Smile like you mean it di Sugar818 (/viewuser.php?uid=80562)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Punizione ***
Capitolo 2: *** Giallo ***
Capitolo 1 *** Punizione ***
smile like you mean it cap 1
Capitolo 1
Punizione
-Oh, James… luce della mia vita, fuoco dei
miei lombi, mio peccato, anima mia: IMPICCATI!!!- sbraitai più furiosa che mai
contro quell'essere che altro non sapeva fare se non rovinarmi la
vita.
Era assurdo. Ma che avevo fatto di male
nella vita, per meritarmi un fratello con gli amici più idioti nel raggio di un
centinaio di galassie?
E lo stupido rideva. Si, ridi
ridi.
Gli voltai le spalle, decisa ad andarmene
da quella classe infernale custode dei seguaci più assatanati di
Spongebob.
Tzè. Io non avevo mica tempo da perdere con
quel troglodita di James-son-bello-e-strabello-ma-stronzo.
Io avevo di meglio da fare. Eh,
già.
-Signorina Lower, dove pensa di
andare?-
Ecco. Ci mancava solo quel simpaticone
di Sid. Il professore di educazione artistica.
Naturalmente, Sid era un nomignolo
affettuoso affibbiatogli dai suoi studenti, circa otto o nove generazioni
fa.
Chissà perché, ma la somiglianza con il
personaggio de L'Era Glaciale, nonostante a quel tempo chiaramente non esistesse, era
impressionante.
Ancora voltata verso la porta, la mia unica
ancora di salvezza da quello che si prospettava essere un pomeriggio da ricovero,
sorrisi rassegnata.
-Mi scusi Professore, ma non mi sento molto
bene.- risposi. La solita scusa, vecchia decenni.
-Ah. E mi dica: per motivi personali o per il fatto
che il Signor Waller le ha incollato la sedia al didietro?-
Ma porc'. Avevo dimenticato quel piccolo
particolare.
La sedia era ancora lì, appiccicata ai miei
jeans.
-Veramente Professore, per il fatto che tra
esattamente sei secondi e otto decimi sverrò dalla vergogna. Le basta come
risposta?- gli chiesi sarcastica.
-No, mia cara. Quando arriverà quel
momento, potrà andare. Fino al suo presunto svenimento, Lei e la sedia resterete
in questa classe.- rispose tranquillo con il suo fare da deficiente
otturato.
Sbuffando mi voltai senza fare attenzione
all’aggeggio appiccicato al mio delicato sederino.
La conseguenza fu un urlo agghiacciante di
Maddy.
La sfortunata ex cheerleader laccata di
Gucci si era presa in pieno le gambe della sedia sulla sua elaborata
acconciatura.
Strano. L’avevano cacciata dalla squadra
perché era troppo “flessibile”.
Ma i riflessi pronti, solo ai grandi
magazzini, eh?
-Ops.-sussurrai sbattendo le ciglia
innocentemente, mentre una mia mano andava a coprire il sorriso di vittoria
sulle mie labbra.-Scusa, Maddy, non l'avere fatto apposta.- dissi tristemente
mettendo le mani sul cuore.- Tu capire? Io chiedere scusa a spasti…hmm,a
sfortunata te.-dissi annuendo.
Questo la irritò maggiormente,
mentre in classe sembrava essere scoppiata la terza guerra mondiale.
-Lowerf..yu..seri..iii.iio
miaarrb..noonn..tuuu!- gridò rossa di rabbia. Poverina, forse era dislessica.
-Maddy, cara, attenta.-la ammonii io.-Ti si
è sbavato il rossetto.-conclusi affranta.
Lei sbarrò gli occhi e cominciò ad
ondeggiare come un’alga, portando la sua adorabile boccuccia in avanti per
constatare il livello del danno.
Patetica. Ogni volta la stessa identica
stupida storia.
-Lower! La vuole smettere di prendersi
gioco della sua compagna?!-sbottò furioso il professore.
-Hemm…no.-
-Come, prego?- Era evidentemente sorpreso, non era da me dare in escandescenza mancando di rispetto ai professori. Ma c'è sempre una prima volta. E per me fu questa.
-No.-
-Come dice, prego?-
-Enne Oooo!! N-O!! Quando Dio ha
distribuito l‘udito, lei stava al cesso?!?- Sbottai furibonda, alzando il tono
della voce. Forse, avevo esagerato, si. Ma mi sarei scusata in seguito. Colpa delle emozioni adolescenziali.
Ero in debito di una vendetta con
Maddy-Maddy-Bubble-Gum.
Motivo: mi aveva rubato il ragazzo. O
meglio, il quasi ragazzo.
Eric Woshood. Biondo. Bello. Simpatico.
Intelligente.
Cosa rara: gentile e studioso.
Dopo mesi di sfrenato corteggiamento, avevo
finalmente deciso di accettare un suo invito.
Cosa assai strana, data la mia fama di
anti-relazionista con l’altro sesso. In questa scuola, per lo meno.
Dopo avermi salvato da un ladro di borse
formato bassotto, vidi in lui il mio nuovo eroe.
Cosa assai normale: la scuola mi seguì
a ruota.
Raddoppiata la sua popolarità, divenne più
insistente e più sfacciato in pubblico, ma non con me.
Cosa sbagliata: non si accorse che il
salvataggio lo avesse messo sotto una nuova luce, una migliore.
Quindi ero propensa dall’accettarlo,
onorarlo, amarlo e sposarlo... ma ahimè.
Cosa assolutamente orripilante: a mensa fu
baciato in pubblico da Maddy-quanto-sono-fica-yeah.
Conclusione: perché insistere tanto con una
che non te la da, se c’hai la bambola più “flessibile” dell’intera Greenwood
High School ai tuoi piedi?
E tanti cari saluti al mio eroe.
Non che mi dispiacesse più di tanto. Non mi
era mai piaciuto particolarmente, e dopo l’incidente aveva assunto un
atteggiamento alla Paris Hilton... ma il mio orgoglio era ferito!
-Si sta divertendo Signor Waller?-
Il minaccioso sibilo di Sid - hem,
pardon, del professor Ma-quanto-somiglio-al-caro-Sid -, mi costrinse a tornare coi
piedi per terra.
Guardai quella fonte di genialità che era
il miglior amico di mio fratello, il mio nemico number one, il furfante che mi
svegliava urlando ogni maledettissima domenica e che si fregava i CD dei The
Killers senza restituirli.
Si stava di fatto strozzando dal ridere.
Letteralmente strozzando.
Vai, vai, vai! Che stavolta mi va bene!!
Crepa, CREPA!
Mi piegai in avanti incrociando le dita e
chiudendo gli occhi, ma l’unica cosa che sentii crepare fu il didietro dei miei
pantaloni.
-Oh, cazzo.- Stavo diventando decisamente volgare. Già.
Aprii lentamente l’occhio destro, quando mi
resi conto di averlo detto ad alta voce.
Tutti gli occhi puntati su di me. Mi
ricordava tanto quella volta in cui quell'amore di James mi aveva interamente
coperta di vernice color escrementi. Memorabile.
Ridacchiai istericamente, per poi puntare
gli occhi sul responsabile di tutte le mie piacevolissime disgrazie.
Lui aveva sentito il CRAC.
Non c’erano dubbi, dato che era a circa 20 cm di
distanza da me, essendo il mio vicino di banco.
Non c’erano dubbi, perché era per terra,
che stava soffocando dal ridere.
Digrignai i denti, mi voltai completamente
verso di lui, dando le spalle a quel broccolo di Sid, e presi la prima cosa che
trovai sul banco.
Una bottiglietta di un bruttissimo verde
marcio acrilico. Piena.
Perfetto. Qualcuno lassù mi
amava.
Merda.
Qualcuno lassù certamente mi
odiava.
Avevo appena alzato il braccio urlando
istericamente alla Io-ti-ammaaaaaaaaaaaaazzo!, ma non mi ero accorta del
dettaglio che come sempre faceva secca ogni mia occasione nella vita.
Il dettaglio questa volta era il tappo
aperto della bottiglia, che, chiaramente, era caduto.
E, chiaramente, la vernice aveva preso in
pieno il caro professore d’arte.
Ops.
Silenzio.
Silenzio.
Si, ancora silenzio.
-Sa, prof.. Quel colore le dona
divinamente.-sussurrò James.
-LOWEEEEEEEEEEEEER!-
Oh, cavolo. Le mie povere piccole
orecchiucce.
§§
-Allora? Che ne farò di voi?- chiese il
preside McAllok, rassegnato.
Io e James ci guardammo.
-Ci da in pasto ai cani?-
-Ci manda in riformatorio?-
-No, purtroppo, anche se l’idea dei cani non
è poi così male.-rispose lui, abbozzando un piccolo sorriso.
-Tzè! Ha scelto la mia!-mi sbeffeggiò il
mio futuro compagno di prigione.
-Ha detto solo che sarebbe un’idea, non che
la sceglie!-lo ripresi io, incenerendolo con lo sguardo.
-Ha scelto la mia.- insistette.
-No, invece.- ribattei io.
-Si, invece.-
-No.-
-Si.-
-No.-
-Si.-
Il preside, intanto, spostava gli occhi
dall’uno all’altro, assolutamente muto.
-Ammettilo: ho vinto.- riprese
James.
-No, che non hai vinto. Spari solo
cazz..hem, cavolate.-
-Certo, perché tu sei un distributore di
perle di saggezza.-sbuffò lui.
-Senti, ti dispiace metterti la lingua tra
i denti e masticartela?-gli chiesi sorridendo gentile.
-Senti, tu, picc..-
-ORA BASTA!- Urlò il preside. Aveva uno
strano tic all’occhio.
Ci appiattimmo sullo schienale delle sedie,
terrorizzati.
-Non siete più all’asilo, ragazzi! Avete
entrambi 17 anni. Il tempo delle mele è finito, chiaro? È ora che vi
comportiate da persone civili.-
-Io sono civile!- protestai, - E' questo qui
l’analfabeta cavernicolo! Che c’entro io?- protestai con vigore.
E che cavolo, c’era la mia dignità in
gioco.
-Chi sarebbe il cavernicolo
analfabetizzato?!?- ringhiò irritato James.
-Tu, chi altri?! Il posacenere sulla
scrivania, forse?-lo rimbeccai acidamente.
-Parla la santa donna.-cominciò lui, ma il
preside lo interruppe nuovamente.
-Basta, ho detto.- disse risoluto.-Ho
deciso: sarete voi ad andare nell’Ohio, alla Saint Mary School.-
-COSA?- urlammo in coro io e lo
scervellato alzandoci in piedi.
-Proprio così. Il programma degli scambi
studenteschi dura circa tre mesi, i voti saranno gli..-
-No! Aspetti!-,lo interruppi io.
-Perché noi?-, continuò James.
-Perché collaborare vi farà bene.
Rappresenterete la nostra scuola. Siete due dei migliori studenti. Scelta
migliore non c’è. Ora più che mai.-
Mentre pronunciava la nostra condanna a
morte, si era alzato, aveva aggirato la scrivania, ci aveva preso entrambi per
le spalle e ci aveva portati fuori dal suo ufficio.
-E ora, andate a casa, fate i bagagli,
preparatevi e fra quattro giorni partite. Arrivederci ragazzi.-, detto questo, ci
aveva sbattuto la porta in faccia ignorando le nostre facce da ebeti.
Nemmeno un secondo che la porta era stata
riaperta.
-Ah, dimenticavo. Se mi fate fare una
brutta figura con Richard Greyson, mio fratello adottivo, nonché preside di suddetta
scuola… siete morti.-sibilò in modo terribilmente inquietante.
-Buona fortuna!-, aggiunse con un enorme
sorriso, prima di sbatterci nuovamente la porta in faccia.
***************************************************************
Mah, che
dire, come cavolo mi è venuta in mente non lo so.
Sta di fatto che m’è venuta.
E quando mi vengono
di queste idee, mi vengono alquanto strane.
Beh,
l’unica speranza è che vi sia piaciuto il primo
capitolo.
Non sono sicura di
volerla continuare, data la scuola, il greco e quel amore di latino,
che casualmente mi aspettano stasera per studiare.
Infatti prima mi
faccio un bicchierino di cianuro.
Richiesta
importante..supplica, più che altro: fatemi sapere se vi
piace, altrimenti va a finire al cesso.
E mi
dispiacerebbe.^^ma oltre a pazza e schizzata, sono anche un
po’ realista, perciò…
Quindi, ora che ho
detto tutto, vi lascio ai vostri giudizi…
Tanti saluti!!!! XDXD
Sugar
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Capitolo 2 *** Giallo ***
Capitolo
2
»Giallo
"Se
alla partenza niente fila liscio, allora il resto è uno
schifo."
Quattro giorni
dopo, valige alla mano, in aeroporto, io, e preciso IO, mi stavo
appisolando seduta nella sala d‘aspetto prima
dell‘imbarco.
Eh, si.
Perché Mr Genialità era in ritardo. In un
clamoroso ritardo.
Impaziente mi
alzai, più o meno per la mille quattordicesima volta, dalla
comoda sedia grigia.
Il culo mi era
diventato quadrato.
L’orologio
al mio polso segnava le 09:22.
L’aereo
sarebbe partito alle 09:30 in punto.
E del mio bel
compagno di sventura nessuna traccia.
Perfetto.
Beh, guardando
al lato positivo della cosa, almeno mi sarei goduta il viaggio da sola.
Meglio per me.
Nessun
disturbo, nessun rompiscatole. Nessun James.
Assolutamente
meraviglioso.
-Puulcee!-
Assolutamente
disastroso.
Non feci in
tempo a voltarmi che un borsone formato lottatore di sumo mi
volò addosso mettendomi KO.
Il buongiorno
che sognavo da una vita.
-Waller..-,
mormorai
infuriata ancora stesa a terra, mentre lui si fermava in piedi fra le
mie gambe divaricate, un enorme ghigno sul volto abbronzato.-Se non mi
togli questo masso di dosso, ti ritroverai le palle a far salotto con
le tonsille, stronzo!- sibilai, con quel che rimaneva del mio fiato.
-Gentile come
al solito, eh, pulce?-, rispose mentre finalmente mi toglieva quella
cosa
mastodontica che avevano il coraggio di chiamare borsa. Certo che
alcuni erano proprio ignoranti.
Mi tese la
mano e io, anche se riluttante, accettai, ignorando ogni mio istinto
naturale che casualmente si attivava ogni qualvolta lui era nei paraggi.
“Chica,
chica bum bum! Chica, chica bum bum!”
E io finii col
culo per terra. E due.
-Pronto?-
Ma che aveva
come suoneria per il cellulare?!? Paris Hilton in versione acustica?!?
-Ahh..-
Mi rialzai
dolorante, ignorando la sua mano che si era protesa nuovamente verso di
me. Eh, no, Chicalino, lì.
Non ci tenevo
ad ammaccarmi permanentemente il culo.
-Veramente non
lo so. Come ti chiami, scusa?-
Aguzzai
l’orecchio, in ascolto, la voce dall’altra parte
non si sentiva minimamente.
-Kristen.-,
mormorò assorto.- Krist.. Ah, capito. Sei quella del Grace
della settimana scorsa! Ora ricor…ah, no? -. Ma che..?
-Beh, grazie per i saluti, chiunque tu sia. Ciao!-,
riattaccò allegro.
Ero sconvolta.
Neanche avessi visto il Papa farsi una canna insieme a Bin Laden.
Lo sapevo
già che avevo a che fare con un
porco.barra.pervertito.barra.maniaco.barra.esaltato.barra.psicologicamentedeficiente,
ma non era possibile!
Cristo Santo,
la Madonna, le Parche, Buddha e tutti i Santi in colonia! Che ho fatto
di male nella mia alquanto insignificante ed invisibile vita per
meritarmi un fissato smemorato e pure ritardatario cronico come
questo? Non si ricordava neanche chi si era portato a letto!
-Che
c’è?- mi chiese innocentemente, quando si accorse
che la mia mascella toccava terra, e che i miei bulbi oculari erano al
piano di sotto.
-Che.. Che
c’è? Come che c’è? Quella
ti chiama e tu neanche ricordi di averci fatto sesso!!
Perché è così, non negarlo!-, gli
chiesi esasperata.
-Ma che vuoi?
Guarda che non è la prima volta che mi capita!-
Mi prese un
alquanto bizzarro e inquietante tic all’occhio.
§§
Il Saint Mary
era l’istituto più colorato che avessi mai visto.
Niente a che
fare con il leggero beige opaco della nostra cara scuola,
tutt’altro.
Giallo.
Shocking.
Le pareti
erano gialle.
Le entrate
erano gialle, maniglie comprese.
Le finestre
erano gialle.
Le panchine,
vicino ad ogni uscita?
Gialle.
Anche i fiori
delle aiuole erano gialli.
Da fuori, a
guardarla, il suo splendore copriva perfino quello del sole.
Non potei
evitare di pensare che in quanto a fantasia, non li batteva nessuno.
-Hem. Giallo.
Prevedo
cascate di bionde.-, sussurrò James, sogghignando.
Eccolo, il
rincitrullito. Non potevo respirare senza la sua breve filippica.
Sbuffai,
dirigendomi verso la porta principale.
Lo sentii
seguirmi, posarmi con noncuranza una mano sulla spalla e sussurrarmi
languidamente all’orecchio:
-Aly, tu sei
bionda. Certo, un biondo scuro, miele, ma biondo
rimane.-
Mi girai a
guardarlo, alzando un sopracciglio.
-Certo che non
finisci mai di stupirmi…come hai fatto ad accorgertene?-gli
domandai ironica, mentre camminavamo tranquilli per il corridoio.
Giallo. Ma
va?
-Potresti
lasciare stare il tuo amore verso di me per un attimo e dirmi come fare
per rimorchiare facilmente le bionde?- mi domandò
sarcastico, mentre sbuffava.
-Waller. Tu.
Cioè.. tu
chiedi a me come rimorchiare una bionda?- Scoppiai in una di quelle
risate alla "MWAHAHAHAHAHA", per poi fermarmi improvvisamente e
guardarlo
scettica. -Che ti ha fatto la hostess in bagno oltre
all’ovvio? Il lavaggio del tuo cervello da homo-erectus?-
-Ohh, scusa,
Alyssa! Non volevo bloccarti la crescita.-, mi fa una di
quelle facce che automaticamente ti fanno venir voglia di prender a
capate.
-Stai
tranquillo, Mr Cafone..al limite mi paghi i danni.-, gli
risposi sarcastica, mentre aprivo la porta della segreteria.
Miracolo.
Porta bianca, scritta nera.
La stanza,
gialla, ovviamente, era fresca e accogliente. Divanetti in pelle rosso
amarena erano posizionati da entrambi i lati, alla nostra destra e
sinistra.
Davanti a noi
una grande vetrata lucida dava su una parte del parcheggio.
Sotto, una
scrivania in mogano. Uno schermo di circa 19 pollici ci dava le spalle,
sulla destra. Un telefono di ultima generazione, da segretaria, era
poggiato alla nostra sinistra. Vari fogli, documenti, penne e post-it
erano posizionati con cura sul legno pregiato, vicino a libri e tomi
dall’aria pesante.
La sedia,
nera, era vuota e distante dalla scrivania di circa mezzo metro. Su di
essa sembrava esserci un cuscino, rotondo, giallo. Sembrava
più un’enorme pallone di cui si vedeva solo la
metà superiore.
-Ecco,
perfAHHHH!-
Avevo appena
aperto bocca, quando all’improvviso il tavolo
sussultò. Si, il tavolo aveva sussultato.
Non ero pazza
ne mi ero fatta niente. E l’espressione di terrore sul viso
di James era la prova che aspettavo.
Il tavolo si
era mosso. Miseriaccia, o entrambi eravamo stati drogati durate il
volo, o la
vicinanza dell’altro ci aveva portato in questo caso
all’esasperazione più pura, e quindi alla
pazzia.
Oppure il tavolo si era mosso.
Quando James,
dopo avermi dato una rapida occhiata, decise di usufruire nuovamente
della sua facoltà di parola, il pallone cominciò
a muoversi.
Noi, con le
mascelle a terra e i bulbi oculari formato orecchie di Topolino,
assistevamo a questo orripilante spettacolo, pensando che fosse
l’ultimo nella nostra giovane e patetica esistenza.
Di sicuro
quella stanza era maledetta. Mentre la scrivania avrebbe fatto fuori
James, il pallone si sarebbe occupato di me. Ecco, lo sapevo! Sapevo
che il cornetto alla cioccolata perso in aereo sarebbe stato
l’ultimo della mia vita, lo avevo intuito quella mattina
quando, uscendo di casa con mio fratello, per andare
all’aeroporto, un cervo mi aveva cacato in testa. Brutto
segno, brutto segno, mi ero detta.
Ed
infatti..
Leggermente,
muovendosi da destra a sinistra, il pallone sembrava sempre
più grande.
Ma
è normale incontrare palloni assassini formato Golia sotto
le scrivanie delle segreterie?!?!?!?!
Specificando,
poi, palloni gialli, il che non era d’aiuto.
Quando ormai
la mia troppo giovane vita mi era passata davanti, ricordandomi inoltre
debiti non saldati nei miei confronti e penne, riviste e magliette mai
restituite alle amiche, tutte cose che avrei dovuto sistemare
direttamente da animaincielo, il grosso pallone giallo emise
un’inquietante suono, prima di muoversi ancora una volta e
sbucare finalmente per intero alla luce del sole.
-Ma che...?
-sussurrò James, sbigottito quanto me.
Il
terrificante pallone giallo altro non era che il culo della segretaria,
che, stranamente, si trovava piegata con il busto sotto il tavolo.
Non restai
sorpresa del fatto che ci avesse messo almeno dieci secondi -i
più lunghi della mia vita - per tirarsi su, grassa
com’era.
Grassa, e
gialla.
Certe visioni
dovrebbero essere vietate ai minori.
-Scusate,
ragazzi, mi era caduta la ciambella.- disse cercando di sistemarsi la
gonna, che decisamente le andava troppo stretta.
-Allora, come
posso esservi utili?- domandò cordiale.
-Ehm, si.
Siamo
Alyssa Lower e James Waller, gli studenti della Green Wood High School
della Calif -.
-Eh?- Mi
interruppe lei, molto educatamente, mostrandoci peraltro il contenuto
della sua bocca mezza piena di ciambella.
-Gli studenti
degli scambi…ha presente? Siamo della Green Wood..siamo
appena arr -.
-Ah.-, mi
interruppe confusa. -Eppure a me risulta che voi della Green Wood non
abbiate accettato..in realtà non aspettavamo nessuno dalla
California, a parte altri due studenti della West Los
Angeles.-
-Ah.- Ora ero
io quella senza parole.
Come non ci
aspettavano?! L’invito l’avevano mandato loro,
fosse
stato per noi saremmo a casa, a sbranarci come al solito, felici e
contenti di quello che era una volta il mondo perfetto.
-Potrebbe
spiegarsi meglio, per favore?-, cominciò James alquanto
irritato - Noi
abbiamo firmato i documenti.- La segretaria si fece pensierosa.- Il
preside ha organizz -.
-PORCA OCA!-
bestemmiò lei tutto ad un tratto, incavolata
nera. Cominciò a rovistare tra i fogli sulla scrivania,
deliziandoci ancora con la sua voce mista a ciambella.
-Signorina
Sally!- gracchiò all’improvviso una voce
dall’altoparlante del telefono, interrompendo il suo grazioso
spettacolo canoro .
-Si, Signor
Preside?-, rispose lei, ridestandosi, con voce che sapeva tanto di
gatta
morta. Ma si vedeva allo specchio la mattina? Quella donna doveva avere
quasi 60 anni.
-La voglio
subito nel mio ufficio!- ordinò imperativo l’uomo.
Nemmeno a
dirsi, data la stazza, che la gialla segretaria si era volatilizzata.
Mai giudicare dalle apparenze, Aly, mi ripetei
mentalente. Sarà parente di Beep Beep.
-Ne ho viste
di zitelle strambe, ma questa le batte
tutte. -, mormorò sovrappensiero James mentre
lentamente scuoteva la testa.
-“Porca
oca“, questa non l’avevo ancora
sentita. -, sussurrai.
-Non
è difficile capire perché sia ancora Signorina a
60 anni. -, mormorò Waller, avvicinandosi, dato che
per tutto il tempo era rimasto immobile poco lontano da me.
-Perché
è gialla?- domandai incerta.
In risposta,
solo un sopracciglio alzato.
-Perché
è grassa?-, continuai.
-Riprova,
dai. Vedrai che ci arrivi.-, mormorò lui guardandomi con
l’ombra di un sorriso sul volto abbronzato.
Se non era per
questo, allora per cosa?
-Ci sono. -,
mormorai, con aria da cospiratrice.- Perché il Preside la
“vuole” nel suo ufficio, e lei spesso e volentieri
ci va?-, replicai divertita.
Mi aspettavo
scoppiasse a ridere, o sorridesse per lo meno; invece niente.
Stava di
fronte a me, fissandomi negli occhi. Intensamente.
Voleva una
capata per caso?
Io, vedendo
che non reagiva e se ne restava fermo com’era,
cioè stupido e idiota come sempre, aggrottai le
sopracciglia, perplessa.
Ma che diamine
aveva?
-Sei una
ninfomane.-, mi disse di punto in bianco.
Ninfomane?
Io?
Scoppiai in
una risata talmente incontrollata, che dovetti appoggiarmi alla
scrivania di legno per sostenermi.
Lui intanto mi
fissava con un sorrisino divertito sulle labbra.
-Waller. -,
sussurrai
io -Smettila di drogarti!-, e ricominciai a ridere.
Ma poi,
chissà per quale assurda volontà del destino, mi
fermai di botto, realizzando di essere completamente idiota.
Perché
diamine stavo ridendo? Dovevo essere incavolata, insomma, quella era
pur sempre un’offesa.
Lui stava
ancora lì, con quel sorrisino compiaciuto sul volto.
Oh, Dio,
fulminalo ora e mi faccio suora!
***************************************
Alorssss,
che dire? Niente.
Ecco appunto.
Forse è meglio. Come al solito mi sono lasciata andare, e la
conseguenza è stata questa qui.
Cioè…boh. Il risultato non mi sembra
granché.
Sinceramente, non
sapevo se continuare la storia. E tuttora ho le idee confuse.
Il fatto
è che il tempo è pochissimo e che ho altre storie
da mandare avanti..per questo, vi chiedo, per l’ultima volta,
se credete che non sia una cavolata, che non sia proprio tempo perso,
se con il mio impegno riesco a farvi evadere, anche se per poco, dalla
realtà, datemi un segno, un qualcosa, un “fai
schifo, ma vai avanti”, oppure un “e
movete!”..un qualcosa del genere insomma, un segno che la mia
storia è stata letta sul serio e che la pagina non
è stata aperta per sbaglio..allora sarò felice di
fare un piccolo sforzo e continuare a scrivere, e questo
non perché altrimenti non lo farei, ma perché al
momento sono terribilmente occupata, ma se proprio devo avere questa
storia sulla mia pagina, non mi sento di continuarla solo quando ho
tempo, tranquillamente, sapendo che comunque non viene letta..
Insomma, il
succo è questo: SE VI PIACE, DITELO, perché NON
HO IL TEMPO, di andare avanti, ma mi dispiacerebbe per quelle persone
che l’hanno messa fra le preferite e le seguite e quelle, che
ringrazio di cuore, che mi hanno pregato di continuare. È
per loro che vorrei continuarla.
Anche se,
ahimè..dovrete avere pazienza con me..non
aggiornerò comunque spessissimo, ma cercherò di
non far passare più una durata di tempo come questa. Vedrete
che sarò più puntuale! <-- Dice quella
che perde sempre il pullman.
Detto
questo…passiamo alle cose importanti…James e
Alyssa, di cui per altro non avevo esplicitamente detto il nome
nell’altro capitolo, sono arrivati a destinazione…
GIALLO! Beh,
diciamo che vi ho lasciati in una situazione di stallo, ma non
preoccupatevi, non li rimanderanno indietro in California -si, sono
della California :P-
Beh, a parte
le paroline della segretaria e l’apparente minaccia di morte,
la cosa si è risolta no?
Sinceramente..io STIMO James! Ninfomane!
x) prevedo guai per Alyssa!
Ora lascio
tutto nelle vostre mani…e ricordate sempre…Chica
Chica Bum Bum!
Tanti cari
saluti,
Sugar
@annuccia_ :Hey,
anche qui? Che bello! Ci si rivede!! Hihihi grazie per i
complimenti! Mi fa davvero piacere che ti sia divertita nel leggerla!!
Sai, pure a me capita di ridere da sola davanti al computer, e di
conseguenza i mia mi guardano dubitando della mia salute
mentale…hihihi non sai quanto fanno bene!! XD hai trovato
un’altra pazza! Se vuoi facciamo coppia!! Non vedo
l’ora di andare in quel bel edificio con le camere
imbottite..che poi ti fanno i vestiti su misura! Mah…oggi
supero il limite consentito, mi sa che dovrei chiamarlima sta
tranquilla, poi li mando anche da te! Hahaha xD dai, ci si sente! E
grazie dell’appoggio! A presto! Un bacio! Cery -
l’altra pazza ;)
@ele ele : Amoree!!
Graziee!! Ci tenevo a farti morire ….dal ridere,
scemaaaa! Sisi, Alyssa è proprio un mito…ma
ne combina peggio di Bella Swan!! Mah, vedremo…
Te comunque,
vedi di farti rivenire la leggilite!! Altrimenti ti strozzo, mooolto
delicatamente…dai, che ti voglio un mare di bene!!!
<3 baci baci, Fratellozza!!!
@x_Mokona :Hahaha!!
Grazie, ma non devi mica implorarmi per continuarla! XD mi fa piacere
che ti abbia divertita questa cosa che non ho neanche il coraggio di
chiamare storia..il mio intento era quello! Ammetto che mi sono
divertita anche io nel scriverla, quindi…:P
Grazie ancora
per i complimenti! A presto! Un bacio!
P.S. anche io
adoro la scena del preside!
@dani969 : Grazie
mille per i tuoi complimenti! Certo, mi meriterei di essere legata a
testa in giù e calata nell’acido per aver
aggiornato dopo più di un mese, e per questo ti chiedo
scusa. Vedrai che mi rifarò! A presto. Un bacio.
@TerryTheBest : Hey,
grazie. Mi fa piacere che il mio lavoro sia apprezzato. Comunque avevi
ragione. Avendola scritta alle 10:00 di sera, non era proprio
ricettiva, almeno non tanto da fare caso agli errori e cose del genere.
Certo, anche il fatto che non l’abbia riletta..xD
Grazie ancora!
A presto.
@francydenis :Ma lo
sai che sei un genio? Hihihi xD non mi ero accorta di non aver detto il
nome nel primo capitolo!! Meno male che me lo hai fatto notare! Grazie
per i compliementi! Sono contentissima che ti sia divertita nel
leggerle questa storia!! Fammi sapere che ne pensi!
A presto!
Bacii
@lady_free: Ciaoo!
Grazie, sono felice che ti piaccia! Hai ragione, punto molto
sull’ironico, soprattutto da parte della ragazza,
Alyssa..penso che la continuerò, dopo che alcune di voi me
lo hanno chiesto…il punto è che il tempo
scarseggia..vedrò di trovare una soluzione..;)
Grazie per
l’appoggio! A presto. Baci!
@Maka27: Grazie
mille, sono contenta che ti piaccia!! Per la continuazione sono un
po’ indecisa..sempre il problema del tempo, ma poi se ci
penso, non sarebbe giusto nei vostri confronti, perciò sono
più propensa per l’andare avanti. Vedrai,
starò più attenta al tempo!! ;)
A presto! Un
bacio!
@Krisz:Hahaha! Grazie
per tutti i complimenti che mi fai!!! Sono felice
che la storia ti sia piaciuta!!! Per ora vedremo se avrò la
possibilità di continuarla…
Per James hai
ragionissima, è proprio forte! E stanno bene insieme!
Vedremo come andrà aventi..chi può
dirlo…
A presto! Un
bacio!
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