Being Lilyth

di Vapidity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kapitel Ein ***
Capitolo 2: *** Kapitel Tzwei ***
Capitolo 3: *** Kapitel Drei ***
Capitolo 4: *** Kapitel vier ***
Capitolo 5: *** Kapitel Funf ***
Capitolo 6: *** Kapitel sechs ***
Capitolo 7: *** Kapitel Sieben ***
Capitolo 8: *** Kapitel Acht ***
Capitolo 9: *** Kapitel Neun ***
Capitolo 10: *** Kapitel Zehn ***
Capitolo 11: *** Kapitel Elf ***
Capitolo 12: *** Kapitel Zwolf ***
Capitolo 13: *** Kapitel Dreizehn ***
Capitolo 14: *** Kapitel Vierzehn ***
Capitolo 15: *** kapitel funfzehn ***
Capitolo 16: *** Kapitel Sechzehn ***
Capitolo 17: *** Kapitel Siebzehn ***
Capitolo 18: *** Kapitel Achzehn ***
Capitolo 19: *** Kapitel Neunzehn ***
Capitolo 20: *** Kapitel Zwanzig ***
Capitolo 21: *** Kapitel Einundzwanzig ***
Capitolo 22: *** Kapitel Tzweiundzwanzig ***



Capitolo 1
*** Kapitel Ein ***


Tipica giornata di sole.

Tipica giornata di calma piatta.

Tipica giornata che capita nel posto sbagliato, al momento sbagliato.

La Sunny avanzava lenta tra le onde, quasi piatte, lasciando il suo equipaggio a crogiolarsi in un’atmosfera di tranquillità quasi surreale, se non fosse stato per l’urgenza con cui dovevano procedere.

La notizia ormai aveva fatto il giro del globo, sia acquatico che terrestre: Portuguese D. Ace, comandante della seconda flotta di Barbabianca, nonché fratello del capitano della ciurma, era stato catturato dalla Marina militare e l’annuncio della sua esecuzione pubblica prevista da lì a una settimana aveva scosso l’intera popolazione mondiale. Toccare uno della flotta di Barbabianca, soprattutto un uomo così vicino al capitano stesso, per il Governo Mondiale poteva voler dire una cosa sola: guai grossi. E una grossa guerra.

Per questo Rufy, assecondato  dall’intera ciurma, aveva scelto di far rotta verso il luogo scelto per l’esecuzione, Rocky Island. A Ace non sarebbe piaciuto essere soccorso dal fratellino minore, ma al diavolo, quello era pur sempre suo fratello, se non altro lo avrebbe rimproverato da vivo.

Ma contro il mare non si combatte, perciò, esaurita la Cola di Franky, l’unica cosa da fare era aspettare che un benedetto filo di vento soffiasse per muovere più velocemente la Sunny.

-Sanjii! Ho fameee!!-  la lingua a penzoloni di un giovanotto col cappello di paglia scandiva la prima ora passata da quando l’intera ciurma si era alzata dal tavolo imbandito per il pranzo. Avvertì a malapena il suono dei tacchi sul parquet che si vide calare un sonoro cazzotto dritto dritto in mezzo alla fronte.

-Rufy! Accidenti sei come una fogna! Nemmeno il tempo di alzarsi dal tavolo! Ma che hai nello stomaco!?- 

La vena che pulsava sulla fronte di Nami suggerì al nasuto Usopp di desistere da ogni tipo di protesta verso l’autoritaria navigatrice, che nel frattempo si tappava le orecchie per  non sentire le urla disperate del medico di bordo: -Aaarghh!! Rufy!! Resisti! Presto un dottore!!- strillava la piccola renna.

-Shh! Chopper calma! Sei tu il medico!- mentre Usopp richiamava prudentemente all’ordine il medico, Nami si portò stancamente verso un’altra donna, tranquillamente sdraiata a godersi il sole del pomeriggio.

-Che succede navigatore?- chiese Nico Robin socchiudendo gli occhi e guardando divertita la giovane dai capelli color mandarino. Che aveva appena aperto la bocca per rispondere quando un’ondata di fumo, incredibilmente a forma di cuore, le investì in pieno, seguita a ruota dalle solite smancerie che uscivano sovente dalla bocca del cuoco in preda ai suoi deliri d’amore.

 – Nami, mia dea, lascia perdere quei due sgombroni! Splendide sirene del mio cuore, ho portato un frullato fresco cosicché  possiate godervi questo magnifico sole che solo a voi è secondo in bellezza!!- esordì il biondino, accompagnando il passo della navigatrice che intanto si stava sedendo sulla sdraio accanto alla compagna.

-Grazie Sanji. Almeno tu in questa ciurma hai a cuore la mia salute mentale.- lo ringraziò la navigatrice, prendendo i bicchieri dal vassoio e porgendone uno all’archeologa.

-Tsk! E alla nostra, di salute mentale, chi ci pensa?- mugugnò Usopp che era ancora intento a rianimare Rufy dopo la randellata.

-Nasop!  Ti ho sentito sai!!-  urlò Nami dalla sdraio mentre strappava dalle mani  del cuoco il vassoio per lanciarlo contro il malcapitato cecchino.

-Parata di Usopp!- urlò il cecchino sollevando il capitano inerme dal pavimento e portandoselo davanti a mò di scudo, e facendo rimbalzare il vassoio inesorabilmente verso Zoro, che come a suo solito dormiva placidamente appoggiato al parapetto della nave, con le sue tre spade in grembo.

-Miticoo Usopp!! Che riflessi!!- urlava la renna che guardava estasiata la scena nascosta dietro il braccio del capitano, ancora riverso sul pavimento e privo di sensi.

-Bè,mio caro Chopper, devi sapere che nel mio paese natale, mi chiamavano “Capitan Usopp, il fulmine che viene dal cielo” proprio per via delle mie innate…- cominciò a gongolarsi il nasuto, che però dovette presto interrompere i suoi sproloqui, essendosi accorto che lo spadaccino, colpito “di sponda” dal vassoio lanciato da Nami, stava tornando nel mondo dei coscienti, e i che i suoi denti da squalo non promettevano decisamente nulla di buono.

-Uhm?? Ma che diav.. ma insomma!! Si può sapere che vi piglia?!- urlò Zoro sguainando, per riflesso, una delle sue spade e puntandola verso il medico e il cecchino.

-No no no!! A-aspetta Zoro! Noi non centriamo questa volta! È stata Nami che..- cercò di difendersi il nasuto agitando le mani in aria per cercare di prendere tempo, e spintonato dal medico che gli si nascondeva dietro. Il brutto carattere di Zoro appena sveglio, per non dire di quando veniva ridestato “violentemente”, era noto a tutti.

E quasi si afflosciarono per il sollievo quando lui  girò lo sguardo verso la navigatrice, che avendo assistito alla scena sollevò un sopracciglio in segno di sfida, tra il sorriso divertito di Robin, che ormai era quasi affezionata alle litigate dei due, e lo sguardo serio di Sanji, che già si era messo sull’attenti per intervenire in difesa della “sua adorata dea”.

-Tu!! Brutta…- ringhiò lo spadaccino tra i denti, rimettendo la spada nel fodero e massaggiandosi la fronte offesa.

-Con le tue parole Zoro, non ti agitare e vedrai che ti capiamo anche noi..- Lo incalzò la rossa, incrociando le braccia sul petto, e facendogli cenno di proseguire.

-Strega!!- urlò agitandosi ancora di più l’ex cacciatore di taglie.

-Tu! Dannato zotico! Come osi pronunciare parole tanto indegne contro questo piccolo bocciolo di rosa? Eh?- urlò di ritorno il cuoco, alzando il tono per scavalcare la voce del capitano, che nel frattempo si era risvegliato e chiedeva cosa fosse successo e, soprattutto, dove fosse finita la sua merenda.

-Bocciolo? Ma quale bocciolo? Quell’arpia della rosa ha solo le spine! E poi tu che cavolo centri? Torna tra i fornelli, suor Germana!!- rispose seccato Zoro, che come al solito, si trovava a combattere con Nami e la sua “ombra”.

-Oooh, ma che insulto colto, hai imparato a leggere, pezzente squattrinato che non sei altro?- rispose cheta  la navigatrice, che nel frattempo aveva appoggiato una mano sul braccio del cuoco (che stava balbettando contro Zoro turpitudini incomprensibili a orecchio umano), nel tentativo di placarlo.

-Strozzina! Si può sapere perché diavolo mi hai lanciato quell’affare??- urlò di rimando lo spadaccino, il cui self-control era ormai andato a farsi benedire, fatto testimoniato dalla grossa vena che ormai martellava sulla sua tempia.

-Razza d’asino! Guarda che non l’ha lanciato a te! Se passassi un po’ meno tempo a dormire magari ti accorgeresti di quello che ti capita intorno! Prenditela con quei bidoni che hai a fianco e non disturbare il mio pasticcino!- reagì il cuoco che all’ennesimo insulto verso la rossa aveva riacquistato la facoltà di parola.

-…-  Il cenno d’assenso dell’archeologa che aveva assistito sorridente a tutta la discussione convinse lo spadaccino, il quale si girò lentamente verso i tre che, intanto, avendo captato le ultime parole e il seguente silenzio avevano cominciato a sudare freddo.

-Voi!!- ringhiò la testa verde, estraendo nuovamente acqua d’Autunno dal suo fodero.

-Aarghh!!- urlarono all’unisono Chopper e Usopp, -pietà!!-  vedendosi scorrere la vita davanti e facendosi nuovamente scudo col capitano, che pur non avendo ancora  capito cosa fosse successo aveva perfettamente afferrato il pericolo imminente.

-Yohoho! Ehi!! Signorina navigatore! Io e il Super abbiamo avvistato qualcosa che galleggia più avanti. Sembra una scialuppa, forse c’è qualcuno a bordo, a occhio si vedono solo un  sacco e un affare tipo coperta.. si fa per dire, visto che gli occhi non ce li ho!!- l’intervento di Brook, il neo-ingaggiato della ciurma, che si stava fiondando giù dalla postazione di vedetta, salvò la vita dei tre poveri malcapitati che stavano per essere brutalmente malmenati dallo spadaccino, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

-Una scialuppa? Sicuri? Non riuscite proprio a vedere cosa contiene?- domandò il capitano, che saltellando,  stava palesemente pensando a chissà quale stramberia dimenticandosi in un lampo del suo spuntino mancato.

-Un sacco hai detto? Avviciniamola.. non sia mai che ci sia qualcuno bisognoso di aiuto…- disse la navigatrice già speranzosa che nel sacco fosse contenuto qualche tesoruccio da barattare con un passaggio..

-Ancora!! Nami il tuo sguardo non la conta giusta nemmeno stavolta!!- gridarono all’unisono Chopper e Usopp, la cui dote maggiore non era di certo il coraggio..

-Non siamo abbastanza vicini, e quasi tutto quello che c’è è coperto da qualcosa, fratello Nami!!- urlò il cyborg scendendo dalla cabina.

-Fratello?? Ma dai Nasop, fuori gli attributi, cosa potrà mia esserci di così terribile?- rispose la cartografa sempre più convinta della sua decisione e sostenuta dal capitano.

-A dire il vero hanno ragione loro- azzardò lo spadaccino- l’ultima volta che abbiamo tirato su qualcosa dal mare non ne è venuto niente di buono. E poi..-

-Yohoho, hai ragione samurai.. ma qui non siamo circondati né da nebbia, né da nulla di simile, e sono giorni che non si vedono navi nemmeno all’orizzonte- lo interruppe il canterino.

-Il fatto strano è proprio questo.. chissà da quanti giorni è in mare.. potrebbe davvero esserci qualcuno a bordo. Possiamo sempre dare un’occhiata- ammiccò l’archeologa verso i due intrepidi che già stavano piagnucolando – e nel caso ci fosse un ferito potresti curarlo, dottore!- concluse infuocando lo spirito della renna che adempieva sempre più che volentieri ai suoi doveri di medico di bordo.

-No Chopper non farti trascinare anche tu!!- implorò il cecchino, lacrimando ormai disperato.

-E piantala Usopp, male che vada quel qualcuno finirà in un brutto pasticcio- disse il cuoco, accendendosi una delle sue inseparabili sigarette- Non vi preoccupate mie dee, qui c’è sempre il vostro Sanji per difendervi da qualsiasi cosa ci sia là fuori!!- cinguettò poi rivolto alle due donne della ciurma.

-Si.. ehm.. grazie mille Sanji.. Bene allora è deciso, Capitano! Ci avviciniamo alla scialuppa! Chopper e Brook, al timone! Sanji, Zoro, Franky e Rufy, ai remi! Forza andare!- ordinò la navigatrice.

-Cosa??- si lamentò lo spadaccino.

-Muoviti Zoro!! Andiamo!!- lo incitò il capitano che già era in preda a uno dei suoi attacchi di “avventurite”.

Dopo una decina di minuti di remata estrema (il Capitano aveva una certa fretta) la scialuppa era ben visibile col binocolo.

-Allora Robin? Che vedi?- chiese Nami, al fianco dell’archeologa che guardava dentro lo strumento.

-Bè.. la scialuppa c’è.. il sacco pure.. e…- rispose la mora guardando meglio col binocolo.

-E…. cosa??-  incalzò la rossa.

-E c’è una persona sdraiata sul fondo.. una donna a quanto pare. Ma da qui non ne capisco le condizioni- concluse la mora.

Ancora dieci minuti di remate –Rufy piano! Accidenti a te! Ci vuoi morti??- , tra le lamentele dei vogatori che dovevano seguire il ritmo del capitano, e la scialuppa era ormai abbastanza vicina da essere bloccata.

-Ok ci siamo!! Basta così ai remi! Potete salire!!- urlò la navigatrice dal boccaporto. -In effetti è una ragazza- disse poi affacciandosi dal parapetto per osservare il contenuto della barcaccia.-Come la tiriamo su? Potrebbe essere ferita- domandò rivolta verso Robin che le si era affiancata.

-O morta…- constatò l’archeologa affacciandosi a sua volta –non si è mossa da quando l’abbiamo vista!-

-Sempre la solita ottimista!!- si lamentò Usopp, anche lui affacciatosi.

-Mmh?? E quella cosa bianca che vedevamo? Dov’è? - domandò Franky osservando il contenuto inerme della barcaccia.

-Non ho visto niente di bianco nemmeno col binocolo- rispose la mora.

-Sorella ti assicuro che c’era qualcosa che la copriva! Chiedilo anche al mucchietto d’ossa se non credi a zio Franky!!- rispose quasi offeso il cyborg.

-Ok ok lattina ci pensiamo dopo.. adesso vediamo di tirarla su.. – interruppe lo spadaccino, stranamente portatore di buon senso.

-Non posso credere a quello che sto per dire, ma ha ragione la testa d’alga qui..- disse Sanji che si stava avvicinando al parapetto ignorando lo sguardo omicida di Zoro ,  - dei del mare!! Una sirena mi avete portato!! Oh vi ringrazio dal profondo!!- urlò agitato quando si accorse che la scialuppa conteneva una ragazza.

-Il solito idiota- commentò placidamente Zoro, guardando di sotto.

-Ripetilo, se ne hai il coraggio! Testa d’insalata!- ringhiò il cuoco buttandosi all’attacco, cui prontamente seguì la reazione dello spadaccino, finchè… SDENG! SDENG!

- Ora basta idioti!! La finite di beccarvi?!- il pronto intervento della navigatrice placò i bollenti spiriti dei due galletti del pollaio, -abbiamo da fare ora! Rufy! Prendi Chopper e scendete! Chopper dai un’occhiata e vedi se può essere trasportata qui su, e in che condizioni è! Forza muoversi!! AH! E portate su il sacco!- concluse con un bel paio di occhi a forma di B di berry.

-Strozzina..- fu l’unico mugugno che uscì dalla bocca dello spadaccino prima di trovarsi steso sul parapetto come una tovaglia.

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Capitolo 2
*** Kapitel Tzwei ***


        -È viva!- urlò il piccolo alce dal naso blu alzando la testa verso la “platea” che aspettava il suo verdetto, -ma chissà che le è successo per ridurla così…- aggiunse poi smorzando il tono e guardando il capitano dal cappello di paglia, che a sua volta guardava stranito le ferite e le ustioni sul corpo immobile nella scialuppa.

-Dici che se le immergiamo la testa nell’acqua si risveglia?- chiese innocentemente il moretto guardano il medico.

-Certo che no! Razza di incosciente!!- urlò di rimando il dottore, -ora te la carico sulle spalle, cerca di strattonarla poco- aggiunse poi calmandosi e sollevando il corpo, mentre il capitano obbediente gli porgeva la schiena. Checché se ne pensasse il ragazzo aveva coscienza in questi casi, e l’aveva dimostrato trascinando Nami incolume in cima ai picchi di Drum, quando si erano conosciuti.

-Ok, è legata. Ora sali e poi aiutami a salire. La portiamo subito in infermeria- sentenziò il medico battendo una pacca sulla spalla del capitano per confermargli il via libera.

Nell’infermeria quattro paia di occhi (e due orbite vuote) seguivano attente ogni mossa del medico, sussultando ogni volta che una ferita veniva pulita e portata alla luce. Lo spettacolo non era certo dei migliori. Altro che donna.. era poco più che una ragazzina. I capelli neri e mossi che le arrivavano sotto il seno, i lineamenti delicati e quella pelle così candida, nonostante l’esposizione al sole, rendevano quello scempio ancora più deprecabile. Una bambola di porcellana fatta a pezzi brutalmente. Ecco cosa sembrava, con quell’espressione tranquilla che le dava Morfeo.

-Bhuua!! Chopper!!! dimmi.. si salverà??- strepitava Sanji mordendo un fazzoletto ai piedi del lettino.

-Le ferite sono meno profonde di come sembrano, è il sangue coagulato che le fa sembrare più gravi- rispose Chopper grave, intento nel suo lavoro, -il problema è che sono tante..- concluse poi sospirando.

-Aaargghh!! Chiudila Chopper, chiudila!!- strillò all’ennesima ferita ripulita il cecchino, sostenuto da un piccolo coretto da stadio intonato da Brook, seguito a ruota da Franky e Rufy: -Tappa la buca! Procione tappa la buca! Tappa la buuuca! Procione, tappa la buuca!!-.

-Ora bastaaa!!- strillò il medico assumendo la sua forma umana, -Fuori di qua!! Mi state togliendo la concentrazione!!- rincarò alzandoli di peso e schiantandoli tutti nella sala, tra i gemiti di dolore di Usopp e le preghiere di Sanji per restare ad assisterlo.

Lo sguardo indagatore di Nami sembrò sottolineare il commento che aveva fatto prima che il medico entrasse nella piccola infermeria, ovvero –state fuori, lo disturbate soltanto-. Ma incredibilmente lasciò cadere l’opportunità di strigliarli per benino, momentaneamente distratta dai suoi pensieri, rivolti alla reazione che sia Robin che quel grezzo di Zoro avevano avuto nel vedere in faccia la ragazzina, una volta issata dalla barcaccia. Niente di plateale, come al loro solito, ma ne era certa: lo sguardo contrariato della sua compagna non era di certo dovuto a quello spettacolo, che su di lei non avrebbe avuto tale effetto. No no, non l’aveva convinta affatto. Tantomeno la reazione dello spadaccino che da incuriosito era passato a leggermente in guardia. Meno decisa di quella di Robin, ma sicuramente non trascurabile. Conosceva i suoi polli lei, avrebbe potuto fare la psicanalista. Ma si convinse che se fosse stato qualcosa di importante i due non lo avrebbero taciuto. Troppo fedeli al capitano e affezionati alla ciurma per metterli in pericolo. Perciò decise di non condividere le sue osservazioni, e aspettare.

Fatto sta che i due si erano dileguati, uno diretto ai  suoi pesi, l’altra a leggere sul ponte.

All’ennesimo schiamazzo di quel branco di casinisti però, i suoi pensieri la dovettero abbandonare malamente, obbligandola a pestare i malcapitati per dirigersi verso il suo studio a controllare la rotta, seguita dal cuoco in preda alla tempesta amorosa, che come tutta risposta si beccò una sonora portata sul muso.

Erano ormai due giorni che non un solo alito di vento gonfiava le vele della Sunny, ma questo non intaccava le sicurezze di Nami, che ne era certa, anche dovendo procedere a quella velocità sarebbero arrivati largamente per tempo su Rocky Island. E questo tranquillizzava in primis il capitano, che si fidava ciecamente della sua navigatrice, nonché il resto del gruppo, animato dal solito buon umore di cappello di paglia. La ragazza nell’infermeria non accennava a volersi svegliare, e questo metteva decisamente nei pensieri il medico, che si stava lentamente perdendo d’animo.

Ma l’ora di pranzo era scoccata e la baraonda ormai aveva invaso la cucina.

-Tu! Testa d’alga! Vai a dare il cambio a Chopper in infermeria! Digli di venire di qua a mangiare, così si distrae un po’..- urlò il cuoco verso lo spadaccino, per sovrastare il caos.

-Cosa?! Come ti permetti di darmi ordini galoppino!!- si oppose il samurai.

-E dai fratello!!-lo esortò Franky -dai il cambio al procione! Si sta demoralizzando!! Gli farà bene stare un po’ in mezzo ai vegeti!- concluse alzandolo dal suo posto.

-cos..?? ma?? Io non ci capisco niente di medicina!! Mandateci la strozzina!!- ritentò la testa verde.

-Tu non capisci niente di niente!- esordì la rossa, mettendo in salvo l’ultimo tozzo di pane –muoviti zotico! Se si sveglia basterà chiamarci. E poi tu hai finito di mangiare, no?- terminò, tirando un cazzotto a Brook che allungava le mani sul suo formaggio.

-Eh? Si però..- biascicò lo spadaccino, che per spirito di sopravvivenza ormai era veloce quanto il capitano ad accaparrarsi il cibo. Si adattava a tutto, lui.

-Che c’è Zoro? Hai paura che ti assalga?- rise la rossa.

-ma? Dannata strega!! Ho capito, vado, vado..- disse rassegnato lo spadaccino alzandosi dalla sedia e uscendo dalla cucina.

TOC! TOC! –Chopper! vai su a mangiare! Ci penso io qui nel frattempo.-  disse il samurai entrando nell’infermeria.

-Oh, ciao Zoro.. Sicuro?- rispose mogio mogio, -non riesco a capire.. le ferite si ritirano più velocemente di quelle di Rufy, e questo ha dello straordinario, ma non accenna a svegliarsi.. Che abbia sbagliato qualcosa?- concluse triste girandosi verso il compagno.

-Erano ferite difficili… ora vai a mangiare..- tentò il ragazzo. Consolare non era di certo la sua specialità…

-Ok.. allora grazie.. a dopo..- mugugnò la renna uscendo a testa bassa dall’infermeria.

Dieci minuti e già batteva il piede per terra per il nervosismo.. come faceva il peluche a restare per tanto tempo chiuso lì dentro a guardare quella…. Salma? I discorsi di Usopp sul fatto che sembrasse una delle mogli di Dracula per quanto era bella e smorta gli riempivano le orecchie da due giorni. Si pentì di averlo pensato.. se lo avesse sentito quel buono a nulla del cuoco lo avrebbe rincorso per tutta la nave. Però.. però non si toglieva dalla mente quella sensazione di dejà-vu.. cos’era? Certo se fosse stata sveglia sarebbe stato più facile. Mancava un particolare.. quel particolare che fa scattare l’interruttore della memoria.. se fosse stata la voce? O un gesto tipico? Mah.. inutile stare lì a scervellarsi.. tanto quella non dava segno di vita. Ma??

-Uhm?- un sussulto.. lo aveva visto chiaramente, come se fosse stato a rallentatore. Le appoggiò una mano sulla fronte e tutto accadde nel giro di un secondo. Come aveva fatto a farsi sorprendere così? Lui che non abbassava mai la guardia. Nel momento stesso in cui le sfiorò la fronte con le dita … BLINK! Lei aveva sgranato gli occhi.. di scatto, come se si fosse appena svegliata da un incubo. Quegli occhi, di quel colore così strano, ametista, con le venature di un viola più scuro. Ecco cosa lo aveva distratto. Distratto da quel colore talmente inconsueto, che nemmeno si accorse che la mano della ragazzina era scattata, afferrando l’elsa di una delle sue spade. Distratto da quel colore talmente inconsueto, che capì che anche la gamba della ragazzina si era mossa solo quando vide un ramo di ciliegio colpirlo in pieno petto. Aveva un tatuaggio sulla caviglia quella maledetta scheggia.. un ramo di ciliegio che le scendeva sul piede nudo.. con tre fiori da cinque petali l’uno.. tranne l’ultimo, che ne mostrava solo quattro, più uno “caduto” più in basso sul piede. Cavolo, stavolta quel dannato cuoco aveva ragione, era bellissima, persino lui lo notava. Gli vennero in mente due strane parole da accoppiare: bellezza insana. Strano che lo notasse mentre sentiva chiaramente la sua spada sibilare uscendo dal fodero.

-Ma cos…- mugugnò ancora intontito dal calcio, -tu! Che diav..- cominciò quando si accorse che era a gambe all’aria con la sua stessa spada puntata contro la gola.

Ma venne interrotto dalla porta che si apriva, lasciando entrare Chopper, Sanji e Usopp.

Ovviamente le reazioni furono tra le più disparate. Usopp totalmente rintronato nel vedere Zoro, così grosso rispetto a quella ragazzina, steso a terra non riuscì nemmeno a urlare per la paura. Chopper sospirò di sollievo, quasi non notando lo spadaccino, per il fatto che finalmente la sua paziente si era svegliata. Sanji scavalcò con un passo gli altri due portandosi più vicino alla strana scena, latrando di gioia, dopo un nano secondo di smarrimento che gli aveva provocato lo sguardo della sconosciuta che si era fermato su di lui, essendo il più alto, all’aprirsi della porta –oh!! Giorno lieto questo!! Mia principessa ti sei svegliata!!-.

La faccia leggermente stranita della ragazza fece capire a Zoro che non era più intenzionata a piantargli quella spada in gola. –Principessa un corno! Ehi tu! Poppante! Ti sembra il modo di fare con chi ti ha raccolto nel bel mezzo del niente?!- ringhiò mentre lei abbassava la spada e gli tendeva una mano per aiutarlo a rialzarsi.

-Io.. m-mi disp.. non..- aprì appena bocca la ragazza, rivelando una voce che tutto era, fuorché intenzionata a attaccare briga.

Cosa che stupì lo spadaccino, che aveva intuito perfettamente guardandola negli occhi un secondo prima che aprissero la porta, che non si sarebbe fatta troppi problemi a farlo a pezzi se si fosse sentita in pericolo. Ma evidentemente quel trio di scemi l’aveva tranquillizzata. Si alzò da solo e tese il braccio per riavere la sua spada.

-Ovvio! È quello che ti meriti! Non vedi come si è spaventata a vedere la tua brutta faccia da zotico appena sveglia?!-  ringhiò il cuoco diretto allo spadaccino –Mia cara, stai tranquilla.. non abbiamo tutti quel brutto muso qui a bordo!!-

-Tu razza di scendiletto con le sopracciglia arrotolate!! Vuoi per caso quelle che ti ho risparmiato a tavola!?- si agitò il samurai sbraitando verso Sanji.

-Scusa un attimo mia cara!- disse Sanji scansando la ragazza e portandosi faccia a faccia con Zoro –provaci un po’ se hai il coraggio!!- grido afferrandolo per la maglietta.

Troppo  presi dalla discussione, non notarono che sia Usopp che Chopper, imploravano terrorizzati la loro attenzione. Che ottennero non appena una voce parlò da dietro la porta ancora aperta.

-Mir!! Ora basta! Non vedi che li hai fatti agitare con il tuo comportamento! Ti sembra il modo?!-

Una zampata chiuse la porta. Eh già. Una zampata.

Fu un attimo: Sanji lasciò cadere il braccio, -ma cosa…?- domandò a bocca aperta senza riuscire a terminare la domanda. Non sapeva nemmeno cosa chiedere esattamente. Come avevano fatto a non accorgersene?! Non passava certo inosservata.. e soprattutto dove si era nascosta fino a quel momento? Zoro incredulo portava lentamente le mani alle spade chiedendosi se avesse solo sognato una voce provenire dalla bestia. Chopper era aggrappato alla gamba di Usopp e non riusciva a fare altro che balbettare sillabe senza senso. Usopp piagnucolava avendo la testa di quella cosa proprio davanti agli occhi.

‘Quella cosa’.  Una tigre stava seduta dietro alla porta. Bianca. Enorme. Guardava Usopp dritto negli occhi senza alzarsi sulle zampe posteriori. Tre cerchi, forse d’argento, constatò Sanji, pendevano dal suo orecchio destro. Mentre un bracciale a fascia intarsiato, dello stesso materiale, ornava la sua zampa anteriore sinistra.

Se non fosse stato per la voce della ragazza che intervenne prontamente, sicuramente Zoro e Sanji si sarebbero fiondati sull’animale.  

-Fermi! Fermi! Per favore! È con me! Non vi attaccherà! Lei..- e si interruppe vedendo che i quattro puntavano gli occhi sbarrati verso di lei. – Raxha!! E poi sarei io che li metto in agitazione eh?! Ma cosa ti passa per la testa a spuntare così dal nulla?!- urlò poi rivolta verso l’enorme felino che si leccava una zampa, apparentemente incurante del fatto che era quasi stata sul punto di subire un attacco non da nulla.

I denti a squalo della ragazza ricordarono tanto ai quattro, che ormai facevano rimbalzare gli occhi tra le due, la faccia arrabbiata di Nami quando li rimproverava per qualcosa. ‘Tutte così le ragazzine’ pensò Zoro ghignando sotto i baffi.

-Mmm-ma dove stava nascosta fino a oggi?- chiese timidamente Chopper, ripresosi dallo shock, -io qui dentro no l’ho mai vista!- rivolgendosi alla ragazza che ora si era avvicinata alla tigre e la accarezzava sul muso.

-Ehm.. come dire.. da dove comincio..- chiese lei pensierosa rivolgendosi alla tigre. –Ehm.. ecco.. diciamo che io ho il potere di evocare lei e altri animali.. più o meno..- sorrise poi rivolta alla piccola renna. –Ma tu? Chi saresti?-

- Il mio nome è Tony Tony Chopper!! Sono il medico di bordo! Ero così preoccupato! Hai dormito per due giorni interi qui sulla nave!- partì a raffica il piccoletto dal naso blu, sciogliendosi al sorriso amichevole di quella sconosciuta con quegli occhi tanto belli.

- Piano con le confidenze Chopper!- lo riprese Usopp diffidente.

- Ah ah..- la risata di quella ragazza era come il tintinnio di tanti cristalli, armoniosa e melodica. A Zoro tornò in mente la parola “insana”, ma non capiva perché. Di certo non aveva l’aria malaticcia.  –Curioso! E cosi tu sei Tony Tony Chopper.. chiaro.. quindi questa è la ciurma di cappello di paglia. E di conseguenza tu sei Zoro, il cacciatore di pirati. Con tanto di Sogeking a seguito! Eee.. Sanji piedi neri, suppongo,- disse infine guardano Sanji per ultimo –non sei esattamente simile all’identikit, in effetti..-.

-Eh? E tu come fai a saperlo?! Sei per caso un agente della Marina?!- la diffidenza di Usopp cresceva proporzionalmente al suo coraggio, una volta al sicuro dietro le spalle larghe di Zoro.

-Ah ah..- questa volta anche Usopp non poté fare a meno di tranquillizzarsi al suono d quella risata, -no no.. niente del genere.. mi dispiace per avervi messo all’erta.. semplicemente le vostre facce hanno fatto il giro del mondo dopo i fatti di Enies Lobby!!-.

-AH! Ma certo.. capisco.. hai sentito anche tu narrare delle storiche imprese di Sogeking! Il grande re dei cecchini! Bè devi sapere che…- partì anche Usopp in quarta, incoraggiato dal sorriso affabile della giovane.

-Ehi, Usopp! Che fine ha fatto la tua prudenza?- lo schernì lo spadaccino.

-Uhm? Che prudenza? Ha detto che non è della marina!- replicò lui convinto.

La faccia sconsolata di Zoro convinse il cuoco che non aveva intenzione di continuare una discussione così sterile, spingendolo così a interrompere finalmente il fiume di boiate con cui il cecchino stava sommergendo la ragazza, che ascoltava sorridente senza batter ciglio –Ok, re dei cecchini! Ora basta o le farai sanguinare le orecchie! Vieni mia dea! Andiamo di là.. ce la fai? Il Capitano vorrà conoscerti.. è due giorni che lui e gli altri bazzicano intorno all’infermeria chiedendo notizie!- si intromise sfruttando un secondo in cui Usopp riprendeva fiato.

-Ah! Aspetta Sanji! Le sue ferite!- disse chopper tirandola contento verso il lettino e cominciando a srotolarle le bende dal braccio, - Ma!? Cosa è successo!? Le ferite?? Non c’è più niente!- esclamò l’alce con gli occhi sbarrati svolgendo sempre più velocemente le bende.

Ovunque svolgesse le bende non trovava altro che pelle candida, liscia come la seta. Nessun taglio. Nessuna ustione. E, ancora più strano, nessuna cicatrice. Eppure ne era certo. L’aveva disinfettata e medicata lui stesso. Ma chi era quella? Evocava le tigri, guariva in due giorni e senza cicatrici… -Sei una fata!!- esclamò il piccolo animaletto peloso entusiasta. Facendo sobbalzare gli altri che guardavano straniti la pelle liscia che il camice della ragazza lasciava scoperta.

-Ah ah ah! Questa poi!- esclamò la tigre che piangeva dalle risate. E che tutti, tranne Usopp che ogni tanto le gettava un’occhiata di controllo, avevano dimenticato per quanto fosse silenziosa.

-Cosa ridi tu dannata!- esclamò con denti aguzzi la ragazzina. –No non sono una fata.. ho la guarigione rapida!- disse poi dolcemente, rivolta al piccolo medico dal naso blu.

-Ok quindi è a posto vero, Chopper? portiamola su! Dai dai!- Usopp ormai non si conteneva più.

-Certo andiamo!!- e il piccolo medico era facilmente contagiabile. Corse dietro al cecchino seguito da Sanji che tendeva il braccio per lasciare libero il passaggio alla fanciulla, impedendo che Zoro passasse prima di lei.

-Grazie..- sorrise lei facendo un mezzo inchino, - che gentiluomo!- aggiunse poi mandandolo in brodo di giuggiole.

-Abbiamo finito con i salamelecchi?!- sbottò innervosito lo spadaccino in fondo alla coda con la grossa tigre, beccandosi le occhiatacce del cuoco e il sorriso di scuse della ragazza. Ancora quel senso di dejà-vu.. che però aveva toccato l’apice quando lo aveva attaccato appena svegliata. Gli occhi dovevano essere.. non era certo un colore comune.. ma chissà.. non riusciva proprio a ricordare.. per la prima volta si ritrovò a pensare che forse Nami aveva ragione quando gli dava dello sbadato. Mah! Gli sarebbe venuto in mente.

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Capitolo 3
*** Kapitel Drei ***


Cinque minuti dopo, sul ponte, era il putiferio più totale.. Le domande volavano una dietro l’altra, da tutti gli angoli, tranne che da Robin, Nami e Zoro, che assistevano senza poter aprir bocca.

Ma la pazienza ha un limite, e l’urlo disumano di Nami fece drizzare i peli persino all’enorme tigre che alzò le orecchie in attesa di qualche strano e improvviso cataclisma.

-OOORA BAAASTA!!! Uno alla volta santo Cielo!! Lasciatela parlare!!- sbraitò la rossa distribuendo una fila di cazzotti da peso massimo per calmare gli animi. Anche se capiva il perché di tanta agitazione. All’ingresso dei due, a sorpresa due, ospiti era calato il silenzio. Primo per quella bestia enorme che quei quattro debosciati si erano portati dietro, e che aveva scatenato il panico generale e l’estremo interesse particolare.. in Rufy, ovviamente. Secondo per l’ospite vera e propria. Persino lei rimasta era scossa per quanto fosse bella quella ragazzina. Ma di una bellezza strana, inafferrabile, quasi eterea, con quella carnagione pallida e quelle labbra rosee e sottili. Non una forzatura nei suoi tratti, nei suoi movimenti, non un espressione marcata, ma quegli occhi.. erano come un vortice. Assorbivano tutto: la luce, l’ombra, i suoni, le parole. Ma non riflettevano niente. Tutto entrava, ma niente usciva.

-Scusa fratello!!- biascicò Franky, beccandosi un bel bis.

-Ok! Ora che c’è silenzio..- riprese soddisfatta Nami – perché non cominciate presentandovi, razza di caproni! Io mi chiamo Nami, sono la navigatrice!- terminò ritraendo i denti da squalo.

-Nami! Nami! Io mi sono presentato! Appena si è svegliata!!- cinguettò il piccolo medico, in cerca del complimento.

-Bravo Chopper!- lo soddisfò Nami sorridendo, e voltandosi poi nuovamente verso l’ospite. I vortici si erano chiusi. Quando aveva capito che non erano contrari a lei, si era rilassata. Ecco l’altra faccia della medaglia: un sorriso si allargò sulle labbra rosee, rendendola, se possibile, ancora più magnetica di prima.

-Ehm.. ok.. dunque.. mi chiamo Mir, e lei..- disse l’ospite, indicando la montagna pelosa che il capitano usava come schienale – è Raxha! Maa.. lui?!- chiese poi guardano curiosa una montagna d’ossa di due metri con tanto di capelli afro.

-Salve mia cara! Hai qui davanti a te Brook il canterino in carne e ossa! Si fa per dire ovviamente.. visto che mi sono restate solo le ossa! Yohohoh! Di un po’ signorina.. non è che mi faresti dare un’occhiata alle tue mut..- ma non finì la frase perché un calcio di Sanji lo mandò dritto steso per terra.

-E tu saresti un gentiluomo!?- urlò con una vena che gli pulsava sulla fronte, -razza di maniaco! Mia cara, -disse poi volteggiando verso la ragazzina e inchinandosi platealmente, - come sai sono Sanji, e sono il cuoco di bordo!!- cinguettò felice.

-Dici che con la fronte tocca per terra?- chiese lo spadaccino allo scheletro, sogghignando alla scenata che riteneva decisamente penosa.

-Tu dannato bifolco!!- si agitò Sanji, -scusalo mia cara, ma come vedi a quel troglodita non hanno insegnato le buone maniere. Lui è Zoro, e qui a bordo lo usiamo come fermaporte quando c’è corrente, visto che non fa altro che dormire, la nostra sleeping beauty!- concluse tronfio.

-Maledetto lecchino con le ciglia arrotolate! vuoi che ti dia una ripassata??- scattò lo spadaccino.

-Finitela!!- urlò Usopp, che poi corresse i modi, terrorizzato dagli sguardi accigliati dei due, -ppper favore!! Ehm ehm,- continuò poi, dandosi un tono -come ti stavo dicendo prima, sono Usopp, vice capitano, nonché capocannoniere, e ho ai miei ordini 8000 tiratori scelti che…- cominciò con la sua solita solfa mentre Chopper  se le beveva estasiato.

-ma dai?! Ehi fratello, ma questo è davvero il vice?- lo interruppe Franky voltandosi stupefatto verso Nami. Non aveva fatto ancora l’abitudine alle balle del cecchino.

-Mai detto niente di simile..- rispose lei agitando la mano davanti alla faccia, come per smuovere un po’ d’aria.

-Ah.. Ecco..- disse Franky –Nasuto sei forte! Comunque.. io sono Franky, il super, e sono il carpentiere!- disse facendo tutte le sue solite mosse.

-Io mi chiamo Rufy!- rispose sorridente come al solito il ragazzo di gomma –come sei finita alla deriva?- chiese diretto il ragazzo. Per lui le presentazioni erano già sufficienti. Capiva a naso di chi potersi fidare, e questo lo riconoscevano, senza dubbio, tutti i sui compagni di viaggio. E poi quella tigre gli piaceva troppo..!

-Lo sa testone!!- lo riprese saccente il cecchino, appena prima che Mir potesse rispondere. Girò allora la testa per rispondere al capitano quando scorse l’archeologa in un angolo che seguiva la conversazione.. prima non avrebbe potuto notarla in mezzo al buco nero creato dagli altri membri della ciurma.

-Robin!!! Ciao!- schizzò in aria la ragazzina, fiondandosi sull’archeologa e lasciando tutti di stucco, abbracciandola. –Quanto tempo! Sono felice che ti sia liberata di quello schifoso approfittatore di Crocodile! Allora? Come va la tua ricerca? Io non ho potuto proprio muovermi ultimamente.. sai con quel casino che hanno combinato alla sede centrale.. mezzo mondo è in agitazione! Il capo e il vecchio stanno dando di matto!!-. I membri della ciurma poterono constatare che la sua parlantina superava quasi quella di Usopp, una volta presa confidenza. Ma non tutti soppesavano attentamente le parole che lei pronunciava, come facevano Zoro e Nami: capo, sede centrale e mezzo mondo accesero immediatamente i loro campanelli d’allarme.

Ricambiato l’abbraccio, Robin rispose alle domande implicite che l’equipaggio le poneva con lo sguardo: -Non pensate male!- disse sorridendo l’archeologa, -Lei non ha niente a che fare con Crocodile.. Quando lavoravo ancora nella Baroque Works, lei spesso veniva a trovarmi per dei consulti su alcune informazioni che reperiva riguardo ai Poignee Griffe. Diciamo che anche lei cerca quello che cerco io..- concluse accarezzando la testa della ragazzina che le arrivava appena al collo.

-Certo, è chiaro!- la rassicurò il capitano con il suo solito sorriso da bonaccione stampato in faccia.

-E chi ci crede che hai capito!!- urlarono tutti in coro i membri della ciurma, Robin esclusa, che come al solito sorrideva al buon animo del capitano.

-Oh scusa cappello di paglia! Non ho risposto alla tua domanda! Sono scappata da una nave diretta al mercato degli umani in cui ero stata caricata.. sai..-proseguì corrucciandosi e abbassando lo sguardo, - nel Nuovo Mondo pare esser di moda comprarsi un poveraccio da maltrattare a piacimento.. e quei bastardi..- ma si bloccò, alzando al testa con un sorriso triste che fece capire persino al capitano che l’argomento non era tra i suoi preferiti.

-Allora..- riprese il capitano, dopo che l’ultima frase della loro ospite aveva involontariamente fatto calare il silenzio, -dove saresti diretta?- concluse con il suo sorriso raggiante. Il buon senso mostrato dal capitano lasciò stupefatta l’intera ciurma. Nami ringraziò mentalmente il signore che Rufy non avesse deciso di insistere sull’argomento.

-Rocky Island..- rispose lei sorridendo di rimando al giovanotto di gomma.- è una fortuna che mi abbiate raccolto proprio voi.. immagino che la direzione sia la stessa no? Insomma.. Ace.. è.. tuo fratello.. quindi..- rallentò lei accorgendosi che forse era un tasto dolente, visto che tutta la ciurma la guardava in silenzio. -cioè…-

Il capitano la guardò serio un secondo, quella ragazza sapeva veramente molte cose su di loro. Ma poi il sorriso si impossessò nuovamente del suo viso di gomma. Possibile che sorridesse sempre e comunque? Mir non potè fare a meno di paragonarlo al padre, Monkey D. Dragon. Troppo simili anche in questo.

-E’ esattamente il posto in cui siamo diretti!!- rispose lui –sei davvero fortunata!!- esclamò infine mettendosi a ridere.

-Yohohoh! Ehi capitano! Spiacente dovervi interrompere nel bel mezzo del colloquio! Ma si vede una nave all’orizzonte!- urlò Brook  girandosi verso il capitano.

Istantaneamente negli occhi nascosti sotto  al cappello di paglia si illuminarono due grosse scintille: -Dove!? Quanto dista!? Zoro che ne dici??- chiese speranzoso che suo secondo lo appoggiasse nel’idea dell’arrembaggio.

-Bè direi che è moolto vicina, ascolta zio Franky! Guarda di là!- disse il cyborg indicando un punto dietro di loro.

Un galeone stava avanzando a forza di remi verso di loro. Issava la bandiera con il jolly roger. E puntavano dritti verso di loro. Ormai li separavano al massimo un paio di centinaia di metri.

-Quella bandiera significa che cercano guai, o sbaglio, capitano??- chiese soddisfatto Zoro che si era subito affiancato a Rufy.

-Cercano guai di sicuro!!- si esaltò infuocato il capitano che ormai non stava più nella pelle per l’imminente scontro. Seguito a ruota da Franky che commentò con un tranquillo –Mi servivano giusto giusto dei pezzi nuovi!-, mentre Usopp e Chopper correvano disperati su e giù per il ponte urlando –CI ATTACCANO!!-.

-Smettetela voi due!! Sarà peggio per loro, che non sanno a chi vengono a pestare i piedi!- li troncò Sanji, accendendosi una sigaretta e appoggiandosi con i gomiti sul parapetto proprio a fianco a Brook.

Nami nel frattempo cercava di fare una stima dei tesori che quella nave poteva avere in stiva, e decise che con quei tritapietre dei suoi compagni all’opera non c’erano rischi, appoggiando così l’idea del capitano di partire all’arrembaggio. Sullo sfondo Robin aspettava che il galeone si affiancasse alla Sunny, allungando il collo per vedere a chi la fortuna aveva sputato in faccia in un così bel giorno di sole, mentre Mir restava più indietro, avendo riconosciuto il Jolly Roger issato sull’albero maestro. Finché la mora le si avvicinò, -Dimmi la verità, Mir. Il tuo “capo” ti ha mandato a tenere sott’occhio Rufy e i suoi?- le chiese, richiamandola dai mondi attraverso i quali stava viaggiando, dopo aver visto il galeone.

-Eh? Cosa?- chiese lei cadendo dalle nuvole.. – No, è stata davvero una coincidenza!- sorrise la ragazzina, - in effetti ero per mare per ’recapitare un messaggio’, da parte sua.. poi sono dovuta scappare dalla nave dove ero imbarcata.. e voi mi avete trovato.. il tuo capitano è nato sotto una buona stella.. non ha niente da temere, comunque.. non siete soli nemmeno stavolta.. te l’ho detto anche prima no? Il capo e il vecchio stavano impazzendo dietro a questa storia di Ace. Il governo stavolta l’ha fatta davvero grossa.. due fesserie in un colpo solo..- concluse poi seria, tornando a guardare il galeone, che ormai li aveva affiancati e agganciati.

-è da prima che li osservi, li conosci?- chiese l’archeologa indicando gli “ospiti” con un cenno del capo.

Il sorriso amaro  che si stampò sul viso della più piccola, confermò l’ipotesi della maggiore – E’ da lì che sono  scappata.. ma a quanto pare quei luridi non hanno afferrato il messaggio..- rispose. E il suo tono non aveva più niente a che fare con la  ragazzina sorridente di pochi minuti prima. Il cambiamento di espressione non sfuggì allo spadaccino, che attento come al solito, guardava intorno a lui lo stato dei compagni. Sul viso pallido della ragazzina si era dipinta un’emozione che poteva avere un solo nome: furia. Ed eccolo, l’interruttore della memoria. Tlac. Ma quello che ricordò non lo tranquillizzò affatto. Si ricordò che non aveva mai conosciuto personalmente quella ragazza. Per fortuna, forse. Si ricordò che la sua foto era in mezzo a tante altre. Certo, era appena una bambina in quella foto.. ma quegli occhi erano inconfondibili. Era una bambina, sconosciuta, in mezzo a centinaia di facce minacciose e terribili. Una bambina, in mezzo alla lista dei ricercati internazionali.

Una bambina, in mezzo alla lista dei ricercati internazionali, con una cifra da capogiro scritta in grande sotto alla dicitura ‘Wanted’. 600.000.000 di Berry..-“s-e-i-c-e-n-t-o-m-i-l-i-o-n-i”- scandì mentalmente. Non avrebbe mai potuto scordare una cifra del genere. Non solo perché sarebbe stata la più alta che avrebbe mai visto durante la sua attività di cacciatore di taglie. Ma anche perché all’improvviso, due anni prima, c’era stata una rettifica della Marina, e la taglia era stata totalmente revocata. Quella bambina era sparita così dalle liste nere dei nemici del governo mondiale…

Ma venne strappato dai suoi pensieri da una passerella che si schiantò sul parapetto della Sunny a pochi centimetri dal suo braccio. Dall’altra parte, sull’altra nave, un uomo enorme ridacchiava, urlando verso quello che venne chiamato “capitano”  dall’equipaggio del galeone –Ehi capitano Grade!! Sono solo dei ragazzini! Siamo sicuri di volerli uccidere? Sembrano messi benino, ci frutterebbero parecchio!- concluse poi squadrando lo spadaccino dalla testa ai piedi.

Dalla nave l’uomo che portava il titolo i capitano parlò con voce profonda che strideva fortemente con la bassa statura e la testolina lucida dell’omuncolo –Tu dici, Pask?? Bè allora altre al cibo e al tesoro caricate anche loro.. li chiudiamo nella stiva. In effetti non possiamo tornare dal capo con le pive nel sacco. Dite un po’.. – alzò la voce per farsi sentire meglio, rivolgendosi all’equipaggio della Sunny, -chi di voi si fa chiamare “capitano” su quella bagnarola?- concluse volgendo lo sguardo verso Zoro, che era defilato sulla sinistra, proprio a fianco a Rufy. Sapeva di lurido a un chilometro di distanza, e la sensazione non risparmiò né lui, né gli altri della ciurma.

-Bagnarola?! Come osi dannato nano da giardino??- tuonò Franky con una vena che gli  martellava sulla fronte.

-Che c’è mutandone? Perché ti agiti? Pensi di poterla paragonare a una delle navi della mia flotta?- rispose il suddetto Grade scorrendo con lo sguardo fino al Cyborg, all’altro lato del capitano di gomma.

-Flotta? Non scherzare.. da quando in qua le flotte si fanno con una nave sola?- rispose stizzito Franky.

-no fratellonee!! Non gli rispondere così!!- pregarono terrorizzati Usopp e Chopper in lacrime.

La risposta sembrò irritare il capitano avversario che digrignò i denti, ripetendo la sua domanda iniziale, -Allora chi di voi è il capitano?- tuonò decisamente più nervoso di prima.

-Visto!!- incalzarono i due cuori di leone, colpendo il Cyborg.

-Io!- rispose Rufy che ancora sorrideva per le risposte del “fratellone”.

Finalmente Grade puntò lo sguardo sul capitano avversario. Soprattutto sul suo cappello. E lo riconobbe.. – ma guarda guarda! Pask! Ma non ti sei accorto di chi abbiamo di fronte? Monkey D. Rufy e la sua ciurma, se non erro. Il capo sarà decisamente contento.. e magari non farà caso alla perdita che abbiamo subito. Dopotutto solo cappello di paglia vale trecento milioni…-  disse sogghignando verso il suo vice, tra gli applausi e i fischi di approvazione della sua ciurma.

-UHM??- sanji alzò lo sguardo aspirando dalla sigaretta. –e cosa ti fa pensare che potrete fare di noi ciò che volete?- domandò attirando l’attenzione e provocando ilarità nella ciurma avversaria, le cui risa riempirono l’aria con un boato.

-Ah ah ah!! Ragazzino sei forte!!- tuonò il vice, salendo sulla passerella. – magari da dove venite voi, siete considerati forti,-  disse poi girandosi verso Rufy, -ma qui, avete passato i confini della mappa. Qui ci sono i mostri! Ah ah.. ho il permesso di salire a bordo capitano?- concluse poi sbeffeggiando Rufy e avanzando sulla passerella. Ma si bloccò un secondo prima di saltarne giù.

Mir si era portata in silenzio tra Zoro e Rufy e allungava il braccio per bloccare il passaggio a Pask, che la guardava interdetto. –Non ho sentito il capitano darti il permesso di metter piede qui sopra..- disse sorridendo verso Rufy. E lasciando quasi tutta la ciurma della Sunny a bocca aperta. Non era più la ragazzina sorridente di cinque minuti prima, e ora lo avevano notato tutti.

-No!- disse Nami, preoccupata per lei. Ma Robin, che si era portata a fianco alla navigatrice, le sussurrò di lasciarla fare, lei sapeva cosa faceva. Qualcosa nella postura e nei movimenti di quella ragazzina fecero pensare alla navigatrice che probabilmente la sua compagna aveva ragione. Ma lei stessa non avrebbe saputo definire meglio cosa.

Alla sua comparsa, buona parte della ciurma avversaria fece un passo indietro, come alla vista di un demonio. –TU!! Dannata sgualdrina!- urlò Grade andando su tutte le furie nel vederla – no Pask!! Non toccarla!!- . Ma era troppo tardi. Il vice aveva afferrato Mir per un polso, e lei girando la mano nella sua presa troppo larga lo aveva a sua volta afferrato. Pochi secondi dopo il corpo dell’enorme Pask si afflosciò letteralmente, sollevando una nuvola di cenere. Di lui era rimasta solo la pelle, come un sacchetto svuotato e buttato per terra, mentre Mir teneva ancora in mano il suo polso “vuoto”.

Nessuno riuscì a spiccicare parola. Persino Zoro aveva un’espressione ebete stampata in faccia. Ma cosa diavolo era successo? Oltre a evocare gli animali aveva i poteri del frutto del diavolo? Ma quale frutto? E la tigre? Dov’era? Zoro si voltò per cercarla, e vide che anche Nami e Sanji avevano avuto la sua stessa idea. Ma la tigre era li dove l’avevano lasciata. E emetteva un ringhio basso e continuo.

-Pask!! Maledetta strega! Non ti basta aver ridotto così la mia flotta e la mia ciurma?!- disse allargando un braccio per indicare i suoi uomini. – dieci navi! Dieci navi, mi hai affondato!-

Tutti si girarono a guardarla sbalorditi. Rufy era a bocca aperta e aspettava con ansia il continuo della storia. 

-Yohohoh! Accidenti signorina!- fece Brook fischiando molto poco elegantemente.

-Non è colpa mia se non stai attento a chi caricate a bordo!- rispose -Nove..-  si giustificò poi la ragazzina girandosi verso otto paia di occhi strabuzzati(e due orbite vuote..) –una l’ho solo ripulita, e l’ho lasciata agli altri schiavi che c’erano a bordo perché potessero tornare ai loro paesi. Capitano permettimi di sistemare questa cosa per favore- disse poi rivolta a Rufy in particolare, -a quanto pare quel tappo è duro di comprendonio- concluse poi rigirandosi verso Grade, dopo il cenno d’assenso di Rufy che non vedeva l’ora di rivedere quel potere all’opera.

-Ma cosa dici Rufy!! Vuoi lasciare questa piccola sirena in mano a quegli energumeni?!- sbottò Sanji, con tanto di canini al vento.

-Ma scusa,- obbiettò il capitano, innocente –se l’ha detto significa che può. Deve per forza cavarsela in battaglia, se vuole andare a Rocky Island. Con quello che sta succedendo in questo periodo non va certo là per turismo!- concluse. L’aveva fatto di nuovo. Ogni tanto una giusta la sparava pure lui.

-Sei sfortunata ragazzina! E per la tua sfortuna pagherai con la vita!- disse Grade.

Mir intanto si era seduta a cavalcioni sul parapetto, -allora non hai capito quello che ti ho detto l’altra volta!- urlò rivolta al botolo, - stai andando dalla parte opposta a quella che ti avevo ordinato! Ti ho lasciato apposta una nave e una ciurma perché tu tornassi da quel fenicottero spennato, e rimarcassi, per l’ennesima volta, che in questo tratto di mare non ammettiamo la tratta degli schiavi!! Ritenetevi fortunati che ci sia stata io e non qualcuno dei miei..- ma non finì la frase che Grade partì all’attacco.

Una delle passerelle che erano state calate, ad un cenno del botolo si sollevò, viaggiando dritta spedita verso la ragazzina, che sorrideva osservandola. –Tsk! campi gravitazionali!- mormorò lei più a sé stessa che agli altri. La ciurma trattene il fiato, mentre Sanji, Zoro e Rufy scattavano per difenderla. Ma prima ancora che potessero intervenire, la tavola cadde, a pochi centimetri dalla faccia di Mir. Sul galeone urla concise segnalarono che qualcosa stava succedendo al capitano, e a quanto pare a tutti i possessori di frutti del mare. Infatti sia sul galeone che sulla Sunny, alcuni elementi erano a terra col respiro affannoso. Sia lo spadaccino che il cuoco si erano fermati capendo che qualcosa stava accadendo. –Ma che accidenti!?- gracchiò Rufy a terra ansimando, -è come se fossi in acqua!!-. Nessuno sapeva più che pensare.

-Scusa capitano.. purtroppo colpisce abbastanza indiscriminatamente.. Raxha!!! Ti dispiace?!- urlò alla tigre, che si alzò pigramente andandosi a piazzare tra Rufy e Chopper. In un secondo sia il loro respiro che quello di Brook e Robin tornò normale. –Ahhhhh..- sospirò Chopper, -ma cosa è successo?- chiese la piccola alce che non si spiegava l’abbattimento di poco prima.

-Niente..- rispose la tigre, -ha solo piombato i poteri del frutto del diavolo.. più tardi vi spiegherà meglio lei..- disse in un sussurro ai quattro che la ascoltavano attenti. –Ehi! Mir! Vedi di non esagerare! Ti sei appena risvegliata dopo il macello che hai fatto l’altra volta.. non possiamo starti dietro 24 ore al giorno!!- urlò rivolta alla ragazzina che non staccava gli occhi di dosso a Grade, e che le rispose alzando il pollice in segno di assenso.

-Ok ora basta..- disse Mir, -ti do l’ultima possibilità. Vai dal tuo capo e riferiscigli il messaggio. Maaa… con una penale- concluse alzando l’indice e mordendosene il polpastrello.

Ciò che accadde dopo sarebbe rimasto in testa alla ciurma di cappello di paglia per parecchi tempo. E la frase che poco prima lo sfortunato Pask aveva pronunciato rimbalzò nelle loro teste: qui ci sono i mostri. Una leggera brezza si alzò e la cenere del corpo di Pask volò fino a raggiungere una parte della ciurma del galeone. Coloro investiti dalla nube, cominciarono a loro volta a seccarsi, accasciandosi a terra uno dopo l’altro come sacchi vuoti, tra urla atroci e suppliche di una morte veloce. Ormai poche decine di uomini erano rimaste sul ponte quando la nube si dissolse. –Ora sparite dalla mia vista.. e sperate che non vi ripeschi con le mani nel mercato schifoso che alimentate!-. Disse la ragazzina sottovoce, rimettendo entrambi i piedi sul ponte della Sunny e buttando in mare con le mani le passerelle che erano state fissate.

-Ora capisco perché così tanto!- sussurrò Zoro, ripensando alla taglia, mentre lei gli passava vicino, rivolgendogli a quell’affermazione uno sorrisetto che tentava di nascondere una sofferenza incredibile, quasi di implorare aiuto. Quel potere per lei era una condanna. Ora lo si poteva capire benissimo guardandola in viso. Della furia assassina di pochi secondi prima non era rimasto nulla. I cambiamenti di stato mentale di quella mocciosa erano incredibilmente veloci! –Che potere terrificante..- Riuscì solo a mormorare Sanji mentre Nami guardava esterrefatta il galeone allontanarsi tra le urla dei suoi marinai, assieme a Usopp e Chopper, incapaci di dire qualsiasi cosa. Persino Robin era sorpresa, non avendo mai visto la piccoletta in azione. Certo, Crocodile aveva spesso commentato che i suoi poteri erano una spina nel fianco, ma chi si immaginava. Rufy era ovviamente curioso, come Franky e Brook, ma adesso portava una specie di rispetto riverenziale verso la tigre, che ormai aveva intuito avere poteri maggiori di quanto ci si potesse aspettare, e la padrona. Persino lui aveva capito che quei poteri non avevano nulla a che fare con il frutto del diavolo.

-Navigatore mi indicheresti il bagno?- chiese Mir, ormai gialla in viso.

-C-certo… seguimi.- rispose la rossa, avviandosi verso la porta, ancora imbambolata.

-Scusate il pessimo spettacolo..- mormorò la moretta una volta dentro.

Nami si girò stupita. –Non ti preoccupare, siamo abituati alle cose strane noi! Guarda il nostro capitano che combina!!- le rispose, lasciandosi intenerire dal viso triste dell’ospite. –Eccoci! Fai con calma, ti aspettiamo in cucina.. anzi ti aspetto io.. visto che no sai dov’è..- le disse infine aprendo la porta del tinello e appoggiandosi al muro.

-Grazie- mugugnò l’altra con un sorrisetto triste, stravolto poi da una smorfia, seguita da un scusa mezzo ingoiato e da una corsa dentro, dopo essersi chiusa la porta alle spalle.

Ma non servì a molto. Nami, dalla sua posizione, la sentì chiaramente vomitare.

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Capitolo 4
*** Kapitel vier ***


-La solita stupida!- ringhiò Raxha sentendola chiedere del bagno, non appena le due ragazze uscirono dalla porta.

-Umh?- fece il capitano che le si era nuovamente stravaccato addosso, -perché? Certo però che ha uno strano potere..-

-Ma da che pulpito!- urlarono in coro Sanji e Usopp, appoggiati dalla risata di Robin e dal sopracciglio alzato dello spadaccino.

-Che significa che ha piombato i poteri del frutto del diavolo?- chiese poi l’archeologa, plasmando i pensieri informi della ciurma.

-Bè.. è difficile in due parole.. è una storia lunga. Preparatevi a sentirla. Ormai non può non darvi spiegazioni su quello che avete visto... Ti sei mai chiesta perché le interessino i Poignee Griffe, nonostante il suo lavoro? Conosci il suo nome per intero?- domandò la tigre, attirando l’attenzione di tutti i presenti sul ponte.

-No in effetti la conosco solo come Mir. Così me la presentò Crocodile, dopo che lei aveva insistito per conoscermi.- disse la mora, e poi continuò stringendo gli occhi come per afferrare qualcosa di lontano nella memoria. – durante una consultazione mi disse che cercava una traccia della sua famiglia, che era convinta di poter trovare col mio aiuto. Lei non sa leggere quelle scritture.. ma niente di più..- terminò poi spalancando gli occhi azzurri.

-Esatto.. in parte.. il suo nome per intero è Mir Calliope Black, figlia di Eveline Penelope Black..- rispose la tigre.

Eve Black… anche i bambini conoscevano quel nome.. era uno dei nomi più citati quando si parlava della ciurma di Gold D. Roger. Una donna con il dono demoniaco di poter controllare la natura. Una strega che poteva scatenare i mari e aprire gli otri di Eolo. No. Un’alchimista.

-Ma dai..- disse Usopp rabbrividendo,-tutte le voci che girano su sua madre sono solo storie raccontate ai bambini per spaventarli!- disse rivolgendosi alla tigre, il cui sguardo diceva chiaramente “Ah, davvero?”.

-Mai sentita..- Disse Brook, che evidentemente dopo cinquant’anni di prigionia nelle nebbie del triangolo Florian, non era a conoscenza delle imprese della ciurma ospitata dalla Oro Jackson.

-Spostiamoci in cucina..- disse Sanji serio, -meglio parlarne davanti a un ponch caldo.- concluse avviandosi, seguito da tutta la ciurma che annuiva ancora persa nei pensieri richiamati da quel nome.

-Un momento solo- disse Rhaxa. In quell’istante un falco si appoggiò leggero sul parapetto vicino alla tigre.

-Ma quello è un falco? Che ci fa un falco in mezzo all’oceano?- chiese il piccolo medico peloso, incuriosito.

-Va e riferisci dove siamo. In fretta.. è urgente. E porta aggiornamenti. Ormai siamo agli sgoccioli..- disse la tigre rivolta al pennuto, che dopo aver chinato la testa, spiegò le ali e si alzò leggero in volo. –Andiamo pure.- concluse poi riavviandosi.

Curiosa come scena. Una tigre che impartisce ordini a un falco. Ma ormai era fatica  anche sorprendersi.

                                                                           

Una volta seduti attorno al tavolo, Il cuoco prese la parola dalla sua postazione dietro i fornelli.

-Prima parlavate del suo lavoro..- esordì mettendo le tazze sul vassoio –perché? Voglio dire.. Che lavoro fa perché suoni così strano che si  interessi alla storia di quei Cento Anni Bui che Robin vuole scoprire?-.

“Ottima domanda” pensò lo spadaccino. La spudoratezza del cuoco cadeva proprio a fagiolo.

-Mi occupo di logistica..- La voce che proveniva dallo stipite della porta fece voltare tutti verso la ragazzina e la rossa, che stavano entrando in quel momento - ..per così dire. Lavoro nell’Armata Rivoluzionaria. Per tuo padre.- disse guardando il capitano dal cappello di paglia. L’ affermazione fece calare parecchie mascelle. Era poco più di una bambina e quell’uomo si serviva di lei e dei suoi poteri esponendola a quel modo?

-L’eminenza grigia dei rivoluzionari..- disse Robin. Sapeva che Mir seguiva quell’uomo proprio perché condivideva i suoi ideali e i suoi princìpi, e non era di certo obbligata. La ragazza le aveva detto che era stata lei stessa a cercarlo.

-Mi occupo dell’infiltrazione, del dispiegamento, dei rifornimenti e dei contatti con gli uomini che Dragon ha sparso per i sette mari.- disse lei sorridendo e spiegando l’epiteto che l’archeologa le aveva affibbiato. –In parole povere organizzo le forze dell’Armata. Sono una rivoluzionaria.- concluse.

-Ho sentito parlare di te!- saltò su Franky. -Fessoburg parlava sempre degli attentati ai draghi celesti! Pare che l’Armata Rivoluzionaria abbia rivendicato almeno otto omicidi tra i nobili mondiali! Si dice che siano stati tutti commessi di notte, nelle loro case, senza lasciare tracce. Nessuna traccia- scandì bene, -La chiamano Nephtys, la Luna Nera. Bestiale!- concluse battendo le mani.

-Ma cosa applaudi! Stai dicendo che è un’assassina e le batti pure le mani??- ululò Usopp al suo fianco.

-Ehi ma dico!! Sei proprio un sempliciotto! Sai chi sono i Draghi Celesti almeno?? Sono i discendenti dei fondatori del governo mondiale! Avvicinarli nelle loro case è impensabile! Sono trincerati in delle fortezze sorvegliate a vista da marine e guardie private!- si scaldò il carpentiere.

-E questo è abbastanza per battere le mani a una criminale??- rispose a tono il cecchino, segretamente sbalordito dalla presunte capacità della ragazza.

-Questo è irrilevante..- la voce della navigatrice colse tutti di sorpresa. –parlaci di quel tuo potere. Perché ti senti male quando lo usi? Perché unirsi a una banda di nemici dichiarati del Governo e mettere al loro servizio tanta potenza?- il ricordo della rivoluzione di Alabasta era ancora vivo nella sua memoria. E non era positivo. Proprio come il suo giudizio per chi fomentava le rivoluzioni.

-E la taglia?- domandò lo spadaccino appoggiato al muro. Si pentì subito della sua curiosità, che non era riuscito a domare.

-Quale taglia??- domandò Usopp, terrorizzato dal pensiero che si fossero trascinati dietro un’altra calamita attira-marina.

Mir sospirò. Non le piaceva raccontare la sua storia. Non era bella, né interessante. Solo amara e piena di orrori, per quello che la riguardava. No.. decisamente non era piacevole. Ma ormai aveva scoperto le prime carte.. e poi non le andava il giudizio che quella ciurma aveva del suo capo.

-La taglia che avevo sulla testa fino a un paio di anni fa.. in effetti è inimmaginabile che un ex-cacciatore di taglie non la conosca..- disse facendo un gesto con la mano, come se stesse scacciando un pensiero fastidioso.

-Era alta?- chiese curioso il capitano, alzando il collo per vedere meglio Mir, che si era seduta nel posto che di solito occupava lui, che si era piazzato di nuovo sulla tigre, sdraiata a fianco a Zoro.

-Qualcosa più della tua..- rispose lei, assolutamente non incline a rivelare la cifra.

-Qualcosa!- bofonchiò lo spadaccino, -Seicento milioni di Berry sono il doppio della sua!- concluse smascherandola.

-EHHHH?!?!- non se l’aspettavano. Cioè.. non che non si aspettassero la taglia sulla testa di una rivoluzionaria. Non se l’aspettavano così alta. Come si poteva mettere una taglia da mezzo miliardo su quella faccia? Sarebbe apparso un errore, o uno scherzo. Di sicuro alla pubblicazione dell’avviso era partita una vera e proprio caccia alla volpe.

-Ehi! Ecco perché non lo volevo dire!- disse lei seccata.

-Perché te l’hanno cancellata?- chiese lo spadaccino ignorando la sua affermazione.

-Non sarebbe meglio sapere perché gliel’hanno messa, piuttosto?!- gracchiò il cecchino che vedeva i suoi timori materializzarsi pian piano.

-Anche!- rispose semplicemente il capitano, aspettando che Mir  ne raccontasse l’origine. Non lo turbava affatto che fosse così alta. Su una ragazza così giovane.

Mir però, continuava a essere restia a raccontare la storia. Forse perché non l’aveva mai raccontata. Tutti quelli che la conoscevano sapevano, non c’era  mai stato bisogno di raccontare nulla.

-Dall’inizio Mir. Da tua madre. Ho detto loro chi è..- disse Raxha intuendo i pensieri della padrona.

-Ah.. capisco..  ditemi.. credete a quelli che si diceva in giro sulla strega della banda di Roger?- chiese rivolta alla ciurma.

-La strega? Intendi Eve Black? Sei la figlia di quella donna?!- chiese Nami, che era assente durante il discorso della tigre sul ponte.

-Eh già..- disse lei triste, -quindi sapete che poteri aveva, immagino..- concluse, scorrendo lo sguardo sulla ciurma.

-Ma dai!!- ripetè Usopp. –si diceva che fosse un’alchimista.. ma erano solo voci.. lo sanno tutti che l’alchimia non esiste!- concluse guardandola.

Mir allungò la mano verso la tazza che Sanji le aveva posato davanti poco prima. La prese in mano e guardò il nasuto, che la osservava con sguardo interrogativo. Ora che ci facevano caso aveva parecchi anelli in legno, più uno in metallo, posto sull’anulare come una fedina. Alzò il palmo della mano libera e si morse il polpastrello dell’anulare, strisciando il sangue che ne fuoriuscì sul palmo della stessa mano. Poi girò il palmo verso i suoi spettatori. Che rimasero allibiti vedendo che dal punto in cui si era posato il sangue si diramava una sottile linea nera, che stava disegnando un cerchio, che conteneva simboli e caratteri disposti lungo linee e cerchi concentrici. Quando il cerchio fu completato, la ragazza posò la mano sulla tazza che reggeva ancora con l’altra mano. Sotto gli occhi increduli di Usopp la tazza cominciò a deformarsi, come riscaldata da un’altissima temperatura, modellandosi fino ad assumere la forma di un piatto prima, e del viso dello stesso Usopp poi.

-Ma come hai fatto??- urlò Chopper estasiato.

-L’hai sciolto vero? Riesci a emettere calore dalle mani?- chiese Franky a ruota studiando l’oggetto nelle mani della ragazza. Che glielo porse. Quando il Cyborg lo afferrò poté constatare con stupore che era  freddo e duro, proprio come la tazza dal quale anche lui stava bevendo. –ma che razza di trucco è questo?- chiese poi passando l’oggetto a Usopp perché lo osservasse anche lui.

-Non ci posso credere!- disse Usopp constatando la temperatura e la densità del suo piccolo ritratto. –Non mi vorrai dire che le storie riguardo a tua madre erano vere! Incredibile!!- disse incerto, passando l’oggetto a Sanji, che intanto si era avvicinato spintonato da Rufy che si era alzato lagnandosi che anche lui lo voleva toccare. Zoro lanciò uno sguardo alla tigre, che capendo al volo, si affrettò a dire –Non centro niente io!- dopodiché si alzò e si avvicinò al tavolo. Robin guardava incuriosita, perché ancora una volta tutte le informazioni che aveva erano dovute a qualche commento che Crocodile aveva lasciato cadere durante qualche visita della ragazza.

-Ora ci credi?- chiese pungente la ragazzina al nasuto.

-Bè.. il fatto che tu plasmi un oggetto non significa per forza alchimia..-rispose poco convinto il cecchino, che ancora era incredulo a fissare l’oggetto che passava di mano in mano.

-Vero, ma..- cominciò Mir, che però venne interrotta da Nami.

-Quindi puoi creare l’oro?!- esclamò esultante la navigatrice.

-La solita esosa!!- urlarono in coro i suoi compagni, tranne Zoro che si limitò a sbuffare un –Arpia avida!- prima di essere rivoltato come un calzino dalla manata della rossa.

-No.. mi dispiace Nami.. non funziona così..- rispose sorridendo l’interpellata.

-Ma come! Eppure hai modellato la tazza!!- sbuffò Nami mettendo il broncio come una bambina.

-Modellare e creare sono due cose diverse.. guarda!- rispose Mir alzando di nuovo il palmo della mano, dove il cerchio stava lentamente scomparendo. –Questo è un cerchio alchemico per il modellamento. Bè innanzitutto quello che dovete sapere è che nulla si crea e nulla si distrugge. Tutto al mondo è composto da piccolissime particelle di elementi diversi, che mischiandosi danno origine a molecole di altri materiali. Perciò non esiste cosa che si crei dal nulla.- disse rivolta verso Nami, -certe persone, al mondo, hanno il potere di combinare e scombinare questi elementi a piacere, servendosi di cerchi come questi. Ma ogni volta che si richiede l’apertura di un cerchio, c’è un prezzo da pagare. In questo caso, essendo un semplice modellamento, un po’ del mio sangue è stato più che sufficiente. Ma quando si evoca un cerchio più potente, tipo quello che ho usato sulla nave, il prezzo dello scambio si alza. Per prosciugare quel Pask, ho dovuto sacrificare il suo stesso cuore il cuore. Così funzionano gli scambi su cui si basa l’alchimia!- disse allungandosi sulla sedia.

-e per il resto di quella ciurma?- chiese Brook che seguiva con molta attenzione il discorso.

-Idem! Per ognuno di loro che è stato ridotto in cenere, è stato sacrificato un cuore o un altro organo essenziale..- rispose Mir con fare tecnico.

-Ho sentito parlare di questo tipo di poteri, anni fa, quando ero ancora per mare.. il governo e la marina allora erano molto vigili a riguardo.. chiunque veniva sospettato di possedere questi poteri veniva deportato in istituti in cui avrebbe potuto metterlo a servizio della giustizia. Ma non avevo mai sentito di qualcuno di loro in libertà.- rispose Brook bevendo un sorso di tè.

-Che è esattamente quello che succede tutt’ora,- rispose Mir stranita dal fatto che qualcuno fosse a conoscenza di certi fatti. –solo che molti non resistono fisicamente o mentalmente al potere, e muoiono sotto il peso degli addestramenti. O perché azzardano mosse impossibili per loro, come aprire un cerchio che non sia semplicemente di modellamento. Non a tutti riesce. A oggi la marina possiede la squadra di alchimisti più numerosa che si ricordi. Ben cinque elementi.- concluse poi facendo una smorfia.

-Perché muoiono cercando di aprire un cerchio? Tu lo fai molto semplicemente, senza sforzi eccessivi, mi pare..- osservo Sanji aspirando dalla sigaretta.

-Perché non sono veri alchimisti..- rispose la  tigre al posto di Mir,che annuiva -loro non hanno il potere di legare gli Spiriti o di chiudere le Porte con il loro mondo, che è il mondo con il quale un alchimista vero effettua gli scambi. Così quando ci provano vengono risucchiati dal loro stesso cerchio, perché non son in grado di pagare il pegno. In fondo vengono chiamati Royal Alchemists ma sono solo persone che sono più sensibili degli altri alla natura e alla voce delle cose. Possono aprire al massimo cerchi estremamente semplici di componimento. Niente a che vedere con lei..- concluse indicando Mir con un cenno del capo.

-Sapete..- riprese parola la ragazzina guardando stavolta verso Robin, -le leggende antiche narrano che una volta, prima dei Cento Anni Bui, esisteva un’isola ai confini del Nuovo Mondo, che era abitata da un popolo in cui le doti alchemiche erano innate in ogni abitante donna. Per ogni bambina nata su quell’isola, c’era uno spirito Carrier che faceva da tramite con il mondo al di là delle porte. Questa era la punizione per un male atavico, un male per cui le donne di quell’isola pagavano il fio, sgravando il resto del mondo. E il potere si tramandava di madre in figlia. A seguito di qualcosa di sconosciuto, il popolo si estinse insieme a tutta l’isola.. ecco perche cerco i Poignee Griffe.. voglio sapere cosa accadde.. voglio sapere se esiste un modo costruttivo per usare questo potere, che in mano a me sembra fatto solo per distruggere..e se c’è un modo per liberarsene..- disse poi guardando Raxha.

-Ehi.. aspetta aspetta! Spiriti?!- chiese tremando il re dei cecchini.

-Si, spiriti. Come lei,- disse indicando la tigre –senza fare una specie di contratto con uno di loro, è impossibile domare l’apertura delle porte e gli scambi di alto livello-.

-Quindi questo è uno spirito??- chiese estasiato Rufy, -e quanti ce ne sono in giro?- chiese tutto felice. Già pensava di farsene comprare uno da Nami.

-Pochi da novecento anni a questa parte.. tre per la precisione. Me inclusa.- rispose la tigre.

-Questo significa che ci sono altri due tizi con quel potere terrificante da qualche parte?- chiese Franky, facendo due più due. Che stavolta, però, non faceva quattro.

-No,- disse Mir –non c’è nessun’altro che sia in grado di gestire il legame. È un potere che si eredita alla morte del proprietario precedente. È il potere che ho ereditato da mia madre.- concluse appoggiando il mento sul suo pugno chiuso.

-E allora dove sono gli altri? Sono liberi in giro?- domandò Sanji, perplesso.

-No…- sospirò lei -li ho io. Ho tre spiriti Carrier sotto controllo.- rispose lei come se fosse ovvio.

Ovvio non lo era, in effetti, ma lei era abituata a saperlo.

-Hai altre due bestiole così!? E dove sono??- chiese Rufy entusiasta, anche se il suo progetto era miseramente andato in fumo.

-Al di là.. della porta intendo..- sorrise lei.

-Mir perché non li liberi? Così almeno ti riposi.. non penso che faranno più impressione di me.. –suggerì il felino, -forse..- concluse sottovoce.

Mir guardò indecisa i componenti della ciurma uno per uno. A Usopp sarebbe venuta la schiuma alla bocca. Quei due erano molto più imponenti di Raxha. Altroché se lo erano. Ma ormai era in ballo.. tanto valeva ballare..

-Ok..- sospirò la ragazza alzandosi, -state indietro però.. sono feroci!- disse ridendo poi di gusto alle facce terrorizzate di Chopper e Usopp. –Scherzo! Scherzo! Scusa!- disse tornando seria.

-Yohohoh! Speriamo non abbiano voglia di sgranocchiare qualche osso!!-  gracchiò Brook, il morto e solo ossa.

-Non ti preoccupare..- disse Mir, mentre si allontanava dagli altri.

Camminò fin in fondo alla cucina e si fermò voltandosi verso la ciurma. –Raxha! Bist du bereit?- chiese poi, ricevendo come risposta un segno di assenso. –Ok.. Dann, ich gehe. Befreiung!(1)- disse poi battendo le mani una volta e mantenendo i palmi uniti. Di nuovo una leggerissima brezza inondò la stanza, piacevole, se non fosse stato che era fredda come il ghiaccio.

-Gli aliti dell’inferno!!- urlò il nasone.

-Ma Usopp l’inferno è tutto fiamme! Qui si gela!- lo corresse Chopper.

-Insomma silenzio!- strillò la rossa.

-Ma da dove diavolo viene? È tutto chiuso!- mormorò lo spadaccino. –Uhm? Ma che.. è vapore quello?- chiese poi girandosi a guardare la ragazzina, attorno alla quale si stava alzando un muro di vapore talmente fitto da coprirne i piedi. Muro che si espanse fino a riempire  la stanza.



-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- salve a tutti!


Riporto qui sotto la traduzione delle frasi in tedesco che ci sono nel testo.. spero di non dimenticarne qualcuna per strada!! XD!! grazie per i commenti!


P.s. chiedo scusa se la grammatica in lingua non è perfetta! ci saranno sicuramente degli stafalcioni! spero che chi capisce il tedesco ci si faccia sopra una grassa risata!!


Bye!!






(1) -Raxha! sei pronta? ok.. allora vado! liberazione!-



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Capitolo 5
*** Kapitel Funf ***


-Mir! Dannata ragazzina!! Quante volte ti devo ripetere di non evocarci in luoghi chiusi!? Sheiss..(1) Possibile che non impari mai?!- tuonò una voce, decisamente maschile, seguita da un ringhio. Ma la nebbia era ancora troppo fitta ed era impossibile distinguerne la fonte.

-Piantala Adam, non essere sempre così polemico!- lo riprese un’altra voce, sempre maschile, ma più profonda della prima. –possibile che ti debba sempre lamentare di ogni cosa? Almeno prendi un po’ d’aria, cosi la muffa che hai nel cervello si secca e magari ti riparte!-. Alla ciurma sembrò tanto di sentire litigare Sanji e Zoro.

- Adam! Trinidad! Finitela! Siete sempre i soliti maleducati! Ringhiò Raxha, che la ciurma capì essere dietro di loro sentendone la voce. –Mir! Anche tu! Vuoi aprire quella porta? Non si vede a un palmo dal naso!-.

- Ehi, piano con gli ordini. L’ho già aperta.. dagli tempo!!- rispose seccata la ragazzina, fuori dalla porta.

Quando la nebbia sì diradò, lo spettacolo che i ragazzi si trovarono davanti era a dir poco mozzafiato.

Davanti a loro sedevano imponenti due felini ancora più grossi di Raxha. Talmente grossi da poter essere cavalcati tranquillamente da un uomo della stazza di Zoro. Forse anche di Franky, con un po’ di prudenza. Quello che rispondeva al nome di Adam era un’enorme pantera nera come la pece, con gli occhi grigi come il cielo d’inverno. Una cicatrice rosea gli cadeva dalla fronte fino all’angolo della bocca, passando da una palpebra all’altra dell’occhio sinistro. Dall’orecchio sinistro pendevano tre cerchi, come quelli di Raxha, ma d’oro, e alla zampa anteriore destra portava un bracciale esattamente identico a quello della tigre, ma dello stesso materiale degli orecchini. Trinidad, al suo fianco era ugualmente una pantera. E ugualmente enorme. Ma bianco come la neve, con gli occhi verde smeraldo. Nessuna cicatrice tagliava la sua pelliccia morbida sulla faccia, me ne aveva alcune disseminate su schiena e zampe posteriori. Anche lui indossava gli stessi gingilli degli altri due, ma tutti in rame e all’inverso per quel che riguardava le parti del corpo.

-Allora? Perché ci hai evocato in questo cubicolo?- chiese sfrontato il felino color carbone, - si va a caccia? Sto morendo di fame! Mir dovresti trattarci con più riguardo, o qualche volta potremmo decidere di non soccorrerti quando ne avrai bisogno!- gongolò guardando la ciurma che li ospitava.

Alle parole caccia e fame il cuore di Usopp mancò un battito, -Hiii!! Al largo spiriti!!- urlò formando una croce con le dita, seguito da Chopper che sventolava un rosario.

-Piantala scemo!- urlò l’evocatrice rifilando un calcio nel fianco alla pantera nera, -non vi preoccupate, loro vedono e sentono tutto quello che vedo e sento io. Lo fa apposta per spaventarvi.. dunque, il simpaticone qui alla mia sinistra è Adam,- disse avanzando tra le due montagne pelose, -mentre lui è Trinidad!- concluse accarezzando il manto color neve della pantera alla sua destra, che per tutta risposta  chinò la testa dicendo –salve!-.

Il capitano cominciò a saltellare da un piede all’altro mentre aspettava il permesso di poter toccare anche quelle due bestie. –Splendido!! Magnifico!! Posso??- chiese esagitato agitando le braccia.

-Prego!- fece Mir sorridente, allungando il braccio mentre si tornava a sedere al tavolo.

-Dai Usopp! Vieni a sentire come sono morbidi!!- urlò il capitano al cecchino, che pian piano si avvicinò spintonato dal medico che ancora teneva il rosario tra le mani. Due secondi dopo erano tutti e tre lì che giocavano con i due nuovi arrivati, che sembravano divertirsi almeno quanto i tre umani.

-Tante storie per niente!! Adam è sempre il solito!- sorrise Mir quando il resto della ciurma aveva preso posto al tavolo.

-Non capisco proprio perché tu voglia liberartene!- esclamò Rufy dal mezzo della baraonda.

-…- Mir non rispose, scambiando uno sguardo triste con Trinidad, che si alzò, lasciando cadere Usopp che gli stava sdraiato sulla pancia.

-Il contratto non è un gioco!- disse serio rivolto al capitano, attirando l’attenzione di tutti e facendo calare il silenzio -c’è un prezzo da pagare! Noi non siamo animali da compagnia. Siamo obbligati a legare un umano per sopravvivere e restare da questa parte delle porte. E lei,- disse indicando Mir muovendo l’orecchio –è la nostra padrona. Siamo come degli schiavi- disse bloccando con uno sguardo le proteste che la ragazza stava per esprimere. Odiava quella parola. Schiavi. Non sopportava il sistema che sott’intendeva. Combatteva quel sistema. E per questo non aveva mai dato ordini diretti né a lui, ne agli altri due felini. -non possiamo rifiutarci di eseguire gli ordini che ci dà. Siamo al suo servizio. Sempre e comunque. Finché lei non morirà.- concluse poi tendendo la coda a Usopp perché l’afferrasse e si rialzasse, visto che era rimasto imbambolato a terra ascoltando la pantera dalla pelliccia bianca.

-Odio questa cosa!- mormorò seccata la ragazza.

-Sai che non la pensiamo così, abbiamo già fatto questo discorso..- intervenne la pantera nera, rassicurandola. –non ti vediamo come una padrona. Tu ci hai sempre lasciato autonomia nelle nostre decisioni. Ecco perché non ti ostacoliamo e ti sosteniamo qualsiasi cosa tu faccia. Anche se per la morale comune non è accettabile. –disse ripensando ai commenti sul fatto che Mir fosse nell’Armata. –In fondo in fondo, ti vogliamo bene. Soprattutto io!!- ghignò poi  il felino, stampando un sorriso un faccia a tutti i membri di quella strana ciurma.

-Sbruffone!- constatò sotto voce la tigre, seduta dietro Mir e Nami.

-Buaaahhh!!- scoppiò il cyborg, inondando Robin di lacrime.

-Uhn? Che ti prende mutandas??- chiese il cuoco riparandosi da quell’idrante impazzito.

-Che vuoi tu?! Non sto mica piangendo! Cosa credi!! Ti sembrano per caso lacrime, queste?!- disse avvicinandosi e inzuppando il cuoco.

-E piantala!!- urlò, per poi calmarsi e girarsi verso l’alchimista. –Avrei un domanda… posso?- disse, aspettando un cenno per proseguire.

-Ma come siamo educati!- lo canzonò lo spadaccino. Che venne colpito dal pugno punitore di Nami ancora prima che il cuoco elaborasse una risposta. Intanto Mir gli aveva fatto cenno con la mano di chiedere pure.

-Il bestione ha detto che loro devono pagare un prezzo.. ma tu? Niente? Li leghi e basta? Non gli dai niente in cambio? Dopotutto il vostro potere si basa sugli scambi, no?- chiese accendendosi l’ennesima sigaretta. Attento come al solito, constatarono Nami e Robin.

-Certo.. dopotutto ogni contratto prevede uno scambio..- intervenne Raxha, vedendo che la padrona non sapeva come buttare la bomba. –questi poteri logorano pian piano il suo corpo e il suo spirito. Ogni volta che apre un cerchio viene sottoposta a tensioni e stress, visto che usa se stessa come tramite, anziché usare uno di noi. In genere l’alchimista usa il suo Spirito Carrier per catalizzare lo scambio, restando estraneo al processo. Lei invece, con il fatto che non vuole dare ordini, lascia che i  flussi energetici le si scarichino addosso.. ecco perché sta male dopo che usa i suoi poteri,- disse rispondendo alla domanda che la cartografa aveva fatto all’inizio –dopotutto il suo corpo è un semplice corpo umano. Ma non è questo il compenso previsto dal nostro legame..- concluse fissando un punto imprecisato davanti a sé..

-E qual è?- chiese lo spadaccino interdetto.

-La sua vita…- ringhiò amareggiato Adam, con un ghigno stampato sulla faccia sfregiata. Fu evidente che non era amante di quel sistema.

-Cosa?- mormorò il capitano, stupefatto dalla rivelazione. Come tutto il resto della ciurma, che guardava Mir a bocca aperta, mentre lei a occhi bassi smangiucchiava un biscotto. Ringraziò mentalmente un qualche Dio, semmai ci fosse stato, per il fatto che Adam non avesse peli sulla lingua.

- Ah ah!- la sua faccia tranquilla quando alzò lo sguardo li lasciò ancora più basiti. Come poteva ridere su una cosa del genere!? -Quando sarà la mia ora uno di loro mi mangerà..- disse indicando i tre gatti troppo  cresciuti. –detta così è allucinante, ma non è così terribile come sembra!! Non mi uccideranno appositamente per la fame..- concluse sorridendo.

-Non ci trovo niente da ridere!- Disse Nami col broncio.

-Eh, già.. ma che ci vuoi fare.. questa è la vita che mi è capitata..- disse serafica la moretta.

-Ma.. aspetta.. se tu ora hai questi poteri, significa che tua madre è… morta?- chiese Nami titubante.

-Sì..- rispose tranquilla la ragazzina, -quando avevo quattro anni.. per proteggermi durante un agguato che la marina le aveva fatto…-. Alla navigatrice si strinse il cuore. La storia non le era nuova. –Mi è morta davanti.. non è stato il massimo, in effetti..- disse poi guardando Raxha, che distolse lo sguardo. Si sarebbe sentita in colpa per l’eternità per quello che aveva fatto.

-Aspetta.. eri lì davanti quando tua madre è morta.. quindi possiamo dire che eri lì davanti quando è arrivata la sua ora….- intervenne lentamente l’archeologa misurando le parole.

-Ho capito dove vuoi arrivare..- la interruppe la ragazzina, vedendo che Robin non aveva l’animo di farle direttamente quella domanda. –Sì.. ho visto Raxha mangiare il cuore di mia madre.. ma fu colpa mia..- rispose lasciando la ciurma leggermente a disagio che faceva correre gli occhi da lei alla tigre.

-Racconta tutto bamboccia!!- la incalzò Adam, con un tono di incoraggiamento, più che di rimprovero, nonostante la scelta delle parole. –così Raxha sembra un mostro…-

-Ehi, mangia pane a tradimento!! l’ho detto che era colpa mia!- rispose lei a tono. Non era più turbata da quel fatto da quando una dozzina di anni prima aveva imparato cos’era quel potere e che quella morte era stata l’unica salvezza per l’anima di sua madre. –Vedete,- disse poi tornando a parlare alla ciurma –esistono due tipi di potere associati agli Spiriti Carrier.. il primo è quello dei cerchi alchemici per “incantesimi” più semplici, ma che comunque mi permette di fare quello che avete visto. Sono più semplici, ma comunque abbastanza potenti da non potersi attuare senza lo spirito affiancato. Di cerchi ne posso aprire quanti mi pare per un numero illimitato di volte, senza nessuna ritorsione, se non la stanchezza che mi sfianca, come avete potuto vedere quando mi avete raccolta.-

-E che non ti sfiancherebbe, se ti decidessi a usare quei poteri come si deve!- ringhiò Adam che faceva da poggia schiena a Usopp e Chopper, che ascoltavano rapiti, facendoli sobbalzare.

 -Il secondo è il potere alchemico vero e proprio.- continuò lei, liquidando il commento con una linguaccia, -Quello si che è terrificante, credetemi. Questo potere consiste nell’apertura di una o più Porte di Comunicazione con il loro mondo, causando la fuoriuscita di centinaia e centinaia di quegli spiriti che agiscono secondo la volontà della liberatrice, finché questa non li rispedisce dentro. È una tecnica che consuma davvero l’animo di chi la usa, infatti chi la usa, promette agli spiriti una parte della sua “anima”. In genere per ogni Spirito Carrier si apre una porta. Mia madre ne apriva due, e lasciava libera Raxha perché l’aiutasse a rinchiudere gli spiriti una volta finito. Io ne riesco a gestire tre, senza aiuto. Si dice che i poteri aumentino di generazione in generazione, come quelli degli gli spiriti. Ma questo potere è limitato. In termini di volte, intendo. L’alchimista può fare aprire la Porta allo Spirito solo cinque volte in tutta la vita. Nel mio caso, tre Spiriti fanno un totale di 15 volte, segnate da questo tatuaggio.- disse sollevando il piede perché tutti potessero osservare il ramo di ciliegio sulla sua caviglia –ogni petalo equivale a una apertura, quando il petalo è caduto significa che una o più porte sono state aperte in una volta sola. Si contano le volte che si richiama l’apertura. Tre porte aperte in una volta sola valgono comunque un petalo. Quando l’alchimista esaurisce le opportunità di apertura, gli spiriti fuoriescono da soli per prendersi l’anima che gli era stata promessa. Che si dice vagherà per sempre nel limbo dietro alle Porte. Ecco perché esauriti i poteri, perché di questo si tratta in sintesi, l’alchimista offre il suo cuore(e la sua anima) in pasto al SUO spirito, che lo veglierà per l’eternità. È un potere che si evita di utilizzare, perché gli spiriti al di là usano il corpo di chi li richiama come tramite, logorandolo. Questo non è un dono.. è una maledizione.- concluse la spiegazione propedeutica, tirando giù la gamba.

-E tua madre? che è successo?- chiese Rufy. Incredibile come le storie strane riuscissero a tenere sveglia la sua attenzione. Cosa che non riusciva a fare nient’altro, se non il cibo.

 –Come ho detto prima, la marina tese un agguato a mia madre. Io viaggiavo sempre con lei, visto che era l’unica persona che avevo al mondo. Quindi anche io mi ritrovai nel mezzo del conflitto. Erano troppi per essere combattuti semplicemente richiamando qualche cerchio, e in più non poteva combattere liberamente, perché io le facevo da zavorra.. quindi fu costretta a aprire le Porte, perché gli spiriti si prendessero le loro vite come ordinato. Io non avevo mai visto nessuno di loro tre, mia madre non li aveva mai richiamati davanti a me. Potete ben immaginare il terrore di una bambina nel vedersi spuntare davanti ‘ste tre montagne.. chiusi gli occhi e non li riaprii finché mia madre non mi richiamò. Guardandomi attorno vidi solo un mucchio di corpi esanimi, sparsi dove poco prima urlavano e combattevano i marines. Nel giro di pochi minuti aveva fatto piazza pulita.- disse, girandosi verso Franky che aveva emesso un lungo fischio in segno di approvazione.

-Bestiale!- disse annuendo, beccandosi le occhiatacce di tutti gli altri, che stavano seguendo concentrati la storia.

 -Eh già.. Ma quella era la sua ultima possibilità di aprire le porte,- riprese rispondendo al carpentiere –quando mi chiamò mi disse di imbarcarmi al porto della città più vicina, e di cercare qualcuno dei suoi vecchi compagni di viaggio, che si sarebbero presi cura di me, di essere forte e di cercare di trattenere il potere il più a lungo possibile perché, usato la prima volta, ne sarei diventata vittima. Ovviamente non capii a cosa si riferisse. Mi spedì via che piangevo come una fontana. A quattro anni, cosa pretendeva. Mi nascosi dietro a dei cespugli per vedere perché stava lì con quei tre animali e non voleva più venire con me. E fu così che vidi quello che fece Raxha poco dopo. A lavoro concluso, si accorsero che ero ancora lì, e quando mi si avvicinarono pensai che volessero mangiare anche me.. ah ah.. che sciocca.. ma Raxha mi disse solo “ricorda quello che ti ha detto tua madre, e cerca di contenerti, finché puoi”. E sparirono così come erano apparsi- concluse, ancora ridendo.

-Perché ridi? È tremendo!- chiese Usopp allibito, mentre cercava di sovrastare gli ululati di Franky che piangeva disperato –E smettila di piangere, Franky!!- strillò tappandosi le orechhie.

-Cosa?? Quante volte devo dirti che non sto piangendo?! È un po’ di allergia! Buuahhh!!- rispose aumentando il volume il carpentiere.

-Sarebbe stato tremendo se Raxha non l’avesse fatto!- urlò lei per farsi sentire, interrompendo le lacrime del cyborg, che si zittì per ascoltare, -fiuu.. però, ne hai di polmoni eh?- disse sospirando di sollievo, -dicevo.. sarebbe stato peggio.. non puoi nemmeno immaginare che orrore c’è al di là delle porte.- disse rispondendo al cecchino.

-Ma davvero? Bè, forse, se è davvero stato per il suo bene, è stata la cosa migliore- disse Nami rivolta più a se stessa che agli altri. Sapeva bene che significava vedersi morire la propria madre davanti agli occhi.

-Questo te lo posso assicurare..- disse Mir, cercando di consolare più la navigatrice che se stessa, -ho visto personalmente cosa c’è là dietro, e non è nulla di umanamente sopportabile per la frazione di tempo in cui si chiamano gli spiriti, figurarsi per l’eternità!- concluse convincendo con quelle parole anche il nasuto.

-Che storia! Mia dolce pastina sei stata davvero molto forte!! Ma se qualche volta vuoi piangere, vieni pure qui sulla spalla del tuo Sanji!!- disse il cuoco allargando le mani per abbracciarla, bloccandosi però al commento del samurai, che deviò la sua attenzione.

-Il solito polipo patetico!- disse la testa verde allungandosi sulla sedia e stirando le braccia verso l’alto.

-Come hai detto, uomo di Neanderthal? Ripeti un po’ razza di  insensibile!- rispose il biondo buttandosi addosso alla spadaccino, con cui cominciò la solita zuffa.

-Ah ah!! Polipo! Hai proprio ragione stavolta, testa verde!- disse Franky appoggiando i piedi sul tavolo mentre si sbellicava dalle risate.

-A te ci penso dopo che ho sistemato mister bella addormentata! E tira giù i piedi dal tavolo, mutande al vento! Non siamo mica al bar qui!- urlò Sanji al carpentiere, che rise ancora più forte.

-Cosa ti fa pensare che mi sistemerai, eh? Fatti sotto signorina! E tu?! Testa verde a chi lattina?- rispose lo spadaccino, animando ancora di più la lotta e trascinando in mezzo anche il cyborg.

Intanto all’altro capo della stanza i cinque dementi, a cui si era unito lo scheletro avevano ripreso a fare casino, saltando su e giù e urlando come bambini, toccando pericolosamente i nervi della navigatrice. –Possibile che non sappiano mantenere un po’ di contegno per un’ora di fila??- piagnucolò rivolta a Robin che sorrideva serafica assieme a Mir, divertite dallo spettacolo. –lo vedi con cosa mi tocca combattere tutti i giorni?? Altro che marina e marines..- concluse stringendosi la testa tra le mani, disperata, finché una scarpa, volata da chissà dove, la colpì dietro la nuca, attivando la modalità “sterminio di massa”. La rossa si alzò di scatto, e un brivido freddo attraversò le schiene di tutti avvisandoli che qualcosa di orribile stava per succedere.

-Ora capisco perché ti sei unita a loro!- sussurrò a mezza voce Mir, avvicinandosi sorridente all’archeologa. –Sono fantastici!!-.

-Puoi dirlo forte!!- le sorrise di rimando la mora. –E guarda ora!-

 Due minuti dopo tutti gli uomini a bordo della nave erano in fila sanguinolenti e tumefatti, pantere comprese.

-La volete finire di comportarvi da perfetti idioti!? Razza di dementi!! E tu! Sei il capitano! Vedi di dare l’esempio cretino!- sbraitò Nami, fuori di sé dalla rabbia.

-Zgudza!!- mugugnò il capitano, talmente gonfio da essere comico.

-Nami sei fortissima! Hai steso anche le pantere!!- saltellò chopper, il meno colpito dalla furia rossa.

-Hai perfettamente ragione mio splendido sole!!- gongolo  Sanji, mazziato e felice.

-Yohoho!! Mi spezzi le ossa signorina!! Non è che per guarire mi faresti vedere…- tentò lo scheltro.

-E piantala maniaco! Vuoi che ce ne dia altre!?- lo stoppò Franky che aveva subito parecchio, nonostante il suo corpo d’acciaio.

-Ma che ti dice il cervello!? Maledetta sanguisuga! Ci vuoi uccidere per caso?!- protestò infuriato lo spadaccino tenendosi la nuca dolorante.

-Digliene quattro Zoro!- sussurrò il nasuto, sottovoce, per paura che Nami gli desse il bis.

-Maled.. ragazzina sei impazzita? Ma che hai il ciclo?!- disse Adam, mormorando l’ultima parte.

-Ah Ah.. il ciclo.. buona questa!- Rise Zoro voltandosi verso la pantera nera e mettendo tutti al corrente della sua battuta infelice.

-Piantala Adam, o te la vedi tu dopo..- suggerì il felino colore della neve.

-Sono terribili, vero?! Anche Mir.. la vedete così calmina perché non ha confidenza, ma è una vera schizofrenica! È pazza davvero! Ahh.. come vi capisco.. queste donnine sono veramente insopp…- ma si interruppe quando una tazza di porcellana gli si sfracellò in mezzo alla fronte, mandandolo momentaneamente ko.

-Ottimo centro!!- disse Nami soddisfatta alla tiratrice, dopo aver fatto subire a Zoro la stessa sorte della pantera, mentre tornava al tavolo, ignorando le grida concitate degli altri che soccorrevano i feriti.

-Frutto dell’esperienza!!- rise Mir scrocchiandosi le dita. E tutte e tre scoppiarono a ridere.

-Quando si rialzerà sarà furioso..- scosse la testa sconsolata Raxha. Ma poi sorrise, quella era una scena che aveva visto milioni di volte. Litigavano spesso, ma Adam era il primo a buttarsi quando sospettava un pericolo per la sua padrona. Si era davvero affezionato a quella ragazzina.

GROWLLLL!!

-Ma che è?? Una falla?- chiese Usopp. Che ricevette subito risposta dalla voce del capitano.

-Sanjiii!! Io ho fame!!!- implorò atterrito il capitano.

-Rufy sei sempre la solita fogna!- urlò Nami dal tavolo.

-No mia dea, stavolta ha ragione, ‘sto razzolone! È quasi ora di cena.. sarà meglio che mi metta ai fornelli.. ok.. tra mezz’ora è pronto in tavola.. e ora voi casinari! Fuori di qui!- urlò rivolto agli uomini della ciurma, -voi, mie dee, potete restare.. gradite un aperitivo??- disse poi svolazzando tra i cuori.

-Leccapiedi..- commentò Zoro chiudendosi la porta alle spalle appena prima che un coltello si conficcasse esattamente dove stava la sua testa.

 La serata trascorse allegramente e Rufy approfittò della presenza degli ospiti per fare una festicciola in onore del passaggio che gli stavano dando. Ovviamente ogni scusa era buona per fare festa, anche con un motivo ridicolo. Mir avrebbe dovuto spiegare loro ancora parecchie cose prima che arrivassero a Rocky Island, non poteva permettere che si buttassero in mezzo agli squali senza essere istruiti sulla faccenda.. ma c’era tempo. Erano ancora lontani. E in più aspettava risposte da Dragon.







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(1) -m***a!- [Ma probabilmente non era necessaria la traduzione qui =3 XD!! N.d.A.]






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Capitolo 6
*** Kapitel sechs ***


Il giorno dopo, una volta fatta colazione, Mir passò tutta la mattinata con Nami e Robin nella cabina delle ragazze.

-Non puoi rimanere con il camice finché non arriviamo a Rock Island! Ti faccio provare un po’ dei miei vestiti, Robin è troppo alta, non entrerai mai nei suoi!- aveva urlato Nami a colazione, per sovrastare la baraonda mattutina, difendendo un pancake dalla mano allungabile dell’ingordo capitano.

Un po’.. aveva detto un po’.. era certa.. l’aveva sentito bene. E invece erano in camera da tre ore e forse più. Nami la vestiva e svestiva come una Barbie, e chiedeva a Robin, che a ogni cambio d’abito alzava gli occhi dal suo libro e faceva segno di sì o di no con la testa.

Alla fine avevano optato, momentaneamente, per un vestito stile impero nero, con le mezze maniche, lungo fino a metà coscia e un paio di ballerine dello stesso colore.

-Questi li puoi tenere.. non li userò mai. Non ne ho le occasioni.. li avevo comprati solo perche mi facevano gola..- disse soddisfatta la cartografa, buttando dei vestiti accanto alla ragazza, alla fine di quel tour de force. –E copre quasi tutto.. i tatuaggi intendo.. hai detto che non li volevi in bella mostra no?- . il contenuto del sacco raccolto nella scialuppa, che l’ospite aveva gentilmente regalato alla ciurma in cambio del passaggio, era più che sufficiente a coprire il prezzo dei vestiti.. la ragazzina aveva occhio quasi quanto Nami per i tesori.

-Si grazie, Nami- rispose stremata la moretta, buttandosi sul letto. Col camice non si sarebbero potuti notare, ma effettivamente ne aveva parecchi di tatuaggi. Nami era stata piuttosto sorpresa quando l’ospite si era spogliata la sera prima per mettere il pigiama, nonostante lei stessa ne avesse uno non indifferente sul braccio. Due erano scoperti e evidenti a tutti. Oltre al ramo di ciliegio, l’alchimista aveva sul collo, proprio dietro l’orecchio sinistro un piccolo Triskell, simbolo dei tre spiriti che controllava. Quelli nascosti erano di tutt’altro genere. Una tigre, con tanto di enormi ali nere le scendeva tra le nuvole per tutto il fianco destro, partendo dalla schiena all’altezza dello sterno e finendo davanti, sopra l’anca. Sul fianco sinistro,  appena sotto il seno c’era una scritta, con degli strani caratteri (-si chiamano Rune, sono molto antiche-aveva spiegato Robin,) –una formula di richiami, per Raxha e gli altri, così faccio  prima- aveva aggiunto la ragazzina. Dietro il collo, abbastanza in basso da essere nascosta dai vestiti, stava una luna calante, alla cui estremità inferiore stava attaccata una piccola croce, -ce l’aveva mia madre, non so cosa significa..-. In più la sagoma di un falco, piuttosto piccola sull’osso del polso destro. Ma il più strano di tutti era quello che aveva in mezzo alla schiena, poco al di sopra della curva lombare. Abbastanza grande. Stonava con gli altri, che avevano tutti un significato, o almeno così aveva detto Mir, che alla richiesta di una spiegazione si sentì rispondere –Quello? È il motivo principale per cui sono entrata nell’Armata!-. Non capì. Robin, invece sì. Perché sapeva cosa significava quel simbolo. Un cerchio nero pieno, con tre triangoli quasi appoggiati alla curva superiore i cui apici puntavano alle spalle, mentre un altro triangolo in basso puntava verso il coccige. Simile alla zampata di un uccello. Ma non disse nulla. Non conosceva la storia di quella ragazzina, ma ora capiva senz’altro perché odiasse persino la parola “schiavo”.

A pranzo le ragazze dovettero affrontare la seconda battaglia per la sopravvivenza della giornata, difendendo strenuamente i loro piatti.

-Ma sei sicura che loro tre non mangino?- chiese Sanji indicando i tre felini sdraiati in fondo alla stanza, che aspettavano in silenzio la fine del pasto.

-Non mangiano come noi.. mangiano solo carne viva.. umana..- disse cercando di ingoiare l’ultima parola perché non si sentisse troppo. Ma inevitabilmente risuonò chiara e limpida nella stanza. Adam rise di gusto. Usopp quasi si strozzò nel sentirla. –Non vi preoccupate adesso sono a posto.. sapete.. nelle navi che ho affondato sono andati a caccia. So che è orribile. Cerco di far mangiare loro il meno possibile, ma quando hanno bisogno di più forze non posso fare altrimenti. Per questo Adam si arrabbia spesso. Dice che li maltratto-.

Il discorso, stranamente, non turbò più di tanto la ciurma, il cui capitano rispose semplicemente: -Bè, è la catena alimentare!- per poi ributtarsi a capofitto nel pranzo, suo e degli altri, che dovettero tornare a difendere i loro piatti. Mir sospirò di sollievo guardando il capitano, ma dovette pentirsi della sua distrazione perché Usopp e Brook le svuotarono il piatto e dovette chiedere il bis a Sanji che la servì cinguettando le sue solite smancerie.

Dopo pranzo tutti erano sul ponte, chi a giocare con gli animali, chi a leggere, chi a raccontare balle.

-Ed è proprio in quel momento che gli ho detto: “Lupo, tu non sai chi hai davanti! Io  sono…”- Usopp stava raccontando a Mir la battaglia di Enies Lobby, ma venne interrotto da Zoro.

-… la celebre spada tempesta di nasi!- disse lo spadaccino inserendosi, mentre sollevava i suoi pesi.

-Esatto!- disse Usopp sovrappensiero, ma poi prontamente rettificò –No! Zoro! Che cavolo dici!-, ma dovette interrompere il suo racconto quando Nami uscì sul ponte erboso.

-Mir! Puoi andare! Il bagno è libero.. fai con calma..  vedrai che goduria la vasca progettata dal nostro bidone di latta!- disse la navigatrice, che si stava ancora tamponando i capelli con l’asciugamano.

-Ok! Grazie Nami! Scusa Usopp! Finiamo dopo..- disse alzandosi.

-No problem, intanto andrò a ispezionare i miei uomini in postazione.. perché Chopper, devi sapere, che la disciplina..- lo sentì attaccare la pezza al medico, mentre si richiudeva la porta alle spalle. Quel bagno le ci voleva proprio. In giornata probabilmente sarebbe anche rientrato il messaggero. Poi avrebbe dovuto dare altre spiegazioni a quei ragazzi. Su Dragon, su Barbabianca, sulla Marina, sulla battaglia. Non sapeva da dove cominciare. Le sembrava quasi di non avere abbastanza parole per dire tutto.

Intanto sul ponte la domanda che Zoro aveva fatto a Raxha attirò l’attenzione di tutti.

-Già, ieri non vi ha spiegato perché quella taglia mostruosa. Lei non si ricorda molto bene quel giorno.. aveva sei anni. Buona parte di quello che sa le è stato raccontato da noi o da altri che erano presenti, come ad esempio tuo nonno Garp, cappello di paglia.- disse poi voltandosi verso il capitano.

La ciurma si radunò attorno alle tre bestie, possibile che quella ragazzina nascondesse ancora altri orrori nell’armadio? Possibile. Come poterono sentire poco dopo dalle parole di Trinidad.

-Dunque, i poteri che le ha trasmesso la madre non si sono attivati immediatamente dopo la sua morte. In genere restano sopiti fino  a che un avvenimento, un pericolo, una paura li risvegliano. Quindi per un paio d’anni lei non ci ha più visti.- cominciò la pantera bianca. La sua voce calma e profonda sembrava quasi trasportarli dentro ai ricordi stessi del felino. –alla morte di sua madre, riuscì a cavarsela per un paio di settimane, ma venne catturata da una ciurma di pirati. L’isola dove si trovava era situata su una delle maggiori rotte della tratta di schiavi.- e qui vene interrotto dalle imprecazioni del suo compagno colore della pece.

-Quei cani bastardi!!- ringhiò, -sapete come funziona?- chiese rivolto ai ragazzi, e quasi tutte le teste fecero segno di no. –Il Nuovo Mondo non è trafficato come i Quattro Mari, quindi in alcune delle sue isole lontane dalle rotte principali, il commercio e il turismo non possono portare ricchezze. Pochi sono quelli in grado si scorrazzare liberamente tra le sue acque. In più certe isole hanno un clima poco adatto anche alla vita umana. Tutto questo fa sì che queste isole siano flagellate da una povertà e una miseria che spesso fa patire agli abitanti la fame e la disperazione. Sono talmente disperati che molti di loro vendono i propri figli ai mercanti di schiavi, che li rivendono a loro volta nelle isole “civilizzate”, se così le vogliamo chiamare.- concluse con una smorfia di disgusto, lasciando nuovamente la parola al compagno.

Robin ci aveva visto giusto, quel tatuaggio era proprio il marchio che imprimevano agli schiavi comprati dai Draghi Celesti.

-Come avrete capito, e come testimonia il tatuaggio che ha sulla schiena, venne venduta al mercato degli umani, per di più a una famiglia di nobili mondiali- riprese Trinidad, guardando Nami, che adesso capiva la risposta che le era stata data quel mattino -Per due anni ne subì di tutti i colori. Botte, insulti, maltrattamenti, ancora botte, fame, sete, punizioni per un nonnulla.. gli schiavi sono considerati umani di serie B.. ma lei sopportava.. ha tempra la bambina.. finché un giorno successe l’irreparabile. A casa del Signore era ospite il Grand’ammiraglio (-Dei miei stivali!- commentò Adam, schifato) Sengoku, scortato dalla nave da guerra del Vice ammiraglio Garp,- disse guardando Rufy, che annuì, -e Mir e un’altra ragazzina poco più grande di lei, con cui era  molto amica, erano di servizio all’ora del tè. La ragazzina servendo il tè a Sengoku, ne rovesciò poche gocce sul tavolino di vetro. Sapevano tutte e due che dopo sarebbero state picchiate per una cosa del genere, ormai erano lì da due anni. Ma quella volta, quell’errore in presenza di un grado alto della marina apparve imperdonabile agli occhi del Drago Celeste. Mir venne schiaffeggiata lì davanti, senza vergogna, come si picchia un cane. Ovviamente nemmeno Sengoku poteva mettere bocca su un comportamento tanto schifoso, quello era un Drago Celeste. L’altra ragazzina venne trascinata per i capelli in mezzo alla sala, cosparsa di alcol, e le venne dato fuoco. Lì, da viva, davanti a tutti, mentre i nobili ridevano, con dei commenti che non voglio nemmeno ripetere..- dovette interrompersi alla reazione della ciurma.

Rufy tremava per il nervoso. Nami si era portata le mani davanti alla bocca e non poteva credere alle parole che aveva sentito. Robin pensava alla scena, trovandola veramente di cattivo gusto. Franky e Brook erano a bocca aperta. Usopp scuoteva la testa, mormorando –Che orrore..-. Chopper, disgustato pesava all’odore della carne umana bruciata, che gli chiuse una morsa attorno allo stomaco. Sanji aveva la pelle d’oca e persino la sigaretta gli era caduta dalle dita. L’unico che riuscì a parlare fu Zoro, -E la marina? Li lasciò fare?- chiese infastidito.

-Non poteva fare altrimenti.. i nobili godono della protezione del governo. Sengoku si girò a guardare fuori dalla finestra, sorridendo serafico. Quello schifoso ha la stessa idea degli schiavi che hanno i nobili. Quando Garp protestò infuriato per quello che stava succedendo, Sengoku gli ordinò di rimettersi al suo posto in silenzio. Tuo nonno è un grand’uomo.. tremava di rabbia e stringeva i pugni talmente forte da farsi sanguinare le dita, mentre discuteva con quel cane di grand’ammiraglio. Mir intanto era ancora lì per terra. Al primo grido che la ragazzina aveva lanciato, la furia si impadronì del suo cervello, e per la prima volta, sentì le nostre voci. Si spaventò e rallentò il processo si evocazione. Ci aveva riconosciuto come quelli che avevo ucciso sua madre. Ma ormai la sicura era stata tolta, e lei tremava nello sforzo di trattenerci. Noi le urlavamo di calmarsi, non sapeva niente di quel potere, non lo avrebbe controllato. Ma poi, mentre Garp urlava che quella non era la giustizia che serviva lui, l’odore della carne bruciata arrivò al naso di Mir. E bum! Un conato di vomito, e perse il controllo, scatenando l’inferno in quella villa. Dal falò al centro della stanza, partirono come proiettili infuocati, che attaccarono tutti nella stanza, nobili, servi, guardie e marines senza distinzione. Quello che aveva dato fuoco alla ragazzina scoppiò, letteralmente, in pezzi.. il sangue e i brandelli di carne si sparsero dappertutto. La stessa fine toccò anche ad altri familiari di quello schifoso. Ah ah! Mi ricordo ancora Sengoku che combatteva contro il fuoco. L’unico a non essere toccato da quel pandemonio era Garp. Ci eravamo sbagliati, lei controllava benissimo quel potere, come se lo usasse da anni..- e dovette nuovamente interrompersi per le risate di Adam.

-Piantala Adam! Ti sembra il caso di ridere? Ha ucciso sette nobili mondiali quella volta! Più un centinaio di altre persone!- lo riprese Raxha, che comunque la pensava come lui.

Nessuno della ciurma pensò che non si fossero meritati quella fine. L’odio per la marina dopo quella storia cresceva allo stesso passo con cui cresceva l’ammirazione per il nonno del Capitano.

-Ecco perché la taglia è così alta, perché ha toccato direttamente i protetti del governo!- disse Zoro, vedendosi rispondere alla domanda.

-Non è tutto..  la  storia non è finita..- disse Mir dalla porta. Non l’avevano sentita arrivare, presi com’erano dalla storia. –Fategli vedere cosa è successo dopo.. raccontarla tutta è difficile. E poi ci sono delle facce che gli farà piacere rivedere.. appoggiate una mano su uno di loro tre,- disse poi rivolta alla ciurma –questo sì che è un potere comodo, loro hanno una memoria perfetta!- disse sorridendo mentre cercava di domare la lunga chioma corvina in una coda di cavallo.










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Salve!
questo capitolo è parecchio discorsivo.. ma arriverà l'azione più avanti.. promesso =£!!
sicuramente la storia si concentrerà sempre più sul personaggio di Mir, che farà da perno per le vicende.. spero di non accantonare tropppo Rufy e la sua ciurma..
bon... grazie per aver letto fin qui!! alla prossima!!





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Capitolo 7
*** Kapitel Sieben ***


Tutti eseguirono l’ordine, curiosi di vedere cosa sarebbe successo. –Chiudete gli occhi. Si parte!- disse la moretta, schioccando le dita. Appena chiusero gli occhi sentirono la voce di Trinidad –tra un po’ vedrete la scena con gli occhi di Mir, non vi agitate, i colpi non possono colpirvi, e il dolore che sentite è solo immaginario. Sarà come se guardaste la scena a teatro..- .

Appena finì di parlare, videro davanti al loro occhi tutto quello gli era stato descritto poco prima. Sentivano le urla, i rumori, persino l’odore della carne bruciata, che fece loro arricciare il naso disgustati. Sentirono ancora la voce del grosso felino. –quando si accorse che l’aveva fatta grossa, scappò..-.

-Garp! Prendila! Prendi quella ragazzina!-  sentirono la voce di Sengoku dietro di loro impartire ordini all’unico dei suoi uomini rimasto. –Io torno alla nave a chiamare i rinforzi!- uno sguardo indietro arrivati alla porta, e videro che il grand’ammiraglio si era liberato del mantello infuocato, mentre Garp, li guardava leggermente spaesato. Era palese che non li voleva inseguire.

-Perché non facciamo il contrario?- lo sentirono dire in lontananza, mentre avevano incominciato a correre in mezzo a quel putiferio. Non sentirono la risposta. Ormai erano fuori dalla villa e correvano verso due guardie che cercavano di ostruire il passaggio. Si sentirono afferrare la mano.

-Dove scappi tu? Che succede là dentro?!- urlò quello che teneva la loro mano. Ma lo videro cadere a terra come una foglia secca, seguito dall’altro che guardava incredulo. Mezzo secondo e videro la sagoma di Garp che si stagliava sull’uscio. Ripresero a correre.

Erano piccoli, in quel bosco trovavano mille buchi in cui infilarsi, Garp faceva più fatica a stargli dietro. –Ehi mocciosa fermati! Così mi fai morire! Sono vecchio, non posso correre così tanto!- lo sentivano ansimare poche decine di metri dietro di loro. Ormai vedevano la spiaggia, ma appena messo un piede sulla sabbia si sentirono afferrare e si videro caricati sulla spalla enorme di quell’uomo. Erano veramente piccoli.

-Lasciami! Non ho fatto niente! Mettimi giù!!- strepitarono, scalciando e battendo i pugni su quella schiena enorme. Non volevano fare a quel vecchio quello che avevano fatto agli altri. Lui era buono, anche se era un marine, aveva cercato di salvare Gikan.

-E smettila di agitarti! Non ti voglio portare da Sengoku! Hai fatto quello che avremmo dovuto fare noi! E invece quei bastardi non si possono toccare.. quell’idiota di Sengoku ormai avrà chiamato i rinforzi.. dove ti infilo adesso?? Quelli battono l’isola palmo a palmo.. E piantala di scalciare!- lo sentirono dire. –Ma? Che diavolo succede qui?- non potevano vedere quello che vedeva lui. Vedevano solo la sua schiena e il bosco da cui erano usciti.

-Ah! Che ci fai qui, Garp?! Dai la caccia ai topolini?- lo schernì una voce che non conoscevano. Li avrebbero giustiziati. Lo sapevano. I Draghi Celesti non si toccano. E loro ne avevano uccisi sette tutti in un colpo. Sentivano nella loro testa i tre felini che urlavano di farli uscire, che avevano bisogno di loro. Avevano paura di quelle voci.

-Mh?! Che ci fate voi qui, non lo sapete che c’è Sengoku in visita?- rispose il vecchio sotto di loro, che ancora si agitavano. –Ahi! Smettila, insomma!- gli avevano dato un altro calcio.

-Tsk! Quello non trova l’acqua nemmeno se va al mare!!- disse un’altra voce, facendo scoppiare una risata generale.

-Non è così scemo come sembra.. a volte le tira fuori le sue genialate..- una terza voce sconosciuta.

-Sarà.. so solo che alla mia età ormai potrebbe mettermi in difficoltà anche lui, se me lo trovo davanti. Garp intercedi tu per me, digli di cancellare la mia taglia!- concluse un’altra voce ancora ridendo, stavolta familiare. Ma non riuscivano a ricordare. E continuavano a scalciare.

-Arrangiati, hai voluto la bicicletta Rayleigh? Adesso pedali!- Rayleigh!! L’amico della mamma! Glielo aveva presentato durante un viaggio, pochi mesi prima di morire. Sentirono ancora le voci nella testa, ma stavolta dicevano di farsi aiutare da quel l’uomo, dall’amico della mamma. –Io non aiuto i pirati!- disse ancora Garp. Pirati.. sì era proprio lui.

-Ray!! Aiutami!- urlarono da dietro la schiena, smettendo di scalciare.

-Mh??- sentirono il silenzio, sulla spiaggia. –Chi hai lì sopra, Garp?- stava chiedendo il destinatario della richiesta d’aiuto.

- Dì un po’, bimba, lo conosci?- chiese il vecchio smuovendoli –Questa? Ha fatto un macello, su alla villa.. ha ucciso sette Draghi Celesti.. più tutte le guardie, i marines, e la servitù.. quasi un centinaio di persone- disse afferrandoli per la maglietta, -Ehi adesso ti tiro giù, non scappare, intesi!?- concluse mentre li sollevava e li appoggiava con i piedi a terra. Si girarono e videro, oltre all’amico della mamma, due uomini, più altri due un po’ più distanti.

 

-Ah!- esclamarono ancora con gli occhi chiusi. Nel ricordo di Mir erano tutti sconosciuti, ma loro sapevano bene chi fossero quei quattro. Non conoscevano invece l’amico della madre. Mir, sul ponte sorrise vedendo che li avevano riconosciuti tutti.

-Ma dai, vecchio! A chi vuoi darla a  bere! È una bambina! Ti sei messo a inseguire i ladruncoli di caramelle??- disse uno di quelli vicino a Ray. Era più alto di lui e indossava un mantello che gli arrivava ai piedi. I capelli erano neri e scompigliati, tutto il lato sinistro del viso, dalla fronte fino alla mascella era coperto da un tatuaggio. Un motivo geometrico, di un colore strano, rosso. Il loro tatuaggio era nero. Anche loro avrebbero voluto averlo rosso.

-Mir!- esclamò Ray, che era esattamente come se lo ricordavano, con i capelli un po’ più bianchi, e quegli occhiali sottili e tondi. –che ci fai qui?! Che hai combinato? Dov’è tua madre?- chiese avvicinandosi.

-La mamma? Lei è.. morta.. due anni fa..- dissero tristi.

-Capisco.. quindi è vero, quello che dice Garp..- disse pensieroso guardandoli, -devi essere spaventata, vero? Non avevi mai sentito le loro voci.. non ti preoccupare, imparerai a controllarli..- concluse accarezzandoli sul capo.

Le voci nella loro testa erano più calme adesso. Dicevano loro di ascoltare quell’uomo. La mamma gli aveva spiegato tutto di quel loro potere. Lui sapeva come e cosa fare.

-Ma come??- chiese l’altro uomo, vicino a quello con il mantello. Aveva i capelli rossi che spuntavano da sotto un cappello di paglia. Tre cicatrici sfregiavano il suo viso, come un graffio. Aveva una sciabola legata alla fusciacca e le braccia puntate sui fianchi. Il suo sorriso li faceva stare tranquilli. Anche quell’uomo non aveva intenzione di far loro del male. –è solo una bambina.. com’è possibile che abbia fatto quel macello!- rise canzonando il vice ammiraglio.

-E che ne so.. so solo che ha fatto scoppiare un putiferio.. ma non si merita la morte.. meriterebbe un premio.. quegli schifosi..- si interruppe il vecchio dietro di loro.

-Te lo spiego io com’è possibile.. È la figlia di Eveline..- disse l’amico della mamma, guardando prima loro, poi Garp, e poi tutti gli altri.

-Cosa?- chiese facendosi avanti quello con il cappello di paglia, -Eveline aveva una figlia? Cavolo.. bè ora capisco.. e Sengoku?- chiese poi rivolto al vecchio alle loro spalle.

-Sarà sulla nave da un pezzo.. la ragazzina mi ha fatto sfacchinare per una ventina di minuti in mezzo al bosco prima di farsi prendere..- rispose guardando verso l’orizzonte.

-Se la prendono la giustiziano,- disse uno dei due in disparte. Ora che lo guardavano era enorme. Veramente enorme. Gli altri gli arrivavano appena sopra al gomito, quello col mantello quasi alla spalla. Portava una cuffia e degli occhiali da lettura, e nella mano destra teneva un libro, che appoggiava contro il petto. –se scappa le metteranno una taglia talmente alta che non potrà chiudere occhio per la gentaglia che si metterà sulle sue tracce.. comunque vada farà una brutta fine..- concluse guardandoli.

-…- l’altro uomo, quello a fianco a quello enorme, non aveva ancora detto una parola. Si limitava a ascoltare i discorsi, e ad osservarli, con quegli occhi così belli. I suoi abiti erano  decisamente più raffinati di quelli degli altri uomini. Un cappello con la tesa larga e una piuma vede e vaporosa faceva ombra al viso, i cui lineamenti scolpiti nel marmo erano sottolineati da baffetti sottili e un pizzetto curato. Sulla schiena portava una spada enorme, con la lama nera. Probabilmente era il più inquietante, ma a loro non faceva paura. Avrebbero voluto sentire la sua voce.

-Se è la figlia di Eve avrà i suoi stessi poteri..- disse quello con il libro.

-Ovvio, visto il pandemonio che ha scatenato.. voi due avete visto Eveline Black all’opera tante volte.. sapete di che parlo..- disse Garp alle loro spalle, rivolgendosi ai due che si erano avvicinati.

-E’ un bel guaio.. senti piccoletta.. quanto tempo è che usi il potere?- chiese quello con i capelli rossi abbassandosi per guardarli in faccia.

-Quale potere?- chiesero loro, capendo solo che quello che avevano fatto nella villa era sicuramente legato alla comparsa di quelle voci nella loro testa.

-Adesso senti delle voci in testa vero?- chiese l’amico della mamma. Annuirono. –Ok.. curioso che tu li riesca a trattenere.. sei ancora più potente di tua madre. Ora ascoltami, concentrati  e pensa che vuoi farli uscire dalla tua testa..- disse facendo segno a tutti di allontanarsi. Uscire? Quelle bestie enormi avevano mangiato la mamma.. se le avessero fatte uscire avrebbero sbranato anche loro. No no.. non ci pensavano nemmeno. Fecero segno di no con la testa. Ma scuotendola diventò tutto nero davanti ai loro occhi, per un attimo, videro il buio. Forse erano stanchi.. sentirono la mano di Garp che li afferrava per un braccio e li teneva in piedi.

-Che hai? Dopo tutta la corsa che mi hai fatto fare svieni??- chiese il vecchio scuotendoli. Adesso ci vedevano di nuovo chiaramente.

-Certo, non può continuare a trattenere il potere. È la prima volta che lo usa, è già tanto che non li abbia liberati in casa!- disse Ray davanti a loro.

-Non voglio!!- dissero liberando il braccio dalla presa del marine, -loro.. loro hanno ucciso la mamma!! Se li lascio uccideranno anche me!- le loro ginocchia non ne volevano sapere di smetterla di tremare.

-Fidati di me! Non ti faranno niente! Falli uscire.. ti spiegheranno tante cose su tua madre, e su quel potere che hai dentro.. allora? Mi credi? O dici che sono un bugiardo?- disse in tono di sfida il pirata.

Erano indecisi. Sapevano che potevano fidarsi di quell’uomo. E le voci nella testa continuavano a dire di ascoltarlo. Ma cavolo, che fifa che avevano! Sospirarono, tanto li avrebbe presi la marina e li avrebbe giustiziati.. tanto valeva morire come la mamma..

-ok..- si arresero alla fine, guardando tutti gli uomini sulla spiaggia. Che strana combriccola.. erano proprio mal assortiti. Si vedeva che non centravano nulla uno con l’altro. Quello con la spada continuava a guardarli in silenzio. Non si era mosso di un millimetro quando gli altri si erano allontanati. Chiusero gli occhi e ascoltarono meglio le voci nella testa. Pensarono intensamente di volerle fuori da lì. Si sentirono le caviglie gelare.

-Raxha! Adam! Trinidad! Quanto tempo!- aprirono gli occhi solo quando sentirono la voce dell’uomo col cappello di paglia. Davanti a loro stavano quei tre gatti enormi.

-Fiiiii..- fischiò quello col mantello ammirando il loro lavoro, -complimenti nanerottola!- disse battendo le mani, sempre col sorriso stampato in faccia.

-Mir! Loro saranno la tua guida, i tuoi protettori, gli unici su cui potrai contare sempre e comunque,- disse Ray incoraggiandoli ad avvicinarsi. -.. devi fidarti di loro! Tu curi loro e loro curano te! Ricordatelo sempre d’ora in avanti!- concluse mentre i felini continuavano a chiacchierare col rosso.

Ora che li avevano davanti non facevano così paura. Sentivano dentro qualcosa che li legava a quei tre mostri. Qualcosa di indissolubile. Qualcosa che faceva capire loro che sarebbero stati assieme fino alla fine. Sì, Rayleigh aveva ragione. Quei tre esistevano per loro, e loro esistevano per quei tre.

-Ma che diavolo succede laggiù?!- la voce alterata di Garp attirò l’attenzione degli uomini sulla spiaggia e anche la loro, che si voltarono a guardarlo. Il vecchio tirò fuori da una tasca un piccolo cannocchiale e con quello scrutò l’orizzonte. –Sengoku!! Grandissimo figlio di putt.. E questi me li chiami rinforzi?!- ringhiò tra i denti.

-Che succede?!- Chiese allarmato l’uomo col mantello, girandosi a sua volta verso il mare. –non ci posso credere… quante sono??- disse, facendosi ombra sugli occhi con la mano per vedere meglio.

-Ne vedo almeno dodici..-disse tranquillo quello con la bibbia.

Loro non vedevano il mare. Erano tutti in mezzo, uomini e felini. Scattarono in avanti e si portarono in prima fila.. cavolo! Sapevano cos’erano quelle cose che si avvicinavano all’orizzonte. Navi da guerra. Non ne avevano mai viste così tante. Erano così imponenti e maestose…

-Dodici solo da questo lato dell’isola? Significa che è un Royal Call!! Ma che gli salta in mente a quel somaro calzato e vestito? Se bombardano con cinquanta navi st’isoletta la mandano sul fondo del mare!- esclamò preoccupato l’uomo col cappello di paglia, al loro fianco.

-Direi che non c’è dubbio!- disse quello col mantello, -Sengoku non vuol correre il rischio che questa calamità in miniatura scappi dall’isola..-. li stava indicando.

Bombardare? Fondo del mare? Ed era colpa loro.. cosa avevano fatto?? Si sentirono una morsa che stingeva nello stomaco. E adesso? Cosa avrebbero fatto?

-E adesso? Che si fa?- chiese quello con la bibbia, -allontanarsi ormai è impossibile! L’accerchiamento è troppo stretto..- si era voltato verso il suo compagno col pizzetto.

-Merda!!- si girarono a guardare Garp: era furibondo, tanto da  tremare per la rabbia. –ma chi cazzo ha dato il potere in mano a quel cretino?! Quest’isola fa più di un milione di abitanti!! Che diavolo pensa di fare?!- ormai urlava fuori di sé…

Un milione? Non sapevano nemmeno quanto era un milione. Gikan aveva insegnato loro a contare fino a cento. Anche lei sapeva contare solo fino a lì.. al suo paese badava le pecore, e ne aveva 90. Quindi le avevano insegnato i numeri solo fino a cento. Un milione sembrava un numero altissimo.

-Meglio andare. Se cominciano a bombardare ci seppelliscono qui..- era stato l’uomo con la spada a parlare. Aveva una bella voce, stava bene su quello sguardo. Era l’unico tranquillo, fermo sempre nello stesso punto dove stava prima.

-Tsk! Non essere sciocco Mihawk.. ha chiamato il Royal Call nonostante sapesse che uno dei suoi uomini più fidati era sull’isola.. pensi che romperà l’accerchiamento per far passare te? Quello non vede l’ora di vederti con un bel cappotto di legno!!- disse l’uomo con il mantello, guardandolo con una smorfia sulla faccia. Persino lui aveva smesso di sorridere.

-Uhn?! Se mi ostruiscono il passaggio significa che non hanno niente di meglio da fare. E che quelle navi non gli servono poi così tan..- si dovette interrompere, quando un sibilo tagliò l’aria. Una palla di cannone si schiantò nel bosco pochi chilometri dietro di loro. Quegli uomini avevano ragione. Le navi da guerra avrebbero sparato contro l’isola.. ed era tutta colpa loro. Sentirono le lacrime che riempivano i loro occhi.

-Troppo tardi.. cominciano a calibrare i cannoni..- disse quello enorme, al suo fianco. –E ora?- stava guardando dietro di loro. Si girarono e videro che Ray li stava guardando pensieroso. Forse li volevano consegnare, per fermare l’attacco.

-Un modo ci sarebbe…- sospirò alzando lo sguardo.

-Scordatelo!!- un ringhio alle loro spalle li fece sobbalzare, era stata la pantera nera a parlare, -Non è in grado!! La trascineranno nel varco!!-. stavano parlando di loro? Non erano in grado di fare cosa? Tutte le persone dell’isola sarebbero morte per colpa loro. Non potevano sopportarlo. Avrebbero fatto tutto quello che diceva Rayleigh.

-Lo so, lo so!! Era solo un’idea! Però è forte.. più forte di sua madre.. pensavo che..- disse fermando il flusso delle parole inorridito da quello che aveva pensato.

-No!!- stavolta era stata la tigre a parlare, -Non è un gioco, Rayleigh! Non ti immagini nemmeno cosa c’è là diet..- era proprio infuriata.

-Sì!!- tutti si girarono a guardarli, stupiti, come se si fossero dimenticati che erano lì. –Lo faccio! Faccio tutto quello che dici… però veloce! Tra un po’ quelli sparano!!- implorarono tirando la manica di Ray, che li guardava piangere, sorpreso.

- N-no.. ha ragione Adam..- disse lui titubante –Non hai idea di cosa fare e come controllarli!-.

-Ti prego! È colpa mia se quelli sparano! Ti prego!- ripeterono rivolti alla tigre.

-Mir! Tu non sai..- cominciò la tigre guardandoli.

-Uccideranno tutti! Li devo fermare! È colpa mia!- urlarono loro ancora più forte. La tigre ora era zitta e li guardava, triste. Tutti stavano zitti. Li guardavano uno per uno.

-Andiamo! Un ordine resta sempre un ordine.- la pantera bianca aveva preso la parola, facendo voltare tutti. Anche loro la guardarono. –ascoltami bene ora, Mir.. noi ti possiamo aiutare solo fino a un certo punto.. apriremo le porte, ti devi concentrare. Sentirai tantissime voci che ti corrono nella testa. Ascoltali. Uno alla volta. Ascoltali tutti. Anche se ti attaccano non perdere la concentrazione. Sono solo nella tua testa. Non ti faranno del male, se li controlli. Devi dire a ognuno di loro di sollevare il mare e travolgere tutte quelle navi. Tutte, non farti impietosire! Se uno di loro non ti ascolta ordinagli di tornare indietro.- disse, andando a sedersi più avanti sulla sabbia. Annuirono. Le lacrime avevano smesso di scendere.

-Noi non possiamo dare ordini a quegli esseri. Siamo qui solo per tirali fuori dalle loro tane. Li devi controllare tu.- disse la tigre, spostandosi verso un altro  punto dietro di lei. –mi raccomando. Faranno tutto quello che gli ordini, finché non notano una debolezza. Se uno di loro si ribella, e tu non lo sopprimi gli altri lo seguiranno, e tu finirai per essere trascinata nel loro mondo!- concluse sedendosi. La stavano guardando, ascoltavano attentamente ogni sua parola.

-Quando è tutto finito, e tutte le navi sono state affondate, ordina agli spiriti di bloccare il maremoto, o finirai per spazzarla via tu, questa dannata isola!- disse la pantera nera andandosi a sedere in una altro punto. Erano seduti attorno a loro, sui vertici di un triangolo. –Mocciosa! Dacci dentro! Resta concentrata! Tua mamma era brava, facci vedere che sei alla sua altezza!- concluse sorridendo. Provarono a sorridere, ma la risata della pantera disse loro che probabilmente avevano una smorfia tragicomica sul viso. Avevano una paura incredibile. Non erano sicuri di avere capito tutto alla perfezione.

-Ok.. adesso siediti lì nel mezzo. Ascolta il rumore del mare, il fruscio del vento, ascolta tutto!- disse la tigre mentre loro eseguivano l’ordine. Ora erano seduti a terra, e guardavano il mare. –Silenzio voi, là dietro! Mir ti diamo qualche minuto per concentrarti! Poi apriamo. Non farci caso!- disse quando un’altra cannonata colpì poco lontano da lì.

Dietro di loro, i sei uomini stavano in silenzio, sentivano i loro sguardi addosso.. non dovevano pensarci! Si concentrarono sul rumore del mare.. li rilassava.. poi il fruscio del vento.. e un altro fischio. Avevano lanciato un altro colpo. Ritornarono a ascoltare il mare. Dovevano fare in fretta. Dovevano concentrarsi. Ora sentivano solo il mare.. ok.. sentivano che c’erano quasi. Sentivano il respiro di tutte le cose attorno a loro: del mare, del vento, di quegli uomini, delle piante.. di tutto.

-Mir, bleib ruhig! Jetzt, es beginnt..- “stai calma, adesso comincia” capivano quella lingua, anche se non l’avevano mai parlata. La mamma diceva le parolacce in quella lingua, pensando che non la capissero. Chiusero gli occhi. Il gelo entrò nelle loro ossa, lo potevano sentire anche nel cuore. Poi più niente. Solo l’abisso nero che li divorava…

-Stop!- disse Adam nelle loro teste, -fermi lì! Da quella visuale non c’è più nulla di interessante da vedere.. cambiamo punto di vista.. eee.. via!-. Sentirono la sua voce dissolversi lontano.

 Avevano cambiato punto di vista. Ora vedevano la schiena di quella bambina seduta a gambe incrociate davanti a loro. E davanti a lei l’oceano, con le navi da guerra allineate all’orizzonte. Erano nel ricordo di Raxha.

Dannazione. Era troppo piccola. Ma aveva ragione Rayleigh.. quella bambina era forte. Anche più forte di quello che pensava lui. Avevano cercato di forzare il blocco e uscire, ma lei li aveva tenuti dentro con la forza. E che forza! Nemmeno Adam era riuscito a uscire, proprio lui che era potente come un ariete, quando era tempo di forzare i blocchi. Aveva controllato il potere, evitando di colpire Garp. Inimmaginabile al primo tentativo. Ma era pur sempre una bambina.. piuttosto che vederla finire nel limbo, avrebbero chiuso le porte con la forza. E al diavolo quella stupida isola. Un milione di morti non valeva quello che aspettava quella ragazzina se fosse finita trascinata al di là delle porte. No, non lo avrebbero permesso. A costo di vederla morta e sepolta con tutta l’isola, piuttosto che nel limbo, da sola. Almeno sua madre aveva avuto il tempo di imparare a usare quel dannato potere. L’aveva risvegliato che aveva già sedici anni.

Era ora.. Trinidad  fece loro un segno. Adam aveva aperto la prima porta. Ora toccava a lui. Loro avrebbero controllato fino all’ultimo che Mir reggesse, prima di aprire la terza. Seconda porta aperta. Mir tremava leggermente. Aveva già cominciato a dispiegare gli spiriti. Che forza.. guardarono il cielo, seguiti dai sei spettatori. Nuvole.. il sole era stato coperto, e il mare cominciava ad agitarsi. Due porte non bastavano, maledizione! Avrebbero dovuto aprire la terza, o sarebbe stato tutto inutile. Cinquanta navi.. ci voleva un muro d’acqua di almeno trenta metri tutt’attorno all’isola. “speriamo bene!” pensarono, sentendo il vento alzarsi.

-Raxha!- la voce di Trinidad li richiamò al loro dovere. Annuirono. Bam! La terza porta era aperta. Reggeva! Li sentivano anche loro, ora. Gli spiriti che ululavano, correndo attraverso il varco. Quella bambina andava oltre ogni loro aspettativa. Controllava perfettamente ogni singolo spirito. Sopprimeva senza difficoltà i pochi che cercavano di ribellarsi. Guardarono di nuovo il mare, che si era gonfiato all’improvviso. Così come all’improvviso si ritirò. La secca si estendeva fino a quasi un chilometro da dove stavano loro.

-Ma che diavolo succede?!- tuonò Dragon dietro di loro.

-Guarda e impara, pivello! Questo sì che è un potere utile!- fu la risposta del viceré dei pirati. Erano preoccupati. Come Adam e Trinidad. Chi conosceva quel potere sapeva perché.

Eccolo.

Un muro d’acqua di quasi quaranta metri coprì la linea dell’orizzonte, dietro alle navi da guerra. Avanzava verso l’isola. Il vento urlava nelle loro orecchie e la sabbia sferzava la loro pelliccia. Pochi secondi dopo, quella muraglia aveva travolto il cerchio più esterno della formazione, scaraventando le navi da guerra una contro l’altra,  e scagliando relitti, sia delle navi che dei marinai, diritti sul cerchio più interno dello schieramento. Travolgendo e affondando tutto. Potevano vedere quella catastrofe solo nel pezzo di mare davanti al loro. Ma dagli schianti che sentivano in lontananza, potevano supporre che la stessa cosa stesse succedendo a tutte le navi da guerra che avevano accerchiato l’isola. Le onde sembravano voler impastare le briciole di quella flotta maestosa che pochi minuti prima era pronta per mandare l’isola e i suoi abitanti diritti dritti nel forziere di Davy Jones.

-Che dio mi fulmini!!- il commento alle loro spalle veniva dalla bocca spalancata di Garp, che non poteva credere che quella mocciosa potesse tanto. Al mondo esistevano poteri davvero terrificanti.

-Ehi! E adesso?! La deve fermare, quella cavolo di onda!- si agitò Shanks, che venne prontamente zittito da Adam.

-Shh! Ci stiamo lavorando, e che diamine! Liberarli è una cosa, richiamarli è tutt’altro!- disse voltandosi verso la platea rumorosa. –Mir! Ora fai esattamente il contrario di quello che hai fatto prima. Noi te li riacchiappiamo, tu rispediscili dentro. Veloce!- disse poi, guardando prima verso di loro, poi verso quell’enorme onda anomala, che si stringeva sempre più velocemente come un cerchio attorno all’isola intera. 

-Mir! Spicciati!- urlarono quando l’onda era ormai, anche se notevolmente rimpicciolita, a poche decine di metri dalla spiaggia.

Fu un secondo. La terra sotto i loro piedi tremò leggermente, e così com’era comparsa, quella muraglia d’acqua terrificante era sparita. Sospirarono, guardando il cielo. Il sole faceva di nuovo capolino tra le nuvole, illuminando quel mare ora sporcato dai detriti. I resti di quelle navi avrebbero sicuramente riempito le spiagge per giorni e giorni.

Abbassarono lo sguardo. Mir era svenuta. Solo svenuta. Il sollievo li pervase fino alla punta delle zampe.

-Vorrei anche vedere! Dormirà per giorni!- disse Adam, affiancandosi alla loro destra, mentre Trinidad controllava che la bambina non avesse subito danni gravi.

-Non avevo mai visto niente del genere..- dissero, rivolti alla pantera nera. –Tre porte! Tre porte Adam! Alla prima volta che ci vedeva!- erano sconvolti. I brividi rizzavano la loro pelliccia candida.

-Lo so, Raxha. Lo so..- disse lui girandosi poi verso Rayleigh. –allora, vecchio.. contento adesso? Saresti stato meglio in fondo al mare.. usare l’ambizione su una bambina per farle fare una cosa tanto orribile! Saranno sopravvissuti a malapena ventimila uomini..-.

-Non ho usato proprio un bel niente! Razza di gatto ipertrofico! Per che schifo di essere meschino mi hai preso?!- rispose offeso quello, -Raxha! Giuro!-disse poi voltandosi verso di loro.

Quattro dei sei uomini erano tutti intenti a discutere su cosa fare  e cosa non fare.

Si avvicinarono ai due che restavano in disparte.

-Com’è possibile caricare una bambina con un peso del genere?- Mihawk aveva centrato il problema. Conoscevano quell’uomo dai tempi in cui erano ancora sottoposti a Eve. Nonn parlava molto, ma era sempre una spanna sopra a tutti. E anche stavolta capì al volo quale era il problrma. Loro sapevano che Mir avrebbe avuto quella strage sulla coscienza finché fosse vissuta.

-Io adesso mi preoccuperei di più di quello che le succederà..- Disse Dragon che fissava la bambina stesa sulla schiena di Trinidad, mentre Adam le leccava la faccia. –La marina vorrà la sua testa.. anche se Garp sicuramente non racconterà quello che ha fatto qui sulla spiaggia, si è comunque macchiata di uno dei crimini peggiori, per il governo. Non se la caverà con poco.. deve stare nascosta finché non potrà badare a se stessa.. –

Tutto cominciò a diventare sfocato, finché non si trovarono immersi nel buio. Sentirono la pelliccia morbida dei felini sotto ai palmi delle mani. Erano di nuovo sul poste della Sunny. Mir li guardava sorridendo.

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Capitolo 8
*** Kapitel Acht ***


-Bentornati!- rise quando i primi aprirono gli occhi.

-Ma quello era Shanks! Lo conosci?! Sai, è lui che mi ha dato questo cappello!- disse indicando la sua testa mentre si accomodava appoggiandosi alla tigre.

-Sì l’avevo riconosciuto! Quando lo rividi qualche tempo dopo senza un braccio e senza quel cappello mi disse che aveva fatto una scommessa con se stesso..- rispose la moretta.

-C’era anche Drakul Mihawk, l’uomo dagli occhi di falco..- mormorò Zoro ancora in piedi accanto a Raxha. A quelle parole Usopp, stravaccato a fianco al capitano, si intristì.. ricordava ancora la sconfitta dello spadaccino e quella ferita allucinante sul suo petto.

-.. e Orso Bartholomew..- disse Nami, ripensando al quella ragazzina che spariva davanti ai suoi occhi.

-E’ stato allora che Dragon ti ha preso con sé?- chiese Robin, che si era appoggiata con la schiena su Adam, seguendo l’esempio del capitano.

-No… dopo quella faccenda Garp mi lasciò a Rayleigh.. ho vissuto con lui per qualche tempo, prima di venire a conoscenza dell’Armata e di quello che faceva. Una volta saputo, ho preso il mare, alla ricerca di quell’uomo.. Ricordavo bene il suo viso, e Ray mi disse come trovarlo.- rispose l’alchimista. –Ah! Per inciso, l’uomo che non conoscete, quel vecchio.. è Silvers Rayleigh, il re oscuro..- disse guardando verso il capitano.

-EH?? Il re oscuro? Il secondo di Gold Roger??- sbraitò Franky, che espresse lo stupore della ciurma. Eccezion fatta per Robin, che l’aveva riconosciuto subito. Tutti loro sapevano chi fosse. Quando si nominava il Re de pirati, il 90% delle volte quel nome vi faceva seguito.. l’unico ignaro, al solito era Brook. -Cavoli!! Cresciuta dal vice del re dei pirati e dal ricercato numero uno al mondo! Che infanzia!-.

-Yohoho! Quindi voi conoscete tutti quegli uomini?- chiese lo scheletro, -che coincidenza!-.

-Già.. persino Dragon.. non avevo mai visto il suo volto..- disse Sanji pensieroso. Quella ragazzina aveva sicuramente mantenuto i rapporti con quegli uomini. Oltre che con Rayleigh e Dragon, era quasi certo che avesse ancora a che fare con Mihawk e Orso nel particolare, e con i Sette in generale.. dopotutto Robin aveva detto che gliel’aveva presentata Crocodile, no?

-Sei stupito? Forse nemmeno tu l’avevi mai visto..- disse la ragazzina rivolta al capitano di gomma. -però qualche tempo fa mi disse che ti aveva incontrato! A Rogue Town.. mi pare.. vi aiutò a scappare da Smoker.. quello è un vero mastino, accidenti a lui..- aggiunse poi perdendosi nei suoi pensieri.

-Ah, davvero?- disse semplice Rufy, -non saprei.. io non ho nessun ricordo di lui..-. non sembrava portar rancore o malinconia, in quello che diceva. Era solo una semplice constatazione.

-Forse tu non te ne accorgi.. ma lui vi cura.. sia te che Ace.. sai, da quando è uscita la notizia della sua cattura mi ha fatto fare la spola per tutto il Grande Blu. Sia lui che Barbabianca sono sul piede di guerra.. e credimi, non permetteranno che venga torto nemmeno un capello a tuo fratello. A proposito.. Conoscete le dinamiche della sua cattura? E sapete perché sono tutti sicuri che farà scoppiare una guerra?- disse Mir, tornando con i piedi per terra. Era ora di cominciare a spiegare qualcosa di quello che quei ragazzi si sarebbero trovati davanti.

A quella domanda, l’intera ciurma drizzò le orecchie. Era strano sentire qualcuno che portava testimonianze di fatti che in un modo o nell’altro si intrecciavano alla loro vita.

-No, in effetti.. anche nei giornali non riportano nulla di preciso..- disse Nami cercando di ricordare qualche articolo esauriente a riguardo, senza riuscirci.

-Bene allora.. Forse sapete che Ace era per mare alla ricerca di un uomo..- disse, prima di essere interrotta dal Capitano.

-Sì, ce lo accennò ad Alabasta quando lo incontrammo.. ricordate?- chiese rivolto alla sua ciurma. I cui membri presenti già da allora annuirono.

-Bene- riprese Mir, -quell’ uomo si fa chiamare Barbanera, e lui e la sua ciurma sono ammutinati della Prima Flotta di Barbabianca. Se c’è una cosa che il vecchio non perdona, è che vengano toccati i suoi uomini. Ed è proprio quello che ha fatto questo Barbanera: ha ucciso alcuni dei suoi stessi uomini che non volevano abbandonare Barbabianca..- fece una pausa per accertarsi che tutti la seguissero.

-Quante Barbe!- disse il piccolo medico.

-Già..- sorrise l’alchimista. –dunque, il vecchio ha sguinzagliato Ace per i sette mari perché trovasse l’ammutinato e assassino e facesse giustizia… ma quell’uomo è potente.. e ha catturato tuo fratello.- disse girandosi nuovamente verso il capitano, che ascoltava attento. –La consegna di Portuguese D. Ace al governo è stata il biglietto d’entrata di Barbanera, al secolo Marshall D. Teach, per la Flotta dei sette, in cui un posto è stato lasciato vacante da Crocodile.-

-Ma certo! i giornali erano pieni di queste notizia.. la scelta del sostituto di Crocodile ha tenuto con il fiato sospeso parecchie persone..- disse l’archeologa, ricordando all’improvviso.

-Esatto..- rispose Mir, -questa è inconfondibilmente una frecciata al vecchio.. un affronto bello e buono. Non solo catturano uno dei suoi uomini più vicini e lo condannano al patibolo, ma mettono il suo nemico dichiarato sotto la loro protezione, dandogli onore e gloria… Barbabianca vuole questa guerra.. il governo deve pagare caro questo insulto.. e lo pagherà! Come si dice.. non svegliare il can che dorme.. se la prenderà con tutti i capoccioni della marina e del Governo mondiale. E non è il solo..- concluse con uno sguardo piuttosto eloquente.

-Dragon..- disse Sanji, dando un nome e una forma a quello sguardo.

-Anche.. Ace è il capro espiatorio per una guerra che molti vogliono.. il marcio sta nel manico.. non è un mistero che alcuni degli obiettivi dell’Armata siano lo Stato Maggiore e gli Astri di saggezza.. ma non è il solo.. Barbabianca è potente e benvoluto. Ha amici o alleati nei posti e nei ruoli più impensabili.. questa volta non hanno calcolato bene la portata del ciclone.. e in più hanno scelto proprio tuo fratello, che è benvoluto almeno quanto il suo capitano.. quindi, in sostanza, si sono assicurati una movimentazione di massa. Obiettivo: Barbabianca contro Flotta dei Sette. Ma non hanno idea di quello che effettivamente stanno smuovendo.- disse illuminandosi all’improvviso. –arrivano notizie!-esultò guardando in alto, nel cielo.

Tutti seguirono la traiettoria del suo sguardo, e riconobbero il falco a cui Raxha aveva commissionato il messaggio il giorno prima. Che atterrò leggero in mezzo a loro.

-Ti aspettavamo ieri notte.. ce ne hai messo di tempo!- disse scocciato Adam.

-Ehi! Statti calmo micino!- rispose il falco a tono, scioccando la ciurma. –se sei più veloce portateli da solo i messaggi! Non sono mica il tuo facchino!- lo riprese, rivolgendosi poi all’alchimista -Mir, tesoro mio, scusami, ma ho avuto un contrattempo.. Signori!- fece poi chinando la testa verso la ciurma. –Perdonate la maleducazione. Mi chiamo Boocha! Sono un falco messaggero di prima classe. Per prima cosa, vi porto gli ossequi del mio addomesticatore, il signor Monkey D. Dragon! Sua signoria è felice che abbiate acconsentito ad accogliere e scortare miss Black sino a quel di Rocky Island. Spera inoltre che le condizioni di salute del figliol suo siano stabili e possibilmente positive. Aspetta ansiosamente di poter aver con voi tutti colloquio al concludersi di questa ingiuriosa battaglia che si profila all’orizzonte.- sparò a raffica, tutto d’un fiato.

-Ma come parla?!- chiese Zoro, che si era perso al “mi chiamo”.

-Lascia stare.. è sempre il solito pagliaccio inamidato..- gli rispose Adam, palesemente infastidito dal nuovo arrivato - ad andar bene, Dragon gli avrà urlato un “salutameli!” mentre usciva!-. al loro fianco Trinidad ridacchiava, mentre dall’altra parte Raxha aspettava la parte importante del messaggio.

-Chiaro! Anche noi attendiamo impazienti disposizioni per l’approccio alla battaglia che si appropinqua..- disse Sanji, accendendosi una sigaretta.

-Chiaro una grandissima mazza!!- urlarono Usopp e Franky al cuoco.

-Magnifico!! Un falco messaggero che parla una lingua strana!!- esclamò Rufy seguito da Chopper. Incorreggibili.

-Mpft!! Ehi!! Bam-booch-o non hai niente di interessante da dirci?- rilanciò il felino color del carbone.

-Adam, la tua educazione è paragonabile solo alla tua intelligenza.. hai il cervello così piccolo che un’idea per uscire deve fare manovra!- un’altra frecciatina alla pantera nera, e poi proseguì, rivolto alla ragazzina, stavolta parlando normalmente, essendosi accorto che non tutti lo seguivano. Parlare comprensibilmente era previsto dal bon ton. –Mir, piccola, Dragon dice che la fortuna ti accompagna, è felice che tu abbia incontrato proprio loro.. si raccomanda di istruirli sul caso.. bene.. ora passiamo ai numeri.. gli uomini di dragon all’interno del quartiere generale confermano che tutti e cinque i Royal Alchemists sono stati convocati per vigilare sull’esecuzione, perciò riposati e cerca di arrivare in forze alla battaglia.. ci servi assolutamente al meglio. In più pare che in città saranno di turno solo ufficiali di grado pari o superiore a capitano di vascello.. più o meno un centinaio di migliaia.. l’appuntamento resta nel luogo e nell’ora prestabiliti, per ora..- concluse appollaiandosi.

-Capisco.. bene.. non sono poi così tanti..- disse rivolgendosi alla ciurma del capitano di gomma. –dalla nostra parte siamo meno, ma migliori!! Ah! Boocha! Qual’era il contrattempo?- chiese poi ricordandosi ciò che aveva detto prima il falco.

-Ah.. già.. c’è un altro messaggio.. Dragon aveva ospiti.- disse riluttante, con una smorfia. Quel tizio lo metteva sempre a disagio. Da quella smorfia Mir capì chi era l’ospite. – tuo marito ti manda a dire, da qui cito,: “dannata ragazzina.. Ma che diavolo ti dice il cervello?! Se ti beccano con i pirati ti ripiazzano la taglia sulla testa! Ma per cosa lavoro a fare io, se poi fai sempre di testa tua? E poi è più di un mese che non ti fai vedere! Mi sembra di essere vedovo… fai attenzione mi raccomando!”.  Questo è tutto.. dopo si è messo a litigare con Dragon, come al solito. Ci abbiamo messo mezz’ora a calmarli.- concluse.

Un secondo di silenzio seguì il resoconto del falco. Per le informazioni spedite da Dragon, penserete voi. Invece no.

-MARITO??!- chiese l’intera ciurma, esterrefatta alla rivelazione. E in effetti per la prima volta videro confermato che l’anello in metallo era proprio una fedina d’oro al suo anulare sinistro.

-Uhm?! S-sì.. marito.. Perché? Come dite voi quando uno si sposa?- chiese lei ingenua, senza capire il perché dello stupore generale.

-E’ una battuta? Avrai a malapena quindici anni!- disse Zoro, scettico.

-Nooo!! Mia dea!! Non dirmi questa cosa orrenda!! Sposata?! Così mi spezzi il cuore!- piangeva Sanji disperato, lanciandosi ai piedi della ragazzina, scostando il falco.

-Eddai cuoco, tanto non avevi speranze comunque!!- lo consolò Franky, con scarsi risultati.

-Tsk! È una bugia bella e buona..- disse Usopp.

-Sposata? Ma quanti anni hai?- chiese Nami, che finalmente aveva fatto la domanda giusta.

-Diciotto.. perché?- chiese poi la ragazza vedendo la ciurma cadere rumorosamente a terra. –è così strano che io sia sposata? Sembro così strega da repellere ogni essere di sesso maschile sulla faccia della terra?- chiese rivolta a Robin. Lei già sapeva, ne avevano parlato durante una consultazione.

-No.. è solo che ti sei sposata giovane..- rispose l’archeologa.

-Bè, in effetti.. mi sono sposata a sedici anni..- disse lasciandoli ancora più di sasso.

-Sedici??- Nami era basita, e quasi certa che non fosse stato un matrimonio d’amore.

 -Ah ah!! Quell’uomo è un santo a sopportarti.. Ah ah.. un vedovo.. mi fa morire.. poveraccio..- rise Adam, attirando l’attenzione.

-Poveraccio un accidente!- gracchiò il falco, appoggiato totalmente dal cuoco. –Dovrebbe ringraziare il cielo ogni giorno che questa piccola fata gli stia ancora vicino. Ma prima o poi salterà fuori il vero motivo per cui l’ha sposata. Né io ne il padrone ci fidiamo di quell’infido..- concluse inasprendo i toni.

-Ehi gallina! Segnati le piume perché se non la pianti te le mischio! Le vuole bene davvero! Forse addirittura la ama! Chissà!? È grazie a lui se adesso Mir gira tranquilla!! È l’unico che ha fatto qualcosa per..- ringhiò Adam scattando infuriato. Non potevano far altro che ringraziare quell’uomo, e lo sapevano benissimo sia il pennuto che Dragon.. perché si ostinavano a voler cercare del marcio in quello che aveva fatto?

-Ma fammi il piacere, gatto!! Potrebbe essere suo padre! È da definire disdicevole il solo fatto che lui l’abbia chiesta in sposa quando era poco più di una bambina!- il falco stava perdendo totalmente le staffe. Era evidente che odiava questo fantomatico uomo.

La ciurma seguiva la discussione in silenzio, guardando dall’uno all’altro. Come poteva essere che un solo uomo potesse esercitare due effetti così diversi da un essere all’altro? Che razza di tipo era quello? Ma vennero distratti dalla voce di Mir, che intervenne per bloccare la discussione.

-Ora basta Boocha!- era seccata. Fu evidente che la pensava come i suoi felini. –quante volte ti ho pregato di non parlare così di lui in mia presenza? Lui non mi ha imposto nulla. È una cosa che si fa in due, quindi se lui ha cattive intenzioni, la metà sono le mie. Sapete,- continuò poi rivolta ai ragazzi, che la guardavano da quando aveva preso la parola, -è grazie a mio marito che mi hanno tolto la taglia.. diciamo che ha agganci in alto..- concluse sorridendo verso Zoro.

-Mi dispiace, Mir, dolcezza, non volevo offenderti..- disse il falco avvicinando la testa alla mano della ragazza, che lo accarezzò, segno che lo aveva già perdonato.

-MH? Perché mi guardi?- chiese lo spadaccino, notando finalmente che la moretta lo osservava.

-Ah ah!- di nuovo quella risata, che calmò definitivamente gli animi. – Scusa! È che ti stupiresti di sentire da chi vengono quelle parole.. voi vi assomigliate molto, dico davvero. Il giorno che ti ha incontrato è tornato a casa felice come una pasqua. Disse che aveva trovato un leprotto mooolto interessante..- disse guardando un po’ le facce  in giro, per vedere se si era acceso qualche lume.

-Decisamente.. sareste decisamente sorpresi di sapere chi è.. ve lo state chiedendo tutti, no?- chiese l’archeologa sorridendo.

-Mah!! Non saprei..- disse Usopp cercando di fare l’indifferente, guardandosi le unghie.

-Che dici Usopp!! Io lo voglio sapere adesso!! Muoio di curiosità!- disse il piccolo medico al suo fianco, tirandogli i pantaloni.

-Chopper, fermo! così lo lasci in mutande..- disse Rufy, che ormai a stento si conteneva dal chiedere il nome, tamburellando con le dita sul suo ginocchio.

Intanto le parole della ragazzina erano arrivate dritte in fronte a Zoro, che guardò leggermente confuso quegli occhi ametista che sorridevano verso di lui. Ormai era quasi certo di sapere a chi facevano riferimento quelle parole.

-T..tu, mi stai dicendo che l’uomo con cui sei sposata, è proprio quello che sto pensando io? Insomma.. l’unico che può averti detto una cosa così  dopo avermi incontrato, è l’unico che l’ha detta a me.. è.. è..- lo spadaccino non voleva concludere il ragionamento. Che portava a un solo nome.

-èèè??- chiesero tutti in coro, non capendo dove volesse andare a parare la testa verde.

-è.. è..- niente. Zoro non ce la poteva fare. Mir sorrise, e concluse per lui.

-Sì,- disse girando poi lo sguardo sugli altri. –è Drakul Mihawk, della Flotta dei Sette.. sono la moglie di uno dei mastini del governo.. dell’uomo dagli occhio di falco..- concluse, rincarando la dose affinché a nessuno sfuggisse il concetto.

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Capitolo 9
*** Kapitel Neun ***


Una bella fila di mascelle calate e occhi fuori dalle orbite riempì il ponte. La reazione era prevedibile.. dopotutto aveva appena detto loro che suo marito era uno degli uomini più feroci del mondo.. era comprensibile che pensassero che non avesse sentimenti pressoché umani.

-Sapete,- disse poi vedendo i primi segni di ripresa dallo shock, -quando ho lasciato la casa di Ray, ma anche mentre ero con l’armata, girare era diventato impossibile.. ogni passo che facevo avevo dietro nugoli di cacciatori di taglie e Marine. La taglia iniziale era di quattrocento milioni, ma poi aumentò man mano che mi venivano addossate le responsabilità di qualche omicidio, fino ad arrivare a seicento milioni. Non potevo camminare senza guardarmi le spalle, non potevo mettere il naso fuori casa perché mi trovavo immediatamente braccata. Non so più quante vittime ha fatto quella taglia..- guardava l’orizzonte, come se stesse cercando di ricordarsi uno per uno i volti di quelli che aveva ucciso mentre la inseguivano. –non ne potevo veramente più..- disse dopo un breve silenzio che nessuno osò interrompere. Non aveva voglia di continuare quella storia. Guardò Trinidad, che invece adorava raccontare, come si era potuto notare, e che capì al volo prendendo la parola.

-A dir poco.. piangeva la notte per le persone che morivano cercando di ucciderla o catturarla.. Dragon non sapeva come fare, Silvers di certo non poteva muoversi, non avevano potere in quel senso.. ma c’era una persona vicino a quella ragazzina che sapeva perfettamente cosa fare. Una persona che da quel giorno sulla spiaggia l’aveva tenuta d’occhio come un’ombra. Mihawk.. chissà perché Mir ha sempre avuto un rapporto particolare con lui.. sono veramente affini.. incredibile a dirsi..- sghignazzò allo sbuffo di Adam, -ma questa ragazzina è riuscita a farlo affezionare a sé.. insomma.. fatto sta che un giorno, circa due anni fa, Mihawk si presenta al covo di Dragon, va da lei e le sbatte davanti alla faccia un foglio.. un atto di matrimonio.. Ah ah.. scoppiò il finimondo nel covo, Dragon cominciò a sputare fuoco e fiamme, come la metà buona dei suoi uomini. Mir capì al volo e firmò. Occhi di falco se ne andò, ignorando il putiferio, e dicendole che se fosse servito altro sarebbe tornato..- concluse la pantera dagli occhi smeraldo.

-E quindi? Che centra con la taglia?- chiese Brook, che non conoscendo questo occhi di Falco e questa benedetta flotta dei sette non coglieva l’attinenza.

-La Flotta dei Sette è un gruppo di pirati “autorizzati” dal governo.. erano pirati molto forti, le cui taglie sono state cancellate in cambio di qualche favore che fanno al governo.- intervenne l’archeologa, spiegando diligentemente come una professoressa la lezione di storia, -ovviamente c’è chi rispetta di più e chi rispetta di meno questo patto.. Occhi di Falco è il pirata più irrequieto tra loro.. il governo fatica a tenerlo a bada, a volte parte come una mina impazzita, non esegue gli ordini.. ma non hanno l’animo di rimettergli la taglia sulla testa.. troppo pericoloso. Quindi se lui è esonerato dalla taglia, anche sua moglie lo è.. in teoria.- concluse chiedendo conferma all’alchimista con lo sguardo.

-Esatto,- prese la palla al balzo quella, -era proprio quello che aveva in mente. Ma visto il grande numero di vittime a mio carico, senza contare quelle del maremoto, di cui Garp non ha mai parlato, e il visto che ero una Rivoluzionaria dichiarata, al governo non bastò.. dovetti insegnare ai loro alchimisti e ai loro scienziati alcuni cerchi più importanti, compreso quello per l’algamantolite marina.. per come produrla, senza andare a scavare nelle cave che stanno nelle profondità del mare. Quei maledetti sono svegli però, e hanno imparato come usare quel cerchio per piombare i poteri del frutto del mare. Ecco perché serve il mio intervento contro di loro nella battaglia, sennò tutti i vostri poteri sarebbero inutilizzabili.- concluse, stirandosi le braccia sottili verso il cielo.

Alla ciurma occorsero un paio di minuti per riorganizzare le idee. Per quel giorno avevano avuto abbastanza informazioni da smaltire, e ormai era ora di cena.. il sole stava calando sull’orizzonte, e la luce rossa inondava il ponte, rendendo quei racconti surreali come una favola. Mir approfittò dell’attimo di raccolta della ciurma per congedare il falco, che avrebbe dovuto portare indietro la conferma che il messaggio era stato recapitato.

-Raccomandata con ricevuta di ritorno!- gracchiò il falco, ridendo. –Bene! Signori! È stato un piacere. Spero di rivedervi prima della battaglia, o comunque, al più tardi a quel giorno stesso! Tante care cose!- disse un secondo prima di prendere il volo, senza ascoltare le risposte della ciurma. Non per maleducazione. Ma perché non era certo sarebbero arrivate, visto lo stato di semi-trance.

-FIIIIUU!! Hai capito miss pallore.. in effetti come carnagione vi pigliate.. e pensare che quelle due ossicine tengono su una delle donne più potenti del mondo!- tentò di sdrammatizzare il cyborg, elegante come al solito.

-Uno della flotta dei sette? Sei la moglie di uno di quelli? Quindi.. anche tu sei cattiva?- chiese innocentemente la renna, che effettivamente da  quel lato aveva conosciuto solo gente intenzionata a nuocer loro.

-Non ti preoccupare, dottor Chopper. Ricordi cosa ho detto prima? Oggi pomeriggio? Che Barbabianca ha molti alleati nei ruoli più impensabili? Ebbene.. anche tra i Sette c’è qualcuno che non gli pesterà mai i piedi, se non per altro, per rispetto. Mihawk è uno di quelli. Saranno presenti per forza allo scontro, sono l’avamposto del governo. Ma alcuni di loro non hanno alcuna intenzione di prendere parte attiva a questa lotta.. tantomeno dalla parte della Marina.- rispose Mir, -Io sono dalla vostra parte. E anche lui lo è. Per fortuna, c’è ancora gente a questo schifo di mondo che ripone grande fiducia nelle nuove generazioni che prendono il mare..- concluse poi, tranquillizzando il piccolo medico di peluche.

-Incredibile.. detta così sembri uno snodo di comunicazione tra vari sistemi che ci sono al mondo.. insomma.. i rivoluzionari, i Sette, i pirati della vecchia leva.. è allucinante come ti sei trovata incastrata in mezzo a degli ingranaggi del genere!- Nami aveva afferrato il punto. Ecco cosa intendeva quando parlava di logistica. Era il crocevia delle comunicazioni tra sistemi che avrebbero dovuto procedere parallelamente per tutta la loro esistenza. E in più si aggiungeva quel potere, così tremendo, ma così efficace. Ora cominciava a capire la fatica che stava dietro a quel sorriso che anche in quel momento la ragazzina aveva spianato sulla faccia. Ora cominciava a capire la sofferenza del rifiuto. Del sacrificio. Lottava per i suoi ideali, certo. Ma questo le costava la sua vita “normale”. Lei non conosceva la vita come la vivevano loro su quella nave. Lei viveva pianificando e controllando una massa abnorme di eventi, che anche non la riguardavano direttamente. Viveva pesando chi era più utile e meno utile, chi poteva morire e chi doveva sopravvivere. Ora capiva cosa nascondevano quegli occhi ametista, così svegli, ma allo stesso tempo incantati da quello che vedevano a bordo. E una tristezza densa come il petrolio la prese dentro. Era giusto? Era giusto che soffocasse così la sua coscienza e i suoi rimorsi, mentre doveva far forza per resistere alla corrente del mondo?

-Perché?- Sanji aveva lasciato da parte la delusione per quell’inaspettato matrimonio, e la guardava più serio che mai. Era ancora più che convinto che qualcuno, in tutto quel sistema, facesse la cresta su di lei. –Perché scaricare su una ragazzina il peso del cardine? È disumano! Loro sono uomini di una certa età! Hanno esperienza nei loro campi! Come possono farlo? Sei l’incrocio tra mondi che non dovrebbero mai toccarsi!- si scaldò il biondo.

-Calmati Sanji! Non è certo colpa sua! Piuttosto di chi la tiene nel mezzo!- disse il cecchino, allineandosi al pensiero del cuoco.

-So cosa pensate.. ma vi sbagliate!- rispose l’alchimista, lasciandoli leggermente sorpresi, -nessuna delle persone che ho attorno vorrebbe tenermi con i piedi in quel fango. Tutti, e dico tutti, hanno cercato di allontanarmi da quel mondo. Ma io ero testarda. Io dovevo fare qualcosa. Io non potevo permettermi di restare a vivere la mia vita dopo aver visto con i miei occhi e provato sulla mia pelle quello che succede nel mondo. Quello che succede a chi non ha la forza di ribellarsi. Quello che succede a chi non ha altra vita se non quella. Quello che succede a chi si oppone, ma non è abbastanza forte. Non lo potevo accettare! Che certe cose venissero protette dalla giustizia!! Una giustizia che giustifica certe azioni e compie certe classificazioni non merita di essere perseguita. Non esistono esseri umani di serie b! E non deve esistere che un esercito protegga chi pratica certe usanze. Una giustizia che si impone sugli altri con la violenza e lascia correre lo schifo perché è corrotta, non è più giustizia. È prevaricazione. Finché la violenza del Governo sarà chiamata giustizia,la nostra giustizia sarà chiamata violenza! Nessuno mi ha obbligato a unirmi all’Armata. Dragon ha provato a cacciarmi in tutti i modi. Ho fatto casino per mesi prima che si decidesse a farmici entrare. Mi stavo mettendo davvero nelle beghe.. non ha avuto scelta. Allo stesso modo mi sono scelta cosa fare e cosa non fare. Nessuno mi ha piazzato al centro degli ingranaggi. Ma avendo avuto una vita come la mia, quanti di voi la penserebbero diversamente da me? A cosa mi servirebbe questo cavolo di potere, se non lo usassi per fare qualcosa in cui credo?- concluse guardando gli altri.

-Amare è il verbo del termine amore. E qual è il verbo che indica il rendere sacro? Semplice, è sacrificare. E' il sacrificio è rendere sacro qualcosa. Sapete? Spesso il diavolo non è così brutto come lo si dipinge..- rise Trinidad, con la sua voce calma e profonda, anche se evidentemente contrariato dalla scelta di vita della sua padrona. Anzi, più che dalla scelta di vita, ai guai in cui si cacciava di continuo.

Rufy annuiva. Loro vedevano il mondo in due modi completamente diversi, ma capiva perfettamente il suo punto di vista. Se uno dei suoi compagni avesse passato la vita dell’alchimista, probabilmente la distruzione di quel sistema sarebbe stata uno dei suoi obiettivi principali. Senza dubbio. Così ragionava lui. Quello che faceva soffrire i suoi amici, andava eliminato. Sì. Condivideva quel lato del discorso. Ed era leggermente sollevato nel sentire che suo padre aveva cercato in tutti i modi di allontanarla da quella dimensione, così poco adatta a una che era a malapena maggiorenne. –Nessuno, credo.- rispose quando lei finì il discorso, sorridendole sinceramente, come per consolare una bambina che chiede conferme. –Nessuno..-.

-Yohohoh.. credo di aver capito signorina.. hai degli ideali più grandi di te.. ma a quanto mi è sembrato di capire, sei ben sostenuta.. insomma.. mi pare che alle mie orecchie siano arrivati solo discorsi di mostri, tutt’oggi!! È giusto per dire ovviamente.. visto che le orecchie non  le ho!! Yohohoh!!- intervenne lo scheletro, alleggerendo di colpo l’aria attorno alla ciurma.

-Ahahah!! Brook sei forte!! Ehi! Sanji! Sarà per caso ora di cena?-  saltò su il nasuto, facendo crollare totalmente la serietà del momento.

-Eh? Oh cavolo!! È ora sì! Scusate mie dee!! Mi precipito ai fornelli!!- cinguettò dopo aver guardato il cielo, che cominciava a tendere alla notte. –Ah! Mir! Principessa! Scusami, non volevo fare insinuazioni..- mormorò poi serio fermandosi a fianco alla ragazza, mentre si dirigeva in cucina.

-Non c’è problema.. il dubbio mi pare più che legittimo..- rispose lei sorridendo. Era sincera, non c’erano dubbi, quegli occhi si lasciavano leggere come su un libro aperto.

-Graz..- iniziò lui interrotto dagli schiamazzi degli affamati, -Ehi! Dannate bestie da soma! Volete fare un po’ meno di caos!! Arrivo! E che diavolo! Siete come delle vacche da sgombro!- urlò scalciando i poveri malcapitati, dopo aver sorriso alle ragazze, che avrebbero atteso prudentemente il richiamo del cuoco prima di entrare in cucina.

-Ho idea che il capitano voglia far festa anche stasera, che dici navigatore?- chiese Robin, col mento appoggiato su una mano, ridendo.

-Temo proprio di sì, sorellona.. si vuole caricare bene prima dell’arrivo.. stamattina Franky ha detto che hanno pescato come dei matti per fare una grigliata stasera.. domani in giornata dovremmo cominciare a intravedere l’isola in lontananza. Attraccheremo all’alba.. cerchiamo di passare il più inosservati possibile.. finché ce la facciamo..- concluse sospirando la navigatrice, guardando verso l’ospite per chiedere conferma al suo piano.

-Mie dee, venite che cuociamo il pesce man ma..- uscì Sanji interrompendosi quando capì che il discorso era serio, mettendosi a fianco a Zoro, che ancora era sdraiato ad ascoltare e non si era mosso. Non aveva detto una parola da quando aveva saputo con chi era sposata la ragazzina.

-Si mi sembra una buona idea.. quindi ci resta un giorno di navigazione.. ok.. l’esecuzione è prevista per le nove, massimo le dieci del mattino.. io ho appuntamento con Dragon un paio di ore prima.. da dove attraccheremmo noi sarebbe all’incirca il tempo che ci impiegherete per arrivare al luogo designato per la condanna. Non possiamo ormeggiare direttamente in un porto.. attireremmo troppo l’attenzione.. conosco quell’isola, e conosco dove calare l’ancora senza dare troppo nell’occhio.. però per arrivare al patibolo dovrete attraversare il bosco.. ecco perché ci vuole tanto.- adesso si notava in cosa era abituata a sguazzare la ragazzina. Si muoveva perfettamente tra le previsioni del rischio e delle possibilità di riuscita.

-Quindi non sali con noi fino al patibolo?- chiese Sanji, quasi dispiaciuto.

-No.. vi raggiungerò lì con i rinforzi.. cercate solo di non farvi notare troppo in fretta..- rispose lei, girando gli occhi verso il cuoco.

-Se dovessimo sempre sperare nei rinforzi non andremmo mai avanti!- mugugnò Zoro, contrario al farsi soccorrere, come al solito.

-Taci, burino! Non viene certo per aiutare te!- lo rimbeccò il cuoco, -Mie dee, ne parliamo domani, abbiamo tutto il tempo.. andiamo a mangiare!!- cinguettò, aiutandole ad alzarsi.

-Non sarei così sicuro di non voler l’aiuto di qualcuno..- sussurrò la moretta, passando vicino a Zoro, e cacciandogli una linguaccia, dispettosa.

-Cosa?! Tsk! Ma come ha fatto a sposarti, con quel caratteraccio!?- grugnì lui di rimando, prendendola per l’orecchio, beccandosi il bis di boccacce. Almeno finché Sanji, notando il maltrattamento in corso a danno di gentil pulzella non intervenne, mollando un calcio sulla nuca dello spadaccino, che si alzò inveendo contro il cuoco, scatenando l’ennesima rissa, con conseguente segnale di stop dato dal pugno di Nami che si piazzò dritto dritto sulle loro fronti.

Un’altra serata passò tranquilla sulla Sunny, nonostante le scoperte poco ortodosse del pomeriggio. Quando poi la festa venne spostata sul ponte, e vennero coinvolti anche i felini, il caos inondò la nave, e le urla felici dei più bambini calmarono definitivamente anche gli animi più inquieti, che quella notte crollarono letteralmente sul ponte, senza disturbarsi a tornare in camera.

A montare la guardia erano stati i “volontari”, ovvero gli unici due svegli, che per disgrazia, o chissà, per fortuna, erano proprio Mir e lo spadaccino.

-Ti secca?- chiese all’improvviso lei, distogliendolo dal mare.

-Uhm? Ti secca cosa?- chiese lui senza capire. Non era ancora sicuro di potersi fidare di quella specie di folletto. La luce della luna, benché non fosse piena, dava al volto pallido della ragazza un aspetto completamente diverso da quella del sole. Ora sì che sembrava una donna, ora sì che quegli occhi davano il meglio di loro. Ora sì che era veramente bellissima.. no.. un momento! Come poteva pensare una cosa simile? Non era amore, né nulla di simile. Era un’attrazione strana, insana. Era come guardare qualcosa che lo spaventava a morte, ma da cui era così rapito da non poterne distogliere lo sguardo. Stessa sensazione.

-Da quando ti ho detto con chi sono sposata, hai tagliato i ponti totalmente.. conosco come la pensate voi spadaccini.. pensi che io lo distragga dalla via della spada? Dopotutto lui è il tuo punto d’arrivo e di ripartenza.. se qualcuno lo distrae, la vostra competizione ideale non è al 100%.. cose così..- sorrise la ragazzina. La sua voce si mescolava con il buio. La notte era decisamente il suo ambiente.

-Ma sei matta? Non faccio certi pensieri da ragazzina io..- saltò lui stizzito. Beccato. Magari non l’aveva pensata proprio in quei termini, ma era decisamente rimasto stupito quando aveva appreso che la vita di Occhi di Falco non era dedicata unicamente al fortificarsi e all’allenamento con la spada. Come poteva permettere che qualcuno lo distraesse? E soprattutto, come poteva essere così forte, se non si dedicava nemmeno totalmente alla meditazione e alla concentrazione?

-Dai non ti offendere.. lo capisco sai? Vivere fianco a fianco con lui mi ha fatto capire più o meno com’è fatta la via che avete scelto.. sai,- lo stava guardando. Nell’ombra sentiva gli occhi ametista che lo fissavano. Gli occhi del predatore. Era decisamente il suo ambiente, quello. –ero quasi gelosa.. da quando ti ha incontrato ha ripreso in mano i pesi.. ti stima molto.. ha fiducia che tu sarai la sua nuova era.. come Shanks con Rufy.. contano molto sul fatto che prima o poi li sorpasserete, ma sapranno rimandare quel momento moolto a lungo.. ah ah!- quella risata lo tranquillizzava, non c’era niente da fare. –siete una grande ciurma.. avete capito prima di molti altri che non dovete avere qualcosa da proteggere, per diventare più forti. Dovete diventare più forti per proteggere quello che avete. I vostri compagni, la vostra nave, i vostri sogni…- persino lui capiva perfettamente cosa intendeva quella ragazzina. Sapeva che aveva ragione.

-Sei dannatamente brava con i discorsi pompati nanetta.. ma non mi incanti. Sei sempre due passi avanti agli altri, hai le mani in pasta in tutto quello che succede, hai i collegamenti con mezzo mondo e inoltre, hai quel potere. Sei sicura che ti abbia sposato per amore? A voi ragazzine piace tanto pensare così.. vi fate fregare sempre!- rispose lo spadaccino sulla difensiva, bevendo poi un sorso di sakè dalla bottiglia che teneva ancora in mano. Lei tacque un minuto. Forse aveva esagerato, l’aveva punta troppo sul personale. Meschino. Ecco cos’era stato. Se ne accorgeva anche da solo che non se l’era meritato. Ma doveva spingerla a parlare. Se aveva in mente qualcosa che coinvolgesse la ciurma, lui era l’unico ostacolo che aveva tra i piedi.

-No, sicuramente no.. almeno all’inizio..- disse lei dopo un sospiro, allungando il braccio verso la bottiglia. Zoro gliela porse quasi docilmente. Voleva bere? Bevesse. –Era dai tempi di quel Royal Call che cercava un modo efficace per sdebitarsi. Senza dubbio l’ha fatto per quello. Ecco perché mi ha tenuto a bada per tutto il tempo. Nessuno si fidava. Lui non parla molto.. di certo non parla con Dragon. Non capivano cosa cercasse, cosa volesse. Neanche io lo capivo.. nonostante quell’uomo mi incuriosisse da sempre, come avete sentito nel mio pensiero. Neanche per quel che riguardava me si poteva dire esattamente che lo amassi..- concluse bevendo un altro sorso.

-E allora perché? Voglio dire..- rallentò lui. Cercò per un secondo le parole.. non riusciva proprio a capire. Era forse l’alcol della serata che lo intontiva? No, non aveva proprio senso. –perché hai firmato quell’atto?- chiese lui, prendendo la bottiglia che stava tornando alle sue mani. Si meravigliò lui stesso di quella loquacità.

-Per sfinimento..- sorrise la ragazzina. –Ve l’ho detto.. non ne potevo davvero più.. uccidere tutte quelle persone che mi seguivano.. non avevo altra scelta, o avrebbero ucciso me.. eppure non ci dormivo la notte. Non mangiavo neanche più. Certo ho scelto di usare questo potere in modo poco ortodosso, ma su gente che non merita altro, non su dei poveracci che mi seguivano per fame, o perché così era stato loro ordinato da chi non aveva coraggio di farsi vedere in prima linea. È un potere fatto per distruggere, non per aiutare.. se proprio dovevo distruggere, volevo concentrarmi sul marcio.. Sai, ero disperata..- si interruppe per riprendere la bottiglia che lo spadaccino le passava. –Una notte sono arrivata a introdurmi nelle stanze di Sengoku per chiedergli personalmente di cancellare quella dannata taglia. Ah ah! Il Grand’ammiraglio Sengoku che tremava come una foglia nel suo pigiama.. che topo di fogna..- bevve un sorso. –comunque, a forza di viverci assieme, pian piano ci siamo ehm, come dire.. acclimatati.. crescendo ha potuto considerarmi davvero una moglie, e ha smesso di farmi da balia.. non so se capisci che intendo..- concluse a bassa voce.

Non capì, all’inizio. Poi, grazie alla luce della luna vide che era arrossita, e fece trentuno. Intendeva che erano diventati effettivamente marito e moglie.. che si erano conosciuti.. in senso biblico, diciamo. Arrossì a sua volta – Ma insomma?! Cosa mi vieni a raccontare?! Dille a Nami certe cose! Mi hai preso per il tuo diario segreto??- sbraitò imbarazzato, riafferrando la bottiglia e attaccandovisi di buona lena. –Aaahh! Ma ti pare! Che sfacciata!!- continuò una volta che l’ebbe prosciugata.

-Ehi, testa verde! Guarda che me l’hai chiesto tu sai??- rispose lei ancora imbarazzata.

-Cosa? Senti bene folletto! Non ti ho chiesto che succede tra le tua lenzuola!- grugnì lui, preso contro piede.

-Come pensi che mi dimostri amore?? Regalandomi fiori e scrivendomi poesie?? Non siamo i tipi! Razza di insensibile!- schizzò lei, facendolo scoppiare a ridere.

-Ah ah.. no, in effetti.. non vi ci vedo.. ad andar bene dormite nella bara.. Nosferatu e signora! Scusa! Non erano affari miei..- disse lui, dandole una pacca sulla spalla. –solo che non capisco se posso fidarmi di te.. insomma.. sappiamo solo quello che ci racconti.. potresti essere chiunque!- era tornato serio. Basta girarci attorno. Era ora di giocare a carte scoperte. Giù le maschere.

-Robin mi conosce..- disse lei indicando con un cenno l’archeologa addormentata sotto il braccio di Trinidad che le faceva da coperta.

-No!- disse lui, lasciandola interdetta un secondo, prima di continuare, -Robin sa come ti chiami. E questo non significa conoscerti, ma comunque ti ritiene innocua. A Rufy piaci, e tanto basta per convincere il resto della ciurma. Di solito Nami e Sanji tengono botta, ma hai abbindolato anche loro.. ma..-fu interrotto dalla ragazzina.

-Ma te no??- chiese ironica sollevando un sopracciglio. Lo stava sfottendo, per caso?  –non posso fare niente per convincerti. In effetti capirai che ti puoi fidare solo quando saremo là in mezzo. Se ti puoi veramente fidare.- disse calcando esageratamente sul “se”. Sì, lo stava decisamente sfottendo.

-Ehi, che fai, sfotti? Guarda che non sto scherzando! Non mi fido davvero!- protestò il ragazzo. Sentiva che quel discorso stava prendendo una strana piega.

-Ah no? E perché me lo dici? Ora dovrò ucciderti!- disse lei guardandolo negli occhi e alzando una mano verso il suo viso. La risposta dello spadaccino fu fulminea. Le mani scattarono verso l’elsa delle spade, ma vennero bloccate dalla risata cristallina della ragazza. Si stava sbellicando dalle risate, altro che cristallina. –Ah ah ah!! Dovresti vedere la tua faccia!! Dai sto scherzando! Ah ah ah!!- quasi quasi si soffocava, piegata in due. –cavolo, non ti fidi per davvero!! Ah ah!! Santo cielo! Che diffidenza!!-.

-Cos..? dì un po’ ma sei scema? Guarda che ti avrei attaccato davvero!- disse lui, imbarazzato dalla sua stessa reazione. –stupida! E smettila! Guarda che a pensare male si fa peccato, ma la maggior parte delle volte ci si prende!- gracchiò stizzito.

-Scusa! Scusa! Davvero! Non ho potuto trattenermi! Oh.. bene.. ci danno il cambio.. dormi un po’, mi sembri nervosetto!- disse facendogli l’occhiolino, prima di girarsi e trotterellare verso Nami e Franky, che si erano appena alzati. –Ehi Nami.. noi andiamo un po’ a dormire.. ci vediamo domani mattina!! Notte Mutanda gagliarda!- disse mentre si andava a piazzare sotto il braccio di Adam. –Perfetto.. domani notte avremo luna calante!!- sussurrò contro il petto del felino, che alitò un -già!-, appena accennato.

-Notte sorellina!- rispose Franky intontito, che era sveglio solo perché, avendo saltato l’ultimo suo turno di guardia, era stato ridestato dalla mano leggiadra di Nami.

-Che hai Zoro? Nervoso?- chiese Nami, vedendolo alterato.

-Aaarrgghh!! Lascia stare.. notte!! YAWWNN!- Sbadigliò poi, buttandosi sul ponte erboso accanto al capitano.

-Mah! Franky! Non ti azzardare a riaddormentarti! Tra due ore ci facciamo dare il cambio! Forza! Occhi aperti!!- urlò la navigatrice, ripescando il carpentiere dalle braccia di Morfeo.

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Capitolo 10
*** Kapitel Zehn ***


L’alba della vigilia della battaglia fu una normalissima alba per l’equipaggio della Thousand Sunny. Se alba si può chiamare. L’intera ciurma fu risvegliata dall’ululato lancinante del capitano che, svegliandosi e trovando il sole già alto nel cielo, si accorse che aveva già saltato la colazione.

-Oh nooo!! Sanji! Sanji presto! Svegliati!! Non vedi che ore sono?? Presto! Fai ancora in tempo a prepararci la merenda di metà mattina!!- urlava disperato, scuotendo violentemente il cuoco per svegliarlo.

-Uhn? Eh? Che succede? Cosa? Qualcuno attacca le mie divine rose? Chi osa?- blaterò lui, non rendendosi ancora conto di cosa stesse succedendo, intontito dall’alcol a fiumi della sera precedente. Essere sbattuto come un tappeto di certo non lo aiutava a connettere.

-Ehi Rufy! Piantala prima di farlo arrabbiare! Vuoi che te le suoni di santa ragione?- suggerì Mr. Prudenza, che era l’attuale detentore del turno di guardia, assieme allo scheletro e al medico.

-Ha ragione il nasuto, qui!- disse Brook sorseggiando una tazza di tè. –Bisogna aspettare con calma che tutti si sveglino, prima di far colazione! SVEGLIAAA!! SVEGLIAAA!!- cominciò a urlare, seguito a ruota dal capitano, sbattendo un mestolo contro una scodella, mentre il medico tentava di zittirli facendo ancora più casino di loro.

-Shhh!! Se li svegliamo così ci uccidono!!- piagnucolò la piccola renna. –E che caspita!! Fate silenzio!!- sbraitò poi perdendo la pazienza.

-Chopper giù!!- urlò Usopp nel tentativo di salvare il collo al piccolo medico. Ma ormai era troppo tardi. Il cuoco, avendo capito che le sue principesse non erano in alcun pericolo, ma che tutto quel chiasso era dovuto allo stomaco senza fondo del capitano, si era decisamente infuriato e aveva mollato uno dei suoi fenomenali calci sul muso del ragazzo, facendolo volare dritto dritto sul povero medico.

-Razza di cloaca massima! Ti pare il modo di svegliarmi! Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo che le mie dee fossero in pericolo mentre io stavo lì a poltrire come quella testa verde!- urlò agitato  il cuoco, attirando l’attenzione dello spadaccino, svegliato un po’ dal caos e un po’ dal commento del cuoco. –E voi!! Cosa cavolo gli urlate dietro! Maledetti lecca piatti!!- disse girando la sua rabbia verso il cecchino e lo scheletro.

-Tu! Dannato cuoco! Si può sapere perché diavolo non puoi fare altro che tirarmi in mezzo?!- urlò lo spadaccino mentre, accortosi del capitano riverso vicino ai suoi piedi, lo schiaffeggiava per farlo rinvenire.

-Uhn? Che vuoi tu, marimo!? Guarda che ce n’è anche per te sai?!- rispose il cuoco mentre mollava il bavero dello scheletro, già pestato a sufficienza.

-Prego?! Ehi bellimbusto!? Fatti sotto se ti riesce! Ti prendo per le orecchie e ti alzo come una delle tue belle pentole! Avanti mammoletta!- grugnì lo spadaccino buttandosi sul cuoco.

-Dai Zoro! Lascialo! O non farà in tempo a fare la merenda!- si lamentò il capitano. Ma fu tutto inutile. Almeno finchè la navigatrice, svegliata dal frastuono, non si alzò bestemmiando verso i due, stendendoli non appena a portata di pugno.

-Razza di idioti!! Possibile che non sappiate comportarvi civilmente?!- urlava ancora Nami, rivolta alle salme sul pavimento, mentre gli ultimi componenti della ciurma si ridestavano.

-Dai, tranquilla Nami.. Yawwnn! La calma è la virtù dei forti..- sbadigliò Mir uscendo da sotto il braccio di Adam.

-La calma è la virtù dei morti semmai! I forti si stufano, e poi sono rogne!- sbottò esaurita la navigatrice.

-Ha ragione lei navigatore.. piuttosto, sveglia il cuoco.. ho proprio bisogno di un bel caffè..- confermò l’archeologa alzandosi in piedi e tirando su anche Mir.

Una mezz’oretta dopo erano tutti di nuovo belli pimpanti che combattevano sul tavolo imbandito della colazione, che ormai era più che altro un brunch, vista l’ora.

-Nami! Hai una cartina dell’isola? Di Rocky Island, intendo!- urlò Mir cercando di salvare una frittella dal braccio veloce del cecchino.

-No! Ne disegnerò una arrivati là, quando ne avrò il tempo!- rispose la cartografa, inchiodando con un pugno la mano allungabile del capitano al tavolo.

-Ok, allora dopo ti faccio uno schizzo.. giusto per orientarci..- acconsentì la moretta, ficcandosi in bocca il premio delle sue fatiche. E ributtandosi nella battaglia per la sopravvivenza

 

-Oh no! Mir i tuoi disegni sono davvero pessimi! Non sei migliorata per niente!!- rise l’archeologa, facendo arrossire la moretta, poco più tardi sul tavolo libero dalle ‘macerie’ del dopo pranzo.

-Ehi!! L’ho detto che era solo uno schizzo per orientarci!- rispose stizzita l’alchimista, -Non è mica colpa mia se sono negata nel disegno! Accontentatevi!- concluse facendo svolazzare il foglio sotto gli occhi della cartografa.

-Mpfff!! È davvero orribile! Potrei farlo meglio io! E senza pollice opponibile!- sghignazzò Adam, non appena il foglio fu sul tavolo sotto gli occhi di tutti.

-Taci tu! Non accetto critiche da uno che si lava leccandosi!- rispose Mir, tirando le orecchie alla pantera.

-Bè in effetti.. mi perderei anche io seguendo questo disegno..- commentò lo spadaccino, con fare da perito.

-Ma fammi il piacere!! Tu ti perderesti anche in un tunnel con una sola uscita!- lo riprese Usopp, appoggiato dal resto della ciurma che annuiva con un enorme goccia che scendeva della testa.

-E piantatela! È più che sufficiente! Disegnare mappe è un’arte. Non tutti sono capaci!- disse la rossa, mentre si rigirava il foglio tra le mani, per trovarne il verso. –Fosse l’ultima cosa che faccio, riuscirò ad orientarmi anche con questo accidente! Cavolo sembra uno dei disegni di Rufy!- concluse, provocando l’ilarità di Adam, Zoro e Usopp.

-Così!- si spazientì l’alchimista, girando il foglio affinché Nami potesse vederlo dal verso giusto e posandolo sul tavolo. Lei, seduta di fronte, lo vedeva a testa in giù.

-Ehi sorellina, ma con una disegno tanto approssimato siamo sicuri che ti sai orientare?! Non è che vai a caso, come questi tre idioti?- chiese Franky preoccupato, indicando Zoro, Rufy e Chopper.

-Non ti preoccupare. Nonostante quello schifo di disegno, in testa ha tutto molto chiaro. È solo impedita con le matite! Dovreste vedere che brutta scrittura che ha!! Mpff!!- intervenne Trinidad, affondando il dito nella piaga e facendo scoppiare a ridere il suo compagno nero.

-E basta voi due!! La mia calligrafia è L-E-G-G-I-B-I-L-I-S-S-I-M-A!!- continuò ancora più alterata la moretta scandendo bene l’ultima parola, -Raxha! Diglielo tu!- chiamò in aiuto.

-Ehm.. sì, certo.. dopo un’attenta analisi..- mormorò il felino chiamato in causa.

-Tu quoque!? Dannati.. me la pagherete!- disse sconsolata infine, mentre tutta la ciurma ridacchiava, divertita dal bisticcio. –Vabbè.. passiamo oltre! Parliamo di cose serie!- concluse tornando a guardare prima il foglio e poi la navigatrice. –Noi stiamo arrivando da questa direzione,- indicò con un dito una zona vicino all’angolo destro più distante dalla cartografa, -è perfetto direi! Attraccheremo in questa zona, -spostò il dito più vicino allo scarabocchio al centro della pagina. –è abbastanza distante dalla costa. Certo bisognerà remare un po’, ma più di così non ci si avvicina, il fondale è troppo basso.- si interruppe vedendo che la rossa aveva capito il perché di quella scelta.

-Certo, capisco.. non penseranno certo che qualcuno cali l’ancora in un posto così scomodo sia per lo sbarco, che per la fuga..- annuì Nami.

-Ma come? Non controlleranno il perimetro dell’isola!? Avranno sicuramente il sospetto che qualcuno cercherà di interferire..- chiese Sanji, studiando il capolavoro di arte moderna.

-Certo, infatti.. ottima osservazione! La ronda passa ogni tre ore. Ma quando saremo là sarà appena passata da quel punto, che non è tenuto sotto osservazione continua, per i motivi che ha detto prima Nami. E poi a quel’ora Barbabianca sarà già arrivato, avranno altre gatte da pelare. Fermerà lui la navetta di ronda. Quindi non è un problema per noi.- rispose la ragazzina, compiaciuta del fatto che almeno qualcuno stesse dietro al passo del discorso.

-Siamo sicuri di non incrociare la navetta? Come sai dei turni di ronda?- chiese Robin, che di certo non intendeva affidarsi alla buona sorte in un caso del genere.

-Infiltrati.. Dragon ne ha davvero dappertutto.. sono..- rispose pragmatica la mora più piccola, prima di essere interrotta dal capitano di gomma.

-Ma dai.. se la incrociamo la affondiamo.. non ne faremo di certo una tragedia..- disse il capitano, trovando la risposta decisamente ovvia.

-Ottima idea, fratellino!! Il Super ha in canna due colpetti che non vedono l’ora  di farsi un giretto all’aria aperta.. Ehi nasuto! Sono tutti per te!- intervenne esaltato il cyborg.

-Ma che mi scervello a fare io??- chiese sospirando Mir, mentre l’archeologa le accarezzava delicatamente la spalla.

-Benvenuta nel club.. come ti capisco..- le disse Nami piagnucolando, ugualmente sconsolata.

- Ci occuperemo della navetta se e quando la incroceremo. Non fasciamoci la testa prima di rompercela! Parliamo di numeri! Cosa troveremo laggiù? Il pennuto ha detto 100.000 uomini..- intervenne Zoro, riportando l’attenzione sul  punto focale del discorso.

-Così dicono le fonti.. ultimamente se ne occupano altri.. non ho avuto tempo per girare anche per quello.. ma siamo scettici..- disse Mir, facendo una smorfia.

-Perche? Troppi? Dopotutto si prevede l’arrivo di Barb..- chiese il cecchino, rabbrividendo al pensiero di trovarseli davanti.

-Troppo pochi!- lo interruppe lei, -proprio perché sanno perfettamente che arriverà il vecchio con tutta la sua flotta. Anche se sono tutti ufficiali maggiori, sembrano comunque pochi. O l’hanno presa decisamente sotto gamba, o fanno troppo affidamento sugli alchimisti. Oppure non hanno idea che si porterà dietro gli ‘amici’.. ma non mi sembra probabile..- concluse pensierosa. Col fatto che aveva fatto la spola tra il vecchio, Dragon e altri, non aveva avuto proprio il tempo di approfondire nulla. Non era per niente soddisfatta di quello che avevano raccolto.

-Giusto! Gli alchimisti! Che ci dici di loro? Ieri hai detto che alla marina hanno capito come usare quello che gli hai insegnato per piombare i poteri del frutto del diavolo.. che significa?- chiese lo scheletro, che aveva mostrato molto interesse per i retroscena di quello strano potere.

-Bella domanda Bones.. come vi avevo accennato, i Royal Alchemists sono molto meno potenti di me.. ciò non significa che sono degli inetti totali però.. quando si piombano i poteri dei frutti del diavolo in pratica non si fa altro che sintetizzare algamantolite marina all’interno di uno degli organi cavi del possessore. Vi spiego meglio,- disse vedendo che non tutti la seguivano. –All’interno del corpo di un essere umano esistono, separati, tutti gli elementi necessari per formare molecole di algamantolite. Quando io ho spiegato loro cosa serviva e come unirle loro l’hanno subito trasposto nel campo del combattimento. Non si fa altro che creare dei “sassi” di quel materiale nello stomaco, nel cuore, nei polmoni nel possessore di poteri. È come se ingoiaste una pietra di algamantolite. Stareste male finché ce l’avete in corpo, no?- disse rivolta a Rufy, che annuì, capendo a cosa si riferiva. –Ecco, loro fanno questo. Fortunatamente sanno creare solo aggregati molto grossi, che non possono entrare nella circolazione del sangue, sennò rischierebbero di saper uccidere con quel potere. In più hanno due punti deboli. Il primo è che devono disegnare il cerchio per terra, non possono richiamarlo come faccio io.- si interruppe, vedendo che Sanji aveva una domanda. –Sì?- chiese, dandogli la parola.

-Questo significa che non si possono spostare? Quindi non possono scappare? Devono restare fermi in un luogo?- chiese il cuoco, attaccando man mano anelli alla catena di pensiero che si stava costruendo in testa.

-Esattamente! Quindi saranno nascosti da qualche parte sull’isola, protetti da un piccolo plotone di soldati. Il mio compito, il nostro compito,- si corresse, dopo le proteste di Adam, -è scovarli e metterli fuori combattimento!- spiegò, esplicitando finalmente la sua funzione in quell’ingranaggio.

-Ma l’isola è grande! Vi ci vorrà una vita per trovarli tutti e cinque!- disse Nami contrariata, guardando ancora una volta lo sgorbio al centro del tavolo.

-Ci vorrebbe, se non fosse per il loro secondo punto di deficit..- la corresse l’alchimista, -il raggio d’azione del loro potere. Riescono a piombare nel raggio di 500 metri da loro. Fuori da quella distanza il loro potere non ci interessa più. Sono inutilizzabili. Inutili.- concluse sorridendo dell’inferiorità degli alchimisti al servizio del governo.

-Quindi devono trovarsi nel raggio di 500 metri dal punto focale della battaglia! Magnifico! Questo significa che l’area di ricerca si restringe parecchio!- esultò il cecchino, facendosi una botta di conti.

-Di nuovo esatto. Verosimilmente staranno tutti a 500 metri dal patibolo stesso, che sarebbe poi il punto focale dello scontro, forse anche a meno. Può essere che siamo disposti formando cerchi concentrici, in modo da rendere più efficienti i loro poteri. - rispose trionfante la ragazzina. –la marina non può sapere che io sarò in battaglia, quindi non pensa di dover far qualcosa di particolare per proteggere i suoi alchimisti, né che Barbabianca sia a conoscenza di questi fatti. Quindi mentre loro tre si divideranno per cercare i cinque topolini, io combatto. Batteranno palmo a palmo tutto il perimetro della piazza, e le zone limitrofe. Stacco nel momento in cui ne trovano uno, e poi, una volta sistemato, torno a darvi una mano in campo.- concluse dopo aver indicato i tre felini.

-Come fai a sapere quando ne hanno trovato uno?- chiese il medico, introducendosi nel discorso.

Mir si portò l’indice alla tempia. –loro vedono e sentono quello che vedo io, ricordi? Ecco. Stessa cosa per me. Oltre a poter vedere quello che vedono loro, posso ascoltare i loro pensieri. Quando vogliono loro, ovviamente.. così sarà facile sapere quando fanno tombola! E comunque mi verranno a prendere in piazza, per comodità.. sapete, sono molto veloci!- disse sorridendo alla piccola alce, che la ascoltava estasiato.

-Potrebbe ascoltare anche quando non vogliamo, ma non lo fa.. che sciocca..- disse Trinidad, facendo una smorfia.

-Non sono impicciona come te, io!!- replicò stizzita la ragazzina, cacciando la linguaccia.

-Aspetta! Ma non sarebbe più facile se con i tuoi poteri abbattessi direttamente tutti i marine e amen? Fine dello sbattimento?- chiese Franky, vagliando le alternative.

-Sarebbe. Ma non possiamo escludere che dei civili siano in piazza o nei dintorni per assistere. E io finirei per colpire indiscriminatamente in mezzo a quel caos. Voi, noi, civili e marines. Quindi dovrei farli uno per uno, corpo a corpo, ma è improponibile con cento mila uomini. Mi ucciderebbero dopo i primi duecento.- rispose lei, smontando il progetto del carpentiere.

-Ma con centomila uomini di alto grado tutti concentrati lì, in giro per i mari che resta?- chiese Nami, facendo una botta di conti.

-Resta, resta eccome! Ottima domanda, mi stavo proprio dimenticando di dirvelo. Gli ufficiali presenti all’esecuzione saranno sicuramente stati richiamati dal Nuovo Mondo.. ciò significa che sono potenti. Più potenti di quelli che avete incrociato finora.. qualcuno all’altezza di Smoker, per farvi un esempio!- disse girandosi verso gli altri componenti della ciurma. –Gli ufficiali del nuovo mondo devono possedere almeno due delle Sei Tecniche. Quelle che avete visto usare dal CP9, tipo il Tekkai, e  via dicendo. Hanno richiamato loro perché probabilmente ci saranno Personalità importanti all’esecuzione. Lo Stato Maggiore, gli Astri di Saggezza.. non è da escludere qualche nobile mondiale. Hanno venduto i biglietti per assistere all’esecuzione dal palco. Non sto scherzando.- concluse guardandoli, mentre annuivano pensierosi.

-Questa non ci voleva! Non stiamo certo parlando di mezze calzette!!- disse Usopp, che non si preoccupava di certo di manifestare i suoi timori.

-Non ti preoccupare per quello.. tu fai del tuo meglio.  Hai le spalle largamente coperte!!- disse trionfante la rivoluzionaria.

-Se lo dici tu..- rispose il cecchino, decisamente poco rassicurato.

-Un’altra cosa. Non possiamo lasciare i possessori di poteri da soli nel combattimento.- riprese la moretta. –anche se quei saltimbanchi non riusciranno a piombare i vostri poteri del tutto, sarete comunque debilitati. Almeno finché non li ho scovati tutti e cinque. Non potete rimanere a combattere da soli.. dovete essere affiancati da qualcuno.. chiaro?- concluse guardando uno per uno gli interessati.

-Chiaro! Allora facciamo già i gruppi!- disse Rufy, che stranamente non si oppose, avendo provato sulla sua pelle cosa significava essere fermati da quel potere.

-Giusto.. ma come ci dividiamo?- chiese Nami guardando i compagni.

-Non ti preoccupare mia dolce Robin!! Ci penso io a proteggere te!- gongolò il cuoco volteggiando verso l’ archeologa.

-Fuori uno!- disse Nami, -bene! Allora.. Franky! Tu starai con Brook! Io e Usopp pensiamo a Chopper. Zoro, a te, Rufy! Sarà il più puntato, una volta riconosciuto. Ha bisogno di una bella mano..- concluse la rossa, dando le direttive. Sarebbe stata un ottimo generale, pensò Mir.

-Bene.. ora.. tabella di marcia. Attraccheremo all’alba. Ci vorranno una ventina di minuti di remate e poi siamo sulla spiaggia.. da lì vi spiegherò il percorso per arrivare a Amber, la città in cui è fissata l’esecuzione. Ci vorranno un paio d’ore di camminata, ma passando dal bosco eviterete impicci di ogni genere. Se seguite la strada che vi indicherò, vi troverete appena fuori dalla città.. probabilmente li comincerete ad incontrare i marine, quindi cercate di metterli al tappeto il più discretamente possibile, se non volete trovarvi in ritardo. Nel frattempo io vado a recuperare Dragon, dove abbiamo fissato l’incontro con Barbabianca. Vi raggiungeremo tutti alla piazza centrale di Amber.- concluse la moretta, guardando il capitano. –Domande?-.

-Maa… ci saranno gli ammiragli e Sengoku?- chiese Robin, preoccupata più per la presenza di Aokiji che dei cento mila uomini.

-Probabilmente.. ma quelli li vogliono i vecchi. Capisci che intendo?- rispose la moretta, passandosi l’unghia del pollice sulla gola. Gesto molto eloquente, che fu capito al volo da tutta la ciurma. Eh, già. Barbabianca era proprio sul piede di guerra.

-Capito..- rispose semplicemente l’archeologa. –E tuo marito?- chiese poi, portando davanti a tutti il fatto che effettivamente lui era dall’altra parte della barricata, almeno formalmente.

-Ci sarà. Per forza di cose..- rispose l’ospite, che alle brusio che si sollevò dopo l’affermazione fece segno che non aveva ancora finito. –Ma non ha la minima intenzione di muovere un dito. Conoscendolo starà stravaccato sul palco finché non è finito tutto! E non sarà l’unico credo. Nella flotta dei sette non sono tutti bastardi senza onore come Crocodile o Moria. A proposito.. So che lo avete incontrato.. ottimo lavoro! Mihawk era tutto soddisfatto della batosta che gli avete dato. Ha gongolato per una settimana intera.. non ha neppure litigato con Dragon quando è venuto a darmi la missione da eseguire!- rise, ripensando alla scena.

-E dalla nostra? Saremo solo noi , Barbabianca con la sua flotta e i rivoluzionari?- chiese Franky, soppesando le forze schierate in campo.

-No..in questo consisteva la missione.. è per questo che ero per mare.. per fare il conto di chi ci sarebbe e chi non ci sarebbe stato. Ovviamente non  abbiamo avuto la risposta che speravamo. I Sette fanno paura, e molti sperano di veder cadere Barbabianca. Rispetto e amicizia sono due cose diverse. Un conto è starsene in disparte e non andare a pestargli i piedi, un altro è combattere il Governo Mondiale con lui. Ma comunque le risposte che abbiamo avuto sono più che sufficienti. Fidati di me. Certo che hai un bel coraggio a definire la flotta di Barbabianca solo..- rispose Mir. Non diceva bugie. Quando era tranquilla quegli occhi si lasciavano leggere dentro. E la ciurma leggeva nei suoi occhi che lei credeva veramente in quello che diceva. Ma ovviamente, capitano a parte, la ciurma era pensierosa, leggermente agitata. Non li aspettava una scampagnata. Mir se ne accorse.

- Non preoccupatevi!- disse sorridendo e sciogliendo un po’ la tensione con la sua risata terapeutica, -siete in una botte di ferro! I vecchi non permetteranno mai che vi sia fatto del male.. né a voi, né a Ace! Ci pensiamo noi! Ce ne andremo tutti da quell’isola sulle nostre gambe.. proprio come ci stiamo arrivando.. noi non siamo dei pivelli! Questo è il nostro pane quotidiano! Sappiamo bene come fare, come cavarcela.. l’abbiamo imparato sulle nostre pelli.. siete fortunati ad averci dalla vostra..- concluse gongolando e ridendo ancora.

-Certo! Mi fido di te!- rise il capitano di rimando. –però.. adessooo.. c’è un problema.. iooo.. ecco.. Ho faaameee!!!- disse il capitano sbattendo la faccia di gomma sul tavolo. Il resto della ciurma fece un tonfo sordo cadendo dalle sedie.

-Ah ah ah!! Ragazzino sei come tuo padre! Sciocco e inopportuno!- grugnì Adam, rotolandosi dalle risate.

-Uff.. Rufy sei sempre lo stesso.. ma tu non ti preoccupi mai??- si lamentò il cuoco, guardando il cielo. In effetti il sole cominciava a nascondersi sotto l’acqua del mare. –Stanotte niente festa! Domani c’è la levataccia! Quindi cena presto e a letto con le galline!- sorrise alla moretta che ridacchiava all’affermazione. –Bene! I fornelli mi aspettano! Tra una mezz’oretta è in tavola!- concluse tornando ai suoi fornelli.

La serata passò effettivamente come al solito, tra urla e schiamazzi e una lotta all’ultimo sangue per accaparrarsi l’ultimo bis di budino, che vinse Zoro.

-Ehi! Scemo di guerra in tempo di pace!! Lascia il budino alle ragazze! Ma non te l’hanno insegnata l’educazione a casa tua?! Grande e grosso, freghi il cibo alle donne?? Ma non ce l’hai un po’ di dignità??- sbraitò il cuoco prima che lo spadaccino si godesse il frutto della sua lotta, pungendolo nel vivo.

-Cosa? Come ti permetti di contestare la mia dignità? Razza di deviato con la barbetta da capra!- replicò stizzito il samurai, dopo che la frecciata di Sanji era andata a segno.

-Deviato a chi? Ma come osi! Sciattone!- gridò di rimando il cuoco.

-Meglio sciatto che paraculo!- ribattè Zoro.

-ORA BASTA!!- Stonk! Stonk! I pugni di Nami calarono inesorabili sulle loro teste. –Mi state facendo esaurire! Finitela prima che perda la pazienza!!- sbraitò la rossa ai due cadaveri riversi per terra.

-Prima, eh?- commentò acido Usopp, guardando i corpi inermi dei due compagni, mentre si spartiva con Chopper il budino rubato a Zoro.

-Nasop?! Se hai qualcosa da dire, dillo ad alta voce, così lo sentiamo tutti!- tuonò la rossa, riversando la rabbia sul povero cecchino, che percependo il pericolo imminente, si affrettò a rispondere.

-Nnno no!! Stavo giusto dicendo.. ottimo lavoro Nami!- sparò indicando i compagni sul pavimento.

-Dannata strega! Ma che hai in testa? Non puoi comportarti un po’ più da ragazza?? Sei un uomo nel corpo di una donna tu!- sbraitò lo spadaccino facendo martellare pericolosamente una vena sulla tempia di Nami. Ma fu salvato in corner, dal musicista che entrava saltando e urlando nella cucina.

-L’isola!! Si vede l’isola!! Yohohoh!!- disse spalancando la porta. Il tempo di finire la frase e tutti si stavano fiondando sul ponte. In effetti si intravedevano in lontananza, all’orizzonte, le luci di una città.. ma erano ancora lontani. Avevano ragione le due ragazze, sarebbero arrivati all’alba, o giù di lì. Fu una strana sensazione. Erano giorni che parlavano di quell’isola e di quella battaglia. Era come trovarsi a quattr’occhi con un incubo ricorrente. Poterono sentire la corrente scorrergli nelle vene. La tensione ruppe gli argini e inondò le loro menti.

-Ci siamo!! Ah ah.. bene! Ormai non si fa più dietro front! Sarà meglio dormire un po’.. domani sarà una giornata movimentata..- la voce di Mir alle loro spalle spezzò la tensione, che avesse qualche potere anche in quell’ambito?

La ciurma si girò a guardarla, stranita.. Il quadretto che stava alle loro spalle aveva un che di fantastico. Una ragazza, che sembrava poco più di una bambina, attorniata da tre enormi bestie, che le facevano da cornice in modo tanto naturale da sembrare quasi appendici della ragazza stessa. Sembrava eccitata all’idea della battaglia che li attendeva l’indomani. Conoscevano quello sguardo, era lo sguardo di un predatore che chiude la sua preda nell’angolo. Fu proprio quello sguardo a dare coraggio persino a Usopp, Nami e Chopper, i più riluttanti alla battaglia.

-L’ultimo turno di guardia lo faccio io.. vi sveglio mezz’oretta prima di attraccare..- disse ancora la ragazzina, guardando i suoi felini e interrompendo il flusso di pensieri della ciurma che la guardava in silenzio. –Coraggio! A nanna!- concluse poi battendo le mani.

-Ehm.. sì, ok! Sanji, Chopper! A voi il  primo! Svegliate Franky e Zoro tra due ore!- si riprese Nami, organizzando in un lampo il lotto dei turni.

-No! Voi andate a dormire! Ci pensiamo noi ai turni di guardia!-. la voce di Raxha placò prima del nascere le proteste dello spadaccino e del carpentiere.

-Ma dovete dormire anche voi! Siete solo tre, non potete fare il turno per tutta la notte!!- replicò il cecchino.

-Non ti preoccupare.. noi non abbiamo bisogno di dormire.. lo facciamo, ma non ci dà riposo.. quindi per noi non è un problema passare la notte in piedi!- lo rassicurò Trinidad.

-Insomma se lo hanno detto loro, sarà così, no? Grazie tante micetti!!- gongolò  Franky cogliendo al volo l’opportunità di saltare il turno di guardia.

-Kein Problem! Non c’è problema!- si corresse poi la pantera nera, ricordandosi che loro non parlavano quella lingua.

-Ah! Di nuovo quella lingua! Che cos’è?- chiese Nami, che la riconobbe come la lingua che avevano sentito nel ricordo di Mir, con la differenza che ora non la capiva più.

-Robin mi ha detto che è una lingua antica.. di qualche popolo che abitava da qualche parte nel Nuovo Mondo.. non me l’ha insegnata nessuno.. la so e basta.. mah..- rispose la moretta, cercando di ricordare quando avesse cominciato a parlarla, senza riuscirci.

-Già.. fui molto colpita quando seppi che la capiva e la parlava.. pensavo che quella lingua si fosse estinta insieme al suo popolo..- disse Robin mentre si avviava verso la porta. –Curioso eh?- sorrise poi verso la navigatrice.

-Curioso sì, curioso!- rispose la rossa mentre seguiva la mora. –Mir, andiamo a dormire, vieni?- chiese poi guardando indietro da sopra una spalla.

-Arrivo tra dieci minuti! Il tempo di sistemare le ultime cosette con loro!- sorrise la mora più piccola, indicando i felini che le si erano portati alle spalle.

-Bè allora!! Buonanotte mie piccole stelle!! E non vi preoccupate per domani!! Ci sarà il vostro Mr. Prince a proteggervi!! Mir, pasticcino, svegliami prima degli altri, che preparo la colazione!- cinguettò Sanji, aprendo la porta per lasciar passare le due ragazze e passando subito appresso a Nami, scansando malamente il cecchino, che le stava pochi passi dietro.

-Ehi! Ma che modi! Altro che Mr. Prince delle mie suole!- protestò il cecchino, per poi fare finta di niente fischiettando, non appena lo sguardo omicida del cuoco lo cercò. –Notte allora!-, disse in direzione del quartetto di guardia, infilando la porta.

-E muoviti tordo!! Il letto chiama! Notte giovani!!- Grugnì Franky, assumendo una delle sue pose strane.

-Yohohoh!! A domani fringuelli!! Ehi cammina! Ostruisci il passaggio!- fischiettò lo scheletro, spintonando il cyborg.

-Ehi piano carcassa! Vado, vado!!- protestò il Cyborg.

-Notte Mir! Notte ragazzi! Eddai!! Non tappate la porta! Io ho sonno!!- piagnucolò la renna, facendo forza con le corna sul ‘tappo’ di latta.

-Notte!!- si limitò a dire Rufy, sbadigliando.

Zoro ancora più sintetico si espresse con un gesto di saluto della mano, chiudendo la fila, e la porta alle sue spalle dopo che il quartetto sul ponte aveva urlato un –Buonanotte!- di risposta all’unisono.

 

 

Mentre scendevano verso le cabine, il capitano si affiancò a Zoro, in modo che restassero leggermente indietro rispetto al gruppo di casinisti davanti. Lo spadaccino capì al volo, rallentando il passo, dopo aver visto la faccia seria dell’amico di gomma.

-Cosa ne pensi, Zoro?- mormorò guardando lo spadaccino. Il compagno si accorse che stavolta nemmeno lui l’aveva presa sotto gamba.

-Riguardo alla battaglia o riguardo alla ragazzina?- chiese Zoro, cercando di focalizzare quello che preoccupava il capitano. Certo, Rufy teneva in gran considerazione quello che diceva Zoro. Ma che gli chiedesse consiglio così direttamente non era mai successo. Lo spadaccino pensò che questa volta Rufy aveva ben presente i suoi doveri di capitano.

-Entrambi..- rispose cappello di paglia, guardando verso il gruppo rumoroso che avevano davanti.

-Pensavo ti fidassi di lei..-. lo spadaccino non lo pensava, ne era certo. Per il suo capitano il mondo era bianco o nero. Se quella ragazzina non fosse entrata nelle sue grazie non avrebbe avuto problemi a dimostrarlo, anzi.

-Mi fido.. cioè.. non mi dà l’impressione che ci voglia morti.. insomma.. con quei poteri..- tentò di spiegarsi il capitano.

-Capisco cosa intendi. Non avrebbe avuto problemi a ucciderci tutti, qui. Ti preoccupa il fatto che tutto quello che sappiamo, sia su di lei che sulla battaglia, viene da quello che ci ha raccontato lei stessa? Pensi che menta?- chiese Zoro, stupito che Rufy avesse prestato così attenzione a quella ragazzina. Tutti sulla nave l’avevano osservata e ascoltata, ma si meravigliò che quel pensiero venisse proprio a lui, che era così ingenuo e sempliciotto.

-No. Credo che sia sincera. Non so dirti di preciso da dove mi viene. Ho come una cosa dentro. Forse perché vi coinvolgo in una cosa che non vi riguarda personalmente.. insomma Ace è mio fratello. Voi..- mormorò incerto.

-Non dire sciocchezze.. non sarai preoccupato per noi, spero. Ci vorrà ben altro per metterci KO!- lo interruppe lo spadaccino. Bingo. Quello che Mir aveva raccontato loro aveva messo in allerta il capitano. Ecco cosa lo preoccupava. Non era di quella ragazzina che non si fidava. Ma di se stesso.

-Ma Zoro! Non mi sento tranquillo.. Io non potrò combattere al mio meglio.. Mir ha detto che..-Protestò il capitano, per essere stato preso così alla leggera. Possibile che Zoro non capisse? No, lui capiva benissimo cosa intendeva. Quello era solo il suo modo per rassicurarlo.

-Lascia perdere cosa ha detto Mir. Non puoi farti sempre in quattro per tutti e per tutto. Ti devi appoggiare a noi. Siamo qui apposta. Visto che ti fidi di lei hai sentito cosa ha detto? Andrà tutto bene..- disse poi, battendo una pacca sulla spalla del capitano. Ormai erano sulla soglia della cabina dei ragazzi.

-Ok!- il sorriso era tornato su quella faccia di gomma. Zoro lo appoggiava. Era fiducioso. E questo dava forza anche a lui. –Ehi Usopp!! Beccati questa!- urlò poi entrando nella cabina e lanciando una delle sue ciabatte in fronte al cecchino.

-Cosa? Ahia!! Rufy che cavolo ti prende?? Vuoi la guerra?! Bene!! Beccati questa allora!- rispose il cecchino, lanciando un cuscino al capitano, ma colpendo Franky che già si stava per fiondare sulla sua amaca, scatenando così un’epocale guerra di cuscini. Pochi minuti dopo tutti ronfavano esausti in un mare di piume. Zoro sorrideva steso sulla sua amaca. Sì, l’indomani ci sarebbe stato da divertirsi.

 

 

 

 

-Bè? Che vuoi? Perché non vai a dormire ragazzina.. tu ne hai bisogno, non sei come noi!- ringhiò Adam, quando la padrona si appoggiò al parapetto della nave, guardando il mare e l’isola ancora troppo lontana.

-Ovvio che non voglio niente, microcefalo!! Volevo solo lasciali parlare per i fatti loro.. dopotutto sono un’estranea! E questo è un momento delicato per loro.. avranno bisogno di consultarsi, cose così.. e la mia presenza non è certo uno stimolo..- rispose a tono l’alchimista, girandosi verso di loro.

-Adam sei il solito grezzo!!- tuonò Trinidad a fianco a lui, alzandosi per andare a strisciare la testa sulla spalla della padrona. –Bambina, sta una decina di minuti e poi vai a dormire. Non ti preoccupare, non ce li stai trascinando tu.. guerra o non guerra sarebbero andati comunque su quell’isola. Hai bisogno di riposare.. stanotte c’è la luna calante.. sei fortunata.. ti ricaricherai per bene..- concluse guardandola con affetto.

-Levati tutti quei gingilli.. questa nave è fatta interamente con il legno dell’albero del tesoro, non ti servono altri inibitori qui sopra.. la tua energia si disperde come niente.. avresti potuto levarli prima, avresti evitato di disperdere energie inutilmente! Non sei nemmeno riuscita a piombare come si deve..- disse Raxha, guardando la nave.

-Già.. in effetti senza inibitori sarà meglio.. li avrei comunque tolti domani.. non penso ci sarà da giocare laggiù..- disse pensierosa voltandosi verso l’isola. Pian piano cominciò a sfilarsi gli anelli dalle dita, tutti tranne la fede, e i vari orecchini che teneva appesi alle orecchie, tre da una parte e quattro dall’altra, tutti rigorosamente in legno. Legno dell’Albero del Tesoro. Certo, non era come l’algamantolite per i possessori di frutti del diavolo, ma comunque inibiva il potere abbastanza da essere controllato automaticamente dal suo corpo, senza che lei dovesse continuamente tenerlo sotto costrizione.

-Che c’è? Che hai?- chiese la pantera nera, accortosi che la padrona era pensierosa.

-Mh? Non so.. è  come se stessi dimenticando qualcosa.. la sensazione di non aver fatto bene qualcosa.. non lo so.. di non aver considerato qualcosa di importante..- rispose lei, guardandolo.

-Mir, accidenti! Non puoi fare tutto tu! Dragon e Barbabianca sono grandi e grossi e non sono degli stupidi! Hai avuto anche troppo da fare, da un mese a questa parte! Datti pace!- la rimproverò la pantera bianca. –E ora vai a dormire!! Fila!! E smettila di preoccuparti!- concluse, spingendola col muso, proprio mentre smaterializzava l’ultimo orecchino sul palmo della mano.

-Ok! Ok! Ho capito!! Notte!- grugnì lei mentre si avviava verso la porta, offesa per non essere stata presa sul serio.

-Notte!!- le sghignazzarono dietro i tre felini.

 

 

-Oh! Finalmente hanno finito di fare chiasso quegli idioti!!- sbottò Nami, infilandosi sotto le coperte. –Robin, senti.. cosa ne pensi? Di domani, intendo.. pensi che sarà una catastrofe?- chiese poi preoccupata, girandosi verso l’archeologa che stava leggendo un libro sdraiata nel suo letto.

-No.. insomma. Mir è convinta che andrà tutto per il meglio.. anche se non ti so dire di preciso quale sia il suo concetto di “meglio”.. ma non ti preoccupare. Lei è tosta. Crocodile mi ha raccontato cose strabilianti su lei e su chi le sta attorno. E poi conta quello che pensiamo, no? Combattere dalla parte che per noi è quella giusta.. dopotutto Mir o non Mir, noi su quell’isola ci dobbiamo andare..- rispose la mora, chiudendo il libro.

-Già!! Hai proprio ragione!!- disse Nami, rincuorata dalle parole della compagna. –Questa volta è Rufy ad avere bisogno di noi.. e noi ci saremo senz’altro!-. Robin era fine nelle sue manovre persuasive. Si voltarono quando sentirono bussare, e la porta si aprì lasciando entrare il piccolo “generale”.

-Ciao ragazze.. ancora sveglie?- sorrise la moretta sfilandosi le ballerine dai piedi.

-Ci stavamo giusto coricando..- rispose la rossa, -domani saremo in splendida forma!- le strizzò l’occhio.

-Già.. sarà meglio.. ragazze, sentite.. cercate di non strafare domani. Se vedete che per voi è troppo, alzate i tacchi.. il lavoro non resterà incompiuto!- titubò la più piccola.

-Non ci sottovalutare! Siamo tosti! E ora a nanna!- esortò l’archeologa, mentre Mir si era messa una maglia larga a mo’ di pigiama e si era stesa sul divano.

-Ah ah!Era così per dire.. notte!!- rispose la moretta ridendo.

-Notte!- risposero in coro le altre  due allettate.

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Capitolo 11
*** Kapitel Elf ***


-Ragazzi sveglia!! È pronta la colazione!! Alzatevi e risorgete!!- urlò Mir, entrando nella cabina dei ragazzi seguita da Adam. Ma il suo richiamo ebbe effetto solo sul capitano, che si alzò di scatto.

-Mh?? Pronto? Ma è ancora buio fuori!- protestò il ragazzo di gomma, guardando fuori dall’oblò mentre si strofinava gli occhi.

-Lo so.. ma abbiamo già calato l’ancora! Sanji  è ai fornelli da un’oretta e Nami e Robin sono già a tavola.. sono le sei e mezza! Ma che devo fare per svegliare pure questi??- chiese più rivolta a  sé stessa che al capitano.

-Ci penso io!- disse la pantera nera ghignando, -vuoi vedere come si alzano? ROARRR!!- un ruggito rimbombò per la stanza, talmente potente da far vibrare i vetri tondi degli oblò.

-Ahh!!!- urlarono all’unisono Usopp, Chopper e Brook saltando in piedi come delle schegge, seguiti da Franky, mentre Zoro cadde dall’amaca, più per l’urlo dei compagni che per il ruggito, piantando la faccia sul pavimento.

-Ehi!! Ma che modi!!- gracchiò lo spadaccino, con la voce ancora impastata dal sonno, mentre i tre urlatori cercavano di riprendersi dal mezzo infarto che li aveva colti.

-Toh! Avevi ragione.. si sono alzati..- commentò placidamente la ragazzina, rivolta al felino. –Ragazzi la colazione è in tavola!- informò poi gli infartuati, facendoli riprendere di colpo e schizzare verso la cucina dietro a Rufy, seguiti da Zoro che non aveva intenzione di restare a secco proprio quella mattina. Franky e Mir si avviarono tranquillamente verso la cucina, senza scannarsi ulteriormente, seguiti dalla pantera.

-Senti, Franky.. avrei un favore da chiedere.. avresti un tubo di ferro? Non troppo grosso, vuoto, di questa lunghezza..- disse alzando i pugni e allineandoli a una ventina di centimetri uno dall’altro.

-Uhn? Sì certo.. ma a che ti serve vuoto e di quelle dimensioni? Lo vuoi rifinito?- chiese il cyborg non capendo lo scopo di un oggetto del genere.. di certo non lo poteva utilizzare come cannocchiale..

-No non sono necessarie le rifiniture.. basta un tubo qualsiasi. Mi serve nel combattimento corpo a corpo.. lo vedrai quando lo userò.. niente di che.. solo che non posso consumare tutti i poteri nel combattimento in piazza..- sorrise la moretta, aprendo la porta della cucina.

-Ok.. poi te lo porto- disse il carpentiere seguendola dentro, -adesso sotto!! O rimaniamo a stecchetto!! Geronimoo!!!- urlò fiondandosi nella mischia della colazione, che nonostante l’ora era più movimentata del solito.

Dopo dieci minuti erano tutti sdraiati sulle sedie con le pance piene. La tensione della sera prima era svanita come per incanto. Decisamente, non vedevano l’ora di buttarsi nella mischia.. Rufy non stava più nella pelle all’idea di avere suo fratello a portata di mano e di poterlo tirare fuori dai guai.

-Mir!!- il ruggito che proveniva dal ponte fece alzare tutti dal tavolo.

-Che c’è?- chiese l’interpellata, uscendo sul ponte, tranquilla.

-La  vedetta è lontana ormai.. ha girato il promontorio laggiù.. lascia scendere la nebbia.. è ora di montare sulle barcacce.. saranno le sette ormai- disse la tigre bianca, guardando quel poco di cielo che si intravedeva in mezzo al muro lattiginoso.

 -Ottimo.. ok allora.. ragazzi.. preparatevi!! Si scende!- disse poi concitata alla ciurma, mentre Sanji già si avviava verso la cucina.

-Caspita che nebbia.. è opera tua?- chiese Nami, quasi certa che fosse impossibile una nebbia tale dopo il clima della sera precedente.

-Sì.. la luna era particolarmente luminosa stanotte.. sarebbe stato rischioso.. eravamo troppo scoperti..- disse la ragazzina dirigendosi verso il boccaporto. –Come ci dividiamo?- chiese poi, guardando prima il capitano, poi la navigatrice.

-Allora.. facciamo così.. io prendo il Waver. Robin, Usopp, Chopper, Brook, voi sulla Mini Merry. Zoro, Rufy, Franky, Sanji e Mir, sulla scialuppa che aveva Mir quando l’abbiamo raccolta. Non ti preoccupare, con loro ai remi sarete veloci almeno quanto gli altri.- disse guardando la ragazzina -Ma.. voi? Dove vi infilo? Siete enormi!- concluse la rossa, guardando i tre felini mastodontici.

-Ah! Loro lasciali perdere! Li rinchiudo e li richiamo sulla spiaggia..- disse Mir aprendo la porta a Sanji che tornava sul ponte erboso, con i cestini del pirata in mano.

-Ok allora..- concluse Nami soddisfatta, tirandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-Ok una grandissima mazza!! Perché noi ai remi??- sbraitò lo spadaccino, come al solito poco incline da farsi usare come bestia da soma.

-Dai Zoro.. andiamo.. non c’è tempo di discutere.. faremo tardi!- protestò il capitano, facendo muovere immediatamente lo spadaccino.

Una volta piazzati ognuno al proprio posto Mir richiamò i felini, che sparirono così come erano apparsi, e saltò leggera sulla scialuppa, come se l’aria bastasse a sorreggerla.

-Andiamo! Gli altri sono già partiti!- disse poi sorridendo verso i rematori.

Oltre lo più rosee aspettative, l’intera ciurma, più l’ospite, sbarcò sulla spiaggia dopo poco più di un quarto d’ora.

-Cavolo! Certo che ci date dentro con i remi!- disse guardando i suoi compagni di traversata, che mandavano maledizioni al capitano a tutta randa.

-Ci prendi in giro?? Questo ha cercato di ucciderci!- sbraitò Franky tirando la guancia del capitano e mollandola di colpo. Lo schiocco della gomma che ritornava fece saltare Usopp.

-Che succede?!- saltò il cecchino come una molla.

-Calma, cuor di leone! Se cominci così parti già fregato!!- lo rimboccò il cuoco, ridacchiando del suo grande coraggio.

-Taci tu, Sanji the molester!!- rispose piccato il cecchino.

-Basta voi due!! E venite qui!! Tra un po’ ci dividiamo!!- li riprese la rossa da lontano. I due non esitarono a eseguire l’ordine e ad avvicinarsi al gruppetto, mentre Mir richiamava le sue “bestiole”.

-Ok allora.. Nami!- cominciò l’alchimista, -guarda laggiù! Vedi quel sentiero in mezzo agli alberi?- chiese allungando un braccio e indicando un punto in mezzo alla vegetazione folta, che sostituiva la sabbia poche decine di metri più avanti.

-Sì, cert.. ma aspetta un secondo! Questo è.. è..- non riusciva a esprimere il pensiero. Lei aveva già visto quella spiaggia, quel bosco, persino quel sentiero. Tutti loro l’avevano già visto. Ma se ne accorsero solo in quel momento, seguendo il dito puntato della ragazza. Era la spiaggia che avevano visto nel ricordo di Mir. Ironia della sorte. L’isola che lei stessa aveva salvato dall’annichilimento, ora faceva da appoggio per l’esecuzione di una persona che voleva salvare. Ora, in quell’isola, tornava a rischiare la vita. Ecco perché conosceva così bene quell’isola. Non poteva certo averla dimenticata.

Alcuni di loro si guardavano intorno spaesati. Avevano riconosciuto l’isola, era evidente.

-Sì.. è la stessa isola che vi hanno fatto vedere nel mio ricordo. E Amber è la cittadina che è sorta dove stava la tenuta della famiglia che ho sterminato. Come monumento vivente al ricordo della tragedia. Tsk.. che ridere.. un monumento in onore di quegli schifosi. Sengoku ha dato proprio il massimo!- concluse amara, spiegando alla ciurma. –Comunque.. tornando a noi.. seguite quel sentiero. Ma fate attenzione.. Nami! Potrebbe essere coperto dalla vegetazione. Saranno anni che nessuno lo usa. Ci metterete di più di quanto avete visto nel ricordo perché io quella volta ho tagliato fuori dal sentiero. Appena lo trovo vi mando Boocha.. vi aiuterà con l’orientamento, in caso ne abbiate bisogno.. tra un’oretta di cammino dovreste arrivare ad un bivio. Prendete a sinistra. Vi ritroverete precisamente all’entrata sud di Amber. Ragazzi.. questo è tutto.. mi raccomando.. siate discreti!- concluse mentre Robin l’abbracciava, per salutarla.

–Mi raccomando a te, piuttosto! Cerca di non strafare, bocconcino mio!- svolazzò Sanji, abbracciandola a sua volta.

-Allora la finiamo con le smancerie?! Ci dobbiamo rivedere tra due ore!! Forza andiamo!- Si lamentò lo spadaccino, imboccando la direzione all’esatto opposto di quella che gli aveva appena indicato l’alchimista.

-No ma dico!! Diffidi di me così tanto da prendere la via opposta a quella che ti indico??- esclamò stupita la moretta.

-No, Mir, non ti preoccupare! È solo che lui ha un senso dell’orientamento veramente pessimo!- intervenne il capitano, biasimando il suo vice, -Zoro! Sciocco!! Per di qua, dobbiamo andare!!- urlò dietro alla testa verde, correggendo leggermente la direzione rispetto a quella presa dallo spadaccino, ma ancora ben lontano da quella indicata dalla loro guida.

-Santo cielo!! Kann Ich nicht glauben! Habe Ich es ihr gerade gesagt! Vielleicht, hab’ ich nicht!? (1)- chiese basita la moretta, rivolta alla tigre.

-Doch! Wir auch! Wir haben gehört! Was für eine schlechte Orientierung!! (2)- esclamò sconcertata Raxha, spiegandosi poi verso i rimanenti membri della ciurma, -ma che razza di pessimo senso dell’orientamento hanno??-.

-Non me ne parlare!!- disse Nami sconsolata. –Razza di idioti!! dove cavolo andate?? Dalla parte opposta cretini!!- sbottò poi verso i due avventurieri.

-Incredibile, eh?- disse la piccola renna, scuotendo la testa assieme ad Usopp.

-Ehi medico! Fossi in te li studierei! Devono avere qualche strano disturbo!- commentò stupefatto Trinidad.

-Sì, la CSA! Cretinite spasticoacuta!- infierì il cuoco, accendendosi una sigaretta.

-Altro che balle!!- commentò Adam, fine come la carta vetrata.

-Ho capito! Ho capito!! Andiamo! Cercate di non perdervi!- brontolò lo spadaccino, afferrando il capitano per il giacchetto e incamminandosi dietro Nami.

-Ma che razza di faccia tosta!! Pensa te!!- gracchiò Usopp, facendo un segno di saluto verso i quattro che restavano sulla spiaggia.

-A dopo!- urlò Mir verso il gruppo che man mano entrava nel bosco. –Raxha! per favore, portami al porto. Tu hai mangiato più di loro.. voi andate a caccia.. poi vai anche tu! ci troviamo tra due ore sulla terrazza panoramica alla piazza principale di Amber! Ragazzi, anche voi! Puntuali! Adam, non vorrai che mandi Boocha a cercarti, vero??- punzecchiò poi la pantera nera.

-Cosa? Quello scemo pagliaccio?? Non ci provare!- urlò mentre si allontanava seguendo Trinidad, che già era scomparso in direzione della città più vicina.

-Bene! ora.. Raxha, andiamo. Dovrebbero già essere qui. O almeno spero..- disse l’umana, sospirando.

-A quale porto? Tanto con la faccia tosta che hanno saranno sicuramente ormeggiati in bella vista.. tutti quanti..- rispose sconsolata la tigre. –Piuttosto.. Du? Wie gehet’s dir? (3)- continuò, leggermente preoccupata, vedendo che la padrona ancora non connetteva al massimo delle sue capacità.

-Gut.. sehr gut.. nur ein wenig müde.. das ist irgendiwie auβergewöhnlich.. hab ich so viel Erinnerungen hier.. aber hass ich diese Insel.. kann ich nicht mich erklären.. (4) comunque.. saranno sicuramente nel porto più grande dell’isola.. esibizionisti.. andiamo a Port Ruby.. vedrai che li becchiamo là…- disse salendo in groppa al felino, che partì non appena la ragazza si fu saldamente aggrappata.

 

 

TOC! TOC! TOC!

-Avanti!- urlò l’uomo seduto a capotavola, interrompendo il discorso.

-Grand’ammiraglio Sengoku! Perdonate il disturbo! Porto gli aggiornamenti che aspettavate!- disse il marine, mettendosi sull’attenti.

-Non ti preoccupare.. dimmi, anzi dicci tutto!- lo esortò il suo superiore, accompagnato con un gesto della mano.

Il marine era agitato. Era solo un semplice tenente, e si trovava a parlare non solo di fronte al Misericordioso in persona, ma anche ai 5 Astri di saggezza e alcuni dei leggendari membri della flotta dei Sette. Solo due, in vero: Gekko Moria e Marshall D. Teach. –Signore! Barbabianca, al secolo Edward Newgate, ha appena gettato l’ancora a Port Ruby, con tutta la sua flotta! Ma non è solo, signore.. al suo seguito viaggiava un altro dei Quattro Imperatori, con la sua ciurma.. Shanks il Rosso!- concluse titubante.

-Shanks il Rosso? Guarda guarda.. e bravo Barbabianca.. s’è portato i rinforzi.. bene! Tanto meglio! E degli altri che aspettavamo? Che mi dici? Novità?- chiese il Buddha, per niente turbato dal fatto che il vecchio Barbabianca non fosse venuto di certo accompagnato da qualche tirapiedi di poco conto.

-Signor no, signore! La nave di vedetta non ha avvistato né Monkey D. Rufy, né tantomeno la sua ciurma o la nave!- rispose al volo il tenente.

-Bè.. poco male.. un paio di moscerini in meno.. sono giovani.. ci sarà tempo di sistemare anche loro..- rispose pensieroso il grand’ammiraglio, sorseggiando una tazza di tè. –Eccellente questo the!- sospirò poi soddisfatto.

-Eh no! Poco male un corno! Sengoku! Hai già dimenticato  cosa hanno fatto a me e alla mia nave?!- sbottò Moria, battendo il pugno sul tavolo e facendo tintinnare tutte le porcellane che vi erano appoggiate sopra.

-Cosa c’è, Moria? Cerchi protezione da un lattante dietro la sottana del governo? Non sono certo stati loro a venirti a cercare! Fatti tuoi se non ti sai gestire.. cosà devo fare più che garantirti l’impunità per tutto quello che combini? Vedi di arrangiarti, per una volta!- rispose Sengoku, irritato dal rumore della tazze. –Grazie, ragazzo! Puoi andare. Torna al più presto se ci sono novità!- disse poi, congedando il tenente, che dopo aver salutato con un –Agli ordini!- lasciò la stanza silenziosamente.

-Ah ah ah! Tu dici che non ci sono problemi, se il vecchio s’è portato dietro gli amici?-  tuonò Barbanera, al fianco di Gekko Moria.

-No, certo che no.. dove vuoi che scappino?!- sorrise Sengoku serafico.

-Mah! Sarà da vedere!- rispose scettico l’ultimo arrivato, che però conosceva fin troppo bene la potenza del loro nemico. –Piuttosto.. gli altri cinque dove sono?- chiese, guardando le sedie vuote, che avrebbero dovuto occupare i suoi nuovi colleghi.

-Boa  e Jinbe rifiutano di partecipare alle sedute, come al solito. Doflamingo arriva più tardi. Mihawk e Orso.. bè.. ho pensato sarebbe stato meglio non avvisarli, ecco. Sai, per la moglie di Mihawk. Lui non vuole dire una parola a riguardo, ma sono certo che sia lei che la sua organizzazione non staranno con le mani in mano.- concluse vago Sengoku.

-Scusa, ma non ti seguo. Moglie? Quale moglie? Di cosa, anzi di chi stiamo parlando??- chiese spiazzato Barbanera, ingollando il suo Whiskey.

-Ovvio, tu non potevi saperlo! Non è certo di dominio pubblico. Dio è rimasto solo; come succede a tanti, non ha saputo resistere alla tentazione e si è preso un'amante: sai chi? Lei Lilith, la diavolessa! E questo è stato uno scandalo inaudito. L’ennesima provocazione di quell’uomo per me e per il Governo intero.  La conosci di certo. So da fonti sicure che tiene da molto tempo contatti tra Barbabianca e Dragon. È Mir Calliope Black, o Nephtys, o Luna Nera, come la conoscono i più!- disse Sengoku con una smorfia, dovuta al comportamento come al solito poco ortodosso di Occhi di Falco. Sembrava proprio che facesse di tutto per provocarlo. 

-Capisco.. bene! Allora non ci resta che aspettare!- acconsentì il destinatario della rivelazione, leggermente scioccato dalla notizia. Conosceva bene la ragazzina in questione. L’aveva persino vista all’opera un paio di volte. Il fatto che ci potesse essere di mezzo lei non lo tranquillizzò affatto, anzi. Cominciò ad avere la  netta sensazione che la situazione stesse prendendo un strana piega. Ma decise di tacere, riempiendosi di nuovo il bicchiere con il liquore ambrato.

 

 



-Ehi, no, ma dico!! È proprio necessario tutto questo?!- chiese Zoro all’ennesimo capitombolo di Rufy, dovuto all’ancor più ennesimo capitombolo di Usopp, indicando le corde che li legavano attorno alla vita.

-Se voi stupidi idioti aveste un minimo, non dico tanto, ma un minimo di senso dell’orientamento no, che non sarebbe necessario!- tuonò la rossa in tutta risposta.

-Fratellino, se vi perdiamo qui in mezzo vi perdiamo per sempre! Non vedi quant’è fitta questa foresta?!- intervenne Franky appoggiando la rossa, non potendo difendere l’indifendibile.

-Ehi il mio senso dell’orientamento è giusto! Siete voi che vi perdete di continuo! È un’ora che camminiamo e ancora niente bivio! Questo albero l’ho già visto tre volte!- rispose lo spadaccino alterato.

-Tu non troveresti i tuoi piedi nemmeno seguendone la puzza! La foresta è piena di alberi come quello, citrullo!- disse il cuoco poco più indietro, scatenando l’ira funesta del compagno.

-Che hai detto, riccio capriccio?! Pensa per te che trovi la strada solo se senti odore di f..- rispose lo spadaccino su tutte le furie, venendo interrotto appena un nanosecondo prima di concludere la sua volgarità.

-Piantatela voi due!- sbraitò la rossa, che già aveva capito dove sarebbe andata a parare la frase di Zoro. –Eccotelo il tuo bivio, sleepyman!- disse rivolta allo spadaccino, indicando una biforcazione di quello che una volta era stato il sentiero.

-Eh? Ah ci siamo allora! Sapevo che era da questa parte!- rispose trionfante lo spadaccino, che si sarebbe fiondato dalla parte opposta se non fosse stato per la corda che lo legava a Usopp, che per lo meno si orientava un minimo.

GROWLLL!!

-Oddio, che è?!- biascicò tremando il cecchino.

-Niente, Capitan Coraggio! È solo lo stomaco di Rufy che gorgoglia!- lo punzecchiò il carpentiere.

In effetti il capitano era ancora steso a faccia in giù nella terra. Morto, si sarebbe detto, si non fosse stato che parlò per dire –Sanji!! Ho fame!! Mangiamo il cestino del pirata! Ormai è un’ora che camminiamo!-.

-In effetti non ha tutti i torti! Anche io ho un buco nello stomaco.. yohohoh! Si fa per dire, ovviamente! Io lo stomaco non ce l’ho!!- intervenne il musicista, in difesa del capitano. Sanji guardò interrogativo il capo spedizione, ovvero Nami.

-Che ne dici, dolce Nami? Facciamo una sosta?- chiese, vedendo che la cartografa guardava verso il bivio. Più che verso il bivio verso un cartello in legno, che doveva avere una certa età ormai. Ancora indicava la direzione per il maniero dei Draghi celesti. “Almeno dodici anni!”, pensò Nami, facendo due conti.

-Nh? Scusa Sanji, che hai detto?- chiese sentendosi chiamare.

-Facciamo una pausa per mangiare! Siamo stanchi!- pigolò il piccolo medico, tirando un lembo della gonna della rossa.

-Sì, facciamola! Veloci però!- acconsentì la rossa, prendendo il suo cestino e tornando a guardare il cartello.

-Che hai, navigatore?- chiese Robin, girando lo sguardo vero dove era diretto quello della compagna. –Ah! Accidenti! Deve essere ben vecchio! Aveva detto giusto Mir! Sono anni che nessuno passa di qua!- esclamò dopo aver letto l’indicazione.

-Già.. fa uno strano effetto, leggere il nome di un posto che non c’è più.. strano davvero.- rispose Nami. Nemmeno lei si capiva. Si ritrovò improvvisamente inquieta.

-Ehi ragazzi, sentite.. ma siamo sicuri che non se la sia svignata? Mir intendo.. dopotutto ci ha portati fin qua e poi è sparita accampando scuse.. non si è visto nemmeno il falco.. ha detto che ce lo avrebbe mandato!- chiese pensieroso il cecchino, a cui cominciavano a sorgere tutti i dubbi del mondo, spezzando il silenzio. Zoro tacque, guardando il riso nel suo cestino.

-Mmma ddai, Usopp!! Che dici!- rispose titubante il medico, -ha detto che ci avrebbero aiutato!-. non era sicuro nemmeno di aver convinto sé stesso.

-Infatti.. ha detto..- riprese il cecchino. Era stano come quel dubbio non li avesse sfiorati finché l’avevano avuta davanti, finché sentivano la sua voce. Era come risvegliarsi dal dormiveglia. La sua presenza inibiva i loro spiriti critici, non potevano far altro che crederle. Bastava anche solo ripensare alla sua voce per riprovare quella sensazione di piacevole intorpidimento. Era come la morfina, piacevole, ma letale.

-Io mi fido di lei!- disse il capitano, sorprendendo tutti. –Zoro no, ma lui è diffidente per natura!- concluse poi mettendosi a ridere e scatenando un giro di frecciatine a carico della diffidenza innata dello spadaccino. Rufy era la panacea per tutti i brutti pensieri.

-E basta! Finite di mangiare, lumache! È ora di rimettersi in cammino!- si stizzì lo spadaccino.

-Ed è pure permaloso il ragazzo!- infierì il cuoco, alzandosi e facendo il giro per raccogliere i cestino ormai vuoti. –Questi li lasciamo all’ingresso della città. Li riprendiamo all’uscita!- sorrise strizzando l’occhio alla navigatrice, per rassicurarla, avendola vista particolarmente pensierosa.

-Bene allora! In marcia!- urlò il capitano, partendo deciso lungo il sentiero di destra e trascinandosi  appresso il cecchino e lo spadaccino, ancora legati a lui dalla corda.

-A sinistra Rufy!! Razza di scimunito!!- gli urlò dietro la rossa, non appena quello imboccò il sentiero di destra.

-Ah già!!- disse quello tornando sui suoi passi. –Ma ne sei proprio certa?- chiese sfacciato, mentre passava davanti alla navigatrice.

-Fila!!- urlarono in coro i membri orientati della ciurma.



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 Salve a tutti... ecco le traduzioni.. mi dispice doverle mettere qui in fondo, sono abbastanza scomode da consultare!! entschuldigung!! =))

(1) -non ci posso credere! gliel'ho appena detto! non l'ho fatto, forse?!-
(2) -certo! anche noi abbiamo sentito! ma che razza di senso dell'orientamento!-

(3) -Tu? come stai?-
(4) -bene.. molto bene.. sono solo un po' stanca.. è in qualche modo irreale.. ho tamtissimo ricordi qui, ma odio quest'isola.. non mi so spiegare...-


 
penso che non mi lancerò più in così tanto tedesco XD!! ho quasi consumato le pagine del dizionario :-P
Un grazie a chi ha letto fin qui, spero di non deludere con il continuo della storia!!
Grazie!! =3




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Capitolo 12
*** Kapitel Zwolf ***


Camminarono meno del previsto. Nemmeno tre quarti d’ora. Quando Usopp cominciò a lamentarsi che era stanco di rami e sterpaglie, si ritrovarono all’improvviso catapultati nella luce accecante del sole. Dall’interno della foresta si erano accorti che era sorto il sole ormai, ma di certo non potevano avere idea che la giornata fosse  tanto splendida. I rami creavano una tettoia troppo fitta per vedere una porzione di cielo sufficiente a diagnosticare il tempo.

-Accidenti, che bella giornata! Sembra una  presa in giro!- disse Nami, schermandosi gli occhi dai raggi troppo potenti, imitata dal resto del gruppo.

Appena i loro occhi si abituarono alla luce, poterono vedere davanti a loro la cittadina. Costruita in stile medievale, a poche decine di metri da loro si estendeva un lungo muro di cinta, di cui non vedevano le estremità. Sulla loro destra stava un arco. Ecco la porta sud di cui aveva parlato Mir. Ma nessuno di vedetta. Possibile che lasciassero sguarnita una delle entrate alla città?

-Fiuuu!! E tutto questo era terreno di una singola villa?- domandò il cecchino stupito. Nemmeno la villa di Kaya, la più grande del suo villaggio natale arrivava a tanto.

-I soldi non mancano di certo ai nobili mondiali..- rispose il carpentiere, come se il nasuto avesse detto la cosa più ovvia del mondo.

-Già.. incredibile, vero? Hanno riprodotto fedelmente lo stile di secoli fa.. non si direbbe che la città abbia solo poco più di una decina d’anni di vita!- disse Robin, riconoscendo immediatamente lo stile architettonico.

-A me sembra un comunissimo muro di cinta!- esordì lo spadaccino, mentre si scioglieva dalla vita la corda. Decisamente non ci trovava nulla di così speciale.

-Zoro la tua ignoranza è pari solo alla tua pigrizia!- commentò il medico, mentre aiutava Rufy a liberarsi a sua volta dalla corda.

-Ehi!- disse il cuoco. Possibile che andasse in difesa dello spadaccino? –Hai per caso scordato la sua diffidenza? Direi che è una lotta alla pari..- commentò poi, tornando ai suoi modi ostili verso il compagno.

-La finiamo con le fesserie?! O volete che vi affetti!?- sbraitò la testa verde, mettendo mano alle sue spade.

-Piuttosto..- intervenne lo scheletro, -sarebbe quella la porta sud? Curioso.. c’e una lastra con un incisione..- disse avviandosi verso l’arco per leggere meglio. –“Amber. Che gli dei del mare continuino a proteggerci.” Ma che razza di frase è?- chiese al vento.

-Continuino! Ecco dove avevo sentito quel nome, Amber!- scattò Nami, -da piccola mi raccontarono la storia di una città sorta grazie al sacrificio dei nobili mondiali. Si dice che gli dei del mare apprezzarono tanto la buona indole dei nobili che vivevano dove sorge quella città, da salvare l’isola intera da uno tsunami che la stava per sommergere. Tsk! Pensano che siano stati gli dei del mare a fermare il Royal Call, dodici anni fa!- raccontò concitata.

-Mpf! Dei del mare.. la gente è proprio stupida a volte!- biascicò lo spadaccino, scettico come al solito in caso di divinità.

-Bè in effetti, non sapendo chi c’era dietro, è più che naturale pensare una cosa simile!- disse il cuoco, ripensando all’onda che si erano visti correre incontro con gli occhi di Raxha. –Pensate che spettacolo tremendo per la povera gente dell’isola!- concluse, mentre gli altri annuivano.

-Non c’è nessuno di guardia?!- domandò all’improvviso il capitano, richiamando l’attenzione dei suoi compagni.

-Già.. strano.. che siano tutti concentrati nella piazza principale? Dove sarà? Mir non ci ha dato nessuna indicazione a riguardo..- disse la cartografa, scrutando oltre l’arco. –Beh.. tanto vale entrare.. ormai siamo qui!- disse poi incamminandosi.

-Verosimilmente, in città del genere, la piazza sta dove c’è il campanile più alto..- disse Robin dietro di lei, alzando lo sguardo sui profili dei palazzi. –Bingo!!- disse indicando una torre che svettava  tra i bassi edifici in pietra.

-Ok, allora.. dirigiamoci verso il campanile. Voi due!! Cercate di non perdervi, chiaro?!- urlò al capitano e al suo vice, che si incamminarono dietro di loro, prima del resto della ciurma, in modo da poter essere tenuti d’occhio.

Dopo una decina di minuti di camminata, in cui stranamente non incrociarono nessun Marine, arrivarono finalmente alla piazza principale. Non potevano sbagliare. Era proprio lei. Primo perché la piazza, circondata da edifici bassi e dall’aspetto antico, era a forma di ventaglio. Ovviamente il segnale non fu la forma della piazza. All’apice del ventaglio era stato montato un patibolo rialzato, in modo che potesse essere visto da tutti i presenti. Dietro il patibolo era stata allestita una tribuna, a forma di semicerchio, con poltrone ricoperte in velluto rosso. Potevano vederselo esattamente davanti a loro. Secondo, perché ora sapevano dove stavano tutti i marine dell’isola. Concentrati in quella piazza, mescolati con i cittadini. Erano veramente una marea. Tanti da riempire la piazza davanti a loro. Pessimo inizio. Perlomeno però, erano ancora nascosti all’ombra di uno dei palazzi. Decisero di salire sulla terrazza del palazzo a fianco a loro, a cui si accedeva da una scala abbastanza riparata. Mentre salivano le scale sentirono i tamburi rullare.

Si girarono verso la tribuna, e videro che alcune persone stavano prendendo posto. Riconobbero subito alcuni di loro: Drakul Mihawk, Orso Bartholomew, Gekko Moria e persino l’uomo che Rufy Zoro e Nami avevano incontrato a Jaya, prima di andare sull’isola nel cielo, e che li aveva inseguiti fino alla Knock Up Stream. Dopo di loro, altre persone che portavano una specie di bolla attorno alla testa –Draghi Celesti!- disse Franky, più alti gradi della Marina, tra cui riconobbero il Sengoku che avevano visto nel ricordo, –E i 5 Astri di saggezza..- mormorò Robin.

Alla seconda rullata, i tre ammiragli della marina fecero il loro ingresso, ma direttamente sul patibolo, seguiti dal condannato stesso, Portuguese D. Ace, in manette, e dal boia, dietro di lui.

-Ah!- esclamò Rufy, una volta che furono arrivati sulla terrazza. Davanti a loro lo spettacolo era degenerato. Tra gli applausi della folla, Sengoku aveva cominciato un discorso in cui parlava dei capi d’imputazione per cui il prigioniero era stato condannato a morte. Ace intanto era stato sistemato sulla gogna. Dalla sua faccia, per nulla preoccupata, si sarebbe potuto pensare che fosse certo che Barbabianca avrebbe mobilitato un esercito per salvarlo da quell’impiccio. Il boia si portò al suo fianco.

-Hai qualcosa da dire, ragazzo?- gli sussurrò, mentre Sengoku procedeva col suo discorso, trasmesso dagli altoparlanti.

-Sì, mi daresti una grattatina dietro al collo? Questo legno pizzica da morire!- chiese lui, come se non capisse in che pasticcio si  trovava.

-Ah ah! Ragazzo sei forte! Sarà un peccato!- disse il boia, grattandogli il collo per davvero.

-Grazie, amico! Mi ricorderò di te!- sorrise il moro, sollevato dalla grattata.

-E ultimo, ma non meno importante, un riconoscimento ufficiale a colui che ha reso possibile la cattura di questo criminale! Marshall D. Teach! Il neo assunto dalla flotta dei sette!- concluse Sengoku, allungando un braccio verso l’uomo di Jaya, che si alzò salutando la folla, per poi riaccomodarsi pochi secondi dopo, tra gli applausi.

-Cane!!- ringhiò Ace tra i denti, sentendo pronunciare il nome. Li aveva alle spalle. Poteva vedere solo la folla. E la terrazza panoramica. Fu un colpo d’occhio e li vide, guardando dritto davanti a sé. Quel cappello era inconfondibile. Quello stupido di suo fratello si era buttato da solo nella fossa dei leoni. Per lui. Ma che diavolo gli saltava in mente?! E la sua ciurma!? L’aveva seguito. Ma erano tutti matti su quella nave??

-Merda!!- ringhiò stavolta abbastanza forte da farsi sentire dagli ammiragli che si voltarono a guardarlo.

 –Bene! Si dia inizio all’esecuzione!- ordinò il Misericordioso. Il boia alzò l’ascia. Partì il terzo rullo di tamburi.

-Niente di personale ragazzo!- disse l’uomo guardandolo. La folla trattenne il fiato per qualche secondo.

-Razza di imbecilli!- urlò Ace. Ma sul patibolo non fecero in tempo a capire a cosa si riferisse il condannato. Un proiettile esplosivo colpì in piena fronte il boia, facendolo cadere dritto disteso a fianco alla gogna. Sulla piazza piombò il silenzio più totale. Tutti cominciarono a guardarsi intorno.

-Mitico Usopp!! Che mira!! Da quaggiù l’hai preso proprio in fronte!!- strepitò la renna, estasiata dallo spettacolo.

-Ma è ovvio, mio piccolo amico, devi sapere che posso colpire una moneta a 500 metri di distanza guardandone il solo riflesso allo specchio, e per di più..- cominciò il cecchino, il cui flusso di balle non si interrompeva nemmeno in situazioni del genere.

-Bel lavoro Nasop!!- commentò la cartografa, osservando il risultato ottenuto dal nasuto, mentre gli altri annuivano soddisfatti.

-Gran bel tiro fratellino!!- battè le mani il carpentiere.

-Ciao Aceee!!!- urlò Rufy sventolando la mano. Sulla piazza era calato il gelo. Il silenzio era tale che le loro voci si udivano perfettamente anche senza altoparlanti.

-Rufy! Idiota! Che ci fai qui?! Non vedi cosa c’è?!- sbraitò il fratello maggiore.

-Eh? Sì che lo vedo.. sono venuto apposta!- disse il ragazzo di gomma, semplicemente.

-Che cretino!! E voi!? Non dovevate badarlo!?- urlò con i denti aguzzi verso la ciurma del fratellino. Che fecero finta di non sentire, guardando in giro. –Lo so che mi sentite!!- si alterò ancora di più il giovane, cacciando i denti da squalo.

-Ragazzi sentite..- disse Rufy, rivolto ai compagni, ma guardando il dispiegamento armato sotto di loro, -Questa è una cosa mia personale.. voi mi volete aiutare, e vi ringrazio. Ma non sentitevi costretti a partecipare a questa corrida. Siete liberi di andarvene se volete. Se non ve la sentite, lasciate il campo.. lo capisco. Ci rivedremo alla fine sulla Sunny!- concluse sorridente, guardando uno per uno i suoi compagni, che gli stavano allineati un passo più indietro.

-Tsk! E tu ti vorresti tenere il divertimento tutto per te? Che egoista!- disse Zoro, sciogliendosi la bandana dal braccio.

-Non dire fesserie! È come se ci fosse mio fratello lì sopra!- rispose Nami, montando il Clima Takt.

-Ma guarda cosa mi tocca sentire!- si lamentò Usopp, sventolando la mano come per allontanare la cretinata arrivata alle sue orecchie.

-Ma che dici, Rufy!! Non ci vuoi qui!?- chiese allarmato il piccolo medico, saltellando da un piede all’altro.

- Buaaahhh!! Ovvio che ci vuole, procione, è solo preoccupato! Sono commosso capitano, commosso!! Ma non sto piangendo! Non fatevi strane idee!! Snifff!!- gli rispose il carpentiere, strofinandosi il naso sul braccio.

-Ehi ma che schifo!!- commentò il cuoco. –Per chi ci hai preso, Rufy!! Noi da qui non ci schiodiamo!- disse poi rivolto al capitano.

-Yohohoh!! Combatteremo finché di noi non resteranno solo le ossa!! Si fa per dire ovviamente!!- rise lo scheletro, spostandosi dalla portata della cascata umana che aveva di fianco.

-Niente da ridire!- sorrise Robin, cercando di calmare Franky.

-Ragazzi, io.. Grazie!!- sorrise il capitano, felice, ma pur sempre leggermente in ansia per l’esito della battaglia imminente. Tornò a guardare il fratello sul patibolo –Ace! Adesso ti tiriamo giù!-.

-Aahh!! Queste sì che sono le parole degne della ciurma del futuro re dei pirati!!-. La voce alle loro spalle li colse di sorpresa, ma li rincuorò decisamente. La riconobbero all’istante. Si voltarono per guardare dietro di loro. Salendo non l’avevano notata, ma c’era una larga scalinata di una decina di gradini, in fondo alla terrazza. Sul gradino più alto stava seduta Mir, sorridente.

-Fiuuuu..- sospirò il cecchino, decisamente tranquillizzato da quell’apparizione.

-Hai visto che è venuta?! Usopp d’ora in poi sarai il Diffidente in seconda!- trillò il medico al suo fianco.

-Ma.. sei sola?! Lo sapevo che non c’era da fidarsi!- chiese lo spadaccino, portando finalmente l’attenzione della ciurma sul fatto che non c’erano né i felini, ne qualsiasi altra persona accanto alla ragazza.

-Ah ah!! Sei proprio malfidato tu! Ho un regalino per te, capitano!!- rise lei, guardando però verso la tribuna e il patibolo. La sua faccia sembrava dubbiosa.

-Ehi teppistella!! Ti pare che possiamo starti dietro, se corri a quel modo!? Abbiamo una certa età ormai!!- la voce che proveniva da dietro Mir era talmente possente da incutere un qual certo timore. Probabilmente, dietro di lei stava un’altra scalinata in discesa, perché ne videro comparire man mano il proprietario. Un uomo enorme, con una bandana e due grossi baffi bianchi, che ansimava per la fatica.

-Toh! Il vecchio!! Che ci fai qui?!- urlò Ace dal patibolo, con un dito nel naso. L’irresponsabilità era proprio il marchio di fabbrica di quella famiglia.

-Ed! se siete così vecchi allora ritiratevi! Altro che imperatori e cavoli vari!!- rispose la ragazzina senza voltarsi. Si era alzata in piedi, ma accanto a lui continuava a sembrare una bambina di cinque o sei anni.

-Che sfacciata!! Dì un po’, ci vuoi per caso uccidere??- chiese un’altra voce, ansimando. Appena visibile riconobbero immediatamente l’uomo che aveva parlato. Certo era più vecchio di come l’avevano visto loro, ma era inconfondibile, con quel sorriso sfrontato da ragazzino e quegli occhialini tondi.

-Ray!! Sono lieta che tu sia sopravvissuto alla corsa! Ma quante lamentele!! È colpa vostra se abbiamo dovuto correre come dei forsennati!! Babbei! Vi sembrava il caso di fermarvi a far baldoria nella locanda giù al porto?!- sbraitò quella, stavolta voltandosi e mollando un calcio nello stinco di Barbabianca, il più vicino a lei. Incredibile. Si comportava con quelle leggende viventi come se stesse discutendo con dei ragazzi della sua età.

-Impudente e scorbutica!- rise l’enorme uomo, -Che pessima educazione che hai avuto bambina!! Ray hai fatto veramente un pessimo lavoro!- continuò sghignazzando, rivolto al re oscuro.

-Ah ah!! Ray non centra! È schizzatina di carattere!! È tutta sua madre!! Lunatica! Ciao Rufy! Sono felice di rivederti.. certo la situazione non è delle migliori, ma questo passa il convento!!- rise un altro uomo, portandosi al fianco di Rayleigh.

-Shanks!- urlò felice Rufy. Ora si sentiva decisamente più tranquillo anche lui.

-Ehi!! Pensa ai fatti tuoi! Non sei diverso da questi due viziosi!!- sbraitò la ragazzina, piccata.  –E poi non ti vergogni a farti sorpassare da questi due vecchi nella corsa!? Pappamolle!!- lo rimproverò seria.

-Ah ah ah!! Come sei severa! Povero chi ti sopporta!!- rise il rosso prendendola in giro. –Dì un po’, Dragon, come fai a tenerla a bada??- chiese poi voltandosi verso l’ultimo uomo, che si portò dietro le spalle di Mir.

-Aaahh..- sospirò quello, appoggiando un gomito sulla spalla di Rayleigh. –Non me ne parlare!! Pensa Shanks! È una di quelle figliocce che nasconde al padre i sigari e il Rhum!!- scosse la testa sconsolato, togliendosi il cappuccio, e lasciando vedere a tutti il tatuaggio sulla sua faccia. Rufy e i ragazzi spalancarono la bocca per lo stupore. Su quella terrazza panoramica Mir aveva raccolto un poker d’assi decisamente niente male.

-Terribile.. che cuore di pietra!!- commentarono i tre uomini in coro.

-Dragon.. proprio tu!! Razza di incosciente!! Guarda qua!!- disse la ragazza imbestialita, prendendolo per una manica e tirandolo per un paio di gradini.

-Oh! Ciao ragazzi! Sono felice di vedervi! Come va? Rufy! Finalmente ci incontriamo!- disse quello salutando il figlio e la sua ciurma.

-Non quello! Idiota! A dopo i convenevoli!! Guarda laggiù!- strepitò alterata l’alchimista, allungando il braccio verso la piazza gremita di marines, i cui occhi erano tutti puntati su di loro. Il silenzio di tomba nella piazza lasciava ancora udire tutti i discorsi che si tenevano sulla terrazza. Anche gli occupanti del patibolo e della tribuna ascoltavano in silenzio.

-eh.. e allora?- chiese Dragon senza capire, mentre gli altri tre uomini allungavano il collo in cerca di quello che indicava la ragazza.

Una vena martellava pericolosamente sulla tempia della giovane. –Questi ti sembrano centomila uomini?!-  urlò spazientita la moretta, colpendo il suo capo in fronte con un pugno, mentre con l’altro braccio ancora indicava la folla.

-Oh ma dai!! Cosa ti cambia!- disse lui, alzando le spalle. –ce ne saranno un paio in più!- concluse con un ghigno in faccia, mentre le accarezzava la testa.

-Un paio?! Ci saranno quasi duecento mila uomini là sotto!!- sbraitò lei, calcando bene sul numero. –Perché a me!! Perché a me!!- disse poi guardando il cielo sconsolata. –Ma lo vedete con chi ho a che fare?!- concluse battendosi la mano sulla fronte, voltata verso cappello di paglia e la sua ciurma. Erano basiti. Non solo aveva mantenuto la parola, ed era venuta ad aiutali. Ma aveva anche portato con sé quattro leggende del mare, e probabilmente tutte le loro ciurme. Era straordinaria la confidenza che c’era tra loro. Più andava avanti il dialogo tra loro e più il sipario si faceva surreale.

-Ah ah!! Dai piccola, non ti agitare.. Mpfftt!!- rise Shanks, attirandosi un’occhiataccia della ragazzina, e ridendo sotto i baffi.

-Che hai tu da ridere, bimbo?!- chiese piccato il rivoluzionario.

-Dragon che figura barbina!! Farsi sgridare da una ragazzina davanti a tutto lo stato maggiore della Marina!!- ghignò il rosso, sfottendo l’altro, che tossì vigorosamente per darsi un contegno.

-Ha ragione lui! Ti verranno le rughe! Non vorrai invecchiare così in fretta vero?!- la prese in giro Rayleigh, riportando il discorso su Mir.

-Ah ah!! Sei tremenda tappetta!- rise Barbabianca, divertito dalla strigliata che si era beccato Dragon.

-Razza di incoscienti!!- strepitò lei in tutta risposta, -Basta!! Ne ho le tasche piene di voi e dei vostri modi approssimativi!! E poi perché io devo stare con voi vecchi!! Basta!!! Io vado dalla loro parte! Guardate come sono tutti belli giovani!- battè i piedi, indicando i Marines nella piazza. –Sono stufa!!-.

-Ah ah ah! Sembra Nami!- rise Rufy, provocando l’ilarità generale. La calma degli ultimi arrivati aveva tranquillizzato persino quel pessimista cosmico di Usopp.

-Ehi!!- risposero in coro le due ragazze.

-Non ti preoccupare Mir, io ti capisco.. avere a che fare con delle teste di rapa del genere non è affatto facile!- piagnucolò la rossa, appoggiandosi sconsolata alla spalla della ragazza, che era scesa a pochi passi da lei.

-Grazie sorella!!- rispose grata l’alchimista.

-Attenzione! A tutti i marines presenti in piazza! Chiunque di grado inferiore a capitano di vascello abbandoni l’isola! Ripeto, abbandoni l’isola! Sempre che ce ne sia rimasto qualcuno!- la voce di Sengoku all’altoparlante pose fine al teatrino che si stava svolgendo sulla terrazza. Non una sola persona si mosse dalla piazza. Al contrario, tutti i presenti estrassero le armi, civili compresi.

-Ma come?! Combattono anche i cittadini!?- chiese Usopp stupito, osservando la folla ai suoi piedi e facendo voltare tutti nella stessa direzione.

-Tsk! Mica male, piccione. Mica male! Non sono civili, sono graduati in borghese!! Avrà fatto evacuare la città!- ringhiò Barbabianca alle loro spalle.

-Gli altri? Dove diavolo sono finiti?!- chiese Mir, percorrendo con lo sguardo il perimetro della piazza. –Ah!! Meno male, pensavo si fossero persi.. bene.. Ragazzi! Ricordatevi dei gruppi! Direi che è ora! Che si aprano le danze!- sorrise poi rivolta a cappello di paglia e alla sua ciurma. Di nuovo quello sguardo furioso e impenetrabile, da far gelare il sangue nelle vene si posò sulla piazza e sul patibolo. Appena un secondo dopo, dalle piccole vie che portavano alla piazza, cominciarono a udirsi grida e canzoni. Le ciurme di Barbabianca e Shanks, appoggiate dagli uomini di Dragon irruppero nella piazza, cominciando a scatenare l’inferno in terra. I ragazzi non fecero nemmeno in tempo a girarsi  per guardare i capitani.

-In bocca al lupo Rufy! E restate interi! Recuperato Ace festeggeremo alla grande!- urlò Shanks, mentre si fiondava giù per le scale, per andarsi a buttare nella mischia.

-In gamba, ragazzini!!- fu il secondo incoraggiamento, stavolta da parte di Dragon, che passando battè una pacca sulla spalla del figlio. Barbabianca e Rayleigh si erano già buttati nel marasma, senza dire una parola.

-Ragazzi! Non vi preoccupate! Raxha e gli altri sono già all’opera! Semplicemente, andate lì sotto e fate un casino!! Lasciate perdere il patibolo! Lo tengono d’occhio Dragon e Barbabianca! Ci pensano loro agli ammiragli!- rise Mir, mentre seguiva il suo capo, estraendo da sotto la gonna il tubo che Franky le aveva dato quella mattina.

-Tsk! Screanzata! E chi si preoccupa!- sbottò Zoro, seguendo il capitano. Dopo il primo passo di Rufy, tutta la ciurma si mosse dietro di lui.

-Si va!!- urlarono in coro. Il fatto di avere tanta gente, e che gente, dalla loro parte li faceva sentire sempre più sicuri.

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Capitolo 13
*** Kapitel Dreizehn ***


Non appena misero piede nella piazza però, l’effetto dell’alchimia di cui aveva loro accennato Mir, si fece sentire. Non forte come quando era stata lei stessa a usare quel potere. Certo, i possessori di poteri legati ai frutti del mare non erano al pieno delle loro potenzialità, ma se la cavavano, anche grazie all’aiuto dei loro compagni, e non solo nella ciurma di Rufy.

-Ma che cavolo gli prende agli alchimisti?! Possibile che non riescano a piombare un’area così ridotta?!- si chiese Mir ad alta voce, attirando l’attenzione sia di Zoro, sia di Dragon, che stavano vicino a lei.

-Mir! Vedi di non dormire! Non sono qui per farti da balia!!- grugnì il rivoluzionario, parando un colpo che sarebbe andato dritto a segno sul collo della ragazza.

-Razza di sconsiderato! Sto solo osservando! Cosa che dovresti fare tu! Capo delle mie pive!!- gracchiò la ragazza, afferrando per il polso l’uomo che aveva cercato di colpirla poco prima, e che si accasciò come uno straccio bagnato.

-Piano con quei poteri, miss so tutto io!- la riprese l’uomo, -cerca di non spomparti subito! Non vorrai farti portare a casa in spalla!-.

-Forse non vogliono disturbare anche i loro!- constatò Zoro, aiutando Rufy menando un fendente che quasi colpì il capitano stesso.

-Piano Zoro! Fai attenzione! Mi hai quasi preso!- si lamentò il capitano, lanciandosi a sua volta all’attacco. Lo spadaccino rispose alzando il pollice, per fargli capire che era tutto sotto controllo.

-Non credo! Tra i nostri sono meno di una cinquantina quelli da piombare.. in cinque dovrebbero essere in grado di fare un lavoro per lo meno discreto!- rispose la moretta, lasciando cadere il secondo uomo a terra.

-Quindi!?- chiese spazientito il suo capo.

-Quindi che?! E poi non ti pare strano che lassù non abbiano fatto una piega quando ci hanno visto?? C’è puzza di bruciato qui!- disse afferrando il terzo marine per la spalla, prima che scagliasse un colpo contro il Robin, che gli dava le spalle.

-E basta con quel potere! Che ti frega! Pensa a fare il tuo lavoro adesso! Sarà quel che sarà! Ho detto basta con quel potere!!- sbraitò con i denti da squalo Dragon, all’ennesimo guscio d’uomo che la sua sottoposta lasciava a terra, per poi allontanarsi ed andare a combattere vicino ad alcuni dei suoi uomini.

-Che stress!!- rispose seccata lei, impugnando il tubo di ferro e mordendosi il polpastrello. –Waβer!! (Acqua!)- esclamò poi. Dall’interno del tubo cominciarono a formarsi come due stalattiti di ghiaccio, che uscivano ognuna da una delle due estremità del tubo. I ghiaccioli continuarono ad affilarsi fino a diventare due lame affilatissime e lucenti. Ora aveva in mano una specie di spada a due lame, con un’elsa centrale.

-Bell’aggeggio!- disse Robin che si era voltata verso di lei, -Senti, piuttosto.. al porto c’erano guardie?- chiese all’alchimista, mandando a terra un marine. Ogni poche mosse lanciava un’occhiata al patibolo, per tenere sotto osservazione i tre ammiragli. I quali, però, continuavano ad osservare impassibili la scena, di fianco alla gogna. Nemmeno i Sette e gli uomini dello stato maggiore sembravano intenzionati a fare alcunché. Continuavano semplicemente a guardare placidi i loro stessi uomini che venivano massacrati dai pirati, perché di questo si trattava. I marine non riuscivano a opporsi efficacemente a quell’ondata scomposta che aveva invaso la piazza.

-Cosa? Guardie? No!- rispose quella pensandoci, mentre scagliava un fendente con quella strana arma. Anche nel corpo a corpo se la cavava piuttosto bene, come poterono scoprire i ragazzi della ciurma di Rufy che le stavano nei paraggi.

-E non è strano che non ci fosse sorveglianza, né al porto, né per le strade? Nemmeno noi abbiamo incontrato nessuno venendo qui!- disse Sanji stampando un calcio al fianco di un uomo che stava per colpire Robin, che era nuovamente voltata verso il patibolo e non aveva fatto caso all’attacco. –Attenzione mia dea!!- cinguettò garrulo poi.

-Ma che diavolo succede qui! Possibile che siano così  stupidi?! Qui c’è qualcosa che non torna..-  disse l’alchimista sfilando una delle lame da un marine che teneva con il braccio libero e che lasciò cadere esanime dopo avergli pulito addosso l’arma. Guardò l’uomo prono a terra. Qualcosa non quadrava. In quella piazza c’erano troppi marines. E nessuno per le strade. Dovevano essere tutti almeno capitani. Possibile che non ne riconoscesse nessuno tra quelli? Aveva avuto a che fare con quella gente per anni.. Da dove diavolo li aveva tirati fuori Sengoku? Dal cappello, come i conigli? Possibile che avessero impiegato solo le nuove leve, per quel caso tanto delicato? No. Impossibile. Assolutamente impossibile. Sengoku non era uno stupido, sapeva di certo che Barbabianca era un osso duro. Troppo duro. Per lo più in ottima compagnia. E allora? Si girò verso la platea, incurante della baraonda che la circondava. Perché diavolo se ne stavano tutti tranquilli seduti là sopra, come se guardassero uno spettacolo a teatro?! E perché diavolo gli alchimisti del governo erano tanto inetti? Non ne aveva mai visto uno di loro, ma sapeva che almeno qualche cerchio erano in grado di azzeccarlo. E tra quelli c’era anche quello che serviva per l’algamantolite.. e allora? Perché un attacco tanto fiacco? Non capiva proprio. Guardò verso Mihawk, allungato sulla sedia. Teneva il cappello calato sulla faccia, lei non poteva vederne gli occhi. Possibile che fosse tanto tranquillo da dormire, quel beota? Un ringhio alle sue spalle la distrasse dai suoi pensieri. Si girò e vide cadere a terra un uomo, squarciato nel centro dell’addome da una serie di tagli profondi.

-Trinidad! Finalmente! Ganz tief!! (Bello profondo!)- disse dopo aver guardato i tagli sull’addome dell’uomo, sorridendo all’enorme pantera bianca, che si stava leccando la zampa insanguinata.

-Mir! Ich habe der erst Mann!(Ho il primo!) Komm! (Andiamo!) Nicht mehr Zeit zu spielen!(Non è più tempo di giocare!) - ruggì il felino.

-ok! Bingo!! Andiamo!- disse dopo essersi accomodata in groppa all’animale, che partì con un balzo, correndo in mezzo alla folla e schivando colpi e corpi.

Si lasciarono dietro la piazza e i suoi rumori, ed entrarono in un vicolo umido e buio. Trinidad si fermò davanti ad un portone scardinato.

-Hier!? (Qui?!) Bist du sicher!?(Sei sicuro?!)- chiese lei, guardando stranita il portone. Erano più lontani dalla piazza di quanto si aspettasse.

-Mpft! Klar!!(Ovvio!) Glaubst du mich nicht?(Non ci credi?)- chiese ridendo la pantera. –Entra sciocca! Ti sto dietro! Achtung!(Attenzione!) Dentro ci sono sì e no una dozzina di soldati..- disse poi seguendola all’interno dell’edificio, su per una scala leggermente dissestata.

-Ma che razza di schifo di posto!- esclamò disgustata la ragazza, cercando di appoggiare i piedi nelle parti di pavimento meno sudice. Ormai erano sul pianerottolo del primo piano. La scala che saliva oltre era crollata, e davanti a lei stavano due porte. Sentiva chiaramente le urla sguaiate dei soldati, che verosimilmente stavano giocando a poker, al di là della porta di destra. –Uff! bene! Andiamo..- sospirò, muovendo il braccio, come per allontanare qualcosa che aveva davanti. Un’improvvisa e forte folata di vento spalancò la porta, scardinandola.

-Che cazz.. ehi! Che ci fai tu qui?! Chi sei?!- chiese uno degli uomini in divisa, mettendosi in guardia, mentre gli altri, disorientati le puntavano contro moschetti e pistole.

-Ma dai Kath! Guarda che bel fiorellino! Trattala meglio!- disse viscidamente l’uomo accanto a lui, senza però abbassare l’arma.

-Giù i giocattoli, ragazzi.. dov’è l’alchimista?- chiese lei floscia, guardandosi lentamente in giro, per nulla preoccupata dalle armi che la tenevano sotto tiro. In effetti erano più o meno una dozzina, ma non li contò per esserne certa.

-Prego?! Ah Ah!! Esci di qui, bimba! Prima di farti male!- disse un altro uomo alla sua destra. Prima di cominciare a urlare e a contorcesi, all’improvviso. Gli altri lo guardavano spaesati, non capendo cosa stesse succedendo.

-Arschgesicht..(Testa di c***o..) Lo chiedo solo un’altra volta.. dov’è ?! non fatemi stancare, ragazzi.. datemi quello che voglio e non vi succederà nulla.. promesso..- disse strascicando le parole verso il primo che aveva parlato. Ma chi cavolo era quella?! Cosa aveva fatto a quel poveraccio che si stava dimenando a terra come un dannato all’inferno? E.. quegli occhi.. non riuscivano a distogliere lo sguardo. Così belli, caldi e gelidi allo stesso tempo. Non scherzava, quegli occhi potevano uccidere. L’uomo a terra cominciò a vomitare sangue schiumoso, fino a soffocarsi. Finalmente smise di dimenarsi. Lei lo guardò, indifferente. –Allora?!- chiese spazientita, per la terza volta.

Niente, non rispondevano. Che diavolo.. era dietro alla porta che stava in fondo alla stanza lercia. Sentiva la sua presenza, non aveva nemmeno bisogno delle loro indicazioni. –Idioti..- mormorò, stringendo la presa sull’arma che teneva in mano, mentre si guardava la punta delle scarpe. Quando alzò la testa il suo sorriso li lasciò stupefatti. Il sorriso di una persona che sembrava aver raggiunto il nirvana, che strideva silenzioso con quella furia che si scatenava nei suoi occhi. Che aveva intenzione di fare? Non fecero in tempo a chiederselo, perché l’attacco partì talmente veloce da non lasciare loro il tempo di reagire. Pochi minuti dopo, lo scontro era finito. Bilancio: undici morti, chi trafitto da una lama, chi dilaniato da enormi artigli.

-Al prossimo attacchiamo direttamente, ci fanno perdere solo del tempo che non abbiamo!- disse Mir, avviandosi alla porticina con l’arma ancora insanguinata stretta nella mano, mentre Trinidad annuiva, seguendola.

Quando aprì la porta si trovò effettivamente davanti l’alchimista. Un ragazzino con un caschetto biondo, seduto in mezzo al cerchio alchemico, con le gambe incrociate e le mai sulle ginocchia, che sussurrava formule. Che ingiustizia, dover uccidere un bambinetto. In che razza di mondo viveva, se quello doveva essere l’unico modo per combattere una battaglia? Ma che formule erano? Non le conosceva, non le aveva insegnate lei. Si concentrò cercando di sentire meglio le parole.

-Sta pregando, non sono formule!- disse Trinidad alle sue spalle, rompendo il silenzio.

-Sag mir noch ein Mal, bitte..(Dimmelo di nuovo, per favore..) heißt du ihn ein Mann?? (E tu questo me lo chiami un uomo??)  Merda! È solo un ragazzino!- ringhiò la ragazza, ferma sulla porta.

Il ragazzo aprì gli occhi, spaventato dalle voci che lo raggiunsero all’improvviso. Capì subito che quella donna  poteva solo venire a spalancargli le porte dell’inferno. Certo che, se i messaggeri del diavolo fossero stati tutti così, il paradiso sarebbe stato molto meno popolato.. non riusciva a spiccicare parola, paralizzato dal terrore. Continuava mentalmente a invocare l’aiuto del suo Dio, stringendo convulsamente in mano un crocifisso in metallo, senza riuscire a pensare altro che il suo nome. Non capiva cosa fosse, ma quell’angelo aveva attorno un’aura poca rassicurante.

-Iii.. nnn.. ttti pprre.. ggo..- balbettò sconclusionato, strisciando indietro, per allontanarsi da quell’essere che gli si avvicinava. Non sentiva nemmeno i suoi passi sul pavimento, tanto era leggiadra nei movimenti. Quella grazia e quell’allure avevano qualcosa di demoniaco. Erano troppo per essere umani. No, niente di lei era umano. Divina e letale.

-Mi dispiace, ragazzo.. non ho scelta..- sussurrò triste, appoggiandogli una mano sul petto. –niente di personale..- disse poi, fissando colpevole le lacrime che sgorgavano su quel viso ancora troppo giovane. Sostenne il ragazzino finché non sentì che la vita lo aveva abbandonato totalmente, per poi adagiarlo delicatamente al suolo e coprirlo con il suo stesso mantello. –Merda!!- disse poi alzandosi. Una vittima di quel genere proprio non le andava giù. Trinidad la guardava silenzioso, dall’uscio. Sapeva quanto le era costato tutto quello. Non se lo sarebbe perdonato per parecchio tempo.

-Ma.. cosa?- venne richiamato alla realtà dalla voce della padrona, che ora le dava le spalle e guardava il pavimento.

-Che c’è?- chiese allarmato, varcando la porta e portandosi al suo fianco per guardarla in faccia.

-Eh? Guarda qui!- disse indicando con la punta del piede un punto del cerchio che era stato disegnato sul pavimento dissestato, -questo cerchio è incompleto.. anzi, in quel punto è proprio sbagliato. Ma che razza di roba gli hanno insegnato? Ecco perché non riescono a piombare decentemente.. mancano totalmente alcuni glifi e alcune rune..- continuava a camminare lungo il cerchio, per analizzarlo in tutte le parti che non erano coperte dal corpo e dal mantello.

-Ma come è possibile? Un alchimista governativo che sbaglia a questo modo un cerchio tanto semplice? Quello che gli avevi insegnato tu era corretto, me lo ricordo perfettamente!- rispose il felino allungando il collo per vedere tutto il cerchio.

-non capisco.. comunque.. ci penseremo più tardi. Riportami in piazza per favore.. ah! Ottimo lavoro, compare!- sorrise poi verso la pantera col manto color della neve, avviandosi all’uscita.

 

 

All’arrivo in piazza la situazione pendeva decisamente dalla parte dei pirati.

-Ah! Sei tornata signorinella!! Ma quanto ci hai messo?!- la voce che proveniva dal suo fianco, la fece adirare.

-Razza di fancazzista! Fallo tu il mio lavoro, se sei più veloce!!- sbraitò contro il rosso, che rideva divertito dalla facilità con cui si arrabbiava la ragazza.

-Ullallà!! Che signora!- la riprese un uomo con la coda, mentre stendeva un marine colpendolo con il calcio di un lungo fucile. Beccandosi per tutta risposta un bel dito medio alzato.

-Ben! Vai a farti fott..- ma la ragazza si interruppe, ricominciando a combattere nella mischia, finché si trovò spalla a spalla con la navigatrice coi capelli color del fuoco. –Ehi, Nami! Tutto bene da queste parti?!- chiese, facendo roteare l’arma al suo fianco.

-Ah! Mir! Tutto ok qui! Hai già finito con gli alchimisti? Chopper dice che si sente molto meglio adesso! È laggiù che si scatena!- disse atterrando un marine con una bastonata, mentre indicava con un cenno della testa la direzione in cui si era allontanato il piccolo medico. –A terra!- urlò poi rivolta ai suoi compagni nelle vicinanze, mentre azionava il Thunderball tempo, che fece più che distintamente il suo lavoro.

-Cosa? No, veramente ho appena iniziato..- disse la moretta stranita, riportandosi in posizione eretta. Come era possibile? Colpì un marine con la sua arma. In groppa a Trinidad si era allontanata poco meno di mezzo chilometro dalla piazza. Quello che aveva scovato doveva essere il più lontano degli alchimisti. E allora perché la renna combatteva tranquillamente? Guardò sopra la spalla dell’uomo che le era caduto contro dopo che gli aveva tagliato la gola. Tutti i possessori di poteri che conosceva e che erano lontani pochi metri da lei combattevano tranquillamente. Perché? Di nuovo quella sensazione di aver sbagliato qualcosa la prese allo stomaco, finché non sentì il sangue caldo di quell’uomo imbrattarle il vestito e bagnarle la spalla e il braccio. Fino ad un secondo prima lo aveva udito, mentre cercava di parlare nel suo orecchio, strozzarsi con il suo stesso sangue che defluiva dal taglio. Lo spinse a terra e lo guardò cadere con un tonfo nella polvere. Si chiese quando aveva smesso di farle impressione l’odore metallico del sangue. Quando quel liquido caldo e denso aveva smesso di farla rabbrividire, al contatto con la sua pelle? Non lo ricordava più.

-Mir! Vieni presto!-. Raxha stava davanti a lei, a pochi metri. Annuendo si portò verso di lei, leggermente intontita dalla freddezza che si era accorta avere verso i morti. Colpì un altro uomo che si frappose tra lei e la tigre, afferrandola per un braccio, e si pulì la lama insanguinata sull’orlo del vestito. –Andiamo!- disse poi saltando in groppa al felino.

-Ne ha beccato un altro!- disse il rosso vedendola allontanarsi con il grosso animale, stendendo con un calcio un uomo che gli dava le spalle.

-Certo che quando si mette sulla scia di qualcuno, non ce n’è per nessuno.. che donna terrificante!- disse un uomo al suo fianco, che portava una bandana, degli occhialini da sole, e che di certo aveva una corporatura che poteva essere definita, se non altro, importante.

-Hai ragione, Lou.. Maglio non avercela contro.. Ma fa sempre troppo, anche controvoglia. Questo scontro la butterà a terra.. resterà smorta come un fantasma per mesi.. come l’ultima volta che è stata in prima linea durante lo scontro cruciale di una rivolta!- disse Ben, ficcando il calcio del fucile pressoché in gola ad un altro marine. –Ti ricordi, capitano?- urlò poi rivolto verso Shanks.

-Mi ricordo, certo- rispose quello, buttando a terra un altro uomo esanime, -Nemmeno Mihawk sapeva  cosa fare.. sembrava quasi rotta. Catatonica. È stato un sollievo quando ha cominciato di nuovo a sbraitare e menare..- guardò di nuovo verso la direzione in cui si era lanciata la ragazza, ma ormai era già sparita da un pezzo.

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Capitolo 14
*** Kapitel Vierzehn ***


-Ehi! Ma quanto ci stiamo allontanando?!- chiese la ragazza, dopo un minuto che la tigre sfrecciava nei vicoli ombrosi.

-Abbastanza, direi.. quasi lontano come quello di Trinidad!- disse la tigre, arrestandosi davanti al secondo portone, di cui era rimasto in piedi solo un battente.

-Ma in che razza di posti li hanno nascosti?! Sono a corto di fondi, che li cacciano in queste topaie!?- chiese scocciata la ragazzina, scendendo a terra. Entrò, seguita dalla tigre. –Che schifo! Ma che è?!- gracchiò poi disgustata, portandosi una mano davanti alla bocca e al naso, -Bleah! Ci deve essere qualche animale morto sotto le macerie!- disse guardando un cumulo polveroso di calcinacci che stava in un angolo dell’enorme stanzone in cui erano entrati. Il soffitto era crollato in un punto al centro della stanza e qualcuno aveva spostato i resti in quella mucchia nell’angolo buio. L’unica luce che illuminava l’intera stanza era data dai raggi di sole che filtravano attraverso le travi spezzate del buco. A fianco ai detriti stava una porta, dietro a cui si sentivano soffuse alcune voci. –Ok.. andiamo!- disse e spalancò la porta con un calcio.

I soldati all’interno dell’altra stanza scattarono, puntandole addosso le armi, ma stavolta non diede loro il tempo, né l’opportunità di reagire. Dopo pochi secondi erano tutti a terra a contorcersi e a urlare, pregando che si ponesse fine a quell’atrocità. Scavalcò i corpi, senza badarvi più di tanto, e quando un soldato le afferrò la caviglia, come tutta risposta  si ritrovò una lama gelida conficcata nel polso. Lasciò l’arma lì, proseguendo fino alla tenda che chiudeva il vano della porta e la spalancò, trovandosi davanti una ragazza dai lunghi capelli e dagli occhi castani, che la guardava con aria di sfida. Questa non si sarebbe messa a piangere, né a implorarle pietà. Decise che non avrebbe fatto soffrire nemmeno lei. L’avrebbe eliminata in modo veloce e  indolore, come il ragazzino di poco prima. Dopotutto non erano di certo lì per loro scelta.

-Fatti sotto, sgualdrina!- le urlò la donna, indemoniata, scagliandosi contro di lei con un pugnale sguainato nella mano destra.

Non aprì bocca. La afferrò per il polso della mano in cui stringeva il pugnale, che tirò rasente al suo fianco destro. Le diede una ginocchiata sopra lo stomaco, lasciandole il polso. La donna fece un balzo per allontanarsi da lei e si inginocchiò con il fiato spezzato, ansimando e guardando in cagnesco la ragazzina. Mir la guardava indifferente, come si guarda un pezzo di carne dal macellaio. Perché diavolo si opponeva? Non capiva che avrebbe comunque avuto la peggio? Guardò il punto in cui si era inginocchiata la donna, a un paio di metri da lei. Sotto di quella stava il cerchio alchemico. Un altro cerchio sbagliato. Come diavolo era possibile che fossero così inetti da sbagliare due cerchi su due? Fatti a quel modo non facevano altro che disperdere la maggior parte delle energie. Di nuovo lo stomaco le si strinse. E in più cominciava a salirle la nausea per via dei poteri. Distratta dal cerchio non si accorse che la donna si era alzata, e le stava per balzare addosso. Anzi non notò proprio niente finché non sentì il ruggito di Raxha che la chiamava alle sue spalle e la lama fredda del pugnale che le si piantò appena sopra l’anca sinistra. La reazione fu fulminea. La risposta del suo corpo a quelle situazioni era ormai meccanica, come programmata. Nonostante la ferita che pulsava, la sua mente lucida guidò i suoi movimenti, come un automa. Afferrò il collo della donna  e lo strinse per spezzarle il respiro e evitare che le rigirasse il pugnale nella ferita. La donna cominciò a tossire furiosamente, in cerca d’aria, lasciando la presa sul pugnale per cercare di liberarsi dalla presa della ragazza. Piantò disperatamente le unghie nella mano dell’alchimista, che ingoiò un insulto, concentrandosi sul da farsi.  Azionò il suo potere e lasciò la presa, facendo cadere a terra la donna, che continuava a tossire, piangendo dal dolore. Le aveva bruciato i polmoni. Al momento decise che quella stronza non si meritava la morte indolore che si era prefissata di darle. Bestemmiò per il dolore mentre sfilava il pugnale dal suo stesso fianco, sempre tenendo d’occhio la donna che la guardava, quasi esanime con il volto stravolto dal dolore.

-Mir! Ma che diavolo stavi pensando?! Ti sembrava il momento di farti un viaggio nel paese delle meraviglie?! Razza di cretina!!- ringhiò la tigre avvicinandosi e annusandola, per capire quanto era grave il danno.

-Eh?! Sì lo so, scusa.. mi ero distratta a guardare il cerchio..- rispose la ragazza, premendosi la mano sul fianco offeso, -cazzo!! Che male!! Questa schifosa..- continuò ancora qualche secondo con maledizioni tali da poter dare libera ispirazione al diavolo in persona, prima di calmarsi e sentire un rivolo di sangue che le scendeva lungo la coscia. –Merda!!- sbraitò, raccogliendo da terra il mantello della donna e pulendosi la gamba. Ormai la sua avversaria aveva smesso di dimenarsi.

“Mir!! Tutto bene?! Che cavolo combini stupida!?!” ringhiò Adam nella sua testa.

-Sto bene.. fate poco chiasso per piacere! Mi fischiano le orecchie già di loro!- disse lei, digrignando i denti mentre si sfilava il vestito e lo appoggiava sulla schiena del felino.

“Bene un corno! Lo sentiamo persino noi che ti fa un male cane!!”. Trinidad non aveva intenzione di semplificarle la vita, a quanto pareva.

-Certo che mi fa male, imbecilli! Vorrei vedere voi!- sbraitò girata verso la tigre, che le leccava il sangue che colava dal fianco.

-Tu sei nata proprio sotto una buona stella, bimba!- disse Raxha –non so come, ma non ti ha toccato in nessuna parte vitale! Però è andata a fondo, diavolo.. Ora cerca di non esagerare.. basta con il corpo a corpo! Usa i poteri e scarica su di noi! Dovrai stare a cuccia almeno una mezz’oretta, per lasciarla chiudere!- concluse già pronta alla ribattuta della ragazza.

-Ma quale mezz’ora..- disse l’umana, stringendosi un pezzo del mantello attorno alla vita, in modo da coprire la ferita. –cinque minuti e torniamo in piazza.. non è il caso di stare qui con le mani in mano, mentre non sappiamo nemmeno dove cavolo sono gli alc.. Ah!- disse improvvisamente illuminata da un’idea, mentre prendeva il vestito dalla schiena della tigre, -Ho capito! Ragazzi, non sono disposti secondo cerchi concentrici! Sono piantati sui vertici di un pentagono! Piombano a zona! Sono meno efficaci, ma coprono un’area più ampia!- concluse contenta di aver avuto quell’intuizione.

“Razza di cretina! Pensa a quello sbraco che hai sul fianco! In piazza se la cavano benissimo anche senza di te!” ringhiò nuovamente Adam, spazientito. Che cosa diavolo voleva per stare ferma?! Che le tagliassero una gamba?!

-E piantatela! Ne ho subite di peggio! Non è certo la prima ferita che mi procuro, e nemmeno la più grave! Ora fatevi gli affaracci vostri e cambiate la tela di perlustrazione! Bitte.. alles klar?! (Per favore.. chiaro?)- concluse sarcastica la ragazzina, dopo essersi rinfilata il vestito, che essendo nero, mascherava egregiamente la macchia di sangue. Non che qualcuno avrebbe potuto farci caso, sporca com’era di sangue e polvere altrui.

“Mir, odio dirlo, ma Adam ha ragione, questa, e solo questa, volta. Non è necessario che tu torni in campo subito!” provò a dissuaderla la pantera color della neve, sempre più preoccupato.

-Fate il vostro lavoro, che io faccio il mio! Raxha! Torniamo in piazza!- rispose la ragazzina, che era già tornata nella stanza con i soldati e stava sfilando la sua arma dal polso esanime della sua vittima. –Bleah! L’odore non è di certo migliorato!- biascicò arricciando il naso disgustata. -andiamo!-.

“lo dico a Dragon e a Ray!” tentò l’ultima spiaggia il felino color carbone.

-Provaci e ti trasformo in uno scendiletto!- grugnì la ragazza, accingendosi a salire sulla tigre. Il che le procurò una fitta all’intero fianco, strappandole dalla bocca una fila di turpiloqui da far arrossire Belzebù in persona.

“Ha ragione Ben! Ma che signora!!” commentò la pantera bianca, strappando una risata a Mir e Raxha, mentre Adam borbottava come una pentola di fagioli, infastidito dalla leggerezza dei suoi compagni.

 

Al ritorno in piazza per la seconda volta la situazione non accennava a volgere a favore della marina, i cui soldati ormai combattevano a macchia di leopardo in mezzo al mare di pirati.

Mir si ritrovò vicino a Brook e Franky, che come d’accordo combattevano affiancati.

-Ragazzi come va qui?- chiese infilandosi nel combattimento con delle smorfie che attorno a lei non riuscivano a decifrare, dovute ovviamente alla ferita che tirava sotto alla stoffa del mantello. Decise che forse era davvero meglio usare i poteri e appoggiarsi ai felini, o quel maledetto taglio l’avrebbe lasciata stesa a terra nel giro di mezz’ora. Sentiva la stoffa impregnarsi sempre più, appesantendosi.

-Ehi sorellina! Qui tutto super! I tuoi vecchi sono al top oggi! Fossi in te non mi lamenterei! Ehi, ma.. tutto ok? Mi sembri pallidina!- rispose il carpentiere, difendendola da un colpo.

-Tutto ok! Sono solo stanca! E lui? Come se la passa?- rispose lei, mentre atterrava un marine, bestemmiando per il dolore, e indicando con un cenno del capo il musicista.

-Ora alla grande, anche se fino a una decina di minuti fa era leggermente spompato.. stai lavorando bene, nanerottola! Ah ecco a che ti serviva il tubo! Arma curiosa! Dovresti farla vedere al nasuto! Va pazzo per queste cose!- disse concitato il cyborg, lanciando un marine a mo’ di palla da bowling contro un paio di suoi colleghi.

-Non vi preoccupate, ci stiamo dando da fare! Ah! Ecco Trinidad.. ne hanno beccato un altro! A dopo mutanda tonanate!!- concluse la moretta, allontanandosi quanto più velocemente le fosse possibile verso la tigre.

-Mir! Dove diavolo vai?! Non li hai ancora presi tutti?!- Le urlò dietro il rosso da lontano, sfottendola.

-Vai al diavolo Shanks!!- urlò lei, mentre Trinidad si abbassava per farla salire.

“Come va?!” chiese mentalmente la pantera, mentre partiva lentamente verso il suo secondo strike.

-Male! Non posso muovermi come vorrei! Pazienza.. speriamo di concludere tutto entro una mezz’oretta. Non so quanto ancora potrò correre su e giù.. diamoci una mossa ragazzi.. vi prego!- rispose bestemmiando mentalmente per il dolore che la cavalcata le procurava ad ogni balzo dell’animale.

-Tranquilla, sono messi sicuramente secondo il tuo schema.. Raxha ha già trovato il quarto, abbiamo spedito Adam all’opposto di dove stava per cercare l’ultimo.. ah ah!! È incazzato come una iena!- disse il felino, sollevandola decisamente di morale con la notizia che di lì a poco avrebbero potuto chiudere quel capitolo. 

Erano di nuovo immersi nel silenzio, troppo lontani dalla piazza per sentire le urla del tumulto. Si fermarono davanti ad un palazzo alto, malandato come i precedenti. La pantera si stese per agevolare la discesa della padrona, che comunque non si risparmiò di maledire il cielo per via del dolore dovuto alla ferita.

-Trinidad, ascolta!- disse lei, fermandosi davanti alla porta, prima di entrare.

-Uhn? Cosa?- rispose il felino, tendendo le orecchie, -io non sento nulla.- concluse dopo qualche secondo, mentre la ragazza guardava in alto, verso le finestre chiuse dei palazzi e delle case attorno a loro e lungo tutta la via.

-Appunto! Non ti sembra strano? Insomma.. in piazza c’è un finimondo, in giro per le strade non c’è un’anima viva, né civili, né militari. Persino il porto era sguarnito.. che abbiano sgombrato la città?- mugugnò l’umana, tornando verso la porta e aprendola con una mano mentre con l’altra si premeva il fianco. Stavolta, inaspettatamente i militari erano meno rispetto alle altre due scorte, e direttamente nella stanza principale.

-Ah! Cavolo!- mormorò l’alchimista, trovandosi davanti ai marines, che senza preavviso fecero fuoco sui due estranei. –merda!- ringhiò, buttandosi a terra verso l’esterno, sulla destra della porta, mentre i proiettili sfrecciavano, colpendo i battenti della porta o volando fuori dal vano lasciato libero anche dal felino, che era balzato dall’altro lato rispetto alla padrona. –Ma che razza di accoglienza!-.

-Devono avere ricevuto comunicazione che qualcuno sta attaccando gli alchimisti! Erano pronti al contrattacco!- soffiò la pantera, abbassandosi per evitare i colpi che ruppero la finestra  sopra la sua testa, inondandolo di schegge e frammenti di vetro. Dall’altro lato della porta, Mir raccolse un po’ del sangue che aveva ricominciato a colarle lungo la gamba, per via del movimento troppo brusco. Appoggiò la mano sul muro, lasciandone un’impronta rosso vermiglio. Non appena si staccò dal muro un cerchio si delineò velocemente sull’intonaco scalcinato.

-Spostati più lontano!- Appena concluso, l’alchimista battè le mani una volta, per poi appoggiare la destra sulla parete. Al tocco della ragazza, ci fu un’esplosione rivolta verso l’interno della casa, che distrusse l’intero muro. Macerie, calcinacci, vetri e pezzi di trave vennero violentemente scagliati nel ventre della stanza, travolgendo tutto e tutti. Non appena la nube di polvere si diradò, portata via dalla corrente poterono esaminare il risultato. I soldati presenti all’interno erano stati completamente sotterrati dai detriti. In fondo allo stanzone, impolverato e in guardia stava un uomo, che era stato solo sfiorato dall’onda d’urto dell’esplosione.

-Tu! Io ti conosco! Sei sola?! Tsk! Era ovvio che ci foste di mezzo anche voi.. Da Adamo in poi non c’è stata malefatta nella quale una donna non abbia messo lo zampino! - chiese l’uomo, alzandosi astioso e camminando verso la ragazzina, che ancora guardava schifata l’interno dell’edificio.

-Uff.. un’altra bettola fatiscente!- disse la ragazzina, rivolta alla tigre, che le stava un passo indietro. –Uhn? Che vuoi tu, scusa? Fatti i cavoli di casa tua! Non ti interessa sapere con chi sono. E poi chi diavolo sei?!- rispose poi all’uomo, che si era fermato a un paio di passi da lei. La sovrastava di almeno trenta centimetri.

-Anche Dragon è qui?!- chiese furioso, coprendo al distanza tra loro e afferrandola per il polso sinistro. –Che diavolo pensate di fare?!- sbraitò strattonandola.

-Che ne sai tu di Dragon?!- chiese la ragazza, digrignando i denti per il dolore, mentre il sangue ricominciava a scenderle lungo la gamba, avendo ormai impregnato la fasciatura di fortuna. La pantera dietro di lei ringhiò rumorosamente, calmandosi solo ad un gesto della ragazza.

-Bene bene!!- ghignò l’uomo, osservando il sangue, che gocciolava sul pavimento polveroso. –E così siamo feriti eh?! Vediamo un po’, cosa devo fare con te?- chiese guardandola negli occhi. Era abituata a ricevere sfide di quel genere. Alzò la testa e ricambiò lo sguardo furente dell’uomo, finchè un calcio proprio sul fianco ferito non le fece mancare la forza d’appoggio sulle gambe. Sarebbe crollata a terra, se quell’uomo non l’avesse trattenuta per il polso. La ferità subì un’ulteriore strappo, essendo la ragazza praticamente appesa per il braccio, che tirava l’intero fianco.

-Mir!!- ruggì il felino dagli occhi smeraldo, pronto a scattare nel giro di un secondo.

-Tsk! Allora?! Ti sei divertita con Ludwig eh?! Era solo un ragazzino!- gridò compiaciuto l’uomo, lasciandole il polso e facendola cadere a terra. La ragazza strinse  i denti per il dolore, portandosi una mano sul fianco e sentendo il liquido caldo colarle sulla pancia. Capiva poco e niente di quello che quell’uomo le stava gridando. I rumori attorno a lei erano ovattati, la vista le si annebbiava. Percepì con chiarezza solo il nome di quel ragazzino. Ludwig. Non moriva certo dalla voglia di saperlo. Sapeva benissimo anche senza quel commento irato che non era stata per niente umana in quello che aveva fatto. Quel nome l’avrebbe perseguitata per mesi. Alzò gli occhi per vedere l’uomo, che si chinò per raccogliere una sciabola. Inspirò profondamente, sforzandosi di mettersi a sedere sulle macerie.

-Bisogna fare quel che bisogna fare! Il guaio della guerra moderna, è che non dà a nessuno l’opportunità di uccidere la gente giusta! Comunque puoi stare tranquillo, non ha sofferto, se questo ti può consolare.- rispose strafottente, guardando il suo stesso sangue scivolare sui calcinacci sotto di lei.

L’uomo si girò di scatto verso di lei. Evidentemente non aveva gradito il sarcasmo della ragazza. –Potrai chiederglielo di persona! Stai per andare proprio dove hai mandato lui!- disse riavvicinandosi a gran passi verso di lei e alzando la sciabola, pronto a menare il fendente. La ragazza accentuò l’espressione sfrontata che aveva sul viso.

-Non perdo mai l’occasione di imparare a morire!- Mir sospirò, chiudendo gli occhi. Nonostante facesse la splendida, quel dolore non le stava facendo capire più nulla. Le orecchie  le battevano come dei tamburi. Il rumore della sciabola che fendeva l’aria non lo sentì neppure. Ma nemmeno si preoccupò di guardare cosa succedeva. Un secondo prima che il fendente partisse aveva sentito Trinidad muoversi dietro di lei. Con un balzo fu addosso all’uomo, buttandolo a terra e letteralmente dilaniandolo con gli artigli.

-Basta così Trinidad! È morto, non vedi?!- disse riaprendo gli occhi dopo qualche secondo, fermando il felino che ancora si accaniva nervoso contro il corpo inanimato.

-Grrr.. come stai?!- chiese la pantera, tranquillizzandosi leggermente e avvicinandosi alla ragazza. Di quel passo la ferita non si sarebbe mai richiusa. Rischiavano davvero di farla crollare in un quarto d’ora. Per quanto potesse essere resistente, era pur sempre un essere umano.

-Tutto ok.. ma ho bisogno di un attimo prima di andare a prendere il quarto..- mormorò la ragazza, respirando profondamente. Forse anche più di un attimo, pensò. Le orecchie non la volevano smettere di fischiare.

“Ma si può sapere che cazzo state combinando!? Cos’è?! Non avete mangiato abbastanza o siete solo rincoglioniti oggi?!” ringhiò inferocito Adam, rivolto a Raxha e Trinidad. “com’è possibile che abbiate lasciato che prendesse due colpi del genere?! Vi volete svegliare o aspettate che la ammazzino?!”. Era decisamente fuori di sé dalla rabbia.

-Calmati Adam!- sussurrò l’alchimista, -non è colpa loro! Sono io che sono distratta! Trinidad per favore cercami della stoffa pulita..- disse poi rivolta alla pantera sulla quale aveva nuovamente appoggiato il vestito, mentre si puliva alla bell’e meglio il sangue di dosso.

“Non dirmi di calmarmi! Come faccio a calmarmi se ‘sti due lasciano che ogni stronzo che ti trovi davanti ti mandi Ko!? Non pretendo mica la luna! E tu cerca di stare con i piedi a terra! Voglio riportarti a casa viva, dannazione!” sbraitò sempre più nervoso il felino color della pece.

“Di’ un po’ hai per caso voglia di discussioni, micino!?” sbottò Raxha spazientita dalle scenate del compagno. Sapevano benissimo anche loro che non erano stati abbastanza attenti, data la situazione in cui si trovava Mir, ma di certo la ramanzina di Adam a questo punto non risolveva nulla.

“E se lo sapete perché diavolo non fate più attenzione!?” ruggì la pantera nera, sentendo i suoi pensieri involontariamente.

Mir  capì al volo di doversi dare una mossa. Adam nervoso era incontrollabile, presto avrebbe fatto innervosire anche gli altri due, soprattutto Trinidad. Lei faticava a reggersi in piedi, non sarebbe di certo durata più di un’altra ora. Dovevano muoversi a sistemare gli alchimisti e tornare in piazza. Di li a poco, sarebbero sicuramente scesi in campo i Sette e i tre Ammiragli, e a quel punto, volenti o nolenti, e soprattutto dolenti, il loro aiuto sarebbe stato indispensabile. Invece quei tre stavano lì a discutere. Quella battaglia doveva chiudersi nel giro di una mezz’ora. Basta con i giochi.

-Ora basta, ragazzi, finitela! Diamoci una mossa! Ormai non c’è più tempo. Il prossimo lo seppellisco con tutto il palazzo dove sta, non voglio nemmeno vederlo in faccia.- disse mentre il nome Ludwig le vorticava in testa. –Dobbiamo muoverci, per davvero stavolta. Tra un po’ in piazza i giochi si fanno duri e fine delle fesserie. Adam! L’hai trovato l’ultimo?- chiese poi rivolta al felino, mentre si rifasciava con la stoffa che Trinidad le aveva portato e si rimetteva il vestito, trattenendo ulteriori bestemmie.

“…” il felino nero non rispose.

“Bè?! L’hai trovato o no?!” ripeté Trinidad, che ormai si era lasciato trasportare dal nervosismo del  compagno.

“No! È nascosto bene, diavolo!” ringhiò Adam, digrignando i denti.

-Ok! Allora tu continua a cercarlo. Trinidad! Andiamo da Raxha, che sta aspettando, intanto!- disse la ragazza, mentre si avviava insicura sulle gambe verso l’uscita, -Ah! E piano con la galoppata, per piacere!- sorrise verso la pantera bianca, che le rispose sospirando con aria preoccupata. Quella sciocca si reggeva a malapena in piedi, che diavolo le passava per la testa!? Era talmente fiaccata che persino i suoi pensieri erano confusi, intricati e sconclusionati. Bisognava avvertire qualcuno. Qualcuno che la aiutasse.

-Non ci provare, guarda che non sono così rintronata da non sentirti, sai?!- rispose la ragazza ai suoi pensieri, mentre usciva all’aria aperta e respirava a fondo.

-Mir, porco mondo! Quando la pianterai di voler fare sempre tutto tu?! Lascia che avvertiamo almeno Mihawk!- si infervorò il felino, abbassandosi accanto a lei per lasciarla salire.

-Ho detto di no! Muoviamoci, dobbiamo tornare in piazza in fretta!- rispose seccata lei. Era nervosa. La ferita le faceva un male cane e in più non riusciva a pensare limpidamente. Cos’era? Cos’era quel pezzo che le mancava? C’era un collegamento che saltava, ma quale? Sentiva che aveva tutti i pezzi per capire, ma perché non riusciva a fare il salto del fosso? E in più quel dannato nome le ronzava nelle orecchie fastidioso. Ludwig. Le lacrime del ragazzino le poteva sentirle ancora chiaramente sulla sua spalla, mentre Trinidad trottava adagio verso la prossima meta. “Vittima” si corresse mentalmente, ripensando al ragazzino.

-E piantala! È morto seguendo il suo credo! L’essere umano è sempre pronto a morire per una causa, purché essa non gli sia ben chiara..- tentò il felino, lui stesso poco convinto.

-Non farmi ridere! Ma quale credo e causa. È sempre lo stesso discorso di quando scappavo dai cacciatori di taglie. Non scelgono loro di essermi davanti, gli viene ordinato!- rispose acida lei. –Piuttosto.. quanto manca?- chiese poi, guardandosi attorno. Ancora nessuno in giro. –Che cazzo succede su quest’isola maledetta?!- borbottò infastidita. Sapeva che c’era qualcosa che doveva assolutamente capire. Il suo campanello d’allarme era praticamente infallibile.

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Capitolo 15
*** kapitel funfzehn ***


-Ci siamo quasi, senza passare dalla piazza ci abbiamo messo di meno.. questo è il penultimo. Poi manca solo quello che piomba strettamente la zona del patibolo.- rispose la pantera, rallentando il passo. –Ecco Raxha!- sospirò. Non sapeva più che pesci prendere. Temeva che l’alchimista crollasse da un momento all’altro.

-Bene! Al diavolo! Giuro che questo non lo voglio nemmeno vedere, lo mando giù tutto intero.. non ce la faccio con un altro corpo a corpo adesso. Raxha, quanti sono là dentro?- chiese scendendo lentamente dalla sua fiera. Un altro palazzo malandato, di tre piani, stavolta. Le imposte sgangherate delle finestre non lasciavano passare alcun suono. Se lì dentro c’era qualcuno, era di sicuro in attesa dell’attacco.

-Nove guardie, più lui..- rispose cauta la tigre. Sospettava già cosa avrebbe combinato quell’irresponsabile.

-Nove.. ottimo.. sono più che sufficienti..- sussurrò l’umana cercando il massimo della concentrazione che le era possibile raggiungere in quel momento. –OK! Achtung, ich gehe..- disse poi battendo le mani, mentre i due felini si allontanavano da lei e dal palazzo. Una folata d’aria leggera si mosse attorno alla ragazza, sollevandosi verso l’alto e smuovendo l’orlo della gonna leggera. La terra tremò per un istante, poi il frastuono di assi spezzate e vetri infranti riempì l’aria, ghiacciando i due felini sul posto, preoccupati che anche la padrona venisse inghiottita da quello che lei stessa stava combinando. Ancora nulla si mosse per qualche secondo. Poi, straordinariamente, l’intero edificio cominciò ad accasciarsi su se stesso, ingoiato dalle sue stesse fondamenta. Un leggero odore di bruciato pervase l’aria tutt’attorno a loro. Non capirono da dove arrivasse finchè non videro un incendio divampare tra le macerie. Il modo in cui quella ragazzina sfruttava quel potere era allucinante persino per loro, che ne conoscevano tutti gli aspetti, anche quelli più reconditi. Tutto quello spettacolo si stava consumando come chiuso in un cilindro di vetro: né le scintille, né le ceneri arrivavano alla ragazza o ai due animali. Nel giro di un minuto, tutto davanti a loro ardeva tra le fiamme, che proiettavano la loro luce rossastra sul viso spento della ragazza. Non era amante delle focarine. Non lo era più stata da quel giorno. L’odore della carne bruciata, inconfondibile per lei, arrivò alle sue narici, ben distinto da tutto gli altri, nauseandola fin nel profondo dei sensi.

-Andiamocene.. in piazza ci aspettano..- disse avvicinandosi ai felini. –Forza, ragazzi! Stare a guardarlo non lo riporterà in piedi!- ormai anche la voce tremava, nello sforzo di restare in piedi sulle sue gambe. –Speriamo che Adam faccia in fretta.. porco maiale, che dolore! Spero che brucino nel loro dannato inferno, quei due maledetti..- soffiò poi, salendo sulla schiena della tigre, sulla quale faceva meno fatica a stare, date le dimensioni ridotte rispetto al compagno, mentre un’alta colonna di fumo si stagliava nel cielo soleggiato della mattina.

 

 

Intanto nella piazza anche gli ultimi inibiti dall’azione degli alchimisti avevano ripreso a combattere al meglio. L’unica zona off limits restava il patibolo, con la platea, a cui nessuno si avvicinava. Sebbene Rufy morisse dalla voglia di salire lassù, capiva bene che era meglio liberarsi prima dei marines a terra, e poi salire. Certo, i tre ammiragli lo preoccupavano: avendo testato sulla propria pelle il  potere di Aokiji, gli altri due non dovevano essere da meno. Ma sti cavoli.. ci avrebbe pensato una volta lassù. Per ora continuava a tenere d’occhio i suoi compagni, lottando vicino a loro, che nel frattempo si erano riuniti a combattere tutti più o meno nello stesso punto, spalleggiati da quei quattro titani e dalle loro ciurme. Zoro, dal canto suo, era distratto e continuava a guardare la platea dietro al patibolo. Comprensibile.. Dopotutto, anche se inerme come un sasso, il suo “mostro sacro” stava comodamente stravaccato sulla sua poltrona di velluto, totalmente indifferente all’inferno che si era spalancato ai suoi piedi. Un marine lo colpì quasi, se non fosse stato per l’intervento del cuoco, che richiamò gentilmente l’attenzione dello spadaccino sulla terra.

-Ehi sappiamo che la testa ti serve solo per reggere quell’aiuola di erba gatta, ma ti dispiace riportarla sul collo?! Non sono mica qui per proteggere te, razza di cretino patentato!!- gli sbraitò amorevolmente dietro il biondo, scalciandolo però a sua volta nel sedere.

-Ehi!? Ma che cavolo ti prende, razza di pervertito! Cos’è le tue sopracciglia girano tanto da farti perdere il lume della ragione?! Che diavolo hai da scalciare!?- rispose stizzito il verde, puntando le lame contro il cuoco.

-Prego?! Ripeti se hai il coraggio, microcefalo!!- sbraitò il cuoco, indemoniato dalla poca riconoscenza del compagno.

-Micro.. che?!- domandò perplesso lo spadaccino, interdetto da quello che intuì essere un insulto, di cui, però, non colse esattamente il significato.

-Pietà..- mugugnò il cuoco, stupefatto ancora una volta dell’ignoranza dello spadaccino, -sto parlando nella valle dell’eco o è la tua testa che rimbomba?!- chiese sconsolato, scuotendo la testa. –Mi faranno santo un giorno di questi!- mugugnò verso la cartografa.

-Non potrebbero mai, mezza sega.. per metterti l’aureola ti ci vorrebbe per lo meno la testa!- rispose l’ex cacciatore di taglie, fendendo un colpo contro uno dei pochi marine rimasti.

-Ehi!- si adirò il cuoco, -E' una caccola o l'ultimo frammento di cervello che ti era rimasto, quello che ti è appena uscito dal naso?- domandò, soddisfatto dalla faccia infuriata del compagno di schermaglie.

-Ti spacco!!- grugnì il verde buttandosi addosso al cuoco, con cui cominciò la solita zuffa.

-No, ma dico.. se le danno tra loro?!- chiese Shanks, rivolto al suo piccolo emulo, nonché loro capitano. Ormai il rosso era fermo, attendendo che i suoi finissero di sistemare gli ufficiali rimasti.

-Uhn?! Ah.. sì.. ma tra un po’ la smettono.. ci pensa Nami!- rispose quello, quasi non facendo caso alla rissa in corso, tanto gli era familiare.

-Nami?! Chi, la ragazzina?! E come pensa di fermare quei due tornadi?!- chiese Dragon, fermo accanto al rosso, mentre la cercava con lo sguardo.

-Ora lo vedrete.. eccola che arriva!- disse Robin, accanto a loro, indicando la testa rossa della navigatrice avanzare verso di loro in mezzo alla folla. –Tre, due, uno..- SDENG! SDENG!

-Mi avete rotto l’anima voi due!! Vi pare il momento?! Se l’ignoranza volasse, vi darei da mangiare con la fionda!! Vedete di piantarla! Razza di somari calzati e vestiti!!- urlò la rossa ai due tumefatti compagni.

-Certo, mio delicato bocconcino!!- cinguettò il cuoco riprendendosi all’istante.

-Delicato bocconcino?- chiese scettico il rosso, con una bella goccia che gli scendeva dalla testa, mentre Dragon si sbellicava dal ridere al suo fianco.

-Certo! La mia stella polare, il mio zenit e il mio nadir, la mia alfa e la mia omega! Bè, i gusti sono gusti!- disse il biondo, estasiato dalle sue stesse parole.

-Come disse il gatto leccandosi il culo!- commentò lo spadaccino, riassestandosi dopo il knock out tecnico subito dalla rossa.

-Cosa?! Non ti è bastato?!- grugnì il cuoco, afferrando il compagno per la maglietta, che ricambiò all’istante il gesto. Il battito nervoso del piede di Nami sul lastricato li fece voltare subito.

-Eh eh.. sei sporco qui..- disse nervosamente Zoro spazzolando con la mano il bavero del cuoco, imitato dal biondo. Per questa volta avevano evitato il bis.

-Ah ecco.. mi pareva! Pensavo quasi che vi steste per accapigliare di nuovo..- ghignò la rossa con un sopracciglio alzato. Quei due idioti erano incorreggibili.. ma come si dice.. tutto cambia, se tutto resta uguale.. sorrise soddisfatta a quel gesto che interpretò come bandiera bianca. Solo che ormai.. ormai un dubbio si era fatto strada nella mente attenta della ragazza. Forse cominciava a capire le occhiate dubbiose che l’alchimista aveva lanciato così spesso al patibolo quella mattina.

-Ragazzi, Robin.. sentite..- cominciò titubante, preoccupata di allarmare i suoi compagni per un nonnulla. –Sto pensando una cosa..- continuò non appena i tre le diedero attenzione, capitano compreso, che aveva appena smesso di sghignazzare dopo il round da lei vinto. –Questi avrebbero dovuto essere per lo meno forti come quelli che abbiamo  incontrato a Enies Lobby, no?- chiese cautamente, mentre anche il resto della ciurma si avvicinava per pianificare l’attacco al patibolo.

-Uhm? Bè, sì, mio pasticcino..- rispose sanji, senza capire dove volesse andare a parare la navigatrice.

-Non vi sono sembrati un po’.. come dire..- tentennò, in cerca della parola più azzeccata.

-Debolucci?- concluse l’archeologa, al posto suo. Anche lei era stata colpita dallo stesso pensiero. La rossa annuì.

-Insomma.. l’altra volta ci hanno fatto patire parecchio, ci siamo salvati per miracolo.. non so.. c’è qualcosa che non mi convince.. io..- spiegò la navigatrice, guardando i suoi compagni, che la ascoltavano silenziosi, in mezzo alle urla e ai botti che ancora riempivano la piazza.

-Non ti preoccupare, testolina rossa!- intervenne Shanks, che poco distante da loro, con Dragon, aveva intercettato il discorso. –siete migliorati dall’ultima volta. Per non dire poi, che la compagnia è decisamente superiore a qualsiasi cosa abbiate potuto avere laggiù!- gongolò, da bravo sbruffone qual era. Rufy rideva allegramente, mentre Zoro continuava a guardare la platea, come d’altronde Robin continuava a tener d’occhio il patibolo. Sanji e gli altri soppesavano attentamente i timori delle due ragazze.

-Non ti far prendere dal disfattismo di Mir! È così pessimista!- aggiunse tranquillo il rivoluzionario, sorridendo con lo stesso sorriso ebete del figlio. Anche se non sarebbe sembrato a prima vista, era veramente sveglio. Aveva tenuto d’occhio tutti loro, anche durante i combattimenti. Aveva notato che lei, e non solo lei, teneva come punto fisso l’alchimista, osservando le sue mosse per capire che succedeva attorno a  loro.. non che sbagliassero. In fondo quella ragazzina era davvero affidabile e lui stesso lo sapeva bene. Le avrebbe affidato la sua stessa vita. Anzi, di più. Le avrebbe affidato la vita di suo figlio.

Nami sorrise, leggermente rincuorata dall’aver capito che erano davvero sotto l’ala protettiva di quei mostri del mare. Seguì lo sguardo dei compagni, indecisa sul da farsi. –Come facciamo? Chi lo tira giù da lì?- chiese all’aria, sapendo che tutti la ascoltavano. Una vena cominciò a pulsare sulla sua tempia quando notò il palloncino che si gonfiava e sgonfiava ritmicamente attaccato al naso dell’uomo che dovevano salvare.. come diavolo aveva fatto a addormentarsi in una situazione del genere?! Ma erano tutti dementi in quella famiglia?!

-Ci penso io, Fratello! Cola cann..- rispose Franky, puntando il suo micidiale cannone contro il patibolo.

-Fermo idiota!!-urlò Nami, spostandogli il braccio con uno schiaffo, -non lo dobbiamo accoppare Ace! Lo dobbiamo tirare giù vivo! Ma che hai in quel cervello? Apri le paratie, razza di scatola di sottaceti!!- sbraitò. Ma dovette interrompere la sua lista di insulti, distratta dal fragore di qualche palazzo che crollava in lontananza. –Che hai fatto, deficiente!?- urlò con i denti da squalo verso il carpentiere.

-Ehi, guarda che io non centro, sai!- sbotto il cyborg, agitando la mano davanti alla faccia.

-Usopp!! Sei stato tu?!- indirizzò la strigliata verso il cecchino.

-Ma sei matta?! Come avrei potuto fare da quaggiù, secondo te?! Certo, nonostante persino i palazzi tremino nel sentire il terrificante nome di Capitan Usopp, spauracchio dei mari, stavolta non centro!- rispose il nasuto, pavoneggiandosi.

-Mitico Usopp!!- gridò estasiato il medico, perso nei racconti del compagno.

-Ma non lo capisci che ti prende in giro?!- sbraitò la rossa, -non vedi che per le bugie che dice, ha il naso così lungo che se nasceva pecora moriva di fame?!- continuò, tirando il cecchino per il naso.

-Che? Ma se ho il nasino alla francese?!- rispose piccato il sedicente vice capitano.

-Ma per favore! Se faranno una moneta con il tuo profilo dovranno metterci il manico!!- rispose Sanji, facendo scoppiare la ridda di battutacce sull’appendice del cecchino. –Piuttosto.. che diavolo succede laggiù?- chiese stoppando il gioco, mentre osservava una colonna di fumo nero che tagliava il cielo azzurro. I ragazzi si guardarono tra loro, per poi girarsi verso i due più anziani, che, raggiunti dal Re Oscuro, guardavano in silenzio il fumo alzarsi sempre più denso. Le loro facce si fecero meno allegre. Quando si accorsero che i giovani li stavano guardando il sorriso ricomparve però in un baleno, tentando di illuminare nuovamente i loro volti.

-Oh, non vi allarmate! Sarà sicuramente opera di Mir!- rise il più vecchio, facendo scintillare la montatura degli occhiali alla luce del sole. Quel mezzo teatrino non bastò ad ingannare i ragazzi però. Le loro facce quando pensavano di non essere visti la dicevano molto lunga, affondando quelle parole come barchette di carta nell’acqua.

-Che succede laggiù?- domandò lo scheletro, che non conoscendoli nemmeno di fama, non aveva alcuna soggezione di quei tre uomini.

-Dragon, che diavolo combina la tua ragazzina?!- la voce di Barbabianca, possente e profonda, alle loro spalle, li fece sobbalzare.

-E che ne so.. si sarà trovata in fallo e avrà dovuto calcare la mano con  i suoi poteri..- rispose vago il rivoluzionario, evidentemente in pensiero per quella colonna di fumo.

-Già.. dopotutto, l’abbiamo mollata da sola.. ma non vi preoccupate, è forte come un cinghiale!- disse il rosso, cercando di sollevare Rufy e la sua ciurma da quel pensiero.

-Sono già qui?! Trinidad ha detto che c’erano quasi!- il ringhio possente di Adam li fece voltare tutti. Si guardava attorno nervoso, continuando a passeggiare avanti e indietro.

-Adam! Allora? A che punto siete?! Che diavolo combinano laggiù?- chiese il rivoluzionario, sollevato.

-Uhm?! Bene, tutto bene.. ci manca l’ultimo.. ma l’ho trovato.. voi?! A che state? Ah, eccoli!- chiese con una smorfia sul viso sfregiato, osservando i pochi combattimenti ancora in corso, per poi spostare lo sguardo sul trio che ormai era a pochi metri da loro. Dannazione, dovevano muoversi. Era messa sempre peggio. Un ringhio sommesso riempì la sua gola.

-Qui tutto sotto controllo, cadono come foglie!- rispose il rivoluzionario, sgravato dal pensiero della situazione della ragazza. Sollievo che durò ben poco. La guardò per un secondo. Qualcosa non andava, sembrava persa tra le nuvole. Anche Shanks, Rayleigh e Barbabianca ebbero la stessa impressione. La conoscevano da anni ormai, ed erano certi di una cosa. Quell’espressione poteva voler dire solo due cose: o ne aveva combinata una delle sue, o qualcosa non le tornava. Rufy e i ragazzi, dal canto loro notarono solo che la sua pelle candida ormai aveva assunto il colore della neve.

-Che hai detto?!- la voce bassa e stanca di Mir che scendeva lentamente dalla tigre colpì il poker di assi del mare come uno schiaffo in pieno viso. Qualcosa non andava. Qualcosa di grosso.

-Ho detto che cadono come foglie!- rispose cauto Dragon, guardando attentamente ogni singola mossa della ragazza.

-Non dire idiozie! Sono tutti ufficiali maggiori! Come è possibile che vengano giù con un soffio di vento?! Rufy? Che mi dite voi? Come vi sembrano?- chiese conferma al capitano di gomma.

-Ha ragione lui.. anche Nami e Robin l’hanno notato! Li tiriamo giù come niente! Guardati attorno.. ormai abbiamo quasi finito!- rispose il ragazzo, alzando le spalle. La sua ciurma annuì, a conferma di quello che aveva appena detto. Le due donne la osservavano, indecise sull’interpretazione della sua faccia.

La ragazza si guardò attorno spaesata. Le idee in testa le frullavano veloci come fulmini. Che diavolo succedeva in quell’isola?! Ludwig. Cerchi sbagliati, ufficiali di spessore inconsistente, nessuno per le strade della città. Ludwig. Calma piatta sul patibolo e in platea. Ludwig. E che diavolo era sto Ludwig che le ronzava in testa?! Le immagini scivolavano, senza che lei riuscisse ad afferrarle o a fissarle per ragionarci su. La ferita pulsava, le orecchie rimbombavano, la vista le giocava rutti scherzi. Il panno ricominciava a far sentire il suo peso, e non era sicura che sarebbe rimasta in piedi se avesse staccato il braccio dalla schiena di Raxha. Si sentiva le gambe di pastafrolla.

“Mir, rispondi dannazione! Così se ne accorgono subito!” la voce di Adam nella sua testa la fece tornare di botto al presente.

-Cc..cosa hai detto, scusa? Ero distratta..- chiese come risvegliandosi, abbozzando un sorriso verso il suo capo.

-Distratta, eh?- chiese il rivoluzionario, scuro in viso, guardandola negli occhi. –Ho chiesto cosa è successo laggiù..- ripetè indicando col capo la colonna di fumo, senza però distogliere lo sguardo. Tutti attorno a lei la guardavano, chi in attesa della risposta, chi, come Shanks, Ray e Barbabianca, analizzandola attentamente. Chiaramente quei quattro si erano accorti che non era propriamente da definire in forma.

-Ma niente! probabilmente li avevano avvisati che qualcuno stava attaccando gli alchimisti.. erano pronti al contrattacco e ci hanno presi in castagna.. ah ah..- rise rispondendo. Ma questa volta tutti, Rufy compreso, si accorsero che qualcosa non andava. Lo spasmo di quella risata forzata le aveva provocato una fitta più forte del solito. Non era la solita risata soave, ma una specie di cigolio stridente. Se ne accorse anche lei stessa. Faceva fatica a controllare la voce, ormai. Era quasi l’urlo del suo corpo quello che le era uscito dalla bocca. Gli sguardi divennero inquisitori e preoccupati.

-Che diav..- cominciò il rivoluzionario, muovendo un passo per avvicinarla.

-Andiamo Mir, non c’è tempo da perdere.. abbiamo quasi finito! Muoviamoci!- lo interruppe la pantera nera nervosamente, frapponendosi tra loro e abbassandosi per far montare la padrona. Che seguì velocemente l’imboccata del felino, salendo traballante sulla sua schiena. –Facciamo in un batter d’occhio!- concluse poi alzandosi.

-Ma Mir!- gracchiò preoccupato il piccolo medico peloso arricciando il naso. Tutti si voltarono a guardarlo -non dovresti! Tu sei..- lo sguardo implorante della ragazza, mentre tutti le davano le spalle, gli fece morire le parole in bocca. -… in.. in ritardo! Avresti già dovuto finire!- deviò la renna. Ormai la frase l’aveva cominciata, in qualche modo doveva pur finirla. Non capiva però, perché volesse nascondere quella ferita. Lui poteva sentire chiaramente l’odore del sangue vivo addosso a lei.

-Hai ragione.. vedrò di mettermi a pari..- sorrise lei, ringraziandolo con lo sguardo. –Ragazzi voi state qui.. casomai avessero bisogno di qualcosa!- disse poi rivolta agli altri due felini. -Andiamo, Adam! Hai sentito? A quanto pare rallentiamo la tabella di marcia!- spronò la pantera nera. Che partì spedita, per rallentare poi non appena fuori dalla piazza.

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Capitolo 16
*** Kapitel Sechzehn ***


-Che diavolo le prende?- domandò Barbabianca, appena la ragazza lasciò la piazza.

-Bè noi andiamo a vedere se possiamo renderci utili in qualcosa!- bofonchiò la tigre bianca, pressoché  volatilizzandosi in mezzo alla folla, seguita a ruota dalla pantera.

-Ehi! Voi due! Dove scappate! Tornate subito qui! Ehi! Lo so che mi avete sentito!- urlò all’aria Rayleigh, cercando di trattenere le due belve, speranzoso di ricavarne qualche informazione.

-Ehi, calmati o ti farai saltare le coronarie!- lo richiamò il rivoluzionario.

-Cosa? Ma che diavolo, ti piglia, anche a te?! Stava chiaramente nascondendo qualcosa! E avrà chiesto anche a loro di non parlarne! Hai visto come si sono dileguati?!- insorse il rosso, in aiuto del vecchio re oscuro.

-Lo so, che credi!- sbottò il ricercato numero uno al mondo, lasciando trapelare tutto il suo nervosismo. –Ma se lei ha chiesto loro di non parlare, quelli tengono la bocca chiusa! Però….- continuò lentamente voltandosi alla ricerca del medico dal naso blu. –Tu! Tasso! Tu sai cos’aveva, vero?!- chiese al piccolo interrogato. Un brivido corse lungo la breve schiena della renna. Quell’uomo era davvero troppo attento ad ogni minima cosa. Tutti si voltarono a guardare il piccolo animale parlante.

-I..io? no no.. non so a cosa si stia riferendo!- rispose tremulo il medico, cercando di ostentare indifferenza.

-Chopper, dai! Ce ne siamo accorti tutti!- lo esortò il cecchino, affianco a lui.

-Yohoh.. già.. non sei un granché a bugie!- aggiunse lo scheletro.

-Ragazzi.. io… non so se.. insomma.. lei non vuole che dica niente..- disse incerto, guardando uno per uno i componenti di quella piccola folla attorno a lui, fino a fermarsi sul suo capitano.

-Se non vuole dirlo..- disse Rufy con un’alzata di spalle. Ma la curiosità, mischiata ad una leggera preoccupazione per quel volto pallido che l’alchimista aveva mostrato loro, dicevano tutt’altro, stampando sul suo viso un’espressione oscenamente decifrabile.

-Cretino! È ovvio che nascondeva qualcosa di grosso! Forse ci sono complicazioni con gli alchimisti! Dobbiamo sapere queste cose!- sbottò Nami al suo fianco.

-Ma Nami!- protestò la renna.

-Ha ragione lei, Chopper! dobbiamo sapere che succede in giro!- disse Sanji, dando man forte alla navigatrice. –potrebbe aver bisogno di una mano, e non dice niente per non disturbarci! Che dolce zuccherino!!- degenerò poi, nonostante le buone premesse di serietà iniziali.

Il medico guardò insicuro attorno a lui. –Per essere, bisogno di aiuto ne ha.. ne ha eccome.- disse guardando il pavimento lastricato della piazza. Tutti addrizzarono le orecchie in attesa del seguito. Guardò il rivoluzionario, che capì al volo dove stava il problema. –Ma non per quello che pensate voi!- concluse, sentendosi subito in colpa per aver tradito la fiducia della ragazza.

-E questo che significa?- chiese Zoro, che per una volta ci aveva capito come tutti gli altri, e cioè un’emerita cippa.

-E’ ferita?!- chiese il rivoluzionario, stringendo i pugni sotto al mantello. La renna annuì. –Come fai tu a saperlo?- chiese poi soffiando aria dal naso.

-Lui è il nostro medico di bordo! Se lo dice è sicuramente così!- rispose Rufy al posto suo. La fiducia nelle abilità di Chopper era assoluta, sia da parte sua, sia da parte della ciurma intera.

-Capisco.. da dove l’hai visto?- chiese calmo il grosso uomo. C’aveva visto giusto.. il tremore, la sbadataggine, i sensi inibiti, il nervosismo di Adam, la fretta di tutti e tre i felini. Era ferita, e anche abbastanza gravemente, se persino Trinidad aveva perso la sua solita pacatezza.

-L’odore..- rispose triste la renna, sentendosi sempre più spia. –odorava di sangue vivo.. ne stava perdendo parecchio.. e poi tutto il resto.. il pallore, i tremori, la distrazione, la fatica.. è rimasta appoggiata a Raxha finché Adam non l’ha presa su..- concluse con una lacrimuccia che gli scendeva sulla guancia pelosa.

-Al fianco sinistro, vero? Ha evitato in tutti i modi di muoversi o fare pressione su tutto il lato sinistro del corpo..- chiese il rivoluzionario, come durante un consulto in un ambulatorio. Nonostante la voce piatta, chi lo conosceva si accorse subito che tirava brutta aria. Incrociò le braccia sotto il mantello, quando la renna masticò un –Probabilmente..- a mezza voce. Guardò verso il patibolo. Pessimo segno, pensarono Shanks, Rayleigh e Barbabianca. Non che loro fossero meno infastiditi dalla notizia. Barbabianca in primis fremeva, aspettando che la ragazzina finisse il suo lavoro. Ed ora anche Dragon era impaziente di dar sfogo al suo nervosismo. Considerava quella ragazzina come una figlia ormai. Toccare lei, era per lui un affronto pari al toccare Rufy o Ace. Risposta: nessuna pietà.

-Sei stato bravo a dirlo Chopper! quando tornerà la faremo riposare! Se non avessi detto niente lei avrebbe continuato a sforzarsi!- lo consolò la cartografa accarezzandolo sul braccino peloso, dopo essersi chinata accanto a lui. Lui annuì, e abbassò la testa. Non era convinto di quello che aveva fatto.

-Ha ragione la ragazza! Meno male che ce l’hai detto! Quella stupida si sarebbe spremuta fino all’ultimo goccio di sangue! Non preoccuparti, non si arrabbierà! Al ritorno non ne avrà nemmeno le forze!- rise il rosso, scompigliando i capelli di Rufy per risvegliarlo dalla trance in cui era caduto fissando il pavimento.

-Grazie orsetto lavatore! Appena torna la mettiamo a cuccia, e guai a lei se muove un dito! Quella maledetta cretina!- disse Dragon sorridente, sollevando finalmente il morale al piccolo medico.

-Sono una renna!- protestò quello, asciugandosi le lacrime e sorridendo alla navigatrice che gli era ancora accanto.

-Sarà grave?- chiese Rufy sottovoce al rivoluzionario che gli si era avvicinato, sentendosi un po’ in colpa. Aveva pensato tanto alla sua ciurma, si era preoccupato come mai fino ad allora per loro, facendo cieco affidamento sulla forza di Mir per proteggere i suoi ragazzi. Ma al fatto che anche lei potesse essere ferita non ci aveva nemmeno pensato. Guardò il padre. L’uomo ricambiò lo sguardo, e si capirono al volo. Anche lui aveva avuto lo stesso pensiero. Attorno a loro gli altri continuavano a parlottare, controllando il patibolo e attendendo il segnale per muoversi.

-Se la caverà.. è tosta!- sospirò il più vecchio dei due. –Non preoccuparti! Non hai colpe tu.. io piuttosto.. è una mia sottoposta.. dovevo essere io a controllare che non avesse problemi. Invece ero troppo preso da tuo fratello e da te! Sai.. è con me da tanto tempo che ormai la considero come se fosse tua sorella. Ma ho sempre fatto molto affidamento sul fatto che si sapesse guardare le spalle da sola.. diavolo!- disse quello scompigliando a sua volta i capelli del ragazzo. –Non ti preoccupare! Adesso è con Adam.. quello si farebbe tagliare una zampa piuttosto che permettere che qualcuno la tocchi.. e ora forza! Torna dai tuoi compagni! Hanno bisogno del loro capitano!- disse spingendolo alla base della schiena verso i suoi. Il ragazzo gli rispose con una risata, seguendo il suo consiglio e lanciandosi a fionda su Usopp, facendo scattare la baruffa, che minacciava pericolosamente la calma di Nami.

-Sei proprio certo?- la domanda di Barbabianca al suo fianco sembrò essere la trasposizione ad alta voce dei suoi pensieri.

-Ed.. Certo che non è colpa sua se lei si è ferita!- rispose il moro, alzando le spalle indifferente.

-Non scherzare, ragazzino! Sto parlando di Mir! Era grave.. e l’abbiamo notato bene. Non si fa mettere a terra da ogni fesseria. E tu lo sai bene.. una che gira per il nuovo Mondo da sola.. insomma.. lei.. era grave, Dragon. Non avremmo dovuto lasciarla andare. In più.. qui tira una brutta aria.. c’è calma piatta lassù,- disse indicando il patibolo, -quelli hanno in mente qualcosa.. sicuro!-  concluse guardando il rivoluzionario.

-Lo so, Ed.. lo so. Mir ci tartassa l’anima da stamattina col fatto che qualcosa non va.. è talmente concentrata a trovare il fallo che s’è fatta ridurre come uno straccio.. merda! Speriamo che non faccia cazzate. Avrà anche dei poteri mostruosi, ma rimane pur sempre una ragazzina.. la carico sempre troppo!- rispose l’altro, sfregandosi gli occhi con le mani. Più ci pensava, più prendeva coscienza del fatto che stavolta aveva davvero esagerato con il lavoro per Mir. L’aveva fatta navigare in lungo e in largo da quando Barbanera si era dato alla macchia. L’aveva affiancata a Ace nella ricerca di quell’uomo, finché Ace stesso non ara stato catturato. Allora il mandato era cambiato. Le aveva fatto fare da spola per cercare alleati e identificare astensionisti. E lei l’aveva fatto continuando a controllare tutti i suoi uomini e i suoi affari. E suo figlio. Già. Perché da quando Rufy aveva preso il mare, lei gli portava continuamente aggiornamenti e novità. Sul ragazzo, su quello che combinava, su chi si aggiungeva o lasciava la sua ciurma. Li aveva incrociati diverse volte, nel corso della loro avventura, senza mai essersi fatta notare. Lei lo aveva mandato a Rogue Town, quando aveva saputo che quei ragazzi avevano il tutte le possibilità di incrociare Smoker.

-Ehi! Torna tra noi, Dragon!- lo scosse il vecchio Rayleigh, anche lui visibilmente in pensiero. Sia lui che Shanks si erano avvicinati alla coppia in disparte. –Non serve a niente fasciarci la testa prima di rompercela! Piuttosto.. la persona più strana in tutta questa storia è lui!- disse guardando le poltrone di velluto rosso. Sapevano tutti e tre a chi si stesse riferendo. Mihawk. Sapeva benissimo che Mir era lì in mezzo. E loro sapevano benissimo che lui si sarebbe accorto della ferita della ragazza anche da laggiù. Occhi di Falco non era un soprannome dovuto solo ai suoi tratti fisiognomici. Era allucinante come quell’uomo cogliesse ogni minima goccia d’acqua che si muoveva attorno alla ragazza. Era tanto attento a lei che avrebbe quasi potuto essere scambiato per un maniaco feticista. Era montato su tutte le furie quando aveva saputo che Dragon avrebbe portato sua moglie in mezzo a quella carneficina. Aveva piantato un casino, scatenando il panico in tutto il covo dei rivoluzionari. Di sicuro l’aveva tenuta d’occhio da quando aveva appoggiato la punta del piede nella piazza. E allora perché se ne stava lì svaccato, apparentemente addormentato, e non aveva mosso un dito?

-Possibile che non si sia accorto di niente?- chiese scettico Barbabianca.

- Mihawk è capace di contare le gocce che le cadono addosso durante un acquazzone! È impossibile..- disse Shanks, che lo conosceva molto bene, scuotendo la testa.

-State all’erta! Sengoku ha sicuramente inventato qualcosa.. non è Grand’ammiraglio per la sua bella faccia, di certo!- disse Dragon, spostando lo sguardo su suo figlio e la sua ciurma. Se Sengoku si era tirato su le maniche, di certo non ne era uscito nulla di buono per loro, pensò sospirando.

 

 

 

 

-Mir, ascolta! Non farti distrarre dal posto, chiaro?!- disse Adam, rallentando ulteriormente il trotto. Al ritorno si sarebbero beccati senza dubbio una lavata di capo infinita. Conoscendo Dragon, a quell’ora aveva già fatto sputare il  rospo al medico di Rufy. Per non dire che quel teatrino che avevano piantato con Mir non avrebbe convinto nemmeno un beota totale.

-Posto? Perché? Dove stia…- ma si interruppe quando la pantera si fermò davanti all’ennesimo portone malandato, sdraiandosi per farla scendere. Non era l’ennesimo portone quello. Lei lo conosceva benissimo. Certo, se lo ricordava in tutt’altro stato, ma era inconfondibile dato che non era mai stato uno splendore. Si trovava nella zona dove sorgeva la residenza principale dei suoi ex padroni. E quell’edificio basso che stava davanti a lei era il dormitorio degli schiavi. Aveva passato le notti là dentro per due anni, a volte dormendo, a volte scontando le punizioni che le venivano inflitte. Un brivido le corse lungo la schiena. Deglutì, muovendosi per scendere dalla schiena del compagno. Ma appena ebbe entrambi i piedi per terra le gambe non la ressero e cadde al suolo come un sacco di patate.

-Mir! Accidenti! Ti ho avvisato di non farti impressionare dal posto! Da quand’è che sei così sentimentalista?!- ruggì la pantera, avvicinando il muso all’umana e arricciando subito dopo il  naso all’odore forte del sangue che aveva di nuovo inzuppato lo straccio e ora le colava sulla gamba.

-Non è per il posto, pagliaccio! È per la corsa fino a qui! E vedi di non urlare, che ho mal di testa!- gridò lei ancora più forte, premendosi il fianco. –vediamo di darci una mossa!- sbottò poi, aggrappandosi alla pantera per rialzarsi.

-Ehi! Relax tesoro! O quella ferita ti scoppia, altro che sanguinare!- la riprese il felino, leccandosi il sangue che gli aveva imbrattato il muso quando l’aveva spinta nel sollevarla.

-Ufff…- inspirò la ragazza, -ok! Chiudiamo sta dannata partita!- disse spingendo la porta. Si ritrovò nell’atrio familiare, e si guardò attorno. –non è peggiorato molto, da quando ci stavo io!- disse ironica, guardando i mobili e i pavimenti impolverati. Adam, che le era passato davanti non rispose. Guardava qualcosa dietro di lei.

-Ne sono felice! In effetti una volta non era poi tanto più accogliente..- la voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Si voltò con uno scatto, provocandosi una fitta al fianco. Era talmente rintronata da non essersi accorta dell’uomo che stava seduto sul pavimento dietro di lei, in un angolo dell’atrio. Si guardò attorno. L’intera stanza era buia a causa delle imposte sbarrate. L’unica luce veniva da diverse candele sparse qua e là. L’uomo si mosse nella penombra, alzandosi in piedi e camminando fino ad un punto illuminato meglio dalla luce fioca delle candele. –ora capisco, eri tu che attaccavi gli alchimisti! Non eravamo preparati a questo! Ciao Adam. Chi ti ha trascinata qui, Mir? Dragon? C’è anche lui?- chiese tranquillo. L’uomo la superava in altezza di almeno trenta centimetri, e qualcosa di più in larghezza. Nonostante le dimensioni era slanciato e atletico, e i suoi occhi verdi la guardavano sotto alla frangia scura che gli scendeva sulla fronte. Le venne quasi un colpo quando la luce tremolante illuminò quel viso conosciuto.

-Fejs!- esclamò stupita. Adam tirò un sospiro di sollievo. Conosceva quell’uomo. Era il maggiordomo in quella casa, ai tempi in cui lei distrusse la famiglia. Schiavo anche lui, era l’unico in quella casa che poteva essere definito umano. L’aveva rincontrato anni dopo, poiché anche lui era entrato nell’Armata un paio d’anni prima di lei. Erano spesso in missione insieme prima di… prima di essere catturato dalla marina. Ma non si ricordava del fatto che lui avesse qualche predisposizione particolare per l’alchimia. Eppure fino ad un secondo prima stava seduto proprio in mezzo al cerchio, senza però averlo attivato.

-Proprio io!- sorrise lui, -cavolo, devo dire che sei cresciuta proprio bene! Ah ah! Da quando mi hanno arrestato hai fatto il salto di qualità.. ho saputo che sei sposata! Diavolo, come passa il tempo! Mi ricordo ancora quando tu e Gikan mi rubavate le mele dalla stanza!- disse nostalgico ma sollevato che quel periodo d’inferno fosse finito.

-Già.. Gikan..- mormorò sorridendo tristemente. –Un momento!- disse poi folgorata da una illuminazione improvvisa. Clack. Aveva fatto il salto del fosso. Restò agghiacciata dalle sue stesse conclusioni. Il dolore al fianco sparì, inghiottito dal vortice che le girava nel cervello. Cadde sulle ginocchia, facendo scattare Adam a fianco a lei. Gikan.. Gikan aveva un fratellino, un paio d’anni più piccolo di lei. Gliene aveva parlato tanto. Le aveva detto che lo avevano arrestato perché aveva sparato ad un marine per difendere le sue pecore. Lo avevano portato alla prigione più vicina alla loro isola. Impel Down. Quel fratellino, si chiamava proprio Ludwig. –Ludwig! Il fratello di Gikan si chiamava Ludwig!- sussurrò guardando il pavimento con gli occhi sbarrati. Il silenzio nella stanza era tale che sembrò che l’avesse urlato. –Era lui?! Era lo stesso Ludwig che..- continuò alzando gli occhi verso l’uomo, che la guardava senza proferir parola.

-Si. Era lui.- sospirò poi guardandola. L’aveva conosciuta bene, sapeva quanto questa cosa la stava massacrando. Ma ora non era il momento di perdersi in chiacchere, doveva farla scappare da quell’isola. Ludwig non era di certo il peggiore dei suoi problemi in quel momento. Vide il sangue raccogliersi accanto alla gamba della ragazza. –Ma, ehi, sei ferita?!- mugugnò muovendo un passo verso di lei per andare a sollevarla. La ragazza alzò una mano in aria per fermarlo. Lui si bloccò dopo il primo passo.

-Aspetta!- disse lei. Non era il pensiero di Ludwig ad averla raggelata. A quello ci avrebbe pensato dopo. –Quel ragazzino era richiuso a Impel Down. Tu, eri rinchiuso a Impel Down. Non ho mai notato che avessi poteri alchemici..- disse lentamente. Il suo stato fisico non le permetteva di ragionare velocemente come al solito, stava componendo pian piano il puzzle, attaccando tutto quello che le tormentava la mente. Guardò il cerchio disegnato a terra. Un altro cerchio sbagliato.

-Non sono particolarmente bravo, in effetti.. come dici tu, sono solo più sensibile degli altri alla natura, penso di averlo imparato durante le missioni con te..- annuì lui, vedendo che nonostante la ferita fosse decisamente grave, a valutare dal sangue che si stava riversando nella polvere, la ragazza manteneva la lucidità.

-Quello è sbagliato, lo sai?- chiese lei, alzando la testa per tornare a guardare l’uomo in faccia.

L’uomo si guardò alle spalle. –Uhn? Davvero? È esattamente come me l’hanno insegnato..- rispose, con un’alzata di spalle.

-Impossibile.. a meno che.. Cielo! Tu.. tu non sei un alchimista del governo!- disse, riportando gli occhi sul cerchio. –So di per certo che loro sanno usarlo correttamente.. nessuno di voi lo era.. non li ho mai visti, ma mi sono trovata a doverli combattere una volta.. tutti i vostri cerchi erano.. sbagliati.. apposta..- il gelo le scendeva sempre più in profondità, man mano che il quadro si delineava nei particolari nella sua mente. L’uomo scosse la testa, per confermare quello che lei aveva appena detto. Su quell’isola non c’erano Royal Alchemist. Perché? Eppure Sengoku sapeva che il loro aiuto sarebbe stato fondamentale. Solo cinque persone che scimmiottavano il ruolo. E gli ufficiali in piazza? “Cadono come foglie”, le parole di Dragon le rimbalzarono nella testa. Deboli. Erano deboli. Troppo deboli. E sconosciuti. Aveva girato in lungo e in largo per i sette mari. Aveva perso il conto di quante volte si era scontrata con la marina sulla rotta maggiore, soprattutto nel Nuovo Mondo. Si aspettava di conoscere buona parte delle forze che sarebbero state schierate quel giorno. E invece niente. Non una faccia conosciuta o anche solo familiare, tra loro. Una marea di emeriti sconosciuti. Sconosciuti e deboli. Carne da macello. –E gli ufficiali in piazza?! Sono gradi semplici?- chiese, mentre i suoi occhi guizzavano da un punto all’altro del cerchio.

-Io non sono un agente governativo. Fino a due settimane fa ero chiuso nella mia cella a Impel Down..- disse l’uomo serio, dandole un’ulteriore imbeccata. –proprio come tutti loro. Non sono soldati. Solo prigionieri dei livelli superiori della prigione. I meno pericolosi. Ci hanno promesso la libertà, in caso fossimo sopravvissuti alla battaglia-. Si avvicinò di un altro passo, porgendole la mano. –Vieni, dobbiamo pulire e fasciare qualsiasi cosa tu abbia lì sotto. Non starai in piedi ancora per molto di questo passo!-. Adam lo aiutò. Spingendola da dietro con il muso, per evitarle troppi sforzi a livello dell’addome. La ragazza si lasciò sollevare, continuando a guardare il pavimento. Si sfilò il vestito e cominciò a svolgere il panno che le circondava la vita.

-Ehi! Ma voi giovani d’oggi non avete un po’ di pudore?! Cosa sono ‘sti straccetti succinti! E me lo chiamate intimo?!- borbottò Fejs imbarazzato, mentre la aiutava a svolgere il panno. –Santo cielo!-

-Guarda poco, ragazzo!- lo riprese Adam, come un padre geloso, leccando la ferita che era stata portata alla luce, per disinfettarla.

Mir non fece neanche caso ai commenti dei due, persa nei suoi pensieri. Carne da macello. Quegli uomini in piazza erano tutti pedine sacrificabili. Che intendessero dall’inizio far combattere solo i Sette e gli ammiragli? Forse erano solo un modo per affaticare i nemici prima della battaglia vera e propria. Poi la colpì un altro pensiero. La città era vuota. Non solo la città. Anche i porti erano vuoti. Ne avevano attraversati due o tre prima di arrivare al punto d’incontro con Barbabianca e Dragon. Tutti deserti. E non solo non c’erano persone.. persino i moli erano vuoti. Nessuna barca, nave, galeone, scialuppa, zattera. Niente di niente. Non era la città ad essere stata evacuata, ma tutta l’isola. Erano rimasti solo i prigionieri, e non era stata lasciata loro nessuna opportunità di fuggire. Solo a Port Ruby aveva incontrato qualcuno per strada e nella locanda. Sengoku sapeva che Barbabianca non si sarebbe nascosto, al suo arrivo. Aveva messo su una sceneggiata per non insospettirli, facendo sembrare che la vita sull’isola si svolgesse nella normalità.

-Hanno evacuato l’intera isola?- chiese la ragazza, tornando con i piedi per terra quando Fejs strinse più forte la nuova fasciatura.

-Umh?- fece l’uomo, concentrato nel suo lavoro. –Sì.. prima di scaricarci qui e andarsene pure loro. Hanno detto che sarebbero tornati il giorno dell’esecuzione col prigioniero.. Fatto! Non terrà molto, ma almeno è pulita! Mir! Dovete andarvene da quest’isola! Non ci credo che Sengoku speri che dei prigionieri di bassa lega come quelli che ha scaricato qui tengano testa anche ad uno solo dei Quattro Imperatori! La stanno facendo losca di  sicuro! Dobbiamo prendere Ace e levare l’ancora il prima possibile!- disse poi, passandole il vestito. Era sempre più pallida e sempre più sconvolta. Mir guardò un punto fisso nel vuoto davanti a sé. Poi, all’improvviso il terrore puro invase il suo bel viso, storpiando i lineamenti già forzati dal dolore.

-Ah!- Adam sentì quello che stava pensando la padrona in quel momento. –Non ci credo che possano essere arrivati a tanto!- ruggì incredulo.

-No no no no no.. non può essere.. torniamo in piazza! Fejs, andiamo, forza!- disse Mir, cercando di darsi un contegno.

-Ehi! Cosa! Che succede!? A tanto cosa!?- chiese quello preoccupato, spalleggiando la camminata insicura della ragazza.

-L’isola è vuota.. ci siamo solo noi e voi, qui sopra. Ormai solo noi, a dire il vero. Dal fondo della piazza non abbiamo potuto vedere con estrema chiarezza il patibolo e la platea..- Cominciò a spiegare il felino, uscendo e sdraiandosi per far montare la padrona, -Dobbiamo controllare che chi sta lì sopra sia veramente chi dice di essere! In fondo se voi siete finti alchimisti, non ci vuol niente che…- continuò facendo cenno all’uomo di salire anche lui e partendo velocemente non appena si fu accomodato dietro Mir, sorreggendola.

-..che siano finti anche gli ammiragli, i Sette e chiunque altro ci sia là sopra! Porca puttana!! Come ho fatto a non pensarci prima!! Quel grandissimo figlio di putt..- la rabbia ruppe l’aria serafica che l’uomo aveva mantenuto fino ad allora. Strinse di più la presa sul collo del felino, che stava praticamente volando nei vicoli umidi. –Muoviamoci.. se è davvero come dite voi siamo in un mare di guai. E dio solo sa che intenzioni ha quello schifo di uomo!- disse digrignando i denti.

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Capitolo 17
*** Kapitel Siebzehn ***


-Non ci posso credere!- disse Trinidad, mentre correva verso Dragon e il resto del gruppetto quando ormai anche gli ultimi focolai di combattimento nella piazza si erano estinti. –Dragon!- ruggì alle sue spalle, quando gli fu a pochi metri di distanza. Raxha inchiodò poco più avanti di lui, arrivando da un’altra direzione. La pantera si fermò a fianco alla compagna. Tutti si voltarono a guardarli, persino Usopp che si era lanciato nei suoi racconti improbabili mentre parlava con suo padre. –Abbiamo un problema! Gli alchimisti sono dei falsi!- urlò il felino, in modo da farsi sentire da tutto quelli lì attorno.

-Cosa?! Che significa dei falsi!? Spiegati!- rispose stralunato Shanks, infilandosi nel discorso.

-Falsi! Non sono alchimisti veri! C’era anche Fejs tra loro! Ora Mir lo sta portando qui!- spiegò la tigre, concitata.

-Il nostro Fejs?! Non ci sto capendo niente! Che diavolo significa?!- chiese Dragon, sospettando che la brutta notizia dovesse ancora arrivare.

-Di per sé niente! Ma anche tutti questi ufficiali che avete steso non sono ufficiali!- disse la pantera, interrompendosi un secondo  per il brusio che si alzò dopo l’affermazione.

-Sono soldati semplici? Ecco perche erano così fiacchi!- disse Barbabianca, richiamando  il silenzio con la sua voce possente.

-No! Non sono proprio soldati! Sono prigionieri di Impel Down! Gli anno promesso la libertà in caso di vittoria!- disse Raxha, lasciando di stucco tutti quanti. Il silenzio di tomba calò attorno ai felini.

-Che diavolo significa tutto questo?!- chiese finalmente Rayleigh, spezzando il silenzio.

-Vattelapesca! Significa che siamo in un mare di guai, ecco cosa significa! Finché non capiamo che diavolo ha in mente Sengoku, non possiamo sapere come rispondergli!- una voce fuori dal cerchio fece voltare tutti alla ricerca del proprietario.

-Fejs!!- gridarono in coro i felini e Dragon, -Quanto tempo! Eri a Impel Down allora! Ti abbiamo cercato in una trentina di prigioni in questi anni! Non sappiamo mai dove ci mettono quando ci catturano!- proseguì il rivoluzionario, andando ad abbracciare il compagno.

-Lo so, lo so!- disse quello ricambiando l’abbraccio.

-Dov’è Mir? Hanno detto che era con te!- chiese poi il capo rivoluzionario, non vedendo la ragazzina e l’enorme pantera nera.

-Non lo so.. mi hanno scaricato laggiù e sono spariti come dei fulmini! Dragon!- rispose quello, saltando all’improvviso, -è ferita! Grave! Ha uno sbrago di quasi dieci centimetri sul fianco.. la devi fermare! Sta perdendo troppo sangue!- disse poi, guardando serio il suo capo.

-Ma come, non si è ancora richiusa? Lei guarisce molto in fretta!- chiese il piccolo medico peloso.

 Fejs non capì da dove veniva quella voce, e continuò a guardarsi attorno, pulendosi l’orecchio con un dito, mentre tutti lo guardavano straniti.-L’avete sentita anche voi?- chiese poi con aria ebete.

-Ah ah!! Sempre il solito invornito! È stato lui a parlare! È il medico di bordo di mio figlio! Ah ah ah!!- la risata di Dragon mentre indicava la renna riempì l’aria. –Che figura da idiota!! Ah ah ah!-.

-E piantala di ridere, demente di un capo!Ehm ehm..- sbraitò l’ultimo arrivato, tossicchiando per darsi un tono, -sì, guarisce in fretta se è a riposo, ma così non dà alla ferita il tempo di richiudersi!- rispose poi al medico, cercando di ignorare le risate di Dragon, a cui si era aggiunto un altro vecchio conoscente, Shanks. –E piantatela voi due!! Piuttosto.. ormai è tempo di farci più sotto al patibolo.. tiriamo giù Ace e svignamocela di qui, prima di scoprire che diavolo ha macchinato Sengoku!- disse poi, facendo tornare seri i due uomini.

-Ragazzo, con chi credi di parlare!! Io sono Barbabianca, uno dei quattro imperatori! Non me la svigno proprio davanti a nessuno!!- sbottò il vecchio, quasi offeso dall’idea di Fejs, ma avviandosi comunque sotto il patibolo. Il gruppetto lì attorno lo seguì. Tutti sorridevano della tenacia dell’enorme uomo. Altro che fuga. Avrebbero mandato a fondo Sengoku e tutti i suoi piani. Dopo il gruppo di testa, al loro seguito, una massa di quasi un migliaio di persone si mosse nella piazza, scavalcando o aggirando in silenzio i corpi esanimi, risultato della battaglia. Le ciurme si muovevano, seguendo i loro capitani. Mancavano ormai poche decine di metri al patibolo, quando Usopp ruppe il silenzio quasi liturgico in cui avanzava la processione.

-Ah! Ecco Mir! Ma che ci fa lassù?!- chiese impanicato, portando l’attenzione di tutti prima verso il patibolo, e poi verso la platea.

-Mir! Razza di cretina! Scendi subito da lì!!!- urlò allarmato Dragon. La sua voce rimbombò nella piazza, facendo rabbrividire pirati e rivoluzionari. Ace si svegliò, e i tre ammiragli si voltarono verso la platea. Che diavolo si era messa in testa di fare? Pensava che essendo la moglie di Mihawk non l’avrebbero attaccata?  Come poteva pensare di passarla liscia, con tutto lo stato maggiore della marina in assetto da guerra?! C’erano i nobili mondiali, là sopra! Se si fosse avvicinata di un altro passo, l’avrebbero attaccata di sicuro. Messa com’era, non avrebbe potuto reggere l’attacco di uno solo di loro, figurarsi di tutti insieme.. ma lei continuò a camminare lungo la platea. Al suo passaggio, sia marine che pirati si ritiravano sulle sedie, come terrorizzati. In piazza erano tutti sconcertati dalla reazione a dir poco vergognosa degli occupanti della platea. Passò davanti a Sengoku, senza degnarlo di uno sguardo.

-Ma che sta succedendo? Perché non l’attaccano?!- chiese Robin scioccata e spaventata per quello che sarebbe potuto succedere alla ragazzina. Il rivoluzionario scosse la testa, a indicare che nemmeno lui capiva il perché di un comportamento simile.

Mir camminò lungo la platea. Avrebbe potuto capirlo da uno qualsiasi dei Sette, ma non le interessava degli altri. Voleva sapere da lui. Non se erano nella merda, perché questo ormai era assodato, ma quanto ci stavano andando a fondo. Si fermò tremante davanti al marito, che non si mosse di un millimetro. Sentiva il cuore batterle nelle orecchie. La febbre le stava salendo. Dannazione, pensò. Tutti attorno a lei, e nella piazza, le tenevano gli occhi puntati addosso, per capire cosa stava pensando di fare. Guardò le persone sedute nelle poltrone di velluto. La guardavano terrorizzati, con gli occhi sbarrati. Le mancò il respiro.. già quella era una mezza conferma ai suoi dubbi. Gli originali non avrebbero mai tremato davanti a lei. Alzò una mano, come per dare uno schiaffo e lasciò cadere il braccio verso l’uomo che aveva davanti. Il cappello con la piuma verde volò per terra, scoprendo il viso dell’uomo. I chirurghi della marina avevano fatto un ottimo lavoro, ma quegli occhi non potevano essere imitati. Sia lui che gli altri erano dei sosia. Chi fatto meglio, chi fatto peggio, erano tutti sostituti. E questo, lo sapeva bene, poteva voler dire solo una cosa. Le mancò la forza nelle gambe e cadde nuovamente sulle ginocchia, portandosi le mani alla bocca per soffocare un urlo. Su quell’isola c’erano solo loro. Niente abitanti, niente marine, niente nobili. Solo loro. Si erano infilati da soli in un cul de sac. Era una trappola. Conoscendo Sengoku, sapeva già la prossima mossa. Dovevano muoversi. Basta perdere tempo, dovevano scappare al più presto. –Ace!- urlò la ragazza. L’interpellato capì al volo, vedendo le manette di algamantolite polverizzarsi attorno ai suoi polsi.

 

 

In piazza intanto tutti avevano trattenuto il fiato per un secondo quando la ragazza aveva schiaffeggiato il marito. Prima che il cappello toccasse terra, tutti si erano accorti che quello non era il vero Occhi di Falco. Un brivido scosse la massa, e il brusio riempì l’aria.

-Dannazione!- ringhiò Raxha, appena Mir cadde sulle ginocchia, -Sono tutti sosia!!-. i più vecchi e esperti ci misero meno di Mir a farsi i loro conti. Erano stati messi all’angolo. Di lì a poco, Sicuramente, le navi da guerra avrebbero bombardato l’isola. Ecco perché l’avevano evacuata, ed ecco perché non gli interessava chi ci avevano scaricato sopra. Erano solo dei diversivi, per tenerli il più al lungo possibile sull’isola. Anche Mir l’aveva capito, perché si mosse in fretta, così in fretta da non dare modo nemmeno ai suoi di scansarsi. La terra tremò, scuotendo patibolo e platea. Dopo pochi scossoni il legno delle impalcature cedette, trascinando tutti gli occupanti in un mare di assi e chiodi. I detriti arrivarono fino a pochi passi dai pirati che assistevano inermi alla scena.

-Mir!! Ace!!- urlarono scompostamente quasi tutti, correndo a scavare in mezzo alla montagna informe e polverosa. I due felini, raggiunti nel frattempo anche da Adam, restarono immobili, sapendo perfettamente dove stava la ragazza.

-Siamo qui!! Ehi!! Ragazziiii!!- Ace a pochi metri dai felini cercò invano di attirare l’attenzione della massa. I suoi poteri, in quel caso, erano stati provvidenziali e Mir aveva fatto affidamento proprio su quelli per uscire intera da quell’ondata di legno. -Ohi!! FIIIIIIIII!!!!- il fischio risuonò nella piazza, ammutolendo e fermando tutti, che si voltarono alla ricerca della provenienza. –Cavolo, certo che ne fate di rumore!!- disse poi il ragazzo, come se avesse appena fatto tana in una mano di nascondino. Un sospiro unitario di sollievo attraversò la folla, seguito da battutacce e risate.

-Mir, razza di cretina senza uscita! Sei ferita! Cerca di contenerti!!- sbraitò Dragon, che però era visibilmente sollevato.

-Ace!!- la voce contenta di Rufy colpì il fratello come un pugno.

-Rufy! Razza di scemo!! Si può sapere perché diavolo sei venuto a cacciarti in questo pantano?!- sbraitò il maggiore, preoccupato dalla situazione, che nonostante la momentanea leggerezza non era ancora risolta.

-Sono venuto ad aiutarti!!- disse il moretto, con il suo bel sorriso stampato sulla faccia. L’espressione ebete che prese il posto di quella tesa sulla faccia di Ace fece sorridere tutta la ciurma di cappello di paglia. Si somigliavano davvero tanto.

-Che diavolo significa questa pagliacciata?!- una voce a dir poco contrariata, in fondo alla folla, sovrastò potentemente il brusio scomposto. Tutti si voltarono...


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salve a tutti e scusate per la lentezza con cui aggiorno @_@!! (sempre che qualcuno mi segua -_-"...)a proposito.... un ringraziamento a chi legge questa fanfic!! eee....
un ringraziamento particolare a Smemo92!! grazie mille!! i tuoi commenti mi fanno molto piacere!!
baci!! :-*


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Capitolo 18
*** Kapitel Achzehn ***


-Che diavolo significa questa pagliacciata?!- una voce a dir poco contrariata, in fondo alla folla, sovrastò potentemente il brusio scomposto. Tutti si voltarono. Drakul Mihawk e Orso Bartholomew, quelli veri, stavano dietro di loro e si avvicinavano a grandi falcate. La faccia del più basso non prometteva nulla di buono.

-Proprio te, volevo vedere!!- sbraitò irato Dragon parandoglisi davanti e fermandone l’avanzata, -che diavolo significa?! Diccelo tu! Se non ce ne andiamo subito da qui ci mandano a fondo!! Che diavolo sei venuto a fare?! Non ti basta quello che avete già fatto, voi e il vostro capo?!- non si contenne, agitando le braccia per indicare la carneficina attorno a loro.

-Uhm?! Che diavolo vuoi da me?! Noi arriviamo adesso!- rispose serafico il pirata, esaminando la scena, -Sengoku ci ha detto che l’esecuzione sarebbe cominciata con qualche ora di ritardo.. ma.. che diavolo è successo qui?! E quello?!- chiese poi vedendo la sua copia in parte seppellita dalle assi, cominciando a collegare i pezzi. Il grand’ammiraglio aveva avuto intenzione dall’inizio di chiudere tutti loro in trappola. Aveva organizzato quella messinscena per trattenerli sull’isola, ma non ne aveva fatto parola né con lui, né con Orso, per paura che ci fosse una fuga di notizie tramite sua moglie. Si guardò nuovamente attorno. Era davvero una strage. Incrociò lo sguardo di Barbabianca, -questa non doveva essere una guerra contro di te, doveva essere la tua tomba!- disse calmo, -e anche la nostra!- concluse guardando il suo collega, che gli annuì, facendogli capire che avevano pensato la stessa cosa. In fondo, due mine vaganti come loro erano sempre state una bella gatta da pelare per Sengoku e la sua cricca.

-Cosa?! Non sapevate niente nemmeno voi?- si smorzò il rivoluzionario, interdetto dalla risposta del pirata. In effetti, se Mihawk avesse anche solo sospettato una situazione del genere avrebbe avvisato immediatamente Mir, o per lo meno le avrebbe impedito di unirsi a loro.

-Dov’è Mir?- chiese occhi di falco, ignorando palesemente il rivoluzionario e scostandolo poco garbatamente per passare.

-Sono qui..- grugnì lei, sventolando lentamente la mano in aria. Si era mossa di nuovo troppo sulla platea e la ferita non intendeva darle pace, a quanto pareva. La nausea aumentava, rendendola livida in volto. Respirava affannosamente, scossa dai brividi, ma di certo non si poteva permettere di svenire proprio in quel momento.. dovevano andarsene immediatamente da quell’isola. Appena Mihawk la vide, la maschera imperturbabile che copriva solitamente il suo volto andò in frantumi, lasciando trapelare un’espressione di furia allo stato puro. Un brivido generale scosse la folla, che tremò nel sentire la rabbia furente che invadeva velocemente la voce del pirata. Non c’era da stupirsi che persino il governo mondiale facesse di tutto pur di tener quieto quell’uomo.

-Che diavolo ti è successo?!- urlò rivolto alla ragazza, mentre le si avvicinava veloce. Le mise una mano sulla fronte, scuotendo la testa contrariato dall’alta temperatura e dall’evidente pessimo stato della moglie. Era davvero attento alla ragazzina, aveva capito da dove veniva il problema guardandola per pochi secondi. Le appoggiò una mano sul fianco, sentendo il tessuto imbrattato dal sangue. Si guardò la mano arrossata dal liquido colore del rubino.  Era ovvio che la rabbia non era rivolta a lei, e infatti si girò verso il capo dei rivoluzionari. –Come cazzo hai fatto a farla ridurre così?! Ti avevo detto di non farla venire! Come me la spieghi adesso questa ferita?!- sbraitò, raggelando tutti  i presenti. Anche Zoro lo guardava con aria ebete.

-Lascia perdere..- disse l’alchimista, tirandolo per la manica. –Non è colpa sua.. sono stata distratta io..- cercò di calmare il marito.

-No, che non lascio perdere!- gridò alterato alla ragazza, per poi rivolgersi nuovamente al suo capo, -Mi hai davvero rotto con queste cazzate!! Combattitele da solo le tue guerre! Mettici la tua di carne, sul tavolo da macello!!- sbraitò, mentre sentiva il polso della ragazza.

-Datti una calmata, ragazzo!- lo ammonì il rivoluzionario, che non era incline a farsi sbraitare contro da nessuno, tanto meno da quell’uomo che sopportava a stento. –Lo so che siamo stati un po’ irresponsabili a lasciarla andare da sola, ma non è una ragazzina, sa badare a sé stessa! Una ferita durante la battaglia è da mettere in preventivo! Non è mica morta! E poi non la obbliga nessuno a venire con noi.. lo fa perché ci crede! Non siamo tutti pronti a venderci al governo come te!- rispose astioso. Era già abbastanza preoccupato per Mir e per la situazione in generale, le scenate di quel cane del governo non erano assolutamente accettabili in quel momento. Shanks e Barbabianca si misero all’erta: avanti di quel passo la discussione sarebbe degenerata. Non era la prima volta che quei due venivano alle mani. Non si disprezzavano per quello che facevano, tutt’altro. C’era grande rispetto reciproco per quanto riguardava i loro lavori. Erano proprio i loro due caratteri a fare scintille se messi a contatto.

-Infatti ti devo fare i complimenti..- ringhiò il pirata guardandosi attorno, riprendendo la sua calma di ghiaccio, -hai guidato i tuoi uomini, e non solo, a fare una strage di innocenti.. davvero un lavoro con i fiocchi.. questi sono più di centomila cadaveri inutili che hai lasciato per terra, con le tue ideologie!- disse ironico battendogli le mani. Quelle parole colpirono il rivoluzionario come un pugno allo stomaco, rendendolo livido per la rabbia.

-Dobbiamo ringraziare il tuo superiore, se a terra ci sono quasi duecentomila morti inutili! Quello schifoso non si fa scrupoli ad usare certi mezzucci! E voi cani lo assecondate! Non vi opponete a niente pur di farlo contento! Come puoi pensare di meritartela se sei il primo che difende quello che lei vuole distruggere?!- ruggì infuriato il rivoluzionario, avvicinandosi. Sapeva che spostare il discorso su Mir avrebbe fatto infuriare anche il suo avversario. E lo sapevano anche gli altri. Fejs e i compagni di Dragon rallentarono il respiro inconsciamente, attendendo lo scoppio del pirata. Shanks e Barbabianca erano pronti ad intervenire non appena i due si fossero presi, sapevano che era inutile cercare di fermarli durante la discussione. Orso li osservava, spostando ogni tanto lo sguardo verso lo scorcio di mare che si intravedeva in lontananza sopra ai tetti degli edifici attorno alla piazza. Rufy e i suoi compagni guardavano la scena ammutoliti da quello scontro tra titani. Ogni parola che usciva dalle loro bocche sembrava poter far tremare la terra, tanto era terrificante la sola aura che avevano attorno quei due uomini. Ace, che aveva già assistito a vari scontri tra i due in diverse occasioni, capì che erano quasi al punto di rottura dalla faccia seria del suo capitano, e tirò indietro Mir, che ormai si reggeva in piedi per chissà quale forza d’inerzia.

-Io almeno se devo fare qualcosa lo faccio di persona!- rispose quello con la voce tanto piatta da far gelare il sangue nelle vene, -non mando a morire centinaia di persone in nome mio, nascondendomi dietro ai miei ideali!- disse ostentando la sua tranquillità. Non c’era tempo per quel bisticcio: Mir stava male, decisamente male. In più dovevano andarsene da quell’isola. In quel caso Dragon aveva ragione: viste le premesse, sicuramente Sengoku aveva intenzione di mandarli a fondo.

-Mi stai dando del vigliacco?!- urlò Dragon, afferrando il pirata per l’orlo del cappotto e tirandolo verso di lui. Barbabianca e Shanks si mossero, ormai era ora di staccarli.

-Indovina!- rispose strafottente Mihawk, piantandogli un’occhiata di ghiaccio, per nulla intimorito dal suo avversario. Tutti trattennero il fiato, in attesa del primo colpo, che fosse da parte del pirata o del rivoluzionario.

-Signori, abbiamo un problema!- la voce grave dell’enorme pirata del governo fece staccare i contendenti, entrambi in grado di capire che non era il momento per quella discussione, e tranquillizzando tutti i presenti.

-Che c’è?- fece Barbabianca, molto meno tranquillo degli altri. Il pacifista fece un cenno con la testa verso quel poco di mare che si intravedeva dalla piazza. Sulla linea dell’orizzonte si stavano allineando le navi da guerra. E tutti le potevano vedere quasi chiaramente. Un’ondata scomposta di commenti riempì l’aria.

-Merda!- ringhiò Ace accanto a Mir, che probabilmente era stata l’unica a non guardare nella direzione indicata dall’enorme uomo. Ma che a quel commento capì che i suoi timori si stavano materializzando. Inspirò profondamente, cercando di ignorare il suo corpo che praticamente le urlava di stare ferma, e si voltò. Erano tante.. troppe. Troppe in quello scorcio, non osò immaginare quante ce ne fossero attorno all’isola. Constatò con terrore che erano anche troppo vicine. Spezzare l’accerchiamento sarebbe stato decisamente faticoso. Mihawk le si fece accanto, sorreggendola con un braccio. Dopo pochi secondi il silenzio tornò a regnare sulla piazza, compagno dei pensieri degli uomini che si rendevano conto man mano che la situazione era davvero pessima.

-Come ho fatto a non capirlo subito! Era troppo losca!- mormorò la ragazza, portandosi una mano alla bocca. Improvvisamente si sentì piombare addosso tutta la stanchezza e la tensione della giornata. La ferita le bruciava come il fuoco e nelle orecchie le battevano mille tamburi. Fece un ulteriore sforzo per rimanere concentrata sui discorsi che le correvano attorno.

- Smettila, avremmo dovuto farci caso tutti.. Ho un dejà-vu.. Vi ricorda niente?- disse Rayleigh, che alle sue spalle scuoteva la testa ghignando. Dragon, Mihawk, Shanks e Orso annuirono senza voltarsi, capendo a cosa si riferisse. Anche Rufy e i suoi capirono, avendo visto quell’episodio nella memoria dei tre felini. Tutti gli altri poterono solo immaginare, avendo sentito narrare di quell’episodio durante varie festine in compagnia.

-Non ci trovo nulla di divertente, personalmente..- rispose Ace, stranito dalla reazione troppo tranquilla dei più vecchi. Erano in un mare di guai. Quelle navi potevano avere una sola funzione in quel frangente. Dovevano muoversi in fretta se volevano cavarsela. E allora perché nessuno muoveva un dito? Persino suo fratello,sempre così irruento e scapestrato rimaneva tranquillamente fermo al suo posto, osservando le navi delinearsi sempre più nitidamente all’orizzonte. L’unica persona che si stava evidentemente lasciando andare al panico era Mir. Il suo respiro era sempre più affannoso, i movimenti sempre più lenti. Il suo sguardo scattava da una persona all’altra, finché non arrivò a posarsi su di lui, facendogli capire quanto ogni fibra del corpo della ragazza gridasse al riposo. Nemmeno l’abbozzo del sorriso stampato su quel viso splendido lo tranquillizzò.

-Non si avvicineranno più di così.. non vogliono rischiare di colpirsi a vicenda..- l’affermazione del grosso pirata del governo lo ridestò dai suoi pensieri. –Allora? Che si fa?- chiese poi quello, rivolto più al suo collega che agli altri, immaginando già la risposta, dettata dallo stato pietoso di Mir.

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Capitolo 19
*** Kapitel Neunzehn ***


-Sfondiamo..- rispose Occhi di Falco con un’alzata di spalle, senza staccare lo sguardo dalle navi. Non era tranquillo.. sentiva Mir tremare violentemente contro il suo corpo. Come avevano potuto lasciare che si riducesse così? Sentiva la tensione della ragazza attraversargli la pelle. Era disperata. Non sapeva come tirarli fuori da lì. Di nuovo.. si stava di nuovo caricando addosso la responsabilità di tutto quello che era successo.. la battaglia, le vittime, la trappola.. in più quella ferita.. lo preoccupava.. era passato del tempo, ma ancora non accennava a cominciare a sistemarsi. E questo, lo sapeva bene, significava solo una cosa. Anche se era fatica ammetterlo, Mir era a terra, completamente scarica. Se i suoi poteri non reagivano nemmeno per curare il suo stesso corpo, di sicuro non sarebbe stata in grado di aiutarli nella fuga. E di sicuro lui non le avrebbe permesso di cercare di utilizzarli. Spostò lo sguardo su Adam. Sapeva di potersi fidare di lui. Il suo appoggio gli era indispensabile, sia per tenere buona Mir, sia per convincere gli altri. Il grosso felino assentì con un cenno del capo, leggendo la preoccupazione negli occhi del pirata.

-Sfondiamo?! Dì un po’ hai picchiato la testa venendo qui?!- si agitò il vecchio re oscuro, -come puoi pensare di sfondare un accerchiamento del genere?! Non vedi quante sono?- disse indicando il mare con un ampio gesto del braccio. Shanks annuì al suo fianco, appoggiando tacitamente la protesta del canuto ex pirata. Nessuno osava fiatare o intervenire nel discorso.

-E allora? Hai idee migliori?! Mettici pure al corrente, se hai avuto un lampo di genio! Siamo tutti orecchie!- rispose acido il capo dei rivoluzionari, schierandosi a sorpresa dalla parte del suo nemico giurato. Almeno in questo avrebbero fatto fronte unico: non avrebbero permesso a Mir di usare il suo potere in quel momento. Non avrebbe retto, e non potevano immaginare cosa sarebbe successo, e lei in primis e a loro a seguire, se avesse perso il controllo di quel potere mostruoso. No.. troppo pericoloso. Non erano dei pivelli.. le battaglie erano il loro pane quotidiano. Non si sarebbero tirati indietro nascondendosi dietro alla gonna di una ragazzina.

-Abbiamo tutti la stessa idea migliore..- disse Barbabianca, inserendosi a sorpresa nel discorso, -sappiamo tutti cosa ci può tirare fuori da qui senza nemmeno un graffio!- concluse, girando lo sguardo verso la ragazzina aggrappata sotto al braccio di Occhi di Falco. Tutti seguirono il suo sguardo, cosicché la moretta si trovò addosso parecchie paia di occhi che la studiavano attentamente. E fece due più due. Tutti si aspettavano  che usasse il suo potere per tirarli fuori da lì. Se ne avesse avuto le forze avrebbe infilato una delle sue solite catenelle di improperi, ma decise di desistere, sentendo in bocca il sapore metallico del sangue. Quella dannata ferita doveva essere infettata o avvelenata, o ormai sarebbe già stata almeno parzialmente richiusa.

-No!- ringhiarono sorprendentemente all’unisono Dragon e Mihawk, sbalordendo la folla con la loro sintonia. I tre felini, pochi passi dietro a loro scattarono sull’attenti, ringhiando sommessamente all’idea che stava passando nelle teste della maggior parte dei presenti.

-No!- ripetè il rivoluzionario, parandosi davanti alla ragazza, in modo da coprirla alla vista di molti, mentre Mihawk stringeva la presa, -scordatelo! Non è in grado in questo momento! Usciremo dal porto e ci apriremo un varco a suon di morti, se necessario! Cos’è il grande Barbabianca non è in grado di affrontare qualche nave della marina??- disse, cercando di far leva sull’immenso orgoglio del pirata.

-Non essere idiota Dragon!- fece finalmente sentire la propria voce il secondo dei quattro imperatori scostandosi una ciocca di capelli rossi dall’occhio segnato dalla triplice cicatrice, - Proprio tu, che sei sempre in bilico su queste cose! Sii razionale! Sai perfettamente che non possiamo aprire un varco in quell’accerchiamento! Cominceranno a bombardare ancora prima di farci arrivare alle navi! Non ci daranno la possibilità di contrattaccare! Mihawk! Anche tu! Sai perfettamente come attaccano!- concluse poi cambiando interlocutore, nella speranza di smuoverne almeno uno. Speranza vana, suppose. I due non accennavano un minimo segno di dubbio.

-Ragazzi siate ragionevoli..- Rayleigh decise di optare per la diplomazia, -abbiamo bisogno che ci apra uno spiraglio almeno dalla parte del porto! Se cominciano a bombardare le navi rimaniamo chiusi qui sopra come topi! Avanti.. Mir!! Almeno tu! Sai che cercheranno di bloccarci qua! Ti prometto che fatto questo ci pensiamo noi a tirare fuori tutti da qui! Dobbiamo solo aprirci la pista per il combattimento!- tentò, sapendo bene che se la ragazza avesse deciso di appoggiare la sua idea non ci sarebbe stato modo di opporsi a lei. Persino Dragon e Mihawk avrebbero dovuto farsene una ragione.

-Lasciala stare, Ray!- ringhiò il capo dei rivoluzionari, non accettando il tentativo del vecchio re oscuro di scavalcarlo. La situazione degenerava ad ogni parola che veniva detta. Più Barbabianca, Shanks e Rayleigh tentavano di convincere Mir, più Dragon e Mihawk si barricavano dietro le loro facce ostili. Adam ormai ringhiava talmente forte da far drizzare i capelli sulla testa a chiunque potesse udirlo. Fejs spalleggiava il suo capo, annuendo alle sue parole. Ace si era spostato a fianco al suo capitano, come a sottolineare che anche lui la pensava allo stesso modo, pur non osando intromettersi nel discorso. Come d’altronde facevano tutti gli uomini che componevano le ciurme. Orso Bartholomew seguiva la discussione in silenzio, sapendo perfettamente che l’unico modo che avevano per uscirne era che la ragazza usasse i suoi poteri almeno per prendere tempo e dar loro modo di arrivare alle navi. Ma sapendo altrettanto perfettamente che non sarebbe stato semplice per lei utilizzare i suoi poteri ridotta com’era.

-Hanno ragione loro, sfondiamo!- la voce di Rufy attirò l’attenzione di tutti, che ne ammirarono il coraggio di frapporsi in una discussione tra quei colossi. Non si poteva dire che lui e la sua ciurma conoscessero Mir meglio degli altri presenti, ma su una cosa potevano mettere la mano sul fuoco: quello stato fisico non poteva essere adatto a scatenare lo stesso inferno che avevano visto nel ricordo di Raxha.. in più tutti loro avevano percepito anche se per pochi istanti cosa sentiva l’alchimista all’apertura delle porte.. e questo avvalorava la loro ipotesi iniziale.

-Rufy, ma che dici!? c’è un limite anche all’avventatezza! Non ci daranno il tempo di sfondare! Non possiamo buttarci così in pasto ai leoni! Mir! Cavolo! Devi almeno..- lo riprese il fratello, che però fu presto zittito dai compagni di Rufy, che intervennero prontamente a favore del loro capitano.

-Ehi! Come potete proporre che una docile fanciulla indifesa, ferita, che si è sacrificata per voi, faccia un altro sforzo così disumano?!- si inalberò il cuoco, accendendosi come al solito una delle sue sigarette.

-Docile e indifesa?! No ma dico! Ti sei rincitrullito del tutto?? Togliti il salame dagli occhi!!- sbraitò Usopp con gli occhi fuori dalle orbite.

-Che vorresti dire, Nasop!? Che non ha fatto abbastanza per oggi?!- lo riprese la navigatrice, colpendolo con uno dei suoi portentosi cazzotti dietro la nuca.

-Ehi mocciosa, piano!! Così dovrò trascinarmelo in braccio fino alla nave!!- protestò a vuoto lo spadaccino.

-Vuoi esserci trascinato pure tu, fino alla nave!?- lo minacciò di rimando la cartografa, alzando il pugno verso di lui.

-Helas!! Qui io muoio, lasciando ai posteri nient’altro se non le favolose narrazioni delle mie mitiche imprese… Chopper! mio caro amico! Brucia il mio corpo e spargi le mie ceneri in queste acque che solo e soltanto gaudio hanno portato alla mia umile vita…- sospirò melodrammatico il cecchino, riverso tra le braccia del carpentiere             che piangeva come un idrante aperto. Senza accorgersene avevano attirato l’attenzione su quella farsa, distogliendola dalla discussione di poco prima.

-Nooo!! Usopp, resisti!! Presto, presto! Un medico! È urgente!- strillava la piccola renna, seguita a ruota dal musicista tutt’ossa.

-Chopper! sei tu il medico!! Presto! Presto! Fai qualcosa!!- intervenne il capitano dal cappello di paglia, che come al solito si era fatto trascinare nella fesseria del momento e saltava impanicato da una gamba all’altra.

-Ragazzi.. cecchino, non vorrei sminuire il tuo dolore.. maaa.. non è meglio tornare ai discorsi seri?- chiese Robin, che faceva il possibile assieme a Nami, Zoro e Sanji per dissociarsi da quel gruppo di idioti in un situazione del genere. Fortunatamente i pirati che erano con loro in quel momento avevano la qualità di essere gente di buona compagnia, e quindi non fu poi così strano vederli scoppiare a ridere alla sceneggiata di Rufy e compagni. Se non altro quei cretini senza limiti erano riusciti ad allentare la tensione che fino a pochi minuti prima rendeva l’aria elettrica. Persino Adam aveva smesso di ringhiare, sghignazzando alla scena, che dopo appena pochi giorni sulla loro nave gli era diventata più che familiare.

-Ho detto di no!!- la voce infuriata di Occhi di Falco stoppò le risate, congelandole praticamente in gola a pirati e rivoluzionari. Tutti scattarono a guardare verso la fonte della voce. –Stupida! Ho detto che non è necessario!-. fu la conferma che parlava con la propria moglie, che ancora gli stava aggrappata per tenersi in piedi.

-E non urlare! Che già mi fischiano le orecchie!!- gli sbraitò lei di rimando, sovrastandolo con la voce. –Ti ho già detto che lo faccio! Non ti sto chiedendo il permesso!! Hanno ragione loro! È l’unico modo!- concluse digrignando i denti per le fitte di dolore che le partivano dal fianco.  Ormai, urlava più per sentire la sua stessa voce al di sopra del ronzio che le riempiva le orecchie, che per rispondere al marito.

-Mir! Stupida! Non ne hai le forze!!- il supporto di Dragon al pirata del governo non tardò ad arrivare. Che diavolo le era venuto in mente?! Aveva intenzione di sbriciolarsi come una statua di sale?! –non hai il senso della misura?! Possibile che ancora non capisci quando ti devi fermare?! Sei peggio dei bambini!-.

-Ma sentilo, fra cacchio da velletri!! E cosa pensi di fare, allora, grande capo delle mie suole??- la voce stridula della ragazzina fece sorridere i pirati, che notarono di buon cuore che la tenacia, al contrario delle forze fisiche, non intendeva abbandonare l’esile corpo della giovane. –Forza, “Mr. Ci penso io”!! sentiamo..- disse lei guardando il suo capo con aria di sfida. –Ohi! La domanda vale anche per te, mio dolce consorte, sai!! Forza! Come pensate di arrivare alle navi prima dell’inizio dei bombardamenti?!- concluse pizzicando il torace del marito.

-Ascolta bene ragazzina!! Adesso noi partiamo, gambe in spalla, e ci facciamo un bella corsa fino alle navi.. in venti minuti, o forse meno, siamo lì.. e poi, mia cara diffidente, sono cazzi amari per chiunque ci si pari davanti.. tutto chiaro?!- rispose tronfio il rivoluzionario, girando il pollice verso il basso per sottolineare l’espressione cazzi amari.

-Non fa una piega!!- disse Rufy col dito nel naso, precedendo la sfuriata di Mir, che però era solo posticipata, a giudicare dai pugni stretti della ragazza.  –No?- chiese rivolto alla sua ciurma, che annuì in sincrono.

-L’idea mi sembra ottima!! Vedrai mia ciliegina!! Altro che venti minuti!! In un quarto d’ora sarò, cioè, saremo, lì..- cinguettò giulivo Sanji, rivolto all’alchimista, beccandosi un’occhiata di compassione dal marito, che lo considerava evidentemente un cretino.

-Perfetto!! Partiamo allora!!- concordò Zoro avviandosi, e sbagliando, come al solito, clamorosamente direzione.

-Zoro!! Pezzo di cretino!! Possibile che non ti ricordi nemmeno da che parte siamo entrati?! Ma si può essere più deficienti?!- sbraitò la cartografa, lanciando una delle sue scarpe, rigorosamente dotate di tacco, dritto in testa allo spadaccino.

-Hi hi hi!! Zoro sei proprio un pollo!!! Che figura barbina!!- lo sfottè Usopp, dietro la grande schiena del carpentiere, che sghignazzava a sua volta.

-Ehi!! Pazza schizofrenica!! Non sei capace di dirle a voce le cose?? Eh? Il livello verbale è troppo per la tua testolina rossa?!- rispose infuriato il samurai, esibendo, come solo raramente faceva, un insulto così rifinito da essere degno della stessa Nami. La quale perse l’ultimo grammo di pazienza, tentando di fiondarsi a strozzare il compagno, non fosse stato per Robin che la trattenne, cercando di riportare gli animi alla quiete.

-Su, su.. navigatore.. calma.. non è il momento.. ti pare?- disse calmando la rossa, che continuò a snocciolare maledizioni tali da richiedere un evidente quanto efficace rito scaramantico dello spadaccino, che si portò le mani ai paesi bassi, facendo scoppiare a ridere tutti quelli attorno a loro. –Mir, comunque se ci fai strada per il bosco, ci metteremo davvero poco tempo per arrivare alla spiaggia..- disse poi l’archeologa rivolta alla moretta, che seguiva divertita la discussione.  A quelle parole però, la sua espressione tornò seria, e il suo tono sarcastico.

-Aaah.. Wunderbar!!dann fleh doch!! Sapete volare, per caso?- rispose ironica alla mora, tornando poi a guardare il suo capo. –non dire idiozie!! Sai benissimo che non abbiamo venti minuti!! Dragon!! Hanno ragione.. serve almeno prendere un po’ di tempo..- disse poi tirando anche la manica del marito, in modo che capisse che parlava anche con lui. La faccia dubbiosa del rivoluzionario le fece capire che si stava convincendo. Il ricercato numero uno al mondo si guardò attorno, leggendo l’indecisione nelle facce dei suoi uomini che non sapevano che posizione sostenere.. tutti sapevano che era l’unico modo, ma nessuno se la sarebbe sentita di chiedere a Mir uno sforzo simile. Il grosso uomo si strisciò la mano sul tatuaggio sospirando.

-Vorrà dire che ce ne metteremo dieci..- rispose cocciuto Occhi di Falco, continuando a guardare verso l’orizzonte. Le navi ormai erano allineate. Di lì a pochi minuti, avrebbero cominciato a calibrare i cannoni.

-Drakul!! Ehi guardami!!- disse la ragazza, tirando il capotto del marito. Il suo tono era nuovamente cambiato. Ora era chiaro che non avrebbe accettato repliche, non stava più chiedendo conferme, stava comunicando quello che avrebbe fatto, senza se e senza ma. –Non potete farlo in dieci minuti.. ehi! Ce la faccio!! Aprirò solo un varco, dalla parte del porto.. ma non avrete più di mezz’ora..- disse poi rivolta a Shanks e Barbabianca, dopo aver avuto un impercettibile cenno d’assenso dal marito, -anche ammesso che io riesca a creare un buco di un paio di centinaia di  metri non ci metteranno tanto a richiuderlo, visto quanti sono.. arrivate al porto e prendete le navi.. Rufy, voi, per fare prima, seguite loro fino Port Ruby, e poi fatevi il  litorale.. in quindici  minuti di buona corsa sarete alla spiaggia dove avete lasciato le scialuppe..poi sotto con i remi, mentre gli altri vi tengono aperto il varco per la fuga..- concluse poi dando le direttive, nonostante diventasse palesemente più fiacca ad ogni parola che le usciva dalla bocca. I capitani delle ciurme la guardavano, annuendo a conferma delle sue istruzioni, capendo perfettamente quanto le costasse quello che si accingeva a fare.

-Ok ragazzi forza.. gambe in spalla e partite!! Forza!! Veloci!! Avete sentito la direttrice delle operazioni a terra?! Avanti!! Non dovete correre, dovete volare!!- la voce possente del capo dei rivoluzionari fece scattare un coro di urla e incitazioni, seguite dal rumore di centinaia di persone che cominciavano a correre in direzione del porto più grande dell’isola.

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Capitolo 20
*** Kapitel Zwanzig ***


-Voi non venite?- Chiese Rufy, vedendo che Mir, Mihawk e Dragon non accennavano a muoversi dietro alla folla.

-Arriviamo dopo.. ci aspetta Orso sulla sua nave, tanto siete con quella, vero?- chiese il rivoluzionario, verso occhi di falco,  proseguendo al suo assenso, -Rufy!! Allora! Buon viaggio! Sicuramente ci rivedremo più avanti!!- concluse abbracciando il figlio, che dopo aver ricambiato l’abbraccio sorrise ebete verso l’alchimista.

-Sinceramente.. adesso non riuscirei a correre fino alla spiaggia.. mi ci farò trascinare dopo come un sacco di patate!!- rise Mir, battendo una pacca sulla spalla del ragazzo di gomma. –Dai muovetevi, o rimarrete indietro!! E.. Nami.. mi raccomando.. sei l’unica che si orienta decentemente.. occhio ai soliti.. non ci sono margini d’errore!- disse poi sorridendo verso la cartografa.

-Non ti preoccupare!! Lascia fare a me! Allora… a presto e grazie di tutto!!- sorrise la rossa di rimando, rivolgendosi poi ai suoi compagni –Forza perdigiorno!! Senza perdere tempo!! E voi tre idioti! Non costringetemi a tirarvici per le orecchie fino alla spiaggia, chiaro?!- sbraitò al solito trio dell’ave maria.

-Mir, mi raccomando! Riguardati!! E a presto, speriamo!- urlò Robin verso la moretta, in mezzo ai saluti del resto della ciurma, alle smancerie di Sanji e alle lacrime di Franky.

-Mir!! Grazie!! Ti devo un favore.. cioè.. un altro.. metti in conto mia cara!! Prima o poi mi riscatterò!- rise il Rosso, schioccando un bacio sulla fronte alla ragazzina, e salutando al volo, mentre correva dietro ai suoi uomini, il marito, che osservava infastidito i commiati, non ancora convinto dalla scelta della moretta.

-Mir!! Per qualsiasi cosa!! Sono a tua disposizione!! Io e tutti i miei uomini! Compreso quel fannullone di Ace!- disse Barbabianca, scompigliando i capelli dell’alchimista, rischiando di farle perdere l’equilibrio per la troppa forza, mentre Ace gridava i soliti saluti deficienti alla ragazza, che per lungo tempo era stata sua compagna in missione.

-Grazie piccola! Appena puoi vieni a trovare questo povero vecchio! Anche Shakky sarà felice di vederti!- disse il re oscuro abbracciandola, e scappando come un fulmine alle calcagna di Barbabianca. Ormai tutti avevano lasciato la piazza.

-Ma vi date una mossa?! Non ho mica intenzione di stare ad aspettare che comincino a bombardare mentre ascolto le vostre cretinate!!- gracchiò stizzita la moretta che però sorrideva guardando il gruppo allontanarsi velocemente.

 

 

“Ehi ragazzina, vedi di non esagerare!! Ci basta un buco giusto per farci largo ed avere il tempo di disperderci..” la voce della pantera nera che parlava nervosa dopo il lungo silenzio che aveva seguito la partenza delle ciurme le rimbombò nella testa vuota. Non osò nemmeno immaginare la furia di Adam che sarebbe sicuramente succeduta allo svelarsi del suo vero piano.

“Ehi!! Ehi! Dico a te mocciosetta! Che stai macchinando?! Sento il rumore dei tuoi pensieri contorti!” intervenne il grosso felino color della neve, intuendo dal sorriso strafottente della padrona che stava per dar loro una notizia per nulla simpatica..

“Ragazzi.. sapete che stavo pensando???” chiese la ragazza, guardando furbetta la pantera nera, mentre il capo e il marito osservavano in silenzio le navi all’orizzonte, aspettando che lei si mettesse in moto e cercando di nascondere il pessimo umore dovuto alla preoccupazione. “non sarà sufficiente.. aprire un varco intendo.. bisognerà fare di più..”. a quelle parole i felini percepirono improvvisamente tutta la stanchezza della padrona. Sentivano il loro fianco bruciare come le fiamme dell’inferno, la febbre, il fischio che le riempiva le orecchie, le gambe di burro. Per un secondo rimasero storditi da quell’accumulo di dolori. Non riusciva più nemmeno a schermare i suoi pensieri da loro, come poteva pensare di spalancare le porte?!

“Mir! Non fare la stupida, dannazione!! Non ce la farai mai!! Sei troppo indebolita! Pensa a cosa succederebbe se perdessi il controllo!! Ci spazzi via tutti!!” rispose infuriata la tigre, prevenendo lo scatto d’ira dei due compagni.

“Raxha! Pensa tu, invece!! Se non facciamo qualcosa, qualcosa di utile davvero, quelli ci mandano a fondo.. per quanti i ragazzi siano forti, stavolta ci siamo scavati la fossa da soli.. io.. ho scavato la fossa attorno ai  loro piedi.. non ce la possono fare.. contro il tempo non si combatte!! E poi oggi, a differenza dell’ultima volta, ci sono anche gli ammiragli.. non si sono organizzati all’ultimo secondo come anni fa!” rispose la padrona, calmando subito la rabbia di Raxha, che però non poteva nascondere la sua preoccupazione.

“Non l’hai scavata tu quella fossa.. maledizione! Perché non lasci che si arrangino, per una volta! Cosa facciamo se perdi il controllo, eh? Perché  non ragioni per una volta!” Adam aveva ricominciato a ringhiare, facendo intuire anche ai due uomini che fra i quattro fosse in atto una qualche discussione.

“Ma non capisci che sarà un massacro se non facciamo del nostro meglio?!” si inalberò la ragazza, non provocando altro se non l’aumento del volume del suo ringhio continuo.

“Che si arrangino! Non è affar nostro! Sono adulti e vaccinati!” insorse la pantera color della neve, unendo il suo ringhio basso e roco a quello del suo simile.

-Che succede? Mir! Qual è il problema?- domandò il rivoluzionario direttamente alla ragazza, sapendo perfettamente che non avrebbe ottenuto che silenzio da uno qualsiasi dei tre felini.

-Adam!- si girò lei stizzita verso il felino color carbone. Ci mancava solo che anche quei due si mettessero a farle la paternale. Se ne accorgeva benissimo da sola che non era al massimo delle forze, il corpo ferito era il suo, diavolo!

-Adam un corno! Che diavolo stai combinando!? Ehi! Dico a te! Non fare finta di non sentirmi!- sbottò occhi di Falco, strattonando la moglie per il braccio e rischiando di mandarla a terra. Non riusciva nemmeno a stare con i piedi piantati a terra.. cosa pensava di fare?

-E lo chiedi? Non riesci a intuire cosa ha intenzione di fare? E  meno male che dici di conoscerla bene..- sbuffò Dragon guardando il pirata con aria di sufficienza e incrociando le braccia sotto il mantello.

-Togliti quella smorfia dalla faccia, sottospecie di orango, o te la cancello a suon di pugni!- rispose quello stizzito, regalando uno dei suoi sguardi di ghiaccio al suo interlocutore.

-Ah ah! Ragazzo.. ne passerà di acqua sotto ai ponti prima che tu possa fare una cosa del genere.. ma quale falco!! Sei solo un pulcino.. abbassa le piume!- rincarò il rivoluzionario. Era raro che si attaccassero così direttamente, ma evidentemente non avevano voglia di elaborare insulti troppo fini. Ormai era ora di agire. E entrambi sapevano che qualunque cosa avesse deciso la ragazza, una volta iniziata, sarebbe stata impossibile da interrompere.

-Ma la volete piantare!? Pensate piuttosto a dire a questa campionessa di insensatezza che non deve esagerare!- si intromise la pantera nera, spiattellando le intenzioni della padrona.

-Adam!!- l’urlo stridulo della ragazza ricordò tanto il rumore di un coltello che striscia sul piatto.

-Sì, Adam, mi chiamo così, e allora?- rispose acido quello, sfidandola con lo sguardo.

-Mir! Non strafare! Basta un buco per dargli il tempo di scappare! Non sono bambini! Se la sanno cavare!!- ripetè stanco Dragon, strisciandosi lentamente le mani sulla faccia.

-Non basterà! Ci sono anche i tre ammiragli laggiù! Le navi sono troppe! Ci metteranno troppo poco a chiudere il varco! E in più non sappiamo se anche Rufy e gli altri faranno a tempo a..- si interruppe, dovendo far fronte alla voragine nera che le si apriva davanti agli occhi. Sentì le ginocchia cedere, ma fortunatamente non cadde, percependo la pelliccia morbida di Raxha farle da appoggio dietro la schiena. Accarezzò il manto morbido della tigre, e mentre le immagini tornavano nitide davanti ai suoi occhi mormorò un ringraziamento che l’animale stesso sentì a malapena.

-Ecco, appunto..- ringhiò il pirata del governo mentre le si avvicinava e la riportava in posizione eretta tirandola per un braccio, -vedi di non esagerare, ci sono Shanks e gli altri laggiù, non succederà niente a…- ma il resto della frase fu coperto dal suono di qualcosa che si frantumava rovinosamente poco distante da loro.

-Merda! Cominciano a calibrare i colpi.. strano che comincino a sparare dalla parte opposta a dove sono ormeggiate le navi..- constatò Dragon calmo,  nonostante l’esordio, dopo qualche secondo che tutti osservavano la nube di polvere e fumo che si alzava dal punto in cui era caduto il colpo.

-Padrone!!- la voce del  pennuto che planava veloce a pochi metri dal gruppetto attirò l’attenzione, cancellando le varie congetture che si stavano formando nelle menti del trio.

-Boocha! Finalmente! Allora? Com’è la situazione al porto?- chiese il rivoluzionario,che al contrario degli altri non era per niente stupito di vedere l’animale arrivare in volo.

-Tu! Razza di pavone senza coda! Che fine avevi fatto?! Ti avevamo chiesto di fare da guida a Rufy attraverso il bosco! Ti pare questa l’ora di arrivare!?- ruggì Adam, scocciato dall’arrivo tardivo del Falco messaggero.

-E chi ti ha eletto capo delle mie piume, palla di pelo con la coda?- rispose il pennuto, sempre pronto ad attaccar briga col felino.

-Basta, voi due!- la voce del rivoluzionario portò la tregua tra i due, -Allora? A che stanno gli altri?!- chiese di nuovo, rivolto al volatile.

-Ormai saranno al porto.. li ho lasciati che erano a poche centinaia di metri da lì..- rispose quello, ignorando le proteste del felino.

-Bene.. Mir.. direi che tocca a te.. ehi! Poca roba, chiaro!? Questo è un ordine del tuo capo! Ah, Boocha.. da che lato stanno Sengoku e gli ammiragli?- chiese poi, tornando a rivolgersi al messaggero, mentre l’alchimista si accomodava a terra con l’appoggio del marito.

-Dalla parte di Port Ruby, capo.. tutti quanti..- rispose quello, attirando l’attenzione di tutti, nonostante avesse abbassato il volume della voce. Dragon sollevò la testa rincuorato. L’informazione che il falco aveva appena dato loro dava ragione a lui e ai felini.. sarebbe bastato aprire un varco dalla parte del porto per liberarsi la via di salvezza. Guardò trionfante la sua collega che sbuffò alzando gli occhi al cielo, avendo intuito alla perfezione cosa significava quell’espressione ebete sul viso del suo capo.

-Chiaro.. non vogliono rischiare di far scappare qualcuno al bombardamento..- disse Occhi di Falco, lasciando il braccio di Mir, che ora stava seduta a terra a gambe incrociate, mentre i felini prendevano ognuno il proprio posto.

-Già.. e come mai stanno tutti dalla stessa parte? Paura di perdersi?- chiese ironico il rivoluzionario mentre osservava dubbioso la sua sottoposta chiudere gli occhi e concentrarsi.

-Chissà.. vedremo che combineranno una volta a testa in giù..- rispose il pirata, guardando prima la moglie e sbuffando, segno che per quel giorno ormai sperava di non dover far fronte ad altri imprevisti. –che ne dici? ce la può fare?- chiese poi, consultandosi con l’eterno nemico.

-Bah.. speriamo solo che quei tre la convincano a non esagerare. Non è assolutamente nelle condizioni.. avremmo dovuto insistere di più.. speriamo almeno che non travolga anche i nostri. Diavolo.. diciotto anni e  perde già il secondo petalo.. voglio vedere quanto durerà, avanti di questo passo..- rispose realista quello. Inutile nascondersi dietro un dito.. quella ragazza era troppo avventata in certi casi.

-Mmm.. comincia..- disse il falco, osservando il vento che muoveva le cime degli alberi in lontananza. I due uomini alzarono gli occhi al cielo, guardando le nuvole che pian piano diventavano più dense e scure. Un brivido corse silenzioso lungo le loro schiene. Certi poteri al mondo erano davvero terrificanti..



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salve a tutti!! chiedo scusa per l'ennesima volta per la lentezza con cui aggiorno @.@!!! >.<" sono desolata!! solo che man mano che sono usciti i volumetti nuovi con il vero svolgimento della storia sono sempre più incantata da quelli e sempre meno in grado di scrivere!! acccetto suggerimenti XD!! :p!

un grazie a tutti coloro che seguono la storia!! grazie mille!!  =)

e adesso un paio di risposte (che arrivano dopo un secolo!! -.-")..

SMEMO92: innanzitutto ancora grazie per i commenti.. sono sempre molto incoraggianti!! troppo buona!! =) poi.. in quella frase in tedesco dice praticamente quello che ripete dopo (cioè, letteralmente: "Ah! magnifico! quindi volate!").. continua a commentare, o a criticare!! ti tengo come faro!!

HAPPYLIGHT: grazie mille!! sono felice che ti piacciano, sia la storia che il modo in cui tratto i personaggi.. sai mi hai quasi beccata!! in effetti l'idea dell'alchimia mi era venuta proprio da lì!! (anche se ne ho vista una sola e unica puntata, da cui, per altro, non sono riuscita a ricavare una cippa di cavolo, se non quel concetto lì... -.-")... per quanto riguarda il tedesco non c'è un motivo perticolare.. era semplicemente una lingua che mi appassionava molto ai tempi della scuola media.. ho sempre l'impressione che abbia un suono imponente e quasi maestoso (se non ha qualcuno dei loro accenti strani XD!) e ho pensato che si adattasse a rappresentare un potere di quel genere.. che ne pensi? sarei molto contenta di sapere anche cosa ne pensi del continuo della storia!! anche se hai qualche critica!!


bene!! ringrazio di nuovo tutti e spero che il senguito non sia deludente.. buona lettura!! baci!! :-*

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Capitolo 21
*** Kapitel Einundzwanzig ***


-Ok ragazzi.. questo è il porto. Proseguite dritto per quella strada.. a quanto mi ha detto Mir, la vostra nave è ormeggiata da quella parte..- disse Ace, guardando il fratello.

-Stai dando informazioni all’uomo sbagliato, bello di zio..- si intromise Franky, controllando che anche Nami avesse ascoltato le dritte del ragazzo, mentre il capitano e il suo secondo si riavviavano esattamente verso la stessa strada da cui erano usciti pochi istanti prima.

-Ma non ci posso credere! Ma che diamine! Siamo appena usciti da lì, Rufy!!- sbottò il primo comandante della flotta di Barbabianca contro il fratello, cacciando due belle file di denti accuminati.

-Questa è la cruda realtà, fratello.. accetta che il ragazzo sia totalmente  privo di senso dell’orientamento, proprio come il suo secondo!- cercò di consolarlo il carpentiere, battendogli una pacca sulla spalla.

-Voi due, imbecilli!! Da questa parte! Di qua!- urlò la navigatrice, con la sua solita “calma”.

-Hai visto che avevo ragione io, Zoro?!- borbottò il capitano dal cappello di paglia, mentre trotterellavano indietro.

-Ma che dici! tu ti volevi infilare lungo il molo!!- rispose piccato lo spadaccino, cacciando a sua volta i denti da squalo.

-Ma mi chiedo io.. si può essere più scarsi?- domandò sconsolato al vento il cuoco, scuotendo la testa.

-NO, decisamente no.. che sia una qualche specie di amnesia?- chiese il piccolo medico, cercando nei suoi ricordi un qualche caso medico simile.

-Oh! Basta! Abbiamo capito! Ci siamo solo conf…- tentò di replicare lo spadaccino, prima di essere interrotto dallo schianto di un colpo che cadeva poco lontano lungo la strada che avevano appena percorso.

-Merda! Cominciano a calibrare! Tra una decina di minuti, o forse meno, comincia il bombardamento vero e proprio! Rufy, ragazzi!- gridò il rosso, che li raggiungeva correndo, -Presto! Dovete avviarvi alla nave! Mi raccomando! In gamba eh!- disse poi abbracciando colui che aveva ereditato il suo cappello di paglia. –Ci rivedremo di sicuro più avanti! Ragazzi, anche voi! Occhio a questo scavezzacollo!!- concluse salutando sorridente il resto della ciurma.

-Allora, fratellino!! Arrivederci a quando sarete nel nuovo mondo!! Ragazzi, buon viaggio anche a voi!! Nami, prima di partire aspettate il mare calmo. Non so quanto e cosa riuscirà a smuovere Mir, ma aspettate almeno che vi teniamo la piazza pulita per il passaggio! Appena potete mettetevi in coda alla nostra formazione..- disse Ace, scompigliando i capelli del fratello mentre faceva le ultime raccomandazioni sorridente. –Ah!- saltò poi, quando un’onda li sommerse fino alle ginocchia, -cavolo, Mir sta già cominciando.. vi conviene muovervi, se non volete trovarvi sulle scialuppe mentre lei opera!-.

-Ricevuto! Ehi! Aspettatemi! Dove credete di andare senza di me!- confermò la navigatrice, per poi correre all’inseguimento della sua ciurma, che era partita al volo lanciando saluti vari al Rosso, a Ace e alle varie ciurme, che li ricambiavano rumorosamente. –Cavolo, la pressione sta calando a picco..- mormorò poi una volta accanto a Robin.

-Uhm? E cioè?- chiese l’archeologa, non capendo l’utilità dell’osservazione.

-Si sta per scatenare una gran bella  tempesta..- sorrise la navigatrice, tentando di nascondere l’incertezza che la tormentava.

-Che c’è pasticcino mio? Qualcosa non va?- si intromise Sanji, notando che le due ragazze erano pensierose.

-No, nulla Sanji.. mi chiedevo solo se Mir riuscirà a fare il suo lavoro.. intendo.. con quella ferita.. in quelle condizioni. Se solo ripenso a quella frazione di secondo in cui abbiamo visto quello che prova quando lo fa, mi vengono i brividi..- rispose la rossa, rendendo partecipe il biondo cuoco dei suoi pensieri.

-Uhm.. capisco.. bè.. direi che l’unica cosa che possiamo fare è muoverci a tornare sulla Sunny e lasciare piazza pulita, in modo che anche la sua fuga sia più semplice!- rispose per lui la mora, sollevando leggermente l’umore della cartografa.

-Sì, avete ragione.. ah! Ecco la Mini Merry.. bene! Ora ascoltatemi branco di caproni!!- disse la rossa, riprendendo in un nano secondo la modalità “Heil Führer!” degna di un campo di concentramento, -Usopp, Robin, Sanji e Brook sulla Mini Merry. Zoro, Rufy, Chopper e Franky, sulla scialuppa e remare!! Forza, forza, forza! Non siamo qui a disegnare le macchie ai leopar..- il resto della frase fu coperto da un colpo che si schiantava in mezzo al bosco pochi chilometri dietro a loro, convincendo persino lo spadaccino a desistere dalle solite proteste, che tramutò in un borbottio continuo che faceva da sottofondo ai vogatori che prendevano posto e spingevano le scialuppe in mare.

-Ehi  Nami! Sicura di non aver problemi con il Waver con queste onde?! Vuoi che lo prenda io?- chiese Rufy, invidiando come al solito l’abilità della rossa.

-Ma fammi il favore! Non ci stai sopra nemmeno sul piano, figuriamoci con tanto di mare mosso! Mettiti a remare, fratello!! O qui non arriviamo più!- sbottò Franky richiamando al dovere il capitano, che si mise ai remi sbuffando per l’ingratitudine dei suoi .

-Ingrati! Ero solo preoccupato per lei!- mugugnò, nonostante la sua faccia raccontasse tutto il contrario.

-Crostatina, però presta attenzione.. quel pozzo nero ha ragione, stavolta.. si stanno alzando delle onde niente male..- confermò Sanji, che a fatica teneva l’equilibrio sulla Mini Merry, timonata dal prode capitan Usopp.

-Non ti preoccupare Sanji.. ci vediamo alla Sunny.. io intanto comincio a preparare la partenza! Che razza di nuvole!! Zoro! Forza con quei remi! Non poltrire!- lo rassicurò la navigatrice, prima di buttare un occhio al cielo e partire a massima velocità mentre sgridava il samurai che ancora borbottava maledizioni contro il maresciallo in gonnella.

-Razza di strega!! Sto remando!! Vuoi fare a cambio per ca…- gli urlò dietro infuriato, prima di beccarsi una bella ondata causata dal getto del Waver che lo inzuppò dalla testa ai piedi.

-Ah ah!! Ben ti sta, testa muschiata!!- lo derise il cuoco, mentre la Mini Merry sorpassava la scialuppa.

-Ehi, tu! Razza di deviato! Quella è proprio la postazione per te, che non sei abbastanza uomo da metterti ai remi! Comoda la barca che va da sola, eh, signorine!?- lo sfottè lo spadaccino, potendosi aggrappare solo all’assegnazione dei posti sulle scialuppe.

-Appena arriviamo sulla Sunny sei morto!- lo minacciò il cuoco, da lontano, dato che la Merry era ormai parecchi metri più avanti dell’altra scialuppa.

-Dai, Zoro! Muoviamoci! Non vorrai far arrivare prima loro, vero!?- lo istigò il carpentiere, facendo leva sullo spirito competitivo dello spadaccino per risparmiarsi qualche remata. Strategia che funzionò, dato che non solo lo spadaccino, ma anche il capitano e il medico avevano preso sul serio la sfida, portando la scialuppa alla stessa velocità della piccola barchetta a vapore. Dopo poco meno di una decina di minuti di remate, erano ormai arrivati alla Sunny, tra le onde che superavano i bassi parapetti e i fischi dei colpi che volavano verso l’isola, sollevando polvere e fiamme ovunque si schiantassero.

Una volta saliti a bordo e aver caricato la Merry e il Waver si girarono finalmente a guardarsi indietro. L’isola non era più quel paradiso esotico che avevano ammirato quella stessa mattina durante lo sbarco. Il cielo nuvoloso rendeva le acque del mare scure come la notte, e il vento agitava le chiome degli alberi, sferzate da raffiche di sabbia che frustavano l’intera costa. Le fiamme in lontananza proiettavano nei punti in cui salivano più alte verso il cielo la loro immagine rossastra sulle acque agitate, le cui onde mordevano le spiagge candide, man mano più violente. Le altre ciurme che avevano condiviso con loro l’avventura di quella mattina avevano sfruttato il tempo che loro avevano impiegato per raggiungere la Sunny per allontanarsi dal porto e schierarsi seguendo una palese formazione d’attacco, di cui i ragazzi potevano scorgere solo le navi che facevano da apripista, essendo le altre nascoste da quello stesso promontorio che li aveva nascosti al passaggio della navetta di vedetta.

-Santo cielo!! Guardate laggiù!!- urlò Usopp, indicando un punto vicino alla spiaggia. Eccolo. Il potere devastante dell’alchimista entrava in azione. Le acque agitate dell’oceano si calmarono improvvisamente, lasciando le navi a galleggiare placide su un lastra di vetro, priva della anche minima increspatura.

-Comincia..che facciamo con le ancore, Nami cara? Le lasciamo calate?- chiese il cuoco, indeciso sul da farsi, non conoscendo precisamente la portata dell’attacco.

-Sì.. lasciamole giù.. le alzeremo appena passato il peggio, o rischiamo di farci trascinare a riva dall’ondata di ritorno..- rispose pensierosa la ragazza, osservando la riva, mentre tutti attendevano il passo successivo, ben consci di quello che stavano per vedere.

-Non è allucinante? Avere il potere di bloccare il mare come se fosse ghiacciato.. cioè.. guardate che roba!! Non si muove un filo d’aria!- esclamò estasiato il piccolo medico, osservando l’acqua appoggiato al parapetto.

-Io lo trovo solo inquietante! Pensa cosa potrebbe fare sul corpo di un essere umano!!- rispose il cecchino, rabbrividendo al solo pensiero dei poteri dimostrati dalla ragazza.

-Io penso che sarebbe molto comodo..- rispose pratica la navigatrice, paragonando mentalmente quel potere ad un interruttore on/off di tempeste, tornadi e quant’altro.

-Naa! Non sarebbe più divertente se il mare fosse sempre così piatto!!- protestò Rufy, mentre Robin sorrideva per la sua semplicità.

-Comincia..- mormorò lo spadaccino, che nonostante il tono bassissimo venne udito perfettamente da tutta la ciurma.

-Yohohoh!! Speriamo di portare a casa tutte le ossa.. almeno quelle!! Yohohoh!- ridacchiò lo scheletro, col suo solito umorismo sepolcrale.

-L’hai detto, costina scarnata.. l’hai detto..- rispose Franky pensieroso, guardando il mare che si cominciava a ritirare lasciando respirare metri e metri di sabbia che chissà da quanto tempo non godevano dell’aria fresca. E sobbalzarono quando in fulmine si andò a schiantare dove alcuni di loro intuirono essere la piazza dell’esecuzione, illuminando il cielo che ormai era più assimilabile ad un tardo pomeriggio d’inverno, che a una calda mattinata d’estate.

-Hanno persino smesso di bombardare, quei maledetti del governo..- masticò sprezzante il cuoco, facendo notare a tutti che da vari secondi ormai i cannoni non facevano più fischiare i colpi sopra le loro teste.

-Che qualcuno lassù ce la mandi buona..- piagnucolò Usopp, osservando terrorizzato un secondo fulmine cadere all’incirca nello stesso punto, seguito a pochi secondi da un rombo assordante che fece loro accapponare i peli delle braccia. Ormai l’alchimista si era messa in moto.. sentivano la nave come scendere di quota mentre le acque correvano da qualche parte lontano dall’isola per raccogliersi in attesa dell’ordine della loro momentanea padrona.

-Lasciateci dare una possibilità alla natura, perché sa il fatto suo meglio di noi.- si pronunciò l’archeologa, enigmatica come al solito, mentre i restanti membri della ciurma non poterono far altro che rimanere a guardare la sempre meno acqua che li divideva dalla spiaggia, appoggiati al parapetto della Sunny. Quel giorno sarebbe di sicuro rimasto ben impresso nelle loro menti, volenti o nolenti. Rufy gettò istintivamente un sguardo allo schieramento dei loro alleati.. non che potesse distinguere chiaramente le loro espressioni, ma notò che oramai guardavano sì e no tutti dalla stessa parte. Seguì i loro sguardi, e per la prima volta si trovò il cuore a battergli in gola di fronte al mare.

-R.. ragazzi!- mormorò il capitano dal cappello di paglia. La sua voce quasi strozzata bastò a far scattare di colpo l’allarme nell’intera ciurma, che si voltò immediatamente. Non un solo commento si levò allo spettacolo che si trovarono  davanti agli occhi, lasciandoli frastornati e spaesati. Mai il mare era parso loro tanto immenso e tanto nemico al tempo stesso..




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Salve a tutti.. =) da qui mi avvio a terminare la storia entro pochi (spero!!) capitoli.. ormai ho dissanguato la mia vena artistica XD!

un grazie a chi continua a seguire la storia, e un grazie speciale a chi commenta!! i vostri commenti mi fanno molto piacere!!

spero di non deludere nel finale.. ma almeno qui speravo di avere l'happy ending ç_ç" vedremo che se pò fa!! :p

grazie ancora e al prosssimo capitolo!!

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Capitolo 22
*** Kapitel Tzweiundzwanzig ***


-Per Giove!- esclamò Ben, non appena le onde cessarono di colpo di scuotere le navi, andando subito a cercare con lo sguardo il suo capitano, che assieme al loro ospite guardava preoccupato le navi all’orizzonte. –Ehi, Shanks!! Che facciamo? Cominciamo l’attacco subito?- chiese poi, non appena ebbe lo sguardo del rosso.

-Mmm.. no.. correggimi se sbaglio, Yasopp.. ma i nostri cannoni non possono arrivare a sparare così lontano, vero?- rispose il capitano, girando la domanda al capo cannoniere, poco distante dal suo collega.

-No, capitano.. no.. siamo troppo distanti.. dovremmo avvicinarci di almeno un miglio ancora..- rispose l’infallibile cecchino, calcolando in maniera straordinaria, seppur a occhio, le traiettorie, i venti e qualsiasi altra variabile che avrebbe potuto influire sui colpi dei cannoni.

-Lo immaginavo,- sospirò il rosso, strisciandosi sul viso sfregiato la mano, -non ci possiamo nemmeno avvicinare, finche Mir non finisce.. non voglio rischiare che ci travolga con l’ondata..- disse poi quasi spiegando a Rayleigh il perché di quello stazionamento a cui erano costretti, inermi e attaccabili, essendo loro una delle navi che facevano da capo colonna. –Pensiamo a proteggere la nave da eventuali colpi, per il momento.. dopo ci muoveremo..- concluse, guardando le nuvole nere che coprivano il cielo.

-Che dio mi renda vegetariano se quello che vedo non è reale!!- biascicò Lou, che era unico assieme al vecchio re oscuro che in quel momento guardava dalla parte opposta del resto del gruppetto. –Che diavolo succede laggiù?!- disse indicando la spiaggia che si allungava sempre di più verso di loro, mentre le acque si ritiravano silenziose sotto le navi.

-Ah ah!! Ragazzo! Preparati a vedere una cosa talmente sconvolgente che raramente te ne capiteranno di pari nella vita! Il mare: crudele come la morte, e affamato come la tomba.- disse il canuto pirata, sistemandosi gli occhialetti tondi sul naso, e sapendo bene a cosa andavano incontro.

-Speriamo che anche i cuccioli siano fuori dalla portata dell’onda..- disse poi Shanks buttando un occhio verso la Sunny, seguito a ruota da Yasopp, altrettanto preoccupato.

-Secondo me non c’è rischio..- Rispose Ben, usando il fucile come appoggio sotto al gomito, - la bambolina rossa sembrava sapere bene il fatto suo, in quanto a mare.. poi male che vada noi siamo ad un tiro di schiop..- ma venne sovrastato dal fulmine che cadde fragoroso sull’isola.

-Diamine!!- sbottò Rayleigh, -non c’è la piazza, più o meno in quel punto?- chiese poi, cercando conferma, che trovò nei volti del gruppetto che annuivano in risposta alla sua domanda senza distogliere lo sguardo dall’isola. –Che diavolo sta combinando quell’insensata?!- ringhiò, più guidato dalla preoccupazione che dalla rabbia, non appena le assi delle navi vibrarono al boato del secondo fulmine che infierì sulla carcassa martoriata di Rocky Island.

-Per Diana!! Allora è vero quello che si racconta in giro.. guardate un po’ là!- esclamò Ben che nel voltarsi a guardare il re oscuro aveva inevitabilmente buttato l’occhio alle navi della marina. Il gruppetto si girò all’esclamazione del moro. Non che avrebbero potuto fare diversamente, viste le urla che si alzarono dall’intera ciurma di lì a qualche istante. Ma quello che si trovarono a fronteggiare era qualcosa di semplicemente incredibile, e all’improvviso capirono perché erano ormai quasi arenati nella spiaggia, e persino dove era finita l’acqua. Nonostante il mare sotto di loro fosse liscio e piatto come una tavola, dietro le navi da guerra avanzava un muro, perché non poteva essere definito diversamente, di acqua talmente imponente che avrebbe tranquillamente potuto scavalcare l’intera isola e mantenere invariata la sua portata. Ai più si drizzarono i capelli in testa, al solo pensiero di chi era stato a scatenare tanta potenza distruttiva, non riuscendo a produrre altro se non suoni difficilmente assimilabili a parole sensate. Il capitano e l’ex vice re dei pirati guardavano in silenzio quello spettacolo allucinante, tenendo per loro il fatto che, questa volta, la portata distruttiva che aveva scatenato la ragazza era per lo meno il doppio di quello che loro stessi si erano trovati a vedere anni prima, e soprattutto la preoccupazione che la ragazza non controllasse il potere.

-Quella stupida ha fatto di testa sua!! Ha circondato l’isola.. altro che varco.. che dici? ce la fa?- chiese il re oscuro sottovoce al suo ex compagno di ciurma , seguendo con gli occhi, fin dove riusciva, la linea del muro d’acqua.

-Non lo so, Ray.. non lo so.. speriamo che sia in grado di controllarsi o qui finiamo tutti a fare compagnia a Davy Jones..- rispose il rosso sospirando, mentre anche lui guardava il muro d’acqua che pian piano avanzava, prendendo velocità.

-Bon, alors.. che gli dei del mare abbiano grazia di noi..- mormorò sorridendo i vecchio vice-re dei pirati, pensando alle incisioni all’ingresso della città più grande dell’isola. Il rosso gli rispose ridacchiando. In fondo in fondo non accettavano di doversi preoccupare dell’operato dell’alchimista. Non li aveva mai messi in difficoltà.. speravano solo di non dover affrontare conseguenze disastrose, per loro o per la ragazza.

Voltarono lo sguardo verso la nave a fianco a loro. Il suo enorme capitano e il comandante della sua prima flotta guardavano assorti quella scena surreale davanti a loro, con le facce segnate da un ghigno strafottente come a sottolineare che, questa volta, il governo aveva scelto decisamente male a chi mettere i bastoni tra le ruote. E forse sì.. anche sollevati dal fatto che tanta potenza, di cui avevano sentito parlare solo da racconti e che i più tra loro avevano sottovalutato scettici, fosse in loro grazia.

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