Real Love

di _lullaby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Punto 1 - Malattia ***
Capitolo 2: *** Punto 2 - Fiori ***
Capitolo 3: *** Punto 3 - Pericolo ***
Capitolo 4: *** Punto 4 - Delusione ***
Capitolo 5: *** Punto 5 - Promessa ***
Capitolo 6: *** Punto 6 - John ***
Capitolo 7: *** Punto 7 - Beccati! ***
Capitolo 8: *** Punto 8 - Com'è forte il profumo dei ciliegi in fiore! ***
Capitolo 9: *** Punto 9 - Principe, non senti che il mio cuore sta prendendo il volo? ***
Capitolo 10: *** Punto 10 - Ricatto (I'll never leave you alone) ***
Capitolo 11: *** Punto 11 - Bluff (Always on my mind) ***
Capitolo 12: *** Punto 12 - Galeotto fu il libro e chi lo scrisse (I parte) ***
Capitolo 13: *** Punto 13 - Galeotto fu il libro e chi lo scrisse (II parte) ***
Capitolo 14: *** Punto 14 - Ringo (She's so heavy) ***
Capitolo 15: *** Punto 15 - Festa ***
Capitolo 16: *** Punto 16 - E' simile agli dei quell'uomo? ***
Capitolo 17: *** Punto 17 - Ritorno ***
Capitolo 18: *** Punto 18 - What you're doing to me? ***
Capitolo 19: *** Punto 19 - There's A Place ***
Capitolo 20: *** Punto 20 - P.S. I love you ***
Capitolo 21: *** Punto 21 - Lavoro ***
Capitolo 22: *** Punto 22 - Keira (E tu lo sai che vorrei soltanto poter stringere la tua mano?) ***
Capitolo 23: *** Punto 23 - I'm losing you ***
Capitolo 24: *** Punto 24 - Look out, cause here she comes (parte I) ***



Capitolo 1
*** Punto 1 - Malattia ***


-Paul tu sai che cos’è l’amore? – chiedo accendendomi una sigaretta.
-E’ una forza incontrollabile che attira indissolubilmente due persone, portandole verso la felicità o verso…
-… la rovina? – suggerisco.
-Già. Passami una sigaretta per favore.
-E se invece – domando io, passandogli il pacchetto di Marlboro – fosse qualcosa di più?
-L’amore dici? – chiede lui, con frenetiche boccate di fumo.
-Esatto.
-Cioè?
-Qualcosa di scritto, alla quale non puoi sfuggire neanche volendolo.
Lo sguardo di Paul assume un’aria stranamente divertita.
-Mary tu lo sai che non credo minimamente al destino.
-Infatti era solo una supposizione caro Paul, ma… Nel caso fosse realmente così. Che faresti?
I suoi occhi di un marrone intenso mi lasciano senza fiato, ogni volta che li guardo sembrano sempre che assumano una nuova tonalità! Dal divanetto in cui era seduto, si alza in maniera composta come sempre e si avvicina sempre di più a me, quasi come un leone con la propria preda. Il mio respiro diventa sempre più irregolare e la sua voce calda e suadente penetra nel mio orecchio, come una dolce melodia.
-Penserei di avere davanti ai miei occhi il mio destino ormai deciso. Penserei di avere trovato l’amore.


Non riesco a capire il motivo per cui ricordi come questi continuino a tormentarmi la mente. Tra 10 giorni saranno esattamente 5 mesi. 5 mesi dalla sua totale e definitiva uscita di scena dalla mia vita. Addio, Goodbye, Adieu. In qualsiasi modo lo scrivi o lo leggi il significato è sempre lo stesso. Eppure il mio spirito masochista riesce sempre a prevalere, lo penso così tanto che la mia mente rischia di esplodere, nei miei sogni non appare che lui. L’effetto più sconvolgente di questa strana “malattia” è stato vedere il suo viso in quello di mia madre. Devo dire però che è stata la conversazione più interessante che abbia fatto con lei negli ultimi 22 anni.
Più prometto a me stessa di smettere di pensare a lui, più i pensieri mi tormentano. Paul McCartney, lei si è trasformato in quel dolce inferno che presto mi porterà alla rovina.


Dopo aver capito finalmente come funzionano gli html e tutto quanto spero apprezziate questo schifo lavoro, dove ho parecchio sudato per la creazione xDD chiedo scusa se il capitolo è piuttosto piccolo, ma vi prometto che a poco a poco (se la mia ispirazione permette) aumenteranno di lunghezza! Alla prossima ^^

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Capitolo 2
*** Punto 2 - Fiori ***


Quante volte ho cercato di telefonargli, di inviargli lettere, di fare qualsiasi gesto che potesse mettermi in comunicazione con lui! L’orgoglio spesso prevale sull’amore purtroppo, motivo per cui non ho neanche provato a fare una di quelle cose. Eppure ogni volta che ci provo , qualcosa di strano ed inspiegabile mi spinge a fermarmi e a chiedermi “Perché lo sto facendo?” oppure “Davvero l’amore porta a fare queste cose?”, ancora non sono riuscita a dare una risposta a queste semplici domande.

-Qui è radio KMC che vi parla in diretta da Londra! Per i nostri ascoltatori abbiamo una chicca in esclusiva dalla band più amata dell’anno: Con il nuovo singolo Yesterday, ecco a voi i Beatles! – la voce del deejay è una di quelle voci perforanti, insopportabili che spesso ti spingono a chiederti se esista veramente gente così. Le note della canzone si diffondono per tutta la stanza e tutto si ferma, siamo in un labirinto adesso e la voce di Paul è la mia guida. Il suo dolore diventa il mio, la sua forza mi appartiene, siamo esseri indivisibili in tutta la nostra fragilità. Appena la canzone termina tutto si conclude e la dura realtà appare ai miei occhi come qualcosa di insopportabilmente difficile da accettare, le lacrime non fanno a meno di scorrere veloci come un piccolo fiume e potenti come una cascata. Chissà se Paul sa quanto velocemente batte un cuore spezzato. Io penso che non batta affatto.

Il giorno dopo ricevo una lettera, stranamente anonima, seguita da un grande mazzo di rose.
Devo parlarti. Forse avevi ragione tu riguardo l’amore, è qualcosa alla quale non puoi sfuggire neanche volendolo con tutto il cuore”. 1,2,3,4,5. Il cuore ha smesso di battere per 5 secondi esatti, ho cronometrato! Inferno che distruggi la mia anima, che cosa dovrò aspettarmi da te?

Mentre cammino tra le strade alberate di Londra lo immagino assorto, come ogni volta, in uno dei suoi libri. Come lui anche John, quel buffo ragazzo che non smetteva mai di farmi ridere con le sue frasi prive di senso logico e con i suoi modi bruschi di fare. George, con i suoi occhi che trasmettevano mille emozioni, e Ringo, con i suoi modi un po’ da sempliciotto: anche loro mi mancano tanto. I Beatles? Li conosco uno per uno, non ci trovo nulla di strano in questo. Ma se vi dicessi che sono stati proprio loro la principale causa della mia rovina? Vi stupireste?


E con grande anticipo posto anche il secondo capitolo, spero solo che vi piaccia ^^

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Capitolo 3
*** Punto 3 - Pericolo ***


2 anni prima

Bene, oggi è il grande giorno. Il vestito bianco lascia una scollatura non molto ampia ma stranamente continuo a non sentirmi adatta con quell’abito. Eppure ho saccheggiato mezzo armadio per riuscire a decidere che cosa mettermi, è sempre così prima di un evento che considero importante. Ellie mi ha detto di non preoccuparmi, tanto loro non sono assolutamente tipi a cui importa ciò che una donna indossa ma io sono lo stesso in uno strano stato di ansia permanente: Ellie esce con uno di loro da più di tre settimane e ha avuto l’idea “geniale” di organizzare una cena con lui e i suoi amici. Chissà perché quando si tratta di Ellie finisco sempre in mezzo a situazioni che non faranno altro che portare guai alla sottoscritta? Prima di strapparmi il fatidico sì, Ellie mi ha detto che questa esperienza sarebbe riuscita a “farmi dimenticare Lucas” per sempre, citando le sue stesse parole. Ma dimenticare riesce difficile dopo aver passato insieme a questa persona più di 5 anni e mezzo insieme, considerando anche il fatto che lui è il fratello maggiore di Ellie. Com’è finita questa storia? Non saprei, forse è finita soltanto perché era necessario che finisse: c’è stata qualche carezza, qualche abbraccio, qualche bacio ma se la gente mi chiedesse se tutto questo è stato amore, risponderei senza problemi… No; abbiamo deciso di comune accordo di rimanere amici, ma sappiamo entrambi che non potrà esserci un rapporto del genere tra di noi, infatti la sua presenza si fa sempre sentire prepotentemente, come se non volesse lasciarmi andare nonostante tutto. Suona il campanello, Ellie si presenta con una semplice camicetta jeans e pantaloni lunghi bianchi. I riccioli biondi le cadono dolcemente sulle spalle e gli occhi azzurri brillano di felicità, quasi la invidio per tutto quello che riesce ad avere. Sto per dirle qualcosa sul suo abbigliamento ma non mi lascia il tempo di dire neanche una parola, mi prende per mano e ci incamminiamo per il ristorante.

Dopo 20 minuti di cammino alla ricerca disperata di questo ristorante, chiedo una pausa e mi siedo sui gradini di una chiesa. Ellie senza dire neanche una parola si siede accanto a me.
-Allora? – le chiedo incrociando le braccia.
-Allora che cosa? – domanda lei con lo sguardo confuso.
-Il ristorante Ellie, sei sicura di sapere dov’è?
-… No veramente. John mi ha spiegato tutto in termini molto generici! Doveva stare con sua moglie in quel momento e non poteva spiegarmi niente nei minimi particolari.
-Moglie?! Questo John è sposato? In che guaio ti sei andata a cacciare Ellie?
-E’ tutto ok Mary! Lui ama solo me, è stato solo costretto a sposare quella lì! – dice cercando più di convincere se stessa che me.
-Ne sei veramente sicura?
-Io lo amo Mary, lo amo più di me stessa. Quando trovi questo tipo di amore, è dura uscirne fuori. – le lacrime fuoriescono lentamente dal suo viso pallido, illuminato dai chiari raggi della Luna.
La abbraccio. Sento il suo dolore, carico allo stesso tempo di una forza assai strana. E’ forse questo l’amore?

Mezz’ora dopo decidiamo di non arrenderci e di continuare a capire dove possa mai essere quel maledetto ristorante. Mentre perlustriamo l’intera zona, ad un certo punto arriva una macchina, i cui fari ci accecano totalmente. Un uomo dal volto assai strano sporge la testa dal finestrino e con un’espressione piena di malizia ci propone un’offerta, a suo parere, impossibile da rifiutare.
-Belle bamboline! Vi va di farvi un bel giro al chiaro di luna con il sottoscritto e il suo caro amico? – esclama indicando il ragazzo accanto a lui - Abbiamo voglia di spendere oggi!
-M-ma che cosa dite? Non siamo quello che pensate!
I due ragazzi scendono dalla macchina.
-Che dici Al? Le lasciamo in pace? – chiede l’amico ridacchiando.
-Non lo so Dave! Ho proprio voglia di stare con queste due belle signorine! – risponde l’uomo.
-Guardate che bella biondina che abbiamo qua, le bionde sono proprio il mio tipo – lo sguardo di Al si fa sempre più malizioso.
-E guarda un po’ la biondina che cosa riesce a fare! – esclama Ellie sputandogli in un occhio e sferrandogli un calcio dritto nello stomaco.
Mi libero dalla stretta di Dave e scappiamo più velocemente possibile ma i due ragazzi arrivano e ci bloccano da dietro.
-Se fate le brave bambine vedrete che non succederà nulla… - la mano di Dave si insinua dentro il mio vestito. Chiudo gli occhi e tremando penso intensamente.
Vi prego, vi prego, vi prego. Salvatemi.
-Ehi voi! – esclama una voce sconosciuta, forse il mio salvatore? – Lasciate andare le ragazze!
-Oh che paura. Che cosa potreste farci sennò? – domanda Al, per utilizzare il plurale devono essere di più!
Il rumore di pugni e urla mi spingono ad aprire gi occhi. I cattivi sono stati sconfitti e i nostri eroi hanno vinto. Due ragazzi dall'aspetto distinto si presentano davanti ai nostro occhi. E' uno scherzo per caso? Questi due ragazzi sono riusciti ad abbattere quei tizi simili ad armadi a muro?
-Come state ragazze? Non vi hanno fatto del male vero? - chiede il primo ragazzo, dall'aria così dolce e gli occhi così luminosi, che il mio cuore si scioglie al solo guardarli.
-B-Bene, non ci hanno fatto nulla tranquilli! Non sappiamo come ringraziarvi, veramente! - rispondo gesticolando freneticamente con la mano.
-Potreste ringraziarci dicendoci i vostri nomi prima di tutto, non vi pare? - domanda ridacchiando il secondo ragazzo, dal volto spigoloso all'altezza degli zigomi e i cui occhi non hanno guardato altro in quel momento se non Ellie.
-Oh avete ragione! Io sono Eleanor, ma potete chiamarmi Ellie e lei è la mia migliore amica Mary. Stavamo cercando il Bullet ma ci siamo perse per strada! - risponde Ellie con aria sconsolata.
-Io sono George invece e lui è il mio amico Paul, se vi va potreste venire con noi! Stavamo andando giusto là!
-Davvero? Oh grazie! - esclamo piena di sollievo.


Vi devo ringraziare moltissimo per tutti i commenti ricevuti, quasi quasi pensavo che questa storia non vi sarebbe piaciuta invece ho visto che è riuscita addirittura ad entusiasmare! Non potete capire quanto piacere mi abbia fatto leggere quei commenti uno per uno *_* davvero grazie, grazie, grazie! E ovviamente grazie anche a chi legge! Alla prossima ;D

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Capitolo 4
*** Punto 4 - Delusione ***


Il Bullet non è un gran bel posto dal punto di vista estetico, metà delle pareti sono ammuffite, la porta a malapena si apre e le finestre sono praticamente impossibili da aprire. A quanto pare il gestore di questo ristorante, un certo Muck Liddens, è un amico di vecchia data di John.
Ellie è da più di mezz’ora che non fa altro che guardare l’orologio, lo stesso George sembra leggermente spazientito.
L’unico che non sembra essere agitato è Paul, che sta fumando una sigaretta fuori dal locale. Esco fuori anche io, prendendo una sigaretta dal pacchetto dentro la borsa.
-Ehi! – saluto, forse con troppa gioia.
-Ehi. –risponde lui al saluto, continuando a fumare tranquillo.
-Hai un accendino per caso? Forse nella fuga da quei tizi deve essermi caduto dalla borsetta!
-Tieni, ma non sta per niente bene che una bella signorina come te fumi! – dice porgendomi l’accendino.
-Tutte balle! Sai quando una persona inizia a fumare?
-No quando?
-Quando soffre, il pensiero che una sostanza come la nicotina possa alleviargli un po’ del dolore che porta dentro lo porta ad affidarsi totalmente ad essa.
-Davvero strano. Quindi hai sofferto?
-Troppe volte e in troppi modi diversi. – dissi con un sorriso abbastanza triste stampato sul volto.
-Tu invece? Hai sofferto anche tu?
-Credo di sì, solo che non me lo ricordo. – lo sguardo di Paul lascia trasparire un velo di tristezza, lieve ma impossibile da non notare.
-Cioè?
-Una sofferenza a lungo perpetrata spesso non permette ricordi lucidi sai?
-Che tipo di sofferenza?
-Oh chiamala d’amore, è così mutevole!
Mi colpiscono le sue parole, sono quelle di una persona che la sofferenza l’ha vista con i propri occhi.
-E’ divertente sai? Pensavo di essere l’unica a pensarla così e a quanto pare mi sbagliavo! – dico sorridendo.
La risata di Paul riempie di gioia il mio cuore, ma ad un tratto delle urla arrivano alle nostre orecchie, forti e cariche di rabbia.
Ellie esce dal ristorante, sbattendo la porta del locale. Provo a raggiungerla ma inizia a correre, veloce.
Mi è sembrato di notare qualche lacrima.
Entro dentro il locale e George fissa la finestra con occhi ancora scioccati.
-Che cosa è successo George? Perché quella guancia rossa? – domanda Paul preoccupato.
-M-Mi ha dato… Uno… -balbetta George.
-Che cosa George? Parla!
-Uno schiaffo.
-E perché mai? – chiedo confusa.
-Muck ha ricevuto una telefonata da John, avvisava che non poteva arrivare perché Cyn lo ha costretto a stare a casa con lei. Allora ho chiesto a Muck se aveva notizie di due ragazze che dovevano cenare con noi, il viso di Ellie si è fatto improvvisamente rosso, mi ha mollato un ceffone ed è scappata via piangendo!
-Ellie… - sussurro sospirando.
-Certo che quella ragazza picchia duro eh? Guarda che segno mi ha lasciato sulla guancia! – esclama indicando contemporaneamente la guancia colpita.
-Non potevi fermarla?
-Per ricevere un altro ceffone? No grazie!
-Che succede Mary? – chiede Paul.
-Succede che Ellie è scappata per essersi innamorata dell’uomo sbagliato.
Gli sguardi di Paul e George si incontrano per un breve istante, per poi rivolgersi verso di me.
-C’entra John in tutto questo? – domanda Paul, alla fine.
-E voi siete le ragazze che aspettavamo? - domanda pure George.
Annuisco velocemente con la testa.
-Chiedo scusa ma è meglio che vada a vedere se Ellie è andata a casa. Spero di rincontrarvi di nuovo un giorno di questi. – guardo a fondo gli occhi di Paul mentre pronuncio queste parole, George invece ha uno sguardo quasi… Deluso.

La casa di Ellie non è né molto grande, né molto piccola, ricordo quando venne da me esultante perché era riuscita a comprarla, con un prezzo modico in confronto alla cifra che realmente aveva.
Busso alla porta. Tre tocchi e l’attesa inizia.
La porta si apre ma non c’è Ellie bensì… Lucas.


Tarattatààààn xDD ecco il capitolo numero 4, scritto e modificato talmente tante volte che non ricordo più neanche io! XD Passiamo all'angolo recensioni ora *w*

TheThief_:Grazie moltissimo per tutti i complimenti, non si è mai banali con i commenti tranquilla! Non sai quanto mi facciano piacere *_*

xSakuChanx: Grazie moltissimo anche a te Ale! Ma anche te non scherzi eh u.u xD

Zazar90: Oddio a leggere il tuo commento mi sono rotolata per terra un po' come il mio cane xDD purtroppo il personaggio di Ellie, secondo le mie previsioni, non durerà molto purtroppo ç_ç *si chiude la bocca* stupida bocca è_é ma se riuscite a convincere l'autrice potrebbe anche restare u.u grazie tantissimo per i complimenti *___*

THE :D: George e Paul,dato che sono gli eroi, me li sto immaginando con tutine da Superman xD grazie anche a te! *_*

Marty_youchy:Mi sa che Paulie è un po' il macho di tutte *sbava per tutta la casa* ok, devo smetterla xD Povera Cyn davvero ç_ç


Ovviamente grazie anche solo a chi legge! Al prossimo capitolo :D

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Capitolo 5
*** Punto 5 - Promessa ***


Lucas.
Sgrano gli occhi cercando di capire se quello che ho davanti a me è solo un sogno oppure la realtà.
No, non lo è.
Cazzo.
E adesso?
-Mary! – esclama sorpreso.
-Ciao Lucas. Non ti trovavi ad Edimburgo? – rispondo cercando di evitare il suo sguardo.
-Sì ma mi mancava mia sorella e ho deciso di farle visita per un paio di settimane, non sei contenta?
Dimenticavo! Lui è il fratello di Ellie, che grande confusione eh?
-Da morire… - dico con una voce non molto convincente.
-Sai che sono ritornato anche per te? – sussurra accarezzandomi dolcemente.
No, no, no.
Non questa volta.
Non mi incanterai più con i tuoi sporchi giochetti di seduzione!
-Vedo che porti ancora la mia medaglietta. – un sorriso pieno di soddisfazione appare sul suo volto.
Porto automaticamente la mano al collo, il medaglione c’è.
Ha ragione.
E’ stato un regalo per il mio diciottesimo compleanno, quasi come una proposta di matrimonio si è inginocchiato di fronte a me e consegnandomi il pacchetto regalo mi ha detto quelle parole.
Ti amo.
Nient’altro.
Tocco di nuovo la medaglietta e provo a toglierla dal mio collo, ma la mano di Lucas mi blocca in tempo.
-Che cosa stai facendo?
-Non voglio che ti faccia stupide illusioni. Siamo solo amici, ricordi?
-Già, solo amici. Solo stupidi e inutili amici!
La mano di Lucas sbatte con violenza contro il muro accanto a lui, facendomi sobbalzare.
Ha uno sguardo quasi tenero in fondo.
No! Mary resisti!
Il nemico non vincerà stavolta.
Improvvisamente lo vedo davanti a me, le braccia mi spingono verso il muro e bloccano le possibili via di fuga. Sono in trappola adesso!
-Lucas… - continuo ad evitare il suo sguardo.
-Sì? – risponde con tranquillità.
-Scansati per favore! Ero venuta solo per cercare Ellie!
-E se non volessi farlo? Ellie comunque è nella sua stanza a piangere, non permette a nessuno di entrare.
-Io… Io… - balbetto confusa.
-Tu cosa?
Sempre più vicino. Il suo alito caldo soffia sul mio collo.
Sto impazzendo.
“No non farlo!” urla il mio cervello.
“Dagli un’altra opportunità!” urla il mio cuore.
Tra ragione e sentimento decido di scegliere la ragione. Non posso donargli il mio cuore, finirebbe per ridurlo in mille pezzi.
Lo respingo con violenza facendolo cadere per terra.
-Dì ad Ellie che sono passata. – c’è tanta durezza nelle mie parole, ma un lacrima piccola ma non impercettibile, scende tradendomi.
-Va bene Mary ma ricordati che sarai mia, in un modo o nell’altro ma sarai mia! E’ una promessa.

Appena arrivo a casa mi precipito sul letto e appena apro gli occhi è già mattina. Una mattina non molto serena direi, la pioggia batte violentemente sulla finestra creando un suono assai fastidioso. Prendo il telefono e compongo il numero di Ellie, Lucas o non Lucas devo sapere come sta la mia amica!
-Pronto? – la voce di Ellie è molto stanca.
-Sono Mary, Ellie! Come stai? Perché ieri sei scappata così?
-Quel John! Lo detesto eppure lo amo tanto, forse troppo! Ieri mi aveva promesso che sarebbe venuto, lo aveva giurato sul nostro amore! Sul nostro amore, capisci Mary? Appena ho saputo che non sarebbe venuto sono come… Scoppiata! Povero George, me la sono presa con lui… - adesso dal tono stanco passa a quello dispiaciuto.
-Certo che gli hai dato proprio un bel ceffone eh? – dico ridacchiando attraverso la cornetta.
Ride anche lei, ma quel tono malinconico rimane sempre quasi come una macchia impossibile da eliminare.
-Ellie sai dove posso trovare questo John? Vorrei poter parlare con lui. – domando ad un tratto.
-Ogni tanto si esibisce al Bistard, un locale non molto lontano da qui! Aspetta che ti do l’indirizzo.
Annoto l’indirizzo molto velocemente ma una domanda sorge spontanea: Ellie ha detto che si esibisce, ma esattamente… Che cosa fa questo John?


E' stata dura ma alla fine anche questo capitolo è stato partorito, ho cercato talmente tante fonti di ispirazione che alla fine l'ho trovata in una delle tante canzoni di Luigi Tenco che mio padre ogni tanto mi fa ascoltare. Quindi bisogna ringraziare sia mio padre che Luigi Tenco xD ok finito questo piccolo angolo di chiarimento, è giunto il momento delle recensioni *_*

xSakuChanx: Signora mia eccola accontentata così non crepa e posso continuare a mandarle pacchi-bomba :D

Zazar90: Non sai quanto i tuoi commenti mi rendano felice *A* mi sono appassionata in maniera particolare alla figura della sigaretta, non ho mai capito perchè certa gente inizi a fumare e pensando attentamente sono giunta a quella conclusione anche se non vale esattamente per tutti questo ragionamento. Per Ellie, vedremo come procederà la storia ma se tutto va bene la lascio ben volentieri! Ci vuole una ragazza tutta d'un pezzo qua ma anche Mary non scherza ;D

TheThief_: E infine Thief XD la penso come te riguardo il fumo, di sicuro io non fumerò mai e poi mai in vita mia ma mi ha molto divertito pensarla esattamente come uno che fuma. Peccato che il mio ragionamento non possa valere per molti, c'è chi lo fa soltanto per sentirsi più "figo" agli occhi degli altri e mi fa veramente incavolare >.< finchè è sofferenza va bene ma se diventa solo un modo per sentirsi più importanti agli occhi degli altri allora no, quasi quasi prenderei uno dei pacchi-bomba che spedisco ad Ale e glielo tirerei in faccia >___<" ok scusa il discorso troppo lungo, quando scrivo è la fine XD grazie tantissimo per i complimenti *___*

Ovviamente grazie anche a chi legge soltanto! Alla prossima *o*

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Capitolo 6
*** Punto 6 - John ***


Verso sera decido di incamminarmi verso il Bistard che, come mi ha detto Ellie, non dista molto da casa sua, solo qualche isolato. Dopo la serata di ieri spero solo di non fare brutti incontri, se non fosse stato per Paul e George chissà che fine avremmo fatto io e Ellie! Paul, Paul, Paul… Ieri grazie a lui mi sono sentita così viva e al tempo stesso avvertivo una strana sensazione, come se delle farfalle mi stessero volando dentro lo stomaco! Chissà…

Attraverso la strada guardando attentamente a destra e sinistra, ma una macchina, che corre ad alta velocità, non accenna a fermarsi. Il mio corpo viene attraversato da un brivido di terrore, i muscoli delle mie gambe non accennano a muoversi nonostante il cervello ordini loro di farlo. La gola improvvisamente si fa secca, non riesce più ad uscire alcun suono da essa. Anche la mente mi abbandona, è come se vi fosse una specie di blackout dentro il mio cervello! Chiudo gli occhi, in attesa dell’impatto.

Un forte rumore, come quello prodotto dalle auto dopo una frenata brusca, mi spinge a riaprirli lentamente e un ragazzo dagli occhi di un azzurro intenso e dal viso assai buffo, per via del grosso naso, mi sorride. In modo molto semplice ma nonostante tutto il suo volto lascia trasparire un velo di preoccupazione. Mi intenerisco al solo guardarlo, anche se stava per uccidermi, come faccio ad arrabbiarmi con un ragazzo così?
-E’ successo qualcosa? – chiede guardandomi negli occhi.
-No tranquillo, non è successo niente. E’ da ieri che mi capitano cose assurde come questa! – rispondo ridacchiando.
-Comunque io sono Richard, Ringo per gli amici! Tu?
-Mary, Mary per gli amici.
Una bella risata da parte di entrambi per concludere questa situazione assurda, ci vuole proprio. Ringo è una persona molto simpatica, mi racconta vari incidenti che gli sono capitati insieme ai suoi amici, con cui condivide la passione per la musica. Suona in un gruppo, i Beatles, e stanno per incidere il loro primo CD! Gli dico che sono molto contenta ma che devo scappare, allora lui si offre per accompagnarmi al Bistard dato che deve esibirsi lì per questa sera. Accetto ben volentieri il passaggio. Che strana sensazione di dèja-vu.

Dopo neanche 10 minuti di strada arriviamo al Bistard, secondo la descrizione di Ellie questo John è alto, ha i capelli castani ed è facilmente riconoscibile perché probabilmente sarà il più sexy di tutto il locale.
Appena incontro Ellie devo ricordarmi di strozzarla, come accidenti posso basarmi su questi semplici dettagli per trovarlo?
Vago a vuoto per il locale per 5 minuti buoni, fino a quando Ringo si propone di aiutarmi dato che ancora i suoi amici non sono arrivati. Lo ringrazio e iniziamo la ricerca, ma dopo neanche 15 minuti la concludiamo perché siamo entrambi stanchi. Ringo mi chiede se voglia un drink per alleggerire l’attesa, annuisco in risposta.
-Sai almeno il cognome di questo “John”? Magari lo conosco! – chiede Ringo.
-Lennon, almeno a quanto mi ha detto la mia amica.
-Lennon, Lennon, Lennon… Johnny! E’ uno dei miei amici con cui suono!
Tiro un sospiro di sollievo, almeno lui lo conosce!
Che fortuna!
Altri 25 minuti passano in chiacchiere fino a quando Ringo non si volta per salutare qualcuno animosamente, scuotendo le braccia per farsi vedere.
-Paul! Paul! Sono qui! – urla.
Paul? Anche lui? Qui?!
-Ehi Rings! – saluta allegramente.
-Ehi Paul! Ti presento…
-Mary! Sei venuta per John vero? – esclama Paul. Gli occhi sembra quasi che gli brillino di felicità.
Annuisco.
-Già vi conoscete? – chiede Ringo, visibilmente confuso.
-Ricordi ieri sera? Quando non sei potuto venire? Beh! Lei è una delle due ragazze che io e Geo abbiamo salvato!
Ringo si volta verso di me, cercando una conferma e io annuisco.
-Oh cavolo! Allora avevi ragione Paul! – esclama Ringo sorpreso.
Sorrido e volgo lo sguardo verso il palco, ci sono un sacco di strumenti musicali…
-Sono vostri? – domando.
Paul e Ringo annuiscono e fingono di mettersi in posa per un servizio fotografico.
-Siamo i Beatles, miss Mary, o per meglio dire una parte di essi. Piacere di riconoscerla! – esclama Paul, baciandomi la mano.
-Sono proprio curiosa di ascoltarvi!
-Vedrà miss, la stupiremo!

Dopo neanche 10 minuti arriva George. Il segno della mano di Ellie è ancora visibile e appena lo vedo mi lascio scappare un sorriso ma gli porgo immediatamente le scuse da parte di Ellie, che accetta con piacere.
Guardo incessantemente l’orologio, quando arriverà questo John?
George e Ringo sembrano intuire che questa attesa sta diventando estenuante e mi consigliano di uscire fuori, per prendere una boccata d’aria. Paul decide di accompagnarmi.
-Allora? – chiede.
-Allora che cosa?
-Pensi che sia stato destino?
-Il fatto di esserci rincontrati?
Annuisce.
-Probabile, secondo te?
-Non credo a queste sciocchezze ma qualcosa ci sarà pur stato!
-Ellie mi ha detto ieri che quella serata non l’avrei dimenticata facilmente.
-Non ha avuto tutti i torti per dirlo! – ridacchia.
Ancora quella risata dal sapore amaro.
-Paul, perché mostri tanta tristezza? – chiedo all’improvviso.
Mi guarda stupito, non si aspettava una domanda del genere.
-Forse perché dentro di me conservo qualche rimasuglio del dolore per la morte di mia madre. E’ passato molto tempo ormai ma indovina come si chiamava? Mary, proprio come te.
-Te la ricordo?
-In ogni piccolo gesto, ma in un certo senso pur soffrendo per la sua mancanza tu riesci a riempire, con la tua presenza, la mancanza stessa. Che strano eh?
Senza dire una parola lo abbraccio, lui mi stringe forte.
Non so che dire, le sue parole da un lato mi lusingano ma dall’altro mi riempiono di tristezza. Strano davvero.
Appena sciolto l’abbraccio, tra di noi scorre un silenzio imbarazzante rotto improvvisamente dal rumore di uno strano inseguimento.
-John! John! Vieni con noi dai!! – urlano le ragazze impazzite.
-Non ci penso neanche! – urla il ragazzo.
-Ecco dov’era finito! – esclama Paul ridendo di gusto.
Guardo lo strano ragazzo, confusa. Ha ragione Ellie, è davvero sexy…
Ma che cosa mi salta in mente?!
Mi do una leggera botta in testa per schiarirmi le idee.
Nel frattempo John è riuscito a seminare l’orda di ragazze impazzite, nascondendosi in un vicolo semi-illuminato.
-Che seccatura! – esclama sbuffando.
-E ancora non abbiamo pubblicato l’album! Pensa un po’! – risponde Paul.
-Chi è questa incantevole bellezza, Paulie? Non dirmi che volevi fartela senza dirmi niente eh? – domanda John, dando numerose pacche sulla spalla dell’amico.
Sia Paul, che io arrossiamo violentemente. Che grande idiota!
-M-Ma che dici John? Che cosa ti salta in mente! – cerca di spiegare Paul.
-Sono Mary, piacere. – dico porgendogli la mano.
-John Winston Lennon, piacere mio bella signorina. – risponde lui stringendola.
-Paul puoi lasciarci da soli per 5 minuti? Dovrei parlare con il signor Lennon. – chiedo a Paul.
-Va bene, ma riportamelo intero! Abbiamo un concerto da fare!

Io e John ci guardiamo negli occhi per 2 minuti esatti.
-Sai già perché sono qui? – domando.
-Per Ellie vero?
Annuisco.
-Penso che ti abbia parlato spesso di me.
-Diciamo sempre! Sei la sua migliore amica d’altronde.
-E tu sei l’uomo che dovrebbe amarla e rispettare le promesse fatte.
John abbassa lo sguardo, ha l’espressione dispiaciuta.
-John tu ami Ellie?
-Sì.
-Allora se la ami veramente, non farla più soffrire così. Chiaro?
-E se… Per caso non dovessi obbedire… Che cosa potrebbe succedermi? – chiede con un velo di malizia.
-Beh… Ad esempio questo! – dico tirandogli i capelli.
-D’accordo! Calmati però! Inizi a farmi paura! – esclama agitando le mani.
-E’ meglio andare adesso! Molto probabilmente Ringo mi ucciderà per aver fatto tardi l’ennesima volta!
Scoppio a ridere, immaginandomi la scena, John mi guarda confuso ma alla fine ride pure lui.
La serata passa in maniera molto piacevole, tra risate, sguardi mancati e piccoli sospiri.
Paul aveva proprio ragione! La loro musica riuscirebbe ad entusiasmare persino le persone dalla natura più calma di un agnello. Verso la fine si propone di accompagnarmi a casa. Accetto volentieri ma dentro di me mi chiedo soltanto che cosa accadrà.




Qualcuno oserebbe dire "finalmente!" e non gli darei minimamente torto! E' da venerdì che ho pronto questo capitolo ma dato che era molto lungo, non ce la facevo a trascriverlo tutto ç_ç chiedo perdono ç_ç
Passiamo all'angolo recensioni *_*

xSakuChanx: Noto con piacere che tutti apprezzano in modo particolarmente "buono" il caro Lucas x°D penso che nei prossimi capitoli proverò a parlare un po' di più del loro rapporto! Grazie per i complimenti *A*

Zazar90: Grazie anche a te *_* è meglio che non ti veda versione Terminator x°D vedo che anche a te piace tantissimo Lucas, mi sa che lo farò apparire spesso :P XDD

TheThief_: Non sei l'unica a fare discorsi da presidente, ti stimo sappi questo xD
E siamo a tre che non vogliono Lucas xD grazie per il complimento, non sono molto brava con le descrizioni purtroppo ma sono contenta che qualcuno le apprezzi *_*

Clafi: Addirittura sublime? Grazie *_____* Nelle mie storie Paul spunta come i funghi, non ci posso fare niente! Il mio cervello si è innamorato di lui a quanto pare x°°°D

Martina97: Detto da te è un grandissimo complimento! Grazie *___*

Marty_youchy: Grazie per il commento e anche per il benvenuto, sono contenta che ti piaccia la storia *_*


Grazie ovviamente anche a chi legge soltanto! Alla prossima! :D

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Capitolo 7
*** Punto 7 - Beccati! ***


20 minuti di strada in totale e assoluto silenzio. Per la tensione stringo costantemente la borsetta tra le mani, sento che tra poco la distruggerò in mille pezzi.
Paul sembra imbarazzato, il rossore delle guance si nota ancora, non forte come quelle di George ma lieve.
Non so per quanto tempo rimango a fissarlo, ma ad un certo punto mi guarda e mi sorride, abbasso velocemente lo sguardo.
Ora che ci penso alla luce i suoi occhi sembrano quasi verdi…
Scuoto la testa velocemente per scacciare via il pensiero e noto che siamo già arrivati a casa.
-Siamo arrivati a quanto pare… - sussurra Paul.
-Eh già…
-Beh allora… Ciao…
-E se invece salissi da me…? Posso offrirti un caffè se vuoi!
-D-Da te? Sul serio? – chiede stupito.
Annuisco.

-Che bella casa! – esclama appena entrato.
Alfred miagola incessantemente, avverte la presenza di estranei in casa, ma dopo 5 minuti si calma e va ad accucciarsi sulla poltrona.
-Oh un pianoforte! Posso suonarlo?
Annuisco sorridendo.
Le sue mani sfiorano il coperchio dei tasti, per poi aprirlo lentamente.
I suoi occhi luccicano e appena si siede sullo sgabellino, le sue dita toccano quei tasti come se li conoscessero da tutta la vita. Da un tocco delicato, una musica leggera si diffonde per la stanza.
Chiudo gli occhi e ascolto attentamente.
Sembra “Per Elisa” di Beethoven.
-Ho sempre adorato questa sinfonia, alcune note sembrano quasi sogni. Sogni che potrebbero avere insieme lui e lei e seguiti da note più dure, come ad indicare che forse questi non potranno mai realizzarsi.
-Che sia malinconia invece?
-Non saprei. Forse lui l’amava e lei non lo considerava neanche.
-Perché dedicarle questa musica allora?
-Per far arrivare meglio il messaggio forse. O per dirle semplicemente tutto quello che le parole non possono fare. – spiega continuando a suonare.
-Chissà come avrà reagito lei sentendo questa musica…
-Si sarà sentita spaesata, confusa, le noti forti l’avranno fatta piangere per poi farla arrivare ad una semplice conclusione. Lui l’amava e lei non avrebbe potuto fare altro che essere felice di questo. Forse l’avrà ricambiato… Senti qua!
Altri tasti, altra musica. Queste note sono cariche di passione, forza, consapevolezza e amore. Non riesco a capire per quale motivo ma chiudo ancora una volta gli occhi e piango sommessamente, ma una leggera carezza mi spinge a riaprirli. Paul è davanti a me e mi guarda attentamente. Si avvicina sempre di più, fino a darmi un leggero bacio sulle labbra.
Sa di fragola.
Prendo il viso tra le mie mani e lo bacio, con più foga.
Forse è riuscito a riempire la mia mancanza.
La mancanza che lui ha causato.
Ricordo quella notte in cui il mio cuore si spezzò in mille pezzi. Così piccoli da essere portati via dal vento e confusi con l’aria.
Tutti e due ansimavano in un modo da farmi venire i brividi.
Appena aprii la porta, la donna si girò a guardarmi, quasi spaventata, Lucas invece mi guardava e basta. Addirittura mi sorrise.
Scappai, veloce, sotto la pioggia battente e giurai di non innamorarmi mai più.
E adesso arriva lui.
Ad una persona come lui mi abbandonerei totalmente, ma una promessa è pur sempre una promessa…
Mi fermo di scatto, portando un dito sulle sue labbra.
-E’ tardi Paul. Torna dai tuoi amici.
-Ma… Mary…
-Paul non posso, prova a capirmi…
-Perché? – il suo tono di voce diventa duro.
-Non posso… - mentre dico questo cerco di trattenere le lacrime.
Quasi avendo intuito tutto, prende la mia testa tra le sue mani e mi bacia sulle labbra dolcemente.
-Ti aspetterò. Giorni, mesi o anni ma ti aspetterò.
Apre la porta ed esce. Una strana fitta mi pervade.

XXX



Lucas ascolta, con le orecchie ben tese verso la porta, ogni singola parola.
Stringe i pugni.
Quel Paul è uno di quei damerini che pensano di sapere tutto di tutti! pensa con disprezzo.
E’ una sciocca.
Le ha promesso che sarebbe stata sua.
Ed è quello che succederà.
Uscito dal palazzo, si dirige verso la cabina telefonica e, inserita una monetina, compone il numero.
-Pronto Jim? Sono Lucas. Ho un lavoretto per te…




Chiedo scusa! Purtroppo non ho proprio il tempo di rispondere alle recensioni (mamma furiosa ordina l'andata a letto immediata =.="), ma posso dirvi che dal prossimo capitolo avremo il punto di vista di Ellie! Succederanno tante cose interessanti ;) A proposito! Grazie a tutti davvero *___*

Ovviamente grazie anche a chi legge soltanto! Alla prossima *O*

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Capitolo 8
*** Punto 8 - Com'è forte il profumo dei ciliegi in fiore! ***


*Ellie*

Tic.Tac.Tic.Tac.Tic.
Orologio a cucù. Semplice ma dal ticchettio assai fastidioso.
Che tortura.
-Ellie che succede? - domanda John, con cui ho fatto pace pochi istanti prima.
-Niente, tranquillo. Mi stavo chiedendo solo quanto potesse essere fastidioso quell'orologio.
-Lo hai voluto tu ricordi?
-Sì ma ora mi da fastidio. - rispondo sbuffando e incrociando le braccia.
John sorride e mi bacia dolcemente.
-Ti amo. - gli dico all'improvviso.
-Anche io, lo sai.
-Lo so ma voglio sentirmelo dire lo stesso...
Ride, poi mi guarda attentamente.
-Ti amo. - dice.
-Davvero?
Annuisce.
-E lei?
-Sono stato costretto a sposarla, lo sai.
-E perchè non la lasci?
-Non posso. Sai anche questo. - il tono di voce si fa sempre più aspro.
-Perchè? Perchè non possiamo amarci come una coppia normale? Perchè deve esserci sempre lei di mezzo?!
-Perchè lei aspetta mio figlio, non voglio comportarmi come quello stupido di mio padre! Non voglio abbandonarlo, capisci? L'unica persona con cui posso essere veramente me stesso sei solo tu, solo ed unicamente tu! Ti prego non costringermi a rovinare tutto...
John si mette in posizione fetale, poggiato sulle mie gambe, e con le braccia incrociate all'altezza del petto.
E' così fragile ma non posso continuare così.
Continua a sviare il discorso.
Ricordo che, quando ritornavo a casa piangendo perchè il mio ragazzo di allora mi trattava male, mia madre mi cullava tra le sue braccia dicendomi che l'uomo giusto sarebbe arrivato presto, magari inaspettatamente ma presto. Mai dubitare del destino!
7 anni dopo arriva lui.
I suoi modi bruschi mi affascinano, penso che sotto sotto dovrei conoscerlo meglio.
4 giorni dopo finiamo a letto insieme. Quel giorno sono mezza brilla dopo essere stata ad una festa di un amico e casualmente lui è lì, che mi fissa attentamente.
Penso che sia mezzo matto e preferisco andarmene.
Appena arrivo al portone di casa mia, scopro che lui mi ha seguito per tutto il tragitto. Cerco di aprirlo subito per seminarlo ma arriva dietro di me e mi blocca.
-Lasciami stare! - gli dico urlando.
-Shhh! Zitta! - risponde lui, mettendomi una mano davanti la bocca.
Riesco a divincolarmi e gli sputo in un occhio.
Lui non si arrabbia anzi mi sorride!
-Che bel caratterino!
-Lasciami John!
-Non ci penso neanche. - mi sussurra nell'orecchio.
-Sai che hai dei bellissimi occhi azzurri?
Annuisco con un grugnito.
Ancora il sorriso da capogiro e poi il bacio.
Non riesco ad allontanarlo, è più forte di me!
Preso da uno strano impulso, apro la porta di casa e andiamo verso la camera da letto. Altri baci passionali. Chiudo gli occhi e appena li riapro vedo i nostri vestiti per terra. Li chiudo ancora ed è già mattina.
Una rosa sul comodino e un biglietto con su scritto il suo numero di telefono mi fanno pensare.
Non sono una donna da "una notte e via". John non può farmi questo!
Passo il tempo, distesa sul letto, pensando alla sera precedente. Mi scappa addirittura un sorriso.
Ad un certo punto prendo la cornetta e compongo il numero. John risponde con voce serena.
Quella sera stessa decidiamo di incontrarci e prima che inizi a baciarmi lo fermo.
-John, io non sono la ragazza che pensi che io sia.
-Ah no? - sul suo viso un altro sorriso.
-No! Non sono una ragazza da "una botta e via", ho bisogno di relazioni stabili e poi... - John mi ferma e mi bacia, lo allontano subito.
-E questo? - chiedo confusa.
-Ellie tu mi piaci davvero. Da quando ci siamo conosciuti non ho smesso un attimo di pensarti, credo di amarti sai?
Piango, non so perchè ma le lacrime scendono senza alcun comando. Forse lo amo anche io.

Quando mi racconta della moglie non mi stupisco, resto semplicemente a guardarlo per 5 minuti per poi dirgli che a me importa soltanto che ci sia lui, poi il resto non conta.

Adesso? Ha importanza eccome!
Sbuffo e incrocio ancora una volta le braccia.
-Ellie devo scappare in studio! Oggi registriamo! - dice con gli occhi che brillano.
-Ok...
-Ti amo!
-Anche io. - dico baciandolo sulle labbra.
E se... Non fosse lui la persona giusta?



Ed eccomi qua! La linea internet mi gioca veramente brutti scherzi e sono rimasta per quasi due giorni senza niente =.= comunque passando alle recensioni! Noto che Lucas è sempre di più apprezzato, stavolta si sono aggiunte pure splendide minacce di morte tra amputate, bazooka e sguardi minacciosi (vero Zazar, Marty, Thief e Andry? xD). Sono contenta che vi sia piaciuto il pezzo di "Per Elisa", l'avevo sempre immaginata così questa sinfonia quindi sapere che l'avete apprezzato mi ha fatto tanto tanto piacere *w* da adesso avremo per un pochino il punto di vista di Ellie, come ho già detto precedentemente, per riconoscere facilmente il punto di vista osservate bene il titolo del capitolo. Quelli con Ellie saranno lunghi come titoli, intere frasi per intenderci, mentre con Mary saranno molto più corti, una parola o due al massimo! Detto questo ringrazio tutti quelli che commentano o leggono soltanto! Alla prossima *O*

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Capitolo 9
*** Punto 9 - Principe, non senti che il mio cuore sta prendendo il volo? ***


Resto a braccia conserte per un po’ prima di decidere che cosa fare.
Forse posso uscire per un po’! Lucas non è ancora tornato a casa, è da ieri sera che è fuori… Penso che ci sia di mezzo Mary in tutta questa storia!
Bah! Oggi non voglio pensare più a niente, né a John, né a Mary, né a Lucas. Mi vesto con una normale camicetta bianca e i soliti jeans ed esco fuori, l’aria fresca mi fa lacrimare, ma tutto sommato sto veramente bene…
Decido di andare in giro per i negozi, ho proprio voglia di spendere tutti i miei soldi, è da molto che non mi vizio un po’!
Mentre vago, senza una meta ben precisa, la mia attenzione si concentra su una vetrina e più specificatamente su un bellissimo ciondolo a forma di giglio, il mio fiore preferito.
Controllo il prezzo.
37 sterline e 45 pence.
Forse riesco ad arrivare alla cifra con i miei soldi ma richiudo il borsellino, delusa.
Sospiro, amareggiata e faccio per voltarmi e andare verso un altro negozio ma improvvisamente mi ritrovo per terra e con una bottiglietta di coca-cola sulla mia maglietta.
-NOOOO! La mia maglietta! – urlo.
-Scusami… io non volevo… - la voce del ragazzo che mi è venuto LETTERALMENTE addosso si fa progressivamente sempre più dispiaciuta.
-Ci mancava solo che lo avessi fatto apposta! Guarda che macchia enorme! Accidenti a t… George? – domando stupita, quando alzo lo sguardo per vedere il volto dell’attentatore.
-Ellie? – anche lui è stupito e contemporaneamente porta una mano sulla guancia, come a farmi sentire in colpa per ciò che gli ho fatto quella sera.
E’ stato un impulso, dovevo sfogarmi e, purtroppo, me la sono presa con lui.
-E-Ehi George… Mi dispiace per… - dico indicando la guancia.
-Questo? Tranquilla, ne ho ricevuti di peggiori! – dice lui con un sorriso.
-A proposito, scusami tu per la maglietta! Ci tenevi parecchio?
-No veramente e tranquillo, porto sempre una maglietta di ricambio per ogni evenienza! Aspettami qui per 5 minuti, torno subito!
-Va bene, non mi muovo da qui!
Mi cambio subito la maglietta ormai inutilizzabile e appena uscita dal negozio inizio a parlare con George.
E’ un ragazzo molto dolce e simpatico, non sembra affatto avercela con me dopo l’incidente.
Gli ho raccontato a fondo del mio rapporto con John e il perché di quel gesto, lui a tratti sorride ma sembra veramente interessato all’argomento.
-Ellie, tu ami John? – chiede all’improvviso.
-Certo che lo amo! Che domande sono queste?
-Ne sei veramente sicura? Vuoi veramente continuare a vivere così, nascondendo il tuo amore per lui?
-A me va bene così…
-Bugia. – esclama George puntando un dito verso il cielo.
-Ma smettila! – rispondo tirandogli la borsetta sullo stomaco.
George si piega in due dal dolore ma alza lo sguardo e ride di gusto.
La sua risata è talmente contagiosa che presto mi metto a ridere anche io.
-Stavi guardando quel negozio prima? – chiede.
Annuisco aggiungendo un sospiro.
-C’è uno splendido ciondolo a forma di giglio, ma non ho abbastanza soldi purtroppo…
-Quello? – indica, avvicinandosi alla vetrina.
-Sì, non è bellissimo? – domando con gli occhi che luccicano.
-Mmh…
George resta a pensare per 5 minuti fino a quando entra dentro il negozio. Non dirmi che…
Esce fuori con un pacchetto color avorio e me lo consegna.
-Non ci credo…
Apre il pacchetto e mi aiuta a mettere il ciondolo.
-Me lo hai comprato… - la mia voce è ancora più stupita di prima.
-Ti piace? - chiede con un sorriso soddisfatto.
-T-Tantissimo ma non dovevi! – gli occhi mi luccicano, lo sento.
-L’ho fatto con molto piacere sai? Ti sta benissimo!
-Grazie… - tra poco le guancie mi vanno a fuoco.
George guarda l’orologio e improvvisamente assume un’aria preoccupata.
-Sono in ritardo accidenti! Come farò ad arrivare in tempo per registrare?
-Se corri puoi arrivare in tempo!
-Se corriamo vorrai dire! Vuoi venire con me? – chiede porgendomi la mano, invitandomi a seguirlo.
Rimango ferma a pensare per 5 secondi netti fino a quando stringo la sua mano e corriamo, sempre più velocemente e ridendo come due stupidi.
Una di loro almeno ha il cuore così leggero che quasi vola!



Bana bana bananissimo v.v il suggerimento di Ale si è rivelato… Sbagliato xD è cattiva anche lei, visto? U__U dimenticavo! Ale lo sa perché gliel’ho detto io, ma immaginatevi i cari Fab nel periodo ’62-’63 e avrete un’immagine chiara di tutto xD avrei voluto ambientarlo nel ’65 ma avevo bisogno prima di tutto di Yesterday e poi di un po’ di tempo in cui si dovevano svolgere gli eventi, e pazienza! Non si può ottenere tutto dalla vita ç_ç Prima di passare all’angolo recensioni, ho bisogno di chiedervi un GRANDISSIMO favore! Vorrei che ciascuno di voi scrivesse almeno due nomi (possibilmente stranieri e che siano uno maschile e uno femminile), poi io farò la selezione e alla fine avrete una bella sorpresa ;) arigatou minna-san *_* (grazie a tutti in giapponese ndr) *rullo di tamburi* Passiamo all’angolo recensioni!

Marty_youchy: Ahahah xD secondo me gli è spuntato pure il fumo, tipo locomotiva XD per la fine della storia dovrai aspettare un pochino ancora, ma spero che il finale non deludi nessuno ^^ a proposito delle labbra del Macca… No comment XD (vorrei farti i complimenti per Cry baby cry, la tua fic, mi stai veramente ispirando *w* lo dico qua perché ancora non ho finito di leggerla tutta xDD)

xSakuChanx: A te ho già risposto abbondantemente prima xD e poi Ellie non è cretina daii ç_ç grazie per i complimenti *___* ovviamente lo stesso vale anche per lei signorina u.u

TheThief_: Come non condividere quello che dici su Cyn? Insieme a John forma una delle mie coppie preferite in assoluto, li trovavo così dolci insieme ç_ç stupido, stupido John è_é *da padellata in testa*
John: Ehi ma che ho fatto?
Io: ZITTO TU D: *da altra padellata*

Grazie per i complimenti **

Zazar90: Non sai quanto mi rendi contenta con tutti questi complimenti, sono davvero felice che la storia ti piaccia! In fondo è anche per merito della tua storia (Paperback Ruby) se io ho scritto questa, quindi grazie per i complimenti :)

The: Tranquilla per il capitolo, sono felice che ti sia piaciuto *_* davvero sono riuscita a farlo capire? Waaaa ** io non mi reputo così brava con le descrizioni, per questo esulto appena mi dicono queste cose xD grazie anche a te :D

Andry Black: E come per Marty e per Zazar devo ringraziare pure te, la tua storia (L’album fotografico) mi sta ispirando parecchio in questo periodo. Quindi ci tengo a ringraziare anche te *_* passando alla recensione… Mi piace l’idea del killer! Lo paghiamo metà l’uno? Qualsiasi cifra richiedesse accetterei senza problemi, pur di togliermi dalle scatole quei tre esseri u___u per il pezzo del bambino, io mi sono commossa mentre lo scrivevo (sono strana lo so xD) ma, come te, immaginavo il povero Jules ç_ç *va a rinchiudersi nello sgabuzzino a piangere* ç_ç

Tra risposte e mezze pubblicità, vi saluto! Alla prossima *O*

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Capitolo 10
*** Punto 10 - Ricatto (I'll never leave you alone) ***


E’ da due giorni che Paul è uscito da quella porta dicendomi che mi avrebbe aspettato.
Come ha detto esattamente?
Ti aspetterò. Giorni, mesi o anni ma ti aspetterò.
In questi due giorni di frustrante angoscia non ho ancora sentito la sua voce.
Penso che l’angoscia sia una degenerazione del senso di colpa: più io mi sento in colpa per non aver lasciato fare Paul, più crescono i crampi allo stomaco e più crescono i dolori al petto. Ta-dààn! Ecco qui l’angoscia d’amore confezionata su un bel pacchetto d’argento con un nastrino multicolore!
Alfred mi guarda confuso, povero gatto! Non sa che cosa pensare della sua povera padrona.
-Alfred sei davvero fortunato ad essere un gatto sai? – domando, mentre lo coccolo dolcemente – Non devi pensare a cose come l’amore! Ti basta preoccuparti di che cosa mangerai a pranzo o a cena oppure come ti divertirai durante la giornata…
Alfred fa le fusa e si mette in posizione prona, quando si comporta così vuol dire che capisce in pieno ciò che gli si dice!
E’ strano ma a volte sembra addirittura che mi sorrida! Squilla il telefono.
Corro velocemente a rispondere pregando che sia lui.
Devo sentire la sua voce, ne ho bisogno più dell’aria.
Ma non è la sua che sento uscire dalla cornetta.
-Mary?
-Che cosa vuoi?
-Solo sapere come stavi, tutto qua.
-Non dire cavolate Lucas, in quasi 10 anni che ci conosciamo non lo hai mai fatto.
-Hai ragione ma c’è sempre tempo per cominciare a fare cose nuove no? – il tono della sua voce sembra quasi divertito.
Sospiro, non ho tempo di ascoltare questi stupidi scherzi.
-Sputa il rospo. – il giudice ha espresso la sua sentenza!
-Come sta il tuo caro Paul eh?
Un nodo al centro dello stomaco, rischio di vomitare.
-P-Paul?
-Certo. Capelli castani, occhi marroni o verdi non riesco a capirlo e alto più o meno come te! Il tuo amato Paul che due giorni fa ti ha stampato un bel bacio in…
-Smettila Lucas! Che cosa hai fatto a Paul? – la mia voce trema, lui sembra capirlo e la sua assume un tono divertito.
-Beh diciamo che si è preso un lungo periodo di pausa, soprattutto da te…
-DIMMI DOV’E’! – urlo disperata.
-In un luogo molto tranquillo e molto segreto, soprattutto. –immagino un ghigno sul suo viso da falso angelo mentre dice queste parole. – Ma se vuoi rivederlo ho una proposta per te…
-C-Che cosa…?
-Torna da me e… Scordati per sempre di lui.


***


Che male alla testa.
Dove sono? Dov’è lei? Dove sono tutti?
Non posso muovere né le mani né i piedi, grandioso!
Sono sistemato peggio di un agnello!
Fermati Paul e ragiona! Innanzitutto controlliamo un po’ dove siamo…
Sembra una stalla, una grande stalla con nessun animale al suo interno.
Magari qualcuno di quegli animali avrebbe potuto aiutarmi…
Sono diventato matto? Non sono mica il pifferaio di Hamelin io!
-C’è qualcuno?! Aiutatemi vi prego! – urlo a squarciagola pregando che qualcuno possa sentirmi.
Nessuna risposta.
Riprovo.
-C’è qualcunooo? Yu-huu!
Una mano, veloce, chiude immediatamente la mia bocca.
-Zitto idiota! Vuoi che sappiano che sei ancora vivo?
Faccio segno di no con la testa.
-Bravo. Allora prima di rischiare di finire stecchito, pensaci su ok?
Annuisco e lui molla la presa dalla mia bocca.
-Io sono Desmond, il figlio del proprietario di questa stalla. Praticamente ci hanno obbligato a “prestarla”! Tu devi essere Paul giusto? Ho sentito il tuo nome da quel grassone che si fa chiamare Jim.
Annuisco ancora.
-Ho bisogno di uscire di qui Desmond! Ho i miei amici che mi aspettano e…
-Una donna eh?
-Sì…
-Allora diamoci da fare!




Salve universo ** Real Love è giunto al decimo capitolo! Sono commossa davvero ç_ç non sono mai riuscita a raggiungerli in una storia e in un certo senso sono terribilmente soddisfatta di me ** ovviamente grazie anche a voi che seguite questo obbrobbrio capolavoro artistico u.u XD e ora signori e signore diamo un saluto, in diretta dalle Bahamas, al mio amico immaginario Chuck (il cui aspetto è meglio non descrivere)! Saluta Chuck!
Chuck: .......
Marghy: *sussurra* Saluta prima che ti dia una padellata in testa...
Chuck: SALVE MONDO **
Marghy: Bravo Chuck *_* *lancia biscotto*
*Chuck cerca di prenderlo ma finisce irrimediabilmente in un cassonetto dell'immondizia e... CI NUOTA ANCHE D:*

Grazie a xSakuChanx,Zazar90,Andry Black,Marty_youchy,Martina97,TheThief_ per aver recensito la scorsa volta e grazie anche a chi legge soltanto :D dopo aver sclerato nel mio angolo recensioni è meglio che scappi a studiare inglese (domani inizia la scuola :S)! Alla prossima *O*
P.S: Avete visto la parte in corsivo? Ogni volta quando ci sarà un POV di Paul nel capitolo ci sarà una parte interamente in corsivo e nel titolo una parte in inglese. Sarà solo per pochissimi capitoli e sarà sempre insieme a quello di Mary! Enjoy it ;D

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Capitolo 11
*** Punto 11 - Bluff (Always on my mind) ***


-Allora? – il tono di voce di Lucas rivela una certa impazienza.
Resto in silenzio per un po’, non sapendo che cosa dire. Ma non esistono parole in questi casi, puoi soltanto rimanere in silenzio e sentire il tuo respiro irregolare e il cuore che batte velocemente.
E se fosse soltanto un bluff?
Uno stupido anzi stupidissimo bluff…
Dovrei veramente credergli? Dovrei realmente restare in questo stato di ansia permanente?
Ancora qualche minuto in silenzio per poi iniziare a parlare, ma lui riesce a precedermi.
-Se pensi che tutto questo sia un bluff chiedi pure all’amichetto di mia sorella, penso che anche lui non veda Paul da un po’. Ti do un giorno soltanto per pensare alla mia proposta, non un minuto di più.
Clic.
Penso che con “amichetto” si riferisse a John.
Che stupida! E a chi se no?
Prendo il cappotto ed esco velocemente fuori di casa, purtroppo dimentico l’ombrello e sono costretta a correre sotto la pioggia, bagnandomi irrimediabilmente. Arrivata sotto casa di Ellie inizio a bussare più e più volte ma non ricevendo alcuna risposta resto ferma ad aspettare qualche buona idea.
Dopo cinque minuti ricordo di avere una copia delle sue chiavi di casa, Ellie ne aveva fatta una anche per me in caso di estrema necessità. Un giro completo della chiave e finalmente entro nell’appartamento. Ci sono vestiti sparsi ovunque, come al solito, e un odore di fiori intenso, quasi simile a quello delle margherite…
Sorrido.
Ricordo che da piccola, quando litigavo con qualcuno a me molto caro, passavo le giornate nel giardino di casa mia a raccoglierne interi mazzolini per poi regalarli successivamente alla persona con cui avevo avuto il litigio.
Ero e sono fatta ancora così, spesso preferisco cedere pur di non perdere qualcuno. Ma adesso? Devo realmente cedere?

-Ellie! Dove sei? – urlo, perlustrando tutte le camere.
Improvvisamente, mentre perlustro le ultime stanze, sento delle voci provenire dal salotto.
Mi avvicino cautamente, cercando di non fare il minimo rumore.
Ascoltando meglio le voci, la prima è sicuramente quella di Ellie mentre la seconda non sembra essere affatto quella di John… Cerco di osservare meglio la scena dall’uscio semiaperto della porta.
Ellie e un altro uomo sembrano quasi sul punto di baciarsi, lui le accarezza dolcemente il viso e lei sembra così felice che non me la sento di interrompere un momento del genere. Ma John? Che cosa è successo e soprattutto chi è quel ragazzo?
Eppure guardandoli ho una strana fitta all’altezza del cuore, Paul mi manca. Terribilmente anche.
Sospiro e decido di andarmene, quando improvvisamente il ragazzo misterioso finalmente svela la propria identità.
Ehi! Ma quello non è George?

***

-Allora Desmond? Come intendi farmi uscire da qua? – chiedo, speranzoso.
-Per adesso non c’è niente da fare amico. – risponde freddamente lui, continuando ad affilare la lama del suo coltellino.
-Che significa? Avevi detto che mi avresti fatto uscire da qui Des! C’è lei che…
-Ti aspetta, sì lo so! Ma come ti ho già ripetuto per adesso ci sono gli scagnozzi di Jim che non mi tolgono gli occhi di dosso! Sospettano di un tentativo da parte nostra di far fallire il loro piano. Quindi per adesso acqua in bocca amico. Quando sarà il momento adatto ti libererò, vedrai.
-Va bene, ma sbrigati però! Queste corde mi stanno letteralmente amputando le mani! Poi come farò a suonare?
-Zitto! Arriva Jim! – sussurra Desmond, portando la sua mano sulla mia bocca.
Jim è sicuramente una tra le persone più inquietanti che abbia mai incontrato in vita mia, insieme a Topolino.
Il suo sguardo incute talmente tanto timore che, dopo aver incontrato i suoi occhi anche per un solo secondo, inizi a tremare senza a capire il motivo. Il corpo è grosso come un armadio a muro, esattamente come quei due tizi che io e Geo siamo riusciti ad atterrare quella volta.
Quella volta in cui mi sono innamorato a prima vista di lei. Mi manca così tanto…
-Mister McCartney, Desmond. – persino la sua voce mette i brividi! Desmond alza il cappello come gesto di saluto.
-Che cosa volete da me? – chiedo.
-Sono stato pagato profumatamente da un caro amico per allontanarla dalla sua lady, caro mister!
-La mia… Lady? Mary! – sgrano gli occhi per la sorpresa.
-Esattamente, gran bella ragazza quella.
-M-Ma non c’è nulla tra noi due! Deve credermi!
-Non è quello che pensa Lucas purtroppo.
-Lucas?
-Quello che mi ha pagato, per capirci.
-Ah. E fino a quando dovrò rimanere qui?
-Fino a quando la lady non avrà preso una scelta.
-Scelta?
-Stare con Lucas e dimenticarsi per sempre di lei o rifiutare l’amore del mio giovane amico e… Zac. – mentre lo dice, fa il gesto della gola mozzata.
Deglutisco, forse troppo rumorosamente.
Lui sorride. Vorrei spaccargli la faccia.

E’ sera e non ho assolutamente voglia di dormire. C’è sempre Mary nella mia mente, sta diventando un dolce veleno che mi sta per portare dritto verso la pazzia. Improvvisamente sento la voce di Des che mi chiama.
Mi volto e vedo Des con una strana barbetta sul viso e un cappello stile cowboy, mi ricorda tanto quello che avevo da bambino…
-Che ci fai con quella roba addosso Des?
-E’ il momento Paul. Da oggi inizia la tua fuga.




Buonsalve a tutti *_* prima di iniziare con l'angolo delle recensioni ci tengo a ringraziare due persone: Ale e Zazar che hanno visto in anteprima il capitolo e mi hanno spinto a pubblicarlo nonostante non fossi molto sicura di farlo. Tankità quindi a tutt'e due **
Dopo c'è il fatto di Paulie e Topolino... Allora questo fatto è puramente personale, solo che non è Topolino ma Pippo di Eurodisney, il quale mi fa ancora oggi parecchia impressione o___o aaaaah ç_ç
Dopo il delirio passiamo all'angolo recensioniii! **

Zazar90: Chuck ricambia il saluto :) lo ami proprio Lucas eh? Potrei fare sposare lui e Mary... Muahahah u.u Paul invece potrebbe dedicarsi alla vita di campagna, waaa sarebbe stupendo ** *modalità contegno attivata* ovviamente non succederà niente di tutto questo ma... *parte sigla di Beautiful* Lo scopriremo nella prossima puntata! :D xD

Marty_youchy: Chuck ringrazia x°D ora che ci penso non esista nessun aggettivo meglio di "coso" per definire Lucas, perchè lui E' un coso! Inutile per giunta è_é alla faccia dell'oggettività dell'autrice x°D

The: Lol x°D lo salviamo insieme ti va? ** per Lucas... E' quello che dico anche io! Ma non ascolta purtroppo, fa sempre di testa sua è_é felice che ti sia piaciuto il capitolo ;D

xSakuChanx: Mi sa che per Lucas ci vorrà di più che una semplice sberla u.u *fissa bomba accanto a lei*

Andry Black: Davvero ti piace il POV di Mary? Waaa I'm so happy *_* se vuoi materializzarti nella storia ricorda di portarti dietro una bomba, quel Lucas lo voglio morto anche io v.v *e fu così che l'oggettività dell'autrice se ne andò in montagna a farsi un bel pic-nic x°D* grazie per i complimenti *___*

TheThief_: AMO il tuo istinto amputatorio sappi! *_* insieme a quello di Zazar, ovviamente x°D uuuh ciao Jack! *saluta con la manina* Chuck! Saluta Jack! *Chuck saluta timidamente con la manina* Bravo Chuck! Prendi il biscotto! *lancia biscotto e Chuck prende al volo*
Ok, fine sclero x°D

Grazie a chi commenta o legge soltanto! Alla prossima *O*

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Capitolo 12
*** Punto 12 - Galeotto fu il libro e chi lo scrisse (I parte) ***


Sono esattamente le 7 di mattina, che sonno.
Ieri, alla fine, non c'è stata alcuna seduta di registrazione dato che Paul stranamente mancava; John, appena mi ha visto insieme a George, era sbiancato, c'era anche Cynthia lì.
L'ho salutato e lui ha risposto con un debole cenno della mano, la sua mascella quasi tremava.
Quanto avrei voluto approfittare di quell'occasione per dire tutto alla famosa moglie di John, ma non ci sono riuscita: lui sembrava già abbastanza sotto pressione.
Ogni tanto gettava uno sguardo su di me, in condizioni meno ostili mi avrebbe anche sorriso, che situazione buffa eh? La moglie e l'amante sotto lo stesso tetto, così vicini da poter mandare il proprio uomo alla follia.
Ero molto nervosa, lo ammetto, per tutto il tempo non facevo altro che avere i miei soliti tic nervosi: passavo freneticamente la mano sui capelli e ogni tanto mordicchiavo le mie unghia, era dal liceo che non lo facevo!
George mi lanciava occhiate, come per assicurarsi che stessi bene, strizzavo ogni volta l’occhio in risposta e lui ritornava a suonare tranquillamente. Ad un certo punto, andai in bagno e stavo rischiando di avere un infarto quando vidi l’immagine di John riflessa sullo specchio. Un po’ come nei film horror, quando inizialmente non vedi nessuno e poi puf! L’assassino appare davanti ai tuoi occhi, pronto ad ucciderti!
John mi aveva preso tra le sue braccia, stringendomi forte.
-Che ci fai qui con lui? – mi aveva detto all’improvviso.
-Ci siamo incontrati per strada e… - non ero riuscita a completare la frase perché lui aveva subito preso il mio viso tra le sue mani e mi aveva baciato con dolcezza, quella terribile e devastante dolcezza che amo di lui.
-No, John… - dicevo, allontanandolo.
-Che succede? – mi chiedeva, un po’ preoccupato.
-Ricordi la seconda notte che ci siamo incontrati?
-Sì, perché me lo chiedi?
-Avevo detto di aver bisogno di stabilità…
-Ellie non capis…
-E’ il momento di una decisione John. O me o lei.
-Ellie non puoi farmi questo… - diceva, continuando a scuotere la testa come a cancellare quelle parole dalla propria testa.
-O me o lei.
Sentivo le lacrime scendere a poco a poco, ma non volevo cedere, avevo bisogno di quella risposta.
John, piuttosto che rispondermi, non faceva altro che guardare il pavimento del bagno. Evitava il mio sguardo.
Avevo stretto i pugni così forte che quasi rischiava di uscirmi un po’ di sangue.
-Addio John.
Ero corsa dalla sala di registrazione così velocemente da lasciare tutti quanti a bocca aperta e piangevo, non facevo altro che fare questo. Non riuscivo a parlare, a guardare il mondo senza la sua presenza costante, con lui mi sentivo protetta. Niente e nessuno avrebbe potuto farmi del male…
Il mio appartamento non mi era mai sembrato così vuoto.
Avevo affondato la testa nel cuscino e mi ero addormentata, sperando che il dolore sarebbe diminuito almeno un po’.

Mi sono sbagliata alla grande.



Come potete ben vedere questo capitolo è diviso in due parti per mancanza di tempo, piuttosto che farvi aspettare ho preferito fare così xD grazie a Zazar, Marty, Ale, Andry e Thief per avere recensito! E grazie anche a chi legge soltanto!
Alla prossima *O*

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Capitolo 13
*** Punto 13 - Galeotto fu il libro e chi lo scrisse (II parte) ***


Suona il campanello, chissà chi può essere a quest’ora!
Spalanco gli occhi per la sorpresa, lui?
-George! Che ci fai qui? E che cos’è quell’occhio nero? – domando, portando una mano sulla guancia senza rendermene conto.
-Tranquilla, ho avuto solo un piccolo litigio con John! Niente di così importante…
-Niente di così importante? George sembri un panda!
Lui ride di gusto per poi prendermi le mani.
-Stai tranquilla, davvero. – dice infine.
-E’ stata colpa mia vero? – gli occhi si inumidiscono.
-No, ti ho già detto di…
-E’ stata colpa mia vero? – il labbro inferiore trema.
Lui non risponde, semplicemente mi abbraccia.
-Come stai?
-Male, ci credi che sento di non avere più un cuore? – lo stringo forte.
-Sei stata coraggiosa, davvero. – alzo lo sguardo e lo vedo sorridere. Sono veramente contenta che ci sia lui qui adesso, ho proprio bisogno di un sorriso per stare bene…
-Aspetta che ti metto un po’ di ghiaccio!
Ritorno 5 minuti dopo con un sacchetto pieno di ghiaccio e lo trovo immerso nella lettura di uno dei miei libri di poesia.
Poesia… Anche John ama la poesia, ricordo che ogni volta sfogliava le pagine di quei libri con la stessa avidità che George ha in questo momento.
Sono stupida, lo so. Mi perdo nei ricordi di una storia che forse non poteva durare, ma è stato bello finchè è durato no? Pensavo di averlo trovato, l’amore vero intendo, nonostante le incertezze credevo che lui ci sarebbe stato sempre. Quel genere di risposta da parte sua me l’aspettavo, eppure perché soffro esattamente come se mi fosse passato quel pensiero solo in quel determinato momento? Forse perché la mia paura era diventata finalmente realtà?
-Che succede? – mi domanda George, curioso.
-Pensavo.
-Lasciami indovinare… John?
Annuisco.
-Vieni qua e fatti mettere un po’ di ghiaccio su quel livido, vuoi un po’ di bambù per pranzo? – domando ridacchiando.
-Spiritosa! Vuoi sentire una cosa?
-Certo!
George si schiarisce la gola e inizia a recitare pochi versi, ma intensi come non mai:
Ancora una volta Amore che strugge le membra mi tormenta,
dolce amaro irresistibile animale.

-Saffo… - sussurro.
-Esattamente, non so perché ma considero questa una tra le mie poesie preferite.
-Perché? – domando, incuriosita.
-Mi ritrovo con Saffo, lei soffre per amore esattamente come stai soffrendo tu.
-Tu soffri per amore? E per chi se posso saperlo?
Il viso di George si trasforma in un battito di ciglia, assume un’aria seria e quasi distaccata, preferisce non rivolgermi lo sguardo quasi come se potessi capire qualcosa solo guardandolo.
-George?
-Ellie, mi prometti che, qualsiasi cosa succeda, tu non mi abbandonerai mai?
-Non capisco…
-Promettimelo, per favore.
-Te lo prometto ma…
George mi prende il viso tra le sue mani e mi bacia, prima delicatamente poi con impeto. Lo lascio fare, non riesco neanche a capire il perché, ma non riesco ad allontanarmi da lui. Poi però l’immagine di John appare nella mia mente, quasi come una maledizione, i suoi occhi malinconici, le sue labbra sottili, quell’aria un po’ da matto che ho sempre adorato.
Mi fermo un attimo e allontano George solo per guardarlo meglio.
I suoi occhi marroni sono come un quadro, guardando sempre meglio ogni volta puoi scoprire cose eccezionali, le labbra un po’ più carnose di quelle di John e l’aria più… Normale, ecco!
Lo accarezzo dolcemente, che strana sensazione…
-Ellie io…
-Shhh… - gli sussurro mettendogli un dito all’altezza delle labbra.
Lo bacio io questa volta, intrecciando le mie mani con le sue. Sensazioni? Indescrivibili.
La mancanza è quasi sparita.
Sai mamma? Forse l’ho trovato. Il mio principe azzurro.




Mi stupisco di me stessa, ho aggiornato prima del previsto xD
Passiamo all'angolo recensioni *_*

Zazar90:Ti ringrazio per i complimenti e mi sa che ci hai azzeccato in pieno ;) mi piace un sacco trattare il personaggio di Ellie, sto per preferirlo a quello di Mary xD

Marty_youchy: Eh già, poveri ç_ç però diciamo che era necessario, John ritornerà nella vita di Ellie in un modo un po'... *un procione tappa la bocca di Marghy con lo scotch* Ok xD ecco a te il capitolo ;)

TheThief_:Come ti capisco, neanche con me è successa una cosa simile XD ti ringrazio moltissimo per i complimenti *___* ecco qua il capitolo, spero che ti piaccia ;)

Andry Black: Ma figurati! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e non ti preoccupare, George ci riuscirà moooolto bene ;D ma non dobbiamo dimenticare il caro John che... *il procione intervenuto nella risposta a Marty ritorna per bloccarmi di nuovo la bocca con lo scotch*

Meglio evitare di sparare altre cavolate xD
Alla prossima (con Mary e Paul :D) *O*

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Capitolo 14
*** Punto 14 - Ringo (She's so heavy) ***


Ellie… Perchè non mi hai detto nulla?
Tu e George vi comportate come due amanti e io… Non ne sapevo nulla. Sono così egoista? Mi preoccupo così tanto dei miei problemi da ignorare quello che stava passando Ellie?
La mia migliore amica!
La mia testa sta per esplodere, immagini confuse di Paul, Ellie, John e George vagano per la mia mente rischiando di farmi impazzire.
Non voglio restare un minuto di più in quella casa, così fuggo immediatamente lasciandomi quello spiacevole spettacolo dietro le mie spalle.
Appena uscita dall’edificio, inspiro profondamente. L’aria penetra nei miei polmoni, in ogni fibra della mia pelle, permettendomi di pensare a mente perfettamente lucida.
Facendo il riassunto della situazione:
1)Il ragazzo di cui sono probabilmente innamorata è stato rapito dal mio ex-fidanzato che, se non torno con lui, lo farà fuori come un tacchino il giorno del Ringraziamento.
2)La mia migliore amica ha appena tradito il suo fidanzato per uno tra i suoi amici più cari.
3)Non so assolutamente che cosa fare!
E’ più importante la mia felicità o la vita di Paul? Di sicuro la sua vita ma non poterlo più vedere mi fa sentire…
Vuota. Letteralmente.
C’ero quasi riuscita, Lucas non avrebbe potuto più farmi del male, mai più.
Ci sarebbe stato Paul a proteggermi.
Ora? Ora sono in balia del mostro cattivo, nessun principe potrà mai liberarmi da questa condizione. Neanche quello più perfetto.
Cammino velocemente, cercando di pensare ad altro, ma non ci riesco. I pensieri si presentano sempre, perché prendere decisioni è così difficile?
Dopo circa 10 minuti mi accorgo di essere arrivata al Bistard, dove vedo Ringo alle prese con una conversazione con il proprietario del locale. Probabilmente staranno parlando di Paul e della sua assenza.
Ad un tratto Ringo esce fuori dal locale furioso e rosso in viso.
-Vaffanculo vecchio bastardo! – urla, alzando il pugno per aria.
-Ehi Ringo! Che succede? – chiedo, andandogli incontro.
-Mary! Nulla di che, il proprietario ci ha solamente licenziati! Stupido Paul, dove accidenti sei andato a finire?
Fisso l’asfalto, non ho il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Mary?
-Sì?
-Mi nascondi qualcosa per caso? Qualcosa riguardo la scomparsa di Paul?
-C-Chi io? Figuriamoci! Non lo vedo da due giorni, figurati se dovrei sapere qualcosa io s…
-Avanti, dimmi tutto. – dice Ringo, incrociando le braccia.
Sospiro. E’ impossibile nascondergli qualcosa!
-Paul… E’ stato rapito…
-COSA?! – urla Ringo, spalancando gli occhi azzurri per la sorpresa.
-Già… E dal mio ex per giunta! Il problema è che la condizione per poterlo liberare è quella di ritornare con lui e dimenticarmi per sempre di Paul, che devo fare Ringo? Sono così confusa!
Ringo mi fissa con quei suoi splendidi occhi color cielo, per poi sbuffare.
Lo guardo incuriosita, non sembra arrabbiato ma quasi comprensivo, sembra che riesca a capirmi nonostante tutto.
-Mary c’è solo una cosa da fare!
-Cosa?
-Devi tornare da quel tizio!
-Sei impazzito? Non hai sentito una sola parola di quello che ti ho appen…
-Fai come ti dico io! Ho un piano grandioso!
Ecco, ora inizio ad avere paura.
-E quale sarebbe questo piano?
-Te lo rivelerò a momento opportuno, tu avvicinalo nel frattempo e fatti dire esattamente dove si trova Paul!
-D’accordo…

Tre ore dopo…

Lucas mi ha dato appuntamento in un magazzino vicino al porto, come in quei film pieni di gangsters pronti a farti fuori nel giro di tre secondi. Per un attimo lo immagino un po’ robusto di corporatura, un paio di baffoni stampati sul volto e l’inseparabile mitragliatrice. Ridacchio tra me e me, è rassicurante che nonostante tutto riesca ancora a sorridere. Forse è solo un modo di nascondere la paura.
Lucas è seduto su una sedia di vimini al centro del magazzino, non c’è nessun’altro se non noi due.
-Ciao Mary. – esordisce.
-Ciao Lucas.
-Allora? Hai deciso?
Lo guardo negli occhi per circa 5 secondi, prendo un bel respiro e dico quelle parole che al solo sentirmele pronunciare mi si spezza il cuore.
-Sì, starò con te Lucas ma per favore libera Paul, lui non c’entra niente!
-Ok, le promesse sono promesse d’altronde e certamente io sono uno che mantiene la parola data. Chiamerò il mio amico e lo farò liberare, contenta?
Annuisco. Il mio cuore sta per esplodere.
Paul finalmente libero, non sono mai stata così felice! Ma…
Lucas si avvicina verso il mio viso e mi bacia, ma il sentimento è sparito, vi è soltanto un meccanico movimento di lingue che non si incastrano a perfezione. Come un orologio a cui manca un ingranaggio, non funzionerà mai perfettamente, mancherà sempre di qualcosa.
-Ho una bella notizia da darti! – esclama lui, contento.
-Cioè?
-Hai presente che adesso vivo ad Edimburgo?
Annuisco.
-Sono riuscito a trovare una casa più spaziosa e voglio chiederti di venire a vivere con me!
-Non ti fidi di me vero?
-Se Paul ritornasse qui a Londra e io me ne andassi ad Edimburgo, chi mi garantirebbe la tua fedeltà nei miei confronti o in quello del nostro patto? La vita di Paul è nelle mie mani ora, posso decidere in qualsiasi momento che cosa farne di essa. Potrebbe vivere oppure…
-…Zac. – sussurro.
-Esattamente! – e mi sorride, in modo quasi sadico.
Deglutisco, forse troppo rumorosamente perché Lucas continua a sorridermi in quel modo così fastidioso. Lo stai facendo per Paul Mary, resisti! continua ad urlare la mia mente. Lo sto facendo solo per lui.
-Quando partiremo?
-Fra tre giorni. Vedrai, la nuova casa ti piacerà e poi Edimburgo è davvero bella come città!
-Ed Ellie? Non potrò vederla più… - il cuore si sta lentamente disintegrando.
-Ellie potrà venire da noi quando vorrà! E’ pur sempre mia sorella d’altronde!
Tutto intorno a me inizia ad assumere contorni sfocati, non riesco a respirare!
-P-Puoi chiamare un taxi? Non mi sento molto bene. – dico in un soffio.
-Certo! Aspetta qui che vado a chiamarlo.
Il taxi è arrivato dopo un quarto d’ora di attesa, Lucas non ha fatto altro che parlare della nuova casa e della nostra nuova vita! Io ho annuito distrattamente per il resto della discussione, Paul è libero finalmente, dovrei essere felice.
Lo sono e tanto, ma l’idea di non poterlo più vedere mi è insopportabile, totalmente. Se quella sera non gli avessi impedito di fermarsi… Che cosa sarebbe accaduto? Da qualche giorno non faccio altro che chiedermelo. Possibili scenari si affollano nella mia mente, tanti, forse troppi. Mi è scesa una lacrima mentre pensavo a questi, Lucas mi ha preso tra le sue braccia e mi ha cullato dolcemente, pensando che fosse per la commozione.
In realtà a cullarmi non è stato lui, bensì il ricordo di un dolce bacio dato in una notte magica.
Un bacio pieno d’amore.
Un bacio pieno di comprensione.
Un bacio pieno di sofferenza.
Un bacio che sapeva di fragola.


Viaggiamo da più di due giorni, con vestiti che prudono da morire e baffi che pizzicano in continuazione. Se vogliamo aggiungere qualcos’altro possiamo inserire anche i cavalli di Desmond. Stupida fattoria senza una stupida macchina con cui andare in quella stupida Londra!
Non dovrei dimostrarmi così ingrato nei confronti di Des ma ho soltanto voglia di arrivare presto da lei e le continue soste per lasciare abbeverare i cavalli ci stanno facendo perdere un sacco di tempo!
-Des! E’ la sesta volta che ci fermiamo per strada! Ti sei dimenticato di lei? – chiedo, esasperato.
Des non risponde, prende semplicemente una sigaretta dal taschino della camicia e inizia a fumare. In questi giorni di viaggio ho potuto capire meglio il comportamento di questo ragazzo, è il classico tipo solitario ma che appena fiuta un pericolo per i propri amici ce la mette tutta per evitare che accada loro qualcosa.
Ama una ragazza, una certa Molly, che però non vuole saperne più nulla di lui dopo il suo tradimento con una ragazzina.
Ogni volta che mi parla di lei i suoi occhi lasciano sempre trasparire un velo di tristezza, capisco ora perché ha voluto aiutarmi a tutti i costi! Non vuole che faccia la sua stessa fine.
-Femminuccia! Sei pronto a ripartire? I cavalli hanno finito! – urla Des, in sella al suo fedele destriero. Odio quel maledetto nomignolo, solo perché non riesco a cavalcare decentemente!
-Ubriacone, quanto hai detto che manca all’arrivo? – domando. Des è uno dei più grandi consumatori di rum dell’intera Inghilterra!
-Solo altri tre giorni! Finalmente potrai rivedere la tua bella Paul, non sei contento?
Sono contento, contentissimo! Giuro che adesso potrei toccare il cielo con un dito!
-Parlami di lei, Paul! Com’è?
-Splendida, assolutamente splendida. Intelligente, perspicace, potresti parlare con lei di tutto e lei capirebbe! Non è assolutamente come le altre, lei è speciale. Terribilmente speciale…
-E tu Des? Parlami della tua lady Molly invece! Com’è lei? – domando.
-I capelli neri le adornano il viso come se fosse la Gioconda in persona, gli occhi azzurri le illuminano il viso come se fosse colpito dal sole in una giornata d’estate, la sua pelle è candida come la neve e… Mi mancano le similitudini amico, ma sappi che è davvero una tra le cose più belle che il cielo abbia mai potuto fare! Sono grato della sua esistenza ma mi dispiace averla ferita così profondamente. Sono uno stupido, lo so ma non ho potuto farne a meno. Un uomo ha istinti irrefrenabili, paragonabili alla forza di un uragano. Ti sconvolgono e non puoi fare granché per liberarti da questa condizione. Noi uomini siamo e sempre saremo schiavi degli istinti.
-D’altronde siamo animali. – sussurro.
-Già.
-Non ti facevo così poetico Des.
-Neanche io sai? Sarà la sua lontananza. – la sua voce assume un tono triste, sembra così fragile e vulnerabile.
-Ti capisco Des…
-No Paul, non potresti capirmi. Nessuno è mai riuscito a farlo, perché dovresti riuscirci tu?
-Semplicemente per il fatto che io e te non siamo poi così diversi, non credi?
-Touchè! – esclama, ridendo.
-Meglio muoverci femminuccia! Abbiamo ancora molta strada da fare! – dice all’improvviso.
-Ok Des!
Il tramonto lentamente si leva all’orizzonte.
Sai a che cosa pensavo Mary?
A quanto sarebbe bello poter sentire di nuovo vicino a me la tua presenza.
Sei la cosa più bella che mi sia capitata.
Davvero.




E rieccomi qui signori e signore! Anche questo capitolo è stato partorito xD mi è piaciuto parecchio scriverlo e ciò non accade molto spesso, essendo auto-critica da fare paura o.o quindi spero che piaccia anche a voi ^^ e ora passiamo all'angolo recensioniiii *___*

Zazar90: Uuuuuh Zazy grazie *_* eh sì, il nostro Georgie è un vero gentiluomo coi fiocchi, sono fiera di lui *_* la citazione di Saffo è capitata per caso, mentre sfogliavo il mio libro di letteratura greca mi è capitata questa poesia e l'ho adorata! Ti dico subito che Saffo non sarà presente solo qui ma in un altro capitolo, mooolto più tardi e anticipo dicendo subito che riguarderà John :D grazie per la recensione *w*

Andry Black: Uuuuh (di nuovo xD) grazie anche a te Andry *___* condivido tutto quello che hai detto su John u.u davvero hai avuto quell'espressione? Sono felicissima, non credevo di riuscire ad arrivare a tanto *w* grazie per la recensione *w*

TheThief_: Uuuuuuh (again xD) grazie pure a te Thief *___* (sono in vena di uuuh oggi xD) e sappi che amo il tuo Jackie! CHUCK PERCHE' NON PUOI FARE ANCHE TU COME LUI? ç___ç *indica Jack*
Tornando a noi! XD Ti ringrazio per il commento arrap... Casto e puro che hai fatto, come ho già detto a Zazy Saffo tornerà ancora, dato che girovagando per il mio libro di letteratura greca ne ho trovata un'altra stupenda *_* forse la posterò su Facebook e ve la farò leggere oppure ve lascio come sorpresa, non so! Devo decidere u.u xD grazie ancora per i complimenti *O*

Grazie ovviamente anche a chi legge soltanto!
Alla prossima *O*

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Capitolo 15
*** Punto 15 - Festa ***


Buio.
Non vedo altro che questo. Distesa nel mio letto, allungo il braccio cercando di catturare la luce, quella che desidero disperatamente. Forse troppo.
La notizia della partenza mi ha totalmente distrutto, da quante ore ho gli occhi chiusi? E’ già arrivato il momento della partenza? Vorrei solo che non arrivasse mai!
Riuscirò ad incontrarti, amore mio? E’ davvero destino?
So che non credi a queste cose ma è impossibile da non considerarlo opera di questo, un destino crudele, che ti lascia intravedere la luce per poi riportarti nell’amaro abisso del buio.
Sai che cosa ho in mente in questo momento? Una dolcissima canzone che amava cantarmi sempre mia madre, prima di addormentarmi. Pensavo che, se lei mi avesse cantato quella canzone, non avrei mai avuto incubi, in effetti succedeva! Ora che lei non è accanto a me, chi mi aiuterà? Chi mi permetterà di non precipitare in questo abisso senza fine? Chi mi aiuterà semplicemente a chiudere gli occhi, in attesa del pieno dolore?
Rigiro la testa sul cuscino. Ho paura di dormire, di sognarlo, di uscire da quella porta e accorgermi che accanto a me non ci sarà lui ma un altro, del presente, del futuro e anche del passato. Il passato forse è quello che mi spaventa di più. Condiziona il presente e anche il futuro, no?
L’incontro con Paul, ad esempio, ha condizionato per sempre il mio modo di vedere le cose e anche l’amore.
Continuare a pensare a ciò, in un certo senso, mi riporta alla mente il fatto che oggi sto soffrendo a causa di questo e che forse soffrirò anche in futuro. Troppo pessimista? Può darsi. In tutta questi anni ho sempre pensato che la mia vita fosse solo un continuo buio, con piccoli barlumi di luce. Barlumi che si sono consumati subito, così come sono arrivati. Inaspettatamente.

Suona il campanello, non ho assolutamente voglia di aprire la porta. Meglio lasciare che il tempo scorra.
Ma il suono continua a persistere per circa 20 secondi, fino a quando la porta si apre lentamente. Capisco subito che è Ellie dalla sua sicurezza nel passo.
-Mary! Che ci fai distesa nel letto? E soprattutto perché non hai aperto la porta? – domanda.
-Secondo te? Ho sonno e voglio dormire! – rispondo, affondando la testa sul cuscino.
-Alle 12 di mattina? Esci fuori! C’è una gran bella giornata, non puoi stare qui a casa a deprimerti così per…
-Per lui Ellie? Sì, proprio per lui lo faccio. E lo faccio soprattutto per quel verme schifoso di tuo fratello!
-Ancora con Lucas Mary? Tranquilla, tra poco andrà ad Edimburgo e il problema sarà sparito!
Sorrido, ma amaramente.
-Perché quel sorriso Mary?
-E’ finita amica mia…
-Di che cosa stai parlando?
-Parto, andrò a Edimburgo.
Ellie non parla, ha gli occhi fissi su di me, come se stesse cercando una conferma da parte mia. Il mio sguardo vaga dalla sua espressione incredula alla finestra ancora chiusa, forse sarebbe meglio aprirla per lasciare entrare un po’ di luce. Che razza di pensieri.
-Perché? – domanda lei, ad un tratto.
-Chiedilo al tuo amato fratello, anzi no! Chiedilo a George, ormai Ringo deve aver fatto il passaparola con tutti gli altri.
-G-George? -Pensi che non lo sappia? Pensi che non sappia che stai tradendo John con il povero George?
-Mary non è quello che…
-Basta Ellie, non voglio più parlarne. Non mi interessa il tradimento in sé quanto il fatto che tu non mi abbia raccontato nulla sui tuoi sentimenti per lui. Da quanto dura?
-Da ieri o forse da tutta una vita, sono stata così cieca a non capirlo! Perdonami Mary, sono venuta qui apposta per parlarti di lui, l’ho trovato finalmente! Il mio principe azzurro!
-Principe azzurro?
Annuisce.
-Esattamente! Ma adesso… - sta per piangere, lo si nota dalla sua voce quasi rauca.
Prima che possa completare la frase l’abbraccio, senza dire una parola, come quella famosa sera al Bistard.
Ellie mi stringe fortemente e piange, quasi non riuscendo a smettere più. Mi mancherà moltissimo, anche se ci potremo continuare a vedere una volta ogni tanto, non sarà mai la stessa cosa. Alla fine le racconto tutto, del ricatto, di Paul, della mia decisione e della partenza per Edimburgo. Ellie ascolta in silenzio, qualche lacrime le scende lungo il viso ma non vuole interrompermi, mi lascia semplicemente parlare e sfogarmi. Apprezzo davvero questa sua qualità.

-Senti Mary, ho un’idea allora! – esclama alla fine.
-Quale?
-Una grande festa in tuo onore!
-Stai scherzando spero! Ho sempre odiato le feste e lo sai bene!
-Ma questa è per un motivo speciale! Ti prego Mary, vedrai che non te ne pentirai! – implora Ellie con occhi supplichevoli.
Sospiro. Non le si può dire di no ad una come lei!
-E va bene!
-Evviva! – esclama lei, contenta.
-Quando partirai?
-Fra tre giorni al massimo o almeno così mi ha detto Lucas.
-Allora a stasera!
Stasera?
-Ehi Ellie, aspetta! Stasera non… - cerco di dire, ma a vanvera perché Ellie esce di casa talmente contenta da non potermi lasciare finire la frase. Che capacità di ripresa! È davvero unica nel suo genere quella ragazza…
Ancora distesa sul mio letto, fisso il soffitto cercando di trovare altri pensieri.
Impossibile.

Dopo qualche ora, passa Ellie a prendermi con il taxi. Non adoro vestirmi in maniera appariscente, quindi ho optato per un classico vestitino color verde mela, senza maniche e che arriva fino alle ginocchia. I capelli neri, che mi arrivano fino alle spalle, sono sciolti in modo da far risaltare il castano-verde vivido dei miei occhi. Forse è proprio quel colore intenso che mi ha sempre affascinato, è mutevole a seconda del mio umore. Oggi, stranamente, hanno assunto una colorazione più vicina al verde che al castano.
Ellie, invece, è stupenda! I suoi capelli biondi sono raccolti in tanti piccoli boccoli, tali da far risaltare quell’azzurro chiaro degli occhi che mi ha sempre stupito.
Per chi non la conoscesse, potrebbe pensare che in fondo non vi sia nulla di straordinario in ciò, ma per me invece è come stare al cospetto di un piccolo angelo terreno. Esagerazione? Non penso proprio.
Mi guardo intorno, cercando la figura di George, ma non notandola rivolgo uno sguardo interrogativo ad Ellie, la quale mi risponde a sua volta che lo avremmo trovato alla festa.
Il villino di John non è molto distante da casa mia, solo 10 minuti di macchina, mi chiedo perché Ellie abbia deciso di farla proprio lì la festa.
La guardo e il suo viso felice mi distoglie dall’idea di chiederle spiegazioni in merito.
John è sulla porta di casa, vestito con semplici pantaloni neri e una camicia bianca. Ellie continua a sfregarsi le mani, dal continuo nervosismo, e quando scendiamo dal taxi per salutarlo, quasi non lo riesce a vedere. I suoi occhi sembrano quasi che luccichino, mentre quelli di John non fanno altro che seguirla con lo sguardo.
-Ehi John… - saluto io, abbracciandolo.
-Mary, davvero te ne vai? – chiede lui, sempre diretto.
-Purtroppo sì…
-Perché?
-Ringo non te l’ha detto?
-Mi ha accennato a qualcosa successo a Paul, ma ancora non ha voluto dirci niente! Io sono preoccupato cazzo, è da molti giorni che non si fa vivo!
-Io lo so…
-Allora spara donna, che aspetti?
Inizio a raccontargli, esattamente come ad Ellie, dell’intera situazione che si è venuta a creare e del motivo della mia partenza, non lo avrei mai detto ma gli occhi di John sembrano quasi essere lucidi.
-Sei davvero una ragazza dal cuore d’oro Mary, io non avrei mai saputo fare una cosa del genere!
-Neanche per Ellie?
John mi sorride.
-Per lei? Probabilmente sì, ma ormai che senso avrebbe? Mi ha abbandonato e non riesce più a guardarmi in faccia! Io la amo da impazzire Mary, ti prego, aiutami a riconquistarla! – domanda in tono supplichevole.
-John io…
Come farò a dirgli che in realtà Ellie non potrà più essere sua?
-Allora Mary? Mi aiuterai?
-Io…
Ad un tratto una macchina si avvicina e parcheggia molto vicino al punto in cui io e John stavamo conversando, lo sbuffare del motore mi fa sorridere e lo considero un’ottima distrazione per impedirmi di rispondere a John.
Dalla macchina esce un Ringo molto soddisfatto, in giacca e cravatta.
-Salve ragazzi, ho interrotto qualcosa? – domanda.
-No tranquillo, come stai? – domanda a sua volta John, ma strizzandomi l’occhio, cercando di farmi intendere che la discussione non si sarebbe conclusa lì.
-Alla grande! E sapete anche perché?
-No, perché? – domando.
-So dov’è Paul!
Cosa?! Sto per non sentirmi bene…
-N-Non è il momento degli scherzi Ringo! Non sono proprio in vena oggi!
-Non sto scherzando Mary! Paul è fuggito dal posto in cui lo avevano rinchiuso, sta tornando Mary! Non dovrai più partire!
-E tu come fai a saperlo?
-Ho svolto qualche ricerca su questo Lucas e grazie a qualche mio amico sono riuscito perfino ad intercettare una sua chiamata ad un certo Jim. Questo tizio non faceva altro che urlare al telefono che il prigioniero era scappato insieme al figlio del proprietario del posto in cui lo avevano rinchiuso. Arriverà presto, me lo sento!
John abbraccia Ringo e insieme urlano di gioia, come se avessero segnato il punto decisivo in una partita importante.
Sospiro.
-Che succede Mary? Non sei felice? – domanda John.
-Sì, ma devo partire per forza. Non voglio che gli accada nulla di male, mai più. Non per colpa mia almeno. – dico, piangendo. Non riesco a frenare le lacrime, non ce la faccio.
Ringo mi abbraccia, seguito subito da John. Che cari ragazzi.



_______________________________________________________________________________________________

Chiedo infinitamente scusa se non posso rispondere alle recensioni ora, ma devo scappare a fare inglese! Spero che questo capitolo vi piaccia :D
Grazie a chi ha commentato e a chi legge soltanto!
Alla prossima *O*

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Capitolo 16
*** Punto 16 - E' simile agli dei quell'uomo? ***


Vago con lo sguardo in giro per quella grande casa, è incredibile non trovare alcuna traccia al suo interno della donna che ho tanto odiato fino a poco tempo fa.
Sospiro.
George non è ancora arrivato, mi ha detto che prima doveva sbrigare una commissione. Spero che torni presto, sento terribilmente la sua mancanza. E’ incredibile come non mi sia accorta di niente, sono davvero una sciocca! L’ho maltrattato e persino ignorato, non sapendo che il mio principe si trovava a pochi passi da me…
Prendo una sigaretta dalla borsa e l’accendo, assaporandola per bene. Dovrei realmente smettere di fumare, è una promessa che avevo fatto a me stessa il giorno del mio compleanno, qualche mese fa.
Forse è proprio come mi dice sempre Mary, si fuma perché si vorrebbe alleviare la propria sofferenza. Osservo la sigaretta che lentamente si sta consumando. Io sono felice, lo so, ma… Lui è sempre presente, quasi come se fosse destinato a rimanere nella mia mente per il resto dei miei giorni.
Un po’ di cenere sfugge dalla sigaretta accesa e cade sul tappeto.
“Oh cavolo! Meglio pulirla!” penso mentre prendo un fazzoletto dalla tasca dei jeans e inizio a sfregare con forza sul tappeto. Appena credo di aver concluso mi siedo sul pavimento, esausta, e noto un bigliettino esattamente sotto il tappeto.
Lo apro e noto che la scrittura è… La sua.

“Sei giunta, ti bramavo,
hai dato ristoro alla mia anima
bruciante di desiderio.”


Ad un certo punto sento che qualcuno mi prende tra le sue braccia da dietro e mi bacia il collo, tiro un sospiro di sollievo, finalmente è arrivato! Mi giro velocemente, cercando di coglierlo di sorpresa e di baciarlo sulle labbra dolcemente, ma la figura che mi appare davanti non è esattamente quella che mi aspettavo.
Indietreggio velocemente, spaventata.
-John! Che cosa fai?! – chiedo, stringendo ancora il foglietto tra le mani.
-Lo hai trovato eh? Volevo dartelo il giorno in cui sei venuta in sala di registrazione, solo che alla fine non sono riuscito a trovarlo più! Divertente vero? – risponde lui, ridacchiando.
-Puoi anche tenertelo il tuo stupido foglietto, non mi interessa!
-Se non ti interessa perché lo tieni ancora tra le tue mani?
Glielo tiro addosso con forza e rivolgo lo sguardo altrove, con un’espressione imbronciata.
John ride, quasi con le lacrime agli occhi.
-L’hai riconosciuta vero? – chiede infine.
-E’ Saffo…
-La tua poetessa preferita.
Spalanco gli occhi per la sorpresa.
-Te lo ricordi ancora?
-Come dimenticarlo? Non l’ho mai fatto.
Dovrei dirglielo? Dovrei realmente dirgli che in realtà lui non può più far parte della mia vita?
-Senti John… Io…
-Aspetta Ellie, prima vorrei farti sentire una cosa! – esclama, imbracciando la sua fedele chitarra e schiarendosi la voce.

“Oh ain't she sweet
Well see her walking down that street
Yes I ask you very confidentially
Ain't she sweet?

Oh ain't she nice
Well look her over once or twice
Yes I ask you very confidentially
Ain't she nice?

Just cast an eye
In her direction
Oh me oh my
Ain't that perfection?

Oh I repeat
Well don't you think that's kind of neat?
Yes I ask you very confidentially
Ain't she sweet?

Oh ain't she sweet
Well see her walking down that street
Well I ask you very confidentially
Ain't she...”


John non riesce a concludere perché gli metto una mano sul petto, sento il suo cuore battere come un treno ad alta velocità e il suo respiro farsi sempre più affannoso. Non so se per il fatto di avere appena cantato o per l’emozione, ma da un tipo come John non ti aspetteresti mai l’ultima reazione.
-Che succede Ellie? Ho sbagliato qualcosa forse? – chiede con il fiatone.
-No John, non hai sbagliato nulla. E’ davvero bella ma… Devo dirti che…
-Ops, ho interrotto qualcosa per caso? – una voce fin troppo familiare interrompe il mio discorso, mi volto e la persona che vedo è George che mi guarda con i suoi occhi indagatori.
Il suo sguardo corre dal mio viso, alla mia mano ancora poggiata sul petto di John, che tolgo immediatamente.
-Ellie… John… Perdonatemi se non resto ma ho da fare, ci si vede. – sussurra George, abbassando lo sguardo.
-No George! Aspetta! – dico, cercando di fermarlo, ma lui butta con violenza qualcosa sul pavimento e scappa via senza voltarsi.
Mi volto verso John, mi scuso ed esco fuori, cercando di raggiungerlo ma lui corre sempre più velocemente verso la sua macchina fino a quando non inciampa su una pietra.
Ancora sdraiato, si porta le mani sulla testa e inizia lentamente a piangere, cercando di non farsi vedere da me.
-George… - sussurro, appena lo raggiungo.
-Che cosa vuoi? Vai da lui, non disturbarti per me!
-Invece sì che mi disturbo per te George, cavolo! Perché non vuoi capirlo?
-Dimmi soltanto una cosa Ellie, perché hai ricambiato il mio bacio nonostante tu sia innamorata ancora di lui? Vuoi soltanto prendere in giro me oltre che te stessa? Mi dispiace, ma se è così non ci sto.
Stringo i pugni. Come può dubitare del mio amore nei suoi confronti?
La rabbia scorre nelle vene, facendomi perdere l’uso della parola. George, purtroppo, intende questo silenzio come una conferma alle sue domande e ai suoi numerosi sospetti perciò si alza compostamente da terra e di dirige verso la sua macchina, io mi inginocchio sulla terra umida e inizio a piangere.
-Sai che cosa mi piaceva di te George? – singhiozzo – Riuscivi a farmi ridere, nonostante avessi perso la voglia di farlo. E sai un’altra cosa? Mi sono innamorata di te, non di John ma di te! Fattelo entrare in testa brutto…
Mi interrompo perché George, dopo essersi fermato ad ascoltare le mie parole, ritorna improvvisamente indietro, mi bacia e poi mi abbraccia, cullandomi dolcemente, talmente tanto da sfogarmi in un ultimo pianto.
E’ giusto rivelare a John che io sto vivendo il mio attimo di paradiso insieme a qualcun’altro?


***




Il viso di John è contratto in una smorfia di dolore, tra le mani tiene un giglio gettato dal suo amico e lo scialle della donna amata.
Non sopporta la vista dei due amanti, lui che l’abbraccia dolcemente e lei che consuma di lacrime la sua giacca di colore nero. Saranno di dolore? Di felicità?
John lo ha sempre sospettato, dal momento in cui Ellie lo ha costretto a fare la fatidica decisione.
“Lei non ti ama amico, she doesn’t love you.” continua a ripetergli la voce dentro la sua testa, come una cantilena senza fine.
“La pagherai Harrison, Ellie è solo mia!” pensa, stringendo i pugni e chiudendo la porta di casa alle sue spalle.
La pagherà. Molto cara.




Salve allegra banda di matti *_* allora allora! Ringrazio Marty, Zazy, Andry, Thief e la nuova lettrice, che ringrazio moltissimo per i complimenti, Platypus! La recensione di Zazar mi ha fatto riflettere parecchio sul personaggio di Mary, troppo poco spinta verso l'agire e un po' troppo riflessiva, stavo per darle ragione. Ma Andry mi ha fatto anche pensare che in fondo Mary piace perché è fatta così, sia lei che Ellie poi alla fine non sono altro che i miei alter ego (tarattattàààn XDD), ma alla fine quella che mi rappresenta di più è proprio il personaggio di Mary e sono molto contenta di essere riuscita a crearla *_* dopo tremila aborti finalmente mi è uscito qualcosa di buono xD e lo stesso vale per Ellie ovviamente *__*
Ringrazio tutti per i complimenti che mi avete fatto, non sapete quanto mi rendano felice *_* non pensavo che il mio stile potesse piacere a qualcuno e mi fa sentire molto soddisfatta in un certo senso *_* quindi, vi saluto annunciandovi che il 17° capitolo è già pronto e penso di pubblicarlo il 15 giugno, proprio il giorno del mio 17° compleanno xD grazie ovviamente anche a chi legge soltanto ^^
Alla prossima *O*

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Capitolo 17
*** Punto 17 - Ritorno ***


Ellie e George se ne sono andati improvvisamente e lo sguardo assorto e allo stesso tempo rabbuiato di John, fa intendere che ha già saputo della sua nuova fiamma.
Scorre un grande silenzio tra di noi, persino l’allegro e vivace Ringo non sa che cosa dire. Forse intuisce che quello non è il momento adatto per poter scherzare.
John mi guarda attentamente.
-Tu lo sapevi vero?
-Di che cosa stai parlando?
-Della tua cara amichetta con quel fottutissimo chitarrista da strapazzo!
Non so che rispondere e volgo lo sguardo da un’altra parte pur di non subire ulteriormente il peso del suo sguardo indagatore.
-Da quanto? – continua a domandare.
-Da quanto dura dici?
-No, da quanto il latte è scaduto! Ovvio che intendo dire quello.
-Non da molto almeno da quello che ho capito…
-Ah… Perdonatemi se vi butto fuori da casa mia ma voglio stare solo.
-Ci vediamo domani John! – esclama Ringo, non curante dell’atteggiamento dell’amico.
-A domani Rings! – risponde al saluto John, agitando la mano destra ma tenendo gli occhi fissi sul pavimento.
La porta si chiude lentamente e rimaniamo soltanto io e John. Non ho intenzione di muovermi, la sua fragilità mi spinge a non abbandonarlo.
-Mary… Ti prego, vai via. Non voglio che tu mi veda così… - sussurra John, portandosi le mani alla testa.
-No John, proprio perché stai così non posso andarmene! Capisci?
John annuisce e si alza velocemente dal divano, dirigendosi verso l’uscita secondaria che porta verso la piscina. Lo seguo a passi lenti, fino a quando non sento il rumore di un tuffo e inizio a correre. Lui è messo in posizione da morto a contemplare il grande cielo stellato, per poi scendere sott’acqua e risalire velocemente.
-Perché non vieni pure tu? – mi chiede ad un tratto, appoggiandosi a bordo piscina.
-Non ho il costume, mi dispiace. – rispondo, alzando le spalle.
-Un motivo in più per buttarti no?
-Porco.
Ride ed esce dalla piscina. Il corpo nudo, coperto dai soli boxer, luccica alla luce della Luna per via delle numerose goccioline d’acqua e la luce stessa sembra accentuare la sua corporatura esile.
Rabbrividisco.
Improvvisamente John, mentre sono impegnata ancora nelle mie riflessioni, mi prende in braccio e mi getta in piscina con tutti i vestiti e il trucco, che adesso cola facendomi sembrare un mostro.
-Dovresti vederti! Sei veramente buffa! – dice, ridendo come un matto.
-Vai a quel paese, John!
-La ringrazio mia dolce damigella! – esclama, prendendomi la mano e baciandomela.
E’ impossibile non ridere con un ragazzo così! Mi abbandono dolcemente alle acque della piscina.
-Vedo che ti sei ripreso! – dico all’improvviso.
-Per niente. – risponde lui, sorridendo forzatamente.
-Ti manca?
-Secondo te?
-Lasciala vivere felicemente John, lasciale quel pizzico di felicità che con te non ha potuto avere. Ecco il prezzo per un po’ di indecisione.
-Stai parlando di me o di te, cara Mary dagli occhi verdi? – domanda, sbattendo le ciglia velocemente per prendermi in giro.
Io preferisco non rispondere, forse ha ragione. La sua lontananza è una punizione assai sufficiente.

John mi riporta a casa con la sua macchina, mi abbraccia e rimane fermo ad aspettare finché io non abbia salito tutte le scale. Poi ingrana la marcia e va via. Entro a casa distrutta e ancora mezza bagnata, Alfred vorrebbe un po’ di coccole e miagola incessantemente, di quante attenzioni ha bisogno!
Suona il telefono e corro a rispondere.
-Pronto?
-DOVE ACCIDENTI ERI FINITA? – urla Lucas attraverso la cornetta.
-A casa di amici, Ellie non ti ha detto nulla?
-Maledizione a mia sorella! Hai finito di preparare i bagagli?
-No, non ho neanche iniziato.
-Preparali subito allora! Partiamo domani mattina all’alba!
Domani mattina?!
-Ehi Lucas ma…
Parole a vuoto, ha riagganciato. Il momento è arrivato, forse troppo presto, mi manca il respiro.
Suona il campanello, è un po’ strano che qualcuno arrivi a quest’ora! Cerco di rendermi presentabile e di ricacciare dentro le lacrime e vado ad aprire.
La sorpresa mi lascia ancora senza fiato, forse più di prima. Porto la mano alla bocca per evitare di urlare.
-Ciao Mary… - sussurra l’uomo a cui ho donato il mio cuore.

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Capitolo 18
*** Punto 18 - What you're doing to me? ***


Finalmente il momento è arrivato, grazie ad una scorciatoia, dopo aver viaggiato giorni e giorni sono finalmente ritornato a casa! Spero che non abbia già preso una decisione, Jim ha detto che per liberarmi avrebbe dovuto scegliere il mio rapitore… Peccato che il rapito è stato più furbo di loro!
Des lancia occhiate nervose in ogni direzione e un sorriso preoccupato appare sul suo volto.
-C’è qualcosa che non va Des? – chiedo.
-Paul, voltati. Vedi quella macchina nera dietro di noi? Non ti ricorda qualcuno?
Mi volto per riuscire a vedere meglio il nostro cosiddetto “inseguitore” e in effetti qualcuno ci sta davvero seguendo, avvolto in un impermeabile nero.
-Oh cazzo, è Jim! – sussurro a Des, per evitare di farmi ascoltare.
-Ho un’idea per riuscire a sfuggire a quel grassone!
-Dimmi!
-Scappa, più veloce che puoi e raggiungi la tua bella! Lo tengo occupato io! – esclama, sfiorando la tasca dei propri pantaloni, da cui fa uscire una pistola.
-Des che vuoi farci con quella? – domando, sgranando gli occhi.
-Secondo te? Di certo non voglio farci una frittella! – risponde lui, ridendo – E’ stato bello conoscerti Paul, spero potremo incontrarci di nuovo in un futuro prossimo!
-Molto prima di quanto immagini, caro Desmond Jones! Addio! – esclamo, alzando la mano in segno di saluto e scappando come un folle. Qualche sparo in lontananza ma non ho voglia di voltarmi, preferisco lasciare semplicemente che sia.

Finalmente sono arrivato a casa sua, è una fortuna avere una memoria così fotografica! E’ notte fonda, spero soltanto di non disturbarla.
Una macchina arriva davanti casa e mi nascondo velocemente in un vicolo, ho paura che sia Jim e che Des sia stato… No, non può essere! Sporgo la testa tanto quanto basta per riuscire a vedere e noto, alla luce del lampione, che quella è la macchina di John e da quella stessa vettura scende lei, completamente bagnata e con il trucco che cola sul suo viso di porcellana, non appena è entrata dentro, faccio numerosi gesti a John affinchè possa notare la mia presenza.
Lui mi vede e quasi non riesce a crederci, mi fa segno di aspettare un attimo, posteggia la macchina in un posto tranquillo e mi corre incontro, abbracciandomi come se non mi vedesse da secoli.
-McCartney, sei riuscito finalmente a fuggire!
-E tu come fai a saperlo? – domando.
-Non è assolutamente importante questo! Devi far ragionare Mary, vuole partire!
-No, no, no! Non deve sacrificarsi per me, accidenti!
-She loves you yeh yeh yeh… - canticchia John, in risposta.
-Quante probabilità ho, secondo te, di riuscire a non farla partire?
-Tutte o nessuna, chi può dirlo? Hai ancora tre giorni, anzi – dice, controllando l’orologio – due, quindi datti una mossa!
-Ok Johnny! – esclamo, correndo verso la porta di casa.
-Ah McCartney!- urla John, improvvisamente.
-Dimmi Lennon! – rispondo, voltandomi.
-Ti andrebbe di far parte di un piccolo gruppo di Liverpool, che ha bisogno disperatamente di un bassista? Si dice in giro che stiano per registrare il loro album di debutto!
Sorrido.
-Può darsi! A domani!
Lui agita la mano, per salutarmi, ed entra in macchina, la quale dopo cinque minuti sparisce totalmente dal viale.
Solo, con i miei pensieri.
Mi accoglierà a braccia aperte?
Mi farà sentire come se non ci fossimo mai separati?
Mi lascerà solo?
Al diavolo i dubbi!

Suono il campanello e nel frattempo mi torturo le dita in un gioco disperato di tensione.
Ho paura, è vero, ma allo stesso tempo sono impaziente.
Sono un po’ troppo sentimentale, mi sa. Non so se considerarlo un pregio o un difetto sinceramente!
Dopo un po’ di minuti trascorsi ad aspettare davanti alla porta di casa, Mary apre e appena mi vede, si porta subito una mano alla bocca. Vorrebbe urlare ma piange silenziosamente, io l’abbraccio subito e non so per quanto tempo rimaniamo in questa posizione. Sento le sue lacrime che mi bagnano lentamente la maglietta ma non mi interessa, ho sognato da troppo tempo le sue braccia e sicuramente non mi lascerò sfuggire questa occasione.
Mary singhiozza ancora e annaspa per riuscire a trovare le parole adatte.
Prendo il suo viso tra le mie mani e la bacio, esattamente come quella sera, quando la musica del pianoforte avvolgeva l’atmosfera in un lento scorrere di minuti e di secondi.
Vorrei che questo istante durasse un’eternità.
Mary ad un tratto si ferma e mi accarezza dolcemente il viso, con le sue mani morbide e delicate. Qualche lacrima non cessa di scendere ma sembra avere in sé la forza per potermi parlare.
-Paul… Non sai quanto mi sei mancato!
-Mary ti prego, non partire! Sono libero, lo vedi? Puoi anche non farlo!
-Non posso…
-Perché? Dimmi solo il perché cavolo! – esclamo, stringendo forte le sue braccia.
-Ahia Paul, mi fai male così! – risponde, cercando di liberarsi.
Mollo subito la presa e mi siedo su un divanetto vicino all’ingresso.
-Non voglio che possa farti del male, ecco tutto. Lucas ha tutti i mezzi per poterci riuscire, lo so perché il ragazzo che stava con me prima di lui ha avuto 3 costole fratturate e un occhio nero pur di lasciarmi stare. Capisci ora il perché? Paul io ti amo ma non posso stare con te…
-Stronzate, tutte stronzate! Mary tu non vuoi, ecco spiegato il problema! Hai paura di una relazione, hai paura di questo sentimento, se ti può fare stare meglio anche io sono spaventato, terribilmente, ma non mi sto tirando indietro! Non ho attraversato chilometri interi solo per ricevere una porta in faccia!
-Paul io…
-Tu cosa? Non ci sono scuse Mary, vai per la tua strada e sii felice! Ma sappi che io ti ho amato più di tutto me stesso.
Mentre Mary continua a guardarmi senza dire una parola, mi alzo dal divanetto e me ne vado, sbattendo violentemente la porta. Non riuscendo a camminare, mi siedo davanti casa sua e piango, come non sono mai riuscito a fare.
Il suo rifiuto è ingiusto.
Le mie lacrime sono ingiuste.
La mia sofferenza è ingiusta.
Il mio amore è ingiusto.




"Voglio fare un gioco con te..." [cit. Saw]
Awwwn Saw *-* ok, finito il momento di contemplazione inizio subito ringraziando Night, Platypus, LadyFede, Thief, Zaz, Marty e Andry per avere recensito lo scorso capitolo :D so che avete avuto un po' di dubbi sul comportamento di John... Ebbene nello scorso capitolo, secondo la mia bozza, John doveva baciare Mary, quindi avevate ragione su alcune intenzioni di John xD ma lui non è innamorato di Mary, attenzione u.u sarebbe stato solo per ripicca nei confronti di Ellie, quindi niente filmini mentali eh xD
Adesso vi saluto con questo bel capitolo, finalmente partorito xD
Alla prossima *O*

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Capitolo 19
*** Punto 19 - There's A Place ***


E’ finita.
Non so come sono tornato a casa, probabilmente lo avrò fatto barcollando come un ubriaco. Ma non importa. Non mi importa più di nulla ormai.
La luce penetra dentro le piccole fessure della finestra, quasi a fatica. Strofino gli occhi e mi rigiro nel cuscino, cercando un po’ di pace. E’ inutile.
“Se n’è andato, lasciando lacrime e tanto dolore” l’ho letto da qualche parte, non mi ricordo esattamente dove, ma penso che si adatti perfettamente con la mia situazione. Di solito non sono un tipo che ama particolarmente piangersi addosso così, ma è inevitabile in un certo senso.
Lei se n’è andata per sempre. Ha preferito lui a me, io che ho viaggiato e sofferto come un cane solo per poterla vedere, affrontato i peggiori pericoli solo per poterla vedere sorridere…
Avrò reagito troppo impulsivamente?
In fondo avrei dovuto capirla…
Mi alzo dal letto, cercando di pensare ad altro ma inutilmente. Parole ronzano nella mia mente, immagini scorrono veloci come in un flashback infinito, l’incubo non termina mai. Siamo qui, sospesi in un cielo infinito senza tempo né spazio, ci guardiamo negli occhi e in un attimo ogni problema svanisce. Le nostre mani si cercano, sentono la mancanza l’uno dell’altra ma allo stesso tempo non si incontrano mai. Esattamente come il nostro destino.
Prendo immediatamente carta e penna e inizio a comporre, le parole scivolano su carta come se fossero sempre state impresse nella mia mente.

-McCartney! Che occhiaie! Nottata all’insegna del sesso selvaggio? – scherza John, appena metto piede in sala di registrazione.
-Non è aria John, finiscila.
-Che cosa è successo?
-E’ finita, che parta pure con quello sporco ricattatore. Non mi importa più nulla di lei. – esclamo agitando la mano violentemente.
-Senti Paul, non venirmi a dire cavolate! Tu sei innamorato di lei, non può finire così!
-Può eccome invece…
Mi siedo su un divanetto e sospiro. Nel frattempo arrivano anche George e Ringo, tra abbracci e pacche sulla schiena, sento il mio cuore alleggerirsi sempre di più da quel grande peso. Imbraccio il mio fedele basso e iniziamo a registrare.
Siamo sempre più vicini al top delle classifiche, ecco a voi i Beatles!

Dopo qualche ora entra in sala Ellie, con lacrime che le rigano il viso. George va subito verso di lei, abbracciandola per poi cingerle successivamente la vita e guardarla dritto nei suoi occhi color azzurro cielo. E’ come se vivessero in un mondo che appartiene soltanto a loro, ma qualcosa mi sfugge in tutta questa situazione…
Guardo John e noto il suo sguardo sfuggente, come se non volesse minimamente assistere alla situazione. Alza un poco il viso e mi strizza l’occhio per incitarmi a continuare a suonare. La canzone in programma è… Anna (Go To Him). John ci tiene particolarmente a cantarla, chissà per quale motivo…
Ringo attacca con la batteria, George, dopo essersi staccato dall’abbraccio con Ellie, imbraccia la sua chitarra e John inizia a cantare con la sua solita voce profonda, capace di farti avvertire le sensazioni più strane.

Anna,
You come and ask me girl,
To set you free girl,
You say he loves you more than me,
So I will set you free,
Go with him.

Ellie muove freneticamente gli occhi da una parte all’altra, come se si rendesse conto di trovarsi in una situazione spiacevole. Vorrebbe non farlo ma alla fine il suo sguardo rimane incollato sulla figura magnetica di John, poggia la sua mano sul petto e sospira. Sintomo di colpa.

Go with him.
Anna,
girl before you go now,
I want you to know, now,
That I still love you so,
but if he loves you more,
Go with him.
All of my life,
I've been searching for a girl
To love me like I love you.
But every girl I've ever had,
Breaks my heart and leaves my sad.
What am I, what am I supposed to do.

Si alza compostamente, John continua a cantare guardandola attentamente negli occhi. Vuole suscitarle il senso di colpa e a quanto pare sembra che ci riesca pure piuttosto bene.
Gli occhi ancora umidi di lei sembrano voler cercare una via di fuga, ma è troppo tardi, la Sirena ha catturato il marinaio conducendolo alla deriva. Si gira e va verso il bagno, non vuole più subire alcun male da parte sua.

Anna,
Just one more thing, girl.
You give back your ring to me, and I will set you free,
go with him.

Finita la canzone, John ha un sorriso particolarmente soddisfatto. Ha realizzato il suo compito e adesso, come si dice, potrebbe anche morire in pace. Non lo facevo così vendicativo nei confronti di una ragazza. Ora capisco perché voleva a tutti i costi cantare quella stramaledetta canzone.
Sistemo il basso in un angolo e vado anche io verso il bagno, dove sento lamenti strani provenire da qualche parte. Tendo bene l’orecchio e capisco che il suono proviene dal bagno delle ragazze, quindi busso e chiedo che cosa succede. Mi risponde Ellie con un flebile lamento.
-Puoi aprirmi Eleanor? – chiedo con la mano poggiata sulla porta.
-Neanche mia nonna mi chiama più così! – risponde lei di conseguenza.
Ridacchio, a quanto pare il suo caratterino non è scomparso.
-A me piace molto di più Eleanor, è un nome che ti si addice sai?
-Fa come vuoi…
-Vuoi aprirmi?
-No.
-Perché?
-Non lo meriti.
Spalanco gli occhi. Che lei sappia… Certo che lo sa, idiota! D’altronde è la sua migliore amica.
-Lei non merita neanche il mio amore se è per questo.
-Paul, lei ti ama. Lo sai quanto ha sofferto per compiere quella scelta? Lo sai almeno? Io credo proprio di no!
-E tu lo sai almeno quanto ho dovuto soffrire io? Non ho fatto chilometri e chilometri per ricevere una stupidissima porta in faccia!
-Non ti credevo così egoista Paul! – esclama lei, uscendo fuori dal bagno. Ha gli occhi rossi e tutto il trucco che le cola sul viso.
-Non sarò riuscito ad entrare ma almeno sono riuscito a farti uscire cara Eleanor! – rispondo io pizzicandole una guancia.
-Non hai risposto. Che cosa succede Mister McCartney? Forse ho azzeccato? Ho capito chi sei tu. Tu sei uno di quegli uomini che vorrebbero che le donne rinunciassero a tutto pur di poterle amare liberamente. Vuoi la strada spianata, ma quando hai capito che la storia con Mary sarebbe stata difficile ti sei tirato indietro. A dirla tutta sei totalmente fuggito. Mi fai veramente ribrezzo Paul!
Non rispondo. Pensandoci meglio ha ragione su tutto.
-Hai ragione. Sono davvero un’idiota…
-Meno male che te ne sei reso conto! – esclama incrociando le braccia.
-Devo andare da lei! Grazie Eleanor, mi sei stata di grande aiuto! Se posso essertene io, prendi al più presto una scelta, prima che la situazione ti sfugga di mano.
-No Paul, guarda che Mary è…
Ma non voglio ascoltarla, fuggo velocemente dalla sala di registrazione. Spero che John possa perdonarmi per questa piccola fuga ma c’è un Beatle che ha una ragazza che lo ama.

“-Dov’è finito Paul? – urla John, furioso come non mai.
-E’ andato via cinque minuti fa. – risponde Ringo, fumando una sigaretta.
-Vaffanculo McCartney! E ora come facciamo? Manca un bassista, manca ancora una canzone! Giuro che lo ammazzo appena lo vedo!
-Guarda John, ha lasciato il suo cappotto qua! – esclama George.
-E sai quanto me ne frega! Che muoia di freddo quel bastardo!
-Come sei diventato cattivo John, guarda che cosa c’è qua! – dice George, sventolando davanti al viso di John un foglietto.
-‘There’s A Place Inside My Heart For Me And You’? Titolo troppo lungo! Mettiamo più semplicemente ‘There’s A Place’! Adesso sì che mi piace! Iniziamo a registrarla! – risponde John, improvvisamente calmo.
-Non aspettiamo Paul? La canzone è sua dopotutto!
-Peggio per lui, John Lennon non aspetta nessuno! Neanche gli innamorati!”

Arrivo sotto casa sua con il cuore che quasi mi arriva in gola. Mi è bastato soltanto un commento per capire quanto in realtà fossi stato egoista e cattivo nei suoi confronti.
Sono davvero uno stupido!
Suono più volte al campanello ma non risponde nessuno.
-Mary ti prego, aprimi! Devo parlarti! – urlo, colpendo la porta con forza.
Una signora sui sessanta esce fuori dal balcone, con Alfred in braccio. Mi guarda sottecchi, forse sono intervenuto in un momento non proprio opportuno.
-Chi è lei? – urla.
Alfred miagola, si dimena tra le braccia della donna e vorrebbe fuggire. Ma la vecchia lo tiene ben saldo.
-Mi chiamo Paul McCartney signora, cercavo Mary! Sa dov’è?
-E’ partita per Edimburgo stamattina! Non so quando tornerà! Ha lasciato questa lettera per lei, aspetti che gliela prendo!
E’… Partita? Ditemi che non è vero, non è possibile! No, no, no! Maledizione!
La vecchia mi consegna la busta su cui c’è scritto semplicemente “Per Paul”, gli occhi diventano lucidi e le mani tremano, ma nonostante tutto inizio a leggere, con il cuore che quasi ha smesso di battere.




NOTA: Purtroppo per esigenze rispetto al capitolo ho dovuto cambiare un po' di cose riguardo l'origine di There's A Place. La canzone è stata scritta da John e non da Paul e non ha mai avuto quel titolo lungo, grazie per l'attenzione :)

Dopo questa nota passiamo alle recensioni e chiedo scusa a Ariadne_Bigsby per non averti inclusa nei ringraziamenti, ho visto soltanto dopo il commento ç___ç *va ad impiccarsi*
Tralasciando ciò ringrazio Night, Zaz, LadyFede, Marty, Platypus, Thief, Andry, Ari per avere commentato lo scorso capitolo! Sono davvero contenta che questa storia vi piaccia (come vi piace anche Lucas eh :P) e spero che anche questo capitolo, abortito con tanto amore e sofferenza, possa piacervi. Quoto per la spedizione punitiva, penso che adesso tutte sarete d'accordo XD pensando ad un vecchio commento di Andry... Paul e Mary sono un po' come Romeo e Giulietta ora che ci penso, tenete ben presente questi due personaggi perchè... Poi vedrete perchè *modalità sadica attivata* muahahahah u.u
Meglio che vada adesso, sto veramente impazzendo qua XD
Alla prossima *O*

Grazie anche a chi legge soltanto *__*

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Capitolo 20
*** Punto 20 - P.S. I love you ***


“Caro Paul,
se stai leggendo questa lettera probabilmente sarò già in viaggio per Edimburgo con Lucas. Esatto, proprio con colui che ha causato tutto questo trambusto. Non avrei voluto farlo, lo sai bene, eppure non capisco ancora perché mi hai sputato addosso parole piene di così grande risentimento nei miei confronti. Ho forse sbagliato amor mio? Ti ho forse fatto del male? Se è così perdonami, non volevo. Ma da un lato hai anche ragione. Fuggo, lo faccio talmente tante volte che ormai ci ho fatto pienamente l’abitudine.
Quella notte d’inverno in cui Lucas mi tradì, ricordo che preferii fuggire piuttosto che chiedere spiegazioni, fuggii sotto la pioggia battente, chiedendole di far sparire ogni mia sofferenza. E di non innamorarmi più. Poi sei arrivato tu, con la tua presenza hai sconvolto il mio mondo, interamente. Fin dal primo momento in cui ti ho visto, ho saputo che eri venuto in un certo senso a salvarmi da questa oscurità che mi pervade da fin troppo tempo. E’ stato destino, inutile negarlo! Non ridere amor mio – so che in questo momento stai scuotendo la testa per negarlo – sarebbe inutile, ancora continuo a crederci fermamente.
Stanotte ho chiamato Ellie per avvertirla del viaggio, abbiamo pianto per più di un’ora al telefono. Continuava a dirmi che stavo sbagliando, dovevo rimanere con te dato che ormai eri libero, ma le ho detto subito di no. Devo proteggerti, sei più prezioso di un gioiello, non vorrei che ti facessero del male a causa mia.
Tua madre aveva il tuo stesso sorriso? Tu distendi la bocca mostrando apertamente la tua felicità e i tuoi occhi si illuminano. Se la gente non sapesse che sei umano ti scambierebbero per un angelo. Forse esagero ma si sa che l’amore ti rende così…
Tuttavia vorrei che continuassi a sorridere così nonostante tutto, dimenticami e ogni cosa andrà bene, chiedi anche tu alla pioggia di alleviarti le pene. Io? Ti amerò sempre, ma era giusto dirti questo. Ti auguro ogni bene del mondo Paul McCartney, che la fortuna brilli sempre su di te e sui Beatles. Ve lo meritate.

Mary”



Chiudo il foglio dentro il mio pugno, con forza. Stupida ragazza, perché si ostina ancora a non capire che per me lei è più importante perfino dell’aria? Pensa di fare soltanto il mio bene ma in realtà mi sta solo facendo soffrire come un cane! Questa è la vita reale Mary, se ti immoli come vittima non ricevi né premi né ringraziamenti, quando lo capirai?
-Signora! – urlo, cercando di attirare la sua attenzione.
La signora di prima spunta di nuovo dal balcone della casa di Mary, indossando una vestaglia color rosa acceso e fumando una sigaretta.
-Che cosa vuole ancora?
-Mary quando le ha consegnato questa lettera?
-La signorina Adams dice? Penso una o due orette fa, poi è venuto il suo ragazzo e l’ha portata via con la macchina. Che ragazzo davvero antipatico, neanche mi ha salutato!
-Sa per caso un modo con cui poter arrivare ad Edimburgo velocemente?
-Con il treno, nonostante si continui a dire che con gli aerei si arrivi subito penso sempre che il migliore mezzo di trasporto rimanga quello! Anche la signorina lo ha preso, non per farmi i fatti altrui – abbassa la voce mentre lo dice – ma l’ho sentito da lei stessa mentre parlava con la sua amichetta al telefono! A quanto pare ha paura degli aerei… Che ragazza antipatica la sua amica, non mi saluta mai ogni volta che passa di qua!
“E non la biasimo…” penso.
-D’accordo! La ringrazio per le preziose informazioni e per la cortesia signora…
-Signorina Williams, prego! Spero che venga a trovarmi presto signor McCartney, è da un po’ che non vengono bei ragazzi qui! – dice strizzandomi l’occhio.
Mentre la mia schiena è ancora percossa da brividi di terrore, inizio a correre verso la stazione.
“Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto” ho sentito dire, so già che al mio ritorno John mi sgozzerà con le sue stesse mani e con un ghigno malefico stampato in volto! Magari è meglio non pensarci affatto!
Ripensando alla lettera… Non posso prometterti nulla di ciò che mi hai chiesto Mary, quel sorriso appartiene solo a te, farlo mi porterebbe inconsciamente a pensarti. Questo sorriso è soltanto mio, anzi tuo visto che te l’ho donato, non le somiglio granché. Ho preso interamente da mio padre, forse soltanto la sensibilità per determinate cose è opera di mia madre.
Mi consideri un angelo, forse fantastichi un po’ troppo. Vedi le cose per come non stanno, si sa che l’amore rende totalmente ciechi!
Sono arrivato alla stazione, con il fiato che mi manca totalmente. Intorno a me c’è gente che parte e che arriva da un lungo viaggio, ma molti di essi aspettano a braccia conserte e con valigie più o meno grandi, urlando come matti di farli partire.
Mi avvicino ad uno di loro, seduto tranquillo in una panchina.
-Mi scusi che succede là? Perché urlano tutti?
-C’è lo sciopero dei treni, non lo sapevi giovanotto?
-Sciopero dice? Anche per quelli diretti ad Edimburgo? – chiedo con voce tremante.
-Soprattutto quelli! C’è gente là che aspetta come minimo da tre ore di poter partire!
Che fortuna! Allora sono ancora in tempo a fermare Mary prima che parta con quel tizio! La cerco con lo sguardo ma in mezzo a tutte quelle sagome non riesco a vederla!
Giro per 20 minuti per tutta la stazione, fino a quando non mi siedo per terra esausto. Magari ha superato la paura degli aerei tutt’un tratto ed ha deciso di partire con quello. Peccato che mi sembra piuttosto improbabile.
Porto la testa all’indietro, chiudendo gli occhi e lasciandomi assorbire da tutta quella confusione, fino a quando non sento una voce familiare che si fa sempre più vicina.
-Paul! Che… Che cosa ci fai qui? – chiede, mettendosi in ginocchio.
-Mary, finalmente ti ho trovata! Non voglio e non posso lasciarti andare, ti prego vieni via con me! – le rispondo io, prendendo il suo viso tra le mie mani.
-Vorrei…
-No Mary, hai già fatto troppo per me. E’ arrivato il tempo di ricambiare il favore offrendoti una via di fuga da questo inferno. Ci stai?
Mary fissa la mia mano con uno sguardo incredulo, la sua sta lentamente per avvicinarsi quando un urlo cattura la nostra attenzione.
-Mary che cosa stai face…? Oh cavolo. – esclama, portandosi una mano alla bocca.
-No Lucas, non è come pensi! Paul se ne stava andando, vero? – domanda lei, guardandomi.
-E così sei tu il caro Lucas, mi dispiace Mary ma non intendo andarmene! Anzi vorrei proprio fare un paio di chiacchiere con il signore se non ti dispiace! – detto questo, mi alzo fulmineo e colpisco Lucas con un pugno dritto nell’occhio.
Lucas rantola di dolore ma si rialza in fretta e riesce a colpirmi sullo stomaco, facendomi avvertire uno strano senso di soffocamento ma riesco comunque a dargli un calcio sui gioielli di famiglia. A questo punto è totalmente K.O.
La gente intorno a me applaude, entusiasta, e io cado per terra totalmente esausto. Dopo non so quanto apro gli occhi e vedo il suo viso che sorride dolcemente. Cerco lentamente di rialzarmi ma la mano di lei mi frena nell’intento.
-Fermo così Paul, hai già fatto tanto. – sussurra, sorridendo.
-Allora? Ti ho convinto a restare con me? – domando, speranzoso.
-Considerando che Lucas se n’è andato maledicendoci e dicendo di non voler avere mai più nulla a che fare con noi due, credo proprio di sì! – ride.
-Abbiamo vinto? Davvero ci siamo riusciti?
-Hai vinto, caro Paul. O dovrei chiamarti principe azzurro?
-Sciocca di una sognatrice! – sussurro, prendendo il suo viso tra le mani e baciandola dolcemente sulle labbra.
Nessuno ci può fermare in questo momento.
Non mi sono mai sentito così felice in vita mia.




Buuuuuuuuuongiorno amorevole gentaglia! Ho visto che alcuni di voi stanno già lavorando sulla cosa di "Romeo e Giulietta", bene mie prode! Continuate così, tra qualche capitolo lo capirete XDD nel prossimo capitolo andremo nella seconda parte della storia, dove sarà passato un anno! E ora... SPAZIO ALLE RECENSIONI! *_*

Zaz: Ooooh ti ringrazio moltissimo per i complimenti, davvero riesco a trasmettere bene tutte quelle cose? Rimango stupita pure io XD grazie per la recensione :D

Thief: Grazie anche a te per i complimenti, mi fanno davvero piacere! E mi fa anche davvero piacere il fatto che ti piaccia la mia storia così tanto, sono commossa ç_ç grazie per la recensione :D

Andry: Eheheheh tu ti stai avvicinando al finale, non ti dico esattamente in riferimento a chi ma ti stai avvicinando u.u povera Mary dai, forse lei pensa sempre al bene degli altri che non a quello di se stessa ma direi davvero poveri entrambi ç_ç meno male che in questo capitolo tutto si risolve ** grazie per la recensione :D

Night: Tranquilla dai, un bel finale in questo capitolo c'è sicuramente! Se vuoi puoi mettere la parte di Anna nella tua storia, non c'è nessun problema *w* la causa del PID? Oddio XDDD però chissà chissà u.u auguroni a Ringo *____* dai che è dedicato a lui questo capitolo *w* grazie per la recensione :D

Grazie anche soltanto a chi legge!
Alla prossima *O*

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Capitolo 21
*** Punto 21 - Lavoro ***


25 maggio 1964

E’ passato più di un anno da quel giorno decisivo e adesso lui dorme al mio fianco, in questo grande letto dalle lenzuola di color pesca. Ha un viso dolcissimo quando dorme, è così sereno che nessuno potrebbe disturbarlo da questo stato. Rimango a contemplarlo per qualche minuto per poi alzarmi dal letto e andare in cucina.
Mentre preparo il caffè con i capelli scombinati e una camicia di Paul che mi viene un po’ larga, mi viene un po’ da ridere ripensando agli avvenimenti dello scorso anno. Mi ero creata un’immagine illusoria del “temibile” Lucas, quando Ellie mi ha raccontato di come ha frignato al telefono giuro che mi è scappato un sorriso ma sono stata profondamente arrabbiata con me stessa. Stavo rischiando mi mandare a monte tutto il mio futuro per un codardo da quattro soldi! Il lavoro sporco preferiva lasciarlo fare a Jim mentre lui giocava a fare il cattivo. Gli doveva un bel po’ di soldi per alcune scommesse e in cambio di alcuni favori Lucas diminuiva il suo debito sempre di più. Che rabbia!
Avrei voluto fargliela pagare ma ciò che è successo alla stazione l’anno scorso è stato più che sufficiente. Solo quando il caffè esce fuori dalla caffettiera mi risveglio dai miei pensieri e mi accorgo che Paul mi osserva, poggiato sullo stipite della porta.
Lui indossa soltanto i suoi pantaloni e mi imbarazza sentire il suo sguardo addosso, dato che indosso soltanto la sua camicia, e cerco di abbassarla il più possibile ma lui mi prende in fretta i polsi e mi fa sedere sulle sue ginocchia.
-Buongiorno amore! – esclama con un tono di voce squillante.
-Buongiorno anche a te! Dormito bene? – domando baciandolo sulla fronte.
-Benissimo, tutta la stanchezza di ieri è sparita in un attimo! – detto questo porta i miei polsi sul suo collo e stretti in questo strano abbraccio mi bacia teneramente sulle labbra. Vorrei che potessimo restare così ancora per un po’ ma lui dopo qualche secondo scioglie l’abbraccio e si siede dall’altra parte del tavolo, dove avevo posato qualche minuto prima le tazzine per il caffè.
-Hai preparato il caffè? Ne ho proprio bisogno, oggi finiamo di incidere e poi si inizia con il film…
-Non mi sembri particolarmente entusiasta.
-Lo sono, ma vorrei soltanto poter arrivare qua senza che le ragazzine urlanti mi assalgano! – sbuffa, incrociando le braccia.
-Ammettilo che in fondo ti piace che quelle scalmanate facciano così. Sei un vanitoso!
-Ma sentila! – ride lui, per poi baciarmi sul collo.
Dopo che ogni cosa è ritornata al suo posto, i ragazzi sono riusciti a pubblicare finalmente il loro primo album “Please Please Me” a marzo dell’anno scorso e da allora è iniziata la loro scalata verso il successo. Ricordo di avere comprato quel disco per poche sterline ma ne è valsa la pena! Quando ho iniziato ad ascoltarlo è stato come ricevere una boccata d’aria fresca in pieno viso, il sound travolgente e le incredibili doti canore di qualcuno, come ad esempio John in Twist And Shout, lo hanno reso unico nel suo genere. Non ha raggiunto i primi posti nelle classifiche ma è stato sempre meglio di niente.
Con il loro secondo album, “With the Beatles”, hanno raggiunto quello che è possibile definire l’apice della loro popolarità e da quel momento figure come me, Ellie o Cynthia sono diventate particolarmente sgradite al loro manager Brian Epstein, il quale ha deciso di farci eclissare totalmente dalla loro vita per potergli fare avere maggiore impatto sulle adolescenti in preda alle loro prime cotte.
Da allora io e Paul, così come Ellie e George, siamo costretti a vederci di nascosto per evitare le ire di Brian o lo scandalo di qualche fan. A febbraio sono riusciti a conquistare l’America e quella è stata forse l’unica volta in cui Brian ha acconsentito a lasciarmi andare con Paul, fingendomi ovviamente una loro collaboratrice. E’ stata una delle più belle esperienze della mia vita, anche se non sono potuta stare con Paul per molto dato i numerosi impegni, ho comunque girato New York in lungo e in largo anche grazie ad alcune persone che ho conosciuto durante quel periodo. Paul mi ha promesso che presto ci torneremo e finalmente potremo passare un po’ di tempo insieme, ma non riesco ancora a crederci. I numerosi impegni lo porteranno sempre di più lontano da me, me lo sento.
Parlando di altre novità...
John non fa che parlare della sua nuova conquista australiana, una certa Becky di cui non fa che tesserne le lodi. E’ una cantante, con i capelli corvini e gli occhi di un marrone così scuro da potervi sprofondare tutte le volte che li guardi, lo so perché una volta John si è azzardato a portarla in studio di registrazione, almeno da quello che mi ha raccontato Paul. Brian non c’era in quel momento perciò non è successo niente di particolarmente grave ma insieme a George c’era pure Ellie. Ha riso e scherzato con lei come se fossero state amiche da sempre, mi ha raccontato Paul e successivamente anche Ellie, forse soltanto per non dare una soddisfazione a John. Quella ragazza è davvero strana a volta, fatico a comprendere i suoi atteggiamenti perfino io! Però continuo a sostenere che quel matto di un chitarrista deve mettersi la testa a posto, soprattutto adesso che è nato il piccolo Julian e poi lo dovrebbe fare anche per la povera Cyn, è così buona che non si merita tutta questa cattiveria da parte sua.
Ringo invece si frequenta da un po’ con una ragazza dolcissima che si chiama Maureen, mi ha raccontato una volta che si chiamava esattamente come me poi però ha preferito cambiare, solo che io quasi non ci credevo. Sono così dolci insieme... Davvero una bellissima coppia!
-Ah Mary, indovina chi mi ha chiamato ieri? – domanda ad un tratto Paul.
-Chi?
-Il mio amico Desmond, il ragazzo che mi ha aiutato a scappare, ricordi?
-Ah sì! Come sta?
-Alla grande, lui e Molly stanno aspettando il loro primo bambino! Sono molto contento che alla fine siano riusciti a stare insieme! Sai che quando ha combattuto contro Jim, dopo aver ricevuto una pallottola nello stomaco, è rimasto per più di una settimana in ospedale? Gli infermieri hanno potuto contattare soltanto Molly perché il suo era l’unico numero presente nel portafoglio di Des, lei allora è corsa da lui alla velocità del fulmine ed è rimasta al suo fianco per tutta la durata dell’operazione. Alla fine dell’operazione lui le ha detto tutto ciò che provava per lei e Molly si è commossa, tanto da riuscire a perdonarlo nonostante tutto. Si sono sposati un mese dopo, non è straordinario? – Paul ha gli occhi che luccicano mentre racconta e io non posso fare a meno di sorridere, ma ad un tratto mi viene un nodo alla gola. Dovrei dirglielo? Ma sì! Non penso che possa obbiettare a questo mio desiderio!
-Paul… - sussurro.
-Dimmi, che succede? –domanda lui.
-Ho qui una lettera…
-Hhm.
-Una lettera che mi ha informato di una cosa che potrebbe cambiare il mio futuro…
-Cosa? – il suo viso diventa improvvisamente bianco.
-Ho ottenuto il lavoro come fioraia nel negozio due isolati più avanti! Non è straordinario? – esclamo porgendogli il foglio.
Lui lo guarda attentamente e tira un sospiro di sollievo. -Sono veramente felice per te Mary! Lo desideravi davvero questo lavoro e finalmente lo hai ottenuto!
-Pensavi che fossi incinta vero? – domando socchiudendo gli occhi in modo minaccioso.
-I-Io? Ma scherzi? Pfui! Niente affatto! – cerca di giustificarsi lui.
-Lo pensavi invece! E se per caso… Capitasse?
-Lo terremmo e io – sussurra prendendomi le mani – ti sposerei.
-Davvero lo faresti?
-Certo e insieme ci prenderemo un cottage nell’isola di Wight, dove passeremo insieme tutta la nostra vita.
-Perché proprio nell’isola di Wight?
-Mi è sempre piaciuto quel posto!
Sorrido e lo bacio sulla guancia.
-Adesso devo scappare, quando potremo vederci ancora? – domando, andando verso l’armadio.
-Presto, tranquilla! Perché non passi in studio appena finisci il lavoro? Voglio farti sentire una cosa!
-Ci sto! Allora a dopo! – rispondo io, lui schiocca un bacio sulle labbra e lascia l’appartamento prima di me, indossando un paio di occhiali da sole talmente grandi da non riuscire ad eclissare l’intero viso. Forse esagero ma quegli occhiali sono davvero inquietanti. Appena l’ho raccontato a Paul si è messo a ridere per 5 minuti buoni.
Sistemo i capelli a coda di cavallo, indosso un vestito blu a quadretti bianchi e corro verso il negozio. Appena entro nel piccolo negozio, vengo investita da un odore inebriante simile ad un misto di margherite e rose con l’aggiunta di violette. Un ragazzo sulla trentina mi si avvicina e mi porge la mia uniforme, un completino nero con alcune righe rosse. Dice che si chiama Michael e che da oggi questa sarà la mia nuova casa. Lo ringrazio e inizio a girare per le varie stanze finchè non mi imbatto in una ragazza della mia stessa età probabilmente. Capelli castani e occhi cerulei, indossa un vestito azzurro talmente corto da fare invidia ad una di quelle modelle che ogni tanto si vedono in TV, potresti anche scambiarla per una di loro visto il suo fisico slanciato. Mi porge la mano e mi dice di chiamarsi Keira e che sarà la mia compagna di viaggio durante questo lavoro.
-Noi amanti dei fiori dobbiamo rimanere unite contro quel perfido tiranno di Michael! – dice, alzando il pugno.
Io rido e lo alzo anche io.
-Volete muovervi? Avete tanto lavoro da fare mie care ragazze perciò datevi una mossa! – urla Michael dall’altra parte del negozio.
-Che ti avevo detto? – ride Keira.
La giornata passa in un lampo e alla fine del mio turno scappo in fretta dall’edificio e corro verso lo studio di Abbey Road sotto lo sguardo stupito di Michael e Keira. Paul mi aspetta seminascosto in un angolo dello studio, suonando il basso. John mi accoglie con un abbraccio e Ringo pure, solo George preferisce mantenere un atteggiamento più distaccato e mi porge la mano, ma io lo colgo di sorpresa e lo bacio su una guancia. Quando sorride gli si illumina il viso, non smetterò mai di dirlo.
Paul ancora non si è accorto della mia presenza, perciò lo colgo di sorpresa baciandolo sul collo da dietro. Lui si volta bruscamente ma appena mi vede alza gli angoli della bocca, schiudendo un sorriso meraviglioso.
-Allora? Cos’era che dovevi farmi ascoltare?
-Una canzone che ho composto poco tempo fa pensando a te, l’ho chiamata “And I Love Her”.
-Fammi sentire allora!
Paul accorda ancora per un attimo lo strumento e inizia a cantare, accompagnato da George, John e Ringo, una melodia bellissima capace di farti sognare ad occhi aperti. Ogni tanto mi sorride ma la mente è concentrata pienamente su ciò che sta cantando, prende davvero sul serio tutto quello che fa!
Alla fine della canzone scopro di avere gli occhi umidi e cerco di ricacciare indietro le lacrime. Paul si avvicina e mi abbraccia.
-Deduco che ti sia piaciuta. – mi sussurra all’orecchio.
-Eccome! Davvero provi tutto questo per me e che il nostro amore non finirà mai? Me lo giuri Paul?
-Te lo giuro Mary, non finirà mai.
Come vorrei poterti credere Paul…




Salve bella gente! Dopo tempo immemore finalmente ho postato il ventunesimo capitolo XD tra pochi capitoli finirà la storia e ho già scritto il capitolo finale, 8 pagine di quaderno arrrgh :S comunque ringrazio Zaz, Ari, Thief, Night, Platypus e Andry per avere recensito lo scorso capitolo, adesso però devo scappare! Grazie anche a chi legge soltanto ^^
Alla prossima *O*

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Capitolo 22
*** Punto 22 - Keira (E tu lo sai che vorrei soltanto poter stringere la tua mano?) ***


Sono passate più di due settimane da quel famoso pomeriggio allo studio di registrazione e ormai Paul e gli altri stanno registrando il loro primo film, ma appena finiranno partiranno per una tournee mondiale. Appena Paul me lo ha riferito non sapevo se essere felice o arrabbiata, non voglio che parta e mi lasci da sola, perché finirà così. Persino il mio stomaco me lo dice! Da quando sono nata il mio stomaco, ogni volta che ha uno strano presentimento, si contrae provocandomi dolori atroci. Non è uno scherzo, è come se avesse davvero una vita autonoma!
Queste due settimane a lavoro sono state davvero stressanti, perché? Qualcuno ha presente quei sergenti nelle caserme che impartiscono ordini ai poveri soldati, senza lasciargli un attimo di pace? Bene, prendete uno di quei sergenti e moltiplicatelo per un milione e otterrete Michael!
E’ un maniaco della disposizione della merce e del comportamento con i clienti, oltre anche ad essere un maniaco dell’igiene. Pur essendo pulito come posto, costringe me e Keira a spolverare ogni piccolo angolo e ogni piccola fessura, ci sono state certe volte in cui glielo avrei conficcato in bocca quel maledetto fazzoletto! Lui se ne sta beato, dietro al bancone, a leggere il giornale!
-Di’ un po’ Michael! Quand’è che la finirai di trattarci come schiave? – urla Keira, gettandogli un fazzoletto in faccia. Lui la guarda leggermente stizzito per poi ritornare alla sua lettura.
-Quando lo dirò io. Continua a lavorare Keira, così avrai i soldi per quei benedetti concerti che a te piacciono tanto!
“Concerti?” penso, forse la mia espressione esprime chiaramente il dubbio tanto che Keira mi guarda e mi fa segno di uscire. Con un gesto indico la figura di Michael, ma lei è già uscita. Esco pure io, portandomi il mio pacchetto di sigarette. Keira è seduta sugli scalini esterni del negozio, mi siedo accanto a lei e gliele offro.
-Marlboro? Non sono troppo pesanti per una ragazza? – domanda Keira, prendendone una dal pacchetto.
Faccio segno di no con la testa e l’accendo, per poi farlo anche con lei.
-Adoro queste sigarette, mi danno un senso di assuefazione tale da diventare come una droga. – sussurro, aspirando il contenuto della sigaretta.
-Mmh… Hai ragione, ma preferisco le Gitanes. – ridacchia lei, facendo giochi di fumo con la bocca.
-Allora? Cos’è questa storia dei concerti?
-Ho bisogno di quei soldi per riuscire a seguire il mio gruppo preferito nei concerti, dal giorno in cui li ho sentiti per la prima volta è stato come un colpo di fulmine! Chiamami pazza, ma farei veramente di tutto pur di poterli toccare o vedere una volta…
-Uh che gruppo ti piace?
-I Beatles, hai presente?
Resto ferma a guardarla, mentre lei inizia a parlare ininterrottamente di loro. Penso che non ci sarebbero problemi se glielo dicessi… La fermo poggiandole una mano sul braccio.
-Ho una cosa da dirti, mi prometti che non urlerai, salterai o lo dirai a qualcuno? Deve essere un segreto tra me e te. Promesso?
-Promesso, ma che succede?
Le faccio segno di aspettare e prendo la foto che tengo sempre con me nella giacca, gliela mostro e lei per poco non sviene.
-Che… Ci fai insieme ai Beatles qua? – domanda incredula.
-Siamo andati insieme a mare una volta, bella giornata quella!
-Vuoi dirmi… Che tu li conosci TUTTI?!
-Certo!
Keira diventa bianchissima e alla fine sviene davvero. La soccorro immediatamente, alzandole le gambe come mi avevano insegnato in caso di svenimento improvviso. Lei si sveglia subito e mi prende per un braccio, stringendolo forte.
-Ti prego, fammeli conoscere! Sogno da più di un anno questo momento! – inizia a scongiurarmi.
-Non saprei Keira, in questo momento non so neanche dove stanno girando il film!
-Domani dovrebbero tornare a Londra, per favore Mary!
-Va bene, entro questa settimana te li farò conoscere ma tu promettimi di non dire niente a nessuno!
-Te l’ho già promesso, tranquilla! – esclama lei con un vistoso movimento della mano.
Butto la sigaretta ancora accesa e ritorno dentro il negozio, lasciando Keira a festeggiare la notizia.
Le ore passano veloci oggi e in un attimo è già sera ed è tempo di chiudere. Prendo la mia borsa e aspetto che tutti quanti escano, per poi prendere un giglio dal contenitore e lasciare i soldi sul bancone.
Dopo dieci minuti di strada, busso alla porta e una Ellie coperta di mascara sciolto e con gli angoli della bocca di gelato al cioccolato mi apre. Le porgo immediatamente il giglio che sono riuscita a prendere ma sembra addirittura non notarlo. Prendo un contenitore, lo riempio d’acqua e ve lo immergo dentro.
-Sei arrivata giusto in tempo! – dice, sedendosi sulla poltrona.
-In tempo per cosa?
-E’ successa una vera catastrofe!
-Catastrofe?
-John è tornato all’attacco…
-Ma non stava con quella Becky? – chiedo, abbastanza scioccata dalla notizia.
-L’ha mollata, non lo sapevi? – risponde, ingozzandosi ancora di cioccolato.
Le prendo appena in tempo il cucchiaio e il gelato, allontanandolo subito dalle sue pericolose fauci.
-Potresti smetterla di ingozzarti e raccontarmi quello che è successo?
Ellie si schiarisce la voce e inizia a raccontare.

“Era da molto tempo che non facevo visita a mia madre, l’ultima volta che l’ho vista è stato quando ho deciso di lasciare casa per vivere da sola. Non ci siamo dette molto, lei mi ha subito abbracciato e siamo rimaste in quella strana posizione per un po’. E’ stato davvero molto bello, mi sono sentita quasi come se fossi ritornata bambina. Mamma mi dava un bacio sulla fronte e ogni problema scompariva, perché sapevo che ci sarebbe sempre stata lei a proteggermi come un angelo. Riesce sempre ad intuire quando sono triste per qualche motivo anche se non lo dimostro, lei lo chiama istinto materno, io lo chiamo soltanto amore sconfinato nei confronti della propria figlia. Chissà se lo avrò anche io quando sarò mamma, spero di sì!
Ci siamo sedute sul divano consunto che da anni fa parte dell’arredamento di casa e abbiamo bevuto una tazza di tè, con qualche biscotto. Mia madre ad un tratto mi ha guardato, sempre senza dire una parola, e ha poggiato una mano sulla mia gamba.
-Come va? – ha chiesto, ad un tratto.
-Va bene mamma, come dovrebbe andare? – le ho risposto, cercando di fare un sorriso convincente.
-Non ti credo, chi è lui?
-Lui chi?
-Quello che ti ha fatto diventare così triste. – ha detto, diventando improvvisamente seria.
Sono rimasta interdetta, ancora una volta il suo intuito ha fatto centro! Un punto per la mamma e zero per la povera Ellie.
-Si chiama John, ti ho già parlato di lui non ricordi?
Mia madre ha annuito, aspettando che continuassi a raccontare.
-Sento sempre la sua presenza addosso, come se non volesse ancora permettermi di stare lontana da lui. Voglio essere felice con George, lo voglio davvero, ma se lui continua così rischierò di impazzire!
-George è il ragazzo con cui stai ora intuisco, no?
-Intuisci bene ed è anche uno dei suoi migliori amici.
-Situazione complicata… Ne hai parlato con George?
-No, non voglio coinvolgerlo in questa situazione assurda. Devo parlare al più presto con John, quel ragazzo mi manderà in rovina!
-Lo hai già detto cara! – ha riso mia madre. – Ma dimmi un po’… Non è che tu sei ancora innamorata di lui?
Due a zero per la mamma.
-Scherzi mamma? Perché se è uno scherzo non mi ha fatto ridere!
-Te lo leggo nello sguardo e poi conoscendoti gli avresti dato una lezione già da molto tempo.
Tre a zero per la mamma, la vecchietta ha vinto la partitaaaa.
Ho sospirato per poi prendere all’improvviso un cuscino del divano e premerlo fortemente sul viso, urlando come una disperata. Mia madre si è messa a ridere e ha cercato di togliermelo, dandomi un bacio sulla fronte. Neanche quel bacio è riuscito a risollevarmi, ho sentito sempre quello strano peso che mi opprime il cuore.
-Dovrai fare una scelta bambina mia, prima o poi ma dovrai farla.
-E come farò a capire chi devo scegliere?
-Te lo dirà il tuo cuore – ha detto, poggiando una mano sul mio petto. – Farai la scelta giusta, ne sono sicura.

Sono uscita da casa di mia madre con una nuova domanda, tu lo sai Mary, mi sono innamorata molte anzi moltissime volte ma una cosa come questa non mi era mai successa. Mi ritrovo in una specie di limbo, vorrei poter dire a John di lasciarmi in pace ma ogni volta qualcosa mi frena quasi come un presentimento. Cerco di dare la colpa a lui ma in realtà è soltanto mia, sono stata io a ritrovarmi in questa assurda situazione. Stupida debolezza, ma non riesco a separarmene!
Mi sono fermata davanti al portone di casa per cercare le chiavi, quando una mano mi sfiora il collo. Mi sono girata di scatto e ho trovato John, che non ha fatto altro che fissarmi con quei suoi occhi che riescono a penetrarti fin dentro l’anima.
-Ciao. – mi ha sussurrato, appoggiandosi allo stipite della porta.
-Ciao, non dovevi tornare domani? – ho chiesto, con un moto d’ansia che mi ha attanagliato il cuore e pregando con tutto il cuore che George non si facesse vedere proprio in quel momento.
-Abbiamo finito prima, devo parlarti Ellie. – ha detto in un fiato.
-Sai benissimo che non voglio ascoltarti.
-Invece dovrai farlo prima o poi, lo sai vero?
-Lo so, ma adesso non ne ho voglia.
John ha riso, portando la testa leggermente all’indietro.
-Ellie io ti amo, ti prego torna da me. – mi ha detto, prendendomi le mani. Le ho allontanate subito dalla sua stretta e ho cercato di aprire velocemente la porta di casa, ma lui mi ha bloccato subito i polsi e mi ha costretto a guardarlo negli occhi, le braccia ben poggiate sul portone hanno bloccato le uniche via d’uscita disponibili.
-Ellie… Ti prego.
-Per che cosa John? Per essere di nuovo la tua amante di turno? Non ci sto! Io amo George, non intendo abbandonarlo per te! Ora lasciami andare!
-Guardami negli occhi Ellie, dimmi che non mi ami più, se me lo dirai giuro che me ne andrò per sempre e non ti disturberò più. Dimmelo.
L’ho guardato per non so quanto tempo e ce l’avevo quasi fatta, ma ogni volta le parole mi morivano in gola. La mia mente mi diceva di dirgli una cosa mentre il mio corpo faceva tutt’altro, ricordo di averlo accarezzato su una guancia. Gli accenni di barba mi hanno punto leggermente ma nonostante tutto ho attraversato le sue guance, i suoi occhi, fino ad arrivare alle sue labbra. Quelle labbra così piccole ma allo stesso tempo così morbide che tanto ho aspirato a toccare da quando me lo sono visto davanti in quello strano completo con giacca e cravatta. Il cappello gli copriva un po’ la fronte ma non tanto da impedirmi di vedere quei capelli castani che tanto ama nascondere lì dentro. Lui ha passato una mano tra i miei capelli, per poi toccare ancora il collo e fermarsi lì.
Si è avvicinato lentamente, senza dire neanche una parola e ha appoggiato le sue tenere labbra alle mie.
Non so che cosa ho provato in quel momento, ho sentito una specie di felicità soprannaturale scorrermi dentro e allo stesso tempo un’infinita tristezza per quello che stavo facendo. Sono ricaduta di nuovo nella sua trappola, ed è stata soltanto colpa mia.
Travolti da un vortice di emozioni, dopo un anno di lontananza, la sua mano si è spostata dal collo verso le mie cosce e prendendomi in braccio ha cercato di avvicinarsi sempre di più, il contatto doveva essere sempre più forte. Allora gli ho fatto cenno di aspettare ed ho aperto la porta di casa, tra risolini vari visto che John non ha fatto altro che sussurrarmi battutine all’orecchio. Ho preso di nuovo il suo viso tra le mie mani e l’ho baciato, con più forza, come api ubriache abbiamo cercato la mia camera da letto e ci siamo tolti i nostri vestiti, la passione era impregnata nei nostri corpi madidi di sudore, le preoccupazioni erano diventate soltanto echi lontani mille anni luce da lì. John continuava a dirmi che mi amava e le sue gambe si strofinavano con le mie in un moto continuo, sentivo la sua rude presenza all’interno del mio corpo e non mi importava, in quel momento è stato come se… Mi fossi trovata sia nell’Inferno che nel Paradiso, è davvero strano da spiegare.
Solo che l’Inferno vero e proprio è arrivato quando John se n’è andato, contento di essere riuscito a capire di avere ancora controllo su di me. E’ stata questa la sua vendetta ed è questo quello che mi si ritorcerà contro all’infinito. La cruda verità mi si è presentata agli occhi come qualcosa di impossibile da accettare, ho tradito colui che considero il mio principe con colui che considero un vero diavolo. Lo odio Mary, lo odio perché mi ha costretto a fare tutto questo, lo odio perché mi ha costretto a fare una scelta, lo odio perché mi ha fatto provare emozioni uniche e soprattutto odio più di tutti me stessa. Mi detesto e soprattutto detesto essere così schiava degli istinti e dei sentimenti…
Per quanto ancora dovrò vivere così?
Per quanto ancora…?”




Ecco il capitolo number 22, dove ci ho messo un po' per la creazione! Avevo promesso un capitolo a rating rosso, solo che dato i miei numerosi impedimenti non ci sono riuscita, ho provato a creare questo come "rimpiazzo" in un certo senso XD da adesso si entra nel vivo della 2a parte della storia! Spero che nel frattempo questo vi possa piacere! :D

Zaz: Eh lo so, ma mi serviva fare un capitolo così! Serviva per far capire la pace e l'amore che regnava tra Paul e Mary e il distacco che avverrà successivamente. Hai indovinato bene perciò ma sta tranquilla che Lucas non c'entra, ormai lui è definitivamente scomparso come personaggio XD chissà se indovini come finirà invece, ho dato qualche indizio già in questo capitolo :P grazie per la recensione :D

Platypus: E brava! Hai proprio indovinato per quanto riguarda John ma ormai il capitolo Becky è più che archiviato XD non sai quanto dispiaccia a me, mi sono rattristata parecchio appena ho finito di scrivere la fine ç.ç grazie per i complimenti e la recensione :D

Thief: Bravissima, hai centrato proprio il punto del capitolo! Come ho detto a Zaz, anche se di malavoglia, ho dovuto mettere un po' di sdolcinatezza in quel capitolo ma mi serviva solo per far capire meglio la situazione! Ti ringrazio per i complimenti e la recensione :D

Ari:Eh già, carino il nuovo termine coniato XDD bravissima anche a te, perchè hai centrato in pieno il personaggio di John ed ecco la conferma alla tua riflessione! L'isola di Wight era un riferimento a When I'm 64, peccato che nessuno l'abbia notato XD ti ringrazio per i complimenti e la recensione :D

Grazie anche a chi legge soltanto!
Alla prossima *O*

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Capitolo 23
*** Punto 23 - I'm losing you ***


Ormai manca poco per la nostra tournée mondiale, soltanto qualche giorno e già sento l’adrenalina scorrermi dentro le vene. Il film è stato ultimato ieri, il tempo del montaggio e sarà pronto per luglio, il mese scelto per l’anteprima. Sono un po’ nervoso, è la mia prima esperienza in campo cinematografico e ho paura che la gente possa non apprezzare i numerosi sforzi che abbiamo fatto per riuscire a compiacerla. John continua a ripetere che per avere questa fama ci siamo dovuti vendere alla massa, ma sinceramente non ci vedo nulla di male in questo. Per poter avere tutto questo abbiamo bisogno della massa, chiamiamola “linfa vitale”. Senza di essa saremmo soltanto quattro stupidi ragazzi di Liverpool che si divertono a fare un po’ di rock ‘n’ roll. Quando gli ho detto questo, John mi ha risposto con un’alzata di spalle e mi ha detto che “ad Amburgo era tutta un’altra cosa”, da un lato gli do anche ragione. Lì la musica la sentivamo scorrere dentro le vene, fino all’ultima nota soltanto che adesso abbiamo un pubblico capace di apprezzare le nostre canzoni e di capirle! E Mary ormai è cambiata, totalmente.
Ha sempre paura che io l’abbandoni per qualche fan scalmanata o che altro, sembra quasi che non mi creda neanche quando le dico che l’amo e che non farei mai niente del genere. Nei suoi occhi vi si legge sempre un’ansia incommensurabile.
Sento che la sto perdendo ogni giorno di più e non posso fare niente per evitarlo. Non esiste niente di più frustrante che questo.
Qualcuno bussa alla porta, i tre tocchi leggeri mi fanno già intuire chi possa essere e perciò apro la porta senza problemi. Mary entra velocemente, posando la borsa su una sedia lì vicino, io invece resto qualche secondo con la testa fuori per vedere che cosa accade e tante ragazze, non saprei dire con certezza il numero forse una ventina, iniziano a salutarmi e mandarmi baci. Io ricambio questo loro affetto smisurato con un gesto della mano e rientro dentro casa, dove trovo Mary con una sigaretta ancora spenta in mano, con cui gioca nervosamente. Accavallando le gambe, i suoi piedi si muovono freneticamente, come in preda ad uno strano nervosismo.
-Che succede? – le domando, prendendole la sigaretta e poggiandola su un tavolino.
-Che cosa succede Paul? Succede che non posso avvicinarmi neanche alla tua casa senza che queste scalmanate inizino ad insultarmi o prendermi per i capelli! Non vogliono neanche che ti tocchi!
-Lo so, è esagerato ma prova a farci l’abitudine! Vedrai che quando capiranno che non ti infastidiscono le loro minacce ti lasceranno stare!
-Paul a me fa stare male questa situazione lo capisci? Quand’è stata l’ultima volta che siamo usciti da soli senza nasconderci come dei fuggiaschi?
Resto in silenzio per qualche secondo. Ha ragione, è da molto che non usciamo senza trovarci immersi dalle fans ma non posso farci niente, è questo il prezzo per la popolarità.
-E’ questo il prezzo per la popolarità Mary – ripeto – devi farci l’abitudine.
-Farci l’abitudine? Ma riesci a sentirti quando dici queste cose? Io non posso farcela, mi fa stare male ogni giorno che passa. Vivo con l’ansia che tu possa abbandonarmi, per qualcuna di loro magari, che ti capiscono e possono supportarti meglio di me! Io sono debole Paul, vivo aggrappata all’amore della gente e il tuo è quello da cui traggo più forza, se tu mi lasciassi io… Morirei. – e inizia lentamente a piangere, fino a singhiozzare sempre di più.
Prendo un fazzoletto e glielo porgo, mentre lei delicatamente inizia ad asciugarsi gli occhi ormai umidi.
Preferisco guardare la punta delle mie scarpe piuttosto che guardarla in viso, ho sempre odiato vedere le donne piangere. Riescono sempre a farti sentire così colpevole. Ma quando è troppo è troppo.
-Mary, basta adesso. Sono davvero stufo di questo tuo atteggiamento! Ti comporti da bambina e non lo vedi neanche! La donna di cui mi sono innamorato perdutamente non era così, sapeva ascoltare e soprattutto la sua mente razionale le permetteva di capire ciò che era giusto e ciò che non lo era. Non mi sono innamorato di una ragazzina viziata che non riesce a credere al proprio amato, neanche quando le giura che le sarà sempre fedele. La gente non è mai morta per amore e anche se ti lasciassi tu vivresti lo stesso, esattamente come hai fatto prima di conoscermi.
Lei mi guarda tra lo sconcertato e l’incredulo, non si aspettava quelle parole così dure da parte mie. Si alza compostamente, prende la sua borsetta e si dirige verso la porta.
-Comunque sono venuta soltanto per dirti che domani verrò allo studio insieme ad una mia amica. Ci vediamo domani, grande star. – mi dice per poi sbattere la porta violentemente e andarsene. Mi dirigo velocemente verso la finestra e la vedo, nel suo completino di cenere di rose, mentre va verso il cancello per aprirlo con la stessa forza con cui pochi secondi fa ha chiuso la porta di casa e in un attimo si trova sommersa da alcune ragazze che la prendono per i capelli e la gettano per terra. Esco velocemente ma la figura di Mary si alza senza problemi e fugge via come se non fosse mai successo niente. Le ragazze di prima mi sommergono con le loro mille braccia, cercando di catturare pezzi di me, ma il mio sguardo segue quella donna dalla camminata rapida, che stringe i pugni con forza e che lascia dietro di sé una scia di tristezza mista a rabbia.

Il giorno dopo mi risveglio nel mio letto con un fortissimo mal di testa, probabilmente per la notte passata senza riuscire a dormire, e riesco a vestirmi con molta fatica. Ho fatto di nuovo quel sogno stanotte.
Un’ombra, sembra sempre quella di una donna, mi chiama anzi urla il mio nome e mi tende la mano. Nel momento esatto in cui io tento di toccarla, l’ombra svanisce del tutto ma la sua voce echeggia ancora nell’aria facendomi venire i brividi. E’ stato… Dal giorno in cui ho conosciuto Mary ed Ellie che mi tormenta. E’ una voce dolce, calda ma allo stesso tempo riesce a contenere una forte carica di paura. Il getto di acqua fredda che esce dalla doccia riesce a schiarirmi totalmente le idee e a liberarmi dalla morsa del mal di testa, permettendomi di pensare a mente più lucida. Controllo l’orologio e mi accorgo subito di essere in ritardo, perciò prendo in fretta il capotto ed esco. Saluto con un cenno della mano le poche ragazze che di solito ci sono di mattina presto ed entro in macchina, in pochi minuti sono già arrivato ad Abbey Road dove trovo George a fumarsi una sigaretta sugli scalini dell’edificio. Lo saluto con una pacca sulla spalla ma mi sembra parecchio giù di morale, perciò mi siedo accanto a lui.
-Che succede Geo? Qualche problema con Ellie? – chiedo immediatamente.
-No, con lei va tutto bene.
-E allora?
-Il problema sono io.
-In che senso?
-Ti ricordi quella bellissima ragazza che mi ha fatto conoscere John sul set?
-Miss Boyd? Certo che ce l’ho presente, è davvero una bella ragazza!
George sospira e continua a fissare il vuoto per qualche secondo prima di riprendere a parlare.
-Penso di essermi innamorato di lei.
-Ma non fare lo scemo! Ed Ellie?
-Per lei provo soltanto affetto, un po’ come quello di un fratello verso la propria sorella. Con Pattie è diverso, lei riesce a farmi sentire diverso e non soltanto un… Rimpiazzo, non sono stupido! Sì Paul, credo davvero di amare Pattie.
-Ma vi conoscete appena!
-Mai sentito parlare delle “anime in contatto”?
-Sinceramente no.
-Me ne ha parlato un tizio una volta, si dice che quando due persone destinate a stare insieme si incontrano, le loro anime inizino a vibrare. E l’ho sentita! Ho sentito la vibrazione Paul!
-Sicuro di non aver lasciato uno dei tuoi soliti giochini con la vibrazione dentro la giacca vero? – domando subito, sorridendo.
-Sempre scettico eh? Te lo giuro, ho sentito le nostre anime entrare in contatto!
-Stai delirando, mi sa che hai bevuto troppo ieri sera.
George ferma il suo sguardo verso il mio viso, la sigaretta che si consuma lentamente sulla sua mano. Sembra che stia per dire qualcosa ma si ferma improvvisamente, si alza, butta via la sigaretta ed entra dentro.
Le ore sembrano passare assai lentamente dentro lo studio, tutti quanti eccetto John sembrano essere stanchi e annoiati mentre lui è sorridente e carico di energia come non mai.
Quando mi passa addirittura la voglia di suonare mi distendo sul divanetto che abbiamo là dentro e cerco di riposarmi un po’ ma una risata sconosciuta, simile a mille campanellini, mi distrae e mi costringe a verificare di chi si tratti. Una ragazza alta, dal fisico slanciato, dai capelli castani e gli occhi di un colore misto all’azzurro e il verde si avvicina accompagnata da Mary, anche lei stranamente sorridente. Si chiama Keira ed è una nostra fan sfegatata, lo si capisce da come ci guarda e da come civetta allegramente con John e Ringo. George preferisce stare alla larga, continuando a suonare, mentre io mi avvicino verso Mary la quale cerca di ignorarmi da quando è entrata. Poso la mano sulla sua spalla e lei si gira, quasi sia stata presa di sorpresa, e mi guarda rimanendo impassibile.
-Devo parlarti.
-Non abbiamo niente da dirci. – sussurra, fredda come il ghiaccio.
-Ti prego Mary, non voglio fare scenate qua.
-E non farle allora, tanto non ho voglia di parlarti per adesso.
-Ho sbagliato, non avrei dovuto dirti quelle cose ma una parte è vera. Sei cambiata e sembra quasi che tu non ti fidi di me.
-Io mi fido di te.
-No, non ti fidi. Se fosse così tu non vivresti nell’ansia dell’abbandono. Fidati di me, ti chiedo soltanto questo.
Detto questo lei mi abbraccia improvvisamente e mi stringe forte, io ricambio subito l’abbraccio e le accarezzo i capelli neri.
-Mi fido, davvero. – dice improvvisamente.
Mi scappa un sorriso mentre lo dice.


---




Keira osserva con attenzione la scena e tende le orecchie per ascoltare ogni singola parola. Mary Adams con il bel Paul McCartney, abbracciati mentre si sussurrano parole. Lui sorride dolcemente e lei, ancora stretta a lui, lo guarda negli occhi probabilmente perdendosi in essi. Keira osserva con attenzione tutto questo e prova un moto di gelosia, pensava che Mary fosse soltanto amica del gruppo ma mai si sarebbe immaginata addirittura una relazione. Tra le fans appostate a casa del bassista si parlava di una ragazza che ogni tanto lo andava a trovare e usciva sempre il giorno successivo, ma sembrava si trattasse di uno stupido pettegolezzo invece a quanto pare ne aveva pure scoperto l’identità.
Nessuno le avrebbe rubato il futuro ragazzo e probabile marito, neanche una ragazza come Mary.




Bene bene bene care ragazze! Questo che vedete credo che sarà l'ultimo capitolo di agosto anche perchè la sottoscritta partirà a Budapest il 24 e non vedo veramente l'ora! *_* Quasi sicuramente posterò un altro capitolo per salutare EFP e rivederlo a settembre ma non ne sono molto sicura >_< tralasciando ciò! Vorrei davvero ringraziare tutti coloro che seguono questa storia e continuano ad aiutarmi con dei consigli davvero utilissimi! Quindi davvero davvero grazie *__* e soprattutto grazie a Zaz, Clau, Thief, Platypus e alla nuova arrivata Julia Molly Penny per i commenti che mi avete lasciato! Chiedo scusa se non vi rispondo ma devo scappare ma sappiate che mi hanno fatto davvero piacere ^^
Alla prossima *O*

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Capitolo 24
*** Punto 24 - Look out, cause here she comes (parte I) ***


Il fumo aleggia nell'aria e un odore dolce si diffonde per la calda sala d'attesa. Tra un'ora esatta prenderemo quell'aereo per l'Australia e inizieremo il nostro tour mondiale.
Non sto più nella pelle ma perchè ho una strana sensazione che mi attanaglia il petto? Era la stessa che mi aveva colpito la prima volta che sono entrato nella sala di registrazione, non è ansia quanto consapevolezza, accadrà qualcosa me lo sento.
Keira osserva estasiata la sala d'attesa, non la smette di esaltarsi per quattro sedie e per quella porta in cui presto entreremo. Mary mi ha convinto a portarla con noi per l'Australia, mi ero opposto fermamente perchè quella ragazza ha qualcosa che non mi convince ma lei ha insistito così tanto... Donne! Prova a capirle!
Lei continua a guardarmi ed io non riesco a smettere di ricambiare lo sguardo, ha degli occhi così penetranti che sembra quasi che si spingano fin dentro l'anima. Mi avvicino lentamente e le do un bacio sulle labbra. Non so per quanto restiamo così ma dopo un po' sento John e George fare battutine sul mio conto, quindi mi stacco e le accarezzo una guancia.
-Mi mancherai. - sussurro.
-Tu di più. - e sorride, mostrando una fila di denti bianchi e perfetti. L'abbraccio ancora, cercando per l'ultima volta il suo calore e sperando che mi rimanga impresso nella pelle. Lei mi stringe sempre più forte e sento la mia camicia inumidirsi, una piccola macchia di sale si forma su di essa.
Si stacca bruscamente e corre a sedersi, poggiando delicatamente un fazzoletto sugli occhi umidi. Sospiro e getto lo sguardo su Ellie e George, si salutano abbracciandosi ma i loro occhi e la loro mente corre altrove. Gli occhi di lei corrono verso John, lo attraversano dalla testa ai piedi, vorrebbero incatenarlo per sempre ma non è possibile. Infatti il suo sguardo assume un'aria rassegnata anche se preferisce non darlo a vedere. George invece corre con l'immaginazione e spera che Pattie possa sentirlo urlare il suo amore per lei.
E' proprio vero, gli occhi sono lo specchio dell'anima.
Ringo e Maureen invece si sono messi in disparte e si sussurrano l'un l'altro parole d'amore, lui le accarezza dolcemente i capelli mentre lei poggia la testa sulla sua spalla. Mary dice che finiranno per sposarsi e non posso che darle ragione, stanno veramente bene insieme!
-E' in partenza l'aereo per Sidney delle 16:25, preghiamo tutti i signori passeggeri di imbarcarsi presto. Grazie per l'attenzione. - la voce della hostess rimbomba per quello spazio mezzo vuoto, pieno di gente pronta a partire. La voce felice di Keira urla nel mio orecchio l'imminente partenza mentre io cerco di afferrare velocemente la mano di Mary ma la ragazzina riesce a trascinarmi via da lì e a salire in fretta e furia sull'aereo.
Se avessi una bomba nucleare in questo momento sapete a chi gliela farei ingoiare? Non c'è neanche bisogno di chiedere, penso che si sappia già.
Con quell'odiosa voce squillante continua a cinguettare in giro per l'aereo rischiando di farci scoprire, infatti molti passeggeri di sesso femminile stanno cercando di capire chi siano i quattro tizi in occhiali da sole e una sciarpa intorno al collo anche in estate (colpa di John intendo sottolineare, io mi sarei accontentato soltanto degli occhiali. “Precauzione” dice lui).
-Ragazzi non sapete quanto sia eccitata in questo momento! E' addirittura la prima volta che salgo su un aereo!
-Lo sappiamo ragazzina, lo sappiamo! - esclamo io, parecchio seccato.
-Guarda che ho soltanto tre anni in meno di te belloccio, quindi ragazzina vai a dirlo a qualcun'altra!
Le risatine sommesse di John, George e Ringo mi spingono a rispondere a dovere a quella “signorina lingua lunga”.
-Da come ti comporti non si direbbe sai? Adesso siediti e stai zitta, prima di farci scoprire. Non so se per te è nuovo il concetto di chi siamo. - le sussurro rimanendo sempre sorridente ai suoi occhi chiari.
Lei si avvicina al mio orecchio con movimenti lenti ma terribilmente sensuali e mi sussurra qualcosa. “Per sedermi mi siederò ma non ti assicuro che resterò zitta.” mi pare di capire e credo sicuramente che abbia detto così dal sorriso beffardo che rimane impresso sul suo viso per quasi tutto il viaggio.
-Oh oh oh! Abbiamo un Paulie sgarbato con una dolce signorina e simili provocazioni! Sarà proprio un bel viaggio, me lo sento! - ride John dalla sua postazione. Faccio in tempo per prendere un cuscino dal mio sedile e tirarglielo in faccia, rendendomi sempre meno simpatico nei confronti della hostess che non fa altro che lanciarmi sguardi maligni, a cui rispondo con uno dei miei soliti sorrisi alla “cerbiatto indifeso”, cosa che la spinge a distogliere immediatamente i suoi occhi dai miei e ad occuparsi di qualche altro passeggero.
Mentre l'aereo spicca il volo sospiro inconsapevolmente, la mancanza inizia già a farsi sentire nonostante il brevissimo tempo di separazione. Non oso immaginare quale sarà il limite della mia sopportazione.
Mi mancherà, inutile dirlo.
Non ho bisogno di mentire a me stesso.
E tu, amore mio, mi penserai sempre come se fossi lì insieme a te? Come se in realtà non me fossi mai andato? Io ci spero dal profondo del mio cuore.
Non è tua soltanto la profonda paura di perdere la persona alla quale tieni più della tua stessa vita, soffro anche io della stessa malattia.
Chissà se avrò mai una via d'uscita.
Quasi quasi spero di no.





E dopo quasi un anno di assenza da questa sezione, finalmente pubblico il ventiquattresimo capitolo che si dividerà (per mancanza di tempo purtroppo D:) in due parti. Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di aspettare, seguire e commentare questa fan fiction a cui intendo dare a tutti costi una fine :) 
Al prossimo capitolo che non tarderà ad arrivare, promesso ;)
Goodbye :)

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