Arrivi tu. L'altra parte di me.

di Sognatrice85
(/viewuser.php?uid=68773)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo Arrivi tu. L'altra parte di me

“Arrivi tu.

        L’altra parte di me”  

 

 

 

“Nebbia. Avvolge il mio cuore stanco e

carico di malinconia. Trascina le sue membra

tra le stanche vie della vita che imperturbabile

si stende di fronte a me. Alba. Un evento

inaspettato che ti rivoluziona l’esistenza paralizzata

dal terrore di non essere capace di riconoscere

un essere destinato ad appartenermi.

Ricordi che si intrecciano a vecchie inossidabili

paure. Segreti che nascondo gelosamente

in una bottiglia gettata nel mare che racchiude

le mie speranze. Voce che si alza mentre

canto senza speranza la mia agonia alla luna.

Cambiamento inaspettato, incontro fortunato che

si è realizzato grazie a lui che in poco tempo

è diventato tutta la mia vita. Ritornello continuo,

sottofondo quotidiano delle mie frenetiche e statiche

attività che lentamente mi conducono al realizzamento

dei miei sogni remoti e fragili- partenza. Segna il

confine tra le parole dette e i desideri mai confessati.

Le aspettative realizzate, il legame rafforzato e lei

che è diventata la mia forza e il mio bastone

per raggiungere le vette più impervie. Lei che con lo

sguardo coglie i miei silenzi mesti e le mie

occhiate tetre, i miei sorrisi spenti e le mie urla gioiose.

Lei che fa da tramite per farmi conoscere lui,

galeotto della nostra vera e inossidabile amicizia. Lui.

Il motore delle mie stanche giornate. Una scintilla,

uno schiocco, occhi che si incontrano, si sfidano

non si abbandonano. Identificarsi. Trovarsi.

Il sapore del mare sulle labbra, nei tormenti angosciosi

che precedono il riconoscersi come anime gemelle

perché una coincidenza è il simbolo del destino che

agisce. L’amore che si trova sotto cumuli di insicurezze,

l’amore che trionfa anche nel lasciarsi,

l’amore che colma l’anima a pochi passi dall’addio,

l’amore che silenzioso si insinua negli spazi vuoti

e mondi dall’incertezza, l’amore che significa cercare

capire e avere la forza di far seguire il corso degli eventi,

l’amore che implica lottare, gettarsi da una rupe,

giocare alla roulette russa con il Rischio,

rouge o noir, non arrendersi e avere la forza

di ricominciare da capo dopo aver perso tutto solo

con i tuoi logori arnesi senza lanciare un grido di

delusione o di lamento, l’amore che cambia

la prospettiva sul mondo, regalando gioia e

curando dal cancro dell’odio. L’amore

valica oceani e montagne per ritrovarsi sempre ad

un passo dalla fine con la stessa intensità e

l’anima gemella resterà legata a me per sempre.”

 

(Lady jadis)

 

I passi lenti, pesanti, trascinati.

Il battito di un cuore impazzito.

Impazzito perché l’amore ha bussato alla sua porta.

Un amore impossibile.

Una sofferenza che nasce con esso.

Le lacrime che sanno di sale, amare, com’è amaro il turbamento che scuote il petto e lo dilania, fino a farlo sanguinare. Può l’amore creare dipendenza? Può l’amicizia esser portatrice di liete notizie?

A volte basta un niente, uno sguardo e tutto s’accende.

A volte, anche solo gli occhi sanno parlare.

E i suoi occhi racchiudevano un segreto.

Un segreto che la tormentava.

Le rubava l’aria.

Ma voleva provarci, doveva farlo.

Un’amicizia.

Quella vera, quella che ti dona se stessa, senza pretendere niente in cambio.

Un incontro di anime che danzano allegre e si sfiorano appena, complici.

Guidano l’altro verso la meta proibita, sperata, attesa…

E quando lei le lasciò la mano, il suo spirito incontrò il suo: bello e maledetto. Come l’amore che la nutriva.

Un viaggio alla scoperta di sé stessi, delle proprie emozioni. Quanto può fare il destino? Esiste davvero “l’altra parte di noi”?

Sarà lei a scoprirlo…e ne pagherà tutte le conseguenze, sulla sua pelle…

***

Probabilmente sono una persecuzione per molti di voi, ma se l’estro creativo mi prende non riesco ad esimermi dallo scrivere, è una forza che non so domare, scusate.
Sono mesi che provo a scrivere questa che doveva essere una one shot, ma poi è venuta un po’ lunghetta e su suggerimento della mia beta, ho deciso di dividerla in 2 o 3 capitoli, non so ancora di preciso. Una cosa breve, insomma.
Ho iniziato a scriverla a fine settembre, ero presa, ma poi…mi sono bloccata e l’ho lasciata in sospeso, fino a quando qualche settimana fa, non so cosa mia sia successo, ho aperto il file e l’ho scritta di getto, senza rendermene conto. Non mi sono staccata dal pc fin quando non ho messo la parole fine. È stato magico, sapete? Mi sono sentita talmente travolta che boh, non so spiegarvi a parole, ma è stato strano, bello e ogni volta che la rileggo mi immergo nelle mie stesse emozioni. È tremendamente piacevole.
Ma se sono qui a pubblicarla è grazie a chi mi ha sostenuto e ci ha creduto: Malia, Lady Jadis (proprietaria della poesia che trovate nel prologo, dice che l’ho ispirata io con questa storia), Aislinn, Doddie, Jenny…grazie a tutte per le vostre parole, per l’attenzione che mi avete dedicato, credo che se voi non credesse così tanto in me, io avrei già mollato tanto tempo fa.
Spero che possa essere di gradimento anche per voi…forse sarà smielata, forse pesante, ma io sono così e non mi va di nascondermi. Non più :).
Un sentito grazie anche a Paulo Coehlo che col suo libro “Brida” (troverete delle citazioni nella storia) mi ha stimolato a scrivere questa storia e a Alessandra Amoroso con la sua “Arrivi tu” che mi ha guidato in questa mini avventura (Vi metterò il link nel primo capitolo, troverete i trafiletti della canzone nel corso dei capitoli). Buona lettura!

 

Margherita

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

So che non è molto, ma spero comunque che possa risultarvi alquanto gradevole.
Sono cresciuta tanto sapete? Intendo nella scrittura, credo che mi sia meravigliata, non della bravura, perché non mi ritengo affatto tale, ma di come certe cose col tempo cambino in modo talmente repentino che non ce ne rendiamo conto. Eppure sono sotto i nostri occhi! Ed io sono davvero un’altra…come persona! E devo ringraziare tutte quelle persone che sono entrate nella mia vita in quest’ultimo anno e mezzo!!! Grazie col cuore!!!

Doddola93: la mia cucciolosissima doddie!!! Ma come farei senza di te, spiegamelo??? Mi riempi la vita di dolcezza!!! Quanto ti adoro! E grazie per essere anche qui, in questa piccola, folle pazzia che ho scritto. Il tuo giudizio è vitale e spero di non deluderti mai, non me lo perdonerei mai!!! Ti voglio bene, scricciola!!! Ma tanto!!!

 

Sophie88: sono davvero contenta che ci sia anche tu a leggermi. Spero continuerai a seguirmi, fammi sapere che pensi del capitolo. Bacio :)

 

_Aislinn_: la pubblico perché sento che è giusto farlo. È parte di me e voglio che chi mi legge, impari a conoscermi un po’ di più. Poi avere la vostra approvazione mi ha spinta maggiormente a prendere coraggio e a barcamenarmi in questa nuova avventura. Spero di uscirne sana e salva :P. Grazie tesoro!!! Di cuore!!!

 

Lady Jadis: tu stai credendo in me talmente tanto, da infondermi una carica che non sentivo da tempo e ti devo tantissimo!!! Io sono tutto quello che hai scritto e mi meraviglio ancora di come tu abbia fatto a capirlo. Le tue poesie, quella scritta per la storia, per me o per farmi comprendere le tue emozioni quando mi leggi, trasudano di me, sai? Sento battere la mia vita in ogni parola! Sei tu quella straordinaria, tu non devi smettere di scrivere, io continuerò a buttar giù quello che sento, fino a quando le mie mani, le mie membra non si saranno stancate e mi auguro che tu ci sia per continuare a leggermi e a infondermi fiducia. Ti voglio bene!!

 

 

Vi lascio al capitolo, ricordandovi di ascoltare questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=vDiEmJeuyvk , nei vari capitoli troverete le diverse strofe, oltre che le citazioni di “Brida” di Coelho.  Aspetto le vostre recensioni…

Ps: capitolo dedicato alla mia Dalia…anzi tutta la fan fiction in realtà. Ti adoro, indiscutibilmente!

Capitolo 1

 

 

<< "Noi siamo eterni, perché siamo manifestazione di Dio" (...) "Ecco perché

attraversiamo molte vite e molte morti, uscendo da un punto che nessuno conosce

e dirigendoci verso un'altro parimenti ignoto(... )" (...)

"In alcune reincarnazioni noi ci dividiamo. Proprio come i cristalli e le stelle,

le cellule e le piante, anche le nostre anime di dividono".

"La nostra anima si scinde in due, e ciascuna di queste nuove entità di divide in

altre due... E cosi nel giro di poche generazioni, ognuno di noi si trova ad abitare

gran parte della Terra" (...)

"Noi facciamo parte di ciò che gli alchimisti chiamano Anima Mundi, l'Anima del mondo".

"In realtà se l'anima Mundi dovesse soltanto suddividersi, si indebolirebbe sempre di più,

 nonostante la diffusione e l'accrescimento. Ecco perché mentre la nostra anima si divide,

contemporaneamente di ritrova. E questo incontro si chiama Amore. Allorché si scinde, l'

anima origina sempre una parte maschile e una parte femminile. "(...)

"In ogni vita abbiamo il misterioso obbligo di ritrovarci con almeno una di queste Altre

 Parti. L'amore sommo, quello che le ha separate, si rallegra per l'amore che le unisce

di nuovo."

"E come posso sapere chi è l'Altra Parte di me? "(...)

"Correndo dei rischi" "Correndo il rischio del fallimento, delle delusioni, delle disillusioni, ma non cessando mai di cercare l'Amore. Chi persevererà nella ricerca trionferà" (...)

"Esiste una sola essenza della Creazione""E si chiama Amore. L'Amore è la forza che ci ù

permette di ricongiungerci, per condannare l'esperienza sparsa in molte vite e in molti

luoghi del mondo". >>

“Brida” Paulo Coelho

 

 

 

 

Il pullman sfrecciava veloce sulla A1, la sveglia alle cinque l’aveva rintontita parecchio, ma Marghe, una timida ventiquattrenne napoletana, s’era ripresa quasi subito, quando accomodandosi sui comodi sedili del Marozzi, aveva compreso le vere ragioni per cui stava intraprendendo quel viaggio…
Sorrise tra sé felice.
Fondamentalmente due le ragioni.

Vitali ragioni: la sua amica Dalia e Robert, la sua più grande ossessione da mesi. Una stupidata per molti, ma Marghe aveva imparato a fregarsene del giudizio della gente, poteva ucciderla dentro, ma era brava a nasconderlo. La sua corazza era forte, messa a dura prova troppe volte…ma lei aveva imparato che voleva vivere e lo voleva fare a 360 gradi, qualsiasi fosse il costo da pagare…
Dalia…lei poi era stato il motore di tutto, una folata di vita arrivata inaspettatamente nel destino di Marghe, le loro strade s’erano intrecciate un giorno qualunque, innescando un meccanismo ormai logorato e arrugginito per entrambe: l’amicizia, un sentimento che spesso, troppo, ci induce a voler bene per poi restare scottati. Ed era quello che solo da poco, Marghe aveva vissuto; proprio per questo c’era voluto tempo, soprattutto perché per entrambe era difficile aprirsi, eppure quel qualcuno che sosteneva che la vita regalava sempre persone speciali, non aveva tutti i torti.
Dalia e Robert erano i doni migliori che Marghe avesse mai potuto ricevere…entrambi speciali, entrambi vitali per lei…entrambi l’ avevano cambiata dentro, strappando via con forza, quella maschera che a fatica, si era costruita, allontanando tutto ciò che potesse anche solo lontanamente scalfirla…peccato che solo Dalia fosse realmente presente nella sua vita. Lui…beh lui era il sogno più bello che Marghe potesse avere. Sognarlo era facile, amarlo ancora di più: un’anima pura, vera come la sua era una rarità e quella rarità era atterrata come un meteorite, nella sua vita, cambiando le carte in tavola, capovolgendola totalmente.
Un fulmine a ciel sereno.

“Si avvisano i gentili passeggeri che siamo arrivati alla stazione Termini di Roma” quelle parole ridestarono la ragazza, la quale si alzò dal sedile, sistemò la borsa a tracolla, chiuse la zip del giubbino e scese dall’ autobus. Recuperata la valigia, si guardò attorno smarrita sperando di incontrare un volto amico. Il cellulare d’improvviso le vibrò nella borsa, l’afferrò con veemenza e lesse il contenuto del messaggio:”Sei proprio dolce come ti immaginavo…” di scatto alzò la testa e a qualche metro distante da lei, c’era una ragazza castana, due occhi verdi profondi e un sorriso delizioso aleggiava sul suo volto. Marghe sorrise a sua volta e le corse incontro, fermandosi quando fu a poche spanne da lei; ansimava, con una rapida mossa, lasciò andare la valigia e le lanciò le braccia al collo, felice di sentirsi finalmente nel posto giusto, con la persona giusta “Dalia, la mia adorata Dalia!” mormorò felice tra le lacrime. Finalmente e realmente felice…
Giunsero a destinazione dopo qualche minuto di viaggio, c’erano già milioni di persone in trepidante attesa. Marghe sbuffò contrariata, allora Dalia le prese la mano e la strinse forte nella sua “Lo vedrai, dovessi lottare con i bodyguard” disse facendola ridere con un’espressione così buffa che un timido sorriso fece comparsa sul viso di Marghe “Oh si dai, viva la violenza” rispose lei sarcastica, suscitando ilarità sul volto dell’amica. Arrivarono all’ingresso della struttura dedita all’evento: un lungo tappeto rosso si stagliava sul selciato e il cuore cominciò a battere fortissimo nel petto di Marghe. Di lì a poco, lui sarebbe passato proprio là, così vicino a lei, ma allo stesso tempo così distante e irraggiungibile. Dalia l’afferrò per il braccio e infilandosi tra la folla, la trascinò di peso proprio dinanzi alle transenne “Eccoci qui!” esclamò soddisfatta, indicandole il posto in cui si trovavano, Marghe rimase incredula, guardò l’amica e poi spostò lo sguardo davanti a se: proprio di fronte a loro, un gruppo indefinibile di giornalisti, era intento a pulire le proprie macchine fotografiche, sistemare gli obiettivi, pronti a cogliere ogni singola mossa dei vip che sarebbero passati sul red carpet.
Marghe sospirò e un brivido le percosse il corpo dalla testa ai piedi, Dalia le accarezzò una guancia, sussurrandole dolce: “Tranquilla, andrà tutto bene” la ragazza annuì, incapace di proferire parola. Erano mesi che aspettava quel giorno: quanti pomeriggi passati a chattare con Dalia programmando alla perfezione quell’evento, ma Marghe non si sarebbe mai aspettata di sentirsi realmente in quel modo. Era la prima volta in assoluto che una persona che non aveva mai conosciuto, le suscitava certe reazioni e questo la spaventava, perché temeva di diventarne dipendente. Probabilmente, però, era già troppo tardi…
Passarono interminabili le ore, ogni tanto Marghe e Dalia parlavamo con le ragazze che s’erano accalcate come loro, lì in prima fila, ma la testa di Marghe era altrove e non riusciva, non voleva smetterla di pensare. Scrutava distrattamente tutto quello che cadeva nel suo spazio ottico, dando poco peso all’eccessivo movimento che si stava concentrando tutt’un tratto, alla sua sinistra. Poi non si sa come, né tanto meno perché, avvertì un dolore opprimente al petto, prima debole, poi via, via sempre più forte, fino a scoppiare in un accentuato battito cardiaco; il suo pulsare era talmente forte che le rimbombava nelle orecchie, ogni altro suono le giungeva ovattato, lontano. Spaventata Marghe fissò Dalia e il suo sguardo dolce le confermò qualcosa che nel profondo, sapeva già. Velocemente voltò verso destra la sua testa e vide una limousine nera farsi strada tra la folla, annullando tutto il resto. L’auto si fermò, la porta si aprì, comparve prima un piede, poi l’altro: scarpe nere maschili, leggermente appuntite. Marghe deglutì. Di nuovo tornò a posare la sua attenzione sulla figura che ora si era completamente rivelata, scatenando le urla di tutte le ragazzine presenti.
Era lui ed era a Roma, in Italia. Vicino…troppo…

 
 

“Sei un continente ancora da scoprire
un'occasione che deve arrivare
la medicina che ci può salvare
la casa nuova che vorrei comprare
sei una catena che si può spezzare
l'incomprensione che si può chiarire
un viaggio intercontinentale
un'abitudine da disegnare
se solo io potessi inventarti un giorno
se solo tu potessi innamorarti di me
è il tuo cammino a volte che ti viene incontro
in quelle cose già decise dove io mi aspetto te”

Robert si portò una mano tra i capelli imbarazzato per tutto quel putiferio; dentro di sé ancora non si spiegava come un tipo normale e poco interessante come lui, a suo avviso, potesse provocare quelle reazioni. Era in un paese non suo, come sempre in quell’ultimo anno e ogni volta, si trovava circondato da milioni di ragazze, persino donne adulte che urlavano, scalpitavano, per cosa poi? Un autografo, una foto…suoi per giunta! Cosa ci trovavano in lui? Amava il suo lavoro, recitare era la sua vocazione, si sentiva nato per quello, avrebbe passato tutta la vita su un set, ma il suo timore più grande era quello di essere ricordato solo ed esclusivamente per aver interpretato il vampiro centenario che sbrilluccicava alla luce del sole: Edward Cullen, quello che faceva impazzire mezzo mondo femminile. Si, era di certo questo che amavano di lui le ragazzine, nessuno realmente lo conosceva, nessuna di loro si agitava per Robert, bensì per Edward. O se qualcuna si diceva interessata a lui, era solo per il suo aspetto fisico che lui poi non trovava per nulla attraente. Nella vita reale, nessuna lo avrebbe mai conosciuto davvero o amato per ciò che era: semplicemente Robert.
“Ma quanto urlano queste?!? Non si stancano mai?” mormorò infastidita una vocina femminile al suo fianco. Quando si voltò, Robert si trovò vicino la sua collega, nonché amante di quell’ultimo anno: Kristen Stewart. Il gossip sguazzava nella loro “ipotetica storia”, ma loro non avevano mai né smentito, né confermato, si limitavano a glissare il discorso da bravi attori quali eravamo.
“Ma dai Kris! Sono così calorose!” scherzò lui sghignazzando e alzando una mano per salutare le fan “E rumorose, aggiungerei” disse lei, muovendo la testa in segno di dissenso “Sono venuti in molti” aggiunse poi Taylor, altro protagonista del film “Non ti abituerai mai?” chiese curioso Robert “Non so” rispose lui con un’alzata di spalle. “Ragazzi siete pronti per conquistare Roma?” disse divertito il regista, Chris Weitz “Eh!!!” risposero tutti e tre all’unisono, prima di gettarsi nella mischia che li avrebbe visti coinvolti in foto, autografi e bizzarre richieste. Una routine alla quale erano sottoposti da un bel po’ di tempo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Eccoci qui,
posto prima perché domani non ci sarò molto probabilmente o sarò tanto immersa nello studio da non avere tempo di starmene a pc, quindi ne approfitto ora :).
Grazie ai lettori silenziosi, sono contenta che a qualcuno piaccia questa piccola storiella.

 

Sophief88: eccoti a te il capitolo successivo, so che sono piccoli, ma vi voglio tenere col fiato sospeso :P, spero mi perdonerai. Aspetto di sapere che ne pensi :)

 

Doddola93: no, non me ne rendo conto!!! Spiegami, perché io davvero non capisco come sia possibile! Mi fai meravigliare ogni volta che leggo le tue recensioni! Ti adoro tesoro mio!!! Ma proprio tanto!!!

 

Vampiretta Cullen: non sai che risate mi hai fatto fare quando ho letto la recensione. Sei un mito, Malù! Dico sul serio!!! E sei tenerissima!!! Non sai quanto mi fanno piacere le tue parole…mi risollevano! Non esiste un mio fan club XD…mmm dici che la lista è lunga??? Mmm…mah!!! Bacione

 

 

Vi saluto e vi auguro un buon fine settimana…aspetto le vostre recensioni :)

Capitolo 2

 

Marghe li osservava da lontano, analizzando ogni loro passo, concentrandosi soprattutto su Robert e Kristen. Quanto la irritava sapere che probabilmente tra quei due c’era del tenero; no, proprio non riusciva a sopportarlo, non voleva dividere lui con qualcun’altra; sentiva dentro di sé, stringersi il cuore, spezzarsi al solo pensiero di vederlo con lei o anche con qualcun’altra.

Si era innamorata.

Si, Marghe si era perdutamente innamorata di Robert, senza sapere poi molto di lui, ma quello che sentiva non era spiegabile a parole, perché i sentimenti non possono essere razionalizzati, ridotti a mere espressioni, ciò che lei aveva vissuto in quell’ultimo anno, le aveva fatto capire quante scelte sbagliate aveva compiuto, quanto ancora aveva da imparare, da vivere, da amare…
Quando il 23 novembre 2008 era andata al cinema a vedere il fenomeno del momento, “Twilight”, era partita senza alcun tipo di entusiasmo particolare, trovandosi poi catapultata in un mondo di cui fino ad allora, aveva ignorato l’esistenza; quel giorno aveva vissuto un’esperienza strana che l’aveva profondamente segnata: un fulmine le aveva trapassato gli occhi, insinuandosi e chiudendosi nel suo petto, nell’istante in cui, Robert era apparso sulla scena, lasciandola spiazzata, senza parole, priva di tutto ciò che fino ad allora si portava dentro. Da allora erano passati i giorni, i mesi e ogni volta qualcosa le si muoveva nel corpo, facendo nascere e solidificare in lei, un sentimento sempre più forte e incontrollabile. Aveva riconosciuto in lui, quella parte di sé che le mancava, quell’incastro perfetto che permetteva alle parti del puzzle di unirsi e completarsi.
Robert ora era a pochissimi passi da lei, il cuore non aveva smesso un attimo di battere e gli occhi di fissarlo, Dalia al suo fianco era rimasta in silenzio, capiva bene come si sentiva l’amica e sapeva che qualsiasi parola proferita in quel momento, sarebbe rimasta  inascoltata.

Oddio sta per venire qui!” pensò d’un tratto Marghe, velocemente si girò di spalle, avvertendo forte la voglia di scappare via.

Paura.

Dalia la guardò e percependo la sua intenzione, la fermò prendendola per il braccio “Non farlo! Te ne pentiresti per tutta la vita!” le disse seria. Marghe si bloccò, assimilando quelle parole, sapendo infondo, che erano veritiere. Per questo abbassò il capo e tornò a voltarsi in avanti, proprio in quell’istante i suoi occhi incontrarono quelli di Robert. Gli occhi di Marghe si spalancarono, la gola si seccò, ogni parola morì sul nascere, rimasero entrambi fissi l’uno di fronte all’altra, a scrutarsi. Sembrò che il tempo si fosse fermato e che tutto il caos attorno a loro si fosse dissolto, erano solo Marghe e Robert.
Quella ragazza lo guardava in modo così diverso, un luccichio le illuminava le iridi e mai prima di allora aveva visto una cosa simile e si meravigliò della sensazione di tranquillità che le seppe trasmettere quello sguardo. D’un tratto, fu urtato da una fan che si stava sbracciando per poterlo toccare e fece un passo indietro, scuotendo il capo e notando che la ragazza davanti a lui s’era voltata e aveva lanciato un’occhiataccia alla pazza che li aveva interrotti. “Interrotto cosa?” si trovò a pensare Robert. Scuotendo nuovamente la testa, si avvicinò alla transenna e firmò l’autografo, quando ritornò a quella ragazza dallo sguardo incantatore, le sorrise in modo così naturale da sorprendersi egli stesso di non sentirsi minimamente forzato a fingere dinanzi a lei. Lei sorrise altrettanto, rivelando due piccole fossette ai lati delle labbra. “Come ti chiami?” le chiese, lei sembrò sobbalzare, quasi come fosse incredula e Robert si chiese se avesse sbagliato qualcosa “Vuoi l’autografo?” non lo aveva mai chiesto prima di quel momento e gli sembrò assurdo, ma voleva che lei parlasse “Certo che lo vuole!” rispose la ragazza bruna al suo fianco “Vero Marghe?” disse poi voltandosi verso l’interessata, la quale annuì arrossendo. Robert rise, prese carta e penna dalla mano di Marghe e si concentrò per pensare ad una dedica; mai fatto negli ultimi mesi, si era sempre limitato alla semplice firma, ma ora si sentiva meno controllato e più spontaneo, voleva, sentiva, desiderava scriverle qualcosa e così lasciò che il cuore guidasse la sua mano:

“Alla ragazza che dopo tanto tempo mi ha fatto sentire me stesso con un semplice sguardo. Uno sguardo diverso da quello delle altre. Infinitamente grazie. Con affetto, Robert Pattinson”

 Marghe leggeva e rileggeva quel biglietto, scoprendo ogni volta un dettaglio in più della scrittura di Robert, tentando di memorizzare tutto, non tralasciando nulla. Dopo che le aveva riconsegnato il pezzo di carta, l’aveva guardata ancora, dapprima serio, poi dolce e spinto dai bodyguards aveva proseguito. Dalia al suo fianco era entusiasta del risultato e gioiva quasi come fosse stata lei a ricevere quella dedica “Sei contenta?” le chiese d’un tratto “Eh, cosa?” rispose distratta Marghe, suscitando le risa dell’amica “Ti fa davvero uno strano effetto quel ragazzo…hai visto che dedica??? Ho chiesto alle ragazze vicino a noi e a nessuno ha lasciato scritto cose del genere, se non il suo autografo” affermò contenta “Davvero?” domandò incredula Marghe, rimirando ancora il fogliettino e tremando “Si”, Marghe alzò gli occhi verso Dalia e sorrise “Almeno avrò un bel ricordo” disse contenta “Ne è valsa la pena vederlo. Dal vivo è molto di più di quello che si può immaginare” mormorò arrossendo “Vero. È stupefacente” aggiunse l’amica.

Robert intanto era nella sala in cui sarebbero state proiettate in anteprima, alcune scene del film, si guardava intorno disperato, non sapendo bene neanche lui cosa stava cercando “Conosci qualcuno?” chiese d’improvviso Kristen, facendolo sobbalzare sulla poltroncina “No, no, ma come ti viene in mente!” rispose frettoloso, agitandosi sul posto “Curiosità. Stai facendo la radiografia a tutte le persone qui presenti” disse lei “Non è vero!” ribatté lui “Oh si che è vero. Avanti dimmi chi è” proferì Kristen, portando le braccia al petto “Gelosa?” domandò lui, avvicinandosi malizioso al suo orecchio “Smettila Rob! Non qui!” esclamò contrariata lei, lui scoppiò in una fragorosa risata e si sistemò meglio sulla poltrona, chiedendosi dove fosse quella ragazza capace di farlo sentire normale.

 Marghe e Dalia camminavano verso la stazione in silenzio, ognuna di loro ripensava a ciò che quella giornata aveva riservato loro e ne facevano tesoro. “Ti è dispiaciuto non vedere in anteprima le scene del film?” domandò Dalia, Marghe fece cenno di no col capo “Sai bene che per me vedere quel film è difficile e poi tra i trailer, le varie foto del set, so già più o meno come andranno le cose” disse smettendo di camminare “Beh si, però avresti potuto rivedere Robert, non credi?” Marghe rise “Fortune del genere capitano una sola volta, mi accontento. E poi sai quanta gente ci sarebbe stata? Figurarsi se riuscivo a ritrovarmelo ancora davanti…” “Inoltre non dimentichiamo il particolare <>” aggiunse furba Dalia, generando la gelosia di Marghe “Non me ne parlare! Ma hai visto com’era conciata e come con lo sguardo si mangiava Rob?” mormorò furibonda “E ce credo! Hai visto quant’era bello stasera? Non si può non guardarlo”, Marghe sospirò “Già…comunque è palese: tra quei due c’è qualcosa” ammise controvoglia “E da cosa lo avresti capito?” chiese con curiosità, Dalia “Da come si cercavano con lo sguardo…” sussurrò appena Marghe. Quanto avrebbe voluto che lui potesse cercare lei, con tanto ardore. “L’ho notato anche io” confermò Dalia “Ma…” e Marghe la fissò curiosa “Ma cosa?” domandò “Quando ha guardato te, i suoi occhi si sono accessi”. Marghe scoppiò a ridere, tenendosi la pancia “Si certo, gli ha dato fuoco. Dalia ma che ti sei bevuta prima di venire qui, la vodka?” sghignazzò “Veramente la red bull” replicò mesta lei “E comunque non me lo sono sognato. Robert ha cambiato espressione, secondo me l’hai colpito” Marghe si fermò di botto, tornando in posizione eretta e riprendendo a camminare, rapita dai suoi pensieri. Quanto desiderava che quelle parole di Dalia fossero vere, ma la realtà non è mai come noi la vogliamo…

 

Per tutta la conferenza stampa, Robert aveva continuato a scrutare i visi della gente, restando profondamente deluso nel constatare che lei non c’era. Sbuffò per la millesima volta, muovendosi nervoso sulla sedia, Kristen gli lanciò un’occhiataccia e Taylor lo guardava stranito “Robert!” lo chiamò un giornalista “Ti sei mai innamorato come Edward?” era la centesima volta che gli ponevano quella stessa domanda e lui puntualmente rispondeva “Ancora no. Finora non mi sono innamorato per davvero. Nessuna si trova bene al mio fianco, sono uno noioso” disse guardando di sottecchi Kristen “Non sono un eroe romantico come Edward. Certo, non ho ancora incontrato la ragazza giusta. Ma so che mi sposerò, non mi piace il matrimonio, non sono il tipo” mormorò in fine, sentendosi stranamente a disagio. Era vero: l’amore vero non lo aveva ancora incontrato, ci credeva, ma non ci aveva mai pensato molto. Era facile alle cotte, tipo quella che s’era preso per la sua co - protagonista Kristen, ma nulla di troppo serio o di ufficiale. E mai prima di allora si era sentito triste per questo e ripensò alla ragazza che lo aveva rapito quel pomeriggio.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Buongiorno e buona domenica a tutti,

sono di passaggio...vi chiedo scusa se ieri non ho postato, ma non ci sono stata tutto il giorno.

Ringrazio chi legge la mia storia, so che per molti non ha senso e mi spiace che non la si capisca, ma infondo ognuno ha un modo di scrivere personale e capisco che il mio sia troppo introspettivo e a tratti pesante. Vorrei dire che mi dispiace, ma no, non lo dirò, perchè? Perchè io sono questo e non mi voglio iù precludere per piacere agli altri. Si, forse sto divagando, ma è giusto per dire che non fa nulla se ho poche recensioni, mi basta sapere che chi mi segue mi apprezza :). Grazie sia a Sophief88 che a Vampiretta Cullen, le vostre parole mi sono davvero di conforto...:)

Ora vi lascio al capitolo e vi riposto il link della canzone: 

Capitolo 3

 

La mattina dopo, Dalia era decisa più che mai a trascinare Marghe in una visita turistica della capitale “Ti piacerà, vedrai!” esclamò contenta, Marghe la seguì poco convinta e ancora parecchio assonnata. Il viaggio durò meno del previsto, tra una chiacchiera e un’altra, si scrutavano, si studiavano, si conoscevano e si scoprivano affezionate l’ una all’ altra, molto più di quanto pensassero. E fu bello capire cos’erano realmente l’una per l’altra.

Presto, arrivarono a Roma e si insinuarono nella folla di turisti che affollava la capitale, in quell’afosa giornata di ottobre.
“Questi sono i fori romani” disse Dalia indicandoli, Marghe li osservò estasiata “Sono bellissimi. Certo che è assurdo!” rispose lei “Perché?” domandò l’amica “Stiamo camminando sui resti della nostra civiltà!” esclamò, Dalia rise. Marghe continuò a camminare senza badare a dove metteva i piedi, fissando attenta quei resti archeologici, quando d’improvviso andò a sbattere addosso a qualcosa, o meglio, qualcuno e cadde a terra “I’m sorry” disse la persona in questione, Marghe alzò di scatto la testa, non riuscendo a capire perché il cuore stava andando per conto suo, ma nel momento in cui osservò la figura dinanzi a sé, il respirò le si fermò: un ragazzo piuttosto alto, indossava un semplice jeans, maglietta bianca a maniche corte, occhiali da sole rayban e cappello con visiera.

”La coincidenza ci farà incontrare
e chiamalo destino quel percorso naturale
che due puntini dentro l'universo
raggiungono la strada che li illumina d'immenso
la confidenza mischierà le carte
da non capire mai qual è il punto di confine
e non saper distinguere il tuo corpo
dove finisci tu, comincio io
e questo è il senso di un momento già perfetto
è questo il punto da cui inizia tutto quanto
Arrivi tu”

Poteva sembrare un semplice turista, ma Marghe quelle labbra le avrebbe potuto riconoscere ovunque “Ro-Ro-Ro” balbettò, prima che lui le porgesse la mano per aiutarla a rialzarsi.
“Stai bene?” domandò lui gentile, Marghe afferrò la sua mano, una presa forte e allo stesso tempo, delicata. Ma non appena le loro dita si sfiorarono, accadde qualcosa che non si sarebbero mai dimenticati: la tensione fu tale che entrambi avvertirono una scossa d’elettricità propagarsi fugace nell’aria e si allontanarono di poco. Marghe si mise in piedi e continuò a guardarlo, Robert faceva lo stesso. Dalia era vicina ad entrambi e li scrutava attenta, felice di constatare che il suo occhio aveva visto bene il giorno prima e sorrise tra sé per questo.
“Mi spiace esserti venuto addosso” mormorò lui rompendo il silenzio “Non ti preoccupare, non mi sono fatta nulla e poi è colpa mia che non guardavo dove stavo andando” rispose lei emozionata “Ci siamo già incontrati” soffiò un Robert rapito. Avrebbe dovuto meravigliarsi per quei suoi gesti, ma non lo fece né se ne pentì. Marghe, d’altro canto, non sapeva cosa rispondere, fingere o no di non averlo riconosciuto. Infondo però per aver introdotto lui l’argomento significava che non gli importava di essere scoperto. Lei gli sorrise allegra “Ieri non passavi di certo inosservato, ma mascherandoti, forse, forse riesci a mimetizzarti agli occhi di osservatori poco attenti” “Tu sei un’attenta osservatrice?” chiese ridendo e passandosi una mano tra i capelli “Si, abbastanza. Mi piace scoprire ciò che mi sta intorno” sussurrò Marghe “Visita turistica?” aggiunse poi “Si, mi andava di vedere un po’ la città prima di ripartire. Non posso mai stare fermo in un posto per troppo tempo e quindi ne sto approfittando. Avevo proprio voglia di fare una passeggiata” disse Robert, alzando lo sguardo verso il cielo azzurro, sciogliendo la tensione accumulata. I raggi del sole filtravano decisi nei suoi morbidi capelli, donandogli un certo piacere. Marghe s’incantò di fronte al suo adone, annullando ogni sorta di ragionamento si volesse innescare in quel momento. Non c’erano spiegazioni sufficienti e degne di descriverlo. “Anche io sto facendo un giro turistico” sussurrò, lui riposò gli occhi su di lei e le sorrise “Conosci bene la città?” “Un po’si, un po’ no. Ho letto parecchi libri su Roma e ora mi stavo divertendo a testare con mano se quello che ho studiato corrisponde a realtà” “Mi servirebbe un cicerone” disse lui, sorprendendola. A quel punto, Dalia si schiarì la voce, attirando l’attenzione di entrambi, Marghe arrossì di botto “Che si fa?” chiese all’amica “Io sono un po’ stanca” disse portandosi una mano alla testa, Marghe la guardò stranita “Oh, vuoi tornare a casa?” le domandò preoccupata “No, no” rispose Dalia muovendo il capo “Se vuoi, voi due potete vedere insieme i fori. Io me ne vado nella biblioteca dell’Università a cercare dei libri che mi servono per l’esame, ti spiace?” disse rivolgendosi ad una Marghe allibita “Sei sicura?” mormorò deglutendo, Dalia annuì “Mi raggiungi appena puoi” ammiccò, salutò con un cenno della mano Robert e s’incamminò soddisfatta. Marghe e Robert la guardarono andare via e avvertirono un formicolio stranissimo che partiva dal petto per finire dritto nello stomaco.
Si voltarono l’uno verso l’altro nello stesso istante e si ritrovarono a sobbalzare per la sorpresa. Marghe si posò una mano sul cuore, Robert la passò nei capelli, domandandosi perché si sentiva in quel modo stando accanto a lei “Allora ti va di vedere questi fori?” balbettò lei tremando, ma non per il freddo “Oh si certo!” rispose lui entusiasta. Si voltarono e si avviarono verso l’entrata.
Dopo aver fatto i biglietti, offerti gentilmente da Robert, entrarono negli scavi e si guardarono attorno meravigliati e rapiti.
“Wow! Ma quant’è grande questo posto?” mormorò tra sé Robert, Marghe ridacchiò, portandosi una mano alla bocca, cercando di non farsi scoprire, ma il tentativo fu invano, lui la stava fissando con uno strano cipiglio sul viso. A quel punto, la ragazza smise di ridere e tornò seria, chinando il capo verso il basso, per la vergogna. Aveva fatto l’ennesima figuraccia, per giunta proprio dinanzi a lui! “Proseguiamo?” domandò Robert, poco dopo, Marghe alzò la testa meravigliata quando vide un sorriso strafottente, aleggiare sul suo viso e annuì, incapace di fare altro.
“Il tempio di Vesta è il più elegante del Foro. E’ una costruzione circolare, circondata originariamente da un anello di 20 colonne scanalate e fu eretto nel IV secolo d.C., nello stesso punto dove sorgeva un tempio molto più antico. Quello odierno è dovuto ad una ristrutturazione del 1930. Il Tempio di Vesta era il sostituto del focolare domestico più importante, quello della casa del re; alle figlie del re, originariamente incaricate di sorvegliarlo, si sostituì un gruppo di sacerdotesse, le Vestali, l'unico sacerdozio femminile di Roma. Esse, in numero di sei, erano incaricate della sorveglianza del fuoco e di altri riti, tutti strettamente connessi con la generalizzazione del culto domestico. Tratte in giovane età (tra i 6 e i 10 anni) da famiglie patrizie, le Vestali dovevano restare nel sacerdozio per un periodo di 30 anni, conservando la verginità. La pena che attendeva la vestale che veniva meno a questa regola era la morte: essa veniva in tal caso seppellita viva (il sangue della vestale non poteva essere versato). In cambio, la vestale godeva di grandi privilegi, come ad esempio non essere più soggetta alla potestà del padre e godeva di mezzi finanziari e di prestigio immensi. Nel suo aspetto attuale l'edificio corrisponde all'ultimo restauro, eseguito dalla moglie di Settimio Severo, Giulia Domna, dopo l'incendio del 191 d.C. Esso è costituito da un podio in opera cementizia rivestito di marmo, al quale si addossavano le basi che sostenevano la peristasi delle colonne corinzie. Il fuoco sacro era acceso all'interno della cella mentre il tetto conico doveva essere aperto per permettere la fuoriuscita del fumo. Le Vestali dovevano custodire anche il Palladio, la statua sacra della dea Atena Pallade”, Robert ascoltava attentamente e in silenzio, Marghe che leggeva con accuratezza, la guida e apprezzava il suo tentativo di spiegargli in inglese, ciò che c’era scritto. Rideva tra sé e sé, pensando che un po’ di italiano lo capiva e sapeva anche parlarlo, merito delle insegnanti di lingua che aveva avuto. “Ah!” sospirò improvvisamente la ragazza “Quanto mi piacerebbe essere indimenticabile come questi resti!” e il suo sguardo si posò, sui ruderi davanti a lei “Vuoi lasciare il segno?” chiese lui, facendola sobbalzare. Marghe si sorprese a scoprire che Robert aveva capito le sue parole “Mmm…non proprio, però mi piacerebbe poter essere importante per qualcuno. Sapere che un solo mio sguardo, può far felice” ammise lei, senza troppe remore, sentendosi un tantino in imbarazzo. Robert sorrise. Lei non sapeva che proprio il suo sguardo, lo avevano incuriosito e interessato.
Proseguirono la visita, fermandosi di tanto in tanto per riprendersi da quel calore insopportabile. Intorno a mezzogiorno, si ritrovarono fuori dagli scavi e impacciati si guardavano intorno senza sapere cosa dirsi. D’improvviso, una strana musica si diffuse nell’aria. Entrambi sussultarono, quando Robert poi, sfilò dalla tasca del jeans il cellulare e rispose “Si? In giro. Mhh. Ok a più tardi. Ciao”, una breve telefonata che Marghe, senza farsene accorgere, aveva seguito attentamente, nonostante la sua conoscenza di inglese fosse quasi sufficiente. Si domandò chi fosse e cosa volesse e la sua mente pensò subito a Kristen. Un moto di gelosia le crebbe dentro, ma non ebbe tempo di metabolizzare che Robert le fu davanti “Ti va di pranzare insieme?” chiese speranzoso. Marghe restò interdetta per un attimo, non si aspettava di certo un invito del genere. Stava per rispondere di si, quando però il nome “Dalia” le tuonò nella testa “Mi piacerebbe, ma devo raggiungere la mia amica” si morse la lingua, maledicendo la sua cattiva sorte “Beh può venire anche lei con noi”, Marghe lo fissò basita, lui le sorrise “Mi farebbe davvero piacere” sussurrò con un’espressione strana negli occhi, lei si limitò ad annuire.
Mezz’ora più tardi si ritrovarono a Ostia, in un piccolo ristorante cinese, suggerito da Dalia. Avevano ordinato di tutto e ora si stavano divertendo ad assaggiare le cose più strambe e sembravano gustare a tutti. Dalia che conosceva bene quel posto, era soddisfatta, per nulla incredula di trovarsi a tavola con Robert Pattinson, il divo del momento. Sembrava una persona così semplice e alla mano, non metteva minimamente in soggezione. “Allora Robert” iniziò lei “Come ti sembra l’Italia?”, lui posò la forchetta nel piatto e la guardò, Marghe continuò a mangiare, pur continuando a guardarli sott’occhio “Un posto molto caloroso. È la terza volta che vengo qui e ho sempre la stessa accoglienza. Mi piace molto e si mangia bene” rise, coinvolgendo anche Dalia “Su questo non posso che essere d’accordo!” riuscì a mormorare. Marghe dal suo canto, aveva intrapreso la strada del silenzio, si sentiva improvvisamente fuori posto. Eppure doveva essere contenta di quella possibilità, quando le sarebbe capitato di nuovo di poter trascorrere del tempo con le persone più importanti della sua vita?
Sospirò attirando su di sé, gli sguardi dei suoi compagni d’avventura e si sentì avvampare “Ehm…” disse “Scusate” e si morse il labbro inferiore, in quel momento il cellulare di Robert prese nuovamente a suonare “Kristen!” pronunciò con veemenza, Marghe sussultò e il cuore si stoppò improvvisamente, le sue labbra si piegarono in una smorfia di dolore, per nasconderlo, chinò nuovamente la testa nel piatto, riprendendo a mangiare. Dalia la guardò comprensiva, ma non le disse nulla. A volte i silenzi, valgono più di mille, inutili parole.

Robert parlava a telefono, rispondendo alle mille domande di Kristen, stava diventando leggermente opprimente, meno male che era lei a non volere nulla di serio “Sentiamoci liberi di stare con chiunque vogliamo” gli aveva detto qualche mese prima ed ora era proprio lei a rompergli l’anima. Forse un tempo non gli sarebbe dispiaciuto, infondo lui era tipo da desiderare certe attenzioni, anche se non voleva darlo a vedere, soprattutto agli occhi del suo migliore amico, Tom. “Non so a che ora rientrerò. Appena mi sarò scocciato di girare, farò ritorno. Tu stai tranquilla, non scappo mica” sbuffò, portandosi più volte la mano tra i capelli, nervoso. Non appena mise fine alla telefonata, si scusò con le due ragazze sedute davanti a lui “Ma tranquillo!” disse Dalia “E’ giusto che tu parli con la tua ragazza”, Marghe si strozzò col riso e tossì tanto da sentirselo persino nel naso. Afferrò con forza il bicchiere ricolmo d’acqua e lo mandò giù tutto d’un sorso, sbattendolo poi sul tavolo e squadrando l’amica con espressione truce. Ma cosa cavolo le passava per la testa? Dalia le rivolse un sorriso beffardo, poi si girò verso Robert che le guardava stranito, ancora turbato per l’affermazione di Dalia “Non pensi che forse lui vorrebbe mantenere segreta questa relazione?” domandò Marghe con un timbro di voce leggermente al di sopra di un’ottava, quasi starnazzava. Che poteva farci se sentire parlare di loro due insieme, le mandava in pappa il cervello? Era più forte di qualsiasi volontà, la gelosia non era controllabile, gestibile, era come una biscia: non potevi tenerla ferma senza che non ti scivolasse via dalle mani, correrle dietro, serviva a poco.
“Segreta? Ma se lo sa tutto il mondo!” esclamò con ovvietà l’amica, Marghe sbarrò gli occhi sconvolta “Dalia!” la rimproverò, a quel punto Robert si schiarì la voce e entrambe le ragazze si voltarono verso di lui “Scusate se vi interrompo, ma non mi sembra il caso che litighiate per questa cosa che riguarda me” proferì atono “Comunque Kristen non è la mia ragazza” affermò osservando Dalia “Ma ti piace!” ribatté prontamente lei, Robert sussultò, non s’aspettava quelle parole e restò spiazzato, tanto che esitò un tantino nel rispondere. Confessare o no la verità? Erano amanti, condividevano il letto qualche volta, anzi spesso. Non seppe perché, ma si ritrovò a fissare Marghe. I suoi occhi castani sembravano volergli suggerire una muta confessione, quasi lo imploravano e si trovò a navigarvi dentro, senza rendersi conto di essersi completamente perso.
“Si, mi piace” rivelò privo di volontà, restando immobile a guardare Marghe, i cui occhi si spensero, facendolo ridestare. Scosse il capo, chiudendo le palpebre, pensando di sognare, ma quando tornò a fissarla, quella luce che lo aveva rapito, s’era spenta, volatilizzata chissà dove e si sorprese quando avvertì un leggerissimo fastidio al petto, all’altezza del cuore. Cosa gli importava di quella ragazza? Di quella luce che gli illuminava gli occhi?
Lo infastidiva non capire, così sentendosi a disagio, distolse lo sguardo e fissò Dalia che nel frattempo, osservava la scena, ridendo tra sé e sé. Quegli sguardi le sembravano sospetti e si sentì soddisfatta di ciò che aveva scatenato. “Capito” disse “Puoi stare tranquillo, non ti chiederò altro e entrambe saremo mute come due tombe” gli fece l’occhiolino, lui annuì. Le parole gli mancavano e il silenzio che si librava da Marghe, non lo aiutava affatto.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Buon giorno,
ed eccomi qui con un altro capitolo…un po’ più lunghetto :), spero vi piaccia.

 

Sophief88: eh si, gli piace Kristen!!! Che tragedia u.u! vedrai se è vero o no quello che ha detto, sta di fatto che si gli vai a dare una botta in testa mi fai un piacere. Si capisce che sono antirobsten??? Eheheh :P

 

Vampiretta Cullen: tesoro mio, magari mi fossi scontrata con Robert nella realtà, ma purtroppo non è così e quindi ci fantastico su :P. Innamorarsi…ah l’amore, l’amore…cara Malù, è dannazione e perdizione allo stesso tempo, ti fa partire col cervello, te l’assicuro!!! Bacione

Anche qui, potete riascoltare la canzone di Alessandra Amoroso…bacione miei cari lettori :)

 

Capitolo 4

“Si, mi piace” quelle tre semplici parole, martellavano il cervello di Marghe, le era venuto mal di testa a furia di pensarci, o meglio: non era lei a pensarlo, ma le tornavano a mente da sole, involontariamente. Diciamo pure che lo facevano apposta, la sua coscienza amava torturarla e ora si ritrovava con i gomiti poggiati sul tavolo e con le dita si massaggiava le tempie. Avevano finito di pranzare da qualche minuto, attendevano il caffé che Robert aveva ordinato, Dalia le si avvicinò e le bisbigliò all’orecchio “Stai bene?”, lei fece cenno di no con la testa “E’ solo un banale fastidio alla testa” riaprì gli occhi, guardando Robert “Passerà presto” e senza volerlo lo incenerì con lo sguardo. Possibile che si sentisse così male per colpa sua? Manco lo conosceva! Sbuffò alzandosi dal tavolo “Scusate! Ho bisogno di una boccata d’aria” e uscì fuori. Erano ormai le due del pomeriggio, il caldo afoso non accennava a calare, eppure erano a ottobre e Marghe che detestava la calura estiva, si sentiva soffocare. “Marghe, mi stai facendo preoccupare. Vuoi rientrare?” Dalia comparve come un fantasma alle sue spalle, facendola sobbalzare, lei stava per rispondere, ma notò Robert dietro l’amica e si ammutolì, abbassando lo sguardo. Dalia la scosse prendendola per le spalle “Allora?” insisté “No, no. Voglio camminare ancora se non ti spiace”, lei sorrise “Ok. Vi porto sul lungomare”.

E così trascorsero il pomeriggio, tra una chiacchiera e l’altra, siccome c’erano ancora turisti in giro, le spiagge erano ancora aperte, per questo si appartarono in una zona non troppo frequentata, così da permettere a Robert di poter stare in santa pace. “Quando ripartirai?” domandò Dalia che ormai era l’unica interlocutrice di Robert “Domani nel tarda serata, io e gli altri abbiamo ancora qualche intervista da fare, poi si ritorna in America”, il suo sguardo si perse nell’orizzonte “Marghe tu invece hai deciso quando tornerai a casa?”, la ragazza si riscosse “Devo prenotare il biglietto per dopodomani mattina” rispose atona “Ah quindi domani sarai ancora qua?” chiese allegra “Già…”, perché il sorriso era scomparso dal suo volto?

“Vuoi che ti accompagniamo a Roma?” “No, no, grazie. Avete già fatto troppo per me” rispose Robert sorridendo “Guarda non ci costa niente, anzi ci fa piacere. Vedere Roma di sera è bellissimo” e detto ciò Dalia si avviò verso la metropolitana, Marghe e Robert restarono indietro fermi, si guardarono, lui le sorrise timidamente “Passato il mal di testa?” chiese dolce, quel tono di voce melenso, sciolse il cuore della ragazza, la quale si diede un contegno “Si, grazie. L’aria del mare mi ha fatto bene” rispose al sorriso “Mi fa piacere che tu sia tornata a parlare, credevo ti fossi ammutolita” scherzò lui, Marghe sobbalzò “Ogni tanto mi estraneo, fa parte del mio pessimo carattere” ammise lei “Non esistono pessimi caratteri” disse Robert “Ognuno di noi ha dentro di sé un segreto, un dolore che ci porta a chiuderci” aggiunse incamminandosi, Marghe gli si affiancò timida “Non ho segreti” “Anche con lei?” chiese lui, indicando la sua amica con un cenno della testa “Lei sa tutto di me e se proprio vogliamo dirla tutta, Dalia ha capito perfettamente cosa ha scatenato la mia crisi” sorrise amara “Ragazzi correte, sta arrivando il treno!” gridò Dalia, interrompendoli, e tutti e tre s’affrettarono verso i binari.

Si salutarono così, con un cenno della mano, davanti al grande albergo che vedeva ospiti Robert, Taylor, Kristen e il regista. Marghe indugiò un attimo prima di voltarsi, dando le spalle alla porta scorrevole, Robert era entrato, ma s’era fermato poco dopo. Marghe scrutava le sue grosse spalle, frutto di ore e ore di allenamento in palestra e non riusciva a non pensare a lui, alle sue parole. Sospirò frustrata appena s’accorse che era inutile restare lì, lui ormai non si sarebbe più voltato, per questo mosse i piedi pesanti e fece cenno a Dalia che era pronta per andarsene. L’amica non aveva proferito parole, rispettando quel silenzio carico di dolore e attesa, il suo compito era sostenerla, volerle bene sempre e comunque. 

Robert d’un tratto, come se fosse stato richiamato, si girò, ma la figura che si aspettava di vedere, non c’era più. La delusione fu forte. Strinse i pugni e rientrò, in stanza c’era Kristen che lo aspettava impaziente…

“Marghe…”, Dalia era estremamente preoccupata per lo stato di mutismo in cui era piombata la sua amica “Come ti senti?”, lei si fermò sulla strada, pochi passi e sarebbero giunte a casa. In realtà non riusciva a stare ferma tanta era l’agitazione “Le piace” soffiò soltanto, prima di lasciare che le lacrime sgorgassero tranquille, le aveva trattenute per ore, ma ora si sentiva libera di lasciarsi andare. Quella notte passò così…

“Che facciamo oggi?” domandò Dalia, mentre Marghe addentava una fetta biscottata con su spalmata una quantità industriale di marmellata alle fragole, diceva che aveva bisogno di zuccheri per sentirsi in forma “Non saprei. A te cosa va di fare?” ribatté, Dalia scrollò le spalle “Pensavo di andare nuovamente a Roma, ci sono dei posti che vorrei mostrarti, sono certa che ti piaceranno”. Marghe inizialmente tentennò, poi si mandò al diavolo mentalmente e annuì contenta.
Uscirono di corsa dal pullman, erano già stremate prima ancora di cominciare a girare, avevano preso i mezzi pubblici per coincidenza, puntualmente si ritrovavano a correre per fare in tempo i biglietti. “Ok!” sbuffò Marghe “Giuro che se mai dimagrirò, mi darò all’atletica leggera” roteò gli occhi verso il cielo “Si, ed io all’ippica. Ma dai!” la prese in giro Dalia “Dico sul serio!” ribatté lei “Parteciperò alle Olimpiadi” e tutte e due scoppiarono a ridere.
Si inoltrarono tra le tanti vie di Roma e videro Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi, poi si ritrovarono a Viale Regina Margherita e risero del nome “Che ti credi io sono importante!” si vantò Marghe, facendo una strana smorfia col viso, Dalia era intenta a mangiarsi un gelato al cioccolato, fissò l’amica per qualche secondo “Non c’è bisogno di farsi intitolare una strada per ricordare che si è importanti!” ammise seria, Marghe la guardò stupita “Fammi illudere” sussurrò sospirando “Almeno…” e s’interruppe abbassando lo sguardo “Cosa?” chiese Dalia curiosa “No, niente. Lascia perdere” rispose l’amica, accompagnando le parole ad un cenno della testa “Eh no! Ora parli!” esclamò lei “Non puoi gettare la pietra e poi nascondere la mano!” s’imbronciò Dalia, Marghe si voltò a guardarla e le sorrise teneramente “E’ una sciocchezza” disse “Io voglio saperla lo stesso!” ribatté prontamente Dalia “Ok, ok” si arrese.  Marghe sospirò, chiudendo gli occhi e alzando la testa verso il cielo, godendo della luce del sole sul suo viso “Se…Robert passa di qui, legge quel nome e magari si ricorda di me” bisbigliò appena le ultime due parole, riaprendo gli occhi e sbattendo le palpebre più volte. Imbarazzata, si girò lentamente verso l’amica che la guardava con dolcezza e quello sguardo le piacque, perché non la giudicava, ma la comprendeva e non c’era cosa più bella del trovare qualcuno che con solo un’occhiata di parla di sé.
Dalia si avvicinò, sorrise “Andiamo” le disse, Marghe annuì e s’accostò a lei.

Proprio in quell’istante, Robert, Taylor e Kristen avevano terminato un’intervista radiofonica; sfiniti dalle numerose domande che s’erano concentrate molto di più sui loro rapporti personali che sul film, si concessero un piccolo giro tra le vie di Roma, ovviamente ben mascherati e seguiti dai body guards “Questa città è davvero molto bella!” esclamò Taylor “Devo ammettere che hai ragione” rispose Kristen incredula, Robert guardava per terra, era stranamente silenzioso quella mattina e questo insospettì i suoi colleghi che si lanciarono occhiate strane “Ehi Rob!” disse Tay, avvicinandosi a lui “Cos’hai fatto ieri di bello? Ci hai abbandonato tutta la giornata!” proferì ridendo, non sapendo che avevo toccato un tasto dolente. Robert sobbalzò, sollevando la testa e fermandosi di botto, chiuse le mani a pugno, mordendosi la lingua. Perché sentiva la rabbia crescere dentro di lui? Voleva che nessuno gli ricordasse quella giornata, voleva solo dimenticarsene. “Niente di particolare. Ho girovagato per Roma” rispose con indifferenza, reprimendo l’istinto di urlare. Kristen lo fissava attentamente, ormai lo conosceva bene e aveva captato che qualcosa non andava. La sera prima si erano dati da fare: Robert non appena era rientrato in stanza e lei gli era andato incontro, l’aveva afferrata per le spalle e baciata con passione. Una passione che sapeva di violenza quasi. E si erano posseduti sul muro, neanche il tempo di raggiungere il letto, lui s’era gettato su di lei con veemenza e Kristen non s’era tirata indietro, aveva una voglia matta di lui. S’erano amati ancora, questa volta tra le lenzuola. Lei ricordava bene di averlo osservato mentre dormiva a sonno pieno, a pancia sotto; scrutava accuratamente le sue spalle nude, i capelli ribelli sparsi sul cuscino e il suo respiro lento che alzava e abbassava il torace. Kristen amava sentirlo dentro di sé, stava così bene con lui e non ne capiva il motivo. Quando smettevano di fare l’amore, si scopriva ad annusarsi per imprimere bene nella mente il suo profumo di uomo. Anche quella sera era stato così, si ritrovò ad annusarsi i capelli, intrisi della fragranza di quel ragazzo che le aveva sconvolto la vita. E ora per strada, si sentiva così strana all’idea di non sapere cosa Robert nascondesse. Si scoprì quasi gelosa, sensazione che non provava da tempo.
Robert aveva proseguito nel camminare e quando all’angolo di una strada aveva alzato la testa e letto il nome della via dove si trovava, sbarrò gli occhi sconvolto: Viale Regina Margherita. Quel nome gli rimbombò in testa una, due, tre volte e fu costretto e scuotere il capo con violenza, credendo di potersene liberare, ma niente. Non ne fu capace e fu costretto a soccombere sotto il peso di un semplice nome.

“Marghe, che dici se pranziamo qui a Roma, invece di tornare a casa?” chiese Dalia mentre camminavano lente tra la folla che si accalcava alle loro spalle “Si, per me va benissimo. Tu hai qualche idea sul dove andare?” rispose lei, nel frattempo massaggiava con una sua amica di Bergamo “C’è un ristorante appartato a mezz’ora a piedi da qui, se ti va di camminare, possiamo andare là” propose Dalia “Sto già pregustando l’idea di un bel piatto di pasta alla siciliana, ne ho una gran voglia!” esclamò Marghe facendo una piroetta su stessa e ridendo beata. Dalia la guardò, portandosi una mano alle labbra, trattenendo le risa, voleva vedere felice la sua amica, desiderava solo questo, ma quando scostò il suo sguardo alle spalle di Marghe, si fermò, non sapendo se essere sorpresa o meno, poi scosse la testa incredula, mentre in lei si fece spazio la consapevolezza, anzi la certezza che il destino esisteva. “Tesoro, è tutto apposto?” domandò Marghe avvicinandosi, si stava preoccupando per la strana smorfia dipintasi sul volto di Dalia, lei la fissò sorridendo “Oh si! Tranquilla! Ho solo visto una persona interessante” e calcò l’ultima parola suscitando intenzionalmente, la curiosità di Marghe che dapprima spaesata, si voltò rapidamente verso la direzione in cui lo sguardo di Dalia era caduto e sobbalzò, quando vide la persona a cui lei si riferiva; lasciò cadere la borsa, nello stesso modo in cui crollarono le sue difese emotive.


”Sei un letto fresco in cui poter dormire
e quel pensiero fatto per peccare
un'altra lettera da non spedire
un piatto comodo da cucinare
se solo io potessi inventarti un giorno
se solo tu potessi innamorarti di me
è il tuo cammino a volte che ti viene incontro
in quelle cose già decise dove io mi aspetto te”

Il mare di emozioni in cui stava naufragando, gli impedì di respirare, ma no…non stava morendo, perché se morire significava provare certe sensazioni così forti e incantevoli, allora la gente non la doveva temere.  No! Quello era il paradiso e vedeva anche la luce. Robert si lasciò guidare dallo scintillare di quel faro che lo stava conducendo alla pazzia, a mettere in gioco le sue pochissime certezze.
Per un impercettibile secondo, si concesse di chiudere gli occhi, ma non resistette a lungo, lontano da quel bagliore e quindi si ritrovò nuovamente immerso in esso, imprimendo nella sua memoria, quelle prodigiose emozioni.


”la coincidenza ci farà incontrare
e chiamalo destino quel percorso naturale
che due puntini dentro l'universo
raggiungono la strada che li illumina d'immenso
la confidenza mischierà le carte
da non capire mai qual è il punto di confine
e non saper distinguere il tuo corpo
dove finisci tu comincio io
questo è il senso di un momento già perfetto
è questo il punto da cui inizia tutto quanto
Arrivi tu”

La gola di Marghe era arsa, bruciava e reclamava la sacra acqua, affinché quel deserto potesse trasformarsi in una meravigliosa oasi.
Non poteva crederci! No, le sembrava assurdo! Con tanti posti e in mezzo a tanta gente, di ritrovarsi Robert, a pochi passi da lei. Poteva la vita farle questi scherzi? E il cuore. Quello poteva smetterla di martellarle nelle orecchie in quel modo così impetuoso? Quasi le faceva male. Ma ciò che sentiva non era dolore. No. Non era spiacevole, non la faceva piangere, anche se avrebbe voluto inondare tutto con delle sane lacrime e lasciar scivolare via con loro, quel sentimento. Ma non si può nulla contro le nuvole. Nulla. Bisogna depositare le armi e Marghe lo aveva già fatto da un pezzo.

E si guardarono per istanti che sembrarono loro interminabili, non sapendo cosa fare, avvicinarsi o meno? Parlarsi o no? Ignorarsi? Ma ci pensò il destino a decidere per loro, ancora una volta…

“Rob, tutto ok?” domandò Kristen  avvicinandosi al suo amante e seguendo il percorso del suo sguardo, giunse a guardare lei. Sussultò sul posto, non capendone il motivo, eppure quello sguardo la turbava, sembrava volesse scavarle dentro, privarla delle sue viscere. Quasi si spaventò.

Marghe la fissava. Non sapeva bene come apparisse il suo sguardo in quel momento, ma poteva giurare a sé stessa che non era assatanato, ma carico di desiderio. Desiderio di capire perché lui amasse tanto quella ragazza, cos’aveva lei. Cosa gli trasmetteva? Solo sesso? No, non voleva crederci.
Poi si trovò a pensare che stava facendo la figura della stupida e si domandò perché Dalia non stesse facendo niente per trascinarla via di lì. Per questo si riscosse e con gli occhi cercò l’amica: la ritrovò nello stesso punto in cui l’aveva lasciata e l’occhiata eloquente che le lanciò, la incoraggiarono a farsi avanti. Stava facendo la cosa giusta? Ormai era tardi per pensarci, i suoi piedi l’avevano già trascinata davanti a lui che la scrutava stranito “Ciao” mormorò con voce arrochita “Ciao” rispose lui, vibrando al suono della sua voce “Come stai?” aggiunse subito, temendo che scappasse via “Bene e tu? Anche oggi visite turistiche?” domandò, ignorando Kristen. Lui sorrise allegro “No. Abbiamo da poco terminato un’intervista radiofonica e stavamo facendo un giro per passare il tempo. Tu sempre alle prese con gli imponenti resti delle antiche civiltà?” Marghe rise divertita e scosse il capo in senso di diniego “Niente scavi, solo una passeggiata di piacere. Ora stavamo pensando di andare a pranzo in un ristorante nelle vicinanze” “Buona la cucina italiana!” proruppe all’improvviso Taylor, comparendo alle spalle di Kristen che fissava la scena basita. Marghe fissò il ragazzetto muscoloso e lo trovò immediatamente simpatico, tanto che le venne naturale stringergli la mano, quando lui gliela porse “Io sono Taylor” disse con voce divertita “Io Margherita, piacere”. Robert si sentì per un attimo fuori posto e guardò Kristen che rispose al suo sguardo con un’occhiata interrogativa “Lei invece e Kristen” proseguì Tay, indicando la ragazza minuta al suo fianco. Marghe incrociò per la seconda volta in quella giornata, i suoi occhi azzurri e la gelosia scattò non appena la vide accostarsi sempre di più a Robert e mettersi sotto il suo braccio “Piacere” disse con freddezza Kristen “Piacere mio” bofonchiò Marghe, tornando a fissare Robert. Per un attimo l’elettricità si propagò attorno a loro tre, facendo divenire l’aria irrespirabile.  A quel punto, intervenne Dalia “Salve ragazzi” e si presentò “Vi va di unirvi a noi?” chiese, Marghe la scrutò sconvolta, ma si trattenne dal dire qualcosa “Oh perché no!” esclamò Taylor “Ho una gran fame!” disse portandosi le mani sullo stomaco. Gli occhi si puntarono allora in quelli di Kristen e Robert “Noi avremmo da fare!” disse la ragazza, Marghe chinò il capo, Dalia non mollò la presa “Neanche il tempo di mangiare qualcosa al volo?” domandò guardando Robert che appariva incerto. In realtà non capiva il perché Kristen avesse detto quella bugia, non avevano alcun impegno per quel pomeriggio “Vero Robert?” le chiese Kristen, s’era perso il discorso a furia di pensare “Eh?” rispose fissandola, lei lo incenerì con lo sguardo “Dicevo alle tue amiche che abbiamo un impegno, mi hai promesso di portarmi in quel posto che hai visto ieri” insisté lei “Ah…mmm si. Mi spiace ragazze” si scusò, sentendosi a disagio, Marghe ormai non lo guardava neanche più.

Si divisero. Marghe e Dalia, pranzarono con Taylor che le fece ridere parecchio, aiutando Marghe a metabolizzare l’assenza di lui. Ma la testa facilmente si lasciò trasportare dall’immaginazione “Sono insieme. Stanno insieme!” pensò “Avevano ragione tutti! Non ho voluto ammetterlo, ho lottato, ma ho perso. La verità è che mi sono solo illusa che lui fosse la mia metà…che stupida! Siamo così diversi e così lontani…”.

“Allora Marghe cosa fai tu nella vita?” domandò Taylor addentando voracemente un pezzo di bistecca “Studio all’università, sono all’ultim’anno della specialistica” rispose lei controvoglia “Cosa studi?” farfugliò lui continuando a masticare “Pedagogia, voglio lavorare nel sociale, aiutare gli altri, per quanto mi è possibile” disse lei, volgendo la propria attenzione alle persone sedute ai tavoli vicini e osservandoli, senza in realtà guardarli sul serio. “Wow!” esclamò Taylor “Un bell’impegno!” constatò “Deve piacerti molto” disse guardando la ragazza, la quale sorrise semplicemente, arrossendo “Si, le piace! Ma il suo vero sogno è quello di cantare! Sai ha una voce molto bella!” parlò Dalia al posto di Marghe. Aveva detto il vero per questo la ragazza non se la sentì di ribattere, dentro di lei ardeva la fiamma della passione, di un sogno mai coltivato, in cui non aveva mai creduto abbastanza e che la intristiva perché non si sentiva in grado di coltivarlo o comunque destinata a farlo. Taylor la guardò basito “E perché non hai intrapreso questa strada?” chiese curioso “Poca fiducia in se stessa” continuò l’amica “Ma no! Non devi! Tentare non costa nulla. Guarda me: io mica pensavo di fare l’attore, è stato tutto un avvicendarsi di coincidenze e ora eccomi qui” sorrise spensierato e Marghe lo invidiò.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Ed eccoci qui,
un nuovo fine settimana è giunto…
Un’altra settimana è quasi finita e quanto è stata dura uff.
Ieri finalmente è uscito il film di Robert, “Remember me”, siete andate a vederlo? Io andrò oggi, non sto più nella pelle!!! È l’unica cosa positiva e meravigliosa di questi ultimi 7 giorni! Come vi è sembrato??? Sono curiosa di sapere le vostre opinioni, poi la prox settimana vi dirò le mie :).

 

Sophief88: mi fa piacere non essere la sola a contestare “quest’unione”! Dici che Robert ha interesse per Marghe??? Fammi sapere cosa pensi dopo aver letto questo capitolo. Bacio

 

Doddola93: no, non mi rendo conto di cosa faccio, accidenti!!! E poi ogni volta, di fronte alle tue recensioni, mi ammutolisco, non so mai cosa dirti, mi spiazzi puntualmente u.u, in positivo, ovviamente. Ti adoro tesoro mio, vorrei solo esserti più vicina!!!

 

Nana_death: eheheheeh noto che Kristen non è simpatica a tutti come pensavo :P. ma su non facciamo le cattive, almeno nelle nostre storie tentiamo di farla restare lontano da Robert, visto che nella realtà ci è impossibile uff. Grazie per la recensione, mi ha fatto piacere leggerla e sapere che capisci i sentimenti che ho tentato di racchiudere in questa piccola storia. Mi auguro continuerai a seguirla :).

 

Vampiretta Cullen: eheheheh la Reggia di Versailles addirittura!!! Eheh, Malù sei uno spasso!!! Tranquilla per la recensione, le leggo volentieri anche se sono fatte in fretta, non importa, ciò che conta è che siano scritte col cuore :). Bacio

 

L’ultimo capitolo ragazze…la prossima volta posterò l’epilogo…vi piacerà??? Ai posteri l’ardua sentenza…Ps: solita canzone da ascoltare ;)

Capitolo 5

 
Neanche 12 ore erano passato che Marghe  e Dalia si ritrovarono nuovamente davanti a quel grande albergo, questa volta salutavano Taylor e non c’era nessuno per cui sentire il batticuore, almeno per Marghe.
Stavano per andare via, quando si sentirono chiamare, si voltarono entrambe meravigliate “Robert!” esclamarono all’unisono “Fermatevi!” gridò lui correndo loro incontro in modo impacciato “Volevo parlarvi” disse affannato, si piegò sulle gambe per riprendere fiato “Inspira ed espira” scherzò Dalia, prendendolo in giro, lui sorrise appena, sfiorandosi il sopracciglio “Volevo scusarmi per oggi” disse una volta recuperata la lucidità “Non devi scusarti” rispose Marghe con una punta di durezza. Robert la fissò, negli occhi un espressione delusa “Le promesse vanno mantenute” aggiunse “Spero che almeno i posti che dovevi mostrarle le siano piaciuti”, lui sussultò trovandosi a disagio, in realtà erano semplicemente tornati in albergo, Kristen improvvisamente, si era sentita stanca. Di cosa poi era stanca, se non aveva fatto nulla? Per Robert, quella ragazza sarebbe rimasta sempre un mistero. Marghe lo scrutò attentamente, amava perdersi tra le pieghe del suo viso, quando era pensieroso, si sentiva accarezzare dal tocco della sua mano che delicata, si scompigliava i capelli, indice di imbarazzo e moriva sulle sue labbra, quando si aprivano in un dolcissimo sorriso. Ah l’amore è pura follia, ti prende, ti porta via, ma è quello che piace: è l’essere completamente suo succube.

“Mmh” mugugnò Robert, non sapendo cosa dire “Noi ora andiamo” intervenì Dalia “Posso farvi compagnia?” domandò il ragazzo, mordendosi subito dopo la lingua, Dalia sorrise soddisfatta e annuì “Certamente!”, Marghe, invece, tacque.

“Vi porto a vedere uno dei posti più romantici di Roma, vi va?” chiese Dalia entusiasta, Marghe e Robert sussultarono nello stesso istante, ma non riuscirono a contraddire la ragazza, la sua gioia era evidente e la sua amica si trovò a domandarsi, quale fosse il motivo di tanta ilarità. “Questo è il Pincio, uno dei colli di Roma!” proferì Dalia, teatralmente, accompagnando le parole con un gesto ampio della mano e i due ragazzi si guardarono attorno, con gli occhi luccicanti per la meraviglia “Venite!” li incitò Dalia “Saliamo in cima” e loro la seguirono volentieri.
“Wow!” esclamò Marghe “Ma la vista da quassù è stratosferica!” aggiunse, ammirando il panorama  “Quella è Piazza del Popolo?” chiese rivolgendosi alla sua amica “Esatto!” rispose lei contenta “Le persone da qui, sembrano tutte piccole formiche” ridacchiò divertita, avvicinandosi a Dalia e mettendole una mano sulla spalla “Grazie” le disse poi sincera, l’amica scosse il capo “Non c’è bisogno di ringraziarmi. Io non ho fatto nulla, è il posto che parla da solo” e lo indicò, Marghe le sorrise “Sono testarda, quindi ti ringrazio ugualmente” e le mise un finto broncio. La sua mimica facciale, piaceva a Dalia, diceva molto di lei e di che persona fosse. Robert nel frattempo era rimasto poggiato alla terrazza a rimirare il paesaggio e pensava a quante cose quel lavoro gli stava donando. Si sentiva bene, sereno, non avrebbe mai creduto che a 23 anni la vita gli avrebbe riservato tanto successo, tanta affermazione! Con il suo amico Tom ci avevano sempre scherzato sopra, ma per ironia del destino, si erano ritrovati entrambi coinvolti nel mondo del cinema. A Robert non interessava far soldi, lui amava recitare, certo gli facevano comodo tutti quei dollari, non li schifava mica! Tutt’altro! Ma non era a quello che puntava.
Si voltò d’un tratto verso le due ragazze e le vide intente a guardarsi, sorrise, perché il loro rapporto gli infondeva sicurezza e gli ricordava che l’amicizia esisteva. Ci credeva poco, nonostante ciò aveva lasciato intatti i rapporti con Tom e altri pochissimi amici fidati, ma Marghe e Dalia gli dimostravano che anche se si resta delusi, gli amici, quelli veri, restano sempre al tuo fianco, ti seguono come un’ombra, ti capiscono con uno sguardo, non hanno bisogno di grandi parole o discorsi. Basta poco. Molto poco.

Marghe si accomodò su una panchina, si gettò sopra, era stanca, ma contenta, Dalia era a telefono con il suo ragazzo e si era allontanata per chiacchierare tranquillamente. Dalia, Dalia…mai avrebbe creduto che il loro rapporto potesse crescere in quel modo smisurato e divenire così importante da donarle serenità ed equilibrio. Robert si accomodò accanto a lei, catturando il suo sguardo…

 

”Sei un bambino a cui devo insegnare
le cose base prima di partire
sei un continente ancora da scoprire
un'occasione che deve arrivare.”

 

Marghe si maledì mentalmente, le mancò di nuovo il fiato, rimirare quegli occhi le faceva male, un male piacevole, però…

Robert spostò lo sguardo verso la borsa di Marghe e notò un libro, inarcò un sopracciglio “Leggi?” chiese curioso, Marghe seguì i suoi occhi e ricordandosi di quel libro, annuì arrossendo “Mi piace. Almeno per qualche ora, mi immergo in un mondo nettamente più piacevole del nostro” ammise “Che libro è?” domandò lui, Marghe lo prese e glielo mostrò “Brida di Coehlo” disse lui “Buon gusto” le sorrise “Grazie” rispose lei, avvampando “L’ho letto anche io” confessò “Davvero?” chiese Marghe, voltandosi improvvisamente verso di lui e fissandolo sconvolta. Proprio con quel libro, Marghe aveva compreso la natura dei suoi sentimenti e preso coraggio. Dopo averlo letto, aveva deciso che sarebbe andata a Roma al Festival del Cinema, occasione che non solo le permetteva di vedere finalmente, la sua amica, ma anche di incontrare dal vivo, la sua ossessione.
“Non ti facevo così romantico” confessò Marghe, facendolo ridere “Ma infatti non lo sono” rispose lui, continuando a sorridere “Sono un passionale io, ma chissà forse potrei anche essere capace di fare gesti romantici” e alzò le spalle “Mmh!” mugugnò Marghe pensierosa “Tu credi nell’amore vero?” chiese poi, non essendo sicura di aver posto la giusta domanda. In realtà voleva domandargli se credeva nell’anima gemella, la parte di noi che si dice, sia destinata a completarci…

Robert alzò il viso verso il cielo e chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni “Non lo so…” bisbigliò, schiudendo di poco la bocca, Marghe lo osservò estasiata e la voglia di lui, la fece fremere, tanto che dovette distogliere lo sguardo, temeva di perdere il controllo “Ho paura dell'amore, perché esso implica cose che vanno a di là dell'umana  comprensione: la sua luce è immensa, ma la sua ombra mi spaventa” soffiò poi, aprendo il libro ad una pagina che aveva evidenziato. Robert portò subito l’attenzione verso di lei, aveva colto nel segno! Lui temeva l’amore. Temeva di affezionarsi e poi soffrire, era un libertino, uno che amava godersi la vita, seppur nel rispetto di quella altrui. Quante volte s’era ubriacato di birra insieme al suo gruppo di amici, fregandosene delle regole, ma il suo era anche e soprattutto un modo per evadere, per rifuggire da una vita che non soddisfa e a quel tempo, Robert e Tom non erano per niente contenti di come andavano le cose…

Marghe si godé il venticello fresco sul viso, sorridendo beata. Aveva letto quella frase che significava così tanto per lei e ora percepiva lo sguardo di Robert, arderle addosso e le piaceva. Più del dovuto.

“Deve averti colpito molto questo libro, per esserti sottolineata dei trafiletti” mormorò dopo un po’, il ragazzo, Marghe si ridestò “Beh si. Ammetto che la trama mi ha particolarmente sorpresa e…coinvolta” sussurrò appena l’ultima parola “Posso fare io una domanda a te?” chiese Robert giocherellando con le mani “Certo!” rispose la ragazza “Secondo te l’anima gemella esiste?” il suo tono di voce sembrò esser più rauco del solito e questo condusse il cuore di Marghe alla pazzia, ella sobbalzò incredula, lui le aveva posto quel quesito, proprio quello! La ragazza si ritrovò a fissarsi le mani, agitata sul da farsi…la paura voleva dominarla: cosa avrebbe pensato se avesse risposto in modo affermativo? L’avrebbe derisa? Se così fosse stato, lei ci sarebbe rimasta fin troppo male, ma dall’altra parte sentiva che non voleva mentire. Non a lui.
Prese un respiro profondo, rinfrescando le membra, pronta a formulare la giusta risposta. Lui attendeva pazientemente, di ascoltare la sua voce.
“Si” soffiò socchiudendo gli occhi “Esiste” aggiunse, Robert la scrutò meravigliato: non doveva sentirsi così, infondo era una ragazza e loro credevano nell’amore vero. Eppure fino a quel momento, molte delle sue colleghe e compagne, gli erano apparse a quanto ciniche. Sorrise soddisfatto “Tu l’hai trovata?” insisté ormai troppo curioso, Marghe spalancò le sue pupille che, irradiate dai raggi del sole, sembravano quasi vive. Avrebbe voluto gridargli “Si! È seduta proprio accanto a me”, ma non poteva, non ne aveva alcun diritto, non ora che sapeva che lui stava con un’altra. “Non è detto che due anime gemelle debbano incontrarsi e amarsi” quelle parole proruppero inaspettate dalla sua bocca. Si guardò le mani nervosa, consapevole di aver appena commesso una cavolata. Ma come poteva la sua testolina bacata, dire quelle stupidate? Davanti a lui, per giunta! Quante se ne disse e quante se ne sarebbe dette ancora se non fosse intervenuto prontamente Robert “Questo è triste però” disse, Marghe si girò dalla sua parte per guardarlo “Due anime destinate ad amarsi, dovrebbero incontrarsi e poter stare insieme” ammise convinto, la ragazza sospirò “Sai…” mormorò triste “Uno dei due potrebbe anche non riconoscere l’altro come la propria Parte di Sé” disse citando le parole del libro. Lui le fece segno con la testa verso l’oggetto tra le sue mani, le lo alzò “Posso?” domandò, Marghe annuì.

Robert lo sfogliò con accuratezza e quando trovò ciò che cercava si fermò, si schiarì la voce, portandosi una mano alla bocca e chiudendo gli occhi "<< E come posso sapere chi è l'Altra Parte di me?>> << Correndo dei rischi. Correndo il rischio del fallimento, delle delusioni, delle disillusioni, ma non cessando mai di cercare l'Amore. Chi persevererà nella ricerca trionferà >>”. Robert sorrise, stupendosi di sé stesso, poi fissò Marghe “Non importa se l'essere umano finge di perseguire la sapienza, il denaro o il potere, in realtà qualsiasi cosa risulterà incompleta se non riuscirà a incontrare l'altra parte di se” aggiunse poi tornando a fissare le pagine, avendo trovato un  altro passo interessante. Non aspettò molto e si rivolse alla ragazza che al suo fianco, s’era irrigidita “Mi sa che tu hai solo paura di trovarla” confessò, lei sobbalzò e sorrise amara. Con un movimento della testa gli fece capire che si sbagliava “No, non è così” proferì poi “Io…non ho paura…è solo che…” si fermò e sospirò “Che?” chiese lui “Se mi sbagliassi?” domandò spaventata più a se stessa che a lui “Se non fosse lui, l’anima mia? Come…come potrei reagire? Soprattutto se mi sono già affezionata all’idea di…noi” mormorò con la voce incrinata dal pianto. Marghe si coprì il volto con le mani, nascondendo le lacrime, non voleva apparire sciocca o infantile, ma si sentiva realmente male, in quel momento. La consapevolezza che poteva sbagliarsi, si stava radicando nel suo animo.

Robert si sentì a disagio, non sapeva che fare, cosa bisognava dire quando una ragazza scoppiava in lacrime??? Si grattò la testa imbarazzato e si maledì per non aver letto manuali sulle donne “Ma che caspita vado a pensare” pensò tra sé “Ehm…” sussurrò appena “Scusami, non volevo farti piangere”, le sue parole servirono a poco, perché le lacrime di Marghe continuarono a scivolare copiose, sulle sue gote e quando alzò la testa per asciugarsi gli occhi, Robert avvertì un pizzico al cuore, vedendoli gonfi e rossi e si sentì impotente “Tu non hai colpe, Rob…” era la prima volta che lo chiamava così, ma era come se da sempre sentisse vibrare in sé, quell’abbreviazione così confidenziale “Sono io il problema” e sorrise guardandolo e rispecchiandosi nel mare dei suoi occhi “Io amo e quando lo faccio investo tutta me stessa, amicizia o rapporto d’amore che sia, io ci son dentro fino al collo. E sbaglio” fissò il suo sguardo verso l’orizzonte “Sbaglio perché mi faccio solo del male, poi quando arriva il momento di pagare il conto, mi ritrovo puntualmente a fare i conti con il dolore. Non pretendo di ricevere tanto quanto cerco di dare, ma voglio solo sentirmi amata…” sospirò fremendo “C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo?” chiese lasciandosi sfuggire un singulto “Capisci quello che voglio dire?” disse osservando Robert. Lui la fissava, gli occhi leggermente lucidi, il cuore braccato da una morsa rigida di tristezza. Alzò il braccio e a rallentatore si avvicinò a lei, con la mano le accarezzò la gota calda e lei chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo, troppo vicino…”Marghe!” esclamò Dalia, Robert scostò la mano come scottato e Marghe spalancò le palpebre, sbattendole più volte incredula e fissò lui abbassare gli occhi a terra e per una frazione di secondo, il battito cardiaco s’arrestò. E provò nostalgia per l’assenza di quel contatto.

“Tutto bene?” domandò Dalia avvicinandosi e intercettando lo sguardo confuso di Marghe “Si, si, tutto bene. Te hai risolto con Giacomo?” annuì, ma non le sfuggì il rossore attorno agli occhi dell’amica. La scrutò leggermente irritata, poi si girò verso Robert che continuava a mantenere la testa china e capì che lui centrava qualcosa in tutta quella storia “Andiamo!” disse con decisione, Marghe annuì e si accostò a lei, mantenendo un atteggiamento di insana malinconia.

Camminavano da mezz’ora ormai, Robert era lontano da loro, il sole era calato e si avvicinava l’ora di separarsi definitivamente da lui. “Mi dici cos’è successo?” proruppe quasi furiosa, Dalia “Abbiamo parlato e…” perché maledizione le veniva ancora da piangere? Non aveva versato tutte le sue lacrime, ne erano rimaste ancora? Quanto si detestava!  

Nel frattempo, Robert camminava a testa china, le mani affondavano rigidamente nelle tasche dei jeans e la sua mente era partita ormai verso un viaggio di non ritorno. Cosa gli stava realmente accadendo? Ma la risposta lui ce l’aveva ed era proprio davanti a sé, in carne ed ossa. Alzò la testa e fissò la ragazza che in quei giorni, gli aveva fatto crollare ogni certezza, riempiendolo di dubbi

“In altre occasioni, aveva sperimentato l'amore ma, fino a quella sera, esso significava anche paura. Per quanto esiguo, quel timore rappresentava una sorta di velo, attraverso il quale le era preclusa una visione totale: poteva scorgere tutto, ma non i colori. In quel momento, davanti all'Altra Parte di sé, comprese che l'Amore era una "percezione" intimamente legata i colori, qualcosa paragonabile a migliaia di arcobaleni sovrapposti” (“Brida” Paulo Coehlo).

“Ragazze” le chiamò Robert, loro si voltarono all’unisono “Io dovrei andare, a breve dobbiamo essere in aeroporto e credo che i miei colleghi si stiano preoccupando per la mia assenza prolungata” disse tutto d’un fiato, senza ascoltarsi per quanto si considerava ridicolo in quel momento “Va bene”, Dalia si avvicinò e gli porse la mano “E’ stato un piacere conoscerti!” ammise “Anche per me” e le strinse il palmo, poi alzò gli occhi verso l’altra ragazza che era rimasta in disparte e con le braccia conserte si guardava la punta dei piedi.

Marghe odiava gli addii, ma quello gli sembrava il saluto più difficile in assoluto, come se le stessero per portar via una parte del suo corpo e presto, troppo presto, avrebbe cominciato a sanguinare.

Fu lui ad andare da lei, seguì l’istinto, anzi no, il cuore e lasciò che almeno in parte, lo guidasse. Quando le fu davanti, trattenne il fiato, chiuse gli occhi, provando a racimolare un po’ di coraggio “Marghe” mormorò suadente, lei lo fissò sconvolta “Mi sono divertito in questi giorni” aggiunse scrutandola con intensità affinché quel viso così dolce, potesse rimanergli impresso nella memoria per sempre “Grazie per le tue spiegazioni ai fori, mi ha fatto piacere scoprire qualcosa in più di questa città che mi ha ospitato per ben due volte…” sorrise imbarazzato, non sapendo cos’altro dire. Si portò la mano tra i capelli, quel maledetto gesto fece sentire Marghe come in un sogno, le sembrò quasi di non aver vissuto tutto quello “Non devi ringraziarmi” soffiò, socchiudendo le labbra “Sono stata bene con te” confessò. Non aveva nulla da perdere, lui sarebbe partito e non l’avrebbe rivisto mai più. Si guardarono, o meglio, si rapirono con lo sguardo, tentando di inglobarsi l’uno nell’altro, pur di non dimenticare neanche un dettaglio.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Epilogo ***


Epilogo

Anche questa mini avventura è terminata.
E' nata così...non pensavo che avrei potuto scrivere ancora qualcosa su Robert, a volte mi sento come bloccata e...è difficile da spiegare.
Mi lascia un pò d'amarezza tutto questo, ma son contenta che a qualcuno questa mini fan fiction sia piaciuta.
Sabato scorso ho visto "Remember me" ed è stato allucinante, ho pianto, anzi singhiozzato come una matta quando ho capito cosa stava per succedere. Trovo che Robert sia stato davvero molto bravo, è migliorato tanto e ho apprezzato il suo impegno. Ci crede molto in questo progetto e ha tutto il mio supporto, al di là delle critiche che ho letto. Me ne frego, io adoro questo ragazzo non perchè sia bello, ma perchè ha talento e ama quello che fa. Non tutti ci mettono passione nel proprio lavoro, non tutti ci credono fino in fondo.
Ok, ora lascio stare le mie manie su Robert e passo a ringraziarvi :)

Nana_death: mi sono commossa leggendo le tue parole. In pochi capiscono, a volte neanche io mi capisco, so per certo che questa fan fiction nasce da qualcosa che è racchiuso profondamente dentro di me e resterà radicato lì per sempre. Grazie per avermi seguita, mi ha fatto davvero molto piacere!!!

Sophief88: non so se questo è il finale che desideravi, forse è...boh non lo so, ma appena ho iniziato a scrivere questa storia sapevo già come volevo che finisse, spero mi capirai. Bacio.


Lady jadis: leggere il tuo nome tra le recensioni mi ha fatto sobbalzare, sai? E' stato bello! Ora tu sai, ti ho permessa di entrare nel mio animo e ne sono felice, perchè mi hai capita e mi sei vicino. Grazie per i tuoi tentativi, sai bene che io non mi ritengo minimamente all'altezza dei complimenti che mi fai, vedete troppe cose belle in me u.u. Ti voglio bene...

Vampiretta Cullen: il discorso sulle anime gemelle ha fatto sciogliere anche me, forse perchè io ci credo davvero. il libro di Coehlo non ha fatto altro che mostrarmi la "verità" del mio animo, facendomi ricordare di quanto io creda nel destino, nell'amore, nelle anime gemelle...Spero che l'epilogo possa piacerti...aspetto il tuo giudizio. Bacio.

Vi auguro una Buona Pasqua :) e grazie a tutti per avermi seguita, anche in silenzio. L'ho apprezzato molto!!!

Epilogo

 
Due ore dopo, Marghe e Dalia si accingevano verso la metropolitana che le avrebbe portate a Ostia “A che ora avevano l’aereo?” domandò Dalia giocherellando con la zip del giubbino “Chi?” chiese Marghe che era soprappensiero “Robert e gli altri” roteò gli occhi verso l’altro per la distrazione dell’amica, poi rise comprensiva “Alle nove” sussurrò appena, come se non dirlo a voce piena, potesse impedirle di stare male. Dalia guardò l’ora sul cellulare, poi si rivolse all’amica “Siamo ancora in tempo” “Per fare cosa?” chiese Marghe confusa “Per andare in aeroporto!” affermò con ovvietà “Ma…” “Niente ma! Vuoi lasciarti sfuggire l’occasione di salutarlo per bene?” le afferrò le spalle e la scosse “Non lo vedrai più, Marghe! Te ne pentirai e lo sai. Vuoi vivere col rimpianto di non averci provato?” Dalia la guardava con intensità e serietà “E se…” “Oh avanti!” la interruppe “Non avere paura! Rischia, è la tua vita accidenti!”, Marghe si riscosse. Dalia aveva perfettamente ragione. Dentro di lei, il coraggio iniziò a scorrere a fiumi. Rizzò la testa verso l’alto e guardando la sua migliore amica disse:”Cosa stiamo aspettando?” e Dalia rise “Andiamo!” si presero per mano e iniziarono la loro corsa contro il tempo.

Ciampino era deserto, nessuno si aspettava che le giovani star del momento fossero ancora in città. I giornalisti italiani si erano dimostrati meno impiccioni rispetto a quello americani e questo sollevò i ragazzi. “Finalmente si torna a casa!” esclamò Kristen, mettendosi sotto il braccio di Robert e lo fissò “Mmh” mugugnò lui in risposta “Ma si può sapere cos’hai?” domandò sbottando, era da giorni che lo vedeva strano “Sono solo stanco” “Non mi sembra che l’altra notte tu ti sia dimostrato privo di forze” ironizzò lei, Robert si fermò, le lasciò andare il braccio “E a me non sembra che ti sia dispiaciuta la mia performance!” disse con durezza, passandole davanti.
Dopo aver fatto il check-in, si accomodarono nella sala d’attesa. Qualche istante dopo, il loro volo fu annunciato, Robert s’alzò di controvoglia dalla sedia, sbuffò, stropicciandosi gli occhi con la mano. Lanciò un’occhiata alle persone attorno a sé, deluso stava per andarsene, quando due figure a lui note, gli passarono davanti correndo come matte. Sbarrò gli occhi sorpreso. Scosse il capo e prima che si allontanassero troppo le chiamò “Dalia, Marghe!!!” gridò, entrambe si fermarono di botto e si girarono affannate verso la fonte sonora e sorrisero. Il sorriso di Marghe fu il più bello in assoluto.
“Cosa ci fate qui?” chiese lui quando Dalia e Marghe gli furono davanti “Volevamo darti un ultimo saluto, ci è sembrato giusto così, non è vero Marghe?” lei si limitò ad annuire, ingoiando a vuoto. Ancora una volta si persero nei loro sguardi consapevoli questa volta, di quello che sentivano “Beh, io devo fare una telefonata. Vi lascio salutare” e così facendo Dalia si allontanò.

“E così sei venuta qui” disse Robert “A quanto pare” rispose Marghe con un gesto della mano “Grazie” bisbigliò lui “Non me l’aspettavo”, lei sorrise “Amo fare le sorprese” confessò “Ed io amo riceverle”.
“Volevo lasciarti una cosa, posso?” chiese Marghe titubante, Robert inarcò il sopracciglio poi annuì “Si”, a quel punto Marghe tirò fuori dalla borsa il libro e glielo porse “Vorrei che lo tenessi tu”, lui spalancò gli occhi prendendolo “Ma…non posso” stava per ridarglielo, ma lei lo bloccò, sfiorando con la mano, le sue dita “No! È tuo! Affinché un giorno tu possa tornare a credere nell’amore e trovare la tua anima” mormorò rapita “E se l’avessi trovata?” chiese Robert, fuori controllo “Non fartela scappare!” sospirò Marghe “E’ una ragazza fortunata” aggiunse poi, stringendosi nelle braccia “No, sono io quello fortunato, perché lei mi ha donato tutta se stessa in soli 3 giorni e non tutti riescono a riempirti il cuore in così poco tempo. Spero che tu possa trovare presto l’altra parte di te, meriti qualcuno che ti ami sul serio” proferì serio, Marghe sussultò e con lei il suo cuore. Lo guardò sbalordita e quando le sue labbra sorrisero, anche le sue si innalzarono verso l’alto. “Anche io l’ho trovata” disse d’un tratto Marghe, Robert la fissò stranito “La parte che mi completa” rispose alla sua muta domanda “E anche se crede poco nell’amore vero, io so che infondo al cuore ha un tesoro talmente raro e prezioso che quando certe persone lo capiranno, sarà troppo tardi. Non farti usare, Robert!” sussurrò dura, fissando di sottecchi Kristen “So che ora è quello che vuoi, perché…perché ti piace, ma…trova qualcuno che ti ami per quello che sei” “Tu lo faresti?” domandò il ragazzo “Cosa?” “Amarmi per come sono” rispose. Marghe sbiancò, il cuore aumentò i suoi battiti e la fronte le si imperlò di sudore, le mani si chiusero a pugno e gli occhi le brillarono quando naufragarono nei suoi “Si!” rispose decisa, una decisione che non era tipica del suo carattere. Robert sorrise “Mi basta sapere questo” disse poi aprendo nuovamente il libro “Ma giammai amerà qualcuno come te, perché tu sarai parte di lui per sempre” sussurrarono all’unisono. “Ora devo andare sul serio”, Marghe annuì appena, già triste, Robert si avvicinò al suo orecchio, inspirò il suo profumo e le lasciò un bacio sulla guancia “Non dimenticarmi”  bisbigliò piano “Non potrei…sei…” si bloccò nell’istante in cui lui accostò la sua fronte alla sua “L’altra parte di me” concluse lui. Marghe annuì sorpresa e per nulla intimidita per quell’intimità inaspettata, era del tutto naturale, come se ci fosse sempre stata tra loro. Sorrisero entrambi, poi si scoprirono a fissarsi le labbra e la loro follia divenne realtà. Si umettarono a vicenda, godendo del sapore reciproco e lambendosi con le lingue, poi le loro labbra si sfiorarono delicatamente in un bacio che sapeva di miele, ma soprattutto di loro. Per la prima volta, si sentirono realmente completi.

“Allora ciao…” mormorò lei salutandolo con la mano “Ciao” rispose rauco lui “Tornerò presto…” “Non farmi promesse che sai di non poter mantenere” proferì Marghe con serietà “Ci siamo trovati…se il destino vorrà, saremo nuovamente l’uno di fronte all’altro”, lui annuì concorde. Un ultimo cenno col capo e poi si voltò dandole le spalle…

“Mi ricorderò di te per tutta la vita, e tu ti ricorderai di me. Proprio come ci ricorderemo dei crepuscoli, delle finestre bagnate di pioggia, delle cose che porteremo sempre con noi perché non possiamo possederle” ("Brida", Paulo Coehlo).

 
“Possiamo andare” disse Marghe quando l’aereo spiccò il volo “Stai bene?” domandò Dalia “Si” “Sei sicura di aver fatto la scelta giusta?”, Marghe annuì “Lo amo…ma proprio per questo devo lasciarlo andare…” “Onestamente non ti capisco” mormorò l’amica in tono di rimprovero “Non c’è bisogno…lui mi ha capita” e guardò verso il cielo…forse un giorno si sarebbero rincontrati e chissà, amati…
              

“Per molti anni, mi domandai se quell'uomo fosse esistito veramente, o se si fosse trattato dell'apparizione di un angelo che Dio mi aveva inviato per rivelarmi le lezioni segrete dell'esistenza. Alla fine, arrivai alla conclusione che era davvero un uomo. Un uomo che mi aveva amato, foss'anche per un solo pomeriggio, e che in quelle ore mi aveva offerto tutto ciò che aveva serbato fino ad allora - le sue lotte, le sue estati, le sue difficoltà e i suoi sogni. Anch'io gli avevo dato ogni fibra di me stessa: ero stata la sua compagna, la sua sposa, la sua amante. Per qualche ora, avevo potuto sperimentare l'amore di una vita intera…” (“Brida” Paulo Coehlo)

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=469442