Harry Potter e L'Esercito dell' Oscurità

di The_Black_Magician
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 Visite inattese ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 Un luogo ignoto ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 Il primo che fu ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: L’Ordine si riunisce ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Dov’è Harry Potter? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il Potere Assoluto ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Il corpo insegnanti ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Hogwards Express ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Casa dolce Casa ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Il Sesto Anno ha inizio ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: I piani dell’Oscuro Signore ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Halloween rosso sangue ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: L’amuleto ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: L’ Unione ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Verità ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Casa Granger ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: London Archeology University ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: La Conferenza ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: La Valle dei Re ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: Il Sigillo di Anubis ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: La calma prima della tempesta ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Il Covo ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: Fuga ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: L’ultima speranza ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: L’ apertura del sigillo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 Visite inattese ***


Capitolo 1 Visite inattese

Erano le 14.25 a casa Dursley faceva molto caldo l'aria era quai inrespirabile, a causa dell'alto tasso di umidità, Harry era steso sul suo letto immerso in uno strano dormiveglia sembrava quasi svenuto la stanza era cosparsa di libri e di indumenti tutti stropicciati alcuni dei quali emanavano anche qualche cattivo odore; la casa era molto silenziosa i sui zii e suo cugino erano andati a passare la giornata afosa al nuovo parco acquatico poco fuori Londra ma Harry con loro sommo soglievo non era voluto andare; era molto cambiato al ritorno dalle vacanze, piu silenzioso e evasivo, passava moltissimo tempo solo chiuso in camera nonostante il caldo a volte non mangiava neanche, tutto questo preoccupava non poco zio Vernon e zia Petunia memori delle minacce che alcuni membri dell'Ordine avevano rivolto loro fuori King Cross ma tutto sommato pareva che nessuno si fosse fatto vivo, il motivo era semplice Harry aveva scritto regolarmente ai suoi amici di star bene e questo li aveva salvati, anche se il vero motivo per cui aveva tenuto segreto il suo malessere non c'entrava affatto con la salute dei suoi zii, era molto piu egoistico; semplicemente non voleva maghi tra i piedi se in tutto questo c'era un pregio era che i sui zii ignorassero gli avvenimenti dell'anno scolastico appena trascorso per cui non fecero domande.

Assorto nei suoi pensieri Harry ebbe un piccolo sussulto gli sembro di udire una voce poi

il suo sangue si raggelò udiva veramente quella vocina subito comprese che non era una voce che proveniva dall'esterno ma veniva da dentro la sua testa per un attimo penso che quella voce fosse un'altra intrusione nella sua mente di Lord Voldemort ma non poteva essere cosi' si era esercitato moltissimo in Occlumanzia aveva chiesto ai suoi amici di inviagli alcuni libri sull'argomento si voltò di scatto a guardare una pila di libri inarco il sopracciglio e pensò che Hermione avvesse svaligiato l'intera sezione proibita della biblioteca di Hogworts, si raggelò di nuovo la vocina tornava a parlare ma questa volta le parole non erano piu un suono quasi indistinto:

Cosa stai facendo ti arrendi invece di lottare non me lo sarei mai aspettato da te”, disse la voce

“Io non mi sono arreso ma non so cosa fare” rispose Harry con l'orgoglio ferito

“Allora impegnati e fagli vedere che buon sangue non mente” disse calma la voce dentro di lui, che nel frattempo aveva assunto un tono caldo ma allo stasso tempo rigoroso;

Ma cosa posso fare non sono in grado di batterlo non ho il potere e le conoscenze per farlo” disse Harry che si sorprese quasi a piagnocolare quelle parole.

“Sciocco non ti sei ancora reso conto di avere più potere di chiunque altro devi solo avere il coraggio di usarlo!” tuonò la voce palesemente irritata e aggiunse

“per quanto riguarda le conoscenze provvederemo”.

In quel preciso istante il rumore delle mille serrature, che zio Vernon aveva messo alla porta di ingresso della casa dopo l'attacco dei Dissennatori, fece risvegliare Harry da quello strano sogno erano i Dursley che rincasavano chiaccherando allegramente la porta si richiuse alle loro spalle Harry la sentì sbattere, non ebbe il tempo di tirarsi su che il faccione di suo cugino Duddley apparve sulla soglia della sua stanza; era talmente arrossato dal sole che sembrava una gigantesca lampadina trattenne appena un risata, Duddly lo guardò e bofonchiò

“peccato sei ancora qui, per un attimo abbiamo sperato che te fossi andato” sospirò e si allontanò, visibilmente deluso, verso la sua stanza.

L'ora di cena era passata Harry era sceso solo per una decina di minuti aveva mangiato appena qualcosina per far tacere il suo stomaco ed era scappato di nuovo nella solitudine della sua stanza, si era di nuovo immerso in quella specie di dormiveglia il silenzio nella casa era rotto solo dalla TV di Duddley, quando un forte Crack come un colpo di pistola ruppe il silenzio, Harry balzo in piedi bacchetta alla mano sapeva bene cos'era quel rumore qualcuno si era materializzato nel salotto, scese le scale cercando di non fare rumore, notò come stranamente i suoi zii non avevano urlato ne si erano sentiti cosa assai strana per loro che non erano abituati a veder materializzare i maghi, si avvicinò alla porta socchiusa del salotto e riconobbe dei bisbigli e alcuni fruscii indistinti, si accorse che tra le voci che bisbigliavano c'erano sicuramente quelle di suo zio e sua zia ma l'altra voce lo incuriosiva era sicuro che fosse una voce familiare;

“ma chi è?” si domandò, aveva praticamente l'orecchio incollato alla porta quando dalla stanza la voce familiare disse

“non c'è alcun motivo di origliare dietro la porta puoi entrare, Harry” apri la porta e riconobbe immediatamente l'ospite era il Preside della scuola di stregoneria e magia di Hogwards Albus Silente.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 Un luogo ignoto ***


Capitolo 2 Un luogo ignoto

Il povero Harry era a dir poco sbalordito troppe cose che vedeva in quella stanza erano fuori posto; il Preside Albus Silente, a detta di molti il più grande mago dell'epoca, che sorseggiava un brandy chiaccherando amabilmente nel salotto di casa Dursley con i suoi zii, l'antitesi del mondo magico, e Fanny la fenice del Preside appollaiata su un lume come se niente fosse; in quel momento i Harry provò una miriade di sentimenti tutti insieme era contento nel vedere una faccia amica ma temeva che la sua presenza potesse presagire a qualche cosa di grave; in un attimo si ricordo dei suoi zii li scrutò con sguardo indagatorio, con suo grande stupore le loro espressioni erano rilassate e calme come se in quel momento nel salotto non ci fossero ne Silente ne Fanny e tantomeno lui con la bacchetta ancora sfoderata in quel momento il Presidè parlò:

“Vieni Harry, non ti preoccupare, siediti non c'è nulla di cui preoccuparsi” disse col suo solito sguardo scintillante, Harry si avvicinò e si sedette poi parlò tutto d'un fiato:

“Professore com'è mai è venuto qui? E' successo qualcosa? Stanno tutti bene?” Silente lo interruppe con un cenno

“Calmati Harry non c'è nulla di cui preoccuparsi per ora , stanno tutti bene sono qui in missione” la sua barba ebbe un piccolo fremito ma subito il suo sguardo si fece serio e continuò

“sono venuto a prenderti Harry è arrivato il momento che tu prenda coscienza del tuo potere e che apprenda tutto quello che serve per assolvere il tuo compito”.

Fu come ricevere un pugno in faccia e uno allo stomaco per Harry, quelle parole gli riportarono alla mente la profezia che aveva ascoltato appena un mese prima nell'ufficio del Preside mille domande si affollavano nella sua mente e come al solito Silente non aveva detto nulla più del necessario; “Harry adesso vai a prendere le tue cose partiamo appena sei pronto” disse il Preside con un tono che non ammetteva repliche; Harry si alzò e senza guardare nessuno usci di filato dalla stanza.

Saliva le scale due gradini alla volta ma la sua mente era ormai concentrata esclusivamente su quelle parole - “prendere coscienza del mio potere” ma come e dove forse sarebbero andati di corsa ad Hogwards e gli avrebbe insegnato incantesimi potenti; èra ormai nella sua stanza stava facendo meccanicamente il suo baule e dopo poco fu pronto, aveva preso tutto compresa Edwige fece un lungo respiro e scese giu nell'ingresso, Silente èra in piedi alla fine delle scale con Fanny appollaiata sul corrimano e i suoi zii subito dietro

“Bene” disse “possiamo andare” prese un grosso vaso di fiori che zia Petunia teneva li su una mensola lo colpi leggermente con la bacchetta e disse “Portus” il vaso vibrò circondato da un alone verde, poi accadde una cosa che non si sarebbe mai aspettato la zia gli ando incontro lo abbracciò e gli dette un bacio sulla fronte subito dietro lo zio Vernon allungò la mano prese la sua e disse “buona fortuna ragazzo” poi si dileguarono in salotto lasciando il povero Harry con una faccia inebetita sotto gli occhi di un divertito Silente

Harry ti ho già detto che alcune cose non sono come sembrano, ora andiamo sai quello che devi fare” e con un gesto protese il vaso verso il ragazzo; Harry lo tocco e avvertì il classico strappo all'ombelico tipico di una passaporta, un istante dopo sentì i suoi piedi toccare terra le gambe gli tremarono e per poco non cadde in un attimo riuscì a focalizzare il luogo dove si trovava, era un’ampia stanza semi circolare che lui ben conosceva: le pareti erano tappezzate dai ritratti dei vecchi presidi di Hogwards, vicino alla finestra un tavolino con sottili gambe pieno di strambi strumenti d’oro e vicino alla porta un trespolo era l’ufficio del preside di Hogwards. Sentì un piccolo movimento di fronte a lui non si era accorto che il Preside si era risistemato alla sua scrivania e lo stava guardando, Harry fece per aprire bocca ma il Preside lo zitti con un cenno e disse “Harry come ti ho gia detto a casa dei tuoi zii è giunto il momento che tu prenda coscienza del tuo vero potere e apprenda” fece una piccola pausa, la sua espressione era così seria che Harry ricordò di avergliela vista solo in due occasioni, “ gli incantesimi e le stregonerie che, spero ti permetteranno di sconfiggere Lord Voldemort una volta per tutte”, la mente di Harry era concentrata su queste sue ultime parole, cosa poteva imparare di tanto potente da potergli dare la vittoria contro l’Oscuro Signore, poi chiese

mi insegnerà lei professore e dove qui ad Hogwards?” Silente che era di nuovo assorto nei suoi pensieri si riscosse e disse:

“No Harry non sarò io ha darti la conoscenza andrai in luogo dove solo pochi eletti sono ammessi, dove apprenderai un magia sconosciuta hai più, magia antica e potente che solo i prescelti posso pensare di poter praticare.” le sue parole avevano un tono solenne e grave poi riprese:

“preparati Harry stai per fare un viaggio verso un luogo dove sono celati i segreti più antichi che la stirpe dei maghi custodisca”.

Harry deglutì nervosamente, l’idea di partire da solo non lo entusiasmava e men che meno gli piaceva l’idea di passare chissà quanto tempo lontano dal solo luogo che nella sua vita avesse mai considerato casa:

“Professore ma dove si trova questo luogo e come ci arriverò con la Polvere Volante? O con la scopa? e quando potrò tornare?”,

“Calma calma nessuno sa dove si trovi questo luogo è indisegnabile solo il suo Custode Segreto può dirci dove si trova e non è collegato alla metropolvere anche la tua scopa è da escludere seppur una delle migliori che esistano non è un mezzo affidabile un mago potente potrebbe fargli il malocchio” fece un respiro profondo e continuò

“Rimarrai in quel luogo finche non sarai pronto ed ora andiamo intraprenderai il viaggio con un tuo vecchio amico è giù vicino la capanna di Hagrid” c’era una nota definita nelle sue parole e Harry seppe che non avrebbe avuto altri chiarimenti.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 Il primo che fu ***


Capitolo 3 Il primo che fu

Mentre lui e il Preside scendevano in cortile si sentiva strano era come se un fuoco gli si fosse acceso dentro non riusciva a capire il perché ma le parole che aveva appena udito non lo spaventavano eppure la prospettiva di passare chissà quanto tempo chissà dove avrebbe dovuto per lo meno lasciarlo intimorito invece provava quel sottile piacere che fino ad allora aveva sentito solo durante le partite di Quidditch, i sui pensieri si dissolsesero nell’attimo in cui arrivarono davanti la capanna del Guardiacaccia; Harry cerco di dare un’occhiata dentro ma non c’era nessuno la casupola sembrava disabitata si volse verso Silente che lo stava osservando voleva chiedergli dove fosse Hagrid ma il Preside lo anticipò

Hagrid non c’è Harry è in missione per l’Ordine e poi ho preferito che non ci fosse nessuno qui alla tua partenza. Disse con un’aria molto triste

“ho pensato che fosse meglio per tutti evitare saluti e addii strappalacrime; vieni ora è il momento di andare”.

Girarono dietro la capanna e Harry vide chi lo avrebbe accompagnato era Fierobecco l’Ippogrifo; con un profondo inchino Harry si avvicinò e accarezzo dolcemente il becco dell’animale poi rivolse uno sguardo incuriosito a Silente che gli porgeva un foglio di pergamena e disse

“Tieni Harry questa è la mappa che ti condurrà al luogo solo quando sarai solo essa ti apparirà e ti indicherà il cammino, inoltre anche Fanny verrà con te vedi la tua civetta non ha un potere tale da poter superare certi incantesimi protettivi invece Fanny potrà portarmi tue notizie regolarmente”

E con un sorriso appannato dalla tristezza aggiunse

“buon viaggio Harry quando ci rivedremo sarai un mago e un uomo diverso addio” e cosi dicendo con una lacrima che gli solcava il viso si allontanò.

Harry era ancora molto turbato ma decise che tanto valeva rimboccarsi le maniche fece un incantesimo restringente al suo baule che diventò delle dimensioni di un accendino e se lo mise in tasca dopo di che prese la mappa e con sua grande sorpresa vide una piantina dell’inghilterra con un pallino blu lampeggiante che indicava la sua posizione mentre un altro rosso che indicava la sua destinazione a giudicare dalla posizione del puntino questo luogo doveva trovarsi all’estremo nord della Scozia.

“Bene andiamo” disse Harry a Fierobecco e Fanny e questi due si alzarono in volo; si diressero verso nord volando alti ed evitando le città, i villaggi e le strade affollate per impedire a qualche babbano curioso di vederli.

Era ormai notte fonda quando arrivarono in prossimità del punto rosso indicato dalla mappa, Harry guardò in giu e vide una foresta molto simile alla Foresta proibita di Hogwards planarono proprio al limitare degli alti alberi la notte illuminata da una luna pallida e da poche stelle rendeva ancora più lugubre quel posto, Harry scese dall’ ippogrifo estrasse la bacchetta e silenziosamente si addentrò nell’ombra seguito dai sui due amici; ben presto non seppe più dire dove si trovasse ma continuava a seguire la mappa finalmente il puntino blu e quello rosso si sovrapposero e Harry seppe di essere arrivato si guardò intorno e quello che vide gli gelò il sangue; un arco antico coperto di rune con un drappo nero sfilacciato che penzolava dalla sua estremità si stagliava seminascosto dall’edera di fronte a lui.

Quel immagine fece raffiorare alla sua mente uno dei ricordi più spiacevoli della sua vita come se fosse stato attaccato da mille Dissennatori l’immagine della morte di Sirius esplose nella sua testa ma mentre il ricordo di quell’evento iniziava ad annebbiargli il cervello di nuovo quella voce riecheggio nella sua mente:

Che cosa combini ragazzo entra ed affronta il tuo destino”

Harry trasali ma fu più forte di lui e rispose

“Io non voglio morire” urlò e la vocina rispose

“Sciocco tu sei stato invitato non puoi morire” Harry non elaborò subito queste parole poi capì e reggiando in una mano la mappa che lo aveva condotto fin li attraverso l’arco seguito da Fanny e Fierobecco.

La visione che ebbe fu da perdere il fiato non era più nella foresta buia ma in una vallata rischiarata dalla luna al centro della quale un castello si ergeva; era diverso da Hogwards era più piccolo e le sue mura erano di un bianco perlaceo; incuriosito e costernato scese per il viottolo che portava al castello tutt’intorno cerano cespugli di fiori e piante molte delle quali Harry riconobbe per averle viste nei libri di erbologia; dopo circa dieci minuti si trovò di fronte allo scuro portone di legno non fece nemmeno in tempo ad allungare la mano che il portone si apri davanti a lui c’era un uomo anziano: aveva i capelli grigi con striature di nero e una barba corta e anch’essa argentea con striature nere ma sembrava che da giovane avesse fatto molto sport infatti seppur corroso dall’età il suo fisico era molto possente; l’uomo parlò:

“Finalmente sei arrivato mi chiedevo se avresti avuto il coraggio di oltrepassare la porta” sul volto gli si allargò un sorriso.

Ma vedo che sei un ragazzo coraggioso vieni entra abbiamo molto lavoro da fare”.

“Tu ti trovi Harry nel castello che per secoli è stato la dimora e la scuola del mago piu potente che il nostro mondo abbia mai conosciuto, egli è stato il primo a comprendere il suo potere fino infondo il suo nome era Merlino”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: L’Ordine si riunisce ***


Capitolo 4: L’Ordine si riunisce

Erano da poco passate le 9 di sera alla Tana fervevano i preparativi l’intera famiglia Weasley piu Hermione stavano preparando i bagagli infatti il giorno dopo, di buon mattino avrebbero dovuto raggiungere il quartier generale dell’Ordine della Fenice. Hermione che come al solito era la prima in tutto aveva già finito di preparare il baulo e stava aiutando Ginny quando disse:

“Pensi che Harry sarà già lì quando arriveremo domani?”

“Non lo so penso di si dopotutto adesso che Sirius non c’è piu quella casa dovrebbe andare ad Harry” rispose la piccola Weasley .

“Gia Sirius” sospirò Hermione i loro sguardi si incrociarono palesemente velati dalle lacrime;

non avevano dimenticato la fine che aveva fatto un mese prima e non lo avrebbero mai scordato ma quello che preoccupava di piu le due ragazze era la reazione che aveva avuto Harry; pensavano che dopo una simile tragedia era stato molto crudele rispedirlo dagli zii babbani, loro ignoravano il vero motivo per cui dovesse tornare li almeno una volta l’anno.

Dai Hermione non preoccupiamoci troppo Harry è forte ha sempre dovuto superare grandi prove nella sua vita vedrai che supererà anche questa”.

“Lo spero davvero Ginny davvero” concluse Hermione con un’espressione preoccupata.

In quel momento si senti bussare e la porta si spalancò il ragazzo che era entrato aveva dei capelli rosso vivo era alto e dinoccolato; Ron cresceva sempre di più sembrava che sarebbe diventato il più alto della famiglia, si rivolse con un sorriso alle due ragazze:

“Via cosa sono quelle facce vedrete che troveremo Harry ad accoglierci sulla porta domani ne sono sicuro” il suo sorriso ridette un po di gioia alle due ragazze

“Adesso andiamo a letto prima che la mamma si faccia venire una crisi isterica e ci addormenti con un incantesimo” aggiunse, le due ragazze annuirono lui usci e se ne andarono tutti a dormire.

Alle 6 del mattino la voce della Signora Weasley risuonò per tutta la Tana facendo quasi morire d’infarto le persone che stavano dormendo:

“SVEGLIAAAA E’ ORA DI ALZARSI SCENDETE A FARE COLAZIONE” tuonò per la tromba delle scale.

Tutti uomini e donne scesero, c’erano proprio tutti, con aria assonnata entrarono nella piccola cucina si sedettero e iniziarono a mangiare, c’èra un silenzio quasi irreale tutti sapevano che da quella mattina si sarebbero ritrovati nel posto forse piu pericoloso e allo stesso tempo piu sicuro di tutta la Gran Bretagna.

“Bene se avete finito direi che possiamo andare” disse il Signor Weasley con aria tesa, tutti annuirono.

“Bene allora prendete questa e disponetevi intorno sapete già come funziona una passaporta vi condurra al quartier generale noi ci materializzeremo li” disse e porse loro un vecchi barattolo di latta.

Ron, Ginny e Hermione lo toccarono ed avvertirono il classico strappo all’ombellico in men che non si dica furono trasportati nell’ingresso del Quartier Generale; era proprio come lo avevano lasciato buio, umido e puzzolente; si guardarono intorno e come usciti dal nulla videro materializzarsi parecchie figure tutti gli adulti Weasley, piu Remus Lupin , Malocchio Moody, Tonks, Kingsley, la professoressa McGranitt, Piton e Albus Silente erano nell’ingresso.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Dov’è Harry Potter? ***


Capitolo 5: Dov’è Harry Potter?

“Bene” disse il preside “Andate a sistemarvi nelle vostre stanze e poi raggiungeteci in cucina” disse ai 3 ragazzi, non se lo fecero ripetere due volte afferrono le loro cose e corsero su per le scale pensando che Harry fosse gia in camera;

“Non c’è” disse con voce preoccupata Ron.

“O no spero non abbia fatto qualcosa di sciocco o peggio” disse con un filo di voce Hermione.

“Dai ragazzi vedrete che arriverà” proferi Ginny ma dalla sua espressione si vedeva che era preoccupata quanto gli altri; delusi e preoccupati gettarono i loro bauli nelle camere e ridiscesero a balzi le scale.

Entrarono in cucina e dalle facce che vi trovarono temettero il peggio erano tutti scuri in volto e la Signora Weasley sembrava avesse pianto:

Che è succeso dove sta Harry?” disse di scatto Ron vedendoli così.

“Non gli sarà mica successo qualcosa?” gemette Hermione.

“Arriverà qui presto vero?” disse speranzosa Ginny.

“Non vi dovete preoccupare Harry sta bene” disse pacato Silente “ma non verrà quest’anno qui al quartier generale lo rivedrete, credo, all’inizio della scuola” disse;

“Non avrà mica intenzione di lasciarlo confinato in quella casa babbana per tutta l’estate” disse Ron con una nota di panico nella voce, ricordava bene come Harry avesse preso quell’isolamento l’anno prima.

No non è dai suoi zii ma non vi posso dire dove si trova, è in missione” disse calmo Silente e aggiunse “tempi difficili ci aspettano e aspettano soprattutto Harry, dovrà essere lui a darvi delle risposte se e quando vorrà darvele, io non posso e non voglio farlo.” Nelle sue parole c’era una nota definitiva che non ammise repliche da parte di nessuno.

Hermione e Ginny salivano le scale singhiozzando mentre Ron sembrava un cane bastonato non avevavano voglia di commentare le parole di Silente così se ne andarono a dormire.

I giorni che seguirono furono occupati per la maggior parte a fare congetture su dove stesse Harry e su cosa stesse facendo, su cosa nascondessero le parole di Silente e su come sarebbe stato il loro sesto anno di scuola; una mattina però la Signora Weasley li chiamò in cucina dove trovarono sul tavolo tre buste provenienti dalla scuola.

“Ragazzi son arrivate le vostre lettere da Hogwards ci sono anche i risultati dei GUFO” Disse e i tre si precipitarono ad aprirle la prima, come sempre fu Hermione:

“Ohohohoh, ho preso E in quasi tutto” e dicendolo assunse un’aria molto compiaciuta molto simile a quella di Percy, “ho avuto solo A in Astronomia, bè me l’aspettavo dopo quell’esame pratico, e O in Difesa Contro le Arti Oscure , grazie alle riunioni dell’ES sono migliorata”.

Toccò a Ron che con aria un po’ arcigna disse: “Mmmmm, ho avuto tre O in Difesa Contro le Arti Oscure , Cura delle Creature Magiche, Incantesimi e Erbologia, A in Pozioni, Astronomia, Trasfigurazione e sono stato bocciato in Divinazione” nel riferire l’ultima parte della lettera assunse un tono compiaciuto.

Quella mattina non arrivarono solo belle notizie, quando verso le 10 arrivò il gufo con la Gazzetta del Profeta le facce e gli animi si fecero molto più tesi: Termine appena apri il giornale in cucina sobbalzò ed emise un grido che fece girare di scatto tutti gli altri:

“Cosa c’è ci sono notizie di Harry?” chiese Ron col fiato mozzo, tutti èrano concentrati su Hermione che fece un respiro profondo e lesse:

“Questa mattina ci duole informarvi che la fortezza di Azkaban , la nota prigione magica, è stata assaltata da Colui Che Non Deve Essere Nominato e da un piccolo esercito di Dissennatori e Vampiri; purtroppo molti dei detenuti piu pericolosi ospitati nelle celle di massima sicurezza sono stati liberati e sicuramente si sono uniti al Lato Oscuro” fece una pausa per consentire alle parole di penetrare nelle menti dei suoi ascoltatori ed essere apprese a pieno;

“Ha liberato i suoi compari quel maledetto e a giudicare dai commenti deve aver già radunato molte creature oscure nel suo esercito” disse la Signora Weasley , Hermione riprese la lettura:

“Ci troviamo di fronte ad un grandissimo pericolo, come non ne abbiamo mai affrontati –riferisce il portavoce del Ministero- il Ministro stà valutando ogni possibilità non ultima il ripristino della Leva Obbligatoria per tutti i maghi e le straghe in grado di combattere. Dobbiamo prepararci a tutto le autorità magiche e quelle gabbane sono allertate ma vi consigliamo estrema prudenza comunque.”

Hermione èra pallida e tutta la cucina cadde in un irreale silenzio sembrava che il mondo magico e non stesse per subire un’ondata di male come poche volte nella storia se ne erano viste.

Intanto in una oscura segreta qualcuno si poneva la stessa domanda “Dove è finito Harry Potter?”.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il Potere Assoluto ***


Capitolo 6: Il Potere Assoluto

“Ti ho chiesto Codaliscia dove è andato a finire quel ragazzino?” disse una voce fredda e penetrante ad un ometto tremante inginocchiato:

“Signore.. Padrone io non lo so era li e poi devono averlo portato via io.. io non ho visto nessuno “ disse Codaliscia tremante quasi disteso a terra

“Crucio” tuonò la voce e due occhi rossi con le pupille verticali si fissaro sull’ometto che si dimenava in preda a terribili spasmi di dolore poi l’essere abbasso la bacchetta e Codaliscia ancora tremante si rimise inginocchiato:

“Sciocco Codaliscia pensavo che saresti stato in grado di assolvere un compito così semplice invece no! Ti sei fatto portare via Potter da sotto al naso e adesso non sappiamo dove sia” disse Voldemort rivolgendo al servo uno sguardo carico d’odio.

“Mio Signore” disse una voce melliflua alle spalle di Codaliscia e Lucius Malfoy usci dall’ombra avvolto in mantello nero e inginocchiandosi davanti al suo signore prosegui:

“Padrone ti prego illuminami perche dobbiamo preoccuparci di quel ragazzino?” i suoi occhi avevano un brillio sinistro, Voldemort si rilasso un attimo si voltò e inizio a passeggiare per la stanza poi si rivolse a Malfoy: “Caro Lucius vedi anche se non sono riuscito ad ascoltare quella profezia che voi avete fatto rompere” e la sua espressione era carica di odio mentre lo diceva “Mi sono fatto una certa idea su quel ragazzino; troppe volte mi ha ostacolato ed riuscito a sfuggirmi per essere solo fortunato, deve esserci qualcos’altro, quindi ho deciso che come prima cosa ci concentreremo sulla sua eliminazione quindi datevi da fare attivate tutti i nostri contatti e scovatelo dovete impedirgli di ritornare a scuola, questa volta non ci dovrà essere nessun Harry Potter tra me e il potere assoluto che mi spetta”.

Intanto in un antico maniero Harry iniziava il suo addestramento:

“Bene bene Harry la tua preparazione non è scarsa ma dovrai impegnarti molto per raggiungere gli standard che ti sono richiesti” disse l’anziano mago “hai qualche domanda?”

“Mmmm, si qualcuna “ disse Harry,

“Bene dimmi” sentenzio il mago che si accomodo dietro la sua scrivania, si trovavano in una grande aula ma non c’erano banchi solo una scrivania con due sedie erà li che Harry aveva dovuto provare la propria abilità a quel mago dando fondo a buona parte delle sue energie.

“Bene innanzi tutto vorrei sapere chi è lei” disse Harry con aria un molto curiosa

“Io sono il Custode Segreto dell’Ordine di Merlino, questo castello è l’antico quartier generale ed è stato anche la sua casa fino a quando non decise di intraprendere il viaggio oltre la soglia della vita, attualmente l’Ordine di Merlino nel mondo magico è solo un riconoscimento ma anticamente era il vero centro di comando di tutto il mondo magico un po’ come l’attuale Ministero” spiego pacatamente l’uomo

Scusi ma perche questo posto non è pieno di studenti?, si insomma a quanto vedo ci sono solo io, farebbero molto comodo, soprattutto di questi tempi, maghi ben preparati? “ disse il ragazzo la cui curiosita e eccitazione crescevano man mano che l’uomo parlava:

“Perché Harry, Merlino prima di andarsene sigillò i suoi incantesimi in modo tale che solo i suoi discendenti, e tra quelli i piu puri e meritevoli, avessero potuto impararli e usarli, questo perché sapeva che incanti così potenti avrebbero potuto essere utilizzati, se appresi dalle persone sbagliate, per soggiogare tutto e tutti maghi e babbani, creature magiche e non, insomma il mondo intero” disse gravemente il vecchio mago;

“Allora significa che .. che io sono un suo discendente?” disse Harry ormai non stava più nella pelle desiderava sapere, attese la risposta, il mago lo scrutava con sguardo severo sospirò e disse:

Si tu sei il suo ultimo discendente” disse e aggiunse “ma attento questo può essere un grande dono ma anche una gran sventura, nella tua giovane vita, hai già avuto modo di vedere che grandi poteri attirano grossi guai. Ora però basta con le domande vai in camera tua e riposati domani inizierà il tuo vero allenamento e ti assicuro che non sarà affatto facile”.

Un ultima cosa..” disse in fretta Harry

“Dimmi”

“Vorrei sapere il suo nome” disse rapido Harry era curioso molto curioso

“Godric Grifondoro” disse e si smaterializzo lasciando Harry inebetito come se quelle informazioni lo avessero svuotato, nel mentre due elfi domestici zampettarono nella stanza presero il ragazzo per mano e lo condussero nella sua stanza.

Era molto bella gli ricordava la calda e accogliente camerata di Hogwards anche se c’era un solo letto appena lo tocco si addormentò all’istante come preso da un incantesimo era stata una giornata lunga molto lunga.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Il corpo insegnanti ***


Capitolo 7: Il corpo insegnanti

La mattina successiva alle sei in punto una sveglia comparve dal nulla e iniziò a trillare proprio vicino all’orecchio del povero Harry che si sveglio tutta arruffato pensando:

“Iniziamo bene, orario da caserma” ma non ebbe neanche il tempo di finire il suo pensiero che il ricordo della conversazione avuta poche ore prima con il mago che affermava di essere uno dei quattro fondatori di Hogwards, Godric Grifondoro. Harry rimuginava, come poteva essere che fosse ancora vivo dopotutto Hogwards aveva piu di mille anni, se davvero era così vecchio se li portava davvero bene i suoi anni; nella sua mente però balenarono i volti di due persone a lui molto care Ron e Hermione, che cosa stavano facendo? Forse Silente li stava addestrando, sperava che comunque fossero al sicuro.

Con questi pensieri nella mente apri l’armadio era pieno dei suoi vesti evidentemente gli elfi domestici che vivevano li avevano sistemato tutti i suoi averi, si vesti e tentò di sistemarsi i capelli quando all’improvviso si sentì tirare per la veste era un elfo “Il Signore è atteso in sala da pranzo per la colazione” squitti e si profuse in un inchino, Harry non potè far altro che seguirlo; camminando per il castello si accorse che c’erano grandi somiglianze con Hogwards, le armature che luccicavano i quadri alle pareti nei quali maghi e streghe si muovevano e lo occhieggiavano ben presto arrivarono davanti una grossa porta di legno che si apri automaticamente rivelando una sala grande con al centro una grossa tavola rotonda con dieci sedie simili a dei troni, su una di queste era seduto Grifondoro, Harry entro un po’ a disagio si chiedeva per chi fossero gli altri posti se lui èra l’unico ragazzo presente nel castello:

“Buongiorno mmm professore?” disse un po’ titubante non sapeva come doveva chiamarlo ed era molto imbarazzato, il mago sembro un po’ divertito ma assunse subito un’aria altera e disse “Si bene puoi chiamarmi anche professore, adesso prima di iniziare ti presenterò i tuoi insegnanti”; a quelle parole Harry rimase folgorato “Non sarà lei ad insegnarmi?” disse di scatto,

“Per ora no devi prima apprendere bene la magia classica, io subentrerò l’ultimo mese e completeremo insieme il tuo addestramento” ribattè pacato Grifondoro, “L’ultimo mese!, ma ma quanto dovrò stare qui?” disse Harry in tono piatto pensava ai suoi amici, alla scuola e a tutto il resto, “Vedi in questo luogo il tempo scorre in maniera diversa, possiamo regolarne lo scorrere cosi l’anno che passerai qui corrisponderà ad un mese esterno” sentenzio il mago e prosegui “Ora è giunto il momento di presentarti i tuoi insegnanti, tutti maghi e streghe famosissimi molti degli incantesimi che studierai sono stati elaborati direttamente da loro, ti guideranno attraverso il tuo percorso in maniera egregia; scoprirai anche che le materie sono molto simili per argomenti trattati a quelle studiate ad Hogwards naturalmente il livello di insegnamento sarà elevatissimo dato l’obbiettivo da raggiungere ma adesso bando alle ciancie eccoli stanno arrivando” e si alzo in piedi; Harry lo imitò e da una porta laterale entrarono ad uno ad uno gli insegnanti, mentre avanzavano e si sistemavano davanti al loro trono Grifondoro li presentava: “Lei è Emmeline Dingle insegnerà Creature Magiche; e qui abbiamo Augustus Crosby insegnerà Sortilegi e Maledizioni ; Tosca Tassorosso cofondatrice di Hogwards insegnerà Erbologia , Cosetta Corvonero anche lei fondatrice di Hogwards insegnerà Rune e Magia Arcana , Salazar Serpeverde l’ultimo dei quattro di Hogwards sarà il tuo professore di Veleni e Antidoti , Demetrius Asten Difesa e Arti Oscure, Charles Antony Worrington Metamorfosi e Trasfigurazione e l’ultimo Gregory Magnusson Arti Fisiche” Harry era a dir poco intimorito aveva salutato tutte quelle persone con un inchino deferente, alcuni di quei nomi potevano essere trovati nei libri di scuola o in grandi incisioni e leggende magiche e tre di quei professori avevano contribuito alla costruzione di Hogwards, all’improvviso i suoi occhi si posarono sull’unico di quei personaggi di cui poteva dire di conoscerne l’aspetto era Serpeverde i cui tratti gli riportarono alla mante l’enorme statua posta nella Camera dei Segreti, un ragazzo affiorato da un diario che altro non era che Tom Riddle alias Lord Voldemord il suo piu acerrimo nemico. Fu distolto dai suoi pensieri dalle parole di Grifondoro “Bene Harry adesso si fa sul serio dopo colazione comincerai il tuo allenamento” tutti si sedettero e iniziarono la colazione; Harry sapeva che i mesi successivi sarebbero stati tra i piu duri della sua vita ma un fuoco gli si era acceso dentro e nulla sarebbe stato in grado di spegnerlo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Hogwards Express ***


Capitolo 8: Hogwards Express

Erano circa le nove di sera e al Quartier Generale dell’Ordine ormai era passato piu di un mese dal loro arrivo ma Ron, Hermione e Ginny non erano riusciti a scoprire nulla sulla missioni che Harry stava compiendo in compenso le riunioni sempre piu frequenti dell’Ordine avevano dato loro un’idea un po piu precisa di quanto fosse diventato grande ; avevano visto passare decine di maghi alcuni addirittura stranieri questo non poteva che impensierirli voleva dire che Voldemort e i suoi seguaci erano forti, il Signor Weasley passava fuori casa molte notti e anche i fratelli maggiori di Ron rincasavano molto tardi Silente era spesso li per coordinare il lavoro ma non si fermava mai a cena così come gli altri professori. Le loro giornate erano trascorse tra ripassi generali dei programmi scolastici – stilati e gestiti naturalmente da Hermione – e da nuovi addestramenti programmati da Lupin e Moody infatti il quartier generale oltre ad essere il posto piu sicuro era stato reso anche immune ai sistemi di controllo del Ministero per la magia minorile cosi che loro avevano potuto allenarsi sensa incorrere nell’espulsione; erano diventati tutti e tre molto bravi ma sapevano fin troppo bene che se fossero stati attaccati avrebbero potuto dare solo un piccolissimo aiuto agli altri.

Mentre erano assorti nei loro pensieri Hermione si lascio sfuggire un pensiero ad alta voce:

“Spero che domani sera al banchetto di inizio anno ci sia anche Harry mi manca molto, moltissimo” e sospirò,

“Già spero anche io che sia li” disse Ron che però era diventato leggermente arcigno;

“Sono sicura che ci sarà non credo che Silente gli farà saltare l’inizio della scuola sarebbe sospetto” disse Ginny speranzosa;

Ragazzi andate a dormire e se non l’avete fatto finite di preparare i bagagli” sentenzio un voce dietro di loro che li fece sobbalzare, la Signora Weasley era sgattaiolata in camera e i tre troppo assorti dai loro pensieri non se ne erano accorti ed ora torreggiava su di loro col le mani sui fianchi e un’aria decisamente severa.

Si mamma andiamo Herm vieni dammi una mano a chiudere il baule, notte Ronnie” disse Ginny stancamente;

“Ok , notte Ron” salutò Hermione con aria triste.

“Notte ragazze notte mamma” sbuffo Ron che prese la bacchetta e disse “Bagaglius” libri, vestiti e alcuni strumenti volarono alla rinfusa nel baule che si richiuse con uno scatto; Ron si spogliò e si infilò nel letto l’unico rumore veniva dal tubare sommesso di Leo sull’armadio, entro pochi minuti il sonno prese il sopravvento e Ron si addormentò.

Alle sette il ragazzo fu svegliato da un baccano infernale apri di scatto gli occhi e si trovò davanti una sagoma scintillante sembrava un drago bianco come un cencio per lo spavento si tirò su e vide che era un fuoco d’artificio, fuori dalla stanza echeggiavano delle risate poi si udi una voce urlare

“Che cosa volete fare dar fuoco alla casa, neanche dieci minuti che siete arrivati e gia ne combinate una della vostre” era la Signora Weasley e dal tono sembrava molto arrabbiata.

“Scusaci mamma ma volevamo dare il buon giorno a Ronnino” dissero due voci in coro.

“Fred e George, rompiscatole” disse fra se Ron con le orecchie che diventavano paonazze.

“Ron ben svegliato come ti senti” disse fred entrando con aria compiaciuta nella stanza agghindato in perfetto stile gabbano.

“Spero ti senta bene fratellino” gli fece eco il gemello sghignazzando.

Si si tutto ok ma cosa ci fate voi qui?” disse burbero.

Ma che domande cervellino di knarl, la scorta” dissero in coro con aria assai compiaciuta che gli fece venire in mente Percy.

“Sbrigatevi lassu dobbiamo andare o perderete il treno” si udì per le scale la signora Weasley.

In men che non si dica erano tutti nell’ingresso con bauli e animali al seguito,

“Meno male che vostro padre è riuscito a farsi prestare un paio di auto dal Ministero almeno non dobbiamo andare con la metro babbana” sospiro Moody e tutti presero posto nelle auto; dopo circa mezzora, alle 10.45 erano tutti sul binario nove e trequarti che caricavano i bauli sul treno, la Signora Weasley abbraccio calorosamente tutti e tre e poi tocco agli altri accompagnatori salutarli alle 11 si udì il fischio del treno che inizio a muoversi , in breve uscirono da Londra e iniziarono a percorrere le campagne.

Trovarono l’ultimo scompartimento semivuoto dentro c’era solo il buon Neville,

“Ciao Neville, come butta amico?” disse gioviale Ron,

“Tutto bene e voi, ma dov’è Harry?” chiese Neville un po preoccupato;

“Non lo sappiamo, Silente non ha voluto dircelo” disse imbronciata Hermione,

“Silente, avete visto il preside durante l’estate?” chiese il ragazzo,

“No gli abbiamo scritto, eravamo preoccupati dell’assenza di Harry” rispose pronta Ginny,

“Bè se Silente è tranquillo dobbiamo fidarci ritornerà” disse perentorio Neville.

In quel momento la porta dello scompartimento si apri e l’essere piu sgradito a tutta la compagnia Malfoy accompagnato come al solito dai suoi due scimmioni tirapiedi Tiger e Goyle:

“Lenticchia, Granger vedo che l’allegra combriccola è di nuovo riunita” disse beffardo il ragazzo

“Levati dalle scatole Malfoy” rispose secco Ron

“Modera i termini straccione, ma vedo che manca la nostra prima donna Potterino” ghignò Malfoy gli fecero eco le risate dei due gorilla;

“Fatti gli affari tuoi viscido e vattene non ci piace la tua presenza” disse Hermione stizzita,

“O ma vedo che ti manca il tuo amichetto non sarai mica innamorata, be forse ti sei innamorata di un vigliacco, dove è scappato lo sfregiato?” disse maligno Malfoy

Ron si era alzato e stava per saltare a dosso a Malfoy quando le due ragazze e Neville lo trattennero “Non ti sporcare le mani con lui Ron è solo feccia lo sanno tutti” sentenzio Neville guadagnandosi il rancore del biondino, che a sua volta si stava facendo avanti con i suoi tirapiedi quando una voce severa li raggiunse;

“Allora non è neanche iniziata la scuola e gia vi azzuffate, se vi ripesco perderete 50 punti ciascuno” disse la McGranitt sbucando vicino a Malfoy “E ora i prefetti mi seguano” e si allontanò con i tre prefetti alle calcagna.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Casa dolce Casa ***


Capitolo 9: Casa dolce Casa

“Bene Harry il tuo addestramento è terminato e devo dire che tu sei stato un grande allievo per tutti noi hai appreso molto in poco tempo e tutto cio ti servirà in futuro per assolvere al tuo compito ora però è tempo che tu vada, che torni alla tua vita e ai tuoi amici va Harry e rendici orgogliosi forse un giorno chissa ci rivedremo” Grifondoro èra commosso nello stringere la mano ad Harry era arrivato il momento degli addii, aveva passato un anno con queste persone e aveva imparato tanto gliene era profondamente grato, il ragazzo stringeva le loro mani, aveva gli occhi lucidi era cambiato Harry sia fisicamente che mentalmente ora era un uomo conscio di fin dove arrivassero i suoi poteri e le sue responsabilità; si avviò con passo deciso verso il portone del castello sulla soglia si voltò e lancio un ulteriore sguardo a quelle persone forse non le avrebbe piu riviste.

Usci e l’aria fresca gli sferzo il volto si avvicino al suo vecchio ippogrifo Fierobecco con la fenice Fanny appollaiata sulla spalla

“Andiamo sussurrò al destriero è ora di tornare” cosi dicendo diede un colpetto ai fianchi dell’animale che prese a trottare verso quella che sapevano essere l’uscita; riattraversarono quell’arco che circa un anno prima li aveva condotti li lui giovane e spaventato e ignaro di cio che l’attendesse ora fissava quell’arco sapeva cosa volessero dire quelle rune incise sopra “O tu straniero che il potere cerchi non osare profanare questa antica soglia o morte istantanea avrai ma se è la conoscenza cio che vuoi accolto con tutti gli onori tu sarai” Harry sorrise Fanny spicco il volo ed anche Fierobecco la imitò si dirigevano verso quel luogo che aveva cosi ardentemente desiderato di rivedere verso i suoi amici verso Silente in poche parole verso casa.

Ormai dovevano essere le 19 passate stava sorvolando le montagne vicino Hogsmade quando due raggi di luce verde lo mancarono Harry guardo in basso due figure incappucciate stavano prendendo la mira, lui scarto di lato e con un fruscio spari dal suo destriero riapparve proprio davanti ai due uomini “Stupeficium” mormoro e un lampo rosso scaturi dalla sua bacchetta colpendo uno dei due in pieno petto e facendolo cozza violentemente contro un albero lasciandolo li svenuto, il suo cappuccio era scivolato: McNair un Mangiamorte; l’atro si caccio indietro il suo era Dolothov che l’anno prima aveva fatto del male a Hermione:

“Maledetto Potter io ti ucciderò e L’Oscuro Signore mi coprirà di gloria, Avada Kedrava” il getto di luce schizzo verso Harry e lo colpi in pieno ma la sua immagine cambio era solo un sasso “Ma cosa, come…” ebbe il tempo di dire il Mangiamorte che il ragazzo tuonò “Petrificus Totalus” le braccia e le gambe di Dolothov si unirono di scatto la bacchetta cadde, Harry si avvicinò lentamente puntò la sua bacchetta al malfattore e disse “Veritatem” i suoi occhi rotearono e il giovane inizio a fargli delle domande:

Perché siete qui?” chiese

“Ordini del padrone dovevamo controllare i dintorni del castello in caso tu arrivassi” rispose con voce atono l’uomo

E che cosa volevate farmi?”

“Catturarti se fosse stato possibile o ucciderti”

“Bene e dove si trova Voldemort?” disse interessato Harry

“Non so dirtelo, solo lui lo sa” rispose con lo stesso tono il mangiamorte.

“Non mi servi a nulla, Stupeficium” e lo schiantò dopo di che punto la bacchetta su McNair e con n gesto fece volare il corpo svenuto a se e li trasfigurò entrambi in due portachiavi che si lego alla cintura con un cenno richiamò Fierobecco e Fanny rivolgendosi alla fenice disse piano “Avvertilo che stiamo arrivando” e sorrise all’animale che subito spicco il volo e scomparve in una nuvola di fumo.

Nella Sala Grande intanto era appena terminata la cerimonia dello smistamento e la professoressa Mcgranitt stava riponendo il vecchio cappello parlante e lo sgabello in un angolo tutta la sala era in silenzio composta Silente si alzo e disse “Buon appetito a tutti” e i tavoli si imbandirono con ogni genere di prelibatezza in quel momento un lampo di fuoco ci fu proprio sopra il preside e una piuma rossa e oro cadde svolazzando nella sua mano, gli occhi del Preside brillarono, tutte le teste erano scattate verso di lui anche gli altri professori lo fissavano e mentre reggeva con una mano una coscia di pollo e con l’altra la piuma disse quasi sottovoce, più rivolto a se stesso che agli altri, ma che dato il silenzio sentirono lo stesso:

“Finalmente, sta tornado” e la sua barba ebbe un tremito.

Nemmeno due secondi dopo che finì la frase un brusio si alzo piano piano dai tavoli delle case e da quello dei professori ma fu subito interrotto da quello che segui: le porte della sala si aprirono di scatto una figura incappucciata sostava all’ingresso , tutti trattennero il fiato, poi l’uomo butto indietro il cappuccio, era lui Harry Potter era tornato con un filo di voce mormorò:

“Casa dolce casa”.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Il Sesto Anno ha inizio ***


Capitolo 10: Il Sesto Anno ha inizio

Silente era in piedi con ancora la coscia di pollo e la piuma di Fanny in mano un sorriso gli increspava la folta barba bianca, come lui anche gli altri professori la McGranitt aveva le lacrime agli occhi e Hagrid piangeva davvero l’unico che sembrava avesse subito un lutto era Piton sgradevole come non mai; dal canto loro gli studenti erano attoniti poi dal tavolo del grifondoro si levò un gridolino e si udi un rumore di stoviglie rotte: Hermione era balzata in piedi con un sorriso enorme e le lacrime che scendevano a fiumi si catapultò verso Harry, seguita a ruota da Ron e Ginny, gli si avvinghiò con un abbraccio stritolatore e gli stampò un bacio sulle guance solo grazie al fatto che era cresciuto riuscì a resistere all’assalto subito dopo di lei arrivarono li altri due che lo abbracciarono calorosamente Ginny era una fontana e Ron dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non farsi venire gli occhi lucidi;

Harry, stai bene ma dove sei stato? Mi.. ci sei mancato tantissimo” disse Hermione con la voce rotta dall’emozione

“Già vecchio mio dove sei stato? Non ti sei fatto vedere ne sentire tutta l’estate” disse Ron radioso

“Oh Harry per fortuna sei tornato eravamo preoccupatissimi” borbotto Ginny commossa.

“Calmatevi ragazzi ero in missione, ma ne parleremo dopo”disse sottovoce per non farsi sentire da nessuno ma con un sorriso a trentaquattro denti “Ora fatemi dire una cosa a Silente vi raggiungo al tavolo” i tre sorrisero e si rimisero seduti; Harry avanzo verso il tavolo degli insegnanti dove il preside era ancora estasiato dalla visione

“Bentornato Harry sono felice di vederti” disse il preside commosso

“Grazie Professore buonasera a tutti voi” e con un cenno della testa si rivolse agli altri insegnanti che salutarono quasi tutti entusiasti tranne uno che sbuffò guadagnandosi occhiatacce da tutti.

“Ehm, professore dopo cena vorrei parlarle in privato vede venendo qui ho trovato un piccolo intralcio e ecco l’ho portato con me” cosi dicendo estrasse i due portachiavi che consegnò a Silente che li scrutò per un attimo e poi sorrise

“Vedo che non perdi tempo neanche poche ore e ne hai gia presi due” disse serafico il mago con il solito brillio negli occhi e aggiunse “Ok dopo la fine del banchetto andremo nel mio ufficio, adesso vai a mangiare”.

Ok Professore a dopo” si congedò dal preside e nel voltarsi vide la sala e gli studenti tutti lo fissavano come fosse un fantasma alcuni borbottavano e altri.. altri erano profondamente contrariati, Malfoy e la sua gang sbuffavano e sembravano molto arrabbiati borbottavano fra loro ma il ragazzo non gli badò era normale i Serpeverde non lo avrebbero mai amato e questo comunque non gli importava si avvio verso i suoi amici e si sedette inizio a gustare lo splendido banchetto.

Un’ora dopo quando anche l’ultimo dolce fu demolito il preside si alzò per il consueto discorso di inizio anno:

“Benvenuti ai nuovi e bentornati ai vecchi, un altro anno sta per cominciare, come al solito Mastro Gazza mi ha chiesto di ricordarvi che la Foresta è proibita a tutti gli studenti e che nel suo ufficio è appesa la lista degli oggetti che non è possibile utilizzare all’interno del castello” fece una piccola pausa;

“Ora alla luce del grave pericolo che l’intera comunità magica corre ho deciso di tornare ad insegnare infatti quest’anno sarò io il vostro insegnante di Difesa contro le Arti Oscure coadiuvato dagli altri professori, inoltre abbiamo deciso di apportare delle modifiche in seguito ad alcuni fatti dell’anno scorso al sistema dei prefetti/capiscuola, da questo momento ci saranno tre prefetti per ogni casa e un solo caposcuola che avrà il compito di coordinare l’intera squadra procederò immediatamente a darvi i nomi dei nuovi membri allora: per Tassorosso oltra al signor Macmillian e alla signorina Abbott si aggingerà il signor Finch-Fletchley” appena fini di nominare il suo nome una spilla d’oro con una P disegnata apparve davanti a Justin che se la appuntò decisamente compiaciuto sul petto, Silente proseguì “Per Corvonero oltre al signor Goldstein e la signorina Patil ci sarà la signorina Lovegood” , Luna si girò versi il tavolo con aria distratta prese la spilla e se l’appuntò distrattamente sulla veste, “per Serpeverde, oltre al signor Malfoy e la signorina Parkinson, ci sarà il signor Nott “ con aria scocciata il ragazzo prese la spilla e se la mise Malfoy gongolava, “per Grifondoro oltre al signor Weasley e alla signorina Granger, ci sarà la signorina Ginevra Weasley” la spilla comparve davanti a Ginny che diventò paonazza in viso, Ron l’abbracciò con aria di trionfo “Quando lo saprà la mamma, come minimo verrà qui a scuola”, Harmione la baciò sulla guancia ,“Brava Ginny adesso siamo insieme” e Harry le strinse vigorosamente la mano “Ottimo complimenti”; Silente si schiarì la voce e tutta la sala rimpimbò nel classico silenzio “Bene ora passiamo alla nomina del Caposcuola” e assunse un aria solenne “Per i servigi resi alla scuola in questi anni, per lo straordinario coraggio, e le innumerevoli prove di lealtà che ha dato nei confronti di questa istituzione nomino il signor Harry Potter Caposcuola” i suoi occhi brillavno piu che mai e anche gli altri insegnanti erano entusiasti, Hagrid si era alzato facendo quasi cappottare il tavolo e batteva forte le mani , il solito Piton sembrava aver appena subito un lutto.

Tutta la sala si unì ben presto all’applauso di Hagrid i Grifondoro non stavano piu nella pelle ma anche Tassorosso e Corvonero sembravano aver apprezzato, per i Serpe invece sembrava più un obbligo applaudire e tra loro la solita gang non applaudiva affatto con un'unica nota stonata che fece rimanere sbalorditi, Nott con aria sempre scocciata stava applaudendo; Hermione intanto aveva riabbracciato Harry “Complimenti Harry complimenti Caposcuola lo sapevo lo sapevo”, Ron era felicissimo strinse la mano all’amico “Grande amico bel colpo” anche Ginny e gli altri Grifondoro si gettaro intorno ad Harry che prese la spilla d’oro con una grossa C e se la mise.

Silente tornò a parlare: “Bene domani mattina prima di colazione vi riunirete in modo da stabilire tutti i vari compiti, adesso vi auguro buona notte” e cosi dicendo si avvio fuori dalla sala con gli altri professori.

Harry si rivolse ai suoi amici sopra al trambusto, “accompagnate i primini in dormitorio io devo parlare con Silente ci si vede dopo”; poi si volto verso gli studenti e estrasse la bacche e disse “sonorus” la sua voce usci molto amplificata “Tutti i prefetti accompagnino gli studenti nelle rispettive case, domani mattina alle ore sette, ci incontreremo nell’ ufficio prefetti al terzo piano, buonanotte” si ripuntò la bacchetta alla gola e disse “silencio” poi si avviò verso l’ufficio del preside”.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: I piani dell’Oscuro Signore ***


Capitolo 11: I piani dell’Oscuro Signore

Harry avanzava verso il gargoyle di piatra che celava l’entrata dell’ufficio del preside, neanche pochi passi e si ricordò che non si era fatto dire la parola d’ordine, non ebbe il tempo di imprecare perché il gargoyle prese vita e si spostò di lato; sulla soglia più disgustoso e che mai c’era Piton.

Ma bene ecco il nostro nuovo Caposcuola Potter” disse con voce ironica il professore.

“Buona sera signore” rispose Harry , il suo odio per Piton era rimasto intatto dalla fine dello scorso anno scolastico, ma dorante l’addestramento aveva riflettuto ed era giunto alla conclusione che se non fosse intervenuto per avvertire l’Ordine che lui e i suoi compagni erano al Ministero, probabilmente non se la sarebbero cavata.

Potter il preside ti aspetta vuole parlarti entra forza” il professore fece per andarsene ma Harry lo richiamò:

“Aspetti professor Piton” disse titubante Harry

Si Potter” biascicò il mago vagamente contrariato

“Vorrei… ecco io volevo ringraziarla” disse vagamente turbato, il professore lo sscrutava sospettoso “E di cosa?” chiese alla fine;

“Di aver avvertito l’Ordine che noi eravamo in pericolo nell’Ufficio Misteri e per aver dato alla Umbridge del falso Veritaserum” disse tutto d’un fiato il giovane.

A quel punto lo sguardo di Piton si trasformò divenne incredulo “Bene Potter di niente, forse la tua vacanza ti ha svuotato un po’ la testa da tutte quelle arie, spero che questo sia di buon auspicio per questo nuovo anno. Buonanotte” e in fruscio del mantello si allontanò.

Harry rimase due secondi li poi si riscosse, salì sulla scala che prese a muoversi; si trovò su pianerottolo davanti la porta dell’ufficio del Preside, non appena sfiorò la porta questa si aprì.

“Entra Harry accomodati volevo informarti che i due Mangiamorte da te catturati , sono stati spediti al Ministero per la formalizzazione dell’arresto. Ora voglio dirti che per me è un vero piacere rivederti devo dire che sei cambiato, ti ho lasciato ragazzo e ti ritrovo uomo” aveva il solito brillio negli occhi;

“Grazie professore, allora mi dica cosa è successo in mia assenza?” disse Harry, che nel frattempo si era accomodato.

, Voldemort sta continuando a guadagnare potere tribù di giganti, e troll si sono unite al suo esercito, dei dissennatori già sai loro sono stai i primi, e adesso anche demoni vampiro. disse il preside con aria assorta.

Ma le autorità che fanno, Caramell non starà mica con le mani in mano?” chiese preoccupato il ragazzo.

“Devo informarti che Caramell, dopo lo scorso anno è stato rimosso dall’incarico al suo posto è stata eletta Madama Bones te la ricordi vero? Bene lei ha gia sguinzagliato in giro gli Auror ma purtroppo le forze del Ministero sono esigue rispetto a quelle di Voldemort” disse il mago lievemente preoccupato e aggiunse “Comunque stanno pensando a nuove misure non è escluso che si ricorra anche all’aruolamento di leva per far fronte a questo nuovo pericolo:”

“Accidenti, comunque non credo che Voldemort stia solo reclutando gente, no?”

“No infatti, pare che abbia selezionato un manipolo di Mangiamorte della sua cerchia più ristretta e li abbia mandati in Egitto non riusciamo a scoprirne il motivo; il fratello di Ron: Bill, è tornato là sotto la copertura della Gringott e sta indagando, pare che i servi oscuri si aggirino per le tombe in cerca di qualcosa ma non ne sappiamo di più.”

Harry si era alzato e stava misurando a lunghi passi la stanza riflettendo:

“Egitto, be certo in Egitto risiedeva una delle più antiche civiltà di maghi; maghi potenti ma ora a parte le mummie e altre maledizioni, non ci dovrebbe più essere nulla, vero?”

“Non lo so, di certo se ha mandato qualcuno li si aspetta di ricavarne qualcosa” disse pensieroso Silente;

“Non credo possa volere delle mummie sono utili per difendere le tombe dai profanatori babbani ma sono molto lente e vulnerabili al fuoco” esclamò Harry più rivolto a se stesso che al vecchio mago;

“Vedo che hai avuto dei buoni insegnanti, comunque ora devi andare a letto domani inizia la scuola e credo che ne vedremo delle belle quest’anno” e con un cenno salutò il suo studente.

“Buonanotte professor Silente” disse Harry congedandosi.

Dopo circa dieci minuti si ritrovò davanti il quadro della Signora Grassa ma si accorse di non sapere la parola d’ordine, il quadro appena lo vide si animò “il Caposcuola non ha bisogno della parola d’ordine per disposizione del preside i soli luoghi interdetti all’accesso sono l’ufficio dello stesso preside e dei professori non che i loro alloggi privati quindi puoi entrare”.

“Grazie “ disse Harry, entrò nel buco dietro il ritratto sperando che la sala fosse vuota, ma davanti al camino seduti davanti al camino c’erano due ragazzi intanti ad una partita a scacchi, appena entrò i due lo guardarono subito sorrisero; erano Ron e Hermione.

“Ciao ragazzi” disse lui accomodandosi sulla sua solita, soffice , poltrona

Harry ma dove sei finito per tutta l’estate?” disse tutto d’un fiato la ragazza e anche Ron si sedette sulla punta del divano, Harry trasse un lungo sospiro:

“Sono stato in un luogo, non posso dirvi dove si trova, ad allenarmi” disse stancamente il ragazzo

“Ad allenarti? E perché, voglio dire Silente non vorrà farti mica combattere contro tu-sai-chi?” chiesse il rossino preoccupato;

“Certo che no Ron ma voleva che fosse preparato” tagliò corto Hermione;

“Purtroppo Hermy, non è così, dovrò combatterci, e non per volere di Silente ma perché sono l’unico che può batterlo definitivamente” disse ai due atterriti,

“Oh Harry non è possibile Silente può sicuramente batterlo” provò speranzosa Hermione guadagnadosi una gesto d’approvazione da Ron;

“Vedete amici quello che sto per dirvi, è forse il più grande segreto della mia vita è il motivo per cui ho questa cicatrice e perché i miei genitori sono morti, mi raccomando è un segreto solo voi due dovete saperlo nessun altro ne i tuoi fratelli Ron, ne i vostri genitori, e tanto meno gli altri ragazzi della scuola, solo io e Silente ne siamo al corrente per ora.” Disse fissando negli occhi i due ragazzi essi annuirono e con aria preoccupata si prepararono a ricevere una notizia che forse li avrebbe scioccati.

Harry afferrò un bicchiere e disse “Questo andrà bene” e agitò la bacchetta mormorando parole incomprensibili, istantaneamente intorno al bicchiere comparvero strani simboli;

Harry ma cosa…. quelle sono rune” disse in un sussurro Hermione;

“Calma questo è un incantesimo temporaneo che permetterà a questo bicchiere di trattenere i miei pensieri”;

“Ma tu hai trasformato quel bicchierie in un.. in un pensatoio?” l’espressione della ragazza era a metà tra l’incredulità e l’invidia;

“Solo temporaneamente, durerà un’ora poi tornerà normale ma per quello che devo farvi vedere sarà più che sufficiente” e cosi dicendo avvicinò la bacchetta alla tempia e ne estrasse un sottile filo d’argento, che depositò nel bicchiere poi proseguì:

“Sedici anni orsono una veggente o meglio la professoressa Coeman fece una profezia, la profezia riguardava Voldemort e me; quella che si è rotta era solo la registrazione fatta per l’Ufficio Misteri, il Professor Silente l’aveva ascoltata e la notte stessa in cui siamo andati laggiù me l’ha fatta scoltare” con un profondo sospiro immerse la punta della bacchetta nel liquido argenteo; una figura drappeggiata in scialli con grandi occhi ne emerse e cominciò a declamare:

Colui che ha il potere di sconfiggere il Signore Oscuro si avvicina… nato da coloro che per tre volte gli hanno resistito, nato al morire del settimo mese… ed il Signore Oscuro lo marchierà come suo pari, ma egli avrà un potere che il Signore Oscuro non concepisce… e se entrambi potranno morire uno per mano dell’altro, per nessuno di loro sarà possibile vivere se l’altro sopravvive… colui che ha il potere di sconfiggere il Signore Oscuro nascerà al morire del settimo mese…”.

La figura lentamente si dissolse, Harry riprese la sostanza argentea con la bacchetta e se la ricacciò in testa poi prese a guardare i suoi amici; Hermione era sconvolta si premeva una mano sul petto e sembrava pronta a scoppiare in lacrime, Ron dal canto suo era semplicemente atterrito, nessuno dei due riusciva a parlare; per la prima volta compresero fino in fondo cosa dovesse sopportare il romo amico.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Halloween rosso sangue ***


Capitolo 12: Halloween rosso sangue

La mattina seguente Harry si alzò molto presto, alle 6 già si stava dirigendo verso la Sala Grande per la colazione, ormai per lui era diventata un’abitudine dopo il suo addestramento; percorrendo i corridoi ancora semibui rifletteva su quello che si erano detti la notte prima con Ron e Hermione, i suoi amici avevano avuto proprio la reazione che si era immaginato: avevano deciso, se pur terrorizzati di rimanergli accanto e di aiutarlo per quanto possibile, in parte questo lo aveva rincuorato, ma lui sapeva che questo avrebbe voluto inesorabilmente dire che sarebbero stati in pericolo di vita; almeno finchè lui, Voldemort, non fosse sparito per sempre. Già lui, ma cosa stava cercando in un posto come l’Egitto, ormai li c’erano solo tombe e resti di un antico popolo; si disse che presto o tardi lo avrebbe scoperto ed ormai giunto nella sala inizio la sua solitaria colazione.

Si erano fatte ormai le 7 meno dieci si alzò dal tavolo e si diresse verso l’ufficio prefetti.

L’ufficio era una sala abbastanza spaziosa, assomigliava ad un’aula c’era una scrivania e in legno molto consunta, ai lati erano appese delle piantine di Hogwards e dintorni; si avvicinò alla scrivania una targhetta recava la scritta “Harry Potter – Caposcuola”, il giovane si accomodò sulla sedia e attese, dopo circa cinque minuti gli altri prefetti arrivarono, i primi ad entrare furono i suoi tre amici Ron, Hermione e Ginny seguiti a ruota dai prefetti di Tassorosso e Corvonero:

“Ciao Harry” disse allegra Hermione

Buongigggiorno amicoooo” disse Ron sbadigliando sonoramente e guadagnandosi uno sguardo disgustato delle ragazze tranne di una Luna: lei lo guardave con sguardo sognante, Ginny trattenne a stento un risolino e salutò Harry; anche gli altri lo salutarono e proprio in quel momento entrarono i prefetti serpeverde;

“Buongiorno San Potter, vuoi che ci inchiniamo al tuo cospetto?” Disse la strascicata voce di Malfoy, a cui fecero eco le risatine della Parkinson, poco piu indietro si udì un sonoro sbuffo: Nott era entrato e sedendosi con aria corrucciata su uno dei banchi.

“Buongiorno Draco e anche a voi, sedetevi per favore” così dicendo Harry fece un gesto con la mano, e anche se non tutti lo focero volentieri, ubbidirono concentrandosi subito sulle parole del ragazzo.

“Purtroppo il mondo magico è in guerra e dobbiamo essere tutti consapevoli di questo, noi in qualità di prefetti e caposcuola abbiamo il compito di aiutare e proteggere, insieme agli insegnanti, questa scuola; non permetteremo che qualcosa di male accada qui!” disse perentorio molti annuirono mentre il solito Malfoy ridacchio:

“E sentiamo Potter cosa credi di fare se l’ Oscuro Signore decidesse di attaccare la scuola?” disse con un sorriso beffardo.

“La difenderò con la vita se necessario e spero che voi siate con me, la fuori a lottare contro Voldemort e i Mangiamorte” al suono di quel nome molti rabbrividirono anche i Serpeverde tranne uno: Nott.

“Io lottare con te contro l’Oscuro Signore e mio padre ma sei impazzito?” disse il ragazzo ora aveva abbandonato i suoi modi beffardi, era spaventato.

Draco ti ricordi, il nostro primo incontro, mi dicesti di scegliere bene con chi stare; ora io faccio la stessa domanda a te” disse Harry guardando il biondino negli occhi.

Potter io ho gia scelto, preferisco rimanere vivo” biascicò Malfoy; ora tutti pendevano dalle loro labbra.

Draco, Draco, Draco; credevo che i Serpeverde sapesso riconoscere quello che è meglio per loro; io non ti chiedo di diventare mio amico, e mai lo farei;” disse sghignazzando Harry “ti sto solo offrendo una possibilità; ti ho gia dimostrato negli anni passati che Voldemort può essere battuto, e ne sono certo, questo accadrà anche stavolta e cosa pensi che succederà a tutti quelli che si saranno schierati una seconda volta con lui?” chiese; ma a rispondere non fu Malfoy ma Nott.

“Saranno sbattuti in carcere o uccisi” disse burbero.

“Esatto, vedi Nott ha capito al volo il concetto, e anche nella malagurata ipotesi che a vincere sia lui cosa pensi che dividerà il suo potere con tuo padre e gli altri?” chiese Harry con un sorriso amaro “certo che no sono servi e tali rimarranno saranno tutti servi per lui, purosangue, mezzosangue e babbani”.

“Ha ragione Draco, io l’ho ripetuto più volte a mio padre di non immischiarsi ma lui con quelle baggianate del sangue puro non mi ha ascoltato, e ora volente o nolente ne pagherà le conseguenze. Io sono con te Potter” disse con la sua solita aria scocciata Nott.

“Bene voi? Draco, Pansy che rispondete?” chiese Harry raggiante.

tanto vale stare con te almeno se devo morire, o peggio essere schiavo, preferisco farlo dando una bella lezione a mio padre” disse malinconi Draco.

Ok, se lo dice Dracodisse in uno squittio la serpeverde.

“Allora siamo d’accordo; per ora i nostri compiti sono quelli di sempre vorrei inoltre che voi tutti slezionaste delle squadre, nelle vostre case, con gli studenti più dotati; avremo bisogno di altre forze se Lui attacca la scuola” e cosi dicendo distribui dei fogli con i loro compitit agli altri ragazzi “ avete capito tutti” .

Tutti annuirono e fecero per alzarsi; “aspettate un momento datemi le vostre spille”tutti si voltarono e un po’ titubanti si staccarono le spille e le consegnarono l caposcuola, che le depose sulla scrivania, insieme alla sua, estrasse la bacchetta e mormorò: “Proteus Mens” le spille brillarono di un bianco accecante, “Bene, ora ho incantato le spille con l’incantesimo di propagazione del pensiero” disse riconsegnando le spille ai proprietari;

Ma Harry quello è un incanto avanzatissimo” disse Hermione esterrefatta.

“E vero, solo maghi veramente potenti possono fare una cosa del genere” annui Padma.

Potter che cosa avresti fatto a quelle spille?” biascicò mellifluo Malfoy, aggrottando la fronte, mentre riprendeva la sua spilla.

“Quelle spille adesso ci permetteranno di comunicare tra noi telepaticamente, naturalmente le nostre comunicazioni sono criptate in modo tale che nessuno possa ascoltarci, inoltre le spille sono personali nessuno le potrà utilizzare tranne noi” rispose Harry tutto contento. “Bene ora andiamo gli altri studenti si saranno già radunati per la colazione”.

I primi due mesi, di scuola passarono senza intoppi, le lezioni erano molto pesanti, gli insegnanti sembravano più duri del solito assegnavano molti compiti, probabilmente il loro scopo era insegnare quanto più possibile agli studenti in quel difficile periodo.

L’unico che non risentiva affatto di tutto quel carico era Harry; infatti era chiaro a tutti che il suo livello era di gran lunga superiore a tutti gli studenti e persino a quello dei professori, molti iniziavano a dubitare che persino Silente, il grande preside, fosse al livello del giovane mago; ogni incantesimo, stregoneria, pozione che si accingevano a studiare lui la sapeva fare e meglio degli altri, presto i suoi voti raggiunsero il massimo, superando persino Hermione; i professori dal canto loro erano al settimo cielo, tranne uno Piton, in due mesi di scuola non era riuscito a trovare un solo difetto in nessuna delle pozioni, tutte perfette, preparate da Harry; Silente ogni volta che lo vedeva in azione,durante le sue lezioni di Difesa, sembrava ringiovanire: i suoi occhi brillavano più che mai e ad ogni “OHOHOHOH” della classe, la sua barba fremava, era fiero di quel ragazzo, del suo ragazzo.

Anche le riunioni che Harry seguiva nell’ufficio del preside, sulle attività di Voldemort, non evidenziavano nessun miglioramento ne peggioramento nella situazione; l’unica cosa di rilevante appresa in due mesi era stata l’interruzione della attività dei Mangiamorte in Egitto, ma d’altronde se non era successo niente poteva anche darsi che quello che cercava non fosse stato trovato. Solo Silente ed Harry temevano che quella fosse la calma prima della tempesta.

Le squadre reclutate dai prefetti intanto, avevano preso ad allenarsi sotto la guida attenta di Harry, stavano raggiungendo un ottimo livello ma lui era comunque molto rigido, sapeva che li stava addestrando per la guerra.

Ottobre stava scemando e una sera, la sera del 31, Harry prese una decisione, doveva scoprire cosa stava combinando il suo acerrimo nemico Voldemort.

Erano le cinque del mattino, si alzo dal suo letto, ben attento a non fare rumore e a svegliare i compagni di camerata, scese in sala comune e si diresse verso il buco nel ritratto, percorse i corridoi bui fino all’ufficio prefetti, entrò e si chiuse dietro la porta, “Colloportus” mormorò la serratura ebbe uno scatto, si sedette alla scrivania e raccolse tutti i suoi pensieri e le sue energie e si concentrò, intensamente, iniziando a mormorare alcune parole.

“Mio Signore, non è più là è stata portata via” disse una donna inginocchiata ai suoi piedi;

“Bella, mi stai dicendo che dopo mesi di ricerche sete tornati a mani vuote” disse con vonce maligna Harry.

“No Padrone, abbiamo interrogato il tombarolo, babbano, sotto l’effetto del veritaserum” disse Bellatrix con una nota di paura nella voce.

E sentiamo un po’, dove sta?” chiese Harry con la voce fredda e minacciosa.

“Pare che circa 4 anni fa l’hanno acquistata degli stranieri, ovviamente non sapevano di cosa si trattasse, il babbano li ha descritti come tipi alquanto strambi, avevano per animali dei gufi e un topo, inoltre ha aggiunto che avevano tutti i capelli rossi” spiegò, tutto d’un fiato la donna.

“I Weasley” disse un altro incappucciato che Harry riconobbe come Malfoy.

Lucius tu sai chi sono?” chiese Harry dolcemente.

Si padrone sono una famiglia di maghi, intimi amici di Silente” disse con la solita voce melliflua Malfoy.

Codaliscia, questi Weasley non erano la famiglia di maghi che ti ospitava?” chiese Harry rivolto al piu piccolo e tremante dei tre.

Si mio.. mio .. Signore, ora… ora ricordo si il vecchio compro il talismano alla moglie come regalo” disse piagnucolando

Codaliscia, sono mesi che io lo sto cercando impegnando i miei Mangiamorte e tu sapevi tutto” disse minaccioso Harry.

“Padrone non non punitemi” piagnucolò il codardo.

Crucio” sussurrò Harry alzando la bacchetta, e Minus prese a urlare e rotolarsi, poi il dolore svani e si rimise in ginocchio sempre piagnucolando e ansimando.

“Bene Codaliscia ora saresti così gentile da dirmi dove stà il mio amuleto?” disse con voce suadente.

“Alla G..G.. Gringott, lo teneva li non conosco il numero della camera” pigolò Codaliscia.

“Bene non importa, avete sentito, Bella, Lucius andate prendete ciò che vi serve radete al suolo tutta Diagon Alley se necessario ma portatemi il mio amuleto, e tu stupido vai con loro e niente fallimenti , o proverete la mia ira, andate” in un baleno i tre si smaterializzarono, l’uomo si alzò e prese a passeggiare per la stanza, quando si fermò di scatto davanti ad uno specchio “Ma che…. HARRY POTTER!!!!!!!!” urlò l’essere mentre ,nello specchio, dietro il suo volto scarno appariva come un’ombra quello del ragazzo con un sorriso stampato in faccia.

Harry èra gia balzato in piedi nell’ufficio prefetti, aveva aperto la porta, e ora stava correndo per i corridoi diretto all’ufficio di Silente; erano ormai le 7.30 e i primi studenti si affacciavano per andare a far colazione, urtando le pareti, e facendo cadere a terra parecchi studenti, il ragazzo arrivò davanti l’ufficio neanche bussò tanto era la sua fretta, si catapultò dentro vi trovò Silente, la McGranitt, e Piton intenti in una conversazione.

Potter ma come osi entrare nell’ufficio del Preside in questa maniera” lo rimproverò la professoressa di trasfigurazione con un cipiglio da falco.

Prof. fessore Di…Dia..gon.. Alley” disse Harry, senza badare alle parole dell’ insegnante.

Silente assunse un’aria dura si alzo talmente in fretta che sembrava aver attraversato la scrivania;

Harry che sta succedendo, Diagon Alley cosa?” chiese preoccupato.

“Sta per essere attaccata dai Mangiamorte, è nella Gringott l’amuleto che stava cercando in Egitto” disse Harry che aveva ripreso un po’ fiato.

“Minerva raduna tutti gli insegnanti, Severus tu avverti il ministero e poi raggiungetemi, io vado avanti” sentenziò Silente; i due si diressero di gran carriera fuori lasciando il ragazzo e il preside soli.

“Professore io sono con lei” disse deciso Harry.

“No Harry tu servi qui devi difendere la scuola e i suoi studenti, Voldemort sa che noi sappiamo e potrebbe attaccare Hogwards; tu e i tuoi prefetti dovete difendere i vostri compagni.” Il tono era più da supplica che da ordine.

“Ma Professore…” cercò di controbattere ma un gesto di quella vecchia mano lo zittì.

Harry io ti sto affidando i miei ragazzi, il futuro del nostro mondo” prese la coda di Fanny e si smaterializzò.

Harry rimase un inebetito per circa un minuto poi si riprese, si concentrò sui suoi compagni prefetti, in modo da stabilire il contatto mentale.

“Tra cinque minuti tutti in Sala Grande, studenti e fantasmi , fate venire anche Mastro Gazza, madama Chips e madama Pince, devo parlare alla scuola”.

In quel momento i prefetti si svegliarono di soprassalto e svegliarono i dormitori, fecero passare la chiamata fra i fantasmi e avvertirono Gazza, dopo cinque minuti interminabili , tutti si dirigevano nella sala.

Al loro ingesso Harry era seduto al tavolo degli insegnanti nel posto che di solito era di Silente, i prefetti indicarono ai ragazzi di sedersi ai loro soliti tavoli, i fantasmi si radunarono in fondo alla sala e l’ultimo gazza serrò le porte; Harry si alzò:

“Ragazzi devo comunicarvi un fatto grave, questa mattina Voldemort e il suo esercito hanno attaccato Diagon Alley” un brusio infernale si sollevò grida e gemiti pervasero la sala, poi il caposcuola proseguì;

“I nostri insegnanti e il preside, insieme agli auror del Ministero sono accorsi per dare una mano, non abbiamo ancora nessuna notizia ma appena saprò di più vi informerò.” Le facce spaventate alcuni visi erano solcati dalle lacrime, la paura che i propri cari fossero rimasti in mezzo alla battaglia era palpabile.

Comunque il Preside ha affidato a me la responsabilità di Hogwards, quindi addeso darò alcune misure straordinarie che revocherò non appena sapremo che qui non c’è nessun rischio” l’interesse di tutti era catalizzato sul ragazzo;

“Primo oggi tutte le attività sono sospese rimarremo qui in sala grande, ripasserete le materie e farete i compiti qui, fino al ritorno degli insegnanti. E fatto divieto a tutti di uscire dalla sala e tanto più dal castello; signor Gazza vada con Hermione e Ron e Ginny sigillate tutti i passaggi segreti le porte e le finestre” Gazza e tre amici uscirono di corsa dalla sala “I fantasmi pattuglieranno l’esterno dell’edificio qualunque cosa sospetta deve essermi riferita, gli altri prefetti rimangano qui, ho gia provveduto ad avvertire gli abitanti del lago e della foresta, e ora non possiamo far altro che attendere”.

Le ore scorrevano, tutti i ragazzi erano impegnati in conversazioni bisbigliate, i volti erano pallidi alcuni ancora rigati dalle lacrime, alle 12 circa uno schiocco risuonò nella sala tutti gli studenti si voltarono verso il tavolo degli insegnanti dove era appena apparsa una piuma color porpora e una pergamena;

“E un messaggio di Silente” disse rapido Harry afferrando la pergamena e aprendola intorno a lui i prefetti si stringevano per sentire che notizie gli portasse;

“Brutte notizie Harry, siamo arrivati tardi, i Mangiamorte non erano soli c’erano anche dissennatori e vampiri; purtroppo i palazzi sono quasi completamente distrutti e la Gringott è rasa al suolo. Noi rimaniamo ancora qui ad aiutare; appena ci sarà una lista delle vittime te la manderemo in modo che gli studenti possano controllare se c’è qualche parente. Mi raccomando Harry occhi aperti ora ha ciò che vuole.

Harry alzo lo sguardo, erano occhi velati i suoi, vedendo tutte quelle facce di fronte a lui che pendevano dalle sue labbra sospirò e si costrinse a parlare:

“Ragazzi ci sono brutte notizie, bruttissime, sembra che un gruppo di Mangiamorte affiancato da Dissennatori e Vampiri abbia attaccato Diagon, non abbiamo ancora il numero dei feriti e delle vittime, ma sembra che la via sia quasi completamente distrutta. Appena avrò altre notizie ve le comunicherò.” Ogni parola gli era costata quanta determinazione aveva in corpo, vedere quei visi solcati dalle lacrime e sapere che alcuni di loro erano ormai soli, lo fece star male ma gli fece provare anche un odio smisurato verso l’essere che aveva potuto fare questo.

Inesorabilmente il tempo passò quando ormai il sole era tramontato un paio le porte della sala si spalancarono, i prefetti erano pronti e così anche Harry le bacchette in pugno pronti a colpire chiunque fosse, un uccello color porpora e oro entro volando, seguito dagli sguardi ancora offuscati degli studenti, e si appollaiò davanti al caposcuola “Sono tornati finalmente” disse sottovoce rivolto alla bella Fanny, e con un gesto segnalò agli altri il cessato pericolo; due secondi dopo Silente seguito a ruota dagli insegnanti entrò nella sala, erano stanchi e visibilmente tristi per cio che avevano visto; Harry si affrettò ad andargli in contro,

“Preside, allora?” disse visibilmente preoccupato;

“L’inferno Harry; oltre trecento vittime, tra maghi, streghe adulti e bambini, ma anche molti folletti e altre creature; oltre 1500 feriti, il San Mungo è pieno” la sua vecchiaia era scolpita in ogni ruga nessun brillio negli occhi che anzi sembravano annebbiati.

Il Preside si ssistemò, insieme agli altri insegnanti, al tavolo delle autorità, non si sedettero con un gesto della mano fece apparire stendardi neri alle pareti, poi disse:

“E con grande tristezza che devo comunicarvi che, oggi il mondo magico ha subito gravi perdite, Diagon Alley è stata attaccata e semidistrutta da un esercito di creature oscure capitanate dai seguaci di Voldemort; ci sono oltre trecento vittime e circa millecinquecento feriti, l’elenco completo sarà affisso nelle sale comuni, gli alunni che troveranno familiari nella lista verranno contattati dai direttori delle case e decideranno se andare a casa o rimanere; vi dico una cosa ragazzi nella mia lunga vita non ho mai visto una cosa del genere. Adesso potete andare, buonanotte” il vecchio preside si lasciò cadere sulla sedia; molto lentamente i ragazzi inziarono a defluire dalla sala; dopo circa mezz’ora solo uno era rimasto: Harry.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: L’amuleto ***


Capitolo 13: L’amuleto

I giorni dopo, l’ attacco a Diagon Alley, erano passati avvolgendo Hogwards in un manto di tristezza, sembrava che il bianco inverno inglese fosse penetrato nei cuori e nelle menti dei ragazzi, il Preside aveva sospeso le lezioni e tutte le attività extrascolastiche per un mese; aveva inoltre deciso di annullare sia la coppa del Quidditch che quella delle case; tutto era ormai cambiato.

Harry dal canto suo aveva cercato più volte di penetrare la mente di Voldemort per cercare di scoprire altre cose, ma non vi era riuscito, purtroppo il suo nemico aveva eretto delle barriere mentali in grado di difenderlo; questo però non lo aveva scoraggiato anzi era deciso più che mai, non avrebbe permesso che un’altra tragedia del genere colpisse il suo mondo, solo lui poteva impedirlo.

Dicembre stava finendo, e Natale sarebbe stato tra una settimana, gli studenti erano tutti determinati, le lezioni di difesa si erano intensificate e tutti erano migliorati, non tanto come i prefetti e le loro squadre, sotto la guida di Harry si potevano definire quasi pari agli Auror, ormai padroneggiavano anche gli incantesimi più potenti e complicati; persino i professori e il preside ne erano stupiti.

Una sera l’atmosfera era meno tesa nell’ ufficio prefetti i ragazzi parlavano tra loro degli incantesimi appresi, quando uno rivolse ad un indaffarato Harry una domanda:

“Harry: secondo te cosa cercavano i Mangiamorte a Diagon Alley?” disse Nott con la solita aria scocciata; il clima si era improvvisamente irrigidito e tutti fissavano il caposcuola.

“Posso solo riferirvi quello che abbiamo scoperto” sospirò il ragazzo appoggiandosi allo schienale della sedia “Questa estate una squadra di quegli infami è stata mandata in Egitto, cercavano qualcosa”; si potevano quasi sentire gli ingranaggi dei cervelli al lavoro in quella stanza,

“Sai è buffo Potter ricordo che mio padre, già due anni fa, iniziò a parlare di Egitto” disse pensieroso Malfoy;

Si anche il mio, sembrava stranamente ossessionato da quel paese” disse aggrottando la fronte Nott.

“Probabilmente si stavano documentando, comunque quello che cercavano non era più la, Ron con la sua famiglia lo ha riportato qui credendolo un gioiello” disse pensieroso Harry;

“Weasley ti sei messo a fare anche il tombarolo adesso?” disse sghignazzando il biondino a cui fecero eco le risatine della Parkinson;

“Vai a spalare letame Malfoy” rispose Ron paonazzo;

“Pare si trattasse di un amuleto o qualcosa di simile” continuò Harry lanciando insieme ad Hermione uno sguardo di rimprovero ai due; “Comunque, anche con le informazioni che ci ha dato la famiglia di Ron, non siamo arrivati a capo di nulla.”

E il tizio che glielo ha venduto?” chiese subito Hermione;

“Sparito, probabilmente ucciso dai Mangiamorte” sbuffò il ragazzo passandosi una mano tra i capelli;

“Bè basterà cercare in qualche libro” disse mielosa la Parkinson;

“Ma tu hai la minima idea di quanti amuleti circolino nel nostro mondo? Migliaia” la rimbeccò Hermione.

Attualmente gli amuleti magici vengono classificati dai vari Ministeri, secondo il Trattato Mondiale di Classificazione dei Manufatti Magici, in quattro classi: P amuleti protettivi (anti malocchio per capirci) i piu comuni e meno potenti, T amuleti trasfigurativi; danno la possibilità a chi li porta d assumere altre forme o sembianze e in alcuni casi danno dei poteri; O: amuleti oscuriò naturalmente hanno a che fare con le arti oscure; e gli ultimi, classificati come S cioè sconosciuti, la maggior parte degli amuleti antichi sono classificati in questa categoria” snocciolò saccente la ragazza;

“Brava Granger, quando uscirai da quella biblioteca e ti troverai un uomo?” disse melliflua la Serpeverde.

Hermione arrossì violentemente e lanciò uno sguardo sprezzante alla ragazza, ma ci pensò il caposcuola a continuare;

Comunque sia, la classificazione non ci è di nessun aiuto, purtroppo, è iniziata nel 1550 quindi..” disse stancamente.

“Almeno sapete com’è fattao? Voglio dire ce l’hanno avuto sotto il naso per quattro anni sapranno farci una descrizione?” chiese burbero Nott; i Tassorosso e i Corvonero annuirono alla domanda;

“Si abbiamo una descrizione, anche se parziale, e attualmente Silente sta facendo delle ricerche.” rispose pensieroso Harry.

“Allora perchè non ce la fai vedere potremmo esserti utili” disse nel solito tono sognante Luna.

Il ragazzo annuì, si alzò e si diresse verso un armadio vicino la porta, ne estrasse un basso bacile di pietra ricoperto di rune;

“E sarebbe quello Potter?” chiese interessato Malfoy.

Ma quello è un penstatoio!” disse ammirato Goldstain.

“Un pensache?” disse in tono vacuo Pansy.

“Un pe-nsa-to-io” scandì Padma come se fosse rivolta ad un troll.

Si si ok, a che servirebbe quel coso?” chiese ancora il biondino.

“Serve a esaminare i propri pensieri e permettergli di assumere una forma” disse pomposo Ernie.

“Ma quello è di Silente vero Harry?” chiese accigliandosi Hermione.

“Bè veramente è mio, Silente me ne ha regalato uno, ha detto che mi sarebbe potuto tornare utile” disse sbrigativo il ragazzo, era un po’ seccato di far sapere agli altri che lui riceveva regali da Silente.

“Silente ti fa proprio dei gran regali Potty, un vaso di coccio pfi” sussurrò malignamente Malfoy, guadagnandosi occhiate di disgusto da tutti tranne che dalla Parkinson, Nott aveva sempre un’aria contrariata.

“Malfoy sei un idota , i pensatoi sono rarissimi e hanno un grandissimo valore” sbuffò Ginny

“Dateci un taglio, Potter facci vedere questo dannato amuleto” sbottò seccato Nott e di nuovo tutta l’attenzione,del gruppo, era catalizzata su Harry.

“Bene eccolo” appoggiò la bacchetta alla tempia e ne estrasse un filo d’argento che depositò nel pensatoio, fece roteare per qualche secondo la sostanza e poi vi immerse la punta della bacchetta; immediatamente comparve un oggetto sulla superficie: aveva la forma di un disco, il suo diametro non era più di tre, al massimo quattro, centimetri; sembrava finemente lavorato era cosparso di strani simboli e proprio al centro vi era quella che sembrava una pietra completamente nera.

Tutti lo squadravano cercando di ricordarsi se l’avessero già visto, alla fine dalle espressioni dei loro volti si capì che era del tutto sconosciuto;

“Harry cosa sono quei simboli?” chiese meditabonda Hermione.

“Non si sa, purtroppo i ricordi della famiglia Weasley non ci hanno permesso di scoprirlo. Credo sia una vecchia scrittura egizia, geroglifici o caratteri cuneiformi, non saprei” disse pensoso il ragazzo.

“Forse li c’è scritto l’incantesimo per attivare i suoi poteri” disse sapiente Padma.

“Già e forse essendo una lingua antica anche Voi-Sapete-Chi non sa come usarlo” sussurrò speranzoso Ron.

“Forse, ma ci credo poco è più probabile che.come molti amuleti. abbia bisogno di particolari condizioni per funzionare” replicò Hermione.

“Purtroppo sono solo congetture per ora possiamo solo aspettare. Rispose Harry sconsolato:

“Ragazzi vorrei parlarvi nel mio ufficio, immediatamente” tutte le teste si erano voltate nel sentire quella voce, immediatamente individuarono la fonte: nel mezzo del camino la testa del Preside troneggiava benigna, e come era apparsa svanì lasciando tutti a bocca aperta.

“Andiamo ragazzi il preside ci chiama” disse il caposcuola alzandosi e riponendo il pensatoio nell’armadio; tutti lo seguirono fuori dall’ufficio; camminavano soprappensiero ancora concentrati sul gioiello, non avevano idea a cosa servisse ma se l’Oscuro Signore lo bramava tanto da uccidere centinaia di innocenti, doveva essere potente e sicuramente non avrebbe portato nulla di buono; tutti rabbrividirono.

Dopo circa cinque minuti arrivarono ala gargoyle di pietra che nascondeva l’entrata della presidenza; “Menta piperita” di Harry e il gargoyle si fece da parte rivelando la scala a chiocciola tutti si strinsero sui gradini e si lasciarono trasportare dalla scala; arrivati davanti all’ufficio del preside il ragazzo bussò una voce disse “Avanti”; tutti entrarono nell’ufficio con aria reverente tranne Harry, lui da quel posto ,vuoi per un motivo vuoi per un altro, entrava e usciva dal quando aveva messo piede ad Hogwards.

Nell’ufficio c’erano Silente, la Mcgranitt, la Sprite, Vitius e un visibilmente contrariato Piton, i primi quattro avevano un’aria molto più rilassata del solito mentre il professore di pozione era più sgradevole che mai; i ritratti dell’ufficio salutarono amabilmente Harry, i prefetti erano allibiti tutti lo conoscevano e lo trattavano quasi come un loro collega; Piton diventò ancora più arcigno.

“Bene Harry, vi ho convocati qui per mettervi a conoscenza di alcuni miei progetti, naturalmente la tragedia che ci ha colpito non ci farà assaporare a pieno l’evento, ma con i vostri insegnanti”; Piton emise un impercettibile sbuffo, guadagnandosi un’occhiata inceneritrice della professoressa di trasfigurazione; “Emh con la maggioranza dei vostri insegnanti” proseguì il preside “pensiamo che bisogna guardare avanti e che la vita continua; per questo abbiamo deciso di organizzare una festa per il giorno di Natale, visto che tutti gli studenti hanno deciso di passare le feste a scuola, sarebbe una bella cosa poter divertirci e scartare i regali tutti insieme, invece che ognuno nelle proprie camere, e augurarsi che il nuovo anno sia migliore di quello appena trascorso” al vecchio Silente brillavano gli occhi mentre scrutava il caposcuola e i prefetti, sbigottiti dalla notizia, da sopra gli occhiali a mezzaluna.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: L’ Unione ***


Capitolo 14: L’ Unione

Ormai mancavano poco meno di un paio di giorni alla festa, gli studenti erano rimasti molto sorpresi della notizia che avrebbero festeggiato tutti insieme il Natale, ma ne erano entusiasti nessuno pensava che Hogwards sarebbe tornata a sorridere ma il calore di quei ragazzi sembrava aver anticipato di qualche mese la primavera, tutti erano a mille si indaffaravano a ordinare regali , ormai Diagon Alley era stata quasi completamente risistemata e i negozi avevano quasi tutti riaperto, ogni mago, strega, di qualsiasi età voleva sanare quella ferita che era stata aperta; i professori veleggiavano per i corridoi a incantare armature e statue, addobbavano le finestre, i portoni persino gli sgabuzzini venivano riempiti di neve magica per renderli più gioiosi, la sala grande splendeva e l’eccitazione era palpabile, Silente viaggiava per i corridoi estasiato, alcuni studenti pensavano che si fosse incantato gli occhi per farli sembrare simili agli addobbi babbani, quelle strane lucine intermittenti, per quanto brillavano.

Harry e gli altri dal canto loro giravano come trottole, addobbavano qualunque cosa, un giorno unirono le loro forze contro il signore del caos Pix, lo circondarono e lo immobilizzarono, Harry lo trasfigurò facendolo assomigliare ad un piccolo babbo natale da giardino in stile babbano, si pentirono quasi subito di averlo fatto, molti studenti del primo anno rimasero traumatizzati nell’udire canzonette volgari unite a gesti molto sconci uscire da quell’esserino.

Finalmente arrivò il giorno della Vigilia, la Sala Grande era da perdere il fiato, addobbi di ogni sorta, fatine canterine, gnometti , era stato modificato anche l’incantesimo del soffitto, ogni tanto passava un ridicolo Babbo Natale, che assomigliava tantissimo a Silente, su una scopa con un immenso sacco pieno di dolci che lanciava sulla folla gridando “OhoHOohOHO”; in un angolo troneggiava quella che sembrava una sequoia addobbata di ghirlande e neve, sotto c’erano centinaia di pacchi con incarti di mille colori.

Harry però guardava pensieroso i quattro tavoli delle case e quello degli insegnanti, non lo convincevano; anche i prefetti si accorsero che qualcosa non andava e si avvicinarono un po accigliati:

“Cos’hai Harry? Ti preoccupa qualcosa?” chiese delicatamente Hermione

“Ei amico dai dicci cos’hai” disse sospettoso Ron.

“Harry dai è Natale rilassati” lo supplicò Ginny

“Mmm non lo so c’è qualcosa…” disse il ragazzo pensieroso.

“Potter ci dispiace, che il tuo fine palato da arredatore non sia soddisfatto, ma non ti far venire in mente di cambiare qualcosa” ammonì Draco.

“Ragazzi noi ci ritiriamo nei nostri dormitori, a prepararci” ridacchio Padma rivolgendo una strizzatina d’occhio alle ragazze, e lanciando sguardi maliziosi agli uomini.

Si noi ci andiamo a fare belle, o almeno ci proveremo” sghignazzo Parckinson lanciando occhiate fugaci a Luna.

“Vado anch’io ho bisogno di una doccia” borbottò Nott uscendo in un fruscio.

“Vengo con te Teo a dopo ragazzi” sibilò Malfoy, vennero imitati anche dai prefetti di Tassorosso e Corvonero e da Ginny, alla fine rimasero solo Ron, Harry e Hermione.

“Harry , andiamo vieni è ora di prepararci” disse Ron rivolgendosi con un tono quai supplichevole vedendo la strana espressione del ragazzo;

“Ron tu vai avanti io ho bisogno di parlare un attimo con Harry” , Ron provò l’istinto di ribattere ma sapeva che la ragazza era più brava a capire e a risolvere i problemi di lui,;

“Hum, ok allora a dopo” lanciando ancora un occhiata furtiva ai due si dileguò diretto al suo dormitorio.

Hermione prese sotto braccio il caposcuola e lo spinse dentro la stanza, richiudendosi la porta alle spalle, lo fece accomodare su una sedia e vi si sedette davanti, scrutandolo da capo a piedi; guardando il suo amico si perse nei suoi occhi ora così tristi –“Come sei cresciuto Harry, ormai non sei più un ragazzo, sei un uomo, tutte quelle responsabilità, il ruolo di caposcuola ti hanno trasformato io stessa a volte riesco a riconoscerti e adesso il peso di tutto quello che sta capitando nel nostro mondo ti sta cascando a dosso,”- Hermione si riscosse subito dai suoi pensieri guardò il ragazzo, aveva ancora lo sguardo perso e la mente che vagava chissà dove;

“Harry, lo so che hai grandi responsabilità e sei molto preoccupato per quello… bè quello che dovrai fare, ma oggi vorrei che tu te ne dimenticassi per un attimo , e che ti divertissi, almeno oggi” il suo tono di voce era leggermente incrinato;

“Hermione io non posso dimenticare, io non voglio dimenticare, questo potrebbe essere il mio ultimo Natale qui con voi, e il solo pensiero di perdervi mi distrugge l’anima” la sua voce era stanca, nella sua giovane vita ne aveva viste e vissute di tutti i colori ma sentiva che ancora non era finita.

“Oh Harry, non dire così, io mi rifiuto anche semplicemente di pensare che esista questa possibilità, su quante volte ne sei uscito? Sempre! Non abbatterti noi saremo sempre con te al tuo fianco ti aiuteremo” ormai i suoi occhi erano pieni di lacrime, che iniziavano a scorrergli sul viso, la voce era rotta da piccoli singhiozzi.

“Scusami Herm, non volevo ti sto rovinando il Natale” con un gesto della bacchetta fece comparire un fazzoletto, afferrò delicatamente il mento della ragazza, obbligandola a guardarlo negli occhi, le asciugò il viso e le dette un bacio sulla fronte

“Grazie Herm, ora vai non voglio che tu faccia tardi per colpa mia, vi raggiungo tra poco in dormitorio. La ragazza, che era arrossita violentemente, si alzò piano lanciò un ultima fugace occhiata al ragazzo e riuscì solo a dire:

“Ciao Harry a dopo, ti aspetto”.

Quando fu uscita Harry si alzò dalla sedia sospirando, prese a scrutare la stanza c’era ancora qualcosa che non lo convinceva del tutto nel suo aspetto, “Ci vorrenne…. Poi il suo visò si illuminò, un ghigno furtivo incrinò le sue labbra “Già sarà una bella sorpresa, a lui piacerà” e agitò la bacchetta.

Fuori dalla stanza si udì un sinistro rumore che fece sobbalzare alcuni studenti del secondo anno, intenti a raggiungere i loro dormitori, si avvicinarono furtivi alla porta che si apri di scatto il caposcuola comparve sulla soglia “Cosa fate qui, filate a prepararvi per la cena” disse in un finto tono autoritario, fece sbiancare i ragazzini che si diressero verso i loro dormitori difilato.

Erano giunte ormai le sette e trenta , i prefetti si erano riuniti nella sala di ingresso in attesa degli altri studenti le ragazze per l’occasione avevano sfoggiato sontuosi vestiti che mettevano in risalto i loro fisici di donne ormai mature, i ragazzi invece esibivano abiti da cerimonia molto ben fatti, estremamente sontuosi erano gli abiti di Malfoy e Nott, di Harry ancora nessuna traccia;

“Ron ma dov’è Harry?” chiese preoccupata Hermione “Ron mi senti, yu-uh”

Ron era troppo impegnato a lanciare sguardi furtivi alla giovane Lovegood anch’essa deliziosa nel suo abito color turchese.

“Mmm, si Hermione, a già Harry si stava finendo di preparare sarà qui a momenti”. Rispose il rosso in tono vacuo

“Eccolo” disse Ginny, tutti gli occhi saettarono verso il ragazzo che scendeva austero le scale, le bocche delle ragazze si spalancarono dalla meraviglia, si udì anche un sommesso fischio.

“Pansy controllati” sbottò Draco.

Effettivamente tutte si resero conto per la prima volta quanto davvero fosse cambiato, in quel periodo Potter, indossava un vestito da cerimonia nero che risaltava perfettamente il fisico snello e possente, i lunghi capelli neri leggermente arruffati facevano risaltare gli occhi verdi.

“Potter, fai sempre la prima donna, datti una mossa o il tuo fun club qui rischia di svenire” biascicò arrabbiato Malfoy, un sonoro sbuffo di assenso provenne dal semprecupo Nott anche gli altri uomini del gruppo assentirono imbronciati, guadagnandosi occhiate di fuoco dalle ragazze, e come nel caso di Ron anche un sonoro pestone sul piede.

Il volto di Harry si illuminò con un sorriso, “Scusate il ritardo” disse rivolto alla compagnia.

Che ne direbbe sua maestà di sciogliere l’incantesimo alla porta della sala, così che i poveri mortali possano andare a mangiare” borbottò malignamente il biondo prefetto.

Ok Ok faccio subito” estrasse la bacchetta e mormorò “Valicarum” un piccolo scatto rivelò agli altri che la serratura era sbloccata, sempre sorridendo il ragazzo aprì le porte; il volto dei ragazzi si illuminò dalla sorpresa , molti ohohoho si alzarono dalle file di studenti che erano sopraggiunti, tutti entrarono e si guardarono attorno esterrefatti, Harry aveva stampato in faccia un sorriso compiaciuto, persino il preside e gli insegnanti, appena arrivati, rimasero senza fiato; oltre agli addobbi preparati insieme ora al centro della sala, al posto dei consueti tavoli delle case, troneggiava un immensa tavola tonda, sembrava che i quattro tavoli più il tavolo degli insegnanti si fossero uniti , alle sue spalle, dove di solito sedeva Silente, troneggiava una scultura in ghiaccio che riproduceva, nei minimi dettagli, Hogwards in miniatura; davanti al castello, come a volerlo proteggere quattro statue: un leone, un serpente, un corvo e un tasso.

Tutti si sedettero alla tavola un po’ spaesati, era la prima volta che mangiavano tutti insieme, dopo qualche minuto in cui l’eccitazione era palpabile, un silenzio era sceso sulla tavolata, era il momento del discorso del preside, ma con grande sorpresa di tutti, tranne che di Silente, a prendere la parola fu il caposcuola:

“Ragazzi, questo anno ci ha riservato fin’ora delle brutte sorprese sono convinto che ce ne riserverà altrettante, ma Hogwards rappresenta un sogno, il sogno di quattro persone che più di un millennio fa la fondarono, con l’intento di unire il mondo magico e ,attraverso il sapere, formare i nuovi giovani, tutti voi ricorderete gli ammonimenti del cappello parlante, all’inizio dello scorso anno, ci invitava a rimanere uniti, era quello l’obbiettivo primario di questa scuola, e per questa sera io voglio farlo rivivere, molte cose sono successe dalla fondazione e le la scuola è stata divisa in Case, i tempi non sono ancora maturi per dei cambiamenti, ma chissà un giorno forse; adesso però un pericolo incombe e noi dobbiamo schierarci, tutti uniti, per difende questa istituzione, non solo una scuola, ma ultimo baluardo del mondo magico. Vi propongo un brindisi –A Hogwards-“ e così dicendo levò il calice che si riempì istantaneamente, così fecero tutti gli altri alzando i loro bicchieri “A Hogwards” si udì in un rimbombo cupo.

Il ragazzo si risedette e questa volta fu il Preside ad alzarsi, Silente era al settimo cielo , lui stesso non aveva altre parole da aggiungere, gli occhi velati dalla gioia, la barba fremente:

“Io non ho altro da aggiungere se non buon Natale, ed ora bando ai discorsi , mangiamo” con un gesto delle mani i piatti e la tavola si imbandito delle pietanze più prelibate, tutti iniziarono il pasto.

Forse l’Oscuro Signore era riuscito, inconsapevolmente, dove decine di Presidi avevano fallito aveva riunite le quattro case, dandogli un motivo, salvare Hogwards.

Quando tutti finirono la cena, iniziarono i festeggiamenti, la sala si trasformò di nuovo il grande tavolo scomparve e al suo posto apparvero divanetti e cuscini su cui gli studenti si accomodarono iniziando ad intavolare discussioni, scherzi e ,per i più piccoli, giochi; un altro lato della sala era dedicato alla pista da ballo dove numerosissime coppie si lanciavano in valzer, two step, salsa e merengue al posto dell’orchestra c’era un grosso oggetto che Harry riconobbe subito come un attrezzo babbano, molto in voga negli anni 60 chiamato jukebox, naturalmente Vitius l’aveva incanto per farlo funzionare. Harry vide Ron impegnato in una partita a scacchi con una svampitissima Luna, Ernie e Hannah di tassorosso ballavano un pomposo valzer mentre Antony e Padma rimproverando alcuni marmocchi del primo anno, poco più in là seduti su un divanetto Ginny e Nott parlavano fitto fitto, lei si stava certamente divertendo a giudicare dall’espressione e anche lui era meno arcigno del solito, al loro fianco Malfoy guardava la sala si soffermò su Pansy ,che tornava con due burrobirre, gignò come al solito.

Era già da un po’ che stava appoggiato sullo stipite della porta osservando la sala, quando un leggero tocco sul braccio lo fece sobbalzare, era Hermione; in questi anni non si era accorto della crescita della sua amica, ormai era praticamente una donna, il suo abito rosa ne risaltava il fisico, mentre il leggero trucco metteva in risalto il suo viso così bello;

“Harry uhuhuh, Hogwards chiama Harry, ma mi senti” gli ripeteva, ad alta voce, la ragazza facendogli passare la mano davanti agli occhi, era leggermente rossa in viso.

“Si scusami Herm, ero ehm, ecco …. sovrapensiero “ rispose balbettando, e diventando anche lui rosso.

“Mentre eri in trans stavo dicendo che è mezzanotte” neanche finì la frase che le luci si spensero così come il jukebox; anche le stelle del soffitto si oscurarono, improvvisamente dei fuochi esplosero e nel cielo comparve la scritta “BUON NATALE”, le luci si riaccesero e la scena che gli si parò davanti era da far morire dalle risate, tutti i professori erano camuffati da Babbo Natale e si sparpagliavano per la sala distribuendo doni: Silente era il più realistico aveva proprio tutta l’attrezzatura, la barba, gli occhiali, il vestito rosso e il cappello lo si riconosceva solo dal brillio degli occhi, Vitius continuava ad inciampare nella barba sembrava più uno di quegli elfi da giardino babbani, la McGrannit era il Babbo Natale più severo che Harry avesse mai visto; sorvegliava inflessibile persino che gli studenti, dopo aver scartato i regali gettassero la carta negli appositi cestini; all’improvviso Harry si voltò e vide il Babbo Natale più sgradevole che il mondo avesse mai visto: Piton; il professore di pozioni visibilmente contrariato esibiva sorrisi stiracchiati agli studenti, salvo fulminarli con lo sguardo se solo avessero riso, indossava un barba posticcia e un cappello rosso ambedue stonavano visibilmente con la chioma nera unta e il suo lunghissimo naso, per il resto era il solito tutto vestito nero a lutto.

A stento i due ragazzi tennero a freno le risate così come il 99% della scuola, persino la prof di trasfigurazione quando incrociava lo sguardo con il Babbo Piton Natale, tratteneva a stento il riso, tutti ricevettero regali Ron aveva avuto una scopa nuova; una Nimbus StarFight regalatagli da Harry, Hermione, i fratelli, i genitori, e i membri dell’ Ordine; aveva quasi le lacrime agli occhi dalla gioia; Hermione ricevette, come al solito, un set completo di libri: trasfigurazione, incantesimi, e un gigantesco tomo di antiche rune regalatogli da Harry.

Anche il caposcuola dal canto suo aveva ricevuto molte cose, un libro di difesa contro le arti oscure, una intera collezione di detector oscuri regalatogli da Moody, il solito maglione firmato Molly Weasley e un’infinità di scherzi provenienti dal negozio di Fred e George;

“Ei Harry, tieni hai scordato di aprire questo” Ron gli lanciò un pacchettino nero.

“Grazie, ma di chi è questo?” chiese scrutando accigliato il pacchetto.

“Bè aprilo no, non ti mangia mica Potty” sibilò Malfoy.

Harry lo aprì e quello che ne uscì gelò i suoi amici che si erano riuniti intorno, una risatina acuta che aveva già sentito molte volte nella sua vita risuonò, insieme si levò un piccolo sbuffo di fumo verde ,si addensò sopra di loro a formare il temibile marchio nero, il segno del Lord Oscuro;

“Buon Natale Harry Potter, goditelo, questo è il tuo ultimo Natale, tuo e di tutta Hogwards” la voce acuta si spense e la scatoletta prese fuoco e svanì in una nuvola di fumo.

Gli sguardi dei prefetti si fecero subito duri e determinati, tutti si guardavano intorno sembrava che nella baraonda della festa nessuno avesse visto o sentito;

“Io vado a fare una passeggiata, voi controllate che tutto finisca senza intoppi, ci vediamo domani mattina. Buonanotte.” Harry si era alzato di scatto e aveva pronunciato quelle parole con tale durezza che nessuno aveva osato contraddirlo, i suoi occhi lampeggiavano; uscì dalla sala in un attimo.

“Io vado con lui non deve rimanere solo, potrebbe fare una sciocchezza. Disse seccamente Hermione, e si avviò alla porta inseguendolo.

Ron fece per seguirla ma Ginny e Luna lo bloccarono: “Ron stai qui lascia fare a Hermione” disse la sorellina, il ragazzo si arrese e si risedette pesantemente sul divano visibilmente scosso.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Verità ***


Capitolo 15: Verità

Harry camminava velocemente per i prati diretto verso il lago, quel luogo gli dava pace, il suo sguardo era offuscato dai pensieri che gli frullavano in mente, se solo avesse saputo dove si trovava Voldemort si sarebbe smaterializzato li e lo avrebbe affrontato e forse sconfitto, invece era lì impotente a subire le minacce di quel mostro.

La rabbia montava pericolosamente, quando finalmente arrivò sulla sponda del lago, quella sponda, in quel luogo aveva salvato il suo padrino, Sirius, dai dissennatori ancora l’anno scorso si era seduto lì a sbollire il dolore per la sua morte; Sirius, la persona che più di tutte aveva rappresentato per lui un genitore, se solo ci fosse ora; un rumore alle sue spalle, un fruscio; non poteva essere, si girò lentamente, quasi timoroso, per vedere la fonte di quel rumore:

“Hermione, sei tu” nella sua voce si notava una nota di delusione.

“Si sono io, chi ti aspettavi Ron?” disse la ragazza leggermente seccata.

No scusami, pensavo… cioè ecco è una cosa stupida, però ecco credevo, o speravo, che fosse Sirius” ribattè il ragazzo, leggermente rosso

“Harry, lo sai che non è affatto stupido, lui era il tuo padrino, è normale che in questi momenti tu lo voglia accanto a te” il suo tono era appassionato.

“Non devo lasciarmi prendere dai ricordi, devo andare avanti, essere forte, ho un compito da assolvere” improvvisamente il suo sguardo si era indurito.

“Harry, non devi aver paura del tuo passato, se ci pensi bene ci sono stati anche momenti estremamente felici, alcuni li abbiamo vissuti insieme”.

“Si hai ragione, ci sono stati grandi momenti…..aveva un’aria sognante, gli stavano ritornando in mente i bei momenti vissuti con i suoi amici.

“E sicuramente ce ne saranno altri, non ti abbattere” anche se cercava di mantenere un’aria impossibile i suoi occhi tradivano l’enorme tristezza che provava.

“Ne dubito, purtroppo come sai io sono un essere marchiato, non potrò mai avere una vita normale” disse tristemente, iniziando a lanciare sassi nel lago.

“Harry James Potter, non essere sciocco, sai benissimo che la profezia che ti lega a Voldemort non è vita natural durante, prima o poi lo eliminerai e finalmente sarai libero.” disse in tono asciutto la ragazza.

“Bè hai detto bene, prima o poi, ancora non ho la più pallida idea se gli incantesimi che ho imparato saranno in grado di ucciderlo. Il che significa che ciò potrebbe avvenire oggi o tra venti anni. Rispose sempre più malinconico.

“Ma ti sei visto, sei totalmente cambiato, non sei più un bambino ora sei adulto; da quando sei ritornato, a settembre, tutti si sono accorti che i tuoi poteri e le tue conoscenze hanno superato quelle di tutti noi il tuo potere è palpabile, finora ho avvertito quest’aura solo in una persona. Silente.” La poverina ribatteva animatamente, alle obbiezioni del ragazzo, ma in cuor suo sapeva che lui non aveva tutti i torti, potevano volerci anche anni prima di riuscire ad uccidere il mostro.

“ Il vero problema è che Voldemort sembra immortale, diciassette anni fa l’anatema che gli rimbalzò contro, non lo uccise egli stesso sembrava non capire come fosse potuto accadere, me le ricordo come fosse ora le sue parole nel cimitero del padre, il giorno della sua rinascita.”

“E allora, su andiamo cosa può aver usato, un rito, una pozione; sono sicura che Silente un’idea ce l’ha. Vero?” il suo cuore batteva a mille pregava che la risposta fosse affermativa.

“No, purtroppo le sue sono solo idee, vedi le Arti Oscure solo in parte vengono tramandate sui libri o su delle pergamene, alcuni incantesimi sono tenuti nascosti, il loro potere è più vasto e aimè sconosciuto di quanto noi possiamo immaginare, e Lui vi è immerso da quasi mezzo secolo.”.

“Ora basta, io sono sicura che non dovrai aspettare vent’anni per liberarti di lui! Ne sono convintissima” aveva il tipico sguardo alla Hermione quando rispondeva ad una domanda dei professori –è così punto e basta-.

Anche quando l’avrò distrutto, non sarò mai completamente libero” era stanco, e quest’ultima affermazione lasciò di stucco la ragazza.

“Harry non dirmi che c’è dell’altro, un’altra profezia o roba simile?” disse terrorizzata la ragazza, era sicura di non reggere ad un’altra notizia simile.

“Vedi Herm, questa estate ho avuto una notizia, questa cosa non l’ho rivelata a nessuno, nemmeno a Silente; anche se credo che lui si immagini qualcosa di simile” stava cercando le parole più adatte per raccontarle la verità; sospirò e riprese il suo racconto.

“Quando Voldemort mi attaccò, non sapeva che mi avrebbe marchiato, rendendomi così l’unico in grado di annientarlo; fino a questa estate non avevo mai capito perché proprio io; ora lo so” la ragazza era tutto orecchi, il suo cervello assimilava le parole del ragazzo come una spugna, anche se una piccola parte di lei già sapeva che ciò che stava per udire l’avrebbe sconvolta.

“Lui vide in me un suo pari, a causa della mia discendenza, ovviamente non era cosciente di questo, e nemmeno io sapevo nulla fino a che non ho visto il mio albero genealogico, era custodito nel luogo dove sono stato questa estate.” si interruppe, ancora lo sguardo sognante, la mente che frugava nei suoi ricordi.

“Io sono l’ultimo discendente di Merlino, il più grande mago che la storia ricordi.” Disse tutto d’un fiato.

Ma ma Harry, ne sei sicuro, questo è come dire, meraviglioso, ora mi spiego i tuoi poteri e tutto il resto” la ragazza era sbalordita, preoccupata; ma si sentiva anche molto a disagio insomma trovarsi davanti all’erede del mago più grande, potente, e famoso del mondo avrebbe lasciato di stucco chiunque.

“Vedi lui aveva sposato una babbana inoltre è vissuto secoli fa, quindi la discendenza è parecchio ingarbugliata, alcuni maghi e streghe dei più famosi erano come dire miei parenti. Disse pensieroso.

“Chi per esempio?” chiese con un filo di voce la ragazza.

“Bè per esempio Sir Godric Grifondoro” disse riflettendo.

“Grifondoro era un grande mago, ma Merlino aveva, secondo alcune leggende, poteri incredibili e a quanto mi risulta Grifondoro non li possedeva. Anche lei ora stava riflettendo, scartabellava mentalmente tutti i libri che aveva letto.

“Vedi Merlino alla sua morte sigillò i suoi poteri, solo colui che, tra i suoi discendenti naturali, avesse dimostrato un cuore puro, e un’anima totalmente votata all’amore, ne sarebbe entrato in possesso, e a quanto pare nei secoli l’unico degno sono io.” Queste parole gli erano costate molto, odiava sopra ogni cosa essere diverso, voleva essere un mago sedicenne normale, ma ogni anno questo suo desiderio era stato sempre più cancellato dagli eventi, e ora era definitavene scomparso sostituito dalla rassegnazione.

“Harry, io non ti capisco, sei nei fatti il mago più potente che ci sia, eppure sembri non esserne orgoglioso, perche?” la ragazza non si capacitava dell’atteggiamento del caposcuola.

“Perche Herm, ma vediamo un po’, primo verrò sempre additato come l’erede di Merlino, tutti si soffermeranno a quello, e mai ad Harry Potter, il ragazzo l’uomo; secondo: grandi poteri danno grandi responsabilità, e attirano anche grossi guai, e io sono stufo dei guai; terzo: come farò una volta finita la scuola ad avere una vita normale, una moglie, dei figli e un lavoro?. Ti basta o devo andare avanti?” la rabbia gli stava montando dentro come quel giorno alla fine del quinto anno aveva voglia di distruggere qualcosa, solo nell’istante in cui i suoi occhi incrociarono quelli, lucidi della ragazza un senso di quiete lo invase.

“Harry non metto in dubbio che molti nel nostro mondo ti tratteranno così, ma tu non sei solo ci siamo noi! Io e gli altri conosciamo bene Harry Potter il ragazzo, e l’uomo; il resto sono cose che non ci interessano, noi siamo amici di Harry e non dell’ erede di Merlino o del mago più potente che ci sia, noi non siamo i Mangiamorte che sono fedeli a Voldemort per il suo potere, noi vogliamo bene a te, io amo te!” avrebbe preferito non pronunciare mai quell’affermazione, immediatamente abbassò gli occhi il suo colorito divenne rosso papavero, si alzò di scatto, pronta a correre verso il castello; si vergognava da morire.

Herry era rimasto un attimo imbambolato, il suo cervello già sovraccarico ci aveva messo qualche secondo per registrare le sue ultime parole; appena capì che l’intenzione della ragazza era di darsela a gambe verso il castello, si alzò come un razzo e in due balzi riuscì ad afferrarla per un braccio; non sapeva cosa fare o dire, la voltò verso di se sollevò delicatamente il suo viso con la mano e la baciò.

“Grazie Herm, di tutto”. Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare, prima di vedere un sorriso a trecentocinquantanove denti illuminare il viso, ancora rosso e solcato dalle lacrime, della ragazza.

“Di nulla Herry” disse la ragazza singhiozzando e fuggendo via verso il castello.

Da una finestra molto in alto, due occhi brillavano commossi, vedendo quella scena; il vecchio preside percorse lentamente la stanza, si avvicinò al trespolo dove un uccello dalle piume rosso e oro cantava sommessamente;

“L’Amore che gran mistero, una forza pura e terribile, in grado di spianare le montagne e illuminare anche gli animi più oscuri” disse Silente rivolto alla bella Fanny, che rispose strizzando placidamente gli occhi e cantando ancora più forte.

Harry era rimasto per circa un minuto imbambolato, quando si riscosse migliaia di pensieri affollavano la sua testa.

Cosa stava succedendo quell’anno, prima il viaggio, poi diagon alley ora la sua amicizia con Hermione si stava trasformando, si infilò le mani in tasca e si diresse verso il castello.

Appena arrivato in sala d’ingresso vi trovò Ginny e Luna e poco più indietro Ron, solo lui aveva una faccia tranquilla.

“Harry Potter dicci immediatamente cosa hai fatto ad Hermione!” disse Ginny, aveva assunto la stessa posa che aveva la Signora Weasley quando sgridava Fred e George.

E spero per te che non gli abbia fatto qualche sgarbo o ce la pagherai” fece Luna, aveva abbandonato il solito fare sognante, ora sembrava la McGranitt.

Le due ragazze lo lasciarono lì, senza dargli il tempo di ribattere, dirigendosi a passi grevi verso i rispettivi dormitori.

“Ma cosa, io non ho fatto nulla di male!” tentò di urlare dietro alle due ragazze ma ormai si erano già dileguate, era arrabbiato, si voltò di scatto verso Ron pronto a ribattere, ma il rosso iniziò a parlare prima che potesse spicciare parola.

Harry sei convinto di quello che fai? Herm è nostra amica fin dal primo giorno di scuola, non farla soffrire” non era il solito Ron , il burlone sempre pronto ad una nuova avventura, era un uomo maturo che parlava; fu forse per questo che Harry riacquistò la calma rispondendo pacato all’amico.

“Non lo so Ron, sento che tra me e lei è cambiato qualcosa, ma ho paura, ho paura che avvicinandola di più a me possa accaderle qualcosa di brutto; il mio nemico è astuto e non si farà scrupoli ad attaccare chi mi sta in torno pur di arrivare a me” disse in tono preoccupato.

“Harry volente o nolente, noi ti staremo vicini, avete il diritto di essere felici, non lasciare che Tu-Sai-Chi condizioni ancora di più la tua vita”

“Hai ragione Ron, ma quel che sarà sarà, ora andiamo a dormire è molto tardi”

“Si hai ragione andiamo amico”. Insieme si diressero verso il dormitorio entrambi immersi nei loro pensieri.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: Casa Granger ***


Capitolo 16: Casa Granger

Dopo i primi giorni di imbarazzo, Harry e Hermione, avevano iniziato a frequentarsi in maniera più assidua, non erano una normale coppia, erano ancora in una specie di limbo tra amicizia e qualcosa di più. Tutti, Ron in primis, erano alquanto contrariati da quel comportamento lo ritenevano da codardi, e tutte le volte che si entrava in argomento si arrivava al battibecco e alla fatidica frase “fate un po’ come vi pare la vita è vostra!”.

Alla fine i due ragazzi, erano quasi arrivarti a preferire la compagnia di Draco e Pansy almeno le loro battute gli scivolavano addosso, ormai ci erano abituati; alla notizia che tra loro era nato qualcosa il biondo prefetto non si era scomposto più di tanto; vedendoli passeggiare mano nella mano aveva esclamato ghignando come al solito.

“Finalmente San Potter! Ti stai dando da fare con la mezzobabbana secchiona, se avessi continuato così, saresti diventato lo Zitello-Sopravvissuto”.

“Cosa intendi dire con finalmente?” chiese il ragazzo accigliato.

“Potty, persino quel citrullo di lenticchia, si era accorto che ti piaceva la Granger”. Rispose mellifluo il biondo.

“Ma piantala di fare sempre il sapientone, non sarai mica diventato come la Coeman?” disse scherzando Harry.

“Potty, Potty se vuoi sono disponibile per darti ripetizione in questa materia”. Rispose pomposo il serpeverde.

“Pansy ma davvero il nostro Draco è così esperto?” chiese maliziosa Hermione. La Parkinson quasi si strozzò tentando di soffocare una risatina e contemporaneamente inghiottendo un pezzo di pasticcio, non rispose guadagnandosi un’occhiata malevola di Draco.

Il clima ad Hogwards era notevolmente cambiato, la grande tavola creata da Harry per la notte di natale, non era più stata sostituita e le case avevano sotterrato l’ascia di guerra, persino i serpeverde erano meno sgradevoli.

Durante la cena Harry incrociò lo sguardo di Silente, molti studenti iniziavano a sospettare che i due comunicassero telepaticamente, e questo non era poi così lontano dal vero, infatti Silente era un legimens molto bravo e Harry ne aveva intrapreso le orme in quel campo, a causa del suo legame con l’Oscuro Signore, la prima cosa che gli era stata insegnata durante l’estate era la chiusura della mente, se Piton avesse saputo che il suo insegnante di pozioni nonché di occlumanzia e legimanzia era stato Salazar Serpeverde, si sarebbe come minimo buttato dalla torre di astronomia.

Finalmente giunse la fine della cena , Harry disse che doveva incontrare il preside e si dileguò lasciando ai prefetti l’incombenza di riaccompagnare i marmocchietti nei dormitori.

Giunto nell’ufficio di Silente si guardò intorno, il preside non era lì, ciondolò un po’ nell’ufficio sotto lo sguardo benevolo dei vecchi presidi e della stupenda fenice Funny; la sua attenzione venne attratta da un piccolo cumulo di giornali deposto sulla scrivania , iniziò a sfogliarli: c’erano giornali magici ovviamente ma anche babbani, raccolse una copia del Times, si accomodò su una sedia davanti la scrivania e iniziò a sfogliarlo giusto per rilassarsi.

“Mamma mia che spreco di carta , i babbani, pagine e pagine riempite di assurdi pettegolezzi” disse meditabondo, poi la sua mente corse ad una certa Rita Skaeter, e si ritrovò a pensare che in fin dei conti maghi e babbani erano profondamente uguali.

Non si era accorto che il preside era entrato, con passo felpato, si era accomodato alla scrivania e lo fissava visibilmente divertito; improvvisamente Harry sussultò, facendo sobbalzare alcuni presidi che lo rimproverarono, anche Silente ara stato colto di sorpresa, per la prima volta da quel gesto repentino.

“Ma cosa diavo….. ops mi scusi professore non mi ero accorto.. che lei “ tentò di giustificarsi il ragazzo arrossendo lievemente.

“Non ti preoccupare, Harry, ma cosa c’è in quel giornale che ti ha fatto scattare così?” Chiese lievemente preoccupato.

“Ecco signore guardi qui nell’inserto di cultura” e indicò un articolo, porgendo il giornale al Preside.

“Questo fine settimana presso la London Archeology University, avrà luogo la conferenza del Prof. Jonh McDogal, grande archeologo e egittologo di fama internazionale. La conferenza verterà su alcune teorie, elaborate dal professore dopo il ritrovamento di una tomba sconosciuta in Egitto; a quanto è dato di sapere, sono stati ritrovati alcuni manufatti e una stele, questi farebbero supporre che il sepolcro appartenesse a un gran sacerdote o addirittura ad un faraone, il cui nome non è stato ancora svelato. Il preside rilesse più volte il piccolo trafiletto.

“Bè Harry non penso che i babbani ne sappiano più di noi su queste cose” disse calmo Silente squadrando il ragazzo ancora visibilmente agitato.

“Professore guardi la foto, li su quella stele” con un dito tremante indicò la foto in cui era ritratto il professore babbano accanto ad una antica stele, ricamata da finissimi geroglifici.

“Per la barba di Merlino! Ma quello è …. L’amuleto” disse il professore alquanto sorpreso.

“Bene informerò subito il Ministero e partirò al più presto per Londra” sentenziò il vecchio.

“Ehm, Professore forse sarebbe meglio non dare nell’occhio, e una comitiva di maghi camuffatti maldestramente da babbani che circola per un ateneo non credo che sia l’idea migliore” disse un po’ a disagio il caposcuola.

Si forse hai ragione andrò solo io” annui pensieroso il preside.

“Forse sarebbe più saggio che andassi io, potrei fingermi uno studente, inoltre sono a mio agio tra i babbani” continuò con un filo di voce il ragazzo, non voleva che Silente intuisse quello che gli stava passando per la testa; di certo un vecchietto,un po’ strambo e che nella sua interezza rappresentava il mago per eccellenza come raffigurato in tutti i libri babbani, che si aggirava fra i giovani avrebbe attirato notevolmente l’attenzione.

Silente parve un po’ stupito della richiesta ma poi soffermandosi un po’ a rifletterci, parve accettare di buon grado l’idea.

“Harry però non puoi andare da solo, hai bisogno di una spalla” disse pensieroso “potrebbe venire un mago dell’ordine”.

Harry si vide circolare per l’università con Moody o Tonks che gli ronzavano intorno.

“Ehm professore, forse potrebbe accompagnarmi un prefetto?” chiese titubante. “Potrei portare Hermione lei è cresciuta con i babbani e poi sa com’è non farebbe fatica a fingersi una studentessa”.

Al preside iniziarono a brillare gli occhi e un leggero fremito fece tremare la sua barba; le guance del ragazzo avevano assunto un bel colorito purpureo.

“Bene ok, avvertirò Grimmuld Place, che state arrivando” disse tra il serio e il divertito.

“Professore sarebbe meglio stabilire un’altra casa come punto d’appoggio, se il quartier generale fosse sorvegliato…… sarebbe meglio non far sapere, se già non lo sa, a Voldemort che abbiamo una pista. Adesso la sua voce era più fredda e calcolatrice. “Anche Privet Drive è da escludere quel posto sarà sorvegliato” aggiunse.

“E allora dove, hai un’idea Harry?”.

“Potrei chiedere ad Hermione, se possiamo usare casa sua come base d’appoggio, la sua abitazione è pressoché sconosciuta e dovrebbe essere sicura, inoltre credo che i genitori siano a sciare, potrei chiederglielo?” adesso si che era imbarazzato, dire al preside che sarebbe stato solo con una ragazza lontano da sguardi indiscreti e senza nessuno a sorvegliarli.

Ma il preside parve sorpreso, non si aspettava un piano così ben studiato; “Ok Harry organizza tutto e mi raccomando segretezza, solo tu ed Hermione dovrete sapere i dettagli, penserò io ad inventare una scusa per la vostra partenza, prendete solo lo stretto necessario, niente bauli o animali, sai come comunicare con me; ora vai non abbiamo tempo da perdere” Harry si voltò e con un cenno di assenso si diresse verso la torre di Grifondoro, questa nuova avventura lo stava eccitando più del dovuto in fin dei conti non era una gita di piacere.

Era ormai arrivato in sala comune, sperava di trovare la ragazza lì, e fortunatamente era seduta su una poltrona accanto al camino;

“Ciao Harry, tutto bene hai una faccia” gli disse leggermente divertita.

Si si tutto bene , ma c’è una cosa di cui devo parlarti” leggermente offeso dal tono divertito della ragazza prese a raccontare quello che dovevano fare; la ragazza era completamente concentrata.

Harry terminò il racconto con un avvertimento:

“Bada bene che potrebbe essere pericoloso, non ti farei correre un simile rischio, purtroppo se l’unica che può venire con me”.

“Non ti preoccupare, so dall’inizio i rischi che corriamo quest’anno, comunque accetto verrò con te, casa dei miei è libera per una quindicina di giorni, sono a sciare, e poi senza di me come faresti”.

“Allora d’accordo ci vediamo qui tra quindici minuti, prendi questo” e porse ad Hermione un piccolo zainetto con il simbolo di Hogwards.

“E che ci dovrei fare con questo?” chiese lei aggrottando la fronte.

“Li ho incantati per renderli più capienti, porta con te solo lo stretto necessario, viaggiamo leggeri, e ricordati la spilla potrebbe tornarci utile; adesso andiamo”.

“Ok a fra poco” la ragazza si alzò, dette un piccolo bacio ad Harry e si dileguò nel dormitorio.

Il ragazzo si avviò con uno sguardo a metà tra il sognante e l’ebete, e si diresse al suo dormitorio; entrò nella sua stanza in punta di piedi cercando di non fare rumore, la cosa assolutamente da evitare erano le domande di Ron, prese a raccogliere alcuni indumenti babbani e a infilarli nello zaino, si cambiò quelli che portava a dosso, ora era un perfetto studente universitario; pensò comunque di scrivere un biglietto all’amico prese un pezzo di pergamena e ci scarabocchio sopra un messaggio: “Ron io e Herm siamo andati in missione, vai da Silente lui ti spiegherà mi raccomando occhi aperti. Harry”. Silente si sarebbe beccato le urlate proteste e il broncio di Ron il giorno dopo. Si allontanò e usci dalla stanza sorridendo compiaciuto.

Hermione scese due minuti dopo di lui, vedendola con abiti babbani, Harry si ritrovò a pensare che le austere divise di Hogwards non rendevano affatto giustizia a quella bellezza, pensò che nel disegnarle ci fosse stato lo zampino della McGranitt; un sorriso ebete gli si stampò in volto.

“Harry ma cosa c’è da ridere?” chiese la ragazza un filino accigliata.

“Niente niente andiamo” tagliò corto il giovane, dandosi un contegno.

Si diressero velocemente all’ufficio del preside, che li attendeva con un filo di impazienza ma sempre sorridente;

“Buonasera signorina Granger, immagino che Harry le abbia spiegato tutto” la ragazza annuì , e il preside continuò;

“Bene, allora innanzitutto Harry eccoti un po’ di denaro babbano, non abbiamo tempo di cambiarlo alla Gringott, questo dovrebbe bastarvi per le spese. Estrasse dal mantello un mazzo di Sterline, dovevano essere parecchi soldi; Harry li prese e se li cacciò nello zaino.

“Allora come andiamo, polvere volante, e non dirmi che vuoi andare con i Thestral?” chiese la ragazza con una punta di panico nella voce, non aveva dimenticato cosa volesse dire viaggiare in groppa al niente.

“No ci smaterializziamo” rispose secco. Silente pareva divertirsi a vedere l’espressione che si stava delineando sul volto della ragazza, un misto di impazienza e rassegnazione.

“Harry, in primo luogo io non so smaterializzarmi, secondo siamo minorenni e non abbiamo sostenuto l’esame, e terzo se tu avvessi letto almeno una volta Storia di Hogwards sapresti che qui non ci si può smaterializzare!”

“Allora, in primo luogo io lo so fare e posso portarti con me, secondo io ho il permesso del Ministro, terzo avere tra i propri parenti un fondatore mi permette di fare cose che normalmente agli altri non sono concesse” rispose con un falso tono saccente guadagnandosi un’occhiataccia dalla ragazza, e facendo vibrare forte la barba di Silente.

“Ok, allora dai su muoviamoci, a presto professore” disse lei un po’ offesa.

“Arrivederci preside, vieni Herm stringiti a me” lei un po’ rossa in viso, abbraccio Harry i loro sguardi si incrociarono e ci fu un sonoro ‘crack’ e i due scomparvero.

“Arrivederci ragazzi e buona fortuna” disse il vecchio mago in un sospiro riaccomodandosi alla sua scrivania.

Intanto nella penombra di una sala da pranzo, a molti chilometri di distanza, due ragazzi si ritrovavano abbracciati; la ragazza aveva gli occhi chiusi, ma li riaprì quasi subito, staccandosi gentilmente da lui, si guardava intorno un attimo disorientata.

“Ah, casa dolce casa” esclamò e si diresse verso una finestra, alzò la tapparella, la stanza fu inondata dalla luce artificiale di un paio di lampioni, erano arrivati decisamente in una casa babbana , tutto in quell’arredamento lo faceva pensare.

Il ragazzo si guardò intorno, incuriosito dall’abitazione “E così questa è casa Granger” l’affermazione lasciava trasparire la sua felicità, quella casa era veramente accogliente.

“Allora , vieni ti faccio vedere la tua stanza, rimanderemo i piani a domani mattina, con la mente riposata si ragiona meglio” la ragazza guido Harry al piano di sopra.

“Qui a destra c’è la camera dei miei , questa è off limits, li a sinistra c’è la mia” la ragazza aprì la porta, per un attimo il ragazzo si immaginò che fosse una biblioteca, poi notò il letto, la scrivania e un armadio, le sue labbra si incresparono in un sorriso, fortunatamente lei non se ne accorse.

“Invece questa sarà la tua stanza” era una stanzetta molto accogliente con un bel letto matrimoniale, aveva anche un piccolo bagno privato.

“Allora sogni d’oro Harry” la ragazza fece per uscire ma lui la bloccò, le passò una mano fra i capelli e le diede un bacio appassionato; “Notte Herm” le sussurrò in un orecchio prima di vederla scomparire visibilmente imbarazzata.

Harry iniziò a disfare il bagaglio, si cambiò e si mise nel comodo letto, avrebbe dovuto riposare, giorni difficile lo stavano attendendo, lo sentiva.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: London Archeology University ***


Capitolo 17: London Archeology University

PEEEEE PEEEE PEEEEE “ Vuoi togliere quel furgone da li brutto idiota…. Harry fu svegliato di soprassalto, per un attimo rimase seduto sul letto nel tentativo di riprendersi dal colpo, guardò la sveglia: le nove. Si alzò si infilò nel piccolo bagno e ne riemerse circa quindici minuti dopo completamente vestito, da babbano, scese le scale diretto in cucina. Termine era lì intenta a preparare la colazione, le si avvicinò di soppiatto e le sussurrò un delicato “buongiorno Herm” all’orecchi facendola sobbalzare; la ragazza si riprese subito e un radioso sorriso le illuminò il volto rosso;

“Buongiorno Harry, ti sei svegliato finalmente” lo canzonò la ragazza servendo del caffè e qualche frittella.

“Mmmm, se non fosse stato per quel cafone babbano..” rispose lui lievemente accigliato con l’urlatore.

“Allora Harry, stavo pensando che ci conviene andare all’università, questa mattina, tanto per prendere confidenza con il posto e per mettere appunto un piano” disse sedendosi al tavolo e sorseggiando il caffè.

“Un piano, veramente pensavo che avremmo dovuto solo parlare con quel professore” .

“Non penso che ad una conferenza così riusciremo a sapere quello che ci interessa, dovremo entrarci in contatto e magari avere un incontro privato.”.

Si forse tu hai ragione, ma come facciamo? Noi non sappiamo un tubo di archeologia babbana” disse un po’ preoccupato Harry addentando una frittella.

“Tu non sai un tubo, io invece..e mentre lo diceva assunse la sua solita aria saputa “La conosco vedi prima di sapere di essere una strega, volevo diventare archeologa e così…..”

“Sai tutto sull’argomento” continuò canzonatorio il ragazzo, guadagnandosi un’occhiata sbiega e un pestone.

“Sei proprio sciocco Harry Potter , comunque sbrigati a finire la colazione dobbiamo andare li ci metteremo un’ora con la metro babbana”.

“Scusa ma perchè con la metro babbana? Ci materializziamo e basta.”

“Certo, ci materializziamo in una università piena di babbani, e magari ci mettiamo anche una bella insegna al neon sulla testa così da attirare meglio l’attenzione!” i suoi occhi dardeggiavano pericolosamente.

“Ok, ok non ti scaldare andremo con la metro” era leggermente preoccupato, sorbirsi una ramanzina di prima mattina non era certo il suo più grande sogno.

“Allora sbrigati, e andiamo” tagliò corto la ragazza.

Dieci minuti dopo si stavano già dirigendo verso la fermata del metrò, il viaggio fu tranquillo la ragazza aveva ancora un piccolo broncio per le battutine di Harry ma dopo che lui le ebbe fatto qualche coccola il tutto si rasserenò, adesso dovevano scendere era arrivata la loro fermata.

Usciti da sotto passaggio, si trovarono praticamente davanti l’ingresso del campus; il viale che conduceva all’edificio principale era molto spazioso e ornato di statue, ai lati c’erano dei prati solcati da altri piccoli viottoli, e punteggiati da panchine in muratura, su cui gruppetti di studenti sfidando il freddo, stavano seduti a scambiarsi appunti ridere e scherzare, i ragazzi convennero che in fin dei conti non era poi così diverso da Hogwards quel posto.

Si fermarono davanti un cartello, sopra c’era una cartina del campus con sopra seganti i nomi di tutti gli edifici, con l’indicazione delle varie aule e uffici; Hermione si soffermò a guardare la cartina:

“Allora vediamo un pò…. Edificio A1: rettorato, segreteria, ufficio matricole, …. Credo che ci convenga andare prima in segreteria dobbiamo riuscire ad avere un paio di tesserini” disse la ragazza pensierosa.

“Tesserini….” Ripetè il ragazzo in tono vacuo, era stato completamente distratto da un paio di ragazze niente male, che continuavano a guardarlo, scambiarsi dei sussurri e reprimere delle risatine.

“Potter, come osi, guardare delle ragazze gabbane in mia presenza, con quell’ aria da ebete, e per giunta mentre ti sto parlando!” proruppe la ragazza, gli occhi ridotti a fessure, le braccia incrociate sul petto e il piede che batteva nervosamente a terra.

“Mmm io , non guardavo nessuna, mmm stavo… stavo guardando quelle statue devono essere antiche” la sua voce tradiva la grossa panzana. La ragazza sembrava, averla bevuta almeno in parte, non aggiunse altro e sempre imbronciata si diresse verso l’Edificio A1.

Entrarono nell’edificio era molto bello, anche se non avrebbe mai superato la sala d’ingresso del loro Castello, Hermione si guardò intorno, poi scorse un cartello che indicava “Segreteria – Amministrazione” si diressero verso il corridoio, dopo poco entrarono in una sala, piena di studenti che vociavano e impiegati.

“Allora Harry ecco il piano, adesso ci mettiamo in fila, mentre io parlo con la tizia allo sportello, tu devi cercare di prendere un paio di quei tesserini. Spiegò bisbigliando la ragazza.

“Ok, capo” Harry scattò sull’attenti guadagnandosi l’ennesima occhiataccia. La ragazza si allontanò e dopo poco fu di ritorno con un numerino per la fila. Attesero circa quindici minuti e finalmente venne il loro turno, si avvicinarono allo sportello la signora li salutò:

“Buongiorno” disse l’arcigna impiegata senza degnarli di uno sguardo.

“Buongiorno, mmm siamo Granger e Potter e dovremmo ritirare i nostri tesserini”, disse la ragazza un po’ impacciata, in quel preciso istante sentì Harry, dietro di lei , pronunciare qualcosa subito dopo avvertì la sensazione che qualcosa le avesse sfiorato la faccia.

“A si Granger e Potter, ora vado a prendervi i vostri tesserini” disse la donna, sembrava imbambolata e i suoi occhi erano vacui; si alzò e si diresse verso la stanza adiacente.

Dopo circa cinque minuti ne riemerse con due cartellini sopra c’erano i loro nomi ma la foto era di altre due persone; li consegnò ai ragazzi.

“Ecco a voi, buonanotte” disse e si allontanò di nuovo.

I ragazzi uscirono di filato dalla stanza, Hermione guardava il ragazzo con aria sospettosa, lui era perfettamente calmo; quando finalmente si ritrovarono in giardino lei chiese:

Cosa hai fatto a quella signora? Non l’avrai mica messa sotto Imperius?” era accigliata.

“Ma che cosa vai a pensare, no le ho fatto solo un piccolo incantesimo di memoria, in modo che ci confondesse con altri alunni” rispose spiccio il ragazzo, e prima che lei continuasse si fece dare i tesserini.

“Dammi qui dobbiamo sostituire le foto” prese i due pezzi di plastica, dette un’occhiata in torno, per sincerarsi che non fossero osservati, agitò la bacchetta e le foto cambiarono ora sui tesserini c’erano i loro volti.

“Harry ancora mi devo abituare, a queste tue nuove conoscenze, la materializzazione, incantesimi di memoria ad altissimo livello, assoluta padronanza della trasfigurazione” lo sguardo era in gran parte estasiato e in parte invidioso.

“Se continui così potrei arrossire, comunque adesso che facciamo” era arrossito un po’.

“Biblioteca” trillò la ragazza.

“Hermione! Non ti basta la biblioteca di Hogwards anche in qui ti vuoi tappare la dentro?” rispose un po’ sconsolato.

“Sciocco, dobbiamo andare a raccogliere informazioni su questo professore!” replicò lei a denti stretti trascinandolo verso un altro edificio.

Harry perse quasi completamente la cognizione del tempo, ormai non sapeva più quanto tempo avevano passato dentro quella biblioteca a scartabellare libri, fare ricerche al computer e a prendere appunti. La sua concentrazione era al limite, aveva fame e non riusciva più a concentrarsi; Hermione invece continuava a leggere sfogliare annotare, aveva già riempito circa tre quaderni babbani di appunti.

Il suo stomaco emise un sonoro brontolio;

“Herm io ho fame perché non interrompi e andiamo a mangiare ?” gli chiese subdolamente dolce.

La ragazza fece per controbattere ma allo sguardo da cane bastonato di lui non seppe resistere, gli dette un piccolo bacio, si stiracchiò.

“Ok, tanto il materiale che ho raccolto dovrebbe bastare, e poi dobbiamo ancora vedere dove si terrà questa conferenza, controlleremo se bisogna iscriversi, e tu devi fare rapporto a Silente” l’ultima parte fu accompagnata da uno sguardo severo, provocato dl sonoro sbuffo emesso da lui.

“Ok ok ma adesso MANGIAMO” esclamò Harry alzandosi dal tavolo.

Quando finalmente si furono rimessi in forze, con un paio di panini, presi al fast food fuori al campus, si diressero di nuovo alla segreteria, fecero qualche domanda e lasciarono i loro nomi alla segretaria; appresero che la conferenza sarebbe stata il giorno dopo alle dieci e trenta, presso l’aula magna. Visto che ormai era tardi decisero di ritornare a casa, il professore lo avrebbero incontrato il giorno dopo alla conferenza, speravano di avere fortuna e di riuscire a strappargli un incontro privato.

Durante il loro ritorno a casa Hermione era molto taciturna, Harry tentava di distrarla con battutine e coccole ma niente, loi sospettava che stesse macchinando qualcosa.

Una volta giunti nell’abitazione lei era andata in camera sua, lasciando il Caposcuola ai fornelli, alla fine il poveretto era stato costretto a servirle la cena in camera.

“Herm, mi vuoi spiegare perché ti sei tappata qui dentro?” le chiese preoccupato.

“Harry devo mettere appunto una strategia per domani, non lo capisci?” rispose accigliata.

“Ok, allora ti darò una mano lo sai io in storia della magia non sono mai stato bravo e questa archeologia mi sembra simile, quindi rimarrò qui a farti compagnia” disse risoluto il ragazzo, accarezzandole il viso stanco. Quel gesto la rasserenò, subito dopo si rituffò tra appunti e libri; Harry dal canto suo doveva fare rapporto a Silente, si concentrò per un attimo e alzò la bacchetta, ne usci una specie di uccello semitrasparente, che in un nano secondo scomparì attraverso il muro della casa.

Si voltò di nuovo verso Hermiona, la ragazza lo guardava con aria stralunata;

“Harry che cosa era, quell’affare?”

“Un messaggero, un metodo di comunicazione veloce e affidabile” rispose sbrigativo, iniziava ad essere un pò stufo di tutte queste attenzioni; nella sua mente la paura di essere considerato un fenomeno da baraccone stava iniziando a rafforzarsi.

Hermione aveva notato che lui si era accigliato, memore del discorso fatto con lui la sera di Natale, pensò che sarebbe stato meglio non indagare oltre, gli prese la mano e la strinse tra le sue; lo sguardo immediatamente cambiò si fece dolce le diede un piccolo bacio e si liberò dalla sua stretta, si distese sul suo letto; dopo pochi attimi si addormentò.

“Signor Preside, so che lei ha le sue ragioni, ma mi permetta di dirle che mandare Potter e Granger ad eseguire questa missione mi pare una mossa alquanto azzardata” un Piton al quanto contrariato si rivolgeva al Preside nel suo ufficio, alla conversazione partecipava anche la professoressa McGranitt.

“Albus, sono d’accordo con Severus, non possiamo sapere se anche lui sia interessato alle scoperte del babbano, e se trovassero dei Mangiamorte? Cosa potrebbero fare Harry e Hermione? Senza contare il fatto di lasciare due ragazzi soli, in casa di lei senza nessuno che li controlli” mentre parlava era più rigida e severa che mai.

Calma signori, ho ricevuto un rapporto da Harry che mi diceva che hanno preso contatto con l’ Università e si sono già infiltrati tra gli studenti. Inoltre mi fido di Harry e Hermione, in tutti i sensi” le sue parole non ammisero repliche , la McGranitt sospirò e Piton emise un’impercettibile sbuffo. Poi il preside aggiunse “Vi pregherei di non farmi altre rimostranze, ho già dovuto incassare quelle del Signor Weasley, e degl’altri prefetti quest’oggi” quest’ultimo pensiero lo disse decisamente divertito.

Intanto nell’ufficio prefetti l’aria era un po’ tesa: Ron aveva un broncio enorme, si sentiva tradito dai suoi amici, continuava a rigirarsi il biglietto di Harry tra le mani sbuffando.

“Ron ora basta, piantala di tere il muso come un bambino!” esclamò Ginny irritata dal comportamento del fratello.

Perché non ha portato anche? Avrei potuto aiutarlo in fondo gli ho sempre dato una mano” disse lui apatico.

“Ronald Weasley, pensi che Harry non ti ha portato per stare solo con Hermione? O perché sei un incapace? Sei uno sciocco!” Luna aveva abbandonato il tono sognante.

Perché?” ripetè il rosso atono.

“Lenticchia, per la miseria, sei proprio tonto non hai pensato che per due persone muoversi sotto copertura sarebbe stato più facile” lo schernì Malfoy

“Inoltre la Granger è intelligente ed è una specie di enciclopedia può sicuramente essergli più utile di te” sbuffò Nott irritato dal comportamento del rosso.

“Inoltre lei è nata babbana, e sa districarsi meglio nel loro mondo” concluse saggia Padma.

E poi è la sua ragazza” squittì Pansy, guadagnandosi un’occhiataccia da tutti.

“Poi di che ti lamenti, ti ha lasciato le redini del comando Weasleiuccio, sai non sono sicuro di voler prendere ordini da te” ghignò il biondino.

“Malfoy vai al diavolo, allora Harry mi ha lasciato scritto di tenere gli occhi aperti. Secondo voi che significa?” chiese ancora poco convinto Ron.

“Significa che si aspetta qualcosa, dopo Diagon Alley , Voldemort e i Mangiamorte non si sono fatti più sentire; questo però non significa che non tramino nell’ombra e la sua più grande paura è che attacchino quando non c’è.” A rispondere fu il cupo Nott, che si guadagnò occhiate di approvazione da tutti.

“Ma ci siamo sempre noi, i professori e Silente; anche se lui non c’è possiamo provare a difenderci” disse Ernie convinto.

“Noi, si siamo bravi, i professori sono grandi maghi e Silente forse è il più grande; ma voi avete visto cosa è in grado di fare Harry? Da quando è tornato ha raggiunto livelli di potenza e conoscenza, che forse solo lo stesso Silente e Voldemort hanno” riprese Nott, gli altri annuironno pensierosi finche Ron non decise che era ora di andare a dormire, tutti annuirono, si salutarono e si diressero verso i loro dormitori.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: La Conferenza ***


Capitolo 18: La Conferenza

Harry aprì faticosamente gli occhi, guardò la radio sveglia che si trovava vicino al letto, segnava le sette e trenta del mattino, cercò di mettere a fuoco la stanza, inforcò gli occhiali; con suo grande stupore si accorse che non era la stanza degli ospiti, era tutto ricoperto di libri, un brivido percorse la sua schiena si voltò lentamente verso destra, trovandosi a qualche millimetro dal volto di Hermione, profondamente addormentata, ma con espressione felice.

Il giovane restò un attimo basito, avevano dormito insieme, sentì distintamente le guance arrossarsi, quando vide i segni di un imminente risveglio nella ragazza; cosa avrebbe detto? Si sarebbe arrabbiata?. Rimase li completamente inebetito.

“Uhammm, mmmm buoonn, buongiorno Harry, che ore sono?” disse lei stiracchiandosi e sbadigliando totalmente ignara dell’espressione del ragazzo.

“Buon.. buongiorno Herm sono le sette e mezza” rispose estremamente imbarazzato.

La ragazza lo guardò un attimo e si rese subito conto dell’imbarazzo di lui, non riuscì a trattenere una risata.

“Ma guardati, sei tutto rosso; Signor “Timidezza” Potter” lo prese in giro ancora sghignazzando, mentre si alzava.

“Si, uhn io non sono timido, comunque com’è che ho dormito qui?” disse Harry tentando di sembrare burbero ma ottenendo l’effetto di far sorridere ancora di più lei.

“Ti sei solo addormentato, e siccome dormivi alla grande mi sei sembrato innocuo” continuò lei uscendo dalla camera.

“Innocuo, ero solo molto stanco” borbottò lui talmente piano da non farsi sentire, e rassicurato dal fatto che aveva dormito vestito.

Scesero in cucina per la colazione, la ragazza dopo un caffè extra concentrato riprese il suo solito cipiglio, iniziando ad elaborare il piano per quella mattina.

“Allora Harry intesi, parlerò io durante la conferenza, tu dovrai solo stare a sentire dopo di che proveremo ad ottenere un incontro privato. Ok?” chiese secca lanciando un penetrante sguardo al ragazzo.

“Scusa, io continuo a pensare che sarebbe stato più facile smaterializzarci a casa sua e interrogarlo col veritaserum” sbuffò impaziente Harry.

“Noi non siamo Mangiamorte, mi rifiuto categoricamente di fare cose del genere, e sono sicura che Silente approverebbe la mia tattica!” disse lei adirata.

“Ok ok facciamo come dici tu ma” e alzò un dito minaccioso, “se non otterremo cio che vogliamo, mi premurerò personalmente di interrogarlo, come dico io” era serio e non ammetteva obbiezioni con quel tono.

“Allora ok, facciamo così ma vedrai che non servirà fare a modo tuo” disse lei leggermente rinfrancata.

Erano circa le nove e trenta quando arrivarono al campus, si accorsero subito che fuori all’aula magna c’erano parecchie persone, tutti studenti ma anche qualche reporter. Si avviarono verso l’entrato dove due guardie della sicurezza, controllavano i nomi e li depennavano dalla lista dei partecipanti.

“Tesserini, prego” fece il tizio più piccolo che reggeva in mano una lista.

“Eccoli tenga” Hermione era leggermente nervosa.

“Grenger Hermione, Potter Harry James” li scrutò un attimo per controllare se i loro visi combaciassero con le foto dei tesserini, poi prese a scorrere la lista si interruppe due volte e cancellò i loro nomi.

“Bene potete entrare, lasciate libere le prime tre file sono riservate alle autorità” disse la guardia, facendo segno al suo compagno di lasciarli entrare, ma senza degnarli di altre attenzioni.

I due si diressero lungo la quarta fila prendendo dei posti centrali, si accomodarono; per un po’ regnò il silenzio tra i due fu Harry il primo ad interromperlo:

“Quante misure di sicurezza? Non trovi sia un po’ eccessivo?” chiese bisbigliando all’amica.

“Mmm, no non credo lui è un personaggio molto in vista, ho letto che nel suo campo è considerato un vero pioniere.” Rispose distrattamente Hermione.

“Un pioniere? In che senso scusa, scoprire vecchie tombe oltretutto non intuendo minimamente segni di magia..”

“Guarda che sono attribuite a lui molti dei più grandi ritrovamenti degli ultimi venti anni in Egitto, inoltre molte sue teorie includono il fatto che a quei tempi la magia esistesse, logicamente essendo babbano non può dimostrarlo nei fatti” il tono si fece saputo e anche vagamente tagliente.

“Va bene ma non ti arrabbiare ora per favore” disse deciso “Comunque cosa vuoi chiedergli, ricordati che ci saranno anche giornalisti, non puoi fargli domande troppo dirette o anche uno sciocco intuirebbe che sappiamo molto” la ammonì

“Non ti preoccupare fidati di me” disse lei con una strizzatine d’occhi.”.

Le dieci e trenta si avvicinarono in un baleno, la stanza si era riempita in un baleno, anche le file destinate all’autorità erano piene; lungo i gradoni erano state sistemate anche delle telecamere per riprendere l’evento.

Il professore arrivò con circa dieci minuti di ritardo, entrò nella stanza sorridendo gioviale ai presenti e guadagnandosi un applauso, si sedette al tavolo posto sul palco, insieme ad altri due individui, che lui presentò come il direttore degli scavi e il responsabile del Ministero Egiziano.

“Buongiorno signori, oggi siamo qui riuniti per parlare di una eccezionale scoperta, fatta dal qui presente professor McDogal, una tomba ancora perfettamente conservata. Questo è un’evento storico infatti da circa cinque anni si pensava che in Egitto non ci fosse più nulla da scoprire.

Comunque divideremo la conferenza in due parti la prima ora sarà dedicata dal professore alla lettura della sua relazione, poi finiremo con le domande; bene ora la parola a lei professore.” E lo speaker concluse il suo intervento, lasciando la parola all’archeologo.

Dopo circa un’ora il gran parlare dell’uomo aveva assopito quasi l’intera sala, Harry stava pensando se anche gli archeologi del mondo magico fossero così noiosi; immediatamente gli balenò in mente l’immagine di Bill Weasley impegnato in una relazione alla Parcy su mummie e tombe, sorrise. Termine dal canto suo era concentratissima ma d’altronde lei era così, pensò Harry , e forse era per questo che piano piano si stava innamorando di lei, arrossì lievemente.

Quando finalmente l’ora passò il professore attese le domande, la prima mano che scattò in aria fu quella, manco a dirlo, di Hermione.

Il professore parve leggermente spiazzato dal fatto che la prima a fare domande fu una ragazzina.

“Si bene, dica Signorina?” chiese lui.

“Granger professore, lei ci ha detto che la tomba era stata profanata, ha anche aggiunto che a suo parere essa non doveva essere piena di oggetti, d’oro come altre tombe, allora cosa possono aver portato via i tombaroli” chiese lei leggermente rossa.

“Buona domanda signorina, effettivamente la tomba si è presentata a noi completamente spoglia, al contrario di come si sono sempre presentate le altre , l’unico particolare sono le incisioni, di solito nelle tombe si trovano scene di vita del defunto o leggende mentre li è come se un intero libro fosse stato inciso nella pietra. Per tornare alla sua domanda sembra che soltanto una specie di amuleto, incastonato su questa stele, sia stato trafugato.” Il professore si era spostato verso un telo su cui era proiettata l’immagine di una stele antica, indicava con un marcatore il punto dove doveva trovarsi il pezzo. Il professore fece cenno di continuare con le domande ma sembrava che nessuno avesse avuto il coraggio di fargliele; Hermione impaziente rialzò la mano, il professore sorrise.

“Dica pure signorina Granger.” Fece lui disinvolto.

“A quanto ho letto, non siete riusciti a tradurre i simboli incisi nella tomba, pare che i manuali di Beorg e Slikland sui geroglifici non siano serviti, sa darci altre delucidazioni?” domandò senza pensarci troppo.

“Bene signorina vedo che lei è molto preparata” disse sorridendole ma scoccando un’occhiataccia a tutti gli altri presenti.

“Comunque, è vero il tipo di scrittura non è riconducibile ad altri geroglifici trovati, abbiamo provato anche a confrontarla con l’aramaico e la scrittura cuneiforme dell’antica babilonia, l’unica cosa che siamo riusciti a scoprire è stata il nome del sepolto tale Amaksu’namun. Su di lui però non siamo riusciti a scoprire gran che; pare che di lui in tutti gli archivi di cui siamo a conoscienza non ci sia nessuna traccia.” Sospirò lievemente accigliato.

Purtroppo anche altri presenti iniziarono a fare domande e naturalmente il professore dovette rispondere, giunse così la fine della conferenza il professore si stava allontanando. Hermione prese Harry per la manica e so lo trascinò dietro.

“Professore mi scusi, non volevamo importunarla ma avrei voluto farle altre domande” chiese la ragazza affannata, all’uomo un po’ stupito.

“Signorina.. Granger vero; devo dire che sono rimasto sorpreso in quell’aula lei sembrava la sola a comprendere l’entità della scoperta.” Poi si rivolse al ragazzo “E lei? E un amico della signorina?”

“Si professore, siamo allo stesso anno, piacere Harry Potter” replicò tendendo la mano all’uomo.

“Piacere, bene ragazzi se volete potete venire con me nel mio ufficio, ho qualcosa da farvi vedere.” Con un vago sorriso accennò all’edificio alle sue spalle. Tutti e tre si diressero all’ufficio del professore, dove arrivarono circa cinque minuti dopo, Hermione per tutto il tragitto aveva bersagliato l’uomo con un fuoco di fila di domande, Harry non ne rimase affatto sorpreso.

Quando finalmente si furono accomodati il professore estrasse un portatile dalla borsa lo accese e poi lo voltò verso i due che rimasero un attimo a osservare lo schermo.

“Allora ragazzi, questo è un programma per la traduzione, abbiamo caricato tutti gli idiomi antichi e stiamo traducendo buona parte degli scritti.” Disse in tono molto compiaciuto McDogal.

Mentre Hermione si dedicava alla lettura Harry iniziò a fare qualche domanda al professore.

“Mmm, mi scusi volevo sapere, lei non ha minimamente accennato al ritrovamento di nessuna mummia, sarcofago o quant’altro che faccia presumere che quella fosse una tomba.” Harry fu interrotto dalla mano alzata dell’uomo.

“Vedi in realtà, la camera che avete osservato, fa parte di un complesso più ampio, secondo le rilevazioni allo spettrografo, ne dovremmo aver esplorato circa il novanta percento, ovviamente il resto sembra franato. Nelle altre stanze abbiamo trovato molti corpi mummificati, guardie, sacerdoti e via dicendo.”

“Un tempio…” si lasciò sfuggire il ragazzo mentre rifletteva.

“Ragazzi voi mi meravigliate, potrei decidere di portarvi con me come assistenti” disse il prof occhieggiando i due.

“Grazie professore, un altra cosa: quell’amuleto sembra che fosse l’oggetto più importante custodito li dentro. Una sorta di oggetto magico. Non se ne riesce a sapere proprio nulla.” Continuò Harry

“Effettivamente è quello che mi sono detto anch’io, la mia teoria è che quell’amuleto venisse associato ad una divinità, come le reliquie cristiane, quelle incisioni dovrebbero raffigurare la storia dell’amuleto, mentre sulla stele dovrebbe esserci una sorta di evocazione o rito.” Il prof si era alzato e camminava su e giù per la stanza, probabilmente per favorire la sua concentrazione.

Hermione si voltò verso Harry facendogli l’occhiolino, lui capì subito che avevano ottenuto ciò che gli serviva, McDogal era voltato verso la finestra Harry estrasse la bacchetta e pronunciò “Oblivion”; l’uomo si irrigidì un attimo e i due si allontanarono dalla stanza velocemente.

“Mi vuoi spiegare perché gli hai cancellato la memoria?” disse la ragazza imbronciata.

“Fidati Herm è meglio cancellare le nostre tracce, non si sa mai, se ci avesse cercato o altro sarebbero sorte troppe domande.” Replicò serio.

“Non sono d’accordo, avremmo potuto….” Ma Harry non le fece completare la frase, con un gesto mise fine alle sue rimostranze, non senza beccarsi un’occhiataccia e un broncio mostruosi, entrarono nella metro e si diressero verso casa.

Quando furono arrivati, finalmente Harry si decise a rompere il silenzio;

“Allora Herm tu ci hai capito qualcosa?” chiese alla ragazza, mentre si sedeva sul solito letto

“Non molto però…” il suo volto assunse un’espressione maliziosa e dalla tasca dei pantaloni uscì un cd rom da computer.

“Brava adesso però dobbiamo capire cosa c’è scritto, non credo che i libri babbani possano aiutarci” disse pensieroso.

“Lo portiamo a Silente” comandò lei con faccia risoluta.

“No ho un’idea migliore tu hai un computer caricalo dentro” lo sguardo trionfante.

“Non ne verrà nulla di buono lo sento” rispose Hermione demoralizzata, però fece come diceva Harry caricò il programma sul suo PC , il ragazzo si avvicinò fece muovere la bacchetta e i simboli iniziarono a uscire dal video e a depositarsi sulle pareti.

“Spero per te che poi la mia stanza ritorni come prima, o lo spigherai tu a mia madre” disse lei tra l’ammirato e il divertito.

Il ragazzo sorrise poi insieme si concentrarono sui simboli.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19: La Valle dei Re ***


Capitolo 19: La Valle dei Re

Harry dormiva profondamente, stava sognando cose piuttosto sciocche quando ciò che vedeva cambiò, stava correndo sentiva che doveva sbrigarsi si trovava certamente in un sotterraneo, la via era scandita da torce, sui muri laterali riusciva scorgere dei simboli; continuò a correre finche non giunse davanti ad una apertura vi entrò.

Era una stanza vuota tranne che per una stele al centro, si guardò intorno non poteva essere, i muri erano tappezzati da strani simboli; si voltò di nuovo verso la stele ora di fronte a lui c’era una donna, ma aveva un non so che di familiare.

“Hermione” lo affermò più che chiederglielo lei non rispose.

Cosa ci facciamo qui? E perche sei vestita in quel modo?”. Si stava irritando e lei non rispondeva.

“Allora mi rispondi accidenti” ora la collera montava. Ma la ragazza parlò.

Anacksu’namun” disse lei ma con una voce ultraterrena.

Cosa vuoi dire” ma la voce gli morì in gola la stanza ruotava, e nel ruotare i simboli assumevano un significato.

Anacksu’namun” ripetè lei, la terra sotto i piedi iniziò a tremare; improvvisamente si aprì un crepaccio e lui vi cadde dentro.

“Harry dannato vuoi farmi morire SVEGLIATI” la ragazza era accanto a lui con le lacrime agli occhi, quando vide che si stava rianimando proruppe in un pianto liberatorio.

Ma che cosa hai Herm?” chiese vedendo la scena, poi si rese conto di non essere un bello spettacolo, la gola gli bruciava come se avesse urlato, era letteralmente ricoperto da sudore ghiacciato e ansimava.

“Brutto idiota maledetto, mi stava venendo un colpo, credevo che saresti morto da un momento all’altro.” Singhiozzava mentre lo sgridava.

“Non preoccuparti era solo un incubo, ma ora so!”. Disse lui abbracciandola e asciugandole gli occhi con un lembo del lenzuolo.

Cosa cosa sai?” chiese lei appena un filino più tranquilla.

“Sai perché qui simboli non si riescono a tradurre?” chiese lui spavaldo mentre usciva dal letto.

“Cosa, perche sarà una strana lingua antica magari segreta. Rispose impaziente.

“No, e un incantesimo di sigillo” una nota di trionfo nella voce.

“Harry, gli incanti di sigillo sono pressoché inespugnabili, o sai la chiave o niente” aveva ripreso il suo tono saccente.

Anacksu’namun, l’unica traducibile, ingegnoso direi” gongolava al suono delle sue parole.

“Siii, è plausibile ma perchè qui nella stanza i simboli non sono cambiati?” chiese la ragazza accigliata.

Perché è una riproduzione, senza magia.” Disse lui era raggiante.

“Oh no mio caro non vorrai mica dirmi che dobbiamo andare…” ma la frase fu completata dal ragazzo.

“Egitto, destinazione Valle dei Re, avverto subito Silente prepara le tue cose ci smaterializziamo tra un’ora. Erano parole risolute che non ammisero replica, usci dalla stanza in baleno diretto a preparare i bagagli.

“Ho un brutto presentimento, non mi piace, non mi piace per niente”, continuò a ripetere a se stessa mentre radunava le sue cose.

Pochi minuti dopo i due ragazzi erano in cucina, Hermione fissava Harry in attesa, non sapeva cosa stesse aspettando poi una specie di ombra entrò, passando attraverso il muro si avvicinò al ragazzo come per sussurrargli qualcosa e sparì.

“Era un messaggio di Silente?” chiese lei timidamente, il ragazzo sembrava assorto.

Si Herm mi ha detto che è tutto pronto per accoglierci, ci stanno aspettando” rispose, ancora pensieroso, il ragazzo.

“Allora che facciamo andiamo?” la sua voce tradiva un fremito di paura, ritrovarsi a vagare per l’Egitto non era proprio il suo sogno.

“Si andiamo, avvicinati” .

I due ragazzi si strinsero Herm lanciò un ultima occhiata malinconica alla casa, prima di scomparire in un ‘crack’.

La prima cosa che i due avvertirono appena arrivati, fu la differenza di temperatura, erano passati dal freddo inverno londinese al caldo torrido sahariano; si guardarono intorno: si erano materializzati in una tenda molto grande gli ricordava quelle usate per la coppa del mondo, solo che questa era più grande; conteneva circa dieci letti a castello e si poteva intravedere una stanza altrettanto grande di lato, i bagni.

Un rumore li distrasse era entrato qualcuno, su due piedi non lo riconobbero, poi l’ inconfondibile chioma rossa fugò ogni dubbio Bil; Hermione gli corse subito incontro per salutarlo seguita a ruota da Harry, rimase molto stupito nel vedere come era conciato, sembrava un beduino.

“Ciao ragazzi come butta?” disse Bill, cercando di divincolarsi dall’abbraccio di Hermione, e tendendo la mano ad Harry.

“Bene amico, come te la passi?” rispose il moro sorridente.

“Mmm, benino, molto lavoro i folletti sono degli schiavisti. Rispose il rosso con una scrollata di spalle.

“Hai ricevuto gli ordini di Silente? Sai già dove dobbiamo andare?” riprese Harry, abbandonando i convenevoli e tornando serio; Hermione era accanto a lui ascoltava attenta il discorso dei due.

“Si, è tutto pronto partiremo domani mattina, anche se non capisco a cosa serva aver mandato voi due qui, abbiamo già ispezionato noi l’interno del tempio e non abbiamo trovato nulla. Disse pensieroso.

Abbiamo novità forse riusciamo a cavarne qualcosa. Quando partiamo?” la ragazza si era intromessa e nella sua voce si intravedeva tutta la sua risolutezza in quell’azione.

“Domani mattina, meglio muoverci con la luce; non vorrei trovarmi tra i piedi qualche Mangiamorte. Sembrava vagamente preoccupato.

“Perchè sono ancora attivi?” domandò accigliato Harry.

“Si, hanno ripreso l’attività dopo Hallowen; suppongo che Lui stia cercando il modo di far funzionare quel coso.” Dalle sue parole si intravedeva la preoccupazione per ciò che l’attendeva il giorno dopo.

“Bè, ragazzi è tardi e domani mattina sveglia alle sei, il viaggio durerà un’oretta, dormite bene” così dicendo si alzò li salutò entrambi e si dileguò dalla tenda.

I due ragazzi si fecero una veloce doccia, si cambiarono e si misero a letto, Harry dormiva sopra mentre la ragazza sotto; ad interrompere il silenzio fu Harry.

“Herm, penso possa essere pericoloso domani, eravamo partii per una missione a Londra e ci ritroviamo in Egitto, con quegli schifosi in giro; potrei rimandarti indietro con una passaporta” la sua voce era preoccupata come non mai, non poteva permettersi di perdere anche lei.

“Harry, io so benissimo i rischi che corro, ma ti starò accanto lo stesso. Io sono stata tua amica e adesso siamo oltrel’amicizzia; non ti abbandonerò stanne certe con o senza la tua approvazione. Il tono era definitivo non ammetteva repliche.

“Herm ti amo” sussurro il ragazzo, con voce tremante.

Anche io Harry.” Rispose lei con un singhiozzo nella voce. I due si addormentarono sorridenti.

La mattina seguente si alzarono di buon mattino, quando i due si accorsero su cosa dovevano viaggiare rimasero stupiti: cammelli.

Harry per buona parte del viaggio si ritrovò a pensare che un buona dose di Crociatus era niente in confronto alla tortura che le sue parti intime stavano vivendo; dal canto suo Hermione, a giudicare dall’espressione, pareva pensarla allo stesso modo; anche se da lei potevano aspettarselo gli animali gli piacevano senz’altro di più quando erano raffigurati sui libri.

Alla fine si ritrovarono proprio in mezzo al deserto ,l’unica cosa che riuscivano a vedere era una piccola casupola, sembrava un piccolo tempietto;

“Bill, è quella vero l’entrata?” chiese Harry scrutandola.

Si ma fate attenzione ci sono parecchie trappole” rispose lui porgendo due borracce d’acqua ai ragazzi.

Trappole, ma scusa e voi come avete fatto?” chiese Hermione impaurita.

“Ti ricordo che io sono uno spezzaincatesimi, comunque alcune sono disattivate altre dovrete usare la testa.” Sorrise beffardo.

“Co co cosa vuoi dire?” replicò la ragazza adesso quasi scossa dal panico.

“Bè chi se ne frega, andiamo Herm ci sono io con te” la rassicurò Harry. Tutta la paura della ragazza si era dileguata nell’istante stesso in cui i loro occhi si erano incontrati.

“Buona fortuna ragazzi, io resto qui se ci sono problemi ve li comunico via messaggero. Bill era di nuoco serio, e anche un po’ teso.

I due fecero un gesto di assenso con la testa e entrarono nell’oscuro cubicolo; immediatamente si trovarono a scendere una scal molto ripida, l’aria andava via via rinfrescandosi. Ben presto si trovarono in una grande sala ,finemente decorata, e illuminata da torce all’altra estremità due statue ale un paio di metri raffiguranti un uomo con la testa di cane sorvegliavano un passaggio.

“Di là presto Herm” Harry scattò avanti e imboccò il passaggio con Hermione al seguito; percorsero due tre metri nel passaggio, udirono un inquietante ‘click’, improvvisamente il varco da dove erano entrati si chiuse; “Corri usciamo di qui” mentre i due ragazzi si tuffavano letteralmente verso l’uscita le mura del passaggio si chiusero a panino,.

Istintivamente i due ragazzi tirarono un sospiro di soglievo, mentre si rimettevano in piedi si soffermarono ad analizzare il nuovo ambiente, la stanza er leggermente più grande della precedente ai lati vi erano parecchi sarcofaghi allineati; “Tieni pronta la bacchetta Herm, non mi piace per nulla”. Disse asciouto Harry

Perché che c’è?” chiese lei con un filo di paura.

“Potrebbero esserci delle mummie” e neanche eebbe finito la frase che un sinistro cigolio provenne dai sarcofaghi;

“Accidenti Harry saranno una ventina come facciamo? Io non ne ho mai affrontate” ora era terrorizzata.

“Usa il fuoco! Sono creature lente ma forti, resistono agli schiantaincantesimi, e attenta al loro respiro è velenoso.” Il corpo era teso pronto a colpire; in condizioni normali sarebbe stato facile distruggerle, ma aveva Herm con lui, e inoltre non poteva usare incantesimi troppo forti o la stanza sarebbe potuta crollare.

Oramai erano circondati da una ventina di quelle creature, proprio come aveva detto il ragazzo sembravano molto lente e goffe, la ragazza ne stese subito un paio con l’incantesimo del fuoco, mentre Harry era balzato avanti e aveva urlato “estinctio” dalla sua bacchetta erano scaturiti una decina di raggi bianchi che avevano centrato altrettante mummie, tutte si erano afflosciate a terra come stracci polverosi, ne incendiò altre cinque, poi si voltò Hermione stava per essere agguantata dall’ultimo mostro rimasto

“Harry aiuto!!” supplicò la ragazza.

L’aiuto non tardò, il ragazzo lanciò un altro incantesimo e la mummia si afflosciò su se stessa.

“Grazie Harry” piagnucolò la ragazza mentre lui l’aiutava a rimettersi in piedi.

“Tutto bene? Te la senti di continuare” disse lui ancora guardingo accennando al corridoio dietro di lui; la ragazza annuì e ripresero la corsa.

Arrivarono in una piccola anticamera, alla fine c’era un portone in ferro sembrava resistente; non riuscirono a fare nemmeno un passo che dall’ombra uscì una creatura. Hermione tremava come una foglia, aveva visto quella creatura solo sui libri.

“Una Sfinge” ansimò; sono pericolose stai attento; disse rivolta al ragazzo.

“Non ti preoccupare Herm, non ci attaccherà dobbiamo prima risolvere l’indovinello” rispose il ragazzo tenendo gli occhi fissi sulla creatura.

“Indovinello?” chiese lei; per un attimo si era dimenticata di tutto.

“Io ho già affrontato una sfinge, nel labirinto del Tremagli, ti fanno un indovinello se dai la risposta giusta ti lasciano passare indenne altrimenti attaccano. Nella sua mente era ancora nitido il ricordo di quel labirinto.

“Bene vedo che conosci la mia specie, allora sai già cosa devi fare; vogliamo procedere” la creatura si era sistemata proprio davanti alla porta, aveva parlato con voce dura e roca, intimorendo ancora di più Hermione.

“Procedi pure sfinge ti ascoltiamo” il ragazzo fece cenno di proseguire all’animale.

“Bene ecco a voi l’indovinello, ma badate bene alta è la posta, e solo una volta lo ripeterò!” affermò la creatura, che poi riprese.

Vedete in quante fogge mi tramuto
prima son maschio e vivo sotterrato;
di nuovo nasco e in femmina mi muto,
poi tagliato a traverso e bastonato
maschio ritorno, e quindi ancor premuto
e fatto in polpe, in femina cangiato
mi trovo, e annegato, e messo al foco,
ritorno maschio, e cangio abito e loco.

Appena terminato l’indovinello attese.

I due ragazzi si spremevano le meningi, la più concentrata era Hermione, si vedeva dalla sua espressione, era concentratissima,

“Allora, maschio e sotterrato cosa può essere? “ per alcuni istanti non parlò poi nei suoi occhi balenò un lampo di comprensione.

Ma certo un seme!” la prima parte era risolta.

“Quindi parla di una pianta, fiore non può essere deve essere femmina” Harry stava ancora pensando quando l’amica si parò davanti l’animale, che la squadrò senza proferir parola.

“la soluzione dell’indovinello è: il grano” disse d’impeto rivolta alla creatura.

Per un attimo al ragazzo si gelò il sangue; poi vide l’espressione dell’animale addolcirsi e con un balzo spostarsi di lato.

Ce l’hai fatta ma come….” La ragazza gli fece segno che non era possibile fermarsi a spiegare ora entrambi avanzarono verso il portone; appena Harry lo toccò questi si spalancò rivelando una stanza.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20: Il Sigillo di Anubis ***


Capitolo 20: Il Sigillo di Anubis

I due ragazzi entrarono, con fare circospetto, nella stanza; era tutta ricoperta di fini simboli intagliati in qello che sembrava un rivestimento d’oro massiccio, proprio come nei documenti che avevano raccolto, era ben illuminata da torce e sullo sfondo si ergeva la stele; era diversa da resto non c’era oro sopra solo nuda roccia, quando finalmente arrivarono al centro della stanza sentirono il portone richiudersi dietro di loro.

“Accidenti Harry siamo chiusi dentro!” disse la ragazza, con una nota di panico nella voce.

“Non ti preoccupare ci penseremo dopo, adesso occupiamoci di scoprire cosa cavolo c’è scritto qui” la rassicurò il ragazzo, ponendosi al centro della stanza con la bacchetta alzata.

“Harry cosa vuoi fare? Ti prego attento.” Lo supplicò lei, intuendo che si preparava ad usare un incantesimo.

Stai calma, lasciami fare. Mettiti vicino la porta.” La ragazza ubbidì, mentre lui si concentrava intensamente poi lanciò l’incantesimo.

“Rivelae Secretum Anacksu’namun” nel medesimo istante in cui la formula finì un intenso bagliore invase tutta la stanza, iniziò a vibrare tutto.

Quando il terremoto si fu calmato, lanciarono un’occhiata alle pareti;

“Harry guarda i simboli sono cambiati, ma…” la ragazza si bloccò lo sguardo trionfante si spense sul suo volto.

“Dannazione sono geroglifici, adesso come facciamo?” l’amarezza traspariva dalla sua voce; amarezza che si trasformò subito in rabbia non appena notò il sorriso del ragazzo.

“Bè sua maestà vorrebbe dirmi il motivo di cotanto giubilo?” i suoi occhi dardeggiavano.

E cosa ti aspettavi? Che apparissero scritte in inglese?”

“Io io bè scusa. Comunque adesso come fa..” si interruppe subito vedendo che apparentemente il ragazzo sapeva leggerlo.

Il ragazzo aveva iniziato a decifrare i simboli e più li decifrava e più il suo sguardo si incupiva; passava di riga in riga molto velocemente. Hermione rimase in silenzio ad osservare il ragazzo mentre cambiava parete e continuava a leggere; finche non si arrestò, alla fine dell’ultimo simbolo rimasto, con un profondo sospiro si girò verso la ragazza; il suo sguardo non preannunciava niente di buono.

“Allora cosa diavolo c’è scritto? Non tenermi sulle spine” fece lei estremamente preoccupata da quell’atteggiamento.

“E un racconto Herm, e non narra nulla di buono. Rispose Harry con voce stanca, vedendo lo sguardo della ragazza, profondamente turbata, continuò.

“Circa 10000 anni fa qui in Egitto viveva una potente confraternita di maghi, a quel tempo i babbani erano molto più impressionabili di adesso, così gli stregoni decisero di ergersi a loro guide; si riunirono in un consiglio: sette consiglieri, Ra considerato il capo supremo , Osiride, Iside, Horus, Seth, Geb, Anubis erano gli altri. Ben presto presero a farsi venerare come dei, ma sopra a tutti loro vegliava Ra; un giorno a quanto viene raccontato qui, Anubis si ribellò invidioso del potere del capo e desideroso di sottomettere i babbani alla sua volontà. In poche parole fu corrotto dall’oscurità; raccolse tutti i suoi poteri e creò un varco tra il nostro mondo e il cosiddetto mondo dei morti, richiamando un temibile esercito: qui non descrive questi mostri, parla solo dell’enorme capacità distruttiva e del fatto che più ne venivano sconfitti e più ne arrivavano dal portale; sembra che in sette giorni riuscirono a spazzare via quasi tutto l’Egitto. A quel punto i maghi rimasti fedeli a Ra scatenarono un’offensiva unirono i loro poteri e sigillarono il portale distruggendo Anubis; purtroppo il loro potere, quasi esaurito per lo sforzo, non fu in grado di distruggere l’amuleto che controllava le creature; perciò venne sepolto qui e sigillato con incantesimi.

Harry sospirò e si voltò a guardare Hermione; la ragazza tremava visibilmente era pallida, lui le si fece accanto appena in tempo per sorreggerla da un piccolo svenimento. Lei si girò guardandolo negli occhi, i suoi occhi verde smeraldo non tradivano alcun segno di paura.

“Harry ho paura, se Voldemort aprisse quel portale come potremmo contrastarlo, avrebbe poteri smisurati!” gemette rivolta al ragazzo.

“Lui non conosce l’incantesimo per aprire il portale, credo che i Mangiamorte siano stati qui ma non abbiano saputo leggere la stele.” La tranquillizzò lui.

“Ma grazie a te mio caro Potterino, il padrone saprà, e riuscirà ad ottenere ciò che vuole” quelle parole unite al frusciare dei mantelli avevano trasformato i due ragazzi in statue di sale; la porta era aperta e sulla soglia una decina di Mangiamorte sostavano, sghignazzando.

“Voi! Maledetti” sibilò il ragazzo, gli occhi che dardeggiavano, un’aura di potenza palpabile intorno a lui.

“Ahahaha, Potter se ci tieni alla vita di questo Weasley ti consiglio di andarci cauto con le parole” fece il Mangiamorte di fronte a lui, scoprendosi il volto dal cappuccio.

“Lastrange, vedo che la tua dolce mogliettina non si è unita al gruppo, peccato volevo proprio fargli un salutino” rispose beffardo il moro.

“Come ti permetti marmocchio, ora dammi la bacchetta conto fino a tre” Rodolfus alzò tre dita.

“Herm mi senti?” si concentrò il moro, pregando che la ragazza avesse con se la spilla di prefetto.

Si Harry oddio che facciamo?” rispose completamente nel panico la ragazza.

“La spilla è una passaporta di emergenza, adesso l’attiverò e tu verrai trasportata nell’ufficio di Silente, riferiscigli il tutto e preparatevi ad un attacco di Voldemort.”

“Io non ti lascio e poi Bill è in mano loro come farai?”

“Herm non discutere fidati di me!” le intimò, anche se era un contatto telepatico la ragazza non potè fare a meno di udire il tono imperioso.

Ma Harry” cercò di controbattere.

E un ordine Herm!” le ingiunse e per la ragazza non ci fu altro che assentire.

“Ciao Herm.” Le disse .

L’ultima cosa che riuscì ad udire furono le grida di rabbia dei mangiamorte, prima che il famigliare strappo all’ombelico la trascinasse via in un turbinio di colori.

“Sudicio ragazzino, me la pagherai! Prendetelo” ordinò Lastrange agli altri mangiamorte.

Gli incappucciati schizzarono avanti, bacchette alla mano lanciando incantesimi di tutti i colori, Harry con un balzo si mise fuori tiro, “Stupeficium” e un getto di luce rossa colpì il mangiamorte più vicino in pieno petto sbalzandolo contro il muro; un sonoro scricchiolio segnalò agli altri che la sua cassa toracica era distrutta e che per il loro compagno era finita.

“Maledetto” sibilò un incappucciato tentando di colpirlo con un incantesimo di pastoia; il ragazzo lo evitò, “Infernum Flamae” un turbinio di fiamme avvolse i mangiamorte, questi al contatto con la fiamma rossa si carbonizzarono all’istante,con la coda dell’occhio si avvide che Lastrange stava puntando una sferetta verso la stele, non fu abbastanza veloce, “Crucio” l’ultimo mangiamorte rimasto si stava rotolando a terra quando dalla sfera usci quella voce inconfondibile.

E troppo tardi Potter ormai so come togliere il sigillo” nella piccola sfera la faccia serpentina di Lord Voldemort era appena comparsa, era estasiato.

“Maledetto io ti fermerò!” sibilò di rimando Harry.

“Mio carissimo Harry non credo proprio, Aha haha ahaha” la fredda risata echeggiò per tutta la stanza, prima che dalla sfera uscisse un’intensa luce, talmente forte da sembrare il sole.

A pochi chilometri di distanza alcuni turisti babbani intenti a scattare foto alle piramidi, videro un bagliore in lontananza seguito da un boato e da una scossa di terremoto fortissima; quando si diressero verso il punto da dove era sembrato provenire il boato, trattennero tutti il respiro; un immenso cratere si apriva nella sabbia grande come un lago, la sabbia nella conca si era vetrificata per l’immenso calore, al centro non c’era niente sembrava che un’enorme meteorite fosse caduto proprio lì.

Intanto a migliaia di chilometri di distanza Hermione era comparsa nell’ufficio del Preside, ansimante era crollata a terra, facendo sobbalzare i quadri, che ora si accalcavano nelle cornici più vicine per vedere l’intrusa.

Si si si , la signorina Granger se non sbaglio?” chiese il preside Dippett dal quadro più vicino.

“Do.. Dov’è il Preside Silente?” chiese lei con il fiato ancora mozzato dalla paura e i singhiozzi.

“Ah il preside non c’è , affari urg..” ma il vecchio Dippett fu interrotto dallo spalancarsi della porta, Silente, la McGranitt, Piton e gli altri prefetti erano entrati di corsa; il vecchio preside si era fiondato verso la ragazza inginocchiata a terra.

“Harry dov’è?” chiese in un sussurro.

“Mangiamorte” riuscì a rispondere lei prima di svenire ormai stremata dagli eventi.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21: La calma prima della tempesta ***


Capitolo 21: La calma prima della tempesta

Era ormai passata una settimana da quando Hermione era tornata con quell’enigmatica notizia; purtroppo era caduta in una specie di coma subito dopo; ne Silente ne gli altri professori, erano riusciti a farla rinvenire nonostante avessero usato tutti i loro mezzi per farlo; erano arrivati addirittura a convocare un’intera equipe di medimaghi dal San Mungo, ma non c’era verso; nella mente di tutti si affacciava il dubbio che lei non volesse svegliarsi e che solo una persona avesse potuto farla tornare tra i vivi.

Purtroppo, di Harry non c’era traccia nessun messaggio e poi era arrivato il giornale nell’ufficio di Silente; veniva mostrato il tempio ,o meglio ciò che ne rimaneva; nessuno voleva credere che il bambino-sopravvissuto fosse caduto; men che meno il canuto preside.

Anche i prefetti con in testa Ron non volevano arrendersi, avevano continuato ad allenarsi con impegno e dedizione, inoltre facevano spesso visita ad Hermione in infermeria, spesso il rosso rimaneva anche oltre orario di chiusura assistito dai fedeli compagni di scorribande, fatte da lui ed Harry negli anni precedenti, il mantello dell’invisibilità e la mappa del malandrino.

“Hermione ti prego svegliati, sto male se ti vedo così, non posso permettere che voi mi abbandoniate; una cosa te la prometto se dovessero venire qui io ti proteggerò lo devo a te e a lui!” mormorò una notte mentre la vegliava la ragazza.

Ormai i giorni passavano una sera i prefetti si ritrovarono nell’ufficio del terzo piano per discutere gli allenamenti:

“Buongiorno ragazzi” disse il rosso vedendo entrare i compagni.

“Ciao Ron, notizie da Hermione?” fece Padma accomodandosi.

“No purtroppo nulla” rispose cupo

E di San Potter si sa niente?” chiese Malfoy.

“No purtroppo nessuna traccia, Silente ha sguinzagliato molta gente per cercarlo” a rispondere fu Ginny che si era raggomitolata su una sedia come un gatto.

Ma dove si sarà cacciato? Si sarebbe dovuto far sentire almeno col preside. Ernie aveva dato voce ai pensieri di tutti.

“Strano i gufi non riescono a rintracciarlo, e anche quell’incantesimo del messaggero non riesce a raggiungerlo, sapete cosa significa questo?” disse con aria saccente Luna.

“Incanto Fidelius” sbuffò secco Nott. Gli occhi di tutti saettarono nella sua direzione un po’ interrogativa; solo Luna aveva conservato la sua aria sognante.

“Spiegati Nott che vuoi dire?” sbotto Ron.

“Voi non avete ascoltato Vitius quando parlava di questo incantesimo?” stavolta sembrava sbalordito.

“Lascia stare, e spiegati?”

“Calmati Weasley, comunque la particolarità dell’incanto fidelius e che nasconde a tutti un segreto e solo il Custode Segreto lo può svelare, quando questo avviene per un luogo, gli unici che possono inviare messaggi sono il Custode stesso e le persone che ne sono già al corrente; anche i gufi e i messaggeri, se non inviati dai suddetti, non riuscirebbe mai a trovare il posto.” Tutti erano stupiti, Malfoy gongolava.

“Quindi Harry deve trovarsi in un luogo protetto dal fidelius, ma dove Silente ne sarebbe al corrente?” a questa domanda nessuno seppe mai dare una risposta; lentamente tutti si allontanarono dalla stanza per riprendere le loro normali attività, Ron si era leggermente attardato continuando a pensare ai suoi due amici. Improvvisamente la porta si aprì era la McGranitt:

“Weasley presto raduna i prefetti, il preside vuole vedervi” detto questo si dileguò lasciando il rosso basito e spaventato da quell’improvvisa chiamata.

Poco dopo Ron e gli altri ragazzi si dirigevano di gran carriera verso l’ufficio del preside, non appena arrivati nelle vicinanze del gargoyle non dovettero neanche pronunciare la parola d’ordine perche la statua si spostò facendoli salire per la scala.

Appena entrati rimasero tutti inebetiti, c’era l’intero corpo insegnanti accomodato a semicerchio intorno a Silente; davanti alla sua scrivania, avvolta in una coperta e seduta su una poltroncina c’era Hermione.

“Herm ti sei svegliata!” il rosso balzò subito verso l’amica abbracciandola, senza rendersene conto le lacrime avevano iniziato a rigargli il volto.

Si Ron poco fa, non ti preoccupare sto bene Harry mi ha mandato via appena sono arrivati” tentò di spiegare la ragazza liberandosi dolcemente dell’abbraccio dell’amico.

“Scusate ragazzi, ho chiesto alla signorina Granger di raggiungerci qui nel mio ufficio appunto per spiegarci cosa è successo; quindi accomodatevi. Il vecchio preside, seppur a malincuore, aveva interrotto l’abbraccio dei due amici; voleva assolutamente sapere cosa era accaduto.

“Ma preside si è appena svegliata, io credo. Tento di dire Ron ma stavolta fu la ragazza ad interromperlo.

“Non ti preoccupare Ron ce la faccio, dovete sapere. Si riaccomodò sulla poltroncina, anche gli altri ragazzi presero posto al suo fianco, su delle sedie fatte apparire dalla McGranitt.

Parlò per una buona mezzora, con voce spedita, come se si trattasse di un esame; raccontò loro tutto da quando erano partiti di come si erano infiltrati nell’università, di come avevano raccolto indizi dal professore babbano, di come Harry dopo uno strano sogno avesse compreso l’enigma dei simboli, del viaggio in Egitto, della leggenda tradotta da Harry e della chiave incisa sulla stele; la voce le tremò solo quando arrivò al punto dell’apparizione dei mangiamorte.

Ron e Ginny le sedevano a fianco lui le aveva circondato le spalle in un abbraccio rassicurante, mentre la sorella del ragazzo le teneva saldamente la mano nelle sue; tutti gli altri stavano pensando a quelle oscure parole incise nella pietra e agli effetti nefasti che avrebbero potuto portare quelle creature poste agli ordini di quel pazzo megalomane di Voldemort.

Il primo a riscuotersi dai suoi pensieri fu proprio il preside, apparve a tutti più vecchio che mai in ogni sua ruga si leggeva la preoccupazione che lo attanagliava.

“Devo dire purtroppo che questa è una grave notizia, resa ancor più nefasta dal fatto che Harry sembra essersi volatilizzato”

“Professore che cosa intende per volatilizzato? Non mi vorrà forse dire che non è tornato? “ purtroppo il vecchio si accorse troppo tardi di aver dato una terribile notizia a quella ragazza, già molto provata; lei infatti non sapeva che il ragazzo non era ancora tornato dalla missione.

“Calmati Herm sono certo che il nostro Harry se la sia cavata e anche Bill, non ti agitare” Ron tentava in tutti i modi di calmarla.

“Io non ci credo, se fossi rimasta lì avrei potuto dargli una mano..” lacrime copiose iniziavano a scendere dai suoi occhi color nocciola, il rimorso di averlo lasciato lì in balia di quegli assassini le corrodeva l’anima.

“Non devi disperarti, sai bene cosa sa fare Harry, se la sarà cavata, se non torna avrà un motivo plausibile. Disse con decisione Ginny sforzandosi di non piangere, per rincuorare l’amica.

Finalmente dopo una decina di minuti sembrò calmarsi e aver accettato la situazione, naturalmente era solo apparenza dentro di se un odio smisurato per quegli assassini iniziava a montare come una tempesta. I presenti si riconcentrarono sull’immneso pericolo che stavano correndo, quasi tutti convennero che il primo obbiettivo dell’ Oscuro Signore sarebbe stato Hogwards, quale posto migliore per provare la sua nuova arma?

Con questa domanda la riunione andò avanti per un paio d’ore, vennero progettati piani di fuga e di protezione vennero studiati nuovi e più serrati controlli, finalmente verso le due di notte venero congedati e rispediti nei loro alloggi, Hermione salutò affranta i suoi amici e venne riportata in infermeria da Madama Chip.

Intanto in un’anonima villetta, situata in una comunissima area residenziale babbana, un sonoro crack fece svegliare di soprassalto i due normalissimi abitanti,

“Vernon hai entito?” chiese la donna dal volto cavallino al mastodontico marito.

Si Petunia stai vicino a me se sono ladri me ne sbarazzerò subito” e così dicendo il pachiderma avvolto in un pigiama di seta blu, iniziò a scendere i gradini con alle calcagna la moglie, tentando di fare il minor rumore possibile, considerando la sua stazza.

Dal selotto una figura si muoveva nell’ombra molto indaffarata, un’altra stava sdraiata sul divano si lamentava, qualcosaltro era accoccolato ai piedi di un camino, finto, senza muovere un muscolo.

“Calmati Bill vedrai domani mattina ti farò portare via, ma per stanotte dobbiamo rimanere qui, siamo al sicuro. La voce ottenne in risposta solo un mugugno; i due coniugi intanto erano arrivati alla soglia del salotto, l’uomo impugnava una mazza da golf numero nove, pronto a brandirla verso gli invasori.

Il corpulento babbano balzò, abbastanza goffamente, all’interno del salotto spalancando la porta, dietro di lui la moglie fu rapida e accese la luce.

“Voi cosa fate in casa mi…….” La faccia assunse una calda sfumatura color pulce alla vista degli ospiti.

“Harry ma che ci fai qui e loro chi, chi sono e HAAAAA” la donna ebbe un mancamento alla vista dell’animale accoccolato nel suo salotto.

“Zio Vernon, zia Petunia calma non vi farà nulla siamo qui solo per stanotte, avevamo bisogno di un posto sicuro. Disse Harry con ancora la bacchetta alzata.

“Ma tu dovresti essere a scuola, e loro chi sono? E soprattutto cos’è quella bizzarra creatura?” disse la donna, il ragazzo iniziò il racconto facendo accomodare i suoi zii su delle sedie.

“Adesso Bill non può muoversi e ha bisogno di cure immediate, io non mi devo far vedere in giro pensano di avermi eliminato e così deve essere finche non sarà venuto il momento per me di agire, quindi ho bisogno di un favore” chiedere un favore a zio Vernon non era la sua massima aspirazione ma sapeva che dopo l’ultima estate lo avrebbero accontentato.

“Dimmi ragazzo cosa dobbiamo fare?” chiese lo zio.

“Allora, porterete lui all’ospedale dei maghi, il San Mungo, vi spiegherò io come arrivarci, loro allerteranno la famiglia e voi aspetterete il loro arrivo, adesso io vi darò due pergamene sono stregate, solo i destinatari possono leggerle, una la darete al Signor Weasley, tu zio lo dovresti ricordare, capelli rossi, alto” risci a reprimere a stento una risatina, a vedere la faccia degli zii era difficile che si dimenticassero di una persona che glia aveva distrutto il salotto.

“L’altra deve arrivare a Silente, ditegli così capirà, questo è quello che vi chiedo” gli occhi speranzosi del ragazzo saettavano da una all’atra faccia in attesa.

“Ok ragazzo prepara le due pergamene noi ci andiamo a vestire. Fece per alzarsi poi notò un altro uomo ammantato di nero, accasciato in un angolo come un sacco.

E lui?” chiese titubante.

“E un Mangiamorte l’ho catturato lo devo interrogare. Poi vedendo saettare lo sguardo sullo strano animale aggiunse.

“Lei è una Sfinge, una creatura magica molto potente e rara, si chiama Zara” non c’èra tempo per le ciancie e la spiegazione che aveva dato doveva bastare agli zii, si mise al tavolo, fece comparire pergamene, inchiostro e penna e si mise a scrivere; gli zii dal canto loro non avevano bisogno e tantomeno volevano altre strambe delucidazioni raggiunsero a grandi falcate la loro stanza e iniziarono a prepararsi.

Quindici minuti dopo scesero in salotto pronti per andare, Harry aiutato dallo zio caricò in macchina Bill e consegno al babbano due pergamene sigillate e una piccolo foglio con su scritto un indirizzo e le istruzioni per accedere al luogo magico; i due coniugi partirono a velocità sostenuta verso il centro di Londra mentre lui rientrava in casa, pronto per il suo primo interrogatorio.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22: Il Covo ***


Capitolo 22: Il Covo

Erano ormai le prime luci dell’alba quando una monovolume babbana, si fermava davanti un vecchio grande magazzino dimesso, due persone scesero dall’auto scrutando le vecchie vetrine, poi la più robusta aprì la portiera laterale e prese sulle spalle un'altra ombra, la più magra invece si avvicinò alla vetrina con fare circospetto, afferrò un piccolo pezzo di pergamena, e seppur titubante parlò al manichino:

“Ehm, Emergenza Sanitaria, Mago ferito, probabili lesioni da incantesimo” un’istante dopo al posto del manichino apparve ai loro occhi un’entrata, ci si infilarono; si trovarono in una grande stanza, dove una decina di “gente stramba” attendeva, zia Petunia a stento trattenne un urlo, beccandosi un’occhiataccia da Vernon:

“Calmati non attirare l’attenzione Petunia” la rimbrottò poi notarono la scrivania della strega con su scritto “INFORMAZIONI” si avvicinarono con circospezione, a parlare fu zia Petunia:

“Ehm mi scusi è un’emergenza, ehm lesione da incantesimo” cercò di apparire disinvolta, non ci riuscì. La medistrega alzò il capo fissò il ragazzo e i suoi accompagnatori strabuzzò gli occhi e si lascio sfuggire un urlo

“Mio Dio, babbani. Ma cosa come?” balbettò, subito le si fecero a fianco altri quattro medimaghi incuriositi dalla venuta, anche gli altri presenti fissarono sbalorditi il terzetto; zio Vernon si decise a prendere in mano le redini della situazione sfoderando un coraggio che non gli era proprio si rivolse a quegli individui.

“La pianti con questa storia dei Babbani, aiutate il ragazzo è grave! Inoltre avvertite la sua famiglia i signori Arthur e Molly Weasley sono nostri cari amici”. Disse piccato, però il suo gesto riscosse i medimaghi presenti che si prodigarono subito in diagnosi:

“Smith, Jackson è grave di corsa al quinto piano, Lucy avverta i signori Weasley , voi se volete seguirmi verrete con me al quinto piano non è bene che dei babbani attraggano l’attenzione.” Disse perentorio quello che sembrava il più anziano.

“La pianti con questa storia mio nipote è un mago e sappiamo tutto di voi quindi” fece piccata zia Petunia, odiavano essere chiamati in quello strambo modo, loro erano i normali.

“Ok d’accordo; signori?” chiese l’uomo

“Dursley Petunia e Vernon e lei signore?” chiese lo zio.

“Medimago primario Harold McMeow” rispose il dottore facendo strada verso il reparto.

Ormai la giornata era iniziata alla Tana, i coniugi Weasley stavano scendendo in cucina per fare colazione, appena entrarono nell’ angusto locale una voce li fece sobbalzare entrambe l teste fissarono il camino, la testa di una donna volteggiava tra le fiamme smeraldine.

“Signori Weasley sono la meditrega Lucy dell’ospedale San Mungo mi duole comunicarvi che vostro figlio Bill Weasley è stato ricoverato nel reparto Danni da Incantesimi in condizioni gravi, è giunto circa due ore fa accompagnato da due babbani dicono di chiamarsi Dursley, vi preghiamo di raggiungerci subito. Terminato il messaggio la testa scomparve senza ulteriori delucidazioni.

“Molly hai sentito, Bill al San Mungo smaterializzati subito io ti raggiungo appena ho avvertito Silente i Dursley sono i parenti babbani di Harry!” disse trafelato il signor Weasley abbracciando la moglie profondamente scossa.

“Oh mio dio Arthur cosa sarà successo?” la donna era terrorizzata, bianca come un cencio.

“Non ti preoccupare Molly adesso va sbrigati arrivo subito. Con un gesto della bacchetta la donna si cambiò e subito dopo si smaterializzò diretta all’ospedale. Nel mentre il marito si era avvicinato al camino aveva afferrato una manciata di polvere volante:

“Hogwards Ufficio del Preside” pronuncio queste parole molto chiaramente, fiamme verde smeraldo presero a scoppiettare nel camino, lui vi infilò la testa.

Albus Albus, sono io Arthur ci sei?” urlò il signor Weasley all’ufficio.

“Arthur cosa è successo?” chiese il vecchio mago arrivando al camino un po’ preoccupato.

“Bill è stato ricoverato al san Mungo, e sai chi ce l’ha portato i Dursley!” disse velocemente.

“Ma davvero, bene Arthur tu vai al San Mungo da tuo figlio ti raggiungo li, se è come credo i Dursley avranno qualcosa per noi. Sul volto stanco del vecchio preside si era riacceso il brillio dei suoi occhi, sintomo che il suo umore era decisamente migliorato.

“Bene Albus io scappo ci vediamo lì” immediatamente la testa del Signor Weasley sparì dal camino.

Silente si avvicinò alla sua cara Funny la accarezzò dolcemente e le sussurrò alcune parole all’orecchio immediatamente la fenice si dileguò dopo un paio di minuti riapparve, aveva assolto il compito affidatole.

Intanto in un corridoio del San Mungo zio Vernon e Petunia erano seduti su una panchetta in legno in attesa; improvvisamente dall’estremità del corridoio videro arrivare una donna bassottella con i capelli rossi, la riconobbero subito.

“Oh mio dio signori Dursley vi ringrazio avete portato mio figlio in ospedale, i Medimaghi hanno detto che se la caverà, io io…” abbracciò ambedue singhiozzando violentemente.

“Non si preoccupi signora, è stato un piacere. Disse il signor Dursley palesemente imbarazzato; nel frattempo arrivò il signor Weasley, anche lui molto trafelato, andò subito a ringraziare i due babbani poi si precipitò dalla moglie per sincerarsi delle condizioni del figlio, dopo poco palesemente rincuorato iniziò a chiedere spiegazioni, fu però subito interrotto dall’arrivo di Silente, che fece cenno a tutti di seguirlo.

“Bene signori entriamo in questa saletta qui non verremo disturbati.” Il quintetto entrò in quella che doveva essere una sala d’attesa privata, si accomodarono tutti .

“Perfetto ora vorremmo una spiegazione da voi signori Dursley” fece il vecchio rivolto ai due babbani; con un cenno del capo Vernon dette la parola a Petunia, lei era senza ombra di dubbio la persona più adatta per raccontare qualcosa, anni e anni di duro allenamento a spettegolare l’avevano resa un’oratrice formidabile.

“Allora questa notte abbiamo sentito dei rumori in casa, ci hanno svegliato, siamo scesi in salotto e abbiamo trovato Harry, vostro figlio, un uomo, e uno strano animale una sfinge mi pare” fece una pausa per riprendersi ancora una volta dall’immagine di quella creatura.

“Vai avanti Petunia” la incoraggiò Silente molto attento al racconto.

“Insomma Harry ci ha detto che il ragazzo era ferito e che dovevamo portarlo qui, ci ha detto che lui doveva interrogare quel tizio, lo ha chiamato Mangiamorte mi sembra; noi non abbiamo chiesto altro ci siamo preparati abbiamo preso le istruzioni che ci aveva scritto per venire qui e ce ne siamo andati.”

“Un Mangiamorte, una sfinge o professore ma cosa sta combinando Harry?” chiese Molly palesemente preoccupata.

“Una missione Molly, vi spiegherò tutto dopo, signori c’è altro?”

“In realtà si ci ha dato queste due lettere una è per lei e una per il signor Weasley” intervenne zio Vernon consegnando le due lettere scritte dal nipote.

I due destinatari le aprirono, le lessero avidamente, la reazione del signor weasley, spaziò in meno di un secondo dall’incredulità, paura, terrore, ammirazione poi si decise a puntare il suo sguardo su Silente; il vecchio preside dal canto suo era rimasto perfettamente impassibile solo i suoi occhi tradivano la preoccupazione, si riscosse subito alzandosi e infilandosi in tasca la pergamena.

“Bene allora signori Dursley voi potete andare siete stati gentilissimi grazie”, accompagnò i due babbani alla porta, poco fuori c’era un medimago pronto a scortarli all’uscita; salutarono i signori Weasley e se ne andarono.

“Arthur raduna tutti i membri dell’ordine andate ad Hogsmade, farò avere mie notizie al più presto devo parlare con Cornelius” dopo aver lasciato i suoi ordini silente uscì a grandi falcate dalla sala salutando i presenti,:

“Molly cara tu rimani qui con Bill.” Disse il signor Weasley alla moglie visibilmente scossa dall’atteggiamento sbrigativo di Silente.

Ma Arthur cosa sta succedendo? E Harry dov’è?”

“Non preoccuparti per lui ora è fondamentale fidarci di Silente, fai come ti ho detto vedrai, cara andrà tutto bene” e dopo aver abbracciato la moglie si dileguò anche lui.

Intanto in Privet Drive un interrogatorio era stato appena portato a termine, un Harry soddisfatto andava su e giù per la camera, ai suoi piedi un uomo era accasciato dolorante, sapeva che le sue missive dovevano essere arrivate ai rispettivi destinatari.

“Bene caro Lastrange ora tu mi condurrai nel vostro covo” parlò, rivolgendo un ghigno stile Malfoy, all’uomo.

“Non crederai che io ti porti lì, non lo farò mai, non tradirò il Padrone, Bella e i miei compagni” rispose Rodolfus ansimando.

“O ma che coraggio che hai, comunque per tua informazione non lo farai di tua volontà. Imperio”. La faccia del mangiamorte assunse per un’istante un’aria di totale abbandono, poi si rialzò e si inginocchiò di fronte al ragazzo.

“Come volete signor Potter” disse ossequioso.

“Bene, Zara tu vai nella foresta proibita e porta con te questa lettera, è per McGorian il Capo Branco dei centauri, è giunto il momento di scegliere da che parte stare, per tutti. La sfinge che fino a quel momento era rimasta calma e imperturbabile, si alzò si stiracchiò le zampe posteriori, afferrò la pergamena e in due balzi era già fuori.

“Ora caro Lastrange andiamo è ora di muoversi” detto questo i due si smaterializzarono.

Ricomparvero, nei pressi di una grande tenuta, doveva estendersi per ettari e ettari di terreno, era tutta circondata da un muro alto almeno sei metri, l’unica entrata era un grande cancello in ferro, su una delle due colonne una targa in marmo recitava: “Lastrange Manor”.

“Bene, bene, bene, vedo che la tua famiglia se la passa alquanto bene” disse divertito uno dei due incappucciati, al suo compare.

“Questa è la villa di campagna” l’uomo si avvicinò al cancello giunto a pochi passi esso si aprì, la tenuta era, sicuramente sottoposta a innumerevoli incanti di occultamento, perché dall’esterno del cancello, si vedeva tutt’altra cosa. Al posto dei praticelli inglesi e delle aiuole c’era una tendopoli immensa, si potevano trovare ogni tipo di creatura oscura molte di più, che nella ben fornita foresta proibita; giganti di sei o sette metri gironzolava qua e la, interi plotoni di troll marciavano brandendo le loro clave, capannelli di dissennatori , ma anche acromantula, draghi, manticore, banshee, goblin; di tutto insomma.

“Vedo che il vecchio ha fatto le cose in grande, ha radunato la creme de la creme. Meglio sarà più divertente dargli un’altra lezione” ghignò il ragazzo calandosi sopra il cappuccio. Entrambi arrancavano per il vialetto, le creature li adocchiavano, incuriosite, ma non muovevano un solo muscolo.

Sto arrivando vecchio pazzo, questa sarà la resa dei conti. Il buon vecchio affidabile Potter raderà al suolo il tuo covo. mormorò Harry, da sotto il cappuccio, all’altezza degli occhi si potè intravedere una reminescenza verde.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23: Fuga ***


Capitolo 23: Fuga

Gli ci vollero ben quindici minuti di camminata per arrivare all’ingresso della sontuosa villa, Harry si sorprese a pensare quanto quella tenuta potesse essere bella una volta; ora con quell’oscurità che incombeva e tutte quelle creature si respirava solo il tetro odore della morte. Ritornando rapidamente alla realtà, varco la soglia d’ingresso, la villa come il resto era irriconoscibile, i mangiamorte camminavano su e giù portando ordini, lanciavano occhiate ai nuovi venuti profondendosi in inchini ossequiosi vedendo che era Rodolfus.

Un mangiamorte si avvicinò inchinandosi:

“Sua Eccellenza è atteso dal Padrone nella sala del trono.” L’uomo curvo consegnò il messaggio e senza ulteriori indugi si dileguò.

“Andiamo” disse in un sussurro Harry e Lastrange si avviò facendo strada.

Si avviarono lungo un corridoio tappezzato di quadri, personaggi altolocati erano raffigurati nelle tele, naturalmente il ragazzo sapeva che i Lastrange come i Black erano una famiglia antichissima, perciò non si stupì molto dell’austerità che trasudava da quei volti; una doppia porta in legno pregiato si stagliava di fronte a loro, due mangiamorte e una decina di dissennatori vi facevano la guardia costantemente, nessuno li fermò, attraversarono la porta e si ritrovarono in un’ampia stanza rettangolare, alla fine della quale su un trono d’oro sedeva l’Oscuro Signore, ai suoi piedi i soliti, fedeli, lacchè: Bellatrix, Lucius, Codaliscia.

“Benvenuto Rodolfus, ci hai messo un po’ per tornare credevo fossi rimasto coinvolto anche tu nell’esplosione.” Disse con voce acuta e viscida Voldemort.

“Padrone, perdonate il mio inqualificabile ritardo.” Fu pronto a ribattere il servo.

“Non ti preoccupare, quisquilie, ma dimmi di Potter.” Il ghigno serpentino stampato in faccia, e la palese gioia che trasudava da tutti i pori.

“Mio Signore deve essere stato disintegrato dall’esplosione, di lui non vi era traccia, io mi sono dovuto nascondere Auror e Babbani dappertutto.” Fece scaltro l’uomo proferendo parole pensate da qualcun altro,

“Bene, mi piace l’assonanza che ha la parola disintegrato vicino al sudicio cognome Potter” rise il vecchio serpente, e insieme a lui tutti i suoi servi, poi riprese:

“Ora chiusa la pratica Potter, miei fidati generali, dobbiamo concentrarci su Hogwards e su quel paladino dei mezzimaghi: Silente”

“Mio Lord avete già un piano per radere al suolo quel vecchio castello?” lo sguardo di Bellatrix era un misto di pazzia e di odio, fremeva, stava già assaporando il momento della vittoria.

“Calma Bella, io non ho mai detto che raderò al suolo quel maniero, vedi quello diventerà il trono da cui governerò il mondo. Datemi pure del sentimentale ma mi è sempre piaciuto quel posto.” Ovviamente nessuno tra i presenti, tranne uno, sarebbe stato così pazzo o così impavido da dare del sentimentale all ‘Oscuro Signore.

“Scusate l’ardire, padrone, ma come farete a liberarvi di Silente degli insegnanti e anche di quei pezzenti dell’Ordine della Fenice?” ora era il fidato Lucius ad essere avido di particolari.

“Oh come al solito mio viscido amico, miri sempre al sodo.” Negli occhi scarlatti del demone balenò un brillio di follia.

“Grazie al mio nuovo gioiello, e anche all’aiuto del fu Harry Potter, avrò a mio servizio delle creature, al cui cospetto, gli esseri che bivaccano nella tenuta sono solo pulci. Grazie al loro aiuto schiaccerò il mondo intero sotto il mio tallone.” Improvvisamente l’attenzione del Signore Oscuro ricadde sull’ altra figura entrata con Rodolfus.

“Rabastan ti vedo taciturno, non gioisci anche tu delle buone novelle?” chiese puntando i famelici occhi rossi, nel chiaro tentativo di leggere la menzogna nella mente del servo.

“Padrone vi chiedo perdono, ma preferisco gioire, quando saremo in sala grande e voi siederete sul trono di Hogward.” Disse l’incappucciato, impassibile.

“Bene Rabastan, hai perfettamente ragione, dobbiamo rimanere concentrati, non si sa mai che il vecchiaccio babbanofilo, non tiri fuori dal suo cappellaccio parlante un brutto tiro mancino da giocarci.”

In quel preciso istante furono distratti dall’entrata di un mangiamorte, camminava curvo in segno di rispetto per il suo Signore, si avvicinò e si inginocchiò.

“Come osi disturbare questa riunione Avery?” chiese il Lord scrutando il nuovo arrivato, minacciosamente.

“Perdono padrone ma vi porto notizie interessanti, e ho pensato che avreste avuto piacere nel riceverle immediatamente.” Nella sua voce si distingueva chiaramente la nota di panico.

“Spero per te che siano davvero interessanti. Avanti parla”

“Riguardo alla fuga di notizie sui nostri piani, siamo finalmente riusciti a risalire alle spie”

“Ma bene, e dimmi chi sono” negli occhi della creatura si era accesa una luce famelica, Avery prima di rispondere lanciò uno sguardo preoccupato a due dei presenti.

“Mi dispiace dirlo ma sono Lady Malfoy e Lady Nott”. Disse in un soffio.

“Come osi accusare mia moglie spero per te che ci siano prove.” Rispose sibilando Malfoy, il suo comportamento non era dettato dall’amore per la moglie ma dal fatto che si stava accusando di tradimento un Malfoy. Bellatrix al tempo stesso era impassibile, mentre gli altri compreso Voldemort avevano gli occhi fissi puntati su Avery

“Inequivocabili, abbiamo intercettato un messaggio diretto a Silente eccolo mio Signore.” Porse una piccola pietra al suo Signore, con un gesto della bacchetta gli volò in mano e si illuminò, facendo apparire i volti di Narcissa, e Elen.

“Professor Silente, fate attenzione domani all’alba il Signore Oscuro attaccherà Hogwards e Hogsmade, con il suo esercito, purtroppo pare che Potter sia morto, mi raccomando tenete al sicuro i ragazzi.” I volti delle due donne erano scomparsi appena le parole si erano esaurite.

“Bene ora dove sono le traditrici?” chiese divertito lo stregone.

“Le ho fatte rinchiudere in cella nel sotterraneo.” Disse solerte il mangiamorte.

“Bene Avery puoi andare hai la gratitudine di Lord Voldemort. Fai venire Nott.” Il mangiamorte si rialzò e a grandi passi raggiunse l’uscita; dopo pochi secondi un altro mangiamorte si fece avanti.

“Bene bene, miei seguaci dopo i vostri marmocchi anche le consorti si sono ribellate a me, spero che almeno voi mi rimaniate fedeli?” puntò su di loro il suo sguardo indagatore.

“Mio Signore, poiché la sua fiducia in noi non abbia a vacillare laveremo quest’onta che grava sulle nostre famiglie col sangue.” Sibilò con voce strascicata Malfoy.

“Si Padrone, lo faremo. Inizieremo con le signore e poi con i marmocchi.” Gli fece eco Nott.

“Calma miei fedeli, vi permetterò di vendicarvi, ma a tempo debito. Prima c’è il piano da portare avanti e visto che Silente non ha informazioni, ho deciso che attaccheremo domani mattina.” Guardò tutti con sgardo compiaciuto, poi si soffermò su Rabastan.

“Rabastan, tu avrai il compito di scortare le signore Malfoy e Nott ad Hogwards saranno le prime ad essere giustiziate insieme ai loro insulsi figli. AHAHAHAHAHAHAAHAH”

“Come ordinate padrone, vado subito a prendere posizione” fece il gesto di inchinare il capo e si allontanò.

“Maledizione. Adesso mi toccherà salvare quelle due imprudenti. Si sono fatte beccare con le dita nella marmellata” con questi pensieri Rabastan alias Harry si stava dirigendo verso il sotterraneo,

sbuffando e imprecando mentalmente. Aveva dovuto modificare il suo piano ora non poteva, andare via o si sarebbero insospettiti, sarebbe dovuto partire dopo gli altri.

**************

Intanto nell’ufficio del preside di Hogwards era in corso una riunione, molte facce conosciute erano raggruppate intorno a Silente, c’erano i volti di spicco dell’Ordine: la famiglia Weasley, ad eccezione di Molly e Bill; Lupin, Tonks, Moody, Kinglsey; l’intero gruppo dei prefetti, alcuni emissari dell’alto comando Auror.

“Signori vi ringrazio per essere venuti così celermente, sono in nostro possesso informazioni, che non lasciano presagire nulla di buono.” Il vecchio preside aveva un’aria stanca ma al tempo stesso risoluta.

“Albus da chi hai avuto le informazioni?” chiese pacato Lupin.

“E spero siano attendibili” ringhiò Moody.

“Sono attendibilissime, con molta probabilità il prossimo obiettivo di Voldemort è Hogwards” disse ancora più stanco Silente.

“Ma il castello è inpenetrabile come faranno?” chiese uno degli auror.

“Purtroppo da Tom mi aspetto il peggio, quindi ho preparato un piano di sgombero della cittadina” agitò la bacchetta e sul tavolo comparvero alcune piantine sia del castello che di Hogsmade.

“Abbiamo deciso che gli abitanti che non sono in grado di combattere, verranno portati al castello, in paese rimarranno solo coloro i quali posso combattere.”

“Mi sembra un buon piano Albus e per il castello, non abbiamo abbastanza uomini?” fece l’altro auror.

“Alla difesa del castello penseranno le squadre scelte dei prefetti e i professori, tutti gli altri studenti saranno barricati con gli altri all’interno delle mura. Conto di poter respingere l’esercito di Tom ad Hogsmade, se anche così non fosse le forze arriverebbero qui decisamente assottigliate. E forse avremmo una speranza.”

“Albus spero non stia pensando ad Harry?” chiese Arthur titubante.

“Proprio così, lui è il nostro asso nella manica.” Sospirò il vecchio, però il suo sguardo nel parlare del ragazzo aveva riguadagnato il suo solito brillio.

“Non puoi pensare di affidare ad un ragazzino di sedici anni e ad un manipolo di ragazzini, seppur bravi a scuola, la difesa di Hogwards.” Sibilò scocciato uno degli auror, guadagnandosi le occhiatacce di tutto l’ordine e dei prefetti.

“Affiderei a Harry e a questi ragazzi la mia stessa vita.” Disse Silente accigliato con l’uomo che preferì non controbattere

**********

“Bene miei seguaci siete pronti?” la voce del Signore Oscuro risuonò per la grande tenuta facendo voltare le numerose creature.

“Tra poco partiremo, se eseguirete tutti gli ordini impartiti questa sera avremo Hogwards e l’intero mondo magico e ognuno di voi riceverà la ricompensa che tanto brama.” Un sonoro boato accolse quelle ultime parole pronunciate dal mago oscuro, che poi si rivolse ai suoi piu fidati collaboratori “Andiamo è ora di far visita al vecchio Albus.” E si smaterializzarono; nel mentre in un’altra ala del castello un incappucciato camminava deciso verso la sua meta.

“Dove state andando Signore?” fece un mangiamorte accortosi della sua presenza.

“Devo prelevare le traditrici” rispose perentorio.

“Io ho l’ordine di consegnarvele solo dopo l’annuncio della vittoria” rispose l’altro facendosi alquanto sospettoso.

“Stupeficium” il mangiamorte venne sbalzato contro il muro e svenne; Harry proseguì la sua corsa doveva sbrigarsi; arrivò davanti una cancellata che impediva il passaggio per i sotterranei due dissennatori stavano facendo la guardia.

“Demonae extincto” due raggi blu scaturarirono dalla sua bacchetta colpendo in pieno le due creature, ne rimasero solo i mantelli. Puntò la bacchetta al pesante lucchetto “Valicarum” e la cancellata si apri lasciando libero il passo. Ancora un corridoio, una rampa di scale ed eccolo finalmente, il sotterraneo con le celle forzò l’ultimo cancello e percorse a grandi passi il corridoio fino ad arrivare davanti ad una cella.

In quell’angusta prigione di pochi metri, incatenate per i polsi alla parete si trovavano due donne.

“Svegliatevi, dobbiamo andare” sibilò l’incappucciato alle prigioniere, continuando a scrutare il tunnel.

“Rabastan sei venuto per condurci da Lui?” chiese una delle due, nonostante la prigionia era bellissima: lunghi capelli dorati come la seta, lineamenti dolci e aggraziati e gli occhi erano azzurro cielo.

“Io non sono Rabastan” sussurrò facendo scattare la serratura della cella e introducendovisi.

“E allora chi sei?” chiese l’altra mentre venivano liberate.

L’aspetto dell’uomo cominciò a mutare i capelli, divennero nerissimi e molto scompigliati, gli occhi passarono dal nero pece, al verde più profondo che avessero mai visto e sulla fronte comparve una sottile cicatrice a forma di saetta. Alle due donne si mozzò il fiato e in coro pronunciarono il suo nome, “Harry Potter”.

“Si sono io, non abbiamo tempo da perdere ora filiamo dritti ad Hogwards!” fece lui perentorio

“Ma perchè ci stai aiutando noi siamo le mogli di due mangiamorte” fece Lady Nott.

“Perché sono convinto che un figlio non debba mai crescere senza l’affetto di sua madre. Ora ce la fate a muovervi?”

“Certo come ce ne andiamo da qui?” chiese Narcissa.

“Dobbiamo uscire dalla tenuta, qui non possiamo smaterializzarci e non funzionano neanche le passaporte.” Iniziò a dirigersi verso la fine del corridoio in quel preciso istante tre uomini, probabilmente scesi per fare qualche servizietto alle belle signore, varcarono la soglia del corridoio; si bloccarono istantaneamente, poi fissarono il volto del ragazzo e i loro occhi si allargarono,

“Allarme intrusi presto, Harry Potter è vivo e si è introdotto qui” iniziarono ad urlare

“Bastardi, Avada Kedrava” ruggi il giovane, uno dei mangiamorte si afflosciò a terra senza vita, ma ormai un rumore di passi proveniva dai piani alti erano stati scoperti.

“Statemi dietro, e preparatevi a correre” bisbigliò alle due donne che annuirono

“Toglietevi o farete la stessa fine” ordinò ai due uomini rimasti loro per tutta risposta gli spedirono contro due schiantincantesimi. Il ragazzo evocò una barriera che rispedì le due maledizioni ai rispettivi mittenti.

“Ve la siete cercata!” i tre fuggitivi oltrepassarano il corridoio e si gettarono a perdifiato su per le scale giunti all’ultimo gradino una sensazione, ben nota, di gelo calò su di loro.

“Dissennatori!” singhiozzo la Eleonor Nott.

“Andate via stracci volanti EXPECTO PATRONUM” il grande cervo d’argento prese a galoppare aprendo la strada ai tre fuggiaschi disperdendo le creature.

Destra, sinistra, destra correvano a perdifiato verso l’uscita “Correte signore siamo quasi fuori dalla villa” le incitava il moro; ma svoltato l’ennesimo angolo si trovarono la strada sbarrata da una ragnatela gigantesca sulla quale un’acrumantula gigantesca stava attendendo le sue prede.

“Inutile creatura, mi stai intralciando ARANIA EXUMAI” l’incantesimo schiacciò letteralmente la creatura alla parete strappando la resistente e tela, liberando il passaggio che li condusse all’atrio; della villa lo spettacolo che si parò davanti era agghiacciante: una trentina di mangiamorte con le bacchette sguainate era davanti a loro e Harry era solo le altre non avevano la bacchetta.

“Bene bene Potter ora sei nostro.” Sibilò un incappucciato nel tentativo di spaventarlo.

“Lasciatemi strada o ve ne pentirete” ordinò lui di rimando suscitando l’ilarità del gruppo.

“Ma guarda il moccc……….” Ma non finì la frase Harry mosse rapidamente la sua bacchetta e mormorò un incantesimo in una lingua sconosciuta, il pavimento crollò facendo precipitare gli incappucciati in un abisso senza fondo.

Le donne, ancora incredule a quello che avevano visto, si avviarono dietro al ragazzo senza fare domande; finalmente giunsero in giardino la scena era molto diversa da quella che aveva visto venendo. Erano rimaste ben poche creature le altre erano probabilmente state trasportate sul teatro della battaglia.

“Dannazione, dobbiamo muoverci o non faremo mai in tempo!” esclamò stizzito lui procedendo a grandi falcate vorso il cancello e annientando ogni creatura che gli si parava davanti, seguito dalle due donne visibilmente intimorite.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24: L’ultima speranza ***


Capitolo 24: L’ultima speranza

Il sole stava sorgendo lentamente all’orizzonte, da una finestra situata su una torre di un antico maniero, un vecchio osservava l’orizzonte con sguardo triste; i suoi lineamenti mostravano indiscutibilmente la vecchiaia e la preoccupazione che portava su di se. Fu in un attimo il cielo si oscurò e tre forti boati, provenienti dalla vicina cittadina ruppero il silenzio, voci, ululati e grugniti frangevano l’aria; una lacrima solitaria solcò il viso stanco del vecchio “Alla fine sei arrivato Tom” sospirò e scomparve.

“Dawlish, Emerson, Wilbur schiantate quei Troll.” Ordinò un Auror ai tre che stavano fronteggiando una decina di esseri, in pochi secondi l’aria tranquilla del paesino era stata sostituita da una battaglia in piena regola, decine di creature oscure si facevano largo tra cumuli di macerie che un tempo erano negozi frequentati dai ragazzi della scuola.

“Non risparmiatevi dobbiamo respingerli, Avada Kedrava” un sordo tonfo annunciava che una delle creature era caduta.

“Impedimenta” urlò Lupin alle prese da solo con un gigante di sei metri, il goffo essere cadde a terra, l’ex professore puntò alla testa la bacchetta e mormorò l’anatema che uccide; l’essere non si mosse più, per altri due auror la cosa non andò altrettanto bene, mentre cercavano di schiantare due acromantule vennero assaliti da un gruppo di troll infuriati, purtroppo per loro non ci fu via di scampo.

“Dannazione indietreggiate fino a Zonko!” esclamò la voce pacata di Silente che si stava occupando di un paio di giganti. Tutti annuirono, e iniziarono la lenta ritirata non senza combattere ovviamente, molti corpi di creature oscure giacevano a terra senza vita, insieme a loro purtroppo anche qualche auror; la cosa che però stava preoccupando tutti e che ancora non c’era traccia dei mangiamorte e del loro padrone.

I minuti scorrevano e nonostante i malefici continuassero a mietere vittime, ne comparivano sempre di più di quelle creature, purtroppo i giganti erano molto difficili da schiantare e uccidere solo i maghi più forti ci riuscivano e come se non bastasse il loro numero era nettamente inferiore, stavano lentamente cedendo posizioni su posizioni, il novanta percento di Hogsmade era perduto o meglio non esisteva più, raso al suolo.

“Silente che facciamo, se rimaniamo qui finiremo sopraffatti” urlò il capo degli auror.

“Lo so ma dobbiamo sterminarne il più possibile qui altrimenti la scuola non reggerà e poi mancano ancora loro” rispose il vecchio facendo esplodere con un movimento fluido della bacchetta la strada e disintegrando una decina di creature.

Improvvisamente una nuova ondata di creature mise a dura prova la linea di difesa, facendola cedere in alcuni punti, una risata acuta e penetrante risuonò nell’aria facendo fermare la battaglia, ed eccoli avvolti nei loro neri mantelli un centinaio di mangiamorte con a capo il loo Signore: Lord Voldemort era arrivato.

“Ciao Albus come va?” disse il mostro palesemente divertito.

“Potrebbe andar meglio Tom. Vedo che stavolta ti sei fatto più audace?” chiese con la solita infrangibile calma e pacatezza, il vecchio Silente.

“Be diciamo che sto imparando dai miei errori, se diciotto anni fa avessi attaccato questo posto magari le cose sarebbero andate diversamente” ebbe una smorfia di disgusto probabilmente pensando agli anni trascorsi in esilio. “E un’altra cosa non chiamarmi più Tom, lo sai che il ragazzo che ha studiato qui non c’è più, puoi chiamarmi Lord Voldemort è un piccolo favore che ti faccio, sei uno dei pochi previleggiati a cui permetto di dire il mio nome” stavolta lo sguardo si era allargato in un moto di rabbia odiava quello sporco nome da babbano.

“Mmm, lo sai che il tuo soprannome non mi piace, io le cose sono abituato a chiamarle con il proprio nome, Tom” continuò affabile il preside, gli occhi della creatura si strinsero in due fessure.

“Andate miei servitori fate tacere quel vecchiaccio!” sibilò furente.

La battaglia riprese ma ora si faceva davvero dura anche gli incappucciati si unirono alle creature e questo mise, ancor di più in difficoltà la resistenza.

“Albus come facciamo?” urlò Lupin, la risposta arrivò poco dopo; Silente agitò la bacchetta e mormorò qualcosa in una strana lingua, davanti a loro comparve un muro impenetrabile fatto di nebbia.

“Muoviamoci, ritirata al castello la barriera che ho creato non resisterà per più di due minuti con lui!” tuonò il vecchio mago e tutti presero la strada che li riportava al castello.

*********

“Avete sentito quelle esplosioni?” chiese Malfoy visibilmente trafelato, mentre raggiungeva gli altri davanti al portone del cancello.

“Si Draco sono loro, sono qui.” Disse teso Ron, guardando verso il punto dove si innalzavano dense colonne di fumo nero.

“E adesso che si fa?” chiese sconvolta Padma, quasi sull’orlo di una crisi di nervi.

“Ci prepariamo, non riusciranno a trattenerli per molto.” Proferì saggia Hermione “Oh Harry dove sei abbiamo bisogno di te” stava pensando quando la voce dura di Nott la riportò alla realtà

“Presto raduniamo le squadre, avvertite gli sfollati e il personale, ci ritroviamo qui tra dieci minuti esatti” disse il cupo ragazzo.

I dieci minuti passarono i ragazzi insieme algli insegnanti erano andati avanti e in dietro per il castello, avvertendo e richiamando le squadre poste a difesa del maniero; si ritrovarono tutti davanti l’entrata, poco dopo videro arrivare a gran velocità gli auror del Ministero, i membri dell’Ordine e Silente con al seguito numerose barelle.

“Preside che è successo?” chiese la McGranitt sconvolta.

“Minerva sono arrivati e devo dire che sono molti di più di quanto mi aspettassi” rispose in tono grave il vecchio mago.

“Ma c’è anche Lui?” chiese in un soffio Hermione.

“Si purtroppo c’è anche Voldemort con i suoi Mangiamorte”

BOOOOOOOOOM, un esplosione segnalò al gruppo che la barriera di Silente era caduta; una nuvola di polvere iniziò ad alzarsi dal sentiero che dal villaggio conduceva al castello.

“Presto tutti ai loro posti! Stanno arrivando.” Tuonò il vecchio preside; immediatamente tutti presero posizione.

Dopo pochi minuti un rumore assordante di metallo contorto, riempì l’intero parco i cancelli di Hogwards erano stati abbattuti, immediatamente l’intera radura davanti al castello si riempì di orrende creature, incantesi e maledizioni riempivano l’aria ma nonostante alunni, insegnanti e auror tentassero di ricacciare indietro il nemico, questo li stava sopraffaciendo.

“Ahahahaah, Silente arrenditi le mie creature sono inarrestabili.” L’Oscuro Signore era giunto, i suoi occhi abbracciavano l’intero campo di battaglia, le narici fremevano annusando l’aria intrisa di terrore.

“Non credo proprio Tom, tanto che alcuni amici si stanno unendo a noi per vincerti” gli occhi del vecchio preside brillavano in direzione della foresta, anche l’Oscuro si voltò in quella direzione gli occhi ridotti a fessure. Dalla foresta apparve Hagrid, seguito a ruota dal fratellino Grawp e da l’intero branco dei centauri di Hogwards, Fiorenzo e Cassandro in prima fila; Aragog e Moses con i loro figli, l’intrero branco di Thestral. Iniziarono subito a combattere, in una specie di bolgia infernale.

I centauri scagliavano frecce a ripetizione, Aragog e i suoi figli uccidevano giganti e acromantule, dando sfogo ai loro istinti, e anche i Thestral facevano la loro parte com Grawp e Hagrid;

intanto molti duelli singoli prendevano piede, Nott fu il primo a iniziare a duellare con suo padre.

“Theodor, sei un traditore come tua madre, morirai non ho bisogno di un figlio come te!” tuonò il mangiamorte rivolto a suo figlio.

“Taci, per le tue assurde convinzioni hai distrutto la nostra famiglia! Stupeficium” il raggio rosso partì dalla bacchetta del ragazzo diretto sulla vittima designata.

“Protego, sciocco pensi di schiantare me fedele servitore dell’Oscuro. Crucio” la maledizione stava per colpirlo, ma con un balzò si portò fuori tiro.

“Diffindo” sul braccio del mangiamorte si aprì un profondo squarcio.

“Maledetto, Stupeficium”

“Protego.” Ormai lo scontro si stava facendo serrato intanto vicino a loro un'altra famiglia stava duellando: i Malfoy.

“Draco, osi ribellarti a me?” disse impassibile il vecchio Lucius.

“Si tu stai portando la rovina da noi” disse il biondo prefetto, nelle sue parole ‘era un misto di coraggio e paura verso quella figura autoritaria.

“Tu, piccolo ingrato, hai macchiato il nome dei Malfoy con il tradimento, come quella sciocca di tua madre, o ma la pagherete con la vita” tuonò il padre al figlio.

“Smettila, Petrificus Totalus”

“Protego, pensi di potermi battere?” chiese ironico.

“Ne sono certo, Stupeficium” ribatte il ragazzo mentre lo schiantincantesimo si dirigeva verso il genitore.

“Crucio” sibilò il padre, la maledizione infranse l’incantesimo del ragazzo, e lo centrò in pieno; questi si accasciò a terra contorcendosi e ansimando dal dolore.

“Draco! Expelliarmus” urlò Pansy facendo volare la bacchetta al Signor Malfoy ma distraendosi così dal suo avversario.

“Sciocca ragazzina, Avada Kedrava” tuonò il mangiamorte che stava combattendo con lei, il raggio verde la raggiunse inesorabile, spegnendo la sua vita.

“NOOOOOOOOOOOOOOOO, maledetti” urlò il biondo ripresosi dalla Crociatus inflittagli dal padre.

Dall’altra parte del prato due donne stavano duellando:

“Bene bene la mezzosangue amica di Potter, lo raggiungerai presto ragazzina!” la sbeffeggiava la donna.

“Taci megera, Stupeficium” il colpo di Hermione fu parato rapidamente.

“Protego. Non ce la puoi fare con la serva più fedele dell’ Oscuro Signore, anche il mio caro cugino l’ha imparato a sue spese. Expelliarmus” gridò Bellatrix con un uno sguardo omicida.

“Protego. Zitta e combatti, Bombarda” il terreno sotto i piedi della donna esplose facendola capitolare a terra.

“Lurida mezzosangue, Crucio” Hermione non fu in grado di parare il colpo che la prese in pieno. Facendola rantolare a terra in preda agli spasmi; nella mente della ragazza tra le sensazioni che la maledizioni provocava, un’unica domanda si affacciava – Dove sei Harry?-.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25: L’ apertura del sigillo ***


Capitolo 25: L’ apertura del sigillo

Ormai gli equilibri della battaglia sembravano pendere dalla parte di Silente, dopo il provvidenziale intervento fi Hagrid e delle sue creature:

“Bene Tom mi sembra che le sorti della battaglia si volse a mio favore.” Disse il vecchio preside rivolto alla creatura.

“Mio buon vecchio Silente, tu con il tuo grande acume non ti sei accorto che alla festa mancano molti invitati?” chiese beffardo Voldemort, lo sguardo di Silente vagò per un attimo sul campo di battaglia, sul suo voltò balenò un lampo di comprensione.

“I Dissennatori” disse cupo rivolto al suo avversario.

“Bravo sciocco, lo dovresti sapere che ho sempre qualche asso nella manica. AHAHAHAHAHA” alla risata fece eco un’improvvisa ventata gelida, iin lontananza una nube si avvicinava poco a poco, metro dopo metro inesorabile; ormai erano a poca distanza dal castello saranno stati diecimila, praticamente tutti quelli presenti in Inghilterra.

Scesero in picchiata verso la battaglia, desiderosi di sfamarsi, i patronus evocati veniva letteralmente spazzati via dal frusciare delle vesti di quei demoni.

“Hai perso vecchio stolto” disse con un ghigno Voldemort.

“Sai Tom a volte dimentichi che anche questo vecchio ha dei bei assi nelle maniche” alle parole del preside i suoi occhi cominciarono a brillare e si voltò di scatto verso il lago, il Signore Oscuro vedendo quella mossa lo imitò, si voltò a vedere. Due luci verdi ravvicinate come smeraldi rilucevano sulla riva, una voce potente, forte, un grido di speranza squarciò l’aria;

“EXPECTO PATRONUM”.

Tutti si fermarono, maghi e creature, una forma gigantesca d’argento correva in direzione del campo di battaglia, mano a mano che si avvicinava i contorni risultavano definiti, un’immenso cervo alto quasi sei metri puntava dritto ai dissennatori.

“Ma chi ha evocato una tale entità positiva?” chiese senza riflettere il mago oscuro, la risposta arrivò da una ragazza che si stava riprendendo dalla maledizione inflittale da Bellatrix.

“Il tuo nemico Harry Potter.” A quelle parole proferite con un sussurro, L’Oscuro Signore e i suoi mangiamorte rimasero basiti. Il grande cervo ormai era arrivato al limitare della battaglia al suo fianco comparve una figura, illuminata dall’aura argentata dello spirito.

“Maledetto Potter sei vivo!” sibilò Voldemort; Harry non prestò attenzione alle parole del mago e con un sussurrò incitò il suo cervo ad attaccare le creature, partì al galoppo, la sua potenza era tale che le creature quando entravano in contatto con la sua aura si distruggevano lasciando solo i mantelli.

“Potter sei venuto per assistere alla morte della tua bella?” fece sprezzante Bellatrix, puntando la bacchetta contro l’ansimante e disarmata Hermione, poi proseguì “Non ti è bastata la morte del mio caro cugino?”, a quelle parole Harry rimasto fino a quel momento impassibile, si voltò i suoi occhi emanavano una luce indecifrabile, verde intensa, alzò la sua bacchetta.

“Lui sarà vendicato, ma non ti ucciderò, ci sono cose ben peggiori della morte. Dissennium” un raggio di luce nero come la pece partì dalla bacchetta del ragazzo, la donna fu veloce “Protego” ma la barriera si sciolse, come il burro attraversato da un coltello incandescente, la bacchetta prese fuoco e sparì dalla sua mano; venne avvolta da un nube nera un piccola lucciola argentata uscì dalla sua bocca, gli occhi si spensero solo il respiro denotava ancora la vita in lei, poi come una mano nera si chiuse sulla sferetta che sparì, la donna si afflosciò atterra, ormai un guscio vuoto senz’anima.

“Tu hai ucciso una delle mie serve più fedeli, senza contare che mi intralci ormai da ben diciotto anni” Voldemort aveva gli occhi rivolti a fessure, mentre osservava Harry muoversi verso il cenro della mischia; rimase per un attimo stupito per l’impassibilità di quel ragazzo.

“Sei tu che da diciotto anni mi stai rovinando la vita, ma oggi le pagherai tutte, è un conto salato quello che ti sto per presentare.” Le sue parole non lasciavano trasparire nessuna emozione, solo una grande aura di potere.

“Allora comincerò con il vecchio, un’altra tomba su cui piangere Harry” disse il mostro alzando la bacchetta e puntandola verso Silente, udì bene le parole pronunciate dal ragazzo, in una lingua arcaica sconosciuta anche a lui; l’immagine del vecchio e di tutti gli altri che combattevano contro il suo esercito che svanivano fu un mezzo shock per l’Oscuro.

Li vide riapparire dietro il ragazzo, protetti da un muro di luce opaco.

“Pensi di proteggerli Potter, e vuoi affrontare me i miei fedeli mangiamorte e le mie creature così da solo?” chiese divertito.

“Harry, non ce la puoi fare da solo liberaci ti prego?” Hermione piangeva battendo i pugni sull’invisibe muro.

“Dai Harry non puoi fare tutto da solo” ribattè irato Ron.

“Io non sono solo, voi sarete sempre con me, fidatevi di me” un dolce sorriso illuminò il viso del ragazzo che si voltò di nuovo verso i suoi avversari.

“Iniziamo con quegli orribili stracci volanti” puntò la sua bacchetta verso il cervo e mormorò un altro incantesimo arcano, questi mutò forma trasformandosi in un tornado argenteo; per tutti si era alzato solo un po’ di venticello, ma per i dissennatori non era così; venivano risucchiati come fuscelli e sparivano inghiottiti dal gorgo, quando sul campo non ne rimase nemmeno uno il vortice si spense rivelando solo un cumulo di mantelli vuoti.

I mangiamorte erano spaventati solo Malfoy e Nott parevano indifferenti, Voldemort aveva gli occhi ridotti a fessure, mentre tutti i suoi compagni li osservavano.

“Albus, ma cosa era quell’incantesimo?” chiese sbalordita la McGranitt, alla domanda quasi tutte le teste dei presenti erano scattate nella sua direzione.

“E’ un incantesimo arcaico Magna Demonae Sigillum, efficace con tutte le creature demoniache di primo e secondo livello”

“E Potter come lo conosce, glielo hai insegnato tu?” chiese la McGranitt stupita come tutti gli altri.

“No e credo che questo non sia l’unico che conosce” il solito brillio negli occhi. Il dialogo fu interrotto dal sibilo dell’Oscuro Signore:

“Uccidetelo”.

Tutto l’esercito di Voldemort si riversò su di lui, incantesimi e maledizioni lo raggiungevano ma inspiegabilmente, venivano respinte, intorno alla figura del ragazzo era apparso uno strano cerchio luminoso che lo avvolgeva, la sua concentrazione era massima, le parole che pronunciava non venivano udite; dal punto dove si trovava il ragazzo partirono numerose crepe nel terreno, il cielo era oscurato da pesanti nubi nere e l’acqua del lago gorgogliava poi avvenne.

I suoi occhi si spalancarono e la terra si aprì; qualcosa di enorme stava risalendo dalle profondità dell’abisso, le creature oscure dovevano aver avvertito il pericolo perche indietreggiarono impaurite, persino i giganti tremavano come foglie; poi uscì: una mano enorme di pietra, era talmente grande che avrebbe potuto stringere un paio di troll tranquillamente, piano piano un gigante di pietra apparve nella radura, alto quasi venti metri sovrastava tutti. Dal lago dove nel frattempo un vortice si era formato proprio nel mezzo, le acque si condensaro in una specie di torre dalla quale spuntò una testa di serpente, anche quest’essere era imponente, essi stava avvicinando alla riva, un lungo solco si scavò nella terra ove passava e ben presto fu a ridosso del campo di battaglia; le sorprese non erano ancora finite, le nuvole nere cariche di pioggia avevano iniziato a vorticare proprio sopra le loro teste, tutti guardavano questo fenomeno persino Lord Voldemort sembrava incredulo, il vortice comincio ad aprirsi e un animale, un’aquila gigante, comparve era grande come uno di quegli aggeggi babbani, gli aeroplani, sembrava incorporea, era costituita da quella che sembrava aria rarefatta, con un solo battito delle sue possenti ali una raffica di vento scosse l’intera foresta, stava volteggiando proprio sopra di loro, in attesa di scegliere una preda.

“Professor Silente ma cosa sta richiamando Harry? Cosa sono quegli esseri?” chiese Hermione allibita, dando voce ai pensieri di tutti i presenti nel parco.

“E’ un’incantesimo di evocazione, ma quello che sta evocando Harry non è un normale spirito, quelli sono gli spiriti guardiani degli elementi.” La risposta non era tardata ad arrivare, anche se il tono di gravità con cui era stata pronunciata lasciava molti dubbi.

“Perfetto li batterà tutti!” esclamò entusiasta Ron facendo un segno di vittoria.

“Spero che Harry abbia la forza e il potere necessari per controllarli oltre che per evocarli.” Continuò il preside accentuando il tono grave.

“Albus che vuoi dire?” intervenne la professoressa di trasfigurazione.

“Minerva solo un mago, che la storia ricordi, è mai riuscito ad evocare i quattro spiriti e controllarli, Merlino. Queste creature sono guidate esclusivamente dagli element che governano, se fossero senza controllo non farebbero distanzio tra amici e nemici.” Il discorso aveva lasciato a bocca aperta tutti, persino i mangiamorte sentendo le parole del vecchio mago erano inorriditi e adesso guardavano il loro padrone, sperando che decidesse una resa. I loro pensieri furono interrotti dal boato, provocato dalla bacchetta di Harry, un gigantesca massa di fuoco si era formata proprio di fronte a lui prendendo mano a mano forma, un canto iniziò a risuonare per la radura, una melodia ultraterrena che riempiva il petto e sembrava scaturire dall’animo. Una fenice grande quanto l’aquila ma fatta completamente di fuoco, prese a volteggiare.

“Potter, maledetto non puoi sconfiggermi, io sono il Signore Oscuro!” Voldemort era livido così dicendo prese il pendente che portava al collo, il sigillo di Anubis, portandolo fin sopra la testa.

“Neanche gli spiriti guardiani mi potranno ostacolare, vi schiaccerò tremate insulsi esseri!” iniziò a blaterare una nenia incomprensibile, dopo pochi istanti il gioiello iniziò a brillare di una luce nera; la stessa luce si concentro in piccole spirali che mano a mano si addensavano formando un voragine nel vuoto; agli occhi dei presenti sembrava che una parte dello sfondo fosse stata strappata, lasciando il nulla.

Il buco nero continuava ad allargarsi, a prima vista non sembrava aver provocato alcun danno alle cose circostanti; quando il fascio di luce si interruppe, si udirono dei sibili e dei sussurri sommessi.

“Avanti mio fedele Esercito mostrati e vieni a distruggere i miei nemici!” Urlò l’Oscuro Signore visibilmente soddisfatto ed eccitato.

Harry non aveva fatto una piega rimanendo perfettamente calmo, solo le parole del vecchio preside si udirono anche se pronunciate in un sussurro.

“Spero che Harry sappià cio che fa; ora che il sigillo è stato infranto l’Esercito dell’Oscurità è libero.”

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