Magnet

di Madame Melerik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


-Magnet-
Allen e Tyki si incontrano in uno studio discografico per una gara canora. L’obbiettivo è uno solo: diventare Idol. Tyki, però, sembra averne anche un altro: fare breccia nel cuore dell’inglesino.
Fanfiction classificata 1° allo “Stars And Diamonds Contest -quando l'amore incontra la comicità-” indetto da Jeannina e Nii sul Forum di EFP

- Autrici: Gala & XShade-Shinra
- Titolo: Magnet
- Fandom: D.Gray-man
- Rating: Arancione
- Genere: Comico, Romantico, Song-fict  
- Avvertimenti: AU, Shounen-ai, Yaoi, RRS  
- Immagine Scelta: Link
- Note delle Autrici: In realtà questa FanFiction sarebbe composta da un unico lunghissimo capitolo One-Shot, ma abbiamo deciso di dividerlo in tre parti per agevolarne la lettura.
L’immagine che abbiamo scelto si rifà a quest’altra: Link
Essa rappresenta la copertina della canzone “Magnet”, cantata dalle Vocaloid Hastune Miku e Megurine Luka (è possibile trovarla reinterpretata anche dagli altri personaggi).
I Vocaloid sono dei sintetizzatori software sviluppati dalla Yamaha Corporation, in seguito sono stati introdotti degli applicativi, ovvero dei personaggi inventati per dare voce al sintetizzatore vocale; da qui sono nati i cantanti virtuali, detti Vocaloid. Tra i più conosciuti: Hatsune Miku, Kagamine Len/Rin, KAITO, MEIKO, Megurine Luka, Kamui Gakupo (Gackpoid) e Gumi (Megpoid).

Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi – a parte gli OC - e le canzoni non ci appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
Tutti i testi delle canzoni e le traduzioni sono disponibili nelle Note Finali.



- Magnet -
Capitolo 1


Era una fresca mattina d'inizio Primavera. L'aria era ancora un po' troppo fredda perché i ciliegi potessero essere già in fiore; eppure erano lì, rosa e splendenti.
Un ragazzo dai graziosi capelli bianchi, intanto, stava correndo in una strada poco trafficata di Tokyo.

"Non ci credo! Proprio oggi non posso fare tardi!" pensò il giovane, con gli occhi puntati dritti verso l'orologio da polso.
"Allen, vedi di vincere il contratto. Dobbiamo pagare tutti i nostri debiti!" le parole di Cross, il suo manager, gli risuonavano ancora in testa.
"Vecchio ubriacone... se invece di bere mettesse da parte un po' di soldi, forse non avremmo tutti questi problemi."
Quella poteva essere la giornata di riscatto per l'inglese: molti giovani aspiranti Idols si erano riversati a Tokyo per via di un importante provino che avrebbe dato il libero accesso al Festival dell'Inverno, una gara canora molto quotata tra i giovani, che poteva dare molto spicco, addirittura mirare ad un contratto con una casa discografica.
«Buon giorno!» esclamò il ragazzo, ormai senza fiato, una volta varcato l'ingresso dello studio di registrazione.
Nessuno, però, gli diede attenzione: erano tutti troppo indaffarati tra prove, preparativi ed organizzazione.
"Come non detto..." pensò, ridacchiando depresso.
«Ehy, tu!» si sentì chiamare.
«Chi, io?» chiese l'albino, voltandosi a quella voce.
«Sì! Vedi altri qui intorno?» gli chiese retoricamente un uomo vestito elegante, dai lunghi capelli neri portati all'indietro e degli occhiali dalla fine montatura.
Allen si guardò intorno vedendo un sacco di altre persone.
«Beh...»
«E' ovvio che io stia parlando con te, giovanotto!» disse l'uomo, dandogli dei colpetti alla spalla per farlo scollare da dov'era «Forza, seguimi! Sei in catastrofico ritardo! Tra soli quindici minuti iniziamo le prove!»
«Mi dispiace...» pigolò il ragazzo, sentendosi in soggezione.
«Bah... Non ne parliamo!» disse l’uomo, conducendolo davanti ad una piccola porticina un po' in disparte.
«E' qui dentro lo studio per le prove?» chiese confuso l'albino, togliendosi il cappuccio dalla testa e mostrando così i suoi candidi capelli.
«No.» disse l'uomo, con una faccia non poco perplessa. Poggiò la mano sulla maniglia della porta e la aprì, rivelando così essere... «Qui trovi scopa, paletta, straccio e quant'altro ti serva per pulire.» disse, dandogli un colpo alla schiena per farlo entrare dentro lo sgabuzzino delle scope «Avanti! I concorrenti devono iniziare le prove. Non possiamo certo fare delle riprese in un luogo sporco!»
«Ma io non sono il ragazzo delle pulizie...» s'imbronciò l’albino «Anch’io sono qui per il concorso!» esclamò.
«Sì, certo... Anche l'elettricista ci ha provato, prima!» disse scorbutico.
«E' vero! Questa è la raccomandata del mio manager...» sbuffò il ragazzo, consegnandola all'uomo, che la prese come se si trattasse di un foglio di carta igienica dopo l'uso.
«Beh, capirai che è raro, per non dire unico vedere qui una persona, che vuole essere un futuro Idol, senza il suo manager accanto.» disse, scorrendo veloce tra le righe del documento.  
«Era impegnato... Non ha potuto accompagnarmi...» si scusò ancora Allen, iniziando a provare una forte antipatia nei confronti di quell'individuo.
«Pensi di sapertela cavare da solo?» domandò annoiato, porgendogli il foglio per un angolo.
«Credo di sì...» rispose il ragazzo, allontanandosi di un passo dal ripostiglio delle scope.
«Bene.» sbottò l'uomo «La sala per voi è quella per di là.» disse, indicando verso un antro pieno di ragazzi intenti in gorgoglii ed acuti di vario genere per scaldarsi l'ugola.  
«Grazie mille... E’ stato molto gentile...» sorrise angelico il ragazzo, facendogli un inchino "Moron..."
«Tsk!» fece il moro, prima che una sorta di antenna gli spuntasse in testa, attivata dal rumore dei passettini leggeri, e quasi impercettibili in mezzo a tutto quel chiasso, prodotti da una bambina che correva in maniera composta verso l'uomo, con le braccia aperte.
«Papino!» lo chiamò da lontano.
«Piccola Road!» esclamò l'uomo andando in brodo di giuggiole alla vista della figlioletta adorata.
«Papino!» la vocina leggermente acuta della nuova arrivata sembrava davvero tanto felice; abbracciò il padre di getto, stringendosi a lui «Lo zio Tyki mi ha portata qua, dato che lui deve fare le prove ed io con la mamma mi annoio! Non vuole mai giocare con me!»
«La mamma ha problemi di salute, dovresti accudirla...» la rimproverò dolcemente il genitore accarezzandole i capelli.
«Ma ci penseranno le domestiche a lei!» ribatté, con una faccia tenera, impossibile da contraddire.
«Forse hai ragione...» borbottò Cheryl strapazzandosi la figlia. Era completamente rapito da lei, talmente tanto da quasi non accorgersi del doppio suono secco e pulito che produceva un elegante paio di scarpe da uomo in laccato, avvicinandosi verso di lui.
«Scusa se te l'ho portata qua, ma davvero non mi voleva lasciar andar via.»  disse il proprietario dei costosi calzari.
Si trattava di un giovane uomo dai tratti simili a quelli del primo: capelli neri e mossi e stesso colore degli occhi, un insolito e prezioso dorato.
«Non importa, mi fa piacere averla qua...» disse zuccheroso il fratello maggiore, cercando di sbaciucchiarsi il nuovo venuto.
A quelle scene familiari, Allen si sentì un po' a disagio e si mise in disparte, cercando con gli occhi un posticino dove mettersi anche lui a scaldare la voce.
«Chi era quel ragazzino, Cheryl?» chiese il giovane al fratello maggiore, mentre gli spalmava una mano in faccia per allontanarselo dal viso per timore dei suoi baci incestuosi.
«Uno che vuole partecipare al concorso. Pensa, il suo manager non lo ha nemmeno accompagnato! Ed io che pensavo fosse l'addetto alle pulizie...» iniziò a sproloquiare a raffica, senza badare se il fratello lo stesse ascoltando.
«E' carino...» ridacchiò civettuola Road.
«Sì... molto carino...» asserì lo zio, osservando il ragazzino che timidamente provava a cantare qualcosa, cercando di non dare disturbo agli altri.
«Trovi? Ha un non so che di strano... forse i capelli o quello sgarro che ha sul viso...» meditò l'organizzatore dell'evento.
«Ha gli occhi argentati... la pelle chiara, come i capelli. E' piuttosto basso e non ha il viso perfetto.» disse il giovane, osservando bene l'albino «E' così diverso da me. E' una regola della fisica: gli opposti si attraggono.»
«Ti interessa Tyki-pon?» ridacchiò la bambina.
«Mi pare ovvio...» ghignò, camminando verso l'albino.
Allen intanto si era messo in un angolo a studiare il testo della canzone che avrebbe presentato all'audizione. Non voleva certo scordare le parole.
«... tra la cenere scoppiettano due o tre volte, illuminando il suo adorabile profilo...» pronunciava a bassa voce le parole del testo, concentrato nel suo mondo, come poté notare il giovane che si era appena avvicinato abbastanza a lui, quasi da riuscire a specchiarsi in quelle due grandi pozze che sembravano come riflettere la luce lunare.
«... migliaia di sogni si abbattono al suolo...» continuava a canticchiare le parole della canzone, senza dare segni di essersi accorto che qualcuno lo fissava con intensità.
Il moro a quel punto flesse il busto, in modo da mettere i loro visi alla stessa altezza.
«Kanbawa, Shounen!» lo salutò.
Allen sussultò, preso alla sprovvista. Alzò i suoi occhioni argentei in quelli dorati del moro portandosi una mano al cuore, spaventato. «C-- Ciao...» balbettò.
«Sono così brutto?» chiese l'altro, sorridendogli accattivante.
«No, non lo sei... cioè, mi hai preso alla sprovvista! Ero concentrato...» balbettò l’albino, arrossendo.
«Oh, quindi mi stai dicendo che non sono poi tanto male?» chiese, avvicinandosi appena.
«No, cioè sì... Non intendevo questo!» sbottò l'inglese in piena confusione, con il volto rosso fiamma.
«Sei tutto rosso..» sussurrò l'uomo, poggiando la fronte su quella del ragazzo «Non avrai la febbre?»
«Sto bene... grazie...» sillabò l’albino ridacchiando nervoso, cercando di sottrarsi all'altro.
«Oh, se lo dici tu.» disse, con lo stesso fare annoiato del fratello «Comunque, sono Tyki Mikk.» si presentò, arretrando d'un passo per fargli un profondo e galante inchino «Con chi ho il piacere di parlare?»
«Allen Walker...» sorrise appena il ragazzo porgendogli una mano guantata. Tutte quelle cerimonie da parte di Tyki lo mettevano un po' a disagio. Sembrava uscito da un'altra epoca.
«Oh, ma allora nemmeno tu sei di qua.» notò, mentre gli occhi si modellavano sul delicato profilo dell'interlocutore.
«No, sono inglese...» sorrise ancora il ragazzo, in modo meno rigido rispetto a prima «Anche tu sei qui per il concorso?» chiese curioso il ragazzo.
«No, io sono qui per il film.» rispose, ammiccando.
«Film?» in uno studio discografico?
«Certo! Qui accanto fanno film per adulti.» spiegò con aria seria «Saresti perfetto per avere una parte, sai?»
«Non m'interessa, grazie...» Cross gli aveva insegnato a diffidare degli sconosciuti in sua assenza, anche perché era già capitato che gli rifilassero una bufala. Poi trattandosi di film per adulti… lui ancora non aveva nemmeno l'età per vederli!
«Sto scherzando.» disse subito il moro, con un sorriso caldo e... rassicurante, nel suo piccolo «Anche io sono qui per le prove, esattamente come te.»
«Non... Non sei un po' troppo vecchio per fare questo genere di provini?» che colpo basso per Tyki Mikk!
«Come ti permetti, moccioso?» chiese con uno sguardo che poteva uccidere «Quanti anni mi daresti?»
«L'ergastolo...» lo freddò con una battuta prima che il nome dell’inglesino venisse chiamato dal capo della commissione. Era il suo turno per cantare.
«Allen Walker si presenti sul palco, grazie!»
«S-- Sì, arrivo!» si agitò il ragazzo, affrettandosi a raggiungere la sua postazione.
«Ma... Ma...» balbettò Tyki, ancora sconvolto dal comportamento del ragazzo. Pensava fosse una preda molto più facile.
«Che cosa ci canti?» chiese la voce di una donna tra la giuria, austera ma piacente.
Il ragazzo strinse forte la mano sinistra nella destra e, cercando di tranquillizzarsi, rispose.
«"Tsunaida Te ni Kiss wo". Si accompagna con il pianoforte.»
«Se hai uno spartito puoi farla suonare dal nostro direttore d'orchestra, altrimenti puoi farlo tu stesso, se ne sei capace.» lo invitò lei con un sorriso formale.
«Posso farlo da solo...» sorrise tirato il ragazzo, prendendo posto dietro il piano e regolando il microfono.
Cheryl si sporse di lato verso la donna.
«Che sia un cantautore?» chiese «Non ho mai sentito questa canzone.»
«Shhh.! Ascolta...» lo zittì Lulubel, mentre Allen cominciava a suonare.
Una dolce melodia invase e riempì la sala in ogni angolo, per poi essere seguita dalla dolce voce del ragazzino, che riuscì a far tacere di colpo tutti gli altri partecipanti all'evento. Le dita premevano delicatamente i tasti bicromati dello strumento, mentre la sua voce valorizzava ed interpretava il testo. Un concorrente si fece spazio tra gli altri per raggiungere un posto davanti all'entrata della sala, come richiamato da quella voce. Si trattava di Tyki, il quale, appena visto l'albino così concentrato nella sua esibizione, non poté fare a meno di incantasi, allargando un po' gli occhi per lo stupore, come la maggior parte dei presenti, che oltre a quelli, tenevano anche le labbra semidischiuse.
La voce dell'albino non vacillò nemmeno per un secondo; anche se la canzone si chiuse con una nota triste ed i suoi occhi argentati sembravano più brillanti o forse semplicemente lucidi.
I giudici scrissero qualcosa sui loro taccuini, senza degnarlo di un applauso. Loro erano lì per valutare con occhi critico, non per dare futili soddisfazioni agli artisti che ivi si presentavano.
«Marian Cross...» sussurrò l'organizzatore «Dopo la cantante lirica Maria, sta riuscendo a plasmare una nuova stella.»
«Grazie per avermi ascoltato...» disse il ragazzo, facendo un inchino davanti alla giuria prima di scendere dal palco, preoccupato. Aveva l'impressione di aver sbagliato tutto.
«Avanti il prossimo.» disse la donna, mentre una coppia di ragazzi vestiti in maniera un po' stravagante saliva sul palco.
«Voi cantate in coppia?» chiese la donna, anche se sapeva benissimo chi fossero.
«Certo!» dissero i ragazzi, abbracciandosi in maniera appiccicosa «Siamo i Jasdebi!!»
«Cosa cantate?» chiese Lulubel, mentre Allen usciva fuori dalla stanza delle audizioni. Aveva il cuore che batteva a mille.
«“Jasdebi’s Song!!!”» dissero in coro, estraendo di tasca due pistole, facendo così intervenire la sicurezza.
Intanto le selezioni andarono avanti.
L'albino si era messo in disparte in modo da poter sentire gli altri cantare, senza però intralciare nessuno. Ogni volta che sentiva una nuova performance gli sembrava migliore della sua.
Sbuffò appena, poggiando la schiena alla parete. Se Cross fosse stato lì almeno avrebbe avuto qualcuno con cui bisticciare e non avvertire la pressione che lo opprimeva in quel modo; ma ci pensò un'altra persona a distrarlo dai suoi propri pensieri.
«Congratulazioni, Shounen.» sorrise Tyki, arrivando di lato rispetto al ragazzo.
«Eh?» chiese confuso Allen, alzando il volto sul portoghese.
«Sei stato molto bravo, prima.» lo lodò, poggiando una mano tra i capelli argentati.
«Dici sul serio? A me sembrano tutti più bravi di me...» borbottò depresso.
«Questo lo penserai quando canterò io.» sorride sensuale, facendo scorrere un dito lungo la linea della mascella dell'albino, fermandosi al mento per alzargli un poco il viso.
«Sei molto sicuro di te...» ghignò in risposta il ragazzino tenendo lo sguardo fisso in quello del moro.
«Essere sicuri di sé stessi è la chiave del successo.» rispose.
«Ad esserlo troppo però si risulta superbi ed antipatici...» asserì il ragazzo sfuggendo il mento dalla presa del moro.
«Hai un'ottima parlantina, ragazzo.» disse, accarezzandogli la guancia sinistra con il pollice, sentendo il sottile rilievo della cicatrice nonostante gli eleganti guanti che indossava.
«Lo prenderò come un complimento...» ghignò quello, spostando appena lo sguardo alla mano di Tyki che gli accarezzava il lato del viso con il solco.
«E poi, io ho i miei buoni motivi per essere sicuro di vincere...» disse sibillino, mentre le dita si insinuavano tra i fini ciuffi argentati del ragazzo.
«Tutti hanno i loro buoni motivi...» sussurrò lievemente a disagio, cercando di allontanare garbatamente la mano dell'altro.
«Il mio penso che abbia un peso maggiore...» iniziò a dire, facendo appena le fusa, nonostante il gesto di rifiuto dell'altro.
«E quale sarebbe?» ridacchiò impacciato, mentre il moro si avvicinava sempre di più e lui si ritrovava bloccato contro il muro.
«Ma come? Non ci arrivi?» chiese, arricciando il labbro superiore «L'organizzatore è mio fratello. Non farebbe mai un torto ad un famigliare, no?»
«Se è una persona corretta passerà sopra queste cose!» fece sicuro Allen, mentre il ghigno di Tyki si avvicinava pericolosamente al suo viso.
«Non è una persona corretta.» appuntò, poggiando le mani al muro, ai fianchi di Allen «C'è posto per due sole persone...»
«Perché mi stai dicendo queste cose?» chiese l’inglese, cercando si sfuggire alla vicinanza del moro.
«Perché mi piacerebbe che tu fossi scelto con me.» spiegò, breve e diretto.
«Io...» stava per dire il ragazzino, imbarazzato dalla proposta dell'altro, quando una mano lo agguantò dalla collottola come un gatto e lo tolse dalle grinfie del portoghese. «Discemolo! Ti ho cercato dappertutto!»
Tyki non fu pronto di riflessi e non poté fare altro che baciare l'amara e fredda parete, al contrario delle dolci e calde labbra dell'albino alle quali mirava.
«Stupido Scemaestro! Per colpa sua mi avevano scambiato per l'addetto alle pulizie!» sbraitò il ragazzo mentre si agitava, per farsi mettere giù dal rosso.
«Ero indaffarato!» rispose «Ti ricordo che è da ieri che non torno a casa!»
«E a fare cosa? Quest'audizione era la priorità!» sbottò l'inglesino incrociando le braccia al petto.
«Tsk!» fece, aprendo di colpo le dita che sorreggevano il ragazzo, facendolo così cadere a terra «Ci sono priorità impossibili da posticipare!»
«Tipo?» chiese dolorante Allen, massaggiandosi il fondoschiena.
«Sei troppo piccolo.» tagliò la conversazione, notando solo allora Tyki che si puliva la bocca con una manica dell'abito.
«Bleah!!» fece il moro, sentendosi ancora in bocca il sapore di intonaco.
«E lui chi sarebbe?» chiese al suo cliente, indicando con il pollice il portoghese.
«Un certo Tyki Mikk... Anche lui  partecipa al concorso. A quanto pare è il fratello minore dell'organizzatore...» gli riassunse in poche parole.
«E lo spiattella pure ai quattro venti??» chiese, incredulo.
In quel momento, il cervello di Cross si costruì abilmente un contorto diagramma di flusso, che solo un manager sarebbe riuscito a fare.
Tyki è il fratello dell'organizzatore --> E --> Allen conosce Tyki --> QUINDI --> Tyki può metterci una buona parola --> SE --> Allen sta simpatico a Tyki --> QUINDI --> Allen DEVE stare simpatico a Tyki.
«Come mai palavate?» chiese, curioso ed interessato.
«Mi diceva che gli piacerebbe che io venissi scelto con lui... o qualcosa del genere...» disse incerto il ragazzino. Quando Cross si interessava a qualcuno non era mai di buon auspicio, almeno per lui.
«Veramente?» chiese, con gli occhi che si illuminavano a formare la $ dei dollari.
«Sì, ma la giudice di gara mi sembra molto severa. Forse la sua influenza non servirà a niente...» borbottò l'albino. Ci sperava davvero tanto.
Senza nemmeno ascoltarlo, Cross andò dal portoghese e gli batté una mano sulla spalla.
«Buongiorno, signor Mikk!» disse, sfoderando un bel sorrisone.
"Cosa diavolo avrà in mente?" si chiese sospettoso l'albino, mentre si alzava in piedi ed origliava discretamente cosa diceva il maestro.
«Eh?» fece il giovane, girandosi verso il manager di Allen «Buongiorno, signor...?»
«Il mio nome è Marian Cross, sono il suo manager...» sorrise, indicando l'albino.
«Ah, piacere.» disse, palesemente disinteressato.
«Vorrei parlarti di una cosa... in provato...» fece il rosso, abbassando la voce.
«Tra poco è il mio turno...» disse neutro.
«Si tratta di Allen...» sussurrò con un ghigno il rosso.
"Dove vanno ora?" si chiese l'albino spiando i due allontanandosi in un'altra stanza.
«Allora, che mi vuoi dire?» domandò il portoghese, stravaccandosi su una sedia e portando le braccia incrociate dietro la testa.
«Prima… Dimmi, perché ti interessa Allen?» chiese il rosso, portandosi una sigaretta alle labbra.
«Non si offre?» chiese il moro, indicando con un cenno la cicca.
Cross gli passò il pacchetto aspettando che rispondesse alla sua domanda.
«Perché come l'ho visto, ho sentito una specie di attrazione verso di lui, non so se mi spiego.» rispose, prendendo una sigaretta e tenendola tra le carnose e sensuali labbra «Non ho da accendere.»
«Non credevo tu fossi quel tipo d'uomo... però è anche vero che Allen ha un viso molto femmineo...» disse piatto il rosso, accendendogli la sigaretta, come se stesse parlando del tempo.
«Mi piacciono sia le donne che gli uomini, basta che siano di bella presenza.» spiegò, per la serie "Non si butta niente" «Come mai questa domanda?»
«Quando si capiscono le intenzioni di un uomo, si sa cosa potergli offrire...» ghignò Marian sedendosi davanti al portoghese.
«Non mi è sembrato un ragazzo così facile...» disse il moro, inspirando il fumo della sua sigaretta. Non era la marca che preferiva, ma sempre meglio di nulla dato che il Conte, il suo Manager, gli aveva buttato al cesso l'ultimo pacchetto che era riuscito a farsi importare dal Portogallo.
«L'ho educato bene. Anche se facesse storie, alla fine farebbe quello che il suo manager gli consiglia essere il meglio per lui...» disse pacato il rosso, soffiando fuori il fumo.
«Vuoi dire che potrebbe anche darsi a me?» domandò, mentre pensava a quante altre volte Cross avesse fatto questo giochino con Allen.
«Non sono mai arrivato a tanto. Il ragazzo ha talento e può benissimo fare carriera con le sue sole forze. Però se io glielo chiedessi non si rifiuterebbe...»
«Uhmm...» fece il moro, grattandosi il mento «E' vergine, quindi...»
«Già...» ghignò Cross non sentendosi minimamente in colpa per quello che stava facendo alle spalle dell'albino.
«E come mai mi offri il tuo pupillo su un piatto d'argento?» rispose al bieco sorriso.
«Voglio che diventi una stella più grande di Maria... Ha bisogno dei trampolini giusti per saltare il più in alto possibile...» rispose Cross, con gli occhi seri e determinati.
«Vuoi sfruttare i miei agganci familiari?» chiese, prendendo la sigaretta tra due dita ed allontanandosela dalla bocca.
«Ti dispiace?» chiese il rosso.
«E' quello che gli stavo proponendo io poco fa.» sorrise, con la labbra che si aprirono in una grottesca mezza luna.
«Bene, vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Che ne dici se Allen stasera cenasse con te? Dopo gli impegni che ha questo pomeriggio, naturalmente...»
«Meglio a casa mia od in un ristorante?» domandò, non conoscendo i gusti del ragazzo. Magari non avrebbe accettato facilmente delle avances in un habitat non suo; non voleva certo trascinarselo a letto con la forza, no. Sarebbe stato poco elegante e lo avrebbero subito saputo tutti i paparazzi della zona. Essere sulla cresta dell'onda era molto seccante, a volte.
«Meglio in un posto non sotto gli occhi di tutti...» meditò il manager del ragazzo, pensando anche che, nonostante il budget che doveva avere a disposizione il portoghese, non gli sarebbe mai bastato nemmeno un mutuo per pagare il conto. Allen era la classica persona alla quale è preferibile regalare un vestito piuttosto che un invito al ristorante!
«Perfetto... Allora, facciamo stasera alle 19.» disse, porgendogli un biglietto da visita «Qui c'è l'indirizzo.»
«Saremo puntuali. Ah, un consiglio: fai come se foste in dieci stasera a cena...» ridacchiò l'uomo uscendo dalla stanza.
«Eh??» fece l'altro, con un'espressione incomprensibile in volto. Quello che in quel momento non gli era chiaro, sarebbe stato limpido quella stessa sera.
«Tyki Mikk sul palco!» si udì in quel momento la voce di Lulubel chiamare dall'altra stanza.
«Arrivo!» disse l'interpellato, come se la giudice potesse sentirlo.
Si alzò di corsa dalla sedia e si precipitò sul palco, dimenticandosi della sigaretta.
«Sei pregato di non fumare qui...» lo riprese subito la donna.
«Ah... E'... E’ finta!» disse subito, spegnendola con le mani e facendosi un male cane, ma non facendo trapelare dal viso una sola espressione di dolore che lo potesse tradire "Ahia..."
«Cosa ci canti?» chiese la donna guardando male il portoghese.
«Vi presento il mio Cavallo di Battaglia in inglese.» disse, sfoderando un sorriso smagliante.
«Procedi...» disse Lulubel sistemandosi al suo posto.
L'uomo abbronzato prese il gelato in mano e cominciò a cantare. La sua voce era bassa ed avvolgente, tremendamente sensuale, anche se la sua canzone era abbastanza… stupida.
«# Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki #»
Allen si era messo in disparte ad osservarlo cantare, arrossendo inspiegabilmente quando gli occhi del moro incontrarono i suoi. Doveva ammettere che era bravo... allora non era solo un pallone gonfiato!
Bastò che Cross gli passasse davanti per rovinare il magico filo che avevano tessuto i due.
«E' bravo.» rise il rosso, appoggiandosi al muro di fianco all’inglesino.
«Già... ha una voce molto matura...» pigolò il ragazzo.
«Non solo la voce.» disse piano, buttando a terra il mozzicone di sigaretta e spegnendolo con il tacco della scarpa.
«Cosa intendi dire?» chiese confuso il ragazzo, concentrando tutta la sua attenzione sul maestro.
«Ti ha invitato a cena, poiché ha compreso il tuo talento musicale e vorrebbe parlare con te.» spiegò, inventandosi una storia che non scandalizzasse troppo l'albino «Anche se è più grande di te, vuole trattarti come un suo coetaneo e collega.» sottolineò alla fine.
«Dov'è il nostro tornaconto?» chiese l'albino che conosceva bene il manager.
«Parlerà di te al fratello.» spiegò brevemente.
«Non mi piace quel tizio...» sbuffò l'albino, riferendosi al signor Kamelot.
«Non devi andare a simpatia con quelli più potenti di te, ma a convenienza.» disse il rosso, annuendo.
«Questo non cambia quello che penso di lui...» s'intestardì il ragazzo, mentre Tyki ormai finiva di cantare.
«Grazie, il prossimo!» lo liquidò Lulubel chiamando l'ultimo nome della lista.
Il moro, mentre andava via, incrociò il suo cammino con una bella ragazza dai lunghi capelli biondi, che prendeva il suo posto sul palco.
«Cosa ci canti?» chiese la donna, felice di aver quasi terminato.
«E' una ninna nanna... l'ho scritta io, però non ha ancora un titolo...» disse timidamente la fanciulla.
«Siamo già stanchi, ragazza, cerca di non farci addormentare.» la derise Cheryl.
Lei arrossì, facendo un breve inchino prima d'iniziare a cantare con voce chiara e cristallina.
Bastò questo a smorzare sul nascere uno sbadiglio del moro, rimasto di stucco sin dalle prime note. A quanto pareva, in quella gara canora si erano presentati cantanti piuttosto dotati.
«Che brava...» fece incantato Allen, zittendo il maestro che gli stava parlando.
«Ehy! Ma mi ascolti?» fece questi, indignato.
«Sshhh! Ascoltate...» lo invitò, spazientito.
«Ma che te ne frega degli altri? Tanto vincerai se il nostro piano va in porto.» insistette.
«Io non voglio vincere disonestamente! Posso farcela anche da solo!» si accanì il ragazzo.
«Non fare il testardo.» lo sgridò «Lo senti quanto sono bravi anche gli altri?»
«Mi ha appena detto che non devo ascoltarli!» gli fece la linguaccia, correndo via tra i partecipanti per non dover sentire ancora il maestro.
«Discemolo!!» lo richiamò invano, mentre lo vedeva scomparire nella fiumana di gente. Ma Cross non si preoccupò: Allen sarebbe sicuramente rientrato a casa per pranzo!
«Problemi?» chiese Tyki che aveva assistito alla scena.
«Doveva andare in bagno.» lo liquidò il manager.
«A stasera, allora...» ghignò, andando verso il fratello e la nipotina.
«Certo!» rispose, voltandosi poi nella direzione nella quale era sparito Allen "Se mandi tutto all'aria, ti darò da pagare tutti i miei debiti."
L'albino, intanto, era andato a conoscere la ragazza che aveva appena finito di cantare.
«Complimenti! Sei stata davvero bravissima!» la lodò.
«Davvero?» chiese lei, facendo brillare appena l'occhio non coperto dal bendaggio «Pensavo di non farcela, onestamente...»
«Tu sarai sicuramente una delle finaliste... Hai una voce meravigliosa...» sorrise Allen.
«Beh, grazie...» ringraziò lei, portandosi il pugno chiuso alla bocca.
«E' la verità...» sorrise il ragazzo, accarezzandole appena la testa in un gesto affettuoso.
Lei sorrise timida, accettando quelle coccole.
«Ora scusami, ma devo andare.»
«Sì... Ciao!» la salutò con la mano l'albino, sorridendole candidamente.
Anch’ella lo salutò, ed Allen la vide andare incontro ad un uomo all'apparenza piuttosto anziano, che la abbracciò contento. Che fosse il suo manager?
«Andiamo ad aspettare da quella parte, tra poco diranno chi è stato scelto...» disse l'anziano signore alla fanciulla.
A sentire ciò, anche Allen li seguì. Era decisamente agitato.
"Accidenti, forse avrei dovuto studiare di più l'interpretazione del testo..." si lagnò mentalmente, prendendo profondi respiri.
La tensione in quella sala era palpabile. Tutti i partecipanti non nascondevano quanto fosse dura per loro l'attesa del verdetto ufficiale. Solo uno fra tutti teneva in sé una calma a dir poco glaciale, lo stesso uomo che si avvicinò all'albino, posandogli una mano sulla spalla.
«Sei contento, Shounen?» gli soffiò caldo all'orecchio.
«Ah!» Allen era talmente teso, che la mano di Tyki lo spaventò.
«Ho parlato con Cheryl...» sussurrò ancora, leccandogli appena il lobo, come per pregustare ciò che avrebbe mangiato quella notte.
A quel gesto l'albino arrossì, allontanando il moro spingendolo con una mano sul petto.
«Che vorrebbe dire? Che gli hai parlato?» chiese, coprendosi poi l'orecchio appena leccato dall'altro.
«Che vinceremo. Non sei contento?» gli chiese con un sorriso.
«No! Io non voglio vincere così!» si arrabbiò Allen, fedele al suo essere un gentil’uomo.
«Troppo tardi.» ghignò il moro, alzando spalle e mani al cielo.
«Riparlagli! Digli che non scelgano me se non me lo merito!» lo pregò allora, aggrappandosi alla sua giacca.
«Ma come?» chiese, poggiandogli le mani sulle spalle, creando come un abbraccio tra di loro «Io ti sto solo aiutando...»
«Non voglio questo genere di aiuti... E’ una truffa questa!» sussurrò, in modo che nessuno potesse sentire a parte Tyki.
«Non hai mai barato in vita tua?» gli chiese, accarezzandogli i capelli.
Tyki sembrava non saper proprio resistere al niveo corpo del ragazzo.
«Ehm...» lo sguardo di Allen si perse nel vuoto per qualche secondo, come se stesse rivangando vecchi ricordi "In pratica..." ripensò a tutte le volte che aveva dovuto racimolare soldi in maniera disonesta per pagare i debiti del maestro.
«Questa cosa non c'entra! Ho lavorato tanto per questo giorno, e non sarò soddisfatto finché non vincerò correttamente!» disse deciso.
«Però... io ci terrei tanto che venissi scelto...» bisbigliò «Per me sei stato il più bravo del concorso, non ti basta questo?»
«Dici sul serio?» la rabbia del ragazzo scemò a quelle parole.
«Sì.» rispose piano, posando un bacio sulla fronte del’inglesino. Gli altri partecipanti erano troppo in fibrillazione per i risultati per poter accorgersi di loro.
«Però la tua parola non mi basta!» tornò poi all'attacco, facendo cadere il moro per terra depresso.
«Sei senza cuore!» uggiolò, con i lacrimoni agli occhi.
«Abbiamo raggiunto un verdetto!» la voce di Lulubel riuscì a far fermare più di un cuore ed a spezzare più respiri in quel momento.
«Ora la nostra mascotte porterà la lettera con i nomi dei due candidati prescelti.» disse, porgendo la mano verso l'entrata per le quinte, dalla quale fece capolino la piccola Road.
«# Sennen ko ha sagashiteru... Daijina HEART sagashiteru... Anata ha atari, tashikameyo... #» canticchiò, mentre zampettava per piccolo palco montato per l'occasione.
«Quella è la bambina di prima...» disse Allen, un po' sorpreso.
«Sì, la piccola Road.» disse il portoghese, guardando con una strana lucina che gli brillava negli occhi la bimba che consegnava la busta alla bella giudice.
"E' il momento della verità..." pensò l'albino, trattenendo il fiato mentre Lulubel apriva la busta.
«Road!» abbaiò la donna, scuotendo poi l’involucro «E' vuota!»
«Oops...» ridacchiò la ragazzina, tornando dietro le quinte per prendere la busta giusta.
La donna si spalmò una mano sulla faccia, depressa, mentre i concorrenti inveivano verbalmente contro il piccolo diavoletto.  
«Eccola! E' quella giusta!» sorrise la bambina, porgendole quella esatta.
«Uhmf.» ringraziò la bionda, aprendo la busta, giusta «Signori e Signore, i due finalisti di questo concorso sono... Allen Walker...» cominciò mentre l'albino si sentiva morire. Aveva ragione Tyki allora.
«Ci rivediamo dopo i festeggiamenti, Shounen...» ghignò l'uomo, facendo già un passo in avanti.
«... e Lala!!» terminò la giudice.
«COOOOOSAAA?!?!?!» urlò sconvolto il portoghese.
«Lala?» chiese confuso Allen per poi vedere la ragazza in questione festeggiare con il suo manager.
«Abbiamo vinto io... e Lala?» chiese ancora incredulo, sentendo l'euforia salirgli lentamente in tutto il corpo.
«E... io... no... deve esserci un... errore...» balbettò shockato il moro.  
Senza che se ne rendesse conto, però, le braccia dell'albino si strinsero contro il suo collo, stritolandolo per la gioia. Aveva vinto grazie alla sua voce, e non per l'intervento di Tyki.
«A-- Auguri...» sussurrò l'uomo, senza nemmeno cogliere un'occasione ghiotta come quella per baciare il ragazzo sulle labbra.
"Qualcosa non torna... che ha combinato quell'impiastro di mio fratello!?" si chiese.
«Grazie...» sussurrò, anche se non era certo merito di Tyki se alla fine il giudizio non era stato truccato!
«Puoi aspettarmi un momento qui?» chiese glaciale, con una vena che gli pulsava alla tempia.
«Certo...» disse confuso il ragazzo, staccandosi da lui.
«A dopo.» lo salutò, camminando con passo meccanico verso il retro, dove era sicuro di trovare Cheryl.
Nel frattempo, Allen si sentì un braccio stringergli il collo.
«E bravo, Discemolo! Allora qualche soddisfazione me la dai ancora!»
«Ho vinto da solo!» sorrise candido e soddisfatto, abbracciando l’arto del rosso.
«Ho notato.» disse «Beh, ora puoi anche andare a casa, mi occupo io di parlare con chi di dovere.»
«Va bene...» sorrise passando prima a congratularsi con Lala.

Intanto Tyki era giunto finalmente dal sangue del suo sangue...
«Che cosa hai combinato?!» chiese, sputando fuoco e fiamme dalla bocca, mentre sembrava quasi che un'aura nera lo avvolgesse.
«Mi dispiace, Road ha fatto confusione con le buste...» ridacchiò Cheryl spaventato.
«Confusione un corno!!!» sibilò, prendendo una sedia, con palesi cattive intenzioni.
«Che intenzioni hai?» chiese preoccupato il signor Kamelot.
«Di vedere quanto è dura la tua testaaaaa!!» urlò, balzando verso Cheryl.
«Aiutoooooooooooo!» iniziò ad urlare l’uomo, nascondendosi dietro le sottane di Lulubel.
«Che succede qui?» chiese seccata la donna.
Tyki, buttò subito l'arma del futuro delitto a terra e ci si sedette sopra, con fare angelico.
«Nulla!»
 «Tu ti sei classificato terzo. In caso uno dei due vincitori non potesse prendere parte all'evento che stiamo organizzando, tu lo sostituirai. Sarai una specie di rimpiazzo...» ghignò la bionda.
«Io un rimpiazzo????» berciò, con un demone in corpo che scalpitava per venire fuori.
«Se non ti sta bene puoi andartene. Non facciamo favoritismi, Tyki...» ghignò, andando via.
A quel punto, Tyki non si contenne più ed afferrò la donna per un gomito, bloccandola.
«Dimmi almeno perché non avete preso una voce calda e sensuale come la mia, che manda in visibilio le ragazze anche solo con un mio sospiro!»
«Sei borioso e superbo... abbiamo già troppi artisti come te...» lo incenerì lei, liberandosi dalla sua presa.
«E poi, Tyki, sei anche vecchio...» osò fargli notare il fratello, prima di ritrovarsi un vaso di fiori spaccato sulla testa.
Che affronto!
«Vecchio? Ma se ho appena ventitre anni!»
«Zio Tyki, all'anagrafe ne hai ventisei.» le ricordò l’innocente voce della bimba.
«Zitta tu!» sbottò quello, prendendole le guance tra le mani, bisticciando come se fosse anche lui un bambino.
«Ngh!! Zio Tyki mi fai male!!» ringhiò Road, imitando l'attacco del parente.
«Io ho ventitre anni, capito?! Ventitre!»
«Non è vero, zio Tyki!!! Bugiardo!!» urlò la bimba.
In quel momento si risvegliò Cheryl dal colpo subito e la mascella gli cadde a terra nel vedere la sua figliola maltrattata.
«Non osare toccare la mia Road, maledetto!» sbottò Cheryl. Adesso era lui che faceva paura.
«Ihk!» fece l'aspirante Idol, spaventato per il repentino cambiamento dell'uomo.
«Scappa se non vuoi incontrare quel ragazzino in un lago di sangue questa sera...» sibilò il padre della bimba.
«Volo!!!» fece, scappando e portandosi appresso Road, visto che si era dimenticato di mollare la presa.
«Paaaaaaaaapinoo!» si sentì la voce della bimba spegnersi in lontananza.
«ARGH!!! TYKIIII!!! MOLLA MIA FIGLIA!!!» urlò il padre, rincorrendoli più veloce di Super Mario potenziato.

Allen, intanto, stava tornando all'appartamento che divideva con Cross. Si mise ad aspettare l'autobus alla fermata davanti all'edificio.
Ancora non credeva di essere stato scelto. Era davvero felicissimo! Pensava che finalmente il suo manager non gli avrebbe più dato addosso e che il tempo dello schiavismo per pagargli i debiti sarebbe finito, ma ci pensò una furia nera a fargli rimettere i piedi a terra.
«Pistaaaaaaa!!» urlò Tyki, ancora inseguito dal fratello.
«Attent--» cominciò a dire l'albino, prima di venire investito dal portoghese.
Durante la colluttazione, la bimba volò in aria ed il padre la prese al volo, accogliendola tra le sue forti braccia.
«Piccola mia!!» disse, con le lacrime agli occhi, come se l'avesse appena recuperata da un sequestro.
Mentre, per quanto riguardava Tyki, egli buttò a terra l'inglesino, di schiena al marciapiede e ci finì lungo disteso sopra, con le labbra incollate alle sue.  
Allen spalancò gli occhi diventando rosso peperone. Vide la stessa smorfia sul viso di Tyki per qualche secondo, ma non durò molto, cedendo poi il posto ad un'espressione molto compiaciuta, dove l'oro si fuse nell'argento ed una rossa lingua birichina, sfiorò le rosee labbra dell'albino.  
«T-- togliti!» balbettò l'albino, spingendolo via.
«Ma anche no!» rispose il moro, leccandogli una guancia.
«Che diavolo ti prende? Sei un maniaco!» lo accusò, asciugandosi la guancia con una mano guantata.
«Bauf!» abbaiò, tirando fuori la lingua e respirando affannosamente.
«Non m'incanti! E' inutile che fai finta di fare il cane, adesso!» sbottò iroso l'albino, tirandogli un pugno in testa.
«Caiii!!» uggiolò, cercando di fargli pena. Tutta la rabbia di prima si era spenta con un bacio.
«Ma guarda tu...» borbottava stizzito il ragazzo, mentre si rimetteva in piedi e si spolverava i vestiti.
«Wof!» fece ancora il moro, mettendo il muso su una coscia del ragazzo, guardando in alto al suo volto.
«Piantala di guardarmi così! Il maestro deve essersi bevuto il cervello se ha pensato di farsi aiutare da te!» borbottò ancora, spostandosi sotto la pensilina del bus.
«Caiii caiii...» pianse Tyki, strusciando il muso sul cavallo dei pantaloni dell'albino.
«Brutto idiota!» sbottò Allen avvampando, tirandogli una ginocchiata sotto il mento.
Il portoghese si lamentò in maniera più umana, tappandosi il naso con il palmo di una mano, sperando che non gli si fosse rotto niente.
«Tzè...» fece stizzito, accingendosi a prendere l'autobus che si stava fermando.
«Asbedda!» lo fermò il moro, agguantandogli una caviglia con la mano libera.
«Cosa vuoi ancora? Lasciami!» si lamentò l'inglese.
«E la cena?» chiese, sperando che Cross gliene avesse già parlato.
«Ti aspetti ancora che venga dopo quello che mi hai fatto? Non sono mica scemo...» disse deciso il ragazzo.
«Ma... io ti avrei fatto vincere!!!» urlò appositamente a voce alta, affinché anche gli altri presenti alla fermata lo potessero udire.
«Non m'interessa! Io ho vinto per il mio talento e non per i tuoi favoritismi... Il maestro può chiedermi di esserti amico quanto vuole, ma non starò certo al tuo gioco!» disse deciso, facendo per salire sull'autobus.
No! Tyki non poteva permettere che quel ragazzino se ne andasse così!
«E allora perché ieri sei venuto a letto con me ed oggi mi tratti come una pezza??» gridò, fingendo di piangere.
«Ma che diavolo dici? Ci siamo incontrati oggi per la prima volta!» sbottò arrabbiato.
A quel punto, una donna si avvicinò a loro con un taccuino in mano.
«E' vero quel che dite, ragazzuoli?» chiese interessata, con la voce diabetica.
«No che non è vero! Queste sono calunnie!»
«Ma come?» fece la donna, un po' triste, ponendosi tra la portiera dell'autobus e l'inglesino «Eppure sembrate così affiatati...»
«Infatti!» disse Tyki, cogliendo la palla al balzo «Costui nega il profondo amore che provo per lui!»
 «La tua è ossessione... Sei solo un maniaco!» lo accusò il ragazzo, cercando di salire sul mezzo pubblico.
La donna appuntò tutto sul suo blocchetto.
«Non è vero!» negò il portoghese «Allen, non puoi mollarmi solo perché non ho vinto!!»
«Questo è il colmo! Non starò a sentire un minuto di più le tue stupidaggini!» si offese il ragazzo. Tyki stava facendo davvero perdere le staffe al ragazzino.
«Che succede qui?» chiese la voce di Cross, che era uscito a fumare una sigaretta.
«Allen se ne sta andando!!!» disse a gran voce il moro. Forse il manager dell'albino lo avrebbe aiutato.
«Gli ho detto io di tornare a casa. Ora che sta per diventare famoso deve mantenere un profilo basso.» disse il rosso.
«Basso?» chiese la giornalista «Non sa che bell'articolo che ne uscirà domani... Eheh!» rise, nascondendo il viso dietro un ventaglio piumato, spuntato dal nulla.
Senza che lei potesse fare niente, Cross le rubò il foglio degli appunti per poi strapparlo in mille pezzettini.
«Non permetterò a nessuno di rovinare l'immagine del mio cliente con delle calunnie prima ancora che diventi qualcuno!» disse glaciale e minaccioso Marian.
La donna sollevò appena un sopracciglio.
«Ricordo tutto.» disse neutra «Ora vado alla mia villa a scrivere! A presto, miei carissimi!» rise giuliva, salendo sul pullman.
«E' tutta colpa tua!» sbottò il ragazzo facendo per aggredire mortalmente il moro, pronto ad azzannargli la gola, quando Cross lo fermò per le spalle.
«Avrei dovuto accompagnarti a casa in macchina. Sono stato uno sciocco a poter pensare che tu fossi abbastanza grande per poter prendere l'autobus da solo...» lo prese in giro.
«Ah, ora sarebbe colpa mia? E' stato Tyki a dire un sacco di fandonie ed a comportarsi in modo strano con me...» si lamentò, cercando di fare del male al portoghese in qualsiasi modo.
«Ouch!» si lamentò questi, ancora aggrappato alla caviglia di Allen, che scuoteva la gamba, come se avesse pestato cacca in mezzo alla strada, per levarselo di mezzo «Ti avevo chiesto di aspettarmi prima!! Sei tu che stavi fuggendo! »
«Le persone scappano per un motivo preciso, sai?» gli fece retorico l'albino, guardandolo male.
«Prima eri così felice, mi hai anche abbracciato!»
«Sono ancora felice, ma certo non grazie a te!» gli rinfacciò il suo tentativo di barare.
A quel punto, il portoghese si girò verso Cross.
«E la cena?»
Il rosso valutò il fatto che comunque gli agganci del moro potevano ancora essergli utili. «Abbiamo detto alle sette, no?» ghignò quello caricandosi Allen in spalla e dirigendosi alla sua macchina.
Il sorriso radioso del moro illuminò tutto il quartiere. Era fatta!
«Cosa alle sette? Io non ci voglio andare!» sbottò il ragazzo.
«A mangiare... E’ solo una cena.» disse imperterrito il maestro.
In quel momento, le papille gustative di Allen registrarono la parola "cena", addolcendolo un poco.
«Va bene... Però dopo cena mi vieni a riprendere...» concordò, salendo in macchina.
«Beh, cosa pensavi che ti avrei lasciato lì?» chiese in un ghigno.
«Non si sa mai... Dopo la vostra conversazione segreta non mi fido di voi due...» fece sospettoso Allen.
«Quanto sei crudele con il tuo adorato Maestro.» disse, forgiandosi di un titolo non suo, mentre si sedeva al posto di giuda ed accendeva l'auto, iniziando a spostarla dai parcheggi.
«Avete parlato con chi di dovere?»
Il rosso inchiodò di colpo, facendo cozzare la fronte di Allen sul parabrezza.
«Mi sono scordato!» urlò, spalmandosi la mano sulla fronte.
«Stupido Scemaestro! Io l'aspetto qui, lei torni dentro!»
«Sì!» esclamò, spegnendo il veicolo ed uscendo dall'abitacolo a tutta velocità.
"Moron..." pensò stizzito, guardando distrattamente fuori dal finestrino e vedendo che il paesaggio si muoveva piano, piano all'indietro «Aaaaaaaaah!!» urlò, mentre la macchina senza freno a mano scivolava giù dalla discesa.
Per fortuna, ebbe la prontezza di riflessi di tirare su la leva e fermare così il veicolo, che altrimenti sarebbe andato giù a ruota libera.
Che giornata! Per una che gli andava bene, la sfiga doveva riempirgli la restante parte della giornata con tanto di interessi!
«Che stress...» si lamentò poggiandosi una mano sul cuore.
In quel momento, sentì un ticchettio sul vetro, come un qualcuno che bussava.
«Mh?» chiese il ragazzo, voltandosi verso il rumore.
«Moyashi...» sentì un ringhio provenire da dietro il vetro.
«K-- Kanda?» chiese stupito il ragazzo, abbassando il finestrino.
Appena il giapponese ebbe abbastanza spazio libero, infilò di scatto la mano dentro l'abitacolo e prese Allen per il collo, con l'evidente proposito di volerlo strozzare.
«MOYASHI!!!! MI STAVI PER INVESTIREEEE!!!»
«Ehh? Non è colpa mia! E' stato Cross a non mettere il freno a mano!» rispose a tono l'albino portando le sue stesse mani al collo dell'altro con lo stesso proposito.
«Che c'entra Cross?? Qui sull'auto ci sei tu!!» latrò, afferrandolo anche con l'altra mano.
«E' lui che guidava...» ansimò senza fiato.
«Non mi incanti!» disse con voce strozzata ed un preoccupante colorito bluastro in volto.
«Io non ho mica la patente, Bakanda!» sbottò ritirando le mani e schiacciando il pulsante per tirare su il finestrino cosicché, a causa dell'effetto ghigliottina, Kanda fu costretto a ritirare le braccia.
«Anche Lavi gira senza patente, Moyashi!» disse inviperito.
«Non sono mica Lavi io...» borbottò massaggiandosi il collo, lasciando giusto uno spiraglio per sentire la voce dell'altro.
«Ciò non conta!» gridò, girandosi di lato e mostrando parte del kimono da kendo completamente insudiciato «Guarda!! Per sfuggire alla tua stupidità mi sono dovuto buttare a terra ed ho sporcato tutto il kimono!!»
«Ti pagherò la tintoria, ora puoi evitare di rendere più insopportabile questa giornata?» lo pregò, mentalmente esausto.
Se non ci fosse stato il vetro di mezzo, il samurai avrebbe senz'altro fulminato l'albino con l'occhiata omicida che gli scoccò.
«Non penso che sia peggiore della mia!» si impuntò, dando un calcio alla portiera con un piede senza scarpa.
«Sei scalzo?» chiese confuso l'albino.
«No! Mi sono rotto una scarpa!!!» disse in un fiotto acido.
«E' ancora colpa mia?» chiese tra il divertito e il dispiaciuto.
«E' rimasta sotto la ruota!!» disse, indicando un paio di zori da uomo in carta di riso, ormai spiaccicati a terra, sotto il pneumatico.
«Se prometti di non uccidermi ti faccio salire in macchina e quando torna il mio manager ti accompagniamo a casa...» gli propose per fare pace.
«Uhn...» fece, grattandosi il mento «Ok.»
L'albino aprì la sicura della portiera dietro, in modo che il moro potesse salire, ma di certo non si aspettava che Kanda aprisse di scatto lo sportello e mettesse un piede sul sedile.
«Sei morto,» disse, mentre estraeva la spada da Kendo, con gli occhi coperti dall'ombra della frangetta, nei quali si vedeva solo un brillare malvagio «Moyashi!»
«Aaaaaaaah, pazzo!» esclamò, l'albino proteggendosi con le braccia.
«Mwahahah!!» rise malefico, gettandosi dentro l'auto e chiudendo la portiera dietro di sé con la sola forza dell'aria che aveva smosso.
L'auto cominciò a muoversi in modo singolare, mentre la lotta imperversava tra i sedili.
«Uffa...» la voce lagnosa di Tyki invase a strada.
Camminava a passo lento sul marciapiede, trascinandosi.
«Dovrò aspettare stasera alle sette prima di rivedere il Piccolo Baro.» borbottò, curvo con le mani in tasca.
La bella macchina, tirata a lucido di Cross, intanto sobbalzava ritmicamente con i pneumatici che stridevano appena sull'asfalto.
«Uhn?» Tyki sollevò un sopracciglio nel vedere quell'auto «Ma è pieno giorno... C'è gente anche più spudorata di me!» borbottò, per poi sentire una voce a lui conosciuta provenire da essa.
«Ngh, Bakanda...» ansimò Allen.
«...» bastò quello a raggelare il portoghese.
Quella era la voce del suo Allen!!!
«ALLENNN!!!!» urlò come se fosse un posseduto e si precipitò in picchiata all'auto.
«Ahia!» si lamentò ancora il ragazzino mentre il giapponese gli tirava i capelli.
«Questo ti farà ancora più male, Moyashi!» ruggì il rivale, dandogli una ginocchiata alla bocca dello stomaco.
«Ouch...» gemette ancora l'albino mordendo un braccio di Kanda.
«ALLEN!» all'urlo dell'uomo, Kanda e Allen vennero investiti da un fascio di luce che illuminò la scena: Kanda sopra un Allen con  vestiti e capelli piuttosto sfatti.
«Eh?» chiesero in coro i due in macchina, voltandosi verso la voce.
«Io. ti. UCCIDO!!!» urlò il terzo incomodo, entrando anche lui in macchina per ridurre il giapponese in poltiglia.
«Tyki! Che diavolo fai?» chiese l'albino, ritrovandosi in un angolo della macchina, mentre i due mori si scannavano tra di loro.
«Non permetterò al primo fan morto di fame di rubarti la verginità prima di me!» abbaiò, cercando di cavare gli occhi di Kanda.
Allen elaborò in fretta le parole del moro e la sua espressione divenne scura e truce. Con un calcio bene assestato fece volare Tyki fuori dalla macchina.
«Cosa vorresti tu da me?» chiese minaccioso.
«Ehmm... ehmm...» farfugliò, facendosi piccolo, piccolo.
«Non rispondi?» chiese, mentre dal suo corpo si sprigionava un'aura scura ed inquietante.
«Io sono scorpione... Cross mi ha detto che sei vergine...» pigolò, cercando di arrampicarsi sugli specchi.
«Risposta sbagliata...» fece intimidatorio, scrocchiando le nocche delle mani con un ghigno ostile in volto.
«Eheh... Toro?» tirò d indovinare, arretrando come un gambero.
«Sei un pervertito...» sibilò Allen, fulminando Tyki con lo sguardo. Aveva sentito bene quello che aveva detto, l'altro non lo incantava.
«Non è vero!» tentò di negare l'evidenza «Sono sol--» ma si bloccò quando si ritrovò la schiena contro un albero.
«Ora ti farò vedere io la costellazione della vergine...» ghignò Allen pronto a menare Tyki.
Intanto Kanda li guardava acquattato al finestrino. Avrebbe lasciato stancare il Moyashi, poi avrebbe continuato a menarlo.
Proprio quando alzò il pugno, pronto a colpire il moro, quello fu fermato da una mano guantata di nero.
«Discemolo, che stai combinando?» chiese Cross, muovendo appena la sigaretta accesa che teneva tra le labbra.
«Difendo il mio onore...» sussurrò iroso l'albino.
«Che ti ha fatto?» chiese annoiato il rosso, lanciando un'occhiataccia a Tyki come per dire 'ma non potevi aspettare?!'.
«Ha detto che vuole la mia verginità!» sbottò arrossendo e spostando gli occhi da una parte.
«Naturalmente intendeva dopo i dovuti tempi.» disse calmo, per poi soffiare velenoso verso il portoghese «Non è forse vero??»
«Sì, sì! Esatto! E' proprio come dice il tuo manager!» disse, annuendo ritmicamente con la testa.
«Chi se ne frega dei dovuti tempi! Chi ha deciso questa cosa? Io non sono d'accordo!» s'impuntò, ancora desideroso di colpire il viso di Tyki, ma Cross gli stringeva ancora forte il pugno.
«Non l'ha deciso nessuno: era una dichiarazione.»
«Una dichiarazione?» chiese confuso l'albino, voltandosi verso il rosso.
«Sì.» disse, sfornando la faccia più convincente che aveva nel repertorio «Ne parlavamo prima. Tyki vorrebbe chiederti un fidanzamento ufficiale.»
«Che?» Allen era disarmato da quelle parole. Fece qualche passo indietro ancora trattenuto però da Cross per un braccio.
«Mi state prendendo in giro, vero? Siamo due uomini, non è naturale...» rabbrividì il ragazzo.
«Ma si sa che i grandi della musica sono gente stramba!» cercò di convincerlo Cross, mentre Tyki guardava allibito «Faresti subito scandalo e ti faresti un nome!»
«No, grazie. Non voglio adottare questi sotterfugi per diventare qualcuno...» si offese l'albino, incrociando le braccia al petto.
«Pensa alla giornalista in pullman!» osò dire il portoghese.
«Se uscirà anche un solo articolo imbarazzante di farò fare ammenda a tutte le tue colpe...» lo zittì l'inglesino con una minaccia.
«Io non negherò mai che tu mi piaccia!» disse sicuro, alzandosi di colpo.
«Moron...» sibilò arrossendo girandosi per tornare in macchina.
Cross mandò una frecciatina con gli occhi a Tyki, spingendolo per lo meno a continuare.
«Allen?» lo chiamò, avvicinandosi al ragazzo.
«Non ti voglio sentire... Zitto prima che decida di non venire nemmeno a cena da te...» sussurrò, fermandosi ad un passo dalla macchina.
A quel punto, Tyki fu preso da un dilemma interiore, ma decise comunque di rischiare, da buon giocatore di poker quale era, e parlare.
«Qual'è il tuo piatto preferito?» chiese piano, sorridendo gentile.
«Chiedi al mio agente...» soffiò, montando in macchina e mettendosi a guardare dalla parte opposta di dov'era Tyki.
Il portoghese guardò allora Cross, che gli rispose pacato.
«I mitarashi dango...» disse per poi camminare verso la macchina. «Ah, un consiglio. Quando vuoi qualcosa da un tipo come Allen, devi prima sconfiggere il suo orgoglio con la gentilezza. La violenza non porta da nessuna parte...» gli sussurrò Marian, quando gli passò accanto.
«Vedrò di ricordarmelo.» disse, con un cenno del capo come ringraziamento.
Cross lo congedò con un'alzata di spalle, entrando in macchina.
«E lui che ci fa qui?» chiese quando notò Kanda.
«E' una storia troppo lunga da raccontare...» sbuffò l'albino mentre il maestro partiva lungo la strada.
«Almeno mi portate alla palestra?» chiese il giapponese.
«Mi avete preso per un tassista?» si lamentò Cross mentre si perdeva tra il traffico cittadino.

[ Continua... ]  
Gala & XShade-Shinra
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


[Speravamo di mettere on-line questo capitolo un po' prima, ma, come al solito, siamo piene di impegni improrogabili.
Ci scusiamo con tutti per l'attesa.]

- Magnet -
Capitolo 2

La sera arrivò molto lenta, per l'orologio di Tyki. Andò all'ipermercato e comprò tutto l'occorrente per la cena, cucinandolo lui stesso. Aveva buttato fuori il Conte ed i domestici di casa, dando loro un giorno libero: voleva restare solo con l'albino.
«Allen sta per arrivare... Lalala...» canticchiava felice, apparecchiando la tavola.
Il ragazzo intanto aveva impiegato più tempo del dovuto a scegliere cosa indossare, per uno a cui non importava niente della persona con cui doveva cenare. Ogni volta che ripensava a Tyki arrossiva e non poteva fare a meno di toglierselo dalla testa.
«Sei pronto Discemol--» stava per chiedere Cross aprendo la porta del ragazzo, quando la sua voce gli si spense in gola.
L'albino si era vestito in modo davvero... ricercato! Calzava a pennello un abito da sera nero, in perfetto contrasto con il suo essere bianco, con un candido papillon legato al collo.
«E' troppo formale?» chiese il ragazzo, ravvivandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.
«No, stai benissimo.» disse l'uomo.
Era strano che Cross gli facesse quel genere di complimenti, ma Allen se lo meritava davvero.
«Mi sento a disagio...» borbottò il ragazzo, sistemandosi la giacca.
Quello che gli aveva detto il manager ancora gli ronzava in testa.
«Nhaaa!» fece il rosso, sollevando un angolo del labbro e muovendo la mano come a scacciare qualcosa «Stai tranquillo!»
«Voi mi aspetterete giù in macchina, vero?» chiese conferma, alzando lo sguardo argentato sul suo.
«NO!» rispose sbalordito «Anch’io ho i miei appuntamenti galanti!»
«E fino a che ora pensate di lasciarmi lì?» Allen era sconvolto.
«Beh, alle due di notte penso vada bene.»
«E' una cena, mica una festa...» gli fece notare l'albino.
«Io invece sono impegnato fino all'una e mezza, quindi mangiate con calma!» ribatté.
«Spero allora che abbia cucinato tanto...» fece stizzito il ragazzo, uscendo dalla sua stanza, lasciandosi dietro una scia del profumo che gli aveva regalato Cross per le occasioni importanti.
Pur notandolo, l'uomo rimase in silenzio, ghignando compiaciuto.
«Andiamo.» disse grave, prendendo il cappotto.
Una volta in macchina, l'albino di mise a guardare fuori dal finestrino con aria assente.
«Sono sicuro che vi divertirete!» gli disse Cross per rompere il ghiaccio dopo parecchi minuti di silenzio.
«Facile dirlo. Non è mica lei che va a cena da un uomo che ha detto di volerti portare a letto...» gli tirò una frecciatina, con lo sguardo tagliente.
Una smorfia comparve sul bel volto del manager.
«Non ti toccherà.» gli assicurò.
«Se solo ci provasse lo stendo...» s'imbronciò l'albino, arrossendo.
«Ho detto che non ti toccherà.» ripeté «Al massimo cercherà di rubarti un bacio, se ho ben capito che tipo è.»
"Come se non lo avesse già fatto..." ripensò all'incidente alla fermata dell'autobus.
Il silenzio durò ancora per parecchi minuti, fino alla destinazione.
«Siamo arrivati.» avvisò il moro, accostando l'auto «Vuoi che ti scorti fino a su?»
«No... penso di farcela. Tenga il cellulare acceso!» gli ricordò mentre smontava dalla macchina.
«Certo, certo...» sbuffò, ripartendo non appena l'albino richiuse lo sportello.
Allen prese un respiro profondo, avvicinandosi al palazzo dove lo aveva lasciato il maestro. Titubò qualche attimo prima di suonare. Dopo pochi secondi, sentì scattare il cancello ed una voce dal citofono lo invitò ad entrare.
«Sali pure, Shounen! Quattordicesimo piano. Ah! L'ascensore è guasto!»  
«La solita fortuna...» borbottò il ragazzo con l'umore nero.
Per fortuna era un tipo atletico e non gli pesarono troppo.
Appena arrivò al quattordicesimo piano, vide Tyki ad accoglierlo all'uscio. Era vestito con dei jeans bianchi e stivali neri, del medesimo colore della camicia che teneva sbottonata fino a metà petto, lasciando così che gli occhi potessero andare alla deriva tra i muscoli del suo busto dalla pelle color caramello.
«C-- Ciao...» ansimò l'albino stravolto dalla scalinata.
«Salve, Shounen.» sorrise il moro, il quale credeva che Allen fosse rimasto senza fiato grazie alla sua bella  presenza «Prego, entra.» lo invitò, spostandosi di lato.
Il ragazzo si accomodò, investito subito da un buon profumino.
«Ho cucinato tutto io.» spiegò il portoghese «Spero di averci azzeccato.»
«Si prospetta qualcosa d'interessante...» ghignò appena il ragazzo con l'acquolina in bocca, mentre si sfilava la giacca, mostrando così i suoi fianchi stretti e la bella linea delle gambe.
«Non sai quanto...» rispose il moro, portandosi a posto un ciuffo ribelle, uscito appena dall'alta coda che si era fatto per tenerli più ordinati.
«Dove posso metterla?» chiese il ragazzo mostrandogli la sua giacca.
Tyki chiuse la porta e gli prese gentilmente il giaccone di mano.
«Faccio io, tu vai pure in cucina a sederti. Fai come se fossi a casa tua. Se vuoi utilizzare i servizi, sono in fondo a destra.» sussurrò con voce calda ed avvolgente.
«Grazie...» sorrise a disagio, andando in bagno a lavarsi le mani.
«Prego.» lo sentì dire, mentre apriva l'armadio dell'ingresso per appendere il pastrano.
L'atmosfera che investì Allen una volta entrato nel bagno, lo spiazzò non poco. La vasca da bagno fumante di oli profumati, con petali di rose adagiati sull'acqua, candele profumate e musica a rendere surreale l'aria e la luce. Il ragazzo cercò di ignorare quelle provocazioni, lavandosi velocemente le mani. Quando stava per asciugarsele però non trovò l'asciugamano e cominciò a frugare nei cassetti per trovarne uno.
Fu allora che la magia del luogo venne rotta dal ritrovamento di uno strano blister di carta argentata, contenenti quelle che sembravano a prima vista delle pastiglie effervescenti, ma poi, ad una vista più acuta, si rivelarono per essere...
«Non ci credo... Preservativi....» sbuffò il ragazzino, con sguardo depresso «Meno male che non dovevo preoccuparmi...» sospirò il ragazzo, uscendo dal bagno con ancora le mani bagnate.
«Ehy, Shounen!» lo chiamò il padrone di casa quando lo vide «Ti serve un telo?»
«In effetti... in quel bagno c'era tutto tranne quello...» fece con l'umore ancora nero.
«Oops!» fece, prendendo un telo da cucina «Sono desolato. Usa questo, vado a metterne uno nel frattempo.»
Il ragazzo lo prese, asciugandosi le mani, mentre si dirigeva nella grande sala da pranzo. Tyki aveva proprio fatto le cose in grande stile! Trovò il tavolo apparecchiato di tutto punto, con tre tipi di forchette e coltelli, due cucchiaini e tre bicchieri; fazzoletti di raso, come la tovaglia ed un candelabro a tre braccia che rischiarava la stanza.
«Ah...» si sorprese l'albino, arrossendo appena.
Tyki doveva tenerci davvero se aveva messo tutta quella roba in giro appositamente per quella cena.
«Non avresti dovuto...» disse il ragazzo, quando avvertì la presenza del portoghese alle sue spalle.
«Tu non hai aperto i cassetti del bagno, vero?» chiese preoccupato.
«Perché me lo chiedi?» chiese Allen, voltandosi per guardarlo con finta aria innocente e vedendo con orrore che Tyki già sventolava i preservativi con una mano.
«Road adora farmi fare le figure di merda con gli ospiti, deve avermeli messi lei l’ultima volta che è stata ospite da me.» mentì con stile.
«E l'atmosfera suggestiva del bagno?» gli chiese sospettoso.
«Quella... l'ho fatta apposta, se avessi voluto farti un bagno...» disse vago "Con me, magari..."
«L'ho fatto prima di uscire...» lo liquidò velocemente, intuendo i suoi pensieri.
Si sedette a tavola affamato, aspettando che il padrone di casa si desse da fare.
«Arrivo, Monsieur.» ridacchiò il moro, mettendosi i profilattici in tasca ed andando in cucina a prendere l'antipasto.
«Hai detto che hai fatto tutto da solo?» chiese Allen, mentre si metteva il tovagliolo sulle gambe.
«Sì, quando ero in Portogallo non avevo un manager che mi seguiva, né i servitori!» spiegò, portando due vassoi stracolmi di antipasto di terra.
«Servitori?» ridacchiò depresso l'albino.
«Ho dei domestici.» disse, servendolo.
«Ah-ah... Manca poco che sono io il servo del mio manager...» ridacchiò, mentre senza quasi rendersene conto spazzolava quello che Tyki gli aveva messo nel piatto.
«Veramente?» chiese, più incredulo per la velocità del servizio lavastoviglie che per quanto detto dal giovane.
«Ho un debito di riconoscenza con lui, non posso che accontentarlo per tutto ciò che mi chiede...» sussurrò il ragazzo, abbassando lo sguardo sul piatto vuoto.
Tyki gli riempì nuovamente il desco.
«Se fossi il mio compagno, non lo permetterei mai.»
A quelle parole Allen si strozzò con un fungo porcino.
«Co-- Compagno??» chiese tossicchiando.
«Sì, compagno.» disse con voce ferma «C'è qualcosa che non va? Era un'ipotesi.»
«Compagno di lavoro?» chiese con un sorrisino incerto.
«No. Compagno di... vita.» disse, anche se in realtà stava per dire "letto"!
Allen arrossì a quel dire, chiudendosi nel silenzio, passando solo il piatto vuoto al moro perché lo riempisse ancora. A vedere nuovamente la ceramica lustrata, capì le parole del rosso quel pomeriggio...
«Sono contento che ti piaccia.» disse.
«E' buono...» cercò di giustificarsi il ragazzo, diventando ancora più rosso.
Tyki, a quelle parole, gli posò un bacio tra i capelli.
«Cosa c'è per primo?» chiese l'inglesino arrossendo ancora, spostando il viso di lato.
«Pasta con le noci.» sussurrò tra i setosi ciuffi bianchi.
«Devo tornare in bagno!» esclamò forse troppo forte, alzandosi da tavola e rifugiandosi nella stanza di prima.
«Ahn... OK...» fece Tyki, grattandosi la testa.
Una volta lì, il ragazzo si sciacquò il viso con l'acqua fredda.
"Cosa diavolo mi prende? Non è cambiato niente da oggi pomeriggio! Le parole che ha detto non significano niente..." pensò cocciuto.
Ma, specchiandosi, rivide la vasca da bagno ancora calda, preparata per lui, tutte le accortezze di quella stanza…
«Baka...» sibilò, prendendo l'asciugamano che Tyki aveva appena messo, sentendolo morbido e delicato contro il viso.
In quel momento la stanza profumata gli sembrò asfissiante e si allentò il nodo della cravatta per poi tornare a tavola, dove, intanto, il moro aveva mangiato la propria parte di antipasto ed attendeva Allen per il primo.
«Tutto bene, Shounen?» gli chiese, sorridendo appena alla vista di quel collo così esposto.
«Si, nessun problema...» sorrise a sua volta il ragazzo tornando al suo posto. Per quanto ci provasse però non riusciva a rilassarsi.
«Sei un po' pallido.» notò l'uomo, accarezzandogli appena una guancia.
«Continuiamo a mangiare?» chiese teso, evitando lo sguardo del moro.
«Certo.» rispose questi, alzandosi per servirgli il primo piatto.
«Ha un buon odore...» sussurrò il ragazzo, prendendo la posata.
«Anche tu...» gli sussurrò. Finché il ragazzo non avesse avuto un coltello in mano, se lo sarebbe potuto permettere.
Allen arrossì maledicendosi per essersi messo il profumo che gli aveva regalato Cross.
«Grazie...» borbottò, iniziando a sbafarsi anche il piatto di pasta.
«Quando uno mangia con appetito, è un grande premio per lo chef.» sorrise il moro, riempiendosi il piatto a sua volta.
«Io mangio sempre con appetito...» borbottò rimpinzandosi come un otre. Per il bene di Tyki, sperava che le porzioni fossero più abbondanti nelle portate successive od il suo stomaco brontolante lo avrebbe assordato.
«Io mangio anche cibo per maiali, se posso ingozzarmi fino a stare male.» ridacchiò Tyki, osando mangiare un po' del primo.
«Io... non volevo essere scortese oggi...» si scusò l’inglesino, abbassando lo sguardo.
«Oh...» fece piano l'altro, tra il contento e lo stupito «Non ti preoccupare!» sorrise, dandogli un buffetto sul naso.
«Però tu... tu hai esagerato!» si arrabbiò masticando con più vigore.
«Esattamente cosa ti ha dato fastidio?» chiese piano.
«Non ci si comporta così con le persone! Non sono cose tue di cui puoi disporne e farne quello che vuoi. Per avere quello che desideravi hai completamente ignorato il fatto che io volessi o no le tue attenzioni od i tuoi favori...» cominciò, accalorandosi, con gli occhi che brillavano determinati.
«Io sono abituato ad avere tutto ciò che voglio.» disse «Oggi mi è andata male su due fronti...»
«I fallimenti aiutano a crescere...» sorrise candido Allen, rilassandosi appena.
«Mi stai dicendo che sono ancora un poppante?» chiese, sollevando un sopracciglio.
«Per certi versi...» ghignò l'albino.
«Come osi, Shounen?» chiese in un ghigno, tirandogli il naso.
«Accettare la verità è un segno di maturità...» disse Allen con voce nasale.
«Ok! Allora, Allen Walker accetta il fatto che mi piaccia?» chiese con occhi sicuri.
«Il fatto che io lo accetti non significa che lo condivida...» disse, alzandosi ed avvicinandosi ad una portafinestra che dava ad un terrazzo. Era bello il panorama notturno.
Tyki non si diede comunque per vinto. Si alzò ed andò da Allen, stringendolo a sé da dietro.
«Non ho proprio possibilità?» chiese, odorandogli profondamente i capelli.
«Non ti conosco nemmeno... Per me sei solo uno strano ed invadente tizio conosciuto alle audizioni...» ridacchiò, sbuffando.
«Se mi conoscessi di più, accetteresti?» domandò, accarezzandogli appena la pancia.
«Chissà... E’ come se mi chiedessi se potrei mai innamorarmi di una qualsiasi di quelle persone che camminano lì.» sussurrò, indicando oltre il vetro della finestra.
Il moro si inchinò appena, sfiorando l'orecchio di Allen con le proprie labbra.
«Mi chiamo Tyki Mikk e sono single. Sono portoghese ed arrivai qui in Giappone con mio fratello e la una famiglia esattamente cinque anni fa.» iniziò a raccontare.
«Venni notato da quello che sarebbe diventato il mio manager, il Conte, che ora abita qui con me. Iniziai nei bar a cantare canzoni in portoghese, poi passai all'inglese ed infine al giapponese. Dicono che ho la voce sensuale quando canto.» raccontò, sollevando una mano al volto del ragazzo per accarezzargli le labbra.
L'albino le contrasse appena per poi schiuderle una volta che la mano di Tyki passò oltre. Aveva notato anche lui quanto fosse avvolgente e suggestiva la voce del portoghese, ma adesso cercava di mantenere il sangue freddo, guardando il suo respiro condensarsi sul vetro della finestra.
«Non ti nego che ho avuto diversi amanti in questi anni, soprattutto da quando il Conte mi ha apertola via del successo, ma è la prima volta che provo una cosa così intensa e diretta con qualcuno.» sussurrò, ripassando il contorno della cicatrice a forma di pentacolo che aveva Allen sulla fronte.
«Nemmeno tu mi conosci... come puoi affermare con tanta sicurezza che ti piaccio?» chiese Allen, insicuro.
«Chiamalo... magnetismo... Come i due poli positivo e negativo.»
«Oppure è la mia solita sfortuna... perché io non riesco ad avvertire questo fremito...» sussurrò il ragazzo.
«Vuoi... provare a darmi un bacio?» propose.
A quelle parole Allen arrossì.
«Te ne sei già preso uno oggi...» lo accusò.
«Appunto, vorrei che lo volessi anche tu, stavolta.» disse piano, facendo scendere il polpastrello lungo la linea della cicatrice, fino alla guancia.
«C-- C'è ancora il secondo da mangiare... Si starà raffreddando...» balbettò per sfuggire a quelle advances.
«E' in forno al caldo.» lo rassicurò.
«Io non...» cercò di rifiutarsi, sentendosi il volto in fiamme.
Tyki spostò appena il proprio volto e gli posò un bacio sulla guancia.
«Allora torniamo a tavola.» disse con un sorriso.
«S-- Sì...» balbettò, tornando al suo posto.
Il moro andò direttamente in cucina e prese l'anatra all'arancia dal forno.
«Spero ti piaccia.»
Riflesso negli occhi del ragazzo, si vedeva solo il piatto con l'anatra, mentre la salivazione gli aumentava a dismisura. Tyki, per fare colpo su di lui, avrebbe dovuto vestirsi da pietanza.
«Puoi mangiarla anche tutta, se ti va!» disse con un grosso gocciolone sulla testa.
«No... insieme...» ridacchiò, ricomponendosi.
«Ne ho un'altra in forno!» disse piano.
Aveva preso Cross alla lettera.
«Allora, grazie...» sorrise a trentadue denti, prendendosi tutto il piatto.
"Incredibile..." pensò Tyki, vedendo in Allen una reincarnazione delle locuste di cui parla l'Antico Testamento.
La cena proseguì senza altri colpi di scena fino... al dolce.
«C'è ancora spazio per il dessert?» chiese il moro, anche se ben immaginava la risposta. Lo stomaco dell'albino era equiparabile ad un pozzo senza fondo o ad un buco nero!
«Certo! Lo aspettavo con ansia...» sorrise il ragazzo smagliante.
«Ok! Hai due possibilità!» disse, sollevando due dita «La prima è panna con banana, la seconda è panna e cioccolato, quale scegli?» chiese.
«Panna e cioccolato?» chiese confuso.
«Sì, è buona...» ghignò.
«Va bene...» disse perplesso.
Il portoghese volò contento a prendere la panna dal frigo e la posò sul tavolo.
«E la cioccolata?» chiese confuso il ragazzo.
Tyki si reclinò appena sulla spalliera della sedia e si aprì gli ultimi due bottoni della camicia, scoprendo il petto tonico, dalla pelle scura.
«Sono io il cioccolato.»
«Tu sei tutto scemo!» sbottò arrossendo il ragazzo, tirandogli un pezzo di pane in testa.
«E' solo un gioco.» disse, spruzzandosi un ricciolo di panna sullo sterno «L'hai detto anche tu che sono un bambino.»
«Ma io no...» borbottò spostando lo sguardo da un'altra parte, in imbarazzo.
«Ok.» disse, facendo spallucce «Faccio da solo.» lo informò, ed iniziò a leccarsi il bianco sul proprio petto con piccole lappate, guardando con occhi da predatore il piccolo ed indifeso cerbiattino.
Allen rimase incantato a fissarlo, con il volto in fiamme, chiedendosi quanto potesse essere dolce quella panna.
«Sicuro che non vuoi assaggiare?» domando ferino, agitando la bomboletta.
«Sembra invitante...» ghignò il ragazzino stando al suo gioco.
«Eccome...» ghignò l'altro, spremendo la panna per farne uscire un altro candido ricciolo che si posò sul ventre.
Allen si sporse in avanti sul tavolo, guardando Tyki negli occhi con un sorrisetto accattivante; chinò appena la testa in avanti, avvicinando il volto al ventre dell'uomo. Il sorriso sul bel volto del moro si ampliò, felice di aver finalmente fatto centro, ma non appena il portoghese si distrasse, l'albino gli fregò la bomboletta di mano, schizzandosi la panna dentro la bocca.
«Noooooo!!!» uggiolò l'uomo, rimanendoci di... sale!
«Eheh...» ridacchiò l'inglese con un bel sorriso angelico sul volto, mentre tutto contento si addolciva la bocca con la panna. Quando però quella finì si avvicinò al moro e ne raccolse il ricciolo sulla sua pancia, succhiandosi poi il dito.
"E' almeno qualcosa!" pensò l’uomo, un po' più soddisfatto «Ne vuoi altra?» chiese.
«No... preferirei qualcos'altro...» sorrise ancora, tornando alla porta finestra.
A quelle parole, la fantasia di Tyki galoppò più veloce della realtà.
«Cosa vorresti, Shounen?» chiese, accattivante.
«Mi andrebbero dei mitarashi dango...» disse con aria sognante il ragazzo, facendo cadere a terra il moro dalla depressione.
«Urgh... Sì... li ho...» disse, con i lacrimoni agli occhi. Ma quel ragazzo era l'antisesso??
«Davvero?» chiese estasiato Allen, andandogli incontro felice.
«Sì.» asserì, strisciando invece verso la cucina.
Il ragazzo si sentiva un po' in colpa nei confronti di Tyki. Stava vanificando tutti i suoi sforzi, senza gratificarlo nemmeno una volta, ma il portoghese non sembrava voler demordere: una volta alzatosi e spolverate le vesti, prese i dango dal frigo e li portò all'albino.
«Ecco qua.» sorrise, poggiandoli sul tavolo.
«Grazie!» sorrise, appoggiandosi con una mano al suo braccio, mentre si serviva.
«Oh, prego.» rispose un po’ sorpreso di quel piccolo tocco.
«Sono i miei preferiti...» sorrise l'albino con l'angolo della bocca un po' sporco.
«Lo chef è molto felice dell'apprezzamento...» disse, soffiandogli le prelibate sferule da sotto il naso.
«Ah?! I miei mitarashi dango!» piagnucolò il ragazzino, mentre se li vedeva portare via.
«Aspetta...» sussurrò, afferrandone uno con i denti e sfilandolo dal lungo stecchino «Te 'o i'bocco.» disse con la bocca piena, avvicinando la faccia alla sua.
«Ridammeli!» si accalorò Allen, tappando con una mano la bocca di Tyki, facendogli così andare di traverso il dolce, e sporgendosi per prendergli il piatto.
Troppo impegnato a tossire, Tyki lasciò subito i dango ad Allen, andando a tossire l'anima nell'angolo.
«Mai mettersi tra me e i mitarashi dango...» sembrava un avvertimento... o forse una minaccia, ma del tutto inascoltata, visto che il dango rubato era ancora nella gola del moro.
«Ti senti male?» chiese preoccupato l'albino quando lo vide diventare blu.
«Gnò!» rispose questi, strozzato, dandosi dei vigorosi pugni al petto.
Allen gli si avvicinò e lo abbracciò, solo per fargli la manovra dell'antisoffocamento, ma qualunque fosse il motivo, ciò bastò affinché il portoghese ingoiasse di botto la polpetta, togliendo così l'istruzione dalle vie aeree.
«Argh!!! Aria!!!» esclamò contento, respirando a pieni polmoni.  
«Va meglio?» chiese preoccupato il ragazzo.
«Anf! Sì.» rispose, spostando la testa di lato ed abbracciando gli arti dell’ospite. L'albino si ritrovò così immobilizzato tra le sue braccia.
«Ci sediamo sul divano?» chiese piano.
«Ho altre possibilità?» chiese a disagio, sentendo il profumo di Tyki invadergli il naso.
«C’è sempre la possibilità di farsi un bagno...»
«Andiamo sul divano...» convenne il ragazzo. Erano ancora le undici. Mancavano ancora tre ore prima che Cross lo passasse a prendere.
Annuendo, Tyki lo portò al divano e si sedettero l'uno accanto all'altro.
Calò un silenzio imbarazzante mentre Allen si guardava con scarso interesse le punte dei piedi.
«A che ora devi andare?» chiese il portoghese.
«Le due...» sospirò il ragazzo «Il maestro aveva un appuntamento e non può venire prima...»
«E... cosa vorresti fare in queste tre ore?» chiese, con una nota sensuale nella voce.
«Io? Proprio niente...» borbottò arrossendo.
«Beh... c'è una cosa che si può fare...»
«Cosa?» chiese sospettoso Allen.
«Comincia con la S...» gli sussurrò all'orecchio.
«Sauna? Sugo? Stirare?» iniziò ad elencare, sudando freddo.
«Strip Poker!» rispose, leccandogli l'orecchio.
«Ci sto!» ghignò l'albino rabbrividendo appena. Per lui sarebbe stato impossibile perdere.
«Veramente?» gli sfuggì di bocca. Non pensava che il ragazzo accettasse così facilmente il suo invito. Forse, se avesse letto i giornali scandalistici, avrebbe saputo un piccolo particolare di Allen Walker che gli mancava.
«Dove ci mettiamo a giocare?» il ragazzo era diventato sicuro ed intraprendente in un colpo solo.
«Sul tappeto?» propose, alzandosi per prendere lo scrigno con le sue carte, aventi il retro fatto a scacchiera romboedrica.
«Va bene...» sorrise Allen sedendosi per terra.
Così iniziò la sfida tra i due. Fecero diverse partire... tante quanti erano i capi di abbigliamento di Tyki. Allen l'aveva ridotto in mutande!
«Poker!» esclamò soddisfatto l'albino, per l'ennesima volta, mentre il portoghese si sfilava, piangendo, anche il secondo calzino.
«Mi restano solo i boxer da giocare...» uggiolò.
«Tieniteli... Non ci tengo a vederti senza...» ridacchiò Allen, mescolando le carte da vero esperto.
"Io pensavo fosse un unlucky boy... Era lui che doveva rimanere con le chiappe al vento per essere assaggiato dai miei occhi!!!" pensò l'altro, con tanti ricciolini blu depressione sulla testa «Mi gioco i boxer! Non esiste che io non abbia vinto nemmeno una partita! Hai sicuramente barato!» lo additò.
«Io? Non potrei mai...» rise maligno, pensando che, per salvaguardare i suoi occhi, forse era meglio fargli vincere una partita.
«Avanti, dammi le carte!» lo invitò, con uno sprizzo di fuoco negli occhi. Il fuoco della vittoria.
Allen gli diede le carte cercando di passargli le migliori, tenendo per lui gli scarti ed il moro non riuscì a contenere la propria gioia quando, buttate a terra le carte senza nemmeno cambiarle, urlò:
«Full!!!»
«Accidenti... Io ho solo una coppia...» si finse dispiaciuto il ragazzo.
«MWAHAHahahAHHAHhahah!!!» una risata satanica, con tanto di toni alti e bassi, espose dalla bocca del moro «HO VINTOOO!!!»
Allen nascose un sorrisino alzandosi in piedi.
«Cosa vuoi che mi tolga?» chiese candido.
A quella domanda, Tyki si ridette a gambe incrociate sul tappeto.
«I pantaloni.» ghignò.
Le mani guantate del ragazzo scesero all'inizio dei suoi pantaloni, aprendo il bottone e facendo scendere la cerniera, mostrando poi le belle gambe bianche.
«Sembrano fatte con la neve...» sussurrò Tyki, avvicinando una mano per sfiorargliele.
Allen ridacchiò.
«All'inizio pensavo che la panna con il cioccolato fosse qualcosa che avesse me e te come protagonisti... Ci ero andato vicino...»
«Possiamo farlo ora, se vuoi...» propose, accarezzandogli il ginocchio, per poi far salire lentamente la mano.
Il ragazzo gliela fermò con garbo.
«Non credo sia il caso...»
«Va bene.» sussurrò, posandogli un bacio sulla coscia «Allora, potremmo chiacchierare un po', per conoscerci meglio...» propose.
«Mi sta bene...» sorrise facendo per rivestirsi.
«No, stiamo così.» disse Tyki, bloccandogli le mani.
«Mmh...» fece solo il ragazzo, sedendosi sul divano ed incrociando le gambe eleganti.
Inutile dire dove cadde l'occhio di Tyki...
«Cosa vuoi sapere?» chiese l'albino.
«Parlami un po' di te...» disse, sedendosi accanto a lui, con gli occhi che non ne volevano sapere di staccarsi dalle cosce e dall'intimo del ragazzo.
«Non parlo spesso di me... Non saprei da dove cominciare...»
«Hai mai fatto sesso con una donna?» chiese, mirato e preciso come un cecchino.
Il ragazzo s'irrigidì arrossendo.
«No...» soffiò.
«Ti piacerebbe?» ghignò.
«Non saprei, non c'ho mai pensato...» borbottò.
«E... farlo con un uomo?» domandò, accarezzandogli una spalla.
«Nemmeno a quello ho mai pensato...» ammise arrossendo.
«Sei frigido?» chiese poi, alzando un sopracciglio.
«Che?» sbottò arrossendo «Non sono frigido! Solo che non mi è mai capitato... tutto qui...» borbottò.
«Ho capito che non ti è mai capitato.» sussurrò, accarezzandogli la testina «Ma non averci nemmeno mai pensato è quantomeno strano. »
«Come fai a pensarci se la persona con cui vivi sta con una persona diversa a giorno... Il solo atto mi fa pensare a Cross e a tutti i debiti che fa...»  
«Ah... Che brutte brutte, brutte persone!» esclamò Tyki, cercando di nascondere la propria coda di paglia.
Allen sospirò abbassando lo sguardo e chiudendosi nel silenzio. Che colpa ne aveva lui se Cross gli aveva traumatizzato l'infanzia?
«Ma non dirmi che è per questo che non sei fidanzato? Non vorrai diventare una vecchia zitella acida come la mia professoressa di matematica al Liceo!»
«E' anche per questo! Voglio diventare grande e famoso per poter gestire da solo la mia vita e poter decidere da solo quello che voglio fare! Non voglio stare solo per sempre...» sussurrò il ragazzo, mentre si metteva i capelli dietro le orecchie, mostrando meglio la cicatrice.
«Capisco.» sussurrò in risposta.
Lui non era mai solo, la fama gli aveva dato a disposizione i piaceri del sesso, fornendogli fans sfegatati che sembrava non volessero altro da lui. Ma a questo, Tyki Mikk non dava molto peso, visto che era una situazione che gli piaceva e non poco. Però, da quando la mattina aveva incrociato Allen sulla propria via, aveva depennato dall'agenda tutti gli impegni e staccato il telefono. Per la prima volta, era lui ad avvicinarsi a qualcuno e non il contrario. Per di più un qualcuno di inavvicinabile. Che fosse un segno?
«E quella cicatrice?» chiese poi, posando la guancia sulla testa del ragazzo.
Allen trattenne il fiato abbassando gli occhi.
«Si nota così tanto?» cercò di buttarla sul ridere.
«Abbastanza.» annuì «All'inizio credevo fosse un'applicazione, anche se...» spostò la frangia dalla fronte del ragazzo «... un pentacolo non è una bella pubblicità...»
«Risale a...» ci pensò un breve attimo «circa sei anni fa...» sussurrò, piegando le gambe nude al petto «Mi è stata incisa sul volto per sfregio.» cominciò con la voce bassa e misurata, per non tradire nessuna emozione.
«Chi è stato?» chiese piano l'uomo, coccolando i capelli del ragazzo.
«Gli stessi che hanno ucciso Mana e suo fratello... la mia famiglia...» sussurrò il ragazzino, stringendo forte i pugni.
«Mana?» domandò, non conoscendo quel nome.
«Mana mi ha adottato quando ero piccolo… Non so nulla dei miei veri genitori...» confessò piano l'albino.
«Quindi, quando parlavi dei debiti che hai con il tuo manager, vuoi dire che lui ti ha adottato?» ipotizzò, abbracciando l'albino.
«No, lui mi ha preso solo in custodia... Era un conoscente di Mana. Sai, la canzone che ho cantato oggi l'aveva scritta suo fratello per me...»
«Shounen...» sussurrò l'uomo, prendendo saldamente Allen ed appoggiandoselo in grembo, per poterlo stringere meglio a sé.
L’inglesino si lasciò stringere senza fare storie.
«I capelli bianchi mi sono venuti per la paura. Quando ero piccolo erano castani.» sussurrò, togliendo il guanto alla mano sinistra e mostrandola a Tyki.
«E... questa?» domandò, incrociando le dita con quelle malformi dell'altro.
«Sono nato così... tutto il braccio è così...» disse tirando appena una manica per fargli vedere altra pelle.
«Dev'essere stata dura...» soffiò, cominciando a posare piccoli baci sulla mano del giovane, procedendo verso l'alto.
«Non ti fa impressione?» chiese arrossendo il ragazzo.
«No.» rispose piano, continuando a baciarlo, fino alla spalla.
«Saresti il primo...» sussurrò.
Avendo di mezzo la maglietta, Tyki decise di non andare oltre e baciò la cicatrice sulla fronte del ragazzo, senza rispondergli.
«Tyki...» sussurrò l'albino, arrossendo.
«Shounen...» soffiò di rimando, seguendo lentamente la linea della cicatrice con la punta della lingua.
«A-- aspetta...» soffiò, mentre il moro lo spingeva sul divano sotto di sé.
«Cosa?» chiese, strofinando le labbra gonfie contro la guancia sgarrata.
«Stiamo correndo troppo... io non...» provò a frenarlo mentre sentiva il respiro di Tyki affannarsi appena nel suo orecchio.
«Mi piaci, Shounen...» gli sussurrò, strusciandosi appena sopra di lui.
«Aspetta... Tyki...» disse con un filo di voce il ragazzino, mentre la bocca del portoghese si avvicinava sempre più alla sua.
«Allora... non vuoi davvero.» disse a mezza voce, fermandosi.
«Io... non ne sono capace...» pigolò quello.
«A fare cosa, Shounen?» sorrise il moro, accarezzandogli la linea della mascella.
«A baciare...» sussurrò l'albino, trattenendo il respiro.
«Oh, non preoccuparti.» disse l'altro, accarezzandogli il volto con entrambe le mani «Nessuno è nato imparato e non ti giudicherò.» sorrise. Non si aspettava quel risvolto, visto l’incipit.
Allen aveva ceduto a quelle attenzioni, sentendosi importante per qualcuno dopo tanto tempo. Voleva lasciarsi andare ed accontentare Tyki per un po'.
«Non ti chiederò più di un bacio, promesso.» sussurrò, avvicinando nuovamente le labbra alle sue.
«Mi fido...» sorrise tenero il ragazzo.
L'uomo respirò appena, ed il suo respiro si mescolò a quello che usciva dalla bocca appena socchiusa dell'albino, mentre le loro labbra sentivano quasi il calore le une delle alte, a causa della vicinanza tra loro.
«Shounen...» bisbigliò il portoghese, tangendo quasi impercettibilmente le labbra contro quelle del ragazzo.
«Tyki...» sussurrò l'inglesino chiudendo gli occhi.
La tensione salì alle stelle mentre aspettava che la bocca del moro toccasse la sua ma, in quel momento, Cross citofonò.
# GNEEEEEEEEEK #
«Waah!» si spaventò Allen mettendosi a sedere di colpo, facendo così cadere il moro a terra.
«Woah!» fece Tyki, cadendo di sedere «Ma chi è???» si chiese, incazzato come una vespa, forse anche più del mattino prima!
«Deve essere il mio manager...» arrossì Allen, rivestendosi di fretta.
«AAARGH!!!!» latrò, prendendo il citofono con tanta foga da staccarlo dal muro «Devo.stare.calmo.» ringhiò.
«Che?» chiese Cross al citofono, avendo sentito la voce di Tyki.
«Chi è?!» chiese il padrone di casa, con la voce del demonio.
«Cross... Di ad Allen di scendere, lo aspetto in macchina.» disse con un'alzata di spalle, pensando che fosse Allen la causa del malumore di Tyki.
«Ok!» abbaiò, sbattendo la cornetta del citofono a terra.
«Io, mi dispiace...» disse Allen trafelato, mentre s'infilava le scarpe e prendeva la giacca. Al maestro non piaceva aspettare «Ci vediamo...» lo salutò, facendo per uscire frettolosamente.
«Aspetta!» fece, fermandolo per un braccio.
«Si?» chiese quello, voltandosi verso di lui.
«Ci vediamo domani?» domandò, attirandolo a sé per baciargli la fronte.
«Se vuoi...» sussurrò quello alzandosi appena in punta di piedi e baciandogli velocemente una guancia, prima di fuggire via.
«Alle sette come oggi!!» gli urlò, mentre Allen scendeva velocemente le scale. Si sporse dal corrimano e lo guardò per tutta la tromba delle scale fin dove gli era possibile, poi tornò nel suo appartamento, con un sorriso felice in volto, sorriso del quale nemmeno lui si era accorto.

«Eccomi!» disse il ragazzino, una volta entrato nella macchina del rosso. Aveva il viso arrossato ed il fiatone, e non certo per la corsa.
«Che hai combinato?» domandò il manager, mettendo in moto l'auto «Tyki era arrabbiato nero!»
«Era arrabbiato perché siete arrivato voi... Vuole vedermi anche domani...» disse, guardando fuori dal finestrino.
«COSA?!» chiese sconvolto. Allen ce l'aveva fatta?!
«Cos'è questa reazione?» chiese confuso il ragazzo.
«No, niente.» disse, immergendosi nei suoi pensieri personali.
«Maestro...» chiese dopo un po' Allen, ripensando a una cosa che gli aveva detto Tyki durante la cena.
«Dimmi.» disse, spegnendo il mozzicone della sigaretta.
«Secondo lei, in un ambito fuori dalla culinaria, cos'è la banana con la panna?» chiese confuso.
«... Penso che sia un qualche gioco erotico alimentare, Allen...» rispose, con  i dubbi che crescevano «Posso sapere se ho interrotto qualcosa di privato tra te e Tyki?»
«Niente... era solo un dubbio...» borbottò diventando bordeaux.
«Discemolo?» lo chiamò «Cosa hai fatto con quell'uomo?»
«Io assolutamente nulla...» borbottò, sempre più in imbarazzo.
Il rosso mise la freccia ed accostò, spegnendo l'auto.
«Discemolo.» disse, fulminandolo con lo sguardo «Non te lo richiederò una terza volta. Io sono il tuo manager.»
«Non abbiamo fatto niente! Non che lui non ci abbia provato, ma abbiamo solo cenato...» s'impuntò il ragazzino, passandosi una mano sulla fronte, nervoso.
«Nemmeno un bacio?» chiese, con gli occhi ridotti a due fessure.
«Quasi...» soffiò guardandosi le mani.
«Va bene.» sbuffò, riaccendendo l'auto «E la banana con panna?»
«Era una proposta che mi aveva fatto senza spiegarmi niente... Ed io ho rifiutato...»
«Per una volta sei stato sagace!» disse, scrollando il capo, mentre tornavano verso casa.
«Mmh...» disse solo, con ancora le gote in fiamme.
«Cosa c'è?» chiese il rosso.
«Ha detto che il mio braccio non gli fa paura...» sussurrò, guardandosi la mano senza ancora il guanto.
Cross sorrise, ma non disse nulla. Forse il suo ragazzo quel giorno aveva preso due piccioni con una fava.
«La sua serata come è andata?» chiese poi l’albino, per cambiare discorso.
«Bene. E' stata molto più proficua della tua.» sorrise.
«Cioè?» chiese perplesso il ragazzo.
«Sono cose da grandi. Diciamo... Meloni con panna, non solo banana!» disse, come se stesse spiegando una lezione di astrofisica.
«Moron...» borbottò arrossendo, spostando il viso verso il panorama notturno. Le strade correvano veloci e le luci si allungavano.

Dopo parecchi minuti, i due tornarono a casa.
Da quell'ultimo insulto dell'inglesino, non si erano più detti nulla.
«Buona notte...» disse rifugiandosi in camera sua.
«Buona notte, Discemolo.» lo salutò il rosso «Ah! Domani abbiamo un'intervista.» ci tenne a ricordargli.
«A che ora?» chiese risbucando dalla porta.
«Alle dieci...» sbuffò, chiudendo la porta della propria camera.
E detto ciò le luci si spensero e i due si addormentarono.

[ ...continua...  ]
Gala & XShade-Shinra



Risposte alle Recensioni:

x _Flowermoon_: *ballano con lei la caramell* Tyki ringrazia per i complimenti! *-*v Eheh, qui abbiamo cercato di creare un mix tra romanticismo e comicità e il sapere che è stato gradito è per noi fonte di gioia! *-*

x junelrick: >_< Scusaci tanto per l'attesa... siamo state impegnatissime! ç_ç Speriamo che la parte della cena che tanto attendevi ti sia piaciuta! ^^

x azrael: ^.^ Allora siamo ancora più felici che tu abbia commentato il NOSTRO primo capitolo! ^^ Grazie per i complimenti del posto in classifica, cara! ^_^v Ci siamo proprio date da fare!XD E ricorda: noi amiamo le follie mentali, quindi rendici pure partecipi delle tue! *^*
Nel terzo capitolo metteremo tutti i testi delle canzoni, traduzioni e link sul tubo, così ve le potrete godere per bene!XD
Grazie per i complimenti sull'IC (stavolta abbiamo davvero sudato, soprattutto per Cross!) e la scena di Kanda.. xD quella piace tantissimo pure a noi che l'abbiamo scritta!XD Ci ridiamo ancora oggi! XD
*abbracciano forte e danno bacione!*

x Atzlith: *^* Grazie mille! Eh sì, la signora Melerik rulla!XD P.S. Lo Zecchino d'Oro è per Tyki! ù_ù xD

x yaoilove: *abbraccio stritolatore* Siamo liete che ti piaccia anche questa storia!

x lalla_vampire_chan: Sei stata gentilissima a lasciare la tua recensione anche qui, ti ringraziamo di cuore! >*< Siamo contente che la nostra FF ti piaccia così tanto. ^^  

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


- Magnet -
Capitolo 3

La mattina dopo, Lala era già arrivata allo studio di registrazione da presto, accompagnata dal proprio manager.
«Gsor... Sono un po' tesa...» gli disse, guardandosi attorno.
«Non ti preoccupare, ti faranno solo qualche domanda. Rispondi con sincerità...» gli sorrise il vecchio, accarezzandole il viso.
«E se mi chiedono di noi?» pigolò piano la bionda.
«Noi siamo manager e cliente agli occhi degli altri, però noi sappiamo la verità...» sorrise.
«Quindi starò zitta?» chiese per sicurezza.
«Rimani vaga...»
«D'accordo... ci proverò. Ma tu...» balbettò, abbracciando l'uomo «Stammi accanto, Gsor!»
«Certo...» disse baciandole la fronte.
Lei sorrise, poi scosse la testa, facendo ballare i suoi lunghi capelli mossi.
«Non vedo Allen...»
E quando si parla di Allen spuntano le corna.
«Siamo in ritardo!» si lamentò l'albino, seguito da Cross.
«Esagerato!!» fece il rosso, stiracchiandosi mentre sbadigliava sonoramente.
«Lala!» sorrise il ragazzo vedendo la bionda.
«Ciao Allen!» sorrise di rimando, avvicinandosi al ragazzo.
«Come stai? Sei tesa?» le chiese lui, terrorizzato.
«Un poco...» disse, stirando le labbra in una smorfia.
«Anche io...» ridacchiò nervoso.
«Speriamo di cavarcela velocemente! Voglio cantare...»
«Già... Chissà quale canzone ci daranno da cantare...»
«Spero tanto che non sia difficile...» mugolò la ragazza, guardando Gsor per cercare un po' di sostegno.
«Anche se fosse, sei bravissima!» la incoraggiò Allen ed il vecchio le sorrise.
«Grazie!» disse lei, contenta.
«Ragazzuoli! Ecco le nostre due nuove stelle!» esclamò contenta la voce zuccherosa di una donna.
«Oh, mio dio...» sussurrò Allen, girandosi lentamente.
«Salve.» salutò invece Lala, ignara del mostro che si stava avvicinando.
«E' giunto il momento di conoscere i vostri segreti più intimi...» ridacchiò la donna, trascinando i due in una stanza.
Gsor e Cross li osservarono per un attimo, per poi guardarsi in faccia.
«Le va un caffè?»
«Grazie.» sorrise l'altro andando ad accomodarsi al bar.

Intanto, nella stanza, la grassa giornalista aveva fatto accomodare i due su degli sgabelli, simili a trespoli, puntando loro una forte luce davanti. Sembrava un interrogatorio di terzo grado... anche se, in realtà, era quella per il suo fotografo, che si mise al lavoro fin da subito.
«Ragazzi, tutti, compresa me, vogliono sapere ogni cosa su di voi! Cominciamo dalla signorina...» sorrise, guardando la bionda.
«Ehmm... Sì, mi dica.» disse lei educatamente, lasciando intravedere un po' di nervosismo.
«Cosa ti è successo all'occhio?» chiese diretta, prendendo il blocchetto degli appunti.
«E' una cosa privata.» rispose piano.
«Non vuoi svelarci proprio niente? Possiamo vederlo?» chiese indelicata.
«Non c'è più nulla sotto le bende.» disse piano, con un velo di tristezza.
«Credo che non sia opportuno continuare... E’ ovvio che sia un argomento delicato per Lala...» la difese Allen.
«Ovviamene arriva il suo principe azzurro a salvarla!» disse maligna «Fino a ieri andavi dietro a Tyki Mikk, mi risulta, oggi hai cambiato sponda, cocchino?»
Il ragazzo arrossì guardando male la donna.
«Le risulta male...» disse freddo.
«C'è forse del tenero tra voi?» chiese, lasciando appositamente il soggetto vago.
«Tra me e chi?» chiese confuso l'albino.
«Tra te e Lala, ovvio, sciocchino.»
«Ci siamo conosciuti ieri, come potremmo? Oggi è la seconda volta che ci parliamo...»
«Ah, giusto... Prima frequentavi il bel portoghese... E, dimmi, come mai difendi questa ragazzina? Forse c'entra il tuo occhio? Ti sei sentito toccato?» chiese fastidiosa e pungente.
«Capisco solo che ci sono cose brutte nel passato che non si vogliono ricordare...» disse il ragazzo.
«Oh...» dopo ciò, rimase parecchi secondi in silenzio a scrivere nel suo taccuino «Quindi... quali altre cose brutte ci sono nel tuo passato, Allen Walker?» chiese con occhi spiritati.
«Passiamo ad un'altra domanda?» chiese, trattenendo a stento la rabbia.
«Te lo sei scelto tu, tesoro.» disse mielosa, togliendosi di tasca un giornale ripiegato «Questo è l'articolo del mio Quotidiano di Informazione Gratuito, di nome "FanFiction".» spiegò, lanciando il fascicolo all'albino «A pagina cinque troverai il mio articolo sulla nostra chiacchierata di ieri...» spiegò.
Il ragazzo iniziò a leggere dapprima sbiancando, per poi arrossire.
«Sono bugie!» sbottò, alzandosi in piedi.
«Sono qui per parlarne...» sorrise il donnone, stravaccandosi sulla sedia.
Lala lanciò un'occhiata furtiva al giornale ed arrossì anche lei leggendo il titolone "L'Amore Proibito del Vincitore al Concorso."
«Cosa vuole sapere?» chiese, diventando serio.
«Tu sei il ragazzo di Tyki Mikk?» chiese diretta.
«No...» disse l'albino senza mentire.
«Allora... Sei un suo amante?»
«No...» rispose ancora il ragazzo.
«Dimmelo tu cosa sei per lui.» disse severa.
«Non posso sapere quello che sono io per lui...» disse fermo l'inglesino.
«E lui cosa è per te?» chiese ancora.
Tante domande per stordirlo e farlo cadere in fallo. Per fargli perdere le staffe e per fargli vomitare tutto.
«Un amico... credo...» disse confuso Allen.
«Credi?» sibilò, affamata di SCOOP.
«Lo conosco poco, e non lo capisco spesso...» ammise.
«Uhmm... va bene, posso accettarlo.» si placò, prendendo appunti «Un'ultima domanda sull'argomento...»
«Cosa?» chiese spazientito Allen.
«Sono molto ripide le quattordici rampe di scale che conducono all'appartamento del signor Mikk? L'ascensore è rotto...» sibilò la serpe.
«No, non ho fatto fatica a salirle...» sorrise freddo l'albino, cercando di non stare al suo gioco.
«Quindi sei stato a casa sua...»
«C'è qualcosa di male ad andare a cena da un amico?» chiese Allen, mantenendo la calma.
«Non è la cena ma è il dopo.» ghignò la donna.
A quel punto, Lala si alzò in piedi.
«Basta, la smetta con quest'intervista!» disse decisa «Vogliamo andare a cantare.»
«Sì, andiamo...» la seguì l'albino, posandole una mano sulla spalla.
«Andate pure.» ridacchiò la donna, mentre il fotografo finiva di scattare qualche foto «Ho abbastanza materiale...» e li seguì con lo sguardo mentre andavano via.
«Che mostro di donna...» sbuffò Allen, mentre andava loro incontro il produttore.
«Venite ragazzi, è ora di provare.» disse spazientito Cheryl.
«Ok!» sorrisero i ragazzi, lieti che qualcuno li sottraesse dalle grinfie del donnone.
«Abbiamo scelto una nuova canzone per voi: la presenterete in coppia come apertura del festival della settimana prossima; dovrete impararla in fretta.» spiegò il moro, facendo loro strada nella camera insonorizzata.
«Qual'è il titolo?» chiese Lala.
«Magnet!» rispose l'uomo.
A quelle parole, l'inglesino avvampò, non riuscendo a capire perché pensasse a Tyki.
«Sembra carino!» disse la bionda, ricevendo lo spartito con il testo della canzone «Vedrai, ci daremo da fare e faremo in figurone!» disse, rivolta all'albino.
«Sì...» sorrise forzato Allen, iniziando a leggere il testo.
Mentre gli occhi scorrevano fra parole, all'inglesino venne un dubbio:
"Ma chi ha scritto questa canzone?" si chiese. Sembrava fatta appositamente per lui.
Volle esternare il suo dubbio e lo chiese direttamente a Cheryl.
«Chi è l'autore di questa canzone?» domandò confuso.
«L'ha composta proprio ieri il terzo classificato.» rispose l'uomo, dandogli una pazza sulla schiena «Ha insistito tanto...»
«Tyki?» chiese sbalordito il ragazzo, arrossendo.
Quando l'aveva scritta? Che fosse rimasto sveglio tutta la notte?
«Esatto.» asserì l'uomo, spingendo i due ragazzi nella sala prove «Buone prove!» li salutò, mentre Allen era ancora fortemente sorpreso.


*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*+*


La settimana passò in fretta e le riviste scandalistiche non facevano che tormentare l'albino.
"A chi darà il suo cuore il giovane Allen?" o "Prende in giro la dolce Lala?"
Tutti articoli e foto delle prove dei due nuovi cantanti, che sembravano piuttosto affiatati, o quella di un bacio sulla guancia dato ad un Tyki in mutande; probabilmente il fotografo si era appostato nell'ascensore rotto, fermo al quattordicesimo piano la sera della cena.
«Sono venuto particolarmente figo in questa foto!» esclamò Tyki mentre, seduto ad un tavolino di un bar con Allen, nascosti con cappelli ed occhiali scuri, bevevano un tè.
«Moron...» borbottò il ragazzo, bevendo l'infuso «Mi stanno rendendo la vita impossibile!» si lamentò.
«E' il pegno da pagare per il successo.» lo prese in giro, mangiando un biscotto «Però sono contento che, nonostante tutto questo scandalo, usciamo insieme!»
«Te l'avevo promesso, no?» borbottò, con le guance rosse. Era ormai una settimana che i due frequentavano, ma Allen non aveva avuto ancora il coraggio di chiedergli una cosa.
«Sì!» disse il moro che me il giornale sul tavolo, coprendo la mano libera di Allen, e ci infilò il braccio sotto, potendo così intrecciare le dita con quelle dell'inglesino senza essere visto «E ne sono veramente felice, Shounen.»
«La canzone "Magnet"... per chi l'hai scritta?» pigolò l'albino, spostando il viso di lato e stringendogli la mano a sua volta.
«Se te lo dico, mi darai il bacio che tanto anelo?» chiese, bagnando un biscotto nel tè, con fare sensuale.
«Dipende dalla risposta...»
«Per un ragazzino dai capelli bianchi che mi ricopre di insulti da quando ci siamo conosciuti.» sorrise.
«Oh, e questo ragazzino deve essere proprio sfrontato se si comporta così con te...» ridacchiò, abbassando appena gli occhiali per mostrargli le proprie pozze argentate.
«Già, è un bel furfante, ma forse mi piace proprio perché lo è.» sorrise «Ora esigo il mio premio.»
«Va bene...» sorrise timido l’albino, alzando il menù in modo che li schermasse, per avvicinare le loro labbra.
Il momento era magico, ormai mancavano pochi millimetri, ma...
# Driiiiin! Driiiin! #
Il cellulare di Tyki squillò, interrompendo per l'ennesima volta un loro tentativo di baciarsi. Il moro afferrò l'apparecchio con poco garbo: era Cheryl.
«Che vuoi?» chiese duro.
«Tyki! Allen è lì con te?» chiese rapidamente «Non riesco a contattare il suo manager!»
«Perché lo stai cercando?» chiese inviperito il portoghese.
«E' successa una catastrofe! Lala ha perso la voce!» Cheryl era disperato.
«Ma lo spettacolo è stasera!» disse ad alta voce il fratello minore, attirando parecchi occhi su di sé.
«Che succede?» chiese l'albino, preoccupato.
Tyki gli passò il cellulare e Cheryl cominciò a spiegargli velocemente il tutto. Capì solo quattro parole: "Lala, placche, febbre, solista".
«Non posso cantare da solo, insomma... E' un duetto, non avrebbe senso.»
«Allora saremo costretti a sospendere lo spettacolo.» lo informò.
«Non si può sostituire?» domandò.
Non poteva perdere l'occasione: il prossimo concerto sarebbe stato troppo lontano. Aveva lavorato tanto per poter rinunciare così facilmente.
«Impossibile. Nessuno può riuscire ad imparare una canzone tanto difficile in poche ore... Inoltre deve anche essere una voce che vada bene con la tua.» spiegò.
Allen pensò velocemente, senza trovare una soluzione; quella però l'aveva davanti agli occhi.
«Tyki... il testo l'ha scritto lui!»
«Non l'avevi capito prima?» chiese stupito l’interlocutore telefonico.
«No... cioè, sì! Lui conosce bene il testo, può cantare lui! E’ anche il terzo classificato...» cercò di convincerlo.
«No.» disse irremovibile «Non abbiamo nemmeno il tempo per provare. Sarai solista stasera: avvisa il tuo manager e digli di richiamarmi.»
«Perché no?» chiese il ragazzo, combattuto.
«In realtà Tyki non può sostituire nessuno. Glielo avevamo detto per farlo stare buono.» sussurrò «E, Allen, i fan stasera vogliono te, non te ed un vecchio Idol.»
«Non è vecchio e poi, con tutti gli articoli usciti su di noi, faremo furore!»
# Tu tu tu tu tu... #
Cheryl aveva chiuso la comunicazione e, con essa, il discorso.
«Aargh!» si arrabbiò, consegnando il telefono al moro, che lo ripose nella tasca dei pantaloni «Vuole farmi cantare da solo... Non credo di farcela...» perse fiducia Allen.
«Sì, avevo sentito.» rispose il moro, accarezzando la guancia sgarrata dell'albino «Ce la farai.»
«Accidenti...» imprecò l’inglesino, mordendosi il labbro inferiore.
«Ehy, Shounen...» lo richiamò «Tu sei nato per cantare. Farai un figurone anche da solo.»
«Ma la tua canzone... L'avevi scritta per due. Così perderà qualcosa...» si rammaricò.
«No, io non l'avevo scritta per due, ma per te, Shounen» sussurrò «Va bene così.»
A quelle parole, non seppe replicare e si limitò a chiamare Cross per metterlo al corrente dei nuovi fatti.
«Sarà meglio raggiungere lo stadio. Il concerto inizia tra due ore...» fece mogio Allen al portoghese.
«Comincia ad andare, io pago il conto e vado a casa a sistemarmi.» sussurrò, baciandogli la testa.
«Va bene...» sorrise in imbarazzo il ragazzo, uscendo dal bar.
Dopo aver pagato il conto, anche il moro uscì dal locale e si diresse alla propria macchina. Doveva affrettasi a fare tutto! Non poteva certo mancare al debutto di Allen!

«Ma siamo sicuri che sia questo l'abito di scena?» chiese scandalizzato Allen, una volta in camerino con Cross, entrambi davanti allo specchio che guardavano l'immagine riflessa del ragazzo vestita di tutto punto.
«Certo! E' fatto apposta così in modo da lasciarti un po' di pelle scoperta!» ghignò il manager, mettendogli bene le cuffie con le ali di farfalla.  
«Ma si vede tutto il braccio...» borbottò a disagio.
«Sembra scenico.» gli fece notare, tirandogli appena un lembo del lungo vestito bianco, sistemandoglielo.
«Mi vergogno lo stesso!» s'intestardì, guardandosi allo specchio in imbarazzo. Tutto quel bianco lo faceva sembrare ancora più etereo.
«Piacerai tanto a tuo Tyki...» sussurrò maligno.
Allen arrossì, iniziando a tirare dietro a Cross qualunque cosa gli capitasse sotto mano.
«Stupido Scemastro!» doveva pur sfogare l'ansia in qualche modo!
L'uomo si schermò la faccia e si lasciò colpire, sbuffando. Ormai conosceva il suo protetto!
«Pensa che Tyki sarà in prima fila con uno striscione solo per te!»
«Con uno striscione?» chiese sbalordito "Per me?" pensò rosso.
«Certo! Si vede che si è preso una brutta cotta per te! Il suo manager mi ha detto che da una settimana non sta più frequentando nessuno se non te.» disse, tornando ad aggiustare il vestito ad Allen «Magari lo striscione conterrà una dichiarazione...»
«Che va dicendo...» borbottò, diventando rosso. Per colpa delle parole di Cross, il cuore gli batteva a mille e sentiva uno strano calore invadergli il corpo.
«La verità.» ghignò, spingendolo fuori dal camerino.
«Maestro... mi faccia gli auguri...» sorrise teso l'albino, dirigendosi al palco.
«Auguri... Discemolo.» sorrise nostalgico l'uomo, portandosi alle labbra una sigaretta. Gli sembrava ieri che Allen, ancora bambino, gli sorrideva dolcemente, chiedendogli di giocare con lui.
Ed ora invece stava per andare da solo sul palco per a sua prima esibizione di rilievo «Hai bisogno di andare in bagno?» gli chiese.
«Non sono più un bambino, non deve ricordarmi certe cose. Certo che ci sono andato!»
«Bene... Quindi ora vai sul palco e fatti valere! Così pagherò i miei debiti!» bisbigliò, dandogli una forte pacca in mezzo alla schiena.
Allen sembrò borbottare qualcosa tra sé e sé con fare maligno, mentre la voce del presentatore lo annunciava.
«Ed ora, signore e signori, ecco a voi la stella dello spettacolo: Allen Walker con la canzone Magnet!!!» urlò l'uomo, venendo poi investito da una pioggia di applausi.
Le luci si spensero mentre un solo riflettore illuminò l’esile figura del ragazzo. Più di un sospiro sorpreso e dei gridolini eccitati investirono le orecchie di Allen.
Lo stadio era davvero pieno.
La base della canzone partì ed il ragazzo cominciò a cantare, sentendo ancora l’emozione nel petto fargli uscire la voce più accattivante e potente. Il credere Tyki in prima fila lo incoraggiava ed emozionava.
«# Una tenue fiamma brucia al bordo del mio cuore senza preavviso si diffonde in una passione ardente #»
Per fortuna l’occhio di bue che illuminava l’albino non gli permetteva di vedere bene il pubblico, altrimenti la voce gli si sarebbe spenta in gola nel non vedere il portoghese.
«# La mia farfalla, vi svolazza intorno caoticamente cadendo a scaglie nelle tue mani #»
Ad un certo punto, alla voce di Allen se ne aggiunse un’altra, calda ed avvolgente.
«# Sono avvolto attorno al tuo dito, #»
Il ragazzo si voltò sorpreso e vide un secondo fascio di luce illuminare il nuovo arrivato ed il suo cuore perse un battito quando le pozze argentate si riflessero in quelle dorate del bel cantante: era Tyki.
Vestito con una camicia e jeans neri, sempre così in contrapposizione con Allen, si avvicinò a passo sicuro al centro del palco, aggiustandosi anch’egli le cuffie con le ali da lepidottero. La vicinanza tra i due, fece reagire le ali sulle cuffie che si illuminarono: di rosso quelle del portoghese e di viola quelle dell’albino. Ad Allen mancò la voce per l’emozione ed allora fu Tyki a continuare da solo la canzone.  
«# dalle labbra alla lingua #»
Ma l’inglesino si riperse subito dallo shock iniziale e continuò a duettare insieme al moro.
«# Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica che non pensi che questo sia un errore, voglio che mi baci, voglio che tu lo rifaccia, voglio annegare in questo momento di seduzione #»
Il portoghese fece l’occhiolino all’altro, accarezzandogli lievemente una guancia, facendo così gongolare madame Melerik, appostata in prima fila; avrebbe scritto un libro sui due, non un articolo! A quel gesto, l’inglesino lasciò cantare solo Tyki che, mentre intonava la sua strofa, posò un piccolo peluche dorato sui capelli argentei dell’altro.
«# Ogni momento, è più difficile trattenermi. Se questo è amore, voglio portarlo sulla mia manica. La "strana sensazione" si trasforma in una nostalgia insopportabile. Io ti ho seguito fino alla fine di sempre #»
Allen, un po’ sorpreso, lo tastò ed avvertì la forma del regalo del moro, arrossendo; sembrava una piccola pallina alata dalla lunga coda riccioluta.
Quando fu di nuovo il momento di cantare insieme, Tyki prese la mano guantata del ragazzo e la strine, avvicinandolo a sé, tanto da dar incrociare i microfoni delle loro cuffie.
«# Se il mio cuore andasse per la strada sbagliata sarò alleviato facilmente, come se non avessimo il tempo di sentirci teneri l'un l'altro. Quel sogno non è mai arrivato di nuovo, non vi è alcuna possibilità nella nostra realtà. Se ci tocchiamo, so che non potremo mai tornare indietro e che è bene ... Sei tutto il mio mondo #»
I loro volti erano così vicini che l’albino riuscì a percepire la carezza del fiato caldo di Tyki sul proprio viso, mentre i loro sguardi sembravano fusi insieme a creare una miscela di metalli preziosi.
Il pubblico era estasiato dalla visione che offrivano i due Idols, le urla festanti erano talmente alte da raggiungere le orecchie del povero Cheryl, che cercava disperatamente di slegarsi dalle corde con le quali il fratello lo aveva legato ed imbavagliato nello sgabuzzino delle scope; da quel che sentiva però doveva ammettere di aver fatto un errore di giudizio: visto il malore di Lala, avrebbe dovuto lasciare che Tyki prendesse il posto della ragazza per questa esibizione fin dall’inizio.
Quando toccò nuovamente ad Allen cantare da solista, Tyki ne approfittò per baciarlo sulla guancia dall'altra parte rispetto al pubblico.
Il ragazzo gli strinse la mano mentre continuava il suo assolo.
«# L'ansia arriva con l'alba di trovarmi ancora a piangere. Quando tu sussurrasti "Va tutto bene", sentii le lacrime nella tua voce, anche tu? #»
Si poteva sentire altro oltre la passione per la musica tra i due, in ogni parola trapelava il forte sentimento che provavano l'un l'altro.
«# Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica che non pensi che questo sia un errore, voglio che mi baci, voglio che tu lo rifaccia, voglio annegare in questo momento di seduzione. Io sono attratto da te come un magnete, anche se me ne sono andato, ci ritroveremo. Ti ho toccato, non potrò mai tornare indietro e questo è bene. Sei tutto il mio mondo. #»
La canzone poi giunse al termine con un'ovazione strepitosa che però i due innamorati non sentirono, persi com'erano nei loro sguardi.
«Shounen...» sussurrò il portoghese, stringendo il ragazzo con un braccio, mentre l'altra mano teneva stretta quella di Allen.
Gli occhi del ragazzo si chiusero al pari del sipario, mentre avvicinava il viso a quello del portoghese.
Nell'ombra del palco, illuminato solo dalle ali delle cuffie dei due, le labbra del moro sfiorarono quelle del ragazzo, mentre anche le pozze dorate si chiudevano, per poter assaporare meglio quel momento tanto agognato.
Il primo momento di incertezza di Allen fu sostituito da uno più energico, che lo vide abbracciare di slancio il moro ed intensificare il bacio.
«Vuoi venire nel mio camerino?» propose con il respiro affannato. Si rese conto solo in quel momento di quanto avesse desiderato il portoghese.
«E me lo chiedi?» domandò, rubandogli un altro, profondo, bacio.
Allen indugiò un paio di volte sulle sue labbra, prima di prenderlo per mano e tirarlo con sé nel camerino. Una volta dentro, il bacio riprese più focoso ed irruento di prima.
«Allora...» sussurrò il portoghese, mentre apriva velocemente l'abito di Allen, accarezzandogli il petto «Che vuoi fare, Shounen?» chiese tra i baci.
«Vogliamo rifare il gioco dell'altra volta?» ridacchiò, tirando fuori la panna spray dal frigobar.
«Banana o cioccolato?» chiese, mordicchiandogli il collo, sensuale come una pantera.
«Che ne dici di panna con altro panna?» sorrise, spruzzandosi un ricciolo di crema sulla nivea pelle.
«Proposta...» inizio, mettendosi lui stesso della panna addosso, per poi spalmarsi su Allen «... accettata!»
Allen se lo tirò sul divanetto del camerino, per poi sentire la lingua calda di Tyki sul proprio corpo.
«Uhmm... Allen...» fece le fusa il portoghese, assaporando quel dolce gusto, particolarmente speziato sulle zone erogene del ragazzo.
«Tyki..» miagolò l'albino, aggrappandosi ai capelli del moro.
La bocca del portoghese, impegnata in altro, non rispose all'inglesino. L'unica sua risposta fu quella di potargli una mano al volto, accarezzandoglielo.
«Dove hai imparato a fare queste cose con la lingua?» chiese ansimante il ragazzo.
"E non hai ancora visto nulla..." pensò il moro, senza staccarsi da lui.
«Ahw...» gemette leggero quando Tyki gli succhiò un capezzolo «Però stai mangiando solo tu...» lo stuzzicò.
«Vuoi?» offrì sollevando il volto ed invitando l’inglesino a mangiare la panna che aveva attorno alla bocca e sulla punta della lingua.
L’albino gli pulì il contorno delle labbra con precisione, per poi succhiargli piano la lingua.
«Buono…» soffiò.
«Allen…» gli sussurrò, prendendogli la mano rossa, ormai senza guanto, e mettendola tra le proprie gambe «Ti voglio…» soffiò.
L’albino ne avvertì il rigonfiamento ed arrossì.
« Mi vuoi?» ripeté, sentendosi a sua volta eccitato.
«Come non ho mai voluto nessuno…» sussurrò. Portando le mani al bacino di Allen ed infilando due dita per parte oltre l’elastico dei boxer, abbassandoglieli lento.
«Mi piaci…» sussurrò il ragazzo, che ormai si preparava al grande passo.
Tyki si spogliò del tutto, mostrando la propria gloria ai casti occhi del ragazzo.
«Anche tu mi piaci, Allen…» rispose, sdraiandosi sul suo corpo.
Proprio mentre Tyki solleva le gambe del cantante, per baciargli le cosce e sistemarsi meglio tra di esse, qualcuno bussò alla porta.
«Chi è?» balbettò l’albino, sentendo il sangue ghiacciarsi nelle vene.
«Discemolo! Sei nudo o posso entrare? E’ urgente!» era la voce di Cross.
«A-- Aspetti!» disse il ragazzo, nel panico, cominciando a vestirsi velocemente.
Ma Tyki non era del suo stesso avviso: andò direttamente alla porta, che spalancò senza un minimo di pudore.
«Siamo impegnati.» ghignò, accendendosi una sigaretta apparsa dal nulla.
Cross inarcò un sopracciglio mentre toglieva la sigaretta dalla bocca del moro e la buttava a terra.
«Il pubblico vi richiede a gran voce... Vuole il bis!» disse divertito, osservando il corpo di Allen marchiato dalla bocca del portoghese «Allen...» lo chiamò poi, facendogli cenno di avvicinarsi.
Ingoiando a vuoto, l'albino si avvicinò, cercando di sistemarsi invano il vestito: alcuni succhiotti si vedevano bene...
Il rosso gli prese il mento tra le dita e gli leccò l'angolo della bocca sporco di panna. Se Tyki non fosse riuscito a conquistarlo, se lo sarebbe preso lui stesso.
«Sei tutto sporco, Discemolo. Datti una ripulita e vai a cantare... Il tuo pubblico ti aspetta.» sorrise triste, accarezzandogli il viso.
A quella scena, Tyki non si contenne più ed afferrò Cross per i capelli, straccandolo da Allen.
«Cosa credi di fare?!» ruggì «Lui è il mio ragazzo!»
Marian ghignò a quel dire, vedendo il suo pupillo arrossire sia per il suo gesto che per le parole del moro che scansò con molta tranquillità.
«Non sai riconoscere un addio testa vuota?» fece dandolo loro le spalle per uscire «Sbrigatevi...»  concluse, chiudendo la porta.
«Grrr...» ringhiò Tyki come un mastino infernale. Allen poté giurare di vedere dei fulmini uscirgli dal naso e dalle orecchie.
«Tyki, calmati! Dobbiamo andare...» disse frettoloso il ragazzo «Riprendiamo dopo...» sussurrò, baciandolo con dolcezza e riuscendo così a placare l’ira del portoghese con quel tenero contatto. Allen era forse un po' preoccupato per il suo manager, non lo aveva mai visto così triste. Ora però doveva cantare!
«Ok...» disse il moro, abbassando gli occhi al suo grosso problema.
Allen si specchiò un attimo per darsi un contegno e vide i cerchietti rossastri visibili oltre il vestito. Provò a coprirli con del trucco, ma niente da fare. Mentre Tyki si rivestiva, invece, brontolava come una caffettiera, cercando di spicciarsi.
«Odio i nostri fan!»
«Non dire così... Si tratta solo di aspettare un po'...» disse l'inglesino, optando per una sciarpa bianca che coprisse i segni.
«Mi fanno male...» guaì, cercando di far pena al ragazzo.
«Cosa?» chiese confuso l'albino.
Facendo un'espressione da cucciolo abbandonato, si indicò la patta dei pantaloni.
«Non possiamo farli attendere ancora cinque minuti... Shounen?»
«Non muori mica per qualche minuto...» borbottò, aprendo la porta del camerino, tutto rosso «Andiamo!» gli ordinò autoritario.
"Si preannuncia un rapporto difficile.." pianse il moro, strisciando verso la porta.
«Vorrà dire che dopo assaggerò la banana con la panna...» borbottò il ragazzo, arrossendo, per consolare Tyki.
«Uhn...» mugolò l'uomo, abbracciando da dietro l'albino, per la vita, posando il mento sulla sua spalla «Allora va bene.» sorrise per l'allettante offerta «Me lo dai un bacio, Shounen?»
«Sei incorreggibile...» si lagnò il ragazzo, guardando l'ora e sistemandosi le cuffie in testa «Siamo in ritardo!» sbuffò, camminando verso il palco e trascinandosi appresso Tyki ancora abbracciato a lui.
«SHOUNEN!» urlò forte l'uomo, tirato a forza sul palco.
L'albino lo spinse via, fulminandolo con lo sguardo. Sembrava quasi lo avvertisse di comportarsi bene se voleva tornare con lui in camerino, dopo.
«Fai il bravo...» gli raccomandò dietro il sipario.
«Non posso promettertelo... Sono attratto da te come una calamita. E' difficile resistere al tuo magnetismo.» ridacchiò il moro.
«Moron...» sbuffò con un sorrisino l'altro, mentre le pesanti tende si spostavano, mostrando ai fans i loro Idols.

[ ...owari ]
Gala & XShade-Shinra  



-Note:
- La giornalista è un nostro OC: si chiama “Madame Melerik”, scontato, vero? XD 
- Il vestito utilizzato da Allen per il concerto è confezionato con lo stesso stile della nuova uniforme dei Noah.
- Tyki regala ad Allen proprio un pelouche perché, solitamente, dopo (o anche durante) un’esibizione canora o sportiva, i fans lanciano dei regali per i loro idoli; la maggior parte delle volte sono pelouches, ma si arriva anche a biancheria intima, mazzi di fiori e lettere d’amore.



-Note Muscali: Qui di seguito, i testi delle canzoni con relativa traduzione in italiano.

Tsunaida Te ni Kiss wo [Sanae Kobayashi]
Link YouTube
Versione Originale Giapponese
# Soshite bouya wa nemuri ni tsuita
ikizuku hai no naka no honoo, hitotsu,
futatsu to ukabu fukurami itoshii yokogao
daichi ni taruru ikusen no yume, yume

Gin no hitomi no yuragu yoru ni
umare ochita kagayaku omae,
ikuoku no toshitsuki ga
ikutsu inori wo tsuchi e kaesshitemo

Watashi wa inori tsuzukeru
douka konoko ni ai wo
tsunaida te ni kisu wo

Soshite bouya wa nemuri ni tsuita
ikizuku hai no naka no honoo, hitotsu,
futatsu to ukabu fukurami itoshii yokogao
daichi ni taruru ikusen no yume, yume

Gin no hitomi no yuragu yoru ni
umare ochita kagayaku omae,
ikuoku no toshitsuki ga
ikutsu inori wo tsuchi e kaesshitemo

Watashi wa inori tsuzukeru
douka konoko ni ai wo
tsunaida te ni kisu wo

Watashi wa inori tsuzukeru
douka konoko ni ai wo
tsunaida te ni kisu wo #

 
Testo Italiano [tratto dal manga]
[Bacia la mano che stringe la tua]
# Poi il ragazzino si è addormentato
Le fiamme che respirano pesanti tra la cenere scoppiettano due o tre volte
Illuminando il suo adorabile profilo
Migliaia di sogni si abbattono al suolo
Tu che risplendi, nato dalla notte
Riflessa negli occhi d'argento
Nonostante i milioni di anni che passano riportino alla polvere ogni preghiera
Io continuo a pregare
Ti scongiuro ama questo piccolo
Bacia la mano che stringe la tua #


 
The Tiki Tiki Room
Link YouTube [Enchanted Tiki Room]
Link YouTube [Hilary Duff]
Versione Originale Inglese
# All the birds sing words and the flowers croon in the Tiki, Tiki, Tiki, Tiki, Tiki Room.
Welcome to our tropical hideaway you lucky people you.
If we weren't in the show starting right away
We'd be in the audience too.


In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
All the birds sing words and the flowers croon
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room

The bird of paradise is an elegant bird.
It likes to be seen and it loves to be heard.
Most little birdies will fly away
but the Tiki Room birds are here every day.

In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
All the birds sing words and the flowers croon
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room

Da da da da
We're singin' in the tiki room
Da da da da da da
Crooning in the tiki room

Our show is delightful
We hope you'll agree.
We hope that it fills you with pleasure and glee.
Because if we don't make you feel like that,
We're gonna wind up on a lady's hat.

In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room All
the birds sing words and the flowers croon
In the Tiki Tiki Tiki Tiki Tiki Room #


Traduzione
[La Stanza Tiki Tiki]
# Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Benvenuti nel nostro nascondiglio tropicale
Tu sei una persona fortunata, tu
Se non eravamo nello show partivamo sulla strada giusta
Desideriamo essere anche nel pubblico

Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki

L’uccello paradiso è un uccello elegante
Egli ama essere visto e ama essere sentito
Molti piccoli uccelli vorrebbero volare
Ma nella stanza tiki gli uccelli stanno qui tutti i giorni

Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki

Da da da da
Stiamo cantando nella stanza tiki
Da da da da da da
Canticchiamo nella stanza tiki

Lo show è delizioso
Speriamo di essere d’accordo
Speriamo che quelle siano piene di piaceri e di allegria
Perché se noi non vi facciamo sentire come quelle
Noi ci innervosiremo con le ragazze del cappello

Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki
Tutti gli uccelli cantano parole ed i fiori canticchiano
Nella stanza tiki tiki tiki tiki tiki #  


Lala no Komoriuta  
Link YouTube
Versione Originale Latina
# Lacrimosa dies illa
Qua resurget ex favilla
Judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus,
Pie Jesu Domine #

Traduzione
[La Ninnananna di Lala]
# Quella è stata una triste giornata
Che è risorta dalla parola
Giudicando l’uomo colpevole.
Quindi questo ci appare, Dio,
Pio Gesù Signore. #
 


Road’s Song
Link YouTube
Versione Originale Giapponese
# Sennen ko ha sagashiteru
Daijina HEART sagashiteru
Anata ha atari, tashikameyo #

Traduzione
# Il Conte del Millennio sta cercando
Sta cercando un prezioso cuore
Vediamo se lo sei tu #
 

Magnet
Link YouTube
Versione Originale Giapponese
# Kahosoi hi ga kokoro no haji ni tomoru
Itsu no manika moe hirogaru netsujou
Watashi no chou fukisoku ni tobi mawari
Anata no te ni rinpun wo tsuketa

Karami au yubi hodoite kuchibiru kara shita he to
Yurusarenai koto naraba naosara moe agaru no

Dakiyosete hoshii tashikamete hoshii
Machigai nado nain da to omowasete
KISU wo shite nurikaete hoshii
Miwaku no toki ni yoishire oborete itai no

Sokubaku shite motto hitsuyou toshite
Itoshii nara shuuchaku wo misetsukete
[Okashii] no ga tamaranaku suki ni naru
Ikeru TOKO made ikeba ii yo

Mayoi konda kokoro nara kantan ni tokete yuku
Yasashisa nante kanjiru hima nado nai kurai ni

Kurikaeshita no ha ano yume ja nakute
Magire mo nai genjitsu no watashi tachi
Furete kara modorenai to shiru
Sore de ii no... dare yori mo taisetsu na anata

Yoake ga kuru to fuan de naite shimau watashi ni
[Daijoubu] to sasayaita anata mo naite ita no?

Dakiyosete hoshii tashikamete hoshii
Machigai nado nain da to omowasete
KISU wo shite nurikaete hoshii
Miwaku no toki ni yoishire oboretai

Hikiyosete MAGNET no you ni
Tatoe itsuka hanarete mo meguri au
Fureteite modorenakute ii
Sore de ii no dare yori mo taisetsu na anata #

 
Traduzione [Inglese - Italiano]
[Magnete]
# Una tenue fiamma brucia al bordo del mio cuore
Senza preavviso, si diffonde in una passione ardente
La mia farfalla, vi svolazza intorno caoticamente
cadendo a scaglie nelle tue mani

Sono avvolto attorno al tuo dito, dalle labbra alla lingua
Anche se si tratta di un qualcosa che non può essere consentito, le fiamme saltano ancora più in alto

Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica
Che non pensi che questo sia un errore
Voglio che mi baci, io voglio che tu lo rifaccia
Voglio annegare in questo momento di seduzione  

Ogni momento, è più difficile trattenermi
Se questo è amore, voglio portarlo sulla mia manica
La "strana sensazione" si trasforma in una nostalgia insopportabile
Io ti ho seguito fino alla fine di sempre

Se il mio cuore andasse per la strada sbagliata sarò alleviato facilmente
come se non avessimo il tempo di sentirci teneri l'un l'altro

Quel sogno non è mai arrivato di nuovo  
Non vi è alcuna possibilità nella nostra realtà
Se ci tocchiamo, so che non potremo mai tornare indietro e che è bene ...
Sei tutto il mio mondo

L'ansia arriva con l'alba di trovarmi ancora a piangere
Quando tu sussurrasti "Va tutto bene", sentii le lacrime nella tua voce, anche tu?

Vorrei abbracciarti, voglio che tu mi dica
Che non pensi che questo sia un errore
Voglio che mi baci, voglio che tu lo rifaccia
Voglio annegare in questo momento di seduzione

Io sono attratto da te come un magnete
Anche se me ne sono andato, ci ritroveremo
Ti ho toccato, non potrò mai tornare indietro e questo è bene.
Sei tutto il mio mondo. #



Risposte alle Recensioni:

x azrael: *prendono al volo* SALVE! *^*
Tranquilla! Le nostre FF arriveranno SEMPRE all'ultimo capitolo! ^^
Sappi che ti stimiamo per l'espressione "crediti fanculo" xD pensiamo che Allen sia arrivato a prenderne talmente tanti da avere il borsone in omaggio! XD Comunque ti diamo ragionissima: Tyki e Allen sono degli idioti!XD Ma è proprio per questo che li amiamo! *^* *coffcoff* Sì, qui Cross è la fata madrina, ma... shhh! Abbassa la voce! °°
Un bacione (e siamo felici che la mail ti abbia fatto piacere <3) ^^

x LadyDrago88: *___* Siamo davvero felicissime che la storia ti piaccia! *^*

x lalla_vampire_chan: Ringraziamenti doppi, come al solito.
*.* Another Vocaloids fan! <3
Sai, XShade ha scritto anche una FF interamente su di loro, prima o poi quando ne avrà il tempo, ne farà altre!XD

x _Flowermoon_: *^* Un'altra fans dei vocaloid!!! *^*
Sì, Tyki ha cercato di essere un po' dolce, ma con Allen mezzo nudo è difficile trattenersi!XD E poi sfortunato com'è il nostro albino preferito, una volta concesso un bacio a Tyki sono stati interrotti!XD Madame Melerik è stata chiamata ed è arrivata, puntuale come la morte!XD

x junelrick: *_* Grazie!!

x Atzlith: xD Sì, parlare ad Allen mentre mangia è una cosa da Mission Impossible!XD Beh, Tyki non conosceva ancora Allen, e figurati se Cross lo aiutava!XD La storia del perché Allen non ha capito la battuta della banana con la panna deriva da una cosa capitataci su msn... xD Abbiamo il silenzio stampa e non ve la possiamo raccontare! v_v
La Melerik ringrazia!XD Appuntamento domani nella caffetteria della Piazza principale. ù_ù xD

x yaoilove: Grazie mille e non preoccuparti per il ritardo! XD

x TUTTE: speriamo che anche questo capitolo finale vi sia piaciuto! <3
Grazie a tutte quelle che ci hanno commentato e hanno messo la storia tra i preferiti e le storie seguite! ^^
Un grazie particolare va soprattutto a coloro che hanno tenuto Better than Beautiful tra i preferiti, nonostante la soglia di storie preferite fosse stata abbassata a 100 FF. Questo ci ha fatto capire quanto il nostro pubblico abbia apprezzato la nostra FanFiction, e di questo ne siamo liete ed orgogliose. Scrivere è sempre bellissimo, ma scrivere qualcosa che piace così tanto è un qualcosa di incredibile.
Grazie dal più profondo del cuore a voi che ci seguite.
Gala & XShade-Shinra
 


P.S. Eccovi un piccolo regalo! x3
Un Remake dell'ormai famosa scena "banana con panna":


Image (C) by LOVESEAT  

Alla prossima FanFiction! ^*^

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