Del poco, del niente e dell'illusione.

di renge_no_hana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Recentemente mi è tornato in mente un lungo discorso della mia ex professoressa di storia a proposito dello sbarco in Sicilia del 1943 da parte degli alleati americani.
Ci raccontò che, secondo le testimonianze dei suoi nonni, alcuni di loro avevano trovato alloggio nelle case dei siciliani i quali, volenti o nolenti, si erano ritrovati ad ospitarli. Sarà questo il tema su cui verterà questa raccolta di tre shots.
Sperando che ciò che ho scritto vi piaccia e di non aver traviato il carattere dei personaggi, vi auguro una buona lettura.


Titolo: Del poco, del niente e dell'illusione.
Fandom: Axis Powers Hetalia.
Personaggi/Pairing: Alfred F. Jones (America)/Lovino Vargas (Italia del Sud).
Genere: malinconico, introspettivo.
Rating: giallo.
Avvertimenti: i protagonisti sono persone, non Nazioni, linguaggio scurrile e una buona dose di angst.


Lovino non aveva mai creduto nè in quella guerra, nè nell'egemonia dello straniero, nè nelle loro false promesse di gloria.
Aveva visto, com'era finito suo fratello: cibo per vermi, un mucchietto di ossa sepolte in terra di Nessuno e tutto per la sua cieca devozione -amore, gli diceva- nei confronti di uno di quei cani maledetti.
-Crauti o coglioni venuti da oltremare non importa...- diceva sempre a se stesso -Sono tutti stronzi alla stessa maniera.-
Erano arrivati nella loro Nazione -per salvarla, dicevano, quante minchiate!- marciando per i paesi tutti fieri ed orgogliosi mentre i cittadini li acclamavano neanche fossero Dio in terra e i soldati italiani li seguivano, grondanti di sangue quanto di umiliazione.
Li detestava e, nonostante ciò, uno di quei bastardi era riuscito ad infilarsi in casa sua.
Un ragazzone biondo, quattrocchi, con grandi occhi azzurri e un sorriso ebete perennemente stampato su una proverbiale faccia di cazzo.

-Where are your parents?

Evidentemente, la sanguisuga non aveva ancora capito che non parlava la sua stupida lingua.

-Do you live here all alone?
-Piantala di blaterare. Non capisco quello che dici.

Gli volse le spalle e tornò a concentrarsi sul misero pranzo che stava preparando e alla carota da affettare sul tagliere.
L'idea di dover spartire il poco cibo che aveva con quello là lo mandava in bestia.
Serrò la mano sudata sul manico del coltellaccio arrugginito che aveva piantato nell'ortaggio e sollevò appena lo sguardo; la finestrella del modesto cucinino mostrava un panorama arido e desolante.
Mazzarino, la sua città. Piccola ed accogliente.
Mazzarino con le sue belle chiese antiche e U'Cannuni a vegliarla sempre.
Mazzarino, adesso teatro di fame e miseria.

-What are you cooking?

La voce acuta dell'americano lo distolse dai suoi pensieri. Lovino grugnì, infastidito e, cercando di ignorare l'irritante presenza alle sue spalle, tornò a concentrarsi sulla sua attività.

Cipolle, carote, sedano, salvia, basilico e un dado per brodo.

Versò il suo sugo -che sugo non era- in due piatti contententi un'esigua porzione di spaghetti per poi porgere uno di essi al suo commensale.
Questi lo osservò stranito, sul volto un'espressione a metà tra lo stupore e il disgusto.

-What's this?

Lovino non ebbe bisogno di scervellarsi per capire, stavolta.

-La chiamano la cucina del poco del niente e dell'illusione.



E il primo capitolo è servito!
Note: il titolo della raccolta è dovuta alla denominazione, da parte di vecchi giornali italiani dell'epoca, dell'alimentazioni ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.Le privazioni alimentari erano molte e la situazione non era delle più rosee.

Spero di aver fatto un buon lavoro!
Le recensioni sono molto gradite.

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Capitolo 2
*** 2. ***


Titolo: Del poco, del niente e dell'illusione 2/3.
Fandom: Axis Powers Hetalia.
Personaggi/Pairing: Alfred F. Jones (America)/Lovino Vargas (Italia del Sud).
Genere: malinconico, introspettivo.
Rating: giallo.
Avvertimenti: AU, lieve shonen-ai, linguaggio colorito (è pur sempre Lovino).


Quando cominciarono a tentare di comunicare tra loro, lo fecero per ragioni dettate più dalla necessità che dalla civile convivenza.
Creavano dialoghi astratti, fatti di pochi ma comprensibili gesti e disegni sghembi scarabocchiati frettolosamente su vecchi fogli di carta.

Solo lo stretto necessario.

L'americano era logorroico: si ostinava a biascicare parole insensate in un italiano incomprensibile nel mero tentativo di far pratica con la lingua locale e di impressionare il padrone di casa che, con aria inorridita, non poteva far altro che subire i suoi sproloqui.
Lui, del suo stupido idioma, non voleva imparare neanche una sillaba.

Tuttavia, erano le fotografie di Alfred a parlare più di lui. Le conservava come un tesoro riposte fra le pagine di un libricino rilegato in pelle nera -una Bibbia in miniatura- in una delle larghe tasche della sua uniforme.
Gli aveva mostrato con orgoglio i larghi viali e le bellezze di Nuova York, la ricchezza di oltreoceano e il simbolo della Libertà.

Era grande, Nuova York, grandissima.

Lovino non aveva mai oltrepassato i familiari confini della sua amata Isola ma, di storie, ne aveva sentite a bizzeffe. Molti erano coloro che, disperati, erano fuggiti dal conflitto imbarcandosi per il Nuovo Mondo nella speranza di trovarvi un po' di fortuna.
Mirabolanti racconti, addirittura, narravano di poveri contadini che erano riusciti a fare carriera nell'attività industriale. L'America era descritta come una Nazione pregna di grandi valori: libertà, benessere, giustizia.

Niente bombe, niente cani del Reich...

La guerra, si ritrovò a riflettere, non gli aveva lasciato niente, neanche una tomba su cui piangere i propri defunti.
Lui, da bravo imbecille, era sempre stato un asso nel mandare a puttane ogni occasione che la vita gli aveva offerto. Sarebbe potuto fuggire in Spagna con Antonio -crepato senza un briciolo di gloria durante l'ennesima rivolta ingiustificata- o partire per il fronte con Feliciano, facendosi sì ammazzare come carne al macello ma garantendosi una solenne dipartita.
Gran bella prospettiva, patire la fame e gli stenti coi propri connazionali nell' attesa che qualche anima buona -gli ennesimi intrusi? Salvatori?- giungesse a liberarli da quell'oppressione.

Stronzate.

Sussultò quando sentì qualcosa di caldo e stranamente confortante posarsi sulle sue mani.
I palmi guantati di Alfred erano andati a stringere i suoi, sul volto dell'americano un'espressione seria e decisa che mai Lovino avrebbe pensato di vedere su di lui.

-Quando questo è finito, tu vieni con me.

Il suo italiano è pessimo, la sua pronuncia è ridicola ma al suo interlocutore non interessa, non più.
Lovino pensa che qualche Santo, lassù, deve avergli perdonato almeno vent'anni di bestemmie per avergli concesso un'opportunità del genere.

L'avrebbe liberato, vero?

Il suo interrogativo, però, non ebbe risposta.
Con il volto nascosto nell'incavo del collo dell'americano e il corpo scosso dai forti singhiozzi, intorno a sè non sentiva più niente.





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Ed anche questo è stato ultimato. Era davvero un bel po' che non aggiornavo! 
Tra il troppo studio e una sottospecie di "blocco dello scrittore" ho perso un sacco di tempo e di ispirazione... Deve essere per questo che questo capitolo nè sembra avere un senso nè mi soddisfa particolarmente.

Ringrazio bnr (ho modificato l'avviso inserendovi la presenza di AU) e Sokew86 per aver recensito. Le recensioni e le critiche costruttive sono sempre gradite<3

*Sparge tanto amore*



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Capitolo 3
*** 3. ***


Titolo: Del poco, del niente e dell'illusione 3/3 
Fandom: Axis Powers Hetalia.
Personaggi/Pairing:  Alfred F. Jones (America)/Lovino Vargas (Italia del Sud).
Genere: malinconico, introspettivo.
Rating: giallo.
Avvertimenti: AUtanto angst, dialetto siciliano usato a sproposito (non fustigatemi).

Cantavano alla libertà intonando tristi nenie, le donne della sua Mazzarino.
Alla libertà e ai mariti morti.
Ai figli morti.

A li canzuni mancava la to’ vuci
lu to’ sangu e lu to’ curaggiu…
lu curaggiu di cu’ nun eppi mai
‘na sbrizza di suli pi rigalu
e cu la forza 
di centumila matri siciliani
grapeva li pugna a lu destinu
p’attruvari la nostra primavera
li nostri radici
la nostra dignità

E nun truvai diamanti
né ciuri e né profumi
pi diri a lu to’ tempu d’aspittari
d’aspittari ca lu Patreternu
facissi natra stidda supra ‘u mari

Vitti - Rosa - sulu ‘na catina
e ntra li magghi la nostra libertà
lu nostru tempu 
lu to’ cori di matri siciliana…
‘na matri ca purtava la bannera
di tutti li Madonni addulurati. 

Rannicchiato sul materasso sudicio ormai instabile sulla vecchia branda cigolante, Lovino lasciava che quei fiochi lamenti gli corrodessero il cervello ed inibissero i sensi, facendogli dimenticare l'amarezza e gli occhi gonfi di un pianto mai sfogato.
Si sentiva uno sciocco, ad essersi lasciato cullare per mesi in quella patetica gioia infantile e reo di aver visto la speranza di una vita migliore negli occhi di un uomo che era sparito dalla sua vita con la stessa velocità con cui vi era entrato.

La Statua della Libertà lo fissava ora con aria beffarda, celandosi appena dietro la polvere che ricopriva la sua piccola cornice. Era stata sistemata con ogni riguardo sul basso comodino, proprio sotto il lume, come le più venerate immagini sacre.

Girati, brutta strega!

A quanto pareva i Santi non l'avevano perdonato per nulla, solo punito la sua codardia.

-'O cacatu 'u culu cci feti*-  gli dicevano le ragazze quando, dopo mesi di corteggiamento e galanterie, fuggiva a gambe levate di fronte alle minacce del nerboruto pretendente di turno.
Ed aveva cominciato a cadere sempre più in basso.

Non era fuggito con Antonio per paura di un'altra dittatura.
Non era partito con Feliciano per paura di morire.
Voleva andar via con Alfred per paura di restare lì a marcire.

Ma anche Alfred è un codardo: mi ha mentito ed è scappato.

Se gli avesse sbattuto in faccia la verità le cose sarebbero andate diversamente: l'avrebbe cacciato via, insultato e dimenticato... Allora non sarebbe stato così doloroso rimanere in quella terra di figlie stuprate e gravide e di innocenti uccisi per la vigliaccheria dei loro stessi alleati.

La risata che gli uscì dalle labbra fu amara e quasi folle.
Lui non aveva mai creduto nè in quella guerra, nè nell'egemonia dello straniero, nè nelle loro false promesse di gloria.

Le loro false promesse di gloria, false...

Alzandosi faticosamente e facendo scricchiolare le membra stanche e scarne, si diresse verso l'angusto cucinino.
Il tagliere era sempre lì, così come il coltellaccio arrugginito.
Lo afferrò e ne fissò la lama opaca.

Cipolle, carote, sedano, salvia, basilico e un dado per brodo.

Troppo poco per lui, troppo poco per tutti.

-What's this?

Niente, assolutamente niente.
Solo io che sono un illuso.



Fine


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Ehm... Effettivamente sono sicura che vi starete chiedendo che razza di finale è. 
E' un finale aperto, sì, ma in qualunque caso lo vediate non lascia spazio ad happy endings: morto o vivo Lovino era o è infelice.
E chi non lo sarebbe dopo essersi appigliati per così tanto tempo a qualcuno che si è considerato come la propria ancora di salvezza e poi scoprire che questa non ha fatto altro che un calcolo utilitario su di voi (leggasi: la sanguisuga)?
Per quanto riguarda le recensioni vi ringrazio tantissimo! Davvero, non credevo di ricevere così tanti commenti positivi!

AoI: la relazione America/Sud Italia è canonissima, solo che nel fandom di Hetalia non se la caga quasi nessuno ç_ç
 Grazie per aver commentato e aspetterò che anche tu butti giù qualcosa sul tema!

nihal the revenge: grazie mille anche a te! Sono felice di non aver sconvolto le personalità di Alfred e Lovino... Era una cosa che volevo assolutamente evitare.

Prof: grazie per avermi segnalato l'errore, non me n'ero davvero accorta O_O  E  grazie anche per i complimenti!

MellinaW: Eh, sì. Lovino non è affatto in una situazione facile... E' anche per questo che si è "sciolto" fra le braccia di Alfred. E' stato una sorta di sfogo, ecco!

Sokew86: I tuoi complimenti mi fanno sempre piacere e sono lieta di aver dato la giusta impostazione a quella scena.  Sono ancora più felice dell'IC dei personaggi, però XD *saltella*

Whattina: Wow! Ho reso più leggero il tuo studio XD Comunque grazie per lo splendido commento: hai colto il senso di ciò che volevo realizzare scrivendo di Lovino e del suo background e.... Uh! Addirittura ho fatto venire il magone a qualcuno? *_* 
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Note:
 La nenia citata non è effettivamente una nenia ma una poesia dal testo molto bello. Potete trovarla qui-> http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-13323

*"A chi se l'è fatta addosso puzza il sedere."  Mi sa che è un proverbio della provincia di Agrigento (anche se qui l'ho usato per un paese in provincia di Caltanissetta).


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