Rusted From The Rain

di ladysabra
(/viewuser.php?uid=94068)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Ciao a tutti!

Ciò che state per leggere si tratta del primo capitolo di una mia vecchia fanfiction… per la precisione, della MIA prima fanfiction… 

La pubblicai su un altro sito e la ricordo con molto affetto, perciò ho ben pensato di riscriverla interamente, eliminando errori e rendendola più “matura” ma sempre mantenendo la trama principale.

Beh, non ho altro da dirvi… Ci vediamo a fine capitolo!


A Resembool, una ragazza dai lunghi capelli biondi si stava rigirando nel letto, madida di sudore.

Per l’ennesima volta aveva avuto un incubo angosciante sui suoi due amici, dei quali non aveva notizie ormai da diversi mesi.

Si riavviò i capelli dal volto e sospirò. Normalmente riceveva una loro chiamata ogni mese, seppur breve, dove rassicuravano lei e la zia Pinako sulla loro salute. Invece negli ultimi sei mesi non aveva ricevuto nemmeno una loro lettera.

Si passò una mano sugli occhi gonfi di sonno; non riusciva a dormire bene da molto tempo, ormai.

Sentì dei passi fuori dalla camera, seguiti dal bussare sulla porta.

 

-Winry, alzati!-

 

La ragazza guardò la porta, infastidita.

Non aveva nessuna voglia di dover reggere l’ennesima maschera sul volto, fingere che tutto andasse bene quando dentro invece si logorava dall’ansia.

 

-Non mi sento molto bene, penso che rimarrò a letto..- rispose tirandosi la coperta fin sopra alla testa.

 

-Fa’ come vuoi- sospirò Pinako –però poi non venirmi a dire che non ti avevo chiamata..-

 

Winry si voltò verso la porta, incuriosita.

 

-Di cosa stai parlando?-

 

La nonna entrò nella camera; aveva un gran sorriso stampato sul volto rugoso.

 

-Oggi avremo degli ospiti!-

-Ospiti?- domandò la ragazza mettendosi a sedere.

-Diciamo che questa mattina ho ricevuto una telefonata da parte di due ragazzi di nostra conoscenza..-

 

Winry la guardò sorpresa. Il cuore le aveva perso un battito a sentire quelle parole.

 

-Ed e Al verranno qua? Oggi?- Domandò saltando giù dal letto.

 

Pinako scoppiò in una risata allegra –Sembrerebbe di sì! Preparati, saranno da noi per l’ora di pranzo!-

 

Un paio d’ore più tardi Winry stava apparecchiando la tavola.

La nonna le aveva spiegato che i due fratelli erano riusciti ad ottenere un mese di permesso ed avevano deciso di trascorrerlo a Resembool.

La ragazza non vedeva l’ora che arrivassero: era intenzionata a fare una bella ramanzina ad entrambi i ragazzi per non essersi fatti sentire durante tutti quei mesi.

Ad un certo punto sentì un gran frastuono provenire dal cortile davanti alla casa: Den, il cane della ragazza, stava abbaiando, sovrastando le urla di un ragazzo.

 

 -DEEEEN! TOGLITI SUBITO DI DOSSO!! AL, FAI QUALCOSAAA!-

-Ahahahah! Fratellone! Com’è possibile che ogni volta che torniamo a casa ti fai mettere sotto da Den?-

 

Winry aprì l’uscio di casa... ed eccoli lì! L’armatura di Al scintillava alla luce del sole, mentre Ed era sdraiato in terra con Den seduto comodamente sopra di lui.

 

-Winry! Che bello rivederti!-

-Ciao Al!- Salutò allegramente la bionda, rivolgendogli un gran sorriso.

-QUALCUNO PUO’ DARMI UNA MANOOOOOO!-

 

I due ragazzi si voltarono a guardare Ed, sempre sdariato in terra. Den aveva cominciato a leccargli il volto, contento di rivedere i due fratelli.

 

-Adesso basta, Den! Vieni qua!- lo richiamò la bionda, divertita.

-Aaaah guarda che disastro! Sono tutto impolverato!- Si lamentò il ragazzo alzandosi da terra.

 

Cominciò a scuotersi la terra di dosso, fino a che incrociò lo sguardo di Winry.

Sussultò. L’espressione felice della ragazza aveva fatto spazio ad uno sguardo omicida, con il quale stava fissando il povero Ed.

 

-Ehm… C-ciao Winry…- balbettò arretrando di qualche passo –S-scusa se non vi abbiamo avvertite prima del nostro arrivo, ma adesso siamo qui e non c’è bisogno di essere arrabbiate, no?- tentò di ammansirla, sfoderando un sorriso carico di tensione.

 

Gli occhi della ragazza lampeggiarono di rabbia, ma invece di esplodere in urla, Winry sospirò, rassegnata.

 

-Considerala la tua giornata fortunata, Ed. Avevo già pronte diverse chiavi inglesi da tirarti dietro!- Gli rispose con un ghigno.

 

-Ragazzi! Finalmente avete deciso di farvi vedere, pensavo che vi foste dimenticati di noi!- Esclamò Pinako uscendo di casa.

-Ciao zia! Scusateci per tutti questi mesi di silenzio, immagino che vi abbiamo fatto preoccupare…- si scusò Al.

-Ci racconterete cos’è successo mentre pranziamo. Venite, è già pronto in tavola!-

 

Mentre Ed si rimpinzava dei deliziosi piatti preparati dalla vecchietta, Al raccontò loro di cosa era accaduto in quel periodo.

Il colonnello Mustang li aveva scelti per una spedizione top secret che li aveva visti viaggiare per molte città; inoltre avevano ricevuto il divieto assoluto di comunicare con qualsiasi persona che non facesse parte del gruppetto di persone prescelte da Mustang per lo svoglimento della missione.

 

-Ci dispiace…- si scusò nuovamente Al -avremmo voluto chiamarvi tantissime volte, ma se avessimo disubbidito ad un ordine del colonnello saremmo sicuramente andati incontro a molti guai…-

-L’importante è che stiate bene- disse Pinako, alzandosi dalla tavola per servire la seconda portata.

 

Finito il pranzo, Winry si alzò in piedi e si diresse verso il laboratorio. –Avrete anche un mese di congedo, ma io ho ancora diverso lavoro da finire- disse in tono rassegnato; Pinako invece doveva recarsi a casa di un cliente per sistemargli l’automail di una gamba.

-Che ne dite di andare a trovare vostra madre al cimitero?- aggiunse mentre preparava gli strumenti da potarsi dietro.

-Ottima idea! Andiamo fratellone?- chiese Al alzandosi dalla sedia.

Ed si stiracchiò e fece un grande sbadiglio –Sono un po’ stanco per il viaggio, Al. Se vuoi, vai pure da solo, penso che ci andrò domani-

 

Al annuì, lo salutò e seguì la vecchietta fuori casa.

Un’oretta più tardi, Ed si stava annoiando da morire. Aveva giocato un po’ con Den, ma si era stancato presto visto che il cane aveva esaurito l’euforia provata appena aveva visto i due ragazzi.

 

Winry, nel frattempo, stava ultimando un braccio automail che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo.

 

TOC! TOC!

 

-Avanti- disse sovrappensiero la bionda, mentre stringeva un paio di esili viti.

-Ti disturbo?- Domandò Ed entrando ed accomodandosi su una sedia vicino a lei.

La ragazza non rispose alla domanda mentre osservava l’automail, ormai finito, deposto sul bancone.

-Meraviglioso…- sussurrò con gli occhi che le brillavano.

Ed la guardò perplessa. –Sei decisamente una fanatica degli automail- disse per punzecchiarla.

Winry gli rivolse uno sguardo truce –Almeno io non vado VOLONTARIAMENTE in cerca di guai per noia!-

Ed sbuffò. A quanto pareva la ragazza non aveva ancora digerito il fatto di non aver ricevuto loro notizie per tutto quel tempo.

-Erano gli ordini di Mustang, non potevamo fare altrimenti-

Winry si voltò verso di lui, arrabbiata –Troppo semplice, Ed, troppo semplice! Non mi pare che tu ti sia mai fatto molti scrupoli a seguire gli ordini del colonnello!- sbottò alzandosi e cominciando a riporre al loro posto gli arnesi sparsi sul bancone.

Edward si alzò in piedi e l’afferrò per un polso –Ti ho già chesito scusa, finiscila con questa storia! Non sei stata di certo te a rischiare di venire ammazzata in questi mesi, e ora come ora non ho sicuramente voglia di sentirti sbraitare per una sciocchezza del genere!-

 

Winry tremò di rabbia.

-Sciocchezza?- sussurrò con voce tremante.

Ed addolcì un po’ il tono di voce –Ehm… so che sei stata molto in pensiero per noi, però…-

-MOLTO IN PENSIERO?!- urlò lei, strattonando il braccio per liberarlo dalla presa del ragazzo –HAI IDEA DI COSA SIGNIFICHI STARE IN ANSIA PER BEN SEI MESI?! DI ATTENDERE UNA VOSTRA TELEFONATA INUTILMENTE, SUSSULTANDO AD OGNI SQUILLO DEL TELEFONO?! TREMANDO OGNI VOLTA CHE RICEVEVO UNA LETTERA, PENSANDO DI TROVARCI SCRITTO CHE VI ERA CAPITATO QUALCOSA DI BRUTTO?!-

Per Ed quelle parole furono come uno schiaffo in pieno volto. Winry respirava affannosamente dopo aver buttato fuori tutta la rabbia e l’angoscia che aveva covato dentro di sé, era rossa in volto e aveva gli occhi lucidi.

-Nessuno ti ha costretto ad entrare nell’esercito- aggiunse sempre arrabbiata.

-Per me e Al è stata la scelta migliore da fare!- esclamò Ed, scaldandosi ulteriormente –vogliamo recuperare i nostri corpi, DOBBIAMO recuperare i nostri corpi, dannazione!-

 

Si creò un silenzio teso tra i due. Ed si era seduto nuovamente sulla sedia, imbronciato.

Winry aveva ripreso a riordinare gli arnesi, riponendoli un po’ a casaccio.

 

-Ti sei calmata?- chiese stizzito il ragazzo, voltandosi a guardarla.

Winry dal canto suo evitò di rispondere, temendo che la voce le tremasse nel parlare.

 

-Mi dispiace- continuò Ed –più di questo, non so cosa dire-

-Dimmi che rimarrete qua, che non mi lascerete più sola…- sussurrò la bionda passandosi una mano sugli occhi.

Odiava farsi vedere piangere dalle persone, specialmente da lui.

-Sai che non possiamo…- le rispose Ed alzandosi e parandosi di fronte a lei.

Winry tenne lo sguardo basso.

-Guardami, Win…- le disse dolcemente il ragazzo, appoggiandole una mano sul viso.

 

In quel momento suonò il telefono di casa.

 

-Scusami…- disse piano la ragazza, allontanandosi ed uscendo dal laboratorio.

 

Ed si passò le mani sul volto stanco. Si maledisse mentalmente per non aver mantenuto la calma; sapeva quanto era irascibile la ragazza, darle contro era stata la peggior mossa che avesse potuto fare.

Mentre rifletteva su quei pensieri, vide Winry rientrare nella stanza. Era impallidita ed aveva un’espressione preoccupata dipinta sul volto.

 

-Ed… è per te- disse a bassa voce.

-Per me?- le domandò sorpreso il ragazzo.

-Sì… è… è Mustang. Dice che è urgente…- le rispose la ragazza lanciandogli un’occhiata ansiosa.

 

Edward si affrettò a rispondere al telefono. Winry lo sentì salutare il colonnello. Il ragazzo annuì un paio di volte, poi rimase in ascolto per qualche minuto.

 

-Ho capito- disse alla cornetta in tono grave –appena torna Al prenderemo il primo treno per Central City- dopodichè riagganciò.

-Cos’è successo?- domandò Winry avvicinandosi al ragazzo.

Edward le rivolse uno sguardo costernato.

-Si tratta di Scar. Sono stato assegnato ad un’importante missione contro di lui. A quanto pare, sono riusciti a rintracciarlo-

 

Winry sussultò. Scar… odiava quell’uomo. E le incuteva molta paura.

In quel momento la porta di casa si aprì ed entrò Al.

 

-Ciao ragazzi! Che avete fatto di bel…- si bloccò di fronte all’espressione tesa dei due.

 

Ed gli si avvicinò. –Ha appena telefonato Mustang. Si tratta di Scar, a quanto pare si è fatto nuovamente vivo. Dobbiamo partire il prima possibile- gli spiegò velocemente.

 

-Accidenti!- imprecò Al.

Winry si avvicinò ai due ragazzi –L’ultimo treno per Central City parte alle cinque…-

 

Si voltarono a guardare un vecchio orologio posto su un mobile vicino a loro. Segnava le quattro e cinquantatrè minuti.

-Non ce la faremo mai ad arrivare in tempo- osservò Ed –partiremo domani mattina col primo treno-
















Allora, cosa ne dite?

Dopo questo ci saranno altri otto capitoli… :]

Attendo dei vostri commenti, fatemi sapere se per ora vi piace! ^^

A presto!


LadySabra

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II ***


La cena di quella sera fu consumata in un silenzio teso. Al e Pinako tentarono di far conversazione, ma non trovarono appoggio né dalla parte di Ed né da quella di Winry. Quest’ultima aveva mangiato poco e nulla del cibo che aveva nel piatto; aveva un’espressione assorta che preoccupò sua nonna.
-Ti senti bene, Winry?- le domandò approfittando di un momento in cui Al aveva fatto una domanda a Ed.
-Non molto- rispose la ragazza –forse è meglio se vado in camera mia-
Si alzò dalla sua sedia e mugugnò un “buonanotte” ai presenti nella stanza senza rivolger loro uno sguardo.
Ed la sentì salire in fretta le scale e sbattere con forza la porta della camera da letto.
Lanciò un’occhiata ad Al, sospirò e si alzò dal suo posto.
-Penso che me ne andrò a dormire anche io- salutò con un cenno e si diresse verso le scale.
Pinako scrutò il ragazzo attraverso gli occhiali e non proferì parola.
-Nemmeno Ed ha preso bene la telefonata di Mustang- disse Al cominciando a sparecchiare la tavola.
Pinako preparò con calma la pipa, l’accese e ne trasse una profonda boccata, per poi far uscire il fumo in un’unica nuvoletta.
-Che pasticcio…-

Nella stanza buia, Edward si era steso sul letto senza nemmeno cambiarsi d’abito. Non aveva sonno, nella sua mente vorticavano senza sosta troppi pensieri. Pregustava quella vacanza da molto tempo: aveva faticato molto per ottenere il permesso di congedo, e quando finalmente era riuscito ad ottenerlo se l’era visto togliere da sotto al naso senza poter fare niente. “Le missioni vengono prima di ogni cosa” si rammentò severamente. Però il suo lato “egoistico”, se così possiamo definirlo, protestava di fronte alla prospettiva di dover tornare a Central City.
Gli mancava molto la vita a Resembool, non poteva non ammetterlo. Alzò il suo automail e lo contemplò alla luce della luna. Doveva assolutamente trovare un modo per recuperare il corpo di Al e i suoi arti perduti. Lo aveva giurato. Nulla doveva distoglierlo da quella promessa.

Dopo aver finito di aiutare la zia ed aver scambiato qualche parola con lei, Alphonse raggiunse Ed  nella camera da letto.
Prima di entrare gettò un’occhiata alla stanza di Winry notando una sottile striscia di luce uscire da sotto la porta che rischiarava una piccola parte del corridoio.
-Dormi?- domandò al fratello entrando nella camera e richiudendo la porta dietro di sé.
-Non ancora…- rispose a bassa voce il ragazzo.
Alphonse gli si avvicinò e si sedette ai piedi del letto. –Nella camera di Winry c’è la luce accesa…-
Edward borbottò qualcosa in risposta che il fratellino non riuscì a comprendere.
-Non sei andato a parlarle, vero?-
-No- rispose il biondo chiudendo gli occhi.
-Forse dovresti andare da lei- aggiunse Al dopo qualche minuto di silenzio.
Ed non rispose questa volta.
I due rimasero in silenzio per una manciata di minuti, ognuno assorto nei propri pensieri.
-Ed…-
Il ragazzo si tirò su a sedere. –Cosa c’è, Al?-
-Penso davvero che dovresti parlare con Winry-
Edward si passò una mano tra i lunghi capelli biondi. –Riuscirei a farla arrabbiare un’altra volta e basta- sospirò.
-Non è detto- replicò Al –sono CONVINTO che dovresti parlarle-
Edward sbuffò –Uff, ho capito, ho capito…-
Cercò a tastoni l’elastico per i capelli sul comodino di fianco al letto ed improvvisò una coda spettinata; si alzò e senza dire altro uscì dalla stanza.

 Winry, seduta sul suo letto, si stava massaggiando le tempie. Aveva cercato di trattenere le lacrime per tutto il giorno, e adesso che si era sfogata un po’ le era venuto il mal di testa.  Ripensò a quando lei e i due fratelli erano ancora dei bambini, alle nottate passate a chiaccherare nella stessa stanza per poi crollare addormentati tutti insieme. Adesso invece avvertiva come una sorta di “barriera” tra di loro; le loro vite, unite fino a qualche anno prima, avevano preso delle strade differenti, e non potè fare a meno di rattristarsi di fronte a quel pensiero. Si sentiva esclusa; quando quella mattina sua nonna le aveva detto che i due ragazzi sarebbero venuti da loro per una vacanza aveva ben pensato di riallacciare i vecchi rapporti che si erano come assopiti dopo tutto quel tempo. Invece sarebbero dovuti ripartire il giorno dopo e chissà quando sarebbe riuscita a rivederli.
Sentì cigolare la porta della loro camera, seguita da dei passi attutiti lungo il corridoio. Winry trattenne il fiato: voleva starsene da sola, ma una piccola parte di lei pregava che quei passi fossero indirizzati verso la sua stanza.
Come ebbe formulato quel pensiero, ecco che qualcuno bussò.
-Avanti- disse a bassa voce.
-Ciao- salutò Ed entrando nella stanza ed accostando la porta. Rimase sulla soglia a guardarla, un po’ imbarazzato.
-Neanche te riesci a dormire?- gli domandò la ragazza guardandolo negli occhi.
Il biondo sentì un brivido corrergli lungo la schiena quando incrociò lo sguardo con quello di lei.
-Già…- le rispose impacciato. Solo in quel momento aveva notato quanto fosse cambiata la sua amica durante quei mesi.
Era diventata una giovane donna, una bellissima donna, pensò dentro di sé.
I lunghi capelli biondi le cadevano sul petto, nascondendo alla vista le sinuose forme che le si erano sviluppate col passare del tempo.
Winry arrossì di fronte allo sguardo profondo dell’amico. -Perché mi stai fissando?- domandò guardandosi le mani.
Ed si riscosse di fronte a quella domanda –N-no, niente…- balbettò grattandosi la testa.
Dopo qualche istante di silenzio il ragazzo le si avvicinò. –Volevo parlare un po’con te visto che domani devo partire…-
La ragazza annuì con un cenno del capo. Il biondo le si sedette accanto ed evitò di guardarla negli occhi. –Io… non vorrei ripartire così presto-
–E io non vorrei essere lasciata sola per l’ennesima volta…- confessò a Ed.
-Ti prometto che torneremo appena possibile-
Le labbra della ragazza si piegarono in un piccolo sorriso. –Ci conto…- sussurrò ravviandosi i capelli con una mano.
Il cuore di Edward accellerò i battiti in modo preoccupante. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quello della ragazza; era ipnotizzato da quegli occhi blu, nei quali si era come perso. Si sentiva fortemente attratto da lei, specialmente da quelle labbra rosee che sembravano attendere solo lui.
Winry provava le stesse cose che stava provando il ragazzo. Con una mano gli sfiorò una guancia, avvertendo la ruvida ricrescita della barba.
Rimase sorpresa: quello che aveva davanti a sé non era più il ragazzino con il quale battibeccava sempre. Ed le si avvicinò, accostando la fronte a quella di lei. –Mi sei mancata tanto…- sussurrò, e senza attendere risposta annullò la distanza che li separava con un bacio.
Winry chiuse gli occhi, baciandolo a sua volta. Era sicura che il cuore le sarebbe balzato fuori dal petto, da tanto che batteva forte.
Il ragazzo le passò una mano tra i lunghi capelli biondi, accarezzandoglieli, mentre con l’altro braccio la strinse a sé.
Il bacio si fece più intimo e profondo; entrambi dischiusero le labbra e lasciarono che le loro lingue s’incontrassero per la prima volta.
-Ti amo…- sussurrò la ragazza sulle labbra del biondo.
Edward le accarezzò una guancia e la guardò dolcemente. –Ti amo anche io…- le disse stringendola a sé.

Quella notte Alphonse non attese il ritorno del fratello.
Si affacciò alla finestra ed osservò la luna crescere alta nel cielo, la mente occupata da mille pensieri.

*********

Ciao a tutti!

Ecco qua il secondo capitolo di questa fic! :)
ringrazio EDOXWIN per aver commentato ^^
a presto!
LadySabra
P.S.= fatemi sapere cosa ne pensate!  

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo III ***


Ciao a tutti!!

Ecco qua il terzo capitolo, spero che vi piaccia! ^^

Il mattino dopo Ed aprì lentamente gli occhi, conscio che da lì a poco sarebbe dovuto partire nuovamente per Central City.
Sentì il dolce peso di Winry su di lui e avvertì una stretta al cuore.
Non voleva lasciarla, non adesso che finalmente era diventata la SUA ragazza. Lentamente, la spostò dal suo petto per potersi alzare.
Raccolse gli abiti da terra e si vestì cercando di fare il minimo rumore possibile. Mentre si stava raccogliendo i capelli in una coda, si voltò a contemplarla. Il cuore accellerò i battiti mentre nella sua mente riviveva la notte passata con lei; i loro corpi che si univano, pieni di passione e dolore per la separazione forzata che li attendeva, i dolci baci di lei, quel “Ti amo”che avrebbe cambiato per sempre le loro vite…
Era indeciso se svegliarla o meno. La vide sorridere nel sonno e non ebbe il coraggio di riportarla alla dura realtà.
-A presto…- le sussurrò Ed posandole un lieve bacio sulla fronte fresca.
Uscì a malincuore dalla stanza e, dopo aver recuperato la sua borsa dalla camera da letto, scese al piano di sotto.
-Buongiorno fratellone- lo salutò Al avvicinandosi –volevo svegliarti ma… ehm…- disse a bassa voce, imbarazzato.
Ed evitò lo sguardo del fratello, arrossendo paurosamente.
-Buongiorno Ed- lo salutò Pinako –mangia qualcosa veloce, non è il caso di affrontare il viaggio per Central City a stomaco vuoto-
Ed salutò la zia e prese un toast posato sulla tavola.
-Tra quanto abbiamo il treno?- domandò seguendo il fratello e la vecchietta fuori casa.
-Tra un’ora- lo informò Al.
-Volete che vada a svegliare Winry?- chiese Pinako ai due ragazzi.
Al lanciò un’occhiata al fratello.
-No, non occorre- rispose Ed –Salutacela quando si sveglierà-
Pinako annuì. -Fatevi sentire ogni tanto-
-Chiameremo appena possibile- la rassicurò Al –e cercheremo di tornare qua a Resembool-
-A presto, zia!- la salutò Ed incamminandosi verso la stazione.
Pinako soffiò una nuvoletta di fumo. –Fate attenzione, mi raccomando!-

 
Era quasi ora di pranzo quando Winry aprì gli occhi.
Aveva la mente annebbiata dal sonno, perciò non ricordò subito la notte precedente. Dopo qualche istante irruppero prepotenti le immagini di Ed nella sua mente… Si alzò di scatto. Accanto a sé non c’era traccia del ragazzo. –No…- gemette, scese dal letto e si vestì in fretta.
Uscì dalla stanza e bussò alla porta dei due fratelli. Nessuna risposta. Spalancò la porta, ma non c’era nessuno.
Scese velocemente le scale. Anche la cucina era deserta.
-Nonna! Nonna!- chiamò in preda all’angoscia. Entrò nel laboratorio; la vecchietta stava modificando un vecchio automail.
-Dove sono Ed e Al?- le chiese raggiungendola di corsa.
Pinako evitò d’incrociare lo sguardo della nipote; sapeva che si sarebbe arrabbiata tantissimo.
-Sono partiti tre ore fa- le rispose fingendosi tranquilla.
Winry si sentì mancare. –Tre… tre ore fa?- balbettò lanciando un’occhiata ad un vecchio orologio di legno attaccato al muro.
Erano poco più delle 11. Decisamente tardi.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi. -Perché non mi hai svegliata?!- urlò prima di uscire a corsa dalla stanza e fiondandosi fuori casa.
A quell’ora sarebbero stati sicuramente molto lontani da Resembool, ma a lei non importava. Senza badare alle occhiate curiose dei compaesani, Winry corse alla stazione. Era decisamente stremata quando arrivò; si piegò sulle ginocchia, tentando di riprendere fiato.
-Serve aiuto?- le domandò un giovane capostazione, notando la sua agitazione.
-S-si…- con una smorfia di dolore, prese un respiro profondo. –Il… il treno per Central City…- tentò di formulare la domanda, ma la gola le bruciava da morire.
Il ragazzo le sorrise –Sei molto in anticipo; o decisamente in ritardo, scegli te-
-E’ g-già partito, vero?- chiese con una nota di tristezza nella voce.
-Quello del mattino è partito più di tre ore fa, precisamente alle 8:10… il prossimo parte questo pomeriggio alle 17 in punto-
Winry annuì, rassegnata. –Capisco… la ringrazio-
Con un cenno del capo, il giovane si congedò e tornò a svolgere le proprie mansioni.
Si avvicinò ad una panchina e vi si lasciò scivolare sopra, esausta; non aveva neanche le forze per piangere.

 
Nel frattempo, molto lontano da Resembool, Ed stava guardando fuori dal finestrino del treno sferragliante, lanciato a tutta velocità attraverso la campagna. Pensava a Winry, a quanto si sarebbe arrabbiata appena si fosse accorta che era partito senza salutarla; sorrise al pensiero della strigliata che avrebbe ricevuto dalla ragazza, una volta rivisti.  Pensò al compito che lo attendeva a Central City, domandandosi quanto sarebbe durata la missione assegnatagli.
-Fratellone-
Ed si riscosse dai suoi pensieri –Dimmi, Al-
-Stavo pensando… se non riuscirai ad ottenere un altro permesso, potremmo chiedere a Winry di raggiungerci-
-Mmmh…-
Il biondo tornò ad osservare il paesaggio. Winry… già gli mancava da morire.
-Posso farti una domanda, Ed?-
-Dimmi pure-
Al si mosse a disagio, indeciso su come iniziare il discorso. –Ehm... ecco…-
Edward gli rivolse un’occhiata curiosa.
-So che non sono affari miei…-
Il ragazzo capì a cosa stava alludendo e scattò in piedi,rosso come un peperone –N-non è successo niente! Abbiamo s-solo parlato!-
Diversi passeggeri gli lanciarono delle occhiatacce, irritati.
-Ah… Scusatemi!- esclamò poi, sedendosi immediatamente ed abbassando il tono di voce. –Al, ma che razza di domande mi fai?!-
-Veramente non mi hai lasciato finire di parlare- si difese lui –e non volevo parlare di ieri notte… non c’è bisogno che ti chieda niente, è PALESE che è successo qualcosa- aggiunse con una punta di malizia nella voce. Ed arrossì ulteriormente.
-Volevo solo sapere perché stamattina non hai voluto salutare Winry-
Il ragazzo, sempre impacciato per l’imbarazzo, finse di cercare qualcosa nel suo borsone.
-Sai com’è Winry…- borbottò, chiudendo lì il discorso.
Alphonse non indagò ulteriormente.

 
-Finalmente sei tornata a casa!-
Dopo aver passato tutto il pomeriggio da sola, passeggiando per i campi, Winry si era decisa a rincasare.
Non era arrabbiata con la nonna, sapeva che era stato sicuramente Ed a chiederle di non svegliarla.
-Scusa per stamattina…- sospirò sedendosi a tavola.
-Avanti, adesso pensa a cenare- le disse Pinako servendole un piatto di minestra.
Winry la ringraziò e dopo aver mangiato si rinchiuse in camera sua, stanca.
Aveva riflettuto molto in quella giornata. “Da oggi, basta piangere!” si era detta.
Passare tutta la giornata all’aria aperta le aveva fatto tornare il buonumore e le aveva snebbiato le idee.
In fondo le cose non andavano così male; finalmente lei e Ed si erano dichiarati, finita la missione alla quale era stato assegnato serebbe tornato a Resembool e avrebbero passato un po’ di tempo insieme. In fondo, quanto ci avrebbero messo a catturare Scar?
Ci sono un sacco di alchimisti di stato che gli danno la caccia… Impossibile che ci voglia molto per trovarlo…” pensò come ultima cosa prima di addormentarsi con un piccolo sorriso sulle labbra.

_______________________________

Allora, cosa ne pensate? :) Ringrazio EDOXWIN  per il commento e anche chi legge e basta ^^ 

A presto con il prossimo capitolo!

LadySabra

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Ciao a tutti!
Scusate se pubblico questo capitolo solo ora, ma ho avuto la scorsa settimana impegnatissima :(
Spero che vi piaccia! ^^

*

I'll pretend That I'm kissing 
the lips I am missing 
And hope that my dreams will come true” 


-Non andartene…- sussurrò prima di svegliarsi di scatto.

Winry fissò il soffitto, il cuore che le batteva veloce nel petto.

Sentì il viso bagnato, così si tastò gli occhi. Erano umidi; aveva pianto ancora una volta nel sonno. Si sforzò per ricordare l’incubo che aveva appena fatto... c'erano Ed e Al... poi però Al era scomparso e Ed le aveva detto che non sarebbe più tornato. Lei lo aveva pregato di rimanere, ma lui si era voltato e se n'era andato. Quanti sogni simili aveva già fatto? Non lo ricordava, visto che li faceva quasi tutte le notti. Ed era passato quasi un anno. 
Quasi un anno dall'ultima volta che aveva visto i due fratelli.
Non preoccupatevi, stiamo bene” le aveva detto per telefono Al due mesi prima “sono tutti nervosi perché Scar è riuscito a far perdere le sue tracce. Pensiamo che si sia nascosto da qualche parte qua a Central City, ma sono mesi che il gruppo formato da Mustang la ispeziona in ogni luogo possibile. Sembra che si sia volatilizzato nel nulla…

Da quel giorno non aveva più avuto loro notizie.

Molto probabilmente hanno ricevuto l’ordine di non contattare nessuno al di fuori del gruppo scelto… E’ già successo una volta, sicuramente è così…”

Con questo pensiero si tranquillizzava un po’, ma il non sentirli da tempo non era l’unica cosa che la faceva stare ansia; in quelle poche telefonate che aveva ricevuto aveva parlato quasi sempre Al. Era riuscita a parlare con Ed solamente un paio di volte durante le quali nessuno dei due aveva affrontato ciò che era accaduto la sera prima della partenza.

Tentò di riaddormentarsi ma non ebbe successo. Sospirando, si alzò dal letto e si vestì in fretta.

Dev’essere ancora presto” pensò aprendo ed affacciandosi alla finestra.

I campi attorno alla casa erano colpiti da alcuni deboli raggi di sole e l’aria era particolarmente fresca.

Si voltò e guardò l’ora su una vecchia sveglia a fianco del letto. Mancavano una ventina di minuti alle 8.

Scese in punta di piedi al piano di sotto cercando di non svegliare sua nonna, ma la trovò già sveglia e arzilla nel laboratorio.

-‘giorno nonna-

-Ho bisogno che tu mi faccia un favore- le rispose Pinako a mo’ di buongiorno senza staccare gli occhi dal lavoro che stava svolgendo

mi mancano alcuni pezzi molto importanti, potresti scendere in paese e comprarmeli?-

-A quest’ora?!- chiese lei di rimando –E’ troppo presto, nonna!-

-Sciocchezze, il negozio è aperto dalle 8 in poi ed ho un urgente bisogno di quei pezzi-

Winry sbuffò e si diresse in cucina dove fece una colazione veloce, poi uscì di casa e si diresse verso il paese.


-Quella deve essere la nostra automobile!- esclamò una donna dai lunghi capelli biondi indicando un’auto nera parcheggiata di fronte alla stazione.

Ad accompagnarla c'era un giovane uomo, alto e dai capelli corvini.

Salutarono l'autista e salirono sui sedili posteriori.

-Colonnello...- sussurrò la donna -come faremo a dir loro che...- s'interruppe, lasciando la frase in sospeso.

Mustang ignorò la domanda. Non sarebbe stato semplice portare quel messaggio.

Riza sospirò e tornò a guardare fuori dal finestrino.


Winry era quasi arrivata in fondo alla lunga strada che conduceva al paese quando vide un'auto nera venirle incontro.

Erano ben poche le macchine che si avventuravano fuori dal paese, specie per quella via circondata dalla campagna che era oltretutto a sfondo chiuso. Si fermò a guardarla, incuriosita, ed ebbe un piccolo sussulto quando vide l'auto rallentare per poi fermarsi davanti a lei.


-Riza, quella ragazza...- esclamò Mustang puntando un dito oltre il conducente.

-E' la figlia dei Rockbell- rispose l'autista -vive in cima alla collina insieme a sua nonna-

-Accosti vicino a lei, per favore-

Quando l'auto si fu fermata, Mustang abbassò il finestrino.


-Colonnello Mustang!- esclamò sorpresa Winry -e c'è anche lei, tenente Hawkeye!-

I due risposero al saluto, leggermente tesi.

Winry ebbe un tuffo al cuore. Cosa ci facevano lì?! E... come mai con loro non c'erano Ed e Al?

-Cosa...- cominciò a domandare, ma subito Mustang la zittì.

-Aspetta, non è il caso di discuterne qua. Sali in macchina, dobbiamo parlare sia a te che a tua nonna-


Pochi minuti dopo erano arrivati alla casa della ragazza.

Winry non aveva aperto bocca durante il breve tragitto; aveva il cuore che batteva all'impazzata e sentiva la paura crescere sempre di più dentro di lei. Dal canto loro, nemmeno Hawkeye e Mustang parlarono.

-Torni qua verso le 16- disse quest'ultimo al conducente -e se per qualche motivo non potrà venire, veda di mandarci qualcun altro-

Con un cenno d'intesa, l'uomo intascò i soldi che Mustang gli stava porgendo e ripartì verso il paese.


-Winry? Come mai sei già tornata?- domandò ad alta voce Pinako sentendo aprire la porta d'ingresso.

La ragazza, dopo aver invitato ad entrare i due ospiti, entrò nel laboratorio.

-Nonna... Ho incontrato il tenente Mustang e il colonnello Hawkeye lungo la strada...- disse con voce tremante

-Hanno detto che ci devono parlare...-

La vecchietta lanciò un'occhiata confusa alla nipote ed uscì dalla stanza, raggiungendo i due nel piccolo ingresso.

-Salve signora Rockbell- salutarono quest'ultimi -Si ricorda di noi?-

Pinako li studiò per qualche secondo -Voi... siete quelli che proposero a Edward di diventare alchimista di Stato, non è così?-

-Esatto- confermò Mustang -vede... io e il tenente siamo venuti qua da Central City per parlarvi...-

-E' successo qualcosa ai ragazzi?- domandò Pinako impaurita.

Mustang scambiò un'occhiata con Hawkeye.

-Alphonse sta bene- continuò quest'ultima -è di Edward che dobbiamo parlarvi-

Winry trattenne il fiato e si portò una mano al cuore; sentiva il panico attanagliarla.

-...sono tornati a Central City due giorni fa. Durante la missione si sono verificati degli “inconvenienti”, se così possiamo chiamarli. Edward ha dovuto lottare contro...- si fermò notando l'occhiata d'avvertimento di Mustang.

-...durante la lotta è stato colpito violentemente alla nuca- concluse in fretta.

-Ed è tornato in braccio ad Al in stato d'incoscienza- aggiunse Riza -E' stato soccorso immediatamente ma... il dottore che lo ha visitato ha...- la donna trasse un respiro profondo e. tenendo lo sguardo, basso disse - ...ha dichiarato che Edward è caduto in coma.-

*

Piaciuto il capitolo? :)

Ringrazio EDOXWIN e RuNami 4 ever per aver commentato ^^

A presto!

LadySabra

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=473677