Avete mai creduto nel destino?

di Manry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo primo ***
Capitolo 2: *** capitolo secondo ***



Capitolo 1
*** capitolo primo ***


Salve a tutti .Io sono Manryell o Manry .

Questa Fic è dedicata a tutti i digiprescelti ma più precisamente a Mimi, spesso fatta apparire come una ragazzina infantile e non di certo tra le più “utili “ dei digiprescelti. Comunque già dal secondo capitolo faranno la loro entrata in scena anche gli altri ragazzi.

Mimi ha 19 anni quindi di conseguenza Tai,Mat e Sora ne hanno 21 e via dicendo.

Buona lettura e se avete voglia recensite

AVETE MAI CREDUTO NEL DESTINO?

Capitolo 1

Avete mai creduto nel destino?

Avete mai creduto che ci fosse qualcosa di più per voi in questa vita?

Uno scopo…una meta…un fine per il quale lottare fino ad arrivare a dare la vita?

Io non ci credevo…ma ora che vedo il mio mondo….i miei amici….i miei ricordi sgretolarsi sotto i miei occhi mi rendo conto che è tutto vero…che ognuno di noi nasce per un motivo….e io sono certa che il mio scopo sia quello di salvarli.

Non sono mai stata la migliore in nulla…

Ho vissuto una vita nella mediocrità…

Nulla di quello che facevo era importante…

Fino a quando a 11 anni ho capito per la prima volta che anche io potevo essere utile…che anche io potevo essere importante per qualcosa o per qualcuno…

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Persone avvolte in pesanti e caldi cappotti…bambini che correvano ai giardini per dare il via alla gara di chi creava il pupazzo di neve più grande…e i tetti coperti da un pesante manto di neve immacolata…era inverno inoltrato quando furono evidenti i primi segni che qualcosa stava succedendo…che qualcosa stava per cambiare…

Erano le 7 del mattino appena passate quando dal suo caldo letto una ragazza di 19 anni aprì lentamente gli occhi.

Tutto sembrava tranne intenzionata ad alzarsi ma alla fine il buon senso e le continue urla della madre la costrinsero ad alzarsi.

Il caldo pavimento in legno e un diffuso odore di mandarini resero il risveglio meno duro del previsto.

Odiava alzarsi la mattina quando fuori cera freddo, le piaceva rimanere avvolta nel piumone fino a mattina tardi quando finalmente il sole faceva capolino tra le nubi…

Ma purtroppo aveva preso un’ impegno e non poteva sottrarsi alla levata mattutina.

Si vestì con un paio di jeans e un maglione bianco, forse un po’ troppo grande per lei, con il collo che le copriva quasi il mento poi scese per la colazione.

Da quando aveva finito le scuole medie qualcosa era cambiato in lei.

La lotta a digiworld, l’amicizia con gli altri digiprescelti e con i digimon, e la separazione dei suoi genitori l’avevano resa forte, più di quanto lei stessa non potesse immaginare, e le avevano fatto capire che non avrebbe potuto sempre contare su qualcuno.

Aveva sempre fatto affidamento su suo padre,lei era la sua principessa...la sua adorata bambina e adesso non cera più, era a centinaia di chilometri da lei e ultimamente il loro rapporto si limitava a qualche telefonata e e-mail. A casa cera sempre sua madre pronta ad aiutarla ma , nonostante ciò, sentiva che comunque aveva perso un’ appoggio che per lei era stato fondamentale per anni.

Ma ora aveva voltato pagina, se ne era fatta una ragione…infondo i sentimenti cambiano, si evolvono e non sempre in meglio…se è il destino a volere così allora è inutile combatterlo, bisogna solo cercare di renderlo meno doloroso…

Una nuova fase della sua vita era iniziata con la decisione di iscriversi all’università di scienze sociali e comunicative, ed era proprio li che si stava recando.

Camminava lenta con lo sguardo che cadeva su ogni persona che incontrava, le piaceva osservare le persone, i loro visi e i loro gesti ma qualcos’altro attirò il suo interesse quella mattina…

Il cielo…

Era strano…era un manto uniforme di nubi grigie pronte a far cadere su Tokyo la neve, sembrava normale….un cielo come tanti…e non sapeva spiegarsi che cosa lo rendesse diverso dagli altri…

Sorrise con ancora il naso rivolto al cielo…

Che sciocca…certo che quello era un cielo normale…viaggiava troppo con l’immaginazione.

“hai intenzione di restartene li tutta mattina?non credo vedrai passare nessuna nave volante…almeno non per oggi” disse una voce squillante e allegra alle sue spalle.

Capelli corti neri, occhi sottili di un verde intenso e una lunga sciarpa di lana avvolta più volte attorno al collo…Mimi assunse un’aria indispettita quando vide davanti a lei quella figura intenta, a quanto pare, a prenderla in giro.

“la solita guastafeste…” disse cedendo infine a un largo sorriso.

“Quando la smetterai di perderti nei tuoi sogni ad occhi aperti? Dobbiamo andare a lezione altrimenti questa volta il professore ci caccia veramente fuori dall’aula”

Meimi, 19 anni sua compagna di corso nonché sua migliore amica, dopo ovviamente Sora e Yolei…era entrata quasi con prepotenza nella sua vita, l’aveva rimproverata il primo giorno di corso perché durante la lezione stava leggendo una rivista di moda invece che prendere appunti e da quel giorno erano diventate inseparabili,sia a scuola che fuori dai corsi.

“si hai ragione” ammise la digiprescelti ricominciando i cammino verso l’edificio che ospitava le lezioni “ e che le lezioni di Tamaki sono così noiose” piagnucolo attorcigliando una ciocca di capelli al dito.

“saranno pure noiose ma è uno dei maggiori esperti che si possano trovare in tutto il Giappone, dovresti ritenerti onorata di poter presenziare a una sua lezione” disse Meimi puntandole un dito contro. Dire che il professore Tamaki era un’ uomo noioso era una delle eresie più gravi che si potessero dire. Aveva una vera adorazione per quell’uomo senza tenere conto che era una delle studentesse più brillanti della facoltà,al contrario di Mimi che riusciva appena a programmarsi gli esami.

Due opposti…evidentemente era questo che le rendeva così unite.

“dai su…forza e coraggio che una mattina di apprendimento ci attende” disse trionfante la brunetta alzando le braccia al cielo per stiracchiarsi.

Mimi la guardava stranita indecisa se scappare da quella che sembrava una pazza isterica, forse più di lei, o se rassegnarsi e prendere la giornata come veniva…ma ancora non sapeva che quella sarebbe stata tutto tranne che una giornata normale….

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Capitolo 2
*** capitolo secondo ***


AVETE MAI CREDUTO NEL DESTINO?

Capitolo 2

La grande aula circolare rivestita di legno si stava lentamente svuotando.

La maggior parte degli studenti se la stava prendendo con comodo mentre altri presi da una voglia irrefrenabile di uscire da quel posto , raccoglieva le proprie cose in fretta e furia..

“che lezione magnifica” disse quasi sognante Meimi mentre ,con il libro stretto al petto mentre seguiva Mimi diretta al più vicino punto di vendita di caffè…. avere un caffè…aveva la priorità assoluta al momento

.Aveva assolutamente bisogno di una tazza di caffè fumante e forte…aveva passato le ultime due ore a sonnecchiare con il rischio di essere richiamata dal professore e di fare una figuraccia davanti a tutti.

“ma si può sapere che hai? Non hai parlato per tutta la lezione…è un’ evento straordinario” disse Meimi piazzandosi davanti e interrompendo la visuale tra lei e l’ormai amato barista.

La ragazza la fulminò con lo sguardo per poi impossessarsi della tazza sedendosi in uno dei tavolini circolari del bar.

Che cosa aveva…bella domanda…

Era sempre stata un po’ svampita ma adesso lo era veramente troppo..se ne era resa conto lei stessa…non aveva seguito una parola della lezione…e non era un bene…stava rischiando seriamente di essere cacciata dal corso.

“che ne so…sarò un po’ stanca” ipotizzò …

Gettò la testa all’indietro fissando il cielo attraverso il lucernario a forma di cupola che illuminava il bar.

I capelli castani e mossi ricaddero morbidi sullo schienale della sedia di plastica bianca mentre continuava a rigirare il cucchiaino nel caffè rimasto.

Quella giornata non era iniziata nei migliori dei modi, questo era poco ma sicuro…

Con un sospiro tornò a prestare attenzione all’amica che le sedeva di fronte e che aveva continuato incessantemente di elogiare la lezione di poco prima.

“…vero Mimi?” domandò infine fissando la ragazza in attesa di una risposta.

Mimi si trovò nel panico…non aveva ascoltato una parola di quello che aveva detto e adesso se la sarebbe presa terribilmente.

“emm…ecco…sono della tua stessa opinione” rispose sperando di aver dato una risposta che potesse soddisfarla…

Meimi la guardò storto “quindi sei d’accordo che questo bar sia solo una distrazione e sarebbe opportuno chiuderlo?”

“assolutamente no!” rispose sconvolta…quella era la sua unica fonte di vita …senza caffè era morta…anche se ,a giudicare dalla faccia di Meimi non aveva molte possibilità di sopravvivenza.

A salvarla da un destino non troppo roseo ci penso il cellulare che squillava insistentemente da dentro la borsa.

“pronto?” disse portandosi il telefonino rosa confetto all’orecchio.

Chiunque fosse gli avrebbe dedicato una statua…

“Mimi sono Izzy” Una voce maschile si fece riconoscere

“Ciao Izzy…come va? Mi fa piacere sentirti …è da un bel pò che non ci sentiamo …l’università mi sta sfi…”

“si si …ma non è il momento…non potresti venire subito? Sono a casa di Tai” l’ interruppe non troppo gentilmente

“io sarei a lezione, faccio un salto quando esco ok?”

“accidenti Mimi!” esclamò vagamente sull’infastidito il suo amico d’infanzia “ma da quando hai preso così seriamente la scuola? Non ce tempo devi venire subito” e chiuse li la telefonata.

Mimi rimase a fissare l’apparecchio per qualche istante indecisa se essere preoccupata o più semplicemente infuriata per il modo in cui Izzy l’aveva trattata.

“tutto ok?” domando Meimi vedendo balenare negli occhi dell’amica una strana luce omicida.

“si tutto a posto” disse brusca alzandosi “ma adesso devo andare ,passo io più tardi a casa tua per prendere gli appunti ciao”

“ma non puoi andare via da lezione così” cercò di dirle la moretta ma ormai Mimi era già andata.

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