Il patto

di Erestor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Legolas e Ainwen ***
Capitolo 3: *** a caccia di Elfi ***
Capitolo 4: *** lo scambio ***
Capitolo 5: *** l'arrivo a Minas Tirith ***
Capitolo 6: *** a cena con gli uomini ***
Capitolo 7: *** primi approcci ***
Capitolo 8: *** Emozioni contrastanti ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Salve eccomi con la mia nuova FF. Riguarda la coppia Aragorn e Legolas ma non seguirò la trama della storia originale ansi, è del tutto diversa. Però amo troppo questa coppia e sentivo di dover scrivere una FF su di loro!^^
I personaggi non mi appartengono e la storia non è a fine di lucro.


Ci troviamo nelle Terra di Mezzo verso la fine della Terza Era. Gli uomini regnano sovrani, di Nani ne son rimasti ben pochi e vivono al di sotto delle montagne allacciando raramente rapporti con gli uomini. Gli Hobbit sono anch'essi ormai quasi estinti, ve ne sono solo nella vecchia Contea. Per quanto riguarda gli Elfi si sono allontanati dal resto delle popolazioni della Terra di Mezzo. Sono rimasti in un numero alquanto esiguo e così hanno deciso di riunirsi e fondare un'unica città dove vivere insieme. Questa città chiamata Valar in onore delle loro divinità, era situata al centro di Bosco Atro, nell'Ithilien e protetta da una fitta barriera creata dai grandi Saggi Elfici.
L'innalzamento di questa barriera infastidì gli uomini che pretendevano il controllo su tutta la Terra di Mezzo e per questo avevano rilegato i Nani alle montagne, gli Hobbit alla Contea e distrutto le altre razze ritenute pericolose come gli Orchi.
Il Re che regnava durante l'erezione della barriera minacciò gli Elfi di incominciare una guerra se non avessero spezzato la barriera. Fu così che Re Thranduil, designato come re di tutti gli Elfi, scelse di stringere un patto con gli uomini. Si decise che gli Elfi avrebbero potuto erigere la barriera solo se ogni qual volta uno di essi avesse lasciato la suddetta sarebbe diventato proprietà dell'uomo che l'avesse scoperto.
A causa di questo patto gli Elfi furono costretti a non lasciare mai l'Ithilien anche quando la voglia di andare nel “mondo al di là” ovvero quello che si stendeva al di fuori della barriera, si faceva forte. Vi era infatti, un periodo dell'anno in cui la barriera di indeboliva e per un Elfo era semplice attraversarla. Nello stesso periodo che ricadeva più o meno verso l'inizio dell'estate, si compiva un fenomeno di forte attrattiva per gli Elfi.
Avveniva infatti il fenomeno dell'Aurora che attirava gli Elfi come il miele fa con le Api. In questi periodi la sorveglianza della barriera veniva aumentata ma nonostante tutto molti Elfi riuscivano a scappare e venivano catturati dagli Uomini.
Torniamo alla fine della Terza Era. Gli uomini avevano un nuovo Re, Arathorn al cui fianco vi era solo il figlio Aragorn visto che la moglie morì per una grave malattia. Il patto con gli Elfi era ancora in vigore. A bosco Atro ancora Thranduil era il re e Regnava con sua moglie e suo figlio Legolas destinato a prendere il suo posto appena fosse stato pronto.
Il tempo trascorreva ed ormai stava per arrivare il periodo più pericoloso dell'anno per gli Elfi ed il più aspettato per gli uomini che erano allettati dall'idea di riuscire a catturare un Elfo. Thranduil non era preoccupato per suo figlio, ormai aveva più di 2000 anni ed era un ottimo guerriero. Dall' altro lato della barriera il principe Aragon si preparava per la caccia, aveva ormai quasi trent'anni e quindi come tutti gli uomini voleva provare qualche brivido in più, non aveva mai visto un Elfo.


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Capitolo 2
*** Legolas e Ainwen ***


Ecco il primo capitolo. Naturalmente Ainwen l'ho inventata^^
I personaggi non mi appartengono e la storia non è a fine di lucro.


Ormai l'estate era arrivata e con lei anche il principale problema di tutti gli Elfi di Bosco Atro. Il Re Thranduil come ogni anno aveva raddoppiato la sorveglianza alla barriera che aveva incominciato ad affievolirsi.
Quel giorno vi era una leggere brezza nei boschi che portava spensieratezza sopratutto fra i più giovani. Era il caso di due Elfi molto legati fra loro, Legolas principe di Bosco Atro e Ainwen sua cugina.

-no non così!-

disse Legolas sorridendo col tono quasi disperato. Era la ventesima volta quel giorno che mostrava a sua cugina come si maneggiava l'arco.

-ma allora come? Come si fa spiegamelo ancora!-

rispose lei assumendo un broncio da bambina anche se propriamente bambina non era, almeno dal punto di vista di un umano. Ainwen aveva compiuto da poco 2000 anni, aveva lunghi capelli biondi ed occhi verdi. Era un tipino un po' troppo curioso e casinista, l'opposto di un Elfo che si rispetti. Legolas al contrario era un rappresentante perfetto della sua specie. Come la cugina veniva dalla razza dei Sindar. Aveva lunghi capelli biondi solitamente legati dietro con due piccole trecce e gli occhi azzurri. Era un ottimo guerriero che sapeva utilizzare sia l'arco che la spada nonostante, dal punto di vista elfico, fosse ancora molto giovane.

-non capisco perchè vuoi imparare... insomma, non siamo in periodo di guerra e poi tu sei una donna! Non ne hai bisogno.-

rispose l'Elfo alle continue lamentele della cugina. Ainwen dal canto suo divenne ancora più imbronciata.

-ma questo che significa?! Anche io ho il diritto di imparare a difendermi! Anche io voglio poter proteggere il mio popolo in caso di necessità!-

Sembrava piuttosto convinta mentre parlava e Legolas sapeva bene che quando faceva così era inutile ribattere. Così si arrese e con un sospiro prese un'altra freccia nel contenitore di pelle lasciato vicino uno dei tanti alberi di quel bosco. Si avvicinò alla cugina sul cui viso incominciava a tornare un radioso sorriso e si posizionò dietro di lei dandole la freccia. Ainwen allora tese l'arco con la freccia e come sempre le braccia le tremavano ma Legolas la aiutava a raddrizzare la mira.

-quando lascerò la presa sulle tue braccia mantieni la mira e scocca la freccia-

le disse quasi sussurrando ad un orecchio. Ainwen annuì convinta. Non era la prima volta che il cugino le spiegava come si usava l'arco ma lei sembrava essere proprio negata. Legolas lentamente lasciò la cugina e si allontanò di qualche passo. Ainwen sembrava resistere e così scoccò la freccia che però non raggiunse il bersaglio ma ansi, andò a finire qualche metro di lato.

-mi scusi!-

gridò dopo aver trattenuto il fiato per qualche minuto. Aveva quasi colpito un Elfo che stava leggendo un libro in santa pace sotto un albero poco lontano. Quest'ultimo si alzò scuotendo la testa ed andò via, ormai tutti avevano imparato quanto poteva essere pericolosa.

-lo vedi! Non fa per te!-

esclamò Legolas avvicinandosi alla cugina che si voltò per niente abbattuta.

-allora potrei provare con la spada!-

-cosa ho fatto di male per meritare te?!-

si chiese Legolas passandosi una mano sul bel viso. Sospirò prendendo l'arco che Ainwen gli aveva ridato e il contenitore con le frecce.

-ne riparleremo domani-

disse per poi sorridere alla cugina ed avviarsi verso il castello.

Intanto a Gondor capitale del regno degli uomini...

-allora?-

chiese Aragorn impaziente mentre faceva avanti e indietro nella sua camera.

-ancora niente-

rispose un'altra voce proveniente da vicino la porta. Era Boromir, il migliore amico di Aragorn.

-ma com'è possibile?! Avevi detto che sarebbero usciti da quella loro barriera!-

-e lo faranno...ma è ancora presto, il fenomeno dell' Aurora non avverrà che fra due giorni-

Aragorn sbuffò sonoramente mettendosi a sedere su di una sedia nella camera.

-quando sarà l'Aurora verrò anch'io con voi-

-certo mio Signore-

rispose Boromir apparentemente divertito dall'atteggiamento del suo principe. Non l'aveva mai visto così eccitato ed ansioso e sperava proprio di riuscire a trovare un Elfo o Aragorn avrebbe perso le staffe!


FINE primo capitolo*-*

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Capitolo 3
*** a caccia di Elfi ***


Un altro giorno incominciava a Bosco Atro mentre la barriera diventava sempre più debole. Nonostante tutto la vita sembrava trascorrere abbastanza serena. Legolas si svegliò presto quel giorno, non aveva dimenticato la promessa fatta alla cugina ovvero di insegnarle ad usare la spada. Si avviò così verso il centro del Bosco dove sapeva non ci sarebbe stato nessuno e dove aveva dato appuntamento a Ainwen.
Arrivato si sedette sotto un grande albero uno di quelli che sembra possano parlare. Esso gli faceva ombra dai raggi del sole che risplendeva alto nel cielo e che se non fosse stato un Elfo l'avrebbero infastidito e non poco.
Sospirò godendosi per qualche istante quella quiete ma si sa, dopo la quiete vien sempre la tempesta. Ed infatti poco dopo avvertì qualcuno correre nella sua direzione, non erano leggeri i suoi passi ansi dal rumore poteva capire benissimo chi era.
La figura che stava correndo gli si fermò davanti ansante.

-buongiorno Ainwen-

la salutò l'Elfo tenendo gli occhi chiusi per cercare di respirare ancora un po' di pace.

-salve cugino!-

rispose allora lei fissando Legolas seduto ai piedi del grande albero.

-allora? Mi insegni ad usare la spada?-

-sono qui per questo...altrimenti non ti avrei dato mai un appuntamento-

le rispose ancora Legolas ridendo ed aprendo gli occhi per alzarsi in piedi. Rimase leggermente esterrefatto.

-ma che hai indosso?-

le chiese guardandolo come preoccupato.

-questi? Sono i tuoi...-

rispose Ainwen come se fosse normale.

-li ho presi dal tuo guardaroba, ho pensato che per imparare a maneggiare la spada fossero più comodi-

terminò facendo una leggera giravolta su se stessa. Aveva indosso una tunica verde scuro con delle calze aderenti marroni e gli stivali dello stesso colore della tunica. Di solito erano i vestiti che Legolas usava per allenarsi.

-questo è indubbio... ma mi duole ricordarti ancora una volta che sei una donna e quell'abbigliamento non va bene-

rispose allora l'Elfo leggermente esasperato dalle stranezze della cugina, ma le voleva bene e sapeva che era speciale quindi l'avrebbe appoggiata sempre e comunque.

-a me piace caro Principe, mi sa che dovrete farvene una ragione-

Legolas sorrise passandosi una mano sul volto come vinto.

-e va bene...ma ora diamoci da fare-

Ainwen era al settimo cielo e non vedeva l'ora di poter maneggiare una spada. Legolas intanto si recò dietro l'enorme albero e tornò con due bastoni belli lunghi in mano.

-tieni-

disse lanciandone uno a Ainwen che l'afferrò titubante. Non capiva a cosa servissero.

-bene possiamo incominciare-

sentenzio Legolas sorridendo. Capiva bene le titubanze della cugina.

-ma le spade?-

-non puoi ancora maneggiare una spada, sarebbe pericoloso. Procederemo con piccoli passi-

Ainwen ci rimase malissimo. Aveva tanto aspettato quel giorno ed ora non poteva neanche avere una spada!

-ma Legolas!-

si lamentò scuotendo il capo.

-non si discute. Se vuoi imparare devi fare quello che dico io-

Ainwen sospirò dandosi lei per vinta stavolta.

-e va bene...cosa devo fare?-

chiese allora afferrando meglio il bastone che aveva in mano. Legolas sorrise nuovamente e così trascorse l'intera mattinata a spiegare le basi del combattimento con spada alla cugina.

-wao mi piace tantissimo! Che dici? Potrei diventare un grande guerriero?-

chiese Ainwen seguendo Legolas verso un laghetto poco lontano. Aveva imparato tante cose in quell'unica mattinata ed almeno aveva capito che era più pratica ad usare la spada che non l'arco.

-per il momento pensa ad impegnarti...poi si vedrà-

rispose l'Elfo biondo per poi fermasi ai bordi del laghetto. Vi era anche una bellissima cascata e l'aria era un vero toccasana. Ainwen non perse tempo e subito incominciò a spogliarsi incurante del cugino. Del resto si conoscevano da quando erano bambini e poi per gli Elfi quelle erano cose normali. Rimasta nuda si gettò in acqua incitando il cugino a fare lo stesso.
Ma Legolas era turbato, si trovavano abbastanza vicini alla fine della barriera. Poteva quasi percepire gli odori ed i rumori del mondo al di là.

-hey che hai? Non vieni?-

-si si...arrivo subito-

rispose riprendendosi da quello stato di trance in cui era caduto. Il giorno dopo ci sarebbe stato il fenomeno dell'Aurora. Smise di pensarci e togliendosi i vestiti raggiunse la cugina in acqua.

-ci voleva proprio-

disse poco dopo appoggiandosi con le braccia ad una roccia.

-Legolas-

lo chiamò Ainwen. Ed egli ebbe subito un brutto presentimento, di solito lei non lo chiamava quasi mai per nome.

-sei mai stato nel mondo al di là?-

chiese appoggiandosi a sua volta vicino la roccia.

-no... ma non vorrei andarci per nulla al mondo. Vi sono gli uomini lì, esseri spregevoli, calpestano e deturpando la loro madre, la natura-

-se non ci sei mai stato come fai a dire che sono così crudeli?-

chiese ancora Ainwen non del tutto convinta.

-ti ricordo che molti dei nostri compagni che hanno attraversato la barriera non sono più tornati-

-ma questo non fa di loro dei mostri...almeno non tutti. Non può esistere un Uomo buono?-

-non so rispondere a questa domanda cugina ma quello che so di sicuro è che mai, e dico mai, dovrai attraversare la barriera-

le disse Legolas per poi uscire dall'acqua ed incominciare a rivestirsi dopo essersi velocemente asciugato.
Ainwen rimase pensierosa. Aveva sempre desiderato andare nel mondo al di là, sopratutto nel giorno dell'Aurora. Sapeva bene che era pericoloso ma era più forte di lei. Uscì dall'acqua ed imitò il cugino rivestendosi.

-Ainwen-

la chiamò Legolas con tono serio

-non avvicinarti alla barriera-

le disse prima di scomparire fra gli alberi. Ainwen sospirò per poi seguire il cugino.


Intanto a Gondor il giorno dopo

-Aragorn mio Signore siamo pronti per partire-

disse Boromir raggiungendo il Principe nelle sue stanze. Aragorn era particolarmente felice quel giorno, finalmente avrebbe potuto vedere gli Elfi o almeno lo sperava.
Uscirono così dal palazzo e montarono a cavallo. Oltre a Aragorn e Boromir vi erano altri tre soldati che fungevano da scorta personale del Principe. Anche quella mattina il sole brillava nel cielo e così anche all'interno del bosco folto era possibile riconoscere qualsiasi figura vi fosse passata.
Il fenomeno dell'Aurora avveniva ai confini del Bosco che era sotto il controllo degli uomini, qualche metro distante dalla fine della barriera degli Elfi. Era uno spettacolo mozzafiato che riusciva ad incatenare ad esso anche gli uomini.
Aragorn ed i suoi soldati si appostarono così fra gli alberi proprio nel luogo in cui l'energia dell'Aurora sembrava essere più forte.
Stettero così per qualche tempo ma di Elfi non sembrava esservene traccia. Poi finalmente intravidero una figura scivolare fra gli alberi, aveva lunghi capelli biondi e si dirigeva proprio verso di loro. Sembrava come stregata da un incantesimo.
Gli uomini spronarono i cavalli e circondarono la figura che solo allora sembrava essersi accorta di essere in trappola. Era un Elfo donna, dai capelli biondi e gli occhi verdi.

-è questo un Elfo?-

chiese Aragorn come incantato dalla luce che emanava quella creatura.

-si mio Signore-

rispose Boromir che aveva già visto qualche Elfo prima di allora.

Aragorn sorrise abbastanza soddisfatto e diede l'ordine ai suoi soldati di legare l'Elfo. La creatura subito si dimenò urlando e tirando calci quando poteva.

-non avevi detto che erano esseri pieni di grazia?-

chiese ironico il Principe a Boromir

-di solito lo sono-

rispose questi mentre tornarono a nascondersi fra gli alberi. Prepararono un piccolo campo con delle tende. Sarebbero rimasti lì per tutto il giorno e forse anche la notte. L'Elfo fu legato e rinchiuso in una delle tende mentre due uomini le facevano da guardai.


Spero piaccia...a presto con il nuovo capitolo! baci^^

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Capitolo 4
*** lo scambio ***


Quel giorno Legolas si svegliò più rilassato del solito, nonostante fosse il giorno del fenomeno dell'Aurora si sentiva stranamente leggero. Scese dal suo enorme letto ricoperto di coperte azzurre ed incominciò a prepararsi. Anche quel giorno avrebbe dovuto dare delle lezioni ad Ainwen su come usare una spada.
Indossò così i suoi soliti vestiti da Principi ovvero una tunica azzurra con ricami in argento che arrivava appena sotto le natiche, al di sotto portava dei pantaloni argentati aderenti che ricadevano dentro gli stivali azzurri lunghi fino a sotto il ginocchio.
Sistemò le trecce che scendeva ai lati del viso legandole dietro il capo e finalmente fu pronto. Lasciò la propria camera addentrandosi nel castello. Come sempre aveva il dovere ed anche il piacere di salutare il padre nella sala del Re.
Camminando percorse i lunghi corridoi con una strana angoscia che non capiva da dove venisse. Eppure appena sveglio si era sentito abbastanza bene. Lungo i corridoi vide vari gruppi di donne Elfiche parlare ansi sussurrare fra di loro, quasi come se volessero tenerlo lontano dai loro discorsi e di tanto in tanto lo guardavano di sottecchi.
Fece finta di nulla ma una strana paura stava invadendo il suo cuore. Entrò nella sala reale e trovò il padre seduto sul trono con un' espressione truce sul viso.
Allora Legolas seppe di avere ragione, qualcosa era successo.

-Legolas figlio mio-

lo chiamò il Re facendogli segno di avvicinarsi di più

-ho brutte notizie ma ti prego di non allarmarti e di non reagire con imprudenza-

Legolas fece qualche altro passo verso il padre e si fermò senza proferire parola. Conosceva suo padre e sapeva che quando parlava così era perchè realmente preoccupato.

-va bene Padre ma ora parlate ve ne prego-

non resisteva più, doveva scacciare via dal suo cuore quell'orribile sensazione. Il re sospirò come indeciso se parlare o meno ma alla fine si decise.

-Ainwen è sparita...ho mandato i migliori guerrieri a cercarla e ricostruendo i suoi movimenti sono convenuti sul fatto che abbia attraversato la barriera-

Legolas rimase ancora in silenzio. Non poteva credere a quelle parole. Ainwen, aveva attraversato la barriera sconfitta dall'influsso dell'Aurora e lui non aveva fatto nulla. In quel momento poteva essere caduta nelle mani di chissà quale spregevole uomo e lui se ne stava ancora lì senza fare nulla.

-Legolas-

lo chiamò il re risvegliandolo dai suoi pensieri.

-non possiamo fare nulla... tu non puoi fare nulla-

gli disse guardandolo serio fisso negli occhi azzurri. Legolas ebbe un fremito, no, non si sarebbe arreso, non avrebbe lasciato la cugina nelle mani degli uomini.

-NO!-

gridò come esasperato, come se con quella negazione volesse far credere a se stesso che Ainwen non era andata via ma che magari lo stava già aspettando nel bosco per gli allenamenti.

-non la lascerò sola...lo sapete bene-

-si lo so, è per questo che ho deciso che resterai chiuso nelle tue stanze finchè non avrei accettato l'accaduto-

Legolas rimase letteralmente sbigottito. Non poteva credere a quello che aveva appena sentito. Non fece in tempo a rispondere che si ritrovò le braccia afferrate da due Elfi e si sentì trascinare letteralmente fuori dalla sala. Oppose naturalmente resistenza ma tutto fu vano e così si ritrovò nella sua camera con porte e finestre sbarrate.
Rimasto solo tirò un pugno al muro per la rabbia, si sentiva debole ed impotente. Non sapeva come ma doveva uscire da quella stanza e superare la barriera.
Pensava e ripensava a come fare per scappare ma la porta era sorvegliata da due guardie, gli sarebbe servito un aiuto esterno. Era ormai sera quando entrò la sua balia, l' Elfo che l'aveva cresciuto e che ancora ora si prendeva cura di lui. Portava un cesto in mano con vari oli e profumi per il bagno. La donna che era un Mezzo Elfo richiuse la porta alle sue spalle e poggiò il cesto su di un tavolo nella camera. Legolas scosse il capo.

-no Dorlas, non ho voglia di fare il bagno stasera-

la donna sorrise e fece segno al Principe di avvicinarsi.

-ma mio Principe le ho portato qualcosa di speciale in questa sera funesta-

Legolas allora si avvicinò alla donna che aveva tolto il telo che ricopriva il cesto. Vi erano boccettine di oli e profumi e proprio non capiva le intenzioni della donna. Dorlas sorrise ancora mentre tirava fuori tutte le bottiglie.

-Va e riportala indietro-

sussurrò per poi sollevare un pezzo di legno circolare e rivelare un doppiofondo nel cesto. Dentro vi erano l'arco e le frecce di Legolas con anche i suoi due pugnali.
Il Principe rimasi sbigottito, non sapeva che dire.
-ma Dorlas, se ti scoprissero finiresti in guai seri-

-Ainwen è una brava ragazza, forse non sarà un Elfo perfetto ma è così speciale! E poi non sopporterei di vederti triste ogni giorno-

rispose la donna sorridendo amorevolmente. Legolas prese l'arco e se lo mise in spalla così come il contenitore con le frecce. Prese poi i due pugnali e li nascose sotto la tunica.

-grazie-

-fa attenzione mi raccomando-

Legolas annuì

-ma non so come uscire da qui...ci sono le guardie-

Dorlas sorrise nuovamente.

-non preoccuparti...penso a tutto io-

disse per poi risistemare il cesto come prima. Prese una bottiglina e ne versò il contenuto in una brocca d'acqua.

-è sonnifero non preoccuparti-

disse a Legolas che la guardava leggermente perplesso.

-aspetta qui...fra circa venti minuti potrai uscire-

disse prendendo la brocca con due bicchieri che di certo non potevano mancare nella stanza di un Principe e andò verso la porta. L'aprì e fu fuori. Offrì da bere alle guardie che accettarono sconfitte più dalla noia che dal caldo o dalla stanchezza.
Legolas si infilò un lungo mantello grigio preso dal suo guardaroba e stette ad aspettare. Dopo circa venti minuti uscì dalla stanza così come gli era stato detto. Sorrise nel vedere le guardie stese a terra dormire. Dorlas non c'era più e così percorse in silenzio i lunghi corridoi evitando tutte le guardie. Del resto si era allenato bene in quegli anni e sapeva come non farsi ne sentire, ne percepire.
Qualche minuto dopo arrivò ai confini della barriera, non aveva incontrato nessuno visto che per riuscire a non cadere nell'influsso dell'Aurora gli Elfi preferivano rimanere in casa.
Con il cuore in gola ma con la voglia di salvare la cugina superò la barriera ritrovandosi così nel mondo degli Uomini.
Trattenne per qualche tempo il respiro infilandosi il cappuccio in testa, per non far propagare la luce che riusciva ad emanare. In silenzio incominciò a vagare per quei boschi che scoprì non essere tanto diversi da quelli Elfici. Solo sembravano più cupi, più tristi, forse gli Uomini non li curavano. La sera continuava a scendere ed ormai l'Aurora era passata ma la barriera sarebbe rimasta debole fino alla fine dell'estate così da poter essere attraversata da qualsiasi Elfo.
Continuò così a camminare finchè non vide un debole fuoco bruciare in uno spiazzale fra gli alberi. Anche da lontano potette scorgere delle tende, precisamente tre. Decise di avvicinarsi di più sicuro di non poter essere ne visto ne sentito da degli uomini.
Rimase nascosto fra gli alberi per cercare di ascoltare i discorsi di due Uomini fermi vicino al fuoco.

-l'Aurora è ormai passata-

disse Boromir guardandosi intorno.

-già ma stranamente non ancora voglia di tornare al castello-

rispose Aragorn fissanfo l'amico in piedi accanto a lui.

-ma ormai credo sia inutile aspettare, di Elfi non credo ne verranno più e dalle notizie che circolano sembra che questa giovane sia stata l'unica della sua razza a superare la barriera-

Aragorn fissò per un attimo la tenda dove si trovava l'Elfo ancora sorvegliata da due guardie mentre la terza preparava l'occorrente per una piccola cena.

-hai ragione...lasciami solo fare una cosa-

disse per poi allontanarsi dal fuoco dirigendosi nel lato opposto a quello in cui si trovava Legolas. L'Elfo era riuscito a sentire i discorsi dei due uomini ed aveva capito che nella tenda con le guardie vi era sua cugina. Non poteva aspettare o meglio non voleva. Così tirò fuori l'arco ed una freccia pronto a colpire l'uomo vicino al fuoco, dell'altro non si preoccupava, non lo avvertiva nelle vicinanze.
Poco dopo era pronto a scoccare la freccia quando avvertì una lama fredda sotto il mento ed un respiro caldo vicino l'orecchio.

-non pensavo che voi Elfi foste così semplici da prendere-

disse l'uomo alle sue spalle in un sussurro. Legolas era pietrificato, come aveva fatto a non sentirlo? Non era assolutamente possibile che non avesse avvertito la sua presenza.

-non sottovalutarmi giovane Elfo, sono un guerriero anch'io-

aggiunse Aragorn come se potesse leggere nei pensieri dell'altro. Legolas non allentò per nulla la presa sull'arco.

-se mi uccidi io uccido lui-

disse senza mostrare la paura che in realtà gli attanagliava il cuore. Aragorn sorrise quasi volendosi prendere gioco dell'Elfo.

-e cosa ti fa pensare che mi importi di lui?-

Legolas non rispose, semplicemente aspettava, non sapeva neanche lui cosa ma sapeva di non avere il coltello dalla parte del manico.

-mentre lei per te deve essere davvero importante se sei venuto fin qui-

continuò l'uomo mentre gli altri nell'accampamento non sembravano essersi accorti di loro.

-liberala!-

fu l'unica risposta di Legolas che non sapeva che fare. Non si era mai trovato in una situazione del genere ma non si sarebbe di certo arreso.

-come siamo decisi! Ma mi dispiace qui sono io che detto le regole-

rispose ancora Aragorn spingendo maggiormente il pugnale verso la gola dell'Elfo.

-magari potremmo fare un patto-

-che genere di patto?-

chiese allora il Principe di Bosco Atro incuriosito da quel cambiamento di atteggiamento. Aragorn sorrise costringendolo ad abbassare l'arco mentre lui rimetteva al suo posto il pugnale. Legolas si voltò verso l'uomo ma non lo guardò in viso restandosene nascosto nel mantello.

-cammina-

gli ordinò l'uomo e Legolas si avviò verso l'origine del fuoco. Provò ancora a ribellarsi voltandosi di scatto con uno dei due pugnali che aveva nascosto sotto la tunica. Ma Aragorn non si fece trovare impreparato e lo bloccò per un polso costringendolo a lasciare ricadere l'arma con un piccolo gemito di dolore da parte dell'Elfo che doveva ammettere di essere inferiore per forza fisica.
Aragorn infilò una mano al di sotto del mantello trovando anche l'altro pugnale che gettò a terra rimanendo però colpito dalla loro bellezza.

-però, queste non sembrano armi che potrebbe possedere un normale Elfo...sono bellissime e al contempo molto resistenti e affilate-

Legolas ancora non rispose mentre veniva successivamente spinto verso il centro dell'accampamento.

-Aragorn?-

disse Boromir vedendo due figure avvicinarsi
Nessuna delle due figure rispose ma continuavano a camminare. Giunsero così in mezzo al campo e vennero illuminati dal fuoco. Boromir rimase senza parole nel vedere il suo Principe e quella strana figura incappucciata.

-tu!-

disse Aragorn indicando il guerriero che stava preparando la cena

-recupera le armi cadute nel bosco dalla parte in cui siamo venuti-

l'uomo annuì e corse nella direzione indicatagli dal suo Principe.

-e voi portate qui l'Elfo-

disse ancora rivolta verso i due guerrieri posti a guardia della tenda. Essi eseguirono subito.

-Aragorn vuoi dirmi che succede?-

chiese Boromir abbastanza stanco di quel silenzio

-quest'Elfo stava per ucciderti amico mio e tu non te ne eri neanche accorto-

Boromir trasalì, in effetti non aveva avvertito nessuna presenza. Poco dopo tornò l'uomo che era stato mandato a raccogliere le armi dell'Elfo. Le mostrò a Boromir che sapeva qualcosa di più sugli Elfi. Egli guardò con attenzione sia i pugnali finemente lavorati che l'arco ed il contenitore con le frecce.

-non c'è alcun dubbio che siano di ottima fattezza-

disse per poi essere interrotto dall'arrivo delle altre due guardie con Ainwen. Legolas che fino a quel momento era rimasto in silenzio ed impassibile ebbe un fremito nel vedere la cugina legata e trattata in quel modo.
Ainwen dal canto suo aveva riconosciuto il cugino, anche non potendolo vedere bene in volto era sicura che fosse lui.

-Legolas...-

disse come se fosse in uno stato di trance. Non poteva credere che si fosse messo in pericolo per lei. Boromir nel sentire pronunciare quel nome guardò perplesso la donna Elfo e successivamente la figura incappucciata.

-Legolas-

ripetette a sua volta. Aragorn lo guardò curioso.

-ti dice qualcosa questo nome?-

chiese all'amico che annuì impercettibilmente non staccando gli occhi dalla figura incappucciata. -secondo quanto sappiamo sugli Elfi il loro re è Thranduil il Sindar e pare abbia un solo figlio...- rimase un po' in silenzio per notare se colui posto al centro dell' attenzione di tutti avesse qualche reazione. Ma niente, l'Elfo non si muoveva.

-Legolas-

Aragorn rimase qualche istante in silenzio, non avrebbe mai creduto di riuscire a pescare il Principe di Valar lì, nel suo bosco.

-e così sei un Principe...-

disse ponendosi difronte all'Elfo e vicino a Boromir, ma l'Elfo non rispose.

-mi avevi proposto un patto-

disse solo Legolas che ora temeva per se e la cugina, dopotutto era stato disarmato. La sua voce risuonò chiara e dolce alle orecchie degli uomini. Era soffice, sembrava potesse cullarli ma allo stesso tempo forte e decisa, degna di un vero Principe.

-come posso scendere a patti con chi non mi mostra il suo viso?-

disse ancora prendendo Ainwen per una spalla e portandola davanti a se.

-mostrami il tuo volto e ne potremo parlare-

Legolas strinse i pungi ma sapeva di non avere altra scelta. Lentamente tolse il cappuccio dal capo ed una luce inondò il bosco. I lunghi capelli biondi parevano una luce in quell'oscurità. I presenti rimasero come folgorati da tutta quella luce, neanche Boromir aveva mai visto un essere tanto bello, neanche sui libri che aveva letto.
Aragorn fissò i suoi occhi azzurri in quelli dell'Elfo. Per un momento gli sembrava di aver perso l'uso della parola.

-allora...mortale?-

disse l'Elfo con la sua bellissima voce.

-puoi scendere a patti con me ora?-

Aragorn ci mise un po' per rispondere, quello che sapeva era che voleva quell'Elfo e di sicuro non l'avrebbe fatto scappare.

-certo che posso.-

rispose sapendo bene di essere lui a dettare le regole.

-ti propongo uno scambio...tu in cambio di lei-

disse indicando l'Elfo davanti a se. Ainwen si agitò ulteriormente ed ormai non tratteneva più le lacrime.

-ti prego Legolas non farlo! La mia vita non vale la tua!-

disse disperata. Avrebbe voluto tornare indietro e non commettere quell'enorme sbaglio. Legolas intanto non abbassò per nulla lo sguardo ma continuò a sostenere quello dell'uomo.

-va bene mortale ma voglio essere sicuro che Ainwen arrivi alla barriera sana e salva-

Aragorn sorrise soddisfatto della sua nuova conquista. Non vedeva l'ora di conoscere meglio gli usi degli Elfi. -non preoccuparti sono un uomo di parola-

liberò così la ragazza e le ordinò a due dei suoi uomini di accompagnarla alla barriera. Ainwen continuava a piangere ed a scusarsi col cugino e lentamente andò via con le due guardie raggiungendo la barriera e superandola.
Legolas intanto rimase immobile nella sua posizione.

-allora...Legolas figlio di Thranduil seguimi-

e così dicendo entrò nella sua tenda seguito dall'Elfo. Boromir intanto ancora leggermente scioccato dall'accaduto si ritirò a sua volta nella proprio tenda con l'altro guerriero.
Aragorn aveva una tenda tutta sua, ed appena dentro rimase in piedi difronte all'Elfo che era appena entrato.

-io sono Aragorn figlio di Arathorn, erede al trono di Gondor-

l'espressione di Legolas non cambiò, lo guardava sempre con aria di sfida. Aragorn gli si avvicinò e lentamente gli fece scivolare via dalle spalle il mantello potendolo ammirare così in tutto il suo splendore. Con la tunica azzurra ed i pantaloni aderenti argentati. Era uno spettacolo a dir poco stupendo. Aveva su di lui lo stesso effetto che l'Aurora aveva sugli Elfi.
Passò una mano fra i cappelli biondi dell'Elfo assaporandone la morbidezza, si avvicinò per lambirgli il collo con la lingua ma venne allontanato dall'Elfo che non aveva alcuna intenzione di sottostare a tutti i voleri dell'uomo.

-non toccarmi!-

sillabò fissandolo dritto negli occhi. Aragorn sorrise malizioso per poi riavvicinarsi. Ci fu una breve colluttazione dopo la quale Legolas si ritrovò con le braccia tenute ferme dietro la schiena da Aragorn. Ancora una volta era stato sconfitto dalla forza fisica dell'uomo.

-sono io che comando qui-

gli sussurrò l'uomo ad un orecchio per poi passarvi lentamente la lingua su tutta la lunghezza. Legolas provò a liberarsi ancora ma l'uomo aumentò la stretta. Aragorn prese una corda poco lontana e legò le mani dell'Elfo facendolo sedere a terra.

-a quanto pare non possiamo avere una conversazione amichevole...-

disse stendendosi comodamente sul proprio giaciglio

-ma prima o poi cancellerò quell'espressione di sfida dal tuo viso-

l'Elfo non rispose e così trascorse la notte nei boschi di Gondor.


al prossimo capitolo...ciaooo kiss

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Capitolo 5
*** l'arrivo a Minas Tirith ***


Salveee eccomi con il nuovo capitolo...non vi sono ancora scene slash poichè non voglio andare di fretta e rovinare la storia...
Scusate il ritardo ma è colpa della scuola XDD passiamo ora alle recensioni:
lilith_91 : scusa se non ti ho risposto negli altri capitoli comunque spero che ti sia piaciuto l'incontro fra i due protagonisti ^^
Alchimista : grazie per il tuo commento, anche io non amo molto l' OCC ma non ho potuto farne a meno! credo che infondo ogni uomo può cadere vittima delle proprie debolezze ma forse chissà, Aragorn riuscirà a sopportare! XDD
mizzbimbadolse : anche a me piace questa accoppiata!XDD li stra-adoro*-* ma insomma, come non si può adorare quel visino d'angelo di Leg???XDDD
crocchetta: grazie per la recensione e spero che ti piaccia anche questo capitolo *-*




Ainwen appena superata la barriera corse a perdifiato per i boschi di Valar. Doveva tornare a palazzo e raccontare tutto quello che era successo al Re così magari avrebbero potuto fare qualcosa per salvare Legolas.
Entrò quindi nel palazzo passando per una delle tante porte secondarie, precisamente quella che dava alla cucina. Era ancora notte fonda e non si aspettava di trovare Dorlas che sembrava la stessa aspettando.
Infatti, appena Ainwen entrò nella stanza Dorlas saltò in piedi dalla sedia ove era seduta correndo incontro alla ragazza ed abbracciandola dolcemente. Non era tipico degli Elfi ma in quel momento poco importava, era troppo felice di poter stringere Ainwen a se.

-sei qui...-

ripeteva continuamente la donna accarezzandole la schiena.

-si si Dorlas sono tornata...Legolas mi ha salvata...ma...-

rispose allontanandola leggermente da se per poterla guardare in viso.

-loro l'hanno preso...per colpa mia-

disse mentre le lacrime le rigavano il volto. Dorlas subito gliele asciugò con il palmo della mano.

-ma no bambina mia...che dici? Non fare scherzi...dov'è Legolas?-

-l'hanno preso...quell'uomo...il Principe di Gondor...era lui...ho sentito gli altri uomini chiamarlo così più di una volta...ha proposto a Legolas uno scambio...lui in cambio di me...e Legolas ha accettato...-

terminò la ragazza ora scossa da dei continui singhiozzi. Anche Dorlas si lasciò sfuggire qualche lacrima stringendo nuovamente a se la giovane

-è colpa mia...è colpa mia...-

continuava a ripetere ma Dorlas la bloccò

-no no...non disperare...Legolas è forte...su ora andiamo dal Re...magari troverà una soluzione-

e così le speranze di entrambe si riaccesero mentre velocemente si dirigevano verso le stanze del Re.
Il Re si alzò immediatamente dal letto quando una delle due guardie poste a controllo della sua camera prese a bussare freneticamente.

-ma allora? Si può sapere cos'è tutto questo trambusto?-

chiese guardando la guardia con aria interrogativa.

-zio...-

disse una voce flebile dietro la guardia che il Re riconobbe subito

-Ainwen...-

disse oltrepassando la guardia ed abbracciando la ragazza. Si staccò leggermente da lei e la guardò sorpreso rivolgendo lo sguardo anche a Dorlas.

-tu...ma com'è possibile? Bisogna dare questa notizia anche a Legolas ne sarà felice...-

-no...no zio...ascoltami...-

disse Ainwen cercando di calmare la felicità del Sovrano che però sembrava non sentirla

-cara cara!-

chiamò destando così sua moglie che subito uscì dalla stanza e notando la nipote corse anche lei ad abbracciarla

-hai visto i Valar hanno ascoltato le nostre preghiere!-

Ainwen abbracciò anche la Regina ma poi si staccò anche da lei guardando i due sovrani con le lacrime agli occhi

-devo...devo dirvi una cosa...-

-tutto quello che vorrai Ainwen...ma prima perchè non andiamo nella stanza accanto, così puoi sederti e bere qualcosa di caldo...sarai stanca e spaventata...-

disse la Regina accarezzandole una guancia ma notò come fosse fredda e intercettò per un attimo lo sguardo della giovane attraverso il quale, potette leggere la verità e tutto quello che era accaduto al figlio

-No! No!-

gridò in preda al panico riuscendo appena a reggersi in piedi

-dimmi che non è vero! Non può essere!-

continuava a ripetere come impazzita. Thranduil spaventato la sorresse e lesse negli occhi della moglie quella verità che lo lasciò senza parole.
Senza dire nulla fece segno alle guardie di aiutare la moglie e tornare a letto sussurrandole che avrebbe trovato un modo per riportare il figlio a casa anche se sapeva che era impossibile. Diede poi l'ordine a Dorlas di prepararle una tisana per calmarla.

-Ainwen spero che tu ti renda conto di quello a cui hanno portato le tue azioni sconsiderate...-

la giovane non rispose, quelle parole l'avevano ferita più di quanto potesse immaginare

-Legolas...l'erede al trono...il mio Legolas è in mano a quell'uomo...all'erede al trono di Gondor...all'erede di Isildur...-

il Re pronunciava queste parole con dolore e rabbia ma non odiava la nipote, non avrebbe mai potuto.

-mi dispiace...-

riuscì solo a dire Ainwen mentre riprendeva a piangere

-le tue lacrime non lo riporteranno qui...-

-e allora cosa posso fare?-

-niente Ainwen niente... possiamo solo pregare i Valar affinchè Legolas riesca a scappare prima della fine dell'estate quando la barriera sarà ancora debole...-

e con queste parole rientrò nella propria camera seguito da Dorlas con la tisana. Ainwen distrutta si ritirò correndo nella propria camera.



Intanto nei pressi di Gondor


-puoi anche slegarmi...lo sai che non scapperò, ho fatto un patto con te e lo onorerò...-

il Principe di Gondor si mise in piedi dal suo giaciglio e si avvicinò all'Elfo ancora seduto. Si inginocchiò ponendo le gambe ai lati di quelle dell'elfo così da avere i due visi a poca distanza.

-Boromir mi ha sempre detto che gli Elfi tengono molto al proprio onore...quindi mi fiderò di te Principe...-

gli disse slegando i nodi che tenevano legati i polsi.

-non hai dormito stanotte?-

-non ho potuto-

-e come mai?-

-primo noi Elfi non abbiamo il bisogno di dormire tutte le notti, secondo lei Signor Principe russa e si muove continuamente nel sonno...il che non è affatto regale...-

Aragorn scoppiò in una fragorosa risata alzandosi da terra

-oh mi dispiace Principino, noi mortali non siamo perfetti come Lei... ma provvederò affinchè il suo sonno non venga più disturbato...-

e così dicendo porse una mano all'Elfo che lo guardò perplesso

-se vuole seguirmi è ora di tornare a Palazzo-

e così Legolas si alzò ignorando completamente la mano dell'altro. Aragorn sorrise divertito e afferrando l'Elfo per un braccio lo trascinò fuori dalla tenda. Qui trovò già Boromir sveglio e così diede ordine agli altri tre uomini di smontare le tende poiché sarebbero tornati a casa.

Si voltò verso Legolas ed ancora una volta rimase affascinato dalla sua bellezza, il sole sembrava riflettersi su quei capelli color oro e poi i suoi occhi, così azzurri da far invidia al mare più limpido, parevano incatenare ad essi qualsiasi osservatore. Infatti per qualche tempo sia Aragorn che Boromir rimasero a fissarlo ma furono destati dalla voce del diretto interessato.

-è forse di uso fra voi mortali fissare le persone?-

chiese con tono quasi sarcastico guardando i due che finalmente sembravano essersi ripresi da quello stato di trance

-sei divertente Elfo-

disse Aragorn guardandolo con aria di superiorità

-comincio a credere di aver fatto bene a scambiarti con quella donna Elfo...lei non parlava mai e non era per nulla divertente....-

-non parlava poiché non conosce la vostra lingua, o per meglio dire, la capisce ma non sa parlarla-

-e tu, come mai la parli?-

-me la insegnò mio Padre anche se non credevo mi sarebbe mai servita...-

terminò con una punta di amarezza nella voce che l'uomo captò

-ti manca papà...e forse anche la mamma...-

disse volendolo istigare ma l'Elfo sorrise scuotendo la testa come se stesse riprendendo un bambino

-sono molto più vecchio di quello che possa sembrare...-

-ah si? E quanti anni hai? Se è lecito saperlo...-

-2931-

Aragorn rimase per qualche secondo senza parola e Boromir rise divertito

-te l'avevo detto che sono immortali-

disse il Capitano dando una pacca sulle spalle al suo Principe che sospirò rumorosamente

-eh già...-

rispose solamente mentre le tre guardie avevano ormai disfatto l'accampamento. Aragorn condusse Legolas al suo enorme cavallo nero

-avanti sali-

-non salgo su di un cavallo costretto fra mille briglie...va contro i miei princìpi...-

Aragorn sbuffò nuovamente. Si passò una mano fra i capelli dando poi l'ordine ad una delle sue guardie di dargli il proprio cavallo spogliandolo della sella e delle briglie. Il cavaliere così fece e, condusse poi all' Elfo un bellissimo cavallo bianco mentre lui saliva in groppa dietro un altro cavaliere

-così è consono ai vostri princìpi?-

chiese allora Aragorn con una nota di sarcasmo nella voce ma Legolas fece finta di nulla ed annuendo saltò in groppa all'animale con molta agilità, lasciando ancora a bocca aperte i presenti. Accarezzò poi dolcemente il cavallo e chiese il suo nome

-Aria-

gli rispose Aragorn riprendendosi e salendo a sua volta sul proprio destriero. Legolas sorrise sussurrando qualcosa in Elfico al cavallo che sembrava aver annuito. Così partirono per raggiungere il castello.
Aragorn cavalcava dietro al gruppo con Boromir ed entrambi continuavano a fissare la figura agile dell'Elfo davanti a loro che sembrava essere una sola cosa con l'animale. I suoi movimenti erano fluidi e sembrava danzare. Davanti all'Elfo vi erano invece i due cavalli delle guardie.
In mezza mattinata riuscirono ad arrivare a Minas Tirith. Aragorn smontò dal cavallo e lo stesso fece Legolas. Il Principe diede ordine di portare gli animali nelle stalle mentre si avviava seguito da Legolas e Boromir all'interno della costruzione in pietra.
Legolas rimase sbalordito nel vedere Minas Tirith. Non aveva mai visto un qualcosa di così imponente ed in un certo senso lo spaventava. Lui non era abituato a vivere rinchiuso fra delle mura e, a quanto aveva potuto vedere, il bosco era abbastanza lontano dalla città.
Entrando in città aveva sentito una fitta al cuore che divenne ancora più pesante varcate le soglie del Castello.
Aragorn si voltò indietro e notò lo strano comportamento dell' Elfo che sembrava aver perso tutta la sua sicurezza ma non disse nulla, per lui sarebbe stato più semplice avere il controllo se l'altro si fosse sentito a disagio. I tre percorsero lunghi corridoi in pietra ed arrivarono alla sala del trono dove sedeva il Re Arathorn.

-buon giorno Padre-

lo salutò Aragorn facendosi nell'enorme stanza illuminata solo dalla luce che entrava da delle piccole finestre poste sulla sommità della stanza.
Il Re fece un cenno di saluto con il capo e fece lo stesso al saluto di Boromir. Rimase poi a fissare la strana creatura che si trovava fra i due uomini.

-e così ci sei riuscito...hai preso un Elfo...-

disse rivolto al figlio che sorrise

-in realtà padre ho preso il Principe degli Elfi-

il Re si alzò in piedi e andò verso i tre personaggi.
Incominciò a girare intorno a Legolas squadrandolo in tutto il suo aspetto.

-il figlio di Thranduil, l'erede al trono di Valar... questo si che è un brutto colpo per la tua gente-

disse ma Legolas non rispose. Trovò la forza di sopportare quel luogo e lo sguardo dell'uomo davanti a se. Eppure, in quegli occhi non vedeva cattiveria, forse solo timore.

-il mio popolo sopravviverà anche senza di me-

rispose cercando di non far trapelare le sue paure. Il Re non disse più nulla e tornò a sedere sul trono. Aragorn allora salutato anche Boromir fece cenno a Legolas di seguirlo.
Attraversarono altri corridoi e si fermarono davanti ad una porta.

-questa sarà la tua stanza...-

disse il giovane uomo

-è vicina alla mia...-

e nel dire quest'ultima frase usò un tono alquanto malizioso lasciando vagare il suo sguardo sul corpo dell'Elfo. Legolas si sentì messo a nudo ma la cosa non lo disturbava, ansi gli aveva fatto provare dei brividi.
Scosse il capo credendo di stare per impazzire ed entrò nella stanza subito dopo il Principe. Si guardò intorno e non la trovò male. La camera era enorme e vi erano per fortuna, due grandi finestre dalle quali entrava molta luce. Vi era poi al centro un enorme letto a baldacchino e collegata alla stanza, vi era quella per il bagno.

-spero che qui Principe nessuno disturbi il vostro sonno...-

disse Aragorn che ormai quando voleva beffeggiarlo usava dargli del “Lei”. Si fermò ancora a guardarlo con bramosia passandosi la lingua sulle labbra. L'Elfo a quel gesto fu scosso ancora da una serie di brividi.

-non credo che succederà...-

rispose Legolas destando il Principe

-ora se non vi dispiace vorrei restare solo-

Aragorn annuì e si diresse alla porta.

-ti farò portare dei vestiti della tua misura e più tardi ti farò chiamare per la cena-

Legolas non rispose. Odiava come l'uomo lo trattava ma in un certo senso si sentiva anche attratto da lui e dalle sue mani. Molte volte si era sorpreso a guardarle, così forti, si chiese come poteva essere il loro tocco.
Fu destato dai suoi pensieri dal rumore della porta che si era chiusa. Si guardò nuovamente intorno e si sentì più che mai perso. Si tolse così i calzari e si stese sul letto chiudendo gli occhi per cercare almeno di riposare.
Aragorn rimase qualche tempo fermo dietro la porta con le spalle poggiate ad essa. Non riusciva a capire ciò che voleva. Sapeva di desiderare l'Elfo ma allo stesso tempo sentiva di non volergli fare del male. Scosse la testa e si avviò verso la sua camera.

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Capitolo 6
*** a cena con gli uomini ***


Eccomi con un altro chappy^^
alloooora, sono stata due giorni a casa e per questo ho potuto aggiornare!XDD da ora in poi mi sarà più difficile anche perchè cominceranno i corsi pomeridiani!ç_ç
Ma ora non pensiamoci!XDD
Alchimista: questi due ne combineranno delle belle! ma sono un pò baka e non riescono a capire i propri sentimenti ma, nel prossimo chappy forse ce la faranno! e grazie della recensione!^^


-Hey...sveglia bel principino-

Legolas riaprì lentamente gli occhi e vide una strana figura davanti a se. Era una giovane donna con dei lunghi capelli rossi e sorrideva divertita.

-pensavo che voi Elfi foste sensibili ai rumori ed invece ci ho messo un bel po' per svegliarvi-

Legolas si riscosse non essendosi reso conto di quando si fosse addormentato. Si passò una mano sulla fronte e si sentì più che mai stanco come se quelle ore di riposo non gli avessero giovato affatto.

-tu chi sei?-

chiese alla giovane che aveva poggiato dei vestiti sul letto mentre ne sistemava degli altri nell'armadio.

-il mio nome è Brethil e sarò al vostro servizio da oggi in poi-

-Betulla...il tuo nome è elfico...come mai?-

-i miei genitori adorano gli Elfi, per questo so molte cose su di voi e per lo stesso motivo il Principe Aragorn mi ha incaricata di badare a voi. Ma che resti fra noi...-

disse ancora avvicinandosi a Legolas che si trovava ancora seduto sul grande letto

-io non condivido quello stupido trattato che vi impedisce di lasciare la barriera... se siete così attratti dall'Aurora dovreste avere il diritto di vederla...-

e detto questo si allontanò nuovamente dirigendosi nella sala da bagno. Legolas sorrise divertito, e pensò che almeno avrebbe potuto avere un'amica in quell'inferno di pietre e mura. Scosse subito il capo, non poteva diventare amico di un'umana! Anche se lei aveva detto quelle cose, era sempre per colpa della sua razza che ora si trovava in quella condizione.

-Principe vi ho preparato il bagno... dopo potete mettere quei vestiti che vi ho poggiato sul letto-

disse Brethil tornando nella stanza. Legolas la guardava e più ascoltava la sua voce e vedeva il suo sorriso e più capiva di non poter accusare lei per quello che gli era capitato.

-senti Brenthil almento quando siamo da soli chiamami Legolas e dammi del tu...- disse e la ragazza sorrise apertamente -come vuoi Princi..em...Legolas...verrò a chiamarti fra poco per la cena-

detto questa la giovane lasciò la camera. Legolas si alzò dal letto stiracchiandosi stanco, gli sembrava di aver percorso un lungo viaggio. Entrò così nella stanza da bagno e subito lo colse l'odore di oli profumati. La grande vasca era riempita d'acqua e vari saponi che formavano una densa schiuma sulla superficie.
Senza pensarci due volte si spogliò dei suoi abiti ed entrò in acqua. Non era né fredda né calda, vi rimase per molto tempo. Gli Elfi adorano l'acqua e quindi anche stavolta persa la concezione del tempo. Si riscosse nel sentire qualcuno bussare alla porta della camera. Uscì immediatamente dalla vasca ed asciugatosi alla bene e meglio si avviò alla porta con un' asciugamano legato in vita.
Aprì la porta e si ritrovò davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere...o forse no, forse infondo era felice di ritrovarselo davanti. L'uomo lo fissava a bocca aperta. Passò lo sguardo sul corpo dell'Elfo coperto solo da quell'asciugamano. Pensò che mai aveva visto nulla di più bello. Le sue gambe lunghe e snelle, i pettorali scolpiti ma non troppo.
Sentiva la gola arida mentre cercava di far coincidere i suoi pensieri in modo logico ma non riuscì a dire nulla e così fu ancora una volta l'Elfo a parlare per primo.

-qualcosa non va?-

chiese con tono quasi divertito anche se amava quello sguardo su di se. Aragorn non rispose. Semplicemente allungò un dito a raccogliere una gocciolina di acqua dal suo basso ventre e se la portò alle labbra come se, quella semplice goccia potesse dissetarlo ma, si rese conto di avere ancora più sete.

-non doveva venire Brethil a chiamarmi...sarebbe stata senz'altro meno invadente...-

rispose Legolas a quel gesto che gli aveva procurato una marea indistinta di brividi. Avrebbe voluto essere quella goccia per scomparire fra le labbra dell'uomo ma ancora una volta si diede del pazzo.

-ho voluto venire a chiamarti di persona... visto che le nostre stanza sono vicine...-

rispose Aragorn guardando ancora l'Elfo che si era voltato per raggiungere i vestiti sul letto.

-capisco... hai intenzione di fissarmi anche mentre mi cambio?-

disse vedendo che il Principe continuava a fissarlo. Aragorn chiuse la porta entrando però nella stanza. Si voltò verso di essa così da non vedere l'Elfo ma non aveva avuto la forza di aspettare fuori la porta. Sentì l' Elfo sbuffare e poteva avvertire il suo sguardo sulla schiena.
Per gli Elfi non era un problema il vedersi nudi fra di loro ma Legolas sapeva bene che non era lo stesso per gli uomini.
Decise però che si sarebbe divertito. Ormai aveva capito che l'uomo era attratto da lui e che non sapeva neanche nasconderlo bene. Lasciò così cadere l'asciugamano a terra preoccupandosi bene che l'altro lo sentisse.
Aragorn sospirò cercando di calmarsi, sentiva il cuore pulsare forte ed avvertiva chiaramente che anche qualcos'altro si stava risvegliando.
Legolas incominciò così a vestirsi. Fece scivolare il pantalone blu scuro lungo le gambe procurando quel rumore dell'attrito fra la stoffa e la pelle. I vestiti erano alla maniera di Gondor. Pensò che avrebbe dovuto perdere alcune della abitudini della sua razza altrimenti non avrebbe resistito.
Indossò successivamente gli stivali neri e la tunica dello stesso colore dei pantaloni lasciandola leggermente aperta sul petto. Aveva degli strani ricami argentati ed una cintura nera alla vita. Infondo, non era male e creava un contrasto con i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri.

-puoi voltarti ora-

disse ed Aragorn come attratto da una forza superiore si voltò. Vide l'Elfo tirare indietro le mani per far uscire i capelli dalla tunica che subito ricaddero dolcemente sulle spalle. Vedeva chiaramente la pelle chiara del petto e deglutì a vuoto. Ormai il caldo che aveva colto il suo basso ventre era impossibile da nascondere. Così si voltò nuovamente imponendo al suo respiro di tornare regolare.

-aspetta qui... manderò Brethil per scortarti nella sala da pranzo...io vi raggiungerò fra un po'....-

e detto questo con molta fatica lasciò la camera dirigendosi verso la propria. Per fortuna incontrò Brethil e le affidò il suo compito. La ragazza così raggiunse Legolas nella sua stanza che ormai non riusciva a trattenere le risa.
-è successo qualcosa di divertente? Ho incontrato il Principe e mi sembrava un po' sconvolto-

Legolas le sorrise sornione, non aveva mai riso così tanto. Per gli Elfi l'attrazione o il sesso erano qualcosa di semplice. Sovente si davano piacere a vicenda ma quando decidevano di legarsi ad una persona erano molto fedeli. Legolas però era ancora giovane e quindi non sapeva molto della faccenda. Si riprese cercando di tornare composto.

-niente di importante...allora vogliamo andare?-

Brethil sorrise a sua volta ed annuì uscendo dalla camera seguita da Legolas.
Aragorn intanto si era rinchiuso nel bagno della propria camera. Vi erano due modi per far passare l'eccitazione. Una bagno freddo o l'aiuto della mano. Pensando di dover andare a cena visto che ormai tutti lo stavano aspettando optò per il secondo rimedio.
Si sedette a terra poggiando la schiena al marmo bianco e liberò il suo membro dalla stoffa dei pantaloni ormai diventata troppo stretta. Subito incominciò a muovere la mano su e giù sospirando di piacere. Immaginava il corpo nudo dell'Elfo che fremeva al tocco delle sue mani.
A quell'immagine non ci volle molto e venne nella sua stessa mano. Si ripulì in fretta e cercando di ricomporsi si avviò verso la sala da pranzo. Si sentiva ora più calmo e liberato da quella tensione che lo teneva imprigionato dal primo incontro con l'Elfo.

-chi ci sarà a cena?-

chiese Legolas mentre ancora pensava ad Aragorn e a quello che probabilmente stava facendo in quel momento.

-il Re, il principe Aragorn, il capitando Boromir, suo fratello Faramir ed il Re di Rohan Eomer, successo a Thèoden perito qualche mese fa. Ah, ci sarà anche sua sorella, la principessa Eowyn.-

Legolas sospirò rumorosamente. Non voleva stare in mezzo a tutti quegli umani sopratutto se nobili.

-ma allora io che c'entro? Non sono solo una preda di Aragorn?-

disse con tono amaro ma Brethil scosse il capo.

-Sarete anche un ostaggio, ma voi siete un Principe e come tale sarete trattato. -

finalmente arrivarono dinanzi alla porta della sala da pranzo ma Legolas bloccò Brethil dicendole di poter andare, voleva aspettare Aragorn prima di entrare. Si sentiva terribilmente a disagio.
Non dovette aspettare molto che il Principe lo raggiunse.

-dov'è Brethil? Perchè non entri?-

-le ho detto io di andare e comunque volevo aspettarti...-

Aragorn annuì sorridendo, pensando al fatto che Legolas poteva sentirsi in imbarazzo e forse poteva fargli pagare quello che gli aveva fatto. Anche se, non si sentiva realmente arrabbiato con lui, dopo tutto non gli aveva fatto nulla, era stato lui a voler rimanere nella stanza.

-allora entriamo-

e così dicendo aprì il portone entrando nella sala seguito da Legolas.
Aragorn lo prese per mano e si diresse verso un gruppo di persone intente a parlare in piedi vicino ad un camino acceso. La tavola era imbandita ma non erano state ancora portate le pietanze, forse li stavano aspettando. Legolas si lasciò prendere la mano quasi come se fosse un bambino spaurito. In realtà, il suo orgoglio gli gridava di lasciare quella mano e comportarsi da Principe ma non ci riusciva. La sentiva così calda e ruvida al confronto della sua fredda e delicata. Mai aveva toccato delle mani così, nessun Elfo sprigionava tutto quel calore.
Si fermarono davanti al gruppo di persone che si voltarono verso di loro salutando prima il Principe che ricambiò e poi fissando i loro sguardi sull'Elfo. Ad Aragorn si strinse il cuore, l'Elfo sembrava così piccolo in mezzo a tutti quegli uomini che poi non erano che Boromir, Faramir ed Eomer. Sentì uno strano dolore allo stomaco ma avvertiva la necessità di proteggere quella creatura da tutto e tutti.
Legolas da parte sua continuava a sostenere gli sguardi inquisitori dei tre uomini. Aragorn si posizionò dietro l'Elfo cingendogli la vita con entrambe le braccia. Ancora una volta Legolas rinunciò al suo orgoglio per il bisogno primario di sentire quel calore.

-questo è Legolas figlio di Thranduil, Principe di Valar -

disse sorridente. Allora Eomer si fece avanti facendo un mezzo inchino.

-io sono Eomer figlio di Eomund, Re di Rohan. Non avevo mai visto un essere della vostra razza e posso ora dire che tutte le leggende che narrano della vostra bellezza sono vere e false. Vere perchè belli siete infatti ma false poiché anche utilizzando le parole più vezzeggianti non possono descrivere a fondo quello che io oggi ho l'onore di vedere-

Legolas rispose inchinando leggermente il capo ma non parlò. Non era solito ricevere complimenti e la cosa lo imbarazza e non poco.
Aragorn sorrise e poco dopo si sentì una voce dolce ma forte allo stesso tempo. Apparteneva ad una giovane donna che si trovava dietro gli uomini e che quindi prima Legolas non aveva visto.

-ed io sono Eowyn, figlia di Eomund e sorella di Eomer. Devo dire di essere perfettamente d'accordo con mio fratello e mi piacerebbe approfondire la nostra conoscenza visto che rimarremo a Minas Tirith ancora per qualche tempo-

ed anche la dama si inchinò leggermente ma anche stavolta il biondo Elfo rispose solo con un leggero inchino del capo.

-io sono Faramir, fratello di Boromir e vice-capitano delle forse di Gondor-

anch'egli si inchinò e poi venne il turno di Boromir che sorridendo sornione si avvicinò all'Elfo ed a Aragorn cingendo le spalle di quest'ultimo con braccio.

-noi già ci conosciamo Principe ma spero come dama Eowyn di poter approfondire la nostra conoscenza-

Finite le presentazioni Aragorn diede l'ordine di servire la cena. Il Re non si era sentito particolarmente bene ed era così rimasto nelle sue stanza anche per la cena. Si sedettero così al lungo tavolo.
A capo tavola si trovava Aragorn ed alla sua destra sedeva Legolas mentre alla sua sinistra Eomer. Vicino ad Eomer si trovava Eowyn e ancora vicino a lei, sedeva Faramir. Ormai fra i due si era creato un gran bel rapporto che forse sarebbe sfociato in qualcosa di più.
Al fianco di Legolas invece sedeva Boromir.
La cena passò velocemente. Si rideva e si facevano battute ma Legolas ancora non parlava. Tutti notarono che l'Elfo non mangiò né carne né pesce e se ne chiesero il motivo. Arrivò il dolce e fu Aragorn a parlare.

-posso chiederti perchè non hai toccato nulla che fosse carne o pesce?-

chiese all'Elfo. Legolas sembrava faticare a rispondere. Ormai la sensazione di disagio era passata anche perchè, aveva scoperto che quegli umani non erano poi così male ma, aveva timore di qualcosa, qualcosa che non sapeva definire neanche lui stesso.

-non mangio nulla che abbia una faccia-

rispose poi riuscendo a sostenere gli sguardi di tutti. Aragorn ed i suoi ospiti sorrisero prendendo poi a mangiare il dolce senza aggiungere altro. Legolas non aveva mai assaggiato cibo umano ma si accorse che le verdure ed i frutti erano come i loro. Però quel dolce, aveva uno strano colore marrone e non gli prometteva nulla di buono.

-è cioccolato...è buono-

disse Eomer notando lo strano sguardo dell'Elfo

-non aveva una faccia prima, puoi mangiarlo-

concluse sorridente. Legolas non sapeva perchè ma si fidava di quell'uomo e così assaggiò il suo dolce. Sgranò gli occhi nel sentire quel dolce sapore, era davvero un qualcosa di sublime. Almeno gli uomini avevano inventato qualcosa di buono.

-ti piace?-

gli chiese Aragorn notando lo sguardo sognante dell'Elfo che ora continuava a mangiare il dolce. Legolas rispose con un semplice sorriso che fece provare una strana sensazione al Principe. Terminato anche il dolce vennero sistemate delle poltrone davanti al camino.

Si sedettero tutti intorno al fuoco incominciando a parlare del più e del meno fin quando Boromir non si rivolse all'Elfo.

-Legolas, ho letto che voi Elfi avete una voce sublime...che ne dici di cantarci qualcosa?-

Legolas trasalì, ma di certo non si sarebbe tirato indietro. Quel Boromir proprio non gli piaceva e non gliela avrebbe data vinta tanto facilmente. Fece cenno positivo e così tutti si prepararono all'ascolto.

-vi canterò qualcosa che possa facilmente tradurre nella vostra lingua-

Al Mare, al Mare! I bianchi gabbiani chiamano,
Il vento soffia, e le bianche schiume danzano.
Ad ovest, ad ovest, il sole sta tramontando.
Nave, nave grigia, stanno chiamando
Le voci di quelli già arrivati?
Lascerò, lascerò i boschi ove siam nati;
Stan finendo i nostri giorni quasi tutti,
Ed io traverserò da solo i flutti.
Lunghe son le onde sull'Ultima Spiaggia,
E dolce l'Isola Perduta che a partire incoraggia,
Ad Eressëa, Elfica Dimora che mai alcuno scoprire potrà,
Ove non cadon le foglie: terra della mia gente per sempre sarà!

Tutti ascoltavano assorti, Legolas aveva una voce stupenda che sembrava quasi cullare gli ascoltatori. Quasi non pianse dopo aver intonato quella melodia, gli ricordava la sua terra, la sua casa e quello lo faceva stare male.

-semplicemente perfetto-

disse Eowyn sorridendo contenta. Aragonr sorrise a sua volta alzandosi dal suo posto e così lo imitarono tutti.

-credo che ora sia meglio ritirarci nelle rispettive camere-

e così tutti si congedarono.

-spero che mi canterete qualcosa nella vostra lingua quando vorrete-

disse Eowyn che si era avvicinata a Legolas per salutarlo. Legolas annuì e sorrise dolcemente. Una volta che furono tutti andati via Aragorn accompagnò Legolas nella sua stanza. L'Elfo non era ancora riuscito ad imparare le strada, tutte quelle pietre lo disorientavano. Ma pensò che avrebbe avuto molto tempo per imparare tutte le strade del castello e questo lo rattristò nuovamente.

-spero che tu sia stato bene questa sera-

disse Aragorn fermandosi davanti alla porta della camera di Legolas.

-lo sono stato-

rispose questi sorridendo ancora. Non c'era dubbio, stava impazzendo! Come poteva stare bene con quegli esseri spregevoli?!
Aragorn sorrise di rimando chinandosi a baciare dolcemente la guancia dell'Elfo. Era strano, si sentiva come alla prima cotta! E dire che di amanti ne aveva avute un bel po'!
L'Elfo provò ancora quegli strani brividi e sospirò per calmarsi.

-che ne dici se domani mattina andiamo a caccia? Hai detto che non mangi nulla che abbia una faccia ma so anche gli Elfi sono degli ottimi arcieri... come unite le due cose?-

-noi cacciamo i Corvi. Sono degli uccelli neri che minacciano i nostri raccolti ed uccidono i piccoli animali. Ma ci alleniamo anche con dei bersagli. Comunque sarei contento di andare a caccia, io naturalmente non ucciderò nessuno ma ho bisogno di aria e profumo di verde-

-perfetto. Allora darò ordine a Brethil di svegliarti all'alba-

detto questo si voltò e raggiunse la sua camera. Legolas rimase a guardarlo mentre andava via e poi entrò anch'egli in camera. Si spogliò delle vesti e sdraiandosi sul letto si addormentò quasi subito.

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Capitolo 7
*** primi approcci ***


Ecco il nuovo chappy...scusate il ritardo*-*


Quella mattina si sentiva meglio, molto più rilassato. Infatti quando Brethil era andato a svegliarlo l'aveva trovato già in piedi intento a guardare fuori a una delle due grandi finestre. La ragazza richiuse la porta dietro di se e si avvicinò ad un tavolo posto al centro della stanza. Vi posò sopra un vassoio con la colazione.

-a quanto pare stai meglio stamani-

Legolas si voltò verso la ragazza e le sorrise.

-sai Brethil è appena un giorno che sono qui e già fremo all'idea di poter camminare ancora fra i boschi-

Brethil ricambiò il suo sorriso per poi porsi davanti a lui con le braccia incrociate dolcemente sul petto.

-è così bella la tua espressione quando parli di ciò che ti sta a cuore-

Legolas la guardò leggermente perplesso, lui non si rendeva conto dei suoi cambi di espressione e per questo rise appena.

-ti ho portato la colazione...-

disse improvvisamente la giovane indicandogli il vassoio sul tavolo

-quando avrai terminato e ti sarai vestito basterà che mi chiami, aspetterò fuori dalla camera, così potrò accompagnarti alle stalle dove ti aspetta il Principe-

L'Elfo annuì dirigendosi alla tavola e si sedette per mangiare mentre la ragazza uscì dalla camera. Per colazione gli avevano portato del latte e del morbido pane con vari barattoli di marmellata di gusti diversi. La sua preferita era quella alle fragole ma, gli avrebbe fatto piacere anche gustare il dolce della sera prima, il cioccolato.
Terminata la colazione aprì, l'ormai suo armadio e ne trasse una tunica con dei pantaloni. Fortunatamente ne trovò una che sembrava provenire da Valar. Era verde bosco e molto comoda, come quelle che di solito usava per allenarsi con l'arco. Mise poi dei pantaloni molto aderenti neri e gli stivali del colore della tunica.
Pronto uscì fuori dalla camera dove trovò Brethil che lo stava aspettando. La ragazza lo guardò da capo a piede e sorrise.

-ora si che sei un vero Elfo!-

disse per poi scoppiare in una risata cristallina alla quale si unì, anche se più timidamente, lo stesso Legolas.
Si diressero così verso la stalla dove trovarono Aragorn intento a preparare il suo cavallo. Anche lui si era vestito comodamente per affrontare una mattinata di caccia. Portava una tunica nera molto comoda con pantaloni e stivali dello stesso colore.
L'uomo avvertiti i passi si voltò e vide Brethil con Legolas che lo raggiungevano. Rimase a fissare i movimenti dell'Elfo, quasi non riuscì a staccare lo sguardo da quelle lunghe e flessuose gambe. Scosse il capo e si voltò nuovamente verso il proprio animale.

-Hasufel- disse Aragorn indicando il cavallo.

-l'altra volta non ho avuto il tempo di presentartelo ma mi sembra di aver capito che per voi Elfi, i cavalli sono molto importanti...così ho pensato che volessi sapere il suo nome-

spiegò notando lo sguardo un po' perplesso dell'Elfo che gli era arrivato vicino e si era fermato.

-tutti gli esseri viventi hanno una loro importanza-

rispose l'Elfo regalando un dolcissimo sorriso all'uomo.
Aragorn si allontanò dal proprio cavallo entrando nel fitto della stalla e tornò portando con se un grosso cavallo bianco, simile ad Aria ma più alto e robusto.

-lui è Arod, da oggi sarà il tuo destriero-

detto questo passò le redini all'Elfo che lo guardava alquanto spaesato. Possibile mai che volesse donargli quello splendido animale? Sorrise e per un attimo il Principe si perse in quello sguardo. Ormai credeva di aver catalogato la bellezza dell'Elfo ma quando sorrideva era come se intorno a lui non ci fosse più niente e nessuno, solo quel sorriso ed il suo artefice contavano.

-ti piace?-

gli domandò mentre Legolas trafficava con le briglie del cavallo per liberarlo.

-è splendido-

-si...splendido-

si trovò a ripetere Aragorn come in trans mentre fissava ancora l'Elfo ed i suoi movimenti. Brethil sentiva quella strana attrazione che c'era fra i due e così decise di andare. Si inchinò leggermente e sorridendo a Legolas andò via.

-vedo che andate d'accordo...-

disse Aragorn e Legolas non ne fu sicuro, ma gli era parso di avvertire una nota di gelosia nelle sue parole.

-si...è una brava ragazza...-

rispose quando ebbe finito di liberare il cavallo.

-questi sono tuoi...-

disse Aragorn mentre porgeva all'Elfo il suo arco e la faretra confiscategli il giorno in cui l'aveva catturato. Legolas si sentì stranamente felice nel riavere le sue cose, qualcosa di elfico che poteva stringere fra le mani.
Prese così entrambi gli oggetti e li posizionò sulle proprie spalle mentre Aragorn si accingeva a salire a cavallo.

-c'è un boschetto non molto lontano da qui, più vicino del luogo dove ci siamo incontrati...-

Legolas non rispose, semplicemente salì a cavallo con un abile balzo

-andremo solo noi due?-

-si...gli altri sono impegnati...la cosa ti turba?-

Legolas si sentì colpito da quelle parole e provò una strana sensazione di disagio. Il cuore incominciò a battergli più forte in petto e così provò a sviare il discorso.

-per nulla...ho notato che oltre alla spada hai un arco dietro le spalle...-

Aragorn sorrise fra se e se avendo notato lo stato di agitazione che aveva colto poco prima l'Elfo. Se non fosse stato un buon osservatore, forse non ci sarebbe riuscito poiché l'altro nascondeva molto bene le proprie emozioni.

-si...cosa credi che solo voi Elfi sapete usare l'arco?-

chiese per poi spronare il suo cavallo a partire.

-cerca di starmi dietro Elfo-

disse in tono provocatorio prima di uscire fuori dalla stalla velocemente.
Legolas sussurrò qualcosa in elfico al cavallo che subito uscì dalla stalla seguendo quello di Aragorn. Cavalcarono per qualche tempo finchè, finalmente si riusciva ad intravedere l'inizio del bosco. Poco dopo ne furono ai margini ed Aragorn si fermò seguito da Legolas.

-lasceremo qui i cavalli...altrimenti potrebbero fare rumore e far scappare gli animali...-

così Aragorn legò il proprio cavallo ad un albero mentre Legolas lasciò Arod libero. Sapeva che non sarebbe scappato, ormai erano diventati amici.

-vieni-

disse il futuro Re al Principe che lo seguì guardandosi intorno. Solo in quel momento si rese davvero conto di quello che l'uomo doveva fare. Era andato lì per cacciare mentre lui l'aveva seguito solo per vedere il bosco. Si chiese se sarebbe riuscito a guardare l'uomo mentre uccideva un essere vivente.
Camminarono qualche tempo in silenzio. Aragorn qualche volta si voltava per vedere se l'altro lo seguiva visto che, non riusciva quasi a sentire i suoi passi e a stento sentiva il suo respiro, quello che aveva avvertito anche quando l'aveva catturato.
D'improvviso Aragorn si fermò fissando lo sguardo dritto davanti a se. Legolas gli si avvicinò e si acquattò con lui dietro dei cespugli. L'uomo aveva visto un cervo intento a brucare l'erbetta del bosco. Aveva preso l'arco ed una freccia e stava puntando l'ignaro animale.
Legolas trattenne il respiro, come pensava non avrebbe resistito ad assistere alla morte di quell'ignara creatura.

-cervo per pranzo-

disse Aragorn ormai pronto a scoccare. Stava per tirare ma Legolas lo bloccò facendo cadere l'uomo a terra mentre lui gli finiva sopra. Il cervo avvertito il rumore corse via. Legolas sorrise ma poi avvertì l'uomo sotto di se che arrabbiato cercava di alzarsi. Aragorn aveva aspettato tanto di poter sentire il corpo dell' elfo sul suo ma la rabbia per aver perso la sua preda ebbe il sopravvento. L'Elfo così si alzò fissando l'uomo che si era rimesso in piedi a sua volta.

-posso sapere cosa ti è preso?-

-non potevo lasciarti uccidere quel cervo...non ti ha fatto niente-

-non mi ha fatto niente?!-

ripetè l'uomo alquanto incredulo.

-io sono un uomo Legolas, non un Elfo! Noi mangiamo la carne e quella di cervo è alquanto prelibata!-

Aragorn scosse il capo nel vedere che l'Elfo lo fissava con decisione. A quanto pare era inutile spiegare le proprie abitudini alimentari. Passarono degli interminabili secondo e l'espressione dell'Elfo cambiò. Divenne triste e colpevole.

-scusa-

Una sola parola che fece fare un salto al cuore di Aragorn. Non poteva credere alle sue orecchie. Quella creatura così fiera ed ostinata gli stava chiedendo scusa? Ora però non sapeva che dire, si sentiva come in imbarazzo. Per gli uomini è difficile ammettere i propri errori e scusarsi, per questo si sentiva strano.

-ormai è andato...-

rispose solo volendo sviare l'argomento. Legolas gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla e cercando di incrociare il suo sguardo.

-credo che la caccia non sia adatta a me-

gli disse accennando ad un mezzo sorriso.

-lo credo anch'io....-

rispose l'uomo ridacchiando. Rimasero qualche tempo in silenzio e così vicini che i loro respiri si univano.

-ti va una gara?-

chiese l'uomo con un mezzo sorrisetto sulle labbra.

-che tipo di gara?-

-tiro con l'arco-

l'Elfo parve pensarci un po' su, ma poi decise di accettare.

-a quale condizioni?-

-solo una. Se vinco io, tu farai qualcosa per me, viceversa se vinci tu-

-ci sto-

-bene...seguimi, poco distante da qui c'è un piccolo spazio circolare in mezzo agli alberi-

così dicendo incominciò a camminare seguito dall'elfo.
Giunsero dopo qualche tempo nel posto di cui aveva accennato l'uomo. Era abbastanza grande da poter essere utilizzato per accamparsi ma non così tanto grande da poter essere scorto dall'alto.

-ora vediamo cosa sai fare-

lo sfidò Aragorn indicandogli con una mano l'albero da colpire ma l'Elfo parve pensarci su.

-non voglio fare del male a quell'albero. Se fossi stato nel mio bosco avrei potuto tirare ma queste cortecce sono troppo deboli, gli alberi soffrirebbero. -

Aragorn sospirò affranto. Non aveva portato con se un tiro a segno e neanche una mela ma chissà, forse l'elfo non avrebbe voluto tirare neanche a quella.

-quindi niente gara...-

Legolas si guardò intorno ma non trovava nulla su cui poter tirare. Così scosse le spalle.

-che ne dici di andare a farci un bagno nel laghetto qui vicino?-

chiese ancora l'uomo sperando che almeno in quello non ci sarebbero stati problemi.

-questo posso farlo...ma la nostra sfida è solo rimandata-

rispose il giovane Elfo per poi seguire Aragorn verso il lago.
L'acqua era fresca e pulita e Legolas non resistette. Si avvicinò accovacciandosi vicino alla riva. Mise una mano nell'acqua e sospirò di piacere. Gli era mancato davvero tanto quel mondo, il suo mondo. Poiché per lui non faceva alcuna differenza dove nasceva un albero o un lago, egli amava incondizionatamente ogni cosa dei boschi.

-com'è l'acqua?-

domandò Aragorn mentre si spogliava delle armi e dei propri abiti. Rimase solo con la calzamaglia.

-stupenda-

rispose solo l'Elfo per poi voltarsi verso Aragorn regalandogli uno splendido sorriso. Oramai a Legolas non sembrava più di essere prigioniero di quell'uomo e magari col tempo, sarebbe riuscito a convincerlo a rimandarlo a casa.
Aragorn si avvicinò all'Elfo con il cuore che stranamente aveva ripreso a battere a mille. Entrò in acqua e lo prese una strana eccitazione nel pensare che presto anche l'Elfo l'avrebbe raggiunto.
Legolas si alzò allontanandosi dalla riva. Si avvicinò all'albero vicino al quale Aragorn aveva poggiato i suoi indumenti e le armi. L'uomo pensò per un attimo che Legolas sarebbe scappato ma questo non accadde. Legolas poggiò le proprie armi a terra ed incominciò a spogliarsi.
Sentiva gli occhi di Aragorn addosso e la cosa non lo infastidiva. Rimase anch'egli solo con la calzamaglia. Avrebbe voluto denudarsi del tutto ma sapeva che per gli uomini non era una cosa tanto normale come era per gli Elfi.
Tornò a riva ed entrò in acqua. Aragorn si era avvicinato ad una piccola cascata ed aveva lasciato che le onda d'acqua gli ricadessero sulla schiena. L'Elfo si infilò sotto la cascata lasciando che lo bagnasse tutto. Aveva gli occhi chiusi ed il viso rivolto per metà verso l'alto, lasciando così che la cascata gli ricadesse sul viso e sul tutto il corpo.
Ad Aragorn parve che stesse riflettendo o comunque che stesse comunicando in qualche modo con la cascata. Continuò a fissarlo per molto tempo diventando geloso di quell'acqua che prepotente lo accarezzava come lui invece non poteva fare.
La pelle bianca dell'Elfo pareva risplendere ma, non emanava una luce solare, come quella che aveva il suo viso incorniciato dai capelli biondi. Stavolta la luce che emanava pareva diversa. Nonostante i raggi del sole che lo ricoprivano, Legolas sembrava riflettere dai raggi della luna.
Sembrava essere circondato da una luce bianca. Aragorn ingoiò a vuoto ed avvertiva nuovamente la gola secca e quel bisogno di bere che aveva provato la sera prima.
L'uomo così si avvicinò lentamente all'Elfo che si era voltato verso l'interno della cascata e teneva la testa bassa ma sempre con gli occhi chiusi.
Legolas sentì l'uomo avvicinarsi e poco dopo avvertì il tocco di quelle mani, che aveva sempre sognato di nascosto, sui suoi fianchi. Aragorn spostò i capelli bagnati dell'Elfo su un lato della spalla mentre poggiava delicatamente le labbra sulla spalla libera dai capelli.
Vi passò leggermente la lingua e succhiò quella pelle bianca, potendo così bere l'acqua che ancora bagnava il corpo dell'Elfo.
Il corpo dell'Elfo vibrò a quel contatto. Nei suoi duemila anni non aveva mai provato nulla di simile. Aragorn lo cinse in vita stringendolo a se così che la schiena dell'Elfo aderisse col suo petto. Continuò a baciarne la pelle della spalla risalendo verso il collo. Legolas si ritrovò a piegare il collo di lato lasciando all'uomo via libera.
Aragorn abbastanza sorpreso continuò quelle attenzioni risalendo fino all'orecchio. Lo leccò in tutta la sua lunghezza fino ad arrivare alla punta. La succhiò lentamente e sentì l'Elfo sospirare di piacere.
Sorrise pensando di aver trovato una delle zone più sensibili dell'Elfo.

-Aragorn...-

si sentì chiamare dall'Elfo ma non smise di dargli le sue attenzioni. Legolas si morse un labbro per non lasciarsi sfuggire dei gemiti ma doveva ammettere che quell'uomo lo stava facendo impazzire. Avvertì chiaramente l'erezione di Aragorn premere contro di lui mentre anche il suo corpo si stava risvegliando. L'uomo notata l'eccitazione dell'altro scese con una mano all'internò della calzamaglia prendendo a massaggiare delicatamente il membro dell'Elfo.
Legolas si ritrovò spiazzato. Gemette forte al tocco dell'uomo che non aveva ancora smesso di torturargli l'orecchio.

-Ara...Aragorn aspetta...-

gli disse cercando di allontanare la mano ma l'uomo continuò. La cascata sembrava ricoprirli come una coperta e per fortuna, copriva in parte i gemiti dell'Elfo.

-vuoi che smetta?-

domandò l'uomo muovendo più velocemente la mano sull'Elfo. Legolas gemette ancora. Avrebbe voluto rispondere di si ma il suo corpo reagiva da solo. Scosse il capo portando le proprie mani sulle braccia dell'uomo di cui una era infilata nella calzamaglia per massaggiare il membro dell'Elfo e l'altra, a sua volta al di sotto della stoffa, percorreva la coscia dell'Elfo, cercando di toccare più pelle possibile.
Aragorn aumentò ancora la velocità dei movimenti mentre aumentavano anche i sospiri ed i gemiti dell'Elfo. Poco dopo Legolas venne nella mano dell'uomo lasciandosi sfuggire un gemito liberatorio. Aragorn pensò che sarebbe potuto venire anche solo restandolo a guardare. Il viso dell'Elfo stravolto dall'eccitazione era qualcosa di indescrivibile.

Legolas si voltò poggiando la fronte a quella dell'uomo.

-io...non mi sono mai sentito così...-

ammise mentre Aragorn lo guardava sorridente.

-tu non hai matto fatto nulla di simile in quasi tremila anni?-

chiese spingendo l'Elfo all'interno della cascata fino a farlo aderire con le spalle alla roccia. Ora l'acqua non li bagnava più dall'alto ma li proteggeva dal di fuori.

-no...mai-

-e ti è piaciuto?-

domandò ancora Aragorn riprendendo a baciare il collo dell'Elfo.

-si...-

Alla risposta Aragorn coinvolse l'Elfo in un bacio profondo che durò qualche minuto. Si staccarono per il bisogno di respirare. Aragorn poggiò nuovamente la fronte a quella dell'Elfo guardandolo con passione.

-ti andrebbe di fare la stessa cosa a me?-

Legolas guardò in basso dove poteva vedere il rigonfiamento dei pantaloni dell'altro. Non aveva mai toccato nessuno ma con Aragorn era diverso, sentiva che di lui poteva fidarsi. Così lentamente mise una mano nella calzamaglia scura dell'uomo che sospirò stringendo le mani sulla vita sottile dell'Elfo.
Legolas accarezzò il membro dell'uomo incominciando a muovere la mano ritmicamente. Aragorn trattenne a stento un gemito mentre spingeva il bacino verso quella mano che gli stava dando piacere.
L'Elfo non si perse neanche un'espressione dell'uomo fino al momento in cui venne nella sua mano.
Aragorn aprì gli occhi che aveva tenuto chiusi fino a quel momento e fissò intensamente l'Elfo. Non poteva credere di aver avuto un contatto così profondo con lui ma decise che per quel giorno era meglio se si fosse fermato.
Lo baciò nuovamente con passione stringendolo a se. L'Elfo si sentiva stranamente felice fra quelle braccia e avrebbe voluto che quel contatto non terminasse più. Ma purtroppo così non fu.

-forse è meglio rientrare...gli altri saranno in pensiero.-

propose l'uomo e l'Elfo annuì. Uscirono dall'acqua e si rivestirono. Nessuno dei due parlò ma semplicemente attraversarono il bosco fino ad arrivare ai cavalli.
Legolas però si sentiva strano, aveva il timore che quello che era successo nel laghetto non sarebbe accaduto più.

-Aragorn-

lo chiamò prendendo il coraggio a due mani. L'uomo stava slegando il proprio cavallo e si avvicinò all'Elfo tenendo l'animale per le briglie.

-cosa c'è?-

Legolas lo guardò negli occhi ma distolse lo sguardo abbassando il capo.

-credi...tu credi che possiamo rifarlo qualche altra volta?-

chiese sentendo uno strano calore salire alle guance. Non era possibile che stesse arrossendo per una cosa del genere! Aragorn rise di cuore rialzando con una mano il volto dell'Elfo e baciandolo con delicatezza.

-tutte le volte che vuoi-

gli sussurrò a fior di labbra. L'Elfo sorrise e richiamò il proprio cavallo.
Cavalcarono velocemente ognuno immerso nei propri pensieri. Arrivarono al castello per l'ora di pranzo. Brethil si sorprese nel vedere l'Elfo rientrare nella camera tutto zuppo e con i capelli quasi asciutti.

-cos'è successo?-

domandò preparando degli abiti puliti all'Elfo.

-nulla di particolare...ho fatto un bagno nel lago-

La ragazza rise di cuore e scosse il capo rassegnata.

-vestiti che il pranzo è pronto e stanno tutti aspettando te ed il Principe-

Legolas annuì e quando la ragazza ebbe lasciato la camera indossò i vestiti puliti. Ripensò al modo in cui l'uomo aveva mosso quella mani sul suo corpo ma non poteva sapere che la stessa cosa, anche se in maniera opposta, la stava pensando Aragorn.
Terminò di vestirsi ed uscì dalla stanza dove trovò Brethil pronta per accompagnarlo nella sala da pranzo.

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Capitolo 8
*** Emozioni contrastanti ***


Salveeeeeeeeeee
Cavoli! Dopo davvero tantissimo tempo riesco finalmente ad aggiornare! In realtà questo è già il secondo tentativo, la prima volta non mi era affatto piaciuto quel capitolo. E' stata dura riprendere le redini di questa storia ma standomi molto a cuore ho voluto riprovare, anche se ammetto che il capitolo è abbastanza corto.
Scusatemi tantissimo il ritardo ma non avevo proprio idee su come mandare avanti il tutto. Mi farebbe tanto piacere sapere voi cosa ne pensate.
Comunque bando alle ciance e buona lettura :)



L'atmosfera nella camera era intrisa del calore e dell'umidità dell'estate e gli esseri umani cercavano ogni rimedio possibile per sfuggire all'afa. Per Legolas però era diverso, riusciva a sopportare meglio i cambiamenti di temperatura ed il calore che sembrava attaccarsi alla pelle.
Era immobile appoggiato al marmo di una delle due grandi finestre che regnavano nella sua camera. Il viso riposava su una delle due mani mentre l'altra, lentamente, girava e rigirava la stessa ciocca di capelli nella mano. Il colore biondo della sua capigliatura sembrava risplendere sotto i prepotenti raggi del sole. Nei suoi occhi si poteva leggere un'aria trasognante, come se qualcosa di molto lieto affollasse la sua mente.

Sembri sereno

disse Brethil uscendo dalla camera da bagno dopo averla sistemata. Legolas si mosse come ridestato da un sogno e voltandosi incrociò lo sguardo della giovane umana.

forse... e tu sembri appena scampata ad una qualche battaglia

Rispose ridacchiando e tornando a fissare lo sguardo fuori dalla finestra. Minas Tirith era una città enorme e tutta costruita con pietre e il sangue ed il sudore di centinaia di uomini. Fortunatamente qualche albero e accenni di vegetazione erano visibili dalla sua camera. Il bosco invece era troppo lontano per essere visto anche dai suoi occhi elfici.

Bè scusami se non sono un Elfo come te... noi umani soffriamo molto il caldo

Brethil sbuffò muovendo leggermente il corpetto del suo semplice vestito.

Sento i vestiti attaccarsi a me come se fossero una seconda pelle... è irritante

Legolas si voltò nuovamente verso di lei e allontanandosi dalla finestra si sedette su quello che era ormai il suo letto.

Io invece sto benissimo

Le disse con un mezzo sorriso sornione al ché la ragazza lo guardò stizzita ma con una punta di divertimento.

Noto noto... eppure non riesco a capire il motivo di tanta serenità... la caccia di ieri è stata un fallimento, non avete portato nulla dal bosco.... a meno che...

Sussurrò lanciando uno sguardo furbo all'elfo che immediatamente si irrigidì.

A meno che la compagnia del Principe non sia stata per te di tanto gradimento

Legolas strabuzzò gli occhi sentendo un forte calore sulle sue guance. Aprì la bocca per rispondere a tono ma la richiuse subito dopo sentendo Brethil ridacchiare. Si alzò di scatto stringendo forte i pugni.

Spero che tu stia scherzando! Io sono un Principe elfico non ho bisogno della compagnia di uno stupido e presuntuoso e alto e forte e...

e bello...

Suggerì Brethil

e bello umano!

La giovane rise di gusto notando lo sguardo agitato dell'elfo dopo essersi reso conto di ciò che aveva detto. Legolas si morse leggermente il labbro indeciso sul da farsi. Era imbarazzato e stentava ancora a credere a ciò che era successo con Aragorn. Non poteva mentire, gli era piaciuto ma provava anche vergogna per la sua stupida richiesta. Si era comportato come un bambino alle prime armi, ma lui era un guerriero! Un Principe!

La sera prima la cena era stata per lui un inferno. Non voleva rincontrare Aragorn, non voleva guardarlo negli occhi, temeva che gli avrebbero raccontato troppo di ciò che segretamente desiderava. Scacciò dalla testa questi pensieri e guardò Brethil stizzito.

Pensala come vuoi... non mi interessa il parere di una stupida ragazzina umana

Brethil smise di ridere e guardò l'elfo, ansi la sua schiena visto che si era voltato per l'arrabbiatura. Sospirò scuotendo il capo.

Non credo che tu pensi davvero ciò che hai detto. Legolas sei meglio di questo.

L'elfo si voltò di scatto e una potente ferocia traspariva dai suoi occhi azzurri.

E tu che ne sai? Che ne sai di me? Non mi conosci!

Sbraitò mentre la giovane fece un passo indietro impaurita. Per la prima volta assistette alla rabbia di un elfo e notò che era molto simile a quella di un umano.

Sono stato condotto lontano dalla mia gente, dalla mia famiglia, da ciò che più amo al mondo! Sono rinchiuso in una camera e solo il volere di un uomo può decidere ciò che devo fare. Io vi odio tutti!

Continuò per poi voltarsi e assestare un forte calcio al letto.

Vi odio tutti voi stupidi umani!

Si lasciò andare sul letto sopraffatto dalle emozioni. Appoggiò entrambi i gomiti sulle ginocchia cullando la sua testa mentre le lacrime minacciavano di sgorgare dai suoi limpidi occhi. Avvertì la porta aprirsi e poi richiudersi con forza. Non aveva alzato lo sguardo, non voleva vedere il volto ferito di quella che era stata la sua unica amica in quei giorni.
Restò in quella posizione per parecchio tempo. Sentendo bussare alla porta si alzò e toccandosi il visto notò una strana umidità. Si accorse di aver pianto solo quando le lacrime si erano ormai quasi del tutto asciugate.

Avanti

Mormorò rivolto alla porta. Entrò un'altra giovane donna. Legolas sentì uno strano vuoto allo stomaco, non era Brethil la ragazza arrivata per condurlo a pranzo. Sospirò affranto ed asciugandosi definitivamente il viso seguì la giovane lungo i corridoi del palazzo.
A cena c'erano solo lui ed Aragorn, degli altri uomini non vi era traccia. Aragorn disse che aveva tutti deciso di cenare nelle loro camere private. L'elfo annuì senza rispondere.

Brethil dice di non voler più lavorare per te.

Disse Aragorn provando a parlare con l'elfo silenzioso che ancora non aveva toccato cibo. Il principe si stupì del suo cambiamento di umore, solo il giorno prima era come ghiaccio che si scioglieva nelle sue mani. Pensò che forse era dovuto ai cambiamenti ed alle nuove emozioni che provava, forse per questo aveva litigato con Brethil. Era proprio come un umano nell'età dell'adolescenza, irruento ed emotivo.

Sembrava molto dispiaciuta

Provò nuovamente a parlare ma l'elfo non dava segni di voler intraprendere una conversazione o addirittura sfogarsi con lui.

Posso tornare in camera?

Aragorn annuì e l'elfo si alzò senza neanche guardarlo in volto. Scappando dalla sala come per sfuggire ad una qualche minaccia impellente. Il problema era che, la minaccia era solo nella sua testa. Aragorn l'avrebbe consolato se solo lui glielo avesse permesso.
Legolas tornò nella propria camera e dopo un veloce bagno si coricò nel letto. La notte era ormai calata ed i suoi pensieri tornarono al suo amato Regno. Rivide i boschi, le acque, i visi della sua gente. Poteva sentire la risata spensierata di Ainwen riecheggiare nella sua mente. Poi lo scenario cambiò impercettibilmente. Vide una bellissima cascata, ne sentì lo scrosciare sereno ed un brivido attraversò il suo corpo. Rivide le mani di Aragorn toccarlo, riprovò la sensazione del suo respiro sulla pelle e scosso riaprì gli occhi come se si fosse appena risvegliato da un incubo.
Si toccò il volto sentendo la pelle bruciare di uno strano calore.

Oh Valar... che mi sta succedendo?

Domandò alla notte ma lei silenziosa non rispose.



To be continued...

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