Arrivi tu. L'altra parte di me. di Sognatrice85 (/viewuser.php?uid=68773)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo Arrivi tu. L'altra parte di me
“Arrivi tu.
L’altra parte di me”
“Nebbia. Avvolge il mio cuore
stanco e
carico di malinconia. Trascina
le sue membra
tra le stanche vie della vita
che imperturbabile
si stende di fronte a me.
Alba. Un evento
inaspettato che ti rivoluziona
l’esistenza paralizzata
dal terrore di non essere
capace di riconoscere
un essere destinato ad
appartenermi.
Ricordi che si intrecciano a
vecchie inossidabili
paure. Segreti che nascondo
gelosamente
in una bottiglia gettata nel
mare che racchiude
le mie speranze. Voce che si
alza mentre
canto senza speranza la mia
agonia alla luna.
Cambiamento inaspettato,
incontro fortunato che
si è realizzato grazie a lui
che in poco tempo
è diventato tutta la mia vita.
Ritornello continuo,
sottofondo quotidiano delle
mie frenetiche e statiche
attività che lentamente mi
conducono al realizzamento
dei miei sogni remoti e
fragili- partenza. Segna il
confine tra le parole dette e
i desideri mai confessati.
Le aspettative realizzate, il
legame rafforzato e lei
che è diventata la mia forza e
il mio bastone
per raggiungere le vette più
impervie. Lei che con lo
sguardo coglie i miei silenzi
mesti e le mie
occhiate tetre, i miei sorrisi
spenti e le mie urla gioiose.
Lei che fa da tramite per
farmi conoscere lui,
galeotto della nostra vera e
inossidabile amicizia. Lui.
Il motore delle mie stanche
giornate. Una scintilla,
uno schiocco, occhi che si
incontrano, si sfidano
non si abbandonano.
Identificarsi. Trovarsi.
Il sapore del mare sulle
labbra, nei tormenti angosciosi
che precedono il riconoscersi
come anime gemelle
perché una coincidenza è il
simbolo del destino che
agisce. L’amore che si trova
sotto cumuli di insicurezze,
l’amore che trionfa anche nel
lasciarsi,
l’amore che colma l’anima a
pochi passi dall’addio,
l’amore che silenzioso si insinua
negli spazi vuoti
e mondi dall’incertezza,
l’amore che significa cercare
capire e avere la forza di far
seguire il corso degli eventi,
l’amore che implica lottare,
gettarsi da una rupe,
giocare alla roulette russa
con il Rischio,
rouge o noir, non arrendersi e
avere la forza
di ricominciare da capo dopo
aver perso tutto solo
con i tuoi logori arnesi senza
lanciare un grido di
delusione o di lamento,
l’amore che cambia
la prospettiva sul mondo,
regalando gioia e
curando dal cancro dell’odio.
L’amore
valica oceani e montagne per
ritrovarsi sempre ad
un passo dalla fine con la
stessa intensità e
l’anima gemella resterà legata
a me per sempre.”
(Lady jadis)
I
passi lenti, pesanti, trascinati.
Il
battito di un cuore impazzito.
Impazzito
perché l’amore ha bussato alla sua porta.
Un
amore impossibile.
Una
sofferenza che nasce con esso.
Le
lacrime che sanno di sale, amare, com’è amaro il turbamento che scuote il petto
e lo dilania, fino a farlo sanguinare. Può l’amore creare dipendenza? Può
l’amicizia esser portatrice di liete notizie?
A
volte basta un niente, uno sguardo e tutto s’accende.
A
volte, anche solo gli occhi sanno parlare.
E
i suoi occhi racchiudevano un segreto.
Un
segreto che la tormentava.
Le
rubava l’aria.
Ma
voleva provarci, doveva farlo.
Un’amicizia.
Quella
vera, quella che ti dona se stessa, senza pretendere niente in cambio.
Un
incontro di anime che danzano allegre e si sfiorano appena, complici.
Guidano
l’altro verso la meta proibita, sperata, attesa…
E
quando lei le lasciò la mano, il suo spirito incontrò il suo: bello e
maledetto. Come l’amore che la nutriva.
Un
viaggio alla scoperta di sé stessi, delle proprie emozioni. Quanto può fare il
destino? Esiste davvero “l’altra parte di noi”?
Sarà
lei a scoprirlo…e ne pagherà tutte le conseguenze, sulla sua pelle…
***
Probabilmente
sono una persecuzione per molti di voi, ma se l’estro creativo mi prende non
riesco ad esimermi dallo scrivere, è una forza che non so domare, scusate.
Sono
mesi che provo a scrivere questa che doveva essere una one shot, ma poi è
venuta un po’ lunghetta e su suggerimento della mia beta, ho deciso di
dividerla in 2 o 3 capitoli, non so ancora di preciso. Una cosa breve, insomma.
Ho
iniziato a scriverla a fine settembre, ero presa, ma poi…mi sono bloccata e l’ho
lasciata in sospeso, fino a quando qualche settimana fa, non so cosa mia sia successo,
ho aperto il file e l’ho scritta di getto, senza rendermene conto. Non mi sono
staccata dal pc fin quando non ho messo la parole fine. È stato magico, sapete?
Mi sono sentita talmente travolta che boh, non so spiegarvi a parole, ma è
stato strano, bello e ogni volta che la rileggo mi immergo nelle mie stesse
emozioni. È tremendamente piacevole.
Ma
se sono qui a pubblicarla è grazie a chi mi ha sostenuto e ci ha creduto:
Malia, Lady Jadis (proprietaria della poesia che trovate nel prologo, dice che
l’ho ispirata io con questa storia), Aislinn, Doddie, Jenny…grazie a tutte per
le vostre parole, per l’attenzione che mi avete dedicato, credo che se voi non
credesse così tanto in me, io avrei già mollato tanto tempo fa.
Spero
che possa essere di gradimento anche per voi…forse sarà smielata, forse
pesante, ma io sono così e non mi va di nascondermi. Non più :).
Un
sentito grazie anche a Paulo Coehlo che col suo libro “Brida” (troverete delle
citazioni nella storia) mi ha stimolato a scrivere questa storia e a Alessandra
Amoroso con la sua “Arrivi tu” che mi ha guidato in questa mini avventura (Vi
metterò il link nel primo capitolo, troverete i trafiletti della canzone nel
corso dei capitoli). Buona lettura!
Margherita
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Capitolo 1
So
che non è molto, ma spero comunque che possa risultarvi alquanto gradevole.
Sono
cresciuta tanto sapete? Intendo nella scrittura, credo che mi sia meravigliata,
non della bravura, perché non mi ritengo affatto tale, ma di come certe cose col
tempo cambino in modo talmente repentino che non ce ne rendiamo conto. Eppure sono
sotto i nostri occhi! Ed io sono davvero un’altra…come persona! E devo
ringraziare tutte quelle persone che sono entrate nella mia vita in quest’ultimo
anno e mezzo!!! Grazie col cuore!!!
Doddola93: la mia cucciolosissima doddie!!! Ma come
farei senza di te, spiegamelo??? Mi riempi la vita di dolcezza!!! Quanto ti
adoro! E grazie per essere anche qui, in questa piccola, folle pazzia che ho
scritto. Il tuo giudizio è vitale e spero di non deluderti mai, non me lo
perdonerei mai!!! Ti voglio bene, scricciola!!! Ma tanto!!!
Sophie88: sono davvero contenta che ci sia anche tu a
leggermi. Spero continuerai a seguirmi, fammi sapere che pensi del capitolo. Bacio
:)
_Aislinn_: la pubblico perché sento che è giusto farlo.
È parte di me e voglio che chi mi legge, impari a conoscermi un po’ di più. Poi
avere la vostra approvazione mi ha spinta maggiormente a prendere coraggio e a
barcamenarmi in questa nuova avventura. Spero di uscirne sana e salva :P. Grazie
tesoro!!! Di cuore!!!
Lady Jadis: tu stai credendo in me talmente tanto, da
infondermi una carica che non sentivo da tempo e ti devo tantissimo!!! Io sono
tutto quello che hai scritto e mi meraviglio ancora di come tu abbia fatto a
capirlo. Le tue poesie, quella scritta per la storia, per me o per farmi
comprendere le tue emozioni quando mi leggi, trasudano di me, sai? Sento battere
la mia vita in ogni parola! Sei tu quella straordinaria, tu non devi smettere
di scrivere, io continuerò a buttar giù quello che sento, fino a quando le mie
mani, le mie membra non si saranno stancate e mi auguro che tu ci sia per
continuare a leggermi e a infondermi fiducia. Ti voglio bene!!
Vi
lascio al capitolo, ricordandovi di ascoltare questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=vDiEmJeuyvk
, nei vari capitoli troverete le diverse strofe, oltre che le citazioni di “Brida”
di Coelho. Aspetto le vostre recensioni…
Ps:
capitolo dedicato alla mia Dalia…anzi tutta la fan fiction in realtà. Ti adoro,
indiscutibilmente!
Capitolo 1
<< "Noi siamo
eterni, perché siamo manifestazione di Dio" (...) "Ecco perché
attraversiamo molte vite e
molte morti, uscendo da un punto che nessuno conosce
e dirigendoci verso un'altro
parimenti ignoto(... )" (...)
"In alcune reincarnazioni
noi ci dividiamo. Proprio come i cristalli e le stelle,
le cellule e le piante, anche
le nostre anime di dividono".
"La nostra anima si
scinde in due, e ciascuna di queste nuove entità di divide in
altre due... E cosi nel giro
di poche generazioni, ognuno di noi si trova ad abitare
gran parte della Terra"
(...)
"Noi facciamo parte di
ciò che gli alchimisti chiamano Anima Mundi, l'Anima del mondo".
"In realtà se l'anima
Mundi dovesse soltanto suddividersi, si indebolirebbe sempre di più,
nonostante la diffusione e l'accrescimento.
Ecco perché mentre la nostra anima si divide,
contemporaneamente di ritrova.
E questo incontro si chiama Amore. Allorché si scinde, l'
anima origina sempre una parte
maschile e una parte femminile. "(...)
"In ogni vita abbiamo il
misterioso obbligo di ritrovarci con almeno una di queste Altre
Parti. L'amore sommo, quello che le ha
separate, si rallegra per l'amore che le unisce
di nuovo."
"E come posso sapere chi
è l'Altra Parte di me? "(...)
"Correndo dei
rischi" "Correndo il rischio del fallimento, delle delusioni, delle
disillusioni, ma non cessando mai di cercare l'Amore. Chi persevererà nella
ricerca trionferà" (...)
"Esiste una sola essenza
della Creazione""E si chiama Amore. L'Amore è la forza che ci ù
permette di ricongiungerci,
per condannare l'esperienza sparsa in molte vite e in molti
luoghi del mondo".
>>
“Brida” Paulo Coelho
Il
pullman sfrecciava veloce sulla A1, la sveglia alle cinque l’aveva rintontita
parecchio, ma Marghe, una timida ventiquattrenne napoletana, s’era ripresa quasi
subito, quando accomodandosi sui comodi sedili del Marozzi, aveva compreso le
vere ragioni per cui stava intraprendendo quel viaggio…
Sorrise
tra sé felice.
Fondamentalmente
due le ragioni.
Vitali ragioni: la sua amica Dalia e Robert, la sua più
grande ossessione da mesi. Una stupidata per molti, ma Marghe aveva imparato a
fregarsene del giudizio della gente, poteva ucciderla dentro, ma era brava a
nasconderlo. La sua corazza era forte, messa a dura prova troppe volte…ma lei
aveva imparato che voleva vivere e lo voleva fare a 360 gradi, qualsiasi fosse
il costo da pagare…
Dalia…lei
poi era stato il motore di tutto, una folata di vita arrivata inaspettatamente
nel destino di Marghe, le loro strade s’erano intrecciate un giorno qualunque,
innescando un meccanismo ormai logorato e arrugginito per entrambe: l’amicizia,
un sentimento che spesso, troppo, ci induce a voler bene per poi restare
scottati. Ed era quello che solo da poco, Marghe aveva vissuto; proprio per
questo c’era voluto tempo, soprattutto perché per entrambe era difficile
aprirsi, eppure quel qualcuno che sosteneva che la vita regalava sempre persone
speciali, non aveva tutti i torti.
Dalia
e Robert erano i doni migliori che Marghe avesse mai potuto ricevere…entrambi
speciali, entrambi vitali per lei…entrambi l’ avevano cambiata dentro,
strappando via con forza, quella maschera che a fatica, si era costruita,
allontanando tutto ciò che potesse anche solo lontanamente scalfirla…peccato che
solo Dalia fosse realmente presente nella sua vita. Lui…beh lui era il sogno
più bello che Marghe potesse avere. Sognarlo era facile, amarlo ancora di più:
un’anima pura, vera come la sua era una rarità e quella rarità era atterrata
come un meteorite, nella sua vita, cambiando le carte in tavola, capovolgendola
totalmente.
Un
fulmine a ciel sereno.
“Si avvisano i gentili
passeggeri che siamo arrivati alla stazione Termini di Roma” quelle parole ridestarono la ragazza, la
quale si alzò dal sedile, sistemò la borsa a tracolla, chiuse la zip del
giubbino e scese dall’ autobus. Recuperata la valigia, si guardò attorno
smarrita sperando di incontrare un volto amico. Il cellulare d’improvviso le
vibrò nella borsa, l’afferrò con veemenza e lesse il contenuto del messaggio:”Sei
proprio dolce come ti immaginavo…” di scatto alzò la testa e a qualche metro
distante da lei, c’era una ragazza castana, due occhi verdi profondi e un
sorriso delizioso aleggiava sul suo volto. Marghe sorrise a sua volta e le
corse incontro, fermandosi quando fu a poche spanne da lei; ansimava, con una
rapida mossa, lasciò andare la valigia e le lanciò le braccia al collo, felice
di sentirsi finalmente nel posto giusto, con la persona giusta “Dalia, la mia
adorata Dalia!” mormorò felice tra le lacrime. Finalmente e realmente felice…
Giunsero
a destinazione dopo qualche minuto di viaggio, c’erano già milioni di persone
in trepidante attesa. Marghe sbuffò contrariata, allora Dalia le prese la mano
e la strinse forte nella sua “Lo vedrai, dovessi lottare con i bodyguard” disse
facendola ridere con un’espressione così buffa che un timido sorriso fece
comparsa sul viso di Marghe “Oh si dai, viva la violenza” rispose lei
sarcastica, suscitando ilarità sul volto dell’amica. Arrivarono all’ingresso della
struttura dedita all’evento: un lungo tappeto rosso si stagliava sul selciato e
il cuore cominciò a battere fortissimo nel petto di Marghe. Di lì a poco, lui
sarebbe passato proprio là, così vicino a lei, ma allo stesso tempo così
distante e irraggiungibile. Dalia l’afferrò per il braccio e infilandosi tra la
folla, la trascinò di peso proprio dinanzi alle transenne “Eccoci qui!” esclamò
soddisfatta, indicandole il posto in cui si trovavano, Marghe rimase incredula,
guardò l’amica e poi spostò lo sguardo davanti a se: proprio di fronte a loro,
un gruppo indefinibile di giornalisti, era intento a pulire le proprie macchine
fotografiche, sistemare gli obiettivi, pronti a cogliere ogni singola mossa dei
vip che sarebbero passati sul red carpet.
Marghe
sospirò e un brivido le percosse il corpo dalla testa ai piedi, Dalia le
accarezzò una guancia, sussurrandole dolce: “Tranquilla, andrà tutto bene” la
ragazza annuì, incapace di proferire parola. Erano mesi che aspettava quel
giorno: quanti pomeriggi passati a chattare con Dalia programmando alla
perfezione quell’evento, ma Marghe non si sarebbe mai aspettata di sentirsi
realmente in quel modo. Era la prima volta in assoluto che una persona che non
aveva mai conosciuto, le suscitava certe reazioni e questo la spaventava,
perché temeva di diventarne dipendente. Probabilmente, però, era già troppo
tardi…
Passarono
interminabili le ore, ogni tanto Marghe e Dalia parlavamo con le ragazze che s’erano
accalcate come loro, lì in prima fila, ma la testa di Marghe era altrove e non
riusciva, non voleva smetterla di pensare. Scrutava distrattamente tutto quello
che cadeva nel suo spazio ottico, dando poco peso all’eccessivo movimento che
si stava concentrando tutt’un tratto, alla sua sinistra. Poi non si sa come, né
tanto meno perché, avvertì un dolore opprimente al petto, prima debole, poi via,
via sempre più forte, fino a scoppiare in un accentuato battito cardiaco; il
suo pulsare era talmente forte che le rimbombava nelle orecchie, ogni altro
suono le giungeva ovattato, lontano. Spaventata Marghe fissò Dalia e il suo
sguardo dolce le confermò qualcosa che nel profondo, sapeva già. Velocemente
voltò verso destra la sua testa e vide una limousine nera farsi strada tra la
folla, annullando tutto il resto. L’auto si fermò, la porta si aprì, comparve
prima un piede, poi l’altro: scarpe nere maschili, leggermente appuntite.
Marghe deglutì. Di nuovo tornò a posare la sua attenzione sulla figura che ora
si era completamente rivelata, scatenando le urla di tutte le ragazzine presenti.
Era
lui ed era a Roma, in Italia. Vicino…troppo…
“Sei un continente ancora da
scoprire
un'occasione che deve arrivare
la medicina che ci può salvare
la casa nuova che vorrei comprare
sei una catena che si può spezzare
l'incomprensione che si può chiarire
un viaggio intercontinentale
un'abitudine da disegnare
se solo io potessi inventarti
un giorno
se solo tu potessi innamorarti di me
è il tuo cammino a volte che ti viene incontro
in quelle cose già decise dove io mi aspetto te”
Robert
si portò una mano tra i capelli imbarazzato per tutto quel putiferio; dentro di
sé ancora non si spiegava come un tipo normale e poco interessante come lui, a
suo avviso, potesse provocare quelle reazioni. Era in un paese non suo, come
sempre in quell’ultimo anno e ogni volta, si trovava circondato da milioni di
ragazze, persino donne adulte che urlavano, scalpitavano, per cosa poi? Un
autografo, una foto…suoi per giunta! Cosa ci trovavano in lui? Amava il suo
lavoro, recitare era la sua vocazione, si sentiva nato per quello, avrebbe
passato tutta la vita su un set, ma il suo timore più grande era quello di
essere ricordato solo ed esclusivamente per aver interpretato il vampiro centenario
che sbrilluccicava alla luce del sole: Edward Cullen, quello che faceva impazzire
mezzo mondo femminile. Si, era di certo questo che amavano di lui le ragazzine,
nessuno realmente lo conosceva, nessuna di loro si agitava per Robert, bensì
per Edward. O se qualcuna si diceva interessata a lui, era solo per il suo
aspetto fisico che lui poi non trovava per nulla attraente. Nella vita reale,
nessuna lo avrebbe mai conosciuto davvero o amato per ciò che era:
semplicemente Robert.
“Ma
quanto urlano queste?!? Non si stancano mai?” mormorò infastidita una vocina
femminile al suo fianco. Quando si voltò, Robert si trovò vicino la sua
collega, nonché amante di quell’ultimo anno: Kristen Stewart. Il gossip
sguazzava nella loro “ipotetica storia”, ma loro non avevano mai né smentito,
né confermato, si limitavano a glissare il discorso da bravi attori quali
eravamo.
“Ma
dai Kris! Sono così calorose!” scherzò lui sghignazzando e alzando una mano per
salutare le fan “E rumorose, aggiungerei” disse lei, muovendo la testa in segno
di dissenso “Sono venuti in molti” aggiunse poi Taylor, altro protagonista del
film “Non ti abituerai mai?” chiese curioso Robert “Non so” rispose lui con
un’alzata di spalle. “Ragazzi siete pronti per conquistare Roma?” disse
divertito il regista, Chris Weitz “Eh!!!” risposero tutti e tre all’unisono,
prima di gettarsi nella mischia che li avrebbe visti coinvolti in foto,
autografi e bizzarre richieste. Una routine alla quale erano sottoposti da un
bel po’ di tempo.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Eccoci
qui,
posto
prima perché domani non ci sarò molto probabilmente o sarò tanto immersa nello
studio da non avere tempo di starmene a pc, quindi ne approfitto ora :).
Grazie
ai lettori silenziosi, sono contenta che a qualcuno piaccia questa piccola storiella.
Sophief88: eccoti a te il capitolo successivo, so che
sono piccoli, ma vi voglio tenere col fiato sospeso :P, spero mi perdonerai. Aspetto
di sapere che ne pensi :)
Doddola93: no, non me ne rendo conto!!! Spiegami, perché
io davvero non capisco come sia possibile! Mi fai meravigliare ogni volta che
leggo le tue recensioni! Ti adoro tesoro mio!!! Ma proprio tanto!!!
Vampiretta Cullen: non sai che risate mi hai fatto fare quando
ho letto la recensione. Sei un mito, Malù! Dico sul serio!!! E sei
tenerissima!!! Non sai quanto mi fanno piacere le tue parole…mi risollevano! Non
esiste un mio fan club XD…mmm dici che la lista è lunga??? Mmm…mah!!! Bacione
Vi
saluto e vi auguro un buon fine settimana…aspetto le vostre recensioni :)
Capitolo 2
Marghe
li osservava da lontano, analizzando ogni loro passo, concentrandosi
soprattutto su Robert e Kristen. Quanto la irritava sapere che probabilmente
tra quei due c’era del tenero; no, proprio non riusciva a sopportarlo, non
voleva dividere lui con qualcun’altra; sentiva dentro di sé, stringersi il cuore,
spezzarsi al solo pensiero di vederlo con lei o anche con qualcun’altra.
Si
era innamorata.
Si,
Marghe si era perdutamente innamorata di Robert, senza sapere poi molto di lui,
ma quello che sentiva non era spiegabile a parole, perché i sentimenti non
possono essere razionalizzati, ridotti a mere espressioni, ciò che lei aveva
vissuto in quell’ultimo anno, le aveva fatto capire quante scelte sbagliate
aveva compiuto, quanto ancora aveva da imparare, da vivere, da amare…
Quando
il 23 novembre 2008 era andata al cinema a vedere il fenomeno del momento,
“Twilight”, era partita senza alcun tipo di entusiasmo particolare, trovandosi
poi catapultata in un mondo di cui fino ad allora, aveva ignorato l’esistenza;
quel giorno aveva vissuto un’esperienza strana che l’aveva profondamente segnata:
un fulmine le aveva trapassato gli occhi, insinuandosi e chiudendosi nel suo
petto, nell’istante in cui, Robert era apparso sulla scena, lasciandola
spiazzata, senza parole, priva di tutto ciò che fino ad allora si portava
dentro. Da allora erano passati i giorni, i mesi e ogni volta qualcosa le si
muoveva nel corpo, facendo nascere e solidificare in lei, un sentimento sempre
più forte e incontrollabile. Aveva riconosciuto in lui, quella parte di sé che
le mancava, quell’incastro perfetto che permetteva alle parti del puzzle di
unirsi e completarsi.
Robert
ora era a pochissimi passi da lei, il cuore non aveva smesso un attimo di
battere e gli occhi di fissarlo, Dalia al suo fianco era rimasta in silenzio,
capiva bene come si sentiva l’amica e sapeva che qualsiasi parola proferita in
quel momento, sarebbe rimasta inascoltata.
“Oddio sta per venire qui!” pensò d’un
tratto Marghe, velocemente si girò di spalle, avvertendo forte la voglia di
scappare via.
Paura.
Dalia
la guardò e percependo la sua intenzione, la fermò prendendola per il braccio
“Non farlo! Te ne pentiresti per tutta la vita!” le disse seria. Marghe si
bloccò, assimilando quelle parole, sapendo infondo, che erano veritiere. Per
questo abbassò il capo e tornò a voltarsi in avanti, proprio in quell’istante i
suoi occhi incontrarono quelli di Robert. Gli occhi di Marghe si spalancarono,
la gola si seccò, ogni parola morì sul nascere, rimasero entrambi fissi l’uno
di fronte all’altra, a scrutarsi. Sembrò che il tempo si fosse fermato e che
tutto il caos attorno a loro si fosse dissolto, erano solo Marghe e Robert.
Quella
ragazza lo guardava in modo così diverso, un luccichio le illuminava le iridi e
mai prima di allora aveva visto una cosa simile e si meravigliò della
sensazione di tranquillità che le seppe trasmettere quello sguardo. D’un
tratto, fu urtato da una fan che si stava sbracciando per poterlo toccare e
fece un passo indietro, scuotendo il capo e notando che la ragazza davanti a
lui s’era voltata e aveva lanciato un’occhiataccia alla pazza che li aveva
interrotti. “Interrotto cosa?” si
trovò a pensare Robert. Scuotendo nuovamente la testa, si avvicinò alla
transenna e firmò l’autografo, quando ritornò a quella ragazza dallo sguardo
incantatore, le sorrise in modo così naturale da sorprendersi egli stesso di
non sentirsi minimamente forzato a fingere dinanzi a lei. Lei sorrise
altrettanto, rivelando due piccole fossette ai lati delle labbra. “Come ti
chiami?” le chiese, lei sembrò sobbalzare, quasi come fosse incredula e Robert
si chiese se avesse sbagliato qualcosa “Vuoi l’autografo?” non lo aveva mai
chiesto prima di quel momento e gli sembrò assurdo, ma voleva che lei parlasse
“Certo che lo vuole!” rispose la ragazza bruna al suo fianco “Vero Marghe?” disse
poi voltandosi verso l’interessata, la quale annuì arrossendo. Robert rise,
prese carta e penna dalla mano di Marghe e si concentrò per pensare ad una
dedica; mai fatto negli ultimi mesi, si era sempre limitato alla semplice
firma, ma ora si sentiva meno controllato e più spontaneo, voleva, sentiva,
desiderava scriverle qualcosa e così lasciò che il cuore guidasse la sua mano:
“Alla ragazza che dopo tanto
tempo mi ha fatto sentire me stesso con un semplice sguardo. Uno sguardo
diverso da quello delle altre. Infinitamente grazie. Con affetto, Robert
Pattinson”
Marghe
leggeva e rileggeva quel biglietto, scoprendo ogni volta un dettaglio in più
della scrittura di Robert, tentando di memorizzare tutto, non tralasciando
nulla. Dopo che le aveva riconsegnato il pezzo di carta, l’aveva guardata
ancora, dapprima serio, poi dolce e spinto dai bodyguards aveva proseguito. Dalia
al suo fianco era entusiasta del risultato e gioiva quasi come fosse stata lei
a ricevere quella dedica “Sei contenta?” le chiese d’un tratto “Eh, cosa?”
rispose distratta Marghe, suscitando le risa dell’amica “Ti fa davvero uno
strano effetto quel ragazzo…hai visto che dedica??? Ho chiesto alle ragazze
vicino a noi e a nessuno ha lasciato scritto cose del genere, se non il suo
autografo” affermò contenta “Davvero?” domandò incredula Marghe, rimirando
ancora il fogliettino e tremando “Si”, Marghe alzò gli occhi verso Dalia e
sorrise “Almeno avrò un bel ricordo” disse contenta “Ne è valsa la pena
vederlo. Dal vivo è molto di più di quello che si può immaginare” mormorò
arrossendo “Vero. È stupefacente” aggiunse l’amica.
Robert
intanto era nella sala in cui sarebbero state proiettate in anteprima, alcune
scene del film, si guardava intorno disperato, non sapendo bene neanche lui
cosa stava cercando “Conosci qualcuno?” chiese d’improvviso Kristen, facendolo
sobbalzare sulla poltroncina “No, no, ma come ti viene in mente!” rispose
frettoloso, agitandosi sul posto “Curiosità. Stai facendo la radiografia a
tutte le persone qui presenti” disse lei “Non è vero!” ribatté lui “Oh si che è
vero. Avanti dimmi chi è” proferì Kristen, portando le braccia al petto
“Gelosa?” domandò lui, avvicinandosi malizioso al suo orecchio “Smettila Rob!
Non qui!” esclamò contrariata lei, lui scoppiò in una fragorosa risata e si
sistemò meglio sulla poltrona, chiedendosi dove fosse quella ragazza capace di
farlo sentire normale.
Marghe
e Dalia camminavano verso la stazione in silenzio, ognuna di loro ripensava a
ciò che quella giornata aveva riservato loro e ne facevano tesoro. “Ti è
dispiaciuto non vedere in anteprima le scene del film?” domandò Dalia, Marghe
fece cenno di no col capo “Sai bene che per me vedere quel film è difficile e
poi tra i trailer, le varie foto del set, so già più o meno come andranno le
cose” disse smettendo di camminare “Beh si, però avresti potuto rivedere
Robert, non credi?” Marghe rise “Fortune del genere capitano una sola volta, mi
accontento. E poi sai quanta gente ci sarebbe stata? Figurarsi se riuscivo a
ritrovarmelo ancora davanti…” “Inoltre non dimentichiamo il particolare
<>” aggiunse furba Dalia, generando la gelosia di Marghe
“Non me ne parlare! Ma hai visto com’era conciata e come con lo sguardo si
mangiava Rob?” mormorò furibonda “E ce credo! Hai visto quant’era bello
stasera? Non si può non guardarlo”, Marghe sospirò “Già…comunque è palese: tra
quei due c’è qualcosa” ammise controvoglia “E da cosa lo avresti capito?”
chiese con curiosità, Dalia “Da come si cercavano con lo sguardo…” sussurrò
appena Marghe. Quanto avrebbe voluto che lui potesse cercare lei, con tanto
ardore. “L’ho notato anche io” confermò Dalia “Ma…” e Marghe la fissò curiosa
“Ma cosa?” domandò “Quando ha guardato te, i suoi occhi si sono accessi”.
Marghe scoppiò a ridere, tenendosi la pancia “Si certo, gli ha dato fuoco.
Dalia ma che ti sei bevuta prima di venire qui, la vodka?” sghignazzò
“Veramente la red bull” replicò mesta lei “E comunque non me lo sono sognato.
Robert ha cambiato espressione, secondo me l’hai colpito” Marghe si fermò di
botto, tornando in posizione eretta e riprendendo a camminare, rapita dai suoi
pensieri. Quanto desiderava che quelle parole di Dalia fossero vere, ma la
realtà non è mai come noi la vogliamo…
Per
tutta la conferenza stampa, Robert aveva continuato a scrutare i visi della gente,
restando profondamente deluso nel constatare che lei non c’era. Sbuffò per la
millesima volta, muovendosi nervoso sulla sedia, Kristen gli lanciò
un’occhiataccia e Taylor lo guardava stranito “Robert!” lo chiamò un
giornalista “Ti sei mai innamorato come Edward?” era la centesima volta che gli
ponevano quella stessa domanda e lui puntualmente rispondeva “Ancora no. Finora
non mi sono innamorato per davvero. Nessuna si trova bene al mio fianco, sono
uno noioso” disse guardando di sottecchi Kristen “Non sono un eroe romantico
come Edward. Certo, non ho ancora incontrato la ragazza giusta. Ma so che mi
sposerò, non mi piace il matrimonio, non sono il tipo” mormorò in fine,
sentendosi stranamente a disagio. Era vero: l’amore vero non lo aveva ancora
incontrato, ci credeva, ma non ci aveva mai pensato molto. Era facile alle
cotte, tipo quella che s’era preso per la sua co - protagonista Kristen, ma
nulla di troppo serio o di ufficiale. E mai prima di allora si era sentito
triste per questo e ripensò alla ragazza che lo aveva rapito quel pomeriggio.
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
Buongiorno e buona domenica a tutti,
sono di passaggio...vi chiedo scusa se ieri non ho postato, ma non ci sono stata tutto il giorno.
Ringrazio
chi legge la mia storia, so che per molti non ha senso e mi spiace che
non la si capisca, ma infondo ognuno ha un modo di scrivere personale e
capisco che il mio sia troppo introspettivo e a tratti pesante. Vorrei
dire che mi dispiace, ma no, non lo dirò, perchè?
Perchè io sono questo e non mi voglio iù precludere per
piacere agli altri. Si, forse sto divagando, ma è giusto per
dire che non fa nulla se ho poche recensioni, mi basta sapere che chi
mi segue mi apprezza :). Grazie sia a Sophief88 che a Vampiretta
Cullen, le vostre parole mi sono davvero di conforto...:)
Ora vi lascio al capitolo e vi riposto il link della canzone:
Capitolo 3
La
mattina dopo, Dalia era decisa più che mai a trascinare Marghe in una visita
turistica della capitale “Ti piacerà, vedrai!” esclamò contenta, Marghe la seguì
poco convinta e ancora parecchio assonnata. Il viaggio durò meno del previsto,
tra una chiacchiera e un’altra, si scrutavano, si studiavano, si conoscevano e
si scoprivano affezionate l’ una all’ altra, molto più di quanto pensassero. E
fu bello capire cos’erano realmente l’una per l’altra.
Presto,
arrivarono a Roma e si insinuarono nella folla di turisti che affollava la
capitale, in quell’afosa giornata di ottobre.
“Questi
sono i fori romani” disse Dalia indicandoli, Marghe li
osservò estasiata “Sono
bellissimi. Certo che è assurdo!” rispose lei
“Perché?” domandò l’amica “Stiamo
camminando sui resti della nostra civiltà!”
esclamò, Dalia rise. Marghe
continuò a camminare senza badare a dove metteva i piedi,
fissando attenta quei
resti archeologici, quando d’improvviso andò a sbattere
addosso a qualcosa, o
meglio, qualcuno e cadde a terra “I’m sorry” disse la
persona in questione,
Marghe alzò di scatto la testa, non riuscendo a capire
perché il cuore stava
andando per conto suo, ma nel momento in cui osservò la figura
dinanzi a sé, il
respirò le si fermò: un ragazzo piuttosto alto, indossava
un semplice jeans,
maglietta bianca a maniche corte, occhiali da sole rayban e cappello
con
visiera.
”La coincidenza ci farà
incontrare
e chiamalo destino quel percorso naturale
che due puntini dentro l'universo
raggiungono la strada che li illumina d'immenso
la confidenza mischierà le carte
da non capire mai qual è il punto di confine
e non saper distinguere il tuo corpo
dove finisci tu, comincio io
e questo è il senso di un momento già perfetto
è questo il punto da cui inizia tutto quanto
Arrivi tu”
Poteva
sembrare un semplice turista, ma Marghe quelle labbra le avrebbe potuto
riconoscere ovunque “Ro-Ro-Ro” balbettò, prima che lui le porgesse la mano per
aiutarla a rialzarsi.
“Stai bene?” domandò lui gentile, Marghe
afferrò la sua mano, una presa forte e allo stesso tempo, delicata. Ma non
appena le loro dita si sfiorarono, accadde qualcosa che non si sarebbero mai
dimenticati: la tensione fu tale che entrambi avvertirono una scossa
d’elettricità propagarsi fugace nell’aria e si allontanarono di poco. Marghe si
mise in piedi e continuò a guardarlo, Robert faceva lo stesso. Dalia era vicina
ad entrambi e li scrutava attenta, felice di constatare che il suo occhio aveva
visto bene il giorno prima e sorrise tra sé per questo.
“Mi
spiace esserti venuto addosso” mormorò lui rompendo il silenzio “Non ti
preoccupare, non mi sono fatta nulla e poi è colpa mia che non guardavo dove
stavo andando” rispose lei emozionata “Ci siamo già incontrati” soffiò un
Robert rapito. Avrebbe dovuto meravigliarsi per quei suoi gesti, ma non lo fece
né se ne pentì. Marghe, d’altro canto, non sapeva cosa rispondere, fingere o no
di non averlo riconosciuto. Infondo però per aver introdotto lui l’argomento significava
che non gli importava di essere scoperto. Lei gli sorrise allegra “Ieri non
passavi di certo inosservato, ma mascherandoti, forse, forse riesci a
mimetizzarti agli occhi di osservatori poco attenti” “Tu sei un’attenta
osservatrice?” chiese ridendo e passandosi una mano tra i capelli “Si,
abbastanza. Mi piace scoprire ciò che mi sta intorno” sussurrò Marghe “Visita
turistica?” aggiunse poi “Si, mi andava di vedere un po’ la città prima di
ripartire. Non posso mai stare fermo in un posto per troppo tempo e quindi ne
sto approfittando. Avevo proprio voglia di fare una passeggiata” disse Robert,
alzando lo sguardo verso il cielo azzurro, sciogliendo la tensione accumulata.
I raggi del sole filtravano decisi nei suoi morbidi capelli, donandogli un certo
piacere. Marghe s’incantò di fronte al suo adone, annullando ogni sorta di
ragionamento si volesse innescare in quel momento. Non c’erano spiegazioni
sufficienti e degne di descriverlo. “Anche io sto facendo un giro turistico”
sussurrò, lui riposò gli occhi su di lei e le sorrise “Conosci bene la città?”
“Un po’si, un po’ no. Ho letto parecchi libri su Roma e ora mi stavo divertendo
a testare con mano se quello che ho studiato corrisponde a realtà” “Mi
servirebbe un cicerone” disse lui, sorprendendola. A quel punto, Dalia si
schiarì la voce, attirando l’attenzione di entrambi, Marghe arrossì di botto
“Che si fa?” chiese all’amica “Io sono un po’ stanca” disse portandosi una mano
alla testa, Marghe la guardò stranita “Oh, vuoi tornare a casa?” le domandò preoccupata
“No, no” rispose Dalia muovendo il capo “Se vuoi, voi due potete vedere insieme
i fori. Io me ne vado nella biblioteca dell’Università a cercare dei libri che
mi servono per l’esame, ti spiace?” disse rivolgendosi ad una Marghe allibita
“Sei sicura?” mormorò deglutendo, Dalia annuì “Mi raggiungi appena puoi”
ammiccò, salutò con un cenno della mano Robert e s’incamminò soddisfatta.
Marghe e Robert la guardarono andare via e avvertirono un formicolio
stranissimo che partiva dal petto per finire dritto nello stomaco.
Si
voltarono l’uno verso l’altro nello stesso istante e si ritrovarono a
sobbalzare per la sorpresa. Marghe si posò una mano sul cuore, Robert la passò
nei capelli, domandandosi perché si sentiva in quel modo stando accanto a lei
“Allora ti va di vedere questi fori?” balbettò lei tremando, ma non per il
freddo “Oh si certo!” rispose lui entusiasta. Si voltarono e si avviarono verso
l’entrata.
Dopo
aver fatto i biglietti, offerti gentilmente da Robert, entrarono negli scavi e
si guardarono attorno meravigliati e rapiti.
“Wow!
Ma quant’è grande questo posto?” mormorò tra sé Robert, Marghe ridacchiò,
portandosi una mano alla bocca, cercando di non farsi scoprire, ma il tentativo
fu invano, lui la stava fissando con uno strano cipiglio sul viso. A quel
punto, la ragazza smise di ridere e tornò seria, chinando il capo verso il
basso, per la vergogna. Aveva fatto l’ennesima figuraccia, per giunta proprio
dinanzi a lui! “Proseguiamo?” domandò
Robert, poco dopo, Marghe alzò la testa meravigliata quando vide un sorriso
strafottente, aleggiare sul suo viso e annuì, incapace di fare altro.
“Il
tempio di Vesta è il più elegante del Foro. E’ una costruzione circolare,
circondata originariamente da un anello di 20 colonne scanalate e fu eretto nel
IV secolo d.C., nello stesso punto dove sorgeva un tempio molto più antico.
Quello odierno è dovuto ad una ristrutturazione del 1930. Il Tempio di Vesta
era il sostituto del focolare domestico più importante, quello della casa del
re; alle figlie del re, originariamente incaricate di sorvegliarlo, si sostituì
un gruppo di sacerdotesse, le Vestali, l'unico sacerdozio femminile di Roma.
Esse, in numero di sei, erano incaricate della sorveglianza del fuoco e di
altri riti, tutti strettamente connessi con la generalizzazione del culto
domestico. Tratte in giovane età (tra i 6 e i 10 anni) da famiglie patrizie, le
Vestali dovevano restare nel sacerdozio per un periodo di 30 anni, conservando
la verginità. La pena che attendeva la vestale che veniva meno a questa regola
era la morte: essa veniva in tal caso seppellita viva (il sangue della vestale
non poteva essere versato). In cambio, la vestale godeva di grandi privilegi,
come ad esempio non essere più soggetta alla potestà del padre e godeva di
mezzi finanziari e di prestigio immensi. Nel suo aspetto attuale l'edificio
corrisponde all'ultimo restauro, eseguito dalla moglie di Settimio
Severo, Giulia Domna, dopo l'incendio del 191 d.C. Esso è costituito
da un podio in opera cementizia rivestito di marmo, al quale si addossavano le
basi che sostenevano la peristasi delle colonne corinzie. Il fuoco sacro era
acceso all'interno della cella mentre il tetto conico doveva essere aperto per
permettere la fuoriuscita del fumo. Le Vestali dovevano custodire anche il
Palladio, la statua sacra della dea Atena Pallade”, Robert ascoltava
attentamente e in silenzio, Marghe che leggeva con accuratezza, la guida e
apprezzava il suo tentativo di spiegargli in inglese, ciò che c’era scritto.
Rideva tra sé e sé, pensando che un po’ di italiano lo capiva e sapeva anche
parlarlo, merito delle insegnanti di lingua che aveva avuto. “Ah!” sospirò
improvvisamente la ragazza “Quanto mi piacerebbe essere indimenticabile come questi
resti!” e il suo sguardo si posò, sui ruderi davanti a lei “Vuoi lasciare il
segno?” chiese lui, facendola sobbalzare. Marghe si sorprese a scoprire che
Robert aveva capito le sue parole “Mmm…non proprio, però mi piacerebbe poter
essere importante per qualcuno. Sapere che un solo mio sguardo, può far felice”
ammise lei, senza troppe remore, sentendosi un tantino in imbarazzo. Robert
sorrise. Lei non sapeva che proprio il suo sguardo, lo avevano incuriosito e
interessato.
Proseguirono
la visita, fermandosi di tanto in tanto per riprendersi da quel calore
insopportabile. Intorno a mezzogiorno, si ritrovarono fuori dagli scavi e
impacciati si guardavano intorno senza sapere cosa dirsi. D’improvviso, una
strana musica si diffuse nell’aria. Entrambi sussultarono, quando Robert poi,
sfilò dalla tasca del jeans il cellulare e rispose “Si? In giro. Mhh. Ok a più
tardi. Ciao”, una breve telefonata che Marghe, senza farsene accorgere, aveva
seguito attentamente, nonostante la sua conoscenza di inglese fosse quasi sufficiente.
Si domandò chi fosse e cosa volesse e la sua mente pensò subito a Kristen. Un
moto di gelosia le crebbe dentro, ma non ebbe tempo di metabolizzare che Robert
le fu davanti “Ti va di pranzare insieme?” chiese speranzoso. Marghe restò
interdetta per un attimo, non si aspettava di certo un invito del genere. Stava
per rispondere di si, quando però il nome “Dalia” le tuonò nella testa “Mi
piacerebbe, ma devo raggiungere la mia amica” si morse la lingua, maledicendo
la sua cattiva sorte “Beh può venire anche lei con noi”, Marghe lo fissò
basita, lui le sorrise “Mi farebbe davvero piacere” sussurrò con un’espressione
strana negli occhi, lei si limitò ad annuire.
Mezz’ora
più tardi si ritrovarono a Ostia, in un piccolo ristorante cinese, suggerito da
Dalia. Avevano ordinato di tutto e ora si stavano divertendo ad assaggiare le
cose più strambe e sembravano gustare a tutti. Dalia che conosceva bene quel
posto, era soddisfatta, per nulla incredula di trovarsi a tavola con Robert
Pattinson, il divo del momento. Sembrava una persona così semplice e alla mano,
non metteva minimamente in soggezione. “Allora Robert” iniziò lei “Come ti
sembra l’Italia?”, lui posò la forchetta nel piatto e la guardò, Marghe
continuò a mangiare, pur continuando a guardarli sott’occhio “Un posto molto
caloroso. È la terza volta che vengo qui e ho sempre la stessa accoglienza. Mi
piace molto e si mangia bene” rise, coinvolgendo anche Dalia “Su questo non
posso che essere d’accordo!” riuscì a mormorare. Marghe dal suo canto, aveva intrapreso
la strada del silenzio, si sentiva improvvisamente fuori posto. Eppure doveva
essere contenta di quella possibilità, quando le sarebbe capitato di nuovo di
poter trascorrere del tempo con le persone più importanti della sua vita?
Sospirò
attirando su di sé, gli sguardi dei suoi compagni d’avventura e si sentì
avvampare “Ehm…” disse “Scusate” e si morse il labbro inferiore, in quel
momento il cellulare di Robert prese nuovamente a suonare “Kristen!” pronunciò
con veemenza, Marghe sussultò e il cuore si stoppò improvvisamente, le sue
labbra si piegarono in una smorfia di dolore, per nasconderlo, chinò nuovamente
la testa nel piatto, riprendendo a mangiare. Dalia la guardò comprensiva, ma
non le disse nulla. A volte i silenzi, valgono più di mille, inutili parole.
Robert
parlava a telefono, rispondendo alle mille domande di Kristen, stava diventando
leggermente opprimente, meno male che era lei a non volere nulla di serio
“Sentiamoci liberi di stare con chiunque vogliamo” gli aveva detto qualche mese
prima ed ora era proprio lei a rompergli l’anima. Forse un tempo non gli
sarebbe dispiaciuto, infondo lui era tipo da desiderare certe attenzioni, anche
se non voleva darlo a vedere, soprattutto agli occhi del suo migliore amico,
Tom. “Non so a che ora rientrerò. Appena mi sarò scocciato di girare, farò
ritorno. Tu stai tranquilla, non scappo mica” sbuffò, portandosi più volte la
mano tra i capelli, nervoso. Non appena mise fine alla telefonata, si scusò con
le due ragazze sedute davanti a lui “Ma tranquillo!” disse Dalia “E’ giusto che
tu parli con la tua ragazza”, Marghe si strozzò col riso e tossì tanto da
sentirselo persino nel naso. Afferrò con forza il bicchiere ricolmo d’acqua e
lo mandò giù tutto d’un sorso, sbattendolo poi sul tavolo e squadrando l’amica
con espressione truce. Ma cosa cavolo le passava per la testa? Dalia le rivolse
un sorriso beffardo, poi si girò verso Robert che le guardava stranito, ancora
turbato per l’affermazione di Dalia “Non pensi che forse lui vorrebbe mantenere
segreta questa relazione?” domandò Marghe con un timbro di voce leggermente al
di sopra di un’ottava, quasi starnazzava. Che poteva farci se sentire parlare
di loro due insieme, le mandava in pappa il cervello? Era più forte di
qualsiasi volontà, la gelosia non era controllabile, gestibile, era come una
biscia: non potevi tenerla ferma senza che non ti scivolasse via dalle mani,
correrle dietro, serviva a poco.
“Segreta?
Ma se lo sa tutto il mondo!” esclamò con ovvietà l’amica, Marghe sbarrò gli
occhi sconvolta “Dalia!” la rimproverò, a quel punto Robert si schiarì la voce e
entrambe le ragazze si voltarono verso di lui “Scusate se vi interrompo, ma non
mi sembra il caso che litighiate per questa cosa che riguarda me” proferì atono
“Comunque Kristen non è la mia ragazza” affermò osservando Dalia “Ma ti piace!”
ribatté prontamente lei, Robert sussultò, non s’aspettava quelle parole e restò
spiazzato, tanto che esitò un tantino nel rispondere. Confessare o no la
verità? Erano amanti, condividevano il letto qualche volta, anzi spesso. Non
seppe perché, ma si ritrovò a fissare Marghe. I suoi occhi castani sembravano volergli
suggerire una muta confessione, quasi lo imploravano e si trovò a navigarvi
dentro, senza rendersi conto di essersi completamente perso.
“Si,
mi piace” rivelò privo di volontà, restando immobile a guardare Marghe, i cui
occhi si spensero, facendolo ridestare. Scosse il capo, chiudendo le palpebre,
pensando di sognare, ma quando tornò a fissarla, quella luce che lo aveva
rapito, s’era spenta, volatilizzata chissà dove e si sorprese quando avvertì un
leggerissimo fastidio al petto, all’altezza del cuore. Cosa gli importava di
quella ragazza? Di quella luce che gli illuminava gli occhi?
Lo
infastidiva non capire, così sentendosi a disagio, distolse lo sguardo e fissò
Dalia che nel frattempo, osservava la scena, ridendo tra sé e sé. Quegli
sguardi le sembravano sospetti e si sentì soddisfatta di ciò che aveva
scatenato. “Capito” disse “Puoi stare tranquillo, non ti chiederò altro e
entrambe saremo mute come due tombe” gli fece l’occhiolino, lui annuì. Le
parole gli mancavano e il silenzio che si librava da Marghe, non lo aiutava
affatto.
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4
Buon
giorno,
ed
eccomi qui con un altro capitolo…un po’ più lunghetto :), spero vi piaccia.
Sophief88: eh si, gli piace Kristen!!! Che tragedia u.u!
vedrai se è vero o no quello che ha detto, sta di fatto che si gli vai a dare
una botta in testa mi fai un piacere. Si capisce che sono antirobsten??? Eheheh
:P
Vampiretta Cullen: tesoro mio, magari mi fossi scontrata con
Robert nella realtà, ma purtroppo non è così e quindi ci fantastico su :P.
Innamorarsi…ah l’amore, l’amore…cara Malù, è dannazione e perdizione allo
stesso tempo, ti fa partire col cervello, te l’assicuro!!! Bacione
Anche
qui, potete riascoltare la canzone di Alessandra Amoroso…bacione miei cari
lettori :)
Capitolo 4
“Si, mi piace” quelle tre semplici parole, martellavano il
cervello di Marghe, le era venuto mal di testa a furia di pensarci, o meglio:
non era lei a pensarlo, ma le tornavano a mente da sole, involontariamente.
Diciamo pure che lo facevano apposta, la sua coscienza amava torturarla e ora
si ritrovava con i gomiti poggiati sul tavolo e con le dita si massaggiava le
tempie. Avevano finito di pranzare da qualche minuto, attendevano il caffé che
Robert aveva ordinato, Dalia le si avvicinò e le bisbigliò all’orecchio “Stai
bene?”, lei fece cenno di no con la testa “E’ solo un banale fastidio alla
testa” riaprì gli occhi, guardando Robert “Passerà presto” e senza volerlo lo
incenerì con lo sguardo. Possibile che si sentisse così male per colpa sua?
Manco lo conosceva! Sbuffò alzandosi dal tavolo “Scusate! Ho bisogno di una boccata
d’aria” e uscì fuori. Erano ormai le due del pomeriggio, il caldo afoso non
accennava a calare, eppure erano a ottobre e Marghe che detestava la calura
estiva, si sentiva soffocare. “Marghe, mi stai facendo preoccupare. Vuoi
rientrare?” Dalia comparve come un fantasma alle sue spalle, facendola
sobbalzare, lei stava per rispondere, ma notò Robert dietro l’amica e si
ammutolì, abbassando lo sguardo. Dalia la scosse prendendola per le spalle
“Allora?” insisté “No, no. Voglio camminare ancora se non ti spiace”, lei
sorrise “Ok. Vi porto sul lungomare”.
E
così trascorsero il pomeriggio, tra una chiacchiera e l’altra, siccome c’erano
ancora turisti in giro, le spiagge erano ancora aperte, per questo si
appartarono in una zona non troppo frequentata, così da permettere a Robert di
poter stare in santa pace. “Quando ripartirai?” domandò Dalia che ormai era
l’unica interlocutrice di Robert “Domani nel tarda serata, io e gli altri
abbiamo ancora qualche intervista da fare, poi si ritorna in America”, il suo
sguardo si perse nell’orizzonte “Marghe tu invece hai deciso quando tornerai a
casa?”, la ragazza si riscosse “Devo prenotare il biglietto per dopodomani
mattina” rispose atona “Ah quindi domani sarai ancora qua?” chiese allegra
“Già…”, perché il sorriso era scomparso dal suo volto?
“Vuoi
che ti accompagniamo a Roma?” “No, no, grazie. Avete già fatto troppo per me”
rispose Robert sorridendo “Guarda non ci costa niente, anzi ci fa piacere.
Vedere Roma di sera è bellissimo” e detto ciò Dalia si avviò verso la metropolitana,
Marghe e Robert restarono indietro fermi, si guardarono, lui le sorrise
timidamente “Passato il mal di testa?” chiese dolce, quel tono di voce melenso,
sciolse il cuore della ragazza, la quale si diede un contegno “Si, grazie.
L’aria del mare mi ha fatto bene” rispose al sorriso “Mi fa piacere che tu sia
tornata a parlare, credevo ti fossi ammutolita” scherzò lui, Marghe sobbalzò
“Ogni tanto mi estraneo, fa parte del mio pessimo carattere” ammise lei “Non
esistono pessimi caratteri” disse Robert “Ognuno di noi ha dentro di sé un
segreto, un dolore che ci porta a chiuderci” aggiunse incamminandosi, Marghe
gli si affiancò timida “Non ho segreti” “Anche con lei?” chiese lui, indicando
la sua amica con un cenno della testa “Lei sa tutto di me e se proprio vogliamo
dirla tutta, Dalia ha capito perfettamente cosa ha scatenato la mia crisi”
sorrise amara “Ragazzi correte, sta arrivando il treno!” gridò Dalia,
interrompendoli, e tutti e tre s’affrettarono verso i binari.
Si
salutarono così, con un cenno della mano, davanti al grande albergo che vedeva
ospiti Robert, Taylor, Kristen e il regista. Marghe indugiò un attimo prima di
voltarsi, dando le spalle alla porta scorrevole, Robert era entrato, ma s’era
fermato poco dopo. Marghe scrutava le sue grosse spalle, frutto di ore e ore di
allenamento in palestra e non riusciva a non pensare a lui, alle sue parole.
Sospirò frustrata appena s’accorse che era inutile restare lì, lui ormai non si
sarebbe più voltato, per questo mosse i piedi pesanti e fece cenno a Dalia che
era pronta per andarsene. L’amica non aveva proferito parole, rispettando quel
silenzio carico di dolore e attesa, il suo compito era sostenerla, volerle bene
sempre e comunque.
Robert
d’un tratto, come se fosse stato richiamato, si girò, ma la figura che si
aspettava di vedere, non c’era più. La delusione fu forte. Strinse i pugni e
rientrò, in stanza c’era Kristen che lo aspettava impaziente…
“Marghe…”,
Dalia era estremamente preoccupata per lo stato di mutismo in cui era piombata
la sua amica “Come ti senti?”, lei si fermò sulla strada, pochi passi e
sarebbero giunte a casa. In realtà non riusciva a stare ferma tanta era
l’agitazione “Le piace” soffiò soltanto, prima di lasciare che le lacrime
sgorgassero tranquille, le aveva trattenute per ore, ma ora si sentiva libera
di lasciarsi andare. Quella notte passò così…
“Che
facciamo oggi?” domandò Dalia, mentre Marghe addentava una fetta biscottata con
su spalmata una quantità industriale di marmellata alle fragole, diceva che
aveva bisogno di zuccheri per sentirsi in forma “Non saprei. A te cosa va di
fare?” ribatté, Dalia scrollò le spalle “Pensavo di andare nuovamente a Roma,
ci sono dei posti che vorrei mostrarti, sono certa che ti piaceranno”. Marghe
inizialmente tentennò, poi si mandò al diavolo mentalmente e annuì contenta.
Uscirono
di corsa dal pullman, erano già stremate prima ancora di cominciare a girare,
avevano preso i mezzi pubblici per coincidenza, puntualmente si ritrovavano a
correre per fare in tempo i biglietti. “Ok!” sbuffò Marghe “Giuro che se mai
dimagrirò, mi darò all’atletica leggera” roteò gli occhi verso il cielo “Si, ed
io all’ippica. Ma dai!” la prese in giro Dalia “Dico sul serio!” ribatté lei
“Parteciperò alle Olimpiadi” e tutte e due scoppiarono a ridere.
Si
inoltrarono tra le tanti vie di Roma e videro Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi, poi si
ritrovarono a Viale Regina Margherita e risero del nome “Che ti credi io sono
importante!” si vantò Marghe, facendo una strana smorfia col viso, Dalia era
intenta a mangiarsi un gelato al cioccolato, fissò l’amica per qualche secondo
“Non c’è bisogno di farsi intitolare una strada per ricordare che si è
importanti!” ammise seria, Marghe la guardò stupita “Fammi illudere” sussurrò
sospirando “Almeno…” e s’interruppe abbassando lo sguardo “Cosa?” chiese Dalia
curiosa “No, niente. Lascia perdere” rispose l’amica, accompagnando le parole
ad un cenno della testa “Eh no! Ora parli!” esclamò lei “Non puoi gettare la
pietra e poi nascondere la mano!” s’imbronciò Dalia, Marghe si voltò a guardarla
e le sorrise teneramente “E’ una sciocchezza” disse “Io voglio saperla lo
stesso!” ribatté prontamente Dalia “Ok, ok” si arrese. Marghe sospirò, chiudendo gli occhi e alzando
la testa verso il cielo, godendo della luce del sole sul suo viso “Se…Robert
passa di qui, legge quel nome e magari si ricorda di me” bisbigliò appena le
ultime due parole, riaprendo gli occhi e sbattendo le palpebre più volte.
Imbarazzata, si girò lentamente verso l’amica che la guardava con dolcezza e
quello sguardo le piacque, perché non la giudicava, ma la comprendeva e non
c’era cosa più bella del trovare qualcuno che con solo un’occhiata di parla di
sé.
Dalia
si avvicinò, sorrise “Andiamo” le disse, Marghe annuì e s’accostò a lei.
Proprio
in quell’istante, Robert, Taylor e Kristen avevano terminato un’intervista
radiofonica; sfiniti dalle numerose domande che s’erano concentrate molto di
più sui loro rapporti personali che sul film, si concessero un piccolo giro tra
le vie di Roma, ovviamente ben mascherati e seguiti dai body guards “Questa
città è davvero molto bella!” esclamò Taylor “Devo ammettere che hai ragione”
rispose Kristen incredula, Robert guardava per terra, era stranamente
silenzioso quella mattina e questo insospettì i suoi colleghi che si lanciarono
occhiate strane “Ehi Rob!” disse Tay, avvicinandosi a lui “Cos’hai fatto ieri
di bello? Ci hai abbandonato tutta la giornata!” proferì ridendo, non sapendo
che avevo toccato un tasto dolente. Robert sobbalzò, sollevando la testa e
fermandosi di botto, chiuse le mani a pugno, mordendosi la lingua. Perché
sentiva la rabbia crescere dentro di lui? Voleva che nessuno gli ricordasse
quella giornata, voleva solo dimenticarsene. “Niente di particolare. Ho
girovagato per Roma” rispose con indifferenza, reprimendo l’istinto di urlare.
Kristen lo fissava attentamente, ormai lo conosceva bene e aveva captato che
qualcosa non andava. La sera prima si erano dati da fare: Robert non appena era
rientrato in stanza e lei gli era andato incontro, l’aveva afferrata per le
spalle e baciata con passione. Una passione che sapeva di violenza quasi. E si
erano posseduti sul muro, neanche il tempo di raggiungere il letto, lui s’era
gettato su di lei con veemenza e Kristen non s’era tirata indietro, aveva una
voglia matta di lui. S’erano amati ancora, questa volta tra le lenzuola. Lei
ricordava bene di averlo osservato mentre dormiva a sonno pieno, a pancia
sotto; scrutava accuratamente le sue spalle nude, i capelli ribelli sparsi sul
cuscino e il suo respiro lento che alzava e abbassava il torace. Kristen amava
sentirlo dentro di sé, stava così bene con lui e non ne capiva il motivo.
Quando smettevano di fare l’amore, si scopriva ad annusarsi per imprimere bene
nella mente il suo profumo di uomo. Anche quella sera era stato così, si ritrovò
ad annusarsi i capelli, intrisi della fragranza di quel ragazzo che le aveva
sconvolto la vita. E ora per strada, si sentiva così strana all’idea di non
sapere cosa Robert nascondesse. Si scoprì quasi gelosa, sensazione che non
provava da tempo.
Robert
aveva proseguito nel camminare e quando all’angolo di una strada aveva alzato la
testa e letto il nome della via dove si trovava, sbarrò gli occhi sconvolto:
Viale Regina Margherita. Quel nome gli rimbombò in testa una, due, tre volte e
fu costretto e scuotere il capo con violenza, credendo di potersene liberare,
ma niente. Non ne fu capace e fu costretto a soccombere sotto il peso di un
semplice nome.
“Marghe,
che dici se pranziamo qui a Roma, invece di tornare a casa?” chiese Dalia
mentre camminavano lente tra la folla che si accalcava alle loro spalle “Si,
per me va benissimo. Tu hai qualche idea sul dove andare?” rispose lei, nel
frattempo massaggiava con una sua amica di Bergamo “C’è un ristorante appartato
a mezz’ora a piedi da qui, se ti va di camminare, possiamo andare là” propose
Dalia “Sto già pregustando l’idea di un bel piatto di pasta alla siciliana, ne
ho una gran voglia!” esclamò Marghe facendo una piroetta su stessa e ridendo
beata. Dalia la guardò, portandosi una mano alle labbra, trattenendo le risa,
voleva vedere felice la sua amica, desiderava solo questo, ma quando scostò il
suo sguardo alle spalle di Marghe, si fermò, non sapendo se essere sorpresa o
meno, poi scosse la testa incredula, mentre in lei si fece spazio la
consapevolezza, anzi la certezza che il destino esisteva. “Tesoro, è tutto
apposto?” domandò Marghe avvicinandosi, si stava preoccupando per la strana
smorfia dipintasi sul volto di Dalia, lei la fissò sorridendo “Oh si!
Tranquilla! Ho solo visto una persona interessante”
e calcò l’ultima parola suscitando intenzionalmente, la curiosità di Marghe che
dapprima spaesata, si voltò rapidamente verso la direzione in cui lo sguardo di
Dalia era caduto e sobbalzò, quando vide la persona a cui lei si riferiva;
lasciò cadere la borsa, nello stesso modo in cui crollarono le sue difese
emotive.
”Sei un letto fresco in cui poter dormire
e quel pensiero fatto per peccare
un'altra lettera da non spedire
un piatto comodo da cucinare
se solo io potessi inventarti un giorno
se solo tu potessi innamorarti di me
è il tuo cammino a volte che ti viene incontro
in quelle cose già decise dove io mi aspetto te”
Il
mare di emozioni in cui stava naufragando, gli impedì di respirare, ma no…non
stava morendo, perché se morire significava provare certe sensazioni così forti
e incantevoli, allora la gente non la doveva temere. No! Quello era il paradiso e vedeva anche la
luce. Robert si lasciò guidare dallo scintillare di quel faro che lo stava
conducendo alla pazzia, a mettere in gioco le sue pochissime certezze.
Per
un impercettibile secondo, si concesse di chiudere gli occhi, ma non resistette
a lungo, lontano da quel bagliore e quindi si ritrovò nuovamente immerso in
esso, imprimendo nella sua memoria, quelle prodigiose emozioni.
”la coincidenza ci farà incontrare
e chiamalo destino quel percorso naturale
che due puntini dentro l'universo
raggiungono la strada che li illumina d'immenso
la confidenza mischierà le carte
da non capire mai qual è il punto di confine
e non saper distinguere il tuo corpo
dove finisci tu comincio io
questo è il senso di un momento già perfetto
è questo il punto da cui inizia tutto quanto
Arrivi tu”
La
gola di Marghe era arsa, bruciava e reclamava la sacra acqua, affinché quel
deserto potesse trasformarsi in una meravigliosa oasi.
Non
poteva crederci! No, le sembrava assurdo! Con tanti posti e in mezzo a tanta
gente, di ritrovarsi Robert, a pochi passi da lei. Poteva la vita farle questi
scherzi? E il cuore. Quello poteva smetterla di martellarle nelle orecchie in
quel modo così impetuoso? Quasi le faceva male. Ma ciò che sentiva non era
dolore. No. Non era spiacevole, non la faceva piangere, anche se avrebbe voluto
inondare tutto con delle sane lacrime e lasciar scivolare via con loro, quel
sentimento. Ma non si può nulla contro le nuvole. Nulla. Bisogna depositare le armi e Marghe lo aveva già fatto da un
pezzo.
E
si guardarono per istanti che sembrarono loro interminabili, non sapendo cosa
fare, avvicinarsi o meno? Parlarsi o no? Ignorarsi? Ma ci pensò il destino a
decidere per loro, ancora una volta…
“Rob,
tutto ok?” domandò Kristen avvicinandosi
al suo amante e seguendo il percorso del suo sguardo, giunse a guardare lei.
Sussultò sul posto, non capendone il motivo, eppure quello sguardo la turbava,
sembrava volesse scavarle dentro, privarla delle sue viscere. Quasi si
spaventò.
Marghe
la fissava. Non sapeva bene come apparisse il suo sguardo in quel momento, ma
poteva giurare a sé stessa che non era assatanato, ma carico di desiderio.
Desiderio di capire perché lui amasse tanto quella ragazza, cos’aveva lei. Cosa
gli trasmetteva? Solo sesso? No, non voleva crederci.
Poi
si trovò a pensare che stava facendo la figura della stupida e si domandò
perché Dalia non stesse facendo niente per trascinarla via di lì. Per questo si
riscosse e con gli occhi cercò l’amica: la ritrovò nello stesso punto in cui
l’aveva lasciata e l’occhiata eloquente che le lanciò, la incoraggiarono a
farsi avanti. Stava facendo la cosa giusta? Ormai era tardi per pensarci, i
suoi piedi l’avevano già trascinata davanti a lui che la scrutava stranito
“Ciao” mormorò con voce arrochita “Ciao” rispose lui, vibrando al suono della
sua voce “Come stai?” aggiunse subito, temendo che scappasse via “Bene e tu?
Anche oggi visite turistiche?” domandò, ignorando Kristen. Lui sorrise allegro
“No. Abbiamo da poco terminato un’intervista radiofonica e stavamo facendo un
giro per passare il tempo. Tu sempre alle prese con gli imponenti resti delle
antiche civiltà?” Marghe rise divertita e scosse il capo in senso di diniego
“Niente scavi, solo una passeggiata di piacere. Ora stavamo pensando di andare
a pranzo in un ristorante nelle vicinanze” “Buona la cucina italiana!” proruppe
all’improvviso Taylor, comparendo alle spalle di Kristen che fissava la scena
basita. Marghe fissò il ragazzetto muscoloso e lo trovò immediatamente
simpatico, tanto che le venne naturale stringergli la mano, quando lui gliela
porse “Io sono Taylor” disse con voce divertita “Io Margherita, piacere”.
Robert si sentì per un attimo fuori posto e guardò Kristen che rispose al suo
sguardo con un’occhiata interrogativa “Lei invece e Kristen” proseguì Tay,
indicando la ragazza minuta al suo fianco. Marghe incrociò per la seconda volta
in quella giornata, i suoi occhi azzurri e la gelosia scattò non appena la vide
accostarsi sempre di più a Robert e mettersi sotto il suo braccio “Piacere”
disse con freddezza Kristen “Piacere mio” bofonchiò Marghe, tornando a fissare
Robert. Per un attimo l’elettricità si propagò attorno a loro tre, facendo
divenire l’aria irrespirabile. A quel
punto, intervenne Dalia “Salve ragazzi” e si presentò “Vi va di unirvi a noi?”
chiese, Marghe la scrutò sconvolta, ma si trattenne dal dire qualcosa “Oh
perché no!” esclamò Taylor “Ho una gran fame!” disse portandosi le mani sullo
stomaco. Gli occhi si puntarono allora in quelli di Kristen e Robert “Noi
avremmo da fare!” disse la ragazza, Marghe chinò il capo, Dalia non mollò la
presa “Neanche il tempo di mangiare qualcosa al volo?” domandò guardando Robert
che appariva incerto. In realtà non capiva il perché Kristen avesse detto
quella bugia, non avevano alcun impegno per quel pomeriggio “Vero Robert?” le
chiese Kristen, s’era perso il discorso a furia di pensare “Eh?” rispose
fissandola, lei lo incenerì con lo sguardo “Dicevo alle tue amiche che abbiamo
un impegno, mi hai promesso di portarmi in quel posto che hai visto ieri”
insisté lei “Ah…mmm si. Mi spiace ragazze” si scusò, sentendosi a disagio,
Marghe ormai non lo guardava neanche più.
Si
divisero. Marghe e Dalia, pranzarono con Taylor che le fece ridere parecchio,
aiutando Marghe a metabolizzare l’assenza di lui. Ma la testa facilmente si
lasciò trasportare dall’immaginazione “Sono
insieme. Stanno insieme!” pensò “Avevano
ragione tutti! Non ho voluto ammetterlo, ho lottato, ma ho perso. La verità è
che mi sono solo illusa che lui fosse la mia metà…che stupida! Siamo così
diversi e così lontani…”.
“Allora
Marghe cosa fai tu nella vita?” domandò Taylor addentando voracemente un pezzo
di bistecca “Studio all’università, sono all’ultim’anno della specialistica”
rispose lei controvoglia “Cosa studi?” farfugliò lui continuando a masticare “Pedagogia,
voglio lavorare nel sociale, aiutare gli altri, per quanto mi è possibile”
disse lei, volgendo la propria attenzione alle persone sedute ai tavoli vicini
e osservandoli, senza in realtà guardarli sul serio. “Wow!” esclamò Taylor “Un
bell’impegno!” constatò “Deve piacerti molto” disse guardando la ragazza, la
quale sorrise semplicemente, arrossendo “Si, le piace! Ma il suo vero sogno è
quello di cantare! Sai ha una voce molto bella!” parlò Dalia al posto di Marghe.
Aveva detto il vero per questo la ragazza non se la sentì di ribattere, dentro
di lei ardeva la fiamma della passione, di un sogno mai coltivato, in cui non
aveva mai creduto abbastanza e che la intristiva perché non si sentiva in grado
di coltivarlo o comunque destinata a farlo. Taylor la guardò basito “E perché
non hai intrapreso questa strada?” chiese curioso “Poca fiducia in se stessa”
continuò l’amica “Ma no! Non devi! Tentare non costa nulla. Guarda me: io mica
pensavo di fare l’attore, è stato tutto un avvicendarsi di coincidenze e ora
eccomi qui” sorrise spensierato e Marghe lo invidiò.
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5
Ed
eccoci qui,
un
nuovo fine settimana è giunto…
Un’altra
settimana è quasi finita e quanto è stata dura uff.
Ieri
finalmente è uscito il film di Robert, “Remember me”, siete andate a vederlo? Io
andrò oggi, non sto più nella pelle!!! È l’unica cosa positiva e meravigliosa
di questi ultimi 7 giorni! Come vi è sembrato??? Sono curiosa di sapere le
vostre opinioni, poi la prox settimana vi dirò le mie :).
Sophief88: mi fa piacere non essere la sola a
contestare “quest’unione”! Dici che Robert ha interesse per Marghe??? Fammi sapere
cosa pensi dopo aver letto questo capitolo. Bacio
Doddola93: no, non mi rendo conto di cosa faccio,
accidenti!!! E poi ogni volta, di fronte alle tue recensioni, mi ammutolisco,
non so mai cosa dirti, mi spiazzi puntualmente u.u, in positivo, ovviamente. Ti
adoro tesoro mio, vorrei solo esserti più vicina!!!
Nana_death: eheheheeh noto che Kristen non è simpatica a
tutti come pensavo :P. ma su non facciamo le cattive, almeno nelle nostre
storie tentiamo di farla restare lontano da Robert, visto che nella realtà ci è
impossibile uff. Grazie per la recensione, mi ha fatto piacere leggerla e
sapere che capisci i sentimenti che ho tentato di racchiudere in questa piccola
storia. Mi auguro continuerai a seguirla :).
Vampiretta Cullen: eheheheh la Reggia di Versailles
addirittura!!! Eheh, Malù sei uno spasso!!! Tranquilla per la recensione, le
leggo volentieri anche se sono fatte in fretta, non importa, ciò che conta è
che siano scritte col cuore :). Bacio
L’ultimo
capitolo ragazze…la prossima volta posterò l’epilogo…vi piacerà??? Ai posteri l’ardua
sentenza…Ps: solita canzone da ascoltare ;)
Capitolo 5
Neanche
12 ore erano passato che Marghe e Dalia
si ritrovarono nuovamente davanti a quel grande albergo, questa volta
salutavano Taylor e non c’era nessuno per cui sentire il batticuore, almeno per
Marghe.
Stavano
per andare via, quando si sentirono chiamare, si voltarono entrambe meravigliate
“Robert!” esclamarono all’unisono “Fermatevi!” gridò lui correndo loro incontro
in modo impacciato “Volevo parlarvi” disse affannato, si piegò sulle gambe per
riprendere fiato “Inspira ed espira” scherzò Dalia, prendendolo in giro, lui
sorrise appena, sfiorandosi il sopracciglio “Volevo scusarmi per oggi” disse
una volta recuperata la lucidità “Non devi scusarti” rispose Marghe con una
punta di durezza. Robert la fissò, negli occhi un espressione delusa “Le
promesse vanno mantenute” aggiunse “Spero che almeno i posti che dovevi
mostrarle le siano piaciuti”, lui sussultò trovandosi a disagio, in realtà
erano semplicemente tornati in albergo, Kristen improvvisamente, si era sentita
stanca. Di cosa poi era stanca, se non aveva fatto nulla? Per Robert, quella
ragazza sarebbe rimasta sempre un mistero. Marghe lo scrutò attentamente, amava
perdersi tra le pieghe del suo viso, quando era pensieroso, si sentiva
accarezzare dal tocco della sua mano che delicata, si scompigliava i capelli,
indice di imbarazzo e moriva sulle sue labbra, quando si aprivano in un
dolcissimo sorriso. Ah l’amore è pura follia, ti prende, ti porta via, ma è
quello che piace: è l’essere completamente suo succube.
“Mmh”
mugugnò Robert, non sapendo cosa dire “Noi ora andiamo” intervenì Dalia “Posso
farvi compagnia?” domandò il ragazzo, mordendosi subito dopo la lingua, Dalia
sorrise soddisfatta e annuì “Certamente!”, Marghe, invece, tacque.
“Vi
porto a vedere uno dei posti più romantici di Roma, vi va?” chiese Dalia
entusiasta, Marghe e Robert sussultarono nello stesso istante, ma non
riuscirono a contraddire la ragazza, la sua gioia era evidente e la sua amica
si trovò a domandarsi, quale fosse il motivo di tanta ilarità. “Questo è il
Pincio, uno dei colli di Roma!” proferì Dalia, teatralmente, accompagnando le
parole con un gesto ampio della mano e i due ragazzi si guardarono attorno, con
gli occhi luccicanti per la meraviglia “Venite!” li incitò Dalia “Saliamo in
cima” e loro la seguirono volentieri.
“Wow!”
esclamò Marghe “Ma la vista da quassù è stratosferica!” aggiunse, ammirando il
panorama “Quella è Piazza del Popolo?”
chiese rivolgendosi alla sua amica “Esatto!” rispose lei contenta “Le persone
da qui, sembrano tutte piccole formiche” ridacchiò divertita, avvicinandosi a
Dalia e mettendole una mano sulla spalla “Grazie” le disse poi sincera, l’amica
scosse il capo “Non c’è bisogno di ringraziarmi. Io non ho fatto nulla, è il
posto che parla da solo” e lo indicò, Marghe le sorrise “Sono testarda, quindi
ti ringrazio ugualmente” e le mise un finto broncio. La sua mimica facciale,
piaceva a Dalia, diceva molto di lei e di che persona fosse. Robert nel
frattempo era rimasto poggiato alla terrazza a rimirare il paesaggio e pensava
a quante cose quel lavoro gli stava donando. Si sentiva bene, sereno, non
avrebbe mai creduto che a 23 anni la vita gli avrebbe riservato tanto successo,
tanta affermazione! Con il suo amico Tom ci avevano sempre scherzato sopra, ma
per ironia del destino, si erano ritrovati entrambi coinvolti nel mondo del
cinema. A Robert non interessava far soldi, lui amava recitare, certo gli
facevano comodo tutti quei dollari, non li schifava mica! Tutt’altro! Ma non
era a quello che puntava.
Si
voltò d’un tratto verso le due ragazze e le vide intente a guardarsi, sorrise,
perché il loro rapporto gli infondeva sicurezza e gli ricordava che l’amicizia
esisteva. Ci credeva poco, nonostante ciò aveva lasciato intatti i rapporti con
Tom e altri pochissimi amici fidati, ma Marghe e Dalia gli dimostravano che
anche se si resta delusi, gli amici, quelli veri, restano sempre al tuo fianco,
ti seguono come un’ombra, ti capiscono con uno sguardo, non hanno bisogno di
grandi parole o discorsi. Basta poco. Molto poco.
Marghe
si accomodò su una panchina, si gettò sopra, era stanca, ma contenta, Dalia era
a telefono con il suo ragazzo e si era allontanata per chiacchierare
tranquillamente. Dalia, Dalia…mai avrebbe creduto che il loro rapporto potesse
crescere in quel modo smisurato e divenire così importante da donarle serenità
ed equilibrio. Robert si accomodò accanto a lei, catturando il suo sguardo…
”Sei un bambino a cui devo
insegnare
le cose base prima di partire
sei un continente ancora da scoprire
un'occasione che deve arrivare.”
Marghe
si maledì mentalmente, le mancò di nuovo il fiato, rimirare quegli occhi le
faceva male, un male piacevole, però…
Robert
spostò lo sguardo verso la borsa di Marghe e notò un libro, inarcò un
sopracciglio “Leggi?” chiese curioso, Marghe seguì i suoi occhi e ricordandosi
di quel libro, annuì arrossendo “Mi piace. Almeno per qualche ora, mi immergo
in un mondo nettamente più piacevole del nostro” ammise “Che libro è?” domandò
lui, Marghe lo prese e glielo mostrò “Brida di Coehlo” disse lui “Buon gusto”
le sorrise “Grazie” rispose lei, avvampando “L’ho letto anche io” confessò
“Davvero?” chiese Marghe, voltandosi improvvisamente verso di lui e fissandolo
sconvolta. Proprio con quel libro, Marghe aveva compreso la natura dei suoi
sentimenti e preso coraggio. Dopo averlo letto, aveva deciso che sarebbe andata
a Roma al Festival del Cinema, occasione che non solo le permetteva di vedere
finalmente, la sua amica, ma anche di incontrare dal vivo, la sua ossessione.
“Non
ti facevo così romantico” confessò Marghe, facendolo ridere “Ma infatti non lo
sono” rispose lui, continuando a sorridere “Sono un passionale io, ma chissà
forse potrei anche essere capace di fare gesti romantici” e alzò le spalle
“Mmh!” mugugnò Marghe pensierosa “Tu credi nell’amore vero?” chiese poi, non
essendo sicura di aver posto la giusta domanda. In realtà voleva domandargli se
credeva nell’anima gemella, la parte di noi che si dice, sia destinata a
completarci…
Robert
alzò il viso verso il cielo e chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni “Non
lo so…” bisbigliò, schiudendo di poco la bocca, Marghe lo osservò estasiata e
la voglia di lui, la fece fremere, tanto che dovette distogliere lo sguardo,
temeva di perdere il controllo “Ho paura
dell'amore, perché esso implica cose che vanno a di là dell'umana comprensione: la sua luce è immensa, ma la
sua ombra mi spaventa” soffiò poi, aprendo il libro ad una pagina che aveva
evidenziato. Robert portò subito l’attenzione verso di lei, aveva colto nel
segno! Lui temeva l’amore. Temeva di affezionarsi e poi soffrire, era un
libertino, uno che amava godersi la vita, seppur nel rispetto di quella altrui.
Quante volte s’era ubriacato di birra insieme al suo gruppo di amici,
fregandosene delle regole, ma il suo era anche e soprattutto un modo per
evadere, per rifuggire da una vita che non soddisfa e a quel tempo, Robert e
Tom non erano per niente contenti di come andavano le cose…
Marghe
si godé il venticello fresco sul viso, sorridendo beata. Aveva letto quella
frase che significava così tanto per lei e ora percepiva lo sguardo di Robert,
arderle addosso e le piaceva. Più del dovuto.
“Deve
averti colpito molto questo libro, per esserti sottolineata dei trafiletti”
mormorò dopo un po’, il ragazzo, Marghe si ridestò “Beh si. Ammetto che la
trama mi ha particolarmente sorpresa e…coinvolta” sussurrò appena l’ultima
parola “Posso fare io una domanda a te?” chiese Robert giocherellando con le
mani “Certo!” rispose la ragazza “Secondo te l’anima gemella esiste?” il suo
tono di voce sembrò esser più rauco del solito e questo condusse il cuore di
Marghe alla pazzia, ella sobbalzò incredula, lui le aveva posto quel quesito,
proprio quello! La ragazza si ritrovò a fissarsi le mani, agitata sul da
farsi…la paura voleva dominarla: cosa avrebbe pensato se avesse risposto in
modo affermativo? L’avrebbe derisa? Se così fosse stato, lei ci sarebbe rimasta
fin troppo male, ma dall’altra parte sentiva che non voleva mentire. Non a lui.
Prese
un respiro profondo, rinfrescando le membra, pronta a formulare la giusta
risposta. Lui attendeva pazientemente, di ascoltare la sua voce.
“Si”
soffiò socchiudendo gli occhi “Esiste” aggiunse, Robert la scrutò meravigliato:
non doveva sentirsi così, infondo era una ragazza e loro credevano nell’amore
vero. Eppure fino a quel momento, molte delle sue colleghe e compagne, gli
erano apparse a quanto ciniche. Sorrise soddisfatto “Tu l’hai trovata?” insisté
ormai troppo curioso, Marghe spalancò le sue pupille che, irradiate dai raggi del
sole, sembravano quasi vive. Avrebbe voluto gridargli “Si! È seduta proprio
accanto a me”, ma non poteva, non ne aveva alcun diritto, non ora che sapeva
che lui stava con un’altra. “Non è
detto che due anime gemelle debbano incontrarsi e amarsi” quelle parole
proruppero inaspettate dalla sua bocca. Si guardò le mani nervosa, consapevole
di aver appena commesso una cavolata. Ma come poteva la sua testolina bacata,
dire quelle stupidate? Davanti a lui, per giunta! Quante se ne disse e quante
se ne sarebbe dette ancora se non fosse intervenuto prontamente Robert “Questo
è triste però” disse, Marghe si girò dalla sua parte per guardarlo “Due anime
destinate ad amarsi, dovrebbero incontrarsi e poter stare insieme” ammise
convinto, la ragazza sospirò “Sai…” mormorò triste “Uno dei due potrebbe anche
non riconoscere l’altro come la propria Parte di Sé” disse citando le parole
del libro. Lui le fece segno con la testa verso l’oggetto tra le sue mani, le
lo alzò “Posso?” domandò, Marghe annuì.
Robert
lo sfogliò con accuratezza e quando trovò ciò che cercava si fermò, si schiarì
la voce, portandosi una mano alla bocca e chiudendo gli occhi "<< E come posso sapere chi è l'Altra Parte di
me?>> << Correndo dei rischi. Correndo il rischio del fallimento,
delle delusioni, delle disillusioni, ma non cessando mai di cercare l'Amore.
Chi persevererà nella ricerca trionferà >>”. Robert sorrise,
stupendosi di sé stesso, poi fissò Marghe “Non
importa se l'essere umano finge di perseguire la sapienza, il denaro o il
potere, in realtà qualsiasi cosa risulterà incompleta se non riuscirà a
incontrare l'altra parte di se” aggiunse poi tornando a fissare le pagine,
avendo trovato un altro
passo
interessante. Non aspettò molto e si rivolse alla ragazza che al
suo fianco,
s’era irrigidita “Mi sa che tu hai solo paura di
trovarla” confessò, lei
sobbalzò e sorrise amara. Con un movimento della testa gli fece
capire che si
sbagliava “No, non è così” proferì poi
“Io…non ho paura…è solo che…”
si fermò e
sospirò “Che?” chiese lui “Se mi
sbagliassi?” domandò spaventata più a se
stessa che a lui “Se non fosse lui, l’anima mia?
Come…come potrei reagire? Soprattutto
se mi sono già affezionata all’idea di…noi”
mormorò con la voce incrinata dal pianto. Marghe si coprì il volto con le mani,
nascondendo le lacrime, non voleva apparire sciocca o infantile, ma si sentiva
realmente male, in quel momento. La consapevolezza che poteva sbagliarsi, si
stava radicando nel suo animo.
Robert
si sentì a disagio, non sapeva che fare, cosa bisognava dire quando una ragazza
scoppiava in lacrime??? Si grattò la testa imbarazzato e si maledì per non aver
letto manuali sulle donne “Ma che caspita
vado a pensare” pensò tra sé “Ehm…” sussurrò appena “Scusami, non volevo
farti piangere”, le sue parole servirono a poco, perché le lacrime di Marghe
continuarono a scivolare copiose, sulle sue gote e quando alzò la testa per
asciugarsi gli occhi, Robert avvertì un pizzico al cuore, vedendoli gonfi e
rossi e si sentì impotente “Tu non hai colpe, Rob…” era la prima volta che lo
chiamava così, ma era come se da sempre sentisse vibrare in sé,
quell’abbreviazione così confidenziale “Sono io il problema” e sorrise
guardandolo e rispecchiandosi nel mare dei suoi occhi “Io amo e quando lo
faccio investo tutta me stessa, amicizia o rapporto d’amore che sia, io ci son
dentro fino al collo. E sbaglio” fissò il suo sguardo verso l’orizzonte
“Sbaglio perché mi faccio solo del male, poi quando arriva il momento di pagare
il conto, mi ritrovo puntualmente a fare i conti con il dolore. Non pretendo di
ricevere tanto quanto cerco di dare, ma voglio solo sentirmi amata…” sospirò
fremendo “C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo?” chiese lasciandosi
sfuggire un singulto “Capisci quello che voglio dire?” disse osservando Robert.
Lui la fissava, gli occhi leggermente lucidi, il cuore braccato da una morsa rigida
di tristezza. Alzò il braccio e a rallentatore si avvicinò a lei, con la mano
le accarezzò la gota calda e lei chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo,
troppo vicino…”Marghe!” esclamò Dalia, Robert scostò la mano come scottato e
Marghe spalancò le palpebre, sbattendole più volte incredula e fissò lui
abbassare gli occhi a terra e per una frazione di secondo, il battito cardiaco
s’arrestò. E provò nostalgia per l’assenza di quel contatto.
“Tutto
bene?” domandò Dalia avvicinandosi e intercettando lo sguardo confuso di Marghe
“Si, si, tutto bene. Te hai risolto con Giacomo?” annuì, ma non le sfuggì il
rossore attorno agli occhi dell’amica. La scrutò leggermente irritata, poi si
girò verso Robert che continuava a mantenere la testa china e capì che lui
centrava qualcosa in tutta quella storia “Andiamo!” disse con decisione, Marghe
annuì e si accostò a lei, mantenendo un atteggiamento di insana malinconia.
Camminavano
da mezz’ora ormai, Robert era lontano da loro, il sole era calato e si
avvicinava l’ora di separarsi definitivamente da lui. “Mi dici cos’è successo?”
proruppe quasi furiosa, Dalia “Abbiamo parlato e…” perché maledizione le veniva
ancora da piangere? Non aveva versato tutte le sue lacrime, ne erano rimaste
ancora? Quanto si detestava!
Nel
frattempo, Robert camminava a testa china, le mani affondavano rigidamente
nelle tasche dei jeans e la sua mente era partita ormai verso un viaggio di non
ritorno. Cosa gli stava realmente accadendo? Ma la risposta lui ce l’aveva ed
era proprio davanti a sé, in carne ed ossa. Alzò la testa e fissò la ragazza che
in quei giorni, gli aveva fatto crollare ogni certezza, riempiendolo di dubbi
“In altre occasioni, aveva
sperimentato l'amore ma, fino a quella sera, esso significava anche paura. Per
quanto esiguo, quel timore rappresentava una sorta di velo, attraverso il quale
le era preclusa una visione totale: poteva scorgere tutto, ma non i colori. In
quel momento, davanti all'Altra Parte di sé, comprese che l'Amore era una
"percezione" intimamente legata i colori, qualcosa paragonabile a
migliaia di arcobaleni sovrapposti” (“Brida” Paulo Coehlo).
“Ragazze”
le chiamò Robert, loro si voltarono all’unisono “Io dovrei andare, a breve
dobbiamo essere in aeroporto e credo che i miei colleghi si stiano preoccupando
per la mia assenza prolungata” disse tutto d’un fiato, senza ascoltarsi per
quanto si considerava ridicolo in quel momento “Va bene”, Dalia si avvicinò e
gli porse la mano “E’ stato un piacere conoscerti!” ammise “Anche per me” e le
strinse il palmo, poi alzò gli occhi verso l’altra ragazza che era rimasta in disparte
e con le braccia conserte si guardava la punta dei piedi.
Marghe
odiava gli addii, ma quello gli sembrava il saluto più difficile in assoluto,
come se le stessero per portar via una parte del suo corpo e presto, troppo
presto, avrebbe cominciato a sanguinare.
Fu
lui ad andare da lei, seguì l’istinto, anzi no, il cuore e lasciò che almeno in
parte, lo guidasse. Quando le fu davanti, trattenne il fiato, chiuse gli occhi,
provando a racimolare un po’ di coraggio “Marghe” mormorò suadente, lei lo
fissò sconvolta “Mi sono divertito in questi giorni” aggiunse scrutandola con
intensità affinché quel viso così dolce, potesse rimanergli impresso nella
memoria per sempre “Grazie per le tue spiegazioni ai fori, mi ha fatto piacere
scoprire qualcosa in più di questa città che mi ha ospitato per ben due volte…”
sorrise imbarazzato, non sapendo cos’altro dire. Si portò la mano tra i
capelli, quel maledetto gesto fece sentire Marghe come in un sogno, le sembrò
quasi di non aver vissuto tutto quello “Non devi ringraziarmi” soffiò,
socchiudendo le labbra “Sono stata bene con te” confessò. Non aveva nulla da
perdere, lui sarebbe partito e non l’avrebbe rivisto mai più. Si guardarono, o
meglio, si rapirono con lo sguardo, tentando di inglobarsi l’uno nell’altro,
pur di non dimenticare neanche un dettaglio.
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Capitolo 7 *** Epilogo ***
Epilogo
Anche questa mini avventura è terminata.
E' nata così...non pensavo che avrei potuto scrivere ancora
qualcosa su Robert, a volte mi sento come bloccata e...è
difficile da spiegare.
Mi lascia un pò d'amarezza tutto questo, ma son contenta che a qualcuno questa mini fan fiction sia piaciuta.
Sabato scorso ho visto "Remember me" ed è stato allucinante, ho
pianto, anzi singhiozzato come una matta quando ho capito cosa stava
per succedere. Trovo che Robert sia stato davvero molto bravo, è
migliorato tanto e ho apprezzato il suo impegno. Ci crede molto in
questo progetto e ha tutto il mio supporto, al di là delle
critiche che ho letto. Me ne frego, io adoro questo ragazzo non
perchè sia bello, ma perchè ha talento e ama quello che
fa. Non tutti ci mettono passione nel proprio lavoro, non tutti ci
credono fino in fondo.
Ok, ora lascio stare le mie manie su Robert e passo a ringraziarvi :)
Nana_death: mi
sono commossa leggendo le tue parole. In pochi capiscono, a volte
neanche io mi capisco, so per certo che questa fan fiction nasce da
qualcosa che è racchiuso profondamente dentro di me e
resterà radicato lì per sempre. Grazie per avermi
seguita, mi ha fatto davvero molto piacere!!!
Sophief88: non
so se questo è il finale che desideravi, forse è...boh
non lo so, ma appena ho iniziato a scrivere questa storia sapevo
già come volevo che finisse, spero mi capirai. Bacio.
Lady jadis: leggere il tuo nome
tra le recensioni mi ha fatto sobbalzare, sai? E' stato bello! Ora tu
sai, ti ho permessa di entrare nel mio animo e ne sono felice,
perchè mi hai capita e mi sei vicino. Grazie per i tuoi
tentativi, sai bene che io non mi ritengo minimamente all'altezza dei
complimenti che mi fai, vedete troppe cose belle in me u.u. Ti voglio
bene...
Vampiretta Cullen: il
discorso sulle anime gemelle ha fatto sciogliere anche me, forse
perchè io ci credo davvero. il libro di Coehlo non ha fatto
altro che mostrarmi la "verità" del mio animo, facendomi
ricordare di quanto io creda nel destino, nell'amore, nelle anime
gemelle...Spero che l'epilogo possa piacerti...aspetto il tuo giudizio.
Bacio.
Vi auguro una Buona Pasqua :) e grazie a tutti per avermi seguita, anche in silenzio. L'ho apprezzato molto!!!
Epilogo
Due
ore dopo, Marghe e Dalia si accingevano verso la metropolitana che le avrebbe
portate a Ostia “A che ora avevano l’aereo?” domandò Dalia giocherellando con
la zip del giubbino “Chi?” chiese Marghe che era soprappensiero “Robert e gli
altri” roteò gli occhi verso l’altro per la distrazione dell’amica, poi rise
comprensiva “Alle nove” sussurrò appena, come se non dirlo a voce piena,
potesse impedirle di stare male. Dalia guardò l’ora sul cellulare, poi si
rivolse all’amica “Siamo ancora in tempo” “Per fare cosa?” chiese Marghe
confusa “Per andare in aeroporto!” affermò con ovvietà “Ma…” “Niente ma! Vuoi
lasciarti sfuggire l’occasione di salutarlo per bene?” le afferrò le spalle e
la scosse “Non lo vedrai più, Marghe! Te ne pentirai e lo sai. Vuoi vivere col
rimpianto di non averci provato?” Dalia la guardava con intensità e serietà “E
se…” “Oh avanti!” la interruppe “Non avere paura! Rischia, è la tua vita
accidenti!”, Marghe si riscosse. Dalia aveva perfettamente ragione. Dentro di
lei, il coraggio iniziò a scorrere a fiumi. Rizzò la testa verso l’alto e
guardando la sua migliore amica disse:”Cosa stiamo aspettando?” e Dalia rise
“Andiamo!” si presero per mano e iniziarono la loro corsa contro il tempo.
Ciampino
era deserto, nessuno si aspettava che le giovani star del momento fossero
ancora in città. I giornalisti italiani si erano dimostrati meno impiccioni
rispetto a quello americani e questo sollevò i ragazzi. “Finalmente si torna a
casa!” esclamò Kristen, mettendosi sotto il braccio di Robert e lo fissò “Mmh”
mugugnò lui in risposta “Ma si può sapere cos’hai?” domandò sbottando, era da
giorni che lo vedeva strano “Sono solo stanco” “Non mi sembra che l’altra notte
tu ti sia dimostrato privo di forze” ironizzò lei, Robert si fermò, le lasciò
andare il braccio “E a me non sembra che ti sia dispiaciuta la mia performance!”
disse con durezza, passandole davanti.
Dopo
aver fatto il check-in, si accomodarono nella sala d’attesa. Qualche istante
dopo, il loro volo fu annunciato, Robert s’alzò di controvoglia dalla sedia,
sbuffò, stropicciandosi gli occhi con la mano. Lanciò un’occhiata alle persone
attorno a sé, deluso stava per andarsene, quando due figure a lui note, gli
passarono davanti correndo come matte. Sbarrò gli occhi sorpreso. Scosse il
capo e prima che si allontanassero troppo le chiamò “Dalia, Marghe!!!” gridò,
entrambe si fermarono di botto e si girarono affannate verso la fonte sonora e
sorrisero. Il sorriso di Marghe fu il più bello in assoluto.
“Cosa
ci fate qui?” chiese lui quando Dalia e Marghe gli furono davanti “Volevamo
darti un ultimo saluto, ci è sembrato giusto così, non è vero Marghe?” lei si
limitò ad annuire, ingoiando a vuoto. Ancora una volta si persero nei loro
sguardi consapevoli questa volta, di quello che sentivano “Beh, io devo fare
una telefonata. Vi lascio salutare” e così facendo Dalia si allontanò.
“E
così sei venuta qui” disse Robert “A quanto pare” rispose Marghe con un gesto
della mano “Grazie” bisbigliò lui “Non me l’aspettavo”, lei sorrise “Amo fare
le sorprese” confessò “Ed io amo riceverle”.
“Volevo
lasciarti una cosa, posso?” chiese Marghe titubante, Robert inarcò il
sopracciglio poi annuì “Si”, a quel punto Marghe tirò fuori dalla borsa il
libro e glielo porse “Vorrei che lo tenessi tu”, lui spalancò gli occhi
prendendolo “Ma…non posso” stava per ridarglielo, ma lei lo bloccò, sfiorando
con la mano, le sue dita “No! È tuo! Affinché un giorno tu possa tornare a
credere nell’amore e trovare la tua anima” mormorò rapita “E se l’avessi
trovata?” chiese Robert, fuori controllo “Non fartela scappare!” sospirò Marghe
“E’ una ragazza fortunata” aggiunse poi, stringendosi nelle braccia “No, sono
io quello fortunato, perché lei mi ha donato tutta se stessa in soli 3 giorni e
non tutti riescono a riempirti il cuore in così poco tempo. Spero che tu possa
trovare presto l’altra parte di te, meriti qualcuno che ti ami sul serio”
proferì serio, Marghe sussultò e con lei il suo cuore. Lo guardò sbalordita e quando
le sue labbra sorrisero, anche le sue si innalzarono verso l’alto. “Anche io
l’ho trovata” disse d’un tratto Marghe, Robert la fissò stranito “La parte che
mi completa” rispose alla sua muta domanda “E anche se crede poco nell’amore
vero, io so che infondo al cuore ha un tesoro talmente raro e prezioso che
quando certe persone lo capiranno, sarà troppo tardi. Non farti usare, Robert!”
sussurrò dura, fissando di sottecchi Kristen “So che ora è quello che vuoi,
perché…perché ti piace, ma…trova qualcuno che ti ami per quello che sei” “Tu lo
faresti?” domandò il ragazzo “Cosa?” “Amarmi per come sono” rispose. Marghe
sbiancò, il cuore aumentò i suoi battiti e la fronte le si imperlò di sudore,
le mani si chiusero a pugno e gli occhi le brillarono quando naufragarono nei
suoi “Si!” rispose decisa, una decisione che non era tipica del suo carattere.
Robert sorrise “Mi basta sapere questo” disse poi aprendo nuovamente il libro “Ma giammai amerà qualcuno come te, perché
tu sarai parte di lui per sempre” sussurrarono all’unisono. “Ora devo
andare sul serio”, Marghe annuì appena, già triste, Robert si avvicinò al suo
orecchio, inspirò il suo profumo e le lasciò un bacio sulla guancia “Non
dimenticarmi” bisbigliò piano “Non potrei…sei…”
si bloccò nell’istante in cui lui accostò la sua fronte alla sua “L’altra parte
di me” concluse lui. Marghe annuì sorpresa e per nulla intimidita per
quell’intimità inaspettata, era del tutto naturale, come se ci fosse sempre
stata tra loro. Sorrisero entrambi, poi si scoprirono a fissarsi le labbra e la
loro follia divenne realtà. Si umettarono a vicenda, godendo del sapore
reciproco e lambendosi con le lingue, poi le loro labbra si sfiorarono
delicatamente in un bacio che sapeva di miele, ma soprattutto di loro. Per la
prima volta, si sentirono realmente completi.
“Allora
ciao…” mormorò lei salutandolo con la mano “Ciao” rispose rauco lui “Tornerò
presto…” “Non farmi promesse che sai di non poter mantenere” proferì Marghe con
serietà “Ci siamo trovati…se il destino vorrà, saremo nuovamente l’uno di
fronte all’altro”, lui annuì concorde. Un ultimo cenno col capo e poi si voltò
dandole le spalle…
“Mi ricorderò di te per tutta
la vita, e tu ti ricorderai di me. Proprio come ci ricorderemo dei crepuscoli,
delle finestre bagnate di pioggia, delle cose che porteremo sempre con noi
perché non possiamo possederle” ("Brida", Paulo Coehlo).
“Possiamo
andare” disse Marghe quando l’aereo spiccò il volo “Stai bene?” domandò Dalia
“Si” “Sei sicura di aver fatto la scelta giusta?”, Marghe annuì “Lo amo…ma
proprio per questo devo lasciarlo andare…” “Onestamente non ti capisco” mormorò
l’amica in tono di rimprovero “Non c’è bisogno…lui mi ha capita” e guardò verso
il cielo…forse un giorno si sarebbero rincontrati e chissà, amati…
“Per molti anni, mi domandai
se quell'uomo fosse esistito veramente, o se si fosse trattato dell'apparizione
di un angelo che Dio mi aveva inviato per rivelarmi le lezioni segrete
dell'esistenza. Alla fine, arrivai alla conclusione che era davvero un uomo. Un
uomo che mi aveva amato, foss'anche per un solo pomeriggio, e che in quelle ore
mi aveva offerto tutto ciò che aveva serbato fino ad allora - le sue lotte, le
sue estati, le sue difficoltà e i suoi sogni. Anch'io gli avevo dato ogni fibra
di me stessa: ero stata la sua compagna, la sua sposa, la sua amante. Per
qualche ora, avevo potuto sperimentare l'amore di una vita intera…” (“Brida”
Paulo Coehlo)
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