Magnet di Madame Melerik (/viewuser.php?uid=84413)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
-Magnet-
Allen e Tyki si
incontrano in uno studio discografico per una gara canora.
L’obbiettivo è uno solo: diventare Idol. Tyki,
però, sembra averne anche un altro: fare breccia nel cuore
dell’inglesino.
Fanfiction classificata
1° allo “Stars
And Diamonds Contest -quando l'amore
incontra la comicità-” indetto da Jeannina e Nii
sul Forum di EFP
- Autrici:
Gala & XShade-Shinra
- Titolo:
Magnet
- Fandom:
D.Gray-man
- Rating:
Arancione
- Genere:
Comico, Romantico, Song-fict
- Avvertimenti:
AU, Shounen-ai, Yaoi, RRS
- Immagine Scelta:
Link
- Note delle Autrici:
In realtà questa FanFiction sarebbe composta da un unico
lunghissimo capitolo One-Shot, ma abbiamo deciso di dividerlo in tre
parti per agevolarne la lettura.
L’immagine che abbiamo scelto si rifà a
quest’altra: Link
Essa rappresenta la copertina della canzone “Magnet”,
cantata dalle Vocaloid Hastune
Miku e Megurine
Luka (è possibile trovarla reinterpretata anche
dagli altri personaggi).
I Vocaloid sono dei sintetizzatori software sviluppati dalla Yamaha
Corporation, in seguito sono stati introdotti degli applicativi, ovvero
dei personaggi inventati per dare voce al sintetizzatore vocale; da qui
sono nati i cantanti virtuali, detti Vocaloid. Tra i
più conosciuti: Hatsune Miku, Kagamine Len/Rin, KAITO,
MEIKO, Megurine Luka, Kamui Gakupo (Gackpoid) e Gumi (Megpoid).
Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non
esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti
in essa narrati. Inoltre questi personaggi – a parte gli OC -
e le canzoni non ci appartengono (purtroppo...), ma sono
proprietà dei relativi autori; questa storia è
stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro
divertimento.
Tutti i testi delle
canzoni e le traduzioni sono disponibili nelle Note Finali.
- Magnet -
Capitolo 1
Era una
fresca mattina d'inizio Primavera. L'aria era ancora un po'
troppo fredda perché i ciliegi potessero essere
già in fiore; eppure erano lì, rosa e splendenti.
Un ragazzo dai graziosi capelli bianchi, intanto, stava correndo in una
strada
poco trafficata di Tokyo.
"Non ci credo! Proprio oggi non posso fare tardi!" pensò
il giovane, con gli occhi puntati dritti verso l'orologio da
polso.
"Allen, vedi di vincere
il contratto. Dobbiamo pagare tutti i nostri
debiti!" le parole di Cross, il suo manager, gli
risuonavano ancora in
testa.
"Vecchio ubriacone... se invece di bere mettesse da parte un po' di
soldi, forse non avremmo tutti questi problemi."
Quella poteva essere la giornata di riscatto per l'inglese: molti
giovani aspiranti Idols si erano riversati a Tokyo per via di un
importante provino che avrebbe dato il libero accesso al Festival
dell'Inverno, una gara canora molto quotata tra i giovani, che poteva
dare molto spicco, addirittura mirare ad un contratto con una casa
discografica.
«Buon giorno!» esclamò il
ragazzo, ormai senza fiato, una volta varcato l'ingresso dello studio
di registrazione.
Nessuno, però, gli diede attenzione: erano tutti troppo
indaffarati tra prove, preparativi ed organizzazione.
"Come non detto..." pensò, ridacchiando depresso.
«Ehy, tu!» si sentì
chiamare.
«Chi, io?» chiese l'albino, voltandosi
a quella voce.
«Sì! Vedi altri qui intorno?» gli chiese
retoricamente un uomo vestito elegante, dai
lunghi capelli neri portati all'indietro e degli occhiali dalla fine
montatura.
Allen si guardò intorno vedendo un sacco di altre persone.
«Beh...»
«E' ovvio che io stia parlando con te, giovanotto!»
disse l'uomo, dandogli dei colpetti alla spalla per farlo
scollare da dov'era «Forza, seguimi! Sei in
catastrofico ritardo! Tra soli quindici minuti iniziamo le
prove!»
«Mi dispiace...» pigolò il
ragazzo, sentendosi in soggezione.
«Bah... Non ne parliamo!» disse
l’uomo, conducendolo davanti ad una piccola porticina un po'
in disparte.
«E' qui dentro lo studio per le prove?»
chiese confuso l'albino, togliendosi il cappuccio dalla testa e
mostrando così i suoi candidi capelli.
«No.» disse l'uomo, con una faccia non
poco perplessa. Poggiò la mano sulla maniglia della porta e
la aprì, rivelando così essere...
«Qui trovi scopa, paletta, straccio e quant'altro ti
serva per pulire.» disse, dandogli un colpo alla
schiena per farlo entrare dentro lo sgabuzzino delle scope
«Avanti! I concorrenti devono iniziare le prove. Non
possiamo certo fare delle riprese in un luogo sporco!»
«Ma io non sono il ragazzo delle pulizie...»
s'imbronciò l’albino
«Anch’io sono qui per il concorso!»
esclamò.
«Sì, certo... Anche l'elettricista ci ha
provato, prima!» disse scorbutico.
«E' vero! Questa è la raccomandata del mio
manager...» sbuffò il ragazzo, consegnandola
all'uomo, che la prese come se si trattasse di un foglio di carta
igienica dopo l'uso.
«Beh, capirai che è raro, per non dire unico
vedere qui una persona, che vuole essere un futuro Idol, senza il suo
manager accanto.» disse, scorrendo veloce tra le righe
del documento.
«Era impegnato... Non ha potuto accompagnarmi...»
si scusò ancora Allen, iniziando a provare
una forte antipatia nei confronti di quell'individuo.
«Pensi di sapertela cavare da solo?»
domandò annoiato, porgendogli il foglio per un angolo.
«Credo di sì...» rispose il
ragazzo, allontanandosi di un passo dal ripostiglio delle scope.
«Bene.» sbottò l'uomo
«La sala per voi è quella per di
là.» disse, indicando verso un antro pieno
di ragazzi intenti in gorgoglii ed acuti di vario genere per scaldarsi
l'ugola.
«Grazie mille... E’ stato molto
gentile...» sorrise angelico il ragazzo, facendogli un
inchino
"Moron..."
«Tsk!» fece il moro, prima che una
sorta di antenna gli spuntasse in testa, attivata dal rumore dei
passettini leggeri, e quasi impercettibili in mezzo a tutto quel
chiasso, prodotti da una bambina che correva in maniera composta verso
l'uomo, con le braccia aperte.
«Papino!» lo chiamò da
lontano.
«Piccola Road!» esclamò
l'uomo andando in brodo di giuggiole alla vista della figlioletta
adorata.
«Papino!» la vocina leggermente acuta
della nuova arrivata sembrava davvero tanto felice;
abbracciò il padre di getto, stringendosi a lui
«Lo zio Tyki mi ha portata qua, dato che lui deve fare
le prove ed io con la mamma mi annoio! Non vuole mai giocare con
me!»
«La mamma ha problemi di salute, dovresti
accudirla...» la rimproverò dolcemente il genitore
accarezzandole i capelli.
«Ma ci penseranno le domestiche a lei!»
ribatté, con una faccia tenera, impossibile da contraddire.
«Forse hai ragione...»
borbottò Cheryl strapazzandosi la figlia. Era completamente
rapito da lei, talmente tanto da quasi non accorgersi del doppio suono
secco e pulito che produceva un elegante paio di scarpe da uomo in
laccato, avvicinandosi verso di lui.
«Scusa se te l'ho portata qua, ma davvero non mi voleva
lasciar andar via.» disse il proprietario dei
costosi calzari.
Si trattava di un giovane uomo dai tratti simili a quelli del primo:
capelli neri e mossi e stesso colore degli occhi, un insolito e
prezioso dorato.
«Non importa, mi fa piacere averla qua...» disse
zuccheroso il fratello maggiore, cercando di
sbaciucchiarsi il nuovo venuto.
A quelle scene familiari, Allen si sentì un po' a disagio e
si mise in disparte, cercando con gli occhi un posticino dove mettersi
anche lui a scaldare la voce.
«Chi era quel ragazzino, Cheryl?»
chiese il giovane al fratello maggiore, mentre gli spalmava una mano in
faccia per allontanarselo dal viso per timore dei suoi baci incestuosi.
«Uno che vuole partecipare al concorso. Pensa, il suo
manager non lo ha nemmeno accompagnato! Ed io che pensavo fosse
l'addetto alle pulizie...» iniziò a
sproloquiare a raffica, senza badare se il fratello lo stesse
ascoltando.
«E' carino...» ridacchiò
civettuola Road.
«Sì... molto carino...»
asserì lo zio, osservando il ragazzino che timidamente
provava a cantare qualcosa, cercando di non dare disturbo agli altri.
«Trovi? Ha un non so che di strano... forse i capelli o
quello sgarro che ha sul viso...» meditò
l'organizzatore dell'evento.
«Ha gli occhi argentati... la pelle chiara, come i
capelli. E' piuttosto basso e non ha il viso perfetto.»
disse il giovane, osservando bene l'albino «E'
così diverso da me. E' una regola della fisica: gli opposti
si attraggono.»
«Ti interessa Tyki-pon?»
ridacchiò la bambina.
«Mi pare ovvio...» ghignò,
camminando verso l'albino.
Allen intanto si era messo in un angolo a studiare il testo della
canzone che avrebbe presentato all'audizione. Non voleva certo scordare
le parole.
«...
tra la cenere scoppiettano due o tre volte,
illuminando il suo adorabile profilo...»
pronunciava a
bassa voce le parole del testo, concentrato nel suo mondo, come
poté notare il giovane che si era appena avvicinato
abbastanza a lui, quasi da riuscire a specchiarsi in quelle due grandi
pozze che sembravano come riflettere la luce lunare.
«...
migliaia di sogni si abbattono al suolo...»
continuava a canticchiare le parole della canzone,
senza dare segni di essersi accorto che qualcuno lo fissava con
intensità.
Il moro a quel punto flesse il busto, in modo da mettere i loro visi
alla stessa altezza.
«Kanbawa, Shounen!» lo
salutò.
Allen sussultò, preso alla sprovvista. Alzò i
suoi occhioni argentei in quelli dorati del moro portandosi una mano al
cuore, spaventato. «C-- Ciao...»
balbettò.
«Sono così brutto?» chiese
l'altro, sorridendogli accattivante.
«No, non lo sei... cioè, mi hai preso alla
sprovvista! Ero concentrato...» balbettò
l’albino, arrossendo.
«Oh, quindi mi stai dicendo che non sono poi tanto
male?» chiese, avvicinandosi appena.
«No, cioè sì... Non intendevo
questo!» sbottò l'inglese in piena
confusione, con il volto rosso fiamma.
«Sei tutto rosso..» sussurrò
l'uomo, poggiando la fronte su quella del ragazzo «Non
avrai la febbre?»
«Sto bene... grazie...»
sillabò l’albino ridacchiando nervoso, cercando di
sottrarsi all'altro.
«Oh, se lo dici tu.» disse, con lo
stesso fare annoiato del fratello «Comunque, sono Tyki
Mikk.» si presentò, arretrando d'un passo
per fargli un profondo e galante inchino «Con chi ho il
piacere di parlare?»
«Allen Walker...» sorrise appena il
ragazzo porgendogli una mano guantata. Tutte quelle cerimonie da parte
di Tyki lo mettevano un po' a disagio. Sembrava uscito da un'altra
epoca.
«Oh, ma allora nemmeno tu sei di qua.»
notò, mentre gli occhi si modellavano sul delicato profilo
dell'interlocutore.
«No, sono inglese...» sorrise ancora il
ragazzo, in modo meno rigido rispetto a prima «Anche tu
sei qui per il concorso?» chiese curioso il ragazzo.
«No, io sono qui per il film.» rispose,
ammiccando.
«Film?» in uno studio discografico?
«Certo! Qui accanto fanno film per
adulti.»
spiegò con aria seria «Saresti perfetto per avere
una
parte, sai?»
«Non m'interessa, grazie...» Cross gli
aveva insegnato a diffidare degli sconosciuti in sua assenza, anche
perché era già capitato che gli rifilassero una
bufala. Poi trattandosi di film per adulti… lui ancora non
aveva nemmeno l'età per vederli!
«Sto scherzando.» disse subito il moro,
con un sorriso caldo e... rassicurante, nel suo piccolo
«Anche io sono qui per le prove, esattamente come
te.»
«Non... Non sei un po' troppo vecchio per fare questo
genere di provini?» che colpo basso per Tyki Mikk!
«Come ti permetti, moccioso?» chiese
con uno sguardo che poteva uccidere «Quanti anni mi
daresti?»
«L'ergastolo...»
lo freddò
con una battuta prima che il nome dell’inglesino venisse
chiamato dal capo della commissione. Era il suo turno per cantare.
«Allen Walker si presenti sul palco, grazie!»
«S-- Sì, arrivo!» si
agitò il ragazzo, affrettandosi a raggiungere la sua
postazione.
«Ma... Ma...» balbettò Tyki,
ancora sconvolto dal comportamento del ragazzo. Pensava fosse una preda
molto più facile.
«Che cosa ci canti?» chiese la voce di
una donna tra la giuria, austera ma piacente.
Il ragazzo strinse forte la mano sinistra nella destra e, cercando di
tranquillizzarsi, rispose.
«"Tsunaida Te ni Kiss wo". Si accompagna con il
pianoforte.»
«Se hai uno spartito puoi farla suonare dal nostro
direttore d'orchestra, altrimenti puoi farlo tu stesso, se ne sei
capace.» lo invitò lei con un sorriso
formale.
«Posso farlo da solo...» sorrise tirato
il ragazzo, prendendo posto dietro il piano e regolando il microfono.
Cheryl si sporse di lato verso la donna.
«Che sia un cantautore?» chiese
«Non ho mai sentito questa canzone.»
«Shhh.! Ascolta...» lo zittì
Lulubel, mentre Allen cominciava a suonare.
Una dolce melodia invase e riempì la sala in ogni angolo,
per poi essere seguita dalla dolce voce del ragazzino, che
riuscì a far tacere di colpo tutti gli altri partecipanti
all'evento. Le dita premevano delicatamente i tasti bicromati dello
strumento, mentre la sua voce valorizzava ed interpretava il testo. Un
concorrente si fece spazio tra gli altri per raggiungere un posto
davanti all'entrata della sala, come richiamato da quella voce. Si
trattava di Tyki, il quale, appena visto l'albino così
concentrato nella sua esibizione, non poté fare a meno di
incantasi, allargando un po' gli occhi per lo stupore, come la maggior
parte dei presenti, che oltre a quelli, tenevano anche le labbra
semidischiuse.
La voce dell'albino non vacillò nemmeno per un secondo;
anche se la canzone si chiuse con una nota triste ed i suoi occhi
argentati sembravano più brillanti o forse semplicemente
lucidi.
I giudici scrissero qualcosa sui loro taccuini, senza degnarlo di un
applauso. Loro erano lì per valutare con occhi critico, non
per dare futili soddisfazioni agli artisti che ivi si presentavano.
«Marian Cross...» sussurrò
l'organizzatore «Dopo la cantante lirica Maria, sta
riuscendo a plasmare una nuova stella.»
«Grazie per avermi ascoltato...» disse
il ragazzo, facendo un inchino davanti alla giuria prima di scendere
dal palco, preoccupato. Aveva l'impressione di aver sbagliato tutto.
«Avanti il prossimo.» disse la donna,
mentre una coppia di ragazzi vestiti in maniera un po' stravagante
saliva sul palco.
«Voi cantate in coppia?» chiese la
donna, anche se sapeva benissimo chi fossero.
«Certo!» dissero i ragazzi,
abbracciandosi in maniera appiccicosa «Siamo i
Jasdebi!!»
«Cosa cantate?» chiese Lulubel, mentre
Allen usciva fuori dalla stanza delle audizioni. Aveva il cuore che
batteva a mille.
«“Jasdebi’s Song!!!”»
dissero in coro, estraendo di tasca due pistole,
facendo così intervenire la sicurezza.
Intanto le selezioni
andarono avanti.
L'albino si era messo in disparte in modo da poter sentire gli altri
cantare, senza però intralciare nessuno. Ogni volta che
sentiva una nuova performance gli sembrava migliore della sua.
Sbuffò appena, poggiando la schiena alla parete. Se Cross
fosse stato lì almeno avrebbe avuto qualcuno con cui
bisticciare e non avvertire la pressione che lo opprimeva in quel modo;
ma ci pensò un'altra persona a distrarlo dai suoi propri
pensieri.
«Congratulazioni, Shounen.» sorrise
Tyki, arrivando di lato rispetto al ragazzo.
«Eh?» chiese confuso Allen, alzando il
volto sul portoghese.
«Sei stato molto bravo, prima.» lo
lodò, poggiando una mano tra i capelli argentati.
«Dici sul serio? A me sembrano tutti più
bravi di me...» borbottò depresso.
«Questo lo penserai quando canterò io.»
sorride sensuale, facendo scorrere un dito lungo la
linea della mascella dell'albino, fermandosi al mento per alzargli un
poco il viso.
«Sei molto sicuro di te...»
ghignò in risposta il ragazzino tenendo lo sguardo fisso in
quello del moro.
«Essere sicuri di sé stessi è la
chiave del successo.» rispose.
«Ad esserlo troppo però si risulta superbi
ed antipatici...» asserì il ragazzo
sfuggendo il mento dalla presa del moro.
«Hai un'ottima parlantina, ragazzo.»
disse, accarezzandogli la guancia sinistra con il pollice, sentendo il
sottile rilievo della cicatrice nonostante gli eleganti guanti che
indossava.
«Lo prenderò come un complimento...»
ghignò quello, spostando appena lo sguardo
alla mano di Tyki che gli accarezzava il lato del viso con il solco.
«E poi, io ho i miei buoni motivi per essere sicuro di
vincere...» disse sibillino, mentre le dita si
insinuavano tra i fini ciuffi argentati del ragazzo.
«Tutti hanno i loro buoni motivi...»
sussurrò lievemente a disagio, cercando di allontanare
garbatamente la mano dell'altro.
«Il mio penso che abbia un peso maggiore...»
iniziò a dire, facendo appena le fusa,
nonostante il gesto di rifiuto dell'altro.
«E quale sarebbe?» ridacchiò
impacciato, mentre il moro si avvicinava sempre di più e lui
si ritrovava bloccato contro il muro.
«Ma come? Non ci arrivi?» chiese,
arricciando il labbro superiore «L'organizzatore
è mio fratello. Non farebbe mai un torto ad un famigliare,
no?»
«Se è una persona corretta
passerà sopra queste cose!» fece sicuro
Allen, mentre il ghigno di Tyki si avvicinava pericolosamente al suo
viso.
«Non è una persona corretta.»
appuntò, poggiando le mani al muro, ai
fianchi di Allen «C'è posto per due sole
persone...»
«Perché mi stai dicendo queste cose?»
chiese l’inglese, cercando si sfuggire alla
vicinanza del moro.
«Perché mi piacerebbe che tu fossi scelto
con me.» spiegò, breve e diretto.
«Io...» stava per dire il ragazzino,
imbarazzato dalla proposta dell'altro, quando una mano lo
agguantò dalla collottola come un gatto e lo tolse dalle
grinfie del portoghese. «Discemolo! Ti ho cercato
dappertutto!»
Tyki non fu pronto di riflessi e non poté fare altro che
baciare l'amara e fredda parete, al contrario delle dolci e calde
labbra dell'albino alle quali mirava.
«Stupido Scemaestro! Per colpa sua mi avevano scambiato
per l'addetto alle pulizie!» sbraitò il
ragazzo mentre si agitava, per farsi mettere giù dal rosso.
«Ero indaffarato!» rispose
«Ti ricordo che è da ieri che non torno a
casa!»
«E a fare cosa? Quest'audizione era la
priorità!» sbottò l'inglesino
incrociando le braccia al petto.
«Tsk!» fece, aprendo di colpo le dita
che sorreggevano il ragazzo, facendolo così cadere a terra
«Ci sono priorità impossibili da
posticipare!»
«Tipo?» chiese dolorante Allen,
massaggiandosi il fondoschiena.
«Sei troppo piccolo.» tagliò
la conversazione, notando solo allora Tyki che si puliva la bocca con
una manica dell'abito.
«Bleah!!» fece il moro, sentendosi
ancora in bocca il sapore di intonaco.
«E lui chi sarebbe?» chiese al suo
cliente, indicando con il pollice il portoghese.
«Un certo Tyki Mikk... Anche lui partecipa al
concorso. A quanto pare è il fratello minore
dell'organizzatore...» gli riassunse in poche parole.
«E lo spiattella pure ai quattro venti??» chiese,
incredulo.
In quel momento, il cervello di Cross si costruì abilmente
un contorto diagramma di flusso, che solo un manager sarebbe riuscito a
fare.
Tyki è il fratello dell'organizzatore --> E
--> Allen conosce Tyki --> QUINDI -->
Tyki
può metterci una buona parola --> SE --> Allen
sta simpatico a Tyki --> QUINDI
--> Allen DEVE
stare
simpatico a Tyki.
«Come mai palavate?» chiese, curioso ed
interessato.
«Mi diceva che gli piacerebbe che io venissi scelto con
lui... o qualcosa del genere...» disse incerto il
ragazzino. Quando Cross si interessava a qualcuno non era mai di buon
auspicio, almeno per lui.
«Veramente?» chiese, con gli occhi che
si illuminavano a formare la $ dei dollari.
«Sì, ma la giudice di gara mi sembra molto
severa. Forse la sua influenza non servirà a
niente...» borbottò l'albino. Ci sperava davvero
tanto.
Senza nemmeno ascoltarlo, Cross andò dal portoghese e gli
batté una mano sulla spalla.
«Buongiorno, signor Mikk!» disse,
sfoderando un bel sorrisone.
"Cosa diavolo avrà in mente?" si chiese sospettoso l'albino,
mentre si alzava in piedi ed origliava discretamente cosa diceva il
maestro.
«Eh?» fece il giovane, girandosi verso
il manager di Allen «Buongiorno, signor...?»
«Il mio nome è Marian Cross, sono il suo
manager...» sorrise, indicando l'albino.
«Ah, piacere.» disse, palesemente
disinteressato.
«Vorrei parlarti di una cosa... in provato...» fece
il rosso, abbassando la voce.
«Tra poco è il mio turno...»
disse neutro.
«Si tratta di Allen...»
sussurrò con un ghigno il rosso.
"Dove vanno ora?" si chiese l'albino spiando i due allontanandosi in
un'altra stanza.
«Allora, che mi vuoi dire?»
domandò il portoghese, stravaccandosi su una sedia e
portando le braccia incrociate dietro la testa.
«Prima… Dimmi, perché ti
interessa Allen?» chiese il rosso, portandosi una
sigaretta alle labbra.
«Non si offre?» chiese il moro,
indicando con un cenno la cicca.
Cross gli passò il pacchetto aspettando che rispondesse alla
sua domanda.
«Perché come l'ho visto, ho sentito una
specie di attrazione verso di lui, non so se mi spiego.»
rispose, prendendo una sigaretta e tenendola tra le
carnose e sensuali labbra «Non ho da accendere.»
«Non credevo tu fossi quel tipo d'uomo...
però è anche vero che Allen ha un viso molto
femmineo...» disse piatto il rosso, accendendogli la
sigaretta, come se stesse parlando del tempo.
«Mi piacciono sia le donne che gli uomini, basta che
siano di bella presenza.» spiegò, per la
serie "Non si butta niente" «Come mai questa
domanda?»
«Quando si capiscono le intenzioni di un uomo, si sa
cosa potergli offrire...» ghignò Marian
sedendosi davanti al portoghese.
«Non mi è sembrato un ragazzo
così facile...» disse il moro, inspirando il
fumo della sua sigaretta. Non era la marca che preferiva, ma sempre
meglio di nulla dato che il Conte, il suo Manager, gli aveva buttato al
cesso l'ultimo pacchetto che era riuscito a farsi importare dal
Portogallo.
«L'ho educato bene. Anche se facesse storie, alla fine
farebbe quello che il suo manager gli consiglia essere il meglio per
lui...» disse pacato il rosso, soffiando fuori il fumo.
«Vuoi dire che potrebbe anche darsi a me?»
domandò, mentre pensava a quante altre
volte Cross avesse fatto questo giochino con Allen.
«Non sono mai arrivato a tanto. Il ragazzo ha talento e
può benissimo fare carriera con le sue sole forze.
Però se io glielo chiedessi non si
rifiuterebbe...»
«Uhmm...» fece il moro, grattandosi il
mento «E' vergine, quindi...»
«Già...» ghignò
Cross non sentendosi minimamente in colpa per quello che stava facendo
alle spalle dell'albino.
«E come mai mi offri il tuo pupillo su un piatto
d'argento?» rispose al bieco sorriso.
«Voglio che diventi una stella più grande di
Maria... Ha bisogno dei trampolini giusti per saltare il più
in alto possibile...» rispose Cross, con gli occhi seri
e determinati.
«Vuoi sfruttare i miei agganci familiari?» chiese,
prendendo la sigaretta tra due dita ed
allontanandosela dalla bocca.
«Ti dispiace?» chiese il rosso.
«E' quello che gli stavo proponendo io poco fa.»
sorrise, con la labbra che si aprirono in una
grottesca mezza luna.
«Bene, vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Che ne dici se Allen stasera cenasse con te? Dopo gli impegni che ha
questo pomeriggio, naturalmente...»
«Meglio a casa mia od in un ristorante?»
domandò, non conoscendo i gusti del
ragazzo. Magari non avrebbe accettato facilmente delle avances in un
habitat non suo; non voleva certo trascinarselo a letto con la forza,
no. Sarebbe stato poco elegante e lo avrebbero subito saputo tutti i
paparazzi della zona. Essere sulla cresta dell'onda era molto seccante,
a volte.
«Meglio in un posto non sotto gli occhi di
tutti...» meditò il manager del ragazzo, pensando
anche che, nonostante il budget che doveva avere a disposizione il
portoghese, non gli sarebbe mai bastato nemmeno un mutuo per pagare il
conto. Allen era la classica persona alla quale è
preferibile regalare un vestito piuttosto che un invito al ristorante!
«Perfetto... Allora, facciamo stasera alle 19.»
disse, porgendogli un biglietto da visita
«Qui c'è l'indirizzo.»
«Saremo puntuali. Ah, un consiglio: fai come se foste
in dieci stasera a cena...» ridacchiò l'uomo
uscendo dalla stanza.
«Eh??» fece l'altro, con un'espressione
incomprensibile in volto. Quello che in quel momento non gli era
chiaro, sarebbe stato limpido quella stessa sera.
«Tyki Mikk sul palco!» si
udì in quel momento la voce di Lulubel chiamare dall'altra
stanza.
«Arrivo!» disse l'interpellato, come se
la giudice potesse sentirlo.
Si alzò di corsa dalla sedia e si precipitò sul
palco, dimenticandosi della sigaretta.
«Sei pregato di non fumare qui...» lo
riprese subito la donna.
«Ah... E'... E’ finta!» disse
subito, spegnendola con le mani e facendosi un male cane, ma non
facendo trapelare dal viso una sola espressione di dolore che lo
potesse tradire "Ahia..."
«Cosa ci canti?» chiese la donna
guardando male il portoghese.
«Vi presento il mio Cavallo di Battaglia in
inglese.» disse, sfoderando un sorriso smagliante.
«Procedi...» disse Lulubel sistemandosi
al suo posto.
L'uomo abbronzato prese il gelato in mano e cominciò a
cantare. La sua voce era bassa ed avvolgente, tremendamente sensuale,
anche se la sua canzone era abbastanza… stupida.
«#
Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori
canticchiano nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki #»
Allen si era messo in disparte ad osservarlo cantare, arrossendo
inspiegabilmente quando gli occhi del moro incontrarono i suoi. Doveva
ammettere che era bravo... allora non era solo un pallone gonfiato!
Bastò che Cross gli passasse davanti per rovinare il magico
filo che avevano tessuto i due.
«E' bravo.» rise il rosso,
appoggiandosi al muro di fianco all’inglesino.
«Già... ha una voce molto matura...»
pigolò il ragazzo.
«Non solo la voce.» disse piano,
buttando a terra il mozzicone di sigaretta e spegnendolo con il tacco
della scarpa.
«Cosa intendi dire?» chiese confuso il
ragazzo, concentrando tutta la sua attenzione sul maestro.
«Ti ha invitato a cena, poiché ha compreso
il tuo talento musicale e vorrebbe parlare con te.»
spiegò, inventandosi una storia che non scandalizzasse
troppo l'albino «Anche se è più
grande di te, vuole trattarti come un suo coetaneo e collega.»
sottolineò alla fine.
«Dov'è il nostro tornaconto?» chiese
l'albino che conosceva bene il manager.
«Parlerà di te al fratello.»
spiegò brevemente.
«Non mi piace quel tizio...»
sbuffò l'albino, riferendosi al signor Kamelot.
«Non devi andare a simpatia con quelli più
potenti di te, ma a convenienza.» disse il rosso,
annuendo.
«Questo non cambia quello che penso di lui...»
s'intestardì il ragazzo, mentre Tyki ormai
finiva di cantare.
«Grazie, il prossimo!» lo
liquidò Lulubel chiamando l'ultimo nome della lista.
Il moro, mentre andava via, incrociò il suo cammino con una
bella ragazza dai lunghi capelli biondi, che prendeva il suo posto sul
palco.
«Cosa ci canti?» chiese la donna,
felice di aver quasi terminato.
«E' una ninna nanna... l'ho scritta io, però
non ha ancora un titolo...» disse timidamente la
fanciulla.
«Siamo già stanchi, ragazza, cerca di non
farci addormentare.» la derise Cheryl.
Lei arrossì, facendo un breve inchino prima d'iniziare a
cantare con voce chiara e cristallina.
Bastò questo a smorzare sul nascere uno sbadiglio del moro,
rimasto di stucco sin dalle prime note. A quanto pareva, in quella gara
canora si erano presentati cantanti piuttosto dotati.
«Che brava...» fece incantato Allen,
zittendo il maestro che gli stava parlando.
«Ehy! Ma mi ascolti?» fece questi,
indignato.
«Sshhh! Ascoltate...» lo
invitò, spazientito.
«Ma che te ne frega degli altri? Tanto vincerai se il
nostro piano va in porto.» insistette.
«Io non voglio vincere disonestamente! Posso farcela
anche da solo!» si accanì il ragazzo.
«Non fare il testardo.» lo
sgridò «Lo senti quanto sono bravi anche gli
altri?»
«Mi ha appena detto che non devo ascoltarli!» gli
fece la linguaccia, correndo via tra i
partecipanti per non dover sentire ancora il maestro.
«Discemolo!!» lo richiamò
invano, mentre lo vedeva scomparire nella fiumana di gente. Ma Cross
non si preoccupò: Allen sarebbe sicuramente rientrato a casa
per pranzo!
«Problemi?» chiese Tyki che aveva
assistito alla scena.
«Doveva andare in bagno.» lo
liquidò il manager.
«A stasera, allora...»
ghignò, andando verso il fratello e la nipotina.
«Certo!» rispose, voltandosi poi nella
direzione nella quale era sparito Allen "Se mandi tutto all'aria, ti
darò da pagare tutti i miei debiti."
L'albino, intanto, era andato a conoscere la ragazza che aveva appena
finito di cantare.
«Complimenti! Sei stata davvero bravissima!» la
lodò.
«Davvero?» chiese lei, facendo brillare
appena l'occhio non coperto dal bendaggio «Pensavo di
non farcela, onestamente...»
«Tu sarai sicuramente una delle finaliste... Hai una
voce meravigliosa...» sorrise Allen.
«Beh, grazie...» ringraziò
lei, portandosi il pugno chiuso alla bocca.
«E' la verità...» sorrise il
ragazzo, accarezzandole appena la testa in un gesto affettuoso.
Lei sorrise timida, accettando quelle coccole.
«Ora scusami, ma devo andare.»
«Sì... Ciao!» la
salutò con la mano l'albino, sorridendole candidamente.
Anch’ella lo salutò, ed Allen la vide andare
incontro ad un uomo all'apparenza piuttosto anziano, che la
abbracciò contento. Che fosse il suo manager?
«Andiamo ad aspettare da quella parte, tra poco diranno
chi è stato scelto...» disse l'anziano
signore alla fanciulla.
A sentire ciò, anche Allen li seguì. Era
decisamente agitato.
"Accidenti, forse avrei dovuto studiare di più
l'interpretazione del testo..." si lagnò mentalmente,
prendendo profondi respiri.
La tensione in quella sala era palpabile. Tutti i partecipanti non
nascondevano quanto fosse dura per loro l'attesa del verdetto
ufficiale. Solo uno fra tutti teneva in sé una calma a dir
poco glaciale, lo stesso uomo che si avvicinò all'albino,
posandogli una mano sulla spalla.
«Sei contento, Shounen?» gli
soffiò caldo all'orecchio.
«Ah!» Allen era talmente teso, che la
mano di Tyki lo spaventò.
«Ho parlato con Cheryl...»
sussurrò ancora, leccandogli appena il lobo, come per
pregustare ciò che avrebbe mangiato quella notte.
A quel gesto l'albino arrossì, allontanando il moro
spingendolo con una mano sul petto.
«Che vorrebbe dire? Che gli hai parlato?» chiese,
coprendosi poi l'orecchio appena leccato
dall'altro.
«Che vinceremo. Non sei contento?» gli
chiese con un sorriso.
«No! Io non voglio vincere così!» si
arrabbiò Allen, fedele al suo essere un
gentil’uomo.
«Troppo tardi.» ghignò il
moro, alzando spalle e mani al cielo.
«Riparlagli! Digli che non scelgano me se non me lo
merito!» lo pregò allora, aggrappandosi alla
sua giacca.
«Ma come?» chiese, poggiandogli le mani
sulle spalle, creando come un abbraccio tra di loro «Io
ti sto solo aiutando...»
«Non voglio questo genere di aiuti... E’ una
truffa questa!» sussurrò, in modo che
nessuno potesse sentire a parte Tyki.
«Non hai mai barato in vita tua?» gli
chiese, accarezzandogli i capelli.
Tyki sembrava non saper proprio resistere al niveo corpo del ragazzo.
«Ehm...» lo sguardo di Allen si perse
nel vuoto per qualche secondo, come se stesse rivangando vecchi ricordi
"In pratica..." ripensò a tutte le volte che aveva dovuto
racimolare soldi in maniera disonesta per pagare i debiti del maestro.
«Questa cosa non c'entra! Ho lavorato tanto per questo
giorno, e non sarò soddisfatto finché non
vincerò correttamente!» disse deciso.
«Però... io ci terrei tanto che venissi
scelto...» bisbigliò «Per me
sei stato il più bravo del concorso, non ti basta
questo?»
«Dici sul serio?» la rabbia del ragazzo
scemò a quelle parole.
«Sì.» rispose piano, posando
un bacio sulla fronte del’inglesino. Gli altri partecipanti
erano troppo in fibrillazione per i risultati per poter accorgersi di
loro.
«Però la tua parola non mi basta!»
tornò poi all'attacco, facendo cadere il
moro per terra depresso.
«Sei senza cuore!» uggiolò,
con i lacrimoni agli occhi.
«Abbiamo raggiunto un verdetto!» la
voce di Lulubel riuscì a far fermare più di un
cuore ed a spezzare più respiri in quel momento.
«Ora la nostra mascotte porterà la lettera
con i nomi dei due candidati prescelti.» disse,
porgendo la mano verso l'entrata per le quinte, dalla quale fece
capolino la piccola Road.
«#
Sennen ko ha sagashiteru... Daijina HEART
sagashiteru... Anata ha atari, tashikameyo... #»
canticchiò, mentre zampettava per piccolo palco montato per
l'occasione.
«Quella è la bambina di prima...» disse
Allen, un po' sorpreso.
«Sì, la piccola Road.» disse
il portoghese, guardando con una strana lucina che gli brillava negli
occhi la bimba che consegnava la busta alla bella giudice.
"E' il momento della verità..." pensò l'albino,
trattenendo il fiato mentre Lulubel apriva la busta.
«Road!» abbaiò la donna,
scuotendo poi l’involucro «E' vuota!»
«Oops...» ridacchiò la
ragazzina, tornando dietro le quinte per prendere la busta giusta.
La donna si spalmò una mano sulla faccia, depressa, mentre i
concorrenti inveivano verbalmente contro il piccolo diavoletto.
«Eccola! E' quella giusta!» sorrise la
bambina, porgendole quella esatta.
«Uhmf.» ringraziò la bionda,
aprendo la busta, giusta «Signori e Signore, i due
finalisti di questo concorso sono... Allen Walker...»
cominciò mentre l'albino si sentiva morire. Aveva ragione
Tyki allora.
«Ci rivediamo dopo i festeggiamenti, Shounen...»
ghignò l'uomo, facendo già un
passo in avanti.
«... e Lala!!»
terminò la
giudice.
«COOOOOSAAA?!?!?!» urlò
sconvolto il portoghese.
«Lala?» chiese confuso Allen per poi
vedere la ragazza in questione festeggiare con il suo manager.
«Abbiamo vinto io... e Lala?» chiese
ancora incredulo, sentendo l'euforia salirgli lentamente in tutto il
corpo.
«E... io... no... deve esserci un... errore...»
balbettò shockato il moro.
Senza che se ne rendesse conto, però, le braccia dell'albino
si strinsero contro il suo collo, stritolandolo per la gioia. Aveva
vinto grazie alla sua voce, e non per l'intervento di Tyki.
«A-- Auguri...» sussurrò
l'uomo, senza nemmeno cogliere un'occasione ghiotta come quella per
baciare il ragazzo sulle labbra.
"Qualcosa non torna... che ha combinato quell'impiastro di mio
fratello!?" si chiese.
«Grazie...» sussurrò, anche
se non era certo merito di Tyki se alla fine il giudizio non era stato
truccato!
«Puoi aspettarmi un momento qui?»
chiese glaciale, con una vena che gli pulsava alla tempia.
«Certo...» disse confuso il ragazzo,
staccandosi da lui.
«A dopo.» lo salutò,
camminando con passo meccanico verso il retro, dove era sicuro di
trovare Cheryl.
Nel frattempo, Allen si sentì un braccio stringergli il
collo.
«E bravo, Discemolo! Allora qualche soddisfazione me la
dai ancora!»
«Ho vinto da solo!» sorrise candido e
soddisfatto, abbracciando l’arto del rosso.
«Ho notato.» disse «Beh, ora puoi anche
andare a casa, mi occupo io di parlare con chi di
dovere.»
«Va bene...» sorrise passando prima a
congratularsi con Lala.
Intanto Tyki era giunto finalmente dal sangue del suo sangue...
«Che cosa hai combinato?!» chiese,
sputando fuoco e fiamme dalla bocca, mentre sembrava quasi che un'aura
nera lo avvolgesse.
«Mi dispiace, Road ha fatto confusione con le
buste...» ridacchiò Cheryl spaventato.
«Confusione un corno!!!»
sibilò, prendendo una sedia, con palesi cattive intenzioni.
«Che intenzioni hai?» chiese
preoccupato il signor Kamelot.
«Di vedere quanto è dura la tua
testaaaaa!!» urlò, balzando verso Cheryl.
«Aiutoooooooooooo!» iniziò
ad urlare l’uomo, nascondendosi dietro le sottane di Lulubel.
«Che succede qui?» chiese seccata la
donna.
Tyki, buttò subito l'arma del futuro delitto a terra e ci si
sedette sopra, con fare angelico.
«Nulla!»
«Tu ti sei classificato terzo. In caso uno
dei due vincitori non potesse prendere parte all'evento che stiamo
organizzando, tu lo sostituirai. Sarai una specie di
rimpiazzo...» ghignò la bionda.
«Io un rimpiazzo????»
berciò, con un demone in corpo che scalpitava per venire
fuori.
«Se non ti sta bene puoi andartene. Non facciamo
favoritismi, Tyki...» ghignò, andando via.
A quel punto, Tyki non si contenne più ed afferrò
la donna per un gomito, bloccandola.
«Dimmi almeno perché non avete preso una
voce calda e sensuale come la mia, che manda in visibilio le ragazze
anche solo con un mio sospiro!»
«Sei borioso e superbo... abbiamo già troppi
artisti come te...» lo incenerì lei,
liberandosi dalla sua presa.
«E poi, Tyki, sei anche vecchio...»
osò fargli notare il fratello, prima di ritrovarsi un vaso
di fiori spaccato sulla testa.
Che affronto!
«Vecchio? Ma se ho appena ventitre anni!»
«Zio Tyki, all'anagrafe ne hai ventisei.» le
ricordò l’innocente voce della
bimba.
«Zitta tu!» sbottò quello,
prendendole le guance tra le mani, bisticciando come se fosse anche lui
un bambino.
«Ngh!! Zio Tyki mi fai male!!»
ringhiò Road, imitando l'attacco del parente.
«Io ho ventitre anni, capito?! Ventitre!»
«Non è vero, zio Tyki!!! Bugiardo!!»
urlò la bimba.
In quel momento si risvegliò Cheryl dal colpo subito e la
mascella gli cadde a terra nel vedere la sua figliola maltrattata.
«Non osare toccare la mia Road, maledetto!»
sbottò Cheryl. Adesso era lui che faceva
paura.
«Ihk!» fece l'aspirante Idol,
spaventato per il repentino cambiamento dell'uomo.
«Scappa se non vuoi incontrare quel ragazzino in un
lago di sangue questa sera...» sibilò il
padre della bimba.
«Volo!!!» fece, scappando e portandosi
appresso Road, visto che si era dimenticato di mollare la presa.
«Paaaaaaaaapinoo!» si sentì
la voce della bimba spegnersi in lontananza.
«ARGH!!! TYKIIII!!! MOLLA MIA FIGLIA!!!»
urlò il padre, rincorrendoli più
veloce di Super Mario potenziato.
Allen, intanto, stava tornando all'appartamento che divideva con Cross.
Si mise ad aspettare l'autobus alla fermata davanti all'edificio.
Ancora non credeva di essere stato scelto. Era davvero felicissimo!
Pensava che finalmente il suo manager non gli avrebbe più
dato addosso e che il tempo dello schiavismo per pagargli i debiti
sarebbe finito, ma ci pensò una furia nera a fargli
rimettere i piedi a terra.
«Pistaaaaaaa!!» urlò Tyki,
ancora inseguito dal fratello.
«Attent--» cominciò a dire
l'albino, prima di venire investito dal portoghese.
Durante la colluttazione, la bimba volò in aria ed il padre
la prese al volo, accogliendola tra le sue forti braccia.
«Piccola mia!!» disse, con le lacrime
agli occhi, come se l'avesse appena recuperata da un sequestro.
Mentre, per quanto riguardava Tyki, egli buttò a terra
l'inglesino, di schiena al marciapiede e ci finì lungo
disteso sopra, con le labbra incollate alle sue.
Allen spalancò gli occhi diventando rosso peperone. Vide la
stessa smorfia sul viso di Tyki per qualche secondo, ma non
durò molto, cedendo poi il posto ad un'espressione molto
compiaciuta, dove l'oro si fuse nell'argento ed una rossa lingua
birichina, sfiorò le rosee labbra dell'albino.
«T-- togliti!» balbettò
l'albino, spingendolo via.
«Ma anche no!» rispose il moro,
leccandogli una guancia.
«Che diavolo ti prende? Sei un maniaco!» lo
accusò, asciugandosi la guancia con una
mano guantata.
«Bauf!» abbaiò, tirando
fuori la lingua e respirando affannosamente.
«Non m'incanti! E' inutile che fai finta di fare il
cane, adesso!» sbottò iroso l'albino,
tirandogli un pugno in testa.
«Caiii!!» uggiolò, cercando
di fargli pena. Tutta la rabbia di prima si era spenta con un bacio.
«Ma guarda tu...» borbottava stizzito
il ragazzo, mentre si rimetteva in piedi e si spolverava i vestiti.
«Wof!» fece ancora il moro, mettendo il
muso su una coscia del ragazzo, guardando in alto al suo volto.
«Piantala di guardarmi così! Il maestro deve
essersi bevuto il cervello se ha pensato di farsi aiutare da
te!» borbottò ancora, spostandosi sotto la
pensilina del bus.
«Caiii caiii...» pianse Tyki,
strusciando il muso sul cavallo dei pantaloni dell'albino.
«Brutto idiota!» sbottò
Allen avvampando, tirandogli una ginocchiata sotto il mento.
Il portoghese si lamentò in maniera più umana,
tappandosi il naso con il palmo di una mano, sperando che non gli si
fosse rotto niente.
«Tzè...» fece stizzito,
accingendosi a prendere l'autobus che si stava fermando.
«Asbedda!» lo fermò il moro,
agguantandogli una caviglia con la mano libera.
«Cosa vuoi ancora? Lasciami!» si
lamentò l'inglese.
«E la cena?» chiese, sperando che Cross
gliene avesse già parlato.
«Ti aspetti ancora che venga dopo quello che mi hai
fatto? Non sono mica scemo...» disse deciso il ragazzo.
«Ma... io ti avrei fatto vincere!!!»
urlò appositamente a voce alta, affinché anche
gli altri presenti alla fermata lo potessero udire.
«Non m'interessa! Io ho vinto per il mio talento e non
per i tuoi favoritismi... Il maestro può chiedermi di
esserti amico quanto vuole, ma non starò certo al tuo
gioco!» disse deciso, facendo per salire sull'autobus.
No! Tyki non poteva permettere che quel ragazzino se ne andasse
così!
«E allora perché ieri sei venuto a letto con
me ed oggi mi tratti come una pezza??»
gridò, fingendo di piangere.
«Ma che diavolo dici? Ci siamo incontrati oggi per la
prima volta!» sbottò arrabbiato.
A quel punto, una donna si avvicinò a loro con un taccuino
in mano.
«E' vero quel che dite, ragazzuoli?»
chiese interessata, con la voce diabetica.
«No che non è vero! Queste sono
calunnie!»
«Ma come?» fece la donna, un po'
triste, ponendosi tra la portiera dell'autobus e l'inglesino
«Eppure sembrate così affiatati...»
«Infatti!» disse Tyki, cogliendo la
palla al balzo «Costui nega il profondo amore che provo
per lui!»
«La tua è ossessione... Sei solo
un maniaco!» lo accusò il ragazzo, cercando
di salire sul mezzo pubblico.
La donna appuntò tutto sul suo blocchetto.
«Non è vero!»
negò il portoghese «Allen, non puoi mollarmi
solo perché non ho vinto!!»
«Questo è il colmo! Non starò a
sentire un minuto di più le tue stupidaggini!» si
offese il ragazzo. Tyki stava facendo davvero
perdere le staffe al ragazzino.
«Che succede qui?» chiese la voce di
Cross, che era uscito a fumare una sigaretta.
«Allen se ne sta andando!!!» disse a
gran voce il moro. Forse il manager dell'albino lo avrebbe aiutato.
«Gli ho detto io di tornare a casa. Ora che sta per
diventare famoso deve mantenere un profilo basso.»
disse il rosso.
«Basso?» chiese la giornalista
«Non sa che bell'articolo che ne uscirà
domani... Eheh!» rise, nascondendo il viso dietro un
ventaglio piumato, spuntato dal nulla.
Senza che lei potesse fare niente, Cross le rubò il foglio
degli appunti per poi strapparlo in mille pezzettini.
«Non permetterò a nessuno di rovinare
l'immagine del mio cliente con delle calunnie prima ancora che diventi
qualcuno!» disse glaciale e minaccioso Marian.
La donna sollevò appena un sopracciglio.
«Ricordo tutto.» disse neutra
«Ora vado alla mia villa a scrivere! A presto, miei
carissimi!» rise giuliva, salendo sul pullman.
«E' tutta colpa tua!» sbottò
il ragazzo facendo per aggredire mortalmente il moro, pronto ad
azzannargli la gola, quando Cross lo fermò per le spalle.
«Avrei dovuto accompagnarti a casa in macchina. Sono
stato uno sciocco a poter pensare che tu fossi abbastanza grande per
poter prendere l'autobus da solo...» lo prese in giro.
«Ah, ora sarebbe colpa mia? E' stato Tyki a dire un
sacco di fandonie ed a comportarsi in modo strano con me...»
si lamentò, cercando di fare del male al
portoghese in qualsiasi modo.
«Ouch!» si lamentò questi,
ancora aggrappato alla caviglia di Allen, che scuoteva la gamba, come
se avesse pestato cacca in mezzo alla strada, per levarselo di mezzo
«Ti avevo chiesto di aspettarmi prima!! Sei tu che
stavi fuggendo! »
«Le persone scappano per un motivo preciso, sai?»
gli fece retorico l'albino, guardandolo male.
«Prima eri così felice, mi hai anche
abbracciato!»
«Sono ancora felice, ma certo non grazie a te!» gli
rinfacciò il suo tentativo di barare.
A quel punto, il portoghese si girò verso Cross.
«E la cena?»
Il rosso valutò il fatto che comunque gli agganci del moro
potevano ancora essergli utili. «Abbiamo detto alle
sette, no?» ghignò quello caricandosi Allen
in spalla e dirigendosi alla sua macchina.
Il sorriso radioso del moro illuminò tutto il quartiere. Era
fatta!
«Cosa alle sette? Io non ci voglio andare!»
sbottò il ragazzo.
«A mangiare... E’ solo una cena.» disse
imperterrito il maestro.
In quel momento, le papille gustative di Allen registrarono la parola
"cena", addolcendolo un poco.
«Va bene... Però dopo cena mi vieni a
riprendere...» concordò, salendo in macchina.
«Beh, cosa pensavi che ti avrei lasciato
lì?» chiese in un ghigno.
«Non si sa mai... Dopo la vostra conversazione segreta
non mi fido di voi due...» fece sospettoso Allen.
«Quanto sei crudele con il tuo adorato Maestro.»
disse, forgiandosi di un titolo non suo, mentre si
sedeva al posto di giuda ed accendeva l'auto, iniziando a spostarla dai
parcheggi.
«Avete parlato con chi di dovere?»
Il rosso inchiodò di colpo, facendo cozzare la fronte di
Allen sul parabrezza.
«Mi sono scordato!» urlò,
spalmandosi la mano sulla fronte.
«Stupido Scemaestro! Io l'aspetto qui, lei torni
dentro!»
«Sì!» esclamò,
spegnendo il veicolo ed uscendo dall'abitacolo a tutta
velocità.
"Moron..." pensò stizzito, guardando distrattamente fuori
dal finestrino e vedendo che il paesaggio si muoveva piano, piano
all'indietro «Aaaaaaaaah!!»
urlò, mentre la macchina senza freno a mano scivolava
giù dalla discesa.
Per fortuna, ebbe la prontezza di riflessi di tirare su la leva e
fermare così il veicolo, che altrimenti sarebbe andato
giù a ruota libera.
Che giornata! Per una che gli andava bene, la sfiga doveva riempirgli
la restante parte della giornata con tanto di interessi!
«Che stress...» si lamentò
poggiandosi una mano sul cuore.
In quel momento, sentì un ticchettio sul vetro, come un
qualcuno che bussava.
«Mh?» chiese il ragazzo, voltandosi
verso il rumore.
«Moyashi...» sentì un
ringhio provenire da dietro il vetro.
«K-- Kanda?» chiese stupito il ragazzo,
abbassando il finestrino.
Appena il giapponese ebbe abbastanza spazio libero, infilò
di scatto la mano dentro l'abitacolo e prese Allen per il collo, con
l'evidente proposito di volerlo strozzare.
«MOYASHI!!!! MI STAVI PER INVESTIREEEE!!!»
«Ehh? Non è colpa mia! E' stato Cross a non
mettere il freno a mano!» rispose a tono l'albino
portando le sue stesse mani al collo dell'altro con lo stesso proposito.
«Che c'entra Cross?? Qui sull'auto ci sei tu!!»
latrò, afferrandolo anche con l'altra mano.
«E' lui che guidava...»
ansimò senza fiato.
«Non mi incanti!» disse con voce
strozzata ed un preoccupante colorito bluastro in volto.
«Io non ho mica la patente, Bakanda!»
sbottò ritirando le mani e schiacciando il pulsante per
tirare su il finestrino cosicché, a causa dell'effetto
ghigliottina, Kanda fu costretto a ritirare le braccia.
«Anche Lavi gira senza patente, Moyashi!» disse
inviperito.
«Non sono mica Lavi io...»
borbottò massaggiandosi il collo, lasciando giusto uno
spiraglio per sentire la voce dell'altro.
«Ciò non conta!»
gridò, girandosi di lato e mostrando parte del kimono da
kendo completamente insudiciato «Guarda!! Per sfuggire
alla tua stupidità mi sono dovuto buttare a terra ed ho
sporcato tutto il kimono!!»
«Ti pagherò la tintoria, ora puoi evitare di
rendere più insopportabile questa giornata?»
lo pregò, mentalmente esausto.
Se non ci fosse stato il vetro di mezzo, il samurai avrebbe senz'altro
fulminato l'albino con l'occhiata omicida che gli scoccò.
«Non penso che sia peggiore della mia!»
si impuntò, dando un calcio alla portiera con un piede senza
scarpa.
«Sei scalzo?» chiese confuso l'albino.
«No! Mi sono rotto una scarpa!!!» disse
in un fiotto acido.
«E' ancora colpa mia?» chiese tra il
divertito e il dispiaciuto.
«E' rimasta sotto la ruota!!» disse,
indicando un paio di zori da uomo in carta di riso, ormai spiaccicati a
terra, sotto il pneumatico.
«Se prometti di non uccidermi ti faccio salire in
macchina e quando torna il mio manager ti accompagniamo a
casa...» gli propose per fare pace.
«Uhn...» fece, grattandosi il mento
«Ok.»
L'albino aprì la sicura della portiera dietro, in modo che
il moro potesse salire, ma di certo non si aspettava che Kanda aprisse
di scatto lo sportello e mettesse un piede sul sedile.
«Sei morto,» disse, mentre estraeva la
spada da Kendo, con gli occhi coperti dall'ombra della frangetta, nei
quali si vedeva solo un brillare malvagio
«Moyashi!»
«Aaaaaaaah, pazzo!» esclamò,
l'albino proteggendosi con le braccia.
«Mwahahah!!» rise malefico, gettandosi
dentro l'auto e chiudendo la portiera dietro di sé con la
sola forza dell'aria che aveva smosso.
L'auto cominciò a muoversi in modo singolare, mentre la
lotta imperversava tra i sedili.
«Uffa...» la voce lagnosa di Tyki
invase a strada.
Camminava a passo lento sul marciapiede, trascinandosi.
«Dovrò aspettare stasera alle sette prima di
rivedere il Piccolo Baro.» borbottò, curvo
con le mani in tasca.
La bella macchina, tirata a lucido di Cross, intanto sobbalzava
ritmicamente con i pneumatici che stridevano appena sull'asfalto.
«Uhn?» Tyki sollevò un
sopracciglio nel vedere quell'auto «Ma è
pieno giorno... C'è gente anche più spudorata di
me!» borbottò, per poi sentire una voce a
lui conosciuta provenire da essa.
«Ngh, Bakanda...» ansimò
Allen.
«...» bastò quello a
raggelare il portoghese.
Quella era la voce del suo Allen!!!
«ALLENNN!!!!» urlò come se
fosse un posseduto e si precipitò in picchiata all'auto.
«Ahia!» si lamentò ancora il
ragazzino mentre il giapponese gli tirava i capelli.
«Questo ti farà ancora più male,
Moyashi!» ruggì il rivale, dandogli una
ginocchiata alla bocca dello stomaco.
«Ouch...» gemette ancora l'albino
mordendo un braccio di Kanda.
«ALLEN!» all'urlo dell'uomo, Kanda e
Allen vennero investiti da un fascio di luce che illuminò la
scena: Kanda sopra un Allen con vestiti e capelli piuttosto
sfatti.
«Eh?» chiesero in coro i due in
macchina, voltandosi verso la voce.
«Io. ti. UCCIDO!!!» urlò il
terzo incomodo, entrando anche lui in macchina per ridurre il
giapponese in poltiglia.
«Tyki! Che diavolo fai?» chiese
l'albino, ritrovandosi in un angolo della macchina, mentre i due mori
si scannavano tra di loro.
«Non permetterò al primo fan morto di fame
di rubarti la verginità prima di me!»
abbaiò, cercando di cavare gli occhi di Kanda.
Allen elaborò in fretta le parole del moro e la sua
espressione divenne scura e truce. Con un calcio bene assestato fece
volare Tyki fuori dalla macchina.
«Cosa vorresti tu da me?» chiese
minaccioso.
«Ehmm... ehmm...» farfugliò,
facendosi piccolo, piccolo.
«Non rispondi?» chiese, mentre dal suo
corpo si sprigionava un'aura scura ed inquietante.
«Io sono scorpione... Cross mi ha detto che sei
vergine...» pigolò, cercando di arrampicarsi
sugli specchi.
«Risposta sbagliata...» fece
intimidatorio, scrocchiando le nocche delle mani con un ghigno ostile
in volto.
«Eheh... Toro?» tirò d
indovinare, arretrando come un gambero.
«Sei un pervertito...»
sibilò Allen, fulminando Tyki con lo sguardo. Aveva sentito
bene quello che aveva detto, l'altro non lo incantava.
«Non è vero!»
tentò di negare l'evidenza «Sono sol--»
ma si bloccò quando si ritrovò
la schiena contro un albero.
«Ora ti farò vedere io la costellazione
della vergine...» ghignò Allen pronto a
menare Tyki.
Intanto Kanda li guardava acquattato al finestrino. Avrebbe lasciato
stancare il Moyashi, poi avrebbe continuato a menarlo.
Proprio quando alzò il pugno, pronto a colpire il moro,
quello fu fermato da una mano guantata di nero.
«Discemolo, che stai combinando?»
chiese Cross, muovendo appena la sigaretta accesa che teneva tra le
labbra.
«Difendo il mio onore...»
sussurrò iroso l'albino.
«Che ti ha fatto?» chiese annoiato il
rosso, lanciando un'occhiataccia a Tyki come per dire 'ma non potevi
aspettare?!'.
«Ha detto che vuole la mia verginità!»
sbottò arrossendo e spostando gli occhi da
una parte.
«Naturalmente intendeva dopo
i dovuti tempi.» disse calmo, per poi soffiare
velenoso verso il
portoghese «Non è forse vero??»
«Sì, sì! Esatto! E' proprio come
dice il tuo manager!» disse, annuendo ritmicamente con
la testa.
«Chi se ne frega dei dovuti tempi! Chi ha deciso questa
cosa? Io non sono d'accordo!» s'impuntò,
ancora desideroso di colpire il viso di Tyki, ma Cross gli stringeva
ancora forte il pugno.
«Non l'ha deciso nessuno: era una dichiarazione.»
«Una dichiarazione?» chiese confuso
l'albino, voltandosi verso il rosso.
«Sì.» disse, sfornando la
faccia più convincente che aveva nel repertorio
«Ne parlavamo prima. Tyki vorrebbe chiederti un
fidanzamento ufficiale.»
«Che?» Allen era disarmato da quelle
parole. Fece qualche passo indietro ancora trattenuto però
da Cross per un braccio.
«Mi state prendendo in giro, vero? Siamo due uomini,
non è naturale...» rabbrividì il
ragazzo.
«Ma si sa che i grandi della musica sono gente
stramba!» cercò di convincerlo Cross, mentre Tyki
guardava allibito «Faresti subito scandalo e ti faresti
un nome!»
«No, grazie. Non voglio adottare questi sotterfugi per
diventare qualcuno...» si offese l'albino, incrociando
le braccia al petto.
«Pensa alla giornalista in pullman!»
osò dire il portoghese.
«Se uscirà anche un solo articolo
imbarazzante di farò fare ammenda a tutte le tue
colpe...» lo zittì l'inglesino con una minaccia.
«Io non negherò mai che tu mi piaccia!»
disse sicuro, alzandosi di colpo.
«Moron...» sibilò arrossendo
girandosi per tornare in macchina.
Cross mandò una frecciatina con gli occhi a Tyki,
spingendolo per lo meno a continuare.
«Allen?» lo chiamò,
avvicinandosi al ragazzo.
«Non ti voglio sentire... Zitto prima che decida di non
venire nemmeno a cena da te...» sussurrò,
fermandosi ad un passo dalla macchina.
A quel punto, Tyki fu preso da un dilemma interiore, ma decise comunque
di rischiare, da buon giocatore di poker quale era, e parlare.
«Qual'è il tuo piatto preferito?» chiese
piano, sorridendo gentile.
«Chiedi al mio agente...»
soffiò, montando in macchina e mettendosi a guardare dalla
parte opposta di dov'era Tyki.
Il portoghese guardò allora Cross, che gli rispose pacato.
«I mitarashi dango...» disse per poi
camminare verso la macchina. «Ah, un consiglio. Quando
vuoi qualcosa da un tipo come Allen, devi prima sconfiggere il suo
orgoglio con la gentilezza. La violenza non porta da nessuna
parte...» gli sussurrò Marian, quando gli
passò accanto.
«Vedrò di ricordarmelo.»
disse, con un cenno del capo come ringraziamento.
Cross lo congedò con un'alzata di spalle, entrando in
macchina.
«E lui che ci fa qui?» chiese quando
notò Kanda.
«E' una storia troppo lunga da raccontare...»
sbuffò l'albino mentre il maestro partiva
lungo la strada.
«Almeno mi portate alla palestra?»
chiese il giapponese.
«Mi avete preso per un tassista?» si
lamentò Cross mentre si perdeva tra il traffico cittadino.
[ Continua...
]
Gala &
XShade-Shinra
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
[Speravamo di mettere on-line
questo capitolo un po' prima, ma, come al solito, siamo piene di
impegni improrogabili.
Ci scusiamo con tutti per l'attesa.]
-
Magnet -
Capitolo 2
La sera
arrivò molto lenta, per l'orologio di Tyki.
Andò
all'ipermercato e comprò tutto l'occorrente per la cena,
cucinandolo lui stesso. Aveva buttato fuori il Conte ed i domestici di
casa, dando loro un giorno libero: voleva restare solo con l'albino.
«Allen sta per arrivare... Lalala...»
canticchiava felice, apparecchiando la tavola.
Il ragazzo intanto aveva impiegato più tempo del
dovuto a
scegliere cosa indossare, per uno a cui non importava niente della
persona con cui doveva cenare. Ogni volta che ripensava a Tyki
arrossiva e non poteva fare a meno di toglierselo dalla testa.
«Sei pronto Discemol--» stava per
chiedere Cross
aprendo la porta del ragazzo, quando la sua voce gli si spense in gola.
L'albino si era vestito in modo davvero... ricercato!
Calzava a
pennello un abito da sera nero, in perfetto contrasto con il suo essere
bianco, con un candido papillon legato al collo.
«E' troppo formale?» chiese il ragazzo,
ravvivandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.
«No, stai benissimo.» disse l'uomo.
Era strano che Cross gli facesse quel genere di complimenti,
ma Allen
se lo meritava davvero.
«Mi sento a disagio...»
borbottò il ragazzo, sistemandosi la giacca.
Quello che gli aveva detto il manager ancora gli ronzava in
testa.
«Nhaaa!» fece il rosso, sollevando un
angolo del labbro
e muovendo la mano come a scacciare qualcosa «Stai
tranquillo!»
«Voi mi aspetterete giù in macchina,
vero?» chiese conferma, alzando lo sguardo argentato sul suo.
«NO!» rispose sbalordito
«Anch’io ho i miei appuntamenti galanti!»
«E fino a che ora pensate di lasciarmi
lì?» Allen era sconvolto.
«Beh, alle due di notte penso vada
bene.»
«E' una cena, mica una festa...» gli
fece notare l'albino.
«Io invece sono impegnato fino all'una e mezza,
quindi
mangiate con calma!» ribatté.
«Spero allora che abbia cucinato
tanto...» fece
stizzito il ragazzo, uscendo dalla sua stanza, lasciandosi dietro una
scia del profumo che gli aveva regalato Cross per le occasioni
importanti.
Pur notandolo, l'uomo rimase in silenzio, ghignando
compiaciuto.
«Andiamo.» disse grave, prendendo il
cappotto.
Una volta in macchina, l'albino di mise a guardare fuori dal
finestrino
con aria assente.
«Sono sicuro che vi divertirete!» gli
disse Cross per rompere il ghiaccio dopo parecchi minuti di silenzio.
«Facile dirlo. Non è mica lei che va a
cena
da un uomo
che ha detto di volerti portare a letto...» gli
tirò una
frecciatina, con lo sguardo tagliente.
Una smorfia comparve sul bel volto del manager.
«Non ti toccherà.» gli
assicurò.
«Se solo ci provasse lo stendo...»
s'imbronciò l'albino, arrossendo.
«Ho detto che non ti
toccherà.» ripeté
«Al massimo cercherà di rubarti un bacio, se
ho ben
capito che tipo è.»
"Come se non lo avesse già fatto..."
ripensò
all'incidente alla fermata dell'autobus.
Il silenzio durò ancora per parecchi minuti, fino
alla
destinazione.
«Siamo arrivati.» avvisò il
moro, accostando l'auto «Vuoi che ti scorti fino a
su?»
«No... penso di farcela. Tenga il cellulare
acceso!» gli ricordò mentre smontava dalla
macchina.
«Certo, certo...» sbuffò,
ripartendo non appena l'albino richiuse lo sportello.
Allen prese un respiro profondo, avvicinandosi al palazzo
dove lo aveva
lasciato il maestro. Titubò qualche attimo prima di suonare.
Dopo pochi secondi, sentì scattare il cancello ed una voce
dal
citofono lo invitò ad entrare.
«Sali pure, Shounen! Quattordicesimo piano. Ah!
L'ascensore è guasto!»
«La solita fortuna...»
borbottò il ragazzo con l'umore nero.
Per fortuna era un tipo atletico e non gli pesarono troppo.
Appena arrivò al quattordicesimo piano, vide Tyki
ad
accoglierlo
all'uscio. Era vestito con dei jeans bianchi e stivali neri, del
medesimo colore della camicia che teneva sbottonata fino a
metà
petto, lasciando così che gli occhi potessero andare alla
deriva
tra i muscoli del suo busto dalla pelle color caramello.
«C-- Ciao...» ansimò
l'albino stravolto dalla scalinata.
«Salve, Shounen.» sorrise il moro, il
quale credeva che
Allen fosse rimasto senza fiato grazie alla sua bella
presenza
«Prego, entra.» lo invitò,
spostandosi di lato.
Il ragazzo si accomodò, investito subito da un
buon
profumino.
«Ho cucinato tutto io.»
spiegò il portoghese «Spero di averci
azzeccato.»
«Si prospetta qualcosa
d'interessante...» ghignò
appena il ragazzo con l'acquolina in bocca, mentre si sfilava la
giacca, mostrando così i suoi fianchi stretti e la bella
linea
delle gambe.
«Non sai quanto...» rispose il moro,
portandosi a posto
un ciuffo ribelle, uscito appena dall'alta coda che si era fatto per
tenerli più ordinati.
«Dove posso metterla?» chiese il
ragazzo mostrandogli la sua giacca.
Tyki chiuse la porta e gli prese gentilmente il giaccone di
mano.
«Faccio io, tu vai pure in cucina a sederti. Fai
come
se fossi
a casa tua. Se vuoi utilizzare i servizi, sono in fondo a
destra.» sussurrò con voce calda ed avvolgente.
«Grazie...» sorrise a disagio, andando
in bagno a lavarsi le mani.
«Prego.» lo sentì dire,
mentre apriva l'armadio dell'ingresso per appendere il pastrano.
L'atmosfera che investì Allen una volta entrato
nel bagno,
lo
spiazzò non poco. La vasca da bagno fumante di oli
profumati,
con petali di rose adagiati sull'acqua, candele profumate e musica a
rendere surreale l'aria e la luce. Il ragazzo cercò di
ignorare
quelle provocazioni, lavandosi velocemente le mani. Quando stava per
asciugarsele però non trovò l'asciugamano e
cominciò a frugare nei cassetti per trovarne uno.
Fu allora che la magia del luogo venne rotta dal
ritrovamento di uno
strano blister di carta argentata, contenenti quelle che sembravano a
prima vista delle pastiglie effervescenti, ma poi, ad una vista
più acuta, si rivelarono per essere...
«Non ci credo... Preservativi....»
sbuffò il
ragazzino, con sguardo depresso «Meno male che non
dovevo
preoccuparmi...» sospirò il ragazzo, uscendo
dal bagno
con ancora le mani bagnate.
«Ehy, Shounen!» lo chiamò il
padrone di casa quando lo vide «Ti serve un telo?»
«In effetti... in quel bagno c'era tutto tranne
quello...» fece con l'umore ancora nero.
«Oops!» fece, prendendo un telo da
cucina «Sono
desolato. Usa questo, vado a metterne uno nel frattempo.»
Il ragazzo lo prese, asciugandosi le mani, mentre si
dirigeva nella
grande sala da pranzo. Tyki aveva proprio fatto le cose in grande
stile! Trovò il tavolo apparecchiato di tutto punto, con tre
tipi di forchette e coltelli, due cucchiaini e tre bicchieri;
fazzoletti di raso, come la tovaglia ed un candelabro a tre braccia che
rischiarava la stanza.
«Ah...» si sorprese l'albino,
arrossendo appena.
Tyki doveva tenerci davvero se aveva messo tutta quella roba
in giro
appositamente per quella cena.
«Non avresti dovuto...» disse il
ragazzo, quando avvertì la presenza del portoghese alle sue
spalle.
«Tu non hai aperto i cassetti del bagno,
vero?» chiese preoccupato.
«Perché me lo chiedi?»
chiese Allen, voltandosi
per guardarlo con finta aria innocente e vedendo con orrore che Tyki
già sventolava i preservativi con una mano.
«Road adora farmi fare le figure di merda con gli
ospiti, deve
avermeli messi lei l’ultima volta che è stata
ospite da
me.» mentì con stile.
«E l'atmosfera suggestiva del bagno?»
gli chiese sospettoso.
«Quella... l'ho fatta apposta, se avessi voluto
farti
un bagno...» disse vago "Con me, magari..."
«L'ho fatto prima di uscire...» lo
liquidò velocemente, intuendo i suoi pensieri.
Si sedette a tavola affamato, aspettando che il padrone di
casa si
desse da fare.
«Arrivo, Monsieur.»
ridacchiò il moro,
mettendosi i profilattici in tasca ed andando in cucina a prendere
l'antipasto.
«Hai detto che hai fatto tutto da solo?»
chiese Allen, mentre si metteva il tovagliolo sulle
gambe.
«Sì, quando ero in Portogallo non avevo
un
manager che
mi seguiva, né i servitori!»
spiegò, portando due
vassoi stracolmi di antipasto di terra.
«Servitori?» ridacchiò
depresso l'albino.
«Ho dei domestici.» disse, servendolo.
«Ah-ah... Manca poco che sono io il servo del mio
manager...» ridacchiò, mentre senza quasi
rendersene
conto
spazzolava quello che Tyki gli aveva messo nel piatto.
«Veramente?» chiese, più
incredulo per la
velocità del servizio lavastoviglie che per quanto detto dal
giovane.
«Ho un debito di riconoscenza con lui, non posso
che
accontentarlo per tutto ciò che mi chiede...»
sussurrò il ragazzo, abbassando lo sguardo sul piatto vuoto.
Tyki gli riempì nuovamente il desco.
«Se fossi il mio compagno, non lo permetterei
mai.»
A quelle parole Allen si strozzò con un fungo
porcino.
«Co-- Compagno??» chiese tossicchiando.
«Sì, compagno.»
disse con voce ferma «C'è
qualcosa che non va? Era un'ipotesi.»
«Compagno di lavoro?» chiese con un
sorrisino incerto.
«No. Compagno di... vita.» disse, anche
se in realtà stava per dire "letto"!
Allen arrossì a quel dire, chiudendosi nel
silenzio,
passando
solo il piatto vuoto al moro perché lo riempisse ancora. A
vedere nuovamente la ceramica lustrata, capì le parole del
rosso
quel pomeriggio...
«Sono contento che ti piaccia.» disse.
«E' buono...» cercò di
giustificarsi il ragazzo, diventando ancora più rosso.
Tyki, a quelle parole, gli posò un bacio tra i
capelli.
«Cosa c'è per primo?» chiese
l'inglesino arrossendo ancora, spostando il viso di lato.
«Pasta con le noci.»
sussurrò tra i setosi ciuffi bianchi.
«Devo tornare in bagno!»
esclamò forse troppo
forte, alzandosi da tavola e rifugiandosi nella stanza di prima.
«Ahn... OK...» fece Tyki, grattandosi
la testa.
Una volta lì, il ragazzo si sciacquò
il viso con
l'acqua fredda.
"Cosa diavolo mi prende? Non è cambiato niente da
oggi
pomeriggio! Le parole che ha detto non significano niente..."
pensò cocciuto.
Ma, specchiandosi, rivide la vasca da bagno ancora calda,
preparata per
lui, tutte le accortezze di quella stanza…
«Baka...» sibilò, prendendo
l'asciugamano che
Tyki aveva appena messo, sentendolo morbido e delicato contro il viso.
In quel momento la stanza profumata gli sembrò
asfissiante e
si
allentò il nodo della cravatta per poi tornare a tavola,
dove,
intanto, il moro aveva mangiato la propria parte di antipasto ed
attendeva Allen per il primo.
«Tutto bene, Shounen?» gli chiese,
sorridendo appena alla vista di quel collo così esposto.
«Si, nessun problema...» sorrise a sua
volta il ragazzo
tornando al suo posto. Per quanto ci provasse però non
riusciva
a rilassarsi.
«Sei un po' pallido.» notò
l'uomo, accarezzandogli appena una guancia.
«Continuiamo a mangiare?» chiese teso,
evitando lo sguardo del moro.
«Certo.» rispose questi, alzandosi per
servirgli il primo piatto.
«Ha un buon odore...»
sussurrò il ragazzo, prendendo la posata.
«Anche tu...» gli sussurrò.
Finché il
ragazzo non avesse avuto un coltello in mano, se lo sarebbe potuto
permettere.
Allen arrossì maledicendosi per essersi messo il
profumo che
gli aveva regalato Cross.
«Grazie...» borbottò,
iniziando a sbafarsi anche il piatto di pasta.
«Quando uno mangia con appetito, è un
grande
premio per
lo chef.» sorrise il moro, riempiendosi il piatto a sua
volta.
«Io mangio sempre con appetito...»
borbottò
rimpinzandosi come un otre. Per il bene di Tyki, sperava che le
porzioni fossero più abbondanti nelle portate successive od
il
suo stomaco brontolante lo avrebbe assordato.
«Io mangio anche cibo per maiali, se posso
ingozzarmi
fino a
stare male.» ridacchiò Tyki, osando mangiare
un po' del
primo.
«Io... non volevo essere scortese
oggi...» si scusò l’inglesino,
abbassando
lo sguardo.
«Oh...» fece piano l'altro, tra il
contento e lo
stupito «Non ti preoccupare!» sorrise,
dandogli un
buffetto sul naso.
«Però tu... tu hai
esagerato!» si arrabbiò masticando con
più
vigore.
«Esattamente cosa ti ha dato fastidio?»
chiese piano.
«Non ci si comporta così con le
persone! Non
sono cose
tue di cui puoi disporne e farne quello che vuoi. Per avere quello che
desideravi hai completamente ignorato il fatto che io volessi o no le
tue attenzioni od i tuoi favori...»
cominciò,
accalorandosi, con gli occhi che brillavano determinati.
«Io sono abituato ad avere tutto ciò
che
voglio.» disse «Oggi mi è andata
male su due fronti...»
«I fallimenti aiutano a crescere...»
sorrise candido Allen, rilassandosi appena.
«Mi stai dicendo che sono ancora un
poppante?» chiese, sollevando un sopracciglio.
«Per certi versi...» ghignò
l'albino.
«Come osi, Shounen?» chiese in un
ghigno, tirandogli il naso.
«Accettare la verità è un
segno
di maturità...» disse Allen con voce nasale.
«Ok! Allora, Allen Walker accetta il fatto che mi
piaccia?» chiese con occhi sicuri.
«Il fatto che io lo accetti non significa che lo
condivida...» disse, alzandosi ed avvicinandosi ad una
portafinestra
che
dava ad un terrazzo. Era bello il panorama notturno.
Tyki non si diede comunque per vinto. Si alzò ed
andò da Allen, stringendolo a sé da dietro.
«Non ho proprio possibilità?»
chiese, odorandogli profondamente i capelli.
«Non ti conosco nemmeno... Per me sei solo uno
strano
ed
invadente tizio conosciuto alle audizioni...»
ridacchiò,
sbuffando.
«Se mi conoscessi di più,
accetteresti?» domandò, accarezzandogli appena la
pancia.
«Chissà... E’ come se mi
chiedessi
se potrei mai
innamorarmi di una qualsiasi di quelle persone che camminano
lì.» sussurrò, indicando oltre il vetro
della
finestra.
Il moro si inchinò appena, sfiorando l'orecchio
di Allen con
le proprie labbra.
«Mi chiamo Tyki Mikk e sono single. Sono
portoghese ed
arrivai
qui in Giappone con mio fratello e la una famiglia esattamente cinque
anni fa.» iniziò a raccontare.
«Venni notato da quello che sarebbe diventato il
mio
manager,
il Conte, che ora abita qui con me. Iniziai nei bar a cantare canzoni
in portoghese, poi passai all'inglese ed infine al giapponese. Dicono
che ho la voce sensuale quando canto.»
raccontò,
sollevando una mano al volto del ragazzo per accarezzargli le labbra.
L'albino le contrasse appena per poi schiuderle una volta
che la mano
di Tyki passò oltre. Aveva notato anche lui quanto fosse
avvolgente e suggestiva la voce del portoghese, ma adesso cercava di
mantenere il sangue freddo, guardando il suo respiro condensarsi sul
vetro della finestra.
«Non ti nego che ho avuto diversi amanti in questi
anni,
soprattutto da quando il Conte mi ha apertola via del successo, ma
è la prima volta che provo una cosa così intensa
e
diretta con qualcuno.» sussurrò, ripassando
il contorno
della cicatrice a forma di pentacolo che aveva Allen sulla fronte.
«Nemmeno tu mi conosci... come puoi affermare con
tanta
sicurezza che ti piaccio?» chiese Allen, insicuro.
«Chiamalo... magnetismo...
Come i due poli positivo e negativo.»
«Oppure è la mia solita sfortuna...
perché io non
riesco ad avvertire questo fremito...»
sussurrò il
ragazzo.
«Vuoi... provare a darmi un bacio?»
propose.
A quelle parole Allen arrossì.
«Te ne sei già preso uno
oggi...» lo accusò.
«Appunto, vorrei che lo volessi anche tu,
stavolta.»
disse piano, facendo scendere il polpastrello lungo la linea della
cicatrice, fino alla guancia.
«C-- C'è ancora il secondo da
mangiare... Si
starà raffreddando...» balbettò
per sfuggire a
quelle advances.
«E' in forno al caldo.» lo
rassicurò.
«Io non...» cercò di
rifiutarsi, sentendosi il volto in fiamme.
Tyki spostò appena il proprio volto e gli
posò un
bacio sulla guancia.
«Allora torniamo a tavola.» disse con
un sorriso.
«S-- Sì...»
balbettò, tornando al suo posto.
Il moro andò direttamente in cucina e prese
l'anatra
all'arancia dal forno.
«Spero ti piaccia.»
Riflesso negli occhi del ragazzo, si vedeva solo il piatto
con
l'anatra, mentre la salivazione gli aumentava a dismisura. Tyki, per
fare colpo su di lui, avrebbe dovuto vestirsi da pietanza.
«Puoi mangiarla anche tutta, se ti va!»
disse con un grosso gocciolone sulla testa.
«No... insieme...»
ridacchiò, ricomponendosi.
«Ne ho un'altra in forno!» disse piano.
Aveva preso Cross alla lettera.
«Allora, grazie...» sorrise a trentadue
denti, prendendosi tutto il piatto.
"Incredibile..." pensò Tyki, vedendo in Allen una
reincarnazione delle locuste di cui parla l'Antico Testamento.
La cena proseguì senza altri colpi di scena
fino... al dolce.
«C'è ancora spazio per il
dessert?» chiese il
moro, anche se ben immaginava la risposta. Lo stomaco dell'albino era
equiparabile ad un pozzo senza fondo o ad un buco nero!
«Certo! Lo aspettavo con ansia...»
sorrise il ragazzo smagliante.
«Ok! Hai due possibilità!»
disse, sollevando due
dita «La prima è panna con banana, la
seconda è
panna e cioccolato, quale scegli?» chiese.
«Panna e cioccolato?» chiese confuso.
«Sì, è buona...»
ghignò.
«Va bene...» disse perplesso.
Il portoghese volò contento a prendere la panna
dal frigo e
la posò sul tavolo.
«E la cioccolata?» chiese confuso il
ragazzo.
Tyki si reclinò appena sulla spalliera della
sedia e si
aprì gli ultimi due bottoni della camicia, scoprendo il
petto
tonico, dalla pelle scura.
«Sono io il cioccolato.»
«Tu sei tutto scemo!» sbottò
arrossendo il ragazzo, tirandogli un pezzo di pane in testa.
«E' solo un gioco.» disse, spruzzandosi
un ricciolo di
panna sullo sterno «L'hai detto anche tu che sono un
bambino.»
«Ma io no...» borbottò
spostando lo sguardo da un'altra parte, in imbarazzo.
«Ok.» disse, facendo spallucce
«Faccio da solo.» lo informò, ed
iniziò a leccarsi
il bianco sul
proprio petto con piccole lappate, guardando con occhi da predatore il
piccolo ed indifeso cerbiattino.
Allen rimase incantato a fissarlo, con il volto in fiamme,
chiedendosi
quanto potesse essere dolce quella panna.
«Sicuro che non vuoi assaggiare?»
domando ferino, agitando la bomboletta.
«Sembra invitante...» ghignò
il ragazzino stando al suo gioco.
«Eccome...» ghignò l'altro,
spremendo la panna
per farne uscire un altro candido ricciolo che si posò sul
ventre.
Allen si sporse in avanti sul tavolo, guardando Tyki negli
occhi con un
sorrisetto accattivante; chinò appena la testa in avanti,
avvicinando il volto al ventre dell'uomo. Il sorriso sul bel volto del
moro si ampliò, felice di aver finalmente fatto centro, ma
non
appena il portoghese si distrasse, l'albino gli fregò la
bomboletta di mano, schizzandosi la panna dentro la bocca.
«Noooooo!!!» uggiolò l'uomo,
rimanendoci di... sale!
«Eheh...» ridacchiò
l'inglese con un bel sorriso
angelico sul volto, mentre tutto contento si addolciva la bocca con la
panna. Quando però quella finì si
avvicinò al moro
e ne raccolse il ricciolo sulla sua pancia, succhiandosi poi il dito.
"E' almeno qualcosa!" pensò l’uomo, un
po'
più soddisfatto «Ne vuoi altra?» chiese.
«No... preferirei qualcos'altro...»
sorrise ancora, tornando alla porta finestra.
A quelle parole, la fantasia di Tyki galoppò
più
veloce della realtà.
«Cosa vorresti, Shounen?» chiese,
accattivante.
«Mi andrebbero dei mitarashi dango...»
disse con aria
sognante il ragazzo, facendo cadere a terra il moro dalla depressione.
«Urgh... Sì... li ho...»
disse, con i lacrimoni agli occhi. Ma quel ragazzo era l'antisesso??
«Davvero?» chiese estasiato Allen,
andandogli incontro felice.
«Sì.» asserì,
strisciando invece verso la cucina.
Il ragazzo si sentiva un po' in colpa nei confronti di Tyki.
Stava
vanificando tutti i suoi sforzi, senza gratificarlo nemmeno una volta,
ma il portoghese non sembrava voler demordere: una volta alzatosi e
spolverate le vesti, prese i dango dal frigo e li portò
all'albino.
«Ecco qua.» sorrise, poggiandoli sul
tavolo.
«Grazie!» sorrise, appoggiandosi con
una mano al suo braccio, mentre si serviva.
«Oh, prego.» rispose un po’
sorpreso di quel piccolo tocco.
«Sono i miei preferiti...» sorrise
l'albino con l'angolo della bocca un po' sporco.
«Lo chef è molto felice
dell'apprezzamento...»
disse, soffiandogli le prelibate sferule da sotto il naso.
«Ah?! I miei mitarashi dango!»
piagnucolò il ragazzino, mentre se li vedeva portare via.
«Aspetta...» sussurrò,
afferrandone uno con i
denti e sfilandolo dal lungo stecchino «Te 'o
i'bocco.»
disse con la bocca piena, avvicinando la faccia alla sua.
«Ridammeli!» si accalorò
Allen, tappando con una
mano la bocca di Tyki, facendogli così andare di traverso il
dolce, e sporgendosi per prendergli il piatto.
Troppo impegnato a tossire, Tyki lasciò subito i
dango ad
Allen, andando a tossire l'anima nell'angolo.
«Mai mettersi tra me e i mitarashi
dango...» sembrava
un avvertimento... o forse una minaccia, ma del tutto inascoltata,
visto che il dango rubato era ancora nella gola del moro.
«Ti senti male?» chiese preoccupato
l'albino quando lo vide diventare blu.
«Gnò!» rispose questi,
strozzato, dandosi dei vigorosi pugni al petto.
Allen gli si avvicinò e lo abbracciò,
solo per
fargli la
manovra dell'antisoffocamento, ma qualunque fosse il motivo,
ciò
bastò affinché il portoghese ingoiasse di botto
la
polpetta, togliendo così l'istruzione dalle vie aeree.
«Argh!!! Aria!!!» esclamò
contento, respirando a pieni polmoni.
«Va meglio?» chiese preoccupato il
ragazzo.
«Anf! Sì.» rispose,
spostando la testa di lato
ed abbracciando gli arti dell’ospite. L'albino si
ritrovò
così immobilizzato tra le sue braccia.
«Ci sediamo sul divano?» chiese piano.
«Ho altre possibilità?»
chiese a disagio, sentendo il profumo di Tyki invadergli il naso.
«C’è sempre la
possibilità di farsi un bagno...»
«Andiamo sul divano...» convenne il
ragazzo. Erano
ancora le undici. Mancavano ancora tre ore prima che Cross lo passasse
a prendere.
Annuendo, Tyki lo portò al divano e si sedettero
l'uno
accanto all'altro.
Calò un silenzio imbarazzante mentre Allen si
guardava con
scarso interesse le punte dei piedi.
«A che ora devi andare?» chiese il
portoghese.
«Le due...» sospirò il
ragazzo «Il
maestro aveva un appuntamento e non può venire
prima...»
«E... cosa vorresti fare in queste tre
ore?» chiese, con una nota sensuale nella voce.
«Io? Proprio niente...»
borbottò arrossendo.
«Beh... c'è una cosa che si
può
fare...»
«Cosa?» chiese sospettoso Allen.
«Comincia con la S...» gli
sussurrò all'orecchio.
«Sauna?
Sugo? Stirare?»
iniziò ad elencare, sudando freddo.
«Strip Poker!»
rispose, leccandogli l'orecchio.
«Ci sto!» ghignò l'albino
rabbrividendo appena. Per lui sarebbe stato impossibile perdere.
«Veramente?» gli sfuggì di
bocca. Non pensava
che il ragazzo accettasse così facilmente il suo invito.
Forse,
se avesse letto i giornali scandalistici, avrebbe saputo un piccolo
particolare di Allen Walker che gli mancava.
«Dove ci mettiamo a giocare?» il
ragazzo era diventato sicuro ed intraprendente in un colpo solo.
«Sul tappeto?» propose, alzandosi per
prendere lo
scrigno con le sue carte, aventi il retro fatto a scacchiera
romboedrica.
«Va bene...» sorrise Allen sedendosi
per terra.
Così iniziò la sfida tra i due. Fecero
diverse
partire...
tante quanti erano i capi di abbigliamento di Tyki. Allen l'aveva
ridotto in mutande!
«Poker!» esclamò soddisfatto
l'albino, per
l'ennesima volta, mentre il portoghese si sfilava, piangendo, anche il
secondo calzino.
«Mi restano solo i boxer da giocare...»
uggiolò.
«Tieniteli... Non ci tengo a vederti
senza...» ridacchiò Allen, mescolando le carte da
vero esperto.
"Io pensavo fosse un unlucky boy... Era lui che doveva
rimanere con le
chiappe al vento per essere assaggiato dai miei occhi!!!"
pensò
l'altro, con tanti ricciolini blu depressione sulla testa
«Mi
gioco i boxer! Non esiste che io non abbia vinto nemmeno una partita!
Hai sicuramente barato!» lo additò.
«Io? Non potrei mai...» rise maligno,
pensando che, per
salvaguardare i suoi occhi, forse era meglio fargli vincere una partita.
«Avanti, dammi le carte!» lo
invitò, con uno sprizzo di fuoco negli occhi. Il fuoco della
vittoria.
Allen gli diede le carte cercando di passargli le migliori,
tenendo per
lui gli scarti ed il moro non riuscì a contenere la propria
gioia quando, buttate a terra le carte senza nemmeno cambiarle,
urlò:
«Full!!!»
«Accidenti... Io ho solo una coppia...»
si finse dispiaciuto il ragazzo.
«MWAHAHahahAHHAHhahah!!!» una risata
satanica, con
tanto di toni alti e bassi, espose dalla bocca del moro
«HO
VINTOOO!!!»
Allen nascose un sorrisino alzandosi in piedi.
«Cosa vuoi che mi tolga?» chiese
candido.
A quella domanda, Tyki si ridette a gambe incrociate sul
tappeto.
«I pantaloni.» ghignò.
Le mani guantate del ragazzo scesero all'inizio dei suoi
pantaloni,
aprendo il bottone e facendo scendere la cerniera, mostrando poi le
belle gambe bianche.
«Sembrano fatte con la neve...»
sussurrò Tyki, avvicinando una mano per sfiorargliele.
Allen ridacchiò.
«All'inizio pensavo che la panna con il cioccolato
fosse
qualcosa che avesse me e te come protagonisti... Ci ero andato
vicino...»
«Possiamo farlo ora, se vuoi...»
propose, accarezzandogli il ginocchio, per poi far salire lentamente la
mano.
Il ragazzo gliela fermò con garbo.
«Non credo sia il caso...»
«Va bene.» sussurrò,
posandogli un bacio sulla
coscia «Allora, potremmo chiacchierare un po', per
conoscerci
meglio...» propose.
«Mi sta bene...» sorrise facendo per
rivestirsi.
«No, stiamo così.» disse
Tyki, bloccandogli le mani.
«Mmh...» fece solo il ragazzo,
sedendosi sul divano ed incrociando le gambe eleganti.
Inutile dire dove cadde l'occhio di Tyki...
«Cosa vuoi sapere?» chiese l'albino.
«Parlami un po' di te...» disse,
sedendosi accanto a
lui, con gli occhi che non ne volevano sapere di staccarsi dalle cosce
e dall'intimo del ragazzo.
«Non parlo spesso di me... Non saprei da dove
cominciare...»
«Hai mai fatto sesso con una donna?»
chiese, mirato e preciso come un cecchino.
Il ragazzo s'irrigidì arrossendo.
«No...» soffiò.
«Ti piacerebbe?» ghignò.
«Non saprei, non c'ho mai pensato...»
borbottò.
«E... farlo con un uomo?»
domandò, accarezzandogli una spalla.
«Nemmeno a quello ho mai pensato...»
ammise arrossendo.
«Sei frigido?» chiese poi, alzando un
sopracciglio.
«Che?» sbottò arrossendo
«Non sono
frigido! Solo che non mi è mai capitato... tutto
qui...»
borbottò.
«Ho capito che non ti è mai
capitato.»
sussurrò, accarezzandogli la testina «Ma non
averci
nemmeno mai pensato è quantomeno strano. »
«Come fai a pensarci se la persona con cui vivi
sta con
una
persona diversa a giorno... Il solo atto mi fa pensare a Cross e a
tutti i debiti che fa...»
«Ah... Che brutte brutte, brutte
persone!»
esclamò Tyki, cercando di nascondere la propria coda di
paglia.
Allen sospirò abbassando lo sguardo e chiudendosi
nel
silenzio.
Che colpa ne aveva lui se Cross gli aveva traumatizzato l'infanzia?
«Ma non dirmi che è per questo che non
sei
fidanzato?
Non vorrai diventare una vecchia zitella acida come la mia
professoressa di matematica al Liceo!»
«E' anche per questo! Voglio diventare grande e
famoso
per
poter gestire da solo la mia vita e poter decidere da solo quello che
voglio fare! Non voglio stare solo per sempre...»
sussurrò il ragazzo, mentre si metteva i capelli dietro le
orecchie, mostrando meglio la cicatrice.
«Capisco.» sussurrò in
risposta.
Lui non era mai solo, la fama gli aveva dato a disposizione
i piaceri
del sesso, fornendogli fans sfegatati che sembrava non volessero altro
da lui. Ma a questo, Tyki Mikk non dava molto peso, visto che era una
situazione che gli piaceva e non poco. Però, da quando la
mattina aveva incrociato Allen sulla propria via, aveva depennato
dall'agenda tutti gli impegni e staccato il telefono. Per la prima
volta, era lui ad avvicinarsi a qualcuno e non il contrario. Per di
più un qualcuno di inavvicinabile. Che fosse un segno?
«E quella cicatrice?» chiese poi,
posando la guancia sulla testa del ragazzo.
Allen trattenne il fiato abbassando gli occhi.
«Si nota così tanto?»
cercò di buttarla sul ridere.
«Abbastanza.» annuì
«All'inizio credevo
fosse un'applicazione, anche se...» spostò
la frangia
dalla fronte del ragazzo «... un pentacolo non
è una
bella pubblicità...»
«Risale a...» ci pensò un
breve attimo «circa sei anni fa...»
sussurrò, piegando le
gambe nude
al petto «Mi è stata incisa sul volto per
sfregio.» cominciò con la voce bassa e misurata,
per
non tradire
nessuna emozione.
«Chi è stato?» chiese piano
l'uomo, coccolando i capelli del ragazzo.
«Gli stessi che hanno ucciso Mana e suo
fratello... la
mia
famiglia...» sussurrò il ragazzino,
stringendo forte i
pugni.
«Mana?» domandò, non
conoscendo quel nome.
«Mana mi ha adottato quando ero
piccolo… Non
so nulla
dei miei veri genitori...» confessò piano
l'albino.
«Quindi, quando parlavi dei debiti che hai con il
tuo
manager,
vuoi dire che lui ti ha adottato?» ipotizzò,
abbracciando l'albino.
«No, lui mi ha preso solo in custodia... Era un
conoscente di
Mana. Sai, la canzone che ho cantato oggi l'aveva scritta suo fratello
per me...»
«Shounen...» sussurrò
l'uomo, prendendo
saldamente Allen ed appoggiandoselo in grembo, per poterlo stringere
meglio a sé.
L’inglesino si lasciò stringere senza
fare storie.
«I capelli bianchi mi sono venuti per la paura.
Quando
ero
piccolo erano castani.» sussurrò, togliendo
il guanto
alla mano sinistra e mostrandola a Tyki.
«E... questa?» domandò,
incrociando le dita con quelle malformi dell'altro.
«Sono nato così... tutto il braccio
è
così...» disse tirando appena una manica per
fargli
vedere altra pelle.
«Dev'essere stata dura...»
soffiò, cominciando a
posare piccoli baci sulla mano del giovane, procedendo verso l'alto.
«Non ti fa impressione?» chiese
arrossendo il ragazzo.
«No.» rispose piano, continuando a
baciarlo, fino alla spalla.
«Saresti il primo...»
sussurrò.
Avendo di mezzo la maglietta, Tyki decise di non andare
oltre e
baciò la cicatrice sulla fronte del ragazzo, senza
rispondergli.
«Tyki...» sussurrò l'albino,
arrossendo.
«Shounen...» soffiò di
rimando, seguendo lentamente la linea della cicatrice con la punta
della lingua.
«A-- aspetta...» soffiò,
mentre il moro lo spingeva sul divano sotto di sé.
«Cosa?» chiese, strofinando le labbra
gonfie contro la guancia sgarrata.
«Stiamo correndo troppo... io non...»
provò a
frenarlo mentre sentiva il respiro di Tyki affannarsi appena nel suo
orecchio.
«Mi piaci, Shounen...» gli
sussurrò, strusciandosi appena sopra di lui.
«Aspetta... Tyki...» disse con un filo
di voce il
ragazzino, mentre la bocca del portoghese si avvicinava sempre
più alla sua.
«Allora... non vuoi davvero.» disse a
mezza voce, fermandosi.
«Io... non ne sono capace...»
pigolò quello.
«A fare cosa, Shounen?» sorrise il
moro, accarezzandogli la linea della mascella.
«A baciare...» sussurrò
l'albino, trattenendo il respiro.
«Oh, non preoccuparti.» disse l'altro,
accarezzandogli
il volto con entrambe le mani «Nessuno è
nato imparato e
non ti giudicherò.» sorrise. Non si
aspettava quel
risvolto, visto l’incipit.
Allen aveva ceduto a quelle attenzioni, sentendosi
importante per
qualcuno dopo tanto tempo. Voleva lasciarsi andare ed accontentare Tyki
per un po'.
«Non ti chiederò più di un
bacio,
promesso.» sussurrò, avvicinando nuovamente le
labbra
alle sue.
«Mi fido...» sorrise tenero il ragazzo.
L'uomo respirò appena, ed il suo respiro si
mescolò a
quello che usciva dalla bocca appena socchiusa dell'albino, mentre le
loro labbra sentivano quasi il calore le une delle alte, a causa della
vicinanza tra loro.
«Shounen...» bisbigliò il
portoghese, tangendo
quasi impercettibilmente le labbra contro quelle del ragazzo.
«Tyki...» sussurrò
l'inglesino chiudendo gli occhi.
La tensione salì alle stelle mentre aspettava che
la bocca
del
moro toccasse la sua ma, in quel momento, Cross citofonò.
# GNEEEEEEEEEK #
«Waah!» si spaventò Allen
mettendosi a sedere di colpo, facendo così cadere il moro a
terra.
«Woah!» fece Tyki, cadendo di sedere
«Ma chi
è???» si chiese, incazzato come una vespa,
forse anche
più del mattino prima!
«Deve essere il mio manager...»
arrossì Allen, rivestendosi di fretta.
«AAARGH!!!!» latrò,
prendendo il citofono con
tanta foga da staccarlo dal muro
«Devo.stare.calmo.»
ringhiò.
«Che?» chiese Cross al citofono, avendo
sentito la voce di Tyki.
«Chi è?!» chiese il padrone
di casa, con la voce del demonio.
«Cross... Di ad Allen di scendere, lo aspetto in
macchina.» disse con un'alzata di spalle, pensando che fosse
Allen la
causa del malumore di Tyki.
«Ok!» abbaiò, sbattendo la
cornetta del citofono a terra.
«Io, mi dispiace...» disse Allen
trafelato, mentre
s'infilava le scarpe e prendeva la giacca. Al maestro non piaceva
aspettare «Ci vediamo...» lo
salutò, facendo per
uscire frettolosamente.
«Aspetta!» fece, fermandolo per un
braccio.
«Si?» chiese quello, voltandosi verso
di lui.
«Ci vediamo domani?»
domandò, attirandolo a sé per baciargli la
fronte.
«Se vuoi...» sussurrò quello
alzandosi appena in
punta di piedi e baciandogli velocemente una guancia, prima di fuggire
via.
«Alle sette come oggi!!» gli
urlò, mentre Allen
scendeva velocemente le scale. Si sporse dal corrimano e lo
guardò per tutta la tromba delle scale fin dove gli era
possibile, poi tornò nel suo appartamento, con un sorriso
felice
in volto, sorriso del quale nemmeno lui si era accorto.
«Eccomi!» disse il ragazzino, una volta
entrato nella
macchina del rosso. Aveva il viso arrossato ed il fiatone, e non certo
per la corsa.
«Che hai combinato?» domandò
il manager,
mettendo in moto l'auto «Tyki era arrabbiato nero!»
«Era arrabbiato perché siete arrivato
voi...
Vuole
vedermi anche domani...» disse, guardando fuori dal
finestrino.
«COSA?!» chiese sconvolto. Allen ce
l'aveva fatta?!
«Cos'è questa reazione?»
chiese confuso il ragazzo.
«No, niente.» disse, immergendosi nei
suoi pensieri personali.
«Maestro...» chiese dopo un po' Allen,
ripensando a una cosa che gli aveva detto Tyki durante la cena.
«Dimmi.» disse, spegnendo il mozzicone
della sigaretta.
«Secondo lei, in un ambito fuori dalla culinaria,
cos'è la banana con la panna?» chiese
confuso.
«... Penso che sia un qualche gioco erotico
alimentare,
Allen...» rispose, con i dubbi che crescevano
«Posso sapere se ho interrotto qualcosa di privato tra te e
Tyki?»
«Niente... era solo un dubbio...»
borbottò diventando bordeaux.
«Discemolo?» lo chiamò
«Cosa hai fatto con quell'uomo?»
«Io assolutamente nulla...»
borbottò, sempre più in imbarazzo.
Il rosso mise la freccia ed accostò, spegnendo
l'auto.
«Discemolo.» disse, fulminandolo con lo
sguardo
«Non te lo richiederò una terza volta. Io
sono il tuo
manager.»
«Non abbiamo fatto niente! Non che lui non ci
abbia
provato, ma
abbiamo solo cenato...» s'impuntò il
ragazzino,
passandosi una mano sulla fronte, nervoso.
«Nemmeno un bacio?» chiese, con gli
occhi ridotti a due fessure.
«Quasi...» soffiò
guardandosi le mani.
«Va bene.» sbuffò,
riaccendendo l'auto «E la banana con panna?»
«Era una proposta che mi aveva fatto senza
spiegarmi
niente... Ed io ho rifiutato...»
«Per una volta sei stato sagace!»
disse, scrollando il capo, mentre tornavano verso casa.
«Mmh...» disse solo, con ancora le gote
in fiamme.
«Cosa c'è?»
chiese il rosso.
«Ha detto che il mio braccio non gli fa
paura...» sussurrò, guardandosi la mano senza
ancora
il guanto.
Cross sorrise, ma non disse nulla. Forse il suo ragazzo quel
giorno
aveva preso due piccioni con una fava.
«La sua serata come è
andata?» chiese poi l’albino, per cambiare discorso.
«Bene. E' stata molto più proficua
della
tua.» sorrise.
«Cioè?» chiese perplesso il
ragazzo.
«Sono cose da grandi. Diciamo... Meloni con panna,
non
solo
banana!» disse, come se stesse spiegando una lezione di
astrofisica.
«Moron...» borbottò
arrossendo, spostando il
viso verso il panorama notturno. Le strade correvano veloci e le luci
si allungavano.
Dopo parecchi
minuti, i
due tornarono a casa.
Da quell'ultimo insulto dell'inglesino, non si erano
più
detti nulla.
«Buona notte...» disse rifugiandosi in
camera sua.
«Buona notte, Discemolo.» lo
salutò il rosso
«Ah! Domani abbiamo un'intervista.» ci
tenne a
ricordargli.
«A che ora?» chiese risbucando dalla
porta.
«Alle dieci...»
sbuffò,
chiudendo la porta della propria camera.
E detto ciò le luci si spensero e i due si
addormentarono.
[ ...continua...
]
Gala
&
XShade-Shinra
Risposte alle
Recensioni:
x _Flowermoon_:
*ballano con
lei la caramell* Tyki ringrazia per i complimenti! *-*v Eheh, qui
abbiamo cercato di creare un mix tra romanticismo e comicità
e
il sapere che è stato gradito è per noi fonte di
gioia!
*-*
x junelrick:
>_< Scusaci
tanto per l'attesa... siamo state impegnatissime!
ç_ç
Speriamo che la parte della cena che tanto attendevi ti sia piaciuta!
^^
x azrael:
^.^ Allora siamo
ancora più felici che tu abbia commentato il NOSTRO primo
capitolo! ^^ Grazie per i complimenti del posto in classifica, cara!
^_^v Ci siamo proprio date da fare!XD E ricorda: noi amiamo le follie
mentali, quindi rendici pure partecipi delle tue! *^*
Nel terzo capitolo metteremo tutti i testi delle canzoni, traduzioni e
link sul tubo, così ve le potrete godere per bene!XD
Grazie per i complimenti sull'IC (stavolta abbiamo davvero sudato,
soprattutto per Cross!) e la scena di Kanda.. xD quella piace
tantissimo pure a noi che l'abbiamo scritta!XD Ci ridiamo ancora oggi!
XD
*abbracciano forte e danno bacione!*
x Atzlith:
*^* Grazie mille! Eh sì, la signora Melerik rulla!XD P.S. Lo
Zecchino d'Oro è per Tyki! ù_ù xD
x yaoilove:
*abbraccio stritolatore* Siamo liete che ti piaccia anche questa
storia!
x lalla_vampire_chan:
Sei stata
gentilissima a lasciare la tua recensione anche qui, ti ringraziamo di
cuore! >*< Siamo contente che la nostra FF ti piaccia
così
tanto. ^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
- Magnet -
Capitolo 3
La mattina
dopo, Lala era già arrivata allo studio di
registrazione da presto, accompagnata dal proprio manager.
«Gsor... Sono un po' tesa...» gli
disse, guardandosi attorno.
«Non ti preoccupare, ti faranno solo qualche
domanda.
Rispondi con sincerità...» gli sorrise il
vecchio, accarezzandole il viso.
«E se mi chiedono di noi?»
pigolò piano la bionda.
«Noi siamo manager e cliente agli occhi
degli altri,
però noi sappiamo la verità...»
sorrise.
«Quindi starò zitta?» chiese
per sicurezza.
«Rimani vaga...»
«D'accordo... ci proverò. Ma
tu...» balbettò, abbracciando l'uomo
«Stammi accanto, Gsor!»
«Certo...» disse baciandole
la fronte.
Lei sorrise, poi scosse la testa, facendo ballare i suoi
lunghi capelli
mossi.
«Non vedo Allen...»
E quando si parla di Allen spuntano le corna.
«Siamo in ritardo!» si
lamentò l'albino, seguito da Cross.
«Esagerato!!» fece il rosso,
stiracchiandosi mentre sbadigliava sonoramente.
«Lala!» sorrise il ragazzo
vedendo la
bionda.
«Ciao Allen!» sorrise di
rimando,
avvicinandosi al ragazzo.
«Come stai? Sei tesa?» le
chiese lui,
terrorizzato.
«Un poco...» disse, stirando
le labbra
in una smorfia.
«Anche io...»
ridacchiò
nervoso.
«Speriamo di cavarcela velocemente! Voglio
cantare...»
«Già... Chissà quale
canzone ci
daranno da cantare...»
«Spero tanto che non sia difficile...»
mugolò la ragazza, guardando Gsor per cercare un po' di
sostegno.
«Anche se fosse, sei bravissima!» la
incoraggiò Allen ed il vecchio le sorrise.
«Grazie!» disse lei,
contenta.
«Ragazzuoli! Ecco le nostre due nuove
stelle!» esclamò contenta la voce zuccherosa di
una
donna.
«Oh, mio dio...»
sussurrò
Allen, girandosi lentamente.
«Salve.» salutò
invece Lala,
ignara del mostro che si stava avvicinando.
«E' giunto il momento di conoscere i vostri
segreti
più intimi...» ridacchiò la
donna, trascinando i due in una stanza.
Gsor e Cross li osservarono per un attimo, per poi guardarsi
in faccia.
«Le va un caffè?»
«Grazie.» sorrise l'altro
andando ad
accomodarsi al bar.
Intanto, nella stanza, la grassa giornalista aveva fatto
accomodare i
due su degli sgabelli, simili a trespoli, puntando loro una forte luce
davanti. Sembrava un interrogatorio di terzo grado... anche se, in
realtà, era quella per il suo fotografo, che si mise al
lavoro fin da subito.
«Ragazzi, tutti, compresa me, vogliono
sapere ogni cosa
su di voi! Cominciamo dalla signorina...» sorrise,
guardando la bionda.
«Ehmm... Sì, mi dica.» disse
lei educatamente, lasciando intravedere un po' di nervosismo.
«Cosa ti è successo
all'occhio?» chiese diretta, prendendo il blocchetto degli
appunti.
«E' una cosa privata.»
rispose piano.
«Non vuoi svelarci proprio niente? Possiamo
vederlo?» chiese indelicata.
«Non c'è più nulla
sotto le
bende.» disse piano, con un velo di tristezza.
«Credo che non sia opportuno continuare...
E’
ovvio che sia un argomento delicato per Lala...» la
difese Allen.
«Ovviamene arriva il suo principe azzurro a
salvarla!» disse maligna «Fino a ieri andavi
dietro a Tyki Mikk, mi risulta, oggi hai cambiato sponda,
cocchino?»
Il ragazzo arrossì guardando male la donna.
«Le risulta male...» disse
freddo.
«C'è forse del tenero tra
voi?» chiese, lasciando appositamente il soggetto vago.
«Tra me e chi?» chiese
confuso l'albino.
«Tra te e Lala, ovvio, sciocchino.»
«Ci siamo conosciuti ieri, come potremmo?
Oggi
è la seconda volta che ci parliamo...»
«Ah, giusto... Prima frequentavi il bel
portoghese...
E, dimmi, come mai difendi questa ragazzina? Forse c'entra il tuo
occhio? Ti sei sentito toccato?» chiese fastidiosa e
pungente.
«Capisco solo che ci sono cose brutte nel
passato che
non si vogliono ricordare...» disse il ragazzo.
«Oh...» dopo ciò,
rimase
parecchi secondi in silenzio a scrivere nel suo taccuino
«Quindi... quali altre cose brutte ci sono nel tuo
passato, Allen Walker?» chiese con occhi spiritati.
«Passiamo ad un'altra domanda?» chiese,
trattenendo a stento la rabbia.
«Te lo sei scelto tu, tesoro.» disse
mielosa, togliendosi di tasca un giornale ripiegato «Questo
è l'articolo del mio Quotidiano di Informazione
Gratuito, di nome "FanFiction".» spiegò,
lanciando il fascicolo all'albino «A pagina cinque
troverai il mio articolo sulla nostra chiacchierata di
ieri...» spiegò.
Il ragazzo iniziò a leggere dapprima sbiancando,
per poi
arrossire.
«Sono bugie!»
sbottò,
alzandosi in piedi.
«Sono qui per parlarne...»
sorrise il
donnone, stravaccandosi sulla sedia.
Lala lanciò un'occhiata furtiva al giornale ed
arrossì anche lei leggendo il titolone "L'Amore Proibito del
Vincitore al Concorso."
«Cosa vuole sapere?» chiese,
diventando
serio.
«Tu sei il ragazzo di Tyki Mikk?»
chiese diretta.
«No...» disse l'albino senza
mentire.
«Allora... Sei un suo amante?»
«No...» rispose ancora il
ragazzo.
«Dimmelo tu cosa sei per lui.» disse
severa.
«Non posso sapere quello che sono io per
lui...» disse fermo l'inglesino.
«E lui cosa è per te?»
chiese ancora.
Tante domande per stordirlo e farlo cadere in fallo. Per
fargli perdere
le staffe e per fargli vomitare tutto.
«Un amico... credo...» disse
confuso
Allen.
«Credi?» sibilò,
affamata di
SCOOP.
«Lo conosco poco, e non lo capisco
spesso...» ammise.
«Uhmm... va bene, posso accettarlo.» si
placò, prendendo appunti «Un'ultima domanda
sull'argomento...»
«Cosa?» chiese spazientito
Allen.
«Sono molto ripide le quattordici rampe di
scale che
conducono all'appartamento del signor Mikk? L'ascensore è
rotto...» sibilò la serpe.
«No, non ho fatto fatica a salirle...»
sorrise freddo l'albino, cercando di non stare al suo gioco.
«Quindi sei stato a casa sua...»
«C'è qualcosa di male ad andare a
cena da un
amico?» chiese Allen, mantenendo la calma.
«Non è la cena ma è il
dopo.» ghignò la donna.
A quel punto, Lala si alzò in piedi.
«Basta, la smetta con quest'intervista!»
disse decisa «Vogliamo andare a
cantare.»
«Sì, andiamo...»
la
seguì l'albino, posandole una mano sulla spalla.
«Andate pure.»
ridacchiò la
donna, mentre il fotografo finiva di scattare qualche foto
«Ho abbastanza materiale...»
e li
seguì con lo sguardo mentre andavano via.
«Che mostro di donna...»
sbuffò Allen, mentre andava loro incontro il produttore.
«Venite ragazzi, è ora di
provare.» disse spazientito Cheryl.
«Ok!» sorrisero i ragazzi,
lieti che
qualcuno li sottraesse dalle grinfie del donnone.
«Abbiamo scelto una nuova canzone per voi:
la
presenterete in coppia come apertura del festival della settimana
prossima; dovrete impararla in fretta.»
spiegò il moro, facendo loro strada nella camera
insonorizzata.
«Qual'è il titolo?»
chiese Lala.
«Magnet!»
rispose l'uomo.
A quelle parole, l'inglesino avvampò, non
riuscendo a capire
perché pensasse a Tyki.
«Sembra carino!» disse la
bionda,
ricevendo lo spartito con il testo della canzone «Vedrai, ci
daremo da fare e faremo in figurone!» disse,
rivolta all'albino.
«Sì...» sorrise
forzato
Allen, iniziando a leggere il testo.
Mentre gli occhi scorrevano fra parole, all'inglesino venne
un dubbio:
"Ma chi ha scritto questa canzone?" si chiese. Sembrava
fatta
appositamente per lui.
Volle esternare il suo dubbio e lo chiese direttamente a
Cheryl.
«Chi è l'autore di questa
canzone?» domandò confuso.
«L'ha composta proprio ieri il terzo
classificato.» rispose l'uomo, dandogli una pazza sulla
schiena
«Ha insistito tanto...»
«Tyki?» chiese sbalordito il
ragazzo,
arrossendo.
Quando l'aveva scritta? Che fosse rimasto sveglio tutta la
notte?
«Esatto.» asserì
l'uomo,
spingendo i due ragazzi nella sala prove «Buone
prove!» li salutò, mentre Allen era ancora
fortemente sorpreso.
*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*
La settimana passò in fretta e le riviste
scandalistiche non
facevano che tormentare l'albino.
"A chi darà il suo cuore il giovane Allen?" o
"Prende in
giro la dolce Lala?"
Tutti articoli e foto delle prove dei due nuovi cantanti,
che
sembravano piuttosto affiatati, o quella di un bacio sulla guancia dato
ad un Tyki in mutande; probabilmente il fotografo si era appostato
nell'ascensore rotto, fermo al quattordicesimo piano la sera della
cena.
«Sono venuto particolarmente figo in questa
foto!» esclamò Tyki mentre, seduto ad un tavolino
di un bar con Allen, nascosti con cappelli ed occhiali scuri, bevevano
un tè.
«Moron...»
borbottò il
ragazzo, bevendo l'infuso «Mi stanno rendendo la vita
impossibile!» si lamentò.
«E' il pegno da pagare per il successo.»
lo prese in giro, mangiando un biscotto
«Però sono contento che, nonostante tutto
questo scandalo, usciamo insieme!»
«Te l'avevo promesso, no?»
borbottò, con le guance rosse. Era ormai una settimana che i
due frequentavano, ma Allen non aveva avuto ancora il coraggio di
chiedergli una cosa.
«Sì!» disse il
moro che me
il giornale sul tavolo, coprendo la mano libera di Allen, e ci
infilò il braccio sotto, potendo così intrecciare
le dita con quelle dell'inglesino senza essere visto «E
ne sono veramente felice, Shounen.»
«La canzone "Magnet"... per chi l'hai
scritta?» pigolò l'albino, spostando il viso di
lato
e stringendogli la mano a sua volta.
«Se te lo dico, mi darai il bacio che tanto
anelo?» chiese, bagnando un biscotto nel tè, con
fare sensuale.
«Dipende dalla risposta...»
«Per un ragazzino dai capelli bianchi che mi
ricopre di
insulti da quando ci siamo conosciuti.» sorrise.
«Oh, e questo ragazzino deve essere proprio
sfrontato
se si comporta così con te...»
ridacchiò, abbassando appena gli occhiali per mostrargli le
proprie pozze argentate.
«Già, è un bel
furfante, ma forse
mi piace proprio perché lo è.»
sorrise «Ora esigo il mio premio.»
«Va bene...» sorrise timido
l’albino, alzando il menù in modo che li
schermasse, per avvicinare le loro labbra.
Il momento era magico, ormai mancavano pochi millimetri,
ma...
# Driiiiin! Driiiin! #
Il cellulare di Tyki squillò, interrompendo per
l'ennesima
volta un loro tentativo di baciarsi. Il moro afferrò
l'apparecchio con poco garbo: era Cheryl.
«Che vuoi?» chiese duro.
«Tyki! Allen è lì con
te?» chiese rapidamente «Non riesco a
contattare il suo manager!»
«Perché lo stai cercando?»
chiese inviperito il portoghese.
«E' successa una catastrofe! Lala ha perso
la voce!» Cheryl era disperato.
«Ma lo spettacolo è stasera!»
disse ad alta voce il fratello minore, attirando
parecchi occhi su di sé.
«Che succede?» chiese
l'albino,
preoccupato.
Tyki gli passò il cellulare e Cheryl
cominciò a
spiegargli velocemente il tutto. Capì solo quattro parole:
"Lala, placche, febbre, solista".
«Non posso cantare da solo, insomma... E' un
duetto,
non avrebbe senso.»
«Allora saremo costretti a sospendere lo
spettacolo.» lo informò.
«Non si può sostituire?»
domandò.
Non poteva perdere l'occasione: il prossimo concerto sarebbe
stato
troppo lontano. Aveva lavorato tanto per poter rinunciare
così facilmente.
«Impossibile. Nessuno può
riuscire ad
imparare una canzone tanto difficile in poche ore... Inoltre deve anche
essere una voce che vada bene con la tua.»
spiegò.
Allen pensò velocemente, senza trovare una
soluzione; quella
però l'aveva davanti agli occhi.
«Tyki... il testo l'ha scritto lui!»
«Non l'avevi capito prima?»
chiese
stupito l’interlocutore telefonico.
«No... cioè, sì! Lui
conosce bene
il testo, può cantare lui! E’ anche il terzo
classificato...» cercò di convincerlo.
«No.» disse irremovibile
«Non abbiamo nemmeno il tempo per provare. Sarai
solista stasera: avvisa il tuo manager e digli di
richiamarmi.»
«Perché no?»
chiese il
ragazzo, combattuto.
«In realtà Tyki non
può
sostituire nessuno. Glielo avevamo detto per farlo stare
buono.» sussurrò «E, Allen, i fan
stasera vogliono te, non te ed un vecchio Idol.»
«Non è vecchio e poi, con tutti
gli articoli
usciti su di noi, faremo furore!»
# Tu tu tu tu tu... #
Cheryl aveva chiuso la comunicazione e, con essa, il
discorso.
«Aargh!» si
arrabbiò,
consegnando il telefono al moro, che lo ripose nella tasca dei
pantaloni «Vuole farmi cantare da solo... Non credo di
farcela...» perse fiducia Allen.
«Sì, avevo sentito.» rispose
il moro, accarezzando la guancia sgarrata dell'albino «Ce la
farai.»
«Accidenti...»
imprecò
l’inglesino, mordendosi il labbro inferiore.
«Ehy, Shounen...» lo
richiamò «Tu sei nato per cantare. Farai un
figurone anche da solo.»
«Ma la tua canzone... L'avevi scritta per
due.
Così perderà qualcosa...» si
rammaricò.
«No, io non l'avevo scritta per due, ma per te,
Shounen» sussurrò «Va bene
così.»
A quelle parole, non seppe replicare e si limitò
a chiamare
Cross per metterlo al corrente dei nuovi fatti.
«Sarà meglio raggiungere lo
stadio. Il
concerto inizia tra due ore...» fece mogio Allen al
portoghese.
«Comincia ad andare, io pago il conto e vado
a casa a
sistemarmi.» sussurrò, baciandogli la testa.
«Va bene...» sorrise in
imbarazzo il
ragazzo, uscendo dal bar.
Dopo aver pagato il conto, anche il moro uscì dal
locale e
si diresse alla propria macchina. Doveva affrettasi a fare tutto! Non
poteva certo mancare al debutto di Allen!
«Ma siamo sicuri che sia questo l'abito di
scena?» chiese scandalizzato Allen, una volta in camerino con
Cross, entrambi davanti allo specchio che guardavano l'immagine
riflessa del ragazzo vestita di tutto punto.
«Certo! E' fatto apposta così in
modo da
lasciarti un po' di pelle scoperta!» ghignò
il manager, mettendogli bene le cuffie con le ali di farfalla.
«Ma si vede tutto il braccio...»
borbottò a disagio.
«Sembra scenico.» gli fece
notare,
tirandogli appena un lembo del lungo vestito bianco, sistemandoglielo.
«Mi vergogno lo stesso!»
s'intestardì, guardandosi allo specchio in imbarazzo. Tutto
quel bianco lo faceva sembrare ancora più etereo.
«Piacerai tanto a tuo Tyki...»
sussurrò maligno.
Allen arrossì, iniziando a tirare dietro a Cross
qualunque
cosa gli capitasse sotto mano.
«Stupido Scemastro!» doveva
pur sfogare
l'ansia in qualche modo!
L'uomo si schermò la faccia e si
lasciò colpire,
sbuffando. Ormai conosceva il suo protetto!
«Pensa che Tyki sarà in prima
fila con uno
striscione solo per te!»
«Con uno striscione?» chiese
sbalordito
"Per me?" pensò rosso.
«Certo! Si vede che si è preso
una brutta
cotta per te! Il suo manager mi ha detto che da una settimana non sta
più frequentando nessuno se non te.» disse,
tornando ad aggiustare il vestito ad Allen «Magari lo
striscione conterrà una dichiarazione...»
«Che va dicendo...»
borbottò, diventando rosso. Per colpa delle parole di Cross,
il cuore gli batteva a mille e sentiva uno strano calore invadergli il
corpo.
«La verità.»
ghignò, spingendolo fuori dal camerino.
«Maestro... mi faccia gli auguri...»
sorrise teso l'albino, dirigendosi al palco.
«Auguri... Discemolo.»
sorrise
nostalgico l'uomo, portandosi alle labbra una sigaretta. Gli sembrava
ieri che Allen, ancora bambino, gli sorrideva dolcemente, chiedendogli
di giocare con lui.
Ed ora invece stava per andare da solo sul palco per a sua
prima
esibizione di rilievo «Hai bisogno di andare in
bagno?» gli chiese.
«Non sono più un bambino, non
deve
ricordarmi certe cose. Certo che ci sono andato!»
«Bene... Quindi ora vai sul palco e fatti
valere!
Così pagherò i miei debiti!»
bisbigliò, dandogli una forte pacca in mezzo alla schiena.
Allen sembrò borbottare qualcosa tra
sé e
sé con fare maligno, mentre la voce del presentatore lo
annunciava.
«Ed ora, signore e signori, ecco a voi la
stella dello
spettacolo: Allen Walker
con la canzone Magnet!!!»
urlò l'uomo, venendo poi investito da una
pioggia di applausi.
Le luci si spensero mentre un solo riflettore
illuminò
l’esile figura del ragazzo. Più di un sospiro
sorpreso e dei gridolini eccitati investirono le orecchie di Allen.
Lo stadio era davvero pieno.
La base della canzone partì ed il ragazzo
cominciò a cantare, sentendo ancora l’emozione nel
petto fargli uscire la voce più accattivante e potente. Il
credere Tyki in prima fila lo incoraggiava ed emozionava.
«#
Una
tenue fiamma brucia al bordo del mio cuore senza preavviso si diffonde
in una passione ardente #»
Per fortuna l’occhio di bue che illuminava
l’albino
non gli permetteva di vedere bene il pubblico, altrimenti la voce gli
si sarebbe spenta in gola nel non vedere il portoghese.
«#
La
mia farfalla, vi svolazza intorno caoticamente cadendo a scaglie nelle
tue mani #»
Ad un certo punto, alla voce di Allen se ne aggiunse
un’altra, calda ed avvolgente.
«#
Sono
avvolto attorno al tuo dito, #»
Il ragazzo si voltò sorpreso e vide un secondo
fascio di
luce illuminare il nuovo arrivato ed il suo cuore perse un battito
quando le pozze argentate si riflessero in quelle dorate del bel
cantante: era Tyki.
Vestito con una camicia e jeans neri, sempre così
in
contrapposizione con Allen, si avvicinò a passo sicuro al
centro del palco, aggiustandosi anch’egli le cuffie con le
ali da lepidottero. La vicinanza tra i due, fece reagire le ali sulle
cuffie che si illuminarono: di rosso quelle del portoghese e di viola
quelle dell’albino. Ad Allen mancò la voce per
l’emozione ed allora fu Tyki a continuare da solo la canzone.
«#
dalle labbra alla lingua #»
Ma l’inglesino si riperse subito dallo shock
iniziale e
continuò a duettare insieme al moro.
«#
Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica che non pensi che questo sia
un errore, voglio che mi baci, voglio che tu lo rifaccia, voglio
annegare in questo momento di seduzione #»
Il portoghese fece l’occhiolino
all’altro,
accarezzandogli lievemente una guancia, facendo così
gongolare madame Melerik, appostata in prima fila; avrebbe scritto un
libro sui due, non un articolo! A quel gesto, l’inglesino
lasciò cantare solo Tyki che, mentre intonava la sua strofa,
posò un piccolo peluche dorato sui capelli argentei
dell’altro.
«#
Ogni
momento, è più difficile trattenermi. Se questo
è amore, voglio portarlo sulla mia manica. La "strana
sensazione" si trasforma in una nostalgia insopportabile. Io ti ho
seguito fino alla fine di sempre #»
Allen, un po’ sorpreso, lo tastò ed
avvertì la forma del regalo del moro, arrossendo; sembrava
una piccola pallina alata dalla lunga coda riccioluta.
Quando fu di nuovo il momento di cantare insieme, Tyki prese
la mano
guantata del ragazzo e la strine, avvicinandolo a sé, tanto
da dar incrociare i microfoni delle loro cuffie.
«#
Se
il mio cuore andasse per la strada sbagliata sarò alleviato
facilmente, come se non avessimo il tempo di sentirci teneri l'un
l'altro. Quel sogno non è mai arrivato di nuovo, non vi
è alcuna possibilità nella nostra
realtà. Se ci tocchiamo, so che non potremo mai tornare
indietro e che è bene ... Sei tutto il mio mondo #»
I loro volti erano così vicini che
l’albino
riuscì a percepire la carezza del fiato caldo di Tyki sul
proprio viso, mentre i loro sguardi sembravano fusi insieme a creare
una miscela di metalli preziosi.
Il pubblico era estasiato dalla visione che offrivano i due
Idols, le
urla festanti erano talmente alte da raggiungere le orecchie del povero
Cheryl, che cercava disperatamente di slegarsi dalle corde con le quali
il fratello lo aveva legato ed imbavagliato nello sgabuzzino delle
scope; da quel che sentiva però doveva ammettere di aver
fatto un errore di giudizio: visto il malore di Lala, avrebbe dovuto
lasciare che Tyki prendesse il posto della ragazza per questa
esibizione fin dall’inizio.
Quando toccò nuovamente ad Allen cantare da
solista, Tyki ne
approfittò per baciarlo sulla guancia dall'altra parte
rispetto al pubblico.
Il ragazzo gli strinse la mano mentre continuava il suo
assolo.
«#
L'ansia arriva con l'alba di trovarmi ancora a piangere. Quando tu
sussurrasti "Va tutto bene", sentii le lacrime nella tua voce, anche
tu? #»
Si poteva sentire altro oltre la passione per la musica tra
i due, in
ogni parola trapelava il forte sentimento che provavano l'un l'altro.
«#
Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica che non pensi che questo sia
un errore, voglio che mi baci, voglio che tu lo rifaccia, voglio
annegare in questo momento di seduzione. Io sono attratto da te come un
magnete, anche se me ne sono andato, ci ritroveremo. Ti ho toccato, non
potrò mai tornare indietro e questo è bene. Sei
tutto il mio mondo. #»
La canzone poi giunse al termine con un'ovazione strepitosa
che
però i due innamorati non sentirono, persi com'erano nei
loro sguardi.
«Shounen...»
sussurrò il
portoghese, stringendo il ragazzo con un braccio, mentre l'altra mano
teneva stretta quella di Allen.
Gli occhi del ragazzo si chiusero al pari del sipario,
mentre
avvicinava il viso a quello del portoghese.
Nell'ombra del palco, illuminato solo dalle ali delle cuffie
dei due,
le labbra del moro sfiorarono quelle del ragazzo, mentre anche le pozze
dorate si chiudevano, per poter assaporare meglio quel momento tanto
agognato.
Il primo momento di incertezza di Allen fu sostituito da uno
più energico, che lo vide abbracciare di slancio il moro ed
intensificare il bacio.
«Vuoi venire nel mio camerino?» propose
con il respiro affannato. Si rese conto solo in quel momento di quanto
avesse desiderato il portoghese.
«E me lo chiedi?»
domandò,
rubandogli un altro, profondo, bacio.
Allen indugiò un paio di volte sulle sue labbra,
prima di
prenderlo per mano e tirarlo con sé nel camerino. Una volta
dentro, il bacio riprese più focoso ed irruento di prima.
«Allora...»
sussurrò il
portoghese, mentre apriva velocemente l'abito di Allen, accarezzandogli
il petto «Che vuoi fare, Shounen?»
chiese tra i baci.
«Vogliamo rifare il gioco dell'altra
volta?» ridacchiò, tirando fuori la panna spray
dal
frigobar.
«Banana o cioccolato?»
chiese,
mordicchiandogli il collo, sensuale come una pantera.
«Che ne dici di panna con altro panna?»
sorrise, spruzzandosi un ricciolo di crema sulla nivea pelle.
«Proposta...» inizio,
mettendosi lui
stesso della panna addosso, per poi spalmarsi su Allen «...
accettata!»
Allen se lo tirò sul divanetto del camerino, per
poi sentire
la lingua calda di Tyki sul proprio corpo.
«Uhmm... Allen...» fece le
fusa il
portoghese, assaporando quel dolce gusto, particolarmente speziato
sulle zone erogene del ragazzo.
«Tyki..» miagolò
l'albino,
aggrappandosi ai capelli del moro.
La bocca del portoghese, impegnata in altro, non rispose
all'inglesino.
L'unica sua risposta fu quella di potargli una mano al volto,
accarezzandoglielo.
«Dove hai imparato a fare queste cose con la
lingua?» chiese ansimante il ragazzo.
"E non hai ancora visto nulla..." pensò il moro,
senza
staccarsi da lui.
«Ahw...» gemette leggero
quando Tyki
gli succhiò un capezzolo «Però
stai mangiando solo tu...» lo stuzzicò.
«Vuoi?» offrì
sollevando il
volto ed invitando l’inglesino a mangiare la panna che aveva
attorno alla bocca e sulla punta della lingua.
L’albino gli pulì il contorno delle
labbra con
precisione, per poi succhiargli piano la lingua.
«Buono…»
soffiò.
«Allen…» gli
sussurrò, prendendogli la mano rossa, ormai senza guanto, e
mettendola tra le proprie gambe «Ti
voglio…» soffiò.
L’albino ne avvertì il rigonfiamento ed
arrossì.
« Mi vuoi?»
ripeté,
sentendosi a sua volta eccitato.
«Come non ho mai voluto
nessuno…» sussurrò. Portando le mani al
bacino di
Allen ed infilando due dita per parte oltre l’elastico dei
boxer, abbassandoglieli lento.
«Mi piaci…»
sussurrò il ragazzo, che ormai si preparava al grande passo.
Tyki si spogliò del tutto, mostrando la propria
gloria ai
casti occhi del ragazzo.
«Anche tu mi piaci, Allen…»
rispose, sdraiandosi sul suo corpo.
Proprio mentre Tyki solleva le gambe del cantante, per
baciargli le
cosce e sistemarsi meglio tra di esse, qualcuno bussò alla
porta.
«Chi è?»
balbettò
l’albino, sentendo il sangue ghiacciarsi nelle vene.
«Discemolo! Sei nudo o posso entrare?
E’
urgente!» era la voce di Cross.
«A-- Aspetti!» disse il
ragazzo, nel
panico, cominciando a vestirsi velocemente.
Ma Tyki non era del suo stesso avviso: andò
direttamente
alla porta, che spalancò senza un minimo di pudore.
«Siamo impegnati.»
ghignò,
accendendosi una sigaretta apparsa dal nulla.
Cross inarcò un sopracciglio mentre toglieva la
sigaretta
dalla bocca del moro e la buttava a terra.
«Il pubblico vi richiede a gran voce...
Vuole il bis!» disse divertito, osservando il corpo di Allen
marchiato dalla bocca del portoghese «Allen...» lo
chiamò poi, facendogli cenno di
avvicinarsi.
Ingoiando a vuoto, l'albino si avvicinò, cercando
di
sistemarsi invano il vestito: alcuni succhiotti si vedevano bene...
Il rosso gli prese il mento tra le dita e gli
leccò l'angolo
della bocca sporco di panna. Se Tyki non fosse riuscito a conquistarlo,
se lo sarebbe preso lui stesso.
«Sei tutto sporco, Discemolo. Datti una
ripulita e vai
a cantare... Il tuo pubblico ti aspetta.» sorrise
triste, accarezzandogli il viso.
A quella scena, Tyki non si contenne più ed
afferrò Cross per i capelli, straccandolo da Allen.
«Cosa credi di fare?!»
ruggì
«Lui è il mio ragazzo!»
Marian ghignò a quel dire, vedendo il suo pupillo
arrossire
sia per il suo gesto che per le parole del moro che scansò
con molta tranquillità.
«Non sai riconoscere un addio testa
vuota?» fece dandolo loro le spalle per uscire
«Sbrigatevi...»
concluse,
chiudendo la porta.
«Grrr...» ringhiò
Tyki come
un mastino infernale. Allen poté giurare di vedere dei
fulmini uscirgli dal naso e dalle orecchie.
«Tyki, calmati! Dobbiamo andare...»
disse frettoloso il ragazzo «Riprendiamo dopo...»
sussurrò, baciandolo con dolcezza e
riuscendo così a placare l’ira del portoghese con
quel tenero contatto. Allen era forse un po' preoccupato per il suo
manager, non lo aveva mai visto così triste. Ora
però doveva cantare!
«Ok...» disse il moro,
abbassando gli
occhi al suo grosso problema.
Allen si specchiò un attimo per darsi un contegno
e vide i
cerchietti rossastri visibili oltre il vestito. Provò a
coprirli con del trucco, ma niente da fare. Mentre Tyki si rivestiva,
invece, brontolava come una caffettiera, cercando di spicciarsi.
«Odio i nostri fan!»
«Non dire così... Si tratta solo
di
aspettare un po'...» disse l'inglesino, optando per una
sciarpa bianca che coprisse i segni.
«Mi fanno male...»
guaì,
cercando di far pena al ragazzo.
«Cosa?» chiese confuso
l'albino.
Facendo un'espressione da cucciolo abbandonato, si
indicò la
patta dei pantaloni.
«Non possiamo farli attendere ancora cinque
minuti...
Shounen?»
«Non muori mica per qualche minuto...»
borbottò, aprendo la porta del camerino, tutto rosso
«Andiamo!» gli ordinò
autoritario.
"Si preannuncia un rapporto difficile.." pianse il moro,
strisciando
verso la porta.
«Vorrà dire che dopo
assaggerò la
banana con la panna...» borbottò il ragazzo,
arrossendo, per consolare Tyki.
«Uhn...» mugolò
l'uomo,
abbracciando da dietro l'albino, per la vita, posando il mento sulla
sua spalla «Allora va bene.» sorrise
per l'allettante offerta «Me lo dai un bacio,
Shounen?»
«Sei incorreggibile...» si
lagnò il ragazzo, guardando l'ora e sistemandosi le cuffie
in testa «Siamo in ritardo!»
sbuffò, camminando verso il palco e trascinandosi appresso
Tyki ancora abbracciato a lui.
«SHOUNEN!» urlò
forte
l'uomo, tirato a forza sul palco.
L'albino lo spinse via, fulminandolo con lo sguardo.
Sembrava quasi lo
avvertisse di comportarsi bene se voleva tornare con lui in camerino,
dopo.
«Fai il bravo...» gli
raccomandò dietro il sipario.
«Non posso promettertelo... Sono attratto da
te come
una calamita. E' difficile resistere al tuo magnetismo.»
ridacchiò il moro.
«Moron...»
sbuffò
con un
sorrisino l'altro, mentre le pesanti tende si spostavano, mostrando ai
fans i loro Idols.
[ ...owari
]
Gala
& XShade-Shinra
-Note:
- La giornalista è un nostro OC: si chiama “Madame
Melerik”, scontato, vero? XD
- Il vestito utilizzato da Allen per il concerto è
confezionato con lo stesso stile della nuova uniforme dei Noah.
- Tyki regala ad Allen proprio un pelouche perché,
solitamente, dopo (o anche durante) un’esibizione canora o
sportiva, i fans lanciano dei regali per i loro idoli; la maggior parte
delle volte sono pelouches, ma si arriva anche a biancheria intima,
mazzi di fiori e lettere d’amore.
-Note Muscali:
Qui di seguito, i testi delle canzoni con relativa
traduzione in italiano.
Tsunaida Te ni Kiss wo [Sanae Kobayashi]
Link YouTube
Versione Originale Giapponese
# Soshite bouya wa nemuri ni tsuita
ikizuku hai no naka no honoo, hitotsu,
futatsu to ukabu fukurami itoshii yokogao
daichi ni taruru ikusen no yume, yume
Gin no hitomi no yuragu yoru ni
umare ochita kagayaku omae,
ikuoku no toshitsuki ga
ikutsu inori wo tsuchi e kaesshitemo
Watashi wa inori tsuzukeru
douka konoko ni ai wo
tsunaida te ni kisu wo
Soshite bouya wa nemuri ni tsuita
ikizuku hai no naka no honoo, hitotsu,
futatsu to ukabu fukurami itoshii yokogao
daichi ni taruru ikusen no yume, yume
Gin no hitomi no yuragu yoru ni
umare ochita kagayaku omae,
ikuoku no toshitsuki ga
ikutsu inori wo tsuchi e kaesshitemo
Watashi wa inori tsuzukeru
douka konoko ni ai wo
tsunaida te ni kisu wo
Watashi wa inori tsuzukeru
douka konoko ni ai wo
tsunaida te ni kisu wo #
Testo Italiano [tratto
dal manga]
[Bacia la mano che
stringe la tua]
# Poi il ragazzino si è addormentato
Le fiamme che respirano pesanti tra la cenere scoppiettano due o tre
volte
Illuminando il suo adorabile profilo
Migliaia di sogni si abbattono al suolo
Tu che risplendi, nato dalla notte
Riflessa negli occhi d'argento
Nonostante i milioni di anni che passano riportino alla polvere ogni
preghiera
Io continuo a pregare
Ti scongiuro ama questo piccolo
Bacia la mano che stringe la tua #
The Tiki Tiki Room
Link YouTube [Enchanted
Tiki Room]
Link YouTube [Hilary
Duff]
Versione Originale Inglese
# All the birds sing words and the flowers croon in the Tiki, Tiki,
Tiki, Tiki, Tiki Room.
Welcome to our tropical hideaway you lucky people you.
If we weren't in the show starting right away
We'd be in the audience too.
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
All the birds sing words and the flowers croon
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
The bird of paradise is an elegant bird.
It likes to be seen and it loves to be heard.
Most little birdies will fly away
but the Tiki Room birds are here every day.
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
All the birds sing words and the flowers croon
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
Da da da da
We're singin' in the tiki room
Da da da da da da
Crooning in the tiki room
Our show is delightful
We hope you'll agree.
We hope that it fills you with pleasure and glee.
Because if we don't make you feel like that,
We're gonna wind up on a lady's hat.
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room All
the birds sing words and the flowers croon
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room #
Traduzione
[La Stanza Tiki Tiki]
# Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano nella stanza
tiki tiki tiki tiki tiki
Benvenuti nel nostro nascondiglio tropicale
Tu sei una persona fortunata, tu
Se non eravamo nello show partivamo sulla strada giusta
Desideriamo essere anche nel pubblico
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
L’uccello paradiso è un uccello elegante
Egli ama essere visto e ama essere sentito
Molti piccoli uccelli vorrebbero volare
Ma nella stanza tiki gli uccelli stanno qui tutti i giorni
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Da da da da
Stiamo cantando nella stanza tiki
Da da da da da da
Canticchiamo nella stanza tiki
Lo show è delizioso
Speriamo di essere d’accordo
Speriamo che quelle siano piene di piaceri e di allegria
Perché se noi non vi facciamo sentire come quelle
Noi ci innervosiremo con le ragazze del cappello
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki #
Lala no Komoriuta
Link YouTube
Versione Originale Latina
# Lacrimosa dies illa
Qua resurget ex favilla
Judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus,
Pie Jesu Domine #
Traduzione
[La Ninnananna di Lala]
# Quella è stata una triste giornata
Che è risorta dalla parola
Giudicando l’uomo colpevole.
Quindi questo ci appare, Dio,
Pio Gesù Signore. #
Road’s Song
Link YouTube
Versione Originale Giapponese
# Sennen ko ha sagashiteru
Daijina HEART sagashiteru
Anata ha atari, tashikameyo #
Traduzione
# Il Conte del Millennio sta cercando
Sta cercando un prezioso cuore
Vediamo se lo sei tu #
Magnet
Link YouTube
Versione Originale Giapponese
# Kahosoi hi ga kokoro no haji ni tomoru
Itsu no manika moe hirogaru netsujou
Watashi no chou fukisoku ni tobi mawari
Anata no te ni rinpun wo tsuketa
Karami au yubi hodoite kuchibiru kara shita he to
Yurusarenai koto naraba naosara moe agaru no
Dakiyosete hoshii tashikamete hoshii
Machigai nado nain da to omowasete
KISU wo shite nurikaete hoshii
Miwaku no toki ni yoishire oborete itai no
Sokubaku shite motto hitsuyou toshite
Itoshii nara shuuchaku wo misetsukete
[Okashii] no ga tamaranaku suki ni naru
Ikeru TOKO made ikeba ii yo
Mayoi konda kokoro nara kantan ni tokete yuku
Yasashisa nante kanjiru hima nado nai kurai ni
Kurikaeshita no ha ano yume ja nakute
Magire mo nai genjitsu no watashi tachi
Furete kara modorenai to shiru
Sore de ii no... dare yori mo taisetsu na anata
Yoake ga kuru to fuan de naite shimau watashi ni
[Daijoubu] to sasayaita anata mo naite ita no?
Dakiyosete hoshii tashikamete hoshii
Machigai nado nain da to omowasete
KISU wo shite nurikaete hoshii
Miwaku no toki ni yoishire oboretai
Hikiyosete MAGNET no you ni
Tatoe itsuka hanarete mo meguri au
Fureteite modorenakute ii
Sore de ii no dare yori mo taisetsu na anata #
Traduzione [Inglese - Italiano]
[Magnete]
# Una tenue fiamma brucia al bordo del mio cuore
Senza preavviso, si diffonde in una passione ardente
La mia farfalla, vi svolazza intorno caoticamente
cadendo a scaglie nelle tue mani
Sono avvolto attorno al tuo dito, dalle labbra alla lingua
Anche se si tratta di un qualcosa che non può essere
consentito, le fiamme saltano ancora più in alto
Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica
Che non pensi che questo sia un errore
Voglio che mi baci, io voglio che tu lo rifaccia
Voglio annegare in questo momento di seduzione
Ogni momento, è più difficile trattenermi
Se questo è amore, voglio portarlo sulla mia manica
La "strana sensazione" si trasforma in una nostalgia insopportabile
Io ti ho seguito fino alla fine di sempre
Se il mio cuore andasse per la strada sbagliata sarò
alleviato facilmente
come se non avessimo il tempo di sentirci teneri l'un l'altro
Quel sogno non è mai arrivato di nuovo
Non vi è alcuna possibilità nella nostra
realtà
Se ci tocchiamo, so che non potremo mai tornare indietro e che
è bene ...
Sei tutto il mio mondo
L'ansia arriva con l'alba di trovarmi ancora a piangere
Quando tu sussurrasti "Va tutto bene", sentii le lacrime nella tua
voce, anche tu?
Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica
Che non pensi che questo sia un errore
Voglio che mi baci, voglio che tu lo rifaccia
Voglio annegare in questo momento di seduzione
Io sono attratto da te come un magnete
Anche se me ne sono andato, ci ritroveremo
Ti ho toccato, non potrò mai tornare indietro e questo
è bene.
Sei tutto il mio mondo. #
Risposte alle Recensioni:
x azrael:
*prendono al volo* SALVE! *^*
Tranquilla! Le nostre FF arriveranno SEMPRE all'ultimo capitolo! ^^
Sappi che ti stimiamo per l'espressione "crediti fanculo" xD pensiamo
che Allen sia arrivato a prenderne talmente tanti da avere il borsone
in omaggio! XD Comunque ti diamo ragionissima: Tyki e Allen sono degli
idioti!XD Ma è proprio per questo che li amiamo! *^*
*coffcoff*
Sì, qui Cross è la fata madrina, ma... shhh!
Abbassa la
voce! °°
Un bacione (e siamo felici che la mail ti abbia fatto piacere
<3) ^^
x LadyDrago88:
*___* Siamo davvero felicissime che la storia ti piaccia! *^*
x lalla_vampire_chan:
Ringraziamenti doppi, come al solito.
*.* Another Vocaloids fan! <3
Sai, XShade ha scritto anche una FF interamente su di loro, prima o poi
quando ne avrà il tempo, ne farà altre!XD
x _Flowermoon_:
*^* Un'altra fans dei vocaloid!!! *^*
Sì, Tyki ha cercato di essere un po' dolce, ma con Allen
mezzo
nudo è difficile trattenersi!XD E poi sfortunato
com'è il
nostro albino preferito, una volta concesso un bacio a Tyki sono stati
interrotti!XD Madame Melerik è stata chiamata ed
è
arrivata, puntuale come la morte!XD
x junelrick:
*_* Grazie!!
x Atzlith:
xD Sì,
parlare ad Allen mentre mangia è una cosa da Mission
Impossible!XD Beh, Tyki non conosceva ancora Allen, e figurati se Cross
lo aiutava!XD La storia del perché Allen non ha capito la
battuta della banana con la panna deriva da una cosa capitataci su
msn... xD Abbiamo il silenzio stampa e non ve la possiamo raccontare!
v_v
La Melerik ringrazia!XD Appuntamento domani nella caffetteria della
Piazza principale. ù_ù xD
x yaoilove:
Grazie mille e non preoccuparti per il ritardo! XD
x TUTTE:
speriamo che anche questo capitolo finale vi sia piaciuto! <3
Grazie a tutte quelle che ci hanno commentato e hanno messo la storia
tra i preferiti e le storie seguite! ^^
Un grazie particolare va soprattutto a coloro che hanno tenuto Better
than Beautiful tra i preferiti, nonostante la soglia di
storie
preferite fosse stata abbassata a 100 FF. Questo ci ha fatto capire
quanto il nostro pubblico abbia apprezzato la nostra FanFiction, e di
questo ne
siamo liete ed orgogliose. Scrivere è sempre bellissimo, ma
scrivere qualcosa che piace così tanto è un
qualcosa di
incredibile.
Grazie dal più
profondo del cuore a voi che ci seguite.
Gala & XShade-Shinra
P.S. Eccovi un piccolo
regalo! x3
Un Remake dell'ormai famosa scena "banana con panna":
Image (C) by LOVESEAT
Alla
prossima FanFiction! ^*^
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=442641
|