Attenti alla fama...

di Ely_11
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Piacere, sono Justin Bieber ***
Capitolo 3: *** Deep ***
Capitolo 4: *** Finalmente ti ho rincontrata!! ***
Capitolo 5: *** Devo ammetterlo: sono un genio del male! ***
Capitolo 6: *** Grande dolore ***
Capitolo 7: *** Questo è il mio sogno!! ***
Capitolo 8: *** << Co... cosa?? >> ***
Capitolo 9: *** Basta giocare con me!! ***
Capitolo 10: *** Missione... compiuta!! ***
Capitolo 11: *** Addii... ***
Capitolo 12: *** Mery ***
Capitolo 13: *** Aiuto!! ***
Capitolo 14: *** Piano di fuga ***
Capitolo 15: *** Finalmente... quasi liberi! ***
Capitolo 16: *** Mai più!! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

Ciao, il mio nome è Justin Bieber. Alcuni di voi mi riconosceranno, altri no. Pazienza. La mia fama non è al top. Faccio una piccola presentazione di me: sono un cantante canadese, nato a Ontario ormai vent'anni fa. Cantare è sempre sempre stato il mio sogno, non desideravo altro e quando mi hanno inciso il primo disco, a quell'età ero solo un ragazzino, e mi sentivo esplodere di soddisfazione. Però non voglio parlarvi del mio successo (sarebbe troppo noioso), ma di una cosa molto diversa e naturale, come respirare. Vi voglio parlare di quando mi sono innamorato la prima volta. Già, sembra strano, ma anche noi star ci innamoriamo e a me è successo a 16 anni, mentre ero in una pausa-lavoro( alias vacanza ) in Italia. Paese bellissimo, pieno di fascino e storia... peccato che non riuscivo bene ad orientarmi. Accidentalmentre "incappai" in una guida gentile e disponibile che, dopo un pò, divenne il mio solo punto di riferimento. Ovviamente era una ragazza normale (non-famosa), con degli occhi blu talmente profondi da poterci entrare e estrarre dalle loro pupille la sicurezza e il mistero che li colmavano. Solo un giorno mi accorsi del suo potenziale che mise i bastoni tra le ruote alla nostra relazione in erba...

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Capitolo 2
*** Piacere, sono Justin Bieber ***


Capitolo uno:  Piacere, sono Justin Bieber

 

Stai tranquillo, disse la mia vocina ottimistica.


Certo stai soltanto girovagando attorno ad una città senza avere la più pallida idea di dove ti trovi esattamente, perchè essere agitati? La voce invece più pessimistica, ovviamente, non mi dava alcun aiuto.


Tentai di concentrarmi soltanto sulla strada e sullle scritte incomprensibili che stavano nei cartelli stradali a guardarmi in faccia e... sembrava quasi che ridessero di me! Spazientito, guardai la strada davanti a me. Essa era un incrocio di tre vie, una andava dritta, l'altra a sinistra e l'altra ancora a destra. Sentì crescermi l'irritazione. Maledetto sia il giorno in cui decisi di andare a prendere una pizza per pranzo                                                                                                                                                                                         

 In effetti l'idea di uscire così apertamente non era stata mia, ma di mia mamma.                                                                                                                 

<< Tesoro, c'è una pizzeria qui vicino, perchè non fai il gentiluomo e non mi vai a prendere una pizza tu? Sai, dicono cha la pizza che fanno qui in Italia è la migliore, ho sempre voluto assaggiarla...>>   Aveva detto la mamma. Dopo non poche moine la accontentai. Mi disse esattamente dov'era la pizzeria più vicina, spiegandomi bene i passaggi che avrei dovuto prendere... peccato che qui in Italia tutti i palazzi sembrano uguali, così come le strade, le piazze e... tutto il resto! Così, inevitabilmente, mi persi dopo pochi passi. Ovviamente avevo cercato di chiedere informazioni ma la maggior parte della gente non reagiva bene. I ragazzi e le ragazze non appena mi riconoscevano (nonstante avessi cappello e occhiali) assumevano la ormai consueta faccia da "O-MIO-DIO-QUELLO-E'-JUSTIN-BIEBER", e a quel punto era meglio scappare. Invece le signore di una certa età non capivano un fico secco dell'inglese, perciò era meglio parlare con i cartelli stradali che mi ridevano in faccia. Dei vigili, manco a morire. Mi chiesi se potessi essere paragonato ad un naufragato su un'isola deserta...


Ero ancora lì, ideciso su quale via predere. Feci un sospiro e, chiudendo gli occhi, lasciai al destino il colpito di scegliere per me. A quanto pare gli stava simpatica la sinistra. Velocemente aggirai l'angolo e... AH! Mi ritrovai per terra, con una mano che si massaggiava la fronte dolorante. Non avevo bene capito cosa fosse successo. Ero andato contro un muro? Non mi sembrava...                                                                                                                                                             

Solo dopo mi accorsi di una ragazza che se ne stava a pochi passi da me, anche lei per terra a massaggiarsi la fronte, con gli occhi chiusi che formavano icrespature nella pelle abbronzata. Mi sentì subito in imbarazzo quando mi accorsi che il muro dove ero andata a sbattere... era lei!                                                              

 La ragazza misteriosa aprì di scatto gli occhi, pieni di furia. La cosa avrebbe dovuto mettermi paura, ma non appena i miei occhi incrociarono quelli blu-neri di lei, talmente profondi da assomigliare ad un pozzo senza fondo, mi sentì scoperto, nudo, come se quegl'occhi avrebbero potuto leggere i sentimenti più nascosti di chiunque, aggirare ogni menzogna e capire ogni sentimenti solo con uno sguardo. In più, quegl'occhi sembravano una calamita. Più li fissavo, più mi riusciva difficile distogliere lo sguardo.

La ragazza, palesemente adirata, farfugliò qualcosa in lingua Italiana che assomigliava tanto ad un "Guarda dove metti i piedi!". Si alzò, raccogliendo alcuni libri che le avevano fatto compagnia nella caduta. << Scusami >> Dissi io, mortificato. Poi però, un pensiero mi balenò in mente. Lei era una ragazza, io Justin Bieber, forse mi conosceva, e allora magari avrei ripagato il mio incidente di percoso presentandomi e facendole anche un autografo, se me lo chiedeva.

Intanto la ragazza si era rialzata e si stava dirigendo a passi pesanti verso il lato opposto della strada. << Va bene così, ma la prossima volta apri gli occhi quando cammini>> mi disse in un americano perfetto. La cosa mi stupì. Da come parlava non sembrava un'Italiana. Velocemente mi rialzai e le andai incontro. 

<< Aspetta un attimo per favore .Scusami, davvero. Comunque volevo presentarmi, sono Justin Bieber.>> Esibì uno dei mie sorrisi migliori.

La ragazza si girò, scocciata. << Senti, non me ne importa niente di chi tu sia, voglio solo che la prossima volta non tiri sotto qualcun'altro>> Nella sua voce c'era una nota di durezza. Non riusì a trattenere un'espressione talmente sbalordita da lasciarmi disorientato. Come faceva a non conoscermi? Almeno in Italia, tutti mi conoscevano. Lei, definitivamente seccata, si rigirò sbuffando. A quanto pare la mia era una faccia da pesce lesso. Fortunatamente mi ripresi alla svelta e nella mia mente si era già formato un piano di riserva. Potevo usare la sua ignoranza a mio vantaggio, in effetti non mi sarebbe saltata addosso... se le avessi chiesto le indicazioni per ritrovare quella stramaledetta pizzeria e chiederle come arrivare alla via dove c'era la mia casetta a noleggio. Le corsi dietro, lei fece finta di niente.    << Ti prego, fermati. Ho bisogno del tua aiuto. Mi...>> Ok. Va bene tutto, ma dire che mi ero Perso, sarebbe stata una cosa troppo imbarazzante e non mi sarei sorpreso se mi avrebbe riso in faccia. Un'istante prima di dire una bugia, che però l'avrebbe costretta a darmi le idicazioni, mi bloccai. Non riuscivo a parlare. O meglio. Non riuscivo a Mentire. Non a lei e non sapevo il motivo. La ragazza stava ancora camminando sicura come se non mi avesse sentito. Dovevo parlare, altrimenti mi sarei perso l'occasione migliore per tornare a casa sano e salvo. << I-Io... mi sono perso.>> Confessai. << Sai, non sono di queste parti e qui sembra tutto così uguale...>> Tentai di spiegare. La mia faccia era peggio di un pomodoro, sia per la vergogna che per l'imbarazzo. Ma la ragazza non era per niente divetita, anzi la rabbia per l'icidente non si era sbollita. << Ti sarei molto grato se potessi indicarmi un paio di posti...>> Non terminai la frase perchè lei si era fermata all'improvviso, facendomi quasi scontrare, di nuovo. La sua espressione era fredda, con quei suoi occhi incredibili che fissavano i miei. A quel punto la calamita era tornata in funzione. << Dove vuoi andare?>> Se la sua espressione era gelida, la sua voce era un blocco di giaccio. Mi ci vollero 4 secondi per rispondere, nonostante sapessi perfettamente cosa dire. << Cerco la pizzeria più vicina e poi dovrei andare in... via Piave.>> Lei fece per pensarci sù. << Conosco la via, però...>> Disse lanciandomi uno sguardo eloquente. Attesi che finisse la frase, ma lei continuava a guardarmi come se avesse trovato la soluzione ad un'equazione.                             


<< Però cosa? >> Le chiesi infine. Lei fece un sorriso furbo. Era la classica espressione di una ricattatrice.                                                                                 

<< Va bene, però se vuoi che ti mostri la pizzeria più vicina, allora tu, da bravo gentiluolmo, mi offrirai una pizza, visto che prima mi hai praticamente travolto>> disse con un sorriso a trentadue denti. Rimasi un attimo perplesso. Alla faccia, non era proprio la brava ragazzina che sembrava. Dietro la faccia d'angelo, si nascondeva una truffatrice in piena regola. Anche se in effetti aveva ragione...                                                                                                                                           

<< D'accordo, tanto porto sempre più soldi in tasca di quanto in realtà mi servono >> Dissi facendo una voce che sembrava che le avessi dato chissa quale onore...   

<< Perfetto, allora muoviamoci. Ho una fame da lupi>> Mi esordì lei, affrettando il passo. Facevo fatica a starle dietro.                                                                

<< Ehi, calmati. A proposito non ti sei presentata>> le ricordai io.  Lei non mi guardò nemmeno. << Non riesco a pensare cono lo stomaco vuoto. Dopo, forse...>> disse con voce dubbiosa. Cosa? non mi era concesso di sapere il nome della persona a cui offrivo da mangiare? Passai una mano tra i miei capelli castani. Per fortuna la pazienza era una delle mie virtù. Avrei aspettato ancora qualce minuto per sepere il suo nome, daltronde, che sarà mai?

Spero vi sia piaciuta, almeno un pò. Vi prego recensionate, per me è una cosa tremendamente importante. Grazie tamtissimo.

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Capitolo 3
*** Deep ***


2 capitolo: Deep

 

 

Ma guarda in che guaio mi sono cacciato! Continuavo a ripetermi questa frase da... Bé, da un po!

La stramba ragazza-ricattatrice sedeva difronte a me su un tavolo della “Max-pizza”, intenta a mangiarsi la sua pizza con aglio, salsiccia, speak, salsa rosa, acciuga e altre sostanze non identificate.

Io la fissavo strabiliato – come diavolo può mangiasi una pizza del genere?- , con il mento appoggiato sulle due pizze impacchettate che stavano sul tavolo. Il calore che esse emanavano si affievoliva sempre più.

<< Scusa, potresti muoverti? Sai, se aspetto ancora un po' rischio di trovarmi la polizia sotto casa>> dissi io nel tentativo di velocizzarla. Tentativo perso in partenza.

Lei mi fulminò con lo sguardo. << Se ci tieni tanto a tornare a casa ti conviene non disturbarmi>> disse prima di tornare sulla sua pizza.

Uffa, aveva il coltello dalla parte del manico!

Con uno sbuffo tornai a guardare in giro, annoiato. Il mio sguardo cadde inevitabilmente sulla ragazza che mi stava difronte. Lì mi accorsi che, in realtà, non l'avevo mai guardata -cosa normale dato che i suoi occhi avevano catturato superbi la mia attenzione. Ora che avevo la possibilità di osservarla tranquillamente notai che era... come dire... carina! Anzi, molto carina.

Aveva un bel viso ovale e abbronzato, con una voglia a forma di saetta vicino all'orecchio. La sua bocca era graziosa e rosea, con un naso ben proporzionato e i capelli corvini le ricadevano a onde gentili sulle spalle e, per finire, aveva un fisico slanciato e sinuoso. Però, la cosa che la rendeva davvero bella erano i suoi occhi (terribilmente profondi) che, alla luce del sole non sembravano più neri, ma azzurri, un po' più scuri del normale. Era incredibile ma ad ogni secondo che passavo a fissarla, ai miei occhi diventava sempre più bella ... << Ehi, che guardi? >> Ero talmente immerso nei miei pensieri che non appena sentì la sua voce sobbalzai. Non mi ero accorto che aveva finito la sua pizza- Ma cosa aveva al posto della bocca quella?- e che aveva notato che la stavo fissando... forse con un po' troppa insistenza.

<< Niente, niente >> dissi nel tentativo di liquidare la faccende. Ma perché con lei tutti i tentativi erano persi in partenza?

<< Non fare lo sciocco. Perché mi stavi fissando? >> Reclamò lei facendo diventare gli occhi due fessure. Piccole, strette, senza via di scampo. Sentì il panico. Cosa sarebbe successo se le avessi detto che mi ero accorto ora di quanto lei fosse bella? Bé, probabilmente avrei detto le mie ultime parole. Dalla faccia si direbbe una tipa manesca...

Optai per una bugia, ma non appena aprì la bocca per far uscire le parole, esse mi morirono in gola, esattamente come mi era successo prima.

Oddio! Cosa mi stava succedendo? E, soprattutto, cosa mi sarebbe successo? Conoscevo la tipa da poco ma sapevo che non si sarebbe fatta scrupoli nell'uccidermi in luogo pubblico. Oppure... chi lo sa, avrebbe potuto benissimo reagire come tutte le altre ragazzine, abbassando la testa e arrossendo, ma... in sole poche ore lei non aveva fatto niente secondo i miei standard! Dovevo mentirgli, ma come fare?

Non rispondere era fuori discussione. Sapevo che mi avrebbe tormentato finché non avessi vuotato il sacco.

Mentre meditavo sul da farsi, incrociai i suoi occhi e lì mi venne il colpo di genio stile lampadina. Il problema erano i suoi occhi, no? Bene, non guardarla e fai finta di avere davanti tua madre. Mi diceva il mio genio della lampadina.

<< Cercavo di immaginarmi quale fosse il tuo nome >> dissi tutto d'un fiato. Devo ammetterlo, non ero stato molto convincente, ma con mio grande stupore la sentì irrigidirsi. Il mio sguardo tornò a lei e notai che si stava guardando intorno... come se stesse cercando un modo di scappare. Mi trattenni nel fare una risata. << Però sarebbe meglio se me lo dicessi tu, non trovi? >> continuai più rilassato. Ero seriamente interessato a conoscere il nome di quella persona che mi aveva colpito – in tutti i modi- così tanto e non capivo tutti questi problemi che mentalmente e sicuramente si stava facendo. Sembrava ancora sperare nella scappatoia. << Prima usciamo, e ti ricordo che devi pagare te >> mi disse velocemente... un po' troppo per passare inosservata. Feci una risatina. << Ti tengo d'occhio >> La avvertii alzandomi. Lei lo aveva già fatto e mi lanciò uno sguardo truce. << Ti aspetto all'uscita >> Se la mia voce era minacciosa, la sua era da vero killer, che però, mi fece solo ridere di più. Andai alla cassa per pagare, lanciando qualche volta uno sguardo verso l'uscita. La ragazza era rimasta lì per tutto il tempo. A quanto pare avevo sgonfiato i suoi piani di fuga come un palloncino. Notai poi il suo sguardo, sembrava preoccupato e mi chiesi se era per via del nome oppure... oddio, non è che mi aveva mentito e in realtà non sapeva dov'era la via Piave? In fondo avevo soddisfatto la sua condizione. Forse era per questo che prima si era irrigidita e aveva cercato di scappare. Il dubbio si insinuò nella mia mente, facendomi diventare in parte ansioso. Ma l'altra parte di me rimaneva tranquilla, completamente fiduciosa di quella ragazza che ancora mi stava aspettando all'uscita. Strano. Non era da me dare fiducia al primo che passa per strada ( per intenderci). Nonostante ciò, rimaneva il mio lato ansioso da gestire. Pagai nervosamente e andai dritto dritto all'uscita. Lei era ancora lì, intenta a mangiucchiarsi un labbro. Non appena la vidi il mio lato ansioso di dissolse come cenere al vento, lasciando spazio solo alla sicurezza che quella ragazza non mi avrebbe mai ingannato. << Sei preoccupata, Deep (letteralmente “profonda”)? >> dissi quel nome senza neanche pensarci su, come se fosse quello vero. Ma …

<< Perché mi hai chiamata così? >> mi disse guardandomi scettica.

Ora che facevo? Sinceramente non sapevo neanch'io la risposta.

<< Bella domanda >> Sussurrai sperando che il discorso fosse chiuso. Ovviamente mi illudevo.

<< Ormai dovresti aver capito che odio che qualcuno mi nasconda le cose. O speri in una morte prematura? >> Mi disse con un largo sorriso. Io la guardai scioccato. Non lo avrebbe fatto sul serio...o si?

Per tutta risposta lei mi rise in faccia. << Davvero pensavi che lo avrei fatto? Che... che... tonto!>> Disse continuando a sbellicarsi. Io voltai lo sguardo, stizzito.

<< Bé, sto iniziando a pensare che oramai tu possa fare tutto quello che ti pare, anche se va contro tutte le leggi >> Borbottai.

<< Io ottengo sempre tutto ciò che voglio >> disse semplicemente, come se fosse la cosa più naturale di tutte. Scossi la testa. Sì, quella era la ragazza più strana che avessi incontrato. La più strana e... affascinante... Ma che diavolo di pensieri ti stanno spuntando in mente Justin Bieber??

<< Comunque, perché mi hai chiamata in quel modo? Deep?>>

Corda. Mi serve un aiuto. Dammi corda.

<< Perché non mi spieghi come tornare a casa mia prima? >> tentavo di prendere tempo, era evidente. Lei mi fissò come se l'avessi insultata. Che avevo detto? << Ciccio, non sono mica nata ieri, sai! Secondo te ora ti do' l'unica mia garante? E chi mi dice che poi non te ne andrai a gambe levate senza darmi una spiegazione? >>

Accidenti, dura fino in fondo! A quanto pare non voleva collaborare.

Molto attentamente cercai la risposta. Bé, il nome “Profonda” penso di averlo utilizzato guardano i suoi occhi, che mi avevano lascito un segno. Ma di certo non avrei potuto dirglielo, avrebbe pensato a qualcosa di equivoco...

<< E' stato il primo nome che mi è venuto in mente >> Le dissi facendo molta attenzione a non fissarla negli occhi. Solitamente non mi era difficile mentire e lo facevo anche discretamente, ma in quei momenti...

<< E quindi tu mi consideri una ragazza profonda, eh? >> Mi chiese palesemente divertita.

Anch'io sorrisi. << Non solo, ma anche arrogante, infantile, ultra testarda, una potenziale pluriomicida...>> Avrei voluto continuare, se non fosse stato che uno dei libri che portava in mano mi arrivò in faccia facendomi quasi cadere, insieme alle due pizze che portavo in mano.

<< Ahi! Ma sei pazza? >> Le dissi pensando già al bernoccolo che mi sarei procurato

<< Può darsi, perché non lo metti tra l'elenco? >>Mi rispose raccogliendo il libro che mi aveva lanciato. << Comunque, non sviare il discorso! Mi stavi per dire come ti chiami >> Le ricordai io.

Lei tornò a mordicchiarsi il labbro, incerta. Io sospirai, esasperato. << E' un nome così terribile? >> Le chiesi curioso. Bé, questo avrebbe spiegato il perché del suo comportamento.

<< No, solo è che... io ho diversi nomi, più precisamente 4 e ogni volta che li dico a qualcuno, quello si mette a ridermi in faccia. E io odio che qualcuno mi rida in faccia. >> Chissà quante altre cose odiava...

<< Ti prometto che non mi metterò a ridere >> Le dissi cercando di essere il più sincero possibile.

Dopo un attimo di indecisione guardò la strada davanti a noi. Eravamo ancora fuori dalla pizzeria. Poi, tutto d'un tratto, lei iniziò a camminare lungo il marciapiede, lasciandomi lì come un baccalà.

Ma che diavolo stava facendo? Mica avevamo un patto? Correndo la raggiunsi e l'afferrai per un braccio, trattenendola. << Ma dove stai andando? E la nostra promessa? >> Le ricordai io. Mica... mica voleva rimangiarsi tutto, no?

Lei mi stava guardando inizialmente confusa, ma poi il suo volto tornò di nuovo calmo.

<< Tranquillo, Bober, ti stavo facendo strada! >> mi spiegò lei.

<< Bieber >> La corressi. Lei alzò lo sguardo al cielo.

<< Comunque, bastava solo che me la indicassi... >> Iniziai io prima di essere interrotto.

<< Ma se prima ti sei perso anche se avevi tutte le indicazioni! Sinceramente non riesco a crederci che tu abbia un così precario senso dell'orientamento >>Mi disse con un mezzo sorriso divertito.

<< Così tu vorresti accompagnarmi fino alla via di casa? >> Le chiesi scettico.

<< L'idea è quella. Stai tranquillo, anch'io devo passare per quella via lì, comunque. >>

<< Okay >> annuii poco convinto. Poi le feci un buffo inchino. << Madame >> la invitai a superarmi. La sentì ridere. Era proprio un bel suono... Piantala, piantala!

<< Comunque, devo farti i miei complimenti, sei proprio una maestra nello sviare i discorsi, specialmente quelli che riguardano il tuo nome >> Le dissi io, nel tentativo di mettere a tacere la mia mente. Lei sembrò ricordarsene all'improvviso. Si irrigidì, ma poi tornò subito a rilassarsi con un sospiro. << Okay, meglio togliersi il peso subito, no? Mi chiamo Anita Chiara Noemi Rosa Gallazzi >> Detto questo iniziò a scrutarmi nel tentativo di cogliere qualche ondata di ilarità. Fu quell'espressione a farmi ridere.

Lei si fermò di botto, come l'altra volta. << Grazie per aver riso nonostante la promessa >> Mi disse acida. Poi si voltò. << A questo punto penso che potresti trovare ugualmente la strada di casa da solo, no? >> Iniziò a camminare nel lato opposto a quello di prima.

Eh, no. Avevo sudato troppo quelle indicazioni per lasciarle sfuggire così, per un equivoco. Dovetti correre per riacchiapparla.

<< No, no, aspetta, è tutto un equivoco. Io non stavo ridendo per i tuoi nomi – sinceramente non ci trovo niente di divertente- ma per la faccia che hai fatto>> Ero tornato del tutto serio e le lancia uno sguardo altrettanto serio, per essere più convincente. Notai che era ancora un po' diffidente, poi il suo volto divenne impassibile mentre mi fissava negli occhi. Che stava facendo? Perché mi fissava in quel modo?

Aspettai qualche secondo ma lei non si riprese. Preoccupato la chiamai. << Deep? Ci sei? >>

Non appena aprì bocca sembrò riprendere vita, mi fissava leggermente confusa. Io ricambiai.

Solo allora sembrò accorgersi di quello che era successo. << Scusa, è che... ecco … mi ero persa nei pensieri >> La sua voce era strana, come se tentasse di liquidare così la faccenda. Fui d'accordo.

<< Comunque, mi perdoni? >> dissi sfoggiando le mie occhiate da cucciolo bastonato. Lei scoppiò a ridere. << D'accordo, se sei sincero. Ma scusa, ora che sai il mio nome, perché mi hai chiamata di nuovo Deep? >> Mi chiese non appena smise di ridere. Io ci meditai su. << Bé, posso chiamarti così? Mi viene più naturale >>Le chiesi ed era la verità. << Andata. Sai è strano questo nome, perciò mi piace. >> mi rassicurò lei. Non avevo ancora notato che avevamo ripreso a camminare nella parte giusta... penso. << Scusa, sai dove stiamo andando? >> .

Lei mi scrutò offesa. << Ehi, dammi un po' di fiducia, so esattamente dove stiamo andando e non manca molto >>. Già, non mancavo molto a che ci separassimo, forse per sempre. Rabbrividii. Non sapevo spiegarmelo ma con Deep non riuscivo a trattarla come un'estranea, anzi sembrava quasi una... amica... o una cosa del genere. Tentai di ingoiare questi pensieri, tanto non ci potevo fare nulla. Certo, lei era simpatica e mi piaceva stare in sua compagnia, però l'avevo conosciuta solo da poche ore...

<< Posso farti una domanda? >> le chiesi per distrarmi dai miei pensieri. Anche lei sembrava immersa nei suoi, tanto che la vidi sobbalzare e poi annuire.

<< Ecco, volevo chiederti se eri italiana >> continuai io. Vidi la sua faccia e capii che l'avevo presa in contropiede. << Sì... perché? >> mi chiese lentamente. Forse aveva capito dove volevo andare a parare.

<< Bé, mi sembra strano che un'italiana di 14 o 15... >> << 16 >> mi corresse lei fingendosi offesa.

Feci un sorriso. << 16, perdonami. Comunque trovo strano lo stesso che una ragazzina di 16 anni sappia così bene la lingua Inglese. Mi chiedevo come facessi a conoscere la mia lingua così bene >> finii infine. Voltai lo sguardo verso di lei e mi sorpresi. Aveva lo sguardo triste, spento, vuoto. Non l'avevo mai vista così, sembrava quasi morta e capì che quello era un tasto dolente per lei. Ma che scemo che sono! Mi dicevo. Mi sentivo responsabile per il dolore che le stavo procurando, anche se ovviamente non potevo saperlo. Non feci in tempo a chiudere il discorso che mi intercettò. << Scusa ma non ne voglio parlare. Ti basti sapere che per un po' di tempo sono andata a vivere in America abbastanza per imparare per bene quella lingua, poi sono tornata qui in Italia >> Anche la sua voce era spenta. Mi maledissi mentalmente per aver tirato in ballo quella storia. Non sapevo cosa dire per confortarla, anche perché non sapevo cosa la rendesse così triste, perciò rimasi in silenzio, mentre lei si crogiolava nei suoi pensieri bui. Non so esattamente quanto tempo passò – poco, immagino -, sta di fatto che Deep si fermò d'improvviso. Io la guardavo confuso. << Tonto, siamo arrivati.>> Mi annunciò lei con una voce da funerale. Questo mi fece trasalire. Non c'era più traccia della ragazza arrogante e sicura di prima e la cosa mi turbava, anche perché io l'avrei vista per l'ultima volta con quell'espressione così triste... per colpa mia!

Lei proseguì, arrivando all'angolo, ma io la fermai prima che scomparisse così. No, il nostro incontro non sarebbe finito in questo modo.

<< Aspetta, ti rivedrò? >> Le domandai tutto d'un fiato. Lei si fermò ma non si voltò nemmeno.

<< Chi può dirlo, in fondo il mondo è piccolo, no? >> mi disse ancora triste poi scomparve aggirando l'angolo.

Se ne era andata. Se ne era andata l'ultimo ricordo che avevo di quella ragazza-truffatrice era il suo sguardo spento. No, non poteva finire così, non lo avrei permesso.

Sulla mia fama e sul mio onore promisi che l'avrei rivista e l'avrei fatta di nuovo sorridere.

 

 

Grazie a tutte le visite, sono aperta a tutte le critiche costruttive, basta che... recensionate!

P.S: Auguri di buona pasqua a tutti/e, anche se in ritardo!

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Capitolo 4
*** Finalmente ti ho rincontrata!! ***


Capitolo tre: Finalmene ti ho rincontrata!!

 

 

Una settimana. Era passata già una settimana da quando l'avevo vista l'ultima volta e ancora nessuna traccia di lei.

Ovviamente avevo tentato di rintracciarla con le pagine gialle o su internet, ma nulla mi diede dei risultati soddisfacenti. Non sapevo il nome dei suoi genitori, così cercai semplicemente il suo cognome. Già, peccato che il cognome “Gallazzi” era molto popolare in Italia e la mia lista infinita non mi fu di alcun aiuto. Intanto io soccombevo lentamente nello sconforto. Non stavo mantenendo la mia promessa, nonostante tutti i miei sforzi.

Una parte della mia mente mi diceva di lasciarla perdere, daltronde non era poi così importante.

No! quella era una stupida menzogna. Lei, per me, era importante, il suo dolore mi importava. Non volevo vederla così, come l'avevo vista l'ultima volta, per questo mi ero fatto la promessa che l'avrei rivista sorridere grazie a me, così come l'avevo fatta soffrire per colpa della mia stupida bocca. Però non riuscivo a trovala e questo mi demoralizzava non poco. Che razza di idolo ero se non riuscivo a mantenere una promessa? E che razza di bella persona ero se lasciavo soffrire una persona senza fare di tutto per rimediare? Specie se quella persona mi aveva praticamente salvato la vita?

Sbuffando, presi il mio elenco di tutti i “Gallazzi” della città, con il loro indirizzo e numero di telefono e inizia a chiamarli ad uno ad uno, nel tentativo di pescare quello giusto.

Le successive 2 ore furono un delirio.

Ogni volta che chiedevo << Salve, cerco una ragazza con il nome di Anita Chiara Noemi Rosa Gallazi. Per caso è lì? >> loro mi rispondevano o in Inglese -con pesante accento italiano- e dicevano che avevo sicuramente sbagliato numero, oppure borbottavano qualcosa in italiano che, per me, era incomprensibile.

Molte volte mi venne la tentazione di cedere e di lasciar stare tutto, ma poi mi rispuntava in mente lo sguardo spento di Deep e così ritornavo alla mia folle impresa. Folle fino a un certo punto.

Infatti, quasi alla fine della lista, mi rispose al telefono una voce femminile, in italiano naturalmente. Io ripetei per l'ennesima volta la mia domanda, sicuro di un altro fallimento.

<< Si, lei abita qui, però ora non c'è. Vuole che le dica che l'ha chiamata? >> Rispose la donna in perfetto americano.

Evviva! Per fortuna questa volta l'avevo azzeccata.

<< No, no grazie. Potrebbe dirmi quando sarà a casa?>> le chiesi gentilmente.

Lei non mi rispose subito, probabilmente stava valutando se dare ad un perfetto estraneo un'informazione del genere. In effetti non aveva tutti i torti a diffidare.

A quanto pare però quel giorno la fortuna mi assisteva.

<< Tornerà verso un'ora, circa >> mi disse sempre più diffidente.

<< Perfetto, grazie mille! >> le risposi illuminato prima di riattaccare. Finalmente avevo trovato quel che cercavo. Non era stato tutto tempo perso sudare sette camicie per rintracciarla, dopo tutto.

Ero indeciso se andarla a trovare tra un'ora oppure aspettare...

Ma perché farlo, poi?

Decisi che tra un'ora l'avrei aspettata davanti alla porta di casa sua...

però se non ero gradito e mi cacciava via? Purtroppo dovevo considerare anche quella possibilità, daltro canto ero un quasi-sconosciuto ragazzo che le era venuto addosso facendola cadere per terra.

Oh, insomma, non mi ero mai fatto così tanti problemi come in questo momento.

Ci vollero la bellezza di 20 minuti per decidermi, anche se alla fine presi la mia decisione.

O la va o la spacca mi dissi mentalmente, poi presi la mia giacca e mi guardai allo specchio.

Non male, devo dire. Controllai l'orologio e mi accorsi che erano le 7 di sera e mi resi conto che non sapevo per niente dov'era la via Mazzini... idea, computer!

Mi precipitai su internet e stampai la mappa per arrivare da via Piave a via Mazzini. Per fortuna non fu difficile trovarla e così, armato di mappa e biglietti, lascia la mia modesta casetta per cimentarmi nella difficile e pericolosa città... lo so, fa molto stile medioevale, ma sono fatto così!

Per fortuna in giro c'era poca gente, altrimenti sarebbe stato molto complicato non farmi notare visto che avevo il viso completamente allo scoperto. Impaziente -forse anche troppo- mi studiai la mappa e seguii tutte le indicazioni. Quando, in teoria, avrei dovuto trovarmi difronte la casa di Deep, al suo posto c'era un supermercato...

Mi sa che ho sbagliato qualcosina....

Ricontrollai la mappa nell'eventualità di qualche errore. Tutto regolare e allora... perché al suo posto c'era La coop? Che cosa strana. Iniziai a valutare le possibilità:

1: Avevano distrutto la casa di Deep e ci avevano messo a suo posto un supermercato a tempo record... molto improbabile.

2: Avevano sbagliato a fare la mappa in internet... Improbabile.

3: IO avevo letto male la cartina... cosa molto probabile.

Non ci volevo pensare, eppure le parole si formarono da sole nella mia testa, come a prendermi in giro: Mi sono perso DI NUOVO!

Con un calcio irritato lanciai un sassolino lontano da me e maledì il mio “Precario senso dell'orientamento” come diceva Deep. E ora che facevo? Come tornavo a casa -visto che la sorpresa per Deep era saltata-? Velocemente alzai i tacchi per tornare da dove ero venuto. Questo gesto mi procurava un senso di Dejav'ù... Già, perché questa non era la prima volta che mi perdevo! Mentre meditavo su come riuscire a tornare a casa sentì una voce alle mie spalle.

<< Ehi, Bober! >> Era una voce femminile, che già conoscevo, anzi, che stavo cercando. Mi girai verso la fonte della voce con un sorriso. Lei era lì, la faccia che sprizzava sorpresa da tutti i pori, gli occhi nascosti dai capelli scompigliati dal vento che aveva appena iniziato a soffiare. Esso la spingeva verso di me, come ad incoraggiarla. Dal canto mio ero molto felice, finalmente l'avevo trovata (o meglio, lei aveva trovato me). Deep.

Dopo una attimo di smarrimento lei mi si avvicinò con un leggero sorriso. << Che ci fai qui, Bober? Anche tu a fare la spesa?>> mi domandò divertita. solo ora mi accorsi che aveva, in mano, un sacchetto bianco mezzo pieno. Io, di rimando, la guardai incantato per almeno 2 secondi, prima di rispondere.<< No, no, io... ecco... stavo...>> Troppo imbarazzante dirle che mi ero perso per la seconda volta. Già immaginavo a come se la sarebbe risa di gusto. Lei passo il suo sguardo curioso da me alla mappa che avevo in mano. << Cos'è questa? >> mi chiese e, senza neanche aspettare la risposta, me la strappò di mano e iniziò a guardarla. << Una cartina? E dove volevi andare? >> Mi chiese allegra.

Non sapevo che dirle. Non c'era bisogno di un genio per capire che, anche se sembrava così calma e tranquilla, poteva trasformarsi in una furia con tanto di zanne e artigli in un baleno. Con la coda dell'occhio notai nella cartina che nella stessa via della casa di Deep c'era anche una cartoleria. Velocemente aggiunsi: << Cercavo la cartoleria di via Mazzini, mi servono alcune matite e penne...>> intanto ripresi la mappa dalla mani di Deep. Il suo volto apparve confuso. << Scusa, ma allora perché sei in via Omero che, per dirla tutta, è dall'altra parte? >>

Opss, diciamo che questa è la classica situazione da “Mi sono fregato da solo”!

Intanto che mi torturavo le mani nel tentativo di trovare una scusa che non mi facesse passare per uno stupido, lei sembrò intuire tutto. Lo avevo constatato dal fatto che stava trattenendo una risata. << Credo di aver capito. Ti sei perso! >> La sua sembrava quasi un'accusa, molto infantile.

A quel punto scoppiai di rabbia, che in realtà serviva a celare tutto l'imbarazzo che provavo in quel momento. << Ehi, guarda che non è colpa mia. E' questa stupida cartina che è sbagliata!>> Urlai sventolandole contro la mappa.

Lei non sembrò minimamente colpita dalle mie urla, ma si limitò ad osservare la cartina. Dopo poco sgarrò gli occhi e trattenne il fiato, fino a far diventare il suo volto rosso. Sembrava che stesse tentando di contenere una qualche sua reazione in stile Big-Bang.

<< Che c'è? >> Le chiesi mezzo arrabbiato.

Passarono 5 secondi e lei si riprese, un po'. Aveva ancora la faccia contratta, nel tentativo di soffocare la sua reazione a bomba . << Ehm, scusa...>> Iniziò a dire con voce soffocata. Vidi che stava ridendo sotto i baffi mentre prendeva la cartina e me la capovolgeva. << Forse così è meglio, non trovi? >> e con quella frase, per quanto si sforzasse, non riuscì più a trattenere delle risate sonore, molto sonore. Io, intanto, ero diventato una via di mezzo tra un pomodoro e un peperone rosso... Come avevo fatto a non accorgermi che avevo letto la cartina AL CONTRARIO?

Non sapevo cosa dire, anche perché sarebbe stato inutile tentare di parlare con una che si contorceva dalle risate. Sembrava che non volesse più smettere di sbellicarsi.

Attesi un tempo che mi sembrò infinito. Lentamente le risate iniziarono a diminuire di intensità, fino a spegnersi del tutto.

<< Hai finito? >> le chiesi leggermente scocciato, ma non abbastanza per impressionarla.

Lei fece un sospiro, tornando completamente calma. << Sì,ora sì grazie >> mi rispose lentamente.

<< Bé a quanto pare dovrò farti da guida di nuovo... però è tardi, sei ancora sicuro di volerci andare? >> mi chiese lei inarcando un sopracciglio.

Io ci pensai bene. Bé, visto che la mia ragione in realtà non era quella decisi che non ci sarei andato, però non avevo fatto tutta quella strada per una decina scarsa di minuti con Deep. Piano piano nella mia mente si formò un'idea contorta e... molto rischiosa per me. Su non esser vigliacco!

Deglutii rumorosamente e dissi << No, penso anch'io che sia troppo tardi, però... ecco... che ne dici se ti offro la cena? Sai, per sdebitarmi >> L'ultima frase mi uscì velocissima, non mi sarei sorpreso se non avesse capito niente. Non mi accorsi che mentre parlavo avevo posato lo sguardo per terra. Velocemente lo rialzai verso Deep e la vidi assolutamente tranquilla, con un leggero sorriso che le formava la bocca rosea. << Sdebitarti? E per cosa? >>

Bé per averti fatto intristire quando ci siamo visti l'ultima volta...

No, mi sembrava una motivazione da scemo...

<< Per avermi mostrato la via di casa, una settimana fa >>

<< Scusa, ma non ti eri sdebitato pagandomi il pranzo?>>

<< No, quello era per farmi perdonare quando ti ho travolta >>

Lei ci pensò un po'. << Perfetto, allora. Io non mi lamento mica...>> Disse infine.

Io sorrisi, finalmente soddisfatto. << Non ti preoccupare, non finirò i soldi... >> Le dissi ironico.

<< Comunque, conosci un posto qui vicino dove si possa mettere qualcosa sotto i denti?>> Le chiesi nuovamente. Iniziò a venirmi una preoccupazione, però. In un ristorante, o anche solo in un fast-food, molto probabilmente ci sarebbero state delle persone e la possibilità chi mi riconoscessero era alta, anche perché Deep non sapeva chi ero in realtà...

<< Si, il più vicino è un locale abbastanza carino e molto poco frequentato, infatti il padrone sta pensando anche di vendere...>>

<< Perfetto! >>la interruppi io. Molto poco frequentato, era questo che mi interessava. << Fammi strada >> La esortai io.

Lei mi guardò per un attimo, confusa dal mio comportamento, poi, sicura e fiera come l'avevo vista la prima volta, mi voltò le spalle e iniziò a camminare spedita. Ridendo le corsi dietro. Finalmente era tornata la ragazza- truffatrice che avevo incontrato una settimana fa.

Ci vollero solo 5 minuti per arrivare. Era un piccolo ristorante Cinese, pieno di decorazioni raffiguranti draghi rossi e leoni d'oro. Lei entrò ed io la seguii lentamente. Non appena vidi che il locale era completamente vuoto tirai un sospiro di sollievo e mi sedetti nel tavolo scelto da Deep.

L'interno del ristorante era tipicamente orientale. Diedi un'occhiata al menù e per poco non mi venne un infarto. Com'era possibile che i prezzi fossero così alti? Non mi sorprendeva affatto che nessuno ci entrasse. Notai Deep che se la stava ridendo di gusto. << Vuoi rimangiarti la proposta? Sei ancora in tempo, sai? >> Mi chiese.

Io, per tutta risposta tirai su il naso. << No, mai. >> Decretai.

Lei sembrò ancora più divertita. << Poi non dire che non ti avevo avvertito... >>

Subito dopo venne il cameriere che, tutto felice, prese le ordinazioni. Deep perse una montagna di cose - antipasti, primi, secondi, frutta cotta, dolce e caffè-, tanto che mi fece spalancare la bocca e sgranare gli occhi. Ovviamente rise della mia espressione. Io, per bilanciare i conti, presi una misera porzione di riso alla cantonese. Passammo 2 ore e mezza a parlare di noi, dei nostri hobby, del nostro carattere - mi diede anche il numero del suo cellulare-, delle nostre vite, o meglio, io parlavo della mia vita e lei no, probabilmente per la stessa ragione per cui si era rattristata l'ultima volta che l'avevo incontrata. Io non la forzai, anche perché non volevo rovinare la serata a nessuno dei due, e devo dire che in una sola sera capii molte cose di Deep e questo mi piaceva, forse anche troppo.

Dopo un po' mi lascia andare e le confessai tutti i miei segreti. Tutti tranne uno.

Chi era in realtà Justin Bieber.

 

Ciaoooooooo... Bé se siete arrivati alla fine vuol dire che lo avete letto e spero che vi sia anche piaciuto. Ora vorrei rispondere alle recensioni ( o meglio "alla recensione"):

Jiuliett_Cullen: Grazie, Grazie, Grazie, Grazie... potrei andare avanti fino all'infinito sai? Comunque ti ringrazio tantissimo per aver recensionato e, please, recensiona sempre, anche una corta corta. Sono davvero contenta che ti sia piaciuta la storia e stai tranquilla, l'espressione "O-MIO-DIO-QUELLO-E'-JUSTIN-BIEBER" la vedrai presto... spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Ciaoooooo e alla prossima!! 

 

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Capitolo 5
*** Devo ammetterlo: sono un genio del male! ***


 

Capitolo dedicato alla mia migliore amica : ale_sele!! Sei la migliore, anche perché sei stata tu ad ispirarmi questa storia! Questo capitolo è tutto per te:

 

Quarto capitolo: Devo ammetterlo: sono un genio del male!!

 

Erano passate ben due settimane dal mio miracoloso secondo incontro con Deep e, da allora, restammo in contatto costantemente. Devo dire la verità: Deep era molto meglio di come l'avevo immaginata al primo incontro. Più gentile, allegra e paziente, però i suo lati negativi c'erano, eccome se c'erano.

Infatti era meglio non contraddirla, non offenderla e lasciarle carta bianca, sempre e comunque. Ovviamente se non lo facevi le probabilità di sopravvivere erano meno del'1%...

Però era una ragazza affascinante, impulsiva e alle volte infantile, ma anche disponibile, curiosa e con una incredibile capacità di mettersi sempre nei guai più spinosi... ah, un'altra cosa, lei non si fa nessuno scrupolo a usarti per tirarsi fuori dai guai!

Questa cosa l'avevo scoperta in un modo poco piacevole. Cinque giorni dopo il nostro secondo incontro lei mi aveva letteralmente trascinato ad un parco vicino al cento(ah per intenderci, è lei la guida suprema), dove c'erano alcune giostre e giochi. Uno in particolare la rendeva entusiasta, quello di colpire il bersaglio con una pallina. Se riuscivi a centrarne 3 di seguito vincevi un orsacchiotto o un pallone e lei si era promessa di prendere il più grande orsacchiotto che c'era. Ovviamente se aveva promesso era disposta anche a passare l'intera giornata a lanciare palline, solo che... finì i soldi!

Io, da bravo ragazzo quale ero, le offrii i miei, ad una condizione: che facesse tirare me!

Ovviamente non mancò di screditarmi e così, per farmi valere... vinsi il suo super-orso. Almeno, apparentemente, lo vinsi; infatti al posto di quella palla di pelo chiesi un pallone da calcio, molto più invitante. Poi, bé... diciamo che Deep non fu molto contenta di questa cosa, anche se la sua reazione fu molto più positiva delle mie aspettative. Si era limitata a sgonfiare il mio pallone e a lanciarlo... sulla finestra di una casa vicina!!

Per mia fortuna (poi vi spiego anche il perché) la palla formò una sola minuscola crepa e non era abbastanza perché formasse un vero e proprio danno, però non mancò certo la ramanzina che mi fece l'ottantenne che ci abitava... già, avete capito bene: MI fece, a me soltanto!

Il perché è molto semplice: diciamo soltanto che non appena il signore ci vide, Deep esclamò con un tono di voce alto, abbastanza da farsi sentire da lui: << Bober! Ma guarda che hai combinato! Te l'avevo detto di stare attento! >>

Io la guardavo scioccato... ma che cavolo stava facendo??

Domanda stupida: si stava servendo di me per non pagare le conseguenze della sua azione!

La rabbia iniziò impossessarsi di me. Stavo per urlare che io non c'entravo niente ma a quel punto il signore arrivò e fui travolto da quel vecchietto, manco fosse un tornado. Lui era rosso in viso (dalla rabbia, si intende) e mi fece il terzo grado per -rullo di tamburi- 46 minuti e 28 secondi di cronometro, nei quali io fui l'unico “fortunato” protagonista. Deep non si nominò neppure una volta, né lei intervenne.

Il vecchietto mi faceva paura, non perché urlava, muoveva le mani a destra e a manca o minacciava di chiamare i carabinieri (chissà perché poi), ma perché più sbraitava e più sembrava sull'orlo di un collasso. Per non agitarlo chiesi scusa educatamente e dopo un tempo indeterminato riuscii a farlo tornare nella sua casetta.

Ero arrabbiato con Deep. Molto arrabbiato.

Le chiesi velocemente e freddamente se mi riaccompagnava a casa – visto che la strada non l'avevo ancora imparata molto bene.

Lei, senza dire una parola, si avviò e io la seguii. Per tutto il tragitto regnò il silenzio. La cosa avrebbe dovuto darmi fastidio, perché adoravo sentire il suono della sua voce mentre camminavamo, anche se mi prendeva in giro, l'adoravo lo stesso.

Invece ora no. Ero troppo arrabbiato con lei. Va bene i difetti, ma questo... è troppo!

Non appena vidi casa mia attraversai la strada senza degnarla di un saluto.

E poi lei non sembrava minimamente dispiaciuta, non mi aveva chiesto scusa né aveva dato segni di rimorso per cui... se lo meritava il mio atteggiamento, accidenti!

Però non bastava così. Sapete che in ogni persona c'è un lato maligno, pieno di cattiveria e crudeltà? Bé, il mio si stava impossessando di me.

Ora basta essere sempre il giochetto di quella bambolina assassina.

Basta essere sempre la vittima e subire.

Ora avrei avuto la mia rivincita.

La mia vendetta.

 

Già, bastava solo organizzarla, però... avevo un piccolo problemino.

Qual'era la cosa che Deep detestava?

A me lei era sempre sembrata forte, senza nessun punto debole.

Che gran dilemma! Così grande che ci persi almeno due giorni a pensarci.

Il piano doveva essere perfetto, crudele, orripilante e... mi squillò il cellulare!

Quel suono mi fece tornare alla realtà in un così malo modo da farmi venire mal di testa.

Sbuffando presi il telefono.

Deep.

Strano. Molto strano. In due giorni né io né lei ci eravamo fatti sentire.

Forse si era decisa a chiedermi scusa, anche se questo non l'avrebbe salvata dal mio malefico intento.

Risposi in un modo non molto educato: << Deep, che vuoi? >>

<< Ciao, sono la madre di Deep. Sei Justin Bieber? >> mi chiese gentilmente.

Ok, ora stava diventando davvero molto strano. Perché la madre di Deep voleva parlare con me? Bé, c'era un solo modo per rispondere a questa domanda.

<< Sì signora sono io, ma... potrei sapere perché mi ha chiamato? >>

<< Bé, vorrei farti sapere una cosa riguardo a Anita- o Deep come la chiami tu- e sono sicura che lei non ti avrà detto niente... sai che domani è il suo compleanno? >>Mi chiese.

La cosa mi scioccò non poco, intanto una domanda mi gocciolava nella mente, come se stesse piovendo: perché lei non mi ha detto nulla?

Magari non mi considerava abbastanza amico per dare quest'informazione... anche se la si poteva perfettamente dare anche al prima che passa per strada.

Ma allora...

<< Perché non me ne ha parlato? >> Sussurrai più a me stesso che a lei.

<< Sai, Anita ha una gran paura che qualcuno le prepari una festa a sorpresa... e non sarebbe la prima volta! E poi lei odia le feste, specialmente se sono sue, perché è sempre al centro dell'attenzione e a lei non piace avere i riflettori addosso>> La sentì ridere. Era una risata molto simile a quella di sua figlia. Al ricordo di Deep sentii una forte fitta di nostalgia. E' vero, avevo deciso di vendicarmi, ma questo non toglieva il fatto che mi mancava terribilmente.

Sentii un sospiro scivolare dall'altro lato della cornetta. << Sai mi ricordo ancora la sua festa per la comunione. Due ore in mezzo alla folla e poi non ce la fece più. Sbatté tutti fuori dalla porta >>

Si mise a ridere ed io mi unii a lei. Era molto strano parlare della vita di Deep. Forse perché non era mai successo.

<< Comunque volevo dirtelo così magari le fai gli auguri. Sai, lei non dice mai a nessun nuovo conoscente il giorno della sua nascita. Proprio per il motivo delle feste>>

Già, cosa molto interessante...

Deep era terrorizzata dalle feste e allora... perché non organizzarle una festa a sorpresa di compleanno coi fiocchi?

Mi sembrava un'idea... maligna!

<< Grazie glieli farò sicuramente>> Dissi distratto, poi riagganciai.

Sentivo il sapore della vendetta in bocca. Sì, questa volta glie l'avrei fatta pagare e poi... Bé, saremmo stati alla pari, perfettamente bilanciati. Non che volessi rompere veramente con lei, però volevo avere il piacere di “sdebitarmi” per ciò che aveva fatto la scorsa volta.

Dovevo darmi da fare, però. Il compleanno di Deep cadeva il giorno seguente ed io non avevo molto tempo per organizzare... la festa di compleanno per Deep!

 

Ci impiegai tutto il giorno e anche il mattino seguente per organizzare le cose, ma devo dire che non fu tempo perso. Certo, avevo fatto tutto di corsa e molti dettagli che avrei voluto nel mio piano spietato non ci sarebbero stati, però l'effetto insieme era molto entusiasmante... per me, almeno, perché ero sicuro al 100% che per Deep non lo era affatto!

La mattina del gran giorno la passai per strada -vicino a casa mia, ovvio- a dare alla prima persona che passava per strada l'invito alla “festa a sorpresa per Deep” accompagnato da una sua foto con su scritto “Questa è la festeggiata, perciò bisogna mantenere il segreto!” e sperai tanto che lo facessero.

Ora mancava soltanto... la festeggiata, appunto!

Già, come avrei fatto a portarla al locale senza destare sospetti?

Bo, un modo lo avrei trovato. Ovviamente spiegai il piano alla madre; lei mi aveva avvertito che poteva essere pericoloso per la mia incolumità, però io l'avevo rassicurata. Possedevo un asso nella manica che mi avrebbe reso intoccabile! Sghignazzai al ricordo.

Devo ammetterlo: sono un vero genio del male!

Il pomeriggio passò molto lentamente, mentre sistemavo le ultime cosucce.

Poi, finalmente, fu pronto tutto.

Il programma era questo: mezza città avrebbe partecipato all'evento, anche quelli che non la conoscevano neppure (la cosa piaceva tanto al mio lato maligno...), io avrei avuto il compito di andare a prendere Deep e portarla al locale, che sarebbe una specie di mini-discoteca affittabile.

Dentro c'erano festoni, palloncini, musica, piste da ballo, buffet, regali, torta e... 200 persone a urlarle “Sorpresa!”, non appena lei avesse varcato la soglia!!

Mi misi a ridere quando immaginai la faccia di Deep non appena svelata la sorpresa.

Comunque, continuiamo... la festa sarebbe iniziata alle sette di sera e sarebbe finita verso mezzanotte.

Un vero incubo per una ragazza che odia le festa. Un vero piacere per un ragazzo che vuole vendicarsi della ragazza.

Bene, è il momento pensai. Ero sotto la casa di Deep a suonare al citofono.

<< Sì? >> Mi chiese una voce che riconobbi. Era la madre di Deep.

<< Sono io signora >> le risposi. Mi stava aspettando dopo tutto.

<< Oh, si sali!>> mi disse eccitata.

Salii piano le scale che portavano al secondo piano, mi avvicinai alla porta e girai la maniglia.

La prima cosa che vidi fu Deep, che stava venendo incontro alla porta (probabilmente per accogliere l'ospite “sconosciuto”) e, non appena mi vide, nella sua facci comparve stupore.

<< Che ci fai qui Bober? >> la sua voce non era dura, arrabbiata o indignata, solo... sorpresa.

Bene, questo avrebbe facilitato la mia impresa.

Controllai la mia espressione. Era tranquilla, serena. Non avrebbe sospettato nulla.

<< Devo portarti in un posto. Fidati, ti piacerà! E poi tua madre sa già tutto, però... devi vestirti in un modo un po' più elegante>> Dissi con un sorriso mentre la squadravo da capo ai piedi.

Lei era chiaramente interdetta, sorpresa soprattutto. Bé, era del tutto plausibile, dal tronde!

<< Allora? >> le chiesi gentile.

Lei era confusa ma riuscì comunque a mormorare: << Ok, aspetta due minuti >>. poi scappò in camera sua.

Due minuti dopo era tornata da me vestita in un modo... degno di una festeggiata!

Molto probabilmente aveva intuito che che quello che stavo architettando era legato al suo compleanno, però, qualunque cosa stesse pensando, ero sicurissimo che fosse lontano anni luce da quello che era in realtà...

Feci un sorriso e, silenziosamente, ci dirigemmo verso il taxi che avevo chiamato.

<< Dove mi stai portando? >> mi chiese lei. Ora era diventata sospettosa.

<< Top secret >> Le risposi allegro io.

Lei si limitò ad aggrottare la fronte. Riuscivo a percepire che aveva intuito che non si trattasse di una cosa piacevole... però era troppo tardi. Ora era caduta nella mia trappola!

Arrivati nel locale lei fece per dire qualcosa, però la interruppi << Non fare domande per favore >>

Lei, rassegnata, tenne la bocca chiusa.

Lentamente le feci strada ma, quando arrivammo alla porta che ci divideva dalla sua sorpresa -la stanza non era illuminata, naturalmente- la invitai ad entrare e, non appena lei fu entrata accesi la luce.

Un “Sorpresa” rimbombò da tutte le parti con un boato enorme, degno di 200 persone. Si sentivano vari applausi provenire da tutte le parti, però in quel momento ero concentrato sull'espressione di Deep.

Diciamo che... non era poi tanto normale. Sentivo che tratteneva il respiro e, sotto i miei occhi vidi la sua faccia cambiare colore da rosa pallido a rosso, poi a blu, poi ancora a viola e, quando iniziai a spaventarmi, tornò a respirare e il suo colorito divenne nuovamente rosato.

La sua faccia era un misto di stupore, rabbia e paura. Penso di poterli facilmente tradurre:

Stupore perché, daltro canto, tutti quella che la conoscevano sapevano del suo odio per le feste, perciò non si sarebbe mai aspettata di vederne una così... eccessiva!

Rabbia perché lei aveva capito di essere stata ingannata dal sottoscritto, quindi quell'emozione era dedicata tutta a me.

Paura perché... si sarebbe dovuta sorbire un tempo indeterminato di riflettori che non avrebbero fatto altro che farla notare da tutti!!

Intanto, dentro di me, mi divertivo un mondo. Glie l'avevo fatta! Lo sapevo io ma, soprattutto, lo sapeva lei.

Dopo un'interminabile coda di ringraziamenti e auguri da parte di tutti gli invitati -ai quali lei faceva sempre un sorriso che somigliava più a una smorfia-, finalmente lei riuscì ad interrogarmi.

<< Sei stato tu vero a organizzare tutta questa mostruosità?! >> Mi chiese.

<< Perché mi fai questa domanda se la sai già? >> Era ovvio che ero stato io.

Lei sembrava infuriata e la cosa mi divertiva un mondo!

<< Ma nessuno ti ha detto che io ODIO le feste?? >> ormai urlava, rossa in viso.

<< Sì, la stessa persona che mi ha detto del tuo compleanno. Perciò ho deciso di farne una con i fiocchi >> le risposi completamente tranquillo io.

Lei fece un respiro profondo, per calmarsi.

Quando parlò la sua voce era tranquilla, apparentemente: << Vuoi un consiglio? >>

<< No >> Le risposi.

Lei mi guardò storto << Bé io te lo dico lo stesso... farai meglio a preparare il tuo testamento perché qualcosa mi dice che non arriverai a vedere la prossima settimana >> mi disse minacciosa.

Ok, ora l'asso della manica!

<< Non ti conviene sai? >>

<< E per qual motivo? >> mi chiese con un sorriso.

<< Sai che su ogni invito ho scritto che se in tv sentiranno che il mio corpo è stato ritrovato sotterrato da qualche parte o una roba del genere... loro organizzeranno ogni anno una festa come questa per te in mia memoria! >> le risposi sicuro di me.

Lei sgranò gli occhi. Avete presente quando nei cartoni animati fanno vedere gli occhi che sprizzano fuori dalle orbite? Ecco, una cosa del genere...

<< NO!!>> ora la sua voce, come la sua espressione, era rassegnata e sconfitta. Da me pensai con orgoglio.

<< Per... perché? Perché mi fai questo? >> mi chiese frignando.

Io risposi senza farmi scrupoli. << Ora siamo pari... >>

Lei mi fissò allibita << non ce l'avrai ancora con me per la storia del pallone, vero? >>

<< Oh, no... non più, da ora >> in quel momento sembravo davvero senza cuore.

Mi sa che lo pensava anche lei.

<< Ma... sei un mostro!! >> mi urlò disperata. Che goduria!!

Io le risposi maligno, con un ghigno stampato in faccia: << Lo so, sono un vero genio del male!!>>

 

Grazie tantissimo a chi ha messo questa storia tra i preferiti e i ricordati. Siete delle persone fantastiche, penso che senza di voi non riuscirei ad andare avanti.

Good, ora alle recensioni:

ale_sele: Grazie amica mia!! lo sapevo che la storia ti piaceva, daltonde... l'ho fatta per te!

Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, perché a me fa un po' schifo...

Grazie per la stordita, comunque. -_-”

_Chiaraa: ciao, faccia nuova!! Sono stra felice che la storia ti piaccia e, mi raccomando, recensiona sempre, anche una righina...

Comunque Deep dovrebbe scoprire la verità tra un paio di capitoli, prima devo rafforzare il legame tra lei e Justin, sai... è così che nasce l'amore! XD

Vi aspetto tutti al prossimo capitolo, ciaooooooo!!!

 

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Capitolo 6
*** Grande dolore ***


 

Capitolo 5: Grande dolore

 

 

Erano passate altre due settimane da quando mi ero... ecco... “rifatto” con Deep. Per fortuna quella streghetta aveva capito di che pasta ero fatto e non si era più permessa a rifarlo... anche se questo comportò un aumento sempre maggiore delle prese in giro! Certo, meglio così a prima.

Però non ci furono solo delle svolte negative nel nostro rapporto, ma anche positive!

Diciamo che in un tempo record aveva scalato man mano le classifiche della mia scala delle amicizie, fino a raggiungere il primo posto. Già, ora lei era, a tutti gli effetti, una mia amica, anzi, la mia migliore amica

Quando è giusto è giusto (e questa volta lo è), per apprezzare Deep devi conoscerla e, più lo fai, e più ti accorgi che è davvero una ragazza meravigliosa (e poi lei sapeva tutto di me!). I suoi lati “buoni” sarebbero questi:

1:Molto profonda, cosa che, al primo impatto, non si direbbe per niente, anzi, il contrario.

2:Instancabilmente allegra, che però non si potrebbe classificare sempre nelle positive, per me...

3:Comprensiva. Infatti dopo il suo compleanno mi ha capito al volo e ha smesso di tenermi il muso solo dopo... tre giorni (è da capire, dopotutto s'è sorbita 5 ore di festa...).

4: Gentile, però questo solo quando voleva...

5: Simpatica e spiritosa, infatti sapeva farmi ridere in qualsiasi momento e, per favore, prendetemi in parola.

E, soprattutto, grintosa! A volte faticavo a credere che davanti a me ci fosse una ragazza e non un leone...

Insieme a lei stavo benissimo, però. Il tempo trascorreva velocissimo e ogni giorno pensavo a cosa avremmo potuto fare. Trascorrevamo tutto il giorno insieme, andavamo al parco (un po meno dopo quella volta con il pallone...) e nelle parti meno affollate della città, perché avevo una costante paura di far scoprire a Deep che in realtà ero un cantante famoso.

Il motivo? Bé, devo confessare che mi imbarazzo un po' a dirlo così apertamente, però... non volevo che Deep mi considerasse in modo diverso.

Di questo avevo paura. Una grande e bloccante paura, che mi faceva immobilizzare la bocca ogni volta che ero lì lì per dirglielo. Che gran codardo!

Ma l'idea di perderla, di non vedere più il suo sorriso spavaldo, mi terrorizzava a morte. Ora lei era diventata il mio punto di riferimento, tutto il tempo e lo spazio si concentrava addosso a lei, come ad inchinarsi, perché lei era degna di tutto ciò, degna di lealtà, di affetto, di... amicizia, la stessa che le stavo dando io, o almeno cercavo di dargliela.

Già, in quei giorni avevo notato un cambiamento negativo nel suo comportamento. Sembrava... triste, spenta e più volte l'avevo sorpresa immersa nei suoi pensieri e forse una volta avevo persino visto una lacrima rigare la sua guancia... ma poi mi ero ricreduto. No, Deep non piangeva, lei era l'incarnazione della forza, era la ragazza più coraggiosa (o forse sconsiderata, chissà...) e allegra che avessi mai visto, per cui, era escluso che lei piangesse.

Però c'era una cosa che mi faceva male, ancor più della sua sofferenza, era che lei non mi diceva niente. Diceva che andava tutto bene e, ogni volta, mi faceva un sorriso palesemente tirato.

All'inizio non dicevo niente e lasciavo passare, ma quando vidi che peggiorava... scoppiai!

<< Basta! >> le urlai un giorno, dopo che l'avevo vista con la ormai solita faccia triste.

Lei si riprese e la sua espressione divenne confusa, indignata e sorpresa. Soprattutto quest'ultima. << Basta cosa? >> la sua voce era leggermente più bassa della mia, ma sfiorava l'urlo.

Il mio corpo fu scosso da brivido di rabbia. Non ero mai stato così arrabbiato in tutta la mia giovane vita, neppure quando mi aveva addossato la colpa dell'incidente con il pallone. << Perché non mi dici il motivo di tanta tristezza? E non provare a dire che non c'è nulla che non va, perché si vede lontano un miglio che stai male... per un qualcosa che io neppure so! Cos'è? Non mi ritieni in grado di aiutarti o di mantenere un segreto? >> Urlai fuori di me. La cosa si stava trascinando da qualche giorno, non potevo aspettare che cadesse in un qualche tipo di depressione o roba del genere senza fare del tutto per aiutarla... ero suo amico dopotutto! Forse lei non mi considerava così, ma io le volevo bene, davvero bene. Era come se la conoscessi da decenni, anziché da settimane. Però questo non glie l'avevo mai detto, avevo troppa paura. Chissà di cosa, poi.

Lei mi guardò, per un attimo triste, poi riprese arrabbiata << Ma cosa vuoi? Tu non sai niente, non sai niente! >> ora aveva superato il tono della mia voce di parecchie ottave.

Perfetto. Proprio ciò che temevo.

Non volevo litigare (non sul serio, almeno), ma ero determinato a farle capire che con me poteva sfogarsi, parlare di qualunque cosa. Io le sarei stato accanto sempre, anche più di prima. Ma sembrava che fosse lei a non volere il mio aiuto. Questa cosa non mi faceva piacere. Per niente.

<< Appunto! Non mi fa piacere il fatto che tu non vuoi raccontarmi niente! Che stupido! E io che credevo che fossimo amici >> le mie parole uscirono rabbiose, coprendo la nota di dolore che, di sicuro, mi era sfuggita.

Incredibile come la sua rabbia si era sgretolata in un'istante, al suono delle mie parole. Ora, nel suo viso , c'era solo un grande dolore, che mi fece sentire terribilmente in colpa.

<< No, ti prego... non dire così... ho bisogno di te... >> balbettò con le lacrime agli occhi.

Incredibile. Avevo sentito male? oppure stavo avendo delle allucinazioni? Entrambe le due possibilità mi sembravano molto più verosimile al fatto che Deep avesse detto che aveva bisogno di me e che fosse sul punto di piangere. Una parte di me era scioccata in una maniera allucinante. L'altra, invece, era divorata dai sensi di colpa e non voleva fare altro che prenderla tra le braccia e rassicurarla. Entrambe si battevano per prendere possesso del mio corpo.

Risultato? Situazione di stallo. Perfettamente immobile e indeciso.

La mia situazione interiore non era delle migliori, specialmente in momento come questo.

Lei intanto era occupata a ricacciare dentro le lacrime. Nessuna le aveva ancora rigato il volto splendido.

Ero ancora in una situazione di stallo, così mandai a quel paese le due antagoniste parti di me e agii d'istinto.

Presi un sospiro. << Ascolta, io tengo molto alla tua amicizia, sul serio, però... essa si basa anche sulla fiducia e... io non posso fidarmi se non mi dici le cose più importanti che necessitano di essere ascoltate >> dissi io posando lo sguardo sul volto di Deep che a sua volta stava guardando per terra. Feci un sorriso dolce << Tu hai bisogno di essere aiutata, perciò... potrai parlare con me, quando vuoi. Io ti ascolterò sempre >>. Non c'era più niente da dire. Lei non si mosse, limitandosi a chiudere gli occhi. Io feci dietro front e tornai a casa – finalmente avevo imparato ad orientarmi!. Doveva schiarirsi le idee. Da sola.

Con tutto me stesso sperai che mi dicesse la verità, tutta la verità. Anche perché se no... non avrei potuto più considerarla mia amica. Come avrei potuto se non si fidava di me? Semplice: non potevo.

Da quel giorno ne passarono tre ed ancora non mi aveva richiamato, né mandato un messaggio sulla sua decisione. Ogni giorno cadevo sempre più in depressione. E se mi avesse detto che preferiva il suo segreto alla mia amicizia? Bé, sarebbe finita così... no, non è vero. Sapevo che il dolore e il dispiacere mi avrebbero perseguitato per molto tempo, insieme al suo ricordo. Tutte quelle settimane passate insieme a lei... sembrava il paradiso, anzi, per essere più precisi, sembrava un inibitore. Riusciva a farmi scordare di tutto, del tempo, del luogo... di chi ero, a volte. Questo fatto non me l'ero mai spiegato, anche perché non mi era mai successo, con nessuno. E allora... che diavolo mi stava succedendo? Ogni volta che lei non era con me io mi sentivo ansioso e impaziente di rivederla e, quando stavamo insieme, mi sentivo appunto... inibito!

Se c'è qualcuno che me lo sa spiegare... bene, sono tutto orecchi!

Mah, il cervello umano è davvero strano! Era questa la mia “brillante” spiegazione.

Diciamo soltanto che, dall'ultima volta che la vidi, non sentii più l'impazienza non appena pensavo a Deep, ma solo paura. Già, paura che in un momento o l'altro lei mi chiamasse e mi dicesse che la mia amicizia non valeva tanto quanto un suo segreto...

Suonò il campanello.

Il suono era così squillante che mi diede fastidio.

<< Vado io >> annunciai.

Velocemente scesi le scale e aprii la porta d'ingresso.

La prima cosa che notai fu che il cielo si era messo a diluviare e la seconda... mi fece quasi venire un infarto!

Davanti a me c'era una ragazza della mia stessa età, con il viso ovale, abbronzato, gli occhi blu bruciavano di determinazione e i capelli neri, fradici, le coprivano la fronte, il suo viso era ricoperto da una maschera fatta da tenacia pura... Deep!!!

Io ero sbigottito, con la bocca mezza aperta e incapace di proferire parola... non che lei me ne diede il tempo.

Infatti mi prese per la manica della felpa e mi trascinò fuori, sotto l'acquazzone. Mi accorsi appena delle gocce che mi bagnavano il volto. In confronto a Deep ero super asciutto, nessuna parte del suo corpo si salvava. Era completamente bagnata!

Senza degnarmi né di uno sguardo né di una parola, mi trascinò in strada e lì continuò la sua marcia per svariati minuti. Ora c'era poca differenza tra me e lei. Chissà la gente che ci vedeva cosa pensava. Molto probabilmente qualcosa di negativo...

<< Dove mi stai portando? >> le chiesi. Il mio era un sussurro.

Lei non mi guardò nemmeno e continuò spedita nella sua direzione.

Cosa voleva fare? Ma, soprattutto, dove mi stava portando?

Bé, per saperlo c'era solo un'alternativa.

Intanto che camminavamo pensai al motivo del mio rapimento. La mia domanda trovò una sola risposta: aveva finalmente deciso. A quel pensiero tremai. Tra qualche minuto si sarebbe deciso la sorte della mia amicizia con Deep. Mi feci forza e sperai con tutte le mie forze che la decisione fosse quella che desideravo.

Passarono altri svariati minuti e poi mi accorsi che ci stavamo avvicinando ad una grande arcata antica, leggermente rovinata e che faceva d'entrata... ad un parco, pensai. Infatti era tutto aperto, circondato dal verde e con la strada ghiaiosa. Quel posto aveva una sfumatura malinconica. Tutte le persone erano anziane e vestite di nero, con in mano un ombrello e un'espressione triste sul viso, la stessa di Deep. Alcuni portavano un fiore con loro.

Ma che diavolo di posto era quello?

Non feci domande, però. Sapevo che non mi avrebbe risposto.

Quando varcai la grande arcata notai che c'erano tante pietre rimaneggiate a forma allungata, con delle incisioni su ognuna di esse accompagnate da una foto; molti fiori erano ai loro piedi.

Erano delle... lapidi?

Perché Deep mi aveva portato in un cimitero?

La risposta mi fu chiara non appena lei si fermò su una di esse.

Mario Gallazzi 1976- 2002

Sopra la scritta c'era la foto di un uomo sui venticinque anni, con i capelli neri e riccioli. I lineamenti erano uguali a quelli dell'amica che mi stava di fianco, e un sorriso luminoso gli irradiava il volto e contagiava gli occhi verdi smeraldo.

Era incredibilmente simile a Deep... ma, allora chi era?

Deep sembrò captare i miei pensieri, manco avesse i poteri.

<< Era mio padre >> mi disse con voce rotta. Il suo viso ora era bagnato dalla pioggia e dalle lacrime. << Oggi compiva il suo ottavo anniversario di morte e... non riuscivo a pensare ad altro in quest'ultima settimana >> mi disse singhiozzando sempre più forte. Intanto aveva preso la mia mano e l'aveva stretta in una morsa d'acciaio, impossibile da sciogliere. E io non lo volevo fare.

Mi sentivo un verme, un grande idiota per averla lasciata da sola ad affrontare tutto questo! E meno male che volevo restarle vicino sempre, in ogni suo momento buio.

Avevo sbagliato. Commesso un'errore imperdonabile e adesso non sapevo come rimediare.

L'unica cosa che feci fu abbracciarla, farle sentire tutto il mio appoggio. << Scusa >> mormorai.

Lei mi strinse a sé, piangendo e sfogandosi. Io la lasciavo fare, stando in silenzio e mormorandole parole di conforto, qualche volta. Intanto meditavo.

Deep aveva solo otto anni quando perse il padre e lei non aveva fratelli né sorelle... solo la madre. Che cosa ingiusta, sbagliata, per una ragazza d'oro come lei. Non se lo meritava affatto.

Incredibilmente successe la cosa che non mi sarei mai aspettato da una persona che ha perso un parente così caro... mi raccontò di quando morì!

<< Lui... è morto in un incidente mentre guidava... per colpa mia! Io l'avevo distratto con i miei stupidi capricci infantili e non si è accorto di una macchina che stava sbucando da sinistra, poi... non ricordo più niente... fino a che non mi svegliai. Erano passati solo pochi secondi... io non mi ero fatta niente, solo qualche graffio, però... mio padre...>> disse piangendo sempre più forte, al ricordo così terribile. Non l'avevo mai vista così disperata. Anzi, non l'avevo mai vista disperata e la sua vista non era per niente piacevole. Chissà come stava soffrendo...

<< Non parlarne se non vuoi, stai tranquilla. Ho capito, mi dispiace molto per come mi sono comportato >> le dissi mortificato. In quell'istante mi ricordai di una frase che aveva detto pochissimi secondi fa. << Non è stata colpa tua! Fidati, nessuno lo poteva prevedere e poi tu eri una bambina... >> Le dissi suadente. Non poteva caricarsi sulle spalle anche la responsabilità di una colpa non sua! Almeno questo dovevo impedirlo.

Lei mi guardò addolorata << No! Io ho condannato mia madre a vivere per una persona indegna, da sola, senza il suo compagno di vita! Como posso reputarmi se non una persona terribile? Che fa del male... >> Non la lasciai continuare. Stava dicendo tante di quelle cose assurde che mi stavano facendo venire mal di testa!

Come poteva anche solo pensare che lei fosse una persona spregevole? Come?

Le posai un dito sulle labbra. << Fidati, tuo padre e tua madre avrebbero sacrificato volentieri la loro vita per te... come pensi che si sarebbero sentiti se al posto di tuo padre ci fossi stata tu? Meglio? >> le chiesi convincente. Lei mi guardò un attimo, confusa, poi nel suo volto comparve una smorfia di dolore. Già, non si sarebbero sentiti affatto meglio...

<< Sai... quando mi risvegliai e vidi mio padre vicino a me... coperto di sangue... lui respirava ancora, ed era cosciente, un po'... mi disse che dovevo essere forte, a qualsiasi costo, senza lasciarmi mettere i piedi in testa da nessuno... >> continuò lei. Ora si era calmata un po'. Con felicità mi accorsi che il merito era mio! Feci un piccolo sorriso. << E' per questo che ti comporti in maniera così... decisa e arrogante! devi farti rispettare...>> sussurrai.

Lei scosse il capo, in segno di assenso.

<< E mi ha detto di lottare per realizzare i miei sogni, qualunque essi siano... io gliel'ho giurato! >> disse con un impeto di determinazione.

Incredibile! Deep era una ragazza fortissima, molto più di quello che si potrebbe mai pensare.

Le feci un sorriso radioso. << Sono convinto che ce la farai! >> la incoraggiai.

Lei sciolse l'abbraccio e lì mi accorsi che si era praticamente avvinghiata a me, quando piangeva.

Mi guardò con un sorrido leggero, nuovo, dopo tutte quelle lacrime.

<< Potrei farti ascoltare una cosa? >>

<< Ma certo! >> le dissi entusiasta. Sarebbe stata di certo una cosa che mi avrebbe sorpreso. Non era da Deep fare cose prevedibili...

<< Seguimi... >> mi disse emozionata. Cavolo, era cosa importante, allora!

Iniziò ad incamminarsi per l'uscita del cimitero, seguita dal sottoscritto.

Solo quando ebbi la possibilità di rimuginare sull'accaduto mi accorsi di una cosa:

Deep mi aveva appena confidato il più grande dei suoi segreti, anche se questo l'angosciava... e le metteva paura. Aveva deciso che la nostra amicizia valeva molto più di questo. Io, invece...

non le avevo ancora detto niente riguardo a chi ero veramente.

La mia espressione si rabbuiò.

Lei era più coraggiosa di me. Aveva affrontato il più grande dei suoi problemi insieme a me, si era fidata ciecamente... e io? Che facevo io?

Presi forza e decisi che, subito dopo aver visto la “sorpresa” di Deep, le avrei confessato tutto.

Glielo dovevo.

 

 

Grazieeeeeeee! Ora lo dico tutto d'un fiato... il capitolo mi fa schifo!! non so cosa ci sia che non va, ma proprio non mi piace... vabbè, valutate voi! Ora alle recensioni:

_Chiaraa: ciao!! sono al settimo cielo di aver scaturito la tua curiosità, anche perché io punto a questo!XD Lo so, nessuno può trattarlo male, però forse ho esagerato... sarà perché anch'io odio le feste e immaginarmi di starne in una per 5 ore... brrr, mi fa accapponare la pelle *-*! comunque dovrebbe essere tra pochissimo che Deep scopre l'identità di Justin, al massimo due capitoli...

ale_sele: Ciao amica mia!!!! è un piacere sentire che ci sei sempre, anche se continui a darmi della stordita -.-” Come ho già detto il capitolo mi fa schifo, però spero che non sembri così... fammi sapere please... baci baci.

Ragazzi vi aspetto tutti al prossimo capitolo!! Ciaoooo!!!

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Capitolo 7
*** Questo è il mio sogno!! ***


 

Capitolo 6: Questo è il mio sogno!!

 

Dopo dieci minuti di camminata capii che stavamo andando a casa di Deep. Bene, almeno avremmo fatto quel “qualcosa” in uno spazio asciutto.

Deep era in silenzio e sembrava che volesse rimanerci.

Io, intanto, stavo pensando a come sarei riuscito a dirle quella cosa:

1:Sai Deep, volevo dirti che le cose non sono mai come sembrano... anche io: infatti sono un cantante famoso!

No, decisamente avrebbe pensato a qualche mio scherzo...

2: Ok, sono una pop star, pieno di soldi, con milioni di fan accanite... ma non preoccuparti, andrà tutto bene!

No, no e ancora no!

3: Deep, voglio essere completamente sincero anch'io, come lo sei stata tu... ti ho mentito sulla mia identità, sono una star!

No! già alla parola “mentito” lei mi avrebbe preso a schiaffi, se non di peggio...

Uffa!! ma perché il mondo doveva essere così complicato? O meglio, perché una stupida frase dovrebbe essere così complicata?

Deep era imprevedibile, non riuscivo ad immaginarmi come avrebbe immagazzinato la notizia... in modo violento, pensai.

Magari scaraventandomi sul muro per poi farmi rotolare per almeno tre rampe di scale... ovviamente assicurandosi di rompermi qualche osso...

Già, quello era proprio il suo stile!

Mi misi a ridere... che pensieri macabri!

Finalmente arrivammo a casa sua. Lei entrò senza ritegno, io un po' più delicatamente...

<< Guarda che mia madre non c'è! >> mi informò lei.

Bene, ma cosa centrava? << Pensi davvero che io entri sempre in modo così burbero come fai tu? >>

Lei fece finta di pensarci << Si! >> disse come se fosse una cosa ovvia.

Scossi il capo, esasperato. << Allora... cosa volevi mostrarmi? >> dissi io cercando di velocizzarla.

Per tutta risposta mi guardò male << Ehi, ti vuoi liberare di me per caso? >> la sua voce era anche peggio dello sguardo.

Le lanciai uno sguardo stranito. Ma non si accorgeva che eravamo inzuppati tanto da sembrare che fossimo entrati nella doccia con i vestiti? << Ehm, forse tu sei troppo distratta ma... siamo bagnati fradici! E vorrei andare a casa ad asciugarmi... >> iniziai a lagnarmi.

Lei alzò gli occhi blu al cielo e borbottò qualcosa di indefinito. << Allora ce la prenderemo con comodo >> disse infine.

Ero confuso... che voleva dire con questa frase? Feci la domanda ad alta voce e l'unica risposta che ottenni fu un << Seguimi >> detto da una Deep con un sorriso furbesco.

Oh oh, questo suo comportamento l'avevo già visto, e non portava a nulla di buono!

<< Che vuoi farmi? >> le chiesi mentre la seguivo su per le scale. Lei non mi rispose.

Con un sospiro vidi che era tornata l'amica forte e aggressiva che avevo conosciuto. La mia Deep!

Arrivammo al bagno. Lei mi precedette ed io non feci tempo ad entrare che... mi chiuse la porta in faccia!

<< Tu aspetta un attimo! Vai in camera mia che ti raggiungo tra due minuti! >> mi urlò da dietro la porta.

Senza risponderle feci un giro su me stesso e iniziai a camminare... ma per dove poi?

<< Ehm, Deep? Precisamente dov'è la tua camera? >> le chiesi io facendola ridere.

<< Scusa, mi ero scordata del tuo precario senso dell'orientamento! Comunque è al piano di sotto. Scendi le scale, gira a sinistra e dovresti trovarti in un corridoio. E' la prima porta a destra >> mi disse sempre dal bagno.

Con un cenno della testa seguì le sue indicazioni. Non appena mi ritrovai difronte alla porta bianca mi domandai come sarebbe stata la sua camera... interessante, scommetto!

Con un sorriso sulle labbra girai la maniglia e aprii di un filino la porta. La stanza era buia e non riuscivo a intravedere niente. Immediatamente accesi la luce e, prendendo un sospiro per farmi coraggio (chissà perché avevo bisogno di coraggio, poi...) e spalancai completamente.

… … …

Ok, qualunque preconcetto voi vi siate fatti consiglio di prenderlo e buttarlo nella spazzatura!

Niente era come chiunque si sarebbe immaginato, io compreso!

Chissà, parlando personalmente me la sarei immaginata tutta colorata di nero, con qualche teschio di persone che l'avevano innervosita... magari anche qualche ragnatela o bara, come nelle case dei vampiri (quelli classici, intendo)...   

Bene, confermo la mia teoria... Deep era imprevedibile! Assolutamente ed incondizionatamente!

Vi ricordate tutta la descrizione molto fantasiosa che ho fatto poco fa? Bene, è tutto il contrario!

Chi si sarebbe mai potuto immaginare che la camera da letto di Deep (la nostra Deep) era in stile Country!

Era una grande stanza, con il letto a una piazza e mezzo davanti a me, le coperte beige scuro e la ringhiera del letto era in legno marrone. Qualche metro più lontano c'era l'armadio a due ante, sempre marrone legno e le sue dimensioni non erano tra le più grandi che avessi visto...

A fianco dell'armadio c'era una piccola libreria, troppo piccola per contenere quell'armata di libri messi alla rinfusa in ogni scaffale. Di fianco alla porta -e quindi a me- stava una piccola scrivania color bianco panna, piena di fogli e sotto i miei piedi c'era un bel tappeto color marrone nocciola. Al di là della scrivania c'era un bellissimo pianoforte a coda, nero.

Bene, spero che ora non siate abbastanza scossi, perché la vera notizia arriva adesso... le pareti della stanza non erano veramente colorate, ma completamente pitturate, raffigurante disegni di persone su ogni parete, quindi c'erano tre disegni... bé, non proprio! Una parete era completamente bianca, mentre nelle altre due erano disegnati con la vernice il volto di una donna sui vent'anni, con i capelli marroni, gli occhi azzurri e un sorriso raggiante che le illuminava il volto, mentre nell'altra c'era il viso di un uomo, anch'esso ventenne, con i capelli riccioluti e neri, i lineamenti familiari e gli occhi verdi, due pezzi di smeraldo. I disegni erano fatti in modo impeccabile, bellissimi. Nonostante fossi assolutamente sbigottito riuscii ad identificarli: erano il padre e la madre di Deep (lui identico alla foto, lei un po' più giovane di adesso...) .

Nella mia testa non tardarono ad arrivare le domande che mi travolsero in un batti baleno:

Chi li aveva disegnati in modo così accurato? Perché lo aveva fatto?

Feci appena in tempo a formularmi queste domande in mente che sentii i passi di Deep avvicinarsi.

<< Ehi, Justin, al volo! >> mi disse a qualche metro da me. A quelle parole mi girai di scatto e vidi un'enorme oggetto nero che veniva dritto dritto sulla mia faccia! Con uno scatto involontario lo presi al volo. Era un fon!!

Deep mi si avvicinò sorridendomi << Bella presa >> si congratulò dandomi una pacca sulla spalla, mantenendo il sorriso. Poi mi precedette ed entrò in camera. Io ero rimasto ancora affascinato da quella stanza così particolare, anzi... speciale!

<< Questa è camera tua? >> mi sfuggi dalle labbra.

Lei annuì, completamente rilassata. << Mi è sempre piaciuta... che ne pare? >>

Casa dirle? Optai per la verità.

<< Mi sembra... magica! E poi questi disegni... ma chi li ha fatti? Dev'essere davvero bravo il tizio che te li ha disegnati! Sono identici!>> Le dissi adulatore.

La sentì ridere. << Oh, bé, grazie... ma sapevo già che i miei disegni ti sarebbero piaciuti! >>

A quel punto granai gli occhi... cosa?? era lei l'ideatrice di quei disegni così perfetti? No, non ci potevo credere!

Lei intanto si era messa a sedere sul suo letto, lanciandomi un sorriso orgoglioso. << Ti sembra così strano che io sappia disegnare? Guarda che non è mica tanto difficile... >> mi disse con finta modestia. A quel punto mi costrinsi a tornare normale, senza quella mia aria da ebete-imbecille.

<< E' vero, hai ragione! Che ci vuole a disegnare delle bazzecole così? >> le chiesi ironico.

Lei alzò gli occhi al cielo.

Io mi guardai intorno e notai che c'era una cosa che non andava... << Ma perché non hai disegnato anche la terza parete? Sai, così completavi l'opera...>> le chiesi cauto. Non volevo farle pensare a cose tristi, visto che lì c'era anche l'immagine del padre. Per mia fortuna Deep non cambiò espressione, ma si alzò è andò davanti alla parete immacolata e bianca, posando una mano sul muro freddo. << Sai, io volevo che nella mia stanza ci fossero raffigurate le tre persone più importanti della mia vita... una era mio padre, l'altra era mia madre e... >> iniziò lei fissando la sua mano sulla parete, senza continuare.

<< E? >> la incitai.

Lei sciolse la sua posizione e si girò verso di me, con un sorriso sincero sulle labbra. << E la terza parete dovrebbe raffigurare l'uomo della mia vita, ma ancora non l'ho trovato...>> mi disse allegra.

Io ricambiai il suo sorriso. Che idea... originale! Svegliarsi alla mattina circondata dai volti dei tuoi cari che ti sorridono, incoraggianti. Sarebbe stato l'ideale per alzarsi bene. Solo... a lei mancava l'uomo che l'avrebbe fatta felice per l'eternità, anche se sapevo che era solo questione di tempo, poi magari -in un prossimo futuro- avrebbe allargato la stanza per fare posto ad altri volti... dei bambini...

Perché pensarlo mi faceva male? Doveva andare così! E io sarei dovuto essere felice... ma perché mi sentivo esattamente al contrario?

Scacciai quei pensieri. Non mi avrebbero certo aiutato.

<< E' un'idea... grandiosa! Solo tu potevi inventartela! >> le dissi mezzo allegro. Per fortuna non se ne accorse.

Si rigirò verso la parete, pensierosa. Chissà cosa stava pensando? Questa domanda me l'ero posta molte volte nelle ultime settimane.

Lei fece un sospiro e il suo sguardo cadde sul pianoforte vicino alla scrivania. Anch'io lo guardai. << Ah, bello quel pianoforte... ma scusa lo tieni per bellezza? >> le chiesi con un tono di disapprovazione. Ditemi la verità, voi, non è uno spreco tenere un così bello strumento a fare polvere?

Lei mi guardò stranita, come se avessi detto la più grande cavolata del mondo.

<< Ciccio, io non tengo niente per bellezza, capito? Se c'è vuol dire che serve a qualcosa! E per essere più precisi, serve a ME! Sì, io suono il pianoforte... e non fare quella faccia da scemo che stai facendo!!>> mi rimproverò urlante. Co...cosa? Deep, quella ragazzina tanto irruenta e burbera, poteva mai suonare uno strumento delicato ed elegante come il piano? Risposta: NO, assolutamente inconcepibile! Non riuscivo a crederci!

Lei sembrò aver capito i miei pensieri, infatti sussurrò determinata << Ora ti faccio vedere io! >> poi si sedette sullo sgabello del pianoforte e si schiarì la voce, per attirare la mia attenzione.

Poi le sue dita sfiorarono i tasti bianchi e neri, formando una melodia che riconobbi immediatamente: Fuer Elisa di Beethoven.

Incredibile. Il suono era ben distinto e sfumato, senza nessuna imperfezione. Io rimasi a bocca aperta. Come diavolo poteva suonare un brano tanto complicato in un modo così perfetto? Doveva aver studiato per anni...

Rimasi ad ascoltarla per dieci minuti, nei quali lei non sgarrò neanche una nota e non fece nessuna imperfezione. Quando le sue dita si tolsero dai tasti e la sua testa si girò nella mia postazione mi accorsi che avevo una faccia da pesce lesso. Ma, insomma, è naturale, no?

Lei mi guardò superiore << Fidati, ho fatto brani più complessi... comunque non era esattamente questo che volevo farti sentire, però riguarda il pianoforte. Sai, dopo tre anni dalla morte di mio padre ho composto e scritto una canzone per lui... e volevo fartela sentire. Ti va?>>Mi disse a mezza voce.

Io annuii, sicuro.

Deep prese un bel sospiro e, dopo aver sussurrato un “bene”, riprese a suonare. Questa volta la melodia era più dolce, carica d'affetto.

<< Si chiama “Butterfly fly away” (“La farfalla volerà via” Miley Cyrus)>> . Poi, un attimo dopo la musica venne accompagnata da una voce melodiosa, quasi surreale, tanto era bella!

Ok, in quel momento stavo avendo uno shock nervoso di dimensioni catastrofiche... davvero troppo, in una sola giornata!

Come era possibile... Deep aveva una voce da far paura, o meglio, da far invidia a chiunque, persino a me!

 

You tuck me in turn out the light

kept me safe and sound at night

litter girls depend on things like that.

Brushed my teeth and combed my hair

had to drive me everywhere

you were always there when I looked back.

You had to do it all alone

make a living, make a home

must have been as hard as it could be

and when I couldn't sleep at night

scared things wouldn't turn out right

you would hold my hand and sing to me

 

Mi rimbocchi le coperte, spegni la luce

mi lasci sicura e sana di notte

le bambine contano su cose come questa.

Lavare i denti e pettinare i capelli,

dovevo essere guidata dappertutto

tu eri sempre lì quando mi guardavo indietro.

Hai dovuto fare tutto da solo

guadagnarsi da vivere, costruirsi una casa

deve essere stato il più difficile possibile.

E quando non riuscivo a dormire la notte

le cose paurose non volevano scomparire

tu mi prendevi la mano e cantavi per me

 

Caterpillar in the tree

how you wonder who you'll be?

can't go far but you can always dream

wish you may and wish you might

don't you worry hold on tight

I promise you there will came a day

Butterfly fly away

Butterfly fly away

got your wings, now you can't stay

take those dream and make theme all come true

Butterfly fly away

you've been waiting for this day

all along and know just what to do

Butterfly Butterfly Butterfly

Butterfly fly away

 

Un bruco nell'albero

come ti immagini che sarai?

Non puoi andare lontano ma puoi sempre sognare

ti auguro di poter fare e ti auguro che potrai farlo

non preoccuparti, tieni duro.

Ti prometto che verrà un giorno in cui

La farfalla volerà via

La farfalla volerà via

Hai le tua ali, ora non puoi più stare ferma

Prendi quei sogni e falli diventare reali

La farfalla volerà via

Hai aspettato questo giorno a lungo

e sai quello che devi fare.

La farfalla la farfalla la farfalla

la farfalla volerà via

 

Sia il testo che la musica erano bellissimi, pieni di sentimento ed emozioni che coinvolgevano l'ascoltatore -in questo caso, io- in quel turbine di emozioni dove Deep si era imbattuta anni prima. Si poteva sentire anche in aria l'atmosfera di determinazione, gioia, amore e desiderio.

Quando Deep si rigirò verso di me aveva una faccia rassegnata, e la cosa mi colpii.

<< Sai, lui era americano, però è dovuto venire in Italia per lavoro. E' qui che ha conosciuto mia madre, si è sposato e ha avuto me... poi però lasciò il lavoro e decise di trasferirsi in America con noi quando io avevo solo un anno. Lì ci ho vissuto per otto anni... fino alla sua morte... poi mia madre non sopportò più di vedere quel posto -le ricordava troppo mio padre- così ci ritrasferimmo qui, dove imparai anche l'italiano e divenni una perfetta bilingue!>> Fece una risata, interrompendosi. Io mi unii a lei. << Io adoravo l'America, la consideravo la mia patria a tutti gli effetti... e vorrei ritornarci, ma senza mia madre. Dovrò aspettare ancora qualche anno...>> sospirò quando tornammo seri. Poi alzò lo sguardo, pieno zeppo di tenacia, con gli occhi che lampeggiavano di forza. << Io DIVENTERO' una cantante a tutti gli effetti!! Quello è il mio sogno e io lo devo realizzare... per mantenere la promessa fatta a mio padre! >>

Era irremovibile. Sapevo che, se anche non fosse stata così brava a cantare e a suonare, avrebbe realizzato comunque il suo sogno; questo perché era talmente determinata che né una montagna, né qualunque altra cosa (materiale o no) avrebbe potuto intralciare il suo commino... e forse io avrei potuto aiutarla. Come cantante a tutti gli effetti -e anche con una certa fama, vorrei aggiungere- avrei potuto presentarla a qualche casa discografia e in poco tempo, ne ero sicuro, sarebbe arrivata al mio stesso livello, se non superiore. Già, lei aveva tutte le qualità per battermi. Però solo con il mio aiuto.

Era il momento. Ora le avrei rivelato la verità. Tutta la verità.

Presi un sospiro, incoraggiandomi, poi la fissai dritta negli occhi.

<< Deep, c'è una cosa che devo dirti! >>

 

 

Ok, finita la fiction...

No, scherzo, come potrei lasciarvi proprio in questo momento?? Allora, Justin dirà o no questa maledetta verità alla nostra cara Deep?? Bho, non chiedetemelo perché io non lo so...

Comunque bando alle ciance, rispondiamo recensioni:

-ale_sele: Hola, mi amiga! È bello sentirti sempre... però non chiamarmi stordita, CAPITO?? Guarda che non continuo la ff... no scherzo, dai! So che il capitolo precedente è un po' triste, però... dovevo dirlo!! non prendertela con me!

-_Chiaraa:Ciao, è un piacere vedere che continui a recensionare... please non smettere che mi fa un piacere enorme!! In primis volevo ringraziarti per tutte le cose che scrivi, graditissime (anche se non me le merito), e in secondo luogo non saprei proprio come fare per “farmi pubblicità”, anche perché in queste cose sono ignorante peggio di una capra... Accetto consigli, però!!(quelli sono sempre graditi) XD

 

A proposito, volevo fare un sondaggio: Preferite Justin o Deep??

Ciao e grazie a tutti quelli che seguono la ff.    

 

 

 

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Capitolo 8
*** << Co... cosa?? >> ***


 

Capitolo 7: << Co... cosa?? >>

 

 

Ok, era il momento di dirle la verità. Dovevo raccontarle chi ero veramente. Ma... mi sentivo in difficoltà, mi mancava la voce... come se non volesse uscire. Ero agitato... ma per cosa? Ormai la decisione era già stata presa!

Lei, non appena finii la frase, mi interruppe << No, qualunque cosa tu abbia da dire aspetterà... sai, neanche a me piace rimanere bagnata! >> e mi sventolò sulla faccia il braccio inzuppato, a mo di prova.

Uffa, certo che non mi aiutava, così! Persino inconsciamente mi metteva i bastoni tra le rute!

Come facevo a dirle chi ero, se lei continuava a rimandare all'infinito?

Però, in effetti, sarebbe meglio dirglielo con un aspetto migliore che inzuppato fradicio...

entrambi i nostri sguardi caddero sul fon che avevo in mano... uao! Allora era questo il “brillante” modo per asciugarci? Sembrava che fossimo entrati in un film!

Deep si rialzò dalla seggiola del pianoforte e mi strappò di mano il fon. << Prima le signore! >> si disse da sola. Attaccò la spina, accese il fon e iniziò ad asciugarsi i capelli, lasciandomi lì a fare la bella statuina!

<< Per favore, Justin, potresti prendermi un paio di jeans e una maglietta a maniche lunghe... se c'è quella blu con il cappuccio... e me li porti? Sono nell'armadio, ovviamente! >> mi disse alzando la voce per via del fon. Io annuii e mi diressi nell'armadio, aprii le due ante e mi ritrovai davanti il guardaroba di Deep... sarà che sono una star -e quindi le dimensioni del mio armadio sono infinitamente più larghe- però il suo guardaroba era davvero misero e per nulla elegante. Si potrebbe tranquillamente suddividere in: 8 magliette (tra lunghe e corte), 4 jeans, 3 pantaloni colorati... con assenza assoluta di gonne e vestiti. Molto strana come cosa, anche perché l'amore delle ragazze si divideva in:

1:Vestiti. Che mettono in risalto la loro bellezza!

2: Bigiotteria... e ancora non mi sono spiegato come fanno a piacergli degli orecchini o braccialetti...

3: Trucco. Le valorizza, oppure copre le imperfezioni rendendole ancora più belle.

L'unico collegamento che legava questi tre fattori era la bellezza. Alle donne piace essere attraenti e ricevere complimenti e apprezzamenti... ma questa donna era proprio il contrario!!

Insomma ditemi voi se è normale che una ragazza di 16 anni non abbia nell'armadio nessun vestito e nessuna gonna e neppure una maglietta abbastanza elegante! Oppure che scatta di rabbia non appena le fai un complimento, oppure che non l'ho mai vista guardare un ragazzo attratta e non le ho mai visto una linea di trucco, oppure che snobba completamente le vetrine, o anche che non sappia neppure chi è Giorgio Armani...

<< Justin, ti muovi?? fra poco ho finito... >> mi urlò lei, nonostante non fosse ad una distanza così grande...

<< Arrivo, arrivo... >> le risposi scocciato.

Le buttai sul letto i vestiti, poi mi sedetti sulla sedia della scrivania, in attesa del mio turno. Lei, intanto, mi aveva seguito con lo sguardo e, quando mi ero fermato sulla seggiola, aveva inarcato un sopracciglio, come se avessi dimenticato qualcosa. Ero confuso... perché mi guardava in quel modo?

<< Che c'è? >> le chiesi smarrito.

Lei alzò gli occhi al cielo e fece una faccia da “Ma-che-amico-scemo-che-ho”. << Ma secondo te mi cambio davanti ai tuoi occhi? >> mi chiese tra il divertito e l'incredulo.

Molto probabilmente in quel momento feci la figura di quello che è cascato dalle nuvole, infatti sgranai gli occhi e sembrava che avessi preso una scottatura di terzo grado in faccia. Tutto perché la mente si era immaginata la scena di lei che si cambiava... davanti a me... brr, meglio non pensarci!

Senza dire una parola mi alzai di filata e uscii fuori dalla porta con un sonoro “BANG”. Per i successivi due minuti rimasi fermo, con le spalle rivolte alla porta, ancora scosso.

Solo quando sentii un << Puoi entrare >> mi decisi a rilassarmi e ad aprire la porta.

Lei si era cambiata ed era meno... acquosa!(N.A*: non so se si può dire così XD).

Fece un sorriso e mi lanciò il fon. Io, con uno scatto, lo presi al volo.

<< Ora tocca a te... >> mi disse Deep dirigendosi verso... l'armadio?

Non appena capii cosa volesse fare, primo, divenni rosso come un pomodoro e, secondo, corsi ad una velocità flash verso di lei, bloccandole il passaggio per arrivare all'armadio. << No! Non-farlo! >> sbraitai fuori di me. Ok, va bene tutto, ma... non quello!!

Lei mi guardò sorpresa e confusa << Perché no Justin? Hai visto anche te che il mio guardaroba potrebbe essere scambiato per quello di un ragazzo, anche perché... o quello o rimani bagnato! >> mi disse calma.

Perché no? Mi stava chiedendo perché no? Bo, forse perché non volevo in nessun modo indossare i suoi abiti? Quelli di una ragazza? Va bene che i suoi erano molto maschili, però... il solo pensiero mi faceva orrore. Io che indosso vestiti già indossati da una ragazza? Niente da fare, sarei rimasto bagnato, piuttosto!

A quanto pare avevo uno sguardo eloquente, perché la vidi ridurre gli occhi a due piccolissime fessure.

Oh oh, avevo imparato a leggere gli allarmi rossi del suo corpo e questo era un chiaro segno che si stava innervosendo.

Uffa!! ma perché doveva averle vinte tutte lei? Semplice, mi dissi, la legge della natura: il più forte sconfigge il più debole... ma allora ero io il più debole? Ci pensai su per un millisecondo: Sì, ma anche il campione del mondo di Box sarebbe stato sconfitto da Deep... l'assassina!!

Lei, per confermare definitivamente la mia teoria disse con voce minacciosa << Ok, allora cambio la domanda... preferisci indossare i miei vestiti o essere picchiato a sangue? >>

No! assolutamente no! Preferisco la pena capitale!

Diedi occhiata al suo sguardo.

Certo, metteva davvero paura, però...

Ok, l'aveva vinta lei!!

Anche Deep sembrò accorgersi del mio sguardo sconfitto. Lo capii dal fatto che fece un sorriso raggiante, degno di un angioletto... che nasconde dietro di sé tanto di corna e forcone!

Velocemente mi aggirò e la sentii aprire l'armadio. Io non mi girai. Non volevo neppure pensare a ciò che stavo per fare. Ci fu un breve silenzio, poi sentii le ante dell'armadio sbattersi violentemente. Ma trattava così tutti i mobili della casa?

La sentii avvicinarsi e lasciare i vestiti sulla mia spalla. Poi mi superò e la vidi uscire dalla porta.

Ok, per prima cosa, asciugarsi. Peccato che ci misi solo tre minuti per farlo e a quel punto dovevo solo... cambiarmi!

Rimasi immobile per dieci secondi, poi, senza neanche guardarli, mi misi i vestiti. Pultroppo mi bastava indossarli per capire cosa fossero: Una felpa marrone e un paio di jeans chiari. Bé, devo ammetterlo, pensavo peggio. In un attimo di curiosità mi chiesi cosa avrebbe fatto Deep se avesse dovuto partecipare a una festa e non avesse tempo per andare a comprare qualcosa di carino... probabilmente se ne sarebbe fregata e sarebbe andata in tuta... si, molto da Deep...

Poi mi accorsi di una cosa... che stupido! Io l'avevo già vista con un completo abbastanza elegante, al giorno del suo compleanno! Velocemente mi diressi vero il suo armadio, lo aprii, e cercai quella bella gonna e quella maglietta elegante... niente, neanche l'ombra. Ma che fine aveva fatto?

<< Ehi, che guardi? >> quella voce così inaspettata mi fece sobbalzare, spaventato. Mi rigirai dalla parte della porta e lì vidi Deep appoggiata contro il muro dove c'era disegnato suo padre.

Io la guardai un po' smarrito, poi passai il mio sguardo da lei all'armadio, per poi ritornare a guardarla << Ricordi la tua festa a sorpresa? Quella che organizzai io al tuo compleanno? >> Le chiesi. Lei fece una smorfia, disgustata, al ricordo. << Impossibile dimenticare un avvenimento così... terrificante!>> mi disse a metà tra il serio e lo schifato. Lasciai perdere il suo tono e le posi un'altra domanda << Tu non indossavi mica una gonna? Oppure me la sono immaginata? >>

Lei ci pensò su per tre secondi, poi annuì.

<< E dov'è ora? Nel tuo armadio non c'è... >> Le chiesi dando un altro sguardo all'armadio. Quando mi rigirai nella sua posizione lei aveva uno sguardo duro. << L'ho bruciata >> Mi disse solenne.

… Cosa?? Che aveva fatto? … forse avevo capito male...

<< Potresti ripetere? >> le chiesi con voce soffocata. Dire che ero scioccato era ben poco!

La sua espressione non cambiò di un millimetro. << Hai capito bene... l'ho bruciata >> mi ripeté tranquilla.

Ok, Deep aveva bruciato un vestito. Ma...

<< Perché? >> mi sfuggii dalle labbra.

La vidi alzare lo sguardo e fissare il soffitto, a braccia incrociate. << Diciamo che volevo eliminare ogni possibile oggetto che mi facesse ricordare quel giorno maledetto... e devo ammettere che se non fosse stato per il tuo “asso nella manica” avrei bruciato anche te... >> mi disse tornando a guardarmi. Io rimasi fermo, immobile, pieno di paura. Notando il mio sguardo terrorizzato si mise a ridere a crepapelle. << Ma come… potresti mai pensare... che io ucciderei... qualcuno? Sei... proprio un... tonto! >> mi disse mentre si contorceva ancora dalle risate.

Uffa, questa frase l'avevo già sentita! << Ehi, guarda che, secondo me, tu sei molto più brava come killer che come cantante! Datti alla criminalità... >> le dissi cercando di non far notare il mio terrore. Si, in effetti non pensavo che sarebbe arrivata fino a quel punto, ma d'altro canto... Deep era imprevedibile, no?

Si sentì sbattere una porta... quella d'ingresso! << Anita? Sono tornata! Dove sei? >> chiese una voce che riconobbi. La madre di Deep era tornata. Fantastico! Davvero fantastico!

Vidi che anche Deep la pensava come me, infatti sbuffò e, a passo pesante, uscì fuori dalla stanza con me che le stava alle costole. << Sono qui mamma, e c'è anche Justin con me! Allora, come è andato lo shopping? >> le chiese una volta raggiunta. La donna guardò la figlia con un sorriso, posando sul tavolo della sala i 5 sacchetti che portava in mano, più un ombrello.

<< Bene devo dire... a parte la pioggia! Guarda che sfiga, ha smesso di piovere proprio dieci minuti fa, quando stavamo tornando indietro >> disse visibilmente scocciata guardando l'ombrello. Poi il suo volto posò su di noi << Voi, invece, ragazzi? Fatto qualcosa di interessante? >> ci chiese interessata. Io non sapevo che dirle, anche perché non ero sicuro che Deep volesse raccontare il nostro pomeriggio al cimitero...

<< No, un giretto in giro... >> rispose Deep restando sul vago. Sua madre non ci cascò, però. Inarcò un sopracciglio << Con questa pioggia? >> ci chiese passando velocemente lo sguardo tra me e la figlia. Poi si accarezzò il mento con l'indice e il pollice della mano destra << Ragazzi, c'è qualcosa che dovrei sapere? >> ci chiese sospettosa.

Co... cosa stava pensando? Che... io e Deep...

Sinceramente non sapevo che espressione avevo, non riuscivo a trovarmi la faccia. Il mio cuore perse un battito e sentii tutta la testa pulsare, piena di sangue. Ora avevo capito l'espressione “Ti è venuto il sangue al cervello”!

Per fortuna Deep era molto più controllata di me << Mamma! Sai come la penso su certe cose! È stata una mia idea uscire con questo tempo e … diciamo che l'ho obbligato, però dovevo mostrargli una cosa. Peccato che ci siamo bagnati fradici, così siamo tornati a casa, ci siamo asciugati e messi vestiti puliti... bé i miei! Punto. Vuoi che ti faccia anche l'analisi scritta con tanto di commento? >> le chiese sarcastica e un po' arrabbiata. La madre ci fissò ancora un attimo, indecisa, poi si dileguò nella sua stanza dicendo che doveva mettere via i nuovi acquisti. Non appena scomparve mi rilassai immediatamente. Stare con Deep non era molto salutare, per me, se ogni volta accadeva una roba del genere. Deep mi stava guardando, leggermente preoccupata. << Justin, stai bene? Non hai una bella cera... >> mi disse. La rassicurai dicendole che era stato per la domanda di sua madre che mi ero agitato. << Già, quella donna non si fa mai gli affari propri! >> disse alzando la voce.

<< Ti ho sentito, sai! >> urlò la signora Gallazzi dal piano di sopra. Entrambi scoppiammo a ridere.

Quando tornammo seri, mi domandò << Allora, sono pronta, cosa volevi dirmi? >> mi chiese lasciandomi un attimo smarrito. Non capivo... di cosa stava parlando?

Lei sbuffò. << Insomma, tonto! Quando eravamo ancora inzuppati hai detto che dovevi dirmi una cosa... parla! >> mi incoraggiò.

Ah, quello! Già, però... insomma, non eravamo soli in casa e se, per caso, Deep avesse avuto una reazione non molto positiva sua madre sarebbe stata coinvolta e questo non era certo ciò che volevo. No, dovevamo essere da soli. La soluzione venne da sola, spontaneamente.

<< Che ne dici se ne parliamo a cena? Ti porto a quel ristorante caro caro che mi consigliasti tu al nostro secondo incontro! Ti va? >> ero agitato, si vedeva. Se avesse voluto delle risposte subito... sinceramente non sapevo cosa le avrei detto!

Lei, invece, sembrò contenta della mia proposta. << Certo, ma... ad una condizione!>> mi disse allegra. Io granai gli occhi. Cosa voleva? Inizia a sentire la paura impossessarsi del mio corpo

<< Paghi tu? >> Mi chiese. Io, prima, feci una faccia sbalordita, poi, scoppiai a ridere. Era tutto questo quello che voleva? E io che mi ero immaginato chissà cosa...

Lei sembrò infastidita dalle mie risate. << Che c'è? >> chiese infastidita. Io smisi subito di ridere, avrei potuto rimetterci la faccia... << Niente, solo pensavo che mi chiedessi una cosa improponibile! >> le riposi bonario. Lei, con un sospiro, si calmò. Le feci un sorriso.

<< Ora è meglio che vada a casa a prepararmi... ti passo a prendere alle 7 in punto >> Le dissi prima di girarmi e uscire fuori per poi avviarmi verso casa.

 

Suonai al citofono della casa di Deep. Erano le 7 spaccate. Sorrisi. Che orologio svizzero, dissi tra me e me. Nessuno rispose ma il cancello si aprì con un sonoro BRIIIING!

Lo spalancai per bene e dopo due secondi vidi che Deep mi veniva in contro, con un sorriso sicuro.

<< Allora? Sei pronta? >> le chiesi rispondendo al suo sorriso. Lei annuì e iniziò a camminare davanti a me. << No, ferma! >> la bloccai parandomi davanti a lei che mi guardò interdetta e confusa. << Questa volta voglio essere io a guidare te >> le spiegai. Già, l'ultima volta lei mi aveva guidato, aveva lei le redini della situazione. Questa volta sarebbe stato diverso, io l'avrei guidata e avrei avuto io il controllo della situazione, come a dimostrarle che anch'io ero in grado di sapermela cavare... e di prendermi cura di lei.

Lei capì cosa volessi fare, mormorò un << Ahh >> poi alzò le mani, in segno di resa, come facevano i criminali quando venivano catturati dai poliziotti... << Allora mi affido a te >> .

Proprio le parole che volevo sentire!Feci un sorriso e inizia a camminare, davanti a lei.

In un quarto d'ora raggiungemmo “Asia”, il ristorante dove avevo cenato con Deep per la prima volta. Avevo la sensazione che, stando in quel ristorante, i ricordi sarebbero venuti più spontanei. Si, avevo fatto bene a scegliere questo posto per raccontarle la verità. Non sapevo assolutamente come glielo avrei detto e sperai con tutto me stesso che le parole sarebbero venute fuori da sole a tempo debito. Come avevo pensato, non c'era nessuno! Ci sedemmo nello stesso posto in cui ci eravamo seduti la prima volta. Iniziammo a chiacchierare del più e del meno, mentre cercavo un modo per affrontare l'argomento...

No! Per favore fa che stia sognando! Oddio!!

Mi immobilizzai, assolutamente terrorizzato.

La ragione? Semplice quanto terrificante: due ragazze di circa 18 anni stavano entrando nel ristorante.

Ti prego, fa che non mi notino, fa che non mi notino... continuavo a pregare, sperando che, chiunque fosse in ascolto, esaudisse la mia richiesta.

Anche Deep sembrò notare il mio sguardo terrorizzato << Che c'è Justin? >> mi chiese preoccupata.

Al nome Justin, la prima ragazza, bionda e slanciata, si girò di scatto incontrando i miei occhi, assolutamente strabiliata ed emozionata... oddio, perché doveva succedere proprio a me una cosa del genere?

La ragazza che mi aveva notato tirò la manica dell'amica, mora e tozza, senza staccarmi gli occhi di dosso. La seconda ragazza guardò nella stessa traiettoria dell'amica e, non appena mi vide, lanciò un urlo emozionato, coprendosi la bocca con entrambe le mani, gli occhi che luccicavano di incredulità.

Peggio che in qualsiasi incubo!! Cosa sarebbe successo ora? Cosa avrei raccontato a Deep?

Entrambe le sconosciute ragazze si precipitarono addosso a me, dicendomi parole incomprensibili. Per me, ma non per Deep, la quale era incredibilmente sorpresa , confusa e spaventata. Di certo non si aspettava nulla del genere.

Io volevo fare qualcosa, dire a quelle ragazze di smetterla o... qualunque cosa! Dovevo intervenire, lo sapevo, ma... ero completamente paralizzato dalla sorpresa e dalla paura. Intanto le due ragazze che mi avevano rovinato la giornata continuavano spedite il loro discorso, in italiano.

Una nuova paura mi attraversò lo stomaco... cosa stavano dicendo che io non potevo capire? Cosa stava scoprendo Deep?

La risposta mi venne dopo pochi secondi. Mentre le due ragazze continuavano a parlottare, dalle labbra di Deep uscì una frase che mi fece quasi morire << Co..cosa?? >>

 

 

Mio dio che bastarda che sono... ok, ora uccidetemi pure! Povera Deep, ha scoperto la verità in una maniera non molto carina... però la colpa è anche un po' di Justin, doveva dirglielo prima! Vabbè, tanto quello che è fatto è fatto... non piangiamo sul latte versato!

Vi dico subito che non mi è piaciuto molto il capitolo... forse è un po' troppo pesante...

Bo, giudicate voi! XD

Ora alle recensioni:

ale_sele: Se dici che nello scorso capitolo lasciavo troppa suspance, allora che ne dici di questo?=) Mi sembra già di sentire le tue imprecazioni... Vabbè, allora mi ci devo abituare alla “stordita” -.-”! Per quanto riguarda il sondaggio, la tua risposta è troppo prevedibile!XD Mi dispiace molto per gli errori di ortografia ma... mi scappano! Mica li ho fatti apposta... comunque spero che in questo capitolo non ce ne siano, o comunque ce ne siano pochi... Ti voglio tanto bene amica mia! P.S: Please, dì a mamma 2 che mi dispiace un sacco... ç_ç!!

_Chiaraa: Oh, grazie tante, mi fai arrossire ^//^! Sei troppo buona e spero che il capitolo ti piaccia almeno un po'... mi dispiace per lo scherzo, ma mi è saltato in mente e l'ho messo senza pensarci. Spero che non ti sia venuto un infarto, perché se è così ti consiglio di non leggere questo capitolo... potresti morire!! Grazie per i consigli, tenterò di fare qualcosa!!XD

 

Grazie ancora a tutti e vorrei informarvi che ho fatto un'altra ff, su Twilight questa volta, perciò chi è interessato può andarla a vedere, se vuole! XD

 

Domanda: Ero indecisa se, finita questa ff, fare un seguito che racconta la stessa storia dal punto di vista di Deep, oppure mettere alla fine soltanto alcuni capitoli scelti da voi (ovviamente)! Lascio a voi la risposta: Che volete?

 

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Capitolo 9
*** Basta giocare con me!! ***


 

Capitolo 8: Basta giocare con me!!

 

 

 

<< Co... cosa? >>

 

Che-situazione-schifosa-!

Già, questa era proprio la frase migliore per descrivere ciò che stava accadendo.

Lei, con una faccia sbalordita e incredula. Io, con uno sguardo terrorizzato e dispiaciuto.

Davvero una bella coppia!!

Le ragazze guastafeste continuavano a urlarmi vicinissime all'orecchio, intente a gettare benzina sul fuoco.

Perfetto! Sembrava che qualcuno oggi avesse gridato “Tutti contro Justin”! Bé, non potevo certo dire che non me lo meritavo...

Già, perché io avevo aspettato troppo a diglielo e ora ne pagavo le conseguenze. Lei si era fidata di me e io no. Lei aveva scommesso tutto sulla nostra amicizia, mentre io esitavo sempre, pieno di paura.

La semplice verità era che lei era forte, mentre io ero debole. In tutti i sensi.

Ebbi la conferma dei miei pensieri un secondo dopo che li formulai. Tutto grazie allo sguardo di Deep.

Rabbia, indignazione, incredulità e tristezza riempivano il volto ovale della mia amica, mentre nel mio si faceva largo il senso di colpa, la disperazione e, soprattutto, la paura. Paura di aver rovinato tutto senza rimedio.

Tutte queste sensazioni vennero amplificate dal colpo di grazia che mi lanciò Deep. Infatti nel suo volto le emozioni di prima si annullarono, lasciando spazio soltanto ad una: la delusione.

Venni scosso da un brivido di dispiacere, mentre la vidi acchiappare qualcosa dalla borsa che aveva in mano e lasciarla sul tavolo, per poi alzarsi, prendermi per il colletto della giacca e trascinarmi fuori dal ristorante, incurante delle urla di disapprovazione che lanciavano le due rovina-serate.

Non parlò, ma mi tenne ben stretta nella sua presa di ferro, come se avesse paura che potessi scappare. Io la seguivo senza fiatare, cercando di capire le sue intenzioni.

Dopo circa cinque minuti di camminata, passati nel più tombale silenzio, finalmente si bloccò. Notai appena che eravamo arrivati in un parchetto isolato e spopolato. Avevo ben altre cose in mente.

Quando Deep si rigirò verso di me la sua faccia era un misto di delusione e indignazione. Un fremito mi scosse il corpo, provando a immaginare cosa stava pensando. Le opzioni erano 2: o mi stava lanciando una miriade di imprecazioni, oppure stava cercando di vederci chiaro. Sperai con tutto me stesso che l'alternativa esatta fosse la seconda!

Passarono dei minuti, nel più totale silenzio. Strano. Mi ero immaginato che mi avrebbe urlato contro, schiaffeggiandomi per bene o... che reagisse in qualche modo! Invece ora mi ritrovavo di fronte una Deep fredda, sprezzante, accusatrice e... silenziosa! Questa cosa che non era mai accaduta e non mi piaceva affatto.

<< Per favore, dì qualcosa >> la implorai io.

La sua occhiata divenne ancora più gelida. << Non sono io quella che dovrebbe parlare, ma tu! Non sono convinta di aver capito bene, ma di sicuro so una cosa: tu mi hai celato un tuo segreto, mi hai mentito! >> Aveva iniziato sussurrando, per poi aumentare il volume della voce fino a urlare l'ultima parola.

Io sussultai, non appena smise di parlare. Aveva ragione, maledettamente ragione.

<< Se non sbaglio eri tu quello che diceva che l'amicizia si basava sulla fiducia! Ed eri tu quello che mi aveva costretto a scegliere tra te e il mio segreto! E io che ho fatto? Da grande scema sono caduta nella tua stupida recita! Ora smettila, basta giocare con me!! >> Urlò avvicinandosi pericolosamente e additandomi accusatrice.

Cosa? Pensava che stessi recitando? Che l'amicizia che provavo nei suoi confronti non fosse vera?

No, la realtà non era quella e io la sapevo!

<< Guarda che ti stai sbagliando! Se non ti ho detto niente è perché non volevo che mi considerassi in modo diverso!! Avevo paura che poi avresti visto solo... >> non riuscii a finire la frase, perché non volevo dire proprio quella parola. Perché dirla davanti a lei sarebbe stata come una conferma del mio errore.

<< Solo un cantante famoso?? >> mi urlò lei infuriata. A quelle parole sussultai.

Lei sembrò non notare il mio sguardo dispiaciuto, o forse non glie ne fregava niente!

<< Guarda che non mi incanti con queste false parole!! Sei solo un bugiardo!! Io non ti crederò mai più! Non mi servono dei bugiardi nella mia vita! >> disse prima di voltarsi. Nella sua voce c'era tanto dolore, lo sentivo, lo percepivo... e tutto questo era a causa mia.

Io non mi meritavo Deep. Lei era troppo in gamba, troppo intelligente e brava per avere al suo fianco una persona come me. Le avrei fatto solo un favore andandomene

<< Hai sbagliato >> mi accusò, leggermente più calma. Io sospirai e sentii come un nodo in gola, intestardito a non scendere. << Mi dispiace >> dissi io. Era l'unica cosa che mi veniva in mente.

Lei stette in silenzio, come ad aspettare qualcosa. Forse voleva sapere la mia versione, oppure... non so! Il mio corpo era terribilmente diviso in due: uno cercava disperatamente un modo per potermi riappacificare con lei, mentre l'altro, preso dallo sconforto, mi suggeriva di lasciar perdere, che non la meritavo e che lei questo lo sapeva...

Devi lottare, sai che ci tieni troppo a lei...

Lasciala perdere, non potrai fare nulla, l'hai persa...

Terribilmente diviso. Ecco cos'ero.

Come solitamente succede nei film (e solo nei film) nei miei occhi si formò un leggero flash, che mi mostrava due futuri:

Il primo raffigurava un ragazzo e una ragazza, che ridevano spensierati sotto la pioggia. Nei loro occhi vi era felicità e completa armonia. Il ragazzo era abbastanza alto, con i capelli color cenere e un sorriso che avevo visto milioni di volte, allo specchio. Io. La ragazza invece era molto bella, con i capelli color petrolio, ondulati e ribelli. Sfoggiava un sorriso completamente sereno ed entusiasta. Deep.

Subito riconobbi che quello era il risultato di ciò che sarebbe successo se avrei continuato a lottare per tenermi stretta la sua amicizia.

Il secondo, invece, era inquietante. Mostrava gli stessi ragazzi, ma completamente diversi, in un certo senso. Il loro sguardo era mutato, il sorriso si era spento ed entrambi si lanciavano sguardi freddi, ostili. Da veri nemici.

Ecco cosa sarebbe successo se non sarei riuscito a farmi perdonare. Ecco cosa sarebbe successo se avessi mollato.

No! questo futuro non si doveva avverare. Non potevo permetterlo. Avrei fatto qualunque cosa per riconquistarmi la sua fiducia, anche se sapevo che sarebbe stato difficile. Mai nella mia vita ero stato così determinato. Ribadisco, mai!

<< Non puoi perdonarmi? >> le chiesi. Nella mia voce non vi era più traccia di dispiacere, ma solo una scottante tenacia, risultato della mia decisione.

La sentii sussultare. Purtroppo non potevo vedere la sua espressione, era ancora girata

<< … e se ti dicessi di no? >> mi chiese sussurrando. Si notava che anche lei era combattuta con se stessa, anche se non ne conoscevo il motivo. Io però rimasi fermo e sicuro alle sue parole. Ormai sapevo cosa avrei fatto. Il mio futuro non si sarebbe più diviso, perché io stesso avevo creato un sentiero e lo avrei seguito. Era questa la mia strada.

<< Allora vorrà dire che lotterò per conquistarmelo. Alla fine riuscirò a farmi perdonare... lo prometto! >> le dissi.

A quel punto lei si girò di scatto, sul suo volto era segnato stupore, meraviglia... ma anche speranza. Forse era proprio questo ciò che voleva, desiderava una prova della mia amicizia, per dimostrare che non l'avevo presa in giro. E io glie l'avrei data, ormai avevo giurato.

Dopo pochi secondi di stupore, nel suo volto tornò a dominare dolore e tristezza, accompagnanti da una sua parola << Perché? >>

Io la guardai confuso. << Perché cosa? >>

Lei mi si avvicinò piano, cauta. << Perché proprio tu l'hai fatto? Proprio tu... >> sembrava quasi implorare.

Io abbassai lo sguardo. Mi sentivo incredibilmente debole. << Scusa, volevo dirtelo, però... avevo paura... che poi non mi avresti accettato, oppure che non mi avresti più visto come il tonto Bober che ti è venuto addosso per strada o che si è smarrito per ben due volte in una stessa città... >> dissi lasciandomi scappare un sorriso, perso in quei ricordi felici...

anche Deep sembrò essersi persa in qualche sua riflessione... forse stava cercando di mettersi nei miei panni, anche se sapevo che non ci sarebbe riuscita. Se i ruoli si fossero invertiti, lei me lo avrebbe detto immediatamente, nonostante la paura lacerante. Perché lei era più forte.

<< Scusami, sul serio. Non avevo mai avuto l'intenzione di prenderti in giro, neanche per un'istante. Io esitavo per colpa della mia debolezza, però... non succederà più. >> le dissi determinato, prima di fare qualche passo indietro, continuando a guardare il volto attento e spaesato della mia amica. La vidi fare un passo verso di me, come se volesse riacchiapparmi, ma poi si fermò. Io intanto continuavo ad allontanarmi, ormai si stava facendo buio e dovevo affrettarmi se volevo mettere il atto il mio piano. Prima di scomparire le dissi << Vai a casa e non preoccuparti. Mi farò perdonare!! >>

Poi iniziai a correre, riconoscendo la via di casa. Ormai non mi perdevo più.

Arrivato in casa mi affrettai a salire in camera, fuori da sguardi indiscreti. Presi il mio telefonino e composi il numero che cercavo. Con un sorriso sulle labbra attesi che mi rispondesse.

<< Pronto? >> mi chiese una voce maschile, palesemente annoiata.

Il mio sorriso si allargò ancora di più. << Usher, ciao! Ascolta devi farmi un favore... >>

 

Ciao!! Grazie per aver aspettato!! Comunque per tornare alla storia... avete capito perché Justin chiama Usher?? spero di si... scusate se il capitolo è un po' più corto degli altri, ma questo era tutto ciò che mi veniva in mente!! Spero di non deludervi...

Okay, ora alle recensioni:

ale_sele: Grazie infinitissime!! Lo so, sono proprio un mostro nelle suspance!!XD Già, povera Deep, ha quasi la mia stessa sfiga. Quasi!! Grazie per il parere e, se non riceverò altre proposte in contrapposizione alla tua, farò come vuoi!! Grazie ancora, moltissimo!!

Domanda: Quanti anni avete?

lo so è una stupida domanda, ma sono curiosa!!

Grazie ancora a quelli che seguono o leggono semplicemente la mia umile ff!! Ciao e al prossimo capitolo!! XD

PS: _Chiaraa, dove sei?? ç__ç

Ah, qui c'è un disegno di Deep, come me la sono immaginata, più o meno. (il disegno non è mio)

  

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Capitolo 10
*** Missione... compiuta!! ***


 

Capitolo 9: Missione... compiuta!!

 

 

<< Dimmi Justin e, per favore, fa in fretta! Sono in ritardo a un appuntamento >> mi disse Usher completamente annoiato, come se invece mi stesse implorando di tenerlo attaccato al telefono e salvarlo dal suo incontro.

Io rimasi un attimo perplesso... per quale contorta ragione Usher aveva un appuntamento a quest'ora?

<< Scusa ma da quando lavori di notte? Non ti sembra un po' esagerato? >> gli chiesi.

Lo sentii sbuffare, come se dovesse ripetere le cose ad un bambino di cinque anni. Mi sentii leggermente offeso.

<< Justin, hai mai sentito la parola “fuso orario”? >> disse scocciato. << Qui è mattina >> finì.

Io arrossii violentemente. Che stupido! Era ovvio che in America ci fosse qualche ora di distanza rispetto all'Italia. Ecco, signori e signore, un'altra mia esibizione da ignorante! Spero che lo spettacolo sia piaciuto, grazie e buona serata!

Lasciando da parte la mia perversa ironia, mi decisi a spiegagli la ragione della mia chiamata. << Ecco, come ti ho detto volevo che mi facessi un favore... >> ma poi a pensarci bene, ciò che avevo in mente avrebbe aiutato molto più lui che me...

In poche e veloci parole espressi la mia richiesta... e come prevedevo lui fu molto felice di accontentarmi.

Ora bastava solo aspettare e sperare... nella buona parlantina di Usher!!

 


Che-noia!!

Erano già passati cinque giorni dalla chiamata e della bella “novità” non c'era neanche l'ombra. Possibile che il mio fantastico e insuperabile amico-superman fosse così in ritardo? Oppure aveva fallito l'impresa? Nel pensarlo mi venne un brivido. No, Usher doveva riuscirci!

Con questi bei pensieri rinnovai la mia pazienza che iniziava a scarseggiare.

Tempo due minuti che sentii la suoneria del mio cellulare trillare allegramente, segno che mi era arrivato un messaggino. Prima di scoprire il mittente chiusi gli occhi, incrociai le dite e pregai che fosse lui. Entrai nei messaggi ricevuti. Era lui!!

Mi affrettai ad aprire il messaggio, con una certa ansia. Se il risultato fosse stato negativo... sinceramente non avevo un piano di riserva, per farmi perdonare.

Oh, dai che andrà tutto bene!! mi dissi mentalmente. Peccato che non riuscivo a convincere bene neppure me stesso!

Lessi il messaggio... Meglio rileggerlo. Meglio rileggerlo un'altra volta... quando arrivai alla decima volta decretai che non stavo sognando!

Tutto a un puntino. Questo diceva il messaggio. Lo so, è una frase corta e un po' strana, ma io avevo afferrato il concetto. Quel gran genio aveva portato a termine la missione con successo.

Meglio non descrivervi il mio successivo moto di gioia... vi basti sapere che, dopo che ebbi finito di sfogarmi, mia madre mi rincorse con il mattarello in mano per 1 ora, 4 minuti e 34 secondi, precisi. Ma tranquilli, mi sono contenuto...

Non appena ripresi in mano la situazione iniziò la parte R del mio “piano d'assoluzione”.

R... come registrazione!

Tutto sommato era una parte facile del piano... se hai la complice adatta!! Sapete, la madre di Deep è davvero tagliata per stare sotto copertura in campo nemico... e trafugare il materiale interessato per portarlo alla base! Sogghignai. A volte mi chiedevo come la signora Gallazzi potesse fidarsi così ciecamente di me. Insomma, io le avevo detto solo che avevo una sorpresa da fare alla figlia e che mi serviva... Quello! E lei, senza esitazioni, era andata contro Deep per aiutarmi... bo, la stranezza sarà una caratteristica di famiglia! Sta di fatto che entro due giorni ebbi il materiale che mi serviva.

Ora c'era la parte I del piano.

I... come invio.

Una volta sistemata e “impacchettata”, la roba trafugata venne spedita dritta dritta... !

Ora, la parte più semplice del piano, quella A.

A... come aspettare!

Già, la più semplice ma anche... la più noiosa!! Insomma, io morivo dalla voglia di uscire e sventolare in faccia il programma del mio piano a Deep, così mi avrebbe perdonato seduta stante, nonostante tutto. Anzi, dopo quello che stavo facendo, mi avrebbe perdonato anche se avessi commesso tutti e sette i peccati capitali...

Però non potevo. Avrei rovinato l'effetto sorpresa... e questo sarebbe stato davvero uno spreco!! Insomma, non capita tutti i giorni che un ragazzo ti faccia dei regali del genere. O che abbia la possibilità di farlo, non dimentichiamolo.

Intanto che contavo le pecorelle intente a saltare il recinto, passavano i minuti... poi le ore... poi i giorni...

Non seppi esattamente quando, ma dopo un tempo indeterminato vidi che la cassetta della posta era piena.

Finalmente!! urlò la parte impaziente di me. L'altra, quella ansiosa, invece voleva prendersela con comodo. Il risultato fu che andai ad andatura normale, senza correre a perdifiato (come avrebbe voluto la parte impaziente) e senza andare a passo di lumaca (come invece voleva la parte intimorita). Eppure... perché sembrava che andassi a rallentatore?

Molto faticosamente riuscii a raggiungere la cassetta della posta. La aprii, ci ficcai dentro una mano e ne tirai fuori una busta. Era quella busta!!

Sempre al rallentatore la aprii, anche se avrei voluto tantissimo che qualcun altro di mia conoscenza fosse lì con me in quel momento...

Ok, il mio piano si era concluso.

 



Era passato un giorno da quando avevo ricevuto la lettera e sinceramente non sapevo come... farlo!

Nel senso, parlare con Deep. Il giorno in cui scoprì il mio “piccolo” segreto, devo ammettere che l'aveva presa meglio di quanto sperassi. Insomma, so che non è poi così manesca come vuol far credere, però di certo mi aspettavo una reazione un po' più cruenta. La soluzione mi scappava di mano. Forse perché, d'altro canto, era abituata alle notizie shock, però non mi sembrava abbastanza...

Uffa! Mi stava facendo venire mal di testa! Pensate che un giorno paragonai Deep ad un'equazione. Ma non ad un'equazione qualunque, bensì a quelle di un grado infinito, che neppure Einstein sarebbe riuscito a risolvere... e il comportamento di quella serate era l'incognita. Un incognita che fa bene il suo lavoro, per giunta...

Insomma!! dovevo decidermi ad incontrarla, avevo aspettato anche troppo tempo. Però avevo un'insensata paura. Insensata perché non avevo nulla da temere, anzi, mi andavo a riconciliare con lei. Eppure questo non bastava a placare il senso di angoscia che mi divorava il petto.

Forse... forse avevo paura che non sarebbe più stato lo stesso. Ecco, forse era la stessa paura che mi aveva bloccato tante volte nel dirglielo prima... e infatti guarda che pasticcio avevo combinato!!

Preso da un impeto di determinazione raccolsi le chiavi e la lettera. Mi sforzai di fare un sorriso sinceramente allegro, e non una smorfia. Basta con la codardia!! mi ripetei più volte.

Uscii di casa. Il cielo era limpido e sereno, con il sole che mi picchiava sopra la testa. Il più velocemente possibile percorsi con il cappuccio la strada verso casa Deep. Arrivato al cancello esitai un attimo, prima di premere energicamente sul pulsante del citofono. Ti prego fa che mi risponda la signora Gallazzi, ti prego, ti prego... pregai a chiunque stesse ascoltando... sperando che non fosse quello del ristorante!!

<< Sì? >> mi chiamò una voce adulta . Grazie al cielo!

<< Sono Justin, signora. Potrebbe chiedere a Deep di scendere... possibilmente senza dire che sono io ad aspettarla? >> le chiesi sperando che mi accontentasse anche questa volta.

<< Oh, ma certo! >> mi rispose entusiasta. Ripeto... perché mi accontentava sempre in tutto?

Dopo averla ringraziata attesi davanti al cancello. Pochi secondi dopo vidi Deep, camminare veloce e sicura. Sembrava che fosse passata un'eternità da quando non l'avevo rivista più, anche se ero conscio che erano passati solamente 10 giorni. Il corpo era ancora più magro, anche se sembrava emanare forza. I capelli raccolti in una disordinata cosa, con qualche ciuffo ribelle che saltava fuori di qua e di la. La cosa che mi colpì -come sempre, del resto- furono i suoi occhi. Era come quando l'avevo incontrata la prima volta: erano abbaglianti, profondi e non passavano inosservati. Non riuscivo a fare a meno di guardarli. Davvero troppo belli.

Non appena mi vide sentii il suo volto irrigidirsi, così come il suo corpo. Quella era la classica postura di quando c'è un'ospite “indesiderato”.

<< Che vuoi? >> mi disse dura. Era strano però, né il suo atteggiamento, né la sua voce era aggressivi o lasciavano trasparire un qualche tipo di rabbia, nascosta ben bene. Possibile che... non fosse arrabbiata con me?

Dopo aver deglutito rumorosamente, riuscii ad aprire bocca. Volevo farmi perdonare a qualsiasi costo. Ero lì per questo.

<< Sono venuto a farmi perdonare, come promesso >> le risposi deciso. Velocemente controllai la mia espressione. Accidenti, sembravo molto più duro e determinato di come in realtà ero.

Lei incrociò le braccia, inarcando i sopraccigli. Era pronta ad ascoltare.

Presi un respiro profondo. Non sapevo cosa dirle, come spiegarle ciò avevo fatto. Guardai la busta e mi venne in mente che c'era un modo migliore per spiegarle tutto. Tesi la mano con il foglio di carta verso di lei. I suoi sopraccigli ora si aggrottarono confusi << Che cos'è? >> mi chiese diffidente. Per tutta risposta le feci un cenno con la testa, per invitarla a leggerla. Ancora un po' diffidente, Deep prese la busta, lesse il mittente e divenne ancora più confusa. Ovviamente non poteva conoscere Quel nome. Sulla mia bocca si fece strada un sorrisetto.

Dopo qualche secondo Deep si decise ad aprire la lettera e, non appena vide che era indirizzata a lei, si fece immediatamente attenta. Io trattenni il respiro, mentre aspettavo una sua qualche reazione, positiva o negativa che sia...

A un certo punto la vidi granare gli occhi... anzi, no, così è troppo riduttivo... la vidi con gli occhi fuori dalle orbite, la bocca completamente spalancata e le mani si fecero tremolanti, tanto che lasciò cadere il foglio a terra, senza neanche accorgersene. Io lo riacchiappai alla svelta. Era molto prezioso.

<< Tu... cosa... come... la Arabesque Recordings? >> riuscì a dire infine. Io feci finta di non sembrare del tutto toccato dal suo stupore.

<< Già, penso che sia una buona casa discografia... anche se si trova a New York! Comunque io non ho fatto quasi nulla. Devi ringraziare il mio amico Usher e tua madre... loro hanno fatto il lavoro sporco. Comunque sono sicuro che diventerai una cantante meravigliosa e bravissima... anche se ovviamente non supererai mai il sottoscritto! >> le mentii con fare molto poco modesto. Ma lei sembrò accorgersi appena di quello che avevo detto. Era persa nei pensieri più profondi di se stessa. Tentai di spiegarle tutto prima che cadesse totalmente in catalessi.

<< Vedi, dopo che il mio amico-superman gli ha parlato bene di te (avendo anche lui una certa fama), si sono incuriositi molto e hanno deciso di darti un'opportunità. Così gli abbiamo inviato una registrazione di te che cantavi e suonavi (rubata da tua mamma, ovviamente). Poi ieri mi è arrivata questa lettera: congratulazioni! La casa discografica ti accoglie tra le sue grazie!! >> le dissi per poi applaudire.

Lei era ancora scioccata... bé è da capire, però! Insomma, se il tuo migliore amico(o ex, decidete voi) viene un pomeriggio sotto casa tua e per farti perdonare ti realizza un sogno... i nervi non tengono tanto bene!!

Visto però che non riuscivo a capire ciò che volevo sapere, glielo chiesi direttamente << Allora, sono perdonato? >> subito dopo feci la faccia da cane bastonato. Lei sembrò riscuotersi, un pochino...

Poi mi fece un gran sorriso, solare, allegro, come un bambino il giorno di Natale.

Quello sguardo di assoluta felicità mi diede la risposta che cercavo.

Sì, mi aveva perdonato.

Così posso considerare la mia missione... compiuta!!



Salve a tutti ragazzi!! Sono stata veloce, questa volta??XD Ho poche cose da dire, solo che, davvero, questo capitolo mi sembra un insulto alla letteratura italiana... è proprio rivoltante! Piccolo, pesante e non prende per nulla! Bo, mi sa che sto degenerando...

Grazie per aver ascoltato i miei canti funebri! Ora alle recensioni XD:

ale_sele: Grazie ancora per i complimenti, sei fantastica! Lo so, Deep sarebbe dovuta essere molto più incazzata, però... troverai la risposta quando farò la storia dal suo punto di vista!! Non voglio far trapelare nulla, per ora.

_Chiaraa: Meno male, avevo paura che avessi pensato qualcosa tipo “Che schifo! Meglio che non glielo recensioni, altrimenti si offende...” o robe del genere, sai, non sono dotata di grande autostima!!XD Sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, sul serio!! Per quanto riguarda l'incazzatura di Deep ripeto ciò che ho detto ad ale_sele: saprai il perché a tempo debito! A proposito di questo... io nel capitolo 7 “<< Co...cosa? >>” avevo fatto una domanda sulla ff e volevo sapere anche la tua risposta! Però... sai che ti immaginavo più grande? Non so perché. Comunque ti avverto che sono ancora più piccola... ho 13 anni!! Comunque, se vuoi, puoi leggere la mia pagina personale se vuoi scoprire altre cose di me!!XD Ah, è vero... mi chiamo Elisa, nella realtà, e Ely_11 in EFP... chiamami come vuoi!! PS: mi piaci quando sei fusa!!XP


 

Domanda: Trovate che sia migliorata dal primo capitolo?

Questa domanda è intelligente, sta volta...

Grazie ancora, a tutti!! Un bacio e alla prossima!!

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Capitolo 11
*** Addii... ***


 

Capitolo 10: Addii...

 

 

Dring-Dring

Dring-Dring

Ma che diavolo di rumore alieno era mai quello?

Dring-Dring

Molto lentamente girai la mia faccia -stesa sotto il cuscino- e appoggiai lo sguardo sul comodino.

Dring-Dring

La mia vista era ancora annebbiata dal sonno, perciò riuscii a distinguere solo un'oggetto tondo con dodici numerini inprigionati in una mini bacheca di vetro. Ogni volta che si sentiva lo strano rumore, quell'oggetto assurdo si metteva a vibrare.

Dring-Dring

Ok, ora iniziava davvero a darmi sui nervi! Che cavolo era?? Tentai di battere il torpore provocato dal sonno. La vista iniziò a funzionare decentemente. Scrutai attentamente l'oggetto... era una sveglia!!

Dring-Dring

Può un oggetto essere così irritante? Risposta: si, assolutamente!!

Dring-Dring

Ok, ora basta!

Scaraventai la sveglia per terra, distruggendo il vetro che proteggeva i numeri. Immediatamente il rumore cessò.

<< Ops >> dissi molto poco dispiaciuto. Mi rigirai di lato. Volevo solo dormire, per favore, lasciatemi in pace...

<< Justin!! >> Ecco, come non detto!

<< Insomma, ti sembra questo il modo di trattare così la tua sveglia? Poverina, guarda che non ti ha fatto niente!! >> disse mia madre sgridandomi.

Oh, niente, certo, a parte disturbare il sonno migliore che avessi fatto in tutta la mia vita. Questo non lo dissi, però. Si sarebbe innervosita ancora di più, così sarei stato costretto a litigare... e questo lo volevo proprio evitare!!

Vi è mai capitato di avere la sensazione che niente potrà andare storto, quel giorno? Che potreste affrontare d tutto -sveglie comprese- e rimanere del tutto felici?

Forse sì, se il giorno prima è stato il migliore della vostra esistenza! Sorrisi al ricordo.

Diciamo che dopo che tutto fu chiarito, lei rimase un po' intontita per tutto il resto della giornata. Intanto che le parlavo dei dettagli -che serviva l'autorizzazione della madre, un incontro faccia a faccia e cose così- lei era rimasta completamente zitta, come se si aspettasse che tutto sarebbe potuto svanire così, come cenere al vento. Trascorremmo l'intera giornata a programmare il suo futuro, anche a fare le prove della canzone. Io le davo consigli, la mettevo in guardia su quello che le avrebbero chiesto all'incontro e a volte buttavo battute così, per sdrammatizzare la situazione. Lei sembrava ancora esitante, però di una cosa ero assolutamente certo: mi ero fatto perdonare!
Il mio sorriso si allargò ancora di più. La consapevolezza di essere riuscito nella mia impresa mi dava molta soddisfazione. Bé, certo, non tutti potevano fare ciò che avevo fatto io, però non era facile lo stesso... oh, insomma, ma perché mi complicavo così la vita??

Sentii mia mamma sospirare << Muoviti, pigrone, che devi fare le valige! >> mi disse infine.

Che??

La sorpresa mi fece saltare e da sdraiato mi misi seduto. La faccia sconvolta e impaurita.

<< Mamma, che hai detto?? >> le chiesi guardandola come si guardano solo gli incubi.

Lei fece un sospiro comprensivo, per nulla sorpresa della mia reazione. Per un millisecondo mi chiesi se avesse capito ciò che pensavo... prima di accorgermi che, in realtà, non me ne fregava niente!

Dovevo capire ciò che stava succedendo. Non erano davvero scaduti i giorni di vacanza... vero?

Lei si mise a sedere sul mio letto, con uno sguardo dispiaciuto. << Tesoro, sapevi che prima o poi saremmo dovuti partire, vero? Non possiamo rimanere qui per sempre... >> mi disse cercando di far placare il terrore che provavo. << Mi dispiace >> finì infine.

Io ero davvero sconsolato. Vi ricordate tutta la beatitudine di cui vi ho parlato prima? Bene, ora si era completamente volatilizzata, lasciando posto solo alla tristezza.

Dovevo andarmene... senza Deep. Anche solo pensarlo mi faceva venire un nodo alla gola.

Quando avevamo parlato, il giorno prima, lei aveva detto che sarebbe riuscita a convincere sua madre a trasferirsi a New York, se le cose sarebbero andate bene. Io l'avevo capita subito. Di certo non poteva fare avanti e indietro dall'Italia all'America! Però sarebbe stato quasi impossibile per noi vederci. Tra il lavoro, tra la distanza... probabilmente non l'avrei più rivista!

Certo che ero davvero uno scemo! Insomma, mi ero praticamente dimenticato che stavo in Italia per un tempo misurato e che poi sarei dovuto tornare in America, più precisamente tra due giorni.

Ridico... che scemo|

Dai, su! Dice la vocina dentro la mia testa. Al posto di piangerti addosso, trova una soluzione!

Sì, dovevo fare qualcosa. Non mi ero fatto perdonare per poi andarmene dopo due giorni, almeno non senza aver opposto resistenza. Ma... come avrei fatto? La mia testa si era svuotata. Non riuscivo a ragionare come si deve.

Istintivamente tesi la mano sul telefono appoggiato sul comodino. Scrissi un messaggio.

Possiamo vederci ora? Ho una cosa importante da dirti. Scrissi agitato e sbagliando più volte le parole. Indovinate per chi era?

Passarono pochi secondi che mi arrivò la risposta. Era positiva, con l'invito a recarmi nella sua casa.

La risposta esatta era: Deep! Sono sicuro che l'abbiate azzeccata tutti!

Mi vestii, molto scosso, poi presi le chiavi e iniziai ad avviarmi verso la sua casa.

Forse insieme avremmo trovato una soluzione, forse lei sapeva cosa fare...ma sapevo che la realtà non era quella. Io non le avevo chiesto di incontrarci di prima mattina per questo -o, almeno, non solo- ma perché adesso che sapevo cosa sarebbe successo, volevo passare più tempo con lei. Non volevo sprecare più un secondo del tempo che mi rimaneva...

Ma dai! Troverai una soluzione, come in tutti gli altri problemi! Mi ripetevo. Dovevo crederci, non avevo altra scelta, altrimenti sarei sprofondato nello sconforto.

Non appena arrivai sotto casa vidi Deep che mi aspettava vicino al cancello. Lo sguardo preoccupato e con entrambi i sopraccigli corrugati. Quando mi vide la sua ansia non fece altro che aumentare. Accidenti, dovevo proprio avere una faccia da schifo.

<< Cos'è successo? >> mi chiese. La sua ansia andava ad aumentare.

Io la guardai triste, la tipica espressione di chi non porta nulla di buono. << Ecco, vedi... io... >> Non riuscivo a dirglielo. Perché non riuscivo a dirglielo?

Presi un bel respiro e, poi, dissi tutto d'un fiato << Dobbiamo partire >> Non avevo il coraggio di guardarla in faccia e vedere la sua espressione.

Passarono svariati secondi di silenzio, prima di sentire un << Ah >> soffocato da parte della mia amica. A quel punto posai il suo sguardo su di lei. Aveva una faccia sorpresa e spaesata, come se si fosse ricordata all'improvviso di qualcosa di molto importante. Quanto la capivo!

Non dissi niente, non sapevo che fare. Finalmente Deep sembrò aver ripreso il controllo, un pochino. Sempre con un filo di voce chiese << Quando... quando partirete? >>

Mi ci vollero 5 secondi per ritrovare la voce per parlare << Dopodomani >> la mia voce era roca e non lasciava trasparire il fatto che non fossi molto contento della faccenda.

La vidi fare due passi indietro, lontano da me. << Perché? Perché deve sempre succedere? >> sussurrò tra sé e sé, con una voce che sfiorava la disperazione. Aveva chinato la testa, con i capelli che nascondevano il viso, impedendomi di vedere la sua espressione.

Non sapevo che fare, cosa dire e neanche cosa pensare, ma volevo assolutamente trovare un rimedio al problema. << Cosa facciamo? >> le chiesi. Avevo una strana sensazione, come se già sapessi che qualunque cosa noi avessimo fatto non sarebbe servita. Alla fine ci saremmo divisi.

No, non ci volevo credere! Non potevo accettare una cosa del genere .

La sentii deglutire e prendere un respiro profondo. << Dobbiamo fare qualcosa >> concordò.

Come prima, la mia mente si svuotò. La vicinanza di Deep non era servita a calmarmi, accidenti!

Tentai di ragionare -e lo stesso fece Deep. Insomma, un modo ci sarà no?

<< Forse... >> la sentii dire.

<< Forse cosa? >> le chiesi agitato.

Prese un respiro profondo. << Forse posso provare con un'altra casa discografica, più vicina a Ontario... magari convinco mia madre a trasferirci lì, così saremo vicini! >> mi chiese.

Bé... era un'alternativa, certo! Però si rischiava il futuro di Deep. Ovviamente c'erano alcune case discografiche vicino alla mia città, però non erano certo al livello della Arabesque Recordings...

<< Forse potremmo tenerla come ultima alternativa >> le dissi. Però mi consideravo un'egoista. Insomma, stavo prendendo in considerazione il fatto di rischiare il sogno della sua vita solo per poterla avere vicino... sì, davvero molto egoista!

Pensai ad un'altra alternativa...

Una illuminazione degna di Aladino mi si accese in mente. Sì, si poteva fare...

<< Ascolta, forse ho trovato una soluzione >> le dissi rianimato.

Anche lei sembrò scuotersi, all'improvviso, come se qualcuno le avesse dato una scossa. << Parla >> mi ordinò implorante.

<< Potrei trasferirmi io a New York... se riesco a convincere mia madre >> le dissi con un nuovo sorriso. Anche in lei spuntò l'ombra di un sorriso, per poi spegnersi subito. << Ma come farai con la tua casa discografica? Non è mica la Island Records? >> mi chiese. Anche il mio sorriso scemò. Accidenti! Non avevo considerato quel piccolo particolare...

Ora non avevo più idee. La mente era completamente vuota. Da quel che potevo vedere neanche Deep aveva una soluzione ideale.

Era una situazione disastrosa! Molto peggio di quello a cui eravamo abituati. Stavo iniziando a pensare che, forse, non era destino che fossimo amici. Insomma, tutte quelle avversità da quando ci eravamo conosciuti, tutti i problemi...

<< Cosa facciamo? >> ripetei per zittire i miei pensieri. Era molto meglio essere ripetitivi che pensare a stupidaggini!

La sentii sospirare, sconsolata. << A me non sembra che ci sia alternativa >> mi rispose spenta.

Io la guarda strabiliato. Cosa? Voleva arrendersi senza lottare? Non le importava che probabilmente non ci saremmo più rivisti? Dall'incredulo passai all'infuriato.

<< Cosa? Vuoi mollare? A te sta bene così? >> urlai. No, non volevo credere che per lei sarebbe stato indifferente. Non potevo.

La vidi fremere, tenendo il capo chino. Le sue labbra si schiusero, come se volesse dire qualcosa, ma non lo fece. Rimase muta. Per me, quello, era un assenso.

Mi rigirai verso la strada del ritorno, senza degnarla di uno sguardo né di un saluto. Ero troppo arrabbiato.

A lei non interessava? Bene, neppure a me, allora. Sapevo che era un discorso molto infantile, ma in quel momento non me ne fregava niente, assolutamente.

Feci tutta la strada del ritorno senza voltarmi le spalle, anche se non fu facile. Infatti, ad ogni passo che mi allontanava da lei mi sentivo più pesante, come se di colpo fossi aumentato di 10 chili. Gli occhi mi bruciavano. Solo quando, passando vicino a una vetrina, mi vidi allo specchio notai che stavo piangendo. Non so se di rabbia, di tristezza o delusione, sapevo solo che stavo piangendo... per Deep. Non mi era mai accaduto di piangere per un'amica, anche se ora era... la mia ex migliore amica. Repressi un singhiozzo.

Quando arrivai a casa mi fiondai in camera mia, cercando di nascondere il viso rigato di lacrime.

Lì ci rimasi per i restanti due giorni.

 

<< Justin è ora! >> disse mia madre dalla cucina. Io, senza dire una sola parola, presi la valigia e scesi al piano di sotto. Era ora. Era già ora .

Vidi mia madre che mi aspettava con il suo trolley strapieno in mano, pronto per essere caricato. Muto come un pesce andai dritto dritto verso la macchina e ci caricai prima la mia valigia, poi quella di mia mamma. Lei mi lanciò più volte uno sguardo apprensivo.

In questi ultimi due giorni di soggiorno aveva intuito che c'era qualcosa che non andava, ma aveva capito anche che era meglio non interferire, che volevo restare solo. Io le ero molto grato per questo.

<< Sei pronto? >> mi chiese poi, poggiando una mano sulla mia spalla.

Non le risposi.

Ero pronto a lasciare per sempre quel posto e, con lui, anche la mia eterna amicizia con Deep?

Ero pronto per dimenticare una persona così straordinaria?

No. Decisamente no.

Salii sul posto del passeggero e rimasi muto per tutto il viaggio.

All'aeroporto c'era molta gente, alcuni che si annoiavano a morte, seduti nella sala d'attesa, altri invece che correvano a perdifiato per non perdere l'aereo. Io ero uno di quelli che stavano nella sala d'attesa.

Non so quanto tempo passai, seduto su una di quelle comode sedie della sala, ma quando sentii la nostra chiamata trasalii. Non sapevo perché, ma sembrava che mi fossi reso conto solo allora ciò che stavo per fare. In un flash-back rividi tutto ciò che avevo fatto con Deep nell'ultimo mese: il nostro primo incontro, quando l'avevo rincontrata miracolosamente proprio quando ne avevo bisogno, il giorno della sua festa a sorpresa, quella volta in cui mi raccontò del suo grande segreto e dolore, quando mi fece sentire quella canzone magica, perché cantata dalla sua voce melodiosa, il terribile momento in cui scoprì il mio segreto, quando mi feci perdonare...

Risate, segreti, rabbia, guai... era successo di tutto con lei, avevo imparato cosa significasse vivere per davvero. Avevo imparato quanto importante potesse essere una persona. Purtroppo questo lo capisci solo quando l'hai persa.

Stavo per imboccare il check-in, quando sentii una voce lontana chiamarmi, col fiato grosso. Io mi rigirai, sbalordito, riconoscendo la voce.

In quel momento la vidi. Capelli neri al vento, spettinati, la pelle leggermente appiccicata per via del sudore, con gli occhi blu lucidi Deep correva verso di me, cercava di raggiungermi.

Io le andai incontro, incurante di ciò che stavo facendo.

<< Deep, che ci fai qui? >> le chiesi sconvolto. Purtroppo non riuscì a parlare per i primi due minuti. Doveva riprendere fiato.

<< Non volevo... che te ne andassi... >> mi disse determinata.

Io fui contento, molto contento. Almeno le importava davvero di me... ma sapevo che non si poteva fare nulla, non ora almeno.

<< Deep, ascolta, non posso farci niente, io... devo partire per Ontario >> nessuno poteva sapere quanto mi costava dire queste parole. Era una tortura.

Lei rimase allibita, ma poi la tristezza prese sopravvento. Mi capiva. In cuor suo sapeva anche lei che non c'era modo. Almeno per ora.

Le vidi una solitaria lacrima scendere lentamente sulla sua guancia sudata.

Io cercai di rassicurarla << Non è un addio, Deep! Ricordi il nostro primo incontro? Anche lì pensammo di non rivederci più e invece... >> la guardai sorridendo. Non volevo che ci stesse male ma sapevo che le possibilità di rincontrarci erano davvero poche. Però in un momento come quello era meglio mentire.

La sua espressione non era migliorata. A quanto pare non ci credeva neanche lei.

Dovevo essere più convincente << Vedrai... ti prometto che ci rincontreremo. E sai come sono io con le promesse! >> la mia voce era zeppa di tenacia.

La vidi anche nei suoi occhi, un po'. << Ti aspetterò! Io ti aspetterò sempre >> mi disse prima di abbracciarmi.

Sentii che mia madre mi chiamava. Dovevo andare.

Mi sciolsi dall'abbraccio e, dopo pochi passi, mi rigirai verso di lei << Arrivederci, Deep! >> poi tornai sui miei passi. La sentii bisbigliare << Arrivederci, Justin >>

 

Salve, ragazzi!! Come va? … lo so, lo so. Molto probabilmente mi starete maledicendo per ciò che ho combinato, però non ammazzatemi... sono ancora giovane !*_*

A proposito! Sapete che oggi festeggio due mesi su EFP? Ero così felice che, come regalo, ho deciso di pubblicare subito un capitolo! Geniale no? Anche se sembra strano che sia la festeggiata a fare regali...

Comunque, alle recensioni:

ale_sele: Ciao best friend!! Grazie infinite e sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!!XD Lo so, ma gli errori ci saranno sempre, sembra che mi perseguitino... E comunque ti giuro che il tuo consiglio vale come quello della chiara, né più né meno... PS: l'ultima frase me l'hai rubata... -_-'

_Chiaraa: ciao!! Certo, puoi chiamarmi come vuoi!XD grazie, ciò che dici mi fa molto piacere! Tutte le recensioni mi danno la forza per continuare... non mento se dico che senza di voi non riuscirei ad andare avanti... Lo so, ma è il mio carattere! Non riesco proprio ad avere autostima!!XD Sono contentissima che il capitolo ti sia “piaciuto un sacco”!! A proposito dell'incazzatura di Deep... ecco, se mi girano decidi di svelare il mistero in questo libro, altrimenti dovrete aspettare che faccia quello dal punto di vista di Deep, ripeto, dipende da come mi girano... Grazie, penso di essere brava di natura ad immedesimarmi nelle persone, per questo i mie personaggi a te sembrano così reali... Ah, sei del 96? allora abbiamo la stessa età! (io li compio a luglio, però)XD PS: spero che ti piaccia la mia pagina personale... bacioni!!

Domanda: Chi pensa che questa storia sia a lieto fine?

Io non ho mica detto che alla fine tutto andrà bene, eh...

Grazie ancora e al prossimo capitolo!!

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Capitolo 12
*** Mery ***


 

Attenzione: Ci tengo a dire che questo capitolo lo dedico a una mia amica che, finalmente, si è decisa a iscriversi: chiia_!!! Grazie infinite per il silenzioso sostegno che mi dai!

 

Capitolo 11: Mery

 

 

Sono tornato da un mese.

Solo un mese...

Oddio, la mia vita in questo momento mi sembra un incubo!!

Monotona... sì, è l'aggettivo migliore.

Ok, ora vi descrivo il mio stato attuale:

È mattina tardi, sono ancora sdraiato pigramente sul letto, la sveglia è per terra in mille pezzi (per favore, non chiedetemi perché) e... non ho per nulla voglia di alzarmi!!

Sbuffo, rigirandomi nel letto. Lo confesso, è stata una nottata da incubo! E' possibile che in 12 ore una persona non riesca a trovare la posizione ideale??

Cerco di contenere l'irritazione. Insomma, non è colpa di nessuno... a parte del mio programma giornaliero!!
Sbuffai un'altra volta. Dovevo incontrarmi con Usher per parlare di... di... ok, me l'ero già dimenticato. Perfetto!!

Non so per quanto tempo rimasi in quello stato, ma dopo un po' una voce particolarmente familiare mi urlò a due centimetri dall'orecchio. << Oh, ma allora è un'abitudine!! Insomma stiamo comprando sveglie ogni giorno, non puoi continuare così... >> diceva mia madre. E chi la sentiva... io no di certo!

<< A proposito... sai la tua amica italiana? >> mi chiese leggermente scocciata.

A quelle parole mi rianimai, riacquistando lucidità. Forse... forse c'erano buone notizie << Si? >>

La vidi fare un sorriso. << Ecco, diciamo che si è finalmente mostrata al pubblico >>

La guardai strabiliato << Cosa? >>

<< Hai capito bene... ha fatto una comparsa nel concerto di un altro tizio abbastanza famoso – di cui non ricordo il nome- e ha cantato con lui. A quanto pare deve essere davvero in gamba... ha fatto più successo di lui! >> la sentii ridere e io mi unii a lei. Ero molto felice di sapere che, pian piano, il sogno di Deep si stava realizzando.

Mia madre si stava avviando verso la porta. A quanto pare le news erano finite.

<< Ah, a proposito... >> mi disse bloccandosi. << Quella ragazza ha scaturito molto successo in pochissimo tempo. Hanno deciso di fare un concerto, domani >>

lo guardai scioccato e anche un po' irritato << E me lo dici solo ora? >>

Saltai letteralmente giù dal letto, mi vestii in fretta e furia e, dopo un attimo di esitazione, presi anche gli occhiali da sole e uscii fuori di casa. Evitando le strade più popolate, mi diressi a comprare i biglietti. Devo dirlo, non fu molto facile -perché il locale era strapieno- ma, con mia gran fortuna, dopo circa due ore buone riuscii ad acquistare un biglietto. Magari sarei riuscito ad incontrarla e a parlarle, finalmente.

Stavo tornando, calmo e sereno, quando mi si parò davanti agli occhi una persona a me familiare. << Ciao, Justin! Quanto tempo! >> mi urlò con la sua voce cristallina e, devo ammetterlo, anche un po' stridula.

Sono sicura al 101% che voi tutti stiate pensando che sia lei... però non è così!

Davanti ai miei occhi stava una ragazza della mia stessa età, con i capelli a spaghetto, biondi massicci, intrecciati in una treccia elegante. Il suo visetto paffuto e a cuore contornava una boccuccia rosea e ben definita, un nasino affilato e degli occhi azzurro celesti. La tipica ragazza californiana. Io sospirai. Non la vedevo da molto tempo. << Ciao Mery! >> dissi solamente. In risposta ricevetti un sorriso.

Mary era una delle mie migliori amiche. La conoscevo da circa quattro anni, ancora prima di diventare famoso. Devo ammetterlo, sapeva essere una buona amica... se non le parlavi di shopping! Ecco, in effetti lei, caratterialmente, era l'opposto di Deep. Sempre dolce e carina, molto femminile, timida e riflessiva, completamente devota allo shopping e, solitamente, si tiene sempre fuori dai problemi. Però Mery è anche una ragazza che, dopo due parole, capisci subito di che pasta è fatta.

Lei fece un sorriso. << Allora come è andata la vacanza? Ti sei rilassato? Spero di sì, perché ti voglio in forze per il prossimo tour... >> ah, ecco una cosa che mi ero dimenticato: Mery era una gran chiacchierona!

Io le sorrisi gentile, mentre lei continuava a parlare ininterrottamente per svariati minuti. Devo ammetterlo, stavo ascoltando solo un decimo di tutte quelle parole. Lo so, lo so, non è molto educato da parte mia...

<< Allora, hai sentito? >> mi chiese poi, con il suo solito entusiasmo.

Io arrossii. No che non avevo sentito, cavolo! << Ehm... no, scusa >> dissi esitante. Chissà perché mi aspettavo una ceffone in faccia... bé di certo lo avrei aspettato se ci fosse stata Deep, con me...

Ripensare a lei mi faceva quasi cadere in depressione. Insomma, era già un mese che non la sentivo, nonostante tutti i miei sforzi e... mi mancava da morire!

Dai... tanto domani la rivedrai!Su col morale! Mi dicevo. Si, dovevo aspettare solo un giorno...

ma sapevo che “un giorno” poteva durare un'eternità... e chissà perché ero sicurissimo che oggi sarebbe andata così! Adoro il mio pessimismo!

<< Ecco... mi piace un ragazzo!! >> mi disse molto imbarazzata, con la guancia in fiamme. Non capivo perché era così impacciata. Insomma, mi aveva sempre confidato questo genere di cose -infatti lei cambia ragazzo molto più frequentemente di quanto si cambi d'abito- ma non si era mai comportata così.

Mah... chi le capisce le donne? Sono un mistero. O meglio, sono una specie aliena.

<< Complimenti! E dimmi... chi è il fortunato? >> le chiesi ridendo.

Incredibilmente la vidi diventare ancora più rossa, per poi nascondere la faccia dalle braccia. << Non te lo dico! >> disse alzando il tono della voce.

Ma che aveva? Perché si comportava così? Ero confuso dal suo comportamento così insolito, ma non feci domande... sapevo che non avrei capito lo stesso!

Anche lei era sulla mia stessa lunghezza d'onda. << Ok, ora basta parlare di me. Dimmi, com'è andata la vacanza? >> mi chiese più rilassata e tornando normale, un po'. Bé diciamo che il rossore sulle sue gote non era sparito.

Non ci diedi molto peso, e iniziai a raccontarle tutto. Dell'Italia, del mio soggiorno fantastico, di quanto mi ero divertito e di Deep. Specialmente di lei. In quel momento non avevo niente da spartire con Mery... avevo parlato il doppio di lei!

Intanto lei mi ascoltava paziente, senza mai interrompermi. Adoravo questo lato di lei! Alcune volte, però, notavo che le sue mani si chiudevano a pugni, fino a far diventare le nocche bianche. Dopo la terza volta che la colsi a farlo chiesi spiegazioni. Purtroppo non ottenni risultati soddisfacenti.

<< Non è vero! Io non sto facendo nulla! >> urlò come una bambina piccola. Io mi affrettai a calmare le acque, prima di provocare un uragano.

Non appena finii la mia “Nuova Divina Commedia”, rimasi in attesa di... non lo so, sinceramente!

La sentii sospirare. << Bé, sono contenta per te, però... >> disse portandosi una mano al mento, massaggiandoselo. << Che ne sai che questa Deep non sia diventata tua amica perché sei famoso? >>.

Io scossi la testa, tranquillo. Mi aspettavo una domanda del genere. << È impossibile... ha saputo la mia vera identità solo dopo essere diventata mia amica >> le spiegai calmo.

La vidi corrugare i sopraccigli, pensierosa, lasciando libero il mento. << Ma potrebbe aver fatto finta di non conoscerti per avvicinarti e poi... bang! Quando gliel'hai detto ha smesso di fare l'ingenua. Sai che, di questi tempi, non ti puoi fidare più di nessuno... solo delle vecchie amicizie! >> replicò con fervore.

No, non mi sembrava logico... insomma, non era stata Deep a cercarmi dopo il nostro primo incontro. Poi lei mi aveva confessato la morte del padre, e questo non lo si poteva certo raccontare al primo che passa per strada. Infine... quando aveva scoperto chi ero la sua faccia non era finta. Non sapevo perché, ma rimanevo fermamente convinto. Deep non mi aveva ingannato.

<< No, ti sbagli... >> le sussurrai determinato. Nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.

Mi sa che se n'era accorta anche lei. Infatti sospirò, sconfitta.

Passarono svariati minuti di silenzio.

<< Ma tu che ci fai qui? >> mi chiese poi, curiosa.

Io feci un sorriso, ricordandomi della serata di domani. << Ho preso un biglietto per il concerto di Deep... te l'avevo detto che ora anche lei è famosa! >> esclamai colto da un impeto di entusiasmo. Non so esattamente perché, ma detto ad alta voce mi pareva più reale.

Fui sorpreso quando notai la sua reazione. Il suo volto era impassibile, ma di un impassibilità contenuta, come se dovesse scoppiare e, per evitarlo, cerca di rimanere indifferente. Strano. Non era da lei rimanere silenziosa, mentre c'è qualcuno che ha appena realizzato un sogno. Anche se non la conosceva... insomma, solitamente si dice “ Sono contento per lei! “ e non si rimane freddi, specialmente lei...

<< C'è qualcosa che non va? >> le chiesi confuso. Aveva uno strano comportamento. Dovevo scoprire di che si trattava!

Lei scosse impercettibilmente la testa. << No, però... potrei chiederti un favore? >>

Io rimasi un attimo perplesso... cosa mi avrebbe chiesto? Bé Mery non chiedeva cose spropositate come... Deep...

Annuii velocemente, turbato. La sua mancanza si faceva sempre più forte.

<< ... mhh... potresti... dico... solo se vuoi... ecco...>> iniziò a balbettare. Ok, ora iniziavo ad irritarmi... cos'avevano tutti oggi? Perché erano così strani? Prima mia madre, poi Mary... mi stavano mandando fuori di testa!

La interruppi prima che la mia irritazione potesse elevarsi a livelli esagerati. << Per favore, spiegati >> la pregai leggermente scocciato.

La vidi rossa in viso e a quel punto mi sorse un dubbio... << Non è che ti vergogni di chiedermelo? >>. Ora la mia voce era divertita.

Ecco, immaginatevi un pomodoro con i capelli biondi e vi troverete davanti Mary! Ancora non mi spiegavo il perché di quell'imbarazzo.

Intanto lei si contorceva le mani, indecisa. << P-potresti... portarmi con te al concerto? >> disse tutto d'un fiato.

Io la fissai sbigottito... si era fatta così tanti problemi per questo? Bene, ora la mia confusione si era quadruplicata!

<< Certo, che domande! >> le risposi disorientato. Il suo viso sembrò rasserenarsi, come se si fosse tolta un peso.

Ok, a quel punto feci cadere tutti i miei propositi di capire cosa le passasse per la testa! Non ci sarei mai riuscito!

In dieci minuti ci accordammo per la serata di domani. Io sarei dovuto passarla a prendere per poi dirigerci insieme verso l'auditorium.

Finito questo tornai a casa.

Tra parentesi vorrei aggiungere una cosa: avevo ragione, il tempo, quando vuole, sa essere lungo...

 

 

Ero davanti all'entrata dell'auditorium insieme a Mary e... va bene, lo ammetto, ero un po' agitato e soprattutto impaziente!

Non vedevo l'ora di rincontrarla di nuovo, di salutarla, di riabbracciarla, di sapere come va la sua vita... insomma, volevo sapere tutto quanto!

Non appena ci fecero entrare, mi misi in un posto abbastanza isolato, per non attirare l'attenzione.

Lo confesso, ero anche un po' emozionato! Deep, la mia migliore amica, stava per esibirsi come cantante professionista... grazie a me! Ne ero molto orgoglioso.

Vidi Mery che si avvicinava a me, lentamente. Io feci una faccia contrariata. << Ma così non ti godrai la serata! Non sei costretta a farmi compagnia... a me va bene anche qui... >> le dissi nello stesso modo.

A quanto pare non gliene fregava niente, perché continuava ad avvicinarsi. Quando fu a meno di un metro di distanza si fermò, lanciando uno sguardo al palcoscenico. << Voglio stare dove stai tu... >> mi disse con un filo di voce.

Io sorrisi. Ecco, tipico di Mery! Prima vengono le altre persone, poi lei. Ormai avevo smesso di contare tutte le sue gentilezze...

 Ad un certo punto, in mezzo al palcoscenico, apparve un uomo in giacca e cravatta... e stava presentando Deep!!

<< Signore e signori! Oggi, in anteprima, vi faremo sentire una nuova stella! Giovane, bella... ecco a voi Deep, la nuova star!! >> e partirono gli applausi.

C-O-S-A-?-?

Che???

Non appena mi accorsi di quel “piccolo particolare” scoppiai a ridere!

Non ci potevo credere! Ero felicissimo e commosso.

Ancora non avete scoperto il motivo? Bé, è semplice: a quanto pare aveva voluto come nome d'arte proprio “Deep”!

Non feci in tempo a riprendermi che vide una figura slanciata fare il suo ingresso nel palco.

Non appena le luci furono puntate su di lei, rendendola visibile, sentii un brivido. Un brivido di felicità. Un brivido di sorpresa. Un brivido di rimpianto.

Deep era sola, illuminate dalle luci intermittenti. Bella come mai l'avevo vista.

I miei ricordi non le davano giustizia, per niente. I capelli erano a boccoli, fatti con la piastra, mentre nel suo viso, acqua e sapone, si ergeva un sorriso che faceva illuminare tutto il volto, contagiando anche gli occhi.

Un sorriso mi sorse spontaneo sulle labbra. Non l'avevo mai vista così felice, solare... brillante!

Sì, brillava. Brillava come centomila comete unite in una sola scia. Brillava come il sole a mezzogiorno, periodo di maggior splendore. Brillava come un milione di lampadine messe assieme. Così pura, così perfetta... potrebbe mai esistere? Sì, poteva. Ed io avevo la perfezione come amica!

Sentii appena che stava salutando tutti i presenti, troppo immerso nei miei pensieri.

<< Ora vorrei dedicare questa canzone a un mio carissimo amico che, purtroppo, non è qui a potermi vedere... >>. Non appena sentii quelle parole, però, mi riscossi.

Stava... stava forse parlando di me?
Non so se sia possibile descrivere correttamente tutte le emozioni che mi stavano attraversando il cuore. Emozione, felicità, tristezza, desiderio e... voglia assoluta di urlare! Esattamente, volevo urlarle che io c'ero, che la stavo ascoltando, che le volevo bene, che sarebbe sempre stata la mia migliore amica. Mai nessuno avrebbe preso il suo posto, nemmeno Mery.

A quel punto mi alzai, non sapendo bene il perché. Sapevo  che non mi poteva vedere, sapevo che non mi poteva sentire ma la consapevolezza che Deep non sapesse ciò che provavo, ciò che mi stava facendo provare... era a dir poco snervante!  

Poi la musica partii, il pubblico rimase in silenzio, ad ascoltare quelle deliziose note che ondeggiavano nell'aria.

<< Carissimi... ecco a voi "the gift of a friend" (Demi Lovato) >>

 

Sometimes you think you’ll be fine by yourself
Cause a dream is a wish you make all alone
It’s easy to feel like you don’t need help
But it’s harder to walk on your own.

You’ll change inside
When you realize
The world comes to life
and everything's bright
from beginning to end
When you have a friend
by your side
That helps you to find
The beauty you are
When you’ll open your heart and
Believe in the gift of a friend
the gift of a friend

Someone who knows when you're lost and you're scared
and there through the highs and the lows
Someone you can count on, someone who cares
Besides you wherever you go

You’ll change inside
When you realize
The world comes to life
and everything’s bright
from beginning to end
When you have a friend
By your side
That helps you to find
The beauty you are
When you’ll open your heart and
Believe in the gift of a friend

And when your hope crashes down
Shattering to the ground
You, you feel all alone
When you don’t know which way to go
And there’s no signs leading you home
You’re not alone

The world comes to life
and everything's bright
from beginning to end
When you have a friend
By your side
That helps you to find
The beauty you are
When you’ll open your heart and
Believe in
When you believe in
You can believe in
the gift of a friend.

 

 

A volte pensi che stai bene con te stesso
perché un sogno è un desiderio che fai da solo
è facile sentirsi come se non avessi bisogno di aiuto
ma è difficile camminare da solo.

Cambierai dentro
quando realizzerai
che il mondo nasce
e tutto è luminoso
dall'inizio alla fine
quando hai un amico
al tuo fianco
che ti aiuta a capire
quanto sei bella
quando aprirai il tuo cuore e
crederai nel dono di un amico
il dono di un amico.

Qualcuno che sa quando sei perso e sei impaurito
e che è lì attraverso gli alti e i bassi
qualcuno su cui puoi contare, qualcuno a cui importa
accanto a te ovunque tu vada.

Cambierai dentro
quando realizzerai
che il mondo nasce
e tutto è luminoso
dall'inizio alla fine
quando hai un amico
al tuo fianco
che ti aiuta a capire
quanto sei bella
quando aprirai il tuo cuore e
crederai nel dono di un amico.

E quando la tua speranza crolla
si infrange al suolo
tu, tu ti senti solo
quando non sai quale strada prendere
e non ci sono indicazioni che ti guidino verso casa
non sei solo.

Il mondo nasce
e tutto è luminoso
dall'inizio alla fine
quando hai un amico
al tuo fianco
che ti aiuta a capire
quanto sei bella
quando aprirai il tuo cuore e
crederai
quando credi
puoi credere
nel dono di un amico.



Incredibilmente bella. E il fatto che l'avesse dedicata a me non faceva che aumentare la mia felicità. Felicità su felicità... che chiedere di meglio?

Deep cantò altre canzoni, di bellezza incredibile. Non mi sembrava vero... stavo ascoltanto la mia amica, la mia Deep

<< Justin >> mi chiamò Mery dopo la quinta canzone.

Accidenti... sinceramente mi ero anche dimenticato della sua presenza! << Sì? >> le chiesi girandomi verso si lei.

Il suo viso era serio e, allo stesso tempo, contento. << Sei stato bravo, Justin... lei ti deve tutto! >>

Quella frase mi fece sorridere. Il sorriso migliore della mia vita. Non c'era soddisfazione maggiore che sapere di aver migliorato la vita di una persona. Specialmente se quella persona è tua amica e gli vuoi bene!

Non le risposi -tanto si poteva intuire tutto dal mio sguardo-, ma tornai a guardare il palcoscenico, da Deep.

Lì vidi che c'era qualcosa che non andava. Lei era lì, ferma, con la faccia sgomentata e rabbiosa.

E stava guardando... me!

Oh-oh...

<< Bene, pausa di cinque minuti! >> disse qualcuno da dietro le quinte, per salvare la situazione.

Deep, però, rimase immobile, con la stessa espressione rabbiosa e ferita nel volto.

Che le aveva preso? Non era felice che fossi andata a vederla?

Dovevo trovarla, per farmi spiegare. Non accettavo un no, come risposta.

Abilmente sgattaiolai dietro le quinte. Feci appena in tempo a vedere che Deep stava entrando in una stanza, con una bottiglietta di acqua in mano e un asciugamano sul viso, per pulirsi il sudore. Bene.

Attesi che non ci fosse nessuno, poi mi infilai dentro la stanza. Mi sentivo tanto un ladro...

<< Justin!! Che cavolo ci fai qui? >> urlò Deep, non appena mi vide.

Io rimasi impassibile alle sue urla. << Devo sapere. Perché ti sei comportata in quel modo, sul palco, non appena mi hai visto? >> le chiesi.

La vidi avvicinarsi ancora, più rabbiosa di prima. Un'istante dopo mi ritrovai con la testa girata dall'altra parte, la guancia che pulsava, mentre il braccio di Deep era a mezz'aria.

Rimasi sbigottito. Non appena mi rigirai verso la sua direzione notai che aveva gli occhi lucidi. Lucidi di rabbia.

<< E hai anche il coraggio di chiedermelo? E io che pensavo che... che... >> balbettò, furente. Sembrava quasi che stesse tremando, tanto era arrabbiata.

Io, però, non capivo. Cosa avevo fatto di tanto grava da farmi beccare una sberla?

Non feci tempo a proferire parola che sentii la porta aprirsi e poi richiudersi. Mi voltai. Era Mery!

Lei lanciò uno sguardo al mio volto, poi a Deep, e subito la sua espressione si tramutò in sbalordita e, infine, arrabbiata. << Ma sei scema? Come ti permetti? >> le chiese urlante. A quanto pare aveva notato la mia guancia lesa.

Deep non fece una piega, ma rispose con tono freddo. << Scusa, non volevo interrompervi... mi sembravate piuttosto occupati! >>.

Io la guardai strabiliato... cosa aveva capito? << Ma... cosa... noi... no...>> balbettai io.

Non riuscivo a dire una frase coerente. E la colpa era tutta della sorpresa, che mi aveva fatto mandare all'altro mondo la lingua.

Lei mi lanciò uno sguardo omicida. << Stai tranquillo, Justin... a quanto pare fai in fretta a trovarti nuovi divertimenti! >> mi sputò acida. Volevo controbattere, dirle tutta la verità, ma non ne ebbi il tempo.

Il direttore spalancò la porta. << Deep, in campo tra... >> disse prima di vederci. Poi si fermò di botto, con l'aria innervosita. << Ragazzi, è vietato stare qui. Dovete andarvene... subito! >> ci ordinò secco.

Vidi Deep allontanarsi, uscendo fuori dalla porta, senza degnarmi di uno sguardo. Tentai di inseguirla, ma non feci in tempo a varcare la soglia che qualcuno mi prese per un braccio. << Eh, no, ragazzino! Fuori! >> disse calmo.

Un attimo dopo fummo accompagnati all'uscita dell'auditorium, con l'invito a non rientrarci.

Non appena le “guardie” si allontanarono Mery si voltò verso di me, molto arrabbiata. << Visto? Visto che avevo ragione? Non puoi fidarti di quella ragazza! Lei non può essere tua amica! >>



Finalmente!! Era l'ora che aggiornavo! Non ce la facevo più! XD Grazie infinite per aver pazientato, ve ne sono infinitamente grata!! XD Purtroppo, però, ce ne saranno altri, di ritardi! Eh, già... innanzitutto perché domani parto per Roma e ci rimarrò per tre giorni... nei quali non potrò scrivere!!=( Quasi quasi dispiace più a me che a voi..

Good, ora alle recensioni!!:

chiira_ : grazie mille!! Sono felicissima che un'altra persona mi abbia recensito! Per favore continua! Tutte le recensioni mi fanno andare avanti! Grazie infinite per i tuoi complimenti!

ale_sele: Grazie grazie grazie!! Sono molto contenta che il chappy ti sia piaciuto! XD onestamente non ci speravo...

_Chiaraa: Ciao! Sono felice di averti fatta piangere (in senso positivo, intendo!XD)! Ovvio che le cose si sistemeranno... anche se non dico come! Grazie per gli auguri, comunque!Sono felice di vedere che condividiamo molte cose XD (persino con lo shopping!)XD PS: spero che Paolini si sbrighi a pubblicare l'ultimo libro... lo aspetto da un anno e passa!!=(



Domanda: Secondo voi che ruolo avrà Mery nella storia?

Bella domanda!XD Sono curiosa delle risposte!

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Capitolo 13
*** Aiuto!! ***


 Capitolo 12: Aiuto!!


 

Perché??

Ma perché a me doveva andare sempre tutto male? Insomma, non avevo un minuto di pace!

Sbuffai, pensando all'ennesimo modo per scusarmi. Chissà se esisterà mai un giorno in cui sarà Deep a scusarsi con me... ne dubito fortemente! Lei non combina mai pasticci come me. Impossibile che con ogni mio gesto scatenassi l'ira di qualcuno? Specialmente quella di Deep?

Bé... dovevo rassegnarmi! D'altronde avevo poca scelta.

Stavo passeggiando per le strade di Ontario, senza una meta precisa. Tutto mi era così familiare, così rassicurante, che i problemi mi si scivolarono addosso, per un attimo. La mente si svuotava lentamente. Presi un grosso respiro, gustandomi l'aria pulita. Che bella sensazione.

C'era poca gente in giro, e il buio iniziava a sparire, lasciano il posto alla luce del mattino.

Un altro giorno era iniziato. La città iniziava a prendere vita e la luce tornava a colorare il mondo. Tutto trasmetteva calore, sicurezza e felicità, eppure quella serenità non era completa. Mancava qualcosa, e , purtroppo, sapevo già di cosa si trattava...

Sospirai. A volte mi sorprendevo di come un'amicizia potesse essere così... così... influente! Esattamente, Deep influenzava il mio umore. Oggi, tipo, non riuscivo ad essere completamente felice, perché lei non era con me. Non mi era accanto per vedere la nascita di quel giorno e, se non mi facevo perdonare, molto probabilmente non lo avrebbe mai visto con me.

Già... peccato che ora non avevo idee! Purtroppo avevo speso tutte le carte per le assoluzioni precedenti e ora ne ero a corto.

Magari se le avessi spiegato ciò che era successo realmente... ma va! Sicuramente mi sarei beccato un'altra sberla ancora prima di iniziare a parlare...

A quel pensiero la mia mano scattò automatica sulla mia guancia destra, massaggiandola.

Devo ammetterlo, non mi sarei mai aspettato che Deep mi avrebbe picchiato... insomma, se non lo avevo fatto quando aveva scoperto chi ero, perché ora? Lì aveva una ragione più valida.

Però... era nella natura di Deep essere strana! Perciò contribuiva a renderla unica.

Ecco, rimasi a vagabondare in questo modo per... qualche oretta! Esattamente non saprei il tempo preciso, però. In tutto quel tempo pensai a molte cose, tutte riguardanti Deep. Pensai al nostro primo incontro, quando la profondità dei suoi occhi incontrò il mio sguardo; a quando mi ero accorto che avevo un tesoro come amica, nonostante tutti i difetti; quando vidi la disperazione contagiare i suoi occhi mentre la mia vendetta si attuava; ricordai, poi, il momento in cui le lacrime abbandonavano i suoi occhi per poi scendere lungo le guance, e la faccia diventare dolorante, quel giorno al cimitero; il momento in cui avevo ascoltato la sua melodiosa voce cantare, meglio di chiunque; lo sguardo terribilmente deluso che mi avevo lanciato, quando aveva scoperto il mio segreto; tutta la fatica, ampiamente ricompensata, di quando mi feci perdonare; Il grande dolore e sconforto in cui mi abbandonai, nel momento in cui tornai a casa; infine, ricordai con fin troppa chiarezza lo schiaffo sordo che mi lanciò, due giorni prima.

Quante cose avevamo condiviso in un tempo relativamente breve. Quanta felicità, quanto dolore... molto più di come avrei mai immaginato! Però, alla fin fine, il mondo era così. Più una persona ti sta a cuore, più soffri, quando c'è qualcosa che non va. Ormai lo avevo accettato.

Dopo un po' alzai lo sguardo al cielo. Il sole era alto. Con un sospiro decisi di rientrare a casa. Molto probabilmente mia madre era già incazzata per non avermi trovato nel letto, nonostante il foglietto che le avevo lasciato. Infatti, fu così. Badai appena alle urla che mi lanciava, assente. Finita la ramanzina, tornai nella mia stanza, a scervellarmi. Oramai era una fissazione. Non avrei avuto pace fino a quando non avessi ottenuto il perdono di Deep.

Come il giorno precedente, passai quasi l'intera mattinata e buona parte del pomeriggio in camera, a cercare una soluzione senza successo. Verso le tre del pomeriggio mi arrivò un messaggio sul cellulare. Immediatamente la mia mano scatto verso il telefono. Non appena notai chi era rimasi deluso. Non era Deep. Era Mery.

Ciao Justin! Va tutto bene? È da molto che non ti fai sentire... posso farti visita ora? Questo diceva il messaggio.

Ma... se era passato solo un giorno da quando ci eravamo incontrati? Già, infatti il giorno dopo il concerto era venuta a casa mia, con l'intento di migliorare il mio umore. Tentativo perso.

Devo ammettere, però, che non ero io il solo a essere fissato! Diciamo che mi chiamava o mandava un messaggio ogni tre ore, chiedendomi cosa stessi facendo, come stavo, dov'ero, con chi ero... insomma, neppure mia madre era così assillante! Però... mi faceva piacere la sua compagnia, mi distraeva. Le risposi, accettando la sua richiesta. Meno di cinque minuti dopo me la ritrovai davanti alla porta di casa mia. Da bravo ragazzo di casa andai ad aprirle. Incredibilmente, non appena me la ritrovai difronte, Mery mi cinse in un abbraccio stritolatore. Io rimasi talmente confuso da non rispondere all'abbraccio. Quando lo sciolse notai che aveva un sorriso entusiasta sul volto. Intanto la mia confusione andava aumentando. Quella ragazza era davvero la mia amica Mery? Era incredibilmente cambiata! Quasi irriconoscibile!

<< Posso sapere chi sei? E che ne hai fatto della mia Mery?>> chiesi, in parte scherzoso e in parte serio. La vidi arrossire e, ancora, non capii il perché.

<< Siamo nell'adolescenza! È normale cambiare... >> mi spiegò. Ok, era chiaramente una scusa, per coprire qualcos'altro... qualcosa che non voleva rivelarmi.

Ridussi gli occhi a due fessure. << Che mi stai nascondendo? >> le chiesi minaccioso.

Vidi che per un attimo si irrigidì, spaventata. Sembrava che avesse paura di farmi sapere cosa pensasse. Ne fui eternamente divertito.

Passammo ore a parlare. Lei era entusiasta, mentre io un po' giù di morale. Il perché lo sapete tutti...

<< Justin... c'è qualcosa che non va? >> mi chiese Mery, con i sopraccigli aggrottati. Anche lei aveva capito che c'era qualcosa che non andava.

Io sospirai, sconsolato. << È sempre Deep... >> sussurrai solamente, con lo sguardo triste.

La sentii irrigidirsi, come prevedevo, e, di nuovo, le sue mani si strinsero a pugni. La sentii fare un respiro secco fra i denti, segno che si stava irritando.

Forse era una mia sensazione, ma mi pareva che Mery non la trovasse molto simpatica.

Bé, però l'unico ricordo che lei avesse di Deep era quello della mia sberla e delle sue gelide parole... in effetti era ovvio che non le andasse molto a genio.

<< Fidati, quando la conoscerai capirai >> le assicurai sorridendo amaramente.

Lei, però, non si rilassò affatto. << Penso di sapere di che pasta è fatta quella tipa... >> disse con disprezzo.

Inavvertitamente sentii un moto di rabbia scuotermi. Come poteva lei giudicare una persona dopo una sola volta che l'ha vista? << Ascolta, Mery, tu non la conosci... non puoi additarla così presto! >> protestai, cercando di contrastare quella furia che mi stava accecando.

Ma lei non sembrava voler darmi retta, anzi, gettava benzina sul fuoco. << Fidati, una persona che ti tratta così non può essere definita tua amica! Insomma, Justin, apri gli occhi! È meglio che vi dividiate, altrimenti ci rimetterai tu! Ma non capisci? Lei non è alla tua altezza! >> mi urlò in faccia.

Ok, ora basta!

Come. Cavolo. Si. Era. Permessa?

Lei non sapeva niente! Non sapeva che era esattamente il contrario! Non sapeva che lei era sempre perfetta in tutto e che io continuavo a sbagliare! Non sapeva che era stata lei ad avermi perdonato ogni volta!

Ecco, se c'era qualcosa di più fastidioso che sentirsi in grado di giudicare subito le altre persone... era proprio quello di screditare Deep! Mi dispiace per Mery, ma la cosa mi faceva andare in bestia!

Mi alzai, guardandola in faccia. Dal suo viso capii che dire di essere arrabbiato era un eufemismo. Avevo perso la testa!

<< Tu non sai niente! Non ti permettere! Deep è l persona migliore che mi sia mai capitata! E tutto quello che mi ha dato ricompensa ampiamente il suo errore! E poi, anch'io ne ho fatti, e di peggiori! Quindi non provare a dire che io sono migliore di lei! Non ci provare! >> le ringhia, assolutamente infuriato. Sinceramente non volevo essere così aggressivo con lei. Sapevo che voleva solo il mio bene, però questo non la giustificava.

Notai che, durante tutta la mia sfuriata, era rimasta impassibile. Però, verso la fine, i suoi occhi si inumidirono. Passarono solo due secondi, poi le sue lacrime iniziarono a scendere copiose sulle gote arrossate. A quella vista la mia rabbia scemò piano piano, fino a lasciarmi quasi stremato. Come se tutta l'energia che avevo in corpo si fosse trasformata in rabbia e, quando quella si era dissolta, anche l'energia mi aveva abbandonato. Incurante di questo, tornai a fissare il volto della mia amica. A parte le lacrime, il suo viso era composto, come se fosse assolutamente indifferente alle mie parole. Ma io sapevo qual'era la realtà: non voleva mostrarsi debole davanti ai miei occhi, sia per orgoglio, sia perché non voleva farmi stare più male di come stavo già. Purtroppo però non c'era riuscita. Mi voltai, per nascondere il mio viso.

Perché continuavo a farlo? Perché continuavo a sbagliare? Perché facevo del male alle persone che più volevo bene?

Non contento del dolore che avevo provocato a Deep, ora dovevo far soffrire anche Mery. Ero proprio un mostro! Un mostro indegno dell'amicizia che queste due ragazza mi stavano donando.

Un'errore dopo l'altro... sembrava una maledizione!

<< Scusami... mi dispiace molto, credimi. Non volevo... per favore... va! >> la implorai, senza voltarmi. Anche la sua presenza era diventata angosciante, sapendo ciò che le stavo facendo.

Sentii un rumore di passi e lo sbattersi della porta, prima che il silenzio inghiottì tutto.

Che bello. Nessun rumore fastidioso, nessun suono angosciante. Tutto era assorbito dal silenzio.

Rimasi per qualche attimo fermo, ad assaporarmi quella sensazione di vuoto immenso, dove ogni cosa veniva annessa. Dolore, sensi di colpa, rabbia... tutto veniva inghiottito nel vortice del silenzio, lasciandomi privo di tutte le emozioni. Sì, decisamente bellissimo.

Poi, quando ne fui capace, tornai in camera mia. Il suono dei miei passi mi dava molto fastidio, ma tentai di non badarci. Mi stesi sul letto, assaporando quella sensazione di vuoto da solo, senza nessun disturbo.


Il mattino successivo mi svegliai di soprassalto, sentendo un suono diverso dal normale. Guardai la sveglia, sicura che il rumore provenisse da lì. E invece no, veniva da un'altra parte: il cellulare.

Ormai mi ero rassegnato al fatto che Deep cercasse di rintracciarmi, per chiarire. Aprii il messaggio, sicuro che fosse Mery.

Almot Street 12, NY. Io sarò a casa mia dalla una alle tre del pomeriggio.  

Non appena lessi il messaggio ci mancò poco a che mi venisse un collasso!

Era il nuovo indirizzo di Deep! Allora voleva che venissi a casa sua per chiarire!

Non appena la consapevolezza fece una breccia sullo stupore, scattai. Scesi le scale, senza dire niente a nessuno, e uscii frettolosamente da casa mia. In quel momento mi importava poco di qualunque cosa! Volevo finalmente riabbracciarla, riappacificarmi con lei, scusarmi, darmi del deficiente da solo... qualunque cosa per poter di nuovo essere suo amico.

Andai diretto alla stazione e comprai i biglietti per New York. Non appena mi sistemai nel vagone ricordai che mia mamma non sapeva niente della mia... ehm, visita pacifica. Presi immediatamente il cellulare e le inviai un messaggio, troppo terrorizzato per chiamarla.

Finito la mia grande impresa, appoggiai la fronte sul finestrino e, poco dopo, mi lasciai andare, addormentandomi.

A svegliarmi fu una vocina metallica che annunciava l'arrivo a New York. Io mi stiracchiai, poi scesi velocemente, tutto eccitato. Con molta fatica riuscii a prendere un taxi, nonostante la folla.

Dissi al taxista la via dove abitava Deep. Lui, senza fiatare, mi condusse lì in meno di un quarto d'ora. Appena sceso controllai l'orologio. Era l'una e mezza di pomeriggio.

Notai la nuova casetta di Deep. Era bella, indubbiamente di buon gusto! Era una casetta a schiera, rosso scuro, con il tetto a mattonelle marrone opaco. C'era un piccolo giardinetto spoglio, circondato da un cancello, davanti alla casa e, dalla porta al cancello, c'era un vialetto di mattonelle, molto carino. E poi era pieno di verde, tra il prato e le piantine dell'ingresso.

Con un sorriso varcai la soglia del cancelletto, aperto. Non appena mi avvicinai alla porta, notai che, ai suoi piedi, stava un tappetino carino, con la scritta Welcome, in bella vista. Emozionato, bussai alla porta. Passarono alcuni minuti, ma nessuna voce mi invitava ad entrare. Ritentai, ma nessuno fiatò. Forse... forse non era ancora arrivata . Però l'aveva detto lei che ci sarebbe stata dalla una alle tre. Abbassai lo sguardo, frustrato. Non appena il mio sguardo si posò sulla maniglia, notai che la porta era leggermente schiusa. Strano. Non era da Deep lasciare incustodita la casa. Una brutta sensazione iniziò a strisciarmi dentro. Presi la maniglia e aprii leggermente la porta. L'ingrasso era illuminato. Con il cuore in gola la spalancai completamente. A due metri da me c'era un tavolino, con un foglio piegato accuratamente e con su scritto X Justin Bieber e la calligrafia non era per niente quella di Deep. Tremante afferrai il foglietto, lo aprii e iniziai a leggere.

Abbiamo rapito Deep, la cantante. E ora rapiremo anche te!

Non feci neppure in tempo a spaventarmi o a scappare, che un forte colpo mi colpì alla testa. Riuscii a sentire solo una voce maschile che diceva << Ben fatto! >>, poi il buoi mi inghiotti.

 

Ok... ok... state calme... non mi uccidete... calme... insomma, non è successo niente... lo hanno solo rapito...

Bene, è meglio che me ne sto zitta, vero? Good! Comunque questa cosa non era in programma, mi è venuta in mente oggi e, devo ammetterlo, mi allettava troppo l'idea di scriverlo!XD 

Allora, prima volevo dare un avvertimento: non ho potuto rileggere il capitolo se no avrei postato tra quattro giorni, per cui...

Comunqu grazie tantissime a tutti! Accidenti, 4 recensioni in una volta... sono commossa... ç_ç

Ora la risposta alle recensioni:

ale_sele:Ciao tesoro! Grazie tantissime e comunque anch'io sono fiera di te! stai imparando molto infretta e vedrai che la tua storia verrà bene!XD Per quanto riguarda gli errori di ortografia... mi dispiace, ma forse ho addosso una maledizione di qualche genere, non so! Non riesco a levarmenli di dosso!! Vedi la reazione di Deep la saprai a tempo debito! non mi è concesso spiegare nulla, mi spiace! E comunque... hai perfettamente ragione a dire che sono malefica, e questo chappy ne è la prova!*muahhhhhhh* Comunque, tu sai che a Mery piace Justin perché te l'ha detto... l'uccellino!^^

_Chiaraa: Wee carissima!^^ mi dispiace di aver aggiornato così in ritardo ma, come puoi ben capire, gli esami sono alle porte e anch'io ho una paura bestia!*-* Comunque, per parlare di cose più leggere, sono molto felice di averti sorpreso, però... se ti sei sconcertata per il capitolo precedente, figurati in questo! Comunque hai ragione, ma Deep... è fatta così! che ci vuoi fare, sè la vì!

_sospiro_dimenticato_: Uaooo!! una nuova! Grazie crissima per aver commentato la mia umile ff! Per favore, continua a recensionare!! Ma poi... cos'è, avete tutti la sfera di cristallo? Oppure è così evidente? Bo...

chiia_:Grazie per i tuoi complimenti! Sono graditissimi e... non vedo l'ora di commentare anch'io le tue storie, quando deciderai di farle!

Grazie ancora a tutti! Vi adoro! Ciao e al prossimo capitolo!!XD Domanda: In cosa potrei migliorare? Magari aggiungere o fare meglio le parti descrittive, o roba del genere... bo, però voglio saper cosa posso fare per migliorarmi! XD Grazie in anticipo!

  

 

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Capitolo 14
*** Piano di fuga ***


Capitolo 13: Piano di fuga

 


Ehy, svegliati!

Insomma, vuoi svegliarti?

JUSTIN!!

Un urlo talmente forte mi fece tornare cosciente.

Di botto. Malamente. Dov'era finita la cara, vecchia semi-coscienza che precede il risveglio?

Aprii di scatto gli occhi, spaventato da quell'urlo isterico. Non appena i miei sensi cominciarono ad attivarsi, rimasi confuso.

1: Mi trovavo in una stanza che non avevo mai visto. Piccola, stretta, con una sola finestrina che non faceva trasparire molta luce. Tutto era ridipinto in nero, cupo e deprimente. Non c'erano mobili.  

2: Non ricordavo cosa ci facevo in un posto come quello.

3: Ero seduto in mezzo al pavimento della grande stanza spoglia.

4: Avevo le mani davanti al petto. Legate.

Ma che cavolo stava succedendo?

<< Finalmente!! >> disse una voce scocciata alle mie spalle. Deep.

Io girai la testa, sbalordito, nella sua direzione – per quanto potevo permettermi – e notai che eravamo appoggiati alle nostre schiene, anch'esse legate l'una all'altra, insieme alle mani.

La situazione mi appariva sempre più confusa. << Ma che sta succedendo? Che è successo? >> chiesi disorientato. Non ricordavo nulla degli ultimi minuti prima che il nero mi accerchiasse.

La sentii sbuffare. << Oh, insomma! Sapevo che eri scemo, ma non fino a questo punto! >> mi sputò.

<< Ehy! >> esclamai offeso. Va bene che era arrabbiata, però...

La sentii sbuffare. << Dimmi... cosa ti ricordi? >> mi chiese scocciata.

Alzai gli occhi sul soffitto, ripensando ai miei ultimi frammenti di memoria. << Ecco... ho ricevuto un messaggio con scritto il tuo nuovo indirizzo. Pensavo che volessi chiarire, così mi sono precipitato a New York. Ricordo la tua casa, poi... niente >> sussurrai. Stranamente la mia mente arrivava solo fino a quel momento, poi il nero.

Deglutii rumorosamente. << Però posso immaginare, più o meno, cosa sia successo >> dissi. Insomma, se mi trovavo in una stanza che non avevo mai visto, legato, insieme a Deep, senza ricordare cosa era avvenuto prima... be', le possibilità erano poche.

<< Ci hanno rapiti >> rispose dura, trasformando i miei stessi pensieri in parola.

Sbuffai. << Dovevi proprio dirlo? >> chiesi ironico.

La sentii agitarsi, cercando di muoversi. I risultati erano veramente pessimi. << Insomma, perché non provi a liberarti? >> mi chiese confusa.

Io risposi al suo sguardo con un'espressione sbalordita. << Pensi davvero che noi, due semplici ragazzini di sedici anni, possano scappare da dei rapitori senza scrupoli? >> chiesi, quasi isterico. Quella ragazza aveva visto troppi telefilm...

<< Certo! Insomma, alla televisione ne fanno vedere di fughe! So come liberarmi da queste situazioni >> affermò sicura. Ecco, io lo avevo detto...

<< Ma alla tele queste cose sono programmate! Tutti sanno come andrà a finire, qui la cosa è un tantino diversa >> le feci notare. Insomma, non potevamo liberarci da soli...

<< Allora tu cosa proponi? Di rimanere qui e fare le belle statuine? >> mi urlò, arrabbiata.

Io sbuffai. Insomma, era la cosa più logica da fare! << Dobbiamo aspettare i soccorsi >> dissi cercando di farla ragionare.

Ovviamente non poteva essere così semplice farlo! << Cosa?? No, no e ancora no! Scherzi? >> mi chiese sbalordita.

Io rimasi confuso. Perché tanto ribrezzo all'idea di aspettare che la polizia ci tiri fuori da questo casino? Trasformai i miei pensieri in parola. In un primo momento mi guardò come se fosse una cosa ovvia ma, quando constatò che non riuscivo proprio ad arrivarci, spiegò: << Insomma, io non sono come tutte le ragazzine che in queste situazioni si mettono a piagnucolare chiamando la mamma! Voglio tirarmi fuori da questo pasticcio da sola! >> affermò determinata.

Ok... questa ragazza pensava che si stesse scherzando? Che i nostri rapitori non facessero sul serio? E ora, la domanda cruciale... aveva tutte le rotelle a posto?

Io mi chiedo come si possano fare dei discorsi simili in una situazione del genere! Come giustamente aveva detto lei, tutti si sarebbero spaventati a morte e non avrebbero desiderato altro che qualcuno li tirasse fuori!  Però di certo nessuno (e di questo ne sono sicurissimo) avrebbe voluto liberarsi da solo, con tutti i rischi a cui andava incontro! Va be', sapevo che Deep era strana, ma non immaginavo così strana! E il bello è che non sembrava affatto impaurita; era più arrabbiata, quasi scocciata di essere entrata in una situazione del genere! E poi non era la sola ad essere stata rapita! A quel pensiero mi si gelò il sangue.

<< Emh, scusa, ma vorrei farti notare che non puoi fare di testa tua! Ci sono anch'io con te! >> la implorai.

<< Infatti tu non devi fare niente. Solo stare zitto e ascoltare ciò che ti dico >> disse risoluta.

Per favore, non farle fare cavolate, per favore... mi ripetevo, implorando chissà chi di farla ragionare.

<< Hai mai visto Star Trek? >>. Ecco, come non detto...

Come poteva basarsi su film?? Voleva giocare alla fuga – mettendo in mezzo le nostre vite – seguendo solo stupide scene programmate? << Ehy, ragazzina, qui non siamo in TV! Questa è la vita vera! Se quei tizi lo scoprono ci ammazzano! >> urlai arrabbiato. Purtroppo, però, non fu lei a impallidire, ma io. Rischiare la vita. Ecco cosa stava succedendo. Stavo rischiando la mia vita, ad ogni secondo che passavo lì dentro.

Deep, intanto, era rimasta dura come una roccia. La sentii appena bisbigliare << Meglio morire in questo modo, piuttosto che essere dei codardi così >>

Io rimasi sbalordito. Era così, allora? Era tutta una questione d'orgoglio? No, non potevo credere che avrebbe messo a repentaglio la sua vita – e la mia – solo per quell'insulso sentimento. Non era razionale.

Stavo per risponderle, quando sentii un cigolio provenire dalla porta, segno che si stava aprendo.

Chissà perché, ma quel gesto velocissimo mi sembrò quasi eterno. Sperai tanto – anche se sapevo che c'erano poche possibilità – che fossero le persone che ci avrebbero salvato. Sentii anche Deep irrigidirsi, tesa. Con il cuore in gola vidi una figura alta e magra avvicinarsi, senza però riuscire a distinguerne i lineamenti. Era troppo buio. C'era ancora quella speranza che martellava il cuore.

Vidi la figura avvicinarsi, tranquilla e silenziosa. Ora, gli unici rumori percepibili erano i cuori martellanti di me e Deep, che correvano all'impazzata, più i nostri respiri agitati. Quella figura, da sola, incuteva molto timore.

Lo strano uomo – o donna, non riuscivo a riconoscere nemmeno quello – continuò a camminare, fino ad accostarsi davanti a me, per poi chinarsi sulle ginocchia, arrivando alla mia altezza. Probabilmente mi stava guardando negli occhi, anche se non riuscivo a vederlo.

<< Bene, bene... pesca fruttuosa, questa! >> mormorò tranquillamente, con voce roca e minacciosa. Non appena pronunciò la prima parola, mi misi a tremare, terrorizzato. Non avevo mai visto una voce così... così... inquietante!

Vidi la suo nera mano infilarsi in una tasca invisibile dei pantaloni, ed estrarne un oggetto che non riuscii ad identificare. Lo vidi portarselo alla bocca e, dopo un secondo, quello prese fuoco. Ora lo riconobbi: era un sigaro. Quel minuscolo oggetto riusciva a fare una misera luce, ma abbastanza per riuscire a vedere il volto del nostro rapitore.

Non lo avevo mai visto, di questo ne ero sicuro. Era un uomo sulla quarantina, con profonde rughe che solcavano il volto sfiorito. Un tempo doveva essere una persona veramente bella e affascinante, ma ora rimaneva solo un volto stanco e corrotto. Aveva gli occhi grigi e i capelli neri, corti e disordinati e con la barba appena accennata. Dall'aspetto si poteva notare che non si curava granché...

Intanto non la smetteva di fissarmi, come se fossi un preziosissimo pezzo della sua collezione.

<< Cosa vuole? >> chiese Deep, alle mie spalle. Mi sorprese la sua voce ferma e minacciosa. Sì, era molto meglio che parlasse lei al posto mio...

L'uomo misterioso tolse il sigaro dalla bocca, dalla quale iniziò ad innalzarsi una piccola coltre di fumo. Il suo volto era composto e serio, mentre passava lo sguardo da me a Deep. << Mi sembra abbastanza... ovvio, ragazzi. Non appena io e la mia banda abbiamo saputo che due piccole celebrità erano molto amiche e, entrambe, senza un'adeguata protezione... insomma, potete capirmi! È un'occasione più unica che rara! >> rispose semplicemente, come se si stesse commentando una partita di calcio. Io, intanto, non riuscivo a muovere neanche un muscolo, e la colpa era tutta dello sguardo di quell'uomo. Non voleva levarmi gli occhi di dosso.

<< Non ha risposto alla mia domanda >> constatò Deep, ferma.

Il nostro rapitore spostò lo sguardo da me a lei, infastidito, come se gli scocciasse levare la sua vista da me. << Ancora non l'hai capito? È ovvio che con voi riusciremo a racimolare un bel po' di quattrini! Dio, pensavo foste più intelligenti! >> sputò, sorridendo al pensiero. Ecco, dunque, le sue intenzioni: voleva chiedere un riscatto. In effetti... era logico!

<< Bastardo... >> sussurrò Deep, piano. A quelle parole mi si drizzarono i capelli sulla nuca, e il battito cardiaco aumentò di velocità. Era forse impazzita?? E se l'avesse sentita? Trattenni il respiro.

Fortunatamente, però, aveva usato un tono di voce troppo basso, per aver raggiunto anche le orecchie del rapinatore.

Infatti, egli si allontanò, dirigendosi verso la porta. Non appena scomparve mi rilassai, tornando anche a respirare. << Ma sei fuori di testa? >> chiesi, ancora scosso per lo spavento di prima. E se l'avesse sentita? Dall'apparenza sembrava un tipo “cortese” - nei limiti - ma, si sa, in un rapimento tutto è permesso!

La sentii fare spallucce. A sentirla mi venne un brivido. Possibile che cercasse un modo per peggiorare la situazione? Insomma, sembrava che volesse farlo apposta, stuzzicando quell'uomo!

Presi un respiro profondo, cercando di pensare alle cose più importanti. << Secondo te quanto tempo sarà passato da che siamo qui? >> chiesi, cercando di farmi un quadro preciso.

<< Non so esattamente da quanto tempo sono qua io, ma tu sei arrivato circa tre ore fa... >> disse sicura. << … nelle quali non ho fatto altro che chiamarti, mentre eri ancora addormentato. >> precisò, stizzita.

Io sbuffai. << Ci hanno rapiti, e ora tu ti arrabbi per questo? >>

Stava per rispondermi, ma preferii chiudere il discorso. << Lasciamo stare. Pensi che si siano già accorti di quel che è successo? >> le chiesi di nuovo, per riempire il mio quadro.

La sentii fare un respiro secco tra i denti. << Non lo so e, sinceramente, non mi interessa! Mi tirerò fuori di qui da sola... e tu mi darai una mano! >> esclamò, testarda.

Io feci un sospiro, esasperato. << Scordatelo, è troppo pericoloso, e poi spiegami come riusciremo ad uscire di qui! >> la incoraggiai, sicuro che la risposta non ci fosse.

<< È semplice! Dobbiamo solo spingere contro le nostre schiene. Questo ci dovrebbe far alzare. Per slegare le corde ci penserò io! >> mi assicurò lei, tranquilla.

Io la guardai, scettico. << Dimmi la verità... da dove l'hai visto fare? >> le chiesi, curioso.

<< Questo è un sì!! >> esultò, entusiasta. Non mi serviva vederla per capire che il suo volto si era illuminato.

<< No, scordatelo... allora? >> la invitai.

<< Star Trek!! >> esultò, sempre raggiante. Io mi chiesi cosa ci fosse di tanto bello.

<< Bene, allora... al mio via! >> sussurrò ancora, sorridente. Il mio sguardo saettò verso di lei, impaurito. << no, cos... >> iniziai, prima di essere interrotto da un << Via! >>.

Sentii la schiena di Deep premere contro la mia, e non potei fare altro che rispondere a quella spinta. La mia schiena spingeva contro Deep, mentre la sua faceva altrettanto con me. Pian piano mi accorsi che stavamo salendo, mentre i nostri piedi si avvicinavano sempre più. Ci stavamo mettendo in piedi.

Un sorriso sorpreso si impossessò del mio volto, mentre vedevo che il pavimento diventava sempre più lontano...

Troppo tardi. Sentii perdere l'equilibrio e, dopo un secondo, mi ritrovai con la faccia a terra, schiacciato da un peso che riconobbi immediatamente: Deep.

<< Opss, scusa! Mi sa che ho spinto troppo... >> si scusò lei, mentre cercava di rimetterci a posto. << Non fa niente... sono lieto di averti fatto da paraurti >> le risposi ironico, non appena tornammo alla posizione iniziale.

<< Riproviamoci! >> esortò Deep, instancabile. Presi un respiro profondo, cercando di concentrarmi. Non avevo proprio voglia di tornare con la faccia sul pavimento duro!

Non appena Deep segnò il via iniziammo entrambi a spingerci l'uno contro l'altra. C'eravamo quasi riusciti, ma stavolta fu Deep ad avere l'onore della faccia spiaccicata contro il pavimento.

Ci provammo per altre volte, finché, alla quinta, non riuscimmo ad alzarci. Purtroppo eravamo entrambi un po' ammaccati...

<< E ora? >> chiesi. Questa parte del piano non me l'aveva ancora spiegata.

<< Dobbiamo liberarci dalle corde, però dobbiamo essere uno difronte all'altro... >> ragionò.

Io feci un sorrisetto maligno. Ecco, era il momento di schernirla.<< E come hai in mente di fare? >> le chiesi, sicuro che non sapesse cosa rispondermi.

<< Ecco, ci sarebbe un modo... però non mi piace molto... >> disse, immersa nei pensieri. La esortai a continuare.

<< Ecco... è un po' difficile da spiegare... te lo farò vedere >> concluse infine.

Non feci in tempo a ragionare che la sentii strisciare contro la corda, cercando di aggirarla. Il piccolo problema era che così facendo strisciava anche... contro di me! Sentii immediatamente le mie guance farsi rosse. Riuscivo a sentire ogni suo movimento stretto e strattonato, mentre cercava i mettersi davanti. Per fortuna quello stato durò poco, portando immediatamente a un ottimo risultato! Be', ottimo secondo certi punti di vista. Infatti sentivo tutto il suo corpo schiacciato contro il mio! Se non fosse stato in una situazione d'emergenza, molto probabilmente sarebbe stato un po' troppo... equivoco. Cercai di mantenere un certo contegno. Insomma, eravamo costretti in quella posizione, per salvarci la vita! Eppure perché le mie gote erano infiammate e la mia testa aveva preso a pulsare?

<< Dovrei essere in grado di slegare queste corde... >> farfugliò Deep , maneggiando con molta difficoltà il cordone che imprigionava le mie mani. Io intanto rimanevo fermo, senza fiatare.

Passarono svariati minuti e, alla fine, le mie mani furono finalmente libere. << Su, slega me, adesso! >> mi esordì Deep. In un attimo le mie mani furono sulle sue, ancora immobilizzate. Devo ammetterlo, erano più complicate del previsto, ma riuscii comunque a slacciarle. Finito quelle, passammo alla corda che ci legava alla vita. Quella, fortunatamente, era più semplice.

Dopo due secondi fummo liberi da qualsiasi fune opprimente!

Esultante, chiesi << E ora? Come facciamo ad uscire da qui? >>. La vidi mordicchiarsi il labbro, pensosa, mentre si guardava intorno. Io feci lo stesso.

Non vedevo niente. Niente che ci aiutasse a uscire di lì. E ora? Cosa sarebbe successo? I nostri rapitori potevano entrare un momento all'altro e ci avrebbero visti così “liberi”...

Avevo il cuore in gola, e l'adrenalina che mi pulsava nelle vene.

Saremmo riusciti a scappare??



Eccomi di nuovo, dopo un tempo incredibilmente lungo, ad annoiarvi con la mia storiella!XD Allora... lo so, sono stata proprio cattiva, ma mi voglio divertire con loro.... *muhaaaaa*

E ora? Cosa succederà? Riusciranno a scappare da soli oppure dovranno attendere che qualcuno li salvi??

non mi guardate così! Io non so niente!!

Bene, per tornare a cose più serie... ecco la risposta alle recensioni:

Chiaraa: Heey, ciao!! Scusa tanto per il ritardo, ma anch'io sono nel panico!!!O.O Pensa che dovevo aggiornare l'altro ieri ma... non ne ho avuto l tempo!! Bene, per tornare alla storia... sì, lo so, sono molto bastarda!!è.é Mi piace far morire le mie lettrici!! comunque, ho fatto un po' apposta a rendere antipatica Mery, se no non si capiva il perché di quello che avverrà dopo (che ovviamente è top-secret). Ma tranquilla, Mery è un personaggio antagonista... in un certo senso...

ale_sele: … emhh... calma amica... *.*... lo so, sono stata davvero cattiva, ma, dì la verità, è un'idea geniale!! Insomma, mette più voglia di leggerlo, attacca di più! Puoi capirmi, insomma!Comunque, sai com'è... Justin è fatto così! Per lui Deep è la perfezione scesa in terra!E so anche che Mery è permalosa, lo creata io!! E poi... guarda, sono ancora viva!!!XD

chiia_: Ecco, finalmente una persona intelligente che mi dice di aver avuto un'idea brillante! Per fortuna che ci sei tu... comunque, stai tranquilla, non mi offendo. Come hai detto tu, ci sono gusti diversi. Per quanto riguarda quel campo...fammici arrivare, almeno!! Insomma, nessuno si è ancora innamorato di nessuno (o almeno, non lo sanno)! Dai tempo al tempo!

Bene, finito qui, si passa alla domanda, anzi, alle due domande (eh, sì, oggi mi girava di metterne due, e allora??)

Domanda 1:Qualcuno di voi potrebbe darmi consigli su come migliorarmi nella scrittura? Ho assoluta sete di migliorarmi!!

Domanda 2: Ecco... io avevo fatto un disegno (di un personaggio della ff) e volevo mostrarvelo. Qualcuno sa come si fa?? (il disegno non è su internet!)

Grazie infinite a tutti!! Un bacio enorme e alla prossima!!

 

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Capitolo 15
*** Finalmente... quasi liberi! ***


Capitolo 14: Finalmente... quasi liberi!

 

<< Guarda! >> mi disse Deep, indicando con un dito una parte del soffitto.

Immediatamente posai lo sguardo in quella direzione e notai quello che, prima, aveva visto anche lei: un condotto d'aerazione, abbastanza grande.

Deep si avvicinò e iniziò a squadrarlo pensierosa, come se lo stesse valutando. Io attesi, paziente.

Poi lei si girò verso la mia direzione, con un sorriso compiaciuto sulle labbra. << È abbastanza grande, però chissà dove sbocca... >> mi informò, quasi con aria professionale.

Se fossimo stati in un altra circostanza (un po' meno pericolosa) mi sarei messo a ridere, però quello non era esattamente il momento più adatto. Mi avvicinai anch'io, mettendomi esattamente sotto di esso. << Come pensi di procedere? >> le chiesi, pratico.

Lei non mi rispose, ma si limitò a fissarmi esattamente come stava facendo prima con il condotto: con sguardo critico.

<< Secondo te, chi tra di noi due è più forte? >> mi chiese poi, dopo una manciata di minuti.

Io feci spallucce, poi dissi: << Tu, ovvio! >>.

Lei annuì, seria. << Bene, allora fai esattamente ciò che ti dico io: mettiti in ginocchio >> mi disse, convinta.

Io, di rimando, la guardai confuso, ma la accontentai. Lei mi fece un sorriso. << Bene, ora arriva la parte più difficile: adesso io metterò i miei piedi sulle tue spalle e in quel momento tu ti dovrai alzare, in modo che io possa raggiungere il soffitto. Mi raccomando, non farmi cadere! >> mi minacciò, puntando il dito contro il mio petto.

Io la guardai strabiliato e leggermente impaurito. Voleva davvero venirmi sopra??

<< Scusa, ma visto che tu sei la più forte, non dovrei essere io a salirti sopra? >> le chiesi.

Deep sbuffò, guardandomi leggermente seccata. << No, per due motivi: in primis perché tu hai un equilibrio del cavolo, perciò non riuscirai mai a stare sulle mie spalle; in secondo luogo, poi, devi sapere che quando sarò salita dentro il condotto dovrò compiere un lavoro che richiede molta più forza di questo: tirarti su! >> sbottò, irritata.

Io la guardai, ancora non del tutto convinto, poi le feci un cenno col capo, segno che poteva procedere.

Dopo un altro sbuffo, sentii il suo piede appoggiarsi sulla mia spala, seguito a ruota dall'altro. Immediatamente sentii tutto il peso di Deep gravare sulle mie spalle. Cavolo, era davvero pesante!!

Le presi i piedi con tutte e due le mani, in modo da non farla cadere, poi mi eressi sulla persona, sperando che Deep riuscisse in fretta ad entrare.

Sentii dei rumori metallici provenire più in alto, vicino alla testa di Deep. Poi un rumore sordo sopraggiunse alle mie orecchie, infine sentii che il peso diminuiva, gradualmente ma anche lentamente. Ci furono molte volte in cui l'intero peso del corpo di Deep tornò ad appoggiarsi sulle mie spalle, ma alla fine esso si annullò del tutto. Quel genio di Deep ce l'aveva fatta!!

Non appena le mie spalle doloranti furono libere, inizia a massaggiarmele, sollevato.

<< Ehi, potrai rilassarti quando usciremo da qui, ma ora perché non ti sbrighi? >> mi chiese ironica. Con uno sbuffo, mi girai a guardarla, alzando lo sguardo. Successivamente, vidi il suo bel faccino sbucare fuori dal condotto, insieme al suo braccio, teso verso di me, e con una mano che mi invitava a stringerla. Io lo feci e così sentii che cercava di sollevarmi su, verso il condotto. Ora avevo capito: se io fossi stato al suo posto, di certo non sarei riuscito a trainarla su, ma lei invece poteva, perché era più forte.

Ce l'avevamo quasi fatta, però, all'ultimo momento, sentii la presa di Deep farsi più inconsistente e, infine, non riuscì più a tenermi. Caddi a terra e, non appena la mia testa colpì il duro pavimento, lanciai un piccolo urlo, sia per il dolore che per la sorpresa.

Subito mi rialzai, sperando che nessuno si fosse accorto di niente. Purtroppo, però non fu così: sentii alcune voci borbottare qualcosa, sotto di noi; poi un'eco di passi sordi.

<< Justin, muoviti!! >> mi urlò Deep, spaventata.

In quel momento la consapevolezza fece breccia nella mia mente: i nostri rapitori si erano accorti che stava succedendo qualcosa. Stavano venendo a controllare. Perciò... presto mi avrebbero beccato.

A questo pensiero mi si drizzarono i capelli sulla nuca. In un gesto disperato, mi fiondai verso Deep, che aveva ancora la mano tesa verso di me. Spiccai un balzo, poi la mia mano incontrò la sua, che mi stinse il braccio, ancora più forte di prima. Subito dopo sopraggiunse anche l'altra sua mano, in aiuto. Sentii l'aria sotto i miei piedi, e tentai di aiutarmi anche con quelli. Grazie alla scarica di adrenalina appena ricevuta, riuscì a tirarmi su. Con un gesto secco, Deep mise a posto il coperchio che chiudeva il condotto. Appena in tempo, a quanto pare. Un attimo più tardi sentimmo la porta aprirsi. Sentii la mano di Deep poggiarsi sulla mia spalla. Mi voltai verso di lei, e notai che mi indicava qualcosa. Venni più vicino a lei, e notai che c'era un piccolo buco, grande quanto una mano, dove si poteva vedere più o meno ciò che succedeva nella stanza. Vidi che due figure erano entrate. Non riuscivo a vederle bene, ma avevano in mano qualcosa.

Subito avvertì la paura. Paura di essere scoperti.

Riuscii quasi a percepire lo stupore dei due uomini, seguito prontamente dalla rabbia.

<< Dove sono? >> chiese la prima figura, in tono infuriato.

L'altra figura, invece, sembrava più impaurita. Guardò nervosamente verso destra. << La finestra? >> chiese, esitante.

L'altro, quello che aveva perso la testa, gli diede uno spintone. << Idiota, siamo al secondo piano! >> ribatté, urlando.

Dopo un attimo di smarrimento, l'uomo impaurito, iniziò a tremare. << Al capo non piacerà la cosa... >> sussurrò, tremando più forte al pensiero.

Il suo compare lo spintonò di nuovo. << No, certo, ma dobbiamo trovarli! Sono solo due ragazzini, che diamine! >> disse, ma stavolta con una punta di paura nella voce.

A quelle parole, sentii Deep emettere un sibilo soffocato tra i denti. Era chiaro che non le piaceva essere sottovalutata. Per tranquillizzarla, le misi una mano sulla spalla.

<< Avvertiamo gli altri, su! >> esortò la figura più risoluta.

Dopo due secondi sentimmo la porta sbattere. Immediatamente, entrambi, emettemmo un sospiro di sollievo. Non ci avevano trovati. Non ancora, almeno.

Mi girai verso Deep. << E ora che facciamo? >> le chiesi.

Lei m fissò, come se avessi chiesto una cosa ovvia. << Dobbiamo seguire il condotto. Da qualche parte sbucherà, no? >>.

<< Sì, speriamo solo che non sia la stanza dove alloggiano i nostri rapitori! >>.

<< Fede, amico! >>.

Dopodiché, la sentii strisciare, allontanandosi. La fermai, prendendola per un piede.

<< Ma se poi scoprono che ci siamo intrufolati qui? >> le chiesi agitato.

La sentii fare spallucce. << Che importa, tanto sono troppo grossi per venirci a ripescare! >> mi disse tranquilla.

Io rimasi allibito. Insomma, come poteva rimanere così calma, in una situazione del genere?? A me già andava bene che non mi venisse una crisi isterica!

Scossi la testa, lasciando cadere l'argomento. Mi avrebbe solo fatto peggiorare il mal di testa.

La seguii, strisciando, in fila – ovviamente lei davanti e io dietro.

Dopo qualche minuto che strisciavamo, la sentii fermarsi di colpo. Io, però, non riuscii a franare con la sua stessa rapidità, perciò le andai addosso, spingendola leggermente. Peccato che fu abbastanza. La sentii precipitare verso il basso, con un leggero grido che le uscì dalle labbra. Sentii, poi, che prese la mia mano con la sua. Intelligente, né? In questo modo si assicurò che anch'io venissi giù con lei. In men che non si dica venni trascinato in quel nero accecante con un grido.

Sentivo che stavamo cadendo ad una velocità assurda. Era un po' come fare le montagne russe in discesa... con la sola differenza che lì la giostra è ben protetta, perciò non ti puoi far male; purtroppo, però, quello non era un gioco! Stavo cadendo nel vuoto, senza sapere dove il condotto finiva, e in più senza sicurezza assicurata. Che bella cosa!

Per fortuna la nostra discesa durò solo pochi secondi. Per mia fortuna, il mio colpo venne attutito grazie a qualcosa di morbido, sotto di me... oh, no! Era Deep!!

La sentii gemere – oppure lanciare ogni genere di imprecazioni, ma non si capiva molto bene – mentre scendevo dal mio “paraurti”.

<< Stai bene? >> le chiesi esitante.

Un altro gemito, più pronunciato. << Stavo meglio se non mi venivi addosso >> sussurrò, massaggiandosi il naso con entrambe le mani.

Io iniziai a guardarmi intorno. Eravamo sempre nel condotto. << Ma che è successo? >> chiesi.

Dopo l'ennesimo gemito, rispose: << Credo proprio che siamo scesi. Ora siamo nel piano di sotto. >> ragionò, a bassa voce.

Mi guardai nuovamente intorno, cercando... ah, trovata!

Mi avvicinai a ad un altro di quei buchi che, prima ancora, ci aveva fatto osservare la stanza al piano di sopra. Non appena fui abbastanza vicino, diedi una sbirciata. Il mio cuore perse un battito, quando si accorse che la stanza era vuota, e un sorriso mi si aprì in viso. Eravamo liberi!

<< Deep, vieni. Guarda qui, non c'è nessuno! >> esultai, invitandola a guardare a sua volta nel buco. Lei ci diede una sbirciata, poi fece una smorfia. << Non è detto che possiamo avere via libera. Magari quella porta non porta all'uscita. Pensa a cosa succederebbe se, non appena aperta, ci trovassimo faccia a faccia con quegli uomini?! >> mi disse, penetrante.

A quel pensiero feci una smorfia. Sì, era meglio essere cauti.

Infatti, come si voleva dimostrare, da quella porta entrarono quattro uomini, tutti con i volti nervosi e con un ghigno stampato in faccia e in mano tenevano una pistola... Eh? Cosa? Una pistola??

Quando me ne resi conto mi si drizzarono i capelli sulla nuca e il mio cuore prese a correre.

Un tizio con i capelli biondi, alto e slanciato, prese parola: << allora, nessuna traccia? >>. Io già sapevo a chi si stava riferendo. Tutti i membri scossero la testa. Si sentì un ringhio soffocato provenire dal tizio che aveva parlato.

Sentii poi che Deep aveva appoggiato la mano sulla mia spalla. Mi girai a guardarla e lei si avvicinò, fino a posare la bocca vicino al mio orecchio. << Ho un piano. Tu rimani qui e sta pronto. >> mi sussurrò.

Io la guardai confuso. Avrei voluto chiederle che genere di piano aveva in testa, per cosa dovrei essere pronto, ma non feci in tempo perché lei mi diede di spalle e iniziò percorrere ancora il condotto, a carponi. Io, per non farmi scoprire, rimasi fermo e muto. Sentii che gli uomini avevano ripreso a parlare, ma non li ascoltai. Attesi, invece, un qualunque segno da parte di Deep.

<< … così pensavo che ci fossero di mezzo... >> stava dicendo uno degli uomini, prima di essere interrotto da uno strano rumore metallico, proveniente da un'altra stanza.

<< Cos'è? >> chiese un altro. Tutti i presenti tesero le orecchie, cercando di percepire la fonte del rumore. << Proviene dalla stanza accanto >> avvertì uno del gruppo.

Tutti entrarono silenziosamente nell'altra stanza. In due secondi, dall'altra parte del tubo rispetto a dove stavo io, un pezzo di metallo fu tolto e, dal condotto, ne uscì Deep. Senza curarsi di richiuderlo, scattò verso la porta e la chiuse a chiave. Immediatamente si sentirono dei borbottii protestanti e delle botte alla porta. Ci fu un attimo di ricerca da parte di Deep, poi, i nostri occhi si incrociarono e lei mi fece segno di scendere. In due minuti percorsi il pezzo di strada che mi mancava per arrivare verso l'apertura. Dopodiché, con un balzo, caddi in piedi sulla superficie consistente del pavimento. Rivolsi a Deep un sorriso entusiasta e, in parte, anche riconoscente.

<< Non siamo ancora fuori, meglio non esultare. E poi questi non hanno agito da soli. Ricordi il vecchio che ci ha fatto visita, di sopra? >> mi ricordò, alzando un dito verso il soffitto.

Con una smorfia mi guardai in torno. Ed eccola... un'altra porta! Essa era esattamente sotto il condotto, perciò non l'avevamo vita prima e... e... portava all'uscita!!

Con un sorriso entusiasta indicai la porta e, non appena anche il suo sguardo si posizionò su di essa, un bel sorriso trionfante spuntò anche sul suo volto.

Io, senza nessuna esitazione, mi fiondai fuori. Non appena i miei occhi scorsero il verde dell'erba e l'azzurro del cielo, la mia bocca emise un sospiro di sollievo. Ora ,anche il mio cuore era libero da tutte le sensazioni negative che avevo provato sino a quel momento. Feci appena un passo, quando mi accorsi che Deep non era con me. Mi rigirai verso la stanza, e la vidi che fissava un oggetto appoggiato sul tavolo, che non scorsi bene.

<< Allora, andiamo? >> le chiesi, cercando di tenere il tono di voce più basso possibile.

La vidi passare lo sguardo da me al tavolo, indecisa. << Ehi! >> le “urlai” contro, cercando di farla spicciare. Con un sospiro, si decise a prendere lo strano oggetto e se lo mise in tasca, poi iniziò a correre verso la mia direzione.

<< Dove siamo? >> mio chiese. Io inizia a guardarmi intorno. Mi accorsi che non c'erano altre abitazioni nelle vicinanza, per cui eravamo fuori dalla città. Continuai a cercare un qualsiasi indizio, finché non vidi uno cartello stradale.

<< Guarda là! >> le dissi indicandolo. Lei assottigliò gli occhi, cercando di leggere. << New York, 100 km >> disse infine.

Da dentro la casa si sentirono degli urli più forti e le botte che davano alla porta divennero più violente. Stavano tentando di buttarla giù!

<< Che facciamo? 100 km sono troppi da fare a piedi, e poi loro ci riacchiapperanno in men che non si dica! >> dissi, disperato.

Per fortuna, Deep non era del mio stesso umore, infatti lei era troppo occupata a guardarsi intorno, fino a posare lo sguardo su una macchina nera parcheggiata lì, sul vialetto.

Immediatamente i suoi occhi scintillarono e la sua mano scattò verso la tasca, dalla quale ne estrasse il misterioso oggetto che, finalmente, ebbe un'identità: erano le chiavi di una macchina!!

Sbiancai. << Non vorrai... >> iniziai, non riuscendo più a proseguire. Mi sentivo le gambe molli.

Lei, invece, mi guardò con un sorriso illuminato. << Sì! E poi, ho sempre sognato di guidare una macchina!! >>


Ok, state calme.... lo so, mi dispiace moltissimo per non aver aggiornato prima, ma con sto caldo mi è davvero difficile! E poi Luglio è un mese terribile!! Ci sono tutti i compleanni dei miei parenti, compreso il mio (che però non è ancora passato, sfortunatamente)!! E poi... vabbè, lo ammetto: in questi giorni la mia voglia e ispirazione sono calati di molto... mi dispiace!!ç__ç Comunque volevo avvertirvi che sto preparando un'altra ff su Twilight! Per cui il lavoro da svolgere è e sarà maggiore! Comunque, ve l'immaginate Deep al volante? Io sì, l'ho fatto, e non più smesso di ridere, immaginandomi anche la faccia di Justin! Ahahaha!! A parte questo, aggiungo solo una cosa: SCUSATEMI!!!

Bene, ora (e finalmente) posso passare alle recensioni XD:

ale_sele: Grazie, grazie! Sono felice che apprezzi il mio lavoro, perché io ci metto l'impegno, sempre!! Scusa per il ritardo, ma anche te sai come sono andate le cose in questi giorni!! Comunque, grazie per le tue risposte,eh! Sono state davvero esaustive, non ti dovevi sforzare in questo modo... -.-”

_Chiaraa: Ciao! Sono contenta che l'esame sia andato bene! Anche a me è andato bene,meglio di quanto sperassi!!XD Comunque, per tornare alla storia, sì, lo so, sono stata cattiva con loro, ma mi piace!!!XD E poi sono contenta che la mia storia ti piaccia sempre di più. Per me è un onore! Comunque... Justin è sfigato, per questo è stato rapito! E mi sembra anche giusto! E poi, grazie per aver risposto alle mie domande, te ne sono grata!XD

chiia_: Ciao! Eh, non posso dirti se, grazie al rapimento, la loro amicizia si rinforzerà, ma di certo questa è un'esperienza che li accomuna. E poi...si vedrà! Per il personaggio, lo vedrai ora!

Ecco, signori e signore, Mery:

 

Lo so, è bruttissima!! ç__ç mi dispiace molto. E poi... rigorosamente in bianco e nero! Già, perché io faccio davvero pena a colorare....

Ok, basta annoiarvi! Ciao a tutti e al prossimo capitolo!!XD

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Capitolo 16
*** Mai più!! ***


 

 


15 Capitolo: Mai più!!

 

<< No!! Io lì dentro non ci entro!! >> urlai, colto da un panico improvviso.

Lei... lei voleva... voleva... no!

<< Shh, scemo, non gridare!! >> mi zittì, guardandosi immediatamente intorno, con aria furtiva.

Io, inizialmente, la guardai stranito, poi mi rigirai dall'altra parte e iniziai a camminare verso la strada. Dopo due secondi sentii due mani acchiapparmi per la felpa, con una stretta ben ferrea.

<< Ehi, dove credi di andare? L'auto è da quella parte! >> mi ricordò.

Ma dai??

Iniziai a dimenarmi, come un bambinetto di cinque anni. << Lasciami andare, percorrerò la strada a piedi! >> Affermai, convinto. Io non sarei in nessun modo salito in una qualsiasi auto, se al volante c'era Deep.

La sentii sbuffare. << Ascoltami, genio: è la nostra unica possibilità. Se percorriamo la strada a piedi quelli ci ripigliano subito! Insomma, tu preferiresti essere di nuovo in balia di quegli uomini, piuttosto che salire in quella dannata macchina? >> mi chiese., sempre tenendomi per la felpa.

Io smisi di dimenarmi, mi voltai verso di lei e, tutto serio, dissi: << No, Deep. Qui non si tratta di scegliere tra il rimanere o salire in auto. Qui si deve scegliere se rimanere in questo posto oppure morire! Perché, ne sono sicuro, dal momento in cui salirò in quella macchina firmerò la mia condanna a morte. >> dissi, per poi rigirarmi verso la strada e camminare. Purtroppo, Deep mi riprese subito. << Oh, insomma, non può essere così difficile guidare! E poi, ho bisogno anche di te per manovrare la macchina. >> poi mi fece girare verso di lei, e lì vidi che aveva adottato una espressione che mi fece inorridire: era quella che mi aveva sempre fatto terrorizzare, quella che usava per minacciarmi di morte. Era da tanto che non la vedevo e, sinceramente, non mi era mancata neanche un po'.

<< Ascoltami, volente o nolente tu entrerai con me nell'auto, e mi aiuterai a guidare. Sono stata chiara? >> mi chiese, con un tono di voce apertamente minaccioso.

In quel momento iniziai a tremare. Non volevo in nessun modo entrare in quell'aggeggio – e se lei fosse stata un'altra persona, me la sarei anche potuta cavare – ma sapevo che Deep era pure disposta a trascinarmi per terra, e poi legarmi con la cintura al sedile. Forse – e dico forse – era meglio... assecondarla...

A quanto pare il mio era uno sguardo eloquente, perché il volto di Deep si illuminò di un sorriso raggiante.

Ma io mi chiedo: la rendeva davvero così felice l'idea finire spiaccicata contro qualcosa? Era davvero così masochista??

Senza dire una parola , iniziò a tirarmi verso l'auto, parcheggiata sul vialetto. Intanto, io tentavo in tutti i modi di non pensare a ciò che stavo per fare. Di sicuro non avrebbe aiutato.

Deep mi depositò davanti alla portiera del passeggero, mentre lei aggirava la macchina, per impossessarsi del sedile del guidatore. Io, però, non entrai, ancora troppo esitante.

Dovevo per forza farlo?? Dovevo davvero morire in quel modo?

Lo sguardo che mi lanciò Deep rispose a tutte le mie domande: sì, dovevo entrare in macchina.

Con la mano tremante, il battito cardiaco a mille e la testa pulsante, aprii la portiera e mi sedetti sul sedile, di fianco a Deep, la quale era totalmente rilassata. Questa sua scioltezza mi fece più paura di tutto il resto!

Dall'interno della casa si unì un tonfo rumoroso e delle urla indignate, sempre più forti. Bene, per rendere il tutto peggiore c'erano i rapitori che si erano liberati! Fantastico!

Feci appena in tempo a scorgere una figura che usciva dalla casa, rosso in viso, che udii la voce di Deep fracassarmi i timpani. << Allacciati la cintura, si parte!! >> e, detto questo, pestò violentemente un pedale.

Io ero pronto, lo devo confessare. Mi tenevo avvinghiato al sedile con entrambe le mani, in attesa che il contraccolpo causato dalla spinta in avanti facesse scaraventare la mia povera schiena all'indietro. Ecco... ero davvero sfigato! La macchina, invece, saettò violentemente all'indietro, facendomi scaraventare in avanti. Il fatto che io fossi già proteso in quella direzione non aiutò affatto, anzi, mi fece solo sbattere la testa contro il cruscotto. Gemetti, mentre l'auto frenava di colpo.

<< Ma che cavolo hai fatto?? >> le chiesi, molto arrabbiato.

La vidi che cercava di guardare i pedali, sotto di lei, con un sopracciglio corrugato. << Mi sa che ho sbagliato qualcosa... >> ammise, affatto dispiaciuta. Emisi un altro gemito, questa volta rassegnato. Sperai che i miei genitori scegliessero dei bei fiori per decorare la mia bara!

<< Ecco! Justin, prendi la marcia e mettila... sul due! >> mi gridò, guardando fuori dal finestrino. Poi si girò verso di me, con uno sguardo agitato. << Veloce!! >> continuò.

Anch'io lanciai uno sguardo distratto al finestrino, vedendo poi una cosa che mi fece drizzare i capelli sulla nuca: i rapitori erano molto, molto vicini a noi!!

Con uno scatto deciso ingranai la seconda, mentre vedevo quelle figure ormai attaccate alla macchina. Improvvisamente sentii una stretta trattenermi il braccio destro, e mi girai per controllare. Un uomo, grassoccio e barbuto, mi aveva afferrato il braccio, in una presa salda e decisa. Aveva un ghigno stampato in faccia, che mi guardava come se avesse di fronte un pezzo di carne succulenta.

Avrei dovuto esserne terrorizzato a morte, ma in realtà mi sentivo solo infuriato. Non so esattamente il motivo, ma quel grasso uomo mi faceva irritare da morire. Assumendo una maschera minacciosa e terribilmente simile a quella di Deep, presi con la mano libera il braccio del mio aggressore, stringendolo forte, in modo che non mi potesse scappare. << Parti, Deep! >> urlai inaspettatamente alla mia amica. Il ghigno dell'uomo divenne subito terrorizzato e, con gli occhi sgranati, aprì la bocca per dire qualcosa. Non fece in tempo a fare nulla, perché la macchina partì – nella parte giusta, questa volta – e l'uomo cadde a terra, emettendo varie urla, mentre io non lasciavo la presa sul suo braccio. Sentii Deep, vicino a me, che rideva. Io intanto rimanevo impassibile, mentre l'uomo veniva trascinato dalla macchina. Dopo qualche secondo lo lasciai andare, senza voltarmi a guardarlo. Invece, controllai il tachimetro e, non appena vidi il dato, granai gli occhi, mentre la paura tornava a strisciarmi nello stomaco. << Deep, stai andando a 120 km/h! Rallenta! >> le intimai.

<< Allacciati la cintura! >> mi ordinò, ignorando la mia esclamazione.

Io la guardai esterrefatto: come poteva pensare alla cintura in un momento come quello??

Guardai, poi, davanti a me e mi si drizzarono i capelli sulla nuca: l'andatura dell'auto era traballante, come se alla guida ci fosse un ubriaco. In effetti, c'era peggio di un ubriaco...

Deglutendo, cercai di cambiare discorso, per distrarmi. << Perché la seconda? >> le chiesi.

La vidi un attimo esitare, insicura. <<... è il mio numero preferito! >> esclamò, poi.

E lì ci mancò poco che svenni.

<< Justin? Stai bene? >> mi chiese poi, esitante.

Avevo la vista offuscata, ma riuscii comunque a vedere che la nostra rotta stava cambiando: stavamo andando contro mano! In un primo momento non riuscii a dire niente, perché la bocca non mi voleva obbedire, ma quando notai che una macchina ci stava venendo addosso, la scarica di adrenalina mi fece riprendere. << Attenta!! >> le urlai indicando la strada.

Poi partirono due colpi di clacson e Deep, sobbalzando, tornò con lo sguardo sulla strada. Sterzò a destra così bruscamente da farmi venire la nausea e, per un attimo spaventoso, mi mancò il respiro.

Poi Deep affondò ancora di più il piede sul pedale, facendoci andare a 180 km/h!! Io mi tenevo avvinghiato al sedile, con la bocca serrata per contenere la nausea. Non ero mai andato così veloce in vita mia!

Pensa positivo, pensa positivo, pensa positivo!

Peccato che l'unica cosa positiva che mi veniva in mente era la speranza che mia madre ritrovasse il mio corpo. Più o meno intatto, poi, non mi importava. Serrai gli occhi, cercando di non pensare a niente.

<< Quando saremo in città sarà più difficile. Là è molto più affollato >> mi avvertì, con tono tranquillo, quasi indifferente.

Nella mia faccia apparve lo sgomento. Eravamo stati molto vicini a fare un'incidente in una strada quasi del tutto spopolata, perciò chissà cosa sarebbe successo in città!

No, meglio non pensarci. Mi avrebbe solo fatto diventare matto.

<< Avvisami cinque minuti prima, così mi metto a pregare >> esclamai, cercando di aprire la bocca il meno possibile.

Non so esattamente come, ma sentii la sua occhiata di fuoco bruciarmi la faccia. << Ti fidi così poco di me? >>

Sì...

<< Non centra niente il fidarsi o meno, ma tu non sai guidare un'auto! Ad ogni secondo rischiamo di schiantarci >>.

La sentii schioccare la lingua e, quando mi girai per guardarla, vidi che aveva una faccia offesa. << Concentrati >> le intimai, sperando che non si distraesse.

Passarono svariati minuti, in un silenzio offeso – per quanto riguardava Deep – e in un silenzio agitato – per quanto mi riguardava. La sentii borbottare qualcosa, più di una volta, ma non ci diedi peso.

Ad un certo punto Deep mi avvisò che eravamo entrati a New York, con destinazione stazione della polizia. << Ma ora che siamo in città non possiamo accostare e andare a piedi? >> la implorai, con tono lamentoso. Lei assunse uno sguardo scioccato, senza però distoglierlo dalla strada. << Scherzi? Ho impugnato il volante proprio per aspettare questo momento! Qua si che ci si diverte >> disse, con una risatina.

Sbiancai. << Almeno rallenta... >> la supplicai, con un filo di voce. La vidi scuotere la testa, in segno di diniego. Probabilmente ero molto simile a un lenzuolo, in quel momento.

Quanta incoscienza, signori! Quanta incoscienza!! (N.d.a.= chi mi conosce, sa che questa è una mia frase!;D)

Iniziarono a venirci incontro le prime auto e Deep, con grossa intelligenza, si mise a suonare il clacson a tutto spiano, cercando di farle sgomberare.

E loro collaboravano? Macché, sarebbe chiedere troppo!

Così, ci ritrovammo a fare gli slalom, evitando le macchine e ignorando completamente sia i segali che cartelli stradali. Inutile dirvi il mio stato: assolutamente terrorizzato, fissavo la strada, che continuava a cambiare direzione, con gli occhi sgranati, quasi spiritati; poi, la bocca era spalancata e non riuscivo più a chiuderla. Vidi che ci stavamo avvicina sempre più ad un palo, e di certo non lo avremmo oltrepassato indenni. << Ferma, ferma! Attenta al palo!! >> urlai, fuori di me. Con una sterzata riuscimmo ad evitarlo appena in tempo. Purtroppo, però, il palo aveva strisciato contro la mia portiera, rigandola e provocando uno stridio acuto e insopportabile, come se avessi preso un gessetto e lo avessi fatto strisciare violentemente contro la lavagna. Rabbrividì.

Dappertutto si sentivano clacson, grida e colpi di frenate. In quel giorno il mio udito venne messo duramente alla prova!

Poi, per complicare di più le cose, Deep non riusciva a stare attenta a tutto e a evitare tutto, per cui molte volte mi ritrovai ad urlare: << Ferma, di là! >> oppure << Attenta a quello lì!! >> o un altro ancora << Frena! Ci stiamo andando addosso!! >>. Eh, sì! Sarà per questo motivo che poi non ebbi più voce per una settimana.

Infine, c'era stato il colpo di grazia! La ciliegina sulla torta! La cosa che mi fece prendere il peggiore infarto della mia vita!

Oramai eravamo vicini alla stazione della polizia, perciò mi concessi un sospiro di sollievo.

Errore! Grosso errore!

Con quel gesto, non vidi che stavamo andando molto vicini a un lampione. Forse un po' troppo vicini...

Insomma, lo vidi solo all'ultimo momento e feci appena in tempo a gridare un: << Là!! >> terrorizzato. Deep, ovviamente, tentò di frenare, con il solo risultato di attutire l'impatto. E di molto, per fortuna.

In effetti, non fu poi così disastroso, ma lo schock che mi presi fu terribile! Assolutamente!!

Il cofano era completamente sfiancato e, dove c'erano i motori, si innalzava un po' di fumo.

Io mi ritrovavo tremante, con la bava alla bocca, i capelli ritti sulla testa e gli occhi sgranati che fissavano vacui il palo e il cofano fracassato. E in quel momento mi promisi di non prendere mai la patente.

Di fianco a me, sentii Deep ridere, estasiata! Con estrema difficoltà riusci i a girare la testa per guardarla, e notai che aveva il viso rosso dalle risate. Quando mi guardò, esse si accentuarono ancora di più, facendola quasi lacrimare. Io, intanto, non riuscivo a muovere un muscolo che fosse uno. Quando si calmo abbastanza mi fece la domanda che ricorderò per tutta la vita: << Dio mio che divertimento... lo rifacciamo? >>. aveva gli occhi accesi, quasi scintillanti, e un nsorriso radioso.

non credo che esista un'espressione terrestre – o anche aliena, se volete – che possa descrivere sia il mio stato d'animo che la mia espressione. Essa, infatti era un misto tra il nauseato, lo scioccato e il rassegnato. Poi, emisi un verso che non era né un grido, né un gemito, né un lamento, ma una combinazione de tre.

Dopodiché fummo “recuperati” dalla polizia, la quale ci scortò in centrale. Noi gli raccontammo tutto: del nostro rapimento e della nostra fuga. Attesero pazientemente che noi finimmo di parlare, poi ci annunciarono che sapevano già chi eravamo e che, anzi, ci stavano cercando.

Ci lasciarono ad aspettare nella sala d'attesa e, dopo pochi minuti, apparve sulla soglia della porta la madre di Deep, in lacrime. Emisi un gemito, immaginando lo stato della mia, di madre.


Buon giorno a tutti!!XD Ed eccomi qua, con la fine del loro rapimento!(meno male, starete dicendo tutti). Comunque, ho tentato di fare questo capitolo abbastanza divertente... ci sono riuscita almeno un po'?? Spero di sì. Comunque, questo è il mio quarto mesiversario su EFP!!XD Comunque, volevo avvertirvi che manca poco alla “lotta”! Probabilmente voi non sapete cos'è, ma ci sarà una specie di lotta e, finalmente, Deep e Justin scopriranno cosa provano veramente l'uno per l'altra (era l'ora, starete dicendo!). Eh, lo so, vi capisco. Ma vedete, questa parte del rapimento non era calcolata, prima, e mi ha occupato ben 4 capitoli, per cui...

Comunque, per qualsiasi chiarimenti, dubbi, se volete un po' di calendario oppure semplicemente vorrete conoscere la mia mente malata, questo è il mio contatto MSN: ely96_11@hotmail.it

Però specificate che siete di EFP, sennò...

Bene, ora alle recensioni!:

 _Chiaraa: Ciao cara!! è un piacere vedere che continui a recensire, te ne sono davvero grata!XD Beh, sicuramente se Deep non ci fosse stata Justin avrebbe visto la sua liberà con il binocolo! E poi... è ovvio che lei è intelligente! L'ho creata io!!XD Come vedi, però, il morto non c'è stato... o forse è stato Justin che non l'ha notato... bo! Comunque, spero che il capitolo sia divertente... lo è?? E grazie per il complimento riguardo al mio disegno, te ne sono grata. E poi, se vuoi vedere dei bei disegni (fatti da mia, naturalmente), puoi vedere sulla mia pagina personale. Li ho messi non appena ho scoperto come fare!

ale_sele: Ciao sciemotta!!! Ecco, appunto, sta zitta che alla prossima recensione ti martello con sta storia! è.é! Comunque, visto che nessuno è morto? Ci è andato vicino, ma non lo ha fatto! E lo sai che in pratica mi hai dato del genio? Perché io l'ho inventata! Mi dispiace, ma il disegno a me non piace proprio!! Che devo fare?? Un bacio alla mia sciemotta preferita...

chiia_:Ciao mi amiga! Lo so, la mia fantasia è illimitata, per fortuna!!Comunque, sono dispiaciuta, ma non potevo fare altrimenti. Anche questo capitolo è come il precedente, ma dovevo chiudere il capitolo “rapimento”, e se lo facevo nello scorso capitolo mi veniva fuori dieci pagine!! E comunque... sai che a me sembra che in tutti i capitoli manchi qualcosa? Snervante!!-.-”

Bene, e ora la domanda:
Domanda: Qualcuno di voi vorrebbe uccidermi per un qualsiasi motivo??

Evviva le domanda macabre!!

Ah, poi volevo fare un po' di “pubblicità” (ossia altre mie ff in corso con la loro presentazione):

Imperdonabile Errore - Ultimo capitolo
Tratto dal primo capitolo: "C'era uno strano silenzio nell'aula, un silenzio stupito, come se fosse successa una cosa assolutamente stravolgente. Alzai immediatamente la testa, cercando di capire cosa stesse succedendo. Lo spettacolo che mi si parò davanti fu assolutamente... unico. Lei, una ragazza nuova, faceva il suo ingresso nell'aula, con passo deciso, perfetto ed elegante. Un portamento che solo pochi avevano, e che io avevo avuto l'onore di avvicinare... Il suo viso, perfetto e pallido, aveva una sfumatura di durezza, decisione e mistero, come se la sua mente contenesse segreti assolutamente inviolabili. Le labbra carnose e rosee erano tagliate perfettamente, senza alcuna ombra di sorriso. I capelli, mossi e sinuosi, erano lasciati liberi, liberi di ondeggiare sulla sua schiena coperta. La cosa che più mi colpì, però, fu il loro colore. Un colore unico e familiare: bronzei. Bronzei come i capelli del ragazzo più importante della mia vita. Bronzei come quelli di Edward. E, infine, gli occhi. Non appena li vidi sussultai. Incredibilmente familiari, con un colore noto e sorprendente: marrone cioccolato. Assolutamente espressivi, poi, lasciavano trasparire anch'essi decisione, rassegnazione e dolore, come di una persona che in vita sua aveva visto troppe cose. E troppe cose orribili."

Bene e, detto questo, ciao e al prossimo capitolo!!XD
 

 

 

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