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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non troppo presto! ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Bentornata! ***
Capitolo 4: *** Trudy ***
Capitolo 5: *** Bentornata! - parte seconda ***
Capitolo 6: *** Pantofole pelose in salotto ***
Capitolo 7: *** Stupida ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti ***
Capitolo 9: *** Peggio ***
Capitolo 10: *** Tartine e carote ***
Capitolo 11: *** Mostriciattolo ***
Capitolo 12: *** Grande detective ***
Capitolo 13: *** Pure LoVe ***
Capitolo 14: *** Aftermaths ***
Capitolo 15: *** La diplomazia in persona ***
Capitolo 16: *** Orgoglio e pregiudizio ***
Capitolo 17: *** Intuizioni ***
Capitolo 18: *** Più importante ***
Capitolo 19: *** Sugar plum ***
Capitolo 20: *** Stay ***
Capitolo 21: *** Ancora, sempre ***
Capitolo 1 *** Non troppo presto! ***
LoVe 1.Non troppo presto!
-Pronto?
-Ehi ciao… ehm… come va?
Veronica era entrata nella sua stanza d’albergo da pochi
secondi
e aveva appena iniziato a guardarsi intorno e ad aprire la valigia. In
fondo l’FBI la trattava bene: hotel a 5 stelle, camera molto
grande con letto matrimoniale… e pochissimo tempo per
dormirci,
visti gli orari dello stage.
-Piz… mi hai chiamato 10 minuti fa!
-Si beh volevo sapere se andava ANCORA tutto bene…
Veronica si sedette sul letto con uno sbuffo divertito.
-Certo, sono appena entrata e avevo appena preso in mano la valigia per
svuotarla…e lo farei, se solo qualcuno non mi interrompesse
continuamente...
-Qualcuno? Chi? Chi ti disturba???
Veronica scosse la testa sorridendo: -Tu, spina nel mio fianco! Se
continui a chiamarmi non finirò mai!
-Ah... - rispose lui mesto, al che lei si sentì subito in
colpa per aver usato quel tono:
-No, è che... hai ragione... ma mi manchi...
Veronica sorrise, immaginando la faccia che il suo ragazzo faceva
sempre in quelle occasioni, in cui era così sincero e
vulnerabile. E lei invece non sapeva far altro che farlo sentire
inadeguato.
-Ma dai, scherzavo... mi fa piacere sentirti... e poi anche tu mi
manchi... Piznarski.
Veronica stava bene ormai, le sue love stories "epiche" erano solo un
lontano ricordo ormai. E con esse i loro esiti tragici. Piz era un
bravo ragazzo, al contrario di tutti gli altri e teneva veramente a
lei. Solo, lei non riusciva più a lasciarsi andare
completamente; doveva sempre aggiungere una presa in giro, un commento
acido quando sentiva di stare diventando troppo dolce. Quando sentiva
di stare per innamorarsi. In ogni sua frase verso Piz, metteva un che
di distaccato, di freddo; anche solo una briciola, ma tanto bastava.
Era come un ammonimento: Veronica Mars non si fa più
infinocchiare. Già, Veronica Mars non ci cadrà
più.
Nel frattempo, solo silenzio dal fronte Piz, così Veronica
si sentì in dovere di continuare con le scuse:
-E poi mica potrò passare tutto il periodo dello stage
attaccata al cellulare... sono molto fiscali qui all'FBI, sai!!!
Piz rise un po', poi si schiarì la voce:
-Ehm…c’è anche un’altra
cosa…
“Lo sapevo.
Sputa il rospo nuovo fidanzato perfetto” si
ritrovò a pensare lei, iniziando ad allarmarsi un pochino.
-Ecco… prima della fine delle lezioni… prima che
tu
partissi… insomma quando è successa quella storia
in
mensa… sai, Logan che ha picchiato quel tipo,
Rory…
-Uhm, si… - disse lei incoraggiante, mentre pensava: “Bene, non ha
balbettato nominando Logan, buon segno…”
-Io ero là in piedi e mi ricordo che…
tu… sorridevi…
-Ah,
davvero?
Veronica fu colta di sorpresa. "Oooooh,
questa la vedo brutta..."
- Beh, per quanto io odi la violenza e preferisca le vendette servite
fredde... è stato piuttosto soddisfacente vedere quel tipo
sanguinare un po' sul pavimento della mensa...
-No, V. Non è questo che intendevo. Tu sorridevi a
Logan…
-Naaaah.
Silenzio dall’altra parte della cornetta. Mentre Piz cercava
evidentemente di
non essere sommerso da cattivi pensieri, Veronica iniziò a
pensare che avrebbe
dovuto dire qualcosa di più di quella semplice negazione che
più che una parola era un verso, così
tentò la via
della diplomazia… unita ad un po’ di adulazione.
“Eddai,
Veronica…non sei
più capace di esprimerti? Figuriamoci poi di convincere
qualcuno
di qualcosa di cui sei innocente... a monosillabi di sicuro non ci
riuscirai!"
-Credimi… io odio questi suoi…- “Riprova, questa era
troppo in stile io-conosco-bene-Logan…”
-… insomma tutti i gesti da uomo delle caverne…
prendere a
pugni tutto ciò che ti infastidisce non è una
soluzione. E
poi ho già detto a te e anche a lui che ho chiuso
definitivamente con Logan nel momento in cui ha cercato di fare a botte
con te.
-Sta di fatto che gli sorridevi comunque…
“Treno carico
carico di gelosia
in arrivo da Pizlandia… ferma sul binario
odio-questo-genere-di-conversazioni… Si prega di non
oltrepassare
la linea gialla per non essere travolti dalla follia.”
-Senti Piz -, fece Veronica con un tono più duro di quanto
avrebbe
voluto: -Non è così che voglio che si comporti il
mio
ragazzo. E questo è solo uno dei tanti motivi per cui tu lo
sei
e lui no.
"Brava Veronica. Hai detto una cosa dolce e non ti sei tirata indietro.
Così si fa." -... ma
se incontri Logan quest’estate potreste sempre fare una
scommessa
su chi ha i bicipiti più grossi... O potreste contendervi me
a
duello! Cosa ne dici?
"Maledizione, come non
detto. Dannato sarcasmo..."
-Ok, Veronica, ho capito. Stai cercando di dirmi nel tuo solito modo
pittoresco che non è stato niente? Sentiti libera di
rispondere
in non più di una parola...!
-Ehm... sissignore!
-Ho sottovalutato la tua capacità di rendere sarcastica
anche una sola parola.
-Ti svelo il mio segreto, amico... Sono dell'FBI...
-Ciao, V. A presto.
-Ok... ma non troppo presto!
Veronica stette ancora un po' distesa sul letto a pancia in su,
fissando il soffitto.
"Chissà
perchè in certi
momenti mi viene in mente Wallace e il suo avvertimento di non ferire
Piz perchè è un bravo ragazzo... Già.
Forse troppo
bravo ragazzo per te, Veronica? Se non portano morte o almeno
distruzione emotiva non li vogliamo, vero?"
Scosse la testa, come per scacciare un pensiero fastidioso e
portò una mano a coprire gli occhi con fare stanco.
"Ma poi...davvero
avrò sorriso?"
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Capitolo 2 *** Cambiamenti ***
LoVe 1.Non troppo presto!
3 mesi dopo
- Ehi, Veronica! Allora sei riuscita a tornare dall'FBI! Pensavo che
dopo avere scoperto il tuo talento ti avrebbero tenuta con loro...!
Veronica guardò la ragazza bionda e abbronzata che l'aveva
fermata nel corridoio dei dormitori del campus, mentre tentava di
raggiungere la sua stanza per disfare le valigie enormi che si
trascinava dietro.
- Parker! - le diede un bacio su una guancia - Hai l'onore di essere la
prima a vedermi, sono appena tornata... Sai se Piz e Wallace sono in
camera?
Proprio in quel momento, mentre Parker stava per risponderle, qualcosa
attirò la loro attenzione.
Dall'angolo del corridoio davanti a loro comparve Logan Echolls,
sorridente e accompagnato da una ragazza magrissima e con lunghi
capelli neri. Passò con nonchalance di fianco alle due
ragazze mormorando appena i loro nomi a mo' di saluto: - Parker...
Veronica... -
Poi passò oltre, sempre sorridendo strafottente, mentre la
sua ragazza era impegnata ad arrotolarsi una ciocca di capelli
sull'indice.
Veronica guardò allibita l'amica immobile al suo fianco, che
le chiese: - Era un miraggio?
- Non direi... - rispose Veronica mentre un sorriso malizioso compariva
sul suo viso.
- E pensare che io l'ho lasciato perchè si rimettesse con
te... - continuò Parker con noncuranza.
- Cosa? - riuscì appena a bisbigliare Veronica, sempre
più confusa.
- Avrebbe dovuto implorare pietà, struggersi per almeno una
di noi due... e invece non solo non ha fatto niente di tutto
ciò, ma se ne va pure in giro tutto contento, con una nuova
ragazza... e per di più mora!!!
- Ma dai, Parker... anche con te era felice. Ha esaurito tutto il suo
lato cupo e autodistruttivo quando stava con me, credo.
Le due finalmente arrivarono davanti alla camera di Piz e Wallace, ma
prima di bussare Parker chiese:
- A proposito... come va con Piz?
- Uhm... siamo stati effettivamente insieme poche settimane prima delle
vacanze... e poi lontani per tre mesi... direi che è ora di
scoprire come va! - e bussò.
La porta si aprì e Mac comparve sulla soglia con
un'espressione stranita: - Bronson?!?
Bronson, ex ragazzo di Mac, aveva bussato alla sua porta dopo essersi
chiesto per una buona mezz'ora se fosse la cosa giusta da fare. Poi,
titubante, si era deciso a fare la grande mossa, anche per paura che
lei uscisse per caso e lo trovasse lì, intento a fissare il
muro.
- Ciao Mac...
- Ehm, ciao... Come va...?
- Bene, ehm... anzi, no... In realtà volevo dirti...
Cioè, io penso che tu... che noi... noi abbiamo fatto un
errore... Credo che... quello che voglio dire...
Poi, in un gesto spontaneo e probabilmente inconsapevole, si
avvicinò a lei e la baciò.
Mac non oppose resistenza, ma quando il bacio fu finito
sentì che le ginocchia le tremavano. Lui le sorrise e le
disse semplicemente:
- Pensaci, ok?
E se ne andò, lasciandola lì sulla porta con uno
sguardo a dir poco confuso.
Un'altra porta si aprì e questa volta la scena fu diversa:
Veronica aveva bussato, ma non ricevendo alcuna risposta aveva provato
a girare la maniglia e aveva trovato la porta aperta. Senza pensarci
troppo l'aveva spalancata, ritrovandosi davanti una scena che non
avrebbe voluto vedere mai.
Le tende erano tirate e facevano filtrare poca luce, ma permettevano
comunque di vedere due persone in un letto che si muovevano sotto le
lenzuola. Appena la porta si aprì, una della due persone in
questione si voltò verso le due ragazze con un'espressione
impaurita.
- Piz! - urlò Veronica riconoscendo il ragazzo, ma il suo
tono risultò meno ferito di quanto avrebbe potuto pensare.
Piz si girò verso di lei e la guardò
supplichevole: - Non è come pensi!-
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Capitolo 3 *** Bentornata! ***
3. LoVe
RECAP del capitolo precedente:
Le tende erano tirate e facevano
filtrare poca luce, ma permettevano comunque di vedere due persone in
un letto che si muovevano sotto le lenzuola. Appena la porta si
aprì, una della due persone in questione si voltò
verso le due ragazze con un'espressione impaurita.
-Piz!- urlò Veronica, ma la sua voce uscì meno
ferita di quanto avrebbe potuto pensare.
Piz la guardò supplichevole: -Non è come pensi!-
"Non avrei mai pensato che sarebbe successo. Mi sembra di stare in un
telefilm per adolescenti... uno di quelli scadenti, per giunta. E chi
ha scritto le
battute a Piz? Cavolo, non poteva trovare una frase più
banale. Oddio, Veronica. Non pensavi che sarebbe mai potuto capitare a
te?"
All'FBI avrebbero detto "colto in flagrante" o "preso con
le mani nel sacco". La sua mente in quel momento riusciva a pensare
solo "morto".
Veronica
fissava Piz senza riuscire a spiccicare parola da quella che le
sembrava un'eternità. Nella sua mente vorticavano
frenetici pensieri ed immagini di lui che andava a letto con
un'altra o con
mille altre. Il suo cervello passava in rassegna involontariamente visi
di ragazze sconosciute e inventate per l'occasione e contemporaneamente
centinaia di modi in cui poteva vendicarsi di "lei". E di lui.
Soprattutto di lui.
E sebbene avesse sempre la tendenza a pensare male delle persone, non
riusciva a convincersi che lui le avesse fatto questo. Non lui.
E
comunque, se non fosse stata ancora abbastanza convinta, aveva
l'evidenza,
lì davanti a lei, che lo provava.
Piz vide l'espressione di Veronica e saltò fuori dal letto
con un balzo immediato e quella mossa rivelò alle due
ragazze che
aveva indosso solo un paio di boxer. Giusto.
Si avvicinò a Veronica, che nel frattempo sembrava diventata
di cera e con
una certa paura di avvicinarsi troppo o toccarla, le disse parlando
veloce e sforzandosi di essere chiaro, e ottenendo così un
risultato poco ottimale:
- N-no, Veronica, sul serio... Devi ascoltarmi... Stavo solo...
Veronica fece per dire qualcosa, quando sulla porta apparve Wallace,
che sgranocchiava rumorosamente delle patatine provenienti da un
sacchetto gigante che aveva in mano: - Allora, come proced... - si
interruppe. Vide le due ragazze che stavano in piedi sul ciglio della
stanza e la
sua espressione subito cambiò.
Fece un sorrisone felice.
Poi, abbracciò Veronica, che era già abbastanza
confusa prima di questa dimostrazione d'affetto apparentemente fuori
luogo e quindi lo guardò male, senza ricambiare l'abbraccio.
Wallace la guardò stranito: - Che succede? Hanno tenuto la
vera Veronica all'FBI e ci hanno mandato un cyborg senza sentimenti, al
suo posto? O semplicemente all'FBI ti insegnano a non salutare
più gli amici?
Veronica lo guardò ancora più confusa e iniziando
ad essere un po'
irritata; poi spostò lo sguardo su Piz che sorrideva
imbarazzato.
"Imbarazzato?!? A
quest'ora dovrebbe essere in ginocchio a pregarmi di risparmiarlo.
Invece è... imbarazzato." pensò.
Poi riuscì solo a mormorare, rivolta a Wallace: - Tu... tu
lo
sapevi?
Quello, senza permettere a Piz di aprire bocca,
esclamò: - Certo che lo sapevo! Anzi, se vuoi saperlo,
è tutto merito mio! - e sorrise spavaldo.
Veronica fece un passo verso di lui minacciosa: - Cosa??? - ma Piz la
trattenne per le spalle e la fece girare verso di sè,
dicendole in tono calmo: - V... ascoltami. E' solo una messinscena.
Veronica non seppe più cosa pensare e a bocca aperta
lasciò che Piz continuasse. Sembrava quasi divertito. Forse felice che lei fosse
gelosa?
- Il tuo caro amico Wallace, qui, ha deciso per un progetto per il suo
corso di Comunicazione Visiva di realizzare un cortometraggio... e
ovviamente mi ha chiesto di essere il suo attore principale...
- Ovviamente. - ripetè Veronica meccanicamente con un filo
di sarcasmo nella voce, iniziando a
capire e sentendosi un po' stupida.
Piz continuò: - ... e dato che aveva previsto una scena
piuttosto... diciamo, intima... Mi metteva in imbarazzo girarla davanti
a
lui e così gli ho chiesto di uscire un attimo!
Wallace intervenne: - E io ne ho approfittato! - esclamò
soddisfatto mostrando il pacchetto di patatine con il solito sorriso.
Poi, si
mosse verso
la parete opposta al letto, dove Veronica solo ora notò una
lucina rossa, proveniente da una piccola videocamera appoggiata su una
mensola.
- Vediamo come è venuta! - disse l'aspirante regista posando
le patatine in mano ad una Parker sbalordita e prendendo in mano la
videocamera.
Veronica era ancora un po' stordita, ma iniziava a recuperare un po' di
colore sulle guance; Piz la fissava preoccupato e incoraggiante, poi
finalmente lei sorrise incerta, ancora guardando confusa il letto
sfatto e la ragazza che evidentemente era ancora là sotto:
-Be'... che dire... mi fa piacere che in mia assenza vi siate dati al
porno!
Wallace si girò verso di lei, offeso: - Ma quale
porno... questo è amore, donna! Piz, falle vedere quanto ami
Jenny.
- Jenn...?!?- iniziò a dire Veronica, ma prima che potesse
completare la sua domanda colma di rinnovata indignazione, Piz era
balzato in piedi sul letto
e aveva estratto dalle coperte... una bambola. Gonfiabile.
A grandezza
naturale.
A Veronica venne da ridere, mentre Piz cominciava a fingere di baciare
"Jenny".
Una bambola.
Si sentì finalmente sollevata e quando lui vide che si era
ripresa,
iniziò a sussurrare parole dolci a quell'ammasso di
plastica:
-Amore mio... tesoro... mi spiace... tra noi non c'è
mai stato granchè, a parte lo straordinario sesso... Ma
ora... ecco... ho trovato di meglio!
Buttò via la bambola con un gesto esagerato da telenovela
argentina e
finalmente potè abbracciare Veronica, aggiungendo: -
Bentornata mia unica ragazza in carne e ossa!
Lei mandò gli occhi al cielo e lui la baciò
teneramente sulle labbra. Parker, che
era stata insolitamente muta per tutto il tempo, si scambiò
uno sguardo di intesa con Wallace indicando i due piccioncini e poi gli
diede una gomitata nello stomaco: - Perchè devi portare
discordia in questa bellissima coppia mettendo in mezzo... Jenny?!?
Tutti e quattro si misero a ridere; poi, ancora ridacchiando, Wallace
si rivolse a Veronica, abbracciata a Piz: - Ma... mi sembra che
qualcuno
qui abbia delle cose interessanti da raccontare!
Veronica, con un'espressione di finta modestia dipinta sul volto quasi
riuscì ad arrossire e replicò: - Sì,
be'
sai, niente di che... e poi siamo delle persone riservate, noi
dell'FBI...!
Tutti ripresero a ridere, lei compresa, tanto che non si accorse di Piz
che la fissava adorante.
N.D. Summer
Non avrete mica pensato che Piz sarebbe stato capace di tradire
Veronica! XD of course not! Stoshy non lo farebbe mai *_* Comunque,
questo non vuol dire che non ci saranno complicazioni più
avanti...chissà...!
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Capitolo 4 *** Trudy ***
Love 4 Trudy
Veronica era tornata da un solo giorno e già si era
ritrovata a correre per tutto il campus nel disperato tentativo di capire dove
fossero le aule dove si tenevano le lezioni del nuovo anno accademico.
Tutto era già tornato alla normalità, insomma. Mancava solo…
-Veronica?- una voce la chiamò e lei non riuscì a fare finta
di niente, nonostante questo avrebbe probabilmente voluto dire fare tardi per
la lezione. Maledetta curiosità.
Si voltò verso la ragazza che l’aveva chiamata e constatò,
con discreta sorpresa, che era la ragazza che aveva visto il giorno prima
insieme a Logan. “Ok, adesso sì che la cosa
si è fatta strana…e interessante. Ah, e vorrei aver fatto finta di non sentire.”
-Sei tu Veronica, giusto?- chiese la ragazza raggiungendola.
Veronica tirò fuori uno dei suoi sorrisi incoraggianti e benevoli e le rispose:
- In carne e ossa, a quanto dice il mio fidanzato.
L’altra rimase un attimo stranita a questa strana risposta, ma poi,
come se niente fosse, allungò la mano verso di lei e continuò: - Piacere, io
sono Lori…e ho bisogno del tuo aiuto.
“Oh, no. No, no, no, no, no.”
Veronica esclamò in fretta: - È che in realtà pensavo di
smetterla per un po’ con questi…ehm…lavoretti…- sorrise: - Sai, magari studiare
un po’…o addirittura avere una vita sociale…! Quindi…
Lori la interruppe: - No Veronica, non capisci! Ti prego! Si
tratta del mio cane…! Ti pagherò il triplo della tua tariffa normale.
“Il triplo?!?”
- Un cane??? Oh, ma dovevi dirlo subito! In questo caso, sarò
costretta ad accettare il caso…non so resistere a quegli esserini pelosi…- le
sorrise e prendendola sotto braccio la portò a sedersi su una panchina poco
distante, dove si fece spiegare il resto della storia.
- Quindi è semplicemente…scomparso??- chiese alla ragazza.
- Sì…- rispose lei – Vivo poco lontano dal campus con i miei
genitori e quando sono tornata a casa l’altro giorno lui era scomparso!
Veronica annuì seria: - E…non pensi che sia possibile che
sia scappato.
- Beh, no. I miei genitori erano entrambi fuori per lavoro e
io l’ho lasciato chiuso in casa la mattina…quando sono tornata dopo le lezioni
Trudy era sparito!
- T-t-trudy?
- Sì, è il suo nome…è un
chihuahua…perché?
Veronica stava per scoppiare a ridere ma si concesse solo una
breve risatina sotto i baffi: - E’ un maschio?!?
- Sì, il mio povero Trudy!- Lori si fece seria e prese le mani
di Veronica – Mi aiuterai a trovarlo, vero? Mi hanno detto che sei la migliore
in queste cose…
Veronica alzò un sopracciglio: - Te l’hanno detto?
“Logan, io ti ucc…”
- Sì, me l’ha detto una mia compagna del corso di
Informatica base…magari la conosci, si chiama…Megan, credo…mi ha aiutato molto
per il corso…!
- Mac?!?
- Sì, sì ecco, Meck…proprio lei.
- Oh. Beh, Lori, è stato un piacere ma ora devo scappare…il
tuo numero me l’hai dato, ti faccio sapere appena scopro qualcosa...
Veronica si alzò frettolosamente e si diresse finalmente verso un edificio,
che non era però esattamente quello dove si svolgeva la lezione che avrebbe dovuto
frequentare in quel momento.
- Veronica!-
“No, non di nuovo.”
- Sei tornata!
- M…eck!- esclamò Veronica vedendo la sua amica che l’aveva
chiamata.
- Sei tornata!- rispose quella abbracciandola -…e pronunci
il mio nome in modo strano.
Veronica sorrise maliziosa: - E questo ti ricorda qualcosa…?
- A parte che qui sei tu la detective e non io…no.
- Dai, Megan, sono sicura che puoi fare uno sforzo.
Mac rise: - A dirti il vero c’è una tizia al corso di
informatica che continua a chiamarmi Megan, ma non capisco cosa questo c’entri
con…
Veronica la prese sottobraccio e iniziò a camminare con lei:
- Proprio per questo ti cercavo…la conosci allora questa Lori…
Mac si illuminò: - Ecco, Lori! Sì, beh oddio la conosco…-
improvvisamente realizzò dove l’altra volesse andare a parare: - Aaaaaaaaaaaaaah,
adesso mi ricordo! Le ho parlato di te! Non ringraziarmi per averti procurato
il lavoro, dimmi solo che quando sarai ricca mi occuperò delle tue pubbliche
relazioni.- continuò animatamente, senza rendersi conto che Veronica la fissava
incenerendola con lo sguardo.
- Ok, Mac, poi parleremo del perché tu sia così distratta…ma
ora analizziamo attentamenteil modo in cui tu mi hai procurato un lavoro per la nuova ragazza di
Logan…
-
Oh.- Mac rimase di sasso, poi realizzò la gravità della
cosa e si fece ancora più seria: - Oh. Lei…Lori è
la…oddio. Non lo sapevo, io...
-
Bene.- tagliò corto Veronica: - Ora passiamo alla fase
successiva.- continuò tranquillamente. Le sorrise e poi alzando
un po’ la voce e con tono ironicamente autoritario le disse: -
Come
facevi a non saperlo?!? Sei stata qui nei dintorni tutta
l’estate, li avrai
visti insieme almeno una volta… Sei anche sua amica!
- Beh, il nostro rapporto è migliorato rispetto ad un tempo
ma non saprei se io e Logan siamo proprio amici…
- Mac!- la sgridò vagamente divertita l’altra.
- Oooooooh, intendevi Lori? Ma non siamo amiche, mi sfrutta solo
per il corso di informatica! Non sa neanche il mio nome!
Veronica sorrise comprensiva: - Ma che hai, Megan?
- Smettila di chiamarmi così! È quasi peggio del mio vero
nome.
- Se non mi dici subito cosa ti succede e perché hai la
testa così fra le nuvole lo userò, il tuo vero nome. Oh, sì. – la guardò
maliziosa.
- Non oseresti.- la sfidò Mac. Veronica sorrise con la bocca
tirata da un lato e le sussurrò:
- Certo che oserei, Ci…
Mac spalancò gli occhi: - Ma sì, te lo dico, cosa vuoi che
sia!
- Uomini, Thelma?
- Ok, vogliamo smetterla di inventare nuovi nomi?
- E uomini fu.
- Sì, beh, diciamo, forse, che potrebbe anche essere
definito un problemi di uomini. Cioè, di ragazzi.- Mac abbassò il viso e
arrossì leggermente. Veronica le rispose con un sorrisino ironico: - Vuoi che
ne parliamo al pigiama party di stasera mentre ci mettiamo lo smalto e ci
prendiamo a cuscinate?
- Magari mentre ascoltiamo Avril Lavigne!- rispose l’altra
continuando con lo stesso tono.
- Yaaaay!- urlò Veronica con una voce così acuta che fece
girare alcuni passanti, più che altro studenti che probabilmente frequentavano
anche i suoi corsi. Mm, beh, pazienza.
Tornò improvvisamente seria: - Allora, che succede? Dillo
alla tua BFF.- e sorrise di nuovo mentre si arrotolava una ciocca di capelli
biondi su un dito.
Nel frattempo erano entrate nella hall del dormitorio e si
erano fermate poco distanti dall’ingresso.
- Mi è successa una cosa che…- iniziò Mac, titubante: -…voglio
dire, io non ho mai quasi nemmeno avuto un ragazzo…e ora…mi sa che ne ho due.
Veronica sembrò molto colpita da queste parole ed esclamò: -
Mac! Questa sì che è una buona scusa per avermi chiamato così poco quando ero
via!- e le diede una pacca su una spalla.
Mac rise: - Sì ma è un po’ più complicato di così!
- E chi sono i…ehm…due fortunati? Quando sono partita stavi
con Max, no?
- Sì, sì e ci sto ancora…però…ti ricordi di Bronson?
- Come dimenticare l’animalista dagli occhi blu.- sospirò l’altra.
- Ecco. Non ho mai avuto un ragazzo e ora…beh.
- Stai con tutti e due??- Veronica chiese scioccata. –
Maaaac! Non mi aspettavo che fossi una tale…sciupauomini.
Mac sbuffò e prese a raccontare all’altra cos’era successo
con Bronson il giorno prima e come la cosa l’avesse messa in crisi, perché ora
non sapeva più chi scegliere tra i due.
N.D.Summer
Uhm, ho scritto questo capitolo ma non ne sono del tutto convinta, soprattutto dopo aver rivisto stasera questo video...
La scena
più bella del telefilm, credo...e stasera sono portata anche a
credere che sia la scena più bella di tutti i telefilm...Mi fa
contorcere il cuoricino ogni volta che la guardo.
Comunque,
dicevo, questo è un capitolo un po' riempitivo, è servito
un po' per spiegare (male) la situazione e il nuovo caso a cui deve
lavorare Veronica...Volevo scriverlo subito per passare in fretta alle
cose più interessanti, infatti già nel prossimo capitolo
prevedo che ci sarà un po' di LoVe... Poi nel caso
ritornerò su questo per renderlo un po' più
divertente/interessante...non so, proprio non mi piace!!
@ bale86:
Nooooo
Piznarskino non potrebbe mai fare una cosa del genere...ma per quanto
mi piaccia e sia carino e dolce e un bravo ragazzo e ci tenga davvero a
Veronica...beh, si sa :) I hear the bells...!
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Capitolo 5 *** Bentornata! - parte seconda ***
Colonna sonora della scena
On a park bench in September
The exact words
I don't remember [...]
And you said that this was the only way
We'd work and not be lonely [...]
My heart cried out
What I was thinking
That we will be alright for a while...
- Bentornata, allora.
Era già abbastanza irritante essere assunta dalla nuova ragazza di Logan, ma averlo lì vicino a curiosare mentre lei svolgeva le indagini nella casa di Lori era molto più che irritante.
Era insopportabile.
Era Logan.
- Uhm, grazie.- rispose concentrata a sfogliare un taccuino che non avrebbe in alcun modo potuto aiutarla nella sua ricerca di un cane scomparso. Dopotutto i cani non potevano lasciare messaggi sui taccuini.
- Non siete di molte parole voi dell’FBI, eh?- incalzò Logan vagando con tranquillità per il salotto.
“Oddio, quando ho iniziato a fare le stesse battute di Logan?!? Devo licenziare immediatamente chi mi scrive i dialoghi.” – Sei molto perspicace, sai. Hanno un posto libero nella squadra “Omicidi da sarcasmo”, credo che saresti decisamente adatto.
Evitare lo sguardo di lui era ormai diventato difficile, ma Veronica non aveva intenzione di cedere. L’aveva guardato negli occhi solo per un breve istante quando si erano incontrati fuori dalla casa dei Silverstone, i genitori di Lori, e lui l’aveva salutata allegramente. E nei successivi minuti aveva fatto di tutto per non ripetere l’errore. Non voleva vedere il suo solito sorrisino strafottente e ora anche felice che si allargava sul suo viso. Lo odiava, dannazione. Perché doveva rendere tutto così difficile? Perché la sua vicinanza la irritava così tanto?
- Era solo un modo per fare conversazione…e per chiederti com’è andato lo stage…
Veronica sospirò per tutta risposta a quel suo tono così innocente e conciliante e rispose: - Come deve essere andata…era l’FBI, insomma…è andata benissimo.
Logan squadrò per un attimo la sua figura esile che rovistava nei cassetti di una scrivania posta in un angolo del salotto, poi sbottò: - Uno schifo, eh?
Lei non riuscì a trattenere un risolino di compassione: ma chi si credeva di essere?
- Cercano anche uno psicologo criminale…
Poi lo fece: alzò gli occhi da un temperamatite a forma di automobile e incontrò il suo sguardo. Era piuttosto scioccata che lui avesse capito il suo bluff sullo stage e fu ancora più scioccata dalla sua espressione.
Niente sorrisino. Niente spavalderia. Niente felicità.
Solo, lo sguardo più tranquillo e sincero che avesse mai visto dipinto sul viso di Logan Echolls. Beh, a parte quella volta… ma era ubriaco fradicio, quindi…
Abbassò gli occhi, di nuovo sulla scrivania, proprio nel momento in cui lui iniziava a parlare, serio: - Se fosse andata veramente “benissimo” non avresti risposto così…Quindi, lasciami indovinare…hai fatto un sacco di fotocopie e non molto altro?
Veronica, sempre scrutando con intensità il temperamatite, sbuffò e rispose: - Ok, come vuoi tu. Comunque avrei un caso da mandare avanti, qui, se non ti spiace.
- Ritrovare un cane, tsk. Niente a che vedere con i complicati casi che ti hanno fatto risolvere quest’estate, no?
Veronica non rispose. Non c’era niente da dire, se voleva continuare ad umiliarla, bene: che lo facesse pure senza di lei. C’era da ammettere che aveva azzeccato però. Era solo la spocchia con cui lo diceva, quella presunzione di conoscerla meglio di chiunque altro…Ci aveva azzeccato, maledizione.
- Potresti tenerti questa cosa per te, almeno?- cominciò dopo qualche minuto di silenzio.
- Non lo sa nessuno che…insomma, dello stage. E vorrei che le cose rimanessero così.
Lo guardò di nuovo e Logan colse la sfumatura di una richiesta implorante dietro quelle parole in apparenza dure. E gli venne da sorridere. Poteva fare la dura quanto voleva, ma lui sarebbe stato lì, a proteggerla, tutte le volte che ne avesse avuto bisogno. Sempre. Anche se lei non avesse voluto, anche se l’avesse escluso dalla sua vita. Non poteva farne a meno.
- Non lo sa neanche…il tuo ragazzo?
Piz e Logan non andavano esattamente d’accordo. Forse, erano semplicemente troppo diversi. Forse era perché Logan aveva preso a pugni Piz. O forse era semplicemente che non voleva essere amico del ragazzo di Veronica. E neanche trovarlo simpatico.
Veronica non rispose e quindi lui continuò: - Santo cielo, è solo il tuo primo stage… è andata da schifo, e allora?!? Non tutto quello che fai deve essere perfetto…
Questo era uno dei suoi punti dolenti, uno dei loro punti dolenti. Avevano litigato tante volte per quel motivo, ma ora… non c’era più motivo di litigare.
- Beh.- disse lei sorridendo amara: - Tu tieni la bocca chiusa. E prendilo anche come un consiglio generale.
Logan le fece un sorrisino falso e poi si zittì per qualche minuto. Poi, iniziò a vagare per la stanza, prendendo in mano tutto ciò che trovava e rimettendolo a posto dopo poco, finchè non accese la televisione e si mise sul divano, le braccia allargate appoggiate al poggiatesta e i piedi sul tavolino di vetro davanti a lui. Ma più che guardare il solito quiz a premi che stavano dando in tv, osservava di sottecchi la schiena di Veronica, che cercava di fare ordine tra i propri pensieri, esaminando di nuovo oggetti a caso.
-Devi proprio esserci anche tu? Mi distrai.- chiese Veronica di punto in bianco, seccata.
-Mhmh- annuì lui –Lori ancora non ti conosce e non si fida di te… quindi non voleva che frugassi tra le sue cose senza supervisione… e dato che al momento ha lezione… ci sono solo io…-
-Un’amica non ce l’aveva eh?- rispose lei acida; poi come se un momento prima non avesse sentito bene chiese stupita: -Non si fida di me?!?
-No… perché non ti conosce, te l’ho detto…- si alzò dal divano senza spegnere la tv e andò verso di lei: -…io al contrario ti conosco… ed è per questo che non mi fido di te…!!!
“Eh no, questo è troppo.” Si girò verso di lui e sputò fuori: -Se Lori non si dovesse fidare di qualcuno quello sei tu.
Lui fece una smorfia e per qualche istante sembrò ferito da questa affermazione, senz’altro veritiera per quanto riguardava la loro precedente relazione. Lei si pentì di essere stata così impulsiva nel rispondergli, ma durò poco.
-Già, perché io sono ancora innamorato di te, giusto?- le si parò davanti mentre lei cercava di raggiungere l’altro lato della stanza.
-Non è quello che penso…- disse lei sinceramente stupita, guardandolo negli occhi, forse per convincerlo meglio.
-Strano. E’ quello che pensano tutti.- replicò lui con finta noncuranza, spostandosi e lasciandola passare.
-C’è bisogno che ti dica che io non sono tutti…?
-Già…- rispose Logan con un vago tono malinconico nella voce. Veronica avvertì un briciolo di inappropriatezza nell’aria e si affrettò a cambiare discorso:
-Allora…Logan Echolls…è una cosa seria con questa Lori?
-Uhm… aspetta un attimo… è una cosa seria con questo Piznarski?- la provocò lui. Lei aprì la bocca istintivamente per rispondere ma poi la richiuse e rimase zitta.
Logan riprese: -Stavi per caso per rispondere che non sono fatti miei?- disse con un sorrisino compiaciuto: - Perché è la stessa risposta che ti avrei dato io.
Veronica non si fece cogliere in fallo: -Come siamo permalosi… era per fare un po’ di conversazione…- lo prese in giro riprendendo la sua frase di poco prima.
- E poi immagino che il fatto che tu mi stia aiutando a cercare il suo chihuahua sia…- si fermò un attimo e riprese a parlare con una voce acuta: - tipo cioè tipo l’equivalente ad un fidanzamento, cioè, no?
Logan la guardò indispettito: - Guarda che è una ragazza a posto.
Veronica sorrise, sincera: - Non ne dubito. È solo che, dai, un chihuahua? Dimmi che ormai non è un clichè…
Logan la squadrò e il suo sorrisino malizioso fece capolino sulle sue labbra: - Potresti anche solo ammettere che sei gelosa.
How had we in just an instant
Now become so very distant [...]
And as the church BELLS start to chime
I knew we were running out of time
So I agreed to all you asked me for
'Cause I couldn't take it anymore...
Il solito presuntuoso. C’era ancora spazio tra loro due per queste frecciatine? C’era stato così tanto, erano stati così vicini e subito dopo così lontani…non c’erano mai mezze misure, quando si trattava di Logan e Veronica. Ed ora erano di nuovo lontanissimi, separati da un mare colmo di avvenimenti, dolore, perdite… un riavvicinamento era così difficile che si potevano lanciare anche queste frecciatine, non c’era pericolo. E poi lei aveva Piz.
- Oppure potrei anche solo spaccarti in testa questo fermacarte e giurare di non aver visto chi sia stato.
Logan ridacchiò un po’, poi rimase in silenzio a guardare il pavimento.
-Lo sai che Parker mi ha lasciato perché credeva che fossi ancora innamorato di te? Ne era sicura, a dire il vero.
“Alla faccia della conversazione” pensò Veronica “Ma dove sono finite le care vecchie chiacchiere sul tempo di una volta?!?”
Controvoglia, rispose, sempre trafficando con i primi suppellettili che le capitavano in mano: -Sì, mi ha accennato a qualcosa del genere…
-…e…?
-E…?!? Devo essermi persa la parte in cui mi facevi una domanda alla quale avrei potuto rispondere.
-Lo pensi anche tu?
Lei si ritrovò suo malgrado a riflettere. Non lo pensava in quel momento, ma in realtà non aveva mai pensato che lui l’amasse. Non abbastanza, comunque.
Ma poi…
Quando si erano lasciati… le avevano detto che lui era stato così male… non potevano essere tutte bugie, tutte scene… no… qualcosa di vero ci doveva essere… e poi se Parker era giunta a quella conclusione, dopo mesi…
Si scosse e cercò qualcosa da dire ma le uscì solo un: -Ha importanza quello che penso io?
-Per me ne ha.- rispose lui risoluto.
Al che lei, che in quel preciso istante sembrava estremamente interessata ad un certo punto del pavimento esclamò: -Guarda qui cos’ho trovato!
Lui le si avvicinò per guardare meglio: -Cosa?
-Uhm…peli…di cane…!- rispose troppo entusiasta e allo stesso tempo poco convinta del suo stesso bluff. Poi, sentendo che lui era arrivato troppo vicino a lei, si allontanò e dichiarò con zelo: -Andiamo, Watson, ho un altro posto da controllare… |
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Capitolo 6 *** Pantofole pelose in salotto ***
Veronica non aveva la più pallida idea di cosa le stesse succedendo.
Questo caso era uno dei più semplici (e stupidi… ma chi se ne importava della stupidità quando c’era in ballo un cane. E così tanti soldi.) che le fossero mai stati affidati, eppure non riusciva proprio a farsi venire in mente un’idea. Chi poteva rapire un chihuahua? Ma soprattutto… chi poteva voler rapire un chihuahua? E che cosa aveva di speciale Trudy, a parte un nome da femmina e dei probabili dubbi relativi al proprio genere?
Veronica si ritrovò a sperare che Lori non mettesse al povero cane uno di quegli orrendi cappottini rosa che si vedevano in giro, quando invece avrebbe dovuto concentrarsi a risolvere il caso.
“Pensa, Veronica. Non può essere così difficile.”
Un cane, una ragazza (…la ragazza di Logan), figlia di genitori spesso assenti e anche per questo perfetti… Veronica aveva visto la loro casa, pulita e ordinatissima, lussuosa ma non eccessivamente. Aveva visto alcune foto di famiglia, come quella incorniciata che aveva trovato sul camino: un uomo brizzolato di mezz’età abbracciava una bionda dall’acconciatura curatissima che doveva essere sua moglie e teneva una mano sulla spalla della figlia, Lori.
Tutti e tre sorridevano. Tutti e tre avevano sorrisi smaglianti, radiosi. Sembravano felici. “Perfetti” fu quello che pensò Veronica.
Prima che il ricordo della sensazione che aveva avuto vedendo quella foto inevitabilmente le arrivasse di nuovo al cervello (“Io non ho e non avrò mai una foto così.”) però, si distrasse con un commento acido ad alta voce:
- Ha una casa perfetta, una famiglia perfetta, un sorriso perfetto,… un nome perfetto! Che altro?
Rendendosi conto che in quel momento era sola nella sua stanza, Veronica si sentì una stupida e si sentì ancora più stupida notando che ultimamente le succedeva spesso di sentirsi così.
Ed ora aveva varie opzioni: andare avanti ad analizzare i motivi per cui poteva aver perso le sue capacità da detective e a piagnucolare per questo, oppure darsi una mossa e distrarsi un po’.
Il destino scelse per lei tra due opzioni.
Keith entrò in quel momento in casa, buttando chiavi e ventiquattrore sul divano e sbuffando. Era stato fuori città per “lavoro” per qualche giorno e Veronica non gli aveva detto di essere tornata a casa dallo stage. Fu quindi stupita quando lui entrò con nonchalance nella sua stanza e la salutò come se niente fosse: non si vedevano da mesi, non avrebbe dovuto essere più felice di riaverla a casa, o almeno sorpreso?!?
- Ehi, Veronica. – le disse in tono monocorde. Tutto qui.
- Ehm, ciao papà.- fece lei come per suggerirgli che dimenticava qualcosa.
Lui fece per uscire dalla stanza richiudendo la porta, ma finalmente lei lo bloccò: - Ti sei accorto che era da un po’ che non ero qui a casa oppure la mia sagoma di cartone a grandezza naturale che ti ho lasciato per non sentire la mancanza ha svolto bene il suo lavoro?!?
Keith girandosi verso di lei sorrise malizioso, tornando finalmente in sè: - Non solo ha svolto bene il suo lavoro, ma era persino meglio di te. Forse perché non parlava. E soprattutto…- le fece l’occhiolino - …non ha mai portato a casa un fidanzato. Beh, comunque ho deciso di tenere lei e scartare te, quindi se non ti dispiace fai i tuoi bagagli, ragazza.
Veronica fece una smorfia di delusione e poi sorrise raggiante buttandosi al collo dell’uomo:
- Vedo che non sei cambiato! Vuoi ancora scaricarmi appena possibile…
- Mai, Veronica. – disse lui sempre sorridendo ma in tono serio ora, stringendola forte.
- Bentornata, piccola.
I due sciolsero l’abbraccio e Veronica guardò suo padre sospettosa: - Grazie. Ma come hai fatto a sapere che ero tornata?!?
Keith alzò un sopracciglio: - Ehe. Sono un grande detective.
Le voltò le spalle ed uscì dalla porta molleggiandosi sulle gambe; poi, appena fuori, aggiunse:
- E poi hai lasciato le tue pantofole pelose a forma di leone in salotto.
Veronica non ebbe quasi il tempo di sorridere per questa risposta; si alzò in fretta dal letto e prese il suo cellulare, componendo in fretta un numero.
- Lori?
- Ciao Veronica, dimmi. Hai novità?
- No, ma credo di avere una pista.
- Davvero? Di cosa parli?
- Pantofole pelose in salotto.
- Cosa?!?
- I chihuahua sono cani a pelo corto, vero?
- Beh, sì. Trudy sì, comunque.
- Ok, grazie, Lori.
- Ma cosa c’entrano le pantof…- provò a dire l’altra, ma Veronica le aveva già chiuso il telefono in faccia. Quando aveva un’intuizione niente poteva fermarla.
Mezz’ora dopo, la sua intuizione si era bloccata ad un punto morto.
Mac sbuffò: - Potrebbero essere di milioni di cani.
Veronica prese in mano il sacchetto di plastica per prove che conteneva un mucchietto di peli di cane e lo squadrò per l’ennesima volta.
- Quante razze hai detto che ci sono con il pelo lungo di questo colore?
- Ok, vedi questa lista? Questa è la prima pagina di 237.
- Bene, lasciamo stare.- disse sbuffando e lasciando andare la testa sulla scrivania di legno. Era andata da Mac con una pista sicura: i peli di cane che aveva trovato nel salotto di casa Silverstone non potevano essere quelli di Trudy ed erano un indizio importante, visto che la casa era, per il resto, pulitissima. Qualcun altro doveva averli portati là dentro. Qualcuno che aveva preso Trudy.
Qualcuno che quindi aveva un altro cane, un cane dal pelo lungo e marrone scuro. Un cane del quale non riusciva a scoprire nemmeno la razza, figuriamoci il padrone.
Veronica iniziava a pensare che il caso in apparenza più semplice della sua carriera l’avrebbe fatta impazzire. Doveva assolutamente fare qualcosa.
- Mac, io vado.
- Ok…dove vai?
- …non so. Ma sono una detective, posso scoprire almeno questo, no?
Già, qualcosa… ma cosa?
Uscì dalla camera di Mac e Parker e iniziò a camminare piano per i corridoi del dormitorio: di solito, nel momento in cui era in alto mare, le veniva un’intuizione, un lampo di genio, un flash che le permetteva di risolvere qualsiasi mistero.
Stavolta, niente di niente.
Di solito era facile, normale. Di solito sapeva esattamente cosa fare.
Era come se l’esperienza non proprio positiva all’FBI avesse interrotto una fortunata serie di occasioni in cui era stata la migliore in qualcosa, cioè risolvere i problemi degli altri…
Perché per quanto riguardava i suoi…
Meglio non pensarci.
Anzi. Forse era proprio questa la soluzione. Quando pensava alla parola “guai” non poteva non venirle in mente un nome in particolare. Un nome che non solo si accompagnava spesso a questa parola, ma che in parecchi casi avrebbe potuto sostituirla. |
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Capitolo 7 *** Stupida ***
Mentre camminava spedita fuori dall’edificio
l’idea di Veronica prendeva sempre più forma e la
sua convinzione si rafforzava. Doveva essere così, era
l’unica spiegazione. D’altra parte, lui era spesso
l’unica spiegazione. Per troppe cose.
Stava per domandarsi dove avrebbe dovuto dirigersi prima per cercare la
persona in questione, quando poco distante vide un ragazzo alto e
sorridente che parlava con qualcuno di non meglio identificato.
“Che fortuna,
Veronica…! Se anche il destino ci ha messo lo zampino
significa che forse sono sulla pista giusta…Destino?!? Ma
cosa dico? Questa storia mi sta facendo impazzire. Da quando credo al
destino?!?”
La sua camminata decisa si fermò a pochi metri dal ragazzo,
che aveva salutato il suo amico e stava proprio in quel momento
girandosi verso di lei.
- Uh, Veronica. Scusa, stavo per calpestarti. –
esclamò lui con un sorrisino divertito. Da quando Logan
Echolls era così solare, socievole e di buon umore?
Veronica scacciò il pensiero che lui potesse essere davvero
cambiato insieme e contemporaneamente si morse la lingua per non
ribattere qualcosa di molto sconveniente. E cattivo.
“Come se non
mi avessi già calpestata infinite volte. Metaforicamente,
ovvio.”
Sfoderò il suo migliore sorriso complice e saccente:
- Dai Logan, tiralo fuori.
Logan la guardò senza tradire un briciolo di stupore per la
strana richiesta, poi ridacchiò :
- Almeno offrimi un caffè, prima.
- So che ce l’hai.
- Ok, adesso sta diventando troppo facile, quindi lascerò
per un attimo da parte i doppi sensi e mi limiterò ad un
sonoro “Coooosa?!?!?”
- So che sei stato tu.
Logan la guardò spazientito e parlò piano
scandendo le parole: - Ok. Sarò più chiaro. A
fare cosa, Veronica? Alla prossima ti faccio un disegnino.
Lei lo studiò di sottecchi: - Il movente a dirti il vero non
mi è ancora chiaro, però… Forse volevi
essere l’eroe di Lori, sai, facendo finta di ritrovare il suo
cane. O forse volevi solo prendere in giro me con un caso falso.
Sprecare un po’ del mio tempo che è già
abbastanza limitato, tra l’altro…
Logan fece un risolino canzonatorio: - Ah, quindi secondo te sarei io
il famigerato rapitore di cani?!? Mi meraviglio di te, stavolta hai
proprio toppato, V. – scosse la testa, tornando serio:
- E tanto per chiarire… non tutto gira sempre attorno a te.
Logan le voltò le spalle e prese a camminare stizzito nella
direzione opposta, lasciandola lì come una stupida ad
incassare quel colpo basso.
“Inizio a
sospettare che ci sia una congiura per farmi sentire scema.”
Pensò Veronica guardando il ragazzo allontanarsi.
Ma non aveva tempo per questo, adesso.
Se fosse stato davvero Logan, una volta smascherato l’avrebbe
ammesso…cosa aveva da perdere?
Ma se non era stato lui, allora chi?
- Hai accusato Logan?!? – sbraitò Wallace
incredulo mentre entrava nella sua camera. Veronica non fece in tempo a
fare spallucce all’amico che Piz saltò in piedi
dal letto su cui era evidentemente stato sdraiato fino al loro ingresso
ed esclamò: - “Logan” cosa?!?
Veronica aprì la bocca per replicare, ma ci mise troppo
tempo a mettere insieme una risposta ragionevole e Wallace fu
prontissimo a farlo per lei:
- Veronica pensava che Logan fosse il rapitore di cani. –
spiegò sorridendo sottolineando quanto la cosa fosse
assurda. Piz però alzò semplicemente un
sopracciglio.
- E… la cosa dovrebbe essermi chiara?
Wallace si girò esterrefatto verso Veronica, che
iniziò a spiegare, rivolta a Piz: - …sto
lavorando ad un caso per una certa Lori, che poi sarebbe
anche… -
Veronica esitò quel tanto che bastò a Wallace per
intromettersi ancora, non senza lanciarle uno sguardo di rimprovero: -
…la ragazza di Logan. –
- Oh. – fece Piz iniziando a fissarsi le scarpe con
nonchalance, con uno sguardo da cane bastonato che tuttavia lo tradiva.
Veronica cercò di rimediare: - Ha… ha perso il
suo cane e sai mi ha…
Piz la interruppe con tono spento, tornando a guardarla: - Si, ho
capito. Devo andare, comunque: sono in ritardo per il programma. A dopo.
Prese una felpa che era appoggiata sul letto e uscì dalla
stanza, lasciando Veronica di stucco. Wallace, invece, la stava
guardando male scuotendo la testa.
- Cosa…? – chiese lei vedendo il suo sguardo di
rimprovero.
- Non gli hai neanche detto del caso?!?
- Sono stata impegnata! – si difese lei – E poi non
è così importante. E’ solo un maledetto
cane. Ops, voglio dire, un maledetto caso!
Wallace sbuffò e prese dal pavimento una piccola palla arancione, tirandola verso il canestro di plastica appeso all’armadio, senza però fare centro: - Non so come fai ad essere così
scema quando vuoi. Quello che importa non è il cane, ma chi
è il ragazzo della ragazza del can…
cioè… la ragazza del raga… il
ca…
Tentò di nuovo di centrare il canestro con una pallina improvvisata fatta di pezzetti di scotch, ma constatò con uno sbuffo che era più difficile del previsto.
- Sicuro di stare bene, amico? – gli chiese Veronica
prendendolo un po’ in giro con un sorriso – Mi
sembri confuso…
Wallace scosse la testa ancora un po’, mentre la guardava
uscire dalla sua camera.
Mac entrò nella sua stanza e accese la luce. Per poco non
lanciò un urlo: qualcuno stava seduto sul suo letto. Un
ragazzo. Mise a fuoco la vista che le si era annebbiata per un attimo.
Un ragazzo biondo.
- Dick… - disse stupita – Cosa ci fai qui?!?
Lui la guardò con il suo solito sorrisino pieno di
sé e come se fosse la cosa più eccitante del
mondo le rispose: - Aspetto la ex di Logan!
Mac sorrise confusa: - Quale ex di Logan?
- Uhm… - fece lui mettendosi una mano sotto il mento: -
Bella domanda. Quella… bionda.
Mac sospirò: - Veronica?
Lui però rise: - Nooo, non Ronnie. Io parlo
dell’altra, quella alta più di “tre mele
o poco più”.
- Parker?
- Eh… sì! Qualcosa del genere. Credo.
- Ma cosa ti ha detto di preciso?
- Più o meno… “Stai qui, io torno
subito”.
Mac sbuffò: - Ci stavi provando?
- Ma che domanda è? …ovvio. – fece lui
pavoneggiandosi.
- Allora era una delle sue tattiche per liberarsi dei ragazzi che la
assillano.
- Oh. – Dick sembrò davvero un po’
deluso. Lei si sedette sul letto di fianco a lui.
- Avrai detto qualcosa di stupido. – sentenziò Mac
guardandolo con la coda dell’occhio.
- No, le ho fatto solo un complimento! Le ho detto che da quando le
sono ricresciuti i suoi capelli sono molto luminosi! Quasi quanto i
miei.
- Mi correggo: qualcosa di molto stupido. E… molto
sensibile, complimenti.
- Beh, avrebbe potuto semplicemente insultarmi o picchiarmi come fanno
le altre, invece di farmi perdere un’ora del mio tempo
prezioso! – si lamentò lui, anche se non troppo
convinto.
- Oh, avevi lezione? – chiese Mac sentendosi per un attimo
dispiaciuta. Ma l’attimo passò immediatamente.
- Probabile, boh. Ma avrei potuto provarci con chissà quante
altre mie “colleghe”…
Mac sospirò: - Non capisco come fai.
- E’ semplice: mi avvicino, sfodero il mio immenso charme e
poi…
- Ma no, intendevo come fai a passare così da una ragazza
all’altra, senza problemi…
Lui la guardò stupito: - Vorresti farlo anche tu?!?
Perché conosco una ragazza che forse…
- Lasciamo perdere. – lo interruppe lei alzando gli occhi al
cielo.
Dick però le diede una gomitata: - Eddai, scherzavo no?
– la guardò incoraggiante.
Lei sospirò e poi si risolse a vuotare il sacco: ma con
Dick? Non ci pensò troppo, doveva pur dirlo a qualcuno.
- E’ solo che… - abbassò lo sguardo
sulle proprie unghie -…avevo un ragazzo, Bronson. E
l’ho lasciato per un altro, Max. Ma…ora Bronson si
è presentato da me e… mi ha…mi ha
baciato, quindi ho lasciato Max per telefono,
perché… beh, sono un minimo confusa…!!!
Alzò lo sguardo a quest’ultima affermazione e Dick
la fissò con un sorrisone, poi esclamò:
- Sei bipolar… cioè, bigam… insomma,
hai due ragazzi contemporaneamente! Sono orgoglioso di te!!!
– e la strinse in un abbraccio entusiasta, mentre lei subiva
un po’ imbarazzata, dicendo a sé stessa che non
avrebbe dovuto scapparle da ridere.
N.D.Summer
Se qualcuno se lo
stesse chiedendo: io adoro i cani. E anche Veronica. Solo che questo
caso la sta proprio stressando! E quindi se la prende con il povero
Trudy XD
Se invece non ve lo chiedevate, passo ai ringraziamenti!
Grazie @ bale86, Suomi, DiamondDior, kyo250, Sghisa e anche a tutti
coloro che seguono o semplicemente...leggono!
Se vi va fatemi anche sapere cosa pensate sia successo a Trudy... o
cosa succederà prossimamente...
Io posso solo dire che non vedo bene le cose tra Veronica e Piz...no?!?
:P
|
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Capitolo 8 *** Chiarimenti ***
8. Chiarimenti
Veronica stava sdraiata
sul proprio
letto a pancia in su e
ripensava agli ultimi avvenimenti di quella giornata. Era quasi sera
ormai ed
oltre a non aver fatto alcun passo avanti nel caso Lori/Trudy,
c’era qualcosa
che la disturbava, un particolare forse, che non le permetteva di
rilassarsi ma
che nonostante tutto non riusciva a mettere a fuoco.
Il suo sguardo si fermò
per un attimo sul suo cellulare, sul
cui sfondo Wallace aveva messo una fotografia di lei e Piz, scattata
appositamente da lui. A volte pensava che quel ragazzo ci tenesse
più di lei e
Piz messi insieme, alla loro storia. Nonostante questo, in quel momento
fu
grata a lui e alla sua stupida foto per averle fatto capire
cos’era che la
opprimeva.
Non fece in tempo a pensare che
avrebbe dovuto capirlo da
sola, che stava già componendo il suo numero di telefono.
- Ciao… - le
rispose Piz,
poco convinto.
- Ciao… - disse lei
altrettanto impacciata – Pensi che…
troveremo il tempo per permettere alla tua stupida ragazza di scusarsi
per non
aver trovato un po’ di tempo da passare con il suo magnifico
ragazzo da quando
è tornata?
Piz, dall’altra parte della
cornetta, sorrise dello strano
modo che aveva la sua “stupida ragazza” di scusarsi
con lui. D’altra parte, la
adorava anche per questo.
- Certo. – le rispose
semplicemente, ma lei iniziò a parlare
a raffica, per cercare di spiegargli la situazione secondo il suo punto
di
vista:
- E’ solo che sono ancora
iperattiva dopo lo stage e vedo
crimini dappertutto, anche dietro la scomparsa di uno stupido
cane… - “Stupido,
Veronica?” - … e quindi so che ti
trascuro ma
davvero io non ho avuto troppo
tempo di… ehi, aspetta un attimo. Hai detto
“Certo”?
Piz rise: - Sì, Veronica
da quasi mezz’ora. Se solo mi
ascoltassi e invece di perdere altro tempo trovassi cinque secondi per
aprire
la porta di casa tua te ne sarei grato.
Veronica si alzò dal letto
e andò verso la porta di casa di
corsa, spalancandola e ritrovandosi davanti il suo “magnifico
ragazzo” in
persona.
Lui aprì la bocca per dire
qualcosa ma la ragazza lo zittì
con un bacio e poi gli mormorò, mentre si dirigevano
avvinghiati verso la
camera da letto:
- Prima le scuse.
Poco
dopo, i due avevano finito di "scusarsi" e stavano sdraiati
sotto le coperte del letto
di lei, abbracciati; Piz accarezzava
lentamente i capelli di lei.
-
Magari il suo collare conteneva qualcosa di prezioso. – disse
la ragazza ad un
tratto.
- La cintura di Orione? – rispose lui sarcastico.
- Oppure era un cane parlante e qualcuno l’ha scoperto e lo
sta
analizzando.
Oppure l’ha venduto ad un circo.
- Certo. Probabile.
- …non
so più cosa pensare. – disse lei affranta - A
parte gli alieni, ma non è che
non ci abbia già pensato.
-
Dovresti prendere in considerazione il fatto che magari la cosa
è molto più
semplice di come la consideri.
-
Cioè?
– chiese Veronica mettendosi a sedere e girandosi verso di
lui, improvvisamente
interessata. Lui fece spallucce:
-
Magari Trendy è davvero solo scappato. Da una padrona troppo
protettiva, mi
piace pensare. – e sorrise sognante, anche se con una punta
di malizia nella
voce.
- E
magari adesso si trova in una bella fattoria, con tanti altri animali,
dove sta
benissimo…- lo prese in giro lei: - Ah, e poi babbo Natale
non solo esiste, ma
l’ha assunto per aiutare le sue renne a tirare la slitta. E
comunque si chiama
Trudy.
-
Povero cane.
-
Già.
Comunque, dicevi?
- Che
se è solo scappato qualcuno l’avrà
trovato e portato in qualche canile… facile
no?
- Troppo
facile... Ma prima di seguire la pista aliena, vale la pena di
tentare con questa,
uhm…- ci pensò su ancora un po’, poi
esclamò: - Grazie!
Lo
baciò riconoscente, mentre dalla radio, che fino a quel
momento aveva trasmesso
solo il chiacchiericcio di un deejay, partiva una canzone.
He
and I had something beautiful
But so dysfunctional, it couldn't last
I loved him so but I let him go
Piz
cercò di trattenerla con un altro bacio ma Veronica sorrise
e mettendogli un
dito sulla bocca, disse risoluta: – Devo andare…
Lui la
lasciò sgusciare fuori dal letto e la guardò a
malincuore mentre si vestiva.
Near
to you, I am healing
But it's taking so long
Rapidamente,
lei si infilò jeans e maglietta e dopo aver consegnato le
chiavi e aver dato un
ultimo, rapido bacio a Piz, uscì da casa sua. Appena fuori,
però, tutta la sua
fretta svanì in un secondo: si appoggiò con la
schiena alla porta e fece un
lungo sospiro.
Anche
al di là della porta, risuonavano le parole di quella
canzone…
'Cause
though he's gone
And you are wonderful
It's hard to move on
Piz
non l’aveva delusa mai.
E non l’avrebbe mai fatto. Ci
teneva a lei, voleva che fosse felice e beh, la rendeva serena. La loro
era una
relazione sana, non autodistruttiva.
I’m
better near to you...
Ma allora
perché in ogni
canzone sentiva un altro?
Qualche minuto dopo, Piz
entrò baldanzoso in camera sua.
- Ehi… - lo
salutò Wallace, un po’ preoccupato –
Avete
parlato?
Piz gli fece un sorrisone e poi
rispose ammiccante: - Ci
sono state anche delle parole, diciamo…
Wallace scosse la testa mentre
tornava a leggere la sua
rivista:
- Con voi due mi verrà un
tic nervoso a furia di scuotere la
testa.
Ma Piz non lo stava già
più ascoltando: sdraiato sul suo
letto, fissava il soffitto con sguardo sognante.
Mac stava passeggiando a
testa bassa
per il campus,
guardando a terra con aria torva. Non sapeva proprio come fare, la sua
vita le
sembrava un enorme disastro in cui tutto succedeva nel momento meno
opportuno.
E, come se non bastasse, non sapeva proprio a chi chiedere aiuto.
Alzò finalmente gli occhi
e quasi immediatamente riconobbe
in lontananza un ciuffo strafottente di capelli biondi.
- Dick! – si
trovò a chiamarlo senza pensarci. “Ma
cosa diavolo sto…?”
Il ragazzo si girò verso
di lei e le corse incontro
entusiasta: - Cici!
- “Sisi”?!?
– fece lei sbigottita.
- È
l’abbreviazione che ho inventato per… -
abbassò la voce
con fare da cospiratore - il tuo vero nome. Lei lo fissò,
tra l’imbarazzato e
il divertito e concluse:
- Ok. Non ti chiederò
altro. Però… - il suo imbarazzo si
decuplicò al pensiero di quello che stava per chiedergli. Ma
sì, in fondo cosa
aveva da perdere?
- Ho bisogno di un parere maschile. E
a dire il vero tu sei
l’unico che conosce già tutta la
storia…- ammise.
- E Ronnie? – chiese il
ragazzo stupito.
- Ron… Veronica ha molto
per la testa, in questo momento.
- C’era da aspettarselo.
– fece lui comprensivo: - Io,
invece, ho tutto il tempo del mondo. – e indicò a
Mac una panchina poco
distante con un sorriso.
-
Non devi scegliere necessariamente
quello più simile a te.
Il tono di Dick era risoluto e
competente. A quanto pareva,
aveva preso molto sul serio la sua nuova carica di
“Consigliere in Faccende
Sentimentali di Mac”. Non si poteva dire altrettanto della
ragazza.
- Hai appena usato la parola
“necessariamente”?!? – fece lei
ridacchiando stupita.
- Sto cercando di risolvere un
problema di vitale
importanza, qui. – ribattè lui con aria da
esperto, ma concludendo con un
sorriso incoraggiante: - Allora?
- Beh, se non devo scegliere il
più simile a me… allora
scelgo Bronson.
- Ma neanche quello meno simile a te!
- Ma tu hai appena d… -
cercò di protestare lei ma Dick
ricominciò subito la sua lezione di vita, con un tono un
po’ più sentito: - È
ovviamente questione di sensazioni… Scegli necessariamente
quello con cui stai
meglio.
- Ok, qui
“necessariamente” non ci andava. –
ridacchiò
ancora Mac.
- Sto imparando. – rispose
lui con un’occhiataccia. Poi
ripetè, stavolta sbuffando: - Con chi stai meglio?
- Io… -
balbettò lei, indecisa : - Non lo so.
- Allora forse con nessuno dei due.
– sentenziò Dick.
Lei lo fissò con gli occhi
spalancati: - Da quando sei
diventato un esperto in materia?!?
Il ragazzo la guardò con
sufficienza: - Io SONO un esperto
in materia. Studio, osservo, mi informo, provo le mie teorie sul
campo…
Mac alzò un sopracciglio:
- Quello non è provare le teorie,
è provarci, e basta.
- Mia giovane amica… Tu
non puoi capire.
A questa uscita Mac lo
fulminò con lo sguardo e lui precisò
subito: - Sto solo dicendo che non ci hai mai provato con nessuno!
Lei sembrò sollevata, ma
non si lasciò andare troppo: - Per
un momento ho pensato che avessi detto qualcosa di misogino, come al
solito.
Lui annuì come per darle
ragione, poi si fermò un attimo e disse:
- Non so cosa voglia dire.
- Dick! – lo
ammonì lei divertita.
- Senti, io amo le donne, non potrei
mai odiarle.
Lei lo guardò stupita, per
poi affermare: - Allora sai cosa
vuol dire “misogino”…!
Colto in flagrante, Dick
aprì la bocca per giustificarsi,
poi sospirò: - Vabbè. L’avrò
sentito dire da qualche tipa con cui ci stavo
provando.
- Cerrrrto. – rispose Mac
sarcastica. Poi, iniziò a
prenderlo in giro intonando una canzoncina: - Dick è
intelligente, Dick è
intelligente…!
Lui non poté fare a meno
di sorriderle e di pensare a quanto
avesse sofferto anche per lei, dopo il suicidio di Beaver. Non era la
prima
volta che questo pensiero gli sfiorava la mente, perché in
fondo sapeva che era
lei e solo lei la persona che conosceva meglio suo fratello.
Mac intanto era tornata seria e gli
pose una domanda che non
si aspettava: - Non capisco perché fai sempre
l’idiota, però.
- Boh, è l’unica
cosa che mi riesce bene. – buttò lì lui
senza pensarci troppo.
La ragazza fu colta di sorpresa da
questa rivelazione
inaspettata e rimase a bocca aperta, provando un po’ di pena
per lui, senza
sapere cosa dire. Ci fu silenzio per qualche attimo, mentre Dick si
fissava la
punta delle scarpe e si tormentava le mani; poi, esclamò:
- Ma non stavamo decidendo tra il
nerd ambientalista e il
pirata informatico???
Mac rise e lo colpì sulla
spalla con una mano, mentre Dick
allargava le braccia senza capire:
- Cosa ho detto?!?
N.D.Summer
Adoro Dick. Dico
semplicemente questo. E adoro anche Logan, non vi preoccupate... So che
vorreste ammazzarmi per questo riavvicinamento tra Pizzino e Veronica,
ma abbiate pazienza... e fede!!! ;)
Anzi
devo dire anche: la canzone che sente Veronica è "Near to you" di A Fine
Frenzy e nel capitolo c'è il riferimento ad una
certa "cintura
di Orione" che è un riferimento ad un film
famosissimo e ad un altro animaletto... proprio come il nostro Trudy!!!
Grazie
a tutti quelli che leggono, preferiscono etc e in particolare:
@ Suomi:
Ecco umpf, appunto! Le cose per Piz e Veronica sembrano andare bene,
ora... Ma come ho detto, non si può mai sapere! ;)
Il caso di Trudy in questo capitolo non ha fatto molti progressi
(apparentemente): comunque è ancora disperso
chissà dove u.u poverino! Non ce la faccio proprio ad
immaginarmelo a pezzi XD
@ Sghisa:
Dai, non sei tanto malvagia... Lo sono anch'io! Però diciamo
che tollero Piznarski... E per quanto riguarda Wallace...
chissà magari Veronica a corto com'è di idee
accuserà anche lui! Adoro Dick e come hai visto non ho
intenzione di abbandonarlo!! :P E Veronica continua a fare la figura
della scema ahahhaha! Ma sono sicura che si riprenderà...
Grazie per i complimenti, alla prossima!
@ kyo250:
Ripeto anche qui: anch'io adoro Dick! E le sue magliette! E i suoi
capelli! Fantastico!
Grazie per i complimentiiiii, vedrò di mettere un po' di
LoVe da qualche parte... scherzo. ...anch'io lo metterei ovunqueeeeee!!!
@ bale 86:
Cavolo, anche a me questa storia (e le altre, che leggo e che scrivo)
permettono di evadere quando studio per gli esami come ora... solo che
poi evado troppo e studio poco!!!
In questo capitolo non ci sono molti indizi per risolvere il caso,
anche se forse Piz ha dato l'indizio più importante di tutti
a Veronica, che si scervella su cose improbabili... non dico di
più!!!
@ crows79:
Ciao, mi fa piacere che hai commentato! E mi fa ancora più
piacere sapere che la mia ff ti fa sorridere...! D'altra parte la
cancellazione di VM ha lasciato tutto in sospeso e questo splendido tf
non ha avuto un degno finale... quindi, non ci resta che
fantasticare!!! A presto!!
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Capitolo 9 *** Peggio ***
N.D. Summer
Oggi
le note le metto all'inizio perchè c'è una cosa
da sapere prima della lettura: LOVE!!! E Dick!
No,
non era questa la cosa! Ma, sì, c'è un accenno di
LoVe... :P
La
cosa "seria" che volevo dire è che in un certo punto della
ff troverete
un link ad un video di youtube: questo perchè, scrivendo
quella scena,
mi sono immaginata proprio quella canzone come sottofondo, anche se non
proprio dall'inizio ma da circa metà canzone... insomma...
:S tutto qui! Volevo
solo avvisarvi prima della lettura... Enjoy :P
Veronica aveva finalmente
deciso di seguire la pista più
facile, abbandonando quella del rapimento alieno e rassegnandosi a
visitare un
bel po’ dei canili nei dintorni. Si diresse quindi verso la
camera del campus
dove alloggiava Lori, con l’intenzione di chiederle una foto
di Trudy così da
non dover telefonare a tutti i canili di Neptune chiedendo
semplicemente di un
chihuahua con probabili problemi di identità sessuale.
Arrivata
davanti alla porta, bussò una volta, poi una
seconda con più forza, ma non ci fu nessuna risposta. Fece
una smorfia di
disappunto: ora che aveva finalmente ricominciato a sperare in un esito
positivo, veniva fermata da un contrattempo come quello? Mentre stava
per
allontanarsi delusa, si accorse però che
dall’interno si sentiva della musica e
quindi, senza farsi troppo pregare, provò a girare la
maniglia. La porta era
aperta.
Veronica varcò la soglia con circospezione, aspettandosi il
peggio. Ma quello che vide non era neanche lontanamente descrivibile
con quella
parola.
Mac aveva da poco liquidato Dick, dicendogli che avrebbe
avuto una lezione di lì a poco. Con sua grande sorpresa,
questa non era una
semplice scusa per levarselo di torno, ma un impegno vero. E, anzi.
Avrebbe
voluto stare lì a parlare ancora un po’ con lui.
Mentre si stupiva con sé stessa di un pensiero del genere
sullo “stupido Dick”, non riusciva a fare a meno di
sorridere. Perché non
poteva semplicemente ammettere che era stato divertente? Non
c’era niente di
male se loro fossero diventati amici. Non che lui avesse risolto i suoi
problemi sentimentali, anzi, non aveva fatto altro che confonderla. Ma,
per
ora, pensò Mac, i suoi dilemmi romantici avrebbero potuto
attendere.
Non appena girò
l’angolo dietro al quale si nascondeva la
sua meta, un grande edificio di mattoni rossi, si dovette ricredere. Da
uno dei
cespugli vicini al muro sbucò fuori un ragazzo che le si
parò davanti.
- Max?!? – esclamò la ragazza stupita e anche
stranamente
irritata: - Eri nascosto in un cespuglio?!?
- Esci con quel perdente, ora?
Mac spalancò ancora di più gli occhi: - Mi stavi
spiando?!?
Era incredula: la cosa le sembrava un po’ comica, pensare a
Max che se ne stava lì dietro un cespuglio a guardare lei e
Dick… Ok, a
pensarci bene la cosa aveva del grottesco. Comunque non avrebbe dovuto
farlo,
era… ridicolo.
- Ti ho vista che parlavi e RIDEVI con lui e… -
sottolineò appositamente la parola "ridevi", come per farle
capire l'assurdità della cosa.
- … mi stavi spiando! -
fu l'unica cosa che riuscì a ribattere lei, con un misto di
indignazione e fastidio.
- Se pensi che voi due avrete un futuro… -
incalzò lui rabbioso,
ma quel pensiero divertì Mac più di
quanto avrebbe dovuto in un momento del genere. Gli rispose
sorridendo ironica al pensiero di un futuro con Dick:
- Io non ho affatto...
- Non capisci che io e te siamo uguali?!? Siamo fatti per
stare insieme! – esclamò lui con trasporto,
prendendole le mani.
Lei però lo guardò infastidita e
ritirò le mani al suo
tocco: - Oddio.
- Cosa? – chiese il ragazzo quasi intimorito.
- Mi sto rendendo conto di quanto sia da perdenti la frase
che hai appena detto.
- Cosa… ho solo detto che… - balbettò
lui addolcendosi improvvisamente.
- Due persone non devono stare insieme perché sono
uguali…
Devono farlo perché stanno bene insieme.
Si accorse troppo tardi di aver citato Dick e pensò che non
ci sarebbe stato fine al suo stupore, quel giorno. Dopo quella
quantità di cose assurde che le erano successe ultimamente
(avere
due ragazzi, parlare con Casablancas, essere spiata da un ragazzo), non
solo
aveva dato retta ai consigli del biondo, ma li stava pure ripetendo ad
un suo
possibile futuro boyfriend. Doveva andare a casa e misurarsi la febbre,
pensò.
- Bene. – le rispose Max con uno sguardo duro: - Allora
mettiti con il biondino senza cervello. Vedrai quante cose da perdenti
saprà
tirare fuori dal cilindro.
Mac lo guardò allibita, poi ribatté freddamente:
- Almeno
lui non giudica le persone senza conoscerle. – e gli
voltò le spalle, prendendo
a camminare verso il dormitorio.
Wow, adesso si era messa anche a difendere Dick. Doveva
trovare un termometro, immediatamente.
Il buio era quasi totale,
non fosse stato per una dozzina
di candele appoggiate qua e là per la stanza. La musica che
si sentiva dal
corridoio proveniva da uno stereo appoggiato ad una parete e la canzone
suonò familiare a Veronica.
I only know that I am
better
Where you are
I only know
That I belong
Where you are…
Sul tavolo,
la ragazza scorse una tovaglia rosa perfettamente liscia con qualche
petalo rosso sparso sopra, due bicchieri, due piatti, posate, bottiglie
di vino…
tutto perfettamente ordinato. E molto romantico. Tutto imbandito a
dovere, mancavano
solo i commensali.
Mentre la ragazza osservava la scena a bocca aperta senza sapere cosa
pensare, da una
delle porte laterali uscì Logan e rimase anche lui immobile
a fissarla per un
po’, senza dire una parola.
“Sai che non aspettava
te, vero? Sai che non vorresti che aspettasse te,
sì?”
Veronica si sforzò di guardarlo negli occhi, ma ci vide solo
qualcosa di molto simile a delle scuse, perciò fece una
smorfia e tornò a
fissare la tavola apparecchiata.
- Wow.
– riuscì a dire infine, cercando di non apparire
troppo acida. Lo guardò di nuovo e le gambe le tremarono
leggermente. Gli occhi
di lui avevano di nuovo quell’espressione… era
pena? Provava pena per lei?!?
- Sì, uhm… - iniziò lui a bassa voce,
spegnendo nel
frattempo la radio con un gesto disinvolto: - Volevo fare qualcosa di
speciale
per… per Lori e, uhm…
Veronica rispose in fretta: - Sì, no, ehm, chiaro,
certo…
Ok e ora cosa stava facendo, balbettando??? Certo che era
per Lori, per chi altri. Poi, la ragazza non riuscì proprio
a trattenersi e
continuò con un sorriso mesto:
- Solo che… non è per niente da te, ecco.
Si pentì immediatamente di quelle parole quando vide lo
sguardo di lui. Altra pena, vagoni di pena.
- Beh, una volta no, forse… - la guardò
intensamente e poi sembrò
voler rimediare a quello che aveva appena detto, aggiungendo veloce: -
Ma ora…
lo è. Da me, intendo. Il suo sguardo tradì ancora
una volta l'impressione di non aver affatto migliorato le cose. Come al
solito, nonostante le intenzioni fossero buone, riusciva solo a
combinare casini su casini.
Veronica sentì una fitta allo stomaco: lui le aveva dato
esattamente la
risposta che temeva. Ma perchè la temeva? Ecco un'altra
fitta.
Ma, soprattutto, perché si ostinava a fare quelle domande? A
Logan, poi…
Le sembrava quasi di essere masochista.
Certo che per lei non aveva mai fatto
cose del genere. Lei non l’avrebbe apprezzato, lei non se lo
meritava. Lei si
meritava solo la parte nera e scontrosa di Logan. Lei si meritava solo
litigi e... spargimenti di sangue. D’altra parte, lei stessa
ora riconosceva di non aver
mai fatto molto per cambiare le cose.
D'altra parte, nessuno scrive canzoni sulle storie d'amore facili, non
è vero? "Peccato
che io non volessi una canzone, ma una relazione."
- È… molto carino.
Carino non descriveva niente di quello che c’era stato tra
loro in passato. Quando si parlava di loro due, era tutto bianco o
nero. Insieme
per sempre o lontani mille miglia. Felicissimi o distrutti. Amore o
odio. L’unico
problema era quando amore e odio si mischiavano.
“Molto
carino?!?” pensò Veronica “Le tue
facoltà mentali
stanno perdendo i colpi… Tra non molto ti comprerai anche un
chihuahua…
soprattutto se continui a parlare con te stessa in terza
persona!”
- Allora… - riprese un po’ imbarazzata: - Ti
lascio alle tue
candele profumate e al resto… Non vorrei rovinare la
sorpresa trovandomi qui
quando Lori arriverà…
Abbassò gli occhi in segno di saluto e fece per andarsene,
mormorando appena un “ciao”.
Ma di nuovo la sua impulsività le giocò un brutto
tiro: si
girò verso di lui con un sorrisino curioso.
- Mi sono sempre chiesta… Perché solo quando
stavi con me
era infelice? Prima con Parker ed ora con Lori… sorridi,
esci con gente nuova,
sei socievole, divertente… sei addirittura… -
inspirò lentamente prima di far
uscire quella parola dalle labbra: - …romantico…
Fece una breve pausa e lui aprì la bocca per dire qualcosa
ma poi la richiuse, così lei si sentì quasi in
dovere di aggiungere, indicando con un gesto della mano la tavola: - Non che
io volessi… questo. Ma…
Logan però la interruppe. Guardava il pavimento e con una
mano si era appoggiato al tavolo, stringendo la tovaglia tra le dita
con forza.
- Hai idea di quanto sia
snervante cercare di essere all’altezza
della persona con cui stai… specialmente se sai di non
esserlo?
Il suo tono era pacato, calmo; ma Veronica capì lo stesso
anche senza vedere i suoi occhi che si stava trattenendo. Poi lui
alzò lo
sguardo fiammeggiante e lei fece istintivamente un passo indietro,
quasi
spaventata. Logan e la sua solita espressione tormentata, Logan e i
suoi
fantasmi. Logan e l’unica cosa che non sapeva affrontare,
l’unica cosa davanti
alla quale diventava un bambino spaurito: se stesso.
Passarono alcuni secondi, poi Veronica rispose:
- Ti dico io cosa dovresti
fare. – disse decisa e con un
tono leggermente irritato.
Link
colonna sonora
- Dovresti smetterla di
autocommiserarti, smetterla di dare
sempre la colpa a qualcun altro…
e iniziare a vivere davvero e
fare grandi cose…
Perché
sembra che tra tutti tu sia l’unico a non vedere che potresti
farlo, se solo
volessi.
Sospirò e poi riprese:
- Se solo me lo avessi chiesto, te
l’avrei
detto molto tempo fa:
tu non hai nessun bisogno di essere
salvato.
Tu puoi salvarti da solo.
Ma è sempre stato troppo comodo
pensare che non fosse
così. Pensare che io o chiunque altro potessimo farlo per
te.
Beh, non è così: solo
tu puoi... ed è ora che cominci a capirlo. -
Veronica lo
guardò un’ultima volta dritto negli occhi, prima
di uscire da quella stanza, lasciandolo solo con la sua tavola
imbandita e i
suoi vini pregiati. Logan fissò ancora per un po’
la porta che si era chiusa
con un tonfo, poi, lo sguardo mesto e ferito, soffiò piano
su una delle
candele, spegnendola.
N.D.Summer 2
Innanzitutto, mi scuso per
aver postato con tanta lentezza: mi appello a cause di forza maggiore
(esami)! Il plot della storia è già tutto nella
mia testolina (e in parte sul mio iphone, nel senso che mi vengono idee
quando sono in giro e me le segno lì!), devo "solo" metterlo
giù in una forma accettabile e comprensibile e questo lo
faccio di volta in volta... Solo che ogni tanto non ho proprio
l'ispirazione per Veronica, quindi piuttosto che scrivere qualcosa che
non mi andrebbe a genio (lo so già), mi concentro su qualche
altra ff che in quel momento mi ispira di più... chiedo
perdono!!!
Ringrazio Suomi,
fayeforyou, bale86 e kyo250 per le recensioni e tutti gli altri per aver letto&preferito... come avete visto
niente Piz, spero siate contente! :P Purtroppo però lo
dovrò ritirare fuori prima o poi, se non altro per essere
picchiato!!!
Tra l'altro ho cercato di
creare un po' di suspense dopo la prima scena (ooooh, cosa ci
sarà mai dietro quella porta?!?) ma non so se mi
è riuscito tanto bene... Mi sa che avevate già
indovinato!
Ultima cosa che volevo dire
(e poi smetto di essere così grafomane): forse noterete che
mi sono presa la libertà di citare VM
discostandomi un po' da quello che è stato il doppiaggio
italiano della
serie. La citazione in questione è di Logan: "No one writes
song about
the ones [the relationships] that come easy.". In italiano dovrebbe
essere stata tradotta con "Nessuno sciverebbe canzoni d'amore se tutto
filasse liscio!", mentre io ho preferito attenermi un po' di
più alla
versione originale, tutto qui :D Una piccola nota per evitare
malintesi. :P
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Capitolo 10 *** Tartine e carote ***
Veronica e Wallace si avviarono l’uno di fianco
all’altra per il vialetto che conduceva alla porta
d’ingresso della fastosa casa dei genitori di Lori. Era quasi
sera e Veronica, dopo la sua incursione deludente (per non dire altro)
in camera di Lori, aveva pensato di chiedere la fotografia di Trudy ai
genitori di lei. Di certo non voleva interrompere una certa cenetta
romantica che probabilmente si stava svolgendo proprio in quel momento.
- Veronica?!? – la voce di Wallace la riscosse dai suoi
pensieri e si rese conto di essere ferma davanti ad un campanello con
sopra la scritta “Silverstone”. Il suo amico le
sorrise: - Vogliamo suonare o aspettiamo che faccia notte? Tra
l’altro non ho capito perché mi hai
trascinato…
Veronica gli sorrise di rimando e suonò il campanello con
decisione. Dopo pochi secondi, la signora bionda della fotografia che
Veronica aveva visto in salotto pochi giorni prima comparve sulla
soglia.
- Buonasera… Posso esservi utile? – dice con voce
gentile anche se un po’ troppo acuta.
Veronica sorrise affabilmente: - Buonasera signora Silverstone. Sono
Veronica, Lori mi ha assunta per ritrovare Trudy… e questo
è il mio aiutante, Wallace.
Il viso della signora Silverstone si aprì in un sorriso
cordiale:
- Ma certo! Entrate! Lori mi ha parlato di te! Chiamatemi pure Kitty!
Volete una tartina? Un drink?
Li fece entrare nell’immenso atrio e poi nel salotto, dove
seduto compostamente sul divano stava un uomo brizzolato che doveva
essere il padre di Lori. Si alzò dal divano e
andò verso di loro non appena li vide, mentre la moglie gli
spiegava chi erano:
- Veronica, Wallace, questo è mio marito Charles. Charles,
Veronica e Wallace stanno indagando sulla scomparsa di Trudy…
L’uomo disse quindi in tono mesto: - Siamo tutti molto
provati dalla sua scomparsa… Volete un drink?
Veronica pensò che i genitori di Lori sembravano agitati dal
modo in cui parlavano, per non parlare delle continue offerte di cibo e
bevande… ma in realtà erano calmissimi. Il tono
di voce era normale, gentile.
“Mai fidarsi
delle persone gentili.”
pensò Veronica, ma subito dopo si sgridò da sola:
“Da quando
sono diventata così acida? Non dovrei
pensare troppo. Soprattutto, non dovrei continuare a pensare al fatto
che la figlia di questi due in questo momento sta cenando
con…”
- Una tartina? – le propose Kitty.
Ecco. – No grazie. – rispose Veronica –
Siamo solo passati per chiedervi un favore: avrei bisogno di una
fotografia di Trudy… abbiamo bisogno di più
dettagli su di lui per cercarlo. Pensiamo che potrebbe essere finito in
un canile e…
- Speriamo di no, povero piccolo!
“Ok, adesso
cos’hanno i canili di tanto spaventoso?
Certo, ho visto anch’io Lilli e il Vagabondo, ma credo di
aver superato quella fase in cui pensavo che i cartoni animati fossero
reali. Più o meno quando avevo tre anni.”
- Eh, già. – disse Wallace comprensivo alla donna,
intervenendo finalmente nella conversazione. Veronica sorrise
soddisfatta all’amico, mentre la signora Silverstone, ops,
Kitty si metteva a cercare ossessivamente qualcosa nella sua immensa
borsa chiaramente molto costosa.
Finalmente, ne estrasse un portafoglio: lo aprì e
tirò fuori da uno scomparto apposito una decina di ritagli
di fotografie, che sparse sul tavolo nero al centro del salotto.
Veronica si avvicinò e vide alcune istantanee di Lori da
piccola (sempre bellissima e perfetta, anche da piccola): con un
tutù, su un pony e in una piscina gonfiabile nel giardino.
“Va bene, ha
cavalcato un pony: ora la odio
definitivamente.”
Poi, la signora Silverstone le porse un’altra foto tra quelle
che aveva estratto dal portafoglio: questa ritraeva un cane, per la
precisione un chihuahua, marrone chiaro con due occhioni neri e un naso
bagnato in primo piano. Veronica non poté fare a meno di
sorridere, prendendo in mano la foto: era uguale identico a tutti gli
altri chihuahua, non aveva niente di particolare per identificarlo.
Sospirò e chiese: - Quando è scappato aveva un
collare o… qualcos’altro che ci possa aiutare a
riconoscerlo?
Il signor Silverstone guardò la moglie, evidentemente in
difficoltà, ma Kitty scosse la testa: - Aveva un collarino
di Swarovski rosa con il suo nome, ma lo metteva solo quando
usciva…
“Con un paio
di tacchi 12? Ma che club frequenta
Trudy?”
Veronica si sforzò di non ridere, pensando divertita che lei
un collarino di Swarovski non l’aveva mai avuto.
Tornò seria e guardò Wallace che aveva
probabilmente intuito i suoi pensieri e che la stava ammonendo con lo
sguardo. Fece un giro su se stessa e diede una rapida occhiata a tutto
il salotto, tornando a pensare al caso.
- Uhm. Penso che Trudy possa essere scappato, ma non capisco da dove.
Potete darmi qualche indizio?
- Quando lo lasciamo a casa da solo chiudiamo tutte le porte delle
altre stanze, perciò poteva stare solo in
salotto… Potrebbe essere scappato dalla porta a vetri,
questa qui… - disse la donna, indicando una vetrata che dava
sul giardino anteriore della casa, che effettivamente non era
recintato e avrebbe permesso al cagnolino di allontanarsi.
Veronica però scosse la testa: - No, quando sono venuta qui
subito dopo che era successo nessuno aveva toccato niente e quella
porta era chiusa.
Kitty lanciò un’occhiata al marito e
sembrò confusa per qualche secondo, poi Veronica
continuò, quasi come tra sé e sè:
- Era tutto chiuso, in effetti.
“Quindi
l’unica pista che mi è venuta in
mente, nonché quella che sto seguendo è la
più improbabile, nonché impossibile. Bravissima,
Veronica. Continua così.”
- Ehm, Trudy era… ehm. Era felice?
Veronica si sentì una stupida a fare quella domanda ma non
sapeva davvero più dove sbattere la testa. Magari il povero
cane si era suicidato nascondendosi nella lavatrice e aspettando con
pazienza che qualcuno la caricasse. Magari si era buttato nel
tritarifiuti. Magari, era semplicemente scappato. Veronica
iniziò a domandarsi il motivo per cui la casa di quella
ragazza la rendesse così macabra e negativa. Una casa
bellissima, una padrona che lo amava… non c’era
ragione perché Trudy dovesse scappare. Eppure lei continuava
a pensare a lui come ad un animale infelice. Come ad una povera
bestiola. Solo perché probabilmente aveva un armadio pieno
di cappottini multicolor. Solo perché aveva un nome che
avrebbe fatto invidia al cane femmina di Paris Hilton. Persa nei suoi
pensieri com’era, non si era accorta che la madre di Lori
stava riflettendo seriamente sulla sua domanda, per poi concludere:
- Certo, uhm, credo di sì. Non è vero Charles?
– chiese al marito. Era come se fosse dispiaciuta non solo
della scomparsa di Trudy, ma anche di qualcos’altro di cui
non voleva parlare. Probabilmente, le mancava avere la figlia a casa
con loro due.
- Certo, sentiva la mancanza di Lori, ma… non gli abbiamo
fatto mai mancare niente. – aggiunse infatti.
Veronica prima sorrise a quell’ammissione, poi
però mise tutto il suo impegno per evitare di rendere palese
il suo sconcerto: solo a lei sembrava strano che quei due parlassero di
un cane come se fosse un figlio? O che tenessero una sua foto nel
portafoglio, accanto a quelle della figlia?
Si girò verso Wallace e quello le riservò una
fredda occhiata: come per dirle che capiva ma che avrebbe dovuto essere
più comprensiva. Poi, mentre lei taceva, allibita, lui
ringraziò i genitori di Lori e la trascinò fuori
da quella casa. Quando erano ancora sul vialetto Veronica si
girò verso l’amico e gli disse:
- “Non gli abbiamo fatto mai mancare niente”?!?
- Adesso ne ho la conferma, Veronica. – rispose quello
– Quando hanno distribuito la sensibilità non solo
tu eri in bagno… ma eri barricata là dentro,
chiusa con mille mandate e lucchetti.
- Beh… - rispose la ragazza sorridendo – A quanto
pare hai abbastanza sensibilità per entrambi, il che mi dice
che sei la persona perfetta per una certa cosa che ho in
mente…
Mac era seduta ad un tavolino della mensa del campus e stava cenando da
sola. In realtà, più che cenare, stava torturando
con la forchetta il mix di verdure bollite che aveva nel piatto, senza
che queste raggiungessero la sua bocca o il suo stomaco.
- Ehi!
Qualcuno la chiamò e lei sobbalzò, non tanto per
la sorpresa ma perché ormai riconosceva quella voce e sapeva
che questo era successo perché ultimamente, in un modo o
nell’altro, aveva parlato parecchio con lui.
- Dick… - disse sorridendo – Ciao.
- Che entusiasmo. – berciò lui sedendosi nella
sedia di plastica rossa davanti a quella di lei, ovviamente senza
chiedere il permesso.
- Sì, beh… Non ho molta energia da
sprecare… Sai, le carotine, le patate bollite… -
rispose, indicando con la forchetta la poltiglia multi color che ormai
aveva nel piatto.
- Cosa?!?
- Bronson dice che devo mangiare meno carne e più verdura:
carote, piselli, sedano… sai, ortaggi.
- Non so cosa siano. Con che animale vengono fatti? – chiese
Dick sorridendo ironico. Poi sembrò realizzare qualcosa in
ritardo: - Bronson, eh? Devo dedurre che il nerd vegetariano ha battuto
il nerd telematico?
Mac ricordò la faccia del ragazzo quando poche ore prima gli
aveva detto che voleva tornare con lui. Pensò a come si
erano illuminati i suoi occhi, a come l’aveva abbracciata e
poi baciata. Poi, guardò Dick alzando un orlo della bocca in
una smorfia di indecisione: - Sì. Voglio dire…
forse. Non lo so. Per ora. Forse.
- Sei proprio convinta, vedo. E vedo anche che i miei insegnamenti non
ti sono serviti! Seguire il cuore eccetera… ricordi?
- Ma no, è che… mi sono già ricordata
perché l’avevo lasciato…
- Il perfetto Bronson?
- Sì. Domani mi ha proposto una gita in bicicletta.
- Che dire… salutista.
- Peccato che io odi la bicicletta. Preferirei farmi trainare su uno
skateboard da un furgoncino… con una corda, sai…
Gli occhi di Dick si illuminarono, ma Mac lo redarguì
subito: - Dick! Non farò niente del genere!
- Sembrava divertente. – rispose lui mesto.
Mac sorrise suo malgrado di quel lato infantile e in fondo dolce del
ragazzo che le stava davanti. Lui guardò per terra per
qualche secondo e poi le chiese:
- E il nerd dei computer?
- Max… - fece lei ricordandosi del loro ultimo incontro
– …è un cretino. – concluse,
desiderosa di chiudere l’argomento prima che Dick le
chiedesse spiegazioni.
- Quindi siamo ancora in alto mare! – esclamò
però lui, evidentemente distratto dal fatto che per una
volta quell’aggettivo non proprio gratificante era stato
usato per qualcuno che non fosse lui stesso.
- Già. – ammise lei, non del tutto delusa
– Non so proprio cosa fare. Anzi, chi scegliere.
Dick sospirò: - Forse allora… - disse alzandosi e
prendendo una delle carote crude che Mac aveva preso come dessert -
… non dovresti scegliere nessuno dei due.
E se ne andò, mordendo con gusto la carota mentre camminava.
N.D.
Summer
Ce
l'ho fatta! Ho postato anche questo capitolo dal titolo assurdo! Posto praticamente ogni
due settimane... lo so, sono pessima!! :P
Le indagini sono andate avanti un po' come vedete, anche se in
realtà i progressi sono pochini... Però mi faceva
ridere Veronica che, infastidita dalla scena precedente con Logan che
prepara la cenetta romantica, pensa tutte quelle cose acide e macabre
su Trudino! Niente Logan e niente Piz! In compenso Mac ha fatto la sua
scelta! Ho deciso di farle solo raccontare in breve e ricordare
com'è andata perchè... boh! Mi è
venuto così!
Siete
carinissime che già vi immaginate il ritorno di Piz... solo
per far sì che Veronica lo lasci... o lo meni!!! Vi
dirò... non andrà esattamente così...
:P
Grazie
mille a tutte voi che commentate (Suomi, fayeforyou, kyo250, Sghisa,
bale86 e alle sempre graditissime new entries, ele85 e Dragon88)...
GRAZIEEEE!!!
Anche
ovviamente a chi preferisce etc etc... iniziate ad essere tantini...
quasi quasi mi viene un po' di ansia da prestazione!! XD
|
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Capitolo 11 *** Mostriciattolo ***
- Ok, Veronica. – disse Wallace con aria esausta
dopo essere stato trascinato per tutti i canili di Neptune e dintorni a
guardare tutti quei chihuahua per paragonarli con una fotografia del
cane scomparso: - Siamo arrivati alla fine. L’ultimo canile.
E ti posso dire con certezza che tutti i chihuahua sono uguali: sono
piccoli, hanno le orecchie troppo grandi, abbaiano un tono sopra quello
di tutti gli altri cani e hanno dei dentini che sembrano
innocui… ma non lo sono.
Detto questo, alzò con una smorfia un dito fasciato al
livello dello sguardo di Veronica, che sbuffò e si
limitò a dire: - Nessuno ti ha detto di coccolare tutti i
cani che trovavamo... perlomeno non quelli che di nome fanno
Bulldog… avrebbe dovuto dirti qualcosa. E poi –
gli fece gli occhioni dolci - … dov’è
finita la tua sensibilità?!?
Rise e scese dalla macchina, seguita da Wallace che intanto
controllò la fasciatura al dito per l’ennesima
volta, emettendo un gridolino di dolore. Entrarono nella reception del
canile e la signora distinta di mezz’età dietro al
bancone li accolse con un sonoro: - Buongiorno!
- Salve… - iniziò Veronica – Stiamo
cercando questo cane. – disse mostrandole la fotografia di
Trudy – Si chiama Trudy e mi chiedevo se fosse per
caso…
- No, no. – disse la donna scuotendo energicamente la testa
– Niente chihuahua qui. Non ce ne portano quasi mai, per
fortuna. Sono delle vere pesti! – esclamò, al che
Wallace alzò pronto il suo dito ferito dando
un’occhiataccia a Veronica e dicendo rivolto alla donna: -
Grazie!!!
Veronica scosse la testa e stava per salutare, non solo la signora ma
anche ogni speranza di ritrovare Trudy, quando quella
richiamò la sua attenzione: - Ehi, ora che mi
ricordo… dovreste provare anche al Pitz.
Veronica la guardò confusa: - Scusi…?!?
- Al Pitz. – rispose quella senza fare una piega. Veronica si
piegò un po’ verso Wallace e gli
sussurrò: - Ok, puoi dirmelo: sono io o ha davvero appena
detto “Piz”?
La donna evidentemente sentì e scosse la testa: - Ho detto
P-i-t-z. “Il Ritz degli animali”, così
dicono nella pubblicità.
- E sarebbe? – chiese Veronica ancora un po’
diffidente.
- Un hotel a cinque stelle per gli animali domestici. Dovreste provare
anche lì, magari qualcuno ha portato lì il
vostro… mostriciattolo. – disse quella con una
scrollata di spalle.
Wallace guardò Veronica in procinto di dirle che avrebbero
potuto provare, ma poi gli sembrò quasi di scorgere una
lampadina accendersi sopra la sua testa e capì che la sua
amica aveva avuto un’intuizione sul caso. Infatti quella
andò verso la donna e, dopo averle dato un bacio sulla
guancia, corse fuori dalla reception, dirigendosi in fretta verso la
macchina e dimenticandosi totalmente di lui. Wallace salutò
e ringraziò educatamente la signora e raggiunse per un pelo
Veronica, riuscendo a salire in macchina appena prima che partisse.
- Dai, Cici, ammettilo: non è un gran problema.
Ormai non era più una cosa di cui stupirsi: praticamente
ogni giorno Mac si imbatteva in Dick o viceversa e i due ora parlavano
molto, non solo dei problemi di cuore di lei. Eppure, ogni volta Mac si
chiedeva stupita come avesse fatto a non conoscere quel Dick per
così tanto tempo, avendolo sempre avuto davanti.
- Non ho quasi mai avuto neanche un ragazzo… e adesso ne ho
due. Certo che è un problema!
- Beh, forse per te. – fece lui alzando le spalle e
guardandola divertita mentre lei non lo vedeva.
- Lo è. – ribatté Mac seria. Dick
vedendo la sua espressione crucciata non riuscì a reprimere
un sorriso, per poi uscirsene con un:
- Sì, ma perché ti stupisci?
Lei lo guardò stranita per il fatto che quello appena uscito
dalla bocca del biondino potesse effettivamente essere un complimento.
- Dai, devi ammettere anche tu che non sei niente male. –
sorrise lui mentre lei apriva la bocca per replicare e aggiunse alzando
le mani davanti a lei in segno di resa: – Tranquilla! So che
non ci devo più provare con te, ho imparato
dall’ultima volta!
Dick fece spallucce, ma stavolta invece della sua solita strafottenza
Mac vide qualcos’altro dietro quel gesto. Era come se le
dicesse “Cosa ci vuoi fare, ti capisco se non hai voluto
baciare uno come me.”
Senza pensarci, la ragazza gli si avvicinò e gli diede un
bacio leggero sulle labbra.
Quando si staccò, Dick rimase fermo a guardarla con gli
occhi spalancati e lei sembrava sorpresa quanto lui di quel gesto.
Poi, all’improvviso, lei si girò e senza dire una
parola iniziò a camminare nella direzione opposta a dove si
trovava lui, gli occhi fissi a terra.
Dopo pochi passi, però, si sentì prendere per una
mano. Si girò di nuovo, ritrovandosi subito con un paio di
occhi castani fissi nei suoi.
Lui sorrise, apparentemente calmo: - So che adesso ti aspetti che io
faccia qualche battuta idiota… che ti prenda in
giro… - rise piano senza lasciarle la mano, per poi
aggiungere più serio:
- … ma non lo farò. Prometto.
Lei spalancò ancora di più gli occhi, persi in
quelli di lui, che continuò:
- La posta in gioco, stavolta, è troppo alta.
Lei stava per chiedergli quale fosse la posta in gioco, se avesse
scommesso la sua macchina o… i suoi capelli su di lei con
qualche suo amico idiota. Aprì la bocca ma lui non le
permise di parlare:
- Se te lo stessi chiedendo la posta in gioco ora sei tu. E
tu… - sospirò, come per trovare quel coraggio che
prima non gli era mai mancato:
- Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata dalla morte
di Beav… no. – abbassò gli occhi, come
se finalmente si fosse reso conto dell’entità di
quello che stava dicendo. E infine concluse, guardandola di nuovo: -
…da sempre.
Lei non poté fare a meno di sorridergli, vedendo in un
secondo quel ragazzino strafottente e viziato trasformarsi in un
ragazzo divertente e… incredibilmente dolce.
Dick Casablancas era dolce ed era dolce con lei.
E anche in questo rimaneva lo stesso incredibilmente Dick.
Perché lui era incredibile.
Il ragazzo le sorrise di rimando senza esitazioni e le si
avvicinò di quei pochi millimetri che li separavano,
confuso, stranito, annebbiato e felice, facendo finalmente incontrare
ancora le loro labbra.
N.D.
Summer
Ah
però! Sono riuscita a postare più presto del
solito! (oddio, 9 giorni... il tempo passa e non me ne accorgo!)
Capitolo breve ma intenso (spero)! Non sono del tutto convinta di come
l'ho messo giù... sono però convintissima di
quello che è successo... :P
Trudy ancora non si trova... in compenso altri due "si sono trovati"!!!
Grazie
ancora a ele85
(la penso anch'io così, infatti lascio commenti praticamente
a tutti :P), bale86 (la
teoria aliena sarà la prossima seguita da Veronica se non ci
sono sviluppi!!! Per quanto riguarda Piz... sono certa che te ne farai
una ragione... ;) credimi!!!), kyo250
(chi non vorrebbe vivere con quella nanetta impicciona?!? eeeeeh,
anch'io ho goduto a quell'occhiata, non per niente ne ho parlato nel
primo capitolo... LoVe *-*) e Suomi
(Dick e le sue idee pazze e le sue faccine mi fanno morire! Beh, qui
è un po' più serio... anche se è
sempre lui!)...
Grazie
anche alle 27 persone che hanno inserito Come Home tra le seguite *-*
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Capitolo 12 *** Grande detective ***
Il giorno dopo la loro ricerca nei canili, Veronica stava rimuginando su come avrebbe detto a tutti chi era il colpevole. Si trovava fuori dalla casa di Lori, da sola e passeggiava nervosamente su e giù per il vialetto. Aveva convocato, come nei migliori film di detective, tutti i suoi sospettati (pochi, a dire la verità) proprio a casa Silverstone per le cinque del pomeriggio, per svelare loro la verità. Quello che aveva scoperto, in fondo, era abbastanza banale, si era ritrovata a pensare: inaspettatamente non era arrivata la solita iniezione di autostima che la investiva sempre quando risolveva un caso e si stava ancora chiedendo come mai non fosse successo anche stavolta.
Già da qualche tempo sospettava che il suo fiuto, dopo la disavventura all’FBI, non fosse più sviluppato come prima; ma non sentirsi bene neanche dopo aver ritrovato Trudy faceva veramente pensare ad una maledizione. Cercò di fare mentalmente una lista di quanti avrebbero voluto farle il malocchio ma si rese conto che non c’era abbastanza spazio nel suo cervello (o nel mondo intero) per tutti quei nomi.
Ridacchiò fra sé e sé e proprio in quel momento Logan e Lori apparvero sulla strada alla sua destra, camminando verso di lei, mano nella mano. Giusto in tempo perché potessero pensare che fosse pazza e che parlasse da sola. Bell’inizio, grande detective.
Appena la vide, Lori si staccò da Logan ed accennò una corsetta verso di lei, i lunghi capelli perfettamente lisci che danzavano nel vento.
Veronica distolse a fatica gli occhi da quel particolare da film, proprio quando quella iniziò a dirle concitata:
- Oh, Veronica. Siamo venuti appena abbiamo potuto. Allora l’hai ritrovato?!?
Veronica annuì misteriosa e senza dire una parola le indicò l’ingresso della casa, verso cui quella si avviò svelta e un po’ frustrata. Logan passò di fianco a Veronica in silenzio con un cenno del capo, a cui lei reagì abbassando gli occhi sulle proprie scarpe.
Li rialzò poco dopo, quando sentì una voce familiare:
- Ehi, V! Come avevi ordinato, eccolo qui...!
Wallace entrò nel giardino con un sorriso, portando un contenitore di plastica rosa con una rete bianca sul davanti. Dentro, qualcosa di piccolo e beige veniva sballottato ad ogni passo del ragazzo. Quando questo vide lo sguardo inorridito di Veronica che fissava il contenitore, spiegò come per scusarsi: - Me l’hanno dato al canile! Ce l’aveva quando l’hanno portato là! – poi aggiunse sottovoce incamminandosi verso la porta: - Io non te l’avrei mai comprato rosa, amico…
Mentre Wallace entrava in casa, continuando a bisbigliare nella direzione del contenitore rosa, arrivò anche Parker.
- Supporto morale! – spiegò quest’ultima appena fu nei pressi di Veronica : - Mac ha detto che non poteva venire… Ha detto di essere, non so, raffreddata… So solo che è rimasta a letto tutto il giorno… - con un alzata di spalle ed il solito sorriso smagliante si diresse anche lei verso la casa. Veronica, constatando che non mancava più nessuno, la seguì, non dopo aver riflettuto ancora qualche secondo su ciò che stava per fare.
Quando finalmente entrò nell’ingresso, la voce di Lori, più acuta del solito, la colpì immediatamente:
- Tesooooooro della mamma! Ti hanno fatto del male?!? In quale orrendo postaccio ti hanno portato? Amooore! Ora sei al sicuro! La zia Veronica ti ha riportato da me sano e salvo!
Veronica fece una smorfia mentre faceva la sue entrata nel salotto: perfetto, ora era anche diventata zia senza essersene accorta.
Si impose mentalmente di declinare con gentilezza un eventuale futuro invito al matrimonio di Trudy (con una cagnolina di nome Gianni o qualcosa del genere) e si schiarì la voce.
I genitori di Lori erano entrambi seduti composti sul divano, uno di fianco all’altra e si tenevano per mano, amorevolmente. Lori era in ginocchio davanti alla gabbietta di Trudy ed in quel momento lo tirò fuori in fretta, prendendolo in braccio e rivolgendo a Veronica uno sguardo ansioso. Logan stava in piedi dietro di lei in attesa, con le mani sui fianchi. Wallace e Parker si erano tenuti un po’ in disparte, sull’altro divano. Veronica, come a completare quel quadretto, si era messa involontariamente proprio nel mezzo del salotto e anche al centro dell’attenzione di tutti.
Una vera e propria detective anni ’50. Ci mancava solo il bianco e nero.
- Come potete vedere – inziò quindi -... ho… ehm, abbiamo… – fece un cenno verso Wallace, che salutò con una mano come se fosse stato ad una partita di basket – …ritrovato Trudy.
Lori le sorrise raggiante e il cagnetto tra le sue braccia abbaiò una volta, come per ringraziarla. Veronica tentò di non assumere un’espressione troppo sgomenta e continuò: - Vi starete chiedendo dove, in che sporco canile o in quale casa con vista sulla discarica l’abbiamo ritrovato… Bene, in nessuno di questi posti. E, ve lo devo dire: Trudy, dove stava, stava benissimo. Meglio di noi al campus. – aggiunse a mò di battuta.
Poi sorrise incoraggiante, ma nessuno ricambiò; quindi si schiarì la voce imbarazzata e fece finta di niente. Vide però che Logan cercava di trattenere un sorrisino divertito.
Quasi sbuffando, estrasse quindi dalla tasca un depliant e lo aprì davanti agli occhi del suo pubblico. Per un secondo, si sentì come un mago che tira fuori il coniglio dal cilindro: solo che il suo coniglio era in realtà un cane e che il cilindro da cui l’aveva estratto il giorno prima era molto, molto più comodo di un cappello.
- Questo – riprese indicando delle foto sul depliant – è l’hotel Pitz. Come sagacemente suggerisce il nome, è il Ritz dei “pet”, degli animali domestici. Insomma, non è altro che un hotel di lusso per cani, gatti e… beh, quant’altro.
- C’era anche un boa constrictor, alla stanza numero 34. – aggiunse Wallace fiero della sua scoperta, sorridendo e annuendo con foga.
Veronica sorrise lieve e proseguì: - Ovviamente, la privacy di Trudy era molto importante per i receptionisti dell’hotel. – disse seria, ma lanciò una rapida occhiata ironica a Wallace: - Così non ci hanno potuto dire chi l’aveva portato là. Quindi, a questo punto la domanda che mi sono posta è stata: chi può averlo portato in questo modesto hotel, dove una stanza costa 95 dollari a notte?
Lori sembrò più sconcertata dalla domanda, mentre Parker assunse un’espressione accigliata:
- 95 doll…?!?
Non riuscì a finire la domanda e rimase a bocca aperta. I genitori di Lori non parlavano, la signora Silverstone sembrava disinteressata alla faccenda e continuava a guardarsi intorno, rivolgendo di tanto in tanto uno sguardo preoccupato verso Lori.
- Di sicuro – continuò Veronica – non qualcuno che volesse fargli del male. Ho valutato tutte le alternative… - guardò di sfuggita Logan che le riservò un’occhiata piena di sensi di colpa che subito evitò. Non era lui il colpevole, ma forse voleva scusarsi con lei per essersela presa così quando l’aveva accusato. O forse per mille altre cose.
- … ma nessuno aveva un movente. Così sono tornata a considerare le persone più vicine a Trudy, le uniche che avrebbero voluto allontanarlo senza fargli del male, anzi, riservandogli tutte le attenzioni possibili.
Lori stava per aprire bocca, indignata, ma Veronica la prevenne: - Vero, signori Silverstone?
Kitty e Charles, stretti nell’angolo del loro divano, si fecero piccoli piccoli. L’uomo non osava alzare gli occhi dal tappeto, mentre la moglie continuava a vagare per la stanza con lo sguardo.
- E va bene. – sbottò infine la donna, guardando finalmente Veronica negli occhi: - Sì, siamo stati noi.
Veronica sorrise: - Non c’è niente di male, signora. – si rivolse quindi a Lori – Volevano solo che Trudy non si sentisse più solo, credo.
Kitty guardava ancora Lori e le sorrise concitata, alzandosi in piedi: - Sì, Lori, è proprio così! Si sentiva tanto solo, sempre chiuso in casa senza di te! Non faceva che piangere e noi siamo spesso via per lavoro, non sapevamo più cosa fare… Volevamo farti pensare che Trudy fosse scappato dalla porta che dà sul giardino – e indicò la porta a vetri alla sua destra – ma la donna delle pulizie deve averla chiusa per errore…
- … e così io ho dedotto che non potesse essere scappato. – concluse Veronica: - Ma c’erano dei peli di cane sul pavimento, quindi non poteva essere passata la donna delle pulizie… Qualcun’altro deve averla chiusa...
I genitori di Lori si guardarono attoniti, senza sapere cosa dire. A quel punto però, fu proprio lei a parlare, con una voce cupa e risentita:
- L’ho chiusa io. Non volevo pensare che Trudy potesse essere scappato… da me.
A Veronica venne da sorridere, perché in fondo le sue teorie si erano sempre basate su quella stessa ipotesi. E si era già immaginata che fosse stata Lori a chiudere la porta a vetri, per depistarla.
Intanto però Kitty stava quasi per mettersi a piangere vedendo l’espressione abbattuta della figlia, quindi il signor Silverstone le venne in soccorso: - Lo capisci, vero Lori cara? L’abbiamo fatto solo per il suo b…
Lori, che fino a quel momento era stata immobile e stranamente calma, stringendosi Trudy al petto, scoppiò in lacrime rabbiose: - Per il suo bene?!? Come osate! Mandarlo via da qui, da casa sua! E mentirmi! Per tutto questo tempo ho pensato chissà cosa! Siete crudeli!
Mentre urlava nella loro direzione, guardandoli con occhi di fuoco, sua madre fissava il pavimento inerme ed il padre cercava inutilmente di spiegarsi con voce gentile:
- Ma… Lori… sapevamo che non avresti accettato di mandarlo in un hotel, così abbiamo finto che fosse scapp…
- Non voglio sentire niente del genere! Vi odio! – detto questo, Lori scansò Logan con un gesto brusco e corse fuori dalla stanza e poi su per le scale trascinando con sé Trudy e sbattendo infine la porta di quella che doveva essere la sua camera.
Un silenzio imbarazzato era sceso intanto nel salotto al piano inferiore. Veronica era rimasta a bocca aperta e tentò di scusarsi: - Non credevo che se la sarebbe presa così con v…
- Non fa niente, cara. Tu hai fatto solo il tuo dovere. – la rassicurò mesta Kitty, con un sorriso tirato ma sincero.
- Avrei potuto dire che l’avevo trovato per caso e che non sapevo chi l’aveva portato all’hotel, avrei potuto semplicemente… - cercò di giustificarsi lei, ma la donna le rispose decisa:
- Credimi, hai fatto tutto ciò che ci si aspettava da te.
Qualche minuto dopo, Veronica, Wallace, Parker e Logan si congedarono dai signori Silverstone salutandoli un po’ imbarazzati. Wallace in particolare sembrava piuttosto colpito dalla reazione di Lori e mentre usciva si rivolse alla signora Silverstone, con un tono che a Veronica parve più contrito del necessario, per dirle:
- Mi spiace che se la sia presa così… -
Ma una volta che tutti e quattro furono usciti all’aria aperta, senza rendersene conto si accorsero di avere bisogno di respirare a pieni polmoni, come se in quella casa avessero dovuto trattenere il fiato per tutto il tempo.
N.D. Summer
Intanto, volevo segnalarvi, se vi piace Twilight, una mia nuova ff (composta di 3 shots, quindi è cortina) con cui ho partecipato al concorso Spicchi di sole al quale si è piazzata al primo posto *-* non so se si capisce (anche dalla mia pagina dell’autrice -.-), ma sono moooolto felice per questo! Se vi va datele un’occhiata: Frantumi. In più, se proprio avete tempo da perdere, c’è anche una sorta di “bonus” dello stesso concorso, una one shot che si intitola Per lei. Ho finito di farmi pubblicità, passo al capitolo... :P
Allora! Finalmente abbiamo ritrovato Trudy e scoperto chi è stato a rapirlo e perchè... Ma vi dirò... siete proprio sicure che sia tutto finito? Mmmmmh... ;)
E: no, questo non è l’ultimo capitolo. Incrociate le dita per un po’ di Logan e di Dick nei prossimi... :P
E poi, ringrazio tutti! Tuttissimi! In particolare, però...
@ Suomi:
Anche io sono sempre stata convinta che Dick e Mac sarebbero finiti insieme... lui era stato carinissimo quella volta sulla spiaggia quando aveva tentato di baciarla... e lei carinissima nel modo in cui l'aveva rifiutato!!! Ma ho sempre pensato che ci fosse qualcosa sotto!
@ ele85:
Visto, mi sono impegnata a pubblicare un po' più spesso... ero pietosa prima!!! Nella serie Mac e Dick non si sono mai messi insieme: lui ha appunto tentato di baciarla ma il tentativo era abbastanza random, senza essere motivato da un avvicinamento dei due in precedenza... Per quanto riguarda Trudy dovrei raccogliere tutte le vostre intuizioni e farci dei finali alternativi, perchè sono troppo carine!! Da questo capitolo in poi, prometto: più Logan per tutti! (e che Logan *_*)
@ kyo250:
Wallace potrebbe prendere il posto di Trudy per quanto è "fido"!!! -.- la smetto. Caspita, sai che hai ragione per quanto riguarda la scena del bacio... non ci avevo fatto caso, probabilmente dal mio incoscio ogni tanto riemergono pezzi di VM...!!!
@ bale86:
Eh cavolo, mi faccio prendere la mano dalla trama obliqua e mi dimentico del cane!!! E "Dick e Mac" infatti sono stati ribattezzati "Dick e Cici"... mica per niente! XD
@ Cory90:
Uhm, Veronica ha già pensato a Logan come possibile rapitore del cane... ma poi si è convinta che non sia così. Potrebbe sempre sbagliarsi! Per quanto riguarda Mac e Dick li ho sempre visti bene insieme nel telefilm e anche in molte ff li ho trovati come coppia. Detto questo in realtà lui lo vedo bene anche con Parker, sembrano molto simili... Certo, io cerco sempre di non andare troppo OOC con Dick, ma per farlo mettere con Mac mi sembra inevitabile un certo slittamento del suo carattere...
@ fayeforyou:
Loganuccio XD torna, torna... e Veronica ha capito tutto ormai! ...forse. :P
@ Sghisa:
Eh sì, era decisamente un capitolo di svolta lo scorso... ma anche questo non scherza! E Dick e Mac... beh, ammetto che non è facile metterli insieme senza andare OOC, sono moooolto diversi. Però (non mi stanco di ripeterlo) ho sempre pensato che sarebbe andata così!!
@ Dragon 88:
Ho cercato di mantenere il Dick che noi tutte amiamo :P e di cambiare invece il punto di vista di Mac su di lui... perchè non potevo sopportare che non stessero insieme! E' questa la verità! :P Ho adorato il periodo in cui nella serie hanno mostrato un Dick fragile e insicuro che però va alla deriva "a modo suo", cioè folleggiando in giro e facendo il cretino. Nella mia ff l'ho portato ad un altro livello, quasi ad ammettere questa sua insicurezza, ad esporsi... Forse ci sarebbe voluto un po' più di tempo per rendere questo cambiamento graduale, ma mi piaceva l'idea che lui si aprisse all'improvviso, come se non potesse più trattenersi, e che lo facesse, ovviamente, proprio con Mac.
@ crows 79:
grazie a te! poco male, con te non mi devo scusare perchè pubblico una volta ogni... vittoria dell'inter (scusate, ma di tirare in causa il papa proprio non mi andava XD)...!!! btw: ti quoto, era proprio così che doveva andare ;) Oddio, non proprio così nel senso di come l'ho messa io nella ff, intendevo così in generale... ci siamo capite :P
@ Kiaretta the best:
Ho continuato!!! Non voglio essere picchiata! :P Però uhm poco Logan e niente Dick in questo capitolo...! Ma mi farò perdonare nel prossimo... ;) Comunque adesso che me lo fai notare nella mia storia manca un elemento FONDAMENTALE: Weevil! Devo trovare il modo di inserirlo, assolutamente!!!
@ _Chibi_chan:
Grazie, il lucano no, sono in servizio XD Come vedi non aggiorno spesso (soprattutto ultimamente) ma non ho intenzione di lasciare la storia incompleta, nono!
Volevo anche dirvi: il titolo della ff non mi piace per niente. Se quindi avete qualche idea o suggerimento comunicatemela pure!!! Grazie!
Grazie anche alle 32 persone che hanno inserito Come Home tra le seguite OH MAMMA MIA *-* |
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Capitolo 13 *** Pure LoVe ***
I quattro erano ancora sul vialetto della casa e si
accingevano ad allontanarsi dalla casa in cui si era svolta quella
strana
tragedia famigliare. Parker guardò Wallace con tanto
d’occhi:
- Ti “spiace che se la sia presa così”?!?
Il ragazzo alzò le spalle cercando di difendersi: - Cercavo
solo di essere gentile…
- Quella ragazza è una pazza e i suoi sono totalmente
succubi di lei! Scusa, eh, Logan… ma è
così! – continuò quella imperterrita,
allontanandosi a passo sostenuto dal giardino dei Silverstone. Wallace
la
inseguì, sentendosi chissà perché in
dovere di difendere la felice famigliola:
- Ma no, non sono succubi! Semplicemente volevano il bene
della figlia… e del cane!
- Ma quale bene! Quel cane è depresso! Troppa perfezione...!
Ancora sorridendo di quei due che continuavano a litigare
sempre più lontani, Veronica si rese conto di essere rimasta
da sola sul
vialetto con Logan. Non aveva senso essere imbarazzati, ma lei
sentì un
lieve rossore scaldarle le guance. Guardò finalmente il
ragazzo, indecisa su
come uscire da quella situazione ed allontanarsi finalmente da quel
luogo che
sembrava avere su tutti coloro che vi si avvicinavano strane influenze.
Rimase
però ferma, senza avere il coraggio di muovere un passo.
Logan le sorrise e poi
le rivolse una domanda che a lei risuonò quanto meno
sospetta:
- Cosa fai ora?
- Beh, il caso è risolto, quindi… sono libera!
Libera di
avere una vita sociale, magari… - gli sorrise a sua volta, di nuovo in lieve imbarazzo e
poi si volse a guardare di nuovo la casa dei Silverstone alle loro
spalle,
gettando un’occhiata ad una delle finestre del primo piano.
Quindi, aggiunse
rivolta a Logan, con un accenno di rimprovero nella voce:
- Forse dovresti andare da Lori, mi sembrava abbastanza
fuori di sé.
Lui le lanciò un sorrisino divertito:
- E cosa credi che potrebbe fare, rompersi apposta un’unghia
dalla disperazione? Comprare un cappottino di Gucci al suo cane?
Perché i suoi
genitori non avevano tempo di badare al suo cagnolino e
l’hanno mandato in un
canile di lusso? – ridacchiò amaro.
- Dai, Veronica. – concluse con il solito cinismo che lo
contraddistingueva.
Comunque, era della sua ragazza che stava parlando e
la ragazza non capiva dove volesse arrivare: non poteva incolpare Lori se
la sua
vita era perfetta e se lei non aveva preoccupazioni di sorta, se non
quella di
fare scenate ai suoi genitori per cose da niente. Non era colpa sua,
semplicemente…
- È fortunata. – gli rispose con
un’alzata di spalle, completando
i propri pensieri.
- Già. – Logan guardò in basso, poi
rialzò su di lei un
altro sorrisino sarcastico:
- Non sa cosa siano le vere tragedie. Per esempio, la sua
ragazza non è stata uccisa. E nemmeno la sua migliore amica.
Ah, e suo padre
non è un assassino. Non credo che abbia nemmeno mai sentito parlare
di
Amleto, l’eroe tormentato dal dubbio. Per non parlare del
fatto che nessuno le
ha detto della mamma di Bambi… –
sospirò, fissando finalmente su di lei gli
occhi che prima vagano irrequieti e tornando subito serio:
- Non ne ha passate tante come n… me.
Si corresse subito, ma il suo sguardo tradì quello che
avrebbe voluto dire: “noi”.
Dopotutto, il loro “noi” non c’era
più da molto tempo.
Veronica finse di non essersene accorta, continuando poi a difendere
Lori agli occhi di lui e al tempo stesso a chiedersi il motivo di
quel suo comportamento:
- Questo non la rende meno degna della tua attenzione.
- Lo so. – ammise lui sereno senza smettere di guardarla.
Ci fu un momento di pausa, in cui lei cercò di scacciare un
pensiero prepotente che le invadeva il cervello e poi di vagliare a
tutte le
alternative, le opzioni, le possibilità…
finché le rimase solo una domanda.
Così, gliela fece.
- Allora perché sei ancora qui, Logan?
Il ragazzo la scrutò ancora per qualche secondo, poi
allargò
le braccia sorridendo ed esclamò:
- Ancora fai finta di non saperlo, Veronica? Sta diventando
quasi fastidioso.
- Faccio finta di non sapere cosa? – chiese lei sinceramente
confusa, eppure con le mani che le tremavano, chissà
perché. Ma, in fondo al
cervello, in quel posto dove riponeva tutto ciò che non
voleva ammettere con se
stessa, il motivo era chiaro: quello era l’effetto che le
faceva l’imprevedibilità
di Logan o, più semplicemente, Logan.
Lui sbuffò piano prima di alzare lo sguardo ed incollare gli
occhi a quelli di lei:
- Che io non voglio nessuno... se non te.
Veronica non si aspettava una risposta del genere e il
respiro le rimase incastrato in gola. Socchiuse la bocca, forse per
dire
qualcosa, forse solo per prendere aria. Poi però rimase
così, semplicemente immobile.
Logan aveva sempre avuto il potere di lasciarla di stucco,
di dire certe cose, inaspettate e scioccanti, di una
sincerità spiazzante, come
se niente fosse, ma con un’intensità che era
quella di un tornado.
E lei ormai lo sapeva: ne usciva sempre ferita, in un modo o
nell’altro.
Ma invece di fuggire come avrebbe dovuto fare, non poteva
fare a meno di stare lì ferma, a guardarlo. A domandarsi in
quale modo si
sarebbero fatti del male a vicenda, questa volta.
E i suoi occhi, spalancati su di lui, tradivano tutto questi
pensieri.
Logan
conosceva quello sguardo, più di chiunque altro: appariva
raramente sul volto di lei. Solo quando lasciava cadere le sue difese,
il suo
sarcasmo, le sue smorfie, le sue battute acide e rimaneva…
solo e semplicemente
Veronica. Gli venne da sorridere, perché era riuscito ancora
una volta a vedere
la vera lei. E gli venne da sorridere ancora di più,
perché sapeva di essere la
persona che riusciva più spesso di tutti a strapparle quello
sguardo impenetrabile
da dura e vedere cosa ci fosse sotto. Forse, l’unica.
Ma, per quanto spesso riuscisse a vederla e a vederla
veramente, quello sguardo di lei, così vero, nascosto,
perso, profondo, ogni
volta lo spiazzava, facendogli sempre scorrere un brivido inaspettato
sotto la
pelle.
Non si sarebbe abituato mai, non gli sarebbe bastato mai.
E
in quel momento, decise di non poter fare altro che
baciarla.
Perché doveva
ammettere che lei non era solo ciò che voleva,
ancora una volta: era tutto. Gli era necessaria per placare quel fuoco
che non
accennava a spegnersi e allo stesso tempo per sciogliere il ghiaccio
che lo
avvolgeva con una patina opaca quando non era con lei.
Aveva bisogno di lei per andare avanti e voleva che lei ci
fosse quando sarebbe andato avanti. Aveva bisogno di lei per
migliorare, per
diventare la persona che lei si aspettava che fosse e voleva averla al
suo
fianco durante il percorso, per farle vedere che poteva farcela.
Voleva lei e nessun’altra e ormai questa convinzione si era
insediata nella sua mente, pronta a rovinare ogni momento di
serenità senza di
lei. Ogni momento anche con Lori, a pensarci bene.
Lo sapeva benissimo, solo che aveva sempre evitato di
pensarci, o di dirlo ad alta voce. Adesso, però, che aveva
fatto entrambe le
cose una dopo l’altra in quei pochi minuti, c’era
solo una cosa che gli
rimaneva da fare.
Si avvicinò a lei in fretta per non dare il tempo al proprio
cervello di cambiare idea e senza quasi che se ne accorgesse le sue
labbra furono
attratte da quelle di lei, che non fecero resistenza quando si
scontrarono con
le sue.
Fu un bacio lento, dolce, quasi casto; l’ennesimo
dei loro baci,
ma unico nel suo genere.
Si
può riscrivere la storia, si può cambiarle il
finale?
Si può
ricominciare da capo e non ritornare sempre sui
propri passi, agli stessi errori?
Si può
prevedere se dopo quel bacio lei gli darà uno
schiaffo e poi fuggirà via o se gli sorriderà,
prendendo la sua mano tra le sue
e fuggendo comunque, ma stavolta con lui?
Si può decidere
prima se ci saranno le solite vite rovinate
e spargimenti di sangue?
La risposta è
semplice: la cosa difficile è vivere come se
non lo fosse.
N.D.
Summer
Ci
siamo buttati così a capofitto in questo LoVe che tanto
aspettavamo (anch'io, lo ammetto)! Non per niente il capitolo si
intitola Pure LoVe!!!
C'è solo una "scena" ed è solo LoVe!!!
Neanche il tempo di uscire dalla casa di Lori, quasi!!! Ci sono tante
cose che Logan non ha detto ma che si intuiscono dal breve dialogo con
Veronica... e se vi state chiedendo se abbia sbagliato nella frase "Che
io non voglio nessuno... se non te." a mettere "nessuno" invece di
"nessuna"... no, l'ho fatto apposta! Perchè in
realtà quello che Logan vorrebbe dire è che la
sua solitudine totale (non solo in campo sentimentale) è un
dato di fatto e che l'unica che lui potrebbe e vorrebbe avere al suo
fianco è lei... <3
Allora, ricapitolando:
Veronica ha risolto il mistero di Trudy... ma davvero davvero?
Chissà...
Dopo aver fatto più fatica del solito a risolvere un caso
tutto sommato non troppo complicato, non è ancora del tutto
convinta del risultato, infatti non è spavalda come al
solito... E in più, a complicare come al solito le cose ci
si mette anche...
Logan, che nello scorso capitolo si era comportato in modo strano con
Lori, ha svelato il motivo del suo raffreddamento nei confronti della
sua nuova ragazza... che non ci abbia mai creduto davvero in questa
storia? Che stesse solo recitando la parte di un nuovo Logan
innamorato, romantico e felice? Un po' come, probabilmente, sta facendo
anche...
Dick, che non si sa se ci tenga veramente a... qualcosa nella vita. Che
può essere cambiato, cresciuto, rinsavito, ma rimane sempre
il solito Dick... ed è questo che preoccupa. Comunque, di
lui non sappiamo più niente da un po', di preciso da dopo il
bacio con...
Mac, che a quanto ne sappiamo dopo quel bacio si è rifugiata
in camera sua, dicendo a Parker di essere malata... sarà
davvero così?
E Wallace... scuote la testa e si preoccupa ed è sempre il
più sensibile :P
E Piz? Tra una cosa e l'altra, non appare praticamente mai (per la
vostra gioia) e non viene nemmeno tirato in causa! Da nessuno! xD
***SPOILERINO***
Nel
prossimo capitolo: la reazione dei LoVe-ini al bacio, Mac che riemerge
dalla sua stanza, un po' di Piz (poco poco) con Logan (cooon?!?) e un
po' ancora di Trudy (eeehggià)...
|
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Capitolo 14 *** Aftermaths ***
Aftermaths
- No.
Veronica si
staccò da Logan, guardandolo negli occhi,
chiedendosi se quella parola fosse stata pronunciata dalla sua bocca.
- No. – ripeté quasi senza volerlo. Sì,
era stata proprio
lei a parlare.
- “No” cosa? – chiese Logan evidentemente
sorpreso, dopo
essersi allontanato da lei come se avesse preso la scossa. Non era la
sola ad
avere paura, questo avrebbe dovuto saperlo bene.
Veronica però, con quello che sembrò un grande
sforzo,
soffiò fuori: - Io e te.
Non allontanava gli occhi dai quelli di lui, sebbene iniziassero a
bruciarle, come se quello che vedevano fosse troppo chiaro. Lampante,
abbagliante.
Finalmente stava iniziando a realizzare quello che il suo
cervello le suggeriva ma che il suo cuore non voleva proprio capire:
– Io e te
non…
Forse era possibile andare contro il proprio cuore, contro i
propri desideri.
- Veronica… - la interruppe Logan incerto, cercando di
toccarle un braccio che lei ritrasse prontamente.
- No...! – esclamò con foga, mentre gli occhi
iniziavano a
pizzicarle.
- Prima ci odiamo e non facciamo altro che litigare, poi tu
mi baci e sembra tutto... – la voce le si spezzò
per un attimo - ...così
giusto, sembra così facile...
Sospirò forte, quasi come per prendere coraggio, quasi come
per ritrovare la strada che la trattenesse sulla terra, invece di
prendere il
volo come avrebbe quasi sicuramente fatto di lì a poco:
- Ma non è così, non ci voglio più
cascare... Ormai lo so,
Logan, che non sarebbe facile e che non ci porterebbe da nessuna parte.
Sospirò di nuovo, gli occhi lucidi di lacrime che non
avrebbe versato e poi concluse:
- Perciò, no.
- Ma... – cercò di obiettare lui, con quello che
più che una
parola sembrò un rumore di dolore soffocato, ma lei
continuò:
- No, niente ma. No io e te, no noi, no a tutto questo. No,
mai più.
Stavolta Veronica non gli lasciò il tempo di replicare e si
precipitò verso la sua macchina, vi entrò di
corsa sbattendo la porta e partì a
tutto gas.
Prima di avere il tempo di pensare.
Prima di avere il tempo di tornare indietro e di mandare
all’aria tutto, solo per lui.
Mac, sdraiata al buio nel
suo letto e con le coperte tirate
fin sopra la testa, maledisse il giorno precedente e quello che aveva
portato
con sé. Si chiese come poteva un solo bacio averla ridotta
in quello stato. E
anche come mai, da quando si era ritrovata in quella incredibile
situazione, quella
specie di triangolo amoroso con Max e Bronson, solo in quel momento le
apparisse finalmente chiaro quello che voleva.
E no, non era né Max né Bronson.
Si tirò su a sedere sul letto di colpo: sotto le coperte era
completamente vestita. Quella mattina aveva pensato che sarebbe
riuscita ad
uscire dalla propria stanza in cui si era rifugiata dopo “il
bacio” e quindi si
era vestita come sempre, per andare a lezione. Invece, non era proprio
stata in
grado di oltrepassare quella porta: dopo un paio di tentativi, si era
data per
vinta ed era ritornata a letto. Aveva detto a Parker che non se la
sentiva di
andare all’appuntamento con Veronica a casa di Lori e da
sotto il cuscino che
teneva sulla testa, aveva sentito la bionda risponderle qualcosa a cui
non
aveva prestato attenzione.
Aveva avuto tutta la giornata per pensare, da sola al buio;
e questo non aveva di sicuro giovato alla sua salute mentale.
Continuava a rivivere nella sua mente la stessa scena,
attimo dopo attimo.
Subito dopo il bacio, Dick si era staccato da lei e le aveva
sorriso nel suo solito modo prorompente, ma poi l’aveva
guardata preoccupato, probabilmente
reagendo all’espressione di lei. Le aveva chiesto se andasse
tutto bene e lei,
inventando una scusa palesemente falsa si era allontanata nervosamente,
salutandolo con un sorriso che avrebbe voluto essere rassicurante. Era
certa
che Dick fosse stato lì in piedi impalato ad osservarla
andare via finché non
era sparita dalla sua vista.
Di sicuro c’era rimasto male.
Mac però in quel momento era troppo disorientata, tirata
com’era da due forze invisibili dentro di sé: una
le diceva che di Dick non ci
si poteva fidare, che per lui era solo un gioco e lei stranamente si
immaginava
che questa “forza” avesse la voce di Veronica.
L’altra, però, aveva la voce e
gli occhi brillanti di Dick e le prometteva che sarebbe andato tutto
bene e che
poteva lasciarsi andare a ciò che sentiva. Ancora una volta,
una specie di
triangolo amoroso. Quasi rise al pensiero di Veronica e Dick insieme e
del
fatto che la sua confusione mentale la portasse a fare simili pensieri
assurdi.
D’altra parte, dopo aver vagliato la possibilità
di se stessa e Dick insieme,
poteva arrivare a credere a qualsiasi cosa.
Poi però, mentre cercava di reprimere un sorriso al
pensiero,
si ricordò che prima o poi sarebbe dovuta uscire da quella
stanza e avrebbe
dovuto affrontare… lui. E, nello stesso momento, anche se
stessa.
“Ok,
ora lo devo solo
dire a Piz. Devo dirglielo, vero? Beh, potrei fare finta di niente,
fingere di
non aver bac... Oddio. Devo dirglielo.”
Veronica aveva vagato
senza meta per un po’, prima in
macchina e poi a piedi per il campus, riflettendo su quello che era
successo e
convincendosi sempre più che sarebbe stato meglio non
riflettere. Alla fine, si
era ritrovata fuori dalla stanza di Piz con la mano chiusa a pugno in
aria,
incerta sul da farsi. Era lì da quasi cinque minuti e le
sembrava che quella
scena sapesse di deja vu, ma era troppo confusa per capirne il motivo.
O, forse,
era troppo concentrata a pensare a che cosa avrebbe detto al suo
ragazzo o a
riuscire finalmente ad appoggiare la mano a quella dannata porta,
magari con un
po’ di forza in modo da produrre un rumore abbastanza simile
ad un “toc”.
Veronica non pensava di avere ancora abbastanza forza per farlo, in
tutti i
sensi.
Senza spostare lo sguardo dal legno della porta, vide con la
coda dell’occhio una figura familiare che le si avvicinava,
ma non si mosse di
un millimetro, forse pensando che se lo avesse fatto poi ci sarebbe
voluta
troppa forza di volontà anche solo per rialzare il braccio e
rimetterlo in
quella posizione.
- Cosa fai, V? - disse Mac stranita quando le fu abbastanza
vicina.
- Aspetti che Wallace apra la porta per colpirlo in testa
con un pugno?!? – le chiese poi sorridendo divertita.
Veronica sospirò, abbassò mestamente il braccio e
si rivolse
all’amica, non prima di aver dato un’occhiata al
corridoio, che era
fortunatamente vuoto:
- È successa una cosa.
Il tono cospiratorio della ragazza insospettì Mac, che
ritornò
seria:
- Che genere di “cosa”?
- Una di quelle… pesanti. Strane. Difficili. Che cambiano la
vita. Insomma, una di quelle che capitano sempre a me. Tipo... ogni
giorno.
- Oh... – rispose Mac arrossendo e fissando il pavimento
mentre si appoggiava al muro con la schiena.
- Insomma, so che sono cose che succedono quando due persone
si conoscono da tanto, quando si conoscono così bene e poi
si ritrovano così
vicine e poi lui era così vicino ed è capitato
altre volte ma questa volta
sembrava così… - Veronica iniziò a
parlare a raffica mentre Mac assumeva un
espressione sempre più colpevole, finché
esplosero entrambe, nello stesso
momento:
- Ho baciato Logan.
- Ho baciato Dick!
Si guardarono entrambe allibite per un secondo, poi
esclamarono in coro:
- Cosa?!?
Veronica prese un respiro per riprendersi, ma poi non poté
fare a meno di esclamare:
- Dick?!? – proprio mentre Mac diceva: - Logan?!?
Si guardarono di nuovo per qualche secondo con gli occhi
spalancati, poi entrambe distolsero lo sguardo, Mac tornando a guardare
il
pavimento e l’altra osservando la parete. Sebbene la
situazione fosse
abbastanza comica, nessuna delle due sembrava aver voglia di ridere.
- Vuoi che ne parliamo? – chiese Veronica quasi imbronciata,
implorandola con il solo tono della voce di darle una risposta
negativa. Con lo
stesso sguardo apatico Mac scosse la testa e quella sospirò,
ma senza troppo
sollievo: - Bene.
Veronica rimase in silenzio per un attimo e poi fece una
smorfia: - Uhm. Va bene. Solo una domanda. Come...
com’è stato?
Si rigirò finalmente a guardare Mac e lei fece lo stesso,
sorridendo involontariamente:
- Inconcepibilmente… bello. – arrossì
un po’ e poi le chiese
timidamente: - Tu?
Veronica riuscì solo ad annuire piano con uno sguardo
colpevole, chissà poi di cosa; quindi si mise a guardare il
soffitto senza
vederlo, riflettendo in realtà con lo sguardo perso nel
vuoto.
Dopo qualche secondo di pausa, Mac sentenziò: - Mi sa che ci
siamo date da sole la risposta a quello che non ci siamo chieste.
N.D.
Summer
Carissime: è
vero, chiedo venia... vi avevo promesso che in questo capitolo ci
sarebbero stati Logan, Piz, Trudy... e invece...
E invece poi scrivendo la
continuazione (perchè ho scritto praticamente tutti i
capitoli fino alla fine in una giornata) mi sono accorta che sarebbe
stato meglio suddividere un po' di più le varie "fasi"...
Però, la buona notizia è che, avendo praticamente
scritto ormai tutto, penso che la pubblicazione sarà un po'
più agevole (leggi: veloce e costante :P)...
Pensavo quindi di
pubblicare un capitolo alla settimana (se riesco magari sempre di
domenica, che è il giorno in cui ho un po' più
tempo), fino alla fine... dovrebbero essere in tutto 18 capitoli, ma
potrebbero sempre aumentare... E potrebbe sempre esserci un secondo
episodio (una puntata 4x02?!? se contiamo questa come 4x01), ma quello
si vedrà più avanti...
Nel frattempo, spero che
enjoyate (difficile il congiuntivo con un verbo inglese o.O) questo
capitolo (pubblicato inaspettatamente in fretta, scommetto!) che ci fa
vedere un po' i postumi (da qui il titolo) delle varie avventure delle
nostre due eroine "corali"...
@ lovejero:
Ehm, uhm, eeeeh... le tue
speranze non sono state PROPRIO esaudite... sono durati neanche il
tempo di un bacio... neanche il tempo di una pausa tra un capitolo e
l'altro! Ma non ti preoccupare... ovviamente non è finita
qui...!
@ kyo250:
Ahahah, felice di averti
reso (un po' più) pazza!! Devo dire che ci mancava poco che
mi mettessi anch'io a saltellare! Sono loro ad essere meravigliosi,
spero di aver reso almeno un po' della loro meravigliosevolezza. (o.O)
@ crows79:
Siiiiii ci siamo
arrivati... e siamo tornati subito indietro. Però
è stata una bella scossettina, non si potrà
tornare indietro del tutto....
@ Dragon88:
xD Grazie di aver notato
l'immaginina! Come vedi quando non ho niente da fare (leggi: dovrei
lavorare/studiare) passo il tempo così! Sai che forse hai
ragione per quanto riguarda Veronica, lei è sempre
così loquace/caustica/inarrestabile... però
volevo dare l'idea del fatto che fosse proprio rimasta di sasso, che
non sospettasse niente e che quindi... fosse rimasta un po' senza
parole... Cosa impossibile, lo so!!! Eeeeeh purtroppo avrei dovuto
specificare meglio quel "nessuno" nella storia stessa, ma sinceramente
non ho saputo proprio come fare! Mi fa piacere comunque che tu abbia
letto le mie notine :P
@ Suomi:
Ahahahah, SANO LoVe! Questa
mi è nuova (ma giustificabilissima: a me questi due fanno
stare proprio bene *-*)! Avevi ragione sul fatto che le cose non
sarebbero state semplici, ma, insomma, quando parliamo di quei due sono
MAI semplici?!?
@ fayeforyou:
Nooooo, non morire adesso
che ci sono ancora un po' di capitoli!!! xD Ah, ehm, hai notato che
sono leggermente grafomane, perciò le mie note sono quasi
lunghe quanto i capitoli, ehm... *blush* Tra l'altro per l'immaginina
scorsa ho scelto quel chihuahua con tutina rosa con le cornine
perchè mi sembrava troppo attinente!! Forse ho trovato
anch'io un Trudy...
@ ele85:
Mmmmh, niente schiaffi come
vedi, forse un schiaffo morale più che altro! Veronica ha un
po' ragione, ma d'altra parte... alla fine... io so che anche lei
è LoVe Team... :P
@ EllaWinchester92:
Grazie, mi fa piacere! Sia
che ti piaccia e anche che tu me lo faccia sapere ;)
@ bale86:
Eeeeh, il loro rapporto
è proprio così... sono adorabili anche separati,
ma quando sono insieme... è sempre e comunque troppo, in un
senso o nell'altro! Loro sono "troppo"!! Vedremo, vedremo...
Perchè ovviamente non è mica finita qui...
Veronica può non ammetterlo esplicitamente come ha fatto
alla fine Mac, ma un bacio con Logan è sempre un bacio con
Logan!!!
|
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Capitolo 15 *** La diplomazia in persona ***
Aftermaths
Veronica alla fine aveva rinunciato a bussare alla porta di
Piz e se ne stava allontanando furtivamente seguendo Mac quando le era
arrivato un messaggio. Il trillo personalizzato del suo cellulare
l’avvertì che il mittente era proprio Piz,
così la ragazza iniziò a correre veloce verso il
primo angolo disponibile del
corridoio, spingendo Mac con poca gentilezza. Pochi secondi dopo,
effettivamente, la porta della camera di
Piz si era aperta e le due dal loro nascondiglio lo avevano visto dare
un’occhiata fuori con aria sospettosa. Evidentemente
conosceva la suoneria che Veronica aveva scelto per lui e sentirla al
di là della porta subito dopo averle mandato un messaggio
l’aveva incuriosito, per non dire fatto insospettire.
Veronica quindi tirò un sospiro di sollievo quando lo vide
rientrare senza indagare oltre (per fortuna non era accurato come lei
in certe cose) e guardò il messaggio che le aveva mandato.
Diceva:
“Veronica...
dove sei?
Non ci siamo visti molto ultimamente
e pensavo che stasera potremmo passare
un po’ di tempo insieme, da soli...
Cinema quando finisco il turno in radio?”
Dopo aver letto il messaggio un paio di volte, Veronica
premette il tasto “rispondi”, per poi mettere via
il cellulare scuotendo la testa. Mac, che aveva osservato la scena da
sopra la sua spalla, le chiese con arguzia: - Non gli rispondi?
Veronica quasi trasalì nel sentire la sua voce distoglierla
dai propri pensieri e ricordandosi di lei, rispose:
- Sì, uhm, certo... più tardi. Andiamo a fare uno
spuntino?
Mac sorvolò sul fatto che Veronica avesse cambiato
bruscamente argomento e accettò di buon grado. Durante il
tragitto verso la caffetteria che stava appena fuori dal campus,
Veronica volle sapere del raffreddore che sembrava avere colto Mac
quella mattina, quando lei era impegnata con i Silverstone.
- Sì, ehm, un virus... mezza giornata... ieri già
avevo... sai, mal di gola... febbre... no, febbre no, ehm...
- Mac. – la interruppe l’altra con aria di
rimprovero: - Per caso il tuo raffreddore era un sintomo della...
dickite?
Mac rise di gusto: - Per caso questo tuo modo di esprimerti
è un sintomo dello spappolamento di cervello che ti procura
baciare...-
- Non continuare! – esclamò Veronica –
Non continuare neanche per scherzo.
- Ma cosa c'è di male a dire che ogni volta che vedi L...
- Giuro che se non la smetti continuo ad inventare
parole. Come ad esempio Ma-ck. O Di-c...- la guardò
corrucciata – I vostri nomi non si prestano per niente a
questa cosa che fanno i giovani d’oggi, sai mischiarli e
farne uno solo... - sospirò teatralmente - Dovreste prendere
esempio da Zanessa o Brangelina o...
- Veronica! – sbottò Mac – Ti prego,
basta così. Non nominerò mai più
invano il nome di Lo... – sorrise divertita senza completare
la frase mentre l’altra le rivolgeva un sguardo gelido.
- Non pensare che non mi sia accorta che hai cambiato argomento...
chiaro sintomo di dickite. - rispose poi sorridendo e lanciandole
un'occhiata furtiva.
- Sai... – ricominciò Veronica dopo aver bevuto un
sorso del suo caffè. Stavano sedute da qualche minuto ad un
tavolino del bar universitario e Mac continuava a guardarsi intorno
ansiosa, pensando probabilmente che da un momento all’altro
avrebbe scorto un ammasso di capelli biondi e disordinati venire verso
di lei.
- SAI... – disse Veronica più forte e questa volta
quella si girò sorpresa verso di lei:
- Scusa mi ero distratta un attimo... Dicevi?
Veronica sbuffò: - Potevamo anche andare in un posto meno...
esposto se hai così paura di incontrare
quell’id... ehm, Dick.
Lo sguardo di Mac si rabbuiò: - Tu lo considererai sempre
un’idiota, vero?
L’altra fece spallucce, prendendo a torturare un tovagliolo
di carta preso dal dispenser:
- Con me lo è sempre stato. Non è detto che lo
sarà anche con te. Io... ecco... non mi fiderei troppo.
- Cavolo, ecco a voi “Veronica Mars - la diplomazia in
persona”! – ridacchiò Mac bevendo un
altro sorso di succo di frutta.
- Mi sto sforzando. – sorrise l’altra facendo
spallucce –
D’altra parte io non mi fido mai di nessuno... deformazione
professionale, cosa ci vuoi fare. Quello che è certo
è che se farà l’idiota con te si
ritroverà come minimo le ruote della macchina bucate...
oppure i capelli verdi. Starebbe bene, no? – chiese ammicante.
Mac la guardò con finta aria sognante e rispose: - Oh,
sì...
Poi le due si misero a ridere per un po'. Veronica smise per prima,
tornando per un attimo seria: - Però dovresti smetterla di
scappare da lui. Dovresti affrontarlo... Nessuno si merita di essere
lasciato in un limbo come questo... - fece una smorfia - ... nemmeno
lui.
- E Logan, invece?
Veronica deglutì a sentire quel nome: - L-lui... cosa?
- Logan se lo merita? - chiese candidamente Mac.
L'altra storse la bocca, poi fece un mezzo sorriso: - Sei brava,
Mackenzie. Dannatamente brava.
Mac agitò una mano con noncuranza e poi aggiunse facendole
l'occhiolino: - Ho imparato dalla migliore...
Qualche minuto più tardi, dopo che Mac ebbe guardato ancora
un po' in giro, Veronica si accinse a continuare il
discorso che aveva cercato di introdurre poco prima:
- Dicevo, prima che mi interrompessi per parlare del tuo principe
azzurro... – le sorrise malefica mentre l’altra
faceva una smorfia - ...che non sono convinta che siano stati i
genitori di Lori a rapire Trudy...
Mac sembrava sorpresa: - Sono stati loro?!?
- Già. L’hanno portato in una specie di hotel per
animali a cinque stelle...
- Ah. Chiaro. - rispose sarcastica - Non ti chiederò come
hai fatto a scoprirlo.
- Ti dico solo che Wallace porta ancora i segni della ricerca su di
sè... per essere precisi, li porta su un dito. Ma non
chiedere niente nemmeno a
lui o ricomincerà a lamentarsi...
Mac mimò il gesto di chiudersi la bocca con una zip e
Veronica continuò pensierosa:
- Ma... in realtà non sono convinta che siano stati loro...
- E chi allora?
Veronica vagò per un istante con lo sguardo per il locale,
come se fosse sicura che avrebbe trovato la risposta
nell’aria lì intorno: - Boh.
Mac spalancò gli occhi: - Veronica Mars che non ha una pista
da seguire? Questa è bella.
- Anche Veronica Mars che ha tempo di prendere un caffè con
un’amica è una cosa insolita. O Veronica Mars che
ha degli amici. – rifletté quella ad alta voce.
- Sai secondo me cosa ti ha cambiata così tanto?
– incalzò Mac.
La bionda la guardò di nuovo male e lei si
affrettò a riparare: - L’Fbi! Volevo dire
l’Fbi, giuro! – poi riprese con un tono
più normale – Cosa pensi di fare, quindi? Con
Trudy intendo, non con... l'FBI.
- Uhm, pensavo che avrò bisogno di te! – le
rispose quella per tutta risposta con un sorriso a trentadue denti.
N.D.
Summer
Ehi ;)
Non è domenica, lo so :P
Però ieri sera ho prenotato per le vacanze (altro che last
minute... più last second!) e non ce l'ho proprio fatta a
postare... Beh, comunque non sono tanto in ritardo! Per le prossime due
settimane però mi sa che non riuscirò ad
aggiornare per motivi tecnici... ma non temete! Quando torno ho
già quasi tutto pronto! Nel frattempo, con questo capitolo
vi auguro per ora buone vacanze e vado a bruciacchiare un po' della mia
pellina vampiresca...!!!
@ Suomi:
Mi piaceva fare
scontrare quelle due (che notoriamente non è che siano
proprio espansive) in un momento di crisi di entrambe e per
giunta per due motivi simili, per non dire parallele... Mi fa piacere
che ti sia piaciuto!
@ Dragon88:
Ahahhaha 3 post a settimana vorrebbe dire niente più vita
sociale (e niente più aggiornamenti delle altre fic) :P
Noooooo, scherzo... Adesso faccio il pienone di vita sociale per 2
settimane e poi basta!!!
Comunque volevo proprio rendere il fatto che queste due, che comunque
di solito sono abbastanza spavalde, sicure di sè (vedi V) o
perlomeno sempre padrone di sè (vedi Mac) si incontrassero
in un momento in cui sono sperdutissime, in cui addirittura Veronica
non ha quasi più parole (miracolo!)... A dire il vero in
questa ff Veronica è sempre un po' insicura e infatti non
è neanche certa della soluzione del caso Trudy!
@ Cory90:
Non ti preoccupare se non recensisci qualche capitolo... Al massimo se
trovi qualcosa da dire o le parole per dirlo più avanti
commenta pure, io leggo comunque anche i commenti dei capitoli
precedenti! Comunque, per quanto riguarda il carciofo XD non credo che
verrà rapito dagli alieni e sparirà
così, dai... Però sto vagliando tutte le vostre
proposte su come farlo evaporare, sono divertentissime!! Povera stella
ahahahhaha
@ Sghisa:
Nooooo cosa (anzi chi) mi hai ricordato... Leo!!! Mi è
dispiaciuto un po' per lui, era carino... E poi serviva a Veronica per
indagare! Lo sfruttava un pochino... :P
Per quanto riguarda il rapporto tra Veronica e Mac... beh, io lo vedevo
molto più "vero" di tanti altri in cui magari c'è
un po' più di... calore umano, ehhehe xD
Anche in questo caso non è che si siano proprio sbilanciate
o date alle confidenze estreme, però... si sono capite
ugualmente... :)
@ ele85:
Come vedi Trudino è stato nominato ma ancora non appare...
come Logan e Dick d'altra parte, anche se sono sempre al centro dei
pensieri delle nostre due eroine... Purtroppo (per via della mia mente
malata :P) non poteva essere così semplice tra Veronica e
Logan... c'è ancora Piz e ci sono ancora i pensieri di
Veronica di mezzo... ma presto la situazione avrà una
svolta, prometto!
@ crows79:
Non è semplice e appunto come dici tu tra Veronica e Logan
non è mai stato semplice... Ma mi piace immaginare che lui
sia un po' più "irresponsabile", che non pensi tanto alle
conseguenze quanto lei, che invece si fa mille paranoie... che d'altra
parte non sono ingiustificate...
@ Kiaretta the best:
Lo ammetto, è proprio così. Alla fine si
scoprirà chi ha rapito realmente Trudy... sei stata tu!!! xD
A parte gli scherzi (e chi scherza?), avremo presto del nuovo LoVe,
anche perchè... insomma, le cose si dovranno pure chiarire
un po'! Dick è lì nel suo limbo in cui non sa
cosa pensa Mac, ma anche Logan non è che sia messo meglio...
E intanto Veronica per non pensare a lui pensa al cane... d'oh.
@ fayeforyou:
nooo, intendevo quello da mettere nella fotina :P
Non ci crederai, ma per la prossima apparizione di Dick ho
passato più tempo a cercare... un dettaglio di lui che per
scrivere il capitolo! Spero sia all'altezza di Dickinuccio! Tra l'altro
mi sa che ho anch'io la dickite...! Da anni ormai!!!
Summer Rain's Story
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Capitolo 16 *** Orgoglio e pregiudizio ***
Aftermaths
Poco dopo, le due si erano comodamente sistemate
su una panchina nel giardino che attorniava gli edifici universitari e
Mac stava trafficando con un computer portatile. Ormai era quasi sera
ma c’era ancora chiaro e l’aria era tiepida.
Veronica non aveva ancora risposto al messaggio di Piz e probabilmente
se n’era totalmente dimenticata, presa com’era
dalla sua idea che i rapitori di Trudy non fossero i signori
Silverstone. O forse cercava solamente un pretesto qualsiasi per
dimenticarsi di lui. Almeno per il momento.
- Ecco, dovresti entrare nel database
dell’università.
Mac spalancò gli occhi: - Una cosina da nulla, eh? Potrei
essere espulsa...
- Te lo chiedo perchè so che non puoi vivere senza la tua
dose giornaliera di rischio! Dovresti ringraziarmi. – fece
Veronica innocentemente.
Mac sorrise: - Per fortuna che in questo campus la rete wi-fi arriva
ovunque. Ok, siamo dentro. – disse dopo pochi secondi.
Veronica sorrise ancora di più, ormai abituata alla
celerità dell’amica in certe faccende, mentre si
sporgeva per osservare lo schermo. Alzò gli occhi solo per
un attimo mentre Mac era impegnata, ma lo vide lo stesso:
- Ok, non alzare gli occhi dal tuo computer e fai finta di essere
impegnata. – le sussurrò piano –
C’è Dick.
Per tutta risposta Mac alzò immediatamente la testa e si
guardò intorno, individuando il ragazzo quasi subito.
Indossava una t-shirt azzurra con scritto “Studying = study +
dying” e come al solito rideva e gesticolava esageratamente.
Mentre parlava con una ragazza.
Mac ritornò immediatamente a fissare lo schermo, senza
però muovere le mani sulla tastiera: - Vogliamo continuare?
– chiese ansiosa, cercando di ignorare l’istinto
che le diceva di girarsi a guardare Dick e la sua interlocutrice.
Veronica le rivolse un’occhiata preoccupata di sbieco e
continuò poi ad osservare la coppia:
- Non sta facendo niente di male, no? – disse incerta. Sapeva
che non era un terreno facile su cui muoversi.
Mac non resistette più, alzò lo sguardo e
riuscì a vedere i due salutarsi normalmente ed andare in
direzioni opposte. Le sembrò che qualcosa dentro di lei si
sciogliesse e tornò più serena, sebbene un
pensiero dentro la sua testa non aveva smesso di ronzare e fare
più rumore del necessario.
- Cosa devo cercare? – chiese a Veronica con un tono di voce
un po’ troppo alto, cercando di sovrastare il ronzio.
- Lori. Cerca le sue lezioni, i suoi orari. – rispose
l’altra risoluta, come se sapesse dove voleva andare a
parare.
In realtà, non lo sapeva proprio. Stava andando a tentoni e
stava rimettendo tutto in discussione solo per uno stupido
presentimento.
Pensava che fosse stata Lori a rapire Trudy? Ma perchè?
Forse stava cercando di incolparla solo perchè si sentiva in
colpa per quel dannato b...
Ma no, di sicuro non voleva togliersela dai piedi in quel modo. Stava
solo cercando di capirci di più, perché
c’era qualcosa che non quadrava. Tutto qui.
- Agli ordini. – rispose Mac riprendendosi da una sorta di
stato apatico e poi tamburellò ancora un po’ sulla
tastiera. Alla fine, esclamò:
- Eccoci. Allora, Lori Silverstone, matricola numero 190378, iscritta
il bla bla bla... vediamo un po’... Corsi seguiti:
lunedì psicologia infantile e comunicazione visiva,
martedì teoria del linguaggio nei media e recitazione
drammatica, mercoledì letteratura comparata e storia del
teatro, giovedì ancora recitazione e informatica,
venerdì... Veronica?!?
Mac, allibita, seguì con lo sguardo Veronica, che dopo aver
borbottato qualcosa di incomprensibile si era alzata dalla panchina ed
ora si stava allontanando quasi di corsa per andare chissà
dove.
- Grazie! – le urlò girando appena la testa quando
fu già lontana e a Mac non rimase altro che sorridere, senza
capire cosa avesse in testa la sua amica. Ma, d’altra parte,
questa non era una novità.
- Piz…? – disse Logan, inconsuetamente incerto,
vedendo il ragazzo seduto nella sua postazione da dj, dietro il vetro
che divideva lo studio dal corridoio. Piz lo vide e sembrò
non poco stupito: poi gli fece segno di entrare, mentre probabilmente
metteva on air una canzone per avere la possibilità di
parlare con lui per qualche minuto.
Sembrava sorpreso, ma non irritato. Solo molto, molto sorpreso. Logan
entrò nello studio sorridendo quasi imbarazzato. Lui e Piz
non erano mai stati grandi amici, diciamo che non si erano mai dati una
vera e propria possibilità; anche perché, non si
erano trovati molto simpatici fin dall’inizio e poi,
beh… c’era sempre di mezzo lei.
Piz sorrise di rimando: - A cosa devo l’onore? –
disse un po’ stranito.
- Ah ehm, beh… volevo solo dirti che… mi spiace.
- Ah, sì. – rispose Piz incerto. Logan
pensò che per aver appena ricevuto delle scuse da colui che
aveva baciato la sua ragazza, la stesse prendendo bene. Un
po’ troppo bene.
Non sembrava affatto arrabbiato, solo un po’ sulle sue,
ostile certo... ma niente in più del solito. A meno che, si
trovò a pensare mentre cercava qualcos’altro da
dire, non fosse tutta una messinscena per poi coglierlo di sorpresa
quando meno se l’aspettava.
- Sì, beh, ti volevo dire solo questo. Scusami. –
continuò Logan con un sorriso tirato – Ora me
posso anche and…
- Sì, no, scusa, eh, solo che… - lo interruppe
Piz, grattandosi la nuca con un sorriso imbarazzato: - …non
capisco di cosa parli. Insomma, mi hai dato un pugno in effetti, ma
è stato tempo fa e quindi non credo sia il caso di farmi le
tue scuse ora…
Era decisamente una messinscena. Logan decise di tagliare corto e di
smetterla di stare a al gioco di Piznarski. Non voleva giocare, era una
cosa dannatamente seria. In realtà, non sapeva nemmeno lui
perché si sentisse in dovere di scusarsi. E adesso che si
trovava di fronte all’irritante ragazzo di Veronica, della
sua Veronica, non trovava più nemmeno un buon motivo per
farlo. Poi, una frase inaspettata gli uscì dalla gola, tutta
d’un fiato:
- Ti volevo solo dire che sono stato io a baciarla.
Ecco un buon motivo: per salvare lei. Per prendersi la colpa, per
permetterle di uscirne bene. Per permetterle di essere felice anche con
Piz, se era questo che voleva davvero.
- Lei… lei non ha nemmeno risposto al bacio. Sul serio. E se
n’è andata, subito. –
Ora Logan sembrava addirittura implorare Piz di credergli e addirittura
teneva gli occhi bassi, come per far cadere d’un tratto
l’aria di sfida che si era respirata fino a poco prima.
Mentre parlava però aveva visto l’espressione di
Piz farsi sempre più confusa e il suo sguardo sempre
più nero.
Con una voce dura, che non sembrava nemmeno la sua, il ragazzo gli
chiese:
- Lei chi, scusa?
Ora era Logan ad essere decisamente confuso. Che senso aveva continuare
a fingere di non sapere se ormai lui aveva messo le carte in tavola?
Era forse una domanda retorica? Ma a quale scopo?
- Veronica, chi altrim…? – rispose Logan, ma non
riuscì a completare la frase, perché un dubbio
gli si insinuò nella mente, pungente. Forse lui davvero non
sapeva niente.
Non gli era passato neanche per l’anticamera del cervello che
Veronica potesse non avergli detto niente. No, lei era troppo onesta,
troppo moralista, troppo… giusta.
Piz gli si avvicinò minaccioso e con voce sempre
più roca e alta chiese:
- Tu… hai baciato… Veronica?!?
E invece, ormai evidentemente, era così: lei non gli aveva
detto niente.
Lui non sapeva niente.
Logan aprì la bocca, forse per rispondere o forse per lo
sconcerto di aver capito tutto solo in quel momento, ma qualcosa lo
colpì in viso sulla guancia, non lontano dal naso, prima che
potesse accorgersene e in un istante si ritrovò per terra.
In quel momento il disco che stava suonando sul piatto finì
di girare e Piz, ansimando e guardandosi la mano chiusa a pugno gli
rivolse un ultimo sguardo carico d’odio. Poi, uscì
svelto dallo studio, lasciando la radio universitaria a trasmettere
solo silenzio.
N.D.
Summer
Allora allora... ho
voluto fare questo aggiornamento perchè sono stata assente
due settimane e rispettare il fioretto di postare la domenica quando
avevo il capitolo lì già pronto mi sembrava
crudele :P
Veronica ha finalmente avuto una delle sue intuizioni,
chissà cosa le è venuto in mente!
Chissà cosa le ha fatto scattare la lampadina nel cervello!
Chissà se ha scoperto che la colpevole è Lori
o... chissà chi!!! Ok, di "chissà" ne ho messi
abbastanza, mi pare ;)
Breve apparizione di Dick ma niente di che: i soliti dubbi di Mac (e
anche di Veronica, diciamocelo) su di lui... ma diciamo anche un'altra
cosa: Mac ancora non si è fatta vedere nè sentire
da lui dopo il bacio... quindi, che pretese ha?!? Essantocielo.
Ma passiamo alla seconda scena di questo capitolo... rissa!!! So che
molte di voi l'aspettavano (e la cosa mi fa molto ridere), ma di sicuro
non vi aspettavate che sarebbe stato Piz a prendere a pugni Logan!!! E
invece care mie... è così che va la vita...!
D'altra parte se Logan non combina un guaio ogni cinque minuti non
è contento...
Ringrazio fayeforyou, ele85, bale86, Kiaretta the best, Suomi, Cory90,
Dragon88, _Chibi_chan_ ...
Grazie perchè continuate a seguire la storia, grazie
perchè la recensite, grazie perchè mi fate morire
dal ridere... e sì, dai, grazie anche a voi che leggete e
basta e che magari ridete o vi emozionate (addirittura!) per qualcosa
che ho scritto in questa ff... alla fine è un po' come se
ridessi e mi emozionassi anch'io con voi...! ;D a presto
Ah, cosa importantissima:
ho creato una pagina su facebook QUI
("1000 modi per togliere di torno Stosh "Piz"
Piznarski"... potete immaginare...!!! e potete anche scrivere in
bacheca i vostri modi preferiti!!!)
Summer
Rain's Story
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Capitolo 17 *** Intuizioni ***
Aftermaths
Mac ormai si era decisa. Stanca di stare
rintanata in camera al buio sotto le coperte, o di continuare a
guardarsi intorno circospetta ogni volta che usciva, aveva deciso di
affrontare l’argomento Dick. Anzi, aveva deciso di affrontare
anche la persona “Dick”, non solo
l’argomento. Quindi, dopo aver chiesto di lui ad un paio di
suoi compagni di corso (e aver saputo che da qualche tempo aveva
frequentato tutte le lezioni, tranne quel giorno), si avviò
decisa verso il luogo dove alcuni lo avevano visto dirigersi poco prima.
Arrivò a pochi passi dalla piccola fontana posta in un
angolo del vasto giardino del campus. Dick era seduto sul bordo
circolare in pietra e lanciava piccoli sassi nell’acqua,
dandole le spalle.
Appena lo vide, seppe che stava facendo la cosa giusta:
l’unico problema relativo alla sua decisione di parlargli era
che… ancora non sapeva che cosa avrebbe detto.
- Dick… - sussurrò quindi timidamente, in
direzione del ragazzo. Quello si girò, ma stranamente non
esibì il suo solito sorriso abbagliante e Mac ne fu molto
più dispiaciuta di questo di quanto fosse disposta ad
ammettere. Lo sguardo triste di Dick ritornò verso la
fontana, lontano da lei che trovò finalmente il coraggio di
dire qualcosa:
- Io… penso di doverti delle scuse.
Dick continuava stranamente a tacere, guardando altrove con un
espressione piuttosto ostile negli occhi, come se attendesse di sentire
cosa lei avesse da dirgli.
Mac si schiarì la gola prima di continuare: - Sì,
insomma… per come me ne sono andata l’ultima volta
che… ehm. Che…
- Non devi scusarti – la interruppe lui, con un tono
però decisamente duro – Ti sei accorta di aver
fatto un errore, te ne sei vergognata e te ne sei andata.
L’ho capito.
Alzò le spalle e la guardò dispiaciuto. Forse
avrebbe voluto risultare più duro, ma aveva pronunciato le
ultime parole più con una certa tristezza che con astio e i
suoi occhi lo tradivano. Sul viso della ragazza si dipinse
un’espressione stranita che si aprì poi in un
sorriso incerto:
- No che non hai capito. Non hai capito proprio niente. – si
avvicinò e gli prese timidamente una mano tra le sue
– Avevo paura.
Dick sembrò molto colpito da quelle parole: - Paura? Tu?
Mac sorrise ironica: - Già, non sono immune da questa strana
malattia… - poi però abbassò gli occhi
e la voce: - Insomma, pensavo… a tuo fratello. Pensavo a
quello che è successo tra lui e me, a quanto mi sia illusa
che lui fosse una persona che non era…
- …e pensi che sia la stessa cosa con me.
Dick era tornato a fissare ostinatamente gli zampilli della fontana,
mentre concludeva la frase della ragazza con tono piatto.
- Sì. – ammise lei - So che tu non sei…
C-cassidy. Lo so fin troppo bene. E so che tu non faresti mai quello
che… - sospirò forte - …quello che ha
fatto lui. Ma… ho paura. Anzi, terrore… ho il
terrore di fidarmi di nuovo. E poi... era tuo fratello.
Lui le prese anche l’altra mano e le sussurrò
tristemente: - Non puoi sentirti in colpa. Non puoi. Io… io
ero suo fratello. Io dovrei sentirmi in colpa. Per tutto: per quello
che è successo, per te… Io mi sento in colpa.
– ammise alla fine.
- No, tu non hai…! – esclamò Mac con
gli occhi che le pungevano.
- Io non ho fatto niente! – quasi gridò Dick,
alzandosi di scatto dal muretto della fontana
– Conoscevo la sua situazione, ero il primo a prenderlo in
giro… sapevo che ci stava male… e non ho fatto
niente, proprio niente per…
- Non è colpa tua. – pensò Mac per un
attimo in silenzio, poi ebbe una specie di intuizione:
- Te l’ha mai detto nessuno? A me l’hanno detto
tutti. Mia madre, lo psicanalista, Veronica… a te
l’hanno mai detto?
Il ragazzo scosse la testa tristemente e Mac non riuscì a
non provare un moto di tenerezza e dispiacere: non avrebbe mai pensato
di poter vedere Dick Casablancas in quel modo.
- Beh – disse quindi con un timido sorriso –
è ora che qualcuno te lo dica. Non è stata colpa
tua. E, no, non rinuncerò a… a te per uno stupido
senso di colpa o perché ho paura di illudermi sul tuo conto.
Ne ho, certo… ma passerà.
Si sentì più leggera e gli sorrise più
apertamente mentre anche Dick stava iniziando a rilassarsi:
- Ma allora perché sei scappata con una scusa…?
- Dovevo pensare. – replicò lei lievemente
imbarazzata – Sai, come fanno le ragazzine alla loro prima
cotta. – continuò ironica piegando le labbra da un
lato.
- "Cotta", eh? - ripetè lui con un sorriso, non tanto ironico, quanto lusingato.
- Cici, io… - iniziò poi serio, usando quel nome
che aveva inventato per lei e alla quale si era evidentemente
affezionato - … non dovresti avere paura.
Mac sorrise: probabilmente quella frase ermetica era il massimo che
avrebbe potuto pretendere da lui per il momento, ma non le importava.
Anzi, la rassicurava più di labili promesse sul fatto che
lui non avrebbe tradito la sua fiducia, più di struggenti
giuramenti di eterna lealtà. Il suo modo di essere, la sua
voce, le sue mani… insomma, tutto quello che riguardava Dick
Casablancas era diventato ciò che la rassicurava. Adesso sapeva che
non avrebbe dovuto avere paura.
- Wallace! Proprio te cercavo! – esordì Veronica
entrando nella camera del ragazzo come un tornado, ovviamente senza
bussare.
- Entra pure, V! E buongiorno! – rispose lui sarcastico,
senza alzarsi dal letto su cui stava seduto davanti ad una pila di
libri.
- Veramente è sera. – replicò lei
alzando un sopracciglio e guardando distrattamente la scrivania
dell’amico.
- Appunto. Pensavamo di averti persa, non hai risposto neanche al
messaggio di Piz… Invece, eccoti qui, ci sei
ancora…
Veronica cercò di prestare poca attenzione alle parole del
ragazzo, soprattutto alla parte che conteneva il nome
“Piz”. Fece spallucce ignorandolo e
continuò invece a curiosare in giro. Ad un tratto si
illuminò, prese un libro dal mucchio sulla scrivania e
iniziò a sfogliarlo interessata: - Che bello! Comunicazione
visiva! Dev’essere una bella materia, eh?
Gli fece l’occhiolino e prima che Wallace potesse aprire
bocca per chiederle il motivo di tutto quell’insolito
entusiasmo, continuò: - Scommetto che si fanno incontri
interessanti alle lezioni di questo corso, vero?
Si girò verso il ragazzo che la fissava con un sorriso: -
Cosa… Beh, certo. Come in ogni corso… Dove vuoi
arrivare?
Veronica sorrise: - Non trattarmi così. Come se non sapessi
niente. Dai, non me lo merito, mi sottovaluti.
- Sentiamo, allora, detective… Cosa sai? – chiese
vagamente ironico.
- Sooooo… che anche Lori frequenta questo corso…
già, proprio questo! E che tu quindi la conoscevi
già, prima della storia di Trudy.
- Ci sono tante ragazze a quel corso, io non…
- Waaaallace… - lo ammonì Veronica sempre
sorridendo con uno sguardo furbo.
- Bene, d’accordo. Sì, uhm, la conoscevo, insomma,
di vista. E poi è la ragazza di Logan, li vedevo in giro.
– fece lui, prendendo in mano un foglio, accartocciandolo e
lanciandolo verso il piccolo canestro di plastica appeso
all’armadio. E mandandolo fuori.
Veronica seguì l’operazione con attenzione: -
Wallace, Wallace… - fece, sedendosi accanto a lui sul suo
letto: - Se non ti conoscessi direi che mi stai nascondendo qualcosa.
Ma dato che ti conosco… SO che stai nascondendo qualcosa.
Quando sei nervoso cerchi sempre qualcosa da tirare nel canestro. E
sbagli, di solito. L’hai fatto quando avevo accusato Logan e
non avevo detto niente a Piz e l’hai rifatto ora. Quindi,
Wallace, spiegami tutto. Non fare in modo che lo scopra…
perché lo scoprirei.
Il ragazzo guardò Veronica e ancora una volta scosse la
testa, iniziando ad appallottolare un altro foglio e mettendolo poi da
parte con un risolino:
- Va bene. Conoscevo Lori. Ma non per via del corso che frequentiamo
insieme. – sospirò –
C’è stata una festa, quando tu eri ancora via, una
specie di bentornato per tutti quelli che erano stati via durante le
vacanze…
Qualche settimana prima...
Wallace passeggiava
disinvolto in mezzo alla gente, cercando di non rovesciare il contenuto
del suo bicchiere di plastica. Era una bella festa, doveva ammetterlo,
non mancava niente: alcool, musica, ragazze… Si
guardò intorno ancora una volta. Avrebbe preferito avere
qualcuno con cui parlare, ad esempio Piz, ma lui aveva preferito
rimanere nel dormitorio, probabilmente a macerarsi di nostalgia per
Veronica. Proprio non lo capiva, quel ragazzo. O meglio, Veronica era
sicuramente speciale, ma era ovvio che sarebbe finita male tra loro
due… era chiaro che lei gli avrebbe spezzato il cuore.
Mentre Wallace faceva
questi pensieri poco festaioli, una ragazza gli arrivò
addosso, apparentemente ballando. Fece per spostarsi, ma poi vide che
si reggeva a malapena in piedi, quindi cercò di sorreggerla,
ritrovandosela a pochi centimetri dal viso. Era molto carina, anche con
i capelli scuri e lisci scompigliati in quel modo. Ma puzzava anche di
alcool e Wallace pensò che questo fosse un deterrente per
qualsiasi ragazzo che avesse una briciola di cervello.
- Stai… stai
bene? – le chiese, sempre cercando di sorreggerla.
- Mh? Sì. Mi
viene solo da vomitare. – rispose quella, scoppiando poi in
una fragorosa risata.
- Ok. –
rispose il ragazzo, guardandosi attorno per vedere se qualcuno stesse
cercando la ragazza – Ti porto in bagno.
In qualche modo
riuscì a trascinarla verso la toilette delle donne, ma
vedendo che non si reggeva in piedi quasi per nulla, la
accompagnò fin dentro, accertandosi che non ci fosse nessun
altro all’interno. La portò vicino al lavandino e
le aprì il rubinetto, girando la leva verso
l’acqua fredda. Lei si sciacquò il viso e rimase
immobile per qualche minuto, gli occhi chiusi ed il viso gocciolante.
Poi, parve stare meglio, il viso riacquistò un po’
di colore.
- Devi ancora vomitare?
– le chiese Wallace premuroso, ma lei fece segno di no con la
testa. Si girò verso di lui, quasi sedendosi sul lavandino:
- Grazie…
- Di niente. –
replicò lui imbarazzato, mettendosi le mani nelle tasche.
Ora che aveva perso un po’ del colorito verdastro che aveva
sul viso, sembrava ancora più carina. Non il suo tipo, ma
decisamente carina.
- Non ce ne sono molti
di ragazzi come te, Wallace.
- Come me?
- Sì.
– rispose lei con voce vellutata. – Bravi
ragazzi… - riprese, avvicinandosi di qualche centimetro -
…gentili… - si avvicinò di
più - …carini…- arrivò a
pochi centimetri dalle labbra di lui - …dolci… -
Si sporse ancora un
po’ e lo baciò sulle labbra. Lui, un po’
stranito all’inizio, rispose poi a quel bacio senza motivo,
senza porsi troppi problemi come faceva di solito.
Poco dopo, si staccarono
sorridendo. Lei lo prese per mano e lo condusse fuori dal bagno, ancora
un po’ instabile sui tacchi. Lo stava portando
chissà dove, facendosi largo tra la folla, quando
sentì una voce vicina chiamare proprio lei e
lasciò prontamente la mano di Wallace:
- Ehi! Dove cavolo ti
eri… Ah, ciao Wallace! – Logan Echolls era apparso
tra la folla e si era rivolto alla ragazza che fino a poco prima lo
teneva per mano. Poi, Logan li guardò confuso ed
esclamò: – Vedo che hai già conosciuto
Lori, la mia ragazza!
N.D.
Summer
Colpo di
scenaaaaaaaaaaaa!!! Colpo di scenissimaaaa!!! Non si capisce ancora
molto, neanche Veronica ci ha capito ancora molto, ma il caso va
complicandosi sempre più! Nella prossima "puntata"
sarà tutto svelato... o quasi!
I riferimenti vari che ho fatto in questo capitolo sono:
Wallace che frequenta
Comunicazione Visiva
Dal capitolo 3, "Bentornata!"
-
Il tuo caro amico Wallace qui, ha deciso per un progetto per il suo
corso di Comunicazione Visiva di realizzare un cortometraggio...e
ovviamente mi ha chiesto di essere il suo attore principale...
- Ovviamente.- ripetè Veronica meccanicamente, iniziando a
capire e sentendosi un po' stupida.
Wallace che tira la palla nel
canestro quando è nervoso
Dal capitolo 7, "Stupida":
-
Sono stata impegnata! – si difese lei – E poi non
è così importante. E’ solo un maledetto
cane. Ops, voglio dire, un maledetto caso!
Wallace sbuffò e prese dal pavimento una piccola palla
arancione, tirandola verso il canestro di plastica appeso
all’armadio, senza però fare centro: - Non so come
fai ad essere così
scema quando vuoi. Quello che importa non è il cane, ma chi
è il ragazzo della ragazza del can…
cioè… la ragazza del raga… il
ca…
Tentò di nuovo di centrare il canestro con una pallina
improvvisata fatta di pezzetti di scotch, ma constatò con
uno sbuffo che era più difficile del previsto.
- Sicuro di stare bene, amico? – gli chiese Veronica
prendendolo un po’ in giro con un sorriso – Mi
sembri confuso…
Wallace scosse la testa ancora un po’, mentre la guardava
uscire dalla sua camera.
Tutti
indizi grazie ai quali la cara Veronica ha scoperto... nulla!!! Le ha
raccontato tutto Wallace! -.-'
Beh, lei aveva capito che i due si conoscevano, poi ha sfruttato le sue
capacità straordinarie per estorcere la verità a
Wallace...!
Ringrazio tantissimissimo Suomi, kyo250, bale86, ele85, Sghisa,
Dragon88 e _Chibi_chan...
e anche tutti quelli che leggono!!!
Alla prossima! (domenica?!? Forse... ormai i miei buoni propositi sono
andati a farsi f... ehm.)
Ribadisco la cosa importantissima:
ho creato una pagina su facebook QUI
("1000 modi per togliere di torno Stosh "Piz"
Piznarski"... potete immaginare...!!! e potete anche scrivere in
bacheca i vostri modi preferiti!!!)
=P
Summer
Rain's Story
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Capitolo 18 *** Più importante ***
Aftermaths
Veronica aveva ancora la bocca aperta per la sorpresa dopo
la rivelazione di Wallace, quando fu riscossa dalla suoneria del suo
cellulare. Senza guardare chi la stesse chiamando, con gli occhi ancora
spalancati su Wallace, rispose al telefono:
- Pronto? Sono Ver…
- Lo so chi sei, Veronica. Ti devo parlare. – disse una voce
risoluta all’altro capo del telefono.
- Cosa vuoi? Sono nel bel mezzo di qualcosa di impor… -
cercò di tagliare corto lei, ma Logan non glielo permise.
- Stai sempre facendo qualcosa di più
importante…! – esclamò ironico, per poi
continuare amaro a voce un po’ più bassa
– C’è sempre qualcosa di più
importante di me, ci sono abituato. Ma questa volta non si tratta di
me. Ed è davvero importante. Ci possiamo vedere? –
chiese infine, aggiungendo poi - …ora?
La ragazza guardò Wallace riflettendo, poi sbuffò
piano e rispose: - Va bene… Fra 5 minuti fuori dalla camera
di Wallace, ok?
Riattaccò senza nemmeno aspettare una risposta.
- Allora, Wallace… devo proprio andare… ora.
Questione di vita o di morte a quanto pare.
- Logan? – le chiese lui alzando un sopracciglio.
- Ma perché tutti…?!? –
sbottò la ragazza, sospirando poi rumorosamente e cambiando
argomento – Torno subito, comunque. Ti trovo qui?
Wallace alzando le spalle: - No, V. Ho lezione tra dieci minuti.
–
- E quando mi racconti il resto della storia? – fece
imbronciata.
- Mmmh… - rimuginò lui per qualche secondo, la
mano sotto al mento – Stasera vado al Gobler’s Bar
con alcuni amici... C’è la serata karaoke. Vieni
anche tu e ti racconterò il seguito. – le propose,
mentre si alzava dal letto.
Veronica fece una smorfia, uscì insieme a lui dalla stanza e
rimase lì ad aspettare Logan, salutando Wallace con un
debole sorriso:
- Uf, ok. A stasera, amico crudele.
- Veronica! – esordì Logan spuntando da un angolo
quando intravide la ragazza uscire dalla stanza di Wallace e Piz.
- Avremmo dovuto incontrarci in biblioteca… Nei film non
è il luogo dove vengono sempre svelati i segreti?
Veronica gli riservò un’occhiata sorpresa e
distaccata.
- Allora, cosa…? – chiese, tentando di non pensare
al motivo dietro a quel bisogno inspiegabile di vederla immediatamente.
Poi però notò un’ombra sul viso di lui,
proprio sotto l’occhio sinistro:
- Cos’hai fatto lì? – chiese sospettosa,
senza riuscire a nascondere una punta di preoccupazione.
- Niente. - rispose lui - Cioè, era proprio di questo che ti
volevo… – gettò un’occhiata
alla porta chiusa della camera del dormitorio che era anche di Piz con
un brivido – Eri da Piz?
- No, sono venuta per parlare con Wallace, c’era solo
lui… Ma cosa…?
Logan tirò un sospiro di sollievo: forse poteva ancora
aggiustare qualcosa. Sempre che ne fosse stato in grado. La sua
specialità era distruggere le cose, non ripararle.
- Ehm, indovina? Mi sa che ho fatto un casino.
Appunto. Veronica non la prese troppo sul serio e le venne quasi da
sorridere:
- Strano. Cos’hai fatto stavolta?
- Io… - rispose lui insolitamente timoroso, a bassa voce -
… pensavo che gliel’avessi già detto
tu… - aggiunse torturandosi le mani e guardando in basso.
Veronica sperò di aver capito male e gli si
avvicinò minacciosa: - Non avrai…
- … detto a Piz del nostro bacio? –
completò lui – Già.
La ragazza spalancò gli occhi: - Cosa… Ma
perché…? Non ci posso cred…
- Volevo solo dirgli che era colpa mia! – esclamò
Logan alzando il tono di voce.
- Cosa? Perché? – ribattè lei stupita.
Proprio non riusciva a capire.
Lui scrollò le spalle. La verità sarebbe stata
troppo amara; non per lei, quanto per lui. Non se la sentiva di esporsi
così tanto, di ammettere che l’aveva fatto ancora
una volta per lei. Non dopo averle detto che la rivoleva ed essersi
sentito rispondere semplicemente “No”.
- Non so perché l’ho fatto. E poi, ripeto, pensavo
che tu gliel’avessi già detto. – rispose
finalmente in tono piatto, distogliendo lo sguardo.
- Beh, no. Non l’avevo fatto. Stavo… aspettando il
momento giusto.
- Come no! – esclamò il ragazzo ritrovando il suo
naturale sarcasmo – La grande e incorruttibile Veronica che
fa qualcosa di immorale? – le sorrise di nuovo spavaldo
– Sono piacevolmente sorpreso.
Lei lo guardò gelida: odiava quando faceva così,
quando la feriva volontariamente, puntando sempre ai suoi punti deboli,
diventando quasi un estraneo… proprio lui che non lo era mai
stato. Che non avrebbe mai potuto esserlo.
- Tu tiri fuori il peggio di me. – disse tutt'a un tratto,
osservando un lampo passare negli occhi di lui appena smise di parlare. Non avrebbe voluto
fargli questo, ma sapeva che era inevitabile questo gioco tra loro due.
D’altra parte, le persone che ami sono quelle che ti riescono
a ferire di più. E Veronica sapeva bene che quel gioco al
rialzo, a chi faceva più male all’altro, non
sarebbe mai finito.
- Divento la persona peggiore che potrei essere, quando sto vicino a
te. - rincarò la dose ma se ne pentì subito,
vedendo un sorriso maligno comparire sulle labbra di Logan. Poi, lui
ridacchiò: - Certo. E che cosa potrebbe mai fare quello
stronzo di Logan Echolls se non corromperti e farti deviare dalla retta
via?!?
Allargò le braccia e la guardò, poi
continuò sarcastico e irritato: - È
l’unica cosa che so fare, giusto? Rovinare tutto. Rovinare
anche te, miss perfezione.
Veronica sentì gli occhi pungere, non solo per quello che
lui le stava dicendo e per come lo diceva, ma anche perché
sapeva di averlo ferito e provocato a sua volta. Tentò di
rimediare, pur sapendo che ormai le speranze erano poche:
- Non dicevo questo, non fare il bambino… Non sei tu: siamo
noi, ins…
- Risparmiatelo, Veronica. Se volessi stare con me non cercheresti
tutte queste scuse stupide. Ma non è così,
perciò… puoi semplicemente risparmiartelo. - fece un sorriso tirato e qualche passo
all’indietro; il tempo di farle una specie di saluto militare
ed era sparito dietro ad un angolo.
Veronica sbuffò, poi prese con gesti adirati il cellulare dalla tasca e compose a
memoria il numero di Piz: lasciò squillare il telefono una
decina di volte, prima di capire che lui non avrebbe risposto.
Riprovò la seconda volta e poi la terza, sempre rimanendo
davanti alla porta di camera sua, per una sorta di superstizione
infantile e illogica. Stava per rinunciare, quando il telefono
iniziò a suonare e sul display si illuminò la
scritta “numero sconosciuto”.
N.D.
Summer
Ehi. Lo so, lo so:
il capitolo è cortino e non tanto esplicativo... anzi,
aggiunge solo dubbi: chi sarà il "numero sconosciuto"?
Ma vi aspettavate che vi svelassi tutto subito (subito?!?!)? Ehe, no,
no. :P
Scherzo dai! I prossimi capitoli saranno un po' più corti
magari, ma cercherò di aumentare il ritmo, visto che ci
stiamo avvicinando alla fine... Lo so, lo dico sempre e ormai non mi
crederete
piùùùùùùù
:(
Per farmi perdonare, un piccolo spoiler sul prossimo capitolo: come avete letto Veronica andrà in un locale (il Gobler's, che tra l'altro è una storpiatura del Dobler's Bar, il pub dove si ritrovano sempre i protagonisti di Greek... Lo so, sono telefilmomane. Ma quel telefilm mi ha ispirato per molte scene di questa ff, quindi ho voluto rendergli "omaggio" xD) in cui ci sarà serata-karaoke...
Ebbene, qualcuno canterà! Chissà chi ;)
Scusate anche se la volta scorsa non ho risposto alle recensioni, stavolta
che ho un po' di tempo lo faccio che mi diverto... :D
@ Dragon88:
Sisi, bravo Wallace! Però diciamo che mi è sempre
sembrato tipo da fare di tutto per certe ragazze (prima di tutte per
Veronica!)... e poi non è mai stato troppo amico di Logan...
E, sì, Lori è "libertina", ahahahah! Pensavo che
Logan per svagarsi e non dover pensare troppo dovesse scegliersi una
ragazza... semplice (per non dire facile!), senza troppe pretese
cervellotiche...
@ Suomi:
Ormai mi sembra quasi che Mac&Dick stessero insieme anche nella
serie vera, tanto ci ho rimuginato! E per quanto riguarda Trudy...
eheh, ancora un po' di pazienza!
@ Sghisa:
Inaspettatissimo anche per me... è una cosa che ho inserito
quasi all'ultimo momento, mi si è accesa una lampadina! Ma
presto si spiegherà tutto!
@ kyo250:
Beh, anche Veronica brancola nel buio ancora, nonostante qualche
intuizione geniale... quindi voi lettrici siete in buona compagnia!
Grazie per esserti iscritta alla pagina su Fb, so che è una
pazzia xD
Summer
Rain's Story
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Capitolo 19 *** Sugar plum ***
Sugar plum
Veronica schiacciò di getto il tasto di risposta
ed esclamò: - Pronto? – ancora prima che il
cellulare fosse attaccato al suo orecchio.
- Ehi, big V, che fine hai fatto?
La voce di Weevil le risuonò squillante nel cervello, ma
l’unico pensiero che riuscì a formulare, quasi con
sollievo, fu “Non è Piz”. E quello
subito successivo “Weevil?!?”.
Lui continuò senza aspettare che lei desse un qualsiasi
segnale di vita:
- Credevo che dopo la gita all’Fbi mi avresti
chiamato… se non per arrestarmi, almeno per ringraziarmi per
il favore che ti ho fatto…!
Veronica cercò di concentrarsi e vagliò
mentalmente le possibilità: Weevil poteva essere ubriaco,
oppure poteva essere ubriaca lei… Magari pensava di aver
chiamato un’altra Veronica… ma no, se si trattava
di favori aveva fatto di sicuro il numero giusto.
- Ehm… - rispose, incapace di formulare una risposta
coerente.
- Allora, almeno mi vuoi dire di cosa si trattava? – la
incalzò lui. Stavolta lei pensò rapidamente a
come poteva giocarsi al meglio quella situazione e alla fine rispose
decisa e con il solito tono vivace: - No! Com’è
andata, comunque?
Sparando alla cieca, sperava di ottenere più dettagli su
quel mistero; per fortuna, Weevil era in vena di chiacchiere:
- Tutto bene, come al solito. Nessun problema a portarlo via,
è stato abbastanza docile.
Veronica cercò con un certo sconcerto di ricordare quando
era stata l’ultima volta che aveva chiesto a Weevil di rapire
qualcuno, non trovando una risposta. Quello continuò ancora:
- L’unico momento un po’ pericoloso è
stato quando hanno visto entrare un uomo… per
così dire, “virile” come me in quel
posto così chic, per di più con una gabbietta
rosa in mano… Spero che non mi abbia visto nessuno, V:
altrimenti la mia reputazione…
Veronica lo interruppe con una mezza risatina ed esclamò: -
Ah, bene Weevil! …allora grazie mille! Ora ti devo salutare,
ho…
- … qualcosa di importante da fare. Stammi bene, V. Ma, la
prossima volta che devi farmi fare una figuraccia, almeno chiedimeli tu
i favori, invece di nasconderti dietro ai tuoi piccoli
schiavi… - ridacchiò e poi riattaccò,
lasciando Veronica di stucco.
Veronica aveva atteso quella serata con impazienza crescente, non
perché adorasse il karaoke (anche se in effetti…)
ma perché sentiva che molte cose si sarebbero risolte.
Innanzitutto, Wallace doveva finire il suo racconto su Lori e Trudi e
qualunque altro personaggio o animale fosse coinvolto in quella storia.
Ora che Weevil le aveva dato qualche informazione in più
pensava di aver messo insieme i pezzi del puzzle, ma non ne era ancora
certa. A complicare le cose, almeno nella sua testa, Piz non aveva
risposto alle sue chiamate e lei non sapeva cosa avrebbe dovuto fare.
Per fortuna, almeno Logan quella sera non ci sarebbe stato: dopo aver
lasciato Lori per telefono, aveva detto a Dick, non se la sentiva
proprio di uscire e sarebbe stato a casa, o meglio, nella sua nuova
camera nel dormitorio del college.
Veronica pensò a quanto fosse strano ricevere notizie di
Logan attraverso Mac e proprio in quel momento la vide trotterellare
felice verso di lei. Si erano date appuntamento fuori dal locale dove
Veronica avrebbe dovuto incontrare Wallace e Mac si era detta
entusiasta dell’idea di uscire un po’. A Veronica
questo era sembrato strano, ma non aveva detto niente: vederla
così allegra non era cosa da tutti i giorni, quindi non
aveva assolutamente intenzione di lamentarsene. Neanche se la causa
della sua allegria era Dick.
Entrarono e dopo aver ordinato da bere al bancone del bar si rivolsero
verso il palco, dove un ragazzo stava eseguendo una versione non molto
intonata di “All by myself”. Veronica
rabbrividì e penso che sarebbe stata meglio un po’
di sana conversazione:
- Allora, hai parlato con Dick?
- Sì… - rispose l’altra vaga.
- E quindi?
- E quindi – Mac fece un sorriso a trentadue denti
– usciamo insieme. Ma per ora non vogliamo dirlo troppo in
giro…
- Lui non vuole dirlo in giro…? – chiese
sospettosa, ma l’altra la rassicurò:
- No, io. Non sono ancora pronta ai pettegolezzi e lui ha detto che era
d’accordo, anche se non ne era entusiasta. Veronica
tentò di nascondere il suo sconcerto, ma dopo pochi secondi
non ce la fece più a trattenersi: teneva troppo a Mac per
lasciarsi andare a facili entusiasmi. Soprattutto se si trattava di
Dick.
- Quindi hai deciso di fidarti del cattivo ragazzo?
- Ho paura di non avere più molta scelta… -
rispose Mac arrossendo – Però, sì, mi
fido.
Veronica si girò di nuovo verso il palco e notò
subito in un angolo al di sotto di questo una ragazza carina che stava
parlando proprio con… Dick. All’orecchio. Ridendo.
Si girò preoccupata verso Mac, il cui sguardo rivolto nella
stessa direzione si era un po’ indurito. Nel frattempo, la
ragazza con la chitarra sul palco smise di cantare e le due videro con
non poco sconcerto Dick salire sul palco, insieme alla ragazza carina
di poco prima. Veronica tirò un rumoroso sospiro di sollievo
quando questa si avvicinò al microfono ed evidentemente
essendo la presentatrice della serata, esclamò:
- Grazie mille Shanna per la tua versione di “Come in with
the rain”! Ora, un bell’applauso per Dick
Casablancas!
Dick si posizionò con un sorriso davanti al microfono,
mentre Mac imbarazzata assumeva un colorito pallido per il malinteso di
poco prima, vedendolo lì sul palco.
Non ebbe tempo di riprendersi dalla sorpresa, perché Dick
iniziò a parlare:
- Vorrei dedicare questa canzone ad una persona… Per
dimostrarle che per me è speciale e che questa volta, forse
per la prima volta, non rovinerò tutto…
Mac sbiancò ancora più di prima: in pochi secondi
aveva pensato che Dick avrebbe tradito la sua fiducia, sbandierando ai
quattro venti, per di più da un palco, la loro
relazione… o, ancora peggio, un’altra relazione,
magari con la presentatrice.
E invece…
Partì una base musicale e Dick iniziò a cantare
una strana canzone dal sapore decisamente country; le guance di Mac a
poco a poco tornarono del loro colore naturale, per poi passare
repentinamente ad un rosa intenso, mentre gli occhi le brillavano.
I wish I was a apple
hangin' in a tree
And everytime my
sweetheart passed
She'd take a bite off me
She told me that she
loved me
She called me sugar plum
She threw her arms
around me
I thought my time had
come
Get along home,
Cindy-Cindy
Get along home,
Cindy-Cindy
Get along home,
Cindy-Cindy
I'll marry you sometime
- Ciao Mac! – esclamò una ragazza passandole
davanti.
- Ehi Mac, tutto bene? – le fece un’altra,
facendole un cenno con la mano.
Mac si limitò a fare un cenno di saluto, sussurrando a
Veronica: - Compagne di corso…
- Tu sai chi sia questa Cindy di cui canta Dick? – chiese una
delle ragazze all’altra, mentre si dirigevano verso il bar.
- Non ne ho la più pallida idea. Peccato, lui è
così carino! – rispose l’altra,
arricciando le labbra. Mac, che aveva sentito tutto, sorrise beata e
poi si mise ad ascoltare la canzone di Dick, che in quel momento
incrociò il suo sguardo e le fece l’occhiolino.
Veronica stava ancora, quasi suo malgrado, sorridendo a causa di Mac
quando vide Wallace entrare dalla porta del locale, seguito da un paio
di amici. Si diresse decisa verso di lui senza dire una parola,
contando sul fatto che Mac non si sarebbe comunque accorta della sua
assenza, presa com’era da Dick.
- Weevil, eh? – esordì non appena gli fu
abbastanza vicina. Wallace le sorrise colpevole:
- Avevo bisogno di qualcuno che portasse Trudy al canil…
voglio dire, al Pitz.
- Una persona che non c’entrasse niente, una che la ragazza
alla reception non avrebbe riconosciuto in futuro… Di sicuro
non potevi portarlo tu.
- Temevo che mi avresti chiesto di aiutarti con le indagini.
– fece lui ironico, piegando la testa da un lato.
- Sai che senza di te sono persa! – replicò lei
nello stesso tono, poi lo prese sottobraccio: - Allora, ci sediamo e mi
racconti tutto dall’inizio?
Trovarono quindi due posti su degli sgabelli alti vicini ad un tavolino
e Wallace, dopo un’occhiataccia di Veronica,
iniziò a parlare:
- Weevil non ha fatto una piega, sai, quando gli ho detto che il favore
serviva a te. Se gliel’avessi chiesto per me ho idea che mi
avrebbe bruciato vivo.
- Nah! – disse Veronica facendo spallucce: - È un
tenerone, Weevil.
- Beh, comunque… non ho voluto rischiare.
- Ok, ma cominciamo dall’inizio. Tu baci Lori…
- Sssssh! – fece Wallace allarmato, guardandosi intorno.
- Logan non c’è, stasera. Gli hanno assegnato un
alloggio qui al dormitorio e penso che stasera dovesse portarci un
po’ della sua roba…
- Oh, bene.
Wallace era decisamente sollevato e quasi si dimenticò di
cosa stavano parlando, ma Veronica glielo ricordò
fulminandolo di nuovo con lo sguardo: ormai moriva dalla
curiosità.
- Allora, ho, ehm, baciato uhm chi… chi-sai-tu…
- Lori.
- Si, ecco lei e… lei mi disse che Logan non doveva
sapere niente ed io ero deciso a tenere la bocca chiusa… In
fondo io e lui non siamo amici e poi non è successo niente
di grave…
Veronica aveva ancora la bocca aperta per lo stupore: - Niente di
grave?!?- le sfuggì un risolino – Hai baciato
Lori…!
- Sssssh! E questa non è nemmeno la cosa peggiore.
N.D.
Summer
Sono sicura che dopo questa
mi picchierete!!! Ma come perchè? Ho lasciato tutto in
sospeso ancora una volta... :P
Manca un solo capitolo dopo questo... un capitolo in cui tutto
avrà di nuovo un senso...
Intanto, non ci sono nè Logan nè Piz, il che vuol
dire che nel prossimo
capitolo........................................... boh!
Chissà! xD
In compenso alla mia crudeltà comunque ho aggiornato in
frettissima, cosa che non è assolutamente da me, nono. :P
Quindi apprezzate lo sforzo (!) e se vi va commentate (anche i capitoli
vecchi se avete qualcosa da dire, che tanto io leggo lo stesso) che mi
fa come sempre un piacere immenso *-*
Per lo scorso capitolo, ringrazio tuttissimi ed in particolare Dragon88 (ma come
sono crudele, niente "volemose bene" ancora!!!), Suomi (già,
classico litigio loro... ma io li adoro anche quando fanno
così!), kyo250
(come vedi questa volta non è stata V a
cantare... ma Dick! o.O) e bale86
(non ancora, non ancora... abbi fede :P).
NOTE:
La canzone che canta Dick è "Cindy Cindy",
cantata tra gli altri dal <3 Ricky Nelson + Dean Martin nel film
Rio Bravo... L'ho visto in questi giorni per motivi universitari e dato
che citavano la nostra Cindy MacKenzie mi sono detta...
perchè no? E poi mi faceva straridere pensare a Dick che
cantava una canzone così...!!! xD
Summer
Rain's Story
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Capitolo 20 *** Stay ***
Aftermaths
Nella puntata precedente:
- Allora, ho, ehm, baciato uhm chi…
chi-sai-tu…
- Lori.
- Si, ecco lei e… lei mi disse che Logan non doveva
sapere niente ed io ero deciso a tenere la bocca chiusa… In
fondo io e lui non siamo amici e poi non è successo niente
di grave…
Veronica aveva ancora la bocca aperta per lo stupore: - Niente di
grave?!?- le sfuggì un risolino – Hai baciato
Lori…!
- Sssssh! E questa non è nemmeno la cosa peggiore.
***
- Wallace! C’è di peggio?!? –
esclamò la ragazza. Lui sospirò piano e
continuò la sua confessione:
- Lori mi implorava di non dire niente a Logan ed io…
- … fammi indovinare. L’hai ricattata e le hai
chiesto di far sparire Trudy...
- Ehi, sei brava! Comunque "ricattata"… io preferisco il
termine “barattare”. Comunque sì, le ho
detto che avrebbe dovuto fingere il rapimento del suo cane e trovare
qualcuno che prendesse la colpa. I suoi genitori si sono offerti di
recitare questa parte, tutto perché Logan non sapesse niente
e non lasciasse la loro bambina. A quanto pare loro tengono molto a
lei. E lei a Logan…
- Così tanto che si è ubriacata e ha baciato un
altro quasi sotto i suoi occhi. – replicò lei
sarcastica; poi, rendendosi conto di essere stata troppo acida senza
motivo apparente, aggiunse con noncuranza – …ma io
non posso giudicare, non la conosco.
Wallace la guardò di sbieco e continuò:
- Comunque tutto era andato liscio: tu avevi trovato i finti colpevoli
e non sospettavi di niente… Certo, pensavo che Lori fosse
una brava attrice, con tutti i corsi di recitazione che
segue… e invece ha fatto quella scenata patetica…
convincente, forse, ma un po’ troppo sopra le
righe… E devo ammettere che mi è dispiaciuto
vederla trattare così i suoi genitori… anche se
era solo per finta. Sono davvero carini, se riesci a passare sopra al
loro bisogno maniacale di perfezione…
- Wallace! Torniamo al punto! ... quindi... hai studiato tutto questo
piano… per… per… - Veronica
rimuginò per qualche secondo, poi si diede per vinta: -
Perché?!?
Wallace abbassò gli occhi, abbassando leggermente anche la
voce quando rispose: - Ti ho vista abbattuta da quando sei tornata
dallo stage e così… ho costruito un caso
abbastanza semplice, in modo che tu potessi risolverlo e tornare a
credere in te stessa…
Veronica sentì il cuore stringersi nel petto: il ragazzo che
aveva davanti era il migliore amico che si potesse mai desiderare, il
migliore che avesse mai avuto. Sorrise.
- Nonostante tutto… sai, il bacio con Lori,
l’averlo tenuto nascosto a Logan, e il fatto di avermi presa
in giro… sono fiera di te! Era veramente un piano con i
fiocchi!
Gli fece l’occhiolino e lo abbracciò di slancio;
quando si staccò però continuò
sospirando:
- E allo stesso tempo… non sai che danno hai combinato.
Wallace sembrò non capire e Veronica pensò che
sarebbe stato imbarazzante dovergli spiegare tutto quello che era
successo, quindi sperò che non volesse saperlo. Invano.
- Cosa vuoi dire? - chiese quello aggrottando le sopracciglia.
- Be', - riprese lei sospirando - non sto di certo dando la colpa a te,
ma è anche un po' a causa di tutto questo trambusto con il
caso di Lori che… Insomma, Lori era la ragazza di Logan,
è normale che io e lu…
- Lori ERA la ragazza di Logan?!? ERA?!? – esclamò
Wallace spaventato.
- Sì, “era”… -
chiarì Veronica; poi vedendo l’espressione del
ragazzo si affrettò ad aggiungere – Ma non certo
per colpa tua, se mai per colpa mi…
- Colpa di chi? - le disse quello distratto da qualcosa in lontananza -
Oh, guarda è arrivato Piz! Piz, siamo qui! – quasi
urlò, facendo segni con le mani al ragazzo che era appena
entrato dalla porta. Questo faceva bella mostra di uno sguardo truce,
che troppo spesso indugiava sul pavimento mentre si avvicinava a loro e
che rivelava troppo i suoi pensieri.
Wallace però sembrò non notarlo:
d’altra parte, pensò Veronica, lui non sapeva
ancora niente di lei e Logan. O di lei e Piz.
- Ehi, amico… Sei venuto alla fine! –
esclamò beatamente ignaro ed entusiasta quando Piz si fu
fermato davanti a loro, rivolgendogli un sorrisino tirato ed ignorando
bellamente Veronica.
La ragazza trasse un respiro profondo e guardandolo negli occhi chiese:
- Possiamo parlare da qualche parte?
L’espressione piatta di lui non cambiò
minimamente: - Non credo che sia molto da dire.
- Piz, per… per favore. Voglio solo parlare. –
fece per toccargli per un braccio ma lui si scostò: quando
però lei scese dalla sedia, Piz si spostò un
po’ più in là, dandole modo di trovarsi
faccia a faccia con lui, un po’ distanti da Wallace che li
guardava senza capire.
Veronica esordì quasi in un sussurro: - So che…
Logan è venuto da te.
- Ah, bene, ti ha detto anche questo. – replicò
lui con la voce dura appena sfumata di un ironia triste.
- Mi ha… chiamato. Era preoccupato…
- Veronica, non giriamoci troppo intorno. Tu sapevi che
sarebbe successo. Tu sapevi tutto dall’inizio. Sapevi di
voler stare ancora con Logan, ma hai pensato “Ehi,
perché nel frattempo non spezzo il cuore a qualcuno, tanto
per passare il tempo?”…
Il suo tono sarcastico la ferì, ma ancora di più
lo fecero i suoi occhi che mandavano lampi di rabbia: - Sai che non
è così Piz, io ho pensato davvero che
tu… Io penso ancora che tu…
- È un vero peccato che tu non sappia riconoscere
un’illusione quando ne vedi una. Perché questa
– alzò la voce mentre indicava prima se stesso e
poi Veronica – questa è un’illusione.
È sempre stata un’illusione e se tu ancora non te
ne sei accorta, mi dispiace tanto per te e per chiunque
verrà dopo di me! Io… - sbuffò
sdegnato, come se quelle parole non avessero voluto uscirgli di bocca -
… io ci credevo. Io pensavo che tu fossi sincera, che ci
avresti provato sul serio… Ma adesso vedo tutto
più chiaramente…
Fece un ghigno cattivo e le si avvicinò, sfiorandole una
guancia con un dito: lei avrebbe voluto ribattere o perlomeno dire
qualcosa, ma aveva un nodo in gola che le impediva di emettere
qualsiasi suono che non fosse un gemito sommesso.
E poi arrivò la coltellata nel cuore.
- Nessuno ti potrà mai amare, Veronica.
L’aveva detto con tutta la naturalezza del mondo, eppure era
come se il terreno sotto i piedi di lei si fosse aperto e
l’avesse inghiottita, lasciando solo il vuoto dove una volta
era il suo corpo.
- Io ci stavo provando… - continuò ancora lui,
gli occhi vacui - …ma tu lo rendi troppo difficile.
Sorrise amaro: ora non sembrava più arrabbiato, solo
rassegnato.
– L’unico che ti può capire
è… - allargò le braccia in segno di
resa - …beh, tanto vale che lo dica. Logan.
- Ma, sai una cosa? – aggiunse improvvisamente duro come poco
prima - Non funzionerà neanche con lui.
Sorrise, prima di sferrare l’ultimo colpo; ma non
c’era gioia su quel viso quando pronunciò quella
frase:
- Perché lui è esattamente come te: impossibile
da amare.
Veronica strinse forte i pugni, sentendo le unghie conficcarsi nella
pelle dei palmi delle mani. Stava combattendo per non piangere, per non
far arrivare quelle parole dritte al suo cuore, per non permettere a
lui o a tutti gli altri di vederla così, per non dargli
ragione.
Strinse i denti, ma una lacrima non autorizzata le scivolò
ugualmente su una guancia.
Piz, osservando gli occhi di lei che si inondavano a poco a poco di
lacrime, cambiò lentamente espressione: non aveva
più lo sguardo duro di poco prima, ora la guardava confuso e
vagamente preoccupato, come se anche lui non credesse di essere stato
capace di pronunciare quelle parole. Come se, poco prima, fosse stato
un'altra persona, una persona che non avrebbe voluto essere.
Fece un passo verso di lei, quella distanza tra loro lo uccideva ancora
di più di vederla così per colpa sua:
- Scusami, ho esagerato, non volevo dir…
Lei però non gli diede neanche il tempo di finire quella
frase e corse via, lasciando dietro di sé alcune lacrime che
non era più riuscita a trattenere e che volarono nel vento
seguendo la sua scia.
Piz la guardò andare via, ancora scosso, senza inseguirla e
senza nemmeno riuscire ad abbassare la mano che aveva alzato per
cercare di fermarla.
Veronica correva, senza rendersi conto di dove stesse andando.
E se le parole di Piz fossero state vere? Se lei fosse stata realmente
stata impossibile da amare?
La ragazza cercava più che poteva di tenere quei pensieri
lontani dalla mente, ma non ci riusciva. In fondo, Piz non era che
l’ultimo di un lungo elenco di persone che avevano insinuato
una cosa del genere su di lei. Ma, prima di sentirle pronunciare da lui
ad alta voce, erano solo un suo pensiero non confermato, che poteva
benissimo rinchiudere in un angolo della coscienza. Ora che
però non poteva più fingere di non temerle,
quelle supposizioni erano come un martello che colpiva a tratti il suo
cuore e non le permetteva di respirare normalmente. Cercò di
smettere di singhiozzare e si asciugò qualche lacrima,
mentre rallentava la sua corsa fino a fermarsi nel bel mezzo del
corridoio di chissà quale edificio del campus.
Si abbandonò contro il muro e scivolò
giù piano, fino a ritrovarsi seduta sul pavimento.
Continuò a piangere, ormai quasi in silenzio,
finché la porta della stanza di fianco a lei non si
aprì: con la coda dell’occhio vide un paio di
scarpe maschili fermarsi sulla soglia. Poi, sempre fissando il
pavimento, intravide con la vista appannata dalle lacrime qualcuno che
si sedeva per terra, accanto a lei.
If I promise not to fight
at least not tonight
would you stay the night?
Logan le mise un braccio attorno alle spalle e prese ad accarezzarle i
capelli, leggermente impacciato. Lei non ebbe bisogno di alzare lo
sguardo per capire che era lui: lo sentiva dal suo profumo, dal suo
calore, dal modo in cui l’aveva abbracciata. Non
alzò lo sguardo neanche quando lui le sussurrò in
un sospiro: - Veronica...
If I was sincere
whispered my
fears
would you
still be here?
L’abbracciò un po’ più forte
e le depositò un bacio lieve sui capelli, finchè
lei a poco a poco non smise di singhiozzare.
Poi, semplicemente, rimasero così, per un tempo infinito.
Would you stay?
Would you stay
with me?
N.D.
Summer
Dunque dunque. Qui si
conclude la storia! Vi ho svelato tutto: il caso di Trudy è
risolto, Veronica ha lasciato Piz (o Piz ha lasciato Veronica? Mah!) e
poi... be', dove avrebbe potuto andare se non da Logan? Che sapesse
dove si trovava la sua camera? Che sia stata una pura coincidenza? Non
lo so nemmeno io. Però mi piace pensare che sia valida la
seconda ipotesi, perchè in amore (anzi, in LoVe) un po' di
coincidenze ci sono sempre... è il mondo che dice a quei due
che devono stare insieme, insomma.
Lo so, lo so cosa state pensando... "Eeeeeeeeeeeh, ma che poco LoVe!
Abbiamo aspettato tutti questi capitoli e finisce così?!?
Buuuuu, fai schifo!" :P
Calma, calma! Ormai faccio tutto da sola...
Sappiate quindi che ho intenzione di pubblicare un epilogo, un altro
capitolo che mostri cosa è successo dopo tutta questa
storia... ;)
A presto, quindi. Baci!
NOTE (MUSICALI):
Spero che mentre leggevate abbiate cliccato sul link con scritto
"listen" dove c'è la prima citazione della canzone,
perchè mi piaceva l'effetto che fa se viene ascoltata mentre
si legge... proprio come se fosse la colonna sonora della "scena" ;)
La canzone è Stay di Michelle Featherstone e la trovate QUI
: è bellissima e romanticissima a mio modesto parere ma
anche struggente, per il modo in cui la cantante chiede ad un
fantomatico "lui" di rimanere con lei per una notte e gli elenca tutte
le cose che potrebbe fare per farlo restare. Guardando One Tree Hill
(lo sto vedendo ultimamente, mi ero persa alla prima serie e volevo
vedere se valeva la pena recuperare... ne vale la pena, almeno fino
alla terza serie.), ho scoperto che questa canzone è stata
usata anche lì, per il finale dell'ultima puntata della
prima serie... in ogni caso, quando ho pensato di metterla qui non lo
sapevo ancora, è stata una coincidenza carina :P
Grazie mille per il vostro sostegno costante, per i vostri complimenti
e per la vostra simpatia... Grazie a chi ha commentato praticamente
tutti i capitoli e grazie anche a chi ne ha commentato uno solo, o
nessuno... Grazie a chi mi ha aggiunto tra le ricordate, tra le
preferite e tra le seguite... Grazie.
@ Suomi:
Ehe, so di essere crudele... e me ne vanto pure! Sono senza ritegno! xD
Spero di essermi fatta perdonare: Piz è fuori dalle scatole
(Veronica non lo perdonerà MAIIIII
olèèèè), il caso
è risolto e Logan e Veronica... ehe. Vedremo l'epilogo...
@ Sghisa:
Visto cosa ha combinato Wallace? Ebbravo Wallace! Immagino che stando
così vicino alla Vero si imparino due o tre cosette!
@ bale86:
Mmmh, non ho dato una motivazione per il trasferimento di Logan al
campus: immagino solo che trasformerà la sua stanza in una
suite... e che l'abbia fatto magari per stare più vicino
a... qualcuno.
Dai, a Piz ho fatto fare una fine migliore (per lui)... ha solo fatto
la figura dello sfigato!!! :P
@ kyo250:
Anche a me mancherà!!! E mi mancheranno i vostri commenti!
Weevil non poteva non esserci... è uno dei miei preferiti!
Oddio, mi sa che sono tutti i miei preferiti in questo telefilm :S
@ Dragon88:
Presto, presto... in questo capitolo un assaggino, nell'epilogo... chi
lo sa?!? Weevil alla fine non sapeva niente, era un complice ignaro di
quel furbacchione di Wallace!!! xD
Summer
Rain's Story
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Capitolo 21 *** Ancora, sempre ***
Un ultimo piccolo
mistero… solo un nome non svelato, per un po’,
almeno.
Non uccidetemi :P
Ci vediamo in fondo :D
- Lo sapevi che sarebbe finita così, vero?
– le chiese Wallace all’improvviso.
Stavano tranquillamente seduti su una panchina del prato antistante la
biblioteca del college e parlavano, godendosi il sole del tardo
pomeriggio, di come si fosse risolto il caso di Trudy e... di tutto
quello che era venuto dopo. Il cielo era di un azzurro sereno e quasi
accecante e rifletteva alla perfezione lo stato d’animo di
Veronica, che stranamente non smetteva un attimo di sorridere.
- Certo che no... Che tu mi creda o no io ero in buona fede.
– replicò la ragazza con un briciolo di amarezza
che tuttavia non spense la brillantezza degli occhi.
- Lo so, Veronica, ti credo. – ammise Wallace con un sorriso
sereno: - Te lo devo, comunque, dopo che tu hai creduto alla mia di
buona fede.
- Be’, organizzare un caso degno di Veronica Mars non
è una cosa che tutti saprebbero fare... –
esclamò lei ironica, alzando un sopracciglio.
Sembrò riflettere un poco tornando seria, prima di dire:
– Non è una cosa che tutti farebbero. Non per me,
comunque.
- Be’ – disse Wallace alzando le spalle –
io non sono tutti, anzi! – rise alla sua maniera contagiosa.
Poi, sentendosi in dovere di aggiungere qualcosa, tornò
quasi serio e mormorò: – Voglio solo che tu sia
felice come meriti... Non mi importa con chi...
La ragazza lo guardò con tenerezza, poi tornò a
fissare un punto indefinito in lontananza:
- Stiamo diventando peggio dei personaggi di Beautiful.
Wallace scosse la testa divertito: - Sei davvero terribile, amica. Uno
cerca di dirti qualcosa di carino e tu non lo apprezzi nemm...
- Non cose carine per me, ma opere di bene, Wallace. Non hai ancora
imparato la lezione?!? – gli diede una gomitata scherzosa: -
A questo proposito, dovresti farmi un favo...
Wallace scoppiò a ridere e si alzò, mettendosi in
piedi davanti a lei: - No, no e poi no! Ma allora siamo tornati alla
solita vita! Ma allora sei tu che non hai imparato niente!
Veronica sorrise e fece spallucce: - Non è colpa mia se ho
ritrovato la fiducia in me stessa... – fece un occhiolino
nella sua direzione ed aggiunse con una smorfia: - …e il
bisogno disperato di soldi per mantenere il mio elevato stile di
vita... Sai, poter fare cose come mangiare, avere un tetto sopra la
testa…
In quel momento, come richiamati dalla sua presenza, entrambi girarono
contemporaneamente lo sguardo verso un ragazzo piuttosto alto che si
stava dirigendo verso di loro a passo lievemente impacciato.
Quando lo vide avvicinarsi sorridente, lo sguardo di Veronica si
illuminò ancora di più. Wallace volse lo sguardo
un paio di volte da lei a lui e viceversa; poi, vedendo che nessuno si
accorgeva più di lui, tossicchiò:
- Ehm, io devo, ecco... andare a... Beh, ci si vede! – e
sparì velocemente chissà dove, mentre sul suo
viso appariva un sorriso rivolto alla sua amica.
- Ehi... – disse Veronica rivolta al ragazzo, sentendosi
improvvisamente più serena e mansueta del solito.
Dopo tutto quello che avevano passato ultimamente, bastava che lui le
si avvicinasse soltanto per farle provare un senso di completezza, di
serenità e di calore che non aveva mai sentito prima.
Soprattutto, non con lui. Si trovò a pensare che se non
avessero avuto tutti quei problemi lei si sarebbe accorta prima di
quello che provava per lui, invece di continuare a negarlo agli altri
ed anche a se stessa. Per fortuna, gli ultimi avvenimenti le avevano
aperto gli occhi ed ora non poteva essere più felice di
quella situazione.
Veronica Mars felice? Doveva esserci qualcosa di sbagliato
nell’universo.
E felice non era nemmeno il termine esatto: estasiata, al settimo
cielo, perdutamente infatuata erano molto più consoni.
- Ciao... Cosa fai? – disse finalmente il ragazzo dopo quella
che nella mente di Veronica sembrò
un’eternità; eternità che
passò a contemplarlo quasi in estasi con
un’espressione ebete stampata sul viso.
- Niente di che, parlavo un po’ con Wa... – si
girò per cercare il suo amico, ma non lo trovò
più al suo fianco.
Imbronciata, si rivolse a lui che le disse divertito: - Se
n’è andato... Non te ne sei accorta?
- Strano. Uhm... – riflettè lei volgendo lo
sguardo intorno, come se credesse che Wallace potesse essersi nascosto
dietro qualche albero o sotto la panchina. Non era abituata ad essere
distratta ed assente, non come lo era stata negli ultimi giorni, da
quando tutto si era chiarito, anche nella sua mente.
E, cosa ancora più importante, nel suo cuore.
Veronica si era già chiesta mille volte in quei pochi giorni
come potesse un sentimento così saldo, deciso e potente
causarle tanta confusione. Si era però risposta con un muto
sorriso che non le dispiaceva di tanto in tanto permettersi il lusso di
stare sulle nuvole.
Riuscire a credere che non tutti mentissero.
Ancora, sempre.
Che lui non mentisse. Non lui.
Il ragazzo rise ancora : - Non sei questa grande investigatrice che
tutti dicono, allora... Ti fai scappare i testimoni da sotto il naso!
Veronica assottigliò lo sguardo: - O forse il mio
è tutta uno stratagemma per trovare il vero colpevole...
- Colpevole di cosa?!? – chiese lui colto alla sprovvista.
- Tsk, c’è sempre un colpevole,
c’è sempre “qualcosa”.
– affermò lei sicura ma sempre sorridendo
– Piuttosto, non dovresti essere a lezione?
- Di nuovo: non dovresti essere più sagace di
così? - rispose lui sarcastico e aggiunse: - Non ci sono
andato.
- Mmmh, credo che da oggi ti chiamerò Mr. Ovvio. –
esclamò lei, fingendosi infastidita - Intendevo
perchè non sei a lezione...!
- Non mi andava... – rispose guardandosi i piedi, come un
bambino colto con le mani nel barattolo delle caramelle.
Veronica lo guardò male e lui allargò le braccia
in segno di resa: - Sai chi segue quel corso...
Nel pronunciare quelle ultime parole, le aveva preso le mani e le
teneva semplicemente tra le sue, rigirandosi delicatamente tra i
polpastrelli le dita sottili di lei.
- E allora? Non lo seguirai più? – lo
incalzò ancora la ragazza: - Non mi sembra giusto che tu
debba compromettere la tua carriera scolastica per lui…
- Veronica Mars, paladina dei diritti degli studenti. Ti sta bene,
dovresti proporti per la carica.
- Non esiste nessuna carica del genere. – disse lei e gli
fece una smorfia.
- Be', dovrebbe esistere.
- Stai dicendo cose a caso per cambiare argomento... - lo
rimbeccò lei polemica: - Non capisco come tu possa pensare...
- Ti amo. – disse lui tutt’a un tratto, come se le
parole gli fossero sfuggite di bocca, guardandola con quello sguardo
limpido che aveva sempre quando diceva cose troppo belle, troppo
sincere per essere vere.
E lo disse come se avesse tenuto dentro quelle parole per troppo tempo
e come se alla fine fossero state sul punto di esplodere. Veronica
cercò di non sorridere, ma era come se tutti i muscoli del
suo viso complottassero contro quella decisione.
Sbottò quindi: - Lo dici solo perchè vuoi farmi
star zitta.
- No, amo anche quando non stai mai zitta. – sorrise lui
sereno e poi ripetè per quella che ormai era
l’ennesima volta in quei pochi giorni, anche se non sembrava
mai abbastanza: - Ti amo, Veronica.
La ragazza stavolta non riuscì ad impedire ai suoi occhi di
brillare alle parole di lui. Pensò che il modo in cui lo
diceva, la sua voce, i suoi occhi fissi su di lei non potevano non
farle mancare l’aria. Non potevano non farle girare la testa
e farle credere che sarebbe andato tutto bene.
Ancora, sempre.
Lui era l’unico che non avrebbe mai mentito. Lui era
l’unico che avrebbe potuto amarla, ma a lei andava bene
così. Decisamente bene. Fin troppo bene. Meravigliosamente,
incoscientemente, favolosamente bene.
Sorrise lievemente, sentendosi trasportare in alto da quella sensazione
di calore che solo lui le faceva provare, quella che si era dimenticata
di poter provare.
Farfalle nello stomaco.
- Ti amo anch’io, Logan. – disse piano quella
ragazza spesso spavalda, qualche volta presuntuosa e quasi mai sincera.
Quella ragazza che aveva imparato a mentire da troppo tempo, pur di non
essere ferita ancora.
Quella stessa ragazza che quando si trovava davanti a lui e a lui solo
sapeva ancora tremare, sentirsi indifesa e... amare. Quella stessa
ragazza che aveva sempre uno sguardo da dura, che sembrava sempre in
grado di cavarsela, che dava l’impressione di non essere mai
scalfita da niente.
La stessa che adesso guardava il ragazzo che le stava di fronte con gli
occhi lucidi, adoranti, persi in lui e con le guance leggermente
colorite. La stessa che non riusciva a pensare più a niente,
tantomeno a qualcosa di cinico o di acido, quando lui la guardava
così.
Quando lui la guardava.
Anzi, “quando lui” qualunque cosa.
Logan si sporse un po’ verso Veronica, avvicinando lentamente
le labbra alle sue.
- Stasera usciamo insieme?
- Chiaro, fidanzato.
- Epico.
Lei lo prese per mano e sorrise al quel suo nuovo modo di dire che
ormai aveva preso l’accezione di
“perfetto”, “ottimo”.
Quell’espressione che Logan usava spesso con un certo
divertimento, quella che quando lui la pronunciava, le faceva ancora,
sempre venire i brividi.
Ancora, sempre.
N.Finali
D.Summer
Rieccomi!! Epilogo,
ultimo capitolo di questa storia… sigh!
Sono stata cattiva
a non rivelare subito il nome del misterioso ragazzo che fa girare la
testa a V, ma penso che nessuna di voi abbia pensato che fosse Piz!!!
Non sono così incosciente! :P
Mmh, volevo dare un degno finale a questa storia, un epilogo dolce,
conclusivo... non sono troppo soddisfatta però...! Anche se
devo dire che per me questo tf è così geniale che
non so se esista un degno finale... tantomeno penso di essere in grado
di trovarlo io...!!!
Oltretutto non sono brava a scrivere di felicità e coppie
stabili... mi vengono meglio i drammi e le tragedie!!!
Detto questo, la storia finisce qui: mi mancheranno i vostri commenti,
mi mancherà la storia in sè, mi
mancherà Veronica, mi mancherà Logan... e
Trudy!!! Ebbene sì, mi mancherà anche lui!
@ Suomi:
Ehe, sono fissata con il sottofondo musicale alle "scene"!!! Grazie di
tuttoooooooo
@ ele85:
Ahahahah, Wallace è proprio un "furbacchione"!!! Eeeeeeh, lo
so che nel finale c'è poco LoVe, purtroppo a descrivere
certe scene sono in difficoltà!!! Mi trovo molto meglio a
pensarli quando litigano!!!
@ Dragon88:
Mi piace molto la tua spiegazione su come Veronica sia finita proprio
lì... ho lasciato la questione aperta proprio per
permettervi di pensarla un po' come credevate... anche così
poeticamente. :)
@ crows79:
Hai ragione, totalmente! Ho trovato anch'io che l'ultimo capitolo
(prima di questo) era... come dire... un po' impersonale...
L'ho scritto e riscritto, ma non riuscivo a renderlo "di Veronica" come
avrei voluto... anche perchè volevo proprio finire con
l'immagine di loro due e nessun pensiero nient'altro... In ogni caso mi
fa piacere che ti sia piaciuto comunque e spero che questo ripari in
parte le mancanze dell'altro!!! :)
@ kyo250:
Eeeeeh Wallace l'ho sempre visto molto dolce, soprattutto con
Veronica... quasi quanto Weevil xD
Dai., Pizzino si è tolto dai cocomeri xD e non ce lo
dobbiamo sorbire più... Grazie per i complimentiiiii
@ bale86:
Già, Wallace è stato grande e Piz... be' Piz ha
sbagliato... Oddio, Veronica ha baciato Logan, eh... C'è
anche da dire che Veronica ha sempre ragione... e poi in qualche modo
mi dovevo liberare di Piz!!! Se non altro per non farmi linciare da
voi!!! xD
Mannaggia anch'io sono triste!! Ah e comunque... no, mea culpa, non ho
mai approfondito il motivo per cui lo stage di Veronica era andato
male... In realtà ho immaginato che (come in ogni stage)
le avessero solo fatto fare fotocopie e scartoffie su
scartoffie... Mentre conoscendola (!) lei avrebbe voluto
passare subito all'azione!
@ FedeV:
Ma grazie!!! Era proprio quello l'effetto che volevo, anche
perchè nella mia testa la scena era così e con
quella canzone di sottofondo...! ... sono malata!!! Vedo troppi
telefilm :P
E per concludere... grazie a tutte...
davverodavverooooo!!!! Baci
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