Elnath Riddle

di Mary_Whitlock
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Una mattina a casa Riddle ***
Capitolo 3: *** Lontano da qui ***
Capitolo 4: *** I binari della libertà ***
Capitolo 5: *** Destinazione paradiso ***
Capitolo 6: *** Finalmente Hogwarts ***
Capitolo 7: *** Una Riddle non andrà mai d’accordo con un Potter ***
Capitolo 8: *** L'inizio ***
Capitolo 9: *** I signori L ***
Capitolo 10: *** DEMORALIZZAZIONE, GIOVINEZZA E UN MONDO MAGICO DISTRUTTO ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO

 

 


Ciao a tutti,

questa è la prima storia che scrivo nel mondo di Harry Potter. Non abbandonerò le altre fic non ancora terminate ma volevo provare ad andare su un genere diverso.

Da questo capitolo vi avviso non capirete niente ,è un prologo e visto che la protagonista ,Elnath , è una strega mooolto misteriosa volevo rendere questo capitolo tale.

Spero che vi piaccia.( Questa storia l'avevo già pubblicata ma poi ho deciso di toglierla e di risistemarla)

Lasciate un commento anche del tipo : " ho letto" in modo tale che io possa vedere se so scrivere anche per Harry.

Ora vi lascio alla storia.

Saluti.

Mary

 

p.s. Vorrei dedicare tutta questa fic a Rebecca Lupin perchè ha creduto in me e ha fatto sì che questa storia non restasse solo un pensiero lontano. Grazie.

p.p.s. Tutta la storia è un POV ELNATH

 

 

 


Questa storia nasce così, senza motivo.
Questa storia non ha un senso logico, questa storia non è la solita storiella dove le persone sono circondate da fiori e coniglietti blu.
Questa storia è così,circondata da nero, terrore, tristezza e paura di sbagliare.
Non c'è modo di cambiare la storia, non c'è modo di far comparire conigli.
In questa oscurità è infatti difficile vedere una linea bianca ma questo non lo rende impossibile.
Questa storia è buia ma un filtro di luce è venuto a spezzare quel vuoto e io l'ho visto.
Non pretendo che voi capiate il mio punto di vista, non voglio che arriviate a dire che sono una brava ragazza ma spero che alla fine di questo racconto siate capaci di distinguere il volere dal potere e dal dovere.
Vi lascio dunque alla vostra storia che sarà pure nera ma che grazie a un ragazzo con gli occhiali e un compito è riuscita a migliorare, fino a diventare quasi bianca.


Perché sì, al contrario di quello che dicono in molti un uomo fa la differenza.

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Capitolo 2
*** Una mattina a casa Riddle ***


CAPITOLO 1.

 

Una mattina a casa Riddle.  

Giorno a tutti gente!Ma quanti siete! Non mi aspettavo un così gran successo! 8 recensioni nel prologo un record per me!Quindi grazie,grazie mille.Grazie per avermi detto il vostro parere,per ever messo questa storia tra preferiti o seguiti e grazie anche a chi ha letto in silenzio.

Mi piacerebbe ricevere una recensione anche breve del tipo :-ok- (almeno cambiamo parola dall’altra volta!)

Mi servono realmente le vostre recensioni perché fino ad adesso ho sempre scritto per altri generi letterali e quindi questo è un nuovo mondo!UN ok per me è un "puoi crivere anche per Harry non sei un completo disastro."

Ok,tagliamo corto tanto nessuno starà leggendo con attenzione queste righe con attenzione,tutti avete voglia di arrivare alla fine di queste lunghe e noiose righe.

Ecco quindi il nuovo capitolo dove finalmente entreremo nel mezzo della storia.

Vi avviso che i prossimi più o meno 2 capitoli saranno delle specie di introduzioni. Servono più che altro per farvi capire come è Elnath ,quali sono i suoi valori e in che modo affronta la vita ma soprattutto per spiegare un po’ come si trova il mondo magico in quel periodo. Scoprirete una marea di personaggi che resuscitano e situazioni mai avvenute. Lascerò d’ora in avanti una segnalazione all’inizio del capitolo dove avviso se questo capitolo prende informazioni dal 7 libro o meno.

Prima di cominciare vorrei rispondere a coloro che hanno recensito a cui va tutto il mio affetto poichè mi danno la carica per proseguire. Quindi:

LUDOX= Grazie mille per la recensione e grazie per credere sempre in me.

Crazy Owl= grazie mille per la recensione sono felice che il prologo ti sia piaciuto. Buon qualsiasi cosa tu stia facendo anche a te.

MALTERIO= Grazie mille la tua recensione era fantastica.Grazie mille per tutti i consigli e non ti preoccupare non smetterò mai di scrivere!Grazie mille le tue parole mi hanno dato una gran voglia di pubblicare un nuovo capitolo.

REBECCA LUPIN = che dirti Becky per te questo capitolo sarà un po’ una palla poiché l’avrai già letto un milione e un milione di volte. Ma ci sono delle modifiche quindi fammi sapere comunque il tuo pare.

BATUFFOLO = grazie per la recensione spero apprezzi anche questo capitolo.

PHOENIX17= Grazie per la recensione spero che il tuo interesse continui a seguirti anche in questo capitolo un po’ noioso.

CHARISS = grazie mille sei stata la prima a recensire e quindi la prima a riempirmi di gioia. Non ti preoccupare i capitoli diventeranno sempre più lunghi!Grazie mille ancora e mi raccomando fammi sapere il tuo parere anche su questo capitolo.

Come ultima cosa vorrei scusarmi per aver aggiornato così tardi ma trovo che non sia mai perfetto,mai bello abbastanza; Mi sembra sempre che sia io a parlare e non Elnath. Quindi tutto qua.

Ed ora vi lascio alla vostra storia sperando che sia apprezzata da tutti.

Ditemi, se avete voglia, cosa ne pensate di Elnath sono curiosa!

Baci e grazie mille per leggere mi rendete davvero felice.

Mary 

Ero distesa a pancia in su sul letto e guardavo il soffitto bianco della mia camera da letto. Continuavo a fissarlo senza distaccare lo sguardo nemmeno un momento, quasi non sbattevo le palpebre.

Ero totalmente concentrata su una parte della stanza che non mi aveva mai interessato veramente.

Ma oggi tutto era diverso, oggi sarebbe cambiato tutto;da oggi la mia vita si sarebbe capovolta radicalmente. Ma questo io ancora non lo sapevo,o meglio non mi aspettavo che sarebbe cambiata così tanto e così velocemente,non mi aspettavo che si capovolgesse del tutto, non pensavo che mi sarei trasformata da un bravo diavoletto ad un cattivo angioletto.

Ma forse sto correndo un po’ troppo, dopotutto non si può iniziare una storia narrando la fine.

Per questo  è meglio che la racconti senza fermarmi a prevedere il futuro ma illustrandovela semplice: partendo dall’inizio, vivendo uno svolgimento e arrivando alla fine. Mi tirai su a sedere guardandomi intorno. Riuscivo a distinguere tutto in quella vecchia e piccola stanza . Potevo vedere la mia scrivania con sopra poggiati i numerosi libri che fino ad allora mi avevano fatto da compagni di giochi; potevo vedere la finestra con quella sua vista mozzafiato ora offuscata dall’oscurità delle prima ore del giorno. Potevo vedere l’armadio e il sciupato tappeto che ricopriva quasi tutto il pavimento. Ricordo quando da bambina ci versai involontariamente sopra una goccia di una strana pozione. Da allora profuma di fragola e un angolo è di un fucsia vivace. La mia vista, ormai abituata alla continua oscurità che mi aveva seguita dalle 4 del mattino, mi permetteva di scovare in mezzo al nero tutti questi particolari che fine ad allora avevo trovato in un certo modo “confortevoli” ma che adesso consideravo mucchi di legno da rivedere 3 mesi d’estate. Presi le mie pantofole nere e mi alzai. Avevo perso la concezione del tempo ma calcolando il colore rossastro del cielo che mi aveva nel frattempo raggiunta, dovevano essere più o meno le 6.

Percorsi il lungo corridoio facendo attenzione a non provocare troppo rumore quando passai accanto alla camera dell’Oscuro signore ,più semplicemente chiamato da me padre.

Lo conoscevo molto bene e sapevo che era già di sotto pronto ad accogliermi con il con il suo solito sguardo inespressivo e insensibile. Il camminare lentamente credo quindi fosse più in segno di rispetto che per altro.

Entrai nel sontuoso bagno e accesi, con lo schioccar delle dita, il candelabro ,forma notevole di magia per una strega di soli 10 anni.

Mi fissai. Fissai la mia pallida faccia da bambina riflessa nello specchio, i miei capelli castano scuro che superavano a mala pena le spalle, sempre con quelle loro onde come se non sapessero se essere ricci o lisci; fissai i miei occhi marrone scuro e le mie labbra fini.

Mi sentivo tanto diversa ,tanto più grande in quel giorno tanto atteso eppure ,ero sempre la stessa.

Fissai il mio solito viso da Riddle impresso in quella superficie riflettente.

Mi sciacquai la faccia cercando,con buoni risultati,di nascondere l’euforia sul mio viso. Odiavo, o meglio, non sapevo mostrare i miei sentimenti .Tanto meno volevo che mio padre venisse a conoscenza dell’emozione che in quel momento stava facendo andare a mille all’ora il mio cuore.

Dopo essermi lavata ripercorsi il lungo corridoio e rientrai nella mia piccola camera. Lì accesi una piccola candela ,ormai quasi del tutto consumata ,per farmi luce in torno. Il sole ormai era salito e quindi la luce sfuocata che la candela produceva bastava per illuminare tutta la stanza.

 

- Nagini,Nagini -sussurrai pregando per una volta che mi ascoltasse.

- Nagini -continuai alzando un po’ la voce e spettando un risposta da quella larva di -permettetemi il termine - sorella che giaceva come morta ai piedi del mio letto.

- Per favore ho bisogno di un aiuto e subito!-

Il pitone aprì gli occhi e mi fissò aspettando che proseguissi il discorso che aveva brutalmente interrotto il suo passatempo preferito.

-Vieni ho bisogno di un consiglio-

 

Nagini discese il letto molto lentamente e altrettanto lentamente mi raggiunse

Gli tesi il braccio ,come solito fare ,e lei lo percorse sfruttandolo come scaletta per raggiungere le mie spalle e poter quindi vedere dalla mia altezza. Guardò avanti a se, sgranando il più possibile i suoi piccoli occhi rossi alla ricerca del perché si trovasse davanti al mio armadio.

Vidi la sua perplessità e cercando di aiutarla lo aprii mostrando alla luce del primo Settembre 2015 i miei abiti neri rigorosamente a maniche lunghe. Mi voltai verso mia sorella per vedere se il suo piccolo cervello di rettile fosse riuscito a giungere a una conclusione. Purtroppo era stata una mossa inutile poiché lei continuava a guardare quella macchia nera senza capire.

 

- Non so cosa mettermi- spiegai facendo un piccolo ma profondo sospiro.

- Tu mi hai svegliata per una cavolata del genere?-domandò lei scocciata.

 

Ecco, come al solito deve usare quel suo tono da capetta.Quel tono che mi fa sempre irritare. Il punto è che lei si crede la numero uno in tutto ma come può esserlo se nemmeno può tenere in mano una bacchetta?

 

-Non è una cavolata-spiego guardandola leggermente adirata ma facendo restare il livello della mia voce piatto.

-va bene, va bene stai calma!prendi … il primo partendo da destra è il mio preferito .Ma non è che tu vuoi trovarti il ragazzo ?-

- ma la smetti!voglio solo essere carina e presentabile . Oggi vado per la prima volta ad Hogwarts e voglio che abbiano almeno in principio un buon giudizio su di me –

- capito. In principio dici ,vuoi per caso tenere alto il nome di Voldemort ?-

-mi pare ovvio ,ma per ora non ho in mente assolutamente niente. Se succederà qualcosa accadrà ma non oggi. Oggi voglio una giornata tranquilla diciamo per placare un po’ le acque che già si creeranno su di me appena salirò la piccola scalinata per essere smistata.-

-in Serpeverde – aggiunse lei come a sottolineare un punto che io non stavo quel giorno minimamente considerando:la casa in cui sarei stata smistata. Ma tanto, una come me, dove poteva finire se non in Serpeverde ?

-e dove se no? In Grifondoro culla dei coraggiosi di cuore ? ma andiamo il coraggio di quelli sbruffoni potrebbe essere paragonato al cervello di Potter.-

-guarda che ti si potrebbe ritorcere contro –

-ossia ?in che modo?-

-se ti sposi con un Grifondoro poi glielo dico … -

-non ho mica intenzione di sposarmi. L’amore è una cosa da deboli non certo da me. Ecco un motivo perché non potrei mai diventare un Grifondoro. Insomma credono davvero che la migliore arma sia l’amore?-

-certo ma questa non li difenderà mai da un’ anatema che uccide!-

-no credo che no! – dissi soffocando un’arrogante risata - Comunque tornando al discorso principale non ti devi  preoccupare se il fato vorrà che io agisca in modo “cattivo” non gli andrò contro.-

- beh se è così non ho nulla da dirti oltre ad un ultimo piccolo comando … lasciami dormire -e con questa affermazione scivolò nuovamente giù dal mio braccio per raggiungere la postazione di riposo.

 

Oggi sarei andata ad Hogwarts.Ecco il pensiero che stava facendo affiorare dubbi nella mia mente ,stava creando scompiglio ,stava dando origine a discussioni inutili in tutta casa.

Oggi avrei raggiunto per la prima volta la miglior scuola di magia e stregoneria del mondo.

Solo dio ,se mai fosse esistito ,avrebbe potuto immaginare come mi sentivo quella mattina. Me ne sarei andata da lì. Non so cosa mi attendeva ne se il mio avvenire avrebbe portato positività o negatività all’interno della mia vita ma, per ora questo non mi interessava. Avevo fatto dei piccoli progetti per il futuro è vero ma tutti erano annebbiati e poco importanti in quel momento. Me ne volevo andare, correre lontano, oltrepassare il cancello e correre ,correre fino alla stazione .Lontano da tutto e da tutti. Là dove potevo davvero seguire solo il fato senza nessuno che mi desse ordini ,senza che ci fosse nessuno pronto a disturbarmi nei momenti in cui volevo semplicemente rilassarmi. Libertà. Ecco quello che volevo .Semplice e dovuta libertà.

 

-nostro padre ha detto di scendere presto, poi se la prende con me!-dissi togliendo il pensiero della corsa dalla mia mente e ritornando nell’oscura residenza.

 

Lei continuò a dormire come se in brevissimo tempo fosse caduta in un sonno così profondo da non sentire la mia voce che durante le nostre parlate non era altro che un bisbiglio ,un sibilo.

Poiché sì, non era Nagini la speciale nel mondo dei rettili ma ero io la speciale nel mondo dei maghi. Non era lei capace di parlare la mia lingua, ero io capace di parlare la sua. Sembra una cosa tanto normale da parte mia. Insomma la figlia dell’Oscuro Signore rettilofona ,era una cosa così scontata tanto sconosciuta. Non tanto per il fatto che non avevo mai parlato serpentese in pubblico ma per il fatto che quasi nessuno sapeva della mia esistenza. Per l’Ordine della Fenice ero solo un giovane mangiamorte per il mondo ero un fantasma invisibile. In quel giorno avrei rivelato al mondo la mia esistenza. Già mi immaginavo le prima pagine dell’indomani :”ecco colei che prenderà il posto di tu-sai-chi”o ancora “una nuova serpeverde pronta a distruggere la stirpe magica?”.Ormai i titoli di giornale erano tanto scontati. Da quando il mondo magico era caduto quasi interamente sotto il controllo di mio padre i titoli erano sempre formati da tre concetti chiave che ricorrevano ogni giorni con giochi di parole diverse per far sembrare al lettore di avere una nuova notizia. In realtà si parlava sempre di MORTE ,VOLDEMORT ,SCOMPIGLIO. Ecco le tre parole che riempiono le righe di quei fogli riciclati e le bocche di tutti i passanti. Certo potevano trasformarsi in uccisione ,tu sai chi ,disordine o ancora strage ,oscuro signore ,caos ma sempre quelle restavano.

Il punto è che la gente non parlava d’altro poiché era totalmente terrorizzata da Voldemort. Non avevano nemmeno il coraggio di nominare il suo soprannome. Proprio questo prima stavo cercando di far capire a Nagini. Se io mi fossi presentata lì facendo disastri con il nome che ho ,avrei fatto realmente fatica a conquistare la fiducia di qualcuno in modo tale da poterlo portare dalla nostra parte che, alla fine, è il compito che mi era stato assegnato. La battaglia tra “bene” e “male” infatti negli ultimi anni si era trasformata in una vera e propria guerra fredda. Si lottava a chi avesse più seguaci, più persone schierate per la sopravvivenza di uno dei 2 partiti. Si parlava di intere città schierate da l’una o dall’altra parte. Spesso si cercava di mirare a colpire l’altro nel cuore più in senso metaforico. Ci si dava fastidio a vicenda. Questo non nega il fatto che non ci siano stati morti, anzi negli ultimi anni il numero di deceduti era addirittura aumentato ;ma loro non servivano a disarmare o a far cedere il nemico, piuttosto a scoprire informazioni su di essi. Diciamo che tutto ruotava intorno al fatto che Potter non aveva ancora deciso di consegnarsi o di suicidarsi. Perché se Potter non ci fosse stato, la vita sarebbe stata per tutti più rilassante e tranquilla. Compresa la mia.

 

Quando il sole era ormai alto nel cielo ero pronta. Indossavo il vestito che Nagini aveva scelto per me ,nero corto fino alle ginocchia e avevo legato i capelli in una mezza coda utilizzando un piccolo fiocco verde scuro.

Cercai di svegliare Nagini che, come in precedenza, mi ignorò e mi recai di sotto per far colazione.

Entrai in sala da pranzo dove mio padre ,con i suoi soliti occhi rossi,sedeva a capotavola.

Il fuoco del camino era acceso e illuminava il suo corpo pallido ed eretto, che incombeva terrore a qualsiasi mago.

Mi chinai in maniera frettolosa, troppo frettoloso per essere apprezzata da mio padre che per una volta fece finta di niente e si limitò e scuotere una mano in segno di consenso.

Mi raddrizzai sistemando il vestito e mi diressi lentamente al mio posto.

Quest’ultimo era ovviamente molto meno sfarzoso di quello di mio padre. Niente camino dietro che mi illuminava, niente grande poltrona. La mia colazione era misera e preparata da Codaliscia, una persona insulsa che nemmeno morendo avrebbe potuto riportare alto la sua dignità e il suo onore, ma comunque utile. Faceva il bucato, spazzava per terra, mi preparava la colazione, il pranzo e la cena. Insomma mi sottraeva una marea di compiti che di norma dovevano essere miei. Bisogna aggiungere però che mio padre, al contrario di quello che pensava tutto l’Ordine ,non si fidava affatto di quell’uomo, o meglio di quel topo. Per questo motivo io avevo il compito di occuparmi delle sue cose più “intime”,se così si possono definire .Gli preparavo  tutti i pasti ,apparecchio e sparecchio la tavola ,pensavo ad organizzare varie assemblee e mi occupavo del suo bucato. Ma ora con tutto rispetto preferirei interrompere il discorso sulle mia vita personale. Sono una ragazza riservata, nemmeno il mio diario sa certe cose sulla mia vita :perché quindi io dovrei raccontare tutto questo a voi? Naturalmente la vostra risposta sarà “perché tu ci stai narrando la tua storia”.Giusta, non si può negare questo fatto ma, avendo dato questa risposta avete dimostrato come questa frase venga solitamente fraintesa. Vedete tutti gli uomini pensano sempre ad una sola cosa in primo piano: a se stessi. Il mondo è egoista e per tanto non si accorge che l’affermazione prima da voi affermata sottolinea un punto da tutti ignorato:” Tu ci stai narrando”. Tu ,non io ,tu. Per tanto quel tu sottintende un altro fattore fondamentale :io la sto scrivendo .Il che significa che posso benissimo bloccare anche qua la storia. Basterà aggiungere un bel “The end” alla fine e voi non potrete dire più niente. Sbalorditivo vero quanti significati si celano dietro una frase che tutti reputano scontata. Per tal motivo preferirei continuare senza soffermarmi su quei fastidiosi particolari.

 

-  Come mai Nagini non è scesa con te ?– mi chiese lui prima ancora che riuscissi a infilare la forchetta nel bacon.

-  Non ha voluto – risposi io guardandolo dritto in faccia – le ho detto che voi mi avevate ordinato la sera prima di scendere insieme ma si è rifiutata comunque –

Quando mi resi conto delle parole che erano scappate fuori dalla mia bocca era troppo tardi.

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Capitolo 3
*** Lontano da qui ***


CAPITOLO 2

LONTANO DA QUI

 

Allora eccomi qua!

Scusatemi se aggiorno così tardi ma faccio davvero fatica a concigliare lo studio con questo mio hobby o meglio con questa mia passiane!

In questo capitolo comparirà un nuovo personaggio e per dirla tutta un personaggio molto importante,poi scoprirete.

Grazie mille come al solito a tutti mi rendete davvero felice per le recensioni risponderò alla fine.

Baci e miraccomando continuata a dirmi i vostri pareri ne ho davvero bisogno! (come sempre mi accontento anche di un ok,o un ho letto.....sono ben accette le critiche!!!!!!)

Mary

 

 

 

 

Il suo corpo senza lasciarmi il tempo di produrre un sospiro si ero alzato:rigido,eretto ,con la lunga mantella nera che gli ricopriva tutti il corpo.

 

-ora – iniziò mantenendo quella tonalità di voce calma e pacata – Sali di sopra e non scendi fino a quando Nagini non decide di seguirti e non intendo variazioni al programma –.

 

Senza avere l’opportunità di ribadire lasciai la mia colazione e mi diressi al piano di sopra sapendo di dover faticare per eseguire l’ordine appena datomi.

Possibile che fossi stata così ingenua da aver commesso quel grande errore di pensare che ,per una volta ,mi avrebbe creduta?Non avevo mai parlato in quel modo a mio padre. Non ero mai stata così diretta con lui. Se oggi fosse stata una qualunque mattina a casa Riddle la mia risposta sarebbe stata :-mi sono dimenticata del compito che mi avevate assegnato ieri sera padre,chiedo il vostro perdono – o – Nagini sta ancora riposando e mi ha detto di informarvi che non ha intenzione di scendere ,né va della sua salute .-.

No nessuna di queste frasi era stata emessa dalla mia bocca perché quella infatti non era una mattina normale.

Era cosa abituale il fatto che mio padre non mi credesse di principio. Correggendomi direi che mio padre non credeva a nessuno in principio. Mi ero stupidamente dimenticata del fatto che con un padre come l’oscuro signore non bastava la verità per farmi togliere dai guai.

Mi ero dimenticata del fatto che mio padre tra me e Nagini preferiva sicuramente la seconda.

 Nagini per lui era perfetta ,Nagini non sbagliava. Se Nagini doveva essere punita non so per quale santa ragione finivo per andarci di mezzo io. Se un vaso “accidentalmente” cadeva lei si affrettava a dire – è stata Elnath – e io non potevo far altro che sbiancare poiché la frase – no non è vero – l’avrebbe solo irritato di più. Quindi lei poteva raccontare all’oscuro signore delle mie sventure, io potevo racconta solo delle sventure altrui.

Un po’ come quando da bambini. Vedevo quei piccoli marmocchi ogni pomeriggio giocare nel giardino poco distante dalla cameretta dove ero perennemente rinchiusa. Si fidavano l’un l’altro ma il rapporto che vedevi alla fine con la madre che veniva a riprenderli per portarli a casa non lo riscontravi nella sola amicizia. é diverso. Se un bambino faceva cadere la piccola che si faceva male e diceva alla mamma dell’amica “è caduta da sola” la madre avrebbe sempre creduto alla figlia. Se il bambino però gli avesse per esempio detto “La maestra oggi è caduta!”anche se era una grandissima invenzione l’estranea ci avrebbe creduto perché non riguardava sua figlia.

Ecco cosa eravamo :un padre ,una figlia e una banale amica. Lui aveva una grande fiducia in me, è vero. Mi allenava ,si aspettava che diventassi una grande strega …. Un ottimo mangiamorte. Ma nulla di più. Io sono sempre stata una specie di scopo personale per lui.

 

Raggiunsi per la terza volta nel corso della mattinata la mia camera.

Entrai notando con stupore come il sole ormai brillava nel limpido cielo e mi voltai verso la causa che aveva fatto sì che questa giornata si trasformasse in una pessima giornata.

 

- Nagini svegliati – dissi con tono sicuro e freddo io.

Silenzio.

-       Nagini dai svegliati-

 

Ancora silenzio.

Presa da un attacco di sclero mi avvicinai cautamente al letto.

Mi posizionai in modo tale da essere quasi del tutto non visibile e mi buttai di peso sopra di lei.

 

-sono sveglia ,sono sveglia!-incominciò a gridare Nagini sotto il mio “grosso”peso.

Mi rialzai guardandola con occhi soddisfatti ma allo stesso tempo di sfida.

Lei in risposta si tirò verso l’alto ,si inarcò e mi sibilò contro.

Ma certamente non mi avrebbe fermata.

 

-uno – incominciai alzando un dito per ogni numero che dicevo –mi sono dovuta subire una sgridata da nostro padre che per giunta non mi meritavo. Due scendi o finisco per perdere il treno –“ e la mia libertà inclusa” aggiunsi nella mia mente. Era un pensiero troppo delicato per svelarlo “agli occhi e alle orecchie” di mio padre.-Tre non sibilare in quel modo o ti lego la lingua e sai che ne sarei capace-

 

Nagini mi guardò con il suo solito sguardo malandrino e si rimise a dormire.

 

-       Nagini cavoli almeno oggi ascoltami! – dissi io con voce supplicante.

 

Lei aprì gli occhi. Non riusciva a spiegarsi la mia reazione :io che la imploravo?non era certo una situazione abituale ma …. oggi non potevo fallire,doveva essere tutto perfetto. Quindi mi sarei inginocchiata anche di fronte a mio padre implorandolo di lasciarmi partire senza aspettare nient’altro pur di rendere questa giornata come l’avevo programmata:perfetta sotto ogni punto di vista.

Senza dire più niente lei si voltò e scese di sotto.

Ero soddisfatta di me stessa. Non pensavo di risolvere la situazione così in fretta.

Felice presi allora il baule che avevo infilato la sera prima sotto il letto. Lo aprii appoggiandolo brutalmente sul pavimento. Infilai gli ultimi oggetti inutili tra cui un paio di libri e una coppia di calze. Poi lo richiusi e lo trascinai velocemente fuori dalla stanza.

Lessi per l’ultima volta la scritta “Tom Riddle” incisa sopra la porta di legno e scesi a una velocità quasi inumana le scale.

Mi lasciai scivolare di sotto come se la scalinata tutto ad un tratto si fossero trasformate in uno scivolo che mi faceva quasi volare.

Raggiunsi il primo piano dove una donna dai capelli ricci e scompigliati stava parlando animatamente con mio padre.

Accanto a loro stava dritta e muta una bambina.

Era identica alla madre: stessi capelli anche si più tenuti ,stessa gonna nera ,stessi penetranti occhi grigi.

Cercai di indietreggiare per lasciarli soli ma la bambina si accorse della mia presenza e cordialmente mi salutò correndomi in contro.

 

-       Elnath – disse stringendomi euforica la mano – sono così lieta di rivederti! –

- Anche per me è un piacere rincontrarti Bella.-poi facendo un piccolo inchino, questa volta lento e adeguato, verso mio padre aggiunsi – come potete vedere Nagini è hai vostri piedi, il mio compito direi che è finito signore e se non vi dispiace vorremmo andare o rischieremo di perdere il treno –

Lui si limitò ad abbassare lo sguardo.

- Bellatrix  – salutai rivolgendomi poi alla madre della mia compagna .Lei fece un piccolo cenno di capo in segno di riconoscimento e si rivolse poi a mio padre.

- Elnath ha ragione è arrivato per loro il momento di andare. Bene Bella ricordati tutto quello che ti ho detto :stai vicino a Elnath ,mandami una lettera se hai dei dubbi su cosa fare o anche solo se senti la mia mancanza ok?-

-       Mamma….-cantilenò Bella. La donna corvina non l’ascoltò e gli saltò al collo abbracciandola: -conto su di te. Non deluderci – concluse parlando anche da parte di mio padre.

- Arrivederci  – conclusi io e tenendo da una parte la mano di della mia coetanea e dall’altra il baule feci un giro su me stessa abbandonando Little Hangleton e sperando di rivederla il più tardi possibile.

 

 

Allora piaciuto?

Come ho detto ora rispondo alle magnifiche recensioni:

 Crazy Owl [Contatta] Segnala violazione
 27/04/10, ore 19:51 - Capitolo 2: Una mattina a casa Riddle
Grazie mille ,sono felice che lo scorso ti sia piaciuto!Il rapporto che ha con Nagini vedrai che diventerà sempre più interessante fino a diventare essenziale ma ora ora mi blocco o finisco per dirti troppo!Grazie mille veramente tante!Spero che questo capitolo ti piaccia altrettanto Baci Mary
 ludox [Contatta] Segnala violazione
 26/04/10, ore 20:29 - Capitolo 2: Una mattina a casa Riddle
Ciao Ludox!Come puoi vedere il capitolo è più corto del precedente.(visto che ti ascolto!*fa la linguaccia* )Spero ti piaccia!Grazie mille per i complimenti sei sempre molto carina!Baci Mary
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 26/04/10, ore 18:26 - Capitolo 2: Una mattina a casa Riddle
Grazie mille Becky per i complimenti e per le correzioni.Non le ho portate sul sito perchè è troppo complesso ma sul mio computer è tutto ok!Grazie mille davvero.Sei pronta? 2 capitoli ed entri te!!!!Grazie mille per tutto spero che tu abbia apprezzato anche questo capitolo.Baci Mary
 maltrerio [Contatta] Segnala violazione
 26/04/10, ore 09:07 - Capitolo 2: Una mattina a casa Riddle
hai pienamente ragione!Sai che inferno!!hahahaha comunque grazie non so come farei senza le tue recensioni :sei sempre tanto carina e mi riempi di energia!Grazie mille davvero!Spero che anche questo capitolo ti piaccia e se già trovavi difficile avere Voldy come padre qui lo avrai notato ancora di più!Grazie mille davvero.Baci Mary

 

 

 

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Capitolo 4
*** I binari della libertà ***


CAPITOLO 3.

 I binari della libertà


 

 
Ed eccoci qui….

Sole ,un bicchiere di the a lato e la pagine per pubblicare davanti…

Relax estivo!mentre quindi Elnath si affretta a raggiungere la scuola io mi affretto a ldimenticarla per godermi pomeriggi di pura tranquillità.Per metà dato che gli esami a settembre mi impediscono di divertirmi!!!per questo motivo e per le varie vacanzae non so quanto tempo riuscirò a dedicare a efp!mi dispiace!

Prima di iniziare vorrei ringraziare tutte coloro che hanno messo questa storia tra seguite ( Books-Celly87- Crazy Owl - ilaila92- jejja_black -lapras89 - leonedifuoco - LuNa1312- maltrerio - mikyvale - Rebecca )chi ha messo questa storia tra preferite (chariss   - hermana – maltrerio - latin lover) e da ricordare (stellinagiocosa90).

Il più grande ringraziamento va naturalmente a coloro che recensiscono.Voi non solo mi date la forza di andare avanti  a scrivere ma con le vostre splendide parole mi aiutate a superare anche molte difficoltà della vita.Mi riempite di gioia ogni volta.Ma desidero rispondere ad ognuna di voi personalmente perché come voi a avete dedicato del vostro tempo a me io devo dedicare del mio tempo a voi.Preferisco però farlo alla fine del capitolo o questa introduzione diventa lunghissima.

Prima di incominciare vorrei infine segnalarvi che in questo capitolo compariranno nuovi personaggi,essi sono meno importanti di Bella ma non comunque definibili insignificanti.

Ora vi lascio.

Bacioni

Mary


 

ATTENZIONE IN QUESTO CAPITOLO COMPARE UN PERSONAGGIO CHE J.K.ROWLING DESCRIVE NEL CAPITOLO “19 ANNI DOPO”DI HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE.è UN PARTICOLARE PICCOLO DUNQUE ANCHE SE VOI NON AVETE LETTO IL LIBRO NON DOVREBBE ROVINARVI NESSUNA SORPRESA.

 

 

 

 

Quando le particelle del nostro corpo si ricomposero di fronte a noi si eleggeva un edificio alto e maestoso. Le sue tegole, di un rosso mattone, la facevano risaltare nel cupo grigio della città di Londra e le persone che l’avvolgevano erano così intente a creare caos che non si erano per niente preoccupate della nostra improvvisa apparizione dal nulla. Correvano, salutavano i propri cari, o semplicemente si fermavano a chiacchierare su programmi visti alla tv, oggetto babbano di cui non conosco l’utilizzo. Ma nessuno e ripeto nessuno si era reso conto della nostra smaterializzazione.

- Stupidi babbani !- esordì Bella con aria di disprezzo: probabilmente era restata anche lei stupita dall’inaspettata reazione dei passanti.

- Già – risposi semplicemente io - Ma sai la cosa che mi sembra più stupida di loro?Il fatto che si credano superiori, che non credano che esista, lasciamo perdere Dio, un qualcuno capace di superarli. Un essere che non è uguale a loro e che per tale motivo è capace di schiacciarli come loro fanno con le formiche. Ma nemmeno questa è la cosa che più mi fa ridere, il fatto è che più crescono più la loro intelligenza diminuisce!-

- Sì ma loro pensano di maturare –

- I bambini in confronto sono dei geni! I bambini credono nella nostra esistenza e sanno per certo che siamo più forti di loro. Un’altra cosa di cui non riesco capacitarmi e come facciano a pensare che gli animali non ragionino e non abbiano un’anima. Vorrei raccontargli io certi discorsi filosofici che mi fa Nagini! -

- Certo che sono messi proprio male – disse con tono serio e quasi dispiaciuto. La fissai e non feci a meno di scoppiare a ridere. Lei mi seguì producendo un suono simile a quelli di tanti piccoli campanellini.

Infine ,con un grosso sorriso stampato in faccia, superammo l’immensa porta a vetro ed entrammo nella stazione di Kings Cross. Appena la punta del mio piede solcò l’entrata una ragazza dai capelli rossi ci corse in contro. Sembrava una farfallina da come correva. Portava i capelli sciolti e sbarazzini che con il loro colore rosso fuoco la facevano sembrare più piccola del dovuto. La gonna verde chiara, come i suoi occhi, che indossava si sollevava e ogni passo leggermente rendendola leggiadra.

Dietro la seguiva un ragazzo della sua stessa età. Lui camminava tranquillo tenendo sia il suo baule che quello della farfalla. Aveva corti capelli scompigliati castani e occhi di un profondo verde smeraldo.

- Elnath ,Bella eccovi finalmente – gridava la lentigginosa.

- Alice – rispondemmo quasi in coro noi.

Lei finalmente ci raggiunse finendo la corsa saltando al collo di Bella e  cingendola in un lungo e tenero abbraccio.

- Marc – salutai  io vedendo arrivare anche l’altro ragazzo.

- Allora che ci raccontate ?- chiese lei con la sua solita euforia da bambina.

Alice Carrow faceva davvero fatica a trattenere i propri sentimenti. Da questo punto di vista era molto debole. Se era felice risultava felice, se era triste risultava triste. I suoi sguardi, i suoi comportamenti riportavano sempre il suo stato interiore. Al contrario il gemello, Marc Carrow, era molto più taciturno e nascondeva perfettamente ogni minima emozione. Per chi come voi lo vedesse da fuori, potrebbe essere più comunemente chiamato con il termine di amorfo ma spesso era proprio lui l’artefice delle più grandi idee. Quindi anche se la sua presenza in primo luogo passava inosservata certamente sapeva benissimo come farsi notare.

- niente. Tu?- rispose Bella anch’ella sorridente.

La Carrow non fece tempo a rispondere che un altro urlo la sovrastò.

- Alice ma allora sei viva!-

Come se ci fossimo messe d’accordo lo sguardo di tutte e tre volò verso l’autrice di quel grido.

Una ragazza alta correva verso di noi.I capelli biondi e molto lunghi le scendevano lisci accanto al viso sottile facendo risaltare gli occhi di un azzurro intenso. Le labbra colorate di un rosa vivo, la minigonna bianca, la canotta nera molto scollata e la frangetta pompata le davano quel tocco provocante che solo lei aveva.

- Violette – esordì Alice correndole incontro e cingendole infine la vita, a causa della sua scarsa altezza per raggiungere il collo sarebbe dovuta salire sulle punte dei piedi.

Si separarono dolcemente, dolcemente si misero l’una accanto all’altra e con altrettanta dolcezza si strinsero la mano.
Violette e Alice avevano un rapporto magico. Da quando le conoscevo erano sempre state insieme. Il rapporto che avevano tra loro era totalmente differente da quello che io avevo con entrambe. Con me erano più fredde, più distaccate. Ma io non adoravo essere abbracciata, baciata e coccolata quindi questo comportamento era più che logico.Inoltre io sono sempre stata un gradino più in alto rispetto a loro. Per loro io ero un leader.

Per questo motivo non facevano niente senza il mio consenso,mi dicevano tutto ,esaudivano ogni mio desiderio geniale o stupido che fosse.Mi adoravano,si sottomettevano a me.

Mi temevano.

Forse questo era il particolare più rilevante della nostra amicizia. Spesso mi sono ritrovata a pensare su questo piccolo ma importantissimo dettaglio. Il risultato di ogni mio ragionamento era che la nostra amicizia esisteva solo perché loro avevano paura di me e io avevo bisogno di loro. Come potevo ritenerle amiche?Forse il termine più corretto sarebbe alleato. Con tal nome le ho sempre definite e con tal nome è giusto definirle. Dopotutto l’alleato è colui che si schiera dalla parte di qualcuno per aiutarlo o ,più spesso,per un bisogno personale. Tutti voi lo definireste triste ma in realtà non era niente di tutto questo. Non si può dire che l’avere persone dalla propria parte sia triste. Piuttosto potremmo definirlo strano per una bambina di 10 anni avere alleati al posto di amici. Ma la parola “triste” implica il fatto che io provassi sofferenza cosa che non mi toccava.

Invece tra loro due tutto era diverso. La loro non era una semplice alleanza, la loro era amicizia.Per questo quando si guardavano non si davano solo degli “ok” o dei “va bene” ma bensì sembrava che spesso i loro occhi sorridessero trasmettendo allegria e solidarietà.

- visto che carina – disse Violette indicando la camicetta nera.

- Forte dove l’hai presa?- le chiese girandole intorno Alice.

Non sono certa che gli interessasse veramente anche perché una maglietta come quella sarebbe costata troppo per la misera paghetta che riceveva mensilmente. Ma Alice era fatta così,diceva sempre quello che gli altri volevano sentirsi dire. Forse era il suo più grande difetto. Questo non la rendeva certo falsa anzi tutti sapevano tutto di lei. Sapevi della morte dei suo genitori per la mano dei fratelli,sapevi di come temesse di diventare mangiamorte,sapevi di come lei e i suoi fratelli non avendo un lavoro non riuscissero a vivere finendo a mangiare ogni giorno a casa di un’ “amico” diverso. Sapevi tutto assolutamente tutto ma a lei non piaceva dire in faccia alle persone le cose. Aveva sempre paura di perdere quel poco che gli rimaneva:noi. Per questo motivo controllava ogni parola,ogni battuta spesso frenando anche la vivacità tipica del suo carattere camuffandola in timidezza

- Non lo so me l’ha regalata mio papi per il mio tredicesimo compleanno-rispose la bionda che come al solito credeva a ogni parola le si dicesse.

- In confronto alla mia lettera è un regalo fantastico!-rispose Alice abbassando un po’ lo sguardo.

- Ma va ,la tua lettera era molto dolce e sincera.Ma ora basta devo salutare tutte anche perché qui vedo ancora una piccola ed innocua decenne.Vero Bella?-disse avvicinandosi a noi e facendo un enorme sorriso.

- Dolohv allora come va?-rispose Bella sorridendo e avvicinandosi a petto alto in tono di sfida.

- Bene Lestrange e tu passata una bella estate?-

- Sì – rispose Bella alterando la voce in falsetto.

- Ragazze vi prego potete non bisticciare anche ora -disse in un sorriso Alice.

Sapevamo benissimo entrambe che ,senza un motivo valido di fondo ,non avrebbero mai litigato seriamente.Per loro era tipo un gioco.Si divertivano a trovare ogni piccolo dettaglio,ogni insulso particolare che facesse sminuire l’altra.Ma ve l’ho detto era solo per divertimento infatti finivano sempre per riderci sopra.

- Ok scricciolo –disse Violette tendendole la mano.

- Ok spaghetto –disse l’altra afferrandola.

- Mi manca una persona da salutare -disse poi rivolgendosi a me- come va?-

- Vivo.Tu? -

- Tiro avanti –

- Vedo che tuo padre continua a viziarti –

- Già è carina vero?forse un po’ scollata per te ma se vuoi posso cedertela, so che tra poco compi gli anni –

- No grazie ,sarebbe troppo scollata per una ragazza di soli 10 anni-

- Sì ma dai …tu mi daresti dieci anni?-disse poi Bella intromettendosi.

- No ,hai ragione Bella –rispose bionda sorridendo –te ne darei ..mmmm…tre contando che hai una chioma troppo folta per una neonata-

- Stronza –le rispose in falsetto Bella.

Il tono della sua voce diventava spesso più alto e questo piccolo fatto succedeva ogni volta che si sentiva a disagio o fosse alquanto adirata.

- Senti tu mi metti le battute su un piatto d’oro!-

- Ei dov’è Marc? –interruppe tutto ad un tratto Alice –avrei giurato che fosse qua –

- Avrà raggiunto Greyback sul treno e forse è meglio che ci avviamo pure…. -

Fu allora che lo vidi per la prima volta. Alto,disinvolto ,con quegli occhiali circolari che gli coprivano gli occhi marroni ,unica parte diversa da quella del padre. I capelli spettinati neri e quello sguardo da perfetto ebete stampato in faccia. Se ne stava lì circondato dalla sua “allegra”famiglia: da una madre troppo premurosa e da un padre troppo sbruffone. La famiglia Potter si avviò verso il muro che divideva i binari 9 e 10. Vidi Ginny Potter chinarsi a baciare il figlio e quest’ultimo sbuffare. Poi quest’ultimo scomparve lasciando i genitori orgogliosi di poter dire “nostro figlio è diventato un ometto”.

 

 

 





Allora piaciuto???in questo capitolo spero di aver fatto notare il comportamento più maturo rispetto alla sua età di Elnath.Certe frasi in effetti sono molto complesse per una bambina di quell'età ma trovo che lei sia sempre stata educata alla perfezione in ogni cosa compresa nel lessico.Per di più lei deve sempre mantenere il suo comportamento da quella grande ed autonoma ma alla fine lo era anche Tom, preferisce andare a comprarsi i libri da solo a 11 anni piuttosto che risultare incapace.Ditemi anche su questo particolare che ne pensate.

Fatemi sapere anche dei personaggi sono davvero curiosa!!!Devono migliorare?in che punti?a primo impatto come li vedete?non siete obbligati a rispondere è solo una mia stupida curiosità.

Comunque ora, come promesso, rispondo volentieri alle recensioni:

 

Hermana :ciao signora Volturi!!!!certo che mi ricordo di te come potrei dimenticarmi?la tua storia è una delle mie preferite!Comunque grazie per aver letto le mie storie non sai come mi hai riempita di gioia!!!Grazie davvero tante spero che anche questo ti lasci un ricordo positivo.Baci p.s.Scusami sa non ho ancor recensito i capitoli ma ero in vacanza e tra poco riparto.ho anche 2 esami a settembre davvero faccio fatica a seguire efp!!!sorry,sorry,sorry.

 

Rebecca Lupin :Come non avrai notato ho corretto gli errori!!!=)in questo capitolo ,per non farti sclerare sono stata più attenta a virgole e maiuscolo spero apprezzi!!!=)Sono felice comunque sia che la storia ti piaccia anche perché quasi un anno fa sei stata tu a rompermi di scriverla…..probabile che nei prossimi capitoli troverai delle ideuzze che mi hai dato proprio tu!!Quindi grazie Becky!!!Spero apprezzi anche questo capitolo.Baci
p.s. -1 capitolo alla tua entrata nella storia!!!!!ma mi sa che se viene troppo lungo entrerai nel 6 capitolo!!!scusami.

 

Ludox :
ed ecco qua colei che l’ha già letto!!!!!Avrai notato che ho lasciato il ma va, ma a me piace!Comunque sia...... grazie Ludo sei sempre molto carina nelle tue recensioni e i tuoi consigli sono oro.Quindi grazie mille!!!!Baci

 

Maltrerio :No non sbagli!la piccola veramente non vede l’ora di andarsene e lo ribadirà più volte!Allora che ne pensi di questo capitolo? E di Elnath ?? qui incomincia ad uscire fuori il suo “bel “ caratterino e le sue convinzioni.Quindi…fammi sapere il tuo parere!comunque grazie sei sempre molto carina ,le tue parole sono sempre molto dolci.Grazie  mille.
Spero di non deluderti con questo capitolo. Baci

 

Ora vi lascio le immagini che secondo me rispecchiano meglio 3 delle ragazze purtoppo la quarta la sto ancora cercando. Le ragazze risultano più grandi di quelle della fic ma almeno vi fate un'idea (dato che non sono capace ma ci tengo vi riporto il sito di dove l'ho trovata.....se qualcuno a voglia di spiegarmi mi fa un grosso favore):

 

ELNATH:(Elnath ha i capelli un po' più mossi )http://profile.ak.facebook.com/object3/90/0/n69961022333_7956.jpg


BELLA:http://www.google.it/imgres?imgurl=http://ia.media-imdb.com/images/M/MV5BMTM1MTUyNDA3NV5BMl5BanBnXkFtZTYwMjM2MDQ4._V1._CR300,0,1200,1200_SS80_.jpg&imgrefurl=http://www.imdb.com/media/rm853315584/nm2774121&usg=__DkXtK7g39xtsW3YEgUH7DyjKZ-A=&h=80&w=80&sz=3&hl=it&start=12&um=1&itbs=1&tbnid=4XBxPNryxjWNiM:&tbnh=74&tbnw=74&prev=/images%3Fq%3DJasmine%2BWoods%26tbnid%3DeC-qP4AHG31IaM:%26tbnh%3D0%26tbnw%3D0%26um%3D1%26hl%3Dit%26client%3Dfirefox-a%26sa%3DN%26rls%3Dorg.mozilla:it:official%26ndsp%3D21%26tbs%3Disch:1,ic:specific,isc:black

ALICE:(quella rossa del gruppo)  http://www.google.it/imgres?imgurl=http://film-online.su/uploads/posts/2009-09/1253085627_fab-five-texas-cheerleader-scandal.jpg&imgrefurl=http://connect.in.com/fab-five-texas-cheerleader-scandal/photos-1253085627-fab-five-texas-cheerleader-scandal-c50c186777572b08.html&usg=___VRgXlw5gYgNTfoTd1EBCfI5Tps=&h=400&w=600&sz=66&hl=it&start=11&um=1&itbs=1&tbnid=XKLg-vj3_Ly5EM:&tbnh=90&tbnw=135&prev=/images%3Fq%3Dcheerleader%2Bscandal%26um%3D1%26hl%3Dit%26client%3Dfirefox-a%26hs%3DeHK%26sa%3DN%26rls%3Dorg.mozilla:it:official%26tbs%3Disch:1



Spero abbiate apprezzato il capitolo.

Baci e alla prossima.

Mary





ANTICIPAZIONE PROSSIMO CAPITOLO:



-       Forza ragazzi del primo di qui ,forza dai andiamo su – la voce possente di quello che denominai come il guardiacaccia risuonò nell’aria umida de quella sera estiva attirando la nostra attenzione. Era un uomo grosso e possente di quelli che potrebbero schiacciarti senza problemi.Ma al contrario del suo corpo il viso era dolce e assomigliava vagamente a quello di un cucciolo.

Ci avvicinammo senza alcuna paura .Lo fissai :c'era qualcosa che colpiva nel suo volto.Mentre cercava di far radunare i bambini terrorizzati  produceva sorrisi che più che rassicuranti risultavano terrificanti.Non tanto per la forma ma per la falsità che si nascondeva dietro.Era triste un uomo triste destinato ad un corpo troppo grosso per essere definito un mago e troppo piccolo per essere definito un gigante.Non ci volle molto tempo prima che incontrassi i suoi occhi spenti e quando accadde lui tacque. La sua bocca non produsse suono, i suoi occhi si sgranarono fissandomi allarmato.Restammo a fissarci per parecchio tempo senza dire niente.Il tempo sembrava che si fosse bloccato.Nessun movimento, neanche un alito di vento.Niente, tutto si era immobilizzato.Non so bene se fosse una mia sensazione o la verità so solo che la sua espressione mi lasciava perplessa.

Mi guardava come se mi conoscesse da una vita, quasi come se avesse visto uno spettro piuttosto che una ragazza del primo anno.

 

 

 

PUBBLICITà:

Ti voglio bene per sempre

=SPESSO LA GENTE SBAGLIA=

SIRIUS POTTER

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Capitolo 5
*** Destinazione paradiso ***


 Destinazione paradiso

 

 

 

Giorno!

Sono tornata dalle vacanze e ora, finiti i vari esami, mi posso dedicare un po' a questo mio hobby.

Eccovi un nuovo capitolo che spero vi piaccia.

Voglio ringraziare le 14 persone che hanno messo che storia tra le seguite,l'unica persona che ha messo questa storia tra le da ricordare,e le 5 persone che l'hanno messa tra le loro storie preferite!ragazze\i grazie mille a tutti!

Un ringraziemento enorme va alle 4 persone che capitolo dopo capitolo recensiscono ovvero:ludox,malterio,Rebecca Lupin e Hermana.Davvero mille grazie rispondo alle vostre recensioni in fondo.

Ora vi lascio al proseguimento della storia sperando con tutto il cuore che vi intrighi e vi piaccia tanto da lasciare una,anche se piccola e negativa, recensione.=)

Baci

Mary

 

 

 

 

 

Il treno correva veloce rendendo le figure fuori dal finestrino sfuocate.Case, alberi e laghi si univano tra di loro creando un mix di colori caldi e rilassanti al tempo stesso. Paesaggio rilassato accompagnato dalla musica di pianoforte che facevano andare per tutto il treno. La sinfonia si mischiava con i colori, la temperatura mite con il morbido cuscino e tutto risultava stranamente familiare. Non mi ero sentita mai così bene in un posto. Era come, in un certo senso, la sensazione che si prova da bambini tra le calde braccia della mamma mentre ti conduce alla tua casa, che allora non è che un lettino. Quel calore e quella sicurezza che pochi posti ti sanno dare. L’unico particolare era il fatto che io non avevo mai provato quelle sensazioni. Potevo solo lontanamente immaginare cosa volesse dire avere una madre che ti culla prima di riporti in un lettino rosa magari proprio accanto al suo. Potevo solo immaginare cosa volesse dire sentirsi al sicuro in un posto; fina ad allora l’unico luogo dove avevo trovato sicurezza era in me stessa e nelle mie capacità. Sapevo di essere un gradino sopra gli altri, di essere un’ ottima strega malgrado la mia età e volevo imparare. Perché sapete quando si conta solo su se stessi tutto è diverso. Se da piccolo fai un errore c’è sempre tua madre che ti consola e ti invita a ritentare. Se sei sola sei sola. Nessuna persona accanto che ti incoraggia, nessuno pronto a darti una mano. Se sei sola devi imparare a badare a te stessa. è la legge della sopravvivenza: il più debole viene mangiato dal più forte. Ed io devo assolutamente diventare la più forte.

 

-       Dio ma l’avete visto?- chiede Violetta tutto ad un tratto rovinando il magico silenzio che ci avvolgeva.

-       Chi? – chiese stupita Alice, in effetti avevamo visto molte persone nelle ultime ore.

-       Come chi?i Potter no?l’allegra famiglia felice!-

-       Sbaglio o Potter ci fissava?-

-       Con più precisione fissava Elnath – la corresse Bella – a mio parere si è spaventato –

-       Un doppio oscuro signore …. come minimo si suicida - cercò di dire tra una risata e l’altra Violette.

-       Ci toglierebbe un peso! – le rispose Bella sorridendo – non è vero Elnath ?–

-       Veramente non stavo seguendo con attenzione – risposi io togliendo gli occhi dal finestrino per guardarla un ottimo in faccia e poi rivoltarmi.

 

Il punto era che come ogni bambina ero affascinata dalla cosa nuova: il viaggiare in treno. Non ero mai salita su questo mezzo di trasporto e tanto meno ero mai andata in una stazione. Quindi per me tutto questo era fantastico. Perché quando si scopre qualcosa di nuovo le emozioni sono così amplificata che la via di mezzo non esiste più. È una sensazione strana, una specie di adrenalina di felicità, è una sensazione indescrivibile ed unica nel suo genere. E quando questa emozione ti cattura è difficile liberarsene, soprattutto se si è bambini. Si ha voglia di provarlo, di accontentare quella stravagante sensazione. Per questo motivo a me non mi interessava delle figuracce di Potter, quello era un argomento abituale, a me interessava il treno.

 

-       Sei affascinata dal treno?- chiese Bella distaccandomi dai miei pensieri.

-       Mi piace guardare fuori dal finestrino .Problemi al riguardo?– risposi io questa volta senza nemmeno voltarmi.

-       Possiamo entrare? – la voce di Marc Carrow mi fece voltare fermando la discussione che era in atto.

 

Lui era lì fermo sulla porta, ansioso di ricevere una risposta. Accanto a lui stavano eretti altri due ragazzi. Alla sua destra un bambino magro e slanciato. Aveva i capelli di un biondo chiarissimo pettinati ordinatamente in dietro. Vestiva il più  nobilmente possibile con pantaloni di velluto e camicia bianca. Il viso era schiacciato con due smeraldi al posto degli occhi e con un sorriso ebete di chi si crede un bel ragazzo.

Dall’altra parte stava l’opposto. Lui era più alto del primo ,probabilmente perché di maggiore età .I suoi capelli erano castani lunghi e unti. Gli occhi di un grigio topo triste e spento. Era grosso e muscoloso e i suoi vestiti troppo lunghi per il suo metro e ottanta.

Chinai leggermente il capo facendo loro segno di entrare.

 

-       Scorpius ,Grayback passate belle vacanze ?-chiese Alice tanto per aprire discorso.

-       Piacevoli vacanze le mie sì. Ho passato il tempo nella mia villa di campagna insieme a mia madre. Draco veniva qui a Londra per varie commissioni ma poi ci raggiungeva sempre – incominciò sempre con quella sua aria nobile e del tutto inappropriata il biondo.

-       Beh Malfoy con tutti i soldi che hai ci mancherebbe il contrario!- gli rispose Anthony Greiback sorridendo.

-       Tu scherzi Grey ma sai che non è stato per nulla facile convincere i miei a lasciare Londra.Mio padre doveva svolgere importanti compiti- concluse poi la frase fissandomi e non servì altro per far capire a tutti che i compiti tanto importanti e irrimandabili gli erano stati affibbiati da mio padre.

 

Trascorremmo così gran parte del tempo. Mangiammo un panino veloce, indossammo la divisa e passammo tutto il tempo parlando del più e del meno spesso aprendo discorsi li uni dopo li altri senza nessi logici che li collegassero tra loro. Passammo dalle vacanze,alle pulizie, a Potter e così via, fino a quando il sole non iniziò a calare creando quell’atmosfera magica che tutti noi siamo abituati a chiamare tramonto. Ricordo che quando avevo appena due anni pensavo che il sole si sciogliesse. Nella mia mente ritenevo che essendo il sole rosso quando si scioglie ricopre la superficie, per lui la terra, di rosso. Un po’ come un cubetto di ghiaccio quando si scioglie, a mio parere valeva lo stesso principio.

Il treno si bloccò producendo una grande nuvola di fumo. Prendemmo in maniera confusionaria e veloce il nostro piccolo e inutile bagaglio a mano e scendemmo di corsa dal treno spintonandoci nel grande gruppo di persone che si affrettava a compiere il nostro stesso gesto, come se in quel momento la cosa più importante fosse scendere per primi.

Ora che ci ripenso sembravamo una mandria di bufali inferociti. Ma capisco perfettamente il nostro comportamento. Mentre per gli altri la scuola rappresentava una prigione con sbarre di compiti e regole, per noi raffigurava libertà. E la voglia che avevamo dentro di raggiungere quel posto era tanta da farci dimenticare anche le regole del galateo.

 

-       Bene – disse infine Alice –noi andiamo da quella parte alle carrozze, essendo io del secondo anno insieme a mio fratello e Gray e Violette del terzo usiamo quelle.Mentre Elnath, Bella e Scorp prendete le barche –

-       Nessun problema.- rispose Bella euforica – Ultima cosa,cos’è quell’animale che tira la carrozza? –

-       Non tira nulla la carrozza Bella!certa di non avere le allucinazioni ?–

 

Eppure Bella non aveva le allucinazioni perché c’era veramente un animale strano a trainarle.Non avevo mai visto nulla di simile e mai ne avevo sentito parlare.Erano come cavalli ma molto più alti e magri.La pelle aderiva alle ossa facendoli apparire fragili.Era un'animale bellissimo.Ricordo che ne rimasi affascinata e se non fosse stato per quel l'urlo dubito che avrei mai tolto gli occhi da loro.

 

-       Forza ragazzi del primo di qui ,forza dai andiamo su – la voce possente di quello che denominai come il guardiacaccia risuonò nell’aria umida di quella sera estiva attirandomi come una calamita. Era un uomo grosso e possente di quelli che potrebbero schiacciarti senza problemi.Ma al contrario del suo corpo il viso era dolce e assomigliava vagamente a quello di un cucciolo.

 

Ci distaccammo dal resto del gruppo e ci avvicinammo senza alcuna paura al guardiacaccia.Lo fissai :c'era qualcosa che colpiva nel suo volto.Mentre cercava di far radunare i bambini terrorizzati  produceva sorrisi che più che rassicuranti risultavano terrificanti.Non tanto per la forma ma per la falsità che si nascondeva dietro.Era triste un uomo triste destinato ad un corpo troppo grosso per essere definito un mago e troppo piccolo per essere definito un gigante.Non ci volle molto tempo prima che incontrassi i suoi occhi spenti e quando accadde lui tacque. La sua bocca non produsse suono, i suoi occhi si sgranarono fissandomi allarmato.Restammo a fissarci per parecchio tempo senza dire niente.Il tempo sembrava che si fosse bloccato.Nessun movimento, neanche un alito di vento.Niente, tutto si era immobilizzato.Non so bene se fosse una mia sensazione o la verità so solo che la sua espressione mi lasciava perplessa.

Mi guardava come se mi conoscesse da una vita, quasi come se avesse visto uno spettro piuttosto che una ragazza del primo anno.

Sbattè poi le palpebre si girò e ricominciò con la sua cantilena.

Non avevo mai sentito parlare di lui, probabilmente non era una persona di grande importanza.

 

-  Elanth tutto ok? –mi chiese Bella ponendomi una mano sulla spalla.

-  Si va tutto bene. Andiamo –

 

Sbattei le palpebre pesantemente e incominciai a camminare senza pensare più a quello che era successo.Gli passai a lato guardando dritta avanti a me, senza degnarlo nemmeno di una sguardo.Sentii l’enorme corpo del non-gigante girarsi mentre la sua voce pian pianino si abbassava.Mi fissava ancora anche se con meno intensità.

Raggiungemmo le barche.Io salii per prima, mettendomi perfettamente alla punta di quel vecchio pezzo di legno che restava intatto solo per magia e presi in mano la torcia.

Bella e Scorpius mi seguirono mettendosi ai remi.

 

-       non siete emozionati?insomma siamo qui!-ci disse il biondo elettrizzato.

-       Sì è naturale che lo sia –risponde Bella senza distogliere gli occhi dal lago.

-       Scusate posso?- quella voce mi fece voltare.Non avevo mai visto quel ragazzo.Era alto per la sua età con corti capelli biondi e due occhi grigi impenetrabili.

-       Certo –gli risposi io e vedendolo poi sedere nell’ultimo posto libero.

-        Come vi chiamate ?- ci chiese ancora prima di partire.

-        Io sono Scorpius Malfoy e loro sono Bellatrix Junior Lestrange detta Bella e Elnath R….-

-       Se non ti dispiace so parlare –lo interruppi io da in fondo .

-       Io –prosegui poi tendendogli la mano –sono Elnath e direi che può bastare –

-       Piacere io Andrew ma puoi chiamarmi An –rispose facendomi un baciamano.

 

Sentii Bella soffocare una piccola risata.

 

-       Bene Andrew –rispondo ritirando la mano e prendendo un fazzoletto per pulirla. –reggi –dissi poi passandogli la torcia.

-       Certo nessun problema –mi risponde lui prendendola.-SapeteiovorreiandareincorvonerotuttalamiafamigliaèlìtrannemiocuginoJackluièandatoinserpeverdeunostrapppoallaregolanontrovate?insomma tutti.....-

 

Andrew incominciò a parlare senza staccare le parole e in modo troppo veloce per comprendere il significato del discorso.E mentre la sua voce mi tormentava le barche partirono conducendomi verso la mia nuova o forse unica casa.

 

 

 


Allora che ne pensate?fatemi sapere!Ho trovato una foto che si addice di più a ha Bella (me l'ha trovata Ludox) che è appunto di helena bonham carter:http://img135.imageshack.us/i/lb05a1edited7ts6.jpg/

E ora le risposte alle recensioni:

 

 ludox [Contatta] Segnala violazione
 05/09/10, ore 21:05 - Capitolo 4: I binari della libertà

Sono felice che ti sia piaciuto!Anche io l'adoro insieme a questo e al prossimo capitolo!Tutto il discorso che fa Elnath sull'amicizia mi piace tantissimo e non so bene come mi è venuto fuori!._.

Comunque mille grazie sei sempre molto dolce!=)

 maltrerio [Contatta] Segnala violazione
 10/08/10, ore 07:54 - Capitolo 4: I binari della libertà

é arrivata non ti preoccupare!!!=)Possibile che ci sia lo zampino dell'oscuro...di voldemort (questa storia mi sta facendo passare dall'altra parte?).ahahah

La recensione era fenomenale non pensavo di poter trasmettere tante emozioni e sono felice che i nuovi personaggi ti siano piaciuti era proprio la mia più grande preoccupazione!=)

Ora mi scuso per non aver recensito gli ultimi capitoli di "i piccoli potter"ma ho avuto problemi di computer e di esami in ballo!scusami tanto provvederò al più presto.

Spero che questo capitolo ti sia piaciuto.

Grazie mille per la recensione mi ci voleva proprio un po' di incoraggiamento.

 hermana [Contatta] Segnala violazione
 01/08/10, ore 19:58 - Capitolo 4: I binari della libertà

Ehi signora volturi!

Hai ricevuto le mie e-mail?non ti fai più sentire e io non vedo l'ora di proseguire il tuo capitolo.Ho proprio bisogno di quella risposta!!=)

Comunque grazie mille spero che anche questo capitolo ti piaccia e che tu possa apprazzare anche altri personaggi!

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Capitolo 6
*** Finalmente Hogwarts ***


Finalmente Hogwarts 



E mentre noi iniziamo la scuola anche Elnath si affretta a fare lo stesso.Da questo capitolo incomincia la vera e propria storia.Sì scoprirà che alcuni personaggi morti nel 7 (non dico quali)sono ancora in vita per il semplice motivo che se non è morto voldemort (spero che tutti sappiano della fine che fa) la battaglia finale non si è tenuta o meglio era certamente più rilassata.Quindi di logica tutto quello avvenuto nelgi utlimi capitoli (compreso tutto il casino di Harry)non è accaduto.Tutto qui.

Spero che questo capitolo vi piaccia anche se non è molto lungo!=(

Baci e grazie a tutti quelli che seguono.

Mary

 

 

AVVISO: QUI COMPARIRà NUOVAMENTE IL PERSONAGGIO PRESENTE NEL CAPITOLO DELLA STAZIONE COME DETTO Lì IL PERSONAGGIO NEL LIBRO è SOLO CITATO.

 

 

Quando misi piede all’interno del castello una strana sensazione mi invase.

Non era felicità ma qualcosa di molto più sottile e intenso.

Mi venne la pelle d’oca seguita da un brivido di freddo.Sentii la mia bocca trasformarsi un sorriso.Un sorriso diverso dal solito.Un sorriso più vero che mai.

I miei occhi si appannarono amaliati da quello splendore.

Mi girai e vidi che sia Scorpius che Bella avevano il mio stesso sguardo,lo sguardo di chi ha appena visto il paradiso.

Passai una mano sugli occhi e ripresi il mio atteggiamento serio.Dentro di me il corpo era in piena estasi ma fuori ero ora calma e rilassata.Apparivo semplicemente una normale alunna che giunge a scuola.....una come altri.

- Non sei felice Elnath ?Dopo tanti anni a progettare questo giorno e ora scopri che è cinque volte più bello di quando l’avevi sognato.- disse Bella con voce alta ma soave.

- Già è fantastico. –riposi facendo ricomparire il sorriso sul mio volto.Quel giorno era difficile anche per me nascondere l'euforia.

- Io me lo immaginavo diverso –disse Andrew che, da quando era salito sulla nostra barca, non faceva altro che distruggere momenti magici come questo con i inutili chiacchiericci.

Senza neanche rispondere io e gli altri due ci affrettammo a raggiungere il gruppo ora radunato ordinatamente di fronte a un’enorme portone.

-Buon giorno a tutti – una voce annoiata ma seria fece calare il silenzio e attirò la nostra attenzione.L'artefice era una donna anziana e magra che stava danvanti a tutti noi e che ci fissava, annoiata di dover ridire la stessa cantilena di ogni anno.Era molto alta ma tra le varie teste facevo comunque fatica a vederla per intero.- io sono la professoressa MecGrannitt vicepreside di Hogwarts e vostra professoressa di trasfigurazione.-continuò lei avvicinandosi ancora di più a noi.-Tra pochi istanti supererete questa porta e sarete smistati nelle 4 case:sono Grifondoro,Serpeverde,Corvonero e Tassorosso.prima di incominciare vorrei ricordarvi che la vostra casa sarà in primo luogo la vostra famiglia.Le azioni positive vi faranno guadagnare punti, quelle negative ve ne faranno perdere.La casa con più punti alla fine dell’anno vincerà la coppa delle case.La coppa delle case è un premio importante e lo raggiungerete solo se vi aiuterete a vicenda.Ricordate:essere una famiglia vuole dire innanzitutto collaborare nel bene o nel male.-

Poi senza dire più niente aprì il grosso portone che si ergeva maestoso alle sue spalle mostrandoci la meravigliosa Sala Grande.Gli sguardi di più di 1'000 ragazzi si voltarono verso di noi mentre la professoressa ci conduceva verso il tavolo insegnanti.

Superai la soglia e m’immersi nel clamore della sala grande.Rumori da ogni parte invadevano l’aula.Ragazzi che si salutavano dopo mesi che non si erano neanche scritti.Ragazze prese nel raccontare le bellezze delle loro vacanze.

Bella alla mia destra per poco non cadde, troppo concentrata a guardare il soffitto cosparso di candele fluttuanti.

Tutto sembrava così perfetto.Mi ricordo che vedevo come se tutto luccicasse, come se tutto quello facesse già parte della mia vita da anni.

In brave tempo ci trovavamo a mucchio davanti ai professori che ci scrutavano uno ad uno come alla ricerca di un piccolo difetto per metterci già automaticamente nella loro lista nera.Come per giudicarci ancora prima di conoscere il nostro nome.

- Andrew Adams– la voce della professoressa McGranitt  rimbombò nella stanza facendo abbassare ma non tacere le voce degli alunni.

Sapevo benissimo cosa sarebbe successo dopo, l’avevo letto su un sacco di libri.Posandoci sopra il logoro cappello che la professoressa teneva in mano saremmo stati smistati nelle nostre case. Appena percepì il suo nome Andrew si spostò da accanto a Scorpius per raggiungere lo sgabello.Sotto invito della professoressa vi ci sedette e gli fu posato sopra il capello noto più comunemente come “cappello parlante”.

- Corvonero –gridò il cappello parlante facendo sobbalzare il biondo che probabilmente non aveva mai saputo, fino ad allora, il significato di quel buffo nome.

Nel stesso momento in cui il nome della casa fu pronunciato uno dei quattro lunghi tavoli esultò intonando il nome del ragazzo.

Andrew raggiunse la casa a lui assegnata, dove venne accolto con abbracci e strette di mano.Il rituale si ripeté più volte con molte altri bambini.

Dopo il terzo la mia concentrazione vagò.Non mi sarebbe mai servito a nulla conoscere tutti i nomi, quindi tanto valeva occupare il tempo in maniera diversa.

Per questo motivo, come gran parte degli alunni, mi ritrovai a guardarmi intorno concentrandomi su ogni particolare della stanza. Tra tutti particolari quello che più mi colpì fu neturalmente il soffitto coperto da candele.Le candele fluttuavano a ritmo di una musica inesistente creando una specie di trans.

Ero talmente concentrata sull’effetto di rilassamento che non badai neanche al fatto che sia Bella che Malfoy erano stati smistati.Allungai naturalmente un occhio per vedere in che casa erano capitati ma non rimasi sorpresa dal vedere che erano diventati entrambi dei serpeverde.

- Potter James Sirius – fu a quel nome che non mi interessai più di candele.

Il ragazzo che ore prima avevo visto attraversare il muro ora era lì con lo stesso sorriso e lo stesso comportamento da sbruffone.

- Grifondoro –tuonò il cappello parlante creando scompiglio dal tavolo più estremo a destra.Il suo nome era intonato con voce più alta rispetto al solito come se fosse una celebrità piuttosto che un ragazzino impacciato."Ma cosa ti aspettavi?"pensai tra me mentre il ragazzo si avvicinava agli altri Grifoni "Insomma pensavi sul serio che evrebbero esultato tanto nel sentire Lestrange o Malfoy?"

- Riddle Elnath –

Silenzio.Tutti si erano bloccati, nessuno produceva un suono.Il mio stupido pensiero era svanito facendomi concentrare solo sullo sgabello.La professoressa era rimasta come paralizzata, Potter non si era nemmeno seduto, i professori tutti chini in avanti aspettando che mi presentassi.

Salii lentamente sulla piattaforma facendo rimbombare nel silenzio ogni mio passo.

Mi sedetti e aspetti che il cappello parlante mi si posasse sulla testa.

- Sai Elnath –incominciò il cappello  in modo tale che solo io lo sentissi –so cosa ti aspetti da me.Conosco benissimo le tue preferenze anche se non me lo dici come hanno fatto tutti gli altri.Ma tu Elnath sei molto di più di quello che appari.....e so che ti pentiresti in futuro della scelta che ora sei obbligata a prendere.Questa non è la tua scelta, questa è la scelta di qualcun'altro.Quindi……….Grifondoro –

La Sala grande si bloccò del tutto.Era come se il tempo si fosse fermato, come se ogni singola particella che si trovava in quella stanza fosse stata posta nel cemento.Come se l'intero mondo fosse un libro che un'uomo stanco di leggere  ha chiuso bloccandoci.

In quel momento ero come svenuta con gli occhi aperti.

I miei muscoli erano tesi, la mia mente vuota.

Tutto questo era una cosa troppo improbabile per essere vera.Troppo piccola per cambiato il progetto che avevo per il mio futore.Troppo insignificante per avere un così gran peso su

di me e su tutti.

- Un giorno mi ringrazierai –mi sussurrò il cappello parlante ancora poggiato sopra di me.

Dopo tutto quello che mi aveva procurato con una semplice parola ero certa solo di una cosa: non l'avrei mai ringraziato.

 

Allora com'è??

Spero vi sia piaciuto!

ora le risposte alle recensioni!

 maltrerio [Contatta] Segnala violazione
 16/09/10, ore 11:48 - Capitolo 5: Destinazione paradiso
Come già detto Dafne non ti devi scusare.La tua recensione mi ha fatto arrossire quindi davvero mille grazie.Spero che risolva al più presto i problemi.
 hermana [Contatta] Segnala violazione
 14/09/10, ore 21:35 - Capitolo 5: Destinazione paradiso
Beh Hermy a te ho già risposto ma non fa niente.Ti ringrazio natuarlmente per le magnifiche parole e ti prometto che provvederò al più presto a fare ciò che mi hai chiesto!=)
 ludox [Contatta] Segnala violazione
 11/09/10, ore 10:45 - Capitolo 5: Destinazione paradiso
Eih lu grazie per l'immagine è perfetta!!Sono felice che la storia continui a piacerti!Spero che apprezzi anche questo capitolo!ti voglio bene.
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 10/09/10, ore 21:42 - Capitolo 5: Destinazione paradiso
So che è lento ma il problema che in realtà sarebbero solo 3 capitoli!è che sono troppo lunghi e quindi sul sito li spezzetto!Comunque grazie per aver recensito.Ti voglio bene.p.s. nel prossimo capitolo entri tu!

 

 

Bene vi lascio per finire un piccola anticipazione del prossimo capitolo,spero vi possa incuriosire:

 

 

 

- Grazie –disse Rebecca Lupin soffiandosi il naso per poi riprendere– scusami ma mi sa che oggi in treno ho preso un colpo di freddo.Comunque non credo che dovremmo preoccuparci dei genitori capisci cosa intendo?-

- no è troppo stupida –rispose James Potter  facendo scoppiare a ridere il gruppo di ragazzi e soprattutto ragazze che gli stavano intorno.

- o povero Potter non sa trattenere il proprio istinto.Lo sai che quelli come te vengono chiamati animali?-risposi con voce calma e pacata facendo scoppiare a ridere i maschi lì vicino.

- io so trattenere benissimo il mio istinto- rispose scompigliandosi i capelli.

- non mi pare dato che ti sei intromesso in un argomento solo per attaccare un’ innocua preda, che sarei io, senza motivo.A meno che non ammetti di essere egocentrico, beh quella sarebbe tutta un'altra storia.-

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Capitolo 7
*** Una Riddle non andrà mai d’accordo con un Potter ***


Una Riddle non andrà mai d’accordo con un Potter


Scusatemi taaaaantooooooo!

Sono scomparsa per mesi e non vi ho detto niente.

Ma credetemi se vi dico che è colpa di quel cacchio di computer che mi trovava!
Mi cancellava i capitoli, mi bloccava internet un vero disastro! ma "Babbo natale" è stato buono con me e mi ha regalato un bel computer nuovo quindi... eccomi qua a porgervi le mie scuse.

Non mi stupirò se nussuno recensirà questo capitolo anche perchè pure io con quei problemi ho fatto fatica a seguire le vostre e mi dispiace tantissimo.

Hermana e sonoqui87 e malterio scusatemi davvero tanto. Ho letto i vostri capitoli (grazie all' aipad di mio papà) ma rencensire con quel coso è davvero complesso-.-" Provvederò al più presto promesso=)

E ora cosa fare se non lasciarvi?? Vi ringrazio per continuarmi a seguire (chariss  hermana luly_95 maltrerio roxy_black - messa tra i preferiti-  Ely_91 stellinagiocosa90 - da ricordare - Books Celly87  Crazy Owl   ilaila92apras89 leonedifuoco   ludox  luly_95   Malandrina94  maltrerio MicroCuts mikyvale prelude10 Rebecca Lupin Scorpioncina  tamakisskiss vicky_principessa - seguite )

Bacioni e scusate ancora

Mary

 

 

 

 

 

Mentre intorno il mondo incominciava a risvegliarsi io restavo ferma, ferma immobile a fissare il vuoto.

Lì seduta su quello scomodo sgabello non avevo il coraggio di fare un passo.

Sentii la professoressa sfilarmi il cappello dalla testa, ma come se non fosse successo niente io non cambiai la mia posizione.

Era tutto finito, nella mia testa tutto era crollato: la terra sotto i miei piedi, il mio futuro.

Tutto raso al suolo, tutto completamente distrutto.

Tutti i miei piani dissolti nel nulla, degli obbiettivi che mi ero prefissata neanche l’ombra.

Solo io è una nuova strada da percorrere, solo io e dei rudere da cui ricostruire una casa.

Ma non ero sicura di potercela fare.

Io ero sempre stata una Serpeverde, sapete era una di quelle certezze che si ha e che non metti mai in discussione, un po’ come prononci il tuo nome, un po’ come dici che sei maschio o femmina.

Io ero sempre Elanth Riddle la Serpeverde e ora… e ora cosa ero?

Di una cosa ero certa: non ero Elanth Riddle la Grifondoro perché una casa non può cambiare una persona. Piuttosto mi sarei definita Elnath Riddle la Serpeverde traditrice ma non sarei mai stata un grifone.

Ora che penso a tutto questo un piccolo sorriso mi percorre il volto, quanto ero piccola e ingenua, quanto ero ignara di quello che a poco sarebbe accaduto e che io fino a poco prima avrei continuato a ritenere impossibile. Quanto ero cieca di fronte all’evidenza, perché sapete il cappello parlante, anche se può risultare irritante e maleducato, non sbaglia mai.

“Non puoi restare qui in eterno” la mia mente tutto ad un tratto ricominciò a funzionare dandomi vita.

Aveva ragione non potevo restare lì per sempre ma che altro potevo fare? Raggiungere il tavolo dei grifoni come se non fosse successo nulla?

No direi di no, perché alla fine anche se ora avessi evitato il problema non l’avrei eliminato.

Non so bene quanto tempo stetti lì seduta, so solo che a me sembrò un’eternità e quando finalmente trovai il coraggio di alzarmi il corpo mi risultò pesante come se facesse di tutto pur di non farmi andare avanti.

Feci un passo e poi un altro senza pensare al resto del mondo.

Fissavo il vuoto davanti a me e continuavo ad avanzare.

Non avevo il coraggio di guardare nessuno, non volevo che nessuno mi vedesse.

Ma poi tutto cambiò.

Tutto ad un tratto.

Il mio nome incominciò a risuonare nell’aria diventando sempre più forte.

Come era successo per tutti gli altri studenti divenni per quei due minuti la protagonista.

Applausi, urla che mi fecero sentire per un attimo nel posto giusto; che mi fecero ricordare perché avevo sempre sognato quel giorno: non mi importava più del giudizio degli altri, non mi importava più di dovermi sedere tra i grifoni, oggi avevo trovato la mia casa e nulla avrebbe cambiato questo.

Raggiunsi il tavolo che un grande sorriso mi segnava il volto.

Mi sedetti tra i primi posti guardandomi per la prima volta, da quando mi ero alzata da quello stupido sgabello, intorno e il mio sguardo cadde sull’unica persona che non volevo vedere. Bella se ne stava lì con la testa tra le mani fissando il tavolo ed ignorando le parole di conforto che gli poneva chi gli era intorno.

Era crollata, la grande Bellatrix Lestrange era crollata per una cosa che non la riguardava…

- Elnath giusto?-

La voce mi fece voltare e distaccare gli occhi da quella che per anni era stata la mia unica compagna di gioco.

La ragazza che mi aveva chiamata mi sedeva accanto con un sorriso malandrino stampato in volto.

Ricordo che rimasi affascinata dalla stranezza di quella fanciulla che sembrava come uscita di un fumetto.

Aveva lunghi capelli biondo grano che le cadevano sciolti e scompigliati lungo il viso a cuore e due occhi di un blu mare che sfumava infondo all’iride di viola.

Indossava una divisa come la mia ma messe qua e la sul mantello erano attaccate delle spille raffiguranti chitarre o scritte del tipo “I LOVE ROCK 'N' ROLL” che rendevano il tutto meno serio.

Ma la cosa che più tra tutte quelle stranezze mi colpì fu una treccina di un rosso vivo e brillante che a differenza degli altri capelli era lunga quasi fino alla vita e che terminava con due lunghe piume.

- Sì mi chiamo Elanth – risposi io senza riuscire a staccare gli occhi dalla treccina.

- Bene Elnath, tanto piacere io sono Rebecca Jane Lupin…fai Becky il mio nome è troppo lungo –

Quando il suo cognome giunse alle mie orecchie un pugno invisibile colpì il mio stomaco.

“Fantastico è una Lupin! Primo giorno di scuola e l’unica persona che ho conosciuto è una di quelle con il quale non dovevo proprio parlare. Lei è la figlia…”

- Tu sei la figlia di Remus Lupin e Ninfado…..- affermai dando vita al mio pensiero.

- E Dora Toncks si sono io - mi corresse velocemente lei- Ma chi se ne frega dei genitori insomma siamo qua e loro non ci sono! Ergo divertiamoci. Eih Jammy passami un tovagliolo – concluse poi indicando il mucchio di tovaglioli rossi al centro del tavolo.

Solo allora mi resi conto che James Potter sedeva solo due posti in la rispetto a me.

- Prenditelo no – rispose lui fermandosi a scuodrarmi.

- Tu sei più vicino non rompere – gli rispose a tono lei.

- Parolina magica?-

- Jammy è una cosa da bambini! Passami quel stramaledetto tovagliolo devo soffiarmi il naso! -

- Niente parolina magica niente tovagli…-

- E va bene – disse Rebecca con ormai la mano davanti al naso – per favore –

- Ecco brava – disse passandogli infine il tovagliolo.

- Grazie – si soffiò il naso e riprese – scusami ma mi sa che oggi in treno ho preso un colpo di freddo. Comunque non credo che dovremmo preoccuparci dei genitori, capisci cosa intendo? -

- No è troppo stupida – rispose James Potter facendo scoppiare a ridere il gruppo di ragazze-galline che gli stavano intorno.

- Oh povero Potter non sa trattenere il proprio istinto. Lo sai che quelli come te vengono chiamati animali?- risposi con voce calma e pacata attirando l’attenzione dei grifoni vicini.

- Io so trattenere benissimo il mio istinto- rispose scompigliandosi i capelli.

- Non mi pare dato che ti sei intromesso in un argomento che non ti riguardava per attaccare un’ innocua preda, che sarei io, senza motivo. A meno che non ammetti di essere egocentrico, beh quella sarebbe tutta un'altra storia. -

- Innocua?- esordì scoppiando in una falsa risata – se tu sei innocua io cosa sono? E poi non mi pare che tu non abbia agito d’istinto. Sbaglio o hai ribattuto? -

- Per rispondere alla prima domanda beh ci sono vari aggettivi Potter con i quali puoi essere definito: immaturo, viziato,vanitoso e anche demente.-

Non rispose alzando il mento e invitandomi a proseguire. Chinai il capo in segno di ringraziamento e continua con voce calma e placata il mio discorso: - Per rispondere alla seconda domanda certo io ho ribattuto ma difendersi è una cosa oltre che animale anche umana. Noi umani ci difendiamo per riuscire a restare in vita, Potter è una cosa più che logica! Attaccare un’altra persona senza un motivo di fondo non ha senso invece. Riguardo alla parola innocua non mi pare di averti attaccato fino ad ora ergo per cui… sì posso ritenermi innocua.-

Zittii tutti compreso lui. Non sapere cosa ribattere è la sconfitta più grossa che si può ricevere.

- Balle – ribatté infine incapace di stare zitto.

- Sei incapace di accettare di avere torto questa riconferma la mia teoria -

Lo vidi irrigidirsi sulla seria, chiudendo le mani in pugni.

- Eih basta così! - esclamò Lupin intromettendosi – siamo qui per divertirci!-

Sorrisi a James che mi rispose con un sorriso altrettanto falso.

- Lascialo stare quello-

Stavo per rispondere che la voce del preside sovrastò quella di tutti gli studenti imponendo il silenzio – Benvenuti e bentornati. Prima di lasciarvi al banchetto che credetemi sarà una grande delizia, vi annuncio che il professor Piton verrà sostituito per i primi mesi dal professor Remus Lupin che…–

-  Che cosa?!?- urlo di Rebecca riecheggiò nella stanza attirando l’attenzione di tutti i ragazzi seduti intorno – prima non c’era, quando è arrivato? -

-  Sono sicuro che vi unirete a me nel dargli il benvenuto ma ora…– proseguì il professore Silente che sembrava non essersi accorto di niente. E mentre il discorso proseguiva e la bocca di Rebecca si apriva facendo uscire sbuffi e parole poco garbate, la mia attenzione si posò sui professori e in particolare su quello seduto sull’estreme sedia a destra che come me non sembrava prestare attenzione al preside bensì a un’altra persona : l’uomo tarchiato e anziano continuava a fissarmi come se tutto ad un tratto il sangue gli si fosse ghiacciato nelle vene. Come era successo prima con il guardiacaccia quest’uomo mi guardava pieno di terrore.

- Ma l’hai visto mio padre che sorride a tutti? Vuole fare tanto il simpatico!- la voce di Rebecca Lupin mi fece tornare nel mondo reale distaccandomi da quel buffo uomo. Alzai semplicemente le spalle e mi concentrai poi su Silente, la cui voce aleggiava ancora nell’aria facendo raccomandazioni e elencando nomi di insegnanti.

- Il signor Gazza come ogni anno mi ha chiesto di rammentarvi che….-

- Non alzare spallucce! Insomma è una cosa seria! Ti sembra che potrei essere tua amica con lui qua? No! Mi farebbe il lavaggio del cervello! ”Tu non devi stare con quella lì bla bla bla”. Poi ci insegna a non avere pregiudizi sulle persone! Lui è il primo ad averli. Con lui qui la nostra amicizia è rovinata….-

- Chi a parlato di amicizia? Ci conosciamo da solo 5 minuti - risposi io interrompendo il suo sclero.

- Beh sembri un ragazza intelligente e piena di idee, mi sarebbe piaciuto conoscerti e diventare tua amica insomma…..-

- Non ti preoccupare io no –

- Tu no cosa?-

- Io non ho intenzione di diventare tua amica – risposi tranquillamente come se avessi enunciato un teorema geometrico piuttosto che una cattiveria.

- Bene! è questo che vuoi? - rispose lei alzando il tono della voce sempre di più - per me non ci sono problemi! Vuoi stare sola e allora resterai solo Riddle

Le sue mani strette in pugni che non avrebbe mai usato e la sua treccia penzolante come prima ma di un nero pesto.

- Sai – dissi con tono pacato – a volte forse è meglio avere pregiudizi–

  Appena tacqui il preside fece lo stesso e dopo 4 parole buttate lì a caso aveva fatto comparire la cena.

Al contrario del resto degli studenti non mangiai nulla, presi una coscia di pollo ma finii solo per giocarci.

Il banchetto non fu lungo quanto il resto degli avvenimenti di quella giornata, in meno di un’ora infatti eravamo già ordinatamente in fila verso la sala comune.

Davanti a me Rebecca raccontava dell’accaduto a Potter che ogni tanto si girava verso di me e rideva.

Per lui ormai sfidarmi era diventato il gioco preferito.

Voleva vedermi cedere.

Voleva vedermi urlare e chiedere scusa a Lupin.

Ogni minuto sembrava avere un modo diverso per provocarmi: alzava la voce quando pronunciava il mio nome, si girava lanciandomi occhiate…

Ma io non mi arrendo facilmente.

Forse non mi sono nemmeno mai arresa in tutta la mia vita.

Raggiunta la sala comune ci raggruppammo ad ascoltare il capo-scuola che ci illustrò nuove regole e i vari settori della scuola. Dopo dieci secondi di spiegazione eravamo finalmente soli.

Mi sedetti accanto al fuoco e mi immersi negli avvenimenti di quella giornata, presi un libro che era lì appoggiato sul tavolino di cristallo di fronte al divano e incomincia a sfogliarne le pagine senza concentrarmi davvero sul’argomento.

Quando i miei occhi incominciavano a invocare di andare a letto e il libro era ormai diventato noioso, sentii il mio nome.

Proveniva da un gruppo di ragazzi non molto distante da me intento in  un’ animata conversazione.

- Possibile Potter che Elnath Riddle non ti intimorisce neanche un po’?-

- Perché dovrebbe? Insomma ha 11 anni proprio come me! Saprà fare due magie così un po’ come tutti insomma… e poi si sa che i Potter sono nettamente più forti dei Riddle….-

- Ma davvero Potter? - incominciai alzandomi e facendo aprire il gruppo di ragazzi in modo tale che potessi fissare il mio avversario dritto negli occhi – a me non pare –

- Ah davvero Riddle. Strano perché è proprio così. Basta chiedere in giro qui dentro e tutti sono dalla mia parte.Tu chi hai qui? –

- Cosa speri con questo? Che io ci rimanga male perché mi hai appena detto che sono sola in questa grande “dimora"? Ma sai Potter a differenza di te io so essere forte e dimostrare quanto valgo anche da sola. Tu invece, come tuo padre d'altronde, hai sempre bisogno degli amici, del supporto, dell’aiutante. –

La sala comune era come terrorizzata. Tutti avevano bloccato ciò che stavano facendo concentrando la propria attenzione su di noi. Io dritta che lo fissavo senza paura, lui con le spalle in avanti ma comunque con un sorriso pieno di coraggio stampato in volto. Se quella di prima a tavola era stata una semplice discussione tra due bambini che si odiavano ora si trattava di una vera guerra tra famiglie.

- E questo sarebbe un male?- rispose lui a tono - Avere degli amici sarebbe sbagliato?-

- No che non lo è, ma contare sempre sulla loro presenza sì. Perché sai Potter quando tu sarai solo diventerai piccolo ed impotente mentre io non cambierò, poiché sono abituata a stare in entrambe le situazioni. -

- Tu non hai amici. –

- Mi conosci da neanche un giorno e credi di sapere tutto di me?-

- Non è difficile da immaginare sei identica a tuo padre –

Non risposi. Cercai di mantenere la calma, di sanare quello strano sentimento che cresceva sempre di più dentro di me. Io non ero uguale a mio padre. Non che provassi ribrezzo per il sottoscritto (anzi provavo immensa stima nei suoi confronti ) ma non avrei mai osato paragonarmi a lui. Troppe volte avevo sentito quelle parole, troppe volte la gente mi giudicava per la somiglianza sia fisica (o almeno di una volta) e caratteriale tra me e lui.

Ma io ero me stessa non lui. Io in mio ero unica e uguale a nessun altro.

- Hai trattato malissimo la mia migliore amica - Potter tutto ad un tratto era arrivato al punto. Aveva scagliato ciò che gli dava fastidio come una freccia inaspettata ma io sono molto agile e la afferrai usandola poi contro di lui.

- Fa come vuoi Potter, non voglio le tue inutili scuse e poi non mi pare di aver fatto niente di male alla tua amichetta –

- Niente di male? Hai offeso i suoi sentimenti. Ti sembra poco? A già giusto a te dei sentimenti non frega niente! Sai cosa ti dico Riddle che ti odio come non ho mai odiato nessuno!

- Provalo allora se nei hai il coraggio -

- Diffindo!-

Un getto rosso mi passò accanto strappandomi una manica del vestito.

Io restai immobile, niente del genere doveva accadere quel giorno.

- Cosa c’è Riddle lanci la sfida e poi non l'accetti? Non ne sei capace o sei semplicemente codarda?-

Non so cosa sbottò dentro di me so solo che alla parola codarda il mio corpo reagì d’ istinto prendendo la bacchetta e buttandolo a terra.

- Expelliarmus - James mi disarmò aspettandomi impreparata. Inutile. Una scintilla rossa uscì dalle punta delle mie dita, dritta verso la sua faccia lasciandogli un graffio profondo che incominciò in breve a sanguinare. Non volevo fargli del male. Quel giorno era già abbastanza incasinato.

-  Non voglio farti del male Potter - gli dissi poi aspettando che si rialzasse.

-  Non ne sei capace, questa è la verità, Stupeficium –

Nuovamente una luce rossa mi passò accanto. Ma al contrario del precedente non aveva sbagliato mira: voleva intimorirmi non farmi del male.

Ma se nessuno voleva fare del male perchè combattevamo? Sembrava quasi come se combattere tra di noi fosse un nostro dovere, come fare i compiti o essere educati. Ma un vero motivo non c'era.

-  Allora credi di potermi battere? - mi chiese poi in segno di sfida incitato dal resto della sala comune.

Una scintilla rossa molto più potente lo colpì e lo fece crollare a terra dal dolore. Non tenni tanto la maledizione, anzi in relatà non durò più di un secondo ma non volevo ferirlo, volevo solo dimostrargli che ero io la più forte. Probabilmente nessuno l’aveva riconosciuto, se non fossi stata io a farlo l'avrei scambiato per un banale expelliarmus. Ma anche se il "crucio" era durato davvero poco il ragazzo stava ancora disteso sul pavimento e mi fissava terrorizzato.

Mi avvicinai e lo fissai con uno sguardo troppo cattivo per una bambina di undici anni – Sì Potter credo di poterti battere –

-  Che diavolo sta succedendo qui – la voce del prefetto riecheggiò nell’aria facendoci bloccare. James si ritirò a fatica in piedi e io nascosi la bacchetta sotto il mantello.

Tutti i ragazzi si dileguarono mentre io e James continuavamo a fissarci.

Il ragazzo che era apparso era alto e molto magro. Aveva i capelli folti e color del fuoco, piccole lentiggini gli rigavano il volto rigato da una grande stanchezza.

-  E’ tutto ok Fred – rispose Potter riconoscendolo.

-  Tutto ok un corno Jammy! Cosa è successo?–

-   Fred noi non abbiamo fatto nulla! - si giustificò il ragazzo facendo un passo avanti e cercando di convincere il cugino con un viso angelico.

-  Non prendermi in giro ok! Potresti essere espulso per questo!-

Il ragazzo  sbuffò portandosi indietro.

-  In quanto a voi signorina Riddle – disse poi il prefetto rivolgendosi a me - non mi capiti di ritrovarla in una situazione del genere.-

-  Non capiterà –

- Bene.Oggi è il primo giorno e ho sonno quindi facciamo finta di niente. Ora andate a letto forza.-

Senza rispondere girammo e ci dirigemmo verso le nostre camere.

Lo fissai fino a quando mi fu possibile poi imboccai la scala a chiocciola che portava al dormitorio femminile.

-   Anche se sono del quinto anno non conosco quell’incantesimo, ma dava l’idea di essere molto potente. Se fossi in Potter non la sottovaluterei –

La voce proveniente dalla prima stanza mi fece sorridere. Ora mi ritengo una stupita per aver considerato la fine di quella frase come l'unica cosa ositiva della giornata ma a quel tempo ero molto diversa da quella che sono ora. Per me quelle parole suonarono come la più grande vittoria della mia vita.

Salii le scale velocemente e raggiunto il letto mi ci sprofondi senza prestare attenzione agli strani colori delle coperte.

“ Se fossi in Potter non la sottovaluterei “ e senza pensare ad altro mi addormentai.


 

spero con tutto il cuore ch vi sia piaciuto.

Spero di ricevere qualche recensione.

Mary

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Capitolo 8
*** L'inizio ***


L'INIZIO

 

 

Eccomi nuovamente qui!

Visto non vi ho fatto spettare troppo!=)

Penso che di pubblicare, da adesso in poi, 1 capitolo al mese, dire di meno tra tutti gli impegni che ho sarebbe mentire sia a voi che a me stessa.

Tornando a noi, sono felice che lo scorso capitolo sia piaciuto e perciò mi affretto a ringraziarvi…

ringrazio: chariss - hermana - Maga_Merlina - maltrerio - roxy_black - _______aliceullen- CriCri97 per aver messo questa storia tra le loro preferite (cavoli non pensavo potesse piacere tanto);AZTHEBEST1 - BlackFra92 - Celly87 - Crazy Owl - ilaila92 - lapras89 - leonedifuoco - ludox - Maga_Merlina - Malandrina94 - maltrerio - MicroCuts - mikyvale - prelude10 - Rebecca Lupin - Scorpioncina - tamakisskiss - vicky_principessa per averla messa tra le seguite (cavoli pure voi quanto siete!!);Ely_91 - stellinagiocosa90 per averla messa tra le da ricordare.

Grazie mille a tutte voi!!!

Un particolare ringraziamento come sempre a Malterio e Hermana che recensiscono... davvero mille grazie!
Sapete non scrivo molto per Harry Potter e ricevere recensioni (anche se piene di critiche) mi fa sempre molto piacere, mi aiuta a migliorare.... anche un semplice "è ok"o " bello" o "è tremenda" per me significa molto [certo se nell'ultima si specifica anche il perché potrei migliorare =) ].

E ora vi lascio al capitolo che, diciamo è il primo vero capitolo della storia [quello che avete letto era un grande prologo.... -.-“] sperando che vi piaccia, non vi deluda; sperando che vi faccia porre alla fine mille domande, sperando che facciate alla fine strane supposizioni, sperando che le supposizioni che vi fate adesso si distruggano come in ogni libro nei capitoli seguenti.

Sperando che questa fic possa sembrare un libro scritto da una principiante.

Ci credo tanto e spero di riuscire a farvi provare quelle magiche emozioni che solo la scrittura sa dare.

Almeno ci provo!=)

Prima di salutarvi vorrei informarvi che ho una beta!! Il lavoro che ha fatto per questo capitolo è stato splendido e quindi il merito è anche suo! Davvero è un genio!

Di chi sto parlando? Di  maltrerio!! Davvero mille granzie non so come avrei fatto senza di te!

Baci

Mary

 

 

 

Ero seduta su una poltrona che non conoscevo: il fuoco che scoppiettava alle mie spalle era l’unica fonte di luce nella stanza.
Le pareti erano colme di fotografie di persone che avevo solo visto ma mai conosciuto, un tappeto rosso ricopriva quasi tutto il pavimento.
Mentre me ne stavo lì seduta a fissare le strane immagini che il fuoco creava, una figura angelica camminava verso di me.
Con passo affrettato avanzava, facendo volare nell’aria i suoi capelli rossi e scompigliati. La vestaglia bianca stropicciata come se non avesse mai avuto il tempo di stirarla e una lacrima che come una ballerina, scendeva lenta lungo la guancia.
Mi alzai di scatto, avvicinandomi a lei e ponendogli le mani sulle spalle.
Solo quando il mio viso fu a pochi centimetri dal suo la riconobbi: la signora Potter mi stava davanti, con il viso distrutto dalla stanchezza, e teneva in mano una lettera.
- E’ meglio se ti siedi – mi disse in un sussurro asciugando quelle lacrime che così poco familiari nei suoi occhi ora erano diventate quasi consuete
Eseguii come una marionetta l’ordine e mi accomodai sul divano dove lei mi raggiunse in pochi minuti.
- Da parte di chi è la lettera?- dalle mie labbra una voce maschile uscì senza che io potessi controllarla.
La signora sembrò esitare ma poi fissandomi negli occhi rispose: - E’ di Silente –
Sentii la preoccupazione invadermi e la mia mano tremare mentre cercavo di afferrare quel pezzo di pergamena.
- Elnath Riddle è giunta a Hogwarts – incominciò Ginny Potter passandomela - stata smistata a Grifondoro, non si capiscono le sue intenzioni. Ho paura per Jammy, Harry, non voglio che un Riddle rovini anche il suo primo anno di scuola, io... –
Il mio capo si chinò in un cenno di assenso e poi senza aspettare che la signora Potter potesse proseguire aggiunsi:
- Dobbiamo prendere dei provvedimenti -



Mi svegliai di colpo, il cuore batteva troppo veloce e piccole gocce di sudore mi bagnavano il viso.

Mi tirai su a sedere e mi guardai intorno: il silenzio regnava nella stanza rotto ogni tanto dal russare pesante di una ragazza minuta.
Posai i piedi a terra facendoli aderire con delicatezza al freddo pavimento e facendo un passo dopo l’altro scesi di sotto.

Avevo bisogno di un po' d'aria, di un bicchiere d'acqua fresca e di pensare a quello che avevo appena sognato, prima di infilarmi nuovamente sotto le coperte. Così andai nella mia tanto odiata sala comune.

La stanza era immersa nel nero.
L’unica luce era quella della finestra aperta, l’unico rumore era lo scoppiettare del fuoco che ormai si stava spegnando.
Ma anche se il silenzio e l'oscurità regnavano nella stanza, non ero sola.
Un ragazzo sedeva sul divano.
Mi dava le spalle ma ero certa di chi fosse.
James Potter fissava il fuoco senza dare segno di avermi sentita arrivare.
Si limitava a stare lì, impalato, spostando ogni tanto gli occhi verso la finestra, in attesa di qualcosa ancora a me sconosciuto.
Con passo lento mi sedetti accanto a lui e di scatto i suoi occhi mi furono addosso.
- Che ci fai sveglia tu? - la domanda volò gelida nell’aria mite del salotto.
- Potrei farti la stessa domanda – risposi io con tono calmo, come se stessi parlando a una qualsiasi persona e non al mio nemico.
- Aspetto una lettera dai miei genitori -
Era tutto così strano: quella conversazione, quell'onestà, quel tono, quella semplicità... era una situazione che mai mi sarei immaginata di vivere.
Ricordo che ne rimasi confusa all’inizio della nostra prima, vera conversazione.
Ma bastarono pochi minuti che la parte ragionevole del mio cervello si spense e diventai semplicemente Elnath, una piccola e innocua bambina senza un passato.
- Ora tocca a te - continuò poi fissandomi dritta negli occhi - Perché sei qui alle 5.30 del mattino? -
- Non riuscivo a dormire –

Otto ore prima eravamo in piedi davanti a tutti che giocavamo a fare i “grandi”.
E ora… e ora invece eravamo lì, seduti davanti al focolare mentre il cielo incominciava a diventare rosa, con un grosso sorriso stampato in faccia.
Come se fossimo stati migliori amici da anni, come se non fosse successo nulla.
- Scusami se prima ti ho fatto male – la sua voce era bassa, come se si vergognasse di quello che stava dicendo.
- Anche io non sono stata molto carina, ma alla fine siamo pari no? – risposi con la semplicità che solo un bambino può avere.
Perché anche se a causa dei nostri genitori dovevamo odiarci, anche se non avevamo niente in comune restavamo sempre questo: bambini.
E i bambini fanno cosa insensate senza pensarci su.
I bambini litigano e fanno pace due minuti dopo.
I bambini si pentono e chiedono scusa.
I bambini sorridono per una frase banale.
I bambini non ragionano.
Ma sopratutto, i bambini amano come nessun altro sa fare.
Mentre silenziosi ce ne stavamo lì seduti, una civetta bianca entrò volando dalla finestra e atterrò sul divano tra noi due.
James prese la busta dalla bocca dell’animale e dopo avergli dato una carezza sul capo, la lasciò volare via.
Scrutai la busta e tutto sembrò tornarmi chiaro:

A James Sirius Potter

Con affetto Ginevra Molly Weasley in Potter e Harry James Potter
Mamma e papà


- Va beh io me ne vado di sopra non si sa mai mi vengano strane idee come quella di scusarmi o di parlare di chi sa cosa con te, addio Animale – la mia voce questa volta fredda e tagliente lo colpì facendolo scattare in piedi.

- Trovi che sia una cosa così brutta scusarti – urlò James - io non volevo davvero farti del male. Ma vedi di non istigarmi o la prossima volta prendo la mira -
Senza dirgli altro mi girai e mi diressi con passo svelto verso camera mia.



***



Se pensavate che la mia storia fosse già cominciata vi sbagliavate di grosso.

Se quel giorno non fosse mai arrivato probabilmente la mia vita sarebbe continuata tranquilla e monotona e rimasta per sempre seduta sola in quell'angolo del tavolo dei Grifondoro.
Se il 2 settembre tutta quella conversazione non avesse avuto inizio non sarei stata la persona che sono adesso.
Perché fu proprio il giorno seguente, mentre tranquilla mi gustavo la mia colazione, che tre parole diedero inizio al più grande errore e alla più grande soluzione che il mondo magico abbia mai visto…
- Buon Giorno Riddle!- James Potter sedeva composto davanti a me nella sala grande e mi fissava con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Senza dire niente alzai gli occhi della mia tazza di latte e cornflakes mangiandone, per poi tornare con disinvoltura a mangiare.
- Lo prendo come un buon giorno – rispose lui incominciando a giocherellare con un cucchiaino. - hai visto che orario? Proprio uno schifo no... -
- Cosa ti fa credere che puoi parlare apertamente con me - lo interruppi bruscamente facendo cadere il cucchiaino nella tazza - Mi pare di essere stata abbastanza chiara questa mattina -
- No, sei stata chiarissima e anzi mi rimangio anche le mie scuse… sai in verità è che quando sono stanco sparo cavolate. - rispose lui incominciando con aria definita da "figo", a dondolarsi sulla sedia - Comunque sia ti andrebbe, ecco... di… non so come dire di… di venire a lezione con me? -
- Ti sei bevuto quel poco di cervello che ti restava Potter? - risposi guardandolo negli occhi allarmata e prendendo un'altra cucchiaiata di cereali.
- Ma io non voglio è solo che….–
Tutto allora mi sembrò chiaro: la lettera, le parole di James, Potter del mio sogno che diceva che voleva prendere provvedimenti… dopotutto non sarebbe stata la prima volta che facevo sogni premonitori.
Posai il cucchiaio ancora pieno di latte nella tazza e mi appoggiai con entrambi i gomiti sul tavolo, fissandolo in quegli occhi colmi di preoccupazione.
- Chi ti ha mandato? - chiesi giungendo direttamente al punto – Silente? Tuo padre? Chi?-
Lo stupore che apparve sul suo volto fu indescrivibile: il cucchiaino con il quale giocava era fermo nella sua mano e la sedia era tornata al suo posto producendo un gran baccano.
Si mordeva il labbro imbarazzato e continuava invano ad aprire la bocca.
Poi lo stupore si trasformò in divertimento, le sue labbra in un sorriso e con un sussurro quasi impercettibile rispose:
- E se fossero entrambi? –
La risposta non poté che farmi sorridere: quella famiglia era molto più stupida di quanto immaginassi.
- Quindi tu parli con me solo perché te l’hanno chiesto loro?- domandai io cercando in tutti i modi di capirlo.
- E’ brutto da dire ma sì... allora ti va di parlare con me si o no?-
- No – risposi secca, alzandomi dal tavolo e dirigendomi verso l’uscita.
- Non puoi fare così – mi rispose lui inseguendomi e bloccandomi per un braccio prima che potessi superare il portone.
- Insomma vuoi sapere tutta la verità?- incominciò senza mollare la presa– mio padre e Silente vogliono che parli con te in modo da tenerti d’occhio e, se riesco, scoprire delle cose sulla tua famiglia. Ma io ti odio e… -
Non ascoltai più niente.
Le sue parole tutto ad un tratto diventarono solo un sottofondo fastidioso.
Non mi interessava quello che quello stupido stava cercando di dirmi, ne tanto meno di capire quella stravagante famiglia.
La mia attenzione era tutta per un gufo che in quel preciso istante stava planando nella sala.
Le penne quasi blu e gli occhi gialli alla ricerca del suo padrone.
Il gufo volò dritto verso di me e si posò delicatamente sulla mia spalla mostrandomi la lettere.



A Elnath Riddle

L.V.

Un pugno immaginario mi colpì allo stomaco.

Mi ero dimenticata di un particolare: la sera dello smistamento tutte le famiglie venivano avvisate della casa  in cui veniva smistato il proprio figlio.
- Ehi mi stai ascol…- incominciò James bloccandosi poi a guardare la lettera e il gufo – Chi è L.V.? –
- Mio nonno – risposi irritata strappando la lettera dalla bocca del gufo.
- Tu non hai nonni? Insomma Tom Riddle è morto anni fa, l’altro non so nemmeno chi sia quindi…-
- Merlino Potter quanto sei stupido, era ironico! Insomma quante persone mi potrebbero mai scrivere firmandosi L.V.?-
- Non ci arrivo –
- E’ mio padre – gli risposi accarezzando il gufo per poi lasciarlo andare.
- E perché mai dovrebbe firmarsi L.V. ?– mi chiese lui con voce colma di stupore.
- Ma tu sei sicuro di essere figlio di Harry Potter? Comunque Lord L e Voltemort V-
- Non era così scontato –
Mi limitai ad alzare gli occhi al cielo, avevo cose più importanti a cui pensare.
Se mio padre mi aveva scritto una lettera non prevedeva nulla di buono.
Non era tipo da sprecare del tempo solo per dirmi ciao.
- Insomma – continuò Potter distraendomi dai miei pensieri – voi siete una famiglia di pazzi nessuno ci sarebbe mai arrivato…-
Guardai James dritta negli occhi, pronta a rispondere alla sua provocazione e tutto ad un tratto la soluzione al problema mi sembrò così semplice e scontata.
Lui doveva stare con me perché i suoi lo obbligavano ma allo stesso tempo io potevo sfruttare questo a mio vantaggio.
Stargli vicino significava stare vicino a Harry Potter e scoprire i suoi punti deboli, diventandogli amica sarei riuscita a distruggere lui e il padre con più facilità.
Diventando amica del figlio del prescelto avrei fatto arrabbiare quest’ultimo e questo mi piaceva.
Quindi in questo modo prendevo due piccioni con una fava: per prima cosa potevo raccontare a mio padre che ero stata smistata in grifondoro solo per stare vicino a Potter per diventare sua amica e acquisire informazioni sull'ordine. Secondo, stare con suo figlio avrebbe indebolito il cuore di Harry Potter rendendolo più facile da distruggere.
- Va bene ci sto – risposi cambiando di colpo discorso.
- Ci stai a fare cosa?- rispose lui ancora troppo concentrato a capire come non gli fosse potuto venire in mente Lord Voldemort.
- Stare con te per un po’ di tempo –
- Mi stai prendendo in giro?- disse lasciando finalmente la stretta.
- Assolutamente no. Dopotutto così posso anche io tenerti d’occhio -
- In effetti sì –
- Bene ma a tre condizioni –
- Dimmi tutto Riddle –
- Ecco appunto prima non chiamarmi Riddle – vidi che alzava gli occhi al cielo ma non ribatté, quindi prosegui – secondo ci sono cose che non posso dirti perché ne va della mia vita e quindi evita di insistere e terzo davanti a me ti pregherei di chiamare mio padre Voldemort o tu-sai-chi e non Tom come fai molto spesso –
- D’accordo ma anche tu devi seguire le mie regole - chinai il capo – uno, come per te ci sono cose che non posso dirti quindi se non ti rispondo non insistere, secondo non devi mai più usare la magia contro di me –
- Per la seconda se non ce ne sarà bisogno non la userò, non sono mica una che usa una maledizione tanto per divertimento –
- Davvero? – mi domandò sorridendo leggermente – Allora affare fatto Ri…Elanaht ?-
La sua mano si tese verso di me e io la strinsi mentre su di me compariva un sorriso.

 

 

Per salutarvi vi lasico la foto di Elanth, so di avervene già mostrata una ma ora ho trovato quella perfetta! Dovete solo renderla più piccola!!:

http://image.forumfree.it/5/4/7/0/8/9/6/1296737593.jpg

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Capitolo 9
*** I signori L ***


 

 

I signori L

 

 

 

 

 

Giorno ragazze,

vi scrivo questo "capitolo" per scusarmi del mio immenso ritardo ma spero che voi possiate capire. La fine della scuola si era avvicinata e ogni giorno sembra volare e con loro anche le probabilità che io potessi a salvarmi l'anno... non ho mai creduto di essere bocciata ma i debiti avevano già incominciato, come l'anno prima, a dirmi "vieni da noi". Quindi oltre al fatto che la mia testa era così impazzita da essere riuscita a impersonificare il debito di latino e inglese (che io continuo dire avere solo sono mooolto patriotica e il mio cervello non si degna di apprendere nemmeno la propria lingua madre-.-) ero riuscita anche a convincermi che fose non sarebbe stato male stringere i denti, chinare la testa sui libri e studiare fino alla fine della scuola. Volevo evitare di iniziare le vacanze donando ai miei genitori lo stesso regalo dell'anno scorso... sarebbe ripetitivo e scontato... dovevo variare un po no? Poi è finito tutto, nessun debito e tutti felici, e ho ricominciato a scrivere ma è arrivato un'altro problema: l'oratorio. Devo fare l'animatrice e arrivata a casa sono così stanca dalle urla dei bambini che non riesco proprio a fare altro se non stendermi sul letto. Più i problemi di internet che mi persegiutavano... questa fine dell'anno scolastico\inizio vacanze è stato proprio uno spettacolo-.-""

Quindi questo capitolo l'ho scritto pensando a tutti voi, perchè mi mancavano le vostre recensioni e appoggio.

Ma in particolare lo dedico alla mia Beta, non che amica di penna,  maltrerio. Non la sentirò più per un po', deve fare un intervento agli occhi in america, è un'operazione delicata e io voglio esserle vicino il più possibile, in ogni modo un' estranea possa fare.

Ora vi lascio al capitolo che per perdonarmi è lunghetto=)

Baci e grazie per la pazienza che ogni volta avete.

Mary

 

 


I nostri passi rimbombavano nel corridoio mentre ci affrettavamo a raggiungere l’aula di pozioni nei sotterranei del castello. Con passo spedito superammo numerosi corridoi, così vicini da riuscire a sfiorarci, così distanti da non riuscire a pronunciare una parola.

Lui agitato per come sarebbe apparso il suo nome ora che era il mio alleato numero uno, troppo preoccupato per come la sua vita sarebbe potuta cambiare da questo gesto.

Io con la testa ancora concentrata sulla lettera che mi giaceva sigillata nella tasca. Non riuscivo a immaginarmi la reazione dell’Oscuro Signore e questo mi turbava più di qualunque altra cosa.

 

- Allora ti chiami Elnath – i tentativi di Potter di aprire discorso erano vani come quella di suo padre di uccidere il mio, ma almeno, al contrario di quello, lui ci provava.

Ogni tanto tirava su col naso, altre tossiva o si voltava verso di me sorridendomi, alte ancora scrocchiava le dita o alzava le sopraciglia.

L’insicurezza che regnava nella sua testa gliela si poteva leggere in volto e in tutte quelle frasi senza senso che stava continuando a dire.

 

- Insomma è un nome strano – continuò sostenendo per la prima volta il mio sguardo.

- Non lo trovo strano – risposi sorpresa da quella sua affermazione – piuttosto unico –

- No ma strano buono! E' particolare ma devo dire che mi piace…Come mai questo nome? -

- Che domanda è! Insomma perché i tuoi ti hanno chiamato James? –

- Beh è il nome di mio nonno -  rispose James chinando lo sguardo - sai lui è stato ucciso quando mio papà era molto piccolo e allora pensavano che fosse carino ricordarlo –

- Già – sussurrai più a me stessa - non ci avevo pensato –

 

Dopo quell’ affermazione nessuno osò più parlare.

Un grande silenzio calò intorno a noi senza che nessuno dei due riuscisse a fermarlo. Eravamo imbarazzati, bloccati dal non sapere cosa rispondere. Non credo soffrisse davvero per il nonno, io non ho mai sofferto per la perdita del mio, ne mi è mancata quella figura. Perché non avendolo mai conosciuto, non sapendo cosa volesse dire averlo, non può mancarti. James Potter per lui non era mai esistito, come per me Tom Riddle.

Se volevo potevo certo fare due passi in giardino e avere la certezza che un tempo Lui era esistito, aveva dormito nella mia stanza e aveva corso per quel prato ormai lasciato a se stesso.

Ma bensì in ogni angolo della casa fosse custodito il suo ricordo, per me quell’uomo non sarebbe mai stato di più che un mucchio di ossa messe sotto una grande e lugubre statua.

Quell’affermazione però ci aveva ricordato un particolare, una sfumatura che entrambi, in quei pochi minuti, c’eravamo dimenticati.

I nostri padri non si odiavano, ma si ritenevano nemici e anche se la maggior parte della gente usi questi termini come sinonimi questi non lo saranno mai.

Due persone che si odiano evitano di trovarsi insieme nello stesso luogo, giocano a nascondino per evitarsi, desiderano che quello esca dalla loro vita, svanisca velocemente come è arrivato. 

Due persone che sono nemici invece vogliono incontrarsi, vogliono sapere il maggior numero di informazioni per poter conoscere come ferire l’altro, come distruggerlo; vogliono che l’altro faccia parte della loro vita per poterlo poi scacciare fuori come meglio vogliono.

 

- Allora ora rispondi alla mia domanda? – la voce di James mi fece distaccare dai miei pensieri e concentrarmi sul suo sorriso che sempre rigava il suo volto.

- Quale?- in tutto quel tempo di silenzio mi ero decisamente dimenticata da dove eravamo partiti, ma si sa che la curiosità di Potter fa concorrenza solo al suo ego e lui, certamente, non si era scordato di niente.

- Perché ti chiami Elnath? –

- Ah quella – risposi io sorridendo - non so il motivo, so solo che è l’ultima cosa che mia madre, dio quanto è stupido pronunciare questa parola, comunque, è l’ultima cosa che mia madre ha chiesto prima di dimenticarsi che sono sua figlia, prima di dimenticarsi di avere un’altra figlia in effetti –


La mia bocca si era mossa da sola lasciandomi sorpresa.

Non ero mai riuscita parlare della mia infanzia, ogni volta che ci provavo, anche solo con me stessa, finivo per bloccarmi e preferire stenderci sopra un telo nero. Questo in un certo senso mi proteggeva, se non analizzavo ciò che avevo fatto non potevo veramente capire chi ero. Io vivevo sulle orme di mio padre, imparavo dai suoi errori e crescevo come se fossi lui anni prima. Questo era quello che lui voleva e questo era quello che io facevo. Ero una marionetta di cui lui teneva i fili, ero una casa che lui creava mettendo i mattoni che voleva, ma più di tutti ero la più letale, invisibile e forte tra le armi e questo era il vero motivo per il quale mi addestrava, questo era il vero motivo per il quale mi proteggeva da tutto, questo era il vero motivo per il quale il mio cuore non si era spento due minuti dopo aver incominciato a battere. Io ero ciò che l’avrebbe fatto vincere, io ero ciò che Potter non poteva sconfiggere, io ero l’unica strega al mondo ad essere stata addestrata dalla nascita per portare morte, senza che io lo sapessi o lo volessi. Non capivo e quindi non reagivo. L’ignoranza rende il vero astratto e irreale, L’ignoranza ti porta a non vivere.


   ***


La voce del professore continuava ad invadere la stanza attirando la mia attenzione e di quei altri quattro o cinque ragazzi.

Era ormai mezzora che parlava della propria materia, di come fosse importante apprendere nel corretto modo come fare tutte le pozione ma non si era ancora degnato di rivelarci il suo nome.

Anche se tutti ormai eravamo curiosi di saperlo nessuno osò alzare la mano fino a che non fu Potter a rompere il ghiaccio.

 

- Scusi professore ma lei non ci ha ancora detto il suo nome –

- Oh sì giusto, sono proprio sbadato- rispose il grosso uomo soffocando una risata - Io mi chiamo Horace Lumacorno. Con questo direi che le presentazione sono terminate. Passiamo al pratico. Qualcuno di voi a esperienze con pozioni, magari a visto i genitori prepararne una? Forza alzare le mani non vi mangio mica! E’ solo per fare un po’… di conoscenza…-

 

Una decina di mani, tra cui quella mia e di Potter, si alzarono e guardando riuscii a capire il perché: erano tutti imparentati con qualche elemento fondamentale in uno dei due schieramenti.

C’era Rebecca Lupin, che con il problema del padre vedeva una pozione come minimo una volta al mese. C’era Bella che non aveva ancora avuto il coraggio di guardarmi e Scorpius che con aria schizzinosa si tappava il naso; li seguivano altri ragazzi di cui non conoscevo il nome e tantomeno mi importava saperlo, ma che bastava guardare per riconoscere in loro i lineamenti dei genitori. Ed infine c’era una ragazza che mai prima di allora avevo visto. Sedeva accanto a Rebecca, con aria preoccupata e tremante. Era bassa e magra, con capelli color grano che le raggiungevano a mala pena le spalle e il volto ancora da bambina stampato in faccia.

 

- Allora vediamo un po’. Tu qui davanti, alzati e dicci il tuo nome, forza – disse il professore indicando proprio quella bambina che poco prima aveva attirato la mia attenzione.

– Mi chiamo Emma Lupin – si presentò la ragazza alzandosi.

- Piacere di conoscerti Emma. Allora che pozione ti ricordi? - chiese il professore, pentito di aver chiesto alla figlia di un lupo mannaro quella domanda.

- Beh c’è la pozione Polisucco, l’ Amortensia o la Crudata – rispose la piccola con una sicurezza che fece rimanere tutti a bocca aperta.

 

Dietro quel visino dolce e insicuro si rivela una ragazza forte e intelligente che nessuno si aspettava.

Ma anche se pure io fossi stata presa dal forte carattere che si nascondeva dietro quel dolce faccino, non posso dire che questo fosse il mio primo pensiero su di lei. Avrei giurato infatti di non averla vista la sera prima nemmeno con la coda dell’occhio. Quindi o ero diventata cieca o era giunta a scuola nella notte.

C'era solo uno che poteva rispondere alle mie domande.

Senza pensarci attentamente strappai un pezzo dalla mia pergamena e dopo averla scritta lo passai a James.

Lo vidi incuriosito aprirlo e leggerlo, per poi scriverci qualcosa e ripassarmelo.

 

Ieri non stava molto bene è arrivata questa mattina

 

Non bastava.

 

Strano anche sua papà non stava molto bene. Non è che hanno qualcosa in più in comune oltre all’aspetto?

 

Potter non rispose più.

E questo significava due a zero per me.

Senza pretendere altre risposte tornai a concentrarmi sul professore.

 

- Allora questa pozione si chiama Clauda – diceva Lumacorno tirando fuori da una pentola un liquido nero - serve per bloccare il corpo delle persone. Viene spesso usata al san Mungo per immobilizzare i malati in interventi rischiosi. Infatti questa ha un effetto molto più lungo di un banale immobilus e fa anche da anti dolorifico, se si aggiungono varie spezie che ora non sto qui ad elencarvi. Ci sono domande al riguardo? –

Nessuna mano si alzò e lui continuò il suo discorso passando a un altro calderone che si trovava alle sue spalle. Ma prima che potessi capire di cosa si trattasse, il mio pezzo di pergamena era nuovamente sul mio banco sporco di nuovo inchiostro.

 

Beh non prendere Elnath deduzioni affrettata. Dopotutto cosa doveri pensare io di te se no? Che non hai l’anima intera o che sai volare?

 Mi girai verso di lui guardando come divertito sogghignava, convinto di aver vinto, di avermi battuta.

 

- Magari ne sono capace – gli sussurrai sotto voce - chi ti dice che non sia vero? -

- Istinto – mi rispose tornando poi a concentrarsi sull’enorme pancione del professore, che imperterrito continuava a mostrarci pozioni.

Io lo guardai ancora per qualche minuto per poi imitai il suo gesto.

 

-  Questa la conoscete tutti – la voce di Lumacorno riprese la mia attenzione e il pensiero della Lupin uscì dalla mia testa. Il professore era davanti ad un altro calderone, meno grosso degli altri, e mostrava alla classe il liquido giallastro che  teneva sul cucchiaio - Allora chi sa dirmi che cos’è? –

Nessuno questa volta alzò la mano, incapaci di rispondere alla domanda più banale che il professore avesse fatto dall’inizio della lezione. Io sorridendo, compiaciuta di come tutti fossero caduti nell’inganno, alzai la mano attirando tutta l’attenzione su di me.

 

- Si mi dica signorina Riddle – mi disse il professore pronunciando l’unico cognome che si ricordava.

- Quella non una pozione –

- Molto bene – rispose senza dare una tonalità a quella esclamazione e continuando a guardare da altre parti come se temesse il mio sguardo – Qual'è il tuo nome?-

- Elanth signore –

- Complimenti Elanth è esatto, mi sai dire che cos’è e come l’hai riconosciuta? Avvicinati, se vuoi guardarla meglio –

 

Senza farmelo ripetere mi alzai e mi diressi da lui che restò lì immobile, come la sera prima. Il terrorore gli invadeva gli occhi e per un attimo mi sembrò anche di vederlo indietreggiare.

Cautamente mi diressi verso di lui e solo quando i miei occhi incontrarono i suoi qualcosa cambiò.

Non so bene cosa vide, non so cosa scattò in lui, so solo che Lumacorno sembrò tranquillizzarsi, so solo che nei suoi occhi lessi solo felicità e so solo che mi sorrise come a incoraggiarmi, come a dirmi “so che lo sai”, come se mi volesse bene.

 

- Zuppa di fagioli? – chiesi poi stupita.

- Corretto e da cosa riconosci che non è una pozione? – chiese mantenendo il sorriso soddisfatto.

- Beh fuma meno delle altre – incominciai senza prestare attenzione al suo sguardo - e aderisce di più alle pareti, come se fosse più solida. Ci sono poche pozioni che hanno questa solidità, come la Polisucco o la Mortem, ma anche queste non aderiscono così alla parate del calderone, infatti non ne resta quasi segno quando si tolgono. Per di più questo calderone è una temperatura troppo bassa per creare una pozione densa come quella che avete nel cucchiaio -

- E' esatto T…  Elanth. Una definizione perfetta non c’è che dire – disse con gli occhi che incominciavano a brillargli.

- È una banale zuppa di fagioli? – chiese un ragazzo da infondo alla classe.

- Sì, tutti avete pensato a una cosa complessa quando invece era banalissimo! Per questo che assegno dieci punti a Grifondoro! – esclamò infine, questa volta più euforico delle altre volte, come se avermi lì accanto gli avesse fatto cambiare giudizio su di me, come se, guardandomi negli occhi da vicino, avesse visto un’altra persona.

 

– Per oggi però la lezione è finita – aggiunse poi rivolto a tutta la classe - ci vediamo domani ragazzi, e non dimenticatevi i libri, iniziamo veramente –

Soddisfatta aspettai che il professore smettesse di parlare per poi dirigermi da Potter che mi guardava stupefatto.


- Come sai tutte quelle cose?- chiese mentre riponeva penna e calamaio nella borsa.

- Istinto – risposi sorridendo, prendendo la mia tracolla e dirigendomi con lui verso la porta.

- Non può essere istinto! –rispose lui permaloso facendomi scoppiare in una tenera risata. La fiducia che mi aveva dato quel professore, il suo sorriso amichevole mi aveva reso la mattina più leggera, mi aveva resa soddisfatta facendomi dimenticare del problema che portavo in tasca.

Non avevamo fatto ancora in tempo a mettere un piede fuori dall’aula che il pancione del professore era di fronte a noi.


- Salve ragazzi – disse con aria felice continuando a spostare lo sguardo da me a Potter – mi chiedevo se vi andasse di entrare in un gruppo privato. La dimostrazione oggi della signorina Riddle è stata esilarante e sono convinto che anche voi, signor Potter, l’avevate riconosciuta. Siete due grandi talenti e io tendo a premiare quelli come voi quindi… vi andrebbe di unirvi al Lumaclub? -


Allora che ne pensate??

Spero in un vostro commento

Baci

Mary

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Capitolo 10
*** DEMORALIZZAZIONE, GIOVINEZZA E UN MONDO MAGICO DISTRUTTO ***


DEMORALIZZAZIONE, GIOVINEZZA E UN MONDO MAGICO DISTRUTTO

 

 

Ok picchiatemi, uccidetemi, frustatemi e appendetemi al muro ma proprio non riesco ad andare avanti con questa storia!
Non che mi manchi l'ispirazione, al contrario in questo momento ne ho davvero tanta, sopratutto riguardo questa storia. Ma mi manca quella voglia che prima mi spingeva a scrivere un capitolo al giorno, mi manca quella voglia di rileggere 1223123 il capitolo prima di pubblicarlo per poter poi esclamare " E' perfetto". Ecco mi manca tutto questo, mi manca la scentilla che prima avevo ogni volta che nella mia testa compariva il nome Elnath.

Mi sembra che scriva ormai questo storia solo per voi e non per me stessa.

Un altro problema è che quando provo a rileggere i primi capitoli mi demoralizzo... permettetemi il termine....fanno davvero schifo!
Forse è perchè era la prima volta che provavo a scrivere un "romanzo" o forse molto più banalmente perchè sono cresciuta. Quando infatti questa storia è nata era il 2008, quando ho incominciato a scrivere era perfettamente l'estate dell'anno dopo. Capite?!? Non ero che una ragazzina alle quale era stata data in mano una penna, non analizzavo ancora bene i personaggi e tendevo a farli passare troppo per buoni.
Ho riscontrato lo stesso problema rileggendo "Vita, morte e miracoli di Jasper Whitlock", altra mia fic.
Come lì ho decisono quindi, a insaputa di tutti, di bloccare momentaneamente la storia. E' inutile che contunui se non mi piace il risultato. Quindi la fermo, sperando prima o poi di aver il tempo di riscrivere tutti i primi capitoli, mantenendone solo la basa. Allora, solo allora la riprenderò.

Poi c'è un altro problema. C'è stato infatti un momento che ho deciso di non voler più sentire parlare di Harry Potter, non so a voi ma il fatto che sia finito mi fa ancora molto male. Lo so ora direte che sto ingigantendo ma non è così! Per me quel libro, quel film significava molto. In poche parole Harry era la mia infanzia, il mio secondo mondo, la mia seconda famiglia.

Ancora mi ricordo quando per chiamare Arthur Weasley dicevo semplicemente papà2, o quando ho incominciato a correre per casa piangendo solo perchè mi avevano regalato la bacchetta originale di Ginny (mio personaggio preferito dal 2). Mi ricordo quando ho incominciato in piena notte a saltare sul letto senza capire più niente: le lacrime mi scendevo ma avevo una grande voglia di correre e ridere...... tutto questo solo perchè Ginny aveva finalmente baciato Harry. O ancora mi ricordo quando ho pianto di pure dolore nel leggere che Fred, mio fratello adottivo, era morto.

Insomma per me era davvero tanto quel mondo e fino a quando non sono conclusi i film mi sono sempre detta "Dai non è ancora finito". E ora? E' finita la mia infanzia e si è portata con se Harry, ho fatto 16 anni incominciando ad avere responsabilità e i film sono finiti.

Per tutta l'estate non ho voluto pensarci... mi faceva male.... l'unica cosa a riguardo che facevo era concentrarmi su quello stupido Pottermore.

Perchè Harry era una delle mie certezze più grandi! Insomma non ho nemmeno memoria di quando non era nella mia vita! E' uno dei ricordi più vecchi che ho! Ed è anche ciò che ha unito me e la mia migliore amica....

Davvero la fine di tutto questo mi ha distrutta e non riuscivo a scrivere.

Per questi motivi la blocco.

Non sapete quanto mi dispiaccia scrivere tutto questo.
Non solo perchè mi ero affezionata alla storia ma anche perchè mi ero affezionata a molte di voi.
Chiedo poi scusa alla mia dolce beta Kiyara... davvero non so come scusarmi ma sono demoralizzata, triste e afflitta e non riesco nemmeno a mandarti il capitolo che ti avevo promesso un mese fa... ogni volta che sono pronta per inviartelo la mia mano si blocca dicendomi che la mia storia fa schifo e che è inutile continuarla se i primi capitoli sono così pietosi.
Scusatemi ancora
davvero tanto.
Spero, come regalo per il mio amato Voldy, di farla ripartire il 31 Dicembre... non un giorno prima ne dopo.
Allora avrò già pronto tutti i capitoli e modificherò quelli arretrati.

Non creerò una nuova storia, almeno chi di vio già li ha letti, e la storia gli piace comunque, potrà contunarla senza dovrersi rileggere tutto.
Scusatemi se ho deluso le vostre aspettative.


Mary

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