Lisert

di Rozalia
(/viewuser.php?uid=95546)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1:Last time by Moonlight ***
Capitolo 2: *** 2_Coincidences ***
Capitolo 3: *** 3_Forgiveness ***
Capitolo 4: *** 4_Only time ***
Capitolo 5: *** 5_A wish for something more ***
Capitolo 6: *** 6_Wild child ***
Capitolo 7: *** 7_Dreams are more precious ***
Capitolo 8: *** 8_And all I need ***



Capitolo 1
*** 1:Last time by Moonlight ***



1: Last time by Moonlight

Pioveva.
 La pioggia cadeva fitta e batteva prepotentemente sul terreno in quella notte di luna piena.
Una figura incappucciata cavalcava veloce verso il regno dei Pendragon, Camelot. Il diluvio non la seccava minimamente. Nella mano sinistra stringeva una preziosa lettera.
Arrivata a destinazione, venne bloccata da un gruppo di cavalieri.
-Ich sapreste munche unn- sussurrò l'uomo (o donna?). Gli occhi verdi diventarono color ambra e i cavalieri lo lasciarono passare.
Un ghigno gli solcò il viso. “Dovresti smetterla di usare la magia. Sai che qui i tuoi poteri sono banditi” pensò. Giunse alle stalle, fece riposare il suo cavallo e si sdraiò. Adorava dormire nelle stalle. Quel bel caldo...nella caverna a Eldor dove abitava con sua nonna, il solo calore era dato dalla sua giumenta, Cassandra. “Domani sarà una giornata lunga...”e si addormentò.
* * * * * * * * * *
All'alba, la figura incappucciata si svegliò. Facendo attenzione a non farsi vedere, attraversò i corridoi del castello.
Stava per arrivare alle stanze che cercava quando...un esile ragazzo la notò.
-Per tutti i diavoli!- bisbigliò a denti stretti. -Ehi, cosa fai qui? Chi sei? Non si può girare per il castello così conciati!!- esclamò il giovane. La persona lo scrutò attentamente. -Tu...tu...Emrys?- sussurrò. -Ma cosa...come...?- Ma la figuretta se n'era già andata.
-È permesso?- Avanti.- Gaius aprì la porta. - Voi dovete essere Messer Gaius, dico bene?- Sì, sono io, cosa c'è? Cosa volete da me?- Gaius era preoccupato.
 “Una persona coperta dalla testa ai piedi, di cui riesco a scorgere solo gli occhi...Occhi?QUEGLI occhi? Possibile...che fossero quelli di...no, non era possibile. Eppure...quegli occhi verdi...”-
Messer Gaius?Ho una lettera, è di mia nonna, per voi.-
Nonna...e va bene, datemi qua.- Gaius scrutò attentamente la missiva. La lesse, strabuzzò gli occhi e dovette leggerla un'altra volta per essere sicuro di ciò che era scritto. “Firmato:La strega di Eldor...allora, avevo ragione. Sono i suoi occhi e questa, questa è sua nipote? Ma come può essere? Nipote? Proprio lei? Ma che diavolo...”
Quello strano personaggio si tolse il mantello che lo copriva interamente. Apparve una ragazzina minuta, non più vecchia di Merlino, con lunghi capelli rosso fuoco e brillanti occhi verdi, vestita da uomo. Con sé portava una grande spada.
-Mi chiamo Scatàch. La nonna mi ha mandato da voi- Gaius svenne.
* * * * * * * * * *

Così, questo è il mio primo capitolo. Cappero, mentre lo scrivevo sembrava più lungo...uffa! Spero che vi piaccia, anche se so che è una cavolata. Grazie per essere arrivati fino al fondo!!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2_Coincidences ***


2. Coincidences

 

-Oh Santi Numi!- imprecò Scatàch. -Svegliatevi, svegliatevi, vi prego, svegliatevi!-  “Cosa ho fatto stavolta? Perchè la nonna mi manda in questa gabbia di matti? Prima il servo moro che mi dice come mi devo comportare, poi quest'uomo che perde i sensi... Nonna, che ho fatto per meritarmi questo??...

Va bene, calmati. Il vecchietto è svenuto. D'accordo. Calmiamoci. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.

Oh, ci sarà un letto qui da qualche parte”

-Gaius...Gaius...GAIUS!! Ma che...TU!!! Un momento...ma tu chi sei?- “Oh diavoli, il babbione di prima! E che ci fa questo qui? Oh, no, ho un vecchietto in braccio, ed è SVENUTO! Per diamine, dì qualcosa!!” -Allora? Chi sei? Cosa vuoi?- Bè, d'accordo. Sono venuta a Camelot, per consegnare a lui una lettera, vedi, ce l'ha in mano. L'ha letta e poi...è svenuto. Tu sai come farlo rinvenire?-

-Certo. Basta una secchiata d'acqua, di solito. Ma di certo non è svenuto così perché gli andava di farlo. Quindi mi nascondi qualcosa. Bè, me lo dirà Gaius.-

La secchiata d'acqua gelida fece riprendere immediatamente Gaius. -Oh, devo essere svenuto- “Poco ci manca che lo faccia di nuovo” pensò Merlino, ma quella frase se la tenne per sé. -Ah. Merlino. Giusto te. Ti presento...ehm...-Scatàch- Ah, sì, Scatàch. Ti presento Scatàch, studierà medicina qui con me. Bene.- Gaius fece per andarsene -No, non va bene!!! Gaius, non potete...insomma... vi ricordate di quel piccolo problema della...ehm...vi ricordate che sono...gravemente malato??- Disse Merlino -Ah, davvero? Non lo sapevo. Finora, mi avevi solo detto che eri un mago e...- GAIUS!!!!!!!- Tranquillo, non sei il solo a nascondere segreti, ora.-

 

* * * * * * * * * *

 

Merlino scrutò bene quella ragazzina.

Lunghi capelli rossi, occhi verdi scintillanti, piccole labbra rosee, pelle bianca come il latte. Indubbiamente molto affascinante. Ancora non riusciva a spiegarsi come avesse potuto tenere in braccio per così tanto tempo Gaius. Insomma, il suo Maestro non era mica uno stecchino! Lei sì però. Qualcosa non tornava.

Da quanto aveva capito, era una strega. E aveva molto buonsenso. Se non fosse stato per lei, a quell'ora sarebbe già bell'e fritto.

Già, perché mentre lui e Gaius discutevano, la porta era aperta. Se non fosse stato per quella strana Scatàch e il suo bisbigliato “Tospringe”,  Sir Leon (che in quel momento passava di lì) avrebbe potuto sentire qualcosa, e andare di corsa dal re, Uther Pendragon, e riferirgli tutto quanto. In più, c'era la sua spada. Merlino era il servo del principe, di armi se ne intendeva. Una spada come quella non l'aveva mai vista. Era bellissima, brillante e sembrava pericolosa solo a guardarla. Una ragazza come Scatàch non avrebbe mai potuto (e dovuto) possedere una spada, figuriamoci quella.

Dal canto suo, Scatàch era rimasta a dir poco basita dal comportamento degli uomini, d'ora innanzi suoi coinquilini. “-Finora mi avevi solo detto che eri un mago!- Sbandierare ai quattro venti una cosa del genere! Com'è possibile? Dire queste cose con la porta aperta...Aperta! Da non credere. E poi:- Così, pratichi la magia- Io, Scatàch, l'Ombrosa, PRATICARE la magia? Io SONO la magia. E poi, i miei poteri non sono affatto quelli di questo maghetto da quattro soldi! Incredibile. Se questo falco* sapesse...Eppure, qualcosa non torna. Io...lui...non può essere lui il personaggio dei miei sogni, la causa dei miei incubi...non può essere Emrys. Oh nonna, perchè mi hai cacciata qui?”

 

Little coincidences bigger

Then fame and glory

Carrying all the secrets...

 

It feel so strange and though so good...

It's not about us at all...

It's something we just can't control...

 

Elisa, “Coincidences”

 

(Trad: Piccole coincidenze; ma più potenti della fama e della gloria. Che portano, con loro, tanti segreti. È inspiegabile eppure rassicurante non avere, da soli, tutta la responsabilità. È quella parte che sfugge al nostro controllo...)

* * * * * * * * * *

Eccomi al secondo capitolo!Grazie mille a _Valux_!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3_Forgiveness ***


3.Forgiveness

-Sì, Mio Signore. Pietrificato. Come tutti gli altri.- Molto bene. Grazie di avermelo riferito. Puoi andare.-

Ovviamente non andava affatto bene. Molti uomini, donne, bambini, persino animali che vivevano a Camelot erano stati pietrificati. Magia. Tutto ciò che aveva a che fare con la magia non piaceva affatto a Uther Pendragon, il re di Camelot. Lui odiava la magia.

“Quella Scatàch, la nuova apprendista di Gaius, non mi piace proprio. Eppure lui si fida cecamente di lei. Ma a me continuerà a non piacere. Primo, è una donna. Le donne non possono fare il medico. Secondo, non ha la minima idea di come ci si debba comportare a corte. Quei capelli così in disordine -e rossi per giunta!- , gli abiti maschili…tutto sembra far pensare che lei sia una strega. E della peggior specie. Crede forse che io, il re, non mi sia accorto dei suggerimenti che Merlino le borbottava nelle orecchie per farla sembrare più garbata? Quando si è presentata qui, davvero non ho creduto ai miei occhi. Quella espressione alta e spavalda, la sua totale mancanza di rispetto verso le regole, nessun inchino né riverenza, nessun appellativo gentile e consono alla normalità verso di me…certo, sicuramente sa il fatto suo. Ha uno sguardo intelligente, di chi la sa lunga sulla vita e di chi ne ha passate tante. Carina, certo. Ma è donna. Le donne non possono fare queste cose ed essere così. Deve essere una strega…Oh, ma che sto dicendo! Lei è…così simile…in tutto e per tutto…alla mia Morgana. Lei, la mia Morgana, non può essere una strega, quindi neanche lei lo è. Morgana non mi tradirebbe mai… Morgana non mi farebbe mai del male…se solo fosse qui, con me, oh, la perdonerei per tutto quello che ha fatto, per tutto quello che ha detto. Se solo fosse qui, al sicuro, nel castello, qui a Camelot, saprei cosa fare. Ma Morgause…me l’ha presa!!La mia Morgana! Lei…lei…” Uther scoppiò in singhiozzi. Non gli era mai successa una cosa simile, mai. Aveva pianto solo una volta, alla morte di Igraine, e si era promesso di non rifarlo mai più. Ma ora, dopo quasi vent’anni, aveva ancora perso una persona cara. Probabilmente non l’avrebbe mai più rivista. E se l’avesse mai rivista…Uther avrebbe saputo che quella non era la sua Morgana. No, la Morgana che lui adorava non sarebbe mai tornata, la Morgana che aveva accudito con tanto amore era morta da tempo, il re ne era sicuro.

* * * * * * * * * *

-Puoi tenerlo quanto vuoi, non ti preoccupare. Anzi, butta via tutti gli altri vestiti che hai. Andiamo, come puoi vestirti da uomo?- Gwen rise sonoramente. Quanto a Scatàch, meditava vendetta verso quella povera ragazza e…bè, in realtà, verso tutta l’umanità e le sue stupide tradizioni. 

“Ma come diavolo fanno le donne ad andare in giro così conciate tutti i giorni? Sono impacciate e goffe, la gonna limita i movimenti, camminano male per colpa di queste scomode calzature e per il peso dei vestiti che si devono portare appresso. Vorrei vedere il bel principe ereditario nei miei panni. Lui, maestro nella lotta e nel combattimento, a un ballo vestito da donna. Ah, come riderei di lui! Come si è permesso poco tempo fa a chiamarmi stracciona?” 

L’ira nei pensieri della ragazza si manifestò anche nel viso truccato e pulito, e Gwen se ne accorse -Cara, va tutto bene?-Naturalmente. Oca giuliva- aggiunse poi Scatàch sottovoce, in modo che Gwen non la sentisse. “Capisco bene perché il principino e lei provino qualcosa l’uno per l’altra. È perché non ho ancora capito chi sia il più idiota, la gentile damigella o il galante principe. Bah. Confermo ancora i miei primi pensieri: la migliore amica del falco imbranato è un’oca giuliva!Povero Merlino!”

* * * * * * * * * *

Merlino stava pensando a tutt’altro. Era con Artù nella sala delle armi, gli stava lucidando l’armatura.

-Comunque, quella Sci…Scè…Sta…-Scatàch- corresse Merlino stancamente.- Quella. È strana. Come te…no, forse no, sto esagerando. Ma si avvicina pericolosamente ai tuoi livelli. Mi fa quasi pena. - Grazie, Maestà.- Merlino!!Ma che ti prende!Si può sapere a cosa pensi?Non mi hai ancora rimbeccato oggi- scherzò il principe - Pensavo vi facesse piacere.- rispose Merlino con voce monotona e tenue.
-E… da quando in qua cerchi di farmi un piacere?- Il moro non rispose. -Bè, hai ragione. Così va molto meglio. Tornando a Sss…insomma, lei. Ma ti sembra possibile che una ragazza giovane come lei sia così…fuori dal normale? - È proprio il vostro tipo, eh?- 
Grazie, Merlino. Sei tornato fra noi.- Mentre Artù parlava, Merlino aveva capito. Quella ragazza era troppo anormale… non poteva essere solo una donna vissuta in una caverna e venuta a cercare fortuna a Camelot. Certo, era una strega. Ma … sottosotto nascondeva qualcosa di più. Doveva certamente avere una forza sovrumana. La spada poi… non era un semplice coltello da usare per difendersi. La spada era nata per combattere. Merlino aveva capito che Gaius sapeva. L’unica cosa da fare per avvicinarsi alla verità? Leggere la lettera con cui Scatàch aveva fatto il suo ingresso a Camelot.

* * * * * * * * * *

Notte fonda. La Luna splendeva di una luce innaturale e rifletteva la sua magica luce su tutto il castello. Nel suo letto, Scatàch si rigirò. Occhi sbarrati. Aveva dormito un’ora, quasi un record per lei. Emrys era tornato nei suoi incubi. Era Merlino, ne era sicura. L’essere che sua nonna aveva sempre temuto. Non per ciò che avrebbe fatto in futuro, sua nonna le aveva raccontato grandi cose su di lui. Lei aveva sempre temuto il suo potere, e ciò che avrebbe potuto fare se il suo potere non fosse più comandato da lui. In altre parole, se il suo cuore non gli appartenesse più. In altre parole ancora, se si fosse innamorato.

 * * * * * * * * * *

 

Disclaimer:i personaggi citati in questa storia non sono usati per scopo di lucro e appartengono agli aventi di diritto Ah, finito il terzo capitolo!Bene! Non so come ha fatto Gwen ad uscirmi così, a me non dispiace come personaggio. Ma la mia Scatty li odia tutti, quindi ù_ù. Ho scritto molto più del solito. Ok, non è molto, ma è già un buon inizio. Questo capitolo l’ho scritto ascoltando un cd di Enya, e mi è venuto così. Non so cosa sarebbe potuto succedere se avessi preso quello dei Nirvana, ma direi che è già abbastanza cattivo. Spero che tutti abbiate colto il sottile femminismo di questo capitolo (anche se dubito che qualcuno abbia letto davvero questo capitolo). Grazie mille a Grinpow per le precisazioni sul nome di Merlino, io non ero così bene informata^^.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4_Only time ***


4. Only time

12 rintocchi.
Scatàch si alzò, come d’altronde faceva ogni notte. Sbuffando, si tolse i pesanti e ingombranti abiti che Gwen le aveva prestato e si infilò un abito marrone scuro, stretto, che le ricopriva tutto il corpo. Pareva un abito adatto al combattimento. 
Muovendosi furtivamente, prese la sua spada.
Silenziosamente, Scatàch uscì dal piccolo appartamento di Gaius, il suo mentore. Quel giorno da lui non aveva appreso alcunché. Il medico si era “limitato” a presentarla a tutta Camelot, re compreso. Scatàch era certa di non essergli piaciuta. 
La ragazza sogghignò mentre percorreva velocemente i lunghi corridoi del maniero. “Crede che io sia una strega. Se solo sapesse i segreti che nascondo…” 
Intanto, la ragazza era uscita. Alla sola luce della Luna, nessuno avrebbe potuto vederla. Si diresse svelta al cortile dove il principe si allenava. -Baerne-bisbigliò.
Apparve una luce fioca, ma che poteva vedere solo lei. 
Si fermò qualche istante a osservare gli attrezzi con cui combatteva Artù. Sorrise. 
Se era vero ciò che si diceva sul conto del principe, doveva essere un maestro in tutte quelle arti. Sempre sorridendo, la ragazza lasciò perdere tutte le armi e camminò fino a raggiungere il centro del cortile. 
Poi, dal centro, iniziò una specie di danza silenziosa. Una specie di ballo, sì. Non stava affatto ballando. Lei…si stava allenando. 
Come faceva tutte le notti, allo scoccare della mezzanotte. Così come le aveva insegnato la nonna. Aveva un talento naturale per il combattimento. Era nata per combattere. Certo, aveva anche affinato le arti magiche, nel caso dovesse combattere con un mago. Ma era a conoscenza solo degli incantesimi elementari, di alcuni di guarigione e di qualcuno per le evocazioni e i rituali. Le altre magie…le riuscivano senza bisogno di nulla. Era speciale, la nonna glielo aveva detto fin da quando aveva pochi mesi. L’aveva addestrata da sempre al combattimento, alla magia, e le aveva anche donato un talento speciale per la preparazione di tisane e decotti. Sapeva che un giorno tutto questo le sarebbe servito, quel giorno stava arrivando. La ragazza continuava la sua danza. 
All’improvviso, decise che era meglio lasciare il combattimento a mani nude. Impugnò la sua pesante spada e si lanciò in contorti movimenti, salti, giravolte e complicate mosse d’attacco. Ad un tratto, si fermò. 
Qualcuno la stava osservando, per fortuna senza saperlo.

* * * * * * * * * *

12 rintocchi. 
Merlino si alzò. Non era affatto convinto di star facendo la cosa giusta, ma doveva sapere. 
Sarebbe stato scoperto, ne era certo. 
“Con la goffaggine che mi ritrovo, devo essere uno degli uomini più fortunati della Terra se nessuno mi ha ancora scoperto a girellare la notte.” Lentamente, il mago uscì dalla sua piccola stanzetta, facendo attenzione a non fare rumore. Producendo solo qualche fruscio, arrivò nella cucina di Gaius –Baerne- bisbigliò. Fece apparire una luce fioca. Non sapeva se l’incanto era riuscito, cioè se la luce la vedeva solo lui, ma non sentiva Scatty (il nomignolo l’aveva inventato lui, la ragazza lo odiava) muoversi, quindi o aveva funzionato o ella aveva il sonno molto pesante. 
Comunque, Merlino non si mise a indagare.  Doveva trovare quella lettera. Si preparò mentalmente su come rispondere se l’avessero beccato. “No, Merlino, non pensarci ora. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene.” Inspirò profondamente e si sentì pronto per iniziare la sua ricerca. Controllò gli scaffali con le pozioni e i rimedi curativi, ma niente. Sfogliò libri su libri, ma non trovò nulla. Evidentemente, Gaius la teneva con sé. “Ah, bene. Quindi c’è qualcosa di grosso sotto, ma Merlino non deve sapere niente. No Merlino, salva Camelot, pensa al re, Merlino bada al principe, Merlino trova un incantesimo.  Merlino c’è sempre quando si ha bisogno, chiama lui. Ma non dirgli niente, MI RACCOMANDO! A lui non interessa sapere chi è il padre, a lui non interessa sapere com’è morta Freya, lui fa tutto, non gli serve niente…” una lacrima solcò il suo viso. Si avvicinò alla finestra, osservò la Luna. Spostò poi lo sguardo al terreno,ma non vide niente. 
Stava osservando la ragazza, ma , fortunatamente per lei, lui non lo sapeva.

* * * * * * * * *

12 rintocchi. 
Artù si svegliò di soprassalto. Era strano, di solito dormiva tutta la notte. 
“Di sicuro è colpa di quello sfaticato di Merlino. Ultimamente è molto distratto.”- Stupido servo- gracchiò.- Tanto vale che mi alzi. Ma che razza d’idiota.- il principe sospirò. Sgusciò fuori dalle coperte e inizio a girellare per la stanza. Si era dimenticato di spegnere la candela, si era addormentato profondamente. 
Si avvicinò alla finestra che dava sul suo campo per gli allenamenti. Nella notte fonda, il principe non riusciva a vedere nulla. Se avesse saputo cosa stesse combinando Scatty a quell’ora della notte l’avrebbe molto probabilmente fatta cacciare dal castello. Dopo un po’, il sonno ebbe la meglio sul principe. 
Artù si coricò nuovamente, e si riaddormentò in un lampo.

* * * * * * * * * *

 

12 rintocchi. 
Morgana non li sentì, naturalmente. Era molto lontana da Camelot. Morgause si era presa cura di lei. Erano entrambe preoccupate per via dell’avvelenamento di Merlino a spese della bruna. Sapevano bene che ciò che stavano facendo era un’avventatezza. Pochi giorni prima, quando avevano pietrificato i primi abitanti di Camelot, avevano capito che il giovane mago sospettava di loro, lo avevano sentito nella loro testa. Morgana all’inizio era spaventata, ma dopo un po’ la compagnia di Morgause l’aveva aiutata e non aveva più temuto il suo lato oscuro. Avevano aspettato abbastanza, tra poco sarebbero state in grado di espugnare il castello. La stirpe dei Pendragon era giunta al termine. Morgana sorrise impercettibilmente, ma non per quei pensieri. Non si accorse di sorridere, eppure lo stava facendo. 
Aveva sentito qualcuno a Camelot, una presenza che le piaceva molto. Ancora non era riuscita a capire chi fosse.

* * * * * * * * * *

12 rintocchi. “Brava, U-we-tsi a-ge-hu-tsa. Ce l’hai fatta. Il mio tempo è giunto.” 
La Strega di Eldor morì.

* * * * * * * * * *

Disclaimer:i personaggi usati da me in questa storia non appartengono a me, ma agli aventi di diritto, e non vengono usati per scopo di lucro.Et voilà, nuovo capitolo. Grazie a Grinpow e _Valux_ per le belle recensioni,non credo proprio di mertitarle! Comunque, ripeto che non volevo che Gwen mi uscisse così, anche se sono completamente d’accordo sul fatto che sia una banderuola. A me non dispiace così tanto da renderla male! Mi rendo conto che alcune frasi sono campate per aria (Merlino lo sa benissimo com'è morta Freya, forse se l'è dimenticato), e la strega che parla cherokee è tutta un programma.So che il Baerne non evoca luce, ma non ho trovato niente di meglio. Che ci volete fare, Enya gioca brutti scherzi! Alla prossima!xD

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5_A wish for something more ***


5. A wish for something more

Merlino si rigirò nel suo piccolo lettuccio. 
Non aveva trovato la lettera in cucina, probabilmente Gaius la teneva con sé. In cucina però non aveva neanche trovato Scatty, la ragazza arrivata a Camelot da soli due giorni e stabilitasi nella cucina del suo mentore. 
“Ciò che sto facendo è una maleducazione nei confronti di Gaius e Scatàch. Ma voglio sapere cosa sta succedendo in quella che, ormai, è casa mia.” Merlino chiuse gli occhi, si concentrò, e usò i poteri della sua mente. Con la magia poteva entrare con la mente nella stanza del vecchio, per scoprire dove si trovava la preziosa lettera. La trovò. In seguito, il mago utilizzò la difficile arte della telecinesi per trasportare la busta nel suo stanzino, di modo che l’archiatra non si accorgesse di nulla. 
“Eccola. La stringo tra le mani. Chissà qual è il suo contenuto...” – Santi numi, è proprio il caso di dirlo!- saltò su il ragazzo, una volta letta. Poi, sentì un rumore. Come se una porta si aprisse e chiudesse. Entrò in cucina. Ad essere entrata, naturalmente, era Scatàch.

* * * * * * * * * *

 – Noi dobbiamo parlare. Subito.-
-Cosa…ma che…io…io…- Risparmia il fiato, non serve scusarsi o qualsiasi cosa tu volessi fare in questo momento. Ma dobbiamo parlare.- 
-Ah…ah…va bene. Ma…di cosa dovremmo parlare, esattamente?- Di te.- Non c’è nulla di più interessante? Che so, le avventure dei cavalieri, le prodezze del bel principino…sai, credo che sia ora che tu vada a letto. Sai, è tardi…vuoi che ti racconto una storia della buonanotte, piccolino?- cercò di sviare Scatàch col suo solito sarcasmo.   
- Senti, non è ora di punzecchiarsi. Tu sei speciale. Non puoi negarlo.- Certo, sono una gentile donzella. E come tale, dovresti almeno darmi del voi.- Scatty…devi ascoltarmi.-Se continui a chiamarmi così da me non otterrai un bel niente.- 
Entrambi sbuffarono. Erano questioni importanti quelle di cui voleva trattare Merlino, possibile che quella testa rossa non ragionasse?   
- Scatt…àch. Tu non sbatti mai le palpebre. Quando cammini non fai il minimo rumore. Dormi poco la notte ma non hai mai sonno. Sei riuscita a tenere in braccio Gaius per svariati minuti, e ti porti sulle spalle carichi pesantissimi senza fare il minimo sforzo. Pratichi la magia, ma in modo diverso da me.-Merlino aveva deciso che fosse meglio passare subito al sodo. 
– E allora? Ho vissuto nella povertà, in una caverna, con mia nonna. Ho una soglia di sopportazione molto superiore a quella degli uomini di corte come quelli che vedi tutti i giorni, anche se il vestito e le scarpe che mi  ha prestato quella Ginevra sono impossibili da indossare.- No, Scatty. Mi spiace ma…volevo  scoprire qualcosa di più sul tuo conto. Ho letto la lettera di tua nonna.- Si fermò, pensando che quella ragazzina minuta gli avrebbe urlato contro con tanta forza da rischiare di svegliare tutto il castello, ma tutto ciò non avvenne. Allora continuò.- Voi stavate a Eldor, da quanto ho capito. Anch’io sono di lì, ma non ho mai saputo di voi, né della vostra fantomatica caverna. E sì che sono un mago. Ma tu non sei solo una semplice ragazza di “campagna” che sa usare la magia. Sei una dea.-

* * * * * * * * * *

Merlino prese fiato. 
Scatàch lo guardava, sgranando i suoi grandi occhioni verdi. – Credi…che non lo sapessi?- Disse infine con un filo di voce, la quale completamente strozzata. 
– Credi che non mi fossi accorta delle occhiate che mi lanci sempre, da quando sono qui? Sapevo benissimo che avresti letto la lettera. Ma, davvero, ti facevo meno prevedibile. Dimmi una cosa: che stai pensando di me in questo momento?- Chinò la testa incapace di parlare. Un filo di lacrime splendeva nei suoi occhi. 
Non le era mai piaciuto il fatto di essere così potente. Quando aveva solo pochi mesi in forma umana, aveva creato un incantesimo di protezione di modo che nessuno potesse scoprire la dimora sua e di sua nonna. 
È vero, è una dea. 
Non aveva neanche lontanamente l’età del mago che le stava davanti. Lei era viva da sempre, anche se aveva iniziato la sua vita solo pochi anni fa. Una vita per una morte, quello diceva la religione antica. Scatàch non si sarebbe mai perdonata il fatto di essere venuta al mondo. 
Nascendo in forma umana, aveva non solo ucciso la madre che la partoriva, ma anche tutte le ostetriche presenti, suo padre, tutte le persone insomma presenti nella piccola casupola al momento della sua nascita. 
Solo un uomo, un medico si era salvato. 
Solo uno, che sapeva come sarebbero andate le cose alla sua nascita. Solo un dottore che aveva studiato per anni la magia, i vecchi miti e le divinità. Quel medico, che la portò al sicuro dalla nonna, una potente strega, e che promise alla donna che avrebbe badato a quella piccola creaturina come fosse un parente stretto. Quando la Strega di Eldor raccomandò alla nipote di partire per ricongiungersi con quel medico, la ragazza non avrebbe mai immaginato che avrebbe dovuto fare inesorabilmente i conti col suo passato, presente e futuro. 
Scatàch, quella ragazza ora aveva la testa china su un pavimento comodissimo per i suoi standard. Ora, quella ragazza stava aspettando una risposta a una domanda forse troppo difficile per quel ragazzo che conosceva da due giorni ma che le sembrava di conoscere da una vita. Merlino, quel ragazzo, la guardava, anche lui incapace di parlare. “Cosa penso di lei? Che è incredibilmente potente e molto dotata, che usa la magia come io non mi sogno neanche. È una dea, arrivata qui chissà per quale ragione, forse anche lei per compiere chissà quale maledetto destino. Ma, in questo momento, riesco a pensare a una sola cosa. Che Scatàch, la ragazza che mi sta davanti, è simpatica, dolce, tenera, sarcastica al punto giusto da risultare sempre divertente, intelligente, aggraziata anche nei lunghissimi vestiti da donna e coi tacchi alti…ed è bellissima.”
Merlino alzò gli occhi, la guardò. Si avvicinò a lei, notò le lacrime che stavano per percorrerle tutto il viso. Con un gesto della mano, la accarezzò e la asciugò. Lei sorrise, e alzò gli occhi. – Credo che sia una risposta sufficiente – sussurrò. Entrambi si voltarono, si diressero verso i loro letti e fecero terminare gli incantesimi di luce con un ultimo sorriso.

* * * * * * * * * *

Disclaimer:i personaggi usati da me in questa storia non appartengono a me, ma agli aventi di diritto, e non vengono usati per scopo di lucro. Raaaagazzi, prometto che i prossimi capitoli non saranno così noiosi e barbosi (almeno spero!). Gradirei una recensione, grazie. Questo capitolo apre molte porte e…non so, come potrebbe evolversi la storia?Tutto è già delineato nella mia mente, ma non so proprio come fare il prossimo capitolo. Insomma…AIUTO!!Grazie comunque a tutti coloro che leggono questo mio piccolo sclero sotto forma di storiella, grazie di cuore!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6_Wild child ***


6.  Wild Child

Merlino si svegliò un po’ scombussolato quella mattina. 
Non doveva aver dormito più di due o tre ore. Ma era già tardi, ormai. Il suo principe lo stava già aspettando, molto probabilmente. Si alzò di malavoglia, strascicando i piedi su quell’angusto pavimento. Una volta lavatosi, entro nella piccola cucina per la colazione. 
Gaius stava già mangiando, mentre la sua nuova coinquilina non era presente. – Vieni, avanti. Che fai lì impalato? Muoviti, si fredda.- lo spronò il buon medico con fare gioioso. – Scatàch è andata con Ginevra in paese. L’aiuterà a sbrigare alcune faccende per la corte. Quali sono i tuoi programmi per la giornata?- continuò il vecchio, sorridente. 
Merlino si chiese mentalmente il perché di tutta quella serenità, ma decise di non indagare. I momenti in cui Gaius non gli urlava contro erano rari, non doveva assolutamente lasciarseli scappare. Ma Merlino questa volta, essendo troppo assorto nei suoi pensieri, non ne approfittò. – Caccia- biascicò. Poi di colpo, notando lo sguardo stupito dell’archiatra, si riscosse. 
– CACCIAAAAAAAAAAAAAAAAA!! Sono penosamente in ritardo!!!!- il mago lasciò subito la stanza, senza far caso al buon pasto che aveva davanti. Alla fine, riuscì ad arrivare dal suo padrone, correndo a perdifiato, s’intende. 
-M
erlino…- cominciò il principe Artù – Ma dov’eri?? Comunque, la battuta di caccia è rinviata a data da destinarsi. Stanotte ho dormito poco bene, anche se non ne capisco il motivo. Non so. Sembra strano, ma ieri mi è sembrato di sentire qualcuno nell’arena degli allenamenti. Eppure, non c’era nessuno.- 
-Non starete mica cominciando a soffrire di allucinazioni, vero Maestà? Vedete, quell’unicorno rosa che ammirate galoppare sulla mia testa non esiste, ne siete cosciente?- Merlino, stupido idiota, andiamo. Certo che non soffro di allucinazioni…unicorno rosa?- chiese, stupefatto dalla fantasia del suo servo. Il mago fece spallucce e sbuffò. 
“Non lo credevo così arguto. Certo che c’era qualcuno nell’arena adibita ai suoi allenamenti. Era Scatty. Ma questo il principe non poteva certo saperlo! Comunque sia, questo sarà un argomento buonissimo per i miei scherzi.” Sorridendo sotto i baffi, Merlino seguì il principe per il castello, verso chissà quali vie, pronto per eseguire tutti gli ordini che gli potrebbero essere impartiti. 
-Lasciami solo Merlino, ti prego. Ho degli affari urgenti da sbrigare, e non posso certo compierli se tu mi stai sempre tra i piedi!- Merlino inarcò le sopracciglia. Era strano che il principe avesse voglia di fare qualcosa. Ma poi, si disse, era assolutamente normale che non volesse stare con lui e che lo volesse il più lontano possibile. Quindi, si limitò a congedarsi e ad andare a mettere in ordine le stanze di Artù.

* * * * * * * * * *

“Ma sì, lasciamolo andare. Ho altro a cui pensare, adesso. Lui mi prende in giro, ma sono sicuro che c’era qualcuno nel campo. Bah. Devo aver sentito dei rumori nel sonno. Ma qualcuno c’era…mi domando: chi?” I mille dubbi angustiavano il ragazzo. 
“Nessun personaggio misterioso può ingabbarmi!" Il principe allora decise di andare a vedere se per caso ci fossero state orme di qualche genere sul terreno. Così si avvio alla volta del campo, seguito a ruota dal suo ego smisurato. 
Arrivato al campo, scrutò attentamente la terra. Niente. Non una sola zolla sembrava fuori posto dall’ultima volta che aveva lasciato quel luogo. Era tutto esattamente normale. Eppure qualcosa ancora non lo convinceva. Come se…la soluzione fosse esattamente sotto i suoi occhi, ma era talmente stupido da non accorgersene. 
– Buongiorno vostra Maestà!- salutò una sorridente Scatàch. – Buongiorno Scatàch…Gwen- rispose lui, come se si fosse appena svegliato da un lungo letargo. Si girò a guardare le ragazze. L’una, bruna, gioiosa, vestita in giallo, dava a tutti l’impressione di essere la persona più felice della Terra, impressione che era esattamente quella che Artù provava ogni giorno. L’altra, rossa, vestita in blu, era sorridente ma sembrava celasse una profonda malinconia dietro quel viso sereno.
Sembrava una ragazza forte, che sa badare a se stessa. Gli aveva dato quell’impressione fin dal primo momento che l’aveva vista. Trasmetteva forza, potenza coraggio. Artù capì di nutrire un profondo rispetto per lei, anche se non poteva proprio dire che fosse tanto educata. Avrebbe giurato che, in quanto a carattere, lei e Merlino sarebbero potuti essere benissimo fratello e sorella. Aveva conosciuto solo un’altra donna dal temperamento così forte. Sua sorellastra, Morgana. Osservò ancora la nuova arrivata. I suoi grandi occhi verdi scrutavano il campo con fare pensieroso. Artù, allora, si riscosse dai suoi pensieri. Doveva pensare alla scorsa notte. Capire cosa fosse successo. Anche se sul suolo non c’erano tracce, era sicuro che qualcuno, perché era sicuramente una persona, fosse passata di lì.

* * * * * * * * * *

La notte, Artù decise di agire. Se c’era qualcosa, di certo sarebbe tornato anche la notte seguente. 
Si preparò per la notte, disse a Merlino che sarebbe andato a dormire solo, senza il suo aiuto. Il buon mago sulle prime non approvò quella scelta, ma poi lo lasciò fare, contento che per una notte l’avrebbe scampata e avrebbe potuto parlare ancora con la sua amica, prima che tornasse nel campo dove anch’ella si allenava. 
Artù non chiuse occhio quella notte. Stette tutto il tempo alla finestra, cercando di capire. E, soprattutto, cercando di non addormentarsi. Nel frattempo, Scatty si preparava per il quotidiano addestramento. 
Aveva raccontato tutto a Merlino. Tutta la sua intensa vita scorreva tra fiumi di parole, che la ragazza non riusciva più a tenere a freno. Finalmente aveva qualcuno con cui parlare, non doveva più nascondersi, poteva, finalmente, lasciarsi andare. Merlino era altresì contento di avere una nuova strega in casa, era contento di avere qualcun altro con cui potesse essere il ragazzo che era. Un’altra ragazza era corsa in suo aiuto, così pensava. Comunque, verso le undici di notte, Scatty costrinse Merlino ad andare a letto, cosicchè lei potesse agire indisturbata e tornare ai suoi allenamenti. Era felicissima. 
Ma ancora non capiva perché sua nonna l’avesse mandata a Camelot. Saltellando, la ragazza uscì dalla stanza. Purtroppo per lei, quella serenità non le portò fortuna. 
Invocò il solito incantesimo di luce, ma fece uno sbaglio. La luce non era nota solo a lei, ma chiunque poteva vederla, e lei non poteva saperlo. Arrivò velocemente all’arena. Artù la vide. Non capendo le sue intenzioni, decise di non agire e di continuare ad osservare. La vide estrarre una spada lucente, forse la più bella che avesse mai visto. La vide esercitarsi nel tiro di scherma, vide una bravura straordinaria nei suoi movimenti. La vide mentre combatteva a mani nude, la vide usare alcuni dei suoi attrezzi con una maestria a dir poco stupefacente. Se lui era il miglior combattente che il mondo avesse mai potuto vedere, lei era il combattimento puro. Non capiva da dove venisse la luce che la illuminava, ma pensò che fosse soltanto una lanterna nascosta da qualche parte. Poi, decise di andare a dormire. 
La notte seguente, si disse, l’avrebbe incontrata, e le avrebbe parlato, spiegandole quell’idea brillante che gli venne in mente poco prima di coricarsi.

* * * * * * * * * *

Scatty si interrupe bruscamente. Quella notte aveva perso la sua concentrazione parlando con Merlino. Spense di colpo la luce. Qualcuno l’aveva vista, ne era sicura. 
A passo felpato, tornò immediatamente al castello, maledicendo quell’adorabile sorriso del mago.

* * * * * * * * * *

Disclaimer: i personaggi usati da me in questo racconto appartengono agli aventi di diritto e non vengono usati per scopo di lucro. Finalmente torno a scrivere!! Ho avuto una brutta tonsillite che mi ha fermato qualche giorno, ma sono riuscita a buttare giù questo capitolo. Grazie a tutti coloro che leggono, grazie di cuore. Ricordatevi:non lasciatevi ingannare dalle apparenze, ma vedete tutto nel suo insieme…alla prossima!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7_Dreams are more precious ***


7. Dreams are more precious

“Diavolo!Ho sentito una presenza che mi scutava…qualcuno mi stava osservando…probabilmente da una finestra del castello…eppure nessuno è intervenuto. 
Che egli, chiunque sia, sia corso da Uther a riferirgli l’accaduto? 
Possibile…ma allora, perché nessuno mi ha ancora arrestata? Delle mie percezioni mi fido, sono una delle mortali più potenti al mondo, l’intuito non mi inganna. 
Ma perché non è successo nulla? Che vogliano ricattarmi?Mah…non riesco a capire” 
Scatàch era seduta immobile sulla sua branda, immersa in mille pensieri. Da sola, completamente sveglia, ascoltava il potente russare di Gaius e i lievi respiri di Merlino. Se si concentrava, riusciva anche ad ascoltare tutto il castello. Così, la ragazza decise di usare i suoi poteri per scoprire se qualcuno fosse ancora sveglio, magari colui che l’aveva spiata. Chiuse gli occhi. Respirò attorno. Poco alla volta, cercava di oscurare tutti i sensi per ampliare le capacità uditive. C’era riuscita. Viaggiando con la mente, riusciva a sentire tutti gli abitanti di Camelot. Respiri regolari…respiri regolari…tutto tace, il castello sembra anch’esso addormentato. Qualcuno che russa…altri respiri profondi…altri…NO!
Qualcosa non funzionava. Chiunque stesse ascoltando in quel momento Scatty, non stava affatto dormendo. La ragazza sussultò. Sgranò i suoi grandi occhi verdi. 
Non le sembrava possibile…aveva capito che la persona che l’aveva spiata era il principe Artù.

* * * * * * * * * *

Il clima che si respirava a Camelot non era dei migliori. 
La gente aveva paura, moltissima paura. Nessuno si fidava più di nessuno. Un Cavaliere di Camelot era stato pietrificato. Era il giovane Sir Leon, scampato alla morte per un pelo già molte volte, a trovarsi in quella situazione di pericolo. 
Gaius aveva tentato di tutto per contrastare gli effetti della pietrificazione. Ungeva ogni giorno con speciali unguenti i colpiti, ma serviva a poco. Certo, rallentava il processo di pietrificazione totale: le persone non erano morte, non ancora almeno. 
Ma a poco servivano le pozioni del buon medico, molto poco. Tutta Camelot sapeva ciò che stava succedendo: la pietrificazione era senza dubbio provocata da qualche strano artefatto magico, e solo con la stregoneria si poteva contrastare. Ma la paura,lo strano senso di angoscia e di ansia che attanagliava tutto il popolo, non erano solo loro la causa del comportamento degli abitanti di Camelot. Anche il fattore psicologico era da considerare. 
Anche a Camelot, regno dove la quiete regnava sovrana, la gente cominciava a impazzire. 
Le madri non riconoscevano più le figliole, quelle sputavano addosso a loro, i figli rinnegavano i padri, quelli li mandavano a morire, molti nobili del regno fuggivano, un parente non riconosceva più l’altro. Pochi erano rimasti inalterati da questa nuova minaccia. 
Il Re, Uther Pendragon, decise allora di consigliarsi col suo medico di corte, nonché fidatissimo amico, sul da farsi. – Pensi anche tu quello che penso io, non è vero, Gaius?- Dipende da cosa intendete, Sire. Credo che tutto il popolo sia d’accordo sull’affermare che è opera di magia e stregoneria, non lo si può negare.- 
-Speravo che esistesse qualche speranza…qualche malanno strano e poco conosciuto. Ma, ovviamente, non si può negare l’evidenza. Dimmi, è un abitante di Camelot a tramare contro il regno?- 
-Mio Signore, in tutta sincerità, credo proprio di no. Penso che entrambi abbiamo ben chiara la situazione, Sire. Sappiamo entrambi il nome di uno dei più probabili colpevoli.- Gaius tacque, aspettando la reazione del re, che di sicuro sarebbe stata furibonda. Egli rifletté per qualche minuto. Poi, la sua rabbia e la sua ira esplosero, come d’altro canto aveva previsto il medico. 
–Quella…quella…MORGAUSE!!! È senz’altro lei la causa di tutto. Se l’è portata via…la mia bambina…la mia bambina.- Uther si riscosse. 
Il suo comportamento non andava affatto bene. Non era più in grado di farsi vedere in pubblico, ormai. Era stremato. Stremato dalla vita, dalla condizione in cui stava vivendo. Si sentiva vecchio, gli anni gli cadevano alle spalle, li sentiva come un fardello. Si sentiva debole, pieno di acciacchi dati dall’età. Si sentiva debole anche nella mente. Stava resistendo, ma la storia delle pietrificazioni lo stava riducendo a brandelli. Morgause o non Morgause, chiunque stesse agendo in questo momento stava agendo astutamente. 
Lavorando poco alla volta, lavorava anche nella mente del re, rendendolo sempre più debole. Sentendo che il re aveva bisogno di stare da solo, Gaius decise saggiamente di lasciare la stanza del trono. 
– Discuteremo più avanti, Signore. Ho del lavoro che mi attende- Oh, ma certo, ma certo. Và pure Gaius, grazie molte.- Gaius uscì. “Mi ero completamente dimenticato della sua presenza. Sì, ho davvero bisogno di stare da solo...Devo assolutamente fare qualcosa. Ordinerò a mio figlio, Artù,  di cercare indizi che possano ricondurci al colpevole, anche se so che non potremo fare molto. Questa è una magia antica, molto potente. Non ho idea del perché Morgause ci tenga tanto a farmi impazzire. Perché ha bisogno del regno? È solo brama di potere quella che la anima? No, non credo, non ne sono affatto sicuro, anzi. Vendetta… la stessa che provocava l’ira di Nimueh. Ma mai mi pentirò di quello che sto facendo! La lotta contro la stregoneria è una cosa assolutamente indispensabile! Ciò che sto facendo è completamente buono e giusto!” Con una smorfia provocata da quei pensieri iracondi, il re Uther Pendragon uscì dalla sala del trono per ritirarsi nelle sue stanze a riposare. La giornata sarebbe stata spossante, ne era certo.

* * * * * * * * * *

Artù si svegliò di soprassalto. Aveva dormito poco bene, senza la cura di Merlino nel preparare la sua stanza.
Rammentò a se stesso di non fare mai più una cosa del genere, di decidere di non usufruire della bravura del ragazzo. 
– Come state, giovane babbeo? Avete dormito bene anche senza le mie cure?- Artù grugnì. Un sorriso malizioso apparve sul volto del mago, sorriso che scomparve molto presto lasciando posto al consueto ghigno. –Allora?- Altro grugnito. Merlino era sempre più soddisfatto di sé. Quel piccolo versaccio significava certamente un complimento. – Mai dormito meglio – rispose infine il principe con un tono molto convincente, tradito però purtroppo da un lungo sbadiglio. – Mmm mmm- sussurrò Merlino sempre più divertito. – Bhè, che fai lì impalato? Avanti, non ho tempo da perdere!- sbraitò infine Artù, riprendendo finalmente la sua consueta arroganza. 
– Corro a prepararvi i vestiti, Sire. Sapete già quali sono i vostri programmi odierni?- Ah, no, ma penso che presto mio padre mi convocherà…- Lasciò la frase in sospeso, inarcando le sopracciglia. – Oho! Giusto! Vostro padre ha indetto per stamane una riunione tra di voi, i Cavalieri di Camelot e i suoi Consiglieri. Si svolgerà dopo il pranzo. Sapete, ha convocato il consiglio anche per la brutta faccenda capitata al povero Sir Leon…Ovviamente, anche Gaius parteciperà alla riunione. 
Così, in caso facciate la figura dell’idiota potrete farvi aiutare da lui, che è una gran brava persona, a formare frasi di senso compiuto che possano giovarvi nel rimediare l’imperdonabile errore fatto. Certo, voi riuscite a passare per babbeo anche stando zitto…- 
-Merlino! Zitto tu, se non vuoi che ti mandi alla gogna!!!-

* * * * * * * * * *

Quella sera, il principe decise di farsi preparare la camera ed il letto dal suo servo per due ragioni. Primo, non voleva insospettirlo. Secondo, anche se non lo voleva ammettere, Merlino nel suo lavoro era davvero bravo, e non aveva nessuna voglia di passare un’altra notte insonne per via delle coperte messe male.
Comunque, Artù sapeva che non sarebbe stato molto nel letto a riposarsi. Il principe era inquieto e preoccupato, aveva paura che la sua proposta fosse bocciata clamorosamente. 
“Non so se quello a cui sto pensando sia una cosa sensata. Certo, probabilmente mi sarebbe utile, soprattutto in tempi come questi. Anche Sir Leon, un mio giovane Cavaliere, è stato colpito. Quanto ci vorrà pria che gli stregoni arrivino a me e a mio padre?”

* * * * * * * * * *

“Uno scontro…lampi di luce…magia, certo…urla…grida…voci…voci conosciute…voci che urlano, voci che gridano…quelle voci…quelle voci…voci che ho sentito per anni o voci conosciute da poco…ora non capisco. È un vortice? Un…non lo so. Voci…magia…la magia è nell’aria…occhi…occhi azzurri…occhi verdi…occhi d’ambra. Occhi verdi…mi sono sconosciuti…a chi appartengono?”         
–Aaah!- 
Morgana si svegliò di soprassalto.

* * * * * * * * * *

* * * * * * * * * *

Disclaimer: i personaggi usati da me in questo racconto appartengono agli aventi di diritto e non vengono usati per scopo di lucro. Grazie a tutti i lettori silenziosi, grazie di cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8_And all I need ***


Prima di tutto, un ringraziamento speciale a Malika, la principessa del mio cuore. Se non fosse stato per lei, la storia si sarebbe conclusa soltanto nella mia mente e chissà, forse non avrei più aggiornato. Grazie, questo capitolo è tutto per te!

8. And all I need

12 rintocchi. Scatty era già fuori da un bel pezzo. Aveva controllato che nessuno la spiasse dalle finestre del castello. Aveva provveduto all’incantesimo di luce, che questa volta aveva funzionato a meraviglia. Sorridendo, la ragazza buttò anima e corpo nell’estenuante allenamento quotidiano.

-E così, vieni tutte le notti?-

La ragazza sussultò. Conosceva la voce che le aveva parlato. “Allora, non è così tonto come sembra” pensò, ma non disse nulla. “ Avevo ragione. Le mie percezioni non erano sbagliate.”

-Rispondimi-

Scatàch non si mosse. Stava ferma immobile.

- Forse mi sono sbagliato. Non vedo nulla. Forse non sei ancora arrivata. Bè, aspetterò fino a quando l’alba rischiarerà il campo.- Aspettate.- sussurrò Scatty. –Aha! Ti decidi a parlare! Dimmi, allora, che ci fai qui? Perché non ti vedo? E, cosa più importante, perché non ti ho ancora sbattuta nelle segrete?- La ragazza evoco dal nulla un bastone infuocato per nascondere la sua magia. – Primo, visto che mi avete osservata, saprete benissimo la risposta alla prima domanda. Per quanto riguarda la seconda, mi state vedendo benissimo, sia per via del vostro braciere che per il mio bastone. Terzo, non ne ho idea. Ma immagino che voi abbiate una soluzione all’ultimo quesito.-

- Ma che risposte esaurienti? Bene, visto che ti vedo interessata, ti spiegherò il motivo per cui non ti ho ancora fatto arrestare. – Ebbene?-

- Vengo considerato come il più grande combattente e guerriero che questo mondo abbia mai visto. La mia agilità, il mio coraggio e le mie prodezze vengono ammirate e lodate da tutti coloro che mi hanno visto duellare. Mio padre e i miei maestri mi sono stati di grande aiuto. – Intendete continuare così per molto? Preferisco marcire in prigione piuttosto che sopportarvi ancora.- Presto sarai accontentata. Il rogo va bene? O preferisci il boia? Comunque, non mi hai ancora ascoltato per intero. Come dicevo, vengono tessute lodi riguardo a me dovunque mi si conosca. Tutto ciò non mi interessa affatto. – Un lungo fischio, sicuramente opera di Scatàch, si sentì. Il principe decise di ignorarla. – Io sarò Re di Camelot. Dopo i continui attacchi che riceviamo da anni, ritengo che i miei servigi non siano abbastanza utili. Capisci dove voglio arrivare? – Non voglio togliervi il piacere di pronunciare per intero il vostro sermone. – Bene. Ti ho osservata. Non ho mai veduto tanta maestria nell’utilizzare le armi. Non ho mai pensato di riuscire a fare ciò che fai tu, neanche nei miei sogni più fantasiosi. Voglio che tu mi insegni a combattere. –

- Ahahah!!- Tutto ciò che uscì dalle bocca della ragazza fu una sonora risata. – Volete torturarmi col vostro scadente umorismo, prima di condurmi nelle segrete?- Ho bisogno di un aiuto. Non credo di essere bravo abbastanza da affrontare le offensive dei popoli vicini e uscirne sempre vincitore. Credo di aver avuto parecchia fortuna, soprattutto negli ultimi due anni. Ora, un potente stregone sta piano piano decimando la popolazione di Camelot. Ho paura. Aiutami. – La ragazza rifletté a lungo. – Perché?- Mi devi insegnare a combattere come fai tu. Temo per la mia gente. Se non lo farai, ti condurrò immediatamente alle segrete, racconterò tutto a mio padre e lui penserà alla tua giusta condanna. – Questo è barbaro. Se non mi fossi addentrata nel vostro campo, voi non mi avreste mai conosciuta. Sarei stata soltanto l’aiutante di Gaius. – Il popolo corre seri pericoli. Anche un Cavaliere di Camelot, uno tra i più gloriosi, non è riuscito a sfuggire al maleficio. – Voi sapete chi c’è dietro?- No. Ho solo qualche vago…sospetto.- Mmm. Sospetto…che voi sappiate esattamente chi sta lanciando i sortilegi. Per questo volete il mio aiuto. Credete che il nemico sia troppo potente per voi? Allora sapete benissimo con chi avete a che fare. – Dopo un attimo di esitazione, Artù si decise a parlare. Doveva conquistare la fiducia della ragazza. Artù sapeva che Scatty era dalla sua parte. – Credo si tratti di una vecchia conoscenza. Il suo nome è Morgause. Ha rapito la mia sorellastra, Morgana.- “Morgause! La nonna mi ha parlato molto di lei. È una brava strega, ma ha sete di vendetta. Sì, potrebbe esserci il suo zampino dietro questa storia. Ma l’altra ragazza…Morgana…ho già sentito questo nome, ma non mi ricordo niente di lei… è molto strano…” Scatty si incamminò. Prese la spada dal terreno e fece per andarsene. – Aspetta!!! Fermati. – La fanciulla si girò lentamente. Sguainò la spada. – Avanti, mostratemi ciò che sapete fare. In guardia!-

Artù le si avventò contro. Tutta la sua ferocia fu intercalata nella spada reale. Non si era mai sforzato così tanto. I battiti cardiaci aumentavano. Era completamente perso nel combattimento. Scatty, dal canto suo, con un leggero movimento verticale dall’alto verso il basso, lo disarmò. – Avremo molto su cui lavorare.- disse, in tono per nulla sarcastico. – Ma è già qualcosa. Il coraggio non manca. Ci vediamo domani, a mezzanotte. Vestitevi come meglio credete.- Ci penserà il mio servo, mi ha già preparato svariate volte.-

Un suono sordo, una specie di colpo di tosse si udì. – Sappiate che ho trattenuto a fatica un’altra risata. Davvero volete informare Merlino del fatto che vi allenate di notte, che venite addestrato da una donna, e che la donna che vi insegna è quella che pochi giorni fa avete definito- Scatàch fece una lunga pausa - …Avete definito una stracciona?- Merlino non saprà nulla da me. Custodirò bene il segreto.- Come farete a non insospettirlo per me resterà sempre un mistero…Ma, dato che sono il vostro nuovo mentore, vi proibisco di farvi aiutare da lui. Dovrete farvi preparare per la notte, quindi vi dovrete vestire come meglio credete, e infine dovrete rivestirvi per la notte, di modo che Merlino non sospetti di nulla. Certo, se volete venire all’allenamento in camicia da notte, non farò obiezioni. Vestitevi come meglio credete.-

- Forse ti è sfuggito un piccolo particolare. Io sarò re. Non prendo ordini dalla protetta del medico. – Allora sbattetemi nelle segrete. Non intendo fare la maestrina a chi vuole fare di testa sua. Io accetto di buon grado di addestrarvi, ma voi dovete fare come dico. Chiaro?- Artù stette zitto per qualche minuto, poi parlò nuovamente. – Chiaro. – Allora, a domani, a mezzanotte. Vestitevi come meglio credete. Solo una pretesa: come volete, certo, ma con dignità, vi prego.- E dopo quest’ultimo sberleffo, la ragazza se ne tornò nelle sue stanze.

* * * * * * * * * *

Quella notte, a Scatty erano successe molte cose importanti. Ma la ragazza aveva in testa un solo pensiero, anzi, un solo nome: Morgana.

“Morgana, Morgana, Morgana. Più lo ripeto e più mi convinco di aver già sentito questo nome. Di sicuro ne ho sentito parlare qui a Camelot, so che il re ha sguinzagliato alcuni dei suoi migliori cavalieri per ritrovarla. Ma credo di aver sentito da qualche altra parte questo nome. Morgana… Devo chiedere a Merlino. Lui saprà di sicuro illuminarmi.”

Entrata nell’alloggio dell’archiatra, sentì subito i respiri calmi e profondi del ragazzo.  Ma la ragazza aveva assolutamente bisogno di parlargli di Morgana, di sentire la sua storia. Si sentiva inspiegabilmente legata e attratta dalla ragazza di cui conosceva il nome e poco altro. Ma, parlando con Merlino, avrebbe dovuto anche raccontargli dell’allenamento e quindi di Artù, e non sapeva se farlo. Merlino era un insopportabile chiacchierone. Scatàch aveva paura che facesse un passo falso con il principe. Se Artù voleva che fosse un segreto, sarebbe stato un segreto. Ma poi, la ragazza si disse che Merlino aveva tenuto nascoste per più di due anni le sue doti al principe, e che quindi non c’era da preoccuparsi. Scatty entrò nella piccola camera del mago. Egli era addormentato profondamente. – Merlino…?- sussurrò la ragazza, un po’ in colpa per doverlo svegliare. – Merlin… Merlino?- Mmf? Che? Vai a dormire, rossa. – Merlino, dobbiamo parlare è importante. – Cossuccedd??-  È successa una cosa importantissima e stranissima.- si fermò e aggiunse: - Chi è Morgana?- MORGANA?? È qui, per caso??- Nono, non è qui. Ma siediti, ti devo raccontare tutto dall’inizio.-

Scatàch narrò gli avvenimenti della serata. Merlino, un po’assonnato, ascoltò con attenzione. Quando la ragazza finì il racconto, Merlino era completamente sveglio e rifletteva intensamente. Dopo qualche minuto, il mago dovette trattenere una sonora risata. – È strano il modo in cui si è comportato l’Asino quest’oggi. Non pensavo sarebbe mai arrivato a tanto. Si è sempre creduto imbattibile. È strano, molto strano.- Morgause deve essere terribile. La nonna mi ha parlato molto di lei, ma me ne ha sempre parlato bene. È molto vendicativa, ma non capisco perché ce l’ha tanto con Uther e il suo regno. Perché ha rapito Morgana, comunque? E chi è? Artù ci tiene molto a lei… Morgause la tiene forse come ostaggio?-

-No Scatty, non è così. Morgana non è stata rapita. C’è in giro questa voce, e a loro due fa comodo il fatto che tutta Camelot creda ancora che lei sia buona.- Vuoi dire che la figliastra del re è…- È una strega, innanzi tutto. Si è resa conto dei suoi poteri solo un anno e mezzo fa, circa. Per lo più si manifestano con delle visioni che le appaiono in sonno. L’anno scorso si è alleata con Morgause per distruggere il regno.- Ma ciò non è successo…c’è il tuo zampino dietro questa storia?- Sì. Morgana era una mia grande amica. Ma dovevo scegliere tra lei e il regno.- Gli occhi del mago brillarono. – L’ho avvelenata. L’ho dovuto fare. Morgause evidentemente non voleva perdere una compagna preziosa. Ha interrotto il maleficio su Camelot e l’ha portata via, presumibilmente per guarirla.  Credo ci sia riuscita, comunque. Morgana era già morente, ma Morgause è una strega capace e potente. No, è impossibile che Morgana sia morta.-

-Grazie Merlino. Ora conosco la storia. Credi che siano loro le responsabili?- Ne sono praticamente certo. È il loro modus operandi, questo.- Grazie ancora. Buonanotte, Falchetto. – Buonanotte, Scatty.-

* * * * * * * * * *

Uh, ho aggiornato! Merito tuo Malika, non so come ringraziarti!

Allora, ti ha sorpresa l'idea di Artù? Io pensavo che fosse scontata...ma forse è solo perchè conosco la storia per intero xD Sono contenta che ti sia piaciuta così tanto, hai pure messo la mia storia tra la preferite, ma grazie!!

Bè, che altro dire? Ringrazio come al solito tutti i lettori silenziosi, e spero che la nuova "grafica" sia più gradita ^_^ si legge meglio così, vero?

Allora...alla prossima!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=480057