Being Lilyth di Vapidity (/viewuser.php?uid=95031)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kapitel Ein ***
Capitolo 2: *** Kapitel Tzwei ***
Capitolo 3: *** Kapitel Drei ***
Capitolo 4: *** Kapitel vier ***
Capitolo 5: *** Kapitel Funf ***
Capitolo 6: *** Kapitel sechs ***
Capitolo 7: *** Kapitel Sieben ***
Capitolo 8: *** Kapitel Acht ***
Capitolo 9: *** Kapitel Neun ***
Capitolo 10: *** Kapitel Zehn ***
Capitolo 11: *** Kapitel Elf ***
Capitolo 12: *** Kapitel Zwolf ***
Capitolo 13: *** Kapitel Dreizehn ***
Capitolo 14: *** Kapitel Vierzehn ***
Capitolo 15: *** kapitel funfzehn ***
Capitolo 16: *** Kapitel Sechzehn ***
Capitolo 17: *** Kapitel Siebzehn ***
Capitolo 18: *** Kapitel Achzehn ***
Capitolo 19: *** Kapitel Neunzehn ***
Capitolo 20: *** Kapitel Zwanzig ***
Capitolo 21: *** Kapitel Einundzwanzig ***
Capitolo 22: *** Kapitel Tzweiundzwanzig ***
Capitolo 1 *** Kapitel Ein ***
Tipica
giornata di sole.
Tipica
giornata di calma piatta.
Tipica
giornata che capita nel posto sbagliato, al momento
sbagliato.
La
Sunny avanzava lenta tra le onde, quasi piatte, lasciando
il suo equipaggio a crogiolarsi in un’atmosfera di tranquillità quasi
surreale,
se non fosse stato per l’urgenza con cui dovevano procedere.
La
notizia ormai aveva fatto il giro del globo, sia acquatico
che terrestre: Portuguese D. Ace, comandante della seconda flotta di
Barbabianca, nonché fratello del capitano della ciurma, era stato
catturato dalla
Marina militare e l’annuncio della sua esecuzione pubblica prevista da
lì a una
settimana aveva scosso l’intera popolazione mondiale. Toccare uno della
flotta
di Barbabianca, soprattutto un uomo così vicino al capitano stesso, per
il
Governo Mondiale poteva voler dire una cosa sola: guai grossi. E una
grossa
guerra.
Per
questo Rufy, assecondato
dall’intera ciurma, aveva scelto di far rotta verso il luogo
scelto per
l’esecuzione, Rocky Island. A Ace non sarebbe piaciuto essere soccorso
dal
fratellino minore, ma al diavolo, quello era pur sempre suo fratello,
se non
altro lo avrebbe rimproverato da vivo.
Ma
contro il mare non si combatte, perciò, esaurita la Cola
di Franky, l’unica cosa da fare era aspettare che un benedetto filo di
vento
soffiasse per muovere più velocemente la Sunny.
-Sanjii!
Ho fameee!!-
la lingua a penzoloni di un giovanotto col cappello di paglia
scandiva
la prima ora passata da quando l’intera ciurma si era alzata dal tavolo
imbandito per il pranzo. Avvertì a malapena il suono dei tacchi sul
parquet che
si vide calare un sonoro cazzotto dritto dritto in mezzo alla fronte.
-Rufy!
Accidenti sei come una fogna! Nemmeno il tempo di
alzarsi dal tavolo! Ma che hai nello stomaco!?-
La
vena che pulsava sulla fronte di Nami suggerì al nasuto
Usopp di desistere da ogni tipo di protesta verso l’autoritaria
navigatrice,
che nel frattempo si tappava le orecchie per
non sentire le urla disperate del medico di bordo: -Aaarghh!!
Rufy!!
Resisti! Presto un dottore!!- strillava la piccola renna.
-Shh!
Chopper calma! Sei tu il medico!- mentre Usopp
richiamava prudentemente all’ordine il medico, Nami si portò
stancamente verso
un’altra donna, tranquillamente sdraiata a godersi il sole del
pomeriggio.
-Che
succede navigatore?- chiese Nico Robin socchiudendo gli
occhi e guardando divertita la giovane dai capelli color mandarino. Che
aveva
appena aperto la bocca per rispondere quando un’ondata di fumo,
incredibilmente
a forma di cuore, le investì in pieno, seguita a ruota dalle solite
smancerie
che uscivano sovente dalla bocca del cuoco in preda ai suoi deliri
d’amore.
– Nami, mia dea,
lascia perdere quei due sgombroni! Splendide sirene del mio cuore, ho
portato
un frullato fresco cosicché possiate
godervi questo magnifico sole che solo a voi è secondo in bellezza!!-
esordì il
biondino, accompagnando il passo della navigatrice che intanto si stava
sedendo
sulla sdraio accanto alla compagna.
-Grazie
Sanji. Almeno tu in questa ciurma hai a cuore la mia
salute mentale.- lo ringraziò la navigatrice, prendendo i bicchieri dal
vassoio
e porgendone uno all’archeologa.
-Tsk!
E alla nostra, di salute mentale, chi ci pensa?-
mugugnò Usopp che era ancora intento a rianimare Rufy dopo la
randellata.
-Nasop! Ti ho sentito sai!!- urlò
Nami dalla sdraio mentre strappava dalle
mani del cuoco il vassoio per lanciarlo
contro il malcapitato cecchino.
-Parata
di Usopp!- urlò il cecchino sollevando il capitano
inerme dal pavimento e portandoselo davanti a mò di scudo, e facendo
rimbalzare
il vassoio inesorabilmente verso Zoro, che come a suo solito dormiva
placidamente appoggiato al parapetto della nave, con le sue tre spade
in
grembo.
-Miticoo
Usopp!! Che riflessi!!- urlava la renna che guardava
estasiata la scena nascosta dietro il braccio del capitano, ancora
riverso sul
pavimento e privo di sensi.
-Bè,mio
caro Chopper, devi sapere che nel mio paese natale,
mi chiamavano “Capitan Usopp, il fulmine che viene dal cielo” proprio
per via
delle mie innate…- cominciò a gongolarsi il nasuto, che però dovette
presto
interrompere i suoi sproloqui, essendosi accorto che lo spadaccino,
colpito “di
sponda” dal vassoio lanciato da Nami, stava tornando nel mondo dei
coscienti, e
i che i suoi denti da squalo non promettevano decisamente nulla di
buono.
-Uhm??
Ma che diav.. ma insomma!! Si può sapere che vi
piglia?!- urlò Zoro sguainando, per riflesso, una delle sue spade e
puntandola
verso il medico e il cecchino.
-No
no no!! A-aspetta Zoro! Noi non centriamo questa volta! È
stata Nami che..- cercò di difendersi il nasuto agitando le mani in
aria per
cercare di prendere tempo, e spintonato dal medico che gli si
nascondeva
dietro. Il brutto carattere di Zoro appena sveglio, per non dire di
quando
veniva ridestato “violentemente”, era noto a tutti.
E
quasi si afflosciarono per il sollievo quando lui girò
lo sguardo verso la navigatrice, che
avendo assistito alla scena sollevò un sopracciglio in segno di sfida,
tra il
sorriso divertito di Robin, che ormai era quasi affezionata alle
litigate dei
due, e lo sguardo serio di Sanji, che già si era messo sull’attenti per
intervenire in difesa della “sua adorata dea”.
-Tu!!
Brutta…- ringhiò lo spadaccino tra i denti, rimettendo
la spada nel fodero e massaggiandosi la fronte offesa.
-Con
le tue parole Zoro, non ti agitare e vedrai che ti
capiamo anche noi..- Lo incalzò la rossa, incrociando le braccia sul
petto, e
facendogli cenno di proseguire.
-Strega!!-
urlò agitandosi ancora di più l’ex cacciatore di taglie.
-Tu!
Dannato zotico! Come osi pronunciare parole tanto
indegne contro questo piccolo bocciolo di rosa? Eh?- urlò di ritorno il
cuoco,
alzando il tono per scavalcare la voce del capitano, che nel frattempo
si era
risvegliato e chiedeva cosa fosse successo e, soprattutto, dove fosse
finita la
sua merenda.
-Bocciolo?
Ma quale bocciolo? Quell’arpia della rosa ha solo
le spine! E poi tu che cavolo centri? Torna tra i fornelli, suor
Germana!!-
rispose seccato Zoro, che come al solito, si trovava a combattere con
Nami e la
sua “ombra”.
-Oooh,
ma che insulto colto, hai imparato a leggere, pezzente
squattrinato che non sei altro?- rispose cheta
la navigatrice, che nel frattempo aveva appoggiato una mano sul
braccio
del cuoco (che stava balbettando contro Zoro turpitudini
incomprensibili a
orecchio umano), nel tentativo di placarlo.
-Strozzina!
Si può sapere perché diavolo mi hai lanciato
quell’affare??- urlò di rimando lo spadaccino, il cui self-control era
ormai
andato a farsi benedire, fatto testimoniato dalla grossa vena che ormai
martellava sulla sua tempia.
-Razza
d’asino! Guarda che non l’ha lanciato a te! Se
passassi un po’ meno tempo a dormire magari ti accorgeresti di quello
che ti
capita intorno! Prenditela con quei bidoni che hai a fianco e non
disturbare il
mio pasticcino!- reagì il cuoco che all’ennesimo insulto verso la rossa
aveva
riacquistato la facoltà di parola.
-…-
Il cenno d’assenso
dell’archeologa che aveva assistito sorridente a tutta la discussione
convinse
lo spadaccino, il quale si girò lentamente verso i tre che, intanto,
avendo
captato le ultime parole e il seguente silenzio avevano cominciato a
sudare
freddo.
-Voi!!-
ringhiò la testa verde, estraendo nuovamente acqua
d’Autunno dal suo fodero.
-Aarghh!!-
urlarono all’unisono Chopper e Usopp, -pietà!!- vedendosi
scorrere la vita davanti e facendosi
nuovamente scudo col capitano, che pur non avendo ancora
capito cosa fosse successo aveva
perfettamente afferrato il pericolo imminente.
-Yohoho!
Ehi!! Signorina navigatore! Io e il Super abbiamo
avvistato qualcosa che galleggia più avanti. Sembra una scialuppa,
forse c’è
qualcuno a bordo, a occhio si vedono solo un
sacco e un affare tipo coperta.. si fa per dire, visto che gli
occhi non
ce li ho!!- l’intervento di Brook, il neo-ingaggiato della ciurma, che
si stava
fiondando giù dalla postazione di vedetta, salvò la vita dei tre poveri
malcapitati che stavano per essere brutalmente malmenati dallo
spadaccino,
attirando l’attenzione di tutti i presenti.
-Una
scialuppa? Sicuri? Non riuscite proprio a vedere cosa
contiene?- domandò il capitano, che saltellando, stava
palesemente pensando a chissà quale
stramberia dimenticandosi in un lampo del suo spuntino mancato.
-Un
sacco hai detto? Avviciniamola.. non sia mai che ci sia
qualcuno bisognoso di aiuto…- disse la navigatrice già speranzosa che
nel sacco
fosse contenuto qualche tesoruccio da barattare con un passaggio..
-Ancora!!
Nami il tuo sguardo non la conta giusta nemmeno
stavolta!!- gridarono all’unisono Chopper e Usopp, la cui dote maggiore
non era
di certo il coraggio..
-Non
siamo abbastanza vicini, e quasi tutto quello che c’è è
coperto da qualcosa, fratello Nami!!- urlò il cyborg scendendo dalla
cabina.
-Fratello??
Ma dai Nasop, fuori gli attributi, cosa potrà mia
esserci di così terribile?- rispose la cartografa sempre più convinta
della sua
decisione e sostenuta dal capitano.
-A
dire il vero hanno ragione loro- azzardò lo spadaccino-
l’ultima volta che abbiamo tirato su qualcosa dal mare non ne è venuto
niente
di buono. E poi..-
-Yohoho,
hai ragione samurai.. ma qui non siamo circondati né
da nebbia, né da nulla di simile, e sono giorni che non si vedono navi
nemmeno
all’orizzonte- lo interruppe il canterino.
-Il
fatto strano è proprio questo.. chissà da quanti giorni è
in mare.. potrebbe davvero esserci qualcuno a bordo. Possiamo sempre
dare
un’occhiata- ammiccò l’archeologa verso i due intrepidi che già stavano
piagnucolando – e nel caso ci fosse un ferito potresti curarlo,
dottore!-
concluse infuocando lo spirito della renna che adempieva sempre più che
volentieri ai suoi doveri di medico di bordo.
-No
Chopper non farti trascinare anche tu!!- implorò il
cecchino, lacrimando ormai disperato.
-E
piantala Usopp, male che vada quel qualcuno finirà in un
brutto pasticcio- disse il cuoco, accendendosi una delle sue
inseparabili
sigarette- Non vi preoccupate mie dee, qui c’è sempre il vostro Sanji
per
difendervi da qualsiasi cosa ci sia là fuori!!- cinguettò poi rivolto
alle due
donne della ciurma.
-Si..
ehm.. grazie mille Sanji.. Bene allora è deciso,
Capitano! Ci avviciniamo alla scialuppa! Chopper e Brook, al timone!
Sanji,
Zoro, Franky e Rufy, ai remi! Forza andare!- ordinò la navigatrice.
-Cosa??-
si lamentò lo spadaccino.
-Muoviti
Zoro!! Andiamo!!- lo incitò il capitano che già era
in preda a uno dei suoi attacchi di “avventurite”.
Dopo
una decina di minuti di remata estrema (il Capitano
aveva una certa fretta) la scialuppa era ben visibile col binocolo.
-Allora
Robin? Che vedi?- chiese Nami, al fianco
dell’archeologa che guardava dentro lo strumento.
-Bè..
la scialuppa c’è.. il sacco pure.. e…- rispose la mora
guardando meglio col binocolo.
-E….
cosa??- incalzò
la rossa.
-E
c’è una persona sdraiata sul fondo.. una donna a quanto
pare. Ma da qui non ne capisco le condizioni- concluse la mora.
Ancora
dieci minuti di remate –Rufy piano! Accidenti a te! Ci
vuoi morti??- , tra le lamentele dei vogatori che dovevano seguire il
ritmo del
capitano, e la scialuppa era ormai abbastanza vicina da essere
bloccata.
-Ok
ci siamo!! Basta così ai remi! Potete salire!!- urlò la
navigatrice dal boccaporto. -In effetti è una ragazza- disse poi
affacciandosi
dal parapetto per osservare il contenuto della barcaccia.-Come la
tiriamo su?
Potrebbe essere ferita- domandò rivolta verso Robin che le si era
affiancata.
-O
morta…- constatò l’archeologa affacciandosi a sua volta
–non si è mossa da quando l’abbiamo vista!-
-Sempre
la solita ottimista!!- si lamentò Usopp, anche lui
affacciatosi.
-Mmh??
E quella cosa bianca che vedevamo? Dov’è? - domandò
Franky osservando il contenuto inerme della barcaccia.
-Non
ho visto niente di bianco nemmeno col binocolo- rispose
la mora.
-Sorella
ti assicuro che c’era qualcosa che la copriva!
Chiedilo anche al mucchietto d’ossa se non credi a zio Franky!!-
rispose quasi
offeso il cyborg.
-Ok
ok lattina ci pensiamo dopo.. adesso vediamo di tirarla
su.. – interruppe lo spadaccino, stranamente portatore di buon senso.
-Non
posso credere a quello che sto per dire, ma ha ragione
la testa d’alga qui..- disse Sanji che si stava avvicinando al
parapetto
ignorando lo sguardo omicida di Zoro , -
dei del mare!! Una sirena mi avete portato!! Oh vi ringrazio dal
profondo!!-
urlò agitato quando si accorse che la scialuppa conteneva una ragazza.
-Il
solito idiota- commentò placidamente Zoro, guardando di
sotto.
-Ripetilo,
se ne hai il coraggio! Testa d’insalata!- ringhiò
il cuoco buttandosi all’attacco, cui prontamente seguì la reazione
dello
spadaccino, finchè… SDENG! SDENG!
-
Ora basta idioti!! La finite di beccarvi?!- il pronto
intervento della navigatrice placò i bollenti spiriti dei due galletti
del
pollaio, -abbiamo da fare ora! Rufy! Prendi Chopper e scendete! Chopper
dai
un’occhiata e vedi se può essere trasportata qui su, e in che
condizioni è!
Forza muoversi!! AH! E portate su il sacco!- concluse con un bel paio
di occhi
a forma di B di berry.
-Strozzina..-
fu l’unico mugugno che uscì dalla bocca dello
spadaccino prima di trovarsi steso sul parapetto come una tovaglia.
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Capitolo 2 *** Kapitel Tzwei ***
-È viva!- urlò il piccolo
alce dal naso blu alzando la testa verso la “platea” che aspettava il
suo
verdetto, -ma chissà che le è successo per ridurla così…- aggiunse poi
smorzando il tono e guardando il capitano dal cappello di paglia, che a
sua
volta guardava stranito le ferite e le ustioni sul corpo immobile nella
scialuppa.
-Dici
che se le
immergiamo la testa nell’acqua si risveglia?- chiese innocentemente il
moretto
guardano il medico.
-Certo
che no!
Razza di incosciente!!- urlò di rimando il dottore, -ora te la carico
sulle
spalle, cerca di strattonarla poco- aggiunse poi calmandosi e
sollevando il
corpo, mentre il capitano obbediente gli porgeva la schiena. Checché se
ne
pensasse il ragazzo aveva coscienza in questi casi, e l’aveva
dimostrato
trascinando Nami incolume in cima ai picchi di Drum, quando si erano
conosciuti.
-Ok,
è legata.
Ora sali e poi aiutami a salire. La portiamo subito in infermeria-
sentenziò il
medico battendo una pacca sulla spalla del capitano per confermargli il
via
libera.
Nell’infermeria
quattro paia di occhi (e due orbite vuote) seguivano attente ogni mossa
del
medico, sussultando ogni volta che una ferita veniva pulita e portata
alla
luce. Lo spettacolo non era certo dei migliori. Altro che donna.. era
poco più
che una ragazzina. I capelli neri e mossi che le arrivavano sotto il
seno, i
lineamenti delicati e quella pelle così candida, nonostante
l’esposizione al
sole, rendevano quello scempio ancora più deprecabile. Una bambola di
porcellana
fatta a pezzi brutalmente. Ecco cosa sembrava, con quell’espressione
tranquilla
che le dava Morfeo.
-Bhuua!!
Chopper!!! dimmi.. si salverà??- strepitava Sanji mordendo un
fazzoletto ai
piedi del lettino.
-Le
ferite sono
meno profonde di come sembrano, è il sangue coagulato che le fa
sembrare più
gravi- rispose Chopper grave, intento nel suo lavoro, -il problema è
che sono
tante..- concluse poi sospirando.
-Aaargghh!!
Chiudila Chopper, chiudila!!- strillò all’ennesima ferita ripulita il
cecchino,
sostenuto da un piccolo coretto da stadio intonato da Brook, seguito a
ruota da
Franky e Rufy: -Tappa la buca! Procione tappa la buca! Tappa la buuuca!
Procione, tappa la buuca!!-.
-Ora
bastaaa!!-
strillò il medico assumendo la sua forma umana, -Fuori di qua!! Mi
state
togliendo la concentrazione!!- rincarò alzandoli di peso e
schiantandoli tutti
nella sala, tra i gemiti di dolore di Usopp e le preghiere di Sanji per
restare
ad assisterlo.
Lo
sguardo
indagatore di Nami sembrò sottolineare il commento che aveva fatto
prima che il
medico entrasse nella piccola infermeria, ovvero –state fuori, lo
disturbate
soltanto-. Ma incredibilmente lasciò cadere l’opportunità di
strigliarli per
benino, momentaneamente distratta dai suoi pensieri, rivolti alla
reazione che
sia Robin che quel grezzo di Zoro avevano avuto nel vedere in faccia la
ragazzina, una volta issata dalla barcaccia. Niente di plateale, come
al loro
solito, ma ne era certa: lo sguardo contrariato della sua compagna non
era di
certo dovuto a quello spettacolo, che su di lei non avrebbe avuto tale
effetto.
No no, non l’aveva convinta affatto. Tantomeno la reazione dello
spadaccino che
da incuriosito era passato a leggermente in guardia. Meno decisa di
quella di
Robin, ma sicuramente non trascurabile. Conosceva i suoi polli lei,
avrebbe
potuto fare la psicanalista. Ma si convinse che se fosse stato qualcosa
di
importante i due non lo avrebbero taciuto. Troppo fedeli al capitano e
affezionati alla ciurma per metterli in pericolo. Perciò decise di non
condividere le sue osservazioni, e aspettare.
Fatto
sta che i
due si erano dileguati, uno diretto ai
suoi pesi, l’altra a leggere sul ponte.
All’ennesimo
schiamazzo di quel branco di casinisti però, i suoi pensieri la
dovettero
abbandonare malamente, obbligandola a pestare i malcapitati per
dirigersi verso
il suo studio a controllare la rotta, seguita dal cuoco in preda alla
tempesta
amorosa, che come tutta risposta si beccò una sonora portata sul muso.
Erano
ormai due
giorni che non un solo alito di vento gonfiava le vele della Sunny, ma
questo
non intaccava le sicurezze di Nami, che ne era certa, anche dovendo
procedere a
quella velocità sarebbero arrivati largamente per tempo su Rocky
Island. E
questo tranquillizzava in primis il capitano, che si fidava ciecamente
della
sua navigatrice, nonché il resto del gruppo, animato dal solito buon
umore di
cappello di paglia. La ragazza nell’infermeria non accennava a volersi
svegliare, e questo metteva decisamente nei pensieri il medico, che si
stava
lentamente perdendo d’animo.
Ma
l’ora di
pranzo era scoccata e la baraonda ormai aveva invaso la cucina.
-Tu!
Testa
d’alga! Vai a dare il cambio a Chopper in infermeria! Digli di venire
di qua a
mangiare, così si distrae un po’..- urlò il cuoco verso lo spadaccino,
per
sovrastare il caos.
-Cosa?!
Come ti
permetti di darmi ordini galoppino!!- si oppose il samurai.
-E
dai
fratello!!-lo esortò Franky -dai il cambio al procione! Si sta
demoralizzando!!
Gli farà bene stare un po’ in mezzo ai vegeti!- concluse alzandolo dal
suo
posto.
-cos..??
ma?? Io
non ci capisco niente di medicina!! Mandateci la strozzina!!- ritentò
la testa
verde.
-Tu
non capisci
niente di niente!- esordì la rossa, mettendo in salvo l’ultimo tozzo di
pane
–muoviti zotico! Se si sveglia basterà chiamarci. E poi tu hai finito
di
mangiare, no?- terminò, tirando un cazzotto a Brook che allungava le
mani sul
suo formaggio.
-Eh?
Si però..-
biascicò lo spadaccino, che per spirito di sopravvivenza ormai era
veloce
quanto il capitano ad accaparrarsi il cibo. Si adattava a tutto, lui.
-Che
c’è Zoro?
Hai paura che ti assalga?- rise la rossa.
-ma?
Dannata
strega!! Ho capito, vado, vado..- disse rassegnato lo spadaccino
alzandosi
dalla sedia e uscendo dalla cucina.
…
TOC!
TOC!
–Chopper! vai su a mangiare! Ci penso io qui nel frattempo.- disse il samurai entrando nell’infermeria.
-Oh,
ciao Zoro..
Sicuro?- rispose mogio mogio, -non riesco a capire.. le ferite si
ritirano più
velocemente di quelle di Rufy, e questo ha dello straordinario, ma non
accenna
a svegliarsi.. Che abbia sbagliato qualcosa?- concluse triste girandosi
verso
il compagno.
-Erano
ferite
difficili… ora vai a mangiare..- tentò il ragazzo. Consolare non era di
certo
la sua specialità…
-Ok..
allora
grazie.. a dopo..- mugugnò la renna uscendo a testa bassa
dall’infermeria.
Dieci
minuti e
già batteva il piede per terra per il nervosismo.. come faceva il
peluche a
restare per tanto tempo chiuso lì dentro a guardare quella…. Salma? I
discorsi
di Usopp sul fatto che sembrasse una delle mogli di Dracula per quanto
era
bella e smorta gli riempivano le orecchie da due giorni. Si pentì di
averlo
pensato.. se lo avesse sentito quel buono a nulla del cuoco lo avrebbe
rincorso
per tutta la nave. Però.. però non si toglieva dalla mente quella
sensazione di
dejà-vu.. cos’era? Certo se fosse stata sveglia sarebbe stato più
facile.
Mancava un particolare.. quel particolare che fa scattare
l’interruttore della
memoria.. se fosse stata la voce? O un gesto tipico? Mah.. inutile
stare lì a
scervellarsi.. tanto quella non dava segno di vita. Ma??
-Uhm?-
un
sussulto.. lo aveva visto chiaramente, come se fosse stato a
rallentatore. Le
appoggiò una mano sulla fronte e tutto accadde nel giro di un secondo.
Come
aveva fatto a farsi sorprendere così? Lui che non abbassava mai la
guardia. Nel
momento stesso in cui le sfiorò la fronte con le dita … BLINK! Lei
aveva
sgranato gli occhi.. di scatto, come se si fosse appena svegliata da un
incubo.
Quegli occhi, di quel colore così strano, ametista, con le venature di
un viola
più scuro. Ecco cosa lo aveva distratto. Distratto da quel colore
talmente
inconsueto, che nemmeno si accorse che la mano della ragazzina era
scattata,
afferrando l’elsa di una delle sue spade. Distratto da quel colore
talmente
inconsueto, che capì che anche la gamba della ragazzina si era mossa
solo
quando vide un ramo di ciliegio colpirlo in pieno petto. Aveva un
tatuaggio
sulla caviglia quella maledetta scheggia.. un ramo di ciliegio che le
scendeva
sul piede nudo.. con tre fiori da cinque petali l’uno.. tranne
l’ultimo, che ne
mostrava solo quattro, più uno “caduto” più in basso sul piede. Cavolo,
stavolta quel dannato cuoco aveva ragione, era bellissima, persino lui
lo
notava. Gli vennero in mente due strane parole da accoppiare: bellezza
insana.
Strano che lo notasse mentre sentiva chiaramente la sua spada sibilare
uscendo
dal fodero.
-Ma
cos…-
mugugnò ancora intontito dal calcio, -tu! Che diav..- cominciò quando
si
accorse che era a gambe all’aria con la sua stessa spada puntata contro
la
gola.
Ma
venne
interrotto dalla porta che si apriva, lasciando entrare Chopper, Sanji
e Usopp.
Ovviamente
le
reazioni furono tra le più disparate. Usopp totalmente rintronato nel
vedere
Zoro, così grosso rispetto a quella ragazzina, steso a terra non riuscì
nemmeno
a urlare per la paura. Chopper sospirò di sollievo, quasi non notando
lo
spadaccino, per il fatto che finalmente la sua paziente si era
svegliata. Sanji
scavalcò con un passo gli altri due portandosi più vicino alla strana
scena,
latrando di gioia, dopo un nano secondo di smarrimento che gli aveva
provocato
lo sguardo della sconosciuta che si era fermato su di lui, essendo il
più alto,
all’aprirsi della porta –oh!! Giorno lieto questo!! Mia principessa ti
sei
svegliata!!-.
La
faccia
leggermente stranita della ragazza fece capire a Zoro che non era più
intenzionata a piantargli quella spada in gola. –Principessa un corno!
Ehi tu!
Poppante! Ti sembra il modo di fare con chi ti ha raccolto nel bel
mezzo del
niente?!- ringhiò mentre lei abbassava la spada e gli tendeva una mano
per
aiutarlo a rialzarsi.
-Io..
m-mi
disp.. non..- aprì appena bocca la ragazza, rivelando una voce che
tutto era,
fuorché intenzionata a attaccare briga.
Cosa
che stupì
lo spadaccino, che aveva intuito perfettamente guardandola negli occhi
un
secondo prima che aprissero la porta, che non si sarebbe fatta troppi
problemi
a farlo a pezzi se si fosse sentita in pericolo. Ma evidentemente quel
trio di
scemi l’aveva tranquillizzata. Si alzò da solo e tese il braccio per
riavere la
sua spada.
-Ovvio!
È quello
che ti meriti! Non vedi come si è spaventata a vedere la tua brutta
faccia da
zotico appena sveglia?!- ringhiò il
cuoco diretto allo spadaccino –Mia cara, stai tranquilla.. non abbiamo
tutti
quel brutto muso qui a bordo!!-
-Tu
razza di
scendiletto con le sopracciglia arrotolate!! Vuoi per caso quelle che
ti ho
risparmiato a tavola!?- si agitò il samurai sbraitando verso Sanji.
-Scusa
un attimo
mia cara!- disse Sanji scansando la ragazza e portandosi faccia a
faccia con
Zoro –provaci un po’ se hai il coraggio!!- grido afferrandolo per la
maglietta.
Troppo presi dalla discussione, non notarono che sia
Usopp che Chopper, imploravano terrorizzati la loro attenzione. Che
ottennero
non appena una voce parlò da dietro la porta ancora aperta.
-Mir!!
Ora
basta! Non vedi che li hai fatti agitare con il tuo comportamento! Ti
sembra il
modo?!-
Una
zampata
chiuse la porta. Eh già. Una zampata.
Fu
un attimo:
Sanji lasciò cadere il braccio, -ma cosa…?- domandò a bocca aperta
senza
riuscire a terminare la domanda. Non sapeva nemmeno cosa chiedere
esattamente.
Come avevano fatto a non accorgersene?! Non passava certo inosservata..
e
soprattutto dove si era nascosta fino a quel momento? Zoro incredulo
portava
lentamente le mani alle spade chiedendosi se avesse solo sognato una
voce provenire
dalla bestia. Chopper era aggrappato alla gamba di Usopp e non riusciva
a fare
altro che balbettare sillabe senza senso. Usopp piagnucolava avendo la
testa di
quella cosa proprio davanti agli occhi.
‘Quella
cosa’. Una tigre stava seduta dietro
alla porta. Bianca. Enorme. Guardava Usopp dritto negli occhi senza
alzarsi
sulle zampe posteriori. Tre cerchi, forse d’argento, constatò Sanji,
pendevano
dal suo orecchio destro. Mentre un bracciale a fascia intarsiato, dello
stesso
materiale, ornava la sua zampa anteriore sinistra.
Se
non fosse
stato per la voce della ragazza che intervenne prontamente, sicuramente
Zoro e
Sanji si sarebbero fiondati sull’animale.
-Fermi!
Fermi!
Per favore! È con me! Non vi attaccherà! Lei..- e si interruppe vedendo
che i
quattro puntavano gli occhi sbarrati verso di lei. – Raxha!! E poi
sarei io che
li metto in agitazione eh?! Ma cosa ti passa per la testa a spuntare
così dal
nulla?!- urlò poi rivolta verso l’enorme felino che si leccava una
zampa,
apparentemente incurante del fatto che era quasi stata sul punto di
subire un
attacco non da nulla.
I
denti a squalo
della ragazza ricordarono tanto ai quattro, che ormai facevano
rimbalzare gli
occhi tra le due, la faccia arrabbiata di Nami quando li rimproverava
per
qualcosa. ‘Tutte così le ragazzine’ pensò Zoro ghignando sotto i baffi.
-Mmm-ma
dove
stava nascosta fino a oggi?- chiese timidamente Chopper, ripresosi
dallo shock,
-io qui dentro no l’ho mai vista!- rivolgendosi alla ragazza che ora si
era
avvicinata alla tigre e la accarezzava sul muso.
-Ehm..
come
dire.. da dove comincio..- chiese lei pensierosa rivolgendosi alla
tigre.
–Ehm.. ecco.. diciamo che io ho il potere di evocare lei e altri
animali.. più
o meno..- sorrise poi rivolta alla piccola renna. –Ma tu? Chi saresti?-
-
Il mio nome è
Tony Tony Chopper!! Sono il medico di bordo! Ero così preoccupato! Hai
dormito
per due giorni interi qui sulla nave!- partì a raffica il piccoletto
dal naso
blu, sciogliendosi al sorriso amichevole di quella sconosciuta con
quegli occhi
tanto belli.
-
Piano con le
confidenze Chopper!- lo riprese Usopp diffidente.
-
Ah ah..- la
risata di quella ragazza era come il tintinnio di tanti cristalli,
armoniosa e
melodica. A Zoro tornò in mente la parola “insana”, ma non capiva
perché. Di
certo non aveva l’aria malaticcia. –Curioso!
E cosi tu sei Tony Tony Chopper..
chiaro.. quindi questa è la ciurma di cappello di paglia. E di
conseguenza tu
sei Zoro, il cacciatore di pirati. Con tanto di Sogeking a seguito!
Eee.. Sanji
piedi neri, suppongo,- disse infine guardano Sanji per ultimo –non sei
esattamente simile all’identikit, in effetti..-.
-Eh?
E tu come
fai a saperlo?! Sei per caso un agente della Marina?!- la diffidenza di
Usopp
cresceva proporzionalmente al suo coraggio, una volta al sicuro dietro
le
spalle larghe di Zoro.
-Ah
ah..- questa
volta anche Usopp non poté fare a meno di tranquillizzarsi al suono d
quella
risata, -no no.. niente del genere.. mi dispiace per avervi messo
all’erta..
semplicemente le vostre facce hanno fatto il giro del mondo dopo i
fatti di
Enies Lobby!!-.
-AH!
Ma certo..
capisco.. hai sentito anche tu narrare delle storiche imprese di
Sogeking! Il
grande re dei cecchini! Bè devi sapere che…- partì anche Usopp in
quarta,
incoraggiato dal sorriso affabile della giovane.
-Ehi,
Usopp! Che
fine ha fatto la tua prudenza?- lo schernì lo spadaccino.
-Uhm?
Che
prudenza? Ha detto che non è della marina!- replicò lui convinto.
La
faccia
sconsolata di Zoro convinse il cuoco che non aveva intenzione di
continuare una
discussione così sterile, spingendolo così a interrompere finalmente il
fiume
di boiate con cui il cecchino stava sommergendo la ragazza, che
ascoltava
sorridente senza batter ciglio –Ok, re dei cecchini! Ora basta o le
farai
sanguinare le orecchie! Vieni mia dea! Andiamo di là.. ce la fai? Il
Capitano
vorrà conoscerti.. è due giorni che lui e gli altri bazzicano intorno
all’infermeria chiedendo notizie!- si intromise sfruttando un secondo
in cui
Usopp riprendeva fiato.
-Ah!
Aspetta
Sanji! Le sue ferite!- disse chopper tirandola contento verso il
lettino e
cominciando a srotolarle le bende dal braccio, - Ma!? Cosa è successo!?
Le
ferite?? Non c’è più niente!- esclamò l’alce con gli occhi sbarrati
svolgendo
sempre più velocemente le bende.
Ovunque
svolgesse le bende non trovava altro che pelle candida, liscia come la
seta.
Nessun taglio. Nessuna ustione. E, ancora più strano, nessuna
cicatrice. Eppure
ne era certo. L’aveva disinfettata e medicata lui stesso. Ma chi era
quella?
Evocava le tigri, guariva in due giorni e senza cicatrici… -Sei una
fata!!-
esclamò il piccolo animaletto peloso entusiasta. Facendo sobbalzare gli
altri
che guardavano straniti la pelle liscia che il camice della ragazza
lasciava
scoperta.
-Ah
ah ah!
Questa poi!- esclamò la tigre che piangeva dalle risate. E che tutti,
tranne
Usopp che ogni tanto le gettava un’occhiata di controllo, avevano
dimenticato
per quanto fosse silenziosa.
-Cosa
ridi tu
dannata!- esclamò con denti aguzzi la ragazzina. –No non sono una
fata.. ho la
guarigione rapida!- disse poi dolcemente, rivolta al piccolo medico dal
naso
blu.
-Ok
quindi è a
posto vero, Chopper? portiamola su! Dai dai!- Usopp ormai non si
conteneva più.
-Certo
andiamo!!- e il piccolo medico era facilmente contagiabile. Corse
dietro al
cecchino seguito da Sanji che tendeva il braccio per lasciare libero il
passaggio alla fanciulla, impedendo che Zoro passasse prima di lei.
-Grazie..-
sorrise lei facendo un mezzo inchino, - che gentiluomo!- aggiunse poi
mandandolo in brodo di giuggiole.
-Abbiamo
finito con i salamelecchi?!- sbottò
innervosito lo spadaccino in fondo alla coda con la grossa tigre,
beccandosi le
occhiatacce del cuoco e il sorriso di scuse della ragazza. Ancora quel
senso di
dejà-vu.. che però aveva toccato l’apice quando lo aveva attaccato
appena svegliata.
Gli occhi dovevano essere.. non era certo un colore comune.. ma
chissà.. non
riusciva proprio a ricordare.. per la prima volta si ritrovò a pensare
che
forse Nami aveva ragione quando gli dava dello sbadato. Mah! Gli
sarebbe venuto
in mente.
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Capitolo 3 *** Kapitel Drei ***
Cinque
minuti
dopo, sul ponte, era il putiferio più totale.. Le domande volavano una
dietro
l’altra, da tutti gli angoli, tranne che da Robin, Nami e Zoro, che
assistevano
senza poter aprir bocca.
Ma
la pazienza
ha un limite, e l’urlo disumano di Nami fece drizzare i peli persino
all’enorme
tigre che alzò le orecchie in attesa di qualche strano e improvviso
cataclisma.
-OOORA
BAAASTA!!! Uno alla volta santo Cielo!! Lasciatela parlare!!- sbraitò
la rossa
distribuendo una fila di cazzotti da peso massimo per calmare gli
animi. Anche
se capiva il perché di tanta agitazione. All’ingresso dei due, a
sorpresa due,
ospiti era calato il silenzio. Primo per quella bestia enorme che quei
quattro
debosciati si erano portati dietro, e che aveva scatenato il panico
generale e l’estremo
interesse particolare.. in Rufy, ovviamente. Secondo per l’ospite vera
e
propria. Persino lei rimasta era scossa per quanto fosse bella quella
ragazzina. Ma di una bellezza strana, inafferrabile, quasi eterea, con
quella
carnagione pallida e quelle labbra rosee e sottili. Non una forzatura
nei suoi
tratti, nei suoi movimenti, non un espressione marcata, ma quegli
occhi.. erano
come un vortice. Assorbivano tutto: la luce, l’ombra, i suoni, le
parole. Ma
non riflettevano niente. Tutto entrava, ma niente usciva.
-Scusa
fratello!!- biascicò Franky, beccandosi un bel bis.
-Ok!
Ora che c’è
silenzio..- riprese soddisfatta Nami – perché non cominciate
presentandovi,
razza di caproni! Io mi chiamo Nami, sono la navigatrice!- terminò
ritraendo i
denti da squalo.
-Nami!
Nami! Io
mi sono presentato! Appena si è svegliata!!- cinguettò il piccolo
medico, in
cerca del complimento.
-Bravo
Chopper!-
lo soddisfò Nami sorridendo, e voltandosi poi nuovamente verso
l’ospite. I
vortici si erano chiusi. Quando aveva capito che non erano contrari a
lei, si
era rilassata. Ecco l’altra faccia della medaglia: un sorriso si
allargò sulle
labbra rosee, rendendola, se possibile, ancora più magnetica di prima.
-Ehm..
ok..
dunque.. mi chiamo Mir, e lei..- disse l’ospite, indicando la montagna
pelosa
che il capitano usava come schienale – è Raxha! Maa.. lui?!- chiese poi
guardano curiosa una montagna d’ossa di due metri con tanto di capelli
afro.
-Salve
mia cara!
Hai qui davanti a te Brook il canterino in carne e ossa! Si fa per dire
ovviamente.. visto che mi sono restate solo le ossa! Yohohoh! Di un po’
signorina.. non è che mi faresti dare un’occhiata alle tue mut..- ma
non finì
la frase perché un calcio di Sanji lo mandò dritto steso per terra.
-E
tu saresti un
gentiluomo!?- urlò con una vena che gli pulsava sulla fronte, -razza di
maniaco! Mia cara, -disse poi volteggiando verso la ragazzina e
inchinandosi
platealmente, - come sai sono Sanji, e sono il cuoco di bordo!!-
cinguettò
felice.
-Dici
che con la
fronte tocca per terra?- chiese lo spadaccino allo scheletro,
sogghignando alla
scenata che riteneva decisamente penosa.
-Tu
dannato
bifolco!!- si agitò Sanji, -scusalo mia cara, ma come vedi a quel
troglodita
non hanno insegnato le buone maniere. Lui è Zoro, e qui a bordo lo
usiamo come
fermaporte quando c’è corrente, visto che non fa altro che dormire, la
nostra sleeping
beauty!- concluse tronfio.
-Maledetto
lecchino con le ciglia arrotolate! vuoi che ti dia una ripassata??-
scattò lo
spadaccino.
-Finitela!!-
urlò Usopp, che poi corresse i modi, terrorizzato dagli sguardi
accigliati dei
due, -ppper favore!! Ehm ehm,- continuò poi, dandosi un tono -come ti
stavo
dicendo prima, sono Usopp, vice capitano, nonché capocannoniere, e ho
ai miei
ordini 8000 tiratori scelti che…- cominciò con la sua solita solfa
mentre
Chopper se le beveva estasiato.
-ma
dai?! Ehi
fratello, ma questo è davvero il vice?- lo interruppe Franky voltandosi
stupefatto verso Nami. Non aveva fatto ancora l’abitudine alle balle
del cecchino.
-Mai
detto
niente di simile..- rispose lei agitando la mano davanti alla faccia,
come per
smuovere un po’ d’aria.
-Ah..
Ecco..-
disse Franky –Nasuto sei forte! Comunque.. io sono Franky, il super, e
sono il
carpentiere!- disse facendo tutte le sue solite mosse.
-Io
mi chiamo
Rufy!- rispose sorridente come al solito il ragazzo di gomma –come sei
finita
alla deriva?- chiese diretto il ragazzo. Per lui le presentazioni erano
già
sufficienti. Capiva a naso di chi potersi fidare, e questo lo
riconoscevano,
senza dubbio, tutti i sui compagni di viaggio. E poi quella tigre gli
piaceva
troppo..!
-Lo
sa
testone!!- lo riprese saccente il cecchino, appena prima che Mir
potesse
rispondere. Girò allora la testa per rispondere al capitano quando
scorse
l’archeologa in un angolo che seguiva la conversazione.. prima non
avrebbe
potuto notarla in mezzo al buco nero creato dagli altri membri della
ciurma.
-Robin!!!
Ciao!-
schizzò in aria la ragazzina, fiondandosi sull’archeologa e lasciando
tutti di
stucco, abbracciandola. –Quanto tempo! Sono felice che ti sia liberata
di
quello schifoso approfittatore di Crocodile! Allora? Come va la tua
ricerca? Io
non ho potuto proprio muovermi ultimamente.. sai con quel casino che
hanno
combinato alla sede centrale.. mezzo mondo è in agitazione! Il capo e
il
vecchio stanno dando di matto!!-. I membri della ciurma poterono
constatare che
la sua parlantina superava quasi quella di Usopp, una volta presa
confidenza.
Ma non tutti soppesavano attentamente le parole che lei pronunciava,
come facevano
Zoro e Nami: capo, sede centrale e mezzo mondo accesero immediatamente i loro campanelli
d’allarme.
Ricambiato
l’abbraccio, Robin rispose alle domande implicite che l’equipaggio le
poneva
con lo sguardo: -Non pensate male!- disse sorridendo l’archeologa, -Lei
non ha
niente a che fare con Crocodile.. Quando lavoravo ancora nella Baroque
Works,
lei spesso veniva a trovarmi per dei consulti su alcune informazioni
che
reperiva riguardo ai Poignee Griffe. Diciamo che anche lei cerca quello
che
cerco io..- concluse accarezzando la testa della ragazzina che le
arrivava
appena al collo.
-Certo,
è
chiaro!- la rassicurò il capitano con il suo solito sorriso da
bonaccione
stampato in faccia.
-E
chi ci crede
che hai capito!!- urlarono tutti in coro i membri della ciurma, Robin
esclusa,
che come al solito sorrideva al buon animo del capitano.
-Oh
scusa
cappello di paglia! Non ho risposto alla tua domanda! Sono scappata da
una nave
diretta al mercato degli umani in cui ero stata caricata..
sai..-proseguì
corrucciandosi e abbassando lo sguardo, - nel Nuovo Mondo pare esser di
moda
comprarsi un poveraccio da maltrattare a piacimento.. e quei
bastardi..- ma si
bloccò, alzando al testa con un sorriso triste che fece capire persino
al capitano
che l’argomento non era tra i suoi preferiti.
-Allora..-
riprese il capitano, dopo che l’ultima frase della loro ospite aveva
involontariamente fatto calare il silenzio, -dove saresti diretta?-
concluse
con il suo sorriso raggiante. Il buon senso mostrato dal capitano
lasciò
stupefatta l’intera ciurma. Nami ringraziò mentalmente il signore che
Rufy non
avesse deciso di insistere sull’argomento.
-Rocky
Island..-
rispose lei sorridendo di rimando al giovanotto di gomma.- è una
fortuna che mi
abbiate raccolto proprio voi.. immagino che la direzione sia la stessa
no?
Insomma.. Ace.. è.. tuo fratello.. quindi..- rallentò lei accorgendosi
che
forse era un tasto dolente, visto che tutta la ciurma la guardava in
silenzio. -cioè…-
Il
capitano la
guardò serio un secondo, quella ragazza sapeva veramente molte cose su
di loro.
Ma poi il sorriso si impossessò nuovamente del suo viso di gomma.
Possibile che
sorridesse sempre e comunque? Mir non potè fare a meno di paragonarlo
al padre,
Monkey D. Dragon. Troppo simili anche in questo.
-E’
esattamente
il posto in cui siamo diretti!!- rispose lui –sei davvero fortunata!!-
esclamò
infine mettendosi a ridere.
-Yohohoh!
Ehi
capitano! Spiacente dovervi interrompere nel bel mezzo del colloquio!
Ma si
vede una nave all’orizzonte!- urlò Brook
girandosi verso il capitano.
Istantaneamente
negli occhi nascosti sotto al cappello
di paglia si illuminarono due grosse scintille: -Dove!? Quanto dista!?
Zoro che
ne dici??- chiese speranzoso che suo secondo lo appoggiasse nel’idea
dell’arrembaggio.
-Bè
direi che è
moolto vicina, ascolta zio Franky! Guarda di là!- disse il cyborg
indicando un
punto dietro di loro.
Un
galeone stava
avanzando a forza di remi verso di loro. Issava la bandiera con il
jolly roger.
E puntavano dritti verso di loro. Ormai li separavano al massimo un
paio di
centinaia di metri.
-Quella
bandiera
significa che cercano guai, o sbaglio, capitano??- chiese soddisfatto
Zoro che
si era subito affiancato a Rufy.
-Cercano
guai di
sicuro!!- si esaltò infuocato il capitano che ormai non stava più nella
pelle
per l’imminente scontro. Seguito a ruota da Franky che commentò con un
tranquillo –Mi servivano giusto giusto dei pezzi nuovi!-, mentre Usopp
e
Chopper correvano disperati su e giù per il ponte urlando –CI
ATTACCANO!!-.
-Smettetela
voi
due!! Sarà peggio per loro, che non sanno a chi vengono a pestare i
piedi!- li
troncò Sanji, accendendosi una sigaretta e appoggiandosi con i gomiti
sul
parapetto proprio a fianco a Brook.
Nami
nel
frattempo cercava di fare una stima dei tesori che quella nave poteva
avere in
stiva, e decise che con quei tritapietre dei suoi compagni all’opera
non
c’erano rischi, appoggiando così l’idea del capitano di partire
all’arrembaggio. Sullo sfondo Robin aspettava che il galeone si
affiancasse alla
Sunny, allungando il collo per vedere a chi la fortuna aveva sputato in
faccia
in un così bel giorno di sole, mentre Mir restava più indietro, avendo
riconosciuto il Jolly Roger issato sull’albero maestro. Finché la mora
le si
avvicinò, -Dimmi la verità, Mir. Il tuo “capo” ti ha mandato a tenere
sott’occhio Rufy e i suoi?- le chiese, richiamandola dai mondi
attraverso i
quali stava viaggiando, dopo aver visto il galeone.
-Eh?
Cosa?-
chiese lei cadendo dalle nuvole.. – No, è stata davvero una
coincidenza!-
sorrise la ragazzina, - in effetti ero per mare per ’recapitare un
messaggio’,
da parte sua.. poi sono dovuta scappare dalla nave dove ero imbarcata..
e voi
mi avete trovato.. il tuo capitano è nato sotto una buona stella.. non
ha
niente da temere, comunque.. non siete soli nemmeno stavolta.. te l’ho
detto
anche prima no? Il capo e il vecchio stavano impazzendo dietro a questa
storia
di Ace. Il governo stavolta l’ha fatta davvero grossa.. due fesserie in
un
colpo solo..- concluse poi seria, tornando a guardare il galeone, che
ormai li
aveva affiancati e agganciati.
-è
da prima che
li osservi, li conosci?- chiese l’archeologa indicando gli “ospiti” con
un
cenno del capo.
Il
sorriso
amaro che si stampò sul viso della più
piccola, confermò l’ipotesi della maggiore – E’ da lì che sono scappata.. ma a quanto pare quei luridi non
hanno afferrato il messaggio..- rispose. E il suo tono non aveva più
niente a
che fare con la ragazzina sorridente di
pochi minuti prima. Il cambiamento di espressione non sfuggì allo
spadaccino,
che attento come al solito, guardava intorno a lui lo stato dei
compagni. Sul
viso pallido della ragazzina si era dipinta un’emozione che poteva
avere un
solo nome: furia. Ed eccolo, l’interruttore della memoria. Tlac. Ma
quello che
ricordò non lo tranquillizzò affatto. Si ricordò che non aveva mai
conosciuto
personalmente quella ragazza. Per fortuna, forse. Si ricordò che la sua
foto
era in mezzo a tante altre. Certo, era appena una bambina in quella
foto.. ma
quegli occhi erano inconfondibili. Era una bambina, sconosciuta, in
mezzo a
centinaia di facce minacciose e terribili. Una bambina, in mezzo alla
lista dei
ricercati internazionali.
Una
bambina, in
mezzo alla lista dei ricercati internazionali, con una cifra da
capogiro
scritta in grande sotto alla dicitura ‘Wanted’. 600.000.000 di
Berry..-“s-e-i-c-e-n-t-o-m-i-l-i-o-n-i”-
scandì mentalmente. Non avrebbe mai potuto scordare una cifra del
genere. Non
solo perché sarebbe stata la più alta che avrebbe mai visto durante la
sua
attività di cacciatore di taglie. Ma anche perché all’improvviso, due
anni
prima, c’era stata una rettifica della Marina, e la taglia era stata
totalmente
revocata. Quella bambina era sparita così dalle liste nere dei nemici
del
governo mondiale…
Ma
venne
strappato dai suoi pensieri da una passerella che si schiantò sul
parapetto
della Sunny a pochi centimetri dal suo braccio. Dall’altra parte,
sull’altra
nave, un uomo enorme ridacchiava, urlando verso quello che venne
chiamato
“capitano” dall’equipaggio del galeone
–Ehi capitano Grade!! Sono solo dei ragazzini! Siamo sicuri di volerli
uccidere? Sembrano messi benino, ci frutterebbero parecchio!- concluse
poi
squadrando lo spadaccino dalla testa ai piedi.
Dalla
nave
l’uomo che portava il titolo i capitano parlò con voce profonda che
strideva
fortemente con la bassa statura e la testolina lucida dell’omuncolo –Tu
dici,
Pask?? Bè allora altre al cibo e al tesoro caricate anche loro.. li
chiudiamo
nella stiva. In effetti non possiamo tornare dal capo con le pive nel
sacco.
Dite un po’.. – alzò la voce per farsi sentire meglio, rivolgendosi
all’equipaggio della Sunny, -chi di voi si fa chiamare “capitano” su
quella
bagnarola?- concluse volgendo lo sguardo verso Zoro, che era defilato
sulla
sinistra, proprio a fianco a Rufy. Sapeva di lurido a un chilometro di
distanza, e la sensazione non risparmiò né lui, né gli altri della
ciurma.
-Bagnarola?!
Come osi dannato nano da giardino??- tuonò Franky con una vena che gli martellava sulla fronte.
-Che
c’è
mutandone? Perché ti agiti? Pensi di poterla paragonare a una delle
navi della
mia flotta?- rispose il suddetto Grade scorrendo con lo sguardo fino al
Cyborg,
all’altro lato del capitano di gomma.
-Flotta?
Non
scherzare.. da quando in qua le flotte si fanno con una nave sola?-
rispose
stizzito Franky.
-no
fratellonee!! Non gli rispondere così!!- pregarono terrorizzati Usopp e
Chopper
in lacrime.
La
risposta
sembrò irritare il capitano avversario che digrignò i denti, ripetendo
la sua
domanda iniziale, -Allora chi di voi è il capitano?- tuonò decisamente
più
nervoso di prima.
-Visto!!-
incalzarono i due cuori di leone, colpendo il Cyborg.
-Io!-
rispose
Rufy che ancora sorrideva per le risposte del “fratellone”.
Finalmente
Grade
puntò lo sguardo sul capitano avversario. Soprattutto sul suo cappello.
E lo
riconobbe.. – ma guarda guarda! Pask! Ma non ti sei accorto di chi
abbiamo di
fronte? Monkey D. Rufy e la sua ciurma, se non erro. Il capo sarà
decisamente
contento.. e magari non farà caso alla perdita che abbiamo subito.
Dopotutto
solo cappello di paglia vale trecento milioni…-
disse sogghignando verso il suo vice, tra gli applausi e i
fischi di
approvazione della sua ciurma.
-UHM??-
sanji
alzò lo sguardo aspirando dalla sigaretta. –e cosa ti fa pensare che
potrete
fare di noi ciò che volete?- domandò attirando l’attenzione e
provocando
ilarità nella ciurma avversaria, le cui risa riempirono l’aria con un
boato.
-Ah
ah ah!!
Ragazzino sei forte!!- tuonò il vice, salendo sulla passerella. –
magari da
dove venite voi, siete considerati forti,-
disse poi girandosi verso Rufy, -ma qui, avete passato i confini
della
mappa. Qui ci sono i mostri! Ah ah.. ho il permesso di salire a bordo capitano?- concluse poi sbeffeggiando
Rufy e avanzando sulla passerella. Ma si bloccò un secondo prima di
saltarne
giù.
Mir
si era
portata in silenzio tra Zoro e Rufy e allungava il braccio per bloccare
il
passaggio a Pask, che la guardava interdetto. –Non ho sentito il
capitano darti
il permesso di metter piede qui sopra..- disse sorridendo verso Rufy. E
lasciando quasi tutta la ciurma della Sunny a bocca aperta. Non era più
la
ragazzina sorridente di cinque minuti prima, e ora lo avevano notato
tutti.
-No!-
disse
Nami, preoccupata per lei. Ma Robin, che si era portata a fianco alla
navigatrice, le sussurrò di lasciarla fare, lei sapeva cosa faceva.
Qualcosa
nella postura e nei movimenti di quella ragazzina fecero pensare alla
navigatrice che probabilmente la sua compagna aveva ragione. Ma lei
stessa non
avrebbe saputo definire meglio cosa.
Alla
sua
comparsa, buona parte della ciurma avversaria fece un passo indietro,
come alla
vista di un demonio. –TU!! Dannata sgualdrina!- urlò Grade andando su
tutte le
furie nel vederla – no Pask!! Non toccarla!!- . Ma era troppo tardi. Il
vice
aveva afferrato Mir per un polso, e lei girando la mano nella sua presa
troppo
larga lo aveva a sua volta afferrato. Pochi secondi dopo il corpo
dell’enorme
Pask si afflosciò letteralmente, sollevando una nuvola di cenere. Di
lui era
rimasta solo la pelle, come un sacchetto svuotato e buttato per terra,
mentre
Mir teneva ancora in mano il suo polso “vuoto”.
Nessuno
riuscì a
spiccicare parola. Persino Zoro aveva un’espressione ebete stampata in
faccia.
Ma cosa diavolo era successo? Oltre a evocare gli animali aveva i
poteri del
frutto del diavolo? Ma quale frutto? E la tigre? Dov’era? Zoro si voltò
per
cercarla, e vide che anche Nami e Sanji avevano avuto la sua stessa
idea. Ma la
tigre era li dove l’avevano lasciata. E emetteva un ringhio basso e
continuo.
-Pask!!
Maledetta strega! Non ti basta aver ridotto così la mia flotta e la mia
ciurma?!- disse allargando un braccio per indicare i suoi uomini. –
dieci navi!
Dieci navi, mi hai affondato!-
Tutti
si
girarono a guardarla sbalorditi. Rufy era a bocca aperta e aspettava
con ansia
il continuo della storia.
-Yohohoh!
Accidenti signorina!- fece Brook fischiando molto poco elegantemente.
-Non
è colpa mia
se non stai attento a chi caricate a bordo!- rispose -Nove..- si giustificò poi la ragazzina girandosi verso
otto paia di occhi strabuzzati(e due orbite vuote..) –una l’ho solo
ripulita, e
l’ho lasciata agli altri schiavi che c’erano a bordo perché potessero
tornare
ai loro paesi. Capitano permettimi di sistemare questa cosa per favore-
disse
poi rivolta a Rufy in particolare, -a quanto pare quel tappo è duro di
comprendonio- concluse poi rigirandosi verso Grade, dopo il cenno
d’assenso di
Rufy che non vedeva l’ora di rivedere quel potere all’opera.
-Ma
cosa dici
Rufy!! Vuoi lasciare questa piccola sirena in mano a quegli
energumeni?!-
sbottò Sanji, con tanto di canini al vento.
-Ma
scusa,-
obbiettò il capitano, innocente –se l’ha detto significa che può. Deve
per
forza cavarsela in battaglia, se vuole andare a Rocky Island. Con
quello che
sta succedendo in questo periodo non va certo là per turismo!-
concluse.
L’aveva fatto di nuovo. Ogni tanto una giusta la sparava pure lui.
-Sei
sfortunata
ragazzina! E per la tua sfortuna pagherai con la vita!- disse Grade.
Mir
intanto si
era seduta a cavalcioni sul parapetto, -allora non hai capito quello
che ti ho
detto l’altra volta!- urlò rivolta al botolo, - stai andando dalla
parte
opposta a quella che ti avevo ordinato! Ti ho lasciato apposta una nave
e una
ciurma perché tu tornassi da quel fenicottero spennato, e rimarcassi,
per
l’ennesima volta, che in questo tratto di mare non ammettiamo la tratta
degli
schiavi!! Ritenetevi fortunati che ci sia stata io e non qualcuno dei
miei..-
ma non finì la frase che Grade partì all’attacco.
Una
delle
passerelle che erano state calate, ad un cenno del botolo si sollevò,
viaggiando dritta spedita verso la ragazzina, che sorrideva
osservandola. –Tsk!
campi gravitazionali!- mormorò lei più a sé stessa che agli altri. La
ciurma
trattene il fiato, mentre Sanji, Zoro e Rufy scattavano per difenderla.
Ma
prima ancora che potessero intervenire, la tavola cadde, a pochi
centimetri
dalla faccia di Mir. Sul galeone urla concise segnalarono che qualcosa
stava
succedendo al capitano, e a quanto pare a tutti i possessori di frutti
del
mare. Infatti sia sul galeone che sulla Sunny, alcuni elementi erano a
terra
col respiro affannoso. Sia lo spadaccino che il cuoco si erano fermati
capendo
che qualcosa stava accadendo. –Ma che accidenti!?- gracchiò Rufy a
terra
ansimando, -è come se fossi in acqua!!-. Nessuno sapeva più che pensare.
-Scusa
capitano.. purtroppo colpisce abbastanza indiscriminatamente.. Raxha!!!
Ti
dispiace?!- urlò alla tigre, che si alzò pigramente andandosi a
piazzare tra
Rufy e Chopper. In un secondo sia il loro respiro che quello di Brook e
Robin
tornò normale. –Ahhhhh..- sospirò Chopper, -ma cosa è successo?- chiese
la
piccola alce che non si spiegava l’abbattimento di poco prima.
-Niente..-
rispose la tigre, -ha solo piombato i poteri del frutto del diavolo..
più tardi
vi spiegherà meglio lei..- disse in un sussurro ai quattro che la
ascoltavano
attenti. –Ehi! Mir! Vedi di non esagerare! Ti sei appena risvegliata
dopo il
macello che hai fatto l’altra volta.. non possiamo starti dietro 24 ore
al
giorno!!- urlò rivolta alla ragazzina che non staccava gli occhi di
dosso a
Grade, e che le rispose alzando il pollice in segno di assenso.
-Ok
ora basta..-
disse Mir, -ti do l’ultima possibilità. Vai dal tuo capo e riferiscigli
il
messaggio. Maaa… con una penale- concluse alzando l’indice e
mordendosene il
polpastrello.
Ciò
che accadde
dopo sarebbe rimasto in testa alla ciurma di cappello di paglia per
parecchi
tempo. E la frase che poco prima lo sfortunato Pask aveva pronunciato
rimbalzò
nelle loro teste: qui ci sono i mostri. Una leggera brezza si alzò e la
cenere
del corpo di Pask volò fino a raggiungere una parte della ciurma del
galeone.
Coloro investiti dalla nube, cominciarono a loro volta a seccarsi,
accasciandosi a terra uno dopo l’altro come sacchi vuoti, tra urla
atroci e
suppliche di una morte veloce. Ormai poche decine di uomini erano
rimaste sul
ponte quando la nube si dissolse. –Ora sparite dalla mia vista.. e
sperate che
non vi ripeschi con le mani nel mercato schifoso che alimentate!-.
Disse la
ragazzina sottovoce, rimettendo entrambi i piedi sul ponte della Sunny
e
buttando in mare con le mani le passerelle che erano state fissate.
-Ora
capisco
perché così tanto!- sussurrò Zoro, ripensando alla taglia, mentre lei
gli
passava vicino, rivolgendogli a quell’affermazione uno sorrisetto che
tentava
di nascondere una sofferenza incredibile, quasi di implorare aiuto.
Quel potere
per lei era una condanna. Ora lo si poteva capire benissimo guardandola
in
viso. Della furia assassina di pochi secondi prima non era rimasto
nulla. I
cambiamenti di stato mentale di quella mocciosa erano incredibilmente
veloci!
–Che potere terrificante..- Riuscì solo a mormorare Sanji mentre Nami
guardava
esterrefatta il galeone allontanarsi tra le urla dei suoi marinai,
assieme a
Usopp e Chopper, incapaci di dire qualsiasi cosa. Persino Robin era
sorpresa,
non avendo mai visto la piccoletta in azione. Certo, Crocodile aveva
spesso
commentato che i suoi poteri erano una spina nel fianco, ma chi si
immaginava. Rufy
era ovviamente curioso, come Franky e Brook, ma adesso portava una
specie di
rispetto riverenziale verso la tigre, che ormai aveva intuito avere
poteri
maggiori di quanto ci si potesse aspettare, e la padrona. Persino lui
aveva
capito che quei poteri non avevano nulla a che fare con il frutto del
diavolo.
-Navigatore
mi
indicheresti il bagno?- chiese Mir, ormai gialla in viso.
-C-certo…
seguimi.- rispose la rossa, avviandosi verso la porta, ancora
imbambolata.
-Scusate
il
pessimo spettacolo..- mormorò la moretta una volta dentro.
Nami
si girò
stupita. –Non ti preoccupare, siamo abituati alle cose strane noi!
Guarda il
nostro capitano che combina!!- le rispose, lasciandosi intenerire dal
viso
triste dell’ospite. –Eccoci! Fai con calma, ti aspettiamo in cucina..
anzi ti
aspetto io.. visto che no sai dov’è..- le disse infine aprendo la porta
del
tinello e appoggiandosi al muro.
-Grazie-
mugugnò
l’altra con un sorrisetto triste, stravolto poi da una smorfia, seguita
da un
scusa mezzo ingoiato e da una corsa dentro, dopo essersi chiusa la
porta alle
spalle.
Ma
non servì a
molto. Nami, dalla sua posizione, la sentì chiaramente vomitare.
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Capitolo 4 *** Kapitel vier ***
-La
solita
stupida!- ringhiò Raxha sentendola chiedere del bagno, non appena le
due
ragazze uscirono dalla porta.
-Umh?-
fece il
capitano che le si era nuovamente stravaccato addosso, -perché? Certo
però che
ha uno strano potere..-
-Ma
da che
pulpito!- urlarono in coro Sanji e Usopp, appoggiati dalla risata di
Robin e
dal sopracciglio alzato dello spadaccino.
-Che
significa che
ha piombato i poteri del frutto del
diavolo?- chiese poi l’archeologa, plasmando i pensieri informi della
ciurma.
-Bè..
è
difficile in due parole.. è una storia lunga. Preparatevi a sentirla.
Ormai non
può non darvi spiegazioni su quello che avete visto... Ti sei mai
chiesta
perché le interessino i Poignee Griffe, nonostante il suo lavoro?
Conosci il
suo nome per intero?- domandò la tigre, attirando l’attenzione di tutti
i
presenti sul ponte.
-No
in effetti
la conosco solo come Mir. Così me la presentò Crocodile, dopo che lei
aveva
insistito per conoscermi.- disse la mora, e poi continuò stringendo gli
occhi
come per afferrare qualcosa di lontano nella memoria. – durante una
consultazione mi disse che cercava una traccia della sua famiglia, che
era convinta
di poter trovare col mio aiuto. Lei non sa leggere quelle scritture..
ma niente
di più..- terminò poi spalancando gli occhi azzurri.
-Esatto..
in
parte.. il suo nome per intero è Mir Calliope Black, figlia di Eveline
Penelope
Black..- rispose la tigre.
Eve
Black… anche
i bambini conoscevano quel nome.. era uno dei nomi più citati quando si
parlava
della ciurma di Gold D. Roger. Una donna con il dono demoniaco di poter
controllare la natura. Una strega che poteva scatenare i mari e aprire
gli otri
di Eolo. No. Un’alchimista.
-Ma
dai..- disse
Usopp rabbrividendo,-tutte le voci che girano su sua madre sono solo
storie
raccontate ai bambini per spaventarli!- disse rivolgendosi alla tigre,
il cui
sguardo diceva chiaramente “Ah, davvero?”.
-Mai
sentita..-
Disse Brook, che evidentemente dopo cinquant’anni di prigionia nelle
nebbie del
triangolo Florian, non era a conoscenza delle imprese della ciurma
ospitata
dalla Oro Jackson.
-Spostiamoci
in
cucina..- disse Sanji serio, -meglio parlarne davanti a un ponch
caldo.-
concluse avviandosi, seguito da tutta la ciurma che annuiva ancora
persa nei
pensieri richiamati da quel nome.
-Un
momento solo-
disse Rhaxa. In quell’istante un falco si appoggiò leggero sul
parapetto vicino
alla tigre.
-Ma
quello è un
falco? Che ci fa un falco in mezzo all’oceano?- chiese il piccolo
medico
peloso, incuriosito.
-Va
e riferisci
dove siamo. In fretta.. è urgente. E porta aggiornamenti. Ormai siamo
agli
sgoccioli..- disse la tigre rivolta al pennuto, che dopo aver chinato
la testa,
spiegò le ali e si alzò leggero in volo. –Andiamo pure.- concluse poi
riavviandosi.
Curiosa
come
scena. Una tigre che impartisce ordini a un falco. Ma ormai era fatica anche sorprendersi.
…
Una
volta seduti
attorno al tavolo, Il cuoco prese la parola dalla sua postazione dietro
i
fornelli.
-Prima
parlavate
del suo lavoro..- esordì mettendo le tazze sul vassoio –perché? Voglio
dire..
Che lavoro fa perché suoni così strano che si
interessi alla storia di quei Cento Anni Bui che Robin vuole
scoprire?-.
“Ottima
domanda”
pensò lo spadaccino. La spudoratezza del cuoco cadeva proprio a fagiolo.
-Mi
occupo di
logistica..- La voce che proveniva dallo stipite della porta fece
voltare tutti
verso la ragazzina e la rossa, che stavano entrando in quel momento -
..per così
dire. Lavoro nell’Armata Rivoluzionaria. Per tuo padre.- disse
guardando il
capitano dal cappello di paglia. L’ affermazione fece calare parecchie
mascelle. Era poco più di una bambina e quell’uomo si serviva di lei e
dei suoi
poteri esponendola a quel modo?
-L’eminenza
grigia dei rivoluzionari..- disse Robin. Sapeva che Mir seguiva
quell’uomo
proprio perché condivideva i suoi ideali e i suoi princìpi, e non era
di certo
obbligata. La ragazza le aveva detto che era stata lei stessa a
cercarlo.
-Mi
occupo
dell’infiltrazione, del dispiegamento, dei rifornimenti e dei contatti
con gli
uomini che Dragon ha sparso per i sette mari.- disse lei sorridendo e
spiegando
l’epiteto che l’archeologa le aveva affibbiato. –In parole povere
organizzo le
forze dell’Armata. Sono una rivoluzionaria.- concluse.
-Ho
sentito
parlare di te!- saltò su Franky. -Fessoburg parlava sempre degli
attentati ai
draghi celesti! Pare che l’Armata Rivoluzionaria abbia rivendicato
almeno otto
omicidi tra i nobili mondiali! Si dice che siano stati tutti commessi
di notte,
nelle loro case, senza lasciare tracce. Nessuna traccia- scandì bene,
-La
chiamano Nephtys, la Luna Nera. Bestiale!- concluse battendo le mani.
-Ma
cosa
applaudi! Stai dicendo che è un’assassina e le batti pure le mani??-
ululò
Usopp al suo fianco.
-Ehi
ma dico!!
Sei proprio un sempliciotto! Sai chi sono i Draghi Celesti almeno??
Sono i
discendenti dei fondatori del governo mondiale! Avvicinarli nelle loro
case è
impensabile! Sono trincerati in delle fortezze sorvegliate a vista da
marine e
guardie private!- si scaldò il carpentiere.
-E
questo è
abbastanza per battere le mani a una criminale??- rispose a tono il
cecchino,
segretamente sbalordito dalla presunte capacità della ragazza.
-Questo
è
irrilevante..- la voce della navigatrice colse tutti di sorpresa.
–parlaci di
quel tuo potere. Perché ti senti male quando lo usi? Perché unirsi a
una banda
di nemici dichiarati del Governo e mettere al loro servizio tanta
potenza?- il
ricordo della rivoluzione di Alabasta era ancora vivo nella sua
memoria. E non
era positivo. Proprio come il suo giudizio per chi fomentava le
rivoluzioni.
-E
la taglia?-
domandò lo spadaccino appoggiato al muro. Si pentì subito della sua
curiosità,
che non era riuscito a domare.
-Quale
taglia??-
domandò Usopp, terrorizzato dal pensiero che si fossero trascinati
dietro
un’altra calamita attira-marina.
Mir
sospirò. Non
le piaceva raccontare la sua storia. Non era bella, né interessante.
Solo amara
e piena di orrori, per quello che la riguardava. No.. decisamente non
era
piacevole. Ma ormai aveva scoperto le prime carte.. e poi non le andava
il
giudizio che quella ciurma aveva del suo capo.
-La
taglia che
avevo sulla testa fino a un paio di anni fa.. in effetti è
inimmaginabile che
un ex-cacciatore di taglie non la conosca..- disse facendo un gesto con
la
mano, come se stesse scacciando un pensiero fastidioso.
-Era
alta?-
chiese curioso il capitano, alzando il collo per vedere meglio Mir, che
si era
seduta nel posto che di solito occupava lui, che si era piazzato di
nuovo sulla
tigre, sdraiata a fianco a Zoro.
-Qualcosa
più
della tua..- rispose lei, assolutamente non incline a rivelare la cifra.
-Qualcosa!-
bofonchiò lo spadaccino, -Seicento milioni di Berry sono il doppio
della sua!-
concluse smascherandola.
-EHHHH?!?!-
non
se l’aspettavano. Cioè.. non che non si aspettassero la taglia sulla
testa di
una rivoluzionaria. Non se l’aspettavano così alta. Come si poteva
mettere una
taglia da mezzo miliardo su quella faccia? Sarebbe apparso un errore, o
uno
scherzo. Di sicuro alla pubblicazione dell’avviso era partita una vera
e
proprio caccia alla volpe.
-Ehi!
Ecco perché
non lo volevo dire!- disse lei seccata.
-Perché
te
l’hanno cancellata?- chiese lo spadaccino ignorando la sua affermazione.
-Non
sarebbe
meglio sapere perché gliel’hanno messa, piuttosto?!- gracchiò il
cecchino che
vedeva i suoi timori materializzarsi pian piano.
-Anche!-
rispose
semplicemente il capitano, aspettando che Mir ne
raccontasse l’origine. Non lo turbava
affatto che fosse così alta. Su una ragazza così giovane.
Mir
però,
continuava a essere restia a raccontare la storia. Forse perché non
l’aveva mai
raccontata. Tutti quelli che la conoscevano sapevano, non c’era mai stato bisogno di raccontare nulla.
-Dall’inizio
Mir. Da tua madre. Ho detto loro chi è..- disse Raxha intuendo i
pensieri della
padrona.
-Ah..
capisco.. ditemi.. credete a quelli che
si diceva in giro sulla strega della banda di Roger?- chiese rivolta
alla
ciurma.
-La
strega?
Intendi Eve Black? Sei la figlia di quella donna?!- chiese Nami, che
era
assente durante il discorso della tigre sul ponte.
-Eh
già..- disse
lei triste, -quindi sapete che poteri aveva, immagino..- concluse,
scorrendo lo
sguardo sulla ciurma.
-Ma
dai!!-
ripetè Usopp. –si diceva che fosse un’alchimista.. ma erano solo voci..
lo
sanno tutti che l’alchimia non esiste!- concluse guardandola.
Mir
allungò la
mano verso la tazza che Sanji le aveva posato davanti poco prima. La
prese in
mano e guardò il nasuto, che la osservava con sguardo interrogativo.
Ora che ci
facevano caso aveva parecchi anelli in legno, più uno in metallo, posto
sull’anulare come una fedina. Alzò il palmo della mano libera e si
morse il
polpastrello dell’anulare, strisciando il sangue che ne fuoriuscì sul
palmo
della stessa mano. Poi girò il palmo verso i suoi spettatori. Che
rimasero
allibiti vedendo che dal punto in cui si era posato il sangue si
diramava una
sottile linea nera, che stava disegnando un cerchio, che conteneva
simboli e
caratteri disposti lungo linee e cerchi concentrici. Quando il cerchio
fu
completato, la ragazza posò la mano sulla tazza che reggeva ancora con
l’altra
mano. Sotto gli occhi increduli di Usopp la tazza cominciò a
deformarsi, come
riscaldata da un’altissima temperatura, modellandosi fino ad assumere
la forma
di un piatto prima, e del viso dello stesso Usopp poi.
-Ma
come hai
fatto??- urlò Chopper estasiato.
-L’hai
sciolto
vero? Riesci a emettere calore dalle mani?- chiese Franky a ruota
studiando
l’oggetto nelle mani della ragazza. Che glielo porse. Quando il Cyborg
lo
afferrò poté constatare con stupore che era
freddo e duro, proprio come la tazza dal quale anche lui stava
bevendo.
–ma che razza di trucco è questo?- chiese poi passando l’oggetto a
Usopp perché
lo osservasse anche lui.
-Non
ci posso
credere!- disse Usopp constatando la temperatura e la densità del suo
piccolo
ritratto. –Non mi vorrai dire che le storie riguardo a tua madre erano
vere!
Incredibile!!- disse incerto, passando l’oggetto a Sanji, che intanto
si era
avvicinato spintonato da Rufy che si era alzato lagnandosi che anche
lui lo
voleva toccare. Zoro lanciò uno sguardo alla tigre, che capendo al
volo, si
affrettò a dire –Non centro niente io!- dopodiché si alzò e si avvicinò
al
tavolo. Robin guardava incuriosita, perché ancora una volta tutte le
informazioni che aveva erano dovute a qualche commento che Crocodile
aveva
lasciato cadere durante qualche visita della ragazza.
-Ora
ci credi?-
chiese pungente la ragazzina al nasuto.
-Bè..
il fatto
che tu plasmi un oggetto non significa per forza alchimia..-rispose
poco
convinto il cecchino, che ancora era incredulo a fissare l’oggetto che
passava
di mano in mano.
-Vero,
ma..-
cominciò Mir, che però venne interrotta da Nami.
-Quindi
puoi
creare l’oro?!- esclamò esultante la navigatrice.
-La
solita
esosa!!- urlarono in coro i suoi compagni, tranne Zoro che si limitò a
sbuffare
un –Arpia avida!- prima di essere rivoltato come un calzino dalla
manata della
rossa.
-No..
mi dispiace
Nami.. non funziona così..- rispose sorridendo l’interpellata.
-Ma
come! Eppure
hai modellato la tazza!!- sbuffò Nami mettendo il broncio come una
bambina.
-Modellare
e
creare sono due cose diverse.. guarda!- rispose Mir alzando di nuovo il
palmo
della mano, dove il cerchio stava lentamente scomparendo. –Questo è un
cerchio
alchemico per il modellamento. Bè innanzitutto quello che dovete sapere
è che
nulla si crea e nulla si distrugge. Tutto al mondo è composto da
piccolissime
particelle di elementi diversi, che mischiandosi danno origine a
molecole di
altri materiali. Perciò non esiste cosa che si crei dal nulla.- disse
rivolta
verso Nami, -certe persone, al mondo, hanno il potere di combinare e
scombinare
questi elementi a piacere, servendosi di cerchi come questi. Ma ogni
volta che
si richiede l’apertura di un cerchio, c’è un prezzo da pagare. In
questo caso,
essendo un semplice modellamento, un po’ del mio sangue è stato più che
sufficiente. Ma quando si evoca un cerchio più potente, tipo quello che
ho
usato sulla nave, il prezzo dello scambio si alza. Per prosciugare quel
Pask,
ho dovuto sacrificare il suo stesso cuore il cuore. Così funzionano gli
scambi
su cui si basa l’alchimia!- disse allungandosi sulla sedia.
-e
per il resto
di quella ciurma?- chiese Brook che seguiva con molta attenzione il
discorso.
-Idem!
Per
ognuno di loro che è stato ridotto in cenere, è stato sacrificato un
cuore o un
altro organo essenziale..- rispose Mir con fare tecnico.
-Ho
sentito
parlare di questo tipo di poteri, anni fa, quando ero ancora per mare..
il
governo e la marina allora erano molto vigili a riguardo.. chiunque
veniva
sospettato di possedere questi poteri veniva deportato in istituti in
cui
avrebbe potuto metterlo a servizio della giustizia.
Ma non avevo mai sentito di qualcuno di loro in libertà.- rispose Brook
bevendo
un sorso di tè.
-Che
è
esattamente quello che succede tutt’ora,- rispose Mir stranita dal
fatto che
qualcuno fosse a conoscenza di certi fatti. –solo che molti non
resistono
fisicamente o mentalmente al potere, e muoiono sotto il peso degli
addestramenti. O perché azzardano mosse impossibili per loro, come
aprire un
cerchio che non sia semplicemente di modellamento. Non a tutti riesce.
A oggi
la marina possiede la squadra di alchimisti più numerosa che si
ricordi. Ben
cinque elementi.- concluse poi facendo una smorfia.
-Perché
muoiono
cercando di aprire un cerchio? Tu lo fai molto semplicemente, senza
sforzi
eccessivi, mi pare..- osservo Sanji aspirando dalla sigaretta.
-Perché
non sono
veri alchimisti..- rispose la tigre al
posto di Mir,che annuiva -loro non hanno il potere di legare gli
Spiriti o di
chiudere le Porte con il loro mondo, che è il mondo con il quale un
alchimista vero effettua gli scambi. Così quando ci
provano vengono risucchiati dal loro stesso cerchio, perché non son in
grado di
pagare il pegno. In fondo vengono chiamati Royal Alchemists ma sono
solo
persone che sono più sensibili degli altri alla natura e alla voce delle cose. Possono aprire al
massimo cerchi estremamente semplici di componimento. Niente a che
vedere con
lei..- concluse indicando Mir con un cenno del capo.
-Sapete..-
riprese parola la ragazzina guardando stavolta verso Robin, -le
leggende
antiche narrano che una volta, prima dei Cento Anni Bui, esisteva
un’isola ai
confini del Nuovo Mondo, che era abitata da un popolo in cui le doti
alchemiche
erano innate in ogni abitante donna. Per ogni bambina nata su
quell’isola,
c’era uno spirito Carrier che faceva da tramite con il mondo al di là
delle
porte. Questa era la punizione per un male atavico, un male per cui le
donne di
quell’isola pagavano il fio, sgravando il resto del mondo. E il potere
si
tramandava di madre in figlia. A seguito di qualcosa di sconosciuto, il
popolo
si estinse insieme a tutta l’isola.. ecco perche cerco i Poignee
Griffe..
voglio sapere cosa accadde.. voglio sapere se esiste un modo
costruttivo per
usare questo potere, che in mano a me sembra fatto solo per
distruggere..e se
c’è un modo per liberarsene..- disse poi guardando Raxha.
-Ehi..
aspetta
aspetta! Spiriti?!- chiese tremando il re dei cecchini.
-Si,
spiriti.
Come lei,- disse indicando la tigre –senza fare una specie di contratto
con uno
di loro, è impossibile domare l’apertura delle porte e gli scambi di
alto
livello-.
-Quindi
questo è
uno spirito??- chiese estasiato Rufy, -e quanti ce ne sono in giro?-
chiese
tutto felice. Già pensava di farsene comprare uno da Nami.
-Pochi
da
novecento anni a questa parte.. tre per la precisione. Me inclusa.-
rispose la
tigre.
-Questo
significa che ci sono altri due tizi con quel potere terrificante da
qualche
parte?- chiese Franky, facendo due più due. Che stavolta, però, non
faceva
quattro.
-No,-
disse Mir –non
c’è nessun’altro che sia in grado di gestire il legame. È un potere che
si
eredita alla morte del proprietario precedente. È il potere che ho
ereditato da
mia madre.- concluse appoggiando il mento sul suo pugno chiuso.
-E
allora dove
sono gli altri? Sono liberi in giro?- domandò Sanji, perplesso.
-No…-
sospirò
lei -li ho io. Ho tre spiriti Carrier sotto controllo.- rispose lei
come se
fosse ovvio.
Ovvio
non lo
era, in effetti, ma lei era abituata a saperlo.
-Hai
altre due
bestiole così!? E dove sono??- chiese Rufy entusiasta, anche se il suo
progetto
era miseramente andato in fumo.
-Al
di là..
della porta intendo..- sorrise lei.
-Mir
perché non
li liberi? Così almeno ti riposi.. non penso che faranno più
impressione di
me.. –suggerì il felino, -forse..- concluse sottovoce.
Mir
guardò
indecisa i componenti della ciurma uno per uno. A Usopp sarebbe venuta
la
schiuma alla bocca. Quei due erano molto più imponenti di Raxha.
Altroché se lo
erano. Ma ormai era in ballo.. tanto valeva ballare..
-Ok..-
sospirò
la ragazza alzandosi, -state indietro però.. sono feroci!- disse
ridendo poi di
gusto alle facce terrorizzate di Chopper e Usopp. –Scherzo! Scherzo!
Scusa!-
disse tornando seria.
-Yohohoh!
Speriamo non abbiano voglia di sgranocchiare qualche osso!!- gracchiò Brook, il morto e solo ossa.
-Non
ti preoccupare..-
disse Mir, mentre si allontanava dagli altri.
Camminò
fin in
fondo alla cucina e si fermò voltandosi verso la ciurma. –Raxha! Bist du bereit?- chiese poi, ricevendo
come risposta un segno di assenso. –Ok.. Dann,
ich gehe. Befreiung!(1)- disse poi battendo
le mani una volta e mantenendo i palmi uniti. Di nuovo una leggerissima
brezza
inondò la stanza, piacevole, se non fosse stato che era fredda come il
ghiaccio.
-Gli
aliti
dell’inferno!!- urlò il nasone.
-Ma
Usopp
l’inferno è tutto fiamme! Qui si gela!- lo corresse Chopper.
-Insomma
silenzio!- strillò la rossa.
-Ma
da dove
diavolo viene? È tutto chiuso!- mormorò lo spadaccino. –Uhm? Ma che.. è
vapore
quello?- chiese poi girandosi a guardare la ragazzina, attorno alla
quale si
stava alzando un muro di vapore talmente fitto da coprirne i piedi.
Muro che si
espanse fino a riempire la stanza.
-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-
salve a tutti!
Riporto qui sotto la traduzione delle frasi in tedesco che ci sono nel testo.. spero di non dimenticarne qualcuna per strada!! XD!! grazie per i commenti!
P.s. chiedo scusa se la grammatica in lingua non è perfetta! ci saranno sicuramente degli stafalcioni! spero che chi capisce il tedesco ci si faccia sopra una grassa risata!!
Bye!!
(1) -Raxha! sei pronta? ok.. allora vado! liberazione!-
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Capitolo 5 *** Kapitel Funf ***
-Mir!
Dannata ragazzina!! Quante volte
ti devo ripetere di non evocarci in luoghi chiusi!? Sheiss..(1)
Possibile che non impari mai?!- tuonò una voce,
decisamente maschile, seguita da un ringhio. Ma la nebbia era ancora
troppo
fitta ed era impossibile distinguerne la fonte.
-Piantala
Adam, non essere sempre così
polemico!- lo riprese un’altra voce, sempre maschile, ma più profonda
della
prima. –possibile che ti debba sempre lamentare di ogni cosa? Almeno
prendi un
po’ d’aria, cosi la muffa che hai nel cervello si secca e magari ti
riparte!-.
Alla ciurma sembrò tanto di sentire litigare Sanji e Zoro.
-
Adam! Trinidad! Finitela! Siete sempre
i soliti maleducati! Ringhiò Raxha, che la ciurma capì essere dietro di
loro
sentendone la voce. –Mir! Anche tu! Vuoi aprire quella porta? Non si
vede a un
palmo dal naso!-.
-
Ehi, piano con gli ordini. L’ho già
aperta.. dagli tempo!!- rispose seccata la ragazzina, fuori dalla porta.
Quando
la nebbia sì diradò, lo
spettacolo che i ragazzi si trovarono davanti era a dir poco mozzafiato.
Davanti
a loro sedevano imponenti due
felini ancora più grossi di Raxha. Talmente grossi da poter essere
cavalcati
tranquillamente da un uomo della stazza di Zoro. Forse anche di Franky,
con un
po’ di prudenza. Quello che rispondeva al nome di Adam era un’enorme
pantera
nera come la pece, con gli occhi grigi come il cielo d’inverno. Una
cicatrice
rosea gli cadeva dalla fronte fino all’angolo della bocca, passando da
una
palpebra all’altra dell’occhio sinistro. Dall’orecchio sinistro
pendevano tre
cerchi, come quelli di Raxha, ma d’oro, e alla zampa anteriore destra
portava
un bracciale esattamente identico a quello della tigre, ma dello stesso
materiale degli orecchini. Trinidad, al suo fianco era ugualmente una
pantera.
E ugualmente enorme. Ma bianco come la neve, con gli occhi verde
smeraldo.
Nessuna cicatrice tagliava la sua pelliccia morbida sulla faccia, me ne
aveva
alcune disseminate su schiena e zampe posteriori. Anche lui indossava
gli
stessi gingilli degli altri due, ma tutti in rame e all’inverso per
quel che
riguardava le parti del corpo.
-Allora?
Perché ci hai evocato in questo
cubicolo?- chiese sfrontato il felino color carbone, - si va a caccia?
Sto
morendo di fame! Mir dovresti trattarci con più riguardo, o qualche
volta
potremmo decidere di non soccorrerti quando ne avrai bisogno!- gongolò
guardando la ciurma che li ospitava.
Alle
parole caccia e fame il cuore di
Usopp mancò un battito, -Hiii!! Al largo spiriti!!- urlò formando una
croce con
le dita, seguito da Chopper che sventolava un rosario.
-Piantala
scemo!- urlò l’evocatrice
rifilando un calcio nel fianco alla pantera nera, -non vi preoccupate,
loro
vedono e sentono tutto quello che vedo e sento io. Lo fa apposta per
spaventarvi.. dunque, il simpaticone qui alla mia sinistra è Adam,-
disse
avanzando tra le due montagne pelose, -mentre lui è Trinidad!- concluse
accarezzando il manto color neve della pantera alla sua destra, che per
tutta risposta
chinò la testa dicendo –salve!-.
Il
capitano cominciò a saltellare da un
piede all’altro mentre aspettava il permesso di poter toccare anche
quelle due
bestie. –Splendido!! Magnifico!! Posso??- chiese esagitato agitando le
braccia.
-Prego!-
fece Mir sorridente, allungando
il braccio mentre si tornava a sedere al tavolo.
-Dai
Usopp! Vieni a sentire come sono
morbidi!!- urlò il capitano al cecchino, che pian piano si avvicinò
spintonato
dal medico che ancora teneva il rosario tra le mani. Due secondi dopo
erano
tutti e tre lì che giocavano con i due nuovi arrivati, che sembravano
divertirsi almeno quanto i tre umani.
-Tante
storie per niente!! Adam è sempre
il solito!- sorrise Mir quando il resto della ciurma aveva preso posto
al
tavolo.
-Non
capisco proprio perché tu voglia
liberartene!- esclamò Rufy dal mezzo della baraonda.
-…-
Mir non rispose, scambiando uno
sguardo triste con Trinidad, che si alzò, lasciando cadere Usopp che
gli stava
sdraiato sulla pancia.
-Il
contratto non è un gioco!- disse serio
rivolto al capitano, attirando l’attenzione di tutti e facendo calare
il
silenzio -c’è un prezzo da pagare! Noi non siamo animali da compagnia.
Siamo
obbligati a legare un umano per sopravvivere e restare da questa parte
delle
porte. E lei,- disse indicando Mir muovendo l’orecchio –è la nostra padrona. Siamo come degli schiavi- disse
bloccando con uno sguardo le proteste che la ragazza stava per
esprimere.
Odiava quella parola. Schiavi. Non
sopportava il sistema che sott’intendeva. Combatteva quel sistema. E
per questo
non aveva mai dato ordini diretti né a lui, ne agli altri due felini.
-non
possiamo rifiutarci di eseguire gli ordini che ci dà. Siamo al suo
servizio.
Sempre e comunque. Finché lei non morirà.- concluse poi tendendo la
coda a
Usopp perché l’afferrasse e si rialzasse, visto che era rimasto
imbambolato a
terra ascoltando la pantera dalla pelliccia bianca.
-Odio
questa cosa!- mormorò seccata la
ragazza.
-Sai
che non la pensiamo così, abbiamo
già fatto questo discorso..- intervenne la pantera nera,
rassicurandola. –non
ti vediamo come una padrona. Tu ci hai sempre lasciato autonomia nelle
nostre
decisioni. Ecco perché non ti ostacoliamo e ti sosteniamo qualsiasi
cosa tu
faccia. Anche se per la morale comune non è accettabile. –disse
ripensando ai
commenti sul fatto che Mir fosse nell’Armata. –In fondo in fondo, ti
vogliamo
bene. Soprattutto io!!- ghignò poi il
felino, stampando un sorriso un faccia a tutti i membri di quella
strana
ciurma.
-Sbruffone!-
constatò sotto voce la
tigre, seduta dietro Mir e Nami.
-Buaaahhh!!-
scoppiò il cyborg,
inondando Robin di lacrime.
-Uhn?
Che ti prende mutandas??- chiese
il cuoco riparandosi da quell’idrante impazzito.
-Che
vuoi tu?! Non sto mica piangendo!
Cosa credi!! Ti sembrano per caso lacrime, queste?!- disse
avvicinandosi e
inzuppando il cuoco.
-E
piantala!!- urlò, per poi calmarsi e
girarsi verso l’alchimista. –Avrei un domanda… posso?- disse,
aspettando un
cenno per proseguire.
-Ma
come siamo educati!- lo canzonò lo
spadaccino. Che venne colpito dal pugno punitore di Nami ancora prima
che il
cuoco elaborasse una risposta. Intanto Mir gli aveva fatto cenno con la
mano di
chiedere pure.
-Il
bestione ha detto che loro devono
pagare un prezzo.. ma tu? Niente? Li leghi e basta? Non gli dai niente
in
cambio? Dopotutto il vostro potere si basa sugli scambi, no?- chiese
accendendosi l’ennesima sigaretta. Attento come al solito, constatarono
Nami e
Robin.
-Certo..
dopotutto ogni contratto
prevede uno scambio..- intervenne Raxha, vedendo che la padrona non
sapeva come
buttare la bomba. –questi poteri logorano pian piano il suo corpo e il
suo
spirito. Ogni volta che apre un cerchio viene sottoposta a tensioni e
stress,
visto che usa se stessa come tramite, anziché usare uno di noi. In
genere
l’alchimista usa il suo Spirito Carrier per catalizzare lo scambio,
restando
estraneo al processo. Lei invece, con il fatto che non vuole dare
ordini,
lascia che i flussi energetici le si
scarichino addosso.. ecco perché sta male dopo che usa i suoi poteri,-
disse
rispondendo alla domanda che la cartografa aveva fatto all’inizio
–dopotutto il
suo corpo è un semplice corpo umano. Ma non è questo il compenso
previsto dal
nostro legame..- concluse fissando un punto imprecisato davanti a sé..
-E
qual è?- chiese lo spadaccino
interdetto.
-La
sua vita…- ringhiò amareggiato Adam,
con un ghigno stampato sulla faccia sfregiata. Fu evidente che non era
amante
di quel sistema.
-Cosa?-
mormorò il capitano, stupefatto
dalla rivelazione. Come tutto il resto della ciurma, che guardava Mir a
bocca
aperta, mentre lei a occhi bassi smangiucchiava un biscotto. Ringraziò
mentalmente un qualche Dio, semmai ci fosse stato, per il fatto che
Adam non
avesse peli sulla lingua.
-
Ah ah!- la sua faccia tranquilla
quando alzò lo sguardo li lasciò ancora più basiti. Come poteva ridere
su una
cosa del genere!? -Quando sarà la mia ora uno di loro mi mangerà..-
disse
indicando i tre gatti troppo cresciuti.
–detta così è allucinante, ma non è così terribile come sembra!! Non mi
uccideranno appositamente per la fame..- concluse sorridendo.
-Non
ci trovo niente da ridere!- Disse
Nami col broncio.
-Eh,
già.. ma che ci vuoi fare.. questa
è la vita che mi è capitata..- disse serafica la moretta.
-Ma..
aspetta.. se tu ora hai questi
poteri, significa che tua madre è… morta?- chiese Nami titubante.
-Sì..-
rispose tranquilla la ragazzina,
-quando avevo quattro anni.. per proteggermi durante un agguato che la
marina
le aveva fatto…-. Alla navigatrice si strinse il cuore. La storia non
le era nuova.
–Mi è morta davanti.. non è stato il massimo, in effetti..- disse poi
guardando
Raxha, che distolse lo sguardo. Si sarebbe sentita in colpa per
l’eternità per
quello che aveva fatto.
-Aspetta..
eri lì davanti quando tua
madre è morta.. quindi possiamo dire che eri lì davanti quando è
arrivata la sua ora….- intervenne lentamente
l’archeologa misurando le parole.
-Ho
capito dove vuoi arrivare..- la
interruppe la ragazzina, vedendo che Robin non aveva l’animo di farle
direttamente quella domanda. –Sì.. ho visto Raxha mangiare il cuore di
mia
madre.. ma fu colpa mia..- rispose lasciando la ciurma leggermente a
disagio
che faceva correre gli occhi da lei alla tigre.
-Racconta
tutto bamboccia!!- la incalzò
Adam, con un tono di incoraggiamento, più che di rimprovero, nonostante
la
scelta delle parole. –così Raxha sembra un mostro…-
-Ehi,
mangia pane a tradimento!! l’ho
detto che era colpa mia!- rispose lei a tono. Non era più turbata da
quel fatto
da quando una dozzina di anni prima aveva imparato cos’era quel potere
e che quella
morte era stata l’unica salvezza per l’anima di sua madre. –Vedete,-
disse poi
tornando a parlare alla ciurma –esistono due tipi di potere associati
agli
Spiriti Carrier.. il primo è quello dei cerchi alchemici per
“incantesimi” più
semplici, ma che comunque mi permette di fare quello che avete visto.
Sono più
semplici, ma comunque abbastanza potenti da non potersi attuare senza
lo
spirito affiancato. Di cerchi ne posso aprire quanti mi pare per un
numero
illimitato di volte, senza nessuna ritorsione, se non la stanchezza che
mi
sfianca, come avete potuto vedere quando mi avete raccolta.-
-E
che non ti sfiancherebbe, se ti
decidessi a usare quei poteri come si deve!- ringhiò Adam che faceva da
poggia
schiena a Usopp e Chopper, che ascoltavano rapiti, facendoli sobbalzare.
-Il
secondo è il potere alchemico vero e proprio.- continuò lei, liquidando
il
commento con una linguaccia, -Quello si che è terrificante, credetemi.
Questo
potere consiste nell’apertura di una o più Porte di Comunicazione con
il loro
mondo, causando la fuoriuscita di centinaia e centinaia di quegli
spiriti che
agiscono secondo la volontà della liberatrice, finché questa non li
rispedisce
dentro. È una tecnica che consuma davvero l’animo di chi la usa,
infatti chi la
usa, promette agli spiriti una parte della sua “anima”. In genere per
ogni
Spirito Carrier si apre una porta. Mia madre ne apriva due, e lasciava
libera
Raxha perché l’aiutasse a rinchiudere gli spiriti una volta finito. Io
ne
riesco a gestire tre, senza aiuto. Si dice che i poteri aumentino di
generazione in generazione, come quelli degli gli spiriti. Ma questo
potere è
limitato. In termini di volte, intendo. L’alchimista può fare aprire la
Porta
allo Spirito solo cinque volte in tutta la vita. Nel mio caso, tre
Spiriti fanno
un totale di 15 volte, segnate da questo tatuaggio.- disse sollevando
il piede
perché tutti potessero osservare il ramo di ciliegio sulla sua caviglia
–ogni
petalo equivale a una apertura, quando il petalo è caduto significa che
una o
più porte sono state aperte in una volta sola. Si contano le volte che
si
richiama l’apertura. Tre porte aperte in una volta sola valgono
comunque un
petalo. Quando l’alchimista esaurisce le opportunità di apertura, gli
spiriti
fuoriescono da soli per prendersi l’anima che gli era stata promessa.
Che si
dice vagherà per sempre nel limbo dietro alle Porte. Ecco perché
esauriti i
poteri, perché di questo si tratta in sintesi, l’alchimista offre il
suo
cuore(e la sua anima) in pasto al SUO spirito, che lo veglierà per
l’eternità.
È un potere che si evita di utilizzare, perché gli spiriti al di là
usano il
corpo di chi li richiama come tramite, logorandolo. Questo non è un
dono.. è
una maledizione.- concluse la spiegazione propedeutica, tirando giù la
gamba.
-E
tua madre? che è successo?- chiese
Rufy. Incredibile come le storie strane riuscissero a tenere sveglia la
sua
attenzione. Cosa che non riusciva a fare nient’altro, se non il cibo.
–Come
ho detto prima, la marina tese un agguato a mia madre. Io viaggiavo
sempre con
lei, visto che era l’unica persona che avevo al mondo. Quindi anche io
mi
ritrovai nel mezzo del conflitto. Erano troppi per essere combattuti
semplicemente richiamando qualche cerchio, e in più non poteva
combattere
liberamente, perché io le facevo da zavorra.. quindi fu costretta a
aprire le
Porte, perché gli spiriti si prendessero le loro vite come ordinato. Io
non
avevo mai visto nessuno di loro tre, mia madre non li aveva mai
richiamati
davanti a me. Potete ben immaginare il terrore di una bambina nel
vedersi
spuntare davanti ‘ste tre montagne.. chiusi gli occhi e non li riaprii
finché
mia madre non mi richiamò. Guardandomi attorno vidi solo un mucchio di
corpi
esanimi, sparsi dove poco prima urlavano e combattevano i marines. Nel
giro di
pochi minuti aveva fatto piazza pulita.- disse, girandosi verso Franky
che
aveva emesso un lungo fischio in segno di approvazione.
-Bestiale!-
disse annuendo, beccandosi
le occhiatacce di tutti gli altri, che stavano seguendo concentrati la
storia.
-Eh
già.. Ma quella era la sua ultima possibilità di aprire le porte,-
riprese
rispondendo al carpentiere –quando mi chiamò mi disse di imbarcarmi al
porto
della città più vicina, e di cercare qualcuno dei suoi vecchi compagni
di
viaggio, che si sarebbero presi cura di me, di essere forte e di
cercare di
trattenere il potere il più a lungo possibile perché, usato la prima
volta, ne
sarei diventata vittima. Ovviamente non capii a cosa si riferisse. Mi
spedì via
che piangevo come una fontana. A quattro anni, cosa pretendeva. Mi
nascosi
dietro a dei cespugli per vedere perché stava lì con quei tre animali e
non
voleva più venire con me. E fu così che vidi quello che fece Raxha poco
dopo. A
lavoro concluso, si accorsero che ero ancora lì, e quando mi si
avvicinarono
pensai che volessero mangiare anche me.. ah ah.. che sciocca.. ma Raxha
mi
disse solo “ricorda quello che ti ha detto tua madre, e cerca di
contenerti,
finché puoi”. E sparirono così come erano apparsi- concluse, ancora
ridendo.
-Perché
ridi? È tremendo!- chiese Usopp
allibito, mentre cercava di sovrastare gli ululati di Franky che
piangeva
disperato –E smettila di piangere, Franky!!- strillò tappandosi le
orechhie.
-Cosa??
Quante volte devo dirti che non
sto piangendo?! È un po’ di allergia! Buuahhh!!- rispose aumentando il
volume
il carpentiere.
-Sarebbe
stato tremendo se Raxha non
l’avesse fatto!- urlò lei per farsi sentire, interrompendo le lacrime
del
cyborg, che si zittì per ascoltare, -fiuu.. però, ne hai di polmoni
eh?- disse
sospirando di sollievo, -dicevo.. sarebbe stato peggio.. non puoi
nemmeno
immaginare che orrore c’è al di là delle porte.- disse rispondendo al
cecchino.
-Ma
davvero? Bè, forse, se è davvero
stato per il suo bene, è stata la cosa migliore- disse Nami rivolta più
a se
stessa che agli altri. Sapeva bene che significava vedersi morire la
propria
madre davanti agli occhi.
-Questo
te lo posso assicurare..- disse
Mir, cercando di consolare più la navigatrice che se stessa, -ho visto
personalmente cosa c’è là dietro, e non è nulla di umanamente
sopportabile per
la frazione di tempo in cui si chiamano gli spiriti, figurarsi per
l’eternità!-
concluse convincendo con quelle parole anche il nasuto.
-Che
storia! Mia dolce pastina sei stata
davvero molto forte!! Ma se qualche volta vuoi piangere, vieni pure qui
sulla
spalla del tuo Sanji!!- disse il cuoco allargando le mani per
abbracciarla,
bloccandosi però al commento del samurai, che deviò la sua attenzione.
-Il
solito polipo patetico!- disse la
testa verde allungandosi sulla sedia e stirando le braccia verso l’alto.
-Come
hai detto, uomo di Neanderthal?
Ripeti un po’ razza di insensibile!-
rispose il biondo buttandosi addosso alla spadaccino, con cui cominciò
la
solita zuffa.
-Ah
ah!! Polipo! Hai proprio ragione
stavolta, testa verde!- disse Franky appoggiando i piedi sul tavolo
mentre si
sbellicava dalle risate.
-A
te ci penso dopo che ho sistemato
mister bella addormentata! E tira giù i piedi dal tavolo, mutande al
vento! Non
siamo mica al bar qui!- urlò Sanji al carpentiere, che rise ancora più
forte.
-Cosa
ti fa pensare che mi sistemerai,
eh? Fatti sotto signorina! E tu?! Testa verde a chi lattina?- rispose
lo
spadaccino, animando ancora di più la lotta e trascinando in mezzo
anche il
cyborg.
Intanto
all’altro capo della stanza i
cinque dementi, a cui si era unito lo scheletro avevano ripreso a fare
casino,
saltando su e giù e urlando come bambini, toccando pericolosamente i
nervi
della navigatrice. –Possibile che non sappiano mantenere un po’ di
contegno per
un’ora di fila??- piagnucolò rivolta a Robin che sorrideva serafica
assieme a
Mir, divertite dallo spettacolo. –lo vedi con cosa mi tocca combattere
tutti i
giorni?? Altro che marina e marines..- concluse stringendosi la testa
tra le
mani, disperata, finché una scarpa, volata da chissà dove, la colpì
dietro la
nuca, attivando la modalità “sterminio di massa”. La rossa si alzò di
scatto, e
un brivido freddo attraversò le schiene di tutti avvisandoli che
qualcosa di
orribile stava per succedere.
-Ora
capisco perché ti sei unita a
loro!- sussurrò a mezza voce Mir, avvicinandosi sorridente
all’archeologa.
–Sono fantastici!!-.
-Puoi
dirlo forte!!- le sorrise di
rimando la mora. –E guarda ora!-
Due minuti dopo tutti gli uomini a bordo della
nave erano in fila sanguinolenti e tumefatti, pantere comprese.
-La
volete finire di comportarvi da
perfetti idioti!? Razza di dementi!! E tu! Sei il capitano! Vedi di
dare
l’esempio cretino!- sbraitò Nami, fuori di sé dalla rabbia.
-Zgudza!!-
mugugnò il capitano, talmente
gonfio da essere comico.
-Nami
sei fortissima! Hai steso anche le
pantere!!- saltellò chopper, il meno colpito dalla furia rossa.
-Hai
perfettamente ragione mio splendido
sole!!- gongolo Sanji, mazziato e
felice.
-Yohoho!!
Mi spezzi le ossa signorina!!
Non è che per guarire mi faresti vedere…- tentò lo scheltro.
-E
piantala maniaco! Vuoi che ce ne dia
altre!?- lo stoppò Franky che aveva subito parecchio, nonostante il suo
corpo
d’acciaio.
-Ma
che ti dice il cervello!? Maledetta
sanguisuga! Ci vuoi uccidere per caso?!- protestò infuriato lo
spadaccino
tenendosi la nuca dolorante.
-Digliene
quattro Zoro!- sussurrò il
nasuto, sottovoce, per paura che Nami gli desse il bis.
-Maled..
ragazzina sei impazzita? Ma che
hai il ciclo?!- disse Adam, mormorando l’ultima parte.
-Ah
Ah.. il ciclo.. buona questa!- Rise
Zoro voltandosi verso la pantera nera e mettendo tutti al corrente
della sua
battuta infelice.
-Piantala
Adam, o te la vedi tu dopo..-
suggerì il felino colore della neve.
-Sono
terribili, vero?! Anche Mir.. la
vedete così calmina perché non ha confidenza, ma è una vera
schizofrenica! È
pazza davvero! Ahh.. come vi capisco.. queste donnine sono veramente
insopp…-
ma si interruppe quando una tazza di porcellana gli si sfracellò in
mezzo alla
fronte, mandandolo momentaneamente ko.
-Ottimo
centro!!- disse Nami soddisfatta
alla tiratrice, dopo aver fatto subire a Zoro la stessa sorte della
pantera,
mentre tornava al tavolo, ignorando le grida concitate degli altri che
soccorrevano i feriti.
-Frutto
dell’esperienza!!- rise Mir
scrocchiandosi le dita. E tutte e tre scoppiarono a ridere.
-Quando
si rialzerà sarà furioso..-
scosse la testa sconsolata Raxha. Ma poi sorrise, quella era una scena
che
aveva visto milioni di volte. Litigavano spesso, ma Adam era il primo a
buttarsi quando sospettava un pericolo per la sua padrona. Si era
davvero
affezionato a quella ragazzina.
GROWLLLL!!
-Ma
che è?? Una falla?- chiese Usopp.
Che ricevette subito risposta dalla voce del capitano.
-Sanjiii!!
Io ho fame!!!- implorò
atterrito il capitano.
-Rufy
sei sempre la solita fogna!- urlò
Nami dal tavolo.
-No
mia dea, stavolta ha ragione, ‘sto razzolone!
È quasi ora di cena.. sarà meglio che mi metta ai fornelli.. ok.. tra
mezz’ora
è pronto in tavola.. e ora voi casinari! Fuori di qui!- urlò rivolto
agli
uomini della ciurma, -voi, mie dee, potete restare.. gradite un
aperitivo??-
disse poi svolazzando tra i cuori.
-Leccapiedi..-
commentò Zoro chiudendosi
la porta alle spalle appena prima che un coltello si conficcasse
esattamente
dove stava la sua testa.
La serata trascorse allegramente e Rufy
approfittò della presenza degli ospiti per fare una festicciola in
onore del
passaggio che gli stavano dando. Ovviamente ogni scusa era buona per
fare
festa, anche con un motivo ridicolo. Mir avrebbe dovuto spiegare loro
ancora
parecchie cose prima che arrivassero a Rocky Island, non poteva
permettere che
si buttassero in mezzo agli squali senza essere istruiti sulla
faccenda.. ma
c’era tempo. Erano ancora lontani. E in più aspettava risposte da
Dragon.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
(1) -m***a!- [Ma probabilmente non era necessaria la traduzione qui =3 XD!! N.d.A.]
|
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Capitolo 6 *** Kapitel sechs ***
Il
giorno dopo, una volta fatta
colazione, Mir passò tutta la mattinata con Nami e Robin nella cabina
delle
ragazze.
-Non
puoi rimanere con il camice finché
non arriviamo a Rock Island! Ti faccio provare un po’ dei miei vestiti,
Robin è
troppo alta, non entrerai mai nei suoi!- aveva urlato Nami a colazione,
per
sovrastare la baraonda mattutina, difendendo un pancake dalla mano
allungabile
dell’ingordo capitano.
Un
po’.. aveva detto un po’.. era
certa.. l’aveva sentito bene. E invece erano in camera da tre ore e
forse più.
Nami la vestiva e svestiva come una Barbie, e chiedeva a Robin, che a
ogni
cambio d’abito alzava gli occhi dal suo libro e faceva segno di sì o di
no con
la testa.
Alla
fine avevano optato,
momentaneamente, per un vestito stile impero nero, con le mezze
maniche, lungo
fino a metà coscia e un paio di ballerine dello stesso colore.
-Questi
li puoi tenere.. non li userò
mai. Non ne ho le occasioni.. li avevo comprati solo perche mi facevano
gola..-
disse soddisfatta la cartografa, buttando dei vestiti accanto alla
ragazza,
alla fine di quel tour de force. –E copre quasi tutto.. i tatuaggi
intendo..
hai detto che non li volevi in bella mostra no?- . il contenuto del
sacco
raccolto nella scialuppa, che l’ospite aveva gentilmente regalato alla
ciurma
in cambio del passaggio, era più che sufficiente a coprire il prezzo
dei
vestiti.. la ragazzina aveva occhio quasi quanto Nami per i tesori.
-Si
grazie, Nami- rispose stremata la
moretta, buttandosi sul letto. Col camice non si sarebbero potuti
notare, ma
effettivamente ne aveva parecchi di tatuaggi. Nami era stata piuttosto
sorpresa
quando l’ospite si era spogliata la sera prima per mettere il pigiama,
nonostante lei stessa ne avesse uno non indifferente sul braccio. Due
erano
scoperti e evidenti a tutti. Oltre al ramo di ciliegio, l’alchimista
aveva sul
collo, proprio dietro l’orecchio sinistro un piccolo Triskell, simbolo
dei tre
spiriti che controllava. Quelli nascosti erano di tutt’altro genere.
Una tigre,
con tanto di enormi ali nere le scendeva tra le nuvole per tutto il
fianco
destro, partendo dalla schiena all’altezza dello sterno e finendo
davanti,
sopra l’anca. Sul fianco sinistro, appena
sotto il seno c’era una scritta, con
degli strani caratteri (-si chiamano Rune, sono molto antiche-aveva
spiegato
Robin,) –una formula di richiami, per Raxha e gli altri, così faccio prima- aveva aggiunto la ragazzina. Dietro il
collo, abbastanza in basso da essere nascosta dai vestiti, stava una
luna
calante, alla cui estremità inferiore stava attaccata una piccola
croce, -ce
l’aveva mia madre, non so cosa significa..-. In più la sagoma di un
falco,
piuttosto piccola sull’osso del polso destro. Ma il più strano di tutti
era
quello che aveva in mezzo alla schiena, poco al di sopra della curva
lombare.
Abbastanza grande. Stonava con gli altri, che avevano tutti un
significato, o
almeno così aveva detto Mir, che alla richiesta di una spiegazione si
sentì
rispondere –Quello? È il motivo principale per cui sono entrata
nell’Armata!-.
Non capì. Robin, invece sì. Perché sapeva cosa significava quel
simbolo. Un
cerchio nero pieno, con tre triangoli quasi appoggiati alla curva
superiore i
cui apici puntavano alle spalle, mentre un altro triangolo in basso
puntava
verso il coccige. Simile alla zampata di un uccello. Ma non disse
nulla. Non
conosceva la storia di quella ragazzina, ma ora capiva senz’altro
perché
odiasse persino la parola “schiavo”.
…
A
pranzo le ragazze dovettero affrontare
la seconda battaglia per la sopravvivenza della giornata, difendendo
strenuamente i loro piatti.
-Ma
sei sicura che loro tre non
mangino?- chiese Sanji indicando i tre felini sdraiati in fondo alla
stanza,
che aspettavano in silenzio la fine del pasto.
-Non
mangiano come noi.. mangiano solo
carne viva.. umana..- disse cercando di ingoiare l’ultima parola perché
non si
sentisse troppo. Ma inevitabilmente risuonò chiara e limpida nella
stanza. Adam
rise di gusto. Usopp quasi si strozzò nel sentirla. –Non vi preoccupate
adesso
sono a posto.. sapete.. nelle navi che ho affondato sono andati a
caccia. So
che è orribile. Cerco di far mangiare loro il meno possibile, ma quando
hanno
bisogno di più forze non posso fare altrimenti. Per questo Adam si
arrabbia
spesso. Dice che li maltratto-.
Il
discorso, stranamente, non turbò più
di tanto la ciurma, il cui capitano rispose semplicemente: -Bè, è la
catena
alimentare!- per poi ributtarsi a capofitto nel pranzo, suo e degli
altri, che
dovettero tornare a difendere i loro piatti. Mir sospirò di sollievo
guardando
il capitano, ma dovette pentirsi della sua distrazione perché Usopp e
Brook le
svuotarono il piatto e dovette chiedere il bis a Sanji che la servì
cinguettando le sue solite smancerie.
Dopo
pranzo tutti erano sul ponte, chi a
giocare con gli animali, chi a leggere, chi a raccontare balle.
-Ed
è proprio in quel momento che gli ho
detto: “Lupo, tu non sai chi hai davanti! Io
sono…”- Usopp stava raccontando a Mir la battaglia di Enies
Lobby, ma
venne interrotto da Zoro.
-…
la celebre spada tempesta di nasi!-
disse lo spadaccino inserendosi, mentre sollevava i suoi pesi.
-Esatto!-
disse Usopp sovrappensiero, ma
poi prontamente rettificò –No! Zoro! Che cavolo dici!-, ma dovette
interrompere
il suo racconto quando Nami uscì sul ponte erboso.
-Mir!
Puoi andare! Il bagno è libero..
fai con calma.. vedrai che goduria la
vasca progettata dal nostro bidone di latta!- disse la navigatrice, che
si
stava ancora tamponando i capelli con l’asciugamano.
-Ok!
Grazie Nami! Scusa Usopp! Finiamo
dopo..- disse alzandosi.
-No
problem, intanto andrò a ispezionare
i miei uomini in postazione.. perché Chopper, devi sapere, che la
disciplina..-
lo sentì attaccare la pezza al medico, mentre si richiudeva la porta
alle
spalle. Quel bagno le ci voleva proprio. In giornata probabilmente
sarebbe
anche rientrato il messaggero. Poi avrebbe dovuto dare altre
spiegazioni a quei
ragazzi. Su Dragon, su Barbabianca, sulla Marina, sulla battaglia. Non
sapeva
da dove cominciare. Le sembrava quasi di non avere abbastanza parole
per dire
tutto.
…
Intanto
sul ponte la domanda che Zoro
aveva fatto a Raxha attirò l’attenzione di tutti.
-Già,
ieri non vi ha spiegato perché quella
taglia mostruosa. Lei non si ricorda molto bene quel giorno.. aveva sei
anni.
Buona parte di quello che sa le è stato raccontato da noi o da altri
che erano
presenti, come ad esempio tuo nonno Garp, cappello di paglia.- disse
poi
voltandosi verso il capitano.
La
ciurma si radunò attorno alle tre
bestie, possibile che quella ragazzina nascondesse ancora altri orrori
nell’armadio? Possibile. Come poterono sentire poco dopo dalle parole
di
Trinidad.
-Dunque,
i poteri che le ha trasmesso la
madre non si sono attivati immediatamente dopo la sua morte. In genere
restano
sopiti fino a che un avvenimento, un
pericolo, una paura li risvegliano. Quindi per un paio d’anni lei non
ci ha più
visti.- cominciò la pantera bianca. La sua voce calma e profonda
sembrava quasi
trasportarli dentro ai ricordi stessi del felino. –alla morte di sua
madre,
riuscì a cavarsela per un paio di settimane, ma venne catturata da una
ciurma
di pirati. L’isola dove si trovava era situata su una delle maggiori
rotte
della tratta di schiavi.- e qui vene interrotto dalle imprecazioni del
suo
compagno colore della pece.
-Quei
cani bastardi!!- ringhiò, -sapete
come funziona?- chiese rivolto ai ragazzi, e quasi tutte le teste
fecero segno
di no. –Il Nuovo Mondo non è trafficato come i Quattro Mari, quindi in
alcune
delle sue isole lontane dalle rotte principali, il commercio e il
turismo non
possono portare ricchezze. Pochi sono quelli in grado si scorrazzare
liberamente tra le sue acque. In più certe isole hanno un clima poco
adatto
anche alla vita umana. Tutto questo fa sì che queste isole siano
flagellate da
una povertà e una miseria che spesso fa patire agli abitanti la fame e
la
disperazione. Sono talmente disperati che molti di loro vendono i
propri figli
ai mercanti di schiavi, che li rivendono a loro volta nelle isole
“civilizzate”, se così le vogliamo chiamare.- concluse con una smorfia
di
disgusto, lasciando nuovamente la parola al compagno.
Robin
ci aveva visto giusto, quel
tatuaggio era proprio il marchio che imprimevano agli schiavi comprati
dai
Draghi Celesti.
-Come
avrete capito, e come testimonia
il tatuaggio che ha sulla schiena, venne venduta al mercato degli
umani, per di
più a una famiglia di nobili mondiali- riprese Trinidad, guardando
Nami, che
adesso capiva la risposta che le era stata data quel mattino -Per due
anni ne
subì di tutti i colori. Botte, insulti, maltrattamenti, ancora botte,
fame,
sete, punizioni per un nonnulla.. gli schiavi sono considerati umani di
serie
B.. ma lei sopportava.. ha tempra la bambina.. finché un giorno
successe
l’irreparabile. A casa del Signore era ospite il Grand’ammiraglio (-Dei
miei
stivali!- commentò Adam, schifato) Sengoku, scortato dalla nave da
guerra del
Vice ammiraglio Garp,- disse guardando Rufy, che annuì, -e Mir e
un’altra
ragazzina poco più grande di lei, con cui era
molto amica, erano di servizio all’ora del tè. La ragazzina
servendo il
tè a Sengoku, ne rovesciò poche gocce sul tavolino di vetro. Sapevano
tutte e
due che dopo sarebbero state picchiate per una cosa del genere, ormai
erano lì
da due anni. Ma quella volta, quell’errore in presenza di un grado alto
della
marina apparve imperdonabile agli occhi del Drago Celeste. Mir venne
schiaffeggiata lì davanti, senza vergogna, come si picchia un cane.
Ovviamente
nemmeno Sengoku poteva mettere bocca su un comportamento tanto
schifoso, quello
era un Drago Celeste. L’altra ragazzina venne trascinata per i capelli
in mezzo
alla sala, cosparsa di alcol, e le venne dato fuoco. Lì, da viva,
davanti a
tutti, mentre i nobili ridevano, con dei commenti che non voglio
nemmeno
ripetere..- dovette interrompersi alla reazione della ciurma.
Rufy
tremava per il nervoso. Nami si era
portata le mani davanti alla bocca e non poteva credere alle parole che
aveva
sentito. Robin pensava alla scena, trovandola veramente di cattivo
gusto.
Franky e Brook erano a bocca aperta. Usopp scuoteva la testa,
mormorando –Che
orrore..-. Chopper, disgustato pesava all’odore della carne umana
bruciata, che
gli chiuse una morsa attorno allo stomaco. Sanji aveva la pelle d’oca e
persino
la sigaretta gli era caduta dalle dita. L’unico che riuscì a parlare fu
Zoro,
-E la marina? Li lasciò fare?- chiese infastidito.
-Non
poteva fare altrimenti.. i nobili
godono della protezione del governo. Sengoku si girò a guardare fuori
dalla
finestra, sorridendo serafico. Quello schifoso ha la stessa idea degli
schiavi
che hanno i nobili. Quando Garp protestò infuriato per quello che stava
succedendo, Sengoku gli ordinò di rimettersi al suo posto in silenzio.
Tuo
nonno è un grand’uomo.. tremava di rabbia e stringeva i pugni talmente
forte da
farsi sanguinare le dita, mentre discuteva con quel cane di
grand’ammiraglio.
Mir intanto era ancora lì per terra. Al primo grido che la ragazzina
aveva
lanciato, la furia si impadronì del suo cervello, e per la prima volta,
sentì
le nostre voci. Si spaventò e rallentò il processo si evocazione. Ci
aveva
riconosciuto come quelli che avevo ucciso sua madre. Ma ormai la sicura
era
stata tolta, e lei tremava nello sforzo di trattenerci. Noi le urlavamo
di
calmarsi, non sapeva niente di quel potere, non lo avrebbe controllato.
Ma poi,
mentre Garp urlava che quella non era la giustizia che serviva lui,
l’odore
della carne bruciata arrivò al naso di Mir. E bum! Un conato di vomito,
e perse
il controllo, scatenando l’inferno in quella villa. Dal falò al centro
della
stanza, partirono come proiettili infuocati, che attaccarono tutti
nella
stanza, nobili, servi, guardie e marines senza distinzione. Quello che
aveva
dato fuoco alla ragazzina scoppiò, letteralmente, in pezzi.. il sangue
e i
brandelli di carne si sparsero dappertutto. La stessa fine toccò anche
ad altri
familiari di quello schifoso. Ah ah! Mi ricordo ancora Sengoku che
combatteva
contro il fuoco. L’unico a non essere toccato da quel pandemonio era
Garp. Ci
eravamo sbagliati, lei controllava benissimo quel potere, come se lo
usasse da
anni..- e dovette nuovamente interrompersi per le risate di Adam.
-Piantala
Adam! Ti sembra il caso di
ridere? Ha ucciso sette nobili mondiali quella volta! Più un centinaio
di altre
persone!- lo riprese Raxha, che comunque la pensava come lui.
Nessuno
della ciurma pensò che non si
fossero meritati quella fine. L’odio per la marina dopo quella storia
cresceva
allo stesso passo con cui cresceva l’ammirazione per il nonno del
Capitano.
-Ecco
perché la taglia è così alta,
perché ha toccato direttamente i protetti del governo!- disse Zoro,
vedendosi
rispondere alla domanda.
-Non
è tutto.. la
storia non è finita..- disse Mir dalla porta. Non l’avevano
sentita
arrivare, presi com’erano dalla storia. –Fategli vedere cosa è successo
dopo..
raccontarla tutta è difficile. E poi ci sono delle facce che gli farà
piacere
rivedere.. appoggiate una mano su uno di loro tre,- disse poi rivolta
alla
ciurma –questo sì che è un potere comodo, loro hanno una memoria
perfetta!-
disse sorridendo mentre cercava di domare la lunga chioma corvina in
una coda
di cavallo.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Salve!
questo capitolo è parecchio discorsivo.. ma arriverà l'azione più avanti.. promesso =£!!
sicuramente la storia si concentrerà sempre più sul personaggio di Mir, che farà da perno per le vicende.. spero di non accantonare tropppo Rufy e la sua ciurma..
bon... grazie per aver letto fin qui!! alla prossima!!
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Capitolo 7 *** Kapitel Sieben ***
Tutti
eseguirono l’ordine, curiosi di
vedere cosa sarebbe successo. –Chiudete gli occhi. Si parte!- disse la
moretta,
schioccando le dita. Appena chiusero gli occhi sentirono la voce di
Trinidad
–tra un po’ vedrete la scena con gli occhi di Mir, non vi agitate, i
colpi non
possono colpirvi, e il dolore che sentite è solo immaginario. Sarà come
se
guardaste la scena a teatro..- .
Appena
finì di parlare, videro davanti
al loro occhi tutto quello gli era stato descritto poco prima.
Sentivano le
urla, i rumori, persino l’odore della carne bruciata, che fece loro
arricciare
il naso disgustati. Sentirono ancora la voce del grosso felino. –quando
si
accorse che l’aveva fatta grossa, scappò..-.
-Garp!
Prendila! Prendi quella
ragazzina!- sentirono la voce di Sengoku
dietro di loro impartire ordini all’unico dei suoi uomini rimasto. –Io
torno
alla nave a chiamare i rinforzi!- uno sguardo indietro arrivati alla
porta, e
videro che il grand’ammiraglio si era liberato del mantello infuocato,
mentre
Garp, li guardava leggermente spaesato. Era palese che non li voleva
inseguire.
-Perché
non facciamo il contrario?- lo
sentirono dire in lontananza, mentre avevano incominciato a correre in
mezzo a
quel putiferio. Non sentirono la risposta. Ormai erano fuori dalla
villa e
correvano verso due guardie che cercavano di ostruire il passaggio. Si
sentirono afferrare la mano.
-Dove
scappi tu? Che succede là
dentro?!- urlò quello che teneva la loro mano. Ma lo videro cadere a
terra come
una foglia secca, seguito dall’altro che guardava incredulo. Mezzo
secondo e
videro la sagoma di Garp che si stagliava sull’uscio. Ripresero a
correre.
Erano
piccoli, in quel bosco trovavano
mille buchi in cui infilarsi, Garp faceva più fatica a stargli dietro.
–Ehi
mocciosa fermati! Così mi fai morire! Sono vecchio, non posso correre
così
tanto!- lo sentivano ansimare poche decine di metri dietro di loro.
Ormai
vedevano la spiaggia, ma appena messo un piede sulla sabbia si
sentirono
afferrare e si videro caricati sulla spalla enorme di quell’uomo. Erano
veramente piccoli.
-Lasciami!
Non ho fatto niente! Mettimi
giù!!- strepitarono, scalciando e battendo i pugni su quella schiena
enorme.
Non volevano fare a quel vecchio quello che avevano fatto agli altri.
Lui era
buono, anche se era un marine, aveva cercato di salvare Gikan.
-E
smettila di agitarti! Non ti voglio
portare da Sengoku! Hai fatto quello che avremmo dovuto fare noi! E
invece quei
bastardi non si possono toccare.. quell’idiota di Sengoku ormai avrà
chiamato i
rinforzi.. dove ti infilo adesso?? Quelli battono l’isola palmo a
palmo.. E
piantala di scalciare!- lo sentirono dire. –Ma? Che diavolo succede
qui?- non
potevano vedere quello che vedeva lui. Vedevano solo la sua schiena e
il bosco
da cui erano usciti.
-Ah!
Che ci fai qui, Garp?! Dai la
caccia ai topolini?- lo schernì una voce che non conoscevano. Li
avrebbero
giustiziati. Lo sapevano. I Draghi Celesti non si toccano. E loro ne
avevano
uccisi sette tutti in un colpo. Sentivano nella loro testa i tre felini
che
urlavano di farli uscire, che avevano bisogno di loro. Avevano paura di
quelle
voci.
-Mh?!
Che ci fate voi qui, non lo sapete
che c’è Sengoku in visita?- rispose il vecchio sotto di loro, che
ancora si
agitavano. –Ahi! Smettila, insomma!- gli avevano dato un altro calcio.
-Tsk!
Quello non trova l’acqua nemmeno
se va al mare!!- disse un’altra voce, facendo scoppiare una risata
generale.
-Non
è così scemo come sembra.. a volte
le tira fuori le sue genialate..- una terza voce sconosciuta.
-Sarà..
so solo che alla mia età ormai
potrebbe mettermi in difficoltà anche lui, se me lo trovo davanti. Garp
intercedi tu per me, digli di cancellare la mia taglia!- concluse
un’altra voce
ancora ridendo, stavolta familiare. Ma non riuscivano a ricordare. E
continuavano a scalciare.
-Arrangiati,
hai voluto la bicicletta
Rayleigh? Adesso pedali!- Rayleigh!!
L’amico della mamma! Glielo aveva presentato durante un viaggio, pochi
mesi
prima di morire. Sentirono ancora le voci nella testa, ma stavolta
dicevano di
farsi aiutare da quel l’uomo, dall’amico della mamma. –Io non aiuto i
pirati!-
disse ancora Garp. Pirati.. sì era proprio lui.
-Ray!!
Aiutami!- urlarono da dietro la
schiena, smettendo di scalciare.
-Mh??-
sentirono il silenzio, sulla
spiaggia. –Chi hai lì sopra, Garp?- stava chiedendo il destinatario
della
richiesta d’aiuto.
-
Dì un po’, bimba, lo conosci?- chiese
il vecchio smuovendoli –Questa? Ha fatto un macello, su alla villa.. ha
ucciso
sette Draghi Celesti.. più tutte le guardie, i marines, e la servitù..
quasi un
centinaio di persone- disse afferrandoli per la maglietta, -Ehi adesso
ti tiro
giù, non scappare, intesi!?- concluse mentre li sollevava e li
appoggiava con i
piedi a terra. Si girarono e videro, oltre all’amico della mamma, due
uomini,
più altri due un po’ più distanti.
-Ah!-
esclamarono ancora con gli occhi
chiusi. Nel ricordo di Mir erano tutti sconosciuti, ma loro sapevano
bene chi
fossero quei quattro. Non conoscevano invece l’amico della madre. Mir,
sul
ponte sorrise vedendo che li avevano riconosciuti tutti.
-Ma
dai, vecchio! A chi vuoi darla
a bere! È una bambina! Ti sei messo a
inseguire i ladruncoli di caramelle??- disse uno di quelli vicino a
Ray. Era
più alto di lui e indossava un mantello che gli arrivava ai piedi. I
capelli
erano neri e scompigliati, tutto il lato sinistro del viso, dalla
fronte fino
alla mascella era coperto da un tatuaggio. Un motivo geometrico, di un
colore
strano, rosso. Il loro tatuaggio era nero. Anche loro avrebbero voluto
averlo
rosso.
-Mir!-
esclamò Ray, che era esattamente
come se lo ricordavano, con i capelli un po’ più bianchi, e quegli
occhiali
sottili e tondi. –che ci fai qui?! Che hai combinato? Dov’è tua madre?-
chiese
avvicinandosi.
-La
mamma? Lei è.. morta.. due anni
fa..- dissero tristi.
-Capisco..
quindi è vero, quello che
dice Garp..- disse pensieroso guardandoli, -devi essere spaventata,
vero? Non
avevi mai sentito le loro voci.. non ti preoccupare, imparerai a
controllarli..- concluse accarezzandoli sul capo.
Le
voci nella loro testa erano più calme
adesso. Dicevano loro di ascoltare quell’uomo. La mamma gli aveva
spiegato
tutto di quel loro potere. Lui sapeva come e cosa fare.
-Ma
come??- chiese l’altro uomo, vicino
a quello con il mantello. Aveva i capelli rossi che spuntavano da sotto
un
cappello di paglia. Tre cicatrici sfregiavano il suo viso, come un
graffio.
Aveva una sciabola legata alla fusciacca e le braccia puntate sui
fianchi. Il
suo sorriso li faceva stare tranquilli. Anche quell’uomo non aveva
intenzione
di far loro del male. –è solo una bambina.. com’è possibile che abbia
fatto
quel macello!- rise canzonando il vice ammiraglio.
-E
che ne so.. so solo che ha fatto
scoppiare un putiferio.. ma non si merita la morte.. meriterebbe un
premio..
quegli schifosi..- si interruppe il vecchio dietro di loro.
-Te
lo spiego io com’è possibile.. È la
figlia di Eveline..- disse l’amico della mamma, guardando prima loro,
poi Garp,
e poi tutti gli altri.
-Cosa?-
chiese facendosi avanti quello
con il cappello di paglia, -Eveline aveva una figlia? Cavolo.. bè ora
capisco..
e Sengoku?- chiese poi rivolto al vecchio alle loro spalle.
-Sarà
sulla nave da un pezzo.. la
ragazzina mi ha fatto sfacchinare per una ventina di minuti in mezzo al
bosco
prima di farsi prendere..- rispose guardando verso l’orizzonte.
-Se
la prendono la giustiziano,- disse
uno dei due in disparte. Ora che lo guardavano era enorme. Veramente
enorme.
Gli altri gli arrivavano appena sopra al gomito, quello col mantello
quasi alla
spalla. Portava una cuffia e degli occhiali da lettura, e nella mano
destra
teneva un libro, che appoggiava contro il petto. –se scappa le
metteranno una
taglia talmente alta che non potrà chiudere occhio per la gentaglia che
si
metterà sulle sue tracce.. comunque vada farà una brutta fine..-
concluse guardandoli.
-…-
l’altro uomo, quello a fianco a
quello enorme, non aveva ancora detto una parola. Si limitava a
ascoltare i
discorsi, e ad osservarli, con quegli occhi così belli. I suoi abiti
erano decisamente più raffinati di quelli
degli
altri uomini. Un cappello con la tesa larga e una piuma vede e vaporosa
faceva
ombra al viso, i cui lineamenti scolpiti nel marmo erano sottolineati
da
baffetti sottili e un pizzetto curato. Sulla schiena portava una spada
enorme,
con la lama nera. Probabilmente era il più inquietante, ma a loro non
faceva
paura. Avrebbero voluto sentire la sua voce.
-Se
è la figlia di Eve avrà i suoi
stessi poteri..- disse quello con il libro.
-Ovvio,
visto il pandemonio che ha
scatenato.. voi due avete visto Eveline Black all’opera tante volte..
sapete di
che parlo..- disse Garp alle loro spalle, rivolgendosi ai due che si
erano
avvicinati.
-E’
un bel guaio.. senti piccoletta..
quanto tempo è che usi il potere?- chiese quello con i capelli rossi
abbassandosi per guardarli in faccia.
-Quale
potere?- chiesero loro, capendo
solo che quello che avevano fatto nella villa era sicuramente legato
alla
comparsa di quelle voci nella loro testa.
-Adesso
senti delle voci in testa vero?-
chiese l’amico della mamma. Annuirono. –Ok.. curioso che tu li riesca a
trattenere.. sei ancora più potente di tua madre. Ora ascoltami,
concentrati e pensa che vuoi farli
uscire dalla tua testa..- disse facendo segno a tutti di allontanarsi.
Uscire?
Quelle bestie enormi avevano mangiato la mamma.. se le avessero fatte
uscire
avrebbero sbranato anche loro. No no.. non ci pensavano nemmeno. Fecero
segno
di no con la testa. Ma scuotendola diventò tutto nero davanti ai loro
occhi,
per un attimo, videro il buio. Forse erano stanchi.. sentirono la mano
di Garp
che li afferrava per un braccio e li teneva in piedi.
-Che
hai? Dopo tutta la corsa che mi hai
fatto fare svieni??- chiese il vecchio scuotendoli. Adesso ci vedevano
di nuovo
chiaramente.
-Certo,
non può continuare a trattenere
il potere. È la prima volta che lo usa, è già tanto che non li abbia
liberati
in casa!- disse Ray davanti a loro.
-Non
voglio!!- dissero liberando il
braccio dalla presa del marine, -loro.. loro hanno ucciso la mamma!! Se
li
lascio uccideranno anche me!- le loro ginocchia non ne volevano sapere
di
smetterla di tremare.
-Fidati
di me! Non ti faranno niente!
Falli uscire.. ti spiegheranno tante cose su tua madre, e su quel
potere che
hai dentro.. allora? Mi credi? O dici che sono un bugiardo?- disse in
tono di
sfida il pirata.
Erano
indecisi. Sapevano che potevano
fidarsi di quell’uomo. E le voci nella testa continuavano a dire di
ascoltarlo.
Ma cavolo, che fifa che avevano! Sospirarono, tanto li avrebbe presi la
marina
e li avrebbe giustiziati.. tanto valeva morire come la mamma..
-ok..-
si arresero alla fine, guardando
tutti gli uomini sulla spiaggia. Che strana combriccola.. erano proprio
mal
assortiti. Si vedeva che non centravano nulla uno con l’altro. Quello
con la
spada continuava a guardarli in silenzio. Non si era mosso di un
millimetro
quando gli altri si erano allontanati. Chiusero gli occhi e ascoltarono
meglio
le voci nella testa. Pensarono intensamente di volerle fuori da lì. Si
sentirono le caviglie gelare.
-Raxha!
Adam! Trinidad! Quanto tempo!-
aprirono gli occhi solo quando sentirono la voce dell’uomo col cappello
di
paglia. Davanti a loro stavano quei tre gatti enormi.
-Fiiiii..-
fischiò quello col mantello
ammirando il loro lavoro, -complimenti nanerottola!- disse battendo le
mani,
sempre col sorriso stampato in faccia.
-Mir!
Loro saranno la tua guida, i tuoi
protettori, gli unici su cui potrai contare sempre e comunque,- disse
Ray
incoraggiandoli ad avvicinarsi. -.. devi fidarti di loro! Tu curi loro
e loro
curano te! Ricordatelo sempre d’ora in avanti!- concluse mentre i
felini
continuavano a chiacchierare col rosso.
Ora
che li avevano davanti non facevano
così paura. Sentivano dentro qualcosa che li legava a quei tre mostri.
Qualcosa
di indissolubile. Qualcosa che faceva capire loro che sarebbero stati
assieme
fino alla fine. Sì, Rayleigh aveva ragione. Quei tre esistevano per
loro, e
loro esistevano per quei tre.
-Ma
che diavolo succede laggiù?!- la
voce alterata di Garp attirò l’attenzione degli uomini sulla spiaggia e
anche
la loro, che si voltarono a guardarlo. Il vecchio tirò fuori da una
tasca un
piccolo cannocchiale e con quello scrutò l’orizzonte. –Sengoku!!
Grandissimo
figlio di putt.. E questi me li chiami rinforzi?!- ringhiò tra i denti.
-Che
succede?!- Chiese allarmato l’uomo
col mantello, girandosi a sua volta verso il mare. –non ci posso
credere…
quante sono??- disse, facendosi ombra sugli occhi con la mano per
vedere
meglio.
-Ne
vedo almeno dodici..-disse
tranquillo quello con la bibbia.
Loro
non vedevano il mare. Erano tutti
in mezzo, uomini e felini. Scattarono in avanti e si portarono in prima
fila..
cavolo! Sapevano cos’erano quelle cose che si avvicinavano
all’orizzonte. Navi
da guerra. Non ne avevano mai viste così tante. Erano così imponenti e
maestose…
-Dodici
solo da questo lato dell’isola?
Significa che è un Royal Call!! Ma che gli salta in mente a quel somaro
calzato
e vestito? Se bombardano con cinquanta navi st’isoletta la mandano sul
fondo
del mare!- esclamò preoccupato l’uomo col cappello di paglia, al loro
fianco.
-Direi
che non c’è dubbio!- disse quello
col mantello, -Sengoku non vuol correre il rischio che questa calamità
in
miniatura scappi dall’isola..-. li stava indicando.
Bombardare?
Fondo del mare? Ed era colpa
loro.. cosa avevano fatto?? Si sentirono una morsa che stingeva nello
stomaco.
E adesso? Cosa avrebbero fatto?
-E
adesso? Che si fa?- chiese quello con
la bibbia, -allontanarsi ormai è impossibile! L’accerchiamento è troppo
stretto..- si era voltato verso il suo compagno col pizzetto.
-Merda!!-
si girarono a guardare Garp:
era furibondo, tanto da tremare per la
rabbia. –ma chi cazzo ha dato il potere in mano a quel cretino?!
Quest’isola fa
più di un milione di abitanti!! Che diavolo pensa di fare?!- ormai
urlava fuori
di sé…
Un
milione? Non sapevano nemmeno quanto
era un milione. Gikan aveva insegnato loro a contare fino a cento.
Anche lei
sapeva contare solo fino a lì.. al suo paese badava le pecore, e ne
aveva 90.
Quindi le avevano insegnato i numeri solo fino a cento. Un milione
sembrava un
numero altissimo.
-Meglio
andare. Se cominciano a
bombardare ci seppelliscono qui..- era stato l’uomo con la spada a
parlare.
Aveva una bella voce, stava bene su quello sguardo. Era l’unico
tranquillo,
fermo sempre nello stesso punto dove stava prima.
-Tsk!
Non essere sciocco Mihawk.. ha
chiamato il Royal Call nonostante sapesse che uno dei suoi uomini più
fidati
era sull’isola.. pensi che romperà l’accerchiamento per far passare te?
Quello
non vede l’ora di vederti con un bel cappotto di legno!!- disse l’uomo
con il
mantello, guardandolo con una smorfia sulla faccia. Persino lui aveva
smesso di
sorridere.
-Uhn?!
Se mi ostruiscono il passaggio
significa che non hanno niente di meglio da fare. E che quelle navi non
gli
servono poi così tan..- si dovette interrompere, quando un sibilo
tagliò
l’aria. Una palla di cannone si schiantò nel bosco pochi chilometri
dietro di
loro. Quegli uomini avevano ragione. Le navi da guerra avrebbero
sparato contro
l’isola.. ed era tutta colpa loro. Sentirono le lacrime che riempivano
i loro
occhi.
-Troppo
tardi.. cominciano a calibrare i
cannoni..- disse quello enorme, al suo fianco. –E ora?- stava guardando
dietro
di loro. Si girarono e videro che Ray li stava guardando pensieroso.
Forse li
volevano consegnare, per fermare l’attacco.
-Un
modo ci sarebbe…- sospirò alzando lo
sguardo.
-Scordatelo!!-
un ringhio alle loro
spalle li fece sobbalzare, era stata la pantera nera a parlare, -Non è
in
grado!! La trascineranno nel varco!!-. stavano parlando di loro? Non
erano in
grado di fare cosa? Tutte le persone dell’isola sarebbero morte per
colpa loro.
Non potevano sopportarlo. Avrebbero fatto tutto quello che diceva
Rayleigh.
-Lo
so, lo so!! Era solo un’idea! Però è
forte.. più forte di sua madre.. pensavo che..- disse fermando il
flusso delle
parole inorridito da quello che aveva pensato.
-No!!-
stavolta era stata la tigre a
parlare, -Non è un gioco, Rayleigh! Non ti immagini nemmeno cosa c’è là
diet..-
era proprio infuriata.
-Sì!!-
tutti si girarono a guardarli,
stupiti, come se si fossero dimenticati che erano lì. –Lo faccio!
Faccio tutto
quello che dici… però veloce! Tra un po’ quelli sparano!!- implorarono
tirando
la manica di Ray, che li guardava piangere, sorpreso.
-
N-no.. ha ragione Adam..- disse lui
titubante –Non hai idea di cosa fare e come controllarli!-.
-Ti
prego! È colpa mia se quelli
sparano! Ti prego!- ripeterono rivolti alla tigre.
-Mir!
Tu non sai..- cominciò la tigre
guardandoli.
-Uccideranno
tutti! Li devo fermare! È
colpa mia!- urlarono loro ancora più forte. La tigre ora era zitta e li
guardava, triste. Tutti stavano zitti. Li guardavano uno per uno.
-Andiamo!
Un ordine resta sempre un
ordine.- la pantera bianca aveva preso la parola, facendo voltare
tutti. Anche
loro la guardarono. –ascoltami bene ora, Mir.. noi ti possiamo aiutare
solo
fino a un certo punto.. apriremo le porte, ti devi concentrare.
Sentirai
tantissime voci che ti corrono nella testa. Ascoltali. Uno alla volta.
Ascoltali tutti. Anche se ti attaccano non perdere la concentrazione.
Sono solo
nella tua testa. Non ti faranno del male, se li controlli. Devi dire a
ognuno
di loro di sollevare il mare e travolgere tutte quelle navi. Tutte, non
farti
impietosire! Se uno di loro non ti ascolta ordinagli di tornare
indietro.-
disse, andando a sedersi più avanti sulla sabbia. Annuirono. Le lacrime
avevano
smesso di scendere.
-Noi
non possiamo dare ordini a quegli
esseri. Siamo qui solo per tirali fuori dalle loro tane. Li devi
controllare tu.- disse la tigre, spostandosi verso
un altro punto dietro di lei. –mi
raccomando. Faranno tutto quello che gli ordini, finché non notano una
debolezza. Se uno di loro si ribella, e tu non lo sopprimi gli altri lo
seguiranno, e tu finirai per essere trascinata nel loro mondo!-
concluse
sedendosi. La stavano guardando, ascoltavano attentamente ogni sua
parola.
-Quando
è tutto finito, e tutte le navi
sono state affondate, ordina agli spiriti di bloccare il maremoto, o
finirai
per spazzarla via tu, questa dannata isola!- disse la pantera nera
andandosi a
sedere in una altro punto. Erano seduti attorno a loro, sui vertici di
un
triangolo. –Mocciosa! Dacci dentro! Resta concentrata! Tua mamma era
brava,
facci vedere che sei alla sua altezza!- concluse sorridendo. Provarono
a
sorridere, ma la risata della pantera disse loro che probabilmente
avevano una
smorfia tragicomica sul viso. Avevano una paura incredibile. Non erano
sicuri
di avere capito tutto alla perfezione.
-Ok..
adesso siediti lì nel mezzo.
Ascolta il rumore del mare, il fruscio del vento, ascolta tutto!- disse
la
tigre mentre loro eseguivano l’ordine. Ora erano seduti a terra, e
guardavano
il mare. –Silenzio voi, là dietro! Mir ti diamo qualche minuto per
concentrarti! Poi apriamo. Non farci caso!- disse quando un’altra
cannonata
colpì poco lontano da lì.
Dietro
di loro, i sei uomini stavano in
silenzio, sentivano i loro sguardi addosso.. non dovevano pensarci! Si
concentrarono sul rumore del mare.. li rilassava.. poi il fruscio del
vento.. e
un altro fischio. Avevano lanciato un altro colpo. Ritornarono a
ascoltare il
mare. Dovevano fare in fretta. Dovevano concentrarsi. Ora sentivano
solo il
mare.. ok.. sentivano che c’erano quasi. Sentivano il respiro di tutte
le cose
attorno a loro: del mare, del vento, di quegli uomini, delle piante..
di tutto.
-Mir,
bleib ruhig! Jetzt, es beginnt..- “stai calma, adesso
comincia”
capivano quella lingua, anche se non l’avevano mai parlata. La mamma
diceva le
parolacce in quella lingua, pensando che non la capissero. Chiusero gli
occhi.
Il gelo entrò nelle loro ossa, lo potevano sentire anche nel cuore. Poi
più
niente. Solo l’abisso nero che li divorava…
-Stop!-
disse Adam nelle loro teste,
-fermi lì! Da quella visuale non c’è più nulla di interessante da
vedere..
cambiamo punto di vista.. eee.. via!-. Sentirono la sua voce
dissolversi
lontano.
Avevano cambiato punto di vista. Ora vedevano
la schiena di quella bambina seduta a gambe incrociate davanti a loro.
E
davanti a lei l’oceano, con le navi da guerra allineate all’orizzonte.
Erano
nel ricordo di Raxha.
Dannazione.
Era troppo piccola. Ma aveva
ragione Rayleigh.. quella bambina era forte. Anche più forte di quello
che
pensava lui. Avevano cercato di forzare il blocco e uscire, ma lei li
aveva
tenuti dentro con la forza. E che forza! Nemmeno Adam era riuscito a
uscire, proprio
lui che era potente come un ariete, quando era tempo di forzare i
blocchi. Aveva
controllato il potere, evitando di colpire Garp. Inimmaginabile al
primo
tentativo. Ma era pur sempre una bambina.. piuttosto che vederla finire
nel
limbo, avrebbero chiuso le porte con la forza. E al diavolo quella
stupida
isola. Un milione di morti non valeva quello che aspettava quella
ragazzina se
fosse finita trascinata al di là delle porte. No, non lo avrebbero
permesso. A
costo di vederla morta e sepolta con tutta l’isola, piuttosto che nel
limbo, da
sola. Almeno sua madre aveva avuto il tempo di imparare a usare quel
dannato
potere. L’aveva risvegliato che aveva già sedici anni.
Era
ora.. Trinidad fece loro un segno. Adam
aveva aperto la
prima porta. Ora toccava a lui. Loro avrebbero controllato fino
all’ultimo che
Mir reggesse, prima di aprire la terza. Seconda porta aperta. Mir
tremava
leggermente. Aveva già cominciato a dispiegare gli spiriti. Che forza..
guardarono il cielo, seguiti dai sei spettatori. Nuvole.. il sole era
stato
coperto, e il mare cominciava ad agitarsi. Due porte non bastavano,
maledizione! Avrebbero dovuto aprire la terza, o sarebbe stato tutto
inutile.
Cinquanta navi.. ci voleva un muro d’acqua di almeno trenta metri
tutt’attorno
all’isola. “speriamo bene!” pensarono, sentendo il vento alzarsi.
-Raxha!-
la voce di Trinidad li richiamò
al loro dovere. Annuirono. Bam! La terza porta era aperta. Reggeva! Li
sentivano anche loro, ora. Gli spiriti che ululavano, correndo
attraverso il
varco. Quella bambina andava oltre ogni loro aspettativa. Controllava
perfettamente ogni singolo spirito. Sopprimeva senza difficoltà i pochi
che
cercavano di ribellarsi. Guardarono di nuovo il mare, che si era
gonfiato
all’improvviso. Così come all’improvviso si ritirò. La secca si
estendeva fino
a quasi un chilometro da dove stavano loro.
-Ma
che diavolo succede?!- tuonò Dragon
dietro di loro.
-Guarda
e impara, pivello! Questo sì che
è un potere utile!- fu la risposta del viceré dei pirati. Erano
preoccupati.
Come Adam e Trinidad. Chi conosceva quel potere sapeva perché.
Eccolo.
Un
muro d’acqua di quasi quaranta metri
coprì la linea dell’orizzonte, dietro alle navi da guerra. Avanzava
verso
l’isola. Il vento urlava nelle loro orecchie e la sabbia sferzava la
loro
pelliccia. Pochi secondi dopo, quella muraglia aveva travolto il
cerchio più
esterno della formazione, scaraventando le navi da guerra una contro
l’altra, e scagliando relitti, sia delle
navi che dei marinai, diritti sul cerchio più interno dello
schieramento.
Travolgendo e affondando tutto. Potevano vedere quella catastrofe solo
nel
pezzo di mare davanti al loro. Ma dagli schianti che sentivano in
lontananza,
potevano supporre che la stessa cosa stesse succedendo a tutte le navi
da
guerra che avevano accerchiato l’isola. Le onde sembravano voler
impastare le
briciole di quella flotta maestosa che pochi minuti prima era pronta
per
mandare l’isola e i suoi abitanti diritti dritti nel forziere di Davy
Jones.
-Che
dio mi fulmini!!- il commento alle
loro spalle veniva dalla bocca spalancata di Garp, che non poteva
credere che
quella mocciosa potesse tanto. Al mondo esistevano poteri davvero
terrificanti.
-Ehi!
E adesso?! La deve fermare, quella
cavolo di onda!- si agitò Shanks, che venne prontamente zittito da Adam.
-Shh!
Ci stiamo lavorando, e che
diamine! Liberarli è una cosa, richiamarli è tutt’altro!- disse
voltandosi
verso la platea rumorosa. –Mir! Ora fai esattamente il contrario di
quello che
hai fatto prima. Noi te li riacchiappiamo, tu rispediscili dentro.
Veloce!-
disse poi, guardando prima verso di loro, poi verso quell’enorme onda
anomala,
che si stringeva sempre più velocemente come un cerchio attorno
all’isola
intera.
-Mir!
Spicciati!- urlarono quando l’onda
era ormai, anche se notevolmente rimpicciolita, a poche decine di metri
dalla
spiaggia.
Fu
un secondo. La terra sotto i loro
piedi tremò leggermente, e così com’era comparsa, quella muraglia
d’acqua
terrificante era sparita. Sospirarono, guardando il cielo. Il sole
faceva di
nuovo capolino tra le nuvole, illuminando quel mare ora sporcato dai
detriti. I
resti di quelle navi avrebbero sicuramente riempito le spiagge per
giorni e
giorni.
Abbassarono
lo sguardo. Mir era svenuta.
Solo svenuta. Il sollievo li pervase fino alla punta delle zampe.
-Vorrei
anche vedere! Dormirà per
giorni!- disse Adam, affiancandosi alla loro destra, mentre Trinidad
controllava che la bambina non avesse subito danni gravi.
-Non
avevo mai visto niente del
genere..- dissero, rivolti alla pantera nera. –Tre porte! Tre porte
Adam! Alla
prima volta che ci vedeva!- erano sconvolti. I brividi rizzavano la
loro
pelliccia candida.
-Lo
so, Raxha. Lo so..- disse lui
girandosi poi verso Rayleigh. –allora, vecchio.. contento adesso?
Saresti stato
meglio in fondo al mare.. usare l’ambizione su una bambina per farle
fare una
cosa tanto orribile! Saranno sopravvissuti a malapena ventimila
uomini..-.
-Non
ho usato proprio un bel niente!
Razza di gatto ipertrofico! Per che schifo di essere meschino mi hai
preso?!- rispose
offeso quello, -Raxha! Giuro!-disse poi voltandosi verso di loro.
Quattro
dei sei uomini erano tutti
intenti a discutere su cosa fare e cosa
non fare.
Si
avvicinarono ai due che restavano in
disparte.
-Com’è
possibile caricare una bambina
con un peso del genere?- Mihawk aveva centrato il problema. Conoscevano
quell’uomo
dai tempi in cui erano ancora sottoposti a Eve. Nonn parlava molto, ma
era
sempre una spanna sopra a tutti. E anche stavolta capì al volo quale
era il
problrma. Loro sapevano che Mir avrebbe avuto quella strage sulla
coscienza
finché fosse vissuta.
-Io
adesso mi preoccuperei di più di
quello che le succederà..- Disse Dragon che fissava la bambina stesa
sulla schiena
di Trinidad, mentre Adam le leccava la faccia. –La marina vorrà la sua
testa..
anche se Garp sicuramente non racconterà quello che ha fatto qui sulla
spiaggia, si è comunque macchiata di uno dei crimini peggiori, per il
governo.
Non se la caverà con poco.. deve stare nascosta finché non potrà badare
a se
stessa.. –
Tutto
cominciò
a diventare sfocato, finché non si trovarono immersi nel buio.
Sentirono la
pelliccia morbida dei felini sotto ai palmi delle mani. Erano di nuovo
sul
poste della Sunny. Mir li guardava sorridendo.
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Capitolo 8 *** Kapitel Acht ***
-Bentornati!-
rise quando i primi aprirono gli occhi.
-Ma
quello
era Shanks! Lo conosci?! Sai, è lui che mi ha dato questo cappello!-
disse
indicando la sua testa mentre si accomodava appoggiandosi alla tigre.
-Sì
l’avevo
riconosciuto! Quando lo rividi qualche tempo dopo senza un braccio e
senza quel
cappello mi disse che aveva fatto una scommessa con se stesso..-
rispose la
moretta.
-C’era
anche
Drakul Mihawk, l’uomo dagli occhi di falco..- mormorò Zoro ancora in
piedi
accanto a Raxha. A quelle parole Usopp, stravaccato a fianco al
capitano, si
intristì.. ricordava ancora la sconfitta dello spadaccino e quella
ferita
allucinante sul suo petto.
-..
e Orso
Bartholomew..- disse Nami, ripensando al quella ragazzina che spariva
davanti
ai suoi occhi.
-E’
stato
allora che Dragon ti ha preso con sé?- chiese Robin, che si era
appoggiata con
la schiena su Adam, seguendo l’esempio del capitano.
-No…
dopo
quella faccenda Garp mi lasciò a Rayleigh.. ho vissuto con lui per
qualche
tempo, prima di venire a conoscenza dell’Armata e di quello che faceva.
Una
volta saputo, ho preso il mare, alla ricerca di quell’uomo.. Ricordavo
bene il
suo viso, e Ray mi disse come trovarlo.- rispose l’alchimista. –Ah! Per
inciso,
l’uomo che non conoscete, quel vecchio.. è Silvers Rayleigh, il re
oscuro..-
disse guardando verso il capitano.
-EH??
Il re
oscuro? Il secondo di Gold Roger??- sbraitò Franky, che espresse lo
stupore
della ciurma. Eccezion fatta per Robin, che l’aveva riconosciuto
subito. Tutti
loro sapevano chi fosse. Quando si nominava il Re de pirati, il 90%
delle volte
quel nome vi faceva seguito.. l’unico ignaro, al solito era Brook.
-Cavoli!!
Cresciuta dal vice del re dei pirati e dal ricercato numero uno al
mondo! Che
infanzia!-.
-Yohoho!
Quindi voi conoscete tutti quegli uomini?- chiese lo scheletro, -che
coincidenza!-.
-Già..
persino Dragon.. non avevo mai visto il suo volto..- disse Sanji
pensieroso.
Quella ragazzina aveva sicuramente mantenuto i rapporti con quegli
uomini.
Oltre che con Rayleigh e Dragon, era quasi certo che avesse ancora a
che fare
con Mihawk e Orso nel particolare, e con i Sette in generale..
dopotutto Robin
aveva detto che gliel’aveva presentata Crocodile, no?
-Sei
stupito? Forse nemmeno tu l’avevi mai visto..- disse la ragazzina
rivolta al
capitano di gomma. -però qualche tempo fa mi disse che ti aveva
incontrato! A
Rogue Town.. mi pare.. vi aiutò a scappare da Smoker.. quello è un vero
mastino, accidenti a lui..- aggiunse poi perdendosi nei suoi pensieri.
-Ah,
davvero?- disse semplice Rufy, -non saprei.. io non ho nessun ricordo
di lui..-.
non sembrava portar rancore o malinconia, in quello che diceva. Era
solo una
semplice constatazione.
-Forse
tu
non te ne accorgi.. ma lui vi cura.. sia te che Ace.. sai, da quando è
uscita
la notizia della sua cattura mi ha fatto fare la spola per tutto il
Grande Blu.
Sia lui che Barbabianca sono sul piede di guerra.. e credimi, non
permetteranno
che venga torto nemmeno un capello a tuo fratello. A proposito..
Conoscete le
dinamiche della sua cattura? E sapete perché sono tutti sicuri che farà
scoppiare
una guerra?- disse Mir, tornando con i piedi per terra. Era ora di
cominciare a
spiegare qualcosa di quello che quei ragazzi si sarebbero trovati
davanti.
A
quella
domanda, l’intera ciurma drizzò le orecchie. Era strano sentire
qualcuno che
portava testimonianze di fatti che in un modo o nell’altro si
intrecciavano
alla loro vita.
-No,
in
effetti.. anche nei giornali non riportano nulla di preciso..- disse
Nami
cercando di ricordare qualche articolo esauriente a riguardo, senza
riuscirci.
-Bene
allora.. Forse sapete che Ace era per mare alla ricerca di un uomo..-
disse,
prima di essere interrotta dal Capitano.
-Sì,
ce lo
accennò ad Alabasta quando lo incontrammo.. ricordate?- chiese rivolto
alla sua
ciurma. I cui membri presenti già da allora annuirono.
-Bene-
riprese Mir, -quell’ uomo si fa chiamare Barbanera, e lui e la sua
ciurma sono
ammutinati della Prima Flotta di Barbabianca. Se c’è una cosa che il
vecchio
non perdona, è che vengano toccati i suoi uomini. Ed è proprio quello
che ha
fatto questo Barbanera: ha ucciso alcuni dei suoi stessi uomini che non
volevano abbandonare Barbabianca..- fece una pausa per accertarsi che
tutti la
seguissero.
-Quante
Barbe!- disse il piccolo medico.
-Già..-
sorrise l’alchimista. –dunque, il vecchio ha sguinzagliato Ace per i
sette mari
perché trovasse l’ammutinato e assassino e facesse giustizia… ma
quell’uomo è
potente.. e ha catturato tuo fratello.- disse girandosi nuovamente
verso il
capitano, che ascoltava attento. –La consegna di Portuguese D. Ace al
governo è
stata il biglietto d’entrata di Barbanera, al secolo Marshall D. Teach,
per la
Flotta dei sette, in cui un posto è stato lasciato vacante da
Crocodile.-
-Ma
certo! i
giornali erano pieni di queste notizia.. la scelta del sostituto di
Crocodile
ha tenuto con il fiato sospeso parecchie persone..- disse l’archeologa,
ricordando all’improvviso.
-Esatto..-
rispose Mir, -questa è inconfondibilmente una frecciata al vecchio.. un
affronto bello e buono. Non solo catturano uno dei suoi uomini più
vicini e lo
condannano al patibolo, ma mettono il suo nemico dichiarato sotto la
loro
protezione, dandogli onore e gloria… Barbabianca vuole questa guerra..
il
governo deve pagare caro questo insulto.. e lo pagherà! Come si dice..
non
svegliare il can che dorme.. se la prenderà con tutti i capoccioni
della marina
e del Governo mondiale. E non è il solo..- concluse con uno sguardo
piuttosto
eloquente.
-Dragon..-
disse Sanji, dando un nome e una forma a quello sguardo.
-Anche..
Ace
è il capro espiatorio per una guerra che molti vogliono.. il marcio sta
nel
manico.. non è un mistero che alcuni degli obiettivi dell’Armata siano
lo Stato
Maggiore e gli Astri di saggezza.. ma non è il solo.. Barbabianca è
potente e
benvoluto. Ha amici o alleati nei posti e nei ruoli più impensabili..
questa
volta non hanno calcolato bene la portata del ciclone.. e in più hanno
scelto
proprio tuo fratello, che è benvoluto almeno quanto il suo capitano..
quindi,
in sostanza, si sono assicurati una movimentazione di massa. Obiettivo:
Barbabianca contro Flotta dei Sette. Ma non hanno idea di quello che
effettivamente stanno smuovendo.- disse illuminandosi all’improvviso.
–arrivano
notizie!-esultò guardando in alto, nel cielo.
Tutti
seguirono la traiettoria del suo sguardo, e riconobbero il falco a cui
Raxha aveva
commissionato il messaggio il giorno prima. Che atterrò leggero in
mezzo a
loro.
-Ti
aspettavamo ieri notte.. ce ne hai messo di tempo!- disse scocciato
Adam.
-Ehi!
Statti
calmo micino!- rispose il falco a tono, scioccando la ciurma. –se sei
più veloce
portateli da solo i messaggi! Non sono mica il tuo facchino!- lo
riprese,
rivolgendosi poi all’alchimista -Mir, tesoro mio, scusami, ma ho avuto
un
contrattempo.. Signori!- fece poi chinando la testa verso la ciurma.
–Perdonate
la maleducazione. Mi chiamo Boocha! Sono un falco messaggero di prima
classe.
Per prima cosa, vi porto gli ossequi del mio addomesticatore, il signor
Monkey
D. Dragon! Sua signoria è felice che abbiate acconsentito ad accogliere
e
scortare miss Black sino a quel di Rocky Island. Spera inoltre che le
condizioni di salute del figliol suo siano stabili e possibilmente
positive.
Aspetta ansiosamente di poter aver con voi tutti colloquio al
concludersi di
questa ingiuriosa battaglia che si profila all’orizzonte.- sparò a
raffica,
tutto d’un fiato.
-Ma
come
parla?!- chiese Zoro, che si era perso al “mi chiamo”.
-Lascia
stare.. è sempre il solito pagliaccio inamidato..- gli rispose Adam,
palesemente infastidito dal nuovo arrivato - ad andar bene, Dragon gli
avrà
urlato un “salutameli!” mentre usciva!-. al loro fianco Trinidad
ridacchiava,
mentre dall’altra parte Raxha aspettava la parte importante del
messaggio.
-Chiaro!
Anche noi attendiamo impazienti disposizioni per l’approccio alla
battaglia che
si appropinqua..- disse Sanji, accendendosi una sigaretta.
-Chiaro
una
grandissima mazza!!- urlarono Usopp e Franky al cuoco.
-Magnifico!!
Un falco messaggero che parla una lingua strana!!- esclamò Rufy seguito
da
Chopper. Incorreggibili.
-Mpft!!
Ehi!! Bam-booch-o non hai niente di
interessante da dirci?- rilanciò il felino color del carbone.
-Adam,
la
tua educazione è paragonabile solo alla tua intelligenza.. hai il
cervello così
piccolo che un’idea per uscire deve fare manovra!- un’altra frecciatina
alla pantera
nera, e poi proseguì, rivolto alla ragazzina, stavolta parlando
normalmente,
essendosi accorto che non tutti lo seguivano. Parlare comprensibilmente
era
previsto dal bon ton. –Mir, piccola, Dragon dice che la fortuna ti
accompagna,
è felice che tu abbia incontrato proprio loro.. si raccomanda di
istruirli sul
caso.. bene.. ora passiamo ai numeri.. gli uomini di dragon all’interno
del
quartiere generale confermano che tutti e cinque i Royal Alchemists
sono stati
convocati per vigilare sull’esecuzione, perciò riposati e cerca di
arrivare in forze
alla battaglia.. ci servi assolutamente al meglio. In più pare che in
città
saranno di turno solo ufficiali di grado pari o superiore a capitano di
vascello.. più o meno un centinaio di migliaia.. l’appuntamento resta
nel luogo
e nell’ora prestabiliti, per ora..- concluse appollaiandosi.
-Capisco..
bene.. non sono poi così tanti..- disse rivolgendosi alla ciurma del
capitano
di gomma. –dalla nostra parte siamo meno, ma migliori!! Ah! Boocha!
Qual’era il
contrattempo?- chiese poi ricordandosi ciò che aveva detto prima il
falco.
-Ah..
già..
c’è un altro messaggio.. Dragon aveva ospiti.- disse riluttante, con
una
smorfia. Quel tizio lo metteva sempre a disagio. Da quella smorfia Mir
capì chi
era l’ospite. – tuo marito ti manda a dire, da qui cito,: “dannata
ragazzina..
Ma che diavolo ti dice il cervello?! Se ti beccano con i pirati ti
ripiazzano
la taglia sulla testa! Ma per cosa lavoro a fare io, se poi fai sempre
di testa
tua? E poi è più di un mese che non ti fai vedere! Mi sembra di essere
vedovo…
fai attenzione mi raccomando!”. Questo è
tutto.. dopo si è messo a litigare con Dragon, come al solito. Ci
abbiamo messo
mezz’ora a calmarli.- concluse.
Un
secondo
di silenzio seguì il resoconto del falco. Per le informazioni spedite
da
Dragon, penserete voi. Invece no.
-MARITO??!-
chiese l’intera ciurma, esterrefatta alla rivelazione. E in effetti per
la
prima volta videro confermato che l’anello in metallo era proprio una
fedina
d’oro al suo anulare sinistro.
-Uhm?!
S-sì.. marito.. Perché? Come dite voi quando uno si sposa?- chiese lei
ingenua,
senza capire il perché dello stupore generale.
-E’
una
battuta? Avrai a malapena quindici anni!- disse Zoro, scettico.
-Nooo!!
Mia
dea!! Non dirmi questa cosa orrenda!! Sposata?! Così mi spezzi il
cuore!-
piangeva Sanji disperato, lanciandosi ai piedi della ragazzina,
scostando il
falco.
-Eddai
cuoco, tanto non avevi speranze comunque!!- lo consolò Franky, con
scarsi
risultati.
-Tsk!
È una
bugia bella e buona..- disse Usopp.
-Sposata?
Ma
quanti anni hai?- chiese Nami, che finalmente aveva fatto la domanda
giusta.
-Diciotto..
perché?- chiese poi la ragazza vedendo la ciurma cadere rumorosamente a
terra.
–è così strano che io sia sposata? Sembro così strega da repellere ogni
essere
di sesso maschile sulla faccia della terra?- chiese rivolta a Robin.
Lei già
sapeva, ne avevano parlato durante una consultazione.
-No..
è solo
che ti sei sposata giovane..- rispose l’archeologa.
-Bè,
in
effetti.. mi sono sposata a sedici anni..- disse lasciandoli ancora più
di
sasso.
-Sedici??-
Nami era basita, e quasi certa che non fosse stato un matrimonio
d’amore.
-Ah ah!! Quell’uomo è un santo a sopportarti..
Ah ah.. un vedovo.. mi fa morire.. poveraccio..- rise Adam, attirando
l’attenzione.
-Poveraccio
un accidente!- gracchiò il falco, appoggiato totalmente dal cuoco.
–Dovrebbe
ringraziare il cielo ogni giorno che questa piccola fata gli stia
ancora
vicino. Ma prima o poi salterà fuori il vero motivo per cui l’ha
sposata. Né io
ne il padrone ci fidiamo di quell’infido..- concluse inasprendo i toni.
-Ehi
gallina! Segnati le piume perché se non la pianti te le mischio! Le
vuole bene
davvero! Forse addirittura la ama! Chissà!? È grazie a lui se adesso
Mir gira
tranquilla!! È l’unico che ha fatto qualcosa per..- ringhiò Adam
scattando
infuriato. Non potevano far altro che ringraziare quell’uomo, e lo
sapevano
benissimo sia il pennuto che Dragon.. perché si ostinavano a voler
cercare del
marcio in quello che aveva fatto?
-Ma
fammi il
piacere, gatto!! Potrebbe essere suo padre! È da definire disdicevole
il solo
fatto che lui l’abbia chiesta in sposa quando era poco più di una
bambina!- il
falco stava perdendo totalmente le staffe. Era evidente che odiava
questo
fantomatico uomo.
La
ciurma
seguiva la discussione in silenzio, guardando dall’uno all’altro. Come
poteva
essere che un solo uomo potesse esercitare due effetti così diversi da
un
essere all’altro? Che razza di tipo era quello? Ma vennero distratti
dalla voce
di Mir, che intervenne per bloccare la discussione.
-Ora
basta
Boocha!- era seccata. Fu evidente che la pensava come i suoi felini.
–quante
volte ti ho pregato di non parlare così di lui in mia presenza? Lui non
mi ha
imposto nulla. È una cosa che si fa in due, quindi se lui ha cattive
intenzioni, la metà sono le mie. Sapete,- continuò poi rivolta ai
ragazzi, che
la guardavano da quando aveva preso la parola, -è grazie a mio marito
che mi
hanno tolto la taglia.. diciamo che ha agganci in alto..- concluse
sorridendo
verso Zoro.
-Mi
dispiace, Mir, dolcezza, non volevo offenderti..- disse il falco
avvicinando la
testa alla mano della ragazza, che lo accarezzò, segno che lo aveva già
perdonato.
-MH?
Perché
mi guardi?- chiese lo spadaccino, notando finalmente che la moretta lo
osservava.
-Ah
ah!- di
nuovo quella risata, che calmò definitivamente gli animi. – Scusa! È
che ti
stupiresti di sentire da chi vengono quelle parole.. voi vi
assomigliate molto,
dico davvero. Il giorno che ti ha incontrato è tornato a casa felice
come una
pasqua. Disse che aveva trovato un leprotto mooolto interessante..-
disse
guardando un po’ le facce in giro, per
vedere se si era acceso qualche lume.
-Decisamente..
sareste decisamente sorpresi di sapere chi è.. ve lo state chiedendo
tutti,
no?- chiese l’archeologa sorridendo.
-Mah!!
Non
saprei..- disse Usopp cercando di fare l’indifferente, guardandosi le
unghie.
-Che
dici
Usopp!! Io lo voglio sapere adesso!! Muoio di curiosità!- disse il
piccolo
medico al suo fianco, tirandogli i pantaloni.
-Chopper,
fermo! così lo lasci in mutande..- disse Rufy, che ormai a stento si
conteneva
dal chiedere il nome, tamburellando con le dita sul suo ginocchio.
Intanto
le
parole della ragazzina erano arrivate dritte in fronte a Zoro, che
guardò
leggermente confuso quegli occhi ametista che sorridevano verso di lui.
Ormai
era quasi certo di sapere a chi facevano riferimento quelle parole.
-T..tu,
mi
stai dicendo che l’uomo con cui sei sposata, è proprio quello che sto
pensando
io? Insomma.. l’unico che può averti detto una cosa così
dopo avermi incontrato, è l’unico che l’ha
detta a me.. è.. è..- lo spadaccino non voleva concludere il
ragionamento. Che
portava a un solo nome.
-èèè??-
chiesero tutti in coro, non capendo dove volesse andare a parare la
testa
verde.
-è..
è..-
niente. Zoro non ce la poteva fare. Mir sorrise, e concluse per lui.
-Sì,-
disse
girando poi lo sguardo sugli altri. –è Drakul Mihawk, della Flotta dei
Sette..
sono la moglie di uno dei mastini del governo.. dell’uomo dagli occhio
di
falco..- concluse, rincarando la dose affinché a nessuno sfuggisse il
concetto.
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Capitolo 9 *** Kapitel Neun ***
Una
bella
fila di mascelle calate e occhi fuori dalle orbite riempì il ponte. La
reazione
era prevedibile.. dopotutto aveva appena detto loro che suo marito era
uno
degli uomini più feroci del mondo.. era comprensibile che pensassero
che non
avesse sentimenti pressoché umani.
-Sapete,-
disse poi vedendo i primi segni di ripresa dallo shock, -quando ho
lasciato la
casa di Ray, ma anche mentre ero con l’armata, girare era diventato
impossibile.. ogni passo che facevo avevo dietro nugoli di cacciatori
di taglie
e Marine. La taglia iniziale era di quattrocento milioni, ma poi
aumentò man
mano che mi venivano addossate le responsabilità di qualche omicidio,
fino ad
arrivare a seicento milioni. Non potevo camminare senza guardarmi le
spalle,
non potevo mettere il naso fuori casa perché mi trovavo immediatamente
braccata. Non so più quante vittime ha fatto quella taglia..- guardava
l’orizzonte, come se stesse cercando di ricordarsi uno per uno i volti
di
quelli che aveva ucciso mentre la inseguivano. –non ne potevo veramente
più..-
disse dopo un breve silenzio che nessuno osò interrompere. Non aveva
voglia di
continuare quella storia. Guardò Trinidad, che invece adorava
raccontare, come
si era potuto notare, e che capì al volo prendendo la parola.
-A
dir
poco.. piangeva la notte per le persone che morivano cercando di
ucciderla o
catturarla.. Dragon non sapeva come fare, Silvers di certo non poteva
muoversi,
non avevano potere in quel senso.. ma c’era una persona vicino a quella
ragazzina che sapeva perfettamente cosa fare. Una persona che da quel
giorno
sulla spiaggia l’aveva tenuta d’occhio come un’ombra. Mihawk.. chissà
perché
Mir ha sempre avuto un rapporto particolare con lui.. sono veramente
affini..
incredibile a dirsi..- sghignazzò allo sbuffo di Adam, -ma questa
ragazzina è
riuscita a farlo affezionare a sé.. insomma.. fatto sta che un giorno,
circa
due anni fa, Mihawk si presenta al covo di Dragon, va da lei e le
sbatte
davanti alla faccia un foglio.. un atto di matrimonio.. Ah ah.. scoppiò
il
finimondo nel covo, Dragon cominciò a sputare fuoco e fiamme, come la
metà
buona dei suoi uomini. Mir capì al volo e firmò. Occhi di falco se ne
andò,
ignorando il putiferio, e dicendole che se fosse servito altro sarebbe
tornato..- concluse la pantera dagli occhi smeraldo.
-E
quindi?
Che centra con la taglia?- chiese Brook, che non conoscendo questo
occhi di
Falco e questa benedetta flotta dei sette non coglieva l’attinenza.
-La
Flotta
dei Sette è un gruppo di pirati “autorizzati” dal governo.. erano
pirati molto
forti, le cui taglie sono state cancellate in cambio di qualche favore
che
fanno al governo.- intervenne l’archeologa, spiegando diligentemente
come una
professoressa la lezione di storia, -ovviamente c’è chi rispetta di più
e chi
rispetta di meno questo patto.. Occhi di Falco è il pirata più
irrequieto tra
loro.. il governo fatica a tenerlo a bada, a volte parte come una mina
impazzita, non esegue gli ordini.. ma non hanno l’animo di rimettergli
la
taglia sulla testa.. troppo pericoloso. Quindi se lui è esonerato dalla
taglia,
anche sua moglie lo è.. in teoria.- concluse chiedendo conferma
all’alchimista
con lo sguardo.
-Esatto,-
prese
la palla al balzo quella, -era proprio quello che aveva in mente. Ma
visto il
grande numero di vittime a mio carico, senza contare quelle del
maremoto, di
cui Garp non ha mai parlato, e il visto che ero una Rivoluzionaria
dichiarata,
al governo non bastò.. dovetti insegnare ai loro alchimisti e ai loro
scienziati alcuni cerchi più importanti, compreso quello per
l’algamantolite
marina.. per come produrla, senza andare a scavare nelle cave che
stanno nelle
profondità del mare. Quei maledetti sono svegli però, e hanno imparato
come usare
quel cerchio per piombare i poteri del frutto del mare. Ecco perché
serve il
mio intervento contro di loro nella battaglia, sennò tutti i vostri
poteri
sarebbero inutilizzabili.- concluse, stirandosi le braccia sottili
verso il
cielo.
Alla
ciurma
occorsero un paio di minuti per riorganizzare le idee. Per quel giorno
avevano
avuto abbastanza informazioni da smaltire, e ormai era ora di cena.. il
sole
stava calando sull’orizzonte, e la luce rossa inondava il ponte,
rendendo quei
racconti surreali come una favola. Mir approfittò dell’attimo di
raccolta della
ciurma per congedare il falco, che avrebbe dovuto portare indietro la
conferma
che il messaggio era stato recapitato.
-Raccomandata
con ricevuta di ritorno!- gracchiò il falco, ridendo. –Bene! Signori! È
stato
un piacere. Spero di rivedervi prima della battaglia, o comunque, al
più tardi
a quel giorno stesso! Tante care cose!- disse un secondo prima di
prendere il
volo, senza ascoltare le risposte della ciurma. Non per maleducazione.
Ma
perché non era certo sarebbero arrivate, visto lo stato di semi-trance.
-FIIIIUU!!
Hai capito miss pallore.. in effetti come carnagione vi pigliate.. e
pensare
che quelle due ossicine tengono su una delle donne più potenti del
mondo!-
tentò di sdrammatizzare il cyborg, elegante come al solito.
-Uno
della
flotta dei sette? Sei la moglie di uno di quelli? Quindi.. anche tu sei
cattiva?- chiese innocentemente la renna, che effettivamente da quel lato aveva conosciuto solo gente
intenzionata a nuocer loro.
-Non
ti
preoccupare, dottor Chopper. Ricordi cosa ho detto prima? Oggi
pomeriggio? Che
Barbabianca ha molti alleati nei ruoli più impensabili? Ebbene.. anche
tra i
Sette c’è qualcuno che non gli pesterà mai i piedi, se non per altro,
per
rispetto. Mihawk è uno di quelli. Saranno presenti per forza allo
scontro, sono
l’avamposto del governo. Ma alcuni di loro non hanno alcuna intenzione
di
prendere parte attiva a questa lotta.. tantomeno dalla parte della
Marina.-
rispose Mir, -Io sono dalla vostra parte. E anche lui lo è. Per
fortuna, c’è
ancora gente a questo schifo di mondo che ripone grande fiducia nelle
nuove
generazioni che prendono il mare..- concluse poi, tranquillizzando il
piccolo
medico di peluche.
-Incredibile..
detta così sembri uno snodo di comunicazione tra vari sistemi che ci
sono al
mondo.. insomma.. i rivoluzionari, i Sette, i pirati della vecchia
leva.. è
allucinante come ti sei trovata incastrata in mezzo a degli ingranaggi
del
genere!- Nami aveva afferrato il punto. Ecco cosa intendeva quando
parlava di
logistica. Era il crocevia delle comunicazioni tra sistemi che
avrebbero dovuto
procedere parallelamente per tutta la loro esistenza. E in più si
aggiungeva
quel potere, così tremendo, ma così efficace. Ora cominciava a capire
la fatica
che stava dietro a quel sorriso che anche in quel momento la ragazzina
aveva
spianato sulla faccia. Ora cominciava a capire la sofferenza del
rifiuto. Del
sacrificio. Lottava per i suoi ideali, certo. Ma questo le costava la
sua vita
“normale”. Lei non conosceva la vita come la vivevano loro su quella
nave. Lei
viveva pianificando e controllando una massa abnorme di eventi, che
anche non
la riguardavano direttamente. Viveva pesando chi era più utile e meno
utile,
chi poteva morire e chi doveva sopravvivere. Ora capiva cosa
nascondevano
quegli occhi ametista, così svegli, ma allo stesso tempo incantati da
quello
che vedevano a bordo. E una tristezza densa come il petrolio la prese
dentro.
Era giusto? Era giusto che soffocasse così la sua coscienza e i suoi
rimorsi,
mentre doveva far forza per resistere alla corrente del mondo?
-Perché?-
Sanji aveva lasciato da parte la delusione per quell’inaspettato
matrimonio, e
la guardava più serio che mai. Era ancora più che convinto che
qualcuno, in
tutto quel sistema, facesse la cresta su di lei. –Perché scaricare su
una
ragazzina il peso del cardine? È disumano! Loro sono uomini di una
certa età!
Hanno esperienza nei loro campi! Come possono farlo? Sei l’incrocio tra
mondi
che non dovrebbero mai toccarsi!- si scaldò il biondo.
-Calmati
Sanji! Non è certo colpa sua! Piuttosto di chi la tiene nel mezzo!-
disse il
cecchino, allineandosi al pensiero del cuoco.
-So
cosa
pensate.. ma vi sbagliate!- rispose l’alchimista, lasciandoli
leggermente
sorpresi, -nessuna delle persone che ho attorno vorrebbe tenermi con i
piedi in
quel fango. Tutti, e dico tutti, hanno cercato di allontanarmi da quel
mondo.
Ma io ero testarda. Io dovevo fare qualcosa. Io non potevo permettermi
di
restare a vivere la mia vita dopo aver visto con i miei occhi e provato
sulla mia
pelle quello che succede nel mondo. Quello che succede a chi non ha la
forza di
ribellarsi. Quello che succede a chi non ha altra vita se non quella.
Quello
che succede a chi si oppone, ma non è abbastanza forte. Non lo potevo
accettare!
Che certe cose venissero protette dalla giustizia!!
Una giustizia che giustifica certe azioni e compie certe
classificazioni non
merita di essere perseguita. Non esistono esseri umani di serie b! E
non deve
esistere che un esercito protegga chi pratica certe usanze. Una
giustizia che
si impone sugli altri con la violenza e lascia correre lo schifo perché
è
corrotta, non è più giustizia. È prevaricazione. Finché la violenza del
Governo
sarà chiamata giustizia,la nostra giustizia sarà chiamata violenza!
Nessuno mi
ha obbligato a unirmi all’Armata. Dragon ha provato a cacciarmi in
tutti i
modi. Ho fatto casino per mesi prima che si decidesse a farmici
entrare. Mi
stavo mettendo davvero nelle beghe.. non ha avuto scelta. Allo stesso
modo mi
sono scelta cosa fare e cosa non fare. Nessuno mi ha piazzato al centro
degli
ingranaggi. Ma avendo avuto una vita come la mia, quanti di voi la
penserebbero
diversamente da me? A cosa mi servirebbe questo cavolo di potere, se
non lo
usassi per fare qualcosa in cui credo?- concluse guardando gli altri.
-Amare
è il
verbo del termine amore. E qual è il verbo che indica il rendere sacro?
Semplice, è sacrificare. E' il sacrificio è rendere sacro qualcosa.
Sapete?
Spesso il diavolo non è così brutto come lo si dipinge..- rise
Trinidad, con la
sua voce calma e profonda, anche se evidentemente contrariato dalla
scelta di
vita della sua padrona. Anzi, più che dalla scelta di vita, ai guai in
cui si
cacciava di continuo.
Rufy
annuiva. Loro vedevano il mondo in due modi completamente diversi, ma
capiva
perfettamente il suo punto di vista. Se uno dei suoi compagni avesse
passato la
vita dell’alchimista, probabilmente la distruzione di quel sistema
sarebbe
stata uno dei suoi obiettivi principali. Senza dubbio. Così ragionava
lui.
Quello che faceva soffrire i suoi amici, andava eliminato. Sì.
Condivideva quel
lato del discorso. Ed era leggermente sollevato nel sentire che suo
padre aveva
cercato in tutti i modi di allontanarla da quella dimensione, così poco
adatta
a una che era a malapena maggiorenne. –Nessuno, credo.- rispose quando
lei finì
il discorso, sorridendole sinceramente, come per consolare una bambina
che
chiede conferme. –Nessuno..-.
-Yohohoh..
credo di aver capito signorina.. hai degli ideali più grandi di te.. ma
a
quanto mi è sembrato di capire, sei ben sostenuta.. insomma.. mi pare
che alle
mie orecchie siano arrivati solo discorsi di mostri, tutt’oggi!! È
giusto per
dire ovviamente.. visto che le orecchie non
le ho!! Yohohoh!!- intervenne lo scheletro, alleggerendo di
colpo l’aria
attorno alla ciurma.
-Ahahah!!
Brook sei forte!! Ehi! Sanji! Sarà per caso ora di cena?-
saltò su il nasuto, facendo crollare
totalmente la serietà del momento.
-Eh?
Oh
cavolo!! È ora sì! Scusate mie dee!! Mi precipito ai fornelli!!-
cinguettò dopo
aver guardato il cielo, che cominciava a tendere alla notte. –Ah! Mir!
Principessa! Scusami, non volevo fare insinuazioni..- mormorò poi serio
fermandosi a fianco alla ragazza, mentre si dirigeva in cucina.
-Non
c’è
problema.. il dubbio mi pare più che legittimo..- rispose lei
sorridendo. Era
sincera, non c’erano dubbi, quegli occhi si lasciavano leggere come su
un libro
aperto.
-Graz..-
iniziò lui interrotto dagli schiamazzi degli affamati, -Ehi! Dannate
bestie da
soma! Volete fare un po’ meno di caos!! Arrivo! E che diavolo! Siete
come delle
vacche da sgombro!- urlò scalciando i poveri malcapitati, dopo aver
sorriso
alle ragazze, che avrebbero atteso prudentemente il richiamo del cuoco
prima di
entrare in cucina.
-Ho
idea che
il capitano voglia far festa anche stasera, che dici navigatore?-
chiese Robin,
col mento appoggiato su una mano, ridendo.
-Temo
proprio di sì, sorellona.. si vuole caricare bene prima
dell’arrivo.. stamattina Franky ha detto che hanno pescato come dei
matti per
fare una grigliata stasera.. domani in giornata dovremmo cominciare a
intravedere l’isola in lontananza. Attraccheremo all’alba.. cerchiamo
di
passare il più inosservati possibile.. finché ce la facciamo..-
concluse
sospirando la navigatrice, guardando verso l’ospite per chiedere
conferma al
suo piano.
-Mie
dee,
venite che cuociamo il pesce man ma..- uscì Sanji interrompendosi
quando capì
che il discorso era serio, mettendosi a fianco a Zoro, che ancora era
sdraiato
ad ascoltare e non si era mosso. Non aveva detto una parola da quando
aveva
saputo con chi era sposata la ragazzina.
-Si
mi
sembra una buona idea.. quindi ci resta un giorno di navigazione.. ok..
l’esecuzione è prevista per le nove, massimo le dieci del mattino.. io
ho
appuntamento con Dragon un paio di ore prima.. da dove attraccheremmo
noi
sarebbe all’incirca il tempo che ci impiegherete per arrivare al luogo
designato
per la condanna. Non possiamo ormeggiare direttamente in un porto..
attireremmo
troppo l’attenzione.. conosco quell’isola, e conosco dove calare
l’ancora senza
dare troppo nell’occhio.. però per arrivare al patibolo dovrete
attraversare il
bosco.. ecco perché ci vuole tanto.- adesso si notava in cosa era
abituata a
sguazzare la ragazzina. Si muoveva perfettamente tra le previsioni del
rischio
e delle possibilità di riuscita.
-Quindi
non
sali con noi fino al patibolo?- chiese Sanji, quasi dispiaciuto.
-No..
vi
raggiungerò lì con i rinforzi.. cercate solo di non farvi notare troppo
in
fretta..- rispose lei, girando gli occhi verso il cuoco.
-Se
dovessimo sempre sperare nei rinforzi non andremmo mai avanti!- mugugnò
Zoro,
contrario al farsi soccorrere, come al solito.
-Taci,
burino! Non viene certo per aiutare te!- lo rimbeccò il cuoco, -Mie
dee, ne
parliamo domani, abbiamo tutto il tempo.. andiamo a mangiare!!-
cinguettò,
aiutandole ad alzarsi.
-Non
sarei
così sicuro di non voler l’aiuto di qualcuno..- sussurrò la moretta,
passando
vicino a Zoro, e cacciandogli una linguaccia, dispettosa.
-Cosa?!
Tsk!
Ma come ha fatto a sposarti, con quel caratteraccio!?- grugnì lui di
rimando,
prendendola per l’orecchio, beccandosi il bis di boccacce. Almeno
finché Sanji,
notando il maltrattamento in corso a danno di gentil pulzella non
intervenne,
mollando un calcio sulla nuca dello spadaccino, che si alzò inveendo
contro il
cuoco, scatenando l’ennesima rissa, con conseguente segnale di stop
dato dal
pugno di Nami che si piazzò dritto dritto sulle loro fronti.
Un’altra
serata passò tranquilla sulla Sunny, nonostante le scoperte poco
ortodosse del
pomeriggio. Quando poi la festa venne spostata sul ponte, e vennero
coinvolti
anche i felini, il caos inondò la nave, e le urla felici dei più
bambini
calmarono definitivamente anche gli animi più inquieti, che quella
notte
crollarono letteralmente sul ponte, senza disturbarsi a tornare in
camera.
A
montare la
guardia erano stati i “volontari”, ovvero gli unici due svegli, che per
disgrazia,
o chissà, per fortuna, erano proprio Mir e lo spadaccino.
-Ti
secca?-
chiese all’improvviso lei, distogliendolo dal mare.
-Uhm?
Ti
secca cosa?- chiese lui senza capire. Non era ancora sicuro di potersi
fidare
di quella specie di folletto. La luce della luna, benché non fosse
piena, dava
al volto pallido della ragazza un aspetto completamente diverso da
quella del
sole. Ora sì che sembrava una donna, ora sì che quegli occhi davano il
meglio
di loro. Ora sì che era veramente bellissima.. no.. un momento! Come
poteva
pensare una cosa simile? Non era amore, né nulla di simile. Era
un’attrazione
strana, insana. Era come guardare
qualcosa che lo spaventava a morte, ma da cui era così rapito da non
poterne
distogliere lo sguardo. Stessa sensazione.
-Da
quando
ti ho detto con chi sono sposata, hai tagliato i ponti totalmente..
conosco
come la pensate voi spadaccini.. pensi che io lo distragga dalla via
della
spada? Dopotutto lui è il tuo punto d’arrivo e di ripartenza.. se
qualcuno lo
distrae, la vostra competizione ideale non è al 100%.. cose così..-
sorrise la
ragazzina. La sua voce si mescolava con il buio. La notte era
decisamente il
suo ambiente.
-Ma
sei
matta? Non faccio certi pensieri da ragazzina io..- saltò lui stizzito.
Beccato. Magari non l’aveva pensata proprio in quei termini, ma era
decisamente
rimasto stupito quando aveva appreso che la vita di Occhi di Falco non
era
dedicata unicamente al fortificarsi e all’allenamento con la spada.
Come poteva
permettere che qualcuno lo distraesse? E soprattutto, come poteva
essere così
forte, se non si dedicava nemmeno totalmente alla meditazione e alla
concentrazione?
-Dai
non ti
offendere.. lo capisco sai? Vivere fianco a fianco con lui mi ha fatto
capire
più o meno com’è fatta la via che avete scelto.. sai,- lo stava
guardando.
Nell’ombra sentiva gli occhi ametista che lo fissavano. Gli occhi del
predatore. Era decisamente il suo ambiente, quello. –ero quasi gelosa..
da
quando ti ha incontrato ha ripreso in mano i pesi.. ti stima molto.. ha
fiducia
che tu sarai la sua nuova era.. come
Shanks con Rufy.. contano molto sul fatto che prima o poi li
sorpasserete, ma
sapranno rimandare quel momento moolto a lungo.. ah ah!- quella risata
lo
tranquillizzava, non c’era niente da fare. –siete una grande ciurma..
avete capito
prima di molti altri che non dovete avere qualcosa da proteggere, per
diventare
più forti. Dovete diventare più forti per proteggere quello che avete.
I vostri
compagni, la vostra nave, i vostri sogni…- persino lui capiva
perfettamente
cosa intendeva quella ragazzina. Sapeva che aveva ragione.
-Sei
dannatamente brava con i discorsi pompati nanetta.. ma non mi incanti.
Sei
sempre due passi avanti agli altri, hai le mani in pasta in tutto
quello che
succede, hai i collegamenti con mezzo mondo e inoltre, hai quel potere.
Sei
sicura che ti abbia sposato per amore?
A voi ragazzine piace tanto pensare così.. vi fate fregare sempre!-
rispose lo
spadaccino sulla difensiva, bevendo poi un sorso di sakè dalla
bottiglia che
teneva ancora in mano. Lei tacque un minuto. Forse aveva esagerato,
l’aveva
punta troppo sul personale. Meschino. Ecco cos’era stato. Se ne
accorgeva anche
da solo che non se l’era meritato. Ma doveva spingerla a parlare. Se
aveva in
mente qualcosa che coinvolgesse la ciurma, lui era l’unico ostacolo che
aveva
tra i piedi.
-No,
sicuramente no.. almeno all’inizio..- disse lei dopo un sospiro,
allungando il
braccio verso la bottiglia. Zoro gliela porse quasi docilmente. Voleva
bere?
Bevesse. –Era dai tempi di quel Royal Call che cercava un modo efficace
per
sdebitarsi. Senza dubbio l’ha fatto per quello. Ecco perché mi ha
tenuto a bada
per tutto il tempo. Nessuno si fidava. Lui non parla molto.. di certo
non parla
con Dragon. Non capivano cosa cercasse, cosa volesse. Neanche io lo
capivo..
nonostante quell’uomo mi incuriosisse da sempre, come avete sentito nel
mio
pensiero. Neanche per quel che riguardava me si poteva dire esattamente
che lo
amassi..- concluse bevendo un altro sorso.
-E
allora
perché? Voglio dire..- rallentò lui. Cercò per un secondo le parole..
non
riusciva proprio a capire. Era forse l’alcol della serata che lo
intontiva? No,
non aveva proprio senso. –perché hai firmato quell’atto?- chiese lui,
prendendo
la bottiglia che stava tornando alle sue mani. Si meravigliò lui stesso
di quella
loquacità.
-Per
sfinimento..- sorrise la ragazzina. –Ve l’ho detto.. non ne potevo
davvero
più.. uccidere tutte quelle persone che mi seguivano.. non avevo altra
scelta,
o avrebbero ucciso me.. eppure non ci dormivo la notte. Non mangiavo
neanche
più. Certo ho scelto di usare questo potere in modo poco ortodosso, ma
su gente
che non merita altro, non su dei poveracci che mi seguivano per fame, o
perché
così era stato loro ordinato da chi non aveva coraggio di farsi vedere
in prima
linea. È un potere fatto per distruggere, non per aiutare.. se proprio
dovevo
distruggere, volevo concentrarmi sul marcio.. Sai, ero disperata..- si
interruppe
per riprendere la bottiglia che lo spadaccino le passava. –Una notte
sono
arrivata a introdurmi nelle stanze di Sengoku per chiedergli
personalmente di
cancellare quella dannata taglia. Ah ah! Il Grand’ammiraglio Sengoku
che
tremava come una foglia nel suo pigiama.. che topo di fogna..- bevve un
sorso.
–comunque, a forza di viverci assieme, pian piano ci siamo ehm, come
dire..
acclimatati.. crescendo ha potuto considerarmi davvero una moglie, e ha
smesso
di farmi da balia.. non so se capisci che intendo..- concluse a bassa
voce.
Non
capì,
all’inizio. Poi, grazie alla luce della luna vide che era arrossita, e
fece
trentuno. Intendeva che erano diventati effettivamente
marito e moglie.. che si erano conosciuti.. in senso biblico, diciamo.
Arrossì
a sua volta – Ma insomma?! Cosa mi vieni a raccontare?! Dille a Nami
certe
cose! Mi hai preso per il tuo diario segreto??- sbraitò imbarazzato,
riafferrando la bottiglia e attaccandovisi di buona lena. –Aaahh! Ma ti
pare!
Che sfacciata!!- continuò una volta che l’ebbe prosciugata.
-Ehi,
testa
verde! Guarda che me l’hai chiesto tu sai??- rispose lei ancora
imbarazzata.
-Cosa?
Senti
bene folletto! Non ti ho chiesto che succede tra le tua lenzuola!-
grugnì lui,
preso contro piede.
-Come
pensi
che mi dimostri amore?? Regalandomi fiori e scrivendomi poesie?? Non
siamo i
tipi! Razza di insensibile!- schizzò lei, facendolo scoppiare a ridere.
-Ah
ah.. no,
in effetti.. non vi ci vedo.. ad andar bene dormite nella bara..
Nosferatu e
signora! Scusa! Non erano affari miei..- disse lui, dandole una pacca
sulla
spalla. –solo che non capisco se posso fidarmi di te.. insomma..
sappiamo solo
quello che ci racconti.. potresti essere chiunque!- era tornato serio.
Basta
girarci attorno. Era ora di giocare a carte scoperte. Giù le maschere.
-Robin
mi
conosce..- disse lei indicando con un cenno l’archeologa addormentata
sotto il
braccio di Trinidad che le faceva da coperta.
-No!-
disse
lui, lasciandola interdetta un secondo, prima di continuare, -Robin sa
come ti
chiami. E questo non significa conoscerti, ma comunque ti ritiene
innocua. A
Rufy piaci, e tanto basta per convincere il resto della ciurma. Di
solito Nami
e Sanji tengono botta, ma hai abbindolato anche loro.. ma..-fu
interrotto dalla
ragazzina.
-Ma
te no??-
chiese ironica sollevando un sopracciglio. Lo stava sfottendo, per
caso? –non posso fare niente per
convincerti. In
effetti capirai che ti puoi fidare solo quando saremo là in mezzo. Se ti puoi veramente fidare.- disse
calcando esageratamente sul “se”. Sì, lo stava decisamente sfottendo.
-Ehi,
che
fai, sfotti? Guarda che non sto scherzando! Non mi fido davvero!-
protestò il
ragazzo. Sentiva che quel discorso stava prendendo una strana piega.
-Ah
no? E
perché me lo dici? Ora dovrò ucciderti!- disse lei guardandolo negli
occhi e
alzando una mano verso il suo viso. La risposta dello spadaccino fu
fulminea.
Le mani scattarono verso l’elsa delle spade, ma vennero bloccate dalla
risata
cristallina della ragazza. Si stava sbellicando dalle risate, altro che
cristallina. –Ah ah ah!! Dovresti vedere la tua faccia!! Dai sto
scherzando! Ah
ah ah!!- quasi quasi si soffocava, piegata in due. –cavolo, non ti fidi
per
davvero!! Ah ah!! Santo cielo! Che diffidenza!!-.
-Cos..?
dì
un po’ ma sei scema? Guarda che ti avrei attaccato davvero!- disse lui,
imbarazzato dalla sua stessa reazione. –stupida! E smettila! Guarda che
a
pensare male si fa peccato, ma la maggior parte delle volte ci si
prende!-
gracchiò stizzito.
-Scusa!
Scusa! Davvero! Non ho potuto trattenermi! Oh.. bene.. ci danno il
cambio..
dormi un po’, mi sembri nervosetto!- disse facendogli l’occhiolino,
prima di
girarsi e trotterellare verso Nami e Franky, che si erano appena
alzati. –Ehi
Nami.. noi andiamo un po’ a dormire.. ci vediamo domani mattina!! Notte
Mutanda
gagliarda!- disse mentre si andava a piazzare sotto il braccio di Adam.
–Perfetto.. domani notte avremo luna calante!!- sussurrò contro il
petto del
felino, che alitò un -già!-, appena accennato.
-Notte
sorellina!- rispose Franky intontito, che era sveglio solo perché,
avendo
saltato l’ultimo suo turno di guardia, era stato ridestato dalla mano
leggiadra
di Nami.
-Che
hai
Zoro? Nervoso?- chiese Nami, vedendolo alterato.
-Aaarrgghh!!
Lascia stare.. notte!! YAWWNN!- Sbadigliò poi, buttandosi sul ponte
erboso
accanto al capitano.
-Mah!
Franky! Non ti azzardare a riaddormentarti! Tra due ore ci facciamo
dare il
cambio! Forza! Occhi aperti!!- urlò la navigatrice, ripescando il
carpentiere
dalle braccia di Morfeo.
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Capitolo 10 *** Kapitel Zehn ***
L’alba
della
vigilia della battaglia fu una normalissima alba per l’equipaggio della
Thousand Sunny. Se alba si può chiamare. L’intera ciurma fu risvegliata
dall’ululato lancinante del capitano che, svegliandosi e trovando il
sole già
alto nel cielo, si accorse che aveva già saltato la colazione.
-Oh
nooo!!
Sanji! Sanji presto! Svegliati!! Non vedi che ore sono?? Presto! Fai
ancora in
tempo a prepararci la merenda di metà mattina!!- urlava disperato,
scuotendo violentemente
il cuoco per svegliarlo.
-Uhn?
Eh?
Che succede? Cosa? Qualcuno attacca le mie divine rose? Chi osa?-
blaterò lui,
non rendendosi ancora conto di cosa stesse succedendo, intontito
dall’alcol a
fiumi della sera precedente. Essere sbattuto come un tappeto di certo
non lo
aiutava a connettere.
-Ehi
Rufy!
Piantala prima di farlo arrabbiare! Vuoi che te le suoni di santa
ragione?-
suggerì Mr. Prudenza, che era l’attuale detentore del turno di guardia,
assieme
allo scheletro e al medico.
-Ha
ragione
il nasuto, qui!- disse Brook sorseggiando una tazza di tè. –Bisogna
aspettare
con calma che tutti si sveglino, prima di far colazione! SVEGLIAAA!!
SVEGLIAAA!!- cominciò a urlare, seguito a ruota dal capitano, sbattendo
un
mestolo contro una scodella, mentre il medico tentava di zittirli
facendo
ancora più casino di loro.
-Shhh!!
Se
li svegliamo così ci uccidono!!- piagnucolò la piccola renna. –E che
caspita!!
Fate silenzio!!- sbraitò poi perdendo la pazienza.
-Chopper
giù!!- urlò Usopp nel tentativo di salvare il collo al piccolo medico.
Ma ormai
era troppo tardi. Il cuoco, avendo capito che le sue principesse non
erano in
alcun pericolo, ma che tutto quel chiasso era dovuto allo stomaco senza
fondo
del capitano, si era decisamente infuriato e aveva mollato uno dei suoi
fenomenali calci sul muso del ragazzo, facendolo volare dritto dritto
sul
povero medico.
-Razza
di
cloaca massima! Ti pare il modo di svegliarmi! Mi hai fatto prendere un
colpo!
Pensavo che le mie dee fossero in pericolo mentre io stavo lì a
poltrire come
quella testa verde!- urlò agitato il
cuoco, attirando l’attenzione dello spadaccino, svegliato un po’ dal
caos e un
po’ dal commento del cuoco. –E voi!! Cosa cavolo gli urlate dietro!
Maledetti
lecca piatti!!- disse girando la sua rabbia verso il cecchino e lo
scheletro.
-Tu!
Dannato
cuoco! Si può sapere perché diavolo non puoi fare altro che tirarmi in
mezzo?!-
urlò lo spadaccino mentre, accortosi del capitano riverso vicino ai
suoi piedi,
lo schiaffeggiava per farlo rinvenire.
-Uhn?
Che
vuoi tu, marimo!? Guarda che ce n’è anche per te sai?!- rispose il
cuoco mentre
mollava il bavero dello scheletro, già pestato a sufficienza.
-Prego?!
Ehi
bellimbusto!? Fatti sotto se ti riesce! Ti prendo per le orecchie e ti
alzo
come una delle tue belle pentole! Avanti mammoletta!- grugnì lo
spadaccino
buttandosi sul cuoco.
-Dai
Zoro!
Lascialo! O non farà in tempo a fare la merenda!- si lamentò il
capitano. Ma fu
tutto inutile. Almeno finchè la navigatrice, svegliata dal frastuono,
non si
alzò bestemmiando verso i due, stendendoli non appena a portata di
pugno.
-Razza
di
idioti!! Possibile che non sappiate comportarvi civilmente?!- urlava
ancora
Nami, rivolta alle salme sul pavimento, mentre gli ultimi componenti
della
ciurma si ridestavano.
-Dai,
tranquilla Nami.. Yawwnn! La calma è la virtù dei forti..- sbadigliò
Mir
uscendo da sotto il braccio di Adam.
-La
calma è
la virtù dei morti semmai! I forti si
stufano, e poi sono rogne!- sbottò esaurita la navigatrice.
-Ha
ragione
lei navigatore.. piuttosto, sveglia il cuoco.. ho proprio bisogno di un
bel
caffè..- confermò l’archeologa alzandosi in piedi e tirando su anche
Mir.
Una
mezz’oretta dopo erano tutti di nuovo belli pimpanti che combattevano
sul
tavolo imbandito della colazione, che ormai era più che altro un
brunch, vista
l’ora.
-Nami!
Hai
una cartina dell’isola? Di Rocky Island, intendo!- urlò Mir cercando di
salvare
una frittella dal braccio veloce del cecchino.
-No!
Ne
disegnerò una arrivati là, quando ne avrò il tempo!- rispose la
cartografa,
inchiodando con un pugno la mano allungabile del capitano al tavolo.
-Ok,
allora
dopo ti faccio uno schizzo.. giusto per orientarci..- acconsentì la
moretta,
ficcandosi in bocca il premio delle sue fatiche. E ributtandosi nella
battaglia
per la sopravvivenza
-Oh
no! Mir
i tuoi disegni sono davvero pessimi! Non sei migliorata per niente!!-
rise
l’archeologa, facendo arrossire la moretta, poco più tardi sul tavolo
libero
dalle ‘macerie’ del dopo pranzo.
-Ehi!!
L’ho
detto che era solo uno schizzo per orientarci!- rispose stizzita
l’alchimista,
-Non è mica colpa mia se sono negata nel disegno! Accontentatevi!-
concluse
facendo svolazzare il foglio sotto gli occhi della cartografa.
-Mpfff!!
È
davvero orribile! Potrei farlo meglio io! E senza pollice opponibile!-
sghignazzò Adam, non appena il foglio fu sul tavolo sotto gli occhi di
tutti.
-Taci
tu!
Non accetto critiche da uno che si lava leccandosi!- rispose Mir,
tirando le
orecchie alla pantera.
-Bè
in
effetti.. mi perderei anche io seguendo questo disegno..- commentò lo
spadaccino,
con fare da perito.
-Ma
fammi il
piacere!! Tu ti perderesti anche in un tunnel con una sola uscita!- lo
riprese
Usopp, appoggiato dal resto della ciurma che annuiva con un enorme
goccia che
scendeva della testa.
-E
piantatela! È più che sufficiente! Disegnare mappe è un’arte. Non tutti
sono
capaci!- disse la rossa, mentre si rigirava il foglio tra le mani, per
trovarne
il verso. –Fosse l’ultima cosa che faccio, riuscirò ad orientarmi anche
con
questo accidente! Cavolo sembra uno dei disegni di Rufy!- concluse,
provocando
l’ilarità di Adam, Zoro e Usopp.
-Così!-
si
spazientì l’alchimista, girando il foglio affinché Nami potesse vederlo
dal
verso giusto e posandolo sul tavolo. Lei, seduta di fronte, lo vedeva a
testa
in giù.
-Ehi
sorellina, ma con una disegno tanto approssimato siamo sicuri che ti
sai
orientare?! Non è che vai a caso, come questi tre idioti?- chiese
Franky
preoccupato, indicando Zoro, Rufy e Chopper.
-Non
ti
preoccupare. Nonostante quello schifo di disegno, in testa ha tutto
molto chiaro.
È solo impedita con le matite! Dovreste vedere che brutta scrittura che
ha!!
Mpff!!- intervenne Trinidad, affondando il dito nella piaga e facendo
scoppiare
a ridere il suo compagno nero.
-E
basta voi
due!! La mia calligrafia è L-E-G-G-I-B-I-L-I-S-S-I-M-A!!- continuò
ancora più
alterata la moretta scandendo bene l’ultima parola, -Raxha! Diglielo
tu!-
chiamò in aiuto.
-Ehm..
sì,
certo.. dopo un’attenta analisi..- mormorò il felino chiamato in causa.
-Tu
quoque!?
Dannati.. me la pagherete!- disse sconsolata infine, mentre tutta la
ciurma
ridacchiava, divertita dal bisticcio. –Vabbè.. passiamo oltre! Parliamo
di cose
serie!- concluse tornando a guardare prima il foglio e poi la
navigatrice. –Noi
stiamo arrivando da questa direzione,- indicò con un dito una zona
vicino
all’angolo destro più distante dalla cartografa, -è perfetto direi!
Attraccheremo in questa zona, -spostò il dito più vicino allo
scarabocchio al
centro della pagina. –è abbastanza distante dalla costa. Certo
bisognerà remare
un po’, ma più di così non ci si avvicina, il fondale è troppo basso.-
si
interruppe vedendo che la rossa aveva capito il perché di quella scelta.
-Certo,
capisco.. non penseranno certo che qualcuno cali l’ancora in un posto
così
scomodo sia per lo sbarco, che per la fuga..- annuì Nami.
-Ma
come?
Non controlleranno il perimetro dell’isola!? Avranno sicuramente il
sospetto
che qualcuno cercherà di interferire..- chiese Sanji, studiando il
capolavoro
di arte moderna.
-Certo,
infatti.. ottima osservazione! La ronda passa ogni tre ore. Ma quando
saremo là
sarà appena passata da quel punto, che non è tenuto sotto osservazione
continua, per i motivi che ha detto prima Nami. E poi a quel’ora
Barbabianca
sarà già arrivato, avranno altre gatte da pelare. Fermerà lui la
navetta di ronda.
Quindi non è un problema per noi.- rispose la ragazzina, compiaciuta
del fatto
che almeno qualcuno stesse dietro al passo del discorso.
-Siamo
sicuri di non incrociare la navetta? Come sai dei turni di ronda?-
chiese
Robin, che di certo non intendeva affidarsi alla buona sorte in un caso
del
genere.
-Infiltrati..
Dragon ne ha davvero dappertutto.. sono..- rispose pragmatica la mora
più
piccola, prima di essere interrotta dal capitano di gomma.
-Ma
dai.. se
la incrociamo la affondiamo.. non ne faremo di certo una tragedia..-
disse il
capitano, trovando la risposta decisamente ovvia.
-Ottima
idea, fratellino!! Il Super ha in canna due colpetti che non vedono
l’ora di farsi un giretto all’aria
aperta.. Ehi
nasuto! Sono tutti per te!- intervenne esaltato il cyborg.
-Ma
che mi
scervello a fare io??- chiese sospirando Mir, mentre l’archeologa le
accarezzava delicatamente la spalla.
-Benvenuta
nel club.. come ti capisco..- le disse Nami piagnucolando, ugualmente
sconsolata.
-
Ci
occuperemo della navetta se e quando la incroceremo. Non fasciamoci la
testa
prima di rompercela! Parliamo di numeri! Cosa troveremo laggiù? Il
pennuto ha
detto 100.000 uomini..- intervenne Zoro, riportando l’attenzione sul punto focale del discorso.
-Così
dicono
le fonti.. ultimamente se ne occupano altri.. non ho avuto tempo per
girare
anche per quello.. ma siamo scettici..- disse Mir, facendo una smorfia.
-Perche?
Troppi? Dopotutto si prevede l’arrivo di Barb..- chiese il cecchino,
rabbrividendo al pensiero di trovarseli davanti.
-Troppo
pochi!- lo interruppe lei, -proprio perché sanno
perfettamente che arriverà il vecchio con tutta la sua flotta.
Anche se
sono tutti ufficiali maggiori, sembrano comunque pochi. O l’hanno presa
decisamente sotto gamba, o fanno troppo affidamento sugli alchimisti.
Oppure
non hanno idea che si porterà dietro gli ‘amici’.. ma non mi sembra
probabile..- concluse pensierosa. Col fatto che aveva fatto la spola
tra il
vecchio, Dragon e altri, non aveva avuto proprio il tempo di
approfondire
nulla. Non era per niente soddisfatta di quello che avevano raccolto.
-Giusto!
Gli
alchimisti! Che ci dici di loro? Ieri hai detto che alla marina hanno
capito
come usare quello che gli hai insegnato per piombare i poteri del
frutto del
diavolo.. che significa?- chiese lo scheletro, che aveva mostrato molto
interesse per i retroscena di quello strano potere.
-Bella
domanda Bones.. come vi avevo accennato, i Royal Alchemists sono molto
meno
potenti di me.. ciò non significa che sono degli inetti totali però..
quando si
piombano i poteri dei frutti del diavolo in pratica non si fa altro che
sintetizzare algamantolite marina all’interno di uno degli organi cavi
del
possessore. Vi spiego meglio,- disse vedendo che non tutti la
seguivano.
–All’interno del corpo di un essere umano esistono, separati, tutti gli
elementi necessari per formare molecole di algamantolite. Quando io ho
spiegato
loro cosa serviva e come unirle loro l’hanno subito trasposto nel campo
del
combattimento. Non si fa altro che creare dei “sassi” di quel materiale
nello
stomaco, nel cuore, nei polmoni nel possessore di poteri. È come se
ingoiaste
una pietra di algamantolite. Stareste male finché ce l’avete in corpo,
no?-
disse rivolta a Rufy, che annuì, capendo a cosa si riferiva. –Ecco,
loro fanno
questo. Fortunatamente sanno creare solo aggregati molto grossi, che
non
possono entrare nella circolazione del sangue, sennò rischierebbero di
saper
uccidere con quel potere. In più hanno due punti deboli. Il primo è che
devono
disegnare il cerchio per terra, non possono richiamarlo come faccio
io.- si
interruppe, vedendo che Sanji aveva una domanda. –Sì?- chiese, dandogli
la
parola.
-Questo
significa che non si possono spostare? Quindi non possono scappare?
Devono
restare fermi in un luogo?- chiese il cuoco, attaccando man mano anelli
alla
catena di pensiero che si stava costruendo in testa.
-Esattamente!
Quindi saranno nascosti da qualche parte sull’isola, protetti da un
piccolo
plotone di soldati. Il mio compito, il nostro
compito,- si corresse, dopo le proteste di Adam, -è scovarli e metterli
fuori
combattimento!- spiegò, esplicitando finalmente la sua funzione in
quell’ingranaggio.
-Ma
l’isola
è grande! Vi ci vorrà una vita per trovarli tutti e cinque!- disse Nami
contrariata, guardando ancora una volta lo sgorbio al centro del tavolo.
-Ci
vorrebbe, se non fosse per il loro secondo punto di deficit..- la
corresse
l’alchimista, -il raggio d’azione del loro potere. Riescono a piombare
nel
raggio di 500 metri da loro. Fuori da quella distanza il loro potere
non ci
interessa più. Sono inutilizzabili. Inutili.- concluse sorridendo
dell’inferiorità degli alchimisti al servizio del governo.
-Quindi
devono trovarsi nel raggio di 500 metri dal punto focale della
battaglia!
Magnifico! Questo significa che l’area di ricerca si restringe
parecchio!-
esultò il cecchino, facendosi una botta di conti.
-Di
nuovo
esatto. Verosimilmente staranno tutti a 500 metri dal patibolo stesso,
che
sarebbe poi il punto focale dello scontro, forse anche a meno. Può
essere che
siamo disposti formando cerchi concentrici, in modo da rendere più
efficienti i
loro poteri. - rispose trionfante la ragazzina. –la marina non può
sapere che
io sarò in battaglia, quindi non pensa di dover far qualcosa di
particolare per
proteggere i suoi alchimisti, né che Barbabianca sia a conoscenza di
questi
fatti. Quindi mentre loro tre si divideranno per cercare i cinque
topolini, io
combatto. Batteranno palmo a palmo tutto il perimetro della piazza, e
le zone
limitrofe. Stacco nel momento in cui ne trovano uno, e poi, una volta
sistemato, torno a darvi una mano in campo.- concluse dopo aver
indicato i tre
felini.
-Come
fai a
sapere quando ne hanno trovato uno?- chiese il medico, introducendosi
nel
discorso.
Mir
si portò
l’indice alla tempia. –loro vedono e sentono quello che vedo io,
ricordi? Ecco.
Stessa cosa per me. Oltre a poter vedere quello che vedono loro, posso
ascoltare i loro pensieri. Quando vogliono loro, ovviamente.. così sarà
facile
sapere quando fanno tombola! E comunque mi verranno a prendere in
piazza, per
comodità.. sapete, sono molto veloci!- disse sorridendo alla piccola
alce, che
la ascoltava estasiato.
-Potrebbe
ascoltare anche quando non vogliamo, ma non lo fa.. che sciocca..-
disse
Trinidad, facendo una smorfia.
-Non
sono
impicciona come te, io!!- replicò stizzita la ragazzina, cacciando la
linguaccia.
-Aspetta!
Ma
non sarebbe più facile se con i tuoi poteri abbattessi direttamente
tutti i
marine e amen? Fine dello sbattimento?- chiese Franky, vagliando le
alternative.
-Sarebbe.
Ma
non possiamo escludere che dei civili siano in piazza o nei dintorni
per
assistere. E io finirei per colpire indiscriminatamente in mezzo a quel
caos.
Voi, noi, civili e marines. Quindi dovrei farli uno per uno, corpo a
corpo, ma
è improponibile con cento mila uomini. Mi ucciderebbero dopo i primi
duecento.-
rispose lei, smontando il progetto del carpentiere.
-Ma
con
centomila uomini di alto grado tutti concentrati lì, in giro per i mari
che
resta?- chiese Nami, facendo una botta di conti.
-Resta,
resta eccome! Ottima domanda, mi stavo proprio dimenticando di dirvelo.
Gli
ufficiali presenti all’esecuzione saranno sicuramente stati richiamati
dal
Nuovo Mondo.. ciò significa che sono potenti. Più potenti di quelli che
avete
incrociato finora.. qualcuno all’altezza di Smoker, per farvi un
esempio!-
disse girandosi verso gli altri componenti della ciurma. –Gli ufficiali
del
nuovo mondo devono possedere almeno due delle Sei Tecniche. Quelle che
avete
visto usare dal CP9, tipo il Tekkai, e
via dicendo. Hanno richiamato loro perché probabilmente ci
saranno
Personalità importanti all’esecuzione. Lo Stato Maggiore, gli Astri di
Saggezza.. non è da escludere qualche nobile mondiale. Hanno venduto i
biglietti per assistere all’esecuzione dal palco. Non sto scherzando.-
concluse
guardandoli, mentre annuivano pensierosi.
-Questa
non
ci voleva! Non stiamo certo parlando di mezze calzette!!- disse Usopp,
che non
si preoccupava di certo di manifestare i suoi timori.
-Non
ti
preoccupare per quello.. tu fai del tuo meglio.
Hai le spalle largamente coperte!!- disse trionfante la
rivoluzionaria.
-Se
lo dici
tu..- rispose il cecchino, decisamente poco rassicurato.
-Un’altra
cosa. Non possiamo lasciare i possessori di poteri da soli nel
combattimento.-
riprese la moretta. –anche se quei saltimbanchi non riusciranno a
piombare i
vostri poteri del tutto, sarete comunque debilitati. Almeno finché non
li ho
scovati tutti e cinque. Non potete rimanere a combattere da soli..
dovete
essere affiancati da qualcuno.. chiaro?- concluse guardando uno per uno
gli
interessati.
-Chiaro!
Allora facciamo già i gruppi!- disse Rufy, che stranamente non si
oppose,
avendo provato sulla sua pelle cosa significava essere fermati da quel
potere.
-Giusto..
ma
come ci dividiamo?- chiese Nami guardando i compagni.
-Non
ti
preoccupare mia dolce Robin!! Ci penso io a proteggere te!- gongolò il
cuoco
volteggiando verso l’ archeologa.
-Fuori
uno!-
disse Nami, -bene! Allora.. Franky! Tu starai con Brook! Io e Usopp
pensiamo a
Chopper. Zoro, a te, Rufy! Sarà il più puntato, una volta riconosciuto.
Ha
bisogno di una bella mano..- concluse la rossa, dando le direttive.
Sarebbe stata
un ottimo generale, pensò Mir.
-Bene..
ora.. tabella di marcia. Attraccheremo all’alba. Ci vorranno una
ventina di
minuti di remate e poi siamo sulla spiaggia.. da lì vi spiegherò il
percorso
per arrivare a Amber, la città in cui è fissata l’esecuzione. Ci
vorranno un
paio d’ore di camminata, ma passando dal bosco eviterete impicci di
ogni
genere. Se seguite la strada che vi indicherò, vi troverete appena
fuori dalla
città.. probabilmente li comincerete ad incontrare i marine, quindi
cercate di
metterli al tappeto il più discretamente possibile, se non volete
trovarvi in
ritardo. Nel frattempo io vado a recuperare Dragon, dove abbiamo
fissato
l’incontro con Barbabianca. Vi raggiungeremo tutti alla piazza centrale
di
Amber.- concluse la moretta, guardando il capitano. –Domande?-.
-Maa…
ci
saranno gli ammiragli e Sengoku?- chiese Robin, preoccupata più per la
presenza
di Aokiji che dei cento mila uomini.
-Probabilmente..
ma quelli li vogliono i vecchi.
Capisci che intendo?- rispose la moretta, passandosi l’unghia del
pollice sulla
gola. Gesto molto eloquente, che fu capito al volo da tutta la ciurma.
Eh, già.
Barbabianca era proprio sul piede di guerra.
-Capito..-
rispose semplicemente l’archeologa. –E tuo marito?- chiese poi,
portando
davanti a tutti il fatto che effettivamente lui
era dall’altra parte della barricata, almeno formalmente.
-Ci
sarà.
Per forza di cose..- rispose l’ospite, che alle brusio che si sollevò
dopo
l’affermazione fece segno che non aveva ancora finito. –Ma non ha la
minima
intenzione di muovere un dito. Conoscendolo starà stravaccato sul palco
finché
non è finito tutto! E non sarà l’unico credo. Nella flotta dei sette
non sono
tutti bastardi senza onore come Crocodile o Moria. A proposito.. So che
lo
avete incontrato.. ottimo lavoro! Mihawk era tutto soddisfatto della
batosta
che gli avete dato. Ha gongolato per una settimana intera.. non ha
neppure
litigato con Dragon quando è venuto a darmi la missione da eseguire!-
rise,
ripensando alla scena.
-E
dalla
nostra? Saremo solo noi , Barbabianca con la sua flotta e i
rivoluzionari?-
chiese Franky, soppesando le forze schierate in campo.
-No..in
questo consisteva la missione.. è per questo che ero per mare.. per
fare il
conto di chi ci sarebbe e chi non ci sarebbe stato. Ovviamente non abbiamo avuto la risposta che speravamo. I
Sette fanno paura, e molti sperano di veder cadere Barbabianca.
Rispetto e
amicizia sono due cose diverse. Un conto è starsene in disparte e non
andare a
pestargli i piedi, un altro è combattere il Governo Mondiale con lui.
Ma
comunque le risposte che abbiamo avuto sono più che sufficienti. Fidati
di me.
Certo che hai un bel coraggio a definire la flotta di Barbabianca solo..- rispose Mir. Non diceva bugie.
Quando era tranquilla quegli occhi si lasciavano leggere dentro. E la
ciurma
leggeva nei suoi occhi che lei credeva veramente in quello che diceva.
Ma
ovviamente, capitano a parte, la ciurma era pensierosa, leggermente
agitata.
Non li aspettava una scampagnata. Mir se ne accorse.
-
Non
preoccupatevi!- disse sorridendo e sciogliendo un po’ la tensione con
la sua
risata terapeutica, -siete in una botte di ferro! I vecchi non
permetteranno
mai che vi sia fatto del male.. né a voi, né a Ace! Ci pensiamo noi! Ce
ne
andremo tutti da quell’isola sulle nostre gambe.. proprio come ci
stiamo
arrivando.. noi non siamo dei pivelli! Questo è il nostro pane
quotidiano!
Sappiamo bene come fare, come cavarcela.. l’abbiamo imparato sulle
nostre
pelli.. siete fortunati ad averci dalla vostra..- concluse gongolando e
ridendo
ancora.
-Certo!
Mi
fido di te!- rise il capitano di rimando. –però.. adessooo.. c’è un
problema..
iooo.. ecco.. Ho faaameee!!!- disse il capitano sbattendo la faccia di
gomma
sul tavolo. Il resto della ciurma fece un tonfo sordo cadendo dalle
sedie.
-Ah
ah ah!!
Ragazzino sei come tuo padre! Sciocco e inopportuno!- grugnì Adam,
rotolandosi
dalle risate.
-Uff..
Rufy
sei sempre lo stesso.. ma tu non ti preoccupi mai??- si lamentò il
cuoco,
guardando il cielo. In effetti il sole cominciava a nascondersi sotto
l’acqua
del mare. –Stanotte niente festa! Domani c’è la levataccia! Quindi cena
presto
e a letto con le galline!- sorrise alla moretta che ridacchiava
all’affermazione. –Bene! I fornelli mi aspettano! Tra una mezz’oretta è
in
tavola!- concluse tornando ai suoi fornelli.
La
serata
passò effettivamente come al solito, tra urla e schiamazzi e una lotta
all’ultimo sangue per accaparrarsi l’ultimo bis di budino, che vinse
Zoro.
-Ehi!
Scemo
di guerra in tempo di pace!! Lascia il budino alle ragazze! Ma non te
l’hanno
insegnata l’educazione a casa tua?! Grande e grosso, freghi il cibo
alle
donne?? Ma non ce l’hai un po’ di dignità??- sbraitò il cuoco prima che
lo
spadaccino si godesse il frutto della sua lotta, pungendolo nel vivo.
-Cosa?
Come
ti permetti di contestare la mia dignità? Razza di deviato con la
barbetta da
capra!- replicò stizzito il samurai, dopo che la frecciata di Sanji era
andata
a segno.
-Deviato
a
chi? Ma come osi! Sciattone!- gridò di rimando il cuoco.
-Meglio
sciatto che paraculo!- ribattè Zoro.
-ORA
BASTA!!-
Stonk! Stonk! I pugni di Nami calarono inesorabili sulle loro teste.
–Mi state
facendo esaurire! Finitela prima che perda la pazienza!!- sbraitò la
rossa ai
due cadaveri riversi per terra.
-Prima,
eh?-
commentò acido Usopp, guardando i corpi inermi dei due compagni, mentre
si
spartiva con Chopper il budino rubato a Zoro.
-Nasop?!
Se
hai qualcosa da dire, dillo ad alta voce, così lo sentiamo tutti!-
tuonò la
rossa, riversando la rabbia sul povero cecchino, che percependo il
pericolo
imminente, si affrettò a rispondere.
-Nnno
no!!
Stavo giusto dicendo.. ottimo lavoro Nami!- sparò indicando i compagni
sul
pavimento.
-Dannata
strega! Ma che hai in testa? Non puoi comportarti un po’ più da
ragazza?? Sei
un uomo nel corpo di una donna tu!- sbraitò lo spadaccino facendo
martellare
pericolosamente una vena sulla tempia di Nami. Ma fu salvato in corner,
dal
musicista che entrava saltando e urlando nella cucina.
-L’isola!!
Si vede l’isola!! Yohohoh!!- disse spalancando la porta. Il tempo di
finire la
frase e tutti si stavano fiondando sul ponte. In effetti si
intravedevano in
lontananza, all’orizzonte, le luci di una città.. ma erano ancora
lontani.
Avevano ragione le due ragazze, sarebbero arrivati all’alba, o giù di
lì. Fu
una strana sensazione. Erano giorni che parlavano di quell’isola e di
quella
battaglia. Era come trovarsi a quattr’occhi con un incubo ricorrente.
Poterono
sentire la corrente scorrergli nelle vene. La tensione ruppe gli argini
e
inondò le loro menti.
-Ci
siamo!!
Ah ah.. bene! Ormai non si fa più dietro front! Sarà meglio dormire un
po’..
domani sarà una giornata movimentata..- la voce di Mir alle loro spalle
spezzò
la tensione, che avesse qualche potere anche in quell’ambito?
La
ciurma si
girò a guardarla, stranita.. Il quadretto che stava alle loro spalle
aveva un
che di fantastico. Una ragazza, che sembrava poco più di una bambina,
attorniata da tre enormi bestie, che le facevano da cornice in modo
tanto
naturale da sembrare quasi appendici della ragazza stessa. Sembrava
eccitata
all’idea della battaglia che li attendeva l’indomani. Conoscevano
quello
sguardo, era lo sguardo di un predatore che chiude la sua preda
nell’angolo. Fu
proprio quello sguardo a dare coraggio persino a Usopp, Nami e Chopper,
i più
riluttanti alla battaglia.
-L’ultimo
turno di guardia lo faccio io.. vi sveglio mezz’oretta prima di
attraccare..-
disse ancora la ragazzina, guardando i suoi felini e interrompendo il
flusso di
pensieri della ciurma che la guardava in silenzio. –Coraggio! A nanna!-
concluse poi battendo le mani.
-Ehm..
sì,
ok! Sanji, Chopper! A voi il primo!
Svegliate Franky e Zoro tra due ore!- si riprese Nami, organizzando in
un lampo
il lotto dei turni.
-No!
Voi
andate a dormire! Ci pensiamo noi ai turni di guardia!-. la voce di
Raxha placò
prima del nascere le proteste dello spadaccino e del carpentiere.
-Ma
dovete
dormire anche voi! Siete solo tre, non potete fare il turno per tutta
la
notte!!- replicò il cecchino.
-Non
ti
preoccupare.. noi non abbiamo bisogno di dormire.. lo facciamo, ma non
ci dà
riposo.. quindi per noi non è un problema passare la notte in piedi!-
lo
rassicurò Trinidad.
-Insomma
se
lo hanno detto loro, sarà così, no? Grazie tante micetti!!- gongolò Franky cogliendo al volo l’opportunità di
saltare il turno di guardia.
-Kein Problem! Non c’è problema!- si
corresse poi la pantera nera, ricordandosi che loro non parlavano
quella
lingua.
-Ah!
Di
nuovo quella lingua! Che cos’è?- chiese Nami, che la riconobbe come la
lingua
che avevano sentito nel ricordo di Mir, con la differenza che ora non
la capiva
più.
-Robin
mi ha
detto che è una lingua antica.. di qualche popolo che abitava da
qualche parte
nel Nuovo Mondo.. non me l’ha insegnata nessuno.. la so e basta..
mah..-
rispose la moretta, cercando di ricordare quando avesse cominciato a
parlarla,
senza riuscirci.
-Già..
fui
molto colpita quando seppi che la capiva e la parlava.. pensavo che
quella
lingua si fosse estinta insieme al suo popolo..- disse Robin mentre si
avviava
verso la porta. –Curioso eh?- sorrise poi verso la navigatrice.
-Curioso
sì,
curioso!- rispose la rossa mentre seguiva la mora. –Mir, andiamo a
dormire,
vieni?- chiese poi guardando indietro da sopra una spalla.
-Arrivo
tra
dieci minuti! Il tempo di sistemare le ultime cosette con loro!-
sorrise la
mora più piccola, indicando i felini che le si erano portati alle
spalle.
-Bè
allora!!
Buonanotte mie piccole stelle!! E non vi preoccupate per domani!! Ci
sarà il
vostro Mr. Prince a proteggervi!! Mir, pasticcino, svegliami prima
degli altri,
che preparo la colazione!- cinguettò Sanji, aprendo la porta per
lasciar
passare le due ragazze e passando subito appresso a Nami, scansando
malamente
il cecchino, che le stava pochi passi dietro.
-Ehi!
Ma che
modi! Altro che Mr. Prince delle mie suole!- protestò il cecchino, per
poi fare
finta di niente fischiettando, non appena lo sguardo omicida del cuoco
lo
cercò. –Notte allora!-, disse in direzione del quartetto di guardia,
infilando
la porta.
-E
muoviti
tordo!! Il letto chiama! Notte giovani!!- Grugnì Franky, assumendo una
delle
sue pose strane.
-Yohohoh!!
A
domani fringuelli!! Ehi cammina! Ostruisci il passaggio!- fischiettò lo
scheletro, spintonando il cyborg.
-Ehi
piano
carcassa! Vado, vado!!- protestò il Cyborg.
-Notte
Mir!
Notte ragazzi! Eddai!! Non tappate la porta! Io ho sonno!!- piagnucolò
la renna,
facendo forza con le corna sul ‘tappo’ di latta.
-Notte!!-
si
limitò a dire Rufy, sbadigliando.
Zoro
ancora
più sintetico si espresse con un gesto di saluto della mano, chiudendo
la fila,
e la porta alle sue spalle dopo che il quartetto sul ponte aveva urlato
un
–Buonanotte!- di risposta all’unisono.
Mentre
scendevano verso le cabine, il capitano si affiancò a Zoro, in modo che
restassero leggermente indietro rispetto al gruppo di casinisti
davanti. Lo
spadaccino capì al volo, rallentando il passo, dopo aver visto la
faccia seria
dell’amico di gomma.
-Cosa
ne
pensi, Zoro?- mormorò guardando lo spadaccino. Il compagno si accorse
che
stavolta nemmeno lui l’aveva presa sotto gamba.
-Riguardo
alla battaglia o riguardo alla ragazzina?- chiese Zoro, cercando di
focalizzare
quello che preoccupava il capitano. Certo, Rufy teneva in gran
considerazione
quello che diceva Zoro. Ma che gli chiedesse consiglio così
direttamente non
era mai successo. Lo spadaccino pensò che questa volta Rufy aveva ben
presente i
suoi doveri di capitano.
-Entrambi..-
rispose cappello di paglia, guardando verso il gruppo rumoroso che
avevano
davanti.
-Pensavo
ti
fidassi di lei..-. lo spadaccino non lo pensava, ne era certo. Per il
suo
capitano il mondo era bianco o nero. Se quella ragazzina non fosse
entrata
nelle sue grazie non avrebbe avuto problemi a dimostrarlo, anzi.
-Mi
fido..
cioè.. non mi dà l’impressione che ci voglia morti.. insomma.. con quei
poteri..- tentò di spiegarsi il capitano.
-Capisco
cosa intendi. Non avrebbe avuto problemi a ucciderci tutti, qui. Ti
preoccupa
il fatto che tutto quello che sappiamo, sia su di lei che sulla
battaglia,
viene da quello che ci ha raccontato lei stessa? Pensi che menta?-
chiese Zoro,
stupito che Rufy avesse prestato così attenzione a quella ragazzina.
Tutti
sulla nave l’avevano osservata e ascoltata, ma si meravigliò che quel
pensiero
venisse proprio a lui, che era così ingenuo e sempliciotto.
-No.
Credo
che sia sincera. Non so dirti di preciso da dove mi viene. Ho come una
cosa
dentro. Forse perché vi coinvolgo in una cosa che non vi riguarda
personalmente.. insomma Ace è mio fratello. Voi..- mormorò incerto.
-Non
dire
sciocchezze.. non sarai preoccupato per noi, spero. Ci vorrà ben altro
per
metterci KO!- lo interruppe lo spadaccino. Bingo. Quello che Mir aveva
raccontato loro aveva messo in allerta il capitano. Ecco cosa lo
preoccupava.
Non era di quella ragazzina che non si fidava. Ma di se stesso.
-Ma
Zoro!
Non mi sento tranquillo.. Io non potrò combattere al mio meglio.. Mir
ha detto
che..-Protestò il capitano, per essere stato preso così alla leggera.
Possibile
che Zoro non capisse? No, lui capiva benissimo cosa intendeva. Quello
era solo
il suo modo per rassicurarlo.
-Lascia
perdere cosa ha detto Mir. Non puoi farti sempre in quattro per tutti e
per
tutto. Ti devi appoggiare a noi. Siamo qui apposta. Visto che ti fidi
di lei
hai sentito cosa ha detto? Andrà tutto bene..- disse poi, battendo una
pacca
sulla spalla del capitano. Ormai erano sulla soglia della cabina dei
ragazzi.
-Ok!-
il
sorriso era tornato su quella faccia di gomma. Zoro lo appoggiava. Era
fiducioso. E questo dava forza anche a lui. –Ehi Usopp!! Beccati
questa!- urlò
poi entrando nella cabina e lanciando una delle sue ciabatte in fronte
al
cecchino.
-Cosa?
Ahia!! Rufy che cavolo ti prende?? Vuoi la guerra?! Bene!! Beccati
questa
allora!- rispose il cecchino, lanciando un cuscino al capitano, ma
colpendo
Franky che già si stava per fiondare sulla sua amaca, scatenando così
un’epocale guerra di cuscini. Pochi minuti dopo tutti ronfavano esausti
in un
mare di piume. Zoro sorrideva steso sulla sua amaca. Sì, l’indomani ci
sarebbe
stato da divertirsi.
-Bè?
Che
vuoi? Perché non vai a dormire ragazzina.. tu ne hai bisogno, non sei
come
noi!- ringhiò Adam, quando la padrona si appoggiò al parapetto della
nave,
guardando il mare e l’isola ancora troppo lontana.
-Ovvio
che
non voglio niente, microcefalo!! Volevo solo lasciali parlare per i
fatti
loro.. dopotutto sono un’estranea! E questo è un momento delicato per
loro..
avranno bisogno di consultarsi, cose così.. e la mia presenza non è
certo uno
stimolo..- rispose a tono l’alchimista, girandosi verso di loro.
-Adam
sei il
solito grezzo!!- tuonò Trinidad a fianco a lui, alzandosi per andare a
strisciare la testa sulla spalla della padrona. –Bambina, sta una
decina di
minuti e poi vai a dormire. Non ti preoccupare, non ce li stai
trascinando tu..
guerra o non guerra sarebbero andati comunque su quell’isola. Hai
bisogno di
riposare.. stanotte c’è la luna calante.. sei fortunata.. ti
ricaricherai per
bene..- concluse guardandola con affetto.
-Levati
tutti quei gingilli.. questa nave è fatta interamente con il legno
dell’albero
del tesoro, non ti servono altri inibitori qui sopra.. la tua energia
si
disperde come niente.. avresti potuto levarli prima, avresti evitato di
disperdere energie inutilmente! Non sei nemmeno riuscita a piombare
come si
deve..- disse Raxha, guardando la nave.
-Già..
in
effetti senza inibitori sarà meglio.. li avrei comunque tolti domani..
non
penso ci sarà da giocare laggiù..- disse pensierosa voltandosi verso
l’isola.
Pian piano cominciò a sfilarsi gli anelli dalle dita, tutti tranne la
fede, e i
vari orecchini che teneva appesi alle orecchie, tre da una parte e
quattro
dall’altra, tutti rigorosamente in legno. Legno dell’Albero del Tesoro.
Certo,
non era come l’algamantolite per i possessori di frutti del diavolo, ma
comunque inibiva il potere abbastanza da essere controllato
automaticamente dal
suo corpo, senza che lei dovesse continuamente tenerlo sotto
costrizione.
-Che
c’è?
Che hai?- chiese la pantera nera, accortosi che la padrona era
pensierosa.
-Mh?
Non
so.. è come se stessi dimenticando
qualcosa.. la sensazione di non aver fatto bene qualcosa.. non lo so..
di non
aver considerato qualcosa di importante..- rispose lei, guardandolo.
-Mir,
accidenti! Non puoi fare tutto tu! Dragon e Barbabianca sono grandi e
grossi e
non sono degli stupidi! Hai avuto anche troppo da fare, da un mese a
questa
parte! Datti pace!- la rimproverò la pantera bianca. –E ora vai a
dormire!!
Fila!! E smettila di preoccuparti!- concluse, spingendola col muso,
proprio
mentre smaterializzava l’ultimo orecchino sul palmo della mano.
-Ok!
Ok! Ho
capito!! Notte!- grugnì lei mentre si avviava verso la porta, offesa
per non
essere stata presa sul serio.
-Notte!!-
le
sghignazzarono dietro i tre felini.
-Oh!
Finalmente hanno finito di fare chiasso quegli idioti!!- sbottò Nami,
infilandosi sotto le coperte. –Robin, senti.. cosa ne pensi? Di domani,
intendo.. pensi che sarà una catastrofe?- chiese poi preoccupata,
girandosi
verso l’archeologa che stava leggendo un libro sdraiata nel suo letto.
-No..
insomma. Mir è convinta che andrà tutto per il meglio.. anche se non ti
so dire
di preciso quale sia il suo concetto di “meglio”.. ma non ti
preoccupare. Lei è
tosta. Crocodile mi ha raccontato cose strabilianti su lei e su chi le
sta
attorno. E poi conta quello che pensiamo, no? Combattere dalla parte
che per
noi è quella giusta.. dopotutto Mir o non Mir, noi su quell’isola ci
dobbiamo
andare..- rispose la mora, chiudendo il libro.
-Già!!
Hai
proprio ragione!!- disse Nami, rincuorata dalle parole della compagna.
–Questa
volta è Rufy ad avere bisogno di noi.. e noi ci saremo senz’altro!-.
Robin era
fine nelle sue manovre persuasive. Si voltarono quando sentirono
bussare, e la
porta si aprì lasciando entrare il piccolo “generale”.
-Ciao
ragazze.. ancora sveglie?- sorrise la moretta sfilandosi le ballerine
dai
piedi.
-Ci
stavamo
giusto coricando..- rispose la rossa, -domani saremo in splendida
forma!- le strizzò
l’occhio.
-Già..
sarà
meglio.. ragazze, sentite.. cercate di non strafare domani. Se vedete
che per
voi è troppo, alzate i tacchi.. il lavoro non resterà incompiuto!-
titubò la
più piccola.
-Non
ci
sottovalutare! Siamo tosti! E ora a nanna!- esortò l’archeologa, mentre
Mir si
era messa una maglia larga a mo’ di pigiama e si era stesa sul divano.
-Ah
ah!Era
così per dire.. notte!!- rispose la moretta ridendo.
-Notte!-
risposero in coro le altre due
allettate.
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Capitolo 11 *** Kapitel Elf ***
-Ragazzi
sveglia!! È pronta la colazione!! Alzatevi e risorgete!!- urlò Mir,
entrando
nella cabina dei ragazzi seguita da Adam. Ma il suo richiamo ebbe
effetto solo
sul capitano, che si alzò di scatto.
-Mh??
Pronto? Ma è ancora buio fuori!- protestò il ragazzo di gomma,
guardando fuori
dall’oblò mentre si strofinava gli occhi.
-Lo
so.. ma
abbiamo già calato l’ancora! Sanji è ai
fornelli da un’oretta e Nami e Robin sono già a tavola.. sono le sei e
mezza!
Ma che devo fare per svegliare pure questi??- chiese più rivolta a sé stessa che al capitano.
-Ci
penso
io!- disse la pantera nera ghignando, -vuoi vedere come si alzano?
ROARRR!!- un
ruggito rimbombò per la stanza, talmente potente da far vibrare i vetri
tondi
degli oblò.
-Ahh!!!-
urlarono all’unisono Usopp, Chopper e Brook saltando in piedi come
delle
schegge, seguiti da Franky, mentre Zoro cadde dall’amaca, più per
l’urlo dei
compagni che per il ruggito, piantando la faccia sul pavimento.
-Ehi!!
Ma
che modi!!- gracchiò lo spadaccino, con la voce ancora impastata dal
sonno,
mentre i tre urlatori cercavano di riprendersi dal mezzo infarto che li
aveva
colti.
-Toh!
Avevi
ragione.. si sono alzati..- commentò placidamente la ragazzina, rivolta
al
felino. –Ragazzi la colazione è in tavola!- informò poi gli infartuati,
facendoli riprendere di colpo e schizzare verso la cucina dietro a
Rufy,
seguiti da Zoro che non aveva intenzione di restare a secco proprio
quella
mattina. Franky e Mir si avviarono tranquillamente verso la cucina,
senza
scannarsi ulteriormente, seguiti dalla pantera.
-Senti,
Franky.. avrei un favore da chiedere.. avresti un tubo di ferro? Non
troppo
grosso, vuoto, di questa lunghezza..- disse alzando i pugni e
allineandoli a
una ventina di centimetri uno dall’altro.
-Uhn?
Sì
certo.. ma a che ti serve vuoto e di quelle dimensioni? Lo vuoi
rifinito?-
chiese il cyborg non capendo lo scopo di un oggetto del genere.. di
certo non
lo poteva utilizzare come cannocchiale..
-No
non sono
necessarie le rifiniture.. basta un tubo qualsiasi. Mi serve nel
combattimento
corpo a corpo.. lo vedrai quando lo userò.. niente di che.. solo che
non posso
consumare tutti i poteri nel combattimento in piazza..- sorrise la
moretta,
aprendo la porta della cucina.
-Ok..
poi te
lo porto- disse il carpentiere seguendola dentro, -adesso sotto!! O
rimaniamo a
stecchetto!! Geronimoo!!!- urlò fiondandosi nella mischia della
colazione, che
nonostante l’ora era più movimentata del solito.
Dopo
dieci
minuti erano tutti sdraiati sulle sedie con le pance piene. La tensione
della
sera prima era svanita come per incanto. Decisamente, non vedevano
l’ora di
buttarsi nella mischia.. Rufy non stava più nella pelle all’idea di
avere suo
fratello a portata di mano e di poterlo tirare fuori dai guai.
-Mir!!-
il
ruggito che proveniva dal ponte fece alzare tutti dal tavolo.
-Che
c’è?-
chiese l’interpellata, uscendo sul ponte, tranquilla.
-La vedetta è lontana ormai.. ha girato il
promontorio laggiù.. lascia scendere la nebbia.. è ora di montare sulle
barcacce.. saranno le sette ormai- disse la tigre bianca, guardando
quel poco
di cielo che si intravedeva in mezzo al muro lattiginoso.
-Ottimo.. ok allora.. ragazzi.. preparatevi!!
Si scende!- disse poi concitata alla ciurma, mentre Sanji già si
avviava verso
la cucina.
-Caspita
che
nebbia.. è opera tua?- chiese Nami, quasi certa che fosse impossibile
una
nebbia tale dopo il clima della sera precedente.
-Sì..
la
luna era particolarmente luminosa stanotte.. sarebbe stato rischioso..
eravamo
troppo scoperti..- disse la ragazzina dirigendosi verso il boccaporto.
–Come ci
dividiamo?- chiese poi, guardando prima il capitano, poi la navigatrice.
-Allora..
facciamo così.. io prendo il Waver. Robin, Usopp, Chopper, Brook, voi
sulla
Mini Merry. Zoro, Rufy, Franky, Sanji e Mir, sulla scialuppa che aveva
Mir
quando l’abbiamo raccolta. Non ti preoccupare, con loro ai remi sarete
veloci
almeno quanto gli altri.- disse guardando la ragazzina -Ma.. voi? Dove
vi
infilo? Siete enormi!- concluse la rossa, guardando i tre felini
mastodontici.
-Ah!
Loro
lasciali perdere! Li rinchiudo e li richiamo sulla spiaggia..- disse
Mir aprendo
la porta a Sanji che tornava sul ponte erboso, con i cestini del pirata
in
mano.
-Ok
allora..- concluse Nami soddisfatta, tirandosi una ciocca di capelli
dietro
l’orecchio.
-Ok
una
grandissima mazza!! Perché noi ai remi??- sbraitò lo spadaccino, come
al solito
poco incline da farsi usare come bestia da soma.
-Dai
Zoro..
andiamo.. non c’è tempo di discutere.. faremo tardi!- protestò il
capitano,
facendo muovere immediatamente lo spadaccino.
Una
volta
piazzati ognuno al proprio posto Mir richiamò i felini, che sparirono
così come
erano apparsi, e saltò leggera sulla scialuppa, come se l’aria bastasse
a
sorreggerla.
-Andiamo!
Gli altri sono già partiti!- disse poi sorridendo verso i rematori.
Oltre
lo più
rosee aspettative, l’intera ciurma, più l’ospite, sbarcò sulla spiaggia
dopo
poco più di un quarto d’ora.
-Cavolo!
Certo che ci date dentro con i remi!- disse guardando i suoi compagni
di
traversata, che mandavano maledizioni al capitano a tutta randa.
-Ci
prendi
in giro?? Questo ha cercato di ucciderci!- sbraitò Franky tirando la
guancia
del capitano e mollandola di colpo. Lo schiocco della gomma che
ritornava fece
saltare Usopp.
-Che
succede?!- saltò il cecchino come una molla.
-Calma,
cuor
di leone! Se cominci così parti già fregato!!- lo rimboccò il cuoco,
ridacchiando del suo grande coraggio.
-Taci
tu,
Sanji the molester!!- rispose piccato il cecchino.
-Basta
voi
due!! E venite qui!! Tra un po’ ci dividiamo!!- li riprese la rossa da
lontano.
I due non esitarono a eseguire l’ordine e ad avvicinarsi al gruppetto,
mentre
Mir richiamava le sue “bestiole”.
-Ok
allora..
Nami!- cominciò l’alchimista, -guarda laggiù! Vedi quel sentiero in
mezzo agli
alberi?- chiese allungando un braccio e indicando un punto in mezzo
alla
vegetazione folta, che sostituiva la sabbia poche decine di metri più
avanti.
-Sì,
cert..
ma aspetta un secondo! Questo è.. è..- non riusciva a esprimere il
pensiero.
Lei aveva già visto quella spiaggia, quel bosco, persino quel sentiero.
Tutti
loro l’avevano già visto. Ma se ne accorsero solo in quel momento,
seguendo il
dito puntato della ragazza. Era la spiaggia che avevano visto nel
ricordo di
Mir. Ironia della sorte. L’isola che lei stessa aveva salvato
dall’annichilimento, ora faceva da appoggio per l’esecuzione di una
persona che
voleva salvare. Ora, in quell’isola, tornava a rischiare la vita. Ecco
perché
conosceva così bene quell’isola. Non poteva certo averla dimenticata.
Alcuni
di
loro si guardavano intorno spaesati. Avevano riconosciuto l’isola, era
evidente.
-Sì..
è la stessa
isola che vi hanno fatto vedere nel mio ricordo. E Amber è la cittadina
che è
sorta dove stava la tenuta della famiglia che ho sterminato. Come
monumento
vivente al ricordo della tragedia. Tsk.. che ridere.. un monumento in
onore di
quegli schifosi. Sengoku ha dato proprio il massimo!- concluse amara,
spiegando
alla ciurma. –Comunque.. tornando a noi.. seguite quel sentiero. Ma
fate
attenzione.. Nami! Potrebbe essere coperto dalla vegetazione. Saranno
anni che
nessuno lo usa. Ci metterete di più di quanto avete visto nel ricordo
perché io
quella volta ho tagliato fuori dal sentiero. Appena lo trovo vi mando
Boocha..
vi aiuterà con l’orientamento, in caso ne abbiate bisogno.. tra
un’oretta di
cammino dovreste arrivare ad un bivio. Prendete a sinistra. Vi
ritroverete
precisamente all’entrata sud di Amber. Ragazzi.. questo è tutto.. mi
raccomando.. siate discreti!- concluse mentre Robin l’abbracciava, per
salutarla.
–Mi
raccomando a te, piuttosto! Cerca di non strafare, bocconcino mio!-
svolazzò
Sanji, abbracciandola a sua volta.
-Allora
la
finiamo con le smancerie?! Ci dobbiamo rivedere tra due ore!! Forza
andiamo!-
Si lamentò lo spadaccino, imboccando la direzione all’esatto opposto di
quella
che gli aveva appena indicato l’alchimista.
-No
ma
dico!! Diffidi di me così tanto da prendere la via opposta a quella che
ti
indico??- esclamò stupita la moretta.
-No,
Mir,
non ti preoccupare! È solo che lui ha un senso dell’orientamento
veramente
pessimo!- intervenne il capitano, biasimando il suo vice, -Zoro!
Sciocco!! Per
di qua, dobbiamo andare!!- urlò dietro alla testa verde, correggendo
leggermente la direzione rispetto a quella presa dallo spadaccino, ma
ancora
ben lontano da quella indicata dalla loro guida.
-Santo
cielo!! Kann Ich nicht glauben! Habe Ich es ihr gerade gesagt! Vielleicht, hab’
ich nicht!? (1)- chiese
basita la moretta, rivolta alla tigre.
-Doch!
Wir auch! Wir haben gehört! Was für eine schlechte Orientierung!! (2)- esclamò sconcertata Raxha, spiegandosi
poi verso i rimanenti membri della ciurma, -ma che razza di pessimo
senso
dell’orientamento hanno??-.
-Non
me ne
parlare!!- disse Nami sconsolata. –Razza di idioti!! dove cavolo
andate?? Dalla
parte opposta cretini!!- sbottò poi verso i due avventurieri.
-Incredibile,
eh?- disse la piccola renna, scuotendo la testa assieme ad Usopp.
-Ehi
medico!
Fossi in te li studierei! Devono avere qualche strano disturbo!-
commentò
stupefatto Trinidad.
-Sì,
la CSA!
Cretinite spasticoacuta!- infierì il cuoco, accendendosi una sigaretta.
-Altro
che
balle!!- commentò Adam, fine come la carta vetrata.
-Ho
capito!
Ho capito!! Andiamo! Cercate di non perdervi!- brontolò lo spadaccino,
afferrando il capitano per il giacchetto e incamminandosi dietro Nami.
-Ma
che
razza di faccia tosta!! Pensa te!!- gracchiò Usopp, facendo un segno di
saluto
verso i quattro che restavano sulla spiaggia.
-A
dopo!-
urlò Mir verso il gruppo che man mano entrava nel bosco. –Raxha! per
favore,
portami al porto. Tu hai mangiato più di loro.. voi andate a caccia..
poi vai
anche tu! ci troviamo tra due ore sulla terrazza panoramica alla piazza
principale di Amber! Ragazzi, anche voi! Puntuali! Adam, non vorrai che
mandi
Boocha a cercarti, vero??- punzecchiò poi la pantera nera.
-Cosa?
Quello scemo pagliaccio?? Non ci provare!- urlò mentre si allontanava
seguendo
Trinidad, che già era scomparso in direzione della città più vicina.
-Bene!
ora..
Raxha, andiamo. Dovrebbero già essere qui. O almeno spero..- disse
l’umana,
sospirando.
-A
quale
porto? Tanto con la faccia tosta che hanno saranno sicuramente
ormeggiati in
bella vista.. tutti quanti..- rispose sconsolata la tigre. –Piuttosto..
Du? Wie gehet’s dir? (3)- continuò,
leggermente preoccupata, vedendo che la padrona ancora non connetteva
al
massimo delle sue capacità.
-Gut..
sehr gut.. nur ein wenig müde.. das ist irgendiwie auβergewöhnlich..
hab ich so
viel Erinnerungen hier.. aber hass ich diese Insel.. kann ich nicht
mich
erklären.. (4) comunque.. saranno sicuramente nel porto più
grande dell’isola..
esibizionisti.. andiamo a Port Ruby.. vedrai che li becchiamo là…-
disse
salendo in groppa al felino, che partì non appena la ragazza si fu
saldamente
aggrappata.
TOC!
TOC!
TOC!
-Avanti!-
urlò l’uomo seduto a capotavola, interrompendo il discorso.
-Grand’ammiraglio
Sengoku! Perdonate il disturbo! Porto gli aggiornamenti che
aspettavate!- disse
il marine, mettendosi sull’attenti.
-Non
ti
preoccupare.. dimmi, anzi dicci tutto!- lo esortò il suo superiore,
accompagnato con un gesto della mano.
Il
marine
era agitato. Era solo un semplice tenente, e si trovava a parlare non
solo di
fronte al Misericordioso in persona, ma anche ai 5 Astri di saggezza e
alcuni
dei leggendari membri della flotta dei Sette. Solo due, in vero: Gekko
Moria e
Marshall D. Teach. –Signore! Barbabianca, al secolo Edward Newgate, ha
appena
gettato l’ancora a Port Ruby, con tutta la sua flotta! Ma non è solo,
signore..
al suo seguito viaggiava un altro dei Quattro Imperatori, con la sua
ciurma..
Shanks il Rosso!- concluse titubante.
-Shanks
il
Rosso? Guarda guarda.. e bravo Barbabianca.. s’è portato i rinforzi..
bene!
Tanto meglio! E degli altri che aspettavamo? Che mi dici? Novità?-
chiese il
Buddha, per niente turbato dal fatto che il vecchio Barbabianca non
fosse
venuto di certo accompagnato da qualche tirapiedi di poco conto.
-Signor
no,
signore! La nave di vedetta non ha avvistato né Monkey D. Rufy, né
tantomeno la
sua ciurma o la nave!- rispose al volo il tenente.
-Bè..
poco
male.. un paio di moscerini in meno.. sono giovani.. ci sarà tempo di
sistemare
anche loro..- rispose pensieroso il grand’ammiraglio, sorseggiando una
tazza di
tè. –Eccellente questo the!- sospirò poi soddisfatto.
-Eh
no! Poco
male un corno! Sengoku! Hai già dimenticato
cosa hanno fatto a me e alla mia nave?!- sbottò Moria, battendo
il pugno
sul tavolo e facendo tintinnare tutte le porcellane che vi erano
appoggiate
sopra.
-Cosa
c’è,
Moria? Cerchi protezione da un lattante dietro la sottana del governo?
Non sono
certo stati loro a venirti a cercare! Fatti tuoi se non ti sai
gestire.. cosà
devo fare più che garantirti l’impunità per tutto quello che combini?
Vedi di
arrangiarti, per una volta!- rispose Sengoku, irritato dal rumore della
tazze.
–Grazie, ragazzo! Puoi andare. Torna al più presto se ci sono novità!-
disse
poi, congedando il tenente, che dopo aver salutato con un –Agli
ordini!- lasciò
la stanza silenziosamente.
-Ah
ah ah!
Tu dici che non ci sono problemi, se il vecchio s’è portato dietro gli
amici?- tuonò Barbanera, al fianco di
Gekko Moria.
-No,
certo
che no.. dove vuoi che scappino?!- sorrise Sengoku serafico.
-Mah!
Sarà
da vedere!- rispose scettico l’ultimo arrivato, che però conosceva fin
troppo
bene la potenza del loro nemico. –Piuttosto.. gli altri cinque dove
sono?-
chiese, guardando le sedie vuote, che avrebbero dovuto occupare i suoi
nuovi
colleghi.
-Boa e Jinbe rifiutano di partecipare alle sedute,
come al solito. Doflamingo arriva più tardi. Mihawk e Orso.. bè.. ho
pensato
sarebbe stato meglio non avvisarli, ecco. Sai, per la moglie di Mihawk.
Lui non
vuole dire una parola a riguardo, ma sono certo che sia lei che la sua
organizzazione non staranno con le mani in mano.- concluse vago Sengoku.
-Scusa,
ma
non ti seguo. Moglie? Quale moglie? Di cosa, anzi di chi stiamo
parlando??-
chiese spiazzato Barbanera, ingollando il suo Whiskey.
-Ovvio,
tu
non potevi saperlo! Non è certo di dominio pubblico. Dio è rimasto solo; come
succede a tanti, non ha saputo resistere alla tentazione e si è preso
un'amante: sai chi? Lei Lilith, la diavolessa! E questo è stato uno
scandalo
inaudito. L’ennesima provocazione di quell’uomo per me e per il Governo
intero. La conosci di certo. So da fonti
sicure che tiene da molto tempo contatti tra Barbabianca e Dragon. È
Mir
Calliope Black, o Nephtys, o Luna Nera, come la conoscono i più!- disse
Sengoku
con una smorfia, dovuta al comportamento come al solito poco ortodosso
di Occhi
di Falco. Sembrava proprio che facesse di tutto per provocarlo.
-Capisco..
bene! Allora non ci resta che aspettare!- acconsentì il destinatario
della
rivelazione, leggermente scioccato dalla notizia. Conosceva bene la
ragazzina
in questione. L’aveva persino vista all’opera un paio di volte. Il
fatto che ci
potesse essere di mezzo lei non lo tranquillizzò affatto, anzi.
Cominciò ad
avere la netta sensazione che la
situazione
stesse prendendo un strana piega. Ma decise di tacere, riempiendosi di
nuovo il
bicchiere con il liquore ambrato.
-Ehi,
no, ma
dico!! È proprio necessario tutto questo?!- chiese Zoro all’ennesimo
capitombolo di Rufy, dovuto all’ancor più ennesimo capitombolo di
Usopp,
indicando le corde che li legavano attorno alla vita.
-Se
voi
stupidi idioti aveste un minimo, non dico tanto, ma un minimo di senso
dell’orientamento no, che non sarebbe necessario!- tuonò la rossa in
tutta
risposta.
-Fratellino,
se vi perdiamo qui in mezzo vi perdiamo per sempre! Non vedi quant’è
fitta
questa foresta?!- intervenne Franky appoggiando la rossa, non potendo
difendere
l’indifendibile.
-Ehi
il mio
senso dell’orientamento è giusto! Siete voi che vi perdete di continuo!
È
un’ora che camminiamo e ancora niente bivio! Questo albero l’ho già
visto tre
volte!- rispose lo spadaccino alterato.
-Tu
non
troveresti i tuoi piedi nemmeno seguendone la puzza! La foresta è piena
di
alberi come quello, citrullo!- disse il cuoco poco più indietro,
scatenando
l’ira funesta del compagno.
-Che
hai
detto, riccio capriccio?! Pensa per te che trovi la strada solo se
senti odore
di f..- rispose lo spadaccino su tutte le furie, venendo interrotto
appena un
nanosecondo prima di concludere la sua volgarità.
-Piantatela
voi due!- sbraitò la rossa, che già aveva capito dove sarebbe andata a
parare
la frase di Zoro. –Eccotelo il tuo bivio, sleepyman!- disse rivolta
allo
spadaccino, indicando una biforcazione di quello che una volta era
stato il
sentiero.
-Eh?
Ah ci
siamo allora! Sapevo che era da questa parte!- rispose trionfante lo
spadaccino, che si sarebbe fiondato dalla parte opposta se non fosse
stato per
la corda che lo legava a Usopp, che per lo meno si orientava un minimo.
GROWLLL!!
-Oddio,
che
è?!- biascicò tremando il cecchino.
-Niente,
Capitan Coraggio! È solo lo stomaco di Rufy che gorgoglia!- lo
punzecchiò il
carpentiere.
In
effetti
il capitano era ancora steso a faccia in giù nella terra. Morto, si
sarebbe
detto, si non fosse stato che parlò per dire –Sanji!! Ho fame!!
Mangiamo il
cestino del pirata! Ormai è un’ora che camminiamo!-.
-In
effetti
non ha tutti i torti! Anche io ho un buco nello stomaco.. yohohoh! Si
fa per
dire, ovviamente! Io lo stomaco non ce l’ho!!- intervenne il musicista,
in
difesa del capitano. Sanji guardò interrogativo il capo spedizione,
ovvero
Nami.
-Che
ne
dici, dolce Nami? Facciamo una sosta?- chiese, vedendo che la
cartografa
guardava verso il bivio. Più che verso il bivio verso un cartello in
legno, che
doveva avere una certa età ormai. Ancora indicava la direzione per il
maniero
dei Draghi celesti. “Almeno dodici anni!”, pensò Nami, facendo due
conti.
-Nh?
Scusa
Sanji, che hai detto?- chiese sentendosi chiamare.
-Facciamo
una pausa per mangiare! Siamo stanchi!- pigolò il piccolo medico,
tirando un
lembo della gonna della rossa.
-Sì,
facciamola! Veloci però!- acconsentì la rossa, prendendo il suo cestino
e
tornando a guardare il cartello.
-Che
hai,
navigatore?- chiese Robin, girando lo sguardo vero dove era diretto
quello
della compagna. –Ah! Accidenti! Deve essere ben vecchio! Aveva detto
giusto
Mir! Sono anni che nessuno passa di qua!- esclamò dopo aver letto
l’indicazione.
-Già..
fa
uno strano effetto, leggere il nome di un posto che non c’è più..
strano
davvero.- rispose Nami. Nemmeno lei si capiva. Si ritrovò
improvvisamente
inquieta.
-Ehi
ragazzi, sentite.. ma siamo sicuri che non se la sia svignata? Mir
intendo..
dopotutto ci ha portati fin qua e poi è sparita accampando scuse.. non
si è
visto nemmeno il falco.. ha detto che ce lo avrebbe mandato!- chiese
pensieroso
il cecchino, a cui cominciavano a sorgere tutti i dubbi del mondo,
spezzando il
silenzio. Zoro tacque, guardando il riso nel suo cestino.
-Mmma
ddai,
Usopp!! Che dici!- rispose titubante il medico, -ha detto che ci
avrebbero
aiutato!-. non era sicuro nemmeno di aver convinto sé stesso.
-Infatti..
ha detto..- riprese il cecchino. Era stano come quel dubbio non li
avesse
sfiorati finché l’avevano avuta davanti, finché sentivano la sua voce.
Era come
risvegliarsi dal dormiveglia. La sua presenza inibiva i loro spiriti
critici,
non potevano far altro che crederle. Bastava anche solo ripensare alla
sua voce
per riprovare quella sensazione di piacevole intorpidimento. Era come
la
morfina, piacevole, ma letale.
-Io
mi fido
di lei!- disse il capitano, sorprendendo tutti. –Zoro no, ma lui è
diffidente
per natura!- concluse poi mettendosi a ridere e scatenando un giro di
frecciatine a carico della diffidenza innata dello spadaccino. Rufy era
la
panacea per tutti i brutti pensieri.
-E
basta!
Finite di mangiare, lumache! È ora di rimettersi in cammino!- si stizzì
lo
spadaccino.
-Ed
è pure
permaloso il ragazzo!- infierì il cuoco, alzandosi e facendo il giro
per
raccogliere i cestino ormai vuoti. –Questi li lasciamo all’ingresso
della
città. Li riprendiamo all’uscita!- sorrise strizzando l’occhio alla
navigatrice, per rassicurarla, avendola vista particolarmente
pensierosa.
-Bene
allora! In marcia!- urlò il capitano, partendo deciso lungo il sentiero
di
destra e trascinandosi appresso il
cecchino e lo spadaccino, ancora legati a lui dalla corda.
-A
sinistra
Rufy!! Razza di scimunito!!- gli urlò dietro la rossa, non appena
quello
imboccò il sentiero di destra.
-Ah
già!!-
disse quello tornando sui suoi passi. –Ma ne sei proprio certa?- chiese
sfacciato, mentre passava davanti alla navigatrice.
-Fila!!-
urlarono in coro i membri orientati
della ciurma.
.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,...,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,...,.,.,.,.,.,.,,..,.,.,.,.,.,.,.,,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,.,...,
Salve a tutti... ecco le
traduzioni.. mi dispice doverle mettere qui in fondo, sono abbastanza
scomode da consultare!! entschuldigung!! =))
(1) -non ci posso
credere! gliel'ho appena detto! non l'ho fatto, forse?!-
(2) -certo! anche noi abbiamo sentito! ma che razza di senso
dell'orientamento!-
(3) -Tu? come stai?-
(4) -bene.. molto bene.. sono solo un po' stanca.. è in qualche modo
irreale.. ho tamtissimo ricordi qui, ma odio quest'isola.. non mi so
spiegare...-
penso che non mi
lancerò più in così tanto tedesco XD!! ho quasi consumato le pagine del
dizionario :-P
Un grazie a chi ha letto fin qui,
spero di non deludere con il continuo della storia!!
Grazie!! =3
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Capitolo 12 *** Kapitel Zwolf ***
Camminarono
meno del previsto. Nemmeno tre quarti d’ora. Quando Usopp cominciò a
lamentarsi
che era stanco di rami e sterpaglie, si ritrovarono all’improvviso
catapultati
nella luce accecante del sole. Dall’interno della foresta si erano
accorti che
era sorto il sole ormai, ma di certo non potevano avere idea che la
giornata
fosse tanto splendida. I rami creavano
una tettoia troppo fitta per vedere una porzione di cielo sufficiente a
diagnosticare il tempo.
-Accidenti,
che bella giornata! Sembra una presa in
giro!- disse Nami, schermandosi gli occhi dai raggi troppo potenti,
imitata dal
resto del gruppo.
Appena
i
loro occhi si abituarono alla luce, poterono vedere davanti a loro la
cittadina. Costruita in stile medievale, a poche decine di metri da
loro si
estendeva un lungo muro di cinta, di cui non vedevano le estremità.
Sulla loro
destra stava un arco. Ecco la porta sud di cui aveva parlato Mir. Ma
nessuno di
vedetta. Possibile che lasciassero sguarnita una delle entrate alla
città?
-Fiuuu!!
E
tutto questo era terreno di una singola villa?- domandò il cecchino
stupito.
Nemmeno la villa di Kaya, la più grande del suo villaggio natale
arrivava a
tanto.
-I
soldi non
mancano di certo ai nobili mondiali..- rispose il carpentiere, come se
il
nasuto avesse detto la cosa più ovvia del mondo.
-Già..
incredibile, vero? Hanno riprodotto fedelmente lo stile di secoli fa..
non si
direbbe che la città abbia solo poco più di una decina d’anni di vita!-
disse
Robin, riconoscendo immediatamente lo stile architettonico.
-A
me sembra
un comunissimo muro di cinta!- esordì lo spadaccino, mentre si
scioglieva dalla
vita la corda. Decisamente non ci trovava nulla di così speciale.
-Zoro
la tua
ignoranza è pari solo alla tua pigrizia!- commentò il medico, mentre
aiutava
Rufy a liberarsi a sua volta dalla corda.
-Ehi!-
disse
il cuoco. Possibile che andasse in difesa dello spadaccino? –Hai per
caso
scordato la sua diffidenza? Direi che è una lotta alla pari..- commentò
poi,
tornando ai suoi modi ostili verso il compagno.
-La
finiamo
con le fesserie?! O volete che vi affetti!?- sbraitò la testa verde,
mettendo
mano alle sue spade.
-Piuttosto..-
intervenne lo scheletro, -sarebbe quella la porta sud? Curioso.. c’e
una lastra
con un incisione..- disse avviandosi verso l’arco per leggere meglio.
–“Amber.
Che gli dei del mare continuino a proteggerci.” Ma che razza di frase
è?-
chiese al vento.
-Continuino!
Ecco dove avevo sentito quel nome, Amber!- scattò Nami, -da piccola mi
raccontarono la storia di una città sorta grazie al sacrificio dei
nobili
mondiali. Si dice che gli dei del mare apprezzarono tanto la buona
indole dei
nobili che vivevano dove sorge quella città, da salvare l’isola intera
da uno
tsunami che la stava per sommergere. Tsk! Pensano che siano stati gli
dei del
mare a fermare il Royal Call, dodici anni fa!- raccontò concitata.
-Mpf!
Dei
del mare.. la gente è proprio stupida a volte!- biascicò lo spadaccino,
scettico come al solito in caso di divinità.
-Bè
in
effetti, non sapendo chi c’era dietro, è più che naturale pensare una
cosa
simile!- disse il cuoco, ripensando all’onda che si erano visti correre
incontro con gli occhi di Raxha. –Pensate che spettacolo tremendo per
la povera
gente dell’isola!- concluse, mentre gli altri annuivano.
-Non
c’è
nessuno di guardia?!- domandò all’improvviso il capitano, richiamando
l’attenzione dei suoi compagni.
-Già..
strano.. che siano tutti concentrati nella piazza principale? Dove
sarà? Mir
non ci ha dato nessuna indicazione a riguardo..- disse la cartografa,
scrutando
oltre l’arco. –Beh.. tanto vale entrare.. ormai siamo qui!- disse poi
incamminandosi.
-Verosimilmente,
in città del genere, la piazza sta dove c’è il campanile più alto..-
disse Robin
dietro di lei, alzando lo sguardo sui profili dei palazzi. –Bingo!!-
disse
indicando una torre che svettava tra i
bassi edifici in pietra.
-Ok,
allora.. dirigiamoci verso il campanile. Voi due!! Cercate di non
perdervi,
chiaro?!- urlò al capitano e al suo vice, che si incamminarono dietro
di loro,
prima del resto della ciurma, in modo da poter essere tenuti d’occhio.
Dopo
una
decina di minuti di camminata, in cui stranamente non incrociarono
nessun
Marine, arrivarono finalmente alla piazza principale. Non potevano
sbagliare.
Era proprio lei. Primo perché la piazza, circondata da edifici bassi e
dall’aspetto antico, era a forma di ventaglio. Ovviamente il segnale
non fu la
forma della piazza. All’apice del ventaglio era stato montato un
patibolo
rialzato, in modo che potesse essere visto da tutti i presenti. Dietro
il
patibolo era stata allestita una tribuna, a forma di semicerchio, con
poltrone
ricoperte in velluto rosso. Potevano vederselo esattamente davanti a
loro.
Secondo, perché ora sapevano dove stavano tutti i marine dell’isola.
Concentrati in quella piazza, mescolati con i cittadini. Erano
veramente una
marea. Tanti da riempire la piazza davanti a loro. Pessimo inizio.
Perlomeno
però, erano ancora nascosti all’ombra di uno dei palazzi. Decisero di
salire
sulla terrazza del palazzo a fianco a loro, a cui si accedeva da una
scala
abbastanza riparata. Mentre salivano le scale sentirono i tamburi
rullare.
Si
girarono
verso la tribuna, e videro che alcune persone stavano prendendo posto.
Riconobbero subito alcuni di loro: Drakul Mihawk, Orso Bartholomew,
Gekko Moria
e persino l’uomo che Rufy Zoro e Nami avevano incontrato a Jaya, prima
di
andare sull’isola nel cielo, e che li aveva inseguiti fino alla Knock
Up Stream.
Dopo di loro, altre persone che portavano una specie di bolla attorno
alla
testa –Draghi Celesti!- disse Franky, più alti gradi della Marina, tra
cui
riconobbero il Sengoku che avevano visto nel ricordo, –E i 5 Astri di
saggezza..- mormorò Robin.
Alla
seconda
rullata, i tre ammiragli della marina fecero il loro ingresso, ma
direttamente
sul patibolo, seguiti dal condannato stesso, Portuguese D. Ace, in
manette, e
dal boia, dietro di lui.
-Ah!-
esclamò Rufy, una volta che furono arrivati sulla terrazza. Davanti a
loro lo
spettacolo era degenerato. Tra gli applausi della folla, Sengoku aveva
cominciato un discorso in cui parlava dei capi d’imputazione per cui il
prigioniero era stato condannato a morte. Ace intanto era stato
sistemato sulla
gogna. Dalla sua faccia, per nulla preoccupata, si sarebbe potuto
pensare che
fosse certo che Barbabianca avrebbe mobilitato un esercito per salvarlo
da
quell’impiccio. Il boia si portò al suo fianco.
-Hai
qualcosa da dire, ragazzo?- gli sussurrò, mentre Sengoku procedeva col
suo
discorso, trasmesso dagli altoparlanti.
-Sì,
mi
daresti una grattatina dietro al collo? Questo legno pizzica da
morire!- chiese
lui, come se non capisse in che pasticcio si
trovava.
-Ah
ah!
Ragazzo sei forte! Sarà un peccato!- disse il boia, grattandogli il
collo per
davvero.
-Grazie,
amico! Mi ricorderò di te!- sorrise il moro, sollevato dalla grattata.
-E
ultimo,
ma non meno importante, un riconoscimento ufficiale a colui che ha reso
possibile la cattura di questo criminale! Marshall D. Teach! Il neo
assunto
dalla flotta dei sette!- concluse Sengoku, allungando un braccio verso
l’uomo
di Jaya, che si alzò salutando la folla, per poi riaccomodarsi pochi
secondi
dopo, tra gli applausi.
-Cane!!-
ringhiò Ace tra i denti, sentendo pronunciare il nome. Li aveva alle
spalle.
Poteva vedere solo la folla. E la terrazza panoramica. Fu un colpo
d’occhio e
li vide, guardando dritto davanti a sé. Quel cappello era
inconfondibile.
Quello stupido di suo fratello si era buttato da solo nella fossa dei
leoni.
Per lui. Ma che diavolo gli saltava in mente?! E la sua ciurma!?
L’aveva
seguito. Ma erano tutti matti su quella nave??
-Merda!!-
ringhiò stavolta abbastanza forte da farsi sentire dagli ammiragli che
si
voltarono a guardarlo.
–Bene! Si dia inizio all’esecuzione!- ordinò
il Misericordioso. Il boia alzò l’ascia. Partì il terzo rullo di
tamburi.
-Niente
di
personale ragazzo!- disse l’uomo guardandolo. La folla trattenne il
fiato per
qualche secondo.
-Razza
di
imbecilli!- urlò Ace. Ma sul patibolo non fecero in tempo a capire a
cosa si
riferisse il condannato. Un proiettile esplosivo colpì in piena fronte
il boia,
facendolo cadere dritto disteso a fianco alla gogna. Sulla piazza
piombò il
silenzio più totale. Tutti cominciarono a guardarsi intorno.
-Mitico
Usopp!! Che mira!! Da quaggiù l’hai preso proprio in fronte!!- strepitò
la
renna, estasiata dallo spettacolo.
-Ma
è ovvio,
mio piccolo amico, devi sapere che posso colpire una moneta a 500 metri
di
distanza guardandone il solo riflesso allo specchio, e per di più..-
cominciò
il cecchino, il cui flusso di balle non si interrompeva nemmeno in
situazioni
del genere.
-Bel
lavoro
Nasop!!- commentò la cartografa, osservando il risultato ottenuto dal
nasuto,
mentre gli altri annuivano soddisfatti.
-Gran
bel
tiro fratellino!!- battè le mani il carpentiere.
-Ciao
Aceee!!!- urlò Rufy sventolando la mano. Sulla piazza era calato il
gelo. Il
silenzio era tale che le loro voci si udivano perfettamente anche senza
altoparlanti.
-Rufy!
Idiota! Che ci fai qui?! Non vedi cosa c’è?!- sbraitò il fratello
maggiore.
-Eh?
Sì che
lo vedo.. sono venuto apposta!- disse il ragazzo di gomma,
semplicemente.
-Che
cretino!! E voi!? Non dovevate badarlo!?- urlò con i denti aguzzi verso
la
ciurma del fratellino. Che fecero finta di non sentire, guardando in
giro. –Lo
so che mi sentite!!- si alterò ancora di più il giovane, cacciando i
denti da
squalo.
-Ragazzi
sentite..- disse Rufy, rivolto ai compagni, ma guardando il
dispiegamento
armato sotto di loro, -Questa è una cosa mia personale.. voi mi volete
aiutare,
e vi ringrazio. Ma non sentitevi costretti a partecipare a questa
corrida.
Siete liberi di andarvene se volete. Se non ve la sentite, lasciate il
campo..
lo capisco. Ci rivedremo alla fine sulla Sunny!- concluse sorridente,
guardando
uno per uno i suoi compagni, che gli stavano allineati un passo più
indietro.
-Tsk!
E tu
ti vorresti tenere il divertimento tutto per te? Che egoista!- disse
Zoro,
sciogliendosi la bandana dal braccio.
-Non
dire
fesserie! È come se ci fosse mio fratello lì sopra!- rispose Nami,
montando il
Clima Takt.
-Ma
guarda
cosa mi tocca sentire!- si lamentò Usopp, sventolando la mano come per
allontanare la cretinata arrivata alle sue orecchie.
-Ma
che
dici, Rufy!! Non ci vuoi qui!?- chiese allarmato il piccolo medico,
saltellando
da un piede all’altro.
-
Buaaahhh!!
Ovvio che ci vuole, procione, è solo preoccupato! Sono commosso
capitano,
commosso!! Ma non sto piangendo! Non fatevi strane idee!! Snifff!!- gli
rispose
il carpentiere, strofinandosi il naso sul braccio.
-Ehi
ma che
schifo!!- commentò il cuoco. –Per chi ci hai preso, Rufy!! Noi da qui
non ci
schiodiamo!- disse poi rivolto al capitano.
-Yohohoh!!
Combatteremo finché di noi non resteranno solo le ossa!! Si fa per dire
ovviamente!!- rise lo scheletro, spostandosi dalla portata della
cascata umana
che aveva di fianco.
-Niente
da
ridire!- sorrise Robin, cercando di calmare Franky.
-Ragazzi,
io.. Grazie!!- sorrise il capitano, felice, ma pur sempre leggermente
in ansia
per l’esito della battaglia imminente. Tornò a guardare il fratello sul
patibolo –Ace! Adesso ti tiriamo giù!-.
-Aahh!!
Queste sì che sono le parole degne della ciurma del futuro re dei
pirati!!-. La
voce alle loro spalle li colse di sorpresa, ma li rincuorò decisamente.
La
riconobbero all’istante. Si voltarono per guardare dietro di loro.
Salendo non
l’avevano notata, ma c’era una larga scalinata di una decina di
gradini, in
fondo alla terrazza. Sul gradino più alto stava seduta Mir, sorridente.
-Fiuuuu..-
sospirò il cecchino, decisamente tranquillizzato da quell’apparizione.
-Hai
visto
che è venuta?! Usopp d’ora in poi sarai il Diffidente in seconda!-
trillò il
medico al suo fianco.
-Ma..
sei
sola?! Lo sapevo che non c’era da fidarsi!- chiese lo spadaccino,
portando
finalmente l’attenzione della ciurma sul fatto che non c’erano né i
felini, ne qualsiasi
altra persona accanto alla ragazza.
-Ah
ah!! Sei
proprio malfidato tu! Ho un regalino per te, capitano!!- rise lei,
guardando
però verso la tribuna e il patibolo. La sua faccia sembrava dubbiosa.
-Ehi
teppistella!! Ti pare che possiamo starti dietro, se corri a quel
modo!?
Abbiamo una certa età ormai!!- la voce che proveniva da dietro Mir era
talmente
possente da incutere un qual certo timore. Probabilmente, dietro di lei
stava
un’altra scalinata in discesa, perché ne videro comparire man mano il
proprietario.
Un uomo enorme, con una bandana e due grossi baffi bianchi, che
ansimava per la
fatica.
-Toh!
Il
vecchio!! Che ci fai qui?!- urlò Ace dal patibolo, con un dito nel
naso.
L’irresponsabilità era proprio il marchio di fabbrica di quella
famiglia.
-Ed!
se
siete così vecchi allora ritiratevi! Altro che imperatori e cavoli
vari!!-
rispose la ragazzina senza voltarsi. Si era alzata in piedi, ma accanto
a lui
continuava a sembrare una bambina di cinque o sei anni.
-Che
sfacciata!! Dì un po’, ci vuoi per caso uccidere??- chiese un’altra
voce,
ansimando. Appena visibile riconobbero immediatamente l’uomo che aveva
parlato.
Certo era più vecchio di come l’avevano visto loro, ma era
inconfondibile, con
quel sorriso sfrontato da ragazzino e quegli occhialini tondi.
-Ray!!
Sono
lieta che tu sia sopravvissuto alla corsa! Ma quante lamentele!! È
colpa vostra
se abbiamo dovuto correre come dei forsennati!! Babbei! Vi sembrava il
caso di
fermarvi a far baldoria nella locanda giù al porto?!- sbraitò quella,
stavolta
voltandosi e mollando un calcio nello stinco di Barbabianca, il più
vicino a
lei. Incredibile. Si comportava con quelle leggende viventi come se
stesse
discutendo con dei ragazzi della sua età.
-Impudente
e
scorbutica!- rise l’enorme uomo, -Che pessima educazione che hai avuto
bambina!! Ray hai fatto veramente un pessimo lavoro!- continuò
sghignazzando,
rivolto al re oscuro.
-Ah
ah!! Ray
non centra! È schizzatina di carattere!! È tutta sua madre!! Lunatica!
Ciao
Rufy! Sono felice di rivederti.. certo la situazione non è delle
migliori, ma
questo passa il convento!!- rise un altro uomo, portandosi al fianco di
Rayleigh.
-Shanks!-
urlò felice Rufy. Ora si sentiva decisamente più tranquillo anche lui.
-Ehi!!
Pensa
ai fatti tuoi! Non sei diverso da questi due viziosi!!- sbraitò la
ragazzina,
piccata. –E poi non ti vergogni a farti
sorpassare da questi due vecchi nella corsa!? Pappamolle!!- lo
rimproverò
seria.
-Ah
ah ah!!
Come sei severa! Povero chi ti sopporta!!- rise il rosso prendendola in
giro.
–Dì un po’, Dragon, come fai a tenerla a bada??- chiese poi voltandosi
verso
l’ultimo uomo, che si portò dietro le spalle di Mir.
-Aaahh..-
sospirò quello, appoggiando un gomito sulla spalla di Rayleigh. –Non me
ne
parlare!! Pensa Shanks! È una di quelle figliocce che nasconde al padre
i
sigari e il Rhum!!- scosse la testa sconsolato, togliendosi il
cappuccio, e
lasciando vedere a tutti il tatuaggio sulla sua faccia. Rufy e i
ragazzi
spalancarono la bocca per lo stupore. Su quella terrazza panoramica Mir
aveva
raccolto un poker d’assi decisamente niente male.
-Terribile..
che cuore di pietra!!- commentarono i tre uomini in coro.
-Dragon..
proprio tu!! Razza di incosciente!! Guarda qua!!- disse la ragazza
imbestialita, prendendolo per una manica e tirandolo per un paio di
gradini.
-Oh!
Ciao
ragazzi! Sono felice di vedervi! Come va? Rufy! Finalmente ci
incontriamo!-
disse quello salutando il figlio e la sua ciurma.
-Non
quello!
Idiota! A dopo i convenevoli!! Guarda laggiù!- strepitò alterata
l’alchimista,
allungando il braccio verso la piazza gremita di marines, i cui occhi
erano
tutti puntati su di loro. Il silenzio di tomba nella piazza lasciava
ancora
udire tutti i discorsi che si tenevano sulla terrazza. Anche gli
occupanti del
patibolo e della tribuna ascoltavano in silenzio.
-eh..
e
allora?- chiese Dragon senza capire, mentre gli altri tre uomini
allungavano il
collo in cerca di quello che indicava la ragazza.
Una
vena
martellava pericolosamente sulla tempia della giovane. –Questi ti
sembrano
centomila uomini?!- urlò spazientita la
moretta, colpendo il suo capo in fronte con un pugno, mentre con
l’altro
braccio ancora indicava la folla.
-Oh
ma dai!!
Cosa ti cambia!- disse lui, alzando le spalle. –ce ne saranno un paio
in più!-
concluse con un ghigno in faccia, mentre le accarezzava la testa.
-Un
paio?!
Ci saranno quasi duecento mila uomini
là sotto!!- sbraitò lei, calcando bene sul numero. –Perché a me!!
Perché a
me!!- disse poi guardando il cielo sconsolata. –Ma lo vedete con chi ho
a che
fare?!- concluse battendosi la mano sulla fronte, voltata verso
cappello di
paglia e la sua ciurma. Erano basiti. Non solo aveva mantenuto la
parola, ed
era venuta ad aiutali. Ma aveva anche portato con sé quattro leggende
del mare,
e probabilmente tutte le loro ciurme. Era straordinaria la confidenza
che c’era
tra loro. Più andava avanti il dialogo tra loro e più il sipario si
faceva
surreale.
-Ah
ah!! Dai
piccola, non ti agitare.. Mpfftt!!- rise Shanks, attirandosi
un’occhiataccia
della ragazzina, e ridendo sotto i baffi.
-Che
hai tu
da ridere, bimbo?!- chiese piccato il rivoluzionario.
-Dragon
che
figura barbina!! Farsi sgridare da una ragazzina davanti a tutto lo
stato
maggiore della Marina!!- ghignò il rosso, sfottendo l’altro, che tossì
vigorosamente per darsi un contegno.
-Ha
ragione
lui! Ti verranno le rughe! Non vorrai invecchiare così in fretta
vero?!- la
prese in giro Rayleigh, riportando il discorso su Mir.
-Ah
ah!! Sei
tremenda tappetta!- rise Barbabianca, divertito dalla strigliata che si
era
beccato Dragon.
-Razza
di
incoscienti!!- strepitò lei in tutta risposta, -Basta!! Ne ho le tasche
piene
di voi e dei vostri modi approssimativi!! E poi perché io devo stare
con voi
vecchi!! Basta!!! Io vado dalla loro parte! Guardate come sono tutti
belli
giovani!- battè i piedi, indicando i Marines nella piazza. –Sono
stufa!!-.
-Ah
ah ah!
Sembra Nami!- rise Rufy, provocando l’ilarità generale. La calma degli
ultimi
arrivati aveva tranquillizzato persino quel pessimista cosmico di Usopp.
-Ehi!!-
risposero in coro le due ragazze.
-Non
ti
preoccupare Mir, io ti capisco.. avere a che fare con delle teste di
rapa del
genere non è affatto facile!- piagnucolò la rossa, appoggiandosi
sconsolata
alla spalla della ragazza, che era scesa a pochi passi da lei.
-Grazie
sorella!!- rispose grata l’alchimista.
-Attenzione!
A tutti i marines presenti in piazza! Chiunque di grado inferiore a
capitano di
vascello abbandoni l’isola! Ripeto, abbandoni l’isola! Sempre che ce ne
sia
rimasto qualcuno!- la voce di Sengoku all’altoparlante pose fine al
teatrino che
si stava svolgendo sulla terrazza. Non una sola persona si mosse dalla
piazza.
Al contrario, tutti i presenti estrassero le armi, civili compresi.
-Ma
come?!
Combattono anche i cittadini!?- chiese Usopp stupito, osservando la
folla ai
suoi piedi e facendo voltare tutti nella stessa direzione.
-Tsk!
Mica
male, piccione. Mica male! Non sono civili, sono graduati in borghese!!
Avrà
fatto evacuare la città!- ringhiò Barbabianca alle loro spalle.
-Gli
altri?
Dove diavolo sono finiti?!- chiese Mir, percorrendo con lo sguardo il
perimetro
della piazza. –Ah!! Meno male, pensavo si fossero persi.. bene..
Ragazzi!
Ricordatevi dei gruppi! Direi che è ora! Che si aprano le danze!-
sorrise poi
rivolta a cappello di paglia e alla sua ciurma. Di nuovo quello sguardo
furioso
e impenetrabile, da far gelare il sangue nelle vene si posò sulla
piazza e sul
patibolo. Appena un secondo dopo, dalle piccole vie che portavano alla
piazza,
cominciarono a udirsi grida e canzoni. Le ciurme di Barbabianca e
Shanks,
appoggiate dagli uomini di Dragon irruppero nella piazza, cominciando a
scatenare l’inferno in terra. I ragazzi non fecero nemmeno in tempo a
girarsi per guardare i capitani.
-In
bocca al
lupo Rufy! E restate interi! Recuperato Ace festeggeremo alla grande!-
urlò
Shanks, mentre si fiondava giù per le scale, per andarsi a buttare
nella
mischia.
-In
gamba,
ragazzini!!- fu il secondo incoraggiamento, stavolta da parte di
Dragon, che
passando battè una pacca sulla spalla del figlio. Barbabianca e
Rayleigh si
erano già buttati nel marasma, senza dire una parola.
-Ragazzi!
Non vi preoccupate! Raxha e gli altri sono già all’opera!
Semplicemente, andate
lì sotto e fate un casino!! Lasciate perdere il patibolo! Lo tengono
d’occhio
Dragon e Barbabianca! Ci pensano loro agli ammiragli!- rise Mir, mentre
seguiva
il suo capo, estraendo da sotto la gonna il tubo che Franky le aveva
dato
quella mattina.
-Tsk!
Screanzata!
E chi si preoccupa!- sbottò Zoro, seguendo il capitano. Dopo il primo
passo di
Rufy, tutta la ciurma si mosse dietro di lui.
-Si
va!!-
urlarono in coro. Il fatto di avere tanta gente, e che gente, dalla
loro parte
li faceva sentire sempre più sicuri.
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Capitolo 13 *** Kapitel Dreizehn ***
Non
appena
misero piede nella piazza però, l’effetto dell’alchimia di cui aveva
loro
accennato Mir, si fece sentire. Non forte come quando era stata lei
stessa a
usare quel potere. Certo, i possessori di poteri legati ai frutti del
mare non
erano al pieno delle loro potenzialità, ma se la cavavano, anche grazie
all’aiuto
dei loro compagni, e non solo nella ciurma di Rufy.
-Ma
che
cavolo gli prende agli alchimisti?! Possibile che non riescano a
piombare
un’area così ridotta?!- si chiese Mir ad alta voce, attirando
l’attenzione sia
di Zoro, sia di Dragon, che stavano vicino a lei.
-Mir!
Vedi
di non dormire! Non sono qui per farti da balia!!- grugnì il
rivoluzionario,
parando un colpo che sarebbe andato dritto a segno sul collo della
ragazza.
-Razza
di
sconsiderato! Sto solo osservando! Cosa che dovresti fare tu! Capo
delle mie
pive!!- gracchiò la ragazza, afferrando per il polso l’uomo che aveva
cercato
di colpirla poco prima, e che si accasciò come uno straccio bagnato.
-Piano
con
quei poteri, miss so tutto io!- la riprese l’uomo, -cerca di non
spomparti
subito! Non vorrai farti portare a casa in spalla!-.
-Forse
non
vogliono disturbare anche i loro!- constatò Zoro, aiutando Rufy menando
un
fendente che quasi colpì il capitano stesso.
-Piano
Zoro!
Fai attenzione! Mi hai quasi preso!- si lamentò il capitano,
lanciandosi a sua
volta all’attacco. Lo spadaccino rispose alzando il pollice, per fargli
capire
che era tutto sotto controllo.
-Non
credo!
Tra i nostri sono meno di una cinquantina quelli da piombare.. in
cinque
dovrebbero essere in grado di fare un lavoro per lo meno discreto!-
rispose la
moretta, lasciando cadere il secondo uomo a terra.
-Quindi!?-
chiese spazientito il suo capo.
-Quindi
che?! E poi non ti pare strano che lassù non abbiano fatto una piega
quando ci
hanno visto?? C’è puzza di bruciato qui!- disse afferrando il terzo
marine per
la spalla, prima che scagliasse un colpo contro il Robin, che gli dava
le
spalle.
-E
basta con
quel potere! Che ti frega! Pensa a fare il tuo lavoro adesso! Sarà quel
che
sarà! Ho detto basta con quel potere!!- sbraitò con i denti da squalo
Dragon,
all’ennesimo guscio d’uomo che la sua sottoposta lasciava a terra, per
poi
allontanarsi ed andare a combattere vicino ad alcuni dei suoi uomini.
-Che
stress!!- rispose seccata lei, impugnando il tubo di ferro e mordendosi
il
polpastrello. –Waβer!! (Acqua!)-
esclamò poi.
Dall’interno del tubo cominciarono a formarsi come due stalattiti di
ghiaccio,
che uscivano ognuna da una delle due estremità del tubo. I ghiaccioli
continuarono ad affilarsi fino a diventare due lame affilatissime e
lucenti.
Ora aveva in mano una specie di spada a due lame, con un’elsa centrale.
-Bell’aggeggio!-
disse Robin che si era voltata verso di lei, -Senti, piuttosto.. al
porto
c’erano guardie?- chiese all’alchimista, mandando a terra un marine.
Ogni poche
mosse lanciava un’occhiata al patibolo, per tenere sotto osservazione i
tre
ammiragli. I quali, però, continuavano ad osservare impassibili la
scena, di
fianco alla gogna. Nemmeno i Sette e gli uomini dello stato maggiore
sembravano
intenzionati a fare alcunché. Continuavano semplicemente a guardare
placidi i
loro stessi uomini che venivano massacrati dai pirati, perché di questo
si
trattava. I marine non riuscivano a opporsi efficacemente a
quell’ondata
scomposta che aveva invaso la piazza.
-Cosa?
Guardie? No!- rispose quella pensandoci, mentre scagliava un fendente
con
quella strana arma. Anche nel corpo a corpo se la cavava piuttosto
bene, come
poterono scoprire i ragazzi della ciurma di Rufy che le stavano nei
paraggi.
-E
non è
strano che non ci fosse sorveglianza, né al porto, né per le strade?
Nemmeno
noi abbiamo incontrato nessuno venendo qui!- disse Sanji stampando un
calcio al
fianco di un uomo che stava per colpire Robin, che era nuovamente
voltata verso
il patibolo e non aveva fatto caso all’attacco. –Attenzione mia dea!!-
cinguettò garrulo poi.
-Ma
che
diavolo succede qui! Possibile che siano così
stupidi?! Qui c’è qualcosa che non torna..-
disse l’alchimista sfilando una delle lame da
un marine che teneva con il braccio libero e che lasciò cadere esanime
dopo
avergli pulito addosso l’arma. Guardò l’uomo prono a terra. Qualcosa
non
quadrava. In quella piazza c’erano troppi marines. E nessuno per le
strade.
Dovevano essere tutti almeno capitani. Possibile che non ne
riconoscesse
nessuno tra quelli? Aveva avuto a che fare con quella gente per anni..
Da dove
diavolo li aveva tirati fuori Sengoku? Dal cappello, come i conigli?
Possibile
che avessero impiegato solo le nuove leve, per quel caso tanto
delicato? No.
Impossibile. Assolutamente impossibile. Sengoku non era uno stupido,
sapeva di
certo che Barbabianca era un osso duro. Troppo duro. Per lo più in
ottima
compagnia. E allora? Si girò verso la platea, incurante della baraonda
che la
circondava. Perché diavolo se ne stavano tutti tranquilli seduti là
sopra, come
se guardassero uno spettacolo a teatro?! E perché diavolo gli
alchimisti del
governo erano tanto inetti? Non ne aveva mai visto uno di loro, ma
sapeva che
almeno qualche cerchio erano in grado di azzeccarlo. E tra quelli c’era
anche
quello che serviva per l’algamantolite.. e allora? Perché un attacco
tanto
fiacco? Non capiva proprio. Guardò verso Mihawk, allungato sulla sedia.
Teneva
il cappello calato sulla faccia, lei non poteva vederne gli occhi.
Possibile
che fosse tanto tranquillo da dormire, quel beota? Un ringhio alle sue
spalle
la distrasse dai suoi pensieri. Si girò e vide cadere a terra un uomo,
squarciato nel centro dell’addome da una serie di tagli profondi.
-Trinidad!
Finalmente! Ganz tief!! (Bello profondo!)-
disse dopo
aver guardato i tagli sull’addome dell’uomo, sorridendo all’enorme
pantera
bianca, che si stava leccando la zampa insanguinata.
-Mir! Ich habe der erst Mann!(Ho
il primo!) Komm! (Andiamo!)
Nicht mehr Zeit zu spielen!(Non è più tempo di giocare!)
- ruggì il felino.
-ok!
Bingo!!
Andiamo!- disse dopo essersi accomodata in groppa all’animale, che
partì con un
balzo, correndo in mezzo alla folla e schivando colpi e corpi.
Si
lasciarono dietro la piazza e i suoi rumori, ed entrarono in un vicolo
umido e
buio. Trinidad si fermò davanti ad un portone scardinato.
-Hier!? (Qui?!) Bist du
sicher!?(Sei sicuro?!)- chiese lei, guardando
stranita il portone. Erano
più lontani dalla piazza di quanto si aspettasse.
-Mpft!
Klar!!(Ovvio!) Glaubst du
mich nicht?(Non ci credi?)- chiese ridendo la
pantera. –Entra sciocca!
Ti sto dietro! Achtung!(Attenzione!)
Dentro ci
sono sì e no una dozzina di soldati..- disse poi seguendola all’interno
dell’edificio, su per una scala leggermente dissestata.
-Ma
che
razza di schifo di posto!- esclamò disgustata la ragazza, cercando di
appoggiare i piedi nelle parti di pavimento meno sudice. Ormai erano
sul
pianerottolo del primo piano. La scala che saliva oltre era crollata, e
davanti
a lei stavano due porte. Sentiva chiaramente le urla sguaiate dei
soldati, che
verosimilmente stavano giocando a poker, al di là della porta di
destra. –Uff!
bene! Andiamo..- sospirò, muovendo il braccio, come per allontanare
qualcosa
che aveva davanti. Un’improvvisa e forte folata di vento spalancò la
porta,
scardinandola.
-Che
cazz..
ehi! Che ci fai tu qui?! Chi sei?!- chiese uno degli uomini in divisa,
mettendosi in guardia, mentre gli altri, disorientati le puntavano
contro
moschetti e pistole.
-Ma
dai
Kath! Guarda che bel fiorellino! Trattala meglio!- disse viscidamente
l’uomo
accanto a lui, senza però abbassare l’arma.
-Giù
i
giocattoli, ragazzi.. dov’è l’alchimista?- chiese lei floscia,
guardandosi
lentamente in giro, per nulla preoccupata dalle armi che la tenevano
sotto tiro.
In effetti erano più o meno una dozzina, ma non li contò per esserne
certa.
-Prego?!
Ah
Ah!! Esci di qui, bimba! Prima di farti male!- disse un altro uomo alla
sua
destra. Prima di cominciare a urlare e a contorcesi, all’improvviso.
Gli altri
lo guardavano spaesati, non capendo cosa stesse succedendo.
-Arschgesicht..(Testa di c***o..) Lo
chiedo solo un’altra
volta.. dov’è ?! non fatemi stancare, ragazzi.. datemi quello che
voglio e non
vi succederà nulla.. promesso..- disse strascicando le parole verso il
primo
che aveva parlato. Ma chi cavolo era quella?! Cosa aveva fatto a quel
poveraccio che si stava dimenando a terra come un dannato all’inferno?
E..
quegli occhi.. non riuscivano a distogliere lo sguardo. Così belli,
caldi e
gelidi allo stesso tempo. Non scherzava, quegli occhi potevano
uccidere. L’uomo
a terra cominciò a vomitare sangue schiumoso, fino a soffocarsi.
Finalmente
smise di dimenarsi. Lei lo guardò, indifferente. –Allora?!- chiese
spazientita,
per la terza volta.
Niente,
non
rispondevano. Che diavolo.. era dietro alla porta che stava in fondo
alla
stanza lercia. Sentiva la sua presenza, non aveva nemmeno bisogno delle
loro
indicazioni. –Idioti..- mormorò, stringendo la presa sull’arma che
teneva in
mano, mentre si guardava la punta delle scarpe. Quando alzò la testa il
suo
sorriso li lasciò stupefatti. Il sorriso di una persona che sembrava
aver
raggiunto il nirvana, che strideva silenzioso con quella furia che si
scatenava
nei suoi occhi. Che aveva intenzione di fare? Non fecero in tempo a
chiederselo, perché l’attacco partì talmente veloce da non lasciare
loro il
tempo di reagire. Pochi minuti dopo, lo scontro era finito. Bilancio:
undici
morti, chi trafitto da una lama, chi dilaniato da enormi artigli.
-Al
prossimo
attacchiamo direttamente, ci fanno perdere solo del tempo che non
abbiamo!-
disse Mir, avviandosi alla porticina con l’arma ancora insanguinata
stretta
nella mano, mentre Trinidad annuiva, seguendola.
Quando
aprì
la porta si trovò effettivamente davanti l’alchimista. Un ragazzino con
un
caschetto biondo, seduto in mezzo al cerchio alchemico, con le gambe
incrociate
e le mai sulle ginocchia, che sussurrava formule. Che ingiustizia,
dover
uccidere un bambinetto. In che razza di mondo viveva, se quello doveva
essere
l’unico modo per combattere una battaglia? Ma che formule erano? Non le
conosceva, non le aveva insegnate lei. Si concentrò cercando di sentire
meglio
le parole.
-Sta
pregando, non sono formule!- disse Trinidad alle sue spalle, rompendo
il
silenzio.
-Sag
mir noch ein Mal, bitte..(Dimmelo di nuovo, per favore..)
heißt du ihn ein Mann?? (E tu questo me lo chiami un
uomo??) Merda! È solo un
ragazzino!- ringhiò la ragazza, ferma sulla porta.
Il
ragazzo
aprì gli occhi, spaventato dalle voci che lo raggiunsero
all’improvviso. Capì
subito che quella donna poteva solo
venire a spalancargli le porte dell’inferno. Certo che, se i messaggeri
del
diavolo fossero stati tutti così, il paradiso sarebbe stato molto meno
popolato.. non riusciva a spiccicare parola, paralizzato dal terrore.
Continuava mentalmente a invocare l’aiuto del suo Dio, stringendo
convulsamente
in mano un crocifisso in metallo, senza riuscire a pensare altro che il
suo
nome. Non capiva cosa fosse, ma quell’angelo aveva attorno un’aura poca
rassicurante.
-Iii..
nnn..
ttti pprre.. ggo..- balbettò sconclusionato, strisciando indietro, per
allontanarsi da quell’essere che gli si avvicinava. Non sentiva nemmeno
i suoi
passi sul pavimento, tanto era leggiadra nei movimenti. Quella grazia e
quell’allure avevano qualcosa di demoniaco. Erano troppo per essere
umani. No,
niente di lei era umano. Divina e letale.
-Mi
dispiace, ragazzo.. non ho scelta..- sussurrò triste, appoggiandogli
una mano
sul petto. –niente di personale..- disse poi, fissando colpevole le
lacrime che
sgorgavano su quel viso ancora troppo giovane. Sostenne il ragazzino
finché non
sentì che la vita lo aveva abbandonato totalmente, per poi adagiarlo
delicatamente al suolo e coprirlo con il suo stesso mantello. –Merda!!-
disse
poi alzandosi. Una vittima di quel genere proprio non le andava giù.
Trinidad
la guardava silenzioso, dall’uscio. Sapeva quanto le era costato tutto
quello.
Non se lo sarebbe perdonato per parecchio tempo.
-Ma..
cosa?-
venne richiamato alla realtà dalla voce della padrona, che ora le dava
le
spalle e guardava il pavimento.
-Che
c’è?-
chiese allarmato, varcando la porta e portandosi al suo fianco per
guardarla in
faccia.
-Eh?
Guarda
qui!- disse indicando con la punta del piede un punto del cerchio che
era stato
disegnato sul pavimento dissestato, -questo cerchio è incompleto..
anzi, in
quel punto è proprio sbagliato. Ma che razza di roba gli hanno
insegnato? Ecco
perché non riescono a piombare decentemente.. mancano totalmente alcuni
glifi e
alcune rune..- continuava a camminare lungo il cerchio, per analizzarlo
in
tutte le parti che non erano coperte dal corpo e dal mantello.
-Ma
come è
possibile? Un alchimista governativo che sbaglia a questo modo un
cerchio tanto
semplice? Quello che gli avevi insegnato tu era corretto, me lo ricordo
perfettamente!- rispose il felino allungando il collo per vedere tutto
il
cerchio.
-non
capisco..
comunque.. ci penseremo più tardi. Riportami in piazza per favore.. ah!
Ottimo
lavoro, compare!- sorrise poi verso la pantera col manto color della
neve,
avviandosi all’uscita.
All’arrivo
in piazza la situazione pendeva decisamente dalla parte dei pirati.
-Ah!
Sei
tornata signorinella!! Ma quanto ci hai messo?!- la voce che proveniva
dal suo
fianco, la fece adirare.
-Razza
di
fancazzista! Fallo tu il mio lavoro, se sei più veloce!!- sbraitò
contro il
rosso, che rideva divertito dalla facilità con cui si arrabbiava la
ragazza.
-Ullallà!!
Che signora!- la riprese un uomo con la coda, mentre stendeva un marine
colpendolo con il calcio di un lungo fucile. Beccandosi per tutta
risposta un
bel dito medio alzato.
-Ben!
Vai a
farti fott..- ma la ragazza si interruppe, ricominciando a combattere
nella
mischia, finché si trovò spalla a spalla con la navigatrice coi capelli
color
del fuoco. –Ehi, Nami! Tutto bene da queste parti?!- chiese, facendo
roteare
l’arma al suo fianco.
-Ah!
Mir!
Tutto ok qui! Hai già finito con gli alchimisti? Chopper dice che si
sente
molto meglio adesso! È laggiù che si scatena!- disse atterrando un
marine con
una bastonata, mentre indicava con un cenno della testa la direzione in
cui si
era allontanato il piccolo medico. –A terra!- urlò poi rivolta ai suoi
compagni
nelle vicinanze, mentre azionava il Thunderball tempo, che fece più che
distintamente il suo lavoro.
-Cosa?
No,
veramente ho appena iniziato..- disse la moretta stranita, riportandosi
in
posizione eretta. Come era possibile? Colpì un marine con la sua arma.
In
groppa a Trinidad si era allontanata poco meno di mezzo chilometro
dalla
piazza. Quello che aveva scovato doveva essere il più lontano degli
alchimisti.
E allora perché la renna combatteva tranquillamente? Guardò sopra la
spalla
dell’uomo che le era caduto contro dopo che gli aveva tagliato la gola.
Tutti i
possessori di poteri che conosceva e che erano lontani pochi metri da
lei
combattevano tranquillamente. Perché? Di nuovo quella sensazione di
aver
sbagliato qualcosa la prese allo stomaco, finché non sentì il sangue
caldo di
quell’uomo imbrattarle il vestito e bagnarle la spalla e il braccio.
Fino ad un
secondo prima lo aveva udito, mentre cercava di parlare nel suo
orecchio,
strozzarsi con il suo stesso sangue che defluiva dal taglio. Lo spinse
a terra
e lo guardò cadere con un tonfo nella polvere. Si chiese quando aveva
smesso di
farle impressione l’odore metallico del sangue. Quando quel liquido
caldo e
denso aveva smesso di farla rabbrividire, al contatto con la sua pelle?
Non lo
ricordava più.
-Mir!
Vieni
presto!-. Raxha stava davanti a lei, a pochi metri. Annuendo si portò
verso di
lei, leggermente intontita dalla freddezza che si era accorta avere
verso i
morti. Colpì un altro uomo che si frappose tra lei e la tigre,
afferrandola per
un braccio, e si pulì la lama insanguinata sull’orlo del vestito.
–Andiamo!-
disse poi saltando in groppa al felino.
-Ne
ha
beccato un altro!- disse il rosso vedendola allontanarsi con il grosso
animale,
stendendo con un calcio un uomo che gli dava le spalle.
-Certo
che
quando si mette sulla scia di qualcuno, non ce n’è per nessuno.. che
donna
terrificante!- disse un uomo al suo fianco, che portava una bandana,
degli
occhialini da sole, e che di certo aveva una corporatura che poteva
essere
definita, se non altro, importante.
-Hai
ragione, Lou.. Maglio non avercela contro.. Ma fa sempre troppo, anche
controvoglia. Questo scontro la butterà a terra.. resterà smorta come
un
fantasma per mesi.. come l’ultima volta che è stata in prima linea
durante lo
scontro cruciale di una rivolta!- disse Ben, ficcando il calcio del
fucile
pressoché in gola ad un altro marine. –Ti ricordi, capitano?- urlò poi
rivolto
verso Shanks.
-Mi
ricordo,
certo- rispose quello, buttando a terra un altro uomo esanime, -Nemmeno
Mihawk
sapeva cosa fare.. sembrava quasi rotta.
Catatonica. È stato un sollievo quando ha cominciato di nuovo a
sbraitare e
menare..- guardò di nuovo verso la direzione in cui si era lanciata la
ragazza,
ma ormai era già sparita da un pezzo.
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Capitolo 14 *** Kapitel Vierzehn ***
-Ehi!
Ma
quanto ci stiamo allontanando?!- chiese la ragazza, dopo un minuto che
la tigre
sfrecciava nei vicoli ombrosi.
-Abbastanza,
direi.. quasi lontano come quello di Trinidad!- disse la tigre,
arrestandosi
davanti al secondo portone, di cui era rimasto in piedi solo un
battente.
-Ma
in che
razza di posti li hanno nascosti?! Sono a corto di fondi, che li
cacciano in
queste topaie!?- chiese scocciata la ragazzina, scendendo a terra.
Entrò,
seguita dalla tigre. –Che schifo! Ma che è?!- gracchiò poi disgustata,
portandosi una mano davanti alla bocca e al naso, -Bleah! Ci deve
essere
qualche animale morto sotto le macerie!- disse guardando un cumulo
polveroso di
calcinacci che stava in un angolo dell’enorme stanzone in cui erano
entrati. Il
soffitto era crollato in un punto al centro della stanza e qualcuno
aveva
spostato i resti in quella mucchia nell’angolo buio. L’unica luce che
illuminava l’intera stanza era data dai raggi di sole che filtravano
attraverso
le travi spezzate del buco. A fianco ai detriti stava una porta, dietro
a cui
si sentivano soffuse alcune voci. –Ok.. andiamo!- disse e spalancò la
porta con
un calcio.
I
soldati
all’interno dell’altra stanza scattarono, puntandole addosso le armi,
ma
stavolta non diede loro il tempo, né l’opportunità di reagire. Dopo
pochi
secondi erano tutti a terra a contorcersi e a urlare, pregando che si
ponesse
fine a quell’atrocità. Scavalcò i corpi, senza badarvi più di tanto, e
quando
un soldato le afferrò la caviglia, come tutta risposta
si ritrovò una lama gelida conficcata nel
polso. Lasciò l’arma lì, proseguendo fino alla tenda che chiudeva il
vano della
porta e la spalancò, trovandosi davanti una ragazza dai lunghi capelli
e dagli
occhi castani, che la guardava con aria di sfida. Questa non si sarebbe
messa a
piangere, né a implorarle pietà. Decise che non avrebbe fatto soffrire
nemmeno
lei. L’avrebbe eliminata in modo veloce e
indolore, come il ragazzino di poco prima. Dopotutto non erano
di certo
lì per loro scelta.
-Fatti
sotto, sgualdrina!- le urlò la donna, indemoniata, scagliandosi contro
di lei
con un pugnale sguainato nella mano destra.
Non
aprì
bocca. La afferrò per il polso della mano in cui stringeva il pugnale,
che tirò
rasente al suo fianco destro. Le diede una ginocchiata sopra lo
stomaco,
lasciandole il polso. La donna fece un balzo per allontanarsi da lei e
si
inginocchiò con il fiato spezzato, ansimando e guardando in cagnesco la
ragazzina. Mir la guardava indifferente, come si guarda un pezzo di
carne dal
macellaio. Perché diavolo si opponeva? Non capiva che avrebbe comunque
avuto la
peggio? Guardò il punto in cui si era inginocchiata la donna, a un paio
di
metri da lei. Sotto di quella stava il cerchio alchemico. Un altro
cerchio
sbagliato. Come diavolo era possibile che fossero così inetti da
sbagliare due
cerchi su due? Fatti a quel modo non facevano altro che disperdere la
maggior
parte delle energie. Di nuovo lo stomaco le si strinse. E in più
cominciava a
salirle la nausea per via dei poteri. Distratta dal cerchio non si
accorse che
la donna si era alzata, e le stava per balzare addosso. Anzi non notò
proprio
niente finché non sentì il ruggito di Raxha che la chiamava alle sue
spalle e
la lama fredda del pugnale che le si piantò appena sopra l’anca
sinistra. La
reazione fu fulminea. La risposta del suo corpo a quelle situazioni era
ormai
meccanica, come programmata. Nonostante la ferita che pulsava, la sua
mente
lucida guidò i suoi movimenti, come un automa. Afferrò il collo della
donna e lo strinse per spezzarle il
respiro e evitare che le rigirasse il pugnale nella ferita. La donna
cominciò a
tossire furiosamente, in cerca d’aria, lasciando la presa sul pugnale
per
cercare di liberarsi dalla presa della ragazza. Piantò disperatamente
le unghie
nella mano dell’alchimista, che ingoiò un insulto, concentrandosi sul
da
farsi. Azionò il suo potere e lasciò la
presa, facendo cadere a terra la donna, che continuava a tossire,
piangendo dal
dolore. Le aveva bruciato i polmoni. Al momento decise che quella
stronza non
si meritava la morte indolore che si era prefissata di darle. Bestemmiò
per il
dolore mentre sfilava il pugnale dal suo stesso fianco, sempre tenendo
d’occhio
la donna che la guardava, quasi esanime con il volto stravolto dal
dolore.
-Mir!
Ma che
diavolo stavi pensando?! Ti sembrava il momento di farti un viaggio nel
paese
delle meraviglie?! Razza di cretina!!- ringhiò la tigre avvicinandosi e
annusandola, per capire quanto era grave il danno.
-Eh?!
Sì lo
so, scusa.. mi ero distratta a guardare il cerchio..- rispose la
ragazza,
premendosi la mano sul fianco offeso, -cazzo!! Che male!! Questa
schifosa..-
continuò ancora qualche secondo con maledizioni tali da poter dare
libera
ispirazione al diavolo in persona, prima di calmarsi e sentire un
rivolo di
sangue che le scendeva lungo la coscia. –Merda!!- sbraitò, raccogliendo
da
terra il mantello della donna e pulendosi la gamba. Ormai la sua
avversaria
aveva smesso di dimenarsi.
“Mir!!
Tutto
bene?! Che cavolo combini stupida!?!” ringhiò Adam nella sua testa.
-Sto
bene..
fate poco chiasso per piacere! Mi fischiano le orecchie già di loro!-
disse
lei, digrignando i denti mentre si sfilava il vestito e lo appoggiava
sulla
schiena del felino.
“Bene
un
corno! Lo sentiamo persino noi che ti fa un male cane!!”. Trinidad non
aveva
intenzione di semplificarle la vita, a quanto pareva.
-Certo
che
mi fa male, imbecilli! Vorrei vedere voi!- sbraitò girata verso la
tigre, che
le leccava il sangue che colava dal fianco.
-Tu
sei nata
proprio sotto una buona stella, bimba!- disse Raxha –non so come, ma
non ti ha
toccato in nessuna parte vitale! Però è andata a fondo, diavolo.. Ora
cerca di
non esagerare.. basta con il corpo a corpo! Usa i poteri e scarica su
di noi!
Dovrai stare a cuccia almeno una mezz’oretta, per lasciarla chiudere!-
concluse
già pronta alla ribattuta della ragazza.
-Ma
quale
mezz’ora..- disse l’umana, stringendosi un pezzo del mantello attorno
alla
vita, in modo da coprire la ferita. –cinque minuti e torniamo in
piazza.. non è
il caso di stare qui con le mani in mano, mentre non sappiamo nemmeno
dove
cavolo sono gli alc.. Ah!- disse improvvisamente illuminata da un’idea,
mentre
prendeva il vestito dalla schiena della tigre, -Ho capito! Ragazzi, non
sono
disposti secondo cerchi concentrici! Sono piantati sui vertici di un
pentagono!
Piombano a zona! Sono meno efficaci, ma coprono un’area più ampia!-
concluse
contenta di aver avuto quell’intuizione.
“Razza
di
cretina! Pensa a quello sbraco che hai sul fianco! In piazza se la
cavano
benissimo anche senza di te!” ringhiò nuovamente Adam, spazientito. Che
cosa
diavolo voleva per stare ferma?! Che le tagliassero una gamba?!
-E
piantatela! Ne ho subite di peggio! Non è certo la prima ferita che mi
procuro,
e nemmeno la più grave! Ora fatevi gli affaracci vostri e cambiate la
tela di
perlustrazione! Bitte.. alles klar?! (Per
favore.. chiaro?)- concluse
sarcastica la ragazzina, dopo essersi rinfilata il vestito, che essendo
nero,
mascherava egregiamente la macchia di sangue. Non che qualcuno avrebbe
potuto
farci caso, sporca com’era di sangue e polvere altrui.
“Mir,
odio
dirlo, ma Adam ha ragione, questa, e solo questa, volta. Non è
necessario che
tu torni in campo subito!” provò a dissuaderla la pantera color della
neve,
sempre più preoccupato.
-Fate
il
vostro lavoro, che io faccio il mio! Raxha! Torniamo in piazza!-
rispose la
ragazzina, che era già tornata nella stanza con i soldati e stava
sfilando la
sua arma dal polso esanime della sua vittima. –Bleah! L’odore non è di
certo
migliorato!- biascicò arricciando il naso disgustata. -andiamo!-.
“lo
dico a
Dragon e a Ray!” tentò l’ultima spiaggia il felino color carbone.
-Provaci
e
ti trasformo in uno scendiletto!- grugnì la ragazza, accingendosi a
salire
sulla tigre. Il che le procurò una fitta all’intero fianco,
strappandole dalla
bocca una fila di turpiloqui da far arrossire Belzebù in persona.
“Ha
ragione
Ben! Ma che signora!!” commentò la pantera bianca, strappando una
risata a Mir
e Raxha, mentre Adam borbottava come una pentola di fagioli,
infastidito dalla
leggerezza dei suoi compagni.
Al
ritorno
in piazza per la seconda volta la situazione non accennava a volgere a
favore
della marina, i cui soldati ormai combattevano a macchia di leopardo in
mezzo
al mare di pirati.
Mir
si
ritrovò vicino a Brook e Franky, che come d’accordo combattevano
affiancati.
-Ragazzi
come va qui?- chiese infilandosi nel combattimento con delle smorfie
che
attorno a lei non riuscivano a decifrare, dovute ovviamente alla ferita
che
tirava sotto alla stoffa del mantello. Decise che forse era davvero
meglio
usare i poteri e appoggiarsi ai felini, o quel maledetto taglio
l’avrebbe
lasciata stesa a terra nel giro di mezz’ora. Sentiva la stoffa
impregnarsi
sempre più, appesantendosi.
-Ehi
sorellina! Qui tutto super! I tuoi vecchi sono al top oggi! Fossi in te
non mi
lamenterei! Ehi, ma.. tutto ok? Mi sembri pallidina!- rispose il
carpentiere,
difendendola da un colpo.
-Tutto
ok!
Sono solo stanca! E lui? Come se la passa?- rispose lei, mentre
atterrava un
marine, bestemmiando per il dolore, e indicando con un cenno del capo
il
musicista.
-Ora
alla
grande, anche se fino a una decina di minuti fa era leggermente
spompato.. stai
lavorando bene, nanerottola! Ah ecco a che ti serviva il tubo! Arma
curiosa!
Dovresti farla vedere al nasuto! Va pazzo per queste cose!- disse
concitato il
cyborg, lanciando un marine a mo’ di palla da bowling contro un paio di
suoi
colleghi.
-Non
vi
preoccupate, ci stiamo dando da fare! Ah! Ecco Trinidad.. ne hanno
beccato un
altro! A dopo mutanda tonanate!!- concluse la moretta, allontanandosi
quanto
più velocemente le fosse possibile verso la tigre.
-Mir!
Dove
diavolo vai?! Non li hai ancora presi tutti?!- Le urlò dietro il rosso
da
lontano, sfottendola.
-Vai
al
diavolo Shanks!!- urlò lei, mentre Trinidad si abbassava per farla
salire.
“Come
va?!”
chiese mentalmente la pantera, mentre partiva lentamente verso il suo
secondo
strike.
-Male!
Non
posso muovermi come vorrei! Pazienza.. speriamo di concludere tutto
entro una
mezz’oretta. Non so quanto ancora potrò correre su e giù.. diamoci una
mossa
ragazzi.. vi prego!- rispose bestemmiando mentalmente per il dolore che
la
cavalcata le procurava ad ogni balzo dell’animale.
-Tranquilla,
sono messi sicuramente secondo il tuo schema.. Raxha ha già trovato il
quarto,
abbiamo spedito Adam all’opposto di dove stava per cercare l’ultimo..
ah ah!! È
incazzato come una iena!- disse il felino, sollevandola decisamente di
morale
con la notizia che di lì a poco avrebbero potuto chiudere quel capitolo.
Erano
di
nuovo immersi nel silenzio, troppo lontani dalla piazza per sentire le
urla del
tumulto. Si fermarono davanti ad un palazzo alto, malandato come i
precedenti.
La pantera si stese per agevolare la discesa della padrona, che
comunque non si
risparmiò di maledire il cielo per via del dolore dovuto alla ferita.
-Trinidad,
ascolta!- disse lei, fermandosi davanti alla porta, prima di entrare.
-Uhn?
Cosa?-
rispose il felino, tendendo le orecchie, -io non sento nulla.- concluse
dopo
qualche secondo, mentre la ragazza guardava in alto, verso le finestre
chiuse
dei palazzi e delle case attorno a loro e lungo tutta la via.
-Appunto!
Non ti sembra strano? Insomma.. in piazza c’è un finimondo, in giro per
le
strade non c’è un’anima viva, né civili, né militari. Persino il porto
era
sguarnito.. che abbiano sgombrato la città?- mugugnò l’umana, tornando
verso la
porta e aprendola con una mano mentre con l’altra si premeva il fianco.
Stavolta, inaspettatamente i militari erano meno rispetto alle altre
due
scorte, e direttamente nella stanza principale.
-Ah!
Cavolo!- mormorò l’alchimista, trovandosi davanti ai marines, che senza
preavviso fecero fuoco sui due estranei. –merda!- ringhiò, buttandosi a
terra
verso l’esterno, sulla destra della porta, mentre i proiettili
sfrecciavano,
colpendo i battenti della porta o volando fuori dal vano lasciato
libero anche
dal felino, che era balzato dall’altro lato rispetto alla padrona. –Ma
che
razza di accoglienza!-.
-Devono
avere ricevuto comunicazione che qualcuno sta attaccando gli
alchimisti! Erano
pronti al contrattacco!- soffiò la pantera, abbassandosi per evitare i
colpi
che ruppero la finestra sopra la sua
testa, inondandolo di schegge e frammenti di vetro. Dall’altro lato
della
porta, Mir raccolse un po’ del sangue che aveva ricominciato a colarle
lungo la
gamba, per via del movimento troppo brusco. Appoggiò la mano sul muro,
lasciandone un’impronta rosso vermiglio. Non appena si staccò dal muro
un
cerchio si delineò velocemente sull’intonaco scalcinato.
-Spostati
più lontano!- Appena concluso, l’alchimista battè le mani una volta,
per poi
appoggiare la destra sulla parete. Al tocco della ragazza, ci fu
un’esplosione
rivolta verso l’interno della casa, che distrusse l’intero muro.
Macerie, calcinacci,
vetri e pezzi di trave vennero violentemente scagliati nel ventre della
stanza,
travolgendo tutto e tutti. Non appena la nube di polvere si diradò,
portata via
dalla corrente poterono esaminare il risultato. I soldati presenti
all’interno
erano stati completamente sotterrati dai detriti. In fondo allo
stanzone,
impolverato e in guardia stava un uomo, che era stato solo sfiorato
dall’onda
d’urto dell’esplosione.
-Tu!
Io ti
conosco! Sei sola?! Tsk! Era ovvio che ci foste di mezzo anche voi.. Da
Adamo
in poi non c’è stata malefatta nella quale una donna non abbia messo lo
zampino! - chiese l’uomo, alzandosi astioso e camminando verso la
ragazzina,
che ancora guardava schifata l’interno dell’edificio.
-Uff..
un’altra bettola fatiscente!- disse la ragazzina, rivolta alla tigre,
che le
stava un passo indietro. –Uhn? Che vuoi tu, scusa? Fatti i cavoli di
casa tua!
Non ti interessa sapere con chi sono. E poi chi diavolo sei?!- rispose
poi
all’uomo, che si era fermato a un paio di passi da lei. La sovrastava
di almeno
trenta centimetri.
-Anche
Dragon è qui?!- chiese furioso, coprendo al distanza tra loro e
afferrandola
per il polso sinistro. –Che diavolo pensate di fare?!- sbraitò
strattonandola.
-Che
ne sai
tu di Dragon?!- chiese la ragazza, digrignando i denti per il dolore,
mentre il
sangue ricominciava a scenderle lungo la gamba, avendo ormai impregnato
la
fasciatura di fortuna. La pantera dietro di lei ringhiò rumorosamente,
calmandosi solo ad un gesto della ragazza.
-Bene
bene!!- ghignò l’uomo, osservando il sangue, che gocciolava sul
pavimento
polveroso. –E così siamo feriti eh?! Vediamo un po’, cosa devo fare con
te?-
chiese guardandola negli occhi. Era abituata a ricevere sfide di quel
genere.
Alzò la testa e ricambiò lo sguardo furente dell’uomo, finchè un calcio
proprio
sul fianco ferito non le fece mancare la forza d’appoggio sulle gambe.
Sarebbe
crollata a terra, se quell’uomo non l’avesse trattenuta per il polso.
La ferità
subì un’ulteriore strappo, essendo la ragazza praticamente appesa per
il braccio,
che tirava l’intero fianco.
-Mir!!-
ruggì il felino dagli occhi smeraldo, pronto a scattare nel giro di un
secondo.
-Tsk!
Allora?! Ti sei divertita con Ludwig eh?! Era solo un ragazzino!- gridò
compiaciuto l’uomo, lasciandole il polso e facendola cadere a terra. La
ragazza
strinse i denti per il dolore,
portandosi una mano sul fianco e sentendo il liquido caldo colarle
sulla
pancia. Capiva poco e niente di quello che quell’uomo le stava
gridando. I
rumori attorno a lei erano ovattati, la vista le si annebbiava. Percepì
con
chiarezza solo il nome di quel ragazzino. Ludwig.
Non moriva certo dalla voglia di saperlo. Sapeva benissimo anche senza
quel
commento irato che non era stata per niente umana in quello che aveva
fatto.
Quel nome l’avrebbe perseguitata per mesi. Alzò gli occhi per vedere
l’uomo,
che si chinò per raccogliere una sciabola. Inspirò profondamente,
sforzandosi
di mettersi a sedere sulle macerie.
-Bisogna
fare quel che bisogna fare! Il guaio della guerra moderna, è che non dà
a
nessuno l’opportunità di uccidere la gente giusta! Comunque puoi stare
tranquillo, non ha sofferto, se questo ti può consolare.- rispose
strafottente,
guardando il suo stesso sangue scivolare sui calcinacci sotto di lei.
L’uomo
si
girò di scatto verso di lei. Evidentemente non aveva gradito il
sarcasmo della
ragazza. –Potrai chiederglielo di persona! Stai per andare proprio dove
hai
mandato lui!- disse riavvicinandosi a gran passi verso di lei e alzando
la
sciabola, pronto a menare il fendente. La ragazza accentuò
l’espressione
sfrontata che aveva sul viso.
-Non
perdo
mai l’occasione di imparare a morire!- Mir sospirò, chiudendo gli
occhi.
Nonostante facesse la splendida, quel dolore non le stava facendo
capire più
nulla. Le orecchie le battevano come dei
tamburi. Il rumore della sciabola che fendeva l’aria non lo sentì
neppure. Ma
nemmeno si preoccupò di guardare cosa succedeva. Un secondo prima che
il
fendente partisse aveva sentito Trinidad muoversi dietro di lei. Con un
balzo
fu addosso all’uomo, buttandolo a terra e letteralmente dilaniandolo
con gli
artigli.
-Basta
così
Trinidad! È morto, non vedi?!- disse riaprendo gli occhi dopo qualche
secondo,
fermando il felino che ancora si accaniva nervoso contro il corpo
inanimato.
-Grrr..
come
stai?!- chiese la pantera, tranquillizzandosi leggermente e
avvicinandosi alla
ragazza. Di quel passo la ferita non si sarebbe mai richiusa.
Rischiavano
davvero di farla crollare in un quarto d’ora. Per quanto potesse essere
resistente, era pur sempre un essere umano.
-Tutto
ok..
ma ho bisogno di un attimo prima di andare a prendere il quarto..-
mormorò la
ragazza, respirando profondamente. Forse anche più di un attimo, pensò.
Le
orecchie non la volevano smettere di fischiare.
“Ma
si può
sapere che cazzo state combinando!? Cos’è?! Non avete mangiato
abbastanza o
siete solo rincoglioniti oggi?!” ringhiò inferocito Adam, rivolto a
Raxha e
Trinidad. “com’è possibile che abbiate lasciato che prendesse due colpi
del
genere?! Vi volete svegliare o aspettate che la ammazzino?!”. Era
decisamente
fuori di sé dalla rabbia.
-Calmati
Adam!- sussurrò l’alchimista, -non è colpa loro! Sono io che sono
distratta!
Trinidad per favore cercami della stoffa pulita..- disse poi rivolta
alla
pantera sulla quale aveva nuovamente appoggiato il vestito, mentre si
puliva
alla bell’e meglio il sangue di dosso.
“Non
dirmi
di calmarmi! Come faccio a calmarmi se ‘sti due lasciano che ogni
stronzo che
ti trovi davanti ti mandi Ko!? Non pretendo mica la luna! E tu cerca di
stare
con i piedi a terra! Voglio riportarti a casa viva, dannazione!”
sbraitò sempre
più nervoso il felino color della pece.
“Di’
un po’
hai per caso voglia di discussioni, micino!?” sbottò Raxha spazientita
dalle
scenate del compagno. Sapevano benissimo anche loro che non erano stati
abbastanza attenti, data la situazione in cui si trovava Mir, ma di
certo la
ramanzina di Adam a questo punto non risolveva nulla.
“E
se lo
sapete perché diavolo non fate più attenzione!?” ruggì la pantera nera,
sentendo i suoi pensieri involontariamente.
Mir capì al volo di doversi dare una mossa. Adam
nervoso era incontrollabile, presto avrebbe fatto innervosire anche gli
altri
due, soprattutto Trinidad. Lei faticava a reggersi in piedi, non
sarebbe di
certo durata più di un’altra ora. Dovevano muoversi a sistemare gli
alchimisti
e tornare in piazza. Di li a poco, sarebbero sicuramente scesi in campo
i Sette
e i tre Ammiragli, e a quel punto, volenti o nolenti, e soprattutto
dolenti, il
loro aiuto sarebbe stato indispensabile. Invece quei tre stavano lì a
discutere.
Quella battaglia doveva chiudersi nel giro di una mezz’ora. Basta con i
giochi.
-Ora
basta,
ragazzi, finitela! Diamoci una mossa! Ormai non c’è più tempo. Il
prossimo lo
seppellisco con tutto il palazzo dove sta, non voglio nemmeno vederlo
in
faccia.- disse mentre il nome Ludwig
le vorticava in testa. –Dobbiamo muoverci, per davvero stavolta. Tra un
po’ in
piazza i giochi si fanno duri e fine delle fesserie. Adam! L’hai
trovato
l’ultimo?- chiese poi rivolta al felino, mentre si rifasciava con la
stoffa che
Trinidad le aveva portato e si rimetteva il vestito, trattenendo
ulteriori
bestemmie.
“…”
il
felino nero non rispose.
“Bè?!
L’hai
trovato o no?!” ripeté Trinidad, che ormai si era lasciato trasportare
dal
nervosismo del compagno.
“No!
È nascosto
bene, diavolo!” ringhiò Adam, digrignando i denti.
-Ok!
Allora
tu continua a cercarlo. Trinidad! Andiamo da Raxha, che sta aspettando,
intanto!- disse la ragazza, mentre si avviava insicura sulle gambe
verso
l’uscita, -Ah! E piano con la galoppata, per piacere!- sorrise verso la
pantera
bianca, che le rispose sospirando con aria preoccupata. Quella sciocca
si
reggeva a malapena in piedi, che diavolo le passava per la testa!? Era
talmente
fiaccata che persino i suoi pensieri erano confusi, intricati e
sconclusionati.
Bisognava avvertire qualcuno. Qualcuno che la aiutasse.
-Non
ci
provare, guarda che non sono così rintronata da non sentirti, sai?!-
rispose la
ragazza ai suoi pensieri, mentre usciva all’aria aperta e respirava a
fondo.
-Mir,
porco
mondo! Quando la pianterai di voler fare sempre tutto tu?! Lascia che
avvertiamo almeno Mihawk!- si infervorò il felino, abbassandosi accanto
a lei
per lasciarla salire.
-Ho
detto di
no! Muoviamoci, dobbiamo tornare in piazza in fretta!- rispose seccata
lei. Era
nervosa. La ferita le faceva un male cane e in più non riusciva a
pensare
limpidamente. Cos’era? Cos’era quel pezzo che le mancava? C’era un
collegamento
che saltava, ma quale? Sentiva che aveva tutti i pezzi per capire, ma
perché
non riusciva a fare il salto del fosso? E in più quel dannato nome le
ronzava
nelle orecchie fastidioso. Ludwig. Le
lacrime del ragazzino le poteva sentirle ancora chiaramente sulla sua
spalla,
mentre Trinidad trottava adagio verso la prossima meta. “Vittima”
si corresse mentalmente, ripensando al ragazzino.
-E
piantala!
È morto seguendo il suo credo! L’essere umano è sempre pronto a morire
per una
causa, purché essa non gli sia ben chiara..- tentò il felino, lui
stesso poco
convinto.
-Non
farmi
ridere! Ma quale credo e causa. È sempre lo stesso discorso di quando
scappavo
dai cacciatori di taglie. Non scelgono loro di essermi davanti, gli
viene
ordinato!- rispose acida lei. –Piuttosto.. quanto manca?- chiese poi,
guardandosi attorno. Ancora nessuno in giro. –Che cazzo succede su
quest’isola
maledetta?!- borbottò infastidita. Sapeva
che c’era qualcosa che doveva assolutamente capire. Il suo campanello
d’allarme
era praticamente infallibile.
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Capitolo 15 *** kapitel funfzehn ***
-Ci
siamo
quasi, senza passare dalla piazza ci abbiamo messo di meno.. questo è
il
penultimo. Poi manca solo quello che piomba strettamente la zona del
patibolo.-
rispose la pantera, rallentando il passo. –Ecco Raxha!- sospirò. Non
sapeva più
che pesci prendere. Temeva che l’alchimista crollasse da un momento
all’altro.
-Bene!
Al
diavolo! Giuro che questo non lo voglio nemmeno vedere, lo mando giù
tutto
intero.. non ce la faccio con un altro corpo a corpo adesso. Raxha,
quanti sono
là dentro?- chiese scendendo lentamente dalla sua fiera. Un altro
palazzo
malandato, di tre piani, stavolta. Le imposte sgangherate delle
finestre non
lasciavano passare alcun suono. Se lì dentro c’era qualcuno, era di
sicuro in
attesa dell’attacco.
-Nove
guardie, più lui..- rispose cauta la tigre. Sospettava già cosa avrebbe
combinato quell’irresponsabile.
-Nove..
ottimo.. sono più che sufficienti..- sussurrò l’umana cercando il
massimo della
concentrazione che le era possibile raggiungere in quel momento. –OK! Achtung, ich gehe..- disse poi battendo
le mani, mentre i due felini si allontanavano da lei e dal palazzo. Una
folata
d’aria leggera si mosse attorno alla ragazza, sollevandosi verso l’alto
e
smuovendo l’orlo della gonna leggera. La terra tremò per un istante,
poi il
frastuono di assi spezzate e vetri infranti riempì l’aria, ghiacciando
i due
felini sul posto, preoccupati che anche la padrona venisse inghiottita
da
quello che lei stessa stava combinando. Ancora nulla si mosse per
qualche
secondo. Poi, straordinariamente, l’intero edificio cominciò ad
accasciarsi su
se stesso, ingoiato dalle sue stesse fondamenta. Un leggero odore di
bruciato
pervase l’aria tutt’attorno a loro. Non capirono da dove arrivasse
finchè non
videro un incendio divampare tra le macerie. Il modo in cui quella
ragazzina
sfruttava quel potere era allucinante persino per loro, che ne
conoscevano
tutti gli aspetti, anche quelli più reconditi. Tutto quello spettacolo
si stava
consumando come chiuso in un cilindro di vetro: né le scintille, né le
ceneri
arrivavano alla ragazza o ai due animali. Nel giro di un minuto, tutto
davanti
a loro ardeva tra le fiamme, che proiettavano la loro luce rossastra
sul viso
spento della ragazza. Non era amante delle focarine. Non lo era più
stata da
quel giorno. L’odore della carne bruciata, inconfondibile per lei,
arrivò alle
sue narici, ben distinto da tutto gli altri, nauseandola fin nel
profondo dei
sensi.
-Andiamocene..
in piazza ci aspettano..- disse avvicinandosi ai felini. –Forza,
ragazzi! Stare
a guardarlo non lo riporterà in piedi!- ormai anche la voce tremava,
nello
sforzo di restare in piedi sulle sue gambe. –Speriamo che Adam faccia
in
fretta.. porco maiale, che dolore! Spero che brucino nel loro dannato
inferno,
quei due maledetti..- soffiò poi, salendo sulla schiena della tigre,
sulla
quale faceva meno fatica a stare, date le dimensioni ridotte rispetto
al
compagno, mentre un’alta colonna di fumo si stagliava nel cielo
soleggiato
della mattina.
Intanto
nella piazza anche gli ultimi inibiti dall’azione degli alchimisti
avevano
ripreso a combattere al meglio. L’unica zona off limits restava il
patibolo,
con la platea, a cui nessuno si avvicinava. Sebbene Rufy morisse dalla
voglia
di salire lassù, capiva bene che era meglio liberarsi prima dei marines
a
terra, e poi salire. Certo, i tre ammiragli lo preoccupavano: avendo
testato
sulla propria pelle il potere di Aokiji,
gli altri due non dovevano essere da meno. Ma sti cavoli.. ci avrebbe
pensato
una volta lassù. Per ora continuava a tenere d’occhio i suoi compagni,
lottando
vicino a loro, che nel frattempo si erano riuniti a combattere tutti
più o meno
nello stesso punto, spalleggiati da quei quattro titani e dalle loro
ciurme.
Zoro, dal canto suo, era distratto e continuava a guardare la platea
dietro al
patibolo. Comprensibile.. Dopotutto, anche se inerme come un sasso, il
suo
“mostro sacro” stava comodamente stravaccato sulla sua poltrona di
velluto,
totalmente indifferente all’inferno che si era spalancato ai suoi
piedi. Un
marine lo colpì quasi, se non fosse stato per l’intervento del cuoco,
che
richiamò gentilmente l’attenzione
dello spadaccino sulla terra.
-Ehi
sappiamo che la testa ti serve solo per reggere quell’aiuola di erba
gatta, ma
ti dispiace riportarla sul collo?! Non sono mica qui per proteggere te,
razza
di cretino patentato!!- gli sbraitò amorevolmente
dietro il biondo, scalciandolo però a sua volta nel sedere.
-Ehi!?
Ma
che cavolo ti prende, razza di pervertito! Cos’è le tue sopracciglia
girano
tanto da farti perdere il lume della ragione?! Che diavolo hai da
scalciare!?-
rispose stizzito il verde, puntando le lame contro il cuoco.
-Prego?!
Ripeti se hai il coraggio, microcefalo!!- sbraitò il cuoco, indemoniato
dalla
poca riconoscenza del compagno.
-Micro..
che?!- domandò perplesso lo spadaccino, interdetto da quello che intuì
essere
un insulto, di cui, però, non colse esattamente il significato.
-Pietà..-
mugugnò il cuoco, stupefatto ancora una volta dell’ignoranza dello
spadaccino,
-sto parlando nella valle dell’eco o è la tua testa che rimbomba?!-
chiese
sconsolato, scuotendo la testa. –Mi faranno santo un giorno di questi!-
mugugnò
verso la cartografa.
-Non
potrebbero mai, mezza sega.. per metterti l’aureola ti ci vorrebbe per
lo meno
la testa!- rispose l’ex cacciatore di taglie, fendendo un colpo contro
uno dei
pochi marine rimasti.
-Ehi!-
si
adirò il cuoco, -E' una caccola o l'ultimo frammento di cervello che ti
era
rimasto, quello che ti è appena uscito dal naso?- domandò, soddisfatto
dalla
faccia infuriata del compagno di schermaglie.
-Ti
spacco!!- grugnì il verde buttandosi addosso al cuoco, con cui cominciò
la
solita zuffa.
-No,
ma
dico.. se le danno tra loro?!- chiese Shanks, rivolto al suo piccolo
emulo,
nonché loro capitano. Ormai il rosso era fermo, attendendo che i suoi
finissero
di sistemare gli ufficiali rimasti.
-Uhn?!
Ah..
sì.. ma tra un po’ la smettono.. ci pensa Nami!- rispose quello, quasi
non
facendo caso alla rissa in corso, tanto gli era familiare.
-Nami?!
Chi,
la ragazzina?! E come pensa di fermare quei due tornadi?!- chiese
Dragon, fermo
accanto al rosso, mentre la cercava con lo sguardo.
-Ora
lo
vedrete.. eccola che arriva!- disse Robin, accanto a loro, indicando la
testa
rossa della navigatrice avanzare verso di loro in mezzo alla folla.
–Tre, due,
uno..- SDENG! SDENG!
-Mi
avete
rotto l’anima voi due!! Vi pare il momento?! Se l’ignoranza volasse, vi
darei
da mangiare con la fionda!! Vedete di piantarla! Razza di somari
calzati e
vestiti!!- urlò la rossa ai due tumefatti compagni.
-Certo,
mio
delicato bocconcino!!- cinguettò il cuoco riprendendosi all’istante.
-Delicato bocconcino?- chiese scettico il
rosso, con una bella goccia che gli scendeva dalla testa, mentre Dragon
si
sbellicava dal ridere al suo fianco.
-Certo!
La
mia stella polare, il mio zenit e il mio nadir, la mia alfa e la mia
omega! Bè,
i gusti sono gusti!- disse il biondo, estasiato dalle sue stesse parole.
-Come
disse
il gatto leccandosi il culo!- commentò lo spadaccino, riassestandosi
dopo il
knock out tecnico subito dalla rossa.
-Cosa?!
Non
ti è bastato?!- grugnì il cuoco, afferrando il compagno per la
maglietta, che
ricambiò all’istante il gesto. Il battito nervoso del piede di Nami sul
lastricato li fece voltare subito.
-Eh
eh.. sei
sporco qui..- disse nervosamente Zoro spazzolando con la mano il bavero
del
cuoco, imitato dal biondo. Per questa volta avevano evitato il bis.
-Ah
ecco..
mi pareva! Pensavo quasi che vi steste per accapigliare di nuovo..-
ghignò la
rossa con un sopracciglio alzato. Quei due idioti erano
incorreggibili.. ma
come si dice.. tutto cambia, se tutto resta uguale.. sorrise
soddisfatta a quel
gesto che interpretò come bandiera bianca. Solo che ormai.. ormai un
dubbio si
era fatto strada nella mente attenta della ragazza. Forse cominciava a
capire
le occhiate dubbiose che l’alchimista aveva lanciato così spesso al
patibolo
quella mattina.
-Ragazzi,
Robin.. sentite..- cominciò titubante, preoccupata di allarmare i suoi
compagni
per un nonnulla. –Sto pensando una cosa..- continuò non appena i tre le
diedero
attenzione, capitano compreso, che aveva appena smesso di sghignazzare
dopo il
round da lei vinto. –Questi avrebbero dovuto essere per lo meno forti
come
quelli che abbiamo incontrato a Enies
Lobby, no?- chiese cautamente, mentre anche il resto della ciurma si
avvicinava
per pianificare l’attacco al patibolo.
-Uhm?
Bè,
sì, mio pasticcino..- rispose sanji, senza capire dove volesse andare a
parare
la navigatrice.
-Non
vi sono
sembrati un po’.. come dire..- tentennò, in cerca della parola più
azzeccata.
-Debolucci?-
concluse l’archeologa, al posto suo. Anche lei era stata colpita dallo
stesso
pensiero. La rossa annuì.
-Insomma..
l’altra volta ci hanno fatto patire parecchio, ci siamo salvati per
miracolo..
non so.. c’è qualcosa che non mi convince.. io..- spiegò la
navigatrice,
guardando i suoi compagni, che la ascoltavano silenziosi, in mezzo alle
urla e
ai botti che ancora riempivano la piazza.
-Non
ti
preoccupare, testolina rossa!- intervenne Shanks, che poco distante da
loro,
con Dragon, aveva intercettato il discorso. –siete migliorati
dall’ultima
volta. Per non dire poi, che la compagnia è decisamente superiore a
qualsiasi
cosa abbiate potuto avere laggiù!- gongolò, da bravo sbruffone qual
era. Rufy rideva
allegramente, mentre Zoro continuava a guardare la platea, come
d’altronde
Robin continuava a tener d’occhio il patibolo. Sanji e gli altri
soppesavano
attentamente i timori delle due ragazze.
-Non
ti far
prendere dal disfattismo di Mir! È così pessimista!- aggiunse
tranquillo il
rivoluzionario, sorridendo con lo stesso sorriso ebete del figlio.
Anche se non
sarebbe sembrato a prima vista, era veramente sveglio. Aveva tenuto
d’occhio
tutti loro, anche durante i combattimenti. Aveva notato che lei, e non
solo
lei, teneva come punto fisso l’alchimista, osservando le sue mosse per
capire
che succedeva attorno a loro.. non che
sbagliassero. In fondo quella ragazzina era davvero affidabile e lui
stesso lo
sapeva bene. Le avrebbe affidato la sua stessa vita. Anzi, di più. Le
avrebbe
affidato la vita di suo figlio.
Nami
sorrise, leggermente rincuorata dall’aver capito che erano davvero
sotto l’ala
protettiva di quei mostri del mare. Seguì lo sguardo dei compagni,
indecisa sul
da farsi. –Come facciamo? Chi lo tira giù da lì?- chiese all’aria,
sapendo che
tutti la ascoltavano. Una vena cominciò a pulsare sulla sua tempia
quando notò
il palloncino che si gonfiava e sgonfiava ritmicamente attaccato al
naso
dell’uomo che dovevano salvare.. come diavolo aveva fatto a
addormentarsi in
una situazione del genere?! Ma erano tutti dementi in quella famiglia?!
-Ci
penso
io, Fratello! Cola cann..- rispose Franky, puntando il suo micidiale
cannone
contro il patibolo.
-Fermo
idiota!!-urlò Nami, spostandogli il braccio con uno schiaffo, -non lo
dobbiamo
accoppare Ace! Lo dobbiamo tirare giù vivo! Ma che hai in quel
cervello? Apri
le paratie, razza di scatola di sottaceti!!- sbraitò. Ma dovette
interrompere
la sua lista di insulti, distratta dal fragore di qualche palazzo che
crollava
in lontananza. –Che hai fatto, deficiente!?- urlò con i denti da squalo
verso
il carpentiere.
-Ehi,
guarda
che io non centro, sai!- sbotto il cyborg, agitando la mano davanti
alla
faccia.
-Usopp!!
Sei
stato tu?!- indirizzò la strigliata verso il cecchino.
-Ma
sei
matta?! Come avrei potuto fare da quaggiù, secondo te?! Certo,
nonostante
persino i palazzi tremino nel sentire il terrificante nome di Capitan
Usopp,
spauracchio dei mari, stavolta non centro!- rispose il nasuto,
pavoneggiandosi.
-Mitico
Usopp!!-
gridò estasiato il medico, perso nei racconti del compagno.
-Ma
non lo
capisci che ti prende in giro?!- sbraitò la rossa, -non vedi che per le
bugie
che dice, ha il naso così lungo che se nasceva pecora moriva di fame?!-
continuò, tirando il cecchino per il naso.
-Che?
Ma se
ho il nasino alla francese?!- rispose piccato il sedicente vice
capitano.
-Ma
per
favore! Se faranno una moneta con il tuo profilo dovranno metterci il
manico!!-
rispose Sanji, facendo scoppiare la ridda di battutacce sull’appendice
del
cecchino. –Piuttosto.. che diavolo succede laggiù?- chiese stoppando il
gioco,
mentre osservava una colonna di fumo nero che tagliava il cielo
azzurro. I
ragazzi si guardarono tra loro, per poi girarsi verso i due più
anziani, che,
raggiunti dal Re Oscuro, guardavano in silenzio il fumo alzarsi sempre
più
denso. Le loro facce si fecero meno allegre. Quando si accorsero che i
giovani
li stavano guardando il sorriso ricomparve però in un baleno, tentando
di
illuminare nuovamente i loro volti.
-Oh,
non vi
allarmate! Sarà sicuramente opera di Mir!- rise il più vecchio, facendo
scintillare la montatura degli occhiali alla luce del sole. Quel mezzo
teatrino
non bastò ad ingannare i ragazzi però. Le loro facce quando pensavano
di non
essere visti la dicevano molto lunga, affondando quelle parole come
barchette
di carta nell’acqua.
-Che
succede
laggiù?- domandò lo scheletro, che non conoscendoli nemmeno di fama,
non aveva
alcuna soggezione di quei tre uomini.
-Dragon,
che
diavolo combina la tua ragazzina?!- la voce di Barbabianca, possente e
profonda, alle loro spalle, li fece sobbalzare.
-E
che ne
so.. si sarà trovata in fallo e avrà dovuto calcare la mano con i suoi poteri..- rispose vago il
rivoluzionario, evidentemente in pensiero per quella colonna di fumo.
-Già..
dopotutto, l’abbiamo mollata da sola.. ma non vi preoccupate, è forte
come un
cinghiale!- disse il rosso, cercando di sollevare Rufy e la sua ciurma
da quel
pensiero.
-Sono
già
qui?! Trinidad ha detto che c’erano quasi!- il ringhio possente di Adam
li fece
voltare tutti. Si guardava attorno nervoso, continuando a passeggiare
avanti e
indietro.
-Adam!
Allora? A che punto siete?! Che diavolo combinano laggiù?- chiese il
rivoluzionario, sollevato.
-Uhm?!
Bene,
tutto bene.. ci manca l’ultimo.. ma l’ho trovato.. voi?! A che state?
Ah,
eccoli!- chiese con una smorfia sul viso sfregiato, osservando i pochi
combattimenti ancora in corso, per poi spostare lo sguardo sul trio che
ormai
era a pochi metri da loro. Dannazione, dovevano muoversi. Era messa
sempre
peggio. Un ringhio sommesso riempì la sua gola.
-Qui
tutto
sotto controllo, cadono come foglie!- rispose il rivoluzionario,
sgravato dal
pensiero della situazione della ragazza. Sollievo che durò ben poco. La
guardò
per un secondo. Qualcosa non andava, sembrava persa tra le nuvole.
Anche
Shanks, Rayleigh e Barbabianca ebbero la stessa impressione. La
conoscevano da
anni ormai, ed erano certi di una cosa. Quell’espressione poteva voler
dire
solo due cose: o ne aveva combinata una delle sue, o qualcosa non le
tornava.
Rufy e i ragazzi, dal canto loro notarono solo che la sua pelle candida
ormai
aveva assunto il colore della neve.
-Che
hai
detto?!- la voce bassa e stanca di Mir che scendeva lentamente dalla
tigre
colpì il poker di assi del mare come uno schiaffo in pieno viso.
Qualcosa non
andava. Qualcosa di grosso.
-Ho
detto
che cadono come foglie!- rispose cauto Dragon, guardando attentamente
ogni
singola mossa della ragazza.
-Non
dire
idiozie! Sono tutti ufficiali maggiori! Come è possibile che vengano
giù con un
soffio di vento?! Rufy? Che mi dite voi? Come vi sembrano?- chiese
conferma al
capitano di gomma.
-Ha
ragione
lui.. anche Nami e Robin l’hanno notato! Li tiriamo giù come niente!
Guardati attorno..
ormai abbiamo quasi finito!- rispose il ragazzo, alzando le spalle. La
sua
ciurma annuì, a conferma di quello che aveva appena detto. Le due donne
la
osservavano, indecise sull’interpretazione della sua faccia.
La
ragazza
si guardò attorno spaesata. Le idee in testa le frullavano veloci come
fulmini.
Che diavolo succedeva in quell’isola?! Ludwig.
Cerchi sbagliati, ufficiali di spessore inconsistente, nessuno per le
strade
della città. Ludwig. Calma piatta sul
patibolo e in platea. Ludwig. E che
diavolo era sto Ludwig che le ronzava in testa?! Le immagini
scivolavano, senza
che lei riuscisse ad afferrarle o a fissarle per ragionarci su. La
ferita
pulsava, le orecchie rimbombavano, la vista le giocava rutti scherzi.
Il panno
ricominciava a far sentire il suo peso, e non era sicura che sarebbe
rimasta in
piedi se avesse staccato il braccio dalla schiena di Raxha. Si sentiva
le gambe
di pastafrolla.
“Mir,
rispondi dannazione! Così se ne accorgono subito!” la voce di Adam
nella sua
testa la fece tornare di botto al presente.
-Cc..cosa
hai detto, scusa? Ero distratta..- chiese come risvegliandosi,
abbozzando un
sorriso verso il suo capo.
-Distratta,
eh?- chiese il rivoluzionario, scuro in viso, guardandola negli occhi.
–Ho
chiesto cosa è successo laggiù..- ripetè indicando col capo la colonna
di fumo,
senza però distogliere lo sguardo. Tutti attorno a lei la guardavano,
chi in
attesa della risposta, chi, come Shanks, Ray e Barbabianca,
analizzandola
attentamente. Chiaramente quei quattro si erano accorti che non era
propriamente da definire in forma.
-Ma
niente!
probabilmente li avevano avvisati che qualcuno stava attaccando gli
alchimisti.. erano pronti al contrattacco e ci hanno presi in
castagna.. ah
ah..- rise rispondendo. Ma questa volta tutti, Rufy compreso, si
accorsero che
qualcosa non andava. Lo spasmo di quella risata forzata le aveva
provocato una
fitta più forte del solito. Non era la solita risata soave, ma una
specie di
cigolio stridente. Se ne accorse anche lei stessa. Faceva fatica a
controllare
la voce, ormai. Era quasi l’urlo del suo corpo quello che le era uscito
dalla
bocca. Gli sguardi divennero inquisitori e preoccupati.
-Che
diav..-
cominciò il rivoluzionario, muovendo un passo per avvicinarla.
-Andiamo
Mir, non c’è tempo da perdere.. abbiamo quasi finito! Muoviamoci!- lo
interruppe
la pantera nera nervosamente, frapponendosi tra loro e abbassandosi per
far
montare la padrona. Che seguì velocemente l’imboccata del felino,
salendo
traballante sulla sua schiena. –Facciamo in un batter d’occhio!-
concluse poi
alzandosi.
-Ma
Mir!-
gracchiò preoccupato il piccolo medico peloso arricciando il naso.
Tutti si
voltarono a guardarlo -non dovresti! Tu sei..- lo sguardo implorante
della
ragazza, mentre tutti le davano le spalle, gli fece morire le parole in
bocca.
-… in.. in ritardo! Avresti già dovuto finire!- deviò la renna. Ormai
la frase
l’aveva cominciata, in qualche modo doveva pur finirla. Non capiva
però, perché
volesse nascondere quella ferita. Lui poteva sentire chiaramente
l’odore del
sangue vivo addosso a lei.
-Hai
ragione.. vedrò di mettermi a pari..- sorrise lei, ringraziandolo con
lo
sguardo. –Ragazzi voi state qui.. casomai avessero bisogno di
qualcosa!- disse
poi rivolta agli altri due felini. -Andiamo, Adam! Hai sentito? A
quanto pare
rallentiamo la tabella di marcia!- spronò la pantera nera. Che partì
spedita,
per rallentare poi non appena fuori dalla piazza.
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Capitolo 16 *** Kapitel Sechzehn ***
-Che
diavolo
le prende?- domandò Barbabianca, appena la ragazza lasciò la piazza.
-Bè
noi
andiamo a vedere se possiamo renderci utili in qualcosa!- bofonchiò la
tigre
bianca, pressoché volatilizzandosi in
mezzo alla folla, seguita a ruota dalla pantera.
-Ehi!
Voi
due! Dove scappate! Tornate subito qui! Ehi! Lo so che mi avete
sentito!- urlò
all’aria Rayleigh, cercando di trattenere le due belve, speranzoso di
ricavarne
qualche informazione.
-Ehi,
calmati o ti farai saltare le coronarie!- lo richiamò il rivoluzionario.
-Cosa?
Ma
che diavolo, ti piglia, anche a te?! Stava chiaramente nascondendo
qualcosa! E
avrà chiesto anche a loro di non parlarne! Hai visto come si sono
dileguati?!-
insorse il rosso, in aiuto del vecchio re oscuro.
-Lo
so, che
credi!- sbottò il ricercato numero uno al mondo, lasciando trapelare
tutto il
suo nervosismo. –Ma se lei ha chiesto loro di non parlare, quelli
tengono la
bocca chiusa! Però….- continuò lentamente voltandosi alla ricerca del
medico
dal naso blu. –Tu! Tasso! Tu sai cos’aveva, vero?!- chiese al piccolo
interrogato. Un brivido corse lungo la breve schiena della renna.
Quell’uomo
era davvero troppo attento ad ogni minima cosa. Tutti si voltarono a
guardare
il piccolo animale parlante.
-I..io?
no
no.. non so a cosa si stia riferendo!- rispose tremulo il medico,
cercando di
ostentare indifferenza.
-Chopper,
dai! Ce ne siamo accorti tutti!- lo esortò il cecchino, affianco a lui.
-Yohoh..
già.. non sei un granché a bugie!- aggiunse lo scheletro.
-Ragazzi..
io… non so se.. insomma.. lei non vuole che dica niente..- disse
incerto,
guardando uno per uno i componenti di quella piccola folla attorno a
lui, fino
a fermarsi sul suo capitano.
-Se
non
vuole dirlo..- disse Rufy con un’alzata di spalle. Ma la curiosità,
mischiata
ad una leggera preoccupazione per quel volto pallido che l’alchimista
aveva
mostrato loro, dicevano tutt’altro, stampando sul suo viso
un’espressione
oscenamente decifrabile.
-Cretino!
È
ovvio che nascondeva qualcosa di grosso! Forse ci sono complicazioni
con gli
alchimisti! Dobbiamo sapere queste cose!- sbottò Nami al suo fianco.
-Ma
Nami!-
protestò la renna.
-Ha
ragione
lei, Chopper! dobbiamo sapere che succede in giro!- disse Sanji, dando
man
forte alla navigatrice. –potrebbe aver bisogno di una mano, e non dice
niente
per non disturbarci! Che dolce zuccherino!!- degenerò poi, nonostante
le buone
premesse di serietà iniziali.
Il
medico
guardò insicuro attorno a lui. –Per essere, bisogno di aiuto ne ha.. ne
ha
eccome.- disse guardando il pavimento lastricato della piazza. Tutti
addrizzarono le orecchie in attesa del seguito. Guardò il
rivoluzionario, che
capì al volo dove stava il problema. –Ma non per quello che pensate
voi!-
concluse, sentendosi subito in colpa per aver tradito la fiducia della
ragazza.
-E
questo
che significa?- chiese Zoro, che per una volta ci aveva capito come
tutti gli
altri, e cioè un’emerita cippa.
-E’
ferita?!- chiese il rivoluzionario, stringendo i pugni sotto al
mantello. La
renna annuì. –Come fai tu a saperlo?- chiese poi soffiando aria dal
naso.
-Lui
è il
nostro medico di bordo! Se lo dice è sicuramente così!- rispose Rufy al
posto
suo. La fiducia nelle abilità di Chopper era assoluta, sia da parte
sua, sia da
parte della ciurma intera.
-Capisco..
da dove l’hai visto?- chiese calmo il grosso uomo. C’aveva visto
giusto.. il
tremore, la sbadataggine, i sensi inibiti, il nervosismo di Adam, la
fretta di
tutti e tre i felini. Era ferita, e anche abbastanza gravemente, se
persino
Trinidad aveva perso la sua solita pacatezza.
-L’odore..-
rispose triste la renna, sentendosi sempre più spia. –odorava di sangue
vivo..
ne stava perdendo parecchio.. e poi tutto il resto.. il pallore, i
tremori, la
distrazione, la fatica.. è rimasta appoggiata a Raxha finché Adam non
l’ha
presa su..- concluse con una lacrimuccia che gli scendeva sulla guancia
pelosa.
-Al
fianco
sinistro, vero? Ha evitato in tutti i modi di muoversi o fare pressione
su
tutto il lato sinistro del corpo..- chiese il rivoluzionario, come
durante un
consulto in un ambulatorio. Nonostante la voce piatta, chi lo conosceva
si
accorse subito che tirava brutta aria. Incrociò le braccia sotto il
mantello,
quando la renna masticò un –Probabilmente..- a mezza voce. Guardò verso
il
patibolo. Pessimo segno, pensarono Shanks, Rayleigh e Barbabianca. Non
che loro
fossero meno infastiditi dalla notizia. Barbabianca in primis fremeva,
aspettando che la ragazzina finisse il suo lavoro. Ed ora anche Dragon
era
impaziente di dar sfogo al suo nervosismo. Considerava quella ragazzina
come
una figlia ormai. Toccare lei, era per lui un affronto pari al toccare
Rufy o
Ace. Risposta: nessuna pietà.
-Sei
stato
bravo a dirlo Chopper! quando tornerà la faremo riposare! Se non avessi
detto
niente lei avrebbe continuato a sforzarsi!- lo consolò la cartografa
accarezzandolo
sul braccino peloso, dopo essersi chinata accanto a lui. Lui annuì, e
abbassò
la testa. Non era convinto di quello che aveva fatto.
-Ha
ragione
la ragazza! Meno male che ce l’hai detto! Quella stupida si sarebbe
spremuta
fino all’ultimo goccio di sangue! Non preoccuparti, non si arrabbierà!
Al
ritorno non ne avrà nemmeno le forze!- rise il rosso, scompigliando i
capelli
di Rufy per risvegliarlo dalla trance in cui era caduto fissando il
pavimento.
-Grazie
orsetto lavatore! Appena torna la mettiamo a cuccia, e guai a lei se
muove un
dito! Quella maledetta cretina!- disse Dragon sorridente, sollevando
finalmente
il morale al piccolo medico.
-Sono
una
renna!- protestò quello, asciugandosi le lacrime e sorridendo alla
navigatrice
che gli era ancora accanto.
-Sarà
grave?-
chiese Rufy sottovoce al rivoluzionario che gli si era avvicinato,
sentendosi
un po’ in colpa. Aveva pensato tanto alla sua ciurma, si era
preoccupato come
mai fino ad allora per loro, facendo cieco affidamento sulla forza di
Mir per
proteggere i suoi ragazzi. Ma al fatto che anche lei potesse essere
ferita non
ci aveva nemmeno pensato. Guardò il padre. L’uomo ricambiò lo sguardo,
e si
capirono al volo. Anche lui aveva avuto lo stesso pensiero. Attorno a
loro gli
altri continuavano a parlottare, controllando il patibolo e attendendo
il
segnale per muoversi.
-Se
la
caverà.. è tosta!- sospirò il più vecchio dei due. –Non preoccuparti!
Non hai
colpe tu.. io piuttosto.. è una mia sottoposta.. dovevo essere io a
controllare
che non avesse problemi. Invece ero troppo preso da tuo fratello e da
te! Sai..
è con me da tanto tempo che ormai la considero come se fosse tua
sorella. Ma ho
sempre fatto molto affidamento sul fatto che si sapesse guardare le
spalle da
sola.. diavolo!- disse quello scompigliando a sua volta i capelli del
ragazzo.
–Non ti preoccupare! Adesso è con Adam.. quello si farebbe tagliare una
zampa
piuttosto che permettere che qualcuno la tocchi.. e ora forza! Torna
dai tuoi
compagni! Hanno bisogno del loro capitano!- disse spingendolo alla base
della
schiena verso i suoi. Il ragazzo gli rispose con una risata, seguendo
il suo
consiglio e lanciandosi a fionda su Usopp, facendo scattare la baruffa,
che
minacciava pericolosamente la calma di Nami.
-Sei
proprio
certo?- la domanda di Barbabianca al suo fianco sembrò essere la
trasposizione
ad alta voce dei suoi pensieri.
-Ed..
Certo
che non è colpa sua se lei si è ferita!- rispose il moro, alzando le
spalle
indifferente.
-Non
scherzare, ragazzino! Sto parlando di Mir! Era grave.. e l’abbiamo
notato bene.
Non si fa mettere a terra da ogni fesseria. E tu lo sai bene.. una che
gira per
il nuovo Mondo da sola.. insomma.. lei..
era grave, Dragon. Non avremmo dovuto lasciarla andare. In più.. qui
tira una
brutta aria.. c’è calma piatta lassù,- disse indicando il patibolo,
-quelli
hanno in mente qualcosa.. sicuro!-
concluse guardando il rivoluzionario.
-Lo
so, Ed..
lo so. Mir ci tartassa l’anima da stamattina col fatto che qualcosa non
va.. è
talmente concentrata a trovare il fallo che s’è fatta ridurre come uno
straccio.. merda! Speriamo che non faccia cazzate. Avrà anche dei
poteri
mostruosi, ma rimane pur sempre una ragazzina.. la carico sempre
troppo!-
rispose l’altro, sfregandosi gli occhi con le mani. Più ci pensava, più
prendeva coscienza del fatto che stavolta aveva davvero esagerato con
il lavoro
per Mir. L’aveva fatta navigare in lungo e in largo da quando Barbanera
si era
dato alla macchia. L’aveva affiancata a Ace nella ricerca di
quell’uomo, finché
Ace stesso non ara stato catturato. Allora il mandato era cambiato. Le
aveva
fatto fare da spola per cercare alleati e identificare astensionisti. E
lei
l’aveva fatto continuando a controllare tutti i suoi uomini e i suoi
affari. E
suo figlio. Già. Perché da quando Rufy aveva preso il mare, lei gli
portava
continuamente aggiornamenti e novità. Sul ragazzo, su quello che
combinava, su
chi si aggiungeva o lasciava la sua ciurma. Li aveva incrociati diverse
volte,
nel corso della loro avventura, senza mai essersi fatta notare. Lei lo
aveva
mandato a Rogue Town, quando aveva saputo che quei ragazzi avevano il
tutte le
possibilità di incrociare Smoker.
-Ehi!
Torna
tra noi, Dragon!- lo scosse il vecchio Rayleigh, anche lui visibilmente
in
pensiero. Sia lui che Shanks si erano avvicinati alla coppia in
disparte. –Non
serve a niente fasciarci la testa prima di rompercela! Piuttosto.. la
persona
più strana in tutta questa storia è lui!-
disse guardando le poltrone di velluto rosso. Sapevano tutti e tre a
chi si
stesse riferendo. Mihawk. Sapeva benissimo che Mir era lì in mezzo. E
loro
sapevano benissimo che lui si sarebbe accorto della ferita della
ragazza anche
da laggiù. Occhi di Falco non era un soprannome dovuto solo ai suoi
tratti
fisiognomici. Era allucinante come quell’uomo cogliesse ogni minima
goccia
d’acqua che si muoveva attorno alla ragazza. Era tanto attento a lei
che
avrebbe quasi potuto essere scambiato per un maniaco feticista. Era
montato su
tutte le furie quando aveva saputo che Dragon avrebbe portato sua
moglie in
mezzo a quella carneficina. Aveva piantato un casino, scatenando il
panico in
tutto il covo dei rivoluzionari. Di sicuro l’aveva tenuta d’occhio da
quando
aveva appoggiato la punta del piede nella piazza. E allora perché se ne
stava
lì svaccato, apparentemente addormentato, e non aveva mosso un dito?
-Possibile
che non si sia accorto di niente?- chiese scettico Barbabianca.
-
Mihawk è
capace di contare le gocce che le cadono addosso durante un acquazzone!
È
impossibile..- disse Shanks, che lo conosceva molto bene, scuotendo la
testa.
-State
all’erta! Sengoku ha sicuramente inventato qualcosa.. non è
Grand’ammiraglio
per la sua bella faccia, di certo!- disse Dragon, spostando lo sguardo
su suo
figlio e la sua ciurma. Se Sengoku si era tirato su le maniche, di
certo non ne
era uscito nulla di buono per loro, pensò sospirando.
-Mir,
ascolta! Non farti distrarre dal posto, chiaro?!- disse Adam,
rallentando
ulteriormente il trotto. Al ritorno si sarebbero beccati senza dubbio
una
lavata di capo infinita. Conoscendo Dragon, a quell’ora aveva già fatto
sputare
il rospo al medico di Rufy. Per non dire
che quel teatrino che avevano piantato con Mir non avrebbe convinto
nemmeno un
beota totale.
-Posto?
Perché? Dove stia…- ma si interruppe quando la pantera si fermò davanti
all’ennesimo portone malandato, sdraiandosi per farla scendere. Non era
l’ennesimo portone quello. Lei lo
conosceva benissimo. Certo, se lo ricordava in tutt’altro stato, ma era
inconfondibile dato che non era mai stato uno splendore. Si trovava
nella zona
dove sorgeva la residenza principale dei suoi ex padroni. E
quell’edificio
basso che stava davanti a lei era il dormitorio degli schiavi. Aveva
passato le
notti là dentro per due anni, a volte dormendo, a volte scontando le
punizioni
che le venivano inflitte. Un brivido le corse lungo la schiena.
Deglutì,
muovendosi per scendere dalla schiena del compagno. Ma appena ebbe
entrambi i
piedi per terra le gambe non la ressero e cadde al suolo come un sacco
di
patate.
-Mir!
Accidenti! Ti ho avvisato di non farti impressionare dal posto! Da
quand’è che
sei così sentimentalista?!- ruggì la pantera, avvicinando il muso
all’umana e
arricciando subito dopo il naso
all’odore forte del sangue che aveva di nuovo inzuppato lo straccio e
ora le
colava sulla gamba.
-Non
è per
il posto, pagliaccio! È per la corsa fino a qui! E vedi di non urlare,
che ho
mal di testa!- gridò lei ancora più forte, premendosi il fianco.
–vediamo di
darci una mossa!- sbottò poi, aggrappandosi alla pantera per rialzarsi.
-Ehi!
Relax
tesoro! O quella ferita ti scoppia, altro che sanguinare!- la riprese
il
felino, leccandosi il sangue che gli aveva imbrattato il muso quando
l’aveva
spinta nel sollevarla.
-Ufff…-
inspirò la ragazza, -ok! Chiudiamo sta dannata partita!- disse
spingendo la
porta. Si ritrovò nell’atrio familiare, e si guardò attorno. –non è
peggiorato
molto, da quando ci stavo io!- disse ironica, guardando i mobili e i
pavimenti
impolverati. Adam, che le era passato davanti non rispose. Guardava
qualcosa
dietro di lei.
-Ne
sono
felice! In effetti una volta non era poi tanto più accogliente..- la
voce alle
sue spalle la fece sobbalzare. Si voltò con uno scatto, provocandosi
una fitta
al fianco. Era talmente rintronata da non essersi accorta dell’uomo che
stava
seduto sul pavimento dietro di lei, in un angolo dell’atrio. Si guardò
attorno.
L’intera stanza era buia a causa delle imposte sbarrate. L’unica luce
veniva da
diverse candele sparse qua e là. L’uomo si mosse nella penombra,
alzandosi in
piedi e camminando fino ad un punto illuminato meglio dalla luce fioca
delle
candele. –ora capisco, eri tu che attaccavi gli alchimisti! Non eravamo
preparati a questo! Ciao Adam. Chi ti ha trascinata qui, Mir? Dragon?
C’è anche
lui?- chiese tranquillo. L’uomo la superava in altezza di almeno trenta
centimetri, e qualcosa di più in larghezza. Nonostante le dimensioni
era
slanciato e atletico, e i suoi occhi verdi la guardavano sotto alla
frangia
scura che gli scendeva sulla fronte. Le venne quasi un colpo quando la
luce
tremolante illuminò quel viso conosciuto.
-Fejs!-
esclamò stupita. Adam tirò un sospiro di sollievo. Conosceva
quell’uomo. Era il
maggiordomo in quella casa, ai tempi in cui lei distrusse la famiglia.
Schiavo
anche lui, era l’unico in quella casa che poteva essere definito umano.
L’aveva
rincontrato anni dopo, poiché anche lui era entrato nell’Armata un paio
d’anni
prima di lei. Erano spesso in missione insieme prima di… prima di
essere
catturato dalla marina. Ma non si ricordava del fatto che lui avesse
qualche
predisposizione particolare per l’alchimia. Eppure fino ad un secondo
prima
stava seduto proprio in mezzo al cerchio, senza però averlo attivato.
-Proprio
io!- sorrise lui, -cavolo, devo dire che sei cresciuta proprio bene! Ah
ah! Da
quando mi hanno arrestato hai fatto il salto di qualità.. ho saputo che
sei
sposata! Diavolo, come passa il tempo! Mi ricordo ancora quando tu e
Gikan mi
rubavate le mele dalla stanza!- disse nostalgico ma sollevato che quel
periodo
d’inferno fosse finito.
-Già..
Gikan..- mormorò sorridendo tristemente. –Un momento!- disse poi
folgorata da
una illuminazione improvvisa. Clack. Aveva fatto il salto del fosso.
Restò
agghiacciata dalle sue stesse conclusioni. Il dolore al fianco sparì,
inghiottito dal vortice che le girava nel cervello. Cadde sulle
ginocchia,
facendo scattare Adam a fianco a lei. Gikan.. Gikan aveva un
fratellino, un
paio d’anni più piccolo di lei. Gliene aveva parlato tanto. Le aveva
detto che
lo avevano arrestato perché aveva sparato ad un marine per difendere le
sue
pecore. Lo avevano portato alla prigione più vicina alla loro isola.
Impel Down.
Quel fratellino, si chiamava proprio Ludwig. –Ludwig! Il fratello di
Gikan si
chiamava Ludwig!- sussurrò guardando il pavimento con gli occhi
sbarrati. Il
silenzio nella stanza era tale che sembrò che l’avesse urlato. –Era
lui?! Era
lo stesso Ludwig che..- continuò alzando gli occhi verso l’uomo, che la
guardava senza proferir parola.
-Si.
Era
lui.- sospirò poi guardandola. L’aveva conosciuta bene, sapeva quanto
questa
cosa la stava massacrando. Ma ora non era il momento di perdersi in
chiacchere,
doveva farla scappare da quell’isola. Ludwig non era di certo il
peggiore dei
suoi problemi in quel momento. Vide il sangue raccogliersi accanto alla
gamba
della ragazza. –Ma, ehi, sei ferita?!- mugugnò muovendo un passo verso
di lei
per andare a sollevarla. La ragazza alzò una mano in aria per fermarlo.
Lui si
bloccò dopo il primo passo.
-Aspetta!-
disse lei. Non era il pensiero di Ludwig ad averla raggelata. A quello
ci
avrebbe pensato dopo. –Quel ragazzino era richiuso a Impel Down. Tu, eri rinchiuso a Impel Down. Non ho
mai notato che avessi poteri alchemici..- disse lentamente. Il suo
stato fisico
non le permetteva di ragionare velocemente come al solito, stava
componendo
pian piano il puzzle, attaccando tutto quello che le tormentava la
mente.
Guardò il cerchio disegnato a terra. Un altro cerchio sbagliato.
-Non
sono
particolarmente bravo, in effetti.. come dici tu, sono solo più
sensibile degli
altri alla natura, penso di averlo imparato durante le missioni con
te..- annuì
lui, vedendo che nonostante la ferita fosse decisamente grave, a
valutare dal
sangue che si stava riversando nella polvere, la ragazza manteneva la
lucidità.
-Quello
è
sbagliato, lo sai?- chiese lei, alzando la testa per tornare a guardare
l’uomo
in faccia.
L’uomo
si
guardò alle spalle. –Uhn? Davvero? È esattamente come me l’hanno
insegnato..-
rispose, con un’alzata di spalle.
-Impossibile..
a meno che.. Cielo! Tu.. tu non sei un alchimista del governo!- disse,
riportando gli occhi sul cerchio. –So di per certo che loro sanno
usarlo
correttamente.. nessuno di voi lo era.. non li ho mai visti, ma mi sono
trovata
a doverli combattere una volta.. tutti i vostri cerchi erano..
sbagliati..
apposta..- il gelo le scendeva sempre più in profondità, man mano che
il quadro
si delineava nei particolari nella sua mente. L’uomo scosse la testa,
per
confermare quello che lei aveva appena detto. Su quell’isola non
c’erano Royal
Alchemist. Perché? Eppure Sengoku sapeva che il loro aiuto sarebbe
stato
fondamentale. Solo cinque persone che scimmiottavano il ruolo. E gli
ufficiali
in piazza? “Cadono come foglie”, le parole di Dragon le rimbalzarono
nella
testa. Deboli. Erano deboli. Troppo deboli. E sconosciuti. Aveva girato
in
lungo e in largo per i sette mari. Aveva perso il conto di quante volte
si era
scontrata con la marina sulla rotta maggiore, soprattutto nel Nuovo
Mondo. Si
aspettava di conoscere buona parte delle forze che sarebbero state
schierate
quel giorno. E invece niente. Non una faccia conosciuta o anche solo
familiare,
tra loro. Una marea di emeriti sconosciuti. Sconosciuti e deboli. Carne
da
macello. –E gli ufficiali in piazza?! Sono gradi semplici?- chiese,
mentre i
suoi occhi guizzavano da un punto all’altro del cerchio.
-Io
non sono
un agente governativo. Fino a due settimane fa ero chiuso nella mia
cella a
Impel Down..- disse l’uomo serio, dandole un’ulteriore imbeccata.
–proprio come
tutti loro. Non sono soldati. Solo prigionieri dei livelli superiori
della
prigione. I meno pericolosi. Ci hanno promesso la libertà, in caso
fossimo
sopravvissuti alla battaglia-. Si avvicinò di un altro passo,
porgendole la
mano. –Vieni, dobbiamo pulire e fasciare qualsiasi cosa tu abbia lì
sotto. Non
starai in piedi ancora per molto di questo passo!-. Adam lo aiutò.
Spingendola
da dietro con il muso, per evitarle troppi sforzi a livello
dell’addome. La
ragazza si lasciò sollevare, continuando a guardare il pavimento. Si
sfilò il
vestito e cominciò a svolgere il panno che le circondava la vita.
-Ehi!
Ma voi
giovani d’oggi non avete un po’ di pudore?! Cosa sono ‘sti straccetti
succinti!
E me lo chiamate intimo?!- borbottò Fejs imbarazzato, mentre la aiutava
a
svolgere il panno. –Santo cielo!-
-Guarda
poco, ragazzo!- lo riprese Adam, come un padre geloso, leccando la
ferita che
era stata portata alla luce, per disinfettarla.
Mir
non fece
neanche caso ai commenti dei due, persa nei suoi pensieri. Carne da
macello.
Quegli uomini in piazza erano tutti pedine sacrificabili. Che
intendessero
dall’inizio far combattere solo i Sette e gli ammiragli? Forse erano
solo un
modo per affaticare i nemici prima della battaglia vera e propria. Poi
la colpì
un altro pensiero. La città era vuota. Non solo la città. Anche i porti
erano
vuoti. Ne avevano attraversati due o tre prima di arrivare al punto
d’incontro
con Barbabianca e Dragon. Tutti deserti. E non solo non c’erano
persone..
persino i moli erano vuoti. Nessuna barca, nave, galeone, scialuppa,
zattera.
Niente di niente. Non era la città ad essere stata evacuata, ma tutta
l’isola.
Erano rimasti solo i prigionieri, e non era stata lasciata loro nessuna
opportunità di fuggire. Solo a Port Ruby aveva incontrato qualcuno per
strada e
nella locanda. Sengoku sapeva che Barbabianca non si sarebbe nascosto,
al suo
arrivo. Aveva messo su una sceneggiata per non insospettirli, facendo
sembrare
che la vita sull’isola si svolgesse nella normalità.
-Hanno
evacuato l’intera isola?- chiese la ragazza, tornando con i piedi per
terra
quando Fejs strinse più forte la nuova fasciatura.
-Umh?-
fece
l’uomo, concentrato nel suo lavoro. –Sì.. prima di scaricarci qui e
andarsene
pure loro. Hanno detto che sarebbero tornati il giorno dell’esecuzione
col
prigioniero.. Fatto! Non terrà molto, ma almeno è pulita! Mir! Dovete
andarvene
da quest’isola! Non ci credo che Sengoku speri che dei prigionieri di
bassa lega
come quelli che ha scaricato qui tengano testa anche ad uno solo dei
Quattro
Imperatori! La stanno facendo losca di
sicuro! Dobbiamo prendere Ace e levare l’ancora il prima
possibile!-
disse poi, passandole il vestito. Era sempre più pallida e sempre più
sconvolta. Mir guardò un punto fisso nel vuoto davanti a sé. Poi,
all’improvviso il terrore puro invase il suo bel viso, storpiando i
lineamenti
già forzati dal dolore.
-Ah!-
Adam
sentì quello che stava pensando la padrona in quel momento. –Non ci
credo che
possano essere arrivati a tanto!- ruggì incredulo.
-No
no no no
no.. non può essere.. torniamo in piazza! Fejs, andiamo, forza!- disse
Mir,
cercando di darsi un contegno.
-Ehi!
Cosa!
Che succede!? A tanto cosa!?- chiese quello preoccupato, spalleggiando
la
camminata insicura della ragazza.
-L’isola
è
vuota.. ci siamo solo noi e voi, qui sopra. Ormai solo noi, a dire il
vero. Dal
fondo della piazza non abbiamo potuto vedere con estrema chiarezza il
patibolo
e la platea..- Cominciò a spiegare il felino, uscendo e sdraiandosi per
far
montare la padrona, -Dobbiamo controllare che chi sta lì sopra sia
veramente
chi dice di essere! In fondo se voi siete finti alchimisti, non ci vuol
niente
che…- continuò facendo cenno all’uomo di salire anche lui e partendo
velocemente
non appena si fu accomodato dietro Mir, sorreggendola.
-..che
siano
finti anche gli ammiragli, i Sette e chiunque altro ci sia là sopra!
Porca
puttana!! Come ho fatto a non pensarci prima!! Quel grandissimo figlio
di
putt..- la rabbia ruppe l’aria serafica che l’uomo aveva mantenuto fino
ad
allora. Strinse di più la presa sul collo del felino, che stava
praticamente
volando nei vicoli umidi. –Muoviamoci.. se è davvero come dite voi
siamo in un
mare di guai. E dio solo sa che intenzioni ha quello schifo di uomo!-
disse
digrignando i denti.
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Capitolo 17 *** Kapitel Siebzehn ***
-Non
ci
posso credere!- disse Trinidad, mentre correva verso Dragon e il resto
del
gruppetto quando ormai anche gli ultimi focolai di combattimento nella
piazza
si erano estinti. –Dragon!- ruggì alle sue spalle, quando gli fu a
pochi metri
di distanza. Raxha inchiodò poco più avanti di lui, arrivando da
un’altra
direzione. La pantera si fermò a fianco alla compagna. Tutti si
voltarono a
guardarli, persino Usopp che si era lanciato nei suoi racconti
improbabili
mentre parlava con suo padre. –Abbiamo un problema! Gli alchimisti sono
dei
falsi!- urlò il felino, in modo da farsi sentire da tutto quelli lì
attorno.
-Cosa?!
Che
significa dei falsi!? Spiegati!- rispose stralunato Shanks, infilandosi
nel
discorso.
-Falsi!
Non
sono alchimisti veri! C’era anche Fejs tra loro! Ora Mir lo sta
portando qui!-
spiegò la tigre, concitata.
-Il
nostro
Fejs?! Non ci sto capendo niente! Che diavolo significa?!- chiese
Dragon,
sospettando che la brutta notizia dovesse ancora arrivare.
-Di
per sé
niente! Ma anche tutti questi ufficiali che avete steso non sono
ufficiali!-
disse la pantera, interrompendosi un secondo
per il brusio che si alzò dopo l’affermazione.
-Sono
soldati semplici? Ecco perche erano così fiacchi!- disse Barbabianca,
richiamando il silenzio con la sua voce
possente.
-No!
Non
sono proprio soldati! Sono prigionieri di Impel Down! Gli anno promesso
la
libertà in caso di vittoria!- disse Raxha, lasciando di stucco tutti
quanti. Il
silenzio di tomba calò attorno ai felini.
-Che
diavolo
significa tutto questo?!- chiese finalmente Rayleigh, spezzando il
silenzio.
-Vattelapesca!
Significa che siamo in un mare di guai, ecco cosa significa! Finché non
capiamo
che diavolo ha in mente Sengoku, non possiamo sapere come
rispondergli!- una
voce fuori dal cerchio fece voltare tutti alla ricerca del proprietario.
-Fejs!!-
gridarono in coro i felini e Dragon, -Quanto tempo! Eri a Impel Down
allora! Ti
abbiamo cercato in una trentina di prigioni in questi anni! Non
sappiamo mai
dove ci mettono quando ci catturano!- proseguì il rivoluzionario,
andando ad
abbracciare il compagno.
-Lo
so, lo
so!- disse quello ricambiando l’abbraccio.
-Dov’è
Mir?
Hanno detto che era con te!- chiese poi il capo rivoluzionario, non
vedendo la
ragazzina e l’enorme pantera nera.
-Non
lo so..
mi hanno scaricato laggiù e sono spariti come dei fulmini! Dragon!-
rispose
quello, saltando all’improvviso, -è ferita! Grave! Ha uno sbrago di
quasi dieci
centimetri sul fianco.. la devi fermare! Sta perdendo troppo sangue!-
disse
poi, guardando serio il suo capo.
-Ma
come,
non si è ancora richiusa? Lei guarisce molto in fretta!- chiese il
piccolo
medico peloso.
Fejs non capì da dove veniva quella voce, e
continuò a guardarsi attorno, pulendosi l’orecchio con un dito, mentre
tutti lo
guardavano straniti.-L’avete sentita anche voi?- chiese poi con aria
ebete.
-Ah
ah!!
Sempre il solito invornito! È stato lui a parlare! È il medico di bordo
di mio
figlio! Ah ah ah!!- la risata di Dragon mentre indicava la renna riempì
l’aria.
–Che figura da idiota!! Ah ah ah!-.
-E
piantala
di ridere, demente di un capo!Ehm ehm..- sbraitò l’ultimo arrivato,
tossicchiando
per darsi un tono, -sì, guarisce in fretta se è a riposo, ma così non
dà alla
ferita il tempo di richiudersi!- rispose poi al medico, cercando di
ignorare le
risate di Dragon, a cui si era aggiunto un altro vecchio conoscente,
Shanks. –E
piantatela voi due!! Piuttosto.. ormai è tempo di farci più sotto al
patibolo..
tiriamo giù Ace e svignamocela di qui, prima di scoprire che diavolo ha
macchinato Sengoku!- disse poi, facendo tornare seri i due uomini.
-Ragazzo,
con chi credi di parlare!! Io sono Barbabianca, uno dei quattro
imperatori! Non
me la svigno proprio davanti a nessuno!!- sbottò il vecchio, quasi
offeso
dall’idea di Fejs, ma avviandosi comunque sotto il patibolo. Il
gruppetto lì
attorno lo seguì. Tutti sorridevano della tenacia dell’enorme uomo.
Altro che
fuga. Avrebbero mandato a fondo Sengoku e tutti i suoi piani. Dopo il
gruppo di
testa, al loro seguito, una massa di quasi un migliaio di persone si
mosse
nella piazza, scavalcando o aggirando in silenzio i corpi esanimi,
risultato
della battaglia. Le ciurme si muovevano, seguendo i loro capitani.
Mancavano
ormai poche decine di metri al patibolo, quando Usopp ruppe il silenzio
quasi
liturgico in cui avanzava la processione.
-Ah!
Ecco
Mir! Ma che ci fa lassù?!- chiese impanicato, portando l’attenzione di
tutti
prima verso il patibolo, e poi verso la platea.
-Mir!
Razza
di cretina! Scendi subito da lì!!!- urlò allarmato Dragon. La sua voce
rimbombò
nella piazza, facendo rabbrividire pirati e rivoluzionari. Ace si
svegliò, e i
tre ammiragli si voltarono verso la platea. Che diavolo si era messa in
testa
di fare? Pensava che essendo la moglie di Mihawk non l’avrebbero
attaccata? Come poteva pensare di
passarla liscia, con tutto lo stato maggiore della marina in assetto da
guerra?! C’erano i nobili mondiali, là sopra! Se si fosse avvicinata di
un
altro passo, l’avrebbero attaccata di sicuro. Messa com’era, non
avrebbe potuto
reggere l’attacco di uno solo di loro, figurarsi di tutti insieme.. ma
lei
continuò a camminare lungo la platea. Al suo passaggio, sia marine che
pirati
si ritiravano sulle sedie, come terrorizzati. In piazza erano tutti
sconcertati
dalla reazione a dir poco vergognosa degli occupanti della platea.
Passò
davanti a Sengoku, senza degnarlo di uno sguardo.
-Ma
che sta
succedendo? Perché non l’attaccano?!- chiese Robin scioccata e
spaventata per
quello che sarebbe potuto succedere alla ragazzina. Il rivoluzionario
scosse la
testa, a indicare che nemmeno lui capiva il perché di un comportamento
simile.
Mir
camminò
lungo la platea. Avrebbe potuto capirlo da uno qualsiasi dei Sette, ma
non le
interessava degli altri. Voleva sapere da lui. Non se erano nella
merda, perché
questo ormai era assodato, ma quanto
ci stavano andando a fondo. Si fermò tremante davanti al marito, che
non si
mosse di un millimetro. Sentiva il cuore batterle nelle orecchie. La
febbre le
stava salendo. Dannazione, pensò. Tutti attorno a lei, e nella piazza,
le
tenevano gli occhi puntati addosso, per capire cosa stava pensando di
fare.
Guardò le persone sedute nelle poltrone di velluto. La guardavano
terrorizzati,
con gli occhi sbarrati. Le mancò il respiro.. già quella era una mezza
conferma
ai suoi dubbi. Gli originali non avrebbero mai tremato davanti a lei.
Alzò una
mano, come per dare uno schiaffo e lasciò cadere il braccio verso
l’uomo che
aveva davanti. Il cappello con la piuma verde volò per terra, scoprendo
il viso
dell’uomo. I chirurghi della marina avevano fatto un ottimo lavoro, ma
quegli
occhi non potevano essere imitati. Sia lui che gli altri erano dei
sosia. Chi
fatto meglio, chi fatto peggio, erano tutti sostituti. E questo, lo
sapeva
bene, poteva voler dire solo una cosa. Le mancò la forza nelle gambe e
cadde
nuovamente sulle ginocchia, portandosi le mani alla bocca per soffocare
un
urlo. Su quell’isola c’erano solo loro. Niente abitanti, niente marine,
niente
nobili. Solo loro. Si erano infilati da soli in un cul de sac. Era una
trappola. Conoscendo Sengoku, sapeva già la prossima mossa. Dovevano
muoversi.
Basta perdere tempo, dovevano scappare al più presto. –Ace!- urlò la
ragazza.
L’interpellato capì al volo, vedendo le manette di algamantolite
polverizzarsi
attorno ai suoi polsi.
In
piazza
intanto tutti avevano trattenuto il fiato per un secondo quando la
ragazza
aveva schiaffeggiato il marito. Prima che il cappello toccasse terra,
tutti si
erano accorti che quello non era il vero Occhi di Falco. Un brivido
scosse la massa,
e il brusio riempì l’aria.
-Dannazione!-
ringhiò Raxha, appena Mir cadde sulle ginocchia, -Sono tutti sosia!!-.
i più
vecchi e esperti ci misero meno di Mir a farsi i loro conti. Erano
stati messi
all’angolo. Di lì a poco, Sicuramente, le navi da guerra avrebbero
bombardato
l’isola. Ecco perché l’avevano evacuata, ed ecco perché non gli
interessava chi
ci avevano scaricato sopra. Erano solo dei diversivi, per tenerli il
più al
lungo possibile sull’isola. Anche Mir l’aveva capito, perché si mosse
in
fretta, così in fretta da non dare modo nemmeno ai suoi di scansarsi.
La terra
tremò, scuotendo patibolo e platea. Dopo pochi scossoni il legno delle
impalcature cedette, trascinando tutti gli occupanti in un mare di assi
e
chiodi. I detriti arrivarono fino a pochi passi dai pirati che
assistevano
inermi alla scena.
-Mir!!
Ace!!- urlarono scompostamente quasi tutti, correndo a scavare in mezzo
alla
montagna informe e polverosa. I due felini, raggiunti nel frattempo
anche da
Adam, restarono immobili, sapendo perfettamente dove stava la ragazza.
-Siamo
qui!!
Ehi!! Ragazziiii!!- Ace a pochi metri dai felini cercò invano di
attirare
l’attenzione della massa. I suoi poteri, in quel caso, erano stati
provvidenziali e Mir aveva fatto affidamento proprio su quelli per
uscire
intera da quell’ondata di legno. -Ohi!! FIIIIIIIII!!!!- il fischio
risuonò
nella piazza, ammutolendo e fermando tutti, che si voltarono alla
ricerca della
provenienza. –Cavolo, certo che ne fate di rumore!!- disse poi il
ragazzo, come
se avesse appena fatto tana in una mano di nascondino. Un sospiro
unitario di
sollievo attraversò la folla, seguito da battutacce e risate.
-Mir,
razza
di cretina senza uscita! Sei ferita! Cerca di contenerti!!- sbraitò
Dragon, che
però era visibilmente sollevato.
-Ace!!-
la
voce contenta di Rufy colpì il fratello come un pugno.
-Rufy!
Razza
di scemo!! Si può sapere perché diavolo sei venuto a cacciarti in
questo
pantano?!- sbraitò il maggiore, preoccupato dalla situazione, che
nonostante la
momentanea leggerezza non era ancora risolta.
-Sono
venuto
ad aiutarti!!- disse il moretto, con il suo bel sorriso stampato sulla
faccia.
L’espressione ebete che prese il posto di quella tesa sulla faccia di
Ace fece
sorridere tutta la ciurma di cappello di paglia. Si somigliavano
davvero tanto.
-Che diavolo significa questa
pagliacciata?!- una voce
a dir poco contrariata, in fondo alla folla, sovrastò potentemente il
brusio
scomposto. Tutti si voltarono...
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salve a tutti e scusate per la lentezza con cui aggiorno @_@!! (sempre
che qualcuno mi segua -_-"...)a proposito.... un ringraziamento a chi
legge questa fanfic!! eee....
un ringraziamento particolare a Smemo92!! grazie mille!! i
tuoi commenti mi fanno molto piacere!!
baci!! :-*
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Capitolo 18 *** Kapitel Achzehn ***
-Che
diavolo significa questa pagliacciata?!- una voce a dir
poco contrariata, in fondo alla folla, sovrastò potentemente il brusio
scomposto. Tutti si voltarono. Drakul Mihawk e Orso Bartholomew, quelli
veri, stavano dietro di loro e si avvicinavano a grandi falcate. La
faccia del
più basso non prometteva nulla di buono.
-Proprio
te,
volevo vedere!!- sbraitò irato Dragon parandoglisi davanti e fermandone
l’avanzata, -che diavolo significa?! Diccelo tu! Se non ce ne andiamo
subito da
qui ci mandano a fondo!! Che diavolo sei venuto a fare?! Non ti basta
quello
che avete già fatto, voi e il vostro capo?!- non si contenne, agitando
le
braccia per indicare la carneficina attorno a loro.
-Uhm?!
Che
diavolo vuoi da me?! Noi arriviamo adesso!- rispose serafico il pirata,
esaminando la scena, -Sengoku ci ha detto che l’esecuzione sarebbe
cominciata
con qualche ora di ritardo.. ma.. che diavolo è successo qui?! E
quello?!-
chiese poi vedendo la sua copia in parte seppellita dalle assi,
cominciando a
collegare i pezzi. Il grand’ammiraglio aveva avuto intenzione
dall’inizio di
chiudere tutti loro in trappola. Aveva organizzato quella messinscena
per
trattenerli sull’isola, ma non ne aveva fatto parola né con lui, né con
Orso,
per paura che ci fosse una fuga di notizie tramite sua moglie. Si
guardò
nuovamente attorno. Era davvero una strage. Incrociò lo sguardo di
Barbabianca,
-questa non doveva essere una guerra contro di te, doveva essere la tua
tomba!-
disse calmo, -e anche la nostra!- concluse guardando il suo collega,
che gli
annuì, facendogli capire che avevano pensato la stessa cosa. In fondo,
due mine
vaganti come loro erano sempre state una bella gatta da pelare per
Sengoku e la
sua cricca.
-Cosa?!
Non
sapevate niente nemmeno voi?- si smorzò il rivoluzionario, interdetto
dalla
risposta del pirata. In effetti, se Mihawk avesse anche solo sospettato
una
situazione del genere avrebbe avvisato immediatamente Mir, o per lo
meno le
avrebbe impedito di unirsi a loro.
-Dov’è
Mir?-
chiese occhi di falco, ignorando palesemente il rivoluzionario e
scostandolo
poco garbatamente per passare.
-Sono
qui..-
grugnì lei, sventolando lentamente la mano in aria. Si era mossa di
nuovo
troppo sulla platea e la ferita non intendeva darle pace, a quanto
pareva. La
nausea aumentava, rendendola livida in volto. Respirava affannosamente,
scossa
dai brividi, ma di certo non si poteva permettere di svenire proprio in
quel
momento.. dovevano andarsene immediatamente da quell’isola. Appena
Mihawk la
vide, la maschera imperturbabile che copriva solitamente il suo volto
andò in
frantumi, lasciando trapelare un’espressione di furia allo stato puro.
Un
brivido generale scosse la folla, che tremò nel sentire la rabbia
furente che
invadeva velocemente la voce del pirata. Non c’era da stupirsi che
persino il
governo mondiale facesse di tutto pur di tener quieto quell’uomo.
-Che
diavolo
ti è successo?!- urlò rivolto alla ragazza, mentre le si avvicinava
veloce. Le
mise una mano sulla fronte, scuotendo la testa contrariato dall’alta
temperatura e dall’evidente pessimo stato della moglie. Era davvero
attento
alla ragazzina, aveva capito da dove veniva il problema guardandola per
pochi
secondi. Le appoggiò una mano sul fianco, sentendo il tessuto
imbrattato dal
sangue. Si guardò la mano arrossata dal liquido colore del rubino. Era ovvio che la rabbia non era rivolta a
lei, e infatti si girò verso il capo dei rivoluzionari. –Come cazzo hai
fatto a
farla ridurre così?! Ti avevo detto di non farla venire! Come me la
spieghi
adesso questa ferita?!- sbraitò, raggelando tutti i
presenti. Anche Zoro lo guardava con aria
ebete.
-Lascia
perdere..- disse l’alchimista, tirandolo per la manica. –Non è colpa
sua.. sono
stata distratta io..- cercò di calmare il marito.
-No,
che non
lascio perdere!- gridò alterato alla ragazza, per poi rivolgersi
nuovamente al
suo capo, -Mi hai davvero rotto con queste cazzate!! Combattitele da
solo le
tue guerre! Mettici la tua di carne, sul tavolo da macello!!- sbraitò,
mentre
sentiva il polso della ragazza.
-Datti
una
calmata, ragazzo!- lo ammonì il rivoluzionario, che non era incline a
farsi
sbraitare contro da nessuno, tanto meno da quell’uomo che sopportava a
stento.
–Lo so che siamo stati un po’ irresponsabili a lasciarla andare da
sola, ma non
è una ragazzina, sa badare a sé stessa! Una ferita durante la battaglia
è da
mettere in preventivo! Non è mica morta! E poi non la obbliga nessuno a
venire
con noi.. lo fa perché ci crede! Non siamo tutti pronti a venderci al
governo
come te!- rispose astioso. Era già abbastanza preoccupato per Mir e per
la
situazione in generale, le scenate di quel cane del governo non erano
assolutamente accettabili in quel momento. Shanks e Barbabianca si
misero
all’erta: avanti di quel passo la discussione sarebbe degenerata. Non
era la
prima volta che quei due venivano alle mani. Non si disprezzavano per
quello
che facevano, tutt’altro. C’era grande rispetto reciproco per quanto
riguardava
i loro lavori. Erano proprio i loro due caratteri a fare scintille se
messi a
contatto.
-Infatti
ti
devo fare i complimenti..- ringhiò il pirata guardandosi attorno,
riprendendo
la sua calma di ghiaccio, -hai guidato i tuoi uomini, e non solo, a
fare una
strage di innocenti.. davvero un lavoro con i fiocchi.. questi sono più
di
centomila cadaveri inutili che hai lasciato per terra, con le tue
ideologie!-
disse ironico battendogli le mani. Quelle parole colpirono il
rivoluzionario
come un pugno allo stomaco, rendendolo livido per la rabbia.
-Dobbiamo
ringraziare il tuo superiore, se a terra ci sono quasi duecentomila
morti
inutili! Quello schifoso non si fa scrupoli ad usare certi mezzucci! E
voi cani
lo assecondate! Non vi opponete a niente pur di farlo contento! Come
puoi
pensare di meritartela se sei il primo che difende quello che lei vuole
distruggere?!- ruggì infuriato il rivoluzionario, avvicinandosi. Sapeva
che
spostare il discorso su Mir avrebbe fatto infuriare anche il suo
avversario. E
lo sapevano anche gli altri. Fejs e i compagni di Dragon rallentarono
il
respiro inconsciamente, attendendo lo scoppio del pirata. Shanks e
Barbabianca
erano pronti ad intervenire non appena i due si fossero presi, sapevano
che era
inutile cercare di fermarli durante la discussione. Orso li osservava,
spostando ogni tanto lo sguardo verso lo scorcio di mare che si
intravedeva in
lontananza sopra ai tetti degli edifici attorno alla piazza. Rufy e i
suoi
compagni guardavano la scena ammutoliti da quello scontro tra titani.
Ogni
parola che usciva dalle loro bocche sembrava poter far tremare la
terra, tanto
era terrificante la sola aura che avevano attorno quei due uomini. Ace,
che
aveva già assistito a vari scontri tra i due in diverse occasioni, capì
che
erano quasi al punto di rottura dalla faccia seria del suo capitano, e
tirò
indietro Mir, che ormai si reggeva in piedi per chissà quale forza
d’inerzia.
-Io
almeno
se devo fare qualcosa lo faccio di persona!- rispose quello con la voce
tanto
piatta da far gelare il sangue nelle vene, -non mando a morire
centinaia di
persone in nome mio, nascondendomi dietro ai miei ideali!- disse
ostentando la
sua tranquillità. Non c’era tempo per quel bisticcio: Mir stava male,
decisamente
male. In più dovevano andarsene da quell’isola. In quel caso Dragon
aveva
ragione: viste le premesse, sicuramente Sengoku aveva intenzione di
mandarli a
fondo.
-Mi
stai
dando del vigliacco?!- urlò Dragon, afferrando il pirata per l’orlo del
cappotto e tirandolo verso di lui. Barbabianca e Shanks si mossero,
ormai era
ora di staccarli.
-Indovina!-
rispose strafottente Mihawk, piantandogli un’occhiata di ghiaccio, per
nulla
intimorito dal suo avversario. Tutti trattennero il fiato, in attesa
del primo
colpo, che fosse da parte del pirata o del rivoluzionario.
-Signori,
abbiamo un problema!- la voce grave dell’enorme pirata del governo fece
staccare i contendenti, entrambi in grado di capire che non era il
momento per
quella discussione, e tranquillizzando tutti i presenti.
-Che
c’è?-
fece Barbabianca, molto meno tranquillo degli altri. Il pacifista fece
un cenno
con la testa verso quel poco di mare che si intravedeva dalla piazza.
Sulla
linea dell’orizzonte si stavano allineando le navi da guerra. E tutti
le
potevano vedere quasi chiaramente. Un’ondata scomposta di commenti
riempì
l’aria.
-Merda!-
ringhiò Ace accanto a Mir, che probabilmente era stata l’unica a non
guardare
nella direzione indicata dall’enorme uomo. Ma che a quel commento capì
che i
suoi timori si stavano materializzando. Inspirò profondamente, cercando
di
ignorare il suo corpo che praticamente le urlava di stare ferma, e si
voltò.
Erano tante.. troppe. Troppe in quello scorcio, non osò immaginare
quante ce ne
fossero attorno all’isola. Constatò con terrore che erano anche troppo
vicine.
Spezzare l’accerchiamento sarebbe stato decisamente faticoso. Mihawk le
si fece
accanto, sorreggendola con un braccio. Dopo pochi secondi il silenzio
tornò a
regnare sulla piazza, compagno dei pensieri degli uomini che si
rendevano conto
man mano che la situazione era davvero pessima.
-Come
ho
fatto a non capirlo subito! Era troppo losca!- mormorò la ragazza,
portandosi
una mano alla bocca. Improvvisamente si sentì piombare addosso tutta la
stanchezza e la tensione della giornata. La ferita le bruciava come il
fuoco e
nelle orecchie le battevano mille tamburi. Fece un ulteriore sforzo per
rimanere concentrata sui discorsi che le correvano attorno.
-
Smettila,
avremmo dovuto farci caso tutti.. Ho un dejà-vu.. Vi ricorda niente?-
disse
Rayleigh, che alle sue spalle scuoteva la testa ghignando. Dragon,
Mihawk,
Shanks e Orso annuirono senza voltarsi, capendo a cosa si riferisse.
Anche Rufy
e i suoi capirono, avendo visto quell’episodio nella memoria dei tre
felini.
Tutti gli altri poterono solo immaginare, avendo sentito narrare di
quell’episodio
durante varie festine in compagnia.
-Non
ci
trovo nulla di divertente, personalmente..- rispose Ace, stranito dalla
reazione troppo tranquilla dei più vecchi. Erano in un mare di guai.
Quelle
navi potevano avere una sola funzione in quel frangente. Dovevano
muoversi in
fretta se volevano cavarsela. E allora perché nessuno muoveva un dito?
Persino
suo fratello,sempre così irruento e scapestrato rimaneva
tranquillamente fermo
al suo posto, osservando le navi delinearsi sempre più nitidamente
all’orizzonte. L’unica persona che si stava evidentemente lasciando
andare al
panico era Mir. Il suo respiro era sempre più affannoso, i movimenti
sempre più
lenti. Il suo sguardo scattava da una persona all’altra, finché non
arrivò a
posarsi su di lui, facendogli capire quanto ogni fibra del corpo della
ragazza
gridasse al riposo. Nemmeno l’abbozzo del sorriso stampato su quel viso
splendido lo tranquillizzò.
-Non
si
avvicineranno più di così.. non vogliono rischiare di colpirsi a
vicenda..- l’affermazione
del grosso pirata del governo lo ridestò dai suoi pensieri. –Allora?
Che si
fa?- chiese poi quello, rivolto più al suo collega che agli altri,
immaginando
già la risposta, dettata dallo stato pietoso di Mir.
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Capitolo 19 *** Kapitel Neunzehn ***
-Sfondiamo..-
rispose Occhi di Falco con un’alzata di spalle, senza staccare lo
sguardo dalle
navi. Non era tranquillo.. sentiva Mir tremare violentemente contro il
suo
corpo. Come avevano potuto lasciare che si riducesse così? Sentiva la
tensione
della ragazza attraversargli la pelle. Era disperata. Non sapeva come
tirarli
fuori da lì. Di nuovo.. si stava di nuovo caricando addosso la
responsabilità
di tutto quello che era successo.. la battaglia, le vittime, la
trappola.. in
più quella ferita.. lo preoccupava.. era passato del tempo, ma ancora
non
accennava a cominciare a sistemarsi. E questo, lo sapeva bene,
significava solo
una cosa. Anche se era fatica ammetterlo, Mir era a terra,
completamente
scarica. Se i suoi poteri non reagivano nemmeno per curare il suo
stesso corpo,
di sicuro non sarebbe stata in grado di aiutarli nella fuga. E di
sicuro lui
non le avrebbe permesso di cercare di utilizzarli. Spostò lo sguardo su
Adam.
Sapeva di potersi fidare di lui. Il suo appoggio gli era
indispensabile, sia
per tenere buona Mir, sia per convincere gli altri. Il grosso felino
assentì
con un cenno del capo, leggendo la preoccupazione negli occhi del
pirata.
-Sfondiamo?!
Dì un po’ hai picchiato la testa venendo qui?!- si agitò il vecchio re
oscuro,
-come puoi pensare di sfondare un accerchiamento del genere?! Non vedi
quante
sono?- disse indicando il mare con un ampio gesto del braccio. Shanks
annuì al
suo fianco, appoggiando tacitamente la protesta del canuto ex pirata.
Nessuno
osava fiatare o intervenire nel discorso.
-E
allora?
Hai idee migliori?! Mettici pure al corrente, se hai avuto un lampo di
genio!
Siamo tutti orecchie!- rispose acido il capo dei rivoluzionari,
schierandosi a
sorpresa dalla parte del suo nemico giurato. Almeno in questo avrebbero
fatto
fronte unico: non avrebbero permesso a Mir di usare il suo potere in
quel
momento. Non avrebbe retto, e non potevano immaginare cosa sarebbe
successo, e
lei in primis e a loro a seguire, se avesse perso il controllo di quel
potere
mostruoso. No.. troppo pericoloso. Non erano dei pivelli.. le battaglie
erano
il loro pane quotidiano. Non si sarebbero tirati indietro nascondendosi
dietro
alla gonna di una ragazzina.
-Abbiamo
tutti la stessa idea migliore..-
disse Barbabianca, inserendosi a sorpresa nel discorso, -sappiamo tutti
cosa ci
può tirare fuori da qui senza nemmeno un graffio!- concluse, girando lo
sguardo
verso la ragazzina aggrappata sotto al braccio di Occhi di Falco. Tutti
seguirono il suo sguardo, cosicché la moretta si trovò addosso
parecchie paia
di occhi che la studiavano attentamente. E fece due più due. Tutti si
aspettavano che usasse il suo potere per
tirarli fuori da lì. Se ne avesse avuto le forze avrebbe infilato una
delle sue
solite catenelle di improperi, ma decise di desistere, sentendo in
bocca il
sapore metallico del sangue. Quella dannata ferita doveva essere
infettata o
avvelenata, o ormai sarebbe già stata almeno parzialmente richiusa.
-No!-
ringhiarono sorprendentemente all’unisono Dragon e Mihawk, sbalordendo
la folla
con la loro sintonia. I tre felini, pochi passi dietro a loro
scattarono
sull’attenti, ringhiando sommessamente all’idea che stava passando
nelle teste
della maggior parte dei presenti.
-No!-
ripetè
il rivoluzionario, parandosi davanti alla ragazza, in modo da coprirla
alla
vista di molti, mentre Mihawk stringeva la presa, -scordatelo! Non è in
grado
in questo momento! Usciremo dal porto e ci apriremo un varco a suon di
morti,
se necessario! Cos’è il grande Barbabianca non è in grado di affrontare
qualche
nave della marina??- disse, cercando di far leva sull’immenso orgoglio
del
pirata.
-Non
essere
idiota Dragon!- fece finalmente sentire la propria voce il secondo dei
quattro
imperatori scostandosi una ciocca di capelli rossi dall’occhio segnato
dalla
triplice cicatrice, - Proprio tu, che sei sempre in bilico su queste
cose! Sii
razionale! Sai perfettamente che non
possiamo aprire un varco in quell’accerchiamento! Cominceranno a
bombardare
ancora prima di farci arrivare alle navi! Non ci daranno la possibilità
di
contrattaccare! Mihawk! Anche tu! Sai perfettamente come attaccano!-
concluse
poi cambiando interlocutore, nella speranza di smuoverne almeno uno.
Speranza
vana, suppose. I due non accennavano un minimo segno di dubbio.
-Ragazzi
siate ragionevoli..- Rayleigh decise di optare per la diplomazia,
-abbiamo
bisogno che ci apra uno spiraglio almeno dalla parte del porto! Se
cominciano a
bombardare le navi rimaniamo chiusi qui sopra come topi! Avanti.. Mir!!
Almeno
tu! Sai che cercheranno di bloccarci qua! Ti prometto che fatto questo
ci
pensiamo noi a tirare fuori tutti da qui! Dobbiamo solo aprirci la
pista per il
combattimento!- tentò, sapendo bene che se la ragazza avesse deciso di
appoggiare la sua idea non ci sarebbe stato modo di opporsi a lei.
Persino Dragon
e Mihawk avrebbero dovuto farsene una ragione.
-Lasciala
stare, Ray!- ringhiò il capo dei rivoluzionari, non accettando il
tentativo del
vecchio re oscuro di scavalcarlo. La situazione degenerava ad ogni
parola che
veniva detta. Più Barbabianca, Shanks e Rayleigh tentavano di
convincere Mir,
più Dragon e Mihawk si barricavano dietro le loro facce ostili. Adam
ormai
ringhiava talmente forte da far drizzare i capelli sulla testa a
chiunque
potesse udirlo. Fejs spalleggiava il suo capo, annuendo alle sue
parole. Ace si
era spostato a fianco al suo capitano, come a sottolineare che anche
lui la
pensava allo stesso modo, pur non osando intromettersi nel discorso.
Come d’altronde
facevano tutti gli uomini che componevano le ciurme. Orso Bartholomew
seguiva
la discussione in silenzio, sapendo perfettamente che l’unico modo che
avevano
per uscirne era che la ragazza usasse i suoi poteri almeno per prendere
tempo e
dar loro modo di arrivare alle navi. Ma sapendo altrettanto
perfettamente che
non sarebbe stato semplice per lei utilizzare i suoi poteri ridotta
com’era.
-Hanno
ragione loro, sfondiamo!- la voce di Rufy attirò l’attenzione di tutti,
che ne
ammirarono il coraggio di frapporsi in una discussione tra quei
colossi. Non si
poteva dire che lui e la sua ciurma conoscessero Mir meglio degli altri
presenti, ma su una cosa potevano mettere la mano sul fuoco: quello
stato
fisico non poteva essere adatto a scatenare lo stesso inferno che
avevano visto
nel ricordo di Raxha.. in più tutti loro avevano percepito anche se per
pochi
istanti cosa sentiva l’alchimista all’apertura delle porte.. e questo
avvalorava la loro ipotesi iniziale.
-Rufy,
ma
che dici!? c’è un limite anche all’avventatezza! Non ci daranno il
tempo di
sfondare! Non possiamo buttarci così in pasto ai leoni! Mir! Cavolo!
Devi
almeno..- lo riprese il fratello, che però fu presto zittito dai
compagni di
Rufy, che intervennero prontamente a favore del loro capitano.
-Ehi!
Come
potete proporre che una docile fanciulla indifesa, ferita, che si è
sacrificata
per voi, faccia un altro sforzo così disumano?!- si inalberò il cuoco,
accendendosi come al solito una delle sue sigarette.
-Docile
e
indifesa?! No ma dico! Ti sei rincitrullito del tutto?? Togliti il
salame dagli
occhi!!- sbraitò Usopp con gli occhi fuori dalle orbite.
-Che
vorresti dire, Nasop!? Che non ha fatto abbastanza per oggi?!- lo
riprese la
navigatrice, colpendolo con uno dei suoi portentosi cazzotti dietro la
nuca.
-Ehi
mocciosa, piano!! Così dovrò trascinarmelo in braccio fino alla nave!!-
protestò
a vuoto lo spadaccino.
-Vuoi
esserci trascinato pure tu, fino alla nave!?- lo minacciò di rimando la
cartografa, alzando il pugno verso di lui.
-Helas!!
Qui
io muoio, lasciando ai posteri nient’altro se non le favolose
narrazioni delle
mie mitiche imprese… Chopper! mio caro amico! Brucia il mio corpo e
spargi le
mie ceneri in queste acque che solo e soltanto gaudio hanno portato
alla mia
umile vita…- sospirò melodrammatico il cecchino, riverso tra le braccia
del
carpentiere
che piangeva come
un idrante aperto. Senza accorgersene avevano attirato l’attenzione su
quella
farsa, distogliendola dalla discussione di poco prima.
-Nooo!!
Usopp, resisti!! Presto, presto! Un medico! È urgente!- strillava la
piccola
renna, seguita a ruota dal musicista tutt’ossa.
-Chopper!
sei tu il medico!! Presto! Presto! Fai qualcosa!!- intervenne il
capitano dal
cappello di paglia, che come al solito si era fatto trascinare nella
fesseria
del momento e saltava impanicato da una gamba all’altra.
-Ragazzi..
cecchino, non vorrei sminuire il tuo dolore.. maaa.. non è meglio
tornare ai
discorsi seri?- chiese Robin, che faceva il possibile assieme a Nami,
Zoro e
Sanji per dissociarsi da quel gruppo di idioti in un situazione del
genere.
Fortunatamente i pirati che erano con loro in quel momento avevano la
qualità
di essere gente di buona compagnia, e quindi non fu poi così strano
vederli
scoppiare a ridere alla sceneggiata di Rufy e compagni. Se non altro
quei
cretini senza limiti erano riusciti ad allentare la tensione che fino a
pochi
minuti prima rendeva l’aria elettrica. Persino Adam aveva smesso di
ringhiare,
sghignazzando alla scena, che dopo appena pochi giorni sulla loro nave
gli era
diventata più che familiare.
-Ho
detto di
no!!- la voce infuriata di Occhi di Falco stoppò le risate,
congelandole
praticamente in gola a pirati e rivoluzionari. Tutti scattarono a
guardare
verso la fonte della voce. –Stupida! Ho detto che non è necessario!-.
fu la
conferma che parlava con la propria moglie, che ancora gli stava
aggrappata per
tenersi in piedi.
-E
non
urlare! Che già mi fischiano le orecchie!!- gli sbraitò lei di rimando,
sovrastandolo con la voce. –Ti ho già detto che lo faccio! Non ti sto
chiedendo
il permesso!! Hanno ragione loro! È l’unico modo!- concluse digrignando
i denti
per le fitte di dolore che le partivano dal fianco. Ormai,
urlava più per sentire la sua stessa voce
al di sopra del ronzio che le riempiva le orecchie, che per rispondere
al
marito.
-Mir!
Stupida! Non ne hai le forze!!- il supporto di Dragon al pirata del
governo non
tardò ad arrivare. Che diavolo le era venuto in mente?! Aveva
intenzione di
sbriciolarsi come una statua di sale?! –non hai il senso della misura?!
Possibile che ancora non capisci quando ti devi fermare?! Sei peggio
dei
bambini!-.
-Ma
sentilo,
fra cacchio da velletri!! E cosa pensi di fare, allora, grande capo
delle mie
suole??- la voce stridula della ragazzina fece sorridere i pirati, che
notarono
di buon cuore che la tenacia, al contrario delle forze fisiche, non
intendeva
abbandonare l’esile corpo della giovane. –Forza, “Mr. Ci penso io”!!
sentiamo..- disse lei guardando il suo capo con aria di sfida. –Ohi! La
domanda
vale anche per te, mio dolce consorte, sai!! Forza! Come pensate di
arrivare
alle navi prima dell’inizio dei bombardamenti?!- concluse pizzicando il
torace
del marito.
-Ascolta
bene ragazzina!! Adesso noi partiamo, gambe in spalla, e ci facciamo un
bella
corsa fino alle navi.. in venti minuti, o forse meno, siamo lì.. e poi,
mia
cara diffidente, sono cazzi amari per chiunque ci si pari davanti..
tutto
chiaro?!- rispose tronfio il rivoluzionario, girando il pollice verso
il basso
per sottolineare l’espressione cazzi
amari.
-Non
fa una
piega!!- disse Rufy col dito nel naso, precedendo la sfuriata di Mir,
che però
era solo posticipata, a giudicare dai pugni stretti della ragazza. –No?- chiese rivolto alla sua ciurma, che
annuì in sincrono.
-L’idea
mi
sembra ottima!! Vedrai mia ciliegina!! Altro che venti minuti!! In un
quarto
d’ora sarò, cioè, saremo, lì..- cinguettò giulivo Sanji, rivolto
all’alchimista, beccandosi un’occhiata di compassione dal marito, che
lo
considerava evidentemente un cretino.
-Perfetto!!
Partiamo allora!!- concordò Zoro avviandosi, e sbagliando, come al
solito,
clamorosamente direzione.
-Zoro!!
Pezzo di cretino!! Possibile che non ti ricordi nemmeno da che parte
siamo
entrati?! Ma si può essere più deficienti?!- sbraitò la cartografa,
lanciando
una delle sue scarpe, rigorosamente dotate di tacco, dritto in testa
allo
spadaccino.
-Hi
hi hi!!
Zoro sei proprio un pollo!!! Che figura barbina!!- lo sfottè Usopp,
dietro la
grande schiena del carpentiere, che sghignazzava a sua volta.
-Ehi!!
Pazza
schizofrenica!! Non sei capace di dirle a voce le cose?? Eh? Il livello
verbale
è troppo per la tua testolina rossa?!- rispose infuriato il samurai,
esibendo,
come solo raramente faceva, un insulto così rifinito da essere degno
della
stessa Nami. La quale perse l’ultimo grammo di pazienza, tentando di
fiondarsi
a strozzare il compagno, non fosse stato per Robin che la trattenne,
cercando
di riportare gli animi alla quiete.
-Su,
su..
navigatore.. calma.. non è il momento.. ti pare?- disse calmando la
rossa, che
continuò a snocciolare maledizioni tali da richiedere un evidente
quanto
efficace rito scaramantico dello spadaccino, che si portò le mani ai
paesi
bassi, facendo scoppiare a ridere tutti quelli attorno a loro. –Mir,
comunque
se ci fai strada per il bosco, ci metteremo davvero poco tempo per
arrivare alla
spiaggia..- disse poi l’archeologa rivolta alla moretta, che seguiva
divertita
la discussione. A quelle parole però, la
sua espressione tornò seria, e il suo tono sarcastico.
-Aaah.. Wunderbar!!dann fleh doch!!
Sapete volare, per caso?-
rispose ironica alla mora, tornando poi a guardare il suo capo. –non
dire
idiozie!! Sai benissimo che non abbiamo venti minuti!! Dragon!! Hanno
ragione..
serve almeno prendere un po’ di tempo..- disse poi tirando anche la
manica del
marito, in modo che capisse che parlava anche con lui. La faccia
dubbiosa del
rivoluzionario le fece capire che si stava convincendo. Il ricercato
numero uno
al mondo si guardò attorno, leggendo l’indecisione nelle facce dei suoi
uomini
che non sapevano che posizione sostenere.. tutti sapevano che era
l’unico modo,
ma nessuno se la sarebbe sentita di chiedere a Mir uno sforzo simile.
Il grosso
uomo si strisciò la mano sul tatuaggio sospirando.
-Vorrà
dire
che ce ne metteremo dieci..- rispose cocciuto Occhi di Falco,
continuando a
guardare verso l’orizzonte. Le navi ormai erano allineate. Di lì a
pochi
minuti, avrebbero cominciato a calibrare i cannoni.
-Drakul!!
Ehi guardami!!- disse la ragazza, tirando il capotto del marito. Il suo
tono
era nuovamente cambiato. Ora era chiaro che non avrebbe accettato
repliche, non
stava più chiedendo conferme, stava comunicando quello che avrebbe
fatto, senza
se e senza ma. –Non potete farlo in dieci minuti.. ehi! Ce la faccio!!
Aprirò
solo un varco, dalla parte del porto.. ma non avrete più di mezz’ora..-
disse
poi rivolta a Shanks e Barbabianca, dopo aver avuto un impercettibile
cenno d’assenso
dal marito, -anche ammesso che io riesca a creare un buco di un paio di
centinaia di metri non ci metteranno
tanto a richiuderlo, visto quanti sono.. arrivate al porto e prendete
le navi..
Rufy, voi, per fare prima, seguite loro fino Port Ruby, e poi fatevi il litorale.. in quindici minuti
di buona corsa sarete alla spiaggia
dove avete lasciato le scialuppe..poi sotto con i remi, mentre gli
altri vi
tengono aperto il varco per la fuga..- concluse poi dando le direttive,
nonostante diventasse palesemente più fiacca ad ogni parola che le
usciva dalla
bocca. I capitani delle ciurme la guardavano, annuendo a conferma delle
sue
istruzioni, capendo perfettamente quanto le costasse quello che si
accingeva a
fare.
-Ok
ragazzi
forza.. gambe in spalla e partite!! Forza!! Veloci!! Avete sentito la
direttrice delle operazioni a terra?! Avanti!! Non dovete correre,
dovete volare!!- la voce possente del capo dei
rivoluzionari fece scattare un coro di urla e incitazioni, seguite dal
rumore
di centinaia di persone che cominciavano a correre in direzione del
porto più
grande dell’isola.
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Capitolo 20 *** Kapitel Zwanzig ***
-Voi
non
venite?- Chiese Rufy, vedendo che Mir, Mihawk e Dragon non accennavano
a
muoversi dietro alla folla.
-Arriviamo
dopo.. ci aspetta Orso sulla sua nave, tanto siete con quella, vero?-
chiese il
rivoluzionario, verso occhi di falco, proseguendo
al suo assenso, -Rufy!! Allora!
Buon viaggio! Sicuramente ci rivedremo più avanti!!- concluse
abbracciando il
figlio, che dopo aver ricambiato l’abbraccio sorrise ebete verso
l’alchimista.
-Sinceramente..
adesso non riuscirei a correre fino alla spiaggia.. mi ci farò
trascinare dopo
come un sacco di patate!!- rise Mir, battendo una pacca sulla spalla
del
ragazzo di gomma. –Dai muovetevi, o rimarrete indietro!! E.. Nami.. mi
raccomando.. sei l’unica che si orienta decentemente.. occhio ai
soliti.. non
ci sono margini d’errore!- disse poi sorridendo verso la cartografa.
-Non
ti
preoccupare!! Lascia fare a me! Allora… a presto e grazie di tutto!!-
sorrise
la rossa di rimando, rivolgendosi poi ai suoi compagni –Forza
perdigiorno!!
Senza perdere tempo!! E voi tre idioti! Non costringetemi a tirarvici
per le
orecchie fino alla spiaggia, chiaro?!- sbraitò al solito trio dell’ave
maria.
-Mir,
mi
raccomando! Riguardati!! E a presto, speriamo!- urlò Robin verso la
moretta, in
mezzo ai saluti del resto della ciurma, alle smancerie di Sanji e alle
lacrime
di Franky.
-Mir!!
Grazie!! Ti devo un favore.. cioè.. un altro.. metti in conto mia
cara!! Prima
o poi mi riscatterò!- rise il Rosso, schioccando un bacio sulla fronte
alla
ragazzina, e salutando al volo, mentre correva dietro ai suoi uomini,
il
marito, che osservava infastidito i commiati, non ancora convinto dalla
scelta
della moretta.
-Mir!!
Per
qualsiasi cosa!! Sono a tua disposizione!! Io e tutti i miei uomini!
Compreso
quel fannullone di Ace!- disse Barbabianca, scompigliando i capelli
dell’alchimista, rischiando di farle perdere l’equilibrio per la troppa
forza,
mentre Ace gridava i soliti saluti deficienti alla ragazza, che per
lungo tempo
era stata sua compagna in missione.
-Grazie
piccola! Appena puoi vieni a trovare questo povero vecchio! Anche
Shakky sarà
felice di vederti!- disse il re oscuro abbracciandola, e scappando come
un
fulmine alle calcagna di Barbabianca. Ormai tutti avevano lasciato la
piazza.
-Ma
vi date
una mossa?! Non ho mica intenzione di stare ad aspettare che comincino
a
bombardare mentre ascolto le vostre cretinate!!- gracchiò stizzita la
moretta
che però sorrideva guardando il gruppo allontanarsi velocemente.
“Ehi
ragazzina, vedi di non esagerare!! Ci basta un buco giusto per farci
largo ed avere
il tempo di disperderci..” la voce della pantera nera che parlava
nervosa dopo
il lungo silenzio che aveva seguito la partenza delle ciurme le
rimbombò nella
testa vuota. Non osò nemmeno immaginare la furia di Adam che sarebbe
sicuramente succeduta allo svelarsi del suo vero piano.
“Ehi!!
Ehi!
Dico a te mocciosetta! Che stai macchinando?! Sento il rumore dei tuoi
pensieri
contorti!” intervenne il grosso felino color della neve, intuendo dal
sorriso
strafottente della padrona che stava per dar loro una notizia per nulla
simpatica..
“Ragazzi..
sapete che stavo pensando???” chiese la ragazza, guardando furbetta la
pantera
nera, mentre il capo e il marito osservavano in silenzio le navi
all’orizzonte,
aspettando che lei si mettesse in moto e cercando di nascondere il
pessimo
umore dovuto alla preoccupazione. “non sarà sufficiente.. aprire un
varco
intendo.. bisognerà fare di più..”. a quelle parole i felini
percepirono
improvvisamente tutta la stanchezza della padrona. Sentivano il loro
fianco
bruciare come le fiamme dell’inferno, la febbre, il fischio che le
riempiva le
orecchie, le gambe di burro. Per un secondo rimasero storditi da
quell’accumulo
di dolori. Non riusciva più nemmeno a schermare i suoi pensieri da
loro, come
poteva pensare di spalancare le porte?!
“Mir!
Non
fare la stupida, dannazione!! Non ce la farai mai!! Sei troppo
indebolita!
Pensa a cosa succederebbe se perdessi il controllo!! Ci spazzi via
tutti!!”
rispose infuriata la tigre, prevenendo lo scatto d’ira dei due compagni.
“Raxha!
Pensa tu, invece!! Se non facciamo qualcosa, qualcosa di utile davvero,
quelli
ci mandano a fondo.. per quanti i ragazzi siano forti, stavolta ci
siamo
scavati la fossa da soli.. io.. ho
scavato la fossa attorno ai loro piedi..
non ce la possono fare.. contro il tempo non si combatte!! E poi oggi,
a
differenza dell’ultima volta, ci sono anche gli ammiragli.. non si sono
organizzati all’ultimo secondo come anni fa!” rispose la padrona,
calmando
subito la rabbia di Raxha, che però non poteva nascondere la sua
preoccupazione.
“Non
l’hai
scavata tu quella fossa..
maledizione! Perché non lasci che si arrangino, per una volta! Cosa
facciamo se
perdi il controllo, eh? Perché non
ragioni per una volta!” Adam aveva ricominciato a ringhiare, facendo
intuire
anche ai due uomini che fra i quattro fosse in atto una qualche
discussione.
“Ma
non
capisci che sarà un massacro se non facciamo del nostro meglio?!” si
inalberò
la ragazza, non provocando altro se non l’aumento del volume del suo
ringhio
continuo.
“Che
si
arrangino! Non è affar nostro! Sono adulti e vaccinati!” insorse la
pantera color
della neve, unendo il suo ringhio basso e roco a quello del suo simile.
-Che
succede? Mir! Qual è il problema?- domandò il rivoluzionario
direttamente alla
ragazza, sapendo perfettamente che non avrebbe ottenuto che silenzio da
uno
qualsiasi dei tre felini.
-Adam!-
si
girò lei stizzita verso il felino color carbone. Ci mancava solo che
anche quei
due si mettessero a farle la paternale. Se ne accorgeva benissimo da
sola che
non era al massimo delle forze, il corpo ferito era il suo, diavolo!
-Adam
un corno!
Che diavolo stai combinando!? Ehi! Dico a te! Non fare finta di non
sentirmi!-
sbottò occhi di Falco, strattonando la moglie per il braccio e
rischiando di
mandarla a terra. Non riusciva nemmeno a stare con i piedi piantati a
terra..
cosa pensava di fare?
-E
lo
chiedi? Non riesci a intuire cosa ha intenzione di fare? E
meno male che dici di conoscerla bene..-
sbuffò Dragon guardando il pirata con aria di sufficienza e incrociando
le
braccia sotto il mantello.
-Togliti
quella smorfia dalla faccia, sottospecie di orango, o te la cancello a
suon di
pugni!- rispose quello stizzito, regalando uno dei suoi sguardi di
ghiaccio al
suo interlocutore.
-Ah
ah!
Ragazzo.. ne passerà di acqua sotto ai ponti prima che tu possa fare
una cosa
del genere.. ma quale falco!! Sei solo un pulcino.. abbassa le piume!-
rincarò
il rivoluzionario. Era raro che si attaccassero così direttamente, ma
evidentemente non avevano voglia di elaborare insulti troppo fini.
Ormai era
ora di agire. E entrambi sapevano che qualunque cosa avesse deciso la
ragazza,
una volta iniziata, sarebbe stata impossibile da interrompere.
-Ma
la
volete piantare!? Pensate piuttosto a dire a questa campionessa di
insensatezza
che non deve esagerare!- si intromise la pantera nera, spiattellando le
intenzioni della padrona.
-Adam!!-
l’urlo stridulo della ragazza ricordò tanto il rumore di un coltello
che
striscia sul piatto.
-Sì,
Adam,
mi chiamo così, e allora?- rispose acido quello, sfidandola con lo
sguardo.
-Mir!
Non
strafare! Basta un buco per dargli il tempo di scappare! Non sono
bambini! Se
la sanno cavare!!- ripetè stanco Dragon, strisciandosi lentamente le
mani sulla
faccia.
-Non
basterà! Ci sono anche i tre ammiragli laggiù! Le navi sono troppe! Ci
metteranno troppo poco a chiudere il varco! E in più non sappiamo se
anche Rufy
e gli altri faranno a tempo a..- si interruppe, dovendo far fronte alla
voragine nera che le si apriva davanti agli occhi. Sentì le ginocchia
cedere,
ma fortunatamente non cadde, percependo la pelliccia morbida di Raxha
farle da
appoggio dietro la schiena. Accarezzò il manto morbido della tigre, e
mentre le
immagini tornavano nitide davanti ai suoi occhi mormorò un
ringraziamento che
l’animale stesso sentì a malapena.
-Ecco,
appunto..- ringhiò il pirata del governo mentre le si avvicinava e la
riportava
in posizione eretta tirandola per un braccio, -vedi di non esagerare,
ci sono
Shanks e gli altri laggiù, non succederà niente a…- ma il resto della
frase fu
coperto dal suono di qualcosa che si frantumava rovinosamente poco
distante da
loro.
-Merda!
Cominciano a calibrare i colpi.. strano che comincino a sparare dalla
parte
opposta a dove sono ormeggiate le navi..- constatò Dragon calmo, nonostante l’esordio, dopo qualche secondo
che tutti osservavano la nube di polvere e fumo che si alzava dal punto
in cui
era caduto il colpo.
-Padrone!!-
la voce del pennuto che planava veloce a
pochi metri dal gruppetto attirò l’attenzione, cancellando le varie
congetture
che si stavano formando nelle menti del trio.
-Boocha!
Finalmente! Allora? Com’è la situazione al porto?- chiese il
rivoluzionario,che
al contrario degli altri non era per niente stupito di vedere l’animale
arrivare in volo.
-Tu!
Razza
di pavone senza coda! Che fine avevi fatto?! Ti avevamo chiesto di fare
da
guida a Rufy attraverso il bosco! Ti pare questa l’ora di arrivare!?-
ruggì
Adam, scocciato dall’arrivo tardivo del Falco messaggero.
-E
chi ti ha
eletto capo delle mie piume, palla di pelo con la coda?- rispose il
pennuto,
sempre pronto ad attaccar briga col felino.
-Basta,
voi
due!- la voce del rivoluzionario portò la tregua tra i due, -Allora? A
che
stanno gli altri?!- chiese di nuovo, rivolto al volatile.
-Ormai
saranno al porto.. li ho lasciati che erano a poche centinaia di metri
da lì..-
rispose quello, ignorando le proteste del felino.
-Bene..
Mir.. direi che tocca a te.. ehi! Poca roba, chiaro!? Questo è un
ordine del
tuo capo! Ah, Boocha.. da che lato stanno Sengoku e gli ammiragli?-
chiese poi,
tornando a rivolgersi al messaggero, mentre l’alchimista si accomodava
a terra
con l’appoggio del marito.
-Dalla
parte
di Port Ruby, capo.. tutti quanti..- rispose quello, attirando
l’attenzione di
tutti, nonostante avesse abbassato il volume della voce. Dragon sollevò
la testa
rincuorato. L’informazione che il falco aveva appena dato loro dava
ragione a
lui e ai felini.. sarebbe bastato aprire un varco dalla parte del porto
per
liberarsi la via di salvezza. Guardò trionfante la sua collega che
sbuffò
alzando gli occhi al cielo, avendo intuito alla perfezione cosa
significava
quell’espressione ebete sul viso del suo capo.
-Chiaro..
non vogliono rischiare di far scappare qualcuno al bombardamento..-
disse Occhi
di Falco, lasciando il braccio di Mir, che ora stava seduta a terra a
gambe
incrociate, mentre i felini prendevano ognuno il proprio posto.
-Già..
e
come mai stanno tutti dalla stessa parte? Paura di perdersi?- chiese
ironico il
rivoluzionario mentre osservava dubbioso la sua sottoposta chiudere gli
occhi e
concentrarsi.
-Chissà..
vedremo che combineranno una volta a testa in giù..- rispose il pirata,
guardando prima la moglie e sbuffando, segno che per quel giorno ormai
sperava
di non dover far fronte ad altri imprevisti. –che ne dici? ce la può
fare?-
chiese poi, consultandosi con l’eterno nemico.
-Bah..
speriamo solo che quei tre la convincano a non esagerare. Non è
assolutamente
nelle condizioni.. avremmo dovuto insistere di più.. speriamo almeno
che non
travolga anche i nostri. Diavolo.. diciotto anni e
perde già il secondo petalo.. voglio vedere
quanto durerà, avanti di questo passo..- rispose realista quello.
Inutile
nascondersi dietro un dito.. quella ragazza era troppo avventata in
certi casi.
-Mmm..
comincia..- disse il falco, osservando il vento che muoveva le cime
degli
alberi in lontananza. I due uomini alzarono gli occhi al cielo,
guardando le
nuvole che pian piano diventavano più dense e scure. Un brivido corse
silenzioso lungo le loro schiene. Certi poteri al mondo erano davvero
terrificanti..
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
salve
a tutti!! chiedo scusa per l'ennesima volta per la lentezza con cui
aggiorno @.@!!! >.<" sono desolata!! solo che man mano che sono
usciti i volumetti nuovi con il vero svolgimento della storia sono
sempre più incantata da quelli e sempre meno in grado di scrivere!!
acccetto suggerimenti XD!! :p!
un
grazie a tutti coloro che seguono la storia!! grazie mille!! =)
e
adesso un paio di risposte (che arrivano dopo un secolo!! -.-")..
SMEMO92: innanzitutto
ancora grazie per i commenti.. sono sempre molto incoraggianti!! troppo
buona!! =) poi.. in quella frase in tedesco dice praticamente quello
che ripete dopo (cioè, letteralmente: "Ah! magnifico! quindi
volate!").. continua a commentare, o a criticare!! ti tengo come faro!!
HAPPYLIGHT: grazie mille!!
sono felice che ti piacciano, sia la storia che il modo in cui tratto i
personaggi.. sai mi hai quasi beccata!! in effetti l'idea dell'alchimia
mi era venuta proprio da lì!! (anche se ne ho vista una sola e unica
puntata, da cui, per altro, non sono riuscita a ricavare una cippa di
cavolo, se non quel concetto lì... -.-")... per quanto riguarda il
tedesco non c'è un motivo perticolare.. era semplicemente una lingua
che mi appassionava molto ai tempi della scuola media.. ho sempre
l'impressione che abbia un suono imponente e quasi maestoso (se non ha
qualcuno dei loro accenti strani XD!) e ho pensato che si adattasse a
rappresentare un potere di quel genere.. che ne pensi? sarei molto
contenta di sapere anche cosa ne pensi del continuo della storia!!
anche se hai qualche critica!!
bene!!
ringrazio di nuovo tutti e spero che il senguito non sia deludente..
buona lettura!! baci!! :-*
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Capitolo 21 *** Kapitel Einundzwanzig ***
-Ok
ragazzi.. questo è il porto. Proseguite dritto per quella strada.. a
quanto mi
ha detto Mir, la vostra nave è ormeggiata da quella parte..- disse Ace,
guardando il fratello.
-Stai
dando
informazioni all’uomo sbagliato, bello di zio..- si intromise Franky,
controllando
che anche Nami avesse ascoltato le dritte del ragazzo, mentre il
capitano e il
suo secondo si riavviavano esattamente verso la stessa strada da cui
erano
usciti pochi istanti prima.
-Ma
non ci
posso credere! Ma che diamine! Siamo appena usciti da lì, Rufy!!-
sbottò il
primo comandante della flotta di Barbabianca contro il fratello,
cacciando due
belle file di denti accuminati.
-Questa
è la
cruda realtà, fratello.. accetta che il ragazzo sia totalmente privo di senso dell’orientamento, proprio
come il suo secondo!- cercò di consolarlo il carpentiere, battendogli
una pacca
sulla spalla.
-Voi
due,
imbecilli!! Da questa parte! Di qua!- urlò la navigatrice, con la sua
solita
“calma”.
-Hai
visto
che avevo ragione io, Zoro?!- borbottò il capitano dal cappello di
paglia,
mentre trotterellavano indietro.
-Ma
che dici!
tu ti volevi infilare lungo il molo!!- rispose piccato lo spadaccino,
cacciando
a sua volta i denti da squalo.
-Ma
mi
chiedo io.. si può essere più scarsi?- domandò sconsolato al vento il
cuoco,
scuotendo la testa.
-NO,
decisamente no.. che sia una qualche specie di amnesia?- chiese il
piccolo
medico, cercando nei suoi ricordi un qualche caso medico simile.
-Oh!
Basta!
Abbiamo capito! Ci siamo solo conf…- tentò di replicare lo spadaccino,
prima di
essere interrotto dallo schianto di un colpo che cadeva poco lontano
lungo la
strada che avevano appena percorso.
-Merda!
Cominciano a calibrare! Tra una decina di minuti, o forse meno,
comincia il
bombardamento vero e proprio! Rufy, ragazzi!- gridò il rosso, che li
raggiungeva correndo, -Presto! Dovete avviarvi alla nave! Mi
raccomando! In
gamba eh!- disse poi abbracciando colui che aveva ereditato il suo
cappello di
paglia. –Ci rivedremo di sicuro più avanti! Ragazzi, anche voi! Occhio
a questo
scavezzacollo!!- concluse salutando sorridente il resto della ciurma.
-Allora,
fratellino!! Arrivederci a quando sarete nel nuovo mondo!! Ragazzi,
buon
viaggio anche a voi!! Nami, prima di partire aspettate il mare calmo.
Non so
quanto e cosa riuscirà a smuovere Mir, ma aspettate almeno che vi
teniamo la
piazza pulita per il passaggio! Appena potete mettetevi in coda alla
nostra
formazione..- disse Ace, scompigliando i capelli del fratello mentre
faceva le
ultime raccomandazioni sorridente. –Ah!- saltò poi, quando un’onda li
sommerse
fino alle ginocchia, -cavolo, Mir sta già cominciando.. vi conviene
muovervi,
se non volete trovarvi sulle scialuppe mentre lei opera!-.
-Ricevuto!
Ehi! Aspettatemi! Dove credete di andare senza di me!- confermò la
navigatrice,
per poi correre all’inseguimento della sua ciurma, che era partita al
volo
lanciando saluti vari al Rosso, a Ace e alle varie ciurme, che li
ricambiavano
rumorosamente. –Cavolo, la pressione sta calando a picco..- mormorò poi
una
volta accanto a Robin.
-Uhm?
E
cioè?- chiese l’archeologa, non capendo l’utilità dell’osservazione.
-Si
sta per
scatenare una gran bella tempesta..-
sorrise la navigatrice, tentando di nascondere l’incertezza che la
tormentava.
-Che
c’è
pasticcino mio? Qualcosa non va?- si intromise Sanji, notando che le
due
ragazze erano pensierose.
-No,
nulla Sanji..
mi chiedevo solo se Mir riuscirà a fare il suo lavoro.. intendo.. con
quella
ferita.. in quelle condizioni. Se solo ripenso a quella frazione di
secondo in
cui abbiamo visto quello che prova quando lo fa, mi vengono i
brividi..-
rispose la rossa, rendendo partecipe il biondo cuoco dei suoi pensieri.
-Uhm..
capisco.. bè.. direi che l’unica cosa che possiamo fare è muoverci a
tornare
sulla Sunny e lasciare piazza pulita, in modo che anche la sua fuga sia
più
semplice!- rispose per lui la mora, sollevando leggermente l’umore
della
cartografa.
-Sì,
avete
ragione.. ah! Ecco la Mini Merry.. bene! Ora ascoltatemi branco di
caproni!!-
disse la rossa, riprendendo in un nano secondo la modalità “Heil
Führer!” degna
di un campo di concentramento, -Usopp, Robin, Sanji e Brook sulla Mini
Merry.
Zoro, Rufy, Chopper e Franky, sulla scialuppa e remare!! Forza, forza,
forza!
Non siamo qui a disegnare le macchie ai leopar..- il resto della frase
fu
coperto da un colpo che si schiantava in mezzo al bosco pochi
chilometri dietro
a loro, convincendo persino lo spadaccino a desistere dalle solite
proteste,
che tramutò in un borbottio continuo che faceva da sottofondo ai
vogatori che
prendevano posto e spingevano le scialuppe in mare.
-Ehi Nami! Sicura di non aver problemi con il
Waver con queste onde?! Vuoi che lo prenda io?- chiese Rufy, invidiando
come al
solito l’abilità della rossa.
-Ma
fammi il
favore! Non ci stai sopra nemmeno sul piano, figuriamoci con tanto di
mare
mosso! Mettiti a remare, fratello!! O qui non arriviamo più!- sbottò
Franky
richiamando al dovere il capitano, che si mise ai remi sbuffando per
l’ingratitudine dei suoi .
-Ingrati!
Ero solo preoccupato per lei!- mugugnò, nonostante la sua faccia
raccontasse
tutto il contrario.
-Crostatina,
però presta attenzione.. quel pozzo nero ha ragione, stavolta.. si
stanno
alzando delle onde niente male..- confermò Sanji, che a fatica teneva
l’equilibrio sulla Mini Merry, timonata dal prode capitan Usopp.
-Non
ti
preoccupare Sanji.. ci vediamo alla Sunny.. io intanto comincio a
preparare la
partenza! Che razza di nuvole!! Zoro! Forza con quei remi! Non
poltrire!- lo
rassicurò la navigatrice, prima di buttare un occhio al cielo e partire
a
massima velocità mentre sgridava il samurai che ancora borbottava
maledizioni contro
il maresciallo in gonnella.
-Razza
di
strega!! Sto remando!! Vuoi fare a cambio per ca…- gli urlò dietro
infuriato,
prima di beccarsi una bella ondata causata dal getto del Waver che lo
inzuppò
dalla testa ai piedi.
-Ah
ah!! Ben
ti sta, testa muschiata!!- lo derise il cuoco, mentre la Mini Merry
sorpassava
la scialuppa.
-Ehi,
tu!
Razza di deviato! Quella è proprio la postazione per te, che non sei
abbastanza
uomo da metterti ai remi! Comoda la barca che va da sola, eh, signorine!?- lo sfottè lo spadaccino,
potendosi aggrappare solo all’assegnazione dei posti sulle scialuppe.
-Appena
arriviamo sulla Sunny sei morto!- lo minacciò il cuoco, da lontano,
dato che la
Merry era ormai parecchi metri più avanti dell’altra scialuppa.
-Dai,
Zoro!
Muoviamoci! Non vorrai far arrivare prima loro, vero!?- lo istigò il
carpentiere, facendo leva sullo spirito competitivo dello spadaccino
per
risparmiarsi qualche remata. Strategia che funzionò, dato che non solo
lo
spadaccino, ma anche il capitano e il medico avevano preso sul serio la
sfida,
portando la scialuppa alla stessa velocità della piccola barchetta a
vapore.
Dopo poco meno di una decina di minuti di remate, erano ormai arrivati
alla
Sunny, tra le onde che superavano i bassi parapetti e i fischi dei
colpi che volavano
verso l’isola, sollevando polvere e fiamme ovunque si schiantassero.
Una
volta
saliti a bordo e aver caricato la Merry e il Waver si girarono
finalmente a
guardarsi indietro. L’isola non era più quel paradiso esotico che
avevano
ammirato quella stessa mattina durante lo sbarco. Il cielo nuvoloso
rendeva le
acque del mare scure come la notte, e il vento agitava le chiome degli
alberi,
sferzate da raffiche di sabbia che frustavano l’intera costa. Le fiamme
in
lontananza proiettavano nei punti in cui salivano più alte verso il
cielo la
loro immagine rossastra sulle acque agitate, le cui onde mordevano le
spiagge
candide, man mano più violente. Le altre ciurme che avevano condiviso
con loro
l’avventura di quella mattina avevano sfruttato il tempo che loro
avevano
impiegato per raggiungere la Sunny per allontanarsi dal porto e
schierarsi
seguendo una palese formazione d’attacco, di cui i ragazzi potevano
scorgere
solo le navi che facevano da apripista, essendo le altre nascoste da
quello
stesso promontorio che li aveva nascosti al passaggio della navetta di
vedetta.
-Santo
cielo!! Guardate laggiù!!- urlò Usopp, indicando un punto vicino alla
spiaggia.
Eccolo. Il potere devastante dell’alchimista entrava in azione. Le
acque
agitate dell’oceano si calmarono improvvisamente, lasciando le navi a
galleggiare placide su un lastra di vetro, priva della anche minima
increspatura.
-Comincia..che
facciamo con le ancore, Nami cara? Le lasciamo calate?- chiese il
cuoco,
indeciso sul da farsi, non conoscendo precisamente la portata
dell’attacco.
-Sì..
lasciamole giù.. le alzeremo appena passato il peggio, o rischiamo di
farci
trascinare a riva dall’ondata di ritorno..- rispose pensierosa la
ragazza,
osservando la riva, mentre tutti attendevano il passo successivo, ben
consci di
quello che stavano per vedere.
-Non
è
allucinante? Avere il potere di bloccare il mare come se fosse
ghiacciato..
cioè.. guardate che roba!! Non si muove un filo d’aria!- esclamò
estasiato il
piccolo medico, osservando l’acqua appoggiato al parapetto.
-Io
lo trovo
solo inquietante! Pensa cosa potrebbe fare sul corpo di un essere
umano!!-
rispose il cecchino, rabbrividendo al solo pensiero dei poteri
dimostrati dalla
ragazza.
-Io
penso
che sarebbe molto comodo..- rispose pratica la navigatrice, paragonando
mentalmente quel potere ad un interruttore on/off di tempeste, tornadi
e
quant’altro.
-Naa!
Non
sarebbe più divertente se il mare fosse sempre così piatto!!- protestò
Rufy,
mentre Robin sorrideva per la sua semplicità.
-Comincia..-
mormorò lo spadaccino, che nonostante il tono bassissimo venne udito
perfettamente da tutta la ciurma.
-Yohohoh!!
Speriamo di portare a casa tutte le ossa.. almeno quelle!! Yohohoh!-
ridacchiò
lo scheletro, col suo solito umorismo sepolcrale.
-L’hai
detto, costina scarnata.. l’hai detto..- rispose Franky pensieroso,
guardando
il mare che si cominciava a ritirare lasciando respirare metri e metri
di
sabbia che chissà da quanto tempo non godevano dell’aria fresca. E
sobbalzarono
quando in fulmine si andò a schiantare dove alcuni di loro intuirono
essere la
piazza dell’esecuzione, illuminando il cielo che ormai era più
assimilabile ad
un tardo pomeriggio d’inverno, che a una calda mattinata d’estate.
-Hanno
persino smesso di bombardare, quei maledetti del governo..- masticò
sprezzante
il cuoco, facendo notare a tutti che da vari secondi ormai i cannoni
non
facevano più fischiare i colpi sopra le loro teste.
-Che
qualcuno lassù ce la mandi buona..- piagnucolò Usopp, osservando
terrorizzato
un secondo fulmine cadere all’incirca nello stesso punto, seguito a
pochi
secondi da un rombo assordante che fece loro accapponare i peli delle
braccia.
Ormai l’alchimista si era messa in moto.. sentivano la nave come
scendere di
quota mentre le acque correvano da qualche parte lontano dall’isola per
raccogliersi in attesa dell’ordine della loro momentanea padrona.
-Lasciateci dare una
possibilità alla natura, perché sa il fatto suo meglio di noi.- si
pronunciò
l’archeologa, enigmatica come al solito, mentre i restanti membri della
ciurma
non poterono far altro che rimanere a guardare la sempre meno acqua che
li
divideva dalla spiaggia, appoggiati al parapetto della Sunny. Quel
giorno
sarebbe di sicuro rimasto ben impresso nelle loro menti, volenti o
nolenti.
Rufy gettò istintivamente un sguardo allo schieramento dei loro
alleati.. non
che potesse distinguere chiaramente le loro espressioni, ma notò che
oramai
guardavano sì e no tutti dalla stessa parte. Seguì i loro sguardi, e
per la
prima volta si trovò il cuore a battergli in gola di fronte al mare.
-R.. ragazzi!- mormorò il
capitano dal cappello di paglia. La sua voce quasi strozzata bastò a
far
scattare di colpo l’allarme nell’intera ciurma, che si voltò
immediatamente. Non
un solo commento si levò allo spettacolo che si trovarono
davanti agli occhi, lasciandoli frastornati e
spaesati. Mai il mare era parso loro tanto immenso e tanto nemico al
tempo
stesso..
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.--.-.-.--.-.-.-.-.-.-.--.-.-.--..-.-.--.-.-.-.-.-.--.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-
Salve
a tutti.. =) da qui mi avvio a terminare la storia entro pochi
(spero!!) capitoli.. ormai ho dissanguato la mia vena artistica XD!
un
grazie a chi continua a seguire la storia, e un grazie speciale a chi
commenta!! i vostri commenti mi fanno molto piacere!!
spero
di non deludere nel finale.. ma almeno qui speravo di avere l'happy
ending ç_ç" vedremo che se pò fa!! :p
grazie
ancora e al prosssimo capitolo!!
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Capitolo 22 *** Kapitel Tzweiundzwanzig ***
-Per Giove!- esclamò Ben, non
appena le onde cessarono di colpo di scuotere le navi, andando subito a
cercare
con lo sguardo il suo capitano, che assieme al loro ospite guardava
preoccupato
le navi all’orizzonte. –Ehi, Shanks!! Che facciamo? Cominciamo
l’attacco
subito?- chiese poi, non appena ebbe lo sguardo del rosso.
-Mmm.. no.. correggimi se
sbaglio, Yasopp.. ma i nostri cannoni non possono arrivare a sparare
così
lontano, vero?- rispose il capitano, girando la domanda al capo
cannoniere,
poco distante dal suo collega.
-No, capitano.. no.. siamo
troppo distanti.. dovremmo avvicinarci di almeno un miglio ancora..-
rispose
l’infallibile cecchino, calcolando in maniera straordinaria, seppur a
occhio,
le traiettorie, i venti e qualsiasi altra variabile che avrebbe potuto
influire
sui colpi dei cannoni.
-Lo immaginavo,- sospirò il
rosso, strisciandosi sul viso sfregiato la mano, -non ci possiamo
nemmeno
avvicinare, finche Mir non finisce.. non voglio rischiare che ci
travolga con
l’ondata..- disse poi quasi spiegando a Rayleigh il perché di quello
stazionamento a cui erano costretti, inermi e attaccabili, essendo loro
una
delle navi che facevano da capo colonna. –Pensiamo a proteggere la nave
da
eventuali colpi, per il momento.. dopo ci muoveremo..- concluse,
guardando le
nuvole nere che coprivano il cielo.
-Che dio mi renda vegetariano
se quello che vedo non è reale!!- biascicò Lou, che era unico assieme
al
vecchio re oscuro che in quel momento guardava dalla parte opposta del
resto
del gruppetto. –Che diavolo succede laggiù?!- disse indicando la
spiaggia che
si allungava sempre di più verso di loro, mentre le acque si ritiravano
silenziose sotto le navi.
-Ah ah!! Ragazzo! Preparati a
vedere una cosa talmente sconvolgente che raramente te ne capiteranno
di pari
nella vita! Il mare: crudele come la morte, e affamato come la
tomba.-
disse il canuto pirata, sistemandosi gli occhialetti tondi sul naso, e
sapendo
bene a cosa andavano incontro.
-Speriamo
che anche i cuccioli siano fuori dalla portata dell’onda..- disse poi
Shanks
buttando un occhio verso la Sunny, seguito a ruota da Yasopp,
altrettanto
preoccupato.
-Secondo
me
non c’è rischio..- Rispose Ben, usando il fucile come appoggio sotto al
gomito,
- la bambolina rossa sembrava sapere bene il fatto suo, in quanto a
mare.. poi
male che vada noi siamo ad un tiro di schiop..- ma venne sovrastato dal
fulmine
che cadde fragoroso sull’isola.
-Diamine!!-
sbottò Rayleigh, -non c’è la piazza, più o meno in quel punto?- chiese
poi,
cercando conferma, che trovò nei volti del gruppetto che annuivano in
risposta
alla sua domanda senza distogliere lo sguardo dall’isola. –Che diavolo
sta
combinando quell’insensata?!- ringhiò, più guidato dalla preoccupazione
che
dalla rabbia, non appena le assi delle navi vibrarono al boato del
secondo
fulmine che infierì sulla carcassa martoriata di Rocky Island.
-Per
Diana!!
Allora è vero quello che si racconta in giro.. guardate un po’ là!-
esclamò Ben
che nel voltarsi a guardare il re oscuro aveva inevitabilmente buttato
l’occhio
alle navi della marina. Il gruppetto si girò all’esclamazione del moro.
Non che
avrebbero potuto fare diversamente, viste le urla che si alzarono
dall’intera
ciurma di lì a qualche istante. Ma quello che si trovarono a
fronteggiare era
qualcosa di semplicemente incredibile, e all’improvviso capirono perché
erano
ormai quasi arenati nella spiaggia, e persino dove era finita l’acqua.
Nonostante il mare sotto di loro fosse liscio e piatto come una tavola,
dietro
le navi da guerra avanzava un muro, perché non poteva essere definito
diversamente, di acqua talmente imponente che avrebbe tranquillamente
potuto
scavalcare l’intera isola e mantenere invariata la sua portata. Ai più
si
drizzarono i capelli in testa, al solo pensiero di chi era stato a
scatenare
tanta potenza distruttiva, non riuscendo a produrre altro se non suoni
difficilmente assimilabili a parole sensate. Il capitano e l’ex vice re
dei
pirati guardavano in silenzio quello spettacolo allucinante, tenendo
per loro
il fatto che, questa volta, la portata distruttiva che aveva scatenato
la
ragazza era per lo meno il doppio di quello che loro stessi si erano
trovati a
vedere anni prima, e soprattutto la preoccupazione che la ragazza non
controllasse il potere.
-Quella
stupida ha fatto di testa sua!! Ha circondato l’isola.. altro che
varco.. che
dici? ce la fa?- chiese il re oscuro sottovoce al suo ex compagno di
ciurma ,
seguendo con gli occhi, fin dove riusciva, la linea del muro d’acqua.
-Non
lo so,
Ray.. non lo so.. speriamo che sia in grado di controllarsi o qui
finiamo tutti
a fare compagnia a Davy Jones..- rispose il rosso sospirando, mentre
anche lui
guardava il muro d’acqua che pian piano avanzava, prendendo velocità.
-Bon,
alors.. che gli dei del mare abbiano grazia di noi..- mormorò
sorridendo i
vecchio vice-re dei pirati, pensando alle incisioni all’ingresso della
città
più grande dell’isola. Il rosso gli rispose ridacchiando. In fondo in
fondo non
accettavano di doversi preoccupare dell’operato dell’alchimista. Non li
aveva
mai messi in difficoltà.. speravano solo di non dover affrontare
conseguenze
disastrose, per loro o per la ragazza.
Voltarono
lo
sguardo verso la nave a fianco a loro. Il suo enorme capitano e il
comandante
della sua prima flotta guardavano assorti quella scena surreale davanti
a loro,
con le facce segnate da un ghigno strafottente come a sottolineare che,
questa
volta, il governo aveva scelto decisamente male a chi mettere i bastoni
tra le
ruote. E forse sì.. anche sollevati dal fatto che tanta potenza, di cui
avevano
sentito parlare solo da racconti e che i più tra loro avevano
sottovalutato
scettici, fosse in loro grazia.
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