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Aveva sempre saputo che prima o
poi quell’asino di un Principe si sarebbe accorto che lui era un mago. Solo non
sapeva che sarebbe accaduto così presto.
Era una mattina come tante
altre e Artù l’aveva portato con se nella foresta a caccia, procedeva tutto
come al solito, con Merlino che ad ogni passo rischiava di far scappare la
preda.
Ad un certo punto un enorme
orso nero era apparso alle spalle del Principe, e d’istinto il Mago l’aveva
salvato evocando un incantesimo.
Normale routine, pensava il
giovane, non accorgendosi che Artù, nell’ istante in cui invocava la magia, si
fosse girato per il rumore, cogliendolo in flagrante.
Note:
Dopo secoli sono tornata,
questa volta con una raccolta, *uhhhh*, su Merlin, che è praticamente l’unica
cosa di cui scrivo. Echissàcomemai.
Sono rimasta abbastanza delusa
dalla piega che a preso la seconda stagione, come quasi tutti da quantoho capito, dunque, ho iniziato a scrivere
questa cosa per mio puro piacere personale :) cosi da compensare la mancanza di
scene slash >__<
La raccolta, che dovrebbe
contenere solo drabble, che poi diventeranno flash o oneshot, conterrà 21
capitoli (21 lettere dell’alfabeto escluse le j, k,w, x e la y) e
forse 5 capitoli speciali, appunto le lettere che non ho messo prima.
Mi auguro davvero di
riuscire a concluderla :)
Per questa raccolta, mi
sono ispirata alla challendge creata da Puchyko, a cui chiedo scusaper non aver messo subito i credits. Mi è stato fatto notare solo ora.
Bastava un solo sguardo per capire che questa volta non
l’avrebbe scampata con la solita scusa.
Artù l’aveva visto , ed ora
sul suo volto era apparsa un’ espressione di puro orrore e smarrimento.
Per anni gli era stato
insegnato che la magia era malvagia, e che bisognava eliminare chiunque ne
facesse uso.
Mai si era posto delle domande
su quella folle legge, l’aveva sempre rispettata, ma ora, trovandosi di fronte
allo sguardo dispiaciuto del suo servo, del suo amico, non poteva non
chiedersi se quello che il Re gli aveva sempre detto riguardo a quella pratica
non fosse sbagliato.
Note:
GiulyB: Oh, non mi ero accorta dell’errore, adesso dovrei aver ripostato il
capitolo corretto. Grazie per la recensione, alla prossima : )
Grazie anche a chi ha messo la storia tra le seguite e chi ha solo
letto :)
Contro ogni previsione di Merlino, il Principe non ebbe
nessuna reazione.
Rimase in silenzio, scrutando
il giovane servo come se fosse un chissà quale scherzo del destino, non disse
una sola parola per quelle che sembravano ore.
Dopo interminabili minuti un
sussurro spezzò quell’innaturale silenzio « Mio signore.. ?» iniziò Merlino,
non sapendo bene cosa voleva dire, solo che quel silenzio lo stava facendo
impazzire, ma Artù lo interruppe, brusco « Torniamo indietro Merlino. Torniamo
a casa», e null’altro.
Arrivarono a Camelot dopo
alcune ore, passate in religioso silenzio.
Davanti alle stanze dell’Erede
al Trono finalmente il Principe parlò « Non dovrai mai fare parola con nessuno
di quello che è successo oggi. Ti proteggerò Melino. Da chiunque. E
quando sarò Re, non dovrai più nasconderti. Te lo prometto» e sorrise.
Un sorriso buono, un sorriso
che sapeva di speranza, di futuro, e di promesse che sarebbero state mantenute.
E Merlino si fidò del suo
Signore, sapeva che avrebbe rispettato quella promessa. E sorrise a sua volta,
sollevato.
Note:
168 parole. Non è ne una
Drabble ne una DubleDrubble. Mah.
Non so che dire. Ancora non ho
capito se mi piace o meno..
I prossimi capitoli non
saranno più collegati tra loro, credo.
Perché questa è, appunto, una
raccolta, quindi, niente più storie divise in più parti.
O almeno questa è l’idea
iniziale, poi con il tempo di vedrà :)
elyxyz: Davvero ti piace come l’ ho caratterizzato? Non so ma mi dava
l’idea di essere abbastanza OOC. Però se hai apprezzato ne sono felice lo
stesso :) Alla prossima ^^
GiulyB: Grazie anche
per questa recensione. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Artù non
potrebbe mai tradire Merlin, perché dopotutto sono amici. E per lui farebbe
veramente di tutto.
mindyxx:
Sono felice che ti siano piaciute entrambe :)
Cucci 4Lollosa: Grazie
per la recensione. Spero ti sia piaciuto questo capitolo. Alla prossima.
mandix95: Mi auguro di
non averti delusa con questo capitolo :) Grazie per la recensione per i primi
capitoli :)
ringrazio anche tutti quelli
che hanno messo la storia tra le seguite, o che hanno solo letto.
C’erano giovani ragazzi che
compievano magie, donne e mendicanti che per strada vendevano pozioni magiche
per conciliare il sonno, per guarire da qualche semplice malattia, addirittura
per poter cambiare colore dei capelli.
C’erano le guardie con lo
stemma dei Pendragon che pattugliavano le strade della città per salvaguardare
quella dolce pace, che univa uomini e donne, streghe stregoni e druidi.
Vide, alla finestra di una delle
torri più alte del castello Artù, con la corona Reale sul capo che sorrideva
felice e in pace, al suo fianco con le dita intrecciate alle sue Merlino, con
lo stesso sorriso felice.
« Merlino! Forza, alzati, devi
andare a lavorare, e il Principe non aspetta di certo te! Vuoi dargli un nuovo
motivo per mandarti alla gogna? » il giovane stregone si svegliò di
soprassalto, grazie alla voce dell’anziano medico che lo svegliava, con la
fronte imperlata di sudore, come se avesse appena avuto il peggiore degli
incubi.
Invece era solo il risultato
della sua magia.
I sogni premonitori prendevano
sempre molta energia da chi li invocava, anche involontariamente.
Avrebbe impiegato
probabilmente tutto il giorno per riprendersi, ma Merlino era felice. Aveva
appena visto un futuro splendente.
Per Artù, per Camelot, per la
magia.
E per loro due, insieme.
Note:
_Valux_: in che senso
ti ho tolto la parte? È tutto scritto nei capitoli precedenti o.o Comunque mi fa piacere che ti sia piaciuto!
GiulyB: Già, ogni tanto
anche lui un po’ di sale in quella testaccia vuota ce l’ha :)
Spero che questo nuovo
capitolo ti sia piaciuto. :)
uno il furto Re di Camelot,
con importanti cambiamenti da portare alla popolazione e alla città, come
l’abolizione della legge sulla magia creata da Uther
l’altro per sempre al fianco
del Re, accompagnandolo nella lunga strada per la corona.
C’erano giorni però, che
questa consapevolezza diventava pesante.
Sapere di avere compiti così
importanti, che non avrebbero cambiato solo le loro vite, ma anche quelle di
altre persone, diventava un peso troppo pesante da portare da soli.
Ed era in quei giorni che i
definiti ruoli di Principe e servo diventavano un po’ meno definiti.
Perché entrambi sapevano che
potevano contare l’uno sull’altro in qualunque momento.
E il peso diventava un po’
meno difficile da portare.
Note:
Ok, non ne sono per niente
convinta.
Mi sembra un po’ troppo
frettolosa, sicuro che un giorno la sistemerò.
Ringrazio elyxyz, _Valux_,
GiulyB, Cucci_4_Lollosa, che hanno commentato il precedente capitolo, e anche
tutti quelle persone che hanno solo letto :)
Farebbe di tutto per Artù, davvero, sarebbe capace di dare la vita se
dovesse servire a proteggerlo
A l p h a b e
t .
Farebbe qualunque cosa per quell’asino borioso.
Darebbe anche la sua vita se
fosse necessario, ne è certo.
Lo sa, è uno dei suoi punti
fermi.
Non ricordavaquand’è che aveva iniziato a pensarci. Ma c’era,
ed era una sensazione talmente forte e sconvolgente, che ignorarla sarebbe
stato impossibile. Solo, una mattina si era svegliato e se n’ era reso conto.
Come un flash, la consapevolezza che avrebbe fatto di tutto per mantenere in
vita l’asino l’aveva colpito, e da allora non se n’era più liberato.
L’aveva detto anche al
Principe, e questi, in preda all’emozione l’aveva abbracciato così forte che
aveva temuto di sentire le ossa scricchiolare. Ma non si sarebbe mai
mosso da quella posizione, e da quelle forti braccia che lo stringevano.
Note:
Non so più cosa scrivere,
tanto per cambiare questo capitolo mi sembra buttato li così, un po’ a
casaccio.
Avevo deciso che l’avrei
iniziato con quella frase, e così ho fatto. Ma non mi convince la fine ç.ç
Sarà..
Grazie a GiulyB,_Valux_ e elyxyz, per aver recensito lo scorso
capitolo, e anche le precisazioni sugli errori di ortografia.. :)
Guardandolo andare verso l’altare Merlino si era sentito
morire, tutti i suoi sogni, tutti i loro sogni di vivere felici insieme
erano sfumati.
Re Uther eramolto malato e aveva ordinato al figlio di
sposarsi e avere così un’erede per portare avanti il nome e la casata dei
Pendragon.
Guardandolo andare verso
l’altare Merlino avrebbe voluto urlare, urlare il loro amore, la loro voglia di
vivere insieme, ma non come servo e padrone, ma come amici, amanti, ma
il giovane sapeva di non poterlo fare.
Non era l’unico a soffrire per
quella decisione, Artù gliel’ aveva confessato la notte prima, nel loro letto,
ancora abbracciati dopo aver fatto l’amore per l’ultima volta. Era stato un
amplesso lungo, lento e malinconico, e a stento erano riusciti a trattenere le
lacrime.
Come stava facendo ora
Merlino. Tratteneva le lacrime per non finire a pezzi, com’era ora il suo
cuore.
Note:
Perdonate il ritardo T.T ma non sapevo proprio cosa scrivere!
Grazie a tutti quelli che commentano
o che la leggono soltanto :)
Grazie a elyxyz e GiulyB
per aver commentato il capitolo precedente.
« Ho sempre saputo che sei un’idiota, e quello che sto vedendo
non fa altro che confermare la cosa. »
Artù entrando nelle sue stanze
aveva trovato il suo giovane servo con il sedere per terra s’una pozza d’acqua,
con un secchio di legno sulla testa.
« Posso sapere cos’è successo
in questa stanza, o devo tirare ad indovinare, Merlino?» ridacchiò il
Principe. « Sono inciampato in un Vostro regale stivale.» borbottò Merlino, con
la testa ancora sotto il secchio.
Sogghignando Artù si era
avvicinato al servo, togliendogli il secchio dalla testa, scoprendo così il suo
volto rosso di vergogna, e aiutandolo ad alzarsi. Prese poi uno strofinaccio
morbido strofinandogli i capelli bagnati.
« Come mai è così gentile oggi
mio signore?» mugugnava Merlino, ancora un po’ imbronciato.
« Perché sei un’idiota. Il mio
idiota.» cingendo poi il suo corpo con un dolce abbraccio.
Note:
Grazie a tutte le persone che
hanno commentato lo scorso capitolo.
Un giorno lo farò per ognuna
di voi, davvero.
Sono felice che lo scorso
capitolo vi sia piaciuto, anche se decisamente malinconico.
Questo capitolo è decisamente più allegro :) spero vi piaccia!
Al prossimo capitolo!
«I – io, io credevo che fosse
agli allenamenti con i nuovi cavalieri Mio Signore. Non credevo di trovarvi qui,
me ne vado subito. » stava balbettando Merlin quando era entrato nelle stanza
del suo signore, trovandovi dentro Arthur.
Tranne che nei momenti dei
pasti, e delle sveglie mattutine erano giorni che cercavano di stare il meno
tempo possibile insieme.
Da quando avevano avuto la discussione.
Era successo alcune settimane
fa, durante une delle loro solite battute di caccia, Merlin aveva fatto
scappare l’ennesima preda, e Arthur non ci aveva visto più. Era come esploso, e
gli aveva rinfacciato tutto. Qualunque cosa gli passava per la mente in quel
momento era buona per prendersela con il giovane. Merlino non era stato zitto.
Come al solito avevarisposto per le
rime. E Arthur si era infuriato sempre di più, creando un circolo vizioso.
Sembrava una delle loro solite
discussioni, che si sarebbero risolte dopo poche ore. Ma questa volta non era
successo, e tutti, a corte si erano accorti del gelo che c’era tra i due.Compreso il Re, che non sapeva spiegarsi la
cosa, ma segretamente ne era felice. Non aveva mai visto di buon occhio il
profondo rapporto tra i due.
Nessuna sapeva spiegarsi il
perché della situazione. Nemmeno i due.
Era come se qualcosa si fosse rotto.
Quel qualcosa che gli
permetteva di essere loro Arthur e
Merlino, non Signore e servo.
Ma da quel giorno tutto quello
che avevano costruito, permettendogli di diventare quello che erano, era come
se non fosse mai esistito.
«Fermati. Voglio parlare con
te.» freddo e impassibile Arthur aveva pronunciato quella frase, che per
Merlino era come una condanna.
«Mi dispiace mio Signore, ho
molti lavori da fare. Devo portare a spasso i Vostri cani, devo strigliare i
cavalli e aiutare Gaius con alcune erbe.» sussurrava incoerentemente a testa
bassa Merlino.
Non mi guarda nemmeno negli occhi. Questa cosa deve finire ora.
«Merlino.Adesso basta. Voglio parlare con te. Adesso.»il giovane a quelle parole aveva alzato subito gli occhi verso il suo
signore.
Era da quel giorno che non lo
chiamava per nome.
«Di che cosa ha bisogno Mio
Signore?»
«Questa cosa deve finire. La situazione è degenerata, e non so perché. Ma
non mi piace. Mi mancano i nostri momenti Merlino. Le nostre chiacchierate, le
scherzose litigate, mi mancano persino le tue insolenze, e quando mi chiami
Asino Borioso.» mano a mano che parlava Arthur si era avvicinato al giovane, e
adesso era ad un solo passo da lui. Si era scoperto, gli aveva detto cose che mai aveva pensato di dire a qualcuno.
Tanto meno all’Idiota. Ma l’aveva
fatto, perché gli mancava, ne aveva bisogno.
Adesso toccava a lui, sapeva che anche Merlino non sopportava
più quella situazione. Erano entrambi esasperati. Arthur aveva fatto il primo
passo. Toccava a Merlino fare il quello successivo.
Passo che fece pochissimi istanti
dopo.
Si fiondò letteralmente tra le
braccia di Arthur, alla ricerca di quell’abbraccio che di tanto intanto si
concedevano, quando la situazione diventava troppo pesante, o gli impegni di
Principe Ereditario diventavano impossibili da sopportare.
Un momento anelato da entrambi
da troppo tempo.
E quando si ritrovarono uno
tra le braccia dell’altro tutte quelle settimane di silenzi passarono come se
non fossero mai esistiti.
Sapevano che tutto era finito. Che quella brutta discussione era
come se non fosse mai esistito, e che tutto era tornato come prima.
«Mi siete mancato. Asino borioso.»
Note:
Oh! Wow. Sono secoli che non
aggiorno Alphabet.
Era molto tempo che volevo
scrivere di un’ipotetica litigata tra l’Asino e Merlino. Anche se non era
questo il risultato che speravo. Ma (!) ne sono quasi fiera :D
Nel prossimo capitolo ringrazierà personalmente tutti quelli che hanno
commentato lo scorso capitolo.
Grazie a tutti quelli che
hanno commentato il capitolo precedente! Alla prossima :D
La frase che mi rivolgesti la seconda
volta che ci vedemmo, Io potrei
distruggervi con meno, non l’avevo mai realmente presa in considerazione,
non ne avevo mai capito il reale significato. Credevo si trattasse solo dello
sproloquio di un’idiota che non sa con chi ha a che fare.
Nessuno si era mai rivolto a me in questo modo.
Ma oggi, dopo
che ti ho visto sconfiggere quel Drago, da solo, ne comprendo a pieno il
significato. Sei forte Merlino, spaventosamente potente. Potresti distruggere
il regno di mio padre con poche parole. Eppure non lo fai. Potresti avere
qualunque cosa, e invece ti accontenti del poco che ti concedo. Potresti
comandarci tutti quanti, invece sei il mio irriverente servo. Perché?
So che queste
domanderimarrannosenza risposta ancora per molto.
Aspetterò che
sia tu a venire da me, a raccontarmi la tua storia. E so già che ti ascolterò,
che ti crederò e che ti accetterò per come sei. Magia compresa.
Perché sei Merlino, il mio servo idiota.
E so, so, che
non farai mai del male a nessuno. E che farai qualsiasi cosa in tuo potere per
proteggere la mia vita.
Perché sei tu, e
io mi fido di te.
Note:
Ohhh! Nonostante
il caldo che mi sta uccidendo >.< riesco a scrivere qualcosa di leggibile
C: Evviva evviva!
Auguro a tutti
Buone vacanze! Anche se in ritardo :)
Ringrazio mindixx, elyxyz e GiulyB per aver
commentato il capitolo precedente.
Morgana
stava passeggiando per il castello, quando, davanti alle porte chiuse
dell’armeria sentì delle risate.
Curiosa come solo lei,
accostò un po’ la porta, e ciò che vide la lasciò perplessa ma sorridente, Artù
e Merlino seduti per terra, con le lacrime agli occhi, che ridevano come non
mai.
La strega era sempre
stata convinta che Merlino fosse una specie di benedizione per il Principe. Ed
in quel momento, ne era più che mai convinta.
Mai, mai, da quando erano bambini aveva
visto Artù ridere così di gusto.
Con tutti i problemi
che doveva affrontare in quel momento, tra suo padre, il regno e i Cavalieri,
aveva proprio bisogno di ridere, e soprattutto di non pensare per un po’.
Sempre con il sorriso
sulle labbra chiuse silenziosamente la porta, e tornò a passeggiare per il
castello.
Note:
Era da Luglio che non
aggiornavo Alphabet, e farlo con
questa storia mi è sembrato giusto.
Perché il tradimento di Morgana mi ha deluso molto, è sempre stata une dei miei
personaggi preferiti, e con questa storia è un po’ come se si riscattasse..
Ecco.
Ringrazio tutti per le
recensioni dello scorso capitolo ;)
Quell’asino
idiota mi ha sbattuto contro la parete della sua stanza non appena sono entrato,
pochi secondi fa.
«Così impari a
farmi stare in ansia per tutto il giorno, mi avevi detto che saresti andato a
prendere solo delle erbe per Gaius. E che ci avresti messo non più di mezza
giornata. Sei stato via due giorni imbecille! Che cosa hai fatto per tutto il tempo? Ci siamo spaventati a morte.
Tutti noi!». Nei suoi occhi posso leggere tensione e preoccupazione.
Non ha tutti i
torti, avevo promesso che sarei tornato presto, ma ho trovato una bambina che
si era persa, e ho dovuto aiutarla a
ritrovare casa, e ho perso il senso del tempo.
«Mi dispiace di
averti fatto preoccupare, ma sto bene ora, non mi è successo niente. Non
preoccuparti. Non lo farò più, lo prometto.»
«Lo so. Finirai alla gogna la prossima
volta. Per due giorni!»
E ride, che
asino. Ma poi vedo i suoi occhi farsi più tranquilli, vedo che la
preoccupazione sparisce. E rido anche io.
Note:
Tanto per
cambiare è passata una vita prima che aggiornassi.
Ma ho già pronto
il prossimo capitolo! Che avevo scritto prima di questo, pensando di aver già
pubblicato la lettera N.
Quindi! Sabato o
Domenica, pubblicherò il prossimo, chebravachesono!
Ahahah.
E, tanto per
cambiare (un’altra volta!) quello che ho scritto non mi convince neanche un
po’.
Ogni volta che cercava di affrontare il
discorso, in un modo o nell’altro Artù riusciva sempre a trovare una scusa per scappare. Suo padre che voleva
discutere con lui di piani di battaglia, alcuni cavalieri avevano bisogno di
addestramento extra, faccende da sbrigare in città. Una volta gli aveva persino
detto che doveva aiutare lo stalliere a strigliare i cavalli. Lui!
Non era stupido,
l’aveva capito subito, dalla prima volta che era fuggito, che piuttosto che
affrontare il discorso avrebbe fatto di tutto.
Ma era una cosa
di cui dovevano parlare. Merlino non poteva più fare finta di niente; l’aveva
visto. Ormai conosceva il suo segreto. A niente era servito giurargli che non
avrebbe mai detto niente a nessuno,
in fondo, chi meglio di lui sapeva mantenerne uno?
E di questo il
Principe ne era a conoscenza. Ma niente, non ne voleva sapere.
Eppure lui
voleva solo sapere perché aveva visto Artù ricamare un fazzoletto con
tanta cura!
«È colpa di
quella strega! Colpa di una dannata scommessa, ecco cosa.»
Note:
Lo so, lo so. Sono in ritardo. Ancora una
volta, mi do fastidio da sola.
Avevo detto
sabato o domenica certo, ma di due settimane fa però! Solo che non mi convinceva
la fine di questo capitolo, e ho provato a sistemarlo. Con scarsi risultati
come avete visto (-.-)
MA! Ho grandissime
idee per la lettera S, o per la U, quindi non temete, i capitoli decenti
arriveranno presto!
Ahahah.
In ogni caso,
consigli e critiche sono come sempre bene accetti!
Grazie a chi a
letto e commentato gli scorsi capitoli.