Summer's Sun

di Vavvola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo1 ***
Capitolo 2: *** capitolo2 ***



Capitolo 1
*** capitolo1 ***


“ Ali? ” sdraiata per terra Alice rivolse la faccia al sole ascoltando quanto suonava bene il suo nome sulle sue labbra. Inspirò a lungo gonfiando i polmoni il più possibile e rilasciando poi tutta quanta l’aria con una lentezza sorprendentemente calma e rilassata.

“ Shh. ” gli fece cenno di non dire niente e di rimanere in silenzio. “ Ascolta, lo senti? ” Lui la guardava stupito. Probabilmente era pazza. Eppure la imitò aprendo le orecchie pronte a captare qualche suono degno d’importanza. Forse era la prima volta che sentiva la città così calma e silenziosa. Non riusciva a capire proprio cosa cercasse di fargli sentire. “ Ali io...”

“ Shh...” Lo interruppe ancora. “ Chiudi gli occhi... ” Lo guidò lei con voce delicata. “ Isolati da questo mondo e ascolta il vento tra gli alberi…”. Sdraiata con le mani dietro la nuca e le gambe distese rilassate nell’erba morbida, parlava sottovoce come se non volesse disturbare qualcuno intento a riposare. “ Senti gli uccellini cantare? Il vento tra i vestiti, il sole sulla pelle tiepido; il profumo dei fiori e dell’erba tagliata… apri i tuoi sensi al mondo e cerca di rilassarti ” si permise di dargli un’ occhiata. Lo vide sdraiato al suo fianco con gli occhi chiusi. Il viso rilassato in uno splendido sorriso. I capelli biondi risplendenti alla luce del sole. Richiuse gli occhi facendo entrare nei polmoni quanta aria fosse possibile. Il suo corpo pervaso da una sensazione di pace assoluta.

" E’ così che mi sento quando sei con me ” riprese dopo qualche minuto. “ Mi hai chiesto come mi sentissi quando sono con te e questa è la mia risposta. Mi sento in pace con tutti e con il mondo intero. Il suono della tua voce è il vento tra gli alberi; le tue carezze sono il sole sulla mia pelle; il tuo odore, il profumo dei fiori appena fioriti e l’erba appena tagliata; mentre i tuoi baci mi turbano fino nel profondo come solo il vento sa fare scompigliandomi i capelli e smovendo i vestiti. Tu sei questo per me. ” parlava senza difficoltà come se fosse tutto quanto talmente ovvio, come se vivesse solo per ripetergli quelle parole in continuazione. In realtà lui era la prima volta che le sentiva e n’era rimasto impressionato. Non credeva che quella ragazzetta potesse provare sentimenti così forti e importanti. Rimase ad occhi chiusi in silenzio. Ascoltava il canto degli uccellini mischiato al respiro calmo e regolare di Alice.

“ Non ti merito ” disse in fine con voce rotta d’emozione

“ Questo spetta a me deciderlo ” storse il naso in una tenera smorfia. Marco aveva aperto gli occhi e la guardava estasiato.

“ Vieni qua, stella ” si sistemò su un fianco per poterla accogliere al meglio tra le sue braccia. Rotolando verso di lui, Alice si ritrovò con la testa sul suo petto e il corpo stretto forte contro il suo. Ispirò a lungo il suo profumo e senza farsi vedere gli baciava teneramente il petto che accarezzava compiendo piccoli cerchi immaginari. Le baciò la fronte strofinando il proprio viso nei suoi capelli lunghi e ricci.

“ Sai io invece come mi sento quando sono con te? ” le parlava piano quasi sussurrando. Con una lieve pressione alla vita e una leggera spintarella, portò i loro nasi a sfiorarsi e i loro sguardi ad incrociarsi. Gli occhi azzurri di lui erano nei suoi occhi verdi e gli occhi verdi di lei erano negli occhi azzurri di lui.

Marco distolse per primo lo sguardo per poi chiudere gli occhi e respirare profondamente il suo odore in modo che in ogni singola parte del suo corpo fosse presente il suo profumo. “ Tu mi stordisci. Non riesco più a ragionare quando sono con te e vorrei poter rimanere abbracciato a te per sempre.” Strofinò la propria guancia contro la sua e inclinò la testa per poterle baciare il collo. “ Io mi sveglierei ogni mattina per sentirti tremare sotto le mie carezze e i miei baci. Oh, solo Cristo potrà sapere come mi sento quando tremi, piccola e indifesa per me. Ali, è come se il mio cuore scoppiasse. Non è stato creato per contenere tutto il bene e l’amore che provo nei tuoi confronti. ”

Alice si irrigidì all’istante. La sua mente stava cercando di realizzare le sue parole e in quel momento nella sua testa era impressa solo una domanda alla quale doveva dare una conferma sicura. Con voce tremante ed emozionata aprì la bocca e fece la sa domanda: “ Tu mi ami allora?” Lo sguardo di Marco s’illuminò e tenendo gli occhi fissi sul suo volto le diede la risposta che tanto aspettava. “ Mi sono innamorato di te Alice ”

 

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Capitolo 2
*** capitolo2 ***


Finalmente era arrivata a casa. Non era sicura di riuscire a fare un altro passo senza cadere a terra. Si fermò. Il volto rivolto verso il basso. Guardava l’erba e i fiori ormai in sboccio appoggiata contro un albero. Fece un respiro profondo. mancavano solamente dieci metri alla porta di casa e non poteva di certo arrendersi così. Provò a muovere una gamba in avanti; con il piede tastò per bene il terreno e, dopo aver verificato che riusciva a stare in piedi, cominciò a correre verso casa. La porta d’ingresso era già aperta visto che la nonna stava per uscire. Entrò e sbatté la porta senza pensare alla nonna sorpresa da questo suo comportamento. Salì in fretta i gradini; voleva solamente rifugiarsi nella sua camera senza incrociare lo sguardo di nessuno della famiglia; intanto la nonna dal piano di sotto la pregava di non fare così e di tornare immediatamente giù a raccontarle cosa fosse successo. Ma lei non si accorse neanche che la stesse chiamando. Si chiuse la porta della camera alle spalle e con la mano tremante, cercò di chiudersi dentro a chiave. Si appoggiò contro la porta e pian piano si lasciò scivolare giù fin quando non si ritrovò a sedere con la schiena appoggiata al legno della porta. Il clak della serratura continuava a rimbombarle dentro la testa per un paio di minuti. Nella sua testa c’era posto per un solo pensiero e nel suo cuore solo per un sentimento. Era sotto shock. Ancora non riusciva a concepire l’idea di quello che aveva visto. Rimase li a sedere contro la porta per un arco di tempo che sembrava essere un’eternità. Immobile; a stento si sentiva il respiro irregolare. La stanza era talmente silenziosa che poteva sentire la musica triste e amareggiata che risuonava dentro di se. Neanche il cane abbaiava, neanche gli uccellini delle prime giornate di primavera cantavano. Si guardò intorno.

Sulla sedia della scrivania c’era Marco, lui con il suo sorriso impeccabile e i capelli biondi che risplendevano alla luce del sole che entrava dalla finestra, che la guardava tenero “ Tesoro così non va proprio! Prova a portare questo qui fuori dalla radice e vedrai che i conti tornano!!”. Le spiegava algebra, quel mondo così lontano dal proprio che continuava a non capire. “ Ma mi vuoi ascoltare almeno?” diceva ridendo, notando che lei era più concentrata a studiare lui che l’algebra.
“ e se io non avessi voglia di studiare algebra?” gli disse maliziosa facendolo ridere.  Le sue risate rimbalzavano leggere sulle pareti della stanza, quasi impercettibili…

Scosse la testa. Si ritrovò con lo sguardo fisso sul suo letto.

Marco la teneva stretta come solo lui sapeva fare per farla sentire al sicuro. Le baciò teneramente la testa e le sussurrò vicino all’orecchio “ piccola ti amo”. I loro sguardi che si incrociavano e le loro bocche che si avvicinavano.

Distolse lo sguardo prima di vagare troppo con la mente. Si alzò in piedi e si diresse verso la libreria. Meccanicamente prese un libro dalla copertina gialla. Lo aprì a metà dove ormai era rimasta la piegatura delle pagine. Una foto…

Era una fredda giornata, ma lei aveva deciso di mettere la gonna nuova che le aveva regalato la nonna per il compleanno. Compieva 16 anni. Il campanello suonò e quando andò ad aprire la porta, Marcò la abbagliò con il suo sorriso da playboy. Aveva indossato la camicia che le aveva regalato lei per il suo compleanno e un paio di jeans stretti neri. Le porse cordialmente un mazzo di fiori “ Sai ho dovuto girare tutti i fiorai della città… non hai idea di quanto sia difficile trovare dei gigli bianchi a febbraio”
“ ma non dovevi! “
“ come puoi dirmi così? Adoro vedere come ti si illuminano gli occhi quando ti porto dei fiori”.
“ non è vero!” disse abbassando lo sguardo temendo che il luccichio si notasse
“e poi dici che non dovevo portarteli e mica gli rifiuti…li prendi, gli annusi e poi li coccoli come se fossero dei cagnolini appena nati… potrei anche essere geloso lo sai?” le disse spiritoso. Lei intanto diventava tutta quanta rossa riconoscendosi in quegli atteggiamenti.
“ Buon compleanno, tesoro mio” e poi si chinò a baciarla prendendole il viso tra le mani, accarezzandole i capelli.


Una lacrima le scese lungo la guancia e cadde su una della pagine ingiallite del libro.

"ti amerò per sempre, te lo prometto..."

Le lacrime cominciarono ad aumentare di numero. Piangeva nel silenzio della sua camera. Non pensava che il “per sempre” fosse stato così breve. Non pensava a l’eventualità di una rottura tra loro…adesso cosa fare? Gli avrebbe dovuto parlare? Gli avrebbe dovuto dire che sapeva esattamente qual’era il suo gioco e che lo trovava una cosa orrenda? E poi cosa avrebbe fatto? Probabilmente lo avrebbe supplicato lo stesso di non andarsene perché ormai lui era la sua ragione di vita. Anche se stava male a stare con lui, non sarebbe riuscita a lasciarlo andare via. Sarebbe diventata la sua serva, avrebbe fatto qualunque cosa per lui. Avrebbe buttato via la sua dignità... ma adesso che fare?

Grazie a tutti di aver letto il capitolo

spero in qualce recensione!

un bacio !  alla prossima!

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