You had my heart, at least for the most part....

di MangakA_BakA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Frankie.... ***
Capitolo 2: *** Gee & Matt...-.- ***
Capitolo 3: *** BriBri.. ***
Capitolo 4: *** I just need Friends! ***
Capitolo 5: *** I'm Sure You Can Do It ***
Capitolo 6: *** chapter 7 ***
Capitolo 7: *** Just a Dream? ***



Capitolo 1
*** Frankie.... ***


 

 

CHAPTER 1

 

La prima volta che le ferite comparvero era una fredda giornata di inizio Dicembre. Pioveva quel giorno, e Frank osservava quelle piccole gocce d’acqua che lentamente scioglievano la neve che si era accumulata ai margini delle strade negli ultimi due giorni, senza prestare minimamente attenzione alla lezione. I suoi occhi nocciola guardavano la strada fuori, mentre la sua mente vagava altrove, persa in chissà quale sogno o fantasticheria. Era fatto così Frank, quando si perdeva nel suo mondo -cosa che capitava abbastanza spesso, in effetti- si isolava completamente, era come se non sentisse e non vedesse più nulla di tutto ciò che accadeva intorno a lui. Infatti quando la professoressa lo chiamò interrogato non se ne rese minimamente conto.

<< Frank… >> sussurrò la sua compagna di banco, cercando invano di attirare la sua attenzione. L’insegnante, la signorina Curly, alzò gli occhi al cielo.

 Era una donna paziente, e Frank le piaceva: era un ragazzo sveglio, simpatico e dolce, ma a tutto c’era un limite. Per quanto gli potesse star simpatico non poteva lasciare che questa storia si ripetesse tutti i giorni con una regolarità impressionante.

<< Frank cazzo! >> sibilò ancora la ragazza accanto a lui, questa volta a voce un po’ più alta, ugualmente senza ottenere risultati. Improvvisamente si riscosse, spalancò gli occhi e, con un gemito di dolore, si portò una mano al ventre, sotto gli sguardi allibiti della prof e dei compagni di classe. Quando la guardò di nuovo era bagnata di sangue. La ragazza al suo fianco, Keltie, lanciò un urletto ed indietreggiò leggermente, guardandolo con gli occhi spalancati.

<< Iero! Cosa diavolo ti è successo?? Cos’è quel sangue? >> esclamò la signorina Curly, alzandosi di scatto dalla sua sedia ed aggirando la cattedra per andare dal ragazzo, che si stava guardando lo stomaco con un’espressione a metà tra lo sconvolto e lo spaventato.

<< Non… non lo so prof… >> mormorò lui, senza distogliere lo sguardo dalla maglietta, che si stava velocemente tingendo di rosso. La professoressa si fece spazio tra i ragazzi che si erano affollati intorno al suo banco e gli si avvicinò.

Era pallido e i capelli neri gli cadevano scompigliati intorno al viso.

<< Fammi vedere… >> disse la donna, inginocchiandosi accanto a lui. Il ragazzo alzò la maglia, mostrando un grosso taglio nella pancia pochi centimetri sopra l’ombelico, che perdeva sangue a fiotti e gli bruciava da morire. La pelle tutto intorno era gonfia e arrossata. La professoressa spalancò gli occhi. Non era particolarmente sensibile alla vista del sangue. O almeno così credeva, fino a quel giorno. Si alzò di scatto, con un giramento di testa, mentre intorno a lei i ragazzi la guardavano perplessi, ed uscì di corsa dalla classe. Frank le lanciò uno sguardo, poi tornò ad osservare la sua pancia con una smorfia di dolore.

 

 

NdMe- questo capitolo è davvero cortino, ma più avanti ce ne saranno di un po’ più lunghi… è la prima storia di questo genere che scrivo e sarà piuttosto…ehm…CONFUSA…ma vabbè…fatemi sapere cosa ne pensate…^^

 

p.s. chiedo umilmente perdono a coloro che hanno letto l’altra mia storia sugli avenged e hanno aspettato invano un secondo capitolo, ma la mia ispirazione x quella storia è andata un pochino a farsi benedire…ç___ç

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Capitolo 2
*** Gee & Matt...-.- ***


 

 

CHAPTER 2

 

Gerard si passò una mano tra i capelli, erano lunghi quasi fino alle spalle ormai. Non aveva mai tempo di tagliarli. In effetti, da quando gli era comparso quel mostriciattolo tra i piedi, non aveva più tempo per fare proprio un accidente, neanche dormire, figuriamoci tagliarsi i capelli.

E quel giorno l’aveva fatto, l’aveva ferito.

<< Cazzo! >> sibilò, sbattendo un pugno sul tavolo di legno davanti a sé.

Non avrebbe dovuto farlo, era stato un errore imperdonabile. Non per lui, fosse stato per lui l’avrebbe fatto fuori anche subito, quel maledetto mostro, ma c’era qualcuno…qualcun altro appeso alla sua vita, che non meritava di esser ferito per colpa sua. Si slacciò un altro bottone della camicia. Aveva sete, e la stanchezza per le giornate passate insonni sulle tracce del demone iniziava a farsi sentire. Cercò di deglutire, ma aveva la gola secca e riarsa, era quasi doloroso. In quei giorni non si era nutrito neanche una volta, non avrebbe resistito ancora per molto.

<< Non è stata colpa tua… >> Il vampiro alzò lo sguardo dal tavolo: appoggiato allo stipite della porta c’era Matt, una lattina di birra in mano e i suoi soliti dannati Ray Ban piantati sul naso.

Gerard scosse la testa.

<< Certo che è colpa mia, di chi altri dovrebbe essere? Sono stato io a ferirlo…dio, hai visto cosa gli ho fatto??  >> si passò una mano sul viso. << Pensaci, da qualche parte in questo momento c’è un ragazzo, un uomo, un bambino che si è appena ritrovato un fottuto squarcio nella pancia, e non sa neanche perché…>>

Matt sospirò, e, nonostante indossasse gli occhiali da sole, Gerard fu certo che avesse alzato gli occhi al cielo.

<< Smettila di fare la ragazzina emotivamente instabile Way! Sono cinque giorni k non mangi, ti ho messo di là un po’ di..ehm, sai, sangue…>> disse poi, scuotendo la testa.

Dopo tutto quel tempo gli faceva ancora un po’ effetto parlare del fatto che Gee bevesse sangue come lui beveva birra come se niente fosse. Il vampiro lo guardò truce per un momento.

<< Allora?! >> lo esortò l’amico, e alla fine lui cedette.

<< Okay okay, ho afferrato il concetto…vado a bere… >> sospirò, allontanandosi in direzione della cucina.

 

 

 

NdMe- okaaaay, capitolo un po’ merdoso… però almeno si inizia a capire qual cosina… no…? Beh, insomma, il fatto è k non ho nulla da fare e quindi sto scrivendo… e se poi scrivo cazzate non è colpa mia! In sta storia Gerard è un po’… tenero... e un po’ idiota, dipende dai punti di vista… Matt invece è figo. Cioè, lui è sempre figo ovviamente, quindi è inutile dirlo..XD vabbè dopo questo capitolo inutile, se non per presentare un pochino i personaggi mi sa k andrò a nascondermi in un angolino buio, vergognandomi per aver scritto un tale scempio…-.- oppure potrei andare a scrivere di peggio! Ahahahahah okay, forse è meglio se evito, per oggi…XD oh! Dimenticavo GRAZIE a friem  per la recensione e visto k ho postato fin TROPPO presto? XD

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Capitolo 3
*** BriBri.. ***


CHAPTER  3

Il fumo nero si alzava alto nel cielo, mentre le fiamme divoravano il corpo del ragazzo. Non un urlo, non un gemito lasciò le sue labbra perfette, mentre il fuoco lo uccideva lentamente. Si limitava a fissare un punto nella folla ai suoi piedi, e i suoi bellissimi occhi azzurri non erano più limpidi e dolci come un tempo, erano freddi, disillusi, e racchiudevano una promessa di vendetta.

Bryan spalancò gli occhi. Nonostante il freddo che faceva fuori era in un bagno di sudore. Michelle al suo fianco lo guardava preoccupata. Gli passò una mano sul petto.

<< Tesoro chi è Zacky? >> chiese, con voce stanca.

Bryan trasalì a quel nome, ma la ragazza non ci fece caso. Scosse la testa, e le sorrise rassicurante.

<< Non lo so, era solo un sogno, torna a dormire amore... >> rispose alla fine, accarezzandole lievemente una guancia.

Lei decise che per il momento le bastava come spiegazione, così fece come le aveva detto, e in un paio di minuti era nuovamente nel mondo dei sogni. Bryan al contrario per tutta la notte non riprese sonno. Era passato tanto tempo dall’ultima volta che aveva sognato Zacky... Troppo, perché fosse solo un caso. Ma cosa poteva essere successo? Zack era morto, non c’era più da tanto tempo, perché avrebbe dovuto ricominciare a pensare a lui adesso? Aveva quasi dimenticato quello che era successo, e allora perché adesso, proprio adesso,che finalmente era riuscito a lasciarsi tutto alle spalle, quegli occhi dovevano tornare a tormentare i suoi sogni? Tutte queste domande gli frullavano in testa, e non riusciva a trovarvi risposta. Si passò una mano tra i capelli e sospirò. Avrebbe dovuto chiamare il Reverendo...l’idea non lo allettava minimamente.

 

NdMe-okay, questi capitoli sono tutti un po’ tanto cortini, ma vabè... friem  ehyy! Non è vero k posto tanto in fretta, è solo che quel giorno nn avevo nulla da fare...XD comunque forse prima o poi si capirà che cavolo succede in questa storia, ank se non ti assicuro nulla....XD ahahah okay, non sono simpatica...>___>’’’  ciaociao!^^

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Capitolo 4
*** I just need Friends! ***


CHAPTER 4

 

Dall’altra parte della città Frank si era davvero rotto le palle di tutti.

Prima l’avevano spedito all’ospedale, dove era rimasto due ore –e dico due ore- sotto gli sguardi di biasimo dei dottori, che erano convinti che fosse stato accoltellato durante una rissa.

Lì era venuta a prenderlo sua madre, che, invece che preoccuparsi per la sorte del suo unico figlio, gli aveva fatto un fottuto 3° grado su come si fosse procurato quella ferita.

Era persino arrivata ad insinuare che se la fosse fatto da solo! Ma per chi l’aveva preso?

 Non era mica masochista! Uscì di casa, sbattendo la porta e trattenendosi dal mandare a quel paese sua madre, che gli urlava dietro dalla cucina. Si diresse verso casa di Johnny, il suo migliore amico. Cercò di camminare piano, perché la ferita gli faceva male, nonostante gli antidolorifici, e c’era rischio continuo che i punti si staccassero. Raggiunse la casa in dieci minuti, abitavano vicini da quando erano piccoli. << Ciao Frank… quell’imbecille di mio fratello è in camera sua… >> lo salutò Elizabeth, la sorella di Johnny, aprendogli la porta.

Lui rispose con un sorrisetto ed entrò nella casa, superando la ragazza.

<< Ciao Liz… >> mormorò poi, prima di “correre” al piano di sopra.

L’amico lo accolse nella sua stanza con un sorrisone a quarantacinque denti dipinto in volto e il suo basso tra le mani. << Ehy Darling! Intendi rimanere sulla porta ancora per molto? >> esclamò il ragazzo, facendo sorridere Frank.

Era così Johnny, sempre allegro e sorridente, era come un fratello per lui. Il ragazzo si limitò ad entrare nella stanza e lasciarsi cadere sul letto con un sospiro: era sfinito, e la ferita continuava a pulsare in modo dannatamente doloroso. Non riusciva a capire assolutamente come se la potesse e essere fatta, era come comparsa dal nulla.

<< Ehy amico, sei pallido come un cencio, che cavolo ti è successo? >> chiese Johnny, appoggiando il basso accanto a sé e avvicinandosi all’amico con aria preoccupata.

Frank sospirò di nuovo, e fece per tirare su la maglietta, ma fu bloccato dal ragazzo vicino a lui.

<< Ehy ehy ehy! Vacci piano dolcezza, non è neanche il primo appuntamento… >>

Frank gli lanciò un’occhiataccia, non era decisamente il momento di scherzare.

<< Okay, scusa, prosegui… >>

Tirò su la maglietta e mostrò all’amico la bende: gli avvolgevano metà della pancia ed erano macchiate di sangue… non ricordava quelle macchie… quando erano spuntate??

Johnny commentò con un fischio sommesso, prima che l’amico tirasse nuovamente giù la maglia e facesse un altro sospiro rassegnato.

<< Cazzo Frankie! Cosa cavolo ti sei fatto?? >>

<< Ti prego, non me lo chiedere anche tu… è tutto il giorno che non fanno altro ed io… cazzo, io non lo so! È come… è come se fosse comparsa da sola! >>

Johnny lo guardò per un istante, un’ espressione preoccupata in viso.

<< Quanti punti ti hanno dato? >> chiese alla fine, con un sospiro. Frank scosse piano la testa.

<< Ho perso il conto a 20… >> mormorò, facendo spalancare gli occhi all’amico.

<< Fischia!  …beh, consolati, le ragazze trovano molto attraenti le cicatrici… >> disse Johnny, tirandogli una pacca sulla spalla.

Frank lo guardò scettico.

<< E da quando questo, di grazia? >>

 

 

NdMe-Yeah, purtroppo per voi sono tornata… e vorrei sottolineare che NON è colpa mia se nn ho aggiornato per un mese, è colpa di una mia amica che si era amabilmente impossessata della mia chiavetta in cui stavano scritti tutti sti deliri… comunque veniamo a noi: friem scusa se ti ho fatto aspettare tanto, e sono contenta che questa storia ti piaccia (ank se mi chiedo ancora come faccia..), quanto a Zacky… beh, è morto… già, sembrerà strano, ma c’è un motivo se è morto e, ancora più strano, si, nel corso della storia lo spiego, non ti farò anticipazioni…^^ byebye

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Capitolo 5
*** I'm Sure You Can Do It ***


CHAPTER 5

 

 

 

CHAPTER 5

 

<< Shads, non possiamo andare avanti così… >> mormorò Gerard, stropicciandosi gli occhi con due dita. Era riuscito a dormire un po’, ma non era stato un sonno molto riposante: ultimamente i suoi sogni di non morto erano infestati da due occhi nocciola, grandi, dolci… sembravano quasi dorati… Gerard si chiedeva di chi fossero quegli occhi. Perché lo sapeva, sapeva che non erano solo un sogno casuale. Almeno non dopo che si era ripetuto per più di una settimana.

Matt gli si avvicinò e si sedette davanti a lui, dall’altro lato del tavolo, sospirando.

<< Questo non è un lavoro per noi… ho già ucciso e condannato troppe persone per aggiungere qualcun altro alla mia lista per… per colpa di un fottuto demone… >> continuò il vampiro, scuotendo leggermente la testa, scuro in volto.

Matt lo guardò per un secondo, pensieroso, poi tirò fuori la sua pistola e la appoggiò sul tavolo. La spinse verso Gerard. Era un’arma piuttosto antica, d’argento con gli intarsi in legno, un incantesimo, scritto con rune che né Matt né Gerard erano in grado di leggere, era inciso nella parte inferiore della canna. Gerard non ne sapeva molto, gli aveva solo detto che gli era stata regalata da uno stregone, ma Matt Shadows non amava parlare del suo passato, e se c’era una cosa che il vampiro aveva imparato da quando lo conosceva, era che se volevi andare d’accordo con lui non gli dovevi fare domande al riguardo.

<< Non lo toccheremo più… Sai che possiamo farcela… Sai che dobbiamo farcela… è la sua unica speranza, se non lo facciamo noi non lo farà nessuno… >> guardò per un momento il tavolo, accigliato. Gerard conosceva quell’espressione: era l’espressione che faceva ogni volta che si parlava del suo passato, o che il suo passato tornava in qualche modo a trovarlo. << Dovremo chiedere aiuto ad una mia vecchia conoscenza… >> concluse alla fine, poi si alzò nuovamente, sotto lo sguardo perplesso e ancora non del tutto convinto di Gee.

<< Aspe… chi vuoi chiamare? >> cercò di fermarlo, ma Matt lo ignoro completamente e uscì dalla stanza con piglio determinato.

 

 

NdMe- eccomi qui! Si, lo so, sono passati dieci giorni, ma che ci volete fare, le mie prof si svegliano una settimana prima della fine del quadrimestre e si rendono conto che ehy! Non hanno ancora interrogato un cazzo di nessuno! E allora mi trovo con tipo 5 compiti e interrogazioni al giorno… okay, no, è una scusa un po’ del cazzo, tenendo conto che non studio mai una mazza, compiti o no… la vera verità è che ultimamente ho sempre sonno e non ho mai voglia di fare un  accidente….X°°D povera me…. Comuuunque friem cara, visto che sei l’unica che commenta ti dovrei fare un altare…d’altra parte sta storia non convince neanche me, ank perché non si capisce un accidente di quello che succede..X°D anyway, sti personaggi non se la cavano troppo bene, eh? Gerry qui è tipo melodrammatico… si, io adoro i melodrammi…XD ma alla fine sono Gerard Way e Matt Shadows, quindi se la caveranno egregiamente… dopo che li avrò torturati a dovere, ovviamente…XD ahahah quanto sono poco simpatica… vabbè ti saluto..^^ byebye, alla prossima..

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Capitolo 6
*** chapter 7 ***


CHAPTER 7

 

Frank si passò una mano tra i capelli e tirò un lungo sospiro.

Infilò le chiavi nella toppa ed entrò in casa, cercando di fare meno rumore possibile, nel caso sua madre fosse già addormentata. Comunque non aveva alcuna intenzione di controllare, quindi andò dritto in bagno e si posizionò davanti allo specchio con piglio determinato.

Si tolse con un gesto veloce la maglietta, poi iniziò a srotolare lentamente le bende.

I medici gli avevano detto di tenerle un paio di giorni e in ogni caso sapeva di star facendo un cavolata, ma aveva bisogno di averla sotto gli occhi di nuovo.

Era una strana sensazione, come se vedendola tutte le sue domande avrebbero trovato risposta, e ogni cosa avrebbe preso senso, ma allo stesso tempo aveva paura.

Non sapeva bene neanche lui di cosa avesse paura, forse che quelle risposte potessero non piacergli, o che comparissero altre ferite.

Le bende caddero una ad una a terra, lasciando libero il ventre piatto di Frank.

La ferita si stagliava scura, arrossata sulla pelle chiara del ragazzo.

Trasalì, mentre una fitta di dolore gli attraversava la pancia.

Stranamente in quella zona non aveva tatuaggi. Sorrise. Sembrava quasi che fosse stata fatta apposta in quel punto.

<< Ehy tesoro, che stai facendo lì dentro?? >>

Frank sussultò, sentendo la voce stanca della madre dall’altra parte della porta.

<< Non… niente mamma, adesso esco… >> rispose, recuperando la maglietta da terra ed infilandosela. Raccolse anche le bende, le appallottolò e se le mise in tasca, sperando che sua madre non notasse quel gonfiore sospetto: non gli andava di litigare a quell’ora.

Respirò a fondo, poi si voltò ed aprì la porta, pronto ad affrontare qualsiasi cosa.

Sua madre lo aspettava subito fuori, la camicia da notte azzurra e i capelli sciolti sulle spalle.

La pelle chiara era solcata da poche rughe, e, nonostante l’età era decisamente una bella donna.

<< Ehy Frankie, perché sei ancora sveglio a quest’ora? È per la ferita? Ti fa male? >> chiese con aria assonnata. Frank sorrise appena.

<< Non… non tanto… solo quando la tocco… diciamo… >> rispose poi con voce incerta, sotto lo sguardo preoccupato di Linda.

Lei sospirò e lo abbracciò, facendogli spalancare gli occhi: non era abituato a certe manifestazioni d’affetto.

<< Frankie che cosa ti sta succedendo ultimamente? Che cosa… cos’è quella ferita? >>

Tutto questo era strano. Davvero, molto strano.

Sua madre era una donna forte, l’aveva vista sorridere, urlargli contro… ma non l’aveva mai vista così preoccupata per lui.

Le diede un paio di colpetti sulla spalla, indeciso su cosa fare.

<< Non lo so mamma, non lo so… >>

 

 

 

NdiMe- eh oggi ero presa bene a scrivere al pc e mi sono accorta che non aggiornavo questa cosa da secoli…mi ha depresso da morire però vedere che l’ultimo capitolo l’ho postato una settimana prima della morte del revç_ç  ma almeno in questa storia lui è ancora vivo, quindi non credo che per lei cambierà qualcosa…

Beh, che dire, volete sapere chi è che è tornato e perché? Non lo saprete mai mi sa…XD ahahah bah io sono arrivata a scrivere il 19° capitolo e ancora non si è capito, quindi mi sa che continuerete a chiedervelo per i prossimi due anni, vista la frequenza con cui aggiorno….XD ahaha sono malvagia…addio! (si, non ho voglia di inventarmi titoli per i capitoli, quindi lascio perdere l’impresa…u.u)

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Capitolo 7
*** Just a Dream? ***


CHAPTER 6

CHAPTER 6

 

Bryan raggiunse la porta, guardandosi intorno con circospezione, ma prima che potesse anche solo mettere una mano sulla maniglia, quella si spalancò da sola.

L’uomo entrò in una stanza avvolta da una luce soffusa. Le pareti, come anche il pavimento, erano in pietra, ricoperte di libri e grossi tomi. Al centro della sala troneggiava una grossa scrivania di legno scuro, dietro alla quale era seduto un uomo.

Era giovane, probabilmente non raggiungeva i 30 anni, e il suo aspetto non era esattamente quello che ci si aspetterebbe da un bravo ragazzo. Indossava una lunga tunica nera da prete, dai lembi della veste spuntavano diversi tatuaggi sia sulle mani che sul collo, che si poteva indovinare proseguissero per tutte le braccia e il petto.

Sul viso aveva stampato un sorrisetto conciliante.

<< Ti stavo aspettando… >> disse, guardando Bryan, che rispose con una smorfia irritata.

<< Ciao Jimmy…Ti hanno mai detto che più che un uomo di chiesa sembri un avanzo di galera? >>

<< Beh, si, tu… >> rispose il Reverendo, senza smettere il sorrisetto. << Allora, Synyster Gates… >> riprese, sottolineando con una punta d’ironia il nome d’arte di Bryan. << …come sta Michelle? >>

Bryan non rispose subito. Si sedette su una poltrona –ma era lì anche prima? Avrebbe giurato di no…- e alzò gli occhi al cielo, sbuffando appena. Odiava quel nome, ogni volta che l chiamavano così gli tornava in mente il giorno in cui era diventato un mostro.

<< Sta bene… >> grugnì alla fine.

<< Oh, mi fa piacere, e quando pensi che le  dirai che sei un succhiasangue assassino? >>

Bryan era ufficialmente irritato.

Ecco perché odiava vedere il Rev, perché riusciva sempre a farlo tornare indietro, al suo passato, quei ricordi, che non voleva ricordare.

<< Senti Rev, non è per questo che sono venuto… >> cominciò, ma Jimmy lo interruppe, senza lasciargli il tempo di finire la frase. << Lo so! Lo so… so già perché sei qui, e la risposta è sì. >>

Bryan trasalì. Quello era un altro dei motivi per cui odiava andare da lui: faceva il misterioso, anticipava le sue domande, e girava intorno alle risposte per ore, prima di dirgli quello che voleva sentirsi dire.

<< Sì cosa, per l’esattezza? >> chiese dopo qualche secondo, esasperato.

<< Quel sogno.. è lui, è tornato. >>

 

 

NdiMe- eccomi qui! Un altro capitolino di questa storiella assurda! Jimmy è adorabilmente insopportabile, e Bryan… beh, io amo Bryan in ogni sua forma, quindi meglio che non mi esprima… comuuuunque lasciamo stare i miei commenti personali e passiamo ai (woo sono aumentati! XD) ringraziamenti:

friem grazie mille perché commenti tutti i capitoli e anche solo perché trovi carina questa storia.. mi fa strapiacere! *-* è un po’ cortina si, ma credo che ci saranno parecchi capitoli…^^

ElePunk94 ehilà! Thx per il commento… e si, povero Frankie… gli è comparsa una ferita nella pancia, e giustamente la cosa lo perplime abbastanza..XD e il Gerry melodrammatico ultimamente aggrada abbastanza ank me.... (eh, si, si vede…-.-) che ne pensi invece di Bryan e Jimmy? byebye

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