In cerca di mio padre..... Ho trovato te... di Sasu61mito (/viewuser.php?uid=47013)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo compagno di banco! ***
Capitolo 2: *** Quando guardo nei tuoi occhi... ***
Capitolo 3: *** Perché penso a lui e anche a te? ***
Capitolo 1 *** Un nuovo compagno di banco! ***
UN NUOVO COMPAGNO DI BANCO!
C’era un albero immenso, in mezzo
al giardino. Era un albero alto e frondoso, e il suo tronco era
spesso e ruvido. Era lì praticamente da sempre, solitario,
d’estate faceva ombra, e d’inverno ospitava tutti i
passeri dei
dintorni.
Seduto dietro la finestra, a Sasuke
piaceva osservarlo, durante le noiose ore di lezione. Lo guardava, e
riusciva a distrarsi e a non pensare a niente.
Anche in quella fredda giornata di
novembre lui fissava il suo albero, e si disinteressava del resto
della classe. Attorno a lui gli altri facevano casino, si
spintonavano, ridevano, scherzavano.... ma lui sembrava escluso dalla
loro allegra baldoria. Lui era sempre escluso, in effetti.
Quando guardava fuori dalla
finestra, riusciva sempre a isolarsi perfettamente dal resto del
mondo, perso nei suoi pensieri, lontano da lì. Fu per questo
che si accorse del nuovo arrivato soltanto quando quello si fu seduto
accanto a lui.
- Hey, ciao! - lo salutò,
facendolo sussultare all’improvviso.
Sasuke si voltò di scatto e
lo guardò stralunato, fissando i suoi capelli assurdamente
biondi e gli occhi cerulei, così insoliti in Giappone. Lo
studiò per qualche istante, assottigliando gli occhi,
finché
l’altro non si mise a ridere, senza preoccuparsi delle
occhiatacce
del professore in cattedra.
- Mi sembrava che fossi distratto,
in effetti! - commentò divertito, appoggiando la testa alla
mano. - Comunque io sono Naruto Uzumaki, il tuo nuovo compagno di
banco! Il professore mi ha presentato dieci minuti fa, ma eri altrove
con la mente, eheh!
Sempre sfoderando un sorriso
luminoso, tese la mano a Sasuke perché gliela stringesse. Ma
il moretto la ignorò, e abbassò gli occhi sul
banco,
aprendo finalmente il quaderno.
- Sasuke Uchiha – disse
freddamente, irritato. - Cerca di non disturbarmi durante le lezioni
Naruto sbatté le palpebre,
con la mano ancora tesa. Incerto, la abbassò lentamente e si
guardò attorno.
- Ehm..... ok, va bene – mormorò
con una risatina sforzata. - E’ solo che vengo
dall’estero, sai,
e non conosco bene il programma... Dove...?
- Pagina 124, quinto capitolo.
Letteratura.
- Oh, grazie! Ehm... Sasuke?
- Che c’è? - chiese il
moretto scoccandogli un’occhiataccia.
Naruto sorrise allegramente,
ignorando il tono scontroso dell’altro.
- Beh, spero che diventeremo amici!
Anzi, ne sono sicuro! - esclamò convinto.
Sasuke non si degnò nemmeno
di rispondergli.
---
Quando quella sera Naruto rientrò
a casa, gettò lo zaino sul letto e si lasciò
cadere
sulle lenzuola, piegando le braccia sotto la testa.
Accigliato, si mise a fissare il
soffitto e a riflettere.
Il primo giorno nella nuova scuola
non era andato tanto male. Aveva conosciuto molti ragazzi, anche se
faticava un po’ a ricordare i nomi, e i professori erano
stati
tutti molto gentili con lui (soprattutto quello di inglese, che era
rimasto estasiato dalla sua perfetta padronanza della lingua). Si era
trovato bene soprattutto con Shikamaru, il pigrone della classe, e il
suo amico Choji, che mangiava sempre qualcosa, ma anche Kiba non era
male, e persino quel buffo ragazzo con le sopracciglia foltissime...
Oh, e poi c’era Sakura, una ragazza molto spigliata con i
capelli
di un colore assurdo, che secondo lui aveva due facce, e la piccola
Hinata, che balbettava sempre.
E infine, lui.
Sasuke Uchiha, il suo misterioso e
taciturno compagno di banco. Il ragazzo che aveva fissato per tutta
la mattina, e che era rimasto assolutamente impenetrabile, tutto
impettito sulla sua sedia. Spesso Naruto lo aveva visto guardare
fuori dalla finestra, verso l’albero nel cortile, ma non
avevano
scambiato altre parole al di fuori delle presentazioni.
Naruto sospirò, girandosi sul
fianco.
Che peccato. Visto che dovevano
condividere lo stesso banco per un lungo periodo, avrebbero anche
potuto diventare amici, no?
E poi... quel ragazzo aveva qualcosa
di misterioso, che lui non riusciva a spiegarsi. Era come se
nascondesse un segreto, come se ci fosse qualcosa che non diceva...
Come se avesse eretto un muro tra sé e il mondo.
Naruto sbuffò, e affondò
la faccia nel cuscino.
‘‘Va
beh, non posso mica obbligarlo a fare amicizia!’’
si disse. ‘‘E
poi ora ho ben altri problemi!’’
Proprio mentre pensava queste cose,
il cellulare nel suo zaino si mise a squillare, con una musichetta
natalizia decisamente in anticipo sui tempi. Naruto si alzò
in
fretta, prese il telefonino dalla borsa e rispose temendo di essere
arrivato troppo tardi.
- Hello?
Per sua fortuna, dall’altra parte
non avevano ancora riappeso.
- Naruto! Oh, it’s been a long
time since our last call! How are you? Did you eat something?
(traduzione: oh, è passato tanto tempo dalla nostra ultima
chiamata! Come stai? Hai mangiato qualcosa?)
- Yes, mum! I’m really fine, I’ve
been at school today... (traduzione: Sì, mamma! Sto molto
bene, sono stato a scuola oggi...)
Mentre Naruto si perdeva ascoltando
la voce familiare della madre lontana, un sorriso dolce gli si
dipinse sulle labbra.
Aveva ben altri problemi, sì.
Prima di tutto, la nostalgia della sua New York...
---
Sasuke arrivò a casa quando
si era già fatto buio, ed entrò senza nemmeno
accendere
la luce. Si tolse le scarpe e gettò la cartella sul prezioso
divano del salotto, per poi seminare lungo il pavimento la cravatta,
la camicia e la cintura dei pantaloni.
Arrivò nella sua stanza, e lì
accese l’interruttore della luce, ma quando
incrociò il suo
riflesso nello specchio aggrottò la fronte preoccupato.
- Accidenti.... - brontolò
avvicinandosi alla parete e tendendo il collo.
Sotto l’orecchio sinistro, ben
evidente, c’era il segno rosso di un succhiotto. Sasuke lo
sfregò,
ma ovviamente quello non se ne andò, e lui provò
un
moto di irritazione. Ecco, adesso avrebbe dovuto trovare del
fondotinta con cui coprirlo.. che seccatura!
Mentre ancora si specchiava,
preoccupato, intravide nel riflesso un’ombra sulla soglia
della
porta. Di scatto coprì il succhiotto con una mano, e rigido
si
girò a fronteggiare il ragazzo che era appena entrato.
- Così non va mica bene,
fratellino – disse il moro che lo fissava, con un sorriso
appena
accennato. - Non puoi lasciare i vestiti in giro per la casa e
muoverti mezzo nudo. Che diranno i vicini? La ragazza della casa
accanto sverrà a guardarti così!
Sasuke arrossì indispettito,
stringendo il pugno con cui non si copriva il collo.
- I vicini non spiano dalle finestre
– replicò asciutto. - Non tutti hanno le tue
abitudini,
Itachi!
- E quando mai ho spiato dalle
finestre? - chiese il fratello, divertito, avvicinandosi a lui. - A
me basta guardarmi attorno per la strada, per sapere tutto di tutti.
Devi imparare ad ascoltare, Sasuke.
- Non ho alcuna intenzione di
seguire il tuo esempio! - si indignò il più
giovane,
stringendo i denti.
- Hai ragione, forse è meglio
se non lo fai – rispose l’altro, e di scatto gli
afferrò
il braccio e mostrò il succhiotto fresco, strappando un
insulto a Sasuke. - Già ci pensi da solo a organizzarti la
vita al meglio – ghignò, sfiorando con due dita
fredde il
collo del minore.
Lui si fece indietro bruscamente,
tornando a coprirsi, e i suoi occhi fiammeggiarono.
- Esci dalla mia camera, Itachi! -
ringhiò minaccioso.
Itachi lo fissò sorridendo, e
poi scoppiò a ridere.
- Ma certo fratellino, ogni tuo
desiderio è un ordine... - commentò ironico,
avviandosi
verso la porta. - Solo, ricordati di raccogliere i vestiti in
salotto, per favore.
Non appena fu del tutto fuori dalla
stanza, Sasuke sbatté la porta violentemente e la chiuse a
chiave. A quel punto, furioso, ci sbatté anche un pugno
contro..
Tutto faceva irrimediabilmente
schifo.
---
- Senti, ma Uchiha è sempre
stato così?
Il giorno dopo, all’intervallo,
Naruto decise di chiedere ai suoi nuovi amici qualcosa del misterioso
compagno di banco. Certo, il giorno prima aveva deciso che non lo
avrebbe obbligato a diventare suo amico, ma voleva almeno sapere se
Sasuke era così scontroso con tutti o solo con lui. Quella
mattina, poi, sembrava di umore ancora peggiore.
- Così come? - chiese Kiba,
seduto sul banco, mentre succhiava il suo succo di frutta. -
Bastardo, musone, taciturno e altezzoso?
- Bè, non avrei detto proprio
così....
- Ma quello è il senso, no?
Comunque sì, lo è sempre stato, tranquillo. Oggi
è
un po’ peggio del solito, ma è sempre
più o meno così
- Ah.... E non ha amici?
- Che vuoi che ne sappia? - Kiba si
strinse nelle spalle e accartocciò la confezione del succo
ormai vuota. - Ogni tanto lo vedono parlare con Neji Hyuga, quello un
anno avanti, ma non credo che due tipi così freddi possano
davvero essere amici... Sarà per i compiti, o qualcosa del
genere.
- Ah....
Naruto corrugò la fronte,
intristito. Nessuno può essere obbligato a fare amicizia, ma
gli dispiaceva sapere che Sasuke non aveva mai trovato una persona da
poter chiamare ‘‘amico’’.
Doveva essere molto brutto.
- Che c’è, ti dispiace per
il bel tenebroso? - ghignò Kiba saltando giù dal
banco.
- Lascia perdere, quello non vuole essere compatito, e fa proprio di
tutto per farsi odiare.
- Però... Vuoi dire che è
sempre solo? - domandò Naruto afflitto.
- Ci sguazza, nella solitudine –
commentò Kiba. - Gli piace farsi del male, e farne agli
altri.
Per il tuo bene, lascialo perdere Naruto – Con un sorriso
aperto,
il ragazzo moro lanciò la confezione del succo e fece
canestro
nel cestino, esultando sul posto.
Naruto sospirò, e ficcò
le mani in tasca pensieroso.
- Grazie per la preoccupazione, ma
io non posso fare finta di niente e ignorarlo semplicemente... Ci
devo convivere, capisci? Se lui è sempre di cattivo umore,
sai
che inferno?
- Uh, non ci avevo pensato –
ammise il moretto, a braccia conserte. - Beh... buona fortuna! Tanto
ad aprile cambiamo classe, e ci sono pochissime probabilità
che finiate insieme!
- Questo non mi consola, Kiba... -
gemette Naruto. - Va beh, cercherò di fare qualcosa a
riguardo
anche da solo. Adesso me ne vado in bagno, la natura chiama.
- Vai, vai. Ma vedi di tornare in
fretta, che la campana sta per suonare.
- Ci metto solo un attimo! -
assicurò Naruto, e corse fuori dall’aula.
Attraversò l’intero
corridoio fino ai bagni in fondo, vicino alle scale. Prima di
entrare, però, sentì una voce nota dalla rampa
che
saliva verso il tetto, e si fermò.
- Che...? - si chiese a voce alta,
tornando indietro fino alle scale.
Non riusciva a capire esattamente
cosa stavano dicendo, ma era sicuro che lì sopra ci fossero
due ragazzi. Salì un paio di gradini, restando acquattato
dietro la ringhiera, e poi gettò un’occhiata verso
l’alto.
Il primo dei due ragazzi, scoprì
con sorpresa, era Sasuke. L’altro non lo conosceva, ma dai
freddi
occhi bianchi che si ritrovava e dal portamento altero, subito
sospettò che si trattasse del ragazzo freddo di cui gli
aveva
parlato Kiba.
‘‘Perché
parlano in un posto così nascosto?’’ si
chiese Naruto,
perplesso.
Sfortunatamente, mentre lo diceva, i
ragazzi terminarono la loro conversazione, e si volsero per scendere
le scale.
Nel panico, Naruto tornò
indietro precipitosamente e si nascose di corsa nel bagno, con il
cuore che batteva forte nel petto.
Perché aveva la sensazione di
aver fatto qualcosa che non doveva assolutamente fare? Non era la
prima volta che spiava qualcuno, in vita sua, ma quel giorno si
sentiva così.. in colpa! Era come se pensasse di aver
interrotto qualcosa di importante.
Meno male che se l’era svignata in
tempo!
Non appena ebbe pensato queste cose,
la porta del bagno dei ragazzi si aprì, e Sasuke
spuntò
sulla soglia. Quando incrociò i suoi occhi chiari,
assottigliò
i suoi scuri, fermo tra il bagno e il corridoio.
Naruto deglutì a vuoto, con
un brivido.
Meno
male che se l’era svignata in tempo!
...O forse no?
***************************************
Salve
a tutti!!!
E’
passato 1 sacco di tempo dall’ultima volta che ho postato
qualcosa
su questo splendido sito, ma finalmente sono tornata! E con una
longfic, per giunta!! Fino ad ora ho scritto 4 capitoli, spero di
poter aggiornare abbastanza in fretta, ma non ci giurerei... sapete,
la scuola, le materie da recuperare, eccetera... uff, ke palle!!!
Allora,
ke ne pensate della storia??? A me sta prendendo abbastanza,
xkè
più avanti si sveleranno mille segreti ke ora non potete
neanche immaginare!! Xkè Naruto è in Giappone? E
ke
rapporto avrà con Sasuke?? (eeeeeh!
X°°°D) Ma
soprattutto, cosa succederà ora che sono soli in bagno???
Dedico
questa storia alle mie amike Sere (ke prima o poi finirà la
sua bellissima fic SUMMER CAMP) e Stelly, ke ha letto questa storia
prima di tutti! Vi voglio tantiximo bene!!!!
|
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Capitolo 2 *** Quando guardo nei tuoi occhi... ***
2
- QUANDO GUARDO NEI TUOI OCCHI...
Sasuke fissava Naruto e
Naruto
fissava Sasuke.
Immobili, in piedi nello
squallido
bagno della scuola, si scrutavano in attesa, come bestie feroci sul
punto di attaccare. Chi dei due avrebbe parlato per primo? E
soprattutto, cosa avrebbe detto?
- Non dovresti essere in
classe?
Naruto
sussultò, sentendo la
voce di Sasuke, e si lasciò andare a una risatina nervosa.
- Dovevo andare in
bagno... - spiegò a mezza voce, fissando intensamente una
piastrella sul pavimento. - Ma adesso rientro subito, lo prometto!
Sasuke non
staccò gli occhi
dai suoi.
Il nuovo arrivato
sembrava nervoso,
quasi come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Non poteva essere
solo perché era in bagno, ma allora...?
Quasi
sussultò, quando un
pensiero gli attraversò la mente. Che Naruto lo avesse visto
con Neji?!
A quella prospettiva il
suo cuore
accelerò forsennato nel petto, e dovette trattenersi dallo
sbattere Naruto contro il muro e fargli confessare cosa aveva
sentito.
“Calma...”
si disse, sentendo il sudore sulla fronte. “Non è
detto che
ci abbia per forza sentiti! Magari ha combinato qualcosa
d’altro,
magari voleva marinare la prossima lezione... Lui non può...
Non deve... Non è possibile!”
Strinse i pugni,
sforzandosi di
trattenere il nervosismo, e si costrinse a pensare in fretta. Forse
il biondino era abbastanza ingenuo da essere solo spaventato da
lui... ma doveva accertarsene.
- Tu hai... -
iniziò, facendo un minaccioso passo avanti, ma in quel
momento Naruto non resse alla tensione.
- Scusa scusa scusa, non
volevo! - gridò, coprendosi il viso con le mani. - Sono
capitato per caso, lo giuro, e non avevo intenzione di vedervi...
Sasuke sentì
il cuore
congelarsi nel petto, e poi sciogliersi per la rabbia traboccante.
D’impulso afferrò Naruto per il colletto e lo
sbatté
violentemente contro la parete, sentendolo gemere per l’urto.
- Cos’hai
visto?! - gridò contro il suo viso, fuori di sé
dalla rabbia.
- N-Niente, davvero! -
ansimò lui, senza fiato. - C’eravate solo tu e un
altro ra-ragazzo... ma non ho sentito cosa vi dicevate! L-Lo giuro!
- Cosa hai visto
esattamente?! - insisté Sasuke, senza controllo.
- Niente! -
urlò Naruto, con gli occhi umidi di lacrime per la paura e
la carenza d’ossigeno. - Niente, lo giuro, ho visto solo due
secondi, non so nemmeno chi è l’altro ragazzo!!
Sasuke
all’improvviso si accorse
delle lacrime nei suoi occhi, e si pietrificò per lo
stupore.
Vivendo in Giappone non aveva mai incontrato un blu tanto intenso
quando guardava qualcuno... E le lacrime lo rendevano ancora
più
stupefacente. Gli occhi di quel Naruto erano qualcosa di
indescrivibile... così belli che per un attimo gli fecero
dimenticare ogni cosa...
- T-Ti prego... -
sussurrò Naruto a quel punto, facendolo trasalire.
Sasuke lo
lasciò di scatto, e
lui cadde sulle ginocchia, tenendosi la gola e tossendo.
- Non... Non devi dire a
nessuno quello che hai visto... - balbettò il moretto,
riacquistando l’autocontrollo. - A nessuno, hai capito?
- Non avevo
già intenzione di farlo... - rispose Naruto, alzando la
testa e asciugandosi le lacrime. - Non sono fatti miei, e poi... da
dove vengo io, certe cose non sono strane...
- Che stai dicendo? -
scattò Sasuke, corrucciato.
- Sto dicendo che anche
se vi amate, da dove vengo io le relazioni gay non sono un problema
– rispose Naruto fieramente, alzandosi in piedi. - Non
è giusto che due persone che si amano debbano stare lontane
l’una dall’altra, solo perché Dio gli ha
fatto lo scherzo di farli nascere con lo stesso sesso. Se sono anime
gemelle destinate ad incontrarsi, devono stare insieme!
Sasuke restò
spiazzato dal
discorso di Naruto, e lo fissò ad occhi sbarrati.
Anime gemelle... gay...
persino
Dio... Ma questo ragazzo dove credeva di essere? Di cosa parlava?
Forse pensava di trovarsi ancora in America...
Era tanto assurdo che
quasi quasi
gli veniva da ridere... e fu quello che fece. Scoppiò a
ridere, di una risata folle e per niente divertente, una risata
disperata e derisoria, e Naruto arrossì, sentendosi preso in
giro.
- Cosa ho detto di tanto
divertente? - chiese, offeso.
- Ma tu ti rendi conto di
dove sei? - chiese Sasuke, ancora tra le risate. - Guarda che
l’America è lontana, questo è il
Giappone, qui ci sono cose che puoi e cose che non puoi dire...
- Allora in Giappone non
posso parlare dell’amore?! - esplose Naruto, con le guance
arrossate per la rabbia. - Solo perché è tra due
maschi non posso parlarne?!
Sasuke fu colpito dal suo
fervore, e
le risate scomparvero improvvisamente, lasciando il posto a un grave
serietà.
- Uzumaki, faresti bene a
stare attento a quello che fai... In Giappone e soprattutto in questa
scuola. Le cose non sono come in America, qui tutto è molto
più difficile e cattivo. Lo dico per il tuo bene, se vuoi
sopravvivere vedi di dimenticarti tutti i tuoi bei discorsi
sull’amore e sulla libertà... Qui vige la legge
del più forte. E i più forti sono quelli che non
si lasciano incantare, chiaro?
Naruto aprì la
bocca per
ribattere, ma si rese conto che non sapeva cosa dire. Gli occhi di
Sasuke sembravano così determinati mentre gli diceva quelle
cose... ma anche così neri, bui, e profondi. Così
disperati che gli si strinse il cuore. Strinse i pugni, e lo
fissò
intensamente.
- Sasuke. Giuro che non
tradirò mai il tuo segreto – disse, tutto serio. -
Non dirò mai a nessuno di te e quel ragazzo, dalla mia bocca
non uscirà mezza parola, nemmeno sotto tortura!
Sasuke lo
fissò, impassibile
e impenetrabile, finché con uno sbuffo non si
piazzò le
mani sui fianchi.
- Baka. Io e Neji non
abbiamo il genere di rapporto che tu credi. Le ragioni per cui non mi
piace che si sappia che ci frequentiamo sono altre... Quindi, anche se
non è per una nobile causa d’amore, ti chiedo il
favore di non parlarne con nessuno.
- Cosa? Voi due non...?
- Le storielle
d’amore tra gay lasciale per l’America, eh
– troncò Sasuke, a disagio.
- Oh... - fece Naruto,
quasi deluso.
Nel
profondo, per un attimo, aveva sperato di trovare anche in Giappone
qualcosa in comune con l’America... Laggiù
l’amore tra
uomini era una cosa normale, all’ordine del giorno, e, dato
che lui
era gay, non trovare traccia di cose simili in Giappone lo abbatteva
profondamente. Mai come in quei momenti sentiva la mancanza di
casa... dei suoi genitori, che avevano accettato che lui amasse un
altro ragazzo senza fare storie... e poi di lui...
che aveva dovuto lasciare per trasferirsi...
- Forza, dobbiamo tornare
in classe – lo chiamò Sasuke
all’improvviso, già sulla porta dei bagni. - La
campana è suonata da un po’, il professore non
sarà contento se tardiamo ancora, e tu sei un novellino,
devi fare buona impressione...
Naruto corse a
raggiungerlo,
ricordandosi improvvisamente della scuola e di quanto fosse
importante, ma sulla soglia Sasuke lo fermò, schioccando la
lingua.
- Guarda come ti ho
ridotto... - mormorò, e con un gesto improvviso gli
sistemò il colletto tutto stropicciato della camicia.
Naruto arrossì
di colpo,
sentendo le mani fredde di Sasuke che gli sfioravano il mento, e poi
avvertì anche il leggero profumo che emanava,
così
forte e fresco... Ebbe un leggero capogiro, e si fece indietro
bruscamente.
- S-Scusa, ma va bene
così! - balbettò imbarazzato.
- Uh? ah, come vuoi...
Sasuke si strinse nelle
spalle, e
gli diede le spalle.
Naruto si
portò una mano alla
camicia, e sentì il cuore battere forte sotto la stoffa.
‘‘M...Ma
che cosa...?’’ si chiese, confuso.
---
Quando tornò a
casa da
scuola, quel giorno, Naruto si sentì più esausto
del
solito.
Dopo essere rientrato in
classe con
Sasuke, pensava che sarebbe stato coperto di fischi e frasette
oscene, come sarebbe successo in America; invece nessuno aveva detto
nulla, e Sasuke aveva spiegato al professore che lo aveva
accompagnato in infermeria perché non si era sentito tanto
bene. Lui, Naruto, che aveva sempre avuto una salute di ferro... Per
fortuna era ancora abbastanza scombussolato da Sasuke da sembrare
malato!
Il problema era che per
tutto il
resto della lezione non era riuscito a calmarsi. La vicinanza di
Sasuke si era fatta improvvisamente pesante, difficile da sostenere.
Avevano passato ore e ore senza degnarsi di uno sguardo, ma quel
giorno, all’improvviso, Naruto non riusciva a staccargli gli
occhi
di dosso... né a calmare il battito del suo cuore.
E così era
arrivato a casa
distrutto, rifiutando l’invito di Kiba e Choji ad andare in
sala
giochi.
Non appena fu entrato nel
suo
appartamento, si stese sul letto, e si lasciò andare a un
sospiro profondo. Era difficile essere lontani da casa... Quando era
tanto stanco, gli piaceva sentire la mano di sua madre che gli
carezzava la testa, o anche quella di un’altra persona... Ma
entrambe erano lontane. E lui non poteva...
PIRIRIIII-PIRI-PIRI-RIIII
(ok, è
uno stupido tentativo di imitazione di suoneria, non fateci caso!
^^’
Nda)
Si alzò di
scatto e frugò
nella borsa alla ricerca del cellulare. Lo prese un attimo prima che
smettesse di squillare e schiacciò in fretta il tasto di
risposta, senza neanche guardare il mittente.
- Hello? - disse in
fretta.
E quando sentì
la voce
dall’altra parte della cornetta, il suo cuore
mancò un
battito.
- It’s...
It’s you...? (trad: sei... sei tu...?) - fu tutto
ciò che riuscì a balbettare...
---
Sasuke rientrò
e trovò
Itachi insieme a un amico... o era quello che sembrava, almeno. Erano
seduti al tavolo della cucina e prendevano un tè, parlando
sottovoce.
Facevano uno strano
contrasto, l’uno
accanto all’altro: il fratello di Sasuke aveva capelli neri e
la
pelle pallidissima, insieme a occhi di ossidiana, mentre
l’altro
era biondo, e i suoi occhi erano azzurri, come... quasi come quelli
di Naruto.
Forse fu per quella
somiglianza che
Sasuke si soffermò a fissarlo un po’
più a lungo,
inebetito, e loro si accorsero che era arrivato.
- Oh, ecco il
principino... - disse Itachi, con un ghigno poco felice. - Dei, ti
presento mio fratello Sasuke. Sasuke, questo è Deidara.
Sasuke si riscosse
bruscamente, e
annuì con aria seria.
- Perdonalo, è
socievole quanto un sasso – rise Itachi, e Dediara sorrise,
studiando Sasuke.
- Vi assomigliate molto
– commentò, sorseggiando il suo caffè
nero. - E’ bello quasi quanto te.
A quel commento Sasuke si
sentì
a disagio, e distolse in fretta lo sguardo.
- Vado nella mia stanza,
ho molti compiti – borbottò, e anche se sapeva di
risultare scortese, si allontanò in tutta fretta.
- Un tantino asociale,
eh? - sentì dire a Deidara, ma poi salì le scale
e tagliò fuori ogni altro suono.
Amico, ora gli sembrava
una parola
molto sbagliata per definire Deidara... e anzi, solo a pensare a che
genere di rapporto doveva intrattenere con suo fratello, si sentiva
disgustato.
In
quel preciso istante, mentre entrava nella stanza, quasi richiamato
dalla sua mente arrivò un sms sul suo cellulare. Lo
aprì
automaticamente, anche se vide che il mittente era lui,
e subito sentì la nausea salire dallo stomaco.
Domani,
stesso posto, stessa ora. Vedi di non farmi attendere, o non
sarà
piacevole come sempre...
- Fanculo! -
ringhiò Sasuke, tra i denti, scagliando il telefono sul
letto. - Fottiti, Hyuuga di merda...
Ma, per quanto imprecasse
e lo
insultasse, sapeva che era completamente in sua balia...
Si sedette sul letto, con
la testa
tra le mani. Gli doleva la schiena, e la pancia, e sentiva i lividi
sulle spalle pulsare piano.
Quando sarebbe finito
tutto quello?
Forse solo nel momento in
cui
sarebbe finita la sua vita... perché da che aveva memoria,
aveva sempre fatto schifo. Mai un momento felice, mai un momento da
ricordare con piacere.
I suoi genitori erano
morti poco
dopo la sua nascita in un incidente d’auto, e lui viveva con
Itachi
da sempre. Ma non erano fratelli affettuosi che cercavano di andare
avanti insieme, erano solo due persone capitate nello stesso luogo
per caso, e probabilmente non si sopportavano neppure.
Aveva mai sorriso Sasuke,
sorriso
davvero?
No. Mai.
E disperava di poterlo
fare, un
giorno.
Dall’altra
stanza sentì la
risata dell’amico di Itachi, quel Deidara, e
all’improvviso gli
venne in mente il suo volto, e quegli occhi, così simili a
quelli di Naruto... All’improvviso sentì il cuore
calmarsi e
la rabbia farsi impercettibile.
Naruto.
Chissà se gli
aveva fatto
male...
...Ed era davvero strano
che,
pensando a lui, si tranquillizzasse a quel modo...
************************************************************
Mamma
mia... è passato 1 anno da quando ho aggiornato qst
fanfic!!!! L'altro giorno l'ho trovata sul pc e ho pensato di
continuarla... Speriamo di finirla!!! Ma devo dire che mi ispira...
sìsì, più avanti succedono delle
cose...!!!! Chi sarà la xsona con cui parla Naruto??? E che
combina Sasuke con neji????? E Itachi con Deidara????
Mille
sorprese vi aspettano!!!!
Lasciatemi
un commentino, daaaaaai!!!! Almeno x dirmi se devo cambiare qlcosa! :)
Vi prego!!!
A
proposito, saluto ancora Sere e Stelly!!!! E ryanforever, che ha
commentato il primo capitolo! Grazie millissime!!!!
>______<
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Capitolo 3 *** Perché penso a lui e anche a te? ***
3
- PERCHE’ PENSO A LUI E ANCHE A
TE?
Il giorno dopo Naruto
tornò a
scuola di umore incerto. In alcuni momenti sembrava saltellare sulle
nuvole, sprizzava felicità da tutti i pori e dispensava
sorrisi come margherite a primavera, in altri momenti si faceva
pensieroso, quasi nostalgico, e si soffermava a fissare il grande
albero fuori dalla finestra.
Sasuke lo guardava
confuso,
chiedendosi se in America erano tutti così, o era strano
anche
là, e poi, più o meno a metà della
lezione di
Giapponese, finalmente riuscì a incrociare il suo sguardo.
- Ti disturbo se ti
racconto una cosa? - chiese Naruto con gli occhi che brillavano.
Sasuke lo
fissò un po’
incerto, poi si disse che non poteva certo fargli male, e allora
scrollò le spalle. Poteva anche lasciar perdere le
costruzioni
irregolari dei verbi arcaici, e anche se le confidenze lo facevano
sentire una bambina di terza elementare, poteva pure sorvolare, visto
che aveva a che fare con quello squinternato di Naruto.
- A bassa voce
– si limitò a imporgli, piegandosi leggermente
verso di lui.
Naruto
deglutì, sentendosi un
po’ emozionato. Si era trasferito dall’America
ormai un mese
prima, ed era da più di due che non faceva confidenze felici
e
di un certo tipo.
Era bello, si rese conto.
- Ieri... mi ha chiamato
una persona – sussurrò. - Dall’America.
Era una persona che non sentivo da un sacco di tempo, davvero tanto...
e mi ha fatto un piacere incredibile. E’ stato un
po’ come essere di nuovo a casa, e quindi mi sono un
po’ intristito... Secondo te... Cioè, non secondo
te... Insomma, quando sono le prime vacanze?
- A Natale –
rispose Sasuke, più freddo di quanto fosse sua intenzione.
- Oh. Così in
là? - fece Naruto tristemente. Sospirò. - Allora
ci vorrà molto prima che io possa tornare in America...
Sembra di sì.
Che stupidaggine.
Perché
doveva sentirsi turbato all’idea che uno che conosceva
sì e
no da due giorni tornasse da dove era venuto? Tornò dalla
sua
parte del banco, per significargli che il discorso era chiuso, e si
sforzò di concentrarsi sulla lezione.
Ma si rese conto che gli
occhi
limpidi di Naruto, anche se li aveva visti solo per due giorni, gli
sarebbero mancati...
...E soprattutto, che
l’idea che
si illuminassero al pensiero di qualcun altro lo irritava.
Fu una giornata strana, a
conti
fatti.
Sasuke si
mostrò più
scorbutico del solito, e Naruto tentò invano di renderlo
partecipe della sua gioia.
Alla fine delle lezioni,
quando fu
il momento di raccogliere le borse e tornare a casa, Naruto
tentò
un ultimo, definitivo approccio.
- Senti, i ragazzi...
intendo Kiba, e Choji, e gli altri, pensavano che oggi pomeriggio
potevamo...
- Non mi interessa. -
troncò Sasuke, senza guardarlo. - Ho altro da fare.
- Oh... Scusa.
Naruto
si grattò la nuca mortificato. L’idea che Sasuke
fosse
nervoso mentre lui era così felice lo abbatteva. Avrebbe
voluto essere in grado di migliorare l’umore di Sasuke, per
condividere la sua gioia con lui, e magari... raccontargli di lui...
“Che
stupidaggine” si disse, senza preavviso, e sentì
le guance
arrossarsi leggermente. “A lui non piacciono i gay, o
comunque non
vuole parlarne. Lo infastidirei soltanto...”
E poi, trovava che ci
fosse qualcosa
di strano nel parlare a Sasuke della persona che amava. Qualcosa
di... sbagliato. Che lo metteva a disagio.
Mentre era immerso nei
suoi
pensieri, non si accorse che Sasuke aveva riempito la cartella e si
era avviato verso la porta dell’aula, senza guardarlo. Quando
si
riscosse, Naruto lo rincorse lungo il corridoio e gli posò
una
mano sulla spalla, fermandolo.
Sasuke si
voltò di scatto,
fulminandolo con lo sguardo.
- Ti ho detto che...! -
iniziò, furente, ma Naruto lo interruppe con un ampio
sorriso.
- Lo so – gli
assicurò. - Volevo solo dirti che... la prossima volta, se
non hai altri impegni, ti va di venire con noi?
Sasuke si
trovò
involontariamente con la bocca aperta, e per un attimo provò
una sensazione curiosa. Qualcosa che assomigliava alla delusione e al
sollievo messi insieme, e che pure aveva una traccia di paura.
- Non... non lo so
– farfugliò confuso, distogliendo il viso
arrossato. - Ci penserò...
Il sorriso di Naruto si
allargò,
e la mano ancora posata sulla spalla di Sasuke premette con un
po’
più di forza.
- Bene! Ci conto! -
esclamò entusiasta.
- Naruto! - lo chiamarono
a quel punto Kiba e Choji, dalla porta dell’aula. - Ti muovi?
- Arrivo! - rispose lui,
ora di umore nettamente migliore, e poi salutò Sasuke,
correndo verso gli altri. - Scusate, scusate! Ci sono! -
Sasuke rimase a guardarlo
per un
lungo istante.
Ovunque Naruto andasse...
scintillava. Ecco la parola giusta.
E lui si sentiva come un
ragazzo che
fosse sempre, sempre, sempre rimasto chiuso in una grotta buia e
fredda, e avesse agognato il sole fin dal primo momento...ma senza
mai raggiungerlo.
Strinse il pugno sulla
cartella,
mentre Naruto e Kiba scherzavano e si allontanavano lungo il
corridoio. Ecco, adesso sarebbero usciti dal cortile e sarebbero
andati a divertirsi, mentre lui...sarebbe sceso all’inferno.
Amaramente,
voltò le spalle
alla piccola stella scintillante che era Naruto, e si avviò
con cupa determinazione verso le tenebre.
---
Naruto rientrò
canticchiando.
Non solo era stata una
splendida
giornata – nonostante gli attimi di iniziale freddezza con
Sasuke –
ma era anche riuscito a convincere la signora della sala giochi che
fosse maggiorenne, e a vincere una borsa di roba giocando a Pachinko.
Era stato bello scoprire quel gioco, e soprattutto fruttuoso!
Chissà
poi perché ci si poteva giocare solo dopo i diciotto anni?
Abbandonò i
regalini vinti in
fondo al letto, e si levò la giacca della divisa tirando un
sospiro di sollievo. Non che fosse stretta, ma a lui proprio non
piaceva.
In America aveva
frequentato una
scuola senza divise, in cui tutti potevano esprimersi liberamente con
il loro abbigliamento. Era bello incrociare per la scuola gente con i
vestiti colorati, i capelli rasta o gli occhiali da sole verdi. In
Giappone erano tutti così maledettamente uguali... Capelli
neri, occhi neri, tutti la stessa faccia... Anche se poi
c’erano
ovvie differenze.
Per esempio, Sasuke era
molto più
bello della media dei suoi coetanei. E le sue mani erano bianche e
lisce, non tozze come quelle di Choji, o ruvide come Kiba...
All’improvviso
Naruto ricordò
della volta che Sasuke gli aveva sistemato il colletto, e per un
attimo si sentì stranamente languido.
Ma ci mise poco a
riscuotersi, e per
scacciare dalla mente i pensieri molesti decise di afferrare il
telefono.
Al
diavolo la bolletta, voleva sentire lui.
Compose in fretta un
numero lungo,
che faticò per un attimo a ricordare – i prefissi
internazionali erano una vera maledizione – e poi
portò
l’apparecchio accanto al viso, in trepidante attesa.
Ci fu una lunga pausa tra
il numero
e il primo squillo, ma quando lo sentì il suo cuore fece un
balzo nel petto. Ce ne fu un altro, e poi un altro ancora.
Oddio, e se non fosse
stato a casa?
Aspetta, ma che ore erano
in
America?
Oh,
non importava... Lui voleva sentirlo, doveva
sentirlo... E il profumo delle mani di Sasuke era così
buono...
[NB: da questo momento la
conversazione telefonica – in corsivo – si svolge
in inglese, ma
per comodità verrà riportata in italiano]
- Pronto?
Naruto
trasalì, quando una
voce assonnata rispose improvvisamente al telefono.
- P-Pronto? -
balbettò emozionato, stringendolo con entrambe le mani. - Gaara?
Dall’altra
parte ci fu un leggero tramestio. - Naruto?
Naruto, sei tu?
- E chi altri? -
gioì lui, lasciandosi cadere con la schiena sul letto.
- Ma che... Sai
che ore sono?
- Veramente
no... scusa, ti ho svegliato?
Dall’altra
parte della cornetta uno sbadiglio venne soffocato contro qualcosa. -
Non
esattamente... Non dormo mai molto bene, senza di te. Lo sai. Ma
c’è
qualcosa che non va? Stai bene?
- domandò, all’improvviso ansioso.
Naruto sorrise, fissando
il soffitto
di una casa estranea e sentendosi oltre l’oceano, insieme al
suo
amore.
- Benone
– assicurò. - Solo che... volevo sentirti.
Dall’altra
parte ci fu un lungo
istante di silenzio.
- Naruto,
perché non torni a casa?
Naruto tacque per un
po’.
- ...Lo sai perché
– mormorò poi, e il sorriso scomparve dalla sua
faccia. - Ho ancora bisogno di stare qui, ecco...
- Ma lì stai male! -
la voce dall’altra parte sembrava quasi rabbiosa, ora. - Lo sento dalla tua voce, dal tuo bisogno di
chiamarmi. Torna a casa, Naruto! Non cambierai nulla stando
così lontano, e da solo!
- Devo farlo
– replicò Naruto, sottovoce. - Lo sai, Gaara, ne abbiamo parlato a lungo. Non
posso farne a meno... Ne ho bisogno.
- E io ho
bisogno di te.
Silenzio.
Naruto fissò
vacuo il
soffitto, poi arrossì leggermente.
- Grazie... Lo
so, e mi rendi felice. Ma davvero, non... Mi serve ancora un
po’ di tempo. Non molto.
- Naruto...
- Mi dispiace di
averti svegliato.
- Non
riattaccare.
- Ehm, veramente
non so quanto credito ho a disposizione su questo cellulare... Ho la
tariffa scontata, ma spendo sempre un sacco di soldi!
- Ti richiamo
io, dammi un istante.
- No no, Gaara.
Torna a dormire... Io sto bene, e...
- Ma io non sto
bene. Naruto... torna qui.
Naruto strinse il
cellulare con
forza.
Sarebbe stato
così facile
tornare, abbandonare tutto e correre indietro, da lui... Ma... non
poteva. Non ancora, no.
- Mi manchi, Gaara
– sussurrò. - Ti amo. Ma devo restare ancora. Ti prego. Ne
avevamo parlato...
Gaara tacque,
all’altro capo della
cornetta. Poi Naruto lo sentì sospirare cupo.
- Sei pazzo,
Naruto. Ma ti amo anche io.
- Grazie
– sorrise Naruto, confortato. - E scusa ancora se ti ho svegliato.
- Mm... -
mormorò Gaara, e poi tacque all’improvviso.
Incerto,
Naruto esitò. Poteva chiudere la conversazione? Senza
neanche
un bye?
- Naruto... -
disse Gaara all’improvviso, quasi soprappensiero.
- Sì? -
fece Naruto, ansioso.
- Mm... No,
nulla. Buonanotte. Cioè, buonasera, credo che lì
sia più o meno quell’ora. Ti amo.
Naruto tornò a
sorridere
piacevolmente.
- Anche io ti
amo, Gaara. E non vedo l’ora che arrivino le vacanze di
Natale, per tornare a casa. Buonanotte!
---
Da qualche tempo Sasuke
si tirava le
coperte fin sopra la testa, quando andava a dormire. Sentiva il
bisogno di rannicchiarsi in un posto che nessuno potesse profanare,
nascondersi in un rifugio caldo e stretto che lo proteggesse da
chiunque, e lo lasciasse senza pensieri.
Lì era al
sicuro.
Steso sul materasso,
avvolto nel
piumino e strettamente rannicchiato, teneva gli occhi chiusi e il
mento contro le ginocchia, e contava i suoi respiri.
Lo
sai che è inevitabile... Non puoi opporti... sarebbe peggio,
molto peggio...
Serrò i denti,
fin quasi a
sentirli dolere.
No, no, no... Quel genere
di
pensieri non poteva catturarlo lì, non era giusto, no!
Considerati
ancora fortunato... è solo in virtù del tuo bel
faccino
che lo faccio, sai?
“Stronzo!”
Premette la fronte contro
le
ginocchia, trattenendo un lamento, e sentì i lividi sulle
spalle pulsare, e il suo stomaco contrarsi, ribellarsi a ciò
che ricordava...
All’improvviso
bussarono alla
porta.
- Sasuke? Stai
già dormendo? -
La voce di Itachi.
Non riusciva ad
affrontarlo, non
ora.
Sasuke premette le mani
contro le
orecchie e si morse il labbro, senza muoversi.
- Sasuke...? -
chiamò ancora una volta Itachi, bussando un po’
più forte. Ma non ottenne risposta.
Sasuke sentì
un’altra voce
mormorare oltre la porta, e poi Itachi che parlava di nuovo.
- Mi dispiace, lo
saluterai un’altra volta. Deve essere stata una giornata
pesante a scuola. Intanto... ti va di restare un altro po’?
- E poi chi lo spiega a
Shisui, eh? - rise la voce quasi familiare di Deidara.
Sasuke lo
sentì nonostante le
mani sulle orecchie, e quando ciò accadde il suo stomaco si
contrasse violentemente.
No.
Non nella sua casa, non nella stanza di fianco...
- Va bene, va bene
– sospirò Itachi. - Allora ti accompagno alla
porta. Ma non sai cosa ti perdi.
E, finalmente, i loro
passi si
allontanarono.
Sasuke tirò un
sospiro di
sollievo.
Allora, richiamato
dall’accostamento
con Deidara, il pensiero di Naruto tornò a fare capolino
nella
sua mente.
Per un attimo
sentì un senso
violento di repulsione. Il suo bagliore faceva male, era troppo
forte, lo respingeva, non gli piaceva!
Ma durò solo
un istante...
poi, invase tutto il letto, la zona sotto le coperte, e lo
scaldò
lievemente, come un abbraccio.
Sasuke si distese
lentamente.
Il suo respiro
tornò normale.
Naruto era tutto
ciò che lui
non era.
Naruto, volendo, poteva
completarlo...
---
Nei giorni successivi il
loro
rapporto tornò a una condizione di vaga normalità.
Sasuke e Naruto si
scambiavano
informazioni durante le lezioni, si guardavano di tanto in tanto, e
fingevano di comportarsi con cordiale distaccamento l’uno,
con
entusiastici approcci l’altro.
- Sasuke, vieni in sala
giochi? Vieni a giocare a calcio? Vieni a mangiare sul tetto? Sasuke,
vieni con noi?
La voce cantilenante di
Naruto era
diventata un elemento comune del paesaggio di Sasuke, e rifiutare
ogni volta i suoi inviti era più un rito che una vera
negazione.
D’altronde, non
gli sarebbe
piaciuto stare con lui e gli altri: si sarebbe sentito privato della
sua esclusiva, in un certo senso; Naruto doveva scintillare solo per
lui.
Per quasi una settimana
le cose
migliorarono. Lo Hyuuga non si fece sentire, Naruto continuò
ad essere il solito Naruto spensierato, e non accennò
più
all’amico americano che l’aveva reso tanto felice.
Sasuke prese
il fiato, e scoprì che, rientrando la sera, suo fratello era
sempre solo, senza il suo amico Deidara. Poteva quasi illudersi di
vivere una vita normale, se non fosse stato per quel
mercoledì.
“Solito
posto, solita ora. Non pensavi per caso che me ne fossi
dimenticato?”
Le nocche di Sasuke
sbiancarono
attorno al cellulare, nella pausa pranzo.
Lo Hyuuga era tornato.
- E’ una
ragazza?
La testa di Naruto
spuntò
improvvisamente da sopra la sua spalla, e Sasuke trasalì,
coprendo immediatamente il cellulare.
- Usuratonkachi! -
scattò, livido, balzando in piedi. - Sono cose private!
Naruto lo
fissò sbattendo le
palpebre, perplesso, e poi si fece indietro di un passo.
- Scusa... Non pensavo te
la saresti presa tanto! – borbottò indispettito,
quasi arrabbiato, scrollando le spalle. - Volevo solo chiederti se
volevi venire con noi a mangiare in cortile! Sei un gran maleducato!
-
No, non vengo – rispose Sasuke, in automatico, ma sia lui che
Naruto si resero conto che era un no ben
diverso da quelli con cui giocavano quotidianamente. - Devo...
ripassare inglese – farfugliò Sasuke.
- Ah... ok... -
balbettò Naruto, spiazzato. Per la sorpresa la rabbia
evaporò - E scusa se... Cioè, non ho visto
niente, ma scusa lo stesso. Volevo solo... Prenderti un po’
in giro.
Cose normali, tra ragazzi.
Ma Sasuke era tutto
fuorché
normale, e si irrigidì, annuendo brusco.
Naruto si
allontanò con un
cenno vago, e, chinando le spalle, raggiunse Kiba, Choji e Shikamaru
che lo aspettavano in corridoio.
- Allora? - chiese Choji,
sgranocchiando il suo consistente antipasto di patatine.
- Niente, deve ripassare
inglese – mormorò Naruto, schivo.
- Perché
stavate litigando? - domandò Kiba, sinceramente curioso. -
Non ho mai visto nessuno che fosse in gradi di far scaldare Uchiha.
- Ah... ecco...
- Donne –
Shikamaru sbuffò, intrecciando le mani dietro la nuca. -
Sempre il solito, seccante argomento.
Naruto fece una smorfia
poco
convinta.
Più che negare
la validità
della tesi di Shikamaru, era come se l’idea stessa che Sasuke
sentisse una ragazza per telefono lo disturbasse.
Kiba, al suo fianco,
lanciò
un lungo fischio, mentre tutti insieme si avviavano a scendere le
scale.
- Cazzo, ma voi ve la
immaginate la tipa che esce con Uchiha? Deve essere una strafiga
colossale! Roba che Yamanaka al confronto scompare –
commentò, un po’ ammirato e un po’
invidioso.
- Bionde... Solo
seccature – masticò Shikamaru tra i denti.
- Ti piacciono le bionde?
- chiese Choji pacioso. - O hai avuto problemi con una bionda?
- Choji, mangia e
sta’ zitto.
- Mah, le bionde... -
Naruto fece un po’ mente locale, e cercò di
ricordare tutte le bionde che aveva conosciuto in America. - Di solito
hanno la testa vuota – decretò, lapidario. Anche
se probabilmente il suo commento si estendeva a tutte le donne in
generale, e non teneva in conto che in Giappone le bionde erano
estremamente rare.
- E qui abbiamo un
florido esempio di bionda dalla testa vuota! - esclamò Kiba,
scompigliandogli i capelli con una risata.
- Hey, io sono un
maschio! - protestò Naruto con veemenza. - Un maschio
virile, per giunta!
- Sì,
sì... l’importante è crederci
– ghignò Kiba, passandogli un braccio attorno al
collo.
- Ma sta’
zitto, che tu sbavi dietro alle donne di Uchiha... - mugugnò
Naruto, offeso.
E mentre lo diceva, la
questione gli
tornò in mente.
Le donne di Uchiha...
Chissà
com’era una ragazza che poteva piacere a Sasuke.
...Gli sarebbe piaciuto
vederla.
E come ebbe formulato il
pensiero,
gli balzò in testa un’idea malsana.
Dopotutto,
nulla gli impediva di vederla,
questa ragazza.
Proprio nulla.
- Va beh, chiudiamo gli
argomenti deprimenti, okay? - intervenne Kiba, riportandolo bruscamente
alla realtà. - Vedo là Rock Lee con il pallone,
ci state a un due contro due? -
Naruto mise le cose in
borsa con
estrema lentezza.
Prima un libro, poi il
quaderno, poi
chiuse l’astuccio, tentato di controllarne il contenuto pezzo
a
pezzo... Mentre faceva ognuna di queste cose, non smise mai di
fissare con la coda dell’occhio i movimenti controllati e
precisi
di Sasuke.
Anche lui sembrava un
po’ più
lento del solito. Uhm, strano.
- Sasuke... Oggi
pomeriggio... - tentò, per tastare il terreno.
- Ho un impegno
– troncò Sasuke, un po’ bruscamente. Ma
sembrò accorgersi di essere stato aspro, perché
si corresse dopo neanche un istante. - Scusa... E’ un impegno
preso tanto tempo fa... - mormorò, schivando il suo sguardo.
Perché
si sentiva sporco.
E
non voleva esserlo, non davanti a lui.
- Oh, non... fa niente
– rispose Naruto, sforzandosi di sembrare naturale. - Adesso
che ci penso, anche io dovrei ripassare per domani. Sai, storia...
Tutti questi nomi di imperatori non mi entrano proprio nella testa!
Per un attimo Sasuke fu
tentato di
offrirgli ripetizioni, ma fu un attimo brevissimo. Si limitò
ad annuire e a controllare che gli altri compagni se ne fossero
andati.
- Naruto? -
chiamò Kiba dalla porta, l’ultimo rimasto a parte
loro.
- Ehm... arrivo! -
rispose lui, quasi in imbarazzo. - Tu inizia a scendere, ti seguo
subito!
Kiba esitò per
un attimo,
passando lo sguardo da Naruto a Sasuke, poi, quasi reticente,
scrollò
le spalle e se ne andò senza commentare.
Sasuke richiuse la
cartella, e
finalmente guardò Naruto.
- Beh... a domani
– lo salutò, quasi nervosamente.
- Oh, sì... A
domani... Ma... tu non esci?
- Io... devo passare
prima dalla sala professori.
Un dialogo strano, detto
guardandosi
solo a metà.
“Vattene,
per favore, vattene...” si trovò a pensare Sasuke.
“Prima
di costringermi a inventare altre menzogne...”
-
Capisco... - mormorò Naruto, leggermente deluso. Aveva
l’impressione che Sasuke avesse capito le sue intenzioni e
cercasse di sviarlo...
Però... Poteva
sempre
appostarsi fuori dal cancello.
Sì, e come lo
spiegava a
Kiba?
Scusa,
sai, ma voglio spiare Uchiha e vedere con che tipo di ragazza esce!
Decisamente fuori
discussione.
- Allora ciao... -
mormorò indeciso.
- Ciao –
replicò Sasuke, un po’ più sicuro.
Sollevò la
cartella e gli
voltò le spalle, diretto verso l’uscita.
Naruto lo
seguì poco dopo,
avviandosi lentamente lungo il corridoio deserto.
In fondo cosa gli
importava con chi
usciva Sasuke?
Ma soprattutto,
perché
continuava a pensare a lui?
Una folgorazione lo
colpì
all’improvviso.
No... No, non era
possibile...
Sentì le
guance arrossarsi, e
gli tornò in mente il profumo di Sasuke.
Ok
che anche Gaara era un tipo che sembrava freddo e scostante, quindi
in un certo senso era il suo genere... ma lui amava
Gaara, ne era assolutamente sicuro.
Non poteva... Nemmeno per
idea...
“Calma,
calma... Potrebbe essere solo una semplice attrazione” si
disse,
con il cuore in subbuglio. “Lui mi ricorda Gaara, ed
è un
bel ragazzo... Sono umano, dopotutto...”
Si fermò a
metà della
rampa di scale, e strinse le dita sul corrimano freddo.
Non doveva pensare a
Sasuke, perché
Gaara lo aspettava al di là dell’oceano, lui e
solo lui. Lo
aveva sentito pochi giorni prima, e si amavano, e a Natale si
sarebbero rivisti...
Però...
D’istinto,
percorse gli ultimi
gradini due a due, e atterrò sul pianerottolo quasi
acquattandosi.
- Merda! -
esclamò, chiedendosi che diavolo faceva, mentre correva
stupidamente lungo il corridoio, diretto verso la sala professori
– e sperando che la strada fosse giusta.
Per miracolo raggiunse la
zona della
scuola riservata all’amministrazione, e, con il cuore in
gola,
raggiunse la porta della sala professori.
Per sua fortuna la
trovò
aperta, e vi si affacciò con il viso arrossato e lo stomaco
in
subbuglio.
All’interno
c’erano solo i
professori, che lo guardarono con aria stupita.
- Scusa... Hai bisogno
qualcosa? - gli chiese un insegnante, scrutando con una certa
diffidenza l’insolito colore dei suoi capelli.
- Ah... No... Io... -
balbettò lui, arrossendo. - Chiedo scusa!
E poi, nel panico,
letteralmente
scappò via.
**************************************************
Addirittura 4
recensioni??? Ma io vi adoroooooooooooooo!!! *_* Mi ha fatto davvero
tanto piacere riceverle, sia le critiche che i complimenti!
Cercherò di migliorare, lo prometto, voi continuate a
seguirmi!!! >_< E scusatemi se ho aggiornato dopo un anno
intero, prometto che da adesso sarò più veloce!
(PS: visto ryanforever?? Non ho più usato il linguaggio sms!
:) E per spiegarti Naruto con i lacrimoni... Non piangeva di spavento,
ma perché Sasuke lo stava quasi strozzando! Insomma, gli
faceva male!!! Qui non sono ninja, purtroppo!)
Ah sì, prima di salutarvi ringrazio tantissimo Andromeda
Hanekawa, ryanforever, letizia1002, e capitatapercaso (riguardo alla
questione dei gay, beh... io penso che il giappone sia moooolto
più chiuso sulla diversità che non l'america! Non
dico che in America va bene tutto a tutti, ma in Giappone basta
tingersi i capelli perché gli altri ti guardino come fossi
un mostro... Immagino se per disgrazia uno diventa gay!
°_° Poi, be, non credo che l'argomento
tornerà più! ^^ Comunque grazie per la
precisazione!)
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