harry potter e i quattro fondatori

di luca76
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** vecchi e nuovi nemici ***
Capitolo 2: *** Ninga ***
Capitolo 3: *** night hunters ***
Capitolo 4: *** battaglia a londra ***
Capitolo 5: *** un aiuto insperato ***
Capitolo 6: *** una dura battaglia ***
Capitolo 7: *** All'ultimo secondo ***
Capitolo 8: *** zita la signora delle fiamme ***
Capitolo 9: *** un vecchio aiuto ***
Capitolo 10: *** la casa di Silente ***
Capitolo 11: *** una guerra dimenticata ***
Capitolo 12: *** Il segreto di voldemort ***
Capitolo 13: *** Il risveglio di un dio ***
Capitolo 14: *** un avversario temibile ***
Capitolo 15: *** Gli incantesimi Status ***
Capitolo 16: *** gli incantesimi auro ***
Capitolo 17: *** un duro addestramento ***
Capitolo 18: *** il nuovo incantesimo status ***
Capitolo 19: *** Il potere di Harry ***
Capitolo 20: *** una decisiome difficile ***
Capitolo 21: *** il trionfo dei sentimenti ***
Capitolo 22: *** Ritorno ad Hagwarts ***
Capitolo 23: *** il potere dell'amore ***



Capitolo 1
*** vecchi e nuovi nemici ***


 

                                               harry potter e i quattro fondatori


                                                                                                                                                capitolo 1
                                                    nuovi e vecchi nemici     
harry potter camminava lungo il sentiero che lo portava di nuovo alla casa dei suoi zii, ancora non capiva perchè Silente lo obbligava ogni anno a tornare in quella casa che odiava con tutto se stesso. Eppure il preside di Hogwarts sapeva come lo trattavano, ne aveva discusso con lui più di una volta, eppure continuava a rimandarlo lì. Harry poteva tranquillamente disobbedire agli ordini del preside e andare lontano, e l'avrebbe fatto se il suo padrino non fosse stato ucciso da Bellatrix Lestrange .
Ricordava ancora quella terribile notte all'ufficio Misteri, quando per colpa sua aveva messo in pericolo la vita di tutti i suoi amici, e soprattutto per causa sua il suo padrino aveva perso la vita, proprio come era successo l'anno prima con Cedric Diggory, se non lo avesse convinto ad afferrare la coppa, non lo avrebbe portato al cimitero e Codaliscia non lo avrebbe ucciso. Stessa cosa era successa per Sirius, se solo avesse imparato ad imparare bene l'occlumanzia, avrebbe chiuso la mente a Voldemort e lui non si sarebbe precipitato al ministero in preda alla foda di fare l'eroe. Lui che da tutto il mondo magico veniva considerato come colui che avrebbe battuto lord Voldemort era stata la causa della morte di due persone che erano state tirate in causa da lui.
Spesso si domandava quante persone sarebbero morte ancora per lui, tremava dalla rabbia e dalla paura, temeva più di ogni altra cosa che potesse succede qualcosa ai suoi due migliori amici Ron ed Hermione, soprattutto quest'ultima quante volte aveva rischiato la vita per colpa sua, per la sua smania di voler fare l'eroe, praticamente ogni anno, da quando aveva iniziato la scuola di Hogwarts.
Il primo anno per la sua smania di voler prendere la pietra filosofale, il secondo anno era stata pietricificata dal basilisco, il terzo anno l'aveva costretta ad affrontare oltre un centinaio di dissennatori, il quarto anno nelle profondità del lago anche se in teoria lei era stata portata lì perchè era la cosa più vicina a Krum, e per finire il quinto anno quanto aveva portato tutti i suoi amici nell'ufficio Misteri a scontrarsi contro i mangiamorte, eppure anche se li aveva addestrati sapeva perfettamente che nessuno di loro poteva reggere un confronto diretto contro un mago preparato ad uccidere. Quando l'aveva vista distesa lì a terra priva di sensi si era sentito completamente svuotato, aveva perso ognio voglia di lottare. Solo quando Neville gli aveva detto che era  viva lui si era ripreso.  Eppure non poteva far a meno di pensare che se non avesse  creato l'es il quinto non avrebbe messo in pericolo la vita di tutti i suoi amici. Ricordava perfettamente quei momenti,  Hermione che lo convinceva a creare l'es, Hermione che lo dichiarava apertamente capo dell'ordine  es.  Ricordava anche il suo primo bacio con Cho Chang, tutte le sue scenate di gelosia ogni volte che passsava un minuto con  Hermione.  Eppure ora ripensandoci attentamente il rapporto che avevav avuto con  Cho non era paragonabile  a quello di amicizia che provava per Hermione. Ma era davvero  amicizia quella che provava per lei o cominciava a nutrire qualcosa di più,  forse  era amore, e forse doveva  parlare con lei e cercare di capire cosa gli stesse succedendo ma non osava farlo.  Non voleva farlo per due motivi primo perchè temeva di perdere la sua amicizia, e secondo perchè si era accorto i  due suoi amici erano reciprocamente amati e per il bene di entrambi avrebbe tenuto nascosto il suo amore per Hermione.
Era tormenato da questi pensieri, quando una ragazza lo buttò a terra seguito a ruota da lei
> Ma cosa... - disse Harry rialzandosi massaggiandosi la testa  
> Hermione - esclamò Harry sorpreso, osservando quanto fosse bella la sua amica anche se aveva un aria spaventata
> Harry - esclamò a sua volta Hermione rialzandosi, girandosi nella direzione del suo amico, non ricordava che Harry avesse degli occhi così verdi, occhi nei quali si era persa, quando ad un tratto si sveglio da quel torpore e li video proprio a pochi metri dal suo amico
Harry notò lo sguardo di terrore della ragazza, mise la mano nella tasca posteriore dei pantaloni, estrasse la bacchetta e si girò rapido, nello stesso istante in cui Hermione gridava di fuggire, Harry lanciò uno stupeficium colpendo in pieno un essere che sembrava un uomo, aveva la testa completamente calva la sua carnagione era nera, aveva delle ali a forma di pipistrello ripiegate dietro la schiena, la parte centrale era coperta da una corazza nera mentre sulle gambe indossava un pantalone nero. L'incantesimo di Harry aveva colpito la corazza, e l'essere non aveva fatto la minima piega, inoltre l'essere non era solo ma ce ne era un altro e insieme a loro vi erano due mangiamore. All'improvviso il cielo si oscurò ed Harry ed Hermione cominciarono a sentire freddo e non provavano altro che tristezza, dal cielo stavano arrivando almeno una decina di dissennatori.
Harry riprese rapidamente il controllo di se stesso e si ricordò di avere al suo fianco Hermione, giurò che a costo di morire l'avrebbe salvato

Nel frattempo nel castello di Hogwarts, ina persona alta con indosso una tunica nera e capelli neri, aveva appena pronunciato la parola d'ordine per smuovere il gargoile che bloccava l'accesso alla camera del preside. La porta era socchiusa, l'uomo la aprì completamente e vide una cosa che non aveva mai pensato di vedere, Albus Silente era in ginocchio che si teneva la sua mano sinistra, l'uomo vide chiaramente che il preside portava un anello nero alla sua mano, l'uomo subito gli corse per sollevarlo e farlo sedere sulla sedia. Stava per uscire dalla porta quando Silente lo fermo
> Aspetta Severus - gli disse Silente con un fil di voce - raduna tutti e correte da Harry, è in grave pericolo, il sigillo è stato rotto e lui non ha ancora l'addestramento giusto per batterlo
Piton non perse neanhce un secondo, chiamò in pochissimi minuti tutti i menbri dell'ordine della fenice e si smaterializzarono.

Harry lanciò un altro stupeficium, ma l'essere con un pigro colpo del braccio deviò il colpo, e a sua volta lanciò una sfera di fuoco contro il ragazzo che provò con un protego a difendersi, purtroppo il suo incantesimo fu spazzato via e solo i suoi rapidi riflessi gli impedirono di essere colpito.
> Avada kedravra - gridò uno dei mangiamorte puntando la bacchetta contro Hermione che era ormai impietrita, Harry che si aspettava una simile mossa si butto su Hermione evitando il colpo,
> Expelliarmus - gridò Harry disarmando prima e poi l'altro mangiamorte,
> Accio firebolt - gridò ancora una volta Harry -
Hermione guardò sospresa il ragazzo, stava appellando la sua scopa ma era impossibile, niente poteva lasciare la scuola, ma la ragazza ignorava che il preside aveva dato il permesso ad Harry di portare con se la sua amata scopa.
La ragazza vide con sorpresa la scopa uscire dalla stanza del ragazzo, Harry la sollevò di peso ed entrambi saltarono sulla scopa, Harry si alzò in cielo ma fu subito seguito dai dissennatori
Anche se erano solo una decina volano in maniera compatta, la sciando poco spazio ad Harry, che anche a causa di una spaventassima Hermione, dovevi fare delle dolci manovre, purtroppo prevedibili e questo lo portava sempre a scontrarsi almeno contro due dissennatori che riusciva ad evitare grazie alle sua abilità di cercare, infatti Harry evitava lo scontro diretto cercando sempre uno spiraglio di luce nel quale poteva infilarci.
> Hermione - gridò Harry per superare il boato del vento provocato dalla velocità della scopa - dobbiamo assolutamente fare qualcosa per crearci un varco e scappare, non posso evitarli in eterno
> Il mio patronus non è abbastanza potente - gridò Hermione di rimando
> Lo so - rispose il ragazzo evitando un altra coppia di dissennatori - mantienito alla scopa con entrambi le mani
> Harry che vuoi fare - chiese la ragazza aggrappandosi
> questo - gridò il ragazzo - expecto patronum - dalla bacchetta di Harry uscì un cervo argenteo che spazzò via tutti i dissennatori
La strada era libera, ed Harry partì a tutta velocità ma uno di quegli essere gli sbarrò la strada e colpì la scopa con una sfera di fuoco, nonostante Harry avesse provato a difendersi con un protego. I due ragazzi caddera a terra rovinosamente . I due esseri e i due mangiamorte, recuperato la loro bacchetta, avanzavano verso i due ragazzi, sembrava la fine del famoso Harry potter e della strega più brillante degli ultimi cento anni.
> Stupifendo - gridò una voce familiare dietro ad Harry, l'incantesimo colpì uno degli essere mandandolo a terra rovinosamente
Un altra voce gridò lo stesso incantesimo del primo mago colpendo l'altro essere, Harry ed Hermione usarono un expelliarmus per disarmare i due mangiamorti che si diedero alla fuda, i due esseri si rialzarono e lanciarono due sfere di fuoco verso i due giovani maghi.
> Protezione magica - gridò il primo mago mettendosi davanti ad Harry fermando la sfera dell'essere
> Riflessione magica - grido il secondo mettendosi davanti ad Hermione, il suo incantesimo rispedì la palla di fuoco all'essere che la fermò con la mano.
> Andiamo via - disse uno dei due essere con voce sepolcrale, che ricordava tanto quella di Voldemort - avremo occasione per uccidere i due mocciosi.
I due essere aprirono le loro ali e fuggiromo via, i due maghi si girarono verso i due ragazzi e per la prima volta Harry fu felice di vedere il suo professore di pozioni con tutto il seguito dell'ordine della fenice



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Capitolo 2
*** Ninga ***


 

                                                                                                            capitolo 2

                                                                                                                                                            Ninga


>  
Potter, vuoi stare lì disteso in eterno ad osservarmi - esclamò Piton con il suo tono superiore che riservava solo ad Harry
Harry guardò il suo professore rialzandosi, pensando che come suo solito non si smentiva mai, però il ragazzo aveva notato, che tutti i membri dell'ordine della fenice, come Piton, erano tesi come non mai, neanche l'anno prima quando si erano precipitati al ministero per aiutarlo era così tesi, evidentemente questi nuovi nemici li preoccuppavano non poco.
> Professor Piton che cosa erano quegli esseri alati? E quei incantesimi che avete usato? Non ho mai visto nulla di così potente - chiese Hermione desiderosa di sapere cosa stasa succedendo, desiderio che aveva anche Harry
> Non ora Hermione - disse Lupin avvicinandosi alla ragazzina con fare affettuoso - qui siamo troppo esposti, e oltretutto siamo in un centro babbano, è già una fortuna che nessuno ci abbia visto, inolte come mai ti trovavi qui Hermione
> Sono fuggita da quegli esseri dalla mia città, dopo che l'hanno rasa al suo per metà. Ero nella mia camera quando ho sentito una serie di esplosioni, in cielo vi erano quei due esseri che stavano lanciando le loro palle di fuoco su ogni singola casa, che veniva distrutta all'istante e mentre loro stavano facendo il loro massacro nel cielo ho visto il marchio nero, non ci ho impiegato molto per capire che volevano me. Sono scesa subito al piano di sotto della mia casa, ho spiegato brevemente quello che  stava succedendo ai miei genitori e poi sono corsa di fuori attirando l'attenzione dei due esseri, mi sono materializzata poco distante dalla casa di Harry, non se neanche io perchè, e dopo pochi secondi me li sono ritrovati dietro i due esseri e i due mangiamorte.
> Harry tu stai bene - chiese Tonks impressionata da come Hermione avesse mantenuto il sangue freddo in quella situazione così delicata
> Si - rispose  Harry - è successo tutto in pochi secondi, le mie magie erano completamente inutili contro di loro, le loro corazze resistevano ai miei incantesimi, e il mio protego era inutile contro le loro sfere di fuoco
> E' ovvio Harry - disse Lupin - non hai affrontato semplice maghi ma demoni, ed è stato incredibile come siate riusciti a resistere ad un simile attacco per tanto tempo. Dal momento che siamo stati convocati a quando siamo partiti sono trascorso almeno cinque minuti. Ad un demone bastano pochi secondi per eliminare un mago non preparato allo scontro.
> Demoni - esclamò stupito Harry osservando il suo ex professore
> Ma io sapevo che i demoni, grazie ad una barriera magica non potevano venire nel nostro mondo - disse Hermione
> E' così infatti... - ribatette Piton
> Ma allora questi demoni coma hammo fatto a venire qui? - chiese Harry interrompendo il professor Piton, cosa che non gli piacque affatto
> Potter ti stavo spiegando prima che mi interrompesti - disse piton piuttosto seccato - che questi demoni sono i seguaci di Ninga, un demone molto forte che mise in grande difficoltà i quattro fondatori di Hogwarts.
> Ma come -  chiese harry - Ninga è vissuto all'epoca dei quattro fondatori
> Vi spiegheremo tutto con calma - disse Lupin - ora andiamo via di qui, siamo troppo esposti
> Dove andiamo - chiese Hermione - a giudicare dalla potenza di quegli esseri nessun posto è sicuro, forse nemmenon Hogwarts
> Signorina Granger mi stupisce che dica una cosa del genere - disse una voce facendo voltare i due ragazzi, era arrivato Silente, Harry notò subito che la sua mano sinistra era annerita e che aveva all'anulare un anello nero
> professore... - disse Harry ma fu subito bloccato da Silente
> Non ora Harry, l'ha detto anche Lupin qui siamo troppo esposti dobbiamo andarcene o rischiamo di mettere in pericolo la vita di tutti i babbani - esclamò Silente con quella sua proverbiale calma
> Dove andiamo professore? - chiese ad Hermione
> Ad Hogwatrs - rispose Harry - non c'è altro posto sicuro
> E' vero Harry ma non andremo oggi - disse Harry
> E dove andremo allora - chiese Harry -  sicuramente non alla tana o a Grimmauld place
> No harry - rispose sempre con calma il preside - andremo in un posto sicuro, andremo a casa mia
Harry ed Hermione rimasero a dir poco sorpresi in tanti anni non avevano mai sospettato che Silente avesse una casa propria, erano entrambi convinti che vivesse ad Hogwarts e invece avrebbero dovuto pensare che il preside avesse una casa propria.
> Dove si trova la sua casa professore - chiese curiosa Hermione
> Nel luogo più sicuro di tutta la Gran bretagna - disse Silente
> Dove - chiese curioso Harry
> In scozia - rispose questa volta Hermione, - dove ci sono decine di castelli ognuno di loro protetto da grandi magie. Tutti i castelli sono stati costruiti secondo un criterio magico, ovvero in circolo, e guardano tutti in un unica direzione.
> In quale direzione guardano - chiese Harry curioso
> Verso Hogwarts - rispose il preside con calma
> Inoltre si è sempre sospettato che al centro del cechio magico ci fosse qualcosa. - proseguì Hermione
> Infatti signorina Granger, nel centro del cerchio magico vi è il castello del primo fondatore di Hogwarts, ovvero Godric Grifondoro - disse il preside sosprendendo i due ragazzi - e quella per generazione è anche la casa dei presidi di Hogwarts
> Come ci arriviamo professore? tramite smaterializzazione
> No Harry - rispose il mago - anche i demnoni sanno smaterializzarsi e sono in grado di avvertire quando un mago usa la smaterializzazione
> E allora come ci andiamo - chiese Harry spazientito - di certo non usando mezzi babbani, metteremo in pericolo la loro vita
> No Harry - rispose ancora una volta il preside useremo i thestral perciò prima faremo una piccola deviazione ad Hogwarts  via Londra. In marcia ed occhi aperti, non penso che attacheranno sapendo che ci sono io, ma la prudenza non è mai troppa.  Formiamo un cerchio, io e Piton davanti, Lupin e Thonks dietro, Minerva e Shakebolt ai lati, Harry ed Hermione al centro.
Lo strano gruppo si mise in marcia, ma ignoravano che a Londra avrebbero avuto grossi problemi.

Nel frattempo nello stesso tempo che Silente era con Harry, in una casa vicino al cimitero si sentivano delle urla di dolore che non erano ascoltate da nessuno, era Voldmort che stava torurando con il crucio i suoi due mangiamorte per aver fallito la loro missione.
> Crucio - gridò Voldemort in preda all'ira - dovevate solo battere un ragazzino e invece vi siete fatti battere ancora una volta e per di più siete stati sconfitti nonostante l'aiuto dei demoni.
> Pietà mio signore - gridò Tiger - non potevamo immaginare che dopo pochi minuti che l'avevamo trovato sarebbe piombato l'intero ordine ad aiutarlo
> ora basta Voldemort - disse una voce facendo voltare il signore oscuro
> osi darmi degli ordini Ninga - disse Voldemort rivolgendosi ad uomo con la carnagione scura, indossava un armatura completamente nera, e aveva una spada sul fianco sinistro pronta ad essere estratta
> Voldemort - gli disse il demone guardandolo dritto negli - non dimenticarti che tutto quello che hai imparato lo devi solo a me che ti ho fornito una parte della mia conoscenza, solo in questo modo sei venuto a conoscenza degli horcrux e di come separare la tua anima, ammetto sei stato furbo a mettere l'anello nella caverna in cui ero rinchiuso, così Silente ha dovuto distruggere la tua barriera,  non sapendo che facendo così avrebbe indebolito quella dei quattro fondatori. Ma bada ora che Silente ha capito che l'anello era un Horcrux istruirà il ragazzo su come distruggere gli altri  e su come affrontare i demoni.
> Potevi ucciderlo - disse Voldemort - perchè non l'hai fatto.
> Perchè io voglio vendetta, voglio distruggere tutto e tutti, quando tutti i miei demoni saranno liberi attaccherò e distruggerò tutto il regno magico e la prima a farne le spese sarà l'amata Hogwarts con tutti i suoi paladini della luce, ma quello che deve soffrire più di tutti è Harry potter, in lui vi è la discendenza e inoltre in lui vi è l'unico potere in grado di fermarmi e deve morire.
> Harry Potter è mio - disse Voldemort -  lui e Silente sono gli ultimi ostacoli alla conquista del potere
> Va bene amico mio - disse Vinga - se ci tieni proprio tanto, prenditelo ma vedi di non fallire.
> E ora torniamo a voi due Tiger e Goyle, mi auguro per il vostro bene che abbiate successo nelle missioni che sto per affidarvi, tu Tiger attaccherai Azkaban e libererai tutti i mangiamorte, e tu Goyle andrai a casa di Malfoy e porterai qui da me quel ragazzino presuntuoso, deve pagare per non aver obbedito ai miei ordini.
> Si mio signore - dissero all'unisono i due mangiamorte.
> Fermi - disse il demone - questa volta non voglio fallimenti perciò sarete accompagnati da miei due demoni. Zina e Katana venite a me
In un vortice di fiamme apparve un demone dalla bellezza straordinaria, capelli rossi come il fuoco, la sua pelle era di colore rosso, e aveva sul petto un'armatura dello stesso colore. Successivamente, da tutta la stanza apparvero tanti rivoli di acqua che si congiunsero per far apparire un altro demone, al contrario della prima lei aveva i capelli blu e la pelle dello stesso colore, ed il suo petto era coperto da una corazza ble.
> Mio signore chi dobbiamo uccidere - chiese Katana -
> Nessuno, dovete solo accompaganre Tiger e Goyle nella loro missione ed assicuratevi che abbiano succeso.
> Gentile da parte tua far accompagnare Tiger e Goyle da due signore degli elementi - disse Voldemort
> Agli ordini mio signore - dissero Katana e Zina scomparendo insieme a Tiger Goyle
> Mio signore - disse uno dei demoni che aveva attaccato Harry - si stanno muovendo
> Molto bene destinazione - chiese Ninga
> Londra - replicò il secondo demone
> Bene - esclamò Vinga - andate sapete cosa fare
> Si mio signore ma avremo dei problemi c'è anche Silente con loro
> Silente - disse  sorridendo il demone - molto bene allora sarà il caso di far vedere a quel mago che il suo patetico tentativo di rinchiudermi di nuovo è fallito. Kuna Runa andiamo a Londra a divertici un po'
I tre demoni spiccarono il volo mentre Voldemort aveva un problema, ora che Silente aveva scoperto gli horcrux doveva eliminare l'unica persona al mondo che sapeva in quanti parti avesse diviso la sua anima ovvero Orace Lumocorno.

> Professore Silente, i miei genitori come stanno - chiese Hermione spaventata che potesse essere successo qualcosa di brutto, Harry istintivamente le mise un braccio sulle spalle, nel tentativo di farla sentire meglio
> Stanno bene signorina Granger - le rispose il preside, girandosi solo per qualche istante - una squadra di auror, li sta portando alla mia casa, il ministro Amelia Bones non appena ha avuto la notizia ha agito subito
Amelia Bones era stata nominata primo ministro al posto di Cornelius Caramel, licenziato dalla sua carica di primo ministro per la sua incapacità, di gestire al meglio la situazione delicata che si trovava in quel momento il regno magico. Tale licenziamento era stato dettato anche dal suo accanimento nei confronti del preside di Hogwarts l'anno prima e soprattutto dal comportamento e dall'abuso di potere che aveva esercitato il suo sottosegretario l'anno prima, oltre all'accusa di tentato omicido di Harry Potter, visto che la verità era venuta fuori, e anche dal tentato uso di una maledizione senza perdono su degli studenti di Hogwarts, nonchè uso improprio della pozione veritaserum, per estorcere informazioni senza il loro consenso a degli studenti. Tutte queste accuse avevano portato al licenziamento di entrambi e alla carica di primo ministro di Amelia Bones, sostenuta fortemente da Silente e da Harry Potter, soprattutto la parola di quest'ultimo aveva giocato un ruolo fondamentale nella elezione del nuovo primo ministro, e lei come ringraziamento aveva, in pochi giorni, adottato nuove leggi che rendevano tutti più uguali e concesso la carica di auror a Lupin dopo che aveva superato brillantemente tutti gli esami, orami tutti vedevano quanto importante stesse diventando Harry potter e come politicamente già influisse parecchio, ma come il suo professore preferiva non  essere al centro delle attenzioni e lasciare tutto il peso delle decisioni al nuovo primo ministro.
> Grazie al cielo - replicò Hermione piangendo silenziomante, nessuno se ne accorse, eccetto Harry che continuava a tenere il suo braccio sulla  spalla della ragazza . Il ragazzo commosso, offrì il suo fazzoletto che Hermione accettò molto volentieri, non credeva che in un frangente del genere Harry potesse dimostrare tutta quella sensibilità, inoltre ogni volta che lo guardava rimaneva sempe incantata da quei meravigliosi occhi verde smerarldo.
Harry distolse lo sguardo da quello di Hermione, non poteva continuare a guardarla in quel modo, se avesse insistito a tenere gli occhi fissi su di lei era sicuro che la ragazza si sarebbe accorto di qualcosa, e lui non voleva che lei capisse che l'amava, aveva deciso che avrebbe tenuto nascosto nel suo cuore i suoi sentimenti per lei, già rischiava molto la ragazza ad essere sua amica se fosse diventato anche la sua ragazza l'avrebbe messa ancora più in pericolo. La battaglia al ministero aveva dimostrato che lui non era ancora in grado di affrontare Voldemort, si era salvato per puro miracolo dalla sua possessione ed era sicuro che in quel frangente il mago aveva scoperto che lui provava qualcosa di più della semplice amicizia. Altrimenti non capiva per quale motivo i demoni avevano attaccato la città di Hermione piuttosto che attaccare direttamente lui.
Oltretutto cominciava ad essere anche preoccupato per il suo amico Ron, tutti sapevano che il rosso era il suo migliore amico, stava quasi per chiedere al preside informazioni relative al suo amico quando gli succese qualcosa, era una semplice sensazione ma percepì nell'aria che qualcosa non andava, c'era qualcosa di diverso, la stessa sensazione che aveva avuto nel momento in cui aveva incontrato pochi minuti prima Hermione, il suo udito era attento a cogliere il benchè minimo rumore, i suoi occhi guardavano in tutte le direzioni, posandosi rapidamente su tutti i membri della scorta, che a quanto pare erano tutti tesi come lui, anche Hermione percepì che c'era tensione nel gruppo da qualche secondo e vide Harry mettere la mano nella testa, cosa che istintivamente fece anche lei.
Poi successe tutto in pochi secondi, i sei membri dell' ordine lanciarono uno stupifendo a pochi metri di distanza da Shakebolt, colpendo una siepe da quale uscì una specie di ombra, simile ad un dissennatore, Harry vedendo l'ombra volare sopra di loro, lanciò in rapida successione uno stupeficium, un impedimenta, una bombarda e un reducto. I quattro incantesimi andarono tutti a segno facendo rallentare la corsa dell'ombra, così Hermione potette prendere la mira e lanciare un immobilus, ma nessuno degli incantesimi furono sufficientemente forti da fermare la fuga dell'ombra.
> Maledizione - disse Lupin - la nostra destinazione non è più un segreto, quello era uno specter.
> Che cosa - chiese Harry stupito
> Uno specter Harry, una specie di ombra, simile nell'aspetto ad un dissennatore, è quasi impossibile percepire la loro presenza. Vengono usati dai demoni per spiare o per impossessarsi delle persone, quello che è fuggito sicuramente serviva per spiarci e ha avuto l'informazione che voleva.- Spiegò Silente
> Dobbiamo cambiare piano - disse Piton
> Non possiamo - replicò Silente - ormai conosce la nostra destinazione e se non ci vedranno a Londra la raderanno al suolo. Non possiamo permettere che muoiano milioni di babbani. Continueremo con il nostro piano originale. Harry ti faccio i miei complimenti non tutti posssono vantarsi di poter colpire un ombra per ben quattro volte
> Grazie professore - disse Harry un po' imbarazzato, non si aspettava questo complimento da lui dopo che era stato trattato male l'anno prima, certo sapeva che l'aveva fatto per il suo bene
> Complimenti anche a lei signorina Granger - replicò il preside
> Grazie professore - disse Hermione alquanto imbarazzata -  ma io l'ho colpito solo perchè Harry l'aveva centrato quattro volte. Io non sono neanche riuscita a vederlo apparire
Piton, anche se non lo dimostrava era alquanto sorpreso dall'abilità di Potter dimostrata pochi minuti prima, indubbiamente la sua abilità come cercatore lo aveva aiutato molto, ma colpire per quattro volte e in rapida successione uno specter era quasi impossibile per chiunque, eccetto forse èer un discendente, eppure era da secoli che non ce ne era uno.
> Preside se dobbiamo continuare con il piano sarà meglio muoverci - disse Piton con quella sua proverbiale calma, cosa che a Harry ricordava molto il preside
> E' giusto Severus, rimettiamoci in marcia, ormai il luogo dei nostri mezzi di trasporto per Londra non è troppo lontano.




ringrazio edocast92 per la sua recensione, e mi fa piacere che ti piaccia come storia
ringrazio aurosan, en86, merak Chan che hanno inserito la storia fra i loro preferiti
e ringrazio edocast92, flamara e roxy che stanno seguendo la storia
Avviso che la storia è un po' lunga ma la fanfic avrà una fine visto che nella mia mente è già tutto predisposto, devo solo trascrirla sul pc.
fatemi se la storia continua a piacerce, se c'è qualcosa che non è chiaro.
so che sto lasciando qualche punto interrogativo, ma una storia di harry potter così deve essere, altrimenti sarebbe noiosa da leggere.
e ringrazio coloramente tutti coloro che stanno leggendo la storia.

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Capitolo 3
*** night hunters ***


 

                                                          capitolo 3   

                                                        Night hunters

> Harry come hai fatto a percepire lo specter? - chiese il preside camminando a pochi metri di distanza da lui
> Non lo so professore. E' stato come se qualcosa nell'aria fosse cambiato, mi sentivo più opprimente, qui nel petto. E poi percepivo nell'aria una specie di calore, non so spiegare molto bene ma è la stessa sensazione che ho provato quando siamo stati attaccati dai due demoni prima che venissimo salvati dall'ordine. Hermione mi era piombata addosso all'improvviso e quando ci siami rialzati ho notato un cambiamento nell'aria, Hermione non ha avuto bisogno di dirmi niente sono bastati i suoi occhi e questo cambiamento a farmi capire che eravamo in pericolo. - spiego Harry camminando fianco a fianco con Hermione, data la vicinanza e l'accerchiamento dell'ordine spesso le loro mani si sfioravano facendoli imbarazzare sempre di più
> Mi sorprendi sempre di più Harry - replicò il preside continuando a guidare il gruppo, ormai erano in una pianura  sempre più larga, circondata da alberi - questo fenomeno che hai percepito per ben due volte si chiama aura, che altro non è che la propria potenza combattiva, la si usa solo quando si sta per lanciare un attacco. Per farti capire è come se fosse un emanazione magica, solo che raramente un mago riesce a percepire l'aura soprattutto quella di un demone.
> Come mai l'aura dei demoni è difficile da percepire? - Chiese Harry
> E' semplice Potter - rispose Piton - i demoni sono entità non umane, e quindi è difficile percepire la loro presenza, a meno che non si mostrino loro. Per percepire la loro presenza bisogna essere molto addestrati, il fatto che tu sia riuscito a percepire il cambiamento dell'aria dimostra che i tuoi sensi sono un po' più sviluppati di quelli di un altro essere umano.
Harry guardò per un attimo il professore, non aveva capito se era un complimento o un offesa quella che gli aveva detto Piton, il ragazzo guardò interrogativamente Hermione che fece spallucce.
Passarono ancora qualche minuto in silenzio, Hermione non sopportando quello stato di cose si mise a parlicchiare con Harry.
> Sei stato molto veloce a lanciare quegli incantesimi prima
> Grazie, è tutto merito del primo ministro, che mi ha concesso il potere di usare la magia fuori da Hogwarts. -
rispose Harry evitando accurutamente di guardarla negli occhi. Infatti era ancora minorenne per il regno magico, ma ormai tutti sapevano il pericolo che stavano correndo e così il primo ministro aveva concesso di usare la magia fuori da Hogwarts. lui era il più esposto di tutti e doveva essere messo in condizioni di potersi proteggere.
>
Tutta la settimana per almeno tre ore al giorno mi recavo in un posto lontano dal paese e mi allenavo a lanciare magie in rapida successione usando qualsiasi cosa come bersaglio eccetto gli animali. Spesso lanciavo in aria sette o otto sassi e mi allenavo a colpirli prima che toccassero il suolo - continuò Harry a parlare guardando un punto indistinto davanti a lui
> Incosciente - replicò Hermione - e se fossi stato attaccato dai mangiamorte
Harry non rispose subito, per un istante si era ricordato di quella sera quando Dobby gli aveva svelato che nel castello vi era la stanza necessità, stava per correre fuori quando la sua coscienza parlando con la voce di Hermione lo aveva chiamato inosciente. Era incredibile come la ragazza avesse usato proprio quella parola
> Harry tutto bene - chiese Hermione, visto che il ragazzo non aveva ancora replicato
> Tranquilla Hermione, avevo i miei angeli custodi - disse Harry, scuotendosi dai suoi pensieri indicando alle sue spalle - c'erano quelli dell'ordine e quelli del ministero che mi tenevano d'occhio, solo che a volte mi perdevano.
> Ti perdevano? - chiese Hermione -
> Chiedilo a Lupin - rispose Harry sorridendo, indicando il professore alle sue spalle
> In che senso lo perdevate - chiese Hermione rivolgendosi al suo ex professore
> Diciamo che Harry quando comincia a correre riesce a tenere lo stesso ritmo anche per chilometri interi - rispose Lupin piuttosto imbarazzato - così abbiamo dovuto creare delle squadre.
> Squadre? - Chiese Hermione
> Si - rispose Lupin - è succeso dopo la prima volta che lo perdemmo, lo ritrovammo perchè sapevamo dove si allenava, ma fu piuttosto imbarazzante quando dovettimo fare rapporto al primo ministro.
> Fu una furia, ci disse che non potevamo farci seminare da un ragazzino e che la volta successiva ci avrebbe pensato lei a seguirlo. - Continuò Tonks
> Inutile dire che mi mollò dopo appena un chilometro - proseguì Harry sorridendo -
> Però da quale grande primo ministro quale è ci chiese scusa - proseguì Lupin - fu così deciso che avremmo creato delle squadre per controllare Harry
> Ti allenavi solo con la magia Harry? - chiese Hermione
> In particolar modo si, ma anche alcuni esercizi ginnici - rispose Harry sorridendo
Passarono alcuni minuti di silenzio durante i quali Hermione guardava di nascosto Harry, aveva notato che fisicamente era molto più asciutto rispetto a quando lo aveva lasciato poche settimane prima, ma non era solo quello, cominciava ad avere dei dubbi sui sentimenti che provava per l'amico, notava particolari che in passato non aveva mai fatto caso. Come quando gli era caduto addosso ed era rimasta praticamente ipnotizzata da quei bellissimi occhi verdi, per non parlare di quel suo sorriso dolce. Non sapeva spiegarsi tali dettagli che all'improvviso stava notando in lui, tanto più che lei era innamorata di Ron e cominciava a chiedersi se quello che provava per il rosso fosse amore o una semplice attrazione.
> Siamo arrivati - disse Silente fermandosi insieme a tutto il gruppo, scuotendo Hermione dai suoi pensieri, cosa che non passò inosservata ad Harry che si chiese a che cosa stesse pensando l'amica.
> Professore andremo a Londra con la passaporta - chiese Harry
> No Harry, andremo con le scope - rispose il preside facendo apparire sei scope - Signorina Granger lei dovrà salire con uno di noi, ho portato solo sei scope, non mi aspettavo di trovare anche lei.
> Perchè non usiamo la passaporta professore - chiese Hermione
> Perchè anche quelle possono essere percepite dai demoni - rispose la Mc Granitt -
> Ovviamente se avessi saputo dello specter ci saremmo risparmiati questa fatica - parlò il preside sempre con quella sua proverbiale calma - ma ora non avrebbe senso creare una passaporta, ci impiegheremo tempo, tanto vale usare le scope. Signorina Granger lei con chi vule volare
Harry sapeva che Hermione odiava volare ed era incuriosito di sapere con chi avrebbe deciso di volare, ma era anche curioso di vedere come volava il preside e gli altri membri dell'ordine. Thonks e Shakebolt li aveva già visti volare l'anno prima quando lo avevano prelevato di forza dalla casa degli zii.
> Preside Silente se a Harry non crea problemi preferirei volare con lui - chiese Hermione sorprendendo il ragazzo che si riprese subito
> Se per Harry non è un problema - disse il professore facendo l'occhiolino ad Harry, che come solito non riuasciva mai a capire il suo preside, si sarebbe aspettato che avesse cercato di convincere Hermione a cambiare idea. Inoltre anche lui non si spiegava come mai lei preferisse volare con lui piuttosto che con un membro dell'ordine che poteva essere più esperto di lui. Sicuramente avevo scelto lui perchè lo aveva visto volare tante volte alle partite di quidditch di Grifondoro. Le partite di Quidditch, si chiedeva se ci sarebbero state anche quest'anno considerato il pericolo che correvano e non avendo potuto partecipare l'anno prima sentiva una voglia matta di volare e fare quelle manovre pericolose che solo lui sapeva fare.
Anche se Hermione non lo ammetteva anche lei aveva una voglia matta di rivedere il suo Harry in azione, cosa che non aveva potuto vedere l'anno prima a causa della Umbridge. Poi dopo un secondo si rese conto di quello che aveva pensato, il suo Harry, ma non era possibile Harry non era solo suo, comincioava a domandarsi che cosa le stesse capitando, mai e poi mai aveva pensato che Harry fosse suo.
> Per mon non è un problema - replicò Harry che non si era accorto di quello che era successo per un momento ad Hermione, ed in effetti non poteva accorgersene visto che evitava accurutamente di guardarla se non era strettamente necessario.
> Molto bene, possiamo partire allora - disse Silente salendo sulla sua scopa seguito da Harry e da tutti i menbri dell'ordine
> Harry sono nelle tue mani - disse Hermione aggrappandosi a lui
> Tranquilla Hermione ti porterò sana e salva da Ron - disse Harry sorprendendo Hermione con quelle parole, non credeva che il suo amico si fosse accorto che lei amava Ron, ma ora  cominciava a chiedersi se veramente amava il rosso. Ricordava perfettamente come si era sentita pochi minuti prima quando le loro mani si sfioravano, ogni volta che succedeva aveva la sensazione che una scarica elettrica passasse per tutto il suo corpo e il cuore le batteva forte e visto che Ron non la faceva mai sentire così si domandava se cominciasse a provare qualcosa in più per Harry della semplice amicizia. Ma forse non era amore quello che provava ma solo agitazione per quello che era successo in quelle ultime ore, però ora si cominciava a chiedere come mai quando si era smaterializzata dalla sua città avesse pensato proprio ad Harry e non a Ron.
All'ordine di Silente tutti spiccarono il volo, il gruppo era guidato da Piton seguivano Silente ed Harry, alla sinistra di Harry vi era Tonks, alla destra di Silente vi era la Mc Granitt, chiudevano il gruppo Shakebolt e Lupin che volavano a qualche metro di distanza da Harry e da Silente.
> Professore Silente, ha qualche notizia di Ron? - chiese Harry ricordandosi all'improvviso quello che voleva chiedere già prima, poi la scoperta dello specter e il parlare con Hermione lo avevano fatto dimenticare, ma gli era venuto in mente non appena aveva pronunciato il suo nome.
> Tranquillo Harry - rispose il preside - Ron e la sua famiglia ci aspetteranno a Londra e anche se fossero attaccati sono ben difesi, presto arriveranno amici Harry, amici appositamente addestrati per questa evenienza.

Nel frattempo nella casa di Voldemort, il signore oscuro aveva convocato moltissimi dei suoi mangiamorte, tra i quali c'era Bellatrix Lestrange.
> Bellatrix avete trovato Orace - chiese il suo signore con tono che non ammetteva incuccessi
> Si mio signore - rispose Bellatrix con quella sua voce stridula da canarino - non è stato molto difficile
> Allora - chiese il signore Oscuro spazientendosi - dov'è
> In un paesino vicino Londra - rispose la Lestrange -
> Molto bene è arrivato il momento di andare a caccia, Avery, Nott, Mc Nair,  voi verrete con me; Bellatrix, Greyback e Rockwood e tutti gli altri andrete a Londra a seminare il panico, non voglio che Ninga si prende tutto il merito, deve capire che io sono il padrone e non lui.
Così mentre Voldemort insieme ai suoi tre servitori si era smaterializzato per appararire davanti ad un piccola villetta, il resto dei mangiamorte era arrivato a Londra. Ben presto la grande metropoli sarebbe stata al centro di un epica battaglia.

Voldemort e i suoi tre mangiamorte erano arrivati a destinazione, la casa era piccola e molto semplice, era evidente che Orace Lumocorno voleva passare inosservato, ma si era lasciato un'infinità di traccie dietro, nel  tentativo di scappare non si era reso conto che aveva lasciato una scia magica inconfonbile, un piccolo regalo suo di quando era giovane. E mentre lui ricordava il giorno di quando aveva scoperto gli horcrux, Bellatrix cinguettava che erano venuti a prendere Lumocorno, mentre Rockwood aveva lanciato nel cielo il marchio nero, segno che presto ci sarebbe stato un omicidio in quella zona.
Voldemort aprì la porta e trovò che l'interno della casa era tutto in disordine, i vetri della lampadari erano a terra, tutti i mobili erano distrutti, tutti eccetto una poltrona che era al suo posto, mentre dal soffitto scorrevano alcune gocce di sangue che Voldemort raccolse nella sua mano, odorandole.
> Credo che non eravamo i soli a voler Lumocolor morto - disse un mangiamorte esaminando uno dei mobili
> Possiamo andarcene mio signore - parlò un altro mangiamorte
> Sai Mc Nair non mi meraviglia che eri finito a fare il boia per il ministero con quella testa vuota che ti ritrovi - disse il signore oscuro facendo ridere la Lestrange
> Se facessi attenzione noteresti che mentre tutto e distrutto un mobile è integro - disse il signore oscuro indicando la poltrona rivestita con un lenzuolo bianco con dei fiorellini rosa. Voldemort fece volare la poltrona che andò a sbattere con violenza contro un muro, successivamente la poltrona si trasformò in un essere umano di mezza età che indossava une vestaglia dello stesso colore del lenzuolo di poco prima.
> Come hai fatto a capire che c'ero io qui - chiese il vecchio rialzandosi
> Per due motivi mio carissimo professore - disse Voldemort a pochi centimetri dal viso del vecchio - Primo perchè lei ha la mia traccia
> E quale sarebbe il secondo motivo Ton Riddle - chiese il vecchio impaurito. Sapeva già che sarebbe morto quella notte, nessuno era sfuggito alla caccia del signore oscuro eccetto Harry Potter
> E' molto semplice, caro il mio professore di pozioni, avrebbe dovuto inscenare meglio la distruzione della casa, ora le faccio vedere io. Destructo - disse Voldemort con quella sua voce sepolcrale, girandosi e agitando la bacchetta, in un secondo l'intera casa era ridotta in un cumulo di macerie, nulla di quello che c'era prima era rimasto integro
> Inoltre tentare di ingannarmi con sangue di drago è stato davvero patetico, ha forse dimenticato che io ero il suo migliore allievo. Ma ora vediamo a lei, questa serà lei morirà perchè conosce un segreto che tale deve rimanere.
> Lasciami andare Tom - chiese in ginocchio Lumocorno - modificherò quel ricordo
> E' vero potrebbe farlo, ma vede professore per essere sicuro che non succeda nulla preferisco vederla morto. Ma le do una possibilità di salvarsi la vita, conterò fino tre, se entro il tre riesce ad allontanarsi di dieci metri le salverò la vita.
> Tom - disse Lumocorno, pensando che dieci metri non erano poi così tanti, ma non sapeva quanto si sbagliava
> Uno - disse Tom mentre il suo ex professore si rialzava - due - continuò voldemort mentre il professore si girava e cominciava a correre - tre - disse Voldemort imprigionando il suo ex insegnante con un incarceramus
> La vecchiaia professore non è stato neanche capace di fare due metri - disse Voldemort puntandogli la bacchetta contro - ora lei morirà
> Ti prego non farlo - implorò Lumocorno
> Implorare non serve a nulla dovrebbe saperlo.  Avada.... - disse Voldemort pronto a lanciare l'anatema che uccide
> Lumos maxima - gridò una voce, dopo pochissimi centesimi di secondo si sviluppò una violenta luce che accecò tutti, Voldemort riuscì solo ad intravedere un ombra che tolse Lumocorno che era imporante a suoi piedi.
Quando la luce si affievolì Voldemort vide che a pochi metri di distanza vi erano tre figure. Al centro vi era un uomo alto più o meno sul metro e ottanta, capelli lunghi raccolti in una coda di cavallo, carnagione chiara, occhi azzurri un bel viso, e indossava una specie di tuta nera con un mantello dello stesso colore, alla sua destra vi era una donna un po' più bassa di lui, capelli neri lunghi e lisci raccolti in una treccia, occhi castani, un sorriso che dimostrava sicurezza e un bel viso, anche lei indossava una tutta nera che metteva in risalto il suo bel fisico e un mantello dello stesso colore della tuta, infine alla sinistra dell'uomo che stava al centro vi era una altro uomo alto quasi due metri, capelli corti a spazzola, occhi celesti e un fisico possente e muscoloso, anche lui aveva lo stesso abbigliamento degli altri due, ai piedi di quest'ultimo vi era il professor Lumocorno che si chiedeva chi fossero quelle tre persone che osavano mettersi contro il signore oscuro. 
> Ma tu guarda chi abbiamo qui stasera, tre night hunters. I grandi David, Laura e Oris - disse il signore oscuro fingendo un inchino - non penserete di riuscire a battermi.
> Non siamo qui per te questa sera Voldemort - disse l'uomo al centro posando la mano destra sull'elsa della spada che aveva al suo fianco, pronto per estrarla. - Siamo qui solo per prendere Lumocorno sotto preciso ordine, anche se dipendesse da me la guerra finirebbe stasera ancor prima di cominciare.
> David tu non riusciresti mai a battermi - replicò il signore oscuro -
> Davvero - disse l'uomo estraendo la propria spada correndo verso il mago
> ossoroctus - disse Voldemort puntando la bacchetta contro il gionocchio dell'uomo rompendolo all'istante
Laura si precipitò in aiuto dell'amico ma fu colpita da un incarceramus del signore oscuro
Il terzo uomo estrasse veloce una scimitarra, e caricò il signore oscuro che fece un passò all'indietro evitando il colpo facendo incastrare la spada nel terreno.
> Incatenus - disse voldemort incatenando il suo avversario che cadde terra.
> E voi saresste i valorosi night Hunters, coloro che dovrebbero eliminare i miei mangiamorte credo proprio che stasera elimineremo i night hunters - disse il mago
> Voldemort credi che sia così facile intrappolare un dampyr - disse Laura liberandosi dalle corde, immediamatamente seguita da Oris che si liberò dalle sue catene mentre David con un rapidò colpo della sua bacchettà si riaggiusto il ginocchio.
> Per questa sera finisce qui - disse Voldemort - però David su una cosa avevi ragione
> Quale - chiese il ragazzo - 
> Questa sera la guerra finirà ancor prima di cominciare - disse Voldemort sparendo seguito istantaneamente dai sauoi mangiamorte
> Quel vigliacco ha preferito scappare - disse David - potevamo eliminarlo
> Non potevi - replicò Orace Lumocorno -  anche se l'avessi ucciso stanotte lui sarebbe ritornato ancora una volta
> Perchè - chiese Davido
> Perchè non si può eliminare un mago che ha fatto un patto con un demone - disse Lumocorno
> Che cosa vuoi dire - chiese Oris
> Quello che ho detto - rispose Lumocorno - non si può eliminare un mago che è quasi immortale, in ogni caso mi chiedo dove sia adesso e che cosa volesse indicare con le usa parole
> Semplice vuole eliminare l'unica persona che fino ad adesso gli è sempre sfuggita. Vuole uccidere Harry Potter questa sera e il peggio che noi non possiamo impedirlo
> Perchè - chiese Laura - possiamo smateriallizzarci
> Provaci - disse David
La ragazza sparì ma riapparve nello stesso luogo un secondo dopo cadendo rovinosamente a terra
> Voldemort ha applicato una zona antismaterializzazione per un raggio di dieci chilometri - disse David
> Allora Voldemort ucciderà Harry potter - disse Lumocorn
> No se il ragazzo riesce a resistere per dieci minuti, Oris caricati Lumocorno sulle spalle e cominciamo a correre non abbiamo molto tempo.

Nel frattempo Tiger aveva eseguito il suo compito ed Azkaban era caduta, tutti i mangiamorte erano liberati ed erano stati richiamati tutti quanti dal loro signore verso la capitale della Gran Bretagna, mentre proprio sulla città Ninga con i suoi demoni avevano cominciato la loro opera di distruzione.





ringrazio edocast, aurosan e alely per aver recensito la mia storia, ringrazio Sharry che ha inserito la storia fra le sue preferite e ringrazio alelely kamura 86 che hanno messo la storia fra le loro più seguite e inoltre ringrazio tutti coloro che stanno leggendo la storia

inizialmente i tre capitolo dovevano essere uno solo poi ho pensato che è meglio farne più brevi per mantenere alta l'attenzione piuttosto che un unico capitolo che poteva risultare noioso.
non posso promettere che continuerò ad aggiornare con la stessa frequenza, dato che ho molti impegni e scrivo solo di sera ma farò del mio meglio per essere quanto pià rapido è possibile.


 



                                                                                                   

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Capitolo 4
*** battaglia a londra ***


                                         capitolo 4

                                            Battaglia a Londra

I tre night hunters che avevavo salvato appena in tempo Orace Lumocorno correvano veloci come il vento, erano i più forti e i più temuti combattenti da parte dei seguaci del signore oscuro, se il regno magico aveva il terrore di Voldemort e i mangiamorte, a loro volta temevamo i night hunters, in quanto non avevano regole proprio come loro. Eppure David ripensando allo scontro avvenuto pochi minuti prima, non riusciva a credere che Voldemort fosse stato capace di metterli fuori gioco in pochi secondi, la potenza e la velocità di esecuzione degli incantesimi da parte del signore oscuro era fuori portata per chiunque, e tutti e tre dubitavano che un ragazzino, anche se coadiuvato da Silente potesse resistere per dieci minuti, la potenza di quel mago era troppo per chiunque e cominciavano a chiedersi come e se fossero mai riusciti ad eliminarlo una volta per tutte. Mancavano pochi chilometri dall'uscire dalla zona quando i tre night hunters si fermarono all'improvviso guardandosi attorno, con aria preoccupata.
- Che succede? - chiere Orace che era sulle spalle di Oris -
Ma nessuno dei tre disse niente, si guardavano attorno circospetti, i loro occhi si posavano sull'intera zona che era coperta di sassi e macigni, le loro orecchie cercavano di percepire qualsiasi suono che non fosse quel vento, il loro tatto cercava qualsiasi vibrazione, ma non c'era nulla eppure loro percepivano che c'era qualcosa di diverso nell'aria, era tutto troppo irreale e tutti e tre si facevano un unica domanda: dov'è?
- Allora mi volete dire che succede? - chiese ancora una volta Lumocorno
- Stia zitto Orace, e non apra per nessun motivo la bocca - disse scorbutico David che aveva estratto la spada e si era messo in posizione di guardia,esattamente come avevo fatto Laura e Oris con la sua potente scimitarra.
Il vecchio professore di Voldemort capì che c'era qualcosa che non andava, i tre night hunters avevano sfidato apertamente il signore oscuro senza timore reverenziale eppure ora erano tesi come corde di violino, i loro occhi saettavo da destra a sinistra, dal cielo al terreno, sembrava non esserci nulla eppure continuavano a stare fermi, immobili senza fare un passo. I tre combattenti chiusero i loro occhi espandendo la loro mente così come gli era stato insegnato, finché non videro quello che i loro occhi non potevano vedere, una potente aura era a pochi metri da loro. I tre night hunters aprirono i loro occhi non credendo a quello che avevano appena percepito, l'aura che avevano trovato e che era a pochi metri da loro, non era quello di un mago ma bensì quella di un demone.
- Che.... - chiese ancora una volta Lumocorno
- Un demone - disse David rimanendo nella sua posizione di guardia
- Un demone ci sta sbarrando la strada Orace - disse Oris - mi sa che questa volta Harry Potter è veramente destinato a morire.
- Perchè - chiese impaurito Orace - avete tenuto testo a Voldemort in persona, un demone non può farvi paura.
- Non ci fa paura, se equipaggiati bene ma si da il caso che non lo siamo e battere un demone senza equipaggiamente e solo con i nostri poteri da maghi non è affatto facile - disse David guardando il mago 
David per un attimo si dimenticò del demone e si chiese che cosa potesse sapere di tanto importante quel vecchio mago da scomodare addirittura il signore oscuro in persona, lui sapeva che Voldemort difficilmente usciva allo scoperto e spesso commissionava ai suoi mangiamorte di uccidere, mentre per quel mago dall'aria insignificante si era scomodato lui in persona, qeusta voleva dire una sola cosa, quell'uomo sapeva qualcosa di tanto importante da far uscire allo scoperto lo stesso Voldemort. E se il signore oscuro era uscito allo scoperto, il segreto di Orace aveva a che fare con il modo di eliminarlo, ora capiva perchè Silente gli aveva detto espressamente di prendere Orace Lumocorno e di non affrontare Voldemort. Si pentiva amaramente di non aver ubbidito agli ordini ricevuti, se avesse preso Orace si sarebbero smaterializzati subito, invece la sua voglia di mettere fine alla guerra ancora prima ci cominciare, la sua voglia di aiutare il celebre Harry Potter lo aveva portato a commettere un gesto insulso, ed ora era lì a doversela vedere con un demone, privo di equipaggiamento e con un mago non addestrato al combattimento. Si dava dello stupido da solo, ma ormai il danno era fatto, indietro non poteva tornare non gli rimaneva altro che affrontare il demone, sperare di batterlo.

Harry sapeva che non ci avrebbero messo molto ad arrivare dalla città da dove viveva con gli zii a Londra, era solo dieci minuti di volo con la scopa, eppure quel volo gli sembrava interminabile, si chiedeva perchè Silente fosse arrivato pochi minuti dopo l'arrivo del demone, come mai la sua mano era annerita come morta. Si chiedeva come mai il destino si divertisse a riservagli momenti sempre più pericolosi, non bastava la profezia e la morte di Sirius, ora ci si mettevano anche i demoni.
- La profezia - pensò Harry guardando il preside, ricordando quando il Silente l'aveva fatta ascoltare tramite il pensatoio - nessuno dei due sopravvive se l'altro vive, ma non diceva sarai attaccato dai demoni esattamente dopo un mese averla ascoltata. E perchè c'e l'hanno con me, perchè è evidente che hanno attaccato Hermione per farmi uscire allo scoperto. Capisco che Voldemort volesse catturarla ma perchè anche i demoni? E anche se si fossero alleati con Voldemort che cosa c'entrano loro in una guerra tra maghi?
Per quel poco che si ricordava i demoni mai avevano partecipato ad una guerra, anzi piuttosto erano loro a cominciarle, ma mai si erano schierati con i maghi oscuri o della luce che fossero. E gli incantesimi lanciati dai membri dell'ordine, se erano così potenti da poter mettere in difficoltà i demoni perchè non li avevano usati il mese prima nella battaglia contro il ministero. Molte cose non gli erano chiare in tutta quella faccenda, e il fatto di volare lo stava facendo analizzare la situazione in modo razionale e freddo.
Razionale e freddo non erano proprio le capacità dimostrate nella battaglia del ministero, forse aveva ragione Hermione quando gli aveva detto che aveva la mania di fare l'eroe, ma che ci poteva fare lui se sembrava che tutti i problemi del mondo magico si riversavano su di lui.
Razionale e freddo, proprio le capacità che servivano per imparare l'occlumanzia, la disciplina di chiudere la mente che Piton inutilmente aveva cercato di insegnargli per tutta la seconda metà dell'anno scolastico.
Piton il professore che aveva sempre odiato sin dal primo anno e per il quale ora provava compassione, compassione per quello che aveva visto nel pensatoio, un Piton umiliato dal padre, e a poco erano servite le chiacchere di Lupon e Sirius per giustificare l'atteggiamente arrogante del padre.
Sirius Black l'uomo che per tredici anni si era portato il peso dell'uccisione dei suoi genitori, l'uomo che avrebbe potuto uccidere quella notte nella stamberga strillante. Ricordava quella notte quando Hermione si era messo in sua difesa, e quando insieme avevano usato la giratempo per liberare Sirius e l'ippogrifo Fierobecco.
Ricordava anche quando la Cooman pochi minuti prima aveva fatto la profezia secondo la quale il signore oscuro sarebbe tornato e così era successo l'anno dopo, con un piano astuto e ben congegnato che aveva sorpreso persino Silente. Lo stesso Silente che aveva affrontato Voldemort in persona il mese prima e che non era riuscito a batterlo. Si chiedeva spesso come poteva riuscire lui dove aveva fallito persino  Silente, come poteva battere un mago così potente come Voldemort che aveva superato in astuzia Silente e che aveva lottato alla pari con lui. Come poteva avere un potere sconosciuto al signore oscuro, un potere che poi sarebbe servito a batterlo. Come avrebbe potuto battere Voldemort quando anche suo padre e sua madre avevano fallito, e a giugicare da come erano considerati ai loro tempi erano anche molto potenti, che potere poteva avere lui che nessuno sembrava avere. A detta di  Silente era l'amore, ma lui non poteva e non voleva amare, perchè amare significava mettere in pericolo la vita delle persone a cui voleva più bene e lui non voleva che più nessuno rischiasse la vita, ed era proprio per questo motivo che nessuno oltre a lui e Silente conoscevano la profezia. Eppure nonostante le sue intenzioni, non sapeva come si era innamorato della sua migliore amica, Hermione Granger.
- Harry - lo chiamò per la terza volta Hermione riuscendo finalmente a scuoterlo dai suoi pensieri - Stai bene
- Si Hermione - rispose Harry il pià naturale possibile, anche se non ci era riuscito perfettamente - c'è qualcosa che non va
- Niente - rispose la ragazza - volevo solo farti notare che siamo quasi arrivati a Londra e che si vede la luce della città anche se è notte
- Le luci della città - disse Harry sorpreso - e come possiamo vederle se stiamo volando sopra le nuvole
Un terribile sospetto gli era venuto, se quelle non erano le luci della città potevano essere solo un'altra cosa, si buttò in picchiata entrando in mezzo alle nuvole seguite a ruota dal resto dell'ordine, appena superata l'ultima nuvola, uno spettacolo agghiacciante gli si era rivelato ai suoi occhi tre demoni stavano colpendo Londra dall'alto con le loro sfere di fuoco, mentre i mangiamorte stavano terrorizzando i cittadini che correvano per strada.
Harry non poteva credere ai suoi occhi Londra per la prima volta stava subendo un attacco da parte di maghi e demoni e sembravano fare a gara a chi facesse danni.
Il resto dell'ordine arrivò dopo pochi secondi, tutti erano impressionati da quell'attacco tanto violento.
- Quello è Ninga - pensò Silente vedendo un demome interamente coperto da un armatura nera - il mio incantesimo di sigillo non è stato abbastanza potente da poterlo rinchidere nuovamente
- Hermione - disse Harry, girandosi verso la ragazza, facendo un sorriso triste - ti avevo promesso che ti avrei portata da Ron, ma non posso
- Harry cosa....,
La ragazza non terminò la frase che si trovò a testa in giù, infatti Harry aveva fatto una capriola facendola cadere di sotto dove c'era Tonks che la prese tra le sua braccia, il ragazzo rimisosi in posione normale partì a razzo verso la città. La prima cosa che doveva fare era fermare i mangiamorte. Sapeva di non potere battere i demoni ma almeno poteva fermare i seguaci di Voldemort
- Harry - gridò Hermione sconvolta per quello che il ragazzo aveva fatto. L'aveva abbandonata, per la prima volta in sei anni si era separato da lei, e la ragazza non sapeva perchè ma le faceva un male terribile al cuore, temeva di non rivedere più Harry, l'unica persona che si era sempre dimostrata sua amica, l'unico che si era schierato sempre al suo fianco, l'unico che si era interessato seppur minimamente alla c.r.e.p.a. Ricordava tutte le risate che avevano fatte assieme, il bacio sulla guancia che gli aveva dato alla fine del quarto anno, tutte le ore passate asssieme al quarto anno durante la prova del torneo tre maghi, la consapevolezza che le avrebbe superate, ricordava anche la battaglia al ministero, la sicurezza con cui prendeva tempo e la sicurezza che aveva dimostrato quando aveva rassicurato tutti che si sarebbero sarvati, ma mai gli aveva visto quegli occhi pieni di tristezza e di rabbia, occhi che quasi le sembravano dire addio.
- Harry - gridò Hermione ancora una volta, con quanto fiato avesse in corpo
- Si calmi signorina Granger - cercò di rassicurarla Silente - non lasceremo Harry da solo ad affrontare tutti quei mangiamorte. Minerva, Shakebolt, Thonks ed Hermione andate ad aiutare Harry, Piton, e Lupin voi verrete con me cerchiano di fermare Ninga.
I due gruppi si separarono verso le loro rispettive mete, Hermione sperava solo di arrivare in tempo per aiutare il suo amico.

Harry vide che una decina di mangiamorte stavano attaccando i babbani, si precipitò immediatamente su di loro in picchiata colpendoli un paio con la scopa. Cadde a terra  rovinosamente ma si rialzò subito e colpì velocemente due mangiamorte con lo stupeficum e ne disarmò altri due con l'expelliarmus, purtroppo però un mangiamorte riuscì a colpirlo al braccio facendolo cadere a terra, proprio mentre un altro mangiamorte lanciò un altro incantesimo che lui riuscì ad evitare buttandosi dietro ad un macchiana, ma con orrore vide che la sua bacchetta era a terra ad un paio di metri di distanza. Harry per un attimo ritornò con la mente alla notte in cui fu testimone della resurrezione di Voldemort, di quando combattè contro di lui e di quando nella fase del combattimento si nascose dietro alla lapide. Era incredibile che stesse rivivendo di nuovo quell'emozione, quel senso di paura, chiuse gli occhi sapendo che questa volta non avrebbe avuto scampo. Per un istante pensò di aspettare la morte immobile, ma ancora una volta ricordò il combattimento di quella notte, di quando la sua bacchetta entrò in risonanza con quella di Voldemort facendo apparire i ricordi degli ultimi incantesimi del signore oscuro. Fu lì che per la seconda volta rivide i suoi genitori, mentre la prima volta fu al primo anno quando scoprì lo specchio delle brame, ricordava anche quando Silente gli disse che non doveva vivere nel passato. Ricordava anche quando Sirius gli mostrò la fotografia del primo ordine della fenice, vi erano tutti, sua madre, suo padre, i genitori di Neville e il suo padrino Sirius Black. Ricordò anche quella sera quando a casa di Sirius la signora Weasly vide ad uno a uno tutti i meMbri della sua famiglia uccisi, ma lui non lo disse mai a nessuno ma quella sera quando apparve Hermione morta non era la peggior paura della mamma di Ron ma bensì la sua, tutti avevano creduto che fosse una paura della signora Weasly ma lui sapeva invece che era la sua paura. Quella sera si ripromise che nessuno più sarebbe morto per colpa sua, e per mantenere la sua promessa doveva vivere. E poi non poteva permettere che altri bambini perdessero i genitori, lui sapeva come ci si sentiva e più nessuno doveva morire per colpa del mago oscuro, e se lui doveva combattere l'avrebbe fatto iniziando col difendere la città di Londra.
Il ragazzo uscì dal suo nascondiglio sorprendendo i suoi avversari, fece una capriola, si prese la sua bacchetta e colpì due mangiamorte con lo stupeficium, ma gli altri quattro lo bersagliarono cor ogni sorta di incantesimo che Harry riusciva a parare grazie al suo protego, ma sapeva che non poteva reggere ancora a lungo così appellò la sua scopa e le montò sopra per partire a tutta velocità verso il cielo.
- E' scappato - disse uno dei mangiamorte - il prescelto che scappa di fronte al pericolo, che bella razza di salvatore
- Ti sbagli - gridò Harry che aveva solo fatto finta di alzarsi in alto quando in realtà aveva fatto il giro del palazzo cogliendo di sorpresa i mangiamorte, due li colpì con la scopa cadendo a terra, si rialzò subito evitò gli attacchi degli altri due mangiamorte e li colpì rapidamente con lo stupeficium. Harry si guardava attorno, vi era la distruzione e alcune case in fiamme ma almeno quel gruppo di mangiamorte era stato messo in condizione di non nuocere. Il ragazzo li imprigionò con l'incarceramus e stava per salire sulla sua scopa quando percepì di nuovo quel cambiamente nell'aria e quell'oppressione al petto.
- Ben fatto Potter - disse un mangiamorte seguito da altri cinque.
Harry non sembrava troppo preocucpato per quel nuovo gruppo di rivali, ma se quello che Silente gli aveva detto era vero, allora c'era anche un demone nelle vicinanze.

Nel frattempo nel maniero di Malfoy, l'incantesimo antiintruso era entrato in azione, facendo accorrore subito Draco Malfoy e sua madre all'ingresso pronti a dare batagglia, la porta fu distrutta in pochi secondi e mostrò il mangiamorte Tiger in compagnia di un essere che indossava un armatura rossa. Immediatamente Malfoy lanciò uno schiantesimo all'essere che rimase fermo a subire il colpo, il ragazzo lanciò un rapido attacco di tutti gli incantesimi che conosceva ma nessuno funzionava l'essere rimaneva sempplicemente fermo a subire l'attacco, ci pensava la sua armatura a difenderlo. Il demone cominciò a camminare verso di Malfoy e la madre che continuarono a bersagliarlo con ogni sorta di incantesimo ma a nulla servivano, finchè il demone con una mossa rapida colpì prima la madre allo stomaco e poi con un altro rapido movimento evitò il pugno di Malfoy, lo afferrò per la nuca saltando e lo fece cadere a terra facendogli uscire il sangue dal naso, poi entrambi furono imprigionati dall'incarceramus di Tiger, e portati fuori dalla maniero.
- E' stato semplice - disse Tiger - ora possiamo ritornare dal signore oscuro
- Non ancora - disse Zina allargando le mani - prima distruggerò tutto con il mio fuoco, tutti devono capire che nessuno mago si puà opporre al signore oscuro.
Successe tutto in un secondo, la casa dei Malfoy era avvolta dalle fiamme, un incendio di proprorzioni gigantesce visibile a chilometri di distanza.
- Chi sei - chiese Narcissa Malfoy che nonostante quello che era successo stava dimostrando un notevole sangue freddo
- Io sono Zina e non sono un demone chiunque ma la signora delle fiamme, le manipolo a mio piacimento - disse il demone, creando prima una palla di fuoco e poi una frusta -
- Maledetta - disse Malfoy - in quella casa vi erano gli elfi domestici.
- Ma guarda un po' - disse Tiger - e da quando un Malfoy tiene ai proprio elfi domestici
- Non osare paragonare me a mio padre Tiger - replicò Malfoy - io sono molto diverso da lui, mio padre e tutti voi mangiamorte obbedite ciecamente ad ogni ordine del signore oscuro per pure e semplice paura. Sapete benissimo che rifiutare un suo ordine significa morte, non vi rendete neanche conto che quello che sta facendo non a nulla a che vedere con la purezza del sangue, lui vuole solo dominare il regno magico secondo le sue regole. Gli elfi domestici facevano parte della famiglia Malfoy da generazioni e più volte mi hanno allietato nei momenti di maggiore conforto.
- Le siamo grati per le sue parole signorino Malfoy - disse un elfo domestico apparendo insieme ad altri due, vicino al ragazzo e alla madre - ma non è così facile eliminarci anche se dobbiamo ammetere che ce la siamo vista brutta.
- Ma tu guarda che bel gesto di lealtà  potevate scappare e invece eccovi qui in difesa dei vostri padroni. Ma lo sapete anche voi che nessuno si può oppore alla signora delle fiamme - disse Zina estraendo una spada nera circondala dalle fiamme
- E vero - disse l'elfo domestico prendendo la mano di malfoy, mentre gli altri due elfi presero le mani della signora Malfoy - ma noi non combatteremo questa notte - concluse l'elfo scomparendo insieme a tutto il gruppo.
- Li abbiamo fatti scappare - esclamò Tiger
- Non dire schiocchezze, non lo sai che nessuno può sfuggira alla signora delle fiamme anche se si smaterializza
- Ah si - disse sarcastico  Tiger - e allora dove sono
- Sono a Londra - disse Zina dopo aver chiuso per un attimo gli occhi - non potevano scegliere luogo peggiore per potersi rifugiare.
- Molto bene andiamo a caccia allora - disse Tiger smateriallizzandosi insieme al demone.

David, Laura e Oris erano ancora in posizione di guardia, l'aura che percepivano era potente e lo sapevano che senza l'abbigliamento adatto non avrebbero potuto reggere il confronto anche se erano in superiorità numerica. Erano già passati dieci minuti da quando avevano percepito l'aura, ma del demone nessuna traccia, poi successe allimprovviso che l'aura svanì esattamente come era apparsa, il demone aveva rinunciato a lottare.
David non poteva credereci un demone che rinunciava alla lotta, un demone che aveva la vottoria in pugno che rinunciava a comabttere, c'era qualcosa che non quadrava in quella situazione.
I tre night hunters ripresero a correre nuovamente verso l'esterno della zona antismaterializzazione, correvano veloci ma erano consapevoli che ci avrebbero impiegato almeno cinque minuti per uscire dalla zona, ma le speranze di arrivare in tempo per aiutare Harry Potter si affievolivano ogni metro sempre di più. David si dava dell'idiota da solo, se avesse rispettato il piano originale non avrebbe messo in pericolo la vita di Potter.
- David secondo te perchè il demone ha rinunciato a lottare? Sapeva perfettamente che non eravamo equipaggiati. - chisese Laura
- Non lo so Laura - rispose David - è chiaro che era stato messo lì per fermarci, ma non capisco perchè. Poteva eliminarci tranquillamente invece non l'ha fatto. Ci conoscono Laura, sapevano benissimo che non avrei rispettato l'ordine ricevuto e che avendo la possibilità di attaccare Voldemort l'avrei fatto. Questa sera parecchie cose non quadrano, saremmo potuti morire per ben due volte e invece siamo vivi.
- Che intendi dire David - chiese Oris
- Intendo che sapevano benissimo che avrei attaccato Voldemort non appena ne avrei avuto la possibilità, per vendicarmi e per difendere il figlio di un amico. - disse David
- Quindi non avevi ricevuto l'ordine di attacarlo - disse Oris
- No - rispose david
- Sei la solita testa calda - disse Laura con aria di rimprovero
- Questa sera le forze oscure hanno tastato il polso ai night hunters e hanno avuto la prova che non possiamo battere un demone senza il nostro equipaggiamenteo e non possiamo lottare alla pari contro Voldemoirt. - disse David
- Quindi ora che sanno della nostra forza - disse Oris senza terminare la frase
- Esatto - disse David - ora tocca al ministero e all'ordine della fenice. Se espugnano Londra impediranno al ministero inglese di potersi mettere in contatto con l'esterno.
- Perchè fare una cosa del genere - chiese Orace
- E' semplice - rispose Laura - l'anno scorso Silente aveva cercato in tutti i modi di far capire al mondo magico che Voldemort era tornato ma per colpa di Caramell che l'aveva bloccato non vi è riuscito, così Voldemort ha agito indisturbato per oltre un anno. E' riuscito a creare una vera e proprio rete di informazione ed intercettazione, ha bloccato con l'aiuto di spie qualsiasi tentativo di far uscire informazioni dalla Gran Breteagna. In questo modo ha agito indisturbato in America, Germania, Italia, Francia, Cina e Russia, praticamente il novanta per cento di tutto il regno magico e anche del mondo intero è già nelle sue mani. L'ultima difesa rimane la Gran bretagna, e questa notte demoni e mangiamorte stanno tastando il polso, se ne usciranno vittoriosi.
- Voldemort avrà vinto la guerra ancor prima di cominciare... - proseguì Orace
- Ma c'è un problema che impensierisce Voldemort - disse Orise
- E quale - chiese Orace
- Harry potter - disse Laura - sa che se dovesse sfuggirgli anche questa notte, la sua legenda si ingrandirebbe ancora di più e anche se il ministero cadrebbe sarebbe di poca importanza, perchè il bambino sopravvissuto sarebbe ancora vivo, e nel mondo magico si creerebbero tanti movimenti pro Harry
- Quindi - continò David - finchè Harry vive, lui non è tranquillo e questa sera voleva avere campo libero per un po' di tempo ecco perchè ha creato la zona, e ha mandato il demone a fermarci.

Ninga e i due demoni vedendo che Silente volava verso di loro interruppero il loro attacco e si fecero seguire dai tre maghi in un parco di Londra, sembrava che i tre demoni li avessero portati apposta lì per combattere ma Silente sapeva che non era così.
- Ninga perchè hai attaccato Londra - chiese l'anziano mago
- E' semplice Silente, volevo farti sapere che sono libero. - rispose il demone - quasta notte il mondo magico ha due nemici, io e Voldemort, per quanti sforzi possiate fare tu e Harry Potter non vincerete mai.
- Perchè ce l'hai con Harry - chiese Lupin
- Perchè in Harry Potter scorre la discendenza - rispose Silente -
- Proprio così - disse il demone - lui pagherà per tutti i secoli che sono stato prigioniero.
- Ninga perchè state aiutando Voldemort - chiese Silente - voi demoni non avete mai preso parte ad una guerra magica.
- Ti facevo più inteliggente - rispose il demone - 
- Che cosa voui dire - chiese Lupin
- Tutti i demoni sono liberi - disse Ninga - tutti e centotto demoni e vogliono vendetta
- Non è possibile - disse Silente spaventato come non lo era mai - andiamo via, siamo stati ingannati.
- Che sta succedento - chiese Lupin montando sulla sua scopa
- Io credevo che volessero il ministero - disse Silente partendo a razzo seguito dagli alri due maghi - invece vogliono Harry.
- Potevamo eliminarli - disse Runa a Ninga -
- Certo che potevamo eliminarli - disse Ninga - ma io voglio vedere il terrore nei loro occhi, dovranno vivere con la paura di non sapere quando li attecheremo.
- Che facciamo torniamo indietro - chiese Kuna
- Certo - disse Ninga - ormai questa battaglia non è più nostra. Lasciamo che sia Voldemort a fare il lavoro sporco per noi.


Nel frattempo Harry continuava a lottare imperterrito, altri cinque mangiamorte erano stati catturati grazie a lui, inoltre aveva notato che da qualche minuto il bombardamento dei demoni era cessato, questo stava ad indicare che per uno strano motivo i demoni si erano ritirati, ora poteva concentrarsi solo sui mangiamorte, e quelli erano avversari alla sua portata. Ma proprio quaqndo cominciava a pensare che la battaglia poteva esssere vinta, percepì di nuovo l'aura del demone, che apparve davanti a lui dopo qualche secondo, era simile a quelli che aveva visto la prima volta e anche lui aveva una corazza sul petto.
- Il famoso Harry Potter - disse il demone estraendo la spada
- In persona e tu chi se? - chiese Harry mettendo la sua bacchetta davanti a se, sapendo che non sarebbe servito a nulla
- Mi chiamo Runga e voglio la tua vita - rispose il demone attaccando Harry.
il maghetto lanciò diversi incantesimi in rapida successione ma venivano tutti fermati dalla corazza del demone, il quale si avvicinava sempre ad Harry, finchè non gli fu abbastanza vicino da sferrare un terribile fendente, ma Harry aveva intuito la mossa del suo avversario e si spostò all'ultimo istante alla sua sinistra. Il demone con una rapida torsione cercò di colpire nuovamente il ragazzo con la sua lama. Harry evocò un protego, ma capì subito che quella magia difensiva non lo avrebbe protetto, riuscì a fare un passò indietro evitando il mortale attacco, la lama gli lacerò la sua maglietta in petto provocandogli una lieve ferita, se solo si fosse trovato un centimetro più avanti sarebbe morto. Oltretutto Harry si rendeva conto che la magia, almeno quel tipo di magia era nulla in un combattimento corpo a corpo. Mai come in quel momento si rese conto come i maghi facessero troppo affidamento sulla magia, trascurando un particolare molto importante, la magia non serviva a nulla se l'incantesimo non andava a segno, oppure se il proprio avversario usava delle tecniche di combattimento per lottare invece che la magia, e lui questo lo stava imparando a sue spese in quel momento. Riusciva ad evitare i colpi del demone solo perchè aveva riflessi pronti dovuti ad anni di allenamento per le partite di quidditch, ma in ogni caso sapeva di non poter evitare la lama del suo avversario in eterno. Ma come poteva batterlo, la sua magia era del tutto inefficace contro quella potente difesa.
Il ragazzo continuava ad evitare i colpi del suo avversario finchè non inciampò e cadde a terra.
- Questa è la fine del  famoros Harry Potter - disse il demone alzando la sua spada
- Expelliarmus - gridò Harry puntando la bacchetta con la spada del demone, facendola cadere a qualche metro di distanza
- Stupeficium - gridò Harry mentre era ancora a terra, puntando la bacchetta sul viso del demone, che fece qualche passo all'indietro mantenendosi il viso.
- Brachio emendo - gridò Harry, rialzandosi puntando la bacchetta contro il braccio del demone che precedentemente impugnava la spada.
- Incarceramus - gridò ancora una volta Harry, imprigionando il demone nella fune.
- Sei stato in gamba ragazzino - disse il demone - sei un degno avversario. Hai fatto solo finta di cadere per sferrare il tuo attacco
- Non avevo altra scelta - disse Harry puntando la bacchetta contro il demone - dovevo farti credere che avevi la vittoria in pugno. so che la mia magia è nulla contro la corazza e l'unico modo per batterti era quello cdi colpirti in parti non coperte dalla corazza, ma mi era difficile perchè continuavi ad attaccarmi e io non potevo usare la magia a distanza ravvicinata. Per farti credere che avessi vinto ho finto di cadere e poi ho sferrato il mio attacco.
- Complimenti Potter, sei un degno avversario. Erano secoli che non affrontavo un mago tanto in gamba come te ma putytoppo nella tua tattica c'è un errore - disse il demone
- Quale errore - chiese stupito Harry
- Io non sono affatto vinto - disse il demone distruggento le funi che lo tenevano prigioniero, poi con una capriola si riprese la sua spada - Vedi Potter noi demoni amiamo combattere e anche se ho un braccio fuoriuso io ti uccidero
Il demone emanò la sua aura, Harry ebbe di nuova quell'oppressione al petto e lentamente veniva spinto sempre di più all'indietro.
- Queta volta Potter i tuoi giochetti non funzioneranno - disse il demone
- Fatti sotto - replicò Harry - non fuggirò davanti a te, ti affronterò esattamente come ho fatto contro Voldemort.


ringrazio edocast92 e auro_san per le loro recensioni.
e ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia, magari se mettete anche qualche recensione va bene anhce critiche, per uno scrittore è interessante sapere se ai propri lettori piace ciò che leggono.
Noterete che sto cercando di mantenere la pesonalità dei personaggi il più verosimile a quelli che descriveva la Rowling, ovvio che poi più si avanti si avranno dei cambiamenti.
So di lasciare un po' in sospeso ma la lotta di Londra è ancora lunga e fare in capito enorme non mi piace ma prometto che aggiornerò presto

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Capitolo 5
*** un aiuto insperato ***


                                         capitolo 5
                                                Un aiuto insperato

Dopo che Harry partì a razzo per fermare i mangiamorte, fu seguito dopo qualche secondo da Hermione, Shakebolt, la Mc Granitt e da Tonks, purtroppo il ragazzo era stato così veloce che nessuno dei quattro era riuscito a vedere con esattezza dove era arrivato il piccolo mago. Sorvolarono per qualche minuto la zona dove pensarono che fosse andato Harry ma purtroppo le fiamme e il fumo impedivano ai quattro maghi di scendere troppo e con tutte le magie che stavano volando era difficile capire dove fosse Harry.
- Non possiamo continuare a volare così senza fare nulla - disse la Mc Granitt - dobbiamo stabilire una tattica, voliamo troppo alto e ci sono così tanti mangiamorte che anche se Harry stesse combattendo non riusciremmo a vederlo da questa altezza.
- Che posssiamo fare? - chiese Hermione -
- Ci dividiamo - disse la mc Granitt - io e Tonks  cominceremo ad occupareci dei mangiamorte. Lei signorina Granger insieme a Shakebolt atterrete e comincerete a cercare Harry nella zona, più o meno si è diretto da questa parte, state attenti ai mangiamorte ce ne sono tantissimi, e con il ministero impegnato a spegnere il fuoco magico sarete indifesi per un po' di tempo
- Va bene - disse Shakebolt prendendo Hermione sulla sua scopa e dirigendosi verso il quartiere dove presumevano che Harry fosse atterrato,  mentre la Mc Granitt e Thonks atterrono in un' altra zona poco distante impegnando subito una decina di mangiamorte in combattimento
La Mc Granitt era molto rapida nelle sue azioni nonostante la sua età, usava le sua abilità di trasfigurazione per sfuggire agli attacchi dei suoi rivali per ritrasformasi e colpirli in modo implacabile con i suoi schiantesimi, anche Tonks era molto brava usava le sue capacità di metamorfomagus per confondere i suoi avversari e colpirli in modo implacabile, purtroppo anche se  abili erano comunque in inferiorità numerica e più a colpire i mangiamorte erano costretti ad evitare i loro colpi e partire al contrattaco quando i loro avversari meno se lo aspettavano. Le due streghe erano riuscite a battere cinque mangiamorte quando arrivò un altro gruppo di una decina di mangiamorte. Le due streghe pressate dagli attacchi dei mangiamorte cominciarono ad arretrare, difendendosi come potevano dagli incantesimi dei mangiamorte

La famiglia Weasley arrivò a Londra poco dopo il violento attacco dei mangiamorte usando la nuova macchina che il signor Weasley aveva comprato in precedenza. Ginny e Ron era completamente sbalorditi dalla violenza di quell attacco, c'erano moltissimi mangiamorte che distruggevano qualunque cosa si trovasse sul loro passaggio. La famiglia era imbottigliata in quell' immenso ingorgo che si era creato, c'erano tante macchine distrutte con la gente che scappava terrorizzata, mentre i mangiamorte si divertivano a distruggere tutti i negozi a uno ad uno. Nulla sembrava sfuggire alla furia distruttiva dei maghi oscuri capitanati dalla più crudele di tutti, Bellatrix Lestrange, che si divertiva a torturare i passanti di tanto in tanto. Molti palazzi erano in fiamme, e molti maghi del ministero erano impegnati a spegnere gli incendi del fuoco magico, mentre gli auror cercavano di opporsi come potevano a quello spaventoso attacco.
- Dobbiamo scappare da qui - disse il signor Weaslay scendendo dalla macchina
- Hai ragione caro - disse la moglie uscendo anche lei
- Ma papa... - disse Ron uscendo dalla macchina
- Niente ma papà - disse il signor Weslay - siamo nel bel mezzo della seconda guerra magica e voi due non avete le capacità per affrontare un mangiamorte addestrato ad uccidere.
- Abbiamo affrontato i mangiamorte al ministero - disse piccata Ginny uscendo dalla macchian aiutata dalla madre - possiamo batterli
- Ginny cerca di ragionare, al ministero loro non volevano la vostra vita - disse il padre - ma una profezia riguardante Harry.
- Cosa - disse Ron sbalordito - quella sfera che aveva Harry era una profezia riguardante lui.
- Esatto Ron - continuò la madre - i mangiamorte non volevano voi. Ma ora è diverso, non ho mai visto un attacco così violento ad un città babbana. Non esiteranno ad ucciderivi, e ricordatevi anche che se siamo purosangue i mangiamorte ci considerano dei traditori, per la nsotra attitudine ad aiutare i babbani. Non esiteranno ad uccidervi o a catturarvi, visto che siete i migliori amici di Harry Potter
- Io voglio aiutare Harry a combattere - replicò Ginny
- Ora basta - disse la madre schiaffeggiando per la prima volta Ginny - osservate di cosa è capace un mangiamorte - continuò a parlare la madre indicando i mangiamorte che continuavano a distruggere tutto e a torturare i babbani, mentre gli auror per quanto potevano cercavano di respingere i mangiamorte, ma il loro intervento a poco serviva era troppo pochi rispetto ai maghi oscuri che stavano sfogando tutta la loro rabbia sui babbani.
Ginny e Ron guardavano a bocca aperta quel violento attacco, e anche se a malincuore capirono che ora i mangiamorte stavano combattendo per far del male, quell'attacco non era paragonabile per violenza, a quello che subirono loro al ministero.
- Dobbiamo scappare - disse Ron
- Ron, hai forse intenzione di lasciare il tuo amico alla furia dei mangiamorte? - disse la sorella saltandogli addosso prendendolo per la maglietta - perchè puoi essere sicuro che lui sta combattendo in questo momento.
- Ginny - disse Ron triste - ricordi la battaglia al ministero.
- Certo che me la ricordo - replicò la ragazza alzando la voce
- Allora ti ricorderai anche che Harry era l'unico a tenere testa ai mangiamorte, nessuno di noi ci riusciva, forse solo Hermione era capace di essere di qualche aiuto ad Harry, nessuno di noi per quanto addestrati fossimo, eravamo in grado di combattere contro i mangiamorte. E quella volta i mangiamorte neanche volevano noi, pensi che ora potremmo batterci alla pari contro un mangiamorte addestrato a combattere?
- Ron - disse Ginny lasciandolo - non possiamo lasciare Harry da solo
- Ginny se c'è qualcuno in grado di difendersi in questa situazione quello è proprio Harry, se andassimo da lui ora gli saremmo solo di peso perchè sarebbe costretto a difendere lui stesso e noi. Per il momento dobbiamo solo salvarci, è l'unico aiuto concreto che possiamo dare ad Harry e poi con tutti i mangiamorte sarà già un miracolo se ne usciremo vivi.
- Papà, mamma andiamocene disse la più piccola dei Weasley - disse la ragazza capendo che il ragazzo aveva ragione, ricordava la battaglia al ministero e nessuno di loro era stato in grado battersi alla pari con un mangiamorte quella volta. E la situazione in cui si trovavano ora era anche peggio di allora, i mangiamorte non avrebbero esisato un solo istante e catturarla.
- So quello che provi piccola mia - disse la madre prendendola per mano, cominciando a scappare. Ma nessuno dei quattro avrebbe potuto immaginare che in breve tempo si sarebbero pentiti di essere scappati.

Harry nel frattempo continuava la sua lotta contro Runga, il demone stava usando la sua aura per impedire ad Harry di muoversi velocemente, ma il ragazzo si rese conto ben presto che il demone era in difficoltà ad impugnare la spada con una mano sola. I suoi attacchi erano prevedibili, e anche se ostacolato dall'aura del demone riusciva ad evitare i colpi del suo avversario, anche perchè capì in pochi secondi che era inutile contrapporsi all'aura del suo avversario, non era addestrato per tentare un impresa simile, e soprattutto non sapeva come emanare la sua aura. Quindi decise di non contrapporsi alla potenza del demone ma bensì di lasciarsi trasportare dalle folate di vento che il demone usava per non permettere ad Harry di muoversi come voleva. Ma il ragazzo era scaltro e furbo e ben presto aveva trovato la giusta contromossa per contrapporsi al suo avversario.
- E' furbo il ragazzo - pensò Runga in un momento di stasi del combattimento - ha capito che non può opporsi alla mia aura così ne asseconda la direzione, così i miei affondi sono inutili. Devo farlo fuori adesso, se viene addestrato bene può diventare un pericoloso avversario.
Harry cominciava ad accusare la stanchezza della battaglia, combattere con un avversario che lo sovrastava in potenza e in esperienza lo stava facendo affaticare molto, combatteva ormai da quasi dieci minuti, lui sperava che con la sua tattica di prima potesse indurre il demone a fuggire ma non era servito a nulla. Sapeva che la sua magia non funzionava sulla sua corazza, quindi non gli rimaveva che colpire in qualche altro punto del corpo, il problema era che sicuramente il demone non sarebbe più caduto in qualche suo tranello. Sapeva che prima il demone lo aveva sottovalutato ma ora combatteva sul serio e l'uso della sua aura stava confermando l'intuizione del mago. O si faceva venire in mente qualcosa di buono o non ne sarebbe uscito vivo da quel combattimento, anche se lui stesso si stava meravigliando dal sangue freddo che stava dimostrando in quella situazione. Evidentemente le lezioni di occlumanzia con Piton e il suo allenarsi da solo, circondato solo dalla natura a qualcosa era servito.
Harry capì che la prima cosa che doveva fare era disarmarlo nuovamente e distruggere la sua spada
- Expelliarmius - gridò Harry puntando la bacchetta contro la spada del demone, ma questa volta il suo incantesimo non funzionò - Potter non riuscirai più a disarmarmi con l'expelliarmus, ho legato la spada a me, qualsiasi incantesimo di disarmo sarà inutile - disse il demone attaccando Harry con la sua spada, ma il ragazzo aveva ancora abbastanza energie per evitare i colpi del suo avversario, che per fortuna di Harry erano abbastanza prevedibili.
- Devo fare qualcosa - pensò Harry continuando ad evitare i colpi del suo avversario
- Accio firebolt - gridò Harry appellando la sua scopa evitando altri due affondi del suo avversario, dopo qualche secondo la scopa arrivò ed Harry gli saltò sopra, era convinto di aver trovato la mossa giusta, nessuno poteva reggere alla velocità della sua firebolt, ma proprio mentre pensava questo Harry si vide passare a pochi centimetri da lui una sfera di fuoco, il demone era a pochi metri da lui.
- Maledizione ce l'ho sempre alle costole - pensò Harry girando a destra verso un altra strada, ma quella manovra gli costò cara perchè si rese conto che per fare una curva stretta doveva diminuire la velocità, mentre il demone fece una curva perfetta, Harry allora si girò e lanciò in rapida successione tre stupeficium che furono parati tutti abilmente dalla spada del demone che lanciò un altra sfera di fuoco che Harry riuscì ad  evitare, il maghetto si rese conto che volando in linea retta lui era poco più veloce del demone e riusciva a distanziarlo ma non poteva volare all'infinito, doveva trovare un modo per battere il suo avversario. Harry girò in un altra stradina fermandosi di botto, il demone lo sorpassò e il ragazzo colse l'occasione per lanciare in rapida successione tre stupeficium, ma il demone riuscì a girarsi in tempo e a fermarli tutti e tre con la sua spada. Harry partì subito a razzo con la sua scopa superando il demone che partì di nuovo all'inseguimento

Nel frattempo anche Malfoy era arrivato a Londra insieme alla madre, era su una collina che sovrastava la città e vide che il centro di Londra era in fiamme, anche se lontano sentiva le urla dei babbani e le esplosioni degli incantesimi dei mangiamorte, sia lui che la madre era completamente esterefatti dalla violenza di quell'attacco, mai in passato una città babbana era stata attaccata da un mago, ora invece lo stava facendo Voldemort e con violenza.
- Dobbiamo andarcene de qui - disse uno degli elfi di Malfoy - dobbiamo andare nel centro
- Ma non vedi che è in corso un attacco - disse Malfoy rivolgendosi all'elfa
- Lo so padroncino - rispose l'elfa - ma Silente vi aspetta al centro. Poco prima che fossimo attaccati da Zita è arrivato Dobby ad avvisarci di condurvi da Silente al centro della città
- Silente sa che voi due non centrate nulla con Voldemort - disse L'elfa - è consapevole che il nostro padrone Lucius Malfoy è l'unico seguace del signore oscuro. E' consapevole che ora che  Voldemort è uscito allo scoperto voi non siete più al sicuro nella casa, neanche con noi.
- Va Bene - disse Malfoy pensando a quello che stava succedendo. Ricordava le parole che una volta il preseide di Hogwarts disse durante un banchetto, sarebbe arrivato il momento di scegliere tra ciò che è semplice e ciò che era giusto. Ora finalmente capiva quelle parole e per la prima volta nella sua vita stava facendo la cosa giusta andando da Silente, anche se questo avrebbe significato mettersi definitavemente contro il signore oscuro.
- Stiamo attenti - disse la signora Malfoy - oltre dai mangiamorte dobbiamo guardarci anche da Zita, sicuramente non avrà desistito dal suo proposito.
- Ma mamma ci siamo smaterializzati, nessuno può sapere dove si smaterializza un mago. - disse il ragazzo biondo
- Vi sbagliate signorino - disse un altra elfa - i demoni possono percepire la vostra aura magica. Ogni mago ha un aura magica specifica Zita sicuramente ha capito qual'è la vostra e tra poco sicuramente sarà qui. Dobbiamo andarcene subito.
- Kinky dimmi la verità - disse Malfoy - Silente sarebbe in grado di difenderci da un attacco di un demone.
- Signori Malfoy, voglio essere sincera nessun mago per quanto forte sia è in grado di difendersi da un attacco di un demone se non è adeguatamente addestrato e nessuna magia che conoscete funziona su di un demone perchè indossa una corazza che lo difende da qualsiasi attacco. Tanto tempo fa ci fu una guerra spaventosa nel regno magico, tra i maghi e i demoni. Nessun mago riusciva a tenere testa ai demoni eccetto quattro maghi dai grandi poteri.
- Di chi stai parlando Kinky - chiese il signorino
- Sta arrivado Zita - disse l'elfa - dobbiamo andare via di qui, più tardi insieme a Silente vi racconteremo la storia di quella antica guerra, che i maghi troppo presto hanno dimenticato.
- Va bene Kinky, andiamo via di qui - disse Malfoy dirigendosi verso il centro della città con la madre e i tre elfi domestici.
Dopo pochi secondi arrivarono anche Zita e Tiger che subito si misero al loro inseguimento.

Nel frattempo Silente aveva raggiunto il centro della città quando davanti a lui apparve Voldemort insieme ad una decina di Mangiamorte i quali impegnarono subito in combattimento i tre maghi. Silente anche se menomato riusciva a tenere testa a Voldemort, metre Lupin e Piton erano in difficoltà contro i seguaci del signore oscuro. Silente inoltre era molto preoccupato per Harry, sapeva che il piccolo mago non poteva reggere per molto tempo contro un demone, per fortuna stava arrivando qualcuno che avrebbe potuto aiutarlo, sperava solo che Harry riuscisse a darsi alla fuga.
- Tom perchè hai attaccato Londra - chiese Silente impegnato a difendesi dagli attacchi del mago oscuro
- E semplice Silente, voglio sottomettere tutto il mondo al mio volere ed eliminerò qualunque ostacolo. Per troppo tempo i babbani si sono presi il nostro mondo esiliando i maghi all'esterno. Ebbene io mi riprenderò tutto.
- Tom te lo dissi tanto tempo fa, non furono i babbani a costringerci a nasconderci ma fummo noi maghi a scegliere di nasconderci. Il mondo babbano ancora non era pronto a vivere insieme a noi. - rispose Silente - Ma se vuoi continuare con questo proprosito mi avrai come nemico Tom
- Non chiedo di meglio - rispose Voldemort - il mondo magico l'ha sempre considerata come il più grando mago di tutti i tempi, e hanno detto che io avevo paura di lei, ebbene dopo questa sera, quando l'avrò uccisa tutto il mondo magico cadrà nel panico.
- Puoi anche uccidermi Tom, ma la legenda di Harry è grande anche superiore alla mia - rispose Silante evitando un altro attacco
- Come sei ridicolo Silente - disse Voldemort - Harry potter in questo momento sta affrontando un demone e questa volta non avrà te ad aiutarlo come l'ultima volta.
- Fatti da parte Tom - disse Silenta lanciandogli un potente incantesimo, ma voldemort lo evitò facilemte
- Sei lento e prevedibile Silente l'horcrux ti ha debilitato, e non sei in grado di combattere contro di me - disse il mago oscuro lanciandogli un incantesimo che Silente non riuscì ad evitare - Questa sera il tuo caro protetto morirà.
- Tu credi Tom - rispose Silente rialzandosi, - eppure dovresti conoscere Harry Potter meglio di chiunque altro, ti è sfuggito per ben cinque volte. La prima volta quando lui era un neonato, al primo anno di scuola quando usasti Raptor, al secondo anno quanto ti impossessasti della signorina Weasly, al quarto anno quando ritornasti in vita e infine pochi fa mesi quando cercasti di possederlo. Per certi versi Harry Potter ti assomiglia Tom, non molla mai un obiettivo quando vuole raggiungerlo, e ora la cosa che lui desidera di più al mondo è eliminarti affinchè tu non possa fare del male ai suoi amici. Tu credi che sia tu a dare la caccia a lui ma non è così Tom, verrà il giorno che sarà lui a dare la caccia a te, e per quanto tu possa nasconderti lui ti troverà. Perchè Tom anche se tu hai il suo sangue lui ha sempre un potere che nè tu nè Ninga avrete mai. E sarà grazie a quel potere che vi eliminerà per sempre, perchè è bene che tu lo sappia se c'è qualcuno che può eliminarvi quel mago è proprio Harry Potter, non io Tom.

Intanto Harry continuava a volare nei cieli di Londra cercando di sfuggire all'inseguimento di Runga, ma i suoi tentativi a poco servivano, il demone continuava a lanciare le sue sfere di fuoco obbligando Harry a fare delle ardue manovre. Il mago riusciva a non farsi colpire ma con i continui attacchi del demone non riusciva a distanziarlo. Harry si girò nuovamente lanciando prima tre impedimenta e poi tre stupeficium, facendo così sperava che con l'impedimenta di rallentare i movimenti del suo avversario. In teoria l'idea di Harry era giusto e il demone perse per un attimo la presa sulla spada, Harry colse l'occasione al volo, fece una rapida frenata per ripartire a razzo contro il demone, che si vide arrivare a velocità folle il ragazzo, il quale si alzò sulla scopa. Colpì il demone dritto allo stomaco mentre un attimo prima dell urto Harry spiccò un salto evitando l'impatto. Sia  il demone che Harry precipitavano veloci al suolo, ma era quello che voleva il ragazzo, ora si trovava esattamente a pochi metri dalle sue spalle e lanciò due stupifecium che ferirono le ali del demone.
- Accio firebolt - gridò Harry appellando la sua scopa, ora l'aveva nella sua mano ma la forte velocità, gli impediva di mettersi sulla scopa, così decise di fare una manovra pericolosa, ma a quel momento non aveva nulla da perdere, con un torsione del proprio corpo riuscì a mettersi testa all'ingiù in quel modo riuscì a cavalcare la scopa, e risollevarsi proprio a pochi metri dal suolo mentre il demone cadde a terra rovinosamente.
Il ragazzo salì nuovamente in alto per vedere la situazione, per fortuna molti degli incendi erano stati spenti così i maghi del ministero poterono cominciare ad aiutare gli auror a combattere contro i mangiamorte. Harry era felice finalmente le cose stavano prendendo una piega diversa ma la sua felicità durò pochi secondi, vide che la disperazione dei babbani aveva richiamato un centinaio di dissennatori, sembrava che nessuno se ne fosse accorto e dubitava che dopo quella durissima battaglia dove c'erano stati tanti feriti qualcuno fosse in grado di lanciare un patronus tanto decente da respingere quel numero di dissennatori. C'era solo una persona che avrebbe potuto riuscirci e il ragazzo cominciò a cercarlo con lo sguardo finchè non lo vide. Stava per correre da lui quando lo vide che era impegnato a lottare contro Voldemort, mentre Lupin e Piton lottavano caparbiamente contro i mangiamorte. Non aveva scelta doveva provarci lui, puntò la bacchetta contro i dissennatori e cominciò a pensare a tutti i suoi ricordi più felici, il bacio sulla guancia datogli da Hermione alla fine del quarto anno, tutte le volte che si erano abbracciati, la sensazione di calore che provava ad ogni suo minimo contatto, e poi cominciò a pensare al suo migliore amico Ron a tutte le imprese che avevano fatto assieme, e a tutte le risate e alla gioia di aver trovato un amico come lui. I volti dei suoi amici rivivevano in lui, soprattutto quello di Hermione, non poteva permetterle che le succedesse qualcosa di brutto.
- Expecto patronum - gridò Harry creando un patronus a forma di cervo molto potente che si diresse verso i dissennattori spazzazndoli tutti quanti via dalla città, la luce provocata dal patronus di Harry era visibile in tutta la città e tutti gli abitanti di Londra non sapevano perchè ma d'improvviso acquistarono una gran voglia di vivere e una felicità che mai avevano provato e un amore verso la personata amata che mai avevano provato prima.
Il demone approfittò dell'occasione per lanciare una sfera di fuoco ma Harry abilmente se ne accorse e la evitò, i due avversari si fissarono dritti negli occhi, Harry avrebbe potuto anche scappare via, visto che il demone non poteva inseguirlo ma non voleva, doveva assicurarsi che almeno per quella sera non avrebbe fatto più del male a nessuno. Si avvicinò lentamente alla strada osservato dal demone che non lo perdeva di vista per un solo secondo, sapeva che doveva eliminarlo a qualsiasi costo, quel maghetto lo stava mettendo in difficoltù e non osava pensare quale terribile avversario sarebbe diventato se fosse stato addestrato.
Harry si lanciò a folle velocità con la sua scopa evitando tutte le sfere di fuoco del suo avversario, era a pochi metri da lui quando evocò un altro patronus e lo lanciò contro il suo avversario, il demone rimase acceccato per un attimo dalla luce del patronus ma fu sufficiente al ragazzo per volare nella sua direzione e colpirlo con la propria scopa mentre lui s iera alzaqto nuovamente sulla sua scopa e aveva fatto un abile capriola all'indietro un attimo prima dell'impatto.
Hermione apparve nello stesso momento in cui vide fare Harry quella pericolossima manovra, mentre Shakebolt arrivò solo qualche secondo dopo, ma vide lo stesso Harry correre contro il suo avversario. Stavano per lanciarsi in aiuto del ragazzo quando arrivarono cinque mangiamorte che li impegnarono in combattimento.
Il demone ripresosi subito lanciò due sfere di fuoco contro Harry il quale a sua volta lanciò due stupeficium che neutralizzarono i colpi del demone che lanciò un altra sfera di fuoco, ma Harry suò l'incantesimo aguamenti per creare un rivolo di acqua ai piedi del demone, scivolò con tutto il corpo sull'acqua evitando la sfera di fuoco e passò sotto alle gambe del demone, stesso da terra lanciò uno stupeficium sul ginocchio del demone, poi si rialzò e appprofittando dell'immobilità del demone lanciò un altro stupeficium alla spada del demone che perse la presa, facendo una piroetta in aria, approfittò dell'occasione per lanciare un reducto alla spada. Ma con gran sorpresa del mago la spada non fu distrutta e cadde nella mano del demone che sorrideva
- Sei abile Potter - gli disse il demone avanzando verso di lui - ma gli incantesimi normali come i tuoi non funzionano contro le armi demoniache
- Ti ho rotto una gamba con lo stupeficium - disse il mago indietreggiando - come fai a camminare ancora
- Potter noi demoni guariamo molto in fretta - disse il demone afferrando la spada con entrambe le mani, - questa volta per te è finita
Harry  non era ancora rassegnato alla sconfitta ed evitò l'affondo del demone spostandosi all'indietro scivolando sull' acqua, poi in rapida successione lanciò prima un impedimenta e poi due stupeficium, ma la corazza del demone era davvero nolto resistente.

Shakebolt ed Hermione lottavano ad armi pari contro i cinque mangiamorte, Hermione riuscì ad immobilizzarne uno con un petrificus totalus, mentre Shakebolt ne colpì due con lo stupeficium facendoli svenire, ma il quarto mangiamorte riuscì a colpirlo a sua volta con uno schiantesimo.
- Ci rivediamo signorina Granger - disse il mangiamorte togliendosi il cappuccio e mostrando il viso di Lucius Malfoy - preparati a venire con noi, il signore oscuro ti vuole.
Harry vide che la ragazza era in pericolo e si tuffò a terra passando sotto le gambe del demone e lanciò due stupeficium contro i due mangiamorti che furono colpiti e caddero a terra tramortiti.
- Sei finito Potter - disse il demone issando la spada sopra la sua testa e calandola con violenza.
- Ascendio - gridò Harry il quale grazie all'incantesimo riuscì a colpire il demone al viso, il ragazzo approfittò di quel momento per correre da Hermione
- Innerva - disse Hrry puntando la bacchetta contro Shakebolt
- Potter - gridò il demone  avanzando verso i tre maghi - questa notte tu morirai
- Stupifendo - gridò Shakebolt lanciando il suo incantesimo con il demone, il quale usando la sua spada lo rispedì all'indietro, ma Harry fu scaltro e riuscì a spostare il mago evitando che fosse colpito dal suo stesso incantesimo.
- E' inutile lanciargli gli incantesimi - disse Harry cominciando ad indietreggiare - la sua spada è indistrubbile per noi ed è impossibile lanciargli un incantesimo ravvicinato, è molto veloce nei suoi movimenti.
Shakebolt era molto sorpreso dalle informazioni che gli stava dando Harry, da come parlava sembrava che stesse combattendo contro il demone da almeno quindici minuti
- Che facciamo - chiese Hermione spaventata
- Sta dietro di noi - disse Harry agguerrito - ho promesso che ti avrei portato da Ron e lo farò

- Era il patronus di Harry quello che ho visto prima - disse Ron sicuro - era lui che l'ha evocato da sopra la scopa e se l'ha fatto vuol dire che stavano arrivando i dissennatori,
- L'ho visto anche io e poi sceso in picchiata in quella zona - disse Ginny indicando un punto che era a poche centinaia di metri da loro
- State calmi tutti e due - disse il padre - adesso andremo da Harry
- Non  così in fretta - disse un demone apparendo davanti a loro, il quale indossava una corazza rossa sul petto
- E quello chi è - chiese Ron
- Un demone - disse la madre - ora state indietro tutti e due. Ci pensiamo noi a lui
I coniugi Weasly lanciarono contemporanemente i loro stupifendo ma il demone li respinse entrambi con la propria spada, indirizzandoli verso due palazzi che erano ai loro lati. Il demone successivamente lanciò due sfere di fuoco che i coniugi riuscirono in parte e proteggersi con la protezione magica, purtroppo però il demone era molto potente e nonostante gli incantesimi di protezione i genitori di Ron era in ginocchio provati, anche se la loro magia era potente non erano in grado di tenere testa al demone, sopratutto a quel demone che indossava una corazza rossa.
- Siete in gamba ma i vostri incantesimi sono poca cosa contro di me, Ravan demone di fuoco. Questa sera oltre ad Harry Potter anche la famiglia Weasley verrà annientata.
- Non correre troppo Ravan - disse un mago apparendo davanti a lui, aveva i capelli rossi e corti come quelli di Ron ed era alto almeno un metro e ottanta, i suoi occhi erano celesti e si vedeva che il suo fisico era ben allenato nell'arte de combattimento.
- Non si batte tanto facilmente un Weasley - disse un altro mago apparendo, aveva i capelli lunghi e rossi raccolti in una coda di cavallo, e aveva un orecchino zannuto
Entrambi i maghi indossavano una tuta bianca a giromaniche, con un mantello nero che sovrastava le loro spalle
- E voi due chi sareste - chiese il demone
- Io sono Charlie Weasley - disse il primo mago estraendo una spada rossa - signore dei draghi
- Io sono Billy Weasley - disse il secondo mago estraendo uno scudo rosso rotondo - mago spezzaincantesimi della Gringott, siamo specializzati nella lotta contro i demoni
- Molto bene - disse il demone emanando la sua aura oscura partendo all'attacco - come detto questa notte morirà tutta la  famiglia Weasley
- Non esserne tanto sicuro Ravan - disse Billy fermando l'attacco della spada con il suo scudo
- Noi siamo stati mandati all'estero appositamente per imparare a batterci contro i demoni - disse Charlie cercando di colpire il demone il quale fece un passo all'indietro e parò il suo colpo con la sua spada
Proprio mentre il demone parava il colpo di Charlie, Billy colpì l'avversario con uno stuupifendo potente che fece cadere il demone a terra, il quale si rialzò dopo pochi secondi.
- Molte bene - disse il demone cominciando a volare - ci sarà da divertirsi questa sera
IL demone lanciò una serie impressionante di sfere di fuoco, ma Billy si piazzò davanti al fratello fermandole tutte con il suo scudo rosso, terminato l'attacco Charli si spostò alla destra del fratello e cominciò a muovere la spada da destra a simistra, dalla quale partirono diverse lame di fuoco che colpirono il demone che riusciva adifendersi grazie alla sua spada.
- Ascendio - gridò Billy portandosi all'altezza del demone, mettendo lo scudo davanti a se - riflessione magica - gridò ancora il ragazzo, dal suo scudo partirono tutte le sfere di fuoco che erano state precendemente fermate. L'attacco congiunto dei due fratelli aveva atterrato nuovamente il demone che si era rialzato prontamente mentre Billy era di nuovo al fianco del fratello.
- Da quanto tempo non combattevo così - disse il demone rialzandosi non mostrando la benchè minima ferita del doppio attacco appena subito, aumentando la sua aura oscura - ora si fa sul serio, ora scoprirete cosa significa affrontare un demone addestrato a combattere.


ringrazio midium che ha inserito la storia fra le sue preferite e marco che l'ha inserita fra le su storie seguite, inoltre ringazio edocast92 e auro_san per le recensioni. Harry combatte meglio perchè si è allenato così che velocità, e riflessi sono aumentati in lui.
grazie anche a tutti coloro che leggono la storia, magari se mi lasciaste un piccola recensione ve ne sarei grato.
tra qualche giorno aggiornerò con il sesto capitolo che si chiama una dura battaglia.

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Capitolo 6
*** una dura battaglia ***


                                             capitolo 6
                                                     Una dura battaglia

David non appena uscito dalla zona si smaterializzò subito per recarsi a Londra sperava solo di arrivare in tempo.
- David - ma Laura non terminò neanche la frase che l'amico già si era smaterializzato - quella maledetta testa calda di un dampyr, quando deciderà di usare la testa prima di agire. Non possiamo lottare con un demone senza equipaggiamento
- Che facciamo Laura - chiese Oris
- Tu segui David, consegna Horace a Silente, io andrò alla centrale a prendere ciò di cui abbiamo bisogno
- Potrei venire con te - disse Oris
- Non puoi - disse Laura - nessuno mago deve conoscere l'ubicazione della nostra base. Se David avesse rispettato gli ordini ora non saremmo in questa situazione. Ora vai ci rivediamo in ogni caso tra cinque minuti a Londra.
- Oris stai attento ci saranno i demoni a Londra - disse Laura prima di smateriallizzarsi seguito dopo pochi secondi da Oris.

David arrivò a Londra esattamente venti minuti dopo l'arrivo di Harry, sapeva che nessun mago poteva reggere tanto tempo da solo contro un demone, semza addestramento ed equipaggiamento, ma lui non voleva arrendersi. Chiuse gli occhi ed estese la sua mente, cercando di percepire l'aura del ragazzo e lo trovò, ma percepì anche un altra potenete vicino a lui. Si rese conto che Harry stava affrontando un demone.
- Devo aiutarlo - disse il ragazzo tra se e se, pronto a lanciarsi nella mischia
- Fermati David - disse una voce facendo voltare il night hunter
- Oris, Harry è in pericolo.
- Lo so - disse il secondo Night hunter - ma abbiamo ricevuto una missione. Ricordi David
- Si - disse David incerto - salvare Horace Lumocorno e portarlo alla stazione centrale da Silente.
- David, noi dobbiamo solo eseguire la missione, però se malauguratemente incappassimo in Harry e nel demone - disse Oris sorridendo seguito a sua volta da David -
- Ma ricorda la nostra priorità è Horace - disse Oris serio - dobbiamo portarlo alla stazione anche se questo significa non aiutare Harry
- Lo so - disse David
- Muoviamoci, passare per il centro di Londra incolumi non sarà affatto facile - disse Oris
Ma proprio mentre stavano camminando guardinghi, i due night hunters videro nel cielo il marchio nero di Lord Voldemort. I due ragazzi sapevano che solitamente  i mangiamorte usavano quel marchio solo quando era stato ucciso un nemico del signore Oscuro

Nello stesso momento Voldermot vide il marchio nero in cielo e mentre stava combattendo contro Silente, lui e tutti i suoi mangiamorte si erano smaterializzati, e mentre svaniva nel nulla al mago oscuro gli apparve un piccolo sorroso, cosa che non piacque affatto a Silente. Il mago si chiese per quale motivo Ton Riddle avesse rinunciato alla lotta. Sicuramente non perchè Harry era stato ucciso, in quanto percepiva la sua aura ma debolmente, qeusto significava che era affaticato e che lui doveva muoversi. Eppure una domanda tormentava il mago se Lord Voldemort non aveva attaccato Londra per uccidere Harry potter per qualche motivo oscuro l'aveva fatto e quel segnale che era in cielo che cosa stava ad indicare
Silente, Lupin e Piton montaron sulle loro scope ma caddero in malo modo dopo pochissimi secondi, erano esausti e non avevavo le forse per poter volare, avrebbero potuto smaterializzarsi ma provati com'erano sarebbe stato difficile materializzarsi nel posto giusto così optarono per raggiungere il ragazzo a piedo anche se questo significava camminare almeno per venti minuti a piedi. Silente sperava solo che Harry riuscisse a resistere ancora contro il demone, sapeva che aveva combattuto a lungo e temeva tantissimo di non arrivare in tempo, stesso pensiero aveva anche Lupin e strano a dirsi anche a Piton.

Harry aveva visto il marchio nero in cielo e temeva che qualcuno dei suoi amici fosse stato ucciso, fortunatamente o sfortunatamente sentiva ancora le esplosioni degli incantesimi, questo stava ad indicare che molti membri dell'ordine stavano ancora combattendo. Il demone rinfoderò la spada e cominciò a camminare verso il gruppo che cercava di indietreggiare, Harry sapeva che non potevano scappare perchè il demone era più veloce di loro e poi li avrebbe potuti colpire alle spalle con le sue terribili sfere di fuoco. Cosi man manc che il demone avanzava loro indietreggiavano cercando di mantenere la distanza inalterata.
- Stupeficium - gridò una voce.
Harry  evitò l'incantesimo per mochi centimentri mentre Shakebolt non fu abbastanza veloce e venne colpito in pieno dallo schiantesimo e cadde a terra privo di sensi.
Harry si girò nella direzione dalla quale era partito l'incantesimo e vide che era stato Lucius Malfoy che gli stava puntando nuovamente la bacchetta contro.  Ma Harry fu rapidissimo prima lanciò l'expelliarmus per disarmare il mago, poi un stupeficium che fece svenire il mago e infine un incarceramus catturandolo definitivamente. Il demone però colse l'occasione al volo per avvicinarsi a lui e stava per colpirlo al viso ma Harry evitò il pugno abbassandosi e con una mossa rapida gli passò alle spalle e stava per lanciare un suo incantesimo, ma il demone rapido lo colpì con una gomitata al naso rompendolo, poi si girò e colpì il mago allo stomaco fadendolo piegare in due dal dolore e poi gli diede un violento calcio sempre allo stomaco facendo cadere rovinosamente a terra.
Hermione era semplicemente paralizzata dal terrore, il suo amico era stato colpito duramente e ora giaceva a terra, sembrava privo di sensi, mentre la ragazza era ferma immobile incapace di muovere un solo muscolo.
- E ora signorina Granger lei verrà con me - disse il demone pronta per rapirla
- Lei non verrà da nessuna parte con te - disse Harry che si era rialzato, era malconcio e sanguinava molto dal naso ma era determinato a non permettere al demome di rapire Hermione sotto i suoi occhi, gli avrebbe reso la battaglia dura.
- Sei testardo Potter lo sai che i tuoi poteri sono nulli contro di me - disse il demone aumentando la sua aura
- Certo che lo sono, altrimenti non mi sarei messo a lottare contro Voldemort. Lui la pagherà cara per avermi reso orfano, e deve pagare anche per la morte di Cedric e di Sirius e non sarai tu a fermarmi - disse Harry pronto a riprendere la lotta, non gli improtava nulla se moriva in quella battaglia ma avrebbe difeso Hermione a qualsiasi costo.
Hermione si chiedeva che cosa spingesse Harry a lottare contro il demone, sapeva che la semplice vendetta non poteva essere un sentimento tanto forte da renderlo così incrollabile, forse era il desiderio di non vederla rapita, ma poteva un sentimento come l'amicizia essere così forte da rendere un mago incrollabile? A giudicare dalla determinazione che aveva Harry sembrava di si.
Il demone per la prima volta dava segni di sorpresa, vedeva l'aura di Harry ed era molto combattiva ma soprattutto era bianca e lo circondava completamente. Ma lui non poteva farsi battere da un ragazzino, così prese a correre verso il ragazzo il quale fece altrettanto, il demone lanciò una sfera di fuoco ma Harry si spostò rapido alla sua sinistra.
- Aguamenti - gridò Harry creando di nuovo un rivolo d'acqua, ma questa volta il demone era preparato ed evitò l'acqua volando e portandosi alle spalle di Harry a pochi metri da lui, ma il ragazzo si aspettava quella mossa e rapidò si girò.
- Acqua eructò - gridò il ragazzo creando un getto d'acqua, l'attacco era stato così veloce che il demone venne colto di sorpresa e il getto d'acqua lo colpì con violenza in faccia. Mentre stava cadendo Harry usò l'ascendio per portari di fronte al viso del demone e lo colpì con un potente stupefiucium facendolo volare a terra  distante qualche metro.
- Stai ferma lì Hermione - disse il ragazzo guardando fisso il demone dopo essere riatterrato. Respirava a grande boccate mantenendosi lo stomaco, risentiva ancora degli effetti del terribile pugno del demone che gli aveva dato qualche minuto prima.
- Ma Harry ... - disse Hermione che non terminò la frase in quanto vide che il demone si stava rialzando e aveva un sorriso di soddisfazione stampato sul viso.
- Da quanto tempo non incontravo un mago come te Harry Potter, riesci a combattere nonostante tu sia privo di addestramento e usi l'inteligenza per combattere. Sei un bravo combattente te ne do atto ma questa notte tu morirai
- E' dall'inizio del combattimento che me lo dici - gridò Harry - fatti sotto
- Con piacere Potter - disse il demone correndo verso il ragazzo che gli lanciò un altro acqua eructo
- Lo stesso attacco non funciona mai due volte - disse il demone che aveva evitato la magia di Haary e gli aveva sferrato nuovamente un pugno alla bocca dello stomaco, ma Harry non ne voleva sapere di arrendersi e strinse il demone allo stomaco.
- Cosa credi di fare Potter - disse il demone colpendolo alla schiena con violenza
- Ora lo vedrai. Ascendio - gridò Harry sollevandosi in aria stringendo il demone nella sua morsa, entrambi stavano per cadere a terra, quando Harry liberò la sua presa e usò un altro ascendio mentre il demone cadde a terra pesantemente, Harry mentre stava per atterrare lanciò in rapida successione tre stupeficum contro il demone creando delle crepe per terra segno che il suo attacco era molto potente. Harry atterrò esausto in ginocchio, respirava a fatica mentre Hermione lo guardava esterafatta, mai aveva visto il suo amico combattere con tanta foga.


Intanto a qualche isoltato di distanza si stava svolgendo un' altra terribile battaglia tra i due fratelli Weasley e Ravan, che si stava rivelando un avversario davvero temibile. I due fratelli erano l'uno a fianco dell'altro, Charlie con la sua spada che teneva con entrambe le mani era in posizione di guardia, mentre Billy aveva lo scudo rosso piazzato davanti a se, il demone invece aveva la sua spada nera davanti a se circondata dalle fiamme in posizione di attacco, sul viso vi era stampato un sorriso di soddisfazione.
Il demone partì all'attacco puntando verso Billy che era pronto a fermare il colpo del suo avversario, ma all'ultimo istante Ravan si smaterializzò per arrivargli alle spalle sorprendendo il suo avversario, fortunatamente Charlie riuscì ad accorgesene in tempo e parò il colpo di spada del demone il quale si smaterializzò di nuovo per arrivare alle spalle del primogenito Weasley per colpirlo con una sfera di fuoco facendolo cadere a terra, Billy cercò di colpire il demone con il suo scudo, ma Ravan si smaterializzò ancora una volta per apparire alle spalle del secondogenito e colpirlo alla schiena con un terribile colpo di spada provocandogli una brutta ferita, anche se il ragazzo era riuscito ad evitare il colpo mortale spostandosi un attimo prima in avanti, evitando di fatto che il colpo fosse mortale.
Charlie e Billy non ci potevano credere, si erano duramente negli ultimi sei anni eppure nonostante tutto quello che avevano imparato non riuscivano a tenere testa ad un demone anche se erano in due contro uno, la sua capacità di materializzarsi e smaterializzarsi velocemente li aveva messi in difficoltà, non osavano pensare a quale difficoltà li attendevano. Se solo un demone era capace di metterli in difficoltà, come avrebbero fatto a combattere contro un esercito intero di demoni? Eppure nonostante l'impresa sembrava impossibile loro non potevano permettere a Ravan di batterli, dovevavo difendere la loro famiglia a qualsiasi costo.
- Ecco qua ai miei piedi i valorosi paladini della luce, certo che se sono tutti come vai vincere questa guerra sarà molto facile - disse Ravan alzando la propria spada pronto a laciare il colpo finale.
Ma proprio mentre stava per colpirli due stupeficium lo centrarono in pieno. Sia Charlie che Billy sollevarono la testa per vedere chi fosse stato a colpire il demone e videro che erano stati Ginny e Ron che continuavano a lanciare le loro magie contro il demone, che incurante dell'attacco dei due giovani maghi avanzava verso di loro. Era a pochi metri da loro e aveva sollevato la sua spada per colpirli, ma il colpo della spada fu fermato dallo scudo di Billy. Il ragazzo spostò il demone di lato usando la sua forza, poi con un rapido movimento rotatorio lo colpi al viso con un violento calcio facendo cadere il demone a terra. Ma Ravan si rialzò subito, evitò il pugno di Billy e lo colpì allo stomaco con un violento pugno e poi lo colpì sotto al mento scaraventandolo a terra.
- Sei finito Billy Weasley - disse il demone alzando la spada che calò con violenza, ma il colpo fu fermato dalla spada di Charlie che si era messo in difesa del fratello. Fra i due combattenti cominciò un duello fatto di affondi e di finte ma spesso le loro due spade si scontravano creando dei lampi di energia, purtroppo però il demone era scaltro e furbo, si smaterializzò nel momento di un affondo di Charlie che si trovò sbilanciato, e gli apparve alle spalle ma il ragazzo non era uno sprovveduto, con un rapido movimentop ad una mano, si girò e colpì di demone al petto facendolo cadere a terra, purtroppo però la corazza del demone era resistente e il colpo non aveva avuto effetto tanto che Ravan si rialzò subito, rinfoderò la sua spada e mise entrambi le mani davanti a se.
- Che cosa fai Ravan, ti arrendi? - chiese Charlie
- Tutt'altro Charlie Weasley - disse il demone lanciando un prima sfera di fuoco che Charlie riuscì a parare con la spada anche se a fatica, il demone ne fece partire altre due da entrambe le mani, la prima fu parata ancora da Charli e la seconda intervenne Billy a salvare il fratello parando il colpo con il suo scudo. Il demone allora ne lanciò in rapida successione quattro sfere colpendo in modo implacabile i due fratelli che non riuscirono a difendersi, ma i due Weasley erano restii ad arrendersi e si rialzarono. Charlie si mise nella sua posizione di guardia mentre Billy estrasse un pugnale con una lama lunga circa quindi centimetri, che impugnava alla rovescia.
- Avanri Ravan lanciamo una sfera di fuoco, ti farò vedere cosa significa essere uno spezzaincantesimi - disse Billy carico di sfida
- Se lo desideri così tanto Weasley ti accontento subito.
Il demone lanciò una sfera di fuoco che Billy tagliò in due con il suo pugnale eliminandola all'istante in un fascio di luce, Ravan non si arrese e ne lanciò altre quattro ma Billy le eliminò tutte quante in rapida successione
- Ravan questo pugnale viene donato dai nani ai maghi spezza incantesimi, non c'è magia che può resistere al suo potere, e le tue sfere di fuoco sono comunque magie anche se demoniaca, e come tale io le eliminerò sempre, non c'è nessuna magia che il mio pugnale non possa fermare Ravan
- E credi che il tuo pugnale possa bastare a difenderti Weasley - disse Ravan lanciando tante sfere di fuoco che Billy cercava di colpirle con il suo pugnale, ma ne erano troppe e ben presto fu colpito e scaraventato da quel terribile attacco. Ma il secondogenito dei Weasley non si arrese e si rialzò ancora una volta anche se si vedeva che non era in piena forma così come Charlie che si mise a fianco del fratello.
- Ravan adesso vedrai che cosa significa essere un signore dei draghi - disse Charlie estraendo una sfera rossa, all'interno sembrava esserci un piccolo drago.
- Faiar io ti invoco, signore dei draghi - disse Charlie alzando la sua mano. Dalla sfera partirono tante lingue di fuoco che si congiunsero per far apparire dopo pochi secondi, un essere alto circa due metri il corpo era quello di un uomo, ma aveva la testa di un drago, e sulla schiena delle ali, ed era messo in difesa del suo evocatore.
- Per questa sera vi risparmio la vita famiglia Weasley, presto ci rincontreremo e vi eliminerò una volta per tutte - disse Ravan  prima si smaterializzarsi sorprendendo i due Weasley che non si aspettavano che il demone si ritirasse.
I due ragazzi erano sorpresi, in quanto Ravan aveva dato dimostrazione di tenera testa ad entrambi senza apparente difficoltà, cosa che li preoccupava non poco, si guardarono a vicenda e su entrambi i volti si leggeva la preoccupazione, se il demone era stato mandato lì ad eliminare i Weasley per quale motivo si era ritirato?
- Charlie, Billy grazie per il vostro aiuto - disse la madre abbracciandoli forte, Billy a quel contatto fece una smorfia di dolore, la madre lo lasciò subito. Si era appena ricordata che il figlio era stato ferito seriamente alla schiena.
- Billy ti fa molto male la ferita - chiese la madre
- Non preoccupatevi signora Weasley - disse una voce femmicile facendo voltare tutti i membri sorpresi di vedere proprio quella persona, era arrivata la ragazza che aveva lottato contro Harry nel torneo tre maghi Fleur Delacour, la quale raggiunse Billy e lo baciò, sorprendendo tutti i membri della famiglia escluso Charlie che era già a conoscenza della relazione fra i due
- Perchè non dovrei preoccuparmi visto che mio figlio è stato ferito per salvare noi tutti? - chiese la mamma di Billy incrociando le braccia
- Perchè vede signora Weasley, se c'è una cosa che sanno fanno bene le streghe di Beaubatons è quella di praticare le magie curative - disse un enorme donna in compagnia di un omaccione che aveva la barba e i capelli incolti, erano arrivati anche madame Maxime e Hagrid
- Infatti - disse la ragazza curando il ragazzo
- Ron, Ginny - disse Charlie rivolgendosi ai due ragazzi, siete stati coraggiosi ad affrontare Ravan, e siete stati fortunati che eravamo noi qua questa sera, ma non provate mai più ad affrontare un demone, senza prima essere stati adeguatamente addestrati. E ora andiamo c'è un altra persona da aiutare
- Chi - chiese Ron curioso
- Mi meraviglio che tu melo chieda Ron - disse Faiar - dobbiamo aiutare il tuo grande amico Harry Potter e se non ci muoviamo non lo troveremo vivo.
- Faiar rientra, avremo bisogno ancora del tuo aiuto. - disse  Charlie
- Quando vuoi Charlie - disse l'essere rientrando nella sfera.
- Chi era quello? - chiese Ginny
- A dopo le spiegazioni Ginny - disse Charlie cominciando a camminare seguito da tutto il gruppo. Tutti erano molto tesi speravano ardentamente di arrivare in tempo per aiutare il bambino sopravvissuto, e speravano tanto che quel soprannome poteva essere ancora dato dopo lo scontro con il demone, perchè entrambi sapevano che Harry stava affrontando un demone in quanto percepivano la sua aura ed era molto potente, ma percepivano anche un altra vicino a quella del demone e non capivano di chi fosse.

Runga ancora una volta si rialzò illeso, gli incantesimi che Harry gli aveva lanciato erano stati molto potenti e avrebbero abbattuto chiunque ma non il demone.
- Come fai a rialzarti sempre - chiese Harry
- E' semplice Potter, i tuoi incantesimi sono ottimi ma non funzionano contro i demoni, ci vogliono incantesimi particolari affinchè un mago possa pensare di poter combattere contro i demoni - rispose il demone
Harry sapeva a quali incantesimi alludeva il demone, ricordava perfettamente gli incantesimi lanciati dal suo professore di pozioni e da Lupin poche ora prima quando lo avevano salvato dai due demoni, e ora lui si chiedeva come fare per difendersi visto che la sua magia risultava inefficace. Oltretutto era completamente esausto, non pensava che lottare contro un demone richiedesse tanta resistenza, erano ormai più di trenta minuti che stava combattendo contro Runga. Il demone nonostante la lugna lotta non dava segni di stanchezza o cedimento mentro lui era esausto, aveva il naso rotto e lo stomaco gli faceva un male pazzesco, il pugno datogli dal demone pochi minuti prima era stato davvero molto forte. Eppura nonostante tutto doveva reggere per il bene di Hermione, doveva proteggerla fino all'arrivo di Silente e di Ron, lui non le poteva farle il torto di non portarla dal ragazzo che amava, l'aveva promesso e avrebbe mantenuto la sua promessa a qualsiasi costo.
- Che cosa farei se fossi in lui - pensava il ragazzo - avrà sicuramente capito che voglio proteggere Hermione, quindi se fossi in lui attaccherei la ragazza per colpire me di sorpresa, sapendo che io mi lancerei in sua difesa. Non ho scelta devo attaccarlo io per primo, non ho forze per poter difendere me ed Hermione. Ma che incantesimo posso usare, ormai li ho provati tutti, e non posso continuare a lanciargli la mia scopa contro, di questo passo si distruggerebbe e io non voglio, è l'unico ricordo di Sirius.
- Che aspetta a muoversi - pensava il demone - non credo che abbia capito che voglia attaccare la ragazza per battere lui, non può aver capito il mio piano.
Harry lo osservava attentamente, lo stava squadrando centimentro per centimentro cercando un eventuale punto debole in un avversario che apparentemente sembrava non avere punti deboli eppure lui sapeva che nessuno era imbattibile, ma più lo osservava più gli sembrava impossibile batterlo.
Mentre i due avversari si osservavano con reciproca determinazione un ombra osseravava dall'alto l'evolversi della situazione, soprattutto sembrava avere un interesse particolare per le capacità dimostrate dal giovane maghetto.
- Devo batterlo a qualsiasi costo - continuava a pensare il maghetto tenendo la bacchetta puntata davanti a se. Ma Harry non si era accorto che la punta della bacchetta si stava formando una piccola sfera luminosa - sono l'ultima barriera prima che lui possa rapire Hermione. Non posso fargli rapire Hermione. Ma cosa...
Harry si accorse che la punta dell bacchetta si era formata una piccola sfera luminosa e che la bacchetta era attraversata da delle piccole onde di luce bianca, ma non appena se ne accorse la bacchetta ritornò normale
Runga si accorse che Harry si era distratto e spiccò il volo lanciando una decina si sfere di fuoco, che crearono una nube di polvere facendo svanire il maghetto. Quando la nube si dissolse apparve Harry illeso mentre tutto attorno a lui vi erano i piccoli crateri provocati dalle sfere di fuoco.
- Come hai fatto ad uscirne illeso? Quale magia hai usato - chiese il demone
- Nessuna magia  le tue sfere non vengono lanciate nello stesso momento ma in momenti diversi e oltretutto non tutte arrivano al bersaglio, basta tenerle d'occhio ed è possibile evitarle proprio come ho fatto io qualche secondo fa - rispose il maghetto ricordando come fosse riuscito a vedere perfettamente le sfere che gli venivano contro - e ora Runga tocca a a me. Ascendio - gridò il maghetto portando qualche metro sopra il demone, il quale alzò la testa e vide che Harry gli pontava contro la sua bacchetta
- Bombarda maxima - gridò Harry colpendo il demone con l'incantesimno esplisivo colpmnedolo in pieno e facendolo cadere a terra rovinosamente, mentre lui atterrò dopo un paio di secondi.
Il mago aveva usato lo stesso incantesimo che Hermione aveva usato al terzo anno per liberare Sirius dalla sua prigione e farlo scappare succissivamente con Fierobecco. Ad Harry sembrava incredibile in quella battaglia contro il demone stava rivivendo tutte le sue avventure con Hermione, forse era solo un caso o forse era il suo amore per la ragazza che gli faceva rivivere le sue avventure con lei. Ma ora non era il momento per pensarci doveva portare a termine il combattimento il prima possibile, non ce la faceva più a lottare.
Il demone si rialzò con una piccola ferita sulla fronte, Runga lanciò quattro sfere di fuoco che Harry evitò abilmente ma purtroppo però l'attacco del demone era stata solo un abile mossa evasiva che aveva consentito al demone di avvicinarsi ad Harry con la spada alzata sopra la sua testa pronta per abbatterla sul suo avversario. Ma Harry si era accorto dello stratagemma del suo avversario e nello stesso momento in cui il demone aveva issato la sua spada il mago gli aveva puntato la sua bacchetta e lo aveva immobilizzato usando il petrifico totalus. Sembrava essere finita, il ragazzo si mise in ginocchio esausto respirando a grandi boccate, con il sudore che gli scendeva dalla fronte, Hermione si era tranquillizzata e stava camminando verso il suo amico felice che ne fosse uscito vittorioso da quel combattimento.
Poi tutto successe in non più di un paio di secondi ma ad Hermione sembrava che il tempo si fosse fermato, il demone che sembrava pietrificato abbassò la spada sulla testa di Harry, il quale percepì all'ultimo secondo il pericolo e si tuffò in avanti facendo una capriola girandosi verso il suo avversario. Il demone rapidò si girò su stesso cercando di colpire il mago il quale evitò il terribile colpo spostando la testa all'indietro, con la lama della spada che lo aveva mancato per pochi centimetri, ma il ragazzo fu rapido si avvicinò al demone e lo colpì con l'incantesimo conjuntivitis agli occhi.
Il demone arretrò mettendosi una mano sugli occhi, quando la tolse vide davanti a se due Harry Potter, l'incantesimo del maghetto gli aveva rovinato la vista.
- Complimenti Potter un incatensimo eccellente ma anche completamente imutile - disse il demone chiudendo gli occhi - io posso vedere la tua aura e capire dove sei. Infatti il demone riusciva a vedere il corpo di Harry circondato dalla sua aura bianca, lo vedeva spostarsi da sinistra a destra, mentre il demone seguiva i suoi movimenti
- Non ci posso credere - pensò Harry - riesce a vedere veramente la mia aura e ora come lo batto, non ho più incantesimi da lanciargli contro. Eppure non posso permettergli di rapire Hermione per nessun motivo al mondo, se solo fossi in grado di usare lo stupifendo. Lo stupeficium serve per schiantare i maghi e renderli inefficaci, il movimento della bacchetta dovrebbe essere lo stesso se non ricordo male i movimenti di Lupin e di Piton. E la concentrazione dovrebbe essere la stessa. Non penso di avere molta scelta devo provarci, è l'unico incantesimo potente che io conosca le altr magie non funzionano contro di lui. Non ho nulla da perdere.
- E inutile che pensi Potter - disse il demone correndo verso il ragazzo - non c'è magia che tu possa usare contro di me
Il demone era a pochi metri dal ragazzo quanto questi fece la sua mossa.
- Stupifendo - gridò Harry agitando la bacchetta nello stesso modo che usava per lanciare lo stupeficium. DAlla bacchetta partì un fascio di luce rossa che colpì il demone mandandolo ad una decina di metri di distanza da lui, disteso per terra, apparentemente sembrava tramortito.





ringrazio edocast92 e auro_san per le loro recensioni. Mi fa piacere che abbiate trovato bello il precedente capitolo
auro_san ci saranno altre coppie in futuro ma ci vorrà del tempo.
grazie anche a tutti coloro che leggono la storia, magari se faceste un picolo commentino giusto per sapere se vi piace o se non capite qualcosa.

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Capitolo 7
*** All'ultimo secondo ***


                                                                                                    capitolo 7

                                                        All'ultimo secondo

Hermione era più felice che mai, il suo amico era riuscito a lanciare lo stupifendo abbattendo finalmente le difese del demone. Ancora non poteva crederci, ormai aveva perso ogni speranza quando aveva visto il demone seguire con la testa i movimenti di Harry, aveva trattenuto il fiato per un tempo che a lei parve interminabile e ormai era rassegnata alla sconfitta dell'amico, ma proprio quanco sembrava finito aveva usato lo stupifendo ribaltando la situazione. La ragazza ancora non poteva crederci, non era mai stata così contenta in vita sua, purtroppo la sua felicita durò poco perchè il demone lentamente si stava rialzando.
Harry era piuttosto sorpreso da quello che aveva fatto, il suo era stato un disperato tentativo, di questo lui ne era consapevole e non sapeva se ci sarebbe riuscito ancora, oltretutto sentiva il suo corpo tutto indolenzito per il lungo combattimento e si era reso conto che quel particolare incantentimo richiedeva una capacita superiore a quella che lui aveva. Ricordava che sia Lupin che Piton dopo aver usato lo stupifendo erano stati in grado di combattere ancora, lui invece si sentiva ancora più indolenzito di prima segno che quel particolare incantesimo richiedeva una concentrazione e una resistenza fisica e magica molto più forte rispetto a quella degli incantesimi normali. Sperava ardentamente che il suo avversario non si alzasse, ma la sua speranza si infranse subito quando vide Runga rialzarsi poco a poco.
- Niente male Potter, sei davvero un degno avversario - disse il demone rialzandosi, aprendo gli occhi  - ma sei stato anche incauto a lanciare quell'incantesimo contro di me senza addestramento,  oltretutto l'incantesimo che mi avevi fatto agli occhi ha perso la sua efficacia. Che cosa pensi di fare ora Potter non hai più forze.
- Runga io non posso arrendermi, combatterò fino alla fine - disse Harry, anche se sapeva benissimo che non lo poteva battere - ma non poteva permettere che rapisse Hermione sotto gli occhi suoi, doveva resistere al meno fino all'arrivo di Silente, ci avrebbe pensato lui a portare Hermione da Ron. Doveva solo reggere qualche altro minuto.

Nel frattempo Billy e Charlie guidavano il gruppo verso la zona dove stava combattendo Harry, erano entrambi piuttosto tesi per il combattimento contro Ravan.
- Charlie che cosa ne pensi del combattimento di poco fa? - chiese Billy camminando al fianco del fratello mentre il resto del gruppo era a qualche metro di distanza da loro
- Non saprei Billy. Ravan sembrava avere il potere per tenerci testa entrambi ed alquanto preoccupante la cosa. Se tutti i demoni sono come lui sarà molto difficile uscirne vincitori da questa guerra, per non parlare che dobbiamo affrontare anche Voldemort ed è evidente che i mangiamorte e i demoni sono alleati.
- Già. Mi chiedo ancora per quale motivo i mangiamorti si siano ritirati. - disse Charlie riflessivo
- Bella domanda, sembrava un attacco in grande stile quasi come se Voldemort volesse mettere fine alla guerra stasera stessa. Non ho mai visto un attacco così violento ad una città babbana, un attacco oltretutto rapido che ha colto di sopresa il ministero e Silente stesso, per fortuna che non ci sono state vittime, solo qualche ferito.
- Eppure non capisco il motivo per cui si sono rititati - disse Charlie - ormai sono rimasti solo il demone che sta affrontando Harry e quello che si sta avvicinando a noi. Avrebbero potuto batterci facilmente questa sera eppure si sono ritirati, possibile che il loro attacco era solo un diversivo.
- Non sarebbe da Colui-che-non-deve-essere-nominato - disse il padre che si era avvicinato a loro - ricordo la prima guerra magica, lui non agiva così ma faceva sempre attacchi diretti forte di una grande numero di seguaci e creature oscure.
- Forse hai ragione papà eppure c'è qualcosa di strano nella battaglia di stasera. - disse Charlie -
- Charlie dobbiamo battere il demone che sta affrontando Harry rapidamente, l'altro demone si sta avvicinando velocemente ed è terribilmente potente, potrebbe essere anche una signora degli elementi.
- Hai ragione Billy, non abbiamo forze sufficienti per combattere contro due demoni contemporaneamente. Teniamoci pronti fra un paio di minuti arriveremo da Harry.
- Charlie - disse Billy guardando il fratelo nervosamente
- Lo so Billy - rispose semplicemente Charlie
- C'è qualche problema ragazzi - chiese il padre
- Nessuno papà - rispose Charlie cercando di sorridere
Nessuno dei due aveva avuto il coraggio di dire che l'aura di Harry si era ridotta moltissimo, era appena percettibile, il che voleva dire che il ragazzo era al limite delle forze e che forse sarebbero arrivati troppo tardi.

Runga capì di avere la vittoria in pugno e che poteva eliminare una volta per tutte l'unico ostacolo che avrebbe potuto dare qualche noia al suo padrone. Runga corse verso il suo avversario pronto a sferrare il suo attacco, Harry chiuse nuovamente gli occhi, concentrandosi più che poteva, era il suo ultimo colpo dopo di quello non sarebbe riuscito più a combattere, era la vita o la morte.
- Stupifendo - gridò Harry aprendo gli occhi, facendo partire dalla bacheta un fascio di luci rosse
- Stpido ragazzino, te l'ho detto lo stesso attacco non funziona mai due volte - disse il demone spiccando un salto evitando il colpo e cominciando a volare verso il ragazzo. Poi piombò su Harry e lo colpì con un terribile pugno al viso che fece cadere Harry lontano diversi metri, completamente immobile, con la testa all'indietro e la bacchetta ancora in mano, non era svenuto, ma aveva il corpo completamente indolenzito per lo sforzo di aver usato un altro stupifendo, non avrebbe mai pensato che per usare simili colpi magici occoresse tanta resistenza.
Harry sentiva il demone che si avvicinava sempre di più con fare lento pregustando la sua vittoria, sapeva di stare per morire ma non gli importava molto, quello per cui era più dispiaciuto era che non era riuscito a salvare la ragazza che amava, e non solo quello. Ricordava ancora la profezia che aveva sentito nello studio del preside. Nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive, e così la profezia si stava compiendo lui sarebbe morto e Voldemort sarebbe vissuto e sarebbe stato libero di conquistare il mondo magico e non solo.
Proprio quando stava pensando a tutto questo sentì un peso sul corpo, con fare lento e faticoso mosse la testa per vedere che cos'era quel peso e con orrore vide che su di lui vi era Hermione, quella incoscinte ragazza invece di scappare era rimasta lì tutto il tempo ad osservare il suo combattimento.
- Prima di uccidere Harry dovrai uccidere me - disse la ragazza guardando il demone
Harry rimase sorpreso da quelle parole, erano le stesse identiche parole che la ragazza disse tre anni prima alla stamberga strillante. Ricordava ancora quella notte come se fosse stato il giorno prima, lui e la ragazza che sfuggivano alla furia del platano picchiatore per poi rincorrere Sirius trasformato in cane che aveva afferrato Ron. Avevano trovato il loro amico dopo pochi minuti, ma anche il suo padrino che credevano fosse il traditore dell'ordine della fenice, ed Hermione fece una cosa che per un momento lo colse impreparato si mise in sua difesa pronunciando esattamente quelle stesse parole.
Non poteva crederci quella sera stava ripercorrendo tutte le sue avventure avvenute nei cinque anni di scuola.
- Sei così debole Potter - disse il demone avanzando verso il ragazzo con fare lento
Harry rimase sopreso per la seconda volta in pochi secodi, il demone aveva detto la stessa frase pronunciata da Voldemort quando lo aveva posseduto pochi giorni prima, la ricordava perfettamente. Era disteso sul pavimento cercando di opporsi con tutte le sue forze alla possessione di Voldemort, ma il mago oscuro era troppo esperto per lasciarsi battere dal ragazzo, ormai era in completa balia del signore oscuro, non voleva altro che morire per riabbriacciare Sirius e i suoi genitori, ma era anche combattuto perchè non voleva lasciare da sola Hermione, quella grande scarica di amore costrinse Voldemort a lasciare il corpo del ragazzo, non prima di avergli pronunciato quella frase.
- Harry - disse Hermione sorpresa quando gli aveva toccato la faccia, il ragazzo stava versando calde lacrime. Il ragazzo era stato così scosso dalle parole del demone e di Hermione e dal ricordo del suo padrino che non aveva potuto fare a meno di piangere. Non credeva che sarebbe stato capace di piangere ancora, era sicuro di aver versato tutte le sue lacrime quei giorni quando pianse la morte del suo padrino.
Il ragazzo volse lo sguardo verso Hermione e vide il suo bellissimo viso a pochi centimetri dal suo. Hermione vide ancora una volta quei bellissimi occhi verdi, per un solo singolo istante Harry ed Hermione si persero negli occhi dell'uno e dell'altra. Hermione guardando quegli occhi provò una strana sensazione, il suo cuore batteva a mille e ancora una volta la ragazza fu tormantata da mille dubbi.
Si chiese se non si stesse innamorando del suo migliore amico, e quello che credeva amore verso Ron non fosse una sola e semplice infatuazione.
- Scappa Hermione - disse Harry con un fil di voce sorprendendo la ragazza. - Non appena avrò fatto la mia mossa scappa, raggiungi Ron, presto arriverà anche Silente e sarai salva. Non avrai molto tempo Hermione, solo qualche secondo.
- Ma Harry, io non posso abbandonarti - replicò Hermione
- Devi farlo Hermione - rispose di rimando Harry - devi vivere felice con Ron. Promettilo Hermione
- Harry ma io...
- Promettilo Hermione, e io potrò morire consapevole di averti salvato proprio come fece mia madre con me tanti anni fa. - replicò Harry
- Harry io... - replicò la ragazza non sapendo cosa dire. Come poteva dirgli che forse quello che provava verso il rosso era una semplice infatuazione, quando neanche lei era più sicura dei suoi sentimenti.
- Hermione - disse Harry accarezzandole il viso - non permettere che il mio sacrificio sia vano, devi vivere felice insieme a Ron.
- Va bene Harry. - disse Hermione non riuscendo a non trattenere le lacrime, non voleva che il suo amico morisse, ma sapeva anche che in quella situazione non poteva salvare entrambi, il demone si era rivelato più forte di Harry Potter, e ora lui voleva sacrificare se stesso per salvare lei
- Al mio tre Hermione - disse Harry sollevando di qualche centimetro la bacchetta.
Il demone intanto lentamente si era avvicinato ai due ragazzi, non era riuscito a sentire l'intera conversazione fra Harry ed Hermione ma poco gli importava, stava per eliminare l'unica persona che avrebbe potuto dare qualche noia al signore oscuro. Era ad un paio di metri quando Harry fece la sua mossa
- Ora Hermione - disse il ragazzo sollevando ancora di più la sua bacchetta. Hermione si alzò distraendo per un secondo il demone, ma quel secondo fu più che sufficiente per permettere ad Harry di lanciare un terzo stipifendo colpendo in pieno il demone che finì ad una decina di metri di distanza da lui.
- Hai promesso Hermione - disse Harry alla ragazza titubante - vai via di qui e non ti voltare indietro.
Hermione corse via, girandosi indietro solo per un isante durante il quale vide che il demone si stava rialzando. Aveva paura per il suo amico ma sapeva anche se c'era qualcuno in grado di potersela cavare in quella situazione quello era proprio Harry Potter.
Harry nel frattempo era ancora disteso a terra cercando di recuperare quante più forze fosse possibile, sapeva che non poteva più lottare, ma non voleva dare soddisfazione al demone di eliminarlo a terra. Non lo aveva permesso a Voldemort durante la fine del quarto anno scolastico e non lo avrebbe permesso al demone, sarebbe morto in piedi affrontando la morte, proprio come avevano fatto i suoi genitori. Harry con uno sforzo enorme riuscì a mettersi seduto, non c'era parte del suo corpo che non gli facesse male, il viso e lo stomaco gli facevano un male tremendo per i pugni subiti dal demone, e ancora sanguinava dal naso rotto. Respirava a fatica e a grandi boccate, mentre il demone era quasi completamente in piedi anche se ancora un poco tramortito.
Harry con un enorme e grandissimo sforzo si rimise in piedi con il braccio destro teso che impugnava la bacchetta, era malfermo sulle gambe ma in piedi. Il demone si era rialzato completamente ed era stupito dalle ferrea volontà del ragazzo che non voleva saperne di darsi per vinto e il dubbio si fece strada nella sua mente, se tutti i maghi erano determinati come Harry a non cedere, la guerra sarebbe stata lunga e difficile. Ancora ricordava l'ultima guerra fatta con i maghi, anche allora sembrava una vittoria facile, finchè sul loro cammino non trovarono quattro maghi dai grandi poteri che li misero in seria difficoltà imprigionandoli fino a qualche giorno prima. A quanto gli aveva detto il suo signore Harry Potter era l'unico suo ostacolo alla sua vittoria e lui doveva vedere quanto forte fosse.
Il suo intento era riuscito lo aveva messo alla prova e il ragazzo si era battuto con onore ma era arrivato il momento di eliminarlo una volta per tutte, anche se questo andava contro gli ordini di Voldemort, ma lui come tutti i demoni volevano vendetta per essere stati imprigionati per un tempo così lungo.
- Harry Potter hai fatto una mossa molto stupida, hai solo concesso alla  ragazza qualche minuto di vita in più o peggio ancora la porterò dal signore oscuro e tu sai morto invano.
- Runga io forse morirò questa notte ma tu verrai con me all'inferno ho bisogno di una guida - disse il ragazzo stremato. La sua bacchetta era di nuovo attraversata da onde di luce bianca e sulla punta si era creato una sfera luminosa. Harry si accorse di quello che stava succedendo alla sua bacchetta che tornò ad essere normale nel momento stesso in cui il ragazzo si accorse di quello strano fenomeno.
Il ragazzo si chiedeva se fosse possibile che la sua bacchetta si stesse trasformando ma per quanto ne sapeva lui non era mai accaduto un fenomeno del genere.
- Muori Harry Potter - disse il demone alzando la sua spada sopra la testa abbassandola con forza
Ma il potente colpo di Runga non colpì mai Harry che aveva chiuso gli occhi aspettando l'inevitabile, un ombra lo portò via un attimo prima, e due voci lanciarono contemporaneamente lo stupifendo contro il demone che cadde a terra lontano qualche metro. Il maghetto riaprì gli occhi e vide il suo ex professore di difesa contro le arti oscure, mosse la testa e vide anche Severus Pitor e Silente e insieme a loro c'erano anche la professoresa Mc Granit e Thonks
Il demone si rialzò e capì che ora che erano arrivati altri maghi che sapevano usare quel tipo di magia la sua lotta non sarebbe stata facile, così decise di darsi alla fuga, in fondo il suo scopo lo aveva ottenuto.
- Harry Potter per questa notte sei stato fortunato ma la prossima volta ci rincotreremo e non sarai così fortunato da sopravvivere - disse il demone sparendo in un buco nero.
- Harry ce la fai a camminare - chiese il preside
- Albus Harry avrebbe bisogno di riposo - replicò la Mc Granitt
- Lo so ma purtroppo non è il momento dobbbiamo congiungergi il prima possibile ai Weasley, c'è ancora un altro nemico da affrontare il più pericoloso di tutti - disse Silente
Harry non riusciva a credere alle parole del preside, lui aveva mandato la sua Hermione da Ron convinto che sarebbe stata al sicuro e ora invece scopriva che un altro avversario ancora più pericoloso di Runga stava per attaccarli, anche a costo della sua vita doveva salvarla
- Ma... - disse la Mc Granitt non finendo la frase
- Non si preoccupi professoressa, ce la faccio - disse Harry sostenuto da Lupin, mostrando uno sguardo determinato che il preside aveva visto una volta in vita sua.

La famiglia Weasley stava ancora percorrendo il lungo viale che li avrebbe condotti da Harry quando videro arrivare da dietro una strada Hermione che corse subito incorntro a loro.
La ragazza abbracciò subito forte Ron piangendo disperata
- Ron dobbiamo raggiungere Harry prima che sia troppo tardi - disse la ragazza ancora disperata per aver laciato il suo amico
- Stai calma Hermione - disse la Ron cercando di calmarla.
- Ron Harry è in pericolo - disse la ragazza gridando
- Stai calma Hermione - disse Charlie - stiamo giusto andando da lui per salvarlo
- Non c'è nessuno da salvare - disse Billy indicando il gruppo capitanato da Silente
Hermione girò lo sguardo nella direzione indicata dal secondogenito Weasley e vide Harry sostenuto da Lupin, la ragazza non  era mai stata così contenta in vita sua, il suo migliore amico era salvo, per la grande emozione si mise a piangere sorretta da Ron che cercava di consolarla.
Harry camminava a capo chino sostenuto da Lupin, solo per un attimo riuscì a sollevare la testa e vide la ragazza che amava tra le braccia del suo amico, quella scena lo rese contento perchè Hermione era viva ma anche molto triste, sapeva che in cuor suo un amore tra i due non sarebbe mai potuto nascere, e anche nel caso si fosse dichiarato temeva un suo rifiuto con la conseguenza che avrebbe perso la sua amicizia.
- Ho fatto la scelta giusta - pensò Harry abbassando nuovamente la testa, una lacrima bagnò il viso del ragazzo per poi cadere a terra
Billy e Charlie una volta raggiunti da Silente lo ragguagliarono sul loro combattimento e sulla ritirata del demone.
- Davvero strano - mormorò Silente
Sembrava che la terribile nottata fosse finita ma a qualche metro di distanza da loro, da una stradina laterale spuntarono Malfoy e la madre che avevano appena disarmato e pietrificato Tiger, seguiti a a qualche metro di distanza da tre elfi domestici che lanciavano i loro incantesimi nella stradina, ma una forza misteriosa li respingeva mostrando poco dopo una donna comnpletamente rivestita da un armatura rossa, era arrivata Zita che avanzava verso il ragazzo biondo che si era messo in difesa della madre e continuava a lanciare i suoi incantesimi che rimbalzavano sull'armatura del demone per poi colpire i palazzi antestanti.
- Quello è Malfoy - disse Ron - finalmente ha trovato qualcuno che gli farà pagare tutte le sue malefatte
Harry aveva ascoltato la frase di Rond e magari qualche minuto prima sarebbe stato d'accordo con l'amico ma ora dopo aver combattuto contro Runga aveva capito che solo unendo tutte le loro forze, comprese quelle di Malfoy avrebbero potuto battere i demoni.
- Ron - disse debolmente Harry sempre sostenuto da Lupin - dobbiamo aiutare Malfoy.
- Cosa - chiese Ron esterrefatto da quella frase - proprio tu mi chiedi di aiutare Malfoy dopo tutto quello che ci ha fatto passare in questi cinque anni.
- Ron perchè odi Malfoy? - chiese Harry sosprendendo per la seconda volta il rosso.
- Lo odio perchè lui chiama Hermione sporca mezzosangue, e perchè cerca sempre di prenderti di mira per qualche sua cattiveria. - disse Ron mettendosi davanti alla faccia di Harry
- Ron - disse Harry sollevando la sua faccia - odi Malfoy per partito preso ma a te realmente cosa ha fatto.
- Harry insomma è un mangiamorte - disse Ron esasperato, si domandava per quale motivo l'amico stesse cominciando a prendersi così a cuore un Malfoy.
-  Malfoy senior è un mangiamorte non Draco - rispose Harry
- Oh Harry è un purosangue e lui odia te e tutti i mezzo sangue e filo babbani - die Ron con foga
- Allora secondo il tuo ragionamente io dovrei odiare tutti i purosangue, compreso te e la tua famiglia - disse Harry - eppure non vi odio anzi vi ritengo la famiglia che non ho mai avuto. Allora Ron che cosa ha fatto di tanto terribile Draco Malfoy da lasciarlo in balia di un demone? Avrà qualche incantesimo alle spalle, ci avrà preso di mira qualche volta. E allora merita di morire per questo Ron?
IL rosso rimase lì con la testa abbassata non sapendo cosa rispondere, in fondo il suo amico non aveva tutti i torti, neanche si ricordava il motico per cui odiasse Draco Malfoy. A parte qualche stupido scherzo e qualche offesa durante le partite di quidditch non aveva fatto nulla di tanto grave da meritare la morte.
- Ron non sta a te giudicare l'operato di Draco Malfoy - disse Harry - ma se noi maghi non riusciamo a mettere da parte le nostre diatribe non avremo nessuna speranza di battere i demoni e Lord Voldemort.
Mai quanto quella volta Silente e Lupin erano orgogliosi di Harry Potter, il ragazzo stava crescendo, e stava parlando da persona adulta. Da quanto tempo Silente aspettava che maturasse, finalmente era arrivato un mago che poteva mettere fine alle assurde dispute fra serpeverde e grifondoro.
- Lupin andiamo ad aiutare Malfoy - disse Harry completamente esausto
- Harry non sei in grado di batterti nelle tue condizioni - disse Lupin
- Ma non possiamo lasciarlo da solo a combattere contro un demone - disse Harry
- Non lo faremo Harry - disse Silente - Piton penserà a darti un pozione per rimetterti in sesto, mentre chi vuole combattere verrà contro di me.
Tutti si fecero avanti eccetto la famiglia Weasley che la pensava come Ron
- E' un vero peccato - disse Harry guardando la famiglia Weasley - vedo che gli antichi pregiudizi che si sono formati sono duri a morire. Signor Weasley mi ha sempre detto di mettere da parte i pregiudizi e ora che dovrebbe metterli da parte non lo fa?
Signora Weasley non è stata lei a dirmi che dovremmo essere tutti uguali? Billy, Charlie, Ginny, - disse Harry guadnadoli uno ad uno
- Ron - disse Harry guardando il suo amico che aveva ancora la testa abbassata.
- Va bene - continuò a parlare Harry - non ho più nulla da dirvi.
Ginny osservò Harry e poi Malfoy e lo vide sotto un punto di vista diverso, stava combattendo per difendere sua madre e gli elfi domestici. Stava combattendo per la sua famiglia, proprio come lei aveva fatto prima lanciando quell'incantesimo. Ripensava anche alle parole di Harry e in fondo che motivo lei aveva per odiare Draco Malfoy. Ma poi si chiese se lo odiasse davvero, in fondo che cosa gli aveva fatto lui in quegli anni, esattamente nulla.
- Ve lo chiedo per l'ultima volta siete proprio sicuri che volete lasciasa Draco Malfoy combattere da solo contro un demone? - chiese Harry guardandoli ancora una volta tutti quanti
- Io combatterò - disse una voce. Era stata Hermione a parlare, l'unica persona che Harry non voleva che combattesse
- Anche io - disse un'altra voce femminile, facendo apparire sul viso del ragazzo un piccolo sorriso, era stata Ginny Weasley a parlare - non ho nessuno motivo per odiare Malfoy, nè tanto meno per lasciarlo in balia di un demone.
- Anche io combatterò - dissero uno ad uno tutti i Weasley, capendo che il ragazzo avesse ragione. Non potevano pensare di salvare il mondo magico se non mettevano da parte le loro diatribe.
- Ron - chiese ancora una volta Harry guardando il suo amico.
- Va bene Harry combatterò ma non lo farò per Malfoy - disse Ron
- Lo so Ron - rispose di rimando Harry - io non posso obbligarti a lottare per qualcuno che non vuoi. Forse un giorno capirai.


Nel frattempo Maolfy insieme alla madre continuavano a lanciare i loro incantesimi seguiti dagli elfi domestici, ma nesuno di loro sembrava avere effetto sull'armatura del demone, che avanzava verso di loro incurante degli incantesimi che le venivano lanciati contro. Zita stufa di quel combattimento lanciò una sfera di fuoco contro Draco Maloy, ma un elfa gli si piazzò davanti creando uno scudo di energia, purtroppo però l'attacco era così potente che li fece finire entrambi a terra.
- Lascia stare mio figlio - disse Narcissa Malfoy mettendosi davanti al figlio, seguita a ruota dai tre elfi domestici
- Fatevi da parte non siete voi che voglio - disse il demone usando la sua aura per far cadere a terra la donna e i tre elfi domestici che sbatterono la testa svenedo. 
- E ora preparati Draco Malfoy - disse Zita - Lord Voldemort vuole punirti di persona.


ringrazio edocast92, auro_san e noemy_moon per le loro recensioni
ringrazio kury e noemi che hanno messo la storia nei loro preferiti e ringrazio Rukia7 che ha inserito la storia fra le sue seguite.
ringrazio tutti colo che leggono la mia storia, sono contento che vi piaccia e mi raccomandi lasciatemi qualche recensione
So che questo capitolo è un po' diverso da quello che vi aspettavate, spero che vi piaccia lo stesso.






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Capitolo 8
*** zita la signora delle fiamme ***


                                                                          capitolo 8

                                          Zita la signora delle fiamme

Harry Potter era seduto a terra accerchiato da Ron, Hermione e Ginny mentre Piton aveva estratto una fialetta con del liquido azzurrognolo facendola bere ad Harry.
- Potter rimani qui a terra, la fiala farà effetto fra cinque minuti facendoti recuperare buona parte delle tue forze
- Grazie professore - disse Harry sorprendendo per la prima volta il suo professore di pozioni, non avrebbe mai creduto che Harry avrebbe detto quelle parole e poi lo disse con un tono di profonda gratitudine. Tono che solo una persona gli aveva riservato in vita sua, e quelle due semplice parole gli aveva fatto ricordare che cosa significasse fare la cosa giusta.
Harry aveva pronunciato quelle due parole sorprendendo Hermione e Ron, Hermione era contenta perchè sapeva che le parole pronunciate da Harry erano sincere, ricordava che durante il quarto anno Harry gli aveva pronunciato quelle stesse parole quando lei gli aveva insegnato l'incantesimo di appello. Parole che per un momento l'avevano colta di sopresa perchè erano state pronunciate con un tono dolcissimo, lo stesso tono che Harry aveva usato in quel momento.
Ron invece era sorpreso da quelle parole dette proprio dall'amico che per anni aveva instaurato una specie di conflitto contro il professore di pozioni, quante volte Harry l'aveva sospettato per svariati motivi, proprio come aveva sospettato di Draco Malfoy per ogni nefandezza che succedeva ad Hogwarts, mentre ora era lì a ringraziare Piton e a voler salvare Malfoy. Il ragazzo cominciava a rendersi contro che Harry era maturato molto in quei pochi giorni mentre lui era sempre lo stesso.
- Di nulla Potter - gli disse Piton dopo essersi ripreso da quell'attimo di smarrimento - ora rimani qui mentre io vado ad aiutare il professor Silente e se dovesse mettersi male mettetevi in salvo. Signorina Granger conto su di ler per impedire a Potter di commettere qualche sciocchezza.
- Va bene professore - rispose Hermione sorpresa da quella premura che stava avendo Piton nei loro confronti
- Ron sono contento che vi siate slavati questa sera - disse Harry dopo che Piton si era allontanato
- E' stato tutto merito di Charlie e Billy - disse Ginny raccontando il combattimento dei suoi due fratelli, sin nei minimi dettagli non omettendo nulla.
- Silente ci aveva mandato una lettera per dirci che stavano accadendo cose gravi e che la tana non era più un luogo sicuro - disse Ron - e aveva detto di trovarci tutti qui a Londra, come se la città fosse stata sicura. Siamo vivi per miracolo
- Ron non dirmi che ce l'hai con Silente ora - disse Harry che lentamente si stava riprendendo
- Certo che ce l'ho anche con Silente - disse Ron gridando - guardati intorno ti sembre una città tranquilla. Per non parlare che quasi tutti i miei familiari hanno rischiato la vita a causa tua, prima Ginny al secondo anno poi mio padre l'anno scorso per non parlare del fatto che l'anno scorso hai messo in pericolo me ed Hermione per la tua voglia di fare l'eroe e per finire la mia famiglia sta combattendo per Draco Malfoy - continuò a sbraitare Ron - per un lurido mangiamorte, Harry Potter prega che non succeda niente alla mia famiglia o giuro che aiuterò il signore oscuro ad eliminarti una volta per tutte.
Negli occhi di Harry non c'era rabbia per quello che aveva detto il suo amico, in fondo era tutto vero, Ginny era stata messa in pericolo perchè era amica di Harry Potter, il padre aveva rischiato la vita per proteggere una profezia che lo riguardava e per finire come dimenticare quello che era successo solo pochi giorni prima. Come dimenticare che aveva messo in pericolo la donna che amava e come dimenticare quante volte Hermione e Ron avevano corso tanti pericoli per lui. E ora eccoli di nuova lì a combattere contro avversari potenti oltre ogni immaginazione, non c'erano i mangiamorte da affrontare ma dei demoni dai grandi poteri.
Eppure nonostante pensasse che Ron fosse nel giusto a dire quelle parole, sentirle pronunciate da lui gli aveva fatto un male terribile al cuore, cosa che non era successo neanche nel litigio del quarto anno, sentirgli dire che si sarebbe schierato al fianco di Voldemort fece capire ad Harry che il ragazzo sarebbe stato in grado di commettere qualche sciocchezza e doveva fermarlo ora che era ancora in tempo.
- Ron non sono stato io a mettere il diario di Tom Riddle nel calderone di Ginny, ma Malfoy senior solo per mettere nei guai tuo padre, e io ho rischiato di morire per aiutare tua sorella; non ho chiesto io di difendere la profezia a tuo padre ma l'ha fatto lui di sua iniziativa, se io non avessi visto quelle immagini tuo padre sarebbe potuto morire; non ho chiesto io a te ed a Hermione di venire con me al ministero pochi giorni fa, siete voluti venire di vostra iniziativa sapendo benissimo che non era un gioco. Questa è la realtà Ron, non ci sono professori che ci daranno pozioni per risanare le nostra ossa quando ci feriremo, questa Rondald Weasley è la pura e cruda realtà dove la gente combatte per difendere le persone che si amano. Hai forse dimenticato che i tuoi genitori hanno già combattuto contro Lord Voldemort ben quindici anni fa? Hai forse dimenticato che i miei genitori hanno dato la vita per salvarmi? Hai dimenticato che per undici anni sono vissuto all'oscuro di tutto? Hai dimenticato che il mondo magico mi ritiene un salvatore solo perchè mia madre con il suo amore ha permesso l'impossibile? Hai dimenticato che io sono vissuto nella solitudine più totale, mentre tu hai avuto i tuoi genitori e i tuoi fratelli e tua sorella che ti vogliono un mondo di bene. Ma ricorda una cosa Ron la tua famiglia non combatte nè per me nè per Draco Malfoy ma sta combattendo per salvare te e Ginny che ancora non siete in grado di poter combattere alla pari contro un demone. Ma dimmi Ron Draco Maslfoy che cosa ti ha fatto di tanto grave da meritare la morte?
- Che cosa ha fatto di tanto grave - disse Ron prendendolo per la maglietta - ci ha reso cinque anni un inferno, e chiama di continuo Hermione sporca mezzosangue.
- Davvero Ron - disse Harry con sguardo freddo, e forse fu per quello che Ron lo lasciò andare - come ha fatto a renderti cinque anni un inferno? Solo perchè ogni tanto ti prendeva in giro e tu rispondevi a tono. E riguardo ad Hermione, mi pare che sia stata in grado di fronteggiare Malfoy più di una volta senza il nostro intervento anzi spesso è stata lei a fermarci evitando di farci espellere da Hogwarts. Ma dimmi una cosa Ron, se al posto di Malfoy si fosse trovato Luna o Dan o Fred o George penseresti ancora di consegnarmi a Lord Voldemort?
- Cosa centra Harry è ovvio che se si fosse trattato di loro mi sarei buttato subito nella mischia ad aiutarli - rispose di rimando Ron
- E qual'è la differenza tra Luna e Malfoy? Solo perchè Draco è un Malfoy non merita aiuto mentre Luna si. Ma nel tuo odio ingiustificato contro Draco Malfoy non ti sei reso conto di una cosa importante Ron
- E quale? - disse Ron
- Draco Malfoy sarebbe potuto scappare invece è rimasto a lottare per difendere sua madre e gli elfi domestici. Questo ti pare il solito comportamento di Draco Malfoy? Una persona che lotta per difendere la propria madre merita di morire? - disse Harry indicando il punto dove si stava svolgendo la lotta. Silente, Piton, Remus, la Mc Granitt, e Tonks ce l'avevano messa tutta ma tutti e cinque erano stremati per le battaglie precedente, mentre solo Billy e Charlie continuavano a combattare uniti, parando gli attacchi di Zita e attaccandola di tanto in tanto, purtroppo il demone era estremamente potente per loro - Credi forse che stiano lottando solo per Draco Malfoy? No Ron Remus, Tonks, Silente e persino Piton stanno combattendo per difenderci tutti quanti, lo stesso Draco Malfoy sta lottando per difendere una persona che lui tiene. Se non riesci a mettere da parte il tuo orgoglio per aiutare una persona come Draco Malfoy allora vuol dire che in questi cinque anni di scuola non sei migliorato affatto. Odi Malfoy solo perchè lui è un serpeverde e tu un grifondoro. Allora Ron - disse Harry prendendolo per la maglietta - Draco Malfoy merita di morite perchè stava difendendo sua madre? Merita di morire perchè stava aiutando gli elfi domestici?
- Harry è un Malfoy - disse Ron con voce flebile
- Un Malfoy - gridò Harry buttandolo a terra di peso - solo perchè è un Malfoy merita di essere lasciato in balia di un demone. Solo perchè ha la sfortuna di essere figlio di un mangiamorte merita di morire. Non ha scelto lui di essere figlio di Lucius Malfoy, forse non saremmo mai grandi amici ma di sicuro non merita la morte. E se pensi che una persona possa essere giudicata solo per il nome della famiglia allora non sei migliore di Voldemort.
Ron rifletette per qualche secondo sulle parole di Harry e più ci pensava e più non riusciva a dargli torto, stava giudicando Draco solo perchè era figlio di Lucius Malfoy, e purtroppo il suo amico aveva ragione se giudicava Malfoy solo per la famiglia allora non era tanto meglio di Voldemort che aveva scatenato una guerra contro il regno magico, in quanto lui odiava i mezzosangue. In fondo più ci pensava e più capiva che nei cinque anni, a parte qualche offesa Draco non aveva fatto nulla per meritare di morire. Ron osservava il suo amico e non poteva fare a meno di vedere quanto fosse maturato in quei pochi giorni, non era più l'Harry che aveva conosciuto cinque anni prima. Il suo amico era maturato molto soprattutto nell'ultimo anno scolastico  mentre lui no, era ancora il ragazzino di cinque anni prima. Il suo cuore era tormentato da mille dubbi quando sentì una mano calda sulla sua, si girò e vide che era Hermione.
- Cerca di capirlo Harry - disse Hermione con occhi pieni di lacrime non avrebbe mai pensato di vedere nuovamente i suoi due migliori amici litigare - siamo nuovamente coinvonti in una guerra che non sappiamo e abbiamo tutti paura. Non si tratta di affrontare i mangiamorte ma demoni Harry. Non è che non vogliamo aiutare Malfoy ma come possiamo aiutarlo se non siamo in grado di difendere noi stessi?
- Harry, Hermione ha ragione non possiamo competere contro i demoni - disse Ginny mettendosi al fianco del fratello
- Harry - disse Ron - Malfoy non merita di morire ma io non posso aiutarlo.
Harry era estereffatto da quelle parole, ma ancora di più da Hermione. Nessuno di loro si era mai rifiutato di lottare, neanche pochi giorni prima quando li aveva condotti al ministero, mentre ora si stavano rifiutando di lottare per aiutare non solo Draco Malfoy ma anche i loro amici, avevano fatto una scelta tra quello che era giusto e quello che era facile e avevano scelto la cosa più facile, nacondersi e lasciare che gli altri combattessero per loro.
- Come volete - disse Harry girando loro le spalle e facendo qualche passo verso Zita - io non rinuncio a lottare, non permetterò che nessuno più muoia per colpa mia.
I tre ragazzi rimasero a terra erano praticamente terrorizzati ma le parole di Harry li avevano colpiti profondamente, lui non avrebbe permesso che più nessuno morisse per salvare lui e loro invece stavano permettendo che qualcun altro combattesse per loro. Mai come in quel momento si sentirono completamente svuotati da tutto, avrebbero voluto rialzarsi ma la potenza di Zita era straordinaria le sue sfere di fuoco così potenti che neanche Billy riusciva a spezzare quella magia. Charlie aveva provato ad usare pure Faiar ma a nulla era servito, lo spirito era stato battuto facilmente. I due fratelli si resero conto che  la signora della fiamme era troppo forte per loro che erano stati addestrati per battere dei semplici demoni, eppure nonostante tutto non si arrendevano, continuavano ad attaccare imperterriti cadevano a terra ma continuavano a rialzarsi.
- Zita - gridò Harry facendo girare i due fratelli che si accorsero che il ragazzo era circondato da una bellissima aura bianca. Camminava con passo deciso verso il demone incurante del pericolo che andava contro - combatti contro di me
- Se ci tieni tanto a morire piccolo mago ti accontento subito - disse il demone creando una enorme sfera di fuoco che lanciò contro Harry che continuava ad avanzare, non gli importava di morire ma non voleva che più nessuno si sacrificasse per lui.
La sfera era a pochi metri da lui quando Billy si piazzò davanti con il suo scudo proteggendolo. La sfera era così potente che li mandò a terra entrambi ma mentre Billy era tramortito per il terribile colpo Harry si rialzò dirigendosi di nuovo contro il suo avversario.
Ancora una volta Zita lanciò la sua terribile sfera contro il ragazzo ma questa volta fu Charlie che si mise davanti ad Harry parando il colpo con la sua spada ma anche questa volta la sfera di fuoco era così potente che sia Harry che Charlie finirono a terra, quest'ultimo era tramortito, mentre Harry era semplicemente stordito un poco. Il demone osservava tutti i suoi avversari uno ad uno tutti a terra troppo esausti per poter lottare ancora, il suo sguardo prima cadde su Ron, Hermione e Ginny che erano seduti a terra completamente impauriti, la donna sorrise diabilcamente. Era soddisfatta, così doveva essere i maghi dovevano provare puro terrore al cospetto dei demoni.
- Bene Malfoy ora tu verrai con me al cospetto di Voldemort - disse il demone avvicinandosi a Draco - sarà lui a decidere la punizione per te per aver disobbedito ad un suo ordine.
- Lui non verrà da nessuna parte con te - disse una voce facendo voltare il demone, Harry era di nuovo in piedi anche se malfermo.
- Dunque hai deciso di morire Potter, come vuoi tu - disse Zita lanciando un altra sfera di fuoco, ma quando questa era a pochi metri da Harry, lui si spostò rapido alla sua destra lanciando in rapida succesione due stupeficium che colpirono il demone ma che non ebbero nessun effetto. Harry rapido appellò la sua scopa che arrivò dopo qualche secondo, riuscì a saltarle sopra appena in tempo evitando un' altra sfera di fuoco.
Il ragazzo volava veloce evitando tutte le sfere che finivano per colpire un palazzo mandando in frantumi le finestre, distruggendo un intero piano. Zita continuava imperterrita il suo attacco ma Harry era molto veloce e volando in cerchio riusciva ad evitare le sue sfere, finchè con una mossa rapida puntò in direzione del suo avversario, evitò due sfere di fuoco spostandosi leggermente prima a destra e poi a sinistra. A pochi metri da lei il ragazzo si alzò sulla scopa e saltò all'indietro facendo un abile capriola atterrando in ginocchio, mentre la scopa colpì il demone scaraventandola a terra. Harry approfittò dell'occasione e corse verso il suo avversario che si rialzò e cercò di colpire il maghetto con la sua spada, menando un gran fendente da sinistra a destra ma Harry si abbassò, evitò il colpo, si avvicinò a Zita con la sua bacchetta e la colpì con lo stupifendo facendola finire a terra lontana qualche metro. L'incantesimo aveva debilitato Harry ma fortunatamente la pozione di Piton lo aveva rimesso in sesto così non stava così male come quando aveva lanciato l'incantesimento contro Runga. Purtroppo dubitava che avesse messo ko Zita visto che lo stesso incantesimo non aveva funzionato contro Runga, infatti il demone si rialzò subito e attaccò Harry con la sua spada che fu evitata dal ragazzo facilmente così come evitò tutti gli attacchi di Zita. Il combattimento che aveva fatto prima contro Runga gli aveva fatto capire che la spada era l'arma meno adatta per un combattimento corpo a corpo, i colpi era prevedibili ed Harry forte dei suoi riflessi acquisiti in anni di allenamento nel quidditch, evitava i suoi colpi facilmente. Purtroppo però si rese conto, così come era successo con Runga, che non poteva evitare i colpi del demone in eterno.
Mentre Harry continuava ad evitare i colpi del demone un luccichio attirò la sua attenzione per un secondo capendo subito che doveva essere il pugnale del fratello di Ron. Capì che l'unico modo che aveva per uscire da quella situazione era che doveva avere anche lui un arma e l'unica che era facile da maneggiare era proprio il pugnale.
Harry finse di spostarsi alla sua destra, Zita sferrò il suo attacco ma Harry si spostò rapido alla sua sinistra, si buttò a terra e facendo una capriola si impossessò del pugnale, si girò appena in tempo per parare il colpo di spada del demone. Harry però si trovava in ginocchio e aveva commesso un errore di valutazione, fisicamente era più forte, ma l'aura del demone era molto potente e impediva al ragazzo di alzarsi, tanto che la lama della spada era a pochi centimetri dal suo viso.
Il ragazzo resisteva a stento alla potenza del demone e sapeva che in quella posizione e con la potenza dell'aura di Zita non poteva competere così decise di usare ancora una volta l'astuzia, smise di opporsi al demone e un attimo prima che venisse colpito fece una capriola alla sua sinistra e poi una in avanti portandosi alle spalle del demone che  si era sbilanciata così che Harry tenendo il pugnala con la mano rovesciata la colpì due volte alla schiena. Purtroppo però l'armatura non fu neanche scalfita dall'attacco del ragazzo che rimase sorpreso per un attimo, sperava che il pugnale di Billy potesse avere qualche capacità di scalfire l'armatura di Zita ma era evidente che ci voleva qualche arma particolare per danneggiare l'armatura di un demone. Ma anche se Harry sapeva che il pugnale non avrebbe funzionato non si sarebbe arreso per nessun motivo.
Zita si girò subito verso Harry cercando di colpirlo con la sua lama che fu evitata dal ragazzo che si spostò di un passo all'indietro e colpì altre due volte il demone con il pugnale al fianco sinistro che era rimasto sguarnito, purtroppo anche quell'attacco fu inutile in quanto l'armatura non presentava il benchè minimo graffio. Zita si spostò rapida e cercò di colpire il ragazzo con un colpo dal basso all'alto, ma Harry fu altrettanto rapido, si spostò alla sua sinistra evitando il colpo, il demone sferrò un altro attacco abbassando la spada con violenza, ma il maghetto parò il colpo con il pugnale.
Il demone continuava il suo attacco imperterrita ma che non dava nessun risultato in quanto Harry riusciva ad anticipare le sue mosse e quindi bloccava ogni colpo.
I due avversari erano in posizione di stallo, Harry non poteva colpire Zita a causa della sua armatura e il demone non riusciva a colpire Harry a causa della sua velocità e dei suoi riflessi. Il demone però aveva due vantaggi su di Harry che lui conosceva benissimo. Il primo lui non aveva nessuna protezione e se fosse stato colpito avrebbe sicuramente subito un grave danno. Il secondo era che Harry aveva già usato uno stupifendo e non aveva la stessa resistenza fisica di un demone e lui si chiedeva se esistesse veramente un arma o un modo per battere una signora delle fiamme. Fino a quel momento si era difeso bene ma nè il pugnale nè la magia sembrava funzionare su di lei. Il ragazzo osservava con attenzione il suo avversario non c'era centimetro del suo corpo che non fosse protetto da quella corezza persino la fronte era coperta da una specie di corona, intanto Zita si rendeva conto che Harry non aveva la stessa resistenza sua e poteva tirarla per lunga approfittando della sua eventuale stanchezza per coglierlo impreparato, purtroppo aveva avvertito l'avvicinarsi di due aure potenti, non come la sua ma abbastanza forti da poter aiutare Harry a combattere. Sapeva di essere abbastanza forte da poter eliminare chiunque ma non voleva correre nessun rischio, soprattuto perchè aveva notato, seppur per un istante che Harry aveva un aura bianca molto potente. Il demone mise la spada davanti a se con la punta rivolta verso il cielo, Harry sentiva l'aria farsi soffocante, irrespirabile, provava un forte calore sulla pelle.
- Scappa Potter - gridò una voce.
Harry rimase sorpreso perchè era stato Draco Malfoy a parlare, per la prima volta vide il viso del ragazzo biondo terrorizzato, non c'era quell'aria spavalda che lo aveva caratterizzato per cinque anni, nei suoi occhi si leggeva la paura.
- Troppo tardi - disse il demone creando un tornado di fuoco che avvolse completamente il giovane maghetto - non uscirai vivo dal mio tornado di fuoco Potter
Tutti i presenti erano a bocca aperta, Harry era completamente avvolto da un turbine di fuoco, nessuno di loro pensava che il maghetto in qualche modo sarebbe potuto uscire vivo da quell'inferno di fuoco. Il calore che si percepiva era terribile, l'aria era soffocante nessuno di loro sembrava capace di reagire, nessuno tranne uno.
- Devo fare qualcosa - pensò Harry all'interno del turbine di fuoco, se l'aria all'esterno era irrespirabile lo era ancora di più all'interno. - Se non esco il prima possibile morirò carbonizzato.
Harry pensava ad un modo qualsiasi per uscire da quella situazione l'ideale sarebbe stato creare un tornado d'acqua come fece Silente contro Voldemort pochi giorni prima ma lui non era in grado di fare simili magie ma conosceva un incantesimo d'acqua, ma dubitava che fosse abbastanza potente da potersi opporre al tornado di fuoco.
Harry alzò la bacchetta e usò l'aguamenti che uscì dalla bacchetta per cadere sul ragazzo che fu avvolto dal getto d'acqua. In questo modo Harry sentiva il calore di meno ma come pensava la sua magia non era abbastanza potente per potersi opporre al tornado, infatti l'acqua appena toccava terra evaporava all'istante. Per quanto il getto d'acqua rinfrescasse Harry comunque non era sufficiente a farlo uscire illeso dal tornado, cercare di attraversarlo sarebbe stato inutile in quanto era fuoco magico, il ragazzo era orami a terra, respirava a fatica a causa dell'intenso calore e sembrava incapace di reagire.
Ormai era passato quasi un minuto da quanto Harry era stato avvolto nel tornado di fuoco e nessuno dei presenti pensava che fosse ancora vivo, solo Billy, Charlie e Zita percepivano ancora, seppure debolmente l'aura di Harry.
- Non ce la faccio - pensò Harry in ginocchio, il getto d'acqua lo rinfrescava ma non comunque sufficiente oltretutto stava sprecando un sacco di forze per mantenere la sua magia attiva. Il ragazzo si rendeva conto che una cosa era lanciare la magia, ed un altra era mantenere un incantesimo attivo per tanto tempo. 
- Basta - disse il ragazzo annullando la magia, in quello stesso istante fu investito da un calore così intenso che cadde a terra quasi svenuto. Billy, Charlie e Zita sentivano l'aura di Harry affievolirsi sempre di più era ormai quasi nulla. I due fratelli Weasley provarono ad attaccare il demone, ma Zita li colpì con due sfere di fuoco che li fece finire a terra, non erano forti abbastanza per potersi opporre ad una signora delle fiamme. Hermione, Ginny e Ron guardarono scioccati quello che stava succedendo al loro amico, se non era riuscito Harry ad opporsi al demone come pensavano di potersi opporre loro, un puro terrore si stava impossessando di loro, Zita era soddisfatta di quello che stava succedendo aveva dimostrato che nessun mago poteva opporsi ad una signora degli elementi neanche Silente, che giaceva a terra stremato per la lotta che aveva sostenuto contro Voldemort.
Nel frattempo Harry giaceva disteso a terra inerme, stava solo rivivendo tutti i suoi momenti felici che aveva passato ad Hogwarts e a tutti i pericoli dai quali ne era uscito indenne. Al primo anno lo scontro contro Raptor posseduto da Voldemort, il secondo anno lo scontro avvenuto contro gli acromantula e contro il basilisco; il terzo anno quando aveva salvato il suo padrino da centinaia di dissennatori; il quarto anno quando aveva dovuto affrontare le prove del torneo tre maghi e aveva dovuto lottare per la prima volta faccia a faccia contro il suo nemico di sempre Lord Voldemort; il quinto anno quando aveva dovuto affrontare i mangiamorte al ministero e la possessione di Voldemort. La ricordava ancora, era come un serpente che entrava dentro di lui che cercava inutilmente di opporsi, poi era bastato il solo pensiero di Hermione per scuoterlo e per farlo reagire. Sentiva nella sua testa ancora le parole che gli disse il signore oscuro.
- Così debole, tu perderai Harry Potter e ad uno a uno perderai tutti i tuoi amici - stava accadendo quello che gli aveva detto il signore oscuro, per la sua debolezza tutte le persone a cui teneva di più sarebbero stati uccisi dalla signora delle fiamme, Silente che lo aveva sempre sostenuto, Remus che dopo Sirius era la persona che più si avvicinava alla figura di un padre, Tonks la ragazza più distratta che avesse mai conosciuto, Piton l'uomo che detestava con tutto se stesso fino a pochi mesi prima, la Mc Granitt così severa ma sempre disponibile ad aiutarlo, la signora e il signor Weasley sempre così gentili con lui lo avevano accolto più volte nella loro casa era ormai considerato a tutti gli effetti con un figlio adottivo, Charlie e Billy che avevano lottato per difendere la loro famiglia, Ron il suo migliore amico, Ginny la sorella di Ron innamorata di lui sin dal secondo anno purtroppo il suo cuore appartaneva ad un altra, ad Hermione. La ragazza che lo aveva sempre sostenuto per tutti quegli anni, la ragazza che lo aveva visto sempre come Harry e non come il salvatore del regno magico.
Sentiva ancora la voce di Voldemort e di Runga che gli ripetevano quelle due parole: così debole
Era davvero debole, non era riuscito a difendere le persone che amava, per colpa sua tutti quelli che credevano in lui sarebbero morti.
- Mi dispiace - pensò Harry, calde lacrime rigavano il suo viso - non ho la forza sufficiente per difendervi. Hermione perdonami se puoi, Sirius, mamma, papà finalmente sto per raggiungervi.
Il ragazzo chiuse gli occhi, aspettando solo la morte.
- Così debole - quelle parole risuonavano ancora nella mente del ragazzo, che ormai era quasi svenuto. Non gli importava di morire voleva solo raggiungere i suoi genitori e il suo padrino.  Nella sua teste ormi era tutto buio, non era ancora morto perchè dentro di se sentiva il canto di una fenice, e
come era successo prima nella battaglia contro Runga sulla punta della sua bacchetta si formo un punti di luce, e la sua bacchetta cominciò ad essere attraversata da delle onde di luce bianca. Harry aprì gli occhi e sentiva ancora quel canto nella sua mente, ne era sicuro era lo stesso canto che aveva sentito un anno prima quando aveva lottato contro Voldemort, quel canto non poteva che essere Fanny la fenice di Silente. Harri ricordava il discorso fatto con il preside pochi giorni prima, per quanto fosse simile a Voldemort lui era diverso e questa diversità lo distingueva dal mago oscuro. Ma c'era anche un altra cosa che lo distingueva dal mago oscuro, lui provava amore di tutti i generi e doveva proteggere colo che amava, in particolare una persona la sua Hermione, non poteva permettere che la sua morte significasse la morte di tante persone innocenti. Dalla sua battaglia dipendeva la vita di tante persone, non poteva permettere che morissero solo perchè lui era stato incapace di reagire.
Harry era di nuovo in piedi, con lo sguardo serio, combattivo come non mai.
- Prima cosa devo uscire da qui, facile a dirsi ma non a farsi - pensò Harry, per quanto cercasse un incantesimo per superare il tornado gli veniva in mente solo l'aguamenti, e lui sapeva che non era abbastanza potente da potersi opporre al tornado - e sia tanto vale rischiare, non ho nulla da perdere. Il mago alzò la bacchetta sopra la sua testa e usò l'aguamenti per creare un getto di acqua che lo ricopriva e poi cominciò a girare velocemente la bacchetta in modo che l'aguamenti finisse sul tornado, ma per quanto Harry ce la mettesse tutta a nulla serviva il suo incantesimo. L'acqua avrebbe dovuto spegnere il tornado o quamto meno far diminuire il calore ma era evidente che la magia del tornado era molto potente, troppo per un ragazzino che andava ancora a scuola.
Harry non solo cominciava ad accusare la fatica a causa del lungo periodo all'interno del tornado ma anche a causa dei lunghi incantesimi che faceva, non era ancora addestrato per fare incantesimi di lunga durata senza perdere le energie, ormai non sapeva più cosa inventarsi, l'aguamenti che aveva reindirizzato su stesso gli stava garantendo qualche momento di refrigerio ma sapeva anche lui che non poteva durare in eterno. Fu in quel momento che vide il pugnale sul quale si era riflesso una luce, alzò lo sguardo per vedere da dove provenisse quella luce e vide che sopra di lui vi era la luna. Con sua sorpresa si accorse che il tornado lo circorcava solamente non lo chiudeva dall'alto, aveva ancora una speranza per salvarsi. Doveva usare l'ascendio per superare il tornado e poi avrebbe appellato la sua scope per fuggire. Il tornado era alto circo una ventina di metri e ogni ascendio lo faceva salire ci circa cinque metri quondi per fare tutta l'operaione a vrebbe dovuto fare almeno sei ascendio e poi usare l'incantesimo di appello. 
Zita aveva percepito l'aura di Harry rinvigorirsi ma non sospettava affatto che il maghetto potesse uscire dal suo tornado, eppure non voleva avere sorprese e cominciò ad osservare il suo tornado a braccia incrociate era proprio curiosa di sapere come Harry pensasse di uscire da quell'inferno di fuoco.
Il ragazzo annullò l'incantesimo aguamenti e usò l'incantesimo ascendio per bene sei volte, ogni volta che aveva la sensazione che il precedente incantesimo avesse finito l'effetto ne usava un altro per  aumentare la sprinta, al sesto ascendio era fuori ne fece ancora un altro per precauzione salendo ancora arriando ad essere sopra il tornado oltre dieci metri e fu in quel  momento che appellò la sua scopa sulla quale Harry salì mentre stava precipitando di nuovo all'interno del tornado.
- Sono libero finalmente - disse Harry osservando Zita dall' alto con sguardo pieno di sfida
- Non ancora Potter - disse Zita innalzando il tornado ad una altezza di un centinaio di metro, che rinchiuse nuovamente il ragazzo che rimase sorpreso dalla velocità di esecuzione del demone, non pensava che avrebbe reagito così prontamente, era stato così sicuro di se che una volta libero non aveva provveduto ad allontanarsi dalla zona. Ed ora dopo tutta la fatica che aveva fatto era di nuovo prigioniero, solo che questa volta aveva la sua scopa. Quell'attimo in cui era rimasto lì sospeso per aria gli era costato caro, ora sapeva che in una lotta contro un demone non poteva distrarsi un solo singolo istante.
Il ragazzo decise di atterrrare in quanto il calore annullava buona parte dell' aria rendendo il volo con la scopa troppo instabile, Harry era con lo sguardo in alto osservando quell'immenso muro di fuoco che lo circorndava, e stava usando di nuovo l'aguamenti per darsi un po' di sollievo. Ma sapeva che aveva solo pochi minuti per trovare un soluzione l'aria stava facendo soffocante e irrespirabile e lui non poteva stare lì ancora per molto tempo.



chiedo scusa per il ritardo ma è stata una settimana un po' difficile, in teoria questo capitolo lo dovevo pubblicare la domenica di pasqua ma non mi è stato possibile. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo relativo alla battaglia di Londra
ringrazio edocast e auro_san per le recensioni.
un ringraziamenteo anche a tutti coloro che hanno messo la storia fre le più seguite e le preferite e un grazie a tutti coloro che leggono e rileggono la mia storia.




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Capitolo 9
*** un vecchio aiuto ***


                                                              capitolo 9

                                                           Un vecchio aiuto

Harry era circondato da quell'incredibile muro di fuoco alto oltre duecento metri, dalla sua baccheta continuava a sgorgare l'acqua che lo reffreddava un po', ma sapeva anche lui che avrebbe dovuto farsi venire un idea in fretta. Lui sapeva che il tornado non era insuperabile ma sapeva anche che volare orizzontalmente era impossibile, l'aria era troppo rarefatta e rendeva il volo instabile e pericoloso. Il ragazzo guardò in aria e capì che l'unico modo di volare sarebbe quello di fare un volo verticale, però sapeva che non poteva spiccare il salto con la scopa, in quanto gli spazi di manovra erano molto limitati, infatti il tornado era largo non più di tre metri quindi un volto partendo da terra era impossibile, poteva anche provarci ma era ultrasicuro che lo slancio l'avrebbe fatto finire contro il muro di fuoco, quindi l'unico modo che aveva per volare in quell'inferno di fuoco era volare in verticale.
- Accidenti - pensò Harry annullando il suo incantesimo aguamenti - la magia dei demoni deve essere molto potente, sono quasi dieci minuti che sono qui dentro e la potenza del tornado non accenna a diminuire. La loro magia è davvero molto potente non so proprio come ne usciremo vincitori. Ma per prima cosa devo uscire da qui dentro e ho un solo modo per farcela.
- Ascendio - gidò il ragazzo arrivando ad una altezza di cinque metri, usando un altro ascendio per arrivare all'altezza di dieci metri.
- Accio firebolt - gridò il ragazzo precipitando. Come si aspettava la scopa si mise in verticale e partì a razzo come un missile. Arrivato attorno ai sei metri Harry l'afferrò e la cavalcò salendo in verticale alla massima velocità, stando attendo a non fare movimenti bruschi onde evitare di toccare le pareti di fuoco. Era molto veloce e in un paio di secondi arrivò all'altezza di centro metri e cominciò a vedere la luce della luna, ne passarono un altro paio e Harry ne era quasi fuori, ormai già pregustava la sua uscita quando il tornado all'improvviso divenne ancora più alto sorprendendo il ragazzo che si distrasse e perse la sua posizione cominciando a precipitare riuscendo a recuperare la sua posizione solo quando mancavano un paio di metri al suolo.
Il ragazzo alzò lo sguardo e non vedeva più la luce della luna per quanto era alto il tornado.
- Fino a che altezza è arrivato - domandò Harry a se stesso
- Dieci chilometri Potter - rispose Zita all'esterno - il tornado è alto esattamente dieci chilometri e tu sei finito non hai nessuna possibilità di uscirne vivo
Harry non rispose al demone, in quanto era impegnato a fare alcuni calcoli mentali
- Dunque - pensò Harry ritornando a bagnarsi con l'aguamenti  - il tornado è altro dieci chilometri, per fare cento metri mi ci vogliono circa due secondi, un chilometro venti secondi e dieci duecento secondi, ovvero circa quattro minuti. Impossibile non riuscirò mai a volare i verticale per tutto questo tempo senza perdere la mia linea di volo. Oltretutto per ogni cento metri la temperatura diminuisce di circa mezzo grado questo vuol dire che per ogni chilometro la temperatura diminuisce circa cinque gradi e quindi più o meno ne sono cinquanta per dieci chilometri, se parto da qui anche se dovessi uscire ci sarebbero ben venti gradi sotto lo zero, morirei assiderato prima che di ritornare a terra  e se non mi uccide la temperatura mi uccide la pressione atmosferica per la velocitò alla quale devo scendere.
Harry cercava di pensare ad un modo per uscire da quell'inferno di fuoco, se solo prima non avesse tergiversato e si fosse allontanato subito ora sarebbe stato fuori invece aveva perso l'attimo e il demone ne aveva approfittato per imprigionarlo nuovamente e ora lui cercava un modo per uscire da lì dentro. Harry pensò anche che se fosse stato sufficientemente esperto avrebbe potuto creare una sfera d'acqua come aveva fatto Silente per imprigionare momentaneamente Voldemort, oppure se l'acqua fosse stata fredda sarebbe stato capace di attraversase la parete di fuoco e fu proprio in quel momento che gli venne un idea pazzesca. Più ci pensava e più credeva che non c'era altra soluzione avrebbe rischiato la vita per attraversare il fuoco, in fondo se non faceva nulla in ogni caso sarebbe morto.
Per prima cosa il mago annullò il suo incantesimo per lanciare due ascendio e un incantesimo di appello per ricominciare a volare in verticale. il suo sguardo era fisso in alto, era concentrato sul mantenere la linea retta che si era prefissato, sapeva benissimo che un minimo movimento e avrebbe perso il controllo della sua scopa andando a finire contro la parete di fuoco. Non contò i secondo in quanro per la sua parte del piano era ininfluente, era solo concentrato a salire in verticale in posizione aerodinamica, il calore che proveniva dalle parete era terribile ed Harry faceva fatica a respirare anche per la velocità con la quale saliva, oltretutto il ragazzo non sapeva se la sua scopa avrebbe retto a quella velocità e all'attrito del vento visto che l'aveva usata più volte come arma quella notte. Harry cominciava a vedere da lontano l'uscita con la luce della luna che gli indicava la via da seguire. Harry più saliva e meno sentiva caldo il che stava ad indicare che neanche un tornado magico di fuoco poteva sottrarsi alla dura legge della natura. Il ragazzo rapidamente calcolò che dovevano essere passati all'incirca tre minuti da quando aveva cominciato a volare in verticale quindi più o meno doveva essere attorno ai meno dieci come temperatura esterna.
Per quanto sembrava una pazza idea non ne aveva altre per uscire da lì e volare all'esterno con una temperatura di meno venti era impossibile anche per lui e comunque non vestito in quel modo, infatti il ragazzo indossava dei semplici abiti babbani estivi e quindi resistere all'esterno era fuori discussione. Almeno resistere per molti minuti era impossibile ma la sua idea si basava proprio che lui doveva stare all'esterno per non più di un minuto giusto il tempo necessario per mettere in atto il suo piano.
Ormai era quasi fuori gli mancava solo un chilometro a giudicare dalla vicinanza dell'uscita, estrasse la bachetta dalla tasca posteriore dei suoi jeans e dopo circa venti secondì uscì dal tornado, il freddo era terribile ed era come se il suo corpo fosse stato attraversato da mille aghi.

Nel frattempo mentre Harry cercava di trovare un modo per uscire dal tornado di fuoco Zita si apprestava ad uccidere tutti gli altri maghi presenti sul campo di battaglia, per primo avrebbe eliminato Charlie e Billy i due maghi che si erano dimostrati più abili rispetto agli altri, anche se non avrebbero mai retto il confrontro contro di lei o le altre signore degli elementi non voleva comunqeu correre pericoli inutili. Il demone creò una altra sfera di fuoco che lanciò contro Charlie ma Billy riuscì a mettersi davanti al fratello difendendolo con il suo scudo rosso, purtroppo la potenza del colpo era troppo per lui che fu scaraventato a terra mentre il suo scudo gli sfuggì dal suo braccio; il demone lanciò un altra sfera di fuoco contro Billy il quale era rassegnato a morire visto che la sua unica arma di difesa era a molti metri di distanza, ma neanche questa volta la sfera raggiunse il suo bersaglio in quanto intervenne Charlie con la sua spada, ma anche lui fu scagliato a terra e nella caduta perse la presa sulla sua spada. Ormai entrambi i combattenti erano privi di qualsiasi arma e rassegnati alla sconfitta. Zita lanciò un altra sfera di fuoco, i due ragazzi chiusero gli occhi aspettando la fine che sembrava inevitabile ma una grossa ombra li tolse un attimo prima di essere colpiti.
- Chi sei - chiese Zita al nuovo arrivato
- Sono Oris, e sono un night hunter - disse il nuovo arrivato depositando i due maghi a terra affidandoli a Lumocorno
- Oris non riuscirai mai a battermi da solo - disse Zita pronta a lanciare un altra sfera di fuoco
- Non è solo Zita - disse un altro mago avanzando verso il demone con sgardo fiero
- E tu chi saresti - chiese il demone
- David e sono anche io un night hunter - disse il nuovo arrivato affiancando Orfis
- Dov'è Harry - chiese David a Billy e Charlie
- Purtroppo è imprigionato da quasi dieci minuti in quel tornado di fuoco - disse Billy - è ancora vivo ma non sappiamo ancora per quanto tempo, percepiamo a malapena la sua aura
- Ci pensiamo io e Orfis  ad aiutarlo  - disse David - voi cercate di recuperare le forze
David corse verso il tornado per aiutare Harry ma Zita fu più veloce e lo colpì con un violento pugno al viso che lo fece cadere a terra lontano una decina di metri, Orfis le era arrivato alle spalle e stava per colpirla quando il demone spiccò un salto per fare una capriola e arrivare alle spalle del night hunter colpendolo con un violento calcio volante all'indietro e facendolo cadere a terra, David si rialzò e l'attaccò con violenza usando tutte le sue tecniche di combattimento ma Zita evitava i suoi colpi con estrema facilità,e con altrettanta facilità si creò una breccia nella difesa del ragazzo colpendolo allo stomaco per colpirlo ancora una volta al viso con un violento calcio. Quindi fu il turno di Oris attaccare di nuovo ma neanche uno dei suoi potenti pugni andava a segno, Zita era velocissima nell'evitare i suoi colpi e con altrettanta facilità lo colpì allo stomaco con un pugno e poi lo colpì sotto al mento facendolo cadere a terra
I due night hunter si erano resi conto che nessuna delle loro tecniche di combattimento funzionava contro Zita che evitava tutti i loro colpi con sorprendente facilità così decisero di usare le loro armi, David estrasse la sua spada mentre Orfis estrasse dalla sua schiena la sua potente scimitarra. I due combattenti era pronti più che mai a riprendere il combattimento, circondati dalle loro auree.
- Che cosa fai Zita, non estrai la tua spada? - chiese Oris
- Perchè mai dovrei estrarre la mia spada, tanto non riuscirete mai ad avvicinarvi a me per colpirmi - rispose Zita
- Ah si - disse Oris correndo verso il demone, issò la sua scimitarra sopra la sua testa e l'abbassò con violenza, ma il demone spiccò un salto in alto all'indietro mentre la scimitarra si conficcava a terra creando una piccola voragine. Il demone approfittò dell'occasione lanciando una sfera di fuoco che colpì Oris che era sbilanciato per il suo precedente attacco e lo fece finire a terra con una brutta ferita alla schiena, fortuna che il suo possente fisico lo aveva salvato. Oris non si diede per vinto però si rialzò e cercò di colpire il suo avversario con un potente colpo da destra a sinistra, ma il demone saltò sula scimitarra e colpì il night hunter con un violento calcio al viso che lo fece cadere rovinosamente. David aveva osservato il tutto e aveva capito che non sarebbe riuscito mai a battere quel terribile avvversario che era riuscito a mettere ko un colosso come Oris, eppure in qualche modo doveva batterla altrimenti non sarebbe riuscito ad aiutare Harry

Intanto Harry era uscito dal tornado e aveva avuto subito la sensazione come se fosse colpito da mille aghi, ma nonostrante il freddo atroce che faceva mise subito in atto il suo piano.
- Aguamenti - gridò il ragazzo alzando la bacchetta sopra la sua testa cominciando a farla girare velocemente, il getto d'acqua si ghiacciò in pochi secondi per la bassissima temperatura, formando una lastra di ghiaccio largha circa tre metri e mezzo, Harry però non si fermò e nonostrante il freddo pungente continuò con il suo incantesimo fino a formare una lastra di ghiaccio spessa cinquanta centimetri. Era ormai fuori da quasi un minuto e il suo corpo era quasi completamento irrigidito per il freddo che era costretto a sopportare senza gli indumenti adatti, così decise che quello spessore andava bene,interruppe il suo incantesimo facendo cadere la lastra che si posizionò sul tornado mentre lui si era spostrato e con un abile quanto veloce manovra si posizionò sopra la lastra di ghiaccio pronto ad eseguire la seconda parte del suo piano la più difficile e la più pericolosa, ma sapeva che non aveva altra possibilità. Rapido si mise ad un paio di metri sopra la lastra di ghiccio e lanciò tre bombarda maxima disintegrando la lastra in sette blocchi di ghiacci che caddero all'interno del tornado seguiti subito da Harry che volava a folle velocità. In pochi secondi ne sorpassò quattro ma ne rimanevano alti tre che cadevano l'uno vicino all'altro impedendo al ragazzo di superarli. Harry sapeva che doveva agire velocemente entro cento secondi e ne erano passati circa una ventina secondo i sui calcoli, sapeva di non poter aspettare oltre così si spostò rapido alla sua destra controllando con forza la sua manovra arrivando a qualche centimetro dalla parete di fuoco e poi aumentò la velocità superando gli altri tre blocchi di ghiaccio che lentamente cominciavano a sciogliersi. Il ragazzo ormai era arrivato a circa metà altezza del tornado e con un abile capriola si fermò guardando in alto i blocchi di ghiaccio che si era completamente sciolti formando una cascata d'acqua, sapeva che era ancora alto per lui ma era consapevole che un altezza minore avrebbe messo a rischio il suo piano. Quando la cascata era a pochi metri da lui, il ragazzo fece la sua mossa, alzò il suo braccio destro che impugnava la baccheta è gridò l'incantesimo vingardium leviosa, sperava solamente che quell'incantesimo funzionasse anche con i liquidi altrimenti sarebbe morto di sicuro. Fortunatamente l'incantesiomo funzionò alla perfeziona creando un muro d'acqua che Harry spostò verso la parete di fuoco; grazie all'altezza che era l'acqua a contatto con la parete non evaporò ma anzi ne annullò l'effetto creando un muro d'acqua attraverso il quale Harry uscì a tutta velocità. Finalmente era fuori, sentiva ancora freddo soprattutto perchè era completamente bagnato ma era libero e con una nuova e ferrea determinazione partì per ritornare a combattere contro Zita sperando che non fosse successo nulla ai suoi amici in quel tempoi che lui era prigioniero.

Nel frattempo David aveva preso a duellare contro il demone ma niente sembrava funzionare contro di lei, nè gli attacchi magici nè tantomeno gli attacchi fisici, la sua armatura la proteggeva da qualsiasi cosa eppure nonostante sapesse che non l'avrebbe battura mai David era restio ad arrendendersi, lui era un night hunter e non avrebbe ceduto senza lottare.
Zita continuava a lanciare le sue sfere di fuoco, le quali David le tagliava in due con la sua spada ma sapeva anche lui che era questione di tempo prima che lo colpisse, cosa che successe nel successivo attacco di Zita che gli aveva lanciato numerose sfere di fuoco che avevano colpito con violenza il night hunter scaraventandolo a terra.
il night hunter si rialzò e corse verso il demnone, arrivato abbastanza vicino alzò la sua spada e la colpì con violenza alla spalla sinistra ma con sua sopresa, Zita non fece neanche una piccola smorfia di dolore, era rimasta immobile subendo l'attacco, la sua armatura era completamente intatta e sul suo viso si era formato un piccolo sorriso
- Come sei idiota David - disse il demone lanciandogli una sfera di fuoco che visto la vicinanza lo colpì con violenza facendolo cadere a terra tramortito - ci vogliono armi particolare per danneggiare un armatura demonicaca. Ma le armature delle signore degli elementi sono molto più resistenti, voi maghi non avete il potere necessario per battere noi demoni.
- Non esserne tanto sicura - disse Oris tentando di colpirlo con un attacco laterale ma la sua lama fu bloccata tra l'indice e il pollice del demone che aveva fermato quel violento attacco con sorprendente facilità.
- Proprio non volete capire  - disse Zita sferrando un violento pungo alla bocca dell stomaco del night hunter per poi colpirlo nuovamente sotto la mascella facendolo finire rovinosamente a terra.
- Il primo a morire sarai tu David - disse il demone estraendo la sua spada issandola sopra la sua testa, ma proprio in quel momento arrivò a folle velocite un ragazzo che cavalcava la sua scopa. Zita si accorse del pericolo e un attimo prima di essere colpita spiccò un salto evitando il colpo ma il ragazzo con un abile mossa frenò la sua scopa e fece un movimento a centottanta gradi mettendosi di fronte al demone, e mentre fece la sua manovra estrasse la sua bacchetta e lanciò uno stupifendo colpendo il demone che era rimasto sopreso di vedere proprio quel ragazzo che aveva una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
- Harry Potter - disse Zita rialzandosi sopresa di rivedere il mago, non pensava che sarebbe riuscito ad uscire dal suo tornado di fuoco. Oltertutto il demone era anche sorpresa per via dell'aura che circondava il ragazzo, era più potente di prima, fortunatamente per lei Harry non sapevba ancora come usare quel tipo di potere per combattere altrimenti sicuramente l'avrebbe messa in difficoltà. Ora sapeva come doveva agire, non poteva correre rischi inutili.
- Ti vedo sorpresa Zita - disse Harry scendendo dalla sua scopa - pensavi che il tuo tornado mi avrebbe ucciso, spiacente per te ma ci vuol ben altro.
Lo sguardo di Harry era più che mai combattivo, anche Silente oltre a Zita aveva notato l'aura del ragazzo così bianca splendente, ma sapeva anche lui che senza addestramento non avrebbe mai potuto battere una signora delle fiamme. Mai si era sentito così impotente, avrebbe voluto aiutarlo e dire che quello che stava succedendo era per colpa sua, aveva affrontato la sua missione segreta per evitare che Harry corresse meno pericoli possibile contro Voldemort e invece ora era costretto ad affrontare addirittura dei demoni.
Harry era fermo immobile ad osservare dritta negli occhi la sua avversariache aveva annulato la sua magia del tornado, sentiva dentro di se la sua forza aumentare, sapeva che quella forza era la sua aura ma sapeva anche che non era capace di usarla in combattimento eppure nonostante sapesse tutto questo non voleva arrendersi. Non lo faceva tanto per i suoi amici Ginny, Ron, ed Hermione lo faceva soprattutto per tutti quei maghi e per i due nuovi combattenti che avevano lottato per lui in quei dieci minuti. Si sentiva stanco sia per aver usato due volte lo stupifendo, sia per l'impresa che aveva compiuto pochi minuti prima eppure nonostante questo era restio ad arrendersi. Il suo sguardo era sempre fisso su quello del demone che altrettanto faceva, era un primo assaggio di quello che sarebbe stata la lotta, nessuno dei due volgeva lo sguardo altrove era fissi l'uno sull'altro, imperterriti. Era una lotta spirituale una lotta tra bene e male, tra colui che aveva sempre lottato per le forze del bene spinto da ideali puri come amicizia e amore contro uno dei rappresentanti delle forze del male, non un combattente qualsiasi ma bensì una signora delle elementi. Ma Harry alla fine dovette cedere a quella prova di forza, non era ancora capace di fare una cosa simile, anche se Zita era sorpresa se quella prova di forza fosse durata solo un secondo in più sarebbe stata lei a volgere lo sguardo altrove in quanto era rimasta quasi ipnotizzata da quel verde smeraldo che emanavo gli occhi di Harry, occhi carichi di amore. Ora sapeva che  cosa significava lottare contro un avversario che lottava per amore, infatti era quello che il demone aveva letto nello sguardo del ragazzo, tanto amore verso tutti coloro che erano presenti. E ora sapeva che doveva eliminare quel ragazzo altrimenti poteva essere d'intralcio per i futuri piani del suo signore e doveva fare presto perchè avvertiva un'altra aura avvicinarsi potente come quella degli altri due night hunter ma avvertiva in questa nuova presenza un potere sopito dei maghi risvegliato. Non voleva correre rischi inutili avrebbe eliminato il ragazzo e sarebbe scappata via, non per vigliaccheria perchè lei non temeva nessuno ma perchè erano troppi avversari anche per lei. Il demone sapeva che Harry aveva il pugnale spezza incantesimi di Billy ed era molto veloce nel fermare i suoi attacchi quindi era inutile attaccarlo con delle semplici sfere di fuoco così decise di usare una sfera di fuoco più potente delle altre. Il demone mise le sue mani una di fronte all'altra cominciano a creare un piccolo globo di fuoco che divenne sempre più grande man manno che Zita convogliava l'energia fino a formare un globo di guoco largo circa quindi centimetri ma molto più potente di una sfera di fuoco.
- Globo di fuoco - gridò Zita lanciando la sua sfera contro Harry che mise la bacchetta davanti a se e usò l'aguamenti per cercare di bloccare la sfera del demone. Inizialmente la magia di Harry sembrava funzionare ma poco a poco il globo avanzava sempre di più, di centimentro in centimetro si avvicinava ad Harry che era concentrato come non mai per cercare di resistere al globo. Ma anche se ce la metteva tutta il globo non ferrmava la sua corsa e si avvicinava sempre di più al ragazzo che ormai la distingueva perfettamente. Il ragazzo avrebbe potuto evitare tranquillamente il colpo, sapeva anche lui che non era abbastanza potente per poter fronteggiare Zita ad armi pari, ma purtroppo prorpio mentre stava per evitarla si era reso conto di essere atterrato davanti ai suoi amici che erano ancora seduti a terra paralizzati dal terrore, e lui non poteva permettere che morissero per causa sua. Se solo avvessero reagito prontamente lui avrebbe evitato il globo e ora non sarebbe stato in pericolo di vita, oltretutto era consapevole che se la sfera avesse colpito lui poi sarebbe toccato ai suoi amici che erano sulla sua stessa traiettoria, quindi cercava un modo qualsiasi per districarsi ancora una volta da quella terribile situazione. Harry sapeva che l'unico modo per uscirne vivo da quella situazione era quello di deviare la sfera e l'unico incantesimo che conosceva abbastanza potente per deviare il globo era solo lo stupifendo, però sapeva di non essere esperto abbastanza da poter usare l'incantesimo alla perfezione e che aveva solo un'arma che poteva usare per deviare il colpo insieme al suo stupifendo ed era il pugnale di Billy. Il ragazzo era anche consapevole che dopo aver usato per la terza volta la sua magia avrebbe potuto usarla solo per altre due volte prima di sentirsi esausto come era successo con il combattimento contro Runga ma anche se sapeva tutto quello non aveva altra  scelta, era in gioco la vita della ragazza che amava, e non poteva permettere che lei morisse per nessun motivo.
Harry annullò il suo aguamenti e quando la sfera era a pochi meri da lui usò lo stupifendo spostandosi leggermente a destra in modo da creare un incantentismo curvo che colpì il globo che deviò leggermente la sua traiettoria e rallentò la sua corsa per pochi decimi di secondi che servirono al ragazzo ad estrarre il pugnale e con un rapido movimento da destra a sinistra colpì il globo che evitò i suoi amici per pochi centimetri. Purtroppo però aveva la mano ferita a causa del contatto con la sfera ed era in ginocchio per il forte dolore alla mano, oltretutto era con quella che lui manteneva la sua bacchetta e per il momento era inutilizzabile. Il dolore era fortissimo e lo faceva stare a terra contorcendosi dal dolore tenendosi la mano ferita, le sue urla erano strazianti ma nessuno dei presenti aveva la forza per poterlo aiutare e i suoi amici erano ancora seduti a terra completamente immobili. Harry in quel frangente li vide fvermi, immobili non avevano mosso un solo singolo muscolo per aiutarlo, calde lacrime rigavano il viso del ragazzo che non poteva credere ai suoi occhi, i suoi amici quelli che avevano combattutto tante battaglie con lui si erano arresi ancor prima di lottare. Li capiva benissimo, non avevano il potere per combattere ed erano completamente paralizzati dalla paura e solo lui poteva salvarli anche se soffriva molto interiormente per il loro comportamento, almeno avrebbe voluto una minima reazione ma niente, non erano corsi in suo aiuto neanche ora che era ferito gravemente. Harry si rialzò lentamente con il braccio destro disteso lungo il corpo mentre con il sinistro impugnava la bacchetta, era esausto per aver usato tre stupifendo e per aver dovuto affrontare un avversario a lui palesemnte superiore ma così come suo padre e suo madre lo avevano difeso da Voldemort sapendo benissimo che non avrebbero potuto salvarsi; così lui avrebbe lottato per i suoi amici fino alla morte, li avrebbe difesi a qualsiasi costo.
- Potter, non sai che un mago non ha la stessa forza di lanciare gli incantesimi con le braccia. In altre parole i tuoi incantesimi lanciati con la mano sinistra non saranno mai forti come quelli che lanci con la mano destra. Non che questo faccia una grande differenza per te visto che mano sinistra o destra non serve a nulla perchè i tuoi incantesimi sono nulli contro la mia armatura - disse il demone in modo ironico
- Forse hai ragione Zita ma vedi io mi sono sempre addestrato a lanciare incantesimi con la mano sinistra in questo ultimo mese in modo da avere la stessa identica padronanza e reazione con entrambe le mani. Per me lanciare incantesimi con la sinistra o con la destra non fa nessuna differenza -
disse Harry sorridendo esausto con la mano sinistra levata a mezza altezza pronto per lanciare i suoi incantesimi, spostandosi di un paio di passo alla sua destra, seguito dal demone che ne fece solo uno capendo subito che cosa volesse fare il ragazzo.
- Sei scaltro Potter, hai cercato di distrarmi cercando di muoverti in cerchio per togliere i tuoi amici dalla linea di tiro, ma dispiace per te si combatte alle mie condizioni e non alle tue - concluse la ragazza lanciando un altra sfera di fuoco che Harry riusci a deviare lanciando in rapida successione tre bombarda maxima - so benissimo che avresti potuto evitare il mio primo attacco e che non l'hai fatto per evitare che i tuoi amici fossero colpiti. E' stato un errore Potter, errore che pagherai a caro prezzo. Avresti fatto meglio e farli morire adesso almeno si risparmieranno le sofferenze di essere sottomessi al mio padrone.
- Forse hai ragione Zita ma io non sacrifico i miei amici per salvarmi la vita - disse Harry più agguerrito che mai - forse non combatteranno contro i demoni ma questo non è un buon motivo per sacrificarli a scapito della mia vita
- Sei davvero convinto di quello che dici Potter - chiese Zita con un sorrisetto ironico sul viso
- Certi che si Zita - rispose Harry più combattivo che mai spostandosi in modo impercettebile verso destra
- Davvero Potter, che mi dici di Cedric Diggory  e Sirius Black, loro si sono sacrificati per te e per la tua smania di voler fare l'eroe.
Quelle parole furono per Harry più pesanti di un macigno, ricordava i due episodi come se fosserro successi il giorno prima, Cedric che cadeva per mano di Codaliscia e il suo padrino che cadeva per mano di Bellatrix Lestrange. Ed in entrambe le occasioni era successo per colpa sua. Era stata sua l'idea di prendere insieme al tassorosso la coppa tremaghi assieme alla fine del quarto anno; ed era stata sua l'idea di andare al ministero convinto che il suo padrino fosse in pericolo. Per non parlare di quelle parole che il demone aveva pronunciato, erano le stesse identiche parole pronunciate da Hermione qualche settimana prima. Forse aveva veramente la smania di voler fare l'eroe.
- Per non parlare di tutte le volte che hai messo in pericolo la vita dei tuoi amici Potter, vogliamo ricordarli insieme. Fantasma diabolico - gridò il demone lanciando al ragazzo un piccolo raggio dalla punta del suo dito che lo colpì alla fronte facendo finire il ragazzo a fluttuare in aria
- Vediamo cosa nasconde la tua mente Potter - disse il demone avanzando verso il ragazzo che chiuse gli occhi. Zita era a pochi metri da Harry quando si fermò con la faccia sorpresa, la mente di Harry era completamente chiusa, era protetta da un muro invalicabile che neanche lei riuscia a sfondare. Ogni volta che abbatteva un pezzo di quel muro Harry lo ricreava più forte e potente che mai.
- Che cosa credevi Zita che dopo quello che era successo poche settimane fa permettessi a qualcun altro di manipolare la mia mente? - chiese Harry riaprendo gli occhi e atterrando nuovamente.
- Niente male Potter hai una buona difesa vediamo se i tuoi amici sono altrettanto forti. Fantasma diabolico - gridò per la seconda volta zita colpendo contemporaneamente i tre ragazzi che cominciarono a fluttuare per aria, cogliendo di sorpresa Harry che non si aspettava che il demone se la prendesse con i suoi amici e per tanto non era riuscito a difenderli
- E ora Potter vediamo che cosa ci tengono nascosto i tuoi amici ed è completamente inutile che cerchiate di opporvi, il fantasma diabolico agisce sul vostro sistema nervoso, vi costringerà a dire la verità. Cominciamo da te Ron Weasley vediamo un po' se qualche volta ti sei dovuto sacrificare per il famoso Harry Potter. Al primo anno ti sei dovuto sacrificare per Harry permettongli di attraversare la scacchiera magica.
Harry ricordava perfettamente quell'episodio al primo anno, Ron che si sacrificava per permettere a lui di attraversare indenne la scacchiera.
- Al secondo anno siete finiti nella foresta proibita e per poco non venivi ucciso dagli acromantula, sei vivo grazie alla macchina stregata di tuo padre. Harry ricordava anche quell'episodio era tanto impegnato a parlare con Aragog per cercare un modo per aiutare Hagrid che non si era accorto minimamente che erano stati completamente circondati dai figli del ragno gigante.
- Al terzo anno ti sei fatto male ad una gamba questa volta per causa indiretta di Harry Potter. Il ragazzo con la cicatrice ricordava anche quell'episodio Sirius trasformato in cane azzannava Ron per costingere Harry a inseguirli nella stamberga strillante
- Il quarto anno sei finito nel lago nero come suo trofeo da salvare solo perchè sei il suo migliore amico. Harry non poteva non ricordare anche quell'episodio si era messo in  testa di salvare anche la sorella di Fleur e per poco non aveva causato la morte di tutti e tre
- Al quinto anno l'episodio del ministero. E ora vediamo un po' la piccola Weasley quanto ha dovuto soffrire per causa tua. - disse Zita spostando il suo sguardo su quello della ragazza con i capelli rossi. - L'unica volta che ti sei sacrificata è stata quella del ministero ma sei stata costretta ad amare il caro Potter in segreto per tanti anni.
- E ora la signorina Granger - disse Zita spostando lo sguardo su quello della ragazza con i capelli ricci - vediamo quante volte ti sei sacrificiata per il caro Harry
- Smettila - disse Harry avventandosi contro Zita che lo colpì con una sfera di fuoco
- Zita sono io il tuo avversario lascia stare i miei amici - disse Harry rialzandosi. Voleva assoliutamente evitare che il dempone scrutasse la mente della donna che amava, sapeva perfettamente quante volte aveva messo in pericolo la sua vita e non aveva nessuna voglia di rivivere quelle sensazioni di panico e di paura provate in quei momenti.
- Dai Potter non sei curioso di sapere anche tu quante volte hai messo in pericolo la tua amica  - disse Zita concentrandosi sulla ragazza che cercava di chiudere la mente al demone ma con scarsi risultati, il demone era semplicemente troppo forte per lei e ad uno ad uno rivisse tutti i momenti passati con il ragazzo.
- Ma guarda un po' - esclamò il demone - fra tutti e tre lei è quella che più volte ha rischiato la vita per te. Chissa come mai? Scaviamo un po' nella sua mente
- Oh no - esclamò Hermione spaventata di quello che potesse vedere il demome nella sua mente, le sue debolezze e la sua profonda amicizia con Harry e anche quel qualcosa che stava nascendo dentro di lei per l'amico. Non voleva sapere neanche lei, e cercava in tutti i modi di bloccare la sua mente
- Ti ho detto di smetterla - gridò Harry scagliandosi contro il demone e colpendola al viso con un pugno che la fece cadere a terra facendo perdere il controllo che aveva sui tre ragazzi che caddero a terra.
- Come hai osato Potter - disse Zita rialzandosi con rabbia colpendolo prima allo stomaco diverse volte per poi colpirlo al viso con un calcio volante che lo fece cadere a terra  rovinosamente. - Non osare mai più interrrompermi Potter e ora vediamo che cosa ci nasconde la piccola mezzosangue - esclamò Zita girando lo sguardo verso la ragazza che era ancra impaurita
- Lasciala stare - disse Harry aggrappamndosi alla sua gamba
- Te la sei cercata Potter - disse Zita alzando la spada sopra la sua testa e stava per abbassarla con violenza quando una serie di sfere di energia furono lanciate nella sua direzione che la colpirono con violenza per poi farla cadere a terra, il demone si rialzò subito e vide un nuovo combattente che era completamente rivestito con un armatura bianca il cui elmo era a forma di gatto dal quale uscivano dei lunghi capelli neri raccolti in una treccia.
- E tu chi saresti - chiese Zita - circondata dalla sua aura di fuoco
- Laura dei night hunters - disse la ragazza estraendo la sua spada circondata da un aura blu come la notte 
- Laura finalmente sei arrivata - disse David rialzandosi seguita da Oris
- Come sempre arrivo appena in tempo per togliervi dai guai - disse la ragazza estraendo due bacchette nere lanciandole ai due suoi amici
- Alla buon' ora - disse David afferrando al volo la bacchetta che aveva un manico a forma di falco che il ragazzo puntò al cielo - armatura del falco corno io ti invoco. Dal cielo apparve un armatura a forma di falco che si scompose per posizionarsi addosso al ragazzo e l'elmo era a forma di falco
- Finalmente - disse Oris prendendo la sua bacchette che aveva l'impugnatura a forma di lupo corno puntandola in cielo facendo apparire un armatura a forma di lupo che si scompose per poi riposizionarsi sul grosso ragazzo che aveva un elmo a forma di lupo.
Tutti e tre i combattenti emanavano una bellissima aura blu notte esattamente come i tre animanali magici che rappresentavano, mentre Zita era ancora circondata dalla sua aura di fuoco
Harry percepiva una grande tensione nell'aria, non era ancora capace di vedere le aure ma le percepiva tranquillamente e dallo sguardo dei combattenti capiva che ora la battaglia sarebbe diventata ancora più violenta. Mai pensieri furono più veritieri, i tre combattenti attaccarono con foga il demone che si difendeva abilmente dall'attacco di tutti e tre, Harry era completamente estasiato da quel combattimento i night hunter stavano mettendo in difficolta una signora degli elementi.
David attaccò Zita con un gran colpo della sua spada che fu parato dal demone con facilità e colpì il night Hunter con una sfera di fuoco che lo fece cadere a terra ma il ragazzo si rialzò prontamente per partire nuovamente all'attacco. Nel frattempo Laura e Oris attaccarono il demone con un attacco combinato ma Zita cominciando a volare li evità e li colpì entrambi con una pioggia di sfere di fuoco che colpì i due guerrieri con violenza ma entrambi si rialzarono più combattivi che mai
- Proprio non lo volete capire - esclamò Zita continuando a volare sul posto alzando la mano destra cominciando a creare una potente sfera di fuoco - Nessuno può battere una signora degli elementi tanto meno i night hunters - disse Zità lanciando la sua sfera che colpì il terreno creando una potentissima onda d'urto che spazzò tutti quanti a terra semisvenuti.
-  E ora vediamo la signorina Granger che cosa ci nasconde - disse Zita avanzando verso la ragazza che era completamente paralizzata dal terrore quando all'improvviso Charlie colpì Zita con la sua spada rossa
- Proprio non lo volete capire - parlò il demome lanciando cuna sfera di fuoco al ragazzo che cadde a terra rovinosamente
- No Zita proprio non lo vogliamo capire - disse Billy piazzandosi davanti al demone con il suo scudo rosso che non servì molto al mago che non riuscì a difendersi dall'attacco del demone e anche lui cadde a terra tramortito
- Sono intenzionata a vedere nelle menti dei tre ragazzi e nessuno mi fermerà - disse il demone avanzando verso i tre giovani maghi
- Fermati Zita - disse Harry rialzandosi a fatica - il tuo avversario sono io, lascia stare i miei amici, non ti permetterò di invadere le loro menti
Il ragazzo era malfermo sulle ginocchia e il suo braccio destro era disteso lungo il corpo praticamente inutilizzabile ma nonostante quello non voleva permettere al demone di usare i suoi poteri per invadere la loro mente, lo aveva già vissuto lui  di persona poche settimante prima e non avrebbe permesso che succedesse anche a loro, anche se non sapeva come fare visto che non aveva la forza per batterla
- Potter forse non ti è chiaro il concetto, io so di poterti battere ma voglio sapere che cosa ti nascondono i tuoi amici, perchè per voi esseri umani non peggior cosa di sapere di essere stati traditi dai vostri amici.
- Come sei stupida Zita io sono già stato tradito dai miei amici - disse Harry facendo un sorrisetto amaro
- Che stai blaterando Potter - gridò il demone - quando ti avrebbero tradito i tuoi amici
- Esattamente prima di iniziare a lottare contro di te, quando si sono rifiutati di combattere per aiutare un altro mago e anche poco fa quando sono rimasti immobili ad osservare come tutti noi combattevamo. Chi è che vorrebbe avere amici così io no di certo.
- Davvero Potter e allora perchè combatti per loro? - chiese il demone - lasciami vedere nelle loro menti se di loro non ti importa nulla
- No Zita non te lo permetterò - rispose Harry - C'è differenza tra essere traditi e lasciare che una persona venga torturata davanti ai tuoi occhi
- E come farai ad impedirmi di vedere nella loro mente Potter - disse Zita avanzando verso di lui colpendolo allo stomaco, per poi colpirlo con un violento pugno sotto la mascella facendolo sollevare da terra di una venmtina di centimetri e mentre era in volo lo afferro per la testa e lo scaraventò a terra mentre con la mano gli teneva premuto le tempie.
- Avanti Potter impediscimi di vedere nelle loro menti - continuò a parlare il demome mentre si diede una spinta con il braccio che teneva la testa del ragazzo e lo colpì duramente allo stomaco, per poi alzarsi tenendo sempre Harry nella sua stretta alla testa per poi scagliarlo in aria e colpirlo con una sfera di fuoco allo stomaco che lo fece cadere a pochi centimetri dai suoi amici.
- Harry - gridarono contemporenamente Ginny ed Hermione mettendosi attorno a lui.
- Andate via di qui - disse Harry alzandosi lentamente con il braccio sinistro teso pronto a lanciare il suo incantesimo.
- Ma Harry non ce la fai a combattere, - disse Hermione in lacrime - rinuncia alla lotta
- Rinunciare alla lotta - disse Harry guardandola in viso con rabbia - e che cosa dovrei fare secondo te lasciare che invada le vostre menti davanti ai miei occhi, lasciare che veda nella mente della donna che amo  senza fare nulla?
Hermione non sapeva perchè ma quelle parole l'aveva ferita nel cuore, lui stava combattendo per la donna che amava ed era palese che quella donna fosse Ginny. Sapeva che Harry l'aveva considerata sempre e solo come un amica e quelle parole per lei erano come una dichiarazione di amore per la sorella di Ron.
Ginny invece era contenta di aver sentito quelle parole perchè aveva capito che quelle parole erano riferite ad Hermione, lei si era messa il cuore in pace già tanto tempo prima quando aveva capito che la sua era una semplice cotta adoloscenziale. E aveva capito  che Harry provasse qualcosa per Hermione quella sera al ministero quando la ragazza era stata colpita dal mangiamorte Harry era rimasto completamente pietrificato e si era ripreso solo quando Neville gli aveva detto che era viva. E lei era contenta che fra tante ragazze Harry avesse scelto proprio Hermione, li aveva sempre visti bene assieme, si completavano a vicenda e a volte si capivano con un semplice sguardo.
- Dunque è così Potter una delle due ragazze ha conquistato il tuo cuore - disse sarcastica Zita - vediamo quale delle due ti ama, non sei curioso Potter, certo non ti servirà a nulla visto che dopo morirai però potrai morire sapendo che il signore oscuro si prenderà cura della ragazza che ami.
- Non te lo permetterò mai - disse Harry, il suo sguardo era pieno di sfida ed era pronto anche a morire ma non avrebbe mai permesso che Voldemort prendesse qualcuno dei suoi amici.
Zita corse verso il ragazzo pronta a colpirlo nuovamente ma Harry le lanciò in rapida successione tre stupifendo che la colpirono con violenza facendola cadere lontana da loro. Harry era completamente distrutto, i suoi muscoli gli facevano un male terribile ed era in ginocchio, non riusciva a fare un solo singolo movimento, respirava a grandi boccate.
- Niente male Potter ma te l'ho detto non c'è nessuno incantesimo che possa distruggere la mia armatura - disse Zita rialzandosi cominciando a camminare verso di lui - ma ti do atto che ti sei battuto bene per essere solo un maghetto alle prime armi. Ma proprio perchè ti sei battuto bene sono costretta ad eliminarti Potter e dopo porterò con me entrambe le ragazze.
- Tu non farai proprio nulla - disse David mettendosi davanti a Zita seguito a ruota da Laura e da Oris, tutti e tre con le spade sguainate in posizione di difesa
- E come pensate di impedirmelo - chiese Zita
- In questo modo - risposero i tre combattenti colpendo la corazza del demone con le loro lame ma neanche un graffio era stato fatto.
- Proprio non volete capire, non esiste al mondo arma o magia in grado di intaccare un armatura di un demone figuriamoci poi un armatura delle signore degli elementi. Esplosione di fuoco - disse Zita alzando le mani al cielo con i palmi rivolti in alto creando una onda d'urto che fece cadere i tre combattenti a terra privi di senso
- E ora preparati Potter perchè tu stai per morire e le ragazze verranno con me - disse il demone avanzando verso il ragazzo che era in ginocchio ma che lentamente si stava rialzando.
Zita si fermò per un attimi sorpresa di vedere che l'aura di Harry fosse ancora così attiva nonostante il ragazzo non si reggesse in piedi, per un momento Zita si chiese se Harry avesse saputo usare la sua aura se ne fosse uscita vincitrice da quel combattimento. Era anche vero che lei non aveva usato la sua massima potenza ma vedere l'aura di un ragazzo che faceva ancora la suola così potente le mise per un solo singolo istante paura. Paura ma anche tanta voglia di sapere dove sarebbe potuto arrivare quel ragazzo che aveva una saetta sulla fronte. Ora capiva perchè il signore oscuro in un certo modo lo temesse. Ma lei era Zita la signora delle fiamme e non poteva rallentare la sua marcia contro un ragazzo così riprese ad avanzare verso Harry. Ma proprio quando era a pochi metri da lei tutta l'aria fu coperta da un bellissimo canto che Harry riconobbe subito, era il canto della fenice di Silente: Fanny che lasciò cadere una spada ai piedi di Harry e volando sul posto sopra di lui cominciò a piangere curando il ragazzo e restituiendogli tutte le forze. Harry si piegò e raccolse la spada e con sorpresa sulla lama c'era la scritta Godric Grifondoro.
Proprio come era successo al secondo anno quando Fanny gli portò la spada per combattere contro il basilisco così era successo di nuovo, la fenice era venuto in suo aiuto e gli aveva portato nuovamente la spada per combattere; spada che appena fu raccolta da  Harry fu invasa da una luce bianca. Harry era di nuovo pieno di forze e pronto per ricominciare a lottare
- Anche se hai la spada che cosa credi di fare Potter - chiese Zita sicura di se
- Zita questa non è una spada come le altre - disse il ragazzao rinfoderando la bacchetta e afferrando la spada con entrambe le mani in posizione di difesa - questa spada viene data solo e unicamente ad un grifondoro che dimostra di avere coraggio e che è pronto a sacrificarsi per gli altri. Questa spada è magica e va oltre qualsiasi tipo di magia che conosciamo.
- Dovrei temerla Potter? - disse Zita sarcastica lanciandogli una sfera di fuoco
- Certo che si - disse Harry parando la sfera con la spada, la quale non aveva neanche un graffio
- Niente male, vediamo se questa tua spada ti difende anche dalla mia esplosione di fuoco - disse Zita alzando le mani al cielo creando una potente onda d'urto che spazzò via tutto quello che le era attoro travolgendo il ragazzo che finì rovinosamente a terra.
- Come vedi Potter niente è paragonabile alla magia demoniaca neanche la tanto osannata tua spada.
- Davvero forse non hai capito questa spada mi ha permesso di battere una delle creature oscure più temibili del regno magico, e se non hai ancora capito non sono stato io a scegliere lei ma è stata lei a trovare me.
- disse il ragazzo rialzandosi, attaccandola con la sua spada che si scontrò contro quella del demone, Harry la attaccò con foga ma Zita parava ogni suo colpo con estrema facilità.
- Tutto qui quello che sai fare Potter, ora ti faccio vedere come si fa un attacco vero - disse il demone incalzando il ragazzo che con sua sorpresa si difendeva egregiamente dai suoi attacchi. Finchè i due avversarsari si trovarono l'uno di fronte all'altro pronti per scontrarsi di nuovo. Entrambi i combattenti attaccarono di nuovo contemporanemamente facendo cozzare le due lame, quando Zita usò la sua esplosione di fuoco per scaraverante il ragazzo a terra perdendo la presa sulla spada in quanto  non si aspettava quella mossa. Zita gli si avvicinò e mise un piede sulla spada proprio mentre Harry la afferrava, mentre Zita gli puntò la sua lama allo gola.
- Non sei niente male Potter, un buono avversario ma sicuramente non sei all'altezza di una signora degli elementi. Almeno per il momento. Hai un anno di tempo Potter per allenarti come si deve per diventare un mio valido avversario, ti do la mia parola d'onore che durante questo anno non sarai attaccato da nessuno delle signore degli elementi ovviamente non posso garantirti che gli altri demoni non lo facciano.
- Perchè fai questo Zita - chiese il ragazzo rialzandosi
- Semplice Potter perchè per quanto tu possa essere forte non puoi affrontare contemporaneamente le signore delgi elementi e Voldemort perciò Potter avrai un anno di tempo per migliorare e per sconfiggere il tuo odiato nemico dopo di che inizierà una nuova guerra tra maghi e demoni e sarà in quell'occasione che ti batterò per sempre. - disse Zita creando un buco nero
- Ti pentirai di non avermi ucciso oggi - replicò Harry con aria di sfida
- Ne riparleremo tra un anno - disse il demone sparendo nel buco nero.
- Finalmente è finita - disse Ron leggermente più disteso anche se la storia della spada che aveva scelto Harry non gli era piaciuta affatto.
- Niente affatto Weasley - disse una donna avanzando verso di loro
- Primo ministro - esclamò sorpreso Harry - che cosa è successo
- Cattive notizie Harry, Olivander il costruttore di bacchette nagiche è stato rapito e Azkaban è caduta e tutti i mangiamorte e i dissennatori sono al fianco del signore oscuro.


vi chiedo perdono per l'enorme ritardo  ma ho avuto il classico blocco dello scrittore oltre a vari impegni. IL prossimo capitolo lo pubblicherò prima e verranno spiegate anche alcune cose nonche è il motivo per cui Zita non ha eliminato Harry. Chiedo anche scusa per la machiavellica uscita di Harry dal tornado ma dovete capire che il ragazzo è alle prime armi ed è privo di esperienza quindi non potevo farlo uscire con qualche incantesimo potente ma doveva usare solo l'astuzia.
spero che vi piaccia
vi ho anche lasciato qualche punto interrogativo ma presto qualcuno di essi verrà sciolto.

ma ora basta non vi anticipo più niente

grazie molte a tutti coloro che leggono la storia e a tutti quelli che postano e che l'hanno messa tra le preferite e lesguire, grazie di cuore.
 

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Capitolo 10
*** la casa di Silente ***


                                                                                                                                            capitolo 10
    
                                                                                                                                    La casa di Silente

- Azkaban è caduta e hanno rapito Olivander - ripetette Harry sorpreso non tanta dalla notizia che la prigione fosse caduta, anzi aveva retto anche troppo a lungo secondo lui. Ma era rimasto sorpreso dal rapimento di Olivander.
- Perchè avranno rapito Olivander? - chiese Harry più a se stesso che non a qualcuno
- Bella domanda Harry - rispose il primo ministro pensieroso
- E' evidente che tutto l'attacco è stato orchestrato come diversivo per rapire Olivander, ma per qualche motivo? Non credo che vogliano costringerlo a costruire delle bacchette in serie
- Lo escludo Harry la bacchetta indubbiamente è utile per lanciare le magie ma la potenza del mago non dipende dalla bacchetta. Quindi il rapimento di Olivander resta un mistero per il momento - disse Silente
- Però mi ha soorpreso un attacco di questa portata - disse il primo ministro - evidentemente volevano essere sicuri che nessuno interferisse con il loro piamo originale e devo essere sincera se hanno usato uno diversivo così ad effetto il rapidemoto di Olivander doveva essere molto importante per il signore oscuro
- E' inutile pensarci adesso l'importante è che nessuno si sia fatto male - disse Silente - e di questo dobbiamo ringraziare Harry che si battuto benissimo contro i demoni.
- Non sono stato il solo a combattere contro i demoni questa notte ma il merito va a tutti e un ringraziamento a David, Laura e Oris - disse il maghetto
- Li conosci Harry - chiese Harmione piuttosto sorpresa
- Certo che si Hermione, è grazie a loro se sono riuscito a battermi con la spada quasi alla pari con Zita - rispose Harry
- Da quanto tempo li conosci Harry - chiese Ginny
- Dalla fine della scuola. Dopo lo scontro con Voldemort al ministero chiesi a Silente se conosceva qualcuno che poteva  aiutarmi ad addestrarmi, non solo a chiudere la mente ma anche a migliorare nei lanci degli incantesimi e a migliorare la mia condizione fisica. Il preside mi mise in contatto con i night hunter che studiarono una preparazione particolare per me, Oris si preoccupava dei miei esercizi fisici, David del lancio degli incantesimi e Laura mi insegno a chiudere la mente. Ovviamente  i night hunter non potevano stare tutto il tempo con me perchè avrete di certo capito che sono un gruppo fuori dal comune. - concluse Harry facendo capire che era meglio non fare altre domani sui misteriori tre guerrieri - perciò una volta ogni quattro giorni  mi venivano a trovare per constatare i miglioramenti che avevo fatto e per assegnarmi nuovi esercizi.
- E un ringraziamento va anche a Fanny - disse Silente acarezzandole sopra la testa
- Sicuramente - disse Harry - mi ha salvato la vita per la seconda volta portandomi la spada, credo che sia meglio che la conservi vdi nuovo lei professore.
- No Harry è meglio che la tenga tu per il momento, la spada ti ha scelto come suo custode ed è giusto che la mantenga tu. Ovviamente non potrai girare armato nella scuola ma quando farai le gite o quando andrai nel parco ti consiglio di averla sempre con te.
- Per ogni spada che si rispetti hai bisogno di un fodero - disse la Mc Granitt trasficurando un sasso in un fodero a tracolla così avrebbe avuto la spada dietro la schiena
- grazie professoressa - disse il ragazzo rinfoderando la spada e aggistandosi il fodero all'altezza giusto per far si che potesse estrarre la spada il più rapidamente possibile
- E ora che facciamo - chiese Molly - dove andremo?
- Sicuramente non possiamo tornare alla Tana - disse il signor Weasley
- Il nostro piano originale consisteva nell'andare a casa del preside, avremmo dovuto prendere un treno speciale che ci avrebbe condotto in una zona segreta e visto come si sono messe le cose credo che sia il solo piano attuabile.
- Quindi andremo ad Hogwarts - disse Ron
- Ron ho parlato di posto segreto, ti pare che Hogwarts sia un posto segreto che nessuno conosce? - chiese Harry piuttosto seccato
- Scusa ma non tutti abbiamo la tua inteligenza - disse Ron guardando male l'amico,  il quale non aveva nessuna voglia di cominciare a litigare con Ron in quel momento
- Dunque - intervenne Hermione alla quale non piaceva affatto la piega di quello che stava accadendo fra Ron ed Harry - partiamo subito.
- Credo che sia meglio - disse Harry girandosi in direzioen di Draco e della madre - voi che fate signora Malfoy? Venite con noi.
- Dei Malfoy unirsi a dei filobabbani e a dei mezzosangue, vuoi proprio vedere il mondo a rotoli Potter - disse Malfoy con il suo solito modo arrogante.
- Dopo quello che è successo parli ancora di mezzosangue e filobabbani Malfoy? Tra un anno tutti i maghi dovranno vedersela con i demoni e tu mi vieni ancora a parlare di queste scemenze. La dobbiamo smettere una volta per tutte con questi inutili pregiudizi. I nostri nemici i tuoi e i miei sono Voldemort e i demoni, e non i mezzosangue o i filobabbani.
- Potter mio padre è un mangiamorte, ed è un seguace del signore oscuro ed è anche libero ora - replicò Malfoy
- E allora Draco, cosa centra tuo padre con te, se lui è un magiamorte non è detto che debba diventarlo anche tu - disse Harry
- Se vengo con voi sarò considerato come un nemico del signore oscuro e potrei trovarmi a combattere contro mio padre un giorno  - disse Malfoy
- La scelta è tua Draco - disse Potter - ma decidi in fretta, ma sappi che ti ho visto lottare prima assieme a tua madre contro Zita per aiutare gli elfi domestici e sicuramente quello non era il conportamento di un Malfoy. Sta a te decidere Draco
- Sarò visto come un traditore da tutti  i serpeverde - disse Malfoy - la mia vita a scuola sarà un inferno.
- Sei proprio sicuro Draco? - chiese Harry - probabilmente Tiger, Goyle e qualche altro serpreverde ti disprezzeranno ma non tutti quanti sono come i tuoi amici.
- Non farmi ridere Potter - disse Malfoy facendo un sorriso triste - tutti i serpeverde odiano i Grifondoro, i mezzosangue e i filobabbani.
- Non tutti Malfoy e tu lo sai benissimo
- Davvero Potter? - chiese Malfoy mettendosi a pichi centimetri dal suo viso.
Piton voleva mettere fine a quella discussione ma Silente lo fermò con uno sguardo, sapeva anche lui che era arrivato il momento di mettere fine a quella stupida diatriba tra Serpeverde e Grifondoro che durava ormai dai tempi dei fondatori.
- Blaise, non ho mai avuto nessun battibecco in questi cinque anni, non saremo grandi amici ma almeno ce rispetto reciroco.
- Solo uno Potter - disse Malfoy - una pecora nera c'è sempre nell'ovile
- Pansy Parkinson per quanto sia stupida e piena di se non siamo mai arrivati ad insultarci. Daphne Greengrass piena di se mai anche con lei non abbiamo mai avuto un diverbio, Nott per quanto sia un figlio di un mangiamorte anche lui non è mai arrivato ad offenderci pesatemente e sicuramente ce ne saranno altri solo che Tiger e Goyle hanno pensato bene di fare opera di persuasione durante tutti questi anni
- E io Potter - chiese Malfoy abbassando la testa, sapeva che il ragazzo con la cicatrice aveva ragione ad insistere su quel punto
- Tu Malfoy sai benissimo che abbiamo avuto più di una divergenza in passato per tantissimi motivi e se devo essere sincero ti ho odiato in più di una circostanza ma anche io ho avuto la mia parte di colpe. Devo essere sincero fino in fondo se vogliamo mettere da parte questa diatriba. Così come tu avrai avuto i tuoi buoni motivi per ostacolarci sin dal primo anno così io ho sempre avuto una forte repulsione nei confronti dei serpeverde così come il contrario ma ora con il ritorno di Voldemort e dei demoni sarebbe contro produttivo continuare con le nostre inutili diatribe. Tu che dici
- Va bene Potter, noi non saremo mai grandi amici ma visto che tra un anno combatteremo contro i demoni è inutile farci la guerra tra maghi, non serve a nulla. Quindi io e mia madre verremo con voi
- Io ritorno al ministero questo attacco è stato molto forte e ci vorranno tutti gli obliatori per modificare la mente dei babbano che sono stati coinvolti, e visto che tutti i mangiamorte sono libero dovremmo prendere nuove misure di sicurezza. Ci rivediamo presto ragazzi - disse il primo ministro prima di smaterializzarsi
- Anche noi andiamo via abbiamo assolto la nostra missione di scortare Lumocorno da Silente, il resto non ci riguarda per il momento, Harry Potter è stato un piacere combattere al tuo fianco - disse David porgendogli la mano.
- Il piacere è stato mio David e grazie di tutto, spero di rivedervi presto - disse Harry stringendogli la mano sperando in cuor suo di rivedere presto quei valorosi combattenti che così com'erano arrivati sparirono senza lasicare tracce
- Noi possiamo andare - disse il preside facendo schierare tutti i membri dell'ordine in cerchio mentre al centro vi erano tutti i ragazzi con la signori Malfory e i tre elfi domestici
- Sei sicuro di quello che stai facendo Harry - gli chiese Ron che stava camminando al suo fianco
- Certo che lo sono - rispose Harry
- Harry è di Malfoy che stiamo parlando potrebbe essere tutta una messinscena
- Ron le persone cambiano e poi noi non sappiamo tutta la verità su Malfoy - rispose Harry
- Se sei sicuro, in fondo quante volte ti sei sbagliato sul conto di Draco Malfoy - disse Ron ostentando una certa freddezza nei confronti dell'amico
- Tante volte quanto ti sei sbagliato tu Ron - rispose Harry in modo altrettanto freddo
- Harry suo padre è un mangiamorte non possiamo fidarci di lui - disse Ron cominciando a riscaldarsi un po'
- Io non mi fido di nessuno Ron - disse Harry guardando dritto davanti a se
- Neanche di me e di Hermione e di Ginny? - chiese Ron convinto che l'avrebbe risposto il contrario, in fondo erano amici sin dal primo
- Ho detto di nessuno e il nessuno include anche te, Hermione e tua sorella - rispose freddo Harry
- Ti rendi conto di quello che stai dicendo, non ti fidi neanche dei tuoi migliori amici - disse Ron quasi gridando
- Abbassa la voce - disse Harry calmo - siamo arrivati alla stazione e non è il caso di continuare questa discussione Ron.
Nel frattempo Ginny ed Hermione camminavano fianco a fianco ed entrambe erano silenzione, non avevano scambiato una sola singola parola immerse nei loro pensieri. Entrambe ricordavano i terribili momenti trascorsi e l'enorme paura provata nei confronti di Zita soprattutto quando aveva letto nella loro mente, si erano sentite come violate. Hermione inoltre era molto combattuta interiormente, era innamorata di Ron ma proprio non capiva perchè aveva avuto quel senso di gelosia quando Harry aveva detto che non avrebbe permesso a Zita di leggere nella mente della domma che amava. In fondo lo sospettava dal secondo anno che Harry provazze qualcosa per Ginny. Certo Ron non era Harry ma almeno lui era divertente e sapeva tirarla su di morale invece Harry era troppo impegnato a salvare il mondo magico per accorgersi di lei. Eppure continuava a farsi la stessa domanda se amava Ron perchè  era corsa a casa di Harry quando era stata attaccata dai demoni.
Ginny invece era attratta da Harry per la sua maturità e per la sua determinazione a volerli difendere ad ogni costo da Zita, non si era arreso davanti a nulla nè quando era stato intrappolato nel tornado nè quando si era trovato completamente debilitato. Ginny vedeva in Harry una persona da prendere come esempio ed era molto contenta di sapere che amasse Hermione. Solo lei l'aveva visto semplicemente come un ragazzo mentre il resto del mondo magico l'aveva eletto come loro eroe per combattere contro Voldemort, avevano solo visto questo in lui e niente altro. Anche lei era stato innamorata dell' Harry eroe e non della persona. Ma la sua opinione era completamente cambiata durante il quinto anno quando aveva visto con quale determinazione Harry difendesse la propria versione dei fatti e di come Hermione lo appoggiasse in tutto senza chiedere nulla. Invece lei si era resa conto anno dopo anno che la sua era una semplice infatuazione per Harry, che adorava l'Harry eroe del mondo magico e lui odiava essere considerato solo per quello invece Hermione era andata oltre la maschera dell'eroe, lei aveva vissuto l'Harry ragazzo sin dal primo anno. Ora però le stava succedendo qualcosa di strano, era successo prima del combattimento quando aveva viusto Draco Malfoy combattere per gli elfi e in un certo qual modo era attratta da lui dalla sua autorevolezza che lo contraddistingueva eppure quel semplice gesto le aveva acceso quelcosa dentro di se. Forse si stava innamorando di Malfoy eppure lei era una Weasley, lui la notte e lei il giorno, lui un serpeverde e lei un grifondoro eppure nonostante tutto sentiva di cominciare a provare qualcosa per quell'odioso biondino.
Entrambe le ragazze erano immerse nei loro pensieri e sentirono solo le ultime frasi di Harry tra le quali che lui non si fidava di nessuno nemmeno di Ron e di Hermione nè tantomeno di Ginny. Era come se avessero avuto una scossa, Harry non si fidava nemmeno di loro tre, le persone che più di chiunque altro gli era stato vicino in quegli anni
Il preside fece entrare tutti nella stazione e li condusse attraverso il passaggio magico al binario nove e tre quarti dove non c'era nessun treno ad aspettarli.
- Qui non c'è nessun treno - esclamò Ron
- Pespicace Weasley nel constatare l'ovvio - disse Malfoy
- Taci Malfoy, Harry si fiderà anche di te ma io no, tu rimarrai sempre il figlio di un mangiamorte - replicò Ron
- Non provare a darmi ordini Weasley se ci tieni ad alzarti con le tue gambe domani - disse Malfoy ostentando una certa sicurarezza
- Credi forse di farmi paura Malfoy - disse Ron mettendosi davanti al serpeverde
- Dovresti averne Weasley, sono figlio di un mangiamorte come tu gentilmente hai ricordato. - replicò Malfoy beffardo -
- Basta Ron - gli disse la sorella prendendolo per il braccio
- E' una fortuna che non tutti i Grifondoro sono come te Weasley altrimenti addio cooperazione - disse Malfoy
Silente stava per intervenire quando incrociò lo sguardo di Harry che gli fece cenno di stare fermo, ci avrebbe pensato lui a risolvere la questione.
- Nessun Grifondoro degno di questo nome si metterebbe mai ad ascoltare un lurido serpeverde - disse Ron guardando male Harry che si stava avvicinando
- Chi lo sa - replicò Malfoy - forse a tua sorella piacerebbe fare comunella con un serpeverde.
- Questo è troppo - disse Ron liberandosi dalla stretta della sorella, estrasse la bacchetta e la puntò alla gola di Malfoy
- Ripeti quello che hai detto se hai coraggio - intimò Ron, quando si senti una bacchetta puntata alla tempia e quando si girò non poteva credere ai suoi occhi, era Harry che gli stava puntando la bacchetta addosso
- Abbassa la bacchetta o ti schianto - intimò Harry in modo freddo che mise paura  a Ron il quale abbassò la bacchetta spaventato non solo dal modo freddo con il quale gli aveva parlato Harry ma soprattutto dal suo sguardo gelido
- E tu - disse il moro riferendosi al biondino - cerca di moderare i termini e di non essere il solito provocatore.
- Altrimenti che fai Potter schianti anche me - rispose spavaldo Malfoy
- Ci puoi giurare - rispose Harry girandogli le spalle - e ora mettetevi in testa una cosa tutti e due se non mettete da parte i vostri dissapori, Grifondoro e Serpeverde non andranno mai daccordo e tra un anno i demoni avranno vita facile, perciò appena vedo un gridondoro o un serpeverde puntarsi la bacchetta contro lo schianto seduta stante senza pensarci neanche un secondo.
- Stai chiedendo l'impossibile Harry - replicò Ron - da quando è stata creata la scuola ci sono sempre stati dissapori tra le nostre due case
- Per una volta sono d'accordo con Weasley - disse Malfoy
- Allora mi sa che il preside dovra assumere un altra infermiera perchè sono fermamente deciso a mettere pace tra le nostre due case a costo di usare la forza. E ora andianmo a prendere questo treno
- Sei ceco Harry non c'è nessun treno - disse Ron quasi gridando
- Ron hai mai visto qualche altro binario oltre a quello che partiva da qui per arrivare ad Hogwarts? - chiese Hermione che aveva visto Harry mettersi una mano in fronte in segno di disperazione. Lo capiva benissimo, Ron non riusciva proprio ad arrivare a niente di testa sua eppure non ci voleva un genio per capire che quella linea andava solo ad Hogwarts
- No - rispose il rosso ancora teso per quello che aveva fatto Harry prima
- Quindi se non c'è un altro binario che si biforca da questa linea vuol dira che c'è un altra linea segreta che ci porterà a casa del professor Silente
- Complimenti per l'inteliggenza signorina Granger in effetti se mi seguite vi porto ad un altro binario. - disse il preside cominciando a camminare verso un altra parete Il preside li fece attraversare una parete che li condusse su un altro binario dove li attentedeva un altro treno molto simile a quello che solitamente li conduceva ad Hogwarts. Il treno era diviso in diverse carrozze in una vi entrarono il preside, la Mcgranit, Severus Piton e Lumocorno. In un altra la signora e il signor Weasely con i figli charli e billy che ogni tanto andava nella carrozza dove erano Fleur e madame Maxime Lupin e Tonks, in un altra vi erano Malfoy con la madre e i tre elfi, e in un altra ancora Hermione, Ron, Ginny ed Harry. Dopo che si furono tutti accomodati il treno partì per destinazione il castello di Silente.

Nel frattempo Zita e Runga erano ritornati alla casa di Voldemort e avevano messo al corrente il loro signore dello scontro avvenuto pochi minuti prima. Ninga si fece raccontare tutto sin nei minimi dei dettagli e si complimentò con entrambi i demoni per aver svolto brillantemente i compiti assegnati, infatti lo scopo principale dell'attacco dei demoni era quello di sapere con quanti avversari si sarebbero dovuti scontrare così sapevano esattamente la forza dell'avversario.
- Quindi se non ho capito male solo Harry Potter è riuscito a tenervi parzialmente testa
- Esatto mio signore - dissero i due demoni -
- Nel mio combattimento ho lottato per lungo tempo contro di lui - disse Runga - è completamente privo di addestramento ma può diventare un nemico pericoloso nel tempo, certo non tanto da preoccuparvi in quanto la loro magia e quasi nulla contro di noi.
- Invece riguardo al mio combattimento vi hanno partecipato i tre night hunter con le loro armature magiche, Billy Weasley lo spezzaincantesimi e Charlie Weasley l'evocatore del drago Fire, gli altri maghi erano esausti per il combattimento avuto contro i mangiamorte quindi non ci sono notizie a loro riguardo me è evidente che non ci creeranno particolari problemi.
- Hai dato il mio messaggio a Potter - chiese Ninga
- Si mio signore gli ho detto che le signore degli elementi non lo avrebbero attaccato per un anno ma che non potevo promettere che gli altri demoni avrebbero fatto lo stesso
- Ottimo - rispose Ninga - così noi possiamo pensare al nostro vero piano
In una altra stanza anche Voldemort era molto soddisfatto che il suo piano aveva avuto pieno successo e soprattutto che nessuno poteva immaginare il reale motivo per cui Olivander fosse stato rapito.
- Mio signore vi ho portato il prigioniero come da voi richiesto - disse il Fenrir Greiback
- Ottimo lavoro Greiback - parlò il signore oscuro con quella sua voce simile ad un serpente
- Ti prego non mi uccidere - supplico tremante Olivander
- Non voglio ucciderti, mi servi vivo per il momento - disse il signore oscuro mostando al mago una piuma nera
- Non sarà quello che penso? - chiese il costruttore di bacchette intuendo il motivo per cui fosse stato rapito
- Esattamente e già sai quello che voglio da te, fallo e rimarrai in vita rifiutati e morirai tra le peggiori sofferenze - disse il signore oscuro
- Va bene non ho molta scelta - rispose Olivander
- Molto bene, preparati a soffrire Harry Potter - disse il mago ridendo disgustosamente

Nello stesso momento Harry che si era addormentato appena aveva messo piede nel vagone si risvegliò di soprassalto con la cicatrice che gli faceva un male tremendo.
- Ancora lui - chiese Ginny preoccupata per l'amico
- Si Ginny, ormai è inutile negarlo ogni volta che la cicatrice mi fa male lui è contento e immagino di sapere anche il motivo: il rapimento di Olivander è andato a buon fine.
- Ancora non mi spiego perchè lo hanno rapito - parlò Hermione ancora un po' scossa per la battaglia che il suo amico aveva sostenuto poche ore prima contro due demoni molto potenti, ma anche se era ancora spaventata cercava di tenerlo nascosto. Ma Harry se ne accorse e mai come in quel momento desiderava prenderla tra le braccia per farla sentire al sicuro ma non poteva e non voleva farlo per svariati motici. Il primo che non voleva metterla in pericolo qualora Voldemort avesse anche minimamente sospettato che ci fosse qualcosa fra i due ragazzi; era sicuro che non avrebbe esitato un solo istante per rapirla e questo lui non poteva assolutamente permetterlo. Il secondo non voleva correre il rischio di rovinare la bella amicizia con lei e il terzo se si fosse messo con la ragazza sicuramente Ron lo avrebbe detestato e visto che erano già ai ferri corti voleva evitare di perdere la sua amicizia in quanto per Harry il rosso era come un fratello e non voleva perderlo. Purtroppo però Harry aveva un grosso problema da risolvere con Ron ed era il suo odio ingiustificato contro i Serpeverde ed in particolare contro i Malfoy, sembrava che in qualche modo il suo odio lo permettesse di stare al centro dell'attenzione e questo Harry non poteva permetterlo. Il problema era che il ragazzo si era messo in testa ri riappacifare le due case però sapeva che molti altri grifondoro la pensavano come Ron e lo stesso valeva per molti serpeverde. Lui era sicuro che Malfoy non lo avrebbe ostacolato ma Harry sospettava che oltre a lui ci fosse almeno un altro Serpeverde che tramava nell'ombra, il problema era che non sapeva chi fosse e dubitava che anche Malfoy se ne fosse accorto. Però Harry era sicuro che quest'anno sarebbe stato diverso l'ombra si sarebbe dovuta rivelare visto che Malfoy almeno per il momento dava l'impressione di voler cambiare.
- Harry - disse Ron - per la misera è la terza volta che ti chiamo, la prossima volta avvisa quando sparisci nei tuoi pensieri.
- Cosa c'è? - chiese il moretto piuttosto seccato
- Volevamo saperre che cosa ne pensavi del rapimento ma forse non siamo abbastanza degni di sapere i pensieri del grande Harry Potter - disse Ron in modo piuttosto sgarbato
- Ron non è ho la più pallida idea del motivo per cui hanno rapito Olivenader. Se avessi avuto una qualche idea l'avrei detto a Silente ma proprio non mi viene in mente e comunque ciò che penso non è un problema tuo.
- Chiedo scusa - disse Ron in modo sarcastico - è evidente che sono pensieri eccelsi che le nostre povere menti non possono arrivare.
- Si può sapere che cosa ti prende Ron  è già da prima che mi attacchi senza nessun motivo - chiese Harry sapendo benissimo il motivo per cui il suo amico ce l'avesse con lui
- Senza nessun motivo - disse Ron - ma ti rendi conto di quello che dici, il motivo c'è e come vuoi obbligarci a fare comunella con i Serpeverde.
- Ron cosa non ti è chiaro del concetto che se non lottiamo tutti assieme non avremmo nessuna possibilità di battere i demoni.
- Possiamo lottare contro di loro senza l'aiuto dei Serpeverde - disse Ron piuttosto sicuro di se
- Ron ti rendi conto di quello che stai dicendo, quando capirai che i nostri nemici sono i demoni e non i Serpeverde. - disse Harry cominciando a scaldarsi. Avrebbe voluto ricordagli che mentre lui combatteva il rosso era a terra completamente terrorizzato, ma aveva cambiato idea all'ultimo momento, era meglio non riscaldare troppo l'ambiente.
- E tu quando capirai che non possiamo fidarci di un serpeverde, soprattutto di quelli che sono figli di mangiamorte, sonprattutto di Malfoy.- disse Ron con enfasi
- Fai come vuoi ma se  vedo te o un altro Grifondoro puntare la bacchetta contro un Serpeverde vi schianto all'istante senza pensarci un istante. E ora se non vi dispiace vado a fare quattro passi, stare qua dentro mi ha scocciato - disse il ragazzo con la cicatrice uscendo dal vagone sbattendo volutamente la porta.
- E' proprio incorreggibile, come fa a non capire che non sono i serpeverde i nostri nemici almeno non tutti. E' ovvio che ci sono molti figli di mangiamorte tra di loro me se non cominciano a rendere unite le nostre case non scopriremo mai quanti e chi sono i reali seguaci di Voldemort e chi è l'ombra che agiva alle spalle di Malfoy e non è affatto detto che sia  qualcuno della cerchia degli amici di Malfoy, potrebbe essere un conoscente di qualcuno dei suoi amici - pensò Harry non prestando attenzione a dove camminava tanto che andò a sbattere inavvertiatemente proprio contro l'oggetto dei suoi pensieri finendo entrambi distesi a terra
- Potter ma dove cavolo hai la testa - disse Malfoy rialzandosi massaggiandosi il braccio.
- Scusa ero sovrappensiero - rispose il moro rialzandosi a sua volta - ma proprio te stavo cercando -
- Davvero e per quale motivo mi cercavi - chiese il serpeverde piuttosto curioso
- Volevo sapere una cosa - disse Harry cercando il modo giusto di chiedergli se conosceva qualcuno che potesse agire alle sue spalle, ma orgoglioso com'era Draco sicuramente avrebbe risposto di no. Quindi doveva cercare un pretesto per entrare nella sua cerchia di amici per scoprire chi fosse l'ombra che agiva in segreto.
- Allora - disse Malfoy piuttosto spazientito
- Draco...
- Harry il professore Silente ha detto che siamo quasi arrivati al castello - gli disse Lupin che stava passeggiando anche lui
- Grazie Remus - disse Harry sorridendogli
Poi accadde tutto all'improvviso Harry si fece serio e cominciò a cercare in tutto il vagone con lo sguardo per capire dove era il nuovo nemico, infatti il ragazzo anche se solo per un secondo aveva percepito un aura molto simile a quella di un demone e anche particolarmente aggressiva anche se ora non la pecepiva
- Dove sei - pensò Harry continuando a guardare a destra e a sinistra teso come una corda di violino
- Harry - disse Renus anche lui facendosi serio nello stesso momento in cui Harry aveva cambiato espressione
- Potter ma cosa...  - disse Malfoy ma Harry li zittì entrambi con un gesto della mano finchè non la senti di nuovo anche se solo per un secondo ma gli fu sufficiente per capire dove fosse il nuuvo nemico.
- E' sul tetto - gridò Harrry usando prima una bomabrda per creare un buco sul soffitto per poi usare subito un ascendio per salire sul tetto atterrando in ginocchio. Il ragazzo puntò subito la bacchetta contro il nemico ma si rese conto che doveva fare i conti anche con il vento prodotto dalla velocita del treno.
L'essere che Harry aveva di fronte era alto quanto lui e aveva addosso una tunica nera, il suo viso era simile a quello di uno scheletro, gli occhi era due punti luminosi rossi.
- E tu che cosa saresti, somigli ad un dissennattore. - disse Harry
- Un dissennatore io - disse la creatura con voce sepolcrale - ma che cosa vi insegnano in questa scuola se non sei neanche capace di riconoscere una delle creature più oscure e malvagie di tutti tempi. Potter io sono un nazcu.
- Un nazcu - pensò Harry sicuro che nessun professore gli avesse mai parlato di una creatura simile. Quando Harry si ricordò all'improvviso di aver letto di lui in un libro di magia oscura che leggeva prima di cominciare ad istruire i ragazzi dell'e.s.
Era qualche giorno prima che la Umbridge li scoprisse ed Harry era seduta a gambe incrociate a terra e gli capitò di soffermarsi sul capitolo delle più terribili creature oscure e lesse che i nazcu sono l'evoluzione di un dissennatore ma molto più terribile e pericolosa, praticamente impossibili da battere di notte, difficile lottare contro di loro di giorno solo un incatesimo di luce poteva metterli in difficoltà, l'ultimo volta che un mago aveva battuto un nazcu era al tempo dei quattro fondatori di Hogwarts. Il ragazzo pensò che se nessuno aveva mai parlato di quelle creature e di incantesimi della luce era perchè probabilmente non ce ne era bisogno.
- Un nazcu - pensò Harry facendo un passò all'indietro notando che il treno si era quasi fermato segno che si stavano avvicinando al castello di Silente - ci vuole un incantesinmo di luce per batterlo e io ne conosco uno solo.
- Lumos maxima - griddò Harry nel momensto stesso che il treno si fermò,
- Tutto qui Potter - disse il nazcu creando una sfera oscura lanciandola contro il ragazzo che riuscì ad evitarla buttandosi dal treno e atterrando sul prato antestate il castello, proprio nel momento in cui uscivano tutti i maghi dal treno che si accorsero del nazcu
- Harry - gridò Hermione che stava per correre dal suo amico
- Ferma Granger - disse Piton afferrandola per un braccio - quello è un nazcu non è un avversario che dei ragazzini possano battere
- Ma Harry - disse Hermione
- Lo aiutiamo noi  voi rimanete qui. Charlie, Billy sono tutti sotto la vostra custodia - disse Silente che corse subito ad aiutare Harry seguiti da Piton, Lupin, Tonks e la Mc Granitt
Il nazcu attaccò Harry con due sfere oscure che il ragazzo riuscì ad evitare buttandosi alla sua destra e gli lanciò uno stupeficium che colpì il suo avversario al quale non successe nulla sotto lo sguardo stupito di Harry
- Potter non sai che gli incantesimi normali non funzionano su un nazcu? - disse il demone lanciando un'altra sfera che Harry riuscì a parare grazie al suo protego, che evitò al maghetto guai peggiori anche se comunque fu leggermente ferito al braccio destro.
in difesa del ragazzo intervennero i quattro maghi che lanciarono al nazcu contemporaneamente i loro stupifendo che riuscirono a farlo cadere a terra diversi metri. Il nazcu si alzò subito e colpi i maghi con le sue sfere oscure facendoli cadere a terra tutti e quattro tramortiti. Il nazcu si avvicino a loro pronti ad eliminarli con i proprio artigli che assomigliavano a quelli di un drago ma Harry lo colpì con un stupidendo che lo fece finire a terra anche se il nazcu si rialzò subito.
Harry si chiedeva quale intantesimo poteva usare contro un avversario praticamente sconosciuto, che se ne erano perse le traccie da tanti secoli. Un avversario che a quanto aveva letto lui solo i quattro fondatori erano riusciti a battere, e si chiedeva come avrebbe potuto lui, un ragazzino che andava ancora a scuola battere un nazcu.
- Niente male Potter - disse il nazcu rimmettendosi in piedi - sei il primo mago che riesce ad atterrarmi da solo con uno stupidenfo ma dovrai fare di meglio se vuoi battermi
- Perchè sei venuto qui nazcu - chiese Harry restando vigile, per quello che ne sapeva ce ne poteva essere tranquillamente un altro, per fortuna loro la notte stava lentamente lasciando il passo al giorno, infatti già si vedevano i primi raggi del sole che uscivano da dietro le montagne, ad Harry si sccorse con sorpresa che la dimora di Silente era molto simile ad Hagwarts, vi era persino un lago nelle vicinanze.
- Semplice Potter, assieme ai demoni sono stati liberati tutta una serie di creature oscure che vogliono la testa di tutti i maghi e puoi starne sicuro che l'avremo questa volta. - disse il nazcu - ma voglio essere magnanimo con te, questa sera morirà solo un mago scegli tu quale.
- E se non volessi farlo - chiese Harry
- Forse non ti è chiaro il concetto Potter, se ne scegli uno morirà solo lui, altrimenti morirete tutti quanti a partire da te. Ed è ovvio che tu non ti puoi sacrificare. A te la scelta - disse il nazcu aspettando la risposta del maghetto con gli occhiali.
Harry osservò prima i suoi tre amici spaventati da quella nuova battaglia ma soprattutto davanti alla scelta a cui era stato sottoposto, poi si spostò su Billy e Charlie i fratelli di Ron che a malapena conosceva e sicuramente non poteva chiedere a loro di sacrificarsi per tutti gli altri oltretutto Billy era il fidanzato di Fleur ed era ovvio che il ragazzo non avrebbe sacrificato neanche lei e madame Maxime; poi spostò lo sguardo sui Malfoy e sugli elfi, incrociò per un attimo lo sguardo fiero della madre Malfoy che le chiedeva con gli occhi di scegliere per salvare il figlio ma Harry non avrebbe mai più permesso che nessuna madre si sacrificasse per il figlio; poi spostò lo sguardo su tutti i professori compreso il nuovo arrivato del quale Harry non sapeva nulla.
- Harry ti prego - disse una voce che il ragazzo conosceva da tanto tempo e che per lui era stato il padre ed un esempio da prendere a modello. Era Silente che con quelle semplici parole gli chiedeva di scegliere lui per salvare tutti quanti, Harry lo guardò e gli sorrise.
- Allora Potter hai scelto - chiese il nazcu
- Certo - disse il ragazzo con sguardo di sfida - scelgo nessuno.
- Nessuno Potter - disse il nazcu piuttosto sorpreso, era sicuro che il ragazzo avrebbe scelto qualcuno altro per salvarsi, lasciando che la sua anima con il tempo cedesse alle forze dell'oscurità
- Esatto nessuno.  Nessun mago o essere umano può accollarsi il diritto di scegliere chi deve morire o chi deve sacrificare per salvare la propria vita, chi fa un atto simile non può definiri nè uomo nè tanto meno mago e ora fatti sotto se morirò ora lo farò combattendo salvando tutte le persone presenti proprio come i miei genitori si sacrificarono per salvare me. - rispose Harry circondato dalla sua aura bianca
- Non ci posso credere - pensò il nazcu indietreggiando di un passo - un mago che va ancora a scuola che riesce ad avere un aura tanto pura da essere bianca
- Come vuoi Potter vorrà dire che per primo morirà uno dei tuoi amici, la signorina Granger - disse il nazcu lanciandole una sfera oscura, ma Harry riuscì con un balzo a mettersi sulla traiettoria e a difendersi con un protego anche se il colpo lo mandò a finire per terra, vicino ai suoi amici. Il ragazzo si rialzò e proprio nel momento in cui il nazcu volò versò di lui lo colpì con un stupifendo facendolo finire a terra lontano diversi metri.
Intanto il sole stava sorgendo ed Harry notò un piccolo tentennamento da parte del nazcu e il ragazzo percepiva un lieve calo nella sua aura. Il ragazzo ricordava perfettamente le parole del libro riguardanti il nazcu, quella era la sua unica possibilità di batterlo.
- Il nazcu è un evoluzione di un dissennatore e i patronus si possono considerare a tutti gli effetti come incantesimi di luce visto che servono ad allontanare una creatura oscura quindi un patronus dovrebbe almeno indebolirlo e costringerlo alla fuga - pensò il ragazzo chiudendo gli occhi e concentrando sul un pensiero felice, quello che gli aveva sempre permesso di evocare il suo patronus, i suoi genitori.
- Expecto patronum - gridò il ragazzo lanciando il suo patronus Ramoso contro il nazcu che lo bloccò con una mano indietreggiandi di qualche passo fino ad annullare completamente l'incantesimo sotto lo sguardo stupito di Harry che non sapeva più cosa fare per fermarlo.
- Niente male Potter l'idea di usare un patronus contro un nazcu -  disse il demone.
- Ma sfortunatamente per te, e fortunatamente per me non hai abbastanza luce per fermarmi anche se la tua aura è bianca - pensò il demone notando che il sole si stava facendo sempre più alto
- Non ho abbastanza potere per fermarlo - pensò Harry abbassando per un attimo lo sguardo a terra notando la sua ombra.
- Il sole sta sorgendo potrebbe essere l'ultimo sole che vedo - continuò a pensare il ragazzo lanciando una sguardo alla ragazza che tanto amava, la sua adorata Hermione. - il sole... Hermione... ma certo c'è un altro incantesimo di luce, non tutto è perduto. - pensò il ragazzo tornando a guardare il suo avversario più agguerrito che mai.
- Lumos Solem - gridò il ragazzo puntando la bacchetta contro il suo avversario. Dalla punta della sua bacchetta scaturì una luce fortissima, era lo stesso incantesimo che Hermione aveva usato al primo anno per liberare Ron dal tranello del diavolo.
La luce che scaturì dall'incantesimo di Harry era fortissima tanto da accecare il nazcu, il quale però non era stato sconfitto, tanto che quando la luce svanì Harry era ancora una volta sorpreso.
- Niente male Potter ma ora ti pentirai amaramente di quello che hai fatto, tenebra oscura - gridò il nazcu avvolgendo tutti i presenti in una cupola completamente dove la luce del sole a malapena riusciva a penetrare - e ora Potter fai tutti gli incantesimi di luce che vuoi ma nessuno di essi funzionerà perchè ci vuole un grande luce per distruggere la mia cupola di tenebra oscura e ora preparati a veder morire tutti i tuoi amici.
- Non può finire così, non deve finire così. Lei deve vivere la sua vita felice e io la salverò a qualsiasi costo - pensò Harry non accorgendosi che per la prima volta stava usando la sua aura per alimentare il potere della sua bacchetta che ancora una volta era attraversata dalle onde di luce per poi diventare completamente bianca. Poi il ragazzo estrasse la spada di Godric Grifondoro guidato dal suo istinto. La lama lentamente cominciò ad emanare una luce sempre più forte entrando in risonanza con la bacchetta del ragazzo. Harry incrociò la spada con la sua bacchetta, la luce prodotta fu fortissima tanto che il nazcu non riusciva ad muoversi, era completamente paralizzato.
- Esplosione di luce - gridò Harry distruggendo completamente la cupola facendo finire a terra il nazcu.
- Niente male Potter  ma sei stato solo fortunato, la prossima volta non lo sarai - disse il nazcu rialzandosi e volando via.
- Forse - pensò il ragazzo guardando la sua bacchetta che era ritornata nera, e la spada di Godric che era ritornata normale
- Dopo questo piccolo contrattempo vi do il benvenuto a casa mia - disse il preside mostrando il castello


questa volta ho cercato di essere il più rapido possibile
un ringraziamento ad Auro_san, sono contento che la mia storia ti piacca
e grazie anche a Pheeny, mi fa piacere che la mia storia ti intrighi tanto
ancora una volta grazie a tutti coloro che la leggono, che l'anno tra i preferiti e le seguite
mi raccomando recensite in tanti mi fa piacere sapere qualsiasi cosa, perchè solo capendo se la storia piace si possono apportare modifiche per migliarla.
Se qualcuno amava la serie dei cavalieri dello zodiaco deve immaginare la vestizione dei night hunter esattamente come quella che avveniva ai cavalieri in quella serie.
Al prossimo capitolo che spero che vi piacerà




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Capitolo 11
*** una guerra dimenticata ***


                                                                         capitolo 11

                                               Una guerra dimenticata

Ron rimase alquanto sorpreso dalle parole di Silente, non si aspettava che la casa del preside fosse un castello molto simile ad Hogwarts.
-  Bella casa professore - disse Ron - quando Harry ha parlato di posto segreto pensato ad una casa come quella di Sirius
Al sentir nominare il padrino ad Harry gli scappò una lacrima, sentiva ancora la sua mancanza e continuava a sentirsi responsabile per quello che era successo poche settimane prima, se solo si fosse applicato con impegno nell'occlumanzia ora il suo padrino sarebbe stato vivo. Ma non era il solo responsabile, la colpevole dell'omidio materiale era stata Bellatrix Lestrange ed Harry provava un profondo odio per quella donna. Ma non era odio solo perchè era la causa della morte di Sirius ma anche per il suo fanatismo, in certi casi Harry la considerava anche più pericolosa dello stesso Voldemort. Era vero che lui aveva uccisso molte persone, ma in un certo qual modo era tutte morti calcolate mentre la Lestrange torturava per il puro gusto di fare del male. Il ragazzo sapeva che oltre  a Voldemort la Lestrange andava fermata assolutamente anche a costo di eliminarla e il ragazzo sospettava che di fanatici come la strega ce ne fossero altri ai quali si sarebbe dovuto dare la caccia. Proprio non capiva perchè dopo la prima sconfitta di Voldemort il ministrero non diede il colpo di grazie catturando tutti i mangiamorte.
Hermione fu l'unica fra tutti i presenti a notare l'espressione di Harry che si fece prima triste e poi piena di rabbia, per poi rilassarsi di nuovo. Era evidente che il ragazzo aveva capito che la morte di Sirius non era colpa sua e di questo la ragazza ne fu contenta tanto che fece un piccolo sorriso ad Harry che ricambiò non capendo per quale motivo Hermione le avesse sorriso.
- Stai attento a non perderti Weasley - disse Malfoy stuzzicando il rosso più per divertimento che per il gusto di farlo arrabbiare - non possiamo perdere tempo a cercarti ogni volta che ti perdi. Sai abituato alla tua casa non è difficile pensare che possa perderti.
- Non preoccuparti Malfoy almeno io non ho un cervello da furetto - rispose a tono Ron
- Sulle qualità del tuo cervello avrei molto da dire Weasley visto che non sei capace di fare neanche due più due senza che la tua amica mezzosangue te lo dica
- Ora Hai superato il limite Malfoy - disse il rosso estraendo la bacchetta - prova a chiamare così ancora Hermione e ti schianto
- Provaci Weasley - rispose di rimando Malfoy estraendo anche lui la bacchetta
Harry cominciava ad essere stufo di quei sciocchi battibecchi tra i due ragazzi soprattutto perchè questo avrebbe continuato ad alimentare l'inimicizia tra le due case perche entrambi i ragazzi erano visti come dei leader dai grifondoro e dai serpeverde. Ron perchè era stato sempre il braccio destro di Harry e l'eroe dell'ultima coppa di quidditch e Malfoy era stato il capo indiscusso sin dal primo anno di scuola, motivo in più per cui Harry lo voleva dalla sua parte. Il ragazzo estrasse veloce la bacchetta e lanciò prima due Expelliarmus disarmando i due contendenti che erano pronti a darsele di santa ragione, e poi usò due incarceramus per imprigionarli e farli cadere a terra.
- Questo è l'ultimo avvertimento che vi do - disse Harry gelido rivolgendosi ai due ragazzi. - Non pretendo che siate amici ma che almeno abbiate il buon senso di mettere da parte i vostri dissaporti per il bene della razza magica, sempre che vi interessi.
- Certo che ci interessa Harry, e ora liberaci - disse Ron furente
- Davvero ti interessa così tanto Ron, allora come fai a non capire che se non metti da parte la tua diatriba nei confronti di Malfoy per noi non ci sarà scampo, saremo completamente massacrati dai demoni tra un anno. E se non vuoi farlo per la razza magica fallo almeno per la donna che ami e per la tua famiglia.
- E tu, conosci Ron è proprio necessario provocarlo ogni volta? Lo sai anche tu che è una testa calda. - disse il ragazzo annullando il suo incantesimo di incarcerazione - vi avviso per l'ultima volta, se non mettete da parte le vostre diatribe e se non cercate di far cooperare Grifondoro e Serpeverde, la prossima volta che vi vedo puntare le bacchette addosso vi schianto all'istante. E adesso se avete finito vorrei andare a casa del professor Silente - disse Harry cominciando a camminare verso il castello seguito da Hermione da Ginny che per un attimo osservò Malfoy che stranamente sorrideva. Ma non era stato l'unico a sorridere di quella situazione anche Silente fece un sorriso rivolto ad Harry che contraccambiò. Anche Harry era preoccupato per la situazione che si stava creando tra Ron e Malfoy, non tanto per il biondo di Serpeverde che adorava prendere di mira Ron per farsi quattro risate ma era preoccupato per l'indole di Ron che diventava sempre più irascibile e proprio perchè sapeva che molti grifondoro lo rispettavano temevano che si schierassero con lui creando addirittura una frattura all'interno della stessa casa, in quanto lui dava per scontato che molti grifondoro la pensassero come il suo amico e lui sapeva che non poteva passare l'anno a far andare d'accordo le due case considerando che lui doveva prepararsi sia per lo scontro con Voldemort che quello contro i demoni e non spaeva proprio da che parte iniziare visto che la magia normale non funzionava contro di loro. Oltretutto Harry si domandava anche che cosa fosse successo nella cupola oscura pochi minuti prima, la sua bacchetta era diventata bianca ed era entrata in risonanza con la spada di Grifondoro e proprio non sapeva da dove fosse venuto quell'incantesimo che avesse fatto. E poi il ragazzo continuava a farsi sempre la stessa domanda perchè se esistevano incantesimi tanto potenti come lo stupifendo i membri dell'ordine non lo avevano usato nella lotta contro i mangiamorte del ministero e perchè non gli era mai stato insegnato in quegli anni che erano a scuola. Tutte domande che assilavano la mente del ragazzo tanto che non si accorse nè che Hermione e Ginny lo osservavano nè che erano arrivati alla sala grande dove già gli attendeva una buona colazione leggera.
Finita la colazione, fatta in totale silenzio Harry e gli altri maghi cominciarono ad accusare la stanchezza e il sonno arretrato visto che avevano dovuto lottare per tutta la notte
- Dopo tutte queste emozioni e la nostra colazione credo sia il caso che andassimo a dormire per un po' - esordì Silente - il castello è strutturato come quello di Hogwarts quindi sentitevi liberi di scegliere la camera che volete
- Grazie professore - disse Harry alzandosi - prima di andare le dispiace di indire una riunione dell'ordine tra un paio di giorni e anche il ministro, mi piacerebbe sapere come vanno le cose a Londra.
- Senza dubbio Harry, se non me lo avessi chiesto tu lo avrei fatto lo stesso io - disse il presede - e se vi va potete parteciparvi tutti
- Harry sei matto - gridò  Ron alzandosi di scatto - hai parlato dell'ordine davanti ai Malfoy.
- Signora Malfoy voi già conoscevate l'ordine della fenice? - chiese Harry 
cominciando ad essere stuto di queste affermazioni fatte da Ron, si domandava per quale motivo il suo amico usasse la testa solo per separare le orecchie.
- Certo, ne siamo a conoscenza sin dalla prima guerra magica e grazie a Kreacher conosciamo tutti i membri, in quanto l'elfo domestico non poteva dirci il luogo ma poteva dirci chi faceva parte dell'ordine.
- Ed ora dove si trova quell'elfo traditore - chiese Ron furioso
- Ad Hogwarts - rispose calmo Harry
- Cosa - gridò Ron -
- Si - rispose Harry - l'ho mandato io esattamente due giorni fa, quando Silente venne a casa dei Dursley per comunicarmi che ero l'erede di Sirius e quindi come tale la casa mi apparteneva, ma c'era il problema di Kreacher.Non sapevamo se mi avesse accettato come padrone. Ebbene dopo averlo convocato e dopo avergli dato un ordine l'ha dovuto eseguire, risolto questo problema ho deciso di mandarlo ad Hogwarts a lavorare insieme agli altri elfi domestici.
- Sei ammattito all'improvviso Harry, mandi ad Hogwarts un elfo traditore che conosce Grimmauld Place 12 - disse Ron
- No Ron non sono ammattito all'improvviso io non ho liberato Kreacher gli ho ordinato di trasferirsi ad Hogwarts per sempre, e visto che non gli ho dato vestiti o altro non è libero, è ancora sotto il mio volere - disse il ragazzo -
- Beh se è così non ho nulla da ridire - controribattè il rosso
- Un altra cosa Ron, la signora Malfoy non era a conoscenza del luogo dell'ordine ora grazie a te lo sa, credo proprio che fra i due il matto sia tu che parli senza pensare - disse Harry chiudendo di fatto la questione, facendo diventare l'amico ancora più rosso di quanto non lo fosse.
- Professor Silente in questi giorni che saremo qui io dovrei continuare l'allenamento che mi hanno assegnato i night hunter - disse il ragazzo
- Certo Harry non c'è nessun problema, anzi visto che non c'è molto da fare qui se vuoi puoi anche andare nella sezione della biblioteca - disse il preside
- Possiamo allenarci con te Harry - chiese Ginny
- Certo che si - rispose Harry sorridendo - sempre che riusciate a sostenere i miei ritmi.
- Se ce la fai tu Potter posso farcela anche io - disse Malfoy - sempre che tu mi voglia con te
- Certo - rispose il ragazzo - ma sappi che gli allenamenti includono anche una bella corsetta la mattina attorno al castello.
- Harry ti ricordo che fuori siamo allo scoperto - disse Ron con tono sprezzante
- Davvero - disse Harry ironioo
- Forse Harrry ha dimenticato che fuori dal castello siamo scoperti - continuò il rosso, voleva a tutti i costi riscattarsi della figuraccia che Harry gli aveva fatto fare prima
- Professor Silente immagino che il castello abbia diverse magie protettive e anche il parco che è circondato dalla recinzione è protetto.
- Immagini bene Harry - disse il preside sorridendo ancora - quindi se volete correre all'esterno non ho nessun problema
- Grazie professore, adesso vado a dormire un po' - disse il ragazzo uscendo dalla sala grande seguito dopo pochi minuti da tutti gli altri maghi.
Harry preferì avere una stanza tutta sua, quella sera in particolare non voleva avere nessuno attorno a se. Era steso sul letto con le braccia incrociate sotto la testa e pensava a tutto quello che era successo quel giorno, in particolare alla mancate reazione dei suoi tre amici Ron, Ginny ed Hermione. Era evidente che quando li assaliva un demone la paura cresceva in loro in maniera sproporzionata tale da impedirgli di reagire, cosa che invece non era successo a Malfoy quindi almeno da quel punto di vista il serpeverde poteva essere considerato un combattente esattamente come lui. Diverse domande lo assillavano, due soprattutto quali magie usare per battere un demone, soprattutto una signora degli elementi e come mettere d'accordo le case di Serpeverde e Grifondoro. Problemi ai quali proprio non riusciva a trovare una soluzione. Ma non solo questo turbava il ragazzo ma anche la loro mancanza di esperienza in un combattimento corpo a corpo, infatti si era reso conto che i demoni sapevano combattere anche senza la magia e loro no,  ma la cosa principale era che non capiva il motivo per cui la sua bacchetta fosse diventata bianca, era talmente concentrato sul combattimento che non ricordava se avesse fatto qualcosa di particolare che potesse aver permesso tale trasformazione, senza contare che l'unico uomo al quale potesse chiedere qualcosa era Olivander e ancora non capiva il motivo del rapimento. Era mai possibile che Voldemort volesse farsi costruire una nuova bacchetta per superare il problema del prior incantatio, eppure secondo il suo parere durente la battaglia del ministero Voldemort si doveva essere reso conto che poteva batterlo tranquillamente, lo aveva disarmato e reso inoffensivo in un paio di secondi e sarebbe morto se non fosse arrivato Silente a salvarlo.
Aveva motato che la mano del preside era annerita e si domandava che cosa gli fosse successo e che tipo di maledizione o magia poteva causare un danno come quello al mago più potente degli ultimi tempi.
Il ragazzo immerso in quei pensieri fece una stranissimo sogno che nulla aveva a che vedere con Voldemort. Vi erano tantissimi demoni che stavano attaccando in forze un grandioso castello difeso da tanti guerrieri e  da tanti maghi, tra di loro se ne distinguevano quattro che sapevano usare magistralmente i quattro elementi ai quali si contrapponevano quattro demoni i quali usavano anche loro i quattri elementi. A difesa del castello vi era un cavaliere coperto da una meravigliosa armatura bianca ed aveva due spade con le quali mieteva vittime tra i demoni ma uno di essi gli teneva testa. Dopo una durissima battaglia sembrava finita ma vi era rimasto ancora un demone e all'improvviso nel cielo si formò una porta che era chiusa da una catena, il demone volò in direzione della porta e con un gran colpo ruppe la catena. La porta lentamente si aprì facendone uscire un enorme creatura alta due metri, aveva sulla testa due corna era completamente bardato da un armatura nera, ma non era solo questo che incuteva paura nei vari guerrieri ma anche che dietro all'enorme guerriero vi erano tantittime creature non più alte di cinquanta centimenti, completamente neri con gli occhi rossi, al posto delle mani avevano lunghi artigli.
Il cavaliere alzò le mani per creaure una potentissima sfera oscura che lanciò in direzione dell'altro cavaliere dall'armatura bianca.
Ma proprio quando il cavaliere stava per essere colpito il ragazzo si svegliò all'improvviso madido di sudore chiedendosi che cosa potesse significare quello strano sogno. E quel castello che aveva sognato  gli sembrava stranamente familiare anche se non lo aveva mai visto prima.
- Mah - disse il ragazzo alzandosi dal letto - probabilmente non centreranno nulla.
Harry andò in bagno e si fece una veloce doccia e visto che ormai non sarebbe stato capace più di riaddomentarsi decise di uscire e di recarsi in sala grande per scoprire che era il solo che si era svegliato.
- E ora che faccio - pensò il ragazzo - è inutile allenarsi di pomeriggio e se vado a correre da solo i ragazzi potrebbero pensare che non li voglio con me scatenando nuovi litigi che non mi va proprio di fare. tanto vale che approfitto della libreria per vedere se trovo qualcosa di utile. Visto che il castello è strutturato come quello di Hogwarts immagino che la libreria si trovi allo stesso posto.
Teoria che si rivelò giusta, così Harry prese una serie di libri che  si portò nella sala grande dove aveva fatto colazione la mattina e cominciò a fare ricerche ma valsero poco o nulla, tutti si concentravano sulla classificazione dei demoni che si dividevano in demoni soldato, demoni minori e demoni maggiori e demoni evocati.
Il primo libro insisteva molto sulla classificazione dei demoni e sulla quasi impossibilità di poterli battere in quanto la magia semplice non funzionava contro di loro e ci voleva la magia aura, un tipo particolare di magia che si era persa nel corso dei tempi e che quasi nessuno mago sapeva usare. Sembra che gli ultimi maghi a saperla usare era al tempo dei quattro fondatori di Hogwarts.
- Ancora loro - disse Harry ad alta voce  - anche il nazcu aveva detto che gli ultimi a battere una di loro erano stati i quattro fondatori. Mi chiedo come hanno fatto visto che ci vuole un incantesimo di luce.
Il ragazzo chiuse il libro per aprirne un altro ma più o meno diceva le stesse cose, parlava della solita classificazione dei demoni ma non spiegava nulla di più in quanto secondo l'autore difficilmente sarebbero tornati ad infestare.
- Questo è solo un tuo parere - pensò il ragazzo - se ti trovassi qui sicuramente non la penseresti allo stesso modo. Che strano è il secondo libro che leggo e ancora non ho letto nulla riguardo ai nazcu.
Harry chiuse quel libro e ne aprì un altro che diceva esattamente le altre cose degli altri due libri l'unica diffenza che si dilungava un po' di più sulla tipologia dei demoni ma non diceva nulla riguardo punti deboli o punti di forza. E chiudeva anche lui con la stessa frase del secondo libro che visto la loro mancanza e la loro quasi impossibilità di arrivare sul regno terreno era inutile parlarne troppo.
- Regno terreno - pensò il ragazzo - allora il regno demoniaco si trova su un diverso piano spirituale. Possibile che i demoni provengono dal regno di Inferius? Mi domando perchè gli autori erano così convinti che i demoni non sarebbero potuti più ritornare nel nostro mondo
 
e se sono bloccati da una barriera magica come hanno fatto Ninga e gli altri demoni ad oltrepassarla? E se sono vissuti ai tempi dei fondatori come mai sono apparsi solo ora?
Harry chiuse quel libro per aprire l'ultimo che si era preso che faceva la solita classificazione dei demoni ma nei aggiungeva un altra ed erano i demoni spaziali.
- Oh bella - pensò Harry mettendo la testa all'indietro, guardando il soffitto - questo libro parla anche di demoni spaziali, magari vengono a bordo dei dischi volanti. Comunque verità o fantasia che sia è il caso di prendere in considerazione tutto.
Per il resto della lettura Harry non trovò nulla di interessante, stava quasi per chiudere quando fu attratto dal titolo dell'ultimo capito che si chiamava diversi tipi di magia.
- Esistono diversi tipi di magia - cominciò a leggere il ragazzo - che sostanzialmente si può dividere in tre tipi, magia di base, magia elementale e magia luce. La magia base sono tutte le classiche magie che vengono solitamente insegnate e che sono dentro di noi sin dalla nascita, e che stupidamente si crede l'unica magia esistente al mondo. Magia elementale è considerata come tale la magia che viene usata tramite i quattro elementi che sono aria, fuoco, acqua e terra, non può essere insegnata in quanto questa magia la si ha solo se si è particolarmente incline per un elemento.
- La magia degli elementi - pensò il ragazzo - Zita si faceva chiamare la signora delle fiamme e in effetti la sua magia era di natura esclusivamente fuoco. Quindi anche per la magia demoniaca si potrebbe ipotizzare la stessa cosa.
- In ultimo - continuò a leggere il ragazzo - vi è la magia della luce. Usata ancor prima della guerra dei quattro fondatori, purtroppo si sono perse le traccie di questo tipo di magia ma per saperne di più si consiglia il leggere il libro scritto dall'elfo Eoden.
- Almeno questo libro mi è stato più utile degli altri ma non  dice nulla della magia aura che ho letto nell'altro libro -
pensò il ragazzo alzandosi e riportandoli nella libreria, per poi ritornare nella sale grande dove vi era una persona.
- Buongiorno proffessor Silente - salutò il ragazzo con educazione
- Buongiorno a te Harry, ti ho visto che ti sei diretto in libreria prima, ti sei già messo al lavoro? - chiese il preside
- Si professore non ho molto tempo ma ho scoperto ben poco a parte la classificazionbe dei demoni e che vi sono tre tipi di magia, quella di base, la elementale e la magia di luce solo che l'autore di quest'ultima non ne parlava e consigliava di leggere il libro di un elfo Eoden. Vi sarebbe anche la magia aura ma l'ultimo libro che ho letto non la citava e chi l'ha nominata non ha detto molto, anzi ha scritto che con il tempo è stata persa ogni traccia
- Allora siamo fortunati Harry perchè l'elfo Eoden verrà esattamente fra due giorni insieme all'ordine della fenice e al ministro della magia Amelia Bones. - disse il preside. - E per quanto riguarda la magia aura è un tipo di particolare magia che è diversa da mago a mago perchè tale magia viene da dentro di noi, Eoden potra spiegarti molto meglio
- Finalmente una buona notizia - replicò Harry pensando che qualche passo avanti l'aveva fatto - Professore Silente posso farle una domanda
- Dimmi pure Harry, qualcosa ti turba? - chiese Silente
- In verità si professore - rispose Harry distogliendo lo sguardo dal preside, non sapeva da che parte cominciare. Il ragazzo si era reso conto che da solo non poteva fare molto e che aveva bisogno di aiuto, e sosprattutto avrebbe dovuto cominciare a parlare con Silente nei limiti del possibile. - Professor Silente quando siamo stati circondati nella cupola oscura del nazcu è successa una cosa molto strana.
- Cosa - chiese il professore curioso e contento che il ragazzo stesse cominciando ad aprirsi di più con lui.
- La mia bacchetta ha cambiato colore, è diventata per pochi secondi bianca ed è entrata in risonanza con la spada di Godric Grifondoro, solo allora sono riuscito a fare l'incantesino esplosione di luce che mi ha permesso di distruggere la cupola. E' possibile che una bacchetta possa cambiare colore?
- Mi fai una domanda difficile Harry, che io sappia no ma sulle bacchette con piume della fenice si sa molto poco. Molto raramente una fenice perde le piume e ancora più raramente vengono usate per creare delle bacchette. Ma come ben sai Funny ha perso due pime dalle quali sono state create la tua bacchetta e quella di Voldemort. Ora una bacchetta normale non cambia colore ma la tua l'ha fatto quindi c'è qualcosa dentro di te che la bacchetta ha sentito e che le ha permesso di evolversi. Difficile dire cosa possa essere stato. - rispose il preside
- Professore lei mi crede - chiese Harry piuttosto ansioso
- Certo Harry - rispose il preside  - C'è qualche altra cosa che vuoi chiedermi?
- Si professore, come farò a far andare d'accordo Grifondoro e Serpeverde - chiese Harry - non posso andare in giro per la scuola a schiantare tutti quelli che si puntano la bacchetta contro. Se obbligo gli altri a fare quello che non voglio non sono di certo meglio di Voldemort.
- Bel problema Harry , effettivamente è dai tempi dei fondatori che c'è inimicizia fra le due case. Credo che l'unico modo che tu possa fare è iniziare a far andare d'accordo le persone di spicco delle due case,  fatto questo dovresti avere dalla tua parte anche Corvonero e Tassorosso. Purtroppo per fare questo occorrerà tempo
- Tempo - disse mestamente Harry - proprio la cosa che mi manca. Comunque oltre a questo abbiamo un altro problema. Visto che i demoni ce l'hanno com me io dovrò allenarmi anche ad Hogwarts, il problema è che sarà difficile far conciliare le lezioni normali com gli allenamenti, senza contare che ci vorrebbe qualcuno che possa aiutarmi a migliorare e a tutti quelli che saranno intenzionati a lottare contro i demoni.
- Questo è un problema - disse la professoressa Mc Granitt seguita da tutti i maghi che si erano svegliati. - E' già difficile far applicare i ragazzi con le materie normali ma aggiungere altre lezioni sarebbe davvero troppo.
- Sta proprio qui il problema professoressa - disse Harry - se facciamo entrare ad Hogwarts altre persone i ragazzi ben presto potrebbero cominciare ad insospettirsi e potremmo avere ulteriori problemi nella scuola.
- Scusate dove sta il problema - intervenne Ron - si può usare la stanza della necessità.
- Ron il problema non sta nel luogo dove allenarsi ma sta nelle materie e su come affrontare i demoni non tutti hanno le capacità per combatttere contro i demoni e bisogna stabilire eventualmente gli studenti e gli insegnanti per istruire gli studenti ad affrontare i demoni. - disse Harry volgendo lo sguardo altrove per non guardare il rosso che stava sfiorando ripetutamente la mano di Hermione alla quale sembrava non dispiacere. Così Harry si trovò a guardare prima Tonks e poi la sua bacchetta.
- Forse la soluzione migliore sarebbe quella di creare una quinta casa - disse Harry
- Una quinta casa - disso sorpreso Silente - sarebbe una grossa novità.
- Lo so - disse Harry, la sua idea lo convinceva sempre di più - creando una quinta casa si creerebbero nuove materie esclusivamente per imparare a lottare contro i demoni. Risolveremmo il problema senza pesare agli studenti, in quanto farebbero parte del corso aggiuntivo solo quelli dal quinto anno in poi, è da quella età in poi che si cominciano a vedere i primi risultati che si sono fatti nel corso dei quattro anni.
- Va bene Harry - disse Silente sorprendendo un po' tutti anche un Ron piuttosto contrariato. La sua idea gli sembrava molto migliore di quella di Harry ma ancora una volta avevano preferito lui e questo il rosso cominciava a non sopportarlo.
- E che nome diamo alla nuova casa - chiese la professoressa Mc Granitt e chi sarà il direttore della casa
- Riguardo al nome visto che l'idea è stata di Harry direi che sia lui che debba creare il nome - disse Silente sorridendo
- Come - disse Harry sorpreso - io non ho la più pallida idea
- Se ad Harry non dispiace avrei io un nome - disse Hermione piuttosto titubante. Avere tutti gli sguardi puntati addosso la metteva in soggezzione
- Sono tutt'orecchi Hermione - gli disse Harry grato che la sua amica lo avesse tolto dagli impicci. Sicuramente avrebbe trovato qualche nome che si ricollegava a quello che leggeva lei
- Visto che la bacchetta di Harrry ha una piuma di fenice e che lui al momento rappresenta la sola nostra speranza per lottare contro i demoni e Voldemort e che quindi è la nostra luce in questo momento di oscurità direi di chiamare la casa fenice lucente.
- Vada per fenice lucente - disse Malfoy sorprendendo Ron che proprio non credeva che il serpeverde avrebbe accettato la proprosta di Hermione. - Ma come si farà a stabilire gli studienti che dovranno far parte della quinta casa?
- Lo farà il cappello parlante, tra pochi giorni lo andrò a prendere a scuola e gli farò memorizzare le battaglie che Harry ha fatto così che il cappello possa decidere quali studenti possano avere le capacità per far parte della nuova casa. Per il resto decideremo con calma in questi giorni.
- Stabilito questo, Harry c'è qualche altra cosa che vuoi sapere - chiese il preside
- In verità si - disse il ragazzo - è da quanto ho visto Lupin  e il professor Piton in azione che volevo chiedere perchè non avete usato lo stupifendo nella lotta contro i mangiamorte al ministero e come mai simili incantesimi di offesa e di difesa non ci sono mai stati insegnati.
- E' una lunga storia Harry - disse Silente - ed è tutto collegato ai demoni ed a una guerra che noi maghi troppo presto abbiamo dimenticato ma che gli elfi domestici di Malfoy possono ricordarcela.
- Con vero piacere - disse uno degli elfi domestici. - In verità nel corso della storia ci sono state due guerre di maghi contro demoni.
- Due guerre - pensò Harry - allora forse il sogno che ho fatto ha a che vedere con la guerra dei maghi.
- La prima guerra risale a molti secoli fa e se ne sono perse le traccie da innumerevole tempo - opntinuò l'elfo -
- Come mai - chiese Draco
- Perchè quella guerra è macchiata da un gesto inqualificabile, purtroppo perà noi elfi domestici non sappiamo nulla riguarda quella guerra e su cosa successe e  quale sia il motivo per cui i maghi e gli elfi sono restii a parlarne. - disse il secondo elfo domestico. Però sappiamo molto sulla seconda guerra dei maghi, quella che fu coinvolto anche Ninga con le signore degli elementi, dovete capire una cosa fondamentale una guerra tra maghi e demoni è la cosa peggiore che possa capitare perchè si scatenano forze inimmagginabili, nulla vi è paragonabile alla distruzione e alla violenza che si crea quando si ha una guerra tra maghi e demoni. Anche una guerra contro Voldemort è ben misera cosa se paragonata ad una guerra contro i demoni, questo perchè i demoni non hanno pietà, vogliono il nostro pianeta tutto per loro e si fermeranno solo quando avranno eliminato i maghi e tutte le razze magiche.
- Perchè? - chiese Ron - In fondo anche i babbani hanno delle armi
- Weasley cerca di usare il cervello ogni tanto - disse Malfoy esasperato quanto Harry - se nemmeno la magia può distruggere un armatura demoniaca come pensi che possa riuscirci un' arma babbana.
- Giusto signorino Malfoy - riprese la parola l'elfo domestico - niente può distruggere un' armatura demoniaca perchè è fatta con materiale che non vi è sulla Terra.
- Quindi non abbiamo nessuna possibilità di batterli? - chiese Ron quasi paralizzato dal terrore
- Questo è quello che vogliono farci credere loro - riprese l'elfo - ma in verità mille anni fa ci furono quattro maghi che riuscirono a combattere alla pari contro le quattro signore degli elementi. Quei quattro maghi non erano altro che i quattro fondatori di Hogwarts. Grifondoro aveva il potere del fuoco, Serpeverde quella terra, Corvonero quello dell'acqua e Tassorosso quello della terra, grandi erano i loro poteri così come quelli delle signore degli elementi. Loro furono i primi maestri degli elementi così vengono definiti i maghi che raggiungono una completa padronanza del loro potere affine, ovvero del potere dormiente che era in loro. Però raggiungere quel tipo di potere bisogna andare oltre i limiti, diventare un tutt'uno con la maglia che scorre in se stessi e non lasciarsi corrompere da quel potere altrimenti la magia vi uccide. I fondatori arrivarono a tale livello riuscendo a non farsi corrompere dal potere, loro riuscirono tramite delle prove a risvegliare il loro potere dormiente e riuscirono a contrastare le signore degli elementi. Grande fu quella battaglia, da soli quattro maghi riuscivano a tenere testa all'esercito dei demoni, questo consentì ai maghi di acquistare fiducia così che riuscirono a reagire. Sapevano di non poter competere contri i demoni ma la volontà di quattro persone aveva risvegliato in loro la voglia di vivere liberi. Putroppo però nonostante i quattro fondatori ce la mettessero tutta per fronteggiare le signore degli elementi ce ne era uno che era troppo forte per loro: Ninga il demone padrone del potere dell'oscurità. La sua forza e il suo potere era tali da incutere paura solo a nominarlo, nonstante tutto i quattro fondatori non si arresero e lo fronteggiarono con coraggio e astuzia ma Ninga era troppo forte per loro.
- E come facero a sconfiggerlo? - chiese Ron
- Non lo hanno sconfitto Weasley - disse Piton - Ninga è più vivo che mai e quando comincerai ad usare il cervello, capirai che per battere un demone che abbia di base potere oscuro cene vuole un altro che abbia il potere della luce. Ora visto che non esiste nessun demone che possa avere tale potere si presume che solo un mago possa avere il potere della luce o un babbano.
- Infatti professor Piton - riprese l'elfo - c'era un combattente babbano che era a conoscenza del mondo magico, fu proprio lui che insieme ai quattro fondatori riuscirono ad impriogionare Ninga in una caverna e lo stesso fecero con tutti i demini che erano sulla terra in quanto non era possibilde rispedirli nel loro mondo. Quell'uomo si chiamava Lyam Hogwarts l'unico essere umano che riuscì a ferire Ninga al braccio permettendo ai fondatori di creare il loro incantesimo
- Riuscì a ferirlo - disse Harry sorpreso - credevo che nessuna arma di questo mondo potesse ferire un demone
- Infatti signorino Harry - disse l'elfo - ma questo purtroppo è un punto oscuro della storia che nessuno conosce. Nessuno sa come quell'uomo potesse avere un arma da poter ferire un demone ma sta di fatto che proprio grazie a quell'uomo si riuscì a rinchiudere Ninga. Come sia riuscito a fuggire dalla sua prigione credo che rimarrà un mistero.
- Non proprio - disse Silente - Orace ora tocca a noi dire la verità
- Va bene Silente - disse il professore piuttosto nervoso - ma sappiare che non vado affatto fiero di quello che so per raccontarbi.


ringrazio auro_sxan per la sua recensione. Harry diventa più uomo perchè comincia a vedere la dura differenza tra il stare a scuola e quello di lottare in prima linea e questo lo rende una persona migliore.
grazie anche a tutti quello che hanno messo la storia fra le preferite e le seguite e un grazie anche a tutti coloro che la leggono.
una piccola richiesta recensite in massa, a uno scrittore fa piacese sapere le opinioni degli altri, anche le critiche, tutto aiuta a crescere una persona.

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Capitolo 12
*** Il segreto di voldemort ***


                                               capitolo 12
                                       
                                                  Il segreto di Voldemort

- Chi è questo uomo professore Silente - chiese Harry
- Quest' uomo Harry è stato il professore di pozioni nell'anno in cui Voldemort alias Tom Riddle studiava ad Hogwarts - disse Silente - quel periodo come sai Harry fu uno dei peggiori momenti della storia della scuola, l'apertura della camera dei segreti fu solo una delle tante cose oscure che successero in quegli anni. Ormai sapete tutti cosa successe in quegli anni, dopo aver scoperto il modo di aprire la camera Tom si diede una calmata perchè capì che si era esposto troppo, in quanto se gli altri professori stravedevano per lui io non facevo lo stesso, ero immune alle sue lusinghe. Dopo che morì quella ragazza nella scuola non successe più nulla di particolarmente grave ma cominciavo a capire quali fossero le capacità reali di Tom. E' importante che capiate che Tom era già ambizioso e condivideva a pieno le idee di Salazar Serpeverde, già quando era a scuola si era circondato da amici che poi in seguito divennero i primi mangiamorte. Ma quello che non sapete è che tutti i suoi seguaci erano di diverse età.
- Diverse età - disse Harry - che cosa intendete dire professore.
- E' semplice Harry ogni volta che i serpeverde uscivano da scuola una nuova schiera di mangiamorte si aggiungeva al già pericoloso esercito di Voldemort, in parole povere anno dopo anno c'era sempre qualcuno che prendeva il comando delle casa e sceglieva i nuovi mangiamorte da addestrare sin dal primo anno. Cominci a capire Harry? - chiese il professore notando la faccia stupita di Harry
- Professore Silente è stato da quell'anno che l'inimicia tra Grifondoro e Serpeverde è diventata sempre più forte? - chiese il ragazzo sapendo già la risposta
- Si Harry - rispose il professore mestamente - è stato da quell'anno in poi che i serpeverde hanno cominciato a prendere di mira i Grifondoro, ogni volta che quelli del sesto anno passavano al settimo, dovevano scegliere le nuove schiere dei mangiamorte partendo dal primo anno e cominciarli ad addestrare alla causa di Tom. E visto che già c'era inimicizia tra le due case, questa divenne ancora più forte nel momento i cuoi i njuovi mangiamorte usavano i grifondoro per i loro incantesimi, non usavanpo le maledizioni senza perdono ma gli incantesimi che usavano andavano oltre a quello che veniva insegnato segno inequivocabile che si allenavano in segreto nell'acquisire nuove magie oscure. I Grifondoro d'altronde non potevano far altro che difendersi dagli attacchi dei Serpeverde continuando ad alimentare la fiamma dell'odio che c'era tra le dua case.
- E voi professori non potevate fare niente - chiese Hermione
- No Hermione il massimo che potevamo fare era impedire i duelli nella scuola e qualsiasi associazione atta a fare del male agli altri, ma non potevamo di certo controllarli fuori dalle mura della scuola.
- E non avete mai pensato di chiudere la casa di Serpeverde - chiese Harry
- Non potevamo farlo Harry perchè, proprio come tu stesso hai ricordato, non tutti i serpeverde sono cattivi. - disse il professore - l'unica cosa che potevamo fare era tenere d'occhio quella cerchia di ragazzi anche se non erano così stupidi da commettere qualche atto che andasse contro le regole all'interno della scuola. Quello che non riuscivamo a capire era il motivo per cui Tom stesse arruolando tanti maghi e tutto mi fu chiaro quando Tom ritornò a scuola per chiedere se poteva avere la cattedra di professore di difesa contro le arti oscure.
- Cosa - chiere Harry stupito - Voldemort voleva insegnare qui ad Hogwarts.
- Esatto Harry, ma non voleva di certo insegnare ma bensì raccogliere un numero maggiore di seguaci per avere un grande esercito - disse Silente
- Tom voleva spodestare Caramell - disse Harry colto da un'improva folgorazione -
- Esatto Harry - disse Silente - Tom Riddle stava raccongliendo seguaci e consensi in tutto il mondo magico per le sue idee di purezza, tanto che tutti i purosangue fatta eccezione per qualche famiglia erano dalla sua parte. Così cominciò con il piazzare diverse spie all'interno del ministero. Ma il suo progetto era molto ambizioso lui non voleva solo l'Inghilterra ma tutto il regno magico così cominciò ad allacciare rapporti con i maghi oscuri di tutto il mondo. Uno in particolare desta la nostra preoccupazione un certo mago russo che si chiama Rasputin
- Come mai lo temete così tanto? In fondo non può essre più pericoloso di Colui-che-non-deve-essere-nominato - disse Ron
- Weasley tieni la bocca chiusa quando non sai di cosa stai parlando - disse Malfoy
- Tu lo conosci Draco - chiese Harry che aveva lanciato un occhiataccia a Ron che stava per controribattere cosa che a Hermione cominciava a non piacere. Proprio non capiva perchè Harry rimproverava solo Ron quando anche Malfoy aveva la sua parte di colpe.
- Si Potter - disse il biondo - tra i mangiamorte Rasputin è temuto almeno quanto il signore oscuro
- E non è tutto Harry - proseguì Silente - Rasputin usa un differente tipo di magia oltre a quella normale.
- Che tipo di magia? - chiese il ragazzo
- La negromanzia - disse Silente in modo grave
- Non è possibile - disse Harry stupito
- Invece si Harry e non è tutto. Rasputin ha anche il Necrnomicon il libro per comandare le orde dei morti che risveglia tramite la negromanzia - disse Silente
- Brutta faccenda - replicò Harry - Sappiamo qualcosa in più su questo Rasputin
- Potter - disse Piton intervenendo per la prima volta - Rasputin aveva il compito di sostituire il signore oscuro qualora fosse scomparso e non solo, aveva anche il compito di sorvegliare alcune famiglie di maghi. Alcuni maghi che hanno attaccato Londra erano russi. Il fatto che alcuni maghi russi siano qui vuol dire che la Russia è quasi nelle mani del mago oscuro, il che è un male, perchè caduta la Russia cadrà in poco tempo tutto l'est europeo che è sotto il controllo magico della Russia. In teoria sono paesi liberi ma il governo magico russo ha molta influenza su quella zona, per questo temiamo Rasputin e non solo. C'è anche un altro mago russo si chiama Rassimov, è il braccio destro di Rasputin.
- Quindi dobbiamo considerare Rasputin un alleato di Voldemort. E al momento dove si trova?
- Raspuntin è dovuto tornare in Russia per sedare una rivolta di maghi ne avrà per qualche mese. Abbiamo il tempo necessario per prepararci a difendersi dal potere della negromanzia. - disse Piton -
- Speriamo che sia sufficiente - disse Harry - chi è che sta alimentando la rivolta?
- I night Hunter - disse Piton
- Chi sono i night hunter - chiese Harry
- Non sappiamo molto di loro Harry - rispose Silente - l'unica cosa che sappiamo è che i night hunter sono stato fondati all'epoca di tua madre e tuo padre.
- Professore come mai diciassette anni fa non avete dato il colpo di grazia ai mangiamorte? - chiese il ragazzo
- Non potevamo Harry perchè dopo la scomparsa del signore oscuro i mangiamorte divennero ancoa più violenti comandati da Greiback e da Bellatrix Lestrange. Dopo averli catturati e ricostruito il regno magico il resto dei mangiamorte si diede alla macchia mentre il resto furono arrestati.
- Parlando dei mangiamorte come mai non avete usato quegli incantesimi nella battaglie del ministero. - chiese Harry
- Per colpa di un sigillo che fu applicato a noi maghi della luce dal demone Ninga prima che fosse imprigionato - disse Silente. - Vuoi proseguire tu Kinky
- Con piacere - rispose l'elfa - Lyam Hogwarts anche se era un bravo combattente non poteva nulla contro Ninga e il suo terribile potere. Però Lyam era un umano fuori dal comune perchè anche se non poteva usare la magia usava la sua aura per manipolarla e lanciare delle terribili sfere di energia. I quattro fondatori assieme a Lyam avevano rinchiuso uno a uno le signore degli elementi e riuscirono con un ultimo disperato sforzo a rinchiudere anche Ninga ma lui prima di essere rinchiuso lanciò una maledizione. Nessuno mago appartenente alle forze della luce avrebbe potuto usare la magia aura per aumentare il proprio livello di potere. Ma su come funziona correttamente la magia aura ve lo spiegherà Eoder quando arriverà.
- Grazie Kinky ora sappiamo perchè all'improvviso siamo riusciti a creare nuovi incantesimi - disse Harry - ora arriviamo al punto più importante. Come si può battere un mago che è riuscito a creare un modo per non morire?
- Non si può o almeno non lo si può uccidere direttamente - disse Lumocorno estraendo una fiala dalla tasca interna del suo cappotto - questa fiala contiene un mio ricordo di quando ero qui ad Hogwarts e potrebbe essere la risposta alla domanda di Harry. Seguitemi che ve lo mostro
L'ex professore di pozioni li portò tutti quanti intorno ad un bacinella di metallo e versò il contenuto della boccetta all'interno apparendo poco a poco l'aula di Lumocorno mentre stava discutendo con alcuni suoi studenti tra i quali c'era Tom Riddle. Dopo pochi minuti scoccarono le dieci,l'orario massimo per restare al di fuori delle case comuni così Lumocorno congedò tutti i presenti ma quando il professore girò la testa vide con sorpresa che era rimasto ancora un ragazzo nell'aula.
- Tom se il preside Dippet scopre che sei ancora in piedi saremo puniti entrambi - disse Lumocorno
- Lo so professore ma vede lei è l'unico che può aiutarmi a chiarirmi le idee su una magia che ho letto tempo fa nel sezione proibita della libreria. - disse Ton facendo finta di tentennare cercando di suscitare la curiosità del professore
- Dimmi Tom, che cosa sarebbe questo rara magia che hai trovato e comunque se l'hai trovato nel reparto della sezione proibita ti dovresti rivolgere al professore di Difesa contro le Arti Oscure - chiese Lumocorno che era caduto nella trappola tesa del ragazzo.
- Lo so professore, ma vede gli altri professori potrebbero fraintendere le mie intenzioni mentre lei è più aperto rispetto agli altri. - disse Tom adulando l'insegnante
Sia Harry che Silente osservavano tesi e seri quella discussione e non rimasero affatto sorpresi dal modo con il quale Tom aveva circuito il professore. Adulare chi voleva essere adulato, era questo il punto sul quale aveva giocato Riddle e sul quale si era fatto ingannare Lumacorno, troppo pieno di se per sospettare minimamente una trappola da un semplice ragazzo.
- Ebbene professore questa rara magia si chiama Horcrux  - disse Tom grardando il camino
- Horcrux Tom? - chiese sorpreso il professore - è strano che tu abbia trovato qualcosa a riguardo di questa magia oscura, Silente stesso ha provveduto affinchè nessuno ne parlasse in giro.
- Chiedo scusa professore - disse Tom - non voglio metterla nei guai, se il professor Silente l'ha proibita ci sarà un motivo. Faccia finta che non abbia chiesto niente
- Aspetta Tom - disse il professore fermando il ragazzo che si stava dirigendo verso la porta - visto che è solo curiosità non c'è nessun motivo per non parlarne. Un Horcrux altro non è che un recipiente dove nascondere un pezzo della propria anima. In parole povere dividendo la tua anima non muori neanche se il tuo corpo viene distrutto in quanto si attiva il potere dell'Horccrux che non solo non ti fa morire ma che ti permette di ritornare in vita.
- In che modo professore si divide l'anima - chiese Ton al quale anche se solo per un istante gli brillarono gli occhi.
- In un modo terribile Tom, non immagini quale? - chiese il professore
- Uccidendo - rispose Tom osservando nuovamente il camino per non far vedere i suoi occhi al professore
- Esatto Tom - gli disse Lumocorno - uccidere lacera l'anima di una persona spezzandola, in quanto l'omicidio è una cosa che va contro natura. Più l'anima viene separata più la persona si avvicina a diventare simile ad un demone
- Dice davvero professore - chiese Tom fingendosi sorpreso, non poteva avere notizia migliore di quella
- Certo Tom - disse Lumocorno non sospettando di quanto fosse vicino alla morte, fu per pura fortuna che non capitò nulla quella notte, in quanto il ragazzo già si era esposto troppo aprendo la camera dei segreti. - Ogni volta che dividi la tua anima perdi sempre di più la tua umanità per diventare sempre più simile ad un demone. Non lo sei nel potere ma lo sei dentro, assumi tutte le loro caratteristiche. Ovviamente parlo dei demoni primordiali, i demoni maggiori sono differenti perchè sono demoni nati ad Inferios con potere demoniaco, loro sono i padroni di tutte le razze demonianche e nessuno può osare solo mettersi contro. Un essere umano che perdE la propria anima non diventerà mai e poi mai forte come loro ma sarebbe comunque considerato il più potente mago oscuro di tutti tempi in quanto la sua anima non frenerebbe la sua indole di potenza. Per questo usare gli Horcrux è severamente vietato.
- E in quanti parti si deve dividere l'anima prima di diventare un demone - chiese Tom
- Non lo so Tom - disse il professore - ma per quante volte tu possa dividere la tua anima non diventerai mai un demone completo in quanto un pezzo della tua anima rimarrà sempre dentro di te.
- Capisco professore - disse Tom - ma penso che sette frammenti potrebbero essere sufficineti ad arrivare ad essere considerato un demone
- Forse Tom - disse il professore - comunque spero di averti tolto la curiosità
- Certo professora grazie tante - disse il ragazzo dirigendosi verso la porta appoggiando la propria mano sulla maniglia - professore Lumocornio se non le dispiace preferirei che questa conversazione rimanesse privata.
- Certo Tom come vuoi - disse il professore
- Grazie professore e buonotte - disse Tom aprendo la porta e uscendo dall'aula con passo sicuro
In quello stesso istante la scena svanì mostrando tutti i presenti alquanto sorpresi da quello che avevano saputo ma che nessuno aveva capito quanto importante fosse quella conversazione tranne Silente ad Harry che erano a dir poco sconvolti da quello avevano visto e sentito
- E' stato interessante questo ricordo ma a cosa ci è servito? - chiese Ron
- Ron possibile che tu  non capisca Voldemort, e smettila di sussultare ogni volta che uso il suo nome, ha probabilmente diviso la sua anima diventando un essere che si avvicina vagamente all'essenza di un demone, non per potere ma per malvagità. Senza contare che con l'inteligenza che si ritrova sicuramente in questi anni che è stato in viaggio avrà imparato tanti incantesimi oscuri che non escludo affatto che possa essere diventato potente come un demone minore.
- Non vedo quale sia il problema - continuò Ron imperterrito - basta ucciderlo di nuovo e il gioco è fatto
- Sarebbe vero se lui avesse diviso l'anima solo in due parti Ron - disse Harry - ma noi non sappiamo in quanti parti abbia diviso la sua anima in questi anni che è stato al potere possiamo solo fare un ipotesi e visto che era interessato al numero sette credo che ne abbia fatto sette.
- Credo che tu abbia ragione Harry - disse Silente - immagino che Tom fosse interessato al numero sette in quanto nel mondo magico vi è la teoria secondo la quale lo spirito viene diviso fra i quattro elementi e i tre elementi umani che sono corpo, mente e spirito. Ora se consideriamo che un frammento è nel suo corpo dobbiamo ipotezziare che ci siano almeno altri sei horcrux sparsi chissà dove.
- Continuo a non vedere dove sia il problema - continuò Ron imperterrito - basta ucciderlo di nuovo e impedire che usi di nuovo quella sua pozione per ritornare in vita e uno dei suoi horcrux
- Ma come abbiamo fatto a non pensarci prima - disse Harry sarcastico - perchè ovviamente tu sai dove sono gli horcrux
- Ovviamente non lo so Harry - disse Ron cominciando ad alterarsi di nuovo
- Allora per una volta pensa prima di dire qualcosa, se il problema fosse di facile situazione Silente avrebbe eliminato Voldemort già diciassette anni fa - controribattè Harry piuttosto nervoso
- Va bene Harry non c'è bisogno di attaccarlo così  - disse Hermione prendendo le difese del rosso
- C'è bisogno invece Hermione, Ron la sta facendo facile ma non lo è affatto. Quando capirai che non siamo a scuola ma nella vita reale - disse il ragazzo rivolgendosi al rosso - cose non ti è chiaro del concetto che c'è un maledetto mago psicopatico che da quando ero in fasce cerca di farmi fuori.
- Non è colpa mia se il più potente mago oscuro di tutti i tempi vuole farti fuori Harry - disse Ron piuttosto contrariato dalle parole di Harry - io sto solo dicendo che se lo uccidiamo di nuovo poi sarà facile trovare gli Horcrux
- Non è così signor Weasley - intervenne Silente - anche se lo uccidiamo avremo solo un breve periodo di pace in quanto nessuno sa con precisione in quanti pezzi Voldemort abbia lacerato la sua anima ma soprattutto dove li ha nascosti. Per quello che sappiamo noi potrebbe averli nastosti anche al polo sud. Quindi prima che riaffrontiamo nuovamente Voldemort è di vitale importanza che distruggiamo gli horcrux, perchè anche se Voldermort muore di nuovo
- L'horcrux lo riporta in vita - continuò Harry - quindi se ipotizziamo che ce ne sono sette dobbiamo cominciare a capire consa sono e dove li abbia nascosto
- Credo che per il momento sia tutto - disse Silente - in questi giorni che saremo qui i ragazzi penseranno alle loro attività mentre noi ci occuperemo alla realizzazione della quinta casa, Harry ovviamente puoi partecipare alle riunioni se vuoi.
- Possiamo partecipare anche noi - chiese Hermione
- Mi dispiace dire di no signorina Granger, ma visto che il vostro comportamento tenuto nella battaglia di Harry contro i demoni e la vostra superficiliatà nell'aiutare Harry in un momento così difficile ritengo che la vostra presenza potrebbe contribuire a destibilizzarlo ancora di più - disse Silente
- Non potevamo fare molto contro il demone - disse Hermione
- Signorina Granger vista la sua inteligenza mi sarei aspettato che almeno lei avesse capito che cosa ha fatto Harry ieri, ma vedo che non avete capito nè che cosa ha fatto Harry per voi ieri nè tanto meno avete capito che cosa avete fatto voi ieri. Ripensateci attentamente e se lo capirete vi permetterò di assistere alle riunioni assieme ad Harry, in caso contrario non potete definirvi i migliori amici di Harry Potter e lui ha ragione a non fidarsi di nessuno specialmente di voi. - disse Silente in modo piuttosto duro - detto questo possiamo sciogliere la riunione per oggi.
Tutti i maghi uscirono dalla sala grande Harry notò che sia Hermione che Ron gli scambiarono un'occhiata disprezzo in quanto secondo loro Harry poteva prendere le loro difese contro il preside.
- Mi dispiace Harry - disse Silente dopo che erano usciti tutti quanti - forse ho sbagliato a parlare così ai tuoi amici
- No professore ha fatto benissimo. Anche io sono rimasto sorpreso di vedere i ragazzi non reagire contro i demoni. Capisco che hanno paura però permettere che qualcun altro combatta per loro non è giusto. Ieri Ginny, Hermione e Ron hanno scelto ciò che era più facile invece di quello che era giusto. In verità professore io non ho combattutto per me stesso ieri - disse Harry, doveva dirlo a qualcuno altrimenti sarebbe esploso
- Lo so Harry, non si combatte in quel modo se non per difendere la persona che si ama - disse sorridendo Silente - ma ritieni giusto non far sapere nulla ad Hermione dei tuoi sentimenti. Lo sai che da un momento all'altro lei potrebbe mettersi con Ron e tra parentesi credo che farebbe un grosso errore. Non che non sia un brago ragazzo però cerca di attirare troppo l'attenzione e perde di vista la cosa più importante che la scuola da, ovvero noi professori andiamo oltre allo studio vi vediamo crescere e maturare fino a diventare uomini  e donne nella mente e non solo nel corpo. Sono sicura che Hermione capirà quello che ha fatto ma Ron ho proprio paura di no, perchè secondo gli insegnanti lui va oltre al senso della vita, lui vuole solo mettersi in mostra e strare al centro dell'attenzione. Fai attenzione Harry quando sei a scuola perchè Ron non ti renderà la vita facile  nel tuo tentativo di mettere pace fra le due case.
- Lo so professore è quello che temo anche io - disse Harry - al contrario sono convinto che Ginny sia più matura rispetto a Ron.
- La giovane Weasley è molto dotata per la sua età ed è anche molto matura, tu ed Hermione avete avuto una buona influenza su di lei. Lei e Malfoy potranno esserti molto di aiuto quest'anno.
- Professore Silente visto che siamo qui voi, assieme agli altri insegnati e con Remus, potrese insegnare a me e agli ragazzi se vogliono, qualcosa di più del semplice fattucchiere ordinario.
- Certo Harry per me e gli altri insegnanti non sarà un problema dedicarvi qualche ora nel pomeriggio. - disse Silente
- La ringrazio professore adesso esco un po' fuori, visto che è tardi per la corsetta ne approfitterò per dedicarmi un po' agli altri esercizi. - disse Harry uscendo dalla sale grande
- Vediamo un po' se riesco a scoprire in quanti Horcrux hai diviso la tua anima Tom e dove li hai nascosti - pensò Silente estrando una fiaschetta versandone il contenuto nel pensatoio analizzando un suo vecchio ricordo che riguardava uno dei tanti incontri con Tom ragazzo.
Hermione era fuori nel giardino assieme a Ron e pensava alle parole di Silente, che cosa avevano fatto o meglio che cosa non avevano fatto nella battaglia contro i demoni. Erano terrorrizzati dal potere del demone e quindi non avevano la lucidità per reagire a quella situazione, eppure secondo il preside non si erano comportati bene. Ma perchè? Si chiedeva la ragazza, cosa c'entrava il non aver combattuto al non permettergli di partecipare alle riunioni, proprio non riusciva a capirlo.
- Harry, Harry e sempre e solo Harry Potter - disse Ron prendendo una pietra e lanciandola nel laghetto con rabbia - basta solo che respiri e tutti gli si mettono in ginocchio ma io no, io solo ho visto di che cosa è stato capace in questi anni e di quante volte abbiamo rischiato la vita per colpa sua.
- Dici davvero Ron - disse una voce facendo voltare il rosso che si trovò di fronte il ragazzo con i capelli ricci
- Certo Harry - esplose il rosso - tutti ti vedono come un eroe ma tu non lo sei.
- Calmati Ron - disse la sorella prendendola per un braccio -
- Lascialo parlare Ginny - disse Harry con sguardo di ghiaccio - Sentiamo Ron quando avrei chiesto di rischiare la vita per me
- Al primo anno quando ci hai trascinato alla ricerca della pietra filosofale, al secondo anno quando mi hai letteralmente portato prima dai ragni e poi dal basilisco, al terzo quando centinaia di dissennatori ci volevano fare la pelle, e ora grazie al tuo sporco sangue il signore oscuro è tornato in vita.
- Tutto qui Ron, forse sbaglio ma io non ricordo di averti puntato la bacchetta addosso e di averti costretto a fare tutte queste cose, sei sempre stato tu a voler venire con me. Non ti ho mai costretto sei sempre stato con me di tua iniziativa. Io non ho mai fatto nulla per costringerti a venire con me, mai ti ho costretto con la forza a venire con me l'hai fatto sempre e solo di tua iniziativa. Riguardo al mio sangue sporco sono fiero di averlo, meglio avere il sangue sporco che essere come i purosangue che disprezzano i mezzosangue, ma vedi mio caro Ron tu hai vissuto tredici anni di pace grazie al sacrificio di una donna che aveva il sangue sporco e credo che quello che fece mia madre l'avrebbe fatto qualunque madre al mondo compresa la tua. Avere il sangue sporco o essere un purosangue non centra nulla la verità che tu mi disprezzi perchè vedi in me tutto ciò che non hai mai avuto, ma se solo guardassi un poco più in là della punta del tuo naso ti accorgeresti di avere una famiglia fantastica e una donna che ti ama. Ma tu sei troppo pieno di te per accorgerti di simili cose.- disse il ragazzo con calma glaciale, girandogli le spalle.
- Harry - gridò Ron facendo fermare l'amico - forse è vero che non mi ha mai costretto a venire con te,
ma pochi mesi fa per poco non ci facevi uccidere per la tua smania di voler fare l'eroe. Se non fosse stato per te ora Sirius e Cedric sarebbero ancora in vita
- E' vero - disse il ragazzo continuando a voltare le spalle all'amico - Cedric e Sirisu sono morti per causa mia e allora. Credi forse che mi abbia fatto piacere,  credi che se avessi saputo che la coppa era una passaporta avrei detto a Cedric di tocccarla? Pensi che se avessi saputo che era una trappola sarei andato al ministero pochi mesi fa? Credi mi abbia fatto piacere sapere che per colpa mia sia morta l'unica persona che consideravo come un padre. Fammi un piacere Ron non rivolgermi mai più la parola
- Harry ti prego Ron non sa cosa diceva - disse Ginny fermandolo per un braccio
- Lo sapeva benissimo invece, il suo è stato un perfetto discorso da mangiamorte fai i complimenti a tuo fratello, è sulla buona strada per diventare uno di loro. - disse Harry districandosi dalla presa di Ginny, allontanandosi da un Hermione che era quasi in lacrime per quello che aveva assistito, e ora lei avrebbe dovuto fare una scelta fra Ron ed Harry perchè sapeva che quella era la fine di un amicizia e lei era ultrasicura che non poteva essere amica di entrambi.
- Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto - pensò Hermione

- Che cosa sta succedendo a Ron - chiese la madre al marito che entrambi avevano osservato la scena da poco lontano - le sue sono state parole da Mangiamorte, non starà diventando uno di loro caro.
- No mamma - disse Billy avanzando con la sua ragazza che teneva per mano - è arrivato il momento che sappiate una triste verità su Ron






lo so che questi capitolo sono un po' lenti ma alcune cose andavano spiegate, in fondo se fosse stato reale credo che qualche spiegazione l'avremmo voluta no.
detto questo passiamo ai ringraziamenti, ovviamente che vanno a tutti coloro che leggono e cha hanno messo la storia fre le preferite e le seguite
per Lady bella grazie del commento in effetti sto andando un po' fuori dai canoni spero che la storia continuerà a piacerti anche in futuro perchè si preannuncia piuttosto lunghetta
per Fange non so ancora chi farà parte della casa ma credo che rimarrai sorpreso nel vedere chi deciderà il cappello parlante
per Auro_san si l'idea della quinta casa l'ho presa proprio da una fanfic di dalastor, al quale vanno i miei saluti. Come ho detto a fange penso che rimarrai sopreso nel vedere chi farà parte della quinta casa
mi raccomando recensite in tanti, non siate timidi

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Capitolo 13
*** Il risveglio di un dio ***


                                                         capitolo 13

                                                     Il risveglio di un dio

- Di quale triste verità stai parlando Billy? - chiese la madre ansiosa
- Avanti Billy non tenerci sulle spine, che cosa sta succedendo a Ron? - chiese il padre piuttosto agitato
- Entriamo nella sala grande vi mostrerò quello che successe durante il vostro viaggio in Egitto quando credevamo che Ron fosse stato rapito dai mangiamorte - disse Billy seguito dai suoi genitori
- Ma tu ci dicesti che Ron non fu rapito dai mangiamorte? - disse la madre segendo il figlio in casa
- Infatti Ron non fu rapito dai mangiamorte, ma dai seguaci della setta di Seth - disse il foglio entrando nella sala grande dove trovarono il preside che aveva appena finito di controllare un altro ricordo.
- Professore Silente posso usare il pensatoio per mostrare un ricordo alla mia famiglia? - chiese Billy
- Certo ragazzo mio è a tua disposizione, io aspetterò fuori - disse il preside incamminandosi verso la porta
- Aspetti professore Silente, forse è meglio che assista anche lei a questo ricordo - disse Billy fermando il preside
- Come vuoi Billy, deve essere molto importante se vuoi che lo guardi anche io - disse il preside guardando il ragazzo con uno sguardo interrogativo
- Certo professore, questo ricordo spiega alcune stranezze di mio fratello ed inoltre sapendo la verità  può mettere a riparo Harry in futuro. - disse Billy estraendo con la bacchetta il ricordo facendolo cadere nella bacinella
- Che cosa c'entra Harry - chiese la madre che ora cominciava davvero a essere preoccupata
- C'entra mamma, perchè Harry è ancora più in pericolo di quello che non sia già - disse il ragazzo cominciando a far prendere consistenza al ricordo che mostrava tutta la famiglia Weasley mentre era in viaggio in Egitto.
- Questo ricordo riguarda il periodo che la famiglia mi venne a trovare in Egitto, fu al terzo giorno della loro vacanza che successe quello che sto per mostrarvi, durante la fine del mese. Ron era stato rapito da alcuni adepti nel pomeriggio perchè il suo corpo sarebbe servito per far ritornare in vita Seth il dio del male egiziano. All'inizio pensavamo che fossero stati i mangiamorte in quanto eravamo venuti a sapere dell'evasione di Sirius Black, e non sapevamo ancora della sua innocenza, e siccome Ron è un amico di Harry arrivammo a questa conclusione. Poi facendo un po' di domande in giro scoprimmo la verità e riuscimmo a rintracciare la loro base segreta che si trovava all'interno della piramide. Quando feci irruzione con me c'era il mio collega di lavoro, questo è quello che accadde quella sera e che probabilmente da oggi in poi inciderà molto sul carattere di Ron.
Nel pensatoio apparve la scena nella quale Ron era svenuto e stava su un altare di pietra mentre due persone gli giravano in tondo, entrambi indossavano una lunga tunica bianca con la maschera di cane che aveva sulla fronte un corno dorato a forma di falce. il tempio era molto grande ed era sovrastato da un enorme statua di Seth alta almeno dieci metri, mentre il tutto era illuminato da numerosissime candele.
- Chi sono quelli - chiese Billy che era nascosto in un apertura su di una parete che sovrastava il tempio.
- Quelli che girano attorno a Ron sono i sacerdoti di Seth, mentre gli altri uomini che hanno una lancia vengono chiamati soldati di Seth e come vedi hanno la stessa maschera - spiegò il collega - Questo deve essere una cerimonia, dobbiamo capire a cosa serve prima di salvare tuo fratello.
- Perchè - chiese Billy
- Perchè le cerimione egizie, soprattutto quelle antiche sono molto particolari. Non sempre interromperle è un bene. In alcuni casi interrompere una cerimonia potrebbe portare alla morte della persona.
- Quindi, che facciamo? - chiese Billy
- Dobbiamo aspettare e intervenire al momento giusto - disse il collega del ragazzo - bisogna capire di che rito si tratta
- Seth dio del male io ti invoco per offrirti il corpo dei questo ragazzo come tuo nuovo corpo per ritornare in vita. - disse il sacerdote che si era fermato di fianco a Ron con il pugnale tenuto con entrambe le mani sollevato all'altezza della testa di Ron mentre lo spirito del dio egizio cominciava a manifestarsi cone delle piccole scie di fumo nero che stava convergendo tutte dalla punta del pugnale al corpo di Ron.
- E' un rito di evocazione - disse il collega di billy sconvolto -  interrompiamo la cerimonia altrimenti l'anima di tuo fratello sarà sostituita dall'anima di Seth.
Billy saltò subito nel tempio e lanciò rapido due schiantesimi che colpirono due guardie, ma accadde una cosa che il ragazzo non si aspettava, l'incantesimo si fermò a qualche centimetro dei due soldati per poi annullarsi. Billy non poteva crederci le guardie erano protette da una sorta di scudo contro il quale neanche lo schiantesimo funzionava. Billy si rese conto che la sua magia era debole rispetto a quella egizia che si basava su origini molto antiche, ma anche se debole non poteva permettere che il fratello fosse usato per far rinascere il dio del male egizio, così estrasse dalla sua cintura il pugnale pronto a dare batagglia seguito a ruota dal suo amico.
Un soldato puntò la lancia in direzione di Billy e dalla punta ne partì una sfera oscura che Billy annullò grazie al suo pugnale, anche un altro soldato lanciò la sfera contro l'amico del mago che a sua volta usò il pugnale per distruggere la sfera.
- Fermate gli intrusi - tuonò il sacerdote - uccideteli se necessario ma impedite loro di interrompere la cerimonia.
I soldati cominciarono a bersagliare i due ragazzi con le loro sfere oscure che venivano tutte fermate dai pugnali dei due maghi, purtroppo però anche se non venivano colpiti in ogni caso non riuscivano ad avanzare verso l'altare per fermare i due sacerdoti che continuavano nella loro cerimonia. Billy cercava di avanzare verso l'altare ma i suoi tentavi erano comppletamente inutili, erano troppi i nemici che i due maghi dovevano fronteggiare contemporaneamente inoltre sembrava che il sacerdote avesse quasi concluso la sua cerimonia. Sembrava la fine, ma proprio nel momento peggiore, quando i due maghi erano quasi sopraffati arrivarono gli adepti del dio Osiride, che cominciarono a combattere contro i soldati di Seth. Fu una battaglia dura e cruenta dove il bene e il male si fronteggiavano per l'ennesima volta, Billy cominciò a correre in direzione dell'altare per fermare la cerimonia ma all'improvvisa gli si parò davanti un soldato di Seth che provò ad infilzarlo com la propria lancia ma Billy evitò il colpo abbassandosi e con un colpo preciso tagliò in due lancia, continuò la sua corsa e sempre con il pugnale fece un movimento da sinistra a destra in diagonale verso l'alto creando a pochi centimetri dal nemico un fascio di luce, segno inequivocabile che la barriera del soldato era stata distrutta, in fatti l'altro mago lo colpì con uno stupeficium, mandandolo gambe all'aria per diversi metri.
Il sacerdote aveva terminato i suoi riti di evocazione, l'ultimo atto cosisteva nel colpire il ragazzo con il pugnale per completare il trasferimento dell'anima. Così il sacerdote alzò il pugnale e lo abbassò con violenza, ma il colpo non raggiunse mai il povero Ron grazie a Billy che intercettò il colpo con il suo pugnale. Lo scontro fra le due armi fece rompere in due il pugnale del sacerdote, purtroppo la punta si conficcò nella spalla di Ron così che solo una parte dell'anima di Seth fu trasferita nel ragazzo.
Nel frattempo Billy fu buttato a terra da una spallata di un soldato e il sacerdote stava per conficcare anche l'altra parte del pugnale quando intervenne l'amico di Billy che riuscì a schianatarlo con lo stupeficium in quanto nessuno dei due sacerdote era potretto dallo magia dello scudo egizio.
- Grazie Leandro - disse Billy rialzandosi - Hai salvato mio fratello
- Non del tutto - disse un soldato di Osiride, avvicinandosi ai due ragazzi. La battaglia era terminata e i soldati di Osiride avevano messo in fuda i sodlati di Seth compresi i due sacerdoti.
- Una parte del pugnale si è conficcata in tuo fratello quindi una parte dell'anima di Seth è dentro di lui. - disse un altro soldato
- Che possiamo fare - chiese Leandro
- Dobbiamo portarlo dal sacerdote di Osiride, lui è l'unico a sapere se è possibile estrarre la parte dello spirito di Seth nel corpo di Ron - disse il soldato prendendo in braccio il ragazzo che era ancora addormentato.
Tutti i seguaci di Osiride uscirono dalla piramide, seguiti da Billy e da Leandro e si recarono in u  altra piramide nascosta dove solo gli adepti conoscevano l'ubicazione e per mantere la posizione segreta furono costretti a bendare i due maghi. Arrivati a destinazione a Billy e Leandro gli furono tolte le bende.
- Ma tu sei Nicolas Flamel - disse sorpreso Billy - il creatore della pietra filosofale
- Infatti Billy - rispose il mago - mi dispiace che la mia pietra abbia portato quasi alla morte di Harry Potter.
- Ma come mai se il capo della setta di Osiride - chiese il mago
- Semplice perchè la mia pietra fa gola a molti maghi oscuri e viaggiando per il mondo ho avuto diversi tentativi di furto e in qualche caso anche di omicidio. Ma la pietra filosafale oltre a darmi la vita riesce a percepire il male così ogni volta che si illuminava io riuscivo a sfuggire a qualsiasi attentato aiutato spesso da maghi della luce. Per esempio in India soto stato rapito dagli adepti di Kalì ma i seguaci di Shiva mi salvarono. Così dopo tante peripezie mi rifugiai qui in Egitto dove conobbi Leandro, fu lui a presentarmi i seguaci di Osiride, ma purtroppo loro erano molto disorganizzati così decisi di aiutarli fin quando mi fosse stato possibile. Così guidati da me in più di un occasione abbiamo lottato contro gli adepti di Seth.
- Ma per quale motivo hanno rapito mio fratello per far tornare in vita Seth, insomma ci sono tanti maghi. - chiese Billy
- Perchè tanti secoli fa i primi seguaci di Osiride protessero tutti gli abitanti dell' Egitto con un incantentisomo molto potente, in parole povere appena si tentava il rito di reincarnazione del dio si attivava una specie di barriera protettiva che copriva interamente il ragazzo fermando sul nascere il rito che così non poteva essere effettuato. Così i seguaci di Seth decisero di usare qualche mago straniero per il loro rito, ma per forturna i maghi stranieri che venivano in Egitto erano pochi e facilmente controllabili, oltrettutto erano anche in grado di proteggersi da soli. Quando ci siamo accorti che volevano rapire tuo fratello stavamo per intervenire ma siamo stati ostacolati da alcuni maghi che indossavano una tunica e una maschera di ferro.
- Che cosa - disse sorpreso Billy - i mangiamorte vi hanno ostacolato
- E' così Billy  - rispose Flamel - l'intervento dei mangiamorte mi ha colto di sospresa così i seguaci di Seth sono riusciti a rapire Ron. Per fortuna che avete interrotto il rito anche se un frammento dell'anima del dio è finito comunque in lui, ma anche se era un frammento piccolo c'è e può prendere il sopravvento su Ron ogni fine mese, ovvero quando vi è la seconda luna piena. Se dovesse succedere sarebbe una catastrofe perchè il frammentato ridestato cercherebbe di ricongiungersi all'altro frammento, in altre parole il frammento riporterebbe Ron qui per completare il trasferimento. Per impedire questo dobbiamo dare una pozione che calmi l'anima di Seth in quel periodo.
- Come si realizza - chiese Billy
- Qui stanno le istruzioni - gli disse Flamel porgendogli una pergamenta dove era segnato il modo per preparazione la pozione -  non è molto difficile ma richiede una certa abilità nel prepararla, abilità che io so che tu possiedi. Devi far bere a Ron questa pozione due giorni prima che della luna piena, cosi calmerete lo spirito di Seth e in aggiunta nel giorno della luna piena sarà meglio dare a Ron una pozione soporifera così da evitare ulteriori inconvenienti.
- Grazie Nicolas - disse Billy prendendo la pergamena - ma c'è un modo per liberare Ron
- C'è ma è impossibilie. - rispose il mago
- Perchè - chiese Leandro sorpreso -
- Perchè liberare Ron dal frammento è impossibilie. Per liberarlo occorre risvegliare completamente Seth e batterlo. Ed è impossibile per qualsiasi mago battere un dio. Mi dispiace ma Ron sarà costretto a bere la pozione per il resto della vita
Il ricordo svanì così come era apparso mostrando i tre maghi completamente sorpresi.
- Mi dispiace mamma di non aver fermato il rito - disse Billy rattristato per la sorte del fratello
- Billy hai fatto del tuo meglio e se non fosse stato per te ora Seth sarebbe stato libero di fare del male sulla terra - disse Silente cercando di rincuorare il ragazzo
- Ecco perchè una volta al mese venivi a casa - disse il padre di Billy
- Si papà vi chiedo scusa per non avervi detto nulla in tutti questi mesi - disse Billy - ma non volevo darvi ulteriori problemi soprattutto ora che Voldemort è tornato. Però ora abbiamo un grosso problema
- Quale - chiese il preside
- Non ho potuto dare la pozione a Ron a causa della battaglia contro i demoni e contro il nazcu, e domani sera ci sarà la luna piena. L'unico modo che abbiamo per fermare il frammento di Seth è di impedire a Ron di vedere la luna piena e l'unico modo che abbiamo è fargli bene una pozione soporifera,sperando che il potere del frammento non sia così forte da andare oltre il potere della pozione - disse Billy - in ogni caso la cosa importante è non far vedere a Ron la luna piena quindi almeno per domani dovremo tenere tutte le tende chiuse.
- Ok Billy faremo così ma dimmi una cosa perchè pensi che centra anche Harry in questa storia - chiese il preside
- Per quello che mi ha detto Nicolas il giorno della partenza - disse il ragazzo estraendo dalla propria testa un altro ricordo facendolo cadere nella bacinella.
Erano tutti nell'atrio dell'albergo pronti a partire e Billy era venuto a salutarli tutti quanti e a scusarsi ancora per quello che era successo, finchè non prese il padre da parte.
- Papà devo dirti una cosa importante che mi ha detto Nicolas Flammel - disse il figlio piuttosto preoccupato
- Cosa? - chiese il padre al quale non piacque affatto l'espressione del figlio
- Nicolas mi ha detto che Seth anche se dormiente potrebbe influire sugli stato d'animo negativi di Ron. In parole povere se si arrabbia potrebbe eccedere nell'ira, senza contare che in questi giorni abbiamo pensato molto al motivo per cui hanno rapito proprio Ron e non Ginny che era più facile. - disse il figlio - e siamo arrivati alla conclusione che devono aver studiato molto bene le reazioni di entrambi.
- Ma come sono riusciti a capirlo in così poco tempo - chiese il padre
- E' proprio questo il punto papà io e Nicolas non pensiamo che i seguaci di Seth  lo abbiano studiato ma che Ron sia stato indicato da qualcuno e questo ci porta alla conclusione che quel qualcuno sia uno studente di Hogwarts che abbia almeno la stessa età di Ron. E probabilmente è uno studente di Serpeverde.
- Potrebbe essere Malfoy - disse il padre
- Ne dubito papà - disse il figlio - Malfoy è sicuramente inteligente ma non è un criminale che arriva a sacrificare persone innocenti.
- Non parlavo del figlio ma del padre - incalzò il signor Weasley
- Anche in questo caso ne dubito - disse Billy - qui stiamo parlando di un attento osservatore che agisce nell'ombra. In ogni caso non è questo il problema, ma gli stati d'animo di Ron. Lui già soffre perchè è l'ultimo fratello di una famiglia numerosa, se poi consideri che tutti noi abbiamo un posto di lavoro alquanto importante, questo porta Ron in uno stato di frustrazione nei nostri confronti, e il fatto che sia amico di Harry Potter e che lui sia famoso potrebbe portare ad uno stato di frustazione ancora maggiore. Insomma io e Nicolas temiamo che Ron in preda all'ira e coadiuvato da Seth possa fare qualcosa di sbagliato nei confronti di Harry che anche se è un bravo mago non potrebbe fare molto contro un semidio egizio, perchè è questo che Ron diventa in caso in cui l'anima del dio prende il sopravvento su quella di Ron.
Il ricordo così come era apparso si dissolse lasciando tutti i presenti piuttosto preoccupati, soprattutto Silente non sapeva come proteggere Harry questa volta. I suoi nemici si stavano moltiplicando come i funghi, prima Voldemort, poi i demoni e ora un dio egizio che era nel corpo del suo migliore amico.
- Dobbiamo dire la verità ad Harry - disse la signora Weasley - così potra fare pace con Ron
- Non credo mamma - disse Billy - Seth non influisce sugli stati d'animo di Ron, li amplifica solamente, in parole povere  quello che ha detto Ron è realmente quello che pensa solo che questa volta il potere di Seth ha influito facendo diventare Ron più aggressivo nei confronti di Harry. D'altronde Harry deve per forza comportarsi in modo duro se vuole portare la pace ad Hogwarts. Ron non è l'unico Grifondoro che pensa male dei Serpeverde e l'odio è reciproco. Se Harry vuole avere una possibilità di mettere pace fra le due case non ha altra scelta che usare il pugno duro cominciando proprio con il far andare d'accordo gli elementi di spicco delle due case.
- E' quello che gli ho detto anche io prima - disse Silente - noi professori non possiamo intervenire altrimenti si rischierebbe di creare un movimento anti Harry capeggiato probabilmente  da Ron. Mi dispiace dirlo ma Harry se la deve cavare da solo.
- Da solo - esclamò sorpresa la signore Weasley - è solo un ragazzo Silente non può fare tutto da solo
- E invece si - disse Silente sorprendendo tutti - noi professori non possiamo intervenire nella diatriba tra le due case, solo gli studenti possono mettere fine a questa assurda disputa, ma per farlo Harry deve essere lasciato indistubato di agire come meglio crede. Riguardo agli Horcrux faremo di tutto per aiutarlo a trovarli e distruggerli ma credo proprio che non sarà facile localizzarli, non abbiamo neanche idea su che cosa potrebbe aver usato Tom. E per quanto riguarda la profezia sapete tutti di che cosa si tratta quindi è Harry che deve lottare contro Voldemort. E per i demoni anche in quel caso possiamo fare molto poco, Harry fa parte della discendenza e i demoni non avranno pace finche non lo avranno eliminato. Le uniche cose che possiamo fare è quello di addestrarlo nel migliore dei modi per questo motivo devo parlare assolutamente con Eoden appena viene.
- Io e Charlie potremmo istruirlo nell'arte del combattimento - disse il ragazzo
- Giusto per cominciare - disse Silente - sto cercando di rintracciare altre due tre persone che possano aiutare il ragazzo. Li faremo diventare tutti insegnanti di Fenice lucente e poi provvederemo ad apportare nuove modifiche alle materie della scuola. Quando verrà il primo ministro ne discuteremo insieme ad Harry. Mi pare che lui abbia le idee abbastanza chiare su come addestrare anche gli altri alunni nel caso non facciano parte della nuova casa. Per il momento è il massimo che possiamo fare. Ora sta tutto nelle capacità di apprendimento di Harry, lui stesso mi ha chiesto di istruire lui egli altri ragazzi in qualcosa di più dell'ordinario fattucchiere, quindi penso che stia inquadrando molto bene la situazione. Il combattimento contro i demoni e il nazcu gli ha fatto capire che ha ancora tanto da imparare, soprattutto su come districarsi nelle situazioni peggiori. Ora se mi scusate vorrei continuare ad analizzare i ricordi di Tom di quando era a scuola, chissà che non riesca a capire cosa abbia usato per creare gli Horcrux e quanti ne abbia fatto.
- Certo professore e grazie per avermi fatto usare il pensatoio - disse Billy uscendo dalla sala grande seguito dai suoi genitori.
Nel frattempo Harry era disteso sotto un albero e pensava a tutto quello che era successo, alla lotta che aveva avuto contro i demoni e poi successivamente contro il nazcu e in fine a tutta la serie di discussioni che aveva avuto con Ron. Harry aveva intuito che nell'amico c'era qualcosa che non andava ma lui aveva già troppi problemi da risolvere per poter pensare a Ron. In fondo il litigio era avvenuto al momento giusto, meno persone gli stavano vicini meno persone avrebbero rischiato di morire a causa sua anche se dubitava fortemente che i demoni o Voldemort si sarebbero fermati dopo averlo eliminato. Anzi ripensando alla profezia che Silente gli aveva fatto ascoltare poche settimane prima lui era l'unico al mondo che poteva battere Voldemort e sempre secondo Silente il potere che lui aveva e che Voldemort invece non aveva era il puro e semplice amore. In quanto, sempre secondo l'opinione del preside loro due erano molto simili e avevano vissuto entrambi l'erperienza di vivere senza genitori, eppure Tom aveva deciso di riversare tutto il suo odio sul mondo magico mentre Harry aveva optato per amare chiunque lo accoglieva. Eppure più ci pensava e più gli sembrava assurdo che era proprio l'amore che avrebbe potuto fare la differenza fra i due maghi.
- Harry, posso sedermi - chiese una ragazza
- Certo che puoi sederti Hermione - disse il ragazzo continuando a tenere gli occhi chiusi.
- Come hai fatto a capire che ero io? Ma certo la mia voce - rissose la ragazza dandosi una mano sulla fronte, e sedendosi vicino al moro
- Esatto - disse il ragazzo continuando a tenere gli occhi chiusi. Era vero che aveva riconosciuto la voce ma aveva già percepito la sua aura magica diversi secondi prima. - sarei capace di riconoscere la tua voce fra mille
- E' normale - rispose la ragazza - mi conosci da quando avevi undici anni assieme a Ron
- La risposta è no Hermione - disse il ragazzo all'improvviso in tono duro - non ho nessuna intenzione di fare pace con Ron. Ha detto delle cose terribili.
- Cerca di capirlo era fuori di se, non sapeva quello che diceva - disse la ragazza quasi in tono di rimprovero
- Hermione te l'ho detto anche prima, Ron sapeva esattamente quello che diceva. Oltretutto il fatto che non abbia ritracciato comferma che quello che ha detto lo pensava veramente. E poi ho tanti problemi non posso pensare anche a Ron
- Harry ti prego - disse la ragazza in tono supplichevole
- No Hermione - disse il ragazzo continuando a tenere gli occhi chiusi, era sicuro che se avrebbe visto gli occhi della ragazza che amava avrebbe ceduto alle sue preghiere. Ma questa volta era irremovibile, Ron aveva già sbagliato più di una volta era arrivato il momento che cominciasse a diventare più maturo e a prenderesi la responsabilità sia di quello che diceva sia delle azioni che faceva.
- Harry...
- No Hermione - disse il ragazzo mettendosi seduto - Ron ha sbagliato e se non lo capisce vuol dire che ha ancora la mentalità del ragazzino di undici anni. In ogni caso non ti obbligherò a scegliere, se vuoi puoi continuare ad essere amica di entrambi, se inceve non vuoi capirò.
- Come puoi pensare che dovrò fare una scelta - disse Hermione mettendosi di fronte al ragazzo - come potrei scegliere fra te e Ron. Siete entrambi miei amici. e poi perchè dovrei scegliere fra te e lui. Posso continuare ad essere amica di entrambi
- Hermione io so che sei innamorata di Ron, e presto Ron ti chiederà di essere la sua ragazza - disse Harry alzandosi e aprendo gli occhi
- E allora? - chiese Hermione rialzandosi anche lei - anche se diventassi la ragazza di Ron, cosa ti fa pensare che non sarei più tua amica
- Credi che a Ron farebbe piacere sapere se passassi del tempo in mia compagnia? - chiese il ragazzo
- Ora che avete litigato immagino di no - disse Hermione pensandoci - ma se tu...
- Io cosa - sbotto il ragazzo girandosi verso la ragazza - Ho già detto di no.
- Harry in fondo Ron... - disse la ragazza piuttosto impacciata
- In fondo Ron cosa? - chiese Harry che stava cominciando a scaldarsi
- Non ha tutti i torti - continuò la ragazza abbassando la testa in quanto non riusciva a sostenere lo sguardo del ragazzo
- Non ha tutti i torti - ripette Harry incredulo - ma ti rendi conto di quello che stai dicendo. Quando mai vi avrei costretto a venire con me. Non mi risulta mai di averti puntato la bacchetta addosso e di avervi costretto a venire con me.
- E' vero che non lo hai fatto Harry ma in fondo sapevi che come tuoi amici noi saremmo venuti - continuò la ragazza a parlare a testa bassa
- E allora Hermione che cosa avrei dovuto fare - chiese Harry - avevo forse qualche scelta. Non è colpa mia se uno psicopatico mago oscuro mi ha scelto come suo avversario. Non è colpa mia se i demoni ce l'hanno con me quando neanche io so il motivo.
- Non è questo Harry però....
- Però cosa Hermione pensi che se avessi saputo che la coppa del torneo tre maghi era una passaporta avrei detto a Cedric di impugnarla. Oppure pensi che se avessi saputo che le immagini che mi faceva vedere Voldemort pochi mesi fa erano false, sarei stato così idiota da andare al ministero - le chiese Harry quasi gridando
- No Harry - disse la ragazza - però...ecco... se avessi imparato l'occlumanzia
- Maledizione Hermione, per me Sirius era come un padre, come potevo sapere che quello che faceva Piton era per il mio bene, quando tutti noi pensavamo che stesse sbagliando - disse Harry quasi gridando. Hermione non sapeva come controbattere alle parole del ragazzo, come aveva potuto solo pensare che ad Harry non dispiacesse per la morte del padrino.
- Senti Hermione - continuò il ragazzo - ho capito che la pensi come Ron ma fammi un piacere, se non volete combattere contro i demoni cercate almeno di non ostacolarmi
- Certo che vogliamo combattere contro i demoni - disse Hermione ritornando a guardare il ragazzo che aveva lo sguardo gelido.
- Davvero Hermione non mi sembrava affatto che foste intenzionati a lottare quando abbiamo affrontato Zita - disse il ragazzo -
- Cerca di capire Harry eravamo terrorizzati  - disse la ragazza - la fuga ci sembrava l'unica soluzione possibile
- Certo che tu e Ron avete una bella faccia tosta a dire che vi avrei sacrificato quando voi per primi stavate per lasciare a Zita Malfoy e sua madre, sacrificandoli per salvarvi la vita.
- Non è vero - disse la ragazza piuttosto debolmente
- Non è vero che hai pensato di scappare lasciando Malfoy alla furia di Zita - chiese il ragazzo aspettando la risposta dell'amica che era rimasta in silenzio. Non sapeva come controbattere alle parole di Harry, in fondo era vero che lei, Ron e Ginny volevano scappare lasciando Malfy a combattere da solo contro Zita.
- Se non volete combattere non mi intralciate almeno. - disse il ragazzo dando le spalle ad Hermione
- Che cosa vuoi dire Harry - chiese la ragazza quasi piangendo.
- Hai capito benissimo Hermione, non vi voglio tra i piedi - disse il ragazzo allontanandosi, una piccola lacrima era scesa sul suo viso. Sapeva di rinunciare a stare assieme alla ragazza che amava, e che facendo così la buttava letteralmente tra le braccia di Ron. Ma quello era il suo modo di amare la ragazza, non voleva metterla più in pericolo come era successo in quegli anni e soprattutto negli ultimi due giorni.
Ron nel frattempo aveva sentito solo l'ultima parte del discorso tra Harry ed Hermione e quando vide la ragazza piangere in ginocchio a terra capì che in quel momento lei aveva bisogno di qualcuno che la consolasse.
- Non piangere Hermione - disse Ron avvicinandosi a lei
- Oh Ron - disse la ragazza gettandosi tra le braccia del rosso che le accarezzava la testa nel tentativo di calmarla
- Hermione stai tranquilla, anche se Harry non ci vuole più come suoi amici io ti rimarrò al tuo fianco perchè io ti amo Hermione - disse il ragazzo mettendo una mano sotto il mento della ragazza facendole alzare il viso.
- Oh Ron io non so se è giusto, io non so se quello che provo per te possa definirsi amore - disse la ragazza allontandosi dal rosso -
- Hermione - disse il rosso abbracciandola da dietro - proviamo a stare insieme. Non saprai mai se quelli che provi per me è amore se non proviamo a stare assieme
- Forse hai ragione - disse la ragazza girandosi e mettendo le braccia attorno al collo del ragazzo, il quale avvicinò il proprio viso a quello di Hermione finchè entrambi chiusero gli occhi e si baciarono.
Harry aveva assistito a tutta la scena e in fondo si aspettava che prima o poi Ron ed Hermione si sarebbero messi assieme ma non si aspettava che la ragazza lo facesse dopo aver litigato con lui, eppure nel suo cuore sapeva che era meglio così però in quel momento stava male da morire. Vedere baciare la ragazza che amava un altro ragazzo gli aveva provocato una dolorosa fitta allo stomaco come se qualcuno lo avesse colpito e lentamente calde lacrime rigarono il ruo viso. Si girò e cominciò a correre a tutta velocità attorno al castello facendo circa una decina di giri finchè non si fermò esausto sotto un albero, continuava a piangere. Mai avrebbe pensato che il bacio tra Ron ed Hermione lo avrebbe fatto stare così male eppure doveva farsene una ragione. Aveva allontanato Hermione da se proprio per proteggerla, per non farla correre ulteriori pericoli, eppure solo il ricordo di vederli abbracciati che si baciavano lo faceva star male e si domandava come avrebbe potuto sopportare tutto questo ad Hogwarts quando sarebbero tornati a scuola.
- Meglio non pensarci - disse il ragazzo alzando e tornando nel castello per poi recarsi nella sala grande, dove già tutti stavano mangiando mentre Hermione e Ron si tenevano la mano. Il ragazzo con grande sforzo si sedette per mangiare un paio di bocconi, ma il dolore di vedere la donna che amava che teneva la mano di un altro era troppo per lui, così chiese il permesso di andare in camera sua in quanto non si sentiva bene, permesso che Silente gli accordò subito in quanto aveva capito lo stato d'animo del ragazzo, in fondo era stata una sorpresa anche per lui quando aveva visto Ron ed Hermione entrare nella sala grande mano nella mano. Harry appena fu in camera sua la chiuse a chiave e piombò sul letto dove cominciò a piangere a dirotto, il pensiero del bacio fra Ron ed Hermione lo tormentava e si addormentò senza neanche accorgersene.
Il ragazzo si svegliò il giorno dopo in tarda mattinata, aveva ancora gli occhi gonfi e indossava gli stessi abiti del giorno prima, era in uno stato pietoso e non poteva presentarsi agli altri in quello stato così fece una veloce doccia, si cambiò gli abiti e andò in sala grade dove fortunatamente non c'era nessuno. Così fece con calma colazione e nel frattempo cercava un modo per evitare di stare a contatto con Ron ed Hermione. Finita la colazione era indeciso se andare nella biblioteca per continuare le sue ricerche con il rischio di incontrare Hermione oppure andare fuori ad allenarsi con il rischio di incontrare Ron.
Optò per la seconda ipotesi, male che andava se avesse incontrato Ron lo avrebbe semplicemente ignorato, in fondo avevano litigato quindi almeno per il momento il rischio che si mettessero a parlare era scongiurato.
Harry uscì dal castello e vide con sorpresa Malfoy e Ginny che si stavano allenando sotto lo sguardo di Lupin che li stava addestrando ad evitare gli incantesimi, mentre Ron ed Hermione erano poco distanti e si tenevano per mano, sembravano che non erano intenzionati a partecipare.
- Potter ti pare questa l'ora di alzarti - disse Silente fingendosi Piton
- Mi scusi professor Piton - disse il ragazzo girandosi convinto di trovare il suo professore di pozioni, invece si trovò di fronte il preside che sorrideva divertito.
- Scusami Harry ma non ho saputo resistere a farti uno scherzo - disse il preside continuando a sorridere sotto lo sguardo stupito di Harry, che si riprese subito e ricambiò il sorriso.
- Come mai Ron ed Hermione non sono ad allenarsi con Malfoy e Ginny - chiese il ragazzo al preside
- Stamattina ho chiesto ai due Weasley ed alla signorina Granger separatamente se avessero capito che cosa avessi fatto tu per loro. La piccola Weasley con mia sorpresa mi ha detto che tu avevi combattuto per loro senza che nessuno l'aveva chiesto, in parole povere avresti dato la vita per loro. Mentre invece la signorina Granger e il signor Weasley non mi hanno saputo rispondere così gli ho detto che finchè non capiranno che cosa hai fatto tu di tanto importante per loro non gli permetterò di addestrarsi con te.
- Ne è sicuro professore, se non diamo loro la possibilità di addestrarsi verrano battuti facilmente dai demoni l'anno prossimo - disse il ragazzo che in verità non sembrava affatto dispiaciuto di non avere i due suoi ex amici con lui nell'addestramento.
- Lo saranno lo stesso anche se verranno addestrati. Finchè non capiranno che i demoni vanno affrontati con il cuore come hai fatto tu, non ti saranno di nessuno aiuto. - rispose il preside al ragazzo
- Che cosa intende professore - chiese il ragazzo
- Vedi Harry non basta essere addestrati per battere un demone, la magia da sola non è sufficiente. Occorre la magia aura per aumentare la potenza dei propri incantesimi o almeno per certi incantesimi. Per esempio lo stupeficium è un incantesimo normale, con la magia aura diventa lo stupifendo. Così come il protego si trasforma  in protezione magica o in riflessione magica. Eoden ti spiegherà meglio, l'unica cosa che posso dirti è che rompendo il sigillo che teneva bloccato Ninga noi maghi possiamo riprendere ad usare la magia aura, ma il problema è che da troppo tempo non viene usata e occorerà tempo ai maghi per ricordare per che cosa combattevano - spiegò il preside
- Però Ron ed Hermione si amano quindi sarebbero capaci di usare la magia aura - contro ribattè il ragazzo
- No Harry non è sufficiente amare un ragazzo o una ragazza per usare la magia aura - disse il preside - occorre essere pronti alla sconfitta per usare la magia aura. Però la magia aura comporta un dispendio enorme di energia soprattutto per un ragazzo che non è ancora nel pieno della sua maturità. Tu Harry eri pronto a dare la vita per la signorina Granger prima e poi per tutti i tuoi amici, questo ha portato a risvegliare la magia aura che era in te e così hai potuto usare lo stupifendo. Un alta cosa Harry noi ti addestremo nel migliore dei modi ma ricorda che la magia è varia non è affatto detto che tu non possa creare nuove magie. Ricordati che tutti gli incantesimi sono venuti dalla fantasia dei maghi. Adesso vai non voglio distrarti ulteriormente dai tuoi allenamenti.
- Grazie professore - disse il ragazzo lasciando il preside e raggiungendo Malfoy e Ginny, ignorando completamente Ron ed Hermione che per tutta risposta si scambiarono un bacio proprio di fronte a lui. O per meglio dire fu Ron a baciare Hermione che invece teneva lo sguardo fisso su Harry, ovviamente la ragazza ricambiò il bacio non rendendosi contro di quanto male facesse ad Harry.
- Cinque minuti di pausa - disse il licantropo. Entrambi i ragazzi crollarono a terra piuttosto esausti e malconci
- Buongiorno Harry - disse Lupin al ragazzo che si era avvicinato a loro -
- Come vanno Remus - chiese Harry notando i due ragazzi seduti a terra che respiravano a grandi boccate, ed avevano qualche livido
- Come inizio non c'è male, riescono ad evitare in parte gli incantesimi ma non riescono a trovare il tempo giusto per disarmarmi - disse Lupin - che ne dici Harry vuoi mostrare a loro come fare per disarmarmi
- Posso provarci Remus - disse il ragazzo estrando la bacchetta. Aveva proprio bisogno di un bel duello dimostrativo
- Sei pronto Harry - chiese Remus mettendo la bacchetta davanti a se
- Quando vuoi - rispose il ragazzo mettendo anche lui la bacchetta davanti a se pronto a cominciare il duello dimostrativo
Remus non perse tempo e cominciò a tempestare Harry di incantesimi vari che il ragazzo evitava abilmente spostandosi velocemente a destra, per poi cambiare repentinamente direzione. Continuò così per qualche secondo disorientando sempre di più il licantropo che cominciava a perdere il ritmo. Harry capì che quello era il momento adatto. Si era spostato prima a destra evitando tre incantesimi, poi bruscamente cambio direzione spostandosi a sinistra, Remus convinto che  avesse cambiato direzione cominciò a lanciare gli incantesimi alla sinistra del ragazzo cercando di anticiparlo, ma Harry aveva fatto solo un passo alla sua sinistra per poi spostarsi nuovamente a destra e sorridendo lanciò l'expelliarmus a Lupin che non aveva seguito il movimento del ragazzo e all'improvviso si trovò disarmato.
- Ben fatto Harry, sei stato bravo - gli disse il licantropo riprendendo la bacchetta - hai dato una dimostrazione su come disarmare un avversario.
- Grazie Remus - rispsoe Harry
- Niente male Potter - disse una voce facendo voltare il ragazzo, era Piton che si stava avvicinando con il suo solito passo lento, con la sua veste nere che svolazzava. - che ne dici di provare con me.
- Con piacere - disse Harry, finalmente poteva duellare con il professore che da tanti anni lo tormentava e che solo l'anno prima aveva capito il motivo.
- Severus ti lascio il posto allora - disse Lupin affiancando Gunny e Draco, seguito dopo pochi secondo da Silente
- Pronto Potter? - chiese il professore di pozioni mettendo la bacchetta davanti a se
- Certo professore - disse Harry spavaldo sicuro che avrebbe evitato l'attacco del professore. Però successe quello che il ragazzo non si aspettava, il professore fece il movimento di lanciare l'expelliarmus ma non pronunciò l'incantesimo, nonostante ciò Herry fu disarmato con su grande sorpresa.
- Ma cosa... - disse il ragazzo guardando la bacchetta a terra
- Incantesimo non verbale Potter - disse il professore - un incantesimo che avreste dovuto cominciare studiare alla fine del quinto anno per poi appronfodirlo nel sesto, ma che grazie alla Umbridge non avete fatto. Immagino che tu non sappia come funziona.
- Visto che mi ha disarmato senza pronunciare l'incantesimo, lo avrà fatto  con la mente anche se non aveva la stessa potenza di quanto viene pronunciato. - rispose il ragazzo afferrando la bacchetta da terra
- Esatto Potter, un incantesimo non verbale non ha la stessa potenza di un incantesimo verbale ma come capirai ti da il vantaggio di cogliere di sorpresa il tuo avversario per poi colpirlo con un incantesimo verbale. Molti mangiamorte sanno usare incantesimi non verbali anche se loro prediligono lanciare le maledizioni senza perdono e quelle per nostra fortuna devono essere per forza pronunciate. Ma credimi Potter non tutti i mangiamorte sono dei pazzi violenti, come ben saprai in passato tra le loro fila c'era un certo Rockwood. Ebbene lui era un abile manovratore e un abile stratega e adorava usare gli incantesimi non verbali per mettere in difficoltà i suoi avversari. Capirai anche tu che la cosa migliore per un mangiamorte è prima disarmare il proprio avversario per poi scagliargli conto tutti gli incantesimi che vuole e Rockwood in questo era secondo solo a me per abilità , perchè sapete tutti che in passato sono stato un mangiamorte.
- Certo professore ma il professore Silente ci ha spiegato tutto e si fida di lei per tanto ci fidiamo anche noi - rispose il ragazzo - se non le dispiace vorrei provare di nuovo.
- Certamente Potter in guardia - disse il professore mettendosi di nuovo in posizione di attacco
- Sono pronto professore - rispose il ragazzo che dopo due secondi si trovò prigioniero di forti funi che lo fecero cadere a terra mentre lo tenevano sempre più stretto, il ragazzo cercava di divincolarsi ma era tutto inutile.
- Finite incantatem - pronunciò Piton annullando l'incantesimo che aveva lanciato in precedenza - concentrati Potter.
- Come faccio ad eludere un incantesimo verbale - chiese Harry quasi con rabbia
- Potter il tuo problema è che ti fai prendere dalla rabbia - gli disse il professore quasi aggredendolo.
- Come faccio a non farmi prendermi della rabbia se lei mice dice solo di concentrarmi - disse Harry quasi gridando
- Perchè se fossi stato calmo ti saresti reso conto che avevi ancora la bacchetta in mano, avresti potuto tu stesso recitare la formula del finite incantatem in modo da liberarti e di lanciare a tua volta un incantesimo contro di me. - gli spiegò il professore
- Mi scusi professore Piton, ha ragione. - gli disse mestamente Harry
- La bravura e l'istinto non bastano in un combattimento - gli disse Piton - finora te la sei cavata bene ma anche grazie ad una notevole dose di fortuna e quella non ti assisterà per sempre. Se vuoi battere un mago oscuro devi imparare a stare calmo anche nelle peggiori situazioni
- Ho capito - rispose il ragazzo nuovamente agguerrito, mentre Hermione osservava attenta l'evolversi dell'addestramento di Harry nonostante Ron cercasse di prendere la sua attenzione
- Vuoi riprovare Potter - gli chiese Piton sapendo già la risposta
- Certo professore - disse il ragazzo mettendosi sulla difensiva. Non sapeva proprio come fermare un incantesimo non verbale, tanto che senza neanche il tempo di accorgersene fu prima disarmato e poi bloccato con petrificus totale.
- Non va bene Potter - disse il professore liberandolo dall'incantesimo. Il ragazzo non perse tempo prese la bacchetta e lanciò un expelliarmus ma Piton con un colpo pigro della bacchetta rispedì l'incantessimo al mittente, così che Harry si trovò nuovamente disarmato.
- Mossa prevedibile Potter, non riuscirai mai a farmi qualche danno se non riuscirai a mantenere la calma. - gli disse ancora una volta il professore - rimettiti in piedi e ricominciamo.
Il ragazzo non sapeva proprio come fermare il suo professore che continuava a lanciargli diversi incantesimi che finivano sempre con il colpire Harry che puntualmente finiva a terra. L'addestrameno durò per ore sotto lo sguardo attento di Silente e di Hermione mentre Ron aveva deciso di schiacciare un pisolino sotto l'albero, invece Lupin aveva ripreso ad addestrare Ginny e Draco.
- In piedi Potter - gridò Piton - hai chiesto tu che ti fosse insegnato qualcosa di più del fattucchiere ordinario, così non solo non imparerai mai ma mi stai facendo perdere tempo. Cerca di sentire la magia Potter.
- Sentire la magia. Ha ragione se posso percepire le auree posso percepire anche la magia. Finora mi concentravo sul viso di Piton ma sbagliavo. E' la bacchetta che devo controllare e devo anticipare il movimento percependo l'incantesimo. -  pensò il ragazzo mettendosi nuovamente in piedi concentrandosi questa volta sulla bacchetta.
- Sei pronto Potter - disse nuovamente Piton mettendosi in posizione di attacco
- Certo professore - rispose il ragazzo mettendosi in posizione di difesa concentrandosi completamente sulla bacchetta.
Il professore fece il movimento per usare l'incantesimo di disarmo, Harry questa volta capì il movimento e riuscì ad usare il protego anche se per poco non perse la presa sulla bacchetta, in quanto a differenza del professore lui doveva gridare i nomi delle magie in quando non aveva ancora la stessa padrodanza del suo insegnante. Il problema era che Harry facendo così riusciva solamente a difendersi e non aveva la possibilità per attaccare. Purtroppo successe proprio quello che il ragazzo aveva pensato, le sue mosse erano troppo lente e alla fine il professore riuscì a disarmarlo.
- Niente male Potter - gli disse il professore - un miglioramento notevole. Sono riuscito a disarmarti solo al decimo incantesimo. Ma non basta seguire il movimento della bacchetta, devi prendere coscienza delle tue capacità, devi percepire la magia.
- Grazie professore Piton - disse il ragazzo prendendo la sua bacchetta da terra per l'ennesima volta - cercherò di fare meglio la prossima volta
- Per oggi basta così riprenderemo domani - disse il professore allontanandosi assieme al preside, mentre Lupin, Ginny e Draco erano già rientrati da circa mezz'ora nel castello. Cosi rimasero solamente Harry he osservava Hermione e Ron che continuava a stare sotto l'albero.
Ormai era quasi il tramonto, mentre la notte cominciava a dare i primi segni della sua presenza. Harry continuava a guardare la ragazza, era bellissima soprattutto perchè il sole risaltava tutta la sua bellezza, ma anche Hermione era attratta da quei bellissimi occhi verdi di Harry che in quella particolare atmosfera risaltavano ancora di più. Era un molte molto toccante dove sia ad Harry che ad Hermione era scesa una lacrima sul viso, segno inequivocabile che i due ragazzi erano vicini l'uno all'altro ma anche tanto lontani.
A rompere quel momento fu Harry che decise di ritornare nel castello, non poteva stare oltre a guardare la ragazza altrimenti sarebbe stato sicuro che le avrebbe dichiarato i suoi sentimenti e lui questo non doveva assolutamente permetterlo. Hermione si asciugò la lacrima, prima di svegliare Ron e insieme tornarono nel castello mano nella mano.
Harry mangiò tutto di buon grado visto che l'addestramento di Piton lo aveva messo a dura prova per poi recarsi a letto, seguito dopo pochi minuti da tutti gli altri presenti, compresi Ron ed Hermione.
Erano passati ormai diverse ore durante le quali Ron proprio non riusciva a prendere sonno, così uscì dalla propria stanza senza svegliare Billy e Charlie ed uscì dal castello per ammirare la luna e per respirare un po' di aria fresca. Finchè accadde tutto in pochi secondi, gli occhi del ragazzo divvennero rossi, mentre i suoi capelli divennero neri, una potente aura emanava dal suo corpo.
Harry si svegliò si soprassalto percependo quella terribilie aura che era durata solo per un secondo, ma più che sufficiente per il ragazzo che riuscì a percepirla. Lo sguardo di Harry era di pura preoccupazione, sentiva che un nuovo nemico era lì nelle vicinanze e temeva per tutti gli abitanti del castello soprattutto per Silente, Piton e Lupin che fra tutti sembravano quelli maggiormente capaci di percepire le auree. Così il ragazzo uscì dalla sua camerca cercando di fare il meno rumore possibile per recarsi fuori dal castello dove la luna illuminava con la sua luce. Harry notò che vicino al cancello vi era una persona e lo raggiunse, voleva vederci chiaro.
- Ron, non riesci a dormire - chiese Harry
- Ron - disse il ragazzo girandosi verso Harry emanando di nuovo la sua aura oscura - dunquè è così che si chiama il ragazzo.
- E tu chi saresti? - chiese Harry mettendosi in guardia estraendo la sua bacchetta, ormai aveva preso l'abitudine di averla sempre con se in tasca anche quando dormiva.
- Io sono Seth e tu chi saresti - chiese a sua volta Ron-Seth
- Harry Potter - rispose il ragazzo - che cosa vuoi da noi
- Dunque tu saresti Harry Potter, il bambino sopravvissuto che tutto il mondo magico venera. Vediamo se la tua fama è meritata Harry - disse Ron lanciandogli contro una sfera oscura che Harry non riuscì ad evitare in quanto fu colto di sorpresa e cadde a terra rovinosamente.
- Proprio come pensavo - disse Ron-Seth avvicinandosi ad Harry facendo appararire nelle sue mani una spada lunga circa un metro con l'impugnatura a forma di cane,  con la lama completamente dorata. Harry si rialzò all'improvviso e gli lanciò contro uno stupeficium, colpendolo in pieno. Ma il ragazzo non cadde a terra ma bensì continuava a camminare in direzione di Harry come se nulla fosse successe. Ron lo attaccò con l'intezione di decapitarlo ma Harry si abbassò rapidò e gli lanciò uno stupifendo che fece indietreggiare il ragazzo di qualche passo.
- Niente male Harry, mi devo ricredere. Però è un peccato per te ovviamente perchè ora che ho visto che sai usare la magia aura non posso lasciarti in vita, quindi devi morire. - disse Ron-Seth aumentando la sua aura oscura
- Ma va, chissa come mai non sono affatto sorpreso - rispose il ragazzo emanando la sua aura bianca anche se ancora non era consapevole del suo potere.
- Ma guarda che sorpresa possiedi l'aura bianca - disse Seth pronto a lanciarsi all'attacco con la sua temibile spada
- Fatti sotto Seth - gli rispose Harry mettendo la sua bacchetta davanti a se pronto a combattere contro un avversario che almeno all'apparenza sembrava impossibile da battere per un mago.




un enorme grazie a tutti gli tenti che leggono la mia storia. Questa per me è la mia prima fan-fic e sono contento che viene letta da molte persone.
Saundersery penso che la verità su ron ti lascerà un po' sorpreso e ti chiederai come farà Harry a battere un dio anche se non è completamente sveglio. dovrai aspettare il prossimo capitolo
lady-bella mi fa piacere che ti sia piaciuto il capitolo, sia l'undicesimo che il dodicesimo era indispensabili per far capire il proseguo della storia. Ci saranno sorprese per l'entrata della quinta casa. Su Draco non anticipo nulla.
Edocast grazie per la recensione, ma per quanto mi sforzi di evitare gli errori purtroppo qualcuno mi sfugge sempre. Riguardo Ron ed Hermione diciamo che alcuni sentimenti gli impediscono di vedere la verità.
Auro_san credo che con questo capitolo mi vorrai uccidere ma abbi pazienza. Il bello deve ancora venire

un enorme grazie vanno anche a tutti coloro che hanno messo la storia fra le seguite e le preferite

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Capitolo 14
*** un avversario temibile ***


                                                capitolo 14

                                            Un avversario temibile
- Mio signore sono arrivati - disse Codaliscia a Lord Voldemort
- Molto bene falli aspettare - ordinò Voldemort sempre con quella sua voce che somigliava al sibilo di un serpente - Veramente vorrebbero vederla subito - ribattè Codaliscia in tono di paura. Sapeva che far adirare il suo signore era una pessima idea, ma anche non accontentare i nuovi arrivati lo era
- Quanta impudenza - disse la voce di un ragazzo che era appoggiato al muro, con il piede sinistro appoggiato al destro mentre aveva le braccia incrociate, il suo viso era nascosto nell'ombra.
- Gli vado ad insegnare un po' di educazione - disse il ragazzo incamminandosi verso la porta
- Prendi questa - disse il signore oscuro lanciando al ragazzo una bacchetta completamente nera con l'impugnatura a forma di fenice nera - ti sarà utile ma non ucciderli mi servono vivi.
- Ok ma non prometto nulla - rispose il ragazzo uscendo dalla porta per recarsi ad accogliere quei maghi che avevano avuto l'ardire di richidere immediata udienza. Il ragazzo uscì dalla casa e si ritrovò a vedere i maghi egiziani della setta di Seth
- Che cosa volete - chiese il ragazzo
- Vogliamo parlare con Voldemort - disse un soldato puntandogli contro la lancia
- Primo non osare pronunciare il suo nome, per voi è il signore oscuro. Secondo ti conviene abbassare quella lancia se non vuoi farti molto male. - Sarai tu a farti molto male se non ci fai parlare con il tuo signore oscuro - ribattè il soldato che aveva la lancia puntata contro il ragazzo
- Davvero - disse il ragazzo in tono sarcastico - perchè non mi mostri come
- Te la sei cercata ragazzino - disse il soldato lanciandoli contro una sfera oscura che il ragazzo parò con un pigro colpo della bacchetta, sorprendendo il soldato. Immediatamente altri cinque soldati lanciarono le loro sfere ma il ragazzo le bloccò tutte quante con la sua bacchetta che sembrava non risentire affatto dei colpi subiti.
- Nessuna bacchetta magica può parare le sfere oscure così - disse un uomo che era un poco più indietro, il quale indossava anche lui una maschera a forma di cane e indossava una tunica bianca.
- Davvero, eppure io l'ho appena fatto ma forse non sai che questa bacchetta è particolare - disse il ragazzo aumentando la propria aura oscura, alle sue spalle si cominciò a formare una fenice nera fatta esclusivamente di fumo nero.
- Non è possibile - esclamo l'uomò, con voce spaventata, che altro non era che un sacerdote di Seth
- Invece si - rispose il ragazzo - e se non vuoi che qualcuno di loro si faccia male digli di aspettare - finì il ragazzo dando loro le spalle per ritornare nella casa.
- Con chi credi di parlare stupido ragazzino - disse un soldato correndo verso di lui, mentre un sorriso si era formato sulle labbra del ragazzo
- No fermati - gridò il sacerdote - Stolto - disse il ragazzo, girandosi verso il soldato ed evitando la lancia abbassandosi - stupeficium oscuro - gridò il ragazzo lanciando un potente schiantesimo che colpì in pieno il soldato che finì a terra diversi metri. La sua tunica era completamente distrutta e la magia protettiva che avrebbe dovuto difenderlo era stata inutile contro quel terribile attacco.
 - Non è morto - disse il ragazzo - ma se oserete attaccarmi di nuovo non sarò così clemente, e ora aspettate. Tra poco il signore oscuro vi riceverà.
- Però niente male il fratellino se la sa cavare piuttosto bene - disse una ragazza sui sedici anni, piuttosto attraente con lunghi capelli neri e ricci. Anche lei aveva una bacchetta nera con l'impugnatura di fenice, e aveva osservato la scena dalla finestra del secondo piano della casa.
- Già e inoltre la bacchetta l'ha accettato ed è entrata in sintonia con lui, ottimo - disse Bellatrix Lestrange
- Eccomi qua - disse il ragazzo rientrando nella stanza dove vi erano il signore oscuro, Bellatrix e la ragazza
- Ottimo lavoro Glemm - gli disse il signore oscuro -
- Che stupidi i soldati di Seth. Non sanno che nessuno è invincibile, la loro magia sarà anche potente e antica ma non possono nulla contro la magia delle ombre.
 - Glemm, Rigel o una bella notizia per voi, quest'anno si va ad Hogwarts - gli disse il signore oscuro - tramite una nostra spia nel ministero, abbiamo saputo che il primo ministro vuole far andare i ragazzi di Durmstrang e di Beauxbotans di nuovo ad Hogwarts. Ma solo i ragazzi che vanno dal quinto al settimo anno. Sembra che si siano messi in testa di istruire i maghi delle due scuole contro l'uso delle arti oscure e come difendersi da esse.
- Ne sono felice - disse Rigel
- Anche io non vedo l'ora di incontrare Harry Potter e Silente - disse Glemm sorridendo in modo sinistro - Pagheranno con la vita per averci tenuto lontano da nostro padre e per averne causato la morte - disse Rigel Voldemort e Bellatrix sorrisero in modo diabolico, il loro piano stava funzionando meglio di quanto pensassero e se tutto andava come stabilito quest'anno sulla scuola di magia si sarebbe scatenato un ondata di violenza e paura. Sarebbe stata la fine dei due maghi che intralciavano il cammino del signore oscuro.

Nello stesso tempo in cui i due ragazzi di Voldemort giuravanno vendetta nei confronti di Harry Potter, quest'ultimo stava affrontando il suo amico Ron che era posseduto da Seth. Però aveva due problemi primo non sapeva come battere un semidio egizio, perchè al momento questo era Ron; e secondo non voleva fargli del male. Era vero che gli aveva detto delle cose terribili probabilmete dettate anche dal potere di Seth ma lui non poteva fargli del male. In fondo a parte litigare non era successo nulla di tanto grave da meritare di essere lasciato alla mercè di un dio, eppure doveva trovare un modo per districarsi da quella situazione, anche perchè Seth aveva tutte le intenzione di ucciderlo. Oltretutto la magia normale non funzionava contro un semidio ed Harry appena iniziato il duello era stato costretto ad usare lo stupifendo questo significava che ne poteva lanciare altri cinque prima di cadere disteso a terra privo di forze. Seth sembrava sapere queste cose e non dava l'impressione di voler attaccare. Harry sapeva anche che avrebbe dovuto appellare la spada di Godric per potes sperare di potersi difendere dagli attacchi di Seth. Harry teneva la propria bacchetta puntata contro Ron ma sapeva perfettamente che nessuno dei suoi incantesimi avrebbe funzionato contro di lui e non sapeva proprio come fare- All'apparenza Ron in quel momento era l'avversario più temibile che avesse mai incontrato, un avversario che non aveva punti deboli e che poteva eliminarlo come e quanto voleva. Piccole gocce di sudore scendevano dalla fronte di Harry, e non era dovuto al caldo della notte ma bensì alla tensione di dover combattere, anche se prima aveva dichiarato che non si sarebbe fatto uccidere, sapeva benissimo che in quel combattimento sarebbe potuto morire tranquillamente. Ironia della sorte, il fato aveva deciso che doveva essere Seth a togliergli la vita per mano del suo migliore amico, perchè per quanto avessero litigato e per quanto Harry soffrisse nel vedere la donna che amava stare con lui, Ron rimaneva comunque il suo primo amico che aveva avuto nel regno magico.
- Questa volta non riuscirò ad uscirne vivo - pensava il ragazzo continuando a sudare, tenendo sempre la bacchetta puntata contro Ron - dubito che anche un avada potrebbe ucciderlo. Come posso battermi alla pari contro un dio? Non ho nessuna speranza, eppure in qualche modo devo farcela. Come posso batterlo se non voglio ferire Ron?
- Che cosa ti prende Harry? E' forse paura quello che leggo sul tuo viso? - chiese Ron - fai bene a essere terrorizzato, tu un semplice mago non potrai mai battere un dio anche se la mia potenza non è completa.
- Che cosa vuoi dire che la tua potenza completa - chiese Harry - Semplice Harry - disse un ragazzo con i capelli rossi, aveva un pugnale e uno scudo rosso - quando fu fatto il rito solo una parte di Seth è stata trasferita in Ron
- Guarda chi si vede Billy il mio caro fratellone - disse Ron-Seth
- Lascia stare Harry e combatti contro di me - disse Billy
- Per me un avversario vale l'altro, nessuno di voi maghi è in grado di battere un dio - disse Ron - per quello che mi riguarda potete anche attaccare entrambi
- Stai indietro Harry per il momento lascia combattere me - gli disse Billy
- C'è un modo per fermalo? - chiese Harry sempre in posizione di guarda
- Al momento no ma se lo facciamo combattere fino all'alba lo spirito di Seth si quieterà fino alla prossima luna piena dove noi saremo preparati.- disse Billy
 - Praticamente dovremo combattere per gran parte della notte, se questo è l'unico modo per calmare lo spirito di Seth allora lo faremo. - disse Harry
- Lascia che inizi io per primo - ripetette Billy -
 - Va bene - rispose il ragazzo non capendo perchè Billy ci tenesse così tanto a lottare contro il fratello - dopo mi spieghi come ha fatto l'anima di un dio egizio a finire nel corpo di Ron.
- Se ne usciamo vivi sicuramente si - disse Billy - tu più di chiunque altro meriti una spiegazione.
Billy aveva aumentato la sua aura pronto a scagliarsi contro il fratello che non si era messo in posizione di difesa, anzi la spada era rivolta verso il terreno e l'altro braccio era disteso lungo il corpo. Sul suo viso si era formato un piccolo sorriso ironico, quasi sapesse che il fratello non lo avrebbe mai battuto.
- In guardia Seth - gli disse Billy
- Non ho bisogno di mettermi in guardia in contro di te Billy so benissimo che non oserai mai attaccarmi con tutte le tue forze. Ma visto che non mi attacchi tu lo farò io. - gli disse Seth correndo verso Billy con la propria spada sempre rivolta verso il tereno. Billy pensava che il fratello avesse intenzione di usare la spada e quindi si era concentrato sulla lama per parere l'eventuale attacco, e in effetti così sembrava in quanto Seth aveva impugnato la lama con entrambe le mani. Billy aveva messo il suo scudo davanti a se pronto a bloccare il colpo ma Ron fece un movimento improvviso spostandosi alla sua destra per poi togliere rapido la mano sinistra dalla spada per puntarla contro Billy e da essa fece partire una sfera oscura che colpì in pieno il mago che cadde a terra rovinosamente.
- Gli standard degli spezzaincantsimi si sono abbassati molto in questi secoli. Una volta gli spezzaincantesimi erano il fiore all'occhiello dell'Egitto, maghi tanto potenti che nessuno osava invadere il regno. E ora guardati è bastato un trucchetto per metterti al tappeto. E ironia della sorte morirai per mano di tuo fratello. - gli disse Seth sollevando la propria spada. Billy era tramortito dal colpo subito e non riusciva neanche a prendere il suo scudo per difendersi, era ormai rassegnato ad una fine ingliriosa e chiuse gli occhi proprio mentre Seth abbassò con forza la propria spada. Ma la lama non colpì Billy perchè il colpo fu fermato da un altra lama di colore rosso. Seth fece salire il proprio sguardo al padrone della spada rossa e si accorse che era arrivato Charlie che aveva salvato appena in tempo il fratello.
- Guarda un po' chi è arrivato l'altro care fratellone Charlie - disse Seth allontanandosi di qualche passo dai due maghi.
- E per te le sorprese non sono ancora finite Seth - disse il ragazzo estranedo una sfera evocando il signore dei draghi Faiar che apparve in un tornado di fiamme a fianco del suo evocatore. Sia l'evocatore che il signore dei draghi sapevano che sarebbe stata una battaglia dura e che difficilmente ne sarebbero potuti uscire vincitori ed era impensabile per loro combattere per tutta la notte contro un dio. Eppure era l'unico modo che avevano per salvare Ron in quanto se il dio li avesse battuti sarebbe stato libero di uscire dai confini del castello per smateriallizzarsi ed unirsi ai suoi seguaci per completare il trasferimento dell'anima del dio. In altre parole se loro venivano sconfitti Ron moriva. Il primo ad attaccare fu Charlie che incalzò il dio con la sua temibile spada, purtroppo però Ron parava tutti i colpi con impressionante disinvoltura e con altrettanta facilità passò dalla difesa all'attacco costringendo il fratello ad una strenua difesa. Il duello durò per qualche minuto finchè Ron inciampò, stava per cadere a terra e Charlie partì all'attaccò con l'obiettivo di disarmarlo ma era proprio quello che voleva Ron che appoggiando la mano sinistra a terra si diede una spinta colpendo al viso Charlie che cadde a terra. Ron grazie allo slancio che aveva fatto prima si era rimesso in piedi e stava per colpire il fratello quando intervenne Faiar che gli lanciò diverse sfere di fuoco che Seth parava abilmente con la sua spada dorata senza il minimo sforzo.
Harry nel frattempo assisteva al combattimento con molta attenzione e cominciava a capire che cosa volesse dire Piton quando parlava di percepire la magia. Infatti il ragazzo aveva capito con un attimo di anticipo che Faiar stava per attaccarlo e tutt'ora riusciva a vedere delle piccole scie che anticipavano il colpo lanciato dal signore del drago. Finalmente aveva capito, ogni colpo o incantesimo che veniva lanciato veniva anticipato da una scia magica che ne indicava la traiettoria. Infatti Harry riusciva a vedere una scia rossa che anticipava la sfera di fucco che veniva lanciata da Faiar. Faiar interruppe il suo attacco, si era reso conto che era completamente inutile continuare, il dio riusciva ad anticipare le sue mosse ed era palese che percepiva la magia, il che lo rendeva un avversario quasi imbattibile. C'era un unica possibiltà per batterlo era quello di privarlo della sua spada o creare un colpo tanto potente da impedire di essere fermato. Il colpo più potente di Faiar era forza solare, che era una potentissima sfera di fuoco nella quale era rinchiusa il potere del sole, ma non poteva usare quel colpo perchè avrebbe potuto uccidere Ron e chiunque era a meno di cento metri dall'esplosione il che significava uccidere tutti i maghi, compresi quelli del castello e lui questo non poteva farlo.
- Che cosa fai Faiar tentenni? Non hai il coraggio di rischiare il tuo colpo più potente per combattere contro di me, ma vedi loro moriranno in ogni caso o uccisi dal tuo colpo o uccisi da me. Non fa molto differenza per loro - disse Ron in tono sarcastico.
- Non hai considerato la terza possiubilità Seth - disse Harry, il quale gli stava puntando la bacchetta contro.
- I maghi della luce non si arrendono mai e non lo faranno neanche Charlie e Billy. L'unico modo per avere Ron indietro è quello di farti combattere per tutta la notte e puoi essere sicuro che non molleremo.
- Harry proprio non lo vuoi capire che non mi batterete mai, l'unica cosa che puoi fare è morire prostrandoti ai miei piedi come dovrebbero fare tutti maghi. - disse Seth in tono quasi iroso, cominciava ad essere stufo del modo di parlare del ragazzo
- Non farmi ridere dio del male. Uccidimi pure ma non mi vedrai prostrare ai tuoi piedi, un mago combatte sempre in qualsiasi caso soprattutto se ha un giusto motivo per battersi. - disse Harry preparandosi allo scontro. - Allora vorrà dire che morirari combattendo - disse il dio lanciando una sfera oscura che Harry evitò facilmente spostandosi alla sua sinistra, sotto lo sguardo stupito del dio che non si aspettava che il ragazzo avrebbe evitato la sua sfera con tanta facilità. Ma Seth non si diede per vinto e ne lanciò rapido tre sfere, Harry la prima la evitò spostandosi alla sua destra; la seconda la evitò abbassandosi in quanto la sfera era diretta akka sua destra e la terza la evitò buttandosi alla sua destra per rimettersi subito in piedi e rapido gli lanciò due bombarda maxima che Seth li bloccò com la sua spada
- Complimenti Harry, hai evitato facilmente le mie sfere oscure come hai fatto? - chiese il dio
- Ognuno ha i suoi segreti Ron e poi te l'ho detto un mago non si arrende mai - rispose Harry mettendosi in posizione di difesa
- Questo lo credi tu Harry, hai deciso di provocarmi e ora la pagherai. Prima di morire ti farò implorare pietà - disse Ron lanciandogli un'altra sfera oscura che Harry evitò facilmente e gli lanciò numerosi incantesimi che Ron parava grazie alla sua formidabile spada senza arretrare di un solo passo. Sembrava che fossero in una posizione di stallo, ma non era così. Harry sapeva fin troppo bene che non aveva ancora le capacità per lottare alla pari contro Seth, anche se ignorava che nel corpo del suo amico vi era solo un frammento dello spirito del dio.
Ron impugnò la spada con entrambe le mani e la sollevò sopra la propria testa, poi lentamente fece un movimento a trecentosessanta gradi formando un cerchio dorato, quindi ritornò ad impugnare la spada con la propria mano destra mentre la sinistra la indirizzò verso il cerchio. Harry era completamente paralizzato in quanto aveva percepito la traiettoria magica della sfera del dio che era indirizzata al cerchio solo che da essa ne uscivano cento, tutte indirizzate al corpo del ragazzo. Harry però si riprese subito da quello stato di paralisi e quando Ron lanciò il suo attacco, il ragazzo si buttò alla propria sinistra evitando l'attacco. Seth ne lanciò subito un altro ma Harry riuscì a darsi una spinta con le gambe, mise le mani a terra e fece una capriola evitando anche quel secondo attacco solo che questa volta era disteso a terra completamente inerme. Infatti Ron lanciò il suo terzo attacco ma Harry puntò la bacchetta sul terreno e grazie ad uno ascendio evitò anche quell'attacco; in seguito grazie ad una torsione riuscì a mettersi in posizione verticale e lanciò rapido due stupeficium che con enorme sorpresa del ragazzo si infransero sul cerchio dorato del dio. Harry atterrò e si mise nuovamente in poszizione di guardia, era rimasto sopreso da quello che era successo, non si aspettava che il proprio attacco si infrangesse contro il cerchio. - Harry questo cerchio dorato ha molteplici funzioni. La prima è che mi permette di moltiplicare il mio attacco per cento; il secondo è che funziona come difesa contro un attacco nemico e il terzo è un incantesimo che se solo volessi potrei far durare in eterno in quanto questo è magia egizia di un dio. Gli incantesimi che mi lanci sono ben misera cosa paragonata alla potenza di un dio.
- Forse hai ragione Seth ma io non sto combattendo contro di te ma contro Ron - controribattè Harry cecando di recuperare quante più energia possibile in quei momento di stasi. Per questo cercava di dare corda al proprio amico, inoltre facendo così faceva passare il tempo e lui sapeva che anche un solo secondo guadagnato era importante. Mancava ancora molto tempo all'alba ma lui sapeva che quel secondo guadagnato poteva significare la differenza tra la vita e la morte in quanto era consapevole che l'unico modo che aveva per battere Seth era quello di far ritornare Ron in se stesso e quindi doveva aspettare l'alba proprio come Billy aveva detto.
- Credo che tu non abbia capito la situazione Harry, io posso tenere attivo la mia magia specchio multiplo anche per tutto il combattimento, in pratica tu non puoi colpirmi ma io si - disse Ron
- Non esserne tanto sicuro posso evitare i tuoi colpi - rispose Harry preparandosi ad evitare il colpo di Seth che aveva puntato la mano contro il cerchio magico. Ma proprio in quel momento vide che erano puntate contro di lui trecento scie magiche che erano dirette in tutte le direzione e lui per quanto veloce fosse non sarebbe mai riuscito ad evitare un attacco di quella portata. Ron lesse il terrore nello sguardo di Harry segno evidente che aveva non solo capito che attacco voleva fare ma che addirittura era pronto ad anticiparlo e questo stava ad indicare una sola cosa che il maghetto sapeva percepire la magia ma nonostante questo non si sarebbe salvato dal suo colpo. Harry sapeva che se non si fosse fatto venire in mente qualche idea sarebbe morto, infatti era impensabile che avrebbe potuto reggere ad un attacco di quella portata; sapeva anche che non esisteva nessuna magia di quello che aveva studiato che lo avrebbe potuto salvarlo, quando all'improvviso gli venne in mente la magia che Lupin e Piton avevano usato pochi giorni prima per difenderlo dai demoni. Sapeva che probabilmente non avrebbe funzionato contro le sfere oscure di Seth e con molta probabilità non sarebbe riuscito ad evocare un incantesimo che non conosceva ma non aveva molto da fare, poteva aspettare di essere colpito a morte oppure avrebbe potuto tentare di evocare un incantesimo mai provato.
Harry decise che avrebbe provato a combattere lo stesso anche se le sue possibilità di resistere a Ron in forma divina erano davvero molto scarse; ma lui non poteva arrendersi. Se non avesse fatto tornare Ron in se stesso Hermione ne avrebbe sofferto e lui questo non poteva sopportarlo, soprattutto perchè la sua sconfitta sarebbe coincisa con il dolore della ragazza. Ed Harry non voleva che ciò accadesse, amava troppo Hermione per permettere che fosse lui il responsabile del dolore della ragazza, perchè era quella la realtà se lui moriva Ron sarebbe sparito facendo soffrire oltremodo la ragazza. Proprio per l'amore che provava per Hermione avrebbe provato ad evocare quell'incantesimo. Seth lanciò in rapida successione tre sfere oscure che colpirono il cerchio dorato, da esso ne uscirono trecento che erano dirette tutte verso Harry per un diametro di dieci metri, in questo modo in qualsiasi direzione si fosse buttato il maghetto sarebbe stato colpito.
- Protezione magica - gridò Harry puntando la bacchetta davanti a se, la quale era diventata di nuovo bianca. Davanti ad Harry si creò uno cerchio di energia che lo protesse dall'attacco di Ron, il quale piombò sul ragazzo con la spada dorata alzata sopra la testa e con un gran colpo distrusse lo scudo. Harry fece un passo all'indietro evitando il colpo mortale ma Ron gli puntò contro la mano facendo partire in rapida successione tre sfere oscure, che Harry rapido evitò spostandosi in avanti portandosi al di sotto della traiettoria magica, quindi puntò la bacchetta allo stomaco di Ron e lo colpì con uno stupifendo facendo finire il ragazzo contro un albero per poi finire a terra, leggermente tramortito. Harry guardò di nuovo la sua bacchetta, che era tornata di nuovo nera, e continuava a chiedersi come mai cambiava colore. Però era grato di quello metamorfosi, in quanto era sicuro, che in condizione normali non avrebbe mai potuto creare un incantesimo di difesa tanto potente da poter fermare l'attacco di Ron, che aveva reagito con incredibile prontezza di riflessi attaccando con la spada, era stato solo grazie ai suoi riflessi di cercatore che era riuscito ad evitare il colpo. Se fosse rimasto fermo la lama avrebbe non solo distrutto lo scudo ma lo avrebbe colpito senza dargli scampo. Non c'erano più dubbi lo spirito di Seth che dimorava in Ron lo aveva reso un avversario temibilissimo, più di qualsiasi altro avversario incontrato fino ad ora, solo Zita gli aveva fatto provare un tale sensazione di inferiorità, perchè lui era consapevole che era inferiore a Ron in quel momento. Eppure in qualche modo doveva far passare quella maledetta notte
Nel frattempo Hermione, Piton e Silente erano usciti fuori dal castello attratti dai rumori della lotta, fu una sorpresa per la ragazza vedere Harry attaccare Ron con lo stupifendo.
- Ron - gridò la ragazza attirando lo sguardo di Harry. Mai il ragazzo avrebbe voluto che Hermione assistesse al combattimento tra di loro. Leggeva nello sguardo della ragazza prima stupore per quello che era successo e poi una punta di odio diretta a lui, in fondo come poteva darle torto; aveva appena assistito alla lotta tra il suo fidanzato e lui.
- Si fermi signorina Granger - disse Silente tenendola per la spalla - quello che vede non è Ron al momento ma Seth.
- Come è possibile - chiese Hermione notando che Ron si stava rialzando
- E' successo tutto quando Ron si recò in Egitto al terzo anno - disse Silente raccontando alla ragazza la storia del rapimento del ragazzo, fino a quando non fu salvato da Billy anche se nonostante il suo intervento, un frammento del pugnale era finito nel corpo del ragazzo. Anche Billy approfittò di quel momento per raccontare brevemente il rapimento del fratello ed Harry rimase sorpreso di sentire quella storia, non avrebbe mai immaginato che avrebbero usato Ron per far ritornare in vita Seth, ma soprattutto era rimasto sorpreso nel sentire che i mangiamorte avevano aiutato i seguaci di Seth. Harry stava ascoltando il raccontpo del fratello di Ron quando percepì la scia di una sfera oscura indirizzata verso Billy. Harry riuscì a metterdsi davanti a Billy appena in tempo, bloccando il colpo con la sua protezione magica, anche se la potenza del colpo lo fece finire a terra assieme al rosso. Ron lanciò altre due sfere contro Harry che purtroppo era ancora disteso a terra, ma in suo aiuto intervenne Faiar che gli fece da scudo bloccando le due sfere; poi fu lui a lanciare in rapida successione decine di sfere di fuoco ma che Ron parava con sorprendente abilità con la sua spada dorata. Più il combattimento andava per le lunghe e più Faiar era convinto che solo usando il suo colpo più potente avrebbe potuto mettere in difficolta Ron, però era anche cosciente che se avesse usato quel colpo avrebbe ucciso tutti i presenti. Ron rapido si spostò alla sua destra e riformò il cerchiò dorato con il quale ricomnciò a tempestare Faiar di sfere oscure, era un attacco molto violento e alla fine il signore del drago fu scaraventato a terra. Ron mise la spada davanti a se, e la lama comnciò ad essere circondata da un alone dorato, lo stesso alone aureo che copriva anche Ron, mentre Faiar con un enorme sforzo di volonta riusci a mettersi nuovamente in piedi.
- Preparati a ritornare nella tua gemma signore dei draghi. Freccia dorata - gridò Ron lanciando dalla sua spada una freccia di energia dorata che colpì Faiar che sconfitto dovette ritornare nella sfera.
- E ora cosa pensate di fare? Visto che Faiar non potrà essere evocato prima di ventiquattro ore? - chiese Ron spavaldo
- Dice la verità Charlie - chiese Billy rialzandosi, mettendo lo scudo rosso davanti a se
- Purtroppo si - rispose il maggiore dei fratelli mettendosi in posizione di guardia, Faiar non può essere ucciso, ma quando viene sconfitto in battaglia deve ritornare nella sua sfera e deve rimanerci per un giorno intero. Sono stato uno sprovveduto, non avrei dovuto usare subito Faiar, era l'unico che era in grado di tenere testa a Ron.
- E inutile pensarci - disse Harry appellando la spada di Godric Grifondoro, che lo raggiunse in un paio di secondi, mettendosi anche lui in posizione di guardia.
- Qualche idea su come batterlo Harry - chiese Billy
- No - rispose Harry non distogliendo lo sguardo da Ron - in fondo in vostro fratello vi è l'anima di un dio anche se non è completa. Ha solo una parte ma basta a dargli dei poteri superiori a quelli di noi maghi e questo fa di Ron un avversario quasi imbattile. La prima cosa da fare è togliergli quella spada con la quale blocca tutti i nostri incantesimi e poi dobbiamo cercarlo di farlo stancare il più possibile in modo da renderlo inoffensivo.
- Sarà difficile disarmarlo - disse Charlie - ha le ablità di un dio dalla sua parte
- Non abbiamo altra scelta - disse Harry preparandosi ad attaccare l'amico. Sapeva anche lui che disarmare Ron era un'impresa impossibile per loro, ma dovevano riuscirci per il bene di Hermione. Se Ron fosse sparito o peggio morto lei sicuramente ne avrebbe sofferto e lui questo non poteva permetterlo.
- Abbiamo solo un modo per batterlo, dobbiamo attaccarlo tutti e tre assieme - disse Billy - Attacchiamolo da direzioni differenti, forse riusciamo a coglierlo di sorpresa - disse Harry rivolgendosi ai due fratelli Weasley. Anche se dubitava fortemente che lo spirito di Seth che era in Ron si sarebbe fatto cogliere impreparato. In verità Harry cercava di avere quante più informazioni possibili sulle abilità del suo avversario. Sapeva che affrontare un avversario sul quale non si sapeva nulla era un errore che poteva costare caro, e lui era più che consapevole che Seth non aveva ancora sfoggiato la sua piena potenza, e sperava vivamente che non la usasse, altrimenti per loro non c'era possibilità di vittoria. Il ragazzo per quanto si sforzasse di trovare una soluzione sul come battere Ron, proprio non ci riusciva; per lui affontare un semidio era eccessivo, era un qualcosa che non si era mai sentito in nessuna delle storia nè magiche nè babbane; nessuno aveva mai osato sfidare un dio ed ora lo stavano facendo loro. Affrontare un demone era un conto in quanto sapeva che in passato era già accaduto ma affrontare un dio anche se non aveva i suoi pieni poteri era qualcosa di impensabile, qualcosa che andava oltre natura, eppure lui non voleva arrendersi.
 Era consapevole che non combatteva per lui ma solo ed esclusivamente per Hermione, non voleva vedere la tristezza e le lacrime sul suo viso per nessun motivo al mondo e anche a costo della sua vita avrebbe combattuto contro Ron per il resto della notte. Lentamente Billy e Charlie si distanziarono sempre di più da Harry, ma a Ron non sembrava importare molto dei due Weasley in quanto teneva lo sguardo fisso su Harry il quale a sua volta lo aveva fisso su di lui. Harry sapeva che era una lotta di spirito quello che stava avvenendo in quel preciso momento, chi avrebbe distolto lo sguardo per primo avrebbe fatto capire di provare timore nei suoi confronti. Harry già provava timore nei confronti di Seth se avesse ceduto per primo sarebbe stata la fine per lui. Però si rendeva conto che non avrebbe potuto reggere a quel confonto ancora per molto, sostenere lo sguardo di un dio era eccessivo anche per lui. Stava quasi per cedere quando Charlie attaccò Ron con la sua spada, fu un istante ma il ragazzo per parare il colpo dovette distogliere lo sguardo da Harry che finalmente potette rilassarsi per un attimo. Ron parò con facilità il colpo di Charlie mentre Billy gli lanciò una serie di sfere di fuoco usando il suo scudo ma a Ron bastò usare l'altra mano per creare uno scudo di energia fermando l'attacco di Billy, quindi si districò da Charlie facendo una piroetta su stesso arrivandogli alle spalle e lo colpì con un violento calcio alla schiena che lo fece cadere a terra rovinosamente, quindi lanciò rapido una sfera oscura contro Billy che fu colpito lo stesso nonostante si fosse difeso con lo scudo rosso. Infine Ron lanciò una sfera oscura contro Harry che istintivamente mise la spada di Grifondoro davanti a se fermando il colpo senza eccessivo sforzo; Ron ne lanciò diverse ma Harry grazie alle sua abilità di percepire la magia e alla spada riusciva a parare tutti i suoi attacchi. Per il momento erano in una posizione di stallo. Ron non riusciva a colpire Harry con le sue sfere oscure in quanto il maghetto riusciva a difendersi con la spada di Godric Grifondoro; ma nello stesso tempo Harry sapeva che nessuno dei suoi incantesimi poteva funzionare contro Seth.
Inoltre il semidio colpendo Billy e Charlie aveva dato ampia dimostrazione che disarmarlo non era facile. Seth sapeva che era inutile continuare a tempestare il ragazzo con le proprie sfere oscure, la spada del mago era potente quanto la sua quindi un attacco semplice come quelle delle sfere non era sufficiente a piegare la resistenza di Harry. Così cominciò ad emanare la sua aura dorata oscura prima sulla sua spada per poi essere circondato anche lui. Harry aveva capito che Seth stava per lanciare la sua freccia dorata, e che l'unica sua speranza di salvezza era la sua spada. Ron lanciò la freccia dorata colpendo Harry che si difese con la sua spada, il ragazzo inizialmente sembrava reggere alla potenza del colpo, ma ben presto dovette soccombere e cadde a terra strofinando per una decina di metri circondato dalle foglie che erano a terra. Il ragazzo era tramortito da quel terribile colpo e almeno per il momento non dava segni di potersi rialzare anche perchè l'impatto era stato terribile e la stanchezza per il lungo comnbattimento cominciava a farsi sentire soprattutto perchè il ragazzo aveva già lanciato due stupifendo.
Seth era indeciso se dare il colpo di grazia ad Harry o approfittare che non ci fossero più avversari per ritornare in Egitto per riprendersi l'ultimo frammento di anima, per poi ritornare defitivamente nel regno terrestre. In teoria nella sua forma divina nessuno poteva opporsi a lui, eppure c'era qualcosa in quel maghetto che lo preoccupava. Lui sapeva che cosa significava possedere l'aura bianca ma quello che non riusciva a capire era come mai ce l'avesse un mago quando secondo le sue innformazioni solo un non mago poteva avere l'aura bianca e l'ultima persona ad averla era stata Lyam Hogwarts.
Ma non era solo quello che preoccuppava il dio ma anche la spada di Godric Grifondoro. Ricordava che in passato era esistira un'altra spada simile a quella con poteri molto simili eppure questa spada era in qualche modo differente da quella che conosceva lui. Anche se non capiva in che cosa fosse differente e questo lo preoccupava molto.
 Ron-Seth aveva combattuto contro i maghi per quasi tutta la notte e a conti fatti mancava poco all'alta, forse un altra ora, non di più. Osservava Harry disteso a terra semisvenuto, in un certo qual modo il ragazzo gli ricordava molto il suo ultimo avversario. Quel ragazzo aveva gli stessi occhi verdi di Harry e la sua stessa determinazione ad impedirgli di conquistare la terra. Ricordava ancora quel giorni di tanti secoli prima quando lui assieme ad altri due dei comandava le orde dei demoni assieme a Ninga. Erano riusciti quasi ad a far entrare sulla terra il loro signore Ozma ma proprio la forza di quell'essere umano riuscì ad impedire la venuta del loro signore. Aveva preso la sua decisione, per evitare ulteriori problemi avrebbe ucciso Harry ora che alla sua mercè.
Così cominciò a camminare verso il ragazzo consapevole che stava per eliminare l'unico ostacolo che avrebbe potuto ostacolarlo in futuro.
Harry era a terra e lentamente stava riprendendosi dal colpo subito. Si domandava per quale motivo Seth avesse avuto quell'esitazione ad ucciderlo e proprio non trovava risposta al motivo per cui il suo avversario stesse tentennando. Lentamente cominciò a sentire i passi di Ron-Seth che si stavano avvicinando con passo lento, segno che nonostante la sua superiorità, il dio temeva qualche brutto scherzo da parte del mago.
In effetti Harry non poteva saperlo ma finchè la sua aura fosse stata attiva lui non avrebbe mai e poi mai potuto cogliere di sorpresa un avversario astuto e forte come il dio. Seth man mano che si avvicinava al maghetto vedeva chiaramente la sua aura farsi sempre più forte, il che significava che Harry aveva un piano bene in mente per attaccarlo. Ma qualunque fosse la sua idea non avrebbe mai potuto coglierlo di sorpresa. Harry sapeva che il suo piano aveva più probabilità di fallire che non quello di successo ma doveva provare assolutamente una qualche mossa a sorpresa che riuscisse a disorientare il dio anche solo per un secondo, il tempo necessario per permettergli di attaccarlo con la speranza di potergli fare perdere tempo. In fondo mancava poco all'alba e forse veramente sarebbero stati in grado di salvare Ron.
Ormai il dio si trovava a pochi metri dal ragazzo e si chiedeva che cosa aspettasse a fare la sua mossa. Harry invece aveva bisogno che il dio gli fosse quanto più vicino possibile per dare inizio al suo piano. Se l'avesse attaccato in quel momento sicuramente il dio avrebbe evitato il suo attacco e lo avrebbe messo definitivamente k.o.
Hermione osservava Ron che si avvicinava con passo regale verso il suo avversario per dargli il colpo di grazia. Istintavemte mise una mano alla bocca quando Ron aumentò la sua, segno inequivocabile che aveva tutte le intenzioni di uccidere Harry. La ragazza sarebbe voluta correre in aiuto dell'amico, forse il suo viso avrebbe fatto riafforare il vecchio Ron.
Era decisa a provarci quando Silente gli mise una mano sulla spalla fermandola.
- Stai ferma qui Hermione. Harry ha un piano ma ha bisogno di sapere che tutti noi siamo lontani da Ron per attaccarlo con sicurezza senza incorrere nel rischio di farci del male - gli disse Lupin che aveva in parte intuito la mossa che Harry stava per fare.
- Harry ha un piano per fermare Ron? - chiese Hermione stupita a Lupin - Si signorina Granger. Potter ha un piano e tra poco vedremo se può funzionare oppure no. - disse Piton che parve che volesse dire ancora qualche altra cosa ma fu fermato da un occhiata del preside. Ad Hermione non sfuggì l'occhiata che il preside aveva dato al suo professore di pozioni e si chiese per quale motivo l'avesse fermato.
- In ogni caso devi ammettere che questa volta Harry sta usando la testa - gli disse Lupin
- Certamente. I geni della madre dovevano pur venire fuori prima o poi - gli rispose Piton in modo freddo
- Sicuro. Ma senza i geni dell'incoscienza del padre potrebbe fare poco - gli disse invece Silente sempre con quella sua calma glaciale. Sembrava quasi ad una riunione di classe con i suoi insegnanti invece che ad assistere ad un combattimento che con ogni probabilità si sarebbe concluso con la morte di Harry.
- Professor Silente veramente Harry ha la possibilità di battere Ron - chiese Hermione guardando Ron che ormai era a pochissimi metri da Herry che era ancora disteso a terra
- Si signorina. Se Harry ricorda le mie parole riguardo alla creazione di nuovi incantesimi ha veramente la possibilità di poter mettere in difficoltà un semidio. L'unico suo problema che dopo questo attacco potrebbe rimanere senza forze. Quindi deve fermarlo con questo attacco altrimenti Ron sarà libero di ucciderlo perchè è evidente che Seth teme in qualche modo Harry.
- Perchè lo teme? - chiese Hermione
- Bella domanda signorina Granger - rispsoe semplicemtne Silente prestando la massima attenzione su Harry. Pronto a fare anche lui la sua mossa. Harry nel frattempo in modo impercettabile aveva cambiato l'impugnatura sulla spada. Invece di tenerla in modo che quando si fosse rialzato la spada avrebbe avuto la punta rivolta verso il suo avversario, la impugnava in modo che una volta rialzato la lama sarebbe stata rivolta verso il basso.
Era una mossa che aveva deciso di fare all'ultimo istante in modo da cercare di cogliere di sorpresa Ron permettendogli così di sferrare il suo vero attacco. Sperava solamente che la sua idea funzionasse altrimenti Seth lo avrebbe ucciso di sicuro. Ron sarebbe morto ed Hermione avrebbe sofferto ome non mai. E lui questa non poteva assolutamente permetterlo. Era solo per lei che aveva deciso di rischiare il tutto per tutto con quelle mosse che avrebbe fatto a momenti. Harry sentiva Seth avvicinarsi sempre di più. L'aura del suo avversario era molto più potente della sua e molto pericolosa. Ormai aveva capito che a seconda di quel cambiamento che sentiva nell'aria poteva capire la pericolosità del suo avversario. Più il cambiamento era forte più la pericolosità del suo avversario era alta. Harry era ormai deciso a dare il tutto per tutto, era anche pronto a tentare di creare un nuovo incantesimo se la sua tattica non avesse funzionato in pieno.
Ormai era tutto chiaro nella sua mente, sperava solamente che Seth non si dimostrasse più furbo di lui. Seth era ormai a pochi metri dal ragazzo; era teso. Come se si aspettasse una mossa a sorpresa da parte del ragazzo. Non poteva credere che colui che l'aveva ostacolato per gran parte della notte si fosse arreso così facilmente. Non poteva essere così facile eliminare un combattente con l'aura bianca, ne era sicuro. Soprattutto perchè l'aura di Harry era ancora attiva nonostante fino a quel momento non avesse aperto gli occhi e non si fosse mosso di un solo millimetro. Seth era ormai sicuro di poter eliminare il mago facilmente. Non si era mai sentito che un mago potesse battersi alla pari con un dio, anche se i suoi poteri non erano del tutto ripristinati.
Harry era ormai pronto a fare la sua mossa, aspettava solamente che Seth si avvicinasse di qualche altro passo ancora. Più gli era vicino e più probabilità aveva di coglierlo di sorpresa. Silente osservava Ron avvicinarsi sempre di più, anche lui era teso. Aspettava solo un segno del ragazzo per intervenire in modo da distrarre Seth affinchè Harry potesse dare seguito alla sua mossa. Harry si sentiva schiacciare dall'aura di Seth il che significava che non era a più di cinque passi da lui.
Il ragazzo contava ogni passo del suo avversario. Al quanto passo Harry puntò la bacchetta verso il terreno in modo impercettibile. Ron non doveva avere il minimo sentore di quello che stava per fare. Al quinto passo Ron sollevò la spada pronto ad infilzare Harry.
Silente per una frazione di secondo emise la sua aura distraendo Ron che si girò per un attimo in direzione del vecchio mago. Harry appena sentì il preside fare la sua mossa, fece la sua. Prima usò un ascendio per darsi una spinta verso l'alto per poi lanciare la spada contro Ron che la evitò per un soffio facendo un passo all'indietro. Quindi Harry atterrò e rapido lanciò due stupifendo, il primo colpì la spada che cadde dalle mani di Ron; e il secondo stupifendo colpì in pieno il suo avversario che indietreggiò di qualcha passo. Harry aveva usato ben quattro stupifendo di cui gli ultimi due praticamnete in pochi secondi, e quindi il corpo gli faceva terribilmente male ma era deciso come non mai a continuare ad attaccare il suo avversario. Puntò la bacchetta contro se stesso, era arrivato il momento della verità. Se la sua tattica funzionava aveva ancora una possibilità di vittoria altrimenti era la sconfitta e con essa la morte.
Anche Piton, Lupin, Hermione e perfino Malfoy, che era stato l'ultimo ad arrivare, trattennero per un istante il fiato, era arrivato il fatidico momento. Ora avrebbero saputo se veramente era possibile creare un incantesimo senza neanche provarlo prima. Era evidente che il maghetto volesse aumentare uno dei suoi sensi ma tutti si chiedevano su quale avrebbe fatto cadere la sua scelta. Forza, resistenza, velocità, sensibilità. Solitamente erano queste le quattro capacità che ogni persona possedeva e in un combattimento ogni persona faceva sfoggio di una qualità diversa da quella del proprio avversario. Qualità che era completamente indipendente da qualsiasi tecnica di combattimento.
- Ultravelox - gridò Harry. Dalla sua bacchetta uscì una specie di patina bianca, simile ad un patronus, che coprì per intero Harry. Il suo corpo emanava questa patina di luce ma nessuno sapeva se l'incantesimo avesse funzionato e quale dei sensi Harry aveva deciso di aumentare. Silente era quasi sicuro che Harry avesse scelto di aumentare la sua velocità visto il nome che aveva dato al suo incantesimo; l'unica cosa che ignorava era di quante volte avesse deciso il ragazzo di aumentare la sua velocità.
- E questo che incantesimo sarebbe Harry - chiese Seth che diede una fugace occhiata verso est. Lentamente la notte stava cedendo il passo al giorno e in lontananza si cominciava già a vedere il cielo cambiare colore diventando leggermente celeste; segno che stava per sorgere il sole. Se fosse sorto lui sarebbe dovuto rimanere di nuovo a dormire nel corpo di Ron fino a quando non avesse avuto una nuova possibilità di ridestarsi.
- Lo vedrai presto Ron - disse Harry. Il suo corpo gli faceva un male tremendo ma aveva notato anche lui che verso est stava cominciando a sorgere il sole. Doveva solo reggere per qualche altro minuto e sarebbe riuscito a far ritonare Seth nel corpo di Ron. Seth lanciò una sfera oscura contro Harry. Il maghetto si spostò così velocemente alla sua destra quando ancora la sfera era a metà strada. Seth era stupito di quello che era successo; finalmente gli era chiaro a cosa fosse servito quell'incantesimo.
 Il maghetto aveva aumentato la sua velocità così che tra il percepire la scia magica e la sua velocità aumentata, colpirlo era praticamente impossibile. Seth cominciava a sentirsi più debole, il sole stava sorgendo inesorabilmente. Non aveva più scelta doveva eliminare quel ragazzino ora che poteva, altrimenti in futuro sarebbe potuto diventare un pericoloso avversario. Prima di tutto avrebbe dovuto mettere il ragazzo nella condizione non potersi muovere liberamente altrimenti sarebbe stato inpossibile per lui colpirlo. Per fare questo doveva riprendersi la sua spada ma era più che sicuro che finchè Harry avesse avuto l'intensimo ultravelox, non avrebbe mai potuto batterlo in velocità, visto che aveva capito che l'incantesimo aveva triplicato quello stato. La sua unica possibilità di riprendersi la spada ere quella di distrarre il ragazzo e credeva di aver trovato la soluzione.
Harry nel frattempo osservava il suo avversario e si chiedeva al suo posto quale mossa avrebbe fatto se si fosse trovato in quella situazione. Sembra ombra di dubbio il suo avversario sapeva che era inutile lanciargli contro le sue sfere oscure, in quanto le avrebbe evitate sicuramente. Pertanto la sua unica possibilità di vittoria era quella di recuperare la sua spada dorata ma il maghetto si chiedeva proprio come pensava di fare visto che la sua velocità era di tre volte superiore al normale e quindi batterlo in velocità era impensabile anche per un dio nel corpo di un essere umano. Probabilmente se fosse rientrato in possesso del suo vero corpo e dei suoi pieni poteri lo avrebbe facilmente battuto, ma grazie a quell'incantesimo avrebbe potuto evitare qualsiasi attacco diretto a lui. Ma fu proprio in quel momento che capì che aveva commesso un errore. Lui poteva evitare i colpi di Seth ma Hermione e gli altri maghi no. Fu proprio quella consapevolezza a fargli capire quale fosse il piano di Seth.
Ron lanciò una sfera oscura contro Hermione. Quella mossa colse tutti i maghi di sorpresa, compresa la ragazza che non si aspettava che Ron gli lanciasse contro la sfera oscura. Credeva che in qualche modo il proprio fidanzato si sarebbe opposto a quel pensiero ma era evidente che il controllo di Seth era totale.
Seth sorrise nel vedere il volto disperato della ragazza ma la sfera non colpì mai Hermione perchè Harry, grazie alla sua velocità e alla sua capacità di percepire le scie magiche riuscì a mettersi davanti alla ragazza appena in tempo. Appellò la sua spada e parò il colpo appena in tempo. Seth approfittò di quel momento per riprendere la sua spada per poi puntarla contro Harry. Il mago avrebbe sicuramente evitato il colpo di Seth ma non poteva farlo altrimenti la freccia dorata avrebbe colpito la donna che tanto amava; e poi era sicuro che se anche si fosse spostato Seth avrebbe comunque indirizzato la freccia verso qualcun altro. Correndo in aiuto della ragazza aveva fatto capire al dio che non avrebbe permesso che facesse del male a nessuno degli altri maghi. Il che significava che Seth sarebbe fuggito. Ma stranamente il dio non approfittò della situazione per andare via dal castello. Anzi continuava a tenere puntala la spada contro il ragazzo facendo convogliare nella sua lama il potere necessario per usare ancora una volta la sua freccia dorata. Harry aveva la spada di fronte messa in posizione di guardia, ma dubitava fortemente di poter resistere al colpo del dio questa volta. Seth non stava combattendo più per andare via dal castello ma per ucciderlo ed era fermamente intenzionato a farlo. Inoltre Harry era sempre più affaticato per il lungo combattimento e anche per il nuovo incantesimo. Non l'aveva mai provato prima e si rese conto che il suo corpo era molto affaticato, per averlo sollecitato ad uno sforzo superiore alle sue precarie condizioni fisiche. Nonostante questo non aveva nessuna intenzione di muoversi da dov'era. In un modo o nell' altro avrebbe fermato la magia del dio. In effetti una possibilità per fermare la sfera c'era ma ancora una volta doveva fare la sua mossa un attimo prima che Seth lanciasse la sua freccia. Hermione guardava allibita Harry, era la terza volta che le salvava la vita in pochissimi giorni e fu in quel momento che gli fu chiara la domanda che le aveva fatto il preside la mattina. Finalmetne aveva capito che cosa aveva fatto Harry durante la battaglia contro Zita. L'aveva difesa quando nessuno glielo aveva chiesto. Era disposto a sacrificare la sua stessa vita pur di salvare quella degli altri. Ecco che cosa aveva fatto Harry, aveva donato a tutti loro la stessa protezione che i suoi genitori avevano donato a lui incosapevolmente, solo che lui invece lo aveva fatto con assoluta consapevolezza. Seth era pronto a lanciare la sua freccia. Ora come non mai doveva eliminare il mago, altrimenti in futuro sarebbe potuto diventare un avversario molto pericolo se ben addestrato ad usare i suoi poteri magici, e soprattutto la sua aura. Grazie al suo incantesimo Harry vide la scia magica del colpo di Seth. Usò il finite incantatem per annullare il suo ultravelox per puntarsi nuovamente la bacchetta contro pronunciando l'incantesimo ultrarex. La patina bianca che prima avvolgeva il ragazzo scomparve per far posto ad una patina dorata che ricoprì completamente il suo corpo. La freccià colpì Harry che si difese con la sua spada solo che questa volta, grazie al suo nuovo incantesimo, riusciva a resistere alla potenza della freccia dorata. Indietreggiò solo di qualche passo ma alla fine l'attacco di Rex si esaurì. Ma proprio quando il mago pensava che fosse tutto finito, fu colpito al braccio destro da un violento colpo di frusta. Harry non poteva credere ai suoi occhi, dalle dita indice e medio della mano sinistra e destra del dio vi erano due fruste dorate. Questa volta il mago era stato colto di sorpresa in quanto l'ultrarex rafforzava la sua difesa magica ma non quella fisica e le fruste anche se fatte di energia spirituale oscura erano comunque da considerarsi un attacco fisico. Seth tempestò il maghetto con tantissimi colpi di frusta che lacerarono la maglietta e i pantaloni di Harry procurandogli tantissime ferite su tutto il suo corpo. L'ultimo frustata di Seth fece cadere Harry a terra apparentemente esausto. Ormai non mancava che qualche minuto al sorgere del sole e Seth doveva decidere se uccidere Harry per poi tornare a dormire nel corpo di Ron oppure oltrepassare il cancello per ritornare in Egitto dove avrebbe completato il trasferimento della sua anima. Harry sicuramente sarebbe diventato un avversario pericoloso, ma non lo avrebbe mai battuto nella sua forma divina. Consapevole di quello, si avviò verso il cancello che distava una decina di passi.
 Nel momento in cui Seth si avviò verso il cancello Harry, seppur a fatica, si rialzò in piedi; pronto a fare un ultimo tentativo per far ritornare Seth a dormire. Ormai mancava pochissimo all'alba e lui non poteva cedere proprio in quel momento dopo aver lottato per tutta la notte. Non poteva permettere assolutamente a Ron di lasciare il castello, se lo avesse fatto sarebbe stato impossibile battere Seth nella sua forma divina completa. Hermione avrebbe voluto fermare il suo amico ma sapeva che sarebbe stato inutile anche solo provarci. Per quanto Harry detestasse Ron non avrebbe mai permesso che fosse ucciso dagli adepti di Seth per permettere al loro dio di ritornare sulla terra. Harry respirava a grandi boccate, aveva dolore in tutto il corpo ma non poteva cedere. Per il bene della donna che amava non poteva assolutamente smettere di lottare.
Incosapevolmente aumentò la sua aura proprio quando Seth si trovava a cinque passi dal cancello. Il dio percepì l'aura di Harry farsi sempre più forte ma non poteva rimanere lì a combattere ancora contro il maghetto, quindi incurante di lui continuò ad avanzare verso il cancello.
- Finite incantatem - sussurrò Harry annullando la magia ultrarex.
- Ultravelox - sussurrò Harry continuando ancora a respirare a grandi boccate perdendo qualche piccola goccia di sangue dalle fetire che aveva subito in precedenza. Il mago non era più circondato dalla patina dorata ma bensì da quella bianca. Anche se in lontananza, Seth percepì il cambio della magia che aveva fatto Harry. Cominciò a correre verso il cancello, ma il mago lo superò in due secondi. Seth si trovava solamente a due passi dal cancello quando Harry spiccò un salto contro il cancello per fare poi una piroetta a centoattanta gradi. Seth spiccò un salto per oltrepassare il cancello ma proprio all'ultimo istante fu colpito alla bocca dello stomaco daL calcio di Harry che lo fece finire a terra diversi metri proprio nel momento in cui il sole sorse. I capelli di Ron ritornarono ad essere rossi e la sua aura oscura scomparve. Seth era tornato a dormire nel corpo del ragazzo mentre Harry giaceva a terra completamente esausto. Hermione corse verso Ron e vide era svenuto. Il calcio di Harry, dovuto alla sua velocità, lo aveva messo fuori combattimento. La ragazza prese la mano del rosso osservando con tristezza Harry che era svenuto a terra. Aveva dato il massimo per impedire a Ron di uscire dal cancello e alla fine vi era riuscito. - Oh Harry, come ho fatto a non capire quello che provavi per me. Ma soprattutto come ho fatto a non capire quello che tu avevi fatto per me. Mi dispiace solamente che indietro non posso tornare. - Pensò la ragazzo
con le lacrime che le rigavano il viso


chiedo scusa per l'enorme ritardo nel postare la storia, ma purtroppo ho avuto tantissimo da fare e l'ho dovuta tralasciare per un po'
Ma ora sono di nuovo qui e cercherò di postare com maggiore frequenza
ringrazio tabas per le sue parole. Solo due ma che fanno un gran piacere ad uno scrittore.
edocast non voglio male ad Harry non troppo almeno. Ma ti lascio immaginmare questo è l'inizio vedrai cosa partorirà la mia mente fantasy
Aurosan ci vorrà ancora un po' prima che Harry possa usare al massimo la sua aura, per il momento è solo un magherto che ha tanto coraggio e tanta astuzia.
Odio con tutto me stesso Ron/Hermione ma in quetsa fanfic li ho dovuto per forza di cosa farli mettere assieme al meno all'inizio poi vedrete il resto in seguito. Non anticipo nulla
Lady bella Ron prova tutte quelle cose Seth amplifica lo stato di Ron. Il rapporto tra Piton ed Harry lo preferisco diverso per il semplice fatto che Harry prova una sorta di rimorso per come Piton veniova trattato dal padre. Aspetta un po' e chiarirò meglio.

grazie anche a tutti coloro che hanno messo la storia nelle seguite e nelle preferite e grazie a tutti coloro che la leggono

auguro a tutti un sereno Natale a risentirci presto


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Capitolo 15
*** Gli incantesimi Status ***


                                                            capitolo 15

                                                      Gli incantesimi Status

Hermione osservava il suo amico che veniva portato in braccio da Lupin all'interno del castello. Era pieno di ferite e alcune di esse erano davvero molto profonde. Soprattutto una che gli aveva lacerato la maglietta e provocato un taglio verticale che andava dalla spalla fino a quasi raggiungere l'addome, era terribile da vedere. Era la prima ferita che si era procurato Harry quando Ron-Seth aveva usato la sua frusta dorata. In realtà quella ferita Harry se le era procurata ancora una volta per salvare lei, infatti il primo colpo  avrebbe potuto evitarlo facilmente ma non lo aveva fatto proprio perchè il colpo di frusta era diretto a lei. Era sicuro che il suo amico, grazie alle sue abilità di cercatore aveva visto il colpo. Ma probabilmente, Seth che era nel corpo di Ron, puntava proprio sulla sensibilità del ragazzo nell'aiutare la ragazza, per provocargli una ferita profonda tale da metterlo in condizione di non nuocere. Ricordava ancora il momento in cui Harry si era rialzato per impedire a Ron di uscire dal castello. Un ultimo disperato tentativo che alla fine aveva dato i suoi frutti. Harry aveva dato ancora una volta una dimostrazione di grande coraggio lottando contro un avversario a lui superiore. Eppure lei, la più brillante strega di Hogwart avesse avuto negli ultimi cento anni, non aveva capito che il suo amico la aveva difeso in più di un'occasione.
Sul viso della ragazza cadevano calde lacrime. Era sicuro che Harry avesse combattuto per tutta la notte solo per far in modo che lei non soffrisse, che non fosse triste per aver perso il ragazzo che amava. Ma ora un atroce dubbio c'era nella sua mente e che già da un po' di tempo era lì. Lei veramente amava Ron? Una domanda alla quale non riusciva a darsi una risposta. Eppure sin dal primo anno non aveva fatto altro che litigare e ora invece si erano messo assieme in un momento di sua disperazione. Perchè era chiaro che Ron avesse approfittato del momento di debolezza della ragazza per confidarle il suo amore. E lei che era in un momento di fragilità aveva ceduto.
Invece ripensando ancora ad Harry si rese conto che con lui non aveva mai litigato per nessun motivo. Qualche scaramuccia c'era stata ma mai de veri litigi che invece erano capitati tra lei e Ron. Anche poche settimane prima al ministero era stato sempre Harry a difenderla dai mangiamorte e sempre Harry l'aveva sempre difesa da qualsiasi attacco rivolto a lei. Come aveva fatto a non capire una cosa così semplice, Harry l'aveva sempre difesa perchè lui voleva farlo e non perchè qualcuno glielo avesse chiesto. Era sicuramente questo che Silente volesse sentire da lei. Ma lei non lo aveva capito sino a quando Ron non le aveva lanciato quella sfera oscura. Pensava di essere morta, quando Harry l'aveva salvata per l'ennesima volta.
Per la prima volta si rese conto di provare qualcosa di diverso per Harry, non sapeva se poteva definirlo amore oppure no ma una cosa era certa. Lei non poteva lasciare Ron così all'improvviso. E poi non era affatto sicuro che il suo amico l'amasse. L'averla salvata così tante volte poteva anche non indicare che lui l'amasse. In fondo lei sapeva quanto Ginny tenesse a lui e forse era la ragazza ideale per lui. Eppure per quanto si sforzasse proprio non riusciva a vederli come una coppia.
- Hermione - la ragazza si girò verso la persona che l'aveva chiamata e si accorse che era stata Ginny. La ragazza frettolosamente si asciugò gli occhi, non voleva farsi vedere così debole proprio da lei.
- Cosa c'è Ginny - chiese la riccia
- Dobbiamo portare Ron all'interno del castello. La possessione di Seth lo ha sfinito e anche lui deve solo riposare.
- Hai ragione Ginny - disse la ragazza rialzandosi. Subito dopo Ron fu preso in braccio e portato all'interno del castello dove venne fatto sdraiare sul letto della sua camera. Le due ragazzo seguirono il secondo genito dei Weasley e si aspettavano di vedere anche Harry nella stanza, ma invece non c'era. Probabilmente Silente aveva ritenuto opportuno curare i due ragazzi separatamente in modo che non si creasse troppo trambusto nella stanza. Una strana morsa colpì allo stomaco Hermione, era preoccupata per Ron ma lo era ancora di più per Harry. la ferita che si era procurato per salvarla era davvero profonda e lei voleva sapere come stava. Ma non poteva lasciare il suo fidanzato per correre in aiuto del suo amico.
- Vado a vedere Harry come sta - disse Ginny alla ragazza
- Ok - le rispose semplicemente Hermione.
La maghetta si immaginava Ginny che era al fianco di Harry che gli teneva la mano nella speranza che si svegliasse. Sicuramente Ginny voleva essere lì quando Harry si fosse svegliato e per la prima volta Hermione si trovò a pensare che sarebbe voluta essere al posto di Ginny. Voleva essere lei la prima persona che Harry vedesse una volta svegliato. Ma purtroppo questo non era possibile. Lei era la fidanzata di Ron ed era suo preciso compito stare al fianco del fidanzato.
- Hermione noi andiamo a veder come sta Harry. Qui per il momento è tutto ok. Se vuoi riposare un po' ti puoi stendere su quell'altro letto - le disse Billy
- Grazie Billy - rispose semplicemente la ragazza sorridendo al secondo genito prima che questi uscisse dalla porta per recarsi nella stanza di Harry.
La ragazza si sedette sul letto osservando il proprio fidanzato. Era lì ad accudirlo quando in realtà era Harry quello che aveva bisogno di essere accudito. Infatti per quanto Ron fosse posseduto da Seth, il ragazzo aveva attaccato Harry con l'intenzione di ucciderlo.  Cosa che invece non aveva fatto Harry. Dopo essere arrivata aveva capito che l'unica intenzione di Harry era quella di evitare che Ron uscisse dal castello e c'era riuscito alla fine ma a costo di una profonda ferita al petto.
Eppure nonostante tutto questo si chiedeva come mai lo spirito di Ron non si fosse ribellato nemmeno una volta. Possibile che Seth fosse tanto forte da soggiogarlo completamente? Eppure lei aveva visto Harry essere posseduto da Voldemort poche settimane prima e ribellarsi con successo. Era mai possibile che Ron incosciamente desiderasse addirittura la morte di Harry?
Forse la morte no ma ferirlo sia nel corpo che nella mente, quello probabilmente si. E in poche ore era riuscito a fare entrambe le cose. Ferirlo nel corpo con quel terribile attacco; e ferirlo nella mente quando l'aveva baciata. Eppure lei ripensando a quel bacio non aveva sentito il minimo amore verso il rosso. Aveva sempre creduto che baciare la persona che si amasse fosse una cosa bellissima, ma lei in quel momento non aveva sentito nulla. Possibile che avesse scambiato una semplice infatuazione per amore? Ma anche se fosse stato così, indietro non poteva più tornare. Ora era la ragazza di Ron e forse era giusto così perchè per lei Harry era così inavvicinabile.
Ripensando ad Harry si ritrovò a vedere l'immagine di Ginny che era a fianco del suo Harry. Una piccola ondata di rabbia la travolse, ma poi si rese conto che per la seconda volta aveva pernsato che Harry fosse solo suo. Ma non era così perchè ora Harry appartaneva ad un'altra e lei era la fidanzata di Ron. Non era giusto nei confronti del rosso che avesse simili pensieri nei confronti del suo amico di sempre. Eppure nonostante tutto ardeva dal desiderio di sapere come stava. Ormai erano passate alcune ore da quando Ron era stato riportato al castello e continuava a dormire, così Hermione decise che sarebbe andato ad assicurarsi che Harry stesse beme. Solo quello e poi sarebbe tornata per sempre dal proprio fidanzato.

Piton, dopo che Lupin aveva disteso Harry sul letto, aveva provveduto a dargli una pozione che gli fece recuperare le energie spese durante la battaglia contro Ron. Era anche riuscito a curare quasi tutte le sue ferite con l'aiuto di Silente ma una li preoccupava molto. Quella sul petto probabilmente si sarebbe rimarginata, ma c'erano grandi possibilità che rimasesse la cicatrice. Ma non era questo quello che li preoccupava tanto, ma bensì la reazione che avrebbe potuto avere  Ron sapendo di essere il responsabile di una cicatrice così profonda, fatta per di più sotto possessione di un dio. Prorpio mentre i maghi stavano discutendo se dire o no a Ron che era stato posseduto da un dio del male egizio, Harry emise un piccolo gemito di dolore.
- Lasciamo che sia Harry a decidere su cosa fare, quando si sveglierà. - propose Silente
- Ma Albus... - disse la McGranitt
- Sono d'accordo con il preside - disse la madre di Ron stupendo tutti -
- Harry ha combattuto per quasi tutta la notte per salvare nostro figlio. E giusto che sia lui a decidere se dire la verità oppure no - aggiunse il padre
Mentre i maghi adulti discutevano su cosa fosse meglio fare, Malfoy osservava con attenzione quello che fino a qualche settimana prima tutti ritenevano il suo pegggior nemico. In realtà lui non aveva nulla contro Harry. Gli era sempre stato ostile perchè così gli aveva detto il padre sin dal primo anno. E quando lui chiese il perchè avrebbe dovuto ostacolare Harry il padre rispose in tono alquanto triste con una sola parola: Rasputin. Anche se giovane, Malfoy sapeva quanto terribile e potente fosse quel mago oscuro, e lui non poteva permettersi di disobbedire agli ordini ricevuti. Se Harry era intenzionato a lottare  contro Voldemort e quindi anche con gli altri maghi oscuri, allora meritava tutto l'aiuto possibile ed era giusto informarlo su quanto fosse pericoloso Rasputin e il suo fido servo Rassimov. Ma non era solo di quello che voleva parlare con Harry, ma voleva  che gli spiegasse che cosa lo avesse spinto a lottare tutta la notte contro un semidio. Perchè lui proprio non riusciva a capire quale era l'ideale che lo aveva spinto a lottare. Sicuramente non lo aveva fatto per ambizione ma allora perchè? Proprio non capiva.
Mentre pensava a tutto questo non si accorse che l'ultima delle Weasley gli era affianco e anche lei osservava Harry con grande ammirazione. La ragazza aveva capito che Harry si era procurato quella ferita per salvare Hermione. Proprio non capiva cosa avesse spinto la ragazza a buttarsi tra le mani del fratello.
Dopo svariati minuti i maghi decisero di andare a riposare un po' visto che per quel giorno in serata era stata fissata la riunione con il ministro della magia. Quello che tutti si chiedevano mentre uscivano dalla stanza era se Harry sarebbe riuscito a partecipare alla riunione.

Quando tutti i maghi furono fuori dalla stanza, dopo pochi minuti vi entrò Hermione. La ragazza osservava con stupore la brutta ferita che si era procurato l'amico. Sicuramente combattere con quella ferita gli era costata un gran fatica nel momento dell'ultimo attacco. Era più che normale che ora fosse privo di forze. La ragazza pensò che sicuramente Piton gli aveva somministrato la stessa pozione che gli aveva dato prima dell'attacco di Zita; e sicuramente gli avevano dato anche quelche pozione sedativa per calmargli il dolore della ferita. Ma nonostante questo ogni tanto il ragazzo dava dei piccoli spasmi di dolore. Istintivamente Hermione prese una benda che era messa li affianco al letto del ragazzo assieme ad un brocca di acqua fredda. La bagnò e la passò prima sulla fronte del ragazzo e poi sulla ferita asciugandola subito dopo. Il ragazzo a quel dolce contatto si rilassò e finalmente cominciò a dormire tranquillo. Hermione fissava l'amico con le lacrime agli occhi. Quella brutta ferita se le era provocata solo a causa sua, perchè lei non era in grado di combattere come lui. Non aveva lo stesso coraggio come lei sapeva sin dal primo anno quando affrontarono una miriade di trappole, affinchè potessero difendere la pietra filosofale dalle mani di Voldemort. Ricordava ancora quel giorno, era lì distesa assieme a Ron dopo aver superato l'ultimo tranello, mentre Harry oltrepassava la porta andando incotro al suo nemico di sempre con coraggio. Quella fu la prima di tante avventure che passarono assieme ma quella fu la prima volta che si trovò a sperare di rivedere quei meravigliosi occhi verdi. Come non ricordare quando Raptor usò il trucco del troll per distrarli. Fu sempre Harry a salvarla per prima saltando addosso al troll incurante di quello che gli sarebbe potuto accadere.
E al secondo anno quando fu depietrificata, non perse un solo istante per andare incontro ad Harry. Non aveva salutato a nessuno. Appena uscita dall'infermeria la prima cosa che fece fu quella di abbracciare l'amico e complimentarsi con lui per quello che aveva fatto. Perchè non aveva il minimo dubbio che fosse stato lui ad uccidere il basilisco e non Ron. Non sapeva perchè ma lo sentiva nel cuore che doveva la vita al suo amico. Se non fosse stato per la sua capcità di capire il serpentese il basilisco avrebbe eliminato tutti quanti, fu solo grazie a lui che non ci furono vittime e sempre grazie a lui una vecchia ingiustizia fu riparata. In quanto fu proprio lui a trovare le prove che in passato non fu il ragno di Hagrid ad uccidere Mirtilla ma bensì proprio il basilisco che fu liberato cinquanta anni prima di Tom Riddle alias Voldemort.
Come non ricordare quei momenti passati assime alla fine del terzo anno quando ancora una volta lei Harry e Ron riuscirono a far discolpare il padrino di Harry dalla accusa di aver tradito i suoi amici. Ricordava ancora quei minuti passati assieme a lui mentre aspettavano che gli eventi prendessero il loro corso. Nonostante tutti i pericoli che corsero quella notte, era sicura che si sarebbero salvati  perchè c'era il coraggioso Harry Potter con lei. Il ragazzo che era disteso in quel letto e che così solo ora aveva capito di amare. Ma ora lei era la fidanzata di Ron mentre lui, il famoro Harry Potter, apparteneva a Ginny. Era giusto così, in fondo. Ma quanta sofferenza le costava tutto questo ed era tutta colpa sua perchè non aveva mai capito di amare il suo migliore amico. Colui che gli era stato vicino in qualsiasi momento.
I pensieri della ragazza arrivarono al quarto anno. Come non ricordare quei bellissimi momenti passati assieme prima dell'inizio della prima prova. Ron aveva accusato Harry di aver imbrogliato per partecipare al più pericoloso torneo magico. Com'era stato stupido il rosso a pensare una cosa simile. Per buona parte di quel periodo passò molto tempo con Harry imparando a conoscerlo meglio. Fu così fiera di lui quando superò la prima prova del drago solo ed esclusivamente con il suo coraggio. Solo ora capiva che quella che aveva provato in quel momento non era solo rassicurazione ma soprattutto contentezza perchè si era salvato dalla furia omicida del più pericoloso dei quattro draghi. La gioia l'aveva travolta tanto che le sue grida di contentezza superavano di gran lunga quelle di tutti i tifosi. Ed Harry se ne accorse perchè mostrò l'uovo proprio nella sua direzione. In quel momento pernsò che volesse mostrare il trofeo a tutto lo stadio ma solo ora ricordava che Harry disse qualcosa. Purtroppo la lontananza gli impedì di capire che cosa avesse detto. Non poteva sapere che Harry aveva semplicemente detto tre parole.
Ricordava ancora quando era ritornato da quel maledetto cimitero con il corpo di Cedric Diggory. Dopo il suo racconto non era mai stato tanto felice di riaverlo di nuovo con se. Non era da tutti sfuggire al più pericolo mago di tutti i tempi, eppure Harry vi era riuscito. Ricordava ancora quando gli diede un bacio sulla guancia quando tornarono di nuovo a Londra. Non sapeva perchè l'avesse fatto, voleva solo che Harry avesse un ricordo felice di quel terribile anno e aveva pernsato che un suo bacio avesse potuto rissolevarlo. In realtà ignorava quanto fosse stato importante quel bacio per Harry, perchè fu allora per la prima volta che capì quanto tenesse veramente all'amica e quanto fosse importante per lui.
In ultimo vi era il quinto anno. L'ultimo appena trascorso assieme ancora una volta rischiarndo di morire. Ricordava ancora le parole che Neville gli aveva detto una sera mentre la ragazza gli aveva chiesto di raccontrargli che cosa fosse successo dopo che il mangiamorte l'aveva colpito duramente. Era rimasta sorpresa nel sentire che il suo amico era rimasto pietrificato fino al momento che Nevile gli aveva detto che lei stava bene. Solo allora Harry aveva ripreso a combattere con ancora più foga di prima, deciso a portarli in salvo. La loro salvezza aveva però richiesto il sacrificio del padrino di Harry.
Proprio nel momento del bisogno lei non era corsa da lui, e ora che lui avrebbe dovuto lottare con Voldemort e contro i demoni lei si era messa con Ron. Aveva abbandonato l'amico proprio nel momento del bisogno, proprio quando lui aveva bisogno del maggiore sostegno possibile, lei gli aveva voltato le spalle preferendo a lui Ron. Forse sarebbe stato meglio per lui non averla mai conosciuta ma ormai era troppo tardi. Aveva fatto la sua scelta di stare con Ron e non poteva tornare indietro.
La ragazza si chiedeva come avesse fatto ad essere così cieca da non capire i sentimenti che lei provava verso l'amico. Ma ancora cosa più difficile si chiedeva come avrebbe potuto stare con Ron sapendo quello che provava per Harry.
Eppure nonostante tutto doveva dimenticare Harry. Ma prima di chiudere il suo amore in cuore d'acciaio voleva fare quello che non aveva mai fatto in tutti quegli anni.
Lentamente si avvicinò al letto con le lacrime che continuavano a rigarle il viso. Si chinò sul viso di Harry, chiuse gli occhi e gli diede un dolce bacio sulle labbra. In quel contatto sentì il suo cuore battere a mille mentre una lacrima scivolò dal suo viso per cadere su quello di Harry. Lentamente ma inesorabilmente sollevò le sue labbra da quelle del ragazzo che amava.
- Sei il primo che bacio Harry Potter e sei l'unico che amerò per sempre. Ma per il bene di tutti devo dimenticarti. Addio per sempre mio unico e grande amore - sussurrò Hermione prima di uscire dalla camera del ragazza per poi andare nella camera di Ron dove si buttò sul letto per lasciarsi travolgere dalle lacrime.
- Hermione - sussurrò una persona mettendole una mano sulla spalla. La ragazza si girò di soprassalto pensando che fosse il proprio fidanzato ma in realtà era Ginny
- Ginny - esclamò la ragazza asciugandosi le lacrime. Non poteva farsi federe, proprio da lei, disperata in quel modo.
- Hermione andiamo a riposare un po' - le disse la rossa facendola alzare e tenendola per mano
- Ma tuo fratello - chiese la ragazza guardando il proprio fidanzato
- Lui sta bene per il momento.  Sei tu quella che ha bisogno di riposo - ribattè la ragazza facendola uscire dalla camera di Ron per poi portarla nella propria camera.
Ginny capiva perfettamente come si sentiva la ragazza. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per ritornare indietro ma purtroppo non potevano. Hermione aveva fatto la sua scelta. una volta tornate nella loro stanza la rossa istintivamente abbracciò Hermione che a quel contatto  non potette fare a meno di piangere. Sapeva che era sbagliato ma aveva bisogno di sfogarsi e al momento Ginny era l'amica più vicina che avesse.
Ginny al momento non poteva far altro che sentire quel pianto liberatorio e stare vicino all'amica il più possibile. Hermione pianse tanto quella mattina fino a crollare esausta sul letto.

La rossa uscì dalla porta e la chiuse permettendo all'amica di dormire tranquilla. Lei invece decise di uscire dal castello in quanto pensava che mai come in quel momento erano indifesi. L'unica persona che fino a quel momento aveva lottato alla pari con i demoni era ferito gravemente; i suoi due fratelli erano anche loro esausti per aver lottato a lungo contro Ron-Seth e nessun altro dei maghi era in grado di tenere testa ad un demone. Se fossero stati attaccati di sorpresa sarebbe stata la fine per loro, fu così che decise che era meglio fare la guardia. Fu con sua grande sorpresa che si accolse che non era stata l'unica ad aver avuto quell'idea. Infatti sotto un albero, con la bacchetta puntata verso il cancello, era seduto Malfoy.
Ginny voleva vedere se aveva fatto qualche progresso in quel giorno di addestramento, quindi cerco di sorprendere alle spadde il giovane Malfoy.
- E' inutile che ci provy piccola Weasley, posso percepire lo stesso cambiamento d'aria che percepisce Harry. Ovvero ho sentito la tua aura magica quando sei uscita dal castello - disse Malfoy tenendo puntata la bacchetta sempre contro il cancello
- Come fate tu ed Harry a percepire le auree? - chiese Ginny sedendosi accanto a Draco
- Non saprei dirti Weasley. E' come se qualcosa nell'aria cambiasse attorno a noi e sia io, ma soprattutto Potter riusciamo a percepire questo cambiamento
- Ti secca tanto chiamarci con i nostri nomi. Soprattutto a me. Se continui a chiamarmi Weasley cercherò sempre qualcuno della mia famiglia. - disse la giovane Weasley piuttosto seccata di sentirsi chiamare con il cognome
- Se insisti lo farò ma credo che a tuo fratello non piacerà - ribattè Draco
- Mio fratello è una cosa e io sono io. Perciò voglio che mi chiami con il mio nome - ribattè dura Ginny.
Draco capì subito che la minore della famiglia Weasley era diversa dai suoi fratelli. Lo trattava da pari a pari, e per lui questa era una stana sensazione. Mai nessuno gli si era rivolto in modo amichevole a parte quei pochi veri amici che aveva tra i serpeverde. Il resto della casa era abituato ad obbedirgli più per paura di quello che potesse fare il padre che non altro.     Forse veramente era possibile mettere pace tra le due case
- Ti chiamerò con il tuo nome a patto che anche tu mi chiami con il mio. - disse Draco piuttosto imbarazzato. Non era facile per lui sfondare una barriera di pregiudizio che era stato costretto a costruire anno dopo anno a scuola
- Affare fatto - rispose Ginny allungando la mano che Draco guardò perplesso non sapendo cosa fare.
- Guarda che non mangio. E' solo un usanza babbana che mi ha insegnato Harry quando si stringe un patto. - disse la giovane Weasley piuttosto divertita
- Lo sapevo - rispose Draco stringendo la piccola mano della ragazza, mentendo spudoratamente.
Passarono qualche minuto in silenzio senza dire niente. Entrambi i ragazzi erano piuttosto imbarazzati in quanto avevano passato anni ad insultarsi mentre ora facevano assieme la guardia al cancello della casa di Silent. Era una cosa alquanto strana per entrambi.
- Draco perchè odi così tanto Harry. - chiese la grifondoro all'improvviso. Non era da lei stare in silenzio per troppo tempo. E poi se le due cose case dovevano cominciare ad andare d'accordo, gli elementi di spicco dovevano mettere da parte le loro reciproche antipatie e capire gli errori commessi in passato.
- Per spiegarti bene la situazione devo prima spiegarti bene la storia di mio padre. - disse il ragazzo piuttosto nervoso. Era la prima volta che confidava tutto ad una persona e per quanto sembrasse strano era contento che questa persona fosse proprio la piccola Weasley.
- Sono tutta orecchi - rispose la grifondoro attenta a quello che aveva da dirgli Draco.
- Come sai cinquanta anni fa Ton Riddle mise piede ad Hogwarts e mise le basi per creare i primi mangiamorte. All'inizio nessuno dava retta ad un ragazzino appena uscito dalla scuola, ma il ragazzo Ton ci sapeva fare e piano piano cominciava a circuire tutte le persone che conosceva. Trenta anni fa Tom ritornò a scuola per avere il posto di insegnante di difesa contro le arti oscure che ovviamente Silente rifiutò di dargli ma era solo una messinscena quella. Lui era venuto ad Hogwarts solamente per creare i primi mangiamorte che all'interno della scuola si facevano chiamare le Serpi, in quanto la maggior parte di loro era di Serpeverde. Ebbene dopo la sua visita, gli elementi di spicco della casa cominciarono a formare questo gruppo clandestino a cui aderirono sempre più persone. Le persone di spicco del gruppo erano Rockwood e mio padre Lucius Malfoy, per l'antica dinastia alla quale appartanevamo. Mio padre è sempre stata una persona molto scaltra e furba e all'inizio non era proprio convinto di quello che stava facendo, infatti non partecipava alle missioni punitive che Rockwood faceva fare agli altri adepti. Ma Rockwood era una persona molto intelligente e capì che se voleva avere Malfoy dalla sua parte doveva limitare le sue azioni, insomma far credere che le Serpi si erano dati una calmata e che mio padre poteva unirsi a loro. Ovviamente mio padre cadde nel tranello di Rockwood e lentamente, poco alla volta fu portato dalla parte di Tom. Anche mio padre era convinto che la magia andasse preservata tra i purosangue e quindi cominciò ad approggiare sempre di più le idee del signore oscuro e del suo fido Rockwood. Ma se Serpeverde aveva le sue Serpi i Grifondoro avevano i suoi Leoni. Puoi capire da sola di chi sto parlando
- I malandrini - disse Ginny
- Esatto - rispose Malfoy - i capi erano loro che fondarono il gruppo dei Leoni di fuoco capeggiato appunto dai malandrini. Di loro uno si teneva sempre in disparte,  quello che fino a poco tempo fa tutti credevano morto, ovvero Codaliscia.
I leoni di fuoco avevano il compito di fermare le rappresaglie delle Serpi. Solo che i Malandrini, soprattutto il padre di Harry e Sirius Blach tendevano ad eccedere e a volte sfogavano la loro frustazione sui serpeverde, su di uno in particolare attratto dal potere delle arti oscure. Avrai capito che sto parlando del professor Piton.
- Si - rispose la grifondso sempre più appassionata alla storia
- Piton era una persona molto introversa, tremendamente affascinato dal potere delle arti oscure, e spesso creava dei nuovi incantesimi, alcuni innocui altri un po' meno. Uno di quelli che creò fu il levicorpus, che era uno degli incantesimi innocui. Ma un giorno James Potter usò proprio su di lui quell'incantesimo. Piton era nei guai fino al collo ma indovina un po' chi venne in suo aiuto.
- Non so dimmelo tu - disse Ginny
- Sirius Black - rispose Malfory sotto lo sguardo stupito della ragazza
- Eh già avresti mai creduto che proprio lui fermasse il suo amico James. Sirius per quanto adorava tormentare gli altri studenti aveva un certo limite, e secondo il suo parere l'amico James stava esagerando con Piton. Fu così che James evitò un umiliazione a Piton; che poco dopo incontrò Rockwood che aveva osservato la scena. Rockwood aveva più volte chiesto a Piton di unirsi a loro, ma come avrai capito Piton non ama farsi dare ordini da nessuno men che meno da un altro suo pari.  Avrebbe obbedito solo se qualcuno l'avesse battutto in leale duello. Rockwood lo sfidò una volta ma Piton che era il creatore di tantissimi incantessimi nuovi lo battè facilente. Ma quella mattina Piton era troppo vulnerabile, così che Rockwood lo sfidò di nuovo e lo vinse facilmente nonostante si fosse difeso in maniera abile. Arrivato a quel punto Piton non poteva più tornare indietro così che si unì la gruppo delle Serpi. Da quel giorno le Serpi divennero ancora più pericolose. Tra le loro fila annorevano due dei migliori maghi di tutta la casa ovvero mio padre e Piton, e avevano un grande stratega come Rockwood. Ma come ti ho detto anche i Leoni di fuoco non erano da meno. I più abili erano James Potter e Sirius Black mentre Lupin era un stratega bravo almeno quanto Rockwood. Sia le Serpi che i Leoni di fuoco erano in perfetto equilibrio e tale sarebbe rimasto fino al momento dei loro diploma. Ma da quei giorni le cose tra le due case sono tremendamente peggiorate perchè  quelli che andavano a Serpeverde venivano aizzati contro i Grifondoro dai propri genitori. Questo è quello che succedeva a scuola nella beata ignoranza di tutti gli studenti.

Harry stava beatamente dormendo nel suo letto facendo un sonno senza zogni. Lentamente si svegliò, e si ricordò di quello che era successo durante il combattimento contro l'amico. Doveva ammettere che Ron in forma semidivina era praticamente imbattibile, non osava pensare a come sarebbe pouto diventare potente Seth quando avrebbe recuperato completamente i pieni poteri. Ma questo per il momento era un problema in parte superato, in quanto Seth era addormentato nuoovamente nel corpo di Ron. Mentre pensava a quello si accorse di avere la guancia leggermente umida, la toccò e si rese conto che quel liquido era in realtà una lacrima. Qualcuno, probabilmente mentre gli stava pulendo la ferita, gli aveva pianto addosso. Eppure c'era qualcosa che non andava perchè la lacrima si trovava sul suo viso e non sul petto, come era ovvio che si trovasse. Mentre pensava a quel piccolo enima si rese conto che anche le labbra erano leggermente umide. Ora aveva capito tutto, qualcuno l'aveva baciato mentre lui stava dormendo, e mentre faceva quel gesto una lacrima doveva essere caduta sul suo viso senza che la ragazza se ne accrogesse. In tutto il castello solo una persona poteva averlo baciato in quel modo piangendo, e quella non poteva che essere che Hermione. Ma proprio non capiva il motivo per cui l'avesse baciato, visto che lei amava Ron; ma soprattutto non capiva perchè avesse pianto per lui. Fu proprio in quel momento che percepì diverse auree avvicinarsi al castello. Lentamente si alzò, si mise addosso un mantello che era appoggiato sul suo letto, e uscì dalla stanza per andare in contro a quelle persone. Stava per uscire dal castello quando incontrò Silente. Non ci fu bisogno di parole tra i due maghi per capire che quelli che erano arrivati non erano loro nemici. Così in modo più tranquillo uscirono dal castello.

- Ma non mi hai spiegato perchè odi Harry - disse la piccola Weasley
- Ci sto arrivando Ginny, ma abbiamo visite. Tre auree molto potenti si stanno avvicinando al castello ma da quello che percepisco non si direbbero demoni ma bensì...
- Elfi - concluse una voce che fece girare i due ragazzi.
Sulla soglia della portone del castello vi erano Silente ed Harry che era circondato per intero da un lungo mantello nero.
- Come stai - chiese la ragazza all'amico che si stava avvicinando.
- Abbastanza bene, ma la cicatrice che ho sul corpo rimarrà purtroppo. - rispose il ragazzo
- Come mai sei qui Harry, dovresti riposare un altro poco? - chiese Ginny
- Sto bene, non preoccuparti. Sono venuto qui per accogliere gli elfi. Eccoli stanno arrivando. - disse il ragazzo facendo un segno con il capo verso il cancello.
Infatti davanti all'ingrssso c'era un uomo alto all'incirca un metro e ottanta, completamente rivestito da un armatura bianca, mentre sulle spalle indossava un mantello nero, sul quale era disegnato una fenice bianca. Aveva lunghi capelli neri, occhi dello stesso colore, e le orecchie a punta. Sul fianco destro portava una lunga spada.
Alla sua destra vi era un altro elfo. lui invece aveva lunghi capelli color platino. La sua carnagione era più scura rispetto a quella del primo elfo e sulla schiena aveva un arco con delle frecce. Contrariamente al primo elfo che era completamente bardato, lui aveva un armatura sempre bianca che gli copriva solo i punti vitali, lasciando scoperto tutti le altre parti del corpo. I sui occhi erano celesti e anche lui aveva delle orecchie a punta. Anche lui indossava un mantello nero con una fenice bianca disegnata. A fianco dell'elfo vi erano due ragazzi. Erano una ragazza con i capelli castani non troppo lunghi che le cadevano sul collo, era vestito con un semplice abbigliamento babbano. Mentre il ragazzo aveva i capelli nero con occhi verdi esattamente come quelli di Harry, anche lui era vestito con semplice abbigliamento babbano. Entrambi sorridevano in modo piuttosto sicuro, dimostrando una sicuerzza anche eccessiva per quello che pensava Harry anche se doveva ammettere che avevano un'aura molto potente.
- Benvenuto Eoden - disse Silente all'elfo con i capelli neri.
- Era mio dovere essere al vostro fianco, visto quello che è successo - rispose Eoden. Ad Harry non sfuggì quel piccolo tono accusatorio come se la colta di quello che stava succedendo fosse esclusivamente loro
- E loro chi sono - chiese Harry tenendo tranquillamente testa allo sguardo dei due ragazzi
- L'elfo alla mia destra è Legolas. L'ho portato con me affinchè possa esservi di aiuto. E loro sono due ragazzi dai  poteri magici. Li abbiamo istruiti sull'uso della magia elfica, ma visto che non sono elfi non possono stare ancora a lungo con noi. I loro nomi sone Jeanne e Lucas e anche se hanno nomi francesi in realtà sono italiani.
- Come mai li hai portati qui? - chiese Silente
- Perchè non possono stare più con noi - rispose Legolas al posto di Eoden -
- Pensavo che sarebbero potuti essere ammessi ad Hogwarts - disse Eoden
- Valuteremo le loro capacità e poi decideremo anche se non credo che ci siano problemi.
- Non si preoccupi professor Silente. Cercheremo di essere all'altezza di Harry Potter e di Hermione Granger che dovrebbe essere quella rossina laggiù
- Ti sbagli, Hermione non è qui. Per il momento sta riposando - rispose Harry in tono alquanto freddo. Come si permettevano di scambiare Ginny per Hermione. Eppure ripensandoci subito non avevano nessuna difficoltà a riconoscere anche lui.
- Vogliano entrare nel castello - propose Silente. Anche a lui gli sembrava strano che avessero riconosciuto Harry e evevano scambiato la rossa per Hermione
- Certamente - disse Eoden
- Io vengo dopo professore. Resto un po' con Draco e con Ginny
- Ok Harry - rispose Silente - ricordati della riunione di stasera. Se non ce la fai la spostiamo
- Non si preoccupi professore. - rispose Harry cercando di dimostrare una certa sicurezza. Purtroppo si vedeva che soffriva ancora tanto per la ferita che aveva.
- Che state facendo di bello voi due - chiese Harry sedendosi a loro fianco
- Draco mi stava spiegando come mai ti odia tanto.
- Interessante. Perchè non me lo spieghi anche a me allora - disse Harry decisamente interessato all'argomento
- Certamente - rispose Malfoy facendo un piccolo riassunto anche ad Harry di quello che era successo fino al diploma del padre.
- Questo Rockwood sembra molto astuto. Anche Piton mi ha parlato di lui un paio di giorni fa. Sembra che gli piaccia agire nell'ombra. - disse Harry. A quelle parole si ricordò che avrebbe dovuto scoprire assolutamente chi agiva nell'ombre di Draco. Sicuramente doveva essere un tipo scaltro e molto furbo. Uno come Rockwood
- Si - rispose Draco - è una persona che gli piace agire nell'ombra. Quando il signore oscure era al massimo del suo potere Rockwood aveva una rete di spie non solo in Gran Bretagna, ma anche negli Stati uniti e nell'est europeo. Ma ritorniamo al nostro argomento. Dopo che Piton, mio padre e Rockwood si furono diplomati cominciarono a raccogliere seguaci creando la prima schiera dei mangiamorte che seguivano incondizionatamente Voldemort. Ben presto Rockwood entro nel ministero menre Piton e mio padre seguivano a tempo pieno il signore oscuro. Fu grazie a Rockwood, che il signore oscuro conobbe Rasputin. Rockwood scoprì che il ministero britannico stava aiutando quello russo per stanare questo mago oscuro. Quando Voldemort ebbe questa notizia non perse tempo per recarsi personalmente in Russia per conoscere Rasputin. Ma fu proprio quel viaggio che fece nascere il dubbio nella mente di mio padre.
- Perchè? - chiese Harry
- Perchè durante quel viaggio Voldemort uccise senza pietà chiunque lo ostacolasse. Uccise anche diversi babbani che avevano la sventura di capitare sulla sua strada. Insomma Voldemort faceva di tutto per non passare inosservato. Fu proprio una di quelle sere che furono vittima di una trappola, ma gli assalitori presto si trasformarono in vittime. Se Piton e mio padre miravano a non fare eccessivamente male ai maghi che li assalivano, altrettanto non faceva Voldemort che mieteva vittime ad un impressionante velocità. Il giorno successivo il gruppo di mio padre fu nuovamente attaccato da Rasputin in persona. Non c'è bisogno di dire che bastò un occhiata tra i due maghi oscuri a far capire che era inutile lottare tra di loro. Nessuno di loro era del governo quindi non c'era motivo per combattere. Da quel giorno Rasputin si rivelò un prezioso alleato per Voldemort. Non che Rasputin obbedisse agli ordini del signore oscuro ma ben presto capì che fargli la guerra era inutile. Dopo che Voldemort partì per qualche tempo per affinare le sue tecniche oscure, Rasputin prese il suo posto in gran Bretagna e cominciò a dettare legge in lungo e in largo. Chi non obbediva a lui veniva ucciso immediatamente.
- Ma mai nessuno tentò di contrapporsi a lui? - chiese Ginny
- Nessuno e per il semplice motivo che un mago che veniva rispettato da Voldemort stesso, era un mago che incuteva paura. Senza contare che Rasputin aveva dalla sua una potente magia oscura chiamata negromanzia. Quando Voldemort tornò dal suo viaggio, il suo potere oscuro era terribile e con l'aiuto di Rasputin, non solo la Gran Bretagna ma quasi tutta l'Europa era stata conquistata e dopo di quella toccò all'Asia. Niente e nessuno sembrava fermare l'ascesa del signore oscuro, eccetto Silente. Ma Silente era uno e non poteva pensare ad entrambi, pertanto il mago si concentrò su Voldemort e coma prima cosa creò l'ordine della fenice. Ma l'ordine poteva fare ben poco contro l'esercito ben organizzato di Voldemort.
Sembrava la fine per il mondo magico ma poi successe quello che nessuno si aspettava. Sedici anni fa Voldemort fu sconfitto da un neonato, e l'unico danno che aveva subito questo bambino era una cicatrice a forma di saetta. Il regno magico, almeno l'ovest europeo, attraversò una lunga parentesi di pace. Sembrava che Silente potesse finalmente dedicarsi all'est europeo ma così non fu. Molti maghi si chiesero come mai non ostacolasse anche l'avanzata di Rasputin e la risposta era sempre la stessa, il governo russo non gli dava il permesso di operare. In realtà, molti credevano che Silente avesse paura di Rasputin, ma in realtà quello che il mago temeva era che Voldemort  non fosse morto. La mia famiglia dopo la caduta di Voldemort godette di un momento di pace visto che anche Rockwood era stato scoperto e che Piton era da parte di Silente. Insomma sembrava che fosse arrivata la pace anche per noi finche una notte di sedici anni fa non ricevemmo delle visite a casa. Indovinate un po' chi era
- Voldemort - disse Ginny
- Rasputin - disse invece Harry
- Esatto Harry. Rasputin ci aveva fatto una improvvisa quanto sgradita sorpresa e non era solo. Con lui c'era anche un nuovo mago russo il suo nome era Rassimov. Mio padre cercò di fargli capire che non volevamo avere più niente a che fare con loro, ma ai due maghi bastò aumentare la loro aura per far capire che non tolleravano una risposta negativa. A quel punto mio padre dovette cedere e Rasputin gli spiegò che Voldemort non era morto ma che vagava come spirito nella foresta dell'Albania. E che il signore oscuro aveva intenzione di ritornare ad Hogwarts possedendo un mago di nome Raptor. Voldemort si aspettava che tu andassi a scuola quell'anno e aveva ordinato a mio padre che io diventassi tuo amico. Se avessi denigrato la mia offerta allora sarei dovuto diventare il tuo peggior nemico. E non solo tuo ma anche di tutti i Grifondoro. Questo perchè le care vecchie abitudini delle Serpi avevano perso la loro forza e quindi io avrei dovuto riorganizzarle con l'aiuto degli altri Serpeverde che erano i figli dei primi mangiamorte. Per quanto io non avessi nulla contro di te dovevo obbedire per il bene della mia famiglia. Speravo che la cosa potesse concludersi con la nostra amicizia, in questo modo con il tempo avrei imparato a conoscerti e visto della propensione di Silente per i filobabbani, tramite te gli avrei fatto conoscere tutte le mosse di Rasputin e di Voldemort. Almeno questa era la mia intenzione che rimase ancora tale anche quando tu rifiutasti la mia amicizia. Ma quella notte nella foresta, al primo anno, capii quanto potesse essere potente Voldemort e che per impedire che facesse del male alle persone che volevo bene dovevo obbedire ai suoi ordini. Ma alla fine del primo anno, per la prima volta, intralciassi i piani del signore oscuro, in quel frangente capì che eri pericoloro e che per lui era impossibile toccarti. Quindi visto che non saresti mai stato dalla mia parte io avrei dovuto far in modo di ostacolarti in qualsiasi modo. Così ho cominciato a fare la parte di quello che odia tutto e tutti mettendo i bastoni tra le ruote al famoso trio.
- Draco toglimi una curiosità, centri qualcosa con il famoso diario di Ton Riddle? - chiese Harry intuendo in parte la risposta del biondo
- Solo in parte. Il diario non doveva andare a Ginny ma alla tua amica Hermione. - disse Draco
- Come sarebbe dovuto andare ad Hermione? - chiese Ginny
- E' meglio che vi spieghi tutto. Alla fine del primo anno durante l'estate Rasputin venne nuovamente a casa nostra dicendo che era rimasto molto deluso dal mio comportamento, così che per riscattarmi avrei dovuto dare il diario a uno dei tuoi amici. Capii subito che quel diario era una trappola per eliminarti ma visto che io volevo essere indipendente dovevo trovare il modo per darlo a qualcuno che fosse abbastanza inteligente da poter capire che cosa significava quel diario. Così grazie al discorso di Silente che fece alla fine del primo anno, capii che la migliore di tutte era Hermione Granger e guarda caso è la tua amica prediletta. Così lo dissi a mio padre e anche lui fu d'accordo che se il diario fosse andato ad Hermione i rischi sarebbero stati minimi. Ma la sorte ci mise lo zampino quel giorno in libreria. Il libro finì nel calderone di Ginny anzi che in quello di Hermione e quando ce ne accorgemmo era ormai troppo tardi. Dopo il primo incidente capii quale segreto contenesse quel diario. Ero spaventato ma non potevo dire la verità.
- Quindi il diario è andato a me per errore - disse la grifondora
- Si Ginny. In realtà sapevamo che anche tu saresti andata ad Hogwarts quell'anno ed effettivamente eravamo indecisi se darlo a te o ad Hermione. Era scontato che saresti diventata amica di Harry visto che lui lo era giù con tuo fratello. Ma io non ti conoscevo e quindi non potevamo rischiare di dare il diario a te. Per questo scegliemmo Hermione. Eppure nonostante tutti i nostri accorgimenti e i primi attentati sembrava che prima o poi accadesse l'inevitabile. Mi tranquillizzai solo quando vidi Harry e Ron entrare nella camere dei Serpeverde. Non tanto per Ron che recitava malissimo, ma per te che mantenevi il sangue freddo tra i tuoi nemici e per Hermione. Non avevo nessun dubbio che era stata sua l'idea di usare la pozione polisucco. Vi dissi quello che volevate sapere e il fatto che Ron sospettasse di me di essere l'erede e che mio padre  avesse aperto per primo la camera, mi lasciò dubitare molto della sua inteligenza.
- Perchè - chiese Ginny
- Le età ginny - le disse Harry - la camera è stata aperca cinquanta anni fa. Draco ha sedici anni. Se fai due calcoli il padre di Draco  avrebbe dovuto avere sessantasei anni visto che la camera è stata aperta cinquanta anni fa, invece ne ha soli quarantasei quindi il primo erede doveva essere per forza qualcuno antecedente all'epoca di Malfoi Senior
- Mi dispiace dirlo Ginny ma tuo fratello non ha mai brillato per intelligenza. Visto la sua famiglia pensavo che fosse un po' più sveglio ma è evidente che avere due amici come Hermione ed Harry proprio non lo aiuta. - Disse Draco. Ginny non sapeva come ribattere visto che le parole del Serpeverde erano giuste, così anche se a malincuore la ragazza fece un sorriso amaro.
- Ron non manca di inteliggenza è solo svogliato - era stato Harry a parlare in difesa del suo ex amico - L'unico suo problema è che è competitivo. Non acetta di essere meno bravo di qualcuno e quindi cerca di strafare. E' comunque un Grifondoro ed ha coraggio.
Ginny sorrire di cuore ad Harry. Come avrebbe voluto che il fratello sentisse quelle parole. Per quanti torti il fratello avesse fatto ad Harry, quest'ultimo non provava il benchè minimo rancore. Anche Draco sorrise, cominciò a capire che cosa significasse avere un vero amico dalla propria parte.
- Ricordi il terzo anno Harry - Chiese Draco
- Certamente - rispose il ragazzo - hai fatto di tutto per far del male ad Hagrid e mi hai ostacolato più di una volta quell'anno
- Perchè così mi era stato ordinato di fare. Dovevo tenerti il più impegnato possibile affinchè tu non ti accorgessi della verità relativa a Sirius Black. Secondo Voldemort se si fosse scoperto che Codaliscia era il traditore di quella terribile notte, Silente e tu non avreste impiegato molto per capire che Sirius Black era innocente. Obbedii all'ordine di buon grado. Questa volta non avresti corso pericoli di nessun genere ma non sapevo quanto mi sbagliavo. Tra Lupin che è un lupo mannaro e i dissennatori fu un miracolo che ne uscisti vivo anche se comunque sei riuscito a far conoscere chi era il traditore dell'ordine della fenice.
- Un miracolo di nome Hermione - pensò il ragazzo
Anche se non disse nulla a Ginny fu chiaro a chi stava pensando. Sapeva che era stato grazie ad Hermione che si era potuto conoscere la verità. Quante ingiustizie le furono fatte quell'anno da parte di Ron. Eppure nonostante questo la ragazza aveva preferito il rosso piuttosto  ad Harry.
- Il quarto anno invece mi fu dato l'ordine di non fare nulla. Vi era un piano ben prestabilito che probabilmente avrebbe portato alla tua morte e alla resurrezione di Voldemort. Ovviamente fui felice che non dovessi fare nulla ma nonostante tutto volevo sapere in che modo volevano prenderti visto che in qualche modo erano riusciti a fari partecipare al torneo tre maghi.
L'ideale sarebbe stato formare una passaporta per teletrasportarti ma continuavo a chideremi come potevano fare ma soprattutto chi. Ovviamente non potevo investigare troppo quindi mi dovevo accontentare di piccoli indizi che venivano lasciati. Mi fu tutto chiaro quando cominciai a notare che quello che tutti credevano che fosse il professor Moody continuava a bere dalla sua fiaschetta.
- In che senso ti fu tutto chiaro. Molti sospettavano di Karkaroff - chiese Harry
- Ed era quello che sia la spia che Voldemort volevano. Tutto il piano fu architettato in modo che il principale sospettato fosse Karkaroff. Se il falso Moody non si fosse fatto prendere dalla frenesia di avere informazioni, il piano avrebbe avuto pieno successo. Invece non fu così perchè tu riuscisti a scappare dal signore oscuro e il falso Moody fu scoperto così che Silente potette riscostruire il vecchio ordine della fenice stesso quello notte e arruolare nuovi membri come Tonks o Scakebolt.
Il quinto anno è storia recente. Adesso sai il motivo per cui ho dovuto ostacolarti per tutto questo tempo. Non nascondo di aver provato una certa antipatia nei confronti di Harry ma non ho avuto mai nessuna intenzine di fargli del male - concluse il serpeverde
- Draco che cosa ti aveva chiesto di fare il signore oscuro per quest'anno? - chiese Harry
- Voleva che uccidessi Silente ma io non volevo. Mi andava anche bene ostacolare una persona ma ucciderla era tutta un'altra faccenda. Così che rifiutato l'ordine tornai immediatamente a casa a prendere gli elfi domestici e mio madre. Ma fu troppo tardi perchè come sai fui attaccato da Zita. - rispose Malfoy
- E come avresti fatto ad uccidere Silente? - chiese questa volta Ginny
- Voldemort puntava sul fatto che Silente era ferito al braccio e soprattutto sulla sua bontà d'animo. In altre parole voleva che Silente si sacrificasse affinchè non mi fosse fatto del male. - disse Malfoy
Harry pensava che il ragionamento di Voldemort non faceva una piega. Sicuramente Silente avrebbe fatto una mossa del genere.
- Riguardo al gruppo delle Serpi sei riuscito a ricostruirlo? - chiese Harry
- In parte si visto che è formato dalla maggior parte dei primi mangiamorte. In sostanza però non fanno del male a nessuno. Primo perchè ho instaurato una sorta di timore reverianziale nei tuoi confronti. In altre parole io che sono il fondatore posso lottare alla tua pari. Le altre serpi vedendo che non riesco a batterti si limitano quando sono in tua presenza, perchè sanno che non possono batterti. - disse Draco
- Ecco perchè tutte quelle scaramucce nei miei confronti. - gli disse Harry
- Esatto. Eppure sento che tra i Serpeverde qualcosa mi sfugge. Ogni tanto ho l'impressione che ci sia un secondo gruppo che agisce nell'ombra della casa ma non riesco a individuare il capo di questo gruppo.  Questa persona è scaltra e furba. Non si lascia coinvolegere e mai nessuno ha messo in discussione la mia leadership nella casa. Perchè era questo che volevi chiederrmi l'altra volta sul treno, non è vero?
- Si Draco era questo che volevo chiederti - ribattè Harry
- E ora che facciamo Harry? Sicuramente questo altro Serpeverde avrà avuto il compito di uccidere Silente - chiese Ginny
- Lo spero Ginny, così finalmente la smetterà di agire nell'ombra anche se ne dubito fortemente. L'idea di uccidere Silente usando Draco credo che sia più una punizione nei confronti del padre per aver fallito la missione dell'anno scorso riguardo il furto della profezia.
- Quindi - chiese la rossa
- Quindi dobbiamo aspettare finchè non riusciamo a scoprire qualcosa riguardo a questo eventuale piano. Nel frattempo credo di aver capito dove Voldemort abbia nascosto gli Horcrux. Almeno alcuni.
- Dove? - chiese curiosa la grifondora
- Non ora Ginny, ne riparliano stasera alla riunione. - rispose il grifondoro
- Come vuoi Harry. - disse Ginny piuttosto delusa.
- Harry che cosa erano quegli incantesimi che hai usato contro Ron? - chiese Draco
- Non hanno un nome perchè li ho creati questa notte ma visto che modificano gli status del mago possiamo chiamarli intantesimi status. - rispose il ragazzo
- Come funzionano? Cioè ho capito che modificano certi stati dei maghi ma in che modo? - chiese Ginny
- Gli incantesimi in generale vengono usati per lanciare magie o per difendersi da esse. La magia aura funziona allo stesso modo. La magia status è diversa perchè amplifica i sensi della persona. Per esempio l'ultravelox aumenta di tre volte la velcotà del mago.
- La velocita di esecuzione degli incatensimi - chiese Ginny
- Non solo - rispose Harry alzandosi e praticando l'incantesimo su di se. Una patina bianca lo ricopriva leggermente - Ultravelox aumenta la velicitò fisica del mago così che colpirlo diventa più difficile. Se poi si ha anche la capacità di percepire la magia allora colpire il mago è impossibile proprio come ha provato a fare Seth - continuò a spiegare Harry spostandosi prima dietro a Malfoy per poi andare dietro a Ginny così velocemente che il movimento non era stato visto da nessuno dei due.
- L'incantesimo si annulla come un semplice finite incantatem - spiegò ancora Harry praticando l'incantesimo su stesso. La patina bianca che prima lo ricopriva scomparve del tutto.
- Per resistere meglio ai colpi magici si usa invece l'ultrarex - spiegò ancora Harry che aveva l'affanno. Era evidente che la sua condizione fisica era ancora precaria. Per non parlare della sua smorfia di dolore che fece, era evidente che la ferita non si era ancora rimarginata - In ogni caso sono incantesimi nuovi per me quindi direi che l'ultrarex potrebbe anche usato per aumentare la velocità di esecuzione degli incantesimi. Presto creerò anche degli altri incantesimi per aumentare la resistenza ai colpi fisici e per aumentare la forza magica e quella fisica del mago. Sono questi i cinque stati sui quali mi concentrerò per il momento.
I nuovi tre amici passarono ancora qualche minuto sotto l'albero parlando del più e del meno, quando dal castello uscirono Ron ed Hermione.
- Vedo che hai fatto presto a sostituire i tuoi migliori amici Harry Potter - gli disse Ron in modo piuttosto provocatorio, avvicinandosi al nuovo gruppo, mentre Hermione che gli teneva la mano era a un paio di passi indietro con la testa abbassata. Le dispiaceva sentire quelle parole proprio da Ron e soprattutto che il destinatario fosse proprio la persona che tanto amava in silenzio.
Harry sapeva che lo spirito maligno di Seth aumentava gli stati di frustazione di Ron soprattutto nei suoi confronti, ma lui non voleva litigare ancora.
- Che cosa vuoi Weasley - chiese in tono provocatorio Malfoy
- Non sono affari tuoi furetto - rispose a sua volta Ron
- Non provocarmi Weasley, potrebbe essere il peggior errore della tua vita - rispose a sua volta preparandosi al duello che si stava per svolgere
- Credi che tu mi faccia paura - gli rispose a sua volta Ron estraendo a sua volta la bacchetta
Le due ragazze osservarono Harry che non poteva intervenire. La ferita che aveva sul petto era troppo dolorosa, quindi decisero che ci avrebbero pensato loro, rapide estrassero le bacchette ma Harry fu più veloce di loro e disarmò i due ragazzi. Il gesto di sollevare la bacchetta gli aveva fatto avere una fitta dolorissima ma lui non poteva permettere che quella assurda diatriba andasse avanti.
- Dovete smetterla tutti e due. - disse Harry sudando copiosamente segno evidente che stare in piedi gli costava grande fatica.
- Mi dispiace Harry ma sei tu che vuoi andare d'accordo con i serpeverde non io. - disse il rosso buttandosi a terra recuperando la bacchetta, puntandola nuovamente contro Malfoy solo che questa volta trovò sulla sua strada Harry.
- Avanti Ron usa pure il tuo incantesimo su di me - gli disse Harry che non aveva nessuna intenzione di spostarsi
- Fatti da parte Harry - gli intimò il rosso
- No - gli rispose Harry guardando dritto negli occhi il rosso. Voleva proprio vedere fino a che punto voleva arrivare.
- Ho detto di farti da parte Harry - gli intimò il rosso serrandp ancora di più la presa sulla bacchetta sotto lo sguardo stupito delle due ragazze.
- Ho detto di no Ron - disse Harry ancora più deciso a mettere fine alla guerra che c'era tra i Serpeverde e i Grifondoro
- Maledizione perchè lo difendi - gli chiese il rosso abbassando la bacchetta
- Non lo hai ancora capito Ron. Noi maghi abbiamo nemici pericolosi. Non riusciremo mai a batterli tutti se non mettiamo da parte tutti i nostri pregiudizi. Non ti sto chiedendo di andare d'accordo con tutti i Serpeverde ma almeno di evitare una guerra inutile. Abbiamo già Voldemort che vuole fare una cosa così stupida. Non dirmi che anche tu credi in questa divisione tra maghi purosangue e mezzosangue perchè se ci credi ti faccio presente che anche io sono un mezzosangue e lo è anche la tua ragazza. - gli disse Harry avanzando verso il rosso, in tono più disteso.
- La scelta è solo tua Ron - gli disse ancora Harry oltrepassandolo - ora sei tu che devi scegliere tra cosa è giusto e cosa è facile. Vi aspetto tutti alla riunione stasera.
- Harry, io e Ron non abbiamo il permesso di assistere alle riunioni - gli disse Hermione
- Per questa avrete un permesso speciale Hermione. Non potete rimanere all'oscuro di tutto. - disse Harry avanzando verso il castello per poi entrarvi scomparendo alla vista dei quattro ragazzi.
- Hermione che cosa ha Harry - chiese Ron alla ragazza -
- A cosa ti riferisci Ron. Lo sai anche tu che ha ragione a parlare in quel modo. - gli disse la ragazza piuttosto
- Non mi riferivo a quello che ha detto Harry ma al suo stato fisico. Non l'ho mai visto ridotto così. - disse il rosso
- Ecco che era arrivato il solito tempismo di Ron. Non si accorge mai di nulla e ora nota lo stato di Harry - pensò la sorella. Purtroppo la discussione con Draco e l'intervento di Ron le avevano impedito di chiedere ad Harry che cosa intendesse fare con il fratello.
- Non lo so Ron, probabilmente Harry è rimasto ferito durante uno dei combattimenti e non lo ha detto a nessuno. - mentì Hermione
- Andiamo a vedere allora. Forse ha bisogno di cure - le disse il rosso prendendola per mano
- Aspetta Ron, tu rimani qui con me e Draco, mentre Hermione andrà da Harry. Devi conoscere anche tu la verità su Draco se vogliamo veramente mettere fine alla diatriba tra Grifondoro e Serpeverde - gli disse Ginny al fratello
- Vai pure Hermione - le disse il fidanzato dandole prima un bacio sulla bocca
Hermione si diresse verso il castello per poi entrarvi mentre Ginny cominciò a spiegare dettagliatamente la storia di Draco. Harry nel frattempo era arrivato in camera sua, si tolse il mantello mostrando il petto completamente fasciato. Si tolse la benda e come aveva pensato la ferita si era leggermente aperta, creando una piccola irritazione ai bordi.
- Lo sapevo che ti si era riaperta la ferita - disse Hermione che stava sulla soglia della porta -
- Lo sai che non ti posso nascondere nulla Herm. - le disse Harry sedendosi sul letto, cercando di lavare la ferita.
- Stenditi sul letto che ti lavo io la ferita - gli disse Hermione togliendogli la benda dalla mano, facendolo distendere sul letto
- Hermione scusami per prima, ti ho chiamato Herm e so che tu detesti i diminutivi - gli disse Harry che teneva gli occhi chiusi
- Non fa niente Harry. Non importa se mi chiami con quel nomignolo - gli disse l'amica mentre gli lavava delicatamente la ferita.
- Grazie Herm - le disse il ragazzo aprendo nuovamente gli occhi. Per un istante la ragazza si perse in quei meravigliosi occhi color smeraldo mentre Harry rimase quasi ipnotizzato dalla bellezza degli occhi dell'amica. Lentamente Hermione spostò una ciocca di capelli dal viso di Harry, cosa che fece anche il ragazzo sistemandole una ciocca ribelle dietro l'orecchio. I due visi erano così vicini che i loro nasi quasi si toccavano. Hermione avvicinò ancora di più le sue labbra a quelle di Harry. Un solo bacio e tutto sarebbe stato distrutto. Lei non poteva permetterlo, così che con un grande sforzo di volontà si allontanò da lui, continuando a lavargli semplicemente la ferita. Harry invece avrebbe tanto voluta baciarla, ma sapeva anche lui che era un errore. Non poteva tradire così la fiducia dimostrata dall'amico, ma soprattutto non voleva che la ragazza litigasse con il ragazzo che tanto amava.
- Harry sei il mio migliore amico - le disse la ragazza, continuando a pulire la ferita.
Harry rimase paralizzato da quelle parole. Sapeva di non avere speranze con lei ma sentirlo dire dalla sua voce era un vero e proprio dolore al cuore.
- Anche tu sei la mia migliore amica Herm - gli disse il ragazzo. Anche Hermione rimase paralizzata per un istante nel sentire quelle parole. Forse questo era il loro destino. Sin dal primo anno, essere semplicemente i migliori amici l'uno verso l'altro. Eppure i loro sguardi si perdevano nei loro occhi, i loro cuori battevano all'unisono. Tutto sembrava dire che fossero fatti per stare assieme; ma non la loro mente razionale. Sia il cervello di Hermione che quello di Harry dicevano che era un errore solo provare di stare assieme, così si sarebbero accontentati di essere per sempre i rispettivi migliori amici. Eppure nonostante la razionalità della loro mente; i loro cuori, i loro occhi e persino le loro mani ardevano dal desisderio di aver quel bacio che li avrebbe fatti incatenare per sempre. Ma non potevano. Harry pensava che non era giusto essere felice a scapito dell'infelicità di Ron nonostante tutto le cattiverie che gli aveva detto; ed Hermione invece pensava che non era giusto distruggere un amicizia durata anni per un solo bacio. Lei sapeva che Harry era di Ginny, non sarebbe mai stato suo.
Hermione aveva il cuore a pezzi, essere così vicino alla persona che aveva capito di amare e non poterla amare alla luce del sole. Era terribile per lei e senza rendersi conto usò troppa forza per pulire la ferita di Harry che a quel contatto fece una smorfia di dolore. La ragazza si rese conto di avergli fatto male, una piccola lacrima scese dal suo viso, quella brutta ferita se la era fatta solo per salvare lei.
Il ragazzo prese la mano dell' amica e se la rimise sulla ferita, così che la ragazza ricominciò a pulirla. Harry avrebbe voluto confidarle tutto il suo amore ma non poteva. Non poteva rovinare la loro bellissima amicizia solo per un amore non corrisposto. Così anche se a malincuore Harry distolse lo sguardo. Si promise che da quel momento in poi non avrebbe amato più la sua amica e che probabilmente non avrebbe mai amato più nessuno.
Hermione capì quello che Harry staca per fare, purtroppo per lei aveva capito troppo tardi di amarlo, e non aveva il coraggio di lasciare Ron per mettersi con il suo migliore amico. Se solo l'avesse fatto il rapporto già delicato tra i due ragazzi si sarebbe definitivamente rotto, facendo diventare Ron il peggiorn nemico di Harry e lei questo non poteva permetterlo. Quindi da quel momento in poi si promise che avrebbe imparato ad amare Ron.
- Harry, abbiamo un grosso problema - disse Billy entrando di corsa nella stanza.


ringrazio auro_san per la sua recensione. Hermione non è vigliacca ma ha solo paura. Non è facile lottare contro avversari che ti sono superiori, e soprattutto non è facile dire alla persona che si vuole bene due semplici parole. Ti amo sono due parole così semplici da dire ma anche cosi maledettamente difficili.
Un caloroso grazie a quelle poche persone che leggono la mia sotira. Anche se siete pochi vi prometto che la storia avrà una fine, del resto l'ho già detto è tutto chiaro nella mia mente.
un grandissimo grazie a tutti coloro che hanno recensito fino a questo momento.
E ancora un grande grazie a coloro che hanno la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite.

Dedico a tutti voi questo capitolo, un po' diverso dagli altri. Ma mi sembrava strano passare direttamente all'addestramento di Harry così come se il maghetto non avesse avuto una battaglia dura. La mia fanfic è scritta come se fosse una storia reale, per questo motivo il capitolo dura praticamente tutto il giorno. Ben presto ci sarà anche un altra verità che verrà messa alla luce ma ci saranno anche tantissimi altri intrighi

probabilmente non ce la farò a postare il sedicesimo capitolo prina della fine dell'anno. Perciò facciò a tutti tanti auguri di buon anno. E che il 2011 veda nascere ancora tante fanfic sulla coppua Harry/Hermione







 

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Capitolo 16
*** gli incantesimi auro ***


                                                   capitolo 16

                                               Gli incantesimi auro

Billy si rese conto solo dopo qualche secondo che Harry non era da solo in camera. Anche se non stava succedendo niente tra i due ragazzi, Billy comunque si sentì come se avesse rotto un qualcosa che si stava creando. In realtà il rosso non poteva sapere che entrambi i ragazzi si erano appena ripromessi che non si sarebbero mai innamorati l'uno dell'altro.
- Che cosa succede Billy - chiese Harry al secondo genito della famiglia Weasley
- Ci sono dei grossi guai Harry in Egitto. Tanto per cominciare la setta di Seth è misteriosamente scomparsa. Si sono perse le loro traccie. Nicolas sta cercando di rintracciarli, perchè teme che possano fare qualcosa, ma per il momento non ci sono riusciti, anche perchè il governo egiziano è alle prese con un altro spinoso problema. Sembra che la setta di Anubis, abbia trovato la piramide dove era stato nascosto il corpo del dio, e che lo abbiano trafugato. Come vogliano riportarlo in vita nessuno lo sa.
- Come sarebbe a dire che nessuno lo sa? - chiese Harry ancora disteso sul letto, mentre Hermione gli lavava la ferita, ascoltando quello che Billy stava dicendo.
- E' proprio questo il punto Harry. Ma è meglio che ti spieghi tutto dall'inizio. Questa mattina, dopo il tuo combattimento con Ron, ho mandato una lettera a Nicolas Flamell nella quale gli raccontavo quello che era successo. Ovviamente tralasciando i tuoi nuovi incantesimi. - gli disse Billy
- Perchè? - chiese Hermione
- Perchè secondo Silente meno persone lo sanno meglio è. La rete di spie di Voldemort è grande, e se viene a sapere che Harry sta imparando nuovi incantesimi potrebbe essere un grosso guaio. Invece se lo ignora, sarà meglio perchè Harry correrà meno pericoli - spiegò Billy
- Capisco - disse semplicemte Harry.
- Nicolas mi ha mandato un gufo stamattina, spiegandomi che era un guaio che Seth si fosse risvegliato. - continuò a spiegare Billy
- Come mai? - chiese Harry
- Perchè da questa notte in poi la pozione non funziona più. Nicolas ha detto, che l'unica soluzione è dargli una potente pozione soporifera, per far in modo che Ron dorma tutta la notte della luna piena. La più potente pozione è l'orfeo ma quella pozione ha un terribile controeffetto.
- Quale - chiese Harry
- Presa una volta ogni tanto non ha effetti, ma presa una volta al mese, per tre mesi consecutivi porta alla morte; perchè la pozione è fatta con ingredienti mortali. Tipo la soporina e la mortalina, due piante indispensabili affinchè la pozione funzioni - disse Billy
- Quindi in qualsiasi modo la si vede Ron è destinato alla morte - disse Hermione con le lacrime agli occhi. Era vero che amava Harry ma non poteva credere che Ron fosse destinato a morire così giovane
- Probabilmente. Anche se Silente si sta scervellando per trovare una soluzione - disse Billy
- Ron non è destinato a morire nè ora nè finchè sarò in vita. - disse Harry deciso, sedendosi sul letto.
- Harry per quanto ci siamo sforzati non riusciamo a trovare una soluzione. In qualsiasi modo la si metta Ron difficlmente potrà vivere. - ribattè Billy
- C'è un modo Billy, pericoloso ma c'è - disse Harry facendo un sorriso malizioso.
Hermione conosceva bene quel sorriso e quello sguardo. Harry era fermamente determinato ad aiutare l'amico e niente l'avrebbe fermato dai suoi proprositi.
- Quale sarebbe questo modo Harry - chiese speranzoso Billy
- Far bere a Ron la pozione Orfeo una volta ogni due mesi. - disse semplicemte il grifondoro.
- Harry anche se facciamo bere la pozione ogni due mesi, ci sarà sempre il mese che Ron si trasformerà in Seth e... - Billy si fermò di colpo. Aveva capito l'idea di Harry
- Esatto Billy in quella notte daremo a Ron la pozione normale del sonno. Sicuramente non sarà sufficiente a tenerlo addormentato tutta la notte, ma una parte si. Quando Ron si sveglierà noi saremo pronti a combatterlo per il resto della notte, esattamente come abbiamo fatto ieri.- spiegò Harry in modo così tranquillo che sembrava fattibile.
- Non si può Harry - disse Billy obiettando all'idea di Harry -  sarebbe troppo pericoloso per i ragazzi della scuola. Per il bene di tutti Ron non andrà ad Hogwarts quest'anno.
- Ron deve andare a scuola per completare il suo iter scolastico - disse Harry scaldandosi un po'
- Harry cerca di capire - gli disse Billy
- No Billy io non lascerò morire Ron. Nè con una pozione, nè tanto meno lo lascerò alla mercè di un dio. - ribattè Harry in modo deciso. - E riguardo al fatto di combattere possiamo farlo perchè Ron verrebbe teletrasportato in una foresta, o da qualche altra parte creando una zona antismaterializzazione. Fatto questo potremo lottare contro Ron. Non dico che sarà facile ma non possiamo lasciare che venga ucciso da Seth o dalla pozione.
- Harry noi non vogliamo la morte di Ron ma nessuno è riuscito a lottare contro di lui in forma semidivina eccetto tu. Noi non possiamo chiederti di rischiare la tua vita per Ron - obiettò il secondo genito
- Non me lo stai chiedendo Billy lo sto facendo io di mia spontanea volontà. Io non riuscirei a lottare sapendo che avrei potuto impedire la morte del mio migliore amico. Anche se ora non siamo più amici,  non potrei vivere sapendo che avrei potuto fare qualcosa per aiutarlo - gli disse Harry quasi supplicando. In realtà Harry non lo faceva tanto per lui ma per Hermione. L'unica cosa che voleva era che Hermione vivesse felice con la persona che amava; per questo non poteva permettere che Ron morisse.
- Harry cerca di capire è troppo pericoloso per te - gli disse ancora una volta Billy
- Lo so Billy ma farò qualsiasi cosa per salvarlo. Inventerò dei nuovi incantesimi, imparerò ad usare la magia aura ma per piacere lasciami provare. Ron morirà comunque ucciso dalla pozione o da Seth. Anche se minima abbiamo la possibilità di salvargli la vita. Perchè non provare dunque? - chiese Harry più combattivo che mai
- Harry... - disse mestamente Billy abbassando la testa
- Basta così Billy - disse una voce dietro al ragazzo. Era Silente ed era stato seguito da tutto l'ordine compresi gli elfi.
- Harry ci proveremo ma dovrai sottoporti ad allenamenti estenuanti - gli disse Silente
- Qualsiasi cosa professore - rispose il ragazzo determinato
- Sarà un allenamento molto duro Harry - gli disse Eoden facendosi avanti - dovrai imparare a padroneggiare la magia aura che i maghi da troppo tempo hanno dimenticato.
- Lo farò Eoden - gli disse Harry determinato come non mai
- Allora in questi giorni valuterò dove fare la zona antismaterializzazione. - gli disse Silente sorridendogli. Non si aspettava una decisione diversa da quella che Harry aveva fatto, ma era giusto che fosse il ragazzo a scegliere di rischiare la vita e non lui.
- Harry tra un ora inizia la riunione ce la fai? - chiese Silente
- Certo professore - rispose il ragazzo sicuro di se stesso. Ormai aveva capito che tutti i maghi avevano fiducia in lui e che lo avevano eletto come loro salvatore, e lui non poteva deluderli.
- Ti aspettiamo tra un ora nella sala grande - disse Silente prima di uscire dalla stanza seguito dal resto dei maghi e dai quattro elfi.
Il ragazzo si distese nuovamente nel letto mentre Hermione ricominciò a pulirgli delicatamente la ferita. Ben presto i loro sguardi si persero nuovamente nei loro occhi, ma questa volta fu Harry a distogliere per primo lo sguardo. Non poteva innamorarsi della propria amica, ora aveva un motivo in più per non farlo.
- Harry promettimi che qualsiasi cosa succederà in futuro noi saremo sempre amici. - gli chiese Hermione al ragazzo che non si aspettava una richiesta del genere.
- Herm - disse il ragazzo guardando nuovamente l'amica che aveva le lacrime agli occhi. Lentamente Harry alzò la sua per asciugarle gli occhi. Herm però la prese tra le sua. Sembrava non volerla lasciare mai più, se la portò alle labbra e gli diede dei piccoli bacini.
- Herm te lo prometto che saremo sempre amici e che presto Ron non avrà più lo spirito di Seth in se. - gli disse Harry
Hermione gli si buttò letteralmente addosso, proprio come fece il primo anno quando lui era disteso nel letto dell'infermeria. Calde lacrime scendevano dal viso della ragazza, mentre Harry delicatamente le passava una mano sulla schiena cercando di calmarla. Capiva esattamente come si sentiva l'amica, era dura sapere che c'erano poche possibilità di salvare la persona amata, ma lui si ripromise che ci avrebbe provato. L'amica meritava la felicità e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per dargliela.
Invece Hermione aveva capito che Harry faceva tutto quello per lei, per renderla felice. Sicuramente sarebbe stato felice se Ron fosse vissuto ma si chiedeva cone l'avrebbe presa se Harry avesse dovuto dare la vita per salvare quella dell'amico? Una domanda che sperava che non avrebbe mai avuta risposta, eppure le probabilità che Harry morisse durante una delle battaglia contro Ron in forma semidivina erano alte. Ma lui era intenzionato a provarci lo stesso. Era proprio questo grande altruismo che gli fecero amare Harry ancora di più.
Passarono così qualche minuto ancora finchè Harry non decise che era meglio che si facesse una doccia prima di recarsi alla riunione. Hermione vedendo che l'amico a malapena si reggeva in piedi, gli disse che lo avrebbe aspettato per aiutarlo ad arrivare in sala grande. Harry le fu grato per quella dimostrazione di amicizia. Così dopo che si era finito di lavare, indossò il suo mantello mentre la ragazza lo fece appoggiare sulla sua spalla. Come se fossero abbracciati, arrivarono fino all'ingresso della sala comune, dove Harry decise che era meglio che entrare separatamente. Così anche se a malincuore la ragazza si sciolse da quell'abbraccio, e seguendo Harry entrò nella sala grande. Harry si diresse verso Silente sedendogli accanto mentre alla sua sinistra vi era Lupin. Hermione invece raggiunse Ron, che le diede un bacio. La ragazza rispose al bacio ma non nel solito modo, anche se il fidanzato non se ne accorse.
- Ci siamo tutti. Possiamo dare inizio alla riunione - disse il preside.
Vi erano tutti i maghi dell'ordine, gli elfi e anche alcuni membri del governo magico britannico tra cui c'era il primo ministo che salutò Harry con la mano, il ragazzo ricambiò il saluto con un sorriso. Con lei c'erabo anche altri tre maghi che Harry non aveva mai visto prima
- Dunque la prima cosa che dovete sapere che c'è stato un cambio nel governo magico. Il Wizengamot ha deciso che l'attacco di Londra si sarebbe potuto evitare se ci fosse stato un'altra persona al posto mio, quindi ha deciso che   che da questo momento Scrimger è il nuovo primo ministro. - disse Amelia Bones
La notizia non fu presa molto bene nè da Harry nè dagli altri maghi della riunione. Il governo britannico stava perdendo tempo in inutili cambi di cattedra. Ancora non avevano capito la realtà della drammatica situazione in cui si trovavano.
- Immagino che il Wizengamot sappia affrontare i demoni. - disse Harry - In quel caso vorrei sapere proprio dov'erano mentre gli auror e noi dell'ordine stavamo combattendo
- Signor Potter moderi i termini - disse Scrimger - si sarebbe potuto evitare di combattere in una città babbana.
- Scrimger... - disse Harry interrotto subito dal ministro
- Per lei sono il signor primo ministro. - disse Scrimger - mi sembra che le sia stata data un po' troppa libertà negli ultimi tempi. Forse è meglio che si ricordi che lei è solo un ragazzo della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts
Harry stava quasi per esplodere a quelle parole. La sua rabbia gli si leggeva in faccia, mentre il ministro sogghignava nel vedere l'espressione di Harry Potter
- Che cosa vuole da noi primo ministro - chiese Harry sedendosi nuovamente a fianco di Silente
- Lo scioglimento dell'ordine della fenice, tanto per cominciare e inoltre che lei signor Potter faccia tutto quello che le dica io. - disse Scrimger sempre con il suo sorriso malizioso
A quella richiestra, nella sala tutti i maghi si alzarono offesi. Nessuno di loro aveva intuito la verità, eccetto gli elfi e i due ragazzi che viaggiavano con loro, che decisero di non dire nulla. Volevano  vedere fino a che punto arrivava la capacità di percezione di Harry. In quel modo potevano sapere fino a dove arrivavano i suoi poteri. Male che andava sarebbero intervenuti loro. Ma gli elfi non erano i solo ad aver capito quello che stava succedendo ma anche Silente e Piton l'avevano capito, ma proprio come gli elfi volevano vedere la capacità di percezione del pericolo del maghetto.
- Silenzio - gridò Harry
Nella sala piombò il silenzio più totale e fu in quel momento che Harry percepì nell'aria qualcosa di diverso. Erano auree demoniache di questo era sicuro, ma quello che non capiva era il motivo per cui le percepiva, non solo all'interno del castello, ma bensì all'interno della sala. L'unica cosa che gli venne in mente era che i demoni si fossero sostituiti a qualcuno, e fatto un rapido esame dei presenti e di quello che era successo quel giorno, potevano essersi sostituiti solo a un gruppo di maghi.
- Se non ho capito male volete che io mi sottometta a qualsiasi vostro ordine - disse Harry calmo. Ormai aveva individuato il nemico non doveva far altro che attaccare nel momento più propizio per lui.
- Esatto Potter - rispose il primo ministro sempre con quel sorriso stampato sul viso
- La risposta è no - disse il ragazzo mettendo una mano in tasca
- Osi disobbedire ad un ordine del governo? - chiese il primo ministro alzandosi
- Esatto - ribattè Harry alzandosi a sua volta
- Potter tu non sai contro chi ti stai mettendo. Per il tuo bene ti conviene obbedire agli ordini - disse Scrimger, il suo tono suonava tanto come una minaccia
- Sei tu a non sapere quale errore hai fatto a venire qui. - disse Harry colpendo il primo ministro con uno stupifendpo, facendolo finire disteso a terra. In un secondo quello che tutti credevano il mago del Wizengamot si trasformò in un demone, che si rialzò ed attaccò Harry, il quale appellò la sua spada e con un gran colpo orizzontale da destra a sinistra, lo tagliò in due. Immediatamente il corpo si trasfòrmò in polvere.
I due accmpagantori si trasformarono in demoni, il primo attaccò Harry cercando di infilzarlo con i suoi artigli. Ma Harry fu veloce si spostò alla sua sinistra e lo colpì con un fendente rovesciato obliquo, mentre l'attacco del secondo demone fu fermato da Billy con il suo scudo rosso, e fu sconfitto dalla spada rossa di Charlie.
Amelia Bones guardò Harry incredulo, lei non si era accorta di nulla. Tanto meno aveva sospettato che Scrimger fosse un demone.
- Harry mi dispiace tanto - disse Ron quasi spaventato da quello che era successo
- Ron come sarebbe a dire che ti dispiace tanto - chiese Harry in tono più duro di quanto volesse
- Erano là fuori con il primo ministro e io li ho fatti entrare. - disse Ron quasi sussurrando tenendo stretta la mano di Hermione. La ragazza guardava implorante Harry.
- Harry non è solo colpa di Ron ma anche mia. Avevo intrapreso il viaggio con il thestral e quando sono arrivato qui ho trovato Scrimger con gli altri due uomini del governo. Mi hanno mostrato la lettera e anche io credevo che fosse reale. Ho chiesto io a Ron di farci entrare nel castello - disse il primo ministro prendendo le difese del ragazzo
- Che ci serva da lezione, ora sappiamo che i demoni possono cambiare forma, e ingannarci. Per fortuna li abbiamo scoperti prima che fosse troppo tardi altrimenti sarebbe stata la fine della guerra. - disse il ragazzo sedendosi
- Che cosa intendi Harry - chiese Hermione contenta di vedere che l'amico non avesse rimproverato Ron
- Intendo Hermione che il piano dei demoni era quello di bloccare la nostra organizzazione, poi ci avrebbero eliminato e infine avrebbero preso il potere, spodestando i maghi del governo magico. In ogni caso non possiamo escludere che nel governo ci siano altri demoni, pertanto Amelia la prego di non dire a nessuno quello che ascolterà questa sera. - disse il ragazzo dimostrando un acume tattico non indifferente, merito sicuramente delle battaglie sostenute negli ultimi giorni.
- Sicuro Harry e per maggior sicurezza praticherò un incantensimo di scudo mentale su questa riunione in modo che neanche con la legimanzia possa dire nulla. Ma se vuoi posso anche non partecipare alla riunione. - disse Amelia Bones
- No Amelia, mi fido cecamente di lei. Abbiamo bisogno di lei affinchè il governo non cada, e ha bisogno di tutte le informazioni possibili per coordinare al meglio gli auror. - le disse Harry. Silente sorrise al ragazzo, si stava dimostrando molto abile a gestire una situazione simile. Anche Piton osservò il ragazzo, anche se in un certo qual modo aveva apprezzato il sangue freddo con il quale aveva affrontato i demoni, non lo aveva comunque dimostrato. Ma anche se poco la sua opinione stava lentamente cambiando nei suoi confronti.
- Ora possiamo ricominciare la riunione. Cominci lei primo ministro ci dia tutte le informazioni possibili su quello che sta succedendo all'estero.
- Non abbiamo molto - disse il primo ministro facendo uscire dalla sua borsa dei fascicoli che distribuì a tutti i presenti, che li aprirono cominciando a sfogliare il contenuto. All'interno il primo foglio era una cartina geografica di tutto il mondo. Le varie nazioni avevano quattro colori; verde per i paesi liberi, rossi per quello conquistati dalle forze oscure in generale, bianco per i paesi che non si avevano notizie, e nero per i paesi che si avevano notizie contrastanti.
- Per prima cosa voglio assicurarvi che Londra è di nuovo al sicuro. Grazie all'intervento di Harry e di tutto l'ordine, l'attacco dei mangiamorte è stato respinto con successo. E tutti coloro che hanno visto la vicenda sono stati sottoposti ad incantesimo per la memoria. L'attacco è stato considerato dalla stampa babbana come attacco terroristico, che ovviamente abbiamo provveduto a rafforzare. Nessuno è morto in quel attacco, il che ci lascia pensare che lo scopo primario fosse il rapimento di Olivander, che ancora non siamo riusciti a trovare.
- E che non ci riuscirete tanto facilmente - disse Harry
- Perchè pensi questo Harry, gli auror sono ben addestrati - disse con orgoglio Amelia
- Non discuto sull'addestramento degli auror, ma Voldemort non è uno sprovveduto. Non si diventa il miglior mago oscuro di sempre, senza avere l'inteligenza e la capacità di nascondere agli altri un rapimento. Se è intervenuto lui in prima persona nella battaglia di Londra, allora il rapimento di Olivander nasconde qualcosa di sinistro. - rispose il ragazzo. Silente lo osservò per un attimo, e notò come fosse cresciuto in pochi giorni. Aveva fatto un ragionamento tipico da lui
- Sono d'accordo con Potter - disse Malfoy, guardando Ron Weasley - Io sono stato nella dimora del signore oscuro e vi assicuro che è impossibile da trovare. E se vi venisse in mente di chiedermi dov'è, potete anche dimenticarvelo.
- Intendi che non ce lo riveleresti? - chiese Ron in modo sprezzante
- No Ron - intervenne Harry - Draco intende che ha sicuramente qualche incantesimo antiritracciamento e che sicuramente alla domanda, dov' è il nascondiglio di Voldemort?  scatterebbe un incantesimo che cancellerebbe dalla memoria di quest'ultimo la risposta
- Non esistono incantesimi del genere Harry - ribattè Ron quasi come se sapesse tutto sulla magia
- Certo che esistono Ron - disse Draco chiamando il rosso per la prima volta con il suo nome, cosa che spiazzò un po' il grifondoro. Invece il gesto fece sorridere leggemente Harry soddisfatto nel vedere che le cose leggermente stavano cominciando a cambiare.
- Tutti i seguaci del signore oscuro e ovviamente anche tutti i loro familiari hanno un secondo tattuaggio sulla spadda destra - spiegò Draco suscitando persino l'attenzione di Silente. Lui non sapeva nulla di questo secondo tatuaggio.
- E un incantesimo chiamato Serpente Mortem unito alla pozione Mortum Tua. In parole povere alla domanda fatta da Harry chiunque volesse rispondere farebbe una terribile fine. Il tatuaggio appena sente anche solo l'intenzione della persona di rivelare il nascondiglio del signore oscuro, si attiva facendo dirigere il tatuaggio al collo dando un morso. A quel punto si attiva la pozione che è stata applicata nell'inchiostro del tatuaggio. In altre parole il tatuaggio lo immobilizza e la pozione lo uccide sotto mille patimenti, facendo desiderare al mago la morte, finchè essa non sopraggiunge dopo cinque minuti di lunga agonia. - spiegò Draco -
- Per questo motivo è impossibile rivelare la posizione segreta della dimora del signore oscuro. - continuò Piton - Inoltre è impossibile anche usare la legimanzia perchè appena si cerca di forzare la mente entra in atto un altro incantesimo chiamato Distruggimente. Funziona in modo da attivarsi appena usata la legimanzia. E non è finita perchè appena l'incantessimo distrugge la mente, si attiva la pozione descritta prima da Draco. La persona muore senza potersi lamentare ma soffrendo le pene dell'inferno. Per questo motivo è impossibile trovare la dimora del signore oscuro.
- Al momento questo ha poca importanza visto che non abbiamo forze sufficienti per attaccarlo - disse Silente - ritorniamo al punto in questione
- La situazione è questa - disse Amelia riprendendo la parola - L'Europa del Nord, così come quella dell' est è quasi interamente conquistata dalle forze di Rasputin e di Rassimov. Gran Gretagna, Francia al momento sono libere. La Germania è potenzialmente libera ma abbiamo dubbi sulla fedeltà di Karkaroff. Discorso a parte si deve fare per l'Italia, in quanto il primo ministro è stato ucciso da Rassimov, che a sua volta è stato ostacolato da un gruppo di mezzi elfi. Infine Rassimov quando era ad un passo dalla vittoria è stato richiamato in patria.
- Per quale motivo? Conquistare l'Italia significa mettere una seria ipoteca sul controllo del Mediterraneo e di tutti i suoi paesi che ci affiacciano. Perchè Rasputin ha rinunciato a conquistare l'Italia? - chiese Harry
- Non lo sappiamo con precisione ma sembra che l'ordine sia venuto da Voldemort in persona. Sembra che Rasputin stia muovendo le sue forze su Cina e Giappone, mentre le forze di Voldemort si stiano muovendo per conquistare il Mediterrraneo.
- Riguardo l'Africa? Vedo che è interamente bianca. - disse Harry osservando la cartina
- Si Harry, sembre che nè Rasputin, nè Voldemort nutrino particolare interesse per quel continente - rispose Amelia
- Come mai? - chiese Ron
- Perchè in Africa c'è pochissima magia - rispose Harry mostrando ancora una volta tutto il suo acume. L'Africa per gran parte è deserto e c'è solo qualche stregone locale, nulla che possa preoccupare particolarmente Voldemort o Rasputin.
- Tu cosa avresti fatto al posto loro Harry? - chiese Eoden. Aveva notato il suo acume tattico, adesso con quella domanda voleva vedere se il ragazzo riusciva anche a pensare nelle vesti di un mago oscuro.
- Io - disse il ragazzo osservando per qualche secondo Eoden facendo un piccolo sorriso alla fine - avrei conquistato per primo l'Africa
- Perchè? - chiese Ron. Ovviamente la risposta era quello che si aspettava Eoden, e in effetti anche lui voleva sapere perchè avrebbe conquistato l'Africa per primo. - Insomma tu stesso hai detto che in Africa c'è poca magia, anzi quasi nulla. Allora perchè conquistarla per prima facendo capire all'intero regno magico le tue intenzioni.
- Il motivo è semplice Ron. Forse Rasputin e Voldemort non se ne sono accorti ma vedi l'Africa è il centro del regno magico - rispose Harry
- Come sarebbe a dire il centro del regno magico? - chiese nuovamente Ron, non capendo l'affermazione di Harry
- Guarda la cartina Ron non noti nulla di strano? - chiese Harry
- No Harry - rispose il rosso dopo aver guardato la cartina per qualche secondo. Anche Hermione aveva osservato la cartina e aveva capito cosa volesse dire Harry. Harry pensò che il suo amico aveva ancora tanto da imparare sul regno magico. E dire che Ron si era anche vantato di essere un mago.
Anche Malfoy aveva osservato la cartina e proprio come Hermione aveva capito cosa volesse dire Harry che l'Africa era il centro magico.
- Ron l'Africa è il centro del regno magico per due motivi. Il primo è che conquistando l'Africa ha libero accesso verso l'Asia e verso l'Europa. E non solo ma puoi accedere anche in America attraversando l'Antartide.  - gli spiegò Ron
- Ok e con questo. L'Africa rimane comunque un paese senza grandi maghi. - ribattè Ron
- Vedo che non hai capito. - disse Harry - Osserva l'Africa e vedrai che è divisaa in due dall'equatore. A nord dell'equatore c'è il tropico del cancro e a sud c'è il tropico del capricorno. Tra questi due tropici c'è il più grande deserto del mondo. Ora cominci a capire Ron
- No Harry non ho capito cosa vuoi dire. A maggior ragione che c'è un deserto io non conquisterei l'Africa - rispose il rosso
- Ron ti sei mai chiesto come mai in Africa non c'è magia mentre c'è in tutti gli altri continenti?  Insomma  il motivo per cui c'è solo qualche stregone. Pensaci Ron in tutti i continenti c'è magia e in Africa no. In Africa c'è il più grande deserto del mondo compreso esattamente tra i due tropici. Allora Ron? - chiese nuovamente Harry
- Non vorrai dirmi che c'è un regno magico nascosto? - chiese Ron
- Esattamente, e per la precisione c'è il regno degli elfi nascosto da una potente magia elfica. - disse Eoden -
- Quindi Harry avresti assogettato l'Africa per conquistare gli elfi. - chiese Legolas
- No Legolas - rispose il ragazzo sorridendo - per quanto un mago possa essere potente non potrebbe mai battere in combattimento un elfo. Ovviamente discorso diverso è per i demoni che hanno grandi poteri.
- Se è così Harry per quale motivo avresti conquistato l'Africa per primo? - chiese Ron
- Te l'ho detto Ron per motivi puramente geografici. Assoggettando un continente dove non c'è magia passo inosservato, e da lì posso realizzare una potente base segreta per conquistare altri due continenti. Fatto questo attraverso Antartide andrei alla conquista dell'America, e così in questo modo avrei assogettato l'intero regno magico. Almeno quello conosciuto. - spiegò Harry tornando serio. L'espressione dell'amico non piacque affatto a Ron, ancor meno ad Hermione che temeva tanto per la vita del ragazzo che amava. In sala calò un grande silenzio, tutti avevano capito che lottare contro Voldemort sarebbe stata una cosa, ma lottare anche con i demoni; quella sarebbe stata una cosa totalmente differente. Senza contare che non sapevano in quante parti Voldemort aveva diviso la sua anima e se era effettivamente diventato un demone
Hermione guardava il suo amico e pensava a quanti pericoli dovesse ancora correre il ragazzo che amava prima di poter vivere felice la sua vita.
- Per quanto riguarda l'America, il primo ministro americano Angelicus ci ha informato che gli Stati Uniti non corrono nessun rischio di invasione ma che da qualche giorno non ha più notize dal Messico e dal Brasile e che teme che siano caduti in mani nemiche. Però lì le notizie sono molto confuse. - disse Amelia
- Occupiamoci di una cosa alla volta. La nostra priorità è Voldemort. Dobbiamo scoprire in quanti Horcrux ha diviso la sua anima. - disse Harry
- Per il momento ipotizziamo che sono sette - continuò Silente - uno l'ho distrutto io e l'altro Harry.
- Ma quando... - Harry si fermò all'improvviso capendo che il vecchio diario di Tom Riddle era un horcrux. Harry guardò Malffoy per un attimo. Se la sua storia era vera allora Rasputin sapeva che il diario era un Horcrux, questo stava ad indicare che Voldemort stava davvero diventando potente come un demone, altrimenti Rasputin avrebbe colto al volo l'occasione per diventare il più potente mago oscuro di tutto il pianeta.
- Esatto Harry - gli disse Silente - il diario era il primo Horcrux che Tom formò uccidendo quella ragazza ad Hogwarts; io ho distrutto l'anello della madre con il quale aveva creato il secondo horcrux
- Quindi ne rimangono cinque - continuò Harry - se ipotizziamo che ne ha usato uno nella notte del ritorno, ne rimangono quattro. Quindi l'idea che li abbia nascosti ad Hagwarts è plausibile.
- Si Harry la tua idea è plausibilissima - gli disse Silente.
- Che cosa sono questi Horcrux - chiese Amelia
- Pezzi di anima - rispose Silente - le spiegherò meglio dopo.
- Primo ministro posso farle una domanda - chiese Hermione
- Certo Hermione ma puoi chiamarmi Amelia - le disse il primo ministro sorridendo alla ragazza. Le sembrava così strano anche a lei che la ragazza si fosse messa con un Weasley; da quello che le aveva detto la nipote, era sicuro che la ragazza si sarebbe messa con Harry. Era evidente invece che Hermione aveva scelto un ragazzo semplice piuttosto che uno che aveva grandi responsabilità. Eppure nonostante tutto non le erano sfuggite le occhiate che si lanciavano di tanto in tanto.
- Volevo avere notizie dei miei genitori? - chiese la ragazza
- Tranquilla Hermione, la tua famiglia è costantemente sotto osservazione da un gruppo di auror da quando c'è stato quell'attacco qualche giorno fa. Ben presto allestiremo un piano per farli venire qui. Nella città, nonostante la scorta, sono troppo allo scoperto - rispose Amelia
- Grazie Amelia - disse la ragazza con le lacrime agli occhi. Harry si chiese come mai Ron non consolasse la ragazza invece di temerle semplicemente la mano. Ma il rosso aveva notato una strana occhiata da parte di Harry alla sua ragazza e questo non gli era piaciuto; non credeva che l'amico si fosse innamorato di Hermione ma voleva mettere in chiaro che la Grifondoro era solo sua.
- Per il momento è tutto quello che so per quanto riguarda l'estero e la nostra nazione - disse Amelia
Harry guardò la cartina e dovette ammettere che non erano messi per niente bene. Più della metà del pianeta era già nelle mani o di Rasputin o di Voldemort il che non andava afffatto bene. Senza contare che c'era il problema della possessione di Seth, uno spinoso problema che andava risolto il prima possibile. Per il momento Harry aveva optato per l'idea che l'amico non sapesse nulla , ma non sapeva fino a quanto potesse mentirgli.
- Non siamo messi per nulla bene ma al momento possiamo solo difenderci finchè non avremo organizzato un piano anche noi. - disse Harry - la priorità rimane Voldemort. Il resto vedremo, ma ora vorrei sapere da Eoden come funziona la magia aura e in che cosa consiste.
- La magia aura consiste nel amplificare e modificare degli incantesimi già esistenti come gli schiantesimi o le magie difensive. Questa magia aura si attiva quando c'è un forte desiderio di amore, giustizia. Non un semplice amore verso la propria ragazza, ma un amore incondizionato tale da arrivare anche a rischiare la propria vita pur di aiutare gli altri. In quel frangente in cui si è cosciente di tale stato, si attiva la magia aura. Quindi incatesimi cone lo stupeficium diventa lo stupifendo, il protego diventa protezione magica e in alcuni casi riflessione magica e così via. Ma non è solo un cambio di parole ma cambia proprio la potenza magica del nuovo colpo. In quel caso occorre più magia per lanciare il colpo e quindi più resistenza. Ma non basta solo la magia per battere un demonoe ma dovete anche imparare a duellare con spade e altre armi, imparare il combattimento corpo a corpo , e imparare anche ad usare colpi di energia e a respingere gli incantesimi senza l'uso della bacchetta. - disse Eoden
- Non riusciremo mai ad imparare tutto questo entro due mesi - obiettò Harry
- Infatti per questo io e Legolas verremo ad Hogwarts ad insegnare solo a coloro che vogliono imparare - rispose Eoden
- Se allenerete solo poche persone si potrebbe creare dello scompiglio - obiettò Draco
- Non succederà Draco perchè Legolas e Eoden saranno gli insegnati di fenice lucente. Una casa formata da diversi alunni che entreranno solo dopo aver passato il test del cappello parlante. - ribattè Harry deciso a dare il massimo in quell'anno.
- Quando provvederemo a prendere il cappello? - chiese Hermione
- Tra un paio di giorni andrò ad Hogwarts a prenderlo - disse Silente
Con quell'ultima notizia la riunione si sciolse, il primo ministro fu accompagnato al suo thestral e in breve tempo ritornò al ministero. Nel frattempo i maghi del castello cenarono per poi recarsi ognuno nella propria stanza. Harry anche se aveva dormito per gran parte della giornata, crollò sul letto esausto. La ferita gli faceva ancora male anche se meno rispetto alla mattina. Per fortuna quella notte non successe nulla, cosa che permise ai maghi di avere un sonno tranquillo.
La mattina successiva cominciarono gli allenamenti.
Il più lesto di tutti fu Harry che si svegliò all'alba e anche se a velocità ridotta riuscì a fare dieci giri di corsa attorno al castello. Si sentiva un po' meglio rispetto al giorno prima anche se la ferita gli faceva ancora un po' male. Dopo aver fatto un po' di rilassamento muscolare, trasfigurò delle foglie in pietre e cominciò ad allenarsi, le lanciava in aria su stesso evitadole quasi tutte, solo l'ultima lo colpì proprio nel punto ferito. Ma il ragazzo non si sarebbe fermato, doveva riprendere assolutamente la propria forma fisica il prima possibile. Fece ancora altri due tentativi ma sempre l'ultima pietra lo colpiva. Fu solo al quarto tentativo che riuscì ad evitare tutte e diece le pietre, con il conseguente applauso da parte di Hermione che lo osservava da qualche minuto. Assieme a lei vi era Ron, Draco e Ginny.
- Sei già in azione Harry - disse Draco cominciando a capire il motivo per cui Harry avesse lottato così duramente in quei giorni. Era innamorato della sua migliore amica, che aveva scelto di stare con Ron. Draco non potette fare a meno di pensare che come coppia erano proprio male assortiti. Ma non stava a lui dare lezioni ad Hermione con chi dovesse mettersi.
- Per forza Draco devo recuperare la piena forma fisica il prima possibile. Un anno passa in fretta, per quanto non lo si voglia ammettere. Devo imparare a padroneggiare la magia aura il prima possibile per poi passare ad incantesimi più seri. - rispose Harry serio.
- Purtroppo noi non possiamo esserti di aiuto Harry - disse la grifondoro - Silente ci ha fatto di nuovo la stessa domanda questa mattina ma non siamo riusciti a rispondergli neanche questa volta
Ginny osservava Hermione mentre parlava, ed era più che sicura che lei aveva capito perfettamente che cosa avesse fatto per loro Harry, ma Ron sicuremente no. E  lei era quasi convinta che Hermione non avesse voluto rispondere per non lasciare il rosso isolato.
- Silente non vi permetterà di partecipare alle lezioni, ma potete comunque osservare. Inoltre provvederò personalmente ad allenarvi la sera dopo che avrò terminato il mio addestramento. - disse il ragazzo ad entrambi i grifondoro
- Harry tu hai già molti problemi, non ti puoi permettere il lusso di pensare anche a noi - questa volta fu Ron a parlare
- Appunto perchè ne ho troppi di problemi vi voglio addestrare in modo che possiate difendervi da soli. Almeno finchè saremo qui, poi quello che succederà a scuola non dipenderà solo da me. - ribattè Harry
Nel frattempo anche Jeanne e Lucas erano usciti dal castello per iniziare i loro esercizi. Erano stati fermi il giorno prima per cui dovevano recuperare. Dopo che terminarono i loro venti giri attorno al castello a velocità sostenuta, si rilassarono per qualche secondo e stavano per ricominciare ad allenarsi quando furono chiamati da Harry.
- Jeanne, Lucas perchè non vi unite a noi. Non siamo sicuramente forti come voi, ma possiamo sempre allenarci tutti assieme. - propose Harry
- Ci farebbe piacere - disse Jeanne
- Perchè no? Affrontare avversari diversi ci permette di avere comunque esperienze nuove - ribattè Lucas
- Benvenuti ad Hogwarts allora - disse Harry porgendo la mano che venne stretta a turno prima da Lucas e poi da Jeanne.
Ron capì di non essere più  il solo amico di Harry, ma che al contrario il suo amico stava cominciando a circondarsi di persone che erano più capaci di lui a lottare. Un po' gli faceva male questa nuova considerazione, ma il problema era che negli ultimi tempi proprio non riusciva a sopportare Harry. Proprio non capiva perchè fosse sempre al centro dell'attenzione. Che cosa aveva di così particolare che lui non aveva? Perchè non si rendevano conto che quello che aveva fatto lui era stato solo per pura fortuna. Sin dal primo anno era riuscito nelle sue imprere solo per la sua grandissima sfacciata fortuna. Non avrebbe superato neanche il primo ostacolo se non fosse stato per l'astuzia di Hermione e per la sua abilità di giocare a scacchi. Nel secondo anno era riuscito a battere il basilisco solo grazie all'aiuto della fenice di Silente. Il terzo anno aveva salvato il padrino grazie alla giratempo di Hermione. Il quarto anno si era salvato ancora, perchè fortunatamente la sua bacchetta e quella di Voldemort si erano respinte a vicenda; e infine pochi mesi prima si era salvato grazie al sacrificio del padrino.
Possibile che solo lui vedeva Harry per quello che era? Solo ed esclusivamente un mago fortunato. Eppure invece era lì circondato da Draco, Lucas, Jeanne, sua sorella Ginny e persino Hermione sembrava attratta da lui. Quei quattro avrebbe potuti anche prenderseli ma Hermione non sarebbe mai stata dalla parte di Harry, questa era una promessa che si fece a se stesso. Così il ragazzo decise di ritornare nel castello e cercare qualche libro nella libreria che potesse dirgli come fare per legare Hermione a se.
Hermione nel frattempo osservava Harry con tanta ammirazione, apparentemente sembra che volesse lottare da solo contro i demoni e chiunque minacciasse il regno magico. Ma in reltà non era così perchè ora lo vedeva circondato da alleati che un giorno gli sarebbero stati di grande aiuto nella sua guerra.
- Ron, ti rendi conto di che cosa... - chiese Hermione interrompendosi all'istante. Il proprio fidanzato era scomparso, probabilmente era rientrato nel castello. Proprio non riusciva a capire questa avversione del proprio fidanzato nei confronti di Harry.
- Hermione... - disse Harry facendo il segno di entrare nel castello. Qualsiasi cosa stesse combinando Ron andava tenuto costantemente d'occhio. Per quello che ne sapeva Harry, l'influenza di Seth sui pensieri e sulle azioni di Ron potevano essere anche maggiore, da quel giorno in poi.
La ragazza capì che cosa stava pensando Harry e fu d'accordo con lui; non poteva lasciare Ron da solo. Così che anche Hermione entrò nel castello alla sua ricerca.
- Tutto ok Harry - chiese Ginny
- Tranquilla è tutto ok - rispose Harry sorridendo alla ragazza, che ricambiò il sorriso.
Nè Lucas, nè Draco si lasciarono ingannare dalle parole di Harry, c'era qualcosa o meglio qualcuno che lo preoccupava; e la fonte di quella preoccupazione non poteva che essere Ron e di conseguenza anche Seth.
- Ginny, Draco è arrivato il momento che iniziate il vostro addestramento. - disse Harry ai diretti interessati
- Che cosa dobbiamo fare - chiese Draco
- Due giri interi attorno al castello. Non cercate di strafare all'inzio, seguite un vostro ritmo. - gli spiegò il ragazzo
- Solo due Harry, sono pochi - ribattè Draco
- Fidati Draco due sono più che sufficienti per cominciare. - gli disse Harry
- Ok se lo dici tu, cominciamo Ginny? - chiese il biondo guardando la rossa. Per la prima sentì il cuore battergli più velocemente sentendosi osservato  da quegli occhi color nocciola della piccola Weasley.
- Certamente Draco - rispose la ragazza cominciando a correre, seguito a ruota da Ginny.
Tutta la scena era seguita da Silente e dal resto dei maghi compresi Eoden e Legolas. All'appello mancava Piton che era stato incaricato da Silente di seguire Ron e di non perderlo di vista per nessun motivo. Così come Harry anche Silente temeva molto l'influenza di Seth su Ron e non voleva correre rischi inutili.
Ron nel frattempo era nella libreria, e dopo qualche minuto aveva trovato quello che voleva. Un libro che indicava le pozioni e gli incantesimi per legare le perosne a se; una in particolare attirò la sua attenzione. Una pozione che veniva chiamata Legata, fatta con ingrendienti molto semplici da reperire, ma andava preparata con grande cura e richiedeva la bellezza di sei mesi e visto che ora si trovavano a metà luglio, significava che entro la metà di gennaio sarebbe stata pronta. Ma non bastava la Legata per legarsi alla persona ma occorreva anche una formula magica e quella purtroppo era andata persa. C'era però anche un controeffetto nella pozione, chi la beveva col tempo avrebbe provato un odio così intenso contro la vecchia persona amata che col tempo avrebbe portato a volerlo uccidere.  Tale effetto veniva solitamente eliminato dalla formula magica, ma visto quello che sarebbe successo non aveva nessuna intenzione di cercarla. Ron sorrise in modo quasi diabolico, per un attimo i suoi occhi divennero rossi e i suoi capelli neri, se tutto andava come descritto dal libro Harry sarebbe stato ucciso dalla persona che amava con tutto il suo cuore. La trasformazione durò solo per un secondo ma fu un tempo più che sufficiente affinchè l'aura maligna di Seth fosse avvertita sia da Harry che da Silente. Ron ritornò in se e stava per strappare il foglio della pozione quando fu interrotto da Piton. Al ragazzo non rimase altra scelta che ritirarsi.
- Maledetto impiccione - pensò il ragazzo uscendo dalla libreria. Piton si avvicinò al libro e lesse la pozione che aveva destato l'attenzione del rosso. Il professore di pozioni, se fosse possibile, impallidì. Quella pozione non era particolarmente difficile da preparare, ma per fortuna ad Hogwarts non vi erano tali libri ma per maggiore precauzione Piton fece un incantesimo a quella pagina. Sarebbe risultata illegibile a qualsiasi persona che non fosse in grado di usare il controincantezimo, qualcosa di impossibile per un ragazzino che andava ancora a scuola.
Ron incontrò poco dopo Hermione e insieme ritornarono all'esterno del castello, dove furono raggiunti dopo qualche minuto da Piton, Lupin, Silente, la Mc Granitt e i due elfi; Eoden e Legolas.
Draco e Ginny avevano appena finito i due giri del castello, Harry li fece fare un po' di defaticamento per poi fargli fare lo stesso esercizio che faceva lui solo che invece di usare dieci pietre ne usavano cinque a testa. Avrebbero dovuto fare quell'esercio per almeno mezz'ora, mentre Lucas insegnava ad Harry qualche tecnica di combattimento. Le basi era su come evitare e bloccare i pugni dell'avversario, per poi crearsi una breccia nella difesa nemica partendo all'attacco. Ma per prima cosa Lucas insegnava ad Harry su come bloccare i suoi attacchi. Il ragazzo dovette ammettere che Harry apprendeva molto velocemente, il suo impegno era ammirevole. Era proprio come lui qualche mese prima, quando Legolas aveva insegnato a lui e a Jeanne a combattere. E Lucas intuì che Harry non stava combattendo per ridare la libertà al regno magico, ma lui stava combattendo per difendere la persona che amava, e tale persona non poteva che essere Hermione visto come la guardava.
Proprio in quel momento Jeanne chiamò Ron ed Hermione vicina a se.
- Cosa c'è? - chiese Ron in modo non del tutto amichevole
- Voglio lottare contro di voi - disse Jeanne sorridendo, come se sapesse che non sarebbero mai riuscito a batterla.
- Vuoi lottare contro di me. Non sarebbe un combattimento leale visto che noi siamo in due e tu sei priva di bacchetta - disse Ron piuttosto seccato da quella strana richiesta
- Allora dovrebbe essere facile vincermi. Avanti Rondald Weasley fammi vedere di che cosa sei capace - insistette la ragazza
- Te la sei cercata. Poi non dire che non ti aveva avvisato. Stupeficium - gridò Ron lanciando contro lo schiantesimo contro Jeanne, che sempre sorridendo, mise la mano davanti a se pronunciando l'incatesimo protezione magica.
Harry ed Hermione sentirono quell'incantesimo e non poterono credere alle loro orecchie, la ragazza aveva pronunciato un incantesimo auro senza l'ausilio della bacchetta.
Hermione sapeva che era inutile lanciare schiantesimi contro Jeanne perchè la protezione magica la difendeva da qualsiasi attacco, anche uno potente come lo stupifendo. Ma decise ugualmente di lanciare uno stupeficium, ovviamente quell'incatensimo si infranse contro la barriera della ragazza.
Harry e Lucas smisero di lottare, in quanto volevano vedere se i due ragazzi erano in grado di abbattare quella difesa visto che erano in due. Anche Draco e Ginny smisero di allenarsi interessati anche loro al combattimento.
Ron continuava a tempestare la ragazza dei più vari incantesimi ma a nulla serviva, la difesa della ragazza era praticamente perfetta. Hermione invece osservava sempliemente, l'ideale sarebbe stato quello di usare anche lei un incatensimo auro, ma lei sapeva bene che non ne era in grado. E il motivo era molto semplice lei non amava Ron, gli voleva bene ma non lo amava. La ragazza osservò per un attimo Harry che aveva le braccia incrociate esattamente come Lucas.
- Avanti Herm dimostra di essere la strega più brillante degli ultimi cento anni, dimostra di essere la migliore - pensò Harry osservando la ragazza
Mentre Ron si intestardiva a lanciare i suoi incantesimo, Hermione pensava a come aggirare l'ostacolo. E fu proprio quel pensiero a farle capire che un avversario non va affrontato solo frontalmente. Fu così che la ragazza si spostò si lato, fuori dal campo di azione dell'incantesimo di Jeanne e le lanciò uno stupeficium. Sembrava che lo schiantesimo di Hermione avesse funzionato ma Jeanne si spostò in avanti di qualche passo evitando il colpo della ragazza. Hermione non si diede per vinta e le lanciò ancora un' altro stupeficium ma da angolazione diversa; Jeanne si buttò alla sua destra evitando il colpo della ragazza. Si rialzò rapida e con le mani creò un doppio incatensimo protezione magica bloccando contemporaneamente i colpi dei due ragazzi, poi approfittò di un momento di distrazione di Ron per lanciargli contro un incantesimo che lo fece finire a terra tramortito. Hermione però non voleva darsi per vinta così che cercò nuovamente una breccia in quello che sembrava una difesa perfetta.
- Hermione è in difficoltà Harry, forse sarebbe il caso di mostrare loro come si combatte realmente - propose Lucas
- No Lucas, io non ci sarò sempre. Devono imparare a lottare anche senza di me. E poi il combattimento non è ancora finito,  anche se Hermione non è in grado usare gli incantesimi auro può ancora abbattere la difesa dI Jeanne anche se non è facile. Un combattimento si vince anche usando l'astuzia non solo la forza. Lei questo lo sa perchè mi ha visto lottare contro i demoni - ribattè Harry
- Hai molta fiducia in Hermione - gli disse Lucas
- Moltissima. Le affiderei tranquillamente la mia vita - rispose Harry. Lucas con quella risposta ebbe la conferma che Harry amava con tutto se stesso la riccia.
Hermione aveva la bacchetta davanti a se, non voleva farsi cogliere di sorpresa da quell'incantesimo che la ragazza aveva usato contro Ron. Capì che l'unico modo di attaccare Jeanne era quello di arrivarle alle spalle ma per farlo doveva nasconderle la sua presenza; fu così che mentre le correva incontro le lanciò due bombarda ai suoi piedi creando una nuvola di polvere, oscurandosi alla vista di Jeanne. Hermione in quel modo riuscì ad arrivarle alle spalle, e lanciò il suo stupeficium. Sembrava  che Jeanne non potesse fare nulla ma non fu così, perchè si abbassò evitando l'incantesimo della ragazza, poi rapido le si avvicinò. Hermione lanciò ancora un altro schiantesimo ma Jeanne respinse il colpo con un braccio, solo in quel momento la grifondoro si rese conto che Jeanne aveva sempre tenuto attivo il suo incantesimo per tutto quel tempo. Jeanne scivolò a terra, si appoggiò al terreno con la mano destra e con il piede fece uno sgambetto ad Hermione che cadde distesa a terra. Le piombò addosso ma il suo pugno si fermo a pochi centimetri dalla faccia della grifondora. Hermione era stata sconfitta senza mezzi termini
- Sei stata brava Hermione - disse Jeanne rialzandosi e aiutando la ragazza a fare altrettanto - sei veramente la strega più brillante degli ultimi cento anni
- Non merito questo titolo, ho perso e se fosse stato un combattimento vero sarei morta - rispose la ragazza
- E vero ma hai perso perchè non sai usare gli incantismi auro - ribattè la ragazza
- Ma come hai fatto ad usare la magia aura e soprattutto come hai fatto ad averla attiva per tutto quel tempo Jeanne - chiese Harmione
- E' molto semplice Harmione, la magia aura è la base degli incatensimi elfici ed è la base per i combattenti babbani - rispose Legolas al posto della ragazza


ecco a voi il sedicesimo capitolo e con esso anche tantissimi auguri di un buon 2011.
In questi giorni è stato più facile postare visto che avevo più tempo libero, difficilmente in futuro riuscirò a postare con la stessa frequenza.
So che la sto prendendo abbastanza con comodo riguardo al tempo del libro ma così deve essere. Con questo capito si iniza l'addestramento dei ragazzi. Ci saranno ancora tante sorprese in futuro. Quindi non posso che augurarvi buona lettura e spero che la mia fanfic vi piaccia
Un ringraziamento speciale va a quelli che hanno inserito la storia fra le preferite e le seguite. E' una grande soddisfazione per me sapere di essere seguito. Anche se sono pochi i lettori è comunque una soddisfazione.
Una piccola richiesta recensite. è brutto per uno scrittore non vedere una recensione.
 


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Capitolo 17
*** un duro addestramento ***


                                                 capitolo 17

                                           Un duro addestramento


Questo capitolo è dedicato a tutti coloro che recensiscono la mia storia e ad uno in particolare, Auro_san che ha sempre recensito sin dal primo capitolo. Grazie di cuore perchè ad uno scrittore fa sempre piacere cosa pensano i lettori della propria storia.
Un grazie particolare anche a chi ha inserito la storia nelle preferite e nelle seguite, e ovviamente un grazie anche a tutti coloro che leggono.
Mi scuso sin da ora se posterò i capitoli con più ritardo, ma ormai l'anno nuovo è passato con tutti gli obblighi che ne comporta. Cercherò di posare il più velocemente possibile
vi lascio una buona lettura del diciassettesimo capitolo e non dimenticate di recensire




Le parole di Legolas colsero di sorpresa Harry, che si riprese subito dalla notizia ricevuta.
- La magia aura è la base della magia elfica e dei combattenti babbani - ripetette Draco - come è possibile?
- E' possibile perchè noi elfi abbiamo sempre saputo per che cosa usare la magia. Anche se sappiamo lottare bene non abbiamo mai dimenticato per che cosa lottare, cosa che invece avete fatto voi maghi anno dopo anno. Dopo che i quattro fondatori vinsero contro Ninga, vi siete adagiati senza pensare che i demoni sarebbero potuti tornare. - spiegò Legolas
- Ma Ninga applicò un sigillo sulla magia aura - ribattè Harry
- Harry i sigilli si possono rempere se si vuole veramente. La magia aura è radicata in ognuno di noi e se lo vuoi con tutto te stesso puoi rompere il sigillo. In altre parole Harry, se sei consapevole per che cosa lotti, non c'è sigillo o maledizione o persona che possa fermarti. - gli disse Legolas.
Harry guardò per un attimo la sua bacchetta con la piuma di fenice che vi era dentro e cominciò a capire le parole dell'elfo. Lui combatteva per difendere tutti coloro che amava,  una persona in particolare: la sua amica Hermione, fonte di gioia per lui. Ora aveva capito che non avrebbe mai potuto smettere di amare la sua amica. E visto che l'amava con tutto se stesso, giurò che l'avrebbe protetta qualora non fosse stato in grado di farlo Ron.
- E per quanto riguarda i combattenti babbani? - chiese Harry
- Anche i combattenti babbani hanno un pizzico di magia in se stessi. Tutto merito o demerito degli elfi - disse Legolas
- In che senso? - chiese Harry curioso
- Nel senso che anche gli elfi purosangue, ovvero quelli nati da padre e madre elfo, sono pochi. Con il tempo gli elfi capirono che non potevano vivere sempre isolati e cominciarono a mischiarsi con i babbani. Alcuni elfi si innamorarono delle donne babbane dando origine ai mezzi elfi come me. - disse ancora Legolas.
- Sei un mezzoelfo - ripetette Hermione incredula. Non poteva crederci, Legolas aveva tutte le fattezze di un elfo.
- Si Hermione sono un mezzo elfo. La differenza sostanziale tra un elfo e un mezzo elfo sono il colore dei capelli, argenteo per gli elfi, mentre per i mezzi elfi è nero o biondo. Il colore della pelle, più pallida per gli elfi purosangue, più abbronzata per i mezzi elfi. Altra differenza sono le orecchie, gli elfi le hanno più a punta rispetto ai mezzi elfi che sono più arrotondate. Noi mezzi elfi eravamo visti male dagli elfi fino a qualche tempo fa, poi con il tempo gli elfi capirono che a dividerci tra noi erano solo pregiudizi e così ci accolsero cone loro fratelli. - spiegò Legolas
- E per quanto riguarda i babbani? Se voi mezzi elfi siete stati accolti dagli elfi come mai nei babbani c'è magia? - chiese Draco
- Perchè non tutti i mezzi elfi sono voluti rimanere con i loro simili. Per quanto ti riesca difficile credere Draco i babbani sono molto affascinanti. Hanno le più svariate idee per risolvere i problemi che li affliggono. E' stato proprio questo loro modo di fare che ha spinto alcuni mezzi elfi a rimanere tra di loro aiutandoli quando potevano. Con il tempo la magia aura che c'era nei nuovi mezzielfi si è modificata, unidendosi allo spirito delle persone diventando spirito combattivo. In altre parole l'aura emesse dai babbani è simile all'aura magica degli elfi e a quella dei maghi, ma ha una caratteristica diversa. Ovvero tale aura si risveglia solo quando c'è un forte spirito di giustizia innata nella persona. Tale aura è diversa da persona a persona e ha caratteristiche diverse. Ovvero un babbano può avere una spiccata propensione a lanciare colpi di fuoco. - spiegò Legolas
- Che intendi per lanciare - chiese Hermione
- I babbani sono privi di bacchetta magica e quindi devono lanciare i loro colpi energetici proprio come facciamo noi elfi - rispose Legolas
- Non ho capito - disse Ginny
- Forse è il caso che dia una dimostrazione pratica - disse Lucas
- Ok procedi Lucas - gli disse Legolas
Il ragazzo prese di mira un albero che era lì vicino, cominciò a concentrarsi e ad emanare la sua aura. Harry riconobbe quell'aura come un potere molto simile a quello di Charlie. Quindi Lucas puntò la mano contro l'albero lanciandogli contro una sfera di fuoco che lo colpì. In pochi secondi l'albero venne completamente spazzato via, mentre l'aura di Lucas lentamente spariva.
- Avete capito cosa intendevo per lanciare? - chiese Legolas
- Va bene per gli incantesimi di tipo fuoco o altro ma per quanto riguarda schiantesimi o altre magie? - chiese Draco
- Lucas, Jeanne - disse Legolas facendo cenno di procedere
- Ok - dissero i due ragazzi mettendosi l'uno di fronte all'altro ad un distanza di dieci metri. Lucas lanciò una sfera di energia diversa da quella che aveva usato prima. Jeanne creò uno scudo di energia che bloccò l'attacco dell'amico. Lucas continuava il suo attacco ma Jeanne bloccava tutte le sue sfere con il suo scudo di energia impenetrabile. Ad un cenno di Legolas i due ragazzi smisero la dimostrazione
Harry era completamente sbalordito, le sfere che aveva lanciato Lucas erano una specie di stupeficium mentre le barriera usata da Jeanne poteva essere paragonata ad un protego o meglio ancora ancora ad una protezione magica.
Ora Harry aveva capito, la magia nei babbani c'era sotto spirito combattivo, e non avevano bisogno di usare le bacchette.
- E questa magia chiamata aura combattiva c'è in tutti gli esseri umani? - chiese Hermione
- No Hermione solo in quelli che hanno antenati elfi hanno questo potere. La maggior parte dei babbani che hanno l'aura combattiva sono situati nell'Europa. Questo perchè molti mezzi elfi sono vissuti lì, ovviamente quelli che sono vissuti in mezzo ai babbani sono tutti morti con il tempo, in quanto man mano che i mezzi elfi si sposavano con i babbani, la magia elfica diminuiva sempre di più. Quella che rimase con il tempo si è trasormata diventando aura combattiva, e quindi in energia spirituale che permette di lanciare dei colpi di energia. - spiegò Legolas
- Però Jeanne ha usato l'incantesimo protezione magica... - disse Hermione
- Che è magia aura che è presente nei babbani grazie ad antenati mezzo elfi, che a loro volta hanno antenati elfi. Quindi un babbano ha sia energia spirituale con la quale è in grado di lanciare colpi di energia, sia magia aura con la quale proteggersi e lanciare magie. Anche se le magie lanciate dai babbani hanno scarsissima potenza perchè non sono consapevoli del loro potere dormiente, ovvero del potere elementale in cui eccellono. - continuò a spiegare Legolas
- In altre parole Lucas è in grado di usare l'elemento di fuoco a suo piacimento, ma non sarebbe mai in grado di usare incantesimi di altri elementi mentre Jeanne è in grado di usare l'acqua ed entrambi sono in grado di usare gli incantesimi di base della magia aura perchè noi elfi gli abbiamo insegnato a padroneggiare quella parte di magia che è in loro. - spiegò Eoden
- Quindi Lucas e Jeanne sarebbero più potenti dei maghi - ribattè Draco. Era dura per lui credere che i babbani potessero in qualche modo superare in potenza i maghi. Soprattutto era ancora più dura per lui che veniva da una famiglia purosangue
- Al momento attuale chiunque è più forte di un mago - ribattè Eoden - noi siamo qui per insegnarvi a risvegliare la magia aura e a padroneggiarla. Inoltre ricorda Draco in un combattimento non  si usa solo la forze ma anche tante altre capacità, proprio come ha fatto Harry contro Runga e Zita
- E tu che ne sai dei miei combattimenti? - chiese Harry a Eoden che emise la propria aura. La stessa che Harry aveva sentito per un istante in quelle battaglie e che gli era stato di conforto nel momento peggiore, assieme al canto della fenice.
- Perchè non sei intervenuto in quei combattimenti? - chiese Harry
- Perchè non ce ne era bisogno Harry. Stavi lottando benissimo da solo, non avevi bisogno dell'aiuto di un elfo. - rispose Eoden.
- E ora che cosa farete, combatterete contro i demoni al nostro fianco? - chiese Harry guardando l'elfo dritto negli occhi. Senza il loro aiuto avrebbero potuto anche battere Rasputin e Voldemort, ma senza di loro non sarebbero mai riusciti a battere i demoni.
- Combatteremo Harry ma non sarà una guerra facile neanche con il nostro aiuto. Per il momento il vostro obiettivo primario è Voldemort e in questa guerra tra maghi noi elfi non interferiremo, ma vi addestretemo. Quello che succederà dipenderà solo da voi e dalle vostre capacità. - rispose Eoden
- Ti ringrazio per l'aiuto Eoden - gli disse Harry sorridendogli. Finalmente qualcosa si stava muovendo. Se fossero stati in grado di battere Voldemort avrebbero automaticamente ridimensionato anche Rasputin e allora sarebbero potuti partire al contro attacco. Tutto dipendeva dal trovare quei maledetti horcrux e distruggerli, ma il problema erano due. Dove li aveva nascosti Tom? E che tipo di trappole ci fossero a guardia degli Horcrux.
- Harry che cosa dobbiamo fare adesso? Intendo come esercizi - chiese Ginny. Era evidente che la ragazza non voleva addossare tutto il peso delle responsabilità sulle sue spalle. Anche se era la più piccola della famiglia Weasley, si stava dimostrando molto altruista nel voler aiutare il suo amico. E pensare che fine a quell'anno  aveva scambiato la sua infatuazione per amore, e ironia della sorte era stata proprio Cho Chang a farle capire che mai nessuno avrebbe avuto il cuore di Harry perchè già apparteneva ad Hermione.
- Per il momento andiamo a mangiare poi riprenderemo nel pomeriggio - rispose Harry dirigendosi verso il portone seguito da tutti i maghi.
Terminato il pranzo Jeanne, Lucas, Harry, Ginny ed Hermione tornarono nel parco del castello per riprendere l'addestramento. Anche Ron ed Hermione li seguirono, nonostante qualche rimostranza del rosso. Ma Hermione aveva insistito tanto che alla fine Ron cedette, la ragazza era felice così; anche se da lontano, avrebbe potuto vedere gli allenamenti di Harry. Ma la cosa doveva finire lì, perchè per il bene di entrambi lei avrebbe dovuto imparare ad amare Ron.
- Harry che cosa dobbiamo fare? - chiese Draco. Non aveva nulla contro Lucas o Jeanne ma difendere chi amava era compito suo, e se voleva continuare a difendere la madre e gli elfi domestici doveva assolutamente imparare a padroneggiare la magia aura. Stesso sentimento aveva la piccola Weasely verso la sua famiglia, ma soprattutto non poteva stare a guardare mentre Harry combatteva. Aveva già commesso questo errore nella battaglia  contro Zita e non lo avrebbe più permesso
- Questo pomeriggio vi allenerete con me - disse Lupin camminando verso i due ragazzi
- Che cosa dobbiamo fare? - chiese nuovamente Draco
- Per prima cosa imparare a conoscere voi stessi e a capire che tutto ciò che vi circonda è magia. Per tanto seduti e chiudete gli occhi
I due ragazzi si sedettero a terra a gambe incrociate, le loro mani erano appoggiate sopra alle loro gambe con l'indice e il pollice che si toccavano. L'esercio di meditazione consisteva nell'entrare in contatto con la magia aura che era dentro di loro. Dovevano acquisire la completa padronanza di quella magia per imparare ad usarla.
 Mentre i due ragazzi erano impegnati in quegli esercizi di meditazione Harry si avvicinò ai due figli maggiori della famiglia Weasley.
- Charlie, Billy ho un favore da chiedervi - gli disse Harry
- Quale Harry - chiese curioso Billy
- Andare in Egitto, entrare in contatto con Nicolas Flamel e avere tutte le informazioni possibili sulla setta di Seth e su quella di Anubis e in che modo intendano riportare in vita i loro rispettivi dei. - gli chiese Harry.
- Sarà fatto Harry - gli disse Charlie sorridendo
- Anche Silente ci ha fatto la stessa richiesta, stai proprio cominciando a pensare come lui - gli disse Billy allontanandosi assieme al fratello, ignorando che per Harry quello era il più grande complimento che gli potessero fare
- Potter - disse una voce facendo girare il ragazzo che la riconobbe subito. Infatti alle sue spalle, vi era il suo professore di pozioni.
- Professor Piton - disse Harry sostenendo lo sguardo del suo professore
- Vogliamo cominciare Potter. Vediamo quanto sei bravo a percepire la magia, oggi ti addestrerai nuovamente con me. - gli disse il professore.
- Va bene professore. - disse Harry convinto di poterlo battere questa volta. In fondo aveva tenuto a Seth, forse sarebbe riuscito a tenere testa anche al suo professore di pozioni. Stavano per cominciare quando Harry notò qualcosa di strano nello sguardo del suo professone, non era odio o repulsione per doverlo allenare. Poi proprio mentre Piton gli lanciò un incarceramus non verbale capì che cosa fosse quello sguardo così determinato. Il suo professore lo stava trattando da nemico e come tale non avrebbe risparmiato i colpi.
- Ti vuoi concentrare Potter - sbraitò Piton annullando il suo incantesimo
- Mi dispiace professore, mi era distratto un attimo - gli disse Harry capendo all'istante che aveva sbagliato a parlare. Ma se Piton lo trattava come un nemico allora altrettanto avrebbe dovuto fare lui. Ma come poteva lanciare i suoi incantesimi più potenti con il rischio di ferire il suo professore
- Ti sei distratto un attimo - Sbraitò ancora Piton quasi a voler aggredire Harry. - Potter mettiti in testa che in un combattimento non ti è consentito distrarti neanche per un secondo
- Mi scusi professore riproviamo - gli disse Harry mettendosi sulla difensiva. Lui era capace di percepire le scie magiche. In quel modo sicuramente avrebbe evitato i colpi del suo professore, per poi approfittare di qualche istante per disarmarlo.
La prima parte del piano andò come Harry aveva previsto. La sua abilità nel percepire la magia gli permetteva di evitare tutti gli incantesimi di Piton, purtroppo era la seconda che non stava andando come aveva previsto. Piton nonostante gli attacchi non lasciava sguarnito la sua difesa neanche per un secondo.
- Sectumsempra - gridò Piton. Il suo incantesimo lasciava delle lame di energia che Harry evitava abilmente spostandosi a destra, per poi abbassarsi. Ma le ultime due lo colpirono alle braccia provocandogli una serie di graffi, per fortuna non gravi. Il colpo fu comunque abbastanza forte da buttare il ragazzo a terra. Harry si rialzò appena in tempo per evitare uno stupeficium di Piton, si spostò alla sua destra e lanciò l'expelliarmus che Piton bloccò con un movimento pigrò della bacchetta.
- Tutto qui quello che sai fare Potter, avanti combatti - gli disse Piton urlandogli contro.
Harry capì che il suo professore faceva sul serio, se avesse continuato così avrebbe finito per fargli qualche brutta ferita, e lui già ne teneva una che non si era rimarginata.
Il ragazzo gli lanciò contro uno stupeficium ma anche questo colpo Piton lo parò con un colpo pigro della bacchetta per poi lanciargli nuovamente contro il suo sectumsempra. Ancora una volta Harry riuscì ad evitare le prime tre lame ma le altre due gli procurarono altre ferite alle braccia, anche quelle per fortuna superficiali.
Piton avanzava contro il ragazzo, il quale sentiva chiaramente l'aura del suo insegnante farsi potente e schiacciare la sua. Piton gli lanciò contro un altro stupeficium facendo finire il ragazzo disteso a terra ma non privo di sensi. Infatti Harry era riuscito all'ultimo istante a piegarsi verso destra in modo che il colpo non lo aveva centrato in pieno. Harry si rialzò e praticò su di se l'ultrarex, forse in quel modo sarebbe stato in grado di difendersi.
- Tutto qui quello che sai fare Potter. Stupifendo - gridò Piton lanciando l'incantesimo auro contro Harry che nonostante la difesa del suo incantesimo status venne scaraventato a terra. Con sua somma sorpresa la patina dorata che lo circondava era sparita, spazzata via dall'incantesimo di Piton

- Albus forse dovremmo interrompere. Severus è un mago troppo esperto affinchè Harry lo possa battere - proprose la Mc Granit
- Minerva, Harry ha bisogno di addestramento. Non può pensare di cogliere di sorpresa i suoi avversari usando nuovi incantesimi. Contro Seth,  è stato fortunato perchè Seth non conosceva la sua inteliggenza ma la prossima volta non si farà cogliere di sorpresa. E se Harry è veramente intenzionato a combatterlo per i prossimi mesi allora ha bisogno di qualcuno che gli insegni consa significa duellare veramente. Piton in passato è stato un mangiamorte, è l'insegnante adatto per Harry. - ribattè Silente
- Lo so ma Harry è solo un ragazzino - risse la Mc Granitt
- Non lo è Minerva, ha sedici anni. E' arrivato il momento che la smettiamo di preoccuparci per lui. Non ho dimenticato che se gli avessi detto la verità qualche giorno fa Sirius sarebbe ancora vivo - disse invece Silente
- Forse hai ragione - disse la Mc Granitt osservando il combattimento

- Se continua così Piton mi farà a pezzi - pensò Harry rialzandosi. Aveva usato l'ultrarex senza usare a sua volta la protezione magica. Era stato davvero uno sprovveduto. Ma ora doveva fare assolutamente qualcosa. L'unica sua possibilità di resistere agli incantesimi del suo professore era l'ultrarex. Così si rialzò e usò nuovamente l'ultrarex su se stesso, per poi usare la protezione magica quandi Piton gli lanciò lo stupifendo, che si infranse contro la difesa di Harry che sorrise maliziosamente al suo professore. Aveva trovato la giusta contromossa per non farsi colpire, ora doveva solo trovare un modo per disarmare Piton.
- Credi di aver trovato la giusta contromossa Potter, ma ti sbagli - gli disse il suo insegnate lanciando una serie di stupifendo, che a poco a poco stavano piegando la resistenza di Harry che alla fine dovette cedere. L'ultimo colpo aveva distrutto la sua difesa, e scaraventato a terra il maghetto.
Harry lentamente si rialzò, non poteva arrendersi. Quello era solo il primo giorno di allenamento. Se non riusciva a bloccare gli incantesimi di Piton allora forse avrebbe potuto evitarli, e c'era un solo incantesimo che avrebbe potuto permettergli una simile cosa.
- Piton sarà sicuramente esausto per aver lanciato tutti quei stupifendo, forse ora è troppo debole e posso coglierlo di sorpresa - pensò il ragazzo rialzandosi a fatica, osservando il suo professore, il quale non dava nessun segno di affaticamento sotto la sorpresa di Harry. Ora aveva capito cosa significava duellare contro un mago esperto, in un vero combattimento. Eppure non voleva darsi per vinto, voleva dimostrare al suo professore che non era facile batterlo.
Harry ripresosi dalla sorpresa di vedere il professore pieno di energia, praticò su di se l'incantesimo ultravelox e partì all'attacco di Piton lanciandogli una raffica di stupeficium che finirono tutti contro l'incantesimo riflessione magica che il professore aveva provveduto a praticare nello istante in cui Harry aveva usato il suo. Grazie alla sua capacità di percepire le scie magiche Harry era in grado di evitare i suoi stessi colpi e allo stesso tempo continuava ad attaccare, non voleva cedere per nessun motivo. Prima o poi avrebbe trovato una bracccia nella difesa del suo professore. Ma per quanti attacchi lanciava, la difesa del suo avversario sembrava impenetrabile. Alla fine dovette desistere dal proprio proposito e rinunciò a lanciargli altri attacchi. Il ragazzo aveva anche pensato di lanciargli in rapida successione tre stupifendo ma capì che era inutile contro Piton, che lo sovrastava in potenza magica e in esperienza di combattimento. Era sicuro che se avesse usato gli stupifendo, l'unico risultato che avrebbe ottenuto sarebbe stato quello di stancarsi ancora di più, diventando un facile bersaglio per il suo avversario. Doveva ammettere che Piton era un combattente davvero abile, chiunque si sarebbe trovato in difficoltà a lottare contro di lui.
- Allora Potter tutto quello che sai fare? E' così che speri di battere il signore oscuro? - gli disse Piton cercando di provocargli una reazione. Il ragazzo doveva capire che in un combattimento per quanto la difesa dell'avversario sembrava perfetta, c'è sempre un punto debole e questo valeva anche per la protezione magica.
- No professore non è ancora finita - gli disse il ragazzo lanciando rapido tre bombarda maxima. Ma i colpi non erano diretti al suo avversario ma bensì per terra, così che Harry riuscì a creare una nuvola di polvere. Harry sapeva che anche così sarebbe stato difficile cogliere di sorpresa Piton proprio per la sua capacità di percepire le auree e la magia. Ma per quanto fosse abile Piton non poteva opporsi al suo ultravelox. Non sarebbe mai riuscito a respingere gli attacchi da più direzioni; infatti Harry aveva capito che per quanto potente fosse l'incantesimo protezione magica, aveva comunque un punto debole. Esattamente come il protego difendeva solo la parte anteriore del mago, ma lasciava incustodita la schiena. Così che Harry cominciò a correre attorno alla nuvola di polvere creata da lui stesso, e quando questa cominciò a dissolversi vide il suo bersaglio. Così lanciò il suo stupeficium, ma l'incantesimo non colpì mai Piton perchè il professore si era spostato alla sua destra di qualche passo un attimo prima di essere colpito. Quando Piton fu completmente visibile Harry non poteva credere ai suoi occhi, il suo insegnante era coperto dalla stessa patina bianca sua. In altre parole anche il professore aveva usato l'ultravelox per evitare il colpo di Harry.
- Potter te l'ho detto non puoi sorprendere un mago due volte con lo stesso incantesimo - gli disse Piton
- Non è possibile che quest'uomo non abbia punti deboli. Anticipa sistematicamente  tutte le mie mosse - pensò scoraggiato Harry, guardando per un attimo Hermione. Non poteva lasciarsi battere così, doveva riuscire a colpirlo almeno una volta. Aveva ancora un incantesimo che poteva essergli utile per batter Piton, l'unico che non aveva ancora usato, ovvero lo stupifendo. Ma era più che sicuro che il suo professore si aspettasse una mossa simile per tanto doveva trovare il modo di ingannarlo. L'ideale sarebbe stato quello di creare un nuovo incantesimo, per coglierlo di sorpresa. Sarebbe stato ideale ma non era fattibile per il semplice motivo che quello stesso incantesimo poteva anche non funzionare. Lui voleva battere Piton col sue stesse armi e quindi avrebbe usato lo stupifendo.

Se Harry era addestrato duramente da Piton, altrettanto stava facendo Lupin con Draco e Ginny. Infatti i due ragazzi dopo aver preso coscenza della magia aura erano passati all'addestramento vero e proprio. Ma entrambi i ragazzi comunque non riuscivano a tenere testa al loro insegnate ed entrambi erano a terra completamente esausti. Anche Legolas e Eoden avevano preso ad allentarsi con Jeanne e Lucas. I due ragazzi anche se forti comunque non riuscivano a tenere testa ai loro insegnanti. Era un addestramento molto duro ma se i ragazzi veramente volevano essere di aiuto ad Harry dovevano per forza allenarsi e trattare i loro insegnanti come se fosssero nemici. Ma nonostante fossero consapevoli di questo, comunque non riuscivano a metterli in difficoltà. Legolas colpiva duramente Lucas, usando le sue tecniche di combattimento; mentre Eoden usava i suoi poteri per mettere in difficoltà Jeanne che a malapena riusciva a trovare il giusto ritmo per evitare o proteggersi dai colpi di energia che gli lanciava l'elfo.
Hermione e Ron osservavano l'addestramento e si resero conto di quanto fosse duro e difficile lottare contro avversari a loro superiori. I cinque ragazzi sapevano tutto questo e nonostante la difficoltà erano restii ad arrendersi, soprattutto Harry.

Osservava il suo professore con sguardo serio, pronto a lottare sul serio. Harry partì all'attacco cercando di disorientare il suo professore lanciando tutta una serie di schiantesimi, ovviamente non avevano nessun risultato in quanto Piton li evitava tutti. Ma lentamente si rese conto che gli incantesimi di Harry stavano acquistando sempre maggiore velocità, sicuramente tale evento era dovuto all'aura di Harry che stava aumentando a vista d'occhio. Piton capì che se avesse continuato a difendersi in quel modo, prima o poi Harry lo avrebbe colpito, così decise di spostarsi per un raggio maggiore, tanto finchè riusciva a vedere le scie magiche non avrebbe corso particolari pericoli. Ma Harry non si dava per vinto, continuava imperterrito il suo attacco tanto che i suoi movimenti con la bacchetta cominciavano a non vedersi ad occhio nudo. Silente era sorpreso dell'abilità di Harry, lentamente stava diventando consapevole della propria aura magica, e questo gli permettava di lanciare una serie impressionante di incantesimi. Eppure c'era qualcosa che non lo conviceva del tutto. Gli schiantesimi che stava lanciando Harry non erano poi così potenti da poter creare qualche danno a Piton. Allora si chiedeva per quale notivo stesse continuando in quel suo imperterrito attacco. Anche Hermione si chiedeva la stessa cosa, gli attacchi di Harry erano tutto sommato prevedibili. In realtà non era nelle intenzioni del ragazzo  colpire Piton con lo stupeficium, perchè sapeva che anche se fosse riuscito a centrarlo, il professore avrebbe sicuramente parato il colpo. La sua intenzione era un altra e ben presto se ne sarebbe accorto anche Piton.
Harry avanzava sempre verso di lui continuando a lanciare stupeficum di scarsa potenza, mentre il professore indietreggiava sempre di più, fino ad arrivare dove Harry voleva; esattamente sulla riva del lago dove il professore non poteva arretrare, ne tanto meno poteva muoversi liberamente in quanto alla sua sinistra c'erano le mura del castello.
Piton aveva capito troppo tardi il motivo di quell'attacco così inutile nei suoi confronti. Anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui, il ragazzo aveva fatto davvero una mossa intelligente, e si chiedeva se avesse anche previsto la mossa che lui avrebbe fatto da un momento all'altro. Se ci fosse riuscito, avrebbe indicato che il piccolo mago stava diventando un combattente davvero abile, ma da qui a batterlo  ce ne voleva ancora.
Piton cercò di muoversi ma ormai gli schiantesimi gli arrivavano ad una velocità impressionate tanto che percepire le scie magiche era completamtente inutile.
Harry ormai aveva messo alle strette il suo professore, continuava a lanciargli una serie impressionante di schiantesimi tutto intorno al corpo precludendogli qualsiasi possibilità di fuga. Gli aveva bloccato qualsiasi strada, così che lanciò il suo stupifendo; convinto che Piton non sarebbe riuscito ad evitare il suo attacco. Ma per sua sfortuna il suo professore si abbassò piegandosi sulle ginocchia evitando il colpo, per poi usare il levicorpus su stesso in modo da volare evitando anche il secondo stupifendo che gli aveva lanciato Harry.
Ancora una volta Piton aveva anticipato la mossa del suo avversario, che lo guardava stupito. Possibile che riuscisse a stare sempre un passo davanti a lui? Quasi come se gli stesse leggendo la mente. Fu solo in quel momento che si rese conto di non aver chiuso la mente prima del combattimento, ma ora era troppo tardi per farlo. Avrebbe dovuto continuare a lottare sapendo che sarebbe stato sconfitto, in quanto non gli era possibile battere un avversario che conosceva le sue mosse, eppure non voleva cedere ancora. Quella sarebbe potuta diventare una situazione simile in un futuro combattimento contro Voldemort, e se si fosse trovato nella condizione di non poter chiudere la mente doveva sapere come tirarsi fuori dal combattimento. In qualche modo Piton lo stava addestrando a tutti i possibili scenari che sarebbero potuti accadere in un combattimento contro il signore oscuro.
Piton osservava il suo avversario dall'alto e dalla espressione che aveva fatto, doveva aver capito di aver commesso l'errore di non chiudere la mente.
Per quanto Piton in passato non sopportasse Harry, ora si stava rivelando il suo migliore insegnante, in quanto lui in passato era stato un mangiamorte e sapeva quanto meschini potessero essere.
Anche Silente aveva capito che Piton stava addestrando Harry a qualsiasi tipo di evenienza in cui si sarebbe potuto trovare il ragazzo. Silente sapeva fin troppo perchè Piton si comportava in quel modo proprio con Hrry. Non era riuscita a salvare in passato una persona che lui teneva moltissimo e che Harry gli ricordava.  E proprio in memoria di quel ricordo Piton si era comportato male con il ragazzo in quegli anni, perchè quegli occhi gli ricordavano l'unica donna che aveva amato in silenzio per tutta la sua vita. E quella donna non era altro che la madre di Harry, ovvero Lily Potter l'unica donna che aveva sempre stimato in quegli anni ad Hogwarts. E lui dopo tanti anni voleva vendetta contro il signore oscuro, che aveva privato della vita tante persone innocenti. Ma lui non poteva affrontarlo perchè aveva dimenticato cosa significasse lottare per qualcuno, ma Harry no e forse sarebbe stato quel potere a distruggere una volta per tutte Voldemort. Ma affinchè il ragazzo riuscisse in una simile impresa doveva essere addestrato contro tutte le tattiche meschine dei mangiamorte, perchè lui sapeva che Voldemort non era l'unico contro il quale Harry si sarebbe dovuto scontrare.
Hermione aveva osservato tutto il combattimento e anche lei aveva capito che Harry aveva commesso l'errore di non chiudere la mente prima della lotta, con il risultato che il suo avversario conosceva in anticipo tutte le sue mosse. La ragazza si chiedeva in che modo il suo amico sarebbe potuto uscire da una situazione simile. Eppure per quanto lei si sforzasse non riusciva a trovare nessun modo per sbrogliarsi da quella situazione. La ragazza osservava il suo amico chiedendosi che intenzioni avesse. E se avesse avuto qualche altro piano in mente sicuramente sarebbe stato inutile perchè Piton lo avrebbe saputo ancora prima che lo attuasse.
Ron invece sembrava del tutto disinteressato al combattimento, l'unica cosa che lui voleva era ritornare in biblioteca per prendersi quella pagina che gli indicava la pozione per legare Hermione a se. Ma non poteva farlo in quel momento perchè c'era Silente che lo teneva constantemente d'occhio. Cosi alla fine decise di schiacciare un pisolino sotto un albero. Ci provò ma era tutto inutile, i rumori dell'addestramento gli impedivano di dormire. Fu così che alla fine optò per ritornare al fianco della sua donna, e fu allora che si accorse che la fidanzata stava guardando con intensità Harry. A lui non aveva mai riservato quello sguardo. La rabbia che covava contro Harry cresceva sempre di più e si promise che non si sarebbe portato via Hermione. Per un attimo gli occhi di Ron divennero rossi, per poi ritornare di nuovo del suo colore naturale.
- Allora Potter che cosa hai intenzione di fare. Se questo fosse un vero combattimento avresti due possibilità morire o scappare. - chiese Piton sospettando che Harry non avrebbe fatto nessuna delle due cose. Non sarebbe stato da lui arrendersi senza lottare
Harry sorrise al suo professore, non si sarebbe arreso. Aveva ancora una possibilità di vittoria e l'avrebbe sfruttata. Lui aveva ancora il suo incantesimo ultravelox attivo così come il suo professore, ma dubitava che l'incantesimo potesse funzionare in aria altrettanto bene che a terra. Ovviamente non ne aveva l'assoluta certezza ma doveva provare, se fosse stato un combattimento vero ci avrebbe provato e quell'addestramento così duro a quello serviva; a prepararlo per qualsiasi tipo di combattimento. Inoltre Harry sapeva che avendo attivo l'incantesimo levicorpus non avrebbe potuto farne altri. Infatti Piton aveva attivo ancora l'incantesimo Status della velocità e ora l'incanteso per librarsi in aria, quindi erano due magie. Per quanto potente fosse il suo professore non credeva che avesse il potere per sostenere tre incantesimi contemporaneamente.
Harry decise di attaccare, non aveva la certezza che Piton non fosse in grado di sostenere una terza magia ma se rimaneva fermo sarebbe stato un facile bersaglio, pertanto non gli rimaneva che tentare. Così che lanciò due stupeficium in rapida successione che Piton parò senza difficoltà. Ovviamente Harry sapeva che non sarebbe riuscito a battere il suo professore con dei semplici stupeficium ma ora aveva un chiaro quadro della situazione. A meno che non si sbagliasse l'ultravelox non funzionava in aria, ma era comunque attivo per parare i colpi in rapida successione. Ora non gli rimaneva altro che provocare il suo insegnante in modo che lo attaccasse, solo in quel modo avrebbe potuto tentare la sua sortita.
Intanto Lupin aveva terminato di addestrare Draco e Ginny per quel giorno. Ovviamente non si aspettava che i ragazzi potevano lottare contro un mago esperto, ma si erano dimostrati comunque dei buoni allievi.
I due ragazzi era inginocchiati a terra, stremati dall'addestramento giornaliero. Tutto il loro corpo gli faceva male, mai si erano allenati così duramente ed erano solo all'inizio. Ora si rendevano conto perchè Harry volesse farli allenare anche nel corpo, avevano bisogno di resistenza. Infatti si erano resi conto che Harry stava subendo un allenamento ancora più duro di loro, ma che al contrario non mostrava ancora nessun segno di cedimento. Malfoy per la prima volta si trovò ad osservare Harry con una punta di ammirazione. Lui aveva vissuto nella minaccia di Rasputin e aveva scelto di non ribellarsi, ma anche Harry aveva vissuto sotto la minaccia di Voldemort per tutta la sua vita solo che il grifondoro aveva deciso di lottare invece che arrendersi. Così, per quanto potesse sembrare strano, Draco cominciò a prendere Harry come punto di riferimento per il proprio futuro. Aveva deciso che, proprio come aveva fatto Harry, voleva fare la cosa giusta e questo stava ad indicare che avrebbe dovuto lottare contro i mangiamorte di Voldemort e forse anche contro i demoni. Ma proprio il pensiero di dover affrontare Zita nuovamente gli fece provare una piccola morsa di terrore; se tutte le signore degli elementi erano forte come Zita sarebbe stata dura. E poi a quanto aveva capito la signora delle fiamme non aveva dato il massimo contro Harry e si chiedeva fino a dove arrivasse il suo vero potere. Non volendo si ritrovò a tremare per la paura, poi guardò Harry e si calmò e si chiedeva quale fosse il suo segreto. Perche sembrava che lui non avesse paura di niente e di nulla? Poi per qualche istante si ritrovò ad osservare la sua compagna di allenamento, la piccola Weasley che aveva deciso di lottare per aiutare un amico. Di nuovo ebbe quella strana sensazione allo stomaco, e non sapendo come si ritrovò a pensare Ginny in balia dei mangiamorte. Per quanto non stimasse la famiglia Weasley, non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa di brutto alla piccola grifondoro, che si stava rivelando una ragazza molto determinata.
Determinazione che invece sembrava aver smarrito Hermione. Draco ancora non capiva perchè la ragazza si fosse messa con una persona come Ron. Tutti nella scuola sapevano che il rosso vivacchiava sulle spalle dei suoi due amici, e proprio non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto Hermione a mettersi con una persona che non aveva la minima personalità. Più la guardava e più era convinto che il ragazzo ideale per lei fosse Harry. Li aveva visti più di una volta a scuola assieme e proprio come la maggior parte degli studenti, era convinto che prima o poi si sarebbero messi assieme e invece era andato diversamente. Eppure aveva notato, come due giorni prima Harry fosse rientrato distrutto nel castello; era proprio disperato e non gli ci volle molto per capire che la fonte della sua disperazione era proprio quella ragazza con i capelli crespi e ribelli. Per un attimo si trovò a pensare di nuovo a Ginny e a come si sarebbe sentito se la ragazza fosse ritornata a trattarlo con antipatia. Una cosa che al solo pensiero, gli fece venire un groppo alla gola. Possibile che in cuor suo si stesse innamorando della più piccola della Weasley? Possibile che un Serpeverde si potesse innamorare di una Grifondoro? Possibile che avesse ragione Harry quando diceva che quella storia dei purosangue e dei filobabbani fosse tutta una stupidata colossale? Furono prorpio quelle domande e quelle considerazioni che gli fecero capire perchè il ragazzo stesse lottando così duramente, lui voleva proteggere la donna che amava, ovvero Hermione. Eppure nonostante tutto non era del tutto convinto, fu così che prese la decisione di dover parlare in privato con Harry. Lui doveva sapere se l'amore poteva veramente rendere così forte una persona.
Piton osservava le mosse del ragazzo con attenzione, Harry fino a quel momento aveva dimostrato di potergli tenere testa ma non era tanto quello che lo preoccupava, ma il problema che non riusciva a leggere nella mente del ragazzo. Sembrava tutto vuoto, e si chiedeva come fosse possibile. Non aveva visto fare al ragazzo nessun tipo di mossa che gli facesse capire che stava usando l'occlumanzia. E poi non riusciva a capire, l'occlumanzia serviva a nascondere la verità con un altro pensiero. Ma nella mente di Harry non c'era nulla, il vuoto più assoluto. Forse era un nuovo incantesimo, eppure il ragazzo non aveva pronunciato nulla, e per fare una simile magia doveva per forza essere un potente incantesimo e quindi non poteva essere non verbale. Stava pensando a tutto questo quando  si accorse che Harry gli aveva lanciato due stupefium, li aveva bloccati facilmente grazie alla sua capacità di percepire la magia e all'incantesimo ultravelox. Ma tale mossa non l'aveva letta nella mente del ragazzo.
Forse avrebbe dovuto mettere fine al combattimento, non gli piaceva affatto l'espressione del viso del ragazzo quasi che fosse lui ad avere tutto sotto controllo. Lo avrebbe attaccato facendo capire che aveva ancora tanta strada da fare prima di potersi battere alla pari contro di lui.
Piton con quella mossa aveva fatto capire ad Harry che l'idea di svuotare la mente per combattere poteva funzionare a patto che prima di farlo ideasse un nuovo piano da tenere chiuso in una specie di bolla mentale chiusa in un incnatesimo. In altre parole era un incantesimo molto simile a quel della magia del custode segreto, in effetti era una magia molto simile ma anche molto differente perchè per infrangere la bolla mentale bisognava conoscere sotto che tipo di incantesimo fosse chiusa la bolla, fatto quello si doveva conoscere la parola segrete per abbattere la barriera, allora si sarebbe conosciuto l'attacco che il mago aveva ideato.
Ora Harry si trovava in vantaggio sul professore e non doveva far altro che aspettare la sua mossa. Era più che sicuro che Piton per lanciare il suo attacco avrebbe rinunciato all'incantesimo Status.
Il professore anche se era sicuto di batterlo era indeciso se rinunciare al levicorpus perdendo il vantaggio della levitazione oppure rinunciare all'ultravelox. Per la prima volta era indeciso. A qualsiasi incantesimo avesse rinunciato,  avrebbe avuto degli svantaggi e l'unico vantaggio era poter attaccare Potter. Ma lui era il professore e non poteva mostrare nessun tentennamento contro il suo allievo; fu così che rinunciò all'ultravelox. Fu proprio in quel momento che Harry fece la sua mossa, lanciò due bombarba maxima contro il muro del castello creando una serie di rocce. L'esplosione fu tanto violenta che alcuni macigni arrivarono fino alla zona del combattimento, Harry usò quei macigni per saltarci su fino ad arrivare alle spalle di Piton.
Ormani era sicuro di poter batter il professore, così lanciò due stupifendo, ma Piton usò la protezione magica per difendersi dall'attacco del ragazzo. Nonostante la sua difesa il professore finì lo stesso a terra. Harry atterrò e corse verso il professore per completare l'attacco. Ma fu in quel momento che il suo corpo cedette, era troppo per lui aver usato quattro stupifendo e l'ultravelox per un tempo così lungo. Fu in quel momento che Piton lanciò contro Harry lo stupifendo che colpì in pieno il ragazzo facendolo finire a terra.
Harry era ormai a terra tramortito, aveva lottato bene ma alla fine era stato sconfitto.
Piton guardava il ragazzo a terra, lo aveva battuto ma quanta fatica gli era costata sconfiggerlo. Non lo avrebbe mai ammesso ma era rimasto impressionato dalla forza di volontà del ragazzo, non si era mai arreso. Forse veramente c'era speranza per il regno magico.
- Harry ha combattuto bene - disse Eoden avvicinandosi a Silente
- Molto bene - rispose Silente
- Ma deve fare ancora parecchia strada prima di lottare alla pari con me - disse Piton
I due maghi assieme all'elfo si stavano recando all'interno del castello, ormai il primo giorno di addestramento era terminato e non c'era un solo ragazzo che non era distrutto. Anche Hermione e Ron si stavano dirigendo verso il castello
- Ron, Hermione dove state andando - disse Harry rialzandosi a fatica. Il colpo che gli aveva lanciato Piton gli aveva fatto male e provocato anche la riapertura della ferita che si era provocato conbattendo contro Ron, anche se non era così grave come lo era stato due giorni prima.
- Ce ne torniamo al castello - disse Ron in tono piuttostro sprezzante
- Mi sembrava di avervi detto che la sera vi avrei allenato io - ribattè Harry
- Harry sei esausto, cerca di ragionare - ribattè Hermione preoccupata per le condizioni dell'amico
Ma Harry non voleva sentire ragioni inutili. Aveva promesso di addestrarli meglio che poteva ed era intenzionato a farlo.
- Io torno al castello - disse Ron dirigendosi verso il maniero.
- Hermione - chiese Harry sempre con aria determinata
- Va bene Harry, ma non più di mezz'ora. Non voglio farti affaticare più del dovuto - disse Hermione in tono che non ammetteva repliche.
- Va bene Hermione - disse Harry contento che almeno la raqazza sembrasse stesse cominciando a reagire a quello stato di paura che aveva mostrato contro Zita. Invece per quanto riguardava Ron se lo aspettava che non avrebbe partecipato all'addestramento. Aveva percepito durante il combattimento con Piton l'aura maligna di Seth riservagliarsi per un solo secondo per poi sparire; questo stava ad indicare che il potere di quella parte dell'anima del dio era più potente di quanto avessero sospettato.
Proprio come Ginny, Hermione non voleva che su Harry gravasse tutto il peso della comunità magica. Lei non sarebbe mai stata alla sua altezza ma voleva essergli in qualche modo di aiuto e l'unico modo che conosceva era quello di battere almeno gli avversari che fossero alla sua portata.
- Molto bene Hermione, tu sei la più brillante strega di tutta Hogwarts ed eri la migliore dell'Es pertanto salteremo gli incantesimi di base per iniziare qualcosa di più serio. Il tuo punto debole Hermione è che ti fai prendere dalla paura di morire. La morte va rispettata e non sfidata, per tanto è legittima la paura che provi ma non la devi temere. - disse Harry fermandosi per qualche secondo.
Voleva che la ragazza assimilasse quello che gli aveva detto. Combattere contro i demoni o i mangiamorte ben addestrati non era di certo facile, ma se ci si faceva prendere dalla paura di morire ancora prima di lottare, allora essere sconfitti e morire era inevitabile.
Hermione pensava a quello che Harry gli aveva appena detto. Era legittimo avere paura di un avversario superiore. Ma questo non signigifava essere sconfitti. E lui Harry aveva dato più volte la dimostrazione che nulla era impossibile. In pochi giorni aveva dimostrato di potersi battaere alla pari contro i demoni, affrontare i nazcuad armi pari; aveva lottato contro un semidio impededogli di uscire dal castello e in fine aveva lottato quasi alla pari contro un ex mangiamorte. Lui era la dimostrazione vivente di cosa significasse lottare con coraggio e non temendo la morte.

Nello stesso tempo Eoden e Silente osservavano la scena dalla sala grande senza farsi notare dai due ragazzi.
- Harry è cresciuto molto in pochi giorni - osservò Eoden
- Molto. Presto diventerà il leader dell'ordine della fenice. Sarà lui a guidare i maghi contro Voldermort - ribattè Silente fiero di avere come allievo uno dei migliori maghi di quel tempo
- Voldemort è il male minore, dopo di lui ci saranno i demoni e non sarà facile convincere gli elfi a battersi assieme ai maghi. Harry dovrà riuscire dove gli altri maghi hanno fallito ovvero unire elfi e maghi sotto un unica bandiera. Perchè non ho dubbi che divisi saremo sconfitti - disse Eoden
Silente non poteva che essere d'accordo con l'elfo. Harry era la loro unica speranza
- Inoltre - proseguì l'elfo - Harry ti somiglia molto dal punto di vista caratteriale. Sa che i suoi amici senza di lui sarebbero perduti e nonostante Ron abbia deciso di non allenarsi, Harry vuole comunque addestrare la ragazza il meglio possibile.
- Speriamo che non abbia preso da me anche la voglia di proteggere chiunque - disse Silente con un sorriso triste.
- Non credo che sia possibile, è proprio in quello che ti somiglia di più. Ma al contrario di te ha capito che non può fare tutto da solo e ha lasciato che i suoi amici decidessero da soli se essere con lui o no - ribattè Eoden
- Dimmi la verità Eoden. Tu e Legolas ce la farete ad addestrare Harry e i ragazzi della casa di Fenice lucente a lottare contro i demoni in un anno solo?
- Per Harry non ci saranno grossi problemi. Lui ha delle capacità fuori dal comune. La sua magia è potente per essere un ragazzino che va a ancora a scuola. Ma per gli altri allievi non posso pronunciarmi visto che non li ho ancora visti. Ma Draco e Ginny sembrano promettere bene e poi con Harry ci saranno anche Lucas e Jeanne. Stai tranquillo per quanto Harry possa sembra solo non lo è affatto. - gli disse Eoden convito delle sue parole. Era vero che vi erano numerosi combattenti per le forze del male ma anche Harry piano piano stava formando il suo piccolo esercito. Era tutto da vedere se fossero riusciti a tenere testa non solo ai demoni normali ma anche e soprattutto alle signore degli elementi i loro veri avversari.

- Hermione quello che è importante in un combattimento contro un avversario a te superiore, è il non farsi prendere dal panico. Tutti hanno un punto debole per quanto possano sembrarti invincibili. I mangiamorte in particolare sono degli abili maghi. Nessuno lo nega, non so demoni ma maghi come me e te, e quindi sono soggetti a punti deboli. - spiegò Harry, pensando alla fine che era vero quello che le aveva detto. Sempre che Olivander non costruisse delle bacchette particolari per loro, in quel caso la cosa era differente. Ma visto lo stato della ragazza era meglio non darle questo particolare.
- Inoltre Hermione anche se siamo dei maghi non è detto che dobbiamo per forza parare gli incantesimi. Possiamo anche evitarli spostandoci a destra o a sinistra. Insomma muoverci. Pertanto Hermione quello che io ti insegnerò in questo tempo che saremo qui sarà evitare gli incantesimi e acquisire maggiore resistenza per un combattimento lungo. - finì di spiegare Harry. Era arrivato il momento dell'azione
- In guardia Hermione. Per il momento ti lancerò solo degli stupefium a bassa intensità. Dovrai spostarti a sinistra o a destra evitando gli incantesimi senza usare il protego o altre sorte di magie. - le spiegò Harry preparandosi all'attacco. Si sentiva debole, e i muscoli gli facevano male ma se voleva dare una possibilità alla ragazza che amava di sopravvivere in quella guerra doveva addestrarla il meglio possibile.
- Stupeficium - gridò Harry. Il colpo fu evitato da Hermione che si buttò a terra, ma purtroppo per lei fece il primo errore di valutazione perchè a terra era una facile preda. Infatti Harry la colpì con un secondo stupeficium allo stomaco che le mozzò per qualche secondo il fiato
- In piedi Hermione - gridò Harry.
La ragazza lentamente si rimise in piedi anche se era ancora un poco malconcia. Nell'atto di rialzarsi incrociò lo sguardo di Harry, che risaltava ancora di più con il tramonto che faceva da sfondo. La ragazza per qualche attimo rimase abbagliata da Harry, che con quel suo mantello nero che lo copriva per intero gli ricordava tantissimo quei cavalieri medieviali di cui aveva tanto sentito parlare da bambina. Eppure lo sguardo del ragazzo, al contrario di quei nobili cavalieri, esprimeva anche tanta tristezza. La ragazza pensò che forse anche lui aveva capito che il loro era un amore impossibile, eppure quanta tristezza leggeva in quegli occhi verdi.
Anche Harry rimase abbagliato da Hermione. Il tramonto risaltava gli occhi color nocciola della ragazza, e metteva in risalto anche quei capelli color castano così ribelli, proprio come lo erano i suoi. Per un attimo le ricordò una di quelle bellissime donne medievali che aveva visto per televisione, in quelle rare volte che lo zio glielo permetteva. Harry si perse in quello sguardo, avrebbe tanto voluto andare da lei e baciarla ma non poteva. Lei amava Ron ed era giusto così, meritava di vivere con qualcuno che non le facesse correre pericoli, come sarebbe successo se si fossero messi assieme. Era soprattutto per il bene della ragazza che voleva debellare Seth dal corpo di Ron. Ma proprio perchè Ron non voleva allenarsi con loro doveva far in modo che la ragazza si sapesse difendere da sola. Gli faceva male il cuore, ma doveva essere duro per il suo bene.
- Sei pronta Hermione - gli chiese Harry aspettandosi una risposta affermativa
- Quando vuoi Harry - le disse la ragazza determinata. Non voleva essere un peso per lui, per questo voleva imparare a lottare.
- Stupeficum - gridò per la seconda volta Harry.
La ragazza evitò il colpo spostandosi alla sua destra, Harry ne lanciò un altro ma Hermione evitò anche quello spostandosi alla sua sinistra. Harry continuava a lanciare schiantesimi con una certa regolarità, i suoi attacchi erano prevedibili e lenti così che la ragazza riusciva ad evitarli tutti quanti senza eccessivo sforzo.
- Aspetta Harry - gli disse Hermione prima che il ragazzo lanciasse un altro incantesimo.
- Cosa c'è? Sei stanca? - chiese il ragazzo sapendo già che l'amica avrebbe risposto di no
- No Harry non sono stanca ma vorrei che aumentassi la velocità dei tuoi colpi - chiese la ragazza con sguardo determinato
- Va bene Hermione - rispose Harry capendo che l'amica voleva essere indipendente. Era evidente che lentamente la paura che aveva provato contro i demoni le stava passando e stava ritornando la Hermione che aveva conosciuto dal primo anno. Fiera, coraggiosa e determinata a superare qualsiasi ostacolo che avesse di fronte.
Harry ricominciò a tempestare la ragazza di schiantesimi con sempre maggiore velocità tanto che uno dei colpi  la colpì di striscio, ma non riuscì ad evitare il colpo successivo che la fece cadere a terra. La ragazza si rese conto di non avere l'allenamento adatto per resistere a lungo contro un simile attacco, così che decise che che aveva bisogno di un allenamento che le facesse aumentare la resistenza. Nonostante questo la ragazza voleva continuare il suo addestramento, così con uno sforzo di volontà si rialzò. Harry ricominciò il suo attaccò, Hermione evitò i primi due attacchi ma non il terzo che la fece cadere nuovamente a terra; la ragazza si mise in ginocchio respirando a grandi boccate, fino a che non si rialzò completamente. Harry la attaccò ancora ma Hermione era troppo stanca per potersi difendere e il primo schiantesimo la colpì ancora una volta facendola cadere a terra.
- Hermione - gridò una voce che Harry riconobbe come quella di Ginny
- Non aiutarla Ginny - disse Harry fermando la rossa che stava correndo in aiuto dell'amica.
- Ma Harry... - cominciò la rossa a ribattere ma venne subito fermata da Harry
- Hermione è una grifondoro esattamente come te. E come tale non si lascerà scoraggiare dalle prima difficoltà senza reagire. - le disse Harry. Anche lui avrebbe voluta aiutarla e l'avrebbe fatto se non fosse che anche quello faceva parte del suo addestramento. La ragazza doveva capire che per quanto provati si fosse c'era sempre un modo per risollevarsi.
Le parole di Harry diedero la carica ad Hermione a non arrendersi. Così anche se a fatica, anche se provata nel corpo si rimise in piedi. Ginny notò che il viso della ragazza era determinato come non lo aveva mai visto. Sul suo viso c'era un piccolo sorriso che Harry ricambiò. Ora riconosceva la sua Hermione. 
- Per oggi basta così Hermione, ti sei allenata a sufficienza. - le disse Harry
- Ok Harry, ci vediamo dopo nel castello. - gli disse la ragazza dirigendosi verso il castello seguita dalla sua amica Ginny. Arrivata al portone la ragazza si girò indietro a guardò Harry che si era seduto sotto un albero. In quel momento si rese conto di quanto il ragazza dovesse aver sofferto nella sua vita. Tutto il regno magico lo aveva visto sempre e solo come colui che era sopravvissuto all'attacco del più potente mago oscuro di tutti i tempi, e ora lo vedevano come l'unico che potesse battere Voldemort risorto nuovamente. Nessuno, eccetto lei, lo aveva visto semplicemte per un semplice ragazzo di nome Harry ma sempre e solo come il bambino sopravvissuto e poi come il Prescelto. Non bastando Voldemort anche i demoni sembravano avercela particolrmente con lui, ed Harry non si era tirato indietro davanti a quel nuovo nemico. E mentre tutti nel regno magico erano terrorrizzati da Voldemort e dai demoni, lui li affrontava sapendo che in qualsiasi momento sarebbe potuto morire. Nonostante il regno magico magico lo avesse eletto come proprio eroe, lui non aveva mai approfittato della sua posizione di privilegio. L'unica cosa che lui desiderava era quello che non avrebbe mai potuto avere: una famiglia che lo amava.
Sulla ragazza apparve una piccola lacrima, mai come in quel momento desiderava essere al suo fianco, accocolarsi a lui e lasciare che la sua testa scivolasse sulla sua spalla. Avrebbe tanto voluta fare tutto quello ma non poteva, perchè aveva scelto di essere la ragazza di Ron e come tale doveva comportarsi. A malincuore girò su se stessa ed entrò nel castello seguita a ruota da Ginny che era molto dispiaciuta per i due ragazzi ma era sicura che prima o poi le cose si sarebbero risolte. Il problema principale era Ron che sicuramente non avrebbe rinunciato a Hermione tanto facilemente.
Harry, rimase per un po' sotto l'albero rimuginando su quello che era successo in quei giorni e soprattutto sui sentimenti che provava nei confronti dell'amica. Anche se cercava di nasconderli non aveva potuto fare a meno di pensare continuamente ad Hermione. Almeno per il momento non poteva fare nulla al riguardo, doveva accettare sia la situazione che lei e Ron stavano assieme, e sia i sentimenti che provava per lei. Per quanto duro fosse non aveva altra scelta, l'amore che provava per la ragazza era troppo grande per essere semplicemente nascosto e poi ripensando a tutti i combattimenti che aveva fatto, si rese conto la bacchetta si era trasformata quando lui aveva provato un forte desiderio di protezione nei confronti della ragazza. Eppure per quanto fosse insensata come ipotesi gli sembrava l'unica spiegazione possibile. L'anima della fenice che era nella bacchetta si risvegliava quando il ragazzo provava un forte desiderio di protezione verso la persona amata. Purtroppo l'unico che avrebbe potuto confermare la sua ipotesi era nelle mani di Voldemort ma forse c'era qualcuno che poteva aiutarlo.
Harry si rimise in piedi e anche lui si diresse verso il castello con lo stomaco che reclamava la sua razione di cibo quotidiana, visto l'allenamento a cui era stato sottoposto quel giorno.

Nel frattempo in una regione della Romania, ed esattamente nella Transilvania, in un antico castello quattro bare nere si scoperchiavano facendo venire alla luce i quattro vampiri più pericolosi che l'umanità avesse nai conosciuto. La loro aura oscura era tanto potente che fu avvertita anche dai night hunters che stavano aiutando la resistenza russa contro i maghi oscuri di Rasputin.
- David - disse Laura guardando nella direzione da cui provenivano quelle auree oscure
- Si Laura sono risorti anche loro. I quattro vampiri che furono sconfitti tempo fa dai quattro fondatori di Hogwarts. Lora, Vlad, Deruda e Dracula sono di nuovo tra di noi e questo significa ancora guai per Harry Potter.

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Capitolo 18
*** il nuovo incantesimo status ***


                                         

                                                  capitolo 18

                                         Il nuovo incantesimo Status

- Perchè credi che i quattro vampiri ce l'hanno con Harry - chiese Laura
- Tutto risale all'antica guerrra dell'epoca dei quattro fondatori. Come sai l'armata oscura dei demoni era guidata da cinque dei oscuri. Ognuno di loro aveva avevano quattro subalterni Le signore degli elementi seguivano Ninga, mentr i Vampiri erano i subalterni di Obscuro il potete dio dei vampiri.  Fu Lyam Hogwart a sconfiggere in una battaglia separata Obscuro con i suoi vamoiri. In seguito come sapete Lyam con i fondatori sconfisse Ninga - spiegò David
- Ecco perchè hai detto che i vampiri ce l'avranno con harry, perchè è l'unico mago ad avere l'aura della luce? - chiese Oris
- Esatto, mi dispiace per la resistenza russa ma presto raggiunegeremo Harry - disse David
- Non cosi in fretta David - disse una voce che i tre night hunter riconobbero come il loro comandante Tenebris che aveva una bacchetta come quella dei tre night hunter solo che il suo manico era a forma di orso.
- Perchè - chiese David
- Perchè al momento Harry è al sicuro nella casa di Silente e due elfi lo stanno addestrando. Finchè Silente non ci richiamerà noi rimarremo qui in Russia - disse il capo dei night hunter
- Si signore - dissero gli altri tre night hunter

Nel frattempo nel maniero della Romania i quattro vampiri avevano lasciato le loro catacombe per ritornare all'interno del maniero. Quello che fino a poco prima era un vecchio castello diroccato magicamente si trasformò ritornando agli antici fasti del periodo dei vampiri, quando la loro razza era temuta da tutti gli esseri umani, fino al giorno in cui proprio un essere umano dalla bellissima aura lucente non li sconfisse condannadoli di nuovo all'oblio.
- Ora che siamo tornati in vita, qualche idea su chi ci ha risvegliato - chiese Lora
- C'è un solo essere che possa averlo fatto - disse Deruda
- Vedo che il sonno ti ha reso un po' più inteliggente - disse una voce che tuonò per tutto il castello. Molte ombre si unirono per formare una enorme a terra dalla quale apparve Ninga il signore di tutti demoni della terra. In seguito apparve un piccolo tornado di fuoco dal quale apparve Zita, subito seguito da un piccolo fiume che circondò i due demoni, mettendosi poi alla destra di Ninga formando una sfera d'acqua dalla quale uscì Katana la signora delle acque.
- Ninga il signore dei demoni quale onore - disse sarcastico Dracula piazzandosi davanti al demone
- Attento a come parli Dracula - gli disse Zita
- Stai attento tu Zita - disse Vlad cercando di colpire con un pugno il demone che evitò il colpo spostandosi di un passo all'indietro per poi colpire il demone con un calcio rovesciato che lo fece cadere a terra. Successivamente fu Lora che tentò di colpire la signore delle fiamme, ma intervenne Katana che creò con le mani una sfera d'acqua per poi colpire il demone che finì disteso a terra al fianco di Vlad. Quindi fu il turno di Deruda attaccare Katana, ma Zita creò una sfera di fuoco lanciandola contro il vampiro che cadde disteso a terra insieme agli altri due demoni. Le due signore degli elementi estrassero le spade e puntarono le loro lame alla gola dell'unico vampiro ancora in piedi.
- Ora mi ascolterari con calma se non vuoi che appenda te e i tuoi cari fratelli a testa in giù dalla torre del castello - gli intimò Ninga senza dare la possibilità al vampiro di poter ribattere. Con quella piccola dimostrazione di forza i tre demoni avevano messo in chiaro chi era che comandava.
- Che cosa vuoi Ninga - chiese Dracula. Ninga, Zita e Katana era sempre stati troppo forti per loro sin dalla guerra dei fondatori di Hogwarts
- Vedo che cominci a ragionare. Voglio due cose che richiarmi tutto il tuo esercito di vampiri e che buttiate nel panico l'intera Inghilterra. - gli spiegò Ninga
- Per quello non è un problema. Per quanto i maghi siano addestrati non hanno la forza per battere un vampiro. - ribattè Dracula sicuro della potenza dei vampiri. E in fondo tanto torto non aveva. Nella loro storia solo Lyam Hogwarts li aveva sconfitti. Il motivo per cui nessun mago poteva batterli non riesedeva nel loro potere ma bensì che non potevano morire. Ed inoltre la loro forza fisica era impressionante, avrebbero potuto trascinare un macigno da un quintale senza eccessivo sforzo.
- E' vero che nessun mago potrebbe tenere testa ai vampiri ma uno con l'aura lucente si. - ribatte Ninga
- E chi sarebbe questo mago con l'aura lucente - chiese curioso Vlad che si era ripreso dallo scontro con le due signore degli elementi
- Harry Potter - disse Ninga
- Il mago che Voldemort non è mai riuscito a sconfiggere? - chiese Deruda
- Esatto proprio lui - disse nuovamente Ninga -
- E perchè lui dovrebbe avere l'aura lucente, visto che Lyam non era un mago? - chiese Lora
- Perchè Harry Potter ha la discendenza. Anche se non è ancora a conoscenza del suo potere, almeno non completamente - spiegò Ninga
- E quindi che cosa vuoi che facciamo? Vuoi che eliminiamo Harry Potter?- chiese Dracula
- No. Voglio che rapiate una ragazza di nome Hermione Granger. - disse Ninga
- E dove la troviamo? - chiese Deruda
- Al momento si trova nella casa di Silente - rispose Zita
- Allora è impossibile da rapire - ribattè Vlad
- Non è impossibile - ribattè Ninga creando dal nulla quattro sfere dai colori: rosso, giallo, verde, ble
- Che cosa sono quelle sfere? - chiese Dracula
- Sono i poteri dei quattro elementi  demoniaci. Ve ne faccio dono a patto che rapiate Hermione Granger - rispose Ninga
- E per quanto riguarda Harry Potter possiamo anche ucciderlo? - chiese Deruda prendendo la sfera gialla
- Se ne siete in grado potete anche farlo - disse Ninga
- Avete tempo un anno per rapire Hermione Granger - disse Katana
- Un anno è più che sufficiente per questa missione - rispose Dracula prendendo la sfera rossa, seguito da Vlad che prese la sfera ble mentre Lora prese la sfera verde. In seguito Dracula con i suoi vampiri sparirono in una coltre di nebbia.
- Credo che per il tuo Harry sia finita - disse Katana a Zita
- Se Harry Potter si fa battere dai quattro vampiri con il potere demoniaco dei quattro elementi, allora l'avrò veramente sopravvalutato. - rispose Zita
- In ogni caso perchè siete tanto interessato ad Hermione Granger - chiese la signora delle fiamme
- Perchè anche in Hermione scorre la discendenza. Per il momento il suo potere è ancora dormiente ma se Silente lo viene a scoprire sicuramente addestrerà anche lei e arrivato a quel punto battere due maghi della luce potrebbe essere dura anche per noi. Comunque non è finita ancora, c'è ancora un vampiro da risvegliare. - rispose Ninga sparendo nella pozza oscura dalla quale era apparso, seguito subito dopo dalle due signore degli elementi.

Il giorno successivo al primo addestramento, dopo aver fatto colazione Draco e Ginny uscirono dal castello pronti per la loro corsa mattutina. Pensavano di essere i primi quando attraverso la nebbia che si stava diradando videro un ragazzo correre che si stava dirigendo verso di loro. Il sole lentamente sorse e i caldi raggi diradarono completamente la nebbia mostrando Harry Potter che aveva raggiunto lo strano duo. Il ragazzo era praticamente già madido di sudore nonostante indossasse una maglietta a giromaniche bianca con un pantalone dello stesso colore. Ginny notò subito il fisico del ragazzo formatosi dopo anni di duri allenamenti di quidditch e non solo.
- Buongiorno - disse il ragazzo fermandosi davanti a Draco e Ginny
- Harry da quanto sei qui fuori - chiese curiosa Ginny, lei aveva fatto una gran fatica a svegliarsi a quell'orario ma visto lo stato del Grifondoro sicuramente era da molto che era fuori a correre
- Dalle sei Ginny. Visto il caldo infernale della giornata preferisco correre la mattina presto. Ma non ero da solo - disse Harry girandosi verso due figure che stavano arrivando di corsa verso il trio. - rispose Harry
- Buongiorno - salutarono Lucas e Jeanne fermandosi a fianco dei maghetti
- Vedo che Harry vi aveva distanziato - punzecchiò Draco non nascondendo una piccola punta di orgoglio.
- Veramene no - rispose Harry anticipando Lucas - loro sono al quinto giro io solo al terzo.
- Quinto giro - ripetette Draco incredulo
- Non devi meravigliarti Draco. Io e Jeanne veniamo allenati dagli elfi da un anno e per noi è normale correre a questo ritmo - spiegò Lucas
- Buongiorno - disse una voce che nessuno dei cinque ragazzi, eccetto uno, si aspettava di sentire. Harry sorrise nel sentire quella voce, era più che sicuro che la sua amica Hermione avrebbe cominciato ad allenarsi proprio da quella mattina. La ragazza indossava anche lei una cannottiera bianca con un pantaloncino dello stesso colore. Hermione arrssì nel vedere che Harry la stava osservando, aveva sperato di non incontrare nessuno quella mattina, ma era chiaro che anche gli altri ragazzi volevano aiutare il grifondoro.
- Vogliamo ricominciare Harry? - chiese Jeanne
- Sicuro, il sole comincia a sorgere e tra poco il caldo si farà soffocante pertanto è meglio che riprendiamo la corsa. - rispose Harry ricominciando a correre seguito dagli altri cinque ragazzi.
Per i primi due giri Harry impose un ritmo non troppo altro, per far abituare gli altri tre ragazzi che cominciavano a sbuffare come locomotive. Al terzo giro Hermione cedette e cominciò a correre del suo passo; Draco e Ginny resistettero solo per mezzo giro in più poi anche loro dovettere cedere sotto il ritmo di Harry che aveva cominciato ad aumentare la velocità. Harry, Lucas e Jeanne corsero ancora per qualche giro fino a farne dieci in totale. In realtà Lucas e Jeanne avrebbero potuto continuare ma dovendo far parte del gruppo, non volevano fare i superiori.
- Harry che facciamo ora? - chiese Ginny che si sentiva un peso per  Harry, Jeanne e Lucas. Loro tre erano costretti ad allenarsi con loro quando era evidente che erano molto più avanti di loro. Questo faceva star male la picoola Weasley.
- Esattamente quello che avete fatto ieri - disse il ragazzo trasfigurando quindici fogli in altrettante pietre dandone cinque a testa a Ginny, Draco, ed Hermione. - Però questa volta farete l'esercizio con una variante. Voglio che impariate a padroneggiare completamente ogni più piccolo muscolo del vostro corpo, evitando movimenti inutili. Pertanto farete l'esercio all'interno di un cerchio - spiegò il Grifondoro creando tre cerchi a terra nei quali si misero gli altri tre maghetti.
- Il cerchio è appena sufficiente per permettervi i movimenti giusti pertanto siate veloci e attenti ad ogni singolo movimento. - continuò il mago a spiegare il motivo per cui volesse fargli fare quell'esercio.
I tre maghi cominciarono subito, ma l'inizio non fu promettente, Ginny fu colpita da una pietra, Draco lo stesso e Hermione da tre. Non si fecero molto male a parte qualche livido, ma quello che li faceva star più male era che Harry riusciva a fare il loro stesso esercizio ma com ben quindici pietre e solo l'ultima lo colpì al braccio destro. Ma il ragazzo non si diede per vinto prese le quindici pietre e riprese l'allenamento seguito dagli altri tre maghi. Harry sapeva che quell'esercizio era utile per moltiplici motivi: primo aumentava i riflessi, secondo permetteva di avere una completa padronanza del proprio corpo, terzo faceva passare la paura di farsi del male. Per il momento Harry voleva lavorare con loro su queste tre cose; e mentre i maghi  facevano quell'utilissimo esercizio Jeanne e Lucas si allenavano per conto loro nelle loro tecniche di combattimento. Lucas era portato più per la forza, mentre Jeanne per l'agilità ed erano su quelle due qualità che i ragazzi lavoravano principalmente.
Ormai era passata quasi tutta la mattina da quando i sei ragazzi avevano cominciato ad allenarsi, quando Harry notò che Silente era uscito dal castello e sembrava intenzionato a partire.
- Professore dove sta andando? - chiese Harry curioso di sapere quali fossero gli intenti del preside della scuola.
- Vado ad Hogwarts - rispose il preside -
- Come mai professore - questa volta era stata Hermione ad esporre la domanda
- Perchè devo prendere il cappello parlante affinchè le qualità di Harry siano memorizzate, in modo che si possa stabilire un requisito per formare la quinta casa. - rispose Silente
- Quanto si tratterrà professore - questa volta fu Harry a porre la domanda
- Qualche giorno Harry, ma sta tranquillo il castello è affidato a Piton, Lupin e la Mg Granitt - rispose Silente anticipando la successiva domanda di Harry
Silente dopo aver salutato tutti i ragazzi uscì dal castello per smaterializzarsi. Harry aveva capito che in realtà la custodia del castello era affidata anche a lui visto che fino a quel momento era stato l'unico a battersi alla pari sia con Piton che con i demoni.
Nel pomeriggio i ragazzi si allenarono con gli stessi professori del giorno prima e neanche quella volta Harry fu in grado di battere Piton. Draco e Ginny avevano mostrato un lieve miglioramente mentre Jeanne e Lucas si erano allenati con gli elfi. Alla fine della giornata nonostante Harry fosse esasuto aveva allenato nuovamente Hermione che aveva mostrato lievi miglioramenti. Il tutto sempre sotto lo sguardo infuriato di Ron, il quale aveva scoperto che Piton aveva stregato la pagina che gli mostrava la pozione legata. Ma il ragazzo non aveva affatto desistito dal suo proposito, anzi era fermamente intenzionato a mettere contro Harry ed Hermione anche a costo di costringere quest'ultima ad uccidere l'amico.

Silente mancò dal castello per una decina di giorni durante i quali l'addestramento dei ragazzi proseguì a ritmi sostenuti. Purtroppo se le forze del bene si stavano organizzando, altrettanto stavano facendo le forze del male, infatti Deruda, Dracula, Lora e Vlad avevano provveduto a radunare circa una cinquantina di vampiri scatenando il caos in tutta l'Inghilterra. Tale nuova minaccia aveva costretto Silente ad affiancare gli auror del ministero, che ben presto furono raggiunti anche da Legolas e da Eoden che avevano deciso di aiutare i maghi in quella guerra. Infatti i vampiri non erano nemici solo dei maghi ma anche degli elfi. Ma i vampiri erano scaltri e molto furbi, non attaccavno mai in gruppo ma sempre con attacchi isolati, così che localizzarli erano quasi impossibile. Per quanto l'aura dei vampiri fosse semplice da rintracciare, nè Silente nè tanto meno gli auror del ministero erano riusciti a far diminuire il numero delle aggressionii. Anche perchè i maghi quando scoprivano un vampiro avevano sistematicamente la peggio. Per quanto Silente e gli elfi avessero provato a intervenire direttamente negli scontri non si erano visti grandi risultati. Dei cinquanta vampiri che erano stati avvistati solo uno era stato sconfitto dallo stesso Silente con grande sforzo. Per quanto potente fosse il mago il vampiro si era dimostrato un avversario davvero ostico. Silente era riuscito a batterlo solo grazie all'intervento di Eoden e di Legolas. Come se non bastasse i mangiamorte avevano intensificato gli attacchi negli ultimi tempi mettendo a dura prova le difese del ministero britannico.
Amelia Bones per quanto si sforzasse di coordinare le forze si rendeva conto che la caduta era solo questione di tempo. Fu così che Silente cominciò a ponderare l'idea di richiamare i night hunter, almeno loro avrebbero saputo come combattere i vampiri. Richimarli però significava lasciare l'est europeo nelle mani di Rasputin e condannare l'Inghilterra all'attacco dei maghi oscuri russi. Silente alla fine optò per non richiamarli, avrebbero retto il più a lungo possibile senza il loro aiuto.

Nel frattempo l'addestramento dei ragazzi continuava senza sosta. Harry migliorava di giorno in giorno sotto lo sguardo di Piton. Ormai il maghetto aveva imparato a padroneggiare la magia aura alla perfezione, e anche i loro scontri erano pari. Per Piton ormai era arrivato il momento di insegnare al maghetto come difendersi da un vero incantesimo oscuro.
- Ebbene Potter, fino ad oggi ti ho affrontato con le tue stesse armi, ovvero incantesimi Status, magia aura e altri incantesimi che solitamente vi vengono insegnati a scuola. Ma questo è niente paragonato a quello che un mangiamorte può scagliarvi addosso. Per fortuna solo i più esperti sanno usare questo incatensimo che sto per mostrarti. - cominciò a spiegare il professore non destando solamente l'interesse di Harry ma di tutti i ragazzi compreso Ron che dal giorno prima aveva cominciato a destare un certo interesse per l'allenamento del suo amico.
Piton si girò in direzione del lago cominciando a emanare la sua aura. Alle sue spalle lentamente si formò la figura di un enorme serpente, il mago puntò la bacchetta in direzione di un grosso macigno, mentre dalla bocca del serpente cominciava a convogliarsi un gran quantità di energia oscura.
- Tenebre oscura - gridò Piton, mentre dalla bocca del serpente partì un potente raggio oscuro che colpì il macigno con inaudita potenza tanto che lo spostamento d'aria arrivò anche ai maghi che furono fatti cadere a terra. Quando Harry si rialzò vide con stupore che del macigno non vi era nessuna traccia, era stato completamente polverizzato. Non avrebbe mai creduto che potesse esistre un incantesimo così potente, dubitava fortemente che ci fosse qualche difesa che potesse ostacolare quell'attacco.
- Allora prima di metterti alla prova Potter è meglio che tu sappia che la magia aura si è risvegliata anche in Voldemort e in tutti i suoi mangiamorte in quanto questo incantesimo evoca uno spirito animale del regno di Rufus che è un regno demoniaco molto vicino a quello terreste. Il marchio nero che hanno tutti i mangiamorte ha una funzione molto particolare che solo i seguaci più vicini al signore conoscono. Il marchio serve per richiamare le belve demoniache tramite incantesimo per usare un potente attacco come ti ho appena dinostrato. Tale incantesimo non era possibile da usare fino a pochi giorni fa in quanto la magia aura era stata bloccata.
- Ma la magia aura non era usata solo dai maghi della luce? - chiese Harry
- In teoria si e ci vogliono particolari requisiti affinchè la magia aura si possa usare, ma per i maghi oscuri è diverso perchè loro usano la magia oscura per richiamare la belva affinchè si usì l'incantesimo oscuro. Durante la guerra dei quattro fondatori Ninga applicò un sigillo sulla magia aura che si sarebbe infranto quando lui sarebbe stato liberato, o almeno era quello che aveva detto. Il signore oscuro scoprì che il sigillo valeva per la magia aura e per la magia oscura demoniaca, ma scoprì anche che tramite un marchio si poteva superare l'ostacolo del sigillo richiamando la belva dal regno di Rufus, in modo da poter usare l'incantesimo oscuro. Ma ora che il sigillo non vi è più il potere di questi incantesimi è quintuplicato. Ora statemi bene a sentire tutti quanti, esiste un modo per fermare un simile incatensimo ma è diverso da mago a mago pertanto sta a voi scoprire quale sia l'incantesimo che è radicato in voi che vi sevirà per bloccare Tenebra oscura
- E se non dovessimo trovarlo? - domando Draco conoscendo già la risposta
- Allora vorrà dire che Voldemort avrà vinto la guerra. - rispone Piton voltando le spalle ai ragazzi, recandosi al castello, seguito dopo qualche secondo da Lupin e dalla Mc Granitt.
- Severus sei sicuro che sia stato saggio mostrare quell'incantesimo ai ragazzi - chiese Lupin
- Remus sei troppo permissivo con i tuoi allievi. Se non imparano a bloccare questo incantesimo non potranno fare nulla contro i maghi demoniaci. Loro sanno lanciare incantesimi anche più potenti di questi. I nostri ragazzi devono imparare a padroneggiare al meglio la magia aura, solo quando avranno il pieno controllo della magia aura potranno fermare un incantesimo come tenebra oscura. Se non sono in grado di bloccare un incantesimo come questo allora è inutile che tentino di lottare contro i demoni. - ribattè Piton in modo grave
- Prima dei demoni ci sono i mangiamorte da affrontare - disse Lupin cercando di convincere il mago a non essere troppo duro con i piccoli maghi
- Remus i mangiamorte sanno usare questi incantesimi e non dimenticare che Rasputin ha anche il Necronomicon, il libro degli incantesimo oscuri, con il quale può lanciare incantensimi più potenti di questi. Questa guerra è peggiore di quella precedente, prima ve ne renderete conto è meglio sarà - disse Piton uscendo dalla sala per recarsi in biblioteca, dove controllò che il libro fosse al suo posto. Il libro era sempre lì, ma con sua sorpresa anche la pagina c'era. Eppure era convinto che Ron l'avrebbe strappata, impulsivo come era. Ma se non l'aveva fatto la situazione era peggiore di quanto pensassero, in quanto significava che il potere oscuro di Seth usciva nei momenti che a lui più andava.
Harry terminato l'addestramento e dopo aver fatto la cena, decise di sedersi sulla riva del lago. In quei giorni il caldo era davvero soffocante, anche di notte si faceva fatica a dormire, ed Harry era preoccupato per quell'incantesimo che gli aveva mostrato Piton alla fine dell'allenamento. Un'incantesimo davvero potente, che era difficile da bloccare. Piton gli aveva detto che per ogni mago esisteva un incantesimo divero per bloccare quel tipo di incantesimo oscuro, dubitava fortemente che si riferisse alla magia aura o agli incantesimo Status. L'unica magia che era radicata in lui poteva essere solo gli incantesimi di luce che aveva usato contro il nazcu, ma si chiedeva se esistesse veramente un incantesimo tanto potente da poter ribattere Tenebra oscura, eppure se Piton gli aveva detto che esisteva una contromossa voleva dire che c'era. In fondo chi più di un ex mangiamorte poteva conoscere le relative controfatture degli incantesimi oscuri. Ma ora aveva ben altro da pensare, era molto preoccupato per Silente. Sapevano che era impegnato con i vampiri proprio come i due elfi, ma era proprio questo che lo preoccupava. Il Silente che conosceva lui non avrebbe avuto bisogno dell'aiuto degli elfi per battere un vampiro. Era evidente che  quella storia era collegata in qualche modo alla ferita della mano che gli aveva visto più di una volta.
Ma Harry non era preoccupato solo per Silente ma anche per Charlie e Billy, da quando erano partiti per l'Egitto non aveva ancora dato notizie; o qualcosa era andato storto o anche loro erano impegnati contro qualche creatura oscura. Harry si rese conto che con il caldo e con i pensieri  che lo tormentavano sarebbe stato impossibile dormire, così aveva deciso di passare la notte in riva al lago nel tentativo di creare qualche nuovo incantesimo che potesse essergli utile. Fino a quel momento aveva creato l'ultarex che gli aumentava la resistenza contro i colpi magici; mentre l'ipervelox gli serviva per aumentare la sua velocità sia quella di esecuzione e sia quella fisica. Ma proprio quest'ultimo dava dei noiosi problemi in quanto non era ancora sufficientemente allenato per tenere attivo l'incantesimo per oltre trenta minuti. Il che era giù un buon risultato ma lui voleva arrivare almeno ad un ora. Aveva avuto l'idea di creare due nuovi incantesimi, una di librazione che gli permettesse di volare, e un altro che gli aumentasse la sua forza fisica.
- Ciao Harry - lo chiamò una voce femminile che il ragazzo riconobbe come Hermione. L'unica persona che non avrebbe voluto vedere era ora alle sue spalle.
- Ciao Herm - rispose il ragazzo in tono alquanto distanziato. Harry non voleva essere scorbutico con l'amica ma in quei giorni durante i quali si erano allenati insieme la mattina e la sera, gli avevano fatto capire definitivamente che amava la ragazza più della sua stessa vita. Ma non poteva dirglielo perchè lei era la ragazza di Ron, e poi aveva paura che facendo quel passo avrebbe distrutto la bella amicizia che c'era con lei e lui questo non lo voleva assolutamente. Inoltre non voleva creare ulteriore attrito con Ron. Solo per quei motivi aveva deciso di prendere le distanze dalla ragazza, anche se non ci riusciva completamente in quanto solo stare al sui fianco lo faceva sentire al settimo cielo. Provava una gioia così grande tale da superare anche la tristezza per la morte del suo padrino Sirius.
- Non riesci a dormire questa notte? - chiese la ragazza maledicendosi per quella domanda ovvia. C'era poco da fare quando stava in sua compagnia il suo cervello smetteva di funzionare. Ormai aveva capito che provava amore verso il suo amico, ma anche lei non voleva correre il rischio di rovinare quella bella amicizia. Oltretutto quando stava con Ron a scambiarsi baci o qualche carezza, non sentiva nulla nei confronti del rosso, al contrario invece delle mille sensazioni che provava quando stava in compagnia di Harry. Anche ora, nel momento del bisogno non era andata da Ron ma bensì da Harry, ormani doveva ammetterlo con se stessa, amava il suo migliore amico come non aveva mai amato nessuno.
- No Herm, questa notte proprio non riesco a chiudere occhio - rispose il ragazzo
- Sei preoccupato per l'incantesimo che ti ha mostrato Piton - domandò nuovamente la ragazza
- In parte si Herm. Quell'incantesimo era davvero potente e immagino che bloccarlo sia difficile. - rispose il ragazzo con sincerità
- Harry non credi che tu possa usare un incantensimo Status per bloccare l'intensimo di Piton? - chiese Hermione
- No. Gli incantesimi Status amplificano gli stati dei maghi, anche se usassi Ultrarex con la protezione magica sarebbe difficile se non impossibile bloccare quell'inncatesimo. E poi questi sono incantesimi che puoi fare anche tu. Piton ha detto che per ogni mago c'è una difesa diversa, quindi immagino che l'incantesimo di protezione sia legato in qualchhe modo a qualche tipo di magia che è in noi ma che non conosciamo. Non so forse si riferiva alla magia elementale. - rispose nuovamente Harry guardando la luna che era a metà del suo cammino.
- Se è così allora dobbiamo scoprire quale elemento sia a noi più congeniale - disse la ragazza cercando di sostenere l'amico
- Forse ma non sono sicuro che ciò basti, in fondo è solo una teoria che potrebbe rivelarsi completamente sbagliata - ribattè Harry. In realtà ci aveva già pensato anche prima a quella eventualità ma proprio non riusciva a trovare un incantesimio che potesse essere legato in qualche modo ai poteri elementali. Senza contare che il potere elementare che doveva avere lui era quello che nessun mago aveva mai avuto, e quindi per lui le cose erano doppiamente difficili.
- Harry posso dare un'occhiata al tuo blocco degli appunti? - chiese la ragazza cercando di cambiare discorso. Se quello che Piton aveva detto era vero, questa volta non poteva aiutare il suo amico. Ma almeno cercava di distrarlo.
- Certo che puoi - rispose Harry allungandole il blocco.
Mentre la ragazza scrutava con attenzione gli schizzi del disegno, con il relativo incantesimo segnato a fianco; Harry era rimasto a fissare la metà della luna che era in cielo. Non era proprio la metà ma ci mancava poco, e questo gli fece venire in mente che si doveva preparare la pozione Orfeo per Ron, altrimenti entro pochi giorni  avrebbe docuto combatterlo di nuovo.
- Harry che tipo di incatesimi intendi fare per aumentare la forma magica e la forza fisica? - chiese la ragazza osservando due diversi disegni che descrivevano la magia ma che il ragazzo ancora non era ancora riuscito a creare.
- Non ne ho ancora idea Herm. Per il momento ho avuto solo l'idea. Quello che posso dirti che gli incantensimi Status hanno tutti il nome che inizia per ultra che amplifica le capacità del mago, ma ancora non ho trovato il modo di richiamare tali incantesimo. - spiegò il ragazzo
- E questo disegno qua Harry - chiese Hermione mostrando al ragazzo lo schizzo di un paio di ali
- Questa è un incantesimo che mi ha fatto venire in mente Piton il primo giorno di addestramento. Se ricordi quel giorno Piton usò il levicorpus per sfuggire ai miei attacchi - disse il ragazzo
- Certamente che lo ricordo, fu una mossa molto astuta la sua - rispose la ragazza cercando di non guardare Harry negli occhi.
- Ebbene da quel giorno non ho fatto altro che pensare ai combattimenti che ho avuto con Runga e Zita. Quando ero in volo con la scopa era difficile lottare al loro livello, perchè i loro movimenti erano più semplici dei miei, in quanto io dovevo usare la scopa. Soprattutto con Runga mi trovai in difficoltà in quanto cercavo di distanziarlo in velocità. La manovra mi riusciva quando dovevo volare dritto ma immancabilmente perdevo velocità nelle curve dove il demone accorciava di molto le distanze. E quindi pensavo a qualche magia che mi permettesse di volare e di poter raggiungere la stessa velocità che ho con la scopa. In altre parole un levicorpus abbinato al vingardium leviosa. Ma tutto questo non basta perchè anche unendo i due incantesimi non ho la velocità per sostenere un combattimento in aria. - spiegò il ragazzo.
- Quindi oltre a quei due incantensimi ne dovresti trovare qualche altro che ti permette di amplificare il leviosa. - La ragazza aveva capito all'istante qual'era il problema.
- Infatti Herm. Devo trovare qualche incantesimo che mi permetta di muovermi liberamente in aria, come se le ali fossero vere. - disse il ragazzo sdraiandosi a terra. Quella notte il caldo era davvero soffocante e stare all'aperto vicino al lago sembrava l'unica soluzione per trovare un po' di refrigerio.
- Disegni bene Harry - disse la ragazza sdraiandosi anche lei a fianco del ragazzo tenendo di fronte il blocco degli appunti.
- Grazie Herm. Ho scoperto questa piccola dote quando stavo con i miei zii. Non aveva molto da fare quei giorni e ogni tanto andavo al parco a disegnare e ho scoperto che mi piace fare soprattutto disegni di persone. Quando ne parlai con Sirius tempo fa, mi disse che sicuramente aveva eraditato quel talento da mia madre, visto che mio padre era un vero caprone quando si trattava di arte. - spiegò Harry facendo ridere la ragazza.
- Ti manca Sirius - le disse la ragazza vedendo sul viso dell'amico un piccola lacrima.
- Tanto Herm e non mi darò mai pace per quello che è successo quella notte. Se solo non fossi stato così superficiale. Se solo avessi imparato ad usare bene l'occlumanzia forse Sirius sarebbe vivo in questo momento. - disse il ragazzo rivivendo ancora una volta il momento in cui Bellatrix aveva ucciso il suo padrino.
- Ascolta Harry. Anche se avessi saputo usare l'occlumanzia, Voldemort avrebbe comunque trovato il modo di farti andare in quella stanza quel giorno. Se Sirius è morto non è stata colpa tua, ma solo ed esclusivamente di Bellatrix e di Voldemort. Sono loro i responsabili della sua morte.  - la ragazza disse quelle parole di getto senza pensarci, non voleva che il suo amico si lasciasse andare allo sconforto.
- Grazie di cuore Herm - le disse Harry girandosi a guardare la sua amica
- Di nulla Harry - anche la ragazza si girò verso di lui. I loro visi erano così vicini che sarebbe bastato un niente per annullare quella breve distanza per scambiarsi quel bacio. Entrambi lo desideravano fortemente ma alla fine fu Harry a rimettersi sdraiato. Se avesse baciato Hermione avrebbe distrutto ogni cosa, e lui non poteva permetterlo. Aveva un disperato bisogno della ragazza, perchè lei era la sua luce.
- Herm forse è meglio che ritorni al castello. Io credo che rimarrò qui per tutta la notte - le disse Harry preoccupandosi per l'amica che non prendesse troppo umidità
- Non mi vuoi con te Harry - chiese la ragazza, stupita lei stessa di quelle parole, quasi come se fosse stata un'altra a parlare
- Certo che si Herm. Ora e per sempre - rispose il ragazzo pentendosi all'istante di quelle parole. Non avrebbe voluto dirle perchè suonavano tanto come una dichiarazione di amore
- Allora rimango qui Harry - La risposta della ragazza sorprese Harry che per la prima volta ebbe il dubbio che lei l'amasse. Ma tale dubbio sparì subito, perchè lei era sempre stata innamorata di Ron e ora aveva realizzato il suo sogno d'amore. Almeno questo era quello che credeva Harry, ma lui non sapeva che mai come quel momento era più lontano dalla verità.
I due ragazzi non dissero più nulla, così che la stanchezza e il sonno ebbero il sopravvento tanto che si addormentarono quasi senza accorgersene. Durante il sonno Hermione si spostò verso Harry mettendo la testa sul suo petto, mentre il ragazzo incosciamente la circondò con il suo braccio. E fu in quella posizione che rimasero a dormire fino a pochi minuti dall'alba, quando Hermione si svegliò per prima rendendosi conto di essere tra le braccia della persona che amava con tutta se stessa.
Lentamente la ragazza si sciolse da quell'abbraccio, si rialzò cercando di fare il meno rumore possibile dirigendosi poi sulla riva del lago, dove vide per la prima volta da quando era lì l'alba. Era una spettacolo bellissimo vedere il sole sorgere da est per cominciare a colpire il lago con i suoi raggi, che davano quasi la sensazione che al suo interno ci fosse oro. La ragazza rimase ammaliata da quello spettacolo, ma quando si girò per tornare al castello ne vide un'altro che era ancora più bello. I raggi del sole  riflessi dalle acque del lago finivano sulle foglie dell'albero bagnato dalla rugiada mattutina. L'albero sembrava aver assunto una tonalita quasi dorata, alcune gocce d'acqua assumevano la stessa tonalità di colore. Era uno spettacolo vedere quelle gocce d'acqua che lentamente cadevano dalla foglia per cadere sull'erba bagnata, che sembravano evitare Harry che era ancora addormentato.  Hermione per qualche secondo rimase abbagliata nel vedere quello spettacolo, lentamente si avvicino al ragazzo e sensa svegliarlo gli diede un bacio a fil di bocca. Era la seconda volta che baciava il ragazzo mentre questi dormiva, ma quelli erano gli unici baci che le erano permessi di dargli.
La ragazza lentamente ritornò al castello, e trovò sulla porta ad attenderla la professoressa Mc Granitt che la osservava con un picoolo sorriso. Hermione rimase sorpresa, non aveva mai visto la loro insegnante sorridere.
- Hermione per quanto tu possa negarlo a te stessa, oggi la magia ti ha fatto capire chi realmente ami - le disse la professoressa di trasfigurazione
- Che cosa intende professoressa? - chiese curiosa la ragazza
- Oggi è il giorno che i maghi chiamano red passion, la passione rossa - disse la professoressa.
- E' la prima volta che sento parlare di questo giorno, di che cosa si tratta? - chiese ancora la ragazza
- Questo è un giorno molto particolare che racchiude una storia molto triste - disse la professoressa rientrando nel castello seguita dalla ragazza.
- Perchè? - chiese la grifondoro. Ormai la curiosità la stava divorando.
- Tanti anni fa, ancora prima del periodo dei fondatori, ci fu una guerra cruenta fra le creature demoniache e gli esseri della terra, guidati da un potente mago di nome Merlino e da un potente combattente della luce al quale la dea Athena gli concesse l'uso della mitica spada Excalibur. - spiegò la professoressa
- La spada del mito. Quindi quell'uomo era Artur Pendragron, l'uomo che creò il regno di Camelot? - chiese sorpresa la ragazza
- No Hermione tu ti stai riferendo alla storia babbana che è inesatta. Il primo essere umano che ebbe l'onore di avere la spada di Athena fu un ragazzo di nome Orion, Artur Pendragon aveva una spada chiamata Dente del drago che fu forgiata dagli elfi per essere donata a Merlin, che a sua volta la cedette ad Artur. I due guerrieri della luce con le loro micidiali spade eliminavano demoni su demoni, ma il loro esercito non sembrava mai diminuirire. La battaglia fu lunga e durò praticamente tre giorni. All'alba del terzo giorno sembrava che le forze del bene fossero riusciti ad eliminare il nemico ma successe quello che nessuno si aspettava. - disse la professoressa spiegando una guerra che era all'origine dei tempi.
- Cosa successe professoressa. - chiese la ragazza ansiosa di sapere il resto della storia e perchè quel giorno veniva chiamato red passion
- Oltre ai due combattenti che ti ho detto prima, ve ne erano altri tre. Uno era Lancillotto e l'altra combattente era una donna dalla straordinaria bellezza che si chimava Ginevra, e l'altra combattente era un'altra donna di nome Samanta. Proprio nel momento in cui tutti credevano che la battaglia fosse finita Lancillotto colpì Orion alle sue spalle uccidendolo e impossessandosi di Excalibur. Uno dei demoni creò nel cielo una cancello tutto nero, chiuso con delle catene rosse che formavano una croce. Lancillotto usò la spada per distruggere le catene, la porta lentamente si aprì facendose uscire tantissimi essere tutti neri e successivamente quello che la storia ricorda come un  demone oscuro dalla potente aura. Il demone che aveva creato la porta si posizionò alla sua destra mentre Lancillotto si mise alla sua sinistra. - continuò a spiegare la professoressa entrando nella sala grande dove trovò ad attenderli tre figure.
- Albus, Eoden, Legolas non sapevo che foste tornati - disse la Mc Granitt
- Siampo tornati due minuti fa, abbiamo usato la metropolvere del ministero. - disse Silente piuttosto esausto.
- Com'è la situazione a Londra - chiese Hermione
- Non molto buona. Continuano ad esserci attacchi dei mangiamorte e dei vampiri e sono soprattutto quest'ultimi a preoccuparci. - disse Eoden
- Perchè - chiese la Mc Granitt
- Perchè sono molto forti e hanno grandi poteri - disse Silente.
- Dopo quello che abbiamo eliminato, non siamo riusciti più a prenderne nessuno. Gli attacchi sono diminuiti ma comunque ci sono e stilando una cartina abbiamo notato che lentamente si stavano spostando verso il castello. - All'inizio pensavamo che fosse solo un gruppo ma poi ci siamo resi conto che i vampiri si sono divisi in gruppi di quattro dividendosi l'Inghilterra per zona. - spiegò Legolas
- Visto che non eravamo di nessuno aiuto lì, il primo ministro ha deciso di farci ritornare qui per difendere Harry da eventuali attacchi, perchè è sicuro che i quattro che si stanno dirigendo qui vogliono la sua testa - disse infine Eoden.
- Comunque non abbiamo solo cattive notizie. Hermione tra pochi minuti arriveranno i tuoi genitori accompagnati da Shakebolt. Li smatielizzerà e li rimaterializzerà direttamente qua nella sala grande - spiegò il preside che aveva annullato per quella sala l'incantesimo antismaterializzazione
- Grazie mille preside Silente - disse la ragazza commossa. Era così preoccupta che potesse succedere qualcosa ai suoi genitori. Finalmente li avrebbe potuti riabbracciare e saperli al sicuro, almeno per quel momento.
Nel frattempo Harry si era svegliato di soprassalto, aveva percepito quattro distinte auree avvicinarsi al castello. Ma proprio così come le aveva percepite, così erano svanite. Il ragazzo si rimise in piedi credendo di essersi sbagliato. Lentamente si rialzò e si lavò il viso con l'acqua del lago, guardò il sole che si stava levando pensando che anche quella sarebbe stata una giornata calda.
Ignorava però che la giornata sarebbe stata calda ma non come pensava lui.
Dopo essersi completamente svegliato si diresse in direzione del castello, quando guardando il cancello vide quattro persone avvicinarsi.
- Harry. - lo chiamò Ginny che era assieme al fratello
- Cosa c'è Ginny? - chiese il ragazzo
- Silente è appena tornato e ci ha detto che stanno per arrivare i genitori di Hermione scortati da Shakebolt - gli disse la ragazza
Harry pensò che fossero le persone che aveva visto prima, per tanto chiese ai due ragazzi di andare al cancello e di aprirlo ai nuovi arrivati. Sia  Ginny che Ron si avviarono al cancello per far entrare i genitori di Hermione, mentre Harry stava entrando nel castello. Però aveva una strana sensazione allo stomaco, come se qualcosa di brutto stesse per accadere. Ma lui non voleva rovinare quel giorno particolarmente bello per la ragazza, così entrò nel castello camminando con calma verso la sala grande. Fu proprio mentre stava entrando che sbattè contro Hermione che stava uscendo.
- Scusa Harry, stavo proprio venendo da te e dagli altri  per avvisarvi che stanno per arrivare i miei genitori - disse la ragazza raggiante.
- Lo so. li ho appena visti che si stanno avvicinando al castello - disse il ragazzo felice per l'amica
- Ma non è possibile Harry. Silente ha detto che si sarebbero smaterializzati nella sala grande - disse la ragazza prendendo per mano l'amico facendolo entrare nella sala.
- Professore Hermione mi ha detto che i suoi genitori si stanno per smaterializzare qui ma... - il ragazzo non terminò la frase che nella sala apparvero Shakebolt con i genitori di Hermione che erano felici di rivedere la propria figlia sana e salva.
- Tu devi essere Harry. Hermione ci ha parlato molto di te. Ma stai bene? - chiese il padre della ragazza
Infatti Harry era completamente sbiancato e si era appoggiato alla parete. Ora si spiegava quella sensazione che aveva avuto sin da quando si era svegliato. Le persone che si stavano avvicinando erano sicuramente demoni. Il ragazzo uscì dalla sala di corsa seguito subito da Hermione mentre a qualche metro di distanza vi erano gli altri maghi.
- Che succede Harry - chiese la ragazza che era dietro di lui
- Demoni Herm. Avevano le sembiance di esseri umani, e quando Ginny mi ha detto che stavano per arrivare i tuoi, credevo che fossero loro così ho detto a Ron di aprire il cancello - disse il ragazzo correndo il più veloce possibile. Uscì dal castello con un balzo seguito sempre dalla ragazza
- Ron non aprire il cancello - gridò Harry.
Ron sentì Harry gridare ma ormai lui aveva messo la mano sulla maniglie e aperto leggermente il cancello. In quel momento le quattro persone si rivelavano per quello che erano ovvero vampiri. La loro aura era così potente che spalancarono il cancello facendo finire il rosso a terra. Uno dei quattro puntò la mano verso il castello circondandolo con una barriera che impediva a chiunque di entrare e di uscire. Per fortuna Eoden aveva lanciato un pugnale ad Harry prima che si formasse la barriera. Silente guardava la scena inorridito, Harry era da solo con Ginny, Hermione e Ron contro quattro vampiri dai potenti poteri.
Il gruppo era formato da due vampiri maschi che erano completamente vestiti di nero con un lungo mantello dello stesso colore, mentre le donne avevano una maglietta aderente al corpo con una minigonna larga che le arrivava al ginocchio. Tutti e quattro erano completamente pallidi con i loro occhi rossi, le loro mani aveva delle unghie lunghe e affilante e sul loro fianco destro aveva una spada.
- Chi sono quegli esseri - chiese il padre di Hermione
- Vampiri - rispose la Mc Granitt
- Ma io credevo che potessero agire solo di notte - ribattè la madre di Hermione
- E' una diceria babbana. Predilogono colpire di notte con prede isolate da tutti, ma possono colpire anche di giorno. E non esiste croce o aglio che possa sconfiggerli. L'unico modo per battere un vampiro è tagliargli la testa. Ma non è così facile perchè i vampiri sono dotati di grande forza sia fisica che magica - disse Silente
- E non c'è nulla che si può fare per aiutare i ragazzi - chiese la madre con le lacrime agli occhi. Aveva temuto fino a quel momento per la vita della figlia e ora era lì con delle creature che sembrava impossibile da battere
- Per il momento no. L'unico modo per annullare questa barriera è eliminare il vampiro che l'ha emessa. - disse Piton arrivato per ultimo
- Neanche con Tenebra oscura è possibile battere la barriera - chiese Lumocorno
- Non si può battere una barriera oscura con un incantesimo oscuro - spiegò Lupin.
- Me ne ero dimenticato - disse Lumocorno
- State dicendo che mia figlia verrà uccisa sotto ai miei occhi senza che possa fare nulla - disse adirato il padre di Hermione
- Ci sono anche i miei figli lì fuori - disse Arthur Weasley
- E' tutto nelle mani di Harry. - disse Silente
- Per fortuna - pensò Piton. Non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura ma Harry era l'unico che poteva uscirne vivo in quella situaziobe. Certo non era il massimo dover combattere contro quattro vampiri e difendere contemporaneamente tre maghi inesperti nell'arte del combattimeno.
- Sole oscuro - gridò uno dei vampiri lanciando una sfera oscura che ricoprì la calda luce del sole, oscurando anche il cielo. Di quella palla di fuoco vi era solo la corona che illuminava leggermente il paesaggio.
- Che cosa è successo - chiese il padre di Hermione
- Hanno usato il sole oscuro per combattere meglio - spiegò Silente -
- I vampiri non predilogono combattere con la luce del sole che ne limita in parte i poteri, ma con quell'incantesimo hanno risoloto il problema. Ora per Potter sarà dura uscirne vivo - disse Piton
- La mia piccola Hermione - disse la madre singhiozzando
- Signora non posso promettere che sua figlia si salverà, ma di una cosa sono sicura. Harry non permetterà che la uccidano tanto facilmente - disse la Mc Granitt
Il padre guardò  gli occhi del ragazzo che aveva visto prima. Gli sembravano così diversi in quel momento. Erano duri, e determinati allo stesso tempo. Era sicuro quel ragazzo avrebbe lottato con tutto se stesso, non si sarebbe fatto uccidere tanto facilmente. In quel momento ricordò la frase che le disse la figlia all'inizio del quinto anno scolastico, quando lei gli aveva raccontato tutta la verità su quello che stava succedendo. Lui non voleva che tornasse a scuola, ma le gli disse che in quella scuola c'era un ragazzo di nome Harry Potter al quale avrebbe affidato tranquillamente la sua vita in caso di pericolo. Il signor Granger capì finalmente perchè la figlia avesse tanta fiducia in quel ragazzo. Ora era sicuro che Harry non avrebbe mai permesso che i vampiri facessero del male alla loro figlia.
Harry aveva afferrato al volo il pugnale che gli aveva lanciato Eoden, e gli sembrava simile a quello che aveva Billy, si chiedeva solamente se avesse anche gli stessi poteri. Gli sarebbe stato molto utile in quella battaglia.
- Chi siete? - chiese Harry attirando volutamente l'attenzione su di se. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo ma era necessario in quanto si rese conto che uno dei vampiri maschi che stava guardando Ginny, la quale sembrava che faceva fatica a resistere a quegli occhi magnetici. Ma la voce di Harry aveva rotto l'incanto facendo infastidire il vampiro.
- Io sono Kalat - si presentò il vempiro che stava per attaccare Ginny, facendo un finto inchino.
- Io sono Lima - disse il secondo vampiro che sembrava destare una certa ammirazione per la gola di Hermione
- Io invece sono Kima - la vampiressa invece sembrava avere una certa attrazione per Ron che era ancora a terra
- Io invece sono Nespura - disse la seconda vampiressa cercando di leggere la mente del ragazzo. Ma era tutto inutile, Harry questa volta aveva chiuso la mente usando l'occlumanzia. Ad Harry non fu necessario presentarsi, ormai tra le creature oscure tutti lo conoscevano. Non era un caso che la vampiressa avesse cercato di forzare la sua mente.
- Immagino che tu sia Harry Potter - disse Kima lasciando perdere il rosso, schierandosi al fianco di Nespura.
- Immagini bene Kima - rispose il ragazzo che inconsciamente aveva emesso la sua aura
- Ma guarda un po' che sorpresa, un mago con l'aura bianca - disse Lima affiancando le due vampiresse
- Allora forse ci divertiremo un po' di più rispetto alle altre volte - questa volta era stato Kalat a parlare. Anche lui affiancò gli altri tre vampiri. Adesso era tutti e quattro schierati pronti a dare battaglia
- Che cosa vuoi dire Kalat - chiese Harry intuendo la risposta del vampito.
- Sai, a noi vampiri ogni tanto ci viene fame, così abbiamo provveduto a prenderci qualche giovane preda, ma non erano molte solo una ventina. - rispose il vampiro passandosi la lingua sulla bocca. Harry non potette fare a meno di pensare che quelle persone erano state uccise per colpa sua anche se indirettamente. Il ragazzo era triste per quelle povere persone, abbassò la testa, sorridendo. Ma il suo era un sorriso amaro, per la prima volta si stava rendendo conto di cosa signifasse essere veramente in guerra. A paragone la guerra contro Voldemort rischiava di diventare un gioco da bambini, mentre quella con i demoni era la vera guerra. Ma il ragazzo ricordandosi di quello che era successo a Londra pochi giorni prima, si rese conto che non c'era una guerra peggiore dell'altra. In qualsiasi modo la si vedeva ogni guerra aveva i suoi caduti, chi più e chi meno ma era così. Ma proprio di fronte a quelle creature del male si rese conto di non avere scelta, o lottava o moriva. Non aveva altre alternative, per quanto lui detestasse la guerra che aveva portato via i suoi genitori, avrebbe lottato affinchè in futuro non ci fossero state altre tragedie come la sua.
Harry sollevò il viso determinato, continuò ad aumentare la sua grazie alla rabbia che cresceva dentro di lui. Ormai era fermamente determinato fine a quell'insulsa carneficina.
- Raduna i tuoi amici Potter. Faremo un combattimento leale - disse Lima piutto scorbutico. Qualsiasi altra persona sarebbe scappato di fronte a loro, ma il maghetto no. Ostentava sicurezza come un combattente esperto e questo al vampiro lo preoccupava un po'
Nessuno finora era riuscito a resitere al loro potere di lettura del pensiero e invece Harry aveva chiuso la mente anche lui. Questa piccola dimostrazione aveva fatto capire al vampiro che il ragazzo non era da sottovalutare.
- Basto io - rispose Harry sorprendendo i quattro vampiri. Il ragazzo li stava sottovalutando e questo non lo avrebbero permesso.
- Come vuoi Potter comincio io allora - disse Kima avanzando verso il mago che lentamente indietreggiava. Doveva costringere al vampiro a fare la prima mossa e scoprire contemporaneamente come eliminarli. 
Kima si mosse con straordinaria agilità con movimenti così semplici che affascinavano chiunque li vedesse, ma non Harry che evitò il calcio che la vampiretta aveva cercato di dargli mirando al viso. Il ragazzo si era abbassato, e si era girato pronto ad attaccare, ma Kima anticipò il mago. Facendo leva sulla gamba cercò di colpire Harry con un altro calcio diretto al viso, ma il maghetto con un movimento del corpo evitò il colpo e approfittando che il suo avversario era sbilanciato la colpì con una borbarda maxima che fece cadere il vampiro a terra diversi metri lontano da lui. Ma la magia non fece nessun danno al vampiro che si rialzò prontamente per attaccare nuovamente Harry che evitava tutti i suoi calci con sorprendente abilità. Sia Kima che Harry si misero in posizione di guardia pronti entrambi per il successivo attacco. Harry non sapeva se la sua magia più potente poteva funzionare contro i vampiri quindi aveva deciso per il momento di farne a meno, anche perchè questa volta gli toccava affrontare quattro conbattenti invece che uno solo, inoltre non voleva neanche svelare le tecniche di combattimento che gli aveva insegnato Lucas almeno non prima che Kima non avesse svelato per intero i suoi poteri. Cosa che sembrava non volesse fare neanche lei.
- Kima che cosa stai aspettando. Metti fine al combattimento - gridò Kalat che a quanto pare non gradiva quel tentennamento da parte della vampiressa.
Kima attaccò ancora Harry usando esclusivamente le sue tecniche di combattimento, le quali erano per la maggior parte tecniche di calcio. Ma Harry grazie alla sua agilità riusciva ad anticipare sistematicamente tutti i suoi colpi, e si chiedeva per quale motivo la vampiressa continuasse in quel suo inutile attacco. Kima dopo un lungo attacco era finalmente riuscita a far arrivare il ragazzo alle sue spalle che sicuramente si aspettava un altro calcio, invece la vampiressa gli diede una gomitata che Harry evitò spostando la testa all'indietro. Il ragazzo era convinto di aver evitato anche quel colpo, ma la vampiressa continuò con il suo movimento rotatorio e colpì Harry con un pugno del braccio destro che fece cadere il ragazzo disteso a terra lontano diversi metri. Il mago però si rialzò anche se a fatica, si vedeva che aveva accusato il colpo, del resto la forza fisica dei vampiri era formidabile.
- Finiscilo Kima - ordinò Kalat con tono perentorio che non ammetteva repliche.
La vampiressa creò dalle mani una sfera oscura che non aveva ancora lanciato, in quanto il suo avversario era fermo, con un sorriso stampato sul viso, quasi a voler dimostrare che avrebbe evitato il colpo.

- Perchè il ragazzo sta lì immobile - chiese il padre di Hermione che aveva temuto per Harry quando era stato colpito così duramente. Infatti il padre di Hermione nel suo passato era stato campione di karate e sapeva distinguere quando un colpo era ben assestato e quello della vampiressa lo era stato. Ma era stato anche piacevolmente sorpreso dall'agilità del ragazzo. I suoi movimenti erano così sicuri che dubitava fortemente che lui sarebbe riuscito a colpirlo. Non aveva mai visto in vita sua una persona muoversi con tanta sicurezza. Era sicuro che il ragazzo avrebbe messo in difficoltà qualsiasi campione di karate. Il problema principale era che il suo avversario non era un uomo ma bensì un vampiro e come tale il combattimento era imprevedibile
- Harry sa che può evitare facilmente la sfera oscura, ma sa anche che deve combattere contro quattro avversari. Quindi per lui è indispensabile capire quali siano i punti di forza e quelli deboli di Kima in modo da poter combattere con maggiore scioltezza contro gli altri tre vampiri.
- Sta sbagliando. Ogni persona ha delle sue specifiche caratteristiche. Anche se Harry memorizza quelle del suo avversario potrebbe risultare completamente inutile contro gli altri - spiegò il padre di Hermione
- Invece no - questa volta fu Lupin a parlare - voi vi state basando sulle capacità umane, ma demoni e maghi hanno ben altri parametri. In particolare i vampiri sono creature temibili, e per noi maghi non è facile affrontarli. In particolare quello che Harry vuole scoprire qual'è il loro punto di forza. Cioè se sono più propensi ad usare atticchi fisici o magici. Fino a questo momento Kima ha usato solo attacchi fisici che non hanno dato risultati, quindi ora usa gli attacchi magici che sicuramente sono il suo punto di forza. Ora che Harry ha capito questo deve trovare il modo di batterla perchè il problema sta proprio lì, la nostra magia non funziona contro i vampiri e batterli non sarà affatto facile.
- Quindi è destinato alla sconfitta - chiese la madre di Herm
- Non ancora - rispose Lupin -
- Harry è un mago e un ragazzo fuori dal comune - replicò la Mc Granitt non sapendo se informare la famiglia di Herm che la loro figlia correva pericoli ben maggiori in quel momento. Infatti aveva notato che Ron si era messo seduto e ammirava il combattimento senza fare nulla, con un sorriso diabolico stampato sul viso.

Kima lanciò la sua sfera, ma Harry la evitò ancor prima che fosse lanciata in quanto aveva percepito la scia magica che anticipava il colpo. La vampiressa era rimasta sbalordita da quello che era successo, nello stesso momento che aveva lanciato la sfera Harry si era già mosso per evitarla. Non le ci volle molto per capire che il ragazzo sapeva percepire le scie magiche. La vampiressa capì che per quanti attacchi avesse lanciato nessuno di essi avrebbe colpito il ragazzo, grazie alla sua capacità di percepire le scie magiche. Così decise per un attacco diretto; lentamente dalle sue mani si formarono due fruste di energia oscura che la vampiressa era pronta ad usare contro il suo avversario.
Harry aveva capito che il suo avversario non avrebbe usato di nuovo le sue sfere, nè tanto meno gli attacchi fisici che le erano risultati inutili. Quindi o usava la spada che ancora non aveva estratto o usava qualche tecnica di energia e quando vide che dalle mani di Kima si stavano formando due fruste nere, simili a quelle che Ron aveva usato contro di lui quando era posseduto da Seth, lui decise di usare l'ultravelox.
Kima vide il ragazzo puntarsi la bacchetta contro, circondandosi subito dopo da una patina bianca. Si chiedeva che utilità potesse avere quell'incantesimo. Aveva un solo modo per scroprirlo, così provò a colpire il ragazzo con una frustata. Ma con sua enorme sorpresa Harry si era mosso ancora prima che lei sferrasse il colpo, e non era solo quello la sua velocità era stata tale che lei non aveva percepito il suo movimento. Per la prima volta dopo tanti secoli la vampiressa cominciò a temere il suo avversario tanto che lanciava decine di frustate in preda alla paura; ma nessuno dei colpi raggiungeva Harry.
Harry, una volta che Kima ebbe terminato quell'attacco insensato, la osservò attentamente e per la prima volta si rese conto di essere temuto. Lo sguardo della vampiressa non ammetteva nessun errore, Kima temeva l'abilità di Harry Potter e aveva l'impressione  che il ragazzo non le aveva mostrato ancora tutto il suo potenziale. Ma lei faceva parte della nobile razza dei vampiri e non poteva temere un mago, così estrasse la sua spada pronta a lanciare un altro attacco. Harry annullò l'ultravelox per evocare l'incantesimo status della resistenza ovvero l'ultrarex e contemporaneamente estrasse anche la spada di Godric Grinfondoro.
Kima con la sua spada fece un rapido movimento obliquo dall'alto al basso, lanciando ad Harry un lama oscura molto simile al sectumsempra di Piton. Harry puntando i piedi, usò la spada con entrambe le mani per bloccare il colpo della vampiressa senza eccessivo sforzo. Ancora una volta Kima era sorpresa da quello che era successo, il ragazzo stava dimostrando di avere una difesa perfetta per ogni suo attacco. Sapeva che era inutile ma lanciò altre lame oscure che Harry parò senza nessuna difficoltà, grazie alla spada e al suo incantesimo che aveva triplicato la sua resistenza.
Harry aveva appena bloccato un altra lama oscura, quando percepì la scia magica di un altro attacco, così spostandosi avanti di qualche passo evitò l'attacco di Lima che aveva usato le sue sfere oscure. Kima cercò di approfittare dell'ocasione per usare ancora le sua lame oscure ma Harry riuscì ancora una volta a bloccarle usando la sua spada.
Lima continuava ad attaccare Harry alle spalle con le sue sfere cercando di cogliere il mago di sorpresa, mentre Kima continuava ad attaccarlo con le sue lame. Harry anche se a fatica riusciva a bloccare le lame di Kima e ad evitare le sfere di Lima spostandosi velocemte per tutto il campo di battaglia mentre i due avversari lo attaccano senza sosta. Ben presto il ragazzo si rese conto che la loro velcoità di esecuzione stava aumentando sempre di più tanto che faceva fatica ad evitare o bloccare i loro attacchi, oltrettutto la spada non gli consentiva dei movimenti veloci. Così il ragazzo decise di cambiare tattica e di provare ad usare il pugnale che gli aveva lanciato Eoden. Così lanciò una bombarda maxima ai suoi piedi, creando una nuvola di polvere che lo nascondeva alla vista dei suoi avversari che continuarono a lanciare i loro colpi all'interno del poverone sperando di colpirlo. Harry usò l'ascendio per uscire dalla nuvola di polvere e puntando nuovamente la bacchetta contro di se si fece circondare dall'ultra velox, facendo un interessante scoperta sui suoi nuovi incantesimi. Non c'era bisogno di usare il finite incantatem per sostituirli, bastare pronunciare il nuovo incantesimo  che questi si sostituiva a quello precedente. Il ragazzo aveva usato l'ultravelox su di se senza pensarci e sono quando era atterrato si rese conto di qeullo che era successo. Ora avrebbe potuto usare i suoi incantesimi secondo la situazione che era pià opportuna.
Kima in quel frangente si rese conto di due cose. La prima che Harry aveva sostituito l'incantesimo con un altro senza prima annullate quest'ultimo e la seconda che i suoi incantesimi era diversi da quelli normali. Infatti mentre l'ultrarex e l'ultravelox duravano nel tempo, gli incantesimi normali venivano lanciati per poi sparire, il che indicava che la magia Status era adatta solo per amplicare gli altri tipi di magia o alcuni status del mago, come la resistenza o la velocità. Questo indicava che oltra a quelle due capacità ci potevano essere altri incantesimi che servivano per modificare gli status del maghetto. Visto che Harry aveva usato solo l'ultrarex e l'ultravelox, la vampiressa cominciò a chiedersi se il ragazzo aveva altri incantesimi o solo quelli. Visto la situazione nella quale si trovava Harry, Kima capì che il suo avversario per il momento aveva creato solo quei due incantesimi, ma nulla le vitetava di pensare che ne potesse creare degli altri. Kima decise di partire nuovamente all'attacco, non aveva nessuna intenzione di lasciare ad Harry il tempo di pensare. Permettere a quel ragazzo di pensare poteva essere molto pericoloso da quello che aveva visto fino a quel momento.
Kima e Lima attaccarono nuovamente Harry con le loro sfere oscure, ma Harry usando la sua velocità riusciva ad evitare abitalmente tutti i loro colpi finchè non percepì una altro attacco dall'alto. Riuscì ad evitare anche quell'attacco spostandosi velocemente verso sinistra, ma guardando in aria vide che era arrivata anche Nespura a dare man forte assieme agli due vampiri.
Tutti e tre ricomionciarono a bersagliare il ragazzo con le loro sfere oscure per un raggio di una decina di metri convinti che Harry avesse tentato di evitarle, invece il ragazzo parava abilmente le sfere con il pugnale che non aveva nulla da invidiare al pugnale di Billy. Ogni sfera che Harry parava, questi svaniva nel nulla e il ragazzo grazie alle sue abilità riusciva a bloccare ogni colpo con irrisoria facilità. Purtroppo si rese conto che lentamente stava cominciando a stancarsi, l'ultravelox lo stava prosciugando e lui non era sufficientemente addestrato per resistere ad usare quell'incantesimo per così tanto tempo. Ormai era attivo da quasi quindici minuti e sapeva che se avesse continuato in quel modo i loro avversari avrebbero avuto la meglio su di lui. L'unica sua possibilità di vittoria era quello di creare una nuova magia status per aumentare la potenza del suo stupifendo creando di fatto un nuovo incantesimo legato alla magia status.
Deciso a rischiare il tutto per tutto Harry si fece coprire dall'incantesimo riflessione magica, cogliendo di sorpresa i vampiri che furono colpiti dai loro stessi incantesimi. Così Harry si puntò la bacchetta contro se stesso pronto a provare il suo nuovo incantesimi status.
- Ultramajor - gridò il ragazzo che fu ricoperto da una patina rossa che lo copriva per intero.
- Stupfium - gridò Harry. Dalla bacchetta uscirono un potente raggio ble che colpì Nespura scaraventandola nuova mebnte a terra, lontano dagli altri due vampiri.
Il ragazzo aveva finalmente creato il terzo incantensimo status. Osservava con determinazione i suoi avversari con la sua aura bianca che aumentava sempre di più, anche se purtroppo il mago ignorava questo aspetto fondamentale di se stesso.

ecco a voi il 18 capitolo. Vi chiedo umilmente perdono per il ritardo. In realtà il capitolo era già pronto da un po' ma purtroppo ho problemi di connessione per quasi un mese e questo mi ha fatto ritardare un po' oltre ai vari impegni che sto avendo in questi ultimi tempi.
ringrazio tutti colori che hanno letto, recensito e messo la storia fra le preferite e le seguite.
grazie di cuore.
Chiedo scusa se sono stato un po' ripetitivo in alcune situazioni ma cercavo di far capire lo stato del personaggio momento per momento, ma da questo capitolo sarà un po 'diverso perchè le idee si faranno più chiare.
al prossimo capitolo

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Capitolo 19
*** Il potere di Harry ***


                                                                                   capitolo 19
                                            Il potere di Harry

Ninga era molto soddisfatto di quello che stava succedendo sull'intera Inghilterra. Il risveglio dei vampiri aveva provocato dei problemi ancora maggiori nel ministero e lui sapeva che neanche con l'aiuto di Silente avrebbero potuto fermare quella ondata di terrore. Probabilmente il Silente al massimo del suo potere magico li avrebbe vinti facilmente, ma la maledizione di Voldemort in aggiunta alla sua stavano provocando lentamente la caduta del più potente mago degli ultimi tempi.
Ninga non era sicuro che la maledizione da lui scagliata, poco tempo prima  nella grotta dov'era custodito l'anello di Voldemort, avesse colpito il mago. E per assicurarsi di questo aveva risvegliato i vampiri che erano stati a dormire per un tempo lunghissimo.
Ma visto che solo un vampiro era stato eliminato da quando li aveva riportati in vita, aveva la sicurezza che la sua maledizione aveva centrato l'obiettivo. Questa consapevolezza lo aveva spinto a recarsi in un altro castello situato in un isola al centro del triangolo delle Bermuda.
Tutti i babbani credevano che qualunque cosa andasse in quel triangolo svaniva, ma in realtà non era così.
Il triangolo delle Bermuda era una prigione creata molto tempo prima dai quattro fondatori e da Lyam Hogwarts per rinchiudere il più potente dei vampiri, ovvero il potente  Obscuro.
Ormai Ninga era molto vicino alla realizzazione del suo piano, mentre aveva lasciato Harry Potter a Voldemort. Non sapeva se il maghetto sarebbe riuscito a resistere al potere del mago oscuro, ma a lui poco importava di chi uscisse vincitore da quella guerra tra maghi, perchè nessuno di loro avrebbe mai potuto battere i demoni, soprattutto ora che aveva deciso di risvegliare tutti i dei del male rinchiusi sul pianeta.
Seth in parte era quasi libero grazie proprio all'aiuto del suo alleato Voldemort. Obscuro presto sarebbe stato libero e con lui erano già due i dei liberi.
Ninga, Katana e Zita erano arrivati nei pressi del trinagolo delle Bermuda e volano sul posto, circondate dalle loro rispettive auree, pronti per dare il via alla liberazione del secondo dio.
Katana alzò le mani al cielo e lentamente dal mare salì un enorme stele fatta a forma di triangolo alta almeno cento metri. Successivamente Ninga lanciò una sfera oscura seguito subito dopo dalla sfera di fuoco di Zita. I due colpi centrarono in pieno l'enorme stele che lentamente si crepò per poi distruggersi in mille pezzi. I massi che caddero in acqua formarono un enorme cascata che, spinta dalla forza di gravità, ricadde in mare mostrando successivamente un isola sulla quale, era costruito un immenso castello dalla sfavillante bellezza ma dal quale emanava una potente aura oscura. Ninga sorrise nel vedere con quanta facilità la prigione, formata dai maghi, era stata distrutta e seguito dalle sue fedelissime signore degli elementi arrivarono all'interno del castello.
Dalle segrete del castello una bara si aprì mostrando dopo pochi secondi il più potente demone vampiro di tutti i tempi, il potente Obscuro rivestito per intero da un armatura nera. Solo il suo viso era scoperto bello come la morte. I suoi occhi erano di un bellissimo verde smeraldo, mentre i suoi capelli erano brizzolati. Quando il demone si presentà nella sala, Zita quasi non credeva ai suoi occhi. Il viso di Obscuro era uguale a quello di un mago che recentemente lei aveva affrontato. O per meglio dire una differenza vi era, Obscuro portava due cicatrici a forma di saetta sulla fronte, mentre Harry ne aveva una sola. Ma quella era l'unica differenza fra i due personaggi.
L'aura di Obscuro era molto potente, tanto che Zita e Katana provavano un timore reverenziale nei suoi confronti, timore che invece non provava affatto Ninga.
I due demoni si guardavano dritto negli occhi, finchè ad entrambi non spuntò un sorriso.
- Grazie per avermi liberato - disse Obscuro
- Di nulla - rispose Ninga -
- Come mai hai impiegato tanto tempoa risvegliarmi? - chiese Obscuro
- Ho avuto i miei problemi a liberarmi dalla prigione nella quale mi avevano messo i quattro fondatori - rispose Ninga
- Ma come mai se qui? Da quello che percepisco la magia dei maghi non è lontanamente paragonabile a quella dei quattro fondatori. - chiese nuovamente Obscuro. Il demone sapeva che se Ninga l'aveva risvegliato c'era un motivo molto valido.
- Percepisci bene Obscuro, ma ci sono due maghi con l'aura lucente che potrebbero darci dei problemi e questa volta non voglio correre nessun rischio. E' la terza volta che proviamo a riportare Ozma sulla Terra e questa volta non dobbiamo fallire. Per questo motivo ho risvegliato te e presto risveglierò anche gli altri tre dei anche se con Seth avremo qualche difficoltà - rispoese Ninga
- Immagino. - ribattè semplicemente Obscuro - Seth per reincarnarsi deve sempre usare un tramite prima di poter usare il proprio corpo e con essi tutti i suoi poteri. Chi ha scelto questa volta?
- Ron Weasley, amico di Harry Potter - rispose Katana
- Però - fischiettò Obscuro - niente di meno che un discendente ha usato questa volta. Ma mi hai parlato dei maghi con l'aura lucente. Ne sei proprio sicuro?
- Ne ho affrontato uno io - rispose questa volta Zita - anche se il suo potere non è completamente risvegliato.
- E l'altro mago? - chiese Obscuro
- Non è un mago ma una strega ed è una discendente - disse Ninga
- A quando l'attacco? - chiese Obscuro
- L'anno prossimo - disse Zita - ho promesso al mago che le signore degli elementi non lo attaccherano prima di quel tempo
- Tu che mantieni una promessa - disse Obscuro sorpreso
- Questa volta si perchè come ti ho detto voglio liberare tutti i dei rinchiusi sulla terra - disse Ninga
- Come vuoi tu - rispose Obscuro
- Ma per te è diverso Obscuro, c'è un mago da eliminare prima della fine dell'anno di tempo che abbiamo dato ad Harry - disse Ninga
- E chi sarebbe questo mago? - chiese Obscuro
- Draco Malfoy - rispose semplicemente Ninga
- E perchè vorresti eliminare un altro discendente? - chiese Obscuro non ottentendo risposta questa volta. Ninga fece solo un sorriso che valeva più di mille parole.
- Non mi dire che Harry... - disse Obscuro prima sbalordito.
- Esatto Obscuro - disse Ninga - se riuscirai nella missione, isoleremo completamente il mago della luce e arrivato a quel punto nessuno più potrà fermare la nostra avanzata.
- Quando potrò attaccare il giovane mago? - chiese Obscuro.
- Dopo Natale esattamente il quattordici di febbraio giorno di San Valentino. - Rispose Ninga
- Perchè non prima - chiese Obscuro
- Perchè il ragazzo al momento è protetto da Silente, ed ora si trova nella sua casa e finita l'estate si trasferiranno ad Hogwarts, solo in quella occasione avrai la possibilità di eliminarlo. - rispsoe Ninga
- Tutto chiaro. Sarà un San Valentino di sangue per i maghi - disse semplicemete Obscuro aumentando la sua aura

Harry era in posizione di difesa, osservando il vampiro che aveva colpito che si stava lentamente rialzando, anche se era piuttosto malconcio. Nespura si manteneva il braccio destro e lentamente lo stava massaggiando con la sua mano sinistra che era circondata dalla sua stessa aura. In breve tempo la ferita scomparve il vampiro era di nuovo in perfetta forma.
Harry non era tanto stupito da quello che era successo, sapeva anche lui che la magia difficilmente funzionava contro un vampiro, ma sperava almeno di averlo messo fuori combattimento per un po'
Arrivato a quel punto non rimaneva altro che decapitarli, ma non sarebbe stato facile. Anche i vampiri sapevano che quello era l'unico modo per batterli e facevano sempre molta attenzione a non mostrare il collo al loro nemico.
In questo particolare caso, Harry si era anche giocato la carta del terzo incantesimo Status ma non era servito a nulla. Quindi non gli rimaneva altro che attaccare anche se non era proprio facile, visto che quello che lui riteneva il più potente dei quattro, ovvero Kalat, ancora non era sceso sul campo di battaglia. Anzi il vampiro continuava a tenere lo sguardo fisso su Hermione e Ron.  Harry si chiese come mai Kalat guardava con ostinazione i due ragazzi. Però anche Harry aveva un asso nella manica. La sua resistenza era aumentata. Tale evento era sicuramente dovuto 
al duro addestramento al quale era stato sottoposto; neanche un incantesimo potente come lo stupfium lo aveva debilitato più di tanto. Nonostante la consapevolezza del suo potere, continuava a chiedersi come battere i vampiri visto che se ne avesse attacco uno sicuramente gli altri due sarebbero corsi in aiuto del loro amico, impededogli di sferrare l'attacco finale. Doveva trovare un modo per rendere inoffensivo almeno un di loro per qualche secondo in modo di procedere con il suo piano che aveva ideato in quel momento.
Aveva deciso che il primo ad essere battuto doveva essere Nespura, già debilitata dall'incatesimo che aveva lanciato prima. Per fare questo doveva mettere fuori combattimento o Kira o Lima.
Harry sostituì l'ultramajor con l'ultravelox ed evitando una lama oscura di Kima, le si avvicinò tanto per usare l'ultramajor e quindi lo stupfium che colpì implacabike Kira. Da quel momento non aveva che pochi secondi di tempo. Lima lo attaccò con l'intenzione di decapitarlo ma Harry bloccò il colpo con un abile mossa, quindi  gli puntò contro la bacchetta e usò ancora una volta lo stupfium colpendo anche Lima. Quindi sostituì di nuovo l'ultramajor con l'ultravelox, evitò la sfera di energia di Nespura e con un colpo preciso la decapitò. Il corpo della vampiressa si trasformò in polvere che fu dispersa da una folata di vento.
Harry rivolse il suo sguardo a Kalat, il vampiro che temeva di più. La scomparsa di Nespura non lo aveva preoccupato più di tanto, anzi il suo sguardo era gelido ed era sempre rivolto ai due ragazzi.
- Stupeficium - gridò una voce. Il colpo, era stato lanciato da Ginny e con enorme sorpresa del ragazzo l'incantesimo era diretto verso di lui. Solo la sua percezione della magia e l'uso del suo ultravelox gli evitarono di essere schiantato.
- Sei impazzita Ginny - gli disse il ragazzo guardando la rossa, che aveva gli occhi completamente vitrei. La strega gli lanciò un altro colpo ma Harry evitò anche quell'incantesimo. Per un attimo pensò che la ragazza fosse sotto Imperius, ma scartò subito quell'idea. I vampiri non usavano la magia come i maghi quindi non era possibile che la ragazza fosse sotto la maledizione senza perdono.
- Stupeficium - gridarono altre due voci. Erano stati Ron ed Hermione che avevano lanciato lo schiantesimo contro Harry che anche stavolta grazie alla sua abilità evitò i colpi. Harry guardò i suoi amici e anche loro avevano lo sguardo vitreo.
I tre maghi continuavano a lanciare i loro colpi contro Harry che per il momento poteva solo evitare il combattimento. Non se la sentiva di colpire i suoi migliori amici, sentiva dentro di se che c'era qualcosa di sbagliato nelle loro azioni. Per quanto potenti fossero i loro attacchi erano prevedibili.
Il ragazzo si accorse all'ultimo istante che Kima volando gli aveva lanciato una sfera di fuoco che il ragazzo evitò spostandosi alla sua destra, ma lo spostamento d'aria lo colpì in pieno e gli fece perdere per qualche secondo l'equilibrio. Purtroppo quei pochi secondi bastarono a Lima per sferrare un terribile pugno ad Harry che finì disteso a terra. Le due vampiresse volevano vendetta per quello che aveva fatto il ragazzo.
Harry si rialzò tenendosi una mano allo stomaco. Il colpo di Lima era stato violento e se non fosse stato per il suo fisico allenato, i danni sarebbero stati maggiori. Ma proprio in quel momento Harry percepì la scia magica di tre stupeficium, che lui parò grazie alla sua protezione magica.

- Perchè non combatte - chiese il padre di Hermione osservando il ragazzo che aveva evitato una altra sfera di fuoco di Lima
- Non se la sente di lottare contro i suoi amici - rispose Silente in modo pacato. Avrebbe voluto tanto fare qualcosa per Harry, ma lui era troppo debilitato per fare qualsiasi cosa.
Piton osservava il preside e capì che Silente non aveva solo la maledizione di Voldemort ma anche quella di Ninga. Altrimenti avrebbe distrutto quella barriera come neve al sole, ma era evidente che il suo potere era stato ridimensionato. Ma quale fosse questa maledizione proprio non riusciva a capirlo.
- E possibile che non possiamo fare nulla per Harry - chiese Lucas che era arrivato da qualche minuto e osservava il combattimento assieme a Jeanne e a Draco.
- Un modo ci sarebbe - disse l'elfa attirando l'attenzione su di se.
- Quale? - chiese Lucas speranzoso di poter correre in aiuto di Harry che continuava ad evitare i colpi di tutti i suoi avversari.
- Possiamo smateriallizzarvi all'esterno, visto che la nostra magia è completamente differente da qualunque altra.
- No - disse Eoden in tono perentorio.
- Se andate fuori sarete solo di intralcio ad Harry - continuò Legolas
- Ma... - obiettò Lucas senza troppa convinzione. Capiva anche lui che i suoi poteri e quelli di Jeanne non erano ancora sufficienti a lottare alla pari contro i vampiri
- Lucas, Jeanne finchè non imparerete a padroneggiare alla perfezione le vostre onde elementari non potete essere di nessun aiuto ad Harry, senza contare che potreste finire sotto il flusso magnetico di Kalat con il risultato di dare ad Harry un pensiero in più invece di aiutarlo.
- Sai che cosa è successo? - chiese Lumacorno
- Hermione, Ginny e Ron sono sotto l'influsso magnetico del vampiro, in pratica è come se fossero sotto Imperius.  - spiegò Lupin
- Ma loro sono stati addestrati a resistere alla maledizione Imperius. Fu quel pazzo che sostituì Moody ad insegnarlo. - ribattè Draco ricordando le lezioni che avevano ricevuto al quarto anno da Barty Crouch junior quando si sostituì a Moody per ordine di Voldemort. Il piano era quello di far in modo che Harry vincesse il torneo tre maghi e arrivasse al cimitero in modo che grazie al suo sangue il signore oscuro sarebbe rinato più potente di prima. Infatti la protezione dell'amore che aveva protetto Harry dal tocco di Voldemort era sparita.
- In teoria e così, ma in pratica non lo è perchè lo sguardo magnetico di un vampiro e dieci volte più potente di un Imperius. E solo un mago altamente addestrato potrebbe resistere al suo fascino. Hermione, Ron e Ginny sanno a malapena resistere ad un Imperius ed è impensabile che possano ribellarsi al magnetismo di un vampiro potente come Kalat.
- Quindi Harry è destinato alla sconfitta? - chiese il padre di Hermione visibilmente preoccupato. Sapeva anche lui che con la sconfitta di Harry sarebbe svanita ogni possibilità di riavere indietro sua figlia.
- Aspettiamo a dirlo - rispose Silente cercando di assicurare il padre e la madre della giovane strega.
- Ma... - disse il padre
- C'è ancora una possibilità di vittoria e se Potter la smette di tergiversare e riprende a lottare seriamente, può ancora farcela - fu Piton a intromettersi questa volta. Le sue parole  erano un toccasane per i genitori di Hermione. Non tutto era ancora perduto.

Harry continuava ad evitare gli attacchi di tutti i combattenti ma sapeva anche lui che non poteva evitarli in eterno. Ormai aveva capito anche lui che Kalat aveva usato il suo sguardo magnetico per ipnotizzare i suoi amici. Non aveva molta scelta, doveva bloccarli ad ogni costo altrimenti quella battaglia si sarebbe conclusa con la sua morte e lui questo non poteva permetterlo.
Harry evitò ancora una volta gli attacchi dei suoi tre amici e poi rapidamente lanciò due stupifendo contro Kima e Lima che furono colpiti e scaraventati a terra.
Harry sapeva che da quel momento in poi aveva solo pochi secondi per realizzare il suo piano. Ron gli lanciò ancora una volta lo stupeficium, ma Harry correndo verso di lui lo evitò e a sua volta lo colpì con lo schiantesimo che il rosso non potette evitare, e successivamente fu bloccato dall'incarceramus di Harry. Subito dopo fu Ginny ad attaccare ma Harry che evitò anche quell'incantesimo e disarmò la ragazza con l'expiellarmus e poi la improgionò con l'incarceramus,  diede un calciò alla bacchetta della ragazza allontanadola da lei. Quindi fu il turno di Hermione di attaccare ma Harry usò un getto di aguamenti per buttare la ragazza a terra per poi bloccarla con l'incarceramus. Liberatosi dalla presenza dei suoi amici Harry poteva tornare a lottare con i suoi veri nemici.
Lima, che si era ripresa subito, si librò in volo e con la spada alzata sopra la testa, attaccò Harry dall'alto. Ma il ragazzo, anche se girato di spalle, percepì il senso del pericolo e puntando la bacchetta a terra usò l'ascendio un attimo prima che la vampiressa attaccasse. La spada della vampiresa si abbassò con violenza, ma non trovando il suo nemico, Lyma si girò su se stessa ma era troppo tardi. Harry usando l'ascendio e con un ebile colpo di reni riuscì a mettersi alle spalle della vampiressa, che fu colpita dallo stupifendo del ragazzo. La vampiressa si rialzò, ma Harry fu troppo veloce per lei, la lama della spada di Harry la decapitò con un colpo preciso e in quello stesso istante il colpo della vampiressa si trasformò in polvere che fu dispersa da una folata di vento.
Erano rimasti solamente Kima che osservava con rabbia il ragazzo, e Kalat con il suo sguardo era gelido. Uno sguardo che Harry non aveva mai visto prima, il vampiro non solo non sembrava impressionata dalla sua forza ma sembrava anche non importargli nulla di quello che era successo ai suoi subalterni.
- E' questa la natura di un vampiro, essere freddi e spietati in qualsiasi momento. Usare qualunque metodo per arrivare al proprio obiettivo. - pensò il ragazzo ansimando per il lungo combattimento. Aveva usato fino a quel momento uno stupfium e tre stupifendo e il suo corpo cominciava a risentire la stanchezza per queste magie così potenti che lentamente gli prosciugavano le sue energie.
Harry osservava quegli occhi così magnetici di Kalat, nulla sembrava turbare quello sguardo. Neanche la perdita dei suoi vampiri lo aveva scosso più di tanto.
- Sono io il tuo nemico Potter non Kalat - disse Kira attaccando il maghetto con rabbia. Lima e Nespura erano sue compagne di avventura sin dai tempi più antichi. E lui aveva osato eliminarli. Doveva pagare a caro prezzo quell'affronto. E il prezzo sarebbe stata la sua vita, poco le importava degli ordini che aveva ricevuto. Lo avrebbe eliminato per vendetta e dopo di lui sarebbe toccato a tutta la razza dei maghi. Voleva vendetta e l'avrebbe ottenuta.
Il maghetto evitava facilemente i colpi del suo avversario. La vampiressa attaccava con rabbia e questo rendeva prevedebile ogni suo attacco. Harry sapeva che non poteva usare ancora una volta lo stupifendo o lo stupfium. Sapeva che doveva battersi ancora contro il più potente dei quattro vampiri, e non poteva permettersi il lusso di affrontarlo senza avere la possibilità di usare il suo incantesimo più potente. La sua unica speranza era quella di disarmare il suo avversario, ma sapeva di non essere uno spadaccino in gamba come lei, e sapeva anche che l'expiellarmus non avrebbe funzionato contro di lei. Fu proprio pensando all'incantesimo di disarmo che gli venne in mente un nuovo incantesimo auro. Non aveva molte possibilità se non quella di provare. Il problema era che Kira lo attaccava senza sosta e questo non gli dava il tempo di allontanarsi abbastanza per provare il suo incantesimo. Così visto che non riusciva ad allontanarsi direttamente usò il bombarda maxima per creare un nube di polvere. Grazie a quel piccolo diversivo Harry riuscì ad allontarsi e quando Kira uscì dalla nube di polvere Harry diede inizio alla sua seconda parte del piano.
- Expifendo - gridò il mago puntando la bacchetta contro la vampiressa. Dalla bacchetta uscì un raggio molto potente che colpì la spada della vampiressa che perse la presa della sua arma, che si librò in aria.  Si girò per riprenderla al volo ma nel momento in cui si girò nuovamente, Harry l'aveva già decapitata, trasformandola in un mucchieto di polvere.
Ora era rimasto solo Kalat, il più potente dei quattro vampiri. Quello che temeva di più e contro il quale non aveva più nessuna arma segreta eccetto le tecniche di combattimento che gli aveva insegnato Lucas.
Il mago aumentò la sua aura incosapevolmente, domandosi se le tecniche di combattimento erano sufficienti per battere un vampiro come Kalat. Purtroppo per lui ebbe subito la risposta in quanto Kalat lo colpì con un pugno allo stomaco e poi sotto al mento con una rapidità tale che a stento era riuscito a seguire i suoi movimenti. Ma nonostante tutto non era riuscito ad evitare i potenti pugni del vampiro e ora lui giaceva a terra, dolorante. Il dolore che aveva provato quando Kira l'aveva colpito era nulla in confronto al dolore che provava ora. Aveva ragione a pensare che Kalat era il più potente di tutti e quattro.
Harry si rialzò con uno sforzo immane, ma in quello stesso momento fu colpito dal un calcio volante del vampiro, che lo fece cadere nuovamente a terra. Il combattimento era appena iniziato e lui era già stato atterrato due volte con enorme facilità. Anche se riusciva a vedere i momenti del vampiro non riusciva comunque ad evitarlo. Aveva anche pensato di cambiare incantesimo status ma sapeva che sarebbe stato tutto inutile. Con l'ultravelox aveva almeno la possibilità di vedere i movimenti del vampiro ma senza di esso gli sarebbe stato praticamente impossibile.
Kalat afferrò Harry per l'addome con la sua mano destra. Le unghie affilate come artigli di un leone, affondarono nello stomaco del ragazzo. Kalat lo sollevò sopra la propria testa e lo lanciò lontano nuovamente a terra.
- E' così che combatte un vero demone? - si chiese Harry mentre era a terra, la ferita allo stomaco gli faceva male ma non era così terribile. Era fuori di ogni dubbio che Kalat aveva deciso di umiliarlo e di sconfiggerlo lentamente.
Il demone lentamente si avvicinava ad Harry che non riusciva a trovare la forza per rialzarsi. Si sentiva proprio come un topo che era in procinto di essere mangiato da un gatto
- E' così che un demone lotta? - aveva pensato ancora una volta Harry nello stesso momento in cui  Kalat lo aveva afferrato nuovamente per la pancia, lanciato in aria, colpito allo stomaco con un violento pugno che lo aveva sollevato di nuovo in aria e poi  colpito con un calcio in rovesciata  facendo finire   nuovamente il mago  a terra.
- Non hanno pietà neanche per i loro simili - pensò ancora Harry. Kalat lo sollevo per il collo e lo colpì con un violento pugno allo stomaco che fece finire nuovamente Harry a terra.

- Per piacere Eoden, lasciami andare lì fuori ad aiutare Harry - chiese Lucas implorando Eoden
L'elfo era stati quasi convinto dalla preghiera del ragazzo. Forse Harry veramente non era ancora in grado di risvegliare completamente la sua aura bianca, e quindi di usare gli incantesimi di luce.
- Se ti muovi da qui ti schianto - disse Piton con voce fredda, puntando la bacchetta contro il ragazzo.
- Ma.... - Lucas non sapeva cosa dire. Non si sarebbe mai aspettato che un professore di Harry si rifiutasse di aiutarlo avendone la possibilità
- Lucas abbi fiducia in Harry. Lui ha sempre risvegliato il suo potere nel momento del bisogno perchè non è ancora addestrato al meglio. Lui sa quello che sta facendo, non ha nessun altro modo per lottare contro Kalat se non questo - gli disse Silente con calma
- Ma Kalat lo sta massacrando - questa volta fu Jeanne a intervenire.
- Non c'è altro modo se non questo - disse la Mc Granitt
- Ma... Kalat... - disse il ragazzo guardando nervosamente Harry che veniva colpito con un violento calcio allo stomaco, per poi essere  afferrato nuovamente dal demone che lo sollevò per poi colpirlo con un violento pugno sotto la mascella. Il ragazzo volò in aria per poi cadere rovinosamente a terra
- Lucas credi di poter battere Kalat? - chiese Legolas
- No. Non credo di poterlo battere. Ma non possiamo lasciare che Harry venga massacrato. - disse Lucas con fervore
- Se non sei di utilità per un tuo amico durante una battaglia, è inutile che tu intervenga. - gli disse Piton sempre con voce fredda.
- Ma... - disse il ragazzo serrando i pugni. Avrebbe tanto voluto essere più forte per aiutare il suo nuovo amico.

- Da questi esseri gli uomini saranno governati se noi maghi perdiamo la guerra. - pensò il ragazzo ancora a terra. Aveva numerose ferite, ma nonostante tutto sentiva che non aveva più forze. Forse sarebbe stata la sua fine questa volta. Kalat si era dimostrato troppo forte per lui.
- Potter - disse Kalat sollevando per i capelli mettendolo davanti a se - non ti ucciderò perchè non è questo il volere del mio signore. Ma sappi che la tua cara amica Hermione verrà con me. E tu non potrai fare nulla per impedire tutto questo. - gli disse il demone colpendolo ancora una volta sotto la mascella con un potente pugno. Il giovane mago cadde per l'ennesima volta a terra.
- Questi sono i demoni contro i quali i quattro fondatori hanno combattuto rischiando la vita. - pensò il ragazzo ancora a terra mentre la sua bacchetta diventava di nuovo bianca. Piccole cerchi di luce provenivano dal suo corpo per diventare sempre più grandi.
Kalat ormai sicuro di aver vinto si diresse verso Hermione che si era ripresa. La ragazza oservava il demone avvicinarsi verso di lei. Purtroppo per lei era improgionata e la sua bacchetta era lontana. Anche se era stata vittima del magnetismo del vampiro ricordava perfettemanete quello che era successo pochi minuti prima. Non era riuscita a resitere al potere del vampiro e aveva attaccato Harry, la persona che più amava. Forse in lei c'era ancora qualche dubbio e questa l'aveva portata a non reagire al potere magnetico di Kalat. Avrebbe voluto fare qualcosa per reagire a quel momento ma nulla sembrava poter evitare il suo rapimento. Era ormai rassegnata quando d'un tratto percepì qualcosa nell'aria. Avvertiva un cambiamento e un senso di pace pervaderle il cuore e poi vide i cerchi di luce provenire dal corpo di Harry.
Era la sua aura lucente, di questo Hermione ne era sicura. Ma era così diversa da quando la vide per la prima volta, quando Harry combattè contro Ron. Fu quella la prima volta che riuscì a percepire le auree. Quella di Harrry era bianca e sembrava riscaldarle il cuore. Fu in quel momento che capì che provava qualcosa di diverso per il suo amico. I due baci che gli aveva dato di nascosto erano la prova che lei amava incondizionatamente Harry, ma per impedire che potesse cadere sotto qualche incantesimo ipnotico doveva assolutamente fare chiarezza nel suo cuore. E questo voleva dire solo una cosa, che avrebbe dovuto mettere la parola fine alla sua pseudostoria con Ron.
Anche se la ragazza sapeva che sarebbe stata rapita in ogni caso, non era nel suo stile stare ad aspettare distesa lì a terra. Anche se imprigionata dall'incantesimo di Harry, la ragazza riuscì a mettersi in piedi e ossarvava con sguardo determinato il vampiro che si avvicinava a lei.
D'improvviso l'incarceramus di Harry svanì sotto lo sguardo stupito del vampiro, che si girò indietro in quanto aveva percepito l'aura di Harry farsi sempre più forte.
Il corpo di Harry era circondato da un grande alone bianco e dai suoi piedi partì un altro cerchio di luce seguito a sua volta da una folata di vento. Kalat fu colpito da quella folata, non era tanto forte da poterlo buttare a terra, ma in ogni caso era stupito. Il ragazzo che fino a quel momento non aveva dato nessuna dimostrazione di potenza, ora stava fermo con la sua aura che aumentava di secondo in secondo.
- Chi sono io per arrendermi ai demoni? - si chiese Harry mettendosi in piedi. Un altro cerchio di luce e una folata di vento partitono da Harry. La folata questo volta era più forte e Kalat fece fatica a resistere.
- Chi sono io per pemettere ad un demone di rapire la donna che amo? - pensò ancora Harry. Un altro cerchio di luce e un' altra folata di vento partirono dal ragazzo per colpire nuovamente Kalat che cominciò a preoccuparsi seriamente. L'aura del ragazzo stava aumentando sempre di più.
- Chi sono io per deludere tutte le persone che credono in me - pensò ancora Harry facendo partire dal suo corpo un altro cerchio di luce e un'altra folata di vento. Kalat faceva sempre più fatica a resistere a quelle folate Ogni volta che Harry ne lanciava una era sempre più potente della precedente, senza considerare che la sua aura stava assumendo una potenza inimmaginabile
- Se non lo batto, rapirà la mia Hermione. - Pensò il ragazzo alzando la testa. Il suo sguardo era fiero e  determinato, lo sconforto che aveva avuto prima era solo un pallido ricordo.
- Her... mio...ne - l'ultima sillaba fu gridata da Harry. Nello stesso momento un altro cerchio di luce e una violentissima folata di vento partirono da Harry, che colpì con violenza Kalat che cadde a terra rovinosamente.
Quando il vampiro si rialzò vide l'aura di Harry al massimo della sua potenza. Il ragazzo però non puntò la bacchetta contro il suo odiato nemico ma contro il sole. Dalla punta della bacchetta cominciò a confluire una gran quantità di energia che si trasformò in una sfera di energia bianca.
- Lumineum - gridò Harry facendo partire dalla sfera un potente raggio lucente che distrusse il sole oscuro, mostando il sole in tutto il suo splendore. Kalat mise le mani agli occhi abbagliato sia dall'incantesimo di Harry che dalla luce del sole.
- Kalat perchè avete attaccato di giorno. Potevate aspettare tranquillamente la notte, perchè avete scelto di attaccare ora quando il vostro potere non è al massimo? - chiese Harry. Solo quando il ragazzo  fece quella domanda sia Piton che Silente capirono che il ragazzo aveva ragione. Non c'era nessun motivo per cui i vampiri non avrebbero potuto attaccare di notte. Anzi probabilmente con l'aiuto dell'oscurità il loro piano aveva maggiore possibilità di successo che non di giorno. Anche aiutati dal sole oscuro, la loro potenza era comunque inferiore paragonata a quando combattevano di notte.
- Allora Kalat perchè hai attaccato di giorno? - chiese nuovamente Harry mettendosi in posizione di difesa con la spada piazzata davanti a se come se fosse un scudo
- Perchè noi vampiri vi siamo superiori - disse il demone con un sorriso diabolico alzando le mani al cielo creando una sfera oscura. - tanto superiori che se vi avessimo attaccato di notte non ci saremmmo affatto divertiti.
Il vampiro lanciò la sfera oscura ma Harry lanciò un altro Lumineum che distrusse la sfera e colpì Kalat al braccio destro.
Harry sapeva che il demone non avrebbe mai risposto alla sua domanda, l'unica cosa che sapeva era che c'era sicuramente un motivo valido se avevano attaccato di giorno.
Kalat si rialzò, avrebbe dovuto mettere fine alla battaglia quando ne aveva avuto la possibilità, ma soprattutto non avrebbe dovuto disobbedire agli ordini ricevuti. Aveva peccato di presuzione e ora per uscire da quella situazione non aveva altra scelta che usare il più potente colpo dei vampiri
- Potter sei il primo mago a cui mostro un incantesimo demoniaco, ritieniti fortunato stai per morire per mano dell'incantesimo tenebra oscura. - disse il demone cominciando a incanalare la sua aura oscura cominciandp a creare un varco dimensionale
Ad Harry gli vennero in mente le parole che gli aveva detto il giorno precedente Piton. Per ogni mago vi era una difesa differente per fermare l'incantesimo tenebra oscura. Il suo elemento era la luce e quindi solo un incantesimo di luce poteva difenderlo da incantesimo demoniaco. Ora aveva capito che il potere della bacchetta dipendeva dal suo potere di amare. Da quel potere che Silente gli aveva sempre detto di avere in abbondanza. Un potere che ora sentiva scorrere in lui come un fiume in piena. Un potere che diventavasempre più forte ogni volta che pensava ad Hermione, la amava con tutto se stesso e avrebbe impedito a chiunque di farle del male. Il ragazzo sorrise amaro, non perchè era convinto di poter bloccare l'incatensimo ma anzi l'esatto contrario. Il suo sorriso era dovuto al paradosso di quello che aveva deciso. Ignorare Hermione per il suo bene, ma al tempo stesso amarla con tutto se stesso. Come avrebbe potuto fare una cosa del genere, proprio non lo sapeva; ma non voleva che la ragazza corresse altri pericoli, perchè lui era sicuro che la missione di Kalat era solo una mossa indiretta per attaccare.
In realtà Harry non poteva essere più lontano dalla verità, ma lui questo non poteva saperlo.
Ma ora Harry non aveva tempo per quelle cose, doveva fermare l'incantesimo di Kalat con il suo potere. Il suo sorriso che prima aveva sul viso lasciò il posto ad uno sguardo determinato segno di una ferrea determinazione a difendere la donna che amava. L'aura di Harry aumentava sempre di più e il maghetto posizionò la bacchetta davanti a se. Il grande potere che lo aveva protetto da Voldemort quando era neonato, ora era in se e si domandava se bastasse quello per potersi difendere da un attacco simile. Ma Piton era stato chiaro la difesa dall'incantesimo tenebra oscura era diverso da mago a mago e lui aveva il potere dell'amore e quindi della luce. Perchè ormai era consapevole che la luce era l'amore incondizionato. Chiuse gli occhi, davanti a se apparve l'immagine di uno scudo. Era quella la sua protezione contro l'incantesimo. Ora doveva solo passare dalla teoria alla pratica, la parte più difficile. Ma non aveva molta scelta o provava l'incantesimo o moriva.
Dal cerchio dimensionale uscì la testa di un enorme pipistrello, e fu in quel momento che Kalat lancio l'incantesimo tenebra oscura. Il colpo era scagliato con una potenza quasi uguale a quello che aveva usato Piton il giorno precedente, e quell'immane potenza era diretta verso Harry.
- Escudo lumos - gridò il ragazzo. Dalla bacchetta uscì del fumo che formò uno scudo rotondo, simile all' expecto patronum di fumo che Harry usò per la prima volta al terzo anno. Fu quell'incantesimo che unito al pensiero di Hermione gli permisero di creare un nuovo incantesimo di difesa.
Tenebra oscura colpì Harri in tutta la sua potenza avvolgendo in un fascio di energia oscura. Kalat sorrideva, perchè era convinto di aver vinto, ma il suo sorriso si mutò in sorpresa quando percepì l'aura di Harry sempre più potente, e quando il colpo si esaurì lo vide protetto da uno scudo di luce che sparì una volta terminato il suo compito. L'aura che circondava Harry diventava sempre più intensa di secondo in secondo. La spada di Godric Grifondoro era illmuninata e sembrava essere entrata in risonanza con l'aura di Harry. Anche la bacchetta del ragazzo era circondata da un potente alone bianco.
Kalat estrasse la sua spada nera, la sua ultima speranza di vittoria risiedeva nella sua lama. Harry rinfoderò la bacchetta e impugnò la sua lama con entrambe le mani, con la punta della spada rivolta verso il terreno. Non solo lama si illuminava sempre di più ma anch'essa era completamente circondata dall'alone bianco dell'aura di Harry.
Ormai Kalat aveva capito che Harry era padrone della propria aura e che l'aumentava a suo piacimento. Lo attaccò, ma la sua lama si infranse contro quella di Harry; gli occhi del vampiro erano un misto di paura, rispetto e stupore. Paura perchè era ormai privo di qualsiasi difesa contro il suo avversario; rispetto perchè era la natura del vampiro provare rispetto contro qualcuno che era più forte di loro; stupore perchè mai avrebbe pensato di incontrare la morte in quella missione. Lui un vampiro dalle nobili origini era stato sconfitto da un mago.
Ma Kalat non era il tipo di vampiro da arrendersi senza combattere e con un movimento rotatorio cerco di colpire Harry che evitò il colpo, estrasse la bacchetta e lo colpì con un altro lumineum facendo finire il vampiro disteso a terra.
Harry ormai accusava la stanchezza sempre di più e sapeva che con quell'attacco doveva mettere fine al combattimento, era troppo pericoloso dare la possibilità a Kalat di poter attaccare ancora una volta. Ormai aveva capito che il vampiro non si sarebbe arreso senza lottare. Era tipico della sua razza, fieri e nobili al punto dal non arrendersi mai. Harry provava una sorta di ammirazione verso il suo avversario, in un certo qual modo anche lui non si era mai arreso, ma lui al contrario del suo avversario non lo faceva perchè mosso da sciocche ideologie ma solo perchè voleva proteggere ad ogni costo la donna che amava.
- Lumosempra - gridò Harry muovendo la bacchetta im più direzione facendo partire da essa delle lame di luce che colpirono inesorabili il vampiro fino a sconfiggerlo per sempre. Con la morte del vampiro l'incantesimo che aveva imprigionato il castello sparì.
Hermione guardava Harry con aria spaesata. Lo aveva attaccato senza neanche provare a fermare il magnetismo del vampiro. La sua confusione nel cuore non era un motivo sufficiente per giustificare il suo attacca.
L'aura di Harry scomparve del tutto. La lama di Godric perse quel suo alone bianco e Harry la rinfoderò; si diresse verso i suoi amici ma nel suo sguardo non c'era rimprovero.
- Sono fiero di voi, anche se eravate sotto il magnetismo di Kalat i vostri attacchi erano prevedibili, questo significa che una certa opposizione l'avete data. Non tanto da opporvi completamente al suo magnetismo ma almeno sufficiente da rendere i vostri attacchi prevedebili. - disse Harry sorridendo a tutti e tre. Ma Hermione capì che le parole del ragazzo erano dirette solo verso lei e Ginny. Sapeva che Ron in qualche modo si era opposto grazie all'anima di Seth che risiedeva in lui. Era illogico che Seth permettesse a qualcuno di soggiocare il suo ospite. Ma Harry non poteva di certo dire a Ron che la sua resistenza era dovuta all'anima di un dio egizio che risiedeva in lui.
- E io sono fiero di te Harry - gli disse Eoden -
- Ora possiamo iniziare il tuo addestramento riguardo al tuo potere - gli disse Legolas
- Ma non oggi, ora Harry si merita solo una bella mangiata e un po' di sano riposo - disse Silente sempre con quella sua calma e quel suo sorriso che servivano a dare fiducia ad Harry
Tutti i presenti si diressero verso il castello tranne la Mc Granitt che invece si diresse verso il lago. Hermione capì in quell'istante che la professoressa era la chiave per risolvere definitivamente la confusione che c'era nel cuore. Per tanto la seguì fino al lago dove casualmente si fermarono nel punto dove lei ed Harry si erano addormentati la sera prima.
- Vuoi sapere il motivo per cui ti ho detto che la magia ti ha fatto capire chi ami? - chiese la Mc Granitt
- Si professoressa. Vorei conoscere la fine della storia che mi stavate raccontando. - disse la ragazza affiancando la sua professoressa. La ragazza aveva sempre provato una certa ammirazione per la sua professoressa, le era sempre stata vicina nei momenti più difficili della sua istruzione magica.
- E va bene Hermione conoscerai la storia di Artù e di Orion - disse la Mc Granitt


Ecco a voi il diciannovesimo capitolo. Lo so un po' lungo ma era necessario.
Mi scuso per il ritardo ma impegni vari mi hanno ralletnato la stesura del capitolo. Spero di essere più veloce la prossima volta
Grazie alle recensioni di Josephine Black,Vale lovegood e Auro san.
grazie anche a tutti coloro che leggono la storia e che l'hanno messa tra le seguite e le preferite. E grazie a quelle persone che hanno messo la storia tra le ricordate.
Probabilmente il prossimo capitolo sarà più veloce ma non vi anticipo di cosa parla.
grazie a tutti quanti e rircordate che recensire richiede solo poco tempo.






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Capitolo 20
*** una decisiome difficile ***


                                                    capitolo 20

                                                Una decisione difficile

La stessa mattina dell'attacco al castello di Silente, il ministro ebbe la notizia che altri quattro babbani erano morti, e il loro decesso era dovuto all'attacco dei vampiri. Il ministro non sapeva più cosa fare, gli attacchi stavano diventando sempre più numerosi e neanche gli auror riuscivano a mettere fine a quell'attacco. Da quando i vampiri erano ritornati alla luce solo uno di loro era stato eliminato e a costo di un durissimo combattimento.
Amelia era molto preoccupata per Harry, in quanto aveva saputo che quattro vampiri si stavano avvicinando sempre di più al castello di Silente, il quale per diverse ore non si era messo in contatto. Questo aveva fatto temere il peggio ad Amelia finchè all'ora di pranzo ricevette notizie dal gufo di Silente. La lettera che aveva ricevuto spiegava nei minimi dettagli l'attacco al castello, e man mano che Amelia leggeva stentava a credere. Harry Potter era riuscito nell'impresa di eliminare da solo quattro vampiri.
Stranamente da quel momento in poi il primo ministro non ricevette più notizie di attacchi da parte dei vampiri, sembrava che si fossero volatilizzati; il che la rendeva  ancora più preoccupato di prima, in quanto quel cessato attacco, poteva significare solo che i vampiri volevano vendetta contro Harry Potter. Un attacco contro il castello di Silente era alquanto inprobabile, in quanto  nessuno dei maghi aveva l'ordine di recarsi lì, e quindi era alquanto improbabile che Silente o Harry cadessero nel tranello della sostituzione una seconda volta. Quindi si chiedeva quale diabolico piano stessero pensando i vampiri.
Il primo ministro stava pensando di aumentare ancora di più le difese al castello di Silente, quando ricevette una notizia che non si aspettava proprio. Obscuro, il signore di tutti i vampiri, era stato liberato dalla sua prigione secolare con irrisoria facilità.
Il primo ministro cominciò ad accettare l'idea che la loro unica possibilità di resistenza risiedeva tutta in Harry, infatti il maghetto era stato l'unico fino a quel momento a lottare alla pari contro le creature demoniache.
Il ministo era pervaso da un senso di rabbia e dolore. Era mai possibile, che il destino si accanisse così contro un ragazzino di appena diciassette anni. Non bastava aver perso i genitori quando aveva pochi mesi, non era sufficiente l'aver perso il padrino appena pochi mesi prima. Tutto quello non bastava se si considerava che il mago era il nemico naturale di Voldemort, il più potente mago oscuro di tutti i tempi. Non bastava tutto quello. Doveva essere anche  l'unica possibilità di vittoria contro la razza demoniaca.
Eppure, il primo ministro sapeva, che erano proprio le difficoltà a rendere un eroe tale ed era proprio la sua forza d'animo a renderlo come unica possibilità di salvezza. Questo era quello che era diventato Harry, un puntino di luce in quel mondo di tenebra; ma quello che il primo ministro ignorava era che Harry combatteva soprattutto per il suo unico e grande amore Hermione Granger, una ragazza che lo aveva stregato sin dal primo anno e che solo da pochi giorni Harry si era reso conto di amare con tutto il suo cuore.

La notizia della vittoria di Harry arrivò ben presto anche  a Voldemort, che non sembrava affatto stupito della vittoria del ragazzo. Era vero che voleva essere lui a eliminare per sempre Harry,  ma se lo avesse fatto qualcun altro che era sottoposto a lui, allora la sua grandezza sarebbe stata enorme. Avere al suo servizio, colui che avrebbe ucciso Harry Potter, avrebbe scatenato un ondata di paura senza precedenti. Ma quando sentì che Kalat e il suo seguito avevano fallito, non si era meravigliato più di tanto. Grazie ad Olivander, il signore oscuro aveva scoperto le potenzialità della bacchetta di Harry, e sapeva che in quei giorni gli elfi lo stavano addestrando, e quindi la vittoria di Harry sui vampiri non lo aveva affatto sorpreso. Anzi, dopo quell'attacco, era più che sicuro che il suo piano per eliminare Harry Potter, e Silente avrebbe funzionato alla perfezione. Ma questo era solo una parte del suo diabolico piano, perchè la sua ambizione più grande stava per diventare realtà. Eliminando i due maghi avrebbe attaccato il castello di Hogwarts, e si sarebbe impossessato del suo potere segreto, diventando potente quanto uno dio del male. Allora non solo maghi e umani, ma anche i demoni sarebbero sottostati al suo potere. Ecco perchè non gli importava nulla di chi uccidesse Harry Potter. Però c'era una problema nel suo piano, e quel problema si chiamava Glemm e Rigel. Se voleva che il suo piano funzionasse alla perfezione, doveva far in modo che nessuna notizia arrivasse alle loro orecchie; ecco perchè aveva ordinato a Bellatrix di tenerli costantemente d'occhio. In fondo nelle loro vene scorreva comunque il sangue del padre, una delle poche persone che aveva osato sfidarlo assieme a James Potter e a Lily Evans. Se avessero saputo la verità, sarebbero potuti diventare dei pericolosi nemici. Avrebbe anche potuto eliminarli, evitando ogni fastidio, ma se i demoni avessero fallito nel loro compito di eliminare Harry Potter, allora sarebbe rimasto sempre il suo piano per eliminarlo una volta per tutte.

La notizia della vittoria di Harry sui quattro vampiri era arrivata anche in Russia, e se la vittoria del ragazzo aveva in qualche modo tranquillizzato i Night Hunter, in un altro verso erano molto preoccupati per le condizioni di Silente. Il mago che loro conoscevano, non avrebbe mai permesso che Harry combattesse contro i vampiri, il che significava che in qualche modo il potere di Silente era stato ridimensionato.
Tale notizia era arrivata anche alle orecchi di Rasputin e Rassimov, e ai due maghi la vittoria del maghetto non era affatto piaciuata. Se il mondo magico cominciava a credere che c'era un mago che potesse tenere testa alle forze oscure, sarebbe stato più difficile per loro assoggetare l'intero pianeta. Inoltre i night Hunter erano davvero una spina nel fianco per loro. Tanto che Raspoutin aveva pensato di ricorrete al suo Necronomicon per richiamare in vita un demone, trasformandolo così in un inferio. Un essere doppiamente forte di un demone ma anche tanto difficile da controllare, anche con l'aiuto del Necromonicon, ecco perchè decise per il momento di farne a meno. Anche se i night hunter erano potenti non potevano competere con il suo imponente esercito di maghi oscuri.
Anche Tenebris sapeva che non potevano restare in Russia ancora per molto ma finchè non fossero stati richiamati da Silente, sarebbero dovuti rimanere lì per rallentare l'ascesa di Rasputin.
Neanche Silente si illudeva troppo che i night hunter potessero fermare Rasputin per molto tempo, ma più teneva impegnato Rasputin e più tempo avrebbero dato ad Harry di ritornare ad Hogwarts e di allenarsi con più serenità, nell'unico luogo che lui veramente considerava casa. Ovviamene il preside non si aspettava un anno tranquillo per Harry, anzi da come si stavano mettendo le cose era più che probabile che sarebbe stato un anno difficilissimo. Ma lui era un ragazzo di carattere e sarebbe andato avanti per la sua strada, almeno era quello che sperava il preside.

Lo stesso giorno in cui Harry sconfisse i quattro vampiri, Legolas e Eoden decisero che per il ragazzo ci sarebbe stato un po' di meritato riposo, anche per permettergli di curare al meglio le ferite che si era procurato durante la battaglia mattutina.
Hermione invece passò gran parte del pomeriggio parlando con i propri genitori. Gli raccontò tutto dal primo attacco subito all'incirca una ventina di giorni prima all'ultimo attacco dei vampiri. Il padre di Hermione rimase stupito di sapere che Harry era stato l'unico fino a quel momento a lottare alla pari con i demoni. Da come la figlia aveva descritto la situazione, c'erano ben poche possibilità per la razza dei maghi di uscire vincitori dalla guerra contro i demoni. E quelle poche possbilità erano affidate per il momento solo ad Harry Potter. Il padre della ragazza, dopo aver visto il ragazzo in azione, nutriva grandi speranze di vittoria, non perchè il ragazzo si era dimostrato forte, ma perchè la sua tenacia nel difendere chi amava lo aveva spronato a dare il massimo. Nessuno aveva capito quella sillaba gridata dal ragazzo durante il combattimento a chi si riferiva, ma lui invece lo aveva capito. Aveva ormai capito che Harry amava alla follia Hermione, ma non aveva nessun diritto di violare la privacy di una persona. Se Harry non aveva rivelato i suoi sentimenti a Hermione aveva avuto sicuramente i suoi motivi, che sicuramente avevano a che fare con il recente fidanzamento con Ronald Weasley.
Il giorno successivo Harry cominciò l'allenamento con gli elfi, che gli avrebbero dovuto insegnare al ragazzo a padroneggiare al meglio la propria aura.
Era un allenamento duro che iniziava alle sei di mattina e terminava verso le dieci di seri. I primi giorni di allenamento era basati nell'amentare la resistenza di Harry soprattutto quando usava i suoi incantesimi status.
I giorni passavano veloci ed Harry era sottoposto ad un allenamento massacrante che avrebbe fiaccato la resistenza anche di un mago adulto, ma non la sua. Lui era fermamente deciso a diventare più forte per proteggere la ragazza che tanto amava, anche se da qualche giorno si era dimostrato più freddo nei suoi confronti. Quando Harry terminava l'allenamento, faceva sempre in modo di avere qualcuno con se, non importava se si trattava di Draco, Lucas o qualche professore; la sua unica intenzione era quella di non rimanere mai più da solo con Hermione. Il motivo era molto semplice, da quando aveva capito che la sua aura lucente era condizionata dal suo amore per la ragazza, sapeva che se fosse rimasto da solo non  sarebbe riuscito a trattenersi dal rivelarle i suoi sentimenti e questo non doveva succedere per nessuno motivo.
- In piedi Harry - gli intimò Legolas dopo averlo colpito duramente allo stomaco. Ormai erano passati più di venti giorni dall'attacco dei vampiri e da allora non era successo più nulla, il che aveva permesso ai due elfi di addestrare Harry con continuità. Legolas lo allenava la mattina facendogli aumentare la resistenza e la velocità nonchè insegnandogli alcune tecniche di combattimento.
Harry si rialzò con fatica e si mise di nuovo in posizione di difesa, ma si vedeva che era malconcio; infatti Legolas superò la sua difesa con facilità, lo colpì allo stomaco e poi con un calcio volante al viso lo fece finire nuovamente a terra. Harry si rimise in piedi anche se a stento. Nel suo sguardo non c'era dolore ma solo una profonda determinazione a voler diventare più forte. Legolas aveva quasi paura di quegli occhi, così tristi ma anche così determinati. Anche lui sapeva da che cosa aveva origine l'aura di Harry ma aveva un profondo timore. Non voleva che i sentimenti del ragazzo lo facessero cambiare a tal punto da trasformare la sua aura. Purtroppo nel corso dei secoli era già successo una volta un tale evento e Legolas temeva che potesse avvenire di nuovo, oltretutto c'era anche da considerare che sia lui che Eoden lo stavano addestrando al meglio e se Harry avesse ceduto al lato oscuro della sua aura, allora non ci sarebbe stato combattente o demone in grado di tenergli testa. Ma del resto i due elfi non avevano molta scelta, o aiutavano Harry ad addestrarsi al meglio o per la razza degli elfi non c'era nessuna speranza di sopravvivenza. Infatti i due elfi sapevano che per quanto forti e potenti fossero gli elfi non avrebbero mai potuto battere i dei del male che Ninga stava risvegliando uno ad uno. Infatti anche a loro era arrivata la notizia che Obscuro era stato liberato e con Seth nel corpo di Ron erano quasi tre i dei del male liberi. Nessuno di loro avrebbe potuto lottare alla pari con loro eccetto un combattente o un mago con l'aura lucente, esattamente come era successo tanto tempo prima, sia durante la prima guerra sacra che nella seconda guerra alla quale presero parte i quattro fondatori di Hogwarts.
- In piedi Draco - ordinò Piton attirando l'attenzione di Harry. Draco giaceva a terra duramente colpito da uno stupeficium del professore di pozioni, mentre Ginny si difendeva strenuamente dagli attacchi di Lupin.
Per un fugace attimo Draco incrociò gli occhi di Harry, abituato sempre a vederli carichi di rabbia ora era sopreso di vedere in quegli occhi una tristezza che mai gli aveva visto in cinque anni di scuola. Era abituato a vederlo sempre combattivo e pieno di energia, ora da qualche giorno sembrava svuotato di quell'energia che lo aveva sempre contraddistinto. In quegli occhi Draco lesse anche tanta disperazione, non sapeva perchè. In effetti a parte  gli elfi nessuno sapeva delle origini dell' aura di Harry e quindi Draco non riusciva a capire perchè in lui c'era tanta disperazione e tristezza. Ma non c'era solo questo negli occhi di Harry, a Draco parve di scorgere un lampo di determinazione. Quel lampo lui l'aveva già visto una volta, ed esattamente il terzo anno quando Hermione gli puntò la bacchetta contro, lui non l'aveva confessato mai a nessuno ma in quel momento non aveva temuto tanto di essere schiantato da Hermione ma bensì era rimasto paralizzato dagli occhi di Harry. Era la prima volta che aveva visto in lui non odio ma bensi una determinazione chiara a difendere la ragazza. Draco in quel momento capì che se solo avesse sollevato un dito contro Hermione nulla lo avrebbe salvato dall'ira di Harry. Fu in quel momento che cominciò a capire tante cose, ed ebbe la conferma di quello che pensava durante la seconda prova del torneo tre maghi, il maghetto aveva rischiato di morire per salvare non solo Ron ma anche e soprattutto Hermione. Quando sentì il resoconto di Harry i suoi sospetti ebbero la conferma di quello che aveva intuito l'anno prima, ovvero che Harry amava alla follia Hermione. Ora però in quegli occhi non c'era quello sguardo, almeno non sempre ma solo in sporadici momenti. Draco, dopo aver visto Harry lottare con tanta caparbietà contro i vampiri, si era ripromesso di lottare anche lui contro i demoni. In un certo senso anche la sua voglia di lottare era dovuto ad un senso di protezione, ma al contrario di Harry lui voleva proteggere la sua famiglia che tanto amava.
Draco si rimise in piedi più agguerrito che mai, pronto a riprendere l'allenamento ma Piton decise che per la mattina poteva bastare.
Dopo che Harry aveva visto Draco rialzarsi spostò il sui sguardo su Ginny, che nel frattempo aveva terminato  l'allenamento. Ginny non aveva mai visto la  tristezza nello sguardo di Harry, eppure la leggeva in quel momento e lei sapeva anche perchè. Vedere Hermione tra le braccia del fratello lo stava facendo soffrire oltro ogni modo.
Ma anche se Harry soffriva tanto, mai una volta si era lamentato o se l'era presa per il comportamento della sua migliore amica e da questo punto di vista ammirava tanto Harry. E aveva capito che fino a quel momento aveva solo conosciuto l'Harry salvatore del mondo magico, ma la cosa era finita lì. Invece, da quando era al castello di Silente, aveva cominciato a vivere veramente Harry, e a capire cosa signifasse vivere in sua compagnia, e questo l'aveva portata a capire che fino a quel momento, quello che provava per lui, era semplice infatuazione e non amore. Era contenta di averlo capito in tempo, perchè se si fosse messa con lui era più che sicura che la loro relazione non sarebbe durata molto, e lei avrebbe sofferto tanto. Invece ora era diverso, viveva Harry come amico e non come ragazzo da comquistare e questo Harry l'aveva capito perchè l'attegiamente della piccola Weasley era cambiato e in meglio nei suoi confronti. Non pendeva più dalle sua labbra ma finalemte lo trattava come amico, e lui di questa ne era grato perchè per lei provava solo amicizia e non avrebbe mai avuto il coraggio di mettersi con Ginny sapendo che amava un'altra ragazza. Ma come Harry immaginava, anche la piccola Ginny aveva un segreto e precisamente, giorno dopo giorno, si stava innamorando del picolo rampollo dei Malfoy. Ma era un unione così difficile da realizzare perchè nessuno conosceva la verità sulla famiglia Malfoy e tutti credevano che erano dei fedeli sostenitori di Voldemort quando in realtà era tutto l'opposto; solo che nessuno era venuto a conoscenza delle minacce che avevano ricevuto da parte di Rasputin. Ma non era solo questo il problema ma anche andare oltre le diffenze di opinione delle due famiglie nonchè delle rispettive case della scuola di Hogwarts. Ma Ginny non era una ragazza che si arrendeva tanto facilmente e voleva andare oltre tutto quello pur di vedere realizzato il suo sogno d'amore perchè era ormai sicura di provare amore per Draco Malfoy.
Harry notò una certa determinazione nello sguardo della ragazza nel momento in cui volse il suo sguardo a Draco.     Ad Harry basto quell'occhiata sfuggente per capire perchè gli occhi di Ginny fossero così pieni di determinazione. Occhi di una persona innamorata che avrebbe dovuto superare diversi ostacoli ma che non avrebbe mai mollato per nessun motivo al mondo.
In un certo senso il ragazzo invidiava l'amica, perchè lei almeno poteva amare alla luce del sole ed eventualemente lottare per quel suo amore, ma lui no. A lui non era concesso lottare per il suo amore, come sapeva perfettamente. E proprio questa consapevolezza e al tempo stesso questo dolore che aveva nel cuore, lo aveva portato ad ignorare Hermione. Ma nonostante tutto non poteva smettere di amarla perchè farlo avrebbe significato spegnere l'unica luce che c'era nel suo cuore colmo di oscurità dovuta al dolore della perdita di persone che erano morte per salvarlo.
Non aveva dimenticato il sacrificio dei suoi genitori, morti per donargli la vita. Perchè era stato proprio il loro sacrificio a donare quella protezione che lo aveva protetto da Voldemort  alla fine del quarto anno scolastico. Non aveva dimenticato che in quel maledetto cimitero Cedric Diggory era morto per colpa sua. Se non avesse insistito per afferrare contemporaneamente la coppa tremaghi insieme Cedric sarebbe vissuto, forse con qualche ferita ma vivo. Morte dovuta perchè lui si era trovato nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Morte dovuta per evitare che nessuno fermasse la resurrezione del signore oscuto. Come dimenticare il sacrificio del suo padrino. Morte dovuta alla sua indole di voler fare l'eroe. Se solo per una volta avesse dato retta ad Hermione, non si sarebbe recato al ministero cadendo nella trappola di Voldemort, e il suo padrino sarebbe stato ancora vivo. Per che cosa era successo tutto quello, per un' assurda profezia nella quale si diceva che o avrebbe ucciso Voldemort o sarebbe morto perchè nessuno dei due poteva vivere finchè l'altro sarebbe stato in vita.
- Un assurda profezia - pensò Harry serrando i pugni, che non aveva causaato solo la morte di Sirius Black. C'era mancato davvero poco che anche Hermione morisse.
Harry in preda alla rabbia per quei sentimenti che provava si ritrovò a passare davanti a Eoden che stava finendo di allenare Lucas e Jeanne. Il loro allenamento era basato sull'apprendimento delle loro rispettive onde elementari. L'onda elementare era un tipo particolare  di colpo che richiamava non solo tutto il potere del combattente ma anche il potere che la terra rilasciava, in modo da aumentarne la potenza. Tale potenza veniva incanalata in una sfera racchiusa tra le mani, e da essa veniva fatta partire un potentissmo raggio elementale che avrebbe dovuto colpire l'avversario. L'onda però era un colpo che richiedeva tanta precisione e sicurezza in quanto il colpo prosciugava gran parte delle energie del combattente. Poteva essere un colpo vincente ma se non si aveva la capacità di controllarla al cento per cento, tale colpo poteva significare la sconfitta; in quanto se l'avversario non veniva colpito, c'erano molte possibilità che questi potesse vincere il combattimento.
Harry capiva l'importanza di padroneggiare tale tecnica e si chiedeva se esisteva un colpo simile per i maghi. Era vero che durante il combattimento con Kalat era riuscito a difendersi dal colpo tenebra oscura e a vincerlo a sua volta con il lumineum e la spada di Godric; ma era più che sicuro che tali tecniche non erano sufficineti nè contro le signore degli elementi nè tanto contro Ninga.
Continuando a cammianare verso l'ingresso incrociò lo sguardo di Hermione che era distesa a terra. Da qualche giorno si stava allenando con la professoressa Mc Granitt, dopo aver risposto correttamente alla domanda che Silente gli faceva ogni mattina. Ora che era la Mc Granitt a curarsi del suo addestramento lui aveva smesso di allenarla la sera. Ad Hermione dispiaceva non potersi allenare da sola con Harry, ma non voleva sovraccaricare di impegni l'amico. Il suo addestramento era nullo se paragonato a quella che faceva Harry. Eoden e Legolas erano degli istruttori molto duri ma era per il bene di Harry che lo allenavano con tanta durezza. Dopo il pranzo e un po' di riposo Harry si sarebbe allenato con Eoden che gli insegnava a padroneggiare la sua aura e ad usarla come arma di difesa anche in mancanza della sua bacchetta.
Harry aveva notato lo sguardo della ragazza, combattivo come lo era sempre stato, e capiva anche perchè lo faceva. Amava Ron e questo la stava spingendo ad allenarsi con impegno per far si che il proprio ragazzo potesse liberarsi dalla scomoda presenza dello spirito di Seth. In realtà Hermione non si allenava tanto per aiutare Ron ma bensì per Harry. La pozione Orfeo che avevano dato pochi giorni prima a Ron aveva permesso che il ragazzo dormisse per tutta la notte, nonostante lo spirito di Seth volesse svegliarsi. La pozione aveva sortito il suo effetto ma ora veniva la parte difficile, quando sarebbero tornati ad Hogwarts Harry avrebbe dovuto affrontare Ron sotto sembianze divine e non sarebbe stato affatto facile. Sicuramente Seth ricordava l'affronto subito l'ultima volta e questo volta non si sarebbe accontentato di ritornare in Egitto, ma sicuramente avrebbe voluto la morte di Harry. Questo lei lo sapeva e non voleva che Harry combattesse da solo quella battaglia. Ecco perchè in lei c'era quella fiera determinazione a lottare, non solo per aiutare Ron a liberarsi dallo spirito di Seth, ma anche e soprattutto per aiutare la persona che amava. Ormai i suoi sentimenti erano chiari e anche se non aveva lasciato ancora Ron, per evitare che la rabbia del ragazzo alimentasse lo spirito di Seth, aveva messo chiarezza nel suo cuore. Era Harry la persona che amava con tutto se stessa, ma il suo sarebbe stato un amore silenzioso in quanto credeva che il suo migliore amico amasse Ginny e che tale amore fosse corrisposto. Ovviamente la ragazza non poteva sapere quanto si sbagliasse anche perchè, incosciamente aveva cominciato a prendere le distanza da Ginny. Questo perchè se avesse visto coronare il sogno d'amore della rossa non sapeva che reazione avrebbe potuto avere.
Harry era entrato nel castello seguito a ruota da Ginny e Draco, subito dietro vi erano Jeanne e Lucas e ancora un po' più indietro vi era Hermione. Il sestetto arrivò nella sala grande dove c'era già Ron che stava aspettando con impazienza il pranzo. Hermione si sedette a fianco di Ron che era ancora il suo fidanzato, vicino alla ragazza si sarebbero seduti i genitori della ragazza. Harry era poco distante da loro,  a qualche posto di distanza vi era Draco e dopo qualche posto Ginny che era solita mangiare con i suoi genitori che le si sedevano a fianco. Poco distante da loro vi erano Jeanne e Lucas esausti per l'addestramento al quale li sottoponeva Eoden. Tutti e sette i ragazzi erano lì ad aspettare che arrivassero anche gli adulti per pranzare tutti insieme, e tanto per cambiare l'unico che dava segni di insofferenza era Ron. Harry guardò Ron e ancora una volta si chiese che fine avessero fatto Charlie e Billy che ormai mancavano da più di un mese, non temeva tanto per la loro vita in quanto li aveva visti combattere con i demoni e quindi era difficile che un mago, anche se egiziano, potesse metterli in difficoltà. Ma era evidente che la missione richiedeva molto tempo e anche molta segretezza se fino a quel momento non avevano mandato un gufo per dargli qualche informazione. Evidentemente temevano che il loro messaggio potesse essere intercettato e se questo fosse avvenuto, avrebbero potuto dire addio alla loro missione. Anche se Silente lo aveva tranquillizzato da quel punto di vista, non era comunque del tutto calmo. Se fosse successo qualcosa ai fratelli Weasley non se lo sarebbe mai perdonato, ma d'altronde anche Silente li aveva affidato la stessa missione, e se l'aveva fatto era sicuro che non li avrebbe messi in pericolo.
- Come va Eoden - chiese Silente. Era mancato per un paio di giorni per prendere il cappello parlante affinchè si potesse stabilire le basi per la creazione della quinta casa con i dovuti insegnanti e tutto il resto che ne conseguiva. Ma non era solo quello il motivo per cui il preside era mancato per due giorni; era andato anche da Amelia la quale gli aveva dato la notizia che dopo la vittoria di Harry, gli attacchi dei vampiri erano misteriosamente terminati. Erano ormai venti giorni che non si avevano notizie di attacchi. Solo che al contrario di Amelia, Silente era convinto che i vampiri avessero qualche missione assegnatagli da Ninga, ma che tale operazione non era al momento  possibile. Così salutato il primo ministro, il preside era ritornato al castello pochi momenti dopo la fine dell'allenamento mattuttino.
- E' stano Silente, Harry apprende velocemente quello che gli insegniamo ma quando si tratta di usare la sua aura bianca, si trattiene. E' come se non riuscisse a liberare tutta la sua potenza. - ripose Eoden
- Non mi meraviglia Eoden. Harry in questo momento è confuso, non sa cosa fare a riguardo i suoi sentimenti. - rispose Silente
- Credi che sia consapevole che sta correndo un enorme rischio? - chiese Eoden nuovamente
- Credo proprio di si e credo anche che abbia paura. Ecco perchè non vuole correre rischi. - rispose ancora una volta Silente
- Ma... - disse Eoden sorpreso dalle parole di Silente
- Eoden Harry ha già grandi responsabilità, ed ora c'è anche la responsabilità dei demoni. Ma ha anche subito gravi perdite in passato, e questo l'ha portaro a chiudere un po' il suo cuore. Noi possiamo solo fidarci di lui qualsiasi scelta  faccia - spiegò Silente in modo calmo, come se stesse spiegando ad un bambino che due più due fa quattro.
- Ti rendi conto del pericolo che stiamo corremdo - chiese Eoden
- Certo che me ne rendo conto ma non possiamo costringere Harry a fare una scelta solo perchè il suo addestramente sta pocedendo a rilento. Tutto quello che possiamo fare ora per lui è lasciarlo in pace. - disse nuovamente Silente
- Hai fiducia in Harry - gli disse Eoden con un sorriso
- Molta. Finora non ci ha mai deluso e sono sicuro che non lo farà nanche adesso - rispose Silente
Il resto del corpo insegnanti ascoltò le parole del preside e non potettero fare a meno di essere d'accordo con il preside. Harry non li aveva mai delusi fino a quel momento, ma c'era sempre una prima volta, pensò Eoden.
Finito il pranzo Harry si recò subito in cima al castello, da un po' di tempo stare lassù lo rassicurava. Non aveva l'assillo di nessuno, era da solo con il vento che gli scompigliava ancora di più i suoi capelli. Purtroppo era proprio in questi momenti che i pensieri lo assillavano maggiormente. Si domandava di continuo se la sua decisione fosse giusta o meno. Se la sua aura dipendeva dall'amore era più che logico che lasciasse perdere Hermione, che era fidanzata con Ron, e si mettesse con un altra ragazza. Però c'era il problema che lui amava Hermione da tantissimo tempo, e per quanto  avesse provato non era mai riuscito a dimenticarla; complice anche il fatto che a scuola passavano molto tempo assieme. Era ancora vivido in lui il ricordo dell'anno precedente, quando si era messo con Cho Chang. Per un po' aveva creduto di essere riuscito a dimenticare Hermione. Purtroppo, ben presto si era rese conto che fra loro non c'era nulla. Non avevano un solo singolo punto in comune, così che Harry inconsciamente si era  allontanato sempre di più dalla cinesina, fino al giorno della definitiva rottura; quando l'amica di Cho li aveva traditi, e  invece di prendere le distanze da lei, aveva deciso di attaccare Hermione, accusandola di aver fatto una cosa scorretta non avvisando i membri dell'es, che la pergamena che avevano firmato all'inizio dell'anno era stregata. A quell'affermazione Harry non si era più trattenuto, e aveva deciso di rompere definitavemten con Cho. Difendere un traditore era una cosa inconcebile per lui. Ma non si era reso conto di quanto amasse Hermione, fino a quella fatidica notte del ministero, quando l'aveva vista per terra, colpita duramente dall'incantesimo del mangiamorte. Era totalmente pietricificato dalla paura di perderla, solo quando Neville gli aveva detto che era viva si era ripreso, e qualche giorno dopo capì di amare Hermione. Almeno fino a quel momento, perchè vederla con Ron gli faceva più male di quanto pensasse.
Era sempre stato convinto di poter sopportare una loro eventuale storia d'amore fra i due, ma ora si rendeva conto che non era in grado di fare una cosa simile, e ancora una volta si chieveva come poteva fare per dimenticare Hermione, quando da più di un mese la vedeva ogni giorno. Senza dimenticare che solo ora si rendeva conto che la sua aura bianca si risvegliava solo quando Hermione era in pericolo. Solo in quei momenti, forte del desiderio di salvare la ragazza che amava, la sua aura si risvegliava in tutto il suo potere proprio com'era successo durante il combattimento con Kalat. Era ormai rassegnato alla sconfitta, ma solo l'idea che il vampiro rapisse la sua Hermione gli aveva provocato un forte senso di giustiza, e aveva risvegliato la sua aura. E quando aveva gridato la sillaba finale del nome di Hermione, la sua aura aveva scatenato tutta la sua potenza, tale da far cadere  il vampiro a terra. Purtroppo lei era la fidanzata di Ron, e lui non poteva continuare ad amare la donna di un'altra persona. Ma visto che il pensiero di Hermione era il solo modo di attivare la sua aura, doveva continuare ad amarla di nascosto, almeno finchè non avesse sconfitto per sempre i demoni. Solo allora avrebbe pensato a farsi una vita lontano da lei, ma si chiedeva come poteva amare Hermione, e allo stesso tempo stare lontano da lei, quando era proprio lei la fonte del suo potere. Era una cosa troppo difficile per un ragazzino di appena sedici anni.
Non aveva scelta l'avrebbe amata ma al tempo stesso l'avrebbe ignorata, sperava solamente che la sua aura si risvegliasse lo stesso amche in quel modo. Per il momento durante l'allenamento con gli elfi la sua aura non era neanche lontanamente paragonabile a quella emessa durante il combattimento con Kalat, ed era sicuro che gli elfi se ne fossero accorti. Ma almeno per il momento lui non aveva altra scelta. Doveva per forza di cose amare in silenzio. Questa era la decisione più difficile che avesse preson fin a quel momento.
- Harry dovresti stare più in guardia - gli disse una voce che Harry riconobbe come quella di Eoden.
- Hai ragione Eoden, ero sovrappensiero ma non non capiterà mai più . Capisco che siamo in guerra e il nemico può attaccare in qualsiasi momento e farsi trovare distratti potrebbe costare la vita. Te lo prometto da ora in poi presterò la massima attenzione. - il ragazzo sapeva perfettamente che quello che gli aveva detto Eoden era giusto, ma gli era così difficile mantenere alta la guardia, quando il suo cuore era così confuso.
- Non ho dubbi in proposito Harry. - l'elfo nonostante lo sguardo serio non poteva non essere dispiaciuto per quello che stesse succedendo al ragazzo. La salvezza di tutto il regno magico passava per un ragazzino di appena sedici anni. Doveva essere terribile per lui sapere che così tanti maghi e non, contavano su di lui per essere liberi dalla minaccia dei demoni.
- Volevi dirmi qualcosa Eoden. - chiese Harry. Sapeva che se l'elfo lo aveva raggiunto in un momento in cui erano da soli, doveva avere qualcosa da dirgli che non voleva che nessuno sentisse. O forse era lì solo perchè aveva notato il suo stato d'animo, o magari voleva dirgli di concentrarsi di più durane gli allenamenti visto che la sua aura non era la stessa mostrata durante il combattimento contro i vampiri.
- Ti va di sentire una storia Harry, una storia che ha origini antiche, e che forse potrebbe aiutarti a trovare una soluzione a quello che ti passa per la testa? - chiese Eoden sorprendendo Harry che non si aspettava che l'elfo volesse solamente raccontargli una storia.
- Sicuramente Eoden. - rispose il ragazzo. Distrarsi dai propri pensieri non poteva che fargli del bene.
- Ho intenzione di parlarti di una guerra antica, molto più antica di quella dei quattro fondatori. - la cosa incuriosì molto Harry. Sapeva tutto della guerra dei quattro fondatori ma era la prima volta che sentiva parlare di una guerra antecedente, avvenuta addirittura molti secoli prima dell'avvento dei quattro fondatori.
- Conosci il personaggio di Artù? - chiese Eoden
- Solo la storia babbana che immagino non sia esatta - rispose Harry cominciando a capire da dove provenissero la maggior parte delle legende  babbane. Infatti da quando era entrato a far parte del regno magico, e precisamente da quando aveva incontrato per la prima volta il centauro Fiorenzo, aveva capito che molte delle legende babbane si basavano sull'esistenza di molte creature magiche.
- Infatti Harry. Non fu Artù ad avere la mitica spada Excalibur ma bensì un altro ragazzo, amico di Artù di nome Orion. Artù aveva un altra spada chiamata Dente del drago. Le due spade seppur simili avevano alcune caratteristiche differenti, in particolare Dente del drago poteva rompere qualsiasi tipo di sigillo, tra i quali anche le catene magiche inflitte sui varchi temporali demoniaci. - spiegò Eoden. A quelle parole Harry non potette far a meno di pensare al suo sogno che aveva fatto tempo prima, proprio nel periodo quando Seth si era risvegliato. A quel punto il ragazzo si domandava se il sogno che aveva fatto, aveva qualche correlazione con la storia che gli stava raccontando Eoden. Ma per il momento decise che era meglio tenere per se quella che aveva sognato quella notte.
- La spada Excalibur invece aveva una particolare dote. Diventava sempre più potente a seconda del mago o del combattente che la usava, in quanto era stesso il mago a infondergli potere. - continuò a spiegare Eoden sorprendendo Harry. Una spada che diventava sempre più potente a seconda del mago che la usava. Gli ricordava tanto la spada di Grifondoro che assorbiva ciò che la fortificava.
- Non capisco come può una spada, seppur magica, diventare più potente a seconda della potenza del mago? - chiese Harry
- La spada Excalibur fu creata dalla dea Athena che la cedette a Merlin per combattere contro i demoni. Ma Merlin decise di cederla ad Orion affinchè fosse in grado di battersi contro i demoni. - spiegò Eoden.
- Ma non ha senso che il più potente mago che la storia ricordi ceda la spada ad un semplice combattente a meno che quel combattente non avesse un aura ancora più potende di un mago. - Ora Harry era proprio confuso.
- No Harry Orion non aveva un aura più potente di Merlin ma la spada entrava in risonanza con l'aura di Orion molto di più rispetto che all'aura di Merlin e il mago ben presto capì che Orion aveva un potere a lui sconosiuto. Un potere tanto forte da poter superare la potenza di un mago come quella di Merlin.
- Un potere superiore persino a quello di un mago. - ripetette Harry intuendo quale fosse quel potere. - intendi l'amore
- Esatto Harry sia Orion che Artù avevano in loro questo grande potere, che in un particolare momento della loro vita li rendeva tanto potenti da poter combattere alla pari dei demoni. Questo grande miracolo era dovuto soprattutto alle anime delle due spade.
- le anime delle due spade - ripetette Harry attatto sempre di più dalla storia di Eoden - come le bacchette magiche.
- Esatto Harry. Nella spada di Orion vi era la piuma di una fenice, mentre nella spada di Artù vi era una piccolo frammento di dente del drago, dal quale prese nome la spada. - continuò a spiegare Eoden, mentre Harry non potette fare a meno di pensare che anche la sua bacchetta aveva una piuma di fenice.
- Sia dente del drago che Excalibur avevano un solidità unica. Nessuna spada sulla terra poteva reggere il confronto con queste due spade, ma proprio perchè così pericolose i demoni capirono che andavano assolutamente distrutte o nascoste dove nessun uomo o mago avrebbe potuto trovarle. Ecco perchè i demoni attaccarono in massa la terra, volevano distruggere qualsiasi cosa che potesse intralciare i loro piani di conquista. Ma un demone, che tu conosci bene Harry, decise di sfruttare il potere delle due spade a suo vantaggio. Sapeva che non avrebbe mai potuto battere i due paladini della luce finchè avessero avuto le loro spade, così decise di approfittare proprio del potere dell'amore per costringere i due combattenti a fare quello che lui voleva. Ovvero mandò in missione due demonesse sulla terra che avrebbero dovuro far combattere i due combattenti tra di loro, in modo che in un sol colpo sarebbero spariti i due paladini della luce e lui avrebbe avuto le due spade tutte per se, e con dente del drago avrebbe potuto rompere il sigillo che teneva chiusa la porta degli inferi permettendo al suo signore di arrivare sulla terra. - disse Eoden volgendo lo sguardo verso il lago mentre Harry era sempre più attratto da quella storia.
- Quel demone era Ninga, non è vero? - chiese Harry conoscendo già la risposta.
- Esatto Harry, era proprio Ninga. Il piano avrebbe anche potuto avere successo se le due demonesse non si fossero innamorate dei due ragazzi e che il loro amore era corrisposto. Per le due demonesse era strano provare un sentimento come l'amore e si sentivano confuse. Non era solo amore per loro che provavano, ma si sentivano sempre più attratte da quella strana  popolazione che, nonostante non avesse poteri magici, usavano l'ingegno per superare le difficoltà. Senza contare i numerosi eventi che la natura regalava agli uomini. Le due demonesse lentamente cominciarono a capire che cosa significasse vivere in libertà senza costrizioni. Così che alla fine decisero di schierarsi contro la loro stessa popolazione che voleva assoggettare l'intero pianeta e cambiarlo per i propri fini. Loro che avevanp vissuto per tanti anni negli inferi non volevano che quel pianeta fosse deturpato dalla stirpe dei demoni. Complice di quel cambiamento fu anche Merlin che lentamente fece capire alle demonesse che i demoni non potevano usare la terra come tramite per attaccare il paradiso, perchè le due demonesse sapevano che il piano dei demoni superiori era quello, attaccare il paradiso per sfidare ancora una volta il signore di tutti gli dei. Le due demonesse cominciarono a provare un certo senso di protezione nei confronti degli abitanti della Terra, soprattutto quando videro un demone attaccare un bambino indifeso, che non avrebbe mai potuto difendersi da quel terribile nemico. Furono proprio le due demonesse a correre in aiuto di quel bambino, eliminando il demone.
Con quell'attacco le due demonesse erano diventate nemici della propria razza, e affiancarono Orion ed Artù nella loro difficile battaglia. Le due demonesse oltre ad un profondo amore verso i due paladini, provavano anche un profondo amore verso tutti coloro che le avevano accolto nonostante in molti sapessero della loro natura demoniaca.  Eoden si fermò per qualche istante, voleva che Harry capisse per bene quale grande forza fosse l'amore, una forza tanto potente da riuscire a cambiare la natura omicida dei demoni. O almeno di quelli che volevano vivere in pace, che erano im molti.
- Cosa successe dopo Eoden? - chiese Harry. Ormai voleva sapere tutto di quella guerra e arrivato a quel punto era chiaro che il sogno che aveva fatto riguardava quella guerra. Quindi voleva sapere anche la storia di quell'uomo che aveva attaccato Artù alle spalle
- Successe un fatto gravissimo Harry. Gli elfi erano venuti a conoscenza del piano di Ninga così mandarono due elfi con il preciso intento, quello di far innamorare le due demonesse di loro. I loro nomi sono Lancilotto e Parsifal. Nella storia babbana Lancillotto tradì Artù innamorandosi della regina Ginevra. Mentre Parsifal è conosciuto come colui che cercò e trovò il sacro Graal. Ma in realtà erano due elfi. Purtroppo Lancillotto si innamorò della demonessa Ginevra che invece non ricambiava affatto l'amore. Mentre Parsifal capì che le due demonesse erano cambiate a tal punto da combattere contro la loro stessa popolazione. Parsifal voleva ritornare dagli elfi per raccontare loro la verità ma Lancillotto non era d'accordo, perchè in quel modo non avrebbe potuto  più vedere e assogettare per se la bella Ginevra.
Ninga capì che quello era il momento più adatto per lui. Così fece un accordo con Lancillotto, se lo avesse aiutato a rompere il sigillo degli inferi, lui avrebbe potuto avere la bella demonessa tutta per lui. Lancillotto accettò l'accordo con il demone e il patto fu sigillato con l'antica usanza, ovvero un patto di sangue e di conseguenza la perdita dell'anima. In parole povere Lancilotto perse la sua natura elfica per acquisire una natura demoniaca.
Fatto questo non rimaneva altro che eliminare Parsifal affinchè gli elfi non sapessero nulla di quello che stava succedendo. Così durante il viaggio di ritorno Lancilotto e Ninga uccisero Parsifal, successivamente Lancillotto si mise in contatto con gli elfi dicendogli che il loro piano era a buon punto ma che purtroppo Parsifal era stato vittima di un agguato da parte dei demoni. Gli elfi rassicurati che il piano, nonostante la scomparsa di Parsifal, stesse proseguendo per il meglio, affidarono il resto della missione a Lancillotto.
- Gli elfi non sospettarono nulla di quello che era successo. Cioè non sospettarono che Lancillotto fosse diventato un demone. - chiese Harry non capendo come gli elfi non avessero notato  il cambiamento dell'elfo
- No. Perchè l'elfo si mise in contatto con loro secondo una magia elfica, e nessuno poteva sospettare, che in realtà Lancillotto fosse diventato un demone. - spiegò Eoden
- Ma com'è possibile - chiese Harry sorpreso. Non capendo come nessuno aveva notato il cambiamento dell'elfo.
- E' possibile perchè Lancillotto aveva tutte le fattezze di un elfo, e la magia di contatto era elfica, e nessuno altro poteva usarla. In altre parole, Lancillotto era un demone che aveva mantenuto tutte le fattezze di un elfo, e tutte le loro conoscenze comprese quelle magiche. - spiegò Eoden. Ora Harry capiva tutto
- Se è così facile diventare un demone, come mai Voldemort non ha ceduto la sua anima a Ninga. - chiese Harry, curioso di sapere come mai Tom avesse scelto la strada degli horcrux per diventare un demone, invece di cedere la sua anima.
- Harry; Voldemort avrebbe potuto cedere la sua anima tramite un patto, ma questo significava essere sottomessi a Ninga, metre lui vuole diventare un demone indipendente, libero da qualsiasi legame. - spiegò l'elfo. In fondo Harry se lo aspettava, era nell'indole del mago oscuro non prendere ordini da nessuno. e quindi era naturale che non avrebbe mai ceduto la sua anima per diventare un demone.
- Dopo che Lancillotto divenne un demone, Ninga diede inizio ad un offensiva contro i due paladini della luce aiutati dalle due demonesse e da Merlin. La battaglia fu lunga e difficile e nessuno poteva sospettare che Lancillotto fosse un traditore in quanto aveva combattuto contro Ninga per tutto la battaglia mentre i paladini della luce affrontavano e sconfiggevano un demone dopo l'altro. Fu solo alla fine della battaglia che Lancillotto si mostrò per quello che era  realmente. Pugnalò alle spalle Artù e si impossessò della spada Dente del drago. Ninga fece apparire un grande varco dimensionale a forma di porta che era sigillata da delle catene bianche. Lancillotto con dente del drago distrusse le catene e dalla porta ne uscì un potente demone dalle fattezze umane che è conosciuto con il nome di Ozma, signore e padrone del regno di Rufus, il regno demoniaco più vicino a quello terrestre.
La situazione era ormai disperata in quanto nessuno poteva battere un demone forte come Ozma, nemmeno Orion con la sua temibilissima spada Excalibur. Ma per quanto Ozma fosse forte, neanche lui poteva battere la spada di Orion in quanto il ragazzo era sostenuto da una potente forza d'animo, nonchè da un grande amore, e una grande voglia di difendere il proprio pianeta.
Fu durante il combattimento  che nessuno dei tre demoni si accorse che Artù non era morto, e con un ultimo grande sforzo il ragazzo ricreò le catene di luce che ripresero Ozma rispedendolo di nuovo nella sua terra. La porta fu chiusa e intrappolata da nuove catene bianche create dal sacrificio di Artù. Orion, spinto dal sacrificio di Artù. combattè e sconfisse Lancillotto riprendendosi la spada Dente del drago, Ninga capì che era ormai finita per lui e decise di darsi alla fuga nel regno di Rufus, aspettando l'ccasione più propizia per ritornare sulla terra per conquistarla in nome del suo padrone Ozma.
- E' una storia molto interessante. Ma come credi che possa aiutarmi questa storia. - chiese Harry conoscendo già la risposta
- E molto semplice Harry, dovresti dichiarare i tuoi sentimenti ad Hermione. - gli disse Eoden guardando il ragazzo dritto negli occhi, chiedendosi se avesse intuito la verità
- La risposta è no Eoden. Non rivelerò ad Hermione i miei sentimenti e non farò la fine di Lancillotto. - rispose Harry convinto che la sua strada fosse quella giusta.
- Non c'è bisogno di fare un patto con un demone per fare la fine di Lancillotto. Credi davvero di poter resistete a lungo reprimendo i tuoi sentimenti. Dimmi Harry come farai a lottare contro Seth, sapendo che se Ron muore potresti avere Hermione tutta per te. - chiese Eoden.
- Se solo avessi voluto avrei fatto fuggire Seth durante il nostro combattimento. Non l'ho fatto allora e non lo farò neanche dopo. Per quanto Ron mi detesti è comunque il mio primo amico e non lo lascerò morire in nessun caso. - rispose Harry non sapendo come avrebbe potuto fermare Seth la volta successiva. Infatti il mago era consapevole che questa volta il semidio non si sarebbe lasciato cogliere di sorpresa come era successo la volta prima.
- Ragiona Harry, così come sei non riuscirai mai a scatenare tutta la tua potenza. - Eoden cercava in tutti i modi di convincere Harry che la strada che aveva deciso di percorrere poteva essere sbagliata.
- Eoden ammettiamo per un attimo che io mi dichiari ad Hermione e che lei mi rfiuti. Cosa che può succedere. Sai cosa significherebbe per me. Sparirebbe la mia unica luce nel mio cuore colmo di tenebra. L'unica luce che mi tiene legato a stare nel regno magico. Non ho altri motivi per stare se non per difendere lei e chi amo. Ma se dal mio cuore lei sparisce allora non avrò nessun motivo per lottare, il che significa che la mia aura bianca non si risveglierà mai più. Io non sono disposto a correre questo pericolo per nessun motivo al mondo. - rispose Harry più triste che mai. Ormai sapeva che tutto dipendeva da lui, ma in cuor suo sapeva che non avrebbe potuto lottare con le signore degli elementi con quello stato d'anicmo. Era più che sicuro che a Zita le sarebbe bastato un colpo per emilinarlo definitivamente.
Eoden non sapeva che cosa rispondere. Il ragionamento di Harry non faceva una piega, e lui sapeva che se Harry non fosse stato in grado di sprigionare la sua aura, per il regno magico era la fine. Forse non doveva far altro che fidarsi del ragazzo, in fondo non aveva altra scelta. Nessuno al mondo aveva il suo potere.
- Eoden tu c'eri durante quella guerra, non è vero? - chiese Harry conoscendo già la risposta. Infatti sapeva che gli elfi potevano vivere anche mille anni ed avere un viso giovanile.
- Si Harry, c'ero durante quella guerra perchè vi presero parte anche gli elfi. E tu mi ricordi molto quel ragazzo. - disse Eoden volgendo lo sguardo verso il lago del castello
- Ti ricordo Lancillotto - chiese Harrry sorpreso dall'affermazione di Eoden. Non poteva credere che le sue azioni, ricordassero quelle di un traditore.
- Non  Lancillotto ma mi ricordi Orion. - ribattè Eoden sorprendendo per un attimo Harry. Avrebbe dovuto arrivarci da solo che le sue azioni non potevano essere le stesse di Lancillotto
- A proposito di Orion, mi hai detto che Artù era un uomo che aveva l'aura bianca ma non mi hai detto niente di Orion. Chi era in realtà - chiese Harry
- Un vampiro - disse un ragazzo atterrando sulla torre di fronte a Eoden e ad Harry. Il ragazzo era completamente bardato con un armatura nera, aveva al suo fianco una lunga spada pronta per essere estratta. Aveva un viso bellissimo, occhi celesti e capello lunghi, lisci color platino.
- E tu chi saresti - chiese Harry mettendosi in posizione di guardia come gli avevano insegnato Legolas e Lucas.
- Harry lui è Lancilotto, l'elfo che è diventato demone. - disse Eoden con voce triste.
Harry non poteva credere ai suoi occhi, un legenda del male era di fronte a lui, e se tutto quello che aveva detto Eoden era vero, Harry si domandava come avrebbe fatto a batterlo, perchè sapeva che se Lancillotto era lì, era per affrontarli e batterli definitivamente.
- Lancillotto era il mio nome elfico, ma il mio nome demonicaco è Sephirot, e sono qui per rapire Hermione. - La cosa sorprese Harry, prima Kalat e ora Lancillotto. Il ragazzo cominciava a chiedersi se nella ragazza c'era qualche sorta di potere dormiente, e doveva essere così altrimenti non si spiegava perchè tutti i demoni volevano rapire Hermione.
- E tu credi che ti farò rapire Hermione senza combattere - Chiese Harri emettendo la sua arua bianca. Solo che questa volta la sua aura non era bianca come quando aveva combattuto in altre occasioni. Era sempre bianca, ma di un bianco tenue, non lucente come quando aveva lottato contro Kalat.
- Tutto qui Harry. E tu saresti il mago che avrebbe sconfitto Kalat. Mi fai ridere tu e il tuo ridicolo potere. - gli disse Lancilloto emanando la sua terribile aura oscura. Harry non aveva mai percepito un'aura così pericolosa. Nemmeno quando aveva lottato contro Seth si era sentito così indifeso. Ma nonostante questo sapeva che non si sarebbe arreso senza lottare. Era nella sua indole lottare in qualsiasi caso, anche quando la battaglia sembrava perduta.
Eoden osservava Harry e come temeva la confusione che regnava nel suo cuore gli stava impedendo di esprimere tutto il suo potenziale. E probabilmente Sephirot sapeva tutto questo e per quel motivo aveva deciso di attaccare nel momento in cui Harry maggiormente debole.
Ad Harry non rimase che attaccare. Corse verso Sephirot con l'intenzione di colpirlo al viso con un pugno, ma l'elfo fermò il colpo di Harry nella sua mano. La mano di Sephirot era circondata dalla sua aura oscura ed Harry non riusciva ad opporsi al suo avversario tanto che era in ginocchio sovrastato dalla potenza dell'elfo. Non avrebbe mai creduto che il suo avversario fosse così potente. In fondo avrebbe dovuto prevederlo. Di fronte a lui non c'era un semplice demone, o un semidio; ma c'era colui che aveva ingannato le forze del bene e che aveva lottato e quasi sconfitto i due più forti paladini che il bene avesse mai avuto. Come poteva lui, un mago che ancora non sapeva usare a pieno il suo potere, combattere alla pari contro di lui.
- Non così in fretta Harry - gli disse Sephirot sollevandolo di peso per dargli una violento pugno alla bocca dello stomaco che lo fece mettere di nuovo in ginocchio. La sua mano era ancora presa nella mano di Sephirot, il quale lo sollevò con irrisoria facilità e lo lanciò dalla torre verso il lago. Successivamente il demone gli lanciò contro una sfera oscura, che Harry riuscì a deviare grazie ad uno stupifendo. Il maghetto successivamente appellò la propria scopa e gli montò sopra a pochi metri dal lago. Ma quando Harry volse lo sguardo verso la torre Sephirot non era più lì, come se non ci fosse mai stato.
- Dietro di te Harry - disse una voce che Harry, voltandosi, riconobbe come quella di Sephirot. Non poteva credere ai suoi occhi. Sephirot era di fronte a lui, che volava sul posto con le sue ali da angelo nero, circondata sempre dalla sua aura oscura. Non erano passati che un paio di secondi dal momento in cui il demone lo aveva lanciato dalla torre, al momento in cui lui aveva appellato la sua scopa. E il demone era stato tanto veloce da sparire dalla torre per arrivargli alle spalle. Ed era sicuro che  non aveva fatto ricorso alla smaterializzazione, in quanto nei confini del castello era impossibile smateriallizzarsi anche per un demone. L'unica soluzione era che Sephirot aveva spiccato il volo nello stesso momento in cui lui aveva appellato la sua scopa. Ma la cosa che rendeva Harry completamente paralizzato era che Sephirot aveva fatto tutto quello ad una velocità straordinaria, e lui non si era reso conto di nulla. Si era girato solo nel momento in cui Sephirot gli aveva parlato, il che aveva fatto capire ad Harry che se  fosse stato attaccato alle spalle per lui non ci sarebbe stato scampo.
Harry guardava il demone sorridere. Si sentiva completamente impotente contro di lui. Ma non voleva arrendersi senza neanche provare a lottare. Non lo aveva fatto in nessuna occasione e non vedeva il motivo per cui doveva arrendersi a Sephirot.
Harry partì a razzo con l'intenzione di colpire Sephirot, esattamente come aveva fatto durante il combattimento con Runga. Ma il demone si spostò di lato, evitando Harry che si girò su se stesso lanciando uno stupifendo ma Sephirot evitò anche quell' incantestimo spostandosi di lato.
Il maghetto si rese conto che era impossibilie colpire il demone mentre volava. In qualsiasi modo avesse provato, sapeva che Sephirot avrebbe evitato sempre i suoi attacchi, in quanto i suoi movimenti con la scopa erano troppo lenti por cogliere di sorpresa un avversario come lui.
Harry lanciò uno stupeficium che Sephirot evitò spostandosi nuovamente alla sua destra, ma in quello stesso momento fu colpito da uno stupifendo di Harry, il quale rimase sorpreso da quello che era accaduto. Il suo incantesimo aveva colpito Sephirot, ma la sua armatura lo aveva difeso perfettamente, e il peggio era che la corazza non riportava neanche un graffio, come se l'incantesimo di Harry non avesse mai colpito il demone.
Harry era completamente paralizzato dal terrore. Sephirot era troppo forte per lui. Avrebbe tanto voluto scappare via, ma se lo avesse fatto avrebbe permesso a Sephirot di rapire Hermione e cedendo alla paura non sarebbe mai riuscito a lottare contro nessun demone.
Sephirot lanciò una sfera oscura ad Harry che con un abile capriola evitò il colpo, ma quando si riposizionò sulla scopa, fu afferrato alla gola da Sephirit che lo colpì con in violento pugno allo stomaco facendo finire il maghetto sull'erba, con la scopa che cadde nel lago.
Harrì si rialzò a stento, mantenendosi lo stomaco per il dolore che sentiva. Il colpo che gli aveva dato Kalat non era niente paragonato al dolore che aveva sentito quando Sephirot lo aveva colpito. Harry osservava il demone che era atterrato sull'erba, e guardava il maghetto sorridendo, sicuro della sua vittoria. In fondo non aveva torto, gli incantesimi non funzionavano contro la sua armatura, e lui era completamente indifeso contro la forza del demone. Ma ora lui era a terra, e avrebbe potuto usare i suoi incantesimi status per difendersi dagli attacchi di Sephirot, o al meno era quello che sperava, visto che fino a quel momento il demone aveva fatto di lui quello che voleva combattendo in aria.
I rumori della lotta, attirarono tutti i presenti del castello che uscirono fuori per vedere chi stesse combattento. Legolas, nel vedere l'avversario di Harry sbiancò. Aveva riconosciuto nel demone, l'elfo che tanti secoli prima aveva tradito la loro razza e non solo. Grazie al suo tradimento per poco il signore del regno di Rufus non era arrivato sulla terra. Solo il sacrificio di Artù aveva permesso ad Orion di imprigionare nuovamente Ozma nel regno demoniaco, chiudendo la porta dimensionale.
Legolas guardò Harry, che era in posizione di guardia, come gli aveva insegnato lui, ma purtroppo si era accorto che la sua aura non era paragonabile per potenza alla stessa aura che il ragazzo aveva usato contro Kalat. E l'elfo era sicuro che in quello stato era impossibile per Harry battere un avversario come Sephirot.
Harry era fermo e, per la prima volta non sapeva cosa fare, fino a quel momento aveva usato due stupifendo e, uno di essi non era servito praticamente a nulla contro l'armatura del demone. A quel punto si domandava che cosa fosse meglio fare, se provare a lanciare anche uno stupfium o tentare con il lumineum, anche se lui si rendeva conto che questa volta la sua aura non era potente come lo era stato in altre circostante, e a prova di quello che pensava era la sua bacchetta che fino a quel momento era ancora nera. Non  era attraversata da onde di luce come le altre volte, nè tanto meno si era trasformata come era successo contro il nazcu e contro Kalat. Niente di tutto quello stava accadendo. Non sapeva che cosa fare, il suo cuore confuso gli impediva di emanare la sua aura bianca al massimo del suo potere. E sempre quella confusione gli impediva di attivare il potede della bacchetta della fenice di conseguenza sapeva che non aveva nessuna possibilità di battere Sephirot. Ma la cosa che gli faceva maggiormente male, era la consapevolezza di non poter difendere la donna che amava. Non sapeva che cosa face, lentamente stava cedendo all'angoscia e questo stato d'animo gli stava facendo diminuire il potere della sua aura.
Legolas guardava con attenzione Harry e capiva perfettamente il suo stato d'animo. La consapevolezza di non poter dichiare i sentimenti che provava verso Hermione, gli impediva di usare la sua aura al massimo del suo potere. Inoltre l'elfo si domandava come avrebbero fatto a sconfiggere un avversario forte come Sephirot, perchè l'elfo era consapevole che neanche lui ed Eoden avevano abbastanza potere per batterlo. Non erano stati in grado di batterlo tanti secoli prima, e dubitavano di riuscirsi adesso.
Eoden guardava Harry, e anche lui come Legolas, era consapevole che neanche loro sarebbero riusciti a batterlo. Solo Harry aveva il potere necessario per batterlo, ma purtroppo quel potere non era ancora risbegliato completamente, e l'elfo sapeva che finchè Harry non avesse trovato un giusto equilibrio nel suo cuore, non avrebbe mai risvegliato il suo vero potere.
- Ti faccio una proposta Harry. Tu sai che nessuno di voi riuscirà mai a battermi. Ebbene, lasciami rapire Hermione senza opporre più alcuna resistenza e per questa volta risparmierò la vita di tutti. - Harry si girò per un attimo verso Hermione, che era rimasta sorpresa dall'affermazione del demone. Ma lei si rese conto che solo consegnandosi al nemico avrebbe potuto salvare tutti quanti, soprattutto il ragazzo che amava.
Per un attimo Harry percepì il potere di Seth ridestarsi. Durò solo per un secondo ma fu più che sufficiente per far capire ad Harry il motivo per cui Seth avesse deciso di usare proprio il corpo di Ron. Il dio voleva che Hermione diventasse la sua regina. Solo in quel momento il ragazzo capì perchè Seth avesse scelto proprio Ron. E ora una domanda assillava il ragazzo. Che cosa c'era di tanto potente in Hermione da attirare non solo l'attenzione dei demoni, ma anche quello di Sephirot? Cosa sapevano i demoni che loro non sapevano? E perchè Seth aveva scelto Ron per reincarnarsi? Domande alle quali il ragazzo al momento non poteva rispondere.
Harry era di fronte ad un tormentato dilemma, se si fosse arreso avrebbe salvato tutti quanti ma Hermione sarebbe stata rapita. Se avesse combattuto, con ogni probabilità sarebbe stato sconfitto, e tutti gli altri maghi sarebbero morti ed Hermione sarebbe stata rapita in ogni caso.
Il ragazzo abbassò la testa, quasi ad indicare la sua resa. Così Sephirot si incamminò verso la ragazza, che mai come in quel momento capì come si erano sentiti i genitori di Harry. Se si fosse sacrificata avrebbe salvato tutti quanti. Harry l'aveva difesa tante volte, ma era eviente che ora non era in grado di proteggerla. Era arrivato il momento in cui era lei a proteggere lui. Lo amava troppo per perderlo in un combattimento, nel quale sapeva che il ragazzo non ne sarebbe uscito vincitore. Se si fosse consegnata a Sephirot, avrebbe avuto sempre la speranza che Harry un giorno l'avrebbe salvata. Ma proprio quella consapevolezza le fece venire un dubbio. E se Sephirot, una volta avuta lei, avesse ucciso lo stesso Harry e gli altri maghi? Lei conosceva la storia di Sephirot, grazie alla professoressa Mc Granit. E ora si chiedeva come avrebbe potuto fidarsi della parola di colui che aveva tradito la propria razza, e quasi condannato a morte tutti gli abitanti della terra, solo per soddisfare un proprio desiderio perverso? Non poteva fidarsi della parola di Sephirot. Ma non poteva neanche lasciare che morissero tutti quanti solo per un dubbio. Non aveva scelta. Si sarebbe consegnata e sperava che al meno quella volta, Sephirot mantenesse la sua parola. Avanzò di un passo, sotto lo sguardo di tutti i maghi che si vergognavano di loro stessi. Si stavano arrendendo senza neanche lottare. Ma proprio quando Hermione fece quel passo,  percepì un aura che lei conosceva benissimo, era l'aura di Harry

Harry aveva abbassato la testa, ma quello non era un segno di resa. Tutt'altro. Il ragazzo aveva abbassato la testa per la vergogna che provava. Si stava arrendendo senza lottare. Ma la cosa peggiore era che stava consegnando la donna che amava ad un demone. Come poteva dire di amare Hermione, se ora lui la stava sacrificando per salvare se stesso e gli altri maghi. Chi era lui per decidere di sacrificare qualcun'altro per salvare gli altri. Come poteva definirsi uomo e mago se sacrificava qualcun'altro per salvarsi. Con quale coraggio sarebbe potuto tornare ad Hogwarts, sapendo che tutti quanti avrebbero saputo che colui che li avrebbe dovuti salvare da Voldemort, invece di lottare contro un demone avreva preferito sacrificare la sua migliore amica per salvare la sua vita. Come poteva dire di amare Hermione se poi alla prima vera difficoltà la sacrificava per salvare se stesso. Il ragazzo provava solo disgusto per se stesso, stava sacrificando la ragazza che tanto amava solo perchè non era in grado di lottare. Eppure non capiva perchè si stesse arrendendo proprio in quel momentio. Aveva lottato con coraggio contro i demoni e i mangiamorte per difendere Londra dal loro attacco. Non si era arreso nè contro Runga nè contro Zita nè tanto meno avevo permesse a Silente di sacrificarsi per salvarli dal nazcu. Aveva lottato contro Ron in forma semidivina, e per ultimo aveva sconfitto da solo ben quattro vampiri. E tutto questo lo aveva fatto solo per amore di lei. Sempre nel momento del bisogno l'amore che provava per Hermione aveva risvegliato la sua aura bianca. Ma ora che il suo cuore era confuso, sentiva di avre perso quel potere. Amava Hemione con tutto se stesso, ma la consapevolzza di non poter vivere quell'amore gli aveva provocato una sorta di disagio. E quel disagio gli impediva di usare al massimo la sua aura. Segno inequivocabile che aveva visto giusto era la sua bacchetta che era ancora nera. Ma nonostante tutto non aveva nessuna intenzione di sacrificare Hermione. Avrebbe lottato sapendo che questa volta sarebbe morto. Così alzò la testa, ed emise la sua aura, agguerrito come non mai pronto a dare battaglia.
Sephito era ormai sicuro di aver vinto e di aver raggiunto il suo obiettivo, avere la discendente tutta per se. Ma proprio quando fece il primo passo verso Hermione percepì l'aura di Harry, lo guardò e anche se la sua aura non era potente capi che il ragazzo non si sarebbe arreso senza lottare.
Harry si fece circondare dal suo ultramajor e lanciò il suo stupfium che colpì Sephirot in pieno, ma purtroppo la sua armatura lo aveva difeso ancora una volta, e quando si rialzò Harry vide che l'armatura non aveva neanche un graffio. La corazza aveva resistito al suo colpo più potente, e purtroppo non avrebbe potuto usare il lumineum, in quanto la sua aura non era completamente risvegliata e la bacchetta continuava ad essere nera.
L'elfo si alzò e sul suo viso non c'era più quel sorriso sarcastico di prima, ma solo rabbia in quanto il mago aveva rifiutato la sua offerta. Doveva fargli assolutamente capire che ribellarsi era inutile. Così rapidamente lo colpì alla bocca dello stomaco per poi colpirlo sotto al mento, e infine gli diede un calcio volante che fece sbattere Harry contro un albero e succissivamente cadde a terra tramortito.
- Io rapirò Hermione, stupido ragazzino - gli disse l'elfo ad Harry sollevandolo per la gola e sbattendolo contro l'albero - l'unica cosa che puoi fare e accettare la sconfitta, non hai altra scelta
- Non mi arrenderò mai Sephirot. - gli rispose Harry lanciando un altro stupfium a Sephirot colpendolo in pieno viso, lanciandolo a terra. Il ragazzo cadde a terra in ginocchio, mantendosi la pancia per il colpo subito prima, mentre Sephirot si rialzò ancora una volta, anche se avera una piccola ferita al viso.
Harry era incredulo; neanche colpendolo al viso era riuscito a metterlo in difficoltà, anzi l'esatto opposto, quel colpo aveva reso Sephirot più adirato che mai. Come si permetteva quel ridicolo mago di deturpare il suo viso perfetto. Doveva fargliela pagare a qualsiasi costo.
Il demone corse verso il ragazzo, evitò uno stupifendo che gli aveva lanciato Harry, e lo colpì con un calcio facendolo finire disteso a terra. Il demone aveva estratto la sua spada e stava per colpire Herry che si era rialzato. Ma nel momento in cui aveva alzato la spada per finirlo fu colpito da due stupifendo. Il demone si girò in direzione di coloro che lo avevano attaccato e rimase per un attimo sorpreso nel vedere che erano stati Ginny e Draco.
La piccola Wesley vedendo Harry che stava per morire non aveva resistito ad attaccare Sephirot sapendo che sarebbe stato tutto inutile. Infatti sapeva che se non riusciva a taregli testa Harry era impossibile che sarebbe riuscita lei, ma non poteva permettere che il suo amico morisse senza fare nulla. Aveva già lasciato che Harry combattesse comtro Zita senza fare nulla, non avrebbe permesso che accadesse nuovamente.
Anche Draco non aveva più resistito, aveva visto Harry lottare contro Zita per aiutarlo e ora era arrivato il momento che fosse lui ad aiutare il suo nuovo amico.

Sephirot rinfoderò la spada e si diresse verso Draco e Ginny che lo colpirono ancora con un altro stupifendo, ma il demone continuava ad avanzare verso di loro incurante dei colpi che riceveva merito della sua armatura, e anche della scarsa potenza dei colpi dei ragazzi, in quanto solo da qualche giorno avevano appreso i rudimenti della magia aura.
Sephirot corse verso Draco che gli aveva lanciato un altro stupifendo, ma l'elfo evitò il colpo e colpì il ragazzo con un violento pugno allo stomaco facendolo piegare in due, rapido evitò un altro attacco di Ginny, la sollevò di peso e la lanciò verso Draco, facendo finire i due ragazzi a terra tramortiti.
Spinti dalla determinazione dei due giovani maghi ad aiutare Harry, Lucas e Jean attaccarono Sephirot utilizzando le loro tecniche di combattimento, ma l'elfo evitava abilmente i loro colpi e sua volta contrattaccò colpendo Lucas sotto il mento e Jean con un potente colpo allo stomanco. Determinati a non arrendersi i due ragazzi gli lanciarono contro le loro sfere di acqua e fuoco, ma ancora una volta l'armatura difese l'elfo. Harry non potette non apprezzare la resistenza della corazza di Sephirot, aveva subito numerosi attacchi ma non aveva neppure un graffio. Solo ora il ragazzo si rendeva conto di cosa significasse affrontare un demone con la sua armatura. Un avversario che non aveva punti deboli e che i suoi attacchi erano potenti e precisi. Si domandava se un simile avversario potesse essere battuto, e purtroppo la sua risposta era negativa, almeno non in quel momento.
Lucas era restio ad arrendersi e si mise in posizione per lanciare la sua onda elementare, la sua aura aumentava sempre di più, segno che stava richiamando a se tutto il suo potere. Il ragazzo lanciò la sua onda elementale, ma Sephirot mise una mano davanti a se e la fermò con irrisoria disinvoltura. Ma il demone non si accorse che proprio in quel momento Jean le si era avvicinata alla sua sinistra e lo aveva tempestato con tantissime sfere d'acqua, provocando una nube di polvere. Purtroppo quando questa si dissolse i due ragazzi rimasero sbalorditi, Sephirot era rimasto illeso encora una volta la sua armatura non aveva neanche un graffio. Il demone rapido colpì la ragazza con ul calcio rovesciato sotto al mento facendola finire a terra diversi metri, e in seguito colpì al viso Lucas che non era riuscito a difendersi in quanto privo di forze per aver usato la sua onda.
Proprio quando tutto sembrava finito il demone fu colpito da uno stupeficium. Era stata Hermione, il suo sguardo non lasciava nessun dubbio ad Harry, la ragazza non avrebbe permesso che tutti lottassero e lei non facesse nulla. Non avrebbe mai più permesso che la paura di morire la paralizzasse, come era successo con Zita. Era fermamente intenzionato ad aiutare il ragazzo che amava.
Harry guardò lo sguardo della ragazza e sa da una parte era fiera di lei che stava reagendo, da una parte non poteva  pensare che la ragazza avesse scelto l'avversario sbagliato per dimostrare che non aveva più paura della morte.
- Hermione, cosa pensi di fare con la tua ridicola magia. Non sei stata neanche capace di risvegliare la magia aura e vorresti affrontarmi lo stesso - gli disse Sephirot con un sorriso ironoco stampato sul viso, convinto che ormai nessuno più potesse fermarlo dal rapire la ragazza.
- Non permettero più a nessuno di lottare per difendere me. Se vuoi rapirmi Sephirot dovrai battermi - rispose la ragazza più aggurrita che mai.
Per tutta risposta il demone gli puntò contro la mano e colpì la ragazza solo con l'emissione della sua aura, facendola cadere a terra. Hermione guardava il suo avversario, avrebbe tanto voluto rendergli la vita difficile, ma senza la magia aura per lei era impossibile lottare contro di lui. Se non era riuscito a metterlo in difficoltà Harry come pensava di poterlo mettere in difficoltà lei. Ma nonostante questo la ragazza si rialzò, non voleva arrendersi.
Legolas e Eoden avrebbero tanto voluto intervenire, ma non potevano disobbedire agli ordini del re, che erano quelli di addestrare solamente i ragazzi senza mai intervenire in nessun combattimento, anche se fossero stati attaccati da uno degli dei in persona. Il perchè il loro re non volesse intervenire nella guerra contro i demoni, era ignoto anche a Eoden, e anche se a malincuore doveva obbedire.
Harry aveva assistito a tutto il combattimento e mai avrebbe pensato che Ginny, Draco ed Hermione avrebbero attaccato Sephirot. Da Lucas e Jean se lo aspettava ma da loro no, era rimasto impressionato dalla determinazione dei suoi amici, ed era stata proprio la vista dei loro amici che combattevano che lo aveva spinto a rialzarsi. Non poteva assolutamente permettere che Sephirot facesse del male a loro. Così il ragazzo si rialzò e usò il suo incantesimo Ultravelox su se stesso. Emise la sua aura, e quando Sephirot si girò nella sua direzione non poteva credere ai suoi occhi. Harry era in piedi ed era circondato dalla sua potente aura lucente, e la sua bacchetta aveva cambiato colore era diventata bianca. Ora Sephirot aveva la conferma che Harry era il discendente del suo antico nemico, che aveva affrontato durante la prima guerra avvenuta molti secoli prima.
Harry lanciò a Sephirot il suo lumineum colpendolo in pieno, ma anche questa volta l'armatura del demone lo aveva difeso alla perfezione. Così Harry gli lanciò contro il suo lumosempra che Sephirot evitò con maestria e attaccò Harry con la sua temibile spada, ma il ragazzo, grazie al suo incantesimo status, evitò il colpo, rapido estrasse la spada di Grifondoro e provò a colpire Sephirot che parò il colpo. Fra il mago e il demone iniziò un aspro combattimento fatto di affondi, finte e parate e quando le due spade entravano in contatto si scatenava delle scintille bianche e nere, dovuto dalla scontro dalle auree dei due combattenti. Harry sapeva di essere inferiore al demone, in quanto riusciva a tenergli testa solo grazie al suo incantesimo, ma non sapeva per quanto tempo avrebbe potuto tenergli testa.
Ormai lottavano da quasi dieci minuti, quando Harry cominciò ad accusare la stanchezza del combattimento, complice anche le ferite che aveva riportato all'inizia della battaglia. Harry così fece finta di sbilanciarsi, Sephirot alzò la spada pronto per dargli il colpo di grazia, ma Harry gli puntò contro la bacchetta e riuscì a disarmarlo con il lumineum, e successivamente gli lanciò contro il lumosempra ma Sephirot evitò il colpo, rapido lo colpì alla bocca dello stomaco con un calcio, riprese la sua spada e la puntò alla gola del ragazzo, che era ormai rassegnato alla sconfitta. Sephirot era troppo forte per lui, niente era riuscito a metterlo in difficoltà. Ma la cosa che lo rammaricava di più era che con la sua sconfitta non avrebbe potuto impedire il rapimento di Hermione.
- Sono magnanimo Harry. Ti lascio un giorno per riposare, fra due giorni esatti manderò un mio emissario a rapire Hermione, e non contare sulla barriera perchè non fermerà il mio emissario. Se riuscirai a battelo allora lascerò stare te e tutti quanti tranquilli per un anno, ma se sarai sconfitto il mio emissario ucciderà tutti e rapirà Hermione. - gli disse Sephirot prima di volare via.
Harry si rialzò sostenuto da Draco che lo guardava attentamente. Gli occhi del ragazzo erano come svuotati, la sconfitta contro Sephirot lo aveva privato di quella forza che lo aveva contraddistinto fino a quel momento. Il ragazzo, mentre rientrava nel castello, sempre sostenuto da Draco, guardò ad uno a uno tutti i suoi amici e professori, e anche se nessuno aveva detto niente sapeva di aver deluso tutti. Lui, l'unico combattente che fino a quel momento aveva lottati alla pari contro i demoni, era stato inesorabilmente sconfitto, e con quella mossa finale Sephirot lo aveva anche umiliato. Come poteva pensare di difendere il regno magico, quando non era in grado di difendere la donna che amava. Non aveva altra scelta che lasciare il castello, non se la sentiva di lottare ancora contro i demoni e i mangiamorte, era troppo per lui. Sicuramente avrebbero pensato gli elfi a difendere Hermione, l'avrebbero addestrata e sarebbe stata lei e non lui a battere Voldemort, e con l'aiuto degli elfi avrebbero battuto i demoni, in fondo lei era la più brillante di tutti. Lui, ormai non aveva nessun diritto di rimanere lì, aveva deluso tutti.
Così, in piena notte, quando tutti dormivano, il ragazzo prese la sua scopa, che Hermione gli aveva lasciato nella camera, uscì dal castello e si diresse verso il cancello, fermamente deciso a far perdere ogni traccia di se.
- Allora hai deciso di lasciare, dopo tutte le tue belle parole che mi hai detto? - era stato Draco a parlare facendo voltare Harry che non si aspettava di trovare il serpeverde fuori dal castello.
- Sephirot è troppo forte per me - gli disse Harry guardando Draco
- e credi che lasciando tutti, l'emissario di Sephirot non la rapirà - gli disse Draco prendendolo per maglietta
- Ci penseranno gli elfi a salvarla, io ho deluso tutti. - ribbattè Harry con un fil di voce
- Non hai nessuna intenzione di ripensarci? - chiese Draco lasciando Harry. Non lo aveva mai visto in quelle condizioni.E sicuramente non sarebbe riuscito a convincere Harry a non partire.
- No Draco. Se non sono in grado di difenderla è inutile che resti qui - gli disse Harry voltandogli le spalle e camminando verso il cancello che era a pochi passi da lui.
- E come credi che possiamo difenderla noi se neanche tu sei riuscito a tenere testa a Sephirot? - chiese Draco. Harry si aspettava quella domanda e proprio non sapeva che cosa rispondere, visto che l'unica risposta possibile lo disgustava. Infatti l'unica soluzione era che Hermione si facesse rapire senza opporre resistenza salvando la vita a tutti.
Il ragazzo non rispose e continuò a camminare verso il cancello, lo oltrepassò e si smaterializzo per una destinazione che nessuno conosceva.
Hermione guardò tutto dalla finestra e calde lacrime rigavano il viso. Il suo grande amore l'aveva abbandonata e proprio non sapeva se lo avrebbe rivisto ancora.



















 

 

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Capitolo 21
*** il trionfo dei sentimenti ***


                                                                                   capitolo 21

                                       Il trionfo dei sentimenti

Non appena Harry si smaterializzò, Hermione si buttò sul letto piangendo come non aveva mai fatto prima. Non poteva credere che Harry l'avesse abbandonata, eppure quegli occhi carichi di tristezza, che aveva visto alla fine della battaglia contro Sephirot, non lasciava adito a nessun dubbio. Harry l'aveva abbandonata e non sapeva se sarebbe tornato oppure no.
Il mattino successivo Silente apprese la terribile notizia, anche se in parte se lo aspettava, ma ora arrivava la parte più difficile, il giorno dopo sarebbe arrivato l'emissario inviato da Sephirot e nessuno sapeva chi fosse.
Eoden e Legolas si guardarono per un attimo negli occhi quando non videro Harry, e capirono entrambi che Harry doveva affrontare la più difficile delle battaglie, quella contro se stesso.
Tutti nella sala sembravano dispiaciuti per quello che aveva fatto Harry, solo a Ron sembrava non importagli nulla, anzi non potette fare a meno di pensare che senza Harry tra i piedi Hermione sarebbe stata finalmente sua. La guardò per un attimo e vide la disperazione nei suoi occhi. Per un attimo l'ira che provò verso Harry fece risvegliare il potere di Seth, e il dio voleva una sola cosa. Che Harry morisse per mano di Hermione grazie alla pozione legata, ma questa era una cosa che Ron non sapeva in quanto nessuno aveva avuto il coraggio di dirgli la verità. Anche perchè Harry aveva pensato che sapere la verità poteva essere controproducente, in quanto Ron avrebbe potuto pensare che era solo un vile trucco per tenere lontana Hermione da lui, e la rabbia che Ron avrebbe potuto provare avrebbe alimentato Seth.
- Che cosa facciamo riguardo a domani - chiese il padre di Hermione che ovviamente era preoccupato per la figlia. Non lo aveva detto a nessuno, ma avrebbe combattutto lui contro l'emissario il giorno seguente, se fosse stato il caso, sapendo benissimo di non essere all'altezza di lottare alla pari con delle creature così forti. Ma lui era il padre di Hermione e di conseguenza avrebbe fatto qualsiasi cosa per difendere la figlia.
- Io e Jean abbiamo intenzione di lottare a qualsiasi costo - era stato Lucas a parlare e del resto i due elfi non si aspettavano niente di meno dai loro allievi.
- Non posso permetterlo - obiettò Hermione con un fil di voce. Ancora non poteva credere che Harry era scappato di fronte alle sue responsabilità. Eppure qualcosa le diceva che diceva che l'Harry che conosceva non sarebbe mai fuggito lasciandola in pericolo. Sicuramente qualcosa lo turbava, sperava solamente di rivederlo il prima possibile. Ormai aveva capito che non poteva vivere senza di lui.
- Hermione noi ti difenderemo a qualsiasi costo che tu lo voglia o no. - questa volta era stata Jeanne a parlare. La maghetta capì che i due ragazzi facevano sul serio
- Perchè volete lottare per me? - chiese Hermione che non si aspettava che i due ragazzi fossero così determinati
- Lo dobbiamo ad Harry. Eravamo venuti qui convinti di poter vincere facilmente la guerra contro i demoni, visto che eravamo stati addestrati dagli elfi. Ma ieri Sephirot ci ha impartito una dura lezione, ed eravamo pietrificati dalla sua dimostrazione di forza. Solo Harry ha avuto il coraggio di continuare a lottare. Quando Sephirot ha dato l'ultimatum ad Harry ci siamo sentiti impotenti di dirgli qualsiasi cosa, perchè avevamo capito che non basta la forza per vincere un combattimento. Purtroppo Harry deve aver interpretato male il nostro silenzio. Deve aver creduto che tutti noi lo ritenessimo responsabile per la sconfitta contro Sephirot  - questa volta era stato Lucas a parlare
- Ma perchè Harry deve aver pensato che lo ritenessimo responsabile per la sconfitta contro Sephirot?- chiese Hermione che non capiva come il suo amico avesse pensato una cosa simile
- E' semplice Hermione. Harry, fino a ieri, aveva sempre dimostrato di poter lottare e vincere contro i demoni, ma la sconfitta contro Sephirot, e il fatto che nessuno di voi gli ha detto niente, gli ha fatto credere tutto. E' proprio perchè, noi tutti lo abbiamo eletto come leader della guerra contro Voldemort, e contro i demoni, che si è sentito maggiormente responsabile per la sconfitta di ieri. - spiegò Legolas
- E cosa possiamo fare per fargli capire che non lo riteniamo responsabile per quello che è successo ieri? - chiese questa volta Ginny. Hermione la guardò e una punta di gelosia si impadronì di lei. Da una parte era contenta che Harry fosse via perchè era sicura che non avrebbe sopportato una storia d'amore tra lui e Ginny. Mentre ora che era via lei non poteva averlo più, ma era chiaro che con quella domanda Ginny stesse pensando come fare a riprenderselo. Purtroppo Hermione non sapeva che non poteva essere più lontana dalla verità. Ginny voleva indietro Harry perchè si era resa conto che lui era l'unico che potesse difenderla, visto che Ron, finchè fosse stato posseduto da Seth, non avrebbe mosso un dito per aiutarla, cosa che era successa anche il giorno prima. Tutti avevano provato a lottare contro Sephirot eccetto lui, e lei aveva capito che Ron non avrebbe mai lottato, finchè Seth era nel suo corpo.
- Niente - questa volta era stato Legolas a parlare - Harry ora sta affrontando una dura battaglia contro se stesso, e deve affrontarla da solo. Noi possiamo solo sperare che faccia la scelta giusta per se stesso.
- Riguardo al ministro che cosa facciamo, lo avvisiamo che Harry è scappato. o per il momento non divulghiamo la notizia? - era stata la Mc Granitt a porre la domanda
- Credo che per il momento sia meglio non dire niente, anche perchè Amelia non potrebbe mettere gli auror alla ricerca di Harry, visto quello che sta succedendo nel regno magico - rispose Silente
Terminata la riunione Hermione uscì dal castello, assieme a tutti i ragazzi per continuare l'addestramento. Purtroppo lo stato d'animo della ragazza non le permetteva di concentrarsi molto su quello che faceva. Anche Lucas e Jean si addestravano con i loro maestri, ma entrambi non potevano fare a meno di pensare con quanta facilità Sephirot li avesse vinti, neanche l'onda elementare era servita a qualcosa contro di lui. Era inutile negarlo. avevano sottovaluto la responsabilità che gli era stata affidata. Non l'avevano detto a nessuno ma gli elfi li volevano ad Hogwarts soprattutto per aiutare i maghi a lottare contro i demoni, ma dopo quello che era successo il giorno prima. cominciavano ad avere dei dubbi sulle loro capacità.

Harry era arrivato a Godric Hollow, la città dei suoi genitori. Non sapeva perchè ma quando si era smaterializzato aveva pensato di andare lì. Non appena arrivato affrontò qualche mangiamorte, che riusscì a battere senza troppi problemi. La mattina però una domanda lo assilava. Visto che alcuni mangiamorte erano riusciti a scappare, come mai la cittadina non era stata invasa dall'esercito di Voldemort. E perchè lui non era venuto ancora per ucciderlo? Due domande che almeno per il momento non avevano risposta, o forse in realtà la spiegazione poteva essere, che Voldemort era impegnato in qualcosa di ancora più importante che non andare da lui. E se era come pensava, si domandava cosa fosse la cosa che lo tenesse così impegnato, da impedire di andare lì ed ucciderlo, perchè Harry era sicuro che non sarebbe riuscito a batterlo. Altro che profezia, l'unica cosa che poteva fare era darsi alla clandestinità. Chissà che cosa gli era passato per la testa, affrontare e battere i demoni, quando senza l'aiuto della sua amata Hermione sarebbe morto al primo anno di Hogwarts.
Harry era riuscito a trovare una piccola casa disabitata per riposare la notte, per precauzione si era applicato un  incantesimo di amplificazione uditiva per evitare di essere colto di sorpresa, ma nulla era successo durante la notte.
La mattina successiva il ragazzo si rese conto di quanto fosse stato impulsivo, aveva lasciato il castello di Silente senza pensare di portare qualcosa con se, eccetto la scopa che gli aveva regalato Sirius durante il terzo anno scolastico. Ricordava ancora quando aveva litigato con Hermione proprio per via della scopa, ma solo ora si rendeva conto che la ragazza desiderava solo proteggerlo, esattamente come aveva fatto in quel momento, almeno finchè Sephirot non lo aveva messo di fronte alla sua incapacità. Harry aveva fatto un giro esplorativo della casa e guardando nell'armadio trovò un mantello con il cappuccio, non sarebbe servito a molto ma comunque lo avrebbe reso meno riconoscibile. Si mise il mantello ed uscì dalla casa,  per il momento quello sarebbe stato il suo nascondiglio segreto, almeno finchè non lo avrebbero rintracciato, in quel caso si sarebbe smaterializzato in un altra città. Almeno gli allenamenti che aveva fatto in quei giorni erano serviti a qualcosa, infatti anche se fosse stato rintracciato dai mangiamorte, era abbastanza sicuro di poterli bettere senza troppe difficoltà, esattamente com'era successo la notte precedente.
Quando Harry uscì dalla casa, girovagando per il paesino non potette fare a meno di notare una sorta di rassegnazione nel viso delle persone. Comprò una copia della gazzetta del profeta e notò che non c'era scritto nulla riguardo alla sua scomparsa. Evidentemente Silente sperava ancora in un suo ritorno, ma si sbagliava almeno quella volta. Non sarebbe tornato indietro. Li aveva delusi tutti e non aveva nessun diritto di stare lì, tanto meno ad Hogwarts.
Entrò in un piccolo locale e si sedette ad un tavolo situato alla fine del negozio. Ordinò una bevanda e lentamente cominciò a sorseggiarla. Ben presto il ragazzo cominciò ad esaminare i vari tavoli, per vedere se c'era qualche mangiamorte che avrebbe potuto riconoscerlo ma non vide nessuno. Stava cominciando a rilassarsi quando dall'altra parte del locale notò due persone vestite nel suo stesso modo. Cercò di percepire la loro aura per capire chi fossero se amici o nemici, ma stranamente non percepiva nulla da loro. Sembravano quasi due babbani, eppure Harry non era del tutto convinto. Lui si trovava in un paesino magico e quindi era improbabile che i babbani potessero essere entrati lì. Inoltre se fossero stati dei semplici essere umani come minimo si sarebbero stupiti nel vedere che la maggior parte dei clienti usava la magia.
- Vuoi qualche altra cosa? - domandò una cameriera sulla quarantina piuttosto grassoccia, la quale indossava un lungo vestito e un grembiule con la scritto Ronzo, che era il nome del lecola.
- Un altro succo di zucca e un panino per piacere - rispose Harry non distogliendo lo sguardo dalla strana coppia che erano seduti vicino e ogni tanto parlavano tra di loro. Ma il baccano del locale e il loro modo di fare rendeva impossibile capire che cosa dicessero, anche se il maghetto ebbe l'impressione che di tanto in tanto uno degli incappucciati lo guardasse.
La cameriera dopo qualche minuto gli portò l'ordinazione e lentamente il ragazzo cominciò a sorseggiare il succo di frutta e mangiare di gusto il suo panino, visto che non aveva mangiato niente dal pomeriggio prima. Così ne ordinò un altro e lentamente mangiò anche quello senza mai perdere d'occhio le due misteriose figure, e aveva la netta sensazione che anche loro facessero lo stesso.
Fu all'improvviso che Harry percepì le auree di cinque mangiamorte che dopo qualche secondo entrarono nel locale. Istintivamente Harry si aggiustò il cappuccio, si alzò dal tavolo e stava uscendo dal locale, quandì all'improvviso la cameriera che lo aveva servito urlò. Il ragazzo si girò e vide che una dei mangiamorte la stava torturando con il crucio, sotto lo sguardo dei presenti che non osavano intervenire. Ad Harry non sembrava che la stessero torturando per carpire informazioni, ma probabilmente solo per pura spacconaggine. Del resto Piton lo aveva avvisato, che molti mangiamorte erano dei violenti senza nessun ideale, seguivano Voldemort solo perchè lui gli permetteva di scatenare la loro follia di torturare.
Harry si girò in direzione della porta pronto ad uscire dal locale, quando dopo qualche secondo sentì ancora il grido della donna. Avrebbe voluto tanto fermarli ma se lo avesse fatto, era probabile che lo stesso Voldemort sarebbe intervenuto. e lui non voleva scatenare una battaglia proprio nel paesino dove i suoi genitori avevano dato la vita per lui. E poi era sicuro che sarebbe stato sconfitto, non poteva lottare contro Voldemort con quella confusione che regnava nel suo cuore. Da una parte Harry voleva dimenticare Hermione, ma in quel caso non avrebbe mai potuto risvegliare la sua aura, che dipendeva dall'amore verso la ragazza. Ma dall'altre parte Harry si rendeva conto che non poteva continuare a vivere con la donna che amava, non ora che era fidanzata con il suo miglior amico. Questa  situazione gli impediva di risvegliare la sua aura completamente
, esattamente com'era successo con Sephirot, perchè lui sapeva che se anche  alla fine la sua bachetta era diventata bianca, la potenza della sua aura non era la stessa che aveva usato contro Kalat e gli altri vampriti.
Il mangiamorte si fermò ancora una volta, lasciando che la donna si rilassasse per qualche secondo, ma subito la colpì con il suo crucio. Un bambino piccolo cercò di fermare il mangiamorte, che gli diede un calcio, che lo fece finire a terra.
Nella mente di Harry apparve l'immagine dei genitori di Neville all'ospedale di San Mungo, si ricordò di quando incontrò l'amico che raccontò ad Hermione a Ron la storia dei suoi genitori, torturati da Bellatrix Lestrange, per carpire delle informazioni. Harry quando vide il mangiamorte colpire il ragazzino non resistette più. Rapidò estrasse la bacchetta disarmò il mangiamorte che stava torturando la cameriera e poi usò l'incarceramus impregionandolo.
Harry corse fuori dal locale seguito dai quattro mangiamorte. Ma quando questi uscirono non lo trovarono più. In preda alla rabbia volevano distruggere tutto, ma Harry si materializzò dietro di loro e ne schiantò due, usò l'ultrovelox per vitare gli incantesimi degli altri due e poi ne colpì uno sotto il mento facendolo finire a terra e poi con un calcio volante colpì l'altro mangiamorte.
Dopo qualche secondo che Harry battuto i mangiamorte, arrivarono gli auror che chiesero alle persone della taverna che cosa fosse successo. La ragazza che era stata torturata spiegò tutto nei minimi dettagli, purtroppo non riuscì a fornire una descrizione del suo salvatore, in quanto questi portava un lungo mantello che lo ricopriva interamente, e non era riuscito a vederlo in faccia neanche quando gli aveva servito l'ordinazione. E quando era uscita fuori, insieme alle altre persone della taverna, il suo salvatore era già sparito.
Nel frattempo gli altri due incappucciati, lentamente si guardarono per un istante e lentamente si dileguarono nello stesso vicolo in cui era sparito Harry.
Avanzarono per qualche centinaio di metri camminando piano, per poi fermarsi all'improvviso.
- Il nostro amico è scomparso - disse il primo incapucciato con voce femminile
- Già - rispose il secondo incappucciato con voce maschile
- Si sarà smaterializzato? - domandò il primo incappucciato
- Non credo, altrimenti potremmo ancora percepirlo, è più probabile che si sia nascosto in qualche vicolo, ormai sarà ritornato al suo nascondiglio.
- E noi cosa facciamo? - chiese la ragazza
- Non credo che ritorni alla taverna, non possiamo fare altro che tenere gli occhi aperti. - rispose il secondo incappucciato

Nel frattempo Harry era ritornato alla sua casa. Si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi. Nella sua mente gli apparve il viso di Hermione, ricordò tutti i momenti passati assieme dal primo anno, fino al giorno prima. Non riusciva a dimenticarla ed era inutile che ci provasse, la amava ma al tempo stesso non voleva vederla tra le braccia di Ron. Vederli assieme gli faceva troppo male, per quanto  avesse provato non riusciva a sopportare di vederli felici. Ed era proprio l'idea di saperli felici che gli impediva di scatenare tutta la potenza della sua aura. Come poteva amare Hermione e allo stesso tempo ignorarla. Era impossibil. Per quanto avesse provato a farlo durante l'addestramento non era riuscito ad emanare la stessa aura che aveva usato contro Kalat.

Nel frattempo al castello di Silente i vari maghi continuavano l'addestramento e soprattutto Hermione cercava di impegnarsi al massimo per apprendere la magia aura, ma sapeva anche lei che, almeno per il momento, le era impossibile. Il suo addestramento era cominciato solo da qualche giorno e per apprenderla alla perfezione ci sarebbero voluti ancora molti altri giorni. Giorni che purtroppo non avevano.
- Chissà chi manderà Sephirot domani? - domandò Lucas a Jean che stavano rientrando al castello dopo aver finito l'addestramento mattutino.
- Ci stavo pensando anche io e credo che potrebbe essere un foren - rispose Jean
- Che cos'è un foren - chiese Draco che non ne aveva mai sentito parlare. Infatti anche gli altri ragazzi avevano finito l'addestramento e stavano tornando al castello.
- Una specia di lupo mannaro che vive su una delle montagne dell'Africa. - rispose Legolas
- Quindi attaccherà di notte - ribattè Draco
- Non necessariamente - rispose questa volta Eoden - Un foren non ha bisogno della luna piena per trasformarsi. E' una razza molto più potente dei lupi mannari, forti fisicamente e resistenti alla magia, e sono anche seguaci di Sephirot. Credo proprio che sarà un foren ad attaccare domani.
- Qual'è il suo aspetto - chiese Ginny
- Simile ad un elfo, solo con la pelle più scura, un po' più alti di noi. Ma sono terribilmente forti, qualche volta siamo entrati in guerra con loro e non nascondo che batterli non è stato per niente facile - spiegò Eoden
- In ogni caso io e Jean lotteremo contro chiunque venga domani. - disse Lucas con sguardo determinato. La sconfitta contro Sephirot gli bruciava ancora. Aveva appreso l'onda elementale con grande sforzo e Sephirot aveva fermato il suo colpo più potente con una mano. Aveva tentato il tutto per tutto per provare a batterlo, per cercare di essere d'aiuto ad Harry. E invece non c'era stato nulla da fare.  Sperava solamente che l'amico capisse che il loro mutismo non era dovuto al fatto che lo ritenessero responsabile per la sconfitta, ma anzi era l'esatto contrario. Si vergognavano profondamente per come si erano comportati. Harry aveva tentato fino alla fine di lottare, mentre loro si erano arresi nell'istante in cui Sephirot aveva dimostrato la sua forza. Avevano ancora molto da imparare, soprattutto la forza di volontà di non arrendersi mai alle difficoltà. Stesso pensiero avevano anche gli altri ragazzi e tutti in cuor loro speravano che Harry ritornasse. Soprattutto Hermione.
L'addestramento continuò anche il pomeriggio ma i risultati non furnono incoraggianti. La situazione in cui si trovavano impediva a tutti i ragazzi di concentrarsi. Sapere che il giorno dopo sarebbero stati battuti ed Hermione rapita sotto i loro occhi non li faceva star bene. Oltretutto Sephirot con quella mossa di aspettare due giorni li stava logorando psicologicamente e forse era proprio questo quello che voleva il demone. Umiliarli e far rendere conto a loro che per quanto si fossero addestrati non avrebbero mai vinto.

Ormai era calata la sera ed Harry decise che poteva uscire e recarsi in qualche altro locale sperando che la voce che un mago con il mantello avesse battutto cinque mangiamorte, non si fosse già diffusa. Cssì  decise che per evitare di far correre pericoli alle persone si sarebbe recato in qualche locale più privato. Il ragazzo  lasciò la strada principale per entrare in una stradina secondaria dove stava per entrare in un altro locale. Ma all'improvviso sentì l'urlo di una bambina. Tornò sui suoi passì e vide che un demone  aveva colpito con un calcio una donna, che doveva essere la madre della bambina che aveva urlato. Harry guardò il demone e lo riconobbe. Era lo stesso demone che aveva seguito Hermione nella sua città prima che si trasferissero al castello di Silente.
Harry era indeciso sul da farsi. Intervenire avrebbe significato far capire ai demoni che lui non era più difeso nel castello di Silente e di conseguenza l'intera città sarebbe stata assalita dai demoni. D'altronde non poteva neanche permettere che la donna venisse uccisa sotto gli occhi della figlia. Non poteva permettere che la ragazzina avesse la sua stessa vita. E inoltre sapeva che se avesse assistito alla morte della donna senza fare nulla la sua coscienza lo avrebbe perseguitato fino alla morte. Non era nella sua indole, stare lì a guardare un demone che uccideva senza fare nulla.
Avrebbe lottato e questa volta non sarebbe scappato. Perchè lui sapeva, che il giorno precedente, aveva lasciato il castello perchè non avrebbe potuto sopportare l'idea che Hermione fosse stata rapita davanti a lui, senza possibilità di impedirlo. Ma ormai non poteva tornare indietro, non avrebbe mai avuto il coraggio di guardare in faccia i suoi amici dopo essere scappato di fronte alle sue responsabilità, perchè lo diceva il cuore che non poteva evitare di lottare. Non avrebbe mai permesso che tragedie come la sua capitasse a qualche altro giovane mago o strega se lui aveva il potere di impedirlo.
Così il mago usò l'ultravelox e attaccò il demone con un pugno facendolo finire a terra. Harry aveva intenzione di lottare senza magia. Aveva pensato che se il demone fosse stato sconfitto senza usare la magia allora nessuno avrebbe capito che era lui ad aver lottato. Sperava solamente di essere abbastanza forte, da poterlo battere solo con le tecniche di combattimento che gli avevano insegnato Lucas e Legolas.
Il demone si rialzò e cercò di colpire Harry che evitò il colpo e a sua volta lo colpì con un calcio volante, che grazie all'ultravelox ebbe una maggiore potenza. Il demone ancora una volta si rialzò e lanciò le sue sfere oscure, ma Harry, grazie alla capacità di percerepire la magia e alla velocità dell'ultravelox, evitò le sfere oscure. Rapido estrasse il pugnale che gli aveva dato Eoden e colpì il demone al cuore, trasformandosi poco dopo in polvere che venne dispersa da una folata di vento. Harry così com'era apparso, scomparve senza dare la possibilità alla donna di ringraziarlo.
Harry, dopo essersi allontanato dal luogo in cui aveva combattuto, era entrato in un vicoletto, ma dopo qualche metro la strada gli fu sbarrata dai due incappucciati che aveva visto il pomeriggio, e che era riuscito a seminarli nascondendosi in uno dei vicoli. Il mago usò l'ascendio per arrivare su uno dei tetti, ma con suo stupore i due incappuciati gli erano dietro. Così il mago cominciò a correre saltando per i vari tetti, ma i due incappuciati lo seguivano sentra troppi problemi. Era quasi sicuro che gli incappucciati non erano mangiamorte altimenti avrebbero cercato come minimo di schiantarlo, invece sembravano che i due individui si limitteso a seguirlo.
Harry aveva anche pensato di smateriallizzars,i ma scartò subito quell'ipotesi in quanto, se i suoi inseguitori fossero stati demoni, lo avrebbero rintracciato dopo qualche secondo. La cosa che lo incuriosiva di più, era che i suoi inseguitori non facessero nessuna fatica a stargli dietro, nonostante lui stesse usando l'ultravelox. Ormai Harry aveva capito che non poteva seminarli, così decise che li avrebbe affrontati. Rapido si girò e lanciò una bombarda sul tetto creando una nuvola di polvere, estrasse il pugnale e partì all'attaccò con l'intenzione solo di ferire, in modo da poter scappare via. Così mirò al braccio dell'incappuciato che era di fronte a lui alla sua destra. Ma l'incappucciatò evitò il colpo abbassandosi, afferrò il bracciò del ragazzo con l'intenzione di disarmarlo. Ma Harry lo colpì allo stomaco con un violento pugno che costrinse l'incappucciato a mollare la presa. Harry lo attaccò con uno stupeficium, ma l'incappucciato evitò il colpo e con delle abili capriole all'indietro si distanziò da Harry. Il mago si rese conto che il suo avversario non solo era agile ma anche molto forte. L'incappucciato estrasse una spada che aveva al suo fianco sinistro, corse verso Harry con l'intenzione di attaccarlo. Ma Harry a sua volta estrasse la spada di Grifondoro e stava quasi per parare il colpo quando cambiò idea all'ultimo momento, si spostò rapido alla sua destra evitando l'affondo dell'avversario. Aveva già visto durante il combattimento contro Sephirot,  quale potenza scatenasse lo scontro fra due spade magiche, e lui non aveva nessuna intenzione di scatenare quella potenza lì.
 Si girò e lanciò uno stupeficium ma l'incappiucciato parò  la magia con la sua spada senza troppi problemi, facendo stupire Harry che non credeva  esistesse una spada capace di bloccare gli incantesimi com'era successo durante lo scontro con Seth in sembianze semidivine.

- Combatti bene Harry - gli disse l'incappucciato rinfoderando la sua spada. Ancora prima che il misterioso combattente si togliesse il cappuccio Harry sapeva chi era. Infatti aveva riconosciuto la voce e non poteva credere che i due misteriosi incappucciati fossero in realtà Avion e Star, due ragazzi conosciuti durante l'estate tra il quarto e il quinto anno, nel periodo in cui di tanto in tanto Hermione lo veniva a trovare.
Avion aveva dei capelli lisci che gli arrivavano al collo, occhi celesti e un sorriso che mostrava una certa sicurezza dei propri mezzi. Indossava un pantalone nero e una maglietta bianca a giromaniche che metteva in risalto tutto il suo fisico da combattente.
Star invece aveva lunghi capelli castani che le arrivavano al collo, occhi marroni quasi tendenti al dorato e anche lei aveva un sorriso che dimostrava un estrema sicurezza di se stessa. La ragazza indossava una gonna nera che le arrivava al ginocchio e una camicetta bianca con le maniche piegate al gomito.
- Che cosa fate  qui - chiese Harry stupito di trovare i suoi amici proprio a Godric Hollow
- Non ti stavamo seguendo Harry - rispose Star - anzi non sapevamo neanche che avessi abbandonato il castello di Silente
- E voi come facevate a sapere che ero al castello di Silente? - chiese Harry mettendosi guardingo, teoricamente nessuno sapeva che era lì, e non si spiegava come mai i due ragazzi lo sapessero
- Eoden ci ha informato che eri al castello con Lucas e Jean - rispose Avion
- E come mai conoscete Eoden? - chiese Harry conoscendo in parte la risposta
- Credo che tu in qualche modo ormai abbia capito che io e Avion siamo mezzi elfi - rispose Star - ma ti assicuro che siamo qui per puro caso, Eoden non ci ha detto nulla riguardo al fatto che avevi abbandonato il castello. Ma perchè lo hai fatto?
Harry si fidava di Avion e Star, in fondo aveva passato molti giorni con loro e aveva imparato a conoscerli, e non era affatto sorpreso di vedere che si tenevano per mano. Fin dal primo momento aveva capito che Avion amava Star e che era corrispoto. Un po' li invidiava, erano una coppia perfetta, come avrebbe voluto avere anche solo la metà del coraggio di Avion e dichiarare i suoi sentimenti a Hermione, prima che si fosse messa con Ron. Ma ormai era troppo tardi, non poteva tornare indietro e in quella condizione lui era sicuro che non avrebbe mai potuto difendere Hermione usando la sua aura incompleta, proprio come aveva dimostrato il combattimento contro Sephirot.
Harry decise che era arrivato il momento di condividere con qualcuno le sue paure e le sue emozioni, e in quel momento non c'era nessuno meglio di loro che potevano aiutarlo a capire che cosa fare, perchè lui in cuor suo sapeva che voleva tornare al castello e provare a difendere Hermione dall'attacco dell'emissario di Sephirot. Ma per farlo doveva assolutamente trovare un modo per emanare la sua aura.
Così il ragazzo portò i suoi amici nel suo rifugio. Una volta entrati Star salì sul tetto, alzò entrambi le mani in aria, e creò una barriera di energia che avvolse la casa. Avion la guardava con aria soddisfatta mentre Harry era stupito da quello che la ragazza aveva fatto. infatti aveva capito che quella barriera per impenetrabilità poteva essere paragonata quasi alla barriera della casa di Silente.
- Come sei riuscita a fare una simile barriera - chiese Harry che non si aspettava che il potere di Star potesse essere così differente da quello di Lucas e Jean. Star guardò per un attimo Avion per capire se poteva dirgli la verità, e Avion con un piccolo cenno di assenso le fece capire che si fidava di Harry e che con lui il loro segreto sarebbe stato al sicuro.
- Le persone come me, Avion e altri elfi vengono definiti guardiani. Abbiamo il compito di difendere la terra da attacchi di altre entità che la vogliono assoggettare per i propri malvagi scopi. - spiegò Star scendendo le scale seguita da Harry e Avion, recandosi in cucina per preparare qualcosa da mangiare.
- Quindi anche durante l'ultima guerra contro Ninga c'era almeno un guardiano? - chiese Harry intuendo almeno in parte la risposta
- Lyam Hagwarts era un guardiano e prese parte alla guerra contro Ninga - questa volta era stato Avion a rispondere
- Ovviamente Lyam aveva anche la tua stessa aura bianca perchè lottava per difendere tutti coloro che non potevano difendersi dagli attacchi dei demoni - era stata nuovamente Star a prendere la parola. Sentendo quelle parole Harry capì di essere stato egoista. Aveva lasciato il castello non pensando minimamente che senza di lui nessun mago poteva lottare alla pari contro i mangiamorte e i demoni. Fino a quel momento lui era stato l'unico ad avere le capacità per lottare alla pari.
- Lotterete anche voi contro i demoni - chiese Harry sperando che i due amici potessero riuscire dove lui aveva fallito, ovvero difendere Hermione e battere Ninga.
- Lotteremo quando i demoni attaccheranno in massa, ma neanche noi abbiamo le capacità di battere Ninga e le signore degli elementi - gli disse Avion smontando sul nascere l'entusiasmo di Harry
- E' vero che siamo guardiani ma non abbiamo l'aura bianca e quindi non abbiamo abbastanza potere da opporre contro le signore degli elemento e contro i dei del male. Mi dispiace Harry ma al momento tu sei l'unico ad avere l'aura bianca e di conseguenza tu sei l'unico a poterti opporre a loro, e questo ci riporta alla domanda che ti avevo fatto. Perchè hai lasciato il castello di Silente - chiese nuovamente Star.
Harry raccontò ai ragazzi la sua storia, da quando aveva incontrato Hermione nella sua città, all'ultima battaglia contro Sephirot. Non emise nulla e il racconto durò molto e nessuno dei ragazzi lo interruppe, nemmeno una volta. Finito di raccontare, Harry si sentiva meglio. Finalmente aveva condiviso con qualcuno le sue paure ma ora arrivava la parte più difficile, e in cuor suo sperava che uno dei due ragazzi sapesse come emanare l'aura bianca senza rivelare i suoi sentimenti ad Hermione
- Harry, tu ti stai concentrando sul non dichiarare i tuoi sentimenti ad Hermione, e sei convinto che la tua aura bianca dipenda solo da quello. Invece non è così - gli disse Star soprendendo per un attimo il ragazzo
- Ma allora da cosa dipende la mia aura bianca, e perchè quando ho difeso Hermione contro Kalat, la mia aura si è risvegliata in tutta la sua potenza? - chiese Harry alla ragazza
- La tua aura dipende dalla capacità di amare e di sacrificarsi. Eri pronto a dare la tua vita contro il nazcu per salvare Silente, e hai lottato fino allo spasimo contro Runga per difendere i cittadini di Londra. Questo sta ad indicare che quando sei pronto a dare la tua vita per qualcun altro, la tua aura si risveglia. Ma solo quando lotti per amore la tua aura si espande al massimo del suo potere. Nel tuo combattimento contro Sephirot ovviamente il tuo cuore era confuso non solo dal fatto che soffri a vedere Hermione con Ron, ma anche perchè Sephirot ti era superiore e anche se volevi combattere, sapevi che il tuo sacrificio sarebbe stato vano. Anche se alla fine, anche se non al massimo, hai risvegliato la tua aura quando hai visto i tuoi amici in pericolo.
- E cosa dovrei fare? - chiese Harry che arrivato a quel punto non riusciva a capire come fare ad emanare la sua aura e al tempo stesso a non amare Hermione
- Harry tu eri consapevole che prima o poi Ron ed Hermione si sarebbero messi assieme, ora sta a te scegliere. Ma una cosa è sicura se non è oggi, i demoni prima o poi ti troveranno e ti elimineranno. Puoi scappare ma non ti sarà sufficiente. E poi Harry sei davvero sicuro che questo è quello che vuoi? - chiese Avion che cercava di far capire ad Harry che anche se la situazione era disperata c'era ancora una via di uscita.
- Pensaci Harry, in fondo questa sera, e ieri, hai lottato lo stesso contro i mangiamorte e i demoni pur sapendo che così avrebbero saputo dove fossi. Ascolta il tuo cuore e poi decidi quello che effettivamente vuoi. - gli disse Avion prendendo per mano Star, ed entrambi i ragazzi uscirono dalla cucina per recarsi nella propria camera per passare la notte.
Harry, invece sapeva che quella notte non sarebbe riuscito a dormire, così prese il mantello e si recò sul tetto dove vide che la casa era ancora circondata dalla barriera di Star.
Non sapeva che cosa fare, avrebbe tanto voluto tornare al castello e lottare contro l'emissario di Sephirot. Però se fosse stato sconfitto, Hermione sarebbe stata rapita sotto i suoi occhi, e questo lo avrebbe distrutto. Però, anche stare lì lo stava logorando, perchè lui sapeva che nessuno nel castello avrebbe potuto difendere Hermione dall'emissario di Sephirot. Perchè era immaginabile che Sephirot avrebbe mandato un avversario, che sicuramente sarebbe stato fuori dalla portata dei suoi amici, e forse anche dalla sua. Però lui, al contrario dei suoi amici, una possibilità l'aveva. Ricordava ancora il combattimento contro i vampiri. Nessuno credeva che sarebbe riuscito nell'impresa di batterli, e così sembrava finchè alla fine della battaglia non aveva risvegliato la sua aura. E ora che pensava, nonostante sapesse che Hermione era la ragazza di Ron, era riuscito comunque a rievegliare la sua aura, e questo perchè sapeva che nessuno avrebbe difeso Hermione da Kalat. Questa consapevolezza, quell'amore proibito, quella voglia di difendere coloro che non potevano difendersi, questi sentimenti avevano fatto in modo che, nonostante il suo cuore ferito, riuscisse a risvegliare la sua aura. E poi Star aveva ragione, lui doveva stare in clandestinità eppure quando aveva visto i mangiamorte torturare quella donna non aveva resistito e l'aveva difesa, perchè sapeva che nel pub nessuno lo avrebbe fatto. E stessa cosa era successa poche ore prima, aveva affrontato il demone pur sapendo che con quella mossa avrebbe rivelato ai suoi nemici dove si era nascosto.
 Il ragazzo si sedette a gambe incrociate, e ripensò a tutti i momenti trascorsi con la ragazza al castello di Hagwarts. Mai Hermione si era tirata indietro pur di aiutarlo. Ricordava il primo anno quando grazie al suo sangue freddo era riuscita a salvarli entrambi dalla trappola del tranello del diavolo. Al secondo, anche se pietrificata ,era stato grazie a lei che aveva scoperto che nel castello c'era il basilisco. Come non ricordare quando alla fine dell'anno l'aveva abbracciata forte, quasi a non volerla lasciare più. Al terzo anno era stato sempre grazie a lei che era riuscita a salvare il suo padrino. Al quarto anno l'aveva aiutato moltissimo durante il torneo dei tre maghi. E infine l'ultimo anno che avevano finito solo da pochi mesi, lei era stata l'unica che era riuscita a lottare veramente contro i mangiamorte, mentre gli altri ragazzi erano stati facilmente battuti. Era inutile negarlo a se stesso. Lui amava Hermione, soffriva nel vederla con Ron, ma nonostante quello la amava, perchè anche ora che le era lontano il suo unico pensiero era lei. Si rialzò, proprio mentre il sole stava sorgendo. Il suo sguardo era freddo e determinato, ormai non poteva nascondere più i suoi sentimenti, anzi quegli stessi sentimenti che lui credeva che sarebbero stati la sua debolezza, li avrebbe trasformati nella sua forza. Dolore, rabbia, gioia, tristezza, felicità, senso del sacrificio, amore. Tutti quei sentimenti sarebbero la sua più grande forza e ora più che mai era deciso a tornare al castello e difendere Hermione.
Emise la sua aura e la sentiva potente come quel giorno che aveva lottato contro Kalat. Con quella forza, e quella nuova consapevolezza, sarebbe tornato al castello e avrebbe lottato per difendere chi amava, anche a costo della sua vita.
Avion chiamò Harry, e quando questi si voltò aveva uno sguardo freddo e determinato. Avion sorrise tranquillo, dalla potenza dell'aura che Harry emanava era chiaro che aveva deciso di tornare al castello, anche se questo non significava necessariamente che il mago sarebbe uscito vincitore dalla battaglia contro l'emissario di Sephirot.
- Hai deciso di tornare al castello Harry? - chiese Star che aveva raggiunto Avion poco dopo.
- Si - rispose Harry sicuro della propria decisione. In qualsiasi modo si guardava la situazione Hermione era destinata ad essere rapita, ma almeno voleva provare a difenderla.
- Ma comunque sei preoccupato per qualcosa - ribattè Star guardando l'amico negli occhi
- In effetti, durante la battaglia contro Sephirot ho avute molto difficoltàa a combattere contro di lui in aria, in quanto i suoi movimenti erano più rapidi e veloci dei miei, che dovevo volare con la scopa - rispose Harry che si era recato nuovamente in cucina seguito dai due ragazzi
- Forse un modo per sopperire al problema c'è - gli disse Star sorprendendo l'amico che non riusciva a capire come avrebbe potuto lottare alla pari contro i demoni in aria.
- Quale - chiese Harry. Se c'era un modo per volare come i demoni allora avrebbe potuto avere una possibilità in più di poterli vincere, soprattutto Sephirot.
- Si tratta di fondere la tua aura con una runa, creando un paritcolare tipo di magia, chiamata magia continua. Avrai notato che quando emetti la tua aura, sei in grado di fare cose, che in condizioni normali non riusciresti a farlo. Questo perchè l'aura supera i normali requisiti fisici della natura. Quando la emetti puoi saltare più in alto, e stare in sospensione più a lungo. Unendo l'aura alla magia della runa, crei la magia continua che ti permette quasi di volare come sei avessi le ali. Ovviamente ci vuole molto esercizio, prima di imparare a padroneggiare questa magia, ma quando ci riuscirai potrai lottare quasi alla pari con i demoni in aria.
- Perchè quasi - chiese Harry
- Perchè loro sono abituati da anni e anni a volare, per loro è una cosa naturale. Mentre, per quanto la magia continua sia potente, non può sopperire comunque a una cosa naturale. - spiegò la ragazza
- In ogni caso la magia continua ti permette comunque di volare più fluidamente che con la scopa, quindi renderesti la vita difficile al demone. E se riuscirai ad affinare la tua magia, e le tue tecniche di combattimento potrai mettere in seria difficoltà i demoni. - questa volta era stato Avion a parlare. Con quelle parole il ragazzo voleva far capire ad Harry che in un combattimento mai nulla era deciso. Una lezione che Harry aveva già imparato durante il combattimento contro i vampiri.
- Come posso fare a trovare la giusta runa? - chiese Harry che non sapeva molto della magia runica
- Dovresti trovare qualcuno che abbia studiato le rune - rispose Star
Harry conosceva una sola persona che aveva studiato le rune, e quella era la sua amata Hermione. Se fosse riuscito a difenderla avrebbe chiesto aiuto a lei per trovare la runa che gli avrebbe permesso di imparare la magia continua. Ora che sapeva quello ad Harry non rimaneva altro che ritornare al castello. Così, dopo aver salutato i due ragazzi che gli promisero che si sarebbero rivisti molto presto, Harry si smaterializzò.

Al castello ormai era mattina, e la tensione si leggeva sul volto di tutte le persone, mentre i genitori di Hermione erano disperati nel sapere che la loro figlia sarebbe stata rapita, e che loro non potevano fare nulla per impedirlo.
Erano tutti nella sala grande a cercare di fare colazione, ma nessuno di loro riusciva a mangiare, e lo stesso Ron era preoccupato per le sorti della ragazza, e nel più profondo del suo cuore una domanda si celava, ma lui amava veramente Hermione? Una domanda alla quale aveva più volte risposto di si. Eppure non era convinto del tutto della loro storia d'amore. Ma una cosa era sicura, non avrebbe lasciato Hermione ad Harry. Per un attimo i suoi occhi divennero rossi ma nessuno si accorse di quello che era successo, a parte Silente che si chiedeva perchè Seth avesse scelto proprio Ron per tentare di ritornare in vita. Una domanda alla quale avrebbero potuto rispondere solo Charlie e Billy, quando sarebbero tornati dalla loro missione.
Hermione si alzò rassegnata ad essere rapita, e seguita da tutti gli altri ragazzzi, uscì dal castello in attesa che arrivasse l'emissario di Sephirot. Lentamente una figura si stava avvicinando al castello, emanava un aura molto potente, e Lucas e Jeanne capirono che la loro intuizione era giusta, un foren era stato mandato a rapire Hermione. Il foren aveva un viso simile a quello degli elfi, solo che la sua pelle tendeva al viola. Aveva un lungo mantello nero alle spalle, una spada legata al suo fianco sinistro, ed indossava una specie di tuta a giromaniche completamente nera. Jeanne e Lucas si misero davanti ad Hermione in posizione di guardia, più determinati che mai a dare filo da torcere al foren.
Il foren, che si chiamaba Eules, mise la mano sulla maniglia del cancello, ma nello stesso istante in cui toccò la maniglia, essa  fu attraversata da delle potenti scariche di energia. Silente ed Eoden, la sera precedente avevano provato a rafforzare la barriera del castello. Ma entrambi sapevano che non sarebbe servito a molto. Infatti per impedire a un foren di passare serviva una potente magia che nessuno dei due aveva. In quanto solo una barriera creata da un mago con l'aura bianca, avrebbe resistito all'attacco di una creatura oscura, ammesso che fosse stato più potente di lui.
Il foren lentamente aprì il cancello ed entrò nella dimora dei maghi pronto a compiere la sua missione.
Lucas e Jeanne, con un scatto repentino attaccarono il foren, che evitava tutti i loro colpi con una rapidità impressionate. Eules passò al contrattacco colpendo i due ragazzi con due potenti colpi allo stomaco, facendoli finire a terra. Ma i due combattenti non avevano nessuna intenzione di arrendersi tanto facilmente, si rialzarono e lo tempestarono con le loro sfere di energia, ma il foren mise le sue mani davanti a se creando una barriera  contro la quale le sfere si infrangevano. I due ragazzi smisero di lanciare le loro sfere, in quanto sapevano che sarebbe stato solo uno spreco di energie. Eules rapidamente colpì ancora una volta Jeanne allo stomaco facendola cadere rovinosamente a terra. Lucas cercò di colpirlo alle spalle, ma il foren rapidamente si spostò alla sinistra del ragazzo che fu colpito da un calcio volante al viso, che lo fece finire a terra rovinasemente. Lucas e Jeanne, anche se a fatica, si rialzarono ed emisero le loro auree, segno che non avevano nessuna intenzione di arrendersi.

Quando Harry si rimaterializzò, impiegò qualche secondo per capire il motivo per cui non era riuscito a materiallizzarsi al castello di Silente, infatti il ragazzo era distante dal maniero almeno un centinaio  di chilometri. Sicuramente era stato Sephirot a creare la zona antismaterializzazione per impedire a chiunque di arrivare al maniero per aiutarli a difendere Hermione, ed Harry era abbastanza sicuro che Sephirot aveva fatto quella mossa per impedire un intervento dei night hunter, le uniche persone, oltre a lui, che erano riusciti a combattere alla pari contro i demoni. Ma Harry era sicuro che Silente non li aveva richiamati. Non poteva lasciare l'est europeo nelle mani di Rasputin solo per difendere Hermione. Almeno lui aveva pensato a quello, ed era sicuro che Silente aveva fatto lo stesso ragionamento. Purtroppo quella mossa di Sephirot lo aveva preso in contropiede, non se lo aspettava, e ora rischiava di arrivare in ritardo al castello. Inforcò la scopa, che aveva preso prima di smateriallizzarsi, e partì a razzo in direzione del castello sperando di non arrivare tardi. Tutto quello succedeva mentre il sole lentamente sorgeva da est.
Harry volava veloce, ma sapeva anche lui che per fare cento chilometri volando ci sarebbe voluto almeno un ora. Così decise di emettere la sua e provare a sostenere la magia della scopa con essa in modo da aumentare la sua velocità e in effetti l'idea sembrava funzionare, infatti la scopa aveva raggiunto una velocità straordinaria. Purtroppo più volava e più sentiva le forze diminuire, sostenere la magia della scopa con la sua aura non era affatto facile, e in più per quanto veloce volasse, il castello gli sembrava sempre lontanissimo.

Lucas e Jeanne lottavano con ostinazione, usando tutte le loro tecniche di combattimento ma il foren evitava o parava i loro colpi con sorprendente abilità. I due ragazzi si disempegnarono dal combattimento e si misero in posizione di guardia. Entrambi si erano resi conto che il loro avversario era troppo forte per loro. Non erano riusciti a dargli neanche un colpo, mentre il foren li aveva già atterrati due volte. Anche se combattevano uniti non riuscivano proprio a metterlo in difficoltà. Draco, Ginny ed Hermione osservavano il combattimento e come avevano temuto il foren era al di fuori della loro portata. Se neanche Jean e Lucas riuscivano a tenergli testa, era impensabile che potessero riuscirci loro. Eppure Draco non voleva che Hermione fosse rapita senza fare nulla, doveva al meno provare ad impedire che la ragazza fosse rapita, lo doveva ad Harry visto che il ragazzo era andato via esclusivamente per colpa loro.
Proprio mentre Jean e Lucas stavano per partire nuovamente all'attacco, Draco e Ginny lanciarono due stupifendo che Eules bloccò con la sua barriera. Ma era proprio quello che i due ragazzi volevano, infatti attaccarono Eules con due calci volanti, ma il foren  usò la sua aura per spiccare un salto evitando l'attacco di Jean e Lucas, che usarono la loro aura per raggiungere il foren che usò due sfere oscure per colpirli per farli cadere nuovamente a terra.
Draco e Ginny lanciarono diversi stupeficium, purtroppo il foren li evitava tutti usando la sua aura per muoversi liberamente come voleva. Lucas e Jeanne lentamente si misero alle spalle del foren, che era impegnato ancora ad evitare gli incantesimi di Draco e Ginny. Jeanne, usando Lucas come trampolino, spiccò un salto e lanciò numerose sfere d'acqua che colpirono il foren che finì a terra. Eules si rialzò subito ma Lucas, rapido gli si avvicinò e lo colpì sotto al mento unendo anche la potenza del suo salto, così che il foren finì ancora una volta a terra. Draco e Ginny non si fecero scappare l'occasione e lo imprigionarono con degli incarceramus.
Tutti e quattro i ragazzi sorridevano, convinti di aver salvato Hermione, ma Legolas non era sicuro della loro vittoria. Conosceva bene la potenza dei foren, in quanto li aveva affrontati diverse volte, ed era sicuro che la vera battaglia non era ancora cominciata.
Eules lentamente si rialzò, emise la sua aura oscura e con forza distrusse le funi che lo tenevano imprigionato, sotto lo sguardo stupito di tutti e quattro i ragazzi, che non credevano ai loro occhi. Rapidò il foren attaccò i due maghi con due colpi precisi allo stomaco facendoli finire a terra tramortiti, incapaci di rialzarsi subito. Eules era pronto a dar loro il colpo di grazia con le sue sfere oscure, ma Lucas lo tempestò con le sue sfere di fuoco, che furono evitate da Eules che si era sposato alla sua destra. Jeanne cercò di colpirlo alle spalle con due sfere d'acqua, ma Eules evitò anche quell'attacco e si mise in posizione di guardia, seguiti da due ragazzi che ancora una volta emisero le loro auree pronti a riprenere la battaglia. Eules lanciò una sfera oscura che Lucas evitò spostandosi alla sua sinistra, ma non potette fare nulla contro il pugno del foren che lo colpì con violenza allo stomaco. Jeanne provò  a colpire Eules al viso, ma il foren parò il pugno e la colpì al viso facendola cadere rovinasomente a terra, rapidò attaccò Lucas con una serie impressionante di pugni allo stomaco e finì il suo attacco colpendolo al viso facendolo cadere a terra svenuto. Jeanne si rialzò a fatica ma il foren la colpì ancora una volta con una sfera oscura facendola cadere a terra svenuta.
Hermione guardava allibita i suoi amici che erano a terra svenuti. Avevano provato a difenderla ma non c'era stata nulla da fare, il foren si era dimostrato un avversario troppo forte per loro. La ragazza fece un passo avanti pronta a consegnarsi al foren il quale venne colpito all'improvviso da uno stupifendo che fu lanciato da un mago che si trovava su una scopa.
Era arrivato Harry che scese dalla scopa e si mise davanti ad Hermione pronto a lottare per difenderla. La ragazza non poteva credere ai suoi occhi, il ragazzo che tanto amava era tornato per difenderla dall'emissario di Sephirot. Anche Eoden era sorpreso, non perchè Harry fosse tornato, anzi di quello era sicuro, ma vedeva la sua aura potente come lo era stato contro Kalat, e lo stesso sguardo freddo e determinato che aveva avuto contro il vampiro. Eules si rialzò e rimase sorpreso da quello che vedeva, di fronte a lui vi era un mago che emanava una bellissima aura bianca. Sephirot gli aveva accennato che fra i vari maghi ce ne era uno con l'aura bianca ma non credeva che il mago avesse già raggiunto una tale padronanza di quell'aura. Eules lanciò una sfera oscura ma Harry, che già si era applicato l'ultravelox, evitò il colpo spostandosi alla sua destra quando la sfera era ancora a metà strada e la cosa sorprese Eules che non credeva ai suoi occhi. Il mago era stato velocissimo ad evitare la sfera, così Eules lo attaccò con tutte le sue tecniche di combattimeto ma Harry riusciva ad evitarli tutti senza grande sforzo. Il ragazzo lanciò un altro stupifendo ma che Eules parò grazie alla sua barriera, ma Harry sostituì l'ultravelox con l'ultramaior e lanciò lo stupfium che distrusse la barriera di Eules che riuscì ad evitare parzialmente il colpo anche se fu colpito ad una spalla. Eules lanciò una potente sfera oscura che Harry bloccò con la sua protezione magica, rafforzata dal suo ultrarex che aveva sostuito prima. Il ragazzo, anche se non lo dimostrava, cominciava ad accusare la stanchezza, causa anche della folle volo che aveva fatto prima, ma soprattutto si era reso contro che Eules non era un avversario facile, anche se fino a quel momento era riuscito a lottare contro di lui alla pari.

Eules si era reso conto che Harry era un mago fuori dal comune, la sua capacità di usare gli incantesimi status a seconda della situazione lo aveva sorpreso. Era un avversario ostico ma Eules ne era contento, era da tanto tempo che non incotrava un avversario come Harry, e la sua razza viveva esclusivamente per la lotta. La loro ragione di vita era trovare avversari alla loro altezza e batterli, e questo era uno dei motivi per cui la sua razza era spesso in guerra con gli elfi.
Harry osservava il foren e si domandava come avrebbe fatto a batterlo. Era vero che fino a quel momento era riuscito a tenergli testa, ma era anche vero che rispetto al suo avversario era più stanco, nonostante il foren avesse lottato contro i suoi amici era innegabile che lui aveva ancora molto da imparare, ma al meno in quell'occasione doveva trovare il modo di batterlo. Fino a quel momento lo aveva affrontato con i soliti incantesimi e le mosse di combattimento che gli avevano insegnato gli elfi, ma ora era arrivato il momento di giocarsi la sua carta più potente ovvero il lumineum e per farlo doveva trasformare la sua bacchetta. Era arrivato il momento di vedere se era veramente possibile usare gli incantesimi di luce usando eslucivamente i suoi sentimenti. Il ragazzo emise lentamente la sua aura, seguito da Eules che aveva intuito che Harry si stava preparando a lanciare un altro incantesimo.
Harry guardò Hermione, solo per lei stava lottando e non gli importava nulla se era la fidanzata di Ron, la amava e nulla avrebbe cancellato quel sentimento. Guardò gli elfi, era così grato a loro per avergli insegnato a lottare, e anche per loro avrebbe lottato. Guardò i suoi amici a terra svenuti, era così fiero di loro. Avevano lottato contro un avversario a loro superiore segno che la paura che avevano provato contro Zita era solo un lontano ricordo, e proprio perchè avevano lottato non avrebbe permesso che Eules li uccidesse. Guardò Ron, il suo primo amico, aveva promesso che lo avrebbe liberato dalla scomoda presenza di Seth, era legato a lui da una grande amicizia e non aveva nessuna intenzione di romperla. L'amore per Hermione, la tristezza di non poter coronare il suo sogno d'amore, l'amizia verso Ron, la gratitudine verso gli elfi, e la voglia di difendere i suoi amici permisero ad Harry di trasformare la sua bacchetta che era bianca mentre la sua aura aumentava sempre di intensità. Lanciò il suo lumineum che colpì Eules con violenza facendolo finire a terra. Si rialzò lentamente, colpito dall'abilità del mago, ma lui aveva una missione e non aveva nessuna intenzione di deludere Sephirot.
Eoden non poteva credere ai suoi occhi, Harry nonostante gli innumerevoli problemi che aveva era riuscito, con la sola forza di volontà, a trasformare la sua bacchetta, e a mettere in difficoltà un combattente come il foren. Quel ragazzo lo serprendeva ogni giorno di più, non avrebbe mai creduto che sarebbe riuscito a lanciare il lumineum dopo essere stato sconfitto da Sephirot. Ora capiva quale grande forza Harry avesse, i suoi sentimenti erano la sua grande forza. Non credeva che a questo mondo potesse esistere ancora un ragazzo come Harry, un ragazzo che aveva conosciuto solo tristezza e dolore, ma che nonostante tutto aveva trasformato dei sentimenti, che per altre persone sarebbero stati una debolezza, nella sua più grande forza. E se fosse riuscito a battere il foren con i suoi sentimenti, sarebbe stato un vero trionfo dei sentimenti e della grande sensibilità del ragazzo.
Purtroppo Harry non era ancora addestrato a lottare alla pari con un combattente come il foren, infatti  dopo aver lanciato il lumineum, era stremato. Sperava che con quell'incantesimo avrebbe potuto batterlo, invece non era andata così. Però, nonostante sapesse che non avrebbe potuto batterlo era restio ad arrendersi, non voleva ancora darsi per vinto.
Il foren attaccò Harry con le sue tecniche di combattimento, ma il ragazzo, che si era applicato nuovamente l'ultravelox, riusciva ad evitare i suoi colpi, e di tanto in tanto riusciva a colpirlo. Ma i pugni che dava al foren servivano a poco, in quanto il maghetto non era in grado di sprigionare abbastanza forza da potergli causare seri danni. Harry aveva anche capito perchè il foren aveva rinunciato a lottare contro di lui a distanza. Infatti, secondo il suo ragionamento, il foren doveva aver capito che sapeva percepire le scie magiche, e con l'ultravelox poteva evitarli ancor prima che lanciasse le su sfere oscure, e contemporaneamente evitava che lui potesse usare ancora le sue magie, in particolare il lumineum, che fino a quel momente sembrava l'unica magia ad averlo messo in difficoltà. Harry però accusava la stanchezza sempre di più, tanto che il foren riuscì a colpirlo con un violento pugno allo stomaco, per colpirlo sotto al mento facendolo cadere rovinosamente a terra.
Harry era disteso a terra, con la testa rivolta al cielo, era esausto e ormai non sapeva più che cosa inventarsi per mettere in difficoltà il suo avversario. Il foren si avvicinava lentamente ad Harry, sicuro che il ragazzo aspettasse il momento proprizio per lanciargli un altro lumineum, ma era proprio quello che lui voleva. Infatti era sicuro che avrebbe evitato il colpo e arrivato a quel punto, con Harry privo di forze, lo avrebbe battutto e poi avrebbe rapito Hermione, proprio come era nei desideri di Sephirot.
Harry aveva capito che il foren si aspettava che lui lanciasse un altro lumineum, giocandosi le ultime residue forze con quella magia, ma proprio perchè sapeva che non poteva lanciare altri colpi doveva assicurarsi che la sua magia colpisse il foren, e se anche non lo avesse battutto lo avrebbe fatto stancare, permettendo a Lucas e a Jeanne di batterlo.
Harry si rialzò rapido e puntò la bacchetta contro il foren, che si aspettava che il ragazzo lanciasse il lumineum, invece Harry lanciò lo stupifendo che fu evitato da Eules, che gli lanciò contro una sfera oscura, ma Harry evitò il colpo e gli lanciò contro un altro stupifendo. Il foren evitò anche quel colpo spostandosi alla sua destra e si preparò a lanciare un altra sfera oscura, ma Harry fu più veloce e questa volta gli lanciò contro il lumineum che colpì il foren facendolo cadere a terra rovinosamente.
Harry era ormai stremato ma sapeva che il suo avversario non era stato battuto, infatti il foren si rialzò e lanciò ad Harry una sfera oscura. Anche se il ragazzo aveva percepito la scia magica, era troppo stremato per tentare di evitare il colpo, che lo colpì facendolo cadere a terra. Lucas e Jeanne si rialzarono prontamente e tempestarono il foren con le loro sfere d'acqua e di fuoco ma purtroppo per loro il foren formò la sua barriera che lo protesse.
Il foren uscì dalla nube di polvere, che si era formata durante l'attacco dei due ragazzi, e rapidò colpì Lucas con un calcio al viso facendolo cadere a terra tramortito. Jeanne provò a colpirlo con un pugno al viso, ma il foren evitò il colpo abbassandosi e a distanza ravvicinata la colpì allo stomaco con una sfera oscura facendola cadere a terra svenuta.
Ormai nessuno più sembrava in grado di combattere contro di lui, ed Hermione abbassò la testa ressegnata ad essere rapita. Ma proprio quando il foren stava avanzando verso la ragazza, fu attaccato da una serie impressionante di sfere di energia che  riuscì ad evitare. Erano arrivati anche Avion e Star che si misero davanti a Hermione con la ferma intenzione di proteggerla.
Harry era amareggiato perchè non era risucito a difendere la donna che amava, e ora era arrivato il suo amico a dargli man forte. Ma proprio perchè Avion era lì si chiedeva se era giusto che fosse lui a lottare per difendere Hermione. In fondo lui era ritornato armato dei suoi sentimenti e grazie ad essi era riuscito a trasformare la sua bacchetta, però alla prima vera difficoltà si stava arrendendo, e se lo avesse fatto era sicuro che non sarebbe mai riuscito a guardare Hermione in faccia. E il motivo era semplice difendere chi non poteva difendersi da solo era la sua motivazione a continuare a lottare, ma se voleva veramente battersi per i più deboli doveva assolutamente essere lui a difendere Hermione, a qualsiasi costo.
Avion si mise in posizione di guardia ed emanò la sua aura seguito da Eules che non sembrava affatto impressionato dai due nuovi arrivi.
- Aspetta Avion, questa battaglia è mia - disse Harry al ragazzo, rialzandosi a fatica. Harry emanava la sua aura che diventava sempre più intensa. Avion lo guardò e capì che non aveva nessun diritto di intromettersi in quella battaglia, era di Harry ed era giusto che fosse lui a continuare il combattimento.
Harry pensava al combattimento che aveva avuto contro Kalat quando aveva risvegliato la sua aura, e pensava che il foren non fosse tanto diverso dal vampiro. Anche loro volevano assoggettare la razza umana, e lui insieme ai suo amici erano l'ultima difesa contro la vittoria delle forze del male. Il ragazzo aumentava sempre di più la sua aura, che era sostenuta da un gran voglia di lottare, lui non aveva nessun diritto di arrendersi quando nelle guerra passate nè Artù, nè Orion, nè Lyam Hogwarts assieme ai quattro fondatori si erano arresi. E proprio lui che aveva la loro stessa determinazione e la loro stessa aura doveva arrendersi alla prima difficolta. Che diritto aveva lui di arrendersi e lasciare che la ragazza che amava venisse rapita sotto i suoi occhi. Non aveva nessun diritto e poco gli importava di morire, l'avrebbe difesa a qualsiasi costo.
Harry aveva ancora un colpo che non aveva ancora usato, ma era arrivato il momento di farlo.
- Luminendo - gridò il ragazzo. Una serie di fasci luminosi partirono dalla sua bacchetta. Il foren provò a difendersi con la sua barriera , ma fu tutto inutile. La magia di Harry era così potente che distrusse la barriera e colpì in più punti il foren che finì a terra tramortito.
Eoden non poteva credere che Harry avesse usato la magia aura applicata alla magia della luce. Ovviamente lui sapeva che era possibile farlo, solo che non lo aveva detto ad Harry perchè non era ancora sufficientemente addestrato a reggere al potere di quell'incantesimo, infatti il mago era completamente distrutto e privo di forze. Sperava , in cuor suo, che il foren si desse alla fuga, perchè lui non aveva forze per battersi ancora, e la sua forza di volontà non sarebbe bastata a fargli lanciare un altro incantesimo.
Purtroppo per lui il foren si rialzò, con la maglietta che era distrutta in alcuni punti, più che mai determinato a battere Harry una volta per tutte. Avrebbe usato la sua temibilissima spada per mettere fine a quel combattimento.
Il foren estrasse la sua spada, che emanava una terribile aura, sulla punta si creò una sfera oscura che fu lanciata verso Harry che fu colpito in pieno, finendo rovinosamente a terra. In condizioni normali Harry avrebbe evitato il colpo, in quanto aveva percepito la scia magica. Purtroppo il luminendo lo aveva prosciugato completamente tanto che non era riuscito a fare neanche un passo per evitare il colpo. Ormai era sicuro che niente avrebbe fermato il foren dal rapire Hermione.
Avion serrò i pugni, avrebbe tanto voluto intervenire in quel combattimento ma non poteva. Quella era la battaglia di Harry, e anche se sembrava tutto finito lui sapeva che Harry, finchè avrebbe avuto un briciolo di forze non si sarebbe arreso.
Il foren si incamminò per la terza volta verso Hermione, sicuro che più nessuno poteva intralciarlo, soprattutto Harry.
Il mago era a terra, cercava disperatamente di rialzarsi, non voleva ancora arrendersi. Sentiva un profondo calore provenire dal sua schiena, lentamente le forze gli stavano ritornando. Riuscì a rimettersi in piedi e capì che quel calore che aveva sulla schiena era la spada di Grifondoro. Harry l'afferrò d'istinto e la estrasse e quello che vide lo stupì. La spada era circondata dalla sua stessa aura, Harry la afferrò con entrambe le mani e cominciò ad emanare la sua aura che stava raggiungendo una grande potenza, sembrava senza limiti. Il foren si fermò e si girò in direzione di Harry e quello che vide lo stupì. Harry continuava ad espandere la sua aura. Mise la spada davanti a sè in posizione di guardia, il suo sguardo non lasciava nessun dubbio, Harry era pronto a lottare ancora contro il foren.
Eules guardava Harry stupito, si domandava chi fosse in realtà il mago, e cominciava a capire perchè Ninga e le signore degli elementi temessero quel ragazzino. Ma lui era una foren e aveva una missione da compiere, e non aveva nessuna intenzione di ritirarsi.
I due combattenti, dopo un attimo di stasi, corsero l'uno contro ll'altro, le spade si incrociarono e una grande quantità di energia proveniva dal punto in cui le due spade si univano. Entrambi i combattenti emanavano le loro auree sempre di più, nessuno dei due voleva arrendersi all'altro. Entrambi i combattenti separarono le spade per attaccare ancora una volta, e ancora una volta nessuno dei due dava l'impressione di voler cedere all'altro.
Hermione guardava estasiata Harry, mai l'aveva visto combattere con tanta determinazione. Guardò Ginny che osservava con ammirazione il ragazzo. Anche lei aveva creduto che Harry, dopo l'ultimo attacco, non sarebbe riuscito a rialzarsi. E invece il miracolo era successo, non solo il ragazzo si era rialzato ma stava combattendo alla pari con il foren.
Harry sapeva che per potenza, era ancora inferiore al suo avversario, così decise di cambiare strategia. Lanciò un bombarda per terra creando una nuvola di polvere, si applicò l'ultravelox e rapido oltrepassò la nuve e colpì il foren con il lumosempra, facendo finire il suo avversario a terra.
Il foren si rialzò ed Harry si rimise in posizione di guardia, si domandava se c'era un modo per battere quell'avversario che fino a quel momento aveva resistito a tutte le sue magie.
- E va bene Potter, per questa volta lascio stare Hermione - gli disse il foren rinfoderando la spada. - Ma la prossima volta che ci scontremo per te sarà la fine.
Il foren creò un bucò oscuro, che si richiuse subito dopo che lo passò. Harry sapeva che prima o poi avrebbe dovuto riaffrontare Eules, ed era sicuro che il foren sarebbe ritornato più agguerrito che mai. Ma ora era sicuro di aver fatto la scelta giusta. Avrebbe continuato a lottare usando i suoi sentimenti come sua arma. Il ragazzò si girò in direzione di Hermione e sollevò il pollice, con un sorriso smagliante. Eoden era contento per Harry, i suoi sentimenti avano trionfato su un combattente forte anche come il foren.
























 

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Capitolo 22
*** Ritorno ad Hagwarts ***


                                                                                                                       capitolo 22
                                                                                                    Ritorno ad Hagwarts

Dopo la vittoria su Eules, Harry fu condotto nella sua camera per farsi curare alcune ferite che si era procurato durante il combattimento. Il ragazzo aveva approfittato dell'occasione per chiedere scusa a tutti quanti per il comportamento. Non avrebbe dovuto lasciare il castello impulsivamente senza pensare alle conseguenze del suo gesto. Lasciando il castello, non aveva minimamente pensato che nessuno dei suoi amici era in grado di combattere contro i demoni, lui era l'unico a farlo per il momento, e li aveva fatti correre un grande pericolo. Il ragazzo approfittò dell'occasione per presentare anche Star e Avion. Due ragazzi che sia lui che Hermione, avevano conosciuto durante l'estate fra il quarto e il quinto anno.
Entrambi i ragazzi avevano dei particolari poteri, ma Harry non spiegò chi realmente erano, in quanto voleva che fossero loro due a confidare a tutti il loro segreto. Ma per il momento nessuno dei due aveva voluto dire che erano dei guardiani, e che se erano lì, non era proprio un caso, anche se come aveva detto Avion ad Harry, avrebbero combattuto solo contro i demoni. La guerra contro Voldemort sarebbe stata responsabilità di Harry, nè loro nè gli elfi sarebbero intervenuti in quella guerra.
- Perchè non venite con noi ad Hagwarts - chiese Harry, che era più disteso. In quanto era sicuro che da quel momento in poi non ci sarebbero stati più attacchi.
- Noi non siamo maghi - rispose Star. In effetti i poteri dei due guardiani erano molto diversi dai poteri magici dei ragazzi.
- E' vero, però protremmo fare in modo che la casa di fenice lucente accolga anche altri combattenti magici che non siamo maghi. Lei cosa ne pensa preside - chiese il ragazzo al preside che aveva seguito il ragazzo assieme agli altri insegnanti.
- Credo che sia fattibile Harry. Potremmo impostare la quinta scuola con parametri differenti e con materie differenti. In questo caso però molti ragazzi non riuscirebbero a superare i test del cappello parlante. In quanto il cappello memorizzia le tue esperienze e capacità, e visto di quello che sei capace, è difficile che nella scuola possa esserci qualcuno con le tue caratteristiche - replicò il presede. In effetti Harry aveva già pensato ad una simile eventualità. Anzi era convinto che nessuno nella scuola sarebbe scelto, eccetto i suoi amici che si erano allenati con lui, anche se non era detto, in quanto solo da qualche giorno si stavano allenando all'apprendimento della magia aura.
- A proposito preside chi saranno gli insegnanti.- chiese Hermione che ormai  aveva fatto chiarezza nel suo cuore. Non aveva ancora lasciato Ron per non far aumentare la sua ira e di fatto la potenza di Seth. Anche se lei sapeva che Ron diventava sempre più irascibile ogni giorno che passava. Ma lei non poteva continuare a fare finta di amarlo, perchè lei amava Harry e non aveva nessuna intenzione di stare con Ron. Ma al meno finchè non lo avrebbero liberato da Seth, avrebbe fatto ancora finta di essere la sua ragazza anche se facendo così era costretto a baciarlo in qualche circostanza, ma ormai era consapevole che il suo cuore appartaneve ad Harry.
- Per il momento saranno Eoden e Legolas. Dovrei riuscire a convincere un altro paio
- Molto bene - disse il ragazzo cercardo di alzarsi dal letto, ma fu subito  disteso dalla Mc Granitt che gli disse che per il momento doveva stare lì e non muoversi finche le ferite non si fossero rimarginate completamente.
- Ma professoressa mi devo allenare - si oppose Harry.
- Niente da fare per oggi. Stai lì o ti incateno, e sai che ne sono capace Potter - replicò la professoressa che dal tono della voce fece capire che non scherzava affatto.
- Va bene professoressa - rispose il ragazzo mestamente. Hermione sorrise alla scena, gli ricordava molto le scene che faceva l'amico quando si faceva male durante le partite di quidditch, il che accadeva molto spesso.
Harry riuscì a rialzarsi solo in serata, dopo che aveva parlato durante tutto il pomeriggio con i suoi amici. In realtà le ferite non erano guarite completamente ma Harry riuscì lo stesso a sgattaiolare fuori dalla stanza per un paio di ore e sedersi di fronte al lago, come aveva fatto quella sera quando si era addormentato con Hermione.
- Ciao Harry - il ragazzo non si girò in quanto aveva percepito la presenza di Hermione ancor prima che lei arrivasse. Ma ora sapeva come comportarsi, non la avrebbe evitata. La ragazza si sedette al suo fianco proprio come era successo la sera prima dell'attacco dei vampiri
- Che stai facendo - chiese la ragazza osservando il blocco degli appunti del ragazzo che aveva disegnato il panorama del lago visto di notte con la luna piena e una figura con delle ali che stagliava in cielo che brandiva una spada.
- Stavo solo disegnando un po' - disse il ragazzo mostando il disegno alla ragazza che rimase sbalordita dalla bravura dell'amico.
- Senti Hermione, Star mi ha parlato di una magia per volare, che si chiama magia continua. Tale magia unisce il potere dell'aura a una runa. Io non sono pratico di rune antiche, potresti aiutarmi a creare questa magia? - chiese il ragazzo che ormai aveva capito che aveva bisogno del maggiore aiuto possibile se voleva battere sia Voldemort che i demoni. Sapeva che da solo non poteva riuscirci, ma con l'aiuto dei suoi amici aveva una possibilità
- Sicuro Harry, ma dovrò aspettare di tornare ad Hogwarts. Così potrò chiedere aiuto all professoressa delle rune, anche se non credo che sarà una cosa facile. - rispose la ragazza regalando ad Harry un meraviglioso sorriso, che il ragazzo ricambiò. Per un attimo avrebbe voluto baciarla ma non poteva, almeno finchè non si fosse risolto il problema della possessione di Ron.
- Hermione dovresti farmi anche un altro piacere - il ragazzo si era fatto serio cosa che preoccupò la ragazza
- Quale - chiese la ragazza che dallo sguardo dell'amico capì che non era una cosa facile.
- Dovresti scoprire di quale maledizione è vittima Silente e come fare per eliminarla - gli disse il ragazzo con sguardo serio.
- Pensavo che non te ne eri accorto con tutto quello che avevi avuto da fare. Comunque ci proverò anche se non credo che sarà facile - rispose la ragazza capendo che se l'amico avesse chiesto una cosa dele genere era proprio perchè si fidava ciecamente delle sua capacità di ricercatrice. Infatti Harry non aveva dimenticato che al primo anno era riuscita a scoprire chi fosse Nicolas Flammel, mentre al secondo anno aveva capito che il mostro che dimorava nel castello era un basilisco. Harry aveva piena fiducia nelle sue capacità di ricercatrice, se non ci riusciva lei proprio non sapeva come avrebbe potuto aiutare il preside.
- Hai qualche informazione che puoi darmi così posso avere una traccia da seguire? - chiese la ragazza
- Il preside mi ha detto che ha distrutto un Horcrux. Quindi la maledizione potrebbe essere legata all'horcrux e quindi dovrebbe essere qualcosa di particolarmente oscuro, inoltre lo stesso giorno che ho notato la mano del preside era annerita Ninga è apparso, quindi non possiamo escludere la possibilità che il preside sia vittima di due maledizioni. Una legata all'horcrux e l'altra legata alla magia demoniaca.
- Ok Harry farò del mio meglio - gli disse la ragazza stendendosi sull'erba
- Ho piena fiducia in te Herm - replicò a sua volta il ragazzo stendendosi a sua sull'erba.
In quella posizione entrambi i ragazzi si addormentarono beatamente convinti che ormai non sarebbero stati più attaccati. Almeno finchè sarebbero stati lì con gli elfi e i due guardiani avevano un ottima protezione e nessun demone di basso livello avrebbe osato attaccare un castello sapendo che al suo interno vi erano due guardiani.
Questo era uno dei motivi per cui Harry aveva insistito che Avion e Star venissero con loro ad Hagwarts. Con loro che presidiavano il castello da attacchi dei demoni lui poteva concentrarsi sul pieno apprendimento della magia aura e sugli altri insegnamenti che gli elfi e gli altri insegnanti gli avrebbero dato.

Nel frattempo in India Ninga si apprestava a liberare un altro dio oscuro. Il demone si trovava di fronte un immensa foresta, al suo fianco vi era una donna completamente bardata con un armatura gialla, era Vira la signora della terra.
- Cosa te ne pare della barriera eretta dai maghi? - chiese Ninga sorridendo alla signora della terra
- Quale barriera - rispose ironicamente la demonessa puntando le mani alla foresta, dopo qualche secondo da essa si innalzò un enorme castello completamente nero, molto simile a quella che aveva intrappolato Obscuro in Romania.
Ninga avanzava lentamente verso il castello, mentre Vira eliminiva tutti gli alberi che gli bloccavano la strada.
Quando i due demoni erano arrivati al portone del castello, una figura rivestita da una tunica bianca si piazzò davanti a loro. Lo strano individuo aveva anche un cappello di paglia a punta sulla testa e nella mano destra aveva un lungo bastone bianco alla cui sommità vi era una sfera bianca.
- Non andrai oltre Ninga. - intimò la figura che si rivelò essere un monaco tibetano, messo lì per impedire a chiunque di risvegliare il secondo dio dei vampiri. Il temutissimo Voran. Il monaco alzò per qualche centimetro il suo bastone per poi colpire il terreno, immediamente si formò una barriera attorno al castello simile a quello che aveva formato Star attorno alla casa di Harry.
- Dunque tu non sei solo un monaco ma anche un guardiano. Molto interessante - disse Ninga piuttosto seccato da quella intromissione
Vira attaccò subito il monaco con sfera gialla che fu evitata abilmente da Boran, questo era il nome del monaco. Boran lanciò a sua volta una sfera bianca dal bastone che Vira bloccò con una mano. Boran non credeva che le signore degli elementi fossero così potenti da poter fermare le sue sfere bianche. Era evidente che la prigionia li aveva resi ancora più forti di quanto non lo fossero stati ai tempi dei quattro fondatori. E ora si domandava come avrebbero fatto i guardiani a lottare contro avversari così potenti, senza contare che per ogni dio che Ninga liberava il potere dei demoni aumentava sempre di più. E considerato che anche Sepghirot era tornato, le forze del male si stavano facendo inarrestabili. Boran, come gli altri guardiani, sapeva che Harry si stava allenando con gli elfi ma, dopo quello che era successo pochi secondi prima, dubitava che potesse combattere da solo contro tutti i dei che Ninga stava liberando. Putroppo il monaco dubitava , visto l'abilità dimostrata da Vira, che anche guardiani come Star e Avion potessero fermare simili avversari.
- Tutto qui la potenza dei guardiani - ironizzò Vira facendo spuntare dalla terra delle stalagmiti che Boran evitò librandosi in aria, ma la demonessa rapida estrasse la sua spada, raggiunse il monaco, alzò la spada e al'abbassò con potenza. Boran cercò di fermare il terribile fendente con il bastone, ma questi si ruppe in due. Nel momento in cui il bastone si ruppe la barriera svanì, infine Virà lanciò un altra sfera gialla contro Boran, che privo della sua arma di difesa non potette evitare il colpo e fu definitivamente sconfitto.
Una volta eliminato il monaco i due demoni aprirono il portone e trovarono una bara chiuse con delle catene incrociate. Al centro dell'incrocio c'era un catenaccio tutto bianco.
- E ora che cosa facciamo - chiese Vira che guardava il catenaccio con stupore.
- Non c'è nulla di cui preoccuparsi Vira. Il catenaccio indica solamente che un guardiano ha sigillato la bara. Ma nessun guardiano può essere più forte di un demone oscuro. - spiegò Ninga estraendo la sua spada nera e conficcandola nel catenaccio che lentamente ma inesorabilmente diventava sempre più nero man mano che Ninga aumentava la sua aura, finchè il catenaccio non divenne completamente nero per poi distrursi in mille pezzi. Dopo qualche secondo la bara uscì e da essa si issò uno dei più potenti demoni del mondo terreno, Voran signore di tutti i vampiri.
Il dio aveva un armatura argento con dei riflessi neri, il suo viso era bello come quello della morte, gli occhi rossi e capelli lunghi e lisci che gli arrivavano al collo, legati in un codino.
La sua aura era terrabilmente oscura e il suo potere era avvertito in tutto l'oriente

Nel momento in cui Voran emise la sua aura, i night hunter volsero il loro sguardo verso l'India preoccupati della situazione che si stava venendo a creare.
- E con questo siamo a quattro dei oscuri risvegliati, se consideriamo che Seth sta nel corpo di Ron. Sarà solo questione di tempo e prima o poi si risveglierà anche lui. - era stato David a parlare e il suo sguardo era di pura preoccupazione. Ninga stava risvegliando tutti i dei oscuri rinchiusi sulla terra.
- E Voran è anche più pericoloso di Obscuro - era stato Tenebris a parlare questa volta
- Pechè - chiese Laura
- Tutti voi sapete che quando ci fu l'antica lotta fra angeli e demoni, gli sconfitti furono cacciati negli inferi. Ebbene alcuni di loro riuscirono con il tempo a scappare e raggiungere la Terra. Questi demoni capirono che potevano prendere il potere che il pianeta rilasciava, soprattutto quello che rilasciava lo sporito Gaia. Quando gli angeli se ne accorsero riuscirono, assieme ai guardiani, ad intrappolare questi demoni terreni. In parole povere Ninga questa volta non vuole correre rischi inutili e sta risvegliando tutti i dei del male. Inoltre i demoni terreni sono potenti quasi quanto Ninga.
- E credi che i demoni terreni ubbidiranno a Ninga? - questa volta era stato Oris a parlare
- Si. Perchè per i demoni terreni Harry è una minaccia anche per loro. E poi sia i demoni terreni che quelli di Ninga hanno lo stesso obiettivo, conquistare la Terra e da qui preparare la loro invasione per il regno celeste.
- E credi che il signore degli inferi lascerà che Ozma conquisti il regno celeste senza fare nulla? - chiede David
- A Lucifer non importa nulla del regno celeste, perchè lui è libero e oltre tutto è il più potente di tutti i demoni e se solo volesse gli basterebbe schioccare le dita per eliminare chi gli va contro. Credimi a Lucifer non gli è mai interessato nulla del regno celeste. E comunque prima di fare tutto questo c'è un mago che Ninga e gli altri dei dovranno battere, e credimi che non sarà affatto facile per loro. - rispose il capo dei Nighi hunter sorridendo
- Sai qualcosa che noi non sappiamo - chiese Laura
- Si e a tempo debito vi sarà rivelato la verità su Harry, ma per il momento dobbiamo solo eseguire gli ordini che sono quelli di stare qui e contrastare Rassimov e Rasputin.
- Ma Tenebris dovremmo aiutare Harry contro i demoni - disse David che non voleva lasciare il ragazzo a lottare da solo
- Noi staremo qui finche Silente non ci dirà di tornare in Inghilterra - ribattè Tenebris in un tono che non ammetteva repliche.

Nel frattempo passavano i giorni, e Harry continuava in modo spedito il suo allenamento. Dopo la vittoria contro Eules era diventato molto più sereno, e questa tranquillità mentale gli permetteva di apprendere tutto quello che gli elfi gli insegnavano. Ormai Harry padroneggiava la sua aura senza nessun problema, l'aumentava e la diminuiva a suo piacimento e le sua abilità di combattente aumentavano sempre di più, così come la sua velocità e la sua resistenza alla fatica. Anche gli altri ragazzi si allenavano con dedizione aiutati anche dal fatto che erano giorni che non subivano attacchi di nessun genere. Anche lì era arrivata la notizia che Voran era stato liberato ma per il momento, la priorità di Legolas e di Eoden era una sola, quello di allenare Harry e istruirlo come meglio potevano.
I giorni continuavano a passare veloci e ben presto arrivò il penultimo giorno della permanenza dei ragazzi al castello di Silente. Infatti presto la scuola sarebbe ricominciata
Fu proprio quella sera che Silente ritornò al castello con il cappello parlante che fu posizionato sulla testa di Harry per stabilire i parametri per scegliere gli alunni che avrebbero fatto parte della casa di fenice lucente.
- Preside è riuscito a trovare altri insegnanti - chiese Harry
- Si. Uno è l'elfo Foras, ha partecipato alla prima guerra magica contro i demoni. Conosce degli incantesimo molto potenti che vi saranno molto utili nelle battaglia contro i mangiamorte e contro i demoni
- Ce ne saranno altri? - chiese Harry
- Si Harry, ce ne sono altri due. Un mezzo elfo che si chiama Rolas. Vi insegnerà a manipolare l'aura e incalanarla nelle armi che avete a disposizione. E un altro è un dampyr che si chiama Demon Ralon, ha partecipato anche lui alla prima guerra assieme agli altri elfi, lui vi insegnera ad usare la magia della terra per rendere i vostri incantesimi ancora più potenti di quello che sono.
- Professore sa qualcosa di Charlie e Billy? - Solo dopo che Harry aveva fatto quella domanda tutti i ragazzi si resero conto che i due fratelli Weasley mancavano da molto tempo
- Si Harry ci raggiungeranno ad Hagwarts e lì ci diranno quello che hanno scoperto - rispose il preside rassicurando per primi tutta la famiglia Weasley.
- E per quanto riguarda i night hunter non potrebbero raggiungerci anche loro. - chiese ancora una volta Harry
- Potrebbero Harry ma almeno per il momento devono continuare la loro missione, ma anche loro potrebbero raggiungerci presto.
- Professor Silente raggiungeremo Hagwarts da qui? - chiese Draco un po' preoccupato. Temeva che i demoni potessero attaccare il treno che partiva da Londra ed era in pensiero per alcuni amici di Serpeverde con i quali era riuscito a legare in modo particolare.
- No Draco. - era stato Harry a rispondere - lo so che sarebbe la cosa più logica ma non voglio che i demoni attacchino il treno pensando che io si lì. Neanche tutti gli studenti potrebbero opporsi ad un demone. E stessa cosa dicasi per i mangiamorte. Se attaccassero il treno e non mi trovassero lì potrebbero eliminare tutti gli studenti per rappresaglia.
- Ti fa onore la tua preoccupazione Harry, comunque oltre a tutti voi ci saranno anche gli auror per contrastare un eventuale attacco. Mentre il corpo insegnanti si recherà domani ad Hagwarts per preparare le lezioni, nello stesso tempo voi farete ritorno a Londra ed alloggerete nell'albergo che il primo ministro vi ha messo a disposizione.
Con quelle parole Silente aveva terminato l'ultima riunione al castello. Ancora qualche giorno e poi Harry avrebbe iniziato la seconda fase del suo addestramento. Era frustrante per lui non poterlo aiutare, purtroppo le maledizioni che aveva lo delibitavano e l'unica cosa che poteva fare  era quello di aiutarlo nella lotta contro Voldemort scoprendo dove si trovavano i restanti horcrux, prima dell'ultimatum che gli aveva dato Zita. Se riuscivano a battere Voldemort prima che l'ultimatum scadesse, allora avrebbero potuto anche battere i demoni. Ma se Voldemort fosse rimasto in vita, allora le loro possibilità di vittoria si assottigliavano, in quantro avrebbero dovuto lottare contro le forze di Voldemort e contro di quelle di Ninga nello stesso momento. E se quello che pensava era vero, le possibilità di vincere quella battaglia era poche, e quele poche erano affidate ad Harry. Ma la cosa fondamentale era battere Voldemort e lui si era prefisso di trovare e distruggere i rimanenti horcrux a costo della vita, visto che gli rimaneva molto poco da vivere. Ma questo era una cosa che non aveva nessuna intenzione di dire ad Harry.
Dopo che la riunione era terminata, tutti i ragazzi si trovavano nella stanza di Harry per mettere a punto un loro piano di difesa in caso di attacco al treno, e per sapere le intenzioni di Harry riguardo al loro addestramento.
- Come ci organizziamo per il viaggio Harry - chiese Draco
- E' logico pensare che Lucas, Star, Avion e Jeanne non viaggieranno con noi ma arriveranno con gli elfi, dopo che Silente avrà spiegato a cosa serve la quinta casa. Quindi, nel caso che i mangiamorte dovessero attaccarci dovremmo pensare noi a difendere tutti quanti. Anche se non credo che Voldemort manderà i mangiamorte ad attaccare il treno.
- Perchè pensi che non attaccherà - chiese Ron che da quando aveva preso la pozione si era calmato un po'
- Non è che lo escluda completamente, ma fino ad oggi i piani di Voldemort sono sempre stati mirati a separarmi dagli altri maghi. In particolare credo che a lui interessi più battermi davanti ai suoi seguaci che non davanti al mondo magico, che di fatto già lo teme. Attaccare il treno significa anche attaccare molti figli dei mangiamorte e questo gli sarebbe contro producente, in quanto qualcuno potrebbe giurargli vendetta, e non penso che fra tutti i seguaci non ci sia nessuno che non sappia usare il cervello.
- Quindi anche se non credi che attaccherà il treno vuoi che stiamo all'erta - replicò Draco
- Esatto, la prudenza non è mai troppa. E visto che ti troverai a parlare con Blaise e gli altri tuoi amici vedi se puoi accennare a loro quello che sta succedendo ma stai attento. - l'espressione di Harry era tesa, aveva molto da fare e poco tempo a sua disposizione. Doveva assolutamente trovare l'ombra che si annidava tra le serpi, smascherarla e mettere fine una volta per tutte alla diatribra tra i serpeverde e grifondoro.
- Cosa ti preoccupa Harry - chiese Hermione che si era accorta che nel suo amico c'era qualcosa che lo turbava
- Sarò sincero. Abbiamo tante cose da fare e il tempo è poco. In tutto onestà non so se riusciremo a battere Voldemort prima della scadenza dell'ultimatum. - rispose Harry
- Harry non sei solo. Tu pensa a coma battere Voldemort ad eventuali attacchi demoniaci ci pensiamo noi - disse Avion cercando di rassisucare il mago.
- Sei molto sicuro di te - punzecchiò Draco - Sei proprio sicuro che puoi lottare contro i demoni?
Avion e Star si guardarono per una frazione di secondo, cosa che non sfuggì ad Harry. Il mago aveva capito che i due ragazzi stavano per rivelare la verità sul loro conto
- Io e star non siamo semplici combattenti ma guardiani. E per quanto i demoni primordiali possano essere forti non possono fare nulla contro di noi - spiegò Avion
- Fate parte dell'antica cerchia dei combattenti della luce che intervengono solo quando la Terra è in pericolo. - Hermione era allibita, non avrebbe mai creduto che i suoi amici erano due dei più valenti combattenti che le forze del bene avessero
- Esatto Hermione. Noi guardiani interveniamo quando le forze del male vogliono assoggettare la terra. - continuò a spiegare Star
- E perchè i guardiani non sono intervenuti nella prima guerra contro Voldemort - chiese Draco curioso
- Perchè i guardiani possono intervenire solo ed eslcusivamente contro chi minaccia l'incolumità della terra. Voldemort è una minaccia, ma un guardiano può batterlo facilmente. - spiegò Avion. Però il ragazzo si era guardato dal dire che i guardiani stavano tenendo d'occhio il signore oscuro. Molte voci erano giunte alle loro orecchie e se erano vere allora Voldemort poteva diventare una minaccia pari a quella dei demoni. Ma visto che toccava ad Harry battersi contro di lui si era ben guardato dal menzionarlo, in quanto non voleva dargli ulteriori preoccupazioni. E se proprio era il caso lo avrebbe messo a conoscenza delle sue informazioni a tempo debito.
- Ora ho una situazione un po' più chiara. Dopo che torneremo a scuola, se non farete parte della quinta casa sin da subito provvederò a ricostruire l'es. - spiegò Harry mostrando un certo acume tattico. Così come Ninga e Voldemort stavano creando un loro esercito, così stava facendo anche lui.
- Dove e quando ci incontreremo? - chiese Draco
- Lo stabilirò dopo che gli insegnanti mi avranno detto come sarà organizzato l'allenamento. Comunque vorrei che ricordaste una cosa importante quando indosserete il cappello, se lo vorrete veramente lui terrà conto della vostra determinazione. - spiegò ancora il mago
- Ma se non abbiamo le qualità come può la determinazione far cambiare idea al cappello parlante. E' tramite le qualità dei ragazzi che il cappello dove collocarli. - ribattè Draco
- Ragazzi il cappello tiene conto delle vostre scelte e della vostra determinazione. Prima entrerete nella casa di fenice lucente e prima potrete addestrarvi al meglio. Io, Lucas e Jeanne possiamo darvi le basi ma solo gli insegnanti di fenice lucente potranno darvi il giusto addestramento, perciò  prima vi entrerete e meglio sarà. - spiegò Harry.
- Se avessimo qualche giorno di più - mormorò Hermione più a se stessa che agli altri
- Lo avrete. - disse Harry che voleva giocarsi il tutto per tutto - chiederò a Silente di postecipare di qualche giorno l'ammissione a fenice lucente. Così che tutti i ragazzi possano avere la possibilità di entrare. Stabilito questo ho già dato un paio di compiti ad Hermione e uno a Draco. Ora tocca a Ginny e Ron. Se ci riuscite fate ricerche sui quattro fondatori. Voglio sapere tutto di loro, chiedete agli elfi della scuola. Mettetevi in contatto con Lupin e spiegategli quello che dovete fare, lui avrà i contatti giusti per aiutarvi.
- Perchè ti interessa tanto - chiese Ginny
- Se Voldemort era interessato a creare gli horcrux e nasconderli nella scuola un motivo ci sarà. E credo che questo motivo sia legato al potere che avevano i quattro fondatori.- spiegò Harry
- Faremo come vuoi Harry - ribattè Ginny sorridendo all'amico. Ammirava molto Harry, la ua determinazione era contagiosa e se duratne la battaglia contro Zita era stata paralizzata dal terrore, ora era sicura che con il suo aiuto sarebbero riusciti a migliorare tanto da poterlo aiutare nella sua guerra contro i demoni.
- Credi che anche domani ci alleneranno - chiese Draco voglioso di migliorare per difendere chi amava.
- Non credo. Domani dovremo ritornare a Londra, ma una corsetta al mattino possiamo ugualmente farla, perciò sveglia alle sei. - disse Harry sorridendo, mettendo fine alla loro piccola riunione. Lentamente tutti uscirono dalla stanza, l'ultima fu Hermione che si girò e gli regalò un meraviglioso sorriso che fece arrossire un po' Harry.
La mattina, come Harry si aspettava, alle sei erano tutti fuori al castello per la consueta corsetta. Harry, come solito, prima impose un ritmo piuttosto blando per riscaldare i muscoli, poi cominciò ad accelerare sempre di più. I suoi amici resistettero fino al quindicesimo giro, quando lentamente uno ad uno si staccarono tutti, l'ultima fu Hermione. Solo Avion, Star, Lucas, e Jeanne stettero con Harry e continuarono a quel ritmo per altri quindici giri, finchè il maghetto decise che era arrivato il momento di fermarsi. Era molto orgoglioso dei suoi amici maghi che stavano aumentando la loro resistenza ad un ritmo impressionate. Infatti Harry non aveva dimenticato che appena un mese primo riuscivano a reggere solo per qualche giro mentre ora avevano corso al suo stesso ritmo per quindici giri. Era sicuro che con il tempo sarebbero diventati dei bravi combattenti. Il problema era quello di trovare altri ragazzi che a scuola avessero la stessa preparazione che avevano loro. Ma questo era un problema che avrebbe discusso ad Hagwarts, ora voleva solo impremirsi nella mente quell'ultimo giorno alla casa di Silente con i suoi migliori amici.
Le ore passavano veloci e ormai il tempo di lasciare il castello era arrivato. Entrarono nel treno che nel giro di qualche ora li avrebbero riportati a Londra dove gli auror li avrebbero scortati all'hotel.
- Cosa stai pensando Harry - chiese Hermione che aveva notato che da quando erano partiti l'amico aveva tenuto fisso lo sguardo sul paesaggio. Era un abitudine che aveva sin dal primo anno della scuola, quando aveva scoperto che Voldemort aveva ucciso i suoi genitori.
- Pensavo a come faranno gli altri studenti a reggere il ritmo degli allenamenti. Noi ormai siamo abituati visto che ci alleniamo da due mesi con Eoden e Legolas ma gli altri no. - Hermione pensò che la preoccupazione di Harry fosse fondata, nessuno degli studenti della scuola si era allenato con gli elfi durante l'estate, ed era impensabile che qualcuno nella scuola avesse la loro stessa preparazione fisica.
- Cosa pensi che faranno gli istruttori - chiese Draco
- Non ne ho proprio idea. Noi siamo abituati a correre a ritmi sostenuti da settimane, ma persone come Neville, Luna e molti altri non lo sono. - continuò a spiegare Harry
- E quindi - continuò Draco
- E quindi o facciamo degli allenamenti differenziati oppure protremmo aspettare che gli altri raggiungano il nostro stesso livello, ma questo significa che per due mesi non ci potremmo allenare, e questo è un lusso che non possiamo permetterci. -
- E tu cosa proponi di fare? - chiese Ginny che capiva le preoccupazioni di Harry. Se in quei due mesi che non si fossero stati allenati fossero stati attaccati dai demoni sicuramente sarebbero stati sconfitti, proprio perchè non preparati al combattimento.
- Il risveglio della magia aura, la resistenza alla fatica, l'abilità che abbiamo appreso nel combattere sono tutte cose che hanno richiesto tempo. L'unica cosa che possiamo fare è quella di far apprendere a chi vuole una delle nostre capacità entro un mese. Questo sarà il tempo che chiederò a Silente prima di iniziare la selezione per la quinta casa. Da lì in poi si potrebbero costituire due corsi. Uno più agevolato per quelli che saranno in difficoltà e l'altro per noi e per quelli che saranno arrivati al nostro livello e saremo proprio noi a istruirlo nella camera della necessita e non solo. - continuò Harry
- Che cosa intendi - chiese Hermione
- Vorrei chiedere a Silente di permetterci di allenarci anche all'esterno, nel campo di quidditch quando le squadre non si alleneranno. In modo che gli elfi e gli insegnanti possano tenerci d'cchio così da evitare attacchi a sorpresa.
Ginny guardava Harry estasiata. Il ragazzo sapeva che Voldemort e i demoni avevano già un esercito pronto a combattere, mentre lui doveva costruirne uno nuovo privo di esperienza, e a quanto aveva capito, era lui che voleva dare quell'esperienza che mancava a loro con allenamenti estenuanti. Ma non aveva scelta, se Voldemort e i suoi mangiamorte avessero attaccato durante l'anno scolastico, e gli alunni non fossero stati addestrati a lottare, sarebbe stata una carneficina. E lui proprio questo voleva evitare. Voleva addestrare i ragazzi più portati affinchè potessero difendere che non lo fosse. Non c'era nulla da ridire a quello che Harry aveva proposto, e i dubbi che aveva erano più che legittimi. La ragazza aveva capito che da soli non bastavano a fronteggiare un esercito di mangiamorte addestrato ad uccidere, figurarsi un esercito di demoni.
Harry sapeva che poteva contare sull'aiuto dell'ordine ed era sicuro che non avrebbero avuto grossi problemi a lottare contro i mangiamorte. Ma quello che si chiedeva era se il ministero fosse pronto, e quanti auror erano veramente bravi a lottare tanto da tenere testa ai mangiamorte. Se quello che aveva visto a Londra qualche mese prima era la reale capacità difensiva del ministero non aveva molte speranze di poter contare sugli auror, ed era per questo che voleva istruire tutti quelli che poteva a lottare alla pari contro i mangiamorte.
- Quindi se non ho capito male vuoi istruire nel miglior modo possibile tutti coloro che vorranno entrar a far parte della quinta case - chiese Draco già conoscendo la risposta.
- Esatto, non mi aspetto che siano molti gli alunni che il capello sceglierà, forse una trentina. Ma se vogliamo avevre una possibilità di vittoria allora noi di fenice lucente dovremo avere una preparazione superiore a quella dei mangiamorte per equiparare la loro superiorità sia numerica che di esperienza.
- Un mese sarà sufficiente a fare tutto questo - chiese Hermione
- Noi ci proveremo, poi tutto dipenderà dagli studenti. Li recluteremo fra tutte le quattro case e poi faremo una riunione in quello stesso pub dove abbiamo fondato l'es.
Ora che avevano stabilito un piano di azione i ragazzi continuarono a parlare ancora per un po' del più e del meno finchè non arrivarono a Londra dove una decina di auror provvidero a scortatli aall'albergo messo a disposizione dal ministero.
Una volta arrivati all'elbergo ai ragazzi furono date delle camere, dove si recarono subito per farsi una doccia rilassante. Harry, una volta terminata la sua doccia, si rivestì e si recò nel salone dell'albergo dove lo avrebbe atteso un bel pranzo rigenerante visto che sul treno non avevano mangiato molto.
Quando arrivò nel salone lo trovò completamente spento.
- Buon compleanno Harry - gridarono tutti i ragazzi non appena le luci si accesero. Harry era sorpreso perchè non c'erano solo tutti i suoi amici con i quali si era allenato al castello, ma c'erano anche Luna e tutti i membri dell'ordine della fenice e alcuni ragazzi di Grifondoro come Neville, Dean, Seamus.
Il ragazzo era completamente sorpreso, non si aspettava di festeggiare il suo compleanno, anche se con qualche mese di ritardo, con i suoi amici più cari.
- Ringrazia Hermione - gli rivelò una voce che era a qualche centimetro da lui. Harry si girò e vide che era stata Ginny a dirgli quelle parole. Harry non sapeva che cosa dire, era semplicemente commosso da quella dimostrazione di affetto da parte della ragazza e dei suoi amici. Con tutti gli avvenimenti che si erano susseguiti durante l'estate si era completamente dimenticato del suo compleanno.
A turno tutti quanti lo abbracciaron per fargli gli auguri e quando fu il turno di Hermione il ragazzo la tenne a se per qualche secondo in più, ringraziandola per quella bella sorpresa. Si guardarono ancora per qualche secondo negli occhi e avrebbero tanto voluto baciarsi, ma non potevano. Hermione non aveva ancora lasciato Ron, ed Harry non era ancora sicuro dei sentimenti che la ragazza provava per lui. Oltre tutto, non voleva che Seth si risvegliasse aiutato dall'ira di Ron. Mancavva ancora qualche settimana al successivo combattimento contro Seth e lui non sapeva se il dio era consapevole dei suoi miglioramenti, ma soprattutto non sapeva se il dio era a conoscenza che lui ormai padroneggiava alla perfezione la sua aura. Ma anche se Harry non poteva dichiararsi ancora ad Hermione, i suoi occhi parlavano al posto della sua voce. E questo a Luna non era sfuggito, così come non era sfuggito il momento in cui gli occhi di Ron era diventati rossi.
- Hermione possiamo fare anche noi gli auguri ad Harry - disse una voce alle spalle di Harry che si girò e vide Draco con alcuni membri della casa di serpeverde.
- Harry loro sono Blaise, Pansy, e Anty Greengrass. - disse Malfoy presentando uno ad uno i suoi amici più cari che gli erano stati vicini sin dal primo anno.
- Tanti auguri Harry - dissero i tre serpeverde un po' imbarazzati. Draco aveva incontrato per caso i tre ragazzi nell'albergo e visto che da quell'anno le cose dovevano cambiare gli era sembrato giusto cominciare dai suoi amici più cari.
- Che ci fate voi qui - chiese Seamus in tono brusco
- Calma Seamus, loro sono con noi e ci aiuteranno nella guerra contro Voldemort - spiegò Harry
- Ma Harry i serpeverde sono sempre stati sostenitori di tu sai chi - replico Seamus
- Punto primo tu sai chi ha un nome e si chiama Voldemort. Punto secondo non tutti i serpeverde sono sostenitori di Voldemort. Punto terzo è meglio che vi sediate tutti mentre vi spiego quello che è successo durante l'estate e che probabilmente ignorate.
Il ragazzò narrò di tutte le vidende che erano successe dall'attacco di Londra usato da Voldemort come diversivo per rapire Olivander, all'attacco dei  demoni. Non tralasciò nulla e spiegò per filo e per segno quello che il preside e lui avevano intenzione di fare, ovvero creare una quinta casa affinchè chi vi entrasse avrebbe avuto la migliore preparazione possbile per affrontare i demoni e di conseguenza Voldemort. Spiegò anche che una volta tornati ad Hagwart aveva intenzione di addestrare personalmente tutti i ragazzi che erano intenzionati ad entrare nella casa, prima che il cappello parlante selezionasse gli studenti. Fu un racconto molto lungo che durò ore ma Harry voleva che tutti capissero che il pericolo al quale andavano incontro era grande e che la guerra contro Voldemort e i demoni non sarebbe stata facile.
- Nessuno vi costringe a lottare se non volete, nè tanto meno nessuno vi costringe ad entrare nella quinta casa. Ma che voi lo facciate oppure no sia Voldemort che i demoni attaccheranno lo stesso. L'unica vera differenza la potrete fare solo voi e nessun altro.
- Harry ma per questo ci sono gli auror. Sono loro che sono addestrati a lottare contro le creature oscure - obiettò Seamus
- Seamus hai sentito il mio racconto. Ma come ho detto nessuno vi obbliga ad entrare nella quinta casa, ma è meglio che sappiate che la possibilità che vi do io di addestrarvi è l'unica possibilità che avrete per entrare eventualmente nella quinta casa. Hermione, Ron, Ginny, Draco già sanno come sono i metodi di insegnamento degli elfi e quale difficoltà vi attendono, e che tipo di allenamento farete. E proprio perchè gli allenamenti saranno duri vi sarà solo una chiamata. Non ci sarà possibilità per chi resterà fuori di entrare successivamente. - Quelle parole erano rivolte soprattutto a Seamus che durante il quinto anno non aveva creduto alle parole di Harry e non fece parte dell' es sin dall'inizio ma vi entrò successivamente.
- Avrete qualche giorno per pensarci. Ad Hagwart vi sarà spiegato tutto meglio, ora divertiamoci, in fondo è una festa. - dopo quei momenti di tensione la serata passò in allegria tra risate, scherzi e tanto altro e Ron assieme ad alcunio grifondoro dovettero ammettere che i serpeverde in fondo non erano male.
Il mattino successivo tutti i ragazzi ospiti dell'albergo furono condotti al treno che li avrebbe condotti ad Hagwart. Harry, nonostante cercasse di mostrare sicurezza, non poteva fare a meno di pensare, che nonostante gli auror del ministero, erano completamente indifesi da un eventuale attacco massiccio dei mangiamorte, per non parlare dei demoni. In cuor suo sperava vivamente che non accadesse nulla durante il tragitto. Scoccate le undici precise il treno lentamente lasciò la stazione per prendere sempre più velocità in direzione della scuola.
- Tutto ok Harry? - chiese Ginny che aveva notato che il ragazzo non aveva aperto bocca, ma sudava tanto segno che era tesissimo. La sua mano era sempre vicino alla sua bacchetta, ed era tesissimo nel percepire le auree dei mangiamorte o dei demoni. Per fortuna la maggior parte delle persone del treno erano ragazzi, e quindi non gli era difficile captare le auree. Infatti percepiva chiaramente le auree degli auror situati all'inizio e alla fine del treno
- Tutto ok - rispose il ragazzo cercando di sorridere
- Voui andare a cercare Ron ed Hermione - chiese Ginny sperando che l'amico accettasse l'offerta. Non se la sentiva di lasciare la ragazza con il fratello, sapendo che in lui dimorava l'anima di un dio e che in qualsiasi momento avrebbe potuto prendere il sopravvento su Ron, anche se tutti dicevano che la pozione che gli avevano dato aveva calmato l'anima del dio. Però sapeva che alla successiva luna piena il dio si sarebbe risvegliato e per quanto tutti cercassero di mantenere la calma, era innegabile la tensione che molti di loro avevano, soprattutti Harry, in quanto non mancavano che una ventina di giorni alla successiva luna piena.
- Tranquilla Ginny, stanno bene e fra qualche minuto saranno di ritorno. - rispose il ragazzo un po' più disteso. In effetti anche lui era preoccupato ma sapeva che Hermione sapeva badare a se stessa, e ora che li aveva percepiti si sentiva un po' più tranquillo. Infatti dopo qualche minuto i due ragazzi rientrarono mano nella mano, e la ragazza aveva lo sguardo un po' nervoso. Ad Harry non gli ci volle molto per capire che anche Hermione aveva i suoi stessi pensieri e per tanto non si sentiva tranquilla.
Harry istintivamente emise la sua aura in modo molto flebile e calmo. Lentamente nel vagone l'aria di tensione fu sostituita da un atmosfera rilassante che fece rilassare tutti quanti.
- E' strano che Draco non venga a trovarci - mormorò Ginny sperando di non tradire la sua apprensione. Era ormai innegabile il fatto che si stava seriamente innamorando del giovane rampollo dei Malfoy. Aveva un gran voglia di vederlo.
- Gli ho detto di non venire per il momento. A parte noi e quelli che erano alla festa ieri, nessuno deve sapere che Draco ha rinnegato il signore oscuro. - rispsoe Harry
- Perchè - chiese curiosa Ginny
- Tra le fila dei serpeverde c'è qualcuno che trama nell'ombra. Ho incaricato Draco di vedere se riesce a capire chi è questa persona che si nasconde nell'ombra - spiegò Harry
- Ma Draco verrà automaticamente smascherato tra un mese quando probabilmente entrerà a far parte della quinta casa - ribattè Ginny e in fondo la sua teoria era più che plausibile.
- Ho pensato anche a quello. Se il cappello sceglierà Draco per farlo entrare nella quinta casa, faremo credere che sia entrato come spia. In altre parole cercheremo di far credere a Voldemort e all'ombra che Draco non voleva tradire Voldemort, e se lo aveva fatto all'inizio era solo perchè non se la sentiva di uccidere Silente. Qualche giorno fa, Silente mi ha comunicato che Malfoy senior ha accettato di collaborare con il ministero. Faremo credere che Draco voglia ritornare tra le fila del signore oscuro per ridare l'onore alla famiglia dei Malfoy che il padre ha disonorato aiutando il ministero. Visto che tu e Draco siete diventati amici, faremo credere a tutti che Draco stia usando il suo ascendente che ha su di te per arrivare a me e Silente e scoprire che cosa abbiamo in mente. - Spiegò Harry dimostrando ancora una volta un grande acume tattito. Anche se aveva a disposizione pochi amici che potevano aiutarlo stava gestendo la situazione al meglio.
- Ma come farete tu e Silente a fare questo. Intendo, prima o poi dovrete dare qualche notizia a Voldemort. - era stato Ron a porre la domanda questa volta
- Daremo qualche notizia di poco conto. Poi ne parlerò con Silente fra qualche giorno - rispose Harry alzandosi e cominciando a preparare i suoi bagagli, infatti il treno cominciava a rallentare segno che erano quasi arrivati. Anche se nessuno lo aveva notato, Harry si fece serio. Aveva percepito una pericolosa aura che si stava avvicando a loro e non gli ci volle molto a capire che l'avversario che si stava avvicinando era il nazcu che aveva sconfitto al castello di Silente. In cuor suo sperava che il nazcu arrivasse quando tutti i ragazzi sarebbero stati salvi al castello e lui avrebbe potuto lottare con più tranquillità. Purtroppo dall'avvicininarsi dell'aura era difficile che avrebbero anticipato l'arrivo del nazcu, e il ragazzo cominciava a pensare ad un piano per lottare senza far correre inutile pericoli ai ragazzi.
Il treno ben presto si fermò e i ragazzi, con la solita lentezza, prendevano i loro bagagli e uscivano dal treno. Gli auror avevano percepito l'avvicinarsi della minaccia, ma non volevano comunicarlo ai ragazzi, che probabilmente presi dal panico, avrebbero causato danni e feriti. Nel frattempo anche Harry era uscito, e aveva scambiato un cenno di intesa con Draco, facendogli capire di non fermarsi e di proseguire. Draco aveva percepito anche lui l'aura del nazcu e avrebbe voluto fermarsi ad aiutare Harry, ma il suo piano era chiaro. Per tutti i serpeverde doveva continuare ad essere il figlio di un mangiamorte e per tanto la minaccia non lo riguardava.
Ormai più della metà dei ragazzi erano saliti sulle carrozze ed erano arrivati sani e salvi al castello, ma qualcuno di loro, soprattutto quelli appartenenti alla casa dei grifondoro si chiedevano come mai Harry con i suoi amici non si decidevano a salire sulle carrozze, ma anzi lasciavano il passo agli altri ragazzi.
- Che succede Harry - chiese Seamus avicinandosi al gruppetto
- Un nemico Seamus e anche molto pericoloso - spiegò il ragazzo piuttosto nervosamente
- Ma ci sono gli auror a difenderci - obiettò il ragazzo che non voleva credere che ci fossero nemici così forti da battere gli auror, eppure aveva visto più volte lo sguardo di Harry. Mai si era innervosito di fronte ai mangiamorte, eppure ora lo vedeva molto nervoso
- Questo nemico è al di fuori della portata degli auror. Quello che si sta avvicinando non sono i mangiamorte. Ma una creatura oscura tanto potente che potrebbe eliminarci da solo in pochi minuti - spiegò Hermione visibilmente innervosita anche lei.
- Non esistono avversari di questa portata... - il ragazzo non termicò la frase che Harry lo butto a terra, togliendolo dalla traitettoria di una sfera oscura. Harry lanciò uno stupifendo che il nazcu parò con disarmante disinvoltura. Seamus era stupito per quello che stava succedendo, e non era il solo. Pochi secondi prima stava per dire che non esistevano tali creature oscure e ora se ne trovava una di fronte, ma la cosa che lo sorprese di più era stato l'incantesimo che Harry aveva lanciato, non ne aveva mai sentito parlare.
- Ci rivediamo Harry Potter - disse il nazcu con la sua solita voce sepolcrare che fece rabbrividire tutti i ragazzi rimasti, e anche gli auror provavano un certo timore di quella creatura oscura.
- Avrei fatto volentieri a meno di vedere il tuo brutto viso - rispose Harry di rimando preparandosi allo scontro. Sia Seamus che gli auror guardavano Harry, il quale sembrava non dimostrare la minima paura nei confronti di quell'avversario.
- Ti rifaccio la stessa proposta che ti feci qualche mese fa, scegli un mago e morirà solo lui. Opponiti e morirete tutti.
- Ti rido la stessa risposta che ti diedi all'epoca, non scelgo nessuno e se vuoi ucciderli dovrai prima battere me. - Rispose il ragazzo preparandosi all'immimente lotta
- Come vuoi Potter - il nazcu emise la sua aura oscura che fece rabbrividere tutti i presenti, ma Harry emise la sua aura bianca che si scontrava con quella oscura del suo avversario. Seamus, che fino a qualche minuto prima era scettico, ora si trovava in mezzo ad un vero scontro fra bene e male, nulla a che vedere con gli attacchi dei mangiamorte. Era sicuro che se non ci fosse stato Harry, il nazcu avrebbe fatto una carneficina. I pochi ragazzi rimasti e gli auror erano rimasti completamente pietrificati quando la creatura aveva emessa la sua paurosa aura oscura.
Le due auree si scontravano con violenza, tanto che alcune piccole pietre volavano nelle più svariate direzioni. Lo sguardo di Harry era serio e al tempo stesso trasmetteva una grande sicurezza. Hermione, Ginny guardavano con ammirazione Harry. La sua aura era aumentata molto in quell'ultimo periodo, e Ginny non aveva dubbi che l'aura di Harry era aumentata così tanto grazie all'amore che provava per Hermione. In effetti la ragazza non aveva torto ma non sapeva che l'aura di Harry non dipendeva solo dal suo amore per Hermione, ma dalla sua voglia di difendere tutti coloro che non erano in grado di farlo. In quel momento erano molte le persone che non erano in grado di lottare contro il nazcu, mentre lui poteva e questa consapevolezza gli aveva permesso di emettere la sua aura ancora con più potenza del solito
- Sei diventato potente Harry. Vediamo quanto - gli disse il nazcu lanciando due sfere oscure. Harry, rapido estrasse la sua bacchetta, che era diventata bianca, e usò il suo escudo lumos per bloccare l'attacco del nazcu.
Il nazcu lo attaccò con i suoi artigli, ma Harry usò l'ultravelox e grazie alla sua velocità riusciva ad avitare tutti colpi che il nazcu usava.
Seramus guardava esterefatto quello che stava succedendo, ed era sempre più convinto che se Harry non fosse stato lì, quella creatura li avrebbe eliminati in poco tempo. E poi c'era quel modo di combattere che stava uscendo il mago, così differente da quello che era abituato a vedere. Più guardava Harry e più era convinto che solo entrando nella quinta casa avrebbe potuto lottare come l'amico.
Il nazcu lanciò un raggio oscuro che Harry bloccò usando il lumineum. I due colpì si scontrarono a metà strada. Le auree dei due avversari aumentavano sempre di più, cercando di dare potenza ai loro colpi, ma nessuno dei due riusciva smuovere quello stallo, finchè i due colpi si respinsero a vicenda facendo cadere i due avversari a terra, i quali si rialzarono subito, emettendo ancora le loro auree agguerriti più che mai a darsi battaglia.
Il nazcu lanciò due sfere oscure che Harry, grazie alla sua capacità di percepire le scie magiche e grazie all'ultra velox, evitò facilmente e lanciò a sua volta un lumineum che colpì il nazcu che però rimase illeso. Harry capì che la sua luce non era ancora sufficientemente forte per batter un avversario forte come il nazcu, ma anche la creatura oscura capì che il ragazzo era molto diverso da quello che aveva affrontato qualche mese prima. Era diventato più forte e la sua capacità nell'evitare i colpi era straordinaria.
Harry cominciò a correre attorno all'avversario, circondato dalla sua aura bianca che rilasciava una scia di luce, che ben presto circondò completamente il suo avversario.
- Gabbia di luce - gridò Harry uscendo dal fascio di luce che lui stesso aveva provocato. Sembrava finalmente che Harry fosse riuscito a intrappolare il suo avversario, ma purtroppo dalla gabbia ben presto fu attraversata da alcuni lampi oscuri, che in breve tempo la distrussero
- Non male Potter lo riconosco, ma ora è il mio turno. Tenebra oscura - l'incantesimo, come la volta precedente avvolse completamente la zona in un oscurità priva di qualsiasi luce. Harry avrebbe voluto usare la spada di grifondoro ed usare l'incantesimo esplosione di luce, ma se lo avesse fatto tutti i presenti avrebbero saputo che lui aveva la spada, e considerato che c'erano ancora alcuni serpeverde, non se la sentiva di escludere la possibilità che tra di loro c'era anche l'ombra che si celava tra le serpi. 
Harry aumentò la sua aura, avrebbe estratto la spada solo come sua ultima arma. Aveva ancora un incantesimo da usare, e sperava vivamente che funzionasse. Aumentò ancora la sua aura e usò il luminendo. Dalla bacchetta partirono tanti raggi di luce che colpirono la barriera che sembrava reggere al colpo del ragazzo, il quale non voleva darsi per vinto. Il suo amore doveva trionfare a qualsiasi costo. Guardò Hermione e la sua aura aumentò ancora di più, l'incantesimo che fino a quel momento non aveva funzionato, crepò la cupola in più punti, per andare distrutta dopo pochi  secondi.
Harry anche se stremato aumentò la sua aura pronto a riprendere il combattimento, aveva forze per un altro attacco e non si sarebbe risparmiato. Anche il nazcu aumentò la sua aura pronto a lanciare la sua sfera oscura, sapeva che Harry non si sarebbe mai arreso ed entrambi sapevano che quella battaglia poteva anche terminare con la morte di entrambi, o forse avrebbero potuto combattere all'infinito visto che entrambi i combattenti erano alla pari. Anche se non voleva il nazci optò per la ritirata, in modo da evolversi e sconfiggere una volta per tutte Harry. Così, il nazxu sparì all'interno di un buco oscuro che aveva creato e che si richiuse subito dopo che  vi entrò.
Harry lentamente si rilassò, anche se era sicuro che non ci sarebbero stati altri attacchi, preferì aspettare che tutti gli studenti lasicassero la stazione, e quando rimase da solo con i suoi amici salirono sull'ultima carrozza che era rimasta a disposizione.
Seamus era in totale silenzio, non aveva aperto più bocca da quando aveva attaccato il nazcu. Si sentiva così male ad aver messo in dubbio le parole di Harry. In fondo aveva avuto la dimostrazione che fino a quel momento Harry non aveva mai mentito e lui, soprattutto dopo quello che era successo l'anno prima, aveva messo di nuovo in dubbio la parola di Harry. Come poteva far parte della quinta casa se nonostante tutto quello che era successo, metteva ancora in dubbio le parole di Harry. Eppure ora più che mai si rendeva conto che gli auror non erano di grande aiuto contro avversari come i nazcu, e se voleva proteggere chi amava doveva assolutamente entrare nella quinta casa, e quindi partecipare alle lezioni di Harry per diventare abbastanza forte da potervi entrare.
- Harry - disse una voce che riscosse Seamus dai suoi pensieri.
- Cosa c'è Hermione? - chiese il ragazzo con voce rassicurante, ormai erano entrati tra le mura difensive del castello.
- Ben tornato ad Hagwarts - rispose Hermione che si guadagnò un magnifico sorriso da parte dell'amico. Harry era finalmete tornato nell'unico posto che considerava casa ed era con le uniche persone che considerava come la sua famiglia. Dopo quella terribile estate non poteva credere di essere riuscito a tornare ad Hagwart. Non sapeva perchè ma la cosa lo rendeva molto felice.

Per prima cosa mi scuso per non aver rilasciato ringraziamenti nei scorsi capitoli, ma purtroppo la fretta mi ha fatto dimenticare di farli. Perciò ringrazio per primo auro san che è il più assiduo di tutti a seguire la mia storia, ringrazio Natsumi Ramon per la sua recensione e per i consigli che mi ha dato, e ringrazione anche Kendra00 per la recensione chi ma rilasciato. Ringrazio tutti coloro che leggono e hanno messo la storia fra le preferite e le ricordate.
Un grande abbraccio a tutti e arrivederci al prossimo capitolo, che spero di postare il prima possibile.

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Capitolo 23
*** il potere dell'amore ***


                                                    
                                                                                                                        Capitolo 23

                                              Il potere dell’amore  
                                                                             
Dopo che Harry ebbe battuto il nazcu, il preside fu informato di tutto quello che era successo e decise che al meno per il momento, una piccola spiegazione era obbligatorio darla ai ragazzi. Per tanto il preside spiegò a tutti gli studenti della scuola quello che in quei mesi era successo, e dell'intenzione del ministero di creare un quinta casa nella scuola, in modo da permettere a tutti i combattenti magici, e non solo ai maghi, di farne parte e di poter lottare dopo un anno contro i demoni.
Il preside fu anche chiaro che nessuno obbligava i ragazzi a farne parte e che l'ammissione sarebbe iniziata entro un mese, in modo che chi volesse entrare avrebbe avuto il tempo necessario per raggiungere un livello, se non pari ai ragazzi che già si allenavano da due mesi con gli elfi, almeno sufficiente per entrare nella nuova casa.
Detto questo, ci fu il solito smistamento dei nuovi maghi alle quattro case, e successivamente tutti i ragazzi fecero onore a quello che gli elfi della scuola avevano preparato per cena.
Il giorno successivo, molti studenti della scuola avevano saputo quello che era successo la notte precedente, e dell'incredibile combattimento di Harry contro una delle più potenti creature oscure della terra. In molti lo cercarono per farsi dare notizie, ma a tutti Harry rispondeva che non aveva nulla da aggiungere a quello che il preside aveva detto. Ed in parte era vero, a parte il non dire che lui e il preside si erano incontrati prima del banchetto, e avevano deciso insieme di posticipare l'ammissione alla quinta casa di un mese. Ma che lui collaborasse attivamente con il preside, era una cosa che per il momento non voleva che nessuno sapesse, in modo da poter aiutare Draco nella sua missione. Infatti Harry aveva pensato, che se Draco avesse informato il signore oscuro che partecipava in modo attivo alle riunioni del preside, non avrebbe avuto motivo di dubitare della sua devozione.
Harry si stava dimostrando molto furbo in quegli ultimi mesi. Tutto quello che era successo nella sua vita lo aveva fatto maturare molto, e stava migliorando tanto anche nella capacità di ragionare con la mente calma, senza farsi prendere dalla rabbia, complice anche le lezioni di occlumanzia che continuava a seguire con il suo insegnante di pozioni.
In quei primi giorni di scuola, Harry si stava impegnando molto a far terminare quell'assurda diatriba tra Serpeverde e Grinfondoro, e se fra questi ultimi era aiutato dai suoi amici, e anche da altri ragazzi che la pensavano come lui, la stessa cosa non si poteva dire dei Serpeverde che non perdevano occasione nell'attaccare i loro rivali storici. Ovviamente secondo le direttive di Harry, Draco al meno per il momento, non poteva dedicarsi in maniera attiva nella diatriba, anzi al contrario doveva aizzarla in modo da non far capire all'ombra, che lui era dalla parte di Harry. Così, anche se a malincuore, Draco era costretto a comportarsi nello stessa identica maniera degli anni passati. Ma per fortuna di Harry, qualche Serpederde la pensava come lui, ma purtroppo era duro far morire una diatriba che era attiva da molti anni, e anzi lentamente si stavano formando molte frange estremiste, soprattutto fra i serpeverde, che usavano i più svariati incantesimi, alcuni anche pericolosi, pur di ostacolare i buoni propositi di Harry, che, anche se aiutato, stava riscontrando molte più difficoltà del previsto nel fermare la diatriba.

Passarono alcuni giorni da quando Harry era ritornato ad Hogwarts, e purtroppo dovette riscontrare che le frange estremiste dei Serpeverde si stavano moltiplicando, nonostante i suoi tentativi di fermarli. Anche tra i Grifondoro cominciava a nascere l’idea di rispondere agli attacchi dei Serpeverde, e Ron era tra quelli più attivi ad insistere affinché i Grifondoro rispondessero agli attacchi dei serpeverde. Harry dovette ammettere che più si avvicinava la luna piena, e più era difficile far ragionare Ron, visto che il potere di Seth diventava sempre più forte. Purtroppo, anche se il ragazzo non voleva, tra qualche giorno sarebbe stato costretto a dare a Ron per il secondo mese consecutivo la pozione Orfeo, ma il mese successivo avrebbe dovuto per forza combattere contro di lui.
In realtà il suo piano era quello di affrontare Ron dopo qualche giorno che erano tornati alla scuola, purtroppo gli eventi che si stavano susseguendo lo avevano costretto a cambiare i suoi piani. Ricordava ancora il precedente scontro con Ron in forma semidivina, e i successivi giorni passati a recuperare le energie spese per guarire le ferite. Se fosse successo la stessa cosa anche nel secondo scontro, le frange di Serpeverde e Grifondoro si sarebbero dati battaglia, cosa che almeno per il momento non facevano perché avevano timore del potere di Harry. Al meno il discorso del preside aveva fatto in modo che gli estremisti delle due case non si affrontassero mai quando Harry era nei paraggi. Purtroppo, viste le continue provocazioni dei Serpeverde, Harry dubitava di riuscire a frenare ancora per molto i Grifondoro, e cominciava a dubitare che i suoi propositi di pace si sarebbero potuti realizzare.
Per aiutare Harry, Silente aveva istituito un nuovo gruppo di sorveglianza studentesco, denominato Ordine di Silente, e aveva nominato Harry capo della squadra e aveva dato a lui il compito di formare la squadra, che aveva lo scopo di fermare qualsiasi infrazione ai regolamenti studenteschi. Il ragazzo aveva deciso di fare entrare nella nuova squadra quasi tutti i membri del vecchio esercito di Silente, visto che l’anno precedente aveva provveduto ad istruire i ragazzi a combattere contro le arti oscure. Ma anche con l’Ordine di Silente, fermare la diatriba fra le due case si stava rivelando alquanto difficile, e nella di testa di Harry si stava facendo largo l’idea di lasciar perdere, visto che di progressi ne aveva fatto davvero pochi e oltretutto ancora non era riuscito ad organizzare un incontro per stabilire quanti ragazzi della scuola sarebbero entrati nella nuova casa.
Nonostante le varie difficoltà che stava riscontrando il ragazzo era restio ad arrendersi, soprattutto perché aveva il dovere morale di far capire che quella diatriba era assurda visto quello che attendeva i maghi tra meno di anno.
Era passato ancora qualche giorno e Harry notò che gli attacchi dei Serpeverde erano diminuiti, e sperava vivamente che dietro a quella diminuzione non ci fosse Draco. Per lui e per Silente, Malfoy era troppo importante che fungesse da spia e sperava ardentemente che Draco non fosse intervenuto direttamente nella diatriba. Fortunatamente, una mattina mentre stava andando a lezioni di pozioni, incrociò per puro caso Blaise che gli sussurrò che non era da solo. Il ragazzo aveva capito che Blaise, Pansy e Anti Greengass stavano intervenendo personalmente nella diatriba in modo da aiutarlo a realizzare il suo piano di vedere cooperare gli studenti di tutte e quattro le case contro un nemico comune.
Dopo qualche giorno Harry vide che cinque serpeverde stavano importunando uno studente del terzo anno di Grifondoro. Il ragazzo in pochi secondi li schiantò tutti, e a poco servirono le lamentele dei ragazzi contro Potter, visto il potere che gli aveva dato Silente, e Piton fu costretto a togliere cinquanta punti a Serpeverde perché i ragazzi avevano violato i regolamenti della scuola ed erano stati scoperti dal capo dell’ordine. Dopo quella piccola dimostrazione di forza gli attacchi delle frange estremiste dei Serpeverde cominciarono a diminuire sempre di più, e ogni giorno che passava Harry raccoglieva sempre più consensi da ambo le case, grazie anche all’aiuto di molti ragazzi come Hermione, Neville e altri di Grifondoro e Serpeverde che cominciavano a capire che l’idea di Harry era giusta, visto che la gazzetta del profeta riportava attacchi di demoni minori contro i maghi quasi ogni giorno. Visto che ormai la diatriba era sotto controllo, almeno per il momento, Harry cominciò a raccogliere consensi fra tutti gli studenti che erano intenzionati a far parte della quinta casa, e per far capire quello che li attendeva aveva indetto una dimostrazione nel campo di quidditch la settimana successiva, in modo che i selezionati avessero capito a quale difficoltà andassero incontro, una volta entrati nella quinta casa. Harry aveva selezionato circa una settantina di persone tra i quali c’erano tutti i membri dell’e.s. compreso Ron.
- buongiorno a tutti. Oggi siete qui per farvi vedere in che cosa consiste l’addestramento che vi sarà dato dagli insegnanti della quinta casa, qualora il cappello parlante decidesse di farvi entrare. L’addestramento non servirà solamente per darvi le basi per affrontare i mangiamorte e Voldemort ma anche i demoni minori. – Al nome del signore oscuro molti ragazzi sussultarono, e ci furono alcuni mormorii di rimprovero.
- Chiariamo una volta per tutte che io il mio nemico lo chiamo per nome. Per tanto se non vincerete la paura del nome non potrete mai battere i suoi seguaci – ribattè il ragazzo che continuava a non capire perché la gente si rifiutasse di chiamare Voldemort con il suo nome.
- Ma perché dovremo imparare a lottare contro i mangiamorte e i demoni, visto che a difenderci ci sono gli auror? – Harry guardò in direzione del ragazzo che aveva fatto la domanda, e avrebbe scommesso un milione di galeoni che il primo a fare quella domanda sarebbe stato Zacarias Smith, un ragazzo che di Tassorosso aveva poco o nulla.
- Immagino che tutti voi abbiate letto dell’attacco dei mangiamorte a Londra all’incirca due mesi fa. – tutti i ragazzi annuirono, in quanto Amelina Bones aveva voluto che tutto il regno magico avesse saputo la verità. Ovvero gli auror, per quanto forti siano, non erano comunque riusciti a sventare l’attacco. Di conseguenza molti maghi avevano capito che l’esercito dell’oscuro signore era molto più potente di quanto avessero potuto pensare, e oltretutto era anche molto più pericoloso di quello di diciassette anni prima, visto gli eventi degli ultimi tempi.
- C’eri anche tu in quella battaglia – chiese Cho Chang sapendo già la risposta.
- Si – rispose il ragazzo raccontando quello che era successo quella notte, evitando di entrare nei particolari soprattutto per quanto riguardava la battaglia contro Zita
- Ma se gli auror non sono riusciti a fermare i mangiamorte del signore oscuro, come pensi che possano riuscirci dei ragazzi che vanno ancora a scuola – era stato ancora Zacarias Smith a porre la domanda.
- Ci riuscirete se sarete in grado di risvegliare la magia aura. Ma se avete anche solo paura di chiamare il vostro nemico con il suo nome allora non ci riuscirete mai. – rispose il ragazzo guardando ostinatamente Zacarias negli occhi, facendogli abbassare lo sguardo alla fine. Cominciava ad averne abbastanza dei modi altezzosi del ragazzo, e una strana idea gli stava venendo in mente.
- La magia aura non è altro che una leggenda – affermò con sicurezza Zacarias Smith. A quelle parole ad Harry non rimase altra scelta che dare una dimostrazione, tanto Voldemort già sapeva che lui aveva risvegliato la magia aura, grazie al combattimento contro Runga e Zita.
Il ragazzo si fece circondare da dieci maghi che lo attaccarono sotto sua richiesta. I maghi fecero come gli era stato chiesto e lanciarono lo stupeficium contro Harry, che usò la riflessione magica per rispedire al mittente gli schiantesimi.
Harry incitò tutti i ragazzi ad attaccarlo, questi lo fecero ma Harry si limitò ad usare la protezione magica per bloccare tutti gli attacchi.
- La magia aura serve solo per difendersi – chiese Cho chang che ancora non credeva a quello che aveva visto, settanta maghi non erano riusciti a fare neanche un graffio ad Harry. Se la magia aura aumentava così tanto la potenza difensiva degli incantesimi, si domandava che cosa potesse fare con gli incantesimi offensivi
- Stupifendo – gridò il ragazzo lanciando lo schiantesimo potenziato verso un albero distruggendolo all’istante. Tutti quelli che avevano creduto che la magia aura fosse una leggenda, dovettero ricredersi davanti alla dimostrazione di Harry
- Come si risveglia la magia aura – chiese Seamus. Harry non aveva dubbio che sarebbe stato Seamus a porre la domanda visto che lui sapeva che la magia che aveva mostrato non era nulla paragonato al combattimento che Harry aveva sostenuto contro il nazcu.
- La magia aura si risveglia solo quando avete un forte desiderio di protezione per una o più persone. Ma questo non basta a risvegliarla, dovete essere pronti a tutto, anche a sacrificare voi stessi nel caso che chi proteggete non sia in grado di farlo. Ma la magia aura non la potete usare se non rafforzate il vostro corpo e aumentate la vostra resistenza alla fatica. La magia aura è molto più potente di quanto pensiate, pertanto il dispendio di energie è proporzionale all’incantesimo che usate. Al momento basterebbe uno stupifendo a prosciugarvi completamente le forze e di conseguenza sareste in balia del vostro nemico.
- Perché nessuno di noi ha mai sentito parlare della magia aura – chiese un ragazzo di corvonero
- Perché in passato un sigillo demoniaco era stato posto. E con il risveglio di un demone il sigillo è stato spezzato. Dopo la scomparsa dei demoni, anno dopo anno i maghi hanno dimenticato quello che era successo in passato e di conseguenza non hanno mai saputo che in loro c’era la magia aura, e che se avessero voluto l’avrebbero potuta risvegliare nonostante il sigillo.
- Ma se il sigillo è stato spezzato allora gli auror posso battere io mangiamorte visto che il loro compito è di proteggere coloro che non possono. – obiettò Zacarias che era convito che quello che aveva detto fosse giusto.
- Non hai prestato la minima attenzione alle mie parole. La magia aura si risveglia solo quando c’è un forte desiderio di protezione. Gli auror proteggono perché quello è il loro lavoro, ma non lo fanno per scelta. – Tutti i ragazzi riflettettero sulle parole del ragazzo e capirono che c’era grande differenza fra il difendere per scelta, e difendere perché si è obbligati.
- A questo serve la quinta casa? – chiese Dean
- Si. – rispose il ragazzo – gli istruttori della quinta casa vi aiuteranno a risvegliare la magia aura, padroneggiarla alla perfezione e addestreranno il vostro corpo con estenuanti allenamenti permettendovi di combattere come e anche meglio di un mangiamorte. Ma soprattutto potrete combattere alla pari contro i demoni minori. In questo mese che precede l’apertura ufficiale alla quinta casa io vi addestrerò ad aumentare la vostra resistenza, poi sarà compito del cappello parlante stabilire se avete i requisiti per entrare nella quinta casa.
- Perché tu e non uno degli insegnati – chiese ancora una volta Zacarias Smith. Harry cominciava a non sopportarlo, ogni cosa che lui diceva gli andava sempre contro.
- Perché gli insegnanti sono impegnati in un importante missione e verranno solamente quando l’apertura della quinta casa sarà ufficiale. Ma se non imparate a chiamare il vostro nemico con il suo nome non riuscirete mai a risvegliare la magia aura. Detto questo chi vorrà essere addestrato da me, domani la sveglia è alle sei, davanti al portone del castello. Faremo un ora di corsa e poi ritornerete al vostra sala comune per fare il vostro orario normale scolastico. Finito il vostro orario, nel pomeriggio faremo un’altra ora di corsa e qualche piccolo esercizio per aumentare la vostra resistenza.
- Un paio di ore di corsa non saranno una grande difficoltà – ribattè Zacarias tanto per cambiare.
- Questo lo vedremo domani – ribattè Harry sciogliendo di fatto la riunione, dicendo ai ragazzi che si sarebbero rivisti il mattino successivo, sempre se avessero voluto essere addestrati per cercare di entrare a far parte della quinta casa.
- Non mi sembra che sia andata male – disse Hermione affiancando Harry e sfiorando la mano facendo percorrere ad Harry un brivido lungo la schiena.
- Lo vedremo domani mattina se saranno veramente intenzionati a combattere oppure no – ribattè Harry che affiancava la ragazza, mentre alla sua destra c’era Ron
- Io credo che verranno tutti dopo il discorso e la dimostrazione che hai fatto.
Harry non poteva fare a meno di notare che nei giorni successivi in cui Ron prendeva la Orfeo, il ragazzo ritornava ad essere l’amico che Harry aveva sempre avuto al suo fianco. Il problema venivano quando la luna cominciava ad essere piena. In quei giorni lo spirito di Seth di faceva potente e aumentava gli stati negativi di Ron. Ed Harry non poteva fare a meno di pensare che tra meno di un mese avrebbe dovuto combattere nuovamente contro il dio e sperava ardentemente di essere nuovamente in grado di batterlo. Poco più avanti di loro c’erano Blaise con Pansy e Anti, e Harry aveva notato che Pansy più di una volta si era girata per guardare Ron, e nel suo sguardo Harry aveva letto una sorta di preoccupazione, come se avesse capito che nel comportamento del rosso c’era qualcosa di diverso. Harry pensava che se Pansy aveva notato qualcosa, significava che in passato doveva aver osservato molte volte Ron, e se quello che pensava era vero allora fra Grifondoro e Serpeverde non c’era solo odio.
Il giorno successivo, tutti i ragazzi che Harry aveva selezionato si erano presentati puntuali davanti al portone. Alle sei in punto il portone si aprì, e non appena furono usciti Harry impose prima un ritmo blando per far abituare i ragazzi, e poi lentamente aveva cominciato ad aumentare il ritmo, e di tutti i ragazzi solo quelli che si erano allenati con lui al castello di Silente avevano retto il suo ritmo. Terminata l’ora tutti i ragazzi tornarono nelle loro Sali comuni con i muscoli che gli facevano male. Harry non si aspettava che i ragazzi riuscissero a resistere al suo ritmo, ma si era reso conto che nessuno di loro aveva la benché minima preparazione atletica.
Nel pomeriggio, dopo le lezioni, tutti i ragazzi si presentarono nel parco ed Harry fu costretto a cambiare i suoi piani. Era inutile farli correre visto che i ragazzi lamentavano ancora dolori alle gambe, quindi decise di farli fare degli esercizi di defaticamento, e quasi alla fine dell’ora gli fece fare l’esercizio delle pietre in uno spazio di circa di due metri, e non fu affatto sorpreso nel vedere che la maggior parte delle persone non erano riusciti ad evitare più di due pietre su cinque. Harry continuò con questo ritmo per una settimana e delle settanta persone che aveva selezione solo una ventina di loro avevano mostrato dei miglioramenti sia dal punto di visto atletico, che nell’esercizio delle pietre.
Eoden e Legolas avevano visto di nascosto l’addestramento di Harry e dovettero ammettere che i maghi erano completamente privi di preparazione atletica, e di tutti i ragazzi selezionati dubitavano che più di una decina sarebbero entrati nella quinta casa. E se la loro previsione fosse stata giusta, per Harry sarebbero arrivati tempi molto difficili. Ma Harry, al contrario degli elfi, era fiducioso sui ragazzi che lui stesso aveva selezionato. Era convinto che più della metà di loro sarebbero entrati nella quinta casa, ovviamente la sua speranza era che tutti fossero selezionati, ma durante quella della settimana si era reso conto che molti di loro non avevano preso seriamente la sua dimostrazione e durante l’addestramento non mostravano la dovuta attenzione, al contrario di tutti i membri dell’e.s. Harry aveva pensato di mostrare ai ragazzi il suo combattimento contro Ron, per farli capire che solo loro potevano fare la differenza, e che nessuno avrebbe potuto proteggerli dai demoni in futuro. Forse se avessero visto un vero combattimento, il loro atteggiamento sarebbe potuto cambiare. Questa sua idea era la sua ultima possibilità di farli entrare nella casa di fenice lucente. Se neanche quello li avrebbe scossi, allora si sarebbe accontentato dei soli membri dell’e.s. e lui avrebbe fatto di tutto per uscire vittorioso dalla guerra contro i demoni, anche se in quel caso le possibilità di vittoria erano veramente esigue
La domenica sera Harry aveva parlato della sua idea con il preside, che contrariamente a quanto aveva pensato il ragazzo si era dimostrato d’accordo con lui. Ed in effetti entrambi già stavano pensando a come organizzare la cosa, quando durante la settimana, un notturno aveva pensato bene di uscire dalla foresta proibita.
Il notturno era una grossa creatura oscura che volava a pochi centimetri dal terreno. Il suo corpo sembrava un grosso mantello che svolazzava come se fosse trasportato dal vento, aveva la testa a forma di pipistrello e delle lunghe braccia con lunghi artigli alle mani.
Il notturno solitamente usciva durante la notte, ma anche se mancava ancora più di un ora al tramonto del terzo giorno della seconda settimana di allenamento la creatura oscura aveva deciso di fare la sua comparsa. Non appena i ragazzi si resero conto di quello che stava succedendo, rimasero completamente pietrificati nel vedere la creatura oscura che si avvicinava veloce a loro, ma Harry aveva già percepito la minaccia qualche secondo prima e aveva lanciato uno stupifendo contro il notturno che fu sbalzato qualche metro all’indietro. La creatura si riprese subito ed era pronta a lottare, ma anche Harry lo era, infatti emanava una potente aura bianca. Molti dei ragazzi percepivano qualcosa attorno ad Harry, anche se nessuno di loro poteva vedere la sua aura, fatta eccezione per i maghetti che si erano allenati con lui al castello di Silente.
Blaise, Pensi ed Anti Greengrass osservavano Harry con attenzione, lui era stato l’unico a reagire prontamente mentre tutti loro erano stati completamente paralizzati dal terrore. Anche se non avevano assistito a nessuno dei combattimenti che Harry aveva sostenuto, stavano cominciando a capire cosa volesse significare una vera guerra fra il bene e il male.
Il notturno avanzò veloce contro Harry che lanciò un altro stupifendo, ma il suo avversario evitò l’incantesimo spostandosi alla sua destra issando i suoi artigli pronto ad attaccare il ragazzo. La creatura abbassò con violenza i suoi artigli, ma Harry forte dell’addestramento fatto con gli elfi evitò il colpo abbassandosi, e nello stesso momento usò il suo expecto patronum per colpire il notturno che sembrava reggere alla potenza dell’incantesimo, ma Harry aumentò la sua aura dando potenza all’incantesimo che scaraventò il notturno a terra per la seconda volta.
Il notturno si rialzò subito pronto a riprendere il combattimento, Harry sapeva che il patronus non avrebbe funzionato contro il notturno, sperava solamente che il suo incantesimo lo avrebbe indebolito.
Tutti i ragazzi erano sbalorditi dal modo di combattere di Harry, finalmente stavano vedendo con i loro occhi un vero scontro fra bene e male, nulla a che vedere con quello che loro avevano imparato a scuola. Era opinione di molti di loro che senza Harry il notturno li avrebbe eliminati senza problemi.
Da molto lontano anche gli elfi osservavano con attenzione l’evolversi del combattimento, ed entrambi erano molto soddisfatti del combattimento del ragazzo, il quale stava affrontando il suo avversario esclusivamente con la magia aura, senza mostrare il suo vero potere. Quello che entrambi si chiedevano era se la magia di Harry sarebbe stata abbastanza potente da costringere il notturno alla fuga, cosa che fino a quel momento la creatura oscura non aveva nessuna intenzione di fare, sicuro della sua forza.
Il notturno avanzò veloce, ma Harry riusciva ad evitare con abilità ogni attacco della creatura oscura, che decise di cambiare tattica. Si allontanò da Harry, e aumentò la sua aura oscura e lanciò una sfera oscura che Harry bloccò grazie alla protezione magica. In realtà il ragazzo avrebbe potuto evitare facilmente il colpo, ma lui voleva combattere solo con la magia aura, in modo da far vedere ai suoi amici come affrontare un nemico a loro sconosciuto. Infatti nessuno sapeva come battere un notturno, eccetto gli elfi, i quali non erano riusciti ad istruire Harry su tutte le creature oscure che infestavano il pianeta, ma gli avevano dato solo una preparazione base, mentre lo avevano addestrato a combattere  contro le creature oscure  che potevano usare i lato oscuro degli elementi a loro piacimento. Infatti i due elfi avevano pensato che visto che il sigillo di Ninga era stato rotto, era solo questione di tempo e anche gli element, creature manipolatrici del lato oscuro degli elementi, avrebbero fatto la loro comparsa, perciò avevano istruito Harry come affrontarli senza correre particolari rischi. Era loro intenzione istruire il ragazzo sulle caratteristiche delle altre creature oscure una volta creata la quinta casa, l’unica cosa che non avevano previsto era che alcune creature avrebbero attaccato, approfittando dell’indebolimento delle barriere protettive di Silente.
Il notturno lanciò, tramite i suoi artigli, delle lame di energie che il ragazzo, ancora una volta parò con la protezione magica. Erano passati quasi dieci minuti dall’inizio del combattimento ed Harry si era reso conto che il suo avversario diventava sempre più pericoloso ogni minuto che passava. I suoi attacchi si facevano sempre più rapidi e potenti man mano che la notte si avvicinava. Arrivato a quel punto Harry non aveva altra scelta che mostrare il suo più grande potere, che era quello dell’amore. Il ragazzo emanò la sua aura, solo che questa volta per sua scelta era visibile a tutti. Gli altri maghetti non credevano ai loro occhi, l’aura di Harry era molto potente e molti di loro avevano capito il significato delle parole che Harry aveva detto qualche giorno prima. Ovvero che la magia aura si risvegliava solo quando c’era un forte desiderio di protezione, e Harry stava combattendo per loro che non erano in grado di battere un avversario come il notturno. La creatura oscura lanciò ancora una volta le sue lame di energie, ma Harry si spostò di lato e lanciò il suo lumosempra colpendo il notturno, il quale si rialzò e fu sconfitto definitivamente dal  lumosempre di Harry.
- E’ questo quello che ci aspetta in futuro? – chiese Hanna Abbot, una ragazza della casa di Tassorosso.
- Questo che avete visto non è niente. E’ solo un assaggio di quello che accadrà da oggi in poi. Le creature oscure non sono neanche minimamente potenti come i demoni, ma avete avuto la prova come si combatte con la magia aura. – spiegò il ragazzo
- L’aura che hai mostrato alla fine, è quella la magia aura? – chiese un altro ragazzo di Corvonero
- La magia aura deriva dal nome dell’aura che è presente in ognuno di noi. Quando capirete come risvegliarla allora potrete lanciare incantesimi come lo stupifendo, e potrete usare incantesimi protettivi come la protezione magica. Ma se volete fare tutto questo dovrete entrare nella quinta casa, perché solo gli insegnanti potranno darvi il giusto addestramento. – continuò a spiegare Harry
- Potremo imparare anche incantesimi come quello che hai usato alla fine del combattimento – chiese Seamus
- quello no. Perché la magia aura è differente da mago a mago. Pertanto solo quando capirete qual è la vostra magia aura potrete trovare i vostri personalissimi incantesimi. – lo sguardo di Harry passava in rassegna tutti i ragazzi, e si chiedeva se l’idea che aveva avuto qualche giorno prima potesse essere giusta.
- E la tua aura qual’è? – chiese Zacarias Smith
- La mia aura è quella che molti definiscono la più grande forza del mondo, mentre altri credono che sia la più grande debolezza dell’uomo. Ovvero l’amore. Io combatto per tutti coloro che non possono difendersi, è questa è la mia aura, la potenza dell’amore. – rispose il ragazzo mostrando un sorriso rassicurante. Era riuscito a battere il notturno solo con il suo potere, e anche se la sua idea fosse stata giusta non aveva mostrato nulla di più di quello che Voldemort già sapeva.
Molti dei ragazzi si vergognavano per il loro scarso impegno mostrato fino a quel momento, e cominciarono a capire che non era giusto che Harry dovesse lottare da solo. In loro stava nascendo un forse senso di giustizia e promisero a loro stessi che avrebbero fatto di tutto per entrare nella quinta casa e aiutare Harry che li aveva salvati da morte sicura lottando contro il notturno.
Lentamente tutti i ragazzi tornarono nel castello, ma nessuno notò che Harry era preoccupato, fatta eccezione per Hermione. La ragazza si domandava cosa preoccupasse il suo amico, aveva battuto il notturno facilmente e proprio non riusciva a capire il motivo di tale preoccupazione. La ragazza gli sfiorò leggermente la mano, Harry le sorrise grato di quel piccolo gesto che per lui significava tanto. Ron da qualche giorno dopo gli allenamenti aveva preso l’abitudine di parlare con Pansy, ed entrambi non si accorsero che Harry ed Hermione si erano fermati, perchè avevano percepito l’aura degli elfi che si trovavano dal lato opposto del lago. I ragazzi, dopo aver chiesto a Neville di avvertire il preside, andarono in direzione del lago per incontrare poco dopo Eoden e Legolas.
- Cosa succede? – chiese Hermione, la quale sapeva che gli elfi si sarebbero presentati solo quando la quinta casa sarebbe stata attiva.
- Il notturno Hermione. Ha fatto una cosa che solitamente i notturni non fanno, o per meglio dire ne ha fatte due. – rispose Harry al posto dei due elfi che sorrisero.
- Che cosa ha fatto? – chiese Hermione, che al contrario di Harry non aveva la sua stessa preparazione sulle creature oscure
- Un notturno, è una creatura oscura che agisce prevalentemente di notte, è raro che attacchi prima. Ma questo notturno ha attaccato quando mancava ancora molto al tramonto. Inoltre i notturno quando realizzano che il loro avversario è più forte fuggono. Questo invece ha fatto l’esatto contrario, è rimasto a combattere pur sapendo che sarebbe stato sconfitto – spiegò Harry ricevendo un sorriso da parte degli che non erano affatto sorpresi che il mago si fosse accorto di quelle diversità
- E questo cosa significa? – chiese la ragazza preoccupata. Ormai in quei mesi aveva imparato a capire Harry ancora meglio di quando non avesse fatto in passato. E se lui era preoccupato di quella cosa, voleva dire che c’erano altri guai in arrivo.
- Devi sapere che il notturno agisce quasi sempre di notte perché è una creatura oscura, e di conseguenza di notte il suo potere si amplifica. Ma se un notturno attacca di giorno, può animare le ombre delle persone e inglobarle a se per ottenere lo stesso potere che avrebbe se attaccasse di notte, ma il notturno che ho affrontato io non l’ha fatto. – spiegò Harry
- E se avesse fatto in questo modo cosa sarebbe successo? – chiese Hermione che cominciava a preoccuparsi seriamente.
- Ad Harry completamente nulla. Il notturno sarebbe stato sconfitto in ogni caso, semplicemente Harry avrebbe dovuto ricorrere a qualcosa di più potente del lumosempra. Come gli incantesimi status per aumentare la potenza della sua magia – spiegò Eoden cercando di tranquillizzare la ragazza
- Il notturno poteva essere controllato da qualcuno? – chiese Hermione pensando a Voldemort
- E’ probabile, ma sicuramente non era Voldemort a controllarlo, per il semplice fatto che il notturno si nutre dell’oscurità delle persone e neanche Voldemort, essendo un mago oscuro sarebbe stato risucchiato dal potere del notturno, e se non fosse morto per via degli Horcrux sarebbe rimasto indebolito per molto tempo. E lui queste cose le sa per tanto sicuramente non è stato lui. – spiegò Harry
- E chi allora? – chiese Hermione che non si aspettava che Harry conoscesse così bene le creature oscure
- Per primi ci sono i demoni, il loro potere è così grande che neanche un notturno potrebbe resistergli. Ma i demoni già sono a conoscenza dell’addestramento di Harry, per tanto credo che non siano stati loro – spiego Eoden
- I secondi sono le fenici d’ombra o chi possiede un bacchetta fatta con le loro piume. In questo caso molto dipende dall’affinità che c’è tra mago e bacchetta. Ma al meno per il momento non siamo a conoscenza di maghi con il potere delle ombre, ma comunque non lo possiamo escludere – spiegò Legolas
- E in ultimo ci sono i vampiri terrestri, che non hanno nulla a che vedere con quelli che abbiamo affrontato noi. – spiegò Harry
- Spiegati meglio – chiese Hermione che non aveva capito la differenza fra le due tipologie di vampiri.
- I vampiri che abbiamo affrontato noi sono demoni e fanno capo a Ozma il dio de vampiri. Il quale ha un fratello che si chiama Voran il signore di tutti i vampiri. Ma Voran non comanda i vampiri con forma umana come Kalat, ma comanda i vampiri terrestri che praticamente sono tutte le creature oscure che si nutrono della forza degli altri – spiegò Harry
- Ed è quello che avrebbe potuto fare il notturno e che non ha fatto, ma non per sua scelta – questa volta era il turno della ragazza di sorridere in modo malizioso.
- Che cosa sai. – chiese Harry stupito
-  Che il notturno sia stato mandato da Voran o che sia stato controllato da qualcuno che aveva il potere delle ombre, non hanno presso in considerazione le difese del castello, ed una in particolare. C’è una magia antica che blocca il più potente potere delle creature oscure, in altro parole anche se il notturno avesse voluto evocare le ombre per nutrirsene, non avrebbe potuto farlo entro i confini del castello, parco compreso. – Harry era completamente a bocca aperta per la conoscenza di Hermione riguardo al castello.
- Ben detto signorina Granger. Ma purtroppo c’è una cosa che nel libro non c’è scritto, alcune magie sono legate alla vita del preside, e visto che sono vecchio alcune magie difensive stanno cadendo. Tempo qualche settimana e questa magia potrebbe essere non abbastanza potente da poter bloccare i poteri delle creature oscure – disse il preside che dopo aver ricevuto la notizia da parte di Neville, andò incontro ai ragazzi per assicurasi che stessero bene.
Harry capì subito che il preside stava morendo a causa delle maledizioni che aveva, ma al meno questa volta era fermamente intenzionato a non permettere che nessuno più si sacrificasse per lui. Perché aveva capito che il preside era alla ricerca degli Horcrux, e che probabilmente Voldemort aveva messo diverse cose in loro difesa. Il ragazzo guardò per un attimo Hermione con la coda dell’occhio, solo lei poteva aiutarlo a salvare il preside. Se non avesse scoperto quale maledizioni aveva il preside era destinato alla morte.










per prima cosa ringrazio tutti coloro che stanno aveno pazienza nel leggere la mia storia. Ma purtroppo vari problemi mi hanno costretto a fermarmi per molto tempo. Spero di essere più rapido nel postare il prossimo capitolo.
con  questo capitolo siamo entrati nella seconda fase della storia. Ci saranno ancora molti misteri da svelare e altri ancora che verranno a galla. Per tanto lascio a voi l'attesa di leggere i prossimi capitoli.
Ringrazio tutti coloro che leggono la storia, quelli che la recensiscono, quelli che l'hanno messa fra le seguite e le preferite.
Grazie di cuore.

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