New York New York

di ChiaraBella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gita scolastica ***
Capitolo 2: *** Primo incontro... di una lunga serie ***
Capitolo 3: *** Fratelli ***
Capitolo 4: *** Scontro inaspettato ***
Capitolo 5: *** Vicini ma... lontani ***
Capitolo 6: *** Fine ed... ***
Capitolo 7: *** ... Inizio ***
Capitolo 8: *** Tu ci credi? ***
Capitolo 9: *** Pensieri fissi ***
Capitolo 10: *** Sbagliato ***
Capitolo 11: *** Avviso, mi dispiace! ***



Capitolo 1
*** Gita scolastica ***


 

 

Dico subito che è la prima volta che scrivo una fan fiction e ho una paura matta!

Se dovesse andare bene sarò contentissima, non mi aspetto niente da questo progetto.

Se aveste qualche domanda fate pure, sempre che qualcuno la legga.

Ciao a tutti, Chiara.

 

New York New York

 

Gita scolastica

 

Pov Bella

 

-Alice!!!- urlai inviperita alla mia pseudo migliore amica -Cosa diamine hai messo nella mia valigia! Siamo in gita, ok che rimarremo a New York una settimana, ma a cosa pensi mi possano servire tutti questi vestiti!- In quella valigia, che stava praticamente per scoppiare, risiedeva una quantità enorme di capi d'abbigliamento, alcuni davvero assurdi!

Alice entrò nella mia camera, prima era nel bagno, guardandomi con furbizia. Era davvero strana, a volte. Sembrava prevedere il futuro, molto intuitiva. Lei, una ragazza minuta, capelli corvini e un sorriso sempre stampato sul viso, era la mia migliore amica da quando mi ero trasferita da mio padre a Forks, l'anno scorso. -Ti serviranno tesoro, prima o poi! Fidati della tua Alice Cullen. Comunque per fare la valigia mi ha aiutato anche Rose. E anche quella di Angela è simile alla tua.- Sorrise compiaciuta della sua opera.

Rosalie Lilian Hale. L'altra mia amica formato modella, bionda, occhi azzurri e due gambe lunghissime. Del genere che sembra uscita dalla copertina patinata di un giornale di moda.

Angela Weber, invece era la più normale delle due. Capelli scuri, occhiali da studentessa chic, riservata e grande ascoltatrice.

Io, Isabella Marie Swan, castana di capelli, occhi cioccolata e pelle diafana. Non si direbbe che sono di Phoenix.

In realtà sono nata a Forks, poi mia madre mi ha portato via da quella minuscola cittadina.

Attualmente mi trovo nella camera d'albergo che dividerò con Alice, nella prima stanza che ha due letti, Rose e Angela, nella seconda.

Allarmate dal nostro tono di voce ci raggiunsero le ragazze.

-Cosa succede?- chiese Rosalie, mostrando il suo lato materno. Sembrava una ragazza chiusa e superficiale, ma se la sapevi prendere e ascoltare ti donava tutto l'affetto del mondo.

-Niente. A proposito di te: ti sei coalizzata con Alice per rifarmi il guardaroba? Introducendovi, oltretutto, capi molto corti e o scollati?- la presi in giro per vedere la sua reazione.

Fortunatamente, a loro insaputa, avevo messo dei jeans stretti e delle T-sirt normali.

Capi che, io e Angela, definivamo scherzosamente “clandestini”

-Diglielo Bella! Hanno giocato questo "scherzetto" anche a me- mi diede man forte Angie.

Rosalie, non sapendo come ribattere non parlò.

-Cambiando discorso, sai che i miei e il tuo fratellone sono qui?- chiese Alice a Rosalie.

Non avevo mai conosciuto i fratelli di Alice ne il gemello di Rosalie. A dire la verità nessuna conosceva i fratelli della altre. Arrivata io, Rose Angela e Alice avevano appena fatto amicizia e i fratelli erano partiti per una "vacanza studio", in giro per l'America. Non sapevo molto su di loro, solo i nomi e le parentele. Emmet 18 anni, il maggiore e Edward 17, come noi quattro, erano i fratelli di Alice. Invece conoscevo bene Claire, la sorellina bionda e adorabile di Alice, con cui spesso duettavo, più per farla divertire che per altro, al pianoforte o anche con semplici canzoni. Jasper, 17 anni era il gemello di Rosalie. Anche mio cugino era partito con loro. Lui ha sempre vissuto a Forks, cugino da parte di padre. Ben Cheney, cognomi diversi perché sua madre è mia zia di sangue.

Alice adorava indiscutibilmente i suoi fratelli e altrettanto Rose. Tutta la popolazione femminile di Forks "soffriva" la, cosiddetta, perdita dei "belli" della città. A quanto pare facevano battere i cuori di tutte le ragazze! Non avevo ancora avuto l'"onore" di conoscerli, a parte mio cugino, che non vedevo di tre anni. Pensavo, quasi certamente, che fosse molto cambiato.

-Allora, vestitevi che andiamo a fare un giro dell'albergo- ordinò, con la voce stile sergente, Alice mentre Rose annuiva.

Misi un paio di Jeans scuri e una camicetta blu. Qui me lo potevo permettere anche a marzo, a Forks sarei congelata!

Le altre si misero in ghingheri e mi obbligarono ad indossare una paio di stivaletti neri lucidi, innumerevoli braccialetti e una collana piena di ciondoli. L'insieme non era male.

Volevano andare a fare un tour per 'albergo, visto che avevamo un paio di ore per noi, per ambientarci. Non voglio pensare cosa mi avrebbero combinato gli ultimi due giorni, gli stessi in cui saremmo state lasciate libere di girovagare per tutta la città!

-Su ragazze! Siamo nella Grande Mela- ci incitò Rose, scuotendo la chioma bionda, mentre camminava su i suoi immancabili tacchi dieci. Poi, rivolta alla sua personale compagna di follie -Pensa, Alice, a tutti i negozi di alta moda che potremo visitare-.

-Più che visitare, io direi svaligiare!- commentò Angela, lanciandomi uno sguardo di intesa che mi fece scappare un risolino, entrambe eravamo memori delle loro pazzie.

Di solito le due maniache della moda trascinavano me e Angela in vere e proprie sessioni, a detta loro, o maratone, a detta nostra, di Shopping sfrenato.

Una volta avevamo saltato la scuola: con il permesso dei genitori, anche se non ho mai scoperto come fecero a ottenere ne il loro, ne il nostro permesso, per stare tutto il giorno a Seattle nel centro commerciale più grande.

Tornammo a casa sfinite e con un centinaio di buste, tutte caricate su un' enorme Jeep che, da quel che avevo capito, apparteneva a Emmet.

Nel garage dei Cullen risiedevano anche una porche giallo canarino, di Alice, una Volvo, quasi esclusivamente di Edward ma non era intoccabile quanto la sua Aston Martin. Non per metteva a nessuno di guidarla, da quanto sapevo.

Eravamo tutti ragazzi con famiglie agiate:

Esme e Carlisle Cullen sono lui, un dottore e lei, un arredatrice di interni ed esterni,

I signori Hale sono entrambi avvocati e gli Weber sono ricercatori, di non so cosa.

Mio padre, invece, è il capo della polizia, il più retribuito di tutta la città.

Scese nella hall vedemmo una decina di poltroncine rosse e divanetti su cui qualche persona leggeva o chiacchierava.

-Siamo in sella ragazze mie! Altro che un paesino sperduto come Forks, qui faremo follie- esclamò entusiasta Alice mentre Angela la guardava con gli occhi fuori dalle orbite, probabilmente allarmata dalla parola "follie". Ormai eravamo abituate.

Scendemmo giù nella hall e io decisi di fare una passeggiata da sola.

Percorsi un vialetto dietro l'albergo, ed arrivai a Central Park. Mi sedetti ammirando il paesaggio verdeggiante intorno a me.

Non che non fossi mai stata in un parco pieno di verde, anzi. Foks era tutta piena di piante! Ma non era la stessa cosa, lì dopo un po' il colore, prima così vivo, diventava quasi opaco e spento e anche l'aria prendeva quella tonalità. Qui, dove tutto è grigio, tra smog, palazzi giganteschi e automobili, entrare in un parco immenso come questo prendeva una nota quasi magica. Le foglie brillavano di un lucente verde, i boccioli di qualche fiore ancora chiuso di colori che andavano dal bianco al rosa e la rugiada mattutina di quelli già aperti lo rendeva magnifico.

Non so quanto tempo rimasi lì a fissare tutto quello che avevo attorno, so solo che mi straniai completamente da tutto. Non sentivo più alcun rumore, non avevo nessuno accanto e, per il momento, la pace nel mondo non mi importava molto.

Mi riscossi solo quando sentì l'improvvisa presenza i un essere umano, a me sconosciuto, sedermisi accanto. Mi voltai e annegai di nuovo nel verde, nei suoi magnifici occhi verde smeraldo. E io che avevo sempre considerato questo colore mediocre!

Si girò si scatto e io tornai in me. Solo allora potei notare la sua bellezza, capelli ramati e scompigliati, nessuna traccia di gel, e un viso ben delineato con la mascella squadrata.

Chissà che era quel bellissima ragazzo. Qualcosa però mi diceva che lo avrei rivisto spesso.

Se siete arrivati qua vi devo ringraziare.

Ditemi assolutamente se ci sono errori e soprattutto se vi è piaciuto.

Queste sono le immagini a cui mi sono ispirata scrivendo il capitolo, spero vi piacciano.

 

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0a/Central_Park_New_York_City_New_York_23_cropped.jpg

 

http://hotelreservationdeals.files.wordpress.com/2009/01/central-park.jpg

 

http://www.windoweb.it/desktop_tour/foto_america_nord/foto_USA/foto_new_york/foto_new_york_003_central_park.jpg

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Capitolo 2
*** Primo incontro... di una lunga serie ***


 

Allora, mi spiace che nessuno abbia espresso il suo parere ma ringrazio i due preferiti, i due seguiti e i due autori preferiti.

GRAZIE MILLE

Le immagini vi sono piaciute? Io me ne sono innamorata, sul serio, soprattutto quella dell'albero storto.

Proprio quello “ospiterà” una scena di questo capitolo.

Ciao a tutti, Chiara.

 

New York New York

 

Primo incontro... di una lunga serie

 

Pov Edward

 

 

Io, Edward Cullen, affrontavo l'ultima settimana di libertà della nostra "vacanza studio" prima di tornare nella mia piovosa città natale, Forks.

-Fratello, muoviti a disfare le valigie! Dobbiamo uscire, divertirci e trovare qualche bella ragazza, a casa ce le sogniamo quelle di qui!- tipico di Emmet. Non aveva ancora trovato la ragazza giusta, non che credesse così tanto nell'amore. Io stesso non ero mai stato innamorato, ma i miei occhi verdi e la mia chioma ramata facevano girare la testa a parecchie ragazze. I miei amici non erano da meno, però.

Emmet, mio fratello, un ragazzo pieno di muscoli capelli scuri e occhi marroni.

Jasper, aveva una sorella gemella che però non avevo mai incontrato, biondo con gli occhi azzurri e alto.

Per finire Ben Cheney, capelli mogano e occhi chiari, tra verde e azzurro.

Noi, i quattro ragazzi più richiesti della città, dovunque ci trovassimo.

Io e Emmet avevamo anche una sorella, Alice Cullen, aveva la mia età, cioè 17 anni, capelli scuri e occhi verdi, non era molto alta e tutti l'adoravano. E anche una sorellina, Claire, di sei anni, capelli biondi come papà o occhi verdi, come i miei.

-Jasper, Ben, Emmet andiamo a vedere il giardino, dai!- incitai i ragazzi che, però, non sembravano molto convinti.

-Ed vai tu, noi facciamo un giro di sotto- disse Jasper, mi sarei opposto ma aveva uno strano potere di persuasione.

-Ok, ci vediamo tra due ore!- acconsentì, accompagnando l'affermazione con un cenno del capo.

Scesi con l'ascensore, fino al pianterreno con i ragazzi e poi le nostre strade si separarono.

Il giardino, comprendeva anche una piscina, delle fontane e dei sentieri di ghiaia costeggiati da panchine qua e là.

Camminai per uno di queste viette, scalciando sassolini ogni tanto, rimuginando su varie tematiche. Mi ero completamente estraniato da tutto, non ascoltavo nessun rumore, intento com'ero a rimuginare sul fatidico amore che tutti mi decantavano da 17 anni, praticamente da quando ero nato.

Continuai a camminare, fin che non mi accorsi che ero uscito totalmente dal "giardino" dell'albergo, ora mi trovavo a Central Park. Probabilmente erano collegati, essendo molto vicini. Un posto molto bello quanto affollato, di solito. In quel frangente, invece, vidi solo poche persone passeggiarci, e quasi esclusivamente con cellulari o auricolari, con cui discutevano animatamente. Dedussi non fosse una passeggiata di piacere, la loro.

Poi, la vidi. Era seduta su una panchina, guardava l'immenso tetto verde supra di lei come incantata. Non so da quali intenzioni fui mosso ma, le mie gambe si mossero da sole e mi sedetti così su quella panchina, con quella ragazza tanto bella quanto sconosciuta.

Si girò di scatto, probabilmente sorpresa da i miei movimenti inaspettati. Con quel movimento io potei ammirare due meravigliosi occhi color cioccolato, e lei si scontrò con i miei.

Rimasi un attimo incantato. Mi riscossi sentendo alcune goccioline di pioggia, che penetravano dalle chiome degli alberi, bagnarmi il viso.

Non penetrava molto ma, guardando oltre le foglie, quel poco che si poteva,dei grossi nuvoloni minacciavano pioggia per un bel po'.

Ci guardammo negli occhi, sicuri che l'altro pensava la stessa cosa, e iniziammo a correre verso un riparo. Tutto quello che trovammo fu un tronco d'albero ricurvo, con una foltissima chioma per proteggerci.

Ci adattammo, consci che l'indomani ci avrebbe aspettato almeno un bel raffreddore. D'altro canto era l'unica soluzione visto che il mio albergo era lontano, e il sentiero totalmente privo di riparo, e probabilmente anche la sua casa, da quello che avevo dedotto.

-Allora- esordii io, cercando un pretesto per conversare -abiterai lontano, visto che sei rimasta qui, invece di tornare a casa-.

-Veramente sono in albergo al momento, e spero che smetta presto di piovere o Angela mi farà un bel discorsetto- e sentii la sua risata leggera risuonare nell'aria.

-Anche io alloggio in un hotel, sono qui con degli amici. Sai sono arrivato a Central Park percorrendo una vietta...- finì lei la frase al posto mio -... che parte dal retro del palazzo?- però lo fece risuonare come una domanda.

-Esatto! Tu come fai...- collegai le cose, mentre lei mi guardava con un sopracciglio alzato, incitandomi a continuare - veniamo dallo stesso posto. Quindi, con chi sei qui...- solo allora mi accorsi di non conoscere il suo nome -Ehm, come ti chiami?- chiesi titubante.

-Isabella-

-Edward- e ci stringemmo la mano. Nel momento del contatto sentì una scossa percorrere il braccio e sembrava arrivare dritto al cuore.

Ritrassi la mano e mi accorsi che una piccola goccia d'acqua le scivolava sulla guancia. Subito la scambiai per una lacrima e sentii una stretta allo stomaco al pensiero che quella creatura così bella potesse piangere.

Ma che pensieri stavo facendo? Di solito non sono così sdolcinato con le ragazze, sempre che non siano mia madre, mia sorella o Claire, la mia piccola sorellina.

Accortasi del mio sguardo indagatore, si toccò la guancia con la mano, asciugandosi la goccia di pioggia.

-Senti, come ti sembra la città? Da quanto sei qui?

-Il posto mi piace molto ma comunque non avevo scelta, ha deciso la scuola. E sono qui da questa mattina- rispose così alla mia domanda indagatrice.

All'improvviso mi suonò il cellulare. Sullo schermo apparve il nome Mamma, scritto a chiare lettere. Spinsi il tasto verde.

-Edward, allora come va? Tutto bene? Emmet non rispondeva e mi sono preoccupata! Sai, volevo dirti che Alice e le sue amiche sono anche loro a New York! Organizza qualcosa con lei, c'è la sorella di Jasper e la cugina di Ben nel suo gruppo, e anche Angela. Che care ragazze- disse tutto d'un fiato, quasi feci fatica a capire tutto.

-Calma, stai tranquilla. Non avrà risposto perché, sbadato come al solito, avrà dimenticato il cellulare in albergo, sai siamo usciti. Più tardi chiamerò Aly, stai tranquilla. Anche se non pensavo fosse qui anche lei- risposi a tutte le sue domande.

-Perfetto, ora mi passi Emmet che lo vorrei salutare. Ti voglio bene tesoro.

-Anche io mamma. Però Emmet non è qui con me e neanche gli altri. Sono in giro, e non stare in pensiero. Io sono a Central Park, ci sentiamo dopo.

-Ok ok, chiamami quando torni così palo con Emmet e ricordati di chiamare tua sorella!- e riattaccò.

Andammo avanti a parlare di cose inutili tutto il tempo. Dopo tutto volevo sapere qualcosa di più su di lei e, probabilmente, non l'avrei più rivista.

Sorrise imbarazzata, quando improvvisamente si accorse che aveva smesso di piovere. Mi alzai per primo dal tronco su cui eravamo seduti e le porsi la mano per aiutarla. Non la rifiutò e di nuovo fui percorso da quella scossa.

Camminammo parlando di tutto e di più, fin ché non tornammo ognuno della propria stanza, con la speranza di rivederci ancora prima di partire.

 

Claire:

 

http://digilander.libero.it/ladra.diemozioni/bambina.jpg

 

http://img56.imageshack.us/img56/6770/bimbarb3.jpg

 

http://www.guidaconsumatore.com/_foto/disturbi_vista.jpg

 

Nell'ultima è un po' più piccola, mentre la prima è come è adesso.

Vi piace Claire? Non volevo inserire personaggi estranei ai libri però ci sono delle scene davvero carine realizzabili sono grazie a lei, quindi...

Bé, fatemi sapere com'è questo capitolo.

Allora, mi spiace che nessuno abbia espresso il suo parere ma ringrazio i due preferiti, i sue seguiti e i due autori preferiti.

GRAZIE MILLE

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Capitolo 3
*** Fratelli ***


Salve a tutti!

Ringrazio tantissimo la quattro persone che hanno recensito:


 

Reussiii: Grazie mille! Sono contenta che ti piaccia. Prima che si conoscano veramente... li farò un po' penare. Ok, forse ho detto troppo. Baci.


 

Giova71: Grazie per avermi detto di Claire, ero molto indecisa! Comunque non ti preoccupare, sono comunque contenta che tu abbia recensito anche dopo, anche se subito senza nessuno avevo un po' paura. Ciao, ciao.


 

Volpessa22: Come ti ho già scritto Grazie di tutti quello che hai detto, veramente. Un baciooooooooo.


 

Wilard: Grazie anche solo per aver dato un'occhiata. La storia non scappa, è lì. Sai anche io adoro New York, anche se per ora non ci sono mai andata. Ciao.


 

Ringrazio i seguiti (10) e i (3) preferiti

Ringrazio anche i due autori preferiti


 

Ecco qui il capitolo 3, credo ci sia una sorpresina, ma aspettate di arrivare alla fine, non illudetevi. Non sarà così facile farli incontrare.


 


 


 

New York  New York


 

Fratelli


 


 


 

Pov Bella


 

Avevo passato tutte le due ore con Edward, un ragazzo che mi aveva irrimediabilmente colpita!

Quegli occhi verdi e i capelli di un massa informe lo rendevano così ... così... così, non trovavo l'aggettivo adatto a descrivere la sua immensa bellezza. Mi ricordava vagamente qualcuno, ma non sapevo chi.

Se i fratelli di Alice erano belli, di certo non lo erano più di lui, di questo ne ero convinta.

Avevamo parlato di New York, di come ci trovavamo qui, di quale fosse il nostro desiderio segreto, delle città che vorremmo visitare, di tantissime cose.

Speravo tanto di rivederlo, anche se dopo oggi saremmo state tutti i giorni fuori, a vedere Lady Liberty, ovvero la statua della libertà, magari mettendoci una di quelle coroncine che vendono e facendola indossare a tutti in modo da assomigliarle. Oppure il Metropolitan Museum of Art, e l'American Museum of Natural History e tanto altro.

Di sicuro sarei scappata dalle grinfie delle mie amiche almeno quando loro facevano shopping, di certo non avrei fatto solo quello per due interi giorni.

Tornata in camera trovai le ragazze ad aspettarmi. Erano sdraiate tutte su un letto:

Alice scambiava messaggi con qualcuno, Rosalie leggeva una rivista, di moda ovviamente, mentre Angela ascoltava la musica, assorta. Stranamente Rosalie era agitata, sfogliava la pagine freneticamente, quasi con nervosismo.

Mi resi conto d' aver ancora qualche goccia d'acqua sui capelli e sui vestiti.

Sentendo la porta aprirsi e,in seguito, chiudersi si voltarono di scatto nella mia direzione. Tutte tranne Angela che aveva gli occhi chiusi e, probabilmente, la musica a palla. Anzi, la sentivo anche io, molto lieve ma c'era. D'altronde lo facevo anche io.

Rose mi sgridò -Ma dove sei stata!? Ti aspettiamo da mezz'ora- ecco spiegato il motivo della sua ansia. Ha ragione, è vero. Dovevo stare via solo un ora e mezza ma sono tornata un'ora dopo lo stabilito, per fortuna non ci ha chiamato il professor Banner.

Angela, infastidita dalla voce, inaspettatamente alta, di Rosalie si girò di scatto e mi vide.

Sbarrò gli occhi come se avesse visto un fantasma e... bum!

Caduta dal letto, cosa probabile anche senza lo spavento, visto che si trovava proprio del bordo del materasso. Ci mettemmo a ridere e, tra i singulti, le dissi -Sono così brutta da farti spaventare?- ben chè sapessi bene non fosse quello il motivo. La aiutai ad alzarsi e, accortasi di come ero conciata, esclamò esasperata -Perché sei bagnata? Oh santo cielo, e se ti prendi un bel malanno!?

-Tranquilla Angie, mica c'era una tormenta fuori! Comunque Bella dove sei stata?- con le parole di Alice lei si tranquillizzò e, alzando gli occhi al cielo, Rose, fece scappare a tutte una risata.

Però, ora che rispondevo? Non avrei detto di Edward, altrimenti mi avrebbero tartassato di domande. Non mi ero mai molto interessata ai ragazzi, benché io e le altre avevamo la fila dietro ma li ignoravo o cercavo di essere loro amica. Molte ragazze pensavano fosse perché volevo farli patire ma non era vero, io facevo anche a meno di loro, potevano anche andare dietro a qualcun'altra.

Mi decisi a rispondere -Allora, riassumendo. Ero a Central park. Ho fatto tardi perché ha cominciato a piovere e mi sono riparata sotto un albero. Comunque ci sono arrivata grazie ad un piccolo sentiero che parte proprio da dietro l'albergo. Penso di tornarci domani pomeriggio. É vero, dico sul serio- risposi, omettendo il piccolissimo particolare che fossi stata in ottima compagnia per i buoni tre quarti del tempo.

Angela mi lanciò una strana occhiata, come se avesse capito che non avevo raccontato tutto. Lasciai correre.

Alice mi disse, forse per “risvegliarmi” -Stavo scambiando dei messaggi con i miei fratelli e mi hanno chiesto di incontrarci domani. Vicino al lago di Central park, west per essere precisi. Ci saranno tutti.- sprizzava gioia da tutti i pori -Loro due, il fratello di Rose a tuo cugino.

-Alice, dobbiamo proprio? Li possiamo conoscere anche una volta a casa! Domani voglio andare in giro da sola, possibilmente in una zona isolata del parco. Mio cugino lo posso incontrare anche un'altra volta, no?- supplicai, sperando che ci credessero.

-Va bene- strano che avesse ceduto così facilmente- ma al penultimo giorno non ti sottrarrai dallo shopping! E non ammetto repliche- rispose, con un sorrisino calcolatore dipinto sulle labbra. Ecco spiegato perchè aveva accettato.

-Si! Il mio fratellino, quanto mi è mancato. Prima vivevamo quasi in simbiosi, è comune tra fratelli gemelli, sai?- La bionda parlava con Alice tranquillamente e sembrava davvero contenta.

Io, però, guardavo Angela. Si era improvvisamente ammutolita così mi ci avvicinai e le chiesi, mentre l'abbracciavo -Che ti è preso? Non li vuoi conoscere?

Mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di un- No, è che loro qualcuno lo conoscono, ma io sarò sola- detto talmente piano che quasi non si sentì.

-Guarda che anche Ben sarà solo, chissà che non diventate amici. E prima o poi dovevamo conoscerli, no?

Mi sorrise, forse più serena. Lei era così, bisognava solo darle una un po' di incoraggiamento.

-Hai ragione Bella. E poi credo che questo incontro porterà qualcosa di buono.

-Non mi diventerai sensitiva?- la presi in giro, bastava già Alice con le sue idee folli!

Ridemmo tutte e quattro, anche se non mi ero accorta che le altre stessero ascoltando.

Dormii tranquilla e, si sa, la notte porta consiglio. Ormai avevo peso la decisione di rivederlo, almeno fin che saremmo rimaste qui.

Ormai era pomeriggio e le ragazze erano già uscite da mezz'ora.

Avevo indossato una semplice maglia e dei jeans.

Ormai ero a spasso per l'albergo da una decina di minuti e non sapevo ancora cosa fare.

Solo allora mi accorsi di aver davanti un carello delle pulizie, di quelli che tengono le lenzuola sporche delle varie camere, solo che questa era vuota.

Improvvisamente, dalla porta dietro di me uscì qualcuno che mi diede una spinta e mi fece cadere dentro il carrello. La mia solita goffaggiane!

Mi girai verso quella persona e vidi lui. Edward.

Lo vidi ridere e iniziai anche io. Smettemmo entrambi poco dopo, cercando di riprendere aria.

Mi porse una mano e, come la prima volta, sentii qualcosa muoversi dentro me.


 

 

Ho interrotto il capitolo qui perché il resto si vedrà dalla parte di Edward.

Allora, vi è piaciuto?

Qui sotto c'è il set del primo e secondo capitolo.

Bella- cap 1 e 2

Baci a tutti.

Chiara.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

 

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Capitolo 4
*** Scontro inaspettato ***


Allora come va ragazze/i?

Grazie delle quattro magnifiche recensioni.


 

Reussiii: Si, povera Bella, hai ragione! Un bacio anche a te.


 

Giova71: No, non ha detto niente alla sorella, anche perchè lo avrebbe messo sui cartelloni pubblicitari in tutta New York. Tu non ti saresti arrabbiata? Grazie per aver scritto. Ti lascio al capitolo. Kiss.


 

simply_io: Ecco qui il capitolo! Sono contenta che ti piaccia! Ciao, ciao, Chiara.


 

Volpessa22: Ciaoooooooo. Ho letto la tua pagina e ho visto che vuoi andare a New York!Mi porti con te? Because I love New York! E tu? Spero che il capitolo ti piaccia, baci.


 

Ringrazio i seguiti (18) e i (4) preferiti

Ringrazio anche i tre autori preferiti


 


 

Ok, qui c'è tutto il capitolo. La prima e l'ultima parte vista da Edward e in mezzo è in terza persona, vedrete perchè!


 


 

New York New York


 

Scontro inaspettato


 

Pov Edward


 

Con la scusa di un mal di testa ero riuscito a rimanere in albergo e ora mi stavo preparando per andare a cercarla. Non era un piano granché brillante, anche perché non sapevo dove trovarla.

Però speravo tanto di avere un po' di fortuna.

I ragazzi dovevano incontrare Alice e il suo gruppo a Central Park west, ma io non volevo incontrare loro, ma lei.

Uscii dalla porta dopo aver indossato alcuni abiti.

Stavo chiudendo la porta quando mi imbattei, o meglio dire scontrai con una persona.

La suddetta persona, dopo l'urto, cadde nel cesto della biancheria sporca e si sentì un piccola tonfo.

Mi voltai di scatto per vedere chi fosse e pensai che fosse solo la mia immaginazione.

Non poteva essere stato così facile trovarla. Però si dice che “la fortuna sorride agli audaci”, no?

In seguito mi misi a ridere per la posa buffa che aveva preso dopo la caduta e lei si aggiunse a me.

Quando smettemmo di ridere allungai una mano nella sua direzione, lei divenne improvvisamente seria. La strinse, e un sorriso le si dipinse sulle labbra. Tirai per farla alzare.

Non avevo detto niente di lei ai ragazzi, anche per questo ero riuscito a convincerli a lasciarmi qui, solo. Avrei potuto dirglielo una volta tornati a casa, in quel frangente sarebbero stati innocui.

Di certo non avevo intenzione di tenerli all'oscuro, noi quattro non avevamo segreti.

Isabella, ormai tornata in piedi, mi sorrise teneramente. Sembrava Claire in quel momento.

Spensierata, allegra... felice.

Mi sentivo come legato da una sottile cordicella a lei. Come se, anche una volta lasciata questa città, lei sarebbe stata parte, anche minima, della mia vita.

Era una strana sensazione, sicuramente non vera, solo un'illusione.

Infondo era una ragazza che conoscevo da due giorni, non potevo sapere tutto di lei, non potevo fare questi pensieri. Ma, soprattutto, Non Dovevo.

Accantonai i miei momentanei pensieri, che io stesso consideravo assurdi.

-Vedo che ci incontriamo di nuovo!- esclamò. Sì era decisamente contenta.

-Sì e mi dispiace per la caduta- era colpa mia, in fondo.

-Tranquillo, sono sempre stata un po' imbranata- e, resasi conto delle sue parole, arrossì visibilmente.

E così passò tutto il pomeriggio, sulle poltroncine dell'hotel. Sotto la vista di chiunque il loro legame, prima debole, si rafforzava sempre più.

(La frase è in terza persona perchè rende di più, vi pare?)


 


 

Intanto a Central Park...


 

Le quattro ragazze raggiungevano il luogo prestabilito, una sponda del lago che si trova all'interno del parco. Un luogo molto suggestivo.

Loro però non ci prestarono attenzione, continuamente pensavano all'incontro che sarebbe avvenuto di lì a pochi minuti.

I ragazzi erano lì da più o meno cinque minuti quando vennero travolti dalle rispettive sorelle, tutti tranne Ben e, di conseguenza, Angela.

I due si guardarono negli occhi e ad entrambi sembrò di cogliere una scintilla particolare quando si incrociarono gli sguardi.

Ben allungò la mano, sperando che non la rifiutasse. La ragazza le piaceva, e molto, ma aveva un carattere piuttosto timido ed era difficile che riuscisse a farsi avanti lui senza un po' d'incoraggiamento da parte dei suoi fidati amici. Nessuno aveva amici migliori dei suoi, questo pensiero era condiviso da tutti e quattro i ragazzi.

Nonostante tutti i suoi dubbi e preoccupazioni, Angela, i cui pensieri non distavano molto da quelli di Ben, strinse fiduciosamente la mano del ragazzo. Sembrava contenta, non lo avrebbe mai ammesso ma provava attrazione per quel ragazzo sconosciuto. Non sapeva che lui la pensava allo stesso modo, ma non lo avrebbe svelato a nessuno, per il momento.

-Quindi tu sei il cugino di Bella?- chiese lei.

-Sì, ehm... e lei dov'è?- che intanto scrutava le altre due ragazze ancora strette dagli abbracci dei fratelli.

-Oh, Bella non c'è. So che però non dovrebbe avere un qualche malanno- Angela cercò malamente di coprire l'amica, cercando di non far risultare scortese la sua assenza ingiustificata.

Nella mente di Alice e Rosalie c'era ancora la felicità per essersi ritrovate con i fratelli, ma per Alice ne mancava uno all'appello.

Si riscosse grazie a questa mancanza -Emmet, dov'è Edward? Perché non è qui con noi?

Emmet rise dalla parlata veloce della sorella, quanto gli era mancata!, e rispose -Non stava bene, aveva mal di testa, o così ha detto- Emm pensava fosse una balla inventata per chissà cosa.

Ma non sapeva ancora di aver ragione.

Jasper, ora mai abbandonato dall'abbraccio della bionda, si presentò a Alice.

Da subito la inquadrò come un tipino allegro e vivace, forse anche un po' pazzo ma gli piaceva, gli stava simpatica.

-Piacere, tu devi essere Jasper. Io sono Alice e questa è Angela- disse strattonando l'amica che, indispettita si voltò verso di lui salutandolo e minacciando silenziosamente e scherzosamente l'amica, vicino ad un orecchio.

Rose, nel mentre, guardava, con la testa reclinata da un lato, Emmet che le sorrideva bonario, e si accorse che assomigliava tanto ad uno di quegli orsacchiotti di peluche giganti, che si regalano ai bambini appena nati, da mettere nella camere. Sembrava simpatico e aveva sicuramente catturato il suo interesse, visto il modo in cui la guardava.

Si avvicinarono e presero a parlare tutti insieme:

Emmet, Alice, Jasper e Rose, avevano il braccio del rispettivo fratello attorno alle spalle che discutevano di quello che avevano visitato e altro.

Angela e Ben, che ormai facevano coppia non rientrando nella cerchia di fratelli, e parlavano animatamente.


 

Tornando all'albergo...


 

Ormai era sera e i ragazzi sarebbero tornato presto lo sapevo.

Infatti io e Isabella ci stavamo avviando verso la sua camera. Sinceramente non avevo voglia di salutarla, almeno non ancora.

-Io sono arrivata. Senti se vuoi ti do il mio numero di cellulare, così non ci dobbiamo scontrare un'altra volta per rivederci, ok?- e non poteva chiedermi cosa migliore.

Tirai fuori il cellulare dalla tasca posteriore e lo consegnai a lei, mentre Isabella faceva lo stesso con il suo.

-Fatto. Ci sentiamo domani, ok?

-Perfetto, però non credo che potremmo vederci. Domani andiamo per musei. Però mandami un messaggio, magari dopo domani, va bene?- chiese, con fare timido.

-Certo, domani vado via anche io, ma trascinano in giro per la città. Non sono molto entusiasta, si vede?

Rise in modo gentile -In effetti... Comunque a domani- rispose.

Non so anche io come feci, o da cosa fui spinto a compiere quel gesto.

Fatto sta che mi abbassi un pochino con il capo e sfiorai per un secondo la sua guancia morbida.

Rialzando il volto, la vidi arrossire e abbozzare un sorriso.

Sussurrai un ciao che li ricambiò con uno più sonoro.

Mi girai e tornai in camera, pensando.


 

Ok ok, potevi fare di più ma... mi sembrava troppo presto per altro, no?

Com'è stato?

Spero sia andato bene.

L'orsacchiotto.

Mi dite se vi piace la scrittura? Intendo in tutti e deu i sensi, il carattere o se scrivo proprio male io. GRAZIE.

Un altra cosa: notate che Edward non sa del soprannome "Bella"? Questo sarà motivo di equivoci. Ok, forse ho detto troppo.

Al prossimo capitolo, Chiara.

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Capitolo 5
*** Vicini ma... lontani ***


 

Salve a tutti!

Oggi sono malata, quindi niente scuola.

Il capitolo era già pronto, quindi il prossimo lo scriverò quando mi rimetto. Penso di postare giovedì.


 

Ringrazio le sei recensioni:


 

Bella Elena Cullen Gilbert: Ireeeeeeeee! Tesoro grazie mille! Come si sta senza di me? BACIONI


 

Volpessa22:Biancaaaaaaaa! Grazie ancora per avermi detto dell'errore! Spero che ti piaccia il capitolo. Baci.


 

Reussiii: Grazie di aver risposto alla mia domanda. Comuqneuhai ragione rguardo a Bella! Ciao, Chiara.


 

simply_io: Merci, so di essere ripetitiva ma apprezzo moltissimo il sostegno di tutte voi! Sono contenta che ti piaccia, davvero. (Ti ho salutato in una lingua che neanche studio, ma pazienza)


 

Fracullen: Tanks, so much! (non so più come dirlo) spero ti piaccia anche questo capitolo.


 

Giova71: Gracias, questa lingua la parlo davvero! Se non capisci guarda i due ringraziamenti sopra. Vero che sono tenerissimi? Un bacioneeeeeee.


 

Ringrazio i seguiti (18) e i (6) preferiti

Ringrazio anche i tre autori preferiti


 


 

GRAZIE MILLE A TUTTE!

In particolare alla mia amica Irene, che mi ha commentato ieri.


 


 

New York New York


 

Vicini ma... lontani


 


 

Pov Bella


 

Oh. Mio. Dio.

Non ci potevo credere, mi aveva dato un bacio. Ok, sulla guancia ma non potevo credere di avere sentito tutte quelle scosse solo con un semplice contatto. Un contatto insignificante per quanto semplice e innocuo. E allora perché mi sforavo ancora la pelle, proprio dove aveva appoggiato le labbra?

Sarà solo per l'effetto che mi ha fatto: mi ripetevo questo per convincermi.

Sentii la porta aprirsi e le ragazze che continuavano a parlottare, uscii dalla porta della nostra stanza per andare nell'altra e mi appoggiai con la spalla allo stipite della porta, incrociando la braccia sullo stomaco.

-Oh Bella, peccato che tu non sia venuta. Sai che ho dovuto inventare una balla per la tua assenza? Comunque tuo cugino è proprio carino!- disse una Angela, visibilmente più disinibita.

L'incontro le aveva fatto bene, evidentemente.

-Alice, come mai Edward- ed ebbi un tuffo al cuore alla sola pronuncia di quel nome- non c'era?- chiese Rosalie, tanto per informazione.

-Emm ha detto che aveva mal di testa, anche se ieri non mi avevano accennato niente.

Smisero di parlare, ognuna sembrava assorta nei propri pensieri, incurante di quello che le succedeva intorno.

Raggiunsi il bagno e mi feci una doccia rilassante, prima di andare a dormire.

Vidi lo schermo del cellulare illuminarsi, lo presi in mano.

Mi era arrivato un messaggio, era... Edward!

Sullo schermo c'era una frase che, per quanto piccola, mi scaldò il cuore.

-Buonanotte, ci sentiamo domani! Edward.

Tum. Tum. Tum.

Non potevo credere che una piccolezza del genere potesse rendermi così felice.

Non mi ci dovevo affezionare altrimenti avremmo sofferto troppo, entrambi. Avevamo ancora solo cinque giorni. Non potevamo diventare così amici.

Riposi al messaggio altrettanto brevemente me con più ardore, per quanto se ne possa esprimere tramite sms.

Il giorno seguente arrivò in fretta e i professori i richiamarono all'ordine.

Prima colazione. Poi a vestirsi. Infine uscita per musei.

Le mie amiche, ancora assonnate, venivano trascinate da me e Angela per la città, fin che non si risvegliarono completamente davanti ad un negozio Gucci.

Camminavamo per strada da un po' quando vidi quello che mi sembrava Edward con altri quattro ragazzi, camminavano disinibiti per la strada e, ovunque guardassi, trovavo ragazzine a sbavargli dietro. Andavano nella nostra stessa direzione solo dal lato opposto della strada.

Ad un certo punto si confusero con la folla, così non li vidi più.

Ora mai eravamo davanti al Metropolitan Museum of Art. Era pieno di gente, con macchine fotografiche, zaini di tutti i colori. Chissà quante persone si erano già perse lì.

Entrammo nel museo dopo l'ennesima conta degli alunni.

Girammo tutte le sale fino a quando vidi una chioma ramata scomparire tra la gente, di nuovo.

Allora mi decisi a mandargli un messaggio.


 

Pov Edward


 

I ragazzi mi avevano letteralmente buttato giù dal letto per andare a vedere la città e girare per i musei.

Ad un certo punto mi ricordai che oggi non avrei potuto vedere lei. Mi dispiacque molto, poi ricordai tutta la felicità, completamente sbagliata, che avevo provato quando avevo letto il suo messaggio. Niente era paragonabile alla paura che avevo avuto, però, ad inviargliene uno per primo io. Alla fine era andata bene.

Ora stavamo andando andando non so dove, sotto consiglio di Jasper e Ben, i più propensi ad organizzare le nostre mete.

Intanto Emmet continuava ad elogiare la sorella di Jasper.

-Era così bella, sembrava una modella. Mi piacerebbe diventare suo amico. Avremo tempo a Forks!

Andò avanti così per un pezzo. Peccato che io non lo ascoltassi da quando avevo visto una chioma mogano vicino all'entrata dell'edificio.

Perfetto, ora me la immaginavo anche!

Non bastava l'ansia che provavo prima di vederla, anche le allucinazioni.

Il mio cellulare vibrò, chiaro segno dell'arrivo di un messaggio.

-Dove sei? Io al Metropolitan Museum of Art. Isabella.

Oddio, allora era tutto vero.

Eravamo vicini, molto vicini. Però ora Ben mi stava trascinando via, dicendo che avevamo visto abbastanza.

Una smorfia di delusione si dipinse sul mio viso. Escluso oggi rimanevano quattro giorni per vederla ancora e poi... puff! Lei sarebbe scomparsa dalla città, così come me.

-Guarda, io sono appena uscito di lì! Peccato che non ci siamo incontrati.

 

Nello stesso momento...


 

Avevo appena ricevuto il messaggio di Edward, non potevo ancora credere che fossimo stato così vicini ma... lontani. Era un concetto complesso però in quel caso veritiero.

Se solo quella notizia mi faceva stare male, quando ci saremmo separati... Cosa avrei fatto?

Era tutto così sbagliato! Non dovevo farmi prendere tanto.


 


 

Lo so, è una capitolo di passaggio. A mio parere anche noioso, però le cose si movimenteranno.

Ho una cosa da proporvi, non c'è niente di sicuro. Sarebbe una nuova storia che mi è venuta in mente ieri mentre la mia testa scoppiava dal mal di testa, quindi potrebbe essere una cavolata. In verità ci ho pensato durante la supplenza, causa del mal di testa. Comunque eccola qui:


 

Due perfetti sconosciuti si incontrano, si baciano. Si affidano al destino per ritrovarsi. Aspetteranno con ansia questo destino … Al contempo i Cullen sono con lui in questa città perché sono fratelli, Alice ed Emmet. Gli Hale, figli di amici di famiglia della ragazza, portano lei con loro per il suo compleanno in Inghilterra. Ai Cullen, viene comunicata la notizia di un trasferimento a Forks. Loro non sanno che in quel paesino incontreranno la loro perfetta metà, già incontrata una volta per caso nella delusione per il pensiero di non ritrovarsi più. I due sconosciuti sono Edward e Bella ovviamente …


 

La storia del compleanno in Inghilterra mi è venuta perché portano me lì per un festa che ho fatto, come regalo.

Ditemi: è proprio da buttare via?

Chiara.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Fine ed... ***


Eccomi qui, di nuovo!

Allora, la notte di mercoledì non ho dormito grazie all'influenza che mi tiene segregata in casa. In compenso ho fatto tre ore di sonno e, fino alle sei del mattino ho letto tutto il libro Evernight e, dopo essermi svegliata alle sette e mezza, un ora e poco più dopo aver finito il primo, ho cominciato il secondo. Quest'ultimo l'ho finito alle sette della stessa sera.

 Ora voi direte: ma chi se ne frega!

 E avete anche ragione ma sono 600 pagine in totale e lo volevo raccontare.

Comunque è carino e mi piace, ma non quanto twilight! Aspetto comunque il terzo libro.

Domani vado a prenderne uno che si intitola: Quel ragazzo della porta accanto.

Qualcuna l'ha letto? Nessuno dei due?

Sono strana, lo so! Questa è diventata una mia frase abitudinaria!

Ora, tornando a noi, ringrazio le cinque recensioni:


 

simply_io: Credo anche io che siano molto teneri! Graze del parere sull'altra storia! Ciao!


 

Volpessa22: Sono contenta che ti faccia stare almeno un pochino bene, il nuovo capitolo. Quindi ti ringrazio del sostegno e voglio vedere il prossimo capitolo delle tue storie, mi raccomando. Scherzo, ma non vedo l'ora. Un bacioooo.


 

Giova71: Innanzi tutto ti ringrazio per esserti interessta al mio stato di salute. Purtroppo però sto ancora male, lo saprai già se hai letto sopra. Grazie per aver commentato ancora! Baci.


 

Reussiii: In effetti un po' di sfiga Bella ce l'ha sempre, no? Comunque mi fa piacere sapere il tuo parere dell'altra storia, grazie.


 

Elysa 172: La nostra New Entry! Sono contenta che tu abbia letto la mia storia, è la prima che pubblico! Baci anche a te.


 

Ringrazio i seguiti (24) e i (8) preferiti

Ringrazio anche i tre autori preferiti


 


 


 


 

New York New York


 

Fine ed...


 

Pov Edward


 

Erano passati due giorni. Giorni in cui avevo solo scambiato messaggi con Isabella. Mi era dispiaciuto moltissimo non vederla e mi ribadivo continuamente di smetterla con questi pensieri. Non l'avrei più rivista dopo gli altri due giorni, nei quali sarebbe stata lasciata libera

Proprio oggi, il nostro penultimo giorno, avevamo “appuntamento” davanti alla porta della sua camera, la 1796 al sesto piano. L'albergo era proprio grosso!

Ero proprio lì davanti e sentivo delle voci, una particolarmente familiare, come se la conoscessi da anni, che ridevano.

Stavo per bussare quando sulla porta apparve Isabella, era vestita interamente di blu e teneva sotto braccio un libro dalla copertina violetta.

Quando si accorse di me disse- Oh ciao! Stavo uscendo ad aspettarti- e mi spuntò il sorriso.

Dall'altra parte sentivo delle risate smorzate ma molto vicine, come tentativo fallito di non farsi sentire.

-Ciao anche a te! Sono gli ultimi due giorni, non pensavo di riuscire ad incontrarti!

-Veramente neanche io- sussurrò timorosa- che facciamo oggi?

-Ti va un gelato?- chiesi, ne avevo proprio voglia- e poi magari facciamo una passeggiata. Okay?

Isabella annuì, convinta.

Eravamo nel centro della città, appena usciti da un bar dove avevamo scoperto di aver gusti simili in merito di gelati.

Avevamo in mano un cono con tre gusti: cioccolato, fior di latte, e fragola.

-Mmm, buono!- esclamò leccandosi i baffi.

La guardai, era bellissima, questo non lo avevo mai negato. Ad un tratto si girò sentendosi osservata e, quando incrociò i miei occhi, sorrise. Un sorriso sincero, spontaneo, di quelli che si fanno agli amici più cari.

-Senti, quando partite? Intendo: domani ci possiamo vedere o sei via?- volevo davvero sapere se quella fosse stata l'ultima volta in cui ci saremmo visti.

-Domani mi trascinano, letteralmente, a fare compere- mi aveva raccontato delle sue amiche così patite della moda, assomigliavano ad Alice. Per fortuna Claire non era così vivace!-Credo che non ci vedremo più- e terminò la frase in modo triste.

Abbassai lo sguardo, a disagio. Non sapevo come comportarmi e, da quel che potevo vedere, neanche lei era a posto.

-Quindi non ci vedremo più. Ok, non so cosa dire- e lei mi sorrise- tu cosa dici?

-Dico che probabilmente hai ragione e diventeremo come quegli amici che incontri una volta al mare e l'anno dopo non ti ricordi già più- non sembrava che, di questa affermazione, fosse molto convinta.

Passeggiammo in circolo fino a ritornare davanti all'albergo dopo un'ora e mezza.

-Allora...- non sapevo cosa dire.

-Bhe, direi che è un addio, giusto?- ora non sapevo cosa rispondere.

Si alzò in punta di piedi e mi lasciò un caldo bacio culla guancia.

Finito questo momento sorrisi triste e lei si voltò, per sparire alla chiusura delle porte dell'ascensore.

Tornai in camera a passo spedito e mi fiondai sotto la doccia, seguito dallo sguardo stranito dei ragazzi.

Sfogai tutta la mia frustrazione mentre le goccioline d'acqua calda scorrevano sul mio corpo. Come una purificazione.


 

Pov Bella


 

Ero appena salita sull'ascensore quando, contro ogni regola possibile ed immaginabile, le mie guance vennero rigate da due lacrime solitarie. Perché piangevo? Non dovevo piangere.

Asciugai con la mani l'acqua salata dal mio volto e uscii dall'ascensore, unico testimone della mia sofferenza muta ed sbagliata.

Le ragazze, comprensive, anche se non conoscevano il motivo della mia tristezza non insistettero per farmi parlare.

A dir la verità neanche io lo sapevo con precisione. Edward era importante per il mio cuore in un modo che la mia mente non comprendeva, che giudicava errato.

Che mi fossi innamo...- No, non poteva essere. Non di lui, non qui.

Il giorno dopo, ovvero quello dello shopping.

Eravamo nel terzo negozio di abiti e ne eravamo appena uscite.

Alice aveva portato Angela in un altro negozio. Dicendo che voleva passarli tutti, quindi io e Rosalie eravamo da un'altra parte.

Mi girai indietro e vidi un ragazzo che mi somigliava, capelli mogano, come i miei. Rose vide dove guardavo e mi incitò- Quello è tuo cugino, vai a salutarlo.

A quelle parole una grande gioia si insinuò in me e non mi accorsi delle persone che mi stavano attorno, non pensai che potevamo sembrare due perfetti innamorati e neanche che la persona che pensavo di aver salutato per l'ultima volta ieri era a pochi metri di distanza.

Mi misi a correre e, quando gli arrivai di fronte, lo abbracciai. Si irrigidì al mio tocco, allora i staccai. Mi guardò come si guarda una pazza e io sussurrai- Ben!

Quando mi riconobbe mi prese in braccio e mi fece girare, era un tipo molto espansivo con me, prima eravamo come fratelli.

-Bella! Come sono contento di rivederti.

Sì, anche lui era felice.


 

Pov Edward


 

Ero a fare l'ultimo giro con Ben mentre mi parlava di una certa ragazza, doveva averlo molto colpito. Era una delle ragazze del gruppo di Alice, l'avrebbe rivista a casa. Io non ero ancora dell'umore giusto per stare tutti insieme quindi ero solo con Ben.

In lontananza vidi Isabella... che correva verso un ragazzo moro e il sorriso, che avevo acquistato alla sua vista, si spense subito. Mi girai meglio per vedere chi abbracciava un ragazzo che , da quel poco che vedevo, assomigliava al mio compagno di giri momentaneo, Ben.

Non volevo ammettere che fosse proprio lui ad abbracciarla, mi voltai di spalle per non guardare più. Dopo dieci minuti in cui, penso, fecero conversazione lui mi arrivò da dietro dandomi una pacca sulla spalla. Aveva un'aria felice. Magari quella era la ragazza di cui parlava, ma mi sembrava troppo affettuoso per averla conosciuta pochi giorni prima. Allora chi era per lui Isabella?

Non gli chiesi niente, non ne avevo il coraggio. Un dubbio però mi tormentava, ero logorato dentro da un'emozione che non riuscivo a comprendere.

Tornammo in albergo, pronti a partire con il volo notturno.


 


 

Allora, la prossima volta vedremo le ragazze a Forks!

Ci sarà quindi l'incontro a tutti gli effetti... siete curiose?

Spero che il capitolo sia piaciuto!

Allora, Edward geloso come vi sembra?


 

Vi piacciono queste frasi?


 

- L'amore che può morire non era amore.

B. Auerbach


- La misura dell'amore è amare senza misura.

Sant’Agostino


Ditemi tutto quello che pensate. Soprattutto dopo la mia sparata dell'inizio del capitolo.

Ciao, Chiara.

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Capitolo 7
*** ... Inizio ***


Sono qui, vi dispiace?

Spero di no! Spero anche che questo capitolo vi piaccia.

Ci ho messo una vita a fare i vestiti: ditemi cosa ne pensate, per favore! GRAZIE.

 Ringrazio molto le sette recensioni:


 

Reussiii: A dir la verità non la farà tanto plateale come cosa, anche se si scoprirà per gradi! Baci.

Volpessa22: Ti dico che i libri mi sono piaciuti molto, davvero. E comunque lei è una figla di due vampiri, l'intrccio è complicato! Va in una scuola per vampiri, chiamata Evernight, e lui è un cacciatore di vampiri, e fa parte della Croce Nera. Sono contenta che la frasi ti siano piciute, io le adoro.

Cussolettapink: Hai ragine su Edward, ma questo non è niente ancora! Anche io ci ho messo meno di una settimana per tutta la saga di twilight, sono contenta che ci sia qualcuno come me altrimenti mi sentivo un po' pazza! Ciao, Chiara.

Giova71: Come ho già detto, non è chissà quale cosa per Ben. Ma vedrai. Grazie di tutto e bacioni.

Elysa 172: Ti rispondo cercando di coprire le guance che sono di un rosso peperone molto acceso. Ti ringrazio tantissimo! Anche a me piacciono le frasi, mi hanno colpita molto. Aspetto un tuo commento! Baci.

simply_io: Diciamo che sono quasi guarita! Domani si torna a scuola, però. Spero che il capitolo piaccia, l'ho scritto con un terribile mal di testa, quindi le idee non erano molte. Spero sia venuto bene comunque. Bella la frase, vero? Molto significativa a mio parere. Kiss.

_Miss_: Tesora, sono contentissima che ti piaccia! Io adoro la tua, quindi... sono contenta che tu la legga! Grazie di tutto. Un bacione anche a te!

Ringrazio i seguiti (28) e i (10) preferiti

Ringrazio anche i tre autori preferiti


 


 


 


 

New York New York


 

Inizio


 

Eravamo appena atterrate con il primo volo per Port Angeles, un paio d'ore di macchina e saremmo arrivate e Forks. Esme si era offerta di venirci a prendere tutte, in seguito sarebbe tornato il marito per i ragazzi. Ero stata felice di aver rivisto Ben , ma era inevitabile anche qui. Ormai vivevamo nello stesso minuscolo paesino!

In macchina parlammo di tutto il viaggio e delle nostre visite e Alice non mancò di illustrare, per filo e per segno, ogni abito di alta moda che aveva comprato.

Era un peccato che Claire non fosse venuta con sua madre, ma non c'era posto in macchina. D'altro canto volevo rivedere quella piccola pesta di bambina, era adorabile. Pazienza.

Salutai Esme e la ringraziai per la gentilezza. Aveva sempre quel non so che da mamma che adoravo. Ovviamente amavo mia madre ma era sempre troppo spensierata, io ero quella più responsabile delle due.

Entrando in casa mi padre mi abbracciò forte, prima di andare a dormire. Si era fato molto tardi, avremmo parlato il giorno dopo. Bhe, Charlie era un uomo di poche parole ma moto buono e mi voleva un mondo di bene.

Mi infilai il pigiama e presi le ciabatte da mettere vicino al letto.

Ero d'accordo con le ragazze di di andare con la porche di Alice, che progettava un'entrata trionfale. Ovviamente vestite con i capi di New York! Se no chi la sentiva, avevo messo una maglia lilla con sopra una giacca nera, dei jeans firmati e degli stivali di velluto neri.

Quando salii in macchina trovai Alice con una golfino dalle maniche larghe con sotto un top azzurro e dei jeans un po' strappati ad arte. Le scarpe non le vedevo ma sentivo un ticchettio proveniente dai piedi che si muovevano a tempo di musica.

Eravamo ferme vicino alla casa di Rose, che uscì con un capellino beige, pantaloni panna, maglietta rosa e gilet di jeans.

Angela invece era sempre molto cauta con l'abbigliamento. Maglia a righe e jeans, con una collana con il ciondolo a cuore che le avevamo regalato noi tre e delle semplici ballerine.

Alice parcheggiò e, prima di scendere, disse- Pronte a stenderli?

Domanda retorica ovviamente, lei sapeva com'era bella, non aveva problemi a riguardo, non era timida come me.

L'intero parcheggio si era ammutolito, mentre Alice e Angela scendevano dalla parte sinistra della porche giallo canarino, che di sicuro non passava inosservata.

Poi, scambiandomi un' occhiata d'intesa con Rose, dietro di me, aprimmo le portiere e scendemmo noi due.

Vidi gli occhi dei ragazzi sgranarsi e quelli delle ragazze accendersi d'invidia, mentre le mie guance

andavano a fuoco. Potevano risparmiarsi tutte quelle attenzioni, non me ne importava niente.

-Andiamo a letteratura, ragazze!- le incitai mentre Alice e Rose si godevano ancora gli occhi di tutti addosso a loro. Potevano essere scambiate per superficiali, soprattutto Rose, ma erano molto insicure e lo sguardo della folla per loro era come un'approvazione.

Ci incamminammo nell'edificio 4. Per fortuna avevamo quasi tutte le lezioni insieme, a parte biologia, per me. A dir la verità non avevo un compagno in quella lezione, anche se tutti provavano ad avvicinarcisi, per mia fortuna i posti rimanevano quelli dell'inizio anno.

Ormai eravamo dentro e da fuori si sentiva come l'eco di un applauso, strana cosa.

Nessuna parlò molto, eravamo immerse nei pensieri. I miei riguardavano il bellissimo ragazzo che avevo lasciato a New York. Le altre sembravano allegre e... impazienti? E per cosa?

Ah, è vero. I ragazzi! Oggi tornavano i due Cullen, Jasper e Ben.

Le ore passarono lente e all'ultima della mattina, biologia, mi ritrovavo sola nel mio banco.

Dalla porta spuntò un ragazzo che identificai subito: Edward! Cosa ci faceva lui qui?

Non mi aveva ancora vista, quando il professore si girò per indicare la sua compagna di banco: io.

Il suo sorriso, quando mi vide si allargò ma la sua fronte assunse la tipica forma di chi è perplesso.

Si sedette vicino a me e pronunciammo la frase nello stesso momento- Che ci fai tu qui?

Scoppiammo a ridere, ma venimmo subito richiamati dal professore.

-Io ci vivo e tu?- risposi, per mettere le cose in chiaro.

-Anche io, sono qui da quando sono nato e non ti ho mai vista. Spigami.

Ci misi un attimo a collegare le cose. Era a New York, con quattro ragazzi, vive qui da sempre, è tornato in tempo per oggi, quindi ieri sera. Solo quattro persone mancavano all'appello della scuola.

-Tu sei l'ultimo fratello Cullen, giusto?- dissi, con fare ovvio. Probabilmente il mio inconscio c'era arrivato da un pezzo!

-Sì. E tu sei Isabella. Un attimo, e il tuo cognome?

-Swan, Isabella Swan.- e risposi con la voce tipo: Bond, James Bond.

E così passò l'ora di biologia.


 

Pov Edward


 

Eravamo arrivati a scuola accompagnati da un'orda di applausi. Chissà per cosa, poi.

Ero arrivato a biologia, non ero affatto indietro. Avevamo anche studiato durante il viaggio, a parte l'ultima tappa.

Avevo un senso di vuoto da quando avevo lasciato l'albergo, la città, lei.

Non mi sarei mai aspettato di trovarla come mia vicina di banco a biologia!

Era stato fantastico trovarla lì, ma... se fosse venuta per Ben? No, non poteva essere. Rimossi quel pensiero dalla mia mente, non ci dovevo pensare.

Era arrivata l'ora di pranzo e, solo quando si alzò in piedi, vidi il suo magnifico abbigliamento. La rendevano ancora più bella.

Ma che pensieri stavo facendo? Basta Edward!

Ci stavamo dirigendo in mensa, dovevo presentarla ai ragazzi, assolutamente.

Mi sorprese quando, senza che io le indicassi il tavolo, lei si sedette al tavolo dei miei fratelli e delle amiche di mia sorella.

Baciò sulla guancia Ben e tutte le ragazze e mi invitò a sedermi.

La mesa, a quel bacio, rimase impietrita. E anche io.

La vocina di Alice risuonò nella mensa- Allora Edward, ha già conosciuto Bella?

-Bella?- domandai curioso. Io conoscevo una Isabella, non Bella.-Chi è Bella?

-Ma è lei, no? La mia amica, quella di cui ti ho parlato. La cugina di Ben! Chi altri?

Alle parole “La cugina di Ben” le mie labbra si stesero in un sorriso. Allora le cose stavano così, non avevo motivo di preoccuparmi! Per poco non mi feci sfuggire un grido di gioia. Oddio, preoccuparmi per cosa? Non avevamo nessun legame particolare, noi. Eravamo amici, punto e basta.

Qualcuno tentava di ascoltare la conversazione al tavolo, ma nessuno era abbastanza vicino.

Bella e Ben stavano ancora abbracciati e tutti li guardavano increduli. Bisbigli rabbiosi, invidiosi e stupiti si alzarono nella mensa.

-Ehm, ragazzi. Forse vi dovreste staccare. Non mi pare che gli altri vedano di buon grado la cosa- dissi e tutti si guardarono attorno.

-Ci pensiamo noi!- esclamarono in coro Alice e Rosalie. Si alzarono sulle sedie in piedi e attirarono l'attenzione della folla.

-Ragazze e ragazzi. Vi vedo alquanto increduli. Pensate di aver perso due dei vostri amati e invidiati compagni?- chiese con fare retorico Alice.

Proseguì Rose- Tranquilli! Bella e Ben sono solamente cugini!- e a quelle parole tutti tirarono un sospiro di sollievo. Tutto il nostro tavolo si mise a ridere per tutta la scenata dei nostri compagni.

-Comunque non mi avevi detto del tuo soprannome!- le feci presente. Al che Alice ci guardò confusa, ma Bella mi anticipò.

-Sì Alice. Io e lui ci siamo conosciuti a New York, a Central Park. Anche prima di voi, solo non credevo fosse tuo fratello. Comunque io sono Bella e voi siete Jasper- e indicò il mio amico biondo- ed Emmet- ed fece un cenno verso mio fratello- giusto?

-Sì sì!- dissero in coro, sorpresi da Bella. A quanto pareva incantava parecchie persone.

Pranzammo tutti insieme, scherzando e ridendo, fino al suono della campanella.

Ora io, Bella, Angela e Ben avevamo trigonometria insieme.


 

Note finali:

DOMANDINA: Secondo voi quale coppia si forma per prima e quale per ultima?????????

Voglio proprio sentire i vostri pareri! Sono sadica, davvero!

Vi è piaciuto? Lasciatemi un commentino se potete, un bacione a tutti voi!

Chiara.


 

Frase tristissima: (a mio parere)

- C’è una sola cosa peggiore di un matrimonio senza amore: uno in cui c’è amore, ma da una parte sola.

Oscar Wilde


Voi che dite? Mi mette tristezza anche il pensiero.

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Capitolo 8
*** Tu ci credi? ***


Salve a tutti!!!

 Non sono né morta né mi sono buttata giù da un ponte! Ma è settimana di verifiche e non posso essere costante negli aggiornamenti. SCUSATE ancora.

Il prossimo capitolo è in fase di scrittura, e penso di postarlo lunedì.

Comunque...

Come state? Io meglio, davvero.

Domani interrogazione di tecnica solo per me, che ero stata assente. Una meraviglia!

Allora: ho creato questa immagine con blingee. Vi piace?

I due punti brillanti sono Ed, blu, e Bella, rosa. Le farfalle secondo me ci stavano bene, allora le ho inserite. Allora, che ne dite?

Ci vediamo di sotto, vi lascio al capitolo.

Ringrazio le recensioni ma non vi rispondo, causa mancanza di tempo: SCUSATE!!!!

 

Ringrazio i seguiti (41) e i (13) preferiti

Ringrazio anche i tre autori preferiti

 

 

 

 

 

Blingee

New York  New York

Tu ci credi?

Pov Bella

 

Trigonometria, una materia odiosa, a mio parere. Solitamente sedevo vicino ad Angela, ma non fu quello il caso. Infatti Ben, con gesti molto galanti, le scostò la sedia chiedendole di prendere posto di fianco a lui. Inutile dire che lei accettò di buon grado, per la mia felicità e quella di Ben. Ero contenta che si stessero simpatici, avrei voluto che si mettessero insieme. E, dalle occhiate timide e imbarazzate che si lanciavano, i mie propositi forse avrebbero avuto compimento.

Inoltre così, io ed Edward, eravamo costretti a stare in banco insieme. Nonostante non la reputassi affatto una costrizione spiacevole, non davo a vedere niente. Anche per il fatto che non sapevo niente di quello che pensava Edward, magari non voleva starmi vicino. Ma che dico!? Non saremmo rimati assieme a New York, se non avesse preso lui l'inziativa, no? Quello avrà voluto dire qualcosa. Credo.

Persa nei miei pensieri, non parlai molto durante la lezione. E, alla fine di questa, preannunciata dal suono fastidioso della campana, che mi risvegliò bruscamente dal quel torpore mentale che ti avvolge quando pensi intensamente, accompagnammo Ben ed Edward in palestra.

Allenamenti di basket, era la motivazione. Il capitano era Edward, momentaneamente sostituito da Mike Newton, un ragazzo di mediocre intelligenza. Quello era evidente a tutti, nonostante io sia riluttante a giudicare male le persone. Ma dopo un anno di tentativi, falliti, di strapparmi un appuntamento dovevo ammetterlo. Proposte avanzate anche malamente, da escludere in partenza.

Tutti e quattro i ragazzi erano parte della squadra. Sì, perchè a Forks c'era solo la squandra si baket. In ogni altra scuola c'era quella di nuoto, football, baseball, atletica o altro. Qui no, perchè la scuola era piccola e i ragazzi erano bravi nel basket, altresì unico sport che praticavano. Infatti Emmet sarebbe stato un ottimo giocatore di football, spalle larghe e tanti muscoli. Ci si doveva accontentare.

-Allora ciao a tutti- dissi, quando ormai eravamo davanti allo spogliatoio maschile, in una situazione piuttosto strana. Noi quattro, ragazze, e loro quattro, ragazzi, che li accompagnavamo fino alla palestra. Sembravano tutti piuttosto imbambolati, guardando la ragazza che, rispettivamente, avevano di fronte. L'unico briciolo di sanità mentale che mi era rimasta mi fece aprire la bocca per dire quelle semplici parole.

-Oh... sì sì, ok- balbettò Rose, mentre nervosa si spostava una ciocca bionda dietro l'orecchio.

- Ci vediamo domani, ragazze- risposero in coro, mentre entravano nello spogliatoio.

Ci avviammo verso la macchina, una delle poche rimaste nel parcheggio. Ci eravamo trattenute molto, più di quel che pensavo in realtà.

- Salite, svelte. Direzione: Casa Cullen. Vi ricordate che oggi dovevamo stare insieme, no?- il folletto malefico aveva già aperto bocca. Si era ripresa abbastanza in fretta. Probabilmente voleva cambiare discorso per non parlare del come mai la nostra, e quindi sua, attenzione gravitava attorno ad una particolare persona.

- Certo Alice, lo hai ripetuto mille volte. Comunque vi devo dire una cosa, dopo.- Angela, finito di pronunciare quelle parole arrossì di botto. La cosa era sospetta.

Casa Cullen era enorme, una specie di reggia. La cosa che mi piaceva maggiormente erano le vetrate immense che si affacciavano sul verde intenso dei boschi che la circondavano.

Dalla cucina arrivava una vocina che canticchiava dolce e acuta, al contempo. Esme, ovviamente. Che, dopo aver sentito il rumore provocato dalle macchine, si era affacciata, dalla porta e ci accoglieva con un grande sorriso.

- Salve, Esme- salutammo in coro, noi tre, mentre nello stesso momento si sovrapponeva alle nostre parole un- Ciao, mamma- da parte di Alice.

- Ragazze, come è andata la scuola? Ora vi conoscete tutti, non è vero?

- Certo, la scuola è andata bene, e abbiamo pranzato tutti e otto insieme. Mamma, ora noi saliamo. Quando torna Claire?

- La vado a prendere alla quattro, tra un'ora e mezza- rispose lei, amorevolmente.

Allora chiesi: - Esme, quando tornate dimmelo, la voglio proprio rivedere.

- Certo tesoro.

Salimmo le scale, dirette nella stanza di Alice.

Una volta lì, sedute sul letto o sul tappeto posizionato di fronte ad esso, mi fecero una domanda:- Bella, ma tu non sei venuta con noi per vedere mio fratello?- nella voce di Alice colsi una sfumatura che non prometteva nulla di buono.

Ora cosa rispondevo? Se dicevo una bugia mi avrebbero scoperto subito. Non ero in grado di convincere nessuno. Quindi optai per la verità.

- Quando voi eravate a conoscere gli altri, io ero al parco. Non pensavo proprio di incontrarlo ancora. Però ci siamo rivisti, e l'ultimo giorno ci siamo presi un gelato insieme- risposi con ovvietà, saltando opportunamente tutte le decine di messaggi che ci eravamo mandati.

Mi guardarono come se fossi un alieno. Non mi sembrava fossimo stati tantissimo insieme, il tempo con lui volava! Probabilmente però ai loro occhi la cosa poteva avere diversi significati. Tutti assolutamente diversi dalla realtà.

Il mio viso era piegato in una smorfia di imbarazzo, dopo le decine di domande a cui mi avevano sottoposto e che avevo cercato di sviare. Angela,che sia benedetta, aveva deviato il discorso son una semplice sussurro: - Io devo confessarvi una cosa.

Il tono con cui lo disse, ben chè appena accennato, ci zittì tutte. Era timorosa, ma sapeva di potersi fidare di noi.

- Mi piace...- esitò un attimo, mentre noi trattenevamo il fiato, e poi sputò fuori letteralmente le parole- mi piace molto Ben. Ecco, l'ho detto. Da quando l'ho visto a New York ci penso. Ragazze... credete nel colpo di fulmine?

- Angela!!! Come sono contenta, secondo me anche tu piaci a lui. Dobbiamo organizzare una piano...- ed a quel punto Rose le mise una mano sulla bocca, intimando Alice a smettere di urlare.

- Alice, basta! E niente piani assurdi, grazie. Sono già abbastanza incasinata con questa storia. Comunque, rispondete alla mia domanda?

Mi affrettai a risponderle, mi sentivo come vicina al suo stato d'animo. Potrebbe sembrare strano, un'amica dovrebbe sentirsi un po' preoccupata per la situazione, ma io mi sentivo come se ci fossi dentro. Come se non fosse lei, a dover portare quei sentimenti, ma fossi io.

E forse era davvero così.

Nonostante questo non sapevo bene come rispondere alla sua domanda. Il mio lato romantico prevaleva per una risposta positiva, senza eccezioni. L'altro mio lato, quello più insicuro non voleva cedere al tranello. Se lo avessi ammesso ad alta voce, il mio consenso, sarebbe stato come una certezza ma, fin tanto che me lo tenevo dentro, non mi esponevo al mondo esterno. Come se, se io lo avessi detto, ma poi non succedesse rischiassi di bruciarmi. Un giorno avrei dato quella risposta, ma ora lasciai la parola alle altre.

Rose, sicura di sé, rispose: - Credo di sì. O almeno lo spero.

Rimanemmo a rimuginare su quelle parole alcuni minuti, quando sentimmo lo sgommare delle ruote e l'apertura del garage, che annunciavano l'arrivo di Esme e di Claire.

Scesi le scala e mi avvicinai alla porta seguita dalle ragazze.

- Bella!!- sentimmo urlare, mentre un uragano biondo mi si fiondava tra le braccia.

- Ciao piccola, come stai? Tutto bene a scuola?- chiesi apprensiva. Somigliavo ad Esme in quei momenti, sempre a preoccuparsi. Io e la piccola avevamo legato molto, anche in poco tempo. Spesso le facevo da baby-sitter, quando casa Cullen era vuota. Lo facevo volentieri, non per chissà quali scopi.

- Tutto bene, certo- rispose sorridendo e, quindi, esibendo uno dei piccoli dentini bianchi che traballavano, in procinto di cadere- sai che mi sei mancata?

Era dolcissima, una bimba adorabile anche se un po' timida. Alice era più spigliata, ma ugualmente affettuosa.

- Anche tu, adesso vai a salutare le altre, che se no sono gelose!- le sussurrai in un orecchio provocando la sua risata.

Scese dalle mie braccia e corse verso le scale, dove Alice Rose e Angela la aspettavano sorridenti.

Tutte le volevano bene, ma on me aveva legato di più. Forse per la somiglianza di carattere.

- Ragazze, io devo andare. Ci vediamo domani.

- Ciao, Bella!

Abitavo abbastanza vicina ad Alice, avrei fatto una passeggiata, come ero abituata a fare.

Tornata a casa, ancora intenta a pensare al colpo di fulmine, preparai la cena per me sola. Charlie era in servizio. Dopo andai a dormire, sempre con un punto fisso in testa. Un punto che avrei rivisto solo l'indomani.

 

 

Magari non è un granché ma... aspetto un vostro commento.

Bacioni, Chiara.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Pensieri fissi ***


Allora ragazze/i ditemi: mi davate per dispersa? Invece sono ancora qui!

Allora ringrazio in particolare Bianca, che è divenata la mia beta per questa storia e sono giorni che mi sopporta! GRAZIE MILLE!

 Poi, le recensioni: 

 Elysa 172: Tesora! Grazie mille e domani tutti al forum!!!!!!!!!!! Vero?                                                                

Giova71: Ora vedrai un deciso avvicinamento!Baci.                                                                                          

_Miss_: Grazie bella! Hai ragione ma oggi succede una cosina... Bacioni!                                                            

simply_io: Belle loro vero? Grazie per il parere sull'immagine. Anche la tua si sente di mancanza. Kiss kiss.                 

Volpessa22: Claire e Kate, che carine! Un bacione grosso come una casa!

Pensieri fissi

                                                        

New York New York

 

Pov Edward

Ero rimasto mezzora incantato a guardarla, prima di entrare in palestra. E non ero l'unico ad avere un punto fisso, no no. Anche i miei amici avevano qualcosa da raccontare.

-Oddio. Quando mi guarda mi sento svenire. Giuro che Rosalie è bellissima!- Emmet che parlava così, era da segnarlo. E Jasper lo sapeva, difatti lo guardò sorpreso, ma per nulla spaventato. Era uno dei suoi migliori amici, si fidava di lui.

Ma non diedi molto peso alla conversazione sull'incredibile bellezza di Rosalie, essendo ancora impegnato a pensare a quella ragazza dai capelli color mogano che rispondeva al nome "Bella".

Oggi si era dimostrata simpatica, socievole, mantenendo quella nota di timidezza che la caratterizzava sempre, che la rendeva unica nel suo genere.

All'improvviso sentii qualcuno che mi scrollava per le spalle e una mano che mi veniva sventolata davanti agli occhi.

- Edward. Ehi, Edward. Ci sei?- Ben richiamava la mia attenzione come si fa con un bimbo piccolo, come se sapesse che il centro dei miei pensieri era qualcosa di importante. E avesse intuito che ero come in una bolla di sapone quando pensavo a lei, un abolla delicata che si può rompere come niente, anche con un solo soffio.

-Si, si. Scusate ragazzi, stavo solo pensando- ok, una scusa migliore, Edward? Effettivamente potevo fare di meglio, ma ero come stato privato dalla mie abilità recitative mentre ero ancora un po' imbambolato.

Senza accorgermene, quasi, mi ero infilato la divisa gialla con le righe rosse, che sul retro portava il mio cognome e poi la scritta "Spartans" FHS. Che originalità, mi ero sempre detto!

- Non è che stavi pensando a Bellina, vero?- chiese Emmet, seriamente curioso,quel luccichio negli occhi non prometteva niente di buono.

Non essendo stato abbastanza pronto nel dare la risposta mi rivolse uno sguardo malizioso, dicendo

- Allora avevo ragione!! Lo sapevo che Eddino e Bellina a New York avevano combinato qualcosa!

Ed ora chi lo fermava più?

-Quindi Edward, ti sei preso una bella cotta?- Jasper, che non aveva ancora proferito parola si era, molto gentilmente, occupato di rincarare la dose.

Ben pareva ancora spaesato, chissà chi...-Ragazzi, Angela mi piace troppo! Cosa devo fare?- ed ecco la risposta alla domanda che non avevo ancora finito di pensare.

Gli allenamenti finirono presto, più che altro era un incontro di informazione per i quattro ragazzi, che avevano ascoltato pazientemente le spiegazioni del coach.

L'argomento Edward e Bella, non era più stato toccato dagli altri. Ma tutti erano sicuri di dover scoprire cosa c'era sotto. Emmet era tutto impegnato a capire come conquistare Rosalie, mentre Jasper lo ammoniva con lo sguardo e non solo, infatti: -Emmet, sei uno dei miei più cari amici, e mi fido di te. Ma se fai soffrire mia sorella, giuro che te la faccio pagare- e, nonostante tutto, il suo tono era calmo e tranquillo, come se minacciarlo fossa una cosa normale e il messaggio che gli dava fosse ovvio.

Lui, che aveva capito che non stava scherzando, mantenendo comunque la sua aria da burlone, alzò una mano e la portò alla fronte, come un militare sull'attenti.

Ridacchiammo tutti e, al contempo, disse -Tranquillo Jasper, non mi permetterei mai. E tu poi picchi duro!

Il solito scemo, mio fratello. Non che fosse una cima ma era molto simpatico e probabilmente il suo essere burlone lo rendeva meglio di come sarebbe stato altrimenti, e noi gli volevamo bene così com'era.

Tornammo a casa, dopo aver fatto una doccia calda, negli spogliatoi.

-Ciao, ragazzi. Passo domani, ok?- chiesi mentre Jasper e Ben scendevano insieme dall'auto,visto che abitavano vicini.

-Certo, ciao- risposero, in coro.

Tornammo a casa ascoltando vecchie canzoni. Ah, la musica! La mia passione, una delle tante. Però con la musica ho un attaccamento particolare, riesci ad esprimerti con lei. Riesci ad immergerti in un mondo tutto tuo, a non pensare a niente. Infatti io suonavo il pianoforte, da quando ero molto piccolo.

Emmet era stranamente silenzioso, ed avrei scommesso tutto che stava pensando alla "sua Rose", anche se non era ancora sua. Ma credevo che, con la sua forza di volontà, sarebbe andato avanti fino allo stremo. Con tutte le sue forze, comunque non credevo che Rosalie gli fosse indifferente. Decisamente aveva una possibilità.

Arrivati nel vialetto di casa sentii un'esile vocina, come quella di un fringuello giovane ed inesperto, che canticchiava un'ottava sopra la melodia. Un melodia dolce ed entusiasmante, in un certo senso, coinvolgente. E chi, se non quel piccolo uragano che avevo come sorellina?

Entrammo in case e Emmet si fiondò direttamente sulla magnifica torta al cioccolato che nostra madre aveva preparato, doveva fare la sua merenda pomeridiana.

Urlai un -Ciao mamma!- che ricevette come risposta un -Ciao tesoro- e andai a trovare la piccola Claire, trovandola nella sua cameretta che saltava come una pazza sulle note della musica mentre cantava.

Si girò e mi fece un mega sorriso, di quelli che ti scaldano il cuore e ti rapiscono letteralmente. Il sorriso di un bambino.

-Eddy!- urlò e mi corse un contro saltando per farsi prendere in braccio al volo. La presi, le diedi un bacio sulla fronte, e la feci girare tre volte. Poi la misi giù, e la lasciai da sola a cantare.

Andai nella mia camere a fare i compiti e poi cenai con tutta la famiglia, chiacchierando allegramente.

C'eravamo tutti tranne mio padre, causa turno di notte al piccolo ospedale di Forks.

Un 'ora dopo ero in giardino ad osservare il cielo, quando vidi un'ombra muoversi nel vialetto davanti a me. Era buio e non ci vedevo bene, le lanterne poste ai lati del viale che precedeva la casa erano stati staccati, non sapevo per quale motivo.

-Ehi, chi va la?- dissi alla figura che risiedeva nell'oscurità.

-Oh- la voce, per quel poco che avevo potuto udire, sembrava familiare- Edward, sei tu?

-Bella! Ecco chi era- e mi avvicinai a lei, arrivandole direttamente di fronte potendo scorgere i lineamenti del suo bel volto.

-Cosa ci fai qui? Da sola, al buio e al freddo?- oddio, suonava come se fosse una poveretta che dorme in strada. Che disastro che ero!

-Tranquillo Edward, mi ha accompagnato Charlie, mio padre. Ho dimenticato il cellulare qui e aspettavo una chiamata di mia madre, è molto apprensiva.

Sembrava quasi preoccupata della mia reazione, come se la sua irruzione non fosse ben voluta, soprattutto da me. Quanto sbagliava, con quelle congetture.

Non capì bene come successe, ma prima sentii l'abbaiare di un cane, probabilmente un randagio.

Lei sobbalzò spaventata, e mi si avvicinò e mi abbracciò per lo scatto della paura.

Le mie braccia l'avvolsero subito, senza quasi esitazioni e la scaldarono, dato l'esile giubbottino che portava.

All'improvviso mi sentii completo, come se il posto di bella fosse proprio quello. Lei tra le mie braccia, che la stringevano amorevolmente, e il suo viso affondato nel mio petto.

Quel contatto, a mio parere, finì troppo presto e mi parve che anche lei esitò un poco nel separarsi da me.

Si mise a sussurrare, in preda all'imbarazzo, scuse non dovute -Mi dispiace, non volevo, ho avuto paura e...- non la feci finire e le posai un dito sulle labbra rosse e morbide al tocco.

In quel momenti vidi i suoi occhi sgranarsi e fissarsi nei miei, e mi resi con dell'avventatezza del mio gesto. Potevo sempre zittirla con uno "shh", ed invece mi ero lasciato andare a quel gesto strano quanto intimo. Il mio indice premuto ancora sulle sue labbra percepiva ancora quelle piccole scariche elettriche che avevo percepito a Central Park, e anche successivamente. Che cosa strana, non lo avevo mai provato.

Tolsi velocemente la mano, non dovevo lasciarmi andare così.

Una vocina squillante raggiunse le nostre orecchie, Alice.

-Bella, il tuo telefono, me ne sono accorta ora. Stavo venendo a portartelo ma... tu che fai qui?- disse, sempre rivolta a Bella.

-Ero venuta a prendere il telefono- rispose prendendolo dalle mani di Alice- appunto.

-Bhe, allora ci vediamo domani, Bella- salutai evitando di incontrare quei magnifici occhi color cioccolato.

Alice depositò un bacio sulla sua guancia e andammo a dormire, ma il sonno per me non arrivò molto presto.

Mentre ancora pensavo a lei, riuscì a prendere sonno per la troppa stanchezza.

Allora, che fate mi uccidete? Fatemi sapere tutto!

Chiara. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Sbagliato ***


Ok, ragazze/i!

SCUSATE il ritardo, ma il mio Pc nuovo nuovo si è preso un bel virus ed è dovuto andare dal dottore! Per ora non so dirvi quando posterò, perchè il mio umore è a terra, per ora. Mi è stata comunicata una cosa brutta riguardante un mio familiare (mio nonno, sta molto male, non si sa bene quanto ancora sarà tra noi) e poi spero di risollevarmi al meglio perchè la prossima settimana vado a Londra!!! E qui è sorto un piccolo problema che potrebbe farmi rimandare il viaggio. Il che non aumenta la mia gioia. Quindi spero di sentirmi meglio per allora. Non mi aspetto la vostra compassione perchè a voi non ve ne importa niente, ma ci tenevo a giustificare questo ritardo. Comunque il mio Pc, tornerà penso domani, insieme al cappy di Hidden Stars. !!!CREDO!!! (Non ne sono sicura, altrimenti posterò appena torna da me)

Bando alle ciance: ringrazio immensamente le 5 recensioni, e visto che non ci sono particolari domande do una risposta generale, non offendetevi ma proprio non sono in vena, spero però possiate capirmi.

-Emmet conquisterà Rose, ve lo assicuro... più che conquistare è un fatto reciproco.

-Ci mancava davvero poco tra i nostri Ed e Bella, ma Alice e le loro rispettive “coscienze” non li aiutano molto.

-Inoltre ringrazio tutte voi per i complimenti che mi avete fatto! Davvero.


Importante: una ragazza, che spero di poter definire una mia amica, ha aperto, con un'altra sua amica, un forum. Se volete fateci un salto! Grazie dell'attenzione. Un bacio a Ely.

PER BIANCA: Scusa se non ho aspettato la tua correzione ma non ho proprio tempo, ti prego di perdonarmi. Susa ancora ma non ho altra occasione per aggiornare.


 

New York New York


Sbagliato


 

Pov Bella

Ok, non avevo ancora ben capito cosa cavolo gli fosse saltato in mente! Voleva farmi morire? Le mie gote erano letteralmente in fiamme e, in quel momento, sperai tanto che mio padre non se ne accorgesse.

Eravamo in macchina, dopo aver ripreso il mio cellulare dalle mani esili di Alice. Non seppi perchè ma, il fatto che Alice ci avesse interrotto, non mi piacque per niente.

Ed invece io dovevo esserle grata! Altrimenti avrei fatto una delle più grandi sciocchezze della mia vita: baciare Edward Cullen. Ed era una cosa totalmente assurda, io non mi sarei mai dovuta permettere neanche il pensiero di un bacio con lui!

Continuai a rimproverarmi per tutto il tragitto, mentre salivo le scale e davo la buana notte a mio padre, anche mentre mi infilavo sotto le coperte fredde, che presto sarebbero state scaldate dalla presenza del mio corpo. Il mio ultimo pensiero, per fino, fu un rimprovero a me stessa per i miei stupidi pensieri.

Il mattino dopo temevo un incontro con lui. Probabilmente mi sarei sotterrata se, semplicemente, i nostri sguardi si fossero incrociati.

Essendo in netto ritardo e sentendo il frenetico suonare di un clacson, scesi le scale, dopo essermi vestita e aver fatto colazione.

Lo sapevo, ne ero consapevole. Stavo cercando di rimandare quel momento il più possibile. Eppure, mente salutavo le mie amiche e salivo sulla macchina di Rosalie, rossa, lucida, appariscente come quella di Alice, sentivo che qualcosa di positivo stava per accadere. Col senno di poi mi sarei resa conto del contrario.

Durante il tragitto Rosalie parlò molto di Emmet, era evidente che le piaceva molto. E lei era una ragazza stupenda, non pensavo che Rose fosse indifferente a lui, anzi il contrario.

Arrivate a scuola, mi scusai dicendo che dovevo mettere a posto un libro in biblioteca, cosa non vera, e mi rintanai nei bagni.

Proprio lì sentì una squittente e fastidiosa vocina, accompagnata dal suono fastidioso di tacchi a spillo sul marmo del bagno. Entrò dalla porta del bagno sbattendola, mandando a qual paese tutta la grazia che cercava di dimostrare, insieme a qualcun altro.

Solo allora riconobbi la voce: Tanya Denali, che non era esattamente tra le mie migliori amiche. Anzi, proprio cercavo di evitarla.

A mio parere assomigliava tanto ad un'ochetta, che girava per la scuola, correndo dietro ad ogni esemplare maschile, in tacchi e gonne cortissime. Molto avvenente, certo, ma non era sicuramente una cima a scuola.

Non aspettai una secondo di più e, appena entrarono in una della cabine e la porta si chiuse, mentre loro si facevano delle confidenze, io sgattaiolai via.

La mia prima ora era con Alice, e decisi che le avrei raccontato tutto, in seguito anche alle altre.

Appena arrivata, e oltrepassata la soglia, venni intercettata dallo sguardo indagatore di Alice. Mi sedetti accanto a lei e cercai di parlare a bassa voce -Alice, ti devo raccontare una cosa, ma non esserne troppo entusiasta- i suoi occhi si illuminarono, cosa che non faceva presagire nulla di buono. E se sapesse qualcosa? Mi interrogai per un paio di secondi per questo, ma decisi di lasciare stare e proseguire con il racconto. -Ieri, sai che sono venuta a casa tua, no? E io ed Edward ci siamo incontrati, e... bhe... credo che Edward... Oddio, è successa una cosa, e... bhe eravamo molto, come dire... oggi mi vergognerò solo a vederlo. Non sono innamorata! Non pensarlo neanche ma, credo che io e lui ci stiamo avvicinando, eravamo molto... Ah, lascia stare! Non riesco a descriverlo, era come se ci fosse elettricità nell'aria. Credo di essere di vantata molto amica, di Edward. Mi piace la sua compagnia. Ed ora non farti mille viaggi mentali.- Ecco, sapevo che sarebbe stato meglio non raccontarglielo ma è una mia amica e non ce la facevo più a tenermelo dentro.

Lei si aprì in una sorriso e riuscì a sillabare solo due parole prima che il professore entrasse in classe -Lo sapevo!-

Non capì molto il significato di quelle parole ma non ci diedi molto peso: era solita fare discorsi abbastanza senza significato.

L'ora dopo ci separammo, lei aveva geografia, mentre io un'ora buca, che sfruttai nella biblioteca.

In quel momento sentii uno strafalcione delle conversazione tra alcune cheerleader: “Ho beccato Emmet che baciava Rosalie, nell'aula di musica. Sapevo si sarebbero messi insieme, che invidia. Emmet è andato, speriamo che gli altri non si sistemino.” Mi ripromisi di chiedere a Rose tutto quello che era successo.

Poi mi immersi in un mondo tutto mio, fatto di sogni, ma al suono della campanella tutto volò via come quando soffi su un soffione e tutti i pezzettini si spargono nell'aria.

Le due ore successive, le trascorsi con Angela e Rose, a cui raccontai tutto, e loro mi regalarono lo stesso sorriso enigmatico di Alice, ma non aggiunsero altro.

L'ultima ora, che avevo in comune con Edward, vidi entrare in classe Tanya.

Era stata in convalescenza dopo un breve malattia, scoprii quando lo disse al professore, ma non me ne curai molto. Non avevo neanche notato la sua assenza, visto che neanche io ero presente.

Purtroppo per me era lei, questa volta, la compagna di banco di Edward, e non potei godere della sua compagnia, più che gradita.

Il mio banco era giusto quello dietro al loro e, mentre il professore parlava di non so cosa, ascoltai frasi che mi fecero ardere di rabbia.

Tanya, con un che si languido nella voce, parlò -Edward, non ti sono mancata? Io e te siamo sempre stati così amici, no? A me sei mancato in quest'anno, davvero.- e, da quel poco che vidi, prese ad accarezzargli una mano.

Lui, con mio grande stupore, non si mosse. Anzi, sembrò restare indifferente.

Strinsi le mani a pungo, in un inspiegabile impeto di rabbia, rabbia non giustificata. Edward continuò imperterrito a guardare avanti a se, non avendo sentito movimenti precisi o bruschi. Non ascoltai per niente la lezione, poiché intenta ad assorbire tutte le proposte di Tanya, che come veleno mi scivolavano addosso e mi penetravano.

A furia di stringere i pugni, ora mai rossi per la forte pressione, il segno delle mie unghie era impresso sui palmi, che nascondevo incrociando le braccia.

Corsi fuori dall'aula, non volevo rimanere in loro presenza un minuto di più, non mi feci vedere in quello stato da nessuno, soprattutto da lui.

La palestra, un luogo da me tanto disprezzato, mi offrì rifugio all'ora di pranzo. Ma poi dovetti per forza tornare indietro. Ma, mentre rimanevo a girare in quella grande area, mi continuavo a chiedere il perchè della mia reazione spropositata ed, ovviamente, sbagliata.

Ultimamente il termine “sbagliato” era sempre presente nei miei rimproveri mentali. Tutto quello che pensavo in presenza di Edward, era sbagliato. Anche tutto quello che mi faceva provare era sbagliato! Diamine, perchè era tutto così complicato?

Abbandonai il mio rifugio “segreto” e raggiunsi il laboratorio di fisica. Ovviamente lezione condivisa con lui e, con mio sommo dispiacere, con quell'oca.

Parlarono tutto il tempo di cose per lo più futili, ma una momento in particolare mi colpì in pieno, neanche sapessero che ero in ascolto.

-Come mai, Edward, ti sei dato tanta pena per quella ragazza? In somma, non è niente di speciale, no?- il tipico tono frivolo di Tanya mi rimarrà sempre impresso, quando pronunciò quelle parole.

Di che ragazza stava parlando? Che Edward si fosse interessato a qualcuna? E perè, se ci pensavo, mi sentivo male, come se avessi ricevuto un pugno nello stomaco?

-Niente di che, Tanya. Bella è mia amica e non pensavo non si presentasse a mensa. Ma eccola lì, sta bene, non dovevo neanche preoccuparmi, no?- Si era preoccupato per me? Quel pensiero mi fece sorridere. Lui che si domandava dove fossi... era una bella immagine.

-Comunque credevo che Bella ti piacesse, dato il tuo interessamento...- e lui rispose subito -Ma che dici! Bella è un'amica, n-non sono affatto interessato a l-lei.

In quel momento non feci molto caso al suo tono balbettante, al sorriso vittorioso di Tanya, né al lieve rossore sulle sue guance. Ma andai totalmente in pezzi e, salvata dalla campanella, uscii dalla classe per correre a singhiozzare nei bagni vuoti, senza preoccuparmi di nessuno. Non mi qaccorsi nemmeno del bacio appassionato che Rosalie ed Emmet si stavano scambiando sotto gli occhi increduli di tutti. E solo allora mi resi conto di quello che io, davvero, provavo per lui.


 


 


Quindi siete arrivati qui e vi ringrazio veramente!

Spero mi abbiate capita.

Vi prego di lasciare una recensione, poiché sono calate. Avevano raggiunto un picco di 8 e ora sono 5.

Quindi: un po' di pubblicità


 

Mie fan fiction:

Hidden Stars – Sempre su Ed/Bella

Lui e la prof. - Ed/Bella in uno strano contesto. Molti mi hanno chiesto di continuarla e lo farò non appena avrò tempo.


Una mia amica ha pubblicato una storia tra le originali-vampiri, dove però ci sono anche licantropi. Ci sono un po' di intrecci strani, diciamo.

Oltre il cuore di principessa_vampira


GRAZIE A TUTTI


 


 


 


 


 


 


 

 

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Capitolo 11
*** Avviso, mi dispiace! ***


Non sapete quanto mi dispiaccia! Chiedo venia, seriamente.

Vi giuro che se fosse per me aggiornerei tutti i giorni, ma ho gli esami e quindi non riesco prorpio a scrivere neanche una frase.

Per questo la storia sarà sospesa fino alla settimana prima dell'uscita di eclipse, che sarà il giorno prima o dopo del mio compleanno, e spero di riuscire a completare il capitolo, che al momento si trova a metà.

Visto che sono così dispiaciuta di lasciravi a mani vuote vi dico che il capitolo presenterà alcuni temi fondamentali e Bella avrà più di una occasione per diventare rossa come un pomodoro!!! Sapete, con Edward vicino, si può tutto, no?

I temi sarebbero stati: una bella chiacchierata e un'nuovo amore (non tra i protagonisti, per quello mancano almeno due capitoli, anche tre). Di chi sarà il nuovo amore??

Finisco con il dire che adoro le vostre recensioni e vi ringrazio per questo!

Con la speranza che mi perdoniate, Chiara.

P.S.:L'avviso sarà sostituito con il capitolo prossimo.

Questa immagine fa parte dello Spoiler, ma immaginatevi l'erba verde!

 

 

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