Codice: Venom

di Purelove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno di Fawn ***
Capitolo 2: *** Better in time... ***
Capitolo 3: *** Scuola militare ***
Capitolo 4: *** Complicazioni... ***
Capitolo 5: *** Il ritorno di Rosalie ***
Capitolo 6: *** Inganno ***
Capitolo 7: *** Quando Alice ci mette lo zampino... ***
Capitolo 8: *** Imprevisti ***
Capitolo 9: *** La nostra bambina ***
Capitolo 10: *** Spiacevoli e Piacevoli incontri ***
Capitolo 11: *** Avvelenata ***
Capitolo 12: *** Nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Il ritorno di Fawn ***


PRIGIONIERA

Codice: Venom

 

1.       Il ritorno di Fawn

La macchina sfreccia veloce lungo la strada bagnata dall’ultima pioggia caduta nel primo pomeriggio. Guardo accanto a me il novellino.

Il mio novellino.

Prima che me ne renda conto stiamo già costeggiando il parco nazionale.
Inizia a crearsi una leggera nebbia che entra negli alberi suscitando un'atmosfera spaventosa.

Guardo distrattamente i lampioni che passano uno dopo l’altro sulla ferrari F430 spider.
Certo che se fosse la mia macchina avrei già spaccato il naso a questa mezza calzetta.
Guidare una macchina di simile portata è quasi come fare sesso. Non bisogna essere troppo violenti e lui sta sforzando troppo.

Incapace.

Guardo indietro nello specchietto la macchina di supporto. La macchina dell’orologio segna le due di notte.

Devo terminare questa faccenda prima che faccia troppo tardi.
Devo tornare a casa...

Arriviamo in una vecchia villa di un magnate che ha i suoi bei guai con la legge ma se non li puniscono loro, li puniamo noi i criminali.
Non c’è spazio a suppliche. 
Il nostro motto è che magari uccidendo una persona riusciamo a salvarne mille.
Quest’uomo trafficava con il medio oriente per delle bombe a lungo raggio capaci di radere al suolo una città come Roma o New York e noi non ci possiamo permettere che rimanga in libertà. Anche se le accuse contro di lui sono tutte cadute, noi dobbiamo intervenire.

Noi non abbiamo prezzo.

Noi salviamo vite.

Sono lontana anni luce da quello che facevo in passato ma non sono riuscita del tutto a chiudere una porta dietro di me.
Entriamo senza fiatare. Le guardie del corpo vengono presto neutralizzate.

La ragazza che ho allenato prima fra tutti è dietro di me ed estrae la pistola facendola scivolare lungo la sua gamba. Con alcuni segnali ci danno il via libera. Saliamo le scale come ombre.

Neanche il tempo di respirare e tutto ormai è finito. Uno sparo di pistola e poi un altro ancora.

Prendo per un braccio la mia allieva che stava per entrare nella stanza e la blocco al muro.

Sentiamo delle risate provenire dalla stanza.

Non sono nostri agenti. Qualcuno ha già fatto il nostro lavoro.

Sentiamo dei passi decisi verso di noi.

Prendiamo entrambe il corrimano e ci caliamo per il pozzo delle scale. Faccio dondolare Jessica davanti e indietro per poi lanciarla in una stanza al piano inferiore per nasconderla.

Dopo essermi assicurata di non aver provocato nessun rumore mi lascio andare e cado al piano terra dove due dei nostri agenti di supporto ci stavano aspettando. Gli segnalo la presenza di due intrusi e come fantasmi scompaiono nell’ombra.

Gli assassini scendono le scale comodamente, dilettanti.

Mi nascondo dietro una statua e guardo i due uomini scomparire nel cortile della villa.

Dopo pochi secondi scende Jessica cercando eventuali pericoli. E' giovane ma è in gamba come del resto tutti quelli che ho avuto sotto le mani.

-Abbia finito…andiamocene da qui…- dico alla squadra prima di far scattare appositamente l’allarme.

Saliamo in macchina e sfrecciamo a gran velocità verso il centro abitato.

Alla prima curva rispetto al tragitto prestabilito tiro di colpo il freno a mano facendo girare il volante proprio su quella curva, grazie alla pioggia l’operazione non risulta nemmeno tanto difficile. Alla velocità che stiamo andando lasciamo delle strisce nere sull’asfalto.

Il novellino mi guarda.

-Torniamo a campo base…- mi limito a dire senza spiegare oltre.

Lasciamo la macchina in officina e mi sfilo i guanti neri di pelle da guida lanciandoli ad un meccanico nelle vicinanze. Alzo lo sguardo ossevando Vladimir, il comandante, con le braccia conserte dietro al vetro a doppio strato da dove controllano le uscite e le entrate delle macchine.

Non ha una bella faccia ma sinceramente non me ne frega niente.

Alla fine finisce sempre che io minaccio di andarmene e loro mi minacciano di uccidermi poi sbatto la porta ed infine mi arriva una telefonata da Stefan, l'altro mio comandante che mi prega di tornare alle mie mansioni alla base.

Tutto questo mi ricorda molto quello che facevo appena un anno fa ma adesso è molto differente.
Sono stata contattata e minacciata. Da chi?

Da quelli che teoricamente ci dovrebbero proteggere ma i vampiri non hanno gli stessi diritti degli esseri umani. Almeno non ancora...
Una squadra speciale del governo americano mi ha contattato segretamente per addestrare le nuove reclute di questa divisione speciale comandata da Stefan e Vladimir. I vampiri più antichi che hanno mai solcato questa terra.
 Sapevano tutto di me. Tutti gli omicidi...ogni mia mossa.

Avevano tutte le carte in mano e soprattutto anche foto. Cosa potevo fare?

"Hanno persino minacciato di creare una guerra contro tutti i vampiri. Come potevo mettere in pericolo un'intera razza?"

Io che ero scappata da tutto quel mondo per amore di mia figlia, mi sono ritrovata bloccata in nuovi cavilli.

Me l’avrebbero portata via...lei che è metà essere umani.
Avrebbero distrutto tutto...
Loro ottengono sempre quello che vogliono. Volevano me perché ero la migliore e mi hanno ottenuta. Tutta colpa del mio addestramento. Se non fossi così preparata non sarei finita in queste condizioni. Mi ritrovo a dover cedere tutte le mie conoscenze a questi burattini senza personalità. Sembrano tutti robot.

Almeno noi in squadra avevamo diverse capacità. Vorrei trovare una testa calda che mi desse filo da torcere almeno una volta.

Sarebbero troppo irruenti ma di sicuro con il mio addestramento sarebbero i migliori.

Questi che mi ritrovo sono troppo controllati. Voglio proprio vederli in una situazione che non gli si è mai stata presentata teoricamente.

È per questo motivo che cerco sempre di spingerli al massimo delle loro possibilità.

Alla fine mi mandano i più addestrati. I migliori della squadra. Quelli che prima o poi ne verranno a capo almeno di una divisione e proprio per questo motivo io li stremo finché non sputano sangue sull’asfalto.

Per farlo non mi preoccupo minimamente di andare anche agli estremi della legalità.

Non mi importa. Questa volta ho le spalle ben coperte.

Naturalmente questa divisione agisce a livello internazionale quindi mi capita spesso di andare per alcuni giorni all’estero lasciando da sola mia figlia.

Reneesme. Ormai sembra una diciotenne. Assomiglia giorno dopo giorno sempre di più ad Edward. Avrà preso tutto da lui, questo è sicuro ma i suoi occhi...almeno quelli sono i miei.
Putroppo però,
il carattere l’ha preso tutto da me. Completamente...

E so benissimo che non è un bene.

Come me è scalmanata e smaniosa. Sopratutto quando è a caccia.

Faccio sfrecciare la macchina a più di 100 Km/h ma a quest’ora non c’è nessuno. Me lo posso anche permettere anche se non sono in servizio.

Percorro la strada deserta  e imbocco un viale di alberi che porta dritto alla mia villa.

Ai lati del cancello ci sono due leoni. Appena la macchina si avvicina i loro occhi si illuminano e si aprono. Grazie all’ultima tecnologia riescono a riconoscere targa e modello.
Parcheggio davanti all’entrata mentre la polvere che avevo precedentemente alzato si inizia a posare aiutata anche dalla pioggia che sta cadendo. Entro in casa in piena notte e grazie alla mia vista vampiresca non accendo neppure le luci.
Vado a controllare nel suo letto. È sdraiata a pancia sotto ma sono sicura che è da poco che è tornata a casa sento il suo cuore battere ancora come se fosse sveglia. Le chiudo la finestra della camera lasciata aperta per evitare che prenda freddo di notte.
Torno in camera mia e dopo essermi raccolta i capelli in una soffice coda mi lancio dalla finestra per nutrirmi.

La mattina non tarda ad arrivare e presto torno a casa sazia come non mai per rimettermi a posto grazie ad una bella doccia.
Grazie a questa nuova natura sono molto più veloce in ogni aspetto. Scendo giù a prepararle la colazione, non voglio che si nutra solo di sangue e visto che può mangiare benissimo il cibo degli esseri umani cerco di sforzarla per approfondire la sua parte umana.
Il cellulare vibra sul tavolo e in un nanosecondo lo afferro aspettando che puliscano la linea da eventuali interferenze e ascoltatori.

-C’è bisogno di te in Spagna per almeno una settimana.- mi dice la voce del mio operatore.

Riaggancio svogliatamente e incomincio a salire le scale per preparare la valigia.

-Dove vai?- mi chiede Reneesme appena svegliata.

-Ho un lavoro urgente e devo partire per la Spagna…- le rispondo infilando un po’ di camice, gonne e pantaloni che tanto mai userò.

-Non capisco che emergenza può avere una banca…- dice andando in cucina per iniziare la colazione. Sorrido senza farmi vedere.

Torno giù con il borsone e lo appoggio vicino alla porta. Quando torno in cucina Reneesme è seduta che fa colazione mentre guarda il telegiornale del mattino barbottando qualche imprecazione per la colazione a base di non-sangue.

-Mamma ma anche noi dobbiamo votare per quel referendum?- mi chiede improvvisamente.
Mi volto non capendo a cosa si riferisse e lo vedo in televisione. Edward con naturalmente una stangona scema al suo fianco.
Gli stanno facendo un’intervista visto che è il rappresentante dei vampiri. E sì....siamo usciti allo scoperto.
Ora i vampiri sono riconosciuti e pian piano stanno cercando di integrarsi, sopratutto i nomadi. C'è bisogno di regolamentazione...

-No amore. Noi non voteremo…-gli rispondo bevendo un po’ di caffè. Siamo vampiri...questo referendum è solo per gli esseri umani.
-Io dovrei votare...in fondo sono metà.-

-E’ davvero affascinante, non è vero?- mi chiede guardando la tv. Prendo il telecomando e la spengo.

-Ehi! Che ti è preso?- mi dice contrariata Reneesme fissando ancora lo schermo del televisore.

Non le ho mai detto che Edward Cullen in realtà è suo padre.
Il periodo critico ormai è passato. Quegli anni di curiosità sono scemati e con quelli anche la volontà di sapere chi è...anche se sono convinta che l’argomento tornerà prima o poi a galla.

-Ieri ho ricevuto l’ennesima telefonata dal tuo Preside. Ti hanno sospesa un’altra volta- gli dico cercando di arrabbiarmi davanti a quegli occhioni.

-Non era colpa mia…io…-cerca di spiegarsi.

-Non voglio sentire storie. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità.- le dico.

Il clacson suona. Guardo fuori dalla finestra e vedo la limousine parcheggiata accanto alla mia macchina che avevo lasciato fuori la notte prima.

-Ne parleremo quando torno dal mio viaggio di lavoro ma non pensarla di farla liscia. È già la 5 volta che ti buttano fuori da una scuola elitè e incominciano a scarseggiare. Ho chiamato già Irina. Arriverà tra pochi minuti…-gli dico uscendo fuori seguita da lei.

-No! Sono grande abbastanza per badare a me stessa!- dice lamentandosi.

Le mando un bacio e salgo sulla limousine che mi aspetta fuori.
Effettivamente non lo è più grazie anche alla sua caratteristica ma è passato solo un anno. E' piccola...

 

Ciao! Ecco la continuazione della storia "Codice: Twilight". Come avete visto questa volta Bella non è dalla parte dei cattivi ma la vediamo nella veste solita....ma non è detto che abbia abbandonato le vecchie abitudini...ma non vi voglio svelare niente! Come avete visto ho fatto una mega accelerata e ritroviamo Reneesme all'età di "18 anni". Per chi avesse letto la prima storia si è conclusa proprio con la scena di Bella con la bambina in fasce.
Spero di non avervi deluso con questo inizio.
Cmq spero di leggere presto tanti vostri commenti! un bacione vale

 

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Capitolo 2
*** Better in time... ***


PRIGIONIERA

Guardo il tergicristalli andare avanti e indietro. Rimango quasi incantata a guardare la pioggia che cade violentemente sul parabrezza.

Alla radio l’ultimo successo di Leona Lewis, “Better in time”.

 

“It'll all get better in time
And even though I really love you
I'm gonna smile cause I deserve to
It'll all get better in time”[*]

 

Ripenso alla donna accanto a te. Veramente una bella donna anche se fottutamente normale.

Con me ti saresti divertito di più. Eppure sono stata proprio io a lasciarti andare.

Sono stata io che ti ho abbandonato.

In quella maledetta notte dove l’impossibile è capitato nella mia vita. Tutto in una sola notte.

Il tradimento di Rosalie.

Il ritorno dal mondo dei morti di Alice.

Mi hanno fatto credere che tu eri in un certo senso implicato con il mio "nemico" mentre invece, stavamo lavorando dalla stessa parte.
Non hai mai reagito quando sapevo benissimo che mi potevi uccidere con un tuo solo tocco.
E poi…

E poi io ero ancora sconvolta. Avevo scoperto da pochissimo che ero rimasta incinta.

Incinta di Reneesme. Nostra figlia.

Nessuno se ne era accorto. Tutti tranne Alice che ci osservava come una specie di Dio al di sopra di tutti ma che in qualche modo ci ha fatto anche da angelo custode.

Non ti ho nemmeno salutato. Non ti ho nemmeno detto che aspettavo un figlio da te.

Chissà, magari ne saresti stato contento. O forse no. Che razza di rapporto avevamo noi?

Che futuro avevamo insieme?

Io non potevo starti accanto e lo sapevi. Un umana con un vampiro? Non avrebbe funzionato.
Dovevo sparire dalla circolazione e tu avevi una scelta. Scappare con me o lasciarmi andare.

In questo caso però ho fatto io la scelta per entrambi. 

Io che oltretutto ti avrei dovuto uccidere.

Io che infondo ti amavo.

A volte rimpiango quella notte. Mi sono chiesta molte volte cosa sarebbe successo se fossi rimasta. Se fossi salita al piano di sopra.

Mi ricordo come se fosse stato ieri quella dannata notte. Io avevo accettato il borsone stracolmo di soldi per la mia “buona” uscita e avevo afferrato la maniglia della porta quando Alice mi aveva fermato.
Io che in quel momento pensavo solo di proteggere la vita che portavo in grembo stavo davanti ad un bivio. Se fossi uscita da quella porta avrei abbandonato tutto quel mondo, compreso lui ma se fossi restata…

-E lui?-mi disse Alice indicando il soffitto per riferirsi ad Edward.

Ho alzato le spalle a quella domanda.
Non che non me ne importasse niente, io lo amavo anche dopo che avevo ceduto a quelle menzogne.
Credo che era insito in me amarlo.
Come se fosse la cosa più normale del Mondo anche se la parola "amore" era una parola grossa visto le poche cose e volte che abbiamo passato insieme c'è sempre stato qualcosa che ci interrompeva, qualche nuova verità.
Un amore travagliato.

In quel momento mentii ad Alice ma soprattutto a me stessa.

-Mi ha mentito…tutto qui. Fanne quello che vuoi…-gli risposi cercando di autoconvincermi.
Dovevo crederci per prima io.
Dovevo pensare al mio futuro…al suo futuro.
Ero sicura che Alice non gli avrebbe tolto nemmeno un capello, per rispetto a me, per rispetto a qualche patto che avevano fatto.

-Non vuoi nemmeno salutarlo?-mi disse mentre la porta davanti a me era aperta. Mi ricordo ancora cosa pensai in quel momento. Volevo abbracciarlo, baciarlo.

Volevo solo stare con lui. Portarlo via con me e vivere insieme. Volevo sentirlo vicino quando è nata Reneesme.
Volevo vederlo cullare la bambina quando piangeva. Vederlo giocare insieme a lei. Incominciare a fare il padre geloso verso la sua piccolina.

Volevo dividere la mia vita insieme a lui.

Chissà come sarebbe stata la mia vita adesso.
Di sicuro non avrei continuato a mettere in pratica tutte le mie abilità come killer. Avrei imparato a cucinare o forse sarei stata ugualmente trasformata ma sarei stata una brava mogliettina.

Provo nostalgia per qualcosa che non c’è mai stato.

-Con me non sarebbe mai al sicuro…-mormorai chiudendo la porta.

Quella volta fu l’ultima. Non rividi più Alice anche se sapevo che in alcune questioni che sentivo al telegiornale la mattina c’era di sicuro il suo zampino.

A volte mi mancano ma so che alla fine andrà tutto bene.

 

[*] Tratta dalla canzone di Leona Lewis, “Better in time”

Traduzione:

“Tutto andrà meglio con il tempo
Anche se ti amo davvero
Sorriderò perché me lo merito
Tutto andrà meglio con il tempo”

 

Ciao! lo so che il capitolo non è lunghissimo ma mi serviva un capitolo di transizione. Ho ripreso tramite la memoria di Bella gli ultimi istanti della sua "precedente vita" come killer soprattutto mi sono concentrata sul momento in cui ha lasciato indietro anche Edward benchè aspettasse una figlia da lui. Spero di non avervi annoiato! Vi ringazio enormemente per il sostegno che mi state dando attraverso i commenti e le e-mail! Ho già visto che i sostenitori di "Codice: Twilight" hanno già messo tra le loro preferite anche questa storia! un bacio a tutti vale

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Capitolo 3
*** Scuola militare ***


PRIGIONIERA

Cerco di non pensare mai al passato.

Intanto lui cresce dietro le spalle e nessuno può prevedere quando prima o poi colpirà.
Io comunque serbo nel mio cuore la speranza che quel momento non arrivi mai.
Tremo pensando alle conseguenze quando mi trovo da sola, a riflettere.

 

Avevo seguito il mio obbiettivo per tutto il tempo. Tutta la giornata.

Apro dolcemente la porta sul retro di un vecchio e sporco palazzo. Una schifezza insomma. Meno male che avevo messo i guanti per paura di dover compiere la missione a mani nude.

Entro nel corridoio poco illuminato. Le pareti sono grigie e verdi naturalmente sporcate dagli anni. Credo che nessuno si sia mai preso la briga di mettere a posto questo posto.

Mentre lo percorro mi guardo intorno. Una specie di barbone barcolla proprio davanti alla porta coperta da vecchi graffiti.

L’uomo cadde per terra lamentandosi. La bottiglia di wisky cadde a terra rovinosamente lasciando tutto il suo contenuto sulla moquette del corridoio, unendosi così a mille e altri liquidi impregnati su di esso.

Riesco a stento a trattenere un conato di vomito. Guardo indietro e vedo il mio compagno. La mia ancora di salvezza in questa missione, Jacob.

Lui è solo un ragazzo. Un ragazzo incredibilmente dotato aggiungerei.
Venne scoperto all’età di appena 15 anni.
Trascinato in questo mondo troppo presto ma questo non ha fatto altro che migliorare le sue innate capacità.

Mi assomiglia molto.
Glaciale come lo ero io.
Sarebbe stato un perfetto killer se solo ne avesse avuto la possibilità di entrare in qualche organizzazione. Sicuramente il suo talento era praticamente sprecato. Lavorare per questa sottospecie di governo. Bleah!

Era molto più divertente poter crearsi da soli determinate regole.

Il ragazzo ha soli 22 anni eppure è già alle mie costole. Ho affinato io le sue capacità e sono orgogliosa di prendermene tutto il merito.

Guardo per un secondo dietro di me e mi scontro con i suoi occhi scuri.

Sembra sempre che debba sapere qualcosa in più. Certe volte fa quasi innervosire ma dopo che compie i suoi miracolosi interventi nella missione finisco sempre per dimenticare tutto.

Allargo le gambe ed estraggo dalla fondina nell’interno coscia la mia pistola. La mia infallibile pistola, qualcosa che mi sono portata dalla mia vecchia vita. Almeno lei non mi abbandona mai.

Bussai piano alla porta ma sapevo già che sarebbe sgattaiolato fuori.
In una frazione di secondo sento i vetri di una finestra infrangersi. Il bastardo è scappato fuori dalla finestra.

Jacob mi precede e sfonda la porta con un calcio deciso e ben piantato.

Entro quando sento una mia ciocca di capelli muoversi e il rumore inconfondibile che accompagna oramai ogni mia singola missione. Capisco immediatamente che una pallottola mi ha appena sfiorato. Un centimetro in più e quelli a terra non sarebbero stati più capelli castani ma il mio sangue mischiandosi nuovamente con i liquidi presenti in quella moquette.

Guardai con orrore e disprezzo verso il corridoio. Quell’essere infame. Credevo che fosse un barbone o semplicemente un ubriacone da quattro soldi.

L’uomo si era alzato in piedi brandendo una pistola relativamente piccola. Talmente piccola da passare inosservata ai nostri occhi indagatori.

Jacob anche questa volta mi ha preceduto. Disteso a terra per schivare il colpo, mira con precisione e colpisce l’uomo precisamente al centro della rugosa fronte.

Mi lancio nell’appartamento e mi butto letteralmente giù dalla finestra.

Corro e le mie gambe dopo un po’ vanno da sole. Non sento più la fatica come un tempo.

Arrivo nel viottolo dove il bastardo si è rifugiato, il suo cuore batte furioso. E' impossibile non sentirlo.

Sparo una pallottola proprio vicino ai suoi piedi e lui smette di correre.
Alza le braccia e si volta. Io sogghigno ma so che non è finita.

Guardo la scena a rallentatore. Lo vedo brandire la sua pistola nella fondina coperta dalla sua squallida giacca di pelle marrone.
Ma io sono più veloce prendendolo velocemente per il collo e sollevandolo da terra.
Gli mordo la mano nutrendomi del suo schifoso sangue mentre lascia cadere a terra la pistola tenendosi la mano sinistra al collo per cercare aria che ora gli sto negando con la mia stretta.
Soddisfatta dal pasto lo lascio cadere sull'asfalto ruvido pulendomi la bocca dal suo sporco sangue.
-Allora? Vogliamo continuare così per tutta la notte?- gli chiedo mentre l’uomo si inginocchia davanti a me privato dalle energie.

-Ti prego…lasciami andare. Farò tutto quello che vuoi ma non portarmi da loro…-mi supplica mentre gli scendono le lacrime.

Che schifo. Supplicare.

Non lo farei mai...
Che razza di uomo è?
Lo prendo per la collottola del cappotto e sento i freni stridere all’imbocco del viottolo.
Una macchina nera con i vetri oscurati mi punta i fanali addosso. Faccio un cenno e subito si abbassano.

Trascino il verme fin dentro il sedile posteriore lasciando che i due uomini vestiti di nero lo portino dai capi.
Non so cosa vogliono da un essere del genere.

 

Il mio cellulare squilla. Jacob alla guida mi lancia una breve occhiata.

-Pronto?-rispondo.

-Mi scusi se la disturbo signora Swan ma qua in presidenza c’è di nuovo sua figlia. Vorrei chiederle di raggiungerci appena le sarà possibile…-mi dice mentre la mia pazienza sta per esaurire.

-Mi spiace ma in questo momento sono all’estero.- le rispondo tamburellando con le dite il mio ginocchio spazientita.
È sempre la stessa storia.

-Allora mi dispiace comunicarlo per telefono ma devo proprio dirle che sua figlia non è più ben accetta in questa scuola. Il Consiglio studentesco si riserva sempre la possibilità di espellere uno studente anche a metà dell’anno.- dice la preside con tono austero.

Appoggio la testa sul finestrino. Un’altra volta.

-Benissimo…-rispondo facendo terminare la chiamata.

 

-Ci sono problemi?- mi chiede Jake svoltando verso una strada dove avverrà il cambio di macchina per andare in aeroporto.

-Mia figlia. È stata buttata fuori un’altra volta dalla scuola…-gli rispondo sbuffando. Lui sorride visibilmente divertito.

-Cosa c’è?-gli chiedo infastidita.

-Ha preso senz’altro da te. Ne sono sicuro. -mi risponde senza smettere di sorridere.

-Purtroppo…-rispondo pensando a quanto mi assomigli da questo lato.

Non può stare senza un istruzione decente. Era una delle migliori scuole e ormai iniziano a scarseggiare. Deve darsi una calmata. Imparare la vera disciplina. Quella ferrea.

Un lampo di luce rischiara i miei pensieri facendomi sogghignare.

 

Entro in casa correndo direttamente verso la sua camera.
Apro la sua porta e la vedo seduta sul letto ad ascoltare l’i-pod. Senza degnarla nemmeno di uno sguardo prendo la valigia e la butto sul divanetto della sua camera. Mi avvicino all’armadio e incomincio a riempirla dei suoi vestiti.
Diciamo quelli più “adatti” per dove la mando.

-Cosa stai facendo?- mi chiede con tono preoccupato.

-Visto che non riesco ad insegnarti un po’ di disciplina sono obbligata a mandarti in un posto dove te la insegneranno veramente. Da lì non puoi scappare. -gli spiego chiudendole la valigia.

Marcus entra nella stanza e prende la valigia.

-Dove pensi di mandarmi? In un collegio?-mi chiede inviperita.

-No…peggio. Un’accademia militare.- le rispondo incrociando le braccia. Mica le posso dire che in realtà è una sottodivisione del mio dipartimento dove reclutano giovani per poi farli entrare nel mio gruppo.

-Perché tu pensi che ci vado?- mi chiede sfidandomi.

Schiocco le dita. È abbastanza da far intervenire due uomini muscolosi. La prendono di forza e la portano in macchina. Avevo previsto che avrebbe fatto resistenza.

Scendo lentamente i gradini. Fuori piove. Vicino alla macchina un uomo incappucciato. Non vedo il suo volto ma so già di chi si tratta. Vedo solo le sue labbra che si increspano in un sorriso.

Mia figlia mi guarda sconcertata. Come se non credesse che l’avrei fatto veramente.

Jacob si avvicina ridendo.

-Sei terribile. Perfino con tua figlia…- mi sussurra mentre vediamo partire la macchina insieme a gran velocità.
Penso che già non la sopportino più.

-Doveva capirlo prima…comunque se sei qui è perché volevo chiederti di prenderti cura di lei. Non la dovrai aiutare in nessun modo ma sai bene che non posso mostrarmi se c’è anche lei così ho deciso di farti prendere le mie redini su quel distretto ma ogni giorno dovrai farmi rapporto. Ci siamo capiti?- gli dico mentre ormai la macchina è solo un puntino nero nel lungo viale che la porterà a campo base.

Jake annuisce.

-Perfetto. Mi raccomando niente trattamenti particolari. Nessuno sa il mio cognome. Per tutti rimango Fawn e così deve restare.- gli dico.

Mi volto verso la mia domestica. Una santa donna aggiungerei visto che è riuscita a resistere fino adesso.

-Per un po’ non ci avrai più tra i piedi tanto spesso. Prenditi pure un po’ di ferie…-le dico mentre prendo il cappotto ed esco fuori.

 

-Dove andiamo questa volta?- mi chiede Jacob prendendo posto al volante.
-A spiare…-gli dico sorridendo.

-Chi?-mi chiede incuriosito.

-Stanotte una squadra farà irruzione nel loro campo di addestramento. Non mi voglio perdere la scena. Immagino già come reagirà.- gli dico pensando a Reneesme incazzata nera in mezzo a un fottuto bosco di notte al freddo.

-Non dovresti sottovalutarla così tanto…dopotutto è sempre tua figlia.- mi risponde.

 

Ciao! Ecco il terzo capitolo! Piaciuto?!?! adesso entriamo di più nel vivo della storia! Sono veramente contenta di aver ritrovato in parte i lettori di "Codice: Twilight". Finalmente sono riuscita a presentarvi la new entry della storia...Jacob. Come poteva mancare lui?

Vi ringrazio enormemente per il supporto che mi state dando in questa storia! un bacione a tutti quanti vale

 

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Capitolo 4
*** Complicazioni... ***


PRIGIONIERA

Sono le tre di notte e da mezz’ora è iniziata l’operazione “Fuori tutti”.

I Major della mia squadra hanno buttato giù dal letto le matricole e stanno praticamente testando le loro potenzialità.

Una specie di caccia al topo dove i topi sono i nuovi arrivati.

Chi resiste fino all’alba è dentro.

Io e Jacob siamo appostati su un albero. La pioggia non cessa e saremmo zuppi se non fosse per la mia tuta e per l’impermeabile di Jacob. Non che per me faccia qualche differenza, potrei restare così decenni senza soffrire il freddo...è una delle piccole bellezze di essere un vampiro.

Jake guarda i candidati seduto su un ramo del mio stesso albero con le gambe a penzoloni.
Nessuno si accorge della nostra presenza.

Tre ragazzi hanno fatto gruppo e stanno venendo dalla nostra parte. Non hanno capito che questo non è un lavoro di squadra. Qui devono sopravvivere i migliori e per sopravvivere devi essere solo.
Nessun peso.
Nessuno da aiutare.
Solo te stesso.

Un major avanza nella boscaglia senza fare il minimo rumore. I tre ragazzi sono in allerta ma non serve a niente, sono fritti.

I ragazzi stramazzano a terra uno ad uno.

Sollevo gli occhi al cielo. Chissà se Reneesme è stata catturata.

-Io non mi preoccuperei se fossi al tuo posto…-mormora Jake visibilmente annoiato.

-Perché? È solo una liceale  e quelli che hai visto la in fondo erano delle promesse dell’esercito. Ti sembra che possa avere qualche speranza?-gli dico enfatizzando l’assurdità.

-Reneesme è la figlia della leggendaria Fawn…è poi non è una semplice umana. E' mezza vampira come te, conterà pur qualcosa, no?-mormora Jacob come se la bravura di mia figlia fosse una cosa ovvia.

-E’ anche figlia di….-mormoro ma non riesco a terminare la frase, non riesco a pronunciare nemmeno il suo nome.

-Ho sentito che è in città…-sussurra Jake quasi per paura della mia reazione. Infatti non mi guarda ma sento il suo cuore accellerare per l'agitazione. Lo sa che non è un buon discorso.

Dei rumori ci fanno destare dal continuare questa conversazione.

Finalmente ottengo quello che volevo. Vedo spuntare Reneesme poco lontano da dove ci troviamo noi.

-Che fai? Non vai?-mi chiede indicandola.

Afferro la maschera che mi porge Jake. È abbastanza grande da coprirmi completamente il volto.

Con un salto preciso atterro in una zona morta. Reneesme sta avanzando proprio verso di me inconsapevole ancora della mia presenza.

Mi supera senza notarmi.

Appena sono dietro le sue spalle si volta e inizia ad attaccarmi. Anche pesantemente.

Mi chiedo dove abbia imparato certe cose.

Mi limito a difendermi guardando fino a che punto riesce a resistere e cercando di ridurre al massimo i miei istinti predatori.

Dietro di lei ad una decina di metri vedo un major avvicinarsi per aiutarmi.

Prendo il braccio di Reneesme e la butto a terra sulla schiena mentre con il mio stivale la tengo bloccata al terreno.

-Bastardi! Me la pagherete tutti….-urla cercando di liberarsi.

-Ottimo lavoro…-mi dice il major. Ci vuole poco prima che mi riconosca.

-Non pensavo che foste qua…-mormora in tono di scusa chinandosi leggermente.

-Riprendi i tuoi compiti…-gli rispondo camuffando la voce per impedire a mia figlia di riconoscermi.

-Avverto la squadra di buttarla fuori.- mi dice mentre cerca di azionare il suo comunicatore.

Jake salta giù dal suo ramo appena in tempo per bloccargli la mano. Si è incappucciato per non essere riconosciuto nemmeno lui anche se non so a cosa serve visto che Reneesme non l'ha mai visto.

-Non credo che sia questo quello che vuole.- gli dice stritolandogli il polso con la sua innata forza.

-E’ dentro. Ha retto bene contro di me.- dico camuffando sempre la mia voce.

-Sono solo le quattro. Che ne facciamo di lei adesso?-mi chiede il major.

-Wolf portala a correre un po’. Le farà bene…-dico rivolgendomi a Jacob mentre tolgo il mio piede dal corpo di Reneesme.

Jacob sbuffa togliendosi l’impermeabile e restando in tuta rivelando finalmente il suo volto.

-Muoviti…-dice a mia figlia che controvoglia si tira su in piedi.

-Con te ho un conto in sospeso…-mi dice voltandosi lanciandomi uno sguardo di puro odio.

Li guardo correre via insieme mentre Major da l’ordine a tutti gli altri di lasciarli passare.

Tolgo la maschera e la infilo nella tasca e raccolgo l’impermeabile lasciato da Jake.

-Ora è nelle tue mani…-mormoro guardando le due figure sparire nell’oscurità correndo a ritmo sostenuto.

 

 

È da una settimana che non ho notizie di mia figlia.

Non vedo Jake da così tanto tempo che mi sembra quasi di aver perso una parte di me.

Quella parte fin troppo razionale di me che ogni tanto mi ricorda quello che sono stata e quello che sono per tutte le altre persone che mi circondano.

Dopotutto lui era il mio patner nelle missioni. Era la persona su cui potevo fare affidamento ed è per questo che gli ho lasciato in custodia mia figlia. Non potrò essere con lei adesso ma sono sicura che è in ottime mani benché Jacob sia un po’ altezzoso ed estremamente intelligente per l’età che ha.

Ma nemmeno lui può proteggerla da loro.

 

Batto le mani violentemente contro la scrivania del mio superiore.

-Come sarebbe a dire che la manderete in missione?- urlo mentre gli strappo dei fogli dalle mani.

-Si è rivelata molto più in gamba di quanto mi aspettassi. Ma dopotutto è tua figlia, no? Ha un talento naturale…-mi risponde seccato.

-Lei non deve essere immischiata in queste cose! Non ve l'ho portata per questo motivo!-

-Ma l'hai portata da noi... Adesso la useremo come più meglio ci aggrada e ricordati che anche tu sei sotto il controllo di questo dipartimento.- mi risponde mentre torna in possesso delle sue carte.

-Allora io sceglierò l’agente di sostegno!- esclamo non accettando un no come risposta.

-E sia. Fai quello che vuoi…-mi risponde stufo di avermi tra i piedi.

 

 -Cosa? Non faccio più la balia da un sacco di tempo!- mi risponde Jake alzando la testa dal palmare.

-Piantala di fare il marmocchio! E se le succede qualcosa ti uccido con le mie mani!- gli rispondo mentre vado verso la macchina.

-Non c’è qualcun altro che se ne può occupare?-chiede cercando di arrampicarsi sugli specchi.

-No. Tu sei quello meglio addestrato da me e so che non mi deluderai…-gli rispondo salendo in macchina terminando la conversazione.

Sfreccio per la città cercando di arrivare a casa ad un orario decente.

Il semaforo mi blocca e i miei occhi cadono su qualcosa che non avrei mai voluto vedere.

Dall’altra parte della strada vedo Edward che aiuta a scendere dalla limousine "la sua nuova fidanzata".
È quella che ho visto in televisione.

Una stretta al cuore mi fa boccheggiare in cerca d'aria sebbene non ne abbia seriamente bisogno.

Quasi mi ero dimenticata di questa sensazione.

Sbuffo sonoramente e per un attimo lui alza la testa nella mia direzione.

Un istante. Pochi secondi.

Uno sguardo. Occhi che si specchiano nei miei occhi. Quegli occhi che non ho più visto da così tanto tempo hanno ancora lo stesso effetto.

Forse è perché non sono più riuscita ad innamorarmi di qualcuno dopo che me ne sono andata via da lui.
Sono scappata e se tornassi indietro farei esattamente la stessa cosa.

Poi il semaforo diventa verde e io torno solitaria a casa.

Lo sapevo...
E’ arrivato il tempo in cui il passato ti pugnala alle spalle.

 

Appena inserisco la chiave nella porta sento un odore fin troppo familiare.

Mi volto sorpresa e ancora una volta incontro gli occhi di chi per me una volta era così vicino a me che spesso gli affidavo la mia vita nelle missioni più pericolose.

-Cosa ci fai qui?- le chiedo osservandola.

-Ho pensato di venirti a trovare…ho degli affari qui. Sta tranquilla. Non vogliamo niente da te.- mi dice venendo fuori dall’ombra.

-Ah! Le altre ti salutano. Mi chiedono della bambina.- aggiunge sorridendomi bonariamente.

-Tutto bene ed è cresciuta adesso. -rispondo ricambiando il sorriso.

-Già. Ne è passato di tempo. Mi hanno riferito però che le brutte abitudini sono dure a morire…-mormora Emmet avvicinandosi.

-Non per mia scelta ovviamente. -esclamo mentre apro la porta di casa.

Il tempo di voltarmi ed è sparito.

Classico.

Mentre chiudo la porta rivolgo un ultimo sorriso al giardino dove so che ancora mi sta osservando.

 

˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜

 

Intanto Jake era arrivato nell’edificio dove facevano dormire i nuovi arrivati e tra di loro c’è Reneesme.
Il ragazzo sbuffando entrò nella stanza dove dormiva placidamente.

Con una strattonata decisa riuscì a buttarla giù dal letto facendola cadere a faccia in giù.

-Ma sei impazzito!- urlò cercando di alzarsi in piedi il più velocemente possibile.

-Vieni con me. Devi prepararti…-mormorò Jacob mentre apriva la porta.

-Io non vengo proprio da nessuna parte se non mi dici cosa sta succedendo!-disse sprezzante Reneesme incrociando le braccia al petto.

-Devi andare in missione…muoviti…-mormorò nuovamente Jake cercando di trattenere la sua indole per non trattarla come se fosse una come gli altri.

Se non fosse stata la figlia di Bella…

-Mia madre lo sa quello che mi state facendo?- urlò prima che Jacob potesse chiudere la porta.

-Oh certo. Sa tutto….- le rispose ironicamente lasciando la ragazza sola nella stanza a prepararsi.

Il cellulare di Jake vibrò pochi secondi prima che il ragazzo rispose.

-Linea sicura. Operatore 3564Z.- disse una voce metallica.

-Partiamo tra un’ora.-disse interrompendo poi immediatamente la chiamata.

 

-Con chi stavi parlando?-

La voce di Reneesme tuonò nel corridoio.

-Non sono affari tuoi marmocchia…-rispose Jake seccato senza nemmeno rivolgerle uno sguardo.

I due poi si avviarono al centro di comando per prendere istruzioni.

 

˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜

 

-Tesoro ti senti bene? Sembra che hai visto un fantasma?- disse una donna guardando il volto del suo compagno.

Edward si riprese da quel trance in cui era entrato.
L’aveva vista.
Era lei.

Ne era sicuro.

-Edward dobbiamo entrare. Siamo troppo allo scoperto qui…-disse un agente di sicurezza.

-Certo…-mormorò Ed entrando nell’hotel.
"Era lei..."

 

 

 

Ciao! scusate ma per la mancanza di tempo non riesco a ringraziarvi singolarmente. Spero solo che il capitolo vi sia piaciuto! Ho fatto tornare Edward prima di quanto avessi programmato anche se il suo non è un ritorno in grande stile ma solo come una piccola apparizione nel capitolo.

Mi raccomando fatemi sapere se vi è piaciuto! BACIONI VALE

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Capitolo 5
*** Il ritorno di Rosalie ***


PRIGIONIERA

Reneesme:

 

Non ne posso più. E' una situazione intollerabile...se solo mia madre sapesse cosa mi fanno fare qua dentro mi richiamerebbe a casa in meno di un secondo.

-Ricordati che sei una giornalista per il Sunset Day.- mi ricorda Jake porgendomi un paio di occhiali quadrati.

-Lo so…lo so.- gli ripeto sbuffando.

-Ragazzina ricordati che se fallisci se la prenderanno con me. -dice mentre estrae il suo palmare dalla tasca interna della giacca.

-E tu chi dovresti essere?- gli dico squadrandolo.

-Un tuo assistente ovviamente…almeno non ci sarà attenzione su di me.-mi dice sorridendomi e alzando leggermente le sopracciglia.

-Ah…ora è tutto chiaro…assistente.- mormoro a bassa voce.

-Cosa?-

-Stavo scherzando!-gli dico dandogli una pacca sulla spalla per tranquillizzarlo. E' una roccia questo ragazzo.

-Non fare troppo la spiritosa. Limitati a prendere la sua impronta vocale e tramite questi occhiali potrai anche scannerizzare la sua retina.

-Possiamo andare adesso!?-

 

Prendiamo l’ascensore e arriviamo nel piano adibito allo staff del Senatore per un controllo. Dopo averci perseguiti ci lasciano libero accesso all’appartamento.

Fino adesso l’ho visto solo in televisione. Sarà strano vederlo di persona.

Con camminata sicura arriva davanti a noi.

-Piacere di conoscervi…-dice stringendoci le mani.

-Il piacere è nostro Signor Cullen.- dico sorridendogli.

E' leggermente scosso e il suo sguardo mi fa solo arrossire, mi sta squadrando ripetutamente dalla testa ai piedi quasi come se fosse incredulo.

Ci sediamo sul divano e incomincio a tirare fuori il registratore con le modifiche adeguate.

-Non le dispiace se registro vero?- gli chiedo sfoderando uno dei miei sorrisi migliori.

-Si figuri. Ha...ha un volto molto famigliare.-mi dice mentre sorseggia qualche liquido nel suo bicchiere. Dalle densità e dal colore giurerei che è sangue.

-Oh mio Dio!- stridula una donna lasciando cadere il bicchiere a terra.

Jacob mi lancia un’occhiata mantenendo un controllo ferreo.

La regola numero uno è quella proprio di essere il più invisibili possibile o comunque di non farsi notare. Per questo genere di cose è necessario.

-Ehm…la scusi. E' che...no lasci stare.-dice Cullen mordendosi l'interno guancia.

 

Stiamo per iniziare quando improvvisamente sentiamo degli spari di pistola.

Immediatamente due guardie si catapultano addosso a Cullen sfoderando le pistole mentre Jake mi trascina dietro il divano.

-Che cosa sta succedendo?- bisbiglio in modo che solo Jake mi possa sentire.

-Non ne ho la più pallida idea…-mormora mentre vedo che estrae una pistola dal suo giubotto.

-E quella?-gli chiedo sorpresa.

-Ne hai di cose da imparare…-mi dice mentre guarda la porta chiusa precedentemente.

I colpi e le urla si fanno sempre più vicine fino a quando non cessano.

Le due guardie davanti a Cullen iniziano a tremare leggermente e io mi chiedo perchè un vampiro centenario deve aver bisogno di queste protezioni. Non sono invicibili?

Per terra noto un taglia carte che è caduto dalla piccola scrivania mentre cercavano di spostare Cullen così lo prendo senza farmi notare nemmeno da Jake.

La porta si spalanca e compare una donna con i lunghi capelli biondi. I suoi occhi sono agghiaccianti...rossi.

Indossa una tuta nera aderente che mette in risalto le sue forme.

 

-Che barba…-dice la donna entrando dentro la stanza.

-Fermati o spariamo…-dice uno delle guardie.

-Fate pure…-dice sorridendo.

I colpi partono ma non riescono nemmeno a colpirla. Velocemente arriva da loro e gli uccide. Ora è di fronte a Cullen.

-Non abbiamo un conto in sospeso noi due? O sarebbe meglio dire tre? Quando tu sarai morto capirà che sono tornata per vendicarmi…-dice la donna prendendolo per il colletto.

-Sprechi il tuo tempo. È fuggita e di certo non tornerà per me…-risponde il senatore.

Ma di chi diavolo stanno parlando?

-Vedremo…anzi no ho sbagliato…vedrò se hai ragione…-dice mentre estrae una pistola che aveva tenuto sempre nascosta dietro la schiena e dai lunghi capelli.

Senza pensarci un attimo tiro il fermacarte che la colpisce solo di striscio perché riesce a spostarsi in fretta. Come se avesse percepito il pericolo.

Adesso entrambi mi guardano.
I suoi occhi diventano sempre più grandi, secondo dopo secondo mentre la sua bocca si apre in una O muta.

-Chi sei?-

-Il tuo peggior incubo!- sibilo alzando le braccia di Jake puntandole addosso la pistola.

-Cosa pensavi di fare con quella?-mi dice sprezzante mentre contemporaneamente butta a terra Cullen.

-Vogliamo proprio giocare?- mi dice alzando la sua.

-Se vuoi prendertela con qualcuno fallo con me!-
Il vocione ci fa guardare immediatamente la porta dove un uomo ben messo rimane in attesa.

-Emm…togliti dai piedi.- mormora.

-Non ti avevamo spedita all’altro mondo già tempo fa?-

-Oh…ci vuole ben altro per farmi fuori.-

-La polizia sta arrivando…vattene…-

Questa volta è un’altra ragazza a parlare con i capelli corti e neri

-Alice…ci sei anche tu…-dice la donna guardando la nuova arrivata.

 

La killer arretra lentamente verso la finestra.

-Ci rivedremo molto presto…e dite a Fawn di stare in guardia.-

Detto questa rompe il vetro della finestra e si butta giù.

I due corrono verso la finestra e per un attimo ho pensato che anche loro si sarebbero buttati per seguirla ma non avviene niente di tutto questo.

-E’ sparita un’altra volta…-mormora la ragazza con i capelli neri.

-Jasper non ne sarà contento…-risponde la donna chiamata Alice.

 

 

-Perché siete qui?- chiede il Senatore alzandosi in piedi.

-Bel ringraziamento per averti salvato la vita….-

-Non era morta?- chiede il Senatore slacciandosi la cravatta.

-Non so come sia possibile…Sono stata proprio io davanti a B...-risponde Alice incredula mettendosi una mano sulla bocca per fermarsi.

-Sapete dov’è? Io l’ho vista…sono sicuro che era lei…-dice Cullen mentre i due si scambiano un’occhiata d'intesa.

-Lo sai che non possiamo dirti niente. È una faccenda tra te e lei…-risponde la donna con i capelli corti.

-Pensavo che l’avessi dimenticata. Ti ho visto al telegiornale con quella donna…-dice Emm incrociando le braccia al petto.

Cullen non risponde.

-Non l’hai mai cercata!- sbotta la piccoletta.

-Alice calmati…-dice Emm.

Ancora una volta Cullen rimane in silenzio abbassando lo sguardo a quelle accuse.

-Chi sono loro?- chiede Emm a Cullen notando per la prima volta la nostra presenza nella stanza.

-Giornalisti…- gli risponde sussurrando.

-Quanto volete per stare zitti su quello che avete visto?- chiede avvicinandosi con un mazzo di soldi in mano.

-Niente…-dice Jake intervenendo per la prima volta nella conversazione.

-Sicuri?- ripete il senatore squadrandoci.

Jake annuisce.

-Se vedo questa storia nei giornali o in televisione vi giuro che vi ammazzo…-dice Emm avvicinandosi a noi due.

La piccoletta lo prende per un braccio e fa un breve cenno verso di me.

-Oh dio santo ma è...-

 

 

˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜

 BELLA:

 

-Ok. So che non te ne dovrei parlare ma ti devo dire una cosa riguardo ad una missione.- mi dice Jake affiancandosi a me nel corridoio della base.

-Lo sai che ci sono delle regole. Se non sono coinvolta non me ne devi parlare…-gli rispondo continuando ad esaminare le mie carte mentre mi dirigo nell’ufficio del capo.

-Ma…-

-Ho detto no Jake…- dico entrando nell’ufficio e lasciandolo nel corridoio.

 

-Fawn che piacere vederti!- mi dice il capo della sezione.

-Immagino…-mormoro mentre mi siedo davanti alla sua scrivania.

-Bene. Arriviamo subito ai fatti…-mi dice incrociando le sue paffute dita.

-Nella missione in cui era coinvolta tua figlia c’è stata una fuga di informazioni.- mi spiega con tono tranquillo.

-Stai accusando mia figlia di fare il doppio gioco?-chiedo battendo le mani sulla scrivania.

-Sapendo il tuo passato non mi stupirei…-dice alzandosi nel frattempo anche lui.

-Come osate? Mi avete tirato dentro in questa faccenda e adesso mi accusate pure?-

-Sono state inviate due copie. Una al nostro database e una in un altro che stiamo cercando di rintracciare. Se vengo a sapere che tua figlia è coinvolta…-

Non fa in tempo a finire la frase che esco dalla stanza.

Jake è già fuori che mi aspetta.

 

-Adesso vuoi sapere?-mi chiede staccandosi dal muro.

 

 

Il ragazzo mi dice ogni cosa. Su Alice, Emmet, Edward e Rosalie.

Ho paura.

Capisco che non sono più al sicuro. Lei mi sta cercando e non oso pensare a cosa farebbe se sapesse che ho una figlia.

Poi un altro pensiero affolla la mia mente.
Edward ha incontrato per la prima volta sua figlia e non lo sapeva. Reneesme ha incontrato suo padre.

Una stretta al cuore.

Le ho sempre negato la figura paterna. Non so se ho fatto bene ma in quel momento pensavo che fosse la cosa più giusta da fare.

E' così uguale a lui. Ha capito? l'ha riconosciuta?

 

-Lo vuoi vedere?- mi chiede Jake in un sussurro che posso sentire solo io.

-No. Gli avevo già stravolto la vita una volta. Non posso fargli la stessa cosa adesso. In un punto così importante per la vita serena dei vampiri…-gli rispondo.

 

-Comunque ti stanno cercando. Soprattutto Rosalie e presto ti troverà. Non puoi fare affidamento su di loro. Questi vampiri non ci penserebbero due volte a farti uccidere per la loro pace.- dice Jake mentre insieme percorriamo i corridoi.

-Jacob qui siamo tra i buoni. Ho allenato centinai di ragazzi che stanno facendo il loro dovere. Non come ho fatto io alla loro età che uccidevo solo perché qualcuno aveva calpestato i piedi al capo. -gli spiego.

-Ne sei certa?-

-Cosa vuoi dire? Ho sempre fatto il mio lavoro…-

-No. Intendevo se ne sei certa che stai dalla parte giusta? -mi dice Jake.

-Sono stata per troppi anni dalla parte sbagliata…-gli rispondo ripensando al mio passato da killer.

-Penso che niente sia cambiato da allora…solo il tuo ruolo ma la parte per cui lavori credo che sia la stessa. Se non peggio. -mi dice mentre io mi blocco all’improvviso in mezzo al corridoio.

-Cosa stai cercando di dirmi Jake?- gli chiedo squadrandolo.

-Non qui. Parliamone fuori….-

 

 

Mmmm....
Vediamo...mi hanno chiesto se sarà a lieto fine, beh, la verità è che non lo so nemmeno io! =P
Per quanto riguarda Jake per adesso è un semplice umano...per adesso...quanto sono sadica! mamma mia! ma prima o poi verrà fuori la sua vera natura e li ci sarà da ridere! così si spiega anche perchè non è successo ancora l'imprinting.

Edward come avete visto è tornato ed è rimasto abbastanza scombussolato visto che si è trovato la sua esatta coppia davanti.

Muahaha...a volte vorrei poter fare un film sulle mie storie così vedreste come mi immagino le scene e in quella la faccia di Edward era proprio buffa!
Ora vi lascio e presto (prestissimo) ci sarà il prossimo capitolo!
Bacioni

 

 

 

 

 


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Capitolo 6
*** Inganno ***


PRIGIONIERA

BELLA:

 

Usciamo a prendere un caffè per non destare sospetti. Il bar è piccolo ma ben arredato...purtroppo la bellezza del posto viene offuscata dalle parole che Jake sta dicendo in questo preciso momento. Parole che non avrei mai più voluto sentire.

-Mi spiace Bella ma questa è la verità. –mi dice Jacob girando il suo caffè.

-Che garanzie ho di quello che mi stai dicendo?-chiedo cercando nella sua inflessione un minimo di menzogna.

-Nessuna.- mi risponde guardandomi negli occhi capendo il mio obbiettivo.

-Bene ma ti posso dire soltanto una cosa...se non collaborerai con noi ti daremo la caccia finchè di te non rimarrà polvere. Stiamo per far saltare questa base operativa con tutti i suoi maggiori esponenti e tu ne fai parte ma sei estranea a quello che si cela veramente sotto quindi hai la scelta...collabora e ti risparmieremo la vita.- mi spiega mentre i miei pensieri vanno automaticamente a mia figlia.

-E Reneesme?-

-Lavorando con lei ho capito che anche lei è estranea ai fatti. Anche lei può essere salvata...se tu collaborerai.- mi spiega alzandosi dalla sedia del bar.  

-Cosa devo fare?-

-Avrai mezzi e fondi illimitati. Sarai a capo della squadra di agenti a noi fedeli...- mi dice dandomi un biglietto da visita bianco con impresso solo un numero di telefono.

-Quando sarai pronta telefona a questo numero.-

-Come la metto con il mio vero lavoro?-

-Non ti preoccupare. Continua pure le tue missioni, noi intercetteremo tutti i dati che ricavi da ognuna e cercheremo di salvare ogni obbiettivo che il comando vuole eliminare. Intanto elaboreremo un piano. -mi spiega mentre indossa il suo giubbotto ed esce dal bar senza aggiungere anche solo una parola.

Ancora una volta sono stata ingannata, senza che me ne rendessi conto. Pensavo di essere dalla parte del giusto almeno questa volta ma sono stata cieca e adesso per la seconda volta pago le conseguenze delle mie abilità...della mia vita precendente.
Ogni scelta della vita porta irrimediabilmente a decidere parte del nostro futuro senza che noi possiamo in qualche modo cambiare o cancellare gli errori del passato incisi nella pietra.
Anche da vampira non posso cancellare i ricordi della mia vita passata e adesso, per la mia inesperienza come madre...ho permesso che anche mia figlia venisse coinvolta in un mondo totalmente a lei estraneo.
Sono una pessima madre...

Un pessimo esempio.

Reneesme non si meritava questa vita. Forse, Edward sarebbe stato un genitore migliore di me.

Rigiro il biglietto tra le mani cercando una qualche scappatoia...

Devo scappare, almeno tentare. Cercare rifugio dalle uniche persone che sono state la mia famiglia in passato.

Alice aveva previsto questo?
Mi controlla ancora tramite le sue visioni?

Apro la porta di casa trovando Reneesme seduta sui gradini delle scale di casa.

Non faccio nemmeno in tempo a salutarla che subito il telefono di casa squilla.

-Fuori in 30 secondi….-

Lascio cadere la cornetta dalle mie mani e afferro immediatamente la mano di mia figlia trascinandola fuori di casa dalla porta sul retro. In quei secondi rivivo come un flashback la mia vita umana...

Appena usciamo la casa scoppia. Con il mio corpo cerco di fare da scudo per Reneesme che si stringe ancora di più a me lasciandomi intravedere tutto il suo terrore ma sono pochi secondi. Tegole, assi di legno e mattoni si schiantano contro il mio corpo ormai duro come una roccia.
I sensi da vampiro si assottigliano appena percepisco il pericolo del fuoco troppo vicino a me.
Ora la nostra casa, il nostro rifugio...sta bruciando. Poteva diventare la nostra tomba...

Quella voce era di Alice...ne sono certa.

Il rumore di un elicottero ci distrae dalla casa in fiamme ed esattamente sopra di noi si ferma buttando giù una scaletta.

-Mamma! Cosa sta succedendo?- chiede mia figlia guardandomi spaventata.

-Sali…-le rispondo tenendole ferma la scaletta spostata dal vento causato dalle pale dell’elicottero.

-Mamma…-

-HO DETTO SALI!- urlo sentendo delle sirene avvicinarsi.

 

 

Senza aspettare di averci all’interno dell’elicottero il pilota si muove così saliamo la scaletta mentre vola sopra la nostra città.

Trovo la mano di Emmett ad aiutarmi a salire.

-Chi sta pilotando?- chiedo notando che non c’è nessun altro tranne lui.

-Jazz da terra…- mi risponde mentre si rimette a sedere.

Reneesme mi guarda ma non riesce a spiccicare una parola, troppo scossa dagli eventi.

-Non sapevo che fosse tua figlia…- mormora indicandola.

-Lo so. L’ha vista solo Alice nelle sue visioni, no?- sorrido memore dei suoi poteri. Non mi sono dimenticata di loro, è impossibile farlo.

-Mamma…tu lo conosci?- mi chiede mentre scuote la testa da me ad Emmett.

-E’ un mio vecchio amico…-le rispondo mentre Emm le sorride sornione.

-Non credo. E' un assassino...- mormora.

-Carina la bimba…glielo dico io e glielo dici tu?- chiede Emm guardandomi.

Mi mordo il labbro inferiore. Non è ancora pronta...

-Mamma?-

-Beh…Emmett lavora per una multinazionale.- rispondo genericamente.

-Ah sì? Il suo ruolo prevede anche minacciare di morte dei giornalisti quindi?- ribatte come se si aspettasse una risposta del genere.

-Cucciola ma tu non sei una giornalista….-risponde divertito dalla situazione.

Reneesme rimane per un attimo spiazzata.

-Mi vuoi spiegare?- chiede di nuovo stavolta guardandomi dritta negli occhi.

-Tutto a suo tempo…ora dobbiamo andarcene da qui. Dov’è Alice?-

-Lo sai che non posso dirtelo. Ma se saprai muoverti bene sarà lei a trovarti. Come ha sempre fatto del resto…-mi risponde.

-Bene.- dico alzandomi per essere più vicina alla sua bocca.

-Mi senti? Portaci all’aeroporto più vicino…-dico coscente che dentro la sua bocca si trova il microfono capace di far sentire agli altri ogni sua conversazione o parola. Ride appena finisco di trasmettere il mio messaggio mentre sento che Reneesme si è come irrigidita al mio fianco...pochi secondi dopo cambiamo direzione.

-Mi serviranno dei documenti…-mormoro.

Annuisce facendomi l'occhiolino.

-Ci penso io…-mi risponde sorridendo.

 

 

Arriviamo all’aeroporto e troviamo un uomo con una busta in mano.

Apro il pacchetto e guardo il mio documento.

-Cathrina Zaghycha[*]. Perfetto.- mormoro.

Prendo il documento di Reneesme controllandone la qualità. Regolare come al solito...-

-Il jet vi aspetta.- mormora l’uomo facendosi sentire solo da Emmett e distrattamente da me.

-Perfetto. Ora è meglio che andate...il viaggio è lungo.-

-Lei mi troverà vero?- chiedo per aver una maggiore sicurezza.

-Con quel nome non passerei di certo inosservata.- risponde sorridendomi.

 

 

-Posso sapere qualcosa adesso?- mi chiede Reneesme salendo sul nostro jet privato.

-Cosa vuoi sapere?- le chiedo guardandola profondamente negli occhi.

-Tutto…-mormora.

-Non puoi….tu porgi delle domande e vediamo se posso rispondere.-

Ed è qui che inizia il mio interrogatorio...

-Ok. Che lavoro fai veramente?- mi chiede squadrandomi.

-Addestro delle reclute con capacità superiori alla media per una divisione militare del governo italiano.- rispondo come se fosse la cosa più semplice possibile.

-Lavori dove mi hai mandato?-

-Sì.-

-Jake sa di te?-

-Certo. È venuto anche lui a prenderti quel giorno.-

-Chi è veramente?-

-Il mio braccio destro. Addestrato attentamente da me è molto al di sopra della media ed è per questo che posso fidarmi ciecamente di lui.-

-Chi è quell'uomo?-

-Ho già risposto a questa domanda.-
-Dove l’hai incontrato?-

-A New York.-

-Mi avevi detto di non esserci mai stata…-

-Era per proteggerti.-

-Da cosa?-

-Dal mio passato.-

-Quale passato?-

-…-

-Chi è questa Alice?-

-Una mia cara amica.-

-E come ci può aiutare?-

-Lei sa tutto ed è a capo dell’organizzazione di cui io prima ne facevo parte.-

-Che tipo di organizzazione?-

-Criminale…-

-Tu cosa facevi?-

-Uccidevo.-

-Chi?-

-Ero una killer. Non mi importava chi. Erano solo ordini.-

-I nonni?-

-Viziati borghesi.-

-Sono vivi?-

-Sì.-

-Chi sono?-

-Gente altolocata, adesso si sono ritirati a Forks.-

-E mio padre?-

 Domanda che trafigge il mio cuore morto. Soprattutto dopo che sono venuta a sapere che si sono incontrati. 
-Perché non vuoi parlarmi di lui?-

-Ora basta. Devi dormire per recuperare il fuso orario.- dico mentre faccio spegnere le luci del corridoio.

-Prima o poi mi dovrai raccontare di lui…-mormora chiudendo gli occhi.

 

Ragazze...avevo scritto una pappardella ma ho perso tutto e ho dovuto anche riscrivere completamente il capitolo.

Ora sono esausta e mi concedo il lusso di rimandare i commenti personali al prossimo capitolo.
Mi dispiace un casino ma veramente dopo che ho perso tutto mi volevo sparare un colpo, era uscita una cosa carina e finalmente avevo risposto ai vostri commenti. U_U adesso piango.
Ci tenevo tantissimo cavolo!
Al prossimo capitolo.
Spero che questo vi sia piaciuto!
Bacioni

 

 


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Capitolo 7
*** Quando Alice ci mette lo zampino... ***


PRIGIONIERA

BELLA:

 

Atterriamo all’aeroporto di Los Angeles in orario.

Nella sala troviamo un uomo, accompagnato da una bellissima ragazza, che tiene un cartello con i nomi che ci hanno permesso di essere rintracciati da Alice. Mi avvicino decisa cercando di ricordare se l'ho già visto nel mio passato.

-Sei tu Serenity?- mi chiede la ragazza abbassando gli spessi occhiali neri per guardarmi meglio negli occhi.

-Sì. Ti ha mandato Alice?- le chiedo mentre ci dirigiamo alla limousine posta appena fuori dall’uscita.

L’uomo apre la portiera tenendo in mano un grosso ombrello evitando di esporre la mia pelle ai raggi del sole ed immediatamente i miei occhi si focalizzano su dei pantaloni di evidente taglio maschile.
Mi siedo accanto a lui mentre Reneesme e la ragazza di fronte a noi.

-Mi sei mancata…- mormora togliendosi gli occhiali da sole.

-Come hai fatto ad arrivare prima di lei?- gli chiedo mentre sorride amabilmente.

-Era troppo euforica in questi giorni…e non la sentivo così dal giorno in cui ha deciso di venirti a trovare.-mi risponde Jasper guardando mia figlia. Evidentemente gli ha raccontato di quando è nata Reneesme.

 

-Lei è Maria…- mi spiega Jasper indicando la ragazza seduta accanto a mia figlia.

-Mi porti da lei?- chiedo cambiando totalmente argomento.

-Non ancora ma sa che sei in città e tanto basta. Prima vuole incontrare lei...- mormora facendo un cenno verso Reneesme.

-Perché?- ribatto iniziando ad agitarmi. Cosa ha visto? perchè la vuole vedere prima ancora di vedere me?

-Non ne ho la più pallida idea…- mi risponde alzando le spalle.

-E io cosa dovrei fare?-

-Ti ha preparato una casa tutta per voi. Vai a darti una rinfrescata…ci incontreremo stasera per...cena diciamo. Non ti preoccupare…ci occuperemo noi di lei…- mi spiega mentre la macchina si ferma davanti ad una villa.

La portiera si apre mentre Jazz mi incita a scendere.

-Se le succede qualcosa sai che fine farete vero?- dico prima di sbattere la portiera.

 

Guardo la limousine andarsene ed entro in casa.

È completamente arredata e non le manca assolutamente niente. Nell’armadio ci sono migliaia di vestiti. Ha pensato proprio a tutto.

Ritorno all’ingresso quando una voce familiare mi chiama.

-Bella?-

 

 

˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜

 

 

RENEESME

 

 

 

-Che diavolo volete da me?- chiedo a Jazz bevendo del sangue da una coppa.

-Da parte mia non voglio assolutamente nulla da te. Per quanto riguarda Alice…non lo so ma è molto affezionata a tua madre. Credo che voglia sinceramente conoscerti.- mi risponde mentre l’auto si ferma su una strada colma di negozi importanti.

-Scendete…tu devi proteggerle da vicino. Avrai sostegno dal tuo gruppo in caso di pericolo.- spiega Jazz rivolgendosi a Maria. Immediatamente l'uomo che guidava segue Maria con l'ombrello, vampira come mia madre.

Tantissima gente percorre le strade inondandola di mormorii e sguardi accigliati quando vedono la scena.

-Reneesme!-

Mi volto verso la voce squillante che mi ha chiamato.

Una ragazzina della mia stessa età mi corre incontro a braccia aperte mentre dietro di lei il ragazzone che avevo visto in elicottero tiene una ventina di borse e scatole tra le mani.

-Sono così contenta di vederti!- mi dice questa donna presumibilmente Alice.

-Vero che sai chi sono? La mamma ti ha parlato di me?-

-A dir la verità no…- le rispondo e subito noto il suo sguardo incupirsi.

-E’ la solita! Ha cancellato anche me dalla sua vita! Speravo almeno di essere sulla sua lista nera!- dice Alice travolgendomi di parole.

-Hai voglia di bere qualcosa insieme?- mi chiede prendendomi sottobraccio trascinandomi dentro un bar.

 

-Caius sono io!- dice la donna quasi urlando mentre entriamo nel locale.

-Alice!- risponde un uomo dietro un bancone.

-Guarda chi ti porto!- dice la ragazzina mentre vengo squadrata da quest’uomo con le pupille rosse. Vampiro...

-Chi è?-

-Non assomiglia a qualcuno?- chiede Alice facendogli l’occhiolino.

-Oh santo cielo! Non mi dirai veramente che lei è…- dice l’uomo ma non fa in tempo a finire la frase.

-La figlia di Serenity!- dice eccitata Minako.

-Wow! Anche se non è proprio la prima persona che mi è venuta in mente….-
Immediatamente sento un gelo palpabile.

-Chi ti ricordo?-

Caius guarda Alice abbassando lo sguardo.

-No, mi sono sbagliato.-

Alice mi trascina verso un tavolo e poco distante da noi Maria si siede sul bancone tenendoci d'occhio.

-Speravo tanto di conoscerti!- dice sorridente. E' fin troppo entusiasta per i miei gusti.

-Perché?- le chiedo visto che io non ne vedo il motivo.

-Come perché? Sei la figlia di Bella…mamma mia se ne è passato di tempo dall’ultima volta che ti ho vista! Eri appena nata!- mi spiega guardandomi trasognata.

-Mia madre mi ha spiegato che sei una criminale…-dico guardandola negli occhi.

-Che brutta parola! Criminale…io preferisco donna d’affari!- mi spiega mentre le sue dita tamburellano sul tavolo del locale.

-E poi senti da chi viene la predica!- mormora sghignazzando.

-Da quanto conosci mia madre?- le chiedo. Voglio sapere e lei è il mezzo giusto.

-Da quando più o meno aveva diciott'anni.- risponde sorridendo.

-Immagino che tu non sappia molto su tua madre, vero?- mi chiede abbassando il tono di voce.

-Non la conosco…-mormoro abbassando lo sguardo.

-Credevi che fosse una di quelle mamme noiose?- mi chiede alzando il sopracciglio.

-Beh…mi aveva detto che lavorava in banca…-

-Sempre ladri sono. Tua madre ha avuto una vita intensa. L’ha vissuta appieno. Si è concessa tutto quello che poteva trarne. -mi spiega.

-Sembra che la conosci molto bene…allora dimmi…tu conosci mio padre?- le chiedo a bruciapelo.

Mi guarda un attimo sgranando gli occhi dorati.

-Tuo padre…-mormora accendendo una sigaretta e buttando fuori il fumo.

-Si può dire che conosco tuo padre. È lui che ha provocato tutto il trambusto dell’ultimo anno di Bella che ha passato con noi.- mi spiega abbassando gli occhi verso il bicchiere di quello che sembra succo di pomodoro ma che in realtà, dall'odore, capisco che è sangue.

-Perché?- le chiedo capendo che devo sfruttare questa occasione irripetibile.

-Lui era un nostro bersaglio. Dovevamo ucciderlo…era stata proprio lei a volere quella delicata missione ma ha fatto il grosso sbaglio di innamorarsi di lui anche se lei non lo ammetterà mai.- mi spiega mentre fa cadere la cenere.

-Mia mamma doveva ucciderlo?-

-Sì. Quando l’ha incontrato non sapeva che era lui l’obbiettivo e poi da li ha cercato di salvarlo in tutti i modi. È stato un anno pesante quello…-mi spiega sbuffando.

-Adesso lui è vivo?- le chiedo tremante.

-Ehm, sì...più o meno. Comunque sta molto bene.-mi risponde tirando ancora la sigaretta.

-Perché si sono lasciati allora?-

-Non si sono lasciati. Tua madre è scappata.- mi spiega spegnendo la sigaretta e facendo uscire dalle sue labbra l’ultima nuvola di fumo.

-Scappata? Perché?-

-Perché secondo lei gli sarebbe stata solo d’impiccio e poi aveva scoperto una cosa molto importante.- mi spiega incrociando le braccia la petto.

-Che cosa?-

-Che era incinta…-mormora mentre sul suo viso si dipinge un mezzo sorriso.

-E’ scappata per me. Devi dirmi assolutamente chi è mio padre!- dico battendo le mani sul tavolo del bar.

-Tua madre ti ha lasciato un forte indizio…-

-Quale indizio?-

-Nel tuo nome…-

 

 

˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜˜

 

 

-Bella…- 

-Cosa ci fai qui?- dico spalancando gli occhi.

Mi viene incontro e mi abbraccia. È solo un contatto di pochi secondi che io interrompo immediatamente. Fa troppo male.

-Ti prego…non fare così…-

-Cosa pretendi ancora da me?- gli chiedo alzando la voce allontanandomi velocemente tanto quanto la mia velocità vampiresca mi consente.  

Non mi dovevo fidare di Alice. Non dopo quello che aveva cercato di fare...

Mi sono dovuta trasferire in un’altra casa dopo che avevo scoperto che gli aveva dato il mio indirizzo.

A lui.

A lui che non sapeva niente.

A lui che non sa di essere padre.

A lui che non sa di aver incontrato sua figlia.

 

 

-Bella…-mormora ancora.

-Perché mi cerchi? non stai meglio senza di me?- dico sospirando quasi pregandolo di lasciarmi stare, di lasciarmi vivere.

-No. Non sto meglio…tu sei scappata e non ho mai smesso di amarti!-

-Cosa? Tu…tu mi amavi? Io credevo che fosse solo sesso…-dico trovando il mio vecchio coraggio che avevo davanti a lui.

Edward avanza prendendomi per le spalle.

-Ti ho amato dal primo momento in cui ti ho vista...-mi risponde.
Nonostante il mio nuovo status di vampiro, Edward riesce a farmi cedere ancora le ginocchia. E' ancora più bello di quanto ricordassi è questo, una volta per me, era praticamente impossibile.
-Pensavo fossi contento con la tua nuova fidanzata….-mormoro sedendomi sui gradini della scala che porta al piano superiore.

-Lo sai che per me non è niente…-mi risponde mentre con un passo avanza per accarezzarmi i capelli.

Si lascia cadere in avanti e mi blocca con il suo corpo sostenendosi con le mani.

-Che cosa vuoi da me?- gli dico mentre le nostre bocche sono vicine, troppo vicine.

-Voglio stare con te…-mormora mentre mi bacia una guancia dolcemente. Stavolta lo sento bruciare...non sento più il freddo del suo corpo. E' come se  nelle nostre vene ora scorresse solo lava...insieme siamo un'incendio capace di distruggere il Mondo.

-Non possiamo…ti ricordi che io ti dovevo uccidere? Non è giusto...- gli dico ma è come se non mi avesse sentito.

-Non mi interessa…-mormora slacciandomi un bottone della camicetta baciandomi il collo.

-Che cosa penserebbero i tuoi elettori di me?- gli dico mentre le sue labbra si spostano verso la mia bocca baciandone gli angoli.

-Siamo solo noi due…niente di più…ti ho desiderato così a lungo…-mormora con voce roca mentre i nostri corpi si modellano uno su misura dell'altro. Perfetti, esattamente come mi ricordavo. 

-Mamma?-
L'odore e il cuore di mia figlia mi soprendono all'ultimo momento. Sono così assuefatta di lei che ormai non riesco più a prevedere i suoi movimenti, avrei dovuto sentirla. Ora eviterei di essere mezza nuda sotto i suoi occhi sgranati. 

Dietro di lei Alice è sorridente, aveva previsto tutto.

Edward sposta il suo sguardo da me a Reneesme.

-Come sarebbe a dire “mamma”?-

 -Credo che avrete molto di cui parlare…- mormora Alice chiudendo la porta di casa.

 

 

Ciao!
Aggiornamenteo velocissimo. Il finale è stato molto bastardo...ve lo aspettavate? Di certo non è il miglior modo per sapere le cose. Alice come al solito ci mette il suo zampino dall'inizio fino alla fine. ^_^
Ora torno alla preparazione del mio esame!
Bacioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Imprevisti ***


PRIGIONIERA

Rimasi sconvolta, era come un tradimento.
Il volto di Reneesme esprimeva tutta la sorpresa che probabilmente era lo specchio del mio visto che era proprio l'ultima persona che volevo vedere in questo momento.
Alice è sorridente, rimane a pochi passi dietro di lei a godersi la scena, non proprio in prima fila ma è come se fosse una spettatrice tra gli attori.
L'ha fatto apposta, l'aveva previsto.
Dopo tutto quello che ho fatto per portarla lontano da loro ma sopratutto da lui, non posso crederci che ora si ritrova di fronte a suo padre un momento prima di...beh, meglio lasciare perdere.
Purtroppo il tempo non ha allontanato il senso di appartenenza che il mio corpo ha sempre sentito per Edward. Completamente in suo possesso.
Renesme mi lascia perdere iniziando a focalizzare la sua attenzione proprio su di lui.
«Papà?» mormora assottigliando le palpebre.
Impossibile negare la realtà, Reneesme era il mio eterno promemoria di lui ed ora, probabilmente per entrambi era come vedere sé stessi con un sesso diverso.
«Non ne essere tanto sicura ragazzina...»
La voce di Rosalie risuona come uno scocchio di una frusta. «No.» mormoro guardando Rosalie comparire dietro ad Alice che si limita ad appoggiarsi allo stipite della porta per permetterci di guardarla ma sopratutto per non essere troppo tradita dalla sua eccessiva sicurezza.
Istintivamente porto Reneesme dietro di me per farle da scudo ma Rose non sembra essere interessata al mio gesto.
«Non dovete interrompere questa sottospecie di riunione di famiglia per colpa mia.» sbotta visibilmente divertita dalla situazione. Supera Alice portandosi esattamente davanti a me.
Il suo corpo mi sovrasta, è molto più alta di me di quando mi ricordassi.
«Ci siamo già viste, vero?» chiede verso Reneesme tamburellando l'indice sulle sue labbra rosse.
Riesco a sentire il corpo di Reneesme tendersi come una corda di violino.
«C'eri anche tu in quella stanza!» esclama.
Inizio a tendere il mio potere fino ad avvolgerlo intorno a mia figlia, con mia grande sopresa però, la mia coscienza lo estende fino a Edward avvolgendolo.
«Piccina, non ti devi preoccupare di cosa potrebbe pensare tua madre. Non è che fosse uno stinco di santa!»
Ora la vorrei attaccare alla giugolare se solo fossi sicura che Reneesme fosse al sicuro da qualsiasi suo tentativo di ripicca. «Non ti affezionare troppo a quest'uomo. Potresti rimanerne delusa.» sibila dando delle brevi occhiate ad Edward che lentamente si è messo in posizione d'attacco.
«Tua madre si dava molto da fare...»
La mia mano scatta fino a schiaffeggiarla. Una minuscola crepa si forma sul suo viso di porcellana per ricrearsi immediatamente sotto il mio sguardo attento.
Praticamente mi ha dato della puttana davanti a mia figlia, ottimo. So cosa vuole fare ma non può instaurare il dubbio in qualcosa di così evidente. Mike non c'entra niente nel suo concepimento.
Edward vacilla sopraffatto.
Prima scopre di poter essere suo padre ed un attimo dopo Rose gli dice di non darlo per scontato.
«Dopotutto la madre è sempre certa, no? È il padre che...» dice facendo una smorfia con la bocca.
Edward sapeva che era solo il mio capo, non immagina la relazione che c'era tra di noi. Mi sarei vergognata a morte a raccontargli il mio passato.
Rosalie estrae improvvisamente il suo macete puntandolo dritto in gola a Reneesme. Guardo Alice che rimane tranquilla, le sue visioni ora mi stanno dando sui nervi.
«Mi fai schifo.» sibila mia figlia a denti stretti.
«Cos'hai detto? Ti potrei uccidere anche in questo istante...con un battito di ciglia. Da tua madre non hai preso il suo buon senso ma d'altronde, cosa si può pretendere da una persona che non sa nemmeno chi è suo padre!» la provoca ma sono io questa volta a bloccarla vedendo il macete premere di più sulla sua gola.
«Ora che hai fatto il tuo spettacolo. Vattene.» mormora Alice avvicinandosi fino a piegare la lama.
Rosalie è titubante. Non vuole far vedere che ancora una parte di lei è sotto il suo controllo; forse lo saremo per sempre ed è questo che la rende così acida e furiosa.
«Come vedi sei in netta minoranza. Ti consiglio di andartene.»
Rosalie lascia cadere il macete lungo il fianco, «Tra noi due non è ancora finita.» sibila guardandomi dritta negli occhi. Sparisce un attimo dopo.
Tiro un profondo respiro di sollievo, Reneesme sta bene. Siamo tutti però ancora tesi e l'atmosfera è ancora tesa come se lei fosse ancora qui con noi.
In pochi minuti la mia vita è stata stravolta. Completamente.
«Mi faresti veramente un gran favore se iniziassi a spiegare...» ruggisce Edward. Non trovo il coraggio di scontrarmi con i suoi occhi, non ancora.
«Vai a disfare la valigia.» dico guardando mia figlia.
«No. Voglio ascoltare.» s'intestardisce puntando bene i piedi a terra.
«Ho detto di andare a disfarle!» urlo sentendo il rimbombo tra le mura. Alice interviene prendendola sotto braccio, «È meglio che ascolti tua mamma. Vieni con me. Ti mostro la stanza.»
Alice schiocca le dita e dalla porta entra un uomo che trasporta tutte le nostre valige come se fossero delle piume. Un altro scagnozzo di Alice.
Rimangono le scale in silenzio lasciandoci completamente soli anche se so che Alice può ancora ascoltare la nostra conversazione grazie all'udito ultra sviluppato che caratterizza ogni vampiro.
«Parla...» mormora Edward stringendo i pugni.
«Cosa vuoi sapere?» gli chiedo non sapendo da dove iniziare.
«Vorrei tanto sapere che fino ai fatto in tutti questi anni!» sbotta sarcastico alzando il tono.
«Sono sparita per stare lontana da quel mondo. Ero un killer, volevo crescere mia figlia al sicuro.» gli spiego pregando che una parte di lui mi desse ascolto.
«Tua e di chi?»
«È tua figlia Edward...»
«Com'è possibile?»
I vampiri non hanno figli ma io, al tempo, ero ancora un'umana. «A volte...succede. Ero umana.»
Rimane in silenzio assimilando le mie parole.
«Ma prima...chi c'era?»
«Mike.» rispondo sentendomi in trappola. In questo momento credo che dire tutta la verità sia la cosa più giusta da fare, «Ancora lui.» sibila mostrando i denti.
Si passa una mano tra i capelli destabilizzandomi ulteriormente, non bastava la sua sola presenza, ora tutto di lui mi torna in mente. I suoi gesti, le sue labbra sul mio corpo, la sua voce roca che sussurra al mio orecchio.
«Andavo a letto con lui solo per ottenere le missioni migliori.» sbotto cercando di non pensarci.
«È identica a te.» mormoro.
«Non esattamente. I suoi occhi...sono identici ai tuoi quando eri...» le parole gli muoiono in gola.
«Lo so ma preferisco pensare che sia identica a te.» 
Amo Reneesme alla follia e l'avrei amata anche se fosse stata figlia di Mike. Nel mio cuore non sarebbe cambiato niente, è la mia unica ragione di vita.
«Non gli hai mai raccontato di me?» mi chiede con una punta di amarezza.
«Mai. Adesso sa che potresti essere tu il padre e non so se potrebbe sopportare di perderti un'altra volta.» bisbiglio con il groppo in gola.
«Chi ha detto che me ne voglio andare?» mi chiede prendendomi per le spalle. Ora le nostre labbra sono vicinissime tanto che posso sentire il suo respiro solleticarmi.
«Io...io devo...Reneesme.» balbetto incapace di dire altro. Mi libero dalla sua presa salendo le scale seguendo la scia di mia figlia fino alla sua stanza.
«È mio padre, vero?» chiede alzandosi di scatto dal letto.
«Se vuoi...è sotto.» mormoro sentendomi stanca. È come se fossi tornata improvvisamente umana.
Rimane ferma ad osservarmi.
«Non ha mai saputo di te. L'ha scoperto solo adesso ma...penso che voglia far parte della tua vita.» mormoro stendendomi sul letto mentre Alice mi accarezza i capelli. Socchiudo gli occhi, sarò anche incapace di dormire ma a volte mi pento di questo piccolo difettuccio vampiresco.
A volte vorrei rintanarmi nei sogni, lì il mondo è decisamente migliore.
«Andrà bene.» sussurra Alice come se non mi volesse disturbare.
Sento i passi di mia figlia rapidi e la porta chiudersi. «Che ne dici? Gli diamo un pò di privacy?» mormoro, mi fido di lei. Ha già visto tutto.
L'incontro con Edward mi ha proprio sballato. Ripenso alla mia scelta e se è stata un bene.
Pensavo di essere abbastanza per lei e non ho mai pensato seriamente alla sua necessità di avere una figura paterna accanto.
«Alice...» la chiamo, ha smesso di toccarmi i capelli ma la sua presenza è ancora palpabile in questa stanza. «Perchè l'hai fatto?» le chiedo riferendomi al suo "tradimento".
«Volevo semplicemente farti un favore. Dopotutto sono la sua madrina.» si scusa accompagnando la frase con una delle sue risate cristalline.
Automaticamente i miei pensieri si catalizzano su Rosalie, ha avuto il fegato di presentarsi in questa casa con tre vampiri adulti e pronti a lottare eppure non ha battuto ciglio minacciando mia figlia.
«L'abbiamo sottovalutata. Evidentemente il suo desiderio di vendetta è molto più profondo di quanto mi aspettassi.» mormora Alice prevendendo già la mia domanda attraverso una visione.
«L'ho fatta seguire.»
«Non dovevi. Posso occuparmene da sola.» le rispondo.
«No. E poi bisogna ucciderla. Più siamo meglio è. Ricordati che era una di noi.» mi rammenta.
Uno strano odore arriva forte dritto nelle mie narici, è come se fosse entrato un cane bagnato. Mi alzo di scatto sentendo però qualcosa di famigliare, appena sollevo lo sguardo trovo Jake sulla porta. È solo un attimo prima di vedere Reneesme buttarsi tra le sue braccia.
Rimango spiazzata ma non sono l'unica. Alice ha gli occhi sgranati e la bocca che disegna una O muta. «Io...non l'ho visto.» balbetta incredula.
Mia figlia inizia a singhiozzare mentre Jake tenta di rassicurarla stringendola ancora più forte.
«Jake?» dico attirando la sua attenzione. I nostri sguardi s'incatenano per pochissimi secondi.
«Come...come ti sei permesso? Dovevi semplicemente curarla visto che io non potevo!»
Edward si piazza esattamente dietro i due piccioncini, «Cane, spero che non le hai messo addosso le tue luride zampacce perchè è la volta buona che vi stermino.» sibila usando un tono mai sentito prima.
In meno di un secondo vedo Jake spostarsi velocemente come se fosse stato colpito. Al suo posto compare Emmett con ancora il pugno in alto.
«Che cazzo ti salta per la testa?» urla Reneesme andando fuori dalla mia visuale.
«Allontanala! Si sta per trasformare!» urla Alice in preda al panico. Mi alzo velocemente ma la ritrovo già al sicuro tra le braccia di suo padre.
Guardo verso sinistra dove ci sarebbe dovuto essere Jacob ma al suo posto trovo solo un enorme lupo dal pelo rossiccio, l'odore si è notevolmente intensificato.
«Sapevo che sarei stato utile!» ringhia Emmett.
«Ottimo lavoro Emm. Per colpa sua non ho le visioni.» sibila Alice guardandolo con disprezzo.
Reneesme si divincola guardandoci con odio. «Siete dei pazzi!»
Scappa. Scappa insieme a Jake tenendosi al suo pelo.
«Non ti preoccupare, tornerà.» mi rassicura Alice.
«Jasper la starà già seguendo a distanza.» aggiunge Emmett affacciandosi alla finestra da dove sono scappati.
«Come facevi a conoscere quel tizio?» mi chiede Edward osservandomi attentamente.
«Era un mio sottoposto. Non ho mai pensato che fosse un...»
«Uno schifoso licantropo.» sibila Alice incrociando le braccia al petto.
È più stizzita che mai, «Con lui intorno non posso vedere le mosse di Reneesme.»
Proprio una bella notizia.




Ciaooooooo!! Eccomi tornata con questo nuovo capitolo. Jake è tornato e anche Rosalie.
Grazie mille a tutti i commenti! sono veramente felice che la storia vi piaccia! Ora mi dispiace non potervi ringraziare tutti singolarmente ma ho ancora 3 esami da preparare e sono esausta!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Bacioni vale

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Capitolo 9
*** La nostra bambina ***


Siamo riuniti come un tempo sotto lo stesso tetto o almeno quasi tutti.
Ripenso per alcuni secondi a Rosalie e al suo tradimento. Chi l’avrebbe mai detto che Rose potesse mandarci tutti a morte? Perfino Emmet di cui si proclamava innamorata.
Nella mia mente è impresso il suo sorriso mentre scendeva dalla limousine del capo con i vestiti stracciati per far credere a tutti che anche lei era stata coinvolta nell’esplosione e si era salvata “miracolosamente”. Riguardo i miei compagin, i loro volti non sono cambiati.
Vampiri. Come me.
Reneesme è cresciuta molto, innaturalmente. Essere per metà vampiro ha i suoi vantaggi ma anche svantaggi. Avrei preferito godermi di più gli anni in cui ancora la potevo tenere in braccio e giocarci insieme ma la sua mente come il suo corpo è anni avanti.
Non pensavo però che si potesse innamorare. Che capisse cos'è l'amore...
L'ho capito tardi, quando l'ho vista con Jacob. Come ho potuto essere così cieca?
Come ho potuto non interessarmi se nella sua vita c’era qualche ragazzo che le aveva rubato il cuore? Forse il mio si è rotto definitivamente per permettere alla mia mente che qualcun altro potrebbe trovare l’amore. Ora mille domande da “madre” mi frullano per la mente e quasi non impazzisco se non fosse che Alice ha iniziato a parlare.
«Un vecchio fantasma ha riportato Bella da noi. Di questo sono contenta ma purtroppo questo stesso fantasma vuole vendetta. Rosalie non si fermerà per nessun motivo al mondo. Dentro di lei scorre il sangue della killer doc. è una forza incontrollabile. Se Bella era la migliore killer per le sue riflessioni anche nei momenti di panico, Rosalie è conosciuta per la sua determinazione. Ha svolto qualsiasi compito io le avessi assegnato. Non ha mai fallito. Non posso dire lo stesso di te Emmett…» dice Alice riferendosi al fatto che è ancora viva in mezzo a noi e probabilmente è colpa sua ma non gliene farei una colpa.
Innamorato. Tradimento o meno era la sua compagna.
Quando me ne sono andata pensavo che avrebbero risoltuo il tutto velocemente. Alice avrebbe eliminato le mele marce dalla sua organizzazione e che tutto sarebbe tornato alla normalità con questa volta Alice a capo e non suo marito. Evidentemente mi sarei dovuta informare bene prima di pensare che l’ex prima squadra fosse morta.
Jasper accende il suo computer.
«Sono riuscito a metterle una cimice. Per adesso la possiamo rintracciare. Il nostro satellite è impegnato solo su di lei al momento. Possiamo sapere al millimetro la sua posizione.» commenta mentre sento il ticchettio della tastiera.
«Dov’è Maria?» chiedo guardando Jasper.
«In missione. Non posso farle fare la baby-sitter per tutto il tempo e poi Jacob è insieme a lei, no?» risponde senza staccare gli occhi dal suo portatile.
Mi rilasso debolmente sulla sedia.
«Non credi di essere un po’ iperprotettiva?» chiede Alice.
«Affatto. L’ha mandata nella squadra che lei stessa addestrava insieme ai criminali…»risponde Emmett incrociando le braccia al petto.
«Se lo avessi saputo prima avrei chiesto di prenderla io molto prima…» scherza Alice ridendo.
«Finita questa storia torna tutto come prima…» le rammento.
Non voglio che pensino che ritornerò in mezzo a loro e che soprattutto mia figlia lavori per loro. So benissimo come lavorano. Facevo parte anche io del loro gruppo. Il mio cellulare squilla e il silenzio cala nella stanza.
«Pronto?» rispondo al cellulare. Il numero è sconosciuto.
«Chi non muore si rivede o adesso sarebbe meglio dire si risente. Forse ho qualcosa che ti appartiene.» Rosalie.
Credevo fosse morta ma come mi avevano già detto era tornata in vita. Stringo forte il cellulare cercando di non romperlo talmente sono arrabbiata.
«Dov’è lui?» domando decisa.
«Lui? Oh no…pensi davvero che possa interessarmi ancora a Edward? Ho qualcosa di molto più prezioso tra le mie mani. Una persona il cui sangue scorre nelle tue stesse vene.»
Senza rendermene conto metto in vivavoce in modo che anche gli altri siano in grado di capire cosa sta succedendo.
«Hai preso mia figlia brutta troia…»grido attraverso l’apparecchio. Si alzano sibito in piedi pronti a fare qualsiasi cosa. Ora come non mai mi devono aiutare. Stavolta non è come prima. Lei è mia figlia. Sangue del mio sangue. Carne del mio carne. Sento la risata di Rosalie attraverso il cellulare.
«Ti troverò e ti farò rimpiangere di essere nata.»d ico in preda ad una furia ceca.
«Stai attenta a quello che fai Fawn. Una sola mossa falsa e la tua preziosa Reneesme potrebbe perdere vita. Mi farò sentire io.» dice terminando la chiamata.
Le mie mani tremano e il cellulare mi scivola dalle mani cadendo a terra con un rumore sordo.
«Bene…Maria è morta appena la ritrovo.» commenta Jasper cercando di smorzare la tensione ma mia figlia è nelle mani di una pazza in cerca di vendetta. Non posso permettergli di farle del male.
«Non è il momento…» dice Alice con tono severo e auroritario. È tornata la leader che è in lei. Incrocia le braccia e guarda Emmett.
«Abbiamo qualche possibilità di scoprire dove è nascosta?» gli chiede analizzando la sua reazione. Jasper intanto sta già elaborando un piano, si prende il naso tra il pollice e l’indice scostando leggermente gli occhiali che fanno solo scena visto che la vista dei vampiri supera di gran lunga la perfezione.
«Abbiamo molte risorse e i servizi segreti potrebbero darci una mano. Sei stata tu a far promuovere Royce a capo dell’intero reparto dei servizi segreti. Se si uniscono a noi possiamo raggiungerla in meno di 24 ore.» sentenzia Jasper mentre le sue mani afferrano già il blackberry.
«Chiamalo e informalo dei fatti. Ci serve il suo aiuto al più presto.» dice Emmett con sguardo truce.
«Grazie…» mormoro sedendomi sul divano.
«E’ come se fosse nostra figlia…» commenta Emmet alzando le spalle come se fosse una cosa naturale ma per me non lo è. È un gesto di enorme peso per me.
«Sì…e non abbiamo dovuto sopportare né il peso per nove mesi né le doglie…direi che è comodo avere una figlia così.» dice Alice delineando la sua figura.
«Già ma senza il nostro patrimonio genetico…» mormora Jasper facendole l'occhiolino.
«Iniziamo a buttare giù un piano. È ora di riprenderci la nostra bambina.»


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Capitolo 10
*** Spiacevoli e Piacevoli incontri ***


PRIGIONIERA

Secondo aggiornamento in un giorno. Assicuratevi di aver letto il capitolo precedente prima di proseguire con la lettura di questo capitolo.
Ah! Ad un certo punto troverete un link intitolato "foto". L'ho messo per puro sfizio e visto che l'immagine sarebbe a rating rosso ho deciso di mettere solo il link senza farla comparire come immagine integrante del testo.
Quindi chi vuole guardi sennò...no! eheheh!
Bacioni ora la smetto di ciarlare e vi lascio al capitolo!

I lussi di un tempo sono tornati ma stavolta non ho fatto niente per meritarmeli. Alice ha pensato a tutto dopo che i messi scorrevano senza una notizia su Reneesme.
Macchine, moto, appartamenti nelle principali città o camere di alberghi intentestate esclusivamente a nome mio per tutto l’anno.
Le cose funzionano così da sempre, che è mia figlia non cambia niente.

 

Tutti i sottoposti di Alice dovevano cercare informazioni su Reneesme, non importa come o da chi ottengono quelle informazioni, anche durante le loro missioni devono controllare nel territorio la presenza di Reneesme o anche di Rosalie.


Un informatore aveva visto Rose ad una festa con i più grandi esponenti in toni amichevoli come usavamo dire noi con una sua potenziale vittima e da li l’idea. Non sapevo quanto potevo ottenere ma almeno ci dovevo provare.
Mio padre non aveva cambiato sede principale della sua azienda.
I nostri rapporti non sono mai stati ottimi ma questa volta si trattava di mia figlia, sua nipote, mi doveva aiutare in un modo o in un altro. Anche se non mi ama più.
Attraverso l’ampia entrata di vetro e mi dirigo alla reception. La sede ha venti piani e mio padre di solito lavora all’ultimo infatti non è nemmeno segnalato nella mappa della struttura.
Spero solo che non noti troppo l'assenza di rughe ma sopratutto del fatto che non sono invecchiata nemmeno di un anno. Data la mia natura di vampiro attiro molti sguardi da parte degli uomini e delle guardie. Il loro sangue mi alletta...ed è un problema.
Devo trovare il modo per nutrirmi il più velocemente possibile.
Tolgo gli occhiali da sole e con passo deciso mi avvicino al ragazzo della reception che mi guarda già con occhi ammaliati.
Posso aiutarla?-mi chiede con voce tremolante. Gli sorrido cercando di non mostrare troppo i denti aguzzi e pericolosi.
-Vorrei vedere mio padre, Charlie Swan.-gli rispondo.
Alle mie parole mi guarda dubbioso poi prende in mano il telefono guardando una telecamera che mi metto a guardare anche io. Parla troppo a bassa voce per sentirlo.
-Terzo ascensore a destra.-mi dice indicandomi il corridoio sulla sinistra.
-Molte grazie.-
Salgo sull’ascensore che mi aspetta già e mi conduce proprio al piano di mio padre. La segretaria è subito dietro le porte.
-Vuole che le porti qualcosa da bere?- mi chiede riverente strofinandosi le mani.
-No grazie, non ci disturbi nessuno ecco tutto. -le rispondo aprendo la porta dell’ufficio. Mio padre è voltato con lo sguardo sulla città per bene, piena di uomini industriali arrichiti proprio come lui. Ha i capelli più bianchi dell'ultima volta che l'ho visto.
È invecchiato. Mi siedo sulla poltroncina.
-Chi non muore si rivede, vero Bella?-mi dice la voce indurita dal tempo.
-Ho bisogno del tuo aiuto…-
Vedo dal suo riflesso un sorriso ma è un sorriso amaro, forse ironico.
-Vieni a reclamare la tua parte…-
-No, non è per me. È per mia figlia…-dico mentre mio padre si volta tenendo in mano un bicchiere di brandy. Non sono qui per i soldi.
-Nostra figlia…-
Mi volto e vedo il volto di Edward appoggiato alla porta in giacca e cravatta.
-Pensavi veramente di essere l’unica a preoccuparsi per lei?-mi chiede mio padre sedendosi alla sua scrivania.
-Tu sapevi?-gli chiedo guardando prima Edward e dopo mio padre.
-E’ stato Cullen a raccontarmi che avevi una figlia. E i suoi informatori hanno scoperto quasi immediatamente che è stata rapita. È per questo che anche io ho organizzato una squadra di uomini per riportare mia nipote qui al sicuro.-mi spiega slacciandosi un bottone della giacca.
-Anche io sto facendo tutto il possibile papà…- sibilo infastidita dal tono che sta usando, pensa ancora che sia una ragazzina?
Sembra che faccia tutto lui, no sa che anche noi abbiamo i migliori per questa ricerca.
Un’intero reparto solo per ritrovare la mia Reneesme.
-Ah sì…insieme a quelle criminali…-mormora mio padre schifato.
-Non ti permetto di giudicarmi!-dico alzandomi di scatto dalla poltrona.
-Sei talmente presa da te stessa che non pensi mai alle conseguenze!! Guarda cosa ti ha portato avere quelle conoscenze! Ma tu sei la povera Isabella Swan a cui la vita ha dato tutto…TUTTO!! Avevi un futuro sereno a capo di questa compagnia e tu sei scappata perfino incinta!! Non hai permesso a questo uomo di prendersi le sue responsabilità! Sai che è anche sua figlia!? E poi cos’è questa storia che sei una killer! Ma chi diavolo ti ha cresciuto!-



Lo guardo e poi scappo fuori dall’ufficio. Non c’è bisogno di quel piano. Lasciamo che sia il nonno e il papà a fare a modo loro.
Scendo dall’ascensore ma le porte per uscire vengono bloccate e delle guardie mi sbarrano la strada. Sono un killer…pensano che questo mi può fermare?
Non sono tuttavia loro a fermarmi. Edward arriva e mi abbraccia forte facendomi voltare. I miei nervi saltano per la prima volta ed inizio ad urlare tutto il mio rancore, il mio risentimento.
La mia inadeguatezza. Mi accompagna fuori e mi fa salire su una macchina nera che capisco solo poi essere una limousine.
Parte e io non riesco a fare nient’altro che stringere forte la sua camicia.
Inizia ad intonare una specie di ninna nanna che lentamente mi tranquillizza. Le sue labbra depositano lievi baci sulla mia testa.
Edward mi porta nel suo hotel. Mi lascia da sola in camera mentre lui va a farsi una doccia. Mi mordo l'interno guancia affondando le unghie nel bracciolo della poltroncina della camera.
Con passo lento mi avvio verso la porta del bagno che da sulla camera da letto lasciando quasi ad ogni passo un mio indumento fino a rimanere con una semplice sottana bianca.
Guardo la sua figura bagnarsi i capelli e senza fare rumore entro insieme a lui nella doccia.
-Ehi che fai?-mi dice voltandosi. I capelli bagnati gli cadono scomposti sul viso mentre lente gocce d’acqua giocano sulla sua pelle.
-Ti voglio…-gli mormoro appoggiandomi contro il suo corpo. Il suo corpo non tarda a reagire.

( FOTO)

I nostri respiri si fondono.
-Quanto mi sei mancata…-mormora al mio orecchio muovendosi veloce. Boccheggiò in preda al piacere che solo lui mi sa dare. Con forza prende il mio seno mentre con l’altra spanna mi aiuta ad assecondare il suo ritmo.
-Ti amo…-mormora mentre sento i suoi muscoli tendersi per poi rilassarsi dopo che è venuto in me.


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Capitolo 11
*** Avvelenata ***


XXXX

EDWARD:
Non riesco ancora a credere che ho passato tutti questi anni senza sapere di avere una figlia.
È uguale a me, tranne che per gli occhi. Quelli li ha presi da Bella. Ed esattamente come me attira il sesso opposto, in questo caso Jake.
Non mi andava giù. Oltretutto Alice mi ha spiegato che con lui intorno non poteva vedere nemmeno un'immagine di lei.
Il mio istinto paterno si è risvegliato prepotentemente. Non mi sono potuto trattenere con Jake.
È una minaccia per la mia bambina.
«Non è quello il vero problema...» mormora Alice massaggiandosi le tempie.
«E Bella?»
Se ne è andata di soppiatto evitando accuratamente di farsi scoprire. Come una ladra.
«Bella ora è il mio ultimo pensiero.» bisbiglia cercando di concentrarsi ulteriormente.
«Tua figlia...è in pericolo.»
Leggo nella sua mente e tremo per la visione che ha avuto.
«Non è possibile...» Il mio è solo un sussurro, ma arriva chiaro e diretto ad Alice.


BELLA:
Non ho fatto fatica a trovarla. Tutt'altro.
"Finiamola una volta per tutte. Vieni da sola." Un semplice biglietto infilato sotto la porta di Edward, ma che ovviamente è rivolto a me.
Entro estraendo la mia amata pistola modificata da Jasper, non sono mai riuscita a separarmene e adesso mi ritrovo ad usarla nuovamente. Ancora una volta contro Rosalie.
«Giochiamo a nascondino adesso?» mormoro conscia che date le sue abilità può sentirmi senza alcuna fatica tra le pareti di questa casa. Salgo le scale tendendo l'orecchio per captare qualsiasi rumore che mi indirizzi verso di lei.
Inizio a pensare che non ci sia quando sento dei passi sul tetto. Corro fino ad arrivare ad una porta che da su un terrazzo, ma non trovo Rosalie ad aspettarmi ma Reneesme.
«Cosa ci fai qui?»
Stringe i pugni lungo i fianchi voltandosi lentamente: «Come madre hai sempre fatto schifo.» inizia a dire, «Ti odio per la vita che mi hai tolto. Per il padre che non mi hai mai fatto conoscere. Per le continue bugie che mi hai raccontato praticamente da quando sono nata!» mormora iniziando a singhiozzare.
«Scusami, io...volevo proteggerti.» mormoro avvicinandomi a lei.
Ha le lacrime agli occhi.
«Vedo che hai già incontrato la mia nuova pupilla...» La voce di Rose risulta limpida e chiara come sempre. Sogghigna appoggiata allo stipite della porta.
«E' lei che ti ha messo queste idee strane per la testa?» sbotto capendo il doppo gioco della mia ex amica-collega.
Reneesme scuote la testa rabbiosa, ma so che c'è Rose dietro tutto questo.
«E' da mesi che lavora per me e tu non te ne sei mai accorta.» sghignazza Rose facendo due passi avanti. «Siamo in combutta anche con i mutaforma. Pensavi veramente che potevi addomesticare in quel modo Jake? Era un'infiltrato.»
Se fossi ancora umana, mi mancherebbe il respiro. Il rumore di una macchina si ferma proprio sotto di noi davanti alla porta d'entrata.
«Nessie no!» urla Jasper uscendo fuori dalla macchina.
Succede tutto troppo in fretta.
Troppo.


ALICE:
Siamo arrivati troppo tardi.
Lo spettacolo che mi si presenta davanti è esattamente come nella mia visione. Bella muore per mano della sua stessa figlia; sangue del suo sangue, vita della sua vita.
Jasper neutralizza Rosalie dopo un'ardua lotta mentre Emmett trattiene Nessie, desiderosa di portare a termine il folle progetto di Rosalie.
Tutto questo ha portato alla morte, quella vera.
«Hai ancora una possibilità.» mormoro incontrando gli occhi di Nessie; sono così simili a quelli di Bella prima della sua trasformazione che per un attimo mi ci perdo.
«Tutto quello che sono io, può essere tuo. Sei ancora la figlia di Bella per me...»
Sputa per terra mostrandomi in vari flash sul futuro come le piacerebbe ucciderci tutti.
«L'odio ti ha avvelenato il sangue...» mormoro.
Emmett scatta in avanti stritolando un lupo che solo successivamente si dimostra essere Jacob.
Approfittando della situazione colgo Nessie di sorpresa staccandole la testa esattamente come ha fatto con sua madre. Il suo corpo cade sull'asfalto. Accanto alla macchina parcheggiata vicino al corpo esamine di Bella che ha già preso fuoco di buona parte del suo corpo, ora quello stesso fuoco sta consumando anche il corpo di sua figlia.
Non pensavo che potesse arrivare a tanto. Le ho dato un'alternativa, sarei stata disposta a perdonarle tutto visto che era soggiogata da Rose, ma quando ho visto Jake attaccarmi ho capito che non mi avrebbe dato nessuna possibilità.
Mi lascio cadere dal terzo piano della casa evitando di rimanere anche solo un minuto di più dentro quella casa dove così tanto orrore si è verificato.
«Cosa hai fatto?» urla Emmett sull'orlo di una crisi isterica.
Procedo per la mia strada evitando di guardare i due corpi, «Non ha accettato il mio aiuto.» bisbiglio andando avanti verso la macchina che mi sta aspettando alla fine del viale.
Come siamo arrivate a tutto questo?
Salgo in macchina cercando di non pensare all'enorme tragedia che si è consumata in quella casa.
L'odio...è il veleno della vita.

Questo non è l'ultimo capitolo. Non disperatevi già.
Ne manca ancora uno che sposterò non appena vedrò che tutti si sono rimessi in pari.

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Capitolo 12
*** Nuovo inizio ***


 

[Anni dopo.....da qualche parte.]


C'è qualcosa lì fuori, una luce.
«Quanto tempo ci vorrà?» chiede. È una voce famigliare, l'ho già sentita da qualche parte.
C'è un attimo di silenzio, poi una voce maschile comincia a parlare.
«Sai benissimo che è il primo esperimento. Non so il tempo di reazione...»
Presa dalla curiosità dischiudo le palpebre, ma è tutto troppo sfuocato e la luce è troppo intensa per poter scorgere veramente qualcosa al posto di semplici ombre intorno a me.
«Sai come ti chiami?» la voce arriva diretta e so che sta parlando con me quella donna. Probabilmente ha notato il mio debole tentativo.
«Allora?» domanda ancora duramente. Rimango in silenzio cercando di articolare qualcosa, ma la mia mente è vuota. Non c'è niente.
Eppure mi dovrei ricordare di qualcosa.
Improvvisamente sento un bruciore sulla guancia. "Schiaffo" suggerisce la mia mente.
Mi tocco la parte offesa sentendo la morbidezza della mia pelle. Sono io.
«No.» balbetto.
«Chi sei?» ripete nuovamente la domanda. Forse, non l'ho detto ad alta voce.
«Non lo so.» replico, stavolta con più energie.
«Alice, forse dovresti aspettare un attimo. Darle più tempo.» mormora l'uomo e capisco dalla sua voce che è come intimorito.
«No. Ora o mai più. Non si può prendere questo lusso.» gli risponde senza troppi preamboli.
Stanno parlando di me.
«Chi sei?»
La donna sembra non voler demordere. La sua voce, con quel tono, mi provoca un cerchio alla testa: «Chi sei?»
Continua a ripetere la stessa domanda fino a quando finalmente i miei occhi non prendono confidenza con tutta quella luce. La donna è minuta -con gli occhi chiusi dava tutt'altra impressione – e ha un caschetto nero che le incornicia alla perfezione il viso, i suoi occhi poi...come non li avevo mai visti.
Ma quando ho visto degli occhi? Il mio sguardo si posa ancora sul ragazzo dall'aspetto leoncino.
Leone... Tutte cose di cui dovrei avere ricordo.
La ragazza si allunga verso di me guardandomi dritta negli occhi: «Voglio sapere il tuo nome.»
Mi bagno le labbra cercando qualcosa in quello che ho nella testa che possa farla contenta.
«Il. Tuo. Nome.» scandisce bene guardandomi con il fuoco negli occhi.
«Fawn.» mormoro. È la prima cosa che mi è venuta in mente.
Le sue labbra si sollevano solo per un istante in un sorriso, ma subito quel sorriso scompare lasciando spazio ancora a quel cipiglio.
«Come ti chiami?»
Aggrotto le sopracciglia confusa. «Non pensi che sia già un ottimo risultato?» domanda il ragazzo.
Scuote la testa tornando a guardarmi.
«Dimmi come ti chiami...» m'invita stavolta più gentilmente.
«Fawn.» ripeto anche se non so se è la risposta giusta o è quello che vuole sentirsi dire.
Non capisco la domanda. Io non ricordo niente, non so cosa vuole da me, cosa sta cercando.
«Devi dirmi il tuo vero nome.» dice spronandomi.
Il ragazzo la guarda: «Potrebbe avere un collasso. Non è meglio che ci fermiamo per ora? Abbiamo già fatto enormi passi da gigante.» le dice mettendole una mano sulla spalla.
«No.» ruggisce, «Voglio continuare.»
«Dammi un nome. Il primo che ti viene in mente...»
«Fawn.» ripeto.
«Un altro.»
«Bella.»
Strabuzzo gli occhi sentendomi pronunciare quel nome. «Bella» ripeto notando come ora la ragazza sia felice di quello che ho detto.
Un movimento sulla destra attira la mia attenzione. Il mio cuore manca per un attimo un battito quando vedo il suo volto, i suoi occhi...è bellissimo. I capelli ramati li ricadono scomposti sulla fronte e i suoi occhi sono neri come la pece che mi fissano tristemente.
«Una seconda possibilità si concede a chiunque...» mormora la donna posando la mano sulla mia.
«Non si ricorda niente Alice...» dice l'uomo leoncino guardandola per pochi brevi secondi.
La ragazza di cui ora conosco il suo nome riposa il suo sguardo su di me prima di andare accanto al ragazzo appoggiato alla parete.
«Recupererà i suoi ricordi, ma...su di te non avrà un solo ricordo.»
Il ragazzo fa una smorfia abbassando lo sguardo: «Quindi nemmeno su...»
Alice non gli lascia finire neppure la frase anticipando già la risposta. «No.»
Il ragazzo rimane in silenzio guardandomi con attenzione.
«E' meglio così...credimi.»
Sulla stanza cala un pesante silenzio tanto che mi sembra di soffocare.
«Vuoi vedere fuori?» trilla Alice interrompendo i miei pensieri. C'è qualcosa in quel ragazzo che mi turba profondamente. Annuisco incerta cercando di mettermi in piedi, ma le mie gambe non mi reggono e mi fanno cadere esattamente tra le braccia del ragazzo biondo.
«Devi...beh, dovrai fare un pò di ginnastica prima di poter usare le tue gambe.» mi spiega, quando altre due braccia mi prendono in braccia. Sento le guance bruciare non appena mi immergo nei suoi occhi, «Mi chiamo Edward.»
Apro la bocca per rispondergli quando mi accorgo che non so cosa rispondere.
«Bella, ti chiami Bella.» aggiunge intuendo il mio turbamento.
Resto abbagliata, il suono della sua voce...sembra la voce di un angelo, e il suo profumo.
Il viso di Alice torna nella mia visuale, «Non ti preoccupare se ora non riesci a camminare. Edward rimarrà con te per tutto il tempo necessario...»
A quelle parole il mio cuore batte ancora più furiosamente.
«Per sempre...fino a quando mi vorrai.»

FINE

 

CIAUU!
Allora questo è veramente la fine del capitolo. Non nego che i "Codici" in precedenza dovevano essere almeno 3 e questo capitolo doveva essere il primo del terzo codice ma in questo momento non me la sento di imbarcarmi nella stesura del terzo codice.
Ho voluto però mettervi questo capitolo per darvi speranza. Bella è stata riportata in vita grazie alle conoscenze genetiche di Jasper ed è stata ricreata.
Un pò fantascientifico, lo so ma nella mia testa la storia doveva andare così. E' il secondo "nuovo" inizio che le ho regalato in tutti e due i codici.
Non dico che non riprenderò più i codici in mano, che non continuerò la storia che avevo ideato scrivendo questo capitolo, ma mi serve del tempo per crescere artisticamente...e per adesso vedo questa possibilità soltanto confrontandomi con delle storie originali dove tutto è frutto della mia immaginazione a partire dai personaggi.
Spero che il capitolo non vi abbia lasciato l'amaro in bocca. A me personalmente piace e spero che anche voi lo apprezzerete!
Fatemi sapere se vi sono piaciuti i codici e questo "finale"...

Nel caso mi volete seguire in altre storie vi lascio i link delle mie altre storie e i modi in cui potete contattarmi:

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