Il mio angelo dagli occhi dorati

di valentina_black_cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro... ***
Capitolo 3: *** Vorrei dirti che sono io... ***
Capitolo 4: *** Messaggi... ***
Capitolo 5: *** Il disegno... ***
Capitolo 6: *** E' sbagliato... ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                     IL MIO ANGELO DAGLI OCCHI DORATI

PROLOGO

 13 ANNI PRIMA... POV EDWARD


Camminavo da circa un'ora lungo le strade di Forks. Quella cittadina era perfetta per me, per noi. Sotto una coltre così fitta di nubi ogni vampiro poteva camminare tranquillamente per le strade durante il giorno; come stavo facendo io in quel momento.
Si, perchè io ero un vampiro, un mostro senz'anima, una creatura deplorevole.
A volte pensavo però, che un pizzico di paradiso potessi meritarlo, perchè io non uccidevo persone. No, io mi nutrivo di sangue animale come il resto della mia famiglia.
Eravamo a Forks da circa una settimana, per fare visita ad un'altra famiglia, come la nostra, i Denali.
Ad un tratto mi fermai di fronte a una scuola materna. Tutti i bambini giocavano allegri nel giardino.
Quanto sarei voluto tornare bambino anch'io, per poter riabbracciare i miei genitori, morti ormai da più di cento anni.
Mi bastava il tempo per dire loro: " Mamma, papà, vi voglio bene"
Avevo perso i miei genitori durante l'epidemia di spagnola nell'estate del 1918.
Avevo solo diciassette anni e anch'io stavo per morire della stessa malattia, fino a quando Carlisle non mi trovò e mi trasformò in vampiro.
Guardando quei bambini, pensai anche che io non potevo averne, non avrei mai provato la gioia di abbracciare "mio figlio". Mai.
Abbassai lo sguardo sofferente. Quando lo rialzai vidi una bambina che mi stava fissando.
Era seduta da sola su una panchina.
Era bellissima: Aveva le guancie paffutelle, gli occhi color cioccolato, i capelli castani e una pelle un po' meno bianca della mia.
Mi sorrise ed io incapace di resistere a quel sorriso così dolce, ricambiai.
Poi, iniziò a giocare con una palla.
La guardai per un po', ma poi feci per andare via.
Accadde tutto molto velocemente:
La palla uscì fuori dal recinto e quella bambina fece per prenderla, scappando e andando verso la strada.
Nello stesso momento, stava per arrivare un camion.
Non ci pensai due volte e con la "mia" velocità riuscì a prenderla e a salvarle la vita.
Lei si strinse a me forte, forte ed iniziò a piangere.
Io non sapevo cosa fare, ma poi l'istinto mi suggerì di consolarla.
--Tranquilla piccolina è tutto passato, ora sei al sicuro-- le dissi.
Lei alzò gli occhi e mi guardò.
--Ma tu sei un angelo?-- mi chiese.
Non seppi cosa rispondere. Io un vampiro, venivo definito un angelo.
--Si, tu sei un angelo-- si rispose da sola, poi continuò:
--Sei il mio angelo custode, la mamma mi dice sempre: ognuno ha vicino a se il proprio angelo custode e tu sei il mio--
Le sorrisi. Era così tenera.
--Solo che...-- disse.
Io la guardai stranito e dissi:
--Solo che...?--
--Dove sono le tue ali?-- e iniziò a toccarmi la schiena, cercandole.
Le accarezzai dolcemente una guancetta e le dissi:
--Devono ancora spuntare--
--Quando spunteranno me le farai vedere?--
--Ma certo-- risposi.
Intanto la maestra che aveva assistito alla scena, se ne stava in disparte, pensando a come ringraziarmi e a come dirlo ai genitori della bimba, di sicuro avrebbe passato i guai.
Poi pensai:
"Io so leggere nel pensiero, allora perchè i pensieri di questa bimba mi sono oscuri?"
Non feci in tempo a pensarlo che la bambina, che stringevo ancora tra le braccia, mi disse:
--Ma dimmi, angelo mio, qual è il tuo nome?--
--Edward-- risposi --Il mio nome è Edward e il tuo?--
--Io mi chiamo Isabella Marie Swan--
--Isabella, che bel nome-- dissi.
--Si però sto pensando, tu sei il mio angelo custode, quindi devo trovare un nome in codice con cui mi chiamerai--
Aspettai in silenzio, mentre lei fece la faccia pensierosa.
--Ho deciso, tu mi chiamerai Bella-- poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
--Ricorda, solo tu puoi chiamarmi così--
--D'accordo-- dissi anch'io a bassa voce.
--Ma tu hai gli occhi dorati?-- domandò ad un certo punto.
--Si...-- dissi guardando altrove, non potevo rivelarmi troppo.
Poi la maestra si avvicinò e iniziò a dirmi grazie in tutti i modi che conosceva.
Dopo di che, feci per andare via.
Isabella mi salutò dicendo:
--Tanto, sarai sempre vicino a me, anche se vai via, vero?--
Io le diedi un piccolo bacio sulla guancia e le dissi:
--Si, ci vediamo Bella--
--Ciao, angelo mio dagli occhi dorati-- rispose.

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Capitolo 2
*** Incontro... ***


NOTE DELL'AUTRICE: Scusate, scusate, scusate per l'enorme ritardo con cui posto il nuovo capitolo, ma la scuola non da tregua. Giuro, che d'ora in poi sarò veloce.

Rispondo alle recensioni:

Kahlan Amnell: Allora, all'età dell'incidente dove Edward la salva, Bella ha quattro anni adesso ne ha diciasette xD Io un genio di ff? Ahaha bella questa battuta, comunque, come al solito xD, ti dico grazie per i complimenti. Grazie, merci, thanks, gracias xD
Un bacioneeeee Vale!!!
Stellina_cadente: Hai proprio ragione, ogni ragazza avrebbe bisogno del proprio "Edward angelo custode" hihihihi.
Spero che continuerai a seguire... Vale.
denny: Ma grazieeeeee bacioni Vale...
Batuffolo: Ed ecco a te, anche se con un enorme ritardo, il secondo capitolo =)
frate87: La ff promette bene? Ehehe speriamo che continui a piacervi...

                                                                         INCONTRO...

POV EDWARD

Guardai il cielo e sorrisi. Domani l'avrei rivista... cosa avrei fatto? E lei mi avrebbe riconosciuto?
Erano tredici anni che non mi vedeva, ma io le ero stato sempre vicino, anche se lei non lo sapeva.
Grazie ad Alice, che prevedeva il futuro, ogni qual volta Bella era in pericolo io correvo, correvo più che potevo per poterla salvare.
Per questo motivo, dopo il nostro primo incontro, avevo chiesto alla mia famiglia, di trasferirci in un paesino vicino Forks.
E così l'avevo vista crescere, da bambina era diventata un'adolescente e adesso a diciassette anni, era un piccola donna.
Ora però ci eravamo trasferiti tutti a Forks e domani avrei cominciato la scuola, ma non era questo il motivo della felicità che sentivo
dentro, no. Ero felice perchè avrei frequentato lo stesso istituto di Bella. Solo io potevo chiamarla così, dovevo ricordarmelo, altrimenti
mi avrebbe scoperto subito ed io sarei dovuto scappare via.
Aprì il mio piccolo quaderno ed iniziai a scrivere. Come da manuale le scrivevo sempre, una mia paura, un mio rimpianto,
una mia gioia. Sì, perchè visto che non potevo parlare direttamente con Bella, le scrivevo ogni giorno una lettera, una poesia o semplicemente una frase.

"Eccomi qui, come sempre a scriverti mia cara Bella. Domani mi rivedrai ed io egoista come sono vorrei che tu mi riconoscessi, ma sarebbe troppo pericoloso. Chissà come sarai cambiata; certo ti vedo sempre attraverso i pensieri di Alice, ma non ti danno mai giustizia.
Tredici anni fa tu mi dissi che ero il tuo angelo custode, ma forse qui il vero angelo protettore, sei tu per me. Sai perchè? Perchè non mi fai sentire mai un essere disgustoso, anzi ogni giorno che passa mi accetto sempre di più per quello che sono.
Quanto vorrei leggerti nel pensiero, vedere se ogni tanto pensi a me... Bella, mi pensi? Io sì, ogni attimo della mia esistenza."

Finito di scrivere guardai l'orologio: Erano le quattro del mattino.
--Solo quattro ore, solo quattro ore-- sussurrai fuori dalla finestra aperta, sperando che lei mi sentisse.


POV ISABELLA

Arrivata a scuola, dopo aver parcheggiato il mio Pick-up vidi Jessica, una mia amica, correre verso di me.
--Che succede?-- domandai spaventata dal suo comportamento.
--Non lo sai? Sono appena arrivati a scuola quattro nuovi alunni-- disse saltellando.
Alzai un sopracciglio. --Quindi?--
--Lasciami finire. Allora sono due ragazze e tre ragazzi, le femmine si chiamano Alice e Rosalie, mentre i tre ragazzi sono dei fighi da paura.
Si chiamano Jasper, Emmett ed Edward--
Sorrisi quando sentì pronunciare l'ultimo nome.
Jessica, non curante della mia "non risposta", continuò a parlare.
--Guarda sono vicino a quella macchina grigia-- e si girò verso di loro. Con lo sguardo seguì anch'io quello della mia amica e li vidi.
Erano bellissimi:
La ragazza con i capelli neri sembrava un folletto, visto la sua altezza; la ragazza bionda che era alla sua destra, di sicuro era una modella;
l'omone al suo fianco sembrava un orso; il ragazzo biondo, bellissimo, aveva l'aria strana; mentre l'ultimo, il ragazzo dai capelli ramati
era il più bello di tutti. Fisico statuario, capelli a spazzola, labbra da baciare.
--Isabella? Sei tra noi?-- disse Jessica muovendo la sua mano a destra e a sinistra davanti ai miei occhi.
--Ehm... sì-- risposi.
Non le diedi il tempo di controbattere e mi incamminai verso l'entrata della scuola. Per entrare passai davanti a loro, e mi concessi un ultimo sguardo a quel ragazzo bellissimo. Da vicino vidi i suoi occhi... erano dorati.
Era forse lui Edward? Tutto combaciava, lui era il mio angelo.
No Isabella, basta la devi smettere di pensarlo, urlai dentro di me. E poi non poteva essere lui, adesso il ragazzo che mi salvò tredici anni fa avrebbe dovuto avere trent'anni, il ragazzo che mi era di fronte invece aveva la mia età. Eppure era così tremendamente uguale.
Solo allora mi accorsi che ero rimasta, davanti a lui e a tutta la sua famiglia, imbambolata a guardarlo.
Scappai via. --Sono un'idiota-- sussurrai.
Quel giorno a prima ora avevo biologia. Entrata in classe presi il mio posto al fianco di Angela e la salutai.
Ma, neanche il tempo di aprir bocca, che un ragazzo, quel ragazzo entrò in aula.
Il professore lo presentò alla classe:
--Lui è Edward Cullen-- oh no, oh no ma non è possibile, e abbassai lo sguardo verso il mio banco. Quando lo rialzai vidi che mi fissava.
Sviai lo sguardo, imbarazzata.
--Bene-- disse il professore --Visti i tuoi voti precedenti, che sono eccellenti, vorrei farti sedere al fianco di Isabella Swan, che come te è un ottima studentessa--
Cosa??? pensai. No, no, no, la mia salute mentale ne avrebbe potuto risentire.
--Per te è un fastidio spostarti dietro?--  chiese il professore ad Angela.
--No-- rispose e si spostò.
Così, dopo una camminata da modello, Edward prese posto affiancò a me.
--Ciao, scusa forse preferivi stare al fianco della tua amica-- disse.
Lo guardai. --No, tranquillo--
--Comunque il mio nome, come avrai sentito dal professore, è Edward Cullen--
--E anche tu, come avrai sentito dal professore, saprai che io mi chiamo Isabella Swan--
Edward rise a quelle parole ed io mi unì alla sua risata. Che strano, mi sentivo così a mio agio con lui, e lo avevo appena conosciuto.
Tranne se... no basta lui non era il mio angelo, altrimenti mi avrebbe chiamato Bella.
Ricordavo ancora, quando dopo il suo salvataggio io chiedevo sempre ai miei genitori dove fosse finito, ma loro mortificati rispondevano che non lo sapevano. Avevo anche fatto un disegno di lui con le ali spiegate ed ero al suo fianco che lo abbracciavo forte.
Ogni giorno alla scuola nello stesso punto dove lo vidi per la prima volta, lo aspettavo per poterglielo mostrare, ma lui non si fece più vedere.
--A cosa pensi?-- domandò d'un tratto Edward.
--Ricordi-- risposi.
E lui sorrise.

                          

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Capitolo 3
*** Vorrei dirti che sono io... ***


Rispondo alle recensioni:

Stellina_cadente: Ciao, le tue recensioni sono veramente carine, grazie! *-* Vale...
Luna Renesmee Lilian Cullen: Luna, sto allungando anche i capitoli di questa storia, così la tua curiosità verrà colmata =)
Kahlan Amnell: Ok, ti credo xD comunque, tranquilla farò mettere le cose nel modo giusto. E adesso inspira, espira, inspira, espira. Hihihi.
Fare cilecca? Spero di no, ma tanto continuerei a scrivere lo stesso, adoro troppo farlo... Vale...
Austen95: Ciao, grazie mille per i complimenti, ho cercato di postare il più presto possibile. =) Baci, baci Vale...
denny: E sì, Edward è innamorato pazzo della sua Bella. Un bacio... Vale...
frate87: Questa storia ti sta piacendo? Ma grazieee *-* Vale...

 

                                                                         VORREI DIRTI CHE SONO IO...


POV EDWARD
 
Agitato come un ragazzino, alle sette e mezzo del mattino, ero già in macchina pronto per andare a scuola. Per vedere lei.
Alice, al mio fianco sorrideva felice, mentre immaginava me e Bella mano nella mano. Sapeva quanto ero innamorato di quella ragazza e sperava che un giorno io e lei ci mettessimo insieme.
--Alice, la vuoi smettere? Sai che non potrà mai accadere-- le dissi rassegnato.
--Sarà, ma secondo me i sogni si avverano--
--Non i miei--
Sbuffò. --Sei sempre il solito negativo, pensa positivo ogni tanto--
Non le risposi. --Ma Edward io vi ved...--
La bloccai. --No, non dirlo--
--No che non smetto, io vi vedo insieme e lei è felice al tuo fianco, radiosa--
Chiusi gli occhi triste. --Per favore, Alice basta. Fine del discorso, mi fa troppo male--
Mi accarezzò un braccio, per confortarmi. --Lo so, ma odio vederti così, voglio che tu sia felice--
--E lo sono Alice, perchè finalmente dopo tanto tempo, la rivedrò...-- e mi illuminai.
Sorrise comprensiva e dopo circa un minuto dalla fine della nostra conversazione, arrivarono gli altri e potemmo partire.
Nell'abitacolo, regnava un silenzio quasi religioso, ma ognuno di loro mi parlava attraverso il pensiero:
Emmett diceva, "fratello mio, buona fortuna". Rosalie, stranamente era felice di vedermi così sorridente e Jasper, bhè lui riusciva a sentire l'emozioni che mi facevano contorcere lo stomaco, che facevano battere il mio cuore, ormai morto.
Arrivati alla nuova scuola, ovviamente, tutti iniziarono a guardarci e a provare attrazione verso di noi. Ma io non ci badavo, no! Aspettavo solo lei.
D'un tratto il rombo di un motore mi fece distrarre. Era un Pick-up rosso un po' sbiadito e dentro di esso c'era... lei.
Mi emozionai talmente tanto, che se non fossi stato un vampiro sarei sicuramente morto di crepacuore. Ovviamente lei, era molto più bella di come le visioni di Alice la mostravano.
Era splendida... il mio desiderio più grande in quel momento era raggiungerla e baciarla, lì davanti a tutti.
Appena Bella scese dell'auto, una ragazza corse verso di lei, e dai pensieri si capiva benissimo che stava per raccontarle di noi.
Ascoltai interessato il loro discorso e per mia grande felicità quando l'altra ragazza le disse il mio nome, un sorriso la illuminò.
Poi, tutte e due si voltarono verso di noi e Bella iniziò a guardarci uno ad uno.
Quando il suo sguardo si posò su di me, la guardai intensamente come per dirle, "Guardami, sono io".
Poi, dopo che la sua amica la chiamò, lei si limitò ad annuire ed andare via.
E così mi fu davanti. Mi guardava, forse, cercando delle risposte. E di nuovo le dissi mentalmente: " Sì Bella, le tue supposizioni sono esatte".
Dopo circa due minuti, in cui rimase a guardarmi, si accorse di essere stata ferma a fissarmi e così scappò via, rossa in viso, dicendo a bassa voce: --Sono un'idiota--. Risi di gusto. Quanto l'amavo.
--Che carina-- disse Alice saltellando.
Le sorrisi e felice come non mai, entrai dentro la scuola, prendendo il mio orario dalla segreteria.
Quel giorno a prima ora avevo Biologia. Sbuffai irritato, chissà che noia.
Ma quando entrai in aula, mi dovetti ricredere, perchè lì seduta in un banco c'era lei, la mia Bella.
Il professore mi sorrise cordiale e poi mi presentò al resto della classe:
--Lui è Edward Cullen-- guardai Bella, aveva abbassato la testa verso il banco.
Quando lo rialzò ci guardammo e lei arrossì e non riuscendo a trattenere lo sguardo, lo sviò.
--Bene, visti i tuoi voti precedenti, che sono eccellenti, vorrei farti sedere al fianco di Isabella Swan, che come te è un ottima studentessa--
Guardai il professore stralunato, ma anche contento. Non mi diede il tempo di controbattere.
--Per te è un fastidio spostarti dietro?-- chiese alla ragazza seduta al banco con Bella.
--No-- rispose semplicemente, e cambiò posto.
Ed eccomi seduto accanto a lei.
--Ciao, scusa forse preferivi stare al fianco della tua amica-- chiesi spezzando il ghiaccio.
--No, tranquillo--
--Comunque il mio nome, come avrai sentito dal professore, è Edward Cullen-- e feci ben attenzione a non darle la mano troppo fredda.
--E anche tu, come avrai sentito dal professore, saprai che io mi chiamo Isabella Swan--
Risi. L'adoravo. Si unì anche lei alla risata e quel momento fu perfetto.
D'un tratto vidi che iniziava a pensare. E sì, forse, si ricordava ancora di me.
--A cosa pensi?-- domandai, visto che non potevo leggerle nel pensiero.
--Ricordi--
Sorrisi felice, sperando che in quei ricordi ci fossi io.
Quando la lezione iniziò, feci finta di ascoltare il professore, ma sentivo lo sguardo di Bella trafiggermi l'anima, che non avevo.
Mi voltai e le sorrisi --Perchè mi guardi?-- le chiesi a bassa voce.
--Ehm... no, non ti stavo guardando-- e si voltò.
Trattenni una risata, non era molto brava a fingere. Verso la fine della lezione, la trovai di nuovo a fissarmi.
--Beccata-- dissi sorridendo. --Ora mi dici perchè mi stavi guardando?--
La campanella suonò. --Ehm... e che assomigli ad una persona che conosco e che si chiama proprio come te--
Poi si portò una mano all'altezza della bocca, forse non voleva dirmelo.
--Ora scusa, ma devo andare--
Non farla andare via. --Visto che sono nuovo di qui e non conosco ancora l'edificio, mi potresti accompagnare nell'aula d'Inglese?--
Ero un egoista, lo sapevo bene. Ma volevo che lei mi dicesse un po' di più su "quel" ragazzo.
--Certo, seguimi--
--Allora, questo ragazzo simile a me è un tuo amico?-- chiesi con finta aria da innocente.
--Non proprio--
--Il tuo ragazzo allora?--
--No, no, no-- era diventata rossissima. --Io non sono fidanzata--
--Allora chi è?-- chiesi troppo invadente. --No aspetta, scusami non voglio farmi gli affari tuoi--
--Tranquillo-- disse sorridendomi. --Diciamo che è una persona a cui tengo molto, ma che non vedo da anni--
--Eccoci arrivati-- disse quando arrivammo di fronte ad un'aula.
--Grazie-- le accarezzai una guancia in automatico, fregandomene del freddo della mia mano. --E poi, quella persona se ti vuole veramente bene, un giorno verrà da te--
--Lo spero-- sussurrò.
"Bella, ti prometto che un giorno ti dirò che sono io il tuo angelo dagli occhi dorati". Pensai.
E con questa promessa, entrai in aula.

                          

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Capitolo 4
*** Messaggi... ***


Rispondo alle recensioni:

vanderbit: Ciao... non posso rispondere alla tua prima domanda, altrimenti ti toglierei il gusto. Per quanto riguarda la seconda la risposta è sì: Edward sarà geloso e un po' possessivo. =) Vale...
Luna Renesmee Lilian Cullen: Ciao Luna, i tuoi commenti sono sempre così carini ^^ ti ringrazio col cuore...
Austen95: Ti sei sciolta tutta? Hihih. Spero proprio che anche questo capitolo ti piaccia.
Kahlan Amnell: Edward tutto innamorato è la fine del mondo... chi non lo vorrebbe??? Io lo vorrei xD un bacio grande =*
debbie97: Ma grazie... =)
Marika92: Sono felice che ti piaccia questa storia. ^^
denny: Davvero ti è piaciuto il capitolo precedente? Ne sono felice. Spero che anche questo possa colpirti ^.^
                                                                               
                                                                             

                                                                                                          MESSAGGI...

POV EDWARD

Prima di entrare nell'aula d'inglese io e Bella ci scambiammo i numeri, ma io sapevo perfettamente che non le avrei mai mandato un messaggio.
Quando arrivò l'ora di pranzo, mi diressi nella mensa. Bella era lì con i suoi amici e stava bevendo dell'acqua.
Una sua amica, che mi aveva visto le tirò un gomitata per avvertirla della mia presenza. Lei alzò lo sguardo e vedendomi, arrossii.
Non potei fare altro che sorriderle e mi sentii felice quando anche lei fece lo stesso.
A malincuore, dovetti andare a sedermi con i miei fratelli. Mi sarebbe piaciuto guardarla mangiare e vedere le varie smorfie del suo viso.
Arrivato al tavolo mi sedetti e cercai di non ascoltare i pensieri di mia sorella... sapevo benissimo cosa voleva che io facessi. Invece mi concentrai sui discorsi di Bella e la sua amica che, da quanto avevo capito si doveva chiamare Jessica.
--Allora quale Cullen ti piace di più? Devo confessarti che io ho un debole per Edward--
Bella fece un brutto sguardo. Cosa? Era per caso gelosa? Di me? Ma io ero già suo, il mio cuore, anche se morto, apparteneva a lei.
Si girò e mi guardo negli occhi. Non si aspettava che la stessi guardando e di nuovo le sue guancie si imporporarono.
--Sì, Edward è molto carino-- confessò.
Quelle parole mi destabilizzarono un po'. Certo io sapevo di essere bello, perchè essendo un vampiro dovevo attirare le mie prede, ma sentirlo da lei... bhè... era completamente diverso.
Quando le lezioni terminarono, mi diressi verso la mia auto e vidi Alice insieme a Jasper pronta per iniziare il suo discorso.
--Ne parliamo dopo-- le dissi semplicemente. Lei si rabbuiò, ma una piccola speranza le fece illuminare comunque gli occhi.
Arrivati a casa, Esme e Carlisle aspettavano con ansia il resoconto della giornata. Ma cos'era? Una coalizione contro di me?
--Allora-- iniziò mia madre. --Com'è andata? Hai visto Isabella?--
Subito mi addolcii. In fondo i miei genitori, come i miei fratelli, volevano solo che io fossi felice. E allora dissi tutto.
--Sì mamma, l'ho vista... inutile dirti che mi sono sentito finalmente completo. Ci siamo presentati e lei mi ha confessato che io assomiglio a una persona a cui tiene molto e credimi... credimi se ti dico che in quel momento ero sul punto di dirle chi ero, ma non posso farlo perchè io sono un vampiro lei no. Lei è una splendida e bellissima umana--
--Oh, piccolo mio-- sussurrò Esme, venendomi ad abbracciare ed io non potei fare altro che ricambiarlo.
Il pomeriggio mentre ero in camera mia, steso sul divanetto, Alice senza neanche bussare entrò nella stanza.
--Adesso non mi scappi-- disse con sguardo assassino.
Guardai la finestra, sarei potuto scappare da lì.
--No, no non ci provare nemmeno-- disse Alice capendo le mie intenzioni.
Sbuffai e alzai le mani in senso di resa. --Ok, mi arrendo, ma sappi già che la risposta è no--
Lei fece lo sguardo da cucciolo bastonato. --Dai che ti costa, un piccolissimo messaggio non ha mai fatto male a nessuno--
--Ma ci siamo appena conosciuti, sembrerei troppo appiccicoso--
Alzò gli occhi al cielo. --Certo che l'amore rende ciechi. Non ti sei accorto che già stravede per te?--
--Sì, come no--
--Ecco infatti-- e rise.
Poi mio padre mi chiamò. Grazie papà, sei il mio eroe, pensai.
Prima di andarmene vidi però un sorriso, da chi la sapeva lunga, sul volto di mia sorella. Entriai nei suoi pensieri, e vidi che stava scegliendo come vestirsi il giorno dopo. Alzai un sopracciglio... mi nascondeva qualcosa.
Mentre aiutavo mio padre per una cosa di medicina, ricordai.
Il mio cellulare era rimasto in camera. Questo significava... .
--Alice!-- urlai.
Corsi velocemente in camera e la trovai di fronte a me con uno sguardo vittorioso.
--Dimmi che non l'hai fatto-- dissi.
--Certo che l'ho fatto-- ed iniziò a correre.
La rincorsi fino a quando lei, non si nascose dietro suo marito.
--Amore, Edward mi vuole fare male--
Jasper fece un finto sguardo da arrabbiato.
Sbuffai e ritornai in camera, per vedere cosa quel folletto avesse scritto a Bella.
Aprì la casella dei messaggi inviati ed iniziai a leggere:

Ciao Isabella... hai impegni per questa sera?
Magari potremmo farci una passeggiata se ti va.
E.

La risposta non tardò ad arrivare:

No... niente impegni. Accetto l'invito.
A dopo.
Un bacio. I.

Sorrisi felice quando nel suo messaggio lessi "un bacio" e subito le risposi... in fondo l'idea di Alice non era poi così male.

Allora alle otto sono da te.
E.

Quando scesi le scale trovai mia sorella che mi guardava sorridendo.
--Allora, come si dice?-- mi chiese.
--Grazie Alice-- le dissi.
--Prego fratellino--
Verso le otto meno dieci, presi le chiavi della macchina e feci per uscire. Mia sorella mi si avvicinò.
--Tranquillo, la serata andrà bene-- 
E lei come faceva a sapere che ero agitato? A sì è vero Jasper percepiva l'emozioni.
--Grazie-- le risposi semplicemente ed uscii.
Quando arrivai, la vidi uscire, stupenda come non mai, da casa sua.
Entrò in auto. --Ciao-- disse.
--Ciao-- risposi.
Nell'abitacolo il silenzio era sovrano, nessuno aveva il coraggio di dire niente, ma quando finalmente mi decisi a parlare anche lei disse qualcosa nello stesso momento.
Ridemmo. --Prima le signore--
--Sono contenta che tu mi abbia chiesto di uscire... anche se ci siamo appena conosciuti con te mi sento a mio agio, è come se ti conoscessi da sempre--
--Ne sono felice, anche per me è lo stesso-- dissi.
--E tu cosa volevi dirmi?-- mi domandò.
--Che sei veramente molto carina questa sera-- Ecco. Così bastava per adesso. Non potevo dirle che sembrava una dea. Troppo avventato.
--Ti ringrazio--
Quando arrivammo vicino ad un parco, parcheggiai la macchina ed io e Bella iniziammo a passeggiare.
--Allora cosa fai nella vita?-- le chiesi.
Ma che domande erano? Certo Edward che non ci sai proprio fare con le donne, pensai.
--Bhè... vado a scuola, studio, esco con gli amici, cose così... e tu?--
--Io passo molto tempo con i miei fratelli, li adoro--
Mi sorrise e poi un brivido di freddo la colpì.
--Hai freddo?-- domandai.
--No, tutto apposto-- Eh no... Bella non sapeva per niente fingere.
Mi tolsi il cappotto che indossavo e glielo misi sulle spalle, certo era freddo, ma sempre meglio di niente.
Le sue guancie si imporporarono --Ti ringrazio, sei veramente gentile--
Quando arrivammo di fronte ad un bar le chiesi:
--Ti va qualcosa da mangiare?--
--Solo se prendi qualcosa anche tu--  ehm... tasto dolente.
--Ok accetto-- dissi.
Quando entrammo prendemmo due crepes. Ovviamente, pagai io.
Mentre Bella mangiava con gusto, io guardavo con orrore quella crepes.
--Che fai non mangi?-- mi chiese lei, accorgendosi che non l'avevo neanche assaggiata.
--Certo-- risposi e diedi il primo morso. Cercai di mantenere uno sguardo normale, ma ero disgustato.
Diedi due altri piccoli morsi e poi la buttai, inventando la scusa che non mi andava.
Verso le dieci di sera, riaccompagnai Bella a casa.
Prima che uscisse dall'auto mi disse:
--E' stata una bellissima serata, grazie--
--No grazie a te-- risposi io, accarezzandole una guancia proprio come avevo fatto quella mattina.
Era strano. Avevo 109 anni eppure mi sentivo solo un ragazzo innamorato.

 

 

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Capitolo 5
*** Il disegno... ***


Rispondo alle recensioni:

Kahlan Amnell: Alice è una grande, se non ci fosse lei, Edward sarebbe rimasto a casa ad ammuffire xD
Luna Renesmee Lilian Cullen: Anche a me piacerebbe avere Alice come sorella, magari vampira, così mi trasforma e io mi metto con Edward. Che bello sognare xD
Austen95: Adesso però ho postato presto =)
giselle: Ti ringrazio tanto, tanto per i complimenti. Continua a seguirmi ^____^
cloh: Grazie!!!
debbie97: Anche io svengo se fa il romantico con me *_*
Marika92: Ti ringrazio!!! *.*
                                                                                                          
                                                                                    IL DISEGNO...

POV EDWARD

Appena entrai dentro casa, trovai tutta la mia famiglia che mi guardava compiaciuta.
--Scommetto, che hai raccontato a loro tutto quello che è successo tra me e Bella stasera, giusto?-- domandai, riferito ad Alice.
--Giustissimo-- disse mia sorella, guardandomi compiaciuta.
Sbuffai. In quella famiglia, non c'era privacy. Tra me che leggevo il pensiero, Alice che prevedeva il futuro e Jasper che percepiva l'emozioni, tutto era alla luce del sole.
--Devi essere proprio innamorato vero Ed? Talmente tanto da mangiare dello schifoso cibo umano--
Guardai Emmett ed annuì. 
Quella notte andai a caccia per un po', poi verso le tre tornai a casa.
Entrai nella mia camera ed iniziai a scrivere come facevo tutti i giorni, per lei.

Cara Bella,
oggi ci siamo rivisti e siamo già amici, almeno per te. Perchè io ti amo, ti amo vorrei urlarlo al cielo, dirtelo nel modo più romantico possibile ma sembrerei uno stupido. Sono uno stupido.
Pensare che un giorno noi potremmo stare insieme mi rende felice, ma so che non potrà mai essere così.
Ma io sogno Bella, sogno. Nonostante io non possa dormire, a volte chiudo gli occhi e immagino noi due mano nella mano che camminiamo a testa alta alla luce del sole. Che illuso.
Vorrei farti una domanda adesso... io ti appartengo, ma dentro di te è rimasto un po' di me? Ti prego dimmi di sì.
Edward

Non feci in tempo a chiudere il mio diario, che Alice entrò in camera mia.
--Allora fratellone come va?--
--Sputa il rospo Alice, cosa vuoi?-- domandai. La conoscevo troppo bene.
--Io? Niente. Volevo solo stare un po' con te, a parlare--
Intercettai i suoi pensieri. Nulla. Me li stava tenendo nascosti.
--Riguarda Bella vero? Hai avuto una visione su di lei--
Mosse la testa da destra a sinistra. --Non lo so, forse-- rispose facendo la vaga.
Se riguardava lei, volevo sapere. A tutti i costi.
--Ti rifaccio il guardaroba, okay?-- le proposi.
--Affare fatto-- rispose. Era cosa facile, corrompere mia sorella.
La visione che ebbe mi lasciò di stucco:
C'eravamo io e Bella, i contorni era offuscati e lei mentre io stavo parlando, si avvicinò e mi diede un bacio a fior di labbra.
Mi toccai la bocca, emozionato. Sapere che le sue labbra dolci e pure avrebbero toccato le mie, mi faceva vivere emozioni strane.
No, non potevo far si che succedesse. Lei non poteva baciare un assassino, no!
--Tra quanto succederà?-- domandai.
--Questo non lo so, ma ti prego non rovinare tutto, lei è destinata te--
--Destinata a me dici? Sarà costretta a vivere affianco a un diciassettenne mentre lei crescerà--
--Sai che non è l'unica scelta...-- borbottò a bassa voce.
--No, Alice trasformarla non è una scelta, io non posso privarla della sua vita perchè la voglio per sempre al mio fianco--
Non mi rispose, sapeva che, in un certo senso, avevo ragione e mi abbracciò.
Quella mattina a scuola, quando arrivai, Bella ancora non c'era.
Quando sentii il suono del suo pick-up arrivare, non mi voltai, volevo vedere se sarebbe venuta lei da me.
Non feci in tempo a formulare questo pensiero, che Bella iniziò a corrermi dietro.
--Edward-- disse.
Mi voltai e le regalai uno dei miei sorrisi migliori.
--Be... Isabella-- dissi subito correggendomi, non potevo chiamarla Bella, altrimenti avrebbe capito chi fossi.
--C-cosa hai detto?-- domandò paralizzandosi.
Ecco bravo, se n'era accorta.
Feci la faccia stranita. --Il tuo nome, Isabella--
Lei mi guardò, e sussurrò tra se: --La devo smettere di sognare, non è lui--
Ma purtroppo per lei, io avevo un udito molto sviluppato. Che rabbia non poterle dire la verità.
--Vorrei chiederti un favore, se non ti dispiace-- mi domandò, arrossendo.
--Tutto quello che vuoi-- le dissi. Ero nelle sue mani, mi poteva usare come meglio voleva.
Si passò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, segno che era in imbarazzo.
--Visto che, l'ultimo argomento di biologia è un  po' complesso per me, vorrei che tu mi dessi una mano. Sai, visto che il professore ha detto che tu sei molto bravo--
Alzai un sopracciglio. Anche Bella però era molto brava in biologia, come mai mi chiedeva questo? Era per caso una scusa per passare il pomeriggio insieme?
Sorrisi compiaciuto. --Certo, nessun problema--
--Grazie, ti sono debitrice--
Le feci l'occhiolino e lei diventò ancora più rossa. Era inutile negarlo, mi piaceva farla imbarazzare.
Infatti, durante l'ora di pranzo quando entrai in mensa, mi avvicinai al suo tavolo e le sussurrai sensualmente:
--Alle quattro sono da te. Va bene?--
--Va benissimo-- rispose.
Appena mi allontanai, sentii l'invidia di tutte le sue amiche, le mille domande che le porgevano e lei che rossa in viso, cercava di spiegare.
Quando arrivai al mio tavolo, Emmett sbottò.
--Vedo, che finalmente stai usando il tuo fascino-- e rise insieme a tutti gli altri.
--Ah, ah, ah-- dissi serio.
Il pomeriggio, quando bussai alla porta di Bella lei mi aprii, leggermente arrabbiata.
--Che succede?-- domandai, confuso.
--E me lo chiedi? Oggi a pranzo mi hai lasciato in balia delle mie amiche, che mi volevano uccidere-- e sbuffò.
Era così carina. --E perchè volevano ucciderti?-- domandai, facendo finta di non capire.
--No, non fare il finto tonto, sai benissimo l'effetto che fai alle ragazze--
--A me importa solo dell'effetto che faccio a una ragazza-- risposi, calcando sulla parola "una".
Si rattristò, forse non aveva capito che mi riferivo a lei.
--Ah, okay vado a prendere i libri e sono subito da te-- disse cambiando discorso.
--Vengo con te--
--Questa è la mia camera-- disse quando fummo di sopra.
Le sorrisi. --E' molto carina e accogliente--
Mentre lei prendeva l'occorrente per studiare, io notai un disegno e iniziai a guardarlo:
In quel ritratto c'era un ragazzo dai capelli rossi, con le ali spiegate e al suo fianco una bambina che lo abbracciava.
Non mi accorsi che ero rimasto a bocca aperta. Quello nel disegno ero io e la bambina era lei.
Quando Bella notò quello che stavo facendo, rise imbarazzata.
--Lascia perdere, è solo uno stupido disegno che ho fatto quando ero piccola-- ma io non l'ascoltai.
--Chi è lui?-- domandai sapendo già la risposta.
--Bhe... è il ragazzo che ti assomiglia, quello di cui ti ho parlato ieri--
--Perchè ha le ali?-- chiesi, sapendo ancora una volta la risposta.
--Lui per me è come un angelo custode--
Alzai lo sguardo verso di lei e vidi che si stava ascigando una lacrima.
--Che fai? Piangi?-- chiesi triste.
--N-no-- rispose, ma io mi avvicinai e l'abbracciai.
Quando si sentì meglio, tornammo in salotto e iniziammo a studiare.
Dopo circa un ora e mezzo, staccammo.
--Senti Edward, posso farti una domanda molto indiscreta?-- domandò di botto, Bella.
--Certo-- risposi senza esitazioni.
--Sei mai stato innamorato?--
--Sì, solo una volta--
--E di chi?--
Di te, pensai.
--Di una ragazza dolce e simpatica e tu?--
--Sì-- disse e quella risposta rimase nell'aria, mentre io speravo di essere quel lui.


 

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Capitolo 6
*** E' sbagliato... ***


Note dell'autrice: scusate per l'enormissimissimo ritardo con cui posto, ma l'ispirazione non arrivava, però adesso è arrivata e i nuovi capitoli della storia sono già in cantiere.
Scusate ancora, un enorme bacio... Vale

                                                                          E' SBAGLIATO...

POV ISABELLA

Quella sera, dopo che Edward se ne fu andato, mi crogiolai nella mia tristezza.
Era inutile negarlo, mi piaceva. Forse perchè assomigliava a quel ragazzo che tredici anni prima mi aveva salvato la vita, forse per il suo carattere o forse perchè in fondo al mio cuore, speravo che un giorno mi dicesse la verità.
Tutti, mi avrebbero presa per pazza, se avessero saputo quel che io pensavo, eppure la certezza che avevo dentro era così logorante.
Forse, nascondeva un segreto. Aveva bevuto qualche pozione che lo aveva fatto rimanere diciassettenne fino ad ora.
Risi a quel pensiero, come mi era potuto venire in mente? Però, in fondo dovevo cercare di capire.
Se avessi scoperto che era veramente lui, non avrei mai fatto delle domande sul perchè fosse ancora così giovane, ma lo avrei ringraziato e gli avrei donato quel disegno.
Il rombo del motore dell'auto della polizia, mi distolse dal miei pensieri.
I miei genitori, si erano separati quando io ero ancora molto piccola. Litigavano sempre e ormai la situazione era diventata insostenibile.
Io non dicevo mai ai miei genitori quanto ne soffrissi, però ogni giorno quando mi chiudevo in camera, piangevo tanto e sparavo che quell'angelo a cui volevo tanto bene, mi proteggesse e mi tenesse stretta tra le sue ali.
Ma lui non era mai tornato e in fondo, ad un certo punto avevo finito anche per odiarlo un po'.
Ritornai alla realtà, cercando di non pensare anche a quando mia madre se ne andò da casa, e io con le lacrime agli occhi le avevo detto che volevo restare con papà.
--Ciao tesoro. Sento un buon profumino, hai cucinato?-- chiese mio padre, entrando in casa.
In effetti, avevo cucinato insieme a Edward, dopo aver finito di studiare ed era stato veramente divertente.

Sbuffai. --Questa sera non mi va proprio di cucinare--
Lui, alzò un sopracciglio e mi sorrise. --Posso aiutarti io, tanto non ho fretta. Devo premettere però, che non ho mai toccato una pentola in vita mia--
--Male. Devi impararti. Come farai quando ti sposerai? Non potrai lasciar fare tutto a tua moglie-- dissi in tono scherzoso, ma lui non rise.
--Ehi, scusami. Ho detto qualcosa di sbagliato?-- e mi avvicinai a lui.
--No niente, è solo che...-- ma non continuò la sua frase.
--E' solo che...?-- dissi, cercando di farlo continuare.
--Lascia stare. Allora, cosa potremmo cucinare?-- domandò sorridendomi, ma con gli occhi ancora velati dalla tristezza.
Lasciai correre, se non voleva parlarne avrei rispettato la sua decisione. --Ricetta facile. Pizza okay?--
--Ma non faresti prima a chiamare la pizzeria più vicina e fartela portare?-- domandò divertito.
--Potrei, certo. Ma prepararla è tutta un'altra cosa--
Mi guardò di sbiego. --Ma non avevi appena detto che non ti andava di cucinare?--
--Sono lunatica a volte-- bugiarda. Ma non potevo dirgli che l'idea di stare con lui rendeva tutto più bello.
Non rispose, ma mantenne uno sguardo divertito. Sperai che non fosse così perspicace da capire cosa c'era sotto.
--Allora, gli ingredienti sono: acqua, farina, pomodoro, mozzarella, olio e basilico--
Dopo aver posizionato il tutto sul tavolo, iniziammo ad impastare la farina con l'acqua.
Inutile dire che le nostre mani si sfiorarono molte volte e quel piccolo contatto tra noi, mi piaceva un sacco.
Ad un tratto, mentre Edward prendeva altra farina, un po' di quella che aveva tra le mani, mi andò sul maglione e così iniziò una lotta.
Ovviamente io persi. Ero diventata tutta bianca a causa di tutta la farina che avevo tra i capelli e sui vestiti.
Edward invece era rimasto perfetto. Un modello pronto per una sfilata.
Infine lui mi aiutò a pulire a terra e dopo aver messo la pizza nel forno, che in realtà non sapevo come sarebbe uscita, andò via e io mi feci una doccia.

Tornai al presente. --Sì una pizza, l'ho fatta con le mie mani-- e con quelle di Edward, continuai nei miei pensieri.
--Non vedo l'ora di assaggiarla-- rispose lui di rimando.
Così, ne poggiai un pezzo su un piatto e uno su un altro e in silenzio tutti e due iniziammo a mangiarla.
Era squisita, non c'era nulla da dire, ed era tutta opera di quelle mani stupende che aveva Edward.
Anche Charlie si complimentò ed io rossa in viso, ma non il complimento, lo ringraziai.
Verso le undici, decisi che era ora di andare a letto e, dopo aver salutato mio padre ed essermi lavata i denti, mi andai a coricare.

Quella notte, lo sognai nelle sembianze di angelo.
--Bella, Bella-- diceva. Solo lui poteva chiamarmi così.
--Angelo mio-- risposi.
--Come sei cresciuta piccola mia, sei veramente diventata bellissima-- disse, ed io inevitabilmente arrossì.
Gli accarezzai una guancia e notai che era fredda, così come le mani di Edward. --Cosa ci fai qui?--
--Sono venuto a mostrarti una cosa-- disse tutto sorridente.
Io non ero più nella pelle. --Cosa? Cosa?-- mi sentivo di nuovo una bambina.
--Queste-- sussurrò e si voltò di spalle. Gli erano spuntate le ali.
--Sono bellissime, angelo mio. Ma dimmi, adesso puoi volare?--
--Sì, Bella--
--Allora portami con te, voglio volare anche io--
Mi svegliai di soprassalto, mentre una lacrima di tristezza, mi solcava il viso.
Subito, però, quella tristezza si trasformò in paura. Di fronte a me, c'era lui.
--Edward, cosa ci fai qui?-- guardai l'orologio. --Sono le tre del mattino-- dissi allarmata.
Fuori diluviava e l'atmosfera circostante era molto inquietante.
--Io... io-- sussurrò guardandosi intorno, forse, alla ricerca di una scusa plausibile.
--Ho paura dei fulmini e sono venuto qui-- lo guardai seria.
--Dimmi la verità--
Sarei dovuta scappare, avrei dovuto gridare, eppure la sua presenza era così perfetta, mi sentivo al sicuro. Velocemente, l'inquieto che avevo sentito poco prima scomparve, lasciando dietro di se la tranquillità.
Intanto lui restava muto, mentre mi guardava. --Sto aspettando-- dissi, coprendomi meglio, mentre mi accorgevo che la finestra era aperta.
--Mi hanno cacciato fuori di casa e sono venuto qui--
Risi. Come si vedeva che stava mentendo. --Edward, dimmi il vero motivo-- dissi allegra.
Lui continuava a non volermi dire niente. --Sei entrato dalla finestra-- sussurrai infine, sapevo che non mi avrebbe mai confessato la verità.
--Sì-- rispose. E così dentro di me, si fece strada ancora di più, l'idea che lui avesse un segreto.
--Adesso devo andare, passa un buona notte-- disse e saltò giù dalla finestra.
Allora, mi alzai e andai verso di essa. --Edward-- dissi, ma di lui non c'era più nessuna traccia.
Così, un po' per il sogno, un po' per l'incursione di Edward nella mia stanza nel pieno della notte, riuscii ad addormentarmi solo alle cinque.
Quella mattina, a scuola, Edward cercò di evitarmi per tutto il tempo. Che rabbia, quel giorno non avevamo nemmeno biologia insieme.
Decisi, allora, di aspettare l'ora di pranzo per potergli parlare, sapevo che lì non sarebbe potuto scapparmi.
Eppure, quando entrai in mensa, al tavolo dove sedeva insieme ai fratelli, lui non c'era.
--Devo chiederli dov'è-- sussurrai a me stessa, ma Jessica mi sentii.
--Come hai detto scusa?-- disse.
--Niente, niente. Devo andare-- e andai verso quel tavolo.
--Scusate il disturbo ragazzi, vorrei sapere dove è Edward-- sussurrai. Tutti quegli occhi puntati addosso, mi mettevano in soggezione.
La ragazza che sembrava un folletto, di nome Alice rispose. --Oggi non aveva molta fame, allora è rimasto fuori--
Tutti i suoi fratelli, la guardarono come se avesse detto una barzelletta, che io non avevo capii. Non ci badai e li ringraziai, andando alla ricerca di Edward.
Infine, lo trovai fuori al giardino della scuola, seduto su una panchina, da solo.
--E' tutto il giorno che mi eviti-- sussurrai sedendomi al suo fianco.
--Scusami-- rispose.
--Non me ne faccio niente delle tue scuse-- ero piuttosto arrabbiata. --Dimmi solo perchè adesso mi stai evitando--
--Vieni, andiamo in un posto più appartato-- disse, accorgendosi di due ragazzi che stavano origliando.
Entrammo dentro un piccolo boschetto, vicino alla scuola.
Eravamo l'uno di fronte all'altra e ci guardavamo negli occhi, senza parlare. Alla fine lui disse:
--Ti sto evitando, perchè è meglio non far andare avanti tutto questo, Isabella. Lo so adesso tu avrai mille domande nella testa, ma è meglio che tu abbia mille domande senza risposte che sapere...--
Non lo feci finire, perchè mi avventai sulle sue labbra e gli diedi un leggero bacio a stampo.
--Mi dispiace Edward, è troppo tardi, non si può più rimediare-- e scappai via, sentendo ancora sulla mia bocca, il suo sapore.

 

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