Discendenza Diretta

di katyjolinar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1: la cerimonia di diploma ***
Capitolo 2: *** 2: il rapimento ***
Capitolo 3: *** 3. La storia si ripete ***
Capitolo 4: *** 4 : il duello e l'incubo ***
Capitolo 5: *** giornate di vita comune ***
Capitolo 6: *** un regalo speciale ***
Capitolo 7: *** Amore paterno ***
Capitolo 8: *** Un piccolo incidente di percorso ***
Capitolo 9: *** la reazione di Ryo ***
Capitolo 10: *** quando il destino si mette d'impegno... ***
Capitolo 11: *** ...fa le cose in grande stile! ***
Capitolo 12: *** tale padre tale figlio! ***
Capitolo 13: *** il bacio sotto il vischio ***
Capitolo 14: *** Mokkori a capodanno... ***
Capitolo 15: *** il ritorno di Ryoichi ***
Capitolo 16: *** il bambino malato ***
Capitolo 17: *** Nonno Ryo ***
Capitolo 18: *** la nascita di Ether e il matrimonio di Saeko ***
Capitolo 19: *** mia figlia si sposa ***
Capitolo 20: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** 1: la cerimonia di diploma ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Eccomi di nuovo qua con una nuova fanfiction su City Hunter!

Questa è la continuazione di Famiglia Saeba, per cui prima di leggere questa, vi conviene andare a vedere l’altra, perché sono collegate.

La storia inizia circa quattro anni dopo gli avvenimenti dell’ultimo capitolo di Famiglia Saeba. Mary è diventata parte attiva della società, e ora partecipa alle missioni.

Vi ricordo che qui Ryo e Kaori sono sposati da parecchi anni (quasi 11, precisamente), e hanno dei figli.

Ora vi lascio alla lettura della ff.

 

Capitolo 1

Era la fine di giugno. Tra i capannoni del molo 5 del porto industriale di Tokio due donne stavano camminando con fare circospetto, come se non volessero farsi vedere da qualcuno.

Si arrampicarono sul tetto di un magazzino. La più giovane, che poteva avere sui 19 anni, teneva a tracolla un grosso fucile di precisione, mentre la seconda, di 37-38 anni, sembrava apparentemente disarmata, e aveva solo un piccolo zaino sulle spalle.

La ragazza aveva lunghi capelli biondi, legati in una treccia, e indossava una gonna corta, una giacca in pelle nera e un paio di anfibi, mentre l’altra donna aveva i capelli più corti, che le arrivavano alle spalle, tenuti da un fermaglio, dietro la nuca, e indossava un paio di jeans e una giacca in pelle.

Le due donne erano Mary Saeba e sua madre Kaori Makimura.

Mary: – Bene! Da qui si vede perfettamente il luogo dove avverrà lo scambio. – disse, posando a terra il fucile e sdraiandosi in modo da poter vedere bene il panorama circostante.

Kaori si stese accanto a lei e prese un binocolo dallo zaino.

Kaori: – Spero solo che vada tutto bene e che tuo padre non si metta nei guai…

Mary: – Mamma, tranquillizzati, papà sa quello che fa. E poi abbiamo passato tutta la notte a ripassare il piano, sparerò al momento giusto, dopo che avrà dato il segnale.

Kaori: – Sei sicura di potercela fare?

Mary: – Mamma! Lo sai che non è la prima volta che uso questo fucile!

Kaori: – Lo so, ma tutte le volte che lo prendi in mano ho sempre paura che ti succeda qualcosa di brutto.

Mary: – Lo sai bene che sono l’unica in grado di usare quest’arma, a parte papà. Ti ho detto di stare tranquilla.

Intanto, nel piazzale sotto di loro aveva fatto la sua comparsa una monovolume bianca. Da questa scese un uomo sulla quarantina, di bella presenza, molto alto e muscoloso, con i capelli neri, leggermente brizzolati. Quest’uomo era Ryo Saeba, il padre di Mary, nonché marito di Kaori. (lo so, è un po’ strano immaginarsi Ryo brizzolato, ma in fondo il tempo deve passare anche per lui, no? NdA)

Si guardò intorno, per vedere dove si fossero appostate le due donne. Quando le vide, mosse le labbra come se stesse parlando, ma senza far uscire un solo suono.

Kaori lo guardava con il binocolo. In quei 19 anni in cui aveva lavorato insieme al marito (8 di convivenza tra la morte di Hideyuki e l’adozione di Mary, e 11 di matrimonio… NdA), aveva imparato a leggere il labiale.

Kaori: – Dice di stare attente e tenerci pronte. – riferì alla ragazza, che aveva appena finito di montare il cavalletto per poggiare il fucile.

Mary guardò attraverso il cannocchiale del fucile e, alzando la mano, per farsi vedere da Ryo, fece segno di ok.

Arrivò un furgone. Ne scesero alcuni uomini; uno di questi era tenuto sotto tiro dagli altri: doveva essere un ostaggio.

Quello che doveva essere il capo parlò:

Capo. – Hai portato le foto?

Ryo: – Sì, sono in macchina, ve le darò non appena l’ostaggio sarà liberato.

Capo: – Voglio vederle.

Ryo: – Va bene. – detto questo si girò e aprì la portiera, tirando fuori una valigetta. Intanto aveva dato il segnale alla figlia.

Kaori: – Tieniti pronta.

Mary: – Lo so, devo sparare non appena papà avrà passato la borsa e avrà portato al sicuro l’ostaggio.

Ryo aprì la valigetta, mostrando il contenuto all’uomo.

Ryo: – Soddisfatto? Ora lascia libero Kuji e avrai le tue foto.

Il capo fece segno agli altri di lasciare libero l’uomo, e loro obbedirono. Poi l’ostaggio cominciò a camminare in direzione di Ryo, seguito dal capo della banda, che doveva prendere la valigetta.

Ryo gli consegnò la borsa.

Capo: – È stato un piacere fare affari con lei, city Hunter!

Si sentì uno sparo, e il malvivente si accasciò a terra, colpito in pieno petto da Mary. Ryo tirò fuori la pistola e iniziò a sparare colpi a raffica e, con l’aiuto della figlia, dopo poco l’intera banda era stata sterminata.

L’ostaggio, che si era nascosto dietro la monovolume, al cessato pericolo uscì di nuovo fuori e andò da Ryo, per ringraziarlo.

Kuji: – La ringrazio, signore. Ma come ha fatto?

Ryo: – Niente di più semplice: mi sono fatto aiutare dalla mia bambina.

Kuji: – La sua bambina?

Ryo: – Sì, mia figlia. Ora gliela presento. Salga in macchina.

Salirono sulla monovolume e andarono a recuperare le due donne, che nel frattempo erano scese dal tetto. Ryo le fece salire, poi le presentò all’uomo.

Ryo: – Signor Kuji, questa è Kaori, mia moglie.

Kuji: – Incantato di fare la sua conoscenza, signora. – disse, facendole un galante baciamano.

Ryo: – E lei è mia figlia Mary. Nel nostro ambiente è conosciuta come Ice Eyes, perché i suoi occhi diventano come di ghiaccio, quando tiene in mano un’arma da fuoco.

Kuji: – Capisco il suo soprannome! – disse, ammirando i bellissimi occhi blu della ragazza.

Ryo: – Ora andiamo a casa: la sua fidanzata la sta aspettando!

Kuji: – Quindi voi tre sareste City Hunter?

Kaori: – Sì, la sua fidanzata si è rivolta a noi, non appena ha saputo del suo rapimento.

Kuji: – Vi ringrazio di cuore. – poi guardò la ragazza. – Ma tu non sei un po’ troppo giovane per essere un tiratore scelto?

Mary: – In effetti sì… basta che non lo va a dire in giro.

I quattro continuarono a chiacchierare per tutto il tragitto.

Kuji era un fotografo famoso che, poco tempo prima, si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, e aveva scoperto e fotografato un traffico illecito di opere d’arte rubate, e un omicidio legato a quest’ultimo. Era stato scoperto ed è dovuto fuggire, e aveva affidato foto e negativi alla fidanzata Mikami, prima di essere rapito, che, dopo aver saputo tutta la faccenda, aveva deciso di rivolgersi a City Hunter, per liberare il fidanzato.

Arrivati a casa fecero scendere Kuji.

Ryo: – Spero che i bambini le piacciano…

Kuji: – Perché? – non aveva capito il senso di quella frase.

Mary: – Perché io non sono figlia unica: ho altri 10 fratelli più piccoli.

Kaori: – …E oggi ci saranno anche altre due bambine, figlie di amici, che sono rimasti con la sua fidanzata, per sicurezza.

Kuji era sbalordito: aveva appena capito il motivo del soprannome che aveva la parte maschile di City Hunter.

Entrarono in casa. Una bella donna con i capelli neri corse incontro a Kuji, appena lo vide entrare: era Mikami.

Mikami: – Kuji! Sei proprio tu? Pensavo di averti perso…

Miki: – Glielo dicevo io che i miei amici sono dei professionisti che mantengono le promesse fatte!

La donna era spuntata da dietro, teneva in braccio una bimba di sette anni e vicina un’altra di nove, le figlie Reika e Kaori.

C’era anche Umi, che in quel momento stava giocando con i figli di Ryo, ed era sommerso da quelle 10 piccole pesti.

Ryo: – Kuji, le presento Umi e Miki, due miei vecchi amici, con le loro figlie, Kaori e Reika. Gli altri bambini sono i miei figli: Maki e Hideyuki, di quasi 11 anni, Miki, 9 anni, Kenji, 8 anni, Yoko, 7, Yami, 5, Takeshi e Shan In, 3, è Sayuri e Hayato, i più piccoli, di appena un anno. (lo so, ho esagerato a dar loro 11 figli, compresa Mary, ma serve per mantenere la fama di Ryo… NdA)

Mikami: – Sono stata con loro mentre i signori Saeba venivano a liberarti.

Kaori: – Spero che i bambini non abbiano creato troppo disturbo…

Mikami: – Oh, non si preoccupi, signora: sono una maestra d’asilo, e sono abituata a stare in mezzo ai bambini! E poi i suoi sono adorabili, li state tirando su molto bene!

Ryo: – Il merito va tutto a mia moglie, i bambini hanno preso tutto da lei!

Mary: – Papà, qualcosa hanno preso anche da te. Lo sai cosa mi ha detto una delle insegnanti dei gemelli, l’ultima volta che sono andata a prenderli a scuola?

Ryo: – No, cosa?

Mary: – Che i tuoi figli, durante l’intervallo, si divertono a guardare sotto le gonne delle compagne di classe.

A sentire questo, Kaori aveva tirato fuori un martello da 500 t e lo aveva rotto in testa al marito.

Ryo: – Ahi! Ma cosa centro io? Sono Maki e Yuki che devono essere martellati, non io…

Kaori: – No, caro. Tale padre, tali figli!

Così iniziarono a litigare.

I due clienti, mentre i due coniugi litigavano, imbarazzati, decisero di togliere il disturbo. Mary li accompagnò alla porta. Prima di andarsene, Mikami le diede un assegno da 375 mila yen (circa 2500 euro NdA), e disse:

Mikami: – Grazie di tutto. Questo è il compenso pattuito per i vostri servizi.

Mary: – Grazie a voi! Se avrete ancora bisogno di noi, sapete cosa fare.

Era appena terminata una delle tante missioni di City Hunter, e Mary chiuse la porta, soddisfatta, ammirando l’assegno che le era stato appena consegnato.

I suoi genitori stavano ancora litigando, lei gli si avvicinò e sventolò l’assegno davanti ai loro nasi. Nel vedere la grossa somma i due si bloccarono, estasiati da quella visione.

Mary: – Se non lo volete, lo brucio col vetriolo… – disse, con fare minaccioso.

Ryo le strappò il foglio di mano.

Ryo: – Sei matta? Con questo ci possiamo pagare l’università a te e la scuola ai tuoi fratelli!

Mary, improvvisamente si ricordò di qualcosa:

Mary: – Scuola?! Oh mio Dio, rischio di arrivare in ritardo alla cerimonia!

Kaori: – Oh, è vero, oggi ti diplomi! Vai a prepararti!

Eh già! Era proprio il giorno in  cui Mary riceveva il diploma alla Scuola Speciale di Yokoama!

Ryo si voltò verso i due amici:

Ryo: – Umi, Miki! Andate a prepararvi anche voi. Siete invitati tutti e quattro al diploma di mia figlia!

Miki: – Secondo te ci perdiamo la cerimonia di commiato di nostra nipote?

Umi: – Voliamo! Non possiamo mancare!

Mary: – Allora sbrighiamoci. Avevo anche promesso a Ryoichi che l’avrei salutato poco prima dell’inizio della cerimonia.

Due ore dopo erano alla Scuola Speciale di Yokoama, in anticipo di mezzora rispetto all’inizio della cerimonia.

Ryoichi la stava aspettando all’entrata dell’istituto, vestito di tuttopunto. Il ragazzo si era diplomato l’anno prima, e ora frequentava la facoltà di informatica all’università di Tokio.

Ryoichi: – Ciao, tesoro! – la baciò, poi guardò il resto del gruppo – Wow! Ti sei portata l’intera squadra! Mi sa che saremo il gruppo più numeroso…

Mary: – Mi sa anche a me. Ora vado a prepararmi. Ci vediamo alla cerimonia!

Detto questo, diede un bacio a ognuno di loro, sia ai piccoli che ai grandi, e corse dentro la scuola a prepararsi.

Ryo si avvicinò al ragazzo e gli strinse la mano.

Ryo: – Buongiorno, Ryoichi. Ci credi se ti dicessi che chi eravamo completamente dimenticati del diploma?

Ryoichi: – Cos’è? Il lavoro vi ha occupato troppo la mente?

Ryo: – Effettivamente sì. E poi sai com’è Mary: se ha in mano la sua Colt, o qualcosa di simile, non pensa ad altro!

Kaori: – Eh, già… anche se è adottiva, posso dire: tale padre, tale figlia!

Andarono a sedersi ai posti a loro riservati, poi la cerimonia iniziò.

Mary e Mikako si sedettero vicine, davanti al palco e, mentre il preside faceva il suo discorso, chiacchieravano a bassa voce.

Mikako: – Che mi racconti? Che si dice in quelli di Shinjuku?

Mary: – Niente di particolare… le solite cose. Pare che City Hunter sia riuscito a far fuori un’intera banda di assassini trafficanti d’arte…

Mikako: – Sempre con l’aiuto di Ice Eyes?

Mary: – Sì. Ormai pare che questa ragazza dagli occhi di ghiaccio sia un membro fisso del gruppo. – le fece l’occhiolino.

Quando parlavano del lavoro di Mary, parlavano sempre in codice, anche se Mikako era a conoscenza dell’identità dei membri di City Hunter, ma aveva promesso di non rivelare niente a nessuno.

Le due ragazze erano amiche dalla prima superiore, ed erano inseparabili. Mikako ammirava l’amica, inizialmente perché viveva nel quartiere di City Hunter, poi quando aveva saputo la verità, in seguito al ritrovamento del cadavere di Erik Nakura, perché era la figlia degli sweepers; e ora la ammirava perché lei stessa era parte di City Hunter.

Sapeva che Mary era un tiratore scelto, un cecchino, ma conosceva anche la fama di Shinjuku e di suo padre, e le voleva bene lo stesso, perché nonostante fossero entrambi dei killer professionisti, se non ce n’era bisogno, mettevano via le armi, e inoltre proteggevano i deboli e gli indifesi.

Il preside cominciò a chiamare, uno per uno, gli studenti diplomati, per consegnare loro l’attestato. Mary era l’ultima della lista.

Preside: – Mary Saeba, della classe di chimica. Diploma con lode: è stata la migliore del suo corso.

Ci fu un applauso, mentre la ragazza saliva sul palco per ritirare il diploma.

Dopo la cerimonia, Ryo, con l’aiuto di Umi e Miki, aveva organizzato un piccolo rinfresco al Cat’s Eye, al quale si unirono anche Saeko e Reika.

Miki aveva preparato una torta al cioccolato per tutti, usando la stessa ricetta di quella che aveva fatto 10 anni prima, quando avevano conosciuto la figlia di Ryo e Kaori.

Brindarono al diploma della ragazza, e si congratularono con lei per i risultati ottenuti.

Saeko: – Adesso cosa vuoi fare, tesoro?

Mary: – Vado all’università, non mi fermo mica qui!

Reika: – Fai bene! Una laurea è sempre utile, al giorno d’oggi! Quale ramo scegli?

Mary: – Naturalmente chimica. Continuo da dove ho già iniziato.

In quel momento suonò il cellulare di Ryo.

Ryo: – Pronto?... ciao, Mick! Come va?... anche noi. Ci siamo tutti… sì… sai, si è diplomata mia figlia… va bene, te la passo. – passò il cellulare alla ragazza – Tesoro, zio Mick vuole farti i complimenti per il diploma.

Mary: – Pronto, zio?... sì, con lode… grazie!... sì, te lo ripasso subito. Ciao!

Ryo riprese il cellulare:

Ryo: – Sì, dimmi, Mick… cosa? Quando?... chi?... sul serio?... va bene. Ci vediamo, Mick! – poi chiuse la telefonata.

Kaori: – Cosa voleva Mick?

Ryo: – Dice che la prossima settimana lui e Kazue verranno a trovarci, assieme a suo cugino Logan. Ci chiedeva anche se potevamo trovare un posto dove stare, per il ragazzo, perché verrà a studiare a Tokio.

Kaori: – Quanti anni ha il cugino di Mick?

Ryo: – 20 anni. Inizia l’università quest’anno.

Kaori: – Beh, credo che non ci siano problemi: potrebbe stare a casa nostra. C’è spazio anche per lui, se si rende utile aiutandoci in casa…

Saeko: – Ma avete ancora spazio in casa, con tutti i bambini che avete fatto?

Ryo: – Ci si stringe un po’, e lo spazio si trova…

Mary: – Per carità, voi due non stringetevi troppo! Non voglio altri fratelli, quelli che ho già bastano e avanzano!

I due sweepers diventarono rossi, e Kaori fece comparire un piccolo martello da 10 t, che ruppe in testa alla figlia. Ormai erano abituati alle frecciate della ragazza, ma Kaori continuava a punire Mary con le sue martellate, anche se il tonnellaggio era gradualmente diminuito.

Mary: – Ahia! Va bene, mi arrendo. Però vorrei un regalo, per il diploma…

Ryo: – Che cosa?

Mary: – Non voglio altri fratelli. Fate tutto quello che volete, ma prendete precauzioni per non avere figli, per favore.

Kaori: – D’accordo, come vuoi tu, stellina. Niente più figli.

Ryo: – Vorrà dire che dovrò riabituarmi a prendere precauzioni…

Miki: – Sarebbe anche ora... la vostra casa, più che una dimora di sweepers, sembra un asilo nido, con 10 bambini per casa…

Ryo: – Miki, non ti ci mettere anche tu…

La serata continuò così, chiacchierando e scherzando tutti insieme, finchè non fu ora di tornare a casa.

 

CONTINUA…

 

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto…

Il prossimo capitolo lo inserirò dopo le vacanze, x cui abbiate un po’ di pazienza, perché ho anche da studiare…

Comunque recensite!

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Capitolo 2
*** 2: il rapimento ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

 

Capitolo 2

I giorni successivi vennero occupati dai preparativi per l’arrivo dei loro amici dall’America. Kaori aveva voluto che non andassero in albergo, così cercava di fare spazio in casa per i tre ospiti.

Kaori: – Allora… Mick e Kazue li sistemiamo in salotto, non c’è nessun problema. Ma Logan dove lo facciamo mettere?

Ryo: – Tesoro, rilassati. Un posto lo troveremo!

Mary: – Papà, posso chiederti una cosa?

Ryo: – Certo, Mary!

Mary: – Non sapevo che zio Mick avesse un cugino… sai dirmi niente di lui?

Ryo: – Non molto… so solo che ha la tua età e che è un orfano di terrorismo.

Mary: – Orfano di terrorismo?

Ryo: – Sì. Ha perso entrambi i genitori nel 2001 a New York, quando aveva 5 anni. È stato affidato ai servizi sociali e, fino a 12 anni, è passato da una famiglia affidataria all’altra. Poi Mick si è fatto avanti e, dato che era un lontano parente del padre di Logan, lo ha adottato. È anche per questo che non si sono fatti vedere per 8 anni: avevano paura che il ragazzo avesse la mia stessa fobia, e non volevano lasciarlo solo in America.

Mary: – Quindi anche lui ha paura di volare?

Ryo: – No, per fortuna no. Ha solo paura dei palazzi più alti di 15 piani… (lo so che è strana, come fobia, ma che volete da uno che, da bambino, ha perso i genitori a causa di un attacco terroristico a delle torri di 110 piani? Ps: l’idea del tipo con la fobia mi è venuta il giorno prima degli attentati di Londra, all’inizio di luglio, e ho deciso di metterla lo stesso perché mi serve per un paio di battute, verso la fine della ff. NdA)

Mary: – Ho capito. Comunque avrei un’idea su dove far mettere Logan

Kaori: – Sentiamola.

Mary: – Beh… pensavo che Logan potrebbe dividere la camera con me, almeno finchè il salotto non si sarà liberato.

Kaori: – Stai scherzando??? Ma sai di chi stiamo parlando? È il cugino di Mick. E se è come lui, potrebbe provarci con qualunque ragazza che incontra, te compresa.

Mary: – Ho fronteggiato pericoli peggiori, mamma. E poi qualcosa da te l’ho imparata: terrò sempre un martello a portata di mano, così non potrà avvicinarsi a me, ok?

Kaori: – Ok… anche se non sono ancora molto convinta di far dormire Logan in camera con te. Senza contare il fatto che tu a volte hai gli incubi, e potresti svegliarlo…

Mary si incupì: anche se Nakura era morto, lei continuava a sognarselo di notte.

Mary: – Quel bastardo continua a perseguitarmi anche da morto.

Ryo la abbracciò, per tranquillizzarla.

Ryo: – Stellina, stai tranquilla, perché ora è sicuro che non possa farti più del male!

Mary: – È vero, ma da qualche tempo mi chiedo come abbia fatto a trovarmi, nonostante abbia cambiato identità.

Ryo: – Me lo sono chiesto anche io, e ho sguinzagliato eserciti di informatori per sapere qualcosa, ma non ho ancora ricevuto risposta…

Al pomeriggio, Mary aveva organizzato con l’amica di andare a fare shopping al centro commerciale, per stare un po’ insieme e svagarsi, dopo la fine della scuola.

Mary: – Sai che tra qualche giorno viene a trovarci un amico del mio papà, dall’America?

Mikako: – Davvero? Fa lo stesso lavoro di tuo padre?

Mary: – Sì. È stato il suo primo partner, quando papà viveva negli Stati Uniti. Poi mio padre è tornato in Giappone, e il suo amico viene ogni tanto a trovarlo. C’è stato un periodo, prima che mi prendessero in casa, che lo zio Mick, come lo chiamiamo io e i miei fratelli, era fisso in Giappone.

Mikako: – Come mai poi è tornato in America?

Mary: – Non lo so. Probabilmente perché aveva nostalgia della propria terra. Comunque ora è sposato con una donna che ha conosciuto qui in Giappone; è anche per questo che ogni tanto ritorna, ma io, l’ultima volta che l’ho visto, avevo 12 anni. Dopo 8 anni non so se riconoscerà la figlia del suo primo partner e della donna che anche lui ha amato.

Mikako: – Eh??

Mary: – Zio Mick era innamorato di mia madre, prima di incontrare zia Kazue. Solo che si è dovuto mettere da parte, perché lei amava, e ama, papà; e lo stesso vale per papà, che però è riuscito a farsi avanti con lei solo quando io sono entrata nella loro vita…

Mikako: – Non ci posso cedere! Tuo padre, il dongiovanni più famoso del Giappone, timido con la donna che ama!

Mary: – In effetti sembra strano anche a me. Ma non importa, perché ormai ha messo la testa a posto e non fa più il dongiovanni con le clienti. Ci vuole bene, e questo è importante!

Erano uscite dal centro commerciale, e si stavano dirigendo verso la casa di Mikako. Ad un certo punto, Mary iniziò a sentire una sensazione sgradevole: qualcuno le stava seguendo.

Istintivamente la ragazza poggiò la mano sulla pistola, che ormai portava sempre con sé; i suoi sensi si acutizzarono e la sua espressione cambiò: divenne seria e fredda, i muscoli tesi e gli occhi di ghiaccio. (ora capite il motivo del suo soprannome? NdA)

Mikako si accorse del cambiamento istantaneo dell’amica.

Mikako: – Mary, cosa succede?

Mary: – Qualcuno ci sta seguendo… – disse, a voce bassa e tono serio e impassibile.

Mikako: – Oh mio Dio… non può essere… – disse, spaventata, ma come se avesse saputo qualcosa che non voleva, o non poteva, rivelare all’amica.

Mary se ne accorse, stava per chiederle spiegazioni, ma…

Accadde tutto molto in fretta: un’auto si accostò al marciapiede, due uomini mascherati uscirono e presero di peso Mikako. Mary, intanto, aveva preso la pistola e, mentre i rapitori caricavano la sua amica nella macchina, aveva premuto il grilletto; ma si era accorta tropo tardi che non aveva caricato il revolver, anche se aveva con sé due scatole di proiettili. (ebbrava scema: porti la pistola, ma ti dimentichi di caricarla? Naaaaa, non sei figlia di Ryo! NdA) l’auto era ripartita, sgommando, e lei non era riuscita a fermarla.

Rinfoderò la Colt e corse a casa di Mikako. La ragazza viveva in una grossa villa del quartiere ricco di Tokio. Suonò il campanello ed entrò di corsa in casa. La madre di Mikako, la signora Kudo, le andò incontro.

Sig.ra Kudo: – Mary! Ciao. Dov’è Mikako? Non dovevate venire insieme a casa?

Mary: – Sì, dovevamo tornare insieme, ma… – le raccontò quindi quello che era successo, omettendo però di dire che lei aveva una pistola: i signori Kudo non sapevano che lei era Ice Eyes, la socia più giovane di City Hunter.

Mentre lei raccontava, la signora, sempre più convolta, si accasciò sul divano.

Sig.ra Kudo: – Non può essere… allora facevano sul serio.

Mary, naturalmente, aveva sentito la sua osservazione.

Si sedette accanto a lei e, guardandola, chiese spiegazioni:

Mary: – Cosa dice, signora? Chi faceva sul serio? La prego, me lo dica, magari posso aiutarvi in qualche modo…

Sig.ra Kudo: – No, Mary. Non credo capiresti. Sono cose da ricchi, queste. Non credo che una ragazza cresciuta nel quartiere più malfamato della città possa capire.

Mary: – Almeno ci provi. Si ricordi che sono un’amica di sua figlia, che è stata appena rapita davanti ai miei occhi. Credo di aver pure qualche diritto di sapere perché l’hanno fatto. (io le avrei sputato in faccia, dopo quello che la signora ha detto sulle persone cresciute nei quartieri poveri, ma Mary non sono io, quindi sorvoliamo… NdA)

Sig.ra Kudo: – Ok. Sai che mio marito possiede una catena di supermercati? Ebbene, circa un anno fa abbiamo aperto un nuovo centro commerciale dall’altra parte di Tokio. Inizialmente è andato tutto bene, finchè un giorno, un uomo, probabilmente al servizio dello Yakuza di zona, si presentò nell’ufficio di mio marito, e lo costrinse a paare “un’assicurazione”, come la chiamavano loro. Inizialmente pagammo, ma loro volevano sempre più soldi. Ci avevano minacciato anche che avrebbero fatto del male a Mikako, se non avessimo pagato in tempo. Però pensavamo che non facessero sul serio, e invece…

Mary: – … Invece hanno rapito Mikako. – terminò – Perché non avete chiamato la polizia?

Sig. Kudo: – Ci hanno minacciato: non dovevamo dire niente a nessuno.

Il padre di Mikako era sceso in quel momento in salotto: aveva però ascoltato tutto, ed era sconvolto quanto la moglie.

La ragazza lo guardò un istante, poi disse:

Mary: – Capisco. Però c’è ancora un’altra possibilità.

Sig. Kudo: – Cos’hai in mente, Mary?

La ragazza prese un foglio e una penna e, senza parlare, scrisse tre semplici lettere, in caratteri occidentali: XYZ.

I due capirono immediatamente di cosa stava parlando la ragazza: dovevano contattare City Hunter.

Sig.ra Kudo: – Ma… come facciamo? E poi ci hanno detto che è molto caro, non potremmo pagarlo. (NO? E la mega villa con cosa la pagate? Con le patate, forse? NdA)

Mary: – Mi occupo di tutto io. So come contattarlo, e forse riesco a farvi fare un prezzo di favore.

Sig. Kudo: – Come fai a sapere certe cose?

Mary: – Tutti, a Shinjuku, sanno come contattare City Hunter. Inoltre la mia famiglia ha già usufruito del suo “servizio”, e siamo ancora in contatto con il trio. Fidatemi di me. Ora torno a casa: prima arrivo, prima riesco a contattare gli sweepers.

Sig. Kudo: – Grazie, Mary. Facci sapere qualcosa.

Mary: – Contateci!

Quindi uscì di casa e si diresse alla stazione, per tornare a Shinjuku.

Arrivata a casa, raccontò tutto ai suoi genitori.

Mary: – … Ho promesso loro che avrei contattato City Hunter. Loro non sanno che siamo noi le persone che vogliono ingaggiare per liberare la figlia, però sanno che siamo piuttosto cari. È anche per questo che non ci hanno contattato subito: non hanno abbastanza soldi per pagarci.

Ryo e Kaori avevano ascoltato con attenzione il racconto della figlia. Si guardarono un momento, poi Ryo disse:

Ryo: – Chiamali. Di’ loro che City Hunter accetta l’incarico. Per il compenso non si devono preoccupare. Da’ loro appuntamento al Cat’s Eye per stasera alle 18, e digli che ci riconosceranno perché tu ci accompagnerai.

Mary sorrise e abbracciò il padre.

Mary: – Grazie papà! Ti voglio bene!

Ryo: – Anche io te ne voglio, tesoro. Ora chiamali e riferisci loro quello che ho detto.

La ragazza, quindi prese il telefono e chiamò i genitori di Mikako.

Kaori: – Quanto hai intenzione di chiedere, come compenso?

Ryo: – Si tratta della migliore amica di nostra figlia. Non chiederò loro nulla, anche perché, se mi facessi pagare, Mary mi odierebbe, e non avrei più il coraggio di guardarla in faccia…

Kaori sorrise; era contenta che il marito ogni tanto si facesse guidare dal cuore, invece che dal portafogli, come avveniva ormai negli ultimi 10 anni, cioè da quando avevano adottato Mary (prima si faceva guidare da qualcos’altro… NdA). Si alzò in punta di piedi e gli diede un lungo e appassionato bacio.

Ryo la abbracciò e, guardandola negli occhi, con la sua vecchia aria da maniaco, le disse:

Ryo: – Spero che questo sia solo l’anticipo…

Kaori: – Il resto lo avrai stasera… – disse, maliziosamente, facendogli l’occhiolino.

Ma Ryo non era d’accordo.

Ryo: – Che ne dici di anticipare? – detto questo riprese a baciarla, la prese in braccio e la portò in camera.

Erano già sotto le lenzuola, ma vennero interrotti da Mary, che era entrata in camera loro. Li stava guardando con un sorrisetto furbo.

Mary: – Non vi state dimenticando qualcosa?

Ryo: – Non mi pare… ci stiamo dimenticando qualcosa, tesoro? – chiese, guardando la moglie, sotto di lui.

Kaori: –Umh…no, credo di no…

Mary: – Allora vi rinfresco la memoria… – buttò sul letto un pacchetto di preservativi.

Ryo e Kaori divennero rossi per l’imbarazzo e per la rabbia.

Ryo e Kaori: –MARY!!!!

Mary: – Ve l’ho già detto che non volevo altri fratelli, e voi avete promesso.

Ryo: – Sì, sì, va bene, ma ora FUORI DI CAMERA NOSTRA! – le urlò, imbarazzato e anche un po’ arrabbiato, prendendo la sua semiautomatica. Anche Kaori aveva tirato fuori il suo fedele martello. Mary dovette battere in ritirata, prima di rischiare di essere linciata dai due.

Alle 18.00 si recarono all’appuntamento al Cat’s Eye. Mary entrò per prima, salutò Miki, che in quel momento era di servizio dietro al bancone, poi si guardò intorno, cercando i signori Kudo. Li vide seduti a un tavolino, in disparte; fece segno ai suoi genitori di entrare, poi si avvicinò.

Si sedette di fronte ai Kudo, e iniziò a parlare a bassa voce.

Mary: – City Hunter sta per arrivare. Ma da questo momento in poi dovrete mantenere il segreto sulla sua identità, ne va della sicurezza della sua famiglia. Siamo d’accordo?

Kudo: – Ok.

La ragazza li guardò per un istante, poi si girò e fece un segnale a Ryo e kaori, che si avvicinarono al tavolo.

Ryo si presentò, dopo essersi seduto accanto alla figlia. Vide gli sguardi confusi dei due, e disse:

Ryo: – Sì, sono io City Hunter. Sono Ryo Saeba, il padre di Mary. Mia moglie, Kaori è la mia socia, da quasi 20 anni, mentre Mary è il terzo membro della squadra, la ragazza soprannominata Ice Eyes.

I signori Kudo non si aspettavano che la migliore amica della figlia fosse una sweeper, ed erano sconvolti.

Mary: – Abbiamo subito deciso di accettare l’incarico.

Ryo: – Poi si tratta della migliore amica di nostra figlia.

Kaori: – per il compenso, no preoccupatevi: in questo caso faremo un’eccezione e lavoreremo gratis.

Ryo: ora andiamo in un posto più sicuro, così potrete raccontarci tutto.

Quindi andarono a prendere i bambini, che erano stati affidati a Umi, e andarono a casa dei Saeba, dove i signori Kudo raccontarono tutto sulle minacce ricevute.

Ryo: – Avete già ricevuto contatti per il riscatto, o qualcosa di simile?

Sig. Kudo: – No, non ancora…

Ryo: – allora potrebbero chiamare. Vi conviene tornare a casa e aspettare. Noi iniziamo subito le ricerche. Se chiamassero, avvertiteci immediatamente, e lo stesso faremo noi, se avremo delle novità.

Sig.ra Kudo: – La ringrazio, signor Saeba.

Dopo che se ne furono andati, Ryo si alzò e prese il telefono.

Ryo: – Diamo il via alle ricerche!

 

CONTINUA…

 

Questo capitolo era un po’ più movimentato del precedente…

Volevo dire: grazie a Summy e Roby! Siete troppo care!

E anche: Roby ha ragione: i commenti negativi vanno bene, ma si deve avere il buon senso di ammorbidirli un po’. Si deve pensare che, spesso, per scrivere fanfiction, ci va del tempo, e si deve apprezzare il fatto che, in due mesi, nonostante l’ispirazione a tempi alterni, l’autore si è dato da fare per tirare giù qualcosa. Il primo capitolo era un po’ noioso, va bene, posso ammetterlo, non è uno dei capitoli meglio riusciti, ma prima di dire che l’intera ff fa schifo, aspetta a leggerla fino alla fine, poi trarrai le conclusioni. Se la ff fa veramente schifo, sarò la prima a dirlo (anche perché in brutta l’ho già quasi finita, e quindi so già come sarà più o meno, l’intera stesura).

Non voglio aprire un dibattito neanch’io, ma questo dovevo dirlo.

Non so quando uscirà il prox capitolo. Per il momento “sorbitevi” questo. E commentate.

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Capitolo 3
*** 3. La storia si ripete ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

 

Scusate il ritardo, ma ero in Sardegna e non ho avuto il tempo di aggiornare la ff.

Eccovi il capitolo 3! Qui Mary libererà la sua amica, facendosi aiutare da una persona che, per lei, diventerà molto speciale!(anticipazione!!!) Si tratta di Logan Wolf, il cugino di Mick!(lo so è un nome stupido, ma non sapevo che altro mettergli, così ho preso il nome di uno degli x-men, di cui sono una fan dell’attore che lo interpreta nel film, e il suo soprannome, storpiandolo un po’…)

 

Capitolo 3

 

Le ricerche durarono alcuni giorni, poi riuscirono ad avere una soffiata: Mikako era prigioniera in una vecchia fabbrica alla periferia di Tokio.

Però era sorto un problema: proprio quel giorno arrivavano Mick, Kazue e Logan dall’America, e qualcuno doveva rimanere in casa ad accoglierli.

Mary: – Ci vado io a liberare Mikako. Voi rimanete in casa ad aspettare zio Mick. – disse, determinata.

Ryo: – Tu sei pazza, figlia mia! Quelli ti hanno visto, e potrebbero riconoscerti! Vengo con te!

Mary: – Papà, sei sicuro di voler lasciare mamma in casa da sola con Mick? Se non ricordo male, ci ha sempre provato con lei, quando tu giravi le spalle…

Ryo: – Ehm… hai ragione. Però ripeto quello che ho detto: sei pazza! Ti riconosceranno immediatamente!

Mary: – Vorrà dire che mi travestirò. – era sempre più determinata.

Kaori: – E come? Una ragazza bionda, con gli occhi azzurri, e per di più con i lineamenti giapponesi, non passa inosservata.

Mary: – Mi inventerò qualcosa.

Dopodicchè si chiuse in camera a pensare. Dopo un quarto d’ora le venne in mente un episodio raccontatole da sua madre, quando era appena stata adottata.

Mary: – Ma certo! Perché non ci ho pensato subito?

Andò in camera dei suoi e prese dei vecchi vestiti dall’armadio, poi tornò nella sua stanza, prese un paio di forbici e…

Quando scese in salotto, Ryo e Kaori la guardarono a bocca aperta: Mary si era tagliata i capelli, corti come quelli di un ragazzo, e indossava dei vecchi vestiti del padre; le stavano un tantino grandi, ma servivano allo scopo: sembrava un maschio. Si era pure fasciata il seno, per somigliare di più a un uomo.

Kaori: – Mary… ti sei tagliata i capelli?

Mary: – Ricresceranno. Mi sono ricordata di una cosa che mi avevi raccontato quando ero piccola, di quando voi due vi siete conosciuti.

Ryo: – È vero. Ti eri travestita da uomo, riuscendo quasi ad ingannare anche me…

Mary: – Mi sono detta che in quella zona un ragazzo avrebbe dato meno nell’occhio di una ragazza, così mi sono tagliata i capelli e ho preso dei vecchi vestiti di papà.

Per la cronaca: Mary indossava un paio di jeans, troppo larghi per lei, ma perfetti addosso a suo padre, tenuti su da una cintura e arrotolati in fondo, una delle vecchie t-shirt rosse che Ryo indossava da giovane, e la sua vecchia giacca in jeans.

Aveva anche indossato la fondina ascellare sotto la giacca, per nascondere meglio la pistola.

Ryo: – È troppo tardi per farti cambiare idea, vero?

La ragazza annuì, anche se non ce n’era bisogno: nei suoi occhi di ghiaccio si poteva leggere tutta la sua determinazione.

Ryo: – Allora vieni in armeria.

Mary: – Perché, papà?

Ryo: – Non vorrai mica affrontare gli Yakuza armata solo di una 357 Magnum? Ti do un’arma più appropriata.

Scesero in cantina. Ryo prese uno zaino e ci mise dentro un piccolo fucile-mitragliatore e parecchi caricatori, oltre a una decina di scatole di proiettili per la Python della ragazza.

Ryo: – Ecco. Ora manca solo una cosa.

Consegnò lo zaino a Mary, poi andò a prendere le chiavi della moto, una Harley Davison, modello 883 (sarebbe più appropriata una Yamaha o un’altra moto di marca giapponese, ma a me le Harley piacciono un casino… e poi avete mai visto Ryo o Kaori guidare una macchina giapponese? Addirittura Kaori aveva una pandina… mi è sembrato più logico che non avessero una moto giapponese, almeno per essere coerenti… NdA) che aveva comprato poco tempo prima, per non usare sempre la grossa monovolume, al lavoro.

Ryo: – La moto è in garage. Mi raccomando, trattala bene!

Mary: – Grazie, papà!

Mary prese le chiavi,poi abbracciò il papà e corse in garage.

Ryo: – E vedi di tornare entro l’ora di cena, perché Mick e gli altri ceneranno da noi! – urlò, mentre la ragazza si allontanava.

Nel frattempo, all’aeroporto internazionale di Tokio era appena atterrato l’aereo proveniente da New York. Un uomo, una donna e un ragazzo erano vicini al tapis-roulant della consegna bagagli. Erano rispettivamente Mick, Kazue e Logan. Kazue teneva in braccio una bambina di circa due anni, bionda e con gli occhi nocciola. Era la piccola Cassandra, o Cassie, come la chiamavano tutti, la figlia di Mick e di sua moglie. Aveva l’aria stanca, a causa del lungo viaggio appena affrontato, e sembrava che si sarebbe addormentata di lì a poco.

Mick: – Speriamo di trovare un taxi libero, così andiamo subito a casa di Ryo. Cassie ha l’aria stanca, e credo che si addormenterà appena la metteremo a letto…

Logan: – Senti, Mick, ho voglia di visitare un po’ la città… posso farmi un giro da solo? Poi vi raggiungo a casa del tuo amico.

Kazue: – E come farai a raggiungerci?

Logan: – Datemi l’indirizzo di Ryo, prenderò un taxi. Ora ho voglia di farmi un giro.

Mick: – Va bene, ma non importunare troppe ragazze! (immaginatevi tutto il dialogo parlato in inglese. Non avevo voglia di tradurlo per intero… NdA)

Per chi non l’avesse capito, anche Logan è un dongiovanni, come lo erano Mick e Ryo ai vecchi tempi. Era un bel ragazzo, un metro e 90 di altezza, muscoloso, con i capelli biondo cenere e due occhi verdi che parevano due smeraldi.

Mick scrisse l’indirizzo su un foglio e lo consegnò al ragazzo, poi, con la moglie e la bambina, salirono su un taxi, dirigendosi a casa dei Saeba, lasciando che Logan facesse il suo “giro turistico”.

Arrivati a Sinjuku, pagarono il taxi e scaricarono le valigie, poi Mick suonò il campanello.

Ryo, che in quel momento teneva in braccio i piccoli Sayuri e Hayato, aprì la porta, ma rimase un po’ stupito, vedendo l’amico con una bimba profondamente addormentata in braccio.

Ryo: – Ciao Mick. Scusa se lo chiedo, ma non dovevi venire con tuo cugino?

Mick: – Sì, Ryo.

Ryo: – Allora chi è questa bambina?

Kazue: – È Cassie Angel, figlia mia e di Mick.

Ryo: – Non sapevamo che avevate avuto una bambina, non ce l’avevate detto…

Kazue: – Abbiamo voluto farvi una sorpresa!

Ryo: – E ci siete riusciti! Dai, entrate! Ai bagagli ci penso io, voi sarete stanchi. Ma… dov’è tuo cugino? Non doveva venire con voi?

Mick: – Arriverà più tardi. Appena arrivato ha voluto farsi un giro per Tokio. Sai com’è… vuole sondare il terreno di caccia! – fece l’occhiolino all’amico.

Kaori: – Non mi dire che è come eravate voi due prima che arrivassimo io e Kazue a mettervi i bastoni tra le ruote e sposarvi!

Ryo e Mick: – Cioè?

Kaori: – Un maniaco pervertito che corre dietro tutte le gonnelle… – le era comparso un martello formato magnum tra le mani.

Mick e Ryo si fecero piccoli piccoli per la vergogna.

Ryo: – Beh, tesoro, ma io ho messo la testa a posto 11 anni e mezzo fa…

Mick: – Anche io ho messo la testa a posto, però… Kaori, me lo daresti un bacetto, in ricordo dei vecchi tempi?

Qualcuno gli puntò una pistola alla testa, era Ryo.

Ryo: – Prova ad avvicinarti a mia moglie e Kazue rimarrà vedova e Cassie orfana di padre. – lo minacciò.

Mick: – Ma dai, Ryucciostavo scherzando!

Ryo ripose la pistola nella fondina, poi abbracciò il vecchio amico.

Ryo: – Brutto scemo! Non ci vediamo da 8 anni! Come te la passi, vecchio mio?

Mick: – Bene, grazie! E vedo che anche tu non te la passi male: l’ultima volta che siamo venuti, se non ricordo male, è stato quando è nato tuo figlio Kenji! E ora hai altri quattro figli!

Ryo: – Già, è vero. Io e Kaori, a quel tempo, eravamo ancora a quota 5, Mary compresa.

Kazue: – A proposito, dov’è vostra figlia? Non la vedo…

Kaori: – Doveva sbrigare un lavoretto, e non è potuta essere presente al vostro arrivo, scusatela!

Kazue: – Un lavoretto?

Ryo: – Sì, roba da niente… deve solo affrontare degli Yakuza… – disse, leggermente sarcastico.

Mick: – Degli Yakuza? Tua figlia? Ma stai scherzando o parli sul serio?

Ryo: – No, non scherza: Mary è andata a liberare una sua amica, che è stata rapita da uno Yakuza per chiederne il riscatto ai suoi genitori.

Ryo: – Io avrei voluto accompagnarla, ma non ne ha voluto sapere, così è andata da sola.

Mick: – Quindi anche lei ha seguito le vostre orme, ed è una sweeper?

Ryo: – Sì. È anche un ottimo tiratore scelto. Pensa che riesce a colpire il foro di una moneta da 5 Yen da una distanza di 50 metri, con la sua Colt. (per chi non lo sapesse, la moneta da 5 Yen è identica alla vecchia 25 p.tas spagnola, delle dimensioni di circa 2 cm di diametro, e con un picclo foro al centro. NdA) E poi sa fare un One Hole Shot perfetto! (sempre per i pochissimi che non lo sanno, un One Hole Shot è una serie di 6 colpi verso un bersaglio. Con il primo proiettile si fa un foro, che poi viene attraversato perfettamente dagli altri 5, senza sbavature. Fin’ora l’unico che ho visto che lo sa fare è proprio Ryo! NdA)

Mick: – Allora il maestro sei tu! E le hai anche fornito una pistola?

Ryo: – Sì, le ho dato la mia vecchia 357 Magnum.

Mick: – La tua vecchia Python? Ma non te ne sei mai separato…

Kaori: – A dire il vero, gliel’aveva prestata alla sua prima missione, quando aveva 16 anni, ma poi gliel’ha ceduta definitivamente, ed ora è la pistola di Mary.

Nel frattempo, nei pressi del quartiere a luci rosse (esiste realmente, a Tokio, un quartiere a luci rosse. Tra l’altro è anche l’ambientazione della storia nel n° 4 di Angel Heart. NdA), un giovane americano, Logan, camminava, con gli occhi fuori dalle orbite, estasiato dalla bella vista che aveva intorno.

Stava attraversando la strada, ma venne quasi investito da una moto, che sbandò nel tentativo di evitarlo. Il ragazzo che era alla guida gli venne addosso, cadendo dal veicolo.

I due si alzarono in piedi, spolverandosi i vestiti, poi il giovane che era alla guida della moto, o meglio, la giovane, perché era Mary, travestita, chiese all’altro:

Mary: – Scusami, non ti ho visto in tempo… ti sei fatto male?

Logan: – No, it’s all ok. Sto bene. And you? Ti sei fatto male? You’re ok? – disse, con un forte accento americano, mischiando inglese e giapponese (Logan capisce perfettamente il giapponese, perché lo ha imparato quando aveva 12 anni, dopo essere stato affidato ai coniugi Angel, ma non lo sa parlare bene, quindi parla un misto di inglese e giapponese. Per chi non l’avesse capito, qui ha detto: “No, è tutto ok. Sto bene. E tu? Ti sei fatto male? Stai bene?” NdA)

Mary: – No, sto bene. – sorrise. Il suo travestimento funzionava, se quel ragazzo che aveva appena investito l’aveva appena scambiata per un maschio!

Logan si guardò intorno, un po’ spaesato, poi disse:

Logan: – SorryI’m just arrived on Tokio, e non la conosco molto bene… credo di essermi perso. Avrei dovuto seguire mio cugino, così non sarebbe successo. (trad: “scusami…sono appena arrivato a Tokio…” NdA)

Mary aveva appena capito chi poteva essere quel ragazzo, quindi chiese:

Mary: – Tuo cugino? Si chiama Mick Angel, per caso?

Logan: – Yes. But, how can you know it? Oh, I’m Logan Wolf! (trad: “Si. Ma tu come fai a saperlo? Oh, io sono Logan Wolf!” NdA)

Mary: – Io e tuo cugino abbiamo una conoscenza in comune. Io sono Mar… Mark! Piacere! – mentì. Non voleva dirgli subito chi fosse realmente, perché poteva essergli utile, quindi disse: – Senti, visto che ti sei perso, se vuoi ti posso accompagnare dove è andato tuo cugino. Ma prima ti andrebbe di aiutarmi a fare una cosa?

Logan: – Ok, thank you. If you help me, I can help you! (“ok, grazie. se tu mi aiuti, posso aiutarti anche io!” NdA)

Mary sorrise. Lo guardò bene: era davvero un bel ragazzo! (buongustaia! NdA) Alto, biondo, due occhi verdi molto espressivi… tutto il contrario del suo Ryoichi.

Mary: – Prima cosa: sai andare in moto?

Logan: – Yes, why?

Mary: – Perché la mia moto non basterà, perché devo andare a prendere una persona. Quindi ne affitteremo un’altra per te.

Logan: – Ok. Come on!

Affittarono una Yamaha ultimo modello, poi Mary disse a Logan di seguirla, senza fare domande.

Arrivati alla fabbrica dove era tenuta prigioniera Mikako, parcheggiarono le moto in una zona sicura e si avvicinarono cautamente a piedi. Videro una decina di guardie armate, all’ingresso.

Logan: – What do you want to do? (“cosa hai intenzione di fare?” NdA)

Mary: – Lì dentro è prigioniera una mia amica. Intendo liberarla.

Logan: – You’re insane! Come la liberi, con tutte quelle guardie? (insane=pazzo NdA)

Mary: – Hai mai usato un’arma da fuoco?

Logan: – Yes, various times, negli ultimi two years. Ma non me la sono potuta portare con me. (various times=diverse volte NdA)

Mary: – Allora ti presto la mia pistola.

Prese la Colt dalla fondina e gliela diede. Il ragazzo la prese in mano e la ammirò per qualche secondo.

Logan: – Wow! It’s a wonderfull gun! Una Colt Python 357 Magnum con canna modificata da 4 pollici… Ma tu rimarrai disarmato… (“wow! È un’arma fantastica!...” NdA)

Mary: – No. Io ho questo. – tirò fuori dallo zaino il fucile-mitragliatore e vi avvitò il silenziatore. Ne diede uno anche a Logan, assieme ad alcune scatole di proiettili, poi prese tre caricatori e se li mise in tasca.

Mary: – Io ora entro. Tu resta qui e coprimi le spalle, se necessario.

Logan: – Ok.

La ragazza uscì allo scoperto e fece fuoco contro le guardie. Subito dopo erano tutte morte o agonizzanti. Si avvicinò con cautela, poi entrò nella fabbrica. Subito dopo, Logan sentì degli spari, all’interno.

Logan: – This boy è in gamba, I admit! Ha fatto fuori 10 guardie usando il minor numero di proiettili!

Intanto, all’interno della fabbrica, Mary era riuscita a raggiungere la stanza dove tenevano prigioniera la sua amica. Aprì la porta con cautela, fece fuori i due uomini di guardia all’interno, e si avvicinò alla sedia su cui era legata Mikako.

Appena le tolse il bavaglio, la ragazza chiese:

Mikako: – Chi sei? – Non aveva riconosciuto Mary.

Mary: – Mikako, non mi riconosci? Sono Mary! Mi sono dovuta travestire, per non essere riconosciuta. – disse, mentre le slegava le corde.

Mikako: – Ti sei tagliata i capelli?

Mary: – Sì, ma ho intenzione di farmeli ricrescere, perché così sembro un maschio. A proposito, fuori c’è il cugino dell’amico di mio padre. Lui non ha ancora capito chi sono, e pensa che sia un ragazzo. Potresti reggermi il gioco per un po’, per favore?

Mikako: – Ok, come vuoi.

Mary: – Ora dobbiamo uscire. Riesci a camminare?

Mikako: – Non lo so…

Mary: – Allora ti porto in spalla. Adesso andiamo, prima che arrivino altre guardie.

La caricò sulla schiena e corse verso l’uscita, sparando a tutti gli uomini che tentavano di tagliarle la strada.

Quando uscirono all’aperto, non si accorsero che due uomini le stavano ancora inseguendo. Logan venne in loro aiuto, sparando.

La ragazza si avvicinò a lui e gli porse la mano.

Mary: – Grazie, amico. Senza di te saremmo morti.

Ma Logan non la stava ascoltando; gli era venuta la bava alla bocca e un’aria da pervertito, e fissava Mikako: aveva fiutato la preda.

Mary si incavolò non poco, tra le sue mani comparve un martello “wellcame to Japan” e glielo ruppe in testa.

Mary: – Maniaco! La mia amica non si tocca! Quindi puoi pure toglierti quest’idea dalla testa, chiaro?

Logan: – Ma è your girlfriend? –chiese, ancora schiacciato sotto il martello.

Mary: – No, è la mia migliore amica. E guai a te se allunghi le mani su di lei.

Mikako: – Vedi, lui è come un fratello, per me, e non lascerebbe mai che qualcuno mi faccia del male. – disse, reggendo il gioco dell’amica.

Mary: – Ora andiamo. Mikako, i tuoi genitori ti stanno aspettando. Ti portiamo subito da loro.

Fece salire la ragazza sulla sua moto, ignorando le proteste di Logan, e partì, seguita dal ragazzo, che ancora brontolava perché non era riuscito a posare le mani su Mikako.

Dopo che ebbero accompagnato la ragazza, tornarono dove avevano affittato la moto e la riconsegnarono.

Logan: – Ora mi porti a Shinjuku, da mio cugino?

Mary: – Va bene. Salta su!

Arrivati a casa, fece scendere il ragazzo, il quale andò a bussare alla porta. Aprì Ryo, che, appena lo vide, disse:

Ryo: – Tu devi essere Logan… io sono Ryo Saeba, un vecchio amico di tuo cugino.

Logan: – Sì, sono Logan Wolf. Sorry for il ritardo, ma mi sono trovato immischiato nel salvataggio di una ragazza, in una factory at the end of the city. Poi the boy che mi ha trascinato in mezzo mi ha portato here

Ryo aveva capito di chi stesse parlando e, sorridendo, disse:

Ryo: – Per caso, questo ragazzo era un giapponese biondo naturale e con gli occhi chiari, e indossava una t-shirt rossa e una giacca in jeans?

Logan: – Yes, why? You know him?

Ryo: – Sì, è una mia vecchia conoscenza, lo conosco da 11 anni…

Accompagnò il ragazzo in soggiorno, poi disse agli altri:

Ryo: – Mi scusate un attimo? Devo andare a controllare una cosa giù in garage. Torno subito.

Prese la moglie da parte e le riferì:

Ryo: – Mary è tornata. Credo che la missione abbia avuto successo. Vado giù a prenderla, ma tu non far uscire Logan dal soggiorno, finchè non si sarà chiusa in camera e cambiata.

Kaori: – Va bene, ma perché non vuoi che la veda?

Ryo: – Perché pare che la storia si stia per ripetere: Logan ha appena incontrato nostra figlia, ma ha pensato che fosse un ragazzo.

Si trattennero dal ridere, al ricordo di come si erano conosciuti.

Ryo quindi scese in garage.

Mary aveva appena parcheggiato la Harley, e si guardava intorno, sperando che Logan non scendesse in garage; poi vide il padre.

Mary: – Ciao papà! Missione compiuta: Mikako è libera. Sono già arrivati zio Mick e zia Kazue?

Ryo: – Sì. E pare che tu abbia già conosciuto Logan

Mary: – Già. Mi ha aiutato a liberarla, solo che subito dopo ha tentato di saltarle addosso come un maniaco in astinenza…

Ryo: – Quindi si sta già dando da fare. Dovrai tenerlo a bada…

Mary: – Ora vado a cambiarmi. Spero di non incontrarlo prima di aver assunto un aspetto più femminile…

Ryo: – Vai tranquilla. Ho detto a mamma di trattenerlo in soggiorno finchè non ti saresti presentata tu.

Mary: – Grazie, papà!

Salirono nell’appartamento e, mentre Mary saliva in camera a cambiarsi, Ryo raggiunse gli altri.

Ryo: – Mary è tornata. Ora si sta cambiando, ma tra poco scenderà a salutarvi.

Logan: – Mary? Who is she?

Kazue: – È la figlia maggiore di Ryo. Ha più o meno la tua età.

Naturalmente Logan cominciò a fare dei pensieri non proprio innocenti sul suo conto, ma venne riportato alla realtà da una martellata.

Ryo e Kaori lo stavano guardando con sguardo assassino.

Ryo: – Guai a te se ci provi con mia figlia!

Kaori: – Condividerete la stessa stanza, perché per ovvi motivi non avevamo altro posto dove farti stare, ma TU devi tenerti a distanza di sicurezza da lei, CHIARO?!

Logan: – Ok, ok. Ho capito…

In quel momento fece la sua comparsa una bella ragazza bionda, con i capelli corti, che indossava una minigonna e un top, che mettevano in mostra le sue giovani forme.

Logan rimase estasiato da quella visione: sembrava un angelo. Il viso era tipicamente giapponese, ma gli occhi erano blu, e risaltavano grazie a un leggero trucco.

Mary: – Scusate il ritardo… ho avuto da fare e non sono potuta scendere prima…

Mick si alzò per salutarla.

Mick: – Mary! Quasi non ti riconoscevo! Sei cresciuta… – disse, abbracciandola.

Mary: – Beh… il tempo passa anche per me. E poi avevo 12 anni, l’ultima volta che ci siamo visti.

Poi andò a salutare Kazue.

Kazue: – Ciao piccola! Fatti vedere… – le fece fare un giro su sé stessa – Sei diventata davvero una bella signorina!

Poi Mary notò la bambina bionda, seduta sul divano, un po’ spaesata perché non conosceva l’ambiente.

Mary: – E questa bella bambina chi è?

Mick: – È mia figlia Cassandra, ma noi la chiamiamo tutti Cassie.

Mary: – È proprio carina! Secondo me ha preso tutto dalla mamma…

Mick: – Perché non può assomigliare a me?

Mary: – Con la brutta faccia che ti ritrovi? Ma fammi il piacere!

Ryo: – Questa scena l’ho già vista da qualche parte…

Kaori: – Sì, 11 anni fa, quando sono nati i gemelli. Solo che al posto di Mary c’era Mick e al posto di Mick c’eri tu.

Kazue: – Mi ricordo che Mary è riuscita ad atterrare Mick con un calcio!

Poi la ragazza si voltò verso Logan, che aveva ancora la faccia da pesce lesso.

Mary: – Io e te già ci conosciamo.

Logan: – N…no…non mi pare…

Mary: – Ma dai! Guardami bene!

Logan la guardò, solo che… il suo sguardo era bloccato sul decolté della ragazza!

Mary: – Imbecille! – urlò, tirandogli un pugno in faccia – Io sono quel ragazzo che ti ha investito con la moto, un paio d’ore fa.

Logan la riconobbe.

Logan: – Ahhhh! I remember! Certo che, per essere a boy, you have a beautifull body…

Naturalmente venne infilato nel muro da un martello da 1000 t.

I quattro adulti osservavano la scena.

Kazue: – A quanto pare è stato amore a prima vista!

Mick: – Mi ricordano qualcuno di mia conoscenza… – disse, guardando maliziosamente Kaori e Ryo, che ridevano sotto i baffi, vedendo i due ragazzi litigare.

Kaori: – Pare che nostra figlia se la cavi bene da sola a difendersi dai maniaci…

Ryo: – Ha imparato dalla migliore! – Disse, dandole un bacio.

Dopo un po’ si sedettero a cena. I ragazzi continuavano a litigare e a puntarsi.

Mary: – Passami la maionese, cretino! E smettila di guardarmi le gambe! – martellata.

Logan: – Eccoti la maionese, Boy!

Mary: – Imbecille! – altro pugno.

Kaori: – Sembra di tornare indietro nel tempo, e osservare una scena di prima dell’adozione.

Ryo: – È vero. Si comportano esattamente come noi due ai vecchi tempi!

Dopo cena, prima di andare a dormire, Ryo, Mick e Logan salirono in terrazza a fumarsi una sigaretta.

Mick: – Tua figlia assomiglia sempre di più a tua moglie, amico mio: ha un bel caratterino…

Ryo: – Grazie del complimento, Mick. Ma credo che parte del carattere l’abbia preso anche da me. Tu non l’hai vista al lavoro: è concentratissima, così concentrata che la sua espressione diventa fredda, e gli occhi paiono di ghiaccio.

Logan: – Yes, it’s true. Prima, quando mi ha trascinato per quel work, aveva quell’espressione, and the ice eyes.

Ryo: – Ed è proprio questo il suo nome in codice: Ice Eyes!

Mick: – Hai detto che ha iniziato a 16 anni. Qual è stato il suo primo incarico?

Ryo: – Ha ucciso Nakura.

Mick: – Quindi si è definitivamente liberata del suo passato?

Ryo: – Il passato non si dimentica, per quanto sia terribile. Comunque, se ti riferisci al fatto che aveva gli incubi, ce li ha ancora, purtroppo, e non rinunciano ad andarsene. Si sveglia spesso, in piena notte, in preda al panico, a causa di quell’incubo ricorrente.

Mick: – Capisco… – poi cambiò argomento – Senti, Ryo, ti ricordi di John Cole?

Ryo: – Il killer che, 25 anni fa, abbiamo spedito in galera e che è stato condannato al braccio della morte?

Mick: – Proprio lui.

Ryo: – Hanno finalmente eseguito la condanna?

Mick: – No. Purtroppo è evaso sei mesi fa.

Ryo: – Cosa? E come ha fatto?

Mick: – Non lo so. Però qualche giorno fa ho avuto una soffiata: non ne sono completamente sicuro, ma pare che sia venuto in Giappone illegalmente.

Ryo: – Quindi è anche per questo motivo che siete venuti a Tokio con così poco preavviso…

Logan: – Yes. At the beginning, l’idea era that only me venivo in Giappone, ma verso la fine di agosto, prima dell’inizio dei corsi.

Mick: – Poi io e la mia famiglia saremmo venuti a ottobre, per il compleanno dei tuoi figli. Ma la fuga di John Cole ha cambiato i piani.

Ryo: – Capisco. Allora domani mattina chiamo i miei informatori e avvio le ricerche.

Mick: – Grazie, fratello!

Logan: – Sentite, io sono stanco morto. I go to bed.

Ryo: – Va bene. Ma vedi di stare lontano da Mary!

Logan: – E chi si avvicina? Manesca com’è, she will kill me…

Ryo: – Ah, se stanotte la senti agitarsi nel sonno, chiamaci.

Logan: – Why?

Ryo: – Non importa. Chiamaci e basta.

Logan: – Ok. Goodnight, guys!

Scese in camera, ma si bloccò sulla porta, appena vide la scena che aveva di fronte: Mary distesa sul suo futon, che scarabocchiava qualcosa su un quaderno, ed era vestita solo da una camicia da notte estiva.

Mary: – Beh? Che hai da guardare? – chiese acidamente.

Logan: – No…nothing… – balbettò. Doveva frenare i suoi istinti, se non voleva finire male: quella ragazza era davvero carina, anche se un po’ manesca.

Entrò nella stanza e stese il suo futon accanto a quello della ragazza, poi prese la valigia e cercò il suo pigiama.

Mary: – A quanto pare dovremo sopportarci per i prossimi anni…

Logan: – Yes, it’s true.

Mary: – Spero solo di non doverti sopportare anche all’università…

Logan: – It depend. Tu a cosa ti vuoi iscrivere? Io Chemistry.

Mary: – Le ultime parole famose… – disse rassegnata – ci dovremo sopportare 24 ore su 24… anche io mi iscrivo a chimica.

Mise via il quaderno e si sdraiò bene, quindi disse.

Mary: – Vabbè. Buonanotte, Logan. – e si voltò dall’altra parte.

Logan: – Goodnight, little boy.

Come risposta si beccò un martello in testa, con la scritta “I’m a girl, great stupid!”

 

CONTINUA…

 

Finalmente è finito il terzo capitolo…

Scusate se è un po’ lungo, ma ho voluto descrivere bene il primo incontro dei due giovani che, a quanto pare, sono la fotocopia di Ryo e Kaori.

Perdonatemi anche per il pessimo inglese, ma non lo conosco bene, e non amo alla follia questa lingia

Nel prossimo capitolo, Ryo e Mick scoveranno John Cole, e ci saranno altre scene di “convivenza forzata” tra i due ragazzi.

Ciao ciao!

Alla prossima!

katyjolinar

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Capitolo 4
*** 4 : il duello e l'incubo ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Rieccomi! In questo capitolo, come anticipato, Ryo e Mick andranno ad affrontare il cattivo di turno, cioè John Cole.

Prima di cominciare, alcune puntualizzazioni: per definire l’età presunta di Ryo, mi sono rifatta a quella che aveva deciso Kaori nel manga/anime, quando aveva 27 anni, cioè ha circa 3-4 anni in più di lei. Quindi, se Kaori ha 38 anni, Ryo ne ha, presumibilmente, 41-42, e il loro primo incontro e avvenuto quando lei aveva 19 anni e lui 22-23.

Ho fatto queste puntualizzazioni perché, in questo capitolo, riferendosi al comportamento dei ragazzi, si faranno dei commenti sull’età dei genitori della ragazza.

Capitolo 4

 

Il giorno dopo, Ryo chiamò i suoi informatori per avere notizie sul killer che stavano cercando, poi andarono tutti al Cat’s Eye a trovare Miki e Umi.

La piccola Cassie si era ormai ambientata, e giocava con i figli di Ryo e le figlie di Umi, correndo allegra per tutto il locale.

Logan aveva subito cominciato ad importunare le giovani clienti del bar, ma Mary gli raffreddava i bollenti spiriti con sonore martellate.

Logan: – Ciao bellezza! What’s your name, Honey? – diceva a una ragazza che aveva adocchiato appena entrato nel bar.

Mary: – Frena i tuoi istinti, porco depravato! – esclamava, mentre lo schiacciava sotto un martello da 200 t, che aveva distrutto un tavolino, e lo trascinava per il colletto verso il tavolo a loro riservato.

Miki dovette tirare di nuovo fuori il taccuino dove un tempo segnava l’importo dei danni provocati da Ryo e Kaori, per riempirlo con l’importo dei nuovi danni provocati dalla figlia e dal ragazzo.

Miki: – Pare proprio che la storia si ripeta… hanno già fatto 25000 yen di danni… (fatevi i conti, ricordando che un euro sono circa 130 yen… NdA)

Ryo: – Spero solo che non si strozzino prima dell’inizio dei corsi universitari…

Mick: – Da come stanno andando le cose, sono sicuro che, entro quel periodo, tua figlia e mio cugino diventeranno ottimi amici!

Kaori: – Lo spero proprio, altrimenti giuro che, se non si calmano un po’, passeranno l’inverno a dormire in terrazzo!

Kazue: – Dai, Kaori! Pensa a come eravate tu e Ryo! Mi ricordo che litigavate allo stesso modo, prima di mettervi insieme! Ed avevate più o meno la stessa età dei ragazzi, quando vi siete conosciuti.

Ryo: – È vero. Mi ricordo il nostro primo incontro come fosse ieri: il 26 marzo di 19 anni fa!

Kaori, con aria sognante, disse:

Kaori: – Sono già passati 19 anni? Come passa veloce il tempo… ieri ci siamo conosciuti, oggi i nostri figli stanno crescendo, e domani, se Dio vuole, saremo nonni! Stiamo proprio invecchiando, tesoro…

Ryo: – Tu stai invecchiando, non io! – disse, in tono dispettoso.

Kaori quindi si voltò verso di lui e, con aria dolce, accarezzandogli i capelli, che stavano iniziando a diventare grigi sulle tempie, disse:

Kaori: – Ah, sì? Non stai invecchiando? E allora mi dici cosa sono questi capelli grigi che ti stanno venendo?

Ryo: – Sottigliezze… io sono un giovincello! E mi pare che stanotte anche tu eri del mio stesso parere, tesoro… – le rispose, abbracciandola e baciandola teneramente.

Mary: – Papà, mamma, vorreste ripetere? Non ho capito bene? – disse, un po’ arrabbiata, dato che aveva sentito tutto, perché era in un momento di tregua con Logan.

Ryo: – Ehm… non importa…

Mary: – Papà, ricordati la promessa!

Kaori: – Tranquilla, tesoro, abbiamo tenuto fede alla promessa: niente fratelli oltre quelli che hai già!

Mary: – Ah, meno male… mi stavo già preoccupando…

Proprio in quel momento squillò il cellulare di Ryo.

Ryo: – È l’informatore. Non pensavo che avrebbe fatto così in fretta. Mi scusate un attimo? – si allontanò e rispose al telefono.

Cinque minuti dopo tornò dagli altri.

Ryo: – Mick, la tua soffiata era giusta: John Cole è in Giappone.

Mick: – Lo sapevo! Ma cosa ci è venuto a fare?

Ryo: – Deve aver saputo che mi sono trasferito ed è venuto a cercarmi per vendicarsi. Ricordati che è stato soprattutto grazie a me, se lui è finito in prigione ed è stato condannato a morte.

Umi: – Quindi è molto probabile che venga a cercarti?

Ryo: – Sì, ma lo troverò prima io. Un individuo come quello non può rimanere in circolazione. A quel tempo mi aveva quasi ucciso…

Mick: – Vuoi aspettare che esca allo scoperto?

Ryo: – No, lo cercherò io. Se Cole scoprisse che mi sono fatto una famiglia, mia moglie e i miei figli sarebbero tutti in pericolo.

Mick: – Per non parlare di Kazue e Cassie. Ricordati che c’ero anch’io quando ti ha sfidato in duello.

Ryo: – Ho già dato l’ordine all’informatore di scoprire dove si nasconde. Io nel frattempo organizzerò una squadra.

Mick: – Io mi offro volontario. Voglio vederlo morto quanto te.

Umi: – Ci sono anche io.

Mick: – Logan, vuoi unirti a noi?

Logan: – Yes. I’m in! (“Sì, ci sto!” NdA)

Mary: – Papà, hai bisogno di un tiratore scelto?

Ryo: – Sì, tesoro. Verrai anche te!

Kaori: – Un momento, Ryo! Hai intenzione di trascinare anche nostra figlia in questa assurdità?

Kaori era agitata, come tutte le volte che il marito trascinava la figlia in qualche assurda missione.

Ryo: – Calma, Kaori. Mary non resterà mica sola! Logan le coprirà le spalle e starà sempre con lei.

Ma i due ragazzi non erano d’accordo.

Logan: – What?

Mary: – Cosa? Io attaccata a questo rompiscatole? Non se ne parla neanche!

Logan: – I’m in accord whit her. (“sono d’accordo con lei” NdA)

Kazue: – Almeno su una cosa vanno d’accordo e non litigano…

Ryo: – Ragazzi, chi è il capo qui?

Mary: – Ma, papà…

Ryo: – Niente “ma, papà”. O accettate le mie condizioni, oppure resterete qui a badare ai bambini, e al posto vostro verranno Kaori, Miki e Kazue.

Mick: – Ottima mossa, fratello!

Mary e Logan: – Ok, accettiamo. – dissero, rassegnati, guardandosi in cagnesco.

Kaori: – Di bene in meglio! Se non li ucciderà il killer, si uccideranno a vicenda a suon di litigate!

Passarono qualche giorno ad allenarsi e a definire un piano, poi arrivò la soffiata: John Cole era nascosto in un capannone del porto industriale, nei pressi del molo 15.

Il piano era di sfruttare l’effetto sorpresa, cioè che Mick e Ryo si sarebbero avvicinati in avanscoperta, mentre Mary, Logan e Umi sarebbero entrati da dietro, senza farsi vedere, prendendoli alle spalle.

Si divisero: Ryo e Mick sulla monovolume, Umi nel suo vecchio fuoristrada e Logan e Mary sulla Harley Davison del padre.

Arrivati al porto, Ryo e Mick si diressero direttamente all’entrata principale del locale, mentre gli altri tre andarono alla porta sul retro. Erano in contatto tramite degli auricolari e delle ricetrasmittenti nascoste.

Ryo: – Qui è tutto troppo tranquillo. com’è la situazione da voi, ragazzi?

Mary: – Anche qui è tutto tranquillo, ma all’interno del capannone vedo che c’è parecchio movimento. Aspetta, papà! È uscito un tipo dalla porta sul retro. Cosa facciamo?

Ryo: – Mettetelo fuori combattimento, ma senza fare troppo rumore, poi entrate e fate come abbiamo organizzato.

Umi. – Ci penso io. – caricò la sua arma.

Mary lo bloccò.

Mary: – No! Ho un’idea migliore. Zio, resta qui, Logan, seguimi.

Logan: – What do you want to do?

Mary: – Io lo distraggo e tu lo atterri. Tieniti pronto.

La ragazza si tolse il fucile e lo consegnò a Umi, poi si sbottonò alcuni bottoni della camicia, lasciando intravedere il reggiseno, si assicurò meglio la pistola alla coscia, sotto la larga minigonna, poi uscì allo scoperto, facendosi notare dal losco individuo, e mostrando un’andatura sexy.

Fece segno a Logan di nascondersi, poi fece avvicinare il tipo. Quando arrivò a una certa distanza, il ragazzo lo prese alle spalle e gli tirò un colpo in testa con il calcio del fucile.

Mary: – Sogni d’oro, porco! – disse, tornando da Umi a riprendersi il fucile.

Logan: – Wow… you looked like a girl, honey, invece del solito maschiaccio rompiscatole… – la sfottè.

Mary: – Dolcezza lo dici a tua sorella, depravato! – gli rispose, tirandogli un pugno in faccia, mentre si infilava di nuovo il fucile a tracolla e controllava le munizioni.

Umi: – Ottimo lavoro, ragazzi! Questo sì che si chiama lavori di squadra.

Mary: – Grazie, zio. – poi parlò all’auricolare – Papà, l’abbiamo sistemato.

Ryo: – Va bene. Ora procediamo con il piano.

I tre entrarono dalla porta sul retro, e si diressero verso la zona centrale, cercando di non farsi vedere e sparando a tutti gli scagnozzi che incontravano, naturalmente usando il silenziatore, per non essere scoperti.

Nel frattempo entrarono anche Mick e Ryo, dalla porta principale.

Ryo: – John Cole! So che sei qui dentro! Esci fuori, lurido verme!

Nessuna risposta.

Le luci si accesero improvvisamente, e i due si videro circondati da quattro individui, uno dei quali era un uomo sulla cinquantina, alto, biondo e con una grossa cicatrice sul volto, che partiva dalla fronte e, passando dallo spazio tra i sopraccigli, terminava sotto l’occhio destro. Era John Cole.

Cole: – Ma guarda chi è venuto a farmi visita: il giovane Ryo Saeba e il suo compare Mick Angel! Quanto rempo è passato? 25 anni, mi pare…

Ryo: – Già. E avrei dovuto ucciderti a quel tempo, invece di affidarti alla lenta giustizia americana. – gli disse, guardandolo freddamente negli occhi.

Cole: – Non sei cambiato affatto, Saeba. Eri un ragazzino illuso allora, e sei un uomo illuso adesso. Non riuscirai ad uccidermi. E poi ti faccio notare che noi siamo in quattro, senza contare gli altri che sono nascosti qui intorno.

Ryo: – Bah! Bando alle chiacchiere. Finiamo quel duello che abbiamo interrotto 25 anni fa. Prima ti uccido, prima torno a casa e posso fare mokkori con mia moglie! – stava prendendo tempo, per consentire a sua figlia e agli altri di posizionarsi.

Cole: – Ah, così hai messo su famiglia! E avrai anche dei figli, suppongo! Sarà un piacere vedere le loro facce, al tuo funerale!

Ryo: – Sì, 11 figli, e sono sposato da 11 anni. Ma quello che avrà il funerale sarai tu, perché se non ti ucciderò io, lo farà la mia figlia maggiore.

Cole: – Ma fammi il piacere! Se sei sposato da 11 anni, tua figlia sarà ancora una bambina!

Ryo: – Non sai quanto ti stai sbagliando! – diede il segnale. Mary, Logan e Umi uscirono allo scoperto, e spararono ai tre uomini di scorta.

Ryo: – Tutto bene lì dietro, Mary?

Mary: – Sì, papà. Non c’è più nessuno vivo. Siamo rimasti solo noi.

Cole: – Papà? Com’è possibile…

Era confuso. Non si aspettava che la figlia di Ryo avesse 20 anni.

Ryo: – Oh… non te l’avevo detto? La mia figlia maggiore è adottiva. Io e mia moglie l’abbiamo adottata un anno prima di sposarci. Ora che ne dici di continuare il duello?

Cole: – D’accordo. Spero che tu ti sia portato il pugnale dietro.

Ryo: – Non me lo dimentico mai. È sempre con me, come la mia pistola e la foto dei miei figli!

Cole: – A proposito di pistole. Ordina ai tuoi amici di buttare via le armi. Non voglio interferenze.

Ryo: – D’accordo. Ragazzi, via i fucili! – poi guardò la figlia con sguardo eloquente, indicando la gonna, sotto la quale era nascosta la pistola: la ragazza doveva tenerla nascosta e a portata di mano, tanto John non si era accorto che Mary la aveva addosso, e la doveva usare solo nel caso in cui le cose si fossero messe male per il padre. (sta giocando un po’ sporco, ma a mali estremi, estremi rimedi! NdA)

Gli uomini presero in mano i loro pugnali, poi, guardandosi in cagnesco, iniziarono a camminare in circolo. John Cole attaccò per primo; Ryo schivò i colpi a più riprese, poi attaccò anche lui. La lotta durò un quarto d’ora, e sembrava che nessuno dei due avesse la meglio. Poi, con un colpo fulmineo, Cole ferì Ryo a una spalla, e il sangue iniziò a sgorgare in grande quantità dalla ferita.

Nonostante fosse ferito, riuscì a parare alcuni colpi e a ferire a sua volta l’avversario, ma si stava indebolendo, e il killer americano stava avendo la meglio. Mary osservava, pronta in qualunque momento a sfoderare la Colt e sparare. Il padre la guardò, e lei si risvegliò: velocissima, prese la pistola da sotto la gonna e, senza neanche mirare, colpì l’americano dritto al cuore, il quale cadde a terra, morto sul colpo.

Ma anche Ryo cadde a terra: aveva perso molto sangue, ed era stremato per il duro combattimento.

Mary gli corse subito incontro.

Mary: – Papà!

Ryo: – Sto bene, piccina mia.

Mary: – Ma, papà, sei stato ferito.

Ryo: – Sì, ma non ho nessuna intenzione di morire.

Mick: – Allora è meglio se ti portiamo immediatamente a casa, se non vuoi lasciare una vedova e 11 orfani.

Logan e Umi lo presero di peso e lo trasportarono alla macchina.

Mick si mise al posto di guida. Poi Logan prese da parte Mary e le disse:

Logan: – Go in the car whit your dad. Ha bisogno di te. Alla moto ci penso io.

Mary: – Ok, grazie, Logan. – quindi lo abbraccio e gli diede un bacio a fior di labbra (come quello che si dà a un amico. Cosa stavate pensando? NdA) poi salì in macchina, affianco al padre.

Mick guidava più veloce che poteva, mentre sul sedile posteriore Mary cercava di tamponare la ferita sul braccio del padre, che era disteso, con la testa poggiata sulle ginocchia della figlia e gli occhi chiusi.

Mary: – Papà, resisti. Siamo quasi arrivati!

Arrivati a casa, lo portarono dentro.

Kaori: – Mio Dio… Mary, cosa è successo?

Mary: – Quel Cole ha ferito papà, ma ha avuto quello che si merita: gli ho sparato io stessa.

Ryo venne trasportato in camera da letto, dove Umi operò per curarlo. Restò nella stanza per un paio d’ore.

Quasi tutti i bambini erano già a dormire. Erano rimasti alzati solo Maki e Hideyuki, che erano in cucina a guardare la tv. Sentendo la confusione, uscirono nel corridoio e raggiunsero la madre e la sorella.

Mary: – Ragazzi, che ci fate qui? Oggi non danno quel vecchio telefilm, CSI, mi pare? Perché non siete di là a vederlo? È il vostro telefilm preferito…

Hideyuki: – Lo stavamo guardando, ma c’è troppa confusione per riuscire a seguire.

Maki: – Cosa è successo?

Kaori: – Niente di grave. Papà e Mary erano usciti a fare delle indagini, e sono appena tornati.

Maki: – Abbiamo capito, non potete parlarne…

Hideyuki: – … ma quanto tempo credete di poterci tenere nascosto il fatto che siamo i figli di City Hunter e i fratelli di Ice Eyes?

Alle due donne mancò poco che venisse un colpo: quei due bambini avevano capito tutto.

Mary: – E voi come avete fatto a scoprirlo?

Maki: – Sorellina, siete famosi! A scuola se ne dicono tante su di voi…

Hideyuki: – E poi siete sempre così vaghi quando parlate del vostro lavoro, così abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo scoperto tutto…

Kaori: – Non importa come avete fatto a scoprirlo. L’importante è che ora teniate il segreto con tutti, anche con i vostri fratellini e le vostre sorelline. Ok?

Gemelli: – Ok mammina! Come vuoi!

Mary: – Bravi, ragazzi! Ora tornate di là.

Umi, nel frattempo, era uscito dalla camera da letto, ed era andato a parlare con Kaori.

Umi: – Puoi stare tranquilla, Kaori: tuo marito è un osso duro, e se la caverà. Basta che rimanga a riposo per qualche giorno. In questo momento sta dormendo; ha perso molto sangue, ed era stremato.

Kaori: – Grazie, Umi. Ora tornate a casa vostra, tu, Miki e le bambine. A Ryo ci pensiamo noi, ora.

Umi: – Come vuoi, ma se hai bisogno, non esitare a chiamarci, a qualunque ora.

Kaori: – Grazie, ma non ce ne sarà bisogno. C’è Mary che mi dà una mano, per non parlare di Kazue, Mick e Logan.

Miki: – Va bene, Kaori. Però domani mattina ti chiamo, per sapere come state.

Kaori: – Grazie, Miki. Ora andate, si sta facendo tardi. E non vi preoccupate, sto bene.

Quando Umi e Miki se ne furono andati, Kazue preparò una camomilla per tutti: sapeva che nessuno sarebbe riuscito a dormire, sapendo Ryo in quelle condizioni, soprattutto Kaori e Mary.

Subito dopo andarono tutti a dormire.

Durante la notte, Logan si svegliò, e sentì Mary agitarsi, nel suo futon.

Si avvicinò e si sedette accanto a lei, per vedere cosa avesse, anche se sapeva cos’era: il suo solito incubo.

La guardò: era zuppa di sudore; quell’incubo doveva essere terribile, per ridurla in questo stato.

Voleva svegliarla, ma aveva paura di peggiorare le cose, quindi aspettò che si svegliasse lei; le altre volte aveva sempre chiamato Ryo o Kaori, per calmarla, ma stanotte era meglio non farlo, dopo quello che era successo, così decise di occuparsene lui.

La ragazza si svegliò, in preda al panico, urlando. Lui, d’impulso, la abbracciò, e lei scoppiò in pianto, lasciandosi abbracciare da Logan: in quel momento, dopo quel terribile incubo, aveva bisogno di un po’ di calore umano.

Logan: – Shhh! It was a nightmare, only. È tutto finito. Sei al sicuro, ora.

Logan la strinse ancora, finchè non si calmò; poi la guardò in viso: sembrava un gattino impaurito, non l’aveva mai vista così terrorizzata.

Logan: – You’re ok, now?

Mary: – Sì, grazie. Sto un po’ meglio…

Logan: – It was your recurring nightmare? (recurring nightmare=incubo ricorrente NdA)

Mary: – Sì, il solito, terribile incubo…

Logan: – Do you want to speak to me about this?... if you want

Mary lo guardò negli occhi. Era un po’ titubante a raccontargli tutta la storia; neanche Ryoichi sapeva dei suoi incubi. Ma quegli occhi verde smeraldo, dolci e rassicuranti, la convinsero a raccontargli tutto: in fondo, per colpa di quest’incubo, i giorni passati, non aveva dormito lei, e non faceva dormire lui, perché urlava tutte le volte che si svegliava. Per non parlare del fatto che gli incubi le venivano più volte, in qualche notte molto agitata, e questa era una di quelle.

Mary: – Ho bisogno di un po’ d’aria. Andiamo in terrazza.

Logan: – Ok. Come vuoi.

Salirono in terrazza. Mary si poggiò, con le braccia, alla ringhiera, guardando i grattacieli illuminati della città, mentre Logan era di spalle, e guardava la ragazza.

Mary: – Papà o Mick ti hanno già detto qualcosa sul motivo di questi incubi?

Logan: – Non tutto. I understood only that your nightmares hanno a che fare con the first man that you killed, when you was sixteen. A certain Nakura, mi pare.

Mary: – Allora cominciamo da principio.

La ragazza si sedette per terra, con la schiena poggiata al muretto della ringhiera, e Logan la imitò, sedendosi accanto a lei. Poi Mary iniziò a raccontare.

Mary: – Qualche anno fa, poco prima che mi adottassero, Ryo e Kaori ebbero, come incarico, la protezione di una bambina di otto anni,Yoko, che era il testimone chiave di un processo per pedofilia, il cui imputato principale era… il suo padre naturale…

Logan: – Oh, my God… – disse, piuttosto scosso dalle parole della ragazza.

Mary: – Sono le stesse parole che ha detto Ryo quando Saeko gliel’ha detto. Purtroppo è così. Comunque mamma e papà l’hanno protetta da alcuni attentati, attuati dall’organizzazione di cui faceva parte il padre della bambina; l’ultimo di questi attentati alla vita di Yoko ci fu il giorno stesso del processo. In seguito la piccola scomparve, perché venne messa sotto protezione, e cambiò nome e vita.

Il ragazzo ascoltò, attento, la storia, poi chiese:

Logan: – But… cosa centra questo con i tuoi nightmares?

Mary: – Centra perché… la bambina di nome Yoko Nakura, in questo momento è di fronte a te. Yoko sono io. – si mise a piangere, coprendosi il viso con entrambe le mani.

Logan, vedendola in quello stato, la abbracciò, asciugandole le lacrime con le sue mani, finchè non si fu calmata. Mary quindi continuò la storia.

Mary: – Il mio padre naturale venne condannato a 20 anni, mentre io venni adottata dalle stesse persone che mi avevano protetto, i miei angeli custodi. Nel frattempo mamma e papà si erano messi insieme, e mamma era rimasta incinta dei gemelli, che nacquero sette mesi dopo. Dopo altri sei mesi si sposarono. Del matrimonio credo che tuo cugino ti abbia già detto tutto: era lui il testimone di papà.

Logan: – Yes, something

Mary: – Loro sono i genitori che ho sempre desiderato: affettuosi, premurosi e, cosa più importante, non mi hanno mai fatto del male. Comunque, continuando la storia, 4 anni fa, dopo circa 8 anni dalla condanna, Nakura è fuggito di prigione. Quando abbiamo saputo della fuga, papà mi insegnò a usare una pistola, e mi prestò la sua Python; però, quell’essere schifoso mi rapì e… e… tentò di nuovo di abusare di me…

Logan la strinse di nuovo a sé. Un uomo che abusa della figlia, del sangue del suo sangue… questa storia l’aveva scosso a tal punto che, se quell’essere non lo avesse già ucciso Mary, lo avrebbe fatto lui con le sue stesse mani.

Mary: – Però papà arrivò in tempo e lo picchiò. Io, pur essendo sotto shock, presi la pistola e sparai. Pochi secondi dopo Erik Nakura era per terra, morto.

Mary ricominciò a piangere; Logan la stringeva ancora, dolcemente, cullandola leggermente per farla calmare.

Mary: – Quell’essere è morto, ma continua ancora a perseguitarmi nel sonno, per quello che mi ha fatto quando ero piccola… non mi ricordo quanti anni avessi quando ha iniziato, probabilmente 2 o 3, ma ha continuato finchè non è stato arrestato. Quel porco mi ha tolto gli anni migliori della mia vita, che non potrò mai più recuperare. Ma ringrazio il cielo di aver trovato due persone speciali come mamma e papà, che mi hanno sempre amato e protetto come se fossi parte di loro, il loro sangue. E io gli voglio bene, come fossero i miei genitori naturali.

Logan continuava a guardarla, stringendola tra le sue braccia. E non vedeva più la ragazza isterica e un po’ maschiaccio che aveva conosciuto, ma la bambina impaurita e triste che era stata accolta in casa Saeba, e questa immagine gli faceva una tenerezza tale che, lentamente, l’aveva avvicinata a sé, per poi prenderla in braccio. Si aspettava una martellata, che però non arrivò, perché Mary lo lasciò fare, dato che le piaceva quel calore umano che il ragazzo emanava con i suoi gesti, e continuò il racconto, tra le lacrime.

Mary: – Nakura è morto, ma c’è ancora una domanda senza risposta: come ha fatto a trovarmi, nonostante io abbia cambiato identità? Papà ha già avviato più volte le indagini, ma sempre senza successo, e ho paura che questa domanda rimarrà per sempre senza risposta.

Logan: – If you want, I can help youposso aiutarti a trovare una risposta a this question.

Mary lo guardò con dolcezza e gratitudine, accoccolandosi meglio tra le sue braccia. Si era sfogata, e ora era tranquilla. Inoltre, i gesti e le attenzioni del giovane avevano contribuito a calmarla ancora di più.

Rimasero lì, in silenzio, ancora per un po’, l’una tra le braccia dell’altro, poi Mary si addormentò.

Logan, vedendola addormentata, la sollevò e la riportò nella loro camera.

Mentre scendeva le scale con la ragazza in braccio, pensò al racconto della ragazza, alla sua infanzia, se così si poteva chiamare. Pensò anche a quando lui era piccolo, quando aveva 5 anni, e aveva visto i suoi genitori scomparire per sempre nella nuvola di polvere che si era formata al posto delle Torri Gemelle, a New York, quel maledetto giorno del 2001. In quel momento aveva capito di essere rimasto orfano, e aveva passato sette anni d’inferno, perché l’assistente sociale non riusciva a trovare una famiglia che potesse tenere un bambino difficile come lui. Poi si era fatto avanti Mick, presentandosi come un lontano parente di suo padre, e lo aveva adottato. Lui lo chiamava cugino, ma in quegli otto anni era stato come un padre, per lui. Era riuscito dove gli altri avevano fallito: gli aveva dato quello di cui aveva bisogno, il calore di una famiglia. Forse, pensò Logan, Mick, quando lo aveva incontrato, vedendo quel dodicenne difficile, aveva pensato al suo migliore amico, Ryo, che stava crescendo una bambina che non aveva avuto una vera infanzia, in Giappone, ed era riuscito a trasformarla, rendendola allegra e forte. Forse, in quegli otto anni che aveva passato a casa degli Angel, loro non hanno fatto altro che prendere esempio dai Saeba, con un bambino dall’infanzia difficile.

Ma c’era qualcosa di diverso. Logan, in confronto a Mary, si reputava fortunato: almeno per i primi cinque anni della sua vita, lui una famiglia l’aveva avuta. Lei, invece, era un’orfana, perché l’uomo che, nei primi nove anni, ha sempre chiamato papà, non si comportava come tale. Yoko Nakura era un’orfana, che è rinata quando è diventata Mary Saeba.

Con questi pensieri entrò in camera e depose delicatamente Mary sul letto, rimboccandole le coperte, cercando di non svegliarla. Rimase ancora un po’ in ginocchio ad osservarla: c’era ancora una lacrima solitaria che scendeva sulla sua guancia, e lui gliel’asciugò con una carezza.

La ragazza si svegliò, guardandolo con aria un po’ impaurita.

Logan: – Are you ok?

Mary: – Logan, ho paura

Logan: – Di cosa?

Mary: – Ho paura di fare di nuovo quel sogno… di vedere quell’uomo…

Logan la guardò, poi sorrise.

Logan: – If you want, posso dormire nel letto con te, per farti stare tranquilla.

Un enorme martello lo colpì in pieno.

Logan: – Ma cosa vai a pensare?! Non ho cattive intenzioni. Terrò le mani a posto. I promise You.

Mary gli sorrise, e accettò.

Mary: – Ok. Vieni qui. E, mi raccomando, tieni le mani a posto!

Logan si sdraiò accanto a lei, poi Mary si accoccolò meglio, accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Logan la abbracciò, poi disse:

Logan: – Goodnight, little sad girl. I promise that I will beh ere to help and protect you. (“buonanotte, ragazzina triste. Ti prometto che sarò sempre qui per aiutarti e proteggerti” NdA)

Mary, come risposta, gli diede un leggero bacio sulle labbra. Non era lo stesso bacio che gli aveva dato poche ore prima, quando il padre era stato ferito, e lui le aveva detto di stargli vicino, un bacio tra amici, ma non era neanche uno di quelli che lei dava a Ryoichi, un bacio tra innamorati. Era una via di mezzo. Poi si addormentarono entrambi.

Questo bacio era la prova che qualcosa, nel loro difficile rapporto, era cambiato. Si erano avvicinati inconsapevolmente, e tra loro si era formato un legame speciale e molto forte.

Quel bacio era la prova dell’affetto che, da quel momento in poi, avrebbero provato l’uno per l’altra.

 

CONTINUA…

 

Capitolo finito!

Spero che vi sia piaciuto…

Ormai avrete capito tutti, fin dalla prima comparsa di Logan, che tra lui e Mary c’è del tenero… è troppo evidente: già all’inizio si comportano precisi come Ryo e Kaori, per cui è scontato.

Nella prima stesura, i due baci, quello da amici e quello finale, non dovevano esserci, e il dialogo finale era completamente diverso. Poi ho riletto i capitoli precedenti e ho visto che è troppo evidente l’estrema somiglianza tra la vecchia coppia (Ryo/Kaori) e la nuova coppia (Logan/Mary), quindi ho deciso di anticipare un po’ i tempi e far scoccare la scintilla tra i due, con qualche capitolo di anticipo, anche se lei sta ancora con Ryoichi ed è ancora innamorata di lui, o almeno crede di esserlo…

Spero di inserire il quarto capitolo al più presto, ma per il momento leggetevi questo.

Ciao ciao!

katyjolinar

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Capitolo 5
*** giornate di vita comune ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Finalmente arriviamo al quinto capitolo.

Questo sarà una piccola digessione sulla storia, perché volevo descrivere delle scene di vita comune tra i due giovani. Ci sarà una giornata di lavoro, una di vacanza e una di università. Come si comporteranno in questi tre casi?

Ormai sapete tutti (tranne gli interessati…) che Logan e Mary sono innamorati l’uno dell’altra, è inutile girarci intorno, perché era più che evidente, soprattutto da come si sono comportati alla fine del capitolo precedente.

Si accorgeranno di esserlo? Oppure dovrà passare ancora un po’ di tempo, prima che si accorgano dei loro sentimenti reciproci? E il rapporto di Mary con il suo attuale ragazzo, Ryoichi?

A queste domande risponderemo in questo e nel capitolo 6. Per il momento, leggete e commentate il capitolo 5!

Capitolo 5

 

La convalescenza di Ryo durò una settimana, dopodicchè, la ferita era completamente guarita, e potè ricominciare a lavorare.

Su richiesta di Mick, accolse nella squadra, come apprendista, Logan, che venne affidato alle “cure” di Mary, la quale lo colpiva con i suoi martelli non appena tentava di fare il cascamorto con le clienti più giovani.

Si comportavano come prima di quella notte, insultandosi a vicenda e litigando a getto continuo, ma tutti avevano notato delle piccole differenze di comportamento, rispetto ai primi giorni: litigavano in modo diverso, non più come cane e gatto, ma come due amici-nemici, e, quando non litigavano, non si guardavano più in cagnesco, ma erano più affettuosi.

Anche i loro baci “da amici” non passavano inosservati. C’era qualcosa, in quei baci a fior di labbra, che rivelava un affetto maggiore di quello che sembrava a prima vista.

Inoltre, Logan, non chiamava più Ryo o Kaori, quando Mary aveva gli incubi, ma cercava di calmarla da solo. E, da quel poco che si vedeva, ci riusciva: gli incubi stavano gradualmente diminuendo, e Mary, al mattino, era molto più serena, anche dopo aver fatto quell’orribile sogno.

E Mary, con molta pazienza(e martellate… NdA), gli stava insegnando a parlare bene il giapponese, e dopo un paio di settimane, Logan lo parlava alla perfezione, anche se si sentiva ancora il forte accento americano che aveva già dall’inizio, e ogni tanto usava ancora qualche parola inglese nei suoi discorsi.

Una mattina di luglio, Mary e Logan si erano recati alla stazione, per controllare gli incarichi alla lavagna. Ormai gli addetti al controllo degli incarichi erano sempre loro.

Naturalmente, durante il tragitto, Logan cercava di attaccare bottone con tutte le ragazze che incontrava, e Mary lo colpiva ripetutamente con martelli da 500 t, distruggendo, spesso, il marciapiede, a causa della forza dei colpi.

Mary: – Logan, smettila di comportarti come un pervertito, e accompagnami in stazione! – gli diceva, mentre lo prendeva per il colletto della camicia e lo trascinava lontano dalla ragazza di turno.

Logan: – Ma alla stazione non ci puoi andare da sola?

Mary: – No, mio caro. Ti devo forse ricordare che sei ancora un apprendista e che sono la tua guida?

LoganSapessi che fortuna… avere come guida un travestito… – disse, sarcastico.

Un altro martello da 500 t lo colpì in pieno, infilandolo nel suolo fino al collo.

Mary: – Cretino! – urlava, allontanandosi e lasciandolo infilato nel pavimento e ancora sotto il martello.

Arrivati alla lavagna, annotarono il messaggio.

Mary: – “XYZ, Caffè Loraine, ore 11:30. Leya C.” – lesse – non è lontano da qui. Logan, avverti papà che abbiamo un lavoro, e che andiamo subito a contrattare con il cliente. – nessuna risposta – Logan? – ancora nulla. Si girò verso di lui – LOGAAAAAAAN!!!

Il ragazzo stava importunando una giovane di passaggio. Altra martellata, e altra scenata.

All’appuntamento non fu più tranquillo. Leya C. era una bella ragazza della loro stessa età, che aveva bisogno di una guardia del corpo, perché aveva sempre la sensazione che qualcuno la stesse seguendo.

Logan tentò più volte di allungare le mani, ma Mary lo bloccava in tempo, con dolorosi pizzicotti sul braccio o sulla coscia.

Quando Leya finì il racconto, contrattarono il compenso, poi Mary disse.

Mary: – Non si preoccupi, signorina Leya. Mio padre è la migliore guardia del corpo sulla piazza, non se ne pentirà.

Leya: – Lo spero. È stata mia madre a consigliarmi di rivolgermi a voi: una quindicina di anni fa anche lei aveva chiesto aiuto a City Hunter, e si è trovata molto bene, nonostante lo strano comportamento di suo padre…

Mary: – Non si preoccupi, papà non si comporterà allo stesso modo in cui si è comportato con sua madre. Da quando ha messo su famiglia è cambiato parecchio.

Leya: – Beh, allora speriamo bene… vi ringrazio ancora.

Qualche giorno dopo, stavano seguendo un’indagine per conto di Saeko.

Dovevano stanate un losco trafficante di droga, e consegnarlo alla giustizia.

Erano in periferia, nei pressi di una fabbrica di caffè, che era la copertura per i loro traffici.

Mary: – Ottima idea, quella di costruire un laboratorio di raffinazione e taglio della cocaina all’interno di una fabbrica di caffè. Per forza non sono mai riusciti a scoprire i loro traffici: il caffè copre l’odore della cocaina, ingannando i cani antidroga della cinofili. Ora avviciniamoci senza farci notare.

Logan: – Ok. Sono pronto.

Cercarono di avvicinarsi, ma una raffica di mitra quasi li investì. Logan si buttò addosso a Mary, per proteggerla dai proiettili, e venne colpito di striscio vicino alla scapola.

Mary: – Logan, stai bene?

Logan: – Sì, sto bene. Ma stai ancora giù, o ci vedranno.

Rimasero ancora un minuto immobili, nel loro riparo. Lui ancora la abbracciava e la teneva immobile sotto di sé, con la scusa di proteggerla dai proiettili.

Un uomo armato si avvicinò, per controllare che non ci fosse nessuno, e i due giovani si nascosero meglio che potevano, aspettando il momento giusto per poter proseguire col piano.

Erano ancora abbracciati, e Logan poteva sentire il profumo dei capelli di Mary, che lentamente stavano ricrescendo, e ora le arrivavano fino quasi alle spalle. Sentiva anche il contatto delle sue gambe nude, poiché lei indossava la gonna, sulle sue gambe, coperte dai pantaloni militari. Quelle sensazioni gli fecero uno strano effetto: l’averla così vicina aveva risvegliato i suoi istinti, e il suo “amico” stava per prendere vita propria.

Doveva cercare di calmarsi, non doveva pensare alla ragazza che teneva tra le braccia.

Logan: “Concentrati sulla missione, Logan” pensò “non pensare a Mary, al fatto di abbracciarla… oddio com’è bella… NO! Devo concentrarmi sulla missione!”

Riuscì a dominare i suoi istinti, e dopo poco si staccarono e procedettero con il piano.

Mezzora dopo avevano arrestato lo spacciatore e lo avevano consegnato a Saeko.

Ma Logan, in quel momento, si era reso conto di essersi innamorato della sua compagna di stanza, della figlia dell’amico di suo cugino.

Qualche giorno dopo, con Mikako e Ryoichi, organizzarono una giornata di riposo al mare, nella spiaggia della baia di Tokio.

Logan si comportava come al solito, correndo dietro a tutte le ragazze, e provandoci anche con Mikako, beccandosi continue martellate da entrambe le ragazze, ma, anche se non lo faceva vedere, era geloso marcio di Ryoichi, che possedeva cuore ed anima di Mary. Il povero ragazzo soffriva in silenzio, e ammirava, di nascosto, il corpo sinuoso della ragazza, fasciato da un bikini mozzafiato.

Però, vederla così tutto il giorno aveva risvegliato il suo “amico”, e Logan, a un certo punto, decise di andare a farsi una nuotata, per lo meno per cercare di distrarre la mente da Mary.

Logan: – Io vado a farmi una nuotata. Qualcuno vuole venire con me?

Ryoichi: – Mi piacerebbe, ma sono appena uscito dall’acqua.

Mikako: – Mi dispiace, Logan, ma sono indisposta…

Logan: – E tu, Mary? Non sei ancora entrata… non dirmi che sei indisposta anche tu! – le chiese, ma nel frattempo pensava “Ti prego, di’ che non puoi venire…”

Mary ci pensò un attimo, poi guardò Ryoichi.

Mary: – Tesoro, ti dispiace se ti lascio solo per un po’?

Ryoichi: – Nessun problema. Va’ pure, Mary.

Mary: – Ok, vengo!

Logan dovette rassegnarsi ed entrare in acqua con lei.

Entrarono in acqua e nuotarono insieme per un po’, poi Mary chiese:

Mary: – Logan, a circa 300 m da qui, c’è una spiaggetta raggiungibile solo dal mare. Ti va di fare una gara a chi ci arriva prima?

Logan: – Una spiaggetta?

Mary: – Sì. È un po’ isolata, per cui non c’è mai nessuno. Ci portava papà con il motoscafo, a me e ai miei fratelli, quando ero piccola. Ti va di andarci?

Logan: – Ok! Allora si fa a chi arriva prima? – nel frattempo pensava: “wow… un’occasione per stare solo con te, senza Ryoichi intorno…”

Mary: – Sì!

Logan: – E qual è il premio per il vincitore?

Mary: – Non lo so…

Logan: – Propongo che decide chi vince! Ci stai?

Mary: – Ci sto! E l’altro lo premia, qualunque cosa chieda!

Quindi la gara partì. 5 minuti dopo erano arrivati alla spiaggia, e la gara era stata vinta da Logan.

Esausti, si sdraiarono sulla battigia.

Mary: – Ouff… che nuotata! Nuoti veloce, sai?

Logan: – Naaaa! È stata solo fortuna…

Mary: – Tu dici?

Logan: – Dico! Ora fammi pensare al premio…

Mary: – Ah, già… cosa vuoi?

Logan pensò un momento, poi, rischiando di ricevere una martellata, azzardò:

Logan: – Uhm… che ne diresti di… a kiss?

Mary: – EEEEH? – Sgranò gli occhi, stupita.

Logan: – Mary, ti ricordi il patto? Il vincitore chiede e il perdente esegue. Non dirmi che te ne sei dimenticata…

Mary: – No, non me ne sono dimenticata, però… e va bene, come vuoi.

Quindi gli diede un bacio sulle labbra, un bacio “innocente”.

Logan: – Uhm… no, non era questo il bacio che intendevo. – disse, malizioso.

Mary capì.

Mary: – Ma, Logan, sei pazzo? E se Ryoichi lo venisse a sapere…?

Logan: – E chi l’ha detto che lo deve venire a sapere, se è così geloso? Qui non c’è anima viva… E poi non credo che lo tradiresti, solo con un semplice bacio…

Mary si convinse, quindi si preparò a ricevere il bacio.

Logan le circondò i fianchi con le braccia e la avvicinò a sé. Quando le loro labbra distarono tra loro solo pochi centimetri, Mary chiuse gli occhi, per assaporare meglio il sapore di Logan.

Le labbra si toccarono. Logan aprì la bocca e, con la propria lingua, cercò quella di Mary, che rimase un po’ interdetta dall’iniziativa del ragazzo, ma poi si rilassò e lo lasciò fare, circondandogli il collo con le sue braccia.

Logan, mentre la baciava, iniziò a non capirci più niente, e, lentamente, la fece sdraiare sulla battigia. Le mani cominciarono ad andare per conto loro. Mary lo lasciò fare, anche lei presa dal momento, ma, quando lui si spostò sopra di lei, la ragazza si riscosse, e riacquistò la capacità di ragionare.

Si staccò violentemente dal ragazzo e gli diede un ceffone, per farlo risvegliare, poiché si vedeva a chilometri di distanza che non era più Logan a ragionare, ma il suo “amico”.

Il giovane ritornò in sé.

Logan: – Scusami, Mary… non so cosa mi è preso…

Mary: – No, Logan, non scusarti… è anche colpa mia… sono io che ti ho dato corda. Se non lo avessi fatto ci saremmo fermati al bacio, invece di continuare fino a quello che stavamo per fare…

Logan: – Ma se io non ti avessi chiesto di baciarmi, avremmo usato di più la testa… è colpa mia. Però smettiamo di colpevolizzarci. Per fortuna mi hai fermato in tempo e non è successo niente. Ora ti va di fare una passeggiata?

Il ragazzo si alzò, poi aiutò la ragazza ad alzarsi. Si era creata della tensione, lo sentivano entrambi, e dovevano cercare di farla calare.

Mary: – Beh, però baci bene, sai? – sdrammatizzò.

Logan: – Grazie! anche te! Amici come prima?

Mary: – Perché? Prima eravamo amici? – Scherzò. Poi lo abbracciò – Va bene! Amici come prima!

Logan accolse ben volentieri l’abbraccio. Poi disse:

Logan: – Spero di non essermi giocato anche i baci da amico, con questa mossa azzardata che ho fatto…

Mary gli rispose con un bacio “da amico”.

Logan: – Ah, meno male… pensavo di aver proprio toccato il fondo…

Mary: – Beh… se non ci fossimo fermati in tempo, l’avresti toccato sul serio il fondo…

Fecero una passeggiata sul lungomare, lei a braccetto dell’amico, poi decisero di tornare da Mikako e Ryoichi.

Ryoichi andò subito ad abbracciare la sua ragazza, la quale lo baciò con molta passione.

Logan: – Te l’ho riportata tutta intera!

Ryoichi: – Spero per te che tu non abbia allungato le mani su di lei…

Logan: – Su questo maschiaccio? Bah! Te lo lascio ben volentieri. Puoi star tranquillo che Mary è l’unica ragazza al mondo che non mi eccita neanche un po’… (sì, sì, come no! E il bacio di prima cos’era? Per i lettori: vi ricorda qualcuno il comportamento di Logan? NdA)

Nuova martellata e nuova litigata. Tra Mary e Logan era tornato tutto alla normalità!

Il tempo passò. Arrivò settembre, con l’inizio dei corsi universitari.

Poiché erano iscritti alla stessa facoltà, Mary e Logan dovevano seguire gli stessi corsi, e i martelli della ragazza dovettero fare gli straordinari, per tenere il ragazzo lontano dalle altre studentesse. A volte lo trascinava per le orecchie attraverso i corridoi dell’istituto, e capitava spesso di vederli litigare animatamente.

Il primo giorno di laboratorio di chimica generale, il professore divise gli studenti in coppie, e a ognuna di loro assegnò un armadietto, con all’interno l’occorrente per eseguire le esperienze.

Naturalmente:

Prof: – …La prossima coppia sarà formata da Saeba Mary e Wolf Logan. A voi viene assegnato l’armadietto 15, lì, vicino alla macchina per la produzione del ghiaccio.

Immaginatevi le facce dei due, quando seppero che erano costretti a lavorare insieme…

Logan: – Oh, no… che sfiga… anche qui sono costretto a lavorare con questo maschiaccio travestito… – nel frattempo pensava: “Sì! Pomeriggi interi accanto a Mary, senza la presenza di Ryoichi! Questa sì che si chiama fortuna!”

Mary: – Hey! “Che sfiga” lo dico io, perché sono costretta a sopportare un maledetto dongiovanni pervertito come te!

La ragazza non ebbe un attimo di pace. Poiché il bancone dell’armadietto 15 comprendeva anche altri tre armadietti, anche questi vennero assegnati ad altre tre coppie che, per sua sfortuna, erano esclusivamente femminili. Logan, quindi, partì alla carica, e Mary dovette lavorare tenendo costantemente in mano il martello, pronto a usarlo in qualunque momento sulla testa del ragazzo.

Un giorno avevano il compito di preparare una sostanza usando dei reattivi forniti dal docente.

Per un po’, Mary riuscì a lavorare tenendo d’occhio Logan ma, non appena lei si distrasse, il ragazzo si dileguò, lasciandola sola.

A un certo punto, la ragazza sentì, dall’altra parte del laboratorio, una studentessa urlare.

Studentessa: – PORCO! LEVAMI IMMEDIATAMENTE LE TUE MANACCE SCHIFOSE DI DOSSO!

Allarmata, Mary, si guardò intorno e, non vedendo Logan, prese il secchio pieno dall’interno della macchina del ghiaccio, attraversò a grandi falciate il laboratorio e versò il contenuto del secchio in testa al “povero” Logan, ancora intento ad importunare la ragazza che aveva accanto.

Mary: – Raffredda i tuoi bollenti spiriti, brutto depravato che non sei altro! Ritorna al tuo posto, porco!

Quindi lo prese per il colletto del camice e lo trascinò al loro bancone. Naturalmente Logan continuò ad importunare le vicine di banco; Mary perse la pazienza.

Mary: – Te la sei voluta tu, cretino!

Lo prese per il bavero, poi aprì la macchina del ghiaccio e ce lo infilò dentro, riuscendo a farlo stare per intero nel piccolo spazio interno. Chiuse lo sportello e avviò la produzione di ghiaccio, ignorando le urla del giovane, all’interno.

Logan: – AAAAH! MARY, TI PREGO, FAMMI USCIRE!!!!

Mary: – Oh, mi fischiano le orecchie! – disse, mentre il ragazzo urlava. Poi ritornò al suo posto, tra le risate e gli applausi dei compagni, che ormai erano abituati a queste scenate, perché accadevano praticamente tutti i giorni.

Anche a casa non erano da meno: come già detto, si insultavano a vicenda e litigavano in continuazione, ma molte cose erano cambiate, soprattutto dopo quella giornata al mare. In particolare, erano cambiate molte cose per Logan, che era ormai certo di amare Mary, anche se cercava di non dimostrarlo, comportandosi come se nulla fosse.

Tutti si erano accorti di questi piccoli cambiamenti, perché, man mano che passava il tempo, assomigliavano sempre di più a Ryo e Kaori, anche se, comunque, i due giovani avevano qualche piccola differenza, rispetto ai genitori.

 

CONTINUA…

 

Questo capitolo è stato quasi tutto un’improvvisata dell’ultimo momento, per cui mi scuso in anticipo se lo trovate un po’ pasticciato. Inizialmente, due mesi fa, quando ho scritto la prima versione della storia, c’era solo l’ultima parte, cioè quella della vita universitaria, poi ho aggiunto la vita lavorativa, e infine, la giornata al mare.

Anche qui il bacio è un’altra improvvisata, che ho scritto in tempo reale, nel momento stesso in cui mi è venuto in mente. Inizialmente, neanche Logan, prima di qualche tempo, non si doveva accorgere di amare Mary, ma poi, rileggendola, mi son detta che un Logan che sa di essere innamorato non ci sta male.

In questo capitolo non sono comparsi Ryo, Kaori e Co., perché era centrato tutto sull’evolversi del rapporto tra Mary e Logan.

Appena possibile inserirò anche il capitolo 6…

Ciao ciao!

katyjolinar

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Capitolo 6
*** un regalo speciale ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Ciao a tutti!

Ecco a voi il capitolo 6!

Non ho molto da dirvi, solo che qui si avrà ancora un’altra evoluzione del rapporto tra i giovani protagonisti, e si avrà il coinvolgimento di altre persone, come Ryoichi, che contribuirà, senza volerlo, al loro avvicinamento.

Capitolo 6

 

Il tempo passava, ed il 7 ottobre arrivò in fretta.

Era il giorno del compleanno di Mary, Maki e Hideyuki. Un giorno speciale, perché la ragazza compiva 20 anni, diventando maggiorenne. (per i pochi che non lo sanno: in Giappone la maggiore età è fissata a 20 anni, non a 18, come avviene in occidente NdA)

Quel giorno, i due ragazzi fecero una tregua: Logan non voleva rovinare con il suo comportamento inopportuno la festa per la maggiore età di Mary.

Era caduto di sabato, per cui avevano tutti la giornata libera.

Al mattino venne organizzata una festicciola al Cat’s Eye, alla quale parteciparono tutti gli amici di famiglia, cioè Umi, Miki, Mick, Kazue, Saeko, Reika, Eriko e Sayuri, venuta apposta dall’America per incontrare la nipote.

Ci furono le torte, le candeline e la canzoncina di rito, poi venne il momento dei regali.

Il primo regalo che aprì fu quello di Sayuri: un telescopio-cannocchiale, utile anche per spiare le strade intorno alla casa.

Mary: – Così posso tener d’occhio qualcuno di mia conoscenza, in modo che non salti addosso a nessuna ragazza… – disse, guardando Logan.

Saeko e Reika le regalarono un kit di pugnali da combattimento.

Saeko: – Possono esserti utili per proteggere te e le tue amiche dai maniaci… – disse, anche lei guardando Logan, che si stava cercando un riparo sicuro per non essere martellato.

Miki e Umi le regalarono una serie di lustra-martelli formato special.

Miki: – Visto che li stai usando spesso, in questo periodo, abbiamo pensato che potesse esserti utile avere sempre i martelli lucidi e splendenti!

Mick e Kazue le regalarono una nuova fondina per la sua Python.

Mick: – Dato che usi ancora quella di tuo padre, che ha più di 20 anni, abbiamo pensato di regalartene una nuova…

Eriko, invece, le aveva disegnato e cucito due vestiti: una tuta mimetica e un completo gonna-camicetta, entrambi molto sexy, i quali provocarono una reazione sia su Ryo che, in quanto padre della ragazza non era molto contento che la figlia indossasse dei vestiti troppo provocanti, soprattutto al lavoro, sia su Logan, che già si immaginava la ragazza con addosso quei modelli.

Ryo: – Mary, non avrai mica intenzione di indossare questa roba…

Mary: – Perché, papà? Non ti va bene?

Ryo: – No, va bene… è solo che…

Logan: – …Che saresti molto sexy vestita così!

Il ragazzo non era riuscito a tenere la bocca chiusa, e si trovò schiacciato a terra da due enormi martelli, che erano quelli di Mary e Kaori.

Mary: – Cretino!

Kaori: – Maniaco!

Ryo: – Prova solo ad allungare un dito su mia figlia e vedrai cosa ti succede!

Quando fu ristabilita la calma, venne il turno di mamma e papà.

Ryo prese dalla tasca un piccolo pacchetto e lo consegnò alla figlia, la quale lo aprì e ci trovò dentro una piccola scatolina portagioielli.

Mary: – Ma… che cos’è?

Ryo: – Apri la scatola e vedrai!

La ragazza aprì il cofanetto e vide, all’interno, un anello in oro, con incastonato un rubino.

Mary: – Mamma, papà… grazie! E’… è bellissimo!

Kaori: – Sapevamo che ti sarebbe piaciuto.

Ryo: – Mi raccomando, tieni quest’anello con cura. Ha una sua storia.

Mary: – Qual è?

Kaori: – Ti ricordi la storia della morte di zio Hideyuki, mio fratello?

Mary: – Sì, che ti affidò a papà e gli chiese di prendersi cura di te.

Ryo: – Ti ricordi cosa mi diede, da consegnare alla mamma, come suo ricordo?

Mary: – Sì, l’anello di sua madre… un momento! Ma allora questo è l’anello di zio Hideyuki!

Kaori: – Esatto. Maki me l’ha regalato quando compii 20 anni, ed ora voglio passarlo a te, che ne compi 20. Voglio iniziare una tradizione.

Mary: – Allora io lo darò alla mia futura figlia, quando avrà la mia età! Mamma, papà, ancora grazie! è un regalo bellissimo!

Poi guardò Logan.

Mary: – E tu? Non mi hai fatto nessun regalo?

Logan: – Beh… ecco… sì, ma vorrei dartelo stasera, quando usciamo con Ryoichi e Mikako.

Mary: – Va bene. Aspetterò!

Logan: – Beh… comunque buon compleanno, Mary!

La abbracciò e la baciò, sempre stando attento alle sue mosse, per non rischiare di ricadere in tentazione, come quella volta, al mare.

La ragazza stava ancora con Ryoichi, ma anche per lei qualcosa era cambiato, nei confronti di Logan, dopo quel bacio. Si era resa conto di provare qualcosa, ma non riusciva ancora a capire cosa. Era ancora innamorata del suo ragazzo, o almeno credeva, ma si ritrovava sempre più spesso a pensare al suo compagno di stanza e, negli ultimi tempi, a volte, durante la notte, era arrivata anche a fingere di aver appena fatto un incubo, pur di poter dormire con lui, di poter essere abbracciata da quelle braccia muscolose, di poter sentire il suo respiro vicino e perdersi nei suoi bellissimi occhi verdi. Anche i baci che gli dava in privato, quando erano soli, di notte, all’università o al lavoro, quando il padre affidava loro qualcosa per cui potevano restare soli, non avevano quasi più nulla dei baci che si danno tra amici intimi, e spesso si lasciava andare, dandogli qualche bacio un po’ più lungo, anche solo per poter essere abbracciata dall’amico. Mary pensava che prima o poi sarebbe impazzita: non riusciva più a controllare i propri pensieri e le proprie azioni, soprattutto con Logan vicino, e questo era insostenibile.

Dopo che si fu sciolta dall’abbraccio, lo guardò con aria minacciosa, dicendogli.

Mary: – Grazie, Logan! Ma non dimenticarti che, anche se c’è Ryoici, starò attenta ad ogni tua mossa, per cui TIENI LE TUE MANACCE LONTANO DALLA MIA AMICA, E DA QUALUNQUE ALTRA RAGAZZA, CHIARO?

Mentre parlava, si avvicinava minacciosa, e lui si era fatto piccolo piccolo, per paura di prenderle da Mary.

Logan: – Ok, ok. Messaggio ricevuto: starò lontano da Mikako, ma tu non picchiarmi, per favore…

Gli adulti li guardavano, divertiti.

Ryo: – Tesoro, vedere i ragazzi figli litigare mi ricorda tanto la nostra gioventù. Spero solo che nostra figlia non faccia la nostra stessa fine, sposata con la stessa persona con cui litigava sempre…

Kaori: – Amore, io non mi preoccuperei più di tanto, almeno finchè sta con Ryoichi non c’è questo rischio.

Alla sera, era stata organizzata una festa in pizzeria, solo per i quattro giovani.

Logan ammirava Mary, che indossava il completo camicetta-gonna che zia Eriko le aveva regalato quella mattina. Era bellissima, e molto sexy. Lui era abituato a vederla con vestiti sportivi, e sembrava sempre un po’ maschiaccio, ma quella sera indossava quel completo con tale naturalezza da sembrare un angelo, e non aveva più nulla del tipino manesco che conosceva.

Per mezzora riuscì a dominare i suoi istinti, ma poi non ce la fece più, e dovette inventarsi qualcosa per distrarsi. Partì quindi all’attacco su Mikako, allungando le mani; ma venne prontamente fermato da una martellata di Mary e una forchettata sulla mano da Mikako, che conosceva bene la sua fama di dongiovanni, e agiva di conseguenza.

Mikako: – Tieni le mani a posto, Logan!

Mary: – Logan! Cosa ti ho detto stamattina?!

Logan: – Oksorry… non lo faccio più…

Ma cinque minuti dopo era di nuovo all’attacco.

Altra forchettata e altra martellata.

Ryoichi: – Certo che tu non ti dai per vinto così facilmente. Si vede bene che vivi nello stesso mondo di Mary: né lei né te mollate alla prima sconfitta…

Mary: – Se non fosse per l’aspetto fisico, sembrerebbe il clone preciso di mio padre…

Ryoichi: – Perché?

Mary: – Hai presente il soprannome imbarazzante di mio padre?

Ryoichi: – Intendi “Stallone di Shinjuku”?

Mary: – Proprio quello. Sai perché viene soprannominato così?

Ryoichi: – Penso che sia per la sua famiglia molto numerosa.

Mary: – No. Questo soprannome risale a prima che conoscesse mia madre. È dovuto alle sue “doti” di dongiovanni. Figurati che voleva lavorare solo per clienti donne, preferibilmente se giovani e belle, e chiedeva, come compenso, il pagamento in natura. E ha continuato così anche dopo che ha conosciuto mamma.

Mikako: – Mi immagino la signora Kaori… sarà stata dura, per lei, fargli mettere la testa a posto…

Mary: – Non tanto: a papà è bastato accogliermi sotto la sua ala protettrice, per capire che la sua vita era accanto a mamma Kaori, e decidere di farsi avanti e rivelarle quello che lui prova per lei.

Mikako: – Quindi tu sei stata determinante nell’evolversi del rapporto tra i tuoi genitori?

Mary: – Pare di sì. Dopo avermi preso in casa, Ryo ha abbattuto completamente il muro di rancore e la timidezza che ancora avvolgeva il suo cuore ed ha confessato tutti i suoi sentimenti alla mamma.

Ryoichi: – Però, tuo padre, a volte mi fa paura: è sempre così freddo e distaccato…

Mary: – Ti assicuro che è solo apparenza. In realtà è un uomo fantastico, e anche un padre come ce ne sono pochi in giro.

Logan: – Confermo. Conoscendolo bene poi ti accorgi che sotto quella facciata di indifferenza e freddezza c’è un uomo con dei principi e con un cuore.

Mary: – Purtroppo, questa facciata è uno strascico della sua vecchia vita, e ormai si è radicata nel suo carattere, per cui spesso ricompare, soprattutto al lavoro, dove deve dare il massimo. Comunque ti posso dire che anche a me ha fatto un po’ paura, la prima volta che l’ho visto. Ma è comprensibile, visto il mio passato…

Vedendo come si stavano ripiegando le cose, e che Mary si stava rattristando, Mikako decise di far cambiare argomento alla conversazione.

Mikako: – Bene, ragazzi! Sbaglio o qui c’è un compleanno da festeggiare?

Mary: – Hai ragione! Che ne dite se, dopo cena, andiamo a bere qualcosa in un pub?

Ryoichi: – Ottima idea! Io ne conosco uno, ma non è in zona, e dovremo andare in macchina fin lì. Se per voi va bene si potrebbe fare…

Mikako: – Lascia decidere alla tua ragazza. È lei la festeggiata.

Mary: – Io ne conosco uno non troppo lontano da qui. Logan, ti ricordi il lavoro che ci hanno assegnato due settimane fa?

Logan: – È vero! Dovevamo fare da guardie del corpo al proprietario del pub in fondo a questa strada!

Mary: – Oltre al solito compenso, ci ha detto che noi e i nostri amici potevamo bere gratis al suo pub. Potremmo andare lì!

Quindi, a cena finita, i ragazzi pagarono alla cassa e uscirono.

All’aperto c’era una leggera aria fresca, ma faceva piacere.

Mentre camminavano, Logan continuava a provarci con Mikako, e Mary, dopo un po’, perse la pazienza e scaraventò il ragazzo su un muro, con una martellala da 1000 t.

Logan: – Ohi… ma perché sei sempre così manesca? – si lamentò, massaggiandosi il naso dolorante.

Ryoichi: – Un po’ manesca lo è sempre stata, da quando la conosco, ma lo è diventata di più dopo il ritrovamento di Nakura in una vecchia fabbrica della periferia di Tokio. Sicuramente te l’avrà raccontato.

A quelle parole, Mary cambiò d’improvviso: Ryoichi aveva detto una cosa che non avrebbe potuto sapere, ed era scattato un campanello d’allarme.

Si bloccò di colpo e si sciolse dall’abbraccio del ragazzo, e la sua espressione, da allegra e serena, diventò seria e fredda. Guardò Ryoichi negli occhi, facendolo raggelare con i suoi occhi di ghiaccio.

Ryoichi: – Mary, cosa succede?

La ragazza non rispose, si limitò a spingere il giovane in un vicolo buio.

Logan e Mikako rimasero un attimo incerti sul da farsi, poi il ragazzo disse:

Logan: – Conosco abbastanza bene Mary da capire che c’è qualcosa che non va in quello che ha detto Ryoichi, e credo di aver capito cosa. Seguiamoli, non voglio che lei faccia qualche sciocchezza.

Quindi li seguirono nel vicolo.

Arrivati a una certa distanza dalla strada si fermarono.

Ryoichi: – Allora? Mi dici cosa succede? – chiese, spazientito.

Mary: – Come fai a saperlo?

Ryoichi: – Cosa?

Mary: – Dove hanno trovato il corpo di… quel porco. Io sono certa di non avertelo detto, e non puoi averlo saputo neanche dai miei.

Ryoichi: – È ovvio: l’ho sentito in tv.

Mikako: – È impossibile: i mass media non hanno mai rivelato il luogo dove è stato trovato. Sono sempre stati molto vaghi su questo argomento.

Mary: – C’era un patto di segretezza tra noi e le autorità, riguardo al luogo dove mi aveva portato quell’essere. L’unico modo in cui puoi aver saputo dove stava Nakura è perché… perché eri tu la spia dell’Organizzazione.

Logan aveva già capito tutto già da quando l’aveva capito anche Mary, ma, a questo punto, non riuscì a trattenersi e si buttò addosso a Ryoichi, spingendolo contro il muro e tirandogli un pugno in faccia.

Logan: – Bastardo!

Mary: – LOGAN! – lo richiamò. Il giovane si bloccò, tenendo il pugno a mezz’aria e guardando la ragazza. – Lascia fare a me. Ritorna al tuo posto.

Logan, ubbidiente, fece qualche passo indietro, lasciando il posto a Mary.

Mary: – Perché l’hai fatto?

Ryoichi: – Mi pagavano bene. – disse, con gli occhi bassi e toccandosi il naso sanguinante con una mano.

Mary: – E perché non hai rivelato anche chi era mio padre? Tu lo sapevi, mentre quel verme non lo sospettava neanche lontanamente.

Ryoichi: – …Loro già sospettavano che tu fossi Yoko Nakura. C’erano una decina di sospettate, e tu eri tra queste. Io sono stato incaricato di sorvegliarti e scoprire se eri lei, e così ho fatto. Solo che mi sono innamorato di te, e ho deciso di non rivelare loro tutto. È per questo che Nakura non sapeva che sei la figlia di City Hunter.

Mentre il ragazzo parlava, Mary aveva tirato fuori dalla borsetta la sua pistola e, tenendola con la mano sinistra ben ferma (Mary è mancina NdA), aveva sparato un colpo vicino all’orecchio destro di Ryoichi.

Mary: – BUGIARDO! COME PUOI DIRE DI AMARMI, DOPO ESSERTI VENDUTO A QUEL PORCO?

Sparò di nuovo, questa volta vicino all’orecchio sinistro, poi, con freddezza quasi innaturale, lo minacciò:

Mary: – Se non vuoi che spari una terza volta, colpendo il centro esatto degli altri due proiettili, ti conviene sparire dalla mia vista e non farti più vedere a Shinjuku. Ti assicuro che ho un’ottima mira, non sbaglio mai un colpo, quindi ti conviene sparire. Hai 10 secondi per andartene… 1… 2… 3

Ryoichi iniziò a correre e sparì.

Mary era rimasta immobile, fissando il muro: era sotto shock. Logan si avvicinò cautamente, le prese la pistola dalle mani e se la mise nella tasca interna del cappotto, poi Mikako si avvicinò all’amica e la abbracciò. Mary scoppiò in pianto e pianse per 5 minuti buoni; quando si calmò, Logan la abbracciò per i fianchi e la condusse via, sempre con Mikako accanto.

Usciti dal vicolo si fermarono.

Logan: – Mikako, senti, forse è meglio se terminiamo qui la serata. Mary non mi sembra proprio in grado di continuare.

Mikako: – Hai ragione. Io vado a prendere il treno, ma tu cerca di farla tornare in sé; ho paura che, se rimane così, possa diventare pericolosa. Già normalmente ha il grilletto facile, ma in queste condizioni potrebbe diventarlo ancora di più. E, con il lavoro che fate, non credo che sia un bene.

Logan: – Farò del mio meglio. Neanche a me piace vederla in questo stato, la preferisco quando mi prende a martellate. Comunque ora la porto a casa.

Quindi Logan riportò la ragazza a casa.

Quando Kaori aprì la porta e vide Mary in quello stato, chiese spiegazioni al ragazzo.

Kaori: – Logan, cosa succede?

Logan: – Te lo spiego dopo. Ora, per favore, puoi preparare della camomilla per me e per Mary? Ne abbiamo bisogno.

Kaori: – Va bene. Andate in salotto, con Mick e Kazue. Ora arriviamo anche io e mio marito.

Quando si furono tutti riuniti, Logan raccontò l’accaduto, perché Mary non era ancora in grado di farlo.

Logan: – …Poi le ho tolto la pistola e me la sono messa in tasca, per evitare che si facesse male. Da quel momento è sotto shock e non ha più parlato, ma ha pianto per 5 minuti poco prima che decidessimo di tornarcene a casa.

Ryo: – Ryoichi… se l’avessi saputo prima…

Kaori: – Cosa avresti fatto? Il cuore di Kaori sarebbe caduto in frantumi allo stesso modo. Non avresti risolto molto.

Logan: – Kaori ha ragione. Comunque credo che quel bastardo non si farà più vedere. Se l’è fatta sotto quando Mary ha sparato, e poi se l’è data a gambe. Preoccupiamoci più per lei: in queste condizioni non è in grado di fare niente…

Ryo: – Va bene. Ora andiamo a dormire, ma tu, Logan, prova a calmarla. Già stai riuscendo a farle passare gli incubi, magari riesci anche con questa faccenda.

Logan: – Farò del mio meglio.

Poco dopo entrarono nelle loro camere.

Mary si era appena cambiata, ed era seduta sul divanetto della loro camera, abbracciandosi le ginocchia, quando Logan entrò nella stanza per mettersi il pigiama.

Si era appena infilato i pantaloni quando la sentì piangere. Si andò a sedere accanto a lei poi, spostandole i capelli dal viso con una carezza, le chiese:

Logan: – Hey, honey… come stai?

Mary: – Come vuoi che stia? Da schifo. Una persona che amavo e di cui mi fidavo mi ha tradito e mi ha mentito per 5 anni…

Scoppiò di nuovo in pianto, e Logan, per farla calmare, la abbracciò e la strinse a sé.

Logan: – No, piccola. Non piangere. Ora non lo vedrai più. Ti assicuro che se prova ad avvicinarsi a più di 100 m da te, io gliene darò tante da fargli pentire di essere nato.

Mary alzò il viso, guardandolo negli occhi.

Mary: – Lo faresti sul serio?

Logan: – Sweetheart, per la mia migliore amica farei qualunque cosa. – disse, ma voleva dire “per la persona che amo di più al mondo farei qualunque cosa.” – Ora, però, la faresti tu una cosa per me? Mi fai un sorriso?

La ragazza obbedì, e gli sorrise, anche se era ancora un po’ triste.

Logan: – Bene. Anche se non è il tuo sorriso più gioioso non importa. L’importante è che non piangi. Non si deve piangere il giorno del proprio compleanno. A proposito, devo ancora darti il tuo regalo…

Allungò la mano nel suo cappotto, che era buttato accanto a lui sul divano, e tirò fuori un sacchetto, poi lo consegnò a Mary, che lo aprì e vi trovò dentro un braccialetto in oro bianco, con dei piccoli pendagli in brillanti a forma di martellini.

Mary: – Grazie, Logan… è bellissimo!

Logan: – Appena l’ho visto ho pensato che era fatto apposta per te, così l’ho comprato!

Mary: – È il più bel regalo che ho ricevuto…

Lo baciò sulle labbra, come faceva sempre, ma questa volta c’era qualcosa di più. Subito dopo il bacio il suo cuore era andato a mille.

Mary: – Senti, Logan… stanotte posso dormire nel letto con te? Ho paura di fare gli incubi…

Logan: – Come vuoi, tesoro.

La fece stendere sul suo futon, poi si sdraiò accanto a lei, abbracciandola. Lei poggiò la schiena sul petto nudo di Logan e la testa sul suo braccio. Non sapeva perché, ma si sentiva al sicuro, tra le sue braccia…

Logan la strinse a sé, poi le diede un bacio sulla guancia, poggiando il mento sulla sua spalla.

Logan: – Buonanotte, Mary. E non essere triste: il mondo è pieno di ragazzi migliori di Ryoichi, sono sicuro che ne troverai presto un altro, che non ti farà soffrire in questo modo! – “e vorrei tanto essere io…” aggiunse mentalmente.

Mary non rispose, poggiò solo la mano sul braccio del ragazzo, che le circondava i fianchi, poi disse:

Mary: – Logan… so che non ne abbiamo più parlato, dopo quella volta… ti ricordi il bacio che ci siamo dati al mare?

Logan: – Sì, perché?

Mary: – Me ne daresti un altro, per favore?

Logan non si aspettava questa domanda a bruciapelo. La guardò, carezzandole il braccio.

Logan: – Mary, puoi ripetere quello che hai detto? Non sono sicuro di aver capito bene…

Mary: – Vorrei che mi baciassi, come quel giorno alla spiaggetta.

Logan: – Sei sicura di quello che stai dicendo?

Mary: – Mai stata così sicura. Ti prego… vorrei che mi baciassi di nuovo.

Logan: – Ma…

Mary: – Per favore, baciami.

Logan non poteva credere alle sue orecchie: la ragazza di cui era innamorato, ma che pensava che non avrebbe mai potuto avere, gli stava chiedendo di baciarlo!

La fece girare, poi, guardandola, le carezzò una guancia. Alla fine si decise. “Ora o mai più!” Pensò, prima di incontrare le labbra di Mary.

Poiché si ricordava di come era andata a finire la prima volta, si era ripromesso di metterci un po’ più di cervello, nel caso in cui fosse successo una seconda volta, per cui non ci mise la lingua, perché, in quel modo, avrebbe sicuramente perso ogni capacità di intendere e di volere.

Fu lei a prendere l’iniziativa e a cercare il contatto con la lingua. Logan non se l’aspettava, ma alla fine si arrese e si lasciò andare.

Tutte le barriere erano crollate: quello era un bacio di passione, una prova dei loro sentimenti reciproci. Quando si staccarono, i loro occhi si erano illuminati, e si perdevano gli uni negli altri, i verdi negli azzurri, gli smeraldi nel cielo.

Ne venne un altro, e un altro ancora, poi Logan disse:

Logan: – Non sai da quanto aspettavo questo momento… sono mesi che sogno di averti tra le braccia in questo modo, di baciarti, di far l’amore con te… – l’ultima affermazione se l’era fatta scappare senza pensarci, e subito se ne pentì di averlo detto.

Mary lo guardò, dolce, poi rispose con un’altra domanda:

Mary: – Logan, vuoi fare l’amore con me?

Anche questa non se l’aspettava. Il povero Logan non sapeva più che fare.

Mary: – Hai detto che te lo sogni da mesi. Vuoi che il sogno si avveri?

Logan: – Mary, sei sicura di quello che dici?

Mary: – Sì. In questo momento sei l’unico ragazzo che mi fa sentire amata, e che… io AMO.

L’aveva detto! Finalmente aveva capito cosa provava per Logan: lo amava. Non sapeva da quando, forse da quella giornata al mare, o, magari, da quando gli aveva raccontato della sua infanzia, quella notte agitata, oppure… se ne era innamorata il primo giorno che l’aveva visto, quando lo aveva investito con la moto e lo aveva costretto a seguirla per liberare Mikako, spacciandosi per un ragazzo. L’unica cosa di cui era certa era che lo amava, anche se spesso lo copriva di insulti e lo picchiava.

Logan la guardava, confuso.

Mary: – Logan, io ti amo, e voglio fare l’amore con te!

Poi lo baciò di nuovo.

Logan: – Pensavo che non l’avrei mai sentito dire da te, nei miei confronti, invece… Mary, tesoro, ti amo anche io, fin dal primo momento che ti ho vista…

Mary gli posò un dito sulle labbra.

Mary: – Shhhh! Questo non è il momento di parlare.

Prese di nuovo l’iniziativa e si tolse la camicia da notte, rimanendo in slip.

Logan: – Lo sai che se lo facciamo non potremo più tornare indietro? – chiese, ammirando il suo corpo nudo.

Mary: – Io non voglio tornare indietro. Voglio stare con te.

Ormai tutti i dubbi erano spariti.

Logan si spogliò, poi si unì a lei.

Tutto il loro amore esplose quella notte, una notte che non avrebbero mai più dimenticato, perché, senza che se ne accorgessero, stavano creando una nuova vita.

 

CONTINUA…

 

Finalmente combinano!

Quesrti capitoli li sto riscrivendo praticamente per intero…

La frase finale, dove si legge un’anticipazione su quello che succederà nei prossimi capitoli, è una pazzia dell’ultimo momento.

Mary ormai ha lasciato Ryoichi, e si è resa conto di amare Logan.

Come la prenderanno, Ryo e Kaori, quando diranno loro che stanno insieme?

E quando scopriranno che quella notte ha cambiato realmente la loro vita?

Lo saprete presto!

Alla prossima!

katyjolinar

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Capitolo 7
*** Amore paterno ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Ciao a tutti!

In questo capitolo andremo un po’ avanti con la storia, ma ci sarà anche una piccola digressione, verso la fine, sui sentimenti di un padre nei confronti della propria figlia, cioè sull’amore paterno di Ryo nei confronti di Mary, la sua figlia maggiore.

Capitolo 7

 

Domenica 8 ottobre, ore 4:35 a.m.

Era successo: i due ragazzi avevano saltato il fosso, confessandosi reciprocamente il loro amore.

Mary si era appena addormentata, tra le braccia di Logan, e lui, ancora sveglio, la stringeva a sé, e la ammirava in tutto il suo splendore.

La ragazza teneva la testa poggiata nell’incavo della spalla del giovane; il suo volto era rilassato e sereno, e non aveva nulla del maschiaccio che vedeva tutti i giorni e che lo puniva a suon di pugni e martellate, né della ragazza triste che era appena stata tradita da una persona a cui voleva bene, che era la sera prima.

Le spostò, con la mano, i capelli dal viso, per guardarla meglio. Le labbra erano incurvate in un sorriso, e vedeva, sotto le palpebre chiuse, gli occhi che si muovevano: stava sognando, sicuramente qualcosa di bello, magari stava sognando proprio lui.

Mary: – Logan… – sussurrò, nel sonno. Il ragazzo sorrise: stava sognando proprio lui.

Cercando di non svegliarla, le prese il volto tra le mani e le baciò le labbra, quelle stesse labbra che tante volte aveva baciato, ma in modo diverso, come amico, non come amante.

Logan: – Ti amo, dolce angelo dagli occhi di ghiaccio e dalle labbra di fuoco.

Poi passò la mano sulla pelle nuda della compagna, pensando a quante volte aveva sognato di farlo… e finalmente tutti i suoi sogni si erano avverati: aveva fatto l’amore con lei, e, inoltre, cosa che l’aveva fatto stupire molto, era stata lei a fare il primo passo, facendogli quella domanda a bruciapelo, “Logan, vuoi fare l’amore con me?”

Quell’intraprendenza, quell’andare subito al sodo, l’aveva vista solo in una persona: Ryo, quando, parlando con la moglie, entrava in quell’argomento. Nonostante non ci fosse alcun legame biologico tra i due, erano più simili di quanto non lo ammettessero.

Si riscosse dai suoi pensieri quando Mary si mosse, nel suo abbraccio: la ragazza si stava svegliando.

Aprì gli occhi e guardò il volto del ragazzo che la stringeva.

Mary: – Ciao… – disse, sorridente.

Logan: – Ciao, bellissima!

La baciò. Poi lei poggiò la testa sul petto del giovane.

Mary: – Sento il cuore… – disse, dopo un po’.

Logan sorrise: in quel momento sembrava una bambina.

Logan: – Sì? E come fa?

Mary: – Tumtumtum… – disse, innocentemente.

Volle fare il romantico, quindi rispose:

Logan: – Ha iniziato a fare così quando ti ho conosciuto.

Mary: – Anche il mio ha iniziato a battere quando ti ho conosciuto.

Si baciarono di nuovo. Mary si spostò completamente sopra di lui, che la strinse meglio al suo petto.

Logan: – Sei la più bella ragazza che abbia mai conosciuto!

Mary: – Se è così, perché, fino a stanotte, mi hai sempre dato del maschiaccio?

Logan: – Perché lo sei!

Mary: – Non è vero!

Logan: – Sì che è vero! Ma ti amo lo stesso.

Mary: – Ti amo anch’io. Però non provare a continuare a comportarti come sempre, se non vuoi passare dei guai!

Logan: – Perché? Di solito come mi comporto?

Mary: – Come un dongiovanni pervertito.

Logan strinse ancora la ragazza.

Logan: – Perché dovrei farlo, se finalmente ho quello che desidero? – Con un colpo di reni invertì le posizioni, portando la ragazza sotto di sé. – Ma ora che ne dici di passare a qualcosa di più pratico?

Mary: – Non sei ancora sazio?

Logan: – No, perché? Tu lo sei?

Mary: – Non mi sazierei mai con te!

E iniziò un altro round.

Qualche ora dopo.

Logan: – Tesoro, cosa credi che ci faranno tuo padre e tua madre domani, quando verranno a sapere quello che abbiamo fatto stanotte?

Mary: – E chi ti dice che lo verranno a sapere? Io non ho nessuna intenzione di dire qualcosa ai miei, li conosco troppo bene: se sapessero che sto con te non credo che la prenderebbero tanto bene…

Logan: – Va bene, ma prima o poi glielo dovremo dire…

Mary: – Sempre se non lo scoprono da soli. Ti ricordo che a mio padre non sfugge niente.

Logan: – Beh, allora, di fronte a loro dovremo comportarci come sempre…

Al mattino tutti notarono che Mary era tornata la ragazza serena di sempre.

Ryo: – Logan, ma come hai fatto? Non sembra neanche che ieri ha ricevuto quella batosta…

Logan: – Non lo so proprio, credimi. Ieri le ho parlato, poi le ho dato il regalo di compleanno, per farla tornare serena, ma non pensavo che si riprendesse così in fretta… – disse, con l’aria più innocente che riusciva ad assumere.

Ryo: – Allora deve averlo gradito parecchio. A proposito, cosa le hai regalato?

Logan: – Nulla di speciale, solo un pensierino, un braccialetto che avevo trovato in una gioielleria qui vicino

Kazue: – Intendi per caso quel braccialetto con i pendagli a forma di martellini che avevi visto qualche giorno fa?

Logan: – Proprio quello!

Kazue: – Wow… altro che pensierino! Oro bianco e brillanti, dici poco?!

Dopo un po’, quando si furono svegliati tutti, decisero di andare a fare colazione da Miki.

Mary: – Papà, senti, posso raggiungervi più tardi? Vorrei andare a trovare Mikako, per dirle che sto meglio e che è tutto a posto.

Ryo: – Va bene, puoi andare, tesoro.

Kaori: – Vai pure. Ieri si sarà presa un bello spavento, vedendoti in quello stato.

Mary: – Grazie, mamma. Logan, ti va di accompagnarmi?

Logan: – Non so se è il caso…

Mary: – Tu che rinunci ad andare a trovare una bella ragazza? Ma fammi il piacere! – disse, ironicamente.

Logan: – Ok, mi hai convinto. Let’s go!

I due ragazzi uscirono, dirigendosi alla stazione.

Mick: – Non so perché, ma ho l’impressione che mio cugino e tua figlia ci stiano nascondendo qualcosa, amico mio.

Ryo: – Hai ragione. Mia figlia non è una ragazza che si calma così facilmente, con un semplice regalino… deve essere successo qualcos’altro… (infatti te ne accorgerai presto, caro Ryo! NdA)

Kaori: – Ragazzi, è meglio non indagare…

Intanto i due giovani, arrivati a una certa distanza da casa, si erano imboscati in un vicolo buio, per non essere visti, e si stavano baciando.

Logan: – Credi che l’abbiano bevuta la storia?

Mary: – Non lo so, e in questo momento non mi interessa. Ma, conoscendo mio padre, non ci metterà molto a capire che c’è qualcosa di strano.

Logan: – Sai, stamattina, quando mi sono svegliato con te tra le braccia, pensavo ancora di stare sognando, e che quello che è successo stanotte non era nient’altro che un sogno.

Mary: – Se questo è un sogno, non svegliatemi, per favore! – intanto continuava a baciarlo, tra una parola e l’altra.

Logan: – Ora che ne dici di passare veramente da Mikako? Metti che i tuoi le chiedano qualcosa: dobbiamo costruirci un alibi!

Mary: – Hai ragione! Andiamo!

Prima di avviarsi, Logan prese la mano di Mary, intrecciando le dita con le sue, poi le diede un altro bacio.

Logan: – A quanto pare, la tua famiglia è riuscita ad incastrare un altro dongiovanni!

Arrivati al quartiere ricco, andarono a casa Kudo.

Mikako aprì la porta.

Mikako: – Mary, Logan! Entrate! Tutto bene?

Logan: – Sì, Mikako: mary si è ripresa completamente.

Mary: – Ed è tutto merito di Logan!

Andarono in salotto e si sedettero sul divano.

Mikako: – Davvero? E come hai fatto?

Mary: – Mi ha dato questo come regalo di compleanno. – fece vedere il bracciale, agganciato intorno al polso.

Mikako: – Wow… complimenti! Davvero bello. A proposito, prima di dimenticarmi, devo darti anche io il regalo… vado a prenderlo, voi due aspettatemi qui.

Si assentò un minuto. Quando tornò aveva un sacchetto in mano.

Mikako: – Eccomi di ritorno! Logan, voltati dall’altra parte, sono cose da donne queste.

Logan: – E perché? – protestò – Voglio vedere anche io…

Mary, alle proteste del ragazzo, gli scaraventò addosso un kompeito enorme.

Mary: – Fai come ti dice, idiota!

Logan: – Sigh… – piagnucolò, mentre si voltava di spalle.

Mary aprì la busta e vi trovò dentro un completino intimo piuttosto provocante.

Mary: – Wow… grazie, Mikako! È fantastico! Se lo vedesse mio padre gli verrebbe un coccolone: non sai le storie che ha fatto ieri quando ho aperto il regalo di una mia zia che fa la stilista e ci ho trovato il completo che avevo ieri sera e una tuta mimetica utile per il lavoro, ma molto sexy…

Logan: – …Che però ti starebbe molto bene, con sotto questo completino intimo…

Mary: – Brutto porco, chi ti ha detto di voltarti? – martellata.

Mikako: – Logan ha proprio ragione: ti sei ripresa completamente dalla batosta di ieri!

Mary: – Beh… te l’ho detto, è merito di Logan.

Logan: – E del mio fascino… – disse, sornione.

Mikako: – Fascino? Quale fascino? Mi pare che fin’ora non sei ancora riuscito a conquistare nessuna ragazza. Eppure sei in Giappone da ben 4 mesi: avresti già dovuto fare stragi, se sei quel dongiovanni che dici tanto di essere… altro che “Nuovo Stallone di Shinjuku”! Quel soprannome sarà sempre e solo quello del padre di Mary!

Logan: – Mi dici come faccio a fare conquiste, con la tua amica che mi sta sempre alle costole? Comunque ti sbagli, perché io una conquista l’ho già fatta!

A quelle parole, Mary diventò rossa dalla testa ai piedi.

Mikako: – Una? E chi sarebbe? Da quanto ne so, all’università le ragazze scappano appena ti vedono, e fuori le uniche ragazze con cui esci siamo io e Mary…

Mikako non aveva ancora capito, e guardava Logan con aria interrogativa. Mary era diventata sempre più rossa, e iniziava a fumare dalla punta elle orecchie.

Logan sorrise e, vedendo la confusione di Mikako e l’imbarazzo di Mary, decise di agire: con una mano prese delicatamente il mento della giovane sweeper, poi la baciò con una passione tale da farla quasi svenire. La ragazza ricambiò subito il bacio.

Mikako aveva sgranato gli occhi, vedendo quello che stava succedendo; inizialmente aveva pensato a un’improvvisata del ragazzo per non dargliela vinta, ma poi vide che Mary ci stava e i dubbi tornarono.

Mikako: – Scu… scusate… ma… ma… potreste spiegarmi cosa succede?

Logan: – Niente, solo mi andava di baciare Mary. Così ho fatto. – disse, divertito.

Mikako: – E, a quanto pare, a te non è dispiaciuto. Eh, Mary?

Mary: – Eh? Sì? Che? – era ancora in stato confusionale post-bacio.

Mikako: – Mary! Riprenditi! – le urlò. La ragazza si ricompose – Bene. Ora mi spiegate cosa sta succedendo? Non vi ho mai visti baciarvi in quel modo; piuttosto Logan veniva spesso preso a schiaffi da te.

Mary: – Ecco… io… Logan… oggi… ieri… – Balbettò

Mikako: – Sì, sì! E domani? Avanti, dimmi cosa succede!

Mary era diventata di nuovo tutta rossa.

Logan: – Beh, è successo che stiamo insieme.

Mikako: – Cosa? Ma se non vi sopportavate… e poi fino a ieri stavi con Ryoichi, come può essere successo tutto in una notte?

Mary: – Probabilmente ero innamorata di Logan già da un po’.

Logan: – Lo stesso vale per me. Anzi sono sicuro di essermi innamorato di Mary almeno due mesi fa.

Mikako. – Come fai ad essere così sicuro?

Mary: – Perché due mesi fa ci siamo baciati per la prima volta.

Mikako: – Come? Quando?

Logan: – Ti ricordi quella giornata a mare che abbiamo passato tutti insieme, quando io e Mary ci siamo fatti la nuotata da soli e siamo spariti per una mezz’oretta?

Mikako: – Sì. È successo quel giorno?

Mary: – Sì. Avevamo fatto una gara di nuoto fino a quella spiaggetta isolata che c’è a 300 m dalla spiaggia libera…

Logan: – Io ho vinto la gara e le ho chiesto di premiarmi con un bacio.

Mikako: – Ma guarda! E poi ce ne sono stati altri?

Mary: – No, fino a stanotte non ce ne sono stati altri.

Mikako guardò Logan con uno sguardo che voleva dire: “certo che ti sei dato da fare immediatamente, brutto porco che non sei altro!”

Logan: – Mikako, non è come credi!

Mary: – … sono stata io a fare il primo passo, stanotte…

Mikako: – Ah, capisco. Comunque sono contenta per voi! Anche perché significa che potrò abbassare la guardia, vero, Logan?

Logan: – Perché?

Mikako: – Perché ora che stai con Mary non farai più il cascamorto con me e le altre ragazze.

Mary: – Stai tranquilla che se solo prova a guardare un’altra se la vedrà con me! – disse, minacciosa.

Mezzora dopo tornarono a Shinjuku.

Al locale tutti notarono i piccoli cambiamenti di comportamento dei due ragazzi: non erano più litigiosi, anzi sembravano complici in qualcosa.

Miki: – Ryo, ma cosa è successo a tua figlia e a Logan? In un giorno sono cambiati radicalmente…

Ryo: – Ah, non me lo chiedere, perché non lo so neanche io…

Alla sera, Ryo, Mick e Logan erano saliti in terrazza per la solita sigaretta.

Ryo: – Non ho ancora capito come hai fatto a farla cambiare, Logan. – disse, parlando della figlia.

Logan: – Secondo me ho avuto solo fortuna.

Mick: – Io non ne sarei così sicuro. Lo sai che tu e Mary assomigliate molto a Ryo e Kaori quando erano giovani?

Logan: – Davvero?

Ryo: – Sì, soprattutto all’inizio, io e mia moglie non ci sopportavamo.

Logan: – Ma… allora perché avete continuato a vivere insieme?

Ryo: – Inizialmente perché avevo fatto una promessa a suo fratello, in punto di morte. Gli avevo promesso di proteggere Kaori e di occuparmi di lei.

Logan: – Poi cosa successe?

Ryo: – Era la sorella del mio migliore amico, e l’amicizia che provavo per lui mi legò maggiormente a Kaori. Poi questo legame diventò rispetto, il rispetto si trasformò in affetto, finchè non mi resi conto di essermi innamorato di quel maschiaccio, il mio piccolo sugarboy.

Mick: – Però per parecchi anni non le hai mai detto niente, nonostante sapessi di essere ricambiato.

Logan: – Why

Ryo: – Perché avevo paura che le potesse succedere qualcosa: sapendo ciò, i miei nemici avrebbero potuto usarla per arrivare a me.

Mick: – Tanto lo facevano lo stesso, anche se non era la mia donna.

Ryo: – Forse, però, non volevo impegnarmi con lei perché avevo paura.

Logan: – Di cosa?

Ryo: – Di amare e di essere amato.

Logan: – E cosa è cambiato per farti aprire?

Ryo: – La cosa più bella della mia vita: ho preso Yoko Nakura sotto la mia protezione.

Logan: – Mary? E cosa centra lei?

Ryo prese il portafogli e tirò fuori una vecchia polaroid sgualcita, raffigurante la figlia all’età di 8 anni.

Ryo: – Questa è una sua vecchia foto. Proviene dal fascicolo dell’assistente sociale, e gliel’hanno fatta quando il padre naturale è stato arrestato. Suppongo che ti abbia già detto tutta la storia…

Logan: – Quel gran figlio di…

Ryo: – Sì, te l’ha detta. – lo interruppe – Guarda bene gli occhi di questa bambina.

Logan la guardò.

Logan: – È molto triste…

Ryo: – Esatto. Ho visto questa tristezza nei suoi occhi e tutte le barriere sono crollate. Mi ricordai della promessa fatta a mio cognato, otto anni prima, e pensai che l’unico modo che c’era per proteggere Kaori era aprirmi con lei ed amarla alla luce del sole. Avevo promesso anche a Yoko di proteggerla e, dato che mi affezionai anche a lei, in quei pochi giorni, quando il processo terminò, attivai immediatamente la procedura di adozione. Era diventata la mia stellina, e non volevo perdere la sua luce; l’avevo subito amata come una figlia, e promisi a me stesso che l’avrei cresciuta come tale, e l’avrei proterva da tutto, una volta che fosse diventata mia figlia a tutti gli effetti.

Prese un’altra foto dal portafogli; raffigurava Ryo e Kaori, con al centro una bambina, distesi su una coperta stesa su un prato di fiori gialli. Sullo sfondo si intravedevano un laghetto e dei ciliegi.

Ryo: – Guarda questa. Noti nulla di diverso nella piccola?

Logan: – Gli occhi vivaci e sorridenti, non più cupi e tristi.

Ryo: – Questa foto l’abbiamo fatta il giorno in cui eravamo diventati una famiglia a tutti gli effetti: Kaori aveva scoperto di essere incinta proprio la sera prima, mentre io avevo detto a Yoko che era diventata nostra figlia; quel giorno è nata Mary Saeba. Sette mesi dopo, il giorno del compleanno di Mary, nacquero Maki e Hideyuki

Mick: – Me lo ricordo quel giorno: Mary mi ha tirato un calcio sui gioielli di famiglia che me lo ricorderò per tutta la vita…

Logan si mise a ridere.

Logan: – Quindi era manesca già da piccola?

Mick: – Veramente me l’ero cercata.

Ryo: – Sì, avevi detto una cosa di me che a mia figlia non era andata a genio, e ha reagito in quel modo. Poi aveva chiesto a Kaori di sposarmi.

Logan: – Già sapeva il fatto suo!

Ryo: – Mia figlia è furba, e non mi pento di averla adottata, anche perché è grazie a lei se ora ho questo anello al dito! – mostrò la fede d’oro, che teneva nell’anulare sinistro.

Logan: – In fondo è stata fortunata, venendo adottata da noi.

Ryo: – Io dico sempre che è stato il destino a portarmi in casa quella piccola furbetta. Poi c’è anche dell’altro: Mary è così simile a me che, se non sapessi con certezza che non l’ho concepita io, direi che ha il mio sangue che scorre nelle sue vene.

Logan: – È vero. Però qualcosa l’ha preso anche da Kaori

Ryo: – Direi! Altrimenti non ti prenderebbe a martellate in quel modo. Credo che stando a contatto con noi ha finito con l’assomigliarci, per fortuna, altrimenti non sarebbe la ragazza allegra che è diventata! – guardò ancora la polaroid che teneva in mano – Io le voglio un bene dell’anima alla mia bambina. È mia figlia come lo sono tutti gli altri, e farei qualunque cosa per lei. Se, ieri, ci fossi stato io al tuo posto, non so se sarei riuscito a fermarmi al primo pugno, anche se lei mi avesse richiamato, io a Ryoichi l’avrei pestato a sangue…

Restarono ancora un po’ a chiacchierare, poi andarono a letto.

 

CONTINUA…

 

Come promesso, ho terminato anche questo capitolo.

Nel prossimo, Logan e Mary scopriranno che quella notte ha realmente cambiato per sempre le loro vite, legandole indissolubilmente, grazie al bambino che loro non sanno ancora di aspettare (tanto ormai sapete tutti che Mary è rimasta incinta…)

katyjolinar

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Capitolo 8
*** Un piccolo incidente di percorso ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Ed eccoci, finalmente, al capitolo che tutti aspettavate!

Mary e Logan scopriranno di aver concepito un figlio. Come reagiranno? E, soprattutto, come daranno la notizia ai loro genitori? (nel caso di Logan, per genitori intendo Mick e Kazue, anche se lui non li chiama mamma e papà, ma è come se lo fossero…)

Capitolo 8

 

Passarono i giorni. Mary e Logan continuavano a tenere nascosto il loro amore e a comportarsi come prima di quella notte, soprattutto a casa. L’unica persona che era a conoscenza della loro relazione era Mikako, che aveva promesso loro di mantenere temporaneamente il segreto.

Un giorno, a metà novembre, erano all’università, in laboratorio, e stavano seguendo la solita lezione pratica.

Da qualche tempo, una delle vicine di banco dei due aveva cominciato a corteggiare il ragazzo. Lui, inizialmente, cercò di allontanarla in diversi modi, ma lei non mollava; decise quindi di ignorarla, sperando che mollasse. Mary, però, la teneva d’occhio, e rodeva dalla gelosia.

Qualche giorno dopo, Keiko, questo è il nome della ragazza, iniziò a marcare il ragazzo, decisa a farlo cadere ai suoi piedi. Logan non sapeva più che fare, e cercò nuovamente di ignorarla; ma, in un momento in cui Mary non guardava, Keiko gli si buttò addosso.

Logan cercò di levarsi i suoi tentacoli di dosso, ma senza alcun risultato. Quando Mary li vide, pensò che avesse cominciato lui, quindi, incavolata come una iena, lo sollevò per il camice e lo infilò dentro la solita macchina del ghiaccio. (non chiedetemi come ci riesce, perché non lo so neanche io… NdA)

Mary: – Così impari ad approfittare delle mie distrazioni, porco!

Logan: – Mary, io non centro! Ha fatto tutto lei! Io non centro niente, te lo giuro!

Mary: – Balle! Porco eri e porco rimani!

Intanto Keiko rideva sotto i baffi.

Qualche giorno dopo ci riprovò, questa volta nei corridoi.

Mary era andata alle toilette, e Logan la attendeva all’esterno. Keiko gli si avvicinò.

Keiko: – Ciao, bell’americano!

Logan: – Keiko, oggi non è proprio aria, quindi non rompere.

Keiko: – Come mai qui tutto solo? La tua guardia del corpo ti ha abbandonato?

Il ragazzo non la considerò, e la ragazza si avvicinò ancora.

Keiko: – Ma perché sei sempre con quella? È così manesca e mascolina… tu hai bisogno di una ragazza che ti sappia amare, non di una che ti malmena in continuazione.

Logan: – Keiko, levati dalle sca

Non gli fece finire la frase: lo baciò.

Il fato volle che, proprio in quel momento, Mary uscisse dal bagno e vedesse Keiko baciare Logan. Pensando che il ragazzo ci stava, perché non riusciva a vedere se ricambiasse o meno il bacio, gli urlò contro.

Mary: – LOGAN, SEI UNO STRONZO!

Poi si richiuse in bagno, in preda a un improvviso attacco di nausea.

Logan l’aveva vista e, notando la sua reazione, si tolse di dosso quella gallina appiccicosa e si precipitò nel bagno per spiegarle tutto.

La trovò chinata su un gabinetto, che vomitava. Le si avvicinò.

Logan: – Mary, tesoro…

Mary: – VATTENE, STRONZO!

Logan: – Mary, ascoltami, ti prego… ti giuro che io non volevo baciarla. Ha fatto tutto lei.

Mary: – BALLE!

Logan: – Credimi. È da qualche tempo che quella mi viene dietro, ma io non l’ho mai considerata.

Mary: – E allora perché ci stavi alle sue avances?

Logan: – Ti sbagli, io non ci sono mai stato. Come potrei stare con quella? Io ti amo, Mary, e non voglio farti soffrire!

La giovane si era calmata. Dopo essersi lavata la bocca lo abbracciò.

Logan aveva notato già da un po’ i comportamenti della ragazza, e aveva capito che non stava bene, che c’era qualcosa che non andava.

Logan: – Amore mio, come ti senti?

Mary: – Non tanto bene… Logan, ti prego, torniamo a casa? Non me la sento di restare qui oggi…

Logan: – Che cos’hai? – le chiese, mentre le poggiava delicatamente le labbra sulla fronte, per sentire se avesse la febbre.

Mary: – Non lo so… magari è solo una leggera influenza, ma è da qualche giorno che ho abbassamenti improvvisi di pressione, attacchi di nausea e ogni tanto mi gira la testa… oggi in laboratorio ero quasi sull’orlo del collasso.

Logan: – Ma perché non me l’hai detto subito? Ti avrei riaccompagnato immediatamente a casa…

Mary: – Non lo so… pensavo che non era nulla di serio…

Logan: – Piccola, se stai male devi dirmelo. Altrimenti mi fai preoccupare più di quanto dovrei. Comunque ora ti porto a casa.

A casa li accolsero Kaori e Kazue. Le due donne erano stupite, perché i ragazzi erano tornati in anticipo.

Kazue. – Mary, Logan! Come mai siete tornati così presto?

Logan: – Mary non si sentiva tanto bene…

Kaori: – Tesoro, che cos’hai?

Mary: – Nulla, solo un po’ di nausea, ma ora sto bene.

Le ultime parole famose: la ragazza ebbe un capogiro e svenne. Fortunatamente Logan la afferrò prima che potesse cadere a terra, poi la prese in braccio e la portò sul divano, stendendola per tutta la lunghezza.

Poco dopo però rinvenne. Kazue le diede un bicchiere di acqua zuccherata, per farle alzare la pressione.

Kazue: – Come ti senti ora, Mary?

Mary: – Un po’ meglio…

Kaori: – La nausea ti è venuta solo oggi?

Mary: – No, sono circa due settimane che ce l’ho. Non vi ho detto niente perché pensavo fosse qualcosa di passeggero, che passava subito…

Kaori: – Uhm… capisco. – poi si rivolse al ragazzo – Logan, potresti lasciarci sole con mia figlia?

Logan: – D’accordo. Io ne approfitto per scendere al poligono ad esercitarmi. Comunque se avete bisogno chiamatemi.

Quando le lasciò sole, Kaori si rivolse di nuovo alla figlia.

Kaori: – Bene. Ora dimmi tutto. Hai solo la nausea e questi abbassamenti di pressione, o c’è anche qualche altro sintomo?

Kazue, che aveva capito dove voleva arrivare la sua amica, continuò:

Kazue: – Tipo fame improvvisa, sbalzi d’umore, voglia di piangere nei momenti meno opportuni…

Mary: – Uhm… sì, anche…

Kaori: – Bene. Ancora una domanda: come va il ciclo? È regolare questo mese?

Mary: – No, è in leggero ritardo. Ma cosa centra il ciclo?

Kaori: – Ho un sospetto. So che non sono affari miei, ma con Ryoichi hai sempre usato precauzioni, le ultime volte che stavi con lui?

Mary: – Ma cosa c’entra quel coglione?

Kazue: – Perché? Non sarai mica andata a letto con qualcun altro, nell’ultimo mese?

Mary: – Mamma, zia! Non penserete mica che…?... oh, no… non è possibile… non ora… non con lui…

Kaori si alzò di scatto, con un’espressione che avrebbe incenerito chiunque, ed urlò:

Kaori: – LOGAAAAAAAAN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Il povero ragazzo, mezzo secondo dopo, le aveva di nuovo raggiunte.

Logan: – Sì, eccomi. È tutto ok? Cosa è successo?

Kaori: – È successo che hai messo incinta mia figlia! Lo sapevo che era successo qualcosa, il vostro comportamento era troppo strano.

Logan: – Incinta Mary? Ma non è possibile! Siamo sempre stati attenti.

Mary ci pensò un attimo, poi corresse l’affermazione del ragazzo:

Mary: – No, non sempre, non lo siamo stati il primo giorno, ricordi?

Kazue: – E quando è stato?

Logan: – Il 7 ottobre.

Kaori: – La sera che hai lasciato Ryoichi

Mary: – Già…

I ragazzi erano entrambi seduti sul divano, con gli occhi bassi e l’aria colpevole.

Kaori: – Certo che ti sei dato subito da fare, ragazzo mio! – poi guardò la figlia – E tu, dopo tutte le prediche che hai fatto a noi, dovevi proprio farti mettere incinta da questo qui?

Mary, a questo punto, scoppiò in pianto e corse in camera.

Logan: – Mary!

Stava per seguirla, ma Kazue lo trattenne per un braccio.

Kazue: – Lasciala stare. Tra poco si calmerà e tornerà da noi.

Kaori era ancora fumante di rabbia.

Kazue: – Kaori, calmati! Ormai è successo, è inutile arrabbiarsi tanto.

Kaori: – Quindi può essere successo la prima volta.

Logan: – Ne sono sicuro. Quel giorno eravamo entrambi troppo presi, e così…

Kaori: – E così vi siete dimenticati dei preservativi… ok, devo prepararmi a diventare nonna.

Mary ritornò poco dopo. Aveva ancora gli occhi lucidi e l’aria colpevole; tornò a sedersi accanto al ragazzo, che la abbracciò.

Kaori: – Mary, ora cosa vuoi fare?

Logan guardò la ragazza, e le parlò.

Logan: – Tesoro, qualunque cosa tu decida, io sono con te.

Mary lo guardò con amore e graitudine, poi rispose:

Mary: – Mamma, io… io questo bambino lo voglio tenere.

Kazue: – Sei sicura? Pensaci bene, questa è una decisione importante, e dal momento in cui decidi di tenerlo, la vostra vita verrà stravolta. Ti senti pronta ad assumerti questa responsabilità? E tu, Logan?

Mary: – Ormai ho deciso: lo tengo.

Logan: – E io sono con lei. Mi assumerò tutte le mie responsabilità; è anche mio figlio, quindi non posso tirarmi indietro, soprattutto perché io amo Mary.

Kaori: – Molto bene! Ryo diventerà una iena quando saprà che sua figlia avrà un figlio da Logan! È piuttosto iperprotettivo nei suoi confronti.

Kazue: – Lo diventerà, a meno che non gli addolcisci la pillola… e poi non è necessario dirglielo subito: c’è ancora un po’ di tempo, prima che la pancia cominci a vedersi. Hai tutto il tempo per prepararlo alla notizia.

Kaori: – E come?

Kazue: – Kaori, sei sua moglie, conosci i suoi punti deboli meglio di chiunque altro! Inventati qualcosa.

Kaori ci pensò su, poi rispose:

Kaori: – Ok, va bene. Ragazzi, io sarò con voi.

Kazue: – Potete contare anche su di me. Credo che neanche Mick la prenderà tanto bene, quando saprà che suo cugino ha messo incinta la figlia del suo migliore amico…

Kaori: – In ogni caso, dovete essere voi a dare loro la notizia.

Mary: – D’accordo, mamma. Però non voglio dirglielo subito.

Kaori: – Va bene, ma non aspettate rtoppo: tra qualche settimana la pancia inizierà a vedersi, per non parlare del fatto che tuo padre è un acuto osservatore, e non gli ci vorrà molto a capire che c’è qualcosa di strano nel vostro comportamento…

Logan: – Bene! Dovrò prepararmi a morire, perché, appena saprà chi è il padre, io sono un uomo morto!

Kazue: – No, non credo. È vero che Ryo è molto attaccato a Mary, ma non credo che farebbe mai qualcosa che la possa ferire, come prendersela col ragazzo che ama. E poi tu e lui siete molto simili…

Kaori: – Sì, lui sa come ti senti con Mary, perché sono gli stessi sentimenti che lui prova per me.

Mary: – Hai detto “sa”?

Kaori: – Esattamente. Forse voi non l’avrete notato, ma lui si è già accorto da qualche tempo che Logan aveva un debole per te. Credo che se ne sia accorto già da subito, quando avete iniziato a litigare.

Logan: – Ma come ha fatto ad accorgersene, se noi non lo sapevamo di essere innamorati, prima di tre mesi fa?

Kazue: – Perché siete la fotocopia esatta di Ryo e Kaori da giovani.

Kaori: – Ma credo che proprio questa similitudine tra voi lo renda ancora più geloso di sua figlia. Ma puoi stare tranquillo che, sbollita la rabbia, sarà felice di avere un nipote con te come padre.

Mary: – Mamma, zia, posso chiedervi ancora un altro favore?

Kaori: – Dimmi pure, piccola.

Mary: – Potreste non dire nulla neanche agli altri? Vorrei che fosse una sorpresa per tutti.

Kaori: – Come vuoi, tesoro.

Alla sera, Mary e Logan erano nella loro camera. Come ormai avveniva da quando si erano messi insieme, non usavano più due letti separati, ma erano distesi entrambi nel futon di Logan.

Il ragazzo stava coccolando Mary, e la abbracciava con dolcezza.

Logan: – Come ti senti, amore mio?

Mary: – Bene, per il momento. Però è un po’ strano sapere che dentro di me sta crescendo un’altra vita… – disse, toccandosi delicatamente la pancia.

Logan: – … per me è strano anche pensare che questa vita è parte di noi,di me e di te. Che sarà nostro figlio.

Mary: – Nostro figlio… che bello… un bambino nostro. Non avrei mai pensato di poter avere un bambino da te…

Logan: – Ti amo, Mary. – poi si abbassò, per baciarle la pancia – E amo anche te, piccolo. Chissà come sarai tra nove mesi, quando verrai al mondo.

Mary: – Sarà bello, come il papà.

Logan: – … e come la mamma!

La baciò con dolcezza, tenendole delicatamente la mano sul ventre.

Mary: – Chissà come la prenderà il nonno, quando saprà di lui…

Logan: – Sicuramente se la prenderà con me, perché ti ho messo incinta.

Mary: – Ma io ti difenderò, perché certe cose si fanno in due, quindi è anche colpa mia, se sono rimasta incinta.

Logan la strinse a sé, con attenzione, poi, baciandola, disse:

Logan: – Ti amo, honey!

 

CONTINUA…

 

Devo dire che Kaori l’ha presa abbastanza bene la notizia, ma Ryo come la prenderà? Lo saprete presto!

katyjolinar

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Capitolo 9
*** la reazione di Ryo ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

E dopo esserci quasi presi il diabete con il capitolo precedente, ora vediamo come la prenderà Ryo quando saprà che sta per diventare nonno.

C’è anche una piccola digressione, all’inizio, che mi servirà per introdurre una cosa nei capitoli successivi, che capirete già da questa digressione, credo.

Capitolo 9

 

Una settimana dopo, Mary e Logan erano in giro per le vie del centro: stavano cercando delle idee per i regali di Natale.

Mary: – Uffa… non riesco a trovare nulla che vada bene per papà… è così difficile scegliere un regalo per lui…

Logan: – Ma perché vuoi trovare a tutti i costi qualcosa che lo sorprenda? Non basterebbe un pensierino?

Mary: – No, perché quella cosa che sappiamo noi glielo dirò a Natale. E, prima di dirglielo, voglio addolcirlo un po’.

Logan: – Fammi capire: per “quella cosa” intendi questa cosa? – disse, indicando la pancia della ragazza.

Mary: – Sì, proprio quello.

Logan sbiancò.

Logan: – Oddio… non arriverò a vedere il nuovo anno…

Mary: – Appunto per questo devo cercare di addolcirlo. Se non riesce mamma a prepararlo, devo pensarci io.

Arrivarono a un palazzo di 40 piani, all’interno del quale c’era un grande magazzino.

Mary: – Proviamo a vedere se troviamo qualcosa qua?

Logan si era bloccato in mezzo al marciapiede, guardando il palazzo con uno sguardo terrorizzato. Mary se ne accorse.

Mary: – Logan, che c’è?

Logan: – Ho paura…

Mary: – Di cosa?

Logan: – Di entrare lì… per favore non entriamo…

Mary: – Ma perché? Non capisco che cosa ti faccia paura…

Logan: – La mia fobia… te l’ho detto?

Mary: – Sì… ora ricordo. Me l’aveva detto papà, ma con te ho sempre evitato di parlarne, perché pensavo che ti avrebbe riportato alla luce brutti ricordi… scusami se ti ho fatto tornare in mente quel giorno…

Logan: – Tesoro, non devi scusarti. Prima o poi sarebbe successo che te ne avrei parlato io stesso, come tu mi hai parlato dei tuoi incubi.

Mary: – Grazie, amore. Anche se tu, quando te ne ho parlato io, sapevi molto meno cose di quante ne so io riguardo la morte dei tuoi genitori.

Logan: – Posso capirlo: loro sono morti in diretta tv, assieme ad altre 3000 persone, all’incirca… – una lacrima solitaria tentò di scendere, ma lui se la asciugò immediatamente con il palmo della mano. – Da quel giorno ho la fobia dei palazzi alti. Anche per questo ero difficile da piazzare: la maggior parte delle famiglie a cui mi affidavano avevano l’appartamento in uno dei grattacieli della città. Inoltre io mi ero chiuso in me stesso, e spesso ero preso per ritardato, perché non ho più parlato dal momento in cui mi hanno detto che ero rimasto orfano, a 5 anni, fino a 13 anni, un anno dopo che Mick mi ha preso in affidamento. L’assistente sociale che mi ha seguito fino a 14 anni ha detto che è stato un miracolo, ma secondo me è stato grazie a mio cugino e a Kazue se non sono più considerato un ritardato.

Mary, commossa, lo abbracciò, sull’orlo di una crisi di pianto. Logan la strinse, poi disse:

Logan: – Piccola, non piangere. Ora sono felice, nonostante quello che ho passato nella mia infanzia. Ho tutto quello che desidero, un padre e una madre, anche se non li chiamo mamma e papà, ma è come se lo fossero. E poi ho una persona di cui sono follemente innamorato: te, che aspetti il nostro bambino. Questa fobia, che ogni tanto riemerge, è solo una cosa che non mi fa dimenticare dei miei genitori naturali, morti l’11 settembre 2001 in quell’attentato terroristico. Credo che sia un po’ come tuo padre, che ha paura di volare perché ha perso la mamma e il papà in un incidente aereo di cui lui è l’unico superstite. Anche se lui non sa nulla di chi sia la sua famiglia, credo che la sua paura di volare sia un modo per ricordarsi di loro.

Mentre ascoltava le ultime due frasi, gli occhi di Mary si erano illuminati: aveva appena avuto un’idea su cosa regalare a suo padre.

Mary: – Logan, sei un genio! Ora so cosa regalare a papà! Andiamo a cercare una biblioteca o un posto dove possiamo collegarci alla rete, poi, quando avrò trovato quello che cerco, andiamo da Saeko! – gli disse, saltandogli al collo e dandogli un bacio sulle labbra, per poi trascinarlo, eccitata, per le vie del centro.

 

Qualche tempo dopo, a Ryo arrivò la notizia che il fratello di John Cole, Harry, era venuto in Giappone per cercare chi lo avesse ucciso e vendicare la sua morte.

Era la metà di dicembre, e ci si stava preparando per festeggiare il Natale. Kaori e Mary vollero uscire per fare gli ultimi acquisti.

Ryo: – Posso accompagnarvi? Con quell’Harry a piede libero non me la sento di farvi andare da sole.

Kaori: – No, tesoro. Tu resti qui, con Logan, a badare ai bambini.

Ryo: – Ma…

Mary: – Niente “ma”, papà! Tu resti qui. Comunque, se proprio vuoi tenerci d’occhio, possiamo indossare le microspie… va bene?

Ryo: – Va bene… – disse, rassegnato – però state attente lo stesso.

Le accompagnò alla porta, poi le salutò.

Ryo: – Ciao Mary.

Mary: – Ciao papà! – gli diede un bacio sulla guancia.

Ryo: – Ciao moglie.

Kaori: – Ciao marito! – Gli diede un bacio sulle labbra, poi uscì, assieme alla figlia.

Andarono in giro per negozi, chiacchierando allegramente.

Mary: – Mamma, ti ricordi di quel regalo di cui ti ho parlato?

Kaori: – Quello per papà, intendi?

Mary: – Sì. L’altro ieri sono andata da Saeko. Ha detto che è a buon punto con le ricerche. Credi che papà lo apprezzerà?

Kaori: – Secondo me sarà il regalo più bello che riceverà.

Mary: – Per lo meno servirà ad addolcirlo per quando gli dirò del bambino.

Kaori: – Quindi glielo dirai a Natale? Sempre che non lo scopra prima: la pancia inizia a vedersi, mia cara.

Mary: – Per il momento sembro solo un po’ ingrassata, come anche te, mamma…

Kaori divenne tutta rossa.

Mary: – Mamma, perché sei diventata tutta rossa? Mi stai mica nascondendo qualcosa?

Kaori: – No, è solo che fa caldo…

Quella risposta aveva tutta l’aria di una scusa, e Mary si insospettì ancora di più.

Mary: – Al 17 dicembre? Mamma, non ci casco: tu mi nascondi qualcosa.

Kaori si decise a parlare e, con aria colpevole, disse:

Kaori: – Ecco… vedi, un paio di mesi fa, io e tuo padre abbiamo fatto un piccolo “errore di calcolo”, ed abbiamo avuto un “incidente di percorso”…

Mary: – In poche parole: sei di nuovo incinta. Mamma! Ma non potevate stare più attenti? Io ve l’ho detto che non voglio più fratelli. Scommetto che papà non voleva che me lo dicessi, perché sapeva che mi sarei arrabbiata.

Kaori: – Veramente tuo padre non lo sa ancora. Avrei dovuto dirglielo un mese fa, il giorno che hai scoperto di esserlo anche tu, ma poi ho deciso di posticipare un po’. Gli avrei dato la notizia dopo che gliel’avresti data tu: era questa la mia idea per calmarlo un po’. Quando gli davo questa notizia ha sempre dimenticato tutto il resto, quindi ho pensato che, se sapesse di avere un altro figlio in arrivo, forse accetterebbe anche di diventare nonno.

Mary: – Il tuo discorso non fa una piega, però resta il fatto che avrò un altro fratello…

Kaori: – Mary, per favore, non iniziare con le prediche. E poi, ti devo mica ricordare che anche tu hai avuto un incidente di percorso, due mesi fa?

Mary: – Va bene. In fondo, i due bambini saranno compagni di giochi. – subito dopo scoppiò a ridere – Stavo pensando alla faccia di papà quando saprà di aspettare contemporaneamente il dodicesimo figlio e il primo nipote… mi sa che gli rovineremo il Natale.

Stavano tornando a casa, quando qualcuno le aggredì alle spalle e premette sulle loro bocche dei fazzoletti imbevuti di etere, facendole svenire.

Mary lentamente si riprese. Aveva un tremendo mal di testa, che aumentava ogni volta che faceva un piccolo movimento; non riusciva neanche ad aprire gli occhi.

Kaori: – Mary, non sforzarti. Tra cinque minuti starai meglio.

Mary: – Mamma… do… dove siamo?

Kaori: – Non lo so. Sembra un ripostiglio, ma non so dirti esattamente dove siamo.

Cinque minuti dopo, Mary riuscì ad alzarsi e mettersi seduta; si guardò intorno: sembrava proprio un ripostiglio, senza finestre, e l’unica fonte di luce era una lampadina impolverata che pendeva dal soffitto.

Mary: – Mamma, credo che Harry Cole ci abbia rapite.

Kaori: – Dobbiamo avvertire Ryo in qualche modo…

Mary ebbe un’idea:

Mary: – Le microspie! Abbiamo ancora le microspie addosso!

Kaori: – Allora attiviamole!

Nel frattempo, a casa.

Ryo e Logan, assieme a Mick e Kazue, stavano controllando i bambini, mentre aspettavano che le due donne tornassero.

Ryo: – Kaori e Mary sono un po’ in ritardo. Spero non sia successo niente… – disse, mentre faceva il solletico a Sayuri e Hayato, che si stavano divertendo come matti a giocare con il papà.

Logan: – Sicuramente ci sarà la ressa, in centro, oppure si saranno incantate a guardare le vetrine. – il ragazzo stava aiutando i gemelli a fare i compiti.

Kazue: – Lo credo anche io. Ultimamente Kaori si comporta in modo strano.

Ryo: – In che senso?

Kazue: – Non lo so… si ferma davanti ai negozi di cose per neonati o premaman, e sospira… non sarà che è di nuovo incinta? – la donna era a conoscenza anche della gravidanza di Kaori, per cui aveva deciso di preparare Ryo alla notizia.

Ryo si prese un colpo.

Ryo: – Eh??? Kaori incinta? Se lo è veramente, sono un uomo morto: Mary non me lo perdonerebbe mai…

Kazue: – E se invece fosse tua figlia quella incinta? – cercò di prepararlo anche a questa notizia.

Logan: “Oddio… ora son morto…” pensò, sbiancando e guardando male Kazue.

Ryo: – La mia biondina? Naaa… Impossibile! È ancora troppo piccola.

Logan si rilassò di nuovo, ma per poco: il palmare di Ryo iniziò a suonare, emettendo il caratteristico suono che faceva quando una microspia veniva attivata, allarmando tutti gli adulti presenti in casa.

Logan: – Ryo, cosa succede? Quale delle due è stata attivata?

Ryo: – Entrambe. Devo prepararmi, io vado!

Logan: – Vengo con te!

Mick: – Vengo anche io.

Ryo: – Mick, tu devi restare qui. Bastiamo noi due.

Kazue: – Avrete bisogno di un autista, quando troverete le ragazze. Mick viene con voi, io me la cavo bene da sola.

Dieci minuti dopo erano tutti e tre nella monovolume di Ryo, e stavano partendo.

Mick: – Da dove proviene il segnale?

Ryo: – Da una zona alla periferia sud di Tokio. Ci andiamo immediatamente.

Circa un quarto d’ora dopo l’auto sfrecciava verso la periferia sud della città.

Ryo: – Dovremo quasi esserci: ora i segnali sono più nitidi.

Logan: – Speriamo bene…

Poco dopo:

Ryo: – Ecco: pare che siano dentro quella casa in fondo alla strada. Dobbiamo entrare, sperando che non siano in troppi.

Mentre Mick rimaneva alla macchina, gli altri due si avvicinarono a piedi all’edificio, poi, con le armi in pugno, sfondarono la porta e uccisero gli uomini di guardia all’interno.

Salirono al piano di sopra e, mentre Ryo cercava la stanza dove erano rinchiuse sua moglie e sua figlia, Logan restava di guardia poco lontano, ben nascosto.

Trovò il nascondiglio e sfondò la porta.

Kaori: – Ryo!

Mary: – Papà! Finalmente…

Ryo: – Vi ho trovate, finalmente… ora andiamo.

Ma un uomo comparve alle sue spalle, era identico a John Cole, tranne che per la cicatrice, che lui non ce l’aveva. Era Harry Cole.

Harry: – No, mio caro. Non si va da nessuna parte. – gli stava puntando contro una pistola.

Si sentì uno sparo, e Cole cadde a terra, poi Logan parlò.

Logan: – Ryo, forza, uscite! Dobbiamo andarcene.

Uscirono di corsa, prima Kaori, poi Ryo e infine Mary, che però subito dopo cadde a terra, trattenuta alla caviglia da qualcosa: Harry non era morto, ma solo ferito, e ora le stava puntando la pistola alla testa, facendosi scudo con il suo corpo.

Mary: – Papà!...

Harry: – Ora come la mettiamo?

Kaori, per il troppo stress accumulato, svenne, e Ryo dovette sorreggerla.

Ryo: – Kaori

Logan: – Occupati di lei. Io lo tengo sotto tiro.

Ryo: – Questa volta, però, non mancarlo, e cerca di non colpire anche Mary.

Mary si dimenava, cercando di divincolarsi dalla stretta, ma a un certo punto si sentì mancare anche lei e perse i sensi.

Harry perse la presa e rimase scoperto, Logan quindi sparò e lo uccise.

Poi il ragazzo si precipitò a soccorrere Mary, perché non si era ancora alzata. Vedendo che era svenuta, la prese in braccio e raggiunse Ryo, che teneva Kaori, anche lei svenuta.

Logan: – È svenuta anche lei.

Ryo: – Strano… Però ora andiamocene.

Tornarono alla macchina e si sedettero sui sedili posteriori, tenendo le donne in braccio, mentre Mick si metteva al posto di guida.

Le ragazze si ripresero lentamente. La prima fu Kaori.

Kaori: – Ohi… che mal di testa… RYO!

Ryo: – Amore mio… come ti senti?

Kaori: – Un po’ scombussolata, ma credo di stare bene. – lo baciò.

Poi fu la volta di Mary.

Mary: – Ahia… – si portò una mano alla testa.

Logan: – Hey, ciao! – disse dolcemente.

Mary: – Ciao. – lo stava per baciare, ma si accorse del padre lì vicino e si bloccò.

Ryo: – Ciao piccola. Come ti senti?

Mary: – Insomma… Mick, ti puoi fermare un attimo? Mi viene da vomitare…

Kaori: – Anche a me viene da vomitare… Mick, fermati!

Mick si fermò sul ciglio della strada, e le due donne corsero sul bordo del prato, in preda alla nausea.

Ryo: – Ma che cos’hanno?

Logan: – A me lo chiedi? Ne so quanto te… (Sì, come no. Ci crediamo… NdA)

Mick: – Ragazzi, non è che mia moglie aveva ragione?

Ryo: – Su cosa?

Mick: – Gravidanza in atto.

Logan sbiancò.

Ryo: – No, è impossibile.

Mick: – Ryo, quelle due sono incinte! Presentano tutti i sintomi di una gravidanza, che tu dovresti conoscere meglio di me, dato che ci sei passato già altre sette volte. I sintomi li dovresti riconoscere anche ad occhi chiusi!

Ryo: – Uhm… forse hai ragione, almeno per quanto riguarda Kaori… ma Mary? Comunque ne parliamo quando torniamo a casa, ora non mi sembra proprio il momento adatto.

Arrivati a casa, fecero stendere Mary e Kaori sul divano, poi Ryo si sedette accanto alla moglie e disse:

Ryo: – Ho la netta impressione che tu mi debba dire qualcosa, amore…

Kaori lo guardò e sorrise.

Kaori: – Uffa… con te non si può proprio nascondere niente. E io che volevo dirtelo a Natale…

Ryo: – Beh, manca una settimana. Cosa vuoi che cambi in sette giorni?

Kaori: – Va bene. Ryo, amore, sarai di nuovo papà: sono di nuovo incinta!

Ryo assunse subito un’espressione tra l’ebete e il sognante.

Ryo: – Wow… 12 figli! Ma… perché Mary non è arrabbiata? Ci hai fatto una predica che la metà basta e ora non ti arrabbi perché avrai un altro fratello?

Mary: – Beh, vedi papà, mamma mi ha spiegato che è stato un errore di calcolo, e può capitare. E poi, devi sapere che un piccolo incidente di percorso è successo anche a me…

A queste parole, Ryo rimase un po’ confuso, mentre Logan si cominciava a guardare intorno per cercare una via di fuga.

Ryo: – Eh?

Mary: – Papà, sono incinta!

Ryo: – Non dirmi che quel coglione di Ryoichi ti ha lasciato il ricordo…

In disparte, senza farsi vedere da Ryo, Kazue stava dicendo a Mick chi era il madre del bambino. Appena lo seppe, Mick disse:

Mick: – Oddio… mi sento mancare… – e cadde svenuto.

Mary: – No, papà. Il padre non è Ryoichi.

Ryo: – E chi sennò?

Mary: – Non te lo immagini?

Logan stava uscendo dalla stanza in punta di piedi, ma Mick, che era appena rinvenuto, lo bloccò:

Mick: – Hey, casanova! Dove credi di andare, Logan?

Logan: – Grrr… cugina traditrice! – disse, rivolto a Kazue.

Ryo lo guardò perplesso.

Ryo: – Logan?... LOGAN!!!!!!! Brutto casanova ingravidatore di figlie altrui! Dove credevi di andare?

L’uomo si alzò in piedi, minaccioso, e lo guardò in faccia, prendendolo per il bavero.

Ryo: – Come hai osato mettere incinta mia figlia?

Logan non sapeva più che fare. Nonostante i due avessero la stessa statura e la stessa corporatura, il giovane aveva paura dello sguardo minaccioso di Ryo, e guardava, alternativamente, l’uomo di fronte a lui e la ragazza, seduta sul divano, anche lei spaventata e che si stava per mettere a piangere.

Mick cercò di separarli:

Mick: – Ryo, calmati, non è successo nulla di grave!

Ryo: – Come “non è successo nulla di grave”? E tu non consideri grave il fatto che tuo cugino ha messo incinta mia figlia?

Mick: – Ammetto che hanno sbagliato, ma non è la fine del mondo!

Kaori mise fine a quel clima di tensione.

Kaori: – Ryo, calmati. Discutiamone da persone civili.

Ryo si calmò, poi disse:

Ryo: – Ho bisogno di un po’ d’aria. Andiamo al Cat’s Eye.

Mentre andavano, Ryo chiese:

Ryo: – Quando è successo?

Mary: – Il 7 ottobre. O almeno quella è stata la prima volta.

Mick: – Ecco perché il giorno dopo eri così allegra: non è stato il braccialetto, ma un altro tipo di regalo a farti tornare di buonumore! E bravo Logan! Vedo che ti ho insegnato bene a far tornare il sorriso alle donne!

Ryo: – Ma perché doveva testare i tuoi insegnamenti proprio su mia figlia? E poi, mi pare che il 7 ottobre è quando hai lasciato Ryoichi

Mary: – Sì…

Logan: – E tu, brutto dongiovanni, ne hai approfittato per fare i tuoi porci comodi con mia figlia?

Mary si mise a piangere, poi disse:

Mary: – Papà, non è come dici tu: sono stata io a fare il primo passo.

Logan: – È vero. Io, se lei non avesse voluto, non l’avrei toccata.

Kaori: – Tesoro, non piangere, ti prego. Ho un metodo sicuro per far calmare tuo padre.

Ryo: – Cosa c’è da calmare? Io sono calmo!

Kaori: – Se sei veramente calmo, allora riusciresti a resistere anche andando in bianco per due notti di seguito, perché io, da ora, sono in sciopero a oltranza.

Ryo: – Sciopero? Che sciopero?

Kaori: – Sciopero del mokkori! – disse, minacciosa.

L’espressione di Ryo, prima confusa, divenne incredula, per passare poi alla disperazione totale.

Ryo: – NOOOOOOOOO! MOGLIE MIA, NON PUOI FARMI QUESTO. TI PREGO, DIMMI CHE NON LO FARAI SUL SERIO? – urlava, disperato, inginocchiato ai piedi della moglie, mentre i passanti osservavano il gruppo, chiedendosi cosa avesse quell’uomo da piangere tanto.

Kaori: – Oh, si che lo posso fare. E lo farò se non ti calmi un pochino.

Ryo, quindi, guardò prima la figlia, poi Logan, e, in silenzio, andò spedito verso il bar di Umi e Miki.

Entrati nel bar, si andarono a sedere tutti al loro tavolo.

Miki si avvicinò ai oro amici e chiese:

Miki: – Ciao ragazzi! Come va? Ci sono delle novità?

Ryo: – Sgrunt

Miki: – Ma che è successo? – chiese a Kaori.

Kaori: – Niente di grave. Ha solo scoperto che tra sette mesi sarà di nuovo papà.

Miki: – Non mi pare che lo riducesse in questo stato, le altre volte…

Kaori: – Infatti è così da quando ha scoperto che, per lo stesso periodo, sarà anche nonno.

Miki: – Nonno?

Mary: – Si, zia. Io aspetto un bambino.

Miki: – Wow… precoce la ragazza! E chi sarebbe il padre?

Logan non lasciò alla ragazza il tempo di rispondere, e la baciò.

Miki: – Wellà!

Ryo: – Grrrrr… meglio se sto zitto, se non voglio andare in bianco per il resto della vita. Ma non potevi prendere esempio da tua madre, che ha avuto i primi figli a 28 anni compiuti?

Mary: – Sì, ma grazie a me. Perchè se non fosse stato per me, tu a quest’ora eri ancora lì a piangerti addosso, perché non sapevi come fare per poterti dichiarare a lei, proteggendola allo stesso tempo. Comunque, se lo vuoi sapere, io non me l’aspettavo neanche, questa gravidanza. È vero, non siamo stati attenti, ma non puoi prendertela solo con Logan per questo, perché certe cose si fanno in due, e tu lo sai meglio di me. Se te la vuoi prendere proprio con qualcuno, fallo con me, che dopo tutte le prediche che ti ho fatto, sono rimasta fregata l’unica volta che non sono stata attenta! E se questo non lo capisci, tu non sei più mio padre!

La ragazza era esplosa: non sopportava che il padre parlasse in quel modo, quindi gli aveva urlato quelle frasi, alzandosi in piedi, stringendo i pugni e guardando in faccia Ryo, e questo rese il discorso ancora più pungente.

Alla fine scoppiò a piangere e corse fuori, seguita da Logan.

Logan: – Mary, aspetta…

Ryo era rimasto fermo, seduto sulla sedia, fissando lo spazio vuoto dove prima era seduta la figlia. Kaori e gli altri lo guardavano, in silenzio; dopo quella scenata della ragazza, nessuno aveva avuto il coraggio di parlare.

Dopo qualche minuto l’uomo si svegliò dal suo letargo, tirò un pugno sul tavolo, facendo traballare i bicchieri che erano posati sopra, e disse:

Ryo: – Ryo Saeba, sei davvero uno stupido! – si alzò e corse fuori, dietro ai due giovani.

Li trovò a una decina di metri dall’entrata. Mary piangeva, abbracciata a Logan, che la stringeva senza parlare.

Mary: – Perché non capisce? Io ti amo, Logan. Ryo non può chiedermi di non amarti. Perché non lo vuole capire?

Ryo: – Perché sono uno stupido padre geloso, che vorrebbe che i propri figli non crescano mai, rimanendo i bambini belli e innocenti che erano un tempo.

L’uomo era comparso alle spalle della coppia, ed entrambi si voltarono in direzione della voce.

Mary: – Ryo?

Ryo si avvicinò lentamente.

Ryo: – No, non Ryo, ma papà. Ti prego, perdonami per quello che ho detto e fatto, e torna a chiamarmi papà… è vero, io sono arrabbiato, ma non con lui, né con te: lo sono con me stesso, perché sono tanto geloso della luce della mia stellina da volerle tagliare le ali e impedirle di risplendere dove volesse lei. Ora ti chiedo solo di perdonarmi e i accettarmi di nuovo come padre.

Mary sorrise, e andò ad abbracciare Ryo.

Mary: – Papà, perdonami tu. Scusa se ti ho offeso in quel modo.

Ryo: – Non ti preoccupare, ci sono abituato. Tua madre me ne diceva di peggiori, quando era incinta dei tuoi fratelli, ricordi? – poi guardò Logan, che era rimasto leggermente in disparte – Logan, perdonami anche tu per quello che ho detto.

Logan: – Non ti preoccupare, Ryo, è tutto a posto.

Poi parlò ancora Mary:

Mary: – Papà, se nascessi di nuovo, vorrei essere fin dal concepimento figlia tua e di mamma. (questa frase l’ho presa da Angel Heart. L’ho messa perché secondo me ci sta bene nel dialogo. NdA)

Ryo: – Tesoro, tu sei già adesso nostra figlia! Anche se non lo sei biologicamente, lo sei nei nostri cuori. Tu sei mia figlia come lo sono Maki, Hideyuki e gli altri! Ora, però torniamo dentro: si staranno tutti chiedendo che fine abbiamo fatto.

Si diressero di nuovo al locale, Mary abbracciata ai suoi due uomini.

 

CONTINUA…

 

Capitolo finito.

Forse Ryo, alla fine, l’ho fatto un po’ troppo sentimentale, ma non importa, secondo me ci stava bene.

Nei prossimi capitoli ci saranno un po’ di colpi di scena, il primo legato a quello che succede all’inizio di questo capitolo, e il secondo… beh, non ve lo dico, è una sorpresa!

Ciao ciao!

katyjolinar

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Capitolo 10
*** quando il destino si mette d'impegno... ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

E dopo che anche Ryo ha scoperto il “fattaccio”, vediamo come sarà la Vigilia di Natale!

Vi ricordate il dialogo iniziale del capitolo precedente? Ora saprete che cosa regalerà Mary a suo padre!

Capitolo 10

 

Ormai Ryo aveva accettato la situazione, e si era rassegnato all’idea che entro metà luglio sarebbe diventato nonno per la prima volta. Aveva anche accettato che il padre di suo nipote fosse Logan, anche se avrebbe preferito che la figlia si scegliesse un ragazzo diverso, preferibilmente che non gli assomigliasse nel carattere.

La mattina della Vigilia di Natale, i tre uomini erano andati al Cat’s Eye, per prepararlo per la festa della sera, perché, come tutti gli anni, la Vigilia si festeggiava al locale e il giorno dopo si pranzava a casa di Ryo.

Intanto, Mary, Kaori e Kazue, a casa, mettevano in ordine per il giorno dopo.

Kaori: – Mary, tesoro, Saeko ti ha più detto niente per quella cosa?

Mary: – Sì, mi ha telefonato dicendo che sarebbe passata oggi per dirmi le ultime cose.

Kazue, che non riusciva a capire di cosa stessero parlando, chiese spiegazioni.

Kazue: – Scusate, ragazze, ma di che cosa parlate?

Mary: – Del regalo per papà

Kazue: – Ma cosa centra Saeko?

Kaori: – Beh… le abbiamo chiesto aiuto per… confezionarlo!

Kazue: – E di che cosa si tratta? Si può sapere?

Mary: – Mi dispiace, zia, ma è una sorpresa. Lo sappiamo solo io, mamma, Logan e Saeko, e non lo deve sapere nessun altro.

Kazue: – Almeno un indizio…

Kaori: – Sarà sicuramente qualcosa che lo sorprenderà!

Kazue: – Più delle vostre gravidanze?

Mary: – Molto di più! Pensa che era la mia idea iniziale per far addolcire papà prima di dirgli che aspetto un bambino…

In quel momento suonò il campanello. Kazue andò ad aprire: era Saeko.

Kazue: – Ciao Saeko! Scommetto che sei venuta a parlare alle due mamme.

Saeko: – Proprio così. Sono in casa? E, soprattutto, Ryo è uscito?

Kazue: – Sì, Ryo è andato con Mick e Logan a preparare per la festa di stasera. Mary e Kaori sono di là in cucina.

Raggiunsero le altre due, poi Saeko parlò con Mary:

Saeko: – Mary, è tutto pronto. Stasera tuo padre resterà veramente sorpreso!

Mary: – Sul serio? E LUI ci sarà?

Saeko: – Certo! Non può mancare, soprattutto dopo la storia che mi ha raccontato. Verrà a mezzanotte, vestito da Babbo Natale, consegnerà prima tutti gli altri regali, ai bambini e agli adulti, poi, per ultimo, consegnerà a Ryo il vostro regalo.

Kazue: – Un momento! Hai detto che verrà uno vestito da Babbo Natale per consegnare i regali a tutti?

Saeko: – Sì. I regali, quando arriveremo al Cat’s Eye, li lasceremo in un angolo, dentro un sacco da Babbo Natale, poi questo signore provvederà alla consegna.

Kazue: – Wow! È davvero una bella idea!

Mary: – Aspetta a vedere cosa abbiamo regalato a papà. Resterete tutti sorpresi, credo!

Saeko: – Oh, sì, molto! Sono rimasta sorpresa anche io, quando ho “impacchettato” il regalo per vostro conto…

Verso le sei, gli uomini tornarono a casa a prepararsi, perché avevano appuntamento alle 10 da Umi e Miki.

Con un po’ di fatica, riuscirono a vestire tutti i bambini. Quando andavano a festeggiare qualcosa era sempre un’impresa riuscire a stare dietro a 10 piccole pesti scatenate, quali erano i bambini di Ryo e Kaori: bisognava far fare il bagno a tutti, asciugarli, vestirli e assicurarsi che non si sporcassero prima di arrivare al luogo della festa.

Dopo aver preparato i bambini, si prepararono loro.

Mick indossò uno smoking grigio, che metteva in risalto la sua figura da americano quarantacinquenne, con qualche capello bianco che iniziava a vedersi nella massa di capelli biondi sulla sua testa, e qualche piccola ruga attorno agli occhi. La moglie, Kazue, aveva un vestito da sera nero, lungo fino a poco sotto il ginocchio, con un piccolo spacco sul lato destro e le maniche lunghe; i capelli li teneva sciolti, che cadevano sulle spalle.

Anche Ryo indossava uno smoking, ma nero, con la cravatta a righe bianche e nere, come le strisce di capelli sulle sue tempie, che gli davano un’aria interessante. Kaori aveva un vestito bordeaux, lungo fino ai piedi, due vertiginosi spacchi laterali e la scollatura larga, che lasciava scoperte le spalle, coperte da uno scialle dello stesso colore; i capelli erano raccolti dietro la nuca con delle forcine, e due ciuffi ribelli che ricadevano ai lati della fronte.

I due giovani, invece, avevano optato per qualcosa di meno elegante: Logan indossava un paio di jeans, una camicia bianca, sbottonata negli ultimi tre bottoni e con gli orli fuori dai pantaloni, e una giacca grigia elegante, in tela, tanto per non sembrare troppo sportivo; i capelli li aveva pettinati a spazzola e, per tenerli dritti, ci aveva messo un chilo di gel. Mary, infine, si era messa una minigonna elegante a portafoglio, che iniziava a starle un po’ stretta in vita, una camicetta bianca con dei pizzi sui polsini, e un paio di scarponcini eleganti con il tacco alto. Come gioielli aveva l’anello che le avevano regalato i suoi genitori per il suo compleanno e il braccialetto che le aveva regalato Logan; aveva i capelli, in parte raccolti con una forcina dietro la nuca, e in parte che le ricadevano sotto le spalle. Quando il ragazzo la vide, disse:

Logan: – Tesoro, sei bellissima! Solo che manca qualcosa…

Mary: – Ma no, Logan. Credo che ci sia tutto.

Logan: – Però, secondo me, il vestito non è completo, senza questi… – tirò fuori una scatolina, con dentro un paio di orecchini in argento, sempre a forma di martellini, e una collana, con un ciondolo rappresentante l’ideogramma giapponese del nome della ragazza. (non chiedetemi come sia, perché non ne ho idea, ma, come in italia esistono i ciondoli a forma di lettera dell’alfabeto, ho pensato che possano esistere anche in Giappone i ciondoli a forma di ideogramma, con significati ben precisi… NdA)

Mary era stupita: non si aspettava che le facesse questo regalo.

Mary: – Logan!... ma non dovevi… – però, poi lo baciò, come ringraziamento.

Ryo li guardava, e notava la dolcezza dei gesti dei due giovani. Si ricordò di quando si era dichiarato alla moglie, il secondo giorno che aveva la piccola Yoko sotto la sua custodia. Sorrise e abbracciò Kaori.

Mick interruppe il momento, riportando tutti alla realtà.

Mick: – Ragazzi, andiamo! Sono già le dieci meno un quarto!

Uscirono di casa e andarono alle macchine: Ryo, Kaori e i bambini nella loro grossa monovolume, mentre Mick, Kazue, Cassie, Mary e Logan nella Mini Cooper rossa nuovo modello di quest’ultimo, che gli aveva comprato qualche settimana prima il cugino, in vista dei futuri anni di studio che avrebbe passato in Giappone.

Al bar trovarono già Saeko, che venne subito portata via da Mary e Kaori, mentre Logan teneva occupato Ryo in modo che non ascoltasse i loro discorsi.

Mary: – Zia, scusa se lo chiedo ancora, ma ci sarà?

Saeko: – Stai tranquilla, ci sarà! Conosce già più o meno tutta la storia, e verrà a mezzanotte con il vestito da Babbo Natale.

Kaori: – Come ha reagito alla notizia?

Saeko: – Bene, direi… nonostante siano passati circa 40 anni, ha sempre sperato in un miracolo… (se non lo avete capito subito, credo che qui già riuscirete a capire di chi stanno parlando le tre donne… NdA)

Mary: – …che è arrivato, finalmente! Meglio tardi che mai! Chissà come reagirà papà…

Kaori: – Bene, credo. Ora dobbiamo avvertire Miki dell’arrivo del nostro ospite, a mezzanotte, sperando che non cambi idea all’ultimo momento.

Saeko: – Ragazze, io ne so molto più di voi, e vi posso dire che, dalla storia che mi ha raccontato, non può assolutamente mancare.

I bambini non riuscivano a stare fermi, soprattutto i figli di Ryo (per forza: sono la maggioranza! NdA), che già erano vivaci per natura (buon sangue non mente! NdA), ma quando di univano a loro anche le bambine di Umi, lo diventavano ancora di più. Per non parlare di Cassandra Angel: a due anni era scatenata quanto la piccola Shan In, con la quale aveva fatto amicizia, ed ora facevano comunella e ne combinavano di tutti i colori, e i due padri non riuscivano a farle stare ferme.

Saeko intervenne per calmare gli animi dei 13 nipotini.

Saeko: – Bambini, state tranquilli, per favore! Altrimenti dico a Babbo Natale di non portarvi i regali, quando viene!

Yoko: – Perché? Viene Babbo Natale?

Mary: – Sì, a mezzanotte. Busserà alla porta e noi apriremo.

Yami: – Ma Babbo Natale non dovrebbe scendere dal camino?

Miki: – Gliel’ho detto io di bussare alla porta, perché il camino è sporco, e si potrebbe insudiciare tutto. – disse, reggendo il gioco delle altre.

Kaori: – Però, se non state buoni, i regali destinati a voi se li tiene e non ve li dà più!

Le parole ebbero l’effetto sperato: tutti i bambini si sedettero zitti e buoni e cenarono senza fare troppa caciara.

Ma Ryo non aveva capito molto dei loro discorsi, quindi chiese spiegazioni alla moglie:

Ryo: – Ma che cos’è questa storia di Babbo Natale?

Kaori: – È un’idea di Saeko. Ha chiesto a un suo conoscente di venire a mezzanotte, vestito da Babbo Natale e consegnare tutti i regali. Mi pare una bella idea: i bambini sembrano entusiasti.

Ryo: – Hai ragione, tesoro: è davvero una bellissima idea!

A mezzanotte in punto, qualcuno suonò alla porta. I bambini saltarono tutti in piedi, allegri, perché sapevano già chi poteva essere.

Miki jr.: – Babbo Natale! È arrivato Babbo Natale!

Saeko: – Bambini, state seduti tranquilli, altrimenti gli dico di tornare il prossimo anno, e voi non riceverete nessun regalo. – poi andò ad aprire la porta.

Entrò un uomo, naturalmente vestito da Babbo Natale, con la barba finta che copriva tutti i lineamenti del viso: si vedevano soltanto due profondi occhi color ebano.

Babbo Natale: – Oh! Oh! Oh! Buon Natale a tutti! Oh! Oh! Oh!

I bambini gli corsero incontro, allegri.

Babbo Natale: – Ma quanti bei bambini! Siete stati tutti buoni quest’anno?

Bambini: – Sì!!!!!!

Babbo Natale: – E continuerete a fare i bravi anche tutto l’anno prossimo?

Bambini: – Sì!!!!!!

Babbo Natale: – Allora sedetevi buoni buoni, che do i regali a tutti!

Le piccole pesti si sedettero tutte intorno all’uomo, impazienti, e ricevettero tutti il loro regalo. Poi l’uomo passò agli adulti e consegnò anche a loro i rispettivi regali, lasciando per ultimo il famoso regalo per Ryo di cui parlavano le donne.

Quando glielo consegnò, Ryo lo aprì: era una busta portadocumenti, con dei fogli fascicolati.

Ryo: – Che cos’è questo?

Mary: – È il tuo passato.

Ryo non capì.

Mary: – È un’idea che mi è venuta un mese fa, grazie a Logan.

Ryo. – Ma cosa centra con il mio passato?

Mary: – Un momento che ci arrivo! Come sai, Logan ha perso i genitori in un attentato terroristico in cui erano stati usati degli aerei. Mi sono poi ricordata che tu avevi perso i genitori in un incidente aereo, così sono entrata in una banca dati in rete, dove sono segnati tutti gli incidenti aerei dalla metà dello scorso secolo ad oggi, con i rispettivi nomi di vittime e dispersi. Ho fatto una ricerca sui bambini che, all’epoca presunta del tuo incidente aereo avevano meno di 4 anni. Ne ho trovato una decina, poi ho passato la palla a Saeko.

Saeko: – Esattamente. Poi io ho ridotto il gruppo a 4 bambini. Ho contattato i parenti ancora in vita, pochi, per la verità, dato che sono passati circa 40 anni, e ho trovato la tua identità reale.

Ryo era eccitato ed emozionato allo stesso tempo: dopo 40 anni, grazie alla figlia, stava per conoscere il suo passato e la sua identità.

Ryo: – Avanti, non farmi stare sulle spine! Chi sono io?

Saeko: – Dunque… il nome che ti è stato dato alla nascita è Richard Mori, figlio di Shin Mori, giapponese, e Louise Korn, inglese. E non sei figlio unico: hai una sorella, Ether Mori, di 2 anni più grande di te. Sei nato il 26 marzo 1975 a Tokio.

Ryo: – Kaori, ci hai preso in pieno! Hai detto che ho dei parenti ancora in vita… mi puoi dire chi sono?

Saeko: – L’unico tuo parente ancora in vita è…

Babbo Natale: – …tuo padre!

 

CONTINUA…

 

Colpo di scena!!! Ryo ha finalmente scoperto chi sono i suoi genitori!

Vi ricordo che ho spostato le date di nascita di circa 10 anni in avanti, proprio perché Ryo e Kaori dovevano avere circa 40 anni quando Mary e Logan ne avevano 20, e, dato che Logan aveva 5 anni nel 2001, non credo che possa andare bene la data di nascita originale…

Nel prossimo capitolo ci sarà un altro colpo di scena, che sono sicura che vi lascerà senza parole, ma se leggete tra le righe dei capitoli precedenti, forse potrete già intuire di che si tratta!

Ciao ciao!

Katyjolinar

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Capitolo 11
*** ...fa le cose in grande stile! ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

E dopo il colpo di scena del capitolo precedente, ce ne sarà un altro in questo capitolo. Io non vi dico nulla (eheh che cattiva che sono!) ma qualcuno già sa quale sia questo colpo di scena. Non vi resta che leggere il capitolo!

Capitolo 11

 

L’uomo vestito da Babbo Natale era rimasto in silenzio per tutto il tempo, ascoltando ed osservando Ryo, come se volesse cercare una qualche emozione sul volto imperscrutabile dello sweeper. Ma poi non aveva resistito, e aveva completato la frase della poliziotta:

Saeko: – L’unico tuo parente ancora in vita è…

Babbo Natale: – …tuo padre!

Silenzio. Nessuno osava parlare; erano tutti senza parole: il padre di Ryo è ancora vivo? Ma come può essere? Non era morto in quell’incidente aereo?

Ryo ruppe il silenzio:

Ryo: – Lei chi è? Come fa a sapere che mio padre è ancora vivo?

Babbo Natale: – Io sono Shin Mori, tuo padre.

Un altro silenzio. L’uomo si tolse la barba e il cappello, lasciando che tutti vedessero il suo vero volto: era un uomo sulla sessantina, con i capelli grigi e qualche ruga attorno agli occhi, che erano di un colore nero profondo. I presenti lo osservarono a bocca aperta: era identico a Ryo, ma di 20 anni più vecchio.

Ryo lo guardava, immobile. Gli sembrava di aver visto un fantasma.

Ryo: – Ma… io pensavo che mio padre e mia madre fossero morti in quell’incidente aereo… – la sua voce era visibilmente emozionata. “Non può essere… mio padre è ancora vivo… ma come è possibile?”

Shin si avvicinò all’uomo, e gli rispose:

Shin: – Anche io pensavo che tu fossi morto nel 1977, con tua madre, ma avevo ancora qualche speranza di ritrovarti, perché è stato trovato il corpo di Louise, tua madre, ma non il tuo.

A questo punto, Ryo si convinse: si avvicinò a Shin, suo padre, e lo abbracciò. Dopo quasi 40 anni era finalmente riuscito a sapere qualcosa del suo passato, le sue origini.

Ryo: – Ma… tu non eri nell’aereo con noi? E mia sorella… Ether? – quel nome gli suonava famigliare, ma non riusciva a focalizzare il motivo.

Shin: – Io e Ether eravamo rimasti a Tokio, mentre tu e tua madre eravate andati in Gran Bretagna a trovare i tuoi nonni, a Dover. Al ritorno il vostro volo faceva scalo a Buenos Aires, ma è precipitato un’ora dopo il decollo.

Ryo: – Se è ancora viva, perché non è qui con te?

Shin si rattristì, a causa di qualche brutto ricordo, ma poi rispose:

Shin: – Purtroppo tua sorella è morta 20 anni fa, dando alla luce una bambina. Se mi stai per chiedere di lei, ti dico subito che non ne so molto: alla nascita è stata affidata al padre, un uomo poco raccomandabile; io non sono mai riuscito a vederla.

Ryo: – Ether… eppure questo nome non mi è nuovo. Parlami ancora di lei, per favore.

Shin: – Era una bellissima ragazza, un angelo, identica a sua madre: allegra, vivace e sveglia. Come aspetto fisico, beh… basta che guardi tua figlia Mary: è identica a Ether. Si vede che hai preso i geni di tuo padre, cara ragazza.

Ryo: – Credo che tu ti stia sbagliando: io e Mary non abbiamo geni in comune: l’ho adottata, Saeko non te l’ha detto?

Shin: – No, non me l’ha detto…

Saeko: – scusatemi, non ho potuto dirglielo, e il perché lo capirete da soli…

Shin: – No, non mi sto sbagliando: tua figlia è identica a tua sorella, Richard.

Ryo: – Chiamami Ryo: ormai è questo il mio nome. Comunque… come è possibile? Puoi dirmi altro di Ether?

Shin: – Beh… non c’è molto da dire. L’ho cresciuta da solo, e ho fatto quello che potevo. Ma a 20 anni è scappata con un uomo che a me non piaceva e se l’è sposato. Nel 1999 ha avuto la bambina, che è stata affidata a quell’Erik. Un uomo violento, che è stato condannato 12 anni fa a 20 anni, ma è stato trovato morto 4 anni fa, ucciso da un cecchino.

Mary e Ryo ebbero una folgorazione. Si guardarono; non era possibile, loro erano…

Mary: – Un momento! Stai per caso dicendo che il cognato di papà era… quel porco di Erik Nakura?

Shin: – Proprio lui.

Ryo e Mary si guardarono ancora. Non se l’aspettavano proprio.

Ryo: – Shin, siediti, ti prego: dobbiamo dirti una cosa che ti lascerà senza parole.

L’uomo prese una sedia e si sedette. Prima di iniziare a parlare, Ryo guardò Saeko e le chiese:

Ryo: – Non gliel’hai detto? Perché?

Saeko: – Perché glielo devi dire tu. È più giusto che lo sappia dalla voce del figlio che da un’estranea.

Shin: – Sapere cosa?

Ryo: – Una cosa alla volta. Prima di tutto: hai mai sentito parlare di City Hunter?

Shin: – E chi è che non conosce le loro gesta e quella della loro socia dagli occhi di ghiaccio?

Ryo: – Bene, Shin. Devi sapere che City Hunter siamo io e mia moglie.

Mary: – E la socia con gli occhi di ghiaccio, come la chiami tu, ovvero Ice Eyes, sono io.

Shin: – Ok. Sono il padre di City Hunter, ma cosa centra questo con Erik Nakura e sua figlia Yoko?

Ryo: – Io Yoko l’ho conosciuta, papà. Proprio 12 anni fa, durante il processo al padre. Mi era stata affidata per essere protetta.

Gli occhi di Shin si erano illuminati.

Shin: – Sul serio? E come sta? Cosa le è successo?

Ryo: – Stai tranquillo, sta bene. Subito dopo il processo ha cambiato nome e si è rifatta una vita con un’altra famiglia. Anzi, è uno dei migliori sweepers di Tokio.

Mary: – Yoko Nakura sono io, NONNO!

L’uomo aveva le lacrime agli occhi: aveva ritrovato in un colpo solo il figlio, perso 40 anni prima, e la nipote, che non aveva mai visto. Oltre tutto i due si erano trovati e, all’insaputa del loro reale legame di sangue, il figlio aveva adottato e cresciuto la nipote come fosse una figlia, strappandola a quel mondo crudele in cui era cresciuta.

Shin: – Mio Dio… ho bisogno di un bicchiere d’acqua… – non riuscì a dire altro. Non c’erano parole.

Gli altri presenti, fino a quel momento, non avevano proferito nessuna parola, neanche loro se l’aspettavano una rivelazione del genere.

Miki: – Lo sapevo che erano troppo simili per non avere dei veri legami di parentela… i comportamenti di Mary sono troppo simili a quelli di Ryo per non pensare che sia veramente sua parente.

Kaori: – è proprio vero: quando il destino si mette d’impegno…

Logan: – … fa le cose in grande stile!

 

CONTINUA…

 

Sorpresa!!!!

Mary e Ryo sono realmente parenti! L’avevate capito, o siete rimasti a bocca aperta davanti alle rivelazioni di Shin?

Comunque ditemi cosa ne pensate!

Al prossimo capitolo!

katyjolinar

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Capitolo 12
*** tale padre tale figlio! ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

La mia mente bacata mi fa venire proprio delle idee geniali!

Dopo questi grandi colpi di scena, cosa succederà?

Capitolo 12

 

Mary prese un bicchiere d’acqua e lo porse a Shin, che si era seduto, perché dopo aver ricevuto quella notizia gli erano iniziate a tremare le gambe, per l’emozione.

Mary: – Tieni, nonno. Bevi un po’ d’acqua.

Shin continuava a guardarla, estasiato.

Shin: – Mary, sei identica a tua madre… sei la fotocopia precisa di mia figlia Ether: gli stessi capelli, gli stessi occhi blu, la stessa espressione allegra… mi sembra di vedere lei, quando aveva la tua età.

Mary: – Grazie, nonno. Ma se non fosse stato per mamma e papà, io ora non sarei così.

Shin: – Forse hai ragione. Non oso immaginare come si comportasse Erik con te, quando eri piccola.

Mary iniziò a piangere, all’orribile ricordo del padre naturale. Logan si avvicinò e la abbracciò per calmarla.

Logan: – Shhh… non piangere, tesoro.

Shin si accorse di aver parlato troppo, e decise di cambiare argomento.

Shin: – Beh, Ryo, suppongo che Mary non sia figlia unica… almeno, vedo che siete tre coppie sposate, quindi qualcuno dei bambini che mi hanno accolto deve essere tuo…

Kaori: – Sì, Shin. Mary non è figlia unica.

Shin: – E quanti altri figli avete? 3? 4?

Mary: – MAGARI FOSSERO SOLO 3 O 4…

Kaori: – Beh, vedi Shin, io e tuo figlio ci siamo dati un po’ da fare negli ultimi 12 anni…

Mary: – Un po’ troppo, direi…

Shin: – Perché?

Ryo: – Di quei 13 bambini, 10 sono nostri.

Shin, che in quel momento stava sorseggiando l’acqua dal suo bicchiere, la sputò, tossendo: gli era andata di traverso, sentendo quanti nipoti avesse.

Shin: – 10??? Porca miseria! Certo che ti sei dato da fare, figlio mio… ora capisco perché sei conosciuto con quel soprannome… è più che meritato, con tutti i figli che hai!

Ryo: – Beh, Shin, sai com’è… comunque devi sapere che, per metà luglio, saranno 12, Mary compresa. Kaori è quasi al terzo mese della sua ottava gravidanza.

Mary: – E spero per voi che sia l’ultima. Vada per l’ultimo fratellino, ma non voglio avere altri fratelli. Come dico sempre: quelli che ho mi bastano e avanzano. E poi ora tocca a me: voi avete già dato fin troppo…

Shin: – 11 figli in 8 gravidanze? Devi aver avuto dei parti gemellari… comunque devo dare ragione a Mary: ora dovete lasciare il posto a lei, e fra qualche anno potrete diventare nonni!

Ryo: – Fra qualche anno? Fai pure molto prima…

Shin: – Perché? Vuoi già diventare nonno?

Ryo: – No, è che non ho molta scelta, perché anche Mary partorirà per metà luglio.

Shin: – Eh? Sei incinta anche tu? E quando aspettavi a dirmelo che sarò bisnonno?

Mary: – Tu non me l’hai chiesto, e poi anche papà l’ha saputo la settimana scorsa…

Kaori: – Già, e ha quasi pestato il suo ragazzo.

Shin: – E chi sarebbe il ragazzo di Mary? Posso conoscerlo?

Logan si fece avanti.

Logan: – Sono io il ragazzo di Mary, Mr. Mori.

Il vecchio squadrò il giovane dalla testa ai piedi: sembrava che lo stesse analizzando.

Shin: – Uhm… tu non sembri giapponese…

Logan: – No, sono americano. Sono nato a Manhattan. Perché? C’è qualche problema? – chiese, indispettito.

Shin: – Nessun problema, ragazzo. Io stesso avevo sposato una donna che non era giapponese, quindi non ho nessun problema, se mia nipote ha un ragazzo americano. Come ti chiami?

Logan: – Logan. Logan Wolf.

Shin: – Wolf… l’ho già sentito… è un nome comune negli Stati Uniti?

Logan: – Mi pare, ma può averlo letto sul giornale cinque anni fa, nel 2011. Per i 10 anni dalla strage di Ground Zero, tutte le principali testate giornalistiche del mondo hanno riportato i nomi delle vittime delle Torri. Mia madre e mio padre, Adrian e Sara Wolf, erano tra le vittime.

Shin: – Capisco… – aveva di nuovo parlato troppo, quindi decise di cambiare nuovamente argomento – Ryo, sono qui da mezzora e non mi hai ancora presentato i tuoi amici…

Ryo: – Hai ragione, Shin… ehm… papà, te li presento subito! – indicandoli uno per uno, li presentò – Lui è Umibozu, ci conosciamo praticamente da sempre. L’ho incontrato in Perù, quando, per sopravvivere, lavoravo come mercenario durante la guerra civile.

Shin: – Mercenario?

Ryo: – Sì, da bambino, dopo l’incidente aereo, sono cresciuto in un villaggio di ribelli, e ho dovuto imparare a sparare.

Umi: – Io, suo figlio, l’ho praticamente visto crescere, signor Mori.

Ryo: – Attualmente, però, gestisce questo locale, assieme alla moglie, Miki. Loro hanno due figlie, Reika e Kaori.

Shin: – Infatti notavo una certa somiglianza tra le due bambine e la mamma…

Ryo: – In effetti, hanno preso molto da Miki. Poi c’è Mick. È il cugino di Logan, ed è stato il mio primo partner, quando vivevo negli States.

Shin: – Che tipo di lavoro facevate?

Mick: – Lo stesso per cui suo figlio è conosciuto in Giappone. Ma principalmente, Ryo si occupava di omicidi a pagamento.

Shin: – Killer professionista?

Ryo: – Precisamente…

Shin: – Oh, mio Dio… ma come facevi?

Ryo: – Lo facevo per vivere. A quei tempi era l’unica cosa che sapessi fare.

Shin: – Ma, a quanto pare, è un mestiere che hai trasmesso anche a tua figlia: da quello che dicono, Ice Eyes è il miglior tiratore scelto del Giappone, dopo di te, si intende.

Mary: – Nonno, non ti preoccupare. Comunque devi sapere che papà non voleva trasmettermi le sue conoscenze sul nostro mestiere prima che diventassi maggiorenne.

Ryo: – Precisamente. Non volevo che si sporcasse le mani troppo giovane, e lo stesso vale per gli altri. Mary è stato un caso particolare. Se Nakura non fosse fuggito di prigione, non l’avrei iniziata al mio mestiere, prima che compisse 20 anni…

Shin: – Ho capito. Ora mi presenti gli altri?

Ryo: – Certo! Dunque… ah, sì! Kazue è la moglie di Mick, e hanno una sola figlia, Cassandra.

Shin: – L’avevo intuito che la piccola era figlia del tuo amico: biondina come il padre, ma con gli occhioni neri della madre.

Ryo: – Saeko la conosci già… Reika è sua sorella. È un ottimo detective privato. È, per ultima, ma non meno importante: Kaori, mia moglie, la donna della mia vita. Era la sorella di un mio amico, nonché socio, che è morto quasi 20 anni fa; si è sostituita a lui dopo la sua morte, ed è stata la mia socia di lavoro per 8 anni, finchè non ho deciso di prenderla come compagna di vita, dopo l’adozione di Mary.

A presentazioni finite, Shin guardò di nuovo le donne del gruppo, assumendo un’espressione molto famigliare (quella da porco-maniaco-depravato che appare spesso sulla faccia di RyoNdA).

Shin: – Certo che sei circondato da donne belle da far girare la testa! Soprattutto tua moglie, ha certe curve…

Caduta generale!

Mick: – Deve essere un difetto di famiglia, il debole per le belle donne!

Ryo: – Papà, mia moglie non si tocca, chiaro? – si era fatto prestare un martello di tonnellaggio 400 con targa “Giù le mani da mia moglie!” da Kaori e gliel’aveva rotto in testa.

Ma Shin non si fermò, cambiò solo obiettivo:

Shin: – E la signorina Saeko è libera?

Ryo: – Rimarresti a bocca asciutta: io ci ho provato per anni, quando ero ancora scapolo, ma non ho mai concluso nulla.

Shin: – Nulla nulla? Neanche un mokkori piccolo piccolo?

Saeko: – Oddio… ecco un altro fissato dei mokkori

Kaori: – Tale padre, tale figlio!

Mary: – Nonno, per favore! Non mi pare proprio il caso…

Il vecchio si ricompose, poi cambiò ancora discorso.

Shin: – Uhm… dunque… se Cassandra è figlia di Mick e Kazue, e Kaori e Reika sono di Umi e Miki, allora tutti gli altri devono essere figli tuoi…

Ryo: – Precisamente.

Shin: – Da quel poco che ho visto, sembrano molto vivaci!

Kaori: – Già. Soprattutto i maschietti.

Shin: – Scommetto che da piccoli, la notte non dormivate.

Ryo: – È vero. Addirittura Maki e Hideyuki ci hanno tenuti svegli la notte prima del nostro matrimonio. Eravamo così stanchi che è dovuta venire Mary a buttarci giù dal letto.

Shin: – Immagino. Questo sicuramente l’hanno preso da te: quando eri appena nato ci hai fatto dormire veramente pochissimo, a me e a tua madre…

Ryo: – A proposito: è tardi e dobbiamo riportare i bambini a casa, prima che crollino. Domani la festa è a casa mia, vuoi esserci anche tu?

Shin: – Sei sicuro? Non vorrei disturbare…

Kaori: – Shin, sei suo padre, perché dovresti disturbare? Sei uno di famiglia!

Shin: – Va bene! Allora ci sarò anche io! Però mi dovete spiegare come arrivare a casa vostra…

Ryo: – Mary, disegna una cartina per nonno. Io e mamma intanto portiamo i bambini in macchina!

Mary: – Ok papà.

Poco dopo tornarono tutti a casa.

 

CONTINUA…

 

A quanto pare, certe manie di Ryo sono genetiche: anche suo padre ha la mania del mokkori

Di sicuro non si aspettava di trovarsi improvvisamente nonno di 12 nipoti, di cui uno che deve ancora nascere e 11 tra 1 e 20 anni, e credo non si aspettasse neanche di essere quasi bisnonno…

Ma che ci volete fare… come dicevo nei capitoli precedenti: quando il destino si mette d’impegno, fa le cose in grande stile!

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Capitolo 13
*** il bacio sotto il vischio ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

E dopo la notte di Natale, vediamo come sarà il pranzo a casa di Ryo, ora che c’è anche il padre…

Capitolo 13

 

Mattina di Natale, ore sette del mattino.

Kaori e Mary erano sveglie già da mezzora, e trafficavano in cucina.

Kaori: – Chissà cosa possiamo fare, non conosciamo neanche i gusti di tuo nonno…

Mary: – Non saprei, però, se papà ha preso da lui anche la sua passione per il cibo, come tutte le altre fissazioni che hanno in comune, allora gli andrà bene qualunque cosa che cuciniamo.

La confusione che le due donne facevano in cucina, intanto, aveva svegliato gli altri quattro adulti della casa.

Un Ryo, ancora mezzo addormentato, con i capelli spettinati e la camicia del pigiama sbottonata, entrò in cucina sbadigliando e strofinandosi gli occhi con la mano, per cercare di svegliarsi.

Ryo: – Yahwn… ma… che ore sono?

Mary: – Sono le sette del mattino del 25 dicembre, papà!

Ryo: – Così presto? Ma che ci fate in piedi a quest’ora il giorno di Natale?

Kaori: – Prepariamo il pranzo, tesoro. – gli disse, andandogli incontro per baciarlo.

Intanto era arrivato anche Logan, anche lui con i capelli ritti e spettinati e la camicia del pigiama slacciata. Si guardò intorno, con aria assonnata.

Logan: – Che succede? Perché fate tutto questo casino?

Ryo: – Le nostre donne si sono messe in testa di cucinare…

Kaori: – Non vi ricordate chi viene oggi a pranzo?

Ryo: – Umi, Miki, Saeko, Reika… – disse, contandoli sulle dita.

Mary: – Papà, non ti sarai mica dimenticato?

Ryo: – Dimenticato cosa?

Kaori: – Che viene anche tuo padre a pranzo, oggi.

Ryo stava ancora dormendo in piedi, e il suo cervello non era ancora connesso.

Ryo: – Mio padre?

Kaori porse una tazzona di caffè sia al marito, sia a Logan.

Kaori: – Bevete, così vi svegliate.

Dopo un po’:

Ryo: – Mio padre? SI, È VERO! Lo avevo invitato a pranzo con noi, oggi!

Kaori: – Visto che ora ti sei ricordato, che cosa cuciniamo per pranzo?

Ryo: – Non lo so proprio, ma secondo me qualunque cosa cucini la mia dolce mogliettina va bene! – disse, con un sorriso dolce e scherzoso, guardando Kaori, indaffarata tra i fornelli.

Logan: – Il tuo giudizio non vale: tu sei di parte!

Mick: – Ha parlato il giudice neutrale! Sbaglio o anche tu sei rimasto incastrato con una delle donne della famiglia Saeba?

Mick era appena entrato, e si stava versando una tazza di caffè.

Mick: – Comunque Ryo ha ragione. Anche secondo me, credo che vada bene qualunque cosa cuciniate. Ma non è meglio se aspettate mia moglie? Nelle vostre condizioni non dovete affaticarvi troppo…

Mary: – Zio, per favore! Siamo solo incinte, non malate terminali!

Mick volle fare la battuta:

Mick: – Tu, forse, no; ma ti devo per caso ricordare quanti fratelli hai? Ormai, il fatto che tua madre sia incinta non è più una novità! I tuoi genitori sfornano bambini che pare di assistere a una catena di montaggio…

L’uomo si stava per sedere su una sedia, ma Ryo, indispettito dalla battuta dell’amico, gliela tose, e lui si trovò con il sedere a terra.

Ryo: – Spari cavolate anche a Natale, fratello?

Un’ora dopo si erano alzati anche i bambini, e tutti davano una mano per i preparativi della festa. Mentre le donne cucinavano, gli uomini e i bambini preparavano la tavolata in salotto.

Ryo: – Dunque… tavolo alto per noi adulti e tavolo basso per i bambini… ci staremo tutti?

Mick: – Noi adulti direi che ci stiamo… quanti bambini abbiamo detto?

Ryo: – 13…

Mick: – Allora 12 posti: Cassie starà in braccio a me per tutto il pranzo.

Ryo: – Mentre Sayuri e Hayato staranno con me e Kaori. 10 posti ci stanno benissimo, nel tavolo basso.

Miki si avvicinò al suo papà.

Miki: – Papà, dove mi siedo dopo?

Ryo si abbassò, poi le rispose:

Ryo: – Dove vuoi, tesoro.

Miki: – Allora dopo posso stare vicino a Kaori?

Ryo: – Uhm… va bene, amore mio. Ma solo se dai un bacio al tuo papà.

La piccola, felicissima, prima diede un bacio sulla guancia a Ryo, poi iniziò a saltellare per la stanza, trascinando nella sua felicità anche tutti i fratelli e la piccola Cassandra. Cinque minuti dopo, nella stanza regnava un’allegra confusione.

I tre uomini cercarono di far calmare l’allegra brigata, ma senza riuscirci. Ryo, quindi, cercò di far tornare l’ordine tra i suoi figli:

Ryo: – Bambini, state calmi! Oggi avremo un ospite in più in casa; non vorrete mica fare brutta figura?!

Kenji: – Chi viene, papà? Chi viene? – chiese curioso.

Ryo: – Viene vostro nonno!

Hideyuki: – Nostro nonno? Ma i nonni non erano morti tutti quando tu e la mamma eravate piccoli?

Ryo: – Fino a ieri lo pensavo anche io. Poi ho scoperto che il mio papà è ancora vivo.

Maki: – Per caso è quel signore anziano che è venuto ieri sera vestito da Babbo Natale?

Ryo: – Sì, proprio lui. Come l’hai capito?

Maki: – Ti assomiglia molto, e poi l’hai anche chiamato papà!

Mick: – Bravo, figliolo! Sei un acuto osservatore! Da grande potresti diventare un investigatore bravo come tuo padre!

Maki: – Io non voglio fare il lavoro di papà: lui viene pagato per uccidere la gente… io voglio diventare poliziotto.

Logan: – Beh… ma anche i poliziotti a volte uccidono le persone.

Maki: – Sì, ma lo fanno solo se costretti. Zia Saeko ha detto che lei ha sparato per uccidere solo un paio di volte, da quando è poliziotta…

Ryo: – Beh… le altre volte l’ho sempre fatto io al posto suo, perché lei aveva le mani legate dal regolamento...

Maki: – Vorrà dire che, quando dovrò uccidere qualcuno, chiamerò te o mia sorella, per farlo al posto mio…

Hideyuki: – Perché non posso farlo io? Io voglio diventare come papà, da grande! Però voglio lavorare solo per le belle ragazze!

Maki: – E credi che le belle ragazze verranno tutte da te a farsi proteggere?

Hideyuki: – Sì, perché sono il figlio di Ryo Saeba, lo Stallone di Shinjuku!

Naturalmente Ryo gli tirò un ceffone.

Hideyuki: – Ma papà…

Ryo: – Yuki, chi ti ha insegnato a dire certe cose?

Maki: – A scuola, quando parlano di te, ti chiamano tutti così.

Hideyuki: – Dicono tutti che City Hunter è lo Stallone di Shinjuku

Ryo: – Sarà, ma certe cose voi non le dovete dire, chiaro?

Hideyuki: – Va bene papà…

Maki: – Però io a scuola becco più di te, fratellone!

Hideyuki: – Non è vero! Io becco di più!

Maki: – Vogliamo scommettere?

Hideyuki: – Ci sto!

Logan: – Hey, calma, ragazzi! Non litigate!

Mick: – Oh my God… non si può dire che non siano tuoi figli, Ryo: sono identici a te…

Ryo: – Beh, non proprio: Maki ha preso il pacifismo della madre.

Logan: – Ma la passione per le donne l’hanno ereditata da te…

Mick: – Deve essere un difetto di famiglia: hai visto ieri Shin come si divorava con gli occhi le sorelle Nogami, soprattutto Saeko?

Ryo: – Beh, anche tua moglie se la stava divorando…

Logan: – Per non parlare di Kaori: se non fosse stata sua nuora, le sarebbe saltato addosso appena ne aveva l’occasione! L’unico che si salva sono io, visto che sono il ragazzo di sua nipote…

Alle 11:30 era tutto pronto, e a mezzogiorno iniziarono ad arrivare gli ospiti.

I primi furono Umi, Miki e le loro figlie. La donna andò subito incontro alla padrona di casa.

Miki: – Kaori! Ciao, come ti senti oggi? Ho portato un dolce da mangiare più tardi. – disse, porgendole una teglia per torte.

Kaori: – Miki… non dovevi…

Poi arrivò Reika, da sola. Mary aprì la porta.

Mary: – Ciao zia! Non sei venuta insieme a tua sorella?

Reika: – No. Lei viene direttamente qui dal commissariato. Ma credo che darà qui a momenti.

Infatti, poco più tardi arrivò anche Saeko, ma non era sola: infatti Shin Mori la accompagnava.

Saeko: – Ciao a tutti! E buon Natale! Scusate il ritardo, ma la macchina non voleva proprio partire… per fortuna ho incontrato Shin per strada, che mi ha offerto un passaggio.

Shin: – Fortunatamente sono passato davanti al commissariato, altrimenti non arrivavi più…

Saeko: – Però, mi pare che per venire qui da casa tua, non si debba passare dal commissariato…

Shin: – Beh… sai com’è… in questo periodo c’è parecchio traffico sull’altra strada: si fa prima a fare il giro lungo… – disse, diventando rosso dalla testa ai piedi.

Ryo: – Sì, come no… questa scusa me la inventavo anche io, 15 anni fa, quando cercavo di rimediare una botta da Saeko

Mary: – Ma, come sempre, le botte le prendevi dalla mamma, ma di altro tipo! – completò.

Ryo: – Già… Kaori è sempre stata un po’ manesca. È un miracolo se sono ancora vivo, dopo 20 anni di convivenza forzata.

Un martello gli cadde “dolcemente” sulla testa.

Ryo: – Come volevasi dimostrare…

Kaori: – Tesoro, vuoi per caso lo sciopero a oltranza?

Ryo divenne bianco come un cencio: aveva una paura folle che la moglie attuasse quella minaccia, anche perché era già successo, e non voleva che accadesse nuovamente. (se non ci credete, andate al primo capitolo e leggete l’età dei figli… noterete che per alcuni c’è una differenza di più di un anno… NdA)

Shin: – Vedo che ti sei scelto una donna con un carattere forte, figlio mio!

Kaori: – Per poter riuscire a stare dietro a Ryo bisogna essere così. Ma ora mettiamoci a tavola, altrimenti si raffredda tutto!

Shin: – Non vedo l’ora di assaggiare quello che avete cucinato!

Ryo: – Pensa che stamattina alle sette, Mary e Kaori erano già sveglie, per cucinare!

Shin: – Nelle vostre condizioni? Ma siete matte?

Kaori: – Shin, non ti preoccupare: io ci sono già passata altre volte.

Shin: – Ma mia nipote no.

Mary: – Se sono sopravvissuta a sparatorie, rapimenti e cose varie, sopravviverò anche a questo, nonno! Non ti preoccupare.

Shin: – Beh, certo, sei la figlia di City Hunter. Vivi in mezzo ai pericoli, quindi una gravidanza è nulla in confronto a quello che hai passato…

Si erano seduti a tavola, chiacchierando allegramente.

Shin ascoltava e interveniva spesso, ascoltando ciò che gli raccontavano. Ma non era l’unica cosa che lo interessava: ogni tanto allungava una mano sulle gambe della sua vicina, che era Saeko, beccandosi prontamente delle dolorose forchettate sulla mano, ma il vecchio non cedeva, e continuava ad allungare la mano, quindi lei si rassegnò, pensando che era comunque il padre di Ryo, e che quello era un suo difetto genetico, e alla fine lo lasciò fare. In fondo quel simpatico vecchietto cominciava a starle simpatico.

Dopo mangiato si spostarono in salotto.

Mentre tutti si erano andati a sedere sul divano, Shin e Saeko erano rimasti vicino alla porta a chiacchierare. Mary notò la loro posizione e la fece notare anche agli altri:

Mary: – Hey, guardate: nonno e zia Saeko sono proprio sotto il vischio!

Kaori: – È vero! Adesso dovete baciarvi, è la tradizione!

I due interessati divennero completamente rossi.

Saeko: – Hanno ragione. Il bacio sotto il vischio porta fortuna! – prese l’iniziativa e baciò il padre di Ryo sulle labbra. Mentre la baciava, il vecchio abbassò la mano per palparle il sedere.

Quel bacio lasciò tutti a bocca aperta.

Ryo: – Wow… papà sei riuscito dove io ho fallito: hai baciato Saeko!

 

CONTINUA…

 

Forse già da qui capite cosa succederà nei prossimi capitoli, e se non lo riuscite a capire, aspettate ai prossimi capitoli!

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Capitolo 14
*** Mokkori a capodanno... ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

E dopo il Natale, cosa succederà a Capodanno?

Capitolo 14

 

I giorni precedenti alla notte di Capodanno, Shin passò molto tempo con la famiglia del figlio: voleva stare con i nipoti, per conoscerli meglio, e per conoscere meglio Ryo e Kaori.

Due giorni prima della fine dell’anno, passò per casa Saeko. In casa c’era Shin, che chiacchierava con Kaori e Mary, mentre Kazue era uscita a fare la spesa con il marito, e Ryo e Logan stavano lavorando a un caso.

Saeko aveva l’aria preoccupata, ed era molto agitata.

Kaori: – Saeko… cos’hai?

Saeko: – C’è Ryo?

Mary: – No. Papà è andato, con Logan, a fare un lavoro. Perché?

Saeko si incupì ancora di più.

Saeko: – Non importa, magari passo più tardi…

Kaori: – Se vuoi, puoi dire a noi, poi gliene parliamo quando torna.

Saeko: – No, non è importante, passo quando Ryo sarà tornato.

Fece per avviarsi all’uscita, ma si bloccò davanti alla porta: era davvero preoccupata.

Shin guardò la nuora, la quale aveva capito cosa volesse chiedere, e gli disse:

Kaori: – Shin, forse è meglio se la accompagni a casa.

Saeko: – Grazie, ma non ti devi disturbare…

Shin: – Nessun disturbo, vengo con te. – quindi prese il cappotto e uscì con la donna.

Mary: – Credi che abbiamo fatto bene a farli uscire da soli? Non è che nonno le salterà addosso alla prima occasione?

Kaori: – Non credo. Non lo conosco ancora molto bene, ma da quel poco che ho visto, tuo padre e Shin hanno lo stesso carattere, e Ryo non è il tipo da approfittarne con una donna nelle condizioni di Saeko. Se hanno in comune anche questo, tuo nonno terrà le mani apposto e farà il bravo.

Intanto, sotto casa, Saeko e Shin erano arrivati alla macchina della donna.

Shin: – Vuoi che guido io?

Saeko: – No, non c’è bisogno. Non voglio approfittare troppo della tua gentilezza. Stai già facendo tanto offrendoti di accompagnarmi a casa.

Shin: – Saeko, scusa se insisto, ma in questo momento non sembri in grado di guidare.

L’uomo aveva ragione, quindi la poliziotta gli consegnò le chiavi dell’auto e andò sul lato passeggero.

Salirono in macchina, ma rimasero cinque minuti in silenzio, finchè Shin non si decise a parlare.

Shin: – È evidente che c’è qualcosa che ti turba, e che hai bisogno dell’aiuto di mio figlio. Ti va di parlarne?

Saeko: – Non importa. Quando Ryo torna a casa gli telefono. Non è nulla di urgente. – disse, anche se era poco convinta.

Shin: – Dalla tua faccia mi pare che sia qualcosa di importante… magari potrei aiutarti io. Di che si tratta?

Saeko: – Nulla.

Shin: – Saeko!

Saeko: – Va bene. Si tratta di un certo Ritajin Kendo.

Shin: – Chi è?

Saeko: – Un malvivente che ho messo in galera parecchi anni fa, quando ero appena diventata detective. Era ancora vivo il mio fidanzato, Hideyuki

Shin: – Lo stesso Hideyuki fratello della mia nuora, morto una ventina di anni fa?

Saeko: – Proprio lui. Ritajin era uno spacciatore, ma anche un assassino, ed era ossessionato da me…

Shin: – Un ammiratore?

Saeko: – Se così lo vuoi chiamare… non ti sto a raccontare i particolari, comunque l’anno scorso è uscito di prigione, e due mesi fa ho iniziato a ricevere lettere minatorie da parte sua. Inizialmente non ci ho fatto caso, ma poi è diventato più insistente, e ha detto che mi avrebbe ucciso prima della fine dell’anno. Assieme all’ultima lettera c’era anche un proiettile…

Shin: – Quindi hai paura che possa fare sul serio?

Saeko: – Sì. È per questo che volevo chiedere aiuto a tuo figlio, ma vorrei parlargli di persona. Ti dispiacerebbe mantenere privata questa conversazione?

Shin: – Come vuoi. Ma non capisco perché non ne hai voluto parlare con Kaori e Mary… oltre ad essere rispettivamente la moglie e la figlia di Richard… pardon, Ryo, ne sono anche le assistenti. E da quel poco che so, Mary è anche un’ottima sweeper, come suo padre.

Saeko: – Non l’ho fatto perché in questo momento è meglio non dar loro preoccupazioni.

Shin: – Perché? C’è qualcosa che non va?

Saeko: – In passato, quando coinvolgevo Ryo in qualche pericolosa missione nei periodi in cui Kaori era incinta, ho rischiato più volte di farle perdere il bambino o di farla partorire in anticipo sulla scadenza. Inoltre, Yoko è nata settimina proprio per questo. Da quando è nata la bambina in anticipo di 8 settimane a causa mia, me ne sono guardata bene dall’affidare loro missioni troppo pericolose, nei periodi di gravidanza di Kaori

Shin: – Cioè quasi tutti gli ultimi anni, per nove mesi all’anno.

Saeko: – esatto.

Shin sorrise.

Shin: – Sai una cosa? Quando sei venuta da me a dirmi che mio figlio era ancora vivo e che viveva qui a Shinjuku con la sua famiglia, non mi aspettavo proprio di trovarlo con 11 figli, la moglie incinta del 12° e la figlia del primo nipote. E, comunque, da quel poco che si sa in giro di City Hunter, pensavo che i bambini fossero un intralcio per il suo lavoro.

Saeko: – Vedi, Shin, a Kaori piacciono molto i bambini, e a Ryo… piace farli! È per questo che Kaori è sempre incinta. Anche se, questa, credo che sarà la sua ultima gravidanza, perché Mary ha chiesto esplicitamente di non avere altri fratelli, anche se questo ultimo lo ha accettato. Per quanto riguarda il lavoro, si sono organizzati in modo da non far correre pericoli ai piccoli. Hanno preferito non dire loro che lavoro fanno realmente, almeno finchè non lo scoprano da soli, come nel caso di Maki e Hideyuki, o finchè non abbiano raggiunto l’età giusta per capire. Anche Mary, quando l’ho affidata a Ryo, non sapeva che i suoi angeli custodi erano City Hunter. Lo ha capito da sola, dopo due settimane, osservando il loro comportamento; è sempre stata una brava osservatrice, tua nipote, come anche tuo figlio. Per questo avevo già da un po’ di tempo il sospetto che loro due fossero veramente parenti.

Shin: – Modestamente, hanno preso tutto dalla famiglia Mori.

Saeko: – Non solo. Tra la ragazza e i suoi genitori esiste un legame speciale, che va oltre il legame di sangue. Tutti e tre hanno qualcosa in comune: Ryo ha avuto un’infanzia difficile, come tua nipote, lui perché è dovuto crescere in fretta, nel campo di battaglia, e lei per quello che le ha fatto il padre naturale. Kaori, invece, ha avuto una bella infanzia, ma, come Mary, è adottiva, e il suo padre naturale era un delinquente, ucciso da un poliziotto, che poi ha adottato la bambina. Entrambi farebbero qualunque cosa per la ragazza!

Shin: – Sai, sono contento che mia nipote sia stata adottata da loro.

Saeko: – Anche Mary lo è, credimi!

Intanto erano arrivati sotto l’appartamento di Saeko.

Saeko: – Eccoci arrivati. Mettiamo la macchina in garage.

Shin: – Come vuoi… io ora chiamo un taxi e torno a casa di Ryo.

Saeko: – Va bene. Grazie per avermi accompagnato. Però ricordati di non dire nulla agli altri di quello che ti ho detto; gliene parlerò poi io a Ryo.

Shin: – Come vuoi tu…

Saeko gli si avvicinò per abbracciarlo. Naturalmente Shin colse l’occasione per palparle il fondoschiena.

La donna non fece una piega, però disse:

Saeko: – Certo che siete proprio identici, tu e tuo figlio: manomorta uno, manomorta l’altro!

Shin: – Difetto congenito! Senti un po’, Saeko, è vero che me lo dai un bacetto?

Saeko: – Te lo puoi scordare! – disse, tirandogli una ginocchiata dove non batte il sole.

Shin: – Ohuf… Nemmeno uno piccolo piccolo, come quello di Natale? – disse, con un filo di voce.

Saeko: – No, mio caro! Se non ti ricordi eravamo sotto il vischio! E il bacio sotto il vischio porta fortuna!

Shin: – Allora mi posso prenotare per la mezzanotte di dopodomani? Anche il bacio a mezzanotte di Capodanno porta fortuna…

Saeko: – Uhm… vedremo… – disse, sorridendo. Poi entrò in casa, lasciando Shin da solo davanti al portone.

Shin: – Che donna!... – disse, fra sé, guardando la porta appena chiusa.

La sera dell’ultimo dell’anno si erano dati tutti appuntamento per le 10 di sera al locale.

Miki, Kazue, Kaori e Mary si erano date da fare tutto il pomeriggio per preparare qualcosa per il piccolo buffet serale, e avevano cucinato tanto da sfamare un reggimento. Vedendo tutto quel cibo, Ryo disse:

Ryo: – Ma… non è che avete cucinato troppo? Non siamo in tanti, credo che la metà di quello che avete preparato basti…

Miki: – Ryo, ti devo per caso ricordare che siamo in 24?

Ryo: – Sì, ma 13 sono bambini…

Miki: – Beh, ma i tuoi figli mangiano per un reggimento, e Mary e Kaori sono incinte.

Ryo: – Ma cosa centra che Mary e Kaori sono incinte?

Miki: – Devono mangiare per due, no?

Alle 22.15 erano già arrivati quasi tutti. Mancava solo Saeko, che veniva direttamente dal commissariato.

Shin: – A che ora finisce il turno Saeko?

Reika: – Mi aveva detto che, se non c’era molto da fare, alle 10 usciva dal lavoro. Altrimenti esce adesso, e tra un quarto d’ora o, al massimo, 20 minuti è qui.

Kaori: – Speriamo che non sia successo nulla. I giorni scorsi sembrava un po’ agitata. Era passata da casa per chiedere aiuto a Ryo, ma non ha voluto parlarne con me.

Mary: – Evidentemente si sente ancora in colpa per averti causato un parto prematuro.

Ryo: – Probabilmente è così. Però quella volta sono stato quasi ucciso.

Shin: – Eh?

Ryo: – Sì, mi hanno quasi ucciso: era uno dei soliti casi compromettenti che mi affida, pagandomi profumatamente, quando la polizia non vuole metterci le mani. A quel tempo lavoravo da solo, al massimo mi facevo aiutare da Umi; Mary aveva 13 anni e Kaori era al settimo mese di gravidanza. L’incarico consisteva nell’infiltrarmi in una rete di contrabbandieri e smascherare i loro traffici.

Kaori: – Io già normalmente mi preoccupo per Ryo, e prego sempre che non gli accada nulla; poi a quel tempo, con una bambina che sarebbe nata due mesi dopo, e Mary in ospedale perchè le avevano tolto le tonsille, ero ancora più preoccupata.

Ryo: – Fatto sta che quella gente mi ha scoperto e mi ha tenuto prigioniero per un po’. Mi stavano per ammazzare, se non fosse stato per il tempestivo intervento di Umi, a quest’ora non sarei qui a raccontarlo.

Kaori: – Quando ho ricevuto la notizia che Ryo era stato smascherato e che era prigioniero, ho temuto il peggio, e lo stress accumulato mi ha fatto venire le contrazioni in anticipo di 8 settimane. Saeko era con me e mi ha dovuto trasportare d’urgenza in ospedale, mentre Umi è corso immediatamente a liberare Ryo, facendo preoccupare anche Miki, che aveva partorito proprio il giorno prima. Ho passato tre ore di travaglio a sentire Saeko che si colpevolizzava per quello che stava succedendo.

Mary: – Da quella volta, quando mamma è incinta, zia evita di parlare degli incarichi di papà di fronte a lei, e li riferisce sempre solo a me o a lui.

Ryo: – Ma mia moglie è sempre al corrente delle missioni e della loro pericolosità, perché le diciamo sempre tutto.

Shin: – Ora capisco perché mi ha supplicato di non dire niente…

Ryo: – Cosa? Papà, se sai qualcosa, ti conviene dircelo

Shin raccontò tutto.

Ryo: – Ritajin Kendo? Me lo ricordo, Hideyuki me ne aveva parlato.

Reika: – Ragazzi, ho un brutto presentimento. Saeko è troppo in ritardo, io proverei a chiamare il commissariato, per sapere se è già uscita…

Così fecero, e scoprirono che la donna se ne era andata già tre quarti d’ora prima.

Ryo: – Sono le 22.45. Avrebbe già dovuto essere qui mezzora fa.

Logan: – Credi che Kendo l’abbia trovata?

Ryo: – Ho un sospetto. So dove trovare lui: venti anni fa il suo nascondiglio era in un mansardato nei pressi della Tokio Tower. Può darsi che sia tornato lì. Logan, Mick, Umi, preparatevi che andiamo!

A quelle parole Logan era sbiancato: sapeva benissimo che in quella zona c’erano solo palazzi di oltre 20 piani, e la sua fobia riemerse.

Logan: – R… Ryo… hai veramente intenzione di andarci?

Ryo: – Non ti preoccupare, tu avrai solo funzione di autista, il resto lo faremo noi.

Ma qualcun altro non era d’accordo con il piano.

Shin: – Io vengo con voi.

Ryo: – Papà, è pericoloso, tu resti qui.

Shin: – Perché dovrei restare qui a far niente mentre voi rischiate la vita per salvare quella sventola?

Ryo: – Niente da fare. E poi chi sarebbe la sventola?

Shin: – Saeko, no? Mi dispiace, ma io vengo con voi.

Non riuscirono a fargli cambiare idea, quindi decisero di portarsi anche lui, perché il tempo stringeva.

Ryo: – Ma tu resterai in macchina con Logan. Se venissi su con noi potresti esserci d’intralcio.

Shin: – Va bene. In fondo il professionista sei tu.

Si prepararono e salirono sulla macchina di Ryo. Un quarto d’ora dopo erano davanti al palazzo dove c’era il nascondiglio di Ritajin.

Logan, guardando dal basso verso l’alto l’edificio, iniziò a tremare, e il suo colorito diventò sul verde; era terrorizzato: si trattava di un palazzo di 28 piani in stile moderno.

Ryo notò il terrore sul volto del ragazzo, e lo rassicurò:

Ryo: – Tranquillizzati, Logan. Tu resterai in macchina con mio padre e ci aspetterai.

Logan: – D’accordo, ma fate in fretta…

Entrarono nel palazzo e salirono all’ultimo piano, con le armi in pugno. Percorsero un corridoio, facendo attenzione a non fare rumore e, svoltato l’angolo, si trovarono di fronte a due uomini armati fino ai denti, che erano di guardia a una porta.

Li stesero, colpendoli alla testa con il calcio dei loro fucili, ed entrarono nell’appartamento. Quattro uomini erano seduti a un tavolo e giocavano a carte. Non appena i tre sweepers fecero irruzione nella stanza, questi scattarono in piedi, con le armi in pugno. Uno di questi era Ritajin, un uomo sulla cinquantina, pelato e robusto.

Ritajin: – Chi siete? Cosa volete?

Ryo: – Chi siamo non importa, però vogliamo sapere dove hai portato Saeko.

Ritajin: – Ah, quindi tu devi essere Shin, l’innamorato di Saeko… mi ha parlato molto di te.

Ryo: – No, sono il figlio di Shin. Dov’è Saeko?

Ritajin: – Suo figlio? Ma chi sei?

Ryo: – Come? Non ti ricordi quel ragazzino che 20 anni fa ti ha spedito dritto in galera?

Ritajin: – Ryo Saeba? Ma non sei ancora morto?

Ritajin: – Per tua sfortuna, no. E non ho intenzione di rovinare il capodanno ai miei figli morendo oggi.

Detto questo, spararono ai tre uomini di scorta, poi Ryo mirò alle gambe di Ritajin e gliele spezzò con due proiettili.

Ryo: – Allora, ripeto la domanda: dov’è Saeko? – domandò, puntandogli la pistola alla testa.

Ritajin: – È in soffitta, dentro uno dei ripostigli… ma tu non mi uccidere, per favore.

Ryo: – Vedremo… io vado a controllare, e se hai detto la verità, forse sarai graziato. Voi tenetelo sotto tiro, mi raccomando.

Ryo salì e aprì tutte le porte, finchè non trovò Saeko.

Ryo: – Saeko, vieni, siamo venuti a liberarti!

La donna era sotto shock e non riconobbe Ryo, anzi lo scambiò per…

Saeko: – Shin! – quindi gli corse incontro e lo baciò.

L’uomo si ritrasse, schifato, al bacio, la guardò freddo e le tirò un ceffone, poi disse:

Ryo: – Saeko, che cazzo fai? Sono sposato, io. Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere con me! (forse 12 anni prima non avrebbe reagito così, ma che volete farci… NdA)

Saeko, accortasi del suo errore, abbassò gli occhi, con aria colpevole.

Saeko: – Scusa, Ryo… pensavo fossi tuo padre…

Ryo: – L’avevo capito. Ora andiamo. – la prese in malo modo per il braccio e la trascinò al piano di sotto.

Raggiunti gli altri, decisero di togliere il disturbo. Corsero all’uscita del palazzo, e quando raggiunsero la macchina, la donna vide Shin e gli corse incontro, baciandolo, ricambiata.

Ryo li dovette interrompere.

Ryo: – Dobbiamo andare, è quasi mezzanotte e, se non arriviamo in tempo le nostre donne diventeranno delle iene.

Alle 23.55 arrivarono al locale, in tempo per il brindisi.

Kaori corse incontro al marito, e lui la rassicurò.

Ryo: – Tranquilla, tesoro. È tutto a posto, stiamo tutti bene. – disse. Poi con tono allegro e gioioso esclamò – Hey! Mancano 5 minuti al nuovo anno! Non brindiamo?

Presero i bicchieri e fecero il conto alla rovescia, poi ci fu il bacio di mezzanotte.

Il bacio di Saeko a Shin destò molto stupore, soprattutto tra le donne.

Kaori: – Saeko, sbaglio o hai baciato mio suocero?

Ryo: – Veramente prima ha baciato anche me, al covo di Ritajin.

Kaori: – COSA???? – urlò, librando un pesantissimo martello in aria. Però Saeko la tranquillizzò.

Saeko: – Calma! L’avevo scambiato per Shin. E puoi stare tranquilla, perché tuo marito non c’è stato e si è staccato immediatamente.

Kaori: – Per ora sei salva, perché siamo al primo dell’anno, ma la prossima volta stai attenta a chi baci, se non vuoi vedertela con una moglie nera di rabbia!

Saeko: – Non ci sarà una prossima volta, puoi starne certa!

La serata continuò, tra risate, musica e danze ma, dopo circa 20 minuti, Saeko e Shin si dileguarono, senza che nessuno se ne accorgesse.

All’una meno un quarto, Miki portò le figlie a dormire, al piano di sopra.

Dopo averle messe a letto, passò un momento in camera sua per cambiarsi. Appena aprì la porta, sentì degli strani rumori, ma non ci fece molto caso.

Accese la luce e andò a prendere un vestito dall’armadio, ma inciampò in qualcosa, un altro vestito, che fino a poco prima era addosso a Saeko.

Miki: – Ma che ci fa il vestito di Saeko in camera mia? – si chiese.

Poi si accorse dei rumori e guardò verso la loro fonte: sul letto suo e di Umi, sotto le coperte, c’erano Saeko e Shin, nel pieno di... una certa attività fisica! E non si erano accorti della luce accesa e della presenza della donna, che si mise a urlare, facendo accorrere tutti per vedere cosa succedesse.

Umi: – Saeko, perché urli? È successo qualcosa?

Miki: – Sa… Sa… Sa… Saeko e… ShShiShin… – balbettò, indicando i due, che ormai si erano accorti di Miki e si coprivano meglio che potevano con le lenzuola.

Tutti guardarono i due. Umi diventò completamente rosso, con la pelata fumante, mentre Ryo scoppiò a ridere.

Umi: – Mi sa che dovremo bruciare le lenzuola…

Ryo: – Bravo, papà! Sei riuscito dove io ho fallito per otto anni! Ma come hai fatto? Saeko, non è che ora ti devo chiamare mamma?

Mary: – Già: nonna Saeko!

Saeko: – Provate a chiamarmi ancora così e vedrete cosa vi succede!

Kaori: – Certo che ho una suocera giovane!

Saeko: – La finite di sfottere?

Ryo: – E chi sfotte, mamma?

Saeko: – Grrrrr… – lanciò una serie di coltelli che, fortunatamente, si infilarono nel muro senza colpire nessuno.

La serata terminò in una risata collettiva.

 

CONTINUA…

 

Rieccomi! Però! Devo dire che Shin si è dato subito da fare e ha fatto immediatamente centro, e per giunta è riuscito dove Ryo ha fallito!

Una nota sul nome del “cattivo di turno”: non sapevo come chiamarlo, così ho preso a caso uno dei numeri di Angel Heart e ho preso il primo nome che mi capitava davanti, che non fosse Ryo, Shan In, Saeko, Umi e Kaori… è venuto fuori Ritajin

Nel prossimo capitolo, vedremo il figlio e il nipote di Ryo, finalmente!

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Capitolo 15
*** il ritorno di Ryoichi ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Ciao!

In questo capitolo finalmente vedremo i due bimbi! E alla fine ci sarà anche un ritorno, non molto gradito, credo, cioè tornerà Ryoichi! Lo so, non lo volevate più vedere, ma questa è un’idea che è venuta a mia cugina, e io l’ho colta al volo: in fondo credo che tutti vogliate sapere come reagirebbero Mary e Logan se quel traditore si facesse di nuovo vivo, no?

Capitolo 15

 

A metà gennaio, Mary e Kaori andarono a fare la prima ecografia dei loro bambini, accompagnate dai rispettivi compagni.

Mary: – Sono così emozionata, mamma… è normale?

Kaori: – Sì, tesoro. Anche io sono emozionata, e non vedo l’ora di vedere per la prima volta il mio bambino…

Mary: – Si potrà già vedere se è maschio o femmina?

Ryo: – Dipende dalla posizione che avrà al momento dell’ecografia. A voi cosa piacerebbe che fosse?

Logan: – Per me è indifferente…

Mary: – Anche per me. Non abbiamo neanche pensato al nome. E voi? Come vorreste che fosse il mio fratellino?

Kaori: – Per me è indifferente…

Ryo: – Anche per me.

Logan: – Per forza: avete già la cucciolata…

Dopo quella battuta si beccò un pugno sulla testa da parte di Ryo.

Ryo: – Ringrazia che sei il padre di mio nipote, altrimenti non saresti sopravvissuto!

Entrarono nella sala d’attesa accanto alla stanza delle ecografie. C’erano solo loro ad aspettare..

Il dottore si affacciò alla porta.

Dott.: – Chi è il prossimo? Oh, signori Saeba! – li riconobbe – Di nuovo qui? (sono ormai clienti fissi dell’ospedale ginecologico… gli avranno fatto lo sconto-ticket per i parti gemellari? NdA)

Kaori: – Sì, ma non siamo soli: c’è anche nostra figlia Mary per la sua prima ecografia.

Il dottore guardò la ragazza.

Dott.: – Benvenuta, mia cara! Finalmente inizia una nuova generazione! Bene… chi vuole passare per primo?

Ryo: – Per noi è indifferente. Faccia un po’ lei…

Dott.: – Ho un’idea! Entrate tutti e quattro, così li potrete vedere entrambi.

Quando furono entrati tutti, il dottore disse:

Dott.: – Iniziamo con la signora, così potremo gustarci di più la vista del primo nipotino, più tardi. Signora Saeba, si può stendere sul lettino?

Quando Kaori si fu sdraiata, il dottore fece le solite operazioni.

Dott.: – Bene, un altro maschietto! A prima vista sembra tutto a posto, ma le prenoto subito l’appuntamento per gli esami di routine.

Mary: – Quali esami?

Dott.: – Per verificare se il bambino è realmente sano.

Mary: – Dovrò farli anche io?

Kaori: – No, per te non è necessario. Sono esami obbligatori solo per le donne che hanno più di 35 anni. Io li ho già passati due volte. Ma ora, dottore, possiamo passare a mia figlia? Non vedo l’ora di vedere mio nipote.

Dott.: – Giusto! Mary, puoi sdraiarti e scoprire la pancia?

La ragazza fece come gli diceva il dottore.

Dott.: – Ora ti poggerò questo strumento sulla pancia. Sarà un po’ freddo, ma non ti devi preoccupare.

Si iniziò a vedere un’immagine sullo schermo: una testolina, due braccine, due piedini e il cuoricino che batteva nel suo petto.

Mary: – Questo è mio figlio? – chiese, emozionata.

Dott.: – Tua figlia, mia cara. Una femminuccia alla quattordicesima settimana di sviluppo! (di solito la prima ecografia si fa all’ottava settimana, ma avrebbe dovuto essere all’inizio di dicembre… se facevo così non tornavano poi i conti, per cui prendete per buono che la prima ecografia l’ha fatta che era già alla quattordicesima settimana NdA) Sembra tutto a posto, io non mi preoccuperei. La gravidanza sta procedendo a meraviglia. Credo che sarà una bellissima bambina!

Logan: – Che sarà bellissima lo sapevo già: con una mamma come Mary…

Mary: – …e un papà come Logan

I due giovani si diedero un bacio.

Kaori: – Hai sentito, amore? Avremo una nipotina!

Ryo: – La nostra prima nipotina! Vi conviene iniziare a pensare al nome!

Mary: – Io un’idea ce l’avrei…

Logan: – anch’io!

Kaori: – Sentiamole!

Mary: – Pensavo Ai, perché figlia del nostro amore.

Logan: – Io invece pensavo Faith, cioè fede, fiducia.

Ryo: – Sono entrambi molto belli, ma quale dei due sceglierete?

Dott.: – Scusate se mi intrometto, ma perché non glieli date entrambi? Ai Faith, Amore e Fiducia. Secondo me è un ottimo abbinamento!

Mary: – Ai Faith… Uhm… Sì, mi piace!

Verso metà febbraio, le pance delle due donne iniziavano già a vedersi, e Logan e Ryo facevano di tutto per farle sentire a loro agio, coccolandole e viziandole, e diventando quasi matti per esaudire ogni loro desiderio. Mary e Kaori alternavano momenti di dolcezza a momenti di isteria completa, facendo impazzire ancora di più i due uomini.

Mary: – Logan, portami un altro cuscino! – urlava, mentre si stendeva meglio sul divano, accanto alla madre.

Logan: – Subito, tesoro! Ecco il cuscino, amore!

Kaori: – Ryo! È pronto il pranzo? Abbiamo fame!

Ryo: – Ancora un momento, cara! È quasi pronto!

Kaori: – Sbrigati, se non vuoi che moriamo di fame!

Qualcuno suonò alla porta.

Kaori: – Ma insomma, qualcuno vada ad aprire! Ryo! Logan!

Maki: – Mamma, non ti preoccupare…

Hideyuki: – … Andiamo noi.

Mary: – Che fratellini efficienti che ho! NON COME QUALCUN ALTRO! – urlò, per farsi sentire dal padre e dal fidanzato.

I gemelli andarono ad aprire: erano Shin e Saeko.

Gemelli: – Nonno! Zia Saeko!

Shin: – Ciao ragazzi! Siamo venuti a trovare le due mamme.

Circa un mese prima, il padre di Ryo si era trasferito a casa di Saeko, cedendo il suo vecchio appartamento a Mick e alla sua famiglia, che avevano deciso di cercare un alloggio, per non disturbare troppo a casa di Ryo, soprattutto ora che Mary e Kaori erano entrambe in dolce attesa.

Hideyuki: – Non so se avete fatto bene: oggi è la loro giornata isterica.

Saeko: – Certo che sono proprio sincronizzate: quando è isterica una, lo è anche l’altra. Poveri Ryo e Logan, staranno diventando matti…

Shin: – Per fortuna siamo passati a dare una manno!

Entrarono e andarono a salutare le donne.

Shin: – Salve a tutti! Come stanno le mie donne in dolce attesa preferite? Siete bellissime, oggi!

Mary: – Bellissime? Ma se mi sento come una botte piena?

Shin: – Per me, tu e tua madre siete sempre bellissime!

Kaori: – Lo dici soltanto perché sai che oggi è la nostra giornata no, e vuoi addolcirci. A proposito di dolce… Ryo, è pronta la torta?

Ryo: – Quasi, tesoro! – aprì il forno e tirò fuori la teglia, ma si bruciò la mano – AAAGHH! CHE DOLORE! – poi, a bassa voce, si rivolse a Logan – Ma chi me l’ha fatto fare a metterla di nuovo incinta?

Logan: – Non me ne parlare… tu almeno sapevi a cosa stavi andando incontro. Io, quando l’ho fatto, neanche sapevo di aver messo incinta tua figlia…

Poi, entrambi, sospirarono:

Ryo e Logan: – Ma chi ce l’ha fatto fare? Non potevamo stare più attenti?

Due martelli con scritto “Da stanotte sciopero del mokkori” si materializzarono sopra le loro teste, in caduta libera.

Mary e Kaori: – Finitela di lamentarvi, sfaticati!

Shin: – Poveracci… vado a dare loro una mano, così impazziranno di meno.

Saeko: – Allora, ragazze! Cosa mi raccontate?

Kaori: – Nulla di particolare, le solite cose… oddio, mi sta per venire la nausea… RYYYYYYYYYO!

Saeko: – No! Lascia un po’ tranquillo tuo marito. Ci penso io, vado a prenderti un pacchetto di crackers.

Intanto, in cucina:

Ryo: – Per fortuna che sei passato, papà. Avere una donna incinta in casa è già un’impresa, soprattutto se si deve badare anche ai bambini piccoli, ma due donne…

Shan In, che stava disegnando seduta al tavolo della cucina, si alzò e, con il foglio in mano, si avvicinò a Shin, mostrandoglielo.

Shan In: – Nonno, guarda.

Il disegno rappresentava quattro persone stilizzate, due maschi e due femmine. Le due figure femminili avevano il pancione e un martello ciascuna, diretto verso le altre due sagome, che sembravano scappare.

Shin: – Ma che bel disegno, tesoro! Chi sono queste persone?

Shan in, indicandole una per una, gliele elencò.

Shan In: – Questi sono mamma e papà, mentre loro sono Mary e Logan.

Shin: – E cosa stanno facendo?

Shan In: – Mamma e Mary stanno picchiando papà e Logan, perché stanno scappando.

Shin: – E cosa c’è qui, A Shan? – indicò i due pancioni.

Shan In: – Qui c’è il mio fratellino Shin e qui la mia nipotina Ai Faith.

Shin, dopo aver sentito queste parole, guardò il figlio.

Shin: – Shin? Volete chiamare il bambino come me?

Ryo: – Sì. In realtà è un’idea di Kaori. Dato che Takeshi ha il nome del nonno materno, perché non dare al piccolo il nome del nonno paterno?

Shin: – Grazie, Ryo. È veramente un bel pensiero!

Ryo: – Di niente, papà.

Il giorno dopo, Mary era stata trascinata dalla sua amica Mikako a fare compere al centro commerciale. Da quando aveva saputo che Mary aspettava un bambino, non perdeva occasioni per trascinarla nei negozi, ignorando le proteste della futura mamma.

Mary: – Ma… Mikako, lo sai che non ho bisogno di niente: posso benissimo recuperare le cose delle mie sorelle.

Mikako: – Non fare storie, Mary! Stai per diventare mamma per la prima volta. Non vorrai mica che tua figlia indossi sempre i vecchi vestiti delle sue zie? Ohhhh… guarda che bel completino! Dai, entriamo! – disse, trascinandola nell’ennesimo negozio per neonati, nel grande magazzino della Benetton.

Quando, finalmente, si avviarono verso casa, Mikako era piena di pacchi, pacchetti, buste e bustine delle cose comprate per Mary.

Mary: – Te l’ho già detto, ma lo ripeto: non era necessario che comprassi tutta questa roba per me!

Mikako: – Quante storie per pochi vestitini… (immaginatevi la ragazza sommersa dai pacchi fino a mezzo metro sopra la testa… NdA) prendili come dei regali della zia Mikako!

Vicino a casa le avvicinarono due loschi individui. Mary si mise subito sulla difensiva, ma qualcuno la prese alle spalle e le tappò la bocca per non farla gridare, e lo stesso fecero alla sua amica. Poi, mentre l’uomo che teneva Mary si allontanava con la ragazza, l’altro riferì a Mikako un messaggio.

Uomo: – Di’ a Saeba che, se vuole rivedere sua figlia viva, deve recarsi da solo nello scantinato della torre di Shinjuku, domani sera alle 22 in punto. Hai memorizzato il messaggio?

La ragazza, spaventata a morte, annuì, quindi venne lasciata andare.

Mikako corse immediatamente a casa di Mary e, appena arrivata, riferì tutto alla sua famiglia.

Ryo: – Dannazione! Non ho neppure fatto mettere a mia figlia la microspia, per sapere dove l’hanno portata…

Logan: – Ci ho pensato io, Ryo! Mary la microspia ce l’ha addosso, anche se non lo sa. Ne ho nascosta una nei suoi vestiti, come faccio ormai da un mese.

Ryo: – Bravo, Logan! Hai fatto come facevo io con Kaori! Per fortuna le microspie si possono attivare anche a distanza!

Prese il solito palmare e, dopo aver ciccato su alcune icone, attivò la microspia, localizzando il segnale.

Ryo: – Chiunque sia, o non è molto furbo, o è da poco del mestiere: il segnale proviene dalla Torre di Shinjuku.

Logan corse in camera sua a prendere la sua arma.

Logan: – Io vado a prenderla.

Ryo lo guardò, incerto.

Ryo: – Sei sicuro? Ti ricordo che è un palazzo di 80 piani. La tua fobia non riemergerà?

Logan: – Si tratta della mia ragazza, Ryo, e di mia figlia. Anche tu non esiteresti un istante a salire su un aereo, se questo potesse servire a salvare tua moglie o i tuoi figli, no?

Ryo: – Il tuo discorso non fa una piega.

Logan: – E prima che tu me lo possa chiedere: ci vado da solo.

Intanto, nello scantinato della Torre, Mary si stava riprendendo: dopo essere stata caricata su una macchina, le avevano fatto respirare da un fazzoletto dell’etere, per evitare che potesse dare problemi, durante il tragitto.

Era sdraiata sul pavimento, e le avevano legato i polsi e le caviglie con il nastro adesivo. Gliene avevano messo anche un pezzo sulla bocca, per evitare che urlasse.

Aprì gli occhi, la stanza era buia, ma sentiva che non era sola. C’era un’altra persona nella stanza insieme a lei, ne sentiva la presenza.

Voce: – Finalmente ti sei svegliata, Mary.

La ragazza si irrigidì, aveva riconosciuto la voce: Ryoichi. Il ragazzo accese la luce, che abbagliò gli occhi di Mary.

Ryoichi: – Sorpresa di vedermi? – chiese, mentre si avvicinava e le toglieva il nastro adesivo dalla bocca, con un colpo secco.

Mary: – Vai al diavolo, stronzo! – fu la prima cosa che disse, non appena fu libera di parlare.

Ryoichi: – Siamo un po’ irritabili? – chiese, in tono canzonatorio – È da un po’ che non ci vediamo, mia cara, quasi cinque mesi… ti trovo ingrassata.

Mary: – Ingrassata chi? Stronzo traditore che non sei altro! Quando arriverà, vedrai quante ne prenderai dal mio ragazzo, per aver rapito me e mia figlia!

Ryoichi: – Ah, allora sei incinta! A occhio e croce devi essere al quinto mese... più o meno quando ci siamo lasciati noi.

Mary: – È inutile che sforzi tanto il tuo cervello di gallina, stronzo! Non è tua. Se fosse stata tua, non l’avrei tenuta.

Ryoichi: – Guarda che io ho anche un nome. E chi sarebbe il padre?

Mary: – Io ti conosco in un solo modo: stronzo! E, comunque, dovresti arrivarci da solo a sapere chi possa essere il padre, lo conosci anche tu.

Ryoichi: – Logan?

Mary: – Proprio lui. L’abbiamo concepita il giorno stesso in cui ti ho lasciato.

Ryoichi: – TROIA! – urlò, tirandole un ceffone.

Mary: – STRONZO! –replicò – Perché mi hai rapito?

Ryoichi: – Perché voglio uccidere tuo padre.

Mary: – Perché?

Ryoichi: – Perché così non intralcerà i miei piani: ho ricostruito l’Organizzazione, e non voglio che quel bastardo mi metta ancora i bastoni tra le ruote.

Mary: – L’Organizzazione?

Ryoichi: – Sì. La conosci anche tu: ho preso il posto del tuo padre naturale, e ora ne sono il capo.

Mary: – PORCO! – urlò ancora, agitandosi e cercando di liberare i polsi.

Ryoichi: – Non agitarti, Mary, oppure tua figlia ne risentirà. – disse, quasi prendendola in giro.

Stava per aprire la porta, ma questa si aprì di scatto, colpendolo al naso e rompendoglielo. Cadde a terra, stordito dalla botta.

Ryoichi: – Ma chi cazzo

Un ragazzo comparve sulla porta; Mary lo riconobbe.

Mary: – Logan!

Logan: – Mary, come stai? – corse verso di lei e le liberò le mani.

Ryoichi, nel frattempo si era alzato e cercava di defilarsi.

Mary: – Logan, Ryoichi sta scappando. È stato lui a rapirmi! – disse, mentre si massaggiava i polsi.

Il ragazzo corse incontro al fuggitivo e gli saltò addosso.

Logan: – Bastardo! Dove credi di andare?! – gli tirò un pugno in pancia.

Ryoichi: – Ma guarda… il ragazzo che ha messo incinta quella troia della mia ex… – disse, in tono di sfida.

Queste parole non fecero altro che far aumentare l’ira di Logan, che tirò un altro pugno a Ryoichi.

Logan: – Troia sarà tua madre! – altro pugno – Non provare a chiamare di nuovo così Mary.

Ma Ryoichi rincarò la dose.

Ryoichi: – Litigavate sempre, voi due, ma non mi fregavate: ho visto gli sguardi che vi scambiavate, quando Mary stva con me. Da quanto tempo te la facevi, prima che ci lasciassero e tu avessi la via completamente libera nelle sue grazie?

Logan non ci vide più: quest’ultima frase ebbe l’effetto di fargli perdere l’autocontrollo. Lo pestò finchè Ryoichi non cadde a terra sanguinante, poi prese a tirargli calci, finchè non fu fermato da Mary, che nel frattempo si era liberata anche le caviglie.

Mary: – Logan, fermo! Ne ha avuto abbastanza. Ora andiamocene, per favore.

Logan guardò prima la ragazza, poi il giovane, agonizzante ai suoi piedi, e disse, rabbioso:

Logan: – Se provi ancora ad avvicinarti a Mary o a qualcun altro della nostra famiglia, giuro che ti uccido.

Quindi se ne andò, tenendo per mano Mary.

Uscirono dal palazzo e salirono in macchina. Quando Mary vide dove era stata portata disse, meravigliata.

Mary: – Era la Torre di ShinjukuLogan, hai superato la tua fobia?

Logan: – Per te salirei fino all’ultimo piano del grattacielo più alto del giappone!

Le diede un bacio, poi accese il motore e prese la strada di casa.

Erano fermi a un semaforo quando Mary disse:

Mary: – Logan, avvicina la mano.

Logan: – Perché?

Mary: – Lo saprai tra poco. Avvicina la mano.

Il ragazzo fece come diceva; Mary gli prese la mano, alzò la maglia e premette con le dita del giovane su un punto della sua pancia.

Mary: – La senti? – chiese, sorridente.

Logan sorrise: la bambina si stava muovendo, sotto la sua mano.

Logan: – Si muove… – era emozionato, stava sentendo la sua bambina, per la prima volta.

Mary: – Ha iniziato a muoversi cinque minuti fa… è una bellissima sensazione.

Il giovane la abbracciò, dandole un bacio.

Logan: – Ti amo!

Poi tornarono a casa.

 

CONTINUA…

 

Scusate per la sfilza di parolacce, ma servivano per rendere meglio la scena…

Una nota riguardo lo scambio di battute sul nome del figlio di Ryo. Non ricordo se nel manga o nell’anime dicono mai il nome del padre di Kaori… se lo dicono, perdonatemi per la licenza che mi sono presa di dire che il nonno materno si chamava Takeshi

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Capitolo 16
*** il bambino malato ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Questo breve capitolo è una follia dell’ultimo momento…

È un po’ triste, lo so, ma ho pensato che la famiglia di Ryo è, comunque, una famiglia comune, e certe cose potrebbero capitare anche a loro…

Capitolo 16

 

Due settimane più tardi, Kaori andò a ritirare l’esito degli esami, accompagnata da Logan e Mary, poiché Ryo doveva lavorare.

Entrarono nell’ufficio del dottore, che li fece accomodare tutti davanti alla scrivania.

Dott.: – Signora, come le ho già detto, ho i risultati dell’analisi. – il tono di voce era serio, e si sentiva una punta di preoccupazione.

Kaori: – Dottore, è tutto a posto? Il bambino è sano?

Dott.: – Mi dispiace, signora, ma devo darle una brutta notizia: dall’analisi prenatale è risultato che il bambino presenta 47 cromosomi, invece dei normali 46. Abbiamo riscontrato la trisomia del cromosoma 21.

Kaori, nel sentire queste parole, era sbiancata.

Kaori: – Vuole dire che mio figlio ha la Sindrome di Down?

Dott.: – Purtroppo si, signora.

La donna si mise a piangere, e Mary la abbracciò, per cercare di calmarla.

Mary: – Mamma, ti prego, non piangere…

Dott.: – Signora, cosa vuole fare ora? Comunque non è necessario che me lo dica subito. Può parlarne con suo marito e tornare la prossima settimana per darmi una risposta.

Kaori: – La ringrazio, dottore. Ora è meglio se torniamo a casa, ragazzi.

I tre si alzarono e uscirono dall’ufficio del dottore. Kaori era talmente sconvolta che Logan e Mary la dovettero sorreggere, mentre camminavano.

Tornati a casa, gli aprì Shin, che era rimasto lì a guardare i nipoti.

Shin: – Kaori! È andato tutto bene? Cosa dice il dottore?

La donna si mise nuovamente a piangere, abbracciando il suocero.

Kaori: – Papà… Shin è… Shin è… – non riuscì a terminare la frase, quindi il vecchio chiese spiegazioni ai ragazzi.

Shin: – Mary, tesoro… cos’ha tua madre? Cos’è successo?

Mary: – Il dottore ha detto che mio fratello è malato.

Shin: – Che cos’ha?

Mary: – Ha la Sindrome di Dawn

Shin rimase sconvolto quanto Kaori, si sedette accanto alla nuora e la abbracciò.

Shin: – Mary, chiama tuo padre. Digli di venire a casa, perché Kaori ha bisogno di lui.

Logan: – Lo faccio io. Gli spiego anche la situazione.

Chiamò Ryo che, non appena saputa la notizia, si precipitò a casa, lasciando perdere il lavoro di guardia del corpo che stava facendo.

Quando arrivò a casa aprì di nuovo suo padre.

Ryo: – Papà, come sta Kaori?

Shin: – È ancora sconvolta. È in camera da letto che piange, va’ da lei.

Ryo corse in camera sua, e trovò la moglie seduta sul letto, che piangeva.

Ryo: – Kaori… – si avvicinò e si sedette accanto a lei.

Kaori: – Ryo… avremo un figlio malato…

Ryo: – Logan me l’ha riferito. Kaori, ti prego, non piangere.

Kaori: – Come faremo a crescerlo?

Ryo: – Tesoro, sono sicuro che ci riusciremo; sarà più difficile degli altri, ma ci riusciremo.

Kaori: – Ryo

Ryo le mise un dito sulle labbra, poi disse:

Ryo: – No, Kaori. Non parlare. Questo bambino è un dono dal cielo, come tutti gli altri. Sapevamo già da tempo che poteva succedere, ed ora che è successo non possiamo fare altro che dargli il nostro amore, al pari degli altri, e crescerlo nel miglior modo possibile. Sarà una strada difficile, ma ci riusciremo, ne sono sicuro.

Alla sera Ryo era salito in terrazza a fumare. Logan lo raggiunse.

Logan: – Ryo, tutto ok?

Ryo: – Sì, credo di sì.

Il ragazzo si avvicinò all’uomo, poi si accese una sigaretta.

Logan: – Sei sicuro di stare bene?

Ryo si voltò verso di lui. Nonostante cercasse di non farlo vedere, i suoi occhi mostravano un certo turbamento e una tristezza interiore, che al ragazzo non sfuggì.

Ryo: – Non lo so… scoprire che avrò un figlio malato mi ha quasi fatto crollare il mondo addosso.

Logan poggiò una mano sulla spalla dell’uomo, poi disse:

Logan: – Se hai bisogno, sappi che puoi contare su di me. Sei il padre della mia ragazza, e ormai sei diventato un padre anche per me.

Ryo: – Grazie, Logan, ma ora tu e Mary dovete pensare a Faith, la vostra bambina.

Logan: – Ma tua nipote sarà coetanea di tuo figlio, e poi è comunque il fratello di Mary che nascerà malato. Lei si sente pure in colpa perché Ai Faith è sana, mentre non lo è Shin.

Ryo: – Mary non si deve sentire in colpa: io e Kaori sapevamo che sarebbe potuto succedere, superata la soglia dei 35 anni. Siamo solo stati fortunati, fino adesso… non è colpa nostra se ha un difetto genetico. È nostro figlio, e lo cresceremo come abbiamo fatto con gli altri, sarà solo un po’ più dura.

Logan: – Proprio perché sarà dura, potete contare su di noi. E non solo io e Mary, ma anche tuo padre e gli altri saranno sicuramente disposti ad aiutarvi.

Ryo: – Mio padre… lo conosco solo da due mesi, ma si è già legato a noi come se ci conoscesse da una vita, e mi sta aiutando parecchio con i bambini.

Logan: – Ryo, devi capire che ha ritrovato suo figlio, che credeva morto 40 anni fa, e sua nipote, che in realtà non ha mai visto, dal momento che tua sorella è morta dandola alla luce e che lei è stata affidata a suo padre. È normale che si sia legato tanto alla tua famiglia e che vi voglia bene, anche se non vi conosce: tu e i tuoi figli siete la prova che le sue preghiere sono state esaudite.

Ryo sorrise, poi cambiò argomento:

Ryo: – Dì un po’, Logan, da quanto tempo tu e Mary state insieme?

Logan: – Beh… minuto più, minuto meno, da mezzora prima del concepimento di Ai Faith, 22 settimane fa. Perché?

Ryo: – E non sarebbe ora che mi iniziassi a chiamare papà? In fondo sei il padre di mia nipote, quindi mio genero.

Logan: – D’accordo, papà, come vuoi. Ora che ne dici di tornare giù dalle donne? – disse, sorridendo.

Ryo: – Sì, hai ragione, è meglio rientrare.

 

CONTINUA…

 

Lo so, è triste, ma che volete farci? A me riescono meglio le storie tristi delle altre…

Anticipazione del prossimo capitolo: le cicogne stanno per arrivare!

katyjolinar

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Capitolo 17
*** Nonno Ryo ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Ed ora tiriamoci di nuovo su di morale! Finalmente siamo vicini alla nascita dei bambini…

Capitolo 16

 

Il tempo passò.

Poco per volta Kaori riuscì ad accettare il fatto di aspettare un bambino che, una volta nato, avrebbe avuto dei problemi più o meno gravi.

Aveva accettato questa condizione anche grazie all’aiuto degli amici, che le stavano vicino il più possibile.

Shin passava molto tempo con lei, soprattutto quando Ryo lavorava e i ragazzi erano a scuola. Si era affezionato molto alla nuora, e le voleva bene come a una figlia, soprattutto dopo aver conosciuto la storia della sua infanzia, della morte del fratello e di come si fosse legata a Ryo, all’età di 20 anni.

La gravidanza, ormai, era più che visibile, sia in Kaori che in Mary.

La giovane continuava a seguire i corsi all’università e a partecipare alle attività di laboratorio, anche se il più delle volte era impossibilitata, a causa del pancione. Tutti i compagni di scuola sapevano della sua gravidanza, e sapevano tutti chi era il padre, anche perché non vedevano più Mary e Logan litigare in ogni momento (solo qualche volta nei momenti di isteria della ragazza… NdA), ma il più delle volte si scambiavano gesti teneri come baci e carezze, e lui poggiava spesso la mano sulla pancia per sentire i calci della piccola.

Per entrambe le donne, il parto era previsto per la metà di luglio, il che era una fortuna, perché Mary non avrebbe dovuto saltare le lezioni, che terminavano la prima settimana di luglio.

Era la mattina del 4 luglio. Mary si svegliò lentamente, sentendo i movimenti della piccola, dentro si lei. Si toccò la pancia, parlando alla bambina.

Mary: – Ciao, Ai! Ancora una decina di giorni e potrai finalmente vedere la mamma… – guardò Logan, accanto a lei, che dormiva ancora, tenendo delicatamente una mano sul pancione della compagna – Guarda papà, com’è bello. Anche lui non vede l’ora che tu nasca.

La bambina si mosse, dopo che Mary ebbe finito di parlare. La ragazza sentì una leggera contrazione, ma non si preoccupò, pensando che poteva essere un falso allarme, come quelle dei giorni passati.

Logan, sentendo sua figlia muoversi sotto la sua mano, dentro la pancia di Mary, si svegliò e, guardando negli occhi la ragazza, le sorrise e disse:

Logan: – Buongiorno, bellissima! E buon 4 luglio!

Mary: – Bellissima? Ma se mi sento un elefante? Non vedi come sono diventata grossa? E poi cosa c’entra il 4 luglio? In Giappone non è festa.

Logan: – Ma negli States sì. Anche se ormai mi sono definitivamente trasferito in Giappone, io continuo ad avere la cittadinanza americana. Comunque, tu sei sempre bellissima, tesoro. Ed ora più delle altre vote! – guardò l’orologio – Ma ora è meglio se ci alziamo: alle nove abbiamo laboratorio, e non possiamo fare tardi.

Dopo essersi cambiati, scesero in cucina. Ryo si era già alzato e stava preparando la colazione per tutti, prima di andare, con Maki e Hideyuki, a controllare la lavagna (i gemelli sono più precoci della sorella: 14 anni lei, quasi 12 loro, per l’introduzione nella società di famiglia! NdA). Da qualche tempo, per non far affaticare troppo la moglie e la figlia, aveva anche assunto il ruolo di “mammo”, eseguendo anche le faccende domestiche.

Logan: – Buongiorno, papà. Già in piedi?

Ryo: – Shhh! Parlate piano: mamma sta ancora dormendo, non voglio che si svegli. Come state? Avete dormito bene?

Mary: – Sì, papà. Anche se, stamattina, appena alzata, ho avuto un’altra contrazione, ma il dottore ha detto che ci possono essere dei falsi allarmi, quindi non mi preoccuperei… e poi mancano 10 giorni alla scadenza. Cosa hai fatto di buono per colazione?

Ryo: – Per colazione c’è tè, caffè o latte, con un pezzo di torta.

Mary: – Quella preparata da zia Miki?

Ryo: – Proprio quella.

Mary: – Allora dammene una bella fetta! Adoro le torte che fa zia!

Ryo: – Lo so bene! Da quando ti conosco ti sono sempre piaciute le torte di Miki!

Mary: – Già! 13 anni fa mi avete accolto proprio con una fetta di una sua torta!

Ryo: – 13 anni? È già passato così tanto tempo?

Mary: – 13 anni e mezzo, per la precisione! Era l’8 gennaio 2005.

Logan: – Voi vi siete conosciuti l’8 gennaio 2005? Allora, quella che abbiamo fatto, non era solo la mia festa di compleanno, ma anche la tua! (guarda caso, Logan è nato l’8 gennaio, proprio il giorno in cui Saeko ha portato Yoko Nakura al Cat’s Eye per la prima volta, per affidarla a Ryo! NdA)

Mary: – Esattamente! In un certo senso, io sono nata due volte: il 7 ottobre 1996 e l’8 gennaio 2005.

Ryo: – In effetti, l’8 gennaio abbiamo sempre festeggiato, negli ultimi 13 anni, perché in un certo senso, è il giorno in cui io e Kaori abbiamo avuto la nostra prima figlia.

Logan guardò l’orologio, e si accorse che si stava facendo tardi.

Logan: – Tesoro, è meglio se andiamo. Sono già le otto e mezza, arriveremo in ritardo.

Ryo: – Ha ragione. Vi conviene andare. Appena arriva mio padre esco anche io, con i gemelli. Ci vediamo a pranzo, se non ci sono lavori urgenti da fare.

Mary: – Ok, papà! A dopo! – Gli diede un bacio sulla guancia.

Ryo, dopo aver baciato la figlia, si abbassò per baciarle il pancione.

Ryo: – Ciao tesoro! Ciao piccola! Nonno non vede l’ora di vederti!

I ragazzi uscirono e si diressero all’università.

Erano in leggero ritardo e, quando il professore li vide, disse:

Prof: – Bene, siete arrivati! Pensavamo che fosse arrivato il momento e che oggi non sareste venuti…

Mary: – Non si preoccupi, professore. Manca ancora qualche giorno.

Prof: – Beh, però è meglio che lei stia a riposo, signorina. Nelle sue condizioni, in questo momento, basta uno starnuto per far nascere la sua bambina.

Logan: – Vorrà dire che le starò sempre dietro. Non voglio che mia figlia nasca in un laboratorio di sintesi…

Presero posto davanti al loro armadietto e il professore spiegò l’esperienza del giorno.

Prof: – Bene. Ora che vi ho detto tutto, i reattivi sono sotto cappa. Non sprecateli. Con oggi abbiamo finito il laboratorio, per quest’anno. Al lavoro! Non voglio vedere gente con le mani in mano, la signorina Saeba esclusa, naturalmente!

Uno dei compagni si avvicinò a Logan, facendogli la battuta:

Ragazzo: – Hey, “Wolvie”, non è che la lezione di oggi comprende anche ostetricia?

Il ragazzo lo guardò male, fulminandolo con lo sguardo. Mary gli si avvicinò e gli disse:

Mary: – Tesoro, non te la prendere. Non li devi considerare, sono solo gelosi.

Logan: – Non è solo quello. È che non mi va giù di essere chiamato Wolverine o Wolvie, solo perché il mio nome ricorda molto quello di quella specie di animale degli X-Men.

Mezzora dopo, Logan tornava dalla stanza delle stufe, con delle cose in mano. Non si era accorto di avere i lacci delle scarpe slacciati e, a metà strada, inciampò. Nel tentativo di non rompere la vetreria che teneva tra le mani, cercò di mantenere l’equilibrio, ma cadde addosso alla ragazza che gli stava passando accanto, che, neanche a farlo apposta, era quell’oca di Keiko.

Keiko: – Wow… il Nuovo Stallone di Shinjuku mi è caduto addosso!

Mary, che fino a quel momento non si era accorta di niente, quando vide Logan sopra Keiko, fraintese e diventò rossa di rabbia. (è classico che le donne incinte fraintendano certe scene, se non vedono cosa le ha scatenate… NdA)

Mary: – LOGAN COMINCIA A CORRERE, SE NON VUOI MORIRE SUBITO, PORCO DEPRAVATO CHE NON SEI ALTRO!

La ragazza aveva già il martello “punizione divina” in mano, e cominciò la solita scena: Logan, spaventato, che correva attraverso il laboratorio, inseguito da Mary che, nonostante il pancione la ingombrasse parecchio, riusciva a stargli dietro, librando il grosso martello in aria.

Logan: – AAAAHHHHH! AIUTO!!!! UNA BELVA INCINTA MI VUOLE FAR FUORI!!! QUALCUNO MI AIUTI!!!!

Non trovando altro posto dove rifugiarsi, si infilò nello scomparto della macchina del ghiaccio, e si chiuse dentro, aspettando che la ragazza la attivasse, per punirlo.

Aspettò un minuto, poi due, ma la punizione non arrivava. Il ragazzo si preoccupò, aprì cautamente lo sportello e sbirciò fuori, per vedere cosa fosse successo.

Logan: – Ma… cosa succede?

Vide Mary che, con una smorfia di dolore, si teneva la parte bassa della pancia, sorretta da Mikako, che l’aveva immediatamente soccorsa. Ai suoi piedi si era formata una pozzanghera.

Mikako: – Idiota pervertito che non sei altro, non vedi che le si sono appena rotte le acque? Non restare lì con quella faccia da ebete, fai qualcosa!

Logan: – Oh, cazzo… e ora che faccio? – fu l’unica cosa che riuscì a dire, prima di correre dalla ragazza e cercare di prenderla in braccio, per portarla alla macchina.

Vedendolo in difficoltà, due ragazzi si avvicinarono, per aiutarlo.

Ragazzo: – La prendiamo noi. Tu pensa a prendere le chiavi della tua macchina e farci strada.

Logan: – Ok, grazie. Mikako, potresti pensare tu a chiamare a casa, per avvertire che stiamo andando in ospedale?

Mikako: – Va bene. Ora correte, se non volete che Ai Faith nasca per strada…

Corsero alla macchina e caricarono la ragazza sul sedile del passeggero. Logan accese il motore e partì, andando più in fretta che poteva.

Arrivati all’ospedale, la caricarono su una barella e la portarono immediatamente in sala travaglio.

Logan teneva la mano alla ragazza, incitandola a tenere duro.

Un quarto d’ora dopo, arrivarono anche Kaori, Shin e Saeko, che erano partiti da casa non appena avevano ricevuto la telefonata di Mikako.

Kaori: – Mary! Come stai? – chiese, precipitandosi vicino al letto della figlia, che sopportava il dolore.

Mary: – Mamma… Ai Faith sta per nascere.

Saeko: – Tesoro, hai bisogno di qualcosa?

Mary: – Dov’è papà? Perché non è con voi?

Shin: – Ha ricevuto un XYZ ed è dovuto correre a lavorare, ma l’abbiamo chiamato prima di venire qui. Arriverà tra una mezz’oretta, se non  ci saranno intoppi.

Kaori fece una faccia strana, poi disse:

Kaori: – Oh mio Dio… speriamo che arrivi in fretta… anche a me si sono appena rotte le acque… chiamate un infermiere, per favore…

Shin e Saeko si precipitarono a chiamare l’infermiere, mentre Logan, agitato più che mai, cercava di calmare le due donne.

Kaori venne portata nella sala travaglio accanto a quella di Mary, e Logan, Shin e Saeko si davano il cambio a rotazione per stare con loro.

Il medico entrò a controllare Kaori. In quel momento, con lei, c’erano Shin e Saeko.

Dopo aver visitato la donna, guardò la poliziotta e, notando lo strano pallore del suo volto, le chiese:

Dott.: – Signora, sta bene? La vedo pallida…

Saeko: – Sto bene, credo… non si preoccupi, sarà solo un po’ di stanchezza.

Dott.: – Uhm… mi permette di farle qualche esame? Io non mi fiderei troppo.

Saeko: – Come vuole lei…

Dott.: – Allora mi segua.

Uscì dalla stanza, seguendo il medico.

Nel frattempo, nell’altra stanza, Mary stava avendo un’altra contrazione. Logan era vicino a lei, facendole forza.

Questa contrazione la sentì più forte delle altre e, mentre urlava, una mano partì, senza farlo apposta, e si andò ad aggrappare… in zona mokkori al ragazzo, che urlò anche lui per il dolore.

Logan: – AAAAHHHHH!!!!!! CHE DOLORE!!!!! (questa scena l’ho presa dal finale del film “nei panni di una bionda”, quando la bionda partorisce NdA)

Mary: – Hey, dovrei essere io ad urlare di dolore, non tu! – disse, dopo che il dolore fu cessato.

Logan: – Urlerebbe anche tuo padre, se qualcuno gli si aggrappasse come hai fatto tu con me…

Mary: – Scusa, non l’ho fatto apposta.

Logan: – Sei scusata. Ora vado a vedere come sta tua madre, e ti mando tuo nonno per darmi il cambio. – la baciò ed uscì, camminando in modo strano.

Entrò nella sala travaglio di Kaori e disse a Shin di dargli il cambio.

Logan: – Però stai attento, quando sente dolore non controlla le mani: poco fa mi ha quasi evirato…

Kaori: – Ecco di chi era quell’urlo agghiacciante di poco fa… oddio… che male… Ryo non è ancora arrivato?

In quel momento qualcuno si affacciò alla porta: Ryo.

Ryo: – Sono qui! Sono corso appena saputo. Logan, torna da Mary e dì a mio padre di aspettare fuori con Saeko. Ora ci daremo il cambio io e te.

Mezzora dopo l’ostetrica passò, prima da Mary e poi da Kaori, per controllare la dilatazione.

Ostetrica: – Sono pronte. Trasferitele nelle sale parto.

Mezzora dopo, i bambini erano nati.

Shin e Saeko aspettavano all’esterno delle sale parto, ansiosi e agitati. Sentirono due pianti di bambini.

Saeko: – Sono nati, finalmente!

L’uomo la abbracciò, poi disse:

Shin: – Non ci posso credere: sono diventato bisnonno!

Saeko: – E io zia! – gli diede un bacio appassionato, poi vide Ryo e Logan che uscivano dalle rispettive stanze, con aria raggiante.

Shin: – Allora?

Logan: – È bellissima… tra poco la potrete vedere.

Ryo: – Anche il mio. Nonostante tutto, è il più bel bambino che abbia mai visto

Saeko: – Congratulazioni, ragazzi! – li abbracciò.

Il giorno dopo erano andati tutti a trovare le neomamme. I due papà prendevano costantemente in braccio le due creature, per farle vedere agli amici.

Shin: – Posso tenere Shin in braccio? Solo per un momento… in fondo sono il nonno.

Ryo: – D’accordo, papà. – gli passò il bambino, con molta attenzione.

Quando il nonno prese in braccio il neonato, lo ammirò per cinque minuti, poi gli parlò.

Shin: – Ciao, piccolo. Sono nonno Shin. So che darai da fare a tutti noi, ma ti vorremo un gran bene, te lo prometto!

Ryo, nel frattempo, aveva preso in braccio la nipotina, e la stava coccolando.

Ryo: – Sono nonno… non ci posso credere… nonno… Nonno Ryo. Piccina, sei bellissima!

Dopo un po’ entrò il dottore, per cercare Saeko.

Dott.: – Ero sicuro di trovarla qui, signora. Ho i risultati delle analisi.

Saeko: – Dica, dottore. Spero non sia nulla di grave.

Dott.: – No, signora, anzi, è una bella notizia: lei aspetta un bambino.

Tutta l’attenzione dei presenti si spostò dai neonati a Saeko.

Tutti: – COSA?????

Saeko: – È sicuro? Non è che si sta sbagliando?

Dott.: – Sì, signora, sono sicuro: lei è incinta.

Saeko: – Oh mio Dio… ho bisogno di sedermi…

Shin, per tutto il tempo, era rimasto con gli occhi sgranati. Ryo lo guardò, poi disse:

Ryo: – Oddio… non mi dire che quello è mio fratello…

Saeko: – Esattamente, Ryo. È figlio di Shin.

Ryo iniziò a sputare fulmini e saette dagli occhi.

Ryo: – MA INSOMMA! NON POTEVATE STARE PIU’ ATTENTI? SONO TROPPO VECCHIO, IO, PER AVERE UN FRATELLO APPENA NATO!

Shin: – Ryo, è stato un incidente di percorso… non te la prendere.

Ryo guardò la figlia, distesa sul letto con la bambina in braccio.

Ryo: – Credo di capire, ora, perché non volevi altri fratelli.

Mary: – Meglio tardi che mai, papà!

 

CONTINUA…

 

Ancora due capitoli e la storia è finita…

Questo capitolo è un po’ stile “il padre della sposa 2”…

Commentate!

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Capitolo 18
*** la nascita di Ether e il matrimonio di Saeko ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

La storia è quasi finita, finalmente… i bambini sono nati e Ryo… avrà un fratello o una sorella! Ve lo immaginate, a 40 anni, dire di avere un fratello/sorella appena nato?

Capitolo 18

 

E così, anche Saeko incominciò il suo percorso di maternità.

Quando andò a fare l’ecografia, scoprì di aspettare una femminuccia. Lei e Shin non avevano ancora pensato al nome, e non avevano idea di quale darle, quindi un giorno, che erano andati a casa di Ryo a trovare i nipoti, chiesero qualche suggerimento.

Kaori: – Una bambina?

Saeko: – Sì, Kaori, sarà una femmina.

Mary: – Sapete già come chiamarla?

Shin: – Beh… non ne abbiamo proprio idea…

Ryo: – Forse io un’idea ce l’avrei…

Saeko: – Di’ pure, Ryo. Anche tu hai voce in capitolo, perché sei il fratello maggiore.

Ryo: – Più che fratello maggiore, potrei essere uno zio, perché 43 anni non è una differenza ideale tra fratello e sorella… comunque io pensavo che potreste chiamarla Louise, come mia madre, oppure, magari, Ether, come l’altra mia sorella, la madre di Mary…

Saeko: – Uhm… Ether mi piace ma… Shin, a te va bene chiamarla così?

Shin: – Perfetto!

Saeko: – Non è che ti potrebbe portare alla luce brutti ricordi, chiamare la bambina come la tua figlia maggiore?

Shin: – No, anzi, credo che possa essere un modo per ricordarmi di lei, avere un’altra Ether Mori che gira per casa!

Saeko: – Ether Saeba, tesoro! Ti ricordo che hai cambiato cognome, prendendo quello di tuo figlio. (di solito è il contrario, ma fa lo stesso… NdA)

Shin: – Già, è vero! Sto proprio invecchiando! Sia la memoria che il fisico non sono più quelli di una volta…

Saeko: – Se una volta le tue prestazioni fisiche erano migliori, allora avrai almeno eguagliato la fama di tuo figlio, se non superato…

Ryo: – SAEKO!!!! – disse, rosso dalla testa ai piedi.

Saeko: – Sbaglio o tu sei lo Stallone di Shinjuku, Ryo?

Ryo: – Lo ero. Mi sono ritirato quando ho adottato Mary, ricordi?

Il tempo passò. I due bambini crescevano, assieme al pancione di Saeko.

Qualche mese dopo nacque Ether, la sorellina di Ryo, che fu il primo ad andarla a trovare all’ospedale, con la sua famiglia.

Mary: – Che bella, la mia zietta! Assomiglia tanto alla sua mamma!

Shin: – Effettivamente è bella quanto la mamma!

Saeko: – Grazie… qualcuno la vuole tenere in braccio?

Ryo: – Posso farlo io?

Saeko: – Ma certo! – delicatamente gliela passò – Credo che non ti debba dire di stare attento a come la tieni, vero?

Ryo: – Mamma cara, ne ho tenuti in braccio 12! Credo di aver ormai imparato come si fa…

Saeko: – NON CHIAMARMI MAMMA!

Ryo: – Perché? Sono il figlio del tuo fidanzato, quindi sei la mia matrigna, potrei benissimo chiamarti mamma…

Saeko: – Potresti, ma non farlo! Mi faresti sentire vecchia…

Mary: – Nonna ha ragione, papà! Si sentirebbe vecchia… – rincarò la dose.

Saeko: – MA INSOMMA! LA FINITE?

Kaori: – Va bene, ma ciò non toglie che tu sia diventata mia suocera…

Saeko: – Non esattamente, mia cara. Sono solo la madre di tua cognata. Non sono sposata, io.

Shin: – Allora perché non rimediamo? Sposiamoci!

Tutti guardarono il vecchio, stupiti.

Shin: – Perché mi guardate così? Non posso chiedere alla madre di mia figlia di sposarmi?

Saeko: – S… sul serio?

Shin: – Mai stato più serio. Saeko, vuoi sposarmi?

Saeko: – Oh, Shin! Sì!

Passò un po’ di tempo, prima che arrivasse il giorno del matrimonio, circa un anno.

Avevano deciso di sposarsi nella stessa chiesa in cui si erano sposati 14 anni prima Ryo e Kaori.

Qualche giorno prima del matrimonio, Saeko, Kaori e Mary, con i tre bambini, erano andate da Eriko, che era momentaneamente tornata in Giappone, per provare i vestiti che avrebbero indossato alla cerimonia.

Saeko: – È una fortuna che Eriko si sia offerta di disegnarmi il vestito. Così non ho dovuto girare decine di negozi per trovarne uno che mi piacesse.

Salirono nel laboratorio della loro amica, che le accolse gioiosa, soprattutto perché avevano portato con loro i tre bambini.

Eriko: – Ciao!! I vestiti sono pronti, ragazze! Anche quelli dei bambini!

Kaori: – Spero che non ti sia lasciata prendere troppo la mano, soprattutto per mio figlio: lo sai che sta diventando vivace più dei fratelli maggiori? Se indossasse un vestito troppo ricercato, lo rovinerebbe in un battibaleno.

Eriko: – Tranquilla: conosco abbastanza bene i tuoi figli maggiori per sapere che il vostro motto è “la praticità innanzi tutto”. E Shin non dovrebbe essere da meno, anche se va controllato di più, per evitare che si faccia male.

Dopo aver salutato le mamme, si abbassò sui passeggini, per salutare i piccoli.

Baciò la piccola Ether, che, man mano che cresceva, somigliava sempre di più alla mamma.

Eriko: – Ciao piccolina! Sei contenta che mamma e papà si sposano?

Ether: – Ao, tia Eiko… – disse, nel suo linguaggio di bimba che ha appena imparato a parlare.

Passò a Shin, diventato un bel bambino brunetto e con gli occhi neri, nonostante le caratteristiche somatiche della mutazione genetica.

Eriko: – Hey, ometto! Oggi sei beato tra le donne!

Il piccolo, che, purtroppo, non riusciva a parlare, anche se aveva già due anni, le sorrise e la abbracciò.

Infine si alzò di nuovo in piedi, per salutare Ai Faith, in braccio a Mary. La bambina era diventata bellissima: i suoi lineamenti erano tipicamente orientali, ereditati dalla mamma, i capelli erano biondissimi, presi anche questi da Mary, ma quello che la rendeva particolare erano gli occhi, che non erano entrambi dello stesso colore, ma il destro era verde, come quelli di Logan, e il sinistro era blu, come quelli di Mary.

Eriko: – Ciao, bellissima! Stai diventando sempre più bella! Con due occhi così, da grande farai strage di uomini!

Ai Faith fece un po’ la timida, nascondendo il visino tra i capelli della madre.

Mary: – Fa sempre così, ma poi non la ferma più nessuno! Sembra timida, ma è una furbetta di prima categoria!

Infatti, poco dopo, quando venne messa a terra, andò ad abbracciare Eriko.

Si provarono i vestiti: due abiti lunghi e aderenti color crema, per Mary e Kaori, mentre per Saeko era un abito bianco in seta, senza maniche, che cadeva fino ai piedi, allargandosi leggermente dalla vita fino ai piedi.

Eriko: – Wow! Non immaginavo che vi sarebbero stati così bene! Siete bellissime, ragazze, soprattutto Saeko!

Mary: – Lei lo deve essere: è la sposa!

Eriko: – A proposito di sposa… e tu? Quand’è che tu e Logan farete il grande passo?

Mary, prima di rispondere, arrossì leggermente.

Mary: – Beh… vedi… ci sono molti fattori da considerare. Innanzi tutto, dobbiamo terminare l’università. Poi dobbiamo tenere un po’ di soldi da parte per poterci arredare casa nostra. Il matrimonio si farà quando avremo sistemato tutto.

Kaori: – Per fortuna non dovete cercarvi un lavoro, perché già ce l’avete, dato che siete, sia tu che Logan, due ottimi sweeper. Anche se questo ambiente non è l’ideale per far crescere Faith

Eriko: – Senti chi parla! E tu quanti ne hai fatti crescere in questo ambiente? 13, mi pare…

Kaori: – Effettivamente hai ragione…

Una settimana dopo arrivò il giorno del matrimonio.

Al mattino, a casa di Ryo, erano tutti indaffarati per gli ultimi preparativi.

Ryo: – Eccolo! Spero che mi stia ancora… sono 13 anni che non lo indosso più, e credo di essere ingrassato, nel frattempo… – diceva, mentre tirava fuori dall’armadio il vecchio smoking bianco che aveva indossato al suo matrimonio.

Kaori: – Uhm… non credo che tu sia ingrassato, anche perché ti ho sempre fatto fare parecchia attività fisica, per mantenerti in forma… – disse, maliziosa. (avete capito di che attività fisica sta parlando? NdA)

Ryo: – Bene, allora stasera dovrai farmene fare altra, per smaltire il pranzo di nozze di mio padre… – detto questo, prese la moglie per i fianchi e la baciò.

Maki: – Wow! Lo Stallone di Shinjuku sta per mettersi all’opera!

Hideyuki: – Vai, papà, che sei forte!

I due gemelli, ormai adolescenti (hanno quasi 14 anni NdA), si erano affacciati alla porta della camera dei genitori, per essere aiutati nell’annodare il papillon.

Ryo: – Ma non vi abbiamo insegnato a bussare prima di entrare in camera nostra?

Maki: – Scusa, papà, ma abbiamo un xyz urgente: ci puoi annodare il cravattino?

Ryo: – XYZ?… Bah! Venite qui, che vi aiuto.

Stavano diventando dei bellissimi ragazzi, e nell’ultimo anno avevano dato uno sviluppo considerevole in altezza, raggiungendo quasi quella del padre (non stupitevi che siano alti 1.90 a 14 anni: un mio compagno di classe delle superiori, in prima superiore, cioè a 14 anni, era già alto 2 metri… NdA). Sia l’uno che l’altro somigliavano molto a Ryo, come viso, soprattutto Hideyuki, che aveva ereditato i suoi profondi occhi color ebano, che facevano impazzire le ragazzine della scuola superiore a cui era iscritto, assieme al fratello; ma anche Maki era diventato un rubacuori, grazie ai suoi occhi nocciola che, anche se li aveva presi da Kaori, erano molto profondi ed espressivi, come quelli del padre.

Ryo:– Ecco fatto! – disse, dopo aver annodato il papillon ad entrambi – Ora andate ad aiutare i vostri fratelli. Ah, stavo dimenticando, Mary ha chiamato?

Maki: – Si, papà. Dovrebbero arrivare a momenti. Hanno chiamato cinque minuti fa.

Infatti, subito dopo, si sentì aprire la porta.

Mary: – Mamma! Papà! Siamo arrivati! Siete pronti?

La ragazza, da qualche mese, si era trasferita con Logan e la loro figlia in un appartamento nel palazzotto accanto a quello dei genitori, ma andava spesso a trovarli e a portare la nipotina, soprattutto durante la settimana, quando lei e il fidanzato dovevano seguire i corsi all’università. Ryo, Kaori, Mick e Kazue li avevano aiutati a comprarla, e ancora li aiutavano, perché non era ancora completamente arredata.

Kaori: – Quasi, tesoro! Sto vestendo Shin.

Miki: – Papà, ha chiamato nonno. Ha detto di ricordarti delle fedi. Sei andato a prenderle?

Ryo andò nel panico.

Ryo: – Le fedi? Oh, cavolo! Dove le ho messe?

Logan: – Cerchi queste, per caso, papà? – chiese, porgendogli una scatola che aveva preso dal mobiletto dell’entrata.

Ryo: – Logan, sei il mio salvatore! Se me le fossi dimenticate, sia mio padre che Saeko mi avrebbero ucciso!

Logan: – Vuoi che le tenga io, finchè non arriviamo in chiesa?

Ryo: – No, non ti preoccupare. E poi siamo io e Kaori i testimoni. Tocca a noi occuparcene.

Mary, che aveva notato il comportamento dei genitori, esclamò:

Mary: – Papy, mamy, lo sapete che sembrate più agitati ora di quando vi siete sposati voi? State tranquilli, andrà tutto bene! È solo il matrimonio di nonno e zia Saeko!

Nel frattempo erano riusciti a far preparare tutti, senza che i più piccoli combinassero troppi guai.

Un’ora dopo, in chiesa, nella stanza dello sposo.

Shin camminava avanti e indietro, misurando con i passi la stanza, agitato.

Ryo: – Calmati, papà. Se ti agiti troppo, c’è il rischio che ti venga un infarto.

Shin: – E come faccio a stare calmo? Da quando mi sono sposato con tua madre sono passati quasi 50 anni… non mi ricordo neanche più come si fa…

Ryo: – Papà, l’ho passato anche io! Ti assicuro che basta stare rilassati!

Shin: – E tu come hai fatto a rilassarti?

Ryo: – Quel giorno, prima di uscire da questa stanza per sposare Kaori, ho pensato a tutti i momenti, belli e brutti, in cui l’ho avuta accanto, negli otto anni precedenti, poi ho pensato a Mary, Maki e Hideyuki, i nostri bambini, la cosa più bella che ho avuto da lei, fino a quel momento. – gli aggiustò il cravattino, annodato un po’ storto, poi gli mise le mani sulle spalle, guardandolo negli occhi – Papà, ora chiudi gli occhi, fai un bel respiro, e pensa a Saeko. Immaginatela come sarà tra cinque minuti, quando la vedrai raggiungere l’altare, accompagnata da Mick. Vedi com’è bella?...

Shin: – Uno splendore! – Disse, ad occhi chiusi, con aria sognante.

Ryo: – Bene! Ed ora pensa ad Ether, mia sorella, vostra figlia. Lei è qui grazie a voi!

Shin fece un altro respiro profondo, riaprì gli occhi e disse, determinato:

Shin: – Sono pronto!

In quel momento entrò Logan, con Ai Faith in braccio, per controllare come procedesse.

Logan: – Hey, guarda, tesoro! I nonni si stanno preparando! – disse, alla piccola.

Ryo: – Ciao, bellissima! Non lo dai un bacio al nonno? – si avvicinò e prese in braccio Ai Faith, che gli diede un bacio sulla guancia.

Shin: – Allora, come sto? – disse, facendo un giro su sé stesso.

Logan: – Come ti sembra nonno Shin, sweetheart?

Ai Faith: – Nonno bello!

Shin: – Sicura? Non sembro un pinguino?

Ai Faith: – Nonno bello! – ripetè.

Ryo: – Papà, se lo dice lei, puoi crederci!

Shin: – Sei troppo buona, stellina! – le disse, dandole un buffetto sulla guanciotta. La bambina subito arrossì e nascose il viso sulla spalla di Ryo.

Logan: – Ora è meglio se andate. Io e Faith andiamo a chiamare le donne.

Intanto, anche nella stanza della sposa, Saeko era molto agitata.

Saeko: – Kaori, non so se ce la farò…

La donna tremava tutta, mentre Kaori e Mary la preparavano.

Kaori: – Saeko, rilassati! Andrà tutto bene.

Saeko: – Ma come faccio? Sono troppo agitata… e se qualcosa andasse storto?

Kaori: – Te l’ho già detto, andrà tutto bene! Devi solo attraversare la navata, sotto braccio a Mick, e dire sì quando il prete te lo chiederà.

Saeko: – Ma…

Mary: – Ascolta la mamma, zia! Devi stare tranquilla. Ti ricordi cosa le dicesti, quando si sono sposati loro?

Saeko: – Non iniziare a farmi domande troppo difficili… in questo momento è già tanto se mi ricordo il motivo per cui sono qui in questo momento…

Kaori: – Allora te lo dico io. Saeko, tranquilla! Stai per sposare l’uomo che ami, il padre di Ether, tua figlia!

In quel momento, Mick e Logan bussarono alla porta.

Logan: – È permesso?

Mary: – Venite pure. Noi abbiamo quasi finito. Stiamo solo cercando di tranquillizzare zia: è tesa come una corda di violino…

Mick: – Dai, Saeko! Stai tranquilla! Fai un bel respiro!

Logan: – Non so se ti tranquillizzerà, ma io e Faith siamo appena stati dallo sposo, e ti posso dire che anche lui è molto emozionato.

La bambina, che ora era passata in braccio a Mary, si era incantata a guardare Saeko, a bocca aperta.

Mary: – È bella la zia, vero?

Ai Faith: – Sì!

Mick: – Piccolina, vedrai che prima o poi anche tua madre indosserà un vestito bello come quello, magari anche di più! Ti piacerebbe?

Ai Faith: – Sì! Il vestito per mamma più bello, però!

I due giovani, a quelle parole, erano diventati tutti rossi.

Poco dopo, quando tutti ebbero preso posto, la musica iniziò. Tutti si voltarono verso il fondo della chiesa, per ammirare la marcia della sposa.

Quando Saeko arrivò all’altare, Shin le prese la mano, guardandola negli occhi.

Shin: – Sei bellissima!

Il prete cominciò la cerimonia.

Prete: – Vuoi tu, Shin, prendere la qui presente, Saeko, come tua legittima sposa, per amarla ed onorarla per tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?

Shin: – Lo voglio.

Prete: – Vuoi tu, Saeko, prendere il qui presente, Shin, come tuo legittimo sposo, per amarlo ed onorarlo per tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?

Saeko: – Lo voglio.

Prete: – Scambiatevi gli anelli.

Ryo porse gli anelli agli sposi. Shin infilò la fede nella mano di Saeko, poi gliela baciò, e lo stesso fece Saeko.

Prete: – Vi dichiaro marito e moglie!

Mezzora dopo, al pranzo di nozze, Ryo fece il discorso, come testimone dello sposo.

Ryo: – Scusate, non sono molto bravo con questo tipo di discorsi… comunque, volevo dire che oggi si sono sposate due persone che, anche se si sono conosciute soltanto tre anni fa, si sono trovate immediatamente. Lei è Saeko Nogami, un’amica, una donna forte e decisa che conosco, posso dire, da una vita. Mia moglie sa quante volte ho provato a sedurla, quando ero ancora scapolo, e io mi ricordo ancora i martelli che mi sono preso in testa, proprio per questo motivo. – risata generale – Tutti sapete poi cosa è successo: mi sono innamorato e mi sono sposato, mettendo la testa a posto, e lasciando in pace Saeko, che però, fino a tre anni fa, non aveva trovato nessuno con cui condividere ogni momento della sua vita. Alla fine è arrivato Shin Mori, ora Saeba, mio padre, che, ahimè, è riuscito dove io ho fallito: si è innamorato di lei e l’ha sedotta, se così si può dire, perché l’amore è stato subito reciproco e ha dato anche i suoi frutti, con la nascita di Ether, mia sorella. Lo so che Saeko non vuole che io la chiami così, ma devo dirlo: sono contento di avere una madre come lei! – alzò il calice dello spumante e brindò – Papà, mamma, vi auguro tanta felicità!

Vennero aperte le danze. Dopo un po’, Saeko si avvicinò a Ryo e Kaori e disse:

Saeko: – Kaori, posso rubarti tuo marito per un ballo? Vorrei ballare con il testimone di mio marito!

Kaori: – Va bene, Saeko. Però riportamelo tutto intero!

Saeko: – Tranquilla, lo riavrai integro al prossimo ballo!

Si diressero al centro della pista e iniziarono a ballare.

Saeko: – Grazie, Ryo. Hai fatto un bel discorso!

Ryo: – Ti è piaciuto, allora?

Saeko: – Molto!

Ryo: – Anche se ti ho chiamato mamma?

Saeko: – Oggi lascio passare, ma da domani guai a te se mi chiami ancora così, chiaro?

Ryo: – Va bene, mamma! Ah, congratulazioni! – la baciò sulla guancia.

A fine serata ci fu il lancio del bouquet che, neanche a farlo apposta, venne preso da Mary!

Reika: – Allora i prossimi sarete tu e Logan!

Mary: – Così pare, ma sarà dopo l’università. Prima ci laureiamo!

 

CONTINUA…

 

Scusate, il capitolo è un po’ pasticciato, ma l’ho scritto senza neanche scrivere la brutta, direttamente sul pc

Ancora due capitoli e la ff è terminata…

katyjolinar

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Capitolo 19
*** mia figlia si sposa ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Ed ora, finalmente, il penultimo capitolo della fanfic!

Ci sarà anche un seguito, incentrato soprattutto su Hideyuki e Maki Saeba e le sorelle Ijuin, ma non ho ancora iniziato a scriverlo, anche se ho già in mente in grosse linee la storia e, soprattutto, il finale, che sarà il finale definitivo della trilogia di “Famiglia Saeba

Capitolo 19

 

Passarono tre anni, durante i quali Mary e Logan continuavano a seguire i corsi all’università, lavoravano come sweeper per conto di Ryo e si occupavano della loro bambina.

Era metà novembre e in casa Saeba c’era parecchia agitazione: quel giorno i due giovani dovevano discutere le loro tesi davanti alla commissione di laurea.

Kaori: – Ragazzi, sbrigatevi! Mary e Logan ci stanno aspettando all’università!

Miki jr: – Mamma, non trovo la custodia degli occhiali.

Kaori: – A cosa ti serve la custodia degli occhiali, se li devi tenere sul naso?

Miki jr: – Ma, mamma… io non voglio tenere gli occhiali…

Ryo: – Miki, poche storie! O ti metti gli occhiali, oppure sabato sera non esci con gli amici.

Miki jr: – Ma, papà… sabato sera viene anche Satoshi, non posso mancare.

Ryo: – Non me ne frega niente! Può venire anche il principe ereditario in persona, ma se non indossi subito gli occhiali, l’uscita di sabato te la puoi scordare!

Miki jr: – Uffa…

Hideyuki, nel frattempo, rincorreva il fratellino Shin, affidatogli dalla mamma per essere vestito, e il bambino faceva i capricci perché non voleva vestirsi bene.

Hideyuki: – Piccola peste! Vieni, fratellino! Non fare i capricci! – quindi lo prese in braccio di peso e lo portò incamera. Naturalmente Shin scoppiò a piangere, facendo accorrere la madre.

Kaori: – Hideyuki, cosa succede? Perché Shin piange?

Hideyuki: – Nulla, mamma. Sta solo facendo i capricci perché non vuole vestirsi come si deve…

Il bambino, ancora in lacrime, abbracciò i fianchi della mamma.

Shin jr: – Mamma… (nel frattempo, in questi 3 anni, ha anche imparato a parlare, il piccolino. NdA)

Kaori si inginocchiò e, asciugandogli le lacrime, gli disse:

Kaori: – Tesoro, non piangere, e fai come ti dice tuo fratello: metti il maglioncino. Oggi devi essere elegante, perché la tua sorella maggiore si laurea. Ora va’ in camera a vestirti, su!

Il bambino non era ancora del tutto convinto, ma ubbidì, prendendo la mano del fratello maggiore e andando in camera.

Intanto, nell’altra stanza, Shan In e Sayuri litigavano.

Kaori: – Santa pazienza… cosa c’è ancora? – ed entrò nella camera, per risolvere l’ennesima lite tra i figli.

Mezzora dopo, quando furono tutti pronti, partirono alla volta dell’università.

Arrivati davanti all’edificio, videro tutti gli altri, parenti e amici, che li stavano aspettando.

Logan: – Mamma, papà! Era ora che arrivaste! Tra poco io e Mary dobbiamo entrare, e Faith l’avremmo dovuta lasciare agli altri…

Ryo: – Scusate il ritardo, ma si dovevano preparare anche i ragazzi.

Logan: – Papà, scusa se te lo dico, ma ve la siete cercata voi questa situazione.

Mary: – Sono 10 anni che ve lo dico: avete fatto troppi bambini! Comunque, ora ci siete. – guardò la bambina, che lei e Logan tenevano per mano – Tesoro, ora resta con i nonni; io e papà dobbiamo entrare. Ci vediamo più tardi, ok?

Ai Faith: – Ok, mamma!

La piccola andò subito in braccio a Ryo.

Ryo: – In bocca al lupo, ragazzi!

Mary: – Crepi il lupo! Voi andate a prendere posto: tra mezzora iniziamo.

Due ore dopo, la discussione delle tesi era finita, e la commissione di laurea si stava riunendo.

Mary: – Allora? Come siamo andati?

Mick: – Secondo me siete andati alla grande, ragazzi!

Logan: – Sei troppo buono, cugino.

Dieci minuti dopo vennero richiamati in aula.

Professore: – Signorina Mary Saeba, venga avanti! La commissione le conferisce la laurea in chimica, con il punteggio di 110 e lode!

Ci fu un applauso, poi fu il turno di Logan.

Professore: – Signor Logan Wolf, venga avanti! La commissione le conferisce la laurea in chimica, con il punteggio di 110 e lode!

Altro grosso applauso, poi i due raggiunsero i parenti.

Shin: – Congratulazioni, ragazzi! Sono fiero di voi!

Mary: – Grazie, nonno!

Ai Faith: – Mamma! Papà!

Mary: – Amore mio! Vieni qui! – la prese in braccio.

Logan: – Hai visto come siamo stati bravi, stellina?

Come sempre, ci fu il solito rinfresco al Cat’s Eye, e come al solito mangiarono a sazietà.

I bambini e i ragazzi facevano parecchia confusione: Ai Faith, Shin jr ed Ether non stavano fermi un secondo, come anche Shan In, con Cassandra, che, crescendo, aveva fatto amicizia anche con il gemello dell’amica, Takeshi. Tutti i ragazzini facevano parecchia confusione, mentre Maki e Hideyuki litigavano continuamente con le sorelle Ijuin, soprattutto Hideyuki e Kaori jr, che non si sopportavano, da quando lui aveva iniziato le superiori: il ragazzo le tirava i capelli e lei lo schiaffeggiava, e si insultavano a vicenda (per la cronaca: Hideyuki ha 17 anni, mentre Kaori ne ha 15, e saranno i protagonisti della terza parte della saga di “Famiglia Saeba”, che si intitolerà “L’immortalità di City Hunter”! NdA).

Venne poi messa della musica, e Logan invitò la sua compagna a ballare un lento. Mentre ballavano, Mary disse:

Mary: – Logan, devo dirti una cosa…

Logan: – Dimmi, tesoro.

La ragazza fece un profondo respiro, poi disse, tutto d’un fiato:

Mary: – Tra qualche mese avremo un altro bambino: sono alla sesta settimana!

Gli occhi di Logan si illuminarono, abbracciò e baciò la ragazza, poi, prendendola per mano, andarono vicino allo stereo, che lui spense per attirare l’attenzione dei presenti.

Ryo: – Logan, Mary, che succede?

Logan: – Scusate l’interruzione, ma io e Mary abbiamo da dirvi un paio di cose molto importanti…

Mick: – Beh, ragazzi, cosa aspettate? Cosa dovete dirci?

Logan: – La prima cosa è che… Ryo, papà, stai per diventare di nuovo nonno! Mary mi ha appena detto che è di nuovo incinta!

Shin: – Oh, santo cielo! Non è che volete fare la cucciolata, come mio figlio?

Mary: – Stai tranquillo, nonno: non siamo così pazzi!

Ryo: – Pazzi? Vabbè, meglio sorvolare… qual è la seconda cosa che dovete dirci?

Logan guardò Mary negli occhi, poi disse:

Logan: – Beh… Mary, io e te stiamo insieme da circa sei anni, no? – arrossì leggermente, prima d tirare fuori dalla tasca  un anello e chiederle – Mary, vuoi diventare mia moglie?

La ragazza non sapeva cosa dire: alla proposta di Logan era rimasta ammutolita. Si mise a piangere, per la felicità, abbracciò il compagno, dandogli un bacio appassionato, poi rispose:

Mary: – Sì, Logan! Voglio essere tua moglie!

Logan le prese la mano e le infilò l’anello al dito, tra gli applausi di tutti.

Mick, che teneva in braccio Ai Faith, le disse:

Mick: – Hai visto, tesoro? Mamma e papà si sposano! E tu avrai anche un fratellino!

La bambina sorrise, poi chiese di essere presa in braccio da Logan, che nel frattempo si era avvicinato, assieme a Mary.

Mick: – Mancavi solo tu ad accompagnare qualcuna all’altare, amico mio! – disse, rivolto a Ryo.

Ryo: – È vero, anche se questo significa che sto invecchiando, perché dovrò accompagnare mia figlia…

Mary: – Papà, vai ancora avanti con quella storia del “Ryo Saeba deve essere sempre un giovincello”? ma rilassati un po’: hai 48 anni!

Ryo: – Appunto: i 50 si avvicinano…

Mary: – Allora facciamo così: fissiamo la data del matrimonio tra sette mesi, così non ti sentirai troppo vecchio!

Logan, però, non era d’accordo.

Logan: – Sette mesi??? Ma sei matta? Tra sette mesi sarai vicinissima al parto, e se è bastato fatti arrabbiare un po’ per far nascere Ai Faith con dieci giorni di anticipo, non voglio pensare cosa possa succedere durante il matrimonio: potresti partorire persino in chiesa, a causa della tensione…

Mary, per fargli cambiare idea, se lo arruffianò un po’:

Mary: – Dai, tesoro… ti prego, mi piacerebbe tanto sposarmi col pancione… – guardò la figlia, in braccio al compagno, e le chiese – Piccina, ti piacerebbe se la mamma andasse all’altare vestita tutta di bianco, e col pancione, perché aspetta il tuo fratellino?

Ai Faith: – Fratellino? Che bello, mamma!!

Mary: – Allora aiutami a convincere tuo padre.

Madre e figlia guardarono il ragazzo con occhi così dolci che si sciolse e non potè dire di no.

Logan. – E va bene, come vuoi tu, ci sposiamo tra sette mesi. Però questa me la paghi: stanotte voglio mokkori extra!

Il kompeito di Mary lo colpì.

Mary: – Non dire più certe cose davanti ai bambini, altrimenti vado in sciopero proprio la prima notte di nozze!

 

Sette mesi più tardi, nella solita chiesa, il giorno che era stato prefissato per il matrimonio.

Nella stanza dello sposo c’era parecchia agitazione: Umi e Mick tentavano di tranquillizzare Logan, che era piuttosto teso.

Entrò Kazue, per assicurarsi che andasse tutto bene.

Kazue: – Hey, ragazzi! Come procede?

Umi: – Lo sposo è piuttosto agitato: guarda come trema. Non riusciamo a farlo rilassare…

Effettivamente il ragazzo tremava come una foglia. Kazue gli si avvicinò, poi, aggiustandogli la giacca dello smoking, gli disse:

Kazue: – Logan, calmati! Andrà tutto bene.

Logan: – Ma allora perché sono così agitato?

Kazue: – Perché stai per sposare la donna della tua vita, tesoro! – gli prese il volto tra le mani, per far sì che il giovane la guardasse negli occhi – Logan, sono fiera di te. È da quando ti abbiamo adottato che aspettavo questo momento, figlio mio!

Logan: – EH???

Mick: – Logan, anche se non hai il nostro nome, tu sei figlio nostro, perché ti abbiamo cresciuto come tale. Anche io sono fiero di te: Mary è una brava ragazza, e oltre tutto è la figlia del mio migliore amico; non avrei potuto pensare a una scelta migliore di questa, per te, figliolo!

I tre si abbracciarono, di fronte a un Umibozu rosso per l’imbarazzo.

Umi: – Ehm… io vado a vedere come se la stanno cavando gli altri, di là…

Anche dall’altra parte, nella stanza della sposa, c’era parecchia agitazione: mentre Shin e Saeko cercavano di far stare fermi il paggetto e le due damigelle, che erano Shin jr, Ether e Ai Faith, Miki, Mikako, Kaori e Ryo si occupavano della sposa.

Miki: – Mary, sei bellissima! – diceva, mentre aggiustava la villetta che teneva il velo, sulla testa – Eriko, questa volta, ha superato sé stessa, cucendo il tuo vestito!

Kaori camminava su e giù per la stanza, agitata più della sposa.

Kaori: – Mia figlia si sposa… è da tanto che aspettavo questo momento…

Mary: – Mamma, per favore, smettila di agitarti, mi rendi nervosa! – la ragazza sembrava calma, ma in realtà era molto emozionata.

Kaori: – Tesoro, come fai ad essere così tranquilla? Io, quando mi sono sposata, ero agitatissima…

Mary: – Me lo ricordo, mamma! Comunque non sono così calma come sembro: sto solo cercando di mantenere un po’ di autocontrollo…

Ryo: – È una dote naturale di noi Saeba, questa! Ma ce la farai a resistere, nelle tue condizioni, fino alla fine della cerimonia?

Mikako: – Lo spero per lei… non vorrei che le venissero le contrazioni nel bel mezzo del rito…

Umi entrò nella stanza.

Umi: – Allora? Come sta la sposa?

Mary: – Bene, zio. Quanto manca?

Umi: – Kaori, Reika, Maki e Hideyuki stanno mettendo a posto gli strumenti. Tra poco sono pronti. E tu?

Mary: – Credo di esserlo.

Miki: – Sai, Mary, tu e Logan avete avuto davvero una bella idea, a far suonare la marcia nuziale ai ragazzi!

Saeko: – Almeno, per un po’, non litigheranno.

Infatti, i duew giovani, invece di scegliere la marcia nuziale classica, con l’organo, avevano optato per qualcosa di alternativo, chiedendo ai quattro ragazzi, che studiavano al conservatorio, di eseguire la marcia nuziale con i loro strumenti: il pianoforte di Kaori, il flauto traverso di Reika, la chitarra di Maki e la batteria di Hideyuki. I quattro ragazzi, nell’ultimo mese, si erano esercitati insieme tutti i giorni, mettendo le rivalità temporaneamente da parte, pur di far felici gli sposi.

Tutti presero posto: Kaori e Kazue in prima fila, con i figli; Umi e Miki dietro di loro, con Reika, Saeko e Shin; Mikako e Mick ai posti riservati ai testimoni, e logan in piedi davanti al prete.

Nella stanza della sposa erano rimasti solo i tre bambini, la sposa e il padre.

La musica partì. Shin jr e Ether iniziarono a camminare lungo la navata, vicini. Poi Ai Faith li seguì, tenendo in mano il cuscino delle fedi.

Ryo guardò la ragazza, sua figlia. Nella sua mente ricomparve il ricordo di quando l’aveva vista per la prima volta, 18 anni prima, quando Saeko gli aveva portato quella bambina impaurita, che stringeva un coniglietto di peluches e parlava poco. Quella bambina era poi diventata sua figlia, ed era cresciuta, grazie a lui e a Kaori. Quella che aveva di fronte non era più una bambina, la bambina di 18 anni prima, ma una donna, una madre, ed entro un’ora sarebbe stata anche una moglie.

Voleva dirle qualcosa, ma non ci riuscì: era emozionato come quando si era sposato lui, forse anche di più, perché ora si sposava sua figlia. Le sorrise, semplicemente, e lei ricambiò, poi posò la mano sul ventre della ragazza, la cui gravidanza era giunta quasi al termine, le fece una carezza sulla guancia con l’altra mano e le diede un bacio sulla fronte. Poi le abbassò il velo sul volto, le prese la mano, la fece appoggiare al suo braccio e, facendo un profondo respiro, partirono, camminando lentamente lungo la navata della chiesa.

C’era parecchia gente, non solo i parenti e gli anmici, ma anche i clienti fissi di City Hunter, come era successo al matrimonio di Ryo e Kaori.

Mentre avanzavano, tutti ammiravano la sposa, che era bellissima, nel suo abito bianco che mostrava la sua imminente maternità.

Mary sorrideva, emozionata, guardando avanti, verso lo sposo, che sorrideva a sua volta.

Arrivati all’altare, Ryo prese la mano di Mary e la avvicinò a quella di Logan, sorridendo a entrambi, poi si andò a sedere accanto a Kaori, prendendo in braccio la nipotina.

Logan baciò la mano della ragazza, poi la fece accomodare accanto a lui e la cerimonia iniziò.

Prete: – Vuoi tu, Mary, prendere il qui presente Logan come tuo sposo, per amarlo ed onorarlo nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, per tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?

Mary: – Lo voglio!

Prete: – Vuoi tu, Logan, prendere la qui presente Mary come tua sposa, per amarla ed onorarla nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, per tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?

Logan: – Lo voglio!

Prete: – Procediamo allo scambio degli anelli.

Logan prese la fede poi, infilandola al dito di Mary, disse:

Logan: – Mary, con questo anello io ti sposo!

Poi fu Mary a prendere l’anello e metterlo al dito del ragazzo.

Mary: – Logan, con questo anello, io ti sposo!

Prete: – Vi dichiaro marito e moglie! Puoi baciare la sposa.

Logan tirò su il velo dal volto della ragazza e la baciò, tra gli applausi di tutti.

In prima fila, Kazue e Kaori si erano messe a piangere, per l’emozione, e Ryo le abbracciò.

Kaori: – Ryo, sono così felice… nostra figlia si è sposata!

Ryo: – La nostra bambina è diventata una donna, ormai!

Mezzora dopo erano al ristorante, per il pranzo di nozze, e Mick fece di nuovo il discorso da testimone dello sposo, come 16 anni prima, quando si era sposato il suo migliore amico.

Mick: – Dopo 16 anni siamo di nuovo tutti qui, per un altro matrimonio, e io ho di nuovo lo stesso ruolo: sono il testimone dello sposo! Credo che tutti vi ricordiate di quando si sono sposati Ryo e Kaori, e non abbiate dimenticato la loro damigella, quella bambina di nove anni e mezzo che loro avevano adottato un anno prima. Quella bimbetta dolce e birichina, ora è una giovane donna di 25 anni, madre di una splendida bambina, e in attesa del secondo, come credo che abbiate notato tutti! delle sue doti di madre non ho alcun dubbio, dato che prima di avere Faith ha fatto parecchia pratica con i fratelli! Passiamo ora allo sposo: Logan, mio figlio. Sì, proprio mio figlio, e di Kazue, perché lo abbiamo sempre considerato come tale, dal momento che lo abbiamo accolto a casa nostra, a New York. Forse vi sembrerò un po’ di parte, nel tellere le sue lodi, ma se chiedete ad altri vi diranno la stessa cosa. Mary è fortunata ad aver trovato un ragazzo così. È un ragazzo eccezionale! Alcuni su ricordano ancora come erano quando si sono conosciuti, cane e gatto, non facevano altro che litigare, e tutti pensavamo che non sarebbe mai successo nulla. Poi, un giorno, Mary ci ha detto di aspettare un bambino, e che il padre era Logan. Confesso di non aver retto al colpo e di essere svenuto, ma quando sono tornato in me, mi sono dovuto mettere tra Ryo e Logan, per evitare che mio cugino venisse trucidato da un padre incavolato nero perché la figlia era rimasta incinta da un ragazzo che a òlui non andava molto a genio, in quel momento. Per fortuna è andato tutto bene, e qualche mese dopo è nata Ai Faith, quella bella biondina con un occhio verde e uno azzurro, che noi “nonni” abbiamo amato fin da subito, e che loro stanno crescendo benissimo, e lo stesso faranno con Ryo Richard, il secondogenito, che tutti noi pensavamo che sarebbe nato oggi, a causa dell’emozione della madre, ma pare che abbia ancora voglia di stare al caldo, per fortuna, soprattutto per Logan, che non dovrà andare in bianco la prima notte di nozze! – a questa battuta, Kazue gli tirò una martellata e, dopo essersi ripreso, concluse – Beh, Ryo, io e te abbiamo cresciuto due ragazzi fantastici, e sono felice che oggi si siano uniti in matrimonio!

Venne dato il via alle danze.

Logan: – Signora Wolf, mi concede il primo ballo?

Mary: – Certo, signor Wolf!

La portò al centro della pista, mentre la musica cominciava.

“Io

di risposte non ne ho

mai avute mai ne avrò

di domande ne ho quante ne vuoi.”

Mary si avvicinò a Logan, che la teneva per i fianchi, e gli circondò il collo con le braccia.

E tu

neanche tu mi fermerai

neanche tu ci riuscirai

io non sono

quel tipo di uomo e non lo sarò mai!”

Logan guardò negli occhi la ragazza, perdendosi in quel blu profondo, la prima cosa che lo aveva fatto innamorare di lei.

“Non so se la rotta è giusta o se

mi sono perduto ed è

troppo tardi

per tornare indietro così

meglio che io vada via

non pensarci, è colpa mia

questo mondo

non sarà mio.”

Gli ritornò in mente il loro primo incontro, quando lei si era travestita da ragazzo, e lo aveva investito con la moto del padre. Era stato un incontro molto… travolgente! Non sapeva come altro definirlo…

“Non so

se è soltanto fantasia

o se è solo una follia

quella stella lontana laggiù

Però

io la seguo e anche se so

che non la raggiungerò

potrò dire

ci sono anch'io!”

poi la sua mente andò ancora avanti, a quando si era reso conto di amarla. Erano passati parecchi anni, ma si ricordava ancora la gelosia che provava in quel periodo, perché lei stava con un altro. Ma lui continuava a starle accanto, perché gli bastava che lei fosse felice.

“Non è

stato facile perchè

nessun' altro a parte me

ha creduto

però ora so

che tu

vedi quel che vedo io

il tuo mondo è come il mio

e hai guardato

nell'uomo che sono e sarò.”

E il loro primo bacio, in quella spiaggia isolata. Un bacio dato per scommessa, un premio per una gara vinta, ma comunque un bacio molto dolce e travolgente. Quelle emozioni erano ancora vive nella sua mente, come quelle di qualche mese dopo, quella notte del ventesimo compleanno di Mary, quando avevano concepito Ai Faith, e aveva capito che i suoi sentimenti erano ricambiati.

“Ti potranno dire che

non può esistere

niente che non si tocca o si conta o si compra perchè

chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te.”

E quando Ryoichi l’aveva rapita? Non ci aveva visto più, era andato a liberarla, affrontando tutte le sue paure, poi lo aveva pestato a sangue, perché aveva osato toccare la sua ragazza e la piccola che teneva in grembo. E subito dopo aveva sentito la figlia muoversi, nella pancia della mamma.

E so

che non è una fantasia

Non è stata una follia

quella stella

la vedi anche tu

perciò

io la seguo ed adesso so

che io la raggiungerò

perchè al mondo

ci sono anch'io

perchè al mondo

ci sono anch'io

ci sono anch'io

ci sono anch'io!”

Qualche mese dopo era nata Ai Faith, la più bella bambina che lui potesse immaginare. Erano andati a vivere da soli in un appartamento, ed era stato concepito Ryo Richard, che sarebbe nato entro pochi giorni. Ma ora, l’unica cosa a cui riusciva a pensare, era che stava tenendo tra le braccia sua moglie.

Mary lo riscosse dai suoi pensieri:

Mary: – Amore, a cosa stai pensando?

Logan: – Sto pensando a quanto sia bella mia moglie in questo momento! – detto questo, la baciò con passione, accarezzandole la pancia.

Subito dopo tornarono al tavolo. Ryo si avvicinò.

Ryo: – Logan, posso ballare con tua moglie?

Logan: – Certo, papà! Puoi ballare con tua figlia!

Ryo prese la mano della ragazza, gliela baciò, e poi la condusse al centro della pista da ballo.

“It's been a long road, getting from there to here.

[La strada è stata lunga, per arrivare fin qui.]

It's been a long time, but my time is finally near.

[E' passato tanto tempo, ma finalmente il mio momento è vicino.]

And I can feel a change in the wind right now, nothing's in my way.

[E posso sentire cambiamento nell’aria, proprio ora, nulla mi ostacola la strada.]

And they're not gonna hold me down no more,

[e non mi freneranno più,]

No they're not gonna hold me down.

[no, nessuno più mi fermerà.]”

Ryo: – Tesoro, non te l’ho ancora detto, ma sei bellissima! La più bella sposa che io abbia mai visto, dopo tua madre, ovviamente!

La ragazza arrossì, sorridendo al complimento del padre.

“ 'Cuz I've got faith of the heart, I'm going where my heart will take me.

[Perchè ho fede nel mio cuore, andrò dove il mio cuore mi porterà.]

I've got faith to believe I can do anything.

[ho fede per credere che posso fare qualsiasi cosa.]

I've got strength of the soul, no one's gonna bend or break me.

[la mia anima è forte, nessuno potrà mai piegarmi o spezzarmi.]

I can reach any star,

[Posso raggiungere le stele,]

I've got faith, I've got faith, faith of the heart.

[Ho fede, fede, la fede in fondo al cuore.]”

Ryo: – Sai cosa mi ricorda questo momento?

Mary: – Cosa?

Ryo: – Il mio matrimonio. Te lo ricordi?

Mary: – Come potrei dimenticare il matrimonio di mia madre e mio padre?

Ryo: – Ti ricordi il ballo che abbiamo fatto insieme? Ora mi sembra di essere tornato a quel momento…

Mary: – Mi ricordo che c’era anche questa stessa canzone…

“It's been a long night, trying to find my way,

[La notte è stata lunga, cercando di trovare la mia strada,]

Been through the darkness. Now I'll finally have my day.

[Ho attraversato le tenebre. Finalmente il mio giorno è arrivato.]

And I will see my dream come alive at last, I will touch the sky.

[Ed alla fine vedrò il mio sogno realizzarsi, toccherò il cielo.]

And they're not gonna hold me down no more,

[E loro non mi freneranno più,]

No they're not gonna change my mind.

[no, non cambierò idea.]”

Ryo: – Mi sembra ieri che ballavo con te tenendoti in braccio… eppure di tempo ne è passato.

Mary: – circa 18 anni. 18 anni fantastici, dal mio punto di vista!

Ryo: – Un’altra cosa che mi viene in mente è la prima volta che mi sono alzato di notte per cercare di calmarti, dopo che ti eri svegliata dall’incubo.

Mary: – La notte dopo che mi avevato portato allo zoo… è vero, me lo ricordo! Tu la mattina eri stato ferito, per proteggermi, e la notte, quando mi hai sentito urlare, sei corso in camera mia, pensando che fosse entrato qualcuno a farmi del male, attraverso la scala anti-incendio. Poi, per calmarmi, mi avete fatto dormire nel lettone con voi. Io, già in quel momento, sia te che la mamma, vi ho visto subito come genitori adottivi.

“ 'Cuz I've got faith of the heart, I'm going where my heart will take me.

I've got faith to believe I can do anything.

I've got strength of the soul, no one's gonna bend or break me.

I can reach any star,

I've got faith of the heart.

I've known a wind so cold, and seen the darkest days.

[ci sono stati venti più freddi, e ho visto i giorni più bui.]

But now the winds I feel are only winds of change.

[ma ora i venti che sento sono solo venti di cambiamento.]

I've been through the fire and I've been through the rain.

[Ho attraversato fuoco e pioggia]

But I'll be fine.

[ma starò bene.]

'Cuz I've got faith of the heart, going where my heart will take me.

I've got faith to believe I can do anything.

I've got strength of the soul, no one's gonna bend or break me.

I can reach any star,

I've got faith...

I've got faith of the heart, I'm going where my heart will take me.

I've got strength of the soul, and no one's gonna bend or break me.

I can reach any star,

I've got faith, I've got faith of the heart.

It's been a long road...”

Ryo: – L’avevo pensato che già ci vedevi in quell modo. E devo confessarti che io già ti vedevo come una figlia, anche se non mi sentivo all’altezza per essere padre…

Mary: – Papà, tu sei stato un padre fantastico, fin dal primo momento, da prima che ti potessi chiamare papà! Non sai quante volte, nei due mesi precedenti all’adozione, avrei voluto già chiamarti in quel modo?

Ryo: – Sai, la prima volta che ti ho sentito chiamarmi in quel modo io quasi facevo i salti di gioia. Era bellissimo sentirsi chiamare così, sapere che crescerai una bambina che ti vedrà come padre, e che tu già vedi come figlia.

Mary: – Credo che sia stato il richiamo dei geni… come se già sapessimo di essere veramente parenti, e di esserci ritrovati…

Poi Ryo cambiò argomento.

Ryo: – Qualche giorno fa, parlando con tua madre, abbiamo deciso cosa farti come regalo di nozze.

Ryo: – Cosa mi volete regalare?

Ryo: – La società di famiglia.

La ragazza sgranò gli occhi, pensava di non aver capito bene.

Mary: – Scu… scusa, papà, puoi spiegarti meglio?

Ryo: – Ok. Voglio che tu e Logan siate i nuovi City Hunter. Tu sarai la nuova titolare dell’agenzia, e Logan il tuo socio. Io mi ritiro dal servizio, per anzianità.

Mary: – Sei sicuro? Questo lavoro ha sempre fatto parte della tua vita…

Ryo: – Più che sicuro.

Mary ci pensò su, poi rispose:

Mary: – Accetto, ma a una condizione…

Ryo: – Quale?

Mary: – Che tu continui a collaborare con noi, finchè potrai ancora farcela.

Ryo: – D’accordo.

Si abbracciarono, poi Mary, un po’ spaventata, disse:

Mary: – Papà, credo che mi siano appena iniziate le doglie…

Ryo, agitato, la accompagnò al suo posto e riferì a Logan.

Logan: – Oh, no… è meglio se corriamo in ospedale.

Ryo: – Non  vi preoccupate. Pensiamo noi alla bambina e agli ospiti.

Logan: – Grazie, papà!

Poi, aiutato da Mick, Logan portò in macchina la moglie e corse in ospedale.

Tornato indietro, l’uomo disse, all’amico:

Mick: – Mi sa che ci ho azzeccato, nel mio discorso di prima: tuo genero questa notte andrà in bianco, mio caro…

Sei ore dopo era nato Ryo Richard, il secondogenito di Mary e Logan.

 

CONTINUA…

 

Il prossimo capitolo sarà l’ultimo, ma ci sarà un seguito che, come detto, sarà centrato soprattutto sui fratelli di Mary…

katyjolinar

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Capitolo 20
*** epilogo ***


Discendenza Diretta

Discendenza Diretta

Ultimo capitolo! Questo è breve, ed è l’eplogo di questa storia. Poi nella prossima fanfic mi dedicherò a descrivere anche i fratelli di Mary.

Forse qui molti personaggi , pur essendo protagonisti, a volte mancavano all’appello… ma dovete capirmi: in totale, i personaggi sono una trentina, contando gli adulti (Ryo, Kaori, Umi, Miki, Saeko, Reika, Mick, Kazue Sayuri, Eriko e Shin), i protagonisti della storia (Mary e Logan), i bambini (Maki, Hideyuki, Miki jr, Kenji, Yoko, Yami, Takeshi, Shan In, Sayuri jr, Hayato jr, Shin jr, Cassandra, Kaori jr, Reika jr, Ai Faith e Ryo Richard), e il “cattivo di turno” (Ryoichi)…

All’inizio di questo capitolo ho inserito una poesia, che è una rielaborazione della parte finale della canzone “Mary”, dei Gemelli Diversi.

Capitolo 20

 

Guarda c'è Mary è andata in stazione

Stringe la mano a tre persone

Il suo bel viso non mostra più dolore

Come prova d’amore

Ha di nuovo il pancione

Bacia il suo uomo e i bambini nati dal suo vero amore

Con quei due sorrisi che dan senso a tutto il resto

Protetti da un mondo sporco

In cui lei è caduta dentro

La sua anima ferita

L’innocienza rubata

Son solo un ricordo, ora Mary è tornata una fata

Cammina lenta

Ma sembra che sia contenta

Attenta

Una sfida eterna aspetta

Ma non la spaventa

Il regalo del padre le ha fatto rivivere

Quella gioia indescrivibile

Per cui le lacrime son libere!

 

Un paio d’anni dopo, passando per la stazione di Shinjuku, si potrebbe notare una famiglia, che si aggira vicino all’entrata, dirigendosi verso una ben nota lavagna.

Questa famiglia, composta da un giovane uomo, una giovane donna, incinta, una bambina di circa sette anni e un bambino di due anni, è la famiglia Wolf.

L’uomo è un occidentale biondo e con gli occhi verdi, 190 cm di altezza, muscoloso, e si chiama Logan. Tiene in braccio il bambino di due anni, anche lui biondo e con gli occhi verdi, ma con il viso dal taglio orientale, Ryo Richard.

Accanto a lui cammina la donna, bionda, con gli occhi blu, e con il viso giapponese. È visibilmente incinta, e il suo nome è Mary. Tiene per mano la bambina di sette anni, identica a lei, ma con un occhio verde e uno blu, Ai Faith.

Logan e Mary sono i nuovi City Hunter.

Mary: – “XYZ. Jakie J. Tel. 025……” – legge, sulla lavagna.

Logan: – Che facciamo? Lo chiamo?

Mary: – Sì. Però direi di mandare Maki e Hideyuki all’appuntamento. Io oggi non me la sento proprio di fare trattative con i clienti…

Logan: – D’accordo, come vuoi. Speriamo solo che non facciano troppe storie, perché il cliente è un uomo e non una bella ragazza. Non è meglio chiedere a tuo padre?

Mary: – I ragazzi hanno poco da fare storie. Sono alle mie dipendenze, e devono eseguire i miei ordini. Quando apriranno un’agenzia loro, allora potranno fare quello che vogliono, ma ora devono stare alle mie condizioni. Papà l’ho escluso subito. Shin ha l’influenza, e ora deve stare dietro a lui, con mamma. Lo sai bene che mio fratello ha bisogno di essere seguito in continuazione…

Logan: – Hai ragione. Allora dovrò preoccuparmi di litigare con i ragazzi, per convincerli ad eseguire gli ordini. Mi chiedo come farà Maki, nel momento in cui entrerà in Accademia, per diventare poliziotto, col carattere che si ritrova…

Mary: – Io mi preoccupo più per Hideyuki. Se aprisse un’agenzia sua sarebbe il clone preciso di mio padre, prima che lo conoscessi… mi chiedo se troverà mai una sua Kaori Makimura, per calmargli i bollenti spiriti…

Logan: – Credo che una Kaori l’abbia trovata, anche se non si chiama Makimura, ma Ijuin. E per giunta non si riescono a sopportare più di tanto.

Mary: – Come noi due… ti ricordi quante ce ne dicevamo, quando ci siamo conosciuti?

Logan: – Io mi ricordo ancora i pugni che mi davi… che dolore!

Mary: – A proposito di dolore… Logan, portami immediatamente in ospedale: Sheila Louise sta per nascere…

Logan, agitato, rispose:

Logan: – Oh, mamma… ma devono tutti nascere con così poco preavviso, i nostri figli?

Detto questo tornarono tutti in macchina, dirigendosi prima a casa di Mick, per lasciare i bambini, e poi all’ospedale, per far nascere la terza bambina della famiglia Wolf.

 

FINE

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