Born From Our Ashes

di sweetevil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regrets ***
Capitolo 2: *** Death Scream ***
Capitolo 3: *** Come with me ***
Capitolo 4: *** A Great News ***
Capitolo 5: *** Fight and Beer ***
Capitolo 6: *** Meet you Again ***
Capitolo 7: *** Revenge Someday ***
Capitolo 8: *** As Perfect As Coffee ***
Capitolo 9: *** Cap 9 ***



Capitolo 1
*** Regrets ***



1)    Regrets


Quattro ragazzi sono riuniti attorno ad un tavolo ricoperto da bottiglie di alcolici e superalcolici, sigarette e posacenere.  Uno in particolare, se ne sta seduto su una vecchia poltrona dismessa con sei diversi cuscini sopra, forse per bilanciare la sua scarsa altezza... Fatto sta che è li, seduto su quella pila di cuscini con le braccia incrociate a scrutare con sguardo indagatore gli altri tre che parlottano a bassa voce, passandosi l’un l’altro qualche foglio e molte birre.

- Avevamo un mese per trovare una band che aprisse i nostri concerti..- Iniziò Roope, con il suo fedelissimo copricapo da vichingo munito di corna

-Sono rimasti tre giorni e ancora non abbiamo la più pallida idea di chi chiamare.- continuò per lui il giovane tastierista mentre leggeva e rileggeva le solite tre righe sul foglio che teneva in mano

- Qualcuno sa almeno che fine abbia fatto Henkka? Sono due ore che siamo qua e ancora non si è fatto vedere… Non è da lui- Chiese  Jaska poco prima di attaccarsi a una bottiglia di birra

Mentre i ragazzi si scambiavano queste poche parole il biondino seduto sulla pila di cuscini non aveva detto neanche mezza sillaba, se non contiamo i grugniti che ogni tanto uscivano dalla sua gola. Da sotto il suo cappello da poliziotto continuava a fissare gli altri, mentre la rabbia dentro di lui cresceva sempre più. Non riuscivano a trovare una band che potesse aprire i loro concerti, non volevano un gruppo di ragazzi qualsiasi, volevano un gruppo molto bravo –ma non quanto loro- che fosse in grado di scaldare il pubblico che poi loro avrebbero fatto –metaforicamente- esplodere. In più il loro bassista non si era ancora fatto vedere, e aveva ragione Jaska, non era da lui fare ritardo, perciò non sapeva se doversi preoccupare per lui o prepararsi a dargli una bella strigliata non appena si fosse presentato. Come se non bastasse la sua ragazza, la donna per la quale aveva fatto il sacrificio più grande di tutti, aveva deciso di prendersi una pausa dal loro rapporto, e questo lui proprio non lo capiva. In un rapporto non ci sono pause, o due persone stanno insieme o non stanno insieme, non ci sono pause. Ma a lei evidentemente il suo punto di vista non interessava.

Improvvisamente un leggero rumore di passi e poi il cigolio della porta che troppe volte si erano prefissi di aggiustare, ma mai ne avevano avuta la voglia, annunciò l’arrivo dell’ultimo ritardatario, colui su cui si sarebbe sfogata l’ira del giovane chitarrista se non avesse presentato una scusa più che soddisfacente.

Henkka entrò nella stanza con un enorme sorriso che gli andava letteralmente da un orecchio all’altro, mentre tre dei ragazzi lo guardavano curiosi di sapere perché fosse così felice ed uno si preparava a saltargli addosso e riempirlo di botte.

-Ragazzi, ho risolto tutti i nostri problemi!- esclamò

-Mi hai trovato una casa alle Bahamas?- chiese Roope

- Hai inventato il teletrasporto?- domandò Janne

-Hai parlato con Dana?- tentò Alexi

-No, nulla di tutto ciò, anche se mi spiace per te e Dana, Alexi. Comunque dicevo che ho risolto il problema su cui ci scervellavamo da settimane. Ho trovato una band-

Adesso gli occhi di tutti i ragazzi erano fissi su di lui e lo guardavano con insistenza, sul volto di alcuni era perfino comparso un sorriso.

- Si chiamano “Death Scream”. Sono sulla scena musicale da un paio d’anni, molto conosciuti in America, soprattutto in California, da dove vengono, ma quasi sconosciuti oltreoceano. Mi sono informato su di loro, suonano soprattutto death metal, e nei loro testi scrivono di problemi personali, tradimento, ma anche di tematiche più importanti, come la violenza-

- Se ne parlano nei loro testi sono tutte tematiche importanti, altrimenti non lo avrebbero fatto, a meno che non scrivano le prime cazzate che gli passano per la mente- interferì Alexi

- No, non credo che scrivano così tanto per fare qualcosa, per lei i testi sono importanti tanto quanto la musica-

-Lei?!?- Un coro si levò all’interno della stanza in cui si erano riuniti

- Si, è una ragazza che scrive i testi,  è la chitarrista e si occupa anche dei cori. È l’unica ragazza del gruppo, e da quello che sono riuscito a capire sono fortunati che sia una sola, dicono che sia molto esuberante e iperattiva, averne anche due come lei li farebbe impazzire- Concluse Henkka sorridendo

Alexi alzò gli occhi verso il soffitto e portò le mani dietro  la testa sospirando, mentre gli altri si scambiavano parole stracolme di doppisensi. Sapeva cosa significava essere in tour con una ragazza: Dana si sarebbe ingelosita e se per adesso erano in pausa, non appena fosse venuta a conoscenza della cosa lo avrebbe lasciato. Non riusciva a capire come potesse non fidarsi di lui, in quattro anni non l’aveva mai tradita, anche se, dovette ammetterlo le tentazioni non erano mancate. Ma aveva resistito, e infondo, è questo che conta no? Non si può fare un processo alle intenzioni, e in più lei non avrebbe mai saputo che gli era passata qualche volta per la testa l’idea di portarsi a letto una delle tante ragazze che gli sbavavano dietro e ci provavano spudoratamente con lui nelle feste post-concerto. Non le aveva mai neanche rinfacciato tutto quello che, per un suo semplice capriccio o come preferiva chiamarla lui “paranoia”, gli aveva fatto perdere.

Quella situazione lo stava facendo impazzire, non riusciva a concentrarsi mentre suonava, qualche volta aveva addirittura sbagliato qualcuno dei suoi formidabili assoli, e questo proprio non gli andava giù. Ormai ne era consapevole, quella donna gli stava rovinando la vita. Più volta si era fermato a riflettere sul sentimento che lo legava a lei, ed era giunto alla conclusione che chiamarlo “amore” sarebbe sbagliato, e in più suonerebbe davvero troppo sdolcinato. Quella era più che altro una dipendenza. Cosa lo rendesse dipendente poi, non lo sapeva neanche lui. È una bella ragazza, è vero, ma nulla di eccezionale, troppo gelosa e possessiva. Rise al pensiero di lei che sbuffava mentre lui era al telefono con sua sorella, ma si rattristò subito dopo consapevole che non l’avrebbe più vista sbuffare per  le altre telefonavate che riceveva sempre, fino a pochi anni fa, quelle per le quali si alzava dal letto anche alle quattro del mattino, per poi scoprire che non c’era nessuna emergenza, ma soltanto la voglia di fare due risate insieme, non le avrebbe più ricevute.


Ho deciso di togliere la vecchia storia che avevo messo "A Devastating Love" perchè ormai l'aspirazione è totalmente svanita e non accenna a tornare (ma nel caso lo facesse è tutto salvato sul computer) e ne ho messa un'altra, a mio dire più interessante (spero sia così anche per voi). Spero vi piaccia, mi raccomando recensite, anche se sono solo critiche, le userò per migliorarmi!!

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Capitolo 2
*** Death Scream ***


2) Death Scream

California.

Il sole sta nascendo e i primi raggi cominciano ad illuminare il cielo blu, nel quale si può ancora vedere qualche stella. In una piccola spiaggia delimitata da qualche arbusto, quattro ragazzi e una ragazza si stanno godendo quel meraviglioso spettacolo attorno ad un circolo di pietre all’interno delle quali le braci del fuoco che era stato acceso la sera precedente, si stanno lentamente spegnendo, emettendo una luce sempre più debole.

- Ragazzi, non mi abituerò mai a questo – disse la ragazza

- All’alba intendi?- le chiese Matt mentre tamburellava con le sue bacchette sul tronco sopra il quale era seduto

- All’alba, alle nottate sotto le stelle, all’andare in giro con solo una felpa a Dicembre… Ho deciso: non lascerò mai Los Angeles, la amo troppo- rispose sorridendo lei

- Eh già.. fantastica la vita in California vero? A volte mi chiedo come tu abbia fatto a crescere in un luogo così ostile- si intromise Brian il bassista dei Death Scream

- Esagerato! Addirittura ostile?- lo rimbeccò lei

- Beh, le temperature che raggiungiamo noi in inverno per voi sono estive!- insistette lui

- Quello è vero- ammise la ragazza

Sdraiato sopra il suo telo, non molto distante dai tre, Jake il cantante del gruppo, un ragazzo muscoloso, ma non troppo, con gli occhi verdi e i capelli biondi sparati in aria anche in assenza di gel, stava osservando quella conversazione, ma soprattutto osservava lei, Evelyne. Si era infatuato di lei dal primo istante in cui l’aveva vista, quattro anni prima.

Ricordava perfettamente quel momento: si stava facendo tatuare un bracciale di spine tutto intorno al braccio quando ad un tratto una ragazza dai lunghi capelli neri e occhi di ghiaccio si avvicinò mostrando al tatuatore l’interno del suo polso, che mostrava una “A” scritta in una grafia elegante, dicendo –Ti prego fallo diventare un’altra cosa- e così, ora al posto di quella A si può vedere una bellissima rosa quasi appassita che gronda sangue.  Non aveva mai capito il motivo del suo gesto, ma era felice che avesse deciso di cambiare il tatuaggio. Dopo che il tatuatore ebbe finito con lui, aspettò che finisse anche con lei e poi la invitò fuori a prendere una birra. In questo modo scoprì che era una chitarrista molto brava e la convinse a entrare a far parte della band che aveva da poco messo su insieme ad un paio di amici.

Come a volerlo distogliere da quei pensieri, Aaron l’altro chitarrista si sedette sopra di lui, con il costume completamente zuppo, visto che fino a pochi minuti prima era in acqua a sguazzare come un ragazzino.

- Ah, arrenditi amico, non ce la farai mai con lei. Sai come la pensa: niente storie sentimentali tra i membri della band, si creerebbe sono un gran casino- Disse Aaron indovinando il motivo dello sguardo triste del suo amico.

-Si, lo so. Ma che posso farci, lei è meravigliosa, guardala- indicò con lo sguardo la ragazza che stava ridendo di gusto a qualche battuta degli altri due buffoni –Ha un corpo da urlo, un visino dolce e furbo allo stesso tempo, è simpatica, allegra e..-

- E sei innamorato perso di lei- lo interruppe l’altro –E’ più grave di quello che pensavo. Bhè vedi di fartela passare, lei non diventerà mai la tua ragazza, almeno finché uno farete entrambi parte della band. E non credo che uno di voi sia disposto a lasciare i Death Scream. O mi sbaglio?- domandò alzando un sopracciglio

- No, nessuno dei due lascerà la band, siamo troppo forti!- gli rispose alzandosi di scatto e facendo cadere l’altro nella sabbia, che gli rimase tutta appiccicata addosso e sui lunghi capelli castani

Il cantante e il chitarrista si unirono agli altri membri,sedendosi anche loro sul tronco sdraiato sulla sabbia.

- Di cosa stavate parlando?- chiese il biondo

- Della vita della nostra chitarrista nelle lande sperdute della Lapponia, prima che prendesse la fantastica decisione di trasferirsi in America e unirsi alla nostra band!- gli rispose il bassista, mentre cercava di legarsi in una coda di cavallo, i capelli troppo lunghi per stare sciolti senza dar noia, ma troppo corti per poterli legare dietro la schiena. Brian era il più alto della band, raggiungeva un metro e ottantadue centimetri, delle spalle larghe dovute a  tutte le lezioni di nuoto che aveva preso da piccolo, e dalla sua passione per la pallanuoto. Aveva gli occhi di un azzurro intenso, e capelli neri e lisci. Qualcuno aveva anche creduto che lui e Evelyne fossero fratelli, per la somiglianza.

-Uh, interessante, e cosa faceva la nostra bella Eve in Lapponia?- chiese Aaron, lanciando un’occhiata divertita a Jake per quel “bella” forse un po’ troppo sottolineato

- Una volta per tutte- cominciò lei – la Lapponia è nel nord della Finlandia, io vengo da una cittadina vicina ad Helsinki, nel sud!-

- Non hai risposto alla mia domanda- le fece notare lui, capendo che quello della ragazza era solo un modo come un altro per cambiare discorso evitando la questione. Era sempre stata misteriosa sul suo passato. Certo, non si aspettavano che fosse una spia in missione o un’assassina sfuggita alla polizia che aveva assunto un’altra identità. Ma loro erano ragazzi molto curiosi, e lei cercando di nascondere il suo passato non aveva fatto altro che stuzzicare ancora di più la loro curiosità.

- Lo so!- gli rispose divertita lei, alzandosi e andando incontro all’oceano

- Non provare a scappare!- gridò divertito Aaron correndole dietro e prendendola di peso tra le braccia per riportarla indietro

- E daiii!!!- protestò Eve - Lo sai che sei proprio antipatico?-

- Si, lo so, ma non mi importa- disse mentre la rimetteva giù vicino agli altri –Vorremmo solo sapere il motivo per cui sei scappata- disse facendosi serio

- E non dire che non sei scappata- la precedette Matt –Altrimenti non avrebbe avuto senso nascondere la tua vita-

Eve si guardò intorno, capendo che forse quello era il momento per rendere partecipi gli altri di quello che le bruciava dentro, infondo si conoscevano ormai da quattro anni, e per tutto quel tempo avevano accettato senza protestare i suoi silenzi su quella questione. Si fece coraggio respirando a fondo e cominciò

- Non stavo scappando. Stavo solo cercando di dimenticare…-



Ecco il secondo capitolo! spero che vi piaccia, ho deciso di tenere separate le vite delle due band finchè non si incontreranno. 

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Capitolo 3
*** Come with me ***


3) Come With Me


Dopo la magnifica notizia portata dal biondo bassista, i Children Of Bodom Credevano di aver risolto il loro più grande problema del momento. Ma Alexi, e sotto sotto anche gli altri (solo che facevano finta di niente per avere una scusa per festeggiare) sapevano che se avevano trovato una soluzione ad un grande problema, adesso se ne sarebbe posto uno molto più grande, enorme.

Infatti il cantante non aveva la più pallida idea di come dire a Dana che un componente della band che avrebbe aperto i loro concerti, sarebbe stato più aggraziato (se non nel comportamento, almeno nel fisico) degli altri.

“Con la fortuna che mi ritrovo” si ritrovò a pensare il ragazzo “Sarà una bomba, una di quelle con un corpo magnifico, un seno perfetto ed un sedere da urlo”

Aveva deciso di comunicarle la notizia quella sera a cena, si era infatti autoinvitato a casa sua, e adesso si ritrovava a fissare la porta color mogano dell’appartamento di Dana. Si riprese e bussò. La sua ragazza (anche se erano in pausa continuava a chiamarla così, visto che non sapeva come chiamarla altrimenti) gli venne ad aprire con addosso solo un vestitino blu notte che le arrivava fino alla metà coscia e delle scarpe con tacco a spillo blu anche quelle.

Alexi rimase incantato nel vederla così elegante per una cena durante la quale avrebbero dovuto ridefinire il loro rapporto.

-Vieni, entra- Lo distolse lei

- Eh? Ah si, scusa,ma sei stupenda- le disse mentre si richiudeva la porta alle spalle e la cingeva alla vita per baciarla. La ragazza ricambiò appassionatamente il suo bacio e quando si staccarono lui le sussurrò all’orecchio con un sorrisetto malizioso sulle labbra -Vedo che ti sono mancato –

-Non sai quanto- rispose lei, ricambiando il sorriso

La cena, e soprattutto il dopocena si svolsero nel migliore dei modi che Alexi si sarebbe potuto aspettare. Non solo Dana era di nuovo ufficialmente la sua ragazza, ma avevano anche passato le ultime quattro ore a rigirarsi nell’enorme (e comodissimo) letto di lei. Ed ora, completamente nudo e con Dana appoggiata sul petto che disegnava con le dita cerchi inesistenti sul suo torace, stava cercando le parole per mettere insieme quelle frasi  che tanto lo preoccupavano.

Fu lei a rompere il silenzio –Avete trovato una band?- gli chiese senza smettere di sfiorarlo

-Ehm, si. Ci ha pensato Henkka -  disse, non aggiungendo nient’altro. La ragazza allora si tirò su sui gomiti, spronandolo con lo sguardo a continuare. Alexi Laiho non era un uomo di poche parole, anzi, quando ci si metteva era piuttosto logorroico, e lei sapeva molto bene, che se rimaneva in silenzio c’era un motivo che lo preoccupava.

- Si chiamano “Death Scream”. -  continuò sotto il suo sguardo indagatore  - Sono sulla scena musicale da un paio d’anni, molto conosciuti in America, soprattutto in California, da dove vengono, ma quasi sconosciuti oltreoceano. Suonano soprattutto death metal, e nei loro testi scrivono di problemi personali, tradimento, ma anche di tematiche più importanti, come la violenza – temporeggiò lui ripetendo esattamente le parole di Henkka.

- Arriva al dunque, signor Laiho, cos’è che devi dirmi?- disse mentre si metteva in ginocchio sul letto per poterlo guardare dall’alto in basso.

- Si tratta dei componenti.. sono cinque in totale-

- E allora?- insistette

- Bhè.. solo quattro sono ragazzi-

- Quindi c’è una ragazza- disse lei, cercando di mantenere un tono neutro, ma non riuscendoci affatto

- E com’è, carina?-

- Boh, non lo so, non l’ho mai vista, non so neanche come si chiama!- disse, sapendo già come sarebbe andato a finire quel discorso

- Sai come la penso- gli rispose

- Si, lo so, ma cerca di capire, è l’unica band che abbiamo trovato, e forse Henkka si è già messo in contatto con loro!-

- Alexi, tu in tour non fai altro che bere, finirà che te la porterai a letto-

“Alla faccia della fiducia!” Pensò lui,ma si vide bene di non dirlo a voce alta, visto che voleva evitare una discussione della stessa portata di una guerra mondiale. Disse invece

- No, non è vero! Se poi ci sarai t a controllarmi, tutto filerà liscio come l’olio -

E dicendo questo la abbracciò, andando a baciarle i piccoli seni

- Mi stai chiedendo di venire in tour con voi? E gli altri come la pensano? Ho la sensazione di non piacere a tutti, Henkka per esempio, non so.. mi sembra.. come dire, quasi ostile -

- Henkka ostile?- rise lui -Ma se è il più tranquillo e riservato di tutti noi! È talmente tranquillo, preciso e gentile con le persone, che  lo abbiamo anche eletto manager, a votazione per alzata di mano!- disse lui soddisfatto.

- Boh.. non so.. Ma, se è l’unica band che avete trovato, mi vedo costretta a venire. Non fraintendermi, mi fido di te, è delle altre che non mi fido, soprattutto quando tu sei ubriaco-

Alexi sapeva che alla fine, la sua gelosia e il suo essere possessiva l’avrebbe costretta a partecipare al tour. Ne era felice, la sua ragazza l’avrebbe accompagnato per un anno e mezzo in giro per il mondo. Adesso, doveva solo dirlo agli altri. Dana non aveva torto, nonostante lui l’avesse tranquillizzata. Lei ad Henkka non piaceva, per colpa sua la ragazza per cui lui aveva una cotta se ne era andata, e non li aveva mai perdonati per questo. Né Dana né Alexi.






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Capitolo 4
*** A Great News ***


4) A Great News


- Non stavo scappando. Stavo solo cercando di dimenticare…-

Cominciò Eve

- Dovete sapere che l’unica cosa che mi teneva legata a “quel luogo così ostile”, come ha detto prima Brian, erano i miei amici. Il mio migliore amico in particolare. Eravamo inseparabili, ci conoscevamo da quando eravamo bambini, abbiamo frequentato la stessa scuola, poi lui ha smesso per un progetto importante, ma non è cambiato nulla-

- È morto?-

- Eh? Cosa?- Eve quasi soffocò con la coca che stava bevendo – No!! Ma cosa ti salta in mente! Morto? Ma scherziamo?-

- Ehi, scusa scusa!- le disse Jake unendo le mani a mo’ di preghiera. -È che ne parli al passato..-

- Si, lo so. Ma lui non è morto, sono io che sono morta per lui- si spostò un ciuffo di cappelli da dietro l’orecchio davanti agli occhi, per nascondere le lacrime che sicuramente avrebbe pianto portando avanti il racconto –Comunque, dicevo, eravamo molto uniti, lui conosceva perfettamente me ed ogni aspetto del mio carattere, così come io conoscevo lui, o almeno credevo-

Rimase in silenzio, per organizzare il discorso e cercare coraggio. Non ne aveva mai parlato con nessuno, tenendo questa cosa solo per sé, nascosta, le sembrava meno reale, meno dolorosa, anche se infondo al cuore sapeva che si stava soltanto prendendo in giro

- Quattro anni fa, conobbe una ragazza e.. No, non ero gelosa- disse interpretando perfettamente gli sguardi che si erano scambiati gli altri –Ero felice per lui, veramente, me la fece conoscere una sera a cena a casa sua, e non mi sembrò così male, non era nel suo stile, ma era simpatica, e poi lo sanno tutti che gli opposti si attraggono. Durante la cena notai che il suo comportamento era un po’ strano, stava sempre attaccata a lui, qualunque cosa facesse, ma non ci feci caso, pensai che magari era solo felice e voleva stare accanto al suo nuovo ragazzo, o magari aveva solo bevuto un po’ troppo vino. Dopo quella volta non la vidi più, cominciai a vedere meno anche il mio amico, ma non mi importava, se voleva passare così tanto tempo con lei, chi ero io per impedirglielo? Nonostante tutto uscivamo ancora insieme, io e lui da soli, andavamo al cinema, cenavamo insieme, e tutte le altre cose che facevamo prima, solo un po’ più di rado. Dopo un po’ di tempo cominciò a comportarsi in modo strano anche lui, rifiutava i miei inviti, inventava scuse assurde per non vederci. Non lo capivo più, così decisi di parlargli, per capire se andava tutto bene o no. Lo convinsi ad incontrarci  a casa mia, e quando arrivò gli offrii una birra e gli chiesi il motivo del suo comportamento. In principio non seppe rispondermi, rimase in silenzio a fissarsi la punta delle scarpe, poi alzo gli occhi, e mi accorsi che erano lucidi, stava trattenendo le lacrime. In quel momento la paura si impossessò di me, capii che c’era qualcosa che doveva dirmi, e così fu. Si avvicinò, mi abbracciò e mi sussurrò ad un orecchio che non avremmo dovuto più vederci-

- Ma perché?- si intromise Matt

-È  la stessa cosa che gli chiesi io. Mi rispose che lui amava la sua ragazza, che non poteva stare senza di lei, che era quella giusta per lui, e altre cose del genere. Gli dissi che non capivo cosa c’entrasse lei con noi due, e lui mi disse che l’avrebbe lasciato se non avesse chiuso definitivamente con me. Era gelosa, talmente gelosa da compromettere la felicità del ragazzo che diceva di amare per una sua stupida paranoia-

- E tu come hai reagito?- chiese Aaron, dopo aver ascoltato senza aprir bocca tutto il racconto della chitarrista

- Iniziai a gridare, respinsi il suo abbraccio ordinandogli di andarsene immediatamente via da casa mia. Non potevo crederci, aveva detto mille volte che ero la persona più importante della sua vita, che lui ci sarebbe sempre stato per me, che la nostra amicizia valeva più di ogni altra cosa. E sono sicura che non erano cazzate, so riconoscere quando mente. Questo mi fece impazzire del tutto, aveva buttato nel cesso quello che ci legava per una puttanella che magari non vede neanche più da anni-

Aveva cominciato a gridare fino a rimanere senza fiato, sentendo dentro di sé la rabbia crescere sempre di più. Le lacrime scendevano sulle sue guance arrossate, e il nervoso aveva cominciato a farla tremare. Poi si riprese, inspirò ed espirò profondamente un paio di volte e riprese a parlare con un tono di voce più basso.

- Passai i successivi due giorni a bere tutti gli alcolici che avevo in casa, e vi assicuro che non erano pochi. Quando ebbi svuotato tutte le bottiglie mi feci coraggio, prenotai un biglietto aereo per la California e preparai i bagagli. La prima cosa che feci sul suolo americano, dopo essermi sistemata in albergo, fu cancellare l’iniziale del suo nome che avevo tatuata sul polso. Sotto questa rosa.- concluse indicando il suo tatuaggio.

- La “A” – mormorò Jake

- Proprio quella. La “A” di Alexi. Però un lato positivo in tutta questa storia c’è, se non fosse successo tutto quel casino, non vi avrei mai conosciuto!- disse, cercando di tirare su il morale a tutto il grippo, che aveva perso un po’ della sua vitalità.

In quel momento il telefono di Aaron cominciò a squillare, riproducendo a tutto volume “Are you dead yet?” la canzone che più amava dei Children Of Bodom, il gruppo preferito di tutti i ragazzi. Eve sussultò sentendo quelle note, ma fece finta di nulla, non voleva che venissero a conoscenza del fatto che il suo ex migliore amico, colui che avevano insultato fino a pochi secondi prima era proprio l’uomo che più stimavano e volevano conoscere, Alexi Laiho. Aaron cominciò a camminare nervosamente per la spiaggia, gli altri non riuscivano a capire ciò che diceva, ma era chiaro come il sole che era agitato. Quando riattaccò rimase qualche istante a fissare lo schermo del telefono, e poi si voltò lentamente verso gli altri, che lo osservavano perplessi.

- Non avete idea di chi mi ha chiamato- cominciò eccitatissimo – Ha detto che ha avuto il mio numero dal nostro nuovo manager, Andrew.. Credo che farò in modo che sia fatto santo! Devo assolutamente chiamarlo e dirglielo e..- ormai delirava saltellando e correndo intorno a tutti gli altri

- Ehi calmati! Chi è che ti ha chiamato?- chiese Jake

- Ha detto che vogliono che apriamo i loro concerti!-

- Ma chi?!?- insisté Brian, mentre nella mente di Eve un terribile sospetto cominciava a farsi avanti

- Oddio ancora non ci credo!!!- continuò Aaron

- Se non ci dici immediatamente chi ti ha chiamato ti picchio!!- gli gridò Matt, ridendo dell’amico che continuava a saltellare in qua e là

- Henkka Blacksmith!!!- il volto di Eve divenne pallido e la ragazza si sentì morire –I Children Of Bodom! Vogliono che apriamo i loro concerti per il tour che stanno organizzando!!! Non è magnifico? Più di un anno a stretto contatto, ventiquattr’ore su ventiquattro con i nostri idoli!-

I quattro ragazzi cominciarono a gridare e rincorrersi come dei bambini, totalmente presi dalla felicità, mentre Evelyne decideva che avrebbe sacrificato sé stessa  e la sua sanità mentale per non distruggere i sogni di quella che ora considerava come una famiglia. E poi era anche una magnifica occasione per la band, no?



Killink Loneliness: Sono veramente felice che tu abbia cambiato idea.
XD Si, Eve è scappata per colpa di Dana e Alexi, e si è di lei che Henkka era innamorato.. Ancora non so come si svilupperà la storia, anche perchè sono convinta che è la storia stessa a decidere come andrà a finire, io sono solo il mezzo attraverso il quale si esprime... comunque spero che ti piaceranno anche i capitoli futuri! 

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Capitolo 5
*** Fight and Beer ***


5) Fight and Beer



Henkka era soddisfatto della telefonata appena fatta. Come aveva detto il loro manager, i Death Scream sarebbero stati felicissimi di prendere parte al loro tour. Il ragazzo con cui aveva parlato poi, sembrava che addirittura non vedesse l’ora di organizzare un incontro per conoscersi e pianificare il tour.

“È senza dubbio un nostro fan” si disse, anche se dovette ammettere che gli avrebbe fatto più piacere parlare con la chitarrista,per conoscerla. Sperava che fosse una bella ragazza, simpatica e alla mano, altrimenti sarebbe stato un vero strazio dover passare un anno e mezzo in giro con una che si atteggiava a prima donna, iperattiva in più.  
In quel momento qualcuno entrò nello studio, e non appena si voltò si trovò davanti Alexi che lo guardava con degli occhi da cerbiatto e il labbro inferiore leggermente imbronciato.

- Allu? Che hai combinato?- gli chiese ricambiando il suo sguardo con uno molto sospettoso

- Ehm.. Ecco, vedi.. Hai presente Dana? Quella ragazza mora, con i capelli a caschetto, occhi verdi…-

- Alexi conosco la tua ragazza, perciò dacci un taglio e dimmi che casino hai fatto- Lo interruppe massaggiandosi gli occhi con pollice e indice di una mano e preparandosi ad ascoltare l’ennesima cazzata fatta da quell’irresponsabile ragazzetto che diceva di avere trent’anni.

- Le ho chiesto..
di venire con noi.- rispose abbassando la voce di colpo, ma il bassista aveva sentito quelle parole, che ora gli rimbombavano in testa.

- Cosa?! No, ti prego, dimmi che ho capito male. Non puoi averlo fatto, non puoi, non…- Henkka si sedette, prendendosi la testa tra le mani –Alexi, ti imploro, dimmi almeno che ha dimostrato di avere un po’ di buon senso e ha rifiutato- il silenzio dell’altro fu più eloquente di qualsiasi parola. Si alzò di scatto, facendo cadere la sedia sulla quale si era seduto. –Bene, d’accordo, viene anche lei, ma fa che non si faccia venire una crisi di nervi o qualsiasi altra cosa le passi per la mente per attirare l’attenzione. In quel caso non credo risponderei più delle mie azioni-

- Ehi, datti una calmata, è la mia ragazza, non puoi permetterti di rivolgerti a lei in questo modo! È vero, a volte sa essere davvero pesante, e forse, ogni tanto, ma molto raramente cerca di attirare l’attenzione su di sé – Henkka alzò un sopracciglio – Ok, forse non così di rado, ma è pur sempre la mia ragazza!-

Il bassista rialzò la sedia che aveva buttato a terra e vi si sedette sopra, prendendosi la testa tra le mani e appoggiando i gomiti sui ginocchi, come faceva quando cercava di trattenere la sua rabbia.

- Senti, so come la pensi. E sinceramente mi spiace che tu non l’abbia presa in simpatia, quello che ha fatto è stato davvero grave, ma..-

Henkka alzò la testa di scatto e fulminò Alexi con lo sguardo

-Quello che ha fatto? No, non quello che lei ha fatto, quello che TU hai fatto!!- gli gridò –Se non fosse stato per te il suo sarebbe rimasto un semplice capriccio, magari col tempo non le avrebbe neanche più dato noia, magari sarebbero diventate amiche! Invece no, hai voluto fare il cagnolino obbediente, e guarda in che situazione ci hai messo! Quello che non capisco è il perché! Eve era la tua migliore amica, ti è sempre stata accanto, in qualsiasi situazione, e tu hai distrutto tutto! Ma ne valeva davvero la pena? Voglio dire, hai sofferto quando se n’è andata, e continui a soffrire anche adesso, come me, siamo solo diventati un po’ più bravi a recitare la parte di quelli che se ne fregano, tu per tenerti stretto Dana, io per non farmi annientare dal dolore. Senza pensare a quanto sarà stata male lei, nel vedersi rifiutata, anzi no, abbandonata da quello che considerava il suo migliore amico. E per cosa? Per una puttananella che te la mette sotto il naso per farti fare tutto ciò che vuole!-

Alexi non aveva mai visto Henkka così furioso, ma non per questo si trattenne dal rispondergli a tono

- Basta! Non puoi permetterti di parlare così di lei! Tu non la conosci!- gridò prendendo l’altro per il colletto della camicia e tirandolo verso di sé – Non osare mai più definirla puttana ok?-

Si guardarono negli occhi furenti di rabbia per un lungo istante, poi il chitarrista lo lasciò andare e uscì dallo studio sbattendo la porta alle sue spalle. Henkka rimase per qualche minuto a fissare la porta dalla quale se ne era appena andato il suo amico, poi si riscosse e decise che era il momento adatto per una birra in compagnia.

Rincorse Alexi fuori dall’edificio, quando lo raggiunse gli appoggiò una mano sulla spalla e si chinò, appoggiando l’altra sulle ginocchia per riprendere fiato dopo la corsa appena fatta.

-Scusa, non volevo offendere né te né Dana – gli disse – Ma lo sai, per me questo è ancora un tasto parecchio delicato-

- Hai ragione invece, sono stato un cretino. Ho combinato veramente un gran casino. Pensi che.. se dovessimo rincontrarla, potrebbe mai perdonarmi?- chiese Alexi, cercando un po’ di conforto dall’amico

- Eri il suo migliore amico, e l’hai tradita, abbandonata- Alexi sospirò guardando a terra – Ma ti voleva troppo bene, per dirti addio definitivamente. Se capitasse l’occasione, ti perdonerà. Magari ci vorrà un po’ di tempo, ma alla fine sareste amici come prima, forse anche di più, sai come si dice, ciò che non uccide fortifica- gli rispose sorridendo

Le parole di Henkka riuscirono a tirarlo su di morale. Aveva sempre sperato in una seconda possibilità, ma l’aveva sempre vista come una lontana speranza, un’illusione. Invece adesso, con le parole dell’amico quella speranza non gli sembrava più così irraggiungibile. Adesso bastava solo ritrovarla.

“È impossibile” si disse Alexi. “Non so neanche in quale paese si trovi, con tutte le persone che ci sono al mondo, ritrovarla così, per un incontro fortuito è praticamente impossibile”



Ringrazio
Killing Loneliness e _LizbethVengeanceSullivan per aver recensito anche questo capitolo..
Devo confessare che per un pò di tempo mi è passata per la testa l'idea di fare dei due protagonisti una ex coppia, ma poi ho pensato che il tradimento da parte di una persone che ti conosce persino meglio di quanto ti conosca te stessa è molto più doloroso, e quindi più intrigante XD

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Capitolo 6
*** Meet you Again ***


6) Meet you again



Henkka si svegliò in seguito a una leggera turbolenza che l’aereo su cui si trovava aveva appena attraversato. Aveva deciso, in accordo con gli altri membri dei Children Of Bodom di assumere la funzione di portavoce del gruppo e partecipare ad una specie di incontro con i ragazzi dei Death Scream.

Era su quell’aereo da circa 12 ore, di cui, le ultime 7 le aveva passate a dormire, ma nonostante questo si sentiva più stanco di prima. In quel momento uno steward informò i passeggeri che mancavano poco più di venti minuti all’atterraggio.

“Per fortuna” si disse “Ho bisogno di mettere i piedi a terra per riprendermi da questo volo. Almeno quando ci sono i ragazzi un modo per passare il tempo lo troviamo, ma da solo è una noia mortale”

Era rimasto d’accordo con i ragazzi dei Death Scream che sarebbe andata la loro chitarrista a prenderlo all’aeroporto. Avevano detto che l’avrebbe riconosciuta dall’abbigliamento: canottiera viola con sotto una maglia a maniche lunghe nera, gonna corta di jeans, panta fuseaux neri, anfibi e scaldamuscoli a righe viola e nere. Avevano anche aggiunto che aveva capelli lunghi e neri, probabilmente raccolti con una matita. E poi, se lui non l’avrebbe individuata, sarebbe stata lei a trovarlo.




Eve era seduta davanti all’uscita passeggeri dell’aeroporto di Los Angeles da quasi un’ora. Non perché l’aereo fosse in ritardo, ma perché aveva approfittato dell’unico momento in cui tutta quella storia non le era sembrata una follia per uscire di casa e recarsi là. Era stata lei ad insistere per andare a prendere personalmente Henkka all’aeroporto, da sola, accampando la scusa che lei era l’unica dei cinque che non si sarebbe fatta prendere dall’euforia di incontrarlo, e quindi non lo avrebbe spaventato e fatto salire sul primo volo di ritorno per Helsinki. Gli altri le avevano riconosciuto la ragione, ignorando il fatto che invece che dall’euforia, lei si sarebbe fatta prendere dal panico.

Ma doveva farlo. Voleva parlare con Henkka da sola, spiegargli la complicatissima situazione che si stava creando, e poi lui avrebbe dovuto rispiegare il tutto agli altri membri dei Children Of Bodom.  

Non voleva far sapere ai suoi compagni che lei conosceva i loro idoli praticamente da sempre, per non dover sopportare tutte le lamentele che sarebbero seguite, ma soprattutto voleva evitare Alexi. Aveva deciso che il loro sarebbe stato solo un rapporto di lavoro. Certo, sarebbero usciti tutti insieme quasi ogni sera, ed avrebbero passato molto tempo insieme sul tourbus, ma non voleva che lui gli rivolgesse parola, a meno che non fosse strettamente necessario.

Mentre cercava le parole per spiegargli tutto questo vide l’aereo della Finnair atterrare. Considerò tutte le possibili vie di fuga, ma si impose di rimanere li, immobile a guardare i passeggeri sbarcare dall’aereo ed andare ad aspettare i loro bagagli. Dopo qualche minuto lo vide. Stava cercando qualcuno con lo sguardo tra la miriade di persone che correva freneticamente da ogni parte.  “Sta cercando me” pensò, ma non fece nulla per farsi notare, rimase seduta a testa bassa, sperando che non la notasse e passasse oltre. Ma sapeva che non era possibile.




Henkka aveva appena recuperato il suo bagaglio e stava scrutando ogni ragazza che gli passava davanti per cercare di identificare la chitarrista che lo stava aspettando. Stava quasi per arrendersi e chiamare Aaron, per sapere se avesse avuto qualche contrattempo, o cose del genere quando la vide. Era seduta su una delle tante poltroncine blu dell’aeroporto, vestita proprio come gli avevano spiegato, tranne per i capelli, che erano sciolti e gli coprivano completamente il viso, visto che stava a testa bassa.

“Come se volesse nascondersi” pensò Henkka. Ma non aveva dubbi, era lei. In più sulla borsa che teneva sulle gambe c’era l’enorme scritta “DEATH SCREAM 4EVER”

- Mi sa che stai aspettando me- le disse, una volta avvicinatosi a lei

- Mi sei mancato- le rispose, ma lui non capì a cosa si stesse riferendo finché lei non alzò la testa e lo guardò negli occhi.




Capitolo un po’ cortino, è vero, ma volevo che finisse così. Quale sarà la reazione di Henkka dopo essersi ritrovato davanti la ragazza di cui è innamorato, ma che ormai si era rassegnato ad aver perso?
Eh eh eh.. 

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Capitolo 7
*** Revenge Someday ***


7) Revenge Someday

-Henkka?- lo chiamò Eve, per riscuoterlo dallo stato di morte apparente in cui era caduto.
Il ragazzo infatti era rimasto con occhi e bocca spalancate di fronte all’esile figura della chitarrista, e non accennava a riprendersi.

-Hey, coraggio sveglia!! Non sono mica un fantasma! Sono molto pallida per vivere in California da quattro anni,è vero, ma non sono cadaverica!- scherzò - Vabbè, fa ciò che vuoi, io tanto non ho nulla da fare, posso aspettare, vado a prendermi un caffè, mentre giochi alla bella statuina-

Si alzò e fece per dirigersi verso il bar. In quell’esatto momento Henkka la prese per un polso e l’attirò con forza a sé, facendo unire le loro labbra.

Evelyne non avrebbe saputo dire quanto quel bacio fosse durato. Sapeva solo che era uno dei più belli che avesse mai ricevuto in vita sua, e in un certo senso, lo aspettava da una vita. Aveva sempre ritenuto Henkka un bellissimo ragazzo, ma non l’aveva mai preso in considerazione come possibile fidanzato.

“Peccato” pensò, rimproverandosi di non essersi data una mossa quando ne aveva la possibilità

Henkka si allontanò lentamente dalla bocca di Eve, appoggiandosi alla sua fronte con la sua. Quando riaprì gli occhi Eve vide che la stava osservando con il sorriso più dolce che avesse mai visto.

-Mi sei mancata sai?- Le disse, sempre sorridendo

-L’ho… l’ho notato- gli rispose Eve, imbarazzata per tutte le persone che si erano fermate intorno, alcune delle quali avevano riconosciuto Henkka e avevano cominciato a scattare foto su foto.

- Andiamocene di qui, è troppo affollato per i miei gusti- Disse prendendola per mano e avviandosi all’uscita dell’aeroporto

-Allora? Come va? Voglio dire.. come stanno gli altri?- Chiese Eve, anche se in realtà quello che voleva sapere era come stava Alexi, se era felice, se gli mancava, almeno un pochino

- Si, sono tutti in fibrillazione per questo nuovo tour, e non vedono l’ora di conoscere l’altra band, specialmente la chitarrista-

- Spero non ne rimarranno delusi, ma a me mi conoscono già! C-cosa c’è?- chiese notando il cambiamento di espressione di Henkka

-Si tratta di Alexi..- Si prese una piccola pausa per organizzare il discorso, mentre Eve lo guardava preoccupata – Non verrà da solo- disse infine

- Bhé, è logico, ci siete anche voi, i tecnici, e molte altre persone, e..- Aveva cominciato a parlare a raffica, perché aveva capito cosa voleva dirle, ma sperava tanto che non fosse vero  - C’è anche lei vero?-

Henkka annuì

- Quell’idiota del tuo migliore amico non è stato capace di dirle di no- tentò di scherzarci sopra

- Non è il mio migliore amico. Non più- Sospirò – Sono venuta a prenderti io all’aeroporto proprio per parlarti di questo. Vedi.. vorrei che i ragazzi non sapessero che vi conosco, inizierebbero a fare domande sul perché non gliene ho parlato prima, e gli basterebbe fare due più due per capire che è Alexi il ragazzo di cui gli ho parlato. Non voglio che si creino problemi fra le due band-

-Credo sia impossibile.. voglio dire, non puoi pretendere che noi facciamo finta di non conoscerti. Io personalmente non ci riuscirei,soprattutto adesso che passerei ogni secondo a baciarti- Eve arrossì- e neanche gli altri. Sai come sono fatti, ti salteranno addosso non appena ti vedranno. Tranne Alexi, credo.. ma solo perché c’è Dana-

Eve sospirò. Quella situazione era ben peggiore di come si era immaginata. Era felice di poter riabbracciare tutti i suoi vecchi amici, e aveva anche pensato di poter dare una seconda possibilità ad Alexi, se si fosse comportato bene. Ma con Dana.. tutti i suoi buoni propositi erano andati a farsi fottere. Come se avesse letto i suoi pensieri, Henkka le passò un braccio sulle spalle, stringendola a sé

- Non puoi permetterle di rovinarti questo tour- le disse – Ti ha già rovinato la vita una volta, è ora che tu gliela faccia pagare per tutto quello che hai passato a causa sua. È ora che tu torni ad essere la stronza che eri!-

Sapeva che le sue parole servivano solo a tirarla un po’ su di morale, ma lei decise che le avrebbe prese alla lettera. Infondo Dana si era comportata da stronza con lei. Era ora che le facesse vedere con che aveva a che fare. Stavolta sarebbe stata lei a scappare.

- Hai ragione. Non avevano alcun diritto di trattarmi in quel modo. Adesso se la vedranno con me. Tutti e due. Vedrai, Alexi si pentirà di ciò che ha fatto, e lei.. bhè farò in modo che la prossima volta ci pensi due volte prima di eliminarmi dalla vita di una persona a cui tengo. Anche se sinceramente spero che non ci sia una prossima volta-

Mentre pensava a tutti i modi possibili per vendicarsi e farla pagare a Dana e Alexi, condusse Henkka alla sua macchina, e una volta caricati i bagagli disse – Sai, io dovevo venirti a prendere e accompagnarti in albergo, ma credo che possiamo anche cancellare la prenotazione- Henkka la guardò alzando un sopracciglio, intuendo dove voleva andare a parare con quel discorso –infondo ci  conosciamo da una vita, puoi benissimo stare a casa mia- concluse con un pizzico di malizia

- Si, credo che potrei- rispose lui, andando ad abbracciarla e baciandola con passione – ma solo se mi lasci la stanza degli ospiti- disse divertito dopo il bacio, lasciandola incredula, immobile accanto alla macchina

- Allora? Ti muovi? Altrimenti chiamo un taxi e mi faccio portare in albergo!- le disse divertito

- T…tu.. Questa me la paghi! Non puoi lasciarmi lì imbambolata e poi dirmi che vuoi dormire da solo nella stanza degli ospiti!!-

- Ho detto che voglio dormire nella stanza degli ospiti, non che voglio stare solo..-

-Oh.. ok..-



OH MIO DIO QUANTE BELLE RECENSIONI!!! SONO EMOZIONATA!!!!
Grazie, grazie, grazie, grazie a tutti… veramente, mi avete reso veramente felice. Scusate per il ritardo, ma ho avuto qualche screzio con il computer.. comunque alla fine ce l’ho fatta!!! XD  spero che anche questo capitolo vi piaccia..

Crazy_Me: No, Dana non è la vera fidanzata di Alexi, è soltanto un frutto della mia mente malata XD. Comunque, a parer mio Alexi è tipo un marinaio, con una donna in ogni porto.. perciò io personalmente  preferirei essere una sua amante piuttosto che la sua ragazza..

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Capitolo 8
*** As Perfect As Coffee ***




8) As perfect As coffee

- Allora? Ha fatto sapere niente Henkka?- Chiese Janne mentre cercava di stappare (con non poca difficoltà) l’ennesima bottiglia di Jack Daniel’s

- No, mi ha mandato un messaggio dopo che è atterrato dicendomi che non era precipitato, ma che si trovava ugualmente in paradiso. Quel ragazzo è proprio strano- Gli rispose Alexi togliendogli la bottiglia di mano, aprendola e bevendone un lungo sorso

- Magari è l’effetto del jet lag, comunque quella bottiglia era mia-

-Ma se non riuscivi neanche ad aprirla-

- Beh, tu ci sei riuscito solo perché io avevo già allentato il tappo-

- Si certo, come no- Un altro sorso

- Vuoi smetterla? Me la finisci così! Prenditene un’altra!-

- Prendila tu, o forse non vuoi farlo perché non ce la faresti ad aprirla?- Lo provocò Alexi

- Ma lo sai che sei  veramente un bambino quando ti comporti così? Mah, lasciamo perdere che è meglio- Disse buttandosi su una poltrona

- Che fai ti arrendi? Lasci perdere così, senza neanche tentare? Guarda che non è difficile, basta che con una mano tieni la bottiglia e con l’altra sviti il tappo con un po’ di forza, se vuoi ti faccio vedere-

- La finisci? Non sei divertente. È che mi hai fatto passare la voglia di bere-

- Tutte scuse. Il povero, piccolo Janne non riesce ad aprire una bottiglia di Jack, uueeee  uueeeeeeee continuò l’altro imitando il pianto di un bambino

L’ingresso di Jaska nella sala interruppe il battibecco tra i due.

-Ehi bella gente! Mi ha appena chiamato Mr. Blacksmith, mi ha detto che l’incontro con i ragazzi de Death Scream è stato rimandato a domani. Oggi vuole stare tutto il giorno insieme alla sua nuova ragazza. Dovevate sentirlo! È proprio cotto!-

- La sua nuova ragazza?- chiese Roope che era stato fino a quel momento sotto il tavolo a dormire abbracciato a una bottiglia di birra (rigorosamente vuota) come se fosse il suo orsacchiotto

- E tu dov’eri?-

- Sotto il tavolo, stavo dormendo-

- Ah quindi eri tu quella cosa molliccia a cui davo i calci!-

- Si Alexi, ero io. Ehi! Io non sono una cosa molliccia!- rispose, realizzando in un secondo momento l’offesa del cantante

- Lascialo perdere, oggi è in vena di offese- Gli disse Janne, mentre gli altri se la ridevano di gusto

- Comunque- Riprese Jaska –Non mi ha detto come si chiama, ma è la chitarrista della band-

- Cazzo, dovevo andarci io a parlare con loro! Infondo sono il frontman no?-

- Tralasciando il fatto che qui abbiamo tutti la stessa importanza, e che Henkka è il più adatto a cose tipo riunioni e cazzate varie, tu sei fidanzato- disse Roope

- Già, e Dana non ti avrebbe mai fatto andare, almeno non senza di lei- aggiunse Janne

Alexi in risposta borbottò qualcosa, attaccandosi subito dopo al vecchio, fidato Jack

- Si però che palle! Lui è a Los Angeles a spassarsela mentre noi siamo qui a grattarci le palle- Esclamò Roope dopo un po’

- Ma tu ti stai grattando le palle!- gli rispose accigliato  Jaska, che nel frattempo si era stappato una bottiglia di Jack Daniel’s sotto lo sguardo infastidito di Janne e quello divertito di Alexi

-È un modo di dire! Significa che stiamo qua a fare niente! Non mi stavo grattando le palle! Davvero!- esclamò mentre gli altri lo guardavano con un sopracciglio alzato

-Basta che ti lavi le mani prima di toccare le chitarre-

- E non avvicinarti alla batteria-

-O alle tastiere-


Nel frattempo a molte miglia di distanza…


-Sei bellissima, te l’ho mai detto?- sussurrò Henkka che alla fine aveva deciso di stare nella camera di Evelyne, anche perché quella degli ospiti era più lontana dall’ingresso, e non aveva intenzione di perdere tempo a cercare la porta giusta.

- Soltanto un centinaio di volte nell’ultima ora-  Rispose lei, facendosi abbracciare.

Dopo essersi allontanati dall’aeroporto erano andati subito a casa sua, e come era prevedibile, non si erano di certo persi in chiacchiere. Evelyne aveva fatto il possibile per rimandare l’incontro con la band al giorno successivo, in modo di poter stare un intera giornata insieme ad Henkka, con la scusa della stanchezza del volo e del jet lag, ma gli altri ragazzi non si erano mostrati entusiasti della cosa, insistendo per poterlo incontrare subito. Alla fine avevano trovato un accordo: si sarebbero incontrati in serata a casa di Eve per cenare e discutere insieme. Avevano deciso che quella sera avrebbero comunicato ai membri dei Death Scream la loro storia, e soprattutto il piccolo segreto di Evelyne, che poi tanto piccolo non era.

- A che pensi?- chiese Henkka, accarezzando la schiena nuda di lei

- Non riesco ad immaginare come prenderanno la cosa. Il fatto che conosco da tutta la vita i loro idoli e non gliel’ho mai detto sarà dura da fargli digerire, ma quello che mi preoccupa di più è come si comporteranno con Alexi. Idolo o no, loro mi vogliono veramente un mare di bene, e non esiterebbero un momento a metterlo al rogo, se solo glielo chiedessi-

- Beh, allora tu non chiederglielo. Comunque, non preoccuparti troppo, magari non andrà così male. Voglio dire, c’è pur sempre la speranza di una pace tra voi due- Eve lo guardò scettica – Ah, già.. Dana. Mi era passato di mente che ci sarà anche lei. Ma non credo che starà sempre appiccicata ad Alexi, soprattutto dopo i concerti, quando siamo tutti sudati fradici e puzziamo come capre in decomposizione! Potrai approfittare di quei momenti per parlargli-

-È una possibilità, anche se neanche a me fa piacere parlare con uno che puzza di capra in decomposizione- disse con faccia disgustata

- Ma poi ci laviamo eh! A proposito di lavarsi.. io credo che sia il caso di farsi una doccia. Sono quasi le sette, e devi anche preparare la cena-

- Già.. non ne ho voglia! E se ordinassimo una pizza?-

- Una pizza? Io mi faccio non so quante miglia in aereo, mangiando quegli schifossissimi snack e tu per cena mi proponi una pizza? Mi spiace, ma dovrai metterti a lavoro in cucina. Ho bisogno di un pasto completo. Sennò come faccio a crescere?-

- Crescere? Un altro mezzo centimetro e mi verranno i complessi di inferiorità! Non è il caso che tu cresca ancora-

- Non è mica colpa mia se sei alta un metro e una vigorsol di piatto-

Eve lo guardò stupita

-Una vigorsol di piatto?-

- No, dai scherzavo, non intendevo offenderti! Sei meravigliosa così come sei!- rispose lui trattenendo le risate di fronte allo sguardo fintamente minaccioso di Evelyne

- Tesoro, sei pefetta.. proprio come il caffè!-

- Il caffè?-

- Si…. ristretto!-







MI scuso per l’enorme ritardo, ma sapete com’è l’ispirazione va e viene… comunque, spero che possiate perdonarmi. Immaginatemi in ginocchio davanti a voi ad implorare il vostro perdono

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Capitolo 9
*** Cap 9 ***






Il tempo ad Espoo non era dei migliori, tirava un vento glaciale e nevicava, ma lei non aveva alcuna intenzione di tornarsene al calduccio in casa sua. Quella mattina quando era uscita per fare colazione al solito bar in centro era incappata per caso in un'edicola piena di giornali che proponevano in copertina la medesima foto: Henkka abbracciato ad una ragazza mentre si scambiavano un tenero bacio in un aeroporto. In un primo momento non ci aveva fatto molto caso, se il bassista si era trovato una ragazza non era affar suo, ma poi guardando meglio l'aveva riconosciuta. Era Evelyne, quella tipa che fino a qualche anno prima girava intorno ad Alexi come se fosse stato di sua proprietà. Le si era ghiacciato il sangue nelle vene quando aveva letto nell'articolo all'interno che era la chitarrista di una band molto popolare in America e non aveva impiegato molto tempo a fare due più due. Era lei la chitarrista di cui le aveva parlato Alexi. Non poteva permettere che il suo fidanzato stesse così a stretto contatto per tutta la durata del tour con lei, c'era il rischio che tra i due si riallacciassero i rapporti e questo proprio non le andava giù. Per questo motivo ora stava camminando furiosa verso lo studio dei Children Of Bodom. Doveva capire se loro lo sapevano già ed Alexi era stato così codardo da ometterle la verità, oppure anche loro erano all'oscuro di tutto.

Entrò sbattendo la porta e facendo sobbalzare i quattro che fino a quel momento erano tranquillamente stravaccati su divani e poltrone a bere alcolici e fumare.

-Dana, che ci fai qui? È successo qualcosa?- Alexi si alzò dalla sua poltrona per andarle incontro, ma lei si diresse verso il tavolo e ci sbatté sopra il giornale che aveva comprato

-Lo sapevate?-

-Cosa?- Adesso anche gli altri tre si erano avvicinati al tavolo. Janne prese in mano il giornale e cominciò a leggere mentalmente l'articolo

-Allora? Che dice?- Chiesero gli altri due mentre Alexi guardava con aria interrogativa Dana, che si era mangiata tutte le unghie delle mani ed aveva cominciato a camminare su e giù per la stanza talmente era nervosa

-Cazzo, non ci credo!- continuò a leggere mentre gli altri insistevano tempestandolo di domande. Jaska e Roope iniziarono a spintonarlo e strattonarlo, per cercare di toglierli la rivista dalle mani. Ci riuscirono, ma forse con un po' troppa forza, perché il giornale volò a terra, proprio ai piedi di Alexi, mostrando la copertina. Lui si abbassò a raccoglierlo, fissando la ragazza che stava baciando il suo migliore amico. Sentì un improvviso moto di rabbia mista a gelosia invadergli l'animo. Lui l'aveva trovata. E non gliene aveva parlato. Dopo tutte quelle belle parole sulla possibilità di ritrovarla e di sperare in un perdono, lui non gli aveva neanche fatto una fottutissima telefonata per informarlo che finalmente sapeva dov'era.



***



Hennka appena uscito dalla doccia si affacciò alla finestra della camera di Eve, torso nudo e sigaretta tra le labbra. Fu così che sentì uno strano borbottio, e guardando in basso notò che davanti alla porta d’entrata c’erano quattro ragazzi che discutevano sottovoce. Non riusciva a sentire l’argomento, ma sicuramente c’entrava lui. Rimase per un po’ a guardarli, finché non si mise a ridere quando uno di loro iniziò a tamburellare con le bacchette che teneva nella tasca dei jeans sulla testa di un biondino.

I ragazzi si voltarono e guardando in alto non poterono che rimanere a bocca aperta vedendo Henkka che li guardava divertito.

-Ehy, ma non dovevi essere in albergo?- gli chiese Jake, dopo un attimo di stupore iniziale. Dal suo tono si poteva percepire un leggero astio nei confronti di quel ragazzo, dovuto al fatto di averlo trovato mezzo nudo affacciato alla finestra di camera di Eve. Ma solo Aaron se ne accorse, anche perché era l’unico di tutti loro a conoscenza dei sentimenti di Jake per lei.

-Oh bhè si, ma infondo Eve è stata così gentile da ospitarmi, non ho saputo dirle di no!- Hennka ripensò alle ultime ore passate nel letto insieme a lei e sorrise istintivamente.

Il corpo di Jake si irrigidì e il ragazzo strinse i pugni, pensando che non era il caso di andare a massacrare di botte una delle persone che più ammirava in questo mondo solo perché era riuscito ad entrare nel cuore di Eve e nelle sue lenzuola. Sperò che per lei fosse stato solo un passatempo, un modo di divertirsi con uno dei loro miti, ma sapeva che non era il genere di ragazza da portarsi a letto un uomo solo perché è un bravo musicista

-Sta calmo Jake, non fare cazzate. Capisco che tu sia arrabbiato, ma non puoi rovinarci questa opportunità solo perché sei geloso marcio. E poi è abbastanza grande per decidere da sola della sua vita privata-  Le parole che Aaron gli aveva sussurrato all’orecchio gli fecero male. Non si era mai illuso, Eve aveva messo in chiaro sin da subito che non approvava le storie tra compagni di band, ma fino a quel momento era riuscita a tenere separate la sua vita privata dalla loro musica. Invece adesso queste si intrecciavano l’un l’altra, e non sapeva come avrebbe fatto a sopportare la vista dei due insieme per tutta la durata del tour.

Mentre lui era rimasto imbambolato a fissare il vaso di begonie appassite della vecchietta che abitava accanto ad Evelyne, gli altri tre  avevano iniziato a chiacchierare con il bassista che rispondeva divertito alle domande dei ragazzi, di cui alcune veramente assurde e imbarazzanti.







Lo so, ci ho messo una vita ad aggiornare, chiedo perdono.. Sinceramente non mi convince molto, ma non avevo idee su come migliorarlo.
Ringrazio infinitamente Archangel 06, perchè è tutto merito suo se mi è venuta l'ispirazione per completare il capitolo!

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