Tales from the Home Planet and Outer Space

di Dada Baggins
(/viewuser.php?uid=64)

Disclaimer: Questo testo proprietā del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dā diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diario di Nella Enright - 1 - Assolutamente Semplice ***
Capitolo 2: *** Diario di Nella Enright - 2 - Ricordi ***
Capitolo 3: *** Diario di Nella Enright - 3 - E' Guerra! ***
Capitolo 4: *** Diario di Nella Enright - 4 - Universo ***
Capitolo 5: *** Diario di Nella Enright - 5 - L' Inganno ***



Capitolo 1
*** Diario di Nella Enright - 1 - Assolutamente Semplice ***


Tales of the Home Planet and Outer Space...
=`*`= Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1: Osservatorio =`*`=
Fissai per qualche secondo lo schermo nero e vuoto del mio Computer Portatile, poi premetti un tasto. Lo schermo si illumino'.
"Computer," ordinai, con una voce fredda ed ormai inespressiva. Mi chiesi se fosse stata la scienza a ridurmi cosi'. Da persona calda, in un certo senso debole, mi ero trasformata in qualcosa di molto simile agli oggetti celesti che studiavo: freddi, inespressivi, molto spesso simboli di... un vuoto enorme.
Mi risvegliai dalle mie riflessioni solo quando udii un suono acuto provenire dal mio 'portatile'. Computer aveva sentito il mio ordine, incompleto.
"Computer," ripetei, "Apri un canale di comunicazione con la nave astrale USS Asimov-A." ordinai.
[Eseguo.] fu la fredda risposta della macchina, [Collegamento completato]

++COMM++
Il volto del capitano Ackbar, della USS Asimov, appari' sullo schermo. Non si lascio' sfuggire un minimo segno di gioia per il fatto di rivedermi. Il suo sguardo rasentava... l'odio. Non potei reggerlo a lungo. Abbassai gli occhi verso la liscia superficie del tavolo. Nero. Alzai gli occhi al soffitto trasparente dell'Osservatorio. Nero. La scarsa atmosfera di Terminus rendeva la visione dello Spazio circostante quasi perfetta.
"Tenente Enright?!" Ackbar esclamo', con ardore, protendendosi in avanti sul tavolo. Il mio sguardo non fu meno freddo, quando gli risposi.
"Non piu' tenente, capitano." enfatizzai notevolmente la parola 'capitano'. Sapevo il perche' del suo odio. Avevo lasciato l'Esercito Galattico gia' due anni fa, e... avevo abbandonato la costruzione dell'arma Genesis.
Un progetto enorme, complicatissimo, abominevolmente perfetto. Un Distruttore di Mondi.
"Enright." ripete' Ackbar, con un ghigno, "Hai forse bisogno di me?"
Strinsi i denti aggressivamente. Questo non l'avrei mai ammesso, no, mai... "Si'." mormorai a denti stretti, "Si'!" urlai quindi.
Ackbar si ritrasse, il volto esprimeva spavento e, quasi, preoccupazione, "Che cosa diavolo e' successo, Nella?" chiese, incrociando le dita sul tavolo.
"E' per William. E' scomparso, capitano." chinai il volto ancora una volta, "Stava esplorando la costa orientale su di uno Shuttle. E' semplicemente... svanito." accentuai l'ultima parola con una smorfia. Non era affatto semplice. William Smith, il Fondatore, il Comandante, era scomparso.
"Faresti meglio a raccontarmi tutto." Ackbar esclamo', velocemente, con toni rochi, puntandomi contro un dito ammonitore.
***
--COMM--

Chiusi la comunicazione con aria insoddisfatta. Ackbar aveva promesso di aiutarmi. Aveva giurato che l'avrebbe ritrovato. Vigliaccamente, gentilmente, disponibilmente aveva impegnato una nave della Flotta per cercarlo. E non una nave qualsiasi!...
La Nave Ammiraglia dell'Esercito Galattico, la USS Asimov-A.
Avrebbe setacciato tutta la Galassia, se avesse potuto... All'interno di questa Doppia Spirale, vi era piu' di quanto non colpisse l'occhio...

Dottoressa Nella Enright
Direttore del Reparto di Ricerca e Sviluppo
Stazione Terraformante 1: Pianeta Terminus

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Diario di Nella Enright - 2 - Ricordi ***


=`*`= Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1: Dipartimento di Ricerca e Sviluppo (Laboratori) =`*`=

La porta scivolo' di lato entrando nel muro con infinita delicatezza.
Entrai con passo lento ma deciso, gli occhi socchiusi alla improvvisa forza della luce artificiale. Mi guardai intorno con aria leggermente confusa: alla mia destra, un gruppo di astrofisici stava lavorando ad alcune mappe stellari: gli scienziati erano riuniti accanto ad un lungo tavolo blu.
Alla mia sinistra, trovai il conforto della mia scrivania. Sedetti, appoggiai sul tavolo il mio PC, e lo accesi. Visualizzai alcuni rapporti, ma fu tutto completamente inutile: avevo un pensiero che mi tormentava in ogni momento, un chiodo fisso. Non era facile smettere di pensare che William era disperso chissa' dove, nello Spazio.
La prima volta nella mia vita che qualcosa, anzi, qualcuno, riesce a distrarmi dal mio lavoro, pensai. Mi chiesi persino se questo non fosse un bene. Scacciai subito quel pensiero orrendo. E mi ritrovai a ricordare, ancora piu' intensamente di quanto non avessi fatto prima...

***
In uno spazioso e stranamente familiare laboratorio, un giovanissimo Comandante dell'Esercito Spaziale entro', con quell'aria buffamente marziale che la gente dello Spazio possiede nel muoversi formalmente.
Si arresto' di fronte a me, e fece uno scattoso saluto militare. Io ricambiai, un po' riluttante a prendere parte a questa procedura. Ero una scienziata, beninteso, ma ero altrettanto un Tenente dell'Esercito.
Ricambio' il mio saluto (forse anche piu' buffo del suo) con un caldo sorriso. Non potei fare a meno di annuire solennemente, e quindi ritornare al mio posto. Lui mi segui', con aria imbarazzata.
"Tenente," mi chiese, con tono piatto, "A che cosa sta lavorando attualmente?"
Mi girai lentamente alzando le sopracciglia, "Osservazione di un fenomeno astronomico, signore." cominciai. Esitai per qualche secondo, cercando di stabilire se lui avrebbe potuto capire una spiegazione piu' dettagliata, o no.
Mi incoraggio' ad andare avanti con un leggero cenno, cosi' continuai, "E' prevista l'esplosione di uno dei soli nel sistema di stelle doppie D-152." spiegai, brevemente, e troppo freddamente.
"Molto bene, tenente..." il tono della sua voce aveva una leggera sfumatura interrogativa.
"Enright." risposi, "Tenente Nella Enright."
Sentii il sordo rumore dei tacchi del Comandante, prima che lui si allontanasse. Solo allora mi resi conto che non si era presentato.
***
Mi affrettai a salvare la pagina che avevo appena registrato nel mio diario personale, e aggiunsi un'ultima istruzione in fondo alla pagina. Questa non sarebbe stata letta: era semplicemente un'istruzione che il Computer della nave avrebbe eseguito al momento dell'apertura del file.
'Computer delete memsector26: Genesis.slv'
Uscii dalla stanza con il cuore in gola, e mi avviai furtivamente attraverso i corridoi della nave. Ad ogni angolo, mi fermavo, per poi leggermente sporgermi oltre. Questo comportamento e' stupido, pensai.
Mi avvicinai lentamente al settore di Ricerca e Sviluppo. Controllai velocemente la mappa della nave sul mio PC. Ero nel posto giusto: Dipartimento di Ingegneria. Bene.
Entrai. Mi avvicinai al prototipo numero 26: trasferimento di esseri viventi tramite Ultraonde.
Basilarmente, si trattava di una specie di 'laser' che scomponeva un qualsiasi oggetto, o essere viventi, in parti semidigitalizzate, che poi venivano ricomposte ad altra destinazione tramite un Computer.
Un amico mi ha riferito che il Capitano Ackbar in quel momento stava entrando nei miei alloggi, per respingere la mia richiesta di dimissioni... apri' il mio diario personale e si accorse che, attivando l'istruzione nascosta che io avevo poco prima inserito nel file, aveva distrutto buona parte dei dati relativi al progetto Genesis... il distruttore di Mondi.
Avvicinandomi al dispositivo Ultraonde, riflettei sulla follia di quel progetto. Pensai che l'Esercito aveva dato il suo benestare per lo sviluppo di quella tecnologia.
Poi pensai che il direttore del progetto ero io...
Mi avvicinai al Computer, e programmai la bioscomposizione (chiamata frequentemente anche semidigitalizzazione). Mi posi sotto il raggio Ultraonde. Vidi che una linea blu, sottile, lucida, si stava formando fra gli specchi riflettori, nell'emettitore.
Avvertii un forte giramento di testa, poi fu come se fossi stata spinta con tale violenza da ritrovarmi dall'altra parte della stanza. Alzai il capo, e vidi...
Ero ancora nel laboratorio!... E una figura di baldo ufficiale era in piedi di fronte a me, la fronte corrucciata, le sopracciglia che si congiungevano appena sopra il naso, un dito accusatore puntato verso di me.
"Tenente!..." urlo'. Ma fu come un sussurro. La mia mente era stordita. "Che genere di follia l'ha spinta a questo?"
Scossi il capo, ancora un po' stordita. Ero stata colpita dalle radiazioni Gamma provenienti dall'emettitore in fase di pretrattamento del soggetto. Ero debolmente distesa per terra. Mi puntellai sui gomiti, e tentai di alzarmi.
Recuperata una buona dose di cavalleria, il Comandante William Smith mi aiuto' a rialzarmi, mormorando qualcosa come, "Pardon..."
"Allora? Che diavolo le e' successo?" Smith incalzo', con voce squillante, e non del tutto calma.
"Volevo... andare." mormorai. Fu allora, solo allora, che Smith si ricordo' di essere mio amico da ormai cinque anni. La sua espressione gia' ben poco militare si trasformo' in un misto di spavento e delusione.
"Volevi disertare?" William chiese, con una nota di apprensione nella voce roca.
"Oh, no..." mi resi conto di non essere in me. "Io volevo abbandonare... il Genesis, William. Non ce la faccio piu'." Mi rivolsi a lui con una voce piagnucolosa, e indignitosamente supplichevole, "Tu come fai, William! Come riesci a sopportare che... per le tue azioni vengano distrutti pianeti!... Uccise tante vite!... E il Genesis, William, il Genesis, e' tutto questo... all'ennesima potenza!"
L'espressione sul volto dell'ufficiale si addolci' notevolmente. Sospiro', "Come farai ad andare? L'Ultraonde e' troppo pericoloso." chiese, con urgenza.
Lo guardai con occhi sbarrati e pieni di stupore, "Vuoi aiutarmi?"
"Si'," rispose, scuotendo una mano, "Solo voglio sapere una cosa... Perche' diavolo non ti sei dimessa?"
"Ackbar non ha accettato." risposi semplicemente, con voce fredda e monotona. Mi resi conto di essere ritornata quella di sempre. Guardai in alto, verso i monitor che, alloggiati nel Laboratorio, riproducevano qualsiasi cosa accadesse nei corridoi antistanti.
"Computer!" urlai, ed il mio PC rispose con un suono simile ad un cicalino, "Blocca la porta!" ordinai.
[Porta Bloccata] il Computer rispose, con una voce femminile.
Mi voltai a William, "C'e' Ackbar! Ed una Squadra di Sicurezza! Devo attivare il prototipo ora!" mi slanciai verso il pulsante di accensione, ma il Comandante Smith, nella sua fermezza preoccupata, sembrava deciso ad impedirmi quel viaggio.
"No!" grido', "Usciamo di qui! Prendiamo una navetta!" disse, trascinandomi fuori dalla stanza, e dirigendosi all'Hangar Navette.
"Io..." mormorai, "Io non so pilotare..." continuai di malavoglia, vergognandomi, ed arrossendo in viso. William mi guardo' come se avessi affermato di non saper respirare. L'avevo previsto.
"Non ti puoi lamentare... Non per fare lo sbruffone, ma mi hanno detto che sono il miglior pilota della Flotta!" William affermo'. Eravamo di fronte alla porta dell'hangar. William mi porto' dentro, e ordino' che fosse preparata una navetta all'istante.
Non c'era da stupirsi nenache di questo... L'equipaggio lo adorava, ed obbedi' prontamente, senza chiedere conferma ad altri.
William prese i comandi della navetta A-105. Io sedetti al posto del copilota. Invano l'ordine di rientrare fu ripetuto alle comunicazioni... William, appena uscito dal campo gravitazionale della nave (la USS Asimov-A) parti' a massima velocita' verso il primo pianeta colonizzato non militarmente.
***

Alzai gli occhi al soffitto bianco della stanza, come per cancellare ogni ricordo dalla mia mente, ed associarle l'idea del bianco, per ritornare al lavoro con una lucidita' mentale appropriata.

Dottoressa Nella Enright
Direttore del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo
Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Diario di Nella Enright - 3 - E' Guerra! ***


=`*`= Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1: Dipartimento di Ricerca e Sviluppo (Laboratori) =`*`=

Mi appoggiai leggermente allo schienale della mia poltrona, contemplando il freddo colore metallico del soffitto. Cinque astrofisici stavano ancora lavorando alla mappatura del nostro Sistema Stellare. Terminus era il quarto pianeta di un sistema di cinque pianeti. Solo due erano abitabili, Terminus e Lebe.
Sentii un improvviso e fastidioso rumore avvicinarsi al Laboratorio, e lo riconobbi come rumore di passi. Qualcuno stava correndo nei corridoi. 'Belor', pensai, 'Non puo' che essere lui.'
Spiacevolmente, constatai che i miei sospetti erano fondati: la porta si apri', scivolando dolcemente di lato all'interno del muro, per rivelare il giovane volto arrossato di Belor, un ragazzo di appena dieci anni. Con un allegro sorriso sulle labbra (il sorriso di chi ha appena lavorato febbrilmente su qualcosa, pensai), Belor si aggrappo' al lato della porta, per poi girare su se stesso di novanta gradi verso destra, essere spinto via dalla inevitabile forza centrifuga, ed andare a fare un perfetto strike dei cinque astrofisici.
Il ragazzo si scuso' velocemente, un'espressione contrita sul suo volto, e chiese di me. Uno degli scienziati, alzatosi, pazientemente mi indico'.
Belor, resosi conto del fatto che avevo assistito a tutta la scena, deglutendo in modo molto imbarazzato e preoccupato per due o tre volte, cammino' lentamente verso di me, e mi porse un plico di fogli. Era una copia cartacea de 'Le Cronache', un quotidiano terrestre.
"Ennessee, " lo apostrofai, con aria seccata, "Ti avevo chiesto di stampare su carta soltanto gli articoli piu' significativi." continuai, con voce calma.
Belor Ennessee degluti' un'altra volta, e rispose: "M-ma quello e' importante, dottoressa! Dia un'occhiata!"
Distrattamente, abbassai gli occhi sul titolo della prima pagina. Continuai a leggere in modo molto piu' interessato, gli occhi completamente spalancati.
" Le Cronache
E' Guerra!
Le gloriose Forze Armate dello Spazio hanno da poco intrapreso il loro viaggio verso il sistema Duecento, dove una misteriosa congiura e' stata intrapresa e portata a termine dal Concilio Dei Nove!...
Essi, guidati da una misteriosa intelligenza telepatica, la Mitara Excellence, hanno scelto imprudentemente di lanciare una poserosa ma quantomai inferiore Flotta verso la Terra.
...Hanno solennemente giurato che distruggeranno o assimileranno qualsiasi pianeta si trovi loro davanti!..."

Non mi aspettavo un'iniziativa del genere. Da ormai venti anni l'Unione dei Nove Pianeti nel sistema Duecento era fraterna alleata dell'Esercito Astrale della Terra.
Cosa poteva essere stato, a spingere il Concilio cosi' ferocemente verso la Terra?

"Circolano voci, dottoressa, voci che dicono che verremo spazzati via prima di poter reagire... e che la Flotta non ci aiutera'!" la voce giovanile di Belor Ennessee interruppe il filo dei miei pensieri.
"Non preoccuparti, Ennessee..." risposi, quietamente, appoggiando il piccolo fascicolo.
"E vi sono altre voci ancora che dicono... che il Fondatore, Smith, e' fuggito, ed e' ritornato nella Flotta, per combattere, dottoressa!" il ragazzo riprese.
Alzai gli occhi guardandolo gelidamente, "Ah, si'?" chiesi, "E da dove vengono queste voci?"
Ennessee era tutto rosso in volto, "Oh, be', lei sa... Un po' dappertutto..." disse. Evidentemente sapeva chi fosse stato a formulare quell'ipotesi, ma non voleva certo mettere nei guai qualcuno.
William non ci avrebbe mai abbandonati...

Dottoressa Nella Enright
Direttore del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo
Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Diario di Nella Enright - 4 - Universo ***


=`*`= Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1: Osservatorio Astronomico =`*`=

Il volto pacifico e sorridente del dottor Ernst Von Hibel mi accolse quasi con stupore. Mi tese una mano, che io afferrai, ricambiando la stretta affettuosa e confortante.
"Professore." cominciai, "Sono molto contenta di vedervi."
I suoi occhi si velarono di un'espressione candidamente divertita, "Nella, sono contento di aver accettato l'incarico di dirigere questo osservatorio." Si guardo' intorno, con aria di soddisfazione, "L'esplorazione e' nei sogni di qualsiasi ragazzo."
Smise di parlare per un attimo, ed i suoi occhi ritornarono su di me, "Ed e' stata anche nei miei, una volta."
Guardai i suoi capelli bianchi, e la sua corta barba, che cominciava a dimostrare i sintomi dell'invecchiamento. Mi stupii che la vecchiaia potesse arrivare anche per persone dotate di cosi' tanto entusiasmo, e voglia di vivere. Sorrisi, e lui ricambio'.
Mi diressi verso il tavolo, e sedetti di fronte ad esso. Von Hibel gironzolo' attorno ad alcune apparecchiature, esaminandole per diversi minuti, poi si accomodo' di fronte a me.
"Allora," chiesi, con aria impaziente, "Voi venite dalla terra, se non sbaglio." Lui annui'.
"Che cosa sapete della Guerra? Io so pochissime informazioni, quelle che mi sono state date dai media. Ma voi venite dal Centro Spaziale di Nuova York. Voi dovete sapere di piu'."
Il professore sospiro' amaramente, "Io sono uno scienziato, mia cara. Non sono mai stato altro. E... quello che so e' poco, pochissimo. So che la guerra e' iniziata nel sistema Duecento, e che si era spinta gia' fino a Darkone una settimana fa, quando sono partito."
Lo interruppi amaramente, "Darkone. E' a un solo anno luce da qui. Cio' significa..." iniziai, il mio tono velato di tremante spavento.
"Non significa proprio nulla!" il professore esclamo', alzandosi bruscamente in piedi, "La flotta, decimata! I pianeti, assuefatti o ridotti in polvere!" chino' il capo, con aria desolata, "Chi puo' sapere cosa questo flagello, la Mitara Excellence, ha in mente?"

Cadde un pesante silenzio nella stanza. Iniziavo, com'era prevedibile, a sentirmi gravemente in colpa.
'Se avessi continuato a sviluppare l'arma Genesis,' pensai, 'Forse avremmo distrutto Mitara prima che esso avesse l'opportunita' di distruggere altri pianeti!'
'Oh, no.' un'altra voce rispose, 'Nessuno poteva prevedere Mitara. Nessuno.'
Sospirai, con aria notevolmente sconvolta. Von Hibel se ne accorse, e sedette nuovamente di fronte a me. Il volto pacifico era stato sostituito da fredda comprensione e rabbia.
"Suvvia," inizio', "Bando alle tristezze, e agli abbattimenti di spirito! Smettiamola di pensare al peggio. Qui non siamo nella Flotta!" disse, con tono falsamente allegro. Anche un sordo l'avrebbe capito, "Guarda!" esclamo' poi, "Guarda qui! Questo e' un proiettore tridimensionale di Spazi e Territori! L'ultima meraviglia sviluppata dai tuoi astrofisici."
Sorrisi tristemente, "Li avete aiutati voi, non e' vero? Non sapevano che pesci pigliare, prima del vostro arrivo, ed ora, puf!, appare il proiettore." conclusi, con un eloquente cenno.
Von Hibel sorrise, compiaciuto e lusingato, "E' probabile che resterai delusa. Forse non e' cosi' bello come ti aspetti." disse, appoggiando una piccola sfera sulla scrivania.
"Se e' cosi', cerchero' di non aspettarmi miracoli." dissi, freddamente, rilassandomi nella mia sedia mentre osservavo il professore che premeva la sfera in numerosi punti. Una volta nel suo massimo diametro, poi sui poli.

Improvvisamente, senza alcun preavviso, i muri sparirono. Le finestre si oscurarono. Tutto divenne completamente buio ed informe. La sedia sulla quale sedevo!... Era sparita. Ma io ero ancora sostenuta in aria. Guardai, con una estrema volonta' di essere rassicurata, verso il mio busto e le mie gambe.
O almeno, verso il punto dove avrebbero dovuto essere. Alzai la testa (avevo una testa?) e guardai di fronte a me (sempre che il davanti ed il dietro avessero senso).
Un pianeta era di fronte a me. Coperto da una coltre di nubi, si intravedeva solo qualche squarcio di oceani, terra marrone, e ghiaccio bianco/trasparente. L'atmosfera e le nubi erano di un colore tra il verde ed il blu. Trattenni il fiato per l'emozione.
Una voce apparve dal nulla, "Quello e' Lebe, il terzo pianeta del sistema di cui fa parte anche Terminus."
"Si'... lo so." risposi, con una voce un po' smorta, "Questo e' il Proiettore?"
"Certo."
"E perche' non vediamo la stella? Il Sole di questo sistema, intendo."
"E' stato schermato." la voce, che ora riconobbi come quella del professore, rispose, "Vederlo in questo modo danneggerebbe irrimediabilmente la retina dei tuoi occhi."
Poi la visuale scomparve, ed il misero Osservatorio della Stazione Terraformante riapparve. Un po' rassicurata dall'ambiente familiare, un po' dispiaciuta per la scomparsa di quelle meravigliose immagini, mi voltai verso il professor Von Hibel, "Come funziona?" chiesi.
Il professore stava riponendo la piccola sfera, "Agisce direttamente sui centri cerebrali per mezzo dei nervi ottici." rispose, un po' troppo semplicisticamente per me. Mi riproposi di controllare i meccanismi di funzionamento.
Il professore mi stava osservando mentre mi appoggiavo al tavolo, pensosamente, "L'ipotesi potrebbe anche essere fondata." mormorai.
"Che ipotesi, Nella?" Von Hibel chiese, aggrottando la fronte. La sua domanda mi giunse come un sottofondo distorto, e non vi prestai attenzione.
"Solo... perche' avrebbe dovuto farlo?" chiesi, piu' a me stessa che a chiunque altro.

Dottoressa Nella Enright
Direttore del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo
Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Diario di Nella Enright - 5 - L' Inganno ***


=`*`= Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1: Sala di Riunione =`*`=

Sospirai, quando, entrando, mi accorsi che nessuno dei presenti mi stava prestando la dovuta attenzione. Mi schiarii la gola con fare eloquente, ed il professor Von Hibel, girandosi verso di me, ritenne opportuno confermare il gesto con un semplice, "Signori, signore, attenzione!"
Ringraziai con un cenno il professore, quindi sedetti a capotavola. Gli altri scienziati invitati alla riunione erano i capi dei diversi Dipartimenti: Chimica, Fisica, Astronomia, Astrofisica, Programmazione, Pilotaggio, eccetera.
"Ho chiesto che vi riuniste qui per discutere di una cosa molto importante oggi." incominciai, in modo schietto. Volevo che nessuno mi accusasse di parlare in modo retorico.
"La Guerra?" uno dei presenti intervenne, provocando un sordo mormorio generale.
"No." dissi semplicemente, con voce fredda ed impersonale, "Siamo qui per discutere della scomparsa del Fondatore." continuai, ed anche i piu' lievi mormorii si placarono.
L'uomo seduto accanto a me, il dottor Misha Doraja, intervenne con voce pacata, ma colma di disappunto, "Il Fondatore e' scomparso da ormai... una settimana, se non mi sbaglio."
"Certo. E' ora che iniziamo a cercarlo." dissi. Mi alzai in piedi ed accesi lo Schermo enorme che, flessibile, poteva essere arrotolato e srotolato, arrivando a coprire tutto il muro di destra della stanza.
"So che qualcuno ha detto che il Fondatore potrebbe essersi riunito all'Esercito Galattico. Mi sembra un'ipotesi plausibile, conoscendo il suo carattere." affermai, alzando una mano per respingere sin dall'inizio le possibili proteste, "Tuttavia, rimane un'ipotesi. E va verificata."
"Computer." chiamai, ed il Computer della stanza rispose con un lieve ed acuto suono, "Apri un canale di comunicazione con la USS Asimov-A."
[Comunicazione attivata] esso rispose, ed un volto maschile, il volto dell'irriducibile Ackbar, apparve in versione gigante sullo schermo. Il suo sguardo ci sovrastava tutti.

++COMM++
"Salve, Capitano." dissi, in tono chiaro, ma con una punta di disprezzo.
Ackbar mi squadro' dalla testa ai piedi, "Dottoressa." rispose, con voce monotona.
"E' sempre un piacere vederla." affermai, senza confermare le mie parole con un tono della voce.
"Se doveva solo dirmi questo..." mormoro', allungando la mano verso il pulsante di chiusura della chiamata.
Il mio viso stava cominciando ad ardere, "Lei mi ha ingannato." esclamai, con voce dura, facendo qualche passo verso lo Schermo, "Sin dall'inizio, non e' vero?"
Continuai, senza lasciargli il tempo per ribattere, "La falsa gentilezza, la falsa promessa che l'avreste cercato... e invece voi, una settimana fa, eravate nel sistema di Darkone, non e' vero? E immagino, che se avessi seguito i notiziari della Terra, una settimana fa, avrei saputo del contingente partito dal sistema Duecento, vero?"
Ackbar apri' la bocca per dire qualcosa. Un'espressione di estremo stupore animava il suo volto, ed io ne provavo estremo piacere. Non lo lasciai parlare, "Cosi', William e' arrivato da voi, per combattere presso la Flotta. Un anno luce, con una navetta sperimentale, si percorre in meno di due giorni. E cosi', quando io le ho chiesto aiuto, accidenti, Ackbar, l'aveva gia' a bordo!"

Ackbar si rilasso' nella sua poltrona, appoggiandosi allo schienale, stringendo la bocca in una smorfia delusa, "Questo era un bluff, Nella?" chiese, amaramente.
Guardai il pavimento, "Non esattamente. Un'ipotesi. Che andava verificata." risposi.
Ackbar mi rivolse un'occhiata malgarbata.
"Mi faccia parlare con lui. Adesso!" urlai, infuriata. Il comportamento di quell'ufficiale era piu' che irritante.
La comunicazione fu interrotta bruscamente.
--COMM--

"Questo e' quello che si dice 'chiudere la porta in faccia'!" Doraja esclamo', cercando di sdrammatizzare la situazione a modo suo. Io stavo avvampando di rabbia, in piedi, fissando lo schermo vuoto.
"Non credo." intervenne quietamente Von Hibel, "Credo che invece siano stati costretti a chiudere la comunicazione."
Mormorii perplessi attraversarono la stanza. "Mitara?" chiesi, atterrita, girandomi bruscamente verso il tavolo.
"Non possiamo esserne certi, Nella." fu la risposta estremamente logica e calma del professor Von Hibel.

Dottoressa Nella Enright
Direttore del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo
Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1

Ritorna all'indice


Questa storia č archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=47318