un legame perverso

di Erestor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** mi offri un caffè? ***
Capitolo 2: *** Chocolate barbie parte 1 ***
Capitolo 3: *** Chocolate barbie parte 2 ***
Capitolo 4: *** Chocolate barbie parte 3 ***
Capitolo 5: *** Chocolate barbie parte 4 ***
Capitolo 6: *** Chocolate barbie parte 5 ***
Capitolo 7: *** un legame diverso ***



Capitolo 1
*** mi offri un caffè? ***


I personaggi non appartengono a me. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.


-gelatina?-
domandò una voce calda e sicura con un leggero tono di sorpresa. Il Dottor Reid rimase con il piccolo cucchiaino giallo fermo a mezz'aria fra la sua bocca e la scatola di gelatina. Quel giorno, quando aveva deciso di rifornire il suo frigo di dolciumi, non aveva certo immaginato che avrebbe incontrato il suo ex collaboratore e nuovo capo.
-ho bisogno di zuccheri...-
fu la sua unica risposta che suonava come una giustificazione. Sapeva che l'abuso di dolci poteva causare gravi danni ma per lui erano come una droga, gli davano carica ed energia.
-bè, magro come sei avresti bisogno di qualcosa di più sostanzioso...-
rispose Morgan con un mezzo sorriso beffardo stampato sul viso. Lui era lì per comprare un nuovo cd di musica, in quell'enorme centro commerciale dove vi erano negozi di tutti i tipi. Certo, non avrebbe mai pensato di incontrare il Dottor Reid lì, del resto era il loro giorno libero ed almeno per una volta, non sembravano esserci imprevisti.
-e tu? che ci fai qui?-
chiese allora il biondo volendo sviare l'argomento su lui e la sua gelatina. Gettò poi il piccolo contenitore ed il cucchiaino in un secchio lì vicino. -una semplice passeggiata...-
Morgan non aveva mai sopportato il carattere di Reid,troppo ingenuo, troppo timido, troppo petulante! di solito si mostrava sempre comprensivo e protettivo nei suoi confronti ma in realtà aveva sempre desiderato farlo suo, specialmente quando non la smetteva di parlare. Aveva sempre pensato che il dottore poteva utilizzare in ben altri modi quel piccolo e delicato antro racchiuso da due strisce rosee di carne. Era risaputo che Morgan fosse un grande conquistatore di donne, il così detto "maschio Alfa" ma nessuno sapeva dei suoi piccoli incontri con ragazzi di bell'aspetto.
Reid intanto, nel sentirsi così osservato e nel pensare di essere stato colto in flagrante incominciò a torturarsi le dita delle mani mentre il suo sguardo vagava ovunque ma non si posava quasi mai sul suo interlocutore. Nella sua stessa situazione, qualcun'altro non si sarebbe preoccupato così tanto ma per lui era vergognoso essere stato visto a mangiare gelatine dal capo. Non voleva essere scambiato per un bambino. Infondo, un bambino era rimasto, a ventotto anni non aveva mai avuto una storia seria ed era ancora vergine. In realtà queste cose non lo interessavano, preferiva passare il suo tempo leggendo un libro ed ascoltando musica classica, magari, perchè no? con un pò di gelatina da mangiare. Morgan decise di prendere la situazione in mano, non gli capitavano spesso situazioni del genere visto che era difficile mandare in tilt il cervello del dottore, sempre vigile. Pensò quindi che avrebbe potuto approfittarne.
-scommetto che sei venuto in autobus vero?-
si ricordò di quando il biondo gli aveva confessato che non amava guidare ma preferiva usare i mezzi pubblici per potersi confondere fra la gente e trovare un pò di calma e normalità.
-bè..si...sai che non amo guidare...-
sul viso di Morgan nacque un piccolo sorriso compiaciuto.
-perfetto-
disse come se avesse appena completato un'opera di difficile costruzione.
-in questo caso credo proprio di doverti offrire un passaggio...- disse fissando l'altro negli occhi tanto da far sembrare quelle parole un ordine e non un invito.
-va bene...come vuoi...-
rispose allora Spenser come rassegnato. Notò poi come un cambiamento nello sguardo di Morgan, non sembrava lo stesso di sempre, ma nascondeva come un desiderio di follia e ribellione. Decise di non darci peso e così seguì l'altro fino alla macchina nel parcheggio del centro commerciale. Salì sul veicolo e l'altro fece lo stesso mettendo in moto il fuoristrada nero. Ci misero poco ad arrivare a casa di Reid visto che non era troppo distante. Morgan parcheggiò davanti la villetta e stettero poi per qualche secondo in silenzio.
-non mi offri un caffè?-
chiese allora l'agente con un piccolo sorrisetto, naturalmente finto. -si certo...vieni...-
rispose allora Spencer per poi scendere dall'auto ed entrare in casa. Fu subito imitato dall'altro che appena entrato chiuse la porta dietro di se. Pensò che quella era la prima volta in cui il lupo si trovava in casa dell'agnello e questo lo eccitò ulteriormente. Reid intanto aveva posato la sua borsa a tracollo ed aveva incominciato a preparare il caffè.
-fai come se fossi a casa tua-
disse senza guardare l'altro che si era appena accinto ad entrare in cucina. -lo farò- rispose secco avvicinandosi senza fare rumore al biondo che in quel momento gli dava le spalle per preparare il caffè. Poggiò le mani sui fianchi dell'altro stringendolo forte. Erano così vicini che Reid poteva benissimo avvertire il fiato caldo di Morgan sul collo. Un brivido gli percorse la schiena ed il suo cervello cercava di capire e dare un senso al comportamento del collega. Reid balbettò qualcosa di incomprensibile mentre Morgan fece aderire perfettamente i loro bacini spingendo il biondo verso il bordo della cucina. Reid potè così avvertire l'erezione del collega che si stava lentamente risvegliando.
-incomincia a fare caldo...non credi?-
disse allora il nero per poi mordere piano il lobo del ragazzo davanti a lui che divenne istantaneamente rosso in viso.
-io...io non credo sia una buona idea...-
rispose senza avere il coraggio neanche di staccare le mani dell'altro dai suoi fianchi. Morgan incominciò a slacciare la camicia dell'altro sicuro di avere il pieno controllo della situazione. Finita l'operazione una delle sue mani incominciò a vagare sinuosamente sul petto bianco di Reid che aveva il cervello in fumo e senza capirne bene il motivo, si ritrovò a sua volta eccitato. Notando il rigonfiamento sui suoi jeans, Morgan scese con la mano per accarezzare piano ma con decisione il suo membro da sopra la stoffa, cosa che fece gemere il dottore incapace di controllare le sue reazioni.
Un sorriso malizioso nacque sulle labbra di Morgan che subito slacciò la cintura ed i pantaloni di Reid infilando poi la mano al di sotto dei boxer neri. Voleva far finire tutto subito, senza dire nulla, così da rendere chiaro all'altro che era lui a gestire la situazione. Al contatto fra la mano di Morgan ed il suo membro Reid gemette ancora maledicendosi per la sua incapacità di reagire. L'altro incominciò a muovere la mano su tutta la lunghezza del membro, piano, quasi come se non volesse soddisfarlo. Ormai Reid era in balia di Morgan e di quella mano, anche se la lentezza con cui lo toccava era per lui una tortura.
-Mo...Morgan...-
chiamò il suo nome a bassa voce come per assicurarsi che fosse lui lì, dietro le sue spalle. L'altro non rispose ma accelerò i movimenti fino a sentire lo sperma caldo del collega sulla mano ed il suo gemito soddisfatto. Si portò la mano sporca alla bocca leccando tutto il liquido mentre l'altro, senza energie, si teneva ai bordi della cucina per non crollare.
-credo che tu debba restituirmi il favore-
disse poi il nero afferrando l'altro per un braccio con poca grazia e facendolo voltare verso di lui. Stette poi in silenzio a fissarlo negli occhi mentre i loro corpi erano ancora molto vicini. Reid lo guardava con gli occhi grandi e spaventati, non sapeva cosa doveva fare ma sapeva bene di doverlo fare. Lentamente così passò a slacciare la cintura dell'altro, le mani gli tremavano e questo eccitò ancora di più Morgan. Aprì poi la cerniera dei pantaloni e infilando sempre con molta cautela la mano nei boxer si ritrovò a guardare il membro duro dell'altro. Non sapeva perchè lo facesse senza battere ciglio ma era come se l'altro lo stesse in qualche modo costringendo. Piano incominciò a muovere la mano provocando dei piccoli gemiti rauchi dell'altro che sembrava abbastanza soddisfatto di quel trattamento. Il biondo imitò tutti i movimenti che prima erano stati fatti a lui, in questo caso era una fortuna avere una memoria come la sua! Aumentò così il ritmo finchè l'altro venne nella sua mano. Ripreso fiato l'agente Morgan afferrò la mano di Reid sporca di sperma portandogliela alla bocca.
-leccala-
gli intimò guardando l'altro eseguire come un cagnolino ubbidiente. Lui lo guardava divertito e sapeva di aver trovato un nuovo giocattolo.
-bravo ragazzo-
tornando con lo stesso sorriso di sempre
-per il caffè sarà un'altra volta-
gli sussurrò all'orecchio per poi andare via come se nulla fosse successo. Per quella volta si sarebbe fermato lì, voleva solo che l'altro capisse che era lui ad avere il controllo. Reid si accasciò a terra sfinito, si capacitò di quello che aveva fatto solo qualche ora dopo. Capì che fra loro si era instaurato un legame, un legame sbagliato, sporco, un legame perverso.


è la mia prima fanfiction che scrivo e la dedico a mie due carissime amiche. Non sono sicura che sia venuta bene ma almeno ci ho provato XDDD

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Capitolo 2
*** Chocolate barbie parte 1 ***


Allora ecco il secondo capitolo (in ritardo lo so ma è colpa della scuola T.T) comunque un grazie a chi ha commentato e a chi ha letto^^. Come sempre i personaggi non mi appartengono e la storia non è a fine di lucro. Gli accadimenti sono di mia fantasia e non si collocano nella serie.




Il giorno dopo Reid si recò normalmente a lavoro ma la sua mente non sembrava in grado di ragionare. Aveva provato a chiedere aiuto alla sua genialità, al suo buon senso ma non aveva ricevuto alcuna risposta. Arrivato in ufficio vi trovò JJ che stava preparando i fascicoli per il prossimo caso. La donna avvertendo un rumore si voltò verso l'altro.
-sei in anticipo-
disse sorridendo
-si, mi sono svegliato presto-
in realtà non aveva dormito affatto. Si avviò così nella sala con JJ e mentre incominciava a preparare tutto l'occorrente Reid si sedette al suo solito posto. Sospirò, non voleva stare lì, non voleva incontrarlo, non avrebbe saputo come comportarsi. Chiuse gli occhi provando a non pensarci e mentre quei pensieri gli ronzavano ancora in testa avvertì qualcosa di caldo davanti al viso. Aprendo gli occhi si ritrovò una mano familiare davanti che stringeva un enorme bicchiere di caffè.
-hey ragazzino stamattina sembri ancora più strano del solito!-
disse una voce profonda dietro di lui mentre finalmente Reid si decise ad afferrare il bicchiere.
-non ho dormito...e comunque grazie-
si costrinse a dire con voce flebile. Era arrivato il resto della squadra e davanti a loro doveva comportarsi come al solito.
Morgan prese posto proprio difronte al nostro dottore e appena poteva lo guardava con il sorriso di chi la sa lunga ed in risposta Reid diventava rosso o balbettava se doveva parlare. Proprio per questo restò in silenzio la maggior parte del tempo.
JJ intanto espose il caso, si trattava del ritrovamento di cinque ragazzi sui vent'anni.
-sono stati tutti seviziati ed uccisi-
disse mentre faceva scorrere le immagini.
-apparentemente non ci sono legami fra di loro, i corpi sono stati ritrovati in luoghi completamente diversi-
-come mai sono stati catalogati come omicidi di un serial killer?-
chiese allora Prentiss mentre sfogliava il fascicolo del caso.
-ogni ragazzo aveva uno strano bracciale al polso-
rispose JJ ingrandendo le foto dei polsi dei ragazzi. Come la donna aveva detto ognuno di loro aveva un bracciale d'argento e su ognuno c'era scritto qualcosa di diverso.
-il primo ragazzo Allen Fox, 24 anni, single, viveva ancora con la madre e non lavorava. Biondo, occhi azzurri, aveva al polso un bracciale d'argento con su scritto "sweet barbie".
Il secondo ragazzo Jason Gilp, 26 anni, single, viveva con la madre, il padre morì quando aveva sei anni, non aveva un lavoro.Capelli rossi occhi azzurri aveva al polso un bracciale d'argento con su scritto "hell barbie".
Il terzo Mattew Buttler, 27 anni, single, viveva con entrambi i genitori ed una sorella più piccola.Lavorava in un bar in centro. Capelli neri e occhi del medesimo colore. Nonostante l'età si comportava e vestiva come un Emo.
-Emo-
intervenne sempre Prentiss -Emo?-
chiese stavolta Reid. Non ne capiva molto di adolescenza e strane mode.
-è uno stile molto in voga fra gli adolescenti-
spiegò brevemente JJ mentre riprendeva a far scorrere le immagini.
-Aveva un bracciale d'argento al polso con su scritto "dark barbie".
Il quarto, Alex Liderot, 25 anni, single, viveva con i genitori e due fratelli più piccoli. Era iscritto a medicina , occhi castani e capelli dello stesso colore. Il suo bracciale riportava la scritta !Q.I. barbie.
Ultimo ragazzo Jonny Patter, 29 anni, single, anche lui viveva con i suoi e lavorava come volontario presso una casa di recupero per drogati. Capelli neri ed occhi azzurri, sul suo bracciale vi era scritto "good barbie"-
terminò JJ con un sospiro.
-sono completamente diversi a parte il fatto che sono tutti single e vivono ancora con i propri genitori-
disse Rossi con fare pensieroso.
-c'è dell'altro non avete notato?-
disse Morgan per poi chiedere a JJ di rimettere le foto vicine.
-erano tutti di statura molto esile-
disse allora in un sussurro Emily.
-esatto!-
esclamò Derek per poi alzarsi dalla sedia. -JJ fa preparare il jet si parte per Loretto fra poco-
detto questo si alzarono tutti per prepararsi alla partenza.
Una volta sul jet la discussione ripresa da dove era terminata.
-sembra un collezionista-
disse Rossi alzando gli occhi dal fascicolo
-il movente principale sembra essere l'atto sessuale, lui rapisce questi ragazzi perchè lo attraggono in qualche modo-
continuò poco dopo guardando Morgan che annuì semplicemente. Reid intanto non parlava, aveva espresso qualche considerazione ma non era petulante come al solito cosa che, insospettì i presenti. Il biondo sapeva bene di lavorare con profiler esperti ma allo stesso tempo non riusciva a far finta di nulla.
Elaborarono così un profilo preliminare e prima di arrivare a Loretto Morgan impartì gli ordini.
-Rossi, Prentiss voi parlerete con i parenti delle vittime. Io e Reid ci recheremo sui luoghi del delitto e JJ, tu dovrai tenere la stampa il più lontano possibile da questa storia.-
Una volta scesi dal jet ognuno si recò dove stabilito. In auto con Derek Spencer non parlava, teneva lo sguardo fuori dal finestrino come se in quelle case che sfrecciava veloci davanti ai suoi occhi ci fosse qualcosa di estremamente interessante. Non vedeva l'ora che quella storia finisse ed anche il semplice fatto di stare da solo con Morgan lo faceva stare male.
Poco dopo arrivarono nel luogo del ritrovamento del primo cadavere, quello di Allen Fox. Ad attenderli vi era il capo della polizia locale, l'agente Stuart.
-un luogo abbastanza frequentato dove lasciare un cadavere senza essere visti-
disse Morgan mentre si dirigeva con Reid nella zona centrale del parco, dove il corpo era stato lasciato, all'ombra di un grande albero.
-già e non è l'unico-
rispose l'agente Stuart passandosi una mano per i corti capelli castani ormai quasi del tutto caduti per colpa dell'età.
-mi scusi cosa vorrebbe dire?-
chiese allora Reid riprendendosi dal suo stato di trance. -semplice. Anche gli altri corpi sono stati ritrovati in luoghi accessibili al pubblico. Un parco, un Luna Park, una piazza, una Chiesa ed un orfanotrofio-
si fermò un attimo per sospirare.
-eppure non c'è neanche un testimone-
-può aver agito di notte, di sicuro conosce bene questo posto e deve aver spiato anche i ragazzi e le loro abitudini.-
rispose Morgan per poi guardare Reid che sembrava intento a pensare.
-se davvero è un collezionista per lui questi ragazzi devono significare qualcosa, non so, forse il loro aspetto attrae il nostro S.I in modo particolare-
incominciò a parlare ma venne interrotto dall'agente Stuart -uno solo?, è solo uno l'assassino?-
chiese guardando prima Reid e poi Morgan.
-crediamo di si, le analisi effettuate sui corpi rilevano che solo una persona ha agito ed inoltre un uomo con la mania del collezionismo non lascerà mai e poi mai che qualcun'altro giochi con le sue bambole-
l'uomo annuì semplicemente mentre Reid riprese a parlare.
-Da questo si può dedurre che anche i luoghi in cui sono stati lasciati i cadaveri abbiano un significato importante e si possono ricollegare ai nomi sui bracciali...pensateci bene...Allen Fox, "sweet barbie" è stato ritrovato in un parco, immerso nella pura natura; Jason Gilp, "hell barbie",è stato ritrovato in una Luna Park essendo lui un tipo leggermente infantile da quanto abbiamo appreso dal fascicolo su di lui. Mattew Buttler, "dark barbie" è stato ritrovato in una Chiesa, aveva uno stile prettamente da cattivo ragazzo e forse l' S.I. ha pensato di poterlo aiutare portando il cadere in una Chiesa. Alex Liderot, "Q.I. barbie" che può stare per quoziente intellettivo, era un medico e quindi istruito forse per questo l'S.I. l'ha lasciato davanti ad un monumento in piazza. Ed infine Jonny Patter, "good barbie", è stato trovato davanti ad un orfanotrofio ma non dimentichiamoci che faceva volontariato-
terminò Reid quasi con il fiatone mentre Morgan e l'agente Stuart lo guardarono con approvazione. Infondo il suo ragionamento filava.
-dobbiamo avvertire Prentiss e Rossi e chiedere se hanno scoperto qualcosa perchè se quello che dici è giusto Reid, non abbiamo possibilità di sapere chi sarà la sua prossima vittima-
disse Morgan avviandosi con Reid verso il SUV nero mentre l'agente Stuart andava verso la propria auto. Si recarono così alla centrale di polizia dove avevano inserito la proprio base.


Ecco fatto...spero piaccia** naturalmente questa è la prima parte del secondo capitolo, ho dovuto dividerlo altrimenti era troppo lungo.

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Capitolo 3
*** Chocolate barbie parte 2 ***


rieccomi a aggiornare (prima del previsto) con la seconda parte del secondo capitoloXD
un ringraziamento speciale a takara ed _EmO_PrinceSS_ per le recensioni. eheh chi lo sa se Reid rimarrà incolume a fine capitolo!!!XDD
grazie a anche a
kiroandstrifyforever
LoLe_Sora_Chan
rioki
Saiyuki92
takara
nihal93
per aver messo la mia storia nei preferiti ed a amayafox91 che l'ha messa nelle seguite. Grazie anche a tutti quelli che l'hanno letta.
I personaggi non mi appartengono e la storia non è a scopo di lucro.





Nel frattempo Rossi e Prentiss si erano recati dai familiari delle vittime ma nessuno aveva saputo dare loro qualche informazione rilevante. I ragazzi sembravano non aver mai frequentato gli stessi posti e le stesse amicizie. Così leggermente abbattuti se ne tornarono in centrale dove trovarono il resto della squadra ad aspettarli. Reid e Morgan li informarono delle loro novità.
-si è scoperto come uccide le sue vittime?-
domandò Rossi al capo della polizia Stuart
-dopo averli seviziati sembra che dia loro qualche strana sostanza visto che non ci sono ferite sui copri. Fra poco dovrebbero arrivare i risultati delle autopsie-
-bene-
rispose Rossi mentre Morgan prendeva il cellulare per chiamare Garcia
-hey bambolina ho bisogno che tu mi faccia una magia-
disse con voce sensuale che fece venire la pelle d'oca al povero dottore.
-devi inserire i nomi delle vittime e vedere se riesci a trovare qualche collegamento. Rossi e Prentiss hanno collegato i pc delle vittime al tuo.-
-datemi solo un minuto-
rispose allora la bionda per poi incominciare a lavorare al pc. Scavò affondo ma non sembrava esserci nulla finchè non esclamò
-Bingo!-
-dammi buone notizie bambolina!-
disse Morgan in attesa delle sue parole.
-apparentemente sono cinque ragazzi molto diversi ma hanno qualcosa che li accomuna. Tutti e cinque i nostri baldi giovanotti sono iscritti ad un forum per incontri omosessuali.-
-non puoi risalire alle loro vecchie conversazioni o controllare se hanno amici in comune?-
chiese Morgan sentendo di essere vicino ad una svolta.
-no. Il forum ha una buona protezione e non posso accedere alle conversazioni. Per quanto riguarda gli amici non ce ne sono in comune-
-il nostro S.I. potrebbe registrarsi con nomi diversi giusto Garcia?-
chiese allora Rossi visto che la chiamata era in viva voce
-certo è possibile, avrà creato più e-mail-
-va bene bambolina cerca di creare una lista con tutti i ragazzi di Loretto registrati al forum che abbiano le stesse caratteristiche delle vittime e chiamami appena hai fatto-
-okay capo!passo e chiudo-
così Morgan chiuse la chiamata.
-cosa faccio con la stampa non dovremmo avvisare la popolazione? E far chiudere il forum?-
chies JJ diretta a Morgan
se chiudessimo il forum per lui sarebbe semplice registrarsi a nome falso in un altro e quindi sarebbe inutile però dobbiamo informare la gente. Dì semplicemente che tutta la popolazione non deve entrare nei forum per incontri-
disse infine mentre entrava una ragazza con i risultati delle autopsie. L'agente Stuart prese i fogli e lesse.
hanno assunto vari ti pi di medicine, un mix distruttivo-
disse poco dopo quasi spaventato dalle sue stesse parole
-ma le medicine sono state assunte dopo il rapporto-
-questo significa che il nostro S.I deve essere abbastanza forte da immobilizzare le sue vittime-
disse Prentiss per poi aggiungere
-o gli punta contro un'arma-
Morgan annuì mentre poco dopo arrivò una mail al suo cellulare.
-è Garcia ci ha mandato nomi e indirizzi dei ragazzi registrati al sito, sono diciotto-
disse per poi prendere una pausa. Voleva riuscire a ricavare un po' di tempo per se e Reid, voleva provare ancora la sensazione di dominio su di lui.
-Rossi, Prentiss rintracciate i ragazzi per telefono e dite loro di non andare a nessun appuntamento ricevuto tramite quel sito-
detto questo mandò in stampa la mail ricevuta e i due agenti lasciarono la sala con l'agente Stuart. Morgan si voltò così verso Reid che guardava fuori dalla finestra ancora perso nei suoi pensieri.
Hey ragazzino-
lo chiamò facendolo voltare
-andiamo-
disse senza ammettere repliche. Reid non era tanto sicuro di andargli dietro ma era il suo capo e lui era a lavoro. Così uscirono dalla centrale ed ormai era sera, si diressero all'auto di Morgan parcheggiata lì davanti. Reid salì infilandosi la cintura e l'altro fece lo stesso.
-dove andiamo?-
chiese trovando un po' di coraggio.
-non mi sembra di averti dato il permesso di parlare-
disse Morgan duro senza neanche guardarlo. Gli piaceva avere il pieno controllo su lui e la sua mente, era una cosa che lo eccitava. Mise in moto senza sapere bene dove andare, non conosceva bene la città ma a lui bastava un luogo lontano da occhi indiscreti. Parcheggiò così in un piccolo vicolo circondato solo da alberi. Reid era spaventato, già stava perdendo la sua capacità di ragionare.
-Morgan...ti prego...-
disse con voce flebile stringendosi in se stesso sul sedile. Morgan lo guardò sornione staccando la propria cintura di sicurezza e quella dell'altro. Bloccò l'auto in modo da impedire un tentativo di fuga del biondo che però sapeva non sarebbe mai avvenuto, era troppo debole per farlo. Si voltò verso di lui e piano, molto lentamente prese a massaggiare i pantaloni del dottore che sospirò appena. Reid sentiva l'eccitazione crescere al tocco di quella mano ma Morgan sembrava distante, quasi come se gli stesse facendo un piacere. Si chiedeva perchè lo trattasse così ma non trovava la risposta. Poco dopo Dereck slacciò la cintura e calò la zip del biondo infilando la mano sotto il tessuto dei pantaloni e del boxer. A quel contatto Reid gemette diventando tutto rosso.
Morgan tirò fuori il membro del dottore per poi avvicinarsi maggiormente e dargli una veloce lappata su tutta la lunghezza. Reid rimase a fissarlo a bocca aperta, nel suo cervello non passava più alcuna informazione e si ritrovò a gemere ancora quando tutto il suo membro fu accolto dall'altro caldo del collega.
Morgan da parte sua voleva procedere per gradi, non l'avrebbe fatto del tutto suo così presto, gli piaceva torturarlo. Sapeva bene che per Reid la tortura maggiore era il pensiero di essere usato come un oggetto ed era proprio così che lo stava trattando.
Continuò a fare entrare ed uscire il membro dell'altro dalla sua bocca finchè non venne. Reid abbassò il capo e vide che Derek l'aveva ingoiato tutto. Era senza parole, si sentiva perso, avrebbe tanto voluto sparire in quel momento. Intanto Morgan pose il suo viso difronte a quello dell'altro leccandosi i baffi.
-però...-
disse con dare seducente
-sei buono ragazzino-
e terminò la frase con un sorriso malizioso. Tornò seduto al suo posto e fece cenno a Spencer di fargli la stessa cosa. Reid tremava, ricordava quando solo il giorno prima aveva dovuto ricambiare il trattamento subito, ma era una cosa così sporca per lui.
-muoviti non abbiamo tutta la sera!-
disse Morgan fissandolo in cagnesco
-ma..ti prego-
disse ancora sperando di ritrovare in quella persona che aveva seduto vicino un minimo di affetto
Per tutta risposta Morgan lo afferrò per i capelli stringendo forte e portando il viso dell'altro davanti al suo. Non disse nulla ancora una volta, semplicemente lo baciò, ansi morse, sotto il mento, con foga per poi spingere il suo capo sulle sue gambe. Voleva fargli capire che non avrebbe accettato alcuna obiezione.
Così Reid con le lacrime che prepotenti voleva uscire dai suoi occhi fece quello che gli era stato ordinato. Tirò fuori il membro ormai eretto di Morgan e lo infiò in bocca. L'altro si lasciò sfuggire un gemito di approvazione per poi poggiare una mano sul capo del biondo ed invitarlo a muoversi.
Spencer così prese a muoversi sul sesso dell'altro mentre ormai non riusciva più a frenare le lacrime. Derek prese a spingere il bacino verso quella bocca, prima lentamente, poi sempre più veloce. Reid si sentì mancare nel sentire poi il liquido dell'altro scorrere nella sua bocca e scendergli nello stomaco accompagnato da un gemito di gradimento del capo ed una pacca sulla spalla. Tornò così al proprio posto sul sedile, tremava visibilmente e singhiozzava.
Morgan intanto si risistemò e mise in moto per tornare alla centrale. Non aveva detto nulla, non si era interessato della situazione del compagno e Reid soffriva. Parcheggiò davanti la centrale e scese facendo segno all'altro di muoversi a fare lo stesso. Spencer si asciugò subito le lacrime e scese, non voleva e non doveva farsi vedere in quello stato dagli altri. Del resto a Morgan non importava, sapeva fin troppo bene che Reid non avrebbe permesso a nessuno di capire quello che era successo e quindi si avviò dentro come al solito.
Spencer sospirò e lo seguì poco dopo, entrando trovò tutti gli elementi della squadra in sala.
-c'è stata un'altra vittima,nonostante l'avvertimento del sembra essersi recato lo stesso all'appuntamento di nascosto-
disse JJ vedendolo arrivare
-chi era?-
chiese allora Reid prendendo posto su di una sedia
-il figlio dell'agente Stuart-



holaaa ecco la seconda parte di chocolate barby...spero che vi piaccia^^

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Capitolo 4
*** Chocolate barbie parte 3 ***


Salve e rieccomi con la terza parte di questo secondo capitolo. Ringrazio sempre chi mi segue e sopratutto _EmO_PrinceSS_ e takara che continuano a recensire. Grazie tanto *°*
Allooora in questo capitolo succederanno un po' di cose, spero che riesca a far capire tutto!XD I personaggi non mi appartengono e la storia non è a fine di lucro.



Spencer sospirò e lo seguì poco dopo, entrando trovò tutti gli elementi della squadra in sala.
-c'è stata un'altra vittima,nonostante l'avvertimento sembra essersi recato lo stesso all'appuntamento di nascosto-
disse JJ vedendolo arrivare
-chi era?-
chiese allora Reid prendendo posto su di una sedia
-il figlio dell'agente Stuart-
Reid rimase sbigottito da quelle parole, come poteva essere? L'agente Stuart non aveva detto di avere un figlio catalogabile fra le possibili vittime.
-dov'è ora?...l'agente Stuart intendo-
chiese a JJ
-a casa con sua moglie...-
rispose allora la bionda per poi sedersi anche lei
-avete rintracciato tutti gli altri ragazzi?-
domandò Morgan che non sembrava essere scosso più di tanto per quella notizia.
-si, sentendo anche l'avviso di JJ in tv hanno deciso di assecondarci-
-bene..andiamo Reid-
disse Morgan dirigendosi all'uscita
-dove?-
chiese allora questi fissandolo di sbieco.
-sul luogo del delitto-
così il dottore lo seguì ancora fino all'auto e successivamente alla casa dell'agente Stuart posta sotto sequestro visto che era stato ritrovato lì il corpo del giovane.
I due entrarono in casa e si diressero verso la camera da letto del ragazzo dove il corpo giaceva comodamente disteso sul letto, sembrava che dormisse. Il ragazzo era alto, flebile, dai capelli corti neri e gli occhi azzurri come quelli del padre. Non lo avevano mai visto ma poteva sentire quegli occhi azzurri su di loro attraverso le decine di foto sparse nella camera. Reid chiese informazioni sul decesso ad un agente.
-è morto come gli altri,dopo essere stato seviziato. Il decesso è riconducibile a poche ore fa.-
disse a Morgan.
-il braccialetto?-
chiese senza guardarlo, aveva gli occhi fissi su quel cadavere come se nascondesse chissà quale verità. Reid si avvicinò al corpo quel tanto da poter leggere cosa era scritto sul bracciale.
-friend barbie-
lesse lentamente per poi aggiungere
-non ha senso...-
-forse era un tipo amichevole-
suppose Morgan
-non credo, non è grammaticalmente corretto...-
Morgan sospirò uscendo dalla stanza e dirigendosi fuori. Vicino un auto c'erano i coniugi Stuart con qualche agente e un altro uomo. Reid lo seguì e così insieme si avvicinarono ai due.
-agente Stuart-
lo chiamò Morgan e l'altro si voltò. Aveva il viso pieno di lacrime mentre stringeva la moglie e si disperava. Fu l'uomo a loro vicino ad avvicinarsi ai due agenti.
-posso rispondere io per lui eravamo insieme quando abbiamo trovato il corpo..se per voi va bene...-
Morgan annuì. Era un uomo sulla trentina, alto e ben proporzionato. Aveva un gran bel sorriso e dai vestiti che sembravano molto costosi.Capelli neri ed occhi dello stesso colore
-lei sarebbe?-
chiese il nero
-mi chiamo Robert Smith, sono un amico della famiglia Stuart-
rispose mentre Reid si univa alla conversazione
-lei non abita qui giusto?-
chiese e l'altro annuì
-giusto...abito nel quartiere delle villette-
-lei quindi è ricco?-
continuò il biondo
-diciamo di si..sono uno degli azionisti della **** agency-
Reid annuì soltanto senza aggiungere altro.
-dovrebbe spiegarci tutto quello che è successo questa sera, è abbastanza urgente-
disse Morgan mentre l'uomo si guardava intorno come alla ricerca di qualcosa.
-quello è mio figlio-
disse indicando una bambino di forse otto anni che se ne stava da solo
-qualche agente potrebbe riaccompagnarlo a casa?-
chiese mentre scriveva qualcosa su di un foglio strappato da un'agendina personale.
-questo è l'indirizzo-
disse passandolo a Morgan che lo diede a Reid
-accompagnacelo tu-
disse all'altro che semplicemente annuì per poi dirigersi verso il bambino.
-ciao mi chiamo Spencer.... tu?-
chiese l'agente piegandosi davanti all'altro. Era piccolo, aveva i capelli tagliati in uno strano caschetto ed erano castani mentre gli occhi erano verdi.
-Jeremy...-
rispose questo leggermente intimorito dalla situazione. Reid sorrise accarezzandogli una guancia.
-il tuo papà è occupato quindi ti accompagnerò io a casa-
gli disse mentre il bambino annuì lanciando un'occhiata fugace al padre. Spencer allora lo prese per mano e si avviò verso l'auto di Morgan, sarebbe andato con quella visto che non ne avevano un'altra. Salì e seguendo le indicazioni del bimbo arrivò al quartiere delle villette.
-è questa?-
chiese Reid incominciando ad accostare
-si-
poco dopo scesero dall'auto e bussarono alla porta di casa. Venne ad aprire una cameriera, probabilmente straniera che li fece accomodare dentro. In salotto c'era la madre di Jeremy ed un'altra coppia. La donna aveva dei lunghi capelli neri e gli occhi castani. Vedendo il suo bambino gli andò incontro abbracciandolo forte.
-come stai?-
chiese al bambino per alzare lo sguardo verso Reid
-dov'è mio marito?-
chiese abbastanza preoccupata. Aveva saputo dell'accaduto e per questo il signore e la signora Williams erano andate da lei, per rassicurarla.
-probabilmente ora è in centrale, deve rispondere a qualche domanda-
rispose Reid mentre la donna prendendo il bambino per la mano libera si portò seduta su di un divano. Reid la seguì visto che il bambino non gli aveva ancora lasciato la mano.
-loro sono Anne e Chad Williams, sono nostri cari amici-
disse la donna notando lo sguardo indagatore di Reid che si limitò ad annuire.Si era soffermato su quelle due persone. Entrambi avevano i capelli castani, la donna aveva gli occhi verdi ed il marito castani. Si mise a pensare che assomigliavano molto più loro a Jeremy che i suoi genitori
-mi accompagni in camera?-
chiese all'improvviso il bambino non alla madre ma bensì al nostro caro dottore che si ritrovò ad annuire. Così si diressero al piano di sopra entrando nella camera del bambino. Reid rimase letteralmente sbigottito. C'erano decine e decine di bambole di uomini.
-queste te le ha regalate tuo padre?-
chiese al bambino che annuì sedendosi sul letto.
-non ti piacciono?lui li adora-
chiese guardandolo con un sorriso e Reid pensò che quello era il primo sorriso che gli rivolgeva.
-si..sono bellissimi-
si avvicinò poi ad una scrivania ed aprendola notò delle foto. Erano le foto dei luoghi dove erano stati ritrovati i corpi. Sussultò per poi prendere il cellulare
-scusa faccio una telefonata-
uscì dalla camera rimanendo al piano di sopra e chiamò Morgan
-novità ragazzino?-
chiese la voce sicura di Morgan
-si, credo che Robert sia il nostro S.I.-
disse per poi controllare che nessuno lo ascoltasse-
-suo figlio ha decine di bambole maschili in camera e le foto dei luoghi del delitto...ricordi il profilo? Forse da piccolo anche lui doveva avere una collezione del genere e quando i suoi compagni l'hanno scoperto hanno incominciato a prenderlo in giro-
-il fattore scatenante-
proseguì Morgan
-esatto...poi si è trasformato diventando il ragazzo perfetto. Ora ha una moglie, un figlio ed un buon lavoro-
-sembra coincidere tutto-
rispose Morgan per poi sospirare
-Robert ha risposto alle mie domande e poi è andato via...sta venendo lì-
-ci penso io allora-
-non fare niente di avventato...ti raggiungo-
così Spencer attaccò la chiamata. All'improvviso sentì un dolore lancinante dietro la testa e tutto divenne buio. Due mani forti lo afferrarono per la vita.
-papà anche lui farà parte della nostra collezione?-
chiese Jeremy che intanto era uscito dalla sua camera.
-si ma dobbiamo portarlo nel nostro luogo speciale-
specificò l'uomo
-Jeremy...è tutto a posto?-
domandò la madre dal piano di sotto
-si mamma-
rispose semplicemente per poi lasciare la casa con suo padre per un'uscita secondaria. Entrarono in auto e si allontanarono.



la prossima sarà l'ultima parte di questo capitolo^^

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Capitolo 5
*** Chocolate barbie parte 4 ***


Eccomi con la quarta parte di questo secondo capitolo, ho dovuto dividere ancora altrimenti non aggiornavo piùXD.Ci ho messo tanto per colpa della scuola ç_ç che tristezza. Per fortuna che mancano pochi mesi!XD
come sempre però devo prima procedere con i ringraziamenti.
Ringrazio
ArabaFenice
kiroandstrifyforever
 lilith_91
nihal93
OneNightButterfly
 purisuka
rioki
Saiyuki92
saruz1986
takara
EmO_PrinceSS_
per aver messo la storia nei preferiti e
amayafox91
Ayako Malfoy
blackdavil
iaia2392
LoLe_Sora_Chan
saruz1986
WriterSpy 
per averla messa nelle seguite. Passiamo ora alle recensioni che mi fanno sempre mooolto piacere^^
EmO_PrinceSS_: grazie per aver sempre recensito la mia storia e mi fa piacere che ti piaccia^^
takara: grazie anche a te, spero che questo capitolo ti entusiasmi come gli altri^^
LoLe_Sora_Chan: mi dispiace di aver interrotto la storia sul più bello ma così è più divertenteXDDD asciuga lacrime spero che ora stai di nuovo bene XDD grazie anche a te per i complimenti.
Grazie anche a tutti quelli che hanno e letto ed ora buon proseguimento XD



Le auto della polizia arrivarono a sirene spiegate davanti la casa del Signor Smith. Subito venne fuori la moglie abbastanza spaventata seguita poi da Anna Williams. Morgan scese dall'auto e intimò alle due donne di andargli incontro con le mani alzate e le due eseguirono.
Rossi, Morgan, Prentiss ed altri agenti entrarono in casa controllando tutte le camere per trovare Robert visto che l'auto era davanti casa.
Lo trovò Morgan nella stanza del bambino.
-mani in alto-
gli intimò l'agente e Robert si voltò abbastanza perplesso non capendo cosa stesse succedendo.
-che volete? Che volete da me?-
continuò a dire mentre Morgan lo ammanettava
-sappiamo tutto!-
risposi allora questi mentre Rossi e Prentiss lo raggiunsero in camera.
-Reid non c'è-
disse la donna preoccupata.
-neanche mio figlio! Non riesco a trovarlo!-
aggiunse Robert. Scesero così e si diressero in centrale accompagnati anche dalle due donne mentre la casa, specialmente la camera del bambino, venivano poste sotto sequestro per eventuali prove.
Robert ora si trovava nella sala per gli interrogatori con Rossi mentre le due donne erano sedute in una sala adiacente con il resto del gruppo. Intanto l'agente Stuart aveva ricevuto un periodo di tempo per il suo lutto ma non riusciva a darsi pace per la morte del figlio.
-Signora Smith dov'è suo figlio?-
chiese Morgan mentre la donna piangeva disperata.
-non lo sappiamo, era salito di sopra con quell'agente e non è più sceso...-
risposa Anna prendendo a parlare per l'amica.
-eravate solo voi in casa?-
chiese ancora Morgan. Ci fu un momento di esitazione e poi la donna rispose.
-no. C'era anche mio marito Chad, è salito poco dopo sopra.-
-comincio a non avere le idee chiare-
disse JJ sedendosi a sua volta.
-quindi Chad è l' S.I.-
disse Morgan alterato per non aver capito prima.
-c'è qualcos'altro che vorreste dirci?-
chiese ancora sperando che collaborassero. La Signora Smith guardò Anna disperate affinchè collaborasse per trovare il figlio.
-Noi siamo i veri genitori di Jeremy-
rispose allora Anna lasciando tutti sorpresi.
-Robert ci confessò che sua moglie non poteva avere figli e così abbiamo deciso di aiutarli dando loro in adozione il nostro bambino frutto di un incidente-
-chi ha regalato quelle bambole a Jeremy?-
chiese ancora Morgan alludendo ai bambolotti che riempivano la camera del bambino.
-mio marito..-
-Jeremy sa che Chad è suo padre?-
-no!-
rispose la Signora Smith ma fu subito bloccata da Anna o meglio dal suo sospiro
-mi dispiace...ma credo che lo sappia...sentì una discussione mia e di Chad quando venne quella settimana a dormire da noi-
-come hai potuto non dirmi nulla?-
chiese allora la donna che si sentì tradita
-scusate ma ora non è il momento di parlare di questo-
intervenne Rossi che aveva lasciato la sala interrogatori.
-ho interrogato il Signor Smith e gli ho chiesto se da bambino avesse subito qualche trauma legato alle bambole. Ha risposto di no ma che al contrario conosceva un'altra persona che aveva subito quel trauma. Il Signor Williams-
anche la moglie Anna rimase sorpresa a quelle parole, conosceva Chad da molto tempo ma non sapeva nulla al riguardo.
-Signora lei non sa dove potrebbe essere andato con Jeremy? Avete una seconda casa? Un rifugio? Qualsiasi cosa?-
chiese Morgan abbastanza preoccupato. Temeva per Reid, aveva paura di perderlo. Improvvisamente sentì uno strano dolore bruciargli il petto, non temeva il fatto che qualcuno potesse portargli via il suo giocattolo ma era qualcosa di più profondo e doloroso, qualcosa che ancora non riusciva a spiegarsi.
-no...io non so...-
rispose Anna balbettando per poi accomodarsi su di una sedia per cercare di rimettere in sesto le sue idee. Anche se aveva rinnegato quel bambino era comunque suo figlio, sangue del suo sangue e avrebbe fatto di tutto per salvarlo.
-non abbiamo altre proprietà, se dobbiamo muoverci preferiamo stare in albergo-
disse poco dopo.
-Signora-
esordì Morgan diretto alla Signora Smith
-suo figlio non le ha mai parlato di un luogo segreto? Anche solo per gioco?-
chiese e la donna che ormai non faceva altro che piangere scosse il capo con fare negativo.
-chiamate la scientifica, chiedete se hanno trovato qualcosa di rilevante nella stanza del bambino-
disse infine rivolto agli altri agenti. Fu Prentiss ad effettuare la telefonata. Poco dopo riattaccò.
-hanno trovato le foto dei luoghi dei delitti nella scrivania del ragazzo-
disse rivolta a Morgan
-si questo lo so! Me l'aveva detto Reid per telefono...c'era altro?-
-hanno trovato anche un diario segreto del bambino, forse potrebbe esserci scritto dove si trovano...-
disse dopo un lungo sospiro l'agente. Morgan annuì per poi dire alla stessa Prentiss ed a Rossi di accompagnarlo a casa Smith mentre JJ sarebbe rimasta con le due donne.



Nel frattempo...
-dove sono?- chiese un Reid apparentemente assonnato ma solo tramortito dal colpo ricevuto poche ore prima. Nessuna risposta. Cercò di capire dove si trovava ma sentiva la testa girare ed intorno a lui c'era solo buio. Era disteso su di un letto, con le mani tastò quanto poteva di quella superficie e notò che era abbastanza grande,matrimoniale forse. Lasciò ricadere nuovamente la testa sul cuscino con un sospiro stanco.
Fece scendere le mani verso la vita per vedere se aveva ancora la pistola ma come immaginato la risposta era negativa. Per il buio della stanza non riusciva a vedere i suoi vestiti ma dal tocco e dalle sensazione della stoffa sulla sua pelle capì che non erano i suoi. Qualcuno lo aveva cambiato.
Pensò di trovarsi in uno scantinato visto l'assenza di finestre ma non ricordava come c'era arrivato. Sospirò ancora cercando di ricordare quanto successo. Era nella casa del Signor Stuart, aveva appena scoperto che Robert era l'assassino e che Jeremy suo malgrado, lo aveva aiutato.
Ricordò poi il colpo ricevuto e la testa tornò a fargli male. Con un po' di fatica provò ad alzarsi dal letto che doveva ammetterlo, era davvero comodo. Piano si alzò in piedi dirigendosi verso un punto non ben precisato. Arrivò a toccare la parete e camminando vicino ad essa riuscì ad arrivare alla maniglia di una porta. Provò ad aprire ma era chiusa a chiave da fuori. Sconsolato cercò il bottone della luce e lo trovò poco dopo premendolo.
Una luce fioca inondò la camera. Reid rimase sbalordito, quella camera era di quanto più lussuoso avesse mai visto. Al centro vi era un letto enorme, matrimoniale, a baldacchino. Le coperte erano di seta rossa con ricami color oro. Ai lati del letto vi erano due comodini con due lampade in oro che si erano accese quando aveva premuto il bottone della luce. Le pareti erano di un color ocra con disegni etnici. Di certo, pensò Reid, il Signor Smith aveva gusti parecchio strani.
Davanti al letto, in direzione della porta, vi era un enorme tappeto rosso che seguiva gli stessi ricami del letto e gli stessi disegni della pareti. Sembrava essere tutto combinato al fine di sembrare il meno chiassoso possibile. Sulle quattro pareti vi erano quattro luci sorrette da dei candelabri sempre in oro.
Vi erano poi vari oggetti che però Spencer non stette ad osservare, lo colpì invece la presenza di un'altra porta oltre quella a cui era ancora appoggiato.
Vi andò vicino e provò ad aprirla. Per un secondo si sentì mancare, la porta si era aperta e magari poteva portare ad una qualche uscita. L'aprì e lentamente entrò. La stanza era buia e così allungata una mano sui lati delle pareti accese la luce.
Sospirò alquanto deluso. Non era un'uscita secondaria bensì una stanza da bagno. Anch'essa molto lussuosa. Era tutta in marmo con oggetti d'ora qua e là. Reid però non ci rimase molto, infatti neanche lì vi era la presenza di finestre. Così se ne tornò sconsolata nell'altra camera.
Per la prima volta si soffermò sui vestiti che aveva indosso, prima non ci aveva fatto tanto caso essendo occupato ad osservare la camera. Portava una lunga giacca bordeaux con una camicia di pizzo il cui merletto veniva fuori dall'apertura sotto al collo della giacca. Aveva poi dei ricami in oro sulle maniche ed ai lati. I pantaloni erano dello stesso colore ed infilati in stivali di pelle neri che arrivavano alle ginocchia. Si sentiva tanto un damerino dell'800.
Ma non era quello il momento di pensarci, doveva uscire da lì prima che Robert tornasse.
Pensò di poter buttar giù la porta, non con solo le proprie forze ma usando un oggetto delle dimensione adatte.
Vide una piccola statuetta ai piedi di una parete. Rappresentava un Dio Egizio e sembrava essere tutta d'oro. Sospirò pensando a quanti soldi dovesse avere quel Robert da sprecare così. Si mosse e andò verso la statuetta. Allungò le mani per prenderla e la giacca si alzò leggermente sui suoi polsi. Solo allora notò il braccialetto che prima non toccava la sua pelle poiché si trovava sulla stoffa della camicia.
Sbiancò letteralmente, era come quello che portavano gli altri ragazzi uccisi. Sul suo vi era scritto “chocolate barbie”. Solo allora si rese veramente conto del pericolo che correva.
Si alzò di scatto lasciando stare la statua quando avvertì qualcuno avvicinarsi alla porta ed infilare la chiave nella serratura che subito si aprì.
Trattenne il fiato per un tempo che a lui sembrò interminabile. Riprese a respirare solo quando vide il viso della persona che era entrate.



Ora vorrei cominciare a scrivere una nuova storia anche se non so ancora su cosa... sempre yaoi!questo è ovvio! u.u
Sono indecisa se scrivere una storia originale sui vampiri o una Legolas/Aragorn che ultimamente mi sta prendendo molto sopratutto grazie ai video visti sul tubo*-*
Vedrò dove arriva l'ispirazioneXD

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Capitolo 6
*** Chocolate barbie parte 5 ***


Eccomi con l'ultima parte di questo secondo capitolo *-* devo dire che l'altro è stato solo un capitolo di passaggio anche perchè non ho avuto tempo di aggiornare... brutte notizie dall'oculista, forse dovrò mettere le gocce a vita ç_ç ma l'importante è che possa continuare a leggere e scrivere *-*
Bando alle ciance passiamo ai ringraziamenti per coloro che hanno recensito

Takara grazie di recensire sempre e comunque credo che ci sarà un altro capitolo oltre a questo^^

WriterSpy anche per me Reid è il mio preferito *-* (come se non si fosse capitoXD) e grazie tante per i complimenti^^
Passiamo ora alla fine del capitolo



-ti sei svegliato-
disse una voce fine e dolce. Calda come solo quella di un bambino poteva essere.
-hey Jeremy-
lo salutò Reid pensando di poter in qualche modo portarlo dalla sua parte. Infondo era solo un bambino e per lui quello che il padre faceva poteva essere un gioco.
-sei solo?-
gli domandò avvicinandosi leggermente ma il bambino indietreggiò richiudendo quasi la porta.
-hey hey aspetta!-
disse Reid come se volesse calmarlo, fargli capire che non intendeva fargli nulla e tanto meno scappare. Allora Jeremy entrò nella camera e richiuse la porta dietro di se. Si infilò le chiavi in tasca e fece qualche altro passo nella stanza. Non aveva alcuna espressione sul viso, sembrava freddo e distante.
-non sono solo-
disse con tono piatto.
-papà è di sopra, si sta preparando per te-
Reid sorrise mentre in realtà dentro aveva una gran paura. Deglutì a vuoto cercando di avvicinarsi nuovamente a Jeremy che però come prima indietreggiò di qualche passo.
Spencer sospirò affranto. Non poteva cercare di scappare, primo perchè anche se avesse superato il bambino da qualche parte nella casa c'era il padre e poi non sapeva dove si trovava.
-è uno scantinato questo?-
chiese come se volesse solo colloquiare e mostrandosi più calmo di quanto non lo fosse.
-si... siamo nella Villa che papà ha comprato solo per me e per lui. Qui non verrà nessuno a disturbarci, né la mamma ne Robert-
Reid rimase alquanto perplesso
-ma Robert è tuo padre-
-in realtà no. Chad è mio padre, l'ho saputo poco tempo fa e da allora ho capito molte cose. Tutte le bambole che mi regalava... lo faceva perchè io ero suo figlio ed in realtà lui non voleva darmi via... lui mi vuole bene-
-te lo ha detto lui?-
chiese cauto Spencer. Non poteva credere a quelle cose. O almeno non credeva al fatto che Chad volesse bene al bambino. Era malato, forse vedeva nel figlio l'unica espiazione ai suoi peccati.
-si-
-ma anche Robert ti vuole bene ed ora sarà in pensiero per te non sapendo dove sei-
Jeremy scosse il capo.
-Robert non mi vuole bene, non me lo ha mai detto ed è sempre a lavoro. Non gioca mai con me invece Chad si-
Reid stava per rispondere ma le parole gli si fermarono in gola nel sentire la porta aprirsi. Entrò Chad vestito tutto di nero, come un Damerino dell'ottocento. Stava sicuramente cercando di attuare una sua fantasia.
-Jeremy vai di sopra a guardare la tv, io devo scambiare quattro chiacchiere con l'agente-
disse amorevolmente al figlio che dando un'ultima occhiata a Reid sgattaiolò fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
-spero di non averti fatto troppo male con il colpo al capo-
disse camminando verso Spencer che si ritrovava ad indietreggiare. Si ritrovò poi con le spalle al muro mentre Chad continuava ad andargli incontro. Era strano pensare che, nonostante la pazzia, quell'uomo sembrasse così sensuale nei movimenti e nei gesti.
-hai perso la lingua?-
chiese sarcastico quando ormai era praticamente appiccicato al corpo di Reid. Spencer poteva sentire il suo respiro caldo sul viso e vide poi un sorriso malizioso nascere sul volto dell'altro.
-è ora di giocare!-
disse Chad per poi prendere Reid per un braccio e portarlo sull'enorme letto.


Intanto a casa Stuart

-allora? Avete trovato qualche indizio nel diario del bambino?-
chiese Morgan agli agenti che stavano ancora cercando prove in casa.
-il bambino parla di un luogo segreto, dove và con suo padre ma non dice altro-
rispose l'agente che aveva ancora il diario fra le mani. Morgan annuì e chiamò Garcia.
-hey bambolina ho ancora bisogno del tuo aiuto-
-dimmi tutto-
-dovresti cercare tutti i movimenti finanziare effettuati dal Signor Chad Williams per una somma importante-
Garcia si mise all'opera e poco dopo trovò quello che cercava
-Circa cinque mesi fa ha prelevato dal suo conto una somma enorme-
disse per poi continuare la sua ricerca
-ha comprato una casa non lontano dalla città-
-bene mandami l'indirizzo!-
disse Morgan per poi fare segno a Rossi e Prentiss di seguirlo verso l'auto.
-lo troverai vero?-
chiese ancora Garcia molto preoccupata per Reid
-si bambolina non preoccuparti-
detto questo attaccò la telefonata e salì in auto con gli altri due agenti. Lesse l'indirizzo arrivatogli al cellulare e si avviò verso il suddetto. Intanto Prentiss stava chiamando la centrale per dei rinforzi. Ci misero circa una mezz'oretta per arrivare al luogo di destinazione. La villa era enorme, si trovava in una zona poco abitata. Scesero dall'auto e dovettero scavalcare il cancelletto all'entrata. Si appostarono vicino la porta d'ingresso che Morgan con una spallata fece aprire. Si addentrarono così cautamente per la casa seguiti da un'altra figura che fino a quel momento non avevano notato.

-andiamo non dirmi che non ti piace-
sussurrò una voce calda seguita dal gemito a stento trattenuto di Reid. Si ritrovava ora disteso su quel letto con la giacca completamente aperta ed i pantaloni leggermente abbassati fin sotto le natiche. La sua pelle bianca risaltava su quel letto rosso.
Chad era chinato fra le sue gambe intento a massaggiargli le parti intime. Quelle carezze procuravano a Spencer una serie di scariche di piacere. Aveva provato a ribellarsi ma non era servito a nulla. L'uomo era troppo più forte di lui.
Gemette ancora nel sentire il suo membro entrare nella cavità orale dell'altro. Era diverso da quello che era successo con Morgan, Chad era più caldo anche se sapeva bene che era tutta una montatura, poi l'avrebbe ucciso.
Chad incominciò a fare entrare ed uscire il membro dell'agente in modo sempre più frenetico così che Reid perse qualsiasi capacità di ragionamento. Poco dopo infatti venne fra quelle labbra liberandosi con un gemito rauco ed inarcando leggermente la schiena. Aveva vergogna, non era riuscito a liberarsi da lui e come se non bastasse provava piacere per quelle attenzioni. Così dal suo viso rosso ed accaldato sgorgarono delle lacrime.
-perchè la mia bambola piange?-
chiese Chad alzandosi sui gomiti fino ad arrivare con il viso in corrispondenza di quello di Reid. Gli asciugò le lacrime con dolcezza guardandolo con un sorriso rassicurante.
-andrà tutto bene-

Morgan, Prentiss e Rossi avevano controllato le prime stanze della casa ma era davvero grande. Stavano cercando qualsiasi cosa ma il loro pensiero era che ci fosse qualche botola che conducesse in una stanza nascosta in quanto Chad avrebbe cercato di tenere il figlio lontano almeno dalla violenza carnale che infliggeva alle sue vittime. Arrivarono poi nel salotto principale dove c'era la tv accesa. Davanti ad essa comodamente seduto su di un divano vi era Jeremy intento a mangiare patatine e a guardare i cartoni. Gli agenti si avvicinarono cauti fermandosi davanti al bambino.
-Jeremy dov'è papà?-
chiese Prentiss sedendosi sul divano per rassicurare il giovane che però non aveva avuto alcuna reazione al loro ingresso.
-lo sapevo. Papà me lo aveva detto-
rispose lui continuando a mangiare le sue patatine
-cosa? Cosa ti aveva detto?-
-che sareste arrivati e che quell'agente sarebbe stata la sua ultima bambola-
Prentiss lo guardò con amore poggiandogli una mano sulla spalla ed annuendo
-senti Jeremy, vuoi dirmi dov'è ora il tuo papà?-
-è in casa...trovatelo-
rispose semplicemente il bambino. Morgan stava per dare in escandescenza ma pensò che fosse meglio mettersi a cercare Reid, tanto era sicuro, quel bambino non avrebbe parlato.
Così i tre agenti cercarono nelle altre stanze finchè non avvertirono un boato proveniente da sotto la casa. Si diressero verso la camera dalla quale era venuto il rumore e videro una specie di botola aperta che prima era coperta da un semplice tappeto. Vi erano delle scale che i tre scesero cautamente. Si ritrovarono quasi subito davanti ad una porta aperta, forse era stata forzata e forse era quello il rumore che avevano sentito.
Ci fu poi uno sparo ed i tre entrarono subito nella camera trovandosi difronte ad una scena agghiacciante. Reid era disteso sul letto mezzo nudo e tremava. La sua pelle bianca era ricoperta dal sangue di Chad. In piedi, vicino al letto vi era l'agente Stuart con la pistola ancora puntata verso Chad.
-la metta giù!-
intimò Morgan ma l'uomo sembrava non ascoltarlo, era visibilmente scioccato
-la metta subito giù-
e l'uomo questa volta ubbidì. Lasciò cadere la pistola mentre Rossi si avvicinava per ammanettarlo. Morgan andò da Reid e lasciandolo leggermente sorpreso lo strinse forte. Prentiss intanto aveva chiamato anche un'ambulanza. Rossi salì di sopra con l'uomo ammanettato e lo stesso fece Prentiss. Erano arrivate le altre vetture che subito presero in custodia l'agente.
Del bambino si occupò Prentiss che lo portò dai genitori. Il Signore e la Signora Smith. Reid fu aiutato da Morgan a rivestirsi ed a salire di sopra. Non parlarono ma semplicemente Morgan lo stringeva. Tornarono nell'hotel dove soggiornavano e Reid potette darsi una ripulita. Era ancora scioccato per quanto successo ma tutti erano contenti di averlo ritrovato. L'atteggiamento di Morgan nei suoi confronti sembrava essere tornato quello di un tempo, quello di un fratello maggiore protettivo.
L'agente Stuart fu condannato per omicidio, la moglie rimase sola. I Signori Smith cambiarono casa e città e Robert si ripromisi di passare più tempo con il figlio. La BAU fece ritorno nella sede centrale.


FINE! Almeno di questo capitolo XDD spero vi sia piaciuto baci^^

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Capitolo 7
*** un legame diverso ***


Eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa FF!^^
scusate se ho aggiornato così tardi ma un po' per la scuola, un po' per la FF su Aragon e Legolas e non trovo mai il tempo!
Comunque, come si dice? meglio tardi che mai!XDD Ringrazio WriterSpy, takara e _EmO_PrinceSS_ per aver recensito l'ultimo capitolo e Liby_chan mi fa piacere che ti sia avvicinata a questa coppia che io adoVo^^ e comunque hai scritto bene il nome^^
Ringrazio ancora tutti quelli che hanno letto...



Respirava lentamente, avvertiva una calda luce sul viso ma non aveva la forza di aprire gli occhi. Si sentiva stranamente bene e protetto per questo temeva che, una volta aperti gli occhi tutto sarebbe scomparso.
C'era uno strano profumo nell'aria, di coperte pulite e di casa. Si mosse impercettibilmente nel grande letto dove si trovava e si rannicchiò meglio sotto il piumone bianco. Sospirò ancora assaporando maggiormente quella quiete che tanto gli era mancata.
Decise di riaprire gli occhi e lo fece lentamente. Vide una fioca luce entrare da una finestra e puntare direttamente sul viso, era mattina. Si guardò meglio intorno e non riconobbe la stanza, di sicuro non era a casa sua.
Avvertì poi dei movimenti dietro di lui e qualcuno emettere un lungo sospiro come se stesse per svegliarsi. Sentì una mano passare su di un suo fianco fino a stringerlo dolcemente ed attirarlo a se. Gettò rapidamente lo sguardo sotto il piumone per poter riconoscere quella mano anche se, in cuor suo già sapeva a chi apparteneva.
Il suo tocco non lo avrebbe potuto mai dimenticare. Intravide così la mano nera di Morgan che lo stringeva a se e sentiva il respiro regolare del suo petto contro la sua schiena.
Notò anche i propri vestiti, portava una maglia grigia a mezze maniche che gli arrivava fin sotto il fondo schiena. Probabilmente era di Morgan. Si accorse anche di non avere indosso nient'altro che quella e così divenne rosso in viso. Si stava domandando come ci fosse finito in quella situazione.
Improvvisamente gli tornò tutto alla mente. Il caso dei ragazzi uccisi, il rapimento e Morgan che lo teneva fra le braccia e lo conduceva fuori da quella casa. Del resto aveva solo qualche vago ricordo. Sapeva di essere salito in auto con Morgan ma già durante il viaggio la stanchezza stava prendendo il sopravvento su di lui. Non scambiò una parola con Derek. Scese poi sempre aiutato da quest'ultimo dall'auto e entrò in una casa. Non era la sua, era a casa di Morgan! Quella consapevolezza lo rese stranamente felice. Ricordò poi di essere crollato sul letto e il tocco gentile delle mani di Morgan che lo spogliavano di quell'abito color bordeaux, poi buio.

-ben svegliato ragazzino-

sussurrò Morgan con la voce ancora impastata dal sonno. Reid non rispose, gli sembrava strano il comportamento dell'agente, era cambiato, era tornato ad assere dolce e protettivo come prima. Cercò di rispondere al saluto ma dalla sua bocca uscirono solo dei mugolii incomprensibili. Avvertiva il cuore battere forte per quella vicinanza che non gli faceva più paura. Poi qualcosa o meglio qualcuno gli tornò alla mente e così ebbe la forza di parlare.

-Morgan... che ne è stato di Jeremy?-

chiese voltandosi lentamente verso il compagno. Era preoccupato per quel ragazzino, infondo lui non c'entrava nulla con la pazzia di Chad.

-è al sicuro con i suoi genitori... Robert e la moglie-

annuì guardando in viso l'agente. Non vi era il bisogno di chiedere del destino di Chad, sapeva bene come andavano certe cose.

-perchè...perchè mi hai portato qui?-

gli domandò ancora pensando che forse al resto della squadra quella cosa non andava bene. -non potevo lasciarti da solo e poi dovevo parlarti il prima possibile....e non preoccuparti per gli altri della squadra, sanno che sei qui, nessuno se la sentiva di mandarti a casa da solo-

Reid a quelle parole si rincuorò anche se non sapeva cosa avesse da dirgli di così urgente l'altro. Forse pensò, che voleva parlare del loro strano legame. A quei pensieri tornò ad essere rosso, era strano ma aveva la consapevolezza che fra loro ci fosse un legame, ben diverso da quello che avevano prima del rapimento.

-volevo parlarti di noi...-

aggiunse l'agente notando il rossore sulle guance dell'altro. Per lui era stato difficile accettare i suoi sentimenti. All'inizio credeva che la sua fosse solo un'attrazione sessuale ma poi con il rapimento, aveva capito di provare qualcosa di diverso.

-ho capito di provare qualcosa per te....qualcosa che va oltre l'amicizia o l'attrazione sessuale-

continuò ancora mentre le guance dell'altro agente prendevano sempre di più colore.

-credo di essermi innamorato di te-

Reid allora fissò i suoi occhi in quelli di Morgan. Mai si sarebbe aspettato di udire quelle parole e specialmente da lui. Non doveva essere stato facile per lui dirle e per questo sorrise mentre il cuore riprendeva a battere veloce.

-e tu?-

chiese ancora Derek avvicinandosi maggiormente al biondo e stringendolo a se.

-tu cosa provi per me?-

Reid si ritrovò spiazzato. Non riusciva a spostare lo sguardo da quelle labbra e le aveva fissate per tutto il tempo in cui avevano parlato. Si accorse però di non saper rispondere a quella domanda. Sapeva di volergli bene ma non capiva se provava qualcosa di più. Pensò poi a tutte quelle volte in cui il cuore aveva aumentato i battiti solo nell'avvertire il profumo dell'altro o quando anche per un semplice tocco o uno sguardo diventava rosso. Forse questi erano i sintomi dell'amore ma non lo capiva o forse non voleva capirlo.
Incominciò così a balbettare cose senza senso ma fu interrotto da una forte sensazione di caldo e scoprì di avere le labbra di Derek incollate alle sue. Egli chiese accesso con la lingua e Reid si ritrovò a concederglielo. Si perse in quel bacio passionale che gli mandò nuovamente il cervello in tilt.
Sentì le mani bollenti di Morgan accarezzargli le cosce ed il sedere con dei lenti tocchi. Stranamente non provò fastidio ma ansi, voleva che continuasse. Grazie al movimento delle mani dell'altro, Reid potè notare che Morgan aveva indosso solo un paio di boxer neri al di sotto del piumone e la cosa lo eccitò.
Avvertì chiaramente dei brividi percorrergli la schiena mentre il suo respiro aumentava. Derek gli baciò il viso dolcemente per poi passare al collo mentre con le mani gli tirava lentamente su la maglia. Reid se la lasciò togliere senza protestare anche perchè tutto quello lo voleva anche lui.
Morgan scese a baciargli il petto fino ad arrivare ad uno dei capezzoli che prese a lambire con la lingua beandosi dei piccoli gemiti e sospiri che evidentemente l'altro non riusciva a trattenere. Reid si morse il labbro inferiore cercando di non far uscire quei suoni curiosi dalla sua bocca ma era tutto tempo perso.

-Spencer-

lo chiamò Morgan che si era leggermente allontanato dal suo lavoro sul capezzolo.

-vuoi farlo?... vuoi fare l'amore con me?-

gli chiese ed a Reid sembrò che il suo cuore avesse perso qualche battito. Si ritrovò ad annuire trasportato da tutte quelle nuove sensazioni. Morgan sorrise percorrendo il petto dell'agente con dei baci fino ad arrivare all'erezione del compagno che lambì delicatamente con la lingua.

-se cambi idea... dimmelo e mi fermerò-

aggiunse per poi far entrare completamente il membro di Reid in bocca. Incominciò a succhiarlo lentamente, voleva fargli perdere la testa ed anche se solo per poco tempo, liberarlo dal peso di quel genio.
Reid si ritrovò a volere di più e ad inarcare la schiena per il piacere. Avrebbe voluto spingersi maggiormente in quella bocca calda ma Morgan gli teneva i fianchi fermi per impedirgli di muoversi.
Lentamente si sentiva sempre più vicino al limite ed il suo respiro aumentava. Venne poi nella bocca del compagno con gemito muto. Morgan allora tornò con il viso difronte a quello del biondo e lo trovò semplicemente bellissimo. Reid aveva le guance rosse e le labbra e gli occhi socchiusi mentre cercava di riprendere il controllo del proprio respiro. Ma Derek non glielo permise infatti, prese un contenitore di olio profumato da un comodino e mettendone un po' sulle dita lo penetrò con una falange.
Reid a quella introduzione sgranò gli occhi guardando l'altro con un po' di timore e Morgan riprese a baciargli il viso per calmarlo. Lo penetrò così con un secondo dito incominciando a muoverli dentro al compagno prima lentamente e poi sempre più veloce.
Reid non aveva paura, si fidava di Morgan e delle sue parole. Man mano poi, quel dolore iniziale si stava trasformando in piacere. Si ritrovò così a spingere il bacino verso quelle dita in cerca di un maggiore contatto. Morgan resosi conto che l'altro si era ormai abituato fece uscire le dita dal suo corpo con un gemito di protesta del biondo.
Sorrise e si posizionò meglio fra le gambe dell'altro avvicinando il suo membro a quella piccola apertura. Appoggiò la fronte a quella di Reid per poi intrecciare le dita di una mano con le sue. Lentamente incominciò a penetrarlo arrivando a metà lunghezza.
Reid si trovò nuovamente a sgranare gli occhi per il dolore. Era strano, troppo strano quello che stava succedendo ma non voleva fermarsi. Strinse la mano che Morgan aveva intrecciata alla sua e con l'altro strinse invece il lenzuolo sottostante. Avendo la fronte di Derek appoggiata alla sua poteva vedere i suoi occhi che gli trasmettevano sicurezza. Così cercò di rilassarsi e Morgan potette penetrarlo completamente.
Morgan rimase fermo in quella posizione per qualche attimo in modo da dare la possibilità all'altro di abituarsi. Poi lentamente incominciò a muoversi.
Aumentò la velocità nel sentire che ormai l'altro si era completamente abituato e sembrava chiedergli di più con quei timidi movimenti del bacino.
Reid ormai era del tutto sicuro di aver perso la testa. Derek toccava continuamente quel punto dentro di se che lo faceva vibrare dal piacere.

-Morgan....Derek...io ti amo-

riuscì a dire mentre l'altro continuava a spingere in lui. Derek a quella confessione rispose aumentando le spinte. Scese con una mano ad accarezzare il membro di Reid sentendosi ormai vicino al limite.
Poco dopo avvertì il liquido del biondo sul proprio stomaco e la carne attorno al suo membro contrarsi. Non resistette più e con un lungo gemito venne dentro l'altro.
Lentamente uscì da quel corpo caldo e vi si sdraiò vicino attirandolo a se per baciarlo.

-sono...sono felice...stanco all'inverosimile ma felice...-

gli disse Spencer sorridendo ad occhi chiusi dopo essersi liberato da quel bacio. Derek sorrise stringendolo maggiormente a se.

-anch'io lo sono ragazzino...-

Derek prese così ad accarezzargli la schiena con dei movimenti lenti. Ora più che mai aveva la certezza di amare quel ragazzino e che fra loro si era instaurato un legame diverso.

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