Capitolo 1
“Ron! Muoviti o faremo tardi!”
Hermione già di prima mattina
inveiva contro un povero Ron ancora mezzo addormentato che stava tentando di
chiudere il suo, forse un po’ troppo pieno, baule.
Era l’ultimo giorno del Terzo anno
a Hogwarts ed erano le 9.30 di mattina.
Tutti gli studenti dovevano
radunarsi in Sala Grande prima di dirigersi verso la Stazione.
Nella stanza del rosso erano
rimasti solo lui ed Hermione. Harry era già sceso in Sala Grande per fare
colazione, ma soprattutto perchè era stanco di aspettare il suo amico, dato che
mai una volta si era presentato puntuale ad un qualsiasi appuntamento. Così
aveva delegato l’attesa all’amica, certo che con il caratterino che si
ritrovava e la sua smania di arrivare puntuale avrebbe messo fretta a Ron
costringendolo, se necessario a scendere in pigiama, in altre parole a
presentarsi in Sala Grande in boxer.
Hermione stava sullo stipite della
porta, braccia conserte e sguardo furioso nell’attesa che Ron si muovesse a
chiudere quel suo maledetto baule.
Ron aveva tentato in tutti i modi
di chiuderlo, tranne ovviamente la magia, perchè non conosceva l’incantesimo da
utilizzare e prima di sbagliare e magari farlo svanire aveva deciso di usare la
forza bruta, ovvero accovacciarsi sopra il baule e spingere con tutto il suo
peso.
Hermione a quell’utilizzo poco
ortodosso dei muscoli sbuffò irritata.
“Un attimo Herm. Ci sono quasi.”
Alla fine Ron ce la fece e con un sonoro e un po’ troppo strano
clack il baule si chiuse, anche se aveva l’aria di dover esplodere da un
momento all’altro.
Finalmente Hermione e Ron varcarono
la Sala.
Tutti si girarono a guardare chi
fosse o fossero i ritardatari, dato che l’ora in qui dovevano essere tutti lì
erano le 9.00.
Presero a correre, entrambi rossi
in viso, verso il loro tavolo dove un Harry li stava aspettando con aria
preoccupata.
“Finalmente” sogghignò Harry.
Hermione sbuffò arrabbiata,
guardando Ron in malo modo. Un ritardo così grande non le era mai successo.
“Tu e il tuo stupido baule mi avete
fatto fare una figuraccia davanti a tutta la scuola! Te ne rendi conto?”.
“Eddai... non vorrai tenermi il
muso per tutto il viaggio! E poi anche Silente è in ritardo.” Ron cercò di
discolparsi.
Hermione fece vagare lo sguardo
verso il tavolo dei Professori, oltre a prendersi un’occhiataccia dalla
McGranitt costatò che effettivamente il Preside mancava.
“Harry, sai come mai è in ritardo?”
chiese curiosa.
Il suo amico scosse la testa.
“No. Prima la McGranitt ha assicurato
che sarebbe arrivato con qualche minuto di ritardo, ma non ha spiegato il
perchè.”
La Sala Grande iniziò a riempirsi
di mormorii, tutti ormai avevano notato che il Preside aveva preso ben più di
qualche minuto di ritardo. Anche i professori avevano iniziato a parlare fra
loro con sguardi un po’ confusi.
All’alba delle 10.15 Silente decise
di farsi vedere. Entrò dalla porta principale, non da quella laterale che dava
subito al tavolo dei professori. Trafelato, con passo svelto si diresse verso
la sua postazione.
“Ragazzi, scusate il ritardo. Il
Signor Gazza ha avuto qualche problema con alcuni dei vostri bagagli.”
Dal tavolo dei Serpeverde si
sentirono dei mormorii d’approvazione verso due studenti che si stavano
stringendo la mano per complimentarsi tra loro. Draco e Blaise.
“Dato che siamo in tremendo ritardo,
non mi dilungherò troppo nei saluti. Vi auguro, solamente buone vacanze estive,
divertiteti ma ricordatevi di studiare soprattutto per coloro che l’anno
prossimo avranno gli esami. Bene, ora con calma uscite dal Castello dirigendovi
verso le carrozze che vi porteranno alla Stazione.”
Un fragoroso applauso salutò il
Preside.
Quando arrivarono alla Stazione, il
treno, di un rosso abbagliante già li aspettava.
“Hermione! Harry! Venite, questa
carrozza è libera!” Ginny sbraitava cercando di sovrastare il chiacchiericcio
degli altri studenti. Per fortuna Hermione la notò.
“Grazie Ginny per averci tenuto il
posto... Non volevo fare tutto il viaggio da sola o con qualche studente che
non conosco...” Hermione era davvero grata all’amica.
“Figurati Herm, sono sgattaiolata
subito fuori appena il Preside ci ha lasciato così sono riuscita ad arrivare
prima e a prendere una carrozza tutta per noi.”
Hermione e Ginny stavano sistemando
i loro bagagli a mano, quando lo scompartimento si aprì facendo entrare un
trafelato Ron con dietro Harry.
“Ragazzi tutto bene?” Chiese
preoccupata Ginny.
“Sì tutto bene... Come sempre è
colpa di Ron che, in sostanza è uscito per ultimo così abbiamo dovuto correre
per raggiungere appena in tempo il treno.” Harry si era seduto esausto.
“Oh ragazzi... Non è sempre colpa
mia...” Ron non sapeva come scusarsi...
Hermione già particolarmente
irritata decise di cambiare discorso.
“Avete già programmi per
quest’estate?”
“ Penso che andremo a trovare
Charlie in Slovenia.” Rispose Ginny.
“E tu Herm?”
“Nulla di particolare, me ne starò in
casa a godermi un po’ di riposo.”
“Oh si, già t’immagino: tu seduta
nel giardino all’ombra con in mano un libro più grande di te!” disse scherzoso
Ron. Hermione gli lanciò un’occhiataccia.
“Permalosa?”
Hermione stava per colpirlo in
testa con la sua borsa, quando la porta del loro scompartimento venne aperta di
colpo, lasciando entrare due ragazzi.
“Oh cosa abbiamo qui? Lenticchia 1
e 2, lo Sfregiato e la Mezzosangue!”
Draco, sempre con quel suo tono
strafottente entrò nello scompartimento accompagnato da Blaise.
“Malfoy esci immediatamente!”
Disse, con voce squillante Ginny.
“Non credo proprio verginella!”
Draco la guardò con aria di sfida.
“Ma come ti permetti!”
Ron si era alzato, adesso stava di
fronte al biondo ragazzo con sguardo minaccioso.
“Ron calmati!”
“Si, da bravo segui il consiglio
del tuo amichetto.”
Questa volta parlò Blaise, mettendosi
tra il suo migliore amico e Ron.
“Ma cosa siete venuti a fare qui?”
chiese Hermione.
Il biondo la guardò intensamente
negli occhi, per poi inaspettatamente uscire dallo scompartimento seguito a
ruota dal moro.
“Ma che gli prende a qui due?”
chiese Ron sedendosi al suo posto.
“Non so, ho smesso di dare un significato
alle loro azioni.” Confessò Hermione.
“Però devo ammettere che la loro
pazzia eguaglia la loro bellezza!” Si permise di dire Ginny, ricevendo uno
sguardo non poco rassicurante dai due ragazzi.
“Ginny!” Strillarono all’unisono
Harry e Ron.
La rossa li guardò scioccata, in
fondo non aveva detto o fatto nulla di male.
“Ma che ho detto? Ok, sono stronzi
e insopportabili ma non puoi dire che sono brutti. Vero Herm?” Si discolpò
Ginny arrossendo.
L’amica che fino a quel momento era
rimasta zitta ed immobile, proprio per non essere tirata in causa, dovette
raccogliere le forze ed ammettere che aveva ragione.
“Beh ragazzi... devo darle
ragione...” Confessò un po’ titubante.
Ron si vide i suoi sogni infranti.
Aveva da sempre una cotta per Hermione, la quale non ricambiava altro se non
l’amicizia. Sapeva di non essere particolarmente bello e di non avere chance
con l’amica, ma sentirselo dire così direttamente lo aveva fatto stare male,
cercò in ogni modo di mascherare il suo turbamento.
“Sarà, ma nel biondo platinato non
ci trovo nulla di bello e Zabini è troppo strano! Io penso che sia molto meglio
Harry!”
“Ron ma cosa dici?” Harry avvampò
lanciando un’occhiata a Ron che se ne stava seduto a guardare il mondo dal
finestrino facendo finta di niente.
“No Harry, Ron ha ragione. Ma
insomma ragazzi, voi proprio non capite niente. Harry non hai mai notato niente
in quest’ultimo anno di scuola?” Ginny stava cercando di far ragionare il suo
amico, il quale di pettegolezzi non sapeva proprio niente.
“Che cosa avrei dovuto vedere?”
chiese perplesso.
“Oh insomma... hai le fette di
salame sugli occhi? Non hai notato che ogni volta che ti aggiri per i corridoi
tutte si girano a guardarti e poi iniziano a sparlare fra loro?”
“Si... avevo notato qualcosa di simile,
ma pensavo che avessi qualcosa che non andava.. non so: la camicia fuori posto,
la zip abbassata cose così...”
Ginny rimase scioccata... davvero
non si era reso conto che il corpo femminile di Hogwarts non vedeva l’ora di
mettere le mani sul Bambino Sopravvissuto? Non si era mai accorto degli sguardi
maliziosi che ogni tanto gli lanciavano?
“Harry, come sempre non hai capito
niente... dai Hermione, diglielo.”
Hermione aveva assistito a tutta la
conversazione e sperava in cuor suo che l’amica non glie lo chiedesse, ma così
non fu. Fece un sospiro ed iniziò a parlare. Harry la guardò incuriosita.
“Beh vedi Harry... noi ragazze
facciamo una specie di gioco all’inizio dell’anno, che si conclude alla fine
dello stesso. Raccogliamo foto, interviste, e tutto quello che può essere
minimamente interessante sul lato fisico e psicologico del ragazzo e stiliamo
una lista. Alla fine dell’anno vengono decretati i tre ragazzi più belli
dell’anno. Naturalmente per non influenzare i pareri non possiamo raccogliere
informazioni provenienti dalla Casa d’appartenenza. Per esempio io e Ginny non
potevamo fare il tifo per te.” Hermione fece una pausa, lasciando così il tempo
a Harry di assimilare tutto il discorso.
“Ed io cosa c’entro?” chiese
temendo la risposta.
“Beh l’anno scolastico è terminato
e quindi conosciamo i tre fatidici nomi.” Hermione vedendo Harry ancora in fase
‘non ho capito niente, ma lasciamola parlare’ continuò il discorso.
“Allora al terzo posto ci stai tu
Harry, al secondo Zabini e al primo posto Malfoy! Ti è tutto chiaro adesso
Harry?” Hermione finì il discorso temendo la reazione di Harry.
“Avete fatto una classifica?” Chiese
allibito ancora non capiva bene tutto il meccanismo che aveva portato a quei
risultati.
“Hei no! Un momento, e io dove
sono?”
Ron, aveva smesso di guardare fuori
dal finestrino concentrandosi sulle ragazze che ora si stavano guardando a
vicenda in cerca d’appoggio. Dovevano trovare le parole adatte per dirglielo
altrimenti avrebbe tenuto il muso per chissà quanto tempo.
“Emm... vedi Ron... veramente il
tuo nome non compare nella lista...” Disse Hermione distogliendo lo sguardo.
Ron già preso male, cadde in una
crisi depressiva ancora più profonda. Stava per uscire dallo scompartimento,
quando sua sorella lo fermò.
“Dai Ron! Non prendertela... Non è
solo per la bellezza che stiliamo la classifica. Prendiamo in considerazione
anche l’andamento scolastico. Se tu alzassi anche solo di un punto la tua media
vedrai che l’anno prossimo comparirai anche tu.” Ginny cercava di confortarlo,
anche se già sapeva che se anche avesse preso in tutte le materie il massimo
dei voti non sarebbe mai entrato nella lista.
“Magra consolazione... Comunque
devo andare in bagno quindi mollami Ginny!” Il suo tono era freddo.
“Ma cosa c’è di così bello nello
stilare una lista?” Chiese Harry, mentre si sdraiava sul sedile occupando quello
che prima era il posto di Ron.
“E’ abbastanza divertente. Poi come
diceva Ginny è molto importante la media scolastica perchè alla fine questa
lista va in mano hai professori.” Rispose Hermione con tranquillità.
“COSA?” Harry si era alzato di
scatto. “Perchè i professori dovrebbero vederla?”
“Perchè in palio ci sono dei punti
che vengono assegnati alle Case. Per il primo posto ci sono 3 punti, per il secondo
2 e per il terzo 1.” Concluse Ginny.
Il treno procedette la sua corsa
ininterrotto. Il viaggio proseguì abbastanza tranquillo fino alle 15.00, quando
con una fragorosa frenata decretò la fine della corsa.
La stazione fu presa d’assalto da
tutti gli studenti, troppo euforici per mantenere un minimo di controllo. Si
udì a mala pena il fischio di partenza del treno.
Solo i genitori di pochi alunni
erano venuti a prendere i propri figli nella stazione magica, la maggior parte
di loro, doveva attraversare il portale per arrivare in quella babbana.
Harry, Ron, Ginny e Hermione
sbucarono dal binario 9/3.
Molly Weasly era già li ad
attenderli. Ad uno ad uno li baciò
tutti quanti.
“Oh ragazzi, come sono felice di
vedervi. Avete fatto buon viaggio?” Molly era ancor più agitata dei ragazzi ed
incominciò a far loro mille domande.
“Si, mamma tutto bene.” Risposte
atona Ginny.
Hermione si era messa un attimo da
parte. Non le piaceva la madre di Ron. La trovava troppo impicciona e troppo
chiacchierona per i suoi standard, quando poi s’impuntava su una cosa dovevi
farla per forza altrimenti andava avanti per giorni interni fin quando non la
facevi. Le venne in mente quell’anno in cui aveva passato le ultime settimane,
prima di ritornare a scuola, in casa Weasly. Non l’aveva lasciata in pace
nemmeno un attimo, lei voleva solo un angolo di pace per ripassare le materie
prima dell’inizio dell’anno scolastico, mentre la signora Weasly voleva a tutti
i costi che uscisse in giardino a giocare con gli altri. Alla fine aveva dovuto
abbandonare i suoi libri ed uscire, anche se contro voglia.
Mentre Molly continuava a tormentare
i suoi amici, cercò con lo sguardo i suoi genitori, sperando che fossero già
arrivati a prenderla. Erano quasi fuori dalla stazione quando li intravide dal
lato opposto a dove si trovava. Si stavano aggirando con occhi puntati ovunque
alla ricerca della figlia.
“Ragazzi, ho intravisto i miei
genitori. Sarà meglio che vada prima che si preoccupino ulteriormente.”
Ecco trovata una via di fuga a quel
calvario.
“Oh certo cara, spero di vederti
qualche volta quest’estate.” La salutò calorosamente Molly. La quale,
naturalmente, ignorava i veri pensieri di Hermione.
“Ma certo Signora Weasly. Ragazzi
fate buone vacanze, spero di rivedervi presto.” Hermione abbracciò i suoi amici
e si dileguò tra la folla.
Anche la famiglia Weasly si diresse
verso casa, accompagnando Harry alla sua.
Hermione riprese la ricerca dei
suoi genitori, trovandoli poco più avanti seduti su una panchina, con gli occhi
che saettavano da una parte all’altra. Appena i suoi la videro le corsero in
contro.
“Ciao Herm.” La salutò sua madre
abbracciandola, poi fu il turno del padre.
“Allora com’è andato quest’anno?”
Le chiese suo padre salendo in macchina.
“Tutto bene papà, come sempre. Non
è successo nulla di particolare. Le lezioni erano fin troppo facili, la maggior
parte delle cose le conoscevo già. Non vedo l’ora che arrivi l’anno prossimo,
così potrò mostrarvi qualche magia!”
“Non avere fretta tesoro, il tempo
passa già troppo velocemente.” L’ammonì suo padre.
“Che bello essere a casa.” Disse
Hermione varcando la soglia di casa sua.
L’arredamento non era cambiato più
di tanto durante la sua assenza. Il soggiorno, ampio e luminoso grazie a due
grandi finestre era arredato da un ampio divano ad angolo di un candido bianco,
il televisore al plasma stava sopra un mobile di legno anch’esso bianco molto
raffinato, ma la cosa che le piaceva di più era il tappeto, situato al centro
della stanza occupandone una buona porzione. Era un di quelli con folte setole
morbide di color nero piacevole al tatto.
Si diresse in camera sua, notando
che le sue valige erano già arrivate. La stanza non aveva nulla a che fare con
quella di Hogwarts. Il letto ad una piazza e mezza era rivestito da un
copriletto con decorazione floreali tendenti al lilla, quello a scuola invece
era a baldacchino con i colori della casa: rosso e oro. I mobili erano molto
più nuovi e non avevano quell’aria di vissuto che contraddistingueva quelli a
Hogwarts.
Iniziò a disfare i bagagli,
riempiendo la sua scrivania di tutti i libri che era riuscita a prendere dalla
biblioteca.
La giornata passò tranquillamente.
Hermione aveva raccontato ai suoi genitori tutti i vari avvenimenti successi a
scuola. Molte cose suo padre e sua madre non riuscivano ancora a capirle, ad
esempio non riuscivano a trovare una spiegazione logica sul perchè un Cappello
dovesse parlare o sull’utilità di un Platano che faceva solo danni.
I genitori di Hermione erano
dentisti molto famosi quindi stavano fuori casa quasi tutto il giorno, così lei
aveva a disposizione tutta la casa e tutta la tranquillità che le serviva per
leggere o fare i compiti.
Un’altra cosa che le piaceva fare
durante le giornate più calde, era di andare in piscina, ed era proprio lì che
si stava dirigendo.
Era una fin troppo calda giornata
di fine Giugno. Si mise il costume, prese la sacca e uscì da casa. Erano le
10.30 di mattina. Il sole, già batteva forte.
La piscina non distava molto da
casa sua, giusto due isolati. La struttura non era molto grande, c’erano in
totale tre piscine che si univano tra loro attraverso degli stretti o dei ponti
sopraelevati, per chi voleva passare da una vasca all’altra senza bagnarsi.
La vasca centrale era predisposta
per i bambini quindi non superava i 50cm d’altezza, da questa si formavano due
diramazioni una che portava l’acqua ad un massimo di 1.50m e l’altra fino a
3.00m, anche queste ultime due erano collegate da una strettoia che le univa.
Il tutto era circondato da un enorme prato, pieno di sedie a sdraio con al
centro un chiosco. I lettini erano numerati così che ognuno ne avesse uno
personale.
Hermione raggiunse il suo lettino,
tolse dalla sacca il telo adagiandolo per tutta la sua lunghezza sulla
superficie plastificata. Prese un po’ di crema solare e se la spalmò su tutto
il corpo con un po’ di difficoltà, quando arrivò alla schiena.
Si era appena rilassata, quando
qualcuno iniziò a chiamarla.
“Herm!”
Hermione, titubante aprì gli occhi,
trovandosi di fronte una ragazza mora che le sorrideva.
“Kate! Che bello vederti! Come
stai?”
Kate, la sua amica babbana. Era una
bella ragazza, forse un po’ troppo bassa, aveva dei lunghi capelli neri che le
incorniciavano il viso da bambina, aveva 16 anni, anche se ne dimostrava 14. Abitava
nella sua stessa via, erano amiche dall’infanzia, anche se il loro rapporto si
era affievolito con l’inizio della scuola.
“Tutto bene Hermione. E te? E’ da
un po’ che non ci vediamo, e con la scuola?”
I genitori di Hermione avevano affermato
che la loro figlia frequentava una scuola privata nell’Irlanda, per farle
ricevere un’istruzione più che buona. Naturalmente tutti gli avevano creduto,
dato che problemi economici non ne avevano.
“Tutto bene, anche la scuola. E si,
un altro anno scolastico se ne è andato ed eccoci qui come tutte le estati.”
Kate nel frattempo si era seduta
sul lettino accanto a quello dell’amica.
“Ma dimmi, ancora nessun ragazzo
all’orizzonte? Come sono i ragazzi nella tua scuola?”
“No, niente ragazzi, troppo studio
non ne ho il tempo. In generali direi che sono come tutti i ragazzi che ci sono
anche qui!”
Kate aveva il chiodo fisso dei
ragazzi. Tutte le estati le faceva sempre le stesse domande, come se
cambiassero col passare del tempo, certo c’erano i primini ma non gli
interessavano, troppo piccoli e stupidi.
“Oh dai vorresti dirmi che non ce
n’è nemmeno uno carino?!”
Ad Hermione vennero in mente le parole
di Ginny.
“In effetti ce n’è uno. Il più
ambito della scuola che è un gran bel ragazzo.”
“Ahh vedi allora che qualcuno c’è...
E non ci hai mai provato con lui?”
“NO!” Hermione arrossì. “E’ bello e
questo è un dato di fatto ma non è il mio genere di ragazzo... è di quel tipo
con la puzza sotto il naso che sanno di essere belli e perciò si sentono in
diritto di prenderti in giro...”
Kate, sospirò guardando il cielo.
“E si, il difetto di tutti i bei
ragazzi... tanto sono belli, tanto sono stronzi.”
Hermione, stanca di questo discorso
decise di tuffarsi in acqua.
“Io mi tuffo. Tu cosa fai?”
Kate guardò l’orologio. Erano le
11.00.
“Io penso di doverti salutare ed
andare a casa, è quasi ora di pranzo...”
“Ok, va bene. Ci vediamo presto...
ciao ciao.”
“Ciao, mi ha fatto piacere vederti.
Ciao”
La giornata passò tranquillamente e
fin troppo velocemente arrivò l’ora di tornare a casa. Hermione fece un’ultima
vasca e poi si avvivò verso l’uscita.
I suoi genitori dovevano ancora
ritornare dal lavoro, così decise di andare in camera, prendere un libro e
leggerlo comodamente sul divano.
Quando arrivò in camera, però trovò
un gufo bianco appollaiato sul suo davanzale. Aprì la finestra, lasciandolo
entrare. Delicatamente si posò sulla scrivania porgendo una lettera, Hermione
la prese, riconoscendo subito lo stemma, un Grifone, un Serpente, un Tasso ed
un Corvo. Veniva da Hogwarts.
Il gufo come era entrato uscì,
lasciando ad Hermione la lettera, che prese a leggere.
Il Preside la informava di essere
stata ammessa alla classe successiva ed allegato c’era la lista dei nuovi
libri.
“Bene, prima che inizi la scuola andrò
a fare un giro ad Hogsmeade.” Disse tra
se e se.
In lontananza sentì lo sbattere di
una portiera, segno che i suoi genitori erano tornati.
Hermione corse giù dalle scale.
“Ciao Hermione” la salutò sua
madre. “Che strano vederti a casa. Passato bene il pomeriggio?”
“Si tutto bene mamma, sono stata in piscina. Sai chi ho incontrato? Kate!”
“Sta bene? E’ da un po’ che non la
vedo?”
“Si tutto bene.”
Continuarono a parlare in cucina
mentre preparavano la cena, intanto suo padre stava comodamente seduto sul
divano a guardare un po’ di tv.
Finita la cena Hermione fece vedere
la lettera ai suoi.
“Sono contento che tu ti sia subito
ambientata in questa strana scuola. Mi ricordo ancora quando ti ho accompagnata
alla stazione il primo giorno... ed ora eccoti qua, già la quarto anno... ah la
mia bambina.”
“Eddai papà!”
“Per i libri, andrai come gli altri
anni a Hogsmeade?”
“Si, penso che ci andrò con Harry e
Ron.”