Alexandra Merope Riddle

di _montblanc_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lucius Malfoy ***
Capitolo 3: *** Cristal ***
Capitolo 4: *** Si parte! ***
Capitolo 5: *** Il quasi-gigante barbuto ***
Capitolo 6: *** Il giorno della verità ***
Capitolo 7: *** Ma una bella padellata di affari tuoi? ***
Capitolo 8: *** I dormitori ***
Capitolo 9: *** Vendetta! ***
Capitolo 10: *** Il professor Piton è un grande! ***
Capitolo 11: *** Lezione di volo ***
Capitolo 12: *** Che cosa, ma è impazzita?!? ***
Capitolo 13: *** C'è solo una cosa da fare in questi casi... ***
Capitolo 14: *** In tempo record!/C'è qualcosa di strano... ***
Capitolo 15: *** Cosa mi hai fatto, Potter? ***
Capitolo 16: *** La partita ***
Capitolo 17: *** Sono stata smistata a grifondoro ***
Capitolo 18: *** La gelosia è una brutta malattia ***
Capitolo 19: *** Mai cantare vittoria prima del tempo ***
Capitolo 20: *** Malfoy Manor ***
Capitolo 21: *** Draco spiaccicato ***
Capitolo 22: *** La pietra filosofale ***
Capitolo 23: *** Gita notturna ***
Capitolo 24: *** In punizione ***
Capitolo 25: *** L'incontro ***
Capitolo 26: *** Discussione ***
Capitolo 27: *** Non parli mai di tuo padre... ***
Capitolo 28: *** Non hai fegato ragazzo mio... ***
Capitolo 29: *** Pedinando Potter ***
Capitolo 30: *** Chiavi volanti...stiamo messe bene! ***
Capitolo 31: *** Anche voi qui? ***
Capitolo 32: *** Il professor Raptor ***
Capitolo 33: *** Oblivion ***
Capitolo 34: *** Santo Draco! ***
Capitolo 35: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questa è la mia nuova ff spero che vi piaccia. L’inizio sembra quello di amabili resti(non sapevo come scriverlo).Va bè, mi ritiro, buona lettura!

Alexandra Merope Riddle
& la pietra filosofale



Mi chiamo Riddle, primo nome Alexa. Avevo soltanto 4 anni quando scoprii di essere la figlia del mago oscuro più potente di tutti i tempi.

“Me ne stavo in giardino, tutta sola, perché la mia mamma stava leggendo un libro. Abolii immediatamente l’idea di fare qualsiasi gioco che mi avrebbe portato a contatto con l’erba. Indossavo un lungo vestitino di seta, bianco e rosa, e se lo avessi sporcato, mia mamma si sarebbe arrabbiata molto. Perciò, mi appoggiai al bordo della fontana e iniziai a guardare lo scorrere dell’acqua. Mi piacevano molto le bollicine che si formavano sulla superficie, i miei ditini fremevano dalla voglia di scoppiarle una per una. Purtroppo però, io avevo le braccia corte, e non riuscivo ad arrivarci. Provai a sporgermi, ma tornai subito indietro per la paura di finire dentro. Se fossi finita in acqua, avrei rischiato di affogare, dato che non sapevo nuotare; mia madre diceva che alle principesse non serviva a niente imparare a farlo. Con la faccia imbronciata iniziai a ticchettare sul bordo con la voglia di scoppiare quelle bollicine sempre più grande. Ero arrabbiata, non mi piaceva l’idea di essere così piccola, non volevo dipendere dalle altre persone .
-Bollicine…venite da me!- iniziai a dire allungando le mani – Venite da me!-. Fu un’attimo. Miliardi di bolle mi circondarono, sommergendomi. Mi venne una paura terribile - Mamma! Aiuto!- gridai. Sentii la porta del giardino e dei passi svelti, poi una risata. In un’attimo tutte le bolle se ne andarono, come se fossero state soffiate via. Mia madre mi prese in braccio e mi diede un bacio sulla guancia. – Dimmi piccolina, cosa è successo?- mi chiese dolcemente asciugandomi le lacrime. – I-io volevo giocare con le bollicine, ma non riuscivo ad arrivarci…- balbettai con la voce spezzata dal pianto- Allora ho provato a chiamarle, ma loro mi hanno attaccata!-.
–Oh…cattive bolle!- disse mia madre con la voce grossa- Non attaccate più la mia bambina!-. Mi scappò un sorriso e mia madre, vedendomi che mi ero tranquillizzata smise di parlare con le bollicine. Mi portò dentro e mi accomodò sul divano, tra due cuscini rossi.
– Però…forse…- iniziò mia madre sedendomi- Non sono le bolle che ti hanno attaccato!-.
– Invece si! Le bolle sono cattive!- dissi io con il labbro all’infuori.
– Forse sei stata tu!- suggerì lei.
– Come se avessi fatto una magia?- chiesi con gli occhi che brillavano.
–Si, essatto, forse sei una streghetta anche tu!- disse. Poi dopo un attimo di selenzio riprese a parlare – Vedi, ho aspettato tanto questo giorno…- mi disse.
– Perché?-.
-Ho sempre saputo che avevi un po’ di magia, lo sai?- mi disse.
-Come facevi a saperlo?- domandai sempre più curiosa.
– Perché anche io sono una maga…- spiegò.
– Maga…- ripetei.
Io ero una strega! Una bambina speciale! Poi però dovetti interrompere questi pensieri perchè una grande domanda si stava facendo largo nella mia testa.
– Mamma?- chiesi- Anche papà era un mago?-.
Lei sorrise, come sempre d’altronde quando lo nominavo - Si. Il mago più potente di tutti i tempi…- …”

“ Ritornai a casa, in lacrime. Avevo iniziato da poco l’asilo per i bambini speciali come me. Tutti mi conoscevano come Alexa DeNoir, e mia mamma mi aveva detto di non dire mai il mio vero cognome. Quella mattina la nostra insegnante ci aveva raccontato di colui che non deve essere nominato, dicendo che era un mago cattivo, orribile e crudele. Però colui che non deve essere nominato alias il signore oscuro, era mio padre. Mia madre mi aveva spiegato che erano i suoi soprannomi, come quando lei mi chiamava principessa. Quando lei mi vide arrivare mi corse incontro.
– Cos’è successo?- mi chiese preoccupata asciugandomi le lacrime.
Io l’abbracciai e iniziai a singhiozzare. Quando avevano iniziato a parlare male del mio papà mi ero arrabbiata così tanto che mi ero alzata in piedi e avevo gridato alle maestre che non era vero. Loro mi risposero che ero piccola e che quindi non potevo capirne niente di queste cose. Mi ero sentita umiliata, non ero riuscita a difendere il mio papà…
- Mamma, papà era un mago cattivo?- le chiesi quando mi fui calmata. Lei fece un lungo sospiro e s’inginocchiò davanti a me- Vedi, tuo padre sapeva fare delle magie che gli altri non volevano che facesse, per questo dicono che è cattivo, solo perché era più potente di loro, e ne avevano paura…- spiegò.
– Sono invidiosi della magia del mio papà?- chiesi sentendomi orgogliosa di essere sua figlia.
–Esattamente- rispose mia madre…”

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Capitolo 2
*** Lucius Malfoy ***


Capitolo 2: Lucius Malfoy

“Più il tempo passava più sentivo dire cose brutte su mio padre. Sapevo che aveva ucciso delle persone, ma rimanevo aggrappata alla convinzione che mio padre lo facesse per giusti motivi, solo che la gente non riusciva a capirlo.
Sapevo anche che delle persone, invece, appoggiavano quello che lui faceva. Li chiamavano i “Mangiamorte”, e la gente parlava male anche di loro.
Quando avevo 6 anni io e mia madre andammo a casa di una famiglia di “Mangiamorte”. Si chiamavano Malfoy. Quando li andammo a trovare mia madre mi vesti con un lungo abito verde acqua con sotto una camicetta bianca e mi lasciò liberi i capelli color miele. Inoltre mi fece indossare un mantello nero uguale al suo.
Casa Malfoy era grandissima e anche loro avevano una fontana in giardino, ma io non osai avvicinarmi perché nonostante tutto avevo paura di quelle bolle cattive. Prima di suonare alla porta lei mi disse di non parlare con loro e aggiunse di sembrare il più fredda e distante possibile perché loro erano dei sottoposti di mio padre. Non ci capii un’emerita mazza di quello che voleva dirmi e perciò mi limitai solo a tenere la bocca chiusa. Quando suonammo ci venne ad aprire una cosa brutta, bassa e “puzzolosa” come l’avevo definita io. Ci fece accomodare nel salone. Dopo poco Lucius Malfoy ci raggiunse. Appena ci vide fece un’inchino così profondo che temevo avesse dato una testata per terra. – Signora Riddle – salutò.
Poi vedendomi seduta nella poltrona sbiancò - Lei è…- chiese Lucius esitante.
– Alexandra Merope Riddle, esatto.- disse. L’aveva pronunciato con un tono di voce strano che non aveva mai usato prima d’ora. Era così glaciale che mi venne freddo e mi strinsi a lei. Il signor Malfoy mi scannerizzò dalla testa ai piedi e questo fece innervosire mia madre, la quale mi abbracciò.
– Non sono venuta per mostrarti lei, ma per sapere se sei ancora fedele al tuo signore Malfoy- disse lei.
– Ma certo, stia tranquilla non mi sognerei neanche di abbandonare il signore oscuro e le vorrei far sapere che lo stiamo cercando!- rispose subito Lucius.
Mia madre sembrò felice delle sue parole, e dopo un rigido saluto ce ne andammo.
– Mamma papà è ancora vivo?- chiesi speranzosa ripensando a quello che il signor Malfoy aveva detto.
– Ma certo, è soltanto troppo debole, vedrai si riprenderà presto e tornerà da noi…- rispose lei sicura.”

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Capitolo 3
*** Cristal ***


Bene, ecco il terzo capitolo, ringrazio Hayley_Gin91 per aver recensito( si vedrà in futuro se alexa diventarà cattiva, mah chi lo sa???xD).
Grazie anche a chi mi tiene tra i preferiti e le seguite^^
Baci e al prossimo chappy^^

Capitolo 3: Cristal

11 anni dopo…
Il 3 settembre alias il giorno del mio compleanno arrivò la fatidica lettera. Avevo appena spento le 11 candeline e mia madre mi stava costringendo a fare delle pose assurde perché lei voleva delle foto originali da far vedere a papà quando sarebbe tornato. Ad un tratto qualcosa si schiantò contro la finestra del soggiorno facendomi perdere l’equilibrio.
– Oh!- urlò mia mamma con gli occhi velati di commozione- La lettera!-.
– Quale lettera?- domandai massaggiandomi la gamba sulla quale ero atterrata.
– La tua lettera di Hogwarts!- disse lei agitandola.
– Oh mio Dio!- urlai correndole incontro.
Lei mi aveva parlato spesso della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Insieme l’aprimmo e iniziammo a leggere.
– Mi lascierai da sola!- si lamentò mia madre dopo aver finito.
–Eddai, tornerò a casa per tutte le feste, compreso il tuo compleanno!- la rassicurai. – Ci mancherebbe!- fece lei sdegnata, ma poi si rattristò- Ma ci pensi la mia piccola principessa tutta sola in quella grande scuola piena di mezzosangue!-.
– Non ci sono solo loro per fortuna, ci sono anche dei purosangue come noi!- dissi allegra.
Il giorno seguente andammo a Diagon Alley ad acquistare la mia prima bacchetta. Entrai da sola, perché mia madre era andata a comprarmi i libri scolastici. La campanella tintinnò quando la porta si chiuse facendomi sobbalzare. Però il negozio era vuoto. Aveva un aspetto vecchio e malandato, e, dato l’ambiente in cui vivevo, mi faceva schifo stare li.
– Eh…mia mamma l’aveva detto…-pensai. Mi avvicinai al bancone e mi sporsi leggermente per vedere se c’era qualcuno.
– Sto arrivando!-urlò un’uomo nascosto negli scaffali-Cosa posso fare per lei?- domandò poco dopo.
–Dovrei acquistare la mia prima bacchetta!-dissi con il tono che mia madre mi aveva insegnato ad usare quando parlavo con le persone.
– Qual è il suo nome?- mi chiese lui.
– Alexa DeNoir- risposi senza esitare.
-Mmmm…- fece sparendo tra gli scaffali. Tornò pochi minuti dopo con in mano una scatolina antica. Provai bacchette su bacchette, distruggendo il negozio. Alla sesta prova mi rassegnai: non c’era una bacchetta per me!
Suvvia, non si abbatta, provi anche questa!- mi disse- Bacchetta di quercia, Piuma di Fenice e smeraldo-.
Io la presi, sicura che anche quella non fosse stata adatta, ma mi sbagliavo.
Quando la toccai iniziò a brillare e a diffondere calore nella stanza.
– Questa è perfetta- disse Olivander.
Dopo aver pagato uscii dal negozio, tutta gasata.- Ho una bacchetta!Ho una bacchetta!-
canticchiavo dentro di me. Quando ritrovai mia madre andammo da Madame mcClan.
Quello era il paradiso di mia madre e anche il mio. Noi avevamo una grande passione per i vestiti e ci piaceva avere nel guardaroba abiti sempre nuovi. Oltre ad acquistare la divisa di Hogwarts, mia mamma mi comprò una lista infinita di maglie, pantaloni, giacche, sciarpe, guanti, cappelli e abiti da cerimonia.
– Sono sfinita…- dissi a mia madre uscendo. Eh, già…mi aveva fatto provare ogni capo presente in quel negozio. – Adesso arriva la parte bella!- disse mia madre trascinandomi in un negozio, precisamente un negozio che vendeva animali- Avanti scegli!- mi disse.
Iniziai a guardarmi in torno. Esclusi subito l’idea di comprarmi una rana, pensando a quello che avrei dovuto darle da mangiare. Saltai i gufi: ne avevamo già uno. Mi ritrovai a guardare i gatti. Fui subito attirata da una piccola gattina batuffolosa di colore nero. Quando mi guardò con i suoi grandi occhioni verdi non ebbi più dubbi lei era mia.
– Hai fatto proprio una bella scelta- disse mia madre guardando la graziosa micetta che portavo imbraccio. Era così piccola che la potevo tenere con una mano sola.
– Come la chiamerai?- mi domandò lei.
– Cristal- risposi coccolandola.

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Capitolo 4
*** Si parte! ***


Nuovo capitolo! Ringrazio le persone che mi hanno recensito e quelle che mi seguono^^
Adesso però devo scappare che sono di fretta, spero che questo capitolo vi piaccia, a domani^^
Capitolo 4: Si parte!
Finalmente arrivò il giorno. Da quando mi era stata consegnata la lettera non avevo fatto altro che immaginare come sarebbe stato. Quella mattina mi alzai alle sei in punto e mi misi subito sotto la doccia. Mi asciugai ben bene i capelli e me li slisciai. Mia madre mi avrebbe uccisa:
adorava i miei boccoli, mentre io li detestavo. Mi facevano sembrare una bambina, mentre io ero grande!
Mi passai un filo di matita e il lucidalabbra alla pesca. Poi indossai una Maglietta con lo scollo a V blu insieme ad una gonna di jeans e degli stivaletti neri.
Soddisfatta del risultato scesi in cucina per fare colazione. Come mi aspettavo mia madre era già sveglia e mi aveva preparato dei toat con la marmellata alle fragole: la mia preferita.
– Ci pensi la tua ultima colazione qui!- sospirò.
Io non la badai: era da una settimana che faceva così.
Cristal si strofinò sui miei stivaletti ed io la presi in braccio- Di “Ciao ciao” al’ultima colazione che faremo qui!- dissi. Ormai mi capitava spesso di parlare con la mia gatta, e a volte avevo sorpreso pure la mamma a farlo.
Quando arrivammo il binario 9 e ¾ era già stracolmo di gente. –Tsè, mezzosangue, mezzosangue…- facevamo noi evitandoli. Solo dall’altra parte della stazione trovammo un angolino vuoto tutto per noi. Mia madre mi guardò con gli occhi commossi- Allora, Merope- iniziò. Mi chiamava così solo quando era qualcosa d’importante, perciò l’ascoltai con la massima attenzione. – E’ arrivato il momento di salutarci- disse- Questo è per te!-.
E così dicendo tirò fuori dalla tasca una scatolina nera e me la diede.
Io l’aprii. – E’ splendida- dissi. All’interno della scatolina c’era una bellissima collana d’orata con il ciondolo a forma di serpente. Gli occhi erano due piccoli smeraldi.
– E’ da parte di tuo padre…-spiegò- La comprò quando ero incinta di te e disse che te l’avrebbe data quando tu fossi andata a Hogwarts-.
– Mi mancherai- dissi abbracciandola.
– Anche tu, piccola mia- disse stringendomi.
Fummo interrotte dal fischio del treno e mi dovetti apprestare a salire.
– Ci vediamo a Natale mamma!- urlai mentre ero spinta via dalla folla.
- E stai un po’ attento!- urlai ad un grassone che mi era venuto contro.
A stenti, iniziai a percorrere lo stretto corridoio del treno tirandomi dietro i bagagli.
– Non troverò mai uno scompartimento vuoto!- pensai. E infatti fu così.
–Perfetto, mi toccherà passare il viaggio in piedi!-conclusi.
Per fortuna poco dopo la partenza del treno m’imbattei in un gruppo di tre ragazzi.
– Non ci sono scompartimenti liberi?- mi chiese il cotonato vedendomi appoggiata al finestrino.
Lo scrutai per un attimo da cima a fondo- Sei purosangue?-domandai.
– Mi sembra ovvio!- fece lui stizzito- Il mio nome è Malfoy, Draco Malfoy e loro sono Tiger e Goyle, e tu sei?- chiese.
- Lui deve essere il figlio di Lucius- pensai.
Comunque si stava prendendo troppa confidenza per i miei gusti- Mi chiamo Alexa DeNoir- tagliai corto.
–Ti va di venire nel nostro scompartimento?- mi chiese.
– Perché ne avete uno?-.
– Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda!- disse lui.
– Tanto peggio di così- pensai- Ok Malfoy, accetto-dissi.
Lui ghignò ed entrò nel primo scompartimento alla sua destra. Dopo poco le persone sedute li se ne andarono- Ora abbiamo uno scompartimento!- disse invitandomi ad entrare.

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Capitolo 5
*** Il quasi-gigante barbuto ***


Ma ciao! Ecco uun nuovo chappy^^
Malika:infatti è per questo che ho deciso di scrivere una fiction sulla figlia di voldemort!! Comunque, sarei lusingata se usassi Alexa nella tua fiction e (quando la scriverai) mi farebbe piacere leggerla^^
Imperfect_ angel:Per trovare quella foto ho sudato sette camice, non sai quanto mi fa piacere che ti piaccia^^
Hayley_Gin91: Eh, ma cosa ci possiamo fare Malfoy è sempre malfoy! Per l'incontro con Harry Potter...vedrai in seguito^^

Capitolo 5: Il quasi-gigante barbuto
Il viaggio fu lunghissimo. Con Malfoy che continuava ad attaccar bottone, e il russare dei suoi amici mi venne un gran mal di testa. Quando mi resi conto di essere quasi arrivata finalmente potei sbattere i ragazzi fuori dallo scompartimento e tirai le tende. Mi accostai alla porta e mi massaggiai le tempie: non era così che avevo programmato di passare il viaggio. Senza indugiare oltre mi cambiai e misi l’uniforma scolastica. Poco dopo il treno si fermò. Quando scendemmo un quasi gigante barboso ci accolse, e con una lanterna in mano ci condusse dentro una foresta piena di spine che ti si attaccavano al bordo del mantello.
– Non avete paura bambini, ci sono io a proteggervi!- continuava a dire il quasi giagante a un gruppetto che tremava come una foglia.
– Allora siamo in una botte di ferro…-pensai sarcastica.
Quando misi fuori il piede da quella dannata foresta mi ritrovai davanti a delle barchette vecchie e scassate.
– Se pensa di poter convincermi a salire su quella zattera si sbaglia di grosso!- pensai incrociando le braccia.
Inutile dire che 3 secondi dopo ero seduta su quella canoa diretta al castello.
Prima ero troppo arrabbiata per vederlo, ma adesso che lo guardavo bene era veramente bellissimo.
– Quando torno a casa chiedo a mamma di comprarmi una casa così!- pensai.
Prima non me n’ero mai accorta, ma adesso capivo perché diceva che avevo manie di grandezza,
Mentre ammiravo estasiata le torri del castello la “Nave” si fermò di botto e io fui capultata fuori. –Forza, venite!- ci incoraggiava Hagrid alias il barbuto.
L’interno del castello mi fece venire un collasso.
Va bene che ero abituata a vivere nel lusso ecc…, però questo lo superava di gran lunga!
Percorsi le scale senza neanche guardarle, perché ero troppo presa ad ammirare i quadri che si muovevano e i fantasmi che passavano!
- Accidenti voglio anche io un fantasma domestico!- pensai.
Soltanto lo schiarirsi di una voce irritata mi fece ritornare in me.
In cima alle scale si stagliava in tutta la sua vecchiezza una vecchia(ripetitiva?), con uno chignon ed ochhialetti troppo piccoli per i miei gusti.
– Voi del primo anno aspettate qui, presto saremo pronti a ricevervi in sala grande- ci annunciò.
– Ma secondo te quanto cibo può entrarci se si chiama Sala Grande?- chiese Goyle a Tiger.
Il loro complicato ragionamento fu interrotto da Malfoy.
– Ma allora è vero quello che si diceva sul treno, Harry Potter è venuto ad Hogwarts!- disse rivolto a qualcuno.
- Harry Potter…- risuonò nella mia testa- Che cosa?!?- chiesi voltandomi di scatto.

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Capitolo 6
*** Il giorno della verità ***


Nuovo capitolo^^
Avete ragione a volte scrivo dei capitoli molto corti(come questo per esempio e quello della volta scorsa)^^
Comunque, ringrazio infinitamente le persone che mi recensiscono e mi seguono, mi rendete una persona felice^^

Capitolo 6: Il giorno della verità
Un brusio si levò intorno a noi, ma ero troppo presa dai miei pensieri per accorgermene.
3 anni prima…
“- Alexa ti devo parlare!- mi chiamò mia madre.
Scesi dal mio letto e la raggiunsi in cucina.
–Cosa?- dissi agguantando un biscotto.
Sapevo che oggi mi avrebbe rilevato qualcosa perché il 15 di ogni mese è stato battezzato da noi “il giorno della verità”.
Praticamente ogni mese mi racconta qualcosa su mio padre.
Questa strana usanza è stata inventata per darmi il tempo di incassare un colpo.
Oggi, però, mia madre sembrava parecchio seria perciò mi dovevo tener preparata al peggio.
– Vedi…sai che tuo padre ha perso tutti i poteri, giusto?- mi chiese.
Io annui.
– Però non ti ho mai spiegato né il come né il perché…- continuò lei.
– Vai al sodo!-. non mi piaceva attendere, ero troppo curiosa -se devi dire una cosa dilla invece di rigirarci in torno! –pensai.
- Bene, stai pronta…- mi avverti- Tuo padre è stato sconfitto da un bambino di un anno…- disse velocemente tutto d’un fiato.
– C-che cosa?- chiesi strabuzzando gli occhi allibita.
–Impossibile, ma vero…- concordò lei- Il bambino si chiama Harry Potter. Tuo padre lo stava per uccidere, ma un potente incantesimo glie lo ha impedito e gli ha fatto perdere tutti i suoi poteri…- continuò.”

Quindi era lui il famoso Harry Potter che aveva fermato mio padre?
Non ci potevo credere.
– Sei veramente Harry Potter?- chiesi sperando di aver frainteso.
–Si, in persona- rispose. E aveva pure il coraggio di dirlo così?
- Io questo qua lo stendo!- dissi.
Credo che lo abbia guardato decisamente male perché il suo amico rosso gli disse che non doveva essermi molto simpatico.
Prima che potei ribattere con un “Ci mancherebbe!” la vecchia vecchietta ritornò annunciandoci che era ora di entrare.

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Capitolo 7
*** Ma una bella padellata di affari tuoi? ***


Ecco il nuovo capitolo...scusatemi se ieri non sono riuscita a postare ma ho passato tutto il giorno a pattinaggio sul ghiaccio...
Ringrazio delle recensioni e delle persone che seguono la mia storia...
Buona lettura^^

Capitolo 7: Ma una bella padellata di affari tuoi?
Al contrario degli altri io non ero affatto nervosa, certo, non mi piaceva il fatto che tutti mi guardassero, ma non era neanche il caso si sbiancare di vergogna( strano visto che di solito si arrossisce).
Tutti noi del primo anno fummo fatti accomodare in cerchio davanti ad una scalinata. In cima c’era una sedia con un cappello( con occhi e bocca?) e dietro la tavolata con i professori.
Hai nostri lati c’erano delle tavolate con sopra diversi stemmi quali Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.
La cosa più bella di quella stanza era il cielo stellato che ci sovrastava.
Dopo che la MecGranitt ebbe chiamato varie persone arrivò il mio turno.
- Alexandra DeNoir- annunciò.
Tutti gli sguardi si volsero verso di me quando feci il primo gradino. Mi sedetti e mi misero in testa il capello parlante.
Sinceramente non mi piaceva che qualcuno potesse leggermi il pensiero, ma purtroppo questo era un rito che avveniva ogni anno e non credo che per me avrebbero fatto un’eccezione.
- Mmmm…interessante…- senti dire a quel cappello- Non credevo che Tu-Sai-Chi avesse una figlia, sono sorpreso…-continuò- Lo sai, sono stato io stesso a smistare tuo padre molti anni fa. Chi l’avrebbe mai detto che fosse diventato il più grande mago oscuro di tutti i tempi?-.
Nel frattempo tutti osservavano confusi, per nessuno prima c’era voluto così tanto tempo.
- Muoviti!- pensai impaziente.
- Oh, che caratterino!- disse- Non sai proprio aspettare eh? Comunque ho già deciso… SERPEVERDE!- gridò alla fine.
Dal tavolo si levò un urlo pazzesco e tutti batterono le mani.
- Riguardo all’accoglienza posso ritenermi soddisfatta!- pensai.

Come ormai avevo immaginato Harry Potter venne smistato a Grifondoro.
Sembrava che godesse di una grande popolarità tra la gente( non naturalmente tra i serpeverde), ma non sarebbe durata a lungo: mi ero ripromessa di rendergli la permanenza ad Hogwarts un inferno.
Stavo infilando un pezzo di torta alle fragole in bocca quando sentii uno strano verso lamentoso alla mia destra.
Mi voltai e mi ritrovai Malfoy di fianco. Del ragazzo che c’era prima nessuna traccia.
- A quanto pare siamo vicini anche qui!- disse lui.
- Già, che coincidenza…- ghignai ironica- Mi perseguiti forse?- chiedi poi seria.
- Non ti perseguito affatto, sono venuto solo a chiederti perché odi tanto il “signor Potter”?-.
- Fatti gli affari tuoi- risposi semplicemente mentre ricominciavo a mangiare.
Speravo che avesse capito il messaggio, ma evidentemente mi sbagliavo.

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Capitolo 8
*** I dormitori ***


Eccomi qui^^
Malika: grazie per la recensione, sinceramente non so ancora bene cosa succedrà tra draco e alexa, vedremo in futuro^^
Come sempre un bacione enorme a chi mi segue, buona lettura^^

Capitolo 8: I dormitori
Quando la cena fu finita ed i caposcuola ci stavano mostrando il nostro dormitorio, Malfoy era ancora all’attacco.
-Vi eravate già incontrati prima di oggi?- mi domandò.
Non risposi. Speravo che il mio silenzio l’avrebbe contagiato.
-Ti ha fatto qualcosa? – ritentò.
-No, Malfoy…no!- dissi esasperata- Non è per niente che ti riguarda, sono stata chiara?-.
-Ho capito non vuoi parlarmene…- disse abbattuto.
Sospirai di gioia. Finalmente l’aveva capito!
I dormitori erano nei sotterranei.
Li sotto era abbastanza umido e l’unica fonte di calore veniva da un grosso camino di marmo decorato con teschi e statuette. A parte i tappeti verdi e argento l’arredamento era tutto nero.
Si, era decisamente il mio mondo perfetto.
Mentre passavo una mano sulle pareti di pietra il prefetto se ne andò intimandoci di andare nei dormitori a disfare le valige.
Quando salii per le scale mi accorsi che ormai molte stanza erano già al completo.
Perciò solo dopo svariati tentativi di “bussa bussa” trovai una stanza con un posto libero.
All’interno c’erano: una ragazza molto minuta, con la faccia da carlino e i capelli a caschetto e un’altra ragazza poco più alta con i capelli raccolti in uno chignon. -E tu chi sei?- chiese stizzita nanetta guardandomi.
No, non penso che saremo andate d’accordo.
-Alexa DeNoir- mi presentai- Voi?- provai a chiedere mettendo nel tono di voce più curiosità possibile.
-Io sono Pansy Parkinson e lei è Daphne Greengrass- disse prima di rimettersi a disfare la valigia.
-Sei tu che sei stata con Malfoy per tutta la cena?- mi domandò Daphne sedendosi a gambe incrociate sul letto.
-Già…- risposi pensando al mal di testa che mi aveva fatto venire quel pazzo cotonato.
-Come fai a dire “Già…” con quel tono?!?- mi chiese lei scioccata- Malfoy fa parte di una delle famiglie più antiche e prestigiose del mondo magico!-.
-Si…lo so…- risposi distrattamente cercando la mia gatta- Mia madre è un’amica dei suoi genitori…-.
Diciamo che “Amica” non era il termine più giusto.
-Oh…come ti invidio- sospirò lei.
-Tsè- fece Pansy andando in bagno.
-Ma che ha la nanetta?- domandai disgustata a Daphne.
-Penso che anche a lei piaccia Malfoy…- dedusse.
-Santissimi numi!- mormorai. -Come facevano tutte erano innamorate di quell’essere petulante? Avrà qualche dote particolare oltre quella di farmi venire il mal di testa?- Pensai.
-Oh, ma dove sei finita Cristal!- sbuffai.
-Cristal?- chiese la Greengrass.
-E’ la mia gatta…- spiegai- L’ho persa!-.
-Sarà andata a fare un giro…- mi spiegò lei- Stai tranquilla i gatti non sono stupidi tornerà presto…-.
-Sarà…- mormorai.
L’idea che la mia piccolina fosse fuori in balia di chissà quali pericoli non mi aiutava a stare tranquilla.
Così, per distrarmi, iniziai a mettere le mie cose nell’armadio rimasto usando la magia. -Ma come fai?- mi chiese nanetta aprando la porta del bagno.
-A fare cosa?- domandai non capendo.
-Come a fare cosa?- ribadì lei- Ha usare quella magia!-.
-A far volare le cose?- dissi incredula- E’ la cosa più semplice del mondo , l’ho imparata a sei anni…- mormorai.
-Bene, abbiamo un genietto nella nostra stanza!- borbottò lei mettendosi sotto le coperte.

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Capitolo 9
*** Vendetta! ***


New chappy^^
Imperfect_ angel: sono felice che la mia storia ti piaccia^^Purtroppo silente non è il tipo che si fa gli affari suoi, ma per il momento lascierà in pace alexa^^
rei__: Grazie mille! In effetti ho iniziato questa storia perchè su efp non ne ho trovata nessuna che parlasse della figlia di voldy^^Comunque hai colto nel segno uno dei miei problemi: non sono brava a descrivere!Non mi viene!!!Però ti prometto che proverò a migliorarmi(sarà dura!!!). Inoltre hai ragione a dire che scrivo certi capitoli microscopici, ma adesso sto cercando di allungarli!

Capitolo 9: Vendetta!
Quella mattina mi svegliai come mio solito alle cinque e mezza.
Mi sentii sollevata notando il mio piccolo batuffolo nero che dormiva appollaiato tra le coperte.
Mi alzai lentamente per non svegliare ne Cristal ne le mie co-inquiline e mi diressi in bagno.
Feci una bella doccia e mi legai i capelli in una coda alta.
Quando uscii dal bagno ero già in uniforme.
Intanto le mie compagne di stanza dormivano ancora.
Mi chiesi se fosse il caso di svegliarle, ma, pensando alle reazione che la nanetta potesse avere, decisi che era meglio di no.
Non sapendo cosa fare mi diressi verso la sala comune che era naturalmente deserta.
Mi sdraiai sul divano e aspettai.
Venti minuti…mezz’ora…un’ora…
Com’è possibile che siano tutti dei dormiglioni?
Alle sette e mezza sentii dei passi per le scale, e poco dopo tutta la sala comune era piena.
Malfoy era arrivato trai i primi.
-Buongiorno Alexa!- mi salutò.
-Malfoy- risposi solamente.
Lui sbuffò si sedette nella poltrona davanti a me.
-Come mai così acida di prima mattina?- mi chiese sornione.
-Non sono acida, solo che non ti sopporto.- risposi scrollando le spalle.
Magari adesso che glie l’avevo detto, mi avrebbe lasciata in pace.
-Farò finta di crederti- sorrise alzandosi- Ma ricordati bene questo: nessuna resiste al mio fascino, tanto meno tu!-.
-E’ una minaccia?- chiesi guardandolo con superiorità.
Ma chi si credeva di essere?
Un baby-Don giovanni forse…
-E’ solo un avvertimento- mi corresse lui.
-Tieniteli per te i tuoi avvertimenti- dissi andandomene più che scocciata.
A dire il vero, più che altro mi limitai ad arrivare in corridoio, perché non mi ricordavo bene la strada per la sala grande.
Aspettai di vedere qualcuno e lo seguii sperando che andasse a fare colazione.
Per fortuna avevo beccato quello giusto.
Apparte lui e qualche persona la sala era vuota.
-Meglio così, più cose da mangiare per me!- pensai sedendomi e versando un po’ di latte alla fragola(si è capito che è il mio frutto preferito?).
Mentre mangiucchiavo dei biscotto di forma indefinita iniziarono ad arrivare gli altri studenti.
Vicino a me di sedette Daphne , che mi augurò il buongiorno.
Contraccambiai, lei era la persona meno odiosa che avevo trovato fino a quel momento.
-Guarda la McGranitt sta distribuendo gli orari- disse ad un certo punto indicandola con il cucchiaino.
-Ah si?- chiesi guardando- Ah…si..- mi risposi da sola.
Quando finalmente anche noi riuscimmo ad avere quel foglietto constatammo che alla prima ora avevamo trasfigurazione e alla seconda e terza ora pozione. Sia per la prima che con la seconda materia eravamo insieme ai grifondoro.
-Oh…no!- mormorò Daphne vedendo- Iniziamo proprio male! Come possono abbianarci a quel gruppo di mezzosangue santarellini?-.
Io annuii, ma intanto dentro di me stavo saltando di gioia.
-Vendetta!- era l’unica cosa alla quale riuscivo a pensare in quel momento.

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Capitolo 10
*** Il professor Piton è un grande! ***


Ecco il nuovo capitolo^^
Ringrazio chi mi ha lasciato delle recensioni e chi mi segue(sono di fretta oggi).
Comunque buona lettura, spero che vi piaccia^^

Capitolo 10: Il professor Piton è un grande!
Quando la colazione spari dal tavolo gli studenti iniziarono ad uscire dalla sala grande per andare alla prima lezione dell’anno.
Io ero in mezzo a quel mucchio, spingendo e scalciando per arrivare alla porta.
Fate posto per due ragazze indifese!- deceva daphne fingendo tristezza.
- Ragazza ok, ma l’aggettivo “indifesa” su di me non stava a pennello; infatti metà del corpo studentesco era piegato in due a massaggiarsi le caviglie.
Finalmente!- gridò daphne quando fummo uscite- Non ce la facevo più a stare li dentro: la prossima volta usciamo prima che si formi quell’ingorgo pazzesco!-.
- Ok, come vuoi daphne!- la appoggiai.
-
L’aula di trasfigurazione non era molto distante dalla sala grande, perciò arrivammo in fretta.
Notammo felici che soltanto pochi banchi erano stati occupati.
Noi ci sistemammo nel banco centrale ossia quello dove non sei troppo avanti ne troppo indietro, perciò puoi stare tranquillo.
Guarda!- disse la mia compagna indicando un gatto che stava seduto sulla scrivania.
- Non sapevo per quale motivo ma quel gatto aveva un sguardo troppo severo ed era seduto in un modo molto rigido.
Strano…- mormorammo insieme.
- Ad un tratto le porte dell’aula si chiusero ed io mi guardai in torno.
I miei compagni serpeverde c’erano tutti, ma tra i grifondoro mancava Harry potter.
Sarà per tutti i colpi che gli ho mandato?- mormorai tra me e me.
Mi sbagliavo.
Infatti poco più tardi le porte si spalancarono ed entrarono un potter trafelato ed un suo amico piuttosto sollevato.
- Per fortuna che non c’è la McGranitt!- fece in tempo a dire quest’ultimo prima che il gatto si trasformò proprio nella nostra professoressa.
Mi lasciai sfuggire una risatina quando vidi gli sguardi persi e impauriti di quei due.
- Non riuscivamo a trovare l’aula!- si scusarono.
- Certo…certo…- mormorò daphne ironica.
Mentre la professoressa di trasfigurazione iniziò a sgridarli per bene io non riuscivo a smettere di ghignare.
La prima ora se l’era rovinata da solo senza che dovessi intervenire.

Seconda ora, aula di pozioni.
Il professore entrò poco dopo di noi ed inizio a sbacchettare a destra e a manca chiudendo tutte le tende, circondandoci di un’atmosfera macabra.
Era un’uomo altro, pallido, con capelli corvini ed unticci.
Mentre ci spiegava l’importanza di pozioni il suo sguardo cadde su di me.
Mi studiò in tutti i particolari e mi sentii gelare.
Nonostante tutto io sostenni lo sguardo come mi era stato insegnato a fare.
Questo sembrò funzionare, infatti poco dopo lo spostò su Potter che era impegnato a scrivere qualcosa nella sua pergamena.
Lo guardò stizzito, poi iniziò a tartassarlo di domande, per vedere se era degno della fama che tutti gli attribuivano.
Mentre Potter precipitava sempre di più nel pozzo dell’umiliazione, io guardavo con occhi sognanti il professor piton: non avevo dubbi su chi poteva essere il mio insegnante preferito!
Ad un tratto, però, mi accorsi che le domande che continuava a porgli a raffica, erano cose che mia madre mi aveva già spiegato.
Rendendomi conto che avrei potuto addirittura umiliarlo di più iniziai ad alzare la mano, contemporaneamente ad una grifondoro con la foresta amazzonica al posto dei capelli.

-Sei stata grande!- mi disse daphne.
- No: il professor Piton è un grande, hai visto come ha ridotto potter?- gli chiesi mentre mettevo i libri nello zaino.
- Sono seria. Ma come facevi a sapere tutte quelle cose?Te le ha insegnate tua madre?- domandò.
Io mi limitai ad annuire.
Mentre uscivamo dall’aula ci ritrovammo casualmente(per davvero!) davanti al banco di un potter che non riusciva a mettere la bilancia nella borsa.
- Attento!- gli dissi mentre urtavo lo zaino.
Questo si sfracello al suolo e i libri si sparpagliarono tutt’intorno.
- Scusa!- dissi falsamente- Comunque, complimenti per il tuo primo giorno potter, deve essere abbastanza deprimente...-constatai.
Lui non rispose ma si limitò a guardarmi in cagnesco sorreggendo l’unica cosa che era riuscito a non far cadere: la bilancia.
Mentre me ne andavo sentii il suo amico dire- Che serpe!-.
Credeva che non lo avessi sentito?Si sbagliava.
- E ne sono fiera!- urlai dal corridoio.
Poi sparii tra la folla seguita dalle risate di daphne.

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Capitolo 11
*** Lezione di volo ***


Capitolo 11: Lezione di volo
A pranzo la notizia dello zaino si era diffusa e tutti i miei compagni serpeverde se mi vedevano mi fermavano per farmi i complimenti.
Invece i grifondoro si tenevano alla larga da me;
praticamente non potevo chiedere di meglio dal primo giorno!
-Hai raggiunto la fama di potter!- disse malfoy raggiungendomi in corridoio.
Daphne era andata ad appoggiare i libri nel dormitorio perciò mi trovavo da sola.
-Avevi dubbi?- gli chiesi.
-Stranamente no- mormorò lui osservando l’orario- Adesso abbiamo volo, mi dai l’onore di accompagnarti?- mi chiese.
-Anche se ti dicessi di no lo faresti comunque, vero?- risposi.
-Ovviamente…-.

Naturalmente volo era con i grifondoro.
-E ti pareva!- fece daphne raggiungendomi.
-Ciao Alexa, hai fatto nero lo sfregiato, eh?- mi salutò Theodore Nott.
-Ho soltanto urtato “casualmente” la sua borsa- risposi scrollando le spalle.
Poi mi girai verso Malfoy.
-Chi avrà mai inventato quel nomignolo, ne sai qualcosa?- chiesi.
-Mi è sfuggito mentre parlavo…- rispose semplicemente.
Un fischio annunciò l’inizio della lezione: era la professoressa Rolanda Bumb.
Ci posizionammo in due file una di fronte all’altra.
-Adesso mettetevi al lato della vostra scopa e dite”Su!”- ci ordinò.
Così facemmo.
-Su!- dissi con tono autoritario, e la scopa si alzò.
Mi voltai subito, ma a malincuore notai che anche potter ce l’aveva fatta.
Sbuffai: di sicuro io avevo fatto più veloce!
-Adesso salite e datevi una leggera spinta con le gambe, ma tornate subito giù, mi raccomando!- ci spiegò la professoressa..
Non feci in tempo a salire che le urla di rolanda bumb mi spaccarono i timpani.
-Signor paciock scena subito! Torni subito giù!- sbraitava.
Ma quello stupido aveva perso il controllo e vorticava in cielo come una trottola.
Non riuscii a trattenermi e mancò poco che mi piegai in due dalle risate.
-Non è divertente!- disse con voce odiosa la ragazza che a pozioni mi aveva tenuto testa.
-E chi ti ha detto niente, grifondoro?- sputai guardando la sua uniforme.
-Lascia perdere- le disse lo sfregiato.
-Non ho tempo da perdere con te foresta ambulante, fammi godere la scena- le dissi voltandomi.
Mi ero persa una manovra a U; adesso il ragazzo si stava dirigendo proprio verso una delle torri.
Si sentii un grande tonfo e lui dopo essere rimasto infilzato nella spada di una statua, cadde rovinosamente a terra.
-Uuuuh…- fece ridendo daphne- E’ morto?- domandò.
-Non penso manchi molto- risposi guardandolo.
-Fermi tutti, io accompagno il signor paciock in infermeria, se vi azzardate a staccare i piedi da terra, vi farò espellere da hogwarts! Sono stata chiara?- urlò adirata.
-Nervosetta…- commentò Malfoy.
-Come se fosse colpa nostra: lei è l’insegnante!- borbottai.
L’insegnate sollevo paciock(cosa che non era molto facile)e lo porto correndo all’interno della scuola.
-Toh guarda!- disse Malfoy chinandosi.
Io lo osservai stranita: sulla mano teneva una palla di vetro.
-La prossima volta che la guarderà si ricorderà di atterrare sul suo sederone!- rise.
Io ci misi un po’ a capire la battuta, non mi ero accorta che in realtà quella “cosa” era uno strumento magico.
-Dammela Malfoy!- fece minaccioso Potter allungando la mano.
La cosa si faceva interessante e mi tenni pronta a sparare una delle mie solite frecciatine.
Tesi bene le orecchie e attesi. Intorno a noi era piombato il silenzio, tutti guardavano la scena MalfoyVSPotter.
-Se la vuoi, vienila a prendere!- gli disse Malfoy alzandosi in aria- O forse non sei capace?- lo stuzzicò vedendo che non accennava a muoversi.
-Allora?- chiesi io piegando la testa di lato.
Effettivamente non centravo niente, ma non volevo essere messa da parte: se qualcuno aveva la possibilità di sfottere potter io mi sarei sicuramente unito a lui.
Lo sfregiato mi guardò in cagnesco e io ghignai.
Credeva forse di farmi paura?
Si girò, afferrò la scopa e arrivò all’altezza di Malfoy.
Mi infastidì non poco l’eco di ammirazione che si levò tra i suoi compagni grifonducci.
-Solo perché sa alzarsi a un metro da terra non c’è bisogno di adularlo così!- mormorai tra me e me stizzita.
-Ma bravo!- si complimentò ironicamente Malfoy- Sai alzarti, ma prova a prendere questa!- e così dicendo lanciò la palla verso il castello.
Potter iniziò a volare come un forsennato, come se salvare quella sfera fosse una questione vitale.
All’inizio credetti che non ce l’avrebbe mai fatta, ma quando mi accorsi che invece l’aveva quasi presa fui colta da uno strano senso di agitazione nello stomaco.
No: non potevo permettere che la prendesse!
Animata da questa rabbia, a labbra strette, mormorai un incantesimo che fece cambiare direzione alla palla, la quale si schiantò dritta per terra finendo in mille pezzi.
Lo sfregiato riuscì a evitare il muro della scuola per un pelo e scese a terra.
Guardò in cagnesco me, Malfoy, la palla, e se ne andò fra i suoi compagni livido di rabbia.
Ghignai.
-Come hai fatto?Come hai fatto?Come hai fatto?- mi domandò Malfoy stralunato.
Prima che potessi dire qualcosa(che sarebbe stata volgare) Daphne mi precedette con un” Lezioni private!”.
Non potevo sapere, che da una finestrella, qualcuno mi aveva osservato. Questo qualcuno aveva degli occhialetti a mezzaluna e una lunga barba d’argento.

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Capitolo 12
*** Che cosa, ma è impazzita?!? ***


Nuovo capitolo^^
Imperfect_ angel: Grazie per la recensione^^Harry diventerà comunque cercatore perchè...bè perchè si! Non dico come nel capitolo perchè sinceramente non mi è venuto in mente il come, però lo sarà^^(sono leggermente contorta)
VolandoConTe94: sono strafelice che ti piacciano i miei capitoli e come scrivo: grazie!Grazie!Grazie!

Capitolo 12: Che cosa, ma è impazzita?!?
Era una splendida mattinata a Hogwarts,come quelle che piacciono a me: fredde, nebbiose e soprattutto buie.
Già, io avevo una grande passione per l’oscurità: mi ci trovavo a mio agio!
Mia madre spesso da piccola mi paragonava a un gatto: avevo il passo leggero e vedevo bene nel buio.
Inoltre, mi diceva, che invece di essere terrorizzata dall’oscurità come gli altri bambini io passavo molto tempo con la luce spenta a disegnare nella mia stanza.
Senza fare il minimo rumore mi preparai e uscii dal dormitorio.
Gustandomi quell’atmosfera tranquilla scesi felpata le scale, ma quando vidi che il mio posto del mio divano era occupato(sottolineo i mio) la magia di quella mattinata perfetta si spezzò.
-Stavolta mi sono svegliato prima io…- disse una voce impastata dal sonno.
Malfoy, dannazione!
-Malfoy, non essere ridicolo torna a letto!- gli ordinai furiosa.
Possibile che mi doveva perseguitare anche al mattino?
Lui si girò e solo allora vidi la sua faccia stravolta: due grandi occhiaie gli segnavano il viso, gli occhi sembravano volersi chiudere da un momento all’altro e ad incorniciare il viso dello zombi i capelli leggermente scompigliati( a mo’ di rasta ndA).
Questi erano chiari segnali: non era abituato a svegliarsi a quest’ora…
-Non riuscirai a durare fino a questa sera- lo avvertì sedendomi davanti a lui..
-Se ci riesci tu, ce la farò anch’io…- sbadigliò.
-E’ qui che ti sbagli!- gli dissi guardando l’orologio- Crollerai tra tre…due…uno…-.
Malfoy piombò con la testa fra i cuscini.
-Te l’avevo detto…- mormorai schioccando la lingua.

A colazione arrivò la notizia bomba.
-Alexaaaa!!!- urlò trafelata daphne entrando nella sala grande.
-Daphneeeeee- feci imitandola- Che c’è?- dissi poi seria.
-Potter…mcGranitt… quidditch…- randolò lei trafelata dalla corsa.
-Si, certo…puoi spiegarti meglio?- le chiesi facendola sedere.
-La mcGranitt ha visto harry che volava ieri e la fatto entrare nella scuadra di quidditch come cercatore…- rispose sconvolta.
-Che cosa, ma è impazzita?!?- urlai agitando le mani- Potter…cercatore?...ma figuriamoci!!!!-.
Non poteva essere così, nessuno del primo anno aveva mai fatto parte della squadra di quidditch.
Lasciai daphne seduta allibita senza darle spiegazioni e, adirata, andai tra i grifondoro.
Potter non c’era, in compenso il suo amico stava entrando in quel momento per fare colazione.
-Tu!- gli dissi puntandogli un dito contro- Dov’è lo sfregiato?!?-.
Lui impallidì visibilmente- E’ rimasto ind-.
Non fece in tempo a rispondermi che saettai verso la sala comune dei grifondoro.

Poco dopo potter uscii dal quadro della signora grassa.
Quando fece un passo si ritrovò davanti al mio volto con un’espressione tutt’altro che rassicurabile.
-Sei tu, ma che cosa vuoi?- mi chiese scocciato.
-Sei un cercatore?- domandai.
-Si- rispose risoluto.
Aprii la bocca, partì un insulto, poi tornai dalla mia amica.
-E’ un cercatore…- confermai.
-Ma non…solo perché è potter non possono andare contro tutte le regole di hogwarts!- si lamentò lei.
Ma io non la stavo ascoltando: nella mia testa stava prendendo forma un’idea che andava contro tutto il mio buon senso.

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Capitolo 13
*** C'è solo una cosa da fare in questi casi... ***


Capitolo 13: C'è solo una cosa da fare in questi casi…
-A-Alexa, ma cos’hai?- mi domandò preoccupata daphne vedendo che non davo segnali di vita.
La guardai, strinsi i denti e sussurrai le fatidiche parole – Voglio far parte della squadra di quiddich-.
Lei splancò gli occhi- Credevo odiassi lo sport…-.
-Infatti, ma non è tutto…-.
Lei si strinse le mani, fece un respiro profondo e poi mi disse- Spara!-.
-Non diventerò mai una giocatrice di quiddich se…insomma…in questi casi c’è solo una cosa da fare…diventerò la cocca della prof!- mormorai.
Dalla bocca di daphne uscì un urlo straziante.
Questo andava davvero contro tutti i miei principi…

Per quanto riluttante fosse la cosa io non avevo scelta: farmi battere da Potter era fuori discussione!
Per una settimana intera fui un angioletto, feci tutto quello che la professoressa di volo ordinava nel modo migliore nel quale poteva essere eseguito.
Fui tutta occhi dolci e muso da cucciolo bastonato.
Dire che la prof. mi adorava era poco: non faceva altro che dire “ fate come la signorina Alexa” oppure “ Cercate di essere sciolti…come alexa!” oppure quando gli altri cadevano“ eh alexa mia…ma come facciamo con questi qui???”
Io mi limitavo a sorridere e ringraziare cordiale, frenando i miei attacchi di vomito causati dal troppo zucchero che mi circondava. Se continuava così mi sarebbe venuto il diabete! Dopo il settimo giorno di tortura, aspettai che gli altri se ne fossero andati e mi avvicinai alla mia insegnante.
-Professoressa le posso chiedere un cosa?- dissi con tono timido.
-Non credevo di poter cadere così in basso!- mi dissi da sola.
- Certo Alexa dimmi pure, cosa vuoi sapere?- mi domandò.
- Bè…mi domandavo…se io…potessi partecipare alle selezioni di quiddich della mia casa…- iniziai a chiedere tentennando, alternando lo sguardo dalle mie mani al volto di Ronalda Bumb.
Lei si passò una mano tra i capelli e sospirò- Veramente non sarebbe permessa la partecipazione di studenti del primo anno…- iniziò.
-Ma Harry?!!- la interruppi.
Oh mio dio…l’avevo chiamato per nome…nausea!!!!Mi serve una catinella!!
-Quando hai ragione hai ragione!- disse lei appoggiandomi- In quando a talento tu e potter vi eguagliate…- .
-Che cosa?!?- volevo urlarle in faccia- Io sono nettamente superiore a lui!-.
Ma rimassi zitta ad ascoltare.
-Quindi non vedo alcun problema…ne parlarò con la squadra deii serpeverde, poi potrai fare un provino!- mi assicurò.
-Oh, la ringrazio di cuore, davvero! Lei sta facendo avverare il mio più grande sogno! E’ da quando ero piccola che desidero giocare in una vera squadra!- dissi con gli occhioni.
Ma quando mai?
-Non c’è problema!Mi rende felice aiutare i miei alunni!- mi rispose.
-E’ fatta!- ghignai.

-Non ci credo!- disse estasiata daphne- Non aspetta ti credo…ma non posso crederci!!!- iniziò a farfugliare.
Come faceva a essere così felice?
Era mezzanotte, stavamo studiando insieme il regolamento del quiddich e non dava il minimo segno di stanchezza, mentre io mi stavo addormentando su un’immagine del boccino d’oro. L’indomani avrei avuto il provino e ancora non sapevo bene cosa si dovesse fare una volta entrati in campo.
Da piccola pensavo(ed era la convinzione che avevo avuto fino a poco prima di aver aperto il libro) che il quiddich era una danza acrobatica sulle scope.
-Daphne per favore non urlare!- le dissi chiudendomi la faccia nel libro.
-Per una volta che pansy non è qui a lamentarsi, fammi godere la vita!!!!- protestò.
Aveva ragione, pansy non ci permetteva di parlare nel dormitorio passate le otto di sera, perché diceva che per diventare belle bisognava dormire molto.
-Forza pigrona! Ripetimi tutto il regolamento!- m’incitò la mia compagna di stanza.
Di questo passo non sarei arrivata ai provini…ma chi me l’aveva fatto fare?

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Capitolo 14
*** In tempo record!/C'è qualcosa di strano... ***


Ciao a tutti!!
Visto che ultimamente sono stata libera ho pensato di aggiornare, mi dispiaceva troppo fermarmi così!
Non prometto di postare con la rapidità di prima(magari!), ma proverò a postare qualcosa ogni tanto^^
Per farmi perdonare metterò due capitoli^^
Buona lettura:

Capitolo 14:In tempo record!
Quella fatidica mattinata mi svegliai alle otto.
Era domenica, questo voleva dire niente lezioni!
Mi alzai lentamente, godendomi l’umidità della stanza che mi avvolgeva.
Poi ad un tratto ricordai: provini di quiddich!
Oooh…cavolo! Me ne ero dimenticata!
Iniziavano tra dieci minuti e io mi dovevo preparare sia fisicamente che mentalmente.
Inoltre avevo bisogno di mangiare: la sera prima avevo digiunato per studiare, sicura che la mattina avrei avuto tutto il tempo!
Mentre questi pensieri vorticavano nella mia testa mi accorsi che stare li impalata non risolveva niente.
Feci un respiro profondo e guardai la porta del bagno con aria di sfida, poi scattai velocemente al suo interno.

Tre minuti più tardi mi stavo abbuffando di biscotti alle ciliegie(che neanche mi piacevano), che erano l’unica cosa rimasta nella mia tavolata. Cinque minuti più tardi ero nel campo da quiddich, con una nausea pazzesca e un terribile mal di testa.
C’era già qualche studente nel campo ad allenarsi.
Che dovessi farlo anche io?
Naaaaaah!
Perché sprecare tempo, tanto nessuno è migliore di me.

-Alexa tocca a te!- annunciò il “Capocchia” della squadra.
Sbuffando mi alzai, presi la scopa e mi sollevai da terra.
Guardai il portiere con aria di sufficienza.
Gli sorrisi ammiccante e prima che lui potesse lontanamente accorgersene io avevo già segnato un punto.
Ghignai: questo sport era molto più facile di come si descriveva nei libri.

-Bè Alexa, tu sei praticamente in squadra. Ci vediamo tutti i mercoledì e venerdì ad allenamento.-.
Queste furono le parole che mi resero estremamente soddisfatta del mio operato.
Avevo dovuto diventare la cocca della prof, studiare tutta la notte, mettermi quella tuta puzzolente, ma alla fine ce l’avevo fatta!
Trastullandomi raggiunsi Malfoy: avevamo un conto in sospeso.
-Ehy Malfoy indovina chi è entrato nella squadra di quiddich?- gli chiesi ironica avvicinandolo.

Capitolo 15: C’è qualcosa di strano…
-E’ tardissimo!- dissi a Daphne che ancora non aveva voluto alzarsi- Daphne, daphne! -Muoviti o ti lascio qui!- continuavo a ripetere scuotendola.
-Non sono neanche le sette e mezza…- sbiascicò lei coprendosi con il cuscino.
-No Daphne, non trovare scuse, o facciamo tardi a lezione!- insistei togliendole le coperte - Carino il pigiama, dove l’hai comprato?- le chiesi distraendomi per un secondo.
Lei mugugnò qualcosa e solo allora mi ricordai.
-Daphne in piedi, subito!-.

Erano le 8:00 e stavamo ancora facendo colazione.
-Dai Daphne andiamo, andiamo!- continuavo a dire, sapeva che non potevo andare da sola per il castello: il mio precario senso dell’orientamento non me lo permetteva!
-Adesso Alexa, adesso…- mi ammoniva lei.
-Ma l’hai detto anche cinque minuti fa!- mi lamentai come una bambina piccola.
-Accidenti Alexa!- esclamò Draco irritato dalle mie continue richieste- Arriveremo in tempo a Difesa Contro le Arti Oscure, non c’è bisogno di agitarsi tanto!-.
-Non ho chiesto niente a te!- gli risposi scorbutica.
Lui sbuffò e tornò a concentrarsi sulla sua colazione.
-Voglio andare a lezione, uffa!- esclamai arrabbiata.
-Ci andremo…- mi assicurò la mia amica.
-Bè io ci voglio andare adesso!- non ero abituata a non ottenere quello che volevo subito.
-Smettila di fare la bambina capricciosa!- mi avverti Draco.
No!Questo era troppo: io non ero una bambina capricciosa!
-Stupido principino viziato!- gli dissi alzandomi da tavola.
Non volevano accompagnarmi? Bene: ci sarei andata da sola!
-No Alexa ti perderai, e dopo si che arriverai in ritado…se arriverai!- mi disse Daphne.
Ma io non la stavo ascoltando.
Credevano che fossi stupida forse?
Credevano veramente che sarei andata a zonzo per il castello senza sapere dove andare?
Bè, si sbagliavano di grosso!
Chiesi a Madama Bumb( la prima insegnante che avevo incontrato) di indicarmi la strada.
Seguì le indicazioni alla lettera e finalmente arrivai in classe.
Evvai, ero la prima!
-Buongiorno!- salutai il professore che era voltato di spalle.
Lui sobbalzò.
-B-buongiorno!- rispose lui.
Che strano omuncolo che era!
Mi ricordai di averlo visto alla presentazione degli insegnanti il giorno dello smistamento.
Era il professor Raptor…con il suo strano turbante.
Però…però…c’era qualcosa di strano in lui, ma non riuscivo a capire cosa.
L’avevo notato anche la prima volta, aveva un non so che di…magnetico…
Forse l’avevo già incontrato…ma dove?
Mi sedetti sotto il suo sguardo attento e una strana sensazione addosso.
Poco dopo arrivarono anche gli altri.
Oggi lezione con i corvonero, menomale.
-Visto che sono arrivata anche senza il vostro aiuto?- dissi ironica a Daphne e Malfoy.
-Ha chi hai chiesto indicazioni?- mi domandò quest’ultimo.
Sbuffai: questo ragazzo stava iniziando a conoscermi fin troppo bene!

-Io adoro difesa contro le arti oscure, l’adoro!- esclamai dopo l’ennesimo incantesimo riuscito.
-Adesso capisco perché avevi tanta fretta di venire!- disse Malfoy.
Mentre ridevo e scherzavo, tra un incantesimo e l’altro, non potevo sapere che qualcuno mi stava osservando: era il professor Raptor con una voce che gli rimbombava nella testa.
Quando suonò la campanella l’angoscia mi avvolse- Ma come, di già?- domandai sconsolata- Non voglio fare storia della magia!-.
-Credimi- mormorò Daphne mettendomi una mano sulla spalla- Non sei l’unica, cara mia!-.
Raccolsi tristemente le mie cose e mi avviai verso l’uscita.

-Non voglio, non voglio…- mormoravano gli studenti entrando nell’aula.
Già, quella materia non era particolarmente amata dagli studenti;
Il motivo? Il professore era una lagna.
Insomma, gli argomenti potevano essere anche interessanti, ma spiegati con il suo entusiasmo…anche i più forti studenti crollavano;
Tutti tranne una: l’instancabile Granger!
Mi chiedo anch’io a volte come faccia!

-Ti prego picchiami!- implorai Daphne giunta allo stremo delle mia forze.
Di tutto pur di fuggire da quell’aula.
-Posso?- domandò speranzoso Draco che aveva sentito.
-No tu no- risposi frettolosamente- Dai daphne, ma non troppo forte, quanto basta per rompermi qualche osso!-.
-Prima picchia tu me!- mi chiese lei: evidentemente anche il suo livello di sopportazione stava crollando.
-No, prima tu!-.
-No, tu!
-Tu!-
-Basta!- disse Draco- Se continuate così ci penso io!- ci avvertì.

Mi sembrava impossibile, ma la campanella suonò.
Suonò!
Non mi ricordavo che avesse un suono così bello e soave!
Il suono della liberazione.
Spingendoci e travolgendoci riuscimmo a uscire.
-Libereeeee!- urlammo io e Daphne.

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Capitolo 15
*** Cosa mi hai fatto, Potter? ***


Capitolo 16: Cosa mi ha fatto, Potter?
Gli allenamenti di quidditch andavano alla grande: non facevo altro che segnare goal. I miei compagni di squadra mi chiamavano “stella nascente”.
Adesso era diverso: quello sport iniziava a piacermi veramente: ormai non lo facevo più con la speranza di sconfiggere Potter(anche se non mi sarebbe dispiaciuto farlo).
-Sei una scheggia mentre voli Alexa!- si complimentò con me l’ennesima serpe lecchina.
-Si, si lo so!- risposi vantandomi.
-Ci vediamo domenica, vedrai stracceremo quei maledetti grifoni- mi disse.
-Questo è ovvio!- esclamai- A domenica!-.
Percorsi velocemente il campo dirigendomi nel dormitorio.
Mi sarei fatta una bella doccia e sarei andata a dormire: ero troppo stanca per poter anche lontanamente pensare di riuscire ad arrivare alla sala grande.
Ma prima c’era una cosa che dovevo fare: trovare un bagno!
Entrai in quello più vicino alla mia postazione.
Aprì la porta senza tanto ritegno, ma mi accorsi di non essere sola.
Qualcuno stava piangendo.
Ma non era a quel qualcuno a cui mi stavo riferendo: c’era qualcosa dietro di me.
La porta si aprì e ne uscì la granger con la sua inconfondibile foresta amazzonica al posto dei capelli.
Guardò terrorizzata dietro di me, e da quanto alzò lo sguardo capì che quel qualcuno non doveva essere molto piccino.
Lei urlò e si nascose dentro la cabina, io afferrai la bacchetta e la puntai dietro di me.
C’era un troll.
Sbuffai: e io che credevo che ci fosse chissà che cosa.
Il bestione, con la mazza, demolì tutte le cabine.
-No!- esclamai- Che cavolo!Devo andare in bagno!-.
-Hermione!- urlarono Potter e Weasley entrando.
Perfetto, l’allegra combriccola era al completo.
-Tu?- domandò il rosso stranito.
-E’ così strano che una ragazza provi ad usare il bagno per delle ragazze?- domandai ironica.
-Questo non è il momento adatto!- mi ammonì Potter mentre il troll cercava di colpirlo.
-Di sbagli Potter, ogni momento è buono per dar sfogo al mio sarcasmo!- lo informai.
Nel frattempo il troll l’aveva preso per una gamba e stava cercando di “Mazzarlo”.
-Fate qualcosa!- gridò.
-Mi spiace, ma sono troppo occupata a ridere- risposi congedandomi.
Pensava forse che l’avessi aiutato?
-Cosa devo fare?- chiese invece Lentiggini.
-Qualsiasi cosa!- rispose l’altro.
Il troll indietreggio pericolosamente e anch’io dovetti retrocedere, ma così facendo sbattei contro il lavandino causando un rumore che incuriosì il bestione.
Immediatamente lasciò Potter e si apprestò ad attaccarmi.
-Non ci provare neanche!- lo avvertì puntandogli la bacchetta contro- Lugendis!-.
Delle catene avvolsero il troll.
-Ma cosa?- urlò sbalordito il rosso con la bocca a “O”.
-Non reggeranno in eterno- li avvertì.
Infatti il troll aveva appena spezzato la prima catena.
-Wingardium Leviosa!- intervenne Hermione.
La mazza del gigante si sollevò in aria per poi ricadere sul suo grosso capoccione.
Il bestione svenne e cadde a terra provocando un terribile boato.
Potter si apprestò a riprendersi la sua bacchetta che si era infilata dentro il naso del troll.
-Bleah, caccole di troll!- esclamò l’amico.
Sentii dei passi nel corridoio e decisi che era meglio andarsene: farsi trovare con il trio “Potter” non mi avrebbe di certo aiutata a mantenere la mia fama.
Però successe una cosa mentre mi apprestavo a sparire: la mia mano destra tocco quella di potter e provai un dolore immenso.

Solo quando arrivai in sala comune e mi accertai di essere sola mi guardai la mano: una grande macchia rossa come quella di una bruciatura si stendeva da polso a metà mano.
-Cosa mi hai fatto, Potter?- domandai furiosa.

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Capitolo 16
*** La partita ***


Capitolo 17: La partita
Domenica mattina.
Puntualissima mi svegliai alle sei e mezza.
Però c’era qualcosa in me di strano: non riuscivo a stare ferma.
Dopo essermi preparata iniziai a fare avanti e indietro per la stanza, poi, quando decisi di sedermi iniziai a ondeggiare le gambe.
-Nervosa per la partita?- mi stuzzicò Pansy mentre si alzava.
-Senti “Stizzosetta”(così la chiamavo io), io non sono mai nervosa- le scandì.
-E’ vero- mi appoggiò Daphne.
Quanto adoravo quella ragazza!
-Sarà, ma quelli che ho visto sono proprio sintomi del nervosismo! – rispose provocandomi.
-Allora è meglio che ti metti gli occhiali- gli sputai in faccia-Ci vediamo di sotto Daphne, non intendo sentire un’altra parola da quel carlino!-.
E senza aggiungere altro mi precipitai di sotto.
Il rapporto tra di noi era notevolmente peggiorato da qualche mese: ultimamente non facevamo altro che litigare e probabilmente ci saremmo anche scannate se non ci fosse stata Daphne.
-Che faccia hai!- esclamò Malfoy guardandomi- Litigato ancora con Pansy?-.
-Si vede così tanto?- chiesi cercando di calmarmi.
-No, ti ho sentito urlare che non intendevi ascoltare un’altra parola da quel carlino; ho fatto solo due più due- scherzò.
Sbuffai.
-Dai andiamo a mangiare non ce la faccio a restare ferma qui!- dissi avviandomi.
-Sei nervosa per la partita?- mi chiese.
Sospirai.
-Ma perché credete tutti che io sia nervosa per una stupida partita?!?- sbottai.
-Scusa, scusa. Era una semplice domanda. Sai, sarebbe normale-.
-Bah. Io non lo sono- puntualizzai.
-Cosa nervosa o normale?- domandò ironico lui.
Mi limitai semplicemente a guardarlo con sguardo omicida.

Quanto entrai nella sala grande sentì degli sguardi su di me.
Era il gruppo di Potter.
Sbuffai per l’ennesima volta e mi strinsi la mano.
-C’è qualcosa che non va?- mi domandò Malfoy
. -E’ Potter, non lo sopporto!-risposi semplicemente.
-Che novità!- sorrise lui.

-Bè si comincia!- annunciò il leader della squadra.
A sentire quella frase il sangue mi si raggelò nelle vene.
-Ci siamo- mormorai.
Dopo poco le porta si aprì e noi serpeverde ci librammo nel campo da quidditch.
La nostra casa si mise a urlare e applaudire, sventolando le bandierine verdi-argento.
-Vai Alexa!- sentì urlare a Daphne.
Io le sorrisi e presi la mia postazione.
Poco più in alto di me stava Potter e, anche se la tentazione di spingerlo giù dalla scopa era forte, dovevo resistere: adesso non c’era tempo per pensare a lui dovevo solo concentrarmi sulla partita e vincere!
Madama Bumb fischiò e la pluffa venne lanciata in aria.
Ad afferrarla fu una grifondoro, ma fu subito fermata da una spinta di un mio compagno.
Me la lanciò, e dopo un po’ di manovre aeree avevo già segnato il primo punto.
-10 punti a serpeverde!- urlò qualcuno.
-Bel tiro Alexa- mi disse un battitore.
-Modestamente…- gongolai prima di tornare all’attacco.
Segnai altri tre punti, ma poi venni distratta: cosa ci faceva Potter appeso per una mano alla sua scopa?
Scossi la testa per richiamare la concentrazione: forza Alexa!
Senza badare troppo a lui continuai a giocare.

Avevo fatto l’ennesimo tiro quando vidi che lo sfregiato aveva intercettato il boccino.
Cavolo, se lo prendeva avremmo perso!
-Dobbiamo essere più veloci!- informai il mio compagno- Potter ha quasi raggiunto il boccino!- esclamai.
Il mio piano?
Arrivare a più di 150 punti, in modo che, anche se Potter avrebbe preso il boccino, noi avremmo comunque vinto.
Il nostro punteggio era di 110.
-Prendi Alexa!- mi urlarono lanciandomi la palla.
Si, ce la potevo fare.
Serpeverde iniziò a fare goal a velocità mai viste prima.
Proprio quando il boccino uscì dalla bocca dello sfregiato(che schifo!)io segnai il quinto punto.
Non avevo calcolato, però, che anche grifondoro era riuscito a segnare un punto.
-Parità!- annunciarono.
Noi serpeverde diventammo lividi di rabbia: non esisteva che fossimo alla pari di grifondoro!

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Capitolo 17
*** Sono stata smistata a grifondoro ***


Nuovo capitolo^^
Ringrazio VolandoConTe94 per la recensione.
Vi lascio al capitolo, buona lettura^^

Capitolo 18: Sono stata smistata a grifondoro
-Povero dolce…- mormorò Daphne dopo che avevo infilzato una torta con poca grazia.
-Parità?PARITA’? Parità un cavolo: noi siamo nettamente superiori, ma chi l’ha inventata questa storia del boccino, si può sapere?!?-.
-Il boccino d’oro…-iniziò Daphne.
-Ah!- esclamai furiosa alzandomi- Me ne vado a letto!-.
-Abbiamo scoperto che ad Alexa non piace perdere o pareggiare…- sentii dire a Malfoy.
Irritata più che mai mi diressi a passo svelto verso il mio dormitorio.
Chi si trovava nella mia strada o si levava o veniva letteralmente abbattuto.
Giunta alla mia meta mi sbattei la porta alle spalle con una tale violenza che i teschietti appesi al muro tremarono.
Non ero riuscita a battere Potter, non ci ero riuscita, NON CI ERO RIUSCITA!
Ad un tratto alla rabbia si sostituirono la tristezza e l’umiliazione.
Mi lascai cadere a terra: non ero degna figlia di mio padre, non lo ero affatto!
Mi sfuggì un singhiozzo: era tanto che non piangevo, molto tempo.
Feci un respiro profondo e contai fino a cinque a voce alta: la calma era tornata.
Mi alzai, ma una voce gracchiante mi fece voltare: c’era un gufo.
Ma non era un semplice gufo: era il mio gufo!
-Ciao lionel!- lo salutai ridendo del suo buffo nome- Cos’hai per me?- domandai.
Lui alzò l’ala destra mostrandomi la lettera che aveva legata alla zampa.
Glie la sfilai dolcemente – Ora vai prima che Cristal si accorga di te!- gli consigliai.
Eh, già: la mia gattina non gli aveva mai dato pace dalla prima volta che l’aveva visto.
Senza indugiare oltre aprì la lettera: era di mia madre.

“Cara Alexa,
il tempo vola qui … e tu non mi hai neanche scritto una lettera!
Neanche una te ne rendi conto?! Ti sei dimenticata di tutta la carta che mi hai fatto comprare forse? Ti sei dimenticata di avere una madre che forse si preoccupa se la figlia sia viva o no?
Va bene tesoro, mi sono calmata.
Spero che tu stia bene li a Hogwarts(a proposito non mi hai neanche detto in che casa sei stata smistata) spero che ti sia fatta buoni amici.
E dimmi: hai conosciuto Potter vero?
Spero che la tua già precaria sanità mentale non sia crollata.
Fammi sapere.
P.S.
Purtroppo non potremo vederci per le vacanza di Natale, è successa una cosa, ma non te lo posso spiegare per lettera….
Baci: Mamma”

Rilessi la lettera più volte prima di capire che forse ero meglio risponderle.
Presi la carta e la piuma e iniziai a scrivere:

“Cara mamma,
ti sbagli io non mi sono dimenticata, ma vedi, c’è una cosa che non sapevo come dirti sai…mi hanno smistata a grifondoro, si!
Lo so che per te sarà un duro colpo mamma, ma io in questa casa mi trovo molto bene:ho conosciuto Harry Potter e lo trovo davvero molto simpatico, lo sai?
Peccato, perché non vedevo l’ora che tu venissi a trovarmi, così ti avrei presentato tutti i miei amici mezzosangue.
Baci!
P.S.
E’ tutto uno scherzo, sono a serpeverde e odio a morte Potter, tranquilla. Inoltre si, è vero, mi ero dimenticata anche di averla quella carta: però mi ricordavo di avere una madre da qualche parte nel mondo…
Baci: Alexa.”

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Capitolo 18
*** La gelosia è una brutta malattia ***


Nuovo capitolo^^
Malika: il suo nome è Elénore Isabelle Lloyd, discende da una famosa famiglia purosangue della francia, ma ti lei(molto forse) parlerò in un'altra fan fiction.
Grazie mille per la recensione^^
VolandoConTe94:probabilmente sarà quella la reazione, grazie mille e mi dispiace se questi capitoli sono un pochino corti, ma la mia mente è strana e se decide che quella deve essere la fine del capitolo non c'è verso che riesca a scrivere altro(me complicata^^).
Buona lettura^^

Capitolo 19: La gelosia è una brutta malattia
-Quindi ti toccherà passare qui il Natale?- mi chiese Daphne mentre camminavamo per i corridoi.
-A quanto pare…uffa e io che non vedevo l’ora di andarmene da questo mucchio di mezzosangue; Guarda…- dissi evitandone uno- Spuntano come funghetti!-.
-Alexaaaaaa…- bisbigliò qualcuno facendomi sobbalzare- Ah ah! Ci sei cascata!- rise poi.
-Cos-?? Malfoy! Cosa vuoi?- dissi arrabbiata: odiavo quando la gente mi spuntava alle spalle.
-Ho sentito dire che toccherà passare il Natale qui!- rispose lui.
-Stavi origliando la nostra conversazione?- chiese Daphne leggermente irritata.
-Non è questo il punto. Volevo sapere se ti andava di venire a casa mia per Natale?- propose.
Rimasi spiazzata: a casa di Malfoy per Natale?
Bè pensandoci bene non sarebbe una cattiva idea: se ben ricordo “casa” sua(alla faccia dell’umile dimora) era abbastanza carina.
-Ok Malfoy mi hai covinta…- risposi.
-Cosa? Davvero?!?- urlò lui che, a quanto pareva, credeva che avrei risposto in modo negativo.
-Certo, ma non montarti la testa: lo faccio solo per non passare il Natale tra mezzosangue!-.
-Ok, ok: vado ad avvisare mia madre!- e così dicendo si volatizzò.
-No, no: questo non dovevi farlo!Non dovevi proprio farlo!- esclamò preoccupata Daphne.
-Perché?- chiesi curiosa.
La risposta arrivò pochi minuti dopo.
“Stizzosetta” ci venne incontro, la faccia livida di rabbia, e mi puntò contro la bacchetta.
-Tu!TU!Come osi, eh?- mi urlò contro.
Metà del corpo studentesco si era girato per guardarci, perfetto: stava dando spettacolo.
-A fare cosa?- chiesi non capendo: erano un po’ di giorni che neanche ci calcolavamo!
-Non fare la finta tonta!- continuò lei.
-Guarda che io…- provai.
-Hai accettato l’invito di Draco…- mi sussurrò Daphne.
-Ah, per quello!- esclamai colta da un’illuminazione- Ti dispiace che non ti abbia invitata?Sei gelosa di me?- la stuzzicai.
-Ma come osi?- starnazzò lei stringendo la bacchetta.
-Guarda che se finisce in rissa ti spacco una sedia in faccia…- l’avvertì con tono molto calmo: stranamente oggi non avevo voglia di urlare.
La mia frase strappò una risatina dai vari passanti che, molto dicretamente(certo come no) si erano messi a guardare.
-Io, io ti…- balbettò lei sempre più rossa in viso.
-Cosa succede qui?- domandò una voce stridula: la professoressa McGranitt.
Di bene in meglio!
-Vi devo chiedere di seguirmi nell’ufficio del preside!- ci informò non appena si rese conto della situazione.
-Gran bella genialata, eh Carlino?- le domandai sarcastica superandola.
Non volevo andare dal preside, no!
Quell’uomo, quel Silente, lui poteva scoprire tutto!

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Capitolo 19
*** Mai cantare vittoria prima del tempo ***


Scusatemi per il ritardo^^
Ringrazio VolandoConTe94 e Malika per le recensioni^^
Ora vi lascio, vado di fretta, buona lettura^^

Capitolo 20: Mai cantare vittoria prima del tempo
Dopo che l’insegnante ebbe pronunciato la parola d’ordine ci invitò a salire.
La stanza del preside era circolare, grande e spaziosa.
Era piena di oggetti magici, tra i quali riconobbi solamente il cappello parlante.
Sulla parete erano attaccati dei quadri dei presidi passati di Hogwarts.
-Buon pomeriggio professoressa McGranitt e anche a voi due signorine!- esclamò Albus Silente spuntato chissà da dove.
Calma, calma, calma: devo stare calma.
-Buon pomeriggio- rispose semplicemente lei- queste due ragazzine stavano dando spettacolo per i corridoi- spiegò lei prima di andarsene.
-Lei stava dando spettacolo- spiegai- Io rispondevo solamente e civilmente alle sue domande..- spiegai al preside.
-Certo, certo: rispondendo civilmente! E quella frase della sedia in faccia?!?- domandò inviperita lei.
-Era solo un avvertimento. Comunque eri tu che mi stavi puntando la bacchetta in faccia!- continuai.
-Calmatevi- fece eco il preside- E, prego, accomodatevi.
Noi, guardandoci in cagnesco, ubbidimmo.
-Allora, cosa è successo?- chiese con una calma quasi innaturale.
-Allora…- provai a iniziare io, ma l’altra mi bloccò.
-Ci penso io a spiegare i fatti, Alexa!- mi ammonì.
-Prego, faccia finire di spiegare alla sua compagna- intervenne Silente indicandomi.
Faccia-Da-Carlino sbuffò, ma non si oppose.
-Allora, come stavo dicendo, a un tratto questa gentile fanciulla mi ha fermato con poca grazie e, puntandomi contro la bacchetta, mi ha chiesto come avevo potuto accettare l’invito di Draco a passare il Natale a casa sua- iniziai(incredibile ma vero avevo chiamato Malfoy per nome!).
-Una questione di cuore, quindi- intuì il preside.
-Già, si è ingelosita!- confermai.
-Io non sono affatto gelosa di te!- esclamò lei.
-Certo, certo…- dissi ironica io.
-Perfavore, non riiniziate ad accapigliarvi. Queste questioni dovete risolverle da sole, certo, ovviamente, senza l’uso della forza- ci spiegò- Potete pure andare!- disse.
-Evvai, non ha scoperto niente su di me!- pensai allegra;
Mai cantare vittoria prima del tempo.
-Signorina DeNoir?- mi domandò il preside- Cosa ha fatto alla mano?-.
Perfetto!!!
-Bè, mi sono scottata accendendo il fuoco in sala comune…- risposi prontamente coprendo la ferita.

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Capitolo 20
*** Malfoy Manor ***


Capitolo 21: Malfoy Manor
-Sapeva qualcosa, lui sapeva!-.
Queste erano le parole che continuavano a eccheggiarmi nella testa.
Avrei dovuto scrivere a mia madre, ma, adesso che ci pensavo non sapeva nemmeno della mano.
Meglio così: se sapeva che Potter aveva fatto del male pure a me sarebbe arrivata qui e in quattro e quattr’otto ciao ciao Potter!
Non che non lo volessi morto ovvio: ma qualcosa mi diceva che era meglio lasciarlo a mio padre.
Quando fosse tornato al potere, di certo, avrebbe voluto occuparsene personalmente.
-A cosa pensi?- domandò Malfoy vedendomi accigliata.
-Sto meditando…- risposi fulminandolo con lo sguardo facendogli capire che era uno di quei momenti in cui lui doveva far finta che io non ci fossi.
Rimasi così a pensare per un tempo indeterminato, guardando il fuoco scoppiettare.
“Mi sono scottata accendendo il fuoco!” che scusa pessima , stupida, banale.
Eppure di solito ero brava a mentire…
Avevo un talento naturale…diceva mia madre…
Ma lui…mi aveva fatto qualcosa…
I suoi occhi erano così strani!
-Spero che quando arriveremo a casa tornerai normale…- pensò a voce alta Draco.
Io lo guardai e sorrrisi: aveva ragione non era il momento di farsi questi pensieri ero in vacanza!
-Che ho detto di tanto divertente?- chiese Malfoy che mi aveva visto sorridere.
-Hai ragione…- ammissi non molto volentiri- Non devo pensare ad altro che a divertirmi!- esclamai.
Lui rimase spiazzato: i miei continui cambiamenti di umore non lo aiutavano affatto!

Il signor Malfoy ci venne a prendere alla stazione e solo in quel momento mi resi conto della grande cavolata che avevo fatto: lui avrebbe potuto riconoscermi!
Ma per fortuna, a quanto pareva, lui non sembrò accorgersi di niente.
-Sono felice di conoscerti- disse lui prendendomi la mano e baciandomela- Draco mi ha parlato molto di te, saremo onorati di averti con noi per Natale!-.
-Grazie signore- risposi io esibendomi in un piccolo inchino con cui di solito conquistavo tutti.
Con poca grazia spinse l’elfo domestico per portarci le valige.
Aveva fatto bene: è così che vanno trattati gli esseri inferiori.
-Gli hai parlato molto di me, eh?- chiesi maliziosa a Draco.
-Solo un paio di volte, non montarti la testa!- rispose lui rosso come un peperone.

Malfoy Manor era esattamente come me la ricordavo.
Bastavano solo poche parole per descriverla: grande, terribilmente grande!Diciamo il doppio di casa mia.
-Wow!- esclamai vedendola, tanto per dare l’aria di essere sorpresa.
-E non hai ancora visto niente!- si vantò Draco.
-Viva la modestia…- commentai io.
-Senti chi parla!- esclamò.
-Draco, suvvia, sii educato!- intervenne il padre spingendolo leggermente con lo strano bastone a serpente.
Nel frattempo la porta si aprì e ne uscì la madre di draco.
Anche lei biondissima, era alta e molto magra.
Il suo volto si aprì in un largo sorriso- Sono molto contenta che sei venuta. Draco ci aveva detto che sicuramente avresti rifiutato l’invito- disse invitandomi a entrare.
Un elfo mi prese il soprabito e seguì Draco finoal secondo piano.
Dopo qualche stanza girò a destra e poi di nuovo a sinistra poi forse di nuovo a destra, ma mi ero persa (maledetto senso dell’orientamento poco sviluppato)e finalmente arrivammo a una camera. Era grande, molto spaziosa e arredata con gusto.
-Tu starai qui…- mi informò lui.
Vidi che tutti i bagagli erano già arrivati: molto efficenti questi elfi domestici mi devo ricordare di parlarne a mia madre.
-Una domanda padrone!- dissi alzando la mano e facendolo ridere per il tono buffo che avevo usato-Mi puoi rispiegare la strada?-.
-Sei sempre la solita- sorrise lui.

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Capitolo 21
*** Draco spiaccicato ***


Scusate per l'infinito ritardo, ma a breve ci saranno gli esami e sto crepando di paura per gli orali!!!
Comunque *si ricompone* ringrazio la mia fedele lettrice VolandoConTe94 per la recensione^^
Al prossimo chappy^^

Capitolo 22: Draco spiaccicato
-Era tutto molto buono, grazie- dissi alla signora Malfoy alzandomi la tavola.
-Grazie a te. Ormai nessuno ha il buon gusto di dire certe cose, qui- si lamentò lei facendomi ridere.
-Andiamo a fare una passeggiata, Draco?- gli domandai.
Avevo bisogno di sgranchirmi le gambe.
Dopo due giorni passati chiusi in casa per un bufera di neve(non che non mi sia divertita, anzi), avevo bisogno d’ispirare l’aria frizzante dell’inverno.
Quando l’avevo detto a Draco lui mi aveva semplicemente risposto che potevo aprire la finestra.
-Forza pigrone, non puoi restare in casa per tutto il giorno!- insistetti tirandolo.
-Vai da sola-.
-Mi perderei- continuai infantile facendo gli occhi dolci.
-Ok, ok andiamo- acconsentì esasperato.
-Siiii!- esclamai contenta.
Indossai la giacca viola e pelosa(la mia preferita) e il cappellino nero con le orecchie.
Affondai un piede nella neve e mi accorsi che arrivava fino al ginocchio.
-Così ci bagneremo tutti, è meglio tornare qu—provò Draco.
-No, voglio andare adesso!- lo zittì spingendolo avanti e, visto che lui non se l’aspettava, cadde rovinosamente.
Incominciai a ridere come un’isterica: era spiaccicato a croce sommerso dalla neve.
Quando si alzò in piedi notai che aveva lasciato la forma del suo corpo. Questo non fece altro che peggiorare la mia risata.
-Che c’è da ridere!?!- esclamò furioso pulendosi i vestiti infradiciati.
-Ah ah, scus- ahah, scusahah!- continuai tenendomi la pancia che incominciava a farmi male.
-Sei perdonata Alexa!- sorrise lui spingendomi sulla neve.
-Ehy!- mi lamentai liberandomi le mani per tiragli una palla di neve- L’hai voluta tu!- e lo colpì in piena faccia.
Lui ricambiò subito il mio dolce favore.
Fu così che iniziò la nostra terribile battaglia.

Ridendo come pazzi entrammo in casa.
Eravamo entrambi bagnati fradici dalla testa ai piedi e probabilmente con tutto il freddo che avevamo preso ci sarebbe venuto a breve un colpo.
Optammo entrambi per andarci a fare una doccia(nel mio caso un bel bagno caldo) e ci dividemmo.
Nel bagno della mia stanza c’era una vasca stupenda, che assomigliava a quella di casa mia.
La riempì di Sali profumati e di bagnoschiuma alla fragola.
Chiusi la porta con un incantesimo(non si sa mai) e mi lascai andare al dolce calore dell’acqua.
Ero contenta: in realtà non avevo mai avuto degli amici; nonostante fossi molto socievole da piccola non trovavo nessuno da poter considerare “al mio pari”.

Il giorno di Natale fu il più bello in assoluto: per la prima volta ricevetti un regalo da una persona che non fosse mia madre.
Regalai a Draco una sciarpa con delle serpi ricamate che sapevo gli sarebbe piaciuta molto.
Lui invece mi aveva comprato un vestito lungo, viola e bianco con le maniche semitrasparenti.
-Draco, è da wow!- esclamai incredula.
-Lo so, lo so: per queste cose ho buon gusto!- rispose semplicemente lui.

Il pranzo Natalizio fu la mia condanna: non penso che io abbia mai ingurgitato tanto cibo.
Carne, pasta, dolce, salato, tè, di nuovo il dolce…
Era tutto buonissimo ovviamente, ma quando è troppo è troppo!
-Assaggia solo un po’ di questo!- mi diceva la madre di malfoy passandomi strani piatti.
All’iniziò ero felice di questo, ma, che cavolo, le cose da assaggiare non finivano più!
Infatti gli elfi entravano e uscivano dalla cucina continuamente.
Finimmo di pranzare alle cinque.
-Oh mio dio...- mormorai toccandomi la pancia- Mi sa che mi toccherà fare una dieta…-.
Mi trascinai(nel vero senso della parola)fino al divano per poi lasciarmici cadere sopra.
Poco dopo mi raggiunse anche Draco con la faccia nauseata come la mia.
-Non mangierò mai più…- disse lui.
-Pensa, adesso dobbiamo pure fare le valige…- dissi per abbattere il suo morale ancor di più.
-Non ce la farò mai!- rispose lui lasciando cadere la testa all’indietro.

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Capitolo 22
*** La pietra filosofale ***


New Chappy^^
Ringrazio VolandoConTe94 per la recensione.
Buona lettura(mi sento ripetitiva-.-)^^

Capitolo 23: La pietra filosofale
Il ritorno in treno sembrò molto più corto di quello dell’andata.
-Tra poco ci saranno gli esami…- si lamentò Draco.
-Ma dai, non sono mica così duri come dice la gente!-.
E così, tra una lamentela e l’altra, arrivammo.
Non feci nemmeno in tempo a mettere il piede dentro il mio dormitorio che qualcosa o meglio qualcuno mi si fiondò tra le braccia.
-Mi sei mancata Alexa- disse- Ricevuto il mio regalo?Il tuo l’adoro!-.
-Ciao Daphne, non so come ho fatto a sopravvivere senza i tuoi abbracci stritolatori!- confessai pensando a tutte le volte che per i corridoi avevo rischiato di soffocare- Comunque si, quella collana è perfetta: lo sai che il viola è il mio colore preferito!-.
-Su dai raccontami, COME E’ ANDATO IL NATALE CHE HAI PASSATO CON DRACO MALFOY?- disse alzando la voce in modo che la nostra “adorata” compagna ci potesse sentire.
Non c’era alcun dubbio avevo avuto una cattiva influenza su di lei: se prima era quella che cercava di mantenere la pace, adesso non si tirava indietro se c’era d’attaccar bottone.
-Oh bè, mi sono divertita molto, SAI ABBIAMO PASSATO TUTTO IL TEMPO INSIEME A RIDERE E DIVERTIRCI!- risposi imitandola.
Sentì Pansy sbuffare e chiudersi in bagno.
-E…- iniziò Daphne timorosa- Non è successo nient’altro…-.
Io la guardai sconvolta.
-No!Daphne, ma cosa vai a pensare?! Draco.è.solo.un’amico!- precisai- E poi ho solo 11 anni- feci indignata.

16.30 biblioteca.
-Vi ho fatto cercare nella sezione sbagliata, ma come ho potuto essere così stupida?!- disse foresta amazzonica interrompendo il bellissimo silenzio che si era creato.
Con violenza lasciò cadere un libro sul tavolo.
-Eccolo-continuò.
Io aprì bene l’orecchie: sembrava stessero tramando qualcosa.
-Nicolas Flamel è stato l’unico che ha fabbricato la pietra filosofale!- spiegò.
-La cosa?- fecero eco Potter e Weasley.
“Pietra Filosofale” non mi era nuova: ma dove l’avevo sentita?
-Uffa, ma voi non leggete?- chiese la Granger(domanda stupida)-La pietra filosofale è una sostanza leggendaria dai poteri sbalorditivi, può trasformare qualunque metallo in puro oro e produce l’elisir di lunga vita, chi lo beve diventa immortale!...-.
- Immortale?- domandò il rosso.
- Vuol dire che non muori mai!- spiegò lei con il suo tono da so-tutto-io.
- Lo so cosa vuol dire- fece l’altro contrariato.
- Ecco cosa sorveglia fuffy al 3° piano, ecco cosa c’è sotto la botola…la pietra filosofale!- continuò lei.
Perfetto, avevo sentito abbastanza. Ora era meglio avvertire la Granger: non volevo certo che tutti venissero a sepere di tutto ciò.
-E’ meglio che parliate più piano se non volete che certe informazioni finiscano nelle mani sbagliate!- li avvertì.
Subito si voltarono verso di me con facce decisamente pallide.
-Spero vogliate scusarmi, ma ho delle ricerche da fare!- ghignai io andandomene.
“Produce l’elisir di lunga vita”: se l’avessi trovato forse mio padre…dovevo sbrigarmi, primo obbiettivo: scoprire che cos’è fuffy!

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Capitolo 23
*** Gita notturna ***


Capitolo 24:Gita notturna
Attraversai di corsa il corridoi seguita da un Potter leggermente arrabbiato, ma per fortuna riuscì a seminarlo nascondendomi dietro una colonna.
-L’hai trovata?- chiese un Weasley trafelato raggiungendolo.
-No.- rispose semplicemente Potter, furioso.
-Miseriaccia Harry, cosa facciamo adesso che quella l’ha scoperto?- domandò.
-Non potrà nascondersi in eterno, e allora le parleremo e la convinceremo a non dire o fare niente- disse.
Si, si…come no!
-Tu vuoi parlare con quella, o meglio la vuoi cercare di fare ragionare?- chiese l’amico sconvolto.
-Guarda che “Quella” ha un nome!- avrei voluto dirgli prendendolo a calci per il poco rispetto che mi portava.
Aspettai che i due se ne fossero andati per correre verso le scale.
Mi ricordavo che Silente, a inizio anni, ci aveva detto che la parte destra del terzo piano era “una zona preclusa a tutti coloro che non desiderano fare un fine molto dolorosa “.
Perciò era li che doveva trovarsi quella cosa, logico.
Salì le rampe a due a due, ma a un tratto mi dovetti fermare per aspettare che le scale cambiassero il loro posto.
Entrai silenziosamente nell’unica porta disponibile.
Subito due fiaccole si accesero facendomi sobbalzare.
Feci un respiro profondo e guardandomi attentamente intorno iniziai a procedere.
Seguii la strada fino a giungere davanti a un’altra porta.
-Alohomora!- dissi quando notai che era chiusa.
E per un buon motivo aggiungerei.
Fortunatamente non fui tanto imprudente da entrare all’interno: mi limitai a sbirciare attraverso una fessura e ciò che vidi non mi piacque affatto:un cagnolone bello e grosso(e a tre testa aggiungerei) se ne stava in guardia, pronto a sbranare chiunque fosse abbastanza vicino.
Richiusi subito la porta.
- Lo voglio anch'io un cane così!!!!- frignai.

La sera arrivò presto e io ancora non avevo trovato il modo per poter entrare in quella botola(tutta intera s’intende).
Ero rimasta in camera a scrivacciare su un foglio migliaglia di tecniche che avrei potuto usare, ma nessuna era abbastanza efficace oltre l’avada kedavra.
E, dato che non volevo uccidere quel bel cagnolino, anche quell’idea era stata bocciata.
-Accidenti, deve pur avere qualche punto debole!- continuavo a ripetermi per non demoralizzarmi.
-Uffa!- esclamai sbattendo le mani sulla scrivania: non ne potevo più di starmene li impalata.
Non potevo neanche rischiare di scendere a cenare: Potter avrebbe sicuramente tentato di parlarmi.
Optai per andare a nanna.

-Alexa…- soffiò una voce nel mio orecchio- Alexa…-.
Aprì lentamente gli occhi: fuori dalla finestra era buio.
Chi cavolo aveva avuto la brillante idea di svegliarmi in piena notte?
Girandomi mi ritrovai a faccia a faccia con Draco Malfoy.
Ci misi un attimo per connettere: in fondo avevo ancora i pensieri impastati dal sonno.
Draco Malfoy nel dormitorio femminile, nella mia stanza, nel mio letto!
-‘Cavolo ci fai qui Malfoy?!?- sbraitai buttandolo giù.
-Shhh!- fece lui controllando che le mie compagne di stanza non si fossero svegliate- Ho scoperto che Potter e i suoi amici sono usciti, non sei curiosa di scoprire dove stanno andando?- mi chiese.
Che domanda stupida: era ovvio.
Mi alzai velocemente: per fortuna prima non avevo avuto la lucidità per mettermi in pigiama.
-Forza andiamo!- dissi tirandolo per una manica.
-Eccoli li, stanno andando a casa di Hagrid!- esclamai indicandoli.
Velocemente e silenziosamente li raggiungemmo poco prima che bussassero alla porta.
Il quasi-gigante venne ad aprire, ma vedendoli, richiuse subito.
-Sappiamo della pietra filosofale- dissero loro in coro.
Malfoy non badò molto a quello che avevano detto, ma io rimasi sconvolta.
Cosa passava per la testa a quei tre?Avevano intenzione d’informare l’intera scuola o cosa?
Io e Draco ci appostammo alla finestra e iniziammo a spiare dentro.
Adesso il discorso era cambiato: stavano parlando di un uovo di Drago che si stava schiudendo.
-Cosa ci fa Hagrid con un uovo di drago?- disse Malfoy un po’ troppo ad alta voce.
Infatti sentirono anche all’interno della stanza-casa perché tutti si voltarono verso di noi.
-Perfetto!- mormorai ironica.
Ultimamente mi esprimevo usando solo qual termine.
-Andiamo!- disse Draco tirandomi via.

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Capitolo 24
*** In punizione ***


Scusate per il ritardo, ma ho avuto gli esami!!
Ho scoperto di essermi arrovellata il cervello per niente: era una cavolata totale-.-
Ma questo a voi non importa...ringrazio le persone che mi hanno recensito:buona lettura^^

Capitolo 25: In punizione
Quando tornammo nel castello, sperai con tutto il cuore che Draco avrebbe deciso di tornare a dormire, ma mi sbagliavo.
Corse dalla McGranitt per avvertirla che Potter e i suoi amici erano fuori dopo il coprifuoco.
Che razza di idiota…
Ignorò completamente i miei tentativi di dissuaderlo: come faceva a non capire che, nonostante tutto, anche noi eravamo fuori dopo l’orario?
Infatti…
Quando Potter ritornò la professoressa era li ad aspettarlo.
-Nulla, ripeto nulla dà a uno studente il diritto di girovagare per la scuola di notte…- iniziò con la sua predica.
Feci un respiro profondo: tra poco l’avrebbe detto.
-Verranno tolti 50 punti ciascuno, e per assicurarsi che non succedi mai più tutti e cinque sarete messi in castigo!-.
Ecco, l’aveva detto.
Draco trabuzzò gli occhi e mi chiese conferma di quello che era stato detto.
-Cosa ti aspettavi Malfoy? E poi io te l’avevo anche detto: la prossima volta farai meglio ad ascoltarmi!- esclamai seccata.
Non potevo sopportare lo sguardo ironico e soddisfatto di Potter e i suoi amici che mi guardavano.
-Povera me…- sospirai sconsolata.

-Peccato che hanno tolto le vecchie punizioni- stava dicendo Gazza- Quando venivi messo in castigo ti ritrovavi nei sotterranei appeso per i pollici. Quanto mi mancano quelle urla!-.
-Menomale!- sussurrò Malfoy.
Io lo incenerì con lo sguardo- Guarda che se sono finita in punizione è solamente per colpa tua!-.
-Potevi benissimo tornartene al dormitorio!- rispose seccato lui.
-E’ quello che volevo fare, ma visto che avrei finito per perdermi ho preferito rimanere con te, un terribile sbaglio!- continuai melodrammatica.
-Oh, bè non è colpa mia se non hai il minimo senso dell’orientamento!- disse.
Nel frattempo gli altri membri del gruppo-punizione ci guardavano confusi: non mi avevano mai visto litigare con qualcuno della mia casa.
Io e Draco ci lanciammo un’occhiata omicida.
-Passerete il castigo con Hagrid, ha un bel lavoretto da farvi fare nella foresta proibita…- annunciò Gazza.
-Si!-.
-Cosa?-.
Esclamammo contemporaneamente io e Draco.
Ma la mia arrabbiatura per la punizione era scomparsa: era tanto che volevo andare a farmi un giretto per la foresta, ma non ne avevo mai trovato l’occasione.
Avevo sentito dire che ci vivevano creature terribili: sarebbe stato magnifico scoprire se era vero!
Nel frattempo il quasi-gigante era uscito dalla sua casetta, singhiozzando…possibile che fosse ancora dispiaciuto per il suo maledetto drago?
Infatti silente l’aveva spedito in romania, insieme ai membri della sua stessa specie.
-Oh, suvvia ritorna in te Hagrid, devi andare nella foresta proibita c’è bisogno di prontezza di spirito!- disse Gazza.
-Cosa?- ripetè nuovamente Malfoy.
Gli diedi uno scappellotto- Di ancora cosa e scoprirai cos’è la vera paura!- lo minacciai. Lui mi incenerii con lo sguardo- Guarda che così mi spettini!- sillabò. -Te l’hanno mai detto che a volte di comporti come una primadonna? scommetto pure che sculetti!- lo stuzzicai.
-Bene andiamo!- disse Hagrid interrompendo l’insulto di Draco.
Proseguimmo il viaggio in silenzio, ma tutti, ogni tanto, si giravano per controllare di non essere seguiti.
-Possibile che abbiate così paura? Cosa c’è di strano è solo una normale foresta!- esclamai esasperata.
-Non lo sai che è pieno di creature che nemmeno la tua mente malsana e distorta sarebbe in grado di immaginare!?- mi sfidò la saputella.
-E’ questo a renderla più interessante!- confermai io guardando una strana macchia per terra- Quello è sangue di unicorno?- chiesi quando Hagrid si chinò per toccarlo.
-Esatto, per questo siamo qui. L’altro giorno ne ho trovato uno morto, questo- disse indicando la macchia- E’ stato gravemente ferito da qualcosa!-.
Ci sarà da divertirsi!

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Capitolo 25
*** L'incontro ***


Eccomi di nuovo^^
Malika:eccoti accontentata, in questo capitolo Alexa incontra suo padre. Purtoppo però...bè non te lo dico, lo scoprirai da te^^
Buona lettura^^

Capitolo 26: L’incontro
Meccanicamente tutti si guardarono intorno sbiancando.
-E’ nostro compito trovare quella povera bestia…- continuò il guardiacaccia- Ron, Hermione, voi venite con me, Harry, Draco e Al…- iniziò, ma io lo bloccai.
-Potrei andare da sola, cioè con Thor ovviamente: così ci metteremo di meno!- suggerì.
Gli altri mi lanciarono un’occhiata che stava a significare: ma sei impazzita o cosa?
Decisi di riprovare- Insomma, se quell’unicorno ha perso tutto quel sangue bisognerà trovarlo in fretta. Altrimenti rischieremo di trovarlo… morto!-.
Anche se, sinceramente, ma chi se ne importava di un unicorno?!?
Hagrid sembrò rifletterci- Hai ragione, però, ti avverto, Thor è un gran vigliacco!-.
-Non importa- dissi tranquilla.
Così ci dividemmo.
Proseguì a passo sicuro, impugnando saldamente la bacchetta, seguita dai guaiti del cane.
Rischiai più volte di cadere a causa del mantello che s’impigliava tra i rami.
-Lo sai Thor, mi sembra quasi un deja-vu!- esclamai riferendomi al fatto che per arrivare a Hogwarts ero dovuta passare per la foresta.
La cosa più preoccupante era che mi ero messa a parlare con un cane.
A un tratto sentì uno strano odore: lo stesso che emanava il sangue di unicorno che avevamo trovato prima.
-Siamo vicini!- esclami contenta.
Pian piano superai un dosso e poco dopo rimasi come paralizzata.
Sul cadavere dell’unicorno c’era qualcosa o meglio qualcuno.
Sentì la testa e il cuore bruciarmi e il mio corpo intorpidirsi.
Descrivere tutte le emozioni che provai in quel momento è impossibile.
Ero in uno stato di confusione totale.
L’unico pensiero che mi girava per la testa era- Lui è…lui è…- ma non riuscivo a concluderlo.
La cosa, che ormai pensavo capire di chi si trattava, si accorse di me e si sollevò dal cadavere.
Sentì il suo sguardo su di me anche se non potevo vederlo a causa del cappuccio.
Con la velocità che la confusione si era impossessata di me se ne andò lasciando spazio alla sorpresa.
-Tu sei..??- balbettai ma sentì dei passi che si avvicinavo.
Automaticamente io e colui che probabilmente era mio padre ci voltammo a guardare: erano Draco e Potter.
Managgia: non si può avere neanche un po’ di privacy!
-Alexa cosa stai..?- iniziò Draco, ma vedendo mio padre scappò a gambe levate.
Che coraggio, ragazzi!
Potter invece si toccò la cicatrice e cadde a terra.
-Via…- soffiò mio padre rivolto a me- Ti scopriranno…-,
Quanto mi sarebbe piaciuto ascoltare ancora quella voce: mi dava un senso di sicurezza e protezione.
Ma io ubbidì e me ne andai nella stessa direzione in cui era scappato Malfoy, ringraziando il cielo di aver preso l’aspetto da mia madre.
Dopo pochi metri mi scontrai con Hagrid e gli altri che stavano accorrendo a vedere quello che stava succedendo.
Chissà se mio padre aveva già ucciso Potter?
-C’era qualcosa, con il mantello sopra l’unicorno!- stava spiegando Draco.
-Si da il caso che quella “Cosa” sia il signore oscuro- spiegai tranquilla, infastidita dal fatto che l’aveva definito soltanto una “cosa”.
Tutti si voltarono di scatto, come se avessi detto chissà quale atrocità.
-Se fosse Tu-Sai-Chi non credo che avresti quell’espressione beata!- rispose il rosso. In effetti nel mio volto era spuntato un sorriso che non riuscivo a cancellare. -Ero li, ho visto- continuai- E poi non capisco perché il Signore Oscuro debba uccidere me, infondo ce l’ha con i mezzosangue!- puntualizzai guardando la granger.
Detto questo anche Malfoy sembrò tranquillizzarsi.
-Hagrid, se quello è veramente Tu-Sai-Chi, Harry è in pericolo!- esclamò la foresta amazzonica che sembrava non avesse colto la piccola frecciatina che le avevo lanciato.

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Capitolo 26
*** Discussione ***


Nuovo capitolo(mi sento tantoripetitiva -_-)^^
Malika: sono felice chetu sia felice(senti che poetessa??) XD
Ancora non so quando avverrà il loro prossimo incontro, ma stai sicura che ci sarà^^
Grazie per la recensione^^
LAZIONELCUORE: Grazie, mille volte grazie per aver letto la mia storia^^
Spero che anche questo capitolo ti piaccia^^

Capitolo 27:Discussione
No. Purtroppo il signor Potter era riuscito a salvarsi.
Il motivo? Uno stupido centauro…
Sbuffando me ne ritornai nel dormitorio senza rivolgere la parola a Draco.
-Alexa, posso chiederti una cosa?- mi domandò.
Lo guardai con fare omicida, non l’aveva capito che volevo restare da sola?
-Se proprio devi.- risposi seccata.
-Per quale motivo non sei scappata?- iniziò lui- Quando io e Potter siamo arrivati tu eri già li, però non accennavi minimamente alla fuga.-.
Questo ragazzo intuisce troppe cose per i miei gusti.
-Ero semplicemente confusa- mentì- Non sapevo cosa fare- mi sentivo uno schifo a non raccontargli la verità..
Lui sembrò credere alla mia risposta e finalmente se ne andò.
Peccato, mi sarebbe piaciuto poterne parlare con qualcuno che non fosse mia madre.
Mi lasciai cadere sul divano: avevo incontrato mio padre…ancora non mi sembrava vero.
Ma c’era una cosa che non riuscivo a capire: la stessa sensazione avevo provato quella sera era la stessa che provavo con il professor Raptor…
Possibile che centrasse qualcosa con mio padre?

L’indomani giunta alla sala grande venni fermata da Potter e la sua allegra combriccola -Scopriranno cosa?- mi chiese lo sfregiato.
Oh, cavolo! Lui aveva sentito!
Bè, almeno si erano dimenticati della storia di Fuffy.
Probabilmente mio padre l’aveva detto perché pensava che Potter non sarebbe poi riuscito a sopravvivere per raccontarlo…
-Non capisco di cosa stai parlando.- risposi atona.
-Invece lo sai, ieri Voldemort ti ha detto di andare via perché altrimenti di avrebbero scoperto!- ribatté.
-Lo chiami per nome?- feci “leggermete” adirata- Non lo sai che…-.
-Rispondi alla mia domanda.- disse minaccioso lui.
-Se no che mi fai ti metti a picchiarmi?- chiesi curiosa.
Allarme rosso: livello di sopportazione al minimo!
-Rispondi, avanti!- continuò lui.
-Senti, bambino- che-non-doveva-sopravvivere-ma-che-purtroppo-ci-è-riuscito perché pensi che una risposta ti sia dovuta, eh? Credi di essere tanto speciale? Bè, ti sbagli!- lo informai- Hai perso i tuoi genitori? Non penso che tu sia stato l’unico, quindi vai a rompere a qualcun altro!-.
Così dicendo girai io tacchi e me ne andai.
Nel frattempo, come sempre d’altronde in ogni discussione che avveniva all’interno della scuola, tutti avevano ascoltato, persino i professori: e questo era un grosso problema.
Silente aveva sentito e ora ero in grossi guai!
Mi rifugiai in biblioteca: avrei saltato le prime ore, non potevo sopportare di stare nella stessa aula con quella faccia da schiaffi.
Iniziai a sfogliare vari libri sui maghi oscuri, ma nonostante tutto neanche la lettura riusciva a calmarmi.
La cosa più rilassante sarebbe stata quella di avakedavrizzare Potter, in modo da tappargli quella stupida boccaccia per sempre.
Esasperata uscì all’aria aperta ed inspirai così profondamente da farmi bruciare i polmoni.
Mi sedetti sull’erbetta umida e iniziai a torturane qualche filo.
-Ho sentito della spiacevole discussione che ha avuto con harry- disse una voce a me nota.
Di bene in meglio…
-Presumo che non sia andata a lezione per evitare di vederlo, giusto?- mi chiese dolcemente.
Io mugugnai qualcosa in segno di risposta.
-Io mi chiedo…- iniziò lui- Per quale motivo ti ha dato tanto fastidio quel che Harry ti ha chiesto?-.
-Io non centro nulla con colui-che-non-deve-essere-nominato e non mi piace essere incolpata per cose che non ho fatto!- risposi più sicura di quanto credevo di essere.
-Io desidero sapere se non c’è neanche un fondo di verità in quello che ti ha detto- continuò
Seguì un attimo di silenzio.
-No- risposi.
-No- ripetè lui- Allora torno nel mio ufficio. Ma ricorda: se c’è qualcosa di cui vuoi parlarmi io sono disponibile-.
Eccolo, il buon samaritano!
Mi chiedo se Silente riesca mai a farsi gli affari propri…ne dubito!
Crede forse che sia una piccola bimba bisognosa di aiuto come Potter il complessato?
Bè si, sbaglia di grosso!
Decisi di rientrare anche io: il cielo non prometteva nulla di buono. Inoltre c’era una cosa che dovevo fare.

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Capitolo 27
*** Non parli mai di tuo padre... ***


Capitolo 28: Non parli mai di tuo padre…
Percorsi velocemente i corridoi, sperando di non incontrare nessuno.
E così fu.
Arrivata in camera, mi sedetti alla scrivania e impugnai decisa la piuma.
Non avevo ancora trovato l’occasione per dire a mia madre quello che era successo nella foresta e mi sembrava giusto doverla informare.
Sperando che la sfortuna di questa giornata avesse deciso di abbandonarmi appoggiai la punta sul foglio di carta.
Purtroppo per me non era ancora finita....
Pochi secondi dopo, Daphne, fece irruzione nella stanza facendomi cadere dalla sedia per lo spavento..
-Cosa ci fai qui?- le chiesi massaggiandomi il braccio.
-Ho detto alla McGranitt che non mi sentivo bene…perché non sei venuta a lezione? È per Potter? Lo sai che iniziano a girare voci su di te?-.
Della serie”Al peggio non c’è mai fine!”.
-Oh, mamma…maledetto, stupido, inutile Potter!- esclamai lasciandomi cadere sul letto- Che dicono di me?-.
-Che lavori per Tu-Sai-Chi- iniziò lei timorosa- Ma, è vero che l’hai incontrato nella foresta?E’ vero che gli hai parlato?-.
-No…- mormorai incerta: ero nella “Cacca” fino al collo.
-Non sembri molto sicura- constatò lei.
Iniziai a sudare freddo: e se le dicessi la verità? Avrei potuto contare su di lei? Avrebbe mantenuto il segreto? O, la cosa più importante per me: avrebbe continuato a trattarmi come prima?
-Tu credi a quello che dicono? Che sono una mangiamorte?- domandai.
-Non penso che sia vero…- iniziò.
Io tirai un sospiro di sollievo.
-Però, penso che infondo infondo tu centri qualcosa…- continuò alzandosi.
-Per esempio?- ero un bagno di sudore.
-Per esempio…- disse- Prendimi anche per stupida, ma non ho potuto che non notare una cosa…-.
-Cosa?!?- chiesi esasperata.
Ma perché le persone dovevano continuare a girare intorno all’argomento quando le cose diventavano importanti?!?
-Tu…non parli mai di tuo padre, insomma, mia madre mi ha insegnato a…questo me lo dice sempre mia madre…ma tuo padre? Non l’hai nominato neanche una volta…-.
Mi strozzai con la mia saliva. Caspita: acuta la ragazza.
Morsi forte il labbro e iniziai a torturarmi le mani.
-Come mai vuoi sapere di mio padre? Non capisco il nesso…– sussurrai abbassando lo sguardo.
-Te l’ho detto non ne parli mai…- spiegò.
Sarebbe stato più semplice dire “ Mio padre è morto quando ero piccola” che era una mezza verità, ma non mi uscivano le parole.
Una parte della mia testa mi stava urlando di raccontarle tutto, che non sarebbe servito a niente mentirle.
-Allora?- continuò lei mettendo le mani sui fianchi.
-Allora.- dissi io sembrando più sicura di quando lo fossi in realtà- Tu non dirai niente a nessuno, capito?-.
-Capito- annuì.
-E continuerai a trattarmi come se niente fosse.- ordinai ancora.
-Ovvio-.
-Allora, io…ehm…io, vedi, sono un po’… sono tanto…sua figlia…- balbettai sperando che capisse.
-Di tuo padre? Caspita, anche io sono figlia di mio padre!- esclamò lei sarcastica.
Ehm…no, non aveva capito!
-Di… Tu-Sai-Chi- dissi coprendomi la faccia con le mani.
Aspettai una reazione. Ma non sentii niente.
Morta stecchita? Probabile.
Sollevai lo sguardo: Daphne era viva e non dava minimamente segno di preoccupazione.
-Allora?- chiesi incerta.
Lei sollevò le mani( ebbi paura che si volesse strozzare) e le unì.
-Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!- mormorò felice- Credevo non me lo dicessi, invece ti sei fidata di me, ne sono felice!- continuò.
Non ci potevo credere: io le avevo detto la verità e lei non si era prostata ai miei piedi?
Evvai!
-Come facevi a saperlo?- domandai.
-Bè, forse tu non ti ricordi, ma quando eravamo piccole, tua madre ti ha portata con lei quando è venuta a parlare con mio padre. Ovviamente ti aveva presentata come la figlia del signore oscuro, come avrei potuto dimenticarti? I miei genitori non facevano altro che elogiare colui-che-non-deve-essere-nominato da mattina a sera! – daphne era nella fase della straparlata.
-Non mi ricordo…- ammisi.
-Non importa. Adesso dobbiamo subito smentire le voci, sai che gran macello se si viene a sapere?-.
-Immagino…- sospirai.

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Capitolo 28
*** Non hai fegato ragazzo mio... ***


Nuovo aggiornamento^^
LAZIONELCUORE: E che ne so io, è daphne il genio^^
Comunque grazie mille per la recensione, spero che anche questo capitolo di piaccia^^
Buona lettura^^

Capitolo 29: Non hai fegato ragazzo mio...
Non ci sarebbe voluto molto a smentire lo sfregiato.
In fondo ero molto popolare: grazie al quidditch tutti serpeverde(tranne Pansy per ovvi motivi) mi adoravano, e loro sapevano essere bravi persuasori.
Perciò, in poco tempo, tutti avrebbero cambiato miracolosamente idea.
Infatti, già allora di cena, le voci che Potter si fosse inventato tutta la storia per infangarmi erano sulla bocca di tutti.
Adesso, la maggior parte degli studenti o lo evitavano o lo sfottevano.
Io ero in quest’ultimo gruppo.
-Le bugie non raccontare, se poi non le sai provare!- cantilenai quando lo incrociai per i corridoi.
-Adesso basta!- gridò lui puntandomi la bacchetta contro- Io ti odio!-.
Risultato?Tutti si girarono a guardarci.
- Ecco un altro deja-vu…- pensai -Mi fa piacere, anch’io provo lo stesso, identico sentimento verso di te!- lo informai guardando quel pezzo di legno che puntava insistentemente contro il mio petto.
-Harry ma che fai? Metti subito via la bacchetta prima che arrivi un professore…- lo pregava la mezzosangue.
-Cosa hai intenzione di farmi?- chiesi.
Poi vedendo che non accennava a rispondere continuai- Tanto non avresti il coraggio di farlo…qualsiasi cosa sia…-.
Seguirono molti secondi di silenzio, in cui ci guardammo in cagnesco, poi finalmente abbassò quel dannato affare.
-Lo sapevo- mormorai- Non hai fegato ragazzo mio…- e me ne andai seguita da una daphne piegata in due dalle risate..

-Uffa!- sbuffai per l’ennesima volta chiudendo violentemente il libro.
Automaticamente tutti i ragazzi presenti nella biblioteca si girarono verso di me guardandomi male.
-Se vi resta ancora un po’ d’istinto di sopravvivenza, smettetela!- li minacciai.
-Alexa, alexa…calmati!!- mi riscosse daphe- Pensa invece a cercare informazioni su cani a tre teste…-.
-Ma non c’è niente!- mi lamentai.
-Alexa, hai voluto che ti aiutassi per la ricerca della pietra filosofale no? La dobbiamo prendere prima di Potter giusto? Allora muoviti!-.
Sospirando andai a cercare un altro libro, sicura che non vi avrei trovato nulla di interessante.
Infatti, come in tutti gli altri libri che avevamo consultato, Fuffy veniva descritto così:

“Cèrbero nella mitologia greca era uno dei mostri che erano a guardia dell'ingresso dell'Ade, il mondo degli inferi. È un cane a tre teste, le quali simboleggiano la distruzione del passato, del presente e del futuro. Tutto il suo corpo era ricoperto, anziché di peli, di velenosissimi serpenti, che ad ogni suo latrato si rizzavano, facendo sibilare le proprie orrende lingue. Il suo compito era impedire ai vivi di entrare ed ai morti di tornare indietro. In realtà nell'antichità il "nudo suolo" era definito Cerbero (o "lupo degli dei") poiché ogni cosa seppellita pareva essere divorata in breve tempo…”*

-Inanzitutto Fuffy non è ricoperto da serpenti e poi che…che cavolo è l’Ade????- chiesi con le mani tra i capelli.
- Ah, non chiederlo a me! Non c’è niente su “Come neutralizzarlo”?-.
- Niente di niente...- sospirai demoralizzata.
- Ci resta solo una cosa da fare…- mormorò lei- Seguire Potter…ci porterà lui dalla pietra filosofale…o almeno spero…-.

*Wikipedia

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Capitolo 29
*** Pedinando Potter ***


Scusate sono in ridardo!!!
Ultimamente ho passato tutto il mio tempo al mare e quindi non ho avuto tempo di aggiornare^^
Alexandraleon: ti ringrazio per aver letto la mia storia, graaaazie^^ Spero che anche questo capitolo ti piaccia^^
LAZIONELCUORE: grazie anche a te, non sai quanto mi faccia piacere che a qualcuno interessi la mia storia^^
Buona lettura^^

Capitolo 30: Pedinando Potter
Stargli alle costole senza insultarlo era difficile, molto difficile.
Eravamo con lui la mattina, quando si svegliava.
Eravamo con lui quando si trascinava per le scale, da un piano all’altro.
Eravamo con lui quando andava a fare colazione, e si sbrodolava con il caffèlatte.
Eravamo con lui, anche quando arrivava in ritardo per la colazione, e imprecava a tutto spiano.
Insomma, eravamo con lui in ogni singolo attimo della sua noiosissima vita.
Il bello, era che non sospettava minimamente che lo seguissimo, anzi, a volte lo avevamo pure sentito parlar male di noi serpeverde.
Fu proprio quando stavamo per cedere(ormai ci eravamo rassegnate al fatto che non avesse più intenzione di prendere la pietra filosofale), che Potter decise di andare a far visita ad Hagrid.
Fu in quel giorno che tutte le nostre fatiche furono appagate:
Il nostro nasconderci sotto il suo letto(badate che in due è difficile), sotto il tavolo dei Grifondoro(quando quest’ultimi ci scambiavano per un poggia piedi)…
Non ci eravamo sacrificate per niente!
Quando il quasi-gigante si lasciò scappare la frase- Per esempio Fuffy si addormenta appena sente un po’ di musica- noi quasi svenimmo di goia.
Ce l’avevamo fatta: avevamo scoperto un modo per neutralizzarlo!
Non aspettammo neanche un altro istante: dovevamo prendere la pietra, e subito.
Il piano era questo:
Io sarei entrata di soppiatto nella stanza e avrei fatto comparire un pianoforte magico, poi io e Daphne avremmo spostato le zampine di Fuffy dalla botola e saremmo andate a prendere la Pietra…facile, neh?
Ovviamente appena arrivammo scoprimmo che qualcosa non andava.
Qualcuno era già arrivato, aveva fatto comparire uno strumento e Fuffy dormiva.
Meglio, avevamo pensato, un problema in meno.
-Forza!- sussurrai a Daphne prendendo la zampa- 1, 2 e 3!- e insieme la spostammo di lato.
-Prima tu…- mormorò lei facendomi segno di entrare-.
Che fifona!
Senza timore sollevai piano la botola e provai a guardare al suo interno: purtroppo il buio me lo impediva.
Bè, pazienza, l’avrei scoperto a breve!
Con questi pensieri mi lasciai cadere nell’oscurità.



-Ahia!!!- mi lamentai quando cozzai con qualcosa di duro…e viscido aggiungerei.
Pochi secondi dopo di tuffò anche Daphne.
-Dio ma che schifo!- urlò quando si accorse di essere finita tra degli arbusti- Mi si è stropicciato tutto il mantello!!-.
-Non penso che questo sia il momento per preoccuparsi dei propri vestiti Daffy- mormorai osservando sconcertata la pianta che si avvinghiava ai miei piedi.
Fu un secondo.
Decine di “ramoscelli” ci si scagliarono addosso annodandoci come dei salami.
-Siamo morte…ma tanto tanto morte!!- piagnucolava la mia amica dimenandosi a più non posso.
-Calmati, farsi prendere dal panico non ci aiuterà!- le dissi.
Respirai profondamente cercando di pensare a qualcosa di bello.
In pochi secondi la pianta mi ingogliò e io fui scagliata nel pavimento sottostante.
-Alexa!Alexa no!- continuava a dimenarsi lei.
-Daphne, sono viva, sto bene, devi solo cercare di rilassarti!- le urlai.

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Capitolo 30
*** Chiavi volanti...stiamo messe bene! ***


Capitolo 31: Chiavi volanti…stiamo messe bene!
-Chiudi gli occhi, respira profondamente e sgombra la tua mente dai pensieri…- urlavo a Daphne.
Mi sembravo tanto mia madre quando cercava di calmarmi durante un capriccio.
Finalmente non udii più il lamentarsi della mia amica.
Le opzioni erano due: o era morta, o aveva smesso di dimenarsi.
Pochi secondi dopo Daphne fu rigettata sul pavimento.
-Oh Alexa ho avuto tanta paura!- si lamentò buttandosi su di me per soffocarmi con uno dei suoi abbracci stritolatori.
-Non avvinghiarti io non sono un eucalipto e tu non sei un koala!*- dicevo cercando di staccarla -Forza andiamo- le dissi appena si fu calmata.
Percorremmo il corridoio e ci ritrovammo in una altra stanza.
Come l’altra era decisamente buia, ma in questa c’era un ronzio insopportabile.
-Chiavi volanti…stiamo messe bene!- dissi sarcastica ammirando una massa infinita di chiavi alate.
-E adesso?-.
-E adesso facciamo finta di niente e proseguiamo-.
Ovviamente i miei piani andarono a farsi benedire quando scoprii che la porta era chiusa a chiave e non c’era verso di abbatterla con nessun incantesimo.
-Non dirmi che le dobbiamo provare tutte…- mormorò sconcertata Daphne quando si accorse del mio sguardo depresso.
-Tutte no… dovremmo riuscire a trovarne una diversa dalle altre…-.
-Bè, allora buona fortuna…- mi disse dopo pochi secondi che le guardava – Sono tutte dannatamente uguali! Ma cosa ci è preso! Dovevamo sapere che Silente avrebbe protetto la pietra con degli incantesimi!-.
Questo era troppo: di sicuro non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da quel vecchio!
Lui e i suoi stupidi incantesimi!
Io ero la figlia del signore oscuro, io ero più brava e glie l’avrei dimostrato!
-Eccola, guarda!- annunciai quando scorsi una chiave più vecchia e con un’ala rotta.
Mi avvicinai alla scopa e ci misi una mano sopra.
Subito tutte le chiavi si scagliarono verso di me.
-Oh porca miseria!- dissi prendendo il volo.
Ci mancava solo questo…
Almeno avrei avuto qualcosa da raccontare quando mia madre mi avesse chiesto come era andata scuola…
Più volte quella vecchia chiave arrugginita mi fuggì dalle mani: non era così facile volare quando eri circondata da uno sciame di chiavi.
Quando finalmente la presi la lanciai a Daphe.
- Muoviti apri!- le ordinai continuando a volare.
- Vieni Alexa!- urlò spalancando la porta.
Io scesi con un salto e mi tuffai verso l’uscita.
Il rumore delle chiavi che si conficcavano contro la porta mi mise i brividi: potevo esserci io al posto della porta!
-Ma che cosa…- iniziò Daphne indicando delle strane figure avvolte dall’oscurità. Io proseguii evitando di inciampare su un gradino.
-Oh…cavolo…- esclamai- Daphne…tu ci sai giocare a scacchi?- le domandai quando la stanza si illuminò.
-Veramente…no…- ammise lei.
-Neanche io!- annunciai.
Maledizione: non mi ero mai interessata agli scacchi magici! Non avevo la minima idea di dove dovevo mettere le mani.
Provammo a proseguire, ma la fila di statue rannicchiate(figuriamoci se so il nome delle pedine!) ci bloccò il passaggio.
-Siamo bloccate…- annunciai.
*Ale&Franz

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Capitolo 31
*** Anche voi qui? ***


Capitolo 32: Anche voi qui?
Ci venne un colpo quando sentimmo la porta che si apriva.
Ci nascondemmo dietro un uomo a cavallo sperando che le persone che erano appena arrivate fossero solo di passaggio.
-Dove siamo? In un cimitero?- chiese una voce a me nota.
-Potter è qui- annucai a Daphne.
Immediatamente mi vergognai del fatto che mi stessi nascondendo da lui, e dai suoi due amici(se avevo riconosciuto bene le voci).
Camminammo indisturbate fino al centro della scacchiera, ben sapendo che non ci potevano vedere a causa dell’oscurità che era ritornata.
Quando le fiammelle si accesero, loro impallidirono visibilmente.
-Ma che coincidenza!- esclamai.
-Anche voi qui?- continuò Daphne.
-Ma cosa?- boccheggiò foresta amazzonica – Cosa ci fate qui?-.
-La stessa cosa che fate voi, presumo- risposi- A chi di voi è toccato combattere contro le chiavi?- chiesi poi sicura della risposta.
-A me- fece Potter – Ma non vedo ragione per cui ti debba interessare!-.
-Semplice curiosità- ammisi io.
-Siete state voi a mettere l’arpa!- esclamò il rosso colto da un’illuminazione.
-No, mi dispiace…era li anche quando siamo arrivate noi!- risposi.
-E ci dovremmo credere?- intervenne lo sfregiato.
-Fate un po’ come vi pare- disse Daphne.
-Adesso andatevene subito e non diremo niente a Silente- ci consigliò minaccioso Potter avvicinandosi.
-Prego?-
-Scusa?-
Esclamammo in contemporanea io e la mia amica.
-Non abbiamo intenzione di andarcene dopo tutto quello che abbiamo fatto!- ripose Daphne.
Io la fermai prima che potesse estrarre la bacchetta.
Infondo non era il caso di farseli nemici adesso che ci servivano, o meglio, non peggiorare le cose tra di noi.
-Ok, ok ce ne andiamo!- dissi alzando le mani in segno di resa.
-Che cosa?- esclamò Daphne guardandomi sconvolta.
-Hai capito, ce ne andiamo! Non voglio rischiare di essere espulsa- ammisi.
E così dicendo la trascinai via sotto lo sguardo stralunando di tutti.
Uscimmo dalla sala degli schacchi ed entrammo in quella delle chiavi.
Con molta attenzione badai a non chiudere la porta.
-Ma sei pazza?!?- urlò Daphne.
-No, solo molto intelligente!- ghignai io.
-Con tutta la fatica che abbiamo fatto per arrivare fin qui!Credevo che volessi la pietra per tuo padre!-.
-Infatti-.
-Ma allora cos’è questa storia?- mi scosse lei.
-Ascolta, ho visto più volte il rosso giocare a scacchi in biblioteca ed è molto bravo. Visto che noi non ne siamo capaci non ci resta altro che aspettare che finiscano la partita-.
- Hai ragione - constatò lei. - Ovviamente. Non per questo sono Alexandra Merope Riddle.-.

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Capitolo 32
*** Il professor Raptor ***


Capitolo 33: Il professor Raptor…
Solo quando udimmo la parola- Scacco matto- corremmo fuori.
Senza farci vedere corremmo verso la stanza successiva canticchiando- Ve l’abbiamo fatta!Ve l’abbiamo fatta!-.
Scendemmo i gradini a due a due curiose di vedere quale sarebbe stata la prossima prova.
A metà corridoio avvertii la presenza di mio padre.
-Cosa c’è?- chiese Daphne preoccupata.
-Lui è qui…- mormorai.
-Lui chi?-.
-Mio padre- dissi- Oppure il professor Raptor…- pensai quando scorsi la sua figura.
-Professore cosa ci fa lei qui?- chiese Daphne.
Lui si girò lentamente, per niente sorpreso di vederci.
-Buonasera signorina Greengrass- l’accolse lui- Signorina DeNoir- disse poi rivolto a me.
Un brivido mi percorse la spina dorsale. Inclinai la testa di lato, come facevo sempre quando volevo risposte.
In quel momento arrivò anche Potter.
-Sempre in mezzo ai piedi- borbottai quando lo vidi.
-Cosa ci fate qu..professor Raptor??- mormorò spaesato.
-Non ci capisco più niente- sussurrò Daphne prendendomi a braccetto- Dov’è la pietra filosofale?-.
-Non ne ho idea- esclamai.
L’unica cosa che ero riuscita a capire era che era stato il professor Raptor a far addormentare Fuffy, ma mi sfuggiva il motivo…
Perché il nostro professore era li? Voleva la pietra filosofale?
Perché il mio cervello stava andando in tilt?
Fulminai con lo sguardo Potter, che aveva di nuovo preso parola.
-Lei non…è stato Piton, non può essere lei…-.
Che caspiterina centrava adesso il nostro insegnante di pozioni?
-Si, lui sembra il tipo giusto vero? Con lui in giro chi sospetterebbe del povero balbettante professor Raptor?-.
-Qui mi sfugge qualcosa…- mormorai piano.
Potter boccheggiò confuso, come se gli mancasse l’aria.
-Allora è stato lei a fare entrare il troll!- esclamò colto da un’ intuizione.
-Ma che bravo!- pensai- C’è arrivato!-.
-Che bravo!- disse a sua volta Raptor- Ma Piton sfortunatamente non ci è cascato, e mi ha intercettato al terzo piano. Da allora non si è più fidato di me…non mi ha lasciato quasi mai solo…ma lui non capisce…io non sono mai solo!-.continuò rivolto verso il grande specchio che giaceva nella stanza circolare.
In quel momento Potter si accasciò premendo sulla cicatrice.
-Fa male?Povero bambino!!- gli sussurrai.
Era incredibile quanto riuscissi a non perdere mai la voglia di irritarlo.
Bè, questo era comprensibile visto e considerato che mi aveva privato di un padre.
Mi chiesi se dovessi scappare o armarmi della mia bacchetta, ma infondo esistono solo due schieramenti nel monto magico: quello di mio padre e quello dei “Buoni”.
Non avevo ragione di temere, qualsiasi fosse, il piano del professor Raptor.

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Capitolo 33
*** Oblivion ***


Scusate per l'immenso ritardo, ma ultimamente non ho mai trovato un attimo di tempo!
Malika: Si, più o meno qui Alexa e suo padre si riincontreranno, ma non dico altro XD
Un grazie enorme per la recensione^^
Bacii!!

Capitolo 34: Oblivion
-Allora- esclamò il professore- questo specchio mostra ciò che si desidera. Mi vedo con la pietra in mano...ma dove la prendo?!-.
-Andiamo bene, adesso parla da solo...- mormorò Daphne.
Allora anche lui era qui per la pietra… ma a cosa gli serviva?
I miei ragionamenti furono bloccati da una voce, o meglio, dalla voce…
-Usa il ragazzo.- sibilò mio padre.
Queste parole rimbombarono tra le pareti, confondendomi ancora di più.
Da dove arrivava?
-Vieni qui Potter, subito!- urlò Raptor allungando una mano.
-Sta perdendo la testa!- disse Daphne- Andiamo via Alexa!-.
-Non ti preoccupare- bisbigliai sbrigativa.
Nel frattempo lo sfregiato aveva iniziato a scendere i gradini.
Ma che, è scemo? Ma ci va sul serio?
-Che razza di idiota- mormorai imitando la sua amichetta foresta-amazzonica.
-Dimmi, che cosa vedi?- chiese il nostro professore con un tono di voce calmo.
Mi sporsi leggermente in avanti, cercando di vedere nello specchio.
-Che c’è, cosa vedi?!?- urlò Raptor.
Era diverso tempo che non mi sentivo così…ignorata…
-Sto stringendo la mano a Silente, ho vinto la coppa delle case vedo…- rispose con voce tremolante.
Si, aspetta e spera…
-Mente.- spiegò la voce di mio padre.
-Di.la.verità!- scandì Raptor.
-Fa parlare me con lui…- ancora quel sibilio.
-Stupida- mormorai imbarazzata- Sono stata stupida, era ovvio che potesse benissimo prendersi la pietra per conto suo…-.
-Non dire così…- fece Daphne.

-Ma mio signore,ma non ne ha la forza- esclamò Raptor al nulla.
-Ho abbastanza forza per queesto-.
Rassegnato, il professore iniziò a sciogliere quella specie di sciarpa(?) che aveva in testa.
Ciò che vidi mi turbò non poco.
Sul cranio del professore c’era la faccia di mio padre!
Trattenni a stento la mascella che, in un gesto involontario, aveva rischiato di spalancarsi.
-Alexa ma quello è..??- chiese con voce tremante Daphe.
Quasi non la riconoscevo più da quanto era impallidita.
-Ti prego, se devi vomitare aspetta dieci minuti…- la pregai.
Il professore roteò su se stesso, in modo che fosse mio padre ha parlare con Potter.
Durante il giro, mi sbaglierò forse, ma mi sembrò che lui, mio padre, mi stesse guardando… improbabile… in fondo aveva cose più importanti a cui pensare.
-Decisamente impossibile…- mi corressi mentalmente.
Persa in quelle constatazioni, mi accorsi che aveva iniziato a parlare solo quando Harry arretrò di qualche passo.
-Vedi come sono diventato? Mi tocca vivere a spese di un altro…sono un parassita!Il sangue di unicorno riesce a rinvigorirmi, ma non può darmi un corpo tutto mio…ma c’è una cosa che lo può fare…una cosa che, come si dice la sorte, sta nella tua tasca!-.
La mia testa scattò meccanicamente verso Potter, ma come faceva ad avercela in tasca? Quand’è che l’aveva presa?
Poco dopo il diretto interessato iniziò a correre verso di noi, ma delle fiamme s’interposero( mazza sta parola XD ndA) tra di noi.
-Cavolo!- mormorai indietreggiando di una falcata: avrebbero potuto bruciarmi i capelli, i miei bellissimi capelli!
-Alexa, andiamocene!- diceva Daphne supplicante- Credi che Silente non si accorga del fatto che sia scoppiato un incendio nella sua scuola?! Sai che casino se ci trova qui!?-.
Aveva ragione, ma li c’era mio padre è dovevo aiutarlo!
-Non ha bisogno del tuo aiuto Alexa- mi riscosse quasi come se mi avesse letto nel pensiero- Non ha bisogno dell’aiuto di nessuno, cavolo, è il Signore Oscuro! Muoviti!- fece poi tirandomi per una manica.
Senza opporre resistenza mi feci trascinare via.
Salimmo le scale di corsa, ma quando arrivai nella scacchiera mi fermai.
Hermione Granger e Ronald Weasley erano ancora li.
Infondo, se mio padre non sarebbe riuscito a sconfiggere Potter, quest’ultimo avrebbe detto a Silente di me.
Ma se i suoi due amici dicevano di non avermi vista nessuno gli avrebbe creduto.
-Alexaaa- mi richiamò daphne- Forza!-.
-Un momento solo…-.
Per fortuna non si erano ancora accorti di me.
Piano, mi avvicinai a loro.
-Oblivion…- sussurrai allungando la bacchetta.

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Capitolo 34
*** Santo Draco! ***


Capitolo 35: Santo Draco!
-Oh mio dio…-.
-Oh santo Salazar…-.
Sospirammo contemporaneamente io e Daphne entrando nella nostra stanza.
Per fortuna Pansy non c’era.
Al suo posto, nel mio letto, risiedeva Draco, a braccia incrociate.
-Dov’eravate finite?- chiese.
-In giro…-.
-Per il castello…- finii io.
Poi ricordai.
-Oh, scusa Draco avevo promesso di venire con te in biblioteca, scusa! Me ne ero proprio dimenticata!- dissi facendo gli occhioni.
Sapevo che non poteva resistere al mio sguardo super-coccoloso.
-Ok, ok d’accordo. Non importa.- fece lui alzando le mani in segno di resa.
In quel momento un’ondata di sensi di colpa mi travolse.
-Non è vero che ero in giro per il castello…- sospirai io.
Non potevo più mentirgli.
Non volevo più mentirgli.
Come potevo continuare a farlo, quando lui era diventato così meno insopportabile e discretamente gentile nei miei confronti?
-Sei sicura?- chiese Daphne.
Io annuii.
-Che cosa sta succedendo?- chiese spaesato- Inizio a non capirci più niente…-.
-Preparati Draco, perché sarà una storia abbastanza lunga.

La sua reazione di fu leggermente diversa da quella di Daphne.
Gli occorsero diversi minuti per connettere tutta la faccenda.
Alla fine mi chiese se poteva continuare a trattarmi come aveva sempre fatto, come se io fossi semplicemente Alexa e non la figlia del signore oscuro.
Io accettai con grande piacere.
-Devo andare a fare una cosa- ghignò a un tratto- Ci vediamo più tardi- e se ne andò.
-Secondo te è sconvolto?- chiesi.
-Direi che l’ha presa meglio del previsto. Non credevo che glie lo avresti detto…-.
-Come mai?- chiesi mentre mi chiudevo in bagno.
Non udendo risposta mi gettai-letteralmente-sotto il getto d’acqua calda della doccia.

Quando uscii Daphne mi diede il cambio.
-Ci vediamo a cena!- le dissi.
Il borbottio del mio stomaco era troppo forte per essere ignorato.
Mi precipitai in sala grande dove la notizia si era ormai diffusa.
Potter era riuscito a salvarsi, mio padre era stato “sconfitto”.
Non mi sorpresi più di tanto: avrebbe potuto trovarsi una persona migliore al posto del professor Raptor;
Inoltre, il fatto che fosse stato sconfitto era davvero assurdo: se mio padre fosse realmente morto, perché sentivo ancora la sua presenza?
-Hai sentito? Potter ha detto che tu e la Greengrass eravate li con lui, ma i suoi due amici hanno detto di non avervi visto. Gira voce che Silente voglia parlare con voi…- fu la soffiata di un mio compagno Serpeverde.
Ecco, ci mancava pure un bel colloquio con il preside.
Bè, almeno il mio incantesimo aveva funzionato.
-Posso parlarle signorina DeNoir?- mi chiese Silente poco prima che potessi sedermi insieme ai miei compagni.
Parli del diavolo e spuntano le corna…o come cavolo si diceva…
E poi…ma da dove era spuntato?!?
Impiegai soltanto pochi secondi prima di rispondere con uno sdolcinato – D’accordo-.
Come quando io e Pansy avevamo litigato, il preside mi portò nel suo ufficio, dove notai con sorpresa la presenza di Daphne, Potter e compagnia bella.
-Accomodatevi pure…- disse indicando le sedie.
Ubbidimmo.
- Harry…- iniziò sedendosi- Ha detto che anche voi eravate presenti e che volevate rubare la pietra filosofale- spiegò.
-Rubare cosa?- chiedemmo noi due in coro.
Era incredibile quanto fummo coordinate in quel momento.
-Non fate le finte tonte, sapete benissimo di cosa si tratta!- ribattè lo sfregiato.
Io mi mordicchiai il labbro abbassando lo sguardo.
Poi guardai i suoi due amici.
-Dite la verità, eravamo li con voi? Ci avete viste?-.
-Veramente no…- sospirò la Granger.
-Abbiamo mai fatto credere di sapere qualcosa di questa pietra filointerdentale?- chiesi sbagliando appositamente la pronuncia.
-Filosofale!- mi corresse Daphne.
-Quello che è!- feci io muovendo la mano.
-No- questa volta a rispondere era stato il rosso.
Wow, allora l’incantesimo era riuscito alla perfezione! Avevano dimenticato anche della discussione in biblioteca!
-Loro erano li, glie lo assicuro!- fece Potter.
-Noi non c’eravamo li, dovunque sia quel posto!- rispose Daphne- Non capico come tu faccia ad esserne così convinto, non ci hai viste!-.
-Io vi ho viste!- ribattè lui.
-Non c’è bisogno di alzare la voce Harry, ogni tanto capita di commettere degli errori…-.
-Non è un errore, è la verità!-.
-Harry, devo informarti del fatto che il signor Malfoy e altre persone sostengono che le due ragazze hanno passato la giornata in biblioteca…- spiegò.
Cosa aveva detto Draco?!
Io lo adoravo quel ragazzo! Avrebbero dovuto costruire una statua in suo nome con inciso: Santo Draco!!
La faccia che fece Potter in quel momento fu impagabile.
-Possiamo andare adesso?- chiese Daphne- Io avrei fame!-.
-Non vedo alcuna ragione per trattenervi oltre, buona serata ragazze!-.
-Buona serata professor Silente- gli augurammo noi in coro.

Arrivammo in sala grande pochi minuti dopo. -Grazie Draco!- disse Daphne gettandogli le braccia al collo.
Che carini che erano i due piccioncini!!
Peccato che, se Pansy l’avesse vista, come minimo le avrebbe staccato la testa.
Bè, ma chi se ne importa del carlino in quel momento!
-Grazie davvero!- dissi io.
Ok, non mi piaceva ringraziare le persone, e non lo facevo spesso, ma Draco oggi si era comportato da vero amico.
O almeno era quello che pensavo: non avendo mai avuto amici non potevo dirlo per certo…
-Lo so, lo so, modestamente sono stato un vero genio!- ammise lui.
Alla faccia della modestia!
-Ovviamente, sarei riuscita a cavarmela comunque, il mio ringraziamento è dovuto al semplice fatto che mi hai risparmiato un lavoro!- mi corressi subito.
-Ah!Ah!- fece Draco per niente divertito.
Non glie l’avrei mai data vinta.
-Vogliamo andare a cena?! Sto morendo di fame!- si lamentò la mia amica interrompendoci.
-Si, anche io non vedo l’ora di mangiare qualcosa!- constatai.

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Capitolo 35
*** Epilogo ***


Questo è l'ultimo capitolo della storia...
Probabilmente scriverò un seguito, ma inizierò a postarlo soltanto quando l'avrò finito.
Ringrazio di cuore le persone che mi hanno seguito, baci^^

Epilogo:
La sala grande era addobbata a festa quel giorno.
Bè, era ovvio…quell’anno era finalmente passato e io potevo tornarmene a casa.
Mi chiedevo solamente il motivo di tutta quella cerimonia: ma non si stufavano i professori tutti gli anni??
Ci fecero indossare dei cappelli a punta, che minacciava di cadere dalla mia testa da un momento all’altro.
-Ma è proprio necessario?- chiesi alquanto seccata.
-Non iniziare a lamentarti Alexa ti prego!- mi fermò Draco.
-E poi il verde ti dona!- intervenne Daphne prima che potessi rispondere al signorino Malfoy.
-Modestamente…- feci io sbattendo le palpebre.
Il tintinnio di un bicchiere ci interruppe.
Volgemmo tutti l’attenzione verso la gigantesca tavolata dei professori.
Silente si alzò e iniziò il suo celebre discorso.
-Un altro anno è passato. E ora va assegnata la coppa delle case!-.
-Ecco cosa mi ero dimenticata!- borbottai tra me e me.
Mi era proprio passato di mente.
-Ecco la classifica- annunciò.
Nell’aria si poteva palpare la tensione di tutti noi studenti: vincere quella coppa era una questione di vitale importanza!
-Al quarto posto…Grifondoro con 312 punti.- ghignai battendo le mani- Al terzo posto…Tassorosso con 352 punti- bene bene – Al secondo posto Corvonero con 426 punti- abbiamo vinto, abbiamo vinto – E al primo posto con 472 punti…Serpeverde!-.
Dal nostro tavolo di levò un urlo di gioia e un grande battito di mani.
-Siamo i migliori!- mi disse Daphne dandomi il cinque.
-Si, complimenti Serpeverde, complimenti…tuttavia…- ma perché ci deve sempre essere un “tuttavia”?- Alcuni recenti avvenimenti vanno presi in considerazione. E alcuni punti dell’ultimo minuto da assegnare…-.
-Non è possibile…- mormorai con la testa tra le mani- Non ci credo…- feci quando i punti attribuiti allo sfregiato e co facesseroro si che ci superassero.
-Non è giusto, non si può fare!- esclamò contrariato Draco.
-Si può…si può…- risposi io mentre tutti erano impiegati nel lancio dei cappelli.

-Non starò un minuto di più in questa scuola!- per quest’anno ovviamente…
Mentre le valige mi seguivano in volo, percorsi velocemente i corridoi, uscendo finalmente dal castello.
Sulla soglia, ad aspettarmi, c’erano ovviamente i miei due amici – che bello poter definire qualcuno in questo modo- con i loro bagagli in mano.
-Me lo devi insegnare questo trucchetto- esclamò Daphne indicando i miei.
-Certamente- feci io.
-Sprizzi felicità da tutti i pori – constatò Draco – A modo tuo ovviamente…-.
-Sono felice di uscire da questa scuola infestata da babbani e mezzosangue-.
spiegai camminando. -Concordo-.
-Pensa che dovremmo passare altrettanti anni con loro!- storse il naso Daffy.
-Non soffocare il mio entusiasmo!- mi lamentai io.
-D’accordo…pensa al fatto che avrai altrettanti anni per rovinare la vita dello sfregiato!-.
-Questo è poco ma sicuro!- ghignai io.
Fu così che finì il mio primo, meraviglioso e indimenticabile anno a Hogwarts.
Avevo subito delle grandi sconfitte – che ovviamente sarebbero state le ultime della mia vita-, ma, in fin dei conti, questo era solo l’inizio.
Ricordati questo Potter: se è la guerra che cerchi – anche se sono io ad avere iniziato- hai trovato pane per i tuoi denti!
Nessuno può battere Alexandra Merope Riddle.

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