Harry Potter e L'Esercito dell' Oscurità di The_Black_Magician (/viewuser.php?uid=3408)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 Visite inattese ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 Un luogo ignoto ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 Il primo che fu ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: L’Ordine si riunisce ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Dov’è Harry Potter? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il Potere Assoluto ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Il corpo insegnanti ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Hogwards Express ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Casa dolce Casa ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Il Sesto Anno ha inizio ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: I piani dell’Oscuro Signore ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Halloween rosso sangue ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: L’amuleto ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: L’ Unione ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Verità ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Casa Granger ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: London Archeology University ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: La Conferenza ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: La Valle dei Re ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: Il Sigillo di Anubis ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: La calma prima della tempesta ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Il Covo ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: Fuga ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: L’ultima speranza ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: L’ apertura del sigillo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 Visite inattese ***
Capitolo 1 Visite inattese
Erano le 14.25 a casa Dursley faceva molto caldo l'aria era quai
inrespirabile, a causa dell'alto tasso di umidità, Harry era steso sul
suo letto immerso in uno strano dormiveglia sembrava quasi svenuto la stanza
era cosparsa di libri e di indumenti tutti stropicciati alcuni dei quali
emanavano anche qualche cattivo odore; la casa era molto silenziosa i sui zii e
suo cugino erano andati a passare la giornata afosa al nuovo parco acquatico
poco fuori Londra ma Harry con loro sommo soglievo non era voluto andare; era molto cambiato al
ritorno dalle vacanze, piu silenzioso e evasivo,
passava moltissimo tempo solo chiuso in camera nonostante il caldo a volte non
mangiava neanche, tutto questo preoccupava non poco zio Vernon
e zia Petunia memori delle minacce che alcuni membri dell'Ordine avevano
rivolto loro fuori King Cross ma tutto sommato pareva
che nessuno si fosse fatto vivo, il motivo era semplice Harry
aveva scritto regolarmente ai suoi amici di star bene e questo li aveva salvati,
anche se il vero motivo per cui aveva tenuto segreto il suo malessere non
c'entrava affatto con la salute dei suoi zii, era molto piu
egoistico; semplicemente non voleva maghi tra i piedi se in tutto questo c'era
un pregio era che i sui zii ignorassero gli avvenimenti dell'anno scolastico
appena trascorso per cui non fecero domande.
Assorto nei suoi pensieri Harry ebbe un piccolo sussulto gli sembro di udire una voce poi
il suo sangue si raggelò udiva
veramente quella vocina subito comprese
che non era una voce che proveniva dall'esterno ma veniva da dentro la sua
testa per un attimo penso che quella voce fosse un'altra intrusione nella sua
mente di Lord Voldemort ma non poteva essere cosi' si era esercitato moltissimo in Occlumanzia
aveva chiesto ai suoi amici di inviagli
alcuni libri sull'argomento si voltò di scatto a guardare una pila di libri
inarco il sopracciglio e pensò che Hermione avvesse svaligiato l'intera sezione proibita della
biblioteca di Hogworts, si raggelò di nuovo la vocina
tornava a parlare ma questa volta le parole non erano piu
un suono quasi indistinto:
“Cosa stai facendo ti arrendi
invece di lottare non me lo sarei mai aspettato da te”, disse la voce
“Io non mi sono arreso ma non so
cosa fare” rispose Harry con l'orgoglio ferito
“Allora impegnati e fagli vedere che buon sangue non mente”
disse calma la voce dentro di lui, che nel frattempo aveva assunto un tono
caldo ma allo stasso tempo rigoroso;
“Ma cosa posso fare non sono in
grado di batterlo non ho il potere e le conoscenze per farlo” disse Harry che si sorprese quasi a piagnocolare
quelle parole.
“Sciocco non ti sei ancora reso conto di avere più potere di
chiunque altro devi solo avere il coraggio di usarlo!” tuonò la voce
palesemente irritata e aggiunse
“per quanto riguarda le conoscenze provvederemo”.
In quel preciso istante il rumore delle mille serrature, che
zio Vernon aveva messo alla porta di
ingresso della casa dopo l'attacco dei Dissennatori,
fece risvegliare Harry da quello strano sogno erano i
Dursley che rincasavano chiaccherando
allegramente la porta si richiuse alle
loro spalle Harry la sentì sbattere, non ebbe il
tempo di tirarsi su che il faccione di suo cugino Duddley
apparve sulla soglia della sua stanza; era talmente arrossato dal sole che
sembrava una gigantesca lampadina
trattenne appena un risata, Duddly lo guardò e
bofonchiò
“peccato sei ancora qui, per un attimo abbiamo sperato che
te fossi andato” sospirò
e si allontanò, visibilmente deluso, verso la sua stanza.
L'ora di cena era passata Harry era
sceso solo per una decina di minuti aveva mangiato appena qualcosina
per far tacere il suo stomaco ed era scappato di nuovo
nella solitudine della sua stanza, si era di nuovo immerso in quella specie di
dormiveglia il silenzio nella casa era rotto solo dalla TV di Duddley, quando un forte Crack come un colpo di pistola
ruppe il silenzio, Harry
balzo in piedi bacchetta alla mano sapeva bene cos'era quel rumore qualcuno si
era materializzato nel salotto, scese le scale cercando di non fare rumore,
notò come stranamente i suoi zii non avevano urlato ne si erano sentiti cosa
assai strana per loro che non erano abituati a veder materializzare i maghi, si
avvicinò alla porta socchiusa del salotto e riconobbe dei bisbigli e alcuni
fruscii indistinti, si accorse che tra le voci che bisbigliavano c'erano
sicuramente quelle di suo zio e sua zia ma l'altra voce lo incuriosiva era
sicuro che fosse una voce familiare;
“ma chi è?” si domandò, aveva praticamente
l'orecchio incollato alla porta quando dalla stanza la voce familiare disse
“non c'è alcun motivo di origliare dietro la porta puoi
entrare, Harry” apri la porta
e riconobbe immediatamente l'ospite era il Preside della scuola di stregoneria
e magia di Hogwards Albus
Silente. |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 Un luogo ignoto ***
Capitolo 2 Un luogo ignoto
Il povero Harry era a dir poco sbalordito troppe cose che vedeva in
quella stanza erano fuori posto; il Preside Albus
Silente, a detta di molti il più grande mago dell'epoca, che sorseggiava un
brandy chiaccherando amabilmente nel salotto
di casa Dursley con i suoi zii, l'antitesi del mondo
magico, e Fanny la fenice del Preside appollaiata su un lume come se niente
fosse; in quel momento i Harry provò una miriade di
sentimenti tutti insieme era contento nel vedere una faccia amica ma temeva che
la sua presenza potesse presagire a qualche cosa di grave; in un attimo si
ricordo dei suoi zii li scrutò con sguardo indagatorio,
con suo grande stupore le loro espressioni erano rilassate e calme come se in
quel momento nel salotto non ci fossero ne Silente ne Fanny e tantomeno lui con la bacchetta ancora sfoderata in quel
momento il Presidè parlò:
“Vieni Harry, non ti preoccupare,
siediti non c'è nulla di cui preoccuparsi” disse col suo solito sguardo
scintillante, Harry si avvicinò e si sedette poi
parlò tutto d'un fiato:
“Professore com'è mai è venuto qui?
E' successo qualcosa? Stanno tutti bene?” Silente lo interruppe con un cenno
“Calmati Harry non c'è nulla di
cui preoccuparsi per ora , stanno tutti bene sono qui
in missione” la sua barba ebbe un piccolo fremito ma subito il suo sguardo si
fece serio e continuò
“sono venuto a
prenderti Harry è arrivato il momento che tu prenda
coscienza del tuo potere e che apprenda tutto quello che serve per assolvere il
tuo compito”.
Fu come ricevere un pugno in faccia e uno allo stomaco per Harry, quelle parole gli riportarono alla mente la profezia
che aveva ascoltato appena un mese prima nell'ufficio
del Preside mille domande si affollavano nella sua mente e come al solito
Silente non aveva detto nulla più del necessario; “Harry
adesso vai a prendere le tue cose partiamo appena sei pronto” disse il Preside
con un tono che non ammetteva repliche; Harry si alzò
e senza guardare nessuno usci di filato dalla stanza.
Saliva le scale due gradini alla volta ma
la sua mente era ormai concentrata esclusivamente su quelle parole - “prendere
coscienza del mio potere” ma come e dove forse sarebbero andati di corsa ad Hogwards e gli avrebbe insegnato incantesimi potenti; èra ormai nella sua stanza stava facendo meccanicamente il
suo baule e dopo poco fu pronto, aveva preso tutto compresa Edwige fece un
lungo respiro e scese giu nell'ingresso, Silente èra in piedi alla fine delle scale con Fanny appollaiata
sul corrimano e i suoi zii subito dietro
“Bene” disse “possiamo andare” prese un grosso vaso di fiori
che zia Petunia teneva li su una mensola lo colpi
leggermente con la bacchetta e disse “Portus” il vaso
vibrò circondato da un alone verde, poi accadde una cosa che non si sarebbe mai
aspettato la zia gli ando incontro lo abbracciò e gli
dette un bacio sulla fronte subito dietro lo zio Vernon
allungò la mano prese la sua e disse “buona fortuna ragazzo” poi si dileguarono
in salotto lasciando il povero Harry con una faccia
inebetita sotto gli occhi di un divertito Silente
“Harry ti ho già detto che alcune cose non sono come sembrano, ora andiamo
sai quello che devi fare” e con un gesto protese il vaso verso il ragazzo; Harry lo tocco e avvertì il classico strappo all'ombelico
tipico di una passaporta, un istante dopo sentì i
suoi piedi toccare terra le gambe gli tremarono e per poco non cadde in un
attimo riuscì a focalizzare il luogo dove si trovava, era un’ampia stanza semi
circolare che lui ben conosceva: le pareti erano tappezzate dai ritratti dei
vecchi presidi di Hogwards, vicino alla finestra un
tavolino con sottili gambe pieno di strambi strumenti d’oro e vicino alla porta
un trespolo era l’ufficio del preside di Hogwards.
Sentì un piccolo movimento di fronte a lui non si era accorto che il Preside si
era risistemato alla sua scrivania e lo stava guardando, Harry
fece per aprire bocca ma il Preside lo zitti con un
cenno e disse “Harry come ti ho gia detto a casa dei
tuoi zii è giunto il momento che tu prenda coscienza del tuo vero potere e
apprenda” fece una piccola pausa, la sua espressione era così seria che Harry ricordò di avergliela vista solo in due occasioni, “
gli incantesimi e le stregonerie che, spero ti permetteranno di sconfiggere
Lord Voldemort una volta per tutte”, la mente di Harry era concentrata su queste sue ultime parole, cosa
poteva imparare di tanto potente da potergli dare la vittoria contro l’Oscuro
Signore, poi chiese
“mi insegnerà lei professore e dove
qui ad Hogwards?” Silente che era di nuovo assorto
nei suoi pensieri si riscosse e disse:
“No Harry non sarò io ha darti la
conoscenza andrai in luogo dove solo pochi eletti sono ammessi, dove
apprenderai un magia sconosciuta hai più, magia antica
e potente che solo i prescelti posso pensare di poter praticare.” le sue parole avevano un tono solenne e grave poi riprese:
“preparati Harry stai per fare un
viaggio verso un luogo dove sono celati i segreti più antichi che la stirpe dei maghi custodisca”.
Harry deglutì nervosamente, l’idea
di partire da solo non lo entusiasmava e men che meno
gli piaceva l’idea di passare chissà quanto tempo lontano dal solo luogo che
nella sua vita avesse mai considerato casa:
“Professore ma dove si trova questo luogo e come ci arriverò
con la Polvere Volante?
O con la scopa? e quando
potrò tornare?”,
“Calma calma nessuno sa dove si
trovi questo luogo è indisegnabile solo il suo
Custode Segreto può dirci dove si trova e non è collegato alla metropolvere anche la tua scopa è da escludere seppur una
delle migliori che esistano non è un mezzo affidabile un mago potente potrebbe
fargli il malocchio” fece un respiro profondo e
continuò
“Rimarrai in quel luogo finche non sarai pronto ed ora
andiamo intraprenderai il viaggio con un tuo vecchio amico è giù vicino la
capanna di Hagrid” c’era una nota definita nelle sue
parole e Harry seppe che non avrebbe avuto altri
chiarimenti.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 Il primo che fu ***
Capitolo 3 Il primo che fu
Mentre lui e il
Preside scendevano in cortile si sentiva strano era come se un fuoco gli si
fosse acceso dentro non riusciva a capire il perché ma le parole che aveva
appena udito non lo spaventavano eppure la prospettiva di passare chissà quanto
tempo chissà dove avrebbe dovuto per lo meno lasciarlo intimorito invece
provava quel sottile piacere che fino ad allora aveva
sentito solo durante le partite di Quidditch, i sui
pensieri si dissolsesero nell’attimo in cui
arrivarono davanti la capanna del Guardiacaccia; Harry
cerco di dare un’occhiata dentro ma non c’era nessuno la casupola sembrava
disabitata si volse verso Silente che lo stava osservando voleva chiedergli
dove fosse Hagrid ma il Preside lo anticipò
“Hagrid
non c’è Harry è in missione per l’Ordine e poi ho
preferito che non ci fosse nessuno qui alla tua partenza.”
Disse con un’aria molto triste
“ho pensato che
fosse meglio per tutti evitare saluti e addii strappalacrime; vieni ora è il
momento di andare”.
Girarono dietro la
capanna e Harry vide chi lo avrebbe accompagnato era Fierobecco l’Ippogrifo; con un
profondo inchino Harry si avvicinò e accarezzo
dolcemente il becco dell’animale poi rivolse uno sguardo incuriosito a Silente
che gli porgeva un foglio di pergamena e disse
“Tieni Harry questa è la mappa che ti condurrà al luogo solo quando sarai solo essa ti apparirà e ti indicherà il
cammino, inoltre anche Fanny verrà con te vedi la tua civetta non ha un potere
tale da poter superare certi incantesimi protettivi invece Fanny potrà portarmi
tue notizie regolarmente”
E con un sorriso
appannato dalla tristezza aggiunse
“buon viaggio Harry quando ci rivedremo sarai un mago e un uomo diverso
addio” e cosi dicendo con una lacrima che gli solcava il viso si allontanò.
Harry era ancora molto turbato
ma decise che tanto valeva rimboccarsi le maniche fece un incantesimo
restringente al suo baule che diventò delle dimensioni di un accendino e se lo
mise in tasca dopo di che prese la mappa e con sua grande sorpresa vide una
piantina dell’inghilterra con un pallino blu
lampeggiante che indicava la sua posizione mentre un altro rosso che indicava
la sua destinazione a giudicare dalla posizione
del puntino questo luogo doveva trovarsi all’estremo nord della Scozia.
“Bene andiamo” disse
Harry a Fierobecco e Fanny e questi due si alzarono in volo; si diressero verso
nord volando alti ed evitando le città, i villaggi e le strade affollate per
impedire a qualche babbano curioso di vederli.
Era ormai notte fonda quando arrivarono in prossimità del punto rosso
indicato dalla mappa, Harry guardò in giu e vide una foresta molto simile alla Foresta proibita
di Hogwards planarono proprio al limitare degli alti
alberi la notte illuminata da una luna pallida e da poche stelle rendeva ancora
più lugubre quel posto, Harry scese dall’ ippogrifo estrasse la bacchetta e silenziosamente si
addentrò nell’ombra seguito dai sui due amici; ben presto non seppe più dire
dove si trovasse ma continuava a seguire la mappa finalmente il puntino blu e
quello rosso si sovrapposero e Harry seppe di essere
arrivato si guardò intorno e quello che vide gli gelò il sangue; un arco antico
coperto di rune con un drappo nero sfilacciato che penzolava dalla sua
estremità si stagliava seminascosto dall’edera di fronte a lui.
Quel
immagine fece raffiorare alla
sua mente uno dei ricordi più spiacevoli della sua vita come se fosse stato
attaccato da mille Dissennatori l’immagine della
morte di Sirius esplose nella sua testa ma mentre il
ricordo di quell’evento iniziava ad annebbiargli il
cervello di nuovo quella voce riecheggio nella sua mente:
“Che
cosa combini ragazzo entra ed affronta il tuo destino”
Harry trasali ma fu più
forte di lui e rispose
“Io non voglio
morire” urlò e la vocina rispose
“Sciocco tu sei
stato invitato non puoi morire” Harry non elaborò
subito queste parole poi capì e reggiando in una mano
la mappa che lo aveva condotto fin li attraverso
l’arco seguito da Fanny e Fierobecco.
La visione che ebbe
fu da perdere il fiato non era più nella foresta buia ma
in una vallata rischiarata dalla luna al centro della quale un castello si
ergeva; era diverso da Hogwards era più piccolo e le
sue mura erano di un bianco perlaceo; incuriosito e costernato scese per il
viottolo che portava al castello tutt’intorno cerano
cespugli di fiori e piante molte delle quali Harry
riconobbe per averle viste nei libri di erbologia;
dopo circa dieci minuti si trovò di fronte allo scuro portone di legno non fece
nemmeno in tempo ad allungare la mano che il portone si apri davanti a lui
c’era un uomo anziano: aveva i capelli grigi con striature di nero e una barba
corta e anch’essa argentea con striature nere ma sembrava che da giovane avesse
fatto molto sport infatti seppur corroso dall’età il suo fisico era molto
possente; l’uomo parlò:
“Finalmente sei
arrivato mi chiedevo se avresti avuto il coraggio di oltrepassare la porta” sul
volto gli si allargò un sorriso.
“Ma
vedo che sei un ragazzo coraggioso vieni entra abbiamo molto lavoro da fare”.
“Tu ti trovi Harry nel castello che per secoli è stato
la dimora e la scuola del mago piu potente che
il nostro mondo abbia mai conosciuto, egli è stato il primo a comprendere il
suo potere fino infondo il suo nome era Merlino” |
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: L’Ordine si riunisce ***
Capitolo 4: L’Ordine si riunisce
Erano da poco
passate le 9 di sera alla Tana fervevano i preparativi l’intera
famiglia Weasley piu Hermione stavano preparando i bagagli infatti il giorno
dopo, di buon mattino avrebbero dovuto raggiungere il quartier generale dell’Ordine
della Fenice. Hermione che come al solito era la prima
in tutto aveva già finito di preparare il baulo e stava aiutando Ginny quando
disse:
“Pensi che Harry
sarà già lì quando arriveremo domani?”
“Non lo so penso di si dopotutto adesso che Sirius non c’è piu quella casa dovrebbe
andare ad Harry” rispose la piccola Weasley .
“Gia Sirius” sospirò
Hermione i loro sguardi si incrociarono palesemente
velati dalle lacrime;
non avevano dimenticato la fine che aveva fatto
un mese prima e non lo avrebbero mai scordato ma quello che preoccupava di piu
le due ragazze era la reazione che aveva avuto Harry; pensavano che dopo una
simile tragedia era stato molto crudele rispedirlo dagli zii babbani, loro
ignoravano il vero motivo per cui dovesse tornare li almeno una volta l’anno.
“Dai
Hermione non preoccupiamoci troppo Harry è forte ha sempre dovuto superare
grandi prove nella sua vita vedrai che supererà anche questa”.
“Lo spero davvero
Ginny davvero” concluse Hermione con un’espressione preoccupata.
In quel momento si
senti bussare e la porta si spalancò il ragazzo che era
entrato aveva dei capelli rosso vivo era alto e dinoccolato; Ron
cresceva sempre di più sembrava che sarebbe diventato il più alto della
famiglia, si rivolse con un sorriso alle due ragazze:
“Via cosa sono
quelle facce vedrete che troveremo Harry ad accoglierci sulla porta domani ne
sono sicuro” il suo sorriso ridette un po di gioia
alle due ragazze
“Adesso andiamo a letto prima che la mamma si faccia venire una crisi
isterica e ci addormenti con un incantesimo” aggiunse, le due ragazze annuirono
lui usci e se ne andarono tutti a dormire.
Alle 6 del mattino
la voce della Signora Weasley risuonò per tutta la Tana facendo quasi morire
d’infarto le persone che stavano dormendo:
“SVEGLIAAAA E’ ORA
DI ALZARSI SCENDETE A FARE COLAZIONE” tuonò per la tromba delle scale.
Tutti uomini e donne
scesero, c’erano proprio tutti, con aria assonnata entrarono nella piccola
cucina si sedettero e iniziarono a mangiare, c’èra un silenzio quasi irreale
tutti sapevano che da quella mattina si sarebbero ritrovati nel posto forse piu
pericoloso e allo stesso tempo piu sicuro di tutta la Gran Bretagna.
“Bene se avete
finito direi che possiamo andare” disse il Signor
Weasley con aria tesa, tutti annuirono.
“Bene allora
prendete questa e disponetevi intorno sapete già come funziona una passaporta
vi condurra al quartier generale noi ci materializzeremo li” disse e porse loro
un vecchi barattolo di latta.
Ron, Ginny e
Hermione lo toccarono ed avvertirono il classico strappo all’ombellico in men
che non si dica furono trasportati nell’ingresso del
Quartier Generale; era proprio come lo avevano lasciato buio, umido e
puzzolente; si guardarono intorno e come usciti dal nulla videro
materializzarsi parecchie figure tutti gli adulti Weasley, piu Remus Lupin ,
Malocchio Moody, Tonks, Kingsley, la professoressa McGranitt, Piton e Albus
Silente erano nell’ingresso. |
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: Dov’è Harry Potter? ***
Capitolo 5: Dov’è Harry Potter?
“Bene” disse il
preside “Andate a sistemarvi nelle vostre stanze e poi raggiungeteci in cucina”
disse ai 3 ragazzi, non se lo fecero ripetere due volte afferrono le loro cose
e corsero su per le scale pensando che Harry fosse gia
in camera;
“Non c’è” disse con
voce preoccupata Ron.
“O no spero non abbia fatto qualcosa di sciocco o peggio” disse
con un filo di voce Hermione.
“Dai ragazzi vedrete
che arriverà” proferi Ginny ma dalla sua espressione
si vedeva che era preoccupata quanto gli altri;
delusi e preoccupati gettarono i loro bauli nelle camere e ridiscesero a
balzi le scale.
Entrarono in cucina
e dalle facce che vi trovarono temettero il peggio erano tutti scuri in volto e
la Signora Weasley
sembrava avesse pianto:
“Che
è succeso dove sta Harry?” disse di scatto Ron vedendoli così.
“Non gli sarà mica
successo qualcosa?” gemette Hermione.
“Arriverà qui presto vero?” disse speranzosa Ginny.
“Non vi dovete
preoccupare Harry sta bene” disse pacato Silente “ma
non verrà quest’anno qui al quartier generale lo rivedrete, credo, all’inizio
della scuola” disse;
“Non avrà mica intenzione
di lasciarlo confinato in quella casa babbana per tutta l’estate” disse Ron con una nota di panico nella voce, ricordava bene
come Harry avesse preso quell’isolamento l’anno prima.
“No
non è dai suoi zii ma non vi posso dire dove si trova, è in missione” disse
calmo Silente e aggiunse “tempi difficili ci aspettano e aspettano soprattutto
Harry, dovrà essere lui a darvi delle risposte se e quando vorrà darvele, io
non posso e non voglio farlo.” Nelle sue parole c’era una nota definitiva che
non ammise repliche da parte di nessuno.
Hermione e Ginny
salivano le scale singhiozzando mentre Ron sembrava un
cane bastonato non avevavano voglia di commentare le parole di Silente così se
ne andarono a dormire.
I giorni che
seguirono furono occupati per la maggior parte a fare congetture su dove stesse
Harry e su cosa stesse facendo, su cosa nascondessero
le parole di Silente e su come sarebbe stato il loro sesto anno di scuola; una
mattina però la Signora Weasley
li chiamò in cucina dove trovarono sul tavolo tre buste provenienti dalla
scuola.
“Ragazzi son
arrivate le vostre lettere da Hogwards ci sono anche i risultati dei GUFO” Disse e i
tre si precipitarono ad aprirle la prima, come sempre fu Hermione:
“Ohohohoh, ho preso
E in quasi tutto” e dicendolo assunse un’aria molto compiaciuta molto simile a
quella di Percy, “ho avuto solo A in Astronomia, bè me
l’aspettavo dopo quell’esame pratico, e O in Difesa Contro le Arti Oscure ,
grazie alle riunioni dell’ES sono migliorata”.
Toccò a Ron che con
aria un po’ arcigna disse: “Mmmmm, ho avuto tre O in Difesa Contro le Arti
Oscure , Cura delle Creature Magiche, Incantesimi e
Erbologia, A in Pozioni, Astronomia, Trasfigurazione e sono stato bocciato in
Divinazione” nel riferire l’ultima parte della lettera assunse un tono
compiaciuto.
Quella mattina non arrivarono
solo belle notizie, quando verso le 10 arrivò il gufo con la Gazzetta del Profeta le facce e gli animi si fecero molto più tesi:
Termine appena apri il giornale in cucina sobbalzò ed emise un grido che fece
girare di scatto tutti gli altri:
“Cosa c’è ci sono
notizie di Harry?” chiese Ron col fiato mozzo, tutti èrano concentrati su
Hermione che fece un respiro profondo e lesse:
“Questa mattina ci
duole informarvi che la fortezza di Azkaban , la nota
prigione magica, è stata assaltata da Colui Che Non Deve Essere Nominato e da
un piccolo esercito di Dissennatori e Vampiri; purtroppo molti dei detenuti piu
pericolosi ospitati nelle celle di massima sicurezza sono stati liberati e
sicuramente si sono uniti al Lato Oscuro” fece una pausa per consentire alle
parole di penetrare nelle menti dei suoi ascoltatori ed essere apprese a pieno;
“Ha liberato i suoi
compari quel maledetto e a giudicare dai commenti deve aver già radunato molte
creature oscure nel suo esercito” disse la Signora Weasley , Hermione riprese la lettura:
“Ci troviamo di
fronte ad un grandissimo pericolo, come non ne abbiamo
mai affrontati –riferisce il portavoce del Ministero- il Ministro stà valutando
ogni possibilità non ultima il ripristino della Leva Obbligatoria per tutti i
maghi e le straghe in grado di combattere. Dobbiamo prepararci a tutto le autorità magiche e quelle gabbane sono allertate
ma vi consigliamo estrema prudenza comunque.”
Hermione èra pallida
e tutta la cucina cadde in un irreale silenzio sembrava che il mondo magico e
non stesse per subire un’ondata di male come poche volte nella storia se ne erano viste.
Intanto in una oscura segreta qualcuno si poneva la stessa domanda
“Dove è finito Harry Potter?”. |
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: Il Potere Assoluto ***
Capitolo 6: Il Potere Assoluto
“Ti ho chiesto
Codaliscia dove è andato a finire quel ragazzino?” disse una voce fredda e
penetrante ad un ometto tremante inginocchiato:
“Signore.. Padrone io non lo so era li e poi devono averlo portato
via io.. io non ho visto nessuno “ disse Codaliscia tremante quasi disteso a
terra
“Crucio” tuonò la
voce e due occhi rossi con le pupille verticali si fissaro sull’ometto che si
dimenava in preda a terribili spasmi di dolore poi l’essere abbasso la
bacchetta e Codaliscia ancora tremante si rimise inginocchiato:
“Sciocco Codaliscia pensavo che saresti stato in grado di assolvere un compito
così semplice invece no! Ti sei fatto portare via
Potter da sotto al naso e adesso non sappiamo dove sia” disse Voldemort
rivolgendo al servo uno sguardo carico d’odio.
“Mio Signore” disse
una voce melliflua alle spalle di Codaliscia e Lucius Malfoy usci
dall’ombra avvolto in mantello nero e inginocchiandosi davanti al suo
signore prosegui:
“Padrone ti prego
illuminami perche dobbiamo preoccuparci di quel ragazzino?” i suoi occhi
avevano un brillio sinistro, Voldemort si rilasso un attimo si voltò e inizio a
passeggiare per la stanza poi si rivolse a Malfoy: “Caro Lucius vedi anche se non sono riuscito ad ascoltare quella profezia
che voi avete fatto rompere” e la sua espressione era carica di odio mentre lo
diceva “Mi sono fatto una certa idea su quel ragazzino; troppe volte mi ha
ostacolato ed riuscito a sfuggirmi per essere solo fortunato, deve esserci
qualcos’altro, quindi ho deciso che come prima cosa ci concentreremo sulla sua
eliminazione quindi datevi da fare attivate tutti i nostri contatti e scovatelo
dovete impedirgli di ritornare a scuola, questa volta non ci dovrà essere
nessun Harry Potter tra me e il potere assoluto che mi spetta”.
Intanto in un antico
maniero Harry iniziava il suo addestramento:
“Bene bene Harry la
tua preparazione non è scarsa ma dovrai impegnarti
molto per raggiungere gli standard che ti sono richiesti” disse l’anziano mago
“hai qualche domanda?”
“Mmmm, si qualcuna “ disse Harry,
“Bene dimmi”
sentenzio il mago che si accomodo dietro la sua
scrivania, si trovavano in una grande aula ma non c’erano banchi solo una
scrivania con due sedie erà li che Harry aveva dovuto provare la propria
abilità a quel mago dando fondo a buona parte delle sue energie.
“Bene innanzi tutto vorrei sapere chi è lei” disse Harry con aria un molto
curiosa
“Io sono il Custode
Segreto dell’Ordine di Merlino, questo castello è l’antico quartier generale ed
è stato anche la sua casa fino a quando non decise di intraprendere il viaggio
oltre la soglia della vita, attualmente l’Ordine di
Merlino nel mondo magico è solo un riconoscimento ma anticamente era il vero
centro di comando di tutto il mondo magico un po’ come l’attuale Ministero”
spiego pacatamente l’uomo
“Scusi
ma perche questo posto non è pieno di studenti?, si insomma a quanto
vedo ci sono solo io, farebbero molto comodo, soprattutto di questi tempi,
maghi ben preparati? “ disse il ragazzo la cui curiosita e
eccitazione crescevano man mano che l’uomo parlava:
“Perché Harry,
Merlino prima di andarsene sigillò i suoi incantesimi in modo tale che solo i
suoi discendenti, e tra quelli i piu puri e meritevoli, avessero potuto
impararli e usarli, questo perché sapeva che incanti così potenti avrebbero potuto essere utilizzati, se appresi dalle persone
sbagliate, per soggiogare tutto e tutti maghi e babbani, creature magiche e non,
insomma il mondo intero” disse gravemente il vecchio mago;
“Allora significa
che .. che io sono un suo discendente?” disse Harry
ormai non stava più nella pelle desiderava sapere, attese la risposta, il mago
lo scrutava con sguardo severo sospirò e disse:
“Si
tu sei il suo ultimo discendente” disse e aggiunse “ma attento questo può
essere un grande dono ma anche una gran sventura, nella tua giovane vita, hai
già avuto modo di vedere che grandi poteri attirano grossi guai. Ora però basta
con le domande vai in camera tua e riposati domani
inizierà il tuo vero allenamento e ti assicuro che non sarà affatto facile”.
“Un
ultima cosa..” disse in fretta Harry
“Dimmi”
“Vorrei sapere il
suo nome” disse rapido Harry era curioso molto curioso
“Godric Grifondoro”
disse e si smaterializzo lasciando Harry inebetito come se quelle informazioni
lo avessero svuotato, nel mentre due elfi domestici
zampettarono nella stanza presero il ragazzo per mano e lo condussero nella sua
stanza.
Era molto bella gli
ricordava la calda e accogliente camerata di Hogwards anche se c’era un solo
letto appena lo tocco si addormentò all’istante come
preso da un incantesimo era stata una giornata lunga molto lunga. |
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: Il corpo insegnanti ***
Capitolo 7: Il corpo insegnanti
La mattina
successiva alle sei in punto una sveglia comparve dal nulla e iniziò a trillare
proprio vicino all’orecchio del povero Harry che si sveglio
tutta arruffato pensando:
“Iniziamo bene,
orario da caserma” ma non ebbe neanche il tempo di
finire il suo pensiero che il ricordo della conversazione avuta poche ore prima
con il mago che affermava di essere uno dei quattro fondatori di Hogwards,
Godric Grifondoro. Harry rimuginava, come poteva essere che fosse ancora vivo
dopotutto Hogwards aveva piu di mille anni, se davvero era così vecchio se li
portava davvero bene i suoi anni; nella sua mente però
balenarono i volti di due persone a lui molto care Ron e Hermione, che cosa
stavano facendo? Forse Silente li stava addestrando, sperava che comunque fossero al sicuro.
Con questi pensieri
nella mente apri l’armadio era pieno dei suoi vesti
evidentemente gli elfi domestici che vivevano li avevano sistemato tutti i suoi
averi, si vesti e tentò di sistemarsi i
capelli quando all’improvviso si sentì tirare per la veste era un elfo “Il
Signore è atteso in sala da pranzo per la colazione” squitti e si profuse in un
inchino, Harry non potè far altro che seguirlo; camminando per il castello si
accorse che c’erano grandi somiglianze con Hogwards, le armature che
luccicavano i quadri alle pareti nei quali maghi e streghe si muovevano e lo
occhieggiavano ben presto arrivarono davanti una grossa porta di legno che si
apri automaticamente rivelando una sala grande con al centro una grossa tavola
rotonda con dieci sedie simili a dei troni, su una di queste era seduto
Grifondoro, Harry entro un po’ a disagio si chiedeva per chi fossero gli altri
posti se lui èra l’unico ragazzo presente nel castello:
“Buongiorno mmm
professore?” disse un po’ titubante non sapeva come doveva chiamarlo ed era
molto imbarazzato, il mago sembro un po’ divertito ma
assunse subito un’aria altera e disse “Si bene puoi chiamarmi anche professore,
adesso prima di iniziare ti presenterò i tuoi insegnanti”; a quelle parole Harry
rimase folgorato “Non sarà lei ad insegnarmi?” disse di scatto,
“Per ora no devi prima
apprendere bene la magia classica, io subentrerò l’ultimo mese e completeremo
insieme il tuo addestramento” ribattè pacato Grifondoro, “L’ultimo mese!, ma ma
quanto dovrò stare qui?” disse Harry in tono piatto pensava ai suoi amici, alla
scuola e a tutto il resto, “Vedi in questo luogo il tempo scorre in maniera
diversa, possiamo regolarne lo scorrere cosi l’anno che passerai qui corrisponderà
ad un mese esterno” sentenzio il mago e prosegui “Ora è giunto il momento di
presentarti i tuoi insegnanti, tutti maghi e streghe famosissimi molti degli
incantesimi che studierai sono stati elaborati direttamente da loro, ti
guideranno attraverso il tuo percorso in maniera egregia; scoprirai anche che
le materie sono molto simili per argomenti trattati a quelle studiate ad
Hogwards naturalmente il livello di insegnamento sarà elevatissimo dato
l’obbiettivo da raggiungere ma adesso bando alle ciancie eccoli stanno
arrivando” e si alzo in piedi; Harry lo imitò e da una porta laterale entrarono
ad uno ad uno gli insegnanti, mentre avanzavano e si sistemavano davanti al
loro trono Grifondoro li presentava: “Lei è Emmeline Dingle insegnerà Creature
Magiche; e qui abbiamo Augustus Crosby insegnerà Sortilegi e Maledizioni ;
Tosca Tassorosso cofondatrice di Hogwards insegnerà Erbologia , Cosetta
Corvonero anche lei fondatrice di Hogwards insegnerà Rune e Magia Arcana ,
Salazar Serpeverde l’ultimo dei quattro di Hogwards sarà il tuo professore di
Veleni e Antidoti , Demetrius Asten Difesa e Arti Oscure, Charles Antony
Worrington Metamorfosi e Trasfigurazione e l’ultimo Gregory Magnusson Arti
Fisiche” Harry era a dir poco intimorito
aveva salutato tutte quelle persone con un inchino deferente, alcuni di quei
nomi potevano essere trovati nei libri di scuola o in grandi incisioni e
leggende magiche e tre di quei professori avevano contribuito alla costruzione
di Hogwards, all’improvviso i suoi occhi si posarono sull’unico di quei
personaggi di cui poteva dire di conoscerne l’aspetto era Serpeverde i cui
tratti gli riportarono alla mante l’enorme statua posta nella Camera dei
Segreti, un ragazzo affiorato da un diario che altro non era che Tom Riddle
alias Lord Voldemord il suo piu acerrimo nemico. Fu distolto dai suoi pensieri
dalle parole di Grifondoro “Bene Harry adesso si fa sul serio dopo colazione
comincerai il tuo allenamento” tutti si sedettero e iniziarono la colazione;
Harry sapeva che i mesi successivi sarebbero stati tra i piu duri della sua vita ma un fuoco gli si era acceso dentro e nulla sarebbe
stato in grado di spegnerlo. |
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: Hogwards Express ***
Capitolo 8: Hogwards Express
Erano circa le nove
di sera e al Quartier Generale dell’Ordine ormai era passato piu di un mese dal
loro arrivo ma Ron, Hermione e Ginny non erano riusciti a scoprire nulla sulla missioni che Harry stava compiendo in compenso le
riunioni sempre piu frequenti dell’Ordine avevano dato loro un’idea un po piu
precisa di quanto fosse diventato grande ; avevano visto passare decine di maghi
alcuni addirittura stranieri questo non poteva che impensierirli voleva dire
che Voldemort e i suoi seguaci erano forti, il Signor Weasley passava fuori
casa molte notti e anche i fratelli maggiori di Ron rincasavano molto tardi
Silente era spesso li per coordinare il lavoro ma non si fermava mai a cena
così come gli altri professori. Le loro giornate erano trascorse tra ripassi
generali dei programmi scolastici – stilati e gestiti naturalmente da Hermione
– e da nuovi addestramenti programmati da Lupin e Moody
infatti il quartier generale oltre ad essere il posto piu sicuro era
stato reso anche immune ai sistemi di controllo del Ministero per la magia
minorile cosi che loro avevano potuto allenarsi sensa incorrere
nell’espulsione; erano diventati tutti e tre molto bravi ma sapevano fin troppo
bene che se fossero stati attaccati avrebbero potuto dare solo un piccolissimo
aiuto agli altri.
Mentre erano assorti nei loro pensieri Hermione si lascio sfuggire
un pensiero ad alta voce:
“Spero che domani
sera al banchetto di inizio anno ci sia anche Harry mi
manca molto, moltissimo” e sospirò,
“Già spero anche io
che sia li” disse Ron che però era diventato
leggermente arcigno;
“Sono sicura che ci
sarà non credo che Silente gli farà saltare l’inizio della scuola sarebbe
sospetto” disse Ginny speranzosa;
“Ragazzi
andate a dormire e se non l’avete fatto finite di preparare i bagagli”
sentenzio un voce dietro di loro che li fece sobbalzare, la Signora Weasley era
sgattaiolata in camera e i tre troppo assorti dai loro pensieri non se ne erano
accorti ed ora torreggiava su di loro col le mani sui fianchi e un’aria
decisamente severa.
“Si
mamma andiamo Herm vieni dammi una mano a chiudere il baule, notte Ronnie”
disse Ginny stancamente;
“Ok , notte Ron” salutò Hermione con aria triste.
“Notte ragazze notte
mamma” sbuffo Ron che prese la bacchetta e disse “Bagaglius” libri, vestiti e
alcuni strumenti volarono alla rinfusa nel baule che si richiuse con uno
scatto; Ron si spogliò e si infilò nel letto l’unico
rumore veniva dal tubare sommesso di Leo sull’armadio, entro pochi minuti il
sonno prese il sopravvento e Ron si addormentò.
Alle sette il
ragazzo fu svegliato da un baccano infernale apri di scatto gli occhi e si
trovò davanti una sagoma scintillante sembrava un drago bianco
come un cencio per lo spavento si tirò su e vide che era un fuoco
d’artificio, fuori dalla stanza echeggiavano delle risate poi si udi una voce
urlare
“Che cosa volete
fare dar fuoco alla casa, neanche dieci minuti che
siete arrivati e gia ne combinate una della vostre” era la Signora Weasley e dal tono
sembrava molto arrabbiata.
“Scusaci mamma ma
volevamo dare il buon giorno a Ronnino” dissero due voci in coro.
“Fred e George,
rompiscatole” disse fra se Ron con le orecchie che diventavano paonazze.
“Ron ben svegliato
come ti senti” disse fred entrando con aria compiaciuta nella
stanza agghindato in perfetto stile gabbano.
“Spero ti senta bene
fratellino” gli fece eco il gemello sghignazzando.
“Si
si tutto ok ma cosa ci fate voi qui?” disse burbero.
“Ma
che domande cervellino di knarl, la scorta” dissero in coro con aria assai
compiaciuta che gli fece venire in mente Percy.
“Sbrigatevi lassu
dobbiamo andare o perderete il treno” si udì per le scale la signora Weasley.
In men che non si dica erano tutti nell’ingresso con bauli e animali al
seguito,
“Meno male che
vostro padre è riuscito a farsi prestare un paio di auto
dal Ministero almeno non dobbiamo andare con la metro babbana” sospiro Moody e
tutti presero posto nelle auto; dopo circa mezzora, alle 10.45 erano tutti sul
binario nove e trequarti che caricavano i bauli sul treno, la Signora Weasley abbraccio
calorosamente tutti e tre e poi tocco agli altri accompagnatori salutarli alle
11 si udì il fischio del treno che inizio a muoversi , in breve uscirono da
Londra e iniziarono a percorrere le campagne.
Trovarono l’ultimo
scompartimento semivuoto dentro c’era solo il buon Neville,
“Ciao Neville, come
butta amico?” disse gioviale Ron,
“Tutto bene e voi,
ma dov’è Harry?” chiese Neville un po preoccupato;
“Non lo sappiamo,
Silente non ha voluto dircelo” disse imbronciata Hermione,
“Silente, avete
visto il preside durante l’estate?” chiese il ragazzo,
“No gli abbiamo
scritto, eravamo preoccupati dell’assenza di Harry” rispose pronta Ginny,
“Bè se Silente è
tranquillo dobbiamo fidarci ritornerà” disse perentorio
Neville.
In quel momento la
porta dello scompartimento si apri e l’essere piu
sgradito a tutta la compagnia Malfoy accompagnato come al solito dai suoi due
scimmioni tirapiedi Tiger e Goyle:
“Lenticchia, Granger vedo che l’allegra
combriccola è di nuovo riunita” disse beffardo il ragazzo
“Levati dalle
scatole Malfoy” rispose secco Ron
“Modera i termini
straccione, ma vedo che
manca la nostra prima donna Potterino” ghignò Malfoy gli fecero
eco le risate dei due gorilla;
“Fatti gli affari
tuoi viscido e vattene non ci piace la tua presenza” disse Hermione stizzita,
“O ma vedo che ti
manca il tuo amichetto non sarai mica innamorata, be forse ti sei innamorata di
un vigliacco, dove è scappato lo sfregiato?” disse maligno Malfoy
Ron si era alzato e
stava per saltare a dosso a Malfoy quando le due ragazze e Neville lo
trattennero “Non ti sporcare le mani con lui Ron è solo feccia lo sanno tutti”
sentenzio Neville guadagnandosi il rancore del biondino, che a sua volta si
stava facendo avanti con i suoi tirapiedi quando una
voce severa li raggiunse;
“Allora non è
neanche iniziata la scuola e gia vi azzuffate, se vi ripesco perderete 50
punti ciascuno” disse la
McGranitt sbucando vicino a Malfoy “E ora i prefetti mi
seguano” e si allontanò con i tre prefetti alle calcagna. |
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: Casa dolce Casa ***
Capitolo 9: Casa dolce Casa
“Bene Harry il tuo
addestramento è terminato e devo dire che tu sei stato
un grande allievo per tutti noi hai appreso molto in poco tempo e tutto cio ti
servirà in futuro per assolvere al tuo compito ora però è tempo che tu vada,
che torni alla tua vita e ai tuoi amici va Harry e rendici orgogliosi forse un
giorno chissa ci rivedremo” Grifondoro èra commosso nello stringere la mano ad
Harry era arrivato il momento degli addii, aveva passato un anno con queste
persone e aveva imparato tanto gliene era profondamente grato, il ragazzo
stringeva le loro mani, aveva gli occhi lucidi era cambiato Harry sia
fisicamente che mentalmente ora era un uomo conscio di fin dove arrivassero i
suoi poteri e le sue responsabilità; si avviò con passo deciso verso il portone
del castello sulla soglia si voltò e lancio un ulteriore sguardo a quelle
persone forse non le avrebbe piu riviste.
Usci e l’aria fresca
gli sferzo il volto si avvicino al suo vecchio
ippogrifo Fierobecco con la fenice Fanny appollaiata sulla spalla
“Andiamo sussurrò al
destriero è ora di tornare” cosi dicendo diede un
colpetto ai fianchi dell’animale che prese a trottare verso quella che sapevano
essere l’uscita; riattraversarono quell’arco che circa un anno prima li aveva
condotti li lui giovane e spaventato e ignaro di cio che l’attendesse ora
fissava quell’arco sapeva cosa volessero dire quelle rune incise sopra “O tu
straniero che il potere cerchi non osare profanare questa antica soglia o morte
istantanea avrai ma se è la conoscenza cio che vuoi accolto con tutti gli onori
tu sarai” Harry sorrise Fanny spicco il volo ed anche Fierobecco la imitò si
dirigevano verso quel luogo che aveva cosi ardentemente desiderato di rivedere
verso i suoi amici verso Silente in poche parole verso casa.
Ormai dovevano
essere le 19 passate stava sorvolando le montagne vicino
Hogsmade quando due raggi di luce verde
lo mancarono Harry guardo in basso due figure incappucciate stavano prendendo
la mira, lui scarto di lato e con un fruscio spari dal suo destriero riapparve
proprio davanti ai due uomini “Stupeficium” mormoro e un lampo rosso scaturi
dalla sua bacchetta colpendo uno dei due in pieno petto e facendolo cozza
violentemente contro un albero lasciandolo li svenuto, il suo cappuccio era
scivolato: McNair un Mangiamorte; l’atro si caccio indietro il suo era Dolothov
che l’anno prima aveva fatto del male a Hermione:
“Maledetto Potter io
ti ucciderò e L’Oscuro Signore mi coprirà di gloria, Avada Kedrava” il getto di
luce schizzo verso Harry e lo colpi in pieno ma la sua
immagine cambio era solo un sasso “Ma cosa, come…” ebbe il tempo di dire il
Mangiamorte che il ragazzo tuonò “Petrificus Totalus” le braccia e le gambe di Dolothov
si unirono di scatto la bacchetta cadde, Harry si avvicinò lentamente puntò la
sua bacchetta al malfattore e disse “Veritatem” i suoi occhi rotearono e il
giovane inizio a fargli delle domande:
“Perché
siete qui?” chiese
“Ordini del padrone
dovevamo controllare i dintorni del castello in caso tu arrivassi” rispose con voce atono l’uomo
“E
che cosa volevate farmi?”
“Catturarti se fosse
stato possibile o ucciderti”
“Bene e dove si
trova Voldemort?” disse interessato Harry
“Non so dirtelo,
solo lui lo sa” rispose con lo stesso tono il
mangiamorte.
“Non mi servi a
nulla, Stupeficium” e lo schiantò dopo di che punto la bacchetta su McNair e
con n gesto fece volare il corpo svenuto a se e li trasfigurò entrambi in due
portachiavi che si lego alla cintura con un cenno
richiamò Fierobecco e Fanny rivolgendosi alla fenice disse piano “Avvertilo che
stiamo arrivando” e sorrise all’animale che subito spicco il volo e scomparve
in una nuvola di fumo.
Nella Sala Grande
intanto era appena terminata la cerimonia dello smistamento e la professoressa
Mcgranitt stava riponendo il vecchio cappello parlante
e lo sgabello in un angolo tutta la sala
era in silenzio composta Silente si alzo e disse “Buon appetito a tutti” e i
tavoli si imbandirono con ogni genere di prelibatezza in quel momento un lampo
di fuoco ci fu proprio sopra il preside e una piuma rossa e oro cadde
svolazzando nella sua mano, gli occhi del Preside brillarono, tutte le teste
erano scattate verso di lui anche gli altri professori lo fissavano e mentre reggeva
con una mano una coscia di pollo e con l’altra la piuma disse quasi sottovoce,
più rivolto a se stesso che agli altri, ma che dato il silenzio sentirono lo
stesso:
“Finalmente, sta
tornado” e la sua barba ebbe un tremito.
Nemmeno due secondi
dopo che finì la frase un brusio si alzo piano piano
dai tavoli delle case e da quello dei professori ma fu subito interrotto da
quello che segui: le porte della sala si aprirono di scatto una figura
incappucciata sostava all’ingresso , tutti trattennero il fiato, poi l’uomo
butto indietro il cappuccio, era lui Harry Potter era tornato con un filo di
voce mormorò:
“Casa dolce casa”.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10: Il Sesto Anno ha inizio ***
Capitolo 10: Il Sesto Anno ha inizio
Silente era in piedi
con ancora la coscia di pollo e la piuma di Fanny in mano un
sorriso gli increspava la folta barba bianca, come lui anche gli altri
professori la McGranitt aveva le lacrime agli occhi e Hagrid piangeva davvero l’unico che sembrava avesse subito
un lutto era Piton sgradevole come non mai; dal canto
loro gli studenti erano attoniti poi dal tavolo del grifondoro
si levò un gridolino e si udi
un rumore di stoviglie rotte: Hermione era balzata in
piedi con un sorriso enorme e le lacrime che scendevano a fiumi si catapultò
verso Harry, seguita a ruota da Ron
e Ginny, gli si avvinghiò con un abbraccio
stritolatore e gli stampò un bacio sulle guance solo grazie al fatto che era
cresciuto riuscì a resistere all’assalto subito dopo di lei arrivarono li altri
due che lo abbracciarono calorosamente Ginny era una fontana e Ron
dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non farsi venire gli occhi
lucidi;
“Harry,
stai bene ma dove sei stato? Mi..
ci sei mancato tantissimo” disse Hermione con la voce
rotta dall’emozione
“Già vecchio mio
dove sei stato? Non ti sei fatto vedere ne sentire tutta l’estate” disse Ron radioso
“Oh Harry per fortuna sei tornato eravamo preoccupatissimi”
borbotto Ginny commossa.
“Calmatevi ragazzi
ero in missione, ma ne parleremo dopo”disse sottovoce per non farsi sentire da nessuno ma con un sorriso a trentaquattro denti “Ora fatemi
dire una cosa a Silente vi raggiungo al tavolo” i tre sorrisero e si rimisero
seduti; Harry avanzo verso il tavolo degli insegnanti
dove il preside era ancora estasiato dalla visione
“Bentornato Harry
sono felice di vederti” disse il preside commosso
“Grazie Professore buonasera a tutti
voi” e con un cenno della testa si rivolse agli altri insegnanti che salutarono
quasi tutti entusiasti tranne uno che sbuffò guadagnandosi occhiatacce da
tutti.
“Ehm, professore
dopo cena vorrei parlarle in privato vede venendo qui
ho trovato un piccolo intralcio e ecco l’ho portato con me” cosi dicendo
estrasse i due portachiavi che consegnò a Silente che li scrutò per un attimo e
poi sorrise
“Vedo che non perdi
tempo neanche poche ore e ne hai gia presi due” disse serafico il mago con il
solito brillio negli occhi e aggiunse “Ok dopo la
fine del banchetto andremo nel mio ufficio, adesso vai
a mangiare”.
“Ok
Professore a dopo” si congedò dal preside e nel voltarsi vide la sala e gli
studenti tutti lo fissavano come fosse un fantasma alcuni
borbottavano e altri.. bè altri erano profondamente
contrariati, Malfoy e la sua gang sbuffavano e
sembravano molto arrabbiati borbottavano fra loro ma il ragazzo non gli badò
era normale i Serpeverde non lo avrebbero mai amato e
questo comunque non gli importava si avvio verso i suoi amici e si sedette
inizio a gustare lo splendido banchetto.
Un’ora dopo quando
anche l’ultimo dolce fu demolito il preside si alzò
per il consueto discorso di inizio anno:
“Benvenuti ai nuovi
e bentornati ai vecchi, un altro anno sta per cominciare, come al solito Mastro Gazza mi ha chiesto di ricordarvi che la Foresta è proibita a tutti
gli studenti e che nel suo ufficio è appesa la lista degli oggetti che non è
possibile utilizzare all’interno del castello” fece una piccola pausa;
“Ora alla luce del
grave pericolo che l’intera comunità magica corre ho deciso di tornare ad
insegnare infatti quest’anno
sarò io il vostro insegnante di Difesa contro le Arti Oscure coadiuvato dagli
altri professori, inoltre abbiamo deciso di apportare delle modifiche in
seguito ad alcuni fatti dell’anno scorso al sistema dei prefetti/capiscuola, da
questo momento ci saranno tre prefetti per ogni casa e un solo caposcuola che
avrà il compito di coordinare l’intera squadra procederò immediatamente a darvi
i nomi dei nuovi membri allora: per Tassorosso oltra al signor Macmillian e alla
signorina Abbott si aggingerà
il signor Finch-Fletchley” appena fini di nominare il
suo nome una spilla d’oro con una P disegnata apparve davanti a Justin che se la appuntò decisamente compiaciuto sul petto,
Silente proseguì “Per Corvonero oltre al signor Goldstein e la signorina Patil ci
sarà la signorina Lovegood” , Luna si girò versi il
tavolo con aria distratta prese la spilla e se l’appuntò distrattamente sulla
veste, “per Serpeverde, oltre al signor Malfoy
e la signorina Parkinson, ci sarà il signor Nott “ con aria scocciata il ragazzo prese la spilla e se
la mise Malfoy gongolava, “per Grifondoro
oltre al signor Weasley e alla signorina Granger, ci sarà la signorina Ginevra Weasley”
la spilla comparve davanti a Ginny che diventò
paonazza in viso, Ron l’abbracciò con aria di trionfo
“Quando lo saprà la mamma, come minimo verrà qui a scuola”, Harmione
la baciò sulla guancia ,“Brava Ginny adesso siamo
insieme” e Harry le strinse vigorosamente la mano
“Ottimo complimenti”; Silente si schiarì la voce e tutta la sala rimpimbò nel classico silenzio “Bene ora passiamo alla
nomina del Caposcuola” e assunse un aria solenne “Per i servigi resi alla
scuola in questi anni, per lo straordinario coraggio, e le innumerevoli prove
di lealtà che ha dato nei confronti di questa istituzione nomino il signor Harry Potter Caposcuola” i suoi
occhi brillavno piu che mai
e anche gli altri insegnanti erano entusiasti, Hagrid
si era alzato facendo quasi cappottare il tavolo e batteva forte le mani , il
solito Piton sembrava aver appena subito un lutto.
Tutta la sala si unì
ben presto all’applauso di Hagrid i Grifondoro non stavano piu nella
pelle ma anche Tassorosso e Corvonero
sembravano aver apprezzato, per i Serpe invece
sembrava più un obbligo applaudire e tra loro la solita gang non applaudiva affatto
con un'unica nota stonata che fece rimanere sbalorditi, Nott
con aria sempre scocciata stava applaudendo; Hermione
intanto aveva riabbracciato Harry “Complimenti Harry complimenti Caposcuola lo sapevo lo sapevo”, Ron era felicissimo strinse la mano all’amico “Grande amico
bel colpo” anche Ginny e gli altri Grifondoro si gettaro intorno ad Harry che prese la spilla d’oro con una grossa C e se la
mise.
Silente tornò a
parlare: “Bene domani mattina prima di colazione vi riunirete in modo da
stabilire tutti i vari compiti, adesso vi auguro buona notte” e cosi dicendo si
avvio fuori dalla sala con gli altri professori.
Harry si rivolse ai suoi amici sopra al trambusto,
“accompagnate i primini in dormitorio io devo parlare
con Silente ci si vede dopo”; poi si volto verso gli studenti e estrasse la bacche e disse “sonorus”
la sua voce usci molto amplificata “Tutti i prefetti accompagnino gli studenti
nelle rispettive case, domani mattina alle ore sette, ci incontreremo nell’
ufficio prefetti al terzo piano, buonanotte” si ripuntò
la bacchetta alla gola e disse “silencio” poi si
avviò verso l’ufficio del preside”. |
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Capitolo 11 *** Capitolo 11: I piani dell’Oscuro Signore ***
Capitolo 11: I piani dell’Oscuro Signore
Harry avanzava verso il gargoyle
di piatra che celava l’entrata dell’ufficio del
preside, neanche pochi passi e si ricordò che non si era fatto dire la parola
d’ordine, non
ebbe il tempo di imprecare perché il gargoyle prese
vita e si spostò di lato; sulla soglia più disgustoso e che mai c’era Piton.
“Ma
bene ecco il nostro nuovo Caposcuola Potter” disse
con voce ironica il professore.
“Buona sera signore”
rispose Harry , il suo odio
per Piton era rimasto intatto dalla fine dello scorso
anno scolastico, ma dorante l’addestramento aveva riflettuto ed era giunto alla
conclusione che se non fosse intervenuto per avvertire l’Ordine che lui e i
suoi compagni erano al Ministero, probabilmente non se la sarebbero cavata.
“Potter
il preside ti aspetta vuole parlarti entra forza” il professore fece per andarsene ma Harry lo richiamò:
“Aspetti professor Piton” disse titubante Harry
“Si
Potter” biascicò il mago vagamente contrariato
“Vorrei… ecco io volevo ringraziarla” disse vagamente turbato, il professore
lo sscrutava sospettoso “E di cosa?” chiese alla
fine;
“Di aver avvertito
l’Ordine che noi eravamo in pericolo nell’Ufficio Misteri e per aver dato alla Umbridge del falso Veritaserum” disse tutto d’un fiato il giovane.
A quel punto lo
sguardo di Piton si trasformò
divenne incredulo “Bene Potter di niente,
forse la tua vacanza ti ha svuotato un po’ la testa da tutte quelle arie, spero
che questo sia di buon auspicio per questo nuovo anno. Buonanotte” e in fruscio
del mantello si allontanò.
Harry rimase due secondi li
poi si riscosse, salì sulla scala che prese a muoversi; si trovò su
pianerottolo davanti la porta dell’ufficio del Preside, non appena sfiorò la
porta questa si aprì.
“Entra Harry accomodati volevo informarti che i due Mangiamorte da te catturati , sono
stati spediti al Ministero per la formalizzazione dell’arresto. Ora voglio dirti che per me è un vero piacere rivederti devo dire che
sei cambiato, ti ho lasciato ragazzo e ti ritrovo uomo” aveva il solito brillio
negli occhi;
“Grazie professore,
allora mi dica cosa è successo in mia assenza?” disse Harry,
che nel frattempo si era accomodato.
“Bè,
Voldemort sta continuando a guadagnare potere tribù
di giganti, e troll si sono unite al suo esercito,
dei dissennatori già sai loro sono stai i primi, e
adesso anche demoni vampiro.” disse
il preside con aria assorta.
“Ma
le autorità che fanno, Caramell non starà mica con le
mani in mano?” chiese preoccupato il ragazzo.
“Devo informarti che
Caramell, dopo lo scorso anno è stato rimosso
dall’incarico al suo posto è stata eletta Madama Bones
te la ricordi vero? Bene lei ha gia sguinzagliato in giro gli Auror ma
purtroppo le forze del Ministero sono esigue rispetto a quelle di Voldemort” disse il mago lievemente preoccupato e aggiunse
“Comunque stanno pensando a nuove misure non è escluso che si ricorra anche
all’aruolamento di leva per far fronte a questo nuovo
pericolo:”
“Accidenti, comunque non credo che Voldemort
stia solo reclutando gente, no?”
“No infatti, pare che abbia selezionato un manipolo di Mangiamorte della sua cerchia più ristretta e li abbia
mandati in Egitto non riusciamo a scoprirne il motivo; il fratello di Ron: Bill, è tornato là sotto la copertura della Gringott e sta indagando, pare che i servi oscuri si aggirino
per le tombe in cerca di qualcosa ma non ne sappiamo di più.”
Harry si era alzato e stava misurando a lunghi
passi la stanza riflettendo:
“Egitto, be certo in Egitto risiedeva una delle più antiche civiltà
di maghi; maghi potenti ma ora a parte le mummie e altre maledizioni, non ci dovrebbe più essere nulla, vero?”
“Non lo so, di certo
se ha mandato qualcuno li si aspetta di ricavarne
qualcosa” disse pensieroso Silente;
“Non credo possa
volere delle mummie sono utili per difendere le tombe dai profanatori babbani ma
sono molto lente e vulnerabili al fuoco” esclamò Harry
più rivolto a se stesso che al vecchio mago;
“Vedo che hai avuto
dei buoni insegnanti, comunque ora devi andare a letto
domani inizia la scuola e credo che ne vedremo delle belle quest’anno”
e con un cenno salutò il suo studente.
“Buonanotte
professor Silente” disse Harry congedandosi.
Dopo circa dieci
minuti si ritrovò davanti il quadro della Signora Grassa ma
si accorse di non sapere la parola d’ordine, il quadro appena lo vide si animò
“il Caposcuola non ha bisogno della parola d’ordine per disposizione del
preside i soli luoghi interdetti all’accesso sono l’ufficio dello stesso
preside e dei professori non che i loro alloggi privati quindi puoi entrare”.
“Grazie “ disse Harry, entrò nel buco dietro il ritratto sperando che la
sala fosse vuota, ma davanti al camino seduti davanti
al camino c’erano due ragazzi intanti ad una partita
a scacchi, appena entrò i due lo guardarono subito sorrisero; erano Ron e Hermione.
“Ciao ragazzi” disse
lui accomodandosi sulla sua solita, soffice , poltrona
“Harry
ma dove sei finito per tutta l’estate?” disse tutto d’un
fiato la ragazza e anche Ron si sedette sulla punta
del divano, Harry trasse un lungo sospiro:
“Sono stato in un
luogo, non posso dirvi dove si trova, ad allenarmi” disse stancamente il ragazzo
“Ad allenarti? E perché, voglio dire Silente non vorrà farti mica
combattere contro tu-sai-chi?” chiesse
il rossino preoccupato;
“Certo che no Ron ma voleva che fosse preparato” tagliò corto Hermione;
“Purtroppo Hermy, non è così, dovrò combatterci, e non per volere di
Silente ma perché sono l’unico che può batterlo definitivamente” disse ai due
atterriti,
“Oh Harry non è possibile Silente può sicuramente batterlo”
provò speranzosa Hermione guadagnadosi
una gesto d’approvazione da Ron;
“Vedete amici quello
che sto per dirvi, è forse il più grande segreto della
mia vita è il motivo per cui ho questa cicatrice e perché i miei genitori sono
morti, mi raccomando è un segreto solo voi due dovete saperlo nessun altro ne i
tuoi fratelli Ron, ne i vostri genitori, e tanto meno
gli altri ragazzi della scuola, solo io e Silente ne siamo al corrente per
ora.” Disse fissando negli occhi i due ragazzi essi annuirono e con aria
preoccupata si prepararono a ricevere una notizia che forse li avrebbe
scioccati.
Harry afferrò un bicchiere e disse “Questo andrà
bene” e agitò la bacchetta mormorando parole incomprensibili, istantaneamente
intorno al bicchiere comparvero strani simboli;
“Harry
ma cosa…. quelle sono rune” disse in un sussurro Hermione;
“Calma questo è un
incantesimo temporaneo che permetterà a questo bicchiere di trattenere i miei
pensieri”;
“Ma tu hai
trasformato quel bicchierie in un..
in un pensatoio?” l’espressione della ragazza era a metà tra l’incredulità e
l’invidia;
“Solo
temporaneamente, durerà un’ora poi tornerà normale ma
per quello che devo farvi vedere sarà più che sufficiente” e cosi dicendo
avvicinò la bacchetta alla tempia e ne estrasse un sottile filo d’argento, che
depositò nel bicchiere poi proseguì:
“Sedici anni orsono una veggente o meglio la professoressa Coeman fece una profezia, la profezia riguardava Voldemort e me; quella che si è rotta era
solo la registrazione fatta per l’Ufficio Misteri, il Professor Silente
l’aveva ascoltata e la notte stessa in cui siamo andati laggiù me l’ha fatta scoltare” con un profondo sospiro immerse la punta della
bacchetta nel liquido argenteo; una figura drappeggiata in scialli con grandi
occhi ne emerse e cominciò a declamare:
“Colui che ha il potere
di sconfiggere il Signore Oscuro si avvicina… nato da coloro che per tre volte
gli hanno resistito, nato al morire del settimo mese… ed il Signore Oscuro lo
marchierà come suo pari, ma egli avrà un potere che il Signore Oscuro non
concepisce… e se entrambi potranno morire uno per mano dell’altro, per nessuno
di loro sarà possibile vivere se l’altro sopravvive… colui che ha il potere di
sconfiggere il Signore Oscuro nascerà al morire del settimo mese…”.
La figura lentamente si dissolse, Harry
riprese la sostanza argentea con la bacchetta e se la ricacciò in testa poi
prese a guardare i suoi amici; Hermione era sconvolta
si premeva una mano sul petto e sembrava pronta a scoppiare in lacrime, Ron dal canto suo era semplicemente atterrito, nessuno dei
due riusciva a parlare; per la prima volta compresero fino in
fondo cosa dovesse sopportare il romo amico.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12: Halloween rosso sangue ***
Capitolo 12: Halloween
rosso sangue
La mattina seguente Harry si alzò molto presto, alle 6 già si stava dirigendo
verso la Sala Grande
per la colazione, ormai per lui era diventata un’abitudine dopo il suo
addestramento; percorrendo i corridoi ancora semibui rifletteva su quello che
si erano detti la notte prima con Ron e Hermione, i suoi amici avevano avuto proprio la reazione
che si era immaginato: avevano deciso, se pur terrorizzati di rimanergli
accanto e di aiutarlo per quanto possibile, in parte questo lo aveva
rincuorato, ma lui sapeva che questo avrebbe voluto inesorabilmente dire che sarebbero stati in pericolo di vita; almeno finchè lui, Voldemort, non fosse
sparito per sempre. Già lui, ma cosa stava cercando in un posto come l’Egitto,
ormai li c’erano solo tombe e resti di un antico
popolo; si disse che presto o tardi lo avrebbe scoperto ed ormai giunto nella
sala inizio la sua solitaria colazione.
Si erano fatte ormai
le 7 meno dieci si alzò dal tavolo e si diresse verso
l’ufficio prefetti.
L’ufficio era una
sala abbastanza spaziosa, assomigliava ad un’aula c’era una scrivania e in
legno molto consunta, ai lati erano appese delle piantine di Hogwards e dintorni; si avvicinò alla scrivania una
targhetta recava la scritta “Harry Potter – Caposcuola”, il giovane si accomodò sulla sedia e
attese, dopo circa cinque minuti gli altri prefetti arrivarono, i primi ad
entrare furono i suoi tre amici Ron, Hermione e Ginny seguiti a ruota
dai prefetti di Tassorosso e Corvonero:
“Ciao Harry” disse allegra Hermione
“Buongigggiorno
amicoooo” disse Ron
sbadigliando sonoramente e guadagnandosi uno sguardo disgustato delle ragazze tranne di una Luna: lei lo guardave
con sguardo sognante, Ginny trattenne a stento un
risolino e salutò Harry; anche gli altri lo
salutarono e proprio in quel momento entrarono i prefetti serpeverde;
“Buongiorno San Potter, vuoi che ci inchiniamo al
tuo cospetto?” Disse la strascicata voce di Malfoy, a
cui fecero eco le risatine della Parkinson, poco piu indietro si udì un sonoro sbuffo: Nott
era entrato e sedendosi con aria corrucciata su uno dei banchi.
“Buongiorno Draco e anche a voi, sedetevi per favore” così dicendo Harry fece un gesto con la mano, e anche se non tutti lo focero volentieri, ubbidirono
concentrandosi subito sulle parole del ragazzo.
“Purtroppo il mondo
magico è in guerra e dobbiamo essere tutti consapevoli di questo, noi in
qualità di prefetti e caposcuola abbiamo il compito di aiutare e proteggere,
insieme agli insegnanti, questa scuola; non permetteremo che qualcosa di male
accada qui!” disse perentorio molti annuirono mentre
il solito Malfoy ridacchio:
“E sentiamo Potter cosa credi di fare se l’ Oscuro
Signore decidesse di attaccare la scuola?” disse con un sorriso beffardo.
“La difenderò con la
vita se necessario e spero che voi siate con me, la fuori a lottare contro Voldemort e i Mangiamorte” al
suono di quel nome molti rabbrividirono anche i Serpeverde
tranne uno: Nott.
“Io lottare con te
contro l’Oscuro Signore e mio padre ma sei impazzito?” disse
il ragazzo ora aveva abbandonato i suoi modi beffardi, era spaventato.
“Draco
ti ricordi, il nostro primo incontro, mi dicesti di scegliere bene con chi
stare; ora io faccio la stessa domanda a te” disse Harry
guardando il biondino negli occhi.
“Potter
io ho gia scelto, preferisco rimanere vivo” biascicò Malfoy;
ora tutti pendevano dalle loro labbra.
“Draco,
Draco, Draco; credevo che i
Serpeverde sapesso
riconoscere quello che è meglio per loro; io non ti chiedo di diventare mio
amico, e mai lo farei;” disse sghignazzando Harry “ti sto solo offrendo una possibilità; ti ho gia
dimostrato negli anni passati che Voldemort può
essere battuto, e ne sono certo, questo accadrà anche stavolta e cosa pensi che
succederà a tutti quelli che si saranno schierati una seconda volta con lui?”
chiese; ma a rispondere non fu Malfoy ma Nott.
“Saranno sbattuti in
carcere o uccisi” disse burbero.
“Esatto, vedi Nott ha capito al volo il concetto, e anche nella malagurata ipotesi che a vincere sia lui cosa pensi che dividerà il suo potere con tuo padre e gli altri?”
chiese Harry con un sorriso amaro “certo che no sono
servi e tali rimarranno saranno tutti servi per lui, purosangue, mezzosangue e babbani”.
“Ha ragione Draco, io l’ho ripetuto più volte a mio padre di non immischiarsi ma lui con quelle baggianate del sangue puro
non mi ha ascoltato, e ora volente o nolente ne pagherà le conseguenze. Io sono con te Potter” disse con la
sua solita aria scocciata Nott.
“Bene voi? Draco, Pansy che rispondete?” chiese
Harry raggiante.
“Bè
tanto vale stare con te almeno se devo morire, o peggio essere schiavo,
preferisco farlo dando una bella lezione a mio padre” disse malinconi
Draco.
“Ok,
se lo dice Draco” disse in
uno squittio la serpeverde.
“Allora siamo
d’accordo; per ora i nostri compiti sono quelli di sempre vorrei inoltre che
voi tutti slezionaste delle squadre, nelle vostre
case, con gli studenti più dotati; avremo bisogno di altre
forze se Lui attacca la scuola” e cosi dicendo distribui
dei fogli con i loro compitit agli altri ragazzi “
avete capito tutti” .
Tutti annuirono e
fecero per alzarsi; “aspettate un momento datemi le vostre spille”tutti si
voltarono e un po’ titubanti si staccarono le spille e le consegnarono l caposcuola, che le depose sulla scrivania, insieme alla
sua, estrasse la bacchetta e mormorò: “Proteus Mens” le spille brillarono di un bianco accecante, “Bene,
ora ho incantato le spille con l’incantesimo di propagazione del pensiero”
disse riconsegnando le spille ai proprietari;
“Ma
Harry quello è un incanto avanzatissimo”
disse Hermione esterrefatta.
“E vero, solo maghi veramente potenti possono fare una cosa del
genere” annui Padma.
“Potter
che cosa avresti fatto a quelle spille?” biascicò mellifluo Malfoy,
aggrottando la fronte, mentre riprendeva la sua spilla.
“Quelle spille
adesso ci permetteranno di comunicare tra noi telepaticamente, naturalmente le
nostre comunicazioni sono criptate in modo tale che
nessuno possa ascoltarci, inoltre le spille sono personali nessuno le potrà
utilizzare tranne noi” rispose Harry tutto contento.
“Bene ora andiamo gli altri studenti si saranno già radunati per la colazione”.
I primi due mesi, di
scuola passarono senza intoppi, le lezioni erano molto pesanti,
gli insegnanti sembravano più duri del solito assegnavano molti compiti,
probabilmente il loro scopo era insegnare quanto più possibile agli studenti in
quel difficile periodo.
L’unico che non risentiva affatto di tutto quel carico era Harry; infatti era chiaro a tutti che il suo livello era di
gran lunga superiore a tutti gli studenti e persino a quello dei professori,
molti iniziavano a dubitare che persino Silente, il grande preside, fosse al
livello del giovane mago; ogni incantesimo, stregoneria, pozione che si
accingevano a studiare lui la sapeva fare e meglio degli altri, presto i suoi
voti raggiunsero il massimo, superando persino Hermione;
i professori dal canto loro erano al settimo cielo, tranne uno Piton, in due mesi di scuola non era riuscito a trovare un
solo difetto in nessuna delle pozioni, tutte perfette, preparate da Harry; Silente ogni volta che lo vedeva in azione,durante
le sue lezioni di Difesa, sembrava ringiovanire: i suoi occhi brillavano più
che mai e ad ogni “OHOHOHOH” della classe, la sua barba fremava,
era fiero di quel ragazzo, del suo ragazzo.
Anche le riunioni
che Harry seguiva
nell’ufficio del preside, sulle attività di Voldemort,
non evidenziavano nessun miglioramento ne peggioramento nella situazione;
l’unica cosa di rilevante appresa in due mesi era stata l’interruzione della
attività dei Mangiamorte in Egitto, ma d’altronde se
non era successo niente poteva anche darsi che quello che cercava non fosse
stato trovato. Solo Silente ed Harry temevano che
quella fosse la calma prima della tempesta.
Le squadre reclutate
dai prefetti intanto, avevano preso ad allenarsi sotto la guida attenta di Harry, stavano raggiungendo un ottimo livello
ma lui era comunque molto rigido, sapeva che li stava addestrando per la
guerra.
Ottobre stava
scemando e una sera, la sera del 31, Harry
prese una decisione, doveva scoprire cosa stava combinando il suo
acerrimo nemico Voldemort.
Erano le cinque del
mattino, si alzo dal suo letto, ben attento a non fare
rumore e a svegliare i compagni di camerata, scese in sala comune e si diresse
verso il buco nel ritratto, percorse i corridoi bui fino all’ufficio prefetti,
entrò e si chiuse dietro la porta, “Colloportus”
mormorò la serratura ebbe uno scatto, si sedette alla scrivania e raccolse
tutti i suoi pensieri e le sue energie e si concentrò, intensamente, iniziando
a mormorare alcune parole.
“Mio Signore, non è
più là è stata portata via” disse una donna inginocchiata ai suoi piedi;
“Bella, mi stai
dicendo che dopo mesi di ricerche sete tornati a mani vuote” disse con vonce maligna Harry.
“No Padrone, abbiamo
interrogato il tombarolo, babbano,
sotto l’effetto del veritaserum” disse Bellatrix con una nota di paura nella voce.
“E
sentiamo un po’, dove sta?” chiese Harry con la voce
fredda e minacciosa.
“Pare che circa 4
anni fa l’hanno acquistata degli stranieri, ovviamente non sapevano di cosa si
trattasse, il babbano li ha descritti come tipi
alquanto strambi, avevano per animali dei gufi e un topo, inoltre ha aggiunto
che avevano tutti i capelli rossi” spiegò, tutto d’un
fiato la donna.
“I Weasley” disse un altro incappucciato che Harry riconobbe come Malfoy.
“Lucius
tu sai chi sono?” chiese Harry dolcemente.
“Si
padrone sono una famiglia di maghi, intimi amici di Silente” disse con la
solita voce melliflua Malfoy.
“Codaliscia,
questi Weasley non erano la famiglia di maghi che ti
ospitava?” chiese Harry rivolto al piu piccolo e tremante dei tre.
“Si
mio.. mio .. Signore, ora… ora ricordo si il vecchio compro il talismano alla
moglie come regalo” disse piagnucolando
“Codaliscia,
sono mesi che io lo sto cercando impegnando i miei Mangiamorte
e tu sapevi tutto” disse minaccioso Harry.
“Padrone non non punitemi” piagnucolò il
codardo.
“Crucio”
sussurrò Harry alzando la bacchetta, e Minus prese a urlare e rotolarsi,
poi il dolore svani e si rimise in ginocchio sempre
piagnucolando e ansimando.
“Bene Codaliscia ora saresti così gentile da dirmi dove stà il mio amuleto?” disse con
voce suadente.
“Alla G..G.. Gringott, lo teneva li non
conosco il numero della camera” pigolò Codaliscia.
“Bene non importa,
avete sentito, Bella, Lucius andate prendete ciò che
vi serve radete al suolo tutta Diagon Alley se necessario ma portatemi il mio amuleto, e tu
stupido vai con loro e niente fallimenti , o proverete
la mia ira, andate” in un baleno i tre si smaterializzarono, l’uomo si alzò e
prese a passeggiare per la stanza, quando si fermò di scatto davanti ad uno
specchio “Ma che…. HARRY POTTER!!!!!!!!” urlò l’essere
mentre ,nello specchio, dietro il suo volto scarno appariva come un’ombra
quello del ragazzo con un sorriso stampato in faccia.
Harry èra gia balzato in
piedi nell’ufficio prefetti, aveva aperto la porta, e ora stava correndo per i corridoi diretto all’ufficio di Silente; erano ormai le
7.30 e i primi studenti si affacciavano per andare a far colazione, urtando le
pareti, e facendo cadere a terra parecchi studenti, il ragazzo arrivò davanti l’ufficio neanche
bussò tanto era la sua fretta, si catapultò dentro vi trovò Silente, la McGranitt,
e Piton intenti in una conversazione.
“Potter
ma come osi entrare nell’ufficio del Preside in questa maniera” lo rimproverò
la professoressa di trasfigurazione con un cipiglio da falco.
“Prof.
fe…ssore Di…Dia..gon.. Alley” disse Harry, senza badare
alle parole dell’ insegnante.
Silente assunse
un’aria dura si alzo talmente in fretta che sembrava
aver attraversato la scrivania;
“Harry
che sta succedendo, Diagon Alley
cosa?” chiese preoccupato.
“Sta per essere
attaccata dai Mangiamorte, è nella Gringott l’amuleto che stava cercando in Egitto” disse Harry che aveva ripreso un po’ fiato.
“Minerva raduna
tutti gli insegnanti, Severus tu avverti il ministero
e poi raggiungetemi, io vado avanti” sentenziò Silente; i due si diressero di
gran carriera fuori lasciando il ragazzo e il preside soli.
“Professore io sono
con lei” disse deciso Harry.
“No Harry tu servi qui devi difendere la scuola e i suoi
studenti, Voldemort sa che noi sappiamo e potrebbe
attaccare Hogwards; tu e i tuoi prefetti dovete difendere i vostri compagni.” Il tono era più da
supplica che da ordine.
“Ma Professore…”
cercò di controbattere ma un gesto di quella vecchia
mano lo zittì.
“Harry
io ti sto affidando i miei ragazzi, il futuro del nostro mondo” prese la coda
di Fanny e si smaterializzò.
Harry rimase un inebetito per circa
un minuto poi si riprese, si concentrò sui suoi compagni prefetti, in
modo da stabilire il contatto mentale.
“Tra cinque minuti
tutti in Sala Grande, studenti e fantasmi , fate
venire anche Mastro Gazza, madama Chips e madama
Pince, devo parlare alla scuola”.
In quel momento i
prefetti si svegliarono di soprassalto e svegliarono i dormitori, fecero
passare la chiamata fra i fantasmi e avvertirono Gazza, dopo cinque minuti
interminabili , tutti si dirigevano nella sala.
Al loro ingesso Harry era seduto al tavolo degli insegnanti nel posto che
di solito era di Silente, i prefetti indicarono ai
ragazzi di sedersi ai loro soliti tavoli, i fantasmi si radunarono in fondo
alla sala e l’ultimo gazza serrò le porte; Harry si
alzò:
“Ragazzi devo
comunicarvi un fatto grave, questa mattina Voldemort
e il suo esercito hanno attaccato Diagon Alley” un brusio infernale si sollevò grida e gemiti
pervasero la sala, poi il caposcuola proseguì;
“I nostri insegnanti
e il preside, insieme agli auror del Ministero sono
accorsi per dare una mano, non abbiamo ancora nessuna
notizia ma appena saprò di più vi informerò.” Le facce spaventate alcuni visi
erano solcati dalle lacrime, la paura che i propri cari fossero rimasti in
mezzo alla battaglia era palpabile.
“Comunque
il Preside ha affidato a me la responsabilità di Hogwards,
quindi addeso darò alcune misure straordinarie che
revocherò non appena sapremo che qui non c’è nessun rischio” l’interesse di
tutti era catalizzato sul ragazzo;
“Primo oggi tutte le
attività sono sospese rimarremo qui in sala grande, ripasserete le materie e
farete i compiti qui, fino al ritorno degli insegnanti. E fatto divieto a tutti
di uscire dalla sala e tanto più dal castello; signor Gazza vada con Hermione e Ron e Ginny sigillate
tutti i passaggi segreti le porte e le finestre” Gazza e tre amici
uscirono di corsa dalla sala “I fantasmi pattuglieranno l’esterno dell’edificio
qualunque cosa sospetta deve essermi riferita, gli altri prefetti rimangano
qui, ho gia provveduto ad avvertire gli abitanti del lago e della foresta, e
ora non possiamo far altro che attendere”.
Le ore scorrevano,
tutti i ragazzi erano impegnati in conversazioni bisbigliate, i volti erano
pallidi alcuni ancora rigati dalle lacrime, alle 12 circa uno schiocco risuonò nella sala tutti gli studenti si voltarono verso il tavolo
degli insegnanti dove era appena apparsa una piuma color porpora e una
pergamena;
“E un messaggio di
Silente” disse rapido Harry afferrando la pergamena e
aprendola intorno a lui i prefetti si stringevano per sentire che notizie gli portasse;
“Brutte notizie Harry, siamo arrivati tardi, i Mangiamorte
non erano soli c’erano anche dissennatori e vampiri;
purtroppo i palazzi sono quasi completamente distrutti e la Gringott
è rasa al suolo. Noi rimaniamo ancora qui ad aiutare; appena ci sarà una lista
delle vittime te la manderemo in modo che gli studenti possano controllare se
c’è qualche parente. Mi raccomando Harry occhi aperti
ora ha ciò che vuole.”
Harry alzo lo sguardo, erano occhi velati i suoi,
vedendo tutte quelle facce di fronte a lui che pendevano dalle sue labbra sospirò e si costrinse a parlare:
“Ragazzi ci sono
brutte notizie, bruttissime, sembra che un gruppo di Mangiamorte
affiancato da Dissennatori e Vampiri abbia attaccato Diagon, non
abbiamo ancora il numero dei feriti e delle vittime, ma sembra che la via sia
quasi completamente distrutta. Appena avrò altre notizie
ve le comunicherò.” Ogni parola gli era costata quanta
determinazione aveva in corpo, vedere quei visi solcati dalle lacrime e sapere
che alcuni di loro erano ormai soli, lo fece star male ma gli fece provare
anche un odio smisurato verso l’essere che aveva potuto fare questo.
Inesorabilmente il
tempo passò quando ormai il sole era tramontato un
paio le porte della sala si spalancarono, i prefetti erano pronti e così anche Harry le bacchette in pugno pronti a colpire chiunque
fosse, un uccello color porpora e oro entro volando, seguito dagli sguardi
ancora offuscati degli studenti, e si appollaiò davanti al caposcuola “Sono
tornati finalmente” disse sottovoce rivolto alla bella Fanny, e con un gesto
segnalò agli altri il cessato pericolo; due secondi dopo Silente seguito a
ruota dagli insegnanti entrò nella sala, erano stanchi e visibilmente tristi
per cio che avevano visto; Harry
si affrettò ad andargli in contro,
“Preside, allora?”
disse visibilmente preoccupato;
“L’inferno
Harry; oltre trecento vittime, tra maghi, streghe
adulti e bambini, ma anche molti folletti e altre creature; oltre 1500 feriti,
il San Mungo è pieno” la sua vecchiaia era scolpita in ogni ruga nessun brillio
negli occhi che anzi sembravano annebbiati.
Il Preside si ssistemò, insieme agli altri insegnanti, al tavolo delle
autorità, non si sedettero con un gesto della mano fece
apparire stendardi neri alle pareti, poi disse:
“E con grande tristezza che devo comunicarvi che, oggi il mondo
magico ha subito gravi perdite, Diagon Alley è stata attaccata e semidistrutta da un esercito di
creature oscure capitanate dai seguaci di Voldemort;
ci sono oltre trecento vittime e circa millecinquecento feriti, l’elenco completo
sarà affisso nelle sale comuni, gli alunni che troveranno familiari nella lista
verranno contattati dai direttori delle case e decideranno se andare a casa o
rimanere; vi dico una cosa ragazzi nella
mia lunga vita non ho mai visto una cosa del genere. Adesso
potete andare, buonanotte” il vecchio preside si lasciò cadere sulla sedia;
molto lentamente i ragazzi inziarono a defluire dalla
sala; dopo circa mezz’ora solo uno era rimasto: Harry.
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