20 Reasons for a boy to love a girl di Daphne_Descends (/viewuser.php?uid=23226)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Reason 1 ***
Capitolo 2: *** Reason 2 ***
Capitolo 3: *** Reason 3 ***
Capitolo 4: *** Reason 4 ***
Capitolo 5: *** Reason 5 ***
Capitolo 6: *** Reason 6 ***
Capitolo 7: *** Reason 7 ***
Capitolo 8: *** Reason 8 ***
Capitolo 9: *** Reason 9 ***
Capitolo 10: *** Reason 10 ***
Capitolo 11: *** Reason 11 ***
Capitolo 12: *** Reason 12 ***
Capitolo 13: *** Reason 13 ***
Capitolo 14: *** Reason 14 ***
Capitolo 15: *** Reason 15 ***
Capitolo 16: *** Reason 16 ***
Capitolo 17: *** Reason 17 ***
Capitolo 18: *** Reason 18 ***
Capitolo 19: *** Reason 19 ***
Capitolo 20: *** Reason 20 ***
Capitolo 1 *** Reason 1 ***
Partiamo
dal presupposto che non sono morta. Lo so che
saranno mesi che non aggiorno “Un salto nel
futuro”, ma preferisco non fare le
cose di corsa e rifilarvi un bel capitolo, cosa che probabilmente
accadrà verso
la metà di luglio, una volta finiti (finalmente gli esami).
Però ci tenevo a
pubblicare qualcosa di
completo, ecco
il perché di questa raccolta. E’ articolata in
venti one-shot con protagoniste
le quattro nuove coppie di “Un salto nel futuro”,
nella loro particolare epoca.
Probabilmente compariranno personaggi o avvenimenti che
non capirete, ma leggetelo nel complesso e se vi rimangono dei dubbi
potete
sempre chiedermi.
L’ispirazione è venuta tramite un’email.
Era una catena d’amore
e questa parte mi ha colpito un sacco, tanto da voler scrivere
qualcosa.
Probabilmente sarà arrivata anche a voi, chi lo sa!
Prima shot: James e Samantha.
Loro
profumeranno sempre, anche se è solo
shampoo.
La biblioteca era
sempre stata silenziosa, da che James potesse ricordare.
Era
anche vero che
la sua frequentazione di quel luogo nei sette anni di scuola passati
era stata
poco assidua.
Non
riusciva a
comprendere come si potesse rimanere chiusi lì dentro per un
intero pomeriggio.
Se non fosse stato costretto dagli esami imminenti sarebbe stato
sicuramente
fuori in giardino a godersi i primi raggi di sole estivo.
Invece
era
rinchiuso lì, tra quelle quattro mura, sommerso dai libri.
Sospirò, tornando a
rileggere, per quella che doveva essere la sesta volta, la prima riga
del capitolo
ventisei di “Pozioni Avanzate, volume settimo”.
Non capiva uno
schiopodo di quel dannato libro. Perché diceva di non
sbriciolare la radice di
verbena se tra gli ingredienti c’era scritto radice
di verbena in polvere?!
Si passò una mano
tra i capelli, esasperato.
Gli sarebbe
decisamente servito un aiuto.
«Ciao
James, che
sorpresa trovarti qui».
Alzò lo sguardo per
trovarsi davanti una ragazza bionda che, chissà come,
riusciva a resistere al
caldo di inizio giugno con la divisa di Serpeverde perfettamente
allacciata.
«Ehi Sam».
L’aiuto
che gli
serviva era giunto con un tempismo perfetto.
La
osservò prendere
posto davanti a lui e tirare fuori il libro di Trasfigurazione. Senza
rivolgergli parola iniziò a studiare.
James si
riconcentrò su quella dannata riga, anche se il suo sguardo
ogni tanto saettava
sulla ragazza seduta di fronte a lui.
Sam continuava
imperterrita a leggere, pur avvertendo i suoi occhi verdi soffermarsi
su di
lei.
«Cosa c’è James?»
chiese alla fine, incatenandolo con lo sguardo.
Lui, beccato in
pieno, si decise a confessare.
«Ecco, non vorrei
disturbarti, ma…ho bisogno di aiuto!»
piagnucolò con un’espressione da cucciolo
sperduto.
Presa alla
sprovvista, Samantha sbatté le palpebre «Aiuto?
Che aiuto?»
«E’ da più di
mezz’ora che leggo questa riga, ma non ci ho capito
niente!»
La ragazza sospirò,
scuotendo il capo «Se tu stessi attento mentre Piton
spiega…»
«Per favore!»
«Fa’ vedere» si
arrese lei, sporgendosi sul tavolo.
James le passò
velocemente il libro, ringraziandola felice e si sporse per indicarle
la frase.
«Ma è
semplicissimo!» esclamò lei e, prendendo la sua
espressione ebete come quella
di uno che non aveva capito, con una smorfia iniziò a
spiegargli.
Ma a James non
interessava. Non gli interessava neppure quella dannata riga che
l’aveva fatto
penare a lungo.
L’unica cosa che
gli importasse, in quel momento, era stare così per
più tempo possibile, con il
naso a pochi centimetri dai suoi capelli biondi e il profumo del suo
shampoo
che aleggiava nell’aria e gli penetrava nelle narici.
La
prossima non so quando arriverà, se vi piace la raccolta
magari la
posterò presto.
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Capitolo 2 *** Reason 2 ***
Nuovo capitolo! Oggi ho
avuto gli orali e finalmente posso dire di essere libera! In qualche
modo
dovevo pur festeggiare! ^.^
Reason
2: Steve e Karen
Il
modo in cui le loro teste trovano sempre lo spazio
giusto sulle nostre spalle.
Ormai si era
abituato
a quella presenza silenziosa e confortante.
Faceva
parte delle
sue certezze. Sapeva che ovunque andasse, se avesse voluto, avrebbe
potuto
averla a fianco. Bastava che glielo chiedesse.
Si
era abituato a
cercare posti in cui ci potessero stare in due. Si era abituato a
rimanere
all’ombra nelle ore più calde del pomeriggio e a
sdraiarsi sulla riva del lago
al tramonto. Si era abituato a essere accompagnato da una voce allegra
e
squillante, invece che dal solito silenzio. Si era abituato a sentire
un
penetrante profumo di orchidea avvolgerlo dolcemente. Si era abituato a
scorgere all’improvviso una macchia corvina tra
l’erba accanto a lui e vedere
due occhi più azzurri del cielo scrutarlo brillanti.
E
poi c’era la sua
risata che si spandeva nell’aria.
Ormai
non si
stupiva più di quei momenti, li aspettava con ansia e quando
arrivavano si
sentiva soddisfatto, felice, completo.
Si
aspettavano,
senza ammetterlo, al solito posto, e poi stavano semplicemente insieme.
Lei
parlava e
parlava, intervallando ai suoi discorsi risate e sospiri.
Lui
la ascoltava in
silenzio, con un sorriso sulle labbra.
Poi
lei lo
obbligava a sdraiarsi e guardare il cielo.
E
lui non poteva
fare a meno di accontentarla.
E
mentre si
beavano, ad occhi chiusi, dei raggi del sole, chissà come si
ritrovava la sua
testa corvina incastrata perfettamente sulla sua spalla.
Con
quella cascata
di capelli mori che gli solleticava la pelle. E una piccola mano
affusolata
posata delicatamente sul petto.
E
non si stupiva
più di sentire il suo respiro così vicino.
No,
non si stupiva
più di sentirsi inspiegabilmente felice, sentendo i loro
cuori battere
all’unisono.
Bene!
Ringrazio
tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo e in modo particolare Lady85
che l’ha messa nei preferiti!
Spero
che vi sia
piaciuto anche questo!
Al
prossimo!
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Capitolo 3 *** Reason 3 ***
Visto
come sono veloce? XD Stavolta non mi gingillo in
chiacchiere e vi lascio subito alla lettura.
Numero tre:
Sirius e Kimberly.
Come
sono carine quando dormono.
Solitamente le
regole sono fatte per essere rispettate, pena una punizione o, se va
bene,
qualche punto in meno.
Una che, infranta,
può portare ad entrambe le pene è quella del
coprifuoco.
Dopo le dieci tutti
gli studenti devono essere nelle loro sale comuni.
E’ una regola che
esiste da anni addietro e che, ovviamente, molto spesso qualcuno
infrange.
Ma gli studenti che
vagano di notte per i corridoi sanno bene come fare per non farsi
scoprire, e
ci riescono sempre.
«Azalea».
«Lo sai che ore
sono, Sirius?»
Il ragazzo roteò
gli occhi «Lo so che ore sono, grazie. Adesso mi fai
entrare?»
«Modera i termini,
ragazzino. Io sono qua da molto più tempo di te, tuo padre e
tuo nonno messi
insieme!» con una smorfia il ritratto si spostò,
facendo intravedere l’ingresso
alla Sala Comune di Grifondoro. Sirius entrò, borbottando
contrariato.
Lanciò un’occhiata
al pendolo, mentre si dirigeva verso i dormitori maschili. Era
mezzanotte e un
quarto.
Mentre si voltava
verso le scale, i suoi occhi si posarono su un divanetto vicino al
camino, in
cui la brace si stava spegnendo. Si avvicinò in silenzio e,
riconosciuta la
persona che stava dormendo raggomitolata su un fianco,
sospirò.
La luce del fuoco
morente le illuminava i lunghi capelli ricci, rendendoli ancora
più rossi. Sul
viso aveva dipinta un’espressione tranquilla che aveva visto
raramente rivolta
a lui. Una mano era posata accanto alla testa, l’altra sul
bordo del divano.
Per terra c’era un libro aperto, che sembrava esserle caduto.
Senza accorgersene
Sirius allungò la mano e le scostò alcune ciocche
di capelli dal viso.
La sua pelle era
fredda, e se la guardava con attenzione la poteva vedere tremare
leggermente.
Era sempre la
solita.
Sorrise, scuotendo
il capo, e raccolse la coperta di lana color panna, caduta per terra
vicino al
libro.
Con delicatezza,
per non svegliarla, la coprì.
Poi raccolse il
libro, mise il segno tra le pagine, lo chiuse e lo appoggiò
sul tavolino lì
vicino.
Stava per andarsene
quando sentì un mormorio.
«Sirius…» si voltò
di nuovo verso di lei, che stava ancora dormendo
«…sei in punizione».
Lui rise,
silenzioso, e, dopo averla guardata per l’ultima volta, si
diresse finalmente
verso il suo dormitorio.
Non rifletté molto
su quello che era successo. Era normale per lui comportarsi da fratello
maggiore con Kimberly.
L’unica cosa che
però gli rimase in mente fu il suo volto addormentato, con
la luce del camino
che si rifletteva sui suoi capelli ramati.
E
sorrise, pensando
che, no, quell’immagine non l’avrebbe mai
dimenticata.
Bene! Voglio
ringraziare tutti quelli che hanno letto, dinamir
che ha gentilmente
commentato (sono felice che ti abbia divertita quella frase! E che la
raccolta
ti interessi! ^.^), AmyCullen,
AundreaMalfoy
e virgi_lycanthrope
per averla aggiunta tra i preferiti.Al prossimo capitolo!
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Capitolo 4 *** Reason 4 ***
La
facilità con la quale si adattano tra le nostre braccia.
Il
cielo era
limpido. Il sole brillava, illuminando con i suoi raggi dorati
l’intero parco.
Gruppi di studenti si rilassavano sul prato.
Era tutto
perfetto.
Jasper sbadigliò,
appoggiandosi più comodamente al tronco
dell’albero sotto cui era seduto.
Come molti altri
aveva deciso di approfittare di quella strana calma di metà
maggio per
rilassarsi.
Chiuse gli occhi,
godendosi il lieve venticello che muoveva leggermente le fronde degli
alberi.
«Jasper!»
Si risvegliò,
sentendo una voce melodiosa chiamarlo da lontano: Lily stava correndo
verso di
lui agitando una pergamena nella mano destra.
Quando lo raggiunse
gli si accovacciò davanti e sorrise eccitata, porgendogli il
foglio.
«Leggi!»
Lui obbedì,
scettico, con gli occhi blu della ragazza piantati addosso.
Finito di leggere
le ridiede l’annuncio.
«Allora?» chiese
lei impaziente.
«Allora cosa?» le
domandò, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
«Secondo te è
vero?»
«E’ firmato dalla
McGrannitt e controfirmato da Silente. Secondo te?»
Lily sorrise,
intrufolandosi tra le sue gambe e appoggiando la schiena al suo petto,
poi
riaprì la pergamena e la rilesse con gli occhi che
brillavano emozionati.
Jasper appoggiò la
testa al tronco dell’albero e richiuse gli occhi, respirando
a pieni polmoni il
profumo di giglio che emanava la ragazza seduta davanti a lui.
La sentì mettere
via il foglio e voltarsi per appoggiare il capo sulla sua spalla.
«Allora?» iniziò a
bassa voce «Mi ci porti?»
Il ragazzo sospirò
e immerse il naso tra i suoi lunghi capelli corvini «Non lo
so, Lily» biascicò.
«Dai Jasper!» si
imbronciò lei «Mi avevi promesso che
finché non mi fossi trovata un ragazzo mi
avresti accompagnata tu a queste cose!»
Il biondo riaprì
gli occhi a disagio «Sì, ma…»
Non poteva di certo dirle che l’aveva fatto
perché almeno nessun altro ragazzo ci avrebbe provato.
«Per favore!»
sussurrò lei, accoccolandosi di più addosso.
Doveva aver
scoperto che se faceva così non sarebbe stato capace di
dirle di no.
«Va bene» si arrese
infatti, richiudendo gli occhi.
«Grazie» gli
sussurrò lei in risposta, nascondendo il volto, dipinto da
un sorriso felice,
nel suo petto.
Rimasero in
silenzio, a godere di quel clima primaverile, senza preoccupazioni ad
affollare
le loro menti.
Il cielo era
limpido. Il sole brillava, illuminando con i suoi raggi dorati
l’intero parco.
Gruppi di studenti si rilassavano sul prato.
Lily era seduta tra
le sue braccia, felice che lui la portasse al ballo di fine anno, al
posto di
un qualunque altro ragazzo.
Era
tutto incredibilmente perfetto.
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Capitolo 5 *** Reason 5 ***
Un avvertimento: qui
compaiono due personaggi
pressoché sconosciuti, se volete saperne di più
vi consiglio di andare a vedere
il capitolo sette di “Un salto nel futuro”.
Come
sono carine quando mangiano.
«E
invece ti dico
di sì!»
«Ma
mettiti gli occhiali!»
«Sei
tu quello che
dovrebbe metterseli, vero James?»
Il ragazzo chiamato
in causa si voltò verso i due gemelli con una smorfia di
disappunto sul volto
assonnato.
«Perché dovete
discutere di mattina presto? Continuate a pranzo!»
Quello più sveglio
lo ignorò e senza chiedere il suo parere lo rese partecipe
della questione.
«Secondo Mike non
c’è una ragazza carina nel raggio di cinquanta
metri e invece guarda quante ce
ne sono!»
«Non hanno niente
di carino, Jeremy! Si saranno svegliate un’ora fa e
pasticciate la faccia di
trucco! E dimmi, cosa mangiano?»
«Cosa c’entra
questo col trucco?!»
«C’entra, perché
non fanno colazione per non toglierselo! Perché hanno paura
di farsi vedere
senza, di far vedere la loro faccia addormentata!»
«Non è vero! Se non
fanno colazione è perché vogliono tenersi in
forma!»
«Perché hanno paura
di ingrassare!»
«Pensano a noi!
Vogliono piacerci, diglielo anche tu James!»
Ma il Grifondoro
non stava prestando attenzione, con lo sguardo perso verso un angolo
della Sala
Grande.
Jeremy gli sventolò
una mano davanti agli occhi «Ehi Jim, a cosa pensi?»
«Oh, ehm…io…alla
vostra domanda, no?»
I due lo guardarono
con la stessa espressione scettica.
James si sentì in
imbarazzo sotto il loro sguardo penetrante e cercò una via
di fuga «Sì,
insomma, se una ragazza vuole piacere deve avere più
sicurezza in se stessa, in
com’è realmente…così secondo
me piace di più».
«E’ quello che
dicevo io, visto?!» esclamò Mike, guardando
soddisfatto il fratello, che però
sembrava assorto tra i suoi pensieri.
Jeremy alzò la
testa e gli lanciò un’occhiata eloquente, poi si
voltò verso James, che aveva
ripreso a fissare lo stesso punto di prima, e ghignò.
«Quindi, James»
iniziò divertito «secondo te una ragazza senza
trucco che mangia può risultare,
come dire, attraente?»
Il moro, ormai
perso nella sua contemplazione, rispose senza pensare «Senza
alcun dubbio»
mormorò sospirando «Tremendamente, pericolosamente
ed inevitabilmente sexy»
Mike, capite al
volo le intenzioni del gemello, non esitò ad infierire
«E cosa dovrebbe fare,
esattamente, per essere…sexy?»
«Mangiare pane
tostato e marmellata di fragole mentre fa sciogliere lo zucchero nel
the»
rispose senza indugi, con un’espressione ebete dipinta in
volto.
I due, trattenendo
le risate, finalmente si voltarono, seguendo lo sguardo
dell’amico.
Dall’altra parte
della Sala, seduta al tavolo dei Serpeverde, un’assonnata
Samantha Malfoy posò
il cucchiaino accanto alla tazza di the e diede un altro morso alla
fetta di
pane tostato guarnita di marmellata di fragole.
E da qui si
ricomincia il giro! L’ordine sarà sempre questo,
più o meno.
Per caso
qualcuno di voi sa spiegarmi bene come inserire le immagini?
Perché io non l’ho
capito e non ci riesco proprio. Grazie!
fanny91: Sono
contenta che ti piaccia la raccolta! I
motivi sono davvero carini, me ne sono innamorata appena letti!
Grazie anche a
chi l’ha aggiunta tra le preferite e le seguite e chi
l’ha solo letta!
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Capitolo 6 *** Reason 6 ***
Il
modo in cui ci mettono ore a vestirsi, ma alla fine ne
fanno valere la pena.
Controllò,
per quella che doveva essere la
sesta volta, l’orologio.
Le
lancette segnavano le dieci e
quarantadue. Aveva appuntamento con Karen davanti al portone di
quercia, per
andare ad Hogsmeade, alle dieci in punto.
Aveva
visto James trascinare felice verso i
cancelli una Samantha leggermente irritata. Jeremy e Mike
l’avevano salutato
mentre Mark li rincorreva rosso come un peperone. Erano passate Kim,
Lily e
Diana. Sirius e Aaron. Persino i professori. Ma di Karen neanche
l’ombra.
Dove cavolo era finita?
Era il loro primo appuntamento e lei era
scomparsa.
Si ricordava ancora la fatica che aveva
fatto per invitarla.
Aveva dovuto esercitare un notevole
autocontrollo per non scappare via senza aver detto niente e fare,
quindi, la
figura dell’idiota.
Si era addirittura esercitato davanti allo
specchio, con James e gli altri che ridevano senza ritegno, almeno
finché non
aveva ragionato ad alta voce sulle loro
pene amorose, ottenendo così il
tanto agognato silenzio.
Si era anche subito l’espressione divertita
di Samantha quando le aveva chiesto un aiuto.
Aveva sopportato tutto questo perché ci
teneva davvero ad uscire con lei.
E alla fine lei aveva accettato.
Sembrava anche felice.
Però avrebbe dovuto avvertirlo se aveva
cambiato idea.
«Steve» sentì una voce squillante
chiamarlo
e, con un sospiro, si girò.
«Scusa per il ritardo, ci ho messo più del
dovuto a vestirmi. Volevo fare bella figura ed essere carina»
gli sorrise come
se nulla fosse, come se non gli avesse appena rivelato del tempo che
aveva
impiegato a prepararsi per uscire con lui.
Arrossì leggermente, mentre Karen con un
cenno lo invitava a seguirla verso la cittadina.
Era davvero bella.
Unica nella sua semplicità. Sincera come una
bambina.
Lei diceva sempre quello che pensava. Diceva
sempre la verità.
E adesso la osservava e capiva.
Poteva quasi intravedere la cura con la
quale si era preparata, con la quale aveva scelto cosa indossare.
Riusciva a vederla perfettamente.
E allora, forse, aspettare come un idiota
per quarantadue minuti ne era valsa veramente la pena.
Grazie a tutti quelli che
continuano a seguire questa raccolta! Alla prossima!
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Capitolo 7 *** Reason 7 ***
A Livia.
Anche se probabilmente
non lo saprà mai.
I
motivi li conosci.
Ti
dedico questa coppia,
perché,
anche se Sirius è
solo tuo,
loro
due sono perfetti
insieme.
E
lo sai anche tu.
Perché
sono sempre calde, anche se fuori ci sono meno
trenta gradi.
Aveva
nevicato per tre giorni. Tre,
ininterrotti, giorni.
Le
lezioni di Erbologia e di Cura delle
Creature Magiche erano state sospese per
“inagibilità aule”, così gli
studenti
dal terzo anno in su si erano trovati con diverse ore di buco.
«Dai Sirius, prova a prendermi!»
«Oh, ma sta’ zitto Aaron! Così sei un
bersaglio troppo facile!» Sirius lanciò una palla
di neve contro l’amico,
centrandolo in pieno volto e scoppiando a ridere, divertito.
«Siamo sei a uno, lo sai vero?» ghignò
il
moro.
Aaron lo squadrò gelido, togliendosi la neve
dal viso, poi si guardò attorno e all’improvviso i
suoi occhi azzurri
brillarono furbi. Si voltò di nuovo verso l’altro
e, ghignando, gli disse
«Visto che sono in svantaggio perché non mi dai
una mano?»
«In che senso?»
«Un’unica possibilità» gli
indicò un
gruppetto di ragazze poco più in là «Se
ne becchi una vinci tu, se non ne
becchi vinco io, ma decido io quale sarà il tuo
bersaglio».
Sirius ci pensò su, interessato «Ok»
decise
«Chi devo beccare?»
Aaron sorrise malefico. Era
proprio
quello che stava aspettando.
«Kimberly».
Sirius ghignò in risposta. Se
credeva di
fregarlo in quel modo si sbagliava di grosso.
Si accovacciò e preparò una grossa e
compatta palla di neve, sentendo il freddo penetrare nella pelle e le
mani, sprovviste
di guanti, diventare di ghiaccio. Era
sempre così d’inverno.
Lentamente, si avvicinò al gruppetto e prese
la mira su una ragazza dai lunghi e ricci capelli rossi, nascosti in
parte da
un cappello di lana.
La prese in pieno, riempiendole la faccia di
neve gelida.
«Ho vinto io, Aaron!» urlò per farsi
sentire
dal biondino, che si godeva la scena poco lontano.
«Sirius Potter!» Kimberly gli comparì
alle
spalle, pronta ad ucciderlo e togliere di mezzo quello scherzo della
natura. O
meglio, quello scherzo che la natura le aveva fatto.
Ma il ragazzo, veloce come un lampo, scappò
via, inseguito dal Prefetto di Grifondoro.
«Fermati subito!»
«Neanche morto!»
Sarebbe riuscito a farla franca facilmente,
se avesse prestato attenzione a dove metteva i piedi. Infatti
cascò per terra
come una pera cotta, facendosi raggiungere da Kim.
«Allora?!» esclamò trionfante. In
risposta
ricevette uno starnuto. Alzò gli occhi al cielo e si
accovacciò di fianco al
ragazzo, che nel frattempo si era messo a sedere.
«I tuoi guanti?» gli domandò.
«Al dormitorio».
Lei scosse la testa e lo fissò con aria di
rimprovero «Dammi le mani».
Anziché borbottare contrariato, come al
solito, Sirius si limitò ad obbedire con un altro starnuto.
«Certo che non cambi mai» lo rimproverò
la
rossa. Lui si limitò a chiudere gli occhi e bearsi di quel
calore che lo stava
poco a poco invadendo.
Era sempre stato così, fin da piccoli. Lui
si raffreddava subito nella neve e lei gli scaldava le mani con le sue
che
invece erano sempre calde. Proprio
come lei.
«Neanche tu» sussurrò in risposta, con
un
lieve sorriso sulle labbra.
Piccola
informazione di
servizio. Ho aperto un forum, il link è nella mia pagina
autore, sulle mie
storie e le ff in generale. Ci sono anche le immagini che avevo fatto
per
questa raccolta
Dateci
un’occhiata! ^.^
|
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Capitolo 8 *** Reason 8 ***
Il
modo in cui ti baciano e all’improvviso tutto va bene
nel mondo.
Si
dice che quando una giornata inizia male,
tutto andrà storto.
E’
solo una stupida superstizione a cui,
ovviamente, credono tutti. E questo porta anche i meno fatalisti a
cascarci. A
loro, però, non basta sapere che esiste una convinzione
simile, loro vogliono i
fatti.
Non era facile trovare, ad Hogwarts,
qualcuno di quest’ultimo gruppo.
Jasper Daniel Malfoy era uno di quei pochi.
Lui non credeva a quelle scemenze.
Era solo un caso se, fino a quel momento,
aveva trascorso la giornata più brutta della sua vita.
Si era solo lasciato condizionare
dall’oroscopo che gli aveva letto Miriam a colazione.
“La vostra
giornata non
sarà delle migliori. Un po’ di Felix Felicis
non sarebbe male. Ma non
preoccupatevi, dopo il brutto tempo torna sempre il sereno.”
A quel punto avrebbe preferito che fosse del
tutto vero. Perché fino a quel momento si era avverata solo
la prima parte
della previsione.
Era tutta colpa di quella fanatica della
Divinazione. Se non gli fosse corsa incontro, urlando di pericoli
inimmaginabili, non l’avrebbe neanche ascoltata.
Cosa gli interessava se
aveva la luna in Venere e il sole in Mercurio?
Sospirò, togliendosi il fazzoletto sporco
dal taglio che aveva sulla tempia destra.
Era soltanto andato a sbattere contro uno
spigolo. Non era colpa del suo oroscopo se Vitious aveva spalancato la
porta
dell’Aula Professori senza curarsi di chi potesse esserci
dietro.
Decise di andare in Infermeria, visto che la
ferita non accennava a smettere di sanguinare.
Fuori dai bagni maschili, però, si ritrovò
davanti Lily.
«Come stai, Jasper? Ho visto che ti sei
fatto male, prima in corridoio».
Non era colpa
dell’oroscopo.
«Non è niente di grave»
mormorò, avviandosi
da Madama Chips con la ragazza accanto.
«Ti fa male?» chiese preoccupata.
«Non più di tanto».
Proseguirono in silenzio, attraversando
corridoi e scendendo scalinate. Quando ormai erano quasi giunti nei
pressi
dell’Infermeria, Lily si bloccò.
«In realtà non ti ho aspettato per
questo».
«E per cosa, allora?»
Lei puntò gli occhi blu dritti nei suoi e
gli si avvicinò, pericolosamente
«Mi piaci, Jasper. Più di un amico» gli
sussurrò ad un soffio dalle sue labbra.
E quando, finalmente, eliminò i pochi
centimetri rimasti, il ragazzo capì una cosa.
Mai prendersi gioco degli
oroscopi.
Si separarono e Lily sorrise «Il mio oroscopo
aveva ragione, oggi».
Jasper ricambiò il sorriso, felice «Quanto
adoro gli oroscopi» mormorò, tornando a baciarla,
ormai incurante del taglio
che continuava a bruciargli.
Ringrazio
tanto
chi continua a leggere e Ino
chan per
aver commentato:
sono contenta che ti piaccia e spero continuerai a seguirla.
Probabilmente è
per via dei personaggi se non è molto seguita, ma non
importa! A me bastano
anche poche persone!
Al
prossimo capitolo!
|
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Capitolo 9 *** Reason 9 ***
Il
modo in cui stanno bene con qualsiasi cosa addosso.
James
sbuffò, picchiettando un piede sul
pavimento, a braccia incrociate.
Era stato obbligato ad
andare a prendere
Samantha sia dai suoi genitori sia da quelli di lei, che se
n’erano andati
lasciandola a casa, stufi di aspettarla. Così quel compito
ingrato era capitato
a lui.
L’avevano spinto fuori dalla porta, con aria
perfida, e lui non aveva potuto fare altro che Smaterializzarsi a villa
Malfoy.
Peccato che non ci fosse
nessuno, o meglio, nessuno
di sveglio.
E alla fine aveva capito perché Draco e
Ginny se n’erano andati senza di lei.
Stava ancora dormendo.
Si era seduto allora sul
divano, deciso ad
aspettare, ma erano bastati solo cinque minuti perché
iniziasse ad
innervosirsi.
Finalmente sentì
dei rumori provenienti dal
piano superiore, seguiti da alcuni passi.
«James? Cosa ci
fai qua?!»
Tutta l’impazienza
che aveva accumulato
svanì appena la vide.
Come poteva arrabbiarsi con una ragazza che
sembrava un cucciolo smarrito?
Gli occhi assonnati erano leggermente
spalancati, i capelli biondi spettinati e indossava un
pigiama…ehm, carino…con
disegnate pecore…rosa.
Lei notò il suo sguardo indugiare su quel…coso
e arrossì.
«Smettila! Lo so anch’io che è
orribile!» si
imbronciò, finendo di scendere le scale e dirigendosi verso
la cucina.
James sorrise «Ma no, è
piuttosto…carino»
mascherò una risata con un colpo di tosse.
Samantha gli lanciò un’occhiataccia,
iniziando a prepararsi la colazione «Cosa sei venuto a fare
qui?»
«Mi hanno chiesto di venirti a prendere»
rispose, rubandole una fetta di pane.
«E perché hanno mandato proprio te?»
chiese
scettica.
«Forse per farmi vedere il tuo pigiama. Sono
pecore?» scoppiò a ridere, divertito. Sam lo
guardò irritata, poi ghignò
«Sempre meglio del tuo con gli elefanti!»
Il ragazzo arrossì «Vedo che te lo ricordi
ancora. Comunque, per tua informazione, non ce l’ho
più!» Lei lo liquidò con un
gesto della mano, continuando a mangiare.
James la osservò
attentamente. Come
poteva essere così bella?
Cavolo, si era appena alzata, aveva i
capelli più spettinati dei suoi e un pigiama orrendo.
Qualunque altra ragazza
sarebbe sembrata un mostro, ma lei no. Lei era…carina!
Era adorabile in quel pigiama troppo grande,
intenta a spalmarsi quella disgustosa marmellata di fragole su una
fetta di
pane tostato.
Si incantò a studiare ogni suo gesto e si
accorse troppo tardi di aver parlato.
«Sei
bellissima» si morsicò la lingua,
mentre lei alzava lo sguardo, stupefatta.
«Come, scusa?»
Avrebbe dovuto pensare prima di aprire
bocca, ma ormai il danno era fatto «Stai molto bene
così. Non ti sto prendendo
in giro» aggiunse imbarazzato, guardando verso il muro.
Ma quando la sentì mormorare «Grazie» si
voltò verso di lei che, senza poterci fare niente,
arrossì violentemente,
abbassando lo sguardo sulla colazione.
E
allora lui sorrise, pensando che gli
sarebbe bastato vederla così tutte le mattine per essere
felice.
Sono davvero contenta che
sempre più gente stia leggendo
questa raccolta e, devo ammetterlo, anche delle recensioni che mi
lasciate!
Finleyna
4 ever:
Carissima!
Sono davvero
super felice che ti piaccia! Spero continuerai a seguirla!
Ino
chan: Grazie
mille per i complimenti! Altro giro,
altra coppia! XD
Penny
Black: Wow!
Non
sai quanto sia felice della tua
recensione! Sono contenta che ti sia piaciuta “Un salto nel
futuro” e ancora di
più che ti siano piaciuti i nuovi personaggi,
perché era proprio quello il mio
intento! Lily è molto diretta e sa benissimo quello che
vuole, non trovi? XD
Sirius e Kimberly…beh, piacciono un sacco anche a me!
Milla Nafira: Ciao! I personaggi
sono proprio i figli di
Harry & co., ovviamente non quelli che compaiono nel settimo
libro, ma
quelli del mio futuro alternativo!
Grazie
mille
anche a chi aggiunge tra i preferiti, le seguite e chi legge e basta!
|
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Capitolo 10 *** Reason 10 ***
Il
modo in cui ricercano i complimenti anche se entrambi
sapete che tu pensi che lei sia la più bella cosa sulla
terra.
C’era un sacco di
gente per quel dannato
corridoio.
Faceva freddo, era ovvio che fossero tutti
dentro il castello.
Stava cercando James, dopo la lezione di
Babbanologia, ma si stava rivelando un’impresa praticamente
impossibile.
Sospirò, arrivando nell’ingresso. Molti
studenti si stavano dirigendo in Sala Grande, per riscaldarsi e
riposarsi.
Magari anche gli altri erano lì.
Attraversò l’atrio velocemente, il portone
era aperto per far entrare le classi di Erbologia e Cura delle Creature
Magiche. Cercò di scansare quella fiumana di gente, ma si
scontrò con qualcuno.
Abbassò lo sguardo sulla ragazza che aveva
quasi travolto.
Aveva un cappello di lana blu, a coprirle le
orecchie e la chioma corvina. Gli occhi azzurro scuro brillavano
divertiti,
mentre le labbra rosse si piegavano in un sorriso.
«Ciao Steve. Che piacere scontrarmi con te».
Lui arrossì. Perché
doveva sempre dire la
verità? Era tremendamente imbarazzante!
La osservò con attenzione. Era imbacuccata
in una sciarpa voluminosa e calda, con le guance e il naso rossi. Una
ciocca di
capelli mossi le ricadde davanti agli occhi e lei la spostò
con una mano
guantata. Era carina da morire.
«Cosa fai adesso?» gli chiese, scrollando il
mantello leggermente imbiancato dalla neve che aveva iniziato a cadere.
«Stavo andando in Sala Grande».
«Davvero? Anch’io! Samantha mi sta
aspettando».
«Oh…bene…» Forse doveva
chiederle se…
«Andiamo insieme?» L’aveva anticipato. Come
sempre.
«Va bene».
Camminarono fianco a fianco, per i pochi
metri che li separavano dalla porta della Sala.
«Posso farti una domanda?»
Steve chiuse gli occhi per un istante. Lo
sapeva. Sicuramente sarebbe
stata una domanda imbarazzante.
Annuì , col cuore in gola.
«Secondo te sto bene così?»
Ecco.
Si fermarono in prossimità della soglia e
Steve si voltò a guardarla.
Cavolo! Sapeva benissimo la
risposta! Gliela poteva leggere in faccia!
«Beh, ecco…» esitò, non
sapendo cosa rispondere.
«Sì, insomma, ti piaccio
così?»
Lui deglutì. Di
male in peggio.
«Allora?» chiese lei impaziente «Ti piaccio
o no?»
Maledizione! Cosa accidenti
doveva rispondere?
Lei avrebbe risposto di sì, di
sicuro. Avrebbe detto la
verità.
Allora forse doveva dirla anche lui.
«Ok, va bene» si arrese alla fine «Stai
bene
così, mi piaci, anzi, mi
piaci sempre, ok? Sei contenta
adesso?» il suo
volto era più rosso dei capelli, mentre evitava di guardarla
negli occhi, che
in quel momento brillavano di qualcosa di nuovo.
«Sì» sussurrò, sorridendo
«Sono contenta».
Fece un passo avanti e gli diede un bacio
sulla guancia «Ci vediamo»
Entrò in Sala Grande, lasciandolo lì fuori,
impietrito, a pensare che forse non era così male dire la
verità.
Ben
ritrovati!
Siamo al decimo motivo, precisamente a metà della raccolta.
Comunque sono
davvero contenta che il numero delle recensioni sia aumentato, sul
serio, mi
fate davvero felice! ^.^
Milla Nafira: Bene!
Speriamo che continui a piacerti
ancora a lungo! XD
Finleyna 4 ever:
Ma
certo! James e
Samantha sono LA coppia! Li adoro anch’io e sarebbe
fantastico avere un James
tutto per me! Bacioni!
Kimaira Malfoy: Se
vuoi leggere “Un salto nel futuro” mi
faresti solo felice, sai? XD Comunque sono davvero sollevata che si
capiscano
abbastanza anche senza aver letto l’altra storia: era una
cosa che inizialmente
mi frenava un po’ dal pubblicarla, quindi mi hai davvero
rasserenata! ^.^
fanny91: Felice
che ti sia piaciuta! ^.^ Il pigiama è
una cosa orribile, ma in fondo doveva pur esserlo altrimenti il titolo
non
sarebbe andato bene! XD
Come
sempre un
enorme grazie anche a chi aggiunge e chi legge!
To
the next reason!
|
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Capitolo 11 *** Reason 11 ***
Grazie a tutti
quelli che
leggono questa raccolta! ^.^
Come
sono carine quando discutono.
Aveva
un brutto presentimento.
Era cominciato subito dopo
che avevano
finito di preparare lo scherzo per tutti quelli che sarebbero passati
per il
corridoio est del quarto piano. Si sentiva osservato, seguito.
Forse era solo il senso di
colpa…No, impossibile!
Scrollò le spalle
e iniziò a fischiettare,
affondando le mani nelle tasche.
Eppure sentiva che mancava qualcosa. C’era
qualcosa di poco chiaro. Una
strana pace.
E lo realizzò quando sentì qualcuno urlare
il suo nome dal fondo del corridoio.
«SIRIUS
POTTER!»
Ecco cosa mancava.
Si voltò con un
ghigno sulle labbra, per
fronteggiare la ragazza che l’aveva raggiunto a passo di
marcia.
«Sì?» le chiese, inarcando un
sopracciglio
scuro «Cosa c’è, Kimberly?»
In risposta ricevette uno sbuffo «Cosa
c’è?
Lo sai benissimo, Sirius!»
Lui si grattò il mento, con aria pensosa
«No, non mi viene in mente niente».
La ragazza tremò di rabbia repressa,
stringendo i pugni e puntando gli occhi castani in quelli di lui
«Non prendermi
in giro!» sibilò irritata.
Lui la fissò divertito. Si agitava troppo: i
boccoli rossi le ricadevano selvaggi sulle spalle e sul viso; le guance
erano
scarlatte e la fronte aggrottata.
«Lo so benissimo
che sei stato tu ad
incantare la statua di Gregoric il Giullare! Lo sai che ha tirato un
sacco di
qualcosa di non ben identificato in testa a George Prost?!»
«Davvero?!» Sirius scoppiò a ridere
«Gli sta
proprio bene!»
«Non c’è niente da ridere! E’
finito in
Infermeria!»
«E io cosa posso farci? Non sono affari
miei!» ghignò, con gli occhi blu che brillavano
astuti.
«Dovresti come minimo chiedergli scusa»
soffiò senza abbassare lo sguardo.
«Non sono stato io» mentì
tranquillamente.
Non aveva prove per accusarlo, si vedeva,
altrimenti sarebbe andata direttamente dalla McGranitt. Forse
per una volta
poteva scamparla con facilità.
«Sentì
un po’» iniziò, girandole intorno con
le mani affondate nelle tasche «Perché, quando
succede qualcosa, dai sempre la
colpa a me?» si fermò alle sue spalle.
Lei incrociò le braccia, stizzita
«Perché
ormai ti conosco! Me lo sento, lo capisco quando sei tu a fare
guai!»
«Sì, ma non hai prove».
«Sta’ sicuro che le troverò, dovessi
seguirti per mille anni!»
Lui ridacchiò silenzioso, poi passò alla
seconda parte del suo diabolico piano.
Le si avvicinò e
le posò le mani sulle
spalle, facendola sobbalzare. Si chinò su di lei, accostando
le labbra al suo
orecchio.
«Sei carina quando
ti arrabbi, sai?» le
sussurrò sensuale.
La sentì
bloccarsi ed esitare. Poteva quasi
percepire i battiti accelerati del suo cuore, che non erano sicuramente
dovuti
alla rabbia che provava in quel momento.
«Maledetto»
ringhiò alla fine. Si voltò di
scatto, con le guance scarlatte, e lo spintonò
«Come ti sei permesso?! Stavi
cercando di corrompermi?!»
Sirius scoppiò finalmente a ridere,
divertito dalla sua aria imbarazzata.
«Smettila! Non è affatto divertente! Sei uno
stupido, Sirius!» lo superò con una spallata e si
allontanò più in fretta che
poté, lanciandogli un’occhiataccia.
Lui continuò a
ridere, soddisfatto dalla
riuscita del suo piano. C’era
cascata in pieno.
Eppure qualcosa di vero
l’aveva detto.
Era
davvero
carina quando si arrabbiava.
Questa
volta è
una Sirius/Kimberly! Spero vi sia piaciuta!
Finleyna
4 ever:
James
rimane il mio
ragazzo ideale, ma neanche Sirius scherza, eh?
Milla
Nafira: Eccone
qui un’altra, spero di non essere
troppo lenta!
IAmAFreeBird: Grazie
mille! ^.^ Sono contenta che ti
sembra vero, ho cercato di fare del mio meglio, per rendere bene le
situazioni!
Penny Black: Non preoccuparti,
l’importante è che
continui a leggerla! Lily è una Potter, punto. James e
Samantha sono fatti
l’uno per l’altra (li ho creati io, in fondo XD) E
la verità è sempre la cosa
migliore da dire! Comunque i prossimi motivi, saranno un po’
diversi, sotto
vari punti di vista, ma non ti anticipo nulla! ^.^
Come
sempre un
enorme grazie a chi aggiunge e chi legge!
To
the next reason! ^.^
|
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Capitolo 12 *** Reason 12 ***
Il
modo in cui la loro mano trova sempre la vostra.
Erano in Biblioteca, seduti
allo stesso
tavolo di quercia, uno accanto all’altra.
Il sole penetrava dalla finestra,
illuminando con i suoi raggi tutta la stanza.
Girò la pagina del libro di Incantesimi,
cercando qualcosa che potesse essergli utile per il tema. Aveva scritto
solo
qualche riga.
Si voltò verso la ragazza al suo fianco: era
concentrata sulla sua pergamena, ogni tanto sfogliava uno dei quattro
libri
aperti davanti a lei, socchiudendo gli occhi blu e tirandosi indietro
le
ciocche corvine, sfuggite alla coda che aveva fatto senza attenzione.
Lily spostò lo sguardo su di lui e aggrottò
la fronte «Perché mi stai fissando,
Jasper?»
Beccato.
«No, niente. Stavo pensando» borbottò e
riabbassò la testa sul suo compito.
Lei si sporse per vedere dove fosse arrivato
«Sei solo qui?!»
«Scusa, sai, se non sono un genio in
Incantesimi!» rispose piccato, senza pensare.
Lily sorrise «Potevi inventarti una scusa
migliore».
Lui chiuse gli occhi. Maledizione!
Perché
non rifletteva mai prima di parlare?!
«Oggi sei distratto. Se fosse stato un altro
giorno, scommetto che l’avresti già
finito».
«Sì, forse» scrollò le spalle
e tornò al
lavoro, seguito subito dopo dalla ragazza.
Passarono altri minuti, in cui le poche
righe che aveva scritto diventarono molte di più. Finalmente
gli era tornata
l’ispirazione.
Era talmente concentrato che non si accorse
neanche del sobbalzo che fece Lily.
«Jasper, Jasper!» chiamò agitata,
scuotendolo per un braccio.
«Cosa c’è?» chiese confuso,
staccando gli
occhi dal libro.
Lei non rispose, ma indicò un punto sul
tavolo, spostandosi verso il ragazzo.
La sua mano scivolò lungo il braccio, fino
ad incontrare quella di lui. Gliela strinse forte, mentre il biondo
puntava il
suo sguardo sul tavolo, poco più in là.
«Un ragno? Hai ancora paura dei ragni?»
chiese incredulo.
«Toglilo!» serrò gli occhi, voltandosi.
Lui trattenne una risata e, con la mano
libera, prese la bacchetta e sussurrò «Evanesco».
Il ragno scomparve e
Lily si rilassò.
«Non ti era passata?» chiese divertito.
Lei lo scrutò imbronciata e non rispose.
«E tu saresti una Grifondoro?» infierì.
La ragazza lo ignorò e riprese il suo
compito.
Jasper scrollò il capo con un sorriso e si
rivoltò verso la sua pergamena, intenzionato a terminare il
tema.
Ma la sua mano non
rispondeva più ai suoi
comandi. Preferiva stare lì, appoggiata alla sua gamba,
stretta a quella minuta
di Lily.
Lei fece finta di niente, furba,
e
continuò a scrivere, con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Allora lui chiuse il libro e si accomodò
meglio sulla sedia, senza staccarle gli occhi di dosso.
Il tema avrebbe potuto
finirlo più tardi.
Eccoci qua! Questo
è il
dodicesimo capitolo, penso che siamo proprio a buon punto!
Vorrei tanto ringraziare quelli
che ancora leggono e l’aggiungono, davvero!
E soprattutto chi
recensisce! Leggere i vostri commenti mi riempie di gioia, sul serio,
è sempre
una soddisfazione vedere che vi piace! ^.^
Finleyna 4 ever: Bene, dunque: viva i
fratelli Potter! XD Comunque, Sirius e Kimberly ricordano James e Lily,
perché
sono semplicemente adorabili! Io adoro James e Lily: sono semplicemente
eccezionali!
Penny Black: Diciamo che James/Samantha
e Sirius/Kimberly raggiungono a parità il primo posto nella
classifica delle mie
preferenze! Sono quelli che adoro in assoluto!
Milla Nafira: Beh, che dire? Sono
felicissima che ti piacciano sia la raccolta che i personaggi!
E’ una vera
soddisfazione per me!
Alfie84: Ciao! Sono contenta che ti
piaccia! Io trovo che i motivi siano bellissimi e se anche un ragazzo
è d’accordo
devono essere proprio veri! XD Spero continuerai a seguirla!
Al prossimo aggiornamento!
Ah, nella mia pagina autore c'è un link di un forum,
lì troverete le immagini della raccolta e qualcun'altra sui
personaggi!
Dateci un'occhiata!
|
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Capitolo 13 *** Reason 13 ***
Il
modo in cui ti baciano quando le dici “Ti amo”.
L’inverno
era stato molto rigido,
quell’anno. Quando finalmente era arrivata la primavera,
tutti avevano tirato
un sospiro di sollievo, approfittando delle giornate di sole per
scappare dalle
mura del castello.
James
respirò a pieni polmoni l’aria fresca
del primo pomeriggio.
Osservò,
sghignazzando, i primini che
scappavano dai tentacoli della piovra gigante. Poi scoppiò a
ridere quando uno
di loro cadde nel lago, inzuppandosi.
«Potresti
fare meno confusione?» una voce
irritata arrivò alle sue orecchie.
Sorrise,
posando gli occhi verdi sulla
ragazza seduta al suo fianco. Lei gli scoccò
un’occhiata e tornò al suo libro,
scostandosi i lunghi capelli biondi dal viso.
Era
contento da morire.
Avrebbe
fatto i salti di gioia quando lei
aveva accettato di andare con lui al lago. Non la vedeva da una
settimana
intera.
E
lei si era portata uno
stupido libro da leggere.
Sbuffò,
attirando di nuovo la sua
attenzione.
«Cosa
c’è?» sibilò.
«La
proposta che ti ho fatto stamattina era
per me e per te. Non per me, per te e il
libro!»
«Sei
geloso di un libro?» chiese incredula e
vagamente divertita.
«Sono
geloso di tutto quello che distoglie
la tua attenzione da me!» si imbronciò,
incrociando le braccia al petto.
«Egocentrico»
sussurrò lei, alzando gli
occhi al cielo e tornando al suo libro.
«E’
una cosa inconcepibile!» continuò lui
«Merlino, tutti i fidanzati passano del tempo insieme,
perché noi no?!
Preferisci stare con un libro, invece che con il tuo bellissimo e
stupendissimo
ragazzo!»
«James,
per favore» biascicò esasperata, ma
lui la ignorò, continuando la sua filippica.
«Io
voglio stare da solo con te e tu cosa
fai?! Ti porti un inutile ammasso di fogli di carta! Sei
insensibile!»
Samantha
si massaggiò le tempie, poi
sospirò, continuando ad ascoltare i suoi sproloqui.
«Dovresti
saltare dalla gioia di essere qui
con me! Giuro sulla mia scopa che lo brucerò quando meno se
lo aspetta, quel
dannato libro!»
«Hai
finito?» gli chiese, una volta
terminate le lamentele. Lui non rispose e lei riabbassò lo
sguardo sulla causa
della questione.
Ancora
una volta James posò gli occhi sulla
bionda e sospirò.
Era
felice lo stesso, in fondo.
Gli
bastava stare seduto accanto a lei e
respirare il suo profumo.
Sorrise
inconsapevolmente, guardando i suoi
bellissimi occhi azzurri scorrere sulle righe.
C’era
una cosa che non le
aveva ancora detto.
La
vide portarsi una ciocca di capelli
dietro l’orecchio e le parole gli uscirono da sole.
«Ti
amo»
Lei
si bloccò, sgranando gli occhi, e strinse
le labbra.
Alzò
lo sguardo dal libro, un’ultima
volta, e lo piantò
nel suo.
James
deglutì, in attesa.
Era
la prima volta che
glielo diceva.
Come
incantata, lanciò il tomo alle sue
spalle e gli si avvicinò, afferrandolo per la cravatta. Gli
occhi le
brillavano, mentre sorrideva a pochi centimetri dalle sue labbra.
Poi
lo baciò con foga, dimentica di tutto il
resto e soprattutto di quel libro, che ormai giaceva senza cura dietro
di loro.
A
cosa le serviva un noioso
volume di un migliaio di pagine, se poteva baciare il ragazzo che amava
per
tutto il tempo che desiderava?
Beh,
che dire? Ci pensa già
il titolo a parlare al mio posto! A proposito del titolo: so
anch’io che è
grammaticalmente sbagliato (non sarebbe “le”, in
quanto singolare, ma “loro”)
però sta meglio così e non me la sentivo di
cambiarlo, sarebbe suonato male!
Ovviamente
non possono
mancare i ringraziamenti di rito! Grazie a chi legge, aggiunge e,
soprattutto,
recensisce!
Finleyna
4 ever: Da
fan di James e Sam, cosa
ne pensi di questo capitolo? ^.^
Milla
Nafira: Bene,
bene! Utilizziamo i
metodi di Lily, che forse funzionano sempre! E’ una furbina,
lei!
Penny
Black: Sei
molto gentile, ma se mi
fai troppi complimenti rischio di emozionarmi troppo! Sul serio! Adoro
questi
ragazzi, magari li potessi incontrare! XD Ne varrebbe decisamente la
pena!
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Capitolo 14 *** Reason 14 ***
Il
modo in cui ti baciano dopo che tu hai fatto qualcosa
di carino per loro.
La stava cercando da quasi
due ore.
Il castello era enorme, certo, ma da lì a
sparire completamente ce ne voleva.
Se Sirius ed Aaron non avessero preso la
Mappa del Malandrino sarebbe stato molto più semplice.
Si fermò in mezzo ad un corridoio e abbassò
lo sguardo sul libro che aveva in mano.
La copertina era rosso scuro e le pagine
ingiallite. La scritta dorata del titolo era quasi saltata via del
tutto.
Il venditore l’aveva guardato strano, per
qualche secondo, poi gli aveva chiesto se fosse un regalo ed era
sembrato
piuttosto sollevato quando gli aveva risposto di sì.
Davvero non aveva
l’aspetto
di un amante dei libri?
Scosse la testa, per dimenticare l’occhiata
severa del libraio, e nello stesso momento sentì una risata
familiare dietro
l’angolo. La riconobbe anche prima di vederne la proprietaria
ed esultò
mentalmente.
Stava parlando con Samantha, scoppiando a
ridere ogni tanto.
Alzò lo sguardo turchese e gli sorrise.
Anche la bionda lo vide e sbuffò «Me ne
vado» annunciò con una smorfia «siete
troppo zuccherosi».
La guardarono sparire dietro l’angolo,
sicuramente diretta a cercare qualcuno
in giardino.
Steve si sentì stringere la vita e abbassò
lo sguardo per incontrare quello brillante della sua ragazza.
«Ciao» gli sussurrò con un sorriso.
Lui ricambiò e le scoccò un bacio sulla
fronte.
Poi, esaltato, le sventolò il libro davanti
ed esclamò «Guarda! L’ho trovato ad
Hogsmeade!»
Karen spalancò gli occhi e lo afferrò, iniziando
a saltellare «Ah! Come hai fatto?! Lo stavo cercando da
mesi!»
«Lo so. I Weasley sono sempre pieni di
risorse!» si atteggiò lui.
La mora gli sorrise dolcemente, stringendosi
il tomo al petto «Grazie».
Il Grifondoro scrollo il capo, le passò un
braccio sulle spalle e insieme continuarono a camminare, mentre lui le
raccontava della sua avventura in libreria.
«…e quando gli ho detto che era un regalo ha
quasi tirato un sospiro di sollievo. Dico, sembro davvero un
distruttore di
libri?» si lamentò, affondando il volto nei suoi
capelli corvini.
Lei rise divertita «Povero» sussurrò,
arricciando le labbra e carezzandogli una guancia.
Lui annuì, assumendo un’espressione contrita
«Non sai quante ne ho passate per recuperarlo!» si
lamentò «Mi meriterei un
premio» ghignò, lanciandole uno sguardo con la
coda dell’occhio.
Lei stette al gioco «Un bel premio»
mormorò
suadente.
Si fermarono, uno di fronte all’altra,
rimanendo abbracciati.
«Cosa mi dai?» le chiese, avvicinandosi al
suo viso.
«Tu cosa vorresti?» disse, guardandolo
maliziosa.
Steve fece finta di pensarci «Non saprei»
fece una pausa ad effetto «Che ne diresti di un
bacio?»
«Direi che è una buona idea» sorrise,
già
sulle sue labbra.
Bene, bene! Altro giro,
altra corsa! Spero vi sia piaciuta!
Non ho molto da dire, a
parte che non pensavo che l’università fosse
così sfiancante!
Milla Nafira: E beh, non dobbiamo
dimenticare che, nonostante tutto, Samantha è una Serpeverde
e, soprattutto,
una Malfoy! Almeno un minimo di distacco lo deve mostrare! Anche se con
James
vicino…è decisamente difficile, per non dire
impossibile! XD
Penny Black: Beh, allora grazie
sul
serio! ^//^ Come detto sopra Sam è una Malfoy! Ma sa come
farsi perdonare! XD
Sono contenta di riuscire a renderli come me li immagino, loro sono
davvero la
mia coppia preferita, la prima in assoluto. Però a volte mi
sembra di
concentrarmi troppo su di loro e dare poco spazio agli altri. Non
è semplice
scrivere su altre coppie, a parte Sirius e Kimberly…ma loro
sono speciali! Non
preoccuparti per la recensione, ti capisco benissimo!
L’importante è che
continui a farmi sapere cosa ne pensi!
Grazie
a tutti quanti l’hanno
letta!
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Capitolo 15 *** Reason 15 ***
Il
modo in cui lei dice “Non litighiamo
più” anche se
sapete che un’ora più tardi starete discutendo per
qualcosa.
Ancora una volta. Era la
quarta, quella
settimana. Ormai nessuno ci faceva più caso.
Sirius sospirò di nuovo, mentre faceva finta
di ascoltare la ragazza rossa davanti a lui.
«…e dovresti smetterla una buona volta! Hai
quasi sedici anni! Io non capisco proprio cosa ci trovi di
divertente!»
«E’ per questo che rimarrai sempre
un’antipatica secchiona!»
«Sirius» sibilò, fulminandolo
«Come ti permetti?!»
«Andiamo» ghignò lui «Ho detto
solo la
verità».
«La verità?! La verità è che
sei un lurido
mentecatto!»
Il ragazzo alzò un sopracciglio, divertito
dall’insulto «Mentecatto? Bello, non me
l’aveva mai detto nessuno!»
Kimberly tremò di rabbia repressa e si
trattenne dal prenderlo a schiaffi, anche se in quel momento avrebbe
tanto
voluto farlo.
«Comunque sarò anche un mentecatto,
ma almeno io non urlo in mezzo al corridoio».
«Io non urlo!»
«Già, hai ragione. Tu gracchi».
«Smettila! Non ti sopporto! Sei uno stupido
troll!»
«Guarda che se continui così ti si alza la
pressione» stava scherzando come sempre, anche se una piccola
parte di lui era
vagamente preoccupata.
Ogni secondo che passava la Grifondoro
diventava sempre più scarlatta. Non le era mai successo.
Kimberly inspirò profondamente, cercando di
calmarsi. Doveva farcela.
Dopo qualche minuto sospirò, lasciando
fuoriuscire tutta la rabbia accumulata. Si sentiva svuotata, debole e
sconfitta.
«Ok» sussurrò alla fine «Va
bene, come vuoi
tu. Ci vediamo».
Sirius la guardò confuso. Che
diavolo le
prendeva?
«Ehi, aspetta!» le afferrò un braccio,
prima
che potesse andarsene «Si può sapere
cos’hai?»
Lei lo fissò con occhi vacui «Sono
stufa»
sussurrò «Mi sono stancata di litigare sempre con
te, di arrabbiarmi
inutilmente, di sopportare la tua immaturità. Finiamola qui,
ok? Mi arrendo,
hai vinto tu. Adesso perché non torni ai tuoi stupidi
giochetti e mi lasci in
pace?»
Il ragazzo rimase ad occhi aperti,
sbigottito «Kim-»
«No, Sirius. Basta. Non litighiamo più».
Le lasciò il braccio, come scottato.
Non litighiamo
più?
Come poteva chiedergli una cosa del genere?
Lui viveva
per litigare con lei!
«No, aspetta Kim!» scattò «Non
puoi dirmi
una cosa simile! Cavolo! Abbiamo sempre litigato, perché non
dovremmo farlo
più?!» sembrava perso. Perso e disperato.
Un lampo passò nei suoi occhi nocciola «Ci
tieni tanto a litigare con me?»
Sirius si passò una mano tra i capelli,
nervoso «Beh…è una costante, nella mia
vita! Cioè, per qualsiasi cosa possa
succedermi so che ci sarai sempre tu.
Cioè…» cercò di spiegarsi
meglio,
imbarazzato sotto il suo sguardo divertito, ma lei lo interruppe
«Se continui
così ti si alza la pressione, sai?» disse, con un
luccichio malizioso negli
occhi, e se ne andò.
E lui sorrise.
Era incredibile quanto si capissero ancora.
Non avevano bisogno di dire altro.
Tanto sapevano che si
sarebbero rivisti
ancora, uno di fronte all’altra, pronti a litigare di nuovo.
Dopo
un’eternità eccomi ancora qui! Anche se questa
shot
non mi convince moltissimo, ma tant’è…
almeno ci sono Sirius e Kimberly.
Beh,
i soliti ringraziamenti sono d’obbligo, ma grazie
soprattutto a Penny Black
che
continua a recensire, davvero sono contenta di non averti stufata! ^.^
Normalmente
non faccio annunci o cose del genere, ma se andate a vedere il sito
nella mia pagina autore, troverete in una sezione alcune immagini su
questi personaggi!
Al
prossimo aggiornamento.
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Capitolo 16 *** Reason 16 ***
Il
modo in cui sorridono.
Era una giornata orribile.
Iniziata male e continuata peggio. Se non
avesse dovuto mantenere un certo contegno e l’aria da
Serpeverde, sarebbe
andato in giro pestando i piedi, rotolandosi per terra e sbattendo la
testa
contro il muro.
E invece non poteva farlo.
Maledizione.
Sembravano tutti contenti e sorridenti.
Li odiava tutti.
Anche quella cretina di sua sorella, che
canticchiava felice davanti all’intera sala comune,
fregandosene di tutto
quanto.
Perché lui non ce
la faceva?
Sbuffò esasperato, mentre un gruppetto di
oche starnazzanti gli passava accanto e gli lanciava delle occhiate
maliziose. Quanta
pazienza! Perché non
poteva semplicemente scomparire?
Svoltò improvvisamente a destra e proseguì
velocemente per il corridoio, fermandosi di colpo davanti ad una porta
rovinata. Si guardò attorno ed entrò.
Era un bagno in disuso, mezzo allagato, ma
una voce un po’ stridula gli perforò i timpani,
mentre una ragazza trasparente
gli piombava davanti.
Gli sorrise gioiosa, sistemandosi i codini
«Jasper! Che bella sorpresa!»
«Mirtilla» biascicò controvoglia.
Proprio
lui doveva beccare l’unico momento, nell’ultimo
mese, in cui nel bagno era
presente il fantasma? Che
fortuna!
«Sei venuto a trovarmi? Era da un po’ che
non ti facevi vedere».
Da uno dei cubicoli si sentì una risata e
una voce femminile esclamò divertita «Dai Mirty,
lascialo stare!»
Una ragazza uscì ridendo, scavalcando quello
che sembrava essere un sifone rovesciato.
«Cosa ci fai qui, Jasper?»
«Stavo cercando un posto tranquillo, ma a
quanto pare è impossibile».
«Non preoccuparti, me ne stavo giusto
andando».
Sì passò una mano tra i capelli corvini,
ravviandoli, e uscì salutandoli, con un ghigno divertito sul
volto candido.
Jasper incontrò gli occhi diafani di
Mirtilla e deglutì a disagio.
«Ehm…mi sono ricordato improvvisamente di
avere dei compiti da fare. Ci vediamo!»
Senza badare al saluto affettuoso del
fantasma, scappò fuori dal bagno.
«Trentadue secondi. Un nuovo record!»
Si voltò, incontrando gli occhi blu di Lily
«Ancora con questa storia?» chiese incredulo,
iniziando a camminare accanto a
lei.
«E’ palese che tu le piaccia!»
«Sì, ma il sentimento non è affatto
ricambiato!»
«Oh, certo».
«Cosa stai insinuando?»
«Niente, niente! Non agitarti».
Jasper preferì far cadere l’argomento. Non
gli interessava davvero portarlo avanti.
«Comunque ti ringrazio».
Si voltò a fissarla, alzando un sopracciglio
biondo «Per cosa?»
Lily sorrise enigmatica, gli occhi più
brillanti del solito e le guance rosse «Grazie per avermi
preferito a
Mirtilla».
Un lieve colorito rosato inondò anche le sue
di guance.
Si voltò imbarazzato, sfuggendo al suo
sguardo.
«Non c’è paragone, Lily. Tu
sei meglio di
chiunque».
Forse non era tanto male
quella giornata.
Lo so bene che
è un ritardo inconcepibile, ma con
l’inizio della vita universitaria ho fatto decisamente fatica
a trovare il
ritmo.
Comunque
non ho
intenzione di lasciare incompiuta questa raccolta, innanzitutto
perché l’ho
postata dopo averla finita, quindi i capitoli li ho già
tutti, poi ne
mancheranno quattro, credo, e infine odio lasciare le cose a
metà!
Un grande grazie
a IAmAFreeBird
che
ha commentato lo scorso capitolo! ^.^
Alla prossima (che spero
non sia troppo in là!)
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Capitolo 17 *** Reason 17 ***
Il
modo in cui cadono tra le tue braccia quando piangono.
E poi il modo in cui si scusano per aver pianto per
qualcosa di così stupido.
Jasper
stava passeggiando per il corridoio,
senza meta e, per una volta, senza pensieri.
Le mani in tasca e la camminata tranquilla.
Se fosse stato sicuro che non lo avrebbe
sentito nessuno, si sarebbe messo a fischiettare.
Ma non era il tipo.
Guardò fuori dalla finestra: il sole
illuminava tutto il giardino e i gruppetti di studenti stravaccati
sull’erba.
All’improvviso si sentì stringere la vita da
due braccia esili e si voltò lentamente, ben consapevole
dell’identità della
persona dietro di lui.
Sgranò gli occhi stupito, incontrando lo
sguardo blu della sua ragazza.
Due grossi lacrimoni le solcavano le guance,
arrossandole. Il labbro inferiore le tremò, mentre con voce
fioca chiamava il
suo nome.
Affondò il volto nel suo petto, la piccola
schiena che sobbalzava sempre più forte.
Ogni singhiozzo era una
coltellata affondata nel suo cuore.
La abbracciò, cercando di confortarla «Lily,
cosa c’è? Perché piangi?»
Lei scosse la testa, ma non smise di
singhiozzare, con un gemito intrappolato in gola.
«Lily, per favore» lo stava distruggendo.
Non poteva continuare così «E’ stato
qualcuno?»
«No» la sua voce era roca, quasi irriconoscibile.
«E’ successo qualcosa? Dimmelo, ti prego!»
Smise di singhiozzare e si allontanò di un
passo. Si strofinò velocemente gli occhi con una mano, per
cancellare le
lacrime, poi forzò un sorriso.
«Sto bene, davvero» si schiarì la gola,
sotto lo sguardo severo del Serpeverde.
«Non stai bene, Lily».
«Ti dico di sì. Va tutto bene» fece un
bel
respiro «Non era niente di importante».
Jasper sospirò, arreso. Poi le afferrò un
braccio e la tirò verso di sé, di nuovo contro il
suo petto.
«Devo sapere cosa c’è che non
va» mormorò
tra i suoi capelli «Dimmelo» fece una pausa, poi
borbottò tra sé «Così posso
spaccare la faccia a chi è stato».
Lily ridacchiò e lo strinse di più.
«Mi dispiace di averti fatto preoccupare.
Non era niente. Una cosa talmente stupida che non vale la pena
ripetere. Adesso
sto bene».
«Ok» sussurrò lui «Come
preferisci».
«Grazie» si alzò sulle punte e gli diede
un
bacio. Poi si allontanò e lo tirò per un braccio.
«Andiamo in giardino? C’è il
sole!» gli sorrise, senza più segni di tristezza a
dipingerle il volto.
E lui si lasciò tirare, mentre anche sul suo
viso compariva un sorriso spensierato.
Se Lily era felice, allora
lo era anche lui.
Niente da dire…
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Capitolo 18 *** Reason 18 ***
Il
modo in cui ti colpiscono e si aspettano di farti male.
E poi il modo in cui si scusano quando ti hanno fatto male
sul serio.
«Guarda
che è vero!»
«Non dire stupidaggini, Sirius! Non ci
credo!»
«Ma ti dico di sì! Li ho visti!»
«Ma smettila!»
Sul volto di Sirius piombò un cuscino
scarlatto, che lui si tolse sbuffando e rilanciò alla
ragazza dai capelli
rossi, seduta sul divano accanto a lui.
«Non lo vuoi ammettere perché piace anche a
te!»
Kimberly spalancò la bocca «A me non piace
Coleman!»
Sirius sorrise sornione «Ah no?»
«Lasciamo perdere!» si imbronciò lei,
incrociando le braccia al seno.
Stettero in silenzio, beandosi del caldo
emanato dal fuoco che scoppiettava nel caminetto.
Era strano vederli così, a chiacchierare
tranquillamente, seduti uno accanto all’altra, a ridere e
scherzare, come se
non litigassero ogni giorno per qualcosa di stupido.
Si voltò a guardarla, avvolta in una coperta
di lana blu, sferruzzata da nonna Molly.
«C’è qualcosa di diverso in te,
sai?»
la scrutò con più attenzione.
Kimberly alzò un sopracciglio, scettica
«Forse il fatto che per una volta il livello della mia voce
è nella norma?»
Lui scosse il capo, serio, poi sganciò la
bomba «Sei ingrassata?»
La
rossa si ghiacciò all’istante, strinse le
labbra e chiuse gli occhi, tremando di rabbia. Stava facendo di tutto
per non
turbare la quiete della sala comune con un urlo poco appropriato.
«Come ti permetti?!» sibilò, riaprendo
gli
occhi e fulminandolo «Dì le tue ultime preghiere,
Potter!»
Prima ancora che potesse rendersene conto,
se la ritrovò addosso, che colpiva qualsiasi punto riuscisse
a raggiungere.
Cercò di bloccarle le braccia, ma capì
quanto fosse poco utile come mossa nel preciso istante in cui
sentì un dolore
penetrante propagarsi nella zona del basso ventre.
«AHIA!» la mollò di scatto, portando le
mani
sulla parte lesa «Che dolore!»
Dannazione
se gli aveva
fatto male.
«Sirius stai bene?» Ora
faceva anche la
preoccupata.
«Sono piegato in due dalla ginocchiata che
mi hai tirato, secondo te?!» sbottò acido.
«Scusa, non volevo! Cioè, volevo farti male,
ma non in un posto così delicato!» lo
fissò, mordendosi un labbro agitata.
«Beh, la prossima volta stai più attenta!
Quanto sei violenta!»
«Scusami! Non volevo, davvero!» Aveva gli
occhi lucidi e un principio di attaccò d’ansia.
Sirius fece un respiro profondo, cercando di
ignorare il dolore. Era un
uomo, cavolo. Doveva essere forte.
«Non
preoccuparti, è passato» strinse i denti, facendo
una smorfia.
«Mi dispiace» ripeté ancora lei, quasi
in
lacrime.
«Calmati, Kim, non è successo niente, ok?
Poteva capitare a chiunque. Non piangere. E’ tutto a posto,
guarda» si alzò in
piedi e girò su se stesso, mascherando il dolore che
provava. Le sorrise
rassicurante, lei annuì e ricambiò il sorriso.
Sospirando mentalmente, si risedette con
cautela, stando bene attento a rimanere impassibile.
«Allora» cominciò, attirando la sua
attenzione «Sei ingrassata o no?»
Rise, mentre guardava Kimberly imbronciarsi
ancora una volta.
Terzultima
oneshot. Ancora
altre due e la raccolta sarà finita…devo
ammettere che un po’ mi spiace, ma
tant’è…
Un enorme grazie a frutti_di_bosco
per
aver recensito e
inserito la storia tra le seguite. Ti ringrazio tantissimo,
è bello ricevere
una recensione ogni tanto! Mi hai reso molto felice! Spero che ti sia
piaciuto
anche questo capitolo!
A
presto!
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Capitolo 19 *** Reason 19 ***
Il
modo in cui dicono “Mi manchi”.
«Steve!
C’è Karen al telefono!»
Steve
alzò gli occhi dal catalogo di scope,
confuso, per incontrare quelli di sua madre, che gli porgeva
l’aggeggio babbano
con sguardo eloquente. Lui lo afferrò e se lo
portò all’orecchio.
Da quando Karen usava il
telefono?
«Pronto?»
«Ciao
Steve!» lo
salutò urlando e perforandogli un timpano.
«Karen!
Non c’è bisogno di urlare!»
«Allora
perché stai urlando anche tu?!»
«Io
non sto url-» si
azzittì e riprese a voce più bassa «Non
sto urlando».
La sentì ridere «Va bene, scusa»
finalmente
parlò ad una tonalità normale
«E’ la prima volta che uso questo - come si
chiama?»
«Telefono».
«Ah, già, feletono!
Mi ha spiegato
mia mamma come fare! Comunque sono contenta di sentirti, anche se
è strano farlo
senza poterti vedere».
«Già, ma almeno possiamo parlare».
«Sì! Mi piace la tua voce».
Steve sorrise. Era sempre la
solita.
«Io adoro la tua, anche se mi piacerebbe
vederti di persona».
«Anche a me» si addolcì lei
«Come stanno
procedendo le tue vacanze?»
«Bene. Anche se a volte mi annoio. Le tue,
invece?»
Stranamente eluse la domanda «Cosa stai
facendo? Non sarai stato ancora attaccato a quel giornale di scope,
vero?»
Steve lanciò un’occhiata al catalogo buttato
alla sua sinistra «No! Assolutamente no! Tu cosa stavi
facendo?»
«Prendevo il sole in giardino».
Parlarono del più e del meno, ridendo e
sussurrando. Finché lui non volle tornare alla domanda a cui
lei non aveva
risposto «Non mi hai ancora detto come vanno le tue
vacanze?»
Lei esitò, cercando una scappatoia, ma alla
fine prevalse la sincerità «Non voglio dirtelo! Mi
prenderesti per una stupida
romanticona!»
«Dai Karen! Prometto di non dirti niente!»
la sentì trattenere il respiro, per qualche secondo, poi si
decise a parlare.
«Mi manchi»
era debole quanto un
sussurro, ma lo colpì come se l’avesse urlato.
«Dì qualcosa» lo pregò, con
un groppo in
gola.
Lui sorrise, intenerito «Mi manchi anche
tu».
«Non è vero!»
Steve strabuzzò gli occhi. Non
ci
credeva?!
«Lo dici solo per farmi contenta!»
Alzò gli occhi al cielo, esasperato dalla
sua testardaggine «Senti Karen» la interruppe
«Sai benissimo che ti adoro! E’
ovvio che mi manchi!»
«Ah, sì?! Se non ti chiamavo io, non te lo
sognavi neanche di farti sentire!»
«Ma se ti ho mandato un gufo ieri!»
Lei lo ignorò, continuando a parlare
agitata.
Allora lui mise giù il telefono e prese la
bacchetta.
Se non ci credeva glielo
avrebbe dimostrato.
Con un sorriso si smaterializzò.
E ricomparve, a miglia di
distanza, davanti agli occhi sbarrati della sua ragazza.
Penultima shot!
Ho un groppo in gola, pensando che la prossima sarà
l’ultima!
Beh, spero che
questa almeno vi sia piaciuta (voi che ancora aprite questa raccolta)!
Un enorme grazie
a frutti_di_bosco:
sono contenta che ti abbia fatto ridere lo
scorso capitolo e sono ancora più contenta che tu abbia
recensito di nuovo!
Spero che anche questo si stato un briciolo divertente! ^.^
To the
last reason…
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Capitolo 20 *** Reason 20 ***
Il modo in cui
le loro lacrime ti fanno venir voglia di
cambiare il mondo, così che non le faccia più
male.
Appena
uscì dal castello i raggi del sole
gli ferirono gli occhi: era una bella giornata, limpida e calda.
Si passò una mano tra i capelli, guardandosi
attorno. C’era sempre un sacco di gente, in giardino, quando
spuntava il sole
da dietro le coltri di nubi scozzesi.
Trovò all’istante il suo obiettivo, seduto
all’ombra del solito faggio, ormai diventato un luogo di
ritrovo per gli
studenti di tutte le generazioni di Hogwarts.
Si avvicinò senza fretta, arrivando talmente
in silenzio da non attirare la sua attenzione.
Allora si mise a fissarla.
Era seduta con le gambe strette al petto e
il mento appoggiato sulle ginocchia. I lisci capelli biondi le
ricadevano oltre
le esili spalle. L’espressione sul suo volto era impassibile;
solo dagli occhi
azzurri, puntati lontano nel vuoto, emergeva qualcos’altro,
una dolorosa
tristezza.
«Sam» Lei non si voltò neanche, quando
la
chiamò. Si limitò a stringersi nelle spalle e
aggrottare la fronte.
Le si sedette accanto, confuso dal suo
atteggiamento. Certo, non che le altre volte gli saltasse addosso, ma
almeno lo
salutava.
«Cos’è successo?»
Per tutta risposta lei si chiuse ancora di
più.
James sospirò e le passò un braccio intorno
alle spalle, attirandola a sé. Senza dire una parola la
bionda lo strinse,
affondando il volto nel suo petto. Con un colpo al cuore il ragazzo
sentì
qualcosa bagnargli la camicia.
Era impossibile. Non poteva
essere.
«Sam» la chiamò sconvolto,
accarezzandole i
capelli «Perché piangi?»
«Non sto piangendo» borbottò finalmente
lei,
scostandosi in malo modo e passandosi una mano sugli occhi, per
cancellare le
lacrime, invano.
Lui le porse un fazzoletto e, con tutto il
tatto che riuscì a racimolare, le chiese di nuovo cosa fosse
successo. Ancora
una volta la ragazza non rispose, ma accettò il pezzo di
stoffa che le aveva
gentilmente offerto.
«Cosa hai fatto al braccio?» le afferrò
bruscamente l’arto in questione e lo osservò con
attenzione. C’era un livido
intorno al polso, tendente al violaceo, circondato da un alone
giallastro.
«Niente!» se lo portò dietro la schiena,
nascondendolo alla vista.
«Chi è stato?» sillabò
gelido, lo sguardo
incupito dall’ira. Se
avesse preso il colpevole, di lui non sarebbero
rimaste neanche le ossa.
«Non è niente. Ho sistemato tutto io».
«Samantha, chi è stato?»
«Qualcuno che in questo momento si trova in
Infermeria. E non osare comportarti da cavaliere vendicatore. Non ne ho
bisogno».
Si calmò, vedendo di nuovo le lacrime
affacciarsi dai suoi occhi azzurri.
Aveva bisogno solo di
qualcuno che la consolasse.
«Vieni qui» allargò le braccia,
seppellendo
momentaneamente la rabbia nel profondo del suo animo, lasciando la
vendetta in
un angolo. Samantha lo abbracciò, senza pensarci due volte,
e affondò il volto
contro la sua spalla.
«Grazie» gli sussurrò
all’improvviso.
Lui alzò un sopracciglio, confuso «Per
cosa?»
«Per esserci sempre quando ho bisogno di te,
per consolarmi e starmi accanto, per sopportarmi e volermi bene
così come sono,
anche se potrei essere migliore; per passare il tuo tempo con me. Scusa
se a
volte mi arrabbio o mi comporto in modo antipatico, se non ti mostro le
mie
emozioni o i miei pensieri. Ma
tu sei l’unico.
L’unico di cui ho
bisogno. E non mi importa del resto del mondo, non mi importa quello
che
succede o potrebbe succedere. Mi basta questo momento…mi
basta sapere che tu ci
sei quando ho bisogno. Grazie di amarmi…».
James sorrise, baciandole gli occhi chiusi.
Poi rimase ad osservare la sua espressione beata.
«E io ti ringrazio per aver bisogno di
me…così mi permetti di starti accanto».
Lei alzò il viso, dipinto di pura felicità,
e lo baciò, senza più pensieri.
E allora lui
pensò che
avrebbe fatto qualsiasi
cosa pur di vederla felice.
Felice per sempre.
Tuttavia non importa se le ami,
le odi, desideri che muoiano o sappia che non potresti vivere senza di
loro…
Non
ha
importanza.
Perché
per una volta nella tua vita, qualsiasi cosa fossero per il mondo,
diventano tutto
per te.
Quando le guardi negli occhi,
viaggiando nelle profondità delle loro
anime,
e dici un milione di cose senza il
minimo suono,
sai
che la tua vita è inevitabilmente
consumata all'interno dei battiti del loro cuore.
Le amiamo per un milione
di motivi,
nessun foglio di carta
potrebbe rendere loro giustizia.
E' una cosa non
della mente ma del cuore.
Questa è una catena
d'amore.
Ed eccoci alla
fine! This was the last
reason.
Sono un po’
triste a dire la verità, ma allo stesso tempo contenta di
aver portato a
termine la raccolta. E’ un sollievo sapere di riuscire a
terminare una storia:
io odio lasciare le cose a metà.
Comunque era un
altro motivo che mi spingeva a finirla. Perché finalmente mi
sono messa
d’impegno per scrivere la storia di questa mia nuova
generazione e sono davvero
contenta e soddisfatta di come sta procedendo e sinceramente avrei
proprio
voglia di iniziare a postarla. Se vi sono piaciuti i personaggi di
“Un salto
nel futuro” e “20 Reasons for a boy to love a
girl”, spero che vogliate dare
un’occhiata anche alla prossima (quando la
posterò, ovviamente).
Un grosso grazie
a fanny91 per
aver recensito lo scorso capitolo: sono
davvero contenta che ti sia piaciuta! ^.^
Grazie a tutti
coloro che l’hanno letta, soprattutto le cinquanta persone
rimaste fino alla
fine, perché è bello sapere di avere qualche
lettore. Non conta tanto il numero
(anche se sarei ipocrita a dire che non mi fa piacere avere tante
letture,
recensioni e preferiti: ogni autore lo desidera), perché se
davvero vi è
piaciuta io sono contenta lo stesso!
Grazie alle
sedici persone che l’hanno aggiunta ai preferiti e grazie
alle sedici che l’hanno
aggiunta alle seguite.
Grazie anche
solo a chi ci ha dato un’occhiata.
Grazie per
essere rimasti fino a qui e per chiudere con me questa raccolta.
Grazie.
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