Young Crazy Love

di thefung
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Assunzione in Paradiso? ***
Capitolo 3: *** Scoperte ***
Capitolo 4: *** Voglio placare il tuo dolore ***
Capitolo 5: *** Dov'è finito il vecchio Rob? ***
Capitolo 6: *** Spiegazioni e interrogazioni ***
Capitolo 7: *** Non credo nell'amore ***
Capitolo 8: *** Balletto ***
Capitolo 9: *** Progetti ***
Capitolo 10: *** Musica e lezioni di giardinaggio ***
Capitolo 11: *** Lunatica ***
Capitolo 12: *** Uscita ***
Capitolo 13: *** Amici? ***
Capitolo 14: *** Seconda ora ***
Capitolo 15: *** Uomini... ***
Capitolo 16: *** Confessioni ***
Capitolo 17: *** Festa ***
Capitolo 18: *** Nulla ***
Capitolo 19: *** Ribellione (Parte I) ***
Capitolo 20: *** Ribellione (Parte II) ***
Capitolo 21: *** Scintilla ***
Capitolo 22: *** Risolvere a parole ***
Capitolo 23: *** Santa Monica ***
Capitolo 24: *** Proposte ***
Capitolo 25: *** Dimostramelo ***
Capitolo 26: *** Undisclosed Desires ***
Capitolo 27: *** Epilogo: Amore ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


EHILààà! QUESTA è LA MIA SECONDA FAN FICTION PERCIò NON ASPETTATEVI GRANDI COSE DATO CHE NON SONO (AHIMè) UNA SCRITTRICE NATA! QUESTA STORIA PARLA DELLA MIA COPPIA PREFERITA, ROBSTEN!

PERCHè NON RIESCO A FARE A MENO DI SPERARE CHE QUELL'AMORE CHE C'è TRA I PERSONAGGI CHE INTERPRETANO POSSA SBOCCIARE (O SIA GIà SBOCCIATO) ANCHE TRA DI LORO!

ADESSO ROB E KRIS NON SONO FAMOSI, MA VANNO AL LICEO E SI INCONTRANO PER LA PRIMA VOLTA..

BUONA LETTURA!

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 1: Incontro

POV Rob

 

Oddio mio.

Oddio mio.

Continuavo a ripetermi queste due parole in testa incessantemente.

Ma chi me l’aveva fatto fare? Perché avevo cambiato scuola solo per un semplice capriccio di mia madre??

Perché? Perché? Perché?

Be’ forse in effetti non me la sarei cavata tanto bene a rimanere nella mia vecchia scuola.

Mia madre aveva accusato la mia prof di lettere di “avercela a morte con me” per un quattro che, a parer mio, meritavo con tanto di lode.

“Ma su mamma che vuoi che sia…un quattro…mica sarà la fine del mondo!” avevo cercato di persuaderla sapendo fino a che drastici punti, ahimè, riusciva ad arrivare.

“No, Robby! La Scott ce l’ha con te di brutto! È giusto che vada io a farle un bel lavaggio del cervello – se ne ha – così vediamo se osa ancora darti un quattro! Ma non eri stato tutto il giorno a ripassare la Divina Commedia in questa settimana? Ma se ti ho visto che te ne stavi tutto il giorno chiuso in camera tua! Questa è una prova schiacciante!”

Quando mia madre usava termini come “di brutto” avrei tanto voluto fare un bel volo dalla finestra e finire spiaccicato sotto una macchina. Mi limitai semplicemente ad alzare gli occhi al cielo però dato che la domanda che mi pose infine mi lasciò giusto un po’ imbarazzato.

Mia mamma non era ancora arrivata ancora alla constatazione che se un qualcuno si trova nella sua camera chiuso tutto il giorno – e con un bel computer o cellulare a portata di mano – non significa che debba per forza studiare. Dio, che parolona!

Diciamo che in quel bel giorno di marzo non avevo la benché minima voglia di aprire quello stramaledettissimo libro di storia e ripassare quello che “tecnicamente” avrei già dovuto sapere, per la verifica imminente.

“Mamma…dai, uno può anche studiare tanto quanto la Jenson (la ragazza più brava della classe) e prendere due e mezzo! Sono cose che capitano a tutti! Ne stai facendo davvero un finimondo! Perché non ci mettiamo una bella pietra sopra??”, chiesi spalancando gli occhi e sbattendo le ciglia.

“Rob, questo non è giusto nei tuoi confronti! Ti sei impegnato così tanto…avresti bisogno di almeno un po’ di gratificazioni! Ho deciso: oggi andrò a parlare con la tua cara professoressa così vediamo che dice!”, concluse con tono solenne da perenne vincitrice. Si batteva la mano chiusa a pugno sul petto, dove “secondo lei” avrebbe dovuto trovarsi il cuore. Peccato che in quel caso si era confusa e si trovava dalla parte sbagliata.

“Mamma…il cuore è dall’altra parte…”,dissi io sbattendomi una mano sulla fronte con fare teatrale.

Lei si guardò per un attimo e poi si affrettò a correggere l’errore madornale.

E non avevo potuto fare niente di niente per impedire che andasse a fare una visitina a quella vecchia racchia della mia profe.

Purtroppo durante l’incontro le cose non erano andate proprio pacificamente.

Erano entrambe così sicure della propria opinione che avevano finito per prendersi a botte! Erano state divise solo grazie all’arrivo dei bidelli che avevano sentito dall’aula professori dei rumori simili a dei bufali in mandria a scontarsi!

Quando pensavo alla scena mi mettevo a ridere come un pazzo e la mascella mi faceva male per una settimana come minimo.

E fu così che mia madre non ne volle più sapere di mandarmi a scuola dove insegnava quella psicopatica e mi iscrisse in nuovo liceo. E fin qui niente di male a parte il fatto che lì non conoscevo un cane! Immaginavo come sarebbe stato…un disastro totale! Senza considerare che a scuola non ero…uno studente modello, ecco, e nemmeno in Educazione Fisica potevo rifarmi perché ero più lento di un bradipo e quando si trattava di salto in alto potevo andare benissimo a nascondermi dietro la gonna di mia madre.

E adesso eccomi qui davanti ad una classe di ben ventinove alunni che mi guardano con occhi e facce di tutti i tipi, neanche fossi un extraterrestre.

E io lì impalato che cerco di muovere le labbra e farne uscire qualcosa che sia comprensibile alle normali orecchie umane! Sembro un bambino dell’asilo beccato a rubare le merendine altrui e che deve chiedere scusa al proprietario!

“Ehm…si…s..Salve a tutti. Io sono Patty..cioè Robert Pattinson…”

Dio santissimo figura peggiore non potevo proprio farla!

Guardai i miei nuovi compagni rosso in faccia e li vedevo scambiarsi guardi eloquenti tra loro e anche qualche risatina tra le ragazze. Alcune di loro mi guardavano in modo fin troppo malizioso per i miei gusti di leone solitario. Non fu solo una che mi fece l’occhiolino proprio mentre con lo sguardo passavo su di loro.

“Okay…allora Robert vatti a sedere lì in fondo. Penso che con i tuoi compagni di classe ti troverai bene, siete allo stesso punto riguardo al programma scolastico e poi…”

A quel punto non l’ascoltavo più. I miei occhi avevano incontrato una meraviglia assoluta mentre girovagavano per l’aula in cerca di qualche appiglio.

Una ragazza. E che ragazza!

Capelli castani mossi e lunghi lasciati sulle spalle. Carnagione pallida e qualche lentiggine sulle sue guancie rosee. Il resto del corpo non riuscii ad ammirarlo, catturato improvvisamente da due calamite, due satelliti più scintillanti e maestosi della Luna: occhi verdi meravigliosi, accesi e splendenti, puri, dolci e sinceri che improvvisamente mi trafissero e mi fecero perdere dei battiti al cuore.

Quei pozzi profondi non mi lasciarono più, dopo quel momento e continuarono ad immergersi nei miei curiosi di trovare chissà cosa…forse, un giovane, pazzo amore.

SPERO CHE VI SIA PIACIUTA!! RECENSITE PLEASEEEEEEEEEEEEEE!!!

KISSONI VAMPIROSI

ELE

 

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Capitolo 2
*** Assunzione in Paradiso? ***


RIECCOMI DI NUOVO!!!!!!!! SPERO CHE IL PRIMO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO! E CHE ANCHE IL SECONDO NON DELUDA LE VOSTRE ASPETTATIVE! BUONA LETTURA E GRAZIE A TUTTI COLORO CHE RECENSISCONO O AGGIUNGONO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE O LE SEGUITE! GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEE

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 2: Assunzione in Paradiso?

POV ROB

 

Ero appena approdato in Paradiso, lo sentivo.

Quasi quasi alle mie orecchie giungevano i canti degli angioletti del cielo, intenti ad ammirare insieme a me quella meraviglia, a scampanellare e…schioccare le dita? Mi concentrai meglio su quei loro strani gesti e mi accorsi che non provenivano dagli angeli, bensì dal mondo terreno, popolato da facce acide e rugose come quella della mia nuova professoressa che, proprio in quel momento, stava cercando di strapparmi dal mio mondo incantato. E ci riuscì.

“Ehm…signor Pattinson? È sicuro di sentirsi bene?”

Vedendo che non mi decidevo a rispondere schioccò di nuovo le dita nel tentativo di farmi riprendere.

“Pattinson!” urlò infine scocciata.

Io scuotendo la testa e strizzando velocemente gli occhi le risposi – finalmente – balbettando: “Oh, si certo. Mi scusi professoressa.  Credo di avere avuto un calo di zuccheri.”

La prof mi guardò stralunata e mi indicò per la seconda volta il mio posto.

Durante il tragitto non potei fare a meno di rispecchiarmi in quegli occhi profondi da cui ero stato rapito prima. Erano ancora molto curiosi.

Senza staccarmi da lei (in campo visivo ovviamente) percepivo le risatine – a mio parere assolutamente cretine – di chi si era accorto del nostro “campo magnetico”.

Il banco che mi era stato assegnato era appena una fila dietro di lei, così potei continuare a fissarla.

“Ciao io sono Emily, molto piacere!” disse una voce femminile al mio fianco.

Con mia grande riluttanza e rabbia per essere stato interrotto dalla mia attività sacra, mi voltai verso la voce.

Al mio fianco una ragazza mi guardava come Peggy de "La carica dei 101" guardava il suo adorato marito Pongo, sbattendo le ciglia fin troppo freneticamente. Poco ci mancava che la lingua piena di bava le pendesse da un lato della bocca come un cane quando fa le feste.

"C..ciao", le dissi io quasi sputacchiando la parola tra i denti.

"Tu sei Robert, giusto? Oh, sì certo che sciocca. La prof ti ha appena presentato alla classe!" - risatina patetica - "Come mai hai cambiato scuola??? Eh??? Sono felice che tu sia qui, ma perchè te ne sei andato, eh, eh????"

Ma come diavolo si spegne???? Pensai scettico. Non avevo la benchè minima voglia di rispondere alle sue stupide domande, e questo perchè in realtà volevo tornare ad osservare la ragazza di fronte a me. Volevo sapere che impressione le avevo fatto o cosa lei avesse percepito durante il nostro scambio di occhiate.

In effetti la ragazza seduta al mio fianco non era così male, capelli castano chiaro raccolti in una coda, carnagione normale, occhi grigi e occhiali azzurri, ma se solo se ne fosse stata zitta a rispettare un po' la mia privacy...

Decisi di risponderle: non volevo guadagnarmi già da subito la reputazione di maleducato.

Le sorrisi ridacchiando e lasciandomi andare più di quanto avessi mai fatto in quel giorno mi passai una mano tra i capelli. Più per far colpo che altro, dovevo ammetterlo.

"Hmm...diciamo che ho avuto qualche problema con una mia professoressa e i miei genitori hanno pensato che per me sarebbe stato meglio frequentare un' altra scuola.."

"Tutto bene là in fondo? Si sente ancora male signor Pattinson?" ci interruppe la voce della professoressa dall'altra parte dell'aula.

La sua voce era parecchio sarcastica.

"No, non si preoccupi, nessun problema!" le risposi sfoderando un sorriso a 31 denti (un dente del giudizio ahimè non era ancora spuntato) così che ritornasse ad occuparsi della sua lezione.

"Quella là rompe sempre, è una palla!" sbuffò la mia vicina gesticolando per dare più enfasi alla lamentela.

"Me ne sono accorto!", risposi io sorridendo.

E quella ripartì a ridere.

Con la coda dell'occhio però notai un'espressione imbronciata nella bella ragazza dagli occhi verdi.

Chissà cosa l'aveva infastidita...la lezione? Poco probabile. Da quel poco che avevo sentito si parlava dei radicali e mi auguravo che non fossero causa di grande sofferenza per lei (be' in effetti non si può mai sapere. Non per tutti la matematica è cosa da poco).

Mmm...forse era infastidita per il fatto che stessi facendo colpo su una ragazza che non era lei...la cosa mi piacque parecchio.

Poco dopo la campanella che annunciava l'intervallo suonò e tutti cominciarono a riporre le proprie cose prima di uscire in corridoi per svagarsi durante i cinque minuti concessi.

La ragazza si avviò verso la porta della classe con le sue compagne, e prima di varcare la soglia i suoi magnifici occhi verdi vagarono per l'aula finchè non trovarono i miei intenti ad osservarla ammaliato.

E sorrise. Lei aveva sorriso a me.

Sentivo di nuovo gli angeli scampanellare allegri una melodia simile a Jingle Bells tanto la mia gioia interiore era profonda.

Mi sembrava di essere appena stato assunto in Paradiso.

 

MI SCUSO TANTISSIMO CON VOI SE IL CAPITOLO NON è MOLTO LUNGO MA NON HO AVUTO TEMPO!!!!!!!!!!! OK, OK LO AMMETTO SONO STATA SOPRATTUTTO IMPEGNATA A LEGGERE UNA BELLISSIMA FAN FICTION CHE CONSIGLIO A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLA SAGA DI TWILIGHT COME ME: "VOGLIO FARTI INNAMORARE" DI LUISINA. COME TUTTE LE SUE STORIE è ASSOLUTAMENTE MAGNIFICA E IO MI SONO COMMOSSA A LEGGERLA. SARà CHE HO LA LACRIMA FIN TROPPO FACILE?? VABBò COMUNQUE è STUPENDAAA!

GRAZIE DI NUOVO A TUTTI QUELLI CHE SEGUONO LA MIA FF!

BACINI, MORSETTI E KISSONI VAMPIROSI!

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Capitolo 3
*** Scoperte ***


RIECCOMIIIIIII!!!

PER FORTUNA SONO INZIATE LE VACANZE PERCIò POSSO DEDICARMI PARECCHIO ALLA MIA FAN FICTION!! GRAZIE DI NUOVO A TUTTI COLORO CHE SEGUONO, RECENSISCONO E PREFERISCONO!

SPERO CHE QUESTA NUOVA AVVENTURA DEI ROBSTEN NON VI DELUDA!!!

UN BACIONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

Young Crazy Love

Capitolo 3: Scoperte

Erano passate due ore.

Due ore da quando avevo visto per la prima volta LA ragazza…ormai era diventata l’unica ragazza sulla faccia della Terra per me.

Era davvero buffo interessarmi tanto ad una persona e non sapere nemmeno il suo nome…

Mi rincuorai con il fatto che presto l’avrei saputo. Era questione di tempo.

Seduto ad un tavolo della mensa vicino a dei ragazzi della mia età, alcuni simpatici all’apparenza, altri un po’ meno e altri ancora dei grandi bell’imbusti usciti da un film di Terminator, con un piatto di lasagne davanti al naso, fissavo un tavolo di ragazze abbastanza distante da me.

Queste all’apparenza potevano sembrare delle vere e proprie galline. E forse qualcuna lo era veramente.

Tutte erano disposte in un solo lato del tavolo rotondo, ammassate per poter chiacchierare e ridacchiare tra loro vicine, mentre osservavano il mio tavolo e gli altri in cui erano seduti prevalentemente ragazzi.

Tutte parlottavano e guardavano chiunque gli capitasse a tiro in modo fin troppo malizioso. Tutte tranne lei. Lei se ne stava lì, sempre seduta in mezzo a loro ma era – o forse semplicemente sembrava – diversa.

Guardava verso la finestra, il suo sguardo si perdeva nell’orizzonte in maniera assolutamente affascinante. Forse, se avessi avuto capacità ultra terrene, avrei potuto leggere nei suoi magnifici occhi verdi cosa stesse immaginando.

Era pensierosa, con la testa chissà dove.

Le altre ragazze non badavano alla sua distrazione, continuavano la loro attività di “caccia” senza prestarle alcuna attenzione. E lei non sembrava minimamente interessata a qualunque fossero stati i loro discorsi.

“Ehi, Rob che stai guardando?”, mi chiese un tipo chiamato Steve distogliendomi dalla mia proficua e redditizia.

Cavoli, ma in questa scuola nessuno che sappia farsi i cavoli propri, eh?  Pensai infastidito.

“Oh…niente…ecco…”, balbettai in risposta. Non avevo intenzione di rendere ancora più evidente quella mia istantanea attrazione per la ragazza.

“Ah - ah! Hai già cominciato ad apprezzare le ragazze della nostra scuola a quanto vedo. E sei anche fortunato! Quella è nella nostra classe!”, il suo tono era malizioso ed entusiasta allo stesso tempo.

“Ah…davvero..?”, cercai di fare il più indifferente possibile.

Non volevo cedere alla tentazione di chiedergli come si chiamasse la ragazza. Mai e poi mai.

Ma…

In fondo non era mica un reato così grave…

Un semplice nome…non avrebbe fatto male a nessuno…

“Sì, è nella nostra classe…” la frase era stata lasciata in sospeso in un modo che non prometteva nulla di buono.

“Ehm…tu sai…come…si chiama??”, mi decisi a chiedere.

“Certo!!!! C’ho provato anche io con lei, cosa credi?!? Ci hanno provato tutti qui! Vero ragazzi???”, chiese rivolgendosi agli altri ragazzi del tavolo.

“Cosa Steve??”, chiese uno.

“No, parlavo della Stewart. Vero che c’abbiamo provato tutti con lei, no? Senza grandi risultati però…nemmeno dopo aver troncato con quello là!”

“Certo!!! Quella è un grandissimo pezzo di… be’ avete capito. Ma perché, ti interessa?” , mi chiese un tipo con grande interesse.

Ormai tutto il tavolo era concentrato nella nostra conversazione.

“Ehm…si ecco diciamo che è molto carina…”, cominciai io.

“Direi!!! Però non fila nessuno, te lo dico. È diversa dalle altre. C’è chi farebbe qualsiasi cosa per andare a letto anche con il più sfigato di noi e invece lei niente…chissà cosa le passa per la testa!”

Ah, splendido! Adesso si che mi sentivo sollevato!

“Come si chiama di nome?”, chiesi io senza alcun tremolio nella voce stranamente.

“Kristen. Kristen Stewart.”, mi rispose un altro.

“Ma ti consiglio di non attaccarti troppo a lei. Ci sono un sacco di ragazze libere in questa scuola che ti sbavano dietro quando nemmeno te lo aspetti. Non vale la pena di sprecare del tempo per una che già sai che non ti filerà nemmeno per un attimo”, mi disse un altro.

“Però io ti consiglio di provare comunque. Chissà, magari tu le piaci. Non si sa mai come sono fatte le donne!”, disse un altro con entusiasmo nella voce.

“Ben detto, Tom!”, gli disse Steve dandogli una pacca scherzosa in testa.

Sentivo che io e quel Tom saremmo andati parecchio d’accordo.

Anche perché io non avevo alcuna intenzione di cedere a quei begli occhi, almeno non senza aver prima tentato di affascinare la bella Kristen.

Che bel nome…

Ok, ero proprio fumato.

“Prossima lezione?”, chiesi allegro per cambiare argomento.

“Educazione fisica! L’ideale se vuoi conquistare la tua Kristen!”, mi fece un occhiolino un tipo.

“Be’ e anche loro però se vogliono fare colpo su di noi hanno molte armi a disposizione! È davvero una fortuna che indossino i pantaloncini corti…sai che bel vedere!” rise un altro.

E tutti si unirono a lui. Me compreso.

Be’, dovevo pur fare amicizia, no?

Suonò la campanella e tutti si alzarono diretti alle rispettive lezioni.

Notai che la ragazza, Kristen, si distolse in fretta dalle sue fantasie e i suoi occhi tornarono alla realtà. Stranamente però erano sembrati in qualche modo più sollevati e sereni quando erano in balia dell’immaginazione. Quanto avrei voluto sapere ciò che stava pensando…

“Non hai intenzione di lasciarla perdere, vero?”, mi chiese Tom dandomi il gomito.

“Direi proprio di no!”, gli sorrisi.

Sembrava davvero un tipo simpatico. Uno che mi lasciava un po’ di speranza per quel mio sogno ad occhi aperti.

Ci dirigemmo verso la palestra, si trovava al piano terra, perciò dovevamo scendere due rampe di scale. E nel fare ciò ovviamente le ragazze della nostra classe si unirono a noi.

E arrivo Emily al mio fianco per mia dannatissima sfortuna.

“Hey, Rob! Mangiato bene spero!”, mi disse con il sorriso sulle labbra.

Il mio invece era costantemente forzato al massimo.

“Ehm, si certo! Tutto ottimo!”

“Lo credo bene!”

E si mise a ridere. Di nuovo.

Questa ragazza doveva avere dei seri problemi ridaroli.

Io continuai a sorridere come un deficiente alzando le sopracciglia e dicendo tra me e me: “Occhei….”

E mi dileguai in fretta raggiungendo gli altri ragazzi per salvarmi la pellaccia.

Ragazzi e ragazze si divisero per andare ognuno nel proprio spogliatoio e da lì notai che Kristen parlava animatamente con Emily. E quella rideva. Amò!

Ma cosa ci trovava in quella ragazza da parlare così??

Bah…

Le donne erano sempre un mistero, aveva ragione Tom.

E…sarebbe stata una bella sorpresa vedere anche il loro bel portamento in pantaloncini corti…soprattutto il suo.

Fortunatamente io non sapevo che ci sarebbe dovuta essere Educazione fisica perciò potevo rimanere da bravo in panchina ed “ammirare” la ragazza da dietro senza farmi notare troppo. E vedere un po’ come si comportavano anche gli altri ragazzi in quell’ora. Volevo evitare di fare troppe figuracce.

Tutti i ragazzi si cambiarono in fretta e una volta che furono tutti pronti uscimmo in palestra.

Delle ragazze ancora nessuna traccia. Be’ questo in fondo me l’aspettavo.

Alcuni ragazzi mi accompagnarono dal professore perché potessi presentarmi.

Gli spiegai che non ero stato informato della lezione e che per adesso non avrei partecipato e lui non ebbe alcun problema a riguardo.

Non sembrava tanto male, solo…assolutamente un omaccione che somigliava tantissimo Macho-Man e totalmente fissato con lo sport o tutto ciò che lo riguardasse. E questa non era una bella cosa.

E poi arrivarono.

O meglio, lei arrivò.

Le ragazze fecero il loro ingresso trionfale in palestra in pantaloncini corti e maglietta lasciando che tutti i ragazzi – professore compreso – potessero ammirarle da tutte le angolazioni.

Le prime ad entrare in classe furono quelle che all’apparenza sembravano le più…”provocanti” diciamo.

Camminavano flessuose attente a sculettare ad ogni piccolo movimento e desiderose di farsi ammirare il più possibile. E, be’ non c’era motivo di non farlo.

A seguire entrarono quelle più timide, che non avevano tanta voglia di notare tanti occhi puntati sulle loro forme. Si leggeva loro in faccia “l’impacciataggine”. 

E tra loro eccola, la mia meraviglia personale.

Lei però non apparteneva a nessuna di queste categorie. Sembrava semplicemente infischiarsene di tutto ciò che gli altri avessero potuto pensare su di lei.

Dopo aver notato la sua espressione però non potei fare a meno di notare anche altro.

E dovetti constatare che non era bellissima solamente in volto.

Le sue forme venivano valorizzate molto dalla maglietta attillata rossa e dai pantaloncini blu scuro.

Pregai che non si voltasse e mostrasse la sua “seconda facciata” se no avrei sicuramente perso la mascella per strada.

“Bene ragazzi, adesso tutti seduti per favore.”

Ci disponemmo in cerchio, al centro del campo di pallavolo.

I ragazzi separati dalle ragazze non molto nettamente a causa di quelle coppiette formatesi all’interno della classe.

“Ok, oggi pallavolo ragazzi! Organizzerò squadre miste per il momento, poi vedrò cosa riusciamo a fare nella maschile contro la femminile.”

Da parte di tutti ci furono commenti di approvazione, in particolare tra le ragazze più provocanti. A quanto pare erano delle pallavoliste professioniste ansiose di sfoggiare le loro qualità anche in campo di sport.

“Tu Pattinson puoi rimanere benissimo a guardare come giochiamo così poi quando avrai la divisa scolastica non avrai problemi.”, disse rivolgendosi a me.

“Ok, certo”, risposi io.

Notai alcune risatine da parte delle ragazze. L’espressione di risposta di Kristen mi fece sorridere. Non sembrava molto felice dei commenti che mi facevano le altre, anzi.

Il professore formò le squadre mentre io mi andavo a sistemare in panchina insieme a coloro che per il momento non avrebbero giocato. La ragazza non era tra questi. A quanto pare allora era una buona risorsa per la squadra.

La partita cominciò e per qualche straordinario motivo mi sentii in dovere di tifare per la squadra capitanata proprio dalla ragazza dagli occhi verdi.

Un susseguirsi di punti e strategie che non capivo nemmeno un po’.

E lei invece sembra davvero brava.

Mannaggia a me e alla mia totale negazione per lo sport!

Inoltre potei sentire la sua voce melodiosa anche se affaticata per lo sforzo che implicava il gioco.

E ad un certo punto dovette schiacciare.

Il tifo del professore per lei era assolutamente inimitabile.

Continuava ad urlare: “Vai, Kristen! Passo stacco dai!!”

E lei allora fece ciò che le ordinava il prof.

Fece velocemente i due passi e mezzo in cui consisteva il passo e…

Sinistro, destro- sinistro e BAM! Schiacciata micidiale!

A quel punto non resistetti ad alzarmi in piedi e battere le mani complimentandomi con lei.

Tutti mi guardarono un po’ spaesati e capii che dovevo ritornare seduto.

Kristen però si voltò verso di me e vedendo il tifo che le stavo facendo sorrise in un modo abbagliante ringraziandomi con lo sguardo.

Inutile dire che mi ritrovai di nuovo in balia degli angioletti custodi.

Più la guardavo da dietro più mi veniva da sbavare come un matto. Aveva un corpo assolutamente mozza fiato che mi fece venire in testa fantasie poco caste che assolutamente bisognava evitare.

L’ora di educazione fisica passò in fretta tra punti, schiacciate e vari colpi di scena e una volta suonata la campanella non ebbi nemmeno il tempo di complimentarmi di persona con Kristen e cogliere l’occasione per parlarle.

Ma avrei trovato assolutamente trovato il modo per farlo.

Infatti decisi di “appostarmi” davanti allo spogliatoio femminile in modo che non sarebbe potuta sfuggirmi.

Sì, ci avrei parlato. Parola mia.

ORE 11.34 DEL 29/3/2010

SCUSATE IL RITARDO MA IERI SERA NON HO AVUTO TEMPO DI SCRIVERE IL SOLITO COMMENTINO IN FONDO PERCIò LO FACCIO ADESSO.

ALLORA INNANZITUTTO RINGRAZIO DI NUOVO TUTTI QUELLI CHE SEGUONO LA STORIA!!!!!!!

GRAZIE DI CUOREEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

E ORA AGGIUNGO UNA PICCOLA NOTA PER I GRANDI SUPER VISORI CHE SI SONO ACCORTI DI UNA MIA PICCOLA GAFFE...ECCO NON CREDO CHE IN UNA SCUOLA NORMALE FACCIANO FARE AGLI STUDENTI EDUCAZIONE FISICA SENZA CHE QUESTI VOMITINO TUTTO IL PASTO. MA AVEVO VOGLIA DI METTERE LA SCENA DELLA MENSA E NON SAPEVO COS'ALTRO POTESSI AGGIUNGERE TRA LE DUE ATTIVITà PERCIò...PERDONATEMIIII!!!! VABBò QUESTA SCUOLA TANTO NON ESISTE IN REALTà MA SOLO NELLA MIA ADORATA TESTOLINA PERCIò POSSIAMO CHIUDERE UN OCCHIO O ANCHE DUE! xD

BACINI, MORSETTI E KISSONI VAMPIROSI!!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 4
*** Voglio placare il tuo dolore ***


 

 ECCOMI DI NUOVOOOOOOO!!!! HO FATTO PRESTISSIMO COME VEDETE! E TUTTO PERCHè AVEVO QUESTO CAPITOLO IN TESTA DA UN SACCO DI TEMPO E NON HO POTUTO FARE A MENO DI TRADURLO IN PAROLE VIRTUALI. QUESTO CAPPY DARà INIZIO A MOLTI PROBLEMI CHE SARANNO PARECCHIO PRESENTI NELLA STORIA E CHE SARANNO CAUSA DEL LORO INEVITABILE AMORE.

BUONA LETTURA E GRAZIE INFINITE A TUTTI COLORO CHE IN QUESTO MOMENTO STANNO LEGGENDO!! MI FATE SENTIRE DAVVERO AL SETTIMO CIELO!!!!   

 

 

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 4: Voglio placare il tuo dolore

 

Ehm…dire che mi sentivo un perfetto cretino era assolutamente un eufemismo.

Appostato lì davanti allo spogliatoio femminile mentre una decina di ragazze al di là di quella porta si stavano cambiando mi faceva sentire stranamente un grandissimo idiota.

Mi trovavo lì per cogliere finalmente l’occasione di parlare con lei.

Sì, certo parlare. Cosa sarei riuscito a pronunciare con i suoi occhi verdi puntati addosso? E anche se fosse stata voltata dall’altra parte cosa avrei potuto dirle?

Ero tentato di scappare dalla mia postazione di attacco e ritirami alzando bandierina bianca verso tutta la platea di gente che pensavo mi stesse osservando.

Ma poi mi feci coraggio e sperai ardentemente che da quella maledetta boccaccia qualcosa ne uscisse fuori.

Improvvisamente sentii un colpo violento dall’altra parte della parete.

Ma quelle erano bufali o comuni mortali? Mi chiesi un po’ impaurito.

E in quel momento mi venne la brillante idea di ascoltare i loro discorsi. Chissà, magari avrei trovato qualcosa di interessante.

Da come mi muovevo potevo fare invidia a DoubleDuck (la mitica versione 007 di Paperino nei fumetti della Disney) e agli altri suoi amichetti agenti segreti.

Appoggiai l’orecchio alla porta attento che nessuno mi vedesse e sforzai i miei timpani di captare il più possibile anche se non dovettero fare grandi sforzi. Quelle urlavano come delle pazze.

“Guarda che non puoi continuare a fare sempre così!”

“E chi te lo dice? Chi ti da il permesso di dirmi cosa devo fare? Mica voglio finire a fare la puttana come te!”

Ahia ahia.

“Cosa stai insinuando?? Che io sarei una puttana? Solo perché io riesco a vivere a differenza di te? Perché io voglio divertirmi più che posso e non stare qui a cincischiare cazzate senza senso come fai tu!”

Un’altra voce. “Ma lasciala stare, scema, lo sai perché è ridotta così!”

“No, nessuno di voi lo sa cosa passo io! Lasciatemi in pace, non ne sapete un cazzo!!!!!!!!”

Cavoli discorsetti tranquilli la ragazze, eh?

Decisi di smettere di origliare perché avevo come l’impressione che la ragazza quasi in lacrime uscisse da un momento all’altro dallo spogliatoio e non volevo essere di intralcio.

E infatti avevo ragione.

Mentre mi appoggiavo nella parete a fianco la porta venne aperta molto violentemente e una ragazza ne uscì fuori in lacrime.

La cosa che mi colpì maggiormente fu l’identità della persona che uscì fuori la porta.

Lei. Proprio lei.

E piangeva tantissimo. Appena si accorse di me alzò velocemente gli occhi gonfi e rossi, segno di lacrime trattenute. Incrociò il mio sguardo e senza dire niente ci fissammo per qualche attimo.

Ci scrutammo l’anima praticamente. Io tentavo di capire cosa avesse, cosa la facesse stare così, volevo trovare un modo per vederla sorridere. Ad ogni costo.

Sentii una sensazione profondissima nascere dal petto ed invadermi tutto, come un desiderio di placare le sue lacrime e il suo dolore.

Anche lei mi fissava senza dire una parola. I suoi occhi scrutavano i miei senza alcuna paura, tristi, angosciati, pieni di dolore. Le lacrime le riscesero dal volto e mi fecero aumentare la sensazione di “desiderio di benessere” per lei.

Mi avvicinai piano a lei senza smettere di fissarla e lei non si mosse, se non per le lacrime.

Le sfiorai leggermente la guancia, con la punta delle dita nel tentativo di darle sollievo. Lei abbassò le palpebre e ricominciò a piangere forte, singhiozzando.

Da parte mio io non me la sentivo di stringerla a me e farla gemere sul mio petto. Avrei voluto certo, ma non ci eravamo mai scambiati una parola.

Continuai perciò ad accarezzarle la guancia, adesso anche con il palmo.

La sua pelle era morbida, delicata.

Sulla mia mano arrivavano anche le sue lacrime adesso, non più trattenute bensì si rincorrevano l’un l’altra veloci e leggere.

Portai la mano al suo occhio asciugandolo ai lati. Lei li riaprì e mi fissò di nuovo.

In quel nostro contatto non avevamo bisogno di parlarci. I nostri sguardi parlavano da soli.

E lei in quel momento mi stava chiedendo di salvarla.

Salvarla dal mondo, dalla crudeltà che le persone possono avere, di portarla in un posto sicuro in cui nessuno avrebbe più potuta ferirla.

Voglio placare il tuo dolore. Morivo dalla voglia di sussurrarle.

Poi si avvicinò di più a me, all’altezza dell’orecchio sollevandosi sulle punte dei piedi.

“Tu non mi hai vista.”, sussurrò in tono leggero ma ancora mozzato dai singhiozzi.

Inizialmente non capii ma quando si allontanò velocemente da me e cominciò a correre circospetta verso l’uscita di sicurezza del corridoio tutto mi fu più chiaro.

Stava scappando. E io non lo avrei impedito, sarei rimasto con lei nel segreto della sua dolce e dolorosa fuga. Chissà se il giorno dopo sarebbe tornata a scuola…da me.

Mi doveva delle spiegazioni, forse.

No, a me non doveva proprio niente. Ero io che dovevo aiutarla, adesso mi sentivo assolutamente in dovere di farlo.

Non provavo più solo attrazione fisica nei suoi confronti, ma anche il bisogno, la necessità di placare tutte le sue sofferenze e vederla gioire come un qualsiasi altro essere umano. Perché lei doveva essere un’eccezione alla regola? Non lo meritava.

Mi diressi con i piedi di piombo verso lo spogliatoio dei maschi, senza entrarvi però.

Aspettai semplicemente che qualcuno ne uscisse, mentre mi riperdevo nei ricordi della ragazza piangente. E nelle parole che avevo sentito mentre origliavo fuori la porta.

Le era successo sicuramente qualcosa di molto brutto, prima del mio arrivo, certo.

Il corridoi nel frattempo si era riempito di ragazzi, pronti per tornare in classe.

Nessuno mi rivolse la parola e io me ne stetti zitto sperando che questo silenzio potesse durare a lungo. Molto, molto a lungo.

Arrivati in classe Emily mi rivolse di nuovo la parola, ma non badai nemmeno a cosa disse.

Le feci semplicemente un cenno con la testa. Speravo capisse che non avevo alcuna voglia di stare lì a ciarlare con lei. Doveva pensare che ero pazzo come minimo.

Il professore di scienze ci chiese dove fosse Kristen ma io non aprii bocca e feci come lei mi aveva ordinato. Nessuno però si occupò della faccenda a lungo. Anzi, se ne occuparono fin troppo poco. Forse era solita a fughe di questo tipo nel bel mezzo della giornata.

Durante il resto delle lezioni non riuscii a seguire nulla. Avevo in testa semplicemente la sua espressione.

E le sue parole.

Speravo che nessuno si accorgesse del mio avvilimento istantaneo.

Finalmente – troppo, troppo tardi – suonò l’ultima campanella così che insieme agli altri mi diressi verso le scale. Ansioso di uscire da quella prigione il più presto possibile.

Una volta arrivati in cortile però una mano mi trattenne per la spalla.

Mi voltai di scatto, senza capire a chi potesse appartenere.

Tom.

“Ehi, che cos’hai? Eri molto strano nelle ultime due ore…sembri depresso.”, mi sussurrò gentile.

“No…non preoccuparti non è niente”

“C’entra con Kris?”, chiese lui con fare indagatore.

“La conosci?”, chiesi io colto da una nuova speranza e luce negli occhi.

“Be’, sì, diciamo di sì. Non proprio tantissimo però. Non sono uno di quei ragazzi fin troppo amici e confidenti personali delle ragazze.”

“Sai perché è scappata?”, chiesi io.

“Ah, allora hai capito. Allora, quello che so dirti è che non ha avuto una bella storia…e che i ricordi bui tornano sempre a riaffacciarsi su di noi. E le sarà capitato di nuovo. Ormai nessuno se ne sorprende più così tanto. I genitori hanno chiesto alla preside di non contare queste sue fughe improvvise perché davvero sono molto motivate. Non so però quanto la storia possa durare…”

“Ma le capita spesso di… ricadere nei ricordi?”

“Mmm…direi di no. Almeno non più. Sono circa tre mesi che non capitava ma qualche momento di debolezza può sempre esserci e non c’è da preoccuparsene. Vedrai che domani tornerà a scuola con il sorriso in faccia e vi fisserete come avete fatto oggi tutto il tempo.”, ridacchiò.

“Si vedeva parecchio?”, chiesi io sorridendo.

“Ma no…giusto un pochet…sì. Si vedeva parecchio.”, e si mise a ridere fragorosamente.

Era riuscito a sollevarmi il morale con quel suo breve discorsetto. Davvero un bravo ragazzo. E simpatico.

Adesso la situazione di Kristen non mi preoccupava più come prima. Sapendo che già le succedeva e che poi subito ritornava a sorridere mi faceva sentire leggero e felice.

E facendo tornare alla mente il suo adorabile volto non potei fare altro che provare il tremendo desiderio di vederla di nuovo. E sapere che non soffriva più. Che il mondo non era più stato crudele o ingiusto con lei, perché non si meritava affatto una simile tortura.

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Capitolo 5
*** Dov'è finito il vecchio Rob? ***


QUESTE VACANZE MI DANNO PROPRIO TANTISSIMA ISPIRASSSSSSSIONE! SI VEDE?? xD

BENE ADESSO ECCO UN NUOVO CAPITOLO DELLA MIA FICCI...SPERO VI PIACCIA!!! GRAZIE DI CUORE AI 15 CHE STANNO SEGUENDO LA STORIA, AGLI 8 RECENSITORI, I RICORDANTI E PREFERENTI! (OK OK IL MIO LESSICO LASCIA PARECCHIO A DESIDERARE MENTRE LA MIA FANTASIA IN CAMPO DI NUOVI VOCABOLI GIOCA BRUTTI SCHERZI)

BUONA LETTURA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 5: Dov'è finito il vecchio Rob?

Quella notte stranamente riuscii a dormire.

Certo in testa avevo ancora Kristen, il suo sorriso e i suoi strani comportamenti. Ma le parole di Tom erano servite per sollevarmi di molto il morale. Era davvero una brava persona senza dubbio. Un amico su cui contare davvero.

Lasciare l'altra scuola non era stato affatto un problema. Lì non avevo veri e propri amici e non mi ero mai preso nessuna cotta per nessuna ragazza. Era impossibile che mi capitasse perchè quelle in testa avevano solo e semplicemente il sesso.

Già dubitavo che quando erano piccole avessero avuto più di uno o due neuroni, ma una volta arrivate all'adolescenza questi erano stati fumati dagli ormoni in subbuglio.

Una vocina nella mia testa cominciò a darmi fastidio.

E se anche lei fosse così come tutte le altre? Che ti stia ingannando solo per farti soffrire e giacere ai suoi piedi? Cosa ti fa pensare che lei sia così diversa? Solo perchè è attraente?

Ma chi l'aveva assunta questa voce nella mia testa, eh? E per cosa poi? Scalfire tutte le mie poche aspettative???

La lasciai perdere e me ne infischiai lasciando che il pensiero che l'avrei vista il giorno successivo mi riempisse di gioia. E così mi addormentai.

"Roooooooooooooobby!!!!!!!!". Una voce interruppe il mio sonno pacifico e beato. Mi rigirai nel letto mugolando.

"Non vorrai fare tardi il tuo secondo giorno di scuola spero!! Dai, Roooooooooooob!!"

Tante volte pensavo che mettere una sveglia sarebbe stato più salutare per me e i miei nervi.

Poi ricordai il giorno prima.

Be' più che ricordare il giorno prima ricordai il suo viso, sorridente.

E improvvisamente mi venne la voglia di alzarmi di scatto dal letto, mettermi in piedi il più presto possibile, sorridere al nuovo giorno e alla prospettive che serbava e muovermi.

Mi vestii in fretta e furia fischiettando allegro, poi passai in cucina.

Lì c'era seduta mia madre con la sua solita faccia da zombie immersa praticamente all'interno della tazza.

"Buongiorno, Mamy!", dissi avvicinandomi a lei per darle un bacetto sulla guancia. Gesto che non compivo da quando avevo 10 anni e poi nelle occasioni speciali (suoi compleanni, Natale e robacce varie).

Lei alzò la testa con una faccia da paura.

"'Ma? Tutto ok?", chiesi mettendole una mano sulla fronte per controllare che non avesse la mucca pazza o la febbre gialla.

"Sembri tanto George Clooney quando fai così...", sussurrò ammaliata. Le mancava l'aureola e avrebbe fatto competizione agli angioletti che mi attorniavano ogni volta che Kristen mi sorrideva.

"Oddio non cominciare con Clooney se no facciamo come l'altra volta che ho dovuto chiamare l'idraulico e i servizi sociali!", sbottai esasperato.

"Ma amore, non lo vedi quanto è bello? Cioè quelle rughette lì ai lati...Mmm! Ti avverto Robert Pattinson: se tuo padre verrà a sapere che impazzisco per un uomo che non sia lui e che tra l'altro si chiama George Clooney e che ho fondato un fan club a suo nome tu sei morto, stecchito, cotto in padella con olio e aceto! Comprendi tesoro della mamma?!?".

Era quando si comportava così che mi faceva più paura in assoluto. E avevo cominciato a prendere davvero sul serio i suoi avvertimenti: non volevo rischiare di sostituire uno dei tre porcellini durante il Giorno del Ringraziamento sulla tavola imbandita di casa mia. Condito con olio e aceto poi!

"Certo, mamma hai la mia parola come sempre. Però forse adesso è meglio che faccia colazione, sai com'è, fino a tre secondi fa facevi un sacco di premura perchè andassi in quella prigione chiamata 'scuola'..."

"Sisi, fai pure. Ma prima mi dici una cosa? Come mai oggi sei così sorridente?", domandò indagatrice.

"Mah...niente. Non si può sorridere a questo mondo???"

"Uffa quanto la fai pesante. E' che non ti ho mai visto sorridere per andare a scuola."

"Le cose cambiano, le persone crescono...", le sussurrai in tono poetico.

Mi guardò perplessa.

"Non avrei mai pensato di sentirtelo dire. Mangia che è meglio, Robby."

Alzai le spalle in risposta. Ma si vedeva tanto che avevo una voglia matta di andare a scuola??

A quanto pareva...sì.

Ingurgitai quel latte ormai freddo in un colpo solo e mi fiondai in bagno per lavarmi i denti.

Ed ero pronto. A tempo assolutamente di record!! Non mi era mai successo in tutta la mia odiatissima carriera scolastica. Erano le 7.30 e sveglio da semplicemente mezz'ora ero riuscito a prepararmi.

Zaino in spalla mi avviai verso la porta gridando "Ciao Mamma!!!!! Ci vediamo alle quattro!"

Lei non rispose e la sentii correre verso di me prima che potessi fare un passo.

"Tu. Alle. Sette. E. Mezza. Sei. Pronto. Che. Ne. Hai. Fatto. Di. Mio. Figlio?"

"Mamma sono sempre io...Rob! Quello che si lamenta sempre quando deve pulire la casa o deve stendere la tua biancheria, che prende dei bei quattro a scuola, che si sparapanza sul divano con un barattolo di 5 kili di nutella mentre guarda la TV...sono sempre e solo io!"

"Allora che ne hai fatto del mio Rob??", chiese ancora.

"Capito mamma. Ti chiamo papà così vede che c'hai. A dopo! Ciao!"

"Ma..ma...ma..", e chiusi la porta da fuori.

Durante il tragitto stranamente mi sentivo tipo Georgie (il cartone animato). Poco ci mancava che mi mettevo a saltellare per la strada canticchiando la sigla "Georgie che corre felice sul prato, nel suo bel mondo che pare fatato e poi d'incanto non è più bambina ma si risveglia di già ragazzina" e cogliendo i fiorellini di campo.

Be', va bene che mi trattenevo dal cantare dalla gioia, ma non potevo evitare di fischiettare.

Arrivai nel cortile della scuola che un sacco di gente guardava la mia aria spensierata e felice sorridendo a loro volta. Speravo che la mia allegria contagiasse anche loro.

Nonostante fossi uscito di casa mooooolto presto, la scuola era già piena di gente. C'era anche Tom.

Lo raggiunsi in fretta, sperando che potesse darmi sollievo come sempre.

"Ehi, Rob!!", mi salutò con un cenno della mano quando mi vide avvicinarmi.

"Ciao Tom! Come va??", chiesi radioso.

"Bene grazie...ti sei fatto qualche canna sta notte o Kris si è imbucata in camera tua??", mi chiese notando il mio stato d'animo.

"Nessuno dei due.", gli sorrisi.

"Ahhhh!! Il nostro Rob è alle prese con una gran bella cotta!! Te lo si vede in faccia!", disse ridendo.

"Uffa! Anche mia madre ce l'ha con sta storia!! Dice che sono cambiato e che sembro George Clooney!!!"

"Io fossi in te mi preoccuperei. Non è mai un buon segno quando si viene paragonati a George Clooney, con tutto il rispetto per lui e per te ovviamente."

"Cretino! Mia madre lo diceva in senso positivo!!!!!", dissi irritato dandogli una pacca in testa.

"Rob...mi dispiace parecchio distrarti ma credo che la tua musa ispiratrice ti stia osservando."

Alzai di scatto la testa in cerca degli occhi di Kris. Girai su me stesso con tutto il corpo al posto di farlo solo con lo sguardo. Ero troppo impaziente.

E finalmente li ritrovai.

"Jingle Bells, jingle bells, jingle all the wais!!!". Eccoli. Gli angioletti avevano ricominciato il loro inno di gioia.

Com'erano belli i suoi occhi quel giorno. Appena incontrarono i miei dopo essere rimasta ancora due secondi a fissarli abbassò lo sguardo. Forse era imbarazzata da me.

Ma sembrava solo averci riflettuto un attimo, infatti i suoi occhi tornarono nei miei con la stessa velocità con cui se n'erano andati. Adesso sorrideva dolcemente. E io non potevo fare a meno di ricambiare.

Sembrò lasciarsi scappare una risatina quando Tom cercò di risvegliarmi dallo stato di trance che mi stava attraversando sventolandomi una mano davanti alla faccia.

"Bello addormentato!!! Mi sa che quando entrerete in classe dovreste provare a comunicare anche in altro modo, sai?"

"Guarda che abbiamo già parlato..". Cinque parole in croce ma chissene frega.

Non lo guardavo; ero ancora estasiato da quella meraviglia. Volevo raggiungerla. Tom aveva ragione, dovevamo provare a parlare. Chissà forse poi sarebbe stato spontaneo.

La campanella suonò, ma non per questo interrompemmo il nostro contatto. Mi avviai verso le scale trascinato da Tyler sempre ammirandola e lei faceva lo stesso, dirigendosi però verso la seconda entrata. Forse era meglio che c'incontrassimo in classe piuttosto che per le scale. Ma quanto era intelligente??

Una volta per le scale dovemmo staccare gli occhi per evitare di andare a sbattere contro un muro e ritrovarci con un bel trauma cranico.

Poi arrivai in classe. E lei era già lì. Ma come diamine aveva fatto??? Si era messa a correre??

Fatto sta che quando la vidi al suo banco i suoi occhi si ripuntarono su di me. Sorrideva ancora.

Mi avviai verso di lei grazie ad una spintarella maliziosa di Tom che in quel momento avrei voluto strangolare.

Feci passi piccoli e lenti prima di raggiungere il mio posto, cioè lei.

Mi fermai una volta arrivata al suo banco. E continuammo a fissarci.

Ma che fantasia...

Lei infine si schiarì la gola e sussurrò: "Credo di doverti delle spiegazioni."

 

LO SO, LO SO IO CONCLUDO IL CAPITOLO SEMPRE AL PUNTO FATIDICO!!!! xD xD

SONO PERFIDA!!!!!!!!!!!! xD

SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPPY VI SIA PIACIUTO!!! RECENSITE MIRACCOMANDOOOO! VOGLIO ASSOLUTAMENTE SAPERE COSA NE PENSATE!!!!!!!!!!!

KISSONI VAMPIROSI!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Spiegazioni e interrogazioni ***


LO SO, LO SO IN QUESTO PERIDODO STO VENENDO A ROMPERE FIN TROPPO SPESSO MA DAVVERO HO TANTISSIMA VOGLIA DI MANDARE AVANTI QUESTA STORIA!

E POI PER UNA VOLTA DEVO FARLI PARLARE, SU!!

BENE ADESSO VI LASCIO AL CAPITOLO!!!!!!!!!! A ME QUESTO NON PIACE MOLTO…FORSE PERCHè NON STO MOLTO BENE (HO LITIGATO CON UNA MIA CARA AMICA) E ALLORA LE IDEE DI SCRITTURA NON VENGONO COME DOVREBBERO…SPERO COMUNQUE CHE VI PIACCIA ALMENO UN POCHINO. GRAZIE A TUTTI!!!!!!!!!!

 

YOUNG CRAZY LOVE

 Capitolo 6: Spiegazioni e interrogazioni

 

"Credo di doverti delle spiegazioni", ecco la sua voce morbida ammaliarmi per la seconda volta da vicino.

"Ehm...", fu l'unica risposta che fui capace di darle.

Lei sorrise. "Scusa per ieri, io...non so cosa mi sia preso. Per caso hai sentito la conversazione nello spogliatoio??", chiese fissandomi con quegli occhi così profondi...un oceano misterioso in cui avrei voluto immergermi completamente.

"Be', ecco praticamente urlavate.", le sorrisi anche io.

Ridacchiò. "In effetti credo di sì...comunque...allora non ho avuto una situazione facile meno di un annetto fa, e ancora non sono riuscita ad uscirne completamente. E a volte mi capita di essere così...volubile quando mi si attacca. Ieri ho bigiato perché non me la sentivo più tanto di rimanere in classe per questo ho preferito tornare a casa e sfogarmi lì. Da sola. Mi dispiace di averti fatto preoccupare o qualsiasi altra cosa tu abbia avuto...", adesso aveva gli occhi bassi.

"Niente, non ti preoccupare. Solo non riuscivo a capire cosa avessi. Adesso va tutto bene?", chiesi guardandola negli occhi.

Inizialmente rimase a fissarmi di rimando senza dire una parola poi mormorò "Io..."

Ma per grandissima mia sfortuna fummo interrotti dalla professoressa di matematica che esclamò con un tono parecchio eloquente: "E' suonata!!"

Andai a sedermi al mio posto afflitto. Avevo però l'assoluta convinzione che avremmo parlato ancora. Dovevamo per forza.

Anche lei sembra delusa dal fatto che non avremmo più potuto parlare. Ci teneva parecchio allora a darmi ste benedette spiegazioni…

Dovevo essere sincero con me stesso. Più che stare ad ascoltare attentamente le sue spiegazioni ero rimasto a fissarla incantato. Era la prima volta che mi rivolgeva la parola, anzi seconda se quelle due parole in croce che mi aveva sussurrato il giorno prima potevano essere definite un discorso; e non ero stato capace di non emozionarmi per quella piccola cosa.

Ero davvero patetico.

E oltre che patetico uno scemo, idiota, imbecille, deficiente. Perché per una volta non ero stato ad ascoltare le risposte che mi stava dando? Mi avevano tormentato un sacco di tempo ieri e adesso non stavo nemmeno lì a seguirle.

Se i miei vecchi compagni avessero saputo a che livelli ero arrivato non avrebbero fatto altro che deridermi sempre, ogni giorno della mia vita.

 “Vedo che la Stewart ti interessa, eh?”, disse una voce di fianco a me. Sembrava irritata e infastidita.

Oddio non mi dire che Emily era gelosa! E di che cosa poi?!? Quella non aveva fatto altro che ridere tutto il tempo facendomi credere che avesse dei seri problemi ridaroli, e adesso s’infuriava pure per il fatto che parlassi un pochino con un’altra ragazza – e che ragazza! – ?

Mi voltai piano con le sopracciglia sollevate.

“Scusa?”, se aveva voglia di rovinarmi l’umore ci stava proprio riuscendo.

“No…dicevo che la Stewart ti interessa. Visto che non ti puoi nemmeno sforzare di parlare con me pensavo che non avessi la possibilità di farlo nemmeno con lei. E a quanto pare mi sbagliavo invece…”

“Scusami, cosa ti da tutta questa convinzione??”, le chiesi io scettico. Il buon umore era andato a farsi benedire insieme a George Clooney.

E dire che Kristen era proprio seduta al banco davanti a noi!

“Guarda che mica sono scema. Si vede che ti interessa, se no avresti parlato anche con me piuttosto che fare sempre il difficile.”

Quasi mi veniva da ridere. Decisi di non risponderle nemmeno. Sarebbe stato uno spreco di corde vocali che mi sarebbero servite dopo, quando avrei parlato di nuovo con Kristen. Intanto le sue guancie erano abbastanza sollevate. Forse stava ridendo per le patetiche congetture di Emily.

Quel giorno la lezione passò molto lentamente, anche perché la professoressa di scienze cominciò ad interrogare…

Appena l’avevo vista avevo capito che era una di quelle prof che ti sbattono davanti un cinque con un sorriso radioso stampato in faccia. E la mia teoria si rivelò ancora più giusta quando questa si presentò a me.

Mi disse immediatamente con voce rauca e scatarrandosi che il motto era “TVTB”.

Cioè Ti Voglio Tanto Bocciare.

Occhei…espressione scettica al 100%.

 “Bene bene. Oggi interroghiamo un po’. Vediamo…”, disse aggiustandosi gli occhiali con due dita e ficcandosele proprio al centro delle due lenti.

“Mmm…direi che potremmo partire da Sturridge e…Pattinson! Così vediamo a che punto è il nostro nuovo arrivato!”, e ci sorrise sadica.

Io non sapevo nemmeno chi fosse Sturridge. Già era tanto se sapevo qualche nome; per imparare anche i cognomi ci sarebbe voluto come minimo un anno!

Ma quando vidi alzarsi dal proprio banco Tom con un’ espressione afflitta mi rallegrai molto.

Non sapevo nemmeno a che punto fossero loro con il programma dell’anno, e non mi ricordavo nemmeno a che punto fossi io nella mia vecchia scuola.

Lanciai a Tom uno sguardo di comprensione che lui ricambiò ormai sconfitto. Quell’espressione mi fece capire che non aveva studiato parecchio…

Ci avvicinammo alla megera e alla cattedra.

“Mmm…sarò clemente, signor Pattinson. Farò cominciare il suo compagno così vedrà di farsi qualche idea su come interrogo…”

Tom fece una faccia sconvolta. A quanto pareva sperava tutto il contrario.

E comunque la tipa si era davvero sprecata, non c’è che dire.

“Allora Sturridge…Quali sono gli elementi di base del citoscheletro e che cosa permettono?”

Tom fece una faccia stralunata e mi guardò di sottecchi. Come cavolo potevo suggerirgli anche se avessi saputo la risposta?

La prof gli sorrise amaramente e il suo sguardo cadde su di me.

“Signor Pattinson?”, chiese alzando le sopracciglia.

“Ehm…”, non ricordavo assolutamente niente di quell’argomento.

“Bene…signor Sturridge, torniamo a lei. Cos’è la matrice extracellulare?”

Stavolta Tom sapeva la risposta.

“È un intreccio di macromolecole che tiene unite le cellule e i tessuti.”, sembrava davvero soddisfatto. E la prof la prese come una sfida.

“Benissimo. E mi sa dire cosa determinano gli elementi del citoscheletro contenuto nella cellula eucariote?”. Dio mio ma quella parlava arabo?

 Dopo un attimo di esitazione Tom rispose, ancora un po’ incerto.

“Mi pare che ne determinino la forma, la struttura interna e il movimento.”

“Giusto…E adesso signor Pattinson. Noi sappiamo già che la maggior parte delle specie di batteri ha una parete cellulare intorno alla membrana plasmatica. E in genere nel citoplasma che cosa c’è?”.

Ok. Adesso dall’arabo eravamo passati al turco.

Cosa cavolo aveva chiesto?????

Passai un attimo in rassegna degli studenti in classe in cerca di non so quale ispirazione per la risposta. E trovai i suoi occhi verdi. Cercavano di attirare la mia attenzione. Mi stava suggerendo la risposta.

A stento riuscii a capire qual’era la risposta, attraverso il suo labiale.

Non ci sono organuli definiti, come nelle cellule eucarioti.

“Non ci sono organuli definiti. Come nelle cellule eucarioti.” Mi affrettai a dire alla professoressa, per paura di dimenticare la risposta.

Sperai ardentemente che non si fosse accorta dello “scambio culturale” tra me e Kristen.

“Molto bene signor Pattinson. Direi che potete andare al posto. Ho già fatto le mie considerazioni.”

Alleluia delle lampadine giapponesi! Ma allora non era così sadica!

Tom mi lanciò un’occhiata di trionfo che ricambia, anche se il mio di trionfo era dovuto all’aiuto di Kristen.

Appena passai vicino a lei mi fece l’occhiolino e io la guardai con un’ espressione a metà tra l’incantato e il riconoscente a vita.

Ero più che sicuro che volesse parlarmi ancora e spiegare meglio il suo comportamento del giorno prima. Sta volta non mi sarei distratto giurai a me stesso.

Mi sedetti al mio banco soddisfatto sotto lo sguardo ancora infastidito di Emily.

Incrociai le dita sotto il banco perché tutto andasse bene, le lezioni passassero in fretta e io finalmente potessi riparlare con Kristen.

Lei ad un certo punto si girò verso di me sorridendo e mi passò un bigliettino senza farsi vedere.

C’era scritto:

 

Sei sicuro che la risposta che ti ho dato fosse giusta ?

E ci hai capito qualcosa?

Dopo, all’intervallo ti spiego meglio, ok?

 

Ridacchiai leggendo. Era ovvio che la risposta che mi aveva dato fosse giusta, se no non me l’avrebbe mai data. E poi riguardo alla seconda domanda aveva assolutamente ragione.

Non avevo capito niente di quello che mi aveva detto.

E mi proponeva anche di parlare con lei durante l’intervallo?

Adesso non serviva più incrociare le dita sotto in banco, mi aveva già dato una conferma di quello che speravo dal giorno prima.

Appena la vidi guardarmi con la coda dell’occhio le feci cenno di si con la testa, sorridendo ancora e facendo nascere sul suo volto un’espressione meravigliosa di spensieratezza.

 

SCUSATEMI DAL PROFONDO DEL CUORE! NON ERA QUELLO CHE VI ASPETTAVATE LO SO MA VI PROMETTO, ANZI GIURO SU EDWARD CULLEN CHE LA PROSSIMA VOLTA PARLANO DAVVERO!!!

SCUSATEMI ANCORA!!!!!!!!!

HO CAPITO, HO CAPITO, MEGLIO ANDARE A NASCONDERSI…

UN BACIONE DA SOTTO TERRA!!!

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Capitolo 7
*** Non credo nell'amore ***


BUONA PASQUA A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

ADESSO VOGLIO DARVI UN PICCOLO REGALINO PER FESTEGGIARE FINO ALL’ULTIMO PERCIò…ECCO UN NUOVO CAPITOLO!!!!!!!!!!!!!!

SPERO CHE VI PIACCIA!!!! E GRAZIE ANCORA A TUTTI!!!!

QUESTO CAPITOLO FORSE SARà UN PO’ DIVERSO DAGLI ALTRI PERCHè IN QUESTI ULTIMI GIORNI SONO STATA INFLUENZATA PARECCHIO DA UN NUOVO LIBRO CHE HO LETTO. SI CHIAMA “WINGS” DI APRILYNNE PIKE ED è STATO RECENSITO MOLTO, MOLTO BENE DA STEPHENIE MEYER. NON SONO RIUSCITA A STACCARMENE FINCHè NON L’HO FINITO (CIOè IN 5 ORE) E COME COMMENTO BASTA SOLO UNA PAROLA: WOW.

MI è PIACIUTO DAVVERO MOLTISSIMO E NON MI SORPRENDE CHE LA ZIA STEPH SIA DELLA MIA STESSA OPINIONE! CONSIGLIO A TUTTI I FAN DI TWILIGHT DI LEGGERLO PERCHè DAVVERO MERITA MOLTISSIMO!!!

 

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI…

 

 Angel Black [Contatta]

Segnala violazione

 01/04/10, ore 21:29 - Capitolo 6: Spiegazioni e interrogazioni

Non ti preoccupare io e Kris abbiamo suggerito giusto!!! (credo…xD) Anzi, sicuramente perché avevo il libro di scienze proprio sotto il naso (mica mi ricordo tutte queste cose!!)

 

 SeaOfLove [Contatta]

Segnala violazione

 01/04/10, ore 20:16 - Capitolo 6: Spiegazioni e interrogazioni

Grazie mille x avermi perdonata cara!!!!!!!!! Ma è nel mio istinto naturale di piccola vampiruccia fare un po’ di dispetti perciò sta volta ecco qui le spiegazioni di Kris!!

 

 SeaOfLove [Contatta]

Segnala violazione

 01/04/10, ore 20:16 - Capitolo 6: Spiegazioni e interrogazioni

Mi sai che hai pubblicato due volte la stessa recensione..xD

 

 iosi [Contatta]

Segnala violazione

 01/04/10, ore 15:22 - Capitolo 6: Spiegazioni e interrogazioni

Farò sempre del mio meglio x pubblicare prima che posso!!

Grazie tantissimo x avermi detto che avevo scritto Swan invece che Stewart!! Che testa che ho!!! xD

Sai com’è…a pensare sempre ai vampiri e alla saga di Twilight alla fine si finisce x non capire più una mazza fritta!!

 

 piccola steph [Contatta]

Segnala violazione

 01/04/10, ore 13:56 - Capitolo 6: Spiegazioni e interrogazioni

Tesoro mioooooooo! Grazie mille x i bellissimi commenti e tutta l’ispirassssione che ogni volta mi dai mentre scrivo!! Grazie Koala, Letteraria, Poo, Cuginetta Edfidina mia!!!!!!

 

 

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 7: Non credo nell'amore 

 

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin

Oh santo Dio. Che suono magnifico è giunto alle mie orecchie disperate!!

La campanellaaaaaaaaaaaaa!

Non c’erano parole per descrivere la mia felicità in quel momento. Non aspettavo assolutamente altro!!

Solo chi mi vide saltare in piedi dalla sedia con un sorriso da ebete in volto capì a che punto di pazzia ero arrivato.

Appena mi resi conto che tutti mi stavano guardando come una foca che si sta facendo la permanente mi risedetti rosso in volto.

Tutti dopo poco si alzarono e rimisero le loro cose a posto. Io feci ben attenzione a rimanere appena pochi passi dietro a Kristen in modo che fossi sicuro che uscisse dall’aula e una volta fuori potesse spiegarmi finalmente l’accaduto.

Lei però mi sorprese – come sempre. Prima di arrivare alla porta della classe si voltò cercandomi con lo sguardo e appena mi vide a poca distanza da lei mi sorrise illuminandomi e illuminandosi.

Era indescrivibile la passione, l’attrazione che mi colpiva come un’onda in un maremoto quando la vedevo. E nonostante ci conoscessimo a malapena da due giorni quel sentimento inspiegabile ma assolutamente necessario andava sempre crescendo.

La affiancai sorridente e senza dire una parola ci avviammo verso il corridoio.

“Grazie”, le dissi sincero una volta fuori.

“E di che? Mi è bastato semplicemente abbassare la testa e leggere la risposta sul libro!”, rispose lei allegra.

“Grazie comunque.”, ripetei io.

Si illuminò ancora di più e poi riprese a parlare.

“Ok…immagino che tu sia qui per sentire la spiegazione riguardo al mio strano comportamento di ieri. E be’ devo dire che in fondo non c’è una vera e propria spiegazione. Te l’ho detto: ho avuto una storia d’amore senza lieto fine poco tempo fa e se mi si provoca io reagisco così. Cercando una via di fuga lontano dalla realtà e da tutti. Poi però dopo essermi sfogata ritorno alla normalità e ricomincio tutto come se niente fosse.”. Voleva dimostrarmi di essere forte, ne ero sicuro.

“Non credo che anche dopo che tu ti sia sfogata tutto ritorni come se niente fosse. La sofferenza e la tristezza rimangono comunque dentro di te e non c’è affatto bisogno di fare finta di nulla, di nascondersi.”

Non so da dove mi vennero fuori quelle parole, ma vidi immediatamente che non le piacquero un granché.

“Bene. Forse hai ragione tu, ma questo non significa che io una volta aver pianto a dirotto non mi senta bene e abbia voglia di ricominciare senza pensare agli accaduti del passato.”

Questo mi faceva molto, molto piacere. Più del lecito.

“Assolutamente. Anzi, di questo ne sono davvero felice.” Le sorrisi sincero. “Ma…se posso permettermi…che cosa è successo?”, le chiesi nel tono più gentile e delicato che potessi, anche se in sua presenza non dovevo sforzarmi molto. Veniva naturale.

“Be’… allora io stavo con un ragazzo e pensavo che il nostro amore potesse essere come dire…eterno. Un amore che non avrebbe subito mai danni nel suo corso, un amore che non sarebbe mai terminato e non avrebbe dato segni di cedimento.

Ma purtroppo non è stato così. Almeno non dopo l’inizio. Perché prima eravamo davvero felici e ci amavamo molto.

Poi le cose hanno cominciato ad andare in modi non previsti diciamo e la storia ha preso una brutta piega. Adesso ti risparmio i dettagli perché non sono molto gradevoli.” Fece un respiro profondo.

“La cosa più sconcertante però è stata che nonostante tutto quello che mi faceva, nonostante soffrissi tantissimo io lo amavo comunque almeno quanto prima e cercavo di non dargli dispiacere. Ma poi…be’ sono successe cose ancora più…schifose che mi hanno costretto a lasciarlo definitivamente. E a procurarmi così una grandissima ferita nel cuore nonché una grandissima delusione nei confronti dell’amore. E questo è tutto direi.”

Capii immediatamente che non si sentiva di dirmi proprio tutto quello che le aveva fatto questo tipo. E forse mi stava accennando qualcosa solo perché si sentiva in dovere di spiegarmi. Mi sentii male a pensare che qualcuno avesse potuto fare del male a lei.

“Che grandissimo pezzo di stronzo.”, dissi con rabbia.

E lo era davvero.

Lei rise, cogliendomi nuovamente di sorpresa.

Sembrava un pochino isterica in effetti, ma non me ne importava niente perché il pazzo ero e sarei sempre stato io.

Sorseggiò piano la sua bottiglietta d’acqua prima di tornare a rivolgermi la parola.

“Hai assolutamente ragione. È uno stronzo; e nessuno lo sa meglio di me. Ma ormai questo non importa perché è una cosa passata e ogni volta che sto male per lui mi sento ancora peggio perché mi sento debole…” a quel punto la interruppi.

Le misi un dito sotto il mento per farle alzare la testa e tornare ad ammirare i suoi profondissimi occhi verdi. Le mie calamite. I miei specchi di purezza.

“Non dire così, ti prego. Tu non sei debole, e nessuno pretende da te che tu faccia l’impossibile. Io non so tutto quello che abbia combinato sto emerito stronzo, ma ricordo perfettamente la tua reazione ieri. E non me la toglierò mai dalla testa perché le emozioni che ho letto nei tuoi occhi…il modo in cui piangevi…mi hanno fatto percepire quanto stessi soffrendo nonostante non avessi la minima idea di quale fosse la causa.”

Lei mi sorrise, rossa in viso.

“In realtà c’è qualcuno che pretende da me che io riesca a sollevarmi da questo episodio…e sono io stessa in effetti. Sono sempre stata una persona capace di rialzarsi da tutte le situazioni, una ragazza abituata a non perdere mai. Avevo però una grandissima concezione dell’amore grazie all’esempio che ogni giorno mi danno i miei genitori a riguardo. Ci credevo profondamente e forse mi illudevo di aver trovato immediatamente l’uomo dei miei sogni e destinato ad essere mio per sempre. Ecco mi illudevo profondamente. Perché adesso so che l’amore non è una favoletta come Biancaneve e che non bisogna credere nel colpo di fulmine o cose simili. Bisogna imparare forse anche a non lasciarsi andare troppo e rimanere sempre all’erta perché non si sa mai quello che la vita può riservarti. Non credo nell'amore”

Alla fine del discorso sospirò pesantemente.

Mi faceva davvero male sapere che non si fidava più dell’amore o del colpo di fulmine, quel magnifico segnale che mi aveva colpito ieri.

Speravo di riuscire presto a farle cambiare opinione.

A un certo punto però mi accorsi di una cosa: nessuna ragazza era andata a fare compagnia a Kristen. Pensavo che se anche ci fossi stato io qualcun altro sarebbe rimasto accanto a lei e quindi ad ascoltare il nostro discorso.

“Ma come mai nessuno viene a farti compagnia?”, le chiesi immediatamente.

“Oh be’…forse perché ci sei tu e le metti in soggezione.”, mi sorrise. “Oppure perché…ecco ormai stanno cercando di abituarsi ai miei continui sbalzi di umore ma la cosa non va loro tanto a genio perciò…si tengono a distanza a volte.”, si vedeva che la cosa non le faceva piacere.

“Mi dispiace molto. Ma non dovrebbero tentare di risollevarti il morale o provare comunque a comprendere il tuo stato d’animo?”

Sospirò nuovamente.

“Loro cercano sempre di risollevarmi il morale ma io non accetto molto il fatto che mi stiano troppo intorno. Non voglio fare compassione a nessuno.”

“Scusami, se ti sto chiedendo troppo o non me ne vuoi parlare stai tranquilla, non devi per forza raccontarmi tutto.”, le dissi io guardando verso i miei piedi.

“No, non ti preoccupare. Tanto so che tu non mi chiedi queste cose solo per avere un po’ di pettegolezzi”, mi disse sorridendo.

“Come fai a saperlo?”, le chiesi allora io perplesso. Anzi, in realtà volevo un po’ provocarla.

“Be’…si vede da come mi hai chiesto della storia. Si vede che eri dispiaciuto per quello che mi è successo, e questo mi fa piacere.”

Jingle bells, jingle bells, jingle all the way!!!   

Ecco di nuovo gli angioletti canterini nel mio paradiso personale.

Le sorrisi come un ebete dopo che disse quelle parole e mi persi nuovamente in quella profondissima attrazione che lei mi provocava.

Poi stemmo in silenzio. Lasciai che bevesse tranquillamente la sua acqua in pace e mentre lei sembrava che non mi stesse guardando mi voltai e vidi Tom che mi faceva l’occhiolino con un’espressione soddisfatta.

Immediatamente mi rivoltai verso di lei imbarazzato. Kristen sembrava non essersi accorta di niente.

Poi la campanella suonò ma sta volta non ci stetti male. Avevo già ottenuto quello che stavo cercando da così tanto.

Ci avviammo di nuovo insieme verso la porta e ad un certo punto però mi venne un’ultima domanda.

“Scusami, come si chiama lo stronzo?”

Lei mi guardò negli occhi sorpresa.

“M-Mike”, sussurrò tremolando.

Bene. Le avrei dato la prova che io non ero come quel grandissimo bastardo. Io ero diverso e, a differenza di lui, l’amavo.

 

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Capitolo 8
*** Balletto ***


BUONA SERA (O GIORNO DIPENDE DA QUANDO LEGGETE) A TUTTI!!!!!! =)

PROPRIO OGGI NON POTEVO NON POSTARE UN CAPITOLO, OGGI CHE è IL VENTESIMO COMPLEANNO DELLA NOSTRA ADORATISSIMA KRIS!!!!!!!!!

TANTISSIMI AUGURI KRIS!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

SPERANDO CHE QUESTO SUO NUOVO ANNO DI VITA PORTI SORPRESE, NOVITà, SUCCESSI E…AMORE!! xD

BUONA LETTURA E RINGRAZIO TANTISSIMO I 21 SEGUITI E I 7 PREFERITI!!!

RISPOSTE ALLE RECENSIONI...

 piccola steph [Contatta] Segnala violazione
 
 05/04/10, ore 20:27 - Capitolo 7: Non credo nell'amore

Alleeeeeeeee!!! Grazie mille x i complimenti!! Sai che non li merito!! Sei tu che sei troppo buona (come Danet!!! xD)!!!! Un bacioneeeee

 lindathedancer [Contatta] Segnala violazione
 
 05/04/10, ore 20:17 - Capitolo 7: Non credo nell'amore

Grazie moltissimo x tutto quello che hai scritto!!!! Non sai quanto mi fa piacere che la mia storia ti piaccia e che venga seguita!!!!! E hai assolutamente ragione: Rob è davvero troppo dolce!!!!!! Un ammmmmmore!!! xD  
Un bacione ele

 

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 8: Balletto

“Robbyyyyyyyyyyyy!”

“Pianeta Terra chiama Rooooooooooooooooooob!”

“Che. Cavolo. Vuoi. Tom?”

“No, niente, niente…volevo solo sapere di cosa parlavate tu e la Kristenuccia all’intervallo. Sembravate ‘Lily e Vagabondo la vendetta’!!!”

Eh?!?!?!?!? L’unica cosa che ricordavo di quel cartone erano due cani che succhiavano spaghetti. Splendido.

“In che senso, scusa?”

“Certo che ti devo sempre spiegare tutto, eh? Comunque…intendevo dire che ‘sembravate due innamorati’”

Rimasi scioccato.

“Davvero?”

“Dio mio, Rob, se ti dico così significa che è così!” Poche ciance: che vi siete detti?????”

“Uffa, Tom…cose! Accontentati di sapere questo!”, e lo lasciai lì come uno scemo davanti alla mensa, dove avevamo appena pranzato.

Al ricordo della sua faccia ridacchiai divertito.

“Che c’è di divertente?”, mi chiese una voce da dietro.

Prima – e forse ultima – cosa che notai: la voce non apparteneva a Kristen.

Mi voltai un po’ circospetto e vidi che dietro di me c’è era una di quelle ragazze che avevo già classificato come “provocanti”. Fin troppo.

E il suo abbigliamento non faceva altro che confermare la cosa. Evitai di soffermarmi con lo sguardo sui suoi vestiti, se no avrebbe capito che la mia opinione su di loro non era proprio delle migliori.

“Cosa?”, le chiesi.

Lei sorrise maliziosamente e mi si avvicinò ancor di più.

Rise stupidamente.

“Stavi ridendo, e mi chiedevo cosa ci fosse di buffo.”

“No, niente…Tom mi ha fatto ridere.”, spiegai in fretta.

“Tom? Intendi lo Sturridge? Qui chiamiamo così gli sfigati come lui, Robert.”

Da quella frase capii che quella ragazza era assolutamente un’oca ignorante e che però non mi considerava uno ‘sfigato’ non avendomi chiamato per cognome.

“Ah…” mi limitai a dire.

“Ho visto che passi parecchio tempo con la Stewart”

Oddio, Tom non era stato l’unico ad accorgersene.

“Considerate anche lei una sfigata?”, chiesi alzando le sopracciglia.

“Assolutamente. Se hai parlato con lei anche solo una volta ti sarai accorto che è una pazza furiosa! Ci credo che il suo ex c’ha fatto certe cose..!” e rise altezzosa.

“Quali cose?”, non mi seppi trattenere dal chiedere.

“Oh, be’ non so i dettagli, ma credo che c’entri qualcosa con tradimenti o violenze…e la cosa non mi sorprende: cosa poteva mai trovarci un figo come lui in lei?”

Tradimenti o violenze.

Oddio…Povera Kristen…

“Non provate un po’ di pietà per lei?”, chiesi con una punta di durezza.

“Be’, inizialmente un po’ sì, ma poi…dovevi vederla davvero! Ha cominciato a sclerare di brutto!”, disse ridendo.

Improvvisamente notai Kristen nel corridoio, a un paio di metri da me e quella ragazza, che ci fissava.

Vedendo l’oca piegarsi dalle risate (senza motivo) e il mio sguardo interessato, la sua espressione cambiò. Arricciò il naso e i suoi occhi esprimevano diffidenza.

Non poteva sapere che il motivo del mio grande interesse era proprio lei.

Non volevo darle un’impressione sbagliata perciò congedai la ragazza dicendole distrattamente “Ci vediamo…”

E mi incamminai velocemente verso il corridoio.

La sua voce però risuonò da dietro.

“Mi chiamo Britney!”

Per buona educazione mi voltai e le sorrisi, un po’ distaccatamente.

Nel frattempo Kristen sembrava volermi stuzzicare.

Si era spostata da dove era prima, cioè dove mi stavo dirigendo io, e se n’era andata con le altre sue compagne cercando di prestare attenzione ai loro discorsi mentre invece i suoi occhi di tanto in tanto guardavano me.

Ma quella maledetta campanella suonò e non ebbi il tempo di inseguirla di nuovo.

Ci dirigemmo in classe, ma nemmeno il tempo che prendessimo posto che arrivò il professore gi educazione fisica, accompagnato da una bella ragazza sulla trentina con un fisico slanciato da ballerina professionista.

“Ragazzi, ragazzi adesso non avrete lezione di geografia bensì di fisica! Ho già chiesto il permesso alla vostra professoressa non preoccupatevi. Ho bisogno di questa ora per iniziare a provare i ‘balletti’ che dovrete eseguire allo spettacolo di fine anno, e questa sarà la vostra insegnante: la professoressa Skinner.”

“Salve ragazzi. Mi dispiace di questa notizia senza preavviso, ma bisogna davvero organizzare per tempo questo spettacolo! Siamo a marzo, perciò non c’è tempo da perdere! Ieri non sono riuscita a venire perciò utilizzeremo quest’ora. Per ballare non avete bisogno di pantaloncini e magliette corte; perciò muoviamoci!”

“Senta ma si ballerà a coppie?”, chiese la ragazza di prima, Britney, lanciandomi un’occhiatina maliziosa.

“Assolutamente! E il vostro professore sarà il mio partner!”, disse sorridendo al prof.

Ohmmioddio.

Sentivo l’umiliazione e il panico in agguato.

Affiancai Tom con un’espressione da pazzo disperato di cui lui rise sguaiatamente per vendicarsi di poco prima. Mannaggia a me.

Arrivati al piano terra non potemmo nemmeno andare nei nostri spogliatoi ma ci mettemmo seduti come sardine in scatola – o meglio in cerchio – come ieri.

“Bene…direi che possiamo cominciare da subito a formare le coppie. Sivvy, vuoi fare tu?”, chiese il professore alla sua partner.

“No, meglio che scegli tu. Io non conosco i ragazzi.”, rispose sorridendogli come prima.

“Ok! Allora cominceremo con un po’ di riscaldamento e poi partiremo con i passi veri e propri. Ovviamente è danza moderna.”, disse con ovvietà.

“Le coppie…allora Nelson puoi stare benissimo con la Frekies, poi…”

E fu un susseguirsi di nomi e cognomi.

Finché non arrivò il mio.

“Okay, Pattinson. Io non so come te la cavi in educazione fisica, ma penso che ti troverai bene con la Stewart. È molto brava, anche come insegnante.”

Rimasi pietrificato.

Era un segno del destino o cosa?

Kristen incrociò il mio sguardo e mi sorrise. Non un sorriso affettuoso però, sembrava qualcosa di più…malizioso.

Una volta che ebbe finito di sistemare tutti quanti mi avvicinai a Kristen per disporci nella palestra in modo da eseguire ciò che i professori ci avrebbero detto di fare.

“Ehm…dove ci mettiamo?”, le chiesi imbarazzato.

“Mmm…dove vuoi tu. Per me è indifferente.”, ancora quell’aria strana di poco prima.

“Meglio che ti avverta subito: non sono per niente portato per il ballo e che quindi forse è meglio se ci mettiamo un po’ disparte per non dare troppo nell’occhio con la mia sgraziataggine.”

Soffocò una risata.

“Se lo dici tu…”

Questo suo tono cominciava a imbarazzarmi molto e a irritarmi un po’ allo stesso tempo.

Aveva voglia di prendermi in giro?

“Bene ragazzi adesso cominciamo con il riscaldamento. Seguite i miei movimenti. È pronta la musica, Paul?”, chiese al professore.

“Sì, eccomi!”

E la musica partì. Era una di quelle canzoni caraibiche- spagnole che ti mettono voglia di scatenarti in pista e allegria. Si chiamava ‘Carnavalera’

Ma Kristen mi colse di sorpresa e mi afferrò la mano trascinandomi come fossi una bambola di pezza esattamente in prima fila.

L’unico posto in cui non volevo stare.

Lei si posizionò davanti a me come richiedeva l’esercizio e io osservai il prof.  Metteva le mani sui fianchi della sua partner e faceva movimenti opposti ai suoi.

Perciò feci così anch’io e cercando di vendicarmi un pochino per la situazione in cui mi stava mettendo Kristen le strinsi abbastanza forte i fianchi, senza però farle male, solo per vedere la reazione del suo corpo.

Si irrigidì un pochino ed io esultai senza riuscire a trattenere un risolino soddisfatto.

I movimenti consistevano inizialmente nel spostare prima la gamba destra verso destra appoggiare la punta e poi ritornare a piedi uniti, poi spostare la sinistra verso la parte sinistra e così via.

Le ragazze dovevano fare i passi inversi.

E il tutto seguendo il ritmo: un vero suicidio per qualcuno di maldestro come me, ma seguendo un po’ i passi di Kristen – al contrario parecchio portata – mi orientai un pochino.

Poi dovemmo invertire le posizioni e sentii tutta la mia paura salire alle stelle.

Kristen mise le mani sulle mie spalle stringendo quanto prima l’avevo stretta io e provocandomi dei brividi lungo la schiena.

Adesso non capivo per niente i movimenti che i due professori facevano. Erano fin troppo coordinati e veloci per me e le altre coppie che vedevamo i passi per la prima volta.

Kristen mi passava di lato e si muoveva come niente, mentre invece io mi limitavo a incespicare e seguire in modo a dir poco penoso i movimenti del professore.

A un certo punto arrivò una parte diversa dalle altre, più ritmica.

E impallidii quando vidi il prof sollevare per i fianchi la sua partner e mentre questa spostava le gambe di volta in volta di lato e in mezzo alle gambe di lui.

Non ebbi quasi il tempo di vedere Kristen che mi saltò addosso attorcigliando le mani dietro il mio collo e cominciando a spingersi con le gambe come se stesse andando in altalena.

Quando dovette passare in mezzo alle mie gambe per poco non mi spaccai il ginocchio, colpito dalla sua Converse.

Poi finalmente il momento critico passò e ritornammo agli stessi movimenti di prima che in confronto mi sembravano cose da niente.

Nel frattempo la professoressa non faceva altro che urlare quelli che presumevo fossero i nomi dei passi.

“Passo incrocio! …Sì, così!! Adesso chassé a destra, chassé a sinistra…di nuovo passo incrocio…presa…”, e altre cose incomprensibili.

Tra giravolte e passi incrociati complicatissimi non riuscivo a non pensare alla presenza di Kristen lì davanti a me, stretta tra le mie braccia e improvvisamente a contatto con il mio petto.

Come diavolo aveva fatto a stringersi così tanto a me???

Di tanto in tanto la vedevo sorridere o ridacchiare per i miei movimenti. Sapevo che l’avrebbe fatto.

E finalmente la canzone con mio enorme sollievo finì.

Lascia immediatamente la presa su Kristen, nella paura che non le avesse fatto piacere stare così attaccata a me.

Però mi avvicinai parecchio a lei, per sussurrarle all’orecchio, più di quanto avessi mai fatto.

“Grazie per aver ascoltato la mia richiesta ed aver ballato in una delle ultime file, eh.”, le mormorai con voce roca.

Lei inizialmente s’immobilizzò, sorpresa della mia vicinanza, poi si sciolse completamente e voltandosi mi prese la testa fra le mani avvicinandosela alla bocca.

“Non c’è di che.”, mi sussurrò suadente e con un’occhiata che mi lasciò a dir poco secco.

Quegli occhi…così meravigliosamente verdi e ammalianti…adesso si trovavano a pochi centimetri dai miei…potevo sentire il suo respiro sulle labbra…

La sua espressione maliziosa al 100% si smosse un po’ quando anche lei percepì il mio di respiro sulla sua bocca.

Rimanemmo lì a fissarci senza dire una parola.

Poi la professoressa ci riportò all’ordine, costringendoci a staccarci l’un l’altra.

“Okay…ho visto quel che bastava per capire che qui i maschi sono assolutamente dei manici di scopa. Ma non preoccupatevi, conosco tantissimi metodi per smuovervi. E credo che non sarà così difficile visto l’affiatamento delle vostre partner…”

Fu solo una mia allucinazione il fatto che la professoressa mandasse una frecciatina a Kristen?

“Dovete trovare la giusta armonia per ballare e muovermi. Ma forse man mano che avrete più chiarezza nei passi potremmo andare meglio. Perciò adesso propongo un po’ di attività di coppia in cui vi eserciterete con i passi degli chassé, dei passi incroci, delle prese e tutto quello che avete visto per adesso. Io e il professore passeremo per darvi le giuste indicazioni. Buon lavoro!”

Ritornai con lo sguardo su Kristen.

“Bene. Allora mettiamoci lì!”, disse indicandomi un angolo della palestra.

Io la seguii a passo lento, ancora emozionato per il fatto di essere in coppia con lei.

Appena arrivammo doveva mi aveva indicato si volto verso di me, sul volto non più l’espressione maliziosa di prima, ma la solita dolce e tenera.

“Ok. Mettimi le mani sui fianchi”, mi disse.

E io obbedii, anche se con un po’ di titubanza.

Lei stranamente però cominciò a roteare un po’ il bacino, movimento che per quanto ricordavo non avevamo dovuto fare durante la canzone.

La guardai un po’ perplesso.

Quando si accorse del mio sguardo arrossì un po’ e mormorò come per scusarsi “No…era per lo streccing…”

Mi limitai ad annuire.

Poi cominciammo con i passi veri e propri.

Non dicemmo niente per tutto il tempo, finché ad un certo punto lei mi disse: “Interessante il discorso di quella troia della Bennett?”, mi chiese con fare non curante.

Allora se n’era accorta. Eccome se se n’era accorta.

“A dire il vero non speravo altro che la piantasse con quelle sue stupide risate…tra lei e Emily in quanto a risatine isteriche non so chi sia peggio.”

Rise un po’ della mia battuta e io le sorrisi.

“Sembravi interessato però…”, mormorò.

A quel punto mi chiesi se dirle o meno la verità.

Optai per la seconda, sperando di avere un po’ di successo e di meritarmi un po’ della sua fiducia.

“Ero interessato perché stava parlando di te.”, le dissi abbassando il capo.

Lei improvvisamente si immobilizzò, voltandosi direttamente verso di me e smettendo di fare i passi del balletto.

“Davvero?”, sussurrò timida.

“Sì…cioè…non ha detto cose molto carine sul mio conto, ma ero interessato perché ti riguardavano.”, non riuscivo a guardarla negli occhi talmente ero emozionato.

Speravo che nessun altro mi vedesse in questo stato.

“Lo so. Era lei quella con cui stavo litigando principalmente ieri nello spogliatoio. Non so se ci hai sentite…”

“Come ho già detto, urlavate.”, sorrisi cercando di risollevarle il morale.

E ci riuscii.

“Va be’, lasciamo stare. Sai che comunque non sei così male come ballerino? Dovresti solo lasciarti andare un po’ di più e non rimanere così rigido tutto il tempo…non ti mangio mica, sai?”, sorrise anche lei.

“Lo spero vivamente.”

Il suo sorriso si fece più ampio.

E ricominciammo i passi dandoci consigli a vicenda.

Be’ a dire il vero era lei che li dava a me…perché Kristen…non aveva assolutamente nessun difetto da correggere.

Era perfetta.

 

 

SPERO CHE VI SIA PIACIUTO!!!!!!!!!

RECENSITE PER PIACERE!!! MI FA DAVVERO PIACERE SENTIRE COSA NE PENSATE DELLA MIA STORIELLA!

KISSONI VAMPIROSI

ELE

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Capitolo 9
*** Progetti ***


BUONA SEEEERA!

SCUSATE L’ENORME RITARDO DI AGGIORNAMENTO MA DAVVERO HO AVUTO UN SACCO DA FARE IN QUESTI GIORNI!

TRA MARCUS DAY, IL MIO ANNIVERSARIO CON LA SAGA DI TWILIGHT, SCLERI MULTIPLI PER GLI AVVISTAMENTI DI ROBSTEN PRIMA A BUDAPEST E POI A LONDRA, SCUOLA E VERIFICHE VARIE, ESAURIMENTO PER NUOVE INFORMAZIONI SCONCERTANTI RIGUARDO ALLE SCENE DI ECLIPSE DA RIGIRARE E LA DECISIONE DEL REGISTA PER BREAKING DAWN…SANTA PATATA QUA IO MUOIOOOOOOOOOO!

NO, DAI, SARò BUONA E PER VOI RIMARRò IN VITA (MANNAGGIA! DIRETE VOI..xD) ALMENO IL TEMPO DI TERMINARE STA BENEDETTA STORIA! VI AVVISO: DI TEMPO ANCORA NE MANCA!

ADESSO LA SMETTO DI BLATERARE E VI LASCIO LEGGERE IN PACE!

GRAZIE A TUTTIIIIIIIIIII

BUONA LETTURA!

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 9: Progetti

 

Camminavo per strada pensando…

Cosa stranissima direte voi.

Ma stranamente era davvero così. Stavo pensando e anche tanto per le normali attività cerebrali del mio cervello. Forse gli avrei recato qualche danno. Ma più danni di quelli che già aveva dubito che si potesse arrivare oltre.

Mentre imboccavo un incrocio vidi una cosa che non mi sarei mai aspettato di vedere.

Vidi Tom.

E fin qui grazie tanto.

Ma non ho ancora detto con chi lo vidi.

Con una ragazza! E che ragazza! (Non Kristen, eh!)

Era una ragazza che – avevo capito dai discorsi dei ragazzi in mensa – faceva la cheerleader per la squadra di basket della scuola e apparentemente era anche una di quelle più desiderate e ammirate.

Sapevo anche che stava insieme ad un tipo dell’ultimo anno che giocava nella squadra di baseball. Un colosso, così dicevano.

E adesso invece…era completamente attorcigliata a Tom.

Lui era appoggiato al muro con la schiena e teneva la ragazza per i fianchi in una presa molto salda. Lei gli cingeva il corpo con le gambe e le sue mani sembrava volessero strappargli i capelli.

Se erano convinti che nessuno li potesse notare si sbagliavano di grosso.

Era davvero bizzarro il mio coinvolgimento in una scuola in cui ero appena entrato a far parte…da soli due giorni!

Cavolo sembravano passati già mesi!

Mi schiarii la gola per farmi sentire un po’, anche se non ero a mio agio nell’interrompere una simile scena.

Tom socchiuse un attimo un occhio, che appena mi ebbe messo a fuoco si sgranò completamente insieme all’altro e le sue braccia immediatamente fecero tornare la ragazza in posizione eretta davanti a lui.

Tom era rosso come un pomodoro napoletano. E la ragazza non era da meno. Teneva gli occhi bassi senza sapere cosa fare, forse si aspettavano una qualche sfuriata da parte mia.

Decisi di parlare.

“Scusatemi l’interruzione, ma credo che sarebbe meglio se andaste a fare certe cose in luoghi un po’ più privati, ecco. Qui avrebbe potuto vedervi chiunque.”

Anche io ero parecchio imbarazzato della situazione.

“Ah.”sussurrò Tom. Poi silenzio.

Infine il fiume di parole tanto atteso arrivò.

“Senti Rob lo so che adesso tu penserai di me cose non tanto carine ma davvero…ci sono molte cose da spiegare e questo non è il luogo né il momento adatto per farlo. Te ne parlerò al più presto, ok?”

“Ehi, ehi Tom stai calmo! Non sono mica venuto qui a farvi la ramanzina, eh! Volevo solo dirvi che in quel modo avrebbe potuto vedervi chiunque, anche persone meno gradite.” Sta volta mi rivolsi prevalentemente alla ragazza sottintendendo che parlavo di quello che  doveva essere il suo ragazzo.

Nessuno ancora parlava perciò tentai di alleggerire un po’ l’atmosfera.

“Allora, Tom, non mi presenti la tua ragazza?”, gli chiesi sorridendo.

Lui ricambiò e con sguardo incoraggiante si rivolse alla ragazza.

“Certo. Rob, lei è Claire. Claire, lui è Rob”

“Piacere Claire”, dissi avvicinandomi a lei per stringerle la mano.

Quel gesto probabilmente le sembrò ‘antiquato’ perché per un attimo mi guardo perplessa prima di stringere la mia mano a mezz’aria.

“Ragazzi. Davvero non dovete preoccuparvi del fatto che io lo sappia. Non lo dirò a nessuno. Anche perché tecnicamente non conosco nessuno!”

Li feci ridere e perciò si rassicurarono.

Cominciammo ad avviarci verso la via per casa mia e quella che presumevo dovesse essere la strada anche per raggiungere la loro.

Ad un certo punto, mentre parlavamo, Tom se ne spuntò fuori con una frase che mi lasciò…stupito, di stucco, meravigliato, con la faccia da pesce lesso? Sì.

“Ehi, Robbuccio, lo sai che la mia Cla conosce mooolto bene Kristen?”. Il suo sguardo era parecchio malizioso.

“Ehm…davvero?”, cercai di fare il finto tonto senza grandi risultati apparentemente.

“Sì, davvero. E la cosa non ti tocca nemmeno un po’?”, poco ci mancava che mi faceva l’occhiolino.

“Tom, piantala per l’ennesima volta.”

“Questa non è una risposta…”

“Oh, sì che lo è!”, ribattei io.

“Dai, Rob tanto l’ho capito che ti piace.”

Eh????????????????????????????????????????????????????????????????????

Ma com’era possibile che tutti quelli di questa scuola avevano un intuito da detective????

Dovevano assolutamente iscriverli tutti al programma italiano dei “Soliti Ignoti”!!!!! Almeno così avrebbero vinto qualcosa grazie alle loro doti!

“Ehm…e posso sapere il perché, il per come e il per quando?”

“Ehm…il perché è che non ho potuto fare a meno di notare come vi fissavate, il per come…be’ vedi, siccome sono dotata di vista la utilizzo e guarda caso ho notato voi due…e il per quando…oggi.”

Sarcastica la ragazza…

“Bene. Allora adesso che la mia Cla ha finito con il tuo bell’interrogatorio che ne dici di ascoltare la fantastica idea che mi è venuta in mente, eh?”, disse Tom cingendo la schiena alla ragazza con un braccio.

Ero felice che non si sentissero più in imbarazzo in mia presenza, non volevo essere un ostacolo.

“Sentiamo…”

“Allora: pensavo che magari la mia gioia poteva invitare Kristen per un’uscita a quattro…me, Claire, Kristen e te. Ovviamente non direbbe che ci sei anche tu, ma dirà che voleva farle conoscere il suo nuovo e vero ragazzo che si porterà dietro un amico che lei stessa ha conosciuto e che trova molto simpatico…allora che ti sembra?????”

“Ehm…Tom…io sto dubitando davvero della tua sanità mentale. Dovresti avere un po’ di pietà per me tecnicamente. Lo sai che tra un po’ con queste cacchiate che spari ogni tra secondi mi farai venire un infarto?”

“Eddai Rob! Lo so che sei appena arrivato e comunque non sai molto di Kris…ma un incontro credo che sia proprio quello che ti ci vuole. Così potrete parlare bene senza essere interrotti di continuo dalla campanella.”

Madò, ma s’erano accorti anche di quello?????

“Tom. Per favore, adesso non scherziamo. Io sento        qualcosa per Kris…ma non ti sto ancora dire bene cosa sia…e credo anche che lei non sia il genere di ragazza che si lasci andare così facilmente…o almeno non più”

“Sai più cose di quanto pensassi…Non pensavo che Kris si fosse confidata con te fino a questo punto. È evidente che anche lei prova parecchio interesse per te…e non solo a livello fisico probabilmente.”, sussurrò Claire dopo un attimo di silenzio. Adesso tutta l’ilarità era andata a farsi benedire.

“Rob, io credo che proprio per questo la mia idea sia fantastica…vedete di socializzare un po’…cerca di farla stare meglio, farla ridere e farle dimenticare quel brutto periodo che ha passato!”

Adesso la proposta non era affatto niente male.

Anche se morivo dalla paura di un imminente incontro con Kris…cavolo era davvero un progetto a cui non si poteva affatto rifiutare!

“Va bene Tom. Ma se dovesse andare male sappi che dovresti come minimo migrare insieme alle rondini!!”

Ridemmo tutti insieme per il resto del tragitto, finché non fui davanti alla porta di casa.

Sentivo già dall’ingresso la musica a palla di mia sorella Lizzie.

Ok, mamma non era in casa, questo poco ma sicuro.

Entrato urlai a squarcia gola per sovrastare la musica: “Sono ioooooooo!”

Probabilmente non mi sentì. Ma pace amen, che ci si può fa’ con delle sorelle così?!?

Diretto in cucina e più principalmente al mio adoratissimo frigorifero, notai sul tavolo un biglietto, lasciato da mia madre per Lizzie.

 

Lizzie,

Rob non sta affatto bene.

Vedi di dargli qualcosa o a vedere che ha perché a me sembra grave! Stamattina non ho fatto altro che parlare di George e lui si è limitato a ridere e a dirmi che ero pazza! Ti sembra normale?!?

Grazie

Mamma

P.S. se quando torno a casa non avrai riordinato i tuoi soliti macelli non sai con chi avrai a che fare! Altro che George Clooney!  

 

Ah, la mia mamma! Pensai afferrando una bottiglia di coca dal frigo.

Nonostante la passione per George la faccia sentire più giovane non riesce a smettere di preoccuparsi così tanto.

Ma se tutti mi vedevano come diverso…questo significava che ero davvero cambiato così tanto?

OHI, OHI, OHI…MA V’è PIACIUTO?!?

DIO IO C’HO PAURA…PLEASE RECENSITE NON SO CHE PENSARE!

UN BACIONE

ELE

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Capitolo 10
*** Musica e lezioni di giardinaggio ***


BUON POMERIGGIO A TUTTI!!!!!!!!!

COME STATE??? SPERO BENE!

ECCO A VOI UN NUOVO CAPITOLO…SPERANDO CHE VENGA APPREZZATO Più DEL PRECEDENTE NE HO SCRITTO UNO Più LUNGO DEGLI ALTRI…

MIRACCOMANDO FATEMI SAPERE SE C’è QUALCOSA CHE NON VI PIACE NELLA FAN FICTION!!!!!!!!!!!!

VI LASCIO AL CAPITOLO…

 

 YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 10: Musica e lezioni di giardinaggio

 

“Lizzie! Vuoi abbassare il volume per favore? Sto tentando di studiare!”

Sì, certo, studiare. Disegnare cuoricini rosa su un foglio era decisamente un’attività per intellettuali come me.

Un’opera degna della critica dei migliori intenditori senza dubbio. Sì, intenditori di cessi senza dubbio.

“Eh????????????”, risponde l’oca dal piano di sopra.

Se non la pianta con questa canzone giuro che vengo di sopra e gliela faccio vedere io la radio.

“Ho detto che devi abbassare il volume!!!!!!!!!!”

La canzone in sé era bella, Misery Business dei Paramore, ma se non abbassava il volume mi sarebbe venuto un attacco di nervi!

“Puoi parlare più forte per favore?!?!?”

Aaaaaargh!!

Mi alzai dalla sedia lasciando lì la mia operetta e guardandomi intorno per controllare che non ci fosse nessuno in agguato per rubarmela.

Salii le scale a falcate, e man mano il volume della musica aumentava ancora di più.

Finalmente arrivai alla porta della sua stanza, che condivideva con Victoria.

Bussai insistentemente sperando che per una buona volta sentisse.

“Chi è???????”

“Il lupo mangia frutta!” Risposi sarcastico e spalancai la porta.

E c’era lei in piedi sul letto che ballava muovendo la testa ritmicamente scompigliandosi tutti i capelli.

D’improvviso immaginai Kristen al suo posto.

WOW

Mentalmente mi tramutai in un cane festoso pensandola sul letto di mia sorella a ballare mezza nuda ridendo felice.

E di nuovo temetti che la bava colasse dalla mia bocca.

“Ehi, Rob ma che hai?!?”, mi chiese Lizzie sempre urlando distogliendomi dalle mie fantasie.

Mi ero imbambolato di fronte a lei con aria sognante e Lizzie giustamente aveva smesso di ballare cercando di ricoprirsi un po’.

Cavolo ma doveva stare in soli reggiseno e slip quando sapeva che c’ero io in casa?

Abbassai immediatamente lo sguardo.

“Oh, ehm io niente. Volevo chiederti di abbassare il volume. Cerca di coprirti per favore.”

Ok adesso ero completamente un pomodoro pelato.

“Sssi…certo.”

“Davvero non ero così per te.” Me ne uscii fuori senza che potessi impedirmelo.

“Così come?”, adesso sembrava più interessata.

Scese dal letto e cercò di catturare il mio sguardo alzandomi il mento.

Cavolo, Rob. Sei un uomo, un po’ di dignità!

Le sfuggii tirandomi indietro.

“Niente…hai visto che non ero proprio…normale. Ecco non ero così per te.”, e me ne uscii fuori dalla stanza di corsa, sempre a occhi bassi, mentre la canzone finalmente terminava.

Scesi giù per le scale inciampando più volte e una volta raggiunto il salotto dove prima ero seduto presi il foglio lo piegai attentamente e me lo misi nella tasca posteriore dei pantaloni.

Presi l’MP3 da dove l’avevo lasciato sul divano e urlai “Esco!”

Dopo di che lasciai la casa.

Misi le cuffie e cominciai a camminare senza avere una meta precisa.

Mi incamminavo seguendo le note di diverse canzoni che passavano da un ritmo forte e deciso a melodie più lente e dolci che mi ricordavano lei.

Possibile che ‘conoscendola’ da soli due giorni non riuscissi a levarmela dalla testa per un attimo?

Arrivai vicino ad un parco, una zona strana, coperta agli alberi molto più di tutti gli altri parchi di Los Angeles.

Il sole non riusciva a filtrarne talmente erano ammassati tra loro.

Decisi di andare a vedere quel posto immediatamente; mi allettava l’idea di trovare un punto in cui non ci fosse sole a Los Angel in un giorno come oggi.

Arrivato non potei fare a meno di alzare la testa e osservare la meraviglia che si presentava ai miei occhi: gli alberi si intrecciavano tra loro formando una sorta di capanna gigante con rami e foglie.

Dalle foglie più in alto inoltre pendevano fiori bellissimi e fragoline di bosco che ti aspetti di trovare solo in alta montagna in primavera.

Era bellissimo.

Peccato che non avessi con me nemmeno il cellulare per poter fotografare quella meraviglia.

Mi sedetti per terra e riaccesi l’MP3 per godermi meglio quel posto.

Nuova canzone: Undisclosed Desires, dei Muse.

Una delle mie canzoni preferite in assoluto devo dire.

La sua melodia così intrigante, misteriosa, e allo stesso tempo amorevole. Una canzone davvero romantica senza dubbio, una canzone che ti spingeva a donare cuore e anima a chiunque te la dedicasse.

Una canzone che faceva venire voglia di guardare il cielo, per poter credere che in qualche parte del mondo potesse esistere un qualcuno di così speciale da poterti dedicare qualcosa come Undisclosed Desires.

E in quel momento mi venne in mente lei, Kristen.

Questa canzone era assolutamente fatta per lei.

Ed ero io che volevo esorcizzare i demoni del suo passato, volevo placare la violenza del suo cuore e avverarne i desideri nascosti.

A quella constatazione mi illuminai e alzatomi in piedi cominciai a cantare.

“I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognise your beauty's not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart”

Kristen.

Era lei la mia musa ispiratrice.

Dando un ultimo sguardo al magnifico riparo naturale mi misi a correre verso casa, sempre attento a non inciampare come al solito.

Forse non fu una bella idea.

Dopo poco mi venne il fiatone e fui costretto a camminare più lentamente del solito quando nemmeno avevo superato il cancello del parco.

Splendido.

No, non splendido il fatto di stare camminando, ma splendido quello che vidi.

Oddio mio, ma quella ragazza mi perseguitava davvero o io avevo le allucinazioni.

“Che ci fai qui?”, mi chiese quella voce.

“Potrei farti la stessa domanda”, risposi sorridendo imbarazzatissimo.

“Be’, io qui ci vengo ogni giorno quando ho bisogno di pensare.”

E solo in quel momento capii che il bellissimo rifugio naturale da cui me ne stavo andando in fondo non era così naturale. Qualcuno doveva assolutamente aver aiutato le piante perché crescessero così rigogliose e intrecciate tra loro senza ammazzarsi a vicenda.

“Quel…quel rifugio l’hai fatto tu?”

Sorrise.

“Non sono madre natura, ma diciamo che di tanto in tanto le do una mano”

Ridacchiai nervoso.

Per un bel po’ rimanemmo a guardare ognuno i propri piedi senza sapere che dire.

“Che stavi ascoltando?”, mi chiese a un certo punto.

Non mi ero accorto di avere ancora le cuffie alle orecchie nonostante l’MP3 fosse spento.

“No, niente…tu sei venuta per andare a curare il rifugio, vero?”

“Sì…”, sembrava imbarazzata “Te l’ho detto, ci vengo quando ho bisogno di pensare e stare un po’ sola.”

Con quella frase mi fece stare un po’ male. Voleva che me ne andassi.

Sentii un leggero dolore al petto, un millesimo del dolore che mi stava provocando all’anima.

“Certo…allora vado se vuoi stare sola…”

“No! Ma che hai capito non stavo intendendo quello, non voglio che tu te ne vada! Cioè..è un luogo pubblico ci puoi stare benissimo anche tu!”

Parlò con una velocità davvero notevole che mi fece sorridere.

“Davvero non voglio disturbarti…se sei venuta è perché avevi voglia di rimanere da sola. Non posso certo scombinare i tuoi programmi.”

Le sue guance improvvisamente si erano tinte di rosso e il suo sguardo vagava sull’erba.

“Ti andrebbe di venire con me?”, mi chiese alzando gli occhi verdi e puntandoli dentro ai miei.

“Oh, sì, certo. Se per te va bene”

“La proposta te l’ho fatta io,sai?”

“Ehm…sì certo, che stupido!”

 Rise spensieratamente e disse “Stupido no, ma un po’ distratto forse sì!”

“Sì, certo, parla la bella contadinella che va ad innaffiare i fiori!”, cercai in tutti i modi di farla sembrare una cosa da mettere sul ridere, ma appena lo dissi me ne pentii. E se l’avesse presa come un’offesa?

Grazie a qualche santo in Paradiso che mi protesse non fu così.

“Io almeno mi rendo utile alla società! Se non ci fossi qui saremmo sempre pieni di smog e non ci sarebbe nemmeno l’ombra del mio capolavoro! E poi l’hai detto anche tu che è uscito bene”, mi sorrise maliziosa.

Come stamattina dopo pranzo, mentre ballavamo nell’ora di educazione fisica.

E come quella mattina decisi di provocarla un po’ anche io.

Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai con voce roca “Non ho detto che è uscito bene. È uscito meravigliosamente”

Lei si imbarazzò nuovamente e puntò gli occhi nei miei, di nuovo!!

Cavolo, ma come facevo a provocarla o anche solo a restare lucido se mi guardava in quel modo?!?!?

A un certo punto si mise a ridere.

“Quando ti guardo negli occhi sembri un’altra persona, sai? Riesco a farti perdere il filo del discorso!”, ridacchiava prendendomi in giro.

Oddio.

Cheffiguradimmerda.

Bravo Rob, sei riuscito ad imbambolarti davanti a lei facendoglielo anche a notare! Ti ci vuole davvero un premio nobel!

“Dai, stavo scherzando! Non volevo offenderti! Non stai male quando fai quell’espressione…”, sembra volesse continuare con un ‘anzi…’.

O forse ero io che con la mia pervertitaggine mi immaginavo pure le cose!

“Stai tranquilla, tutto ok.”, le risposi piatto.

“Sicuro?”, disse con un sorriso incoraggiante e timido.

“Sì. Grazie”

Da quel momento rimanemmo in silenzio finché non arrivammo al suo rifugio.

“Allora, non dobbiamo fare un granché. Basta semplicemente annaffiare un po’ le radici degli alberi e strappare un po’ quelle erbacce lì in alto che stanno per ammazzare il mio lavoro.”

“Chi ti dice che collaborerò?”, mi piaceva sfidarla.

Mi guardò sorpresa dalla mia provocazione e rispose con uno sguardo altrettanto sicuro di sé.

“Stai tranquillo, te lo assicuro io.”, poi si inginocchiò e aprì il suo zaino.

Ne tirò fuori quattro bottigliette d’acqua per innaffiare e delle forbici dalla punta aguzza.

Ne prese due e me le sbatté davanti.

“Su, forza, renditi anche tu utile alla società!”

“Ma certo mia regina”, le risposi con un inchino.

Lei non riuscì a trattenere un risolino, ma prima che riuscissi a guardarla in volto si era già girata a prendere le sue bottiglie, rossa ancora una volta.

Quando si accorse che non avevo la benché minima idea di quanta acqua mettere su ciascuna pianta mi prese la bottiglia di mano e cominciò a versare facendomi vedere dove e quanta metterne.

“Occhei…”, le sussurrai un po’ titubante e lei rise della mia espressione.

Non resistetti e cominciai a spruzzarla d’acqua per vendetta.

“Ehiiii!”, strillò lei divincolandosi.

“Hai cominciato tu!”, le risposi io ridendo.

Sembravamo due bambini dell’asilo.

“Ah, ho capito! Vuoi la guerra, eh?”

E addio al buon proposito di innaffiare le piante.

Quella si trasformò in una battaglia a spruzzi d’acqua.

Man mano che la bagnavo la sua maglietta azzurrina chiaro diventava sempre più trasparente lasciano vedere molto chiaramente il reggiseno bianco.

Ed ecco che mi ritornò alla mente la mia fantasticheria su di lei in camera di mia sorella.

Ma la vipera-Kristen ne approfittò e mi bagnò completamente senza che potessi scappare.

E rise come non mai quando vide la mia espressione allibita mentre mi guardavo i vestiti completamente fradici.

Lei, al contrario di me, sapeva bene come non sprecare l’acqua in quella battaglia e la conservava sempre per i momenti più proficui come quello.

Ok, mi ero distratto. Ma non sarebbe successo più, anche perché quella battaglia l’avrei vinta io.

Cominciai a sghignazzare mentre mi avvicinavo cautamente a lei.

Kristen molto probabilmente capì il mio intento perché cominciò a sussurrare “No. Robert Pattinson, non provarci…”, ma non la lasciai finire che la presi di spalle e la caricai addosso a me, le sue gambe sul mio petto e la sua faccia sulla mia schiena.

“Lasciamiiii!”, strillò ridendo.

“Neanche per sogno”, risposi io tranquillo e zuppo.

Ma lei fu ancora più cattiva di quanto mi aspettassi.

Avendo ancora la bottiglietta in mano mi verso ciò che le era rimasto completamente in testa facendomi una doccia completa.

Ci mancava solo lo shampoo ed eravamo a posto.

“Ahahahahah!” rise lei sadica.

“L’hai voluto ancora tu, eh! Non ti farò scendere mai più!”

Adesso ero io che ridevo come un matto.

Allora cominciò a prendermi a pugni la schiena e a scalciare sul mio petto.

Ma quando a un certo punto la sua mano raggiunse il mio fondoschiena si fermò un attimo per riprendere con ancora più violenza.

In effetti mi faceva un po’ male.

“Ehi, perché non mi hai detto che eri una cintura nera di karate?”, le chiesi ridacchiando e girando in tondo per farle girare la testa.

“Perché non lo sono forse! Adesso fai il bravo e fammi scendere!”

“Va bene…”

Se si illudeva che sarebbe finita qui si sbagliava di grosso.

Insomma, mi aveva completamente lavato!

Allentai un po’ la presa sui suoi fianchi facendola scivolare giù da me, ma appena ebbe messo i piedi per terra la mia tortura ricominciò.

Chissà se soffriva il solletico…

Ehm, sì, mi sa tanto di sì.

“Ahahahahah…Rob ti prego…bastaahah!”

“Sisi certo!”, risposi io continuando a solleticarle la pancia.

Oddio vederla così era davvero una tentazione pazzesca. Mentre cercava di ribellarsi alle mie mani si contorceva tutta rivelando lembi di pelle nuda e candida.

Cavolo, non dovevo distrarmi ancora.

A un certo punto però inciampai nel suo piede e finimmo tutti e due a terra, ma nemmeno lì la lasciai andare.

Quasi ci rotolavamo insieme sull’erba, io su di lei e lei su di me.

Era una cosa assolutamente sensazionale. Un contatto molto più ravvicinato di quello dell’ora di ballo.

Quando vidi che però non riusciva più a respirare le detti un attimo di tregua per chiederle “Imparata la lezione, signorina?”

E lei, ansante: “Sì, signor capitano.”

Non potei fare a meno di ridere.

“Sì, adesso facciamo una puntata di Spongebob, eh?”, risi e finalmente la lasciai andare. Mi sdraiai accanto a lei, sentendola respirare pesantemente.

“Alleluia! Pensavo non la smettessi più!”, sussurrò con stanchezza.

“Stavo giusto considerando l’idea”

“Ma che spirito di patata!”, rise lei scuotendo la testa.

“A me piacciono le patate!”

E ridemmo ancora per un po’. Poi rimanemmo in silenzio, uno accanto all’altra, a fissare il riparo meraviglioso di rami e foglie sopra di noi.

“Credo…credo che adesso sia meglio andare”, sussurrò lei a un certo punto.

“Facile per te! Non sei completamente fradicia dalla testa ai piedi! Sembra che mi sia fatto la doccia dimenticandomi di togliere i vestiti!”

Ridacchiò di nuovo. “Be’, la tua vendetta l’hai avuta, perciò adesso andiamo.”

“Uffiiiii…”, mi lamentai alzandomi da terra.

“Penseranno che sono matto…”, mormorai a bassa voce.

“E in effetti non avrebbero tutti i torti…”, disse lei maliziosa facendo finta di niente.

“Ehi!!!!!”, la richiamai. Mi preparai a prenderla di nuovo per farle capire la lezione una volta per tutte ma lei corse via sfuggendomi.

Arrivati al cancello del parco ero già morto e abbrustolito dal sole.

“Basta…tregua…alzo la mia bandierina bianca…”, avevo il fiatone come se avessi corso la maratona mentre lei non sembrava nemmeno scalfita.

“Se lo dici tu…”, sussurrò sorridente.

“Dimmi la verità: sei una pallavolista, una ballerina o una corritrice?”

“Nessuno dei tre anche se pratico molto sport quando ho tempo”

“Ah, ecco ci mancava pure.”

Rise di nuovo mentre camminavamo.

Durante il tragitto parlammo ancora un po’ di scuola o professori – sotto gli sguardi stralunati di passanti che ci vedevano bagnati come pulcini – finché venne interrotta da uno squillo al cellulare.

“Scusami”, sussurrò mentre rispondeva.

“Pronto?”, disse.

“Ciao Claire…”

Oddio mio santissimo.

Ecco che la invitava fuori per quell’appuntamento a quattro di cui avevamo discusso così tanto stamattina.

“Per domani pomeriggio dici?”

“Mmm…non saprei. Ma con chi saremmo scusa? Tu, il tuo ragazzo che hai detto che conosco e…?”

“Conosco anche questo suo amico?”

Avevo paura che Claire rompesse il patto fatto e le dicesse chiaramente che ero io l’amico di Tom.

“Meglio di quanto immagino? Ma scusa Cla, che significa?”

Ahh! Per fortuna non le aveva detto niente!

“Va bene…allora domani a che ora?”

Aspettò la risposta che io già sapevo.

“Alle 6? Perciò anche a cena?”

“Ok…A domani! Ciao, ciao!”

Appena mise a posto il cellulare le chiesi “Tutto ok?”

“Uh? Sisi certo.”

Perfetto: voleva nascondermi la sua uscita…

Be’ non è che ci conoscessimo da molto, perciò era naturale che non si fidasse così tanto di me da dirmi certe cose.

Chissà se le balenava anche solo per un po’ nella testa che l’amico del ragazzo di Claire potessi essere io…

“Scusami io adesso devo andare di qua.” Disse lei.

La guardai un po’ sconsolato sapendo di doverci dividere.

“Ah…okay.”

“…Sì.”

“Allora ci vediamo domani…”

“Domani non c’è scuola, Rob”, mi ricordò sorridente.

“Be’ ma se facciamo conto che ci incontriamo come se niente fosse non si può mai sapere se anche domani succederà.”

“Sì, certo!”, rise di nuovo.

“Allora ciao. E vedi di non far capire che hai fatto la doccia dimenticandoti di toglierti i vestiti!”

“E nemmeno tu!”

Non avevo la minima voglia di andarmene.

“Allora ciao…”

“Ciao!”, sorrise un’ultima volta e si girò.

Chissà perché mi aspettavo qualcosa di più…

“E grazie per tutto!”, sentii alle mie spalle.

Mi rivoltai e la vidi sorridere imbarazzata.

“A te!”

Stavolta non si voltò più.

Arrivato a casa mi accorsi che erano passate due ore e appena aprii la porta Lizzie mi si buttò addosso abbracciandomi.

“Ehi…Lizz, cosa c’è?”, le chiesi allontanandola da me perché non si bagnasse.

“Rob, ma ti sembra il caso di andartene lasciando qui il cellulare in quello stato? E poi…ma perché sei fradicio?”, mi chiese allibita.

“Niente…avevo voglia di farmi una doccia ma mi sono dimenticata di togliere i vestiti…”

“Eeeeh?” Era sconvolta.

“Ma lascia stare!”, le risposi ridendo.

E mi avviai verso la mia stanza per riprendere il mio disegno lasciato a metà.

 

SPERO CHE VI SIA PIACIUTO…

FATEMI SAPERE!

BACIONI ELE

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Capitolo 11
*** Lunatica ***


BUONA SERAAA!

OGGI PRIMO POV KRIS DELLA STORIA! XD

CAPITOLO INTITOLATO “LUNATICA”…CAPIRETE CHE DAVVERO TITOLO MIGLIORE NON POTEVA ESSERCI PERCHè LA NOSTRA KIKI LO è DAVVERO DI BRUTTO!

ALMENO, IN QUESTA STORIA PERVERTITA QUA, Sì.

IN QUESTI ULTIMI TEMPI HO AVUTO PARECCHI PROBLEMI CON QUESTA FICCI, HO ANCHE PENSATO DI LASCIARLA QUI E ABBANDONARLA PER UN PO’…STILE MIDNIGHT SUN.

MA COME SPERO ARDENTEMENTISSIMAMENTE CHE MIDNIGHT SUN VENGA RIPRESO IL Più PRESTO POSSIBILE DALLA ZIA STEPH, GRAZIE ALL’AIUTO DELLE MIE BEST MI SONO RESA CONTO CHE FOOOOORSE STA STORIA NON è UNA CAGATA MONDIALE.

FORSE PERò è TROPPO SMIELATA E SDOLCINATA COME MI HANNO FATTO NOTARE. VI PREGO SE LA PENSATE COSì ANCHE VOI CHE LEGGETE VI PREGO DITEMELO.

IN QUESTO POV KRIS, PERò, DICIAMO CHE LE COSE SI VEDONO DA UNA PROSPETTIVA DIVERSA…Più MATURA FORSE, perché KRIS HA PASSATO COSE CHE ROB NELLA SUA INGENUITà NON SI IMMAGINA NEMMENO DI NOTTE NEI SUOI INCUBI CON GEORGE CLOONEY.

BE’ ALLORA ADESSO VI LASCIO AL CAPITOLO, CHE OLTRE AD ESSERE ‘DIVERSO’ è ANCHE PARECCHIO LUNATICO DATO CHE KRIS NON SA SE LASCIARSI ANDARE O DARE ASCOLTO ALLA VOCINA NELLA SUA TESTA.

ADESSO DIREI CHE HO SCRITTO ANCHE TROPPO (MIZZEEEE SE HO SCRITTO TANTO!!!!) E QUINDI VI LASCIO SUL SERIO AL CAPPY.

RECENSITE PLEASEEEE!

 

 

 

Capitolo 11: Lunatica

 

 

POV KRIS

 

Sbattei la mano violentemente contro la fronte come a voler constatare di essere davvero viva e di aver vissuto realmente quella giornata.

Quella giornata con…l’inglese. Robert Pattinson.

WOW!

Non ci potevo davvero credere…

E cosa ancora più straordinaria era che per chissà quale ragione si era intestardito con me da ormai due giorni! Cioè dal preciso giorno in cui era arrivato!

Chissà perché proprio io…

Non che la cosa mi dispiacesse, anzi, ma con tutte le altre ragazze che giravano per la scuola non potevo credere che potessi interessargli io. Nel caso gli interessassi infatti.

Dopo la scenata a cui aveva assistito nello spogliatoio pensavo mi prendesse per pazza furiosa – come tutti d’altronde – invece no. Era stato comprensivo, mi aveva ascoltato senza mostrare segni di impazienza o di noia…era sembrato così tenero e preoccupato per me…

Basta Kris, mi ripetei per l’ennesima volta sedendomi pesantemente sul letto.

Non puoi pensare a queste cose sapendo tutto quello che hai passato…anche lui prima si era dimostrato così disponibile, aperto, gentile nei tuoi confronti…e tu te ne eri completamente e pazzamente innamorata. E alla fine hai visto che è successo, quanto hai sofferto e quant’altro. Non puoi commettere lo stesso errore.

Era questo quello che diceva la parte più razionale di me. Quella che si ricordava bene quanto avevo sofferto e quanto tutt’ora la mia vita non fosse facile a causa sua. E aveva pienamente ragione: non potevo commettere lo stesso errore.

Ne andava della mia salute, del mio benessere, del mio cuore, della mia anima, dei miei sentimenti, della mia stima, del mio già difficile rapporto con gli altri…ne andava della mia vita.

Osservai il soffitto della mia camera sospirando e mi chiesi perché tutto dovesse essere così difficile.

Perché non potessi godermi la vita come tutte le altre ragazze.

Cazzeggiare un po’: ecco quello che desideravo fare in realtà.

Scesi di scatto dal letto e aprii l’anta dell’armadio per specchiarmi un attimo.

Ero assolutamente normale, come al solito. I capelli castani mossi e scompigliati, il corpo non troppo magro, curve ahimè non accennate quanto forse sarebbe stato giusto e occhi verdi lucidi. Oh, gli occhi.

Quegli occhi in cui avevo visto specchiarsi Robert…un sogno! Perché i suoi di occhi erano un sogno. Quelle pozze azzurre, chiare, limpide, pure, gentili, serene e dolci come lui. Quello sguardo che mi aveva riservato sin dal primo giorno mi aveva fatto letteralmente perdere la testa.

Quando mi aveva osservato da lì…seduto al banco con un’ espressione davvero stupenda.



tyler!

Quel sorriso sghembo…le labbra rosee così invitanti e succulente…l’accenno di barba che si vedeva sul suo mento…i capelli mossi, ribelli, scompigliati ramati e all’apparenza morbidissimi.

Lui era da infarto.

Sorrisi al ricordo di lui in tutti i momenti che avevamo passato insieme e che dovetti ammettere con mio grande piacere erano stati parecchi considerando che ci conoscevamo pochissimo.

Mi ritrovai a fare gli occhi dolci allo specchio.

“Ehi, Kris hai visto tu per caso i miei occhiali da sole…?”

Mi girai di scatto verso mio fratello Cameron che era appena entrato in camera.

“Cam! Bussare no, eh?”

“Kris, tutto ok? Perché guardavi in modo strano lo specchio?”, mi chiese scettico alzando un sopracciglio.

“Tu sogni fratello. Comunque i tuoi occhiali io non li ho visti né toccati, perciò se adesso vuoi scusarmi io avrei da fare!”, conclusi in fretta sorridendo e stringendo gli occhi.

“Mi chiedo da chi tu abbia preso, Kris…”, sospirò alzando gli occhi al cielo.

“Sicuramente da chiunque non abbia preso anche tu.”, e sorrisi nuovamente spingendolo a forza verso la porta e sbattendogliela in faccia.

“Molte grazie per la disponibilità! Davvero non dovevi!”, mi urlò da fuori la stanza.

“Stronza…”, sentii sussurrare.

“COSA?”, urlai aprendo la porta e andando a ripescare mio fratello.

“Stronza.”, sorrise lui sadico.

“E anche acida se vuoi saperlo.”, continuò.

“Ma vai, vai che è meglio!!”, gli risposi gesticolando con una mano.

 E mi richiusi la porta alle spalle ormai arrabbiata.

“Calmati, forza. Tanto lo sai com’è. Lo dice sempre solo per farti arrabbiare. Mica è colpa tua se non hai i suoi cazzo di occhiali!”, mi sussurrai per tranquillizzarmi.

Fantastico.

Adesso parlavo anche da sola, ma bene!

Decisi che era meglio andare a fare una doccia e mettermi subito a letto, per evitare di avere ulteriori crisi nervose.

Domani sarei uscita con Claire e avrei finalmente conosciuto il suo vero ragazzo di cui parlava tanto. E con lui un amico…

Santo cielo, Cla non si era ancora tolta dalla testa l’idea che potesse cercarmi un nuovo ragazzo. Ma io glielo dice e glielo ripetevo ogni volta che non ne volevo sapere. E lei niente! Come se avessi parlato ad un sordo!

Ma se proprio volevo “cazzeggiare” dovevo anche uscire…mi rassegnai all’idea.

Filai in bagno con il beauty case attentissima a non incrociare nemmeno per sbaglio Cameron se no avrebbe visto e sentito la spazzola molto, ma molto vicino.

L’effetto rilassante della doccia non tardò affatto ad arrivare, ma l’acqua non faceva altro che ricordarmi il pomeriggio trascorso con Robert.

Kris, ma cosa stai a fantasticare su di lui se a stento sai come si chiama di cognome?

Be’, almeno so che ha una schiena da prendere assolutamente a morsi! Avevo avuto il grandissimo onore di colpirla con pugni e quindi di osservarla molto da vicino. E il fatto di avergli bagnato anche la maglietta era un fattore molto positivo.

KRIIIIS!  Mi richiamai da sola. Quei pensieri così maliziosi non avrebbero certo aiutato la mia scarsa salute mentale, perciò decisi di muovermi per andare a dormire.

Indossai in fretta e furia il pigiama, spinta da un desiderio violento e strano di buttarmi sul letto e non svegliarmi più.

Ero troppo stanca. Già lo studio, i compiti e le lezioni non erano proprio…rilassanti; se poi si aggiungeva anche l’arrivo di quel grandissimo pezzo di ragazzo…

Ok, avevo davvero bisogno di andare a dormire.

Salutai mia madre e mi diressi verso il letto, in attesa che il tanto desiderato sonno mi portasse con sé.

 

 

Il giorno dopo mi svegliai verso le 10.15.

“Cazzo.”, mormorai assonnata mentre mi stiracchiavo nel letto.

Avevo davvero dormito tanto. E adesso quando li facevo i compiti?

Non avevo voglia di trovare la risposta in quel momento: oggi giornata dedicata ai “cazzeggiamenti” come avevo definito il giorno prima.

Con passo pesante andai in bagno per sistemarmi un po’.

“Ri-cazzo”, sussurrai inviperita.

Possibile che avendo dormito fino alle 10 di mattina avessi le occhiaie?????

Apparentemente sì.

Dopo essermi messa la mia solita tuta rosso sangue andai in cucina, dove mio fratello Cameron stava armeggiando con le istruzioni del suo nuovo I-phone.

“’Giorno…”, sussurrai andando a prendere la mia tazza e aprendo subito dopo il frigorifero.

“Ti avviso: prima è venuto Josh e già che c’ero gli ho offerto la colazione…abbiamo finito il latte.”

Sgrunt. Ma che bell’inizio.

“Grazie tante, eh. Con comodo mi raccomando!”

“Ma se lo dici sempre anche tu che il latte non lo digerisci!”, mi rispose con una faccia stranita Cameron.

“è un modo di dire…ma se contiene calcio e le mamme costringono i neonati alti una cicca e mezzo a prenderlo un motivo ci sarà, no?”

“Se lo dici tu…”, rispose tornando a guardare le istruzioni.

Che fratello demente che mi ritrovavo!

Me ne andai direttamente in camera mia dopo essermi lavata attentamente i denti anche se non avevo toccato cibo.

Accesi il computer e mi connessi su Messenger.

Oddio, in linea proprio tutti quelli con cui non avrei voluto parlare.

Come non detto…

Uno di quelli mi salutò immediatamente.

‘Ehi, Stewy, superata la crisi di astinenza x il nostro grande Mike?’

Staccai immediatamente la spina del computer senza preoccuparmi di premere gli appositi pulsanti e cose varie.

Come ogni volta che mi succedeva una cosa del genere mi fiondai in bagno sciacquandomi la faccia con acqua molto fresca cercando di tranquillizzarmi.

Ormai avevo imparato ad avere tutti i rimedi per alcune momentanee crisi che mi paralizzavano.

Ok, va bene che dovevo prendere le precauzioni necessarie per evitare di cadere sempre in questi ‘buchi neri’, ma dopo che erano passati…quanto? Due mesi? Ecco dopo tutto questo tempo avrei dovuto esserci abituata.

E invece no, come sempre.

Anche due giorni prima se non si fossero intromesse quelle grandissime puttane sarei stata molto meglio.

Ma loro no, dovevano per forza dirmi ogni giorno cosa fare, in che modo, a che ora e cose del genere. E se commettevo un errore rinfacciarmelo era d’obbligo. Anzi, tutto ciò che facevo era un errore.

Non mi sapevo godere la vita. Forse era anche vero, ma sempre meglio che rimanere così, a stare come loro, oche in un pollaio.

Forse non era nemmeno giusto in fin dei conti parlare di loro così.

Anche io prima ero esattamente uguale.

Superficiale, troppo, euforica, sempre con l’energia e la carica che serve, pronta ad abbordare i ragazzi più belli che si aggirassero per le strade degli Stati Uniti. Una ragazza come tante, certo, una ragazza che pensava di aver conosciuto il suo vero ed eterno amore a soli 15 anni.

Già, ero stata un anno con lui, con tutte le sue storie e le sofferenze che mi aveva causato.

All’inizio era così…preso da noi, dalla nostra storia e da quello che insieme eravamo.

Mi mostrava a tutti i suoi amici come fossi la cosa più bella del mondo, mi abbracciava di notte, sotto una coperta in spiaggia a guardare e ammirare le stelle nel cielo, dando ad ognuna un nome in mio onore.

Oh sì, che cose dolci.

Peccato fossero semplici e pure finzioni. Sotterfugi per arrivare a ciò che in realtà voleva.

A quello che vogliono tutti.

Coglioni. Bastardi. Pervertiti. Vuoti.

Ecco cos’erano tutti loro, e avevo capito che nessuno poteva essere diverso, nemmeno all’apparenza, la cosa che più ti inganna di tutto e di tutti.

Aveva cominciato ad ubriacarsi, a trattarmi come fossi una puttana, a ricattarmi.

Mi chiedevo perché stessi ancora con quel…verme.

Sì, verme, ma solo adesso sono diventata abbastanza cosciente da capirlo.

Prima era come se avessi una maschera davanti agli occhi, una maschera che gli toglieva ogni difetto, una maschera che cercava di giustificarlo in ogni modo.

Da quando lo avevo conosciuto, grazie a quelle che reputavo ‘amiche’, esisteva solo lui, era diventata la cosa più importante.

Il primo pensiero la mattina, appena sveglia.

Un sollievo e un battito accelerato del cuore pensare che l’avrei rivisto. Un motivo per vivere. Un motivo per essere ciò che lui voleva che fossi. Una persona diversa. Una persona creata solamente dai suoi gusti, da ciò che comunque avevo dovuto fare per conquistarlo e poi finalmente passare i mesi più belli della mia vita, quei mesi in cui mi trattava veramente come fossi la prima cosa sulla Terra, come io avevo sempre sognato di essere trattata da lui.

Poi tutto era cambiato, non così, di punto in bianco, ma sentivo che man mano passava il tempo lui diventava sempre più freddo, distaccato nei miei riguardi, mentre io cercavo in ogni modo di restargli accanto, farlo rimanere con me.

Come un povero cucciolo che si vede mettere in disparte da lavoro, e altri amici e implora il suo padrone di trattenerlo con sé.

Non mi ero nemmeno accorta di essermi accovacciata per terra e di aver cominciato a piangere nel ricordo di tutti quei momenti…passati così in fretta, o così lentamente che sembrava appartenessero ad un mondo parallelo, lontano, una vita talmente passata da rimanere semplicemente un ricordo sfocato di quello che sarebbe benissimo potuto essere.

Da quello che sarebbe potuto diventare.

Se solo lui non fosse stato così egoista ed avesse pensato anche a me, come un qualcosa di…più importante di un semplice gioco.

Passato, Kris. Solo passato. È ora di andare avanti, lo vedi anche tu.

La vocina nella mia testa aveva sempre ragione probabilmente…anche se forse, a volte, non era una cosa così sbagliata ricadere nei ricordi.

Servivano per evitare sbagli futuri.

Per capire il futuro devi guardare al passato…’ era questo che diceva un detto…ecco e aveva ragione.

E la cosa riguardava quel nuovo inglesino incontrato da soli due giorni.

Coglione Mike, coglioni tutti.

Anche il bastardo dopo tutto si era dimostrato più o meno come lui, no? Forse più sfacciato, ma alla fine la storia era sempre la stessa.

E poi l’avevo visto parlare con Britney ieri.

Stava appresso alle puttane anche lui, ovvio.

Mi asciugai in fretta le lacrime e decisi di tenere la mente occupata per molto.

All’ora di pranzo non rivolsi nemmeno una parola a mia madre e Cameron che mi guardavano senza chiedere nulla. Ormai erano più che abituati a certe mie crisi.

Era una fortuna che mio padre in quei giorni non fosse a casa.

Lui non riusciva più a sopportare certe mie crisi. Per lui era passato troppo, troppo tempo.

Dopo pranzo accesi la televisione, e dopo uno zapping forse troppo veloce la spensi, infastidita programmi indecenti in TV.

Alle 14.30 finalmente però arrivò l’orario di prepararsi per andare da Claire.

Finalmente il programma di ieri avrebbe avuto delle prospettive migliori.

Evviva il cazzeggiamento! Era il mio motto del giorno.

Perciò mi misi dei jeans attillati blu chiaro e una t-shirt anch’essa attillata e con una bella scollatura, nera – per sottolineare il mio umore.

I capelli li lasciai sciolti dato che erano accettabili. Poi misi le mie fidate All Star nere. Sembra strano dirlo, ma avevo davvero una specie di ‘rapporto’ con le mie All Star.

Metterle mi faceva sempre bene, mi davano un’idea di…primavera, di novità e voglia di cambiare.

Da poco avevo cominciato a rimetterle dall’anno precedente e ne ero felice.

Uscii di casa con l’umore già più sollevata e curiosa da una domanda che mi prese letteralmente alla sprovvista.

Chi era il vero ragazzo di Claire??

Me ne aveva parlato così tante e volte e in certi modi che quasi mi aspettavo di vedere al suo fianco il principe azzurro di Cenerentola.

Risi a quel pensiero finalmente sollevata.

Certo che ero davvero lunatica…bastava una frase per farmi cadere in depressione, ma anche un sorriso o un ricordo di un caro amico a risollevarmi.

Forse in fondo Robert non era così sbagliato…

Già sapevo che avrebbe detto la vocina nella mia testa, e quando arrivò le feci il verso subito dopo.

Kris. Ne abbiamo già parlato.

Manco fossi mia madre! Le risposi mentalmente alzando gli occhi al cielo.

Ero davvero da manicomio.

Camminando a passo atletico – be’, un po’ di vanità in una donna non può mancare! – raggiunsi la scuola e quello che vidi mi lasciò letteralmente a bocca aperta.

Non per il fatto che abbracciato a Claire ci fosse Tom Sturridge.

Dietro di loro, in tutta fretta stava arrivando – senza che se ne stessero accorgendo nemmeno – colui che mi stava facendo venire un infarto ogni cinque minuti.

I capelli scompigliatissimi a causa del vento e un leggero velo di sudore sulla fronte.

Eccolo lì, quel miracolo vivente.

Eccolo il figo più desiderato al mondo.

Ecco lì davanti a me Robert Pattinson.

 

UHM…EHM…ECCO…

IO PRENDO LE MIE CARABATTOLE E VI LASCIO IN PACE EH…NON PREOCCUPATEVI STARò BENE ANCHE Lì NELLA MIA CAVERNA CON I PIPISTRELLUCCI A TENERMI COMPAGNIA…

MA METTETE Giù LE ARMI PER PIETà DIVINA!

LO SO, IL CAPITOLO FA VOMITARE DAL NASO, MA MI è PARSO DOVEROSO METTERE QUESTI GRANDI TURBAMENTI DI KRIS. SONO MOLTO IMPORTANTI PER LA STORIA.

MA PROBABILMENTE MI SONO LASCIATA UN PO’ PRENDERE LA MANO…SAPETE QUEL CHE SI DICE…ESPEERIENZE PERSONALI, PERCIò CI METTO ANCHE UN PO’ DI MIO…

E POI HO AVUTO DIVERSI PROBLEMI CON QUESTA FICCI COME VI HO DETTO, PERCIò SE PENSATE CHE SIA DAVVERO TROPPO SDOLCINATA E CHE IO STIA ANDANDO TROPPO AVANTI CON I TEMPI NONOSTANTE SI CONOSCANO DA TRE GIORNI ORMAI DITEMELO!

GRAZIE DI TUTTO

BACIONI

ELE

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Capitolo 12
*** Uscita ***


ECCOMI DI NUOVO A ROMPEREEEEEEE!

MA CHE GIOIAAAA!! XD

OGGI ESSENDO IL MIO COMPLEANNO VI LASCIO AD UN CAPITOLO PER RISARCIVI DEL FATTO CHE AHIMè NON POSSO MANDARVI LA TORTA VIRTUALMENTE! XD

SPERO CHE SIATE BUONI CON ME ALMENO OGGI!

VI LASCIO AL CAPITOLOOOO!

 RedTwiSasa [Contatta] Segnala violazione
 
 02/05/10, ore 21:29 - Capitolo 11: Lunatica

Stellina mia...grazie davvero di tutti i commenti che mi hai fatto e tutte le cose belle che hai detto riguardo a questa FF!!!!!!

Perchè tu sai a ki è dedicata principalmente...=)

Adesso un baciottolo...ti lascio al cappy! Kiss Ele <3

 piccola steph [Contatta] Segnala violazione
 02/05/10, ore 21:26 - Capitolo 11: Lunatica

Amore mioooo!!

Grazieeeee davvero di tutto!!! I tuoi commenti mi riempiono sempre di gioiaaaaa!!

Ti lascio leggere in pace adesso!!

Kissoni vampirosi!!!! <3

YOUNG CRAZY LOVE

 

Capitolo 12: Uscita

 

POV ROB

 

Casso.

Che aveva visto per avere un’espressione così sconvolta?

Manco fossi il Fantasma Formaggino!!!

Rob, esame di coscienza:

-Ti sei lavato i capelli prima di uscire?

-Ti sei assicurato di essere davvero presentabile?

Certo! Quasi mi portavo dietro lo specchio!

-Hai lavato i denti?

Sì, con una marca di dentifricio che si chiamava AZ qualcosa…be’ così speravo fossero puliti proprio dalla AZ, ma forse quell’ultimo baby-bel che ho mangiato dopo è rimasto…

-Hai messo dei vestiti puliti?

Certo! Mica poteva svenire per l’odore a chilometri di distanza da me!

-Hai tolto tutti i calzini che c’erano nelle tasche?

Be’,sì…Spero che non ce ne fossero altri oltre a quei diciassette…

-Ti sei assicurato di non avere residui di Nutella agli angoli della bocca?

Mannaggia, ti sei accorto anche del mio spuntino segreto?!?

 

Be’, a questo punto era meglio terminare il questionario AFDM (Anti Figure Di Mmmmerda) e passare davvero a capire che cosa avesse visto Kristen in me. Mi avvicinai a lei con aria seducente – o almeno era quello che stavo provando a fare – e le dissi con voce roca [NDR per l’Ale: Eeeeh…chi ha la voce roca la usa! xD] : “Be’, te l’avevo detto che avremmo potuto vederci di nuovo…”

Tom ridacchiò, ma da Kris il silenzio più totale.

Claire allora, per riprendere il controllo della situazione, si schiarì la voce e disse: “…Ecco, Kris, è Tom il mio vero ragazzo!”

Kristen sembrò ridestarsi da un sogno, e sbattendo le palpebre rispose: “Oh! Si…avevo pensato che potesse essere Tom, ma…lui…”, sussurrò con un tono di voce sempre più basso indicandomi con un cenno del capo.

Tom prese subito le mie difese: “No,no. Lui non c’entra niente, non sapeva nemmeno che fossi tu l’amica di Claire!”

Kristen alzò le sopracciglia sarcastica.

“Se, come no. E allora perché ieri mi avresti detto ‘chissà con la fortuna che abbiamo potremmo vederci anche domani’????”

Io ci pensai un secondo, ma poi quella che in tanti chiamano intelligenza e che io pensavo di non avere nemmeno un po’, fece breccia PER LA PRIMA VOLTA nel mio essere.

“Oh, be’ ho sentito la tua telefonata con Claire e sentendo che l’orario e il luogo dell’appuntamento erano gli stessi che avevo programmato io con Tom, ho collegato le cose e ho capito che saresti venuta anche tu.”, le sorrisi per dimostrarle che in fondo non ero così scemo come probabilmente tutti pensavano.

“Ah…”, si limitò a dire Kristen, evidentemente sorpresa.

Silenzio.

Cavolo ma si poteva stare in quattro senza dire una parola che fosse una???

Notai che Tom e Claire si guardavano straniti tra loro, come per dire ‘Secondo te abbiamo fatto bene ad invitarli?’

“Credo che dovrebbero darci il premio nobel come primi sedicenni al mondo capaci di rimanere in silenzio per più di tre minuti”, dissi io cercando di alleggerire l’atmosfera.

“Hai ragione, Rob! Siamo troppo taciturni ultimamente, eh Kris?”, disse Claire ridendo.

Il sorriso di Kris era tirato e a denti stretti.

“In effetti…be’, adesso che avevate in mente di fare?”

Tom guardò me Claire in cerca di una proposta convincente.

“Mmm…cinema?”

“Ma Tom, ci sei o ci fai? Non sappiamo nemmeno cosa c’è!!!!”, gli rispose Claire tirandogli una sberla in testa.

“Ahiooo!”, rispose Tom massaggiandosi la testa.

“Così impari a fare proposte…indecenti!!!”, esclamò Claire sforzandosi di non ridergli in faccia.

“Indecenti?????”, chiese Tom con un sorrisetto sulle labbra.

Poi prese Claire per i fianchi e le stampò un bacio sulle labbra.

“E questo ti sembra indecente?”, chiese divertito.

“Sì, mio indecente.”, rispose lei e ritornò a baciarlo, sotto il nostro sguardo un po’ infastidito ma anche felice che i nostri amici potessero essere così felici.

“Be’, non sono carini?”, sussurrai a Kris avvicinandomi piano.

Lei sembrò come sciogliersi un attimo fissandomi, come se da quello sguardo dipendesse ciò che poi avrebbe fatto con me, e che tipo di rapporto avremmo avuto.

O forse ero solo io che con la mia fantasia fuori luogo facevo dei pensieri a dir poco bizzarri.

Infine sorrise, tranquilla finalmente.

“Sì, hai davvero ragione. Anche se mi da’ un po’ fastidio come si avvinghiano…”, disse cercando di alzare la voce il più possibile di modo che la sentissero.

Sulle labbra dei due innamorati spuntò un sorriso, ma non smisero di baciarsi, anzi si strinsero ancora di più.

“Vedo che ti hanno davvero presa alla lettera…”, ridacchiai io.

“Esattamente. Cominciamo a camminare, va’. Così vediamo se si accorgono della nostra assenza.”

“Ok!”, la cosa non mi dispiaceva affatto.

“Allora…una cosa che non ti ho ancora chiesto…”, cominciò, ma la interruppi.

“Credo sia difficile trovarne una…”, ridacchiai.

Lei mi guardo sorridendo arricciando il suo bel nasino. Un’espressione particolare ma che le donava un fascino…impertinente.

“In effetti…ma…come mai ti sei trasferito nella nostra scuola?”

“Oh! Guarda, è una storia lunga e demente. Praticamente mia madre si è incazzata con una prof perché mi aveva dato quattro…”

“E…?”, mi esortò a continuare lei.

“E praticamente era convinta che avessi passato tutto il giorno a studiare – mentre invece avevo fatto tutt’altro – e si era arrabbiata con la prof del brutto voto che secondo lei non meritavo. Ma la professoressa si è intestardita che non avevo studiato nulla e allora mia madre si è rifiutata di continuare a mandarmi in quella scuola.”

Si mise a ridere a crepapelle tenendosi la pancia con le mani.

“Ahahahah!!!!! Diiiiioo! Rob davvero te ne sei andato per questo? Ahaha!!”

“Sì, davvero molto divertente.”, risposi io truce.

Trattenne una risata “Scusami, è che non mi sembra un motivo validissimo per cambiare scuola…e poi non avevi nemmeno studiato!”, riprese a ridere fragorosamente come prima.

Decisi allora di fare il finto offeso, così vediamo come l’avrebbe presa.

“Tzè!”, dissi voltandomi dall’altra parte con le braccia conserte.

Appena mi vide ammutolì per un attimo per poi riprendere ancora di più, con le lacrime agli occhi quasi cadendo per terra.

Va bene che era la creatura più bella che avessi visto in terra, ma adesso esagerava un po’!

Cominciai a camminare spedito senza degnarla di uno sguardo o di un’attenzione.

Più volte mi dovetti trattenere dallo sbirciare indietro. Mannaggia alla mia debolezza!

Dopo un po’ però, quando la sentii dietro di me picchiettarmi sulla spalla, mi voltai.

“Hai finito?”, le domandai socchiudendo gli occhi con un’espressione crudele. O almeno voleva essere crudele.

“Uh…Sì credo di sì.”, mi sorrise a trentadue denti allegra.

“Ma bene!”, risposi acido e ricominciai a camminare.

Avrebbe pagato…sì, eccome se avrebbe pagato…mi sentivo sadico di vendetta.

“Dai, non ti arrabbiare è stato più forte di me!”, si lamentò dondolando le braccia.

“Allora per batterti a braccio di ferro ci vuole davvero poco…”, mormorai atono io.

“Uffa! Non ti facevo così permaloso!”

“Eh, già…qui nessuno mi conosce per quello che sono veramente!”, risposi fiero.

“…Uno sciupa femmine?”, chiese lei incerta.

“Ma stai scherzando?!?!?”, le urlai io voltandomi verso di lei.

Cavolo, e poi dicevano che ero io quello con i problemi!

“Ahah! Lo vedi che alla fine reagisci sempre?”, mi chiese lei divertita.

“Sei una peste.” Affermai convinto.

“E tu niente male…”

Non ero sicuro di aver capito bene.

Aveva detto che ero niente male?!?!?

Non le risposi, sicuro di essermi immaginato tutto, e continuai a camminare, finché non mi sentii parecchio osservato.

“Credo che qualcuno ci stia seguendo…”, mormorai a voce più bassa possibile avvicinandomi all’orecchio di Kris.

“Rob…mi pare già da un po’…non volevo dirtelo perché mi sembrava una fisima da ragazzina…ma mi sento degli occhi puntati contro.”

Ah - ah! Qualcuno ci stava seguendo solo…per lei.

“Continuiamo a camminare come se non fosse successo niente.”, risposi.

“E…e Claire e Tom?”

“E…quei due coglioni per una volta impareranno a non perdere troppo tempo a sbaciucchiarsi!”

La feci ridere, anche se un cipiglio rimaneva tra i suoi occhi.

“Hai paura?”

Si girò guardandomi negli occhi: “…Nno.”

“per fortuna, perché non ce n’è il minimo bisogno dato che siamo a Los Angeles alle cinque del pomeriggio in pieno centro. Che vuoi che possano farci?”, le chiesi sperando che si riprendesse.

“A te forse niente…”

Oh - oh. Mannaggia a me e alla mia lingua!

Non potevo starmene zitto?!?

“Oh…scusami, davvero non sapevo che questo ti potesse portare alla mente episodi…spiacevoli…”

Coglione.

Coglione alla seconda.

Coglione alla terza.

Coglione alla quarta.

“Nono non ti preoccupare. Sono solo io che dovrei evitare di farmi prendere dai ricordi per qualsiasi cosa…”, il suo sguardo era perso nel vuoto.

“Ti va di parlarne?”

“Mmm…non lo so. Ma…Rob, tu sei arrivato solo da tre giorni in questa scuola…come fai ad avere tutta questa confidenza con…tutti noi? Tom, ad esempio. Sembra vi conosciate da una vita!”

“Credo possa essere uno dei veri amici che io non ho mai avuto…”

“Mi dispiace…che è successo?”

“Nah, niente. Solo avevo un amico…il mio migliore amico. Ci conoscevamo da quando andavamo in terza asilo. L’anno scorso avevamo entrambi due ragazze che ci piacevano e lui pur di conquistare la sua mi ha deriso davanti a tutti, mi ha fatto fare davvero una figura di merda…non ti dico che cose…ho perso tutta la stima e la fiducia che avevo in lui…e pensare che ha rinunciato a tutta la nostra amicizia per un semplice capriccio…valevo proprio poco allora.”

Mi sentii in dovere di raccontarle quell’episodio spiacevole della mia vita.

Come lei aveva raccontato a me la sua storia adesso toccava a me fare la mia parte.

“Mi dispiace davvero.”

“Niente…cose che comunque capitano. Alla fine ci si rialza sempre infondo. E se anche così non fosse bisogna darne l’impressione.”

“Già…tutti a dirti quello che devi fare, come lo devi fare, come devi essere, in quanto tempo devi riuscire a superare certe situazioni…tanto è solo l’apparenza che conta, no? Basta che tu sia forte esternamente e il gioco è fatto.”

“Tanto poi come ti senti veramente lo sai solo tu…”

Rimanemmo in silenzio per un po’, estraniandoci dal mondo. O almeno questo era per me.

C’eravamo completamente dimenticati di essere seguiti da qualcuno.

Svoltavamo per le strade, così senza pensare a dove stessimo andando, finché non ci ritrovammo in una piazza di medie dimensioni con al centro una fontana.

“Dove siamo?”, le chiesi.

Lei si voltò a guardarmi per rispondere “S. Oliver Street.”

“E solitamente è affollata?”

“Ehm…che stai dicendo?”, mi guardò ridendo leggermente e istericamente, guardandosi attorno perplessa.

“Be’, perché i tizi ci stanno ancora seguendo…”

“Merda! I tizi!”, disse colpendosi la testa con una sberla.

Cavoli che masochismo in piena regola!

“Attenta, rischi di decapitarti da sola”, le ricordai.

“Sì, certo Rob. E io sono Santa Lucia”

“Io odio Santa Lucia. Portava sempre i regali ai miei amici italiani e a me niente. Che crudele.”, socchiusi gli occhi al ricordo di tutte le volte che i miei amichetti italiani mi telefonavano raccontandomi ogni cosa gli avesse regalato la Santa. E a me niente!

“Tu sei pazzo!”, rise allegra.

Io la lasciai perdere prima di irritarmi come prima.

Mi guardai un po’ intorno.

“Vieni, entriamo in quel bar”, le dissi autoritario.

“Che hai in mente?”, mi chiese.

“Allora: noi entriamo. A un certo punto io chiedo dov’è il bagno e mi allontano un attimo da te. Poi vediamo se i tizi ti vengono dietro, in caso io li colpisco alle spalle e siamo ‘salvi’. Ci stai?”

“Te pareva se non dovevo essere io quella a rischio…”, mormorò incamminandosi.

Quello era un sì.

Entrammo, lei prima di me con i suoi capelli svolazzanti che mi sfioravano il viso.

Arrivammo al bancone e feci cenno a Kris di sedersi sullo sgabello lì vicino.

“Salve vorremmo due cioccolate calde.”, inizio lei senza nemmeno chiedermi cosa volessi.

Ma per me la cioccolata andava più che bene.

“Certamente” rispose il cameriere, per mia fortuna non troppo giovane.

“Mi scusi, mi sa dire dov’è il bagno?”, gli chiesi io educatamente guadagnandomi un’occhiata di ammirazione da parte di Kris.

“Lì accanto all’entrata ci sono le scale, scende ed è arrivato.”

“Grazie”

Prima di incamminarmi lanciai un’occhiata languida a Kris, come a ricordarle il piano.

Andai piano piano alle scale, scesi un po’ di gradini di modo di non farmi vedere dagli ‘inseguitori’.

E infatti due volti incappucciati un po’ si intravidero dalla vetrina.

Si avvicinarono piano, cauti, attenti a guardarsi intorno.

Kris intanto era girata nella direzione opposta, ignara.

Mi abbassai per paura che mi vedessero finché no furono entrati nel locale.

Del cameriere non c’era più traccia: sembrava essersi volatilizzato in cucina.

Avevo una paura matta.

Erano entrati, si stavano avvicinando a Kris.

Un uomo e una donna non molto alti.

Oddio, era il mio momento di agire.

Power Ranger in azione!

Li raggiunsi alle spalle mentre quatti quatti si avvicinarono a Kristen.

Stavano per metterle le mani sulle spalle quando io mi chiesi: ‘Ma che cazzo devo dirgli????’

E poi urlai loro quello che mi venne in mente per primo in testa.

“FERMI!!!!!” con un dito alzato contro di loro, stile nonno burbero.

Loro si girarono, insieme a Kristen che al suono della mia voce aveva fatto un salto di due metri e un gridolino degno di Pavarotti.

E…erano Tom e Claire!!!!!!!

“V-voi?????”, chiesi io.

“Aahahahahahahahahahaha!!!!! D-Dio mioooo!! Ahahahah, Rob!!!”, risero i furfanti.

“Siete dei mongoli, ecco che siete!!!!” urlai indignato.

Kris ci guardava senza capire.

“Andiamocene, Kris. Questi sono troppo trogloditi per parlare civilmente.”, dissi lanciando loro un’occhiata truce.

La presi a braccetto prendendomi forse troppa libertà e ci incamminammo fuori dal bar impettiti, senza nemmeno aspettare il cameriere, che, ignaro dell’accaduto, stava ancora preparando le cioccolate.

A un certo punto Kris non resistette alle facce pentite da cucciolo dietro di noi dei falsi- amici e si mise a ridere come una matta dicendo “E noi…che pensavamo…che- che foste dei maniaci!!!! Ahahahah!!!”

Alla fine, rimasto solo con il mio orgoglio cedetti e li perdonai per la sceneggiata ‘momentaneamente’.

Per strada però facemmo un incontro un po’ spiacevole.

Britney, la ragazza di ieri, insieme a dei suoi amici, della scuola e non.

“Hey, Rob!”, mi salutò sbracciandosi mentre Kris si infastidiva lanciando occhiatacce al marciapiede al posto che ai nuovi arrivati.

Risposi con un cenno del capo.

“Perché non ti unisci a noi? Di sicuro avresti compagnia migliore.”

Ma a un certo punto notando che insieme a me c’era anche Claire, la capo- cheerleader disse: “Witchard? Come mai con loro?”

“Ho un nome.”, rispose lei sorridendo a testa alta.

“Certo…non mi viene per la mente però in questo momento”, rispose l’altra.

“CComunque…Rob ti andrebbe di venire con noi? Come ho già detto saresti molto gradito tra noi.”

Io mi guardai intorno. Non avevo la benché minima voglia di lasciare lì Kris e quindi farmi vedere per ciò che non ero veramente. Ma nemmeno di essere subito preso come un nuovo zimbello.

“Scusami, ma adesso davvero non posso. Sarà per un’altra volta.”, cercai di sorriderle un po’ per scusarmi.

Lei non sembrò prendersela per la risposta negativa e sorrise sfoggiando denti non proprio perfetti. “Ci conto”, mi fece l’occhiolino.

E noi ce ne andammo.

Be’ la giornata era andata bene tutto sommato…a parte per l’ultimo incontro.

“Dai non pensiamoci!”, cercai di risollevare la situazione io.

“Certo…”, rispose Kris scettica.

Arrivati davanti alla scuola però tutti dovemmo separarci.

Avevo però intenzione di dare a Kris un saluto tutto mio, e non me la sarei lasciata scappare.

“Va bene…grazie di tutto ragazzi, anche per il pedinamento! Ci vediamo lunedì!”

Risero un poco e poi salutarono anche loro andandosene mano nella mano.

Rimanevamo solo io e Kris.

“Be’…mi ha fatto molto piacere averti rivista”

Sorrise in risposta, un po’ timida.

“Allora ci vediamo lunedì”

“Certo, a lunedì.”

Mi avvicinai un attimo a lei titubante e poi ancora di più in un colpo solo lasciandole un bacio leggero sulla guancia.

Arrossì un po’ ma la reazione più bella fu il sorriso che mi rivolse.

Le feci un ultimo cenno e tornai a casa.

 

UHI UHI…

SIATE CLEMENTI ALMENO IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO PER PIETà!

ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONI SE VORRETE SCRIVERMENE…

UN BACIONE

ELE

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Capitolo 13
*** Amici? ***


BUONA SEERA! COME STATE???

SPERO BENISSIMOOO!

IERI COME TUTTI MI AUGURO SAPPIATE ERA IL COMPLEANNO DEL NOSTRO ROBBUCCIO, ED ESSENDO IMPEGNATA A PREPARARLI LA TORTA NON HO POTUTO POSTARE, MI DISPIACE!

COMUNQUE...MA AVETE VISTO QUANTO è FIGO NELLE CLIP DI ECLIPSE CHE HA MANDATO DA OPHRA??? DIOOO MIO DA SBAVAMENTO MULTIPLO!!!!! E POI...DICIAMOCELO, DA "VECCHIETTO" è ANCORA PIù FIGUUUUZ!!! XD

ADESSO VI LASCIO AL CAPPY! KISS

YOUNG CRAZY LOVE

 

Capitolo 13: Amici?

  

Scuola.

Ah, non avrei mai detto che un giorno non avrei veduto l’ora di sedermi lì, al mio bel banco e incantarmi a guardare le pareti giallastre che fungevano da gabbia.

Mai.

Be’ adesso devo ricredermi.

Perché sono cui a saltellare per strada come un coniglietto pasquale in attesa di essere accolto dalla mia ‘calorosa’ aula. O qualcosa all’interno dell’aula…

Meglio sbrigarsi.

La giornata trascorsa ieri si era svolta bene secondo i miei canoni…e la conclusione…mmm!

Di notte avevo avuto un sacco di tempo per rotolarmi sul letto ricordando il sapore della sua pelle sulle mie labbra…

La sua guancia mi era sembrata così calda, vellutata e fragile nel suo pallore. E infatti lo era. Con un sapore alla vaniglia che mi aveva dato una voglia pazzesca di rimanere lì con lei per testare se le labbra fossero meglio.

Non riuscivo a togliere la mia mano dalle labbra, per essere certo che fosse successo davvero.

Incredibile!

Entrato nel cortile della scuola mi guardai attorno senza dare a vedere troppo che stavo cercando proprio una persona in particolare…probabilmente non era ancora arrivata perciò mi rassegnai ad andare da Tom.

“Ehilà Rob! Divertito ieri?”, mi chiese il ragazzo avvicinandosi a me dandomi una forte pacca sulla spalla.

Ahia! Ma che fa, un corso di karate?

“Sì, Tom. Prima di vederti e soprattutto sentirti sulla mia spalla stavo molto meglio. Ma che hai al posto della mano?”, gli chiesi guardandolo storto e sospettoso.

“Niente! Cioè giusto un una tonnellatina di piombo…ma niente di che davvero, eh!”, mi prese in giro.

“Ah ah ah! Divertentissimo Tom, mi sto sbellicando dalle risate.”, dissi irritato: quel ragazzo non sapeva altro che far arrivare la mia autostima 3MST: 3 Metri Sotto Terra. Che giuoia!

“Femminuccia, femminuccia, sei una femminuccia!”, mi urlò cominciando a correre all’indietro facendo sì che anche altri ragazzi si voltassero a guardarci ridacchiando.

Mannaggia a Tom! Se voleva farmi fare una figura di merda ci stava proprio riuscendo alla grande!

Mi schiarii la gola: “Tom…”

“Cos’è, hai paura?”, mi rinfacciò lui.  

Ma perché stavo con un deficiente come lui?!?!?

“No, Tommy, non è assolutamente questo. È solo che non ho nemmeno un po’ di fottuta voglia di fare cinque passi per poterti prendere a schiaffi come meriteresti.”, risposi truce.

Molta gente ormai stava guardando la nostra patetica scenetta e adesso mi applaudivano per la bella risposta data a Tom.

Decisi di fare ancora un po’ il figo. Dopo tutto quella parte non mi usciva così male…

“Graziee, graziee! Troppo buoni, troppo buoni!”, urlai facendo inchini regali.

E quelli ridevano ancora di più, mentre Tom mi guardava un pochetto male. Forse non sapeva più come rispondere.

“Che c’è Tommy, ti si è scaricata la batteria?!”, e giù altre risate.

Mi stavo divertendo troppo a vedere la faccia di Tom cambiare colore, quando a un certo punto una voce giunse alle mie spalle ridestandomi dalle risa.

“Non ti facevo così sadico, Robby.”

Oh, santi numi! Lasciatemi qui a immaginare la possedente di questa voce meravigliosamente soave…

Mi voltai di scatto, mentre anche gli altri smettevano di ridere.

“’Giorno, Kris”, le risposi inchinandomi di fronte a lei.

“Ehm…non c’è bisogno”, sussurrò quando sentì altri ragazzi mormorare “UuUuUuUuUuUuUuUuUuUuUuUuUuUuUuUuUuU”

La guardai perplesso.

“Guarda che Tom ci sta male.”, mi informò a bassa voce.

“In che senso?” chiesi alzandomi da terra.

“Vieni”, sussurrò prendendomi per la manica della giacca. Avrei preferito un contatto più diretto con la sua pelle, ma se non voleva andava pure benissimo questo.

“Dimmi.”, le dissi quando arrivammo in una zona appartata del cortile, sul retro.

Chissà perché ancora la campanella non suonava.

“Lui c’è sempre stato male per prese in giro di questo tipo. È sempre deriso da un sacco di gente, considerato uno sfigato. Lo hai visto ieri come l’hanno trattato quelli…”, un cipiglio si dipinse sul suo splendido volto.

“Ecco, se invece sapessero che sta con la capo- cheerleader… tutto cambierebbe. Me l’ha spiegato ieri sera per telefono Claire. Mi ha detto anche che era finalmente felice di aver trovato qualcuno un po’ imbranato e simpatico come lui”, nel dire questo fece un sorriso tenero, che ricambiai.

“Ma vederti così…a trattarlo come tutti gli altri lo trattano non gli fa certo bene. Perciò se davvero ci tieni a lui va’ a scusarti.”, mi ordinò.

“Cavolo, ma è colpa mia se quello comincia a urlare ai quattro venti che sono una femminuccia?!?”, esclamai esasperato.

“Be’, non avrebbe nemmeno tutti i torti…”

“Brutta…!”

“Eheh! Adesso corri, però!”, mi ricordò.

“Ok.”, e corsi via da lei.

Non l’avrei mai fatto, ma se me l’aveva ordinato…meglio non rimanere ad assistere alla sua ira funesta.

Senza che ce ne fossimo nemmeno accorti la campanella era suonata e tutti si stavano avviando con passo pesante e stanco verso le scale.

Cercai Tom con lo sguardo, poi mi avvicinai e mischiai tra la folla.

Per le scale, a un certo punto lo vidi.

“Tom!” lo chiamai.

Lui allora, sentendosi chiamato, si girò per capire da chi provenisse la voce, ma non appena i suoi occhi incontrarono i miei distolse lo sguardo e continuò a camminare.

In fondo pensavo che avevo detto un po’ poco perché potesse incazzarsi con me in questo modo, ma se tutti lo trattavano così…be’, allora forse mi sarei incazzato un po’ anche io.

Finalmente in classe, lo rincorsi fino al suo banco con il fiatone.

“Mannaggia, tra te e Kris mi farete vincere la maratona se continuo a correre così!”, lo feci sorridere, ma a denti stretti.

“Senti, Tom…mi dispiace non volevo deriderti.”

Non mi lasciò il tempo di finire.

“Se, se certo come no. Tanto lo so come andrà a finire. Tu te ne andrai con tutti quei bastardi che abbiamo incontrato ieri. Ti hanno proposto un sacco di volte di unirti a loro, e so già che alla fine cederai e non te ne pentirai nemmeno.”

Quelle parole mi colpirono dentro.

“Perché pensi che vorrei andare con loro?”, li chiesi flebile. Lui sembrò non captare questo cambiamento nella mia voce.

“Perché ho visto come ti sei comportato, Robert. Ti sei comportato come loro. Sei uno dei tanti, Rob. Né, più né meno.”
Un altro colpo.

“Secondo me non dovresti dirlo…”, cominciai io.

Lui si girò completamente verso di me, fronteggiandomi e lasciando i libri che stava prendendo dallo zaino per terra.

“E perché mai, scusa? Lo abbiamo visto entrambi: sono assolutamente pazzi di te. Andate d’accordo conoscendovi solo da tre giorni circa: sapete benissimo come farmi fare una figura di merda.”

“Ah, perché tu no, vero? ‘Femminuccia, femminuccia, femminuccia!’ mica sei il santo patrono degli onesti tu! Mi hai deriso benissimo anche tu!”, risposi.

Fortunatamente sembrava che la professoressa di arte si fosse trattenuta a chiacchierare col bidello.

“Io stavo scherzando semplicemente, Rob. Già sapevo che se anche ti avessi preso in giro loro non ti avrebbero sfottuto. Perché come ti ho detto sei uno di loro.”

“La pianti, cazzo?!?”, urlai al limite della pazienza.

Un mare di ricordi mi avvolgevano. E mi annegavano. Tutti i momenti vissuti con quel mio migliore amico…ci conoscevamo dall’asilo…e poi…tutto per una semplice ragazza, la nostra amicizia buttata al vento come se niente fosse.

In quel momento Kristen entrò in classe, ma non le dedicai meno che uno sguardo. I suoi occhi erano preoccupati.

“La verità si dice, caro mio.”, rispose Tom.

“No, invece. Se sapessi la verità non parleresti così. Perché tu non mi conosci, Tom. Io non sono come quelli là fuori. Avevo un migliore amico, ci conoscevamo dall’asilo, eravamo sempre insieme, come due fratelli. Un giorno però lui si innamorò di una ragazza, e pur di conquistarla fece di tutto.

Un giorno arrivò pure a buttare via la mia lunga amicizia con lui, umiliandomi davanti a tutti come nessuno aveva mai fatto. E tutto per una ragazza…non mi sembrava di valere così poco. Da quel giorno sono diventato lo sfigato della scuola, quello da cui tutti vogliono scappare.

E l’unica cosa che tentavo di fare in questa scuola era cercare di ritagliarmi un ruolo…un po’ diverso da quello dello sfigato di turno. E preferirei che tu non mi chiamassi ‘come uno dei tanti’. Perché proprio queste teste di cazzo mi hanno fatto passare i momenti più schifosi della mia vita, e sono sicuro di essere di meglio.”

Gli girai le spalle e andai a sedermi al mio banco, scuro in volto.

Emily e le sue chiacchiere arrivarono subito, purtroppo per me.

E quello era uno dei momenti in assoluto in cui non avrei voluto altro che non sentirle.

Quello era uno di quei momenti in cui pensi a tutte le disgrazie che ti sono successe, quando avevi paura di non riuscire più ad alzarti, convinto che il mondo ti stesse crollando addosso.

“Ciao”, la salutai semplicemente senza guardarla, sperando anche che capisse di che colore fosse il mio umore.

La professoressa allora entrò in classe e mi si presentò dicendomi che mi sarei trovato sicuramente benissimo in questa scuola.

“Certo, certo”, risposi io atono.

Incerta la prof distolse gli occhi da me e cominciò la lezione.

Io avevo quasi gli occhi chiusi, la testa sul banco. Non vedevo e non volevo vedere niente.

Dopo circa dieci minuti una mano mi picchiettò sul braccio.

Mi girai svogliatamente con la testa guardando la mia vicina che con aria ancora sognante mi diceva: “È arrivato questo per te.”

Mi porse un biglietto di carta a quadretti piegato per bene.

“Da chi?”, le chiesi.

Se fosse stato di Tom lo avrei buttato dalla finestra dopo averlo incenerito per benino.

“Dalla Stewy.”, rispose sorridendo a denti stretti.

Mi rivoltai verso il biglietto e lo aprii tentando di non far leggere il contenuto a quell’impicciona di prima categoria.

 

Nella prossima ora c’è biologia.

Siediti vicino a me, poi fingi di stare male così ti accompagno in infermeria.

Dobbiamo parlare.

Kris.

 

Alzai la testa dal foglio e la vidi che mi guardava di sottecchi dal suo banco perciò le feci un cenno di sì con la testa.

Lei lo ripeté e poi tornò a concentrare la sua attenzione sulla professoressa.

Io non ne avevo la minima voglia perciò ritornai con la testa sul banco, tentando di non badare alle occhiate che qualcuno mi lanciava e soprattutto tentando di non pensare.

 

SPERO DAVVERO CHE VI SIA PIACIUTO...QUESTO E IL PROSSIMO CAPITOLO (O UN ALTRO ANCORA) SARANNO CAPITOLI DI PASSAGGIO PER PREPARAVI ALLA SVOLTA CHE CAMBIERà IL MONDO...

BE', FORSE NON TANTO IL MONDO, MA LA FICCI Sì!!!

FATEMI SAPERE SE VI PIASCEEEE!!! KISSONI

ELE

Risposta alle recensioni...

 Annabella95 [Contatta] Segnala violazione
 09/05/10, ore 11:13 - Capitolo 12: Uscita

Annuccia miaaaa!!

I ringraziamenti ufficiali te li ho fatti, ma ogni occasione è buona x rifarteli! xD

Cercherò come sempre di fare del mio meglio ma nn prometto niente a nessuno, non sono mica la Zia Steph io!!

Tra qualche capitolo vedrai i colpi di scena di cui ti ho parlato…e se ne vedranno di cose…brutte, belle? Non si sa! xD

Bacioni distributore miooo! xD

Spero ke il cappy ti sia piaciutoooo
 RedTwiSasa [Contatta] Segnala violazione
 09/05/10, ore 10:04 - Capitolo 12: Uscita

Sarucciaaa!

Grazie ancora x gli auguri!! xD

Sono felicissima che il cappy ti sia piaciuto! Dammi retta: anche io adoro la versione Power- ranger- voce-roca di Rooob! Non sapevo che facessi parte anche tu del AFDM!! Non so se crederti…fammi vedere il pass che così sono sicura! xD

Prego ancora di tutto…e tu sai x cosa…

Spero ke il cappy ti sia piaciuto…

Baciottoliiii!

 edwardina twalentina [Contatta] Segnala violazione
 08/05/10, ore 22:54 - Capitolo 12: Uscita

Grazieeee!!! =)

E Grazie anche per i complimenti!!! Grazie perché segui sempre la mia storia e recensisci spesso! Mi fa davvero piacerissimo! Insomma…grazie di tutto!!!! xD

Una domandina, però…per caso tu fai parte di Twilight Italia??? Perché mi pareva di aver visto il tuo nome una volta…o magari è qualcun altro…boh…fammi sapere e grazie ancora!!! Spero che il cappy ti sia piaciuto!

Kiss

 piccola steph [Contatta] Segnala violazione
 08/05/10, ore 22:07 - Capitolo 12: Uscita

Eheh…i bacetti ci stanno sempre, mia alle!

E questo è solo il primo…xD

Rob è davvero un mitico Power Ranger! Davvero super!!! Il mio cuginetto li adora, perciò mi ha fatto una cultura…-.-

Ti è piaciuto il capitolo????? E grazie ancora x i complimentiiii! xD

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Capitolo 14
*** Seconda ora ***


BUONA SEEEERA!

ECCOCI DI NUOVO CON QUESTA MIA STORIA MOLTO PERVERSA!

COME HO Già DETTO NELLO SCORSO CAPITOLO QUESTI ULTIMI CAPITOLI CHE STO METTENDO (FINO AL PROSSIMO) SARANNO DI PASSAGGIO.

SPERO VI POSSANO PIACERE COMUNQUE.

RECENSITE PLEASEEEEEEEEEE!

VI LASCIO AL CAPPY…MI DISPIACE SE NN SARà MOLTO LUNGO!!!

 

 

YOUNG CRAZY LOVE

 

Capitolo 14: Seconda ora

 

Driiin.

Campanella.

Seconda ora.

Biologia.

Kristen Stewart.

Ok, dovevo essere decisamente felice di passare un’ora con lei, ma Tom aveva decisamente fatto riaffiorare troppi ricordi.

Non si poteva certo dire che la mia storia fosse triste o drammatica quanto quella di Kristen, ma mi faceva stare male comunque.

Mi diressi a passo pesante verso la porta, seguendo la massa scherzosa e allegra di alunni.

Non mi capitava così spesso di essere davvero giù di morale, tipiche crisi adolescenziali e quindi demenziali che in fondo aiutavano a capire meglio la vita.

Arrivai in aula come uno degli ultimi. Kristen aveva già preso posto in una coppia di banchi, sorridendomi dolcemente e facendomi segno di sedermi accanto a lei.

Appena mi sedetti sussurrò “Ciao.”

“Ciao.” Ricambiai io atono.

Lei in risposta ridacchiò e disse: “Ok, direi che sei proprio credibile se ti comporti così. Metti la testa sul banco e sei perfetto.”

Sorrisi come un gatto in calore al complimento che mi aveva appena fatto e mi accasciai sul banco esagerando un po’ con la parvenza scenica.

La lezione era già iniziata perciò Kris alzò la mano e aspetto che il prof la chiamasse. Ci avrebbe sicuramente fatto uscire: da quello che avevo visto nell’ultima e quindi prima lezione di biologia, Kristen era la sua cocchina prediletta.

“Mi dica signorina Stewart”

“Credo che Robert”, e mi indicò con un cenno della mano “si senta poco bene. Forse sarebbe meglio se lo accompagnassi in infermeria.”

Apparentemente tutti i verbi ingarbugliati che aveva usato avevano fatto un gran bel colpo sul prof, che la guardava come estasiato. Per un attimo fui geloso. Come cavolo si permetteva uno che aveva il doppio dei suoi anni di guardarla così???? Ma scherziamo?????

“Ha ragione. Non vorrei fosse qualcosa di grave.”, disse suo malgrado.

Kris allora, con le sue grandi doti recitative, si abbassò al mio orecchio sussurrando suadente: “Adesso puoi appoggiarti a me”

CASSO.

Santa patata, mi voleva far venire un orgasmo, così!!!!!

Mi sentivo ‘stranamente’ eccitato, ma continuai la recita. E la sua leggera presa sulle mie spalle – che mi voleva sospingere a muovermi – non aiutava di certo.

Quando fummo nel corridoio nessuno dei due lasciò la presa sull’altro. Ormai il mio braccio era ancorato alla sua vita, nel falso pretesto di aggrapparmi a lei, mentre il suo braccio era appoggiato dolcemente alla mia spalla.

Mi lasciai condurre da lei verso le scale per poi arrivare al piano terra, verso quello che doveva essere uno sgabuzzino delle scope.

Aprì velocemente la porta attenta a non farsi vedere poi entrò piano pianino con me e mi buttò letteralmente dentro prima di rifondarsi all’uscio per chiuderlo senza far rumore.

“Ahia…”, mi lamentai infastidito.

Lei se ne infischiò altamente del mio strillo di dolore trattenuto e venne a sedersi per terra di fronte a me scatenando istinti maschili…che avrebbero fatto meglio a rimanere assopiti.

“Cosa vuoi sapere?”, le chiesi sconfitto.

“Be’, diciamo che la conversazione tra te e Tom l’ho sentita perciò…”

“L’hai sentita????”, la interruppi.

“Guarda che urlavate! Mica l’ho fatto apposta! Fosse stato per me non avrei certo ascoltato!”

“Se, se certo. E io sono Nonna Papera.”, dissi io sarcastico.

“Ecco chi mi ricordavi!!!”, rispose lei ridendo e dandosi una sberla sulla fronte.

La guardai truce, nella mia tipica espressione trattino-punto-trattino: -.-

“Ok, sono seria.”, si ricompose.

“Allora…vorrei sapere, sempre se posso, che ti ha fatto quel tuo amico…”, disse imbarazzata guardando per terra.

“Non è più un mio amico.”, ribattei io duro. Non lo era mai stato davvero. O almeno aveva smesso di esserlo da troppo, troppo tempo.

“Comunque…ok te lo racconto. Ma potrebbe sembrarti davvero patetico, come in fondo è.”

“Non credo proprio se ti fa stare così male!”, ribatté lei sicura.

“Vedremo”, risposi io con tono di sfida. E cominciai.

“Allora, devi sapere che io sin dall’asilo ho avuto un gravissimo problema di stitichezza, per colpa delle lumache. Ogni volta che le vedevo mi mettevo a vomitare dal naso, una cosa pazzesca. E ne ho sempre sofferto tantissimo, perché abitavo con i miei nonni in campagna, un posto dove le lumache certo non mancavano.

Questo mio migliore amico, Taylor, era l’unico che condivideva questo mio segreto- debolezza. E questo mio problema continuò sempre, ogni volta che anche solo sentivo parlare di lumache e la cosa peggiorava anche.

E fu proprio quando l’anno scorso lui si ‘innamorò’ di una ragazza che mi tradì.

Questa ragazza era popolarissima, una di quelle oche tutte rifatte ma senza nemmeno un briciolo di cervello, che non faceva altro che cercare scoop o cose simili. Tanto per rendere le persona uno zimbello, questo era uno dei suoi tanti divertimenti.

E cosa fece Taylor se non offrigliene uno in un piatto d’argento?

Infatti un giorno a mensa, notai che stranamente Taylor era ansioso ed era come se tutti quanti mi guardassero mangiare. Mi aveva detto che nel mio piatto ci sarebbe stata una sorpresa, un qualcosa che mi piaceva tantissimo, più della nutella. E proprio non mi aspettavo che invece una volta scoperto il piatto, imbalsamate, ricoperte di salsedine e con le antennine schifose che ancora si abbassavano e si allungavano”, feci un sospiro per evitare di vomitare davanti a lei “giacevano delle lumache. Un branco di lumache, pescate da chissà dove. Diventai verde, e cominciai ad avere dei singulti, schiamazzai manco fossi in calore, e cominciai a vomitare, dal naso, dalla bocca…una cosa penosa a dir poco. Tutti che ridevano come matti, si piegavano sulle sedie…mentre io ero lì incapace di distogliere lo sguardo da quelle lumache ancora vive che piano piano si avvicinavano a me. E intanto vedevo Taylor che mi puntava il dito contro, ridendo anche lui. Fottutissimo bastardo…se penso ancora a quel giorno…non riuscii a tornare a scuola per una settimana tanto stetti male.

E lui non si fece né sentire né vedere più. ormai aveva raggiunto il suo scopo. A che cosa gli potevo più servire io se non per essere buttato nell’immondizia???

Ero diventato lo zimbello di tutta la scuola, chiunque mi vedesse non faceva altro che ridere, farmi sgambetti o parlare di lumache. E Taylor stava con la sua innamorata. Tutti felici e contenti, tutti tranne il povero sfigato.”

Non ce la facevo più a continuare.

Kristen aveva ascoltato tutto il racconto senza fiatare e la cosa mi intimoriva.

“Non ti devi preoccupare di tutto questo, e nemmeno vergognartene.”

“Io infatti non me ne vergogno. Non più. sono quegli altri che dovrebbero vergognarsi, Taylor dovrebbe vergognarsi.

E anche Tom. Anche Tom non dovrebbe trattarmi così. Non dovrebbe MAI accusarmi di essere come gli altri perché io non lo sono. Ho subito sulla mia pelle cosa significhi essere emarginati, fuori dal mondo, contro natura. L’ho vissuto e superato. E non intendo tornare indietro per cadere in tutte le trappole che la vita riserva. Perché sono semplici preparazioni per ciò che ti riserverà il futuro. Bene, sull’amicizia un po’ sono preparato, ma chiedimi di ragazze e affronterai il buio più totale.”

Sorrise e parlò.

“Mi dispiace tantissimo per la tua situazione Rob. Taylor si è comportato davvero da stronzo, non merita la tua amicizia come non la meritava prima.

Prova a chiarirti con Tom. A volte è suscettibile davvero, ma lui non sapeva la tua situazione e…devi capirlo comunque. Lui sta passando tutt’ora quello che hai passato anche tu. È continuamente visto come uno sfigato!”

“Hai ragione…”

“Rob, davvero io credo che tu possa essere un ottimo amico e sono felice di averti conosciuto in così poco tempo. Sembra davvero che ci conosciamo…da una vita! Parlane con Tom. Risolverete tutto e imparerete a conoscervi davvero. Ho visto quel legame di amicizia che vi unisce dal primo giorno. Siete fatti per essere amici…ma che posso dire, l’amore non è bello se non è litigarello!”

E ridemmo tutti e due insieme.

“Grazie Kris.”, le dissi sincero.

“Prego Rob. Adesso forse è meglio tornare. Tom ti aspetta.”

Già…e con lui anche le lumache.

 

 

LE RISPOSTE ALLE RECENSIONI LE METTERò DOMANI!

GRAZIE A TUTTI PER LA PAZIENZA DI ESSERE ARRIVATI FIN QUI!!

RECENSITE PLEASEEEEEEEEEEE

BACIIIIONE

ELE

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Capitolo 15
*** Uomini... ***


EHILàààà!

ME SPUNTA DAL SUO SOLITO ANGOLINO IN CUI S’è NASCOSTA…XD

ECCOVI IL CAPITOLO 15, L’ULTIMO DI QUESTI CAPITOLI TROPPO CORTI E UN PO’ PERVY…SONO SOLO DI PASSAGGIOOOOOOOOO!

DAL PROSSIMO…BE’ DAL PROSSIMO VEDRETE QUANDO FINIRETE DI LEGGERE IL CAPITOLO! SEMPRE SE RIUSCITE AD ARRIVARE AD UN SIMILE RECORD! XD

BUONA LETTURA!

YOUNG CRAZY LOVE

 

Capitolo 15: Uomini…

 

Bene, Rob, adesso tocca a te.

Questo era quello che la vocina nella testa mi diceva di fare, adesso che era l’intervallo, io e Tom ci trovavamo l’uno di fronte all’altro, pronti a parlare o a picchiarci.

Sapevo cosa avrebbe detto Lizzie se fosse stata lì con me in quel momento: ‘Uomini’.

E infondo era vero. Lei non c’era. Così come nessun’altro delle persone importanti nella mia vita.

Possibile che ogni volta che hai più bisogno di loro sono sempre a farsi i cazzi loro???

Solo Kris era lì…lì da qualche parte nel cortile, che forse pensava a me, forse no.

“Hai perso la lingua, tu adesso, Robert?”, mi chiese Tom con un sorrisino di sfida dipinto sul volto.

“Non sono qui per litigare, Thomas, e nemmeno per farmi dire da te quello che devo fare.”

Il suono del suo nome intero lo infastidì quanto ne avevo bisogno.

“Ok…hai ragione, forse. Ma io che ne potevo sapere di quello che sei…eri…sarai? Io so semplicemente come mi vedono qui tutti quanti: come uno sfigato. E non so se te ne sarai accorto, ma io a te ti vedo come un fratello, dal primo momento in cui abbiamo parlato. E mi infastidisce un po’ il tuo comportamento di prima, a farti il fighetto davanti a tutti…tanto per far vedere che sei meglio di Sfigato- Sturridge. E se invece tutti quei…cosi…sapessero che io sto con Claire, il capitano delle cheerleader, una delle ragazze assolutamente più desiderate della scuola…ah, non sai come mi rispetterebbero!”, era furibondo, quasi fuori di sé. E temevo potesse dirlo, urlarlo lì in quel momento a tutto il mondo, e sapendo che teoricamente Claire era fidanzata ancora con quel tipo di quinta…non credevo sarebbe stata una buona cosa.

“Calmo, Tom, calmo.”, dissi poggiandogli una mano sulla spalla.

“Adesso sai che non mi sono comportato con te in quel modo tanto per prenderti per i fondelli…solo perché, se non ti ricordi, mi stavi pigliando per il culo pure tu. E poi non venirmi a dire un giorno che non sei lunatico, fratello!”

Sorrise da uomo vero, uno di quei sorrisi che si vedono solo in uomo che forse non sarà proprio il migliore di tutti ma che è capace di tenerti testa con un solo sguardo. Uno sguardo che ti fa capire quanto in realtà lui sia forte.

“Sembri un  macho.”, mi uscì fuori senza che potessi pensarci.

Lui sgranò gli occhi.

“Ma che stai dicendo???? Non venirmi a dire un giorno che non sei pazzo, forte, fratello!”, esclamò ridendo.

“Ma tu sei davvero macho…hai lo sguardo così forte, sicuro…tu si che sei un figo!!”

Si mise a ridere tenendosi la pancia con le mani.

“Ahah, Rob…tu si che sei divertente…ma, sai, non credo proprio che in qualunque parte del mondo se non nel tuo cervello un uomo venga giudicato figo perché con uno sguardo forte!!!!! Tu sei figo!”, disse puntandomi un dito contro; non colpevole, ma solo per fami notare quello che lui sosteneva.

Mi fissai, come avevo fatto tante altre volte.

Non ero mai stato assolutamente niente di che…capelli castano- ramato mossi e indomabili come la criniera di Alex, il leone di Madagascar, occhi azzurri di famiglia, un naso che odiavo dalla prima volta che mi ero visto allo specchio e una faccia – a mio parere – piatta.

Per il corpo era meglio non soffermarsi per più di due parole, cioè ‘No Comment’.

Che ci si vuole fare…i muscoli vengono solo se fai palestra, vari sport oppure semplicemente se ti dopi.

E dato che io non facevo nessuna delle cose il risultato era uguale a:

No Sport? No Doping? No Muscles!                                 

E la cosa non mi divertiva affatto.

“Ssse…come no.”, dissi convinto che mi volesse prendere in giro.

“Ma che, sei scemo? Non vedi tutte quelle che ti sbavano dietro da quando sei arrivato??? E la puttanella di ieri che ti ha invitato a lasciarci per andare a scopare con lei? Ti sembra che questo non sia un tipico comportamento di persone che pensano di una suddetta persona X – cioè tu – che sia figo?”

“Madonna, Tom, come faccio a spegnerti?” risi.

“Ma vai, vai! Io parlo di cose serie e arriva lui con quelle sue battute del cavolo! Sei impossibile, Rob!”

“Tu invece sei un grande amico, Tom, e spero davvero che potremmo continuare ad esserlo sempre. E ti supplico…non mi deludere. Non mi deludere come ha fatto quello. Sii per me ciò che lui non è stato capace di fare.”

I miei occhi – stentavo a crederci pure io – erano un pochettino lucidi.

Rob, tu hai solo sbadigliato!

Diceva il mio orgoglio maschile, ma sapevo che probabilmente non era vero.

“Certo, Rob. Ma non ti posso promettere che non rifarò più scenate del genere…sai, a volte ho bisogno anche io di valvole di sfogo. Ma ti prometto che farò il possibile. Qua la mano, fratello!”, mi disse dandomi un pugno amichevole sulla spalla.

“Amò con ‘sti pugni?????”, gli esclamai, divertito e irritato allo stesso tempo.

“Dai, lascia stare Robby…e andiamo dalla tua Kristenuccia che se no si preoccupa per te!”

“Chi??? Kristen Stewart?? Sei sciuro che stiamo parlando della stessa persona?”, gli chiesi io un po’ scettico.

Kristen era una di quelle ragazze indipendenti e risolute, figurati se si metteva a preoccuparsi…così tanto per me e la mia situazione.

Certo mi aveva ascoltato moltissimo, ma non poteva ricambiare i miei profondissimi sentimenti per lei.

Lei mi piaceva. Tanto. Davvero.

Avevamo avuto un colpo di fulmine, cosa a cui stavo ancora cercando di abituarmi.

Ma…non dovevo farmi film in testa. Per il mio bene e il suo. Forse più il mio, perché sono quelle, le fantasie mentali, che ti fanno credere e immaginare cose assolutamente irreali, cose che forse non si realizzeranno mai, cose che…non esistono.

“Tom…io ti devo ringraziare”, gli sussurrai mentre percorrevamo il corridoio.

“E di che, scusa?”

“Be’…sia per essermi amico e anche perché grazie a questa situazione che c’è stata tra di noi mi ha permesso moltissimo di stare con Kristen…secondo te ho qualche chance?”, gli chiesi titubante.

“Segui i miei consigli, e cadrà ai tuoi piedi.”, disse solenne guardandomi negli occhi.

“Sì, cadrà ai miei piedi per supplicarmi di togliermi dalle balle.”, dissi io alzando gli occhi al cielo.

“Uomo di poca fede…”, mi rimproverò lui.

Poi da dietro l’angolo arrivò un lampo di capelli castani che mi si buttò praticamente sopra facendo cadere entrambi, visto il mio equilibrio da bradipo.

“Hey, attenta…”, sussurrai alla ragazza che prontamente alzò il viso dal pavimento e mi fissò.

Era Kristen.

Angeli celesti, rapitemi e non riportatemi più indietro!

“Allora è andato tutto bene?”, mi chiese senza nemmeno rispondere alla mia frase.

Adesso capivo tutto…era corsa per cercare me e Tom, forse convinta che ci stessimo menando a sangue.

Il suo sguardo si alternava tra me – che ancora tentavo di rialzarmi – e Tom con occhi seri.

“Sì, Kris, tutto a posto. E soprattutto, grazie di cuore!”, dissi avvicinandomi a lei di qualche passo.

Passi che lei ricambiò, venendomi incontro e abbracciandomi, anche se un po’ titubante.

L’abbraccio però non aveva nulla se non di fraterno…o almeno così sembrava a Tom che con lo sguardo mi faceva capire che ancora mancavano molte cose.

Be’, quelle cose sarebbero arrivate e avrei conquistato Kris…così come avevo ritrovato in un semplice attimo, senza alcuna discussione né niente la mia amicizia con Tom.

 

 

RAGAZZI, ANCHE A ME IL CAPITOLO NON PIACE…MA SAPPIATE CHE è L’ULTIMO DI QUESTA SERIE DI CAPITOLETTI INDECENTI E FATTI TANTO PER!

DAL PROSSIMO SI CAMBIA MUSICAAAAA!

I CAPITOLI DIVENTERANNO UN PO’ Più HOT CON IL PASSARE DEL TEMPO E GLI EPISODI, E…BE’ VI LASCIO ALLO SPOILER DEL PROSSIMO (QUASI FINITO).

 

Due mesi dopo…

Eh, già. Io e Kris, da ormai due mesi che ci conoscevamo, avevamo approfondito parecchio la nostra amicizia, senza però tramutarla in qualcosa di più, purtroppo per me.

Ma sentivo che alla festa di Claire, prevista per quel sabato sera, sarebbe successo qualcosa…”

 

YUUUUUHUUUU!!

NON SAPETE DA QUANTO TEMPO HO ASPETTATO DI SCRIVERE QUESTA PARTE DELLA STORIAAA! È LA MIA PREFERITA IN ASSOLUTO!

PERCIò ADESSO VI PREGO DI COMMENTARE! Perché COME SICURAMENTE SAPRETE FA SEMPRE PIACERISSIMO RICEVERE IL VOSTRO SOSTEGNO PER CONTINUARE LA STORIA AL MEGLIO CHE SI Può!!!

GRAZIE ANCORA AI 34 CHE SEGUONO LA MIA STORIA, AI 7 CHE LA RICORDANO E…AI 14 CHE LA PREFERISCONOOOOO! E OVVIAMENTE ALLE MIE RAGAZZUOLE CHE RECENSISCONO SEMPREEEE!

 VI AMOOOOOOOOOOO!

GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEEEEE!

UN BACIONE

ELE

 

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Capitolo 16
*** Confessioni ***


CARISSIMI RAGAZZUOLI…

VI AUGURO IMMEDIATAMENTE UN BUONISSIMO TWILIGHT DAY ANCHE SE ADESSO STA FINENDO…

OGGI è UN GIORNO DAVVERO PARTICOLARE, perché è LA NOSTRA FESTA: LA FESTA DELLE TWILIGHTERS.

IN QUESTO GIORNO, SETTE ANNI FA, STEPHENIE MEYER HA SOGNATO EDWARD E BELLA NELLA LORO RADURA…E DA QUESTO SOGNO è PARTITA TUTTA LA STORIA CHE ADESSO CI RIEMPIE L’ANIMA E CI DA’ LA FORZA DI ALZARCI OGNI MATTINA.

MA QUESTO OVVIAMENTE LO SAPETE Già, PERCIò EVITO DI DILUNGARMI OLTRE IL DOVUTO.

OGGI…INIZIANO LE SVOLTE NELLA STORIA RAGAZZI!!!

NE SIETE FELICI? ANSIOSI? EMOZIONATI?

POTETE ESSERLO QUANTO VOLETE (O NON ESSERLO PROPRIO AFFATTO xD) MA QUESTI SENTIMENTI NON SUPERERANNO MAI I MIEI NEL PUBBLICARE A TUTTO IL MONDO LE MIE IDEE PERSONALI ED ESTREMAMENTE PERVERSE SU ROB & KRIS.

AUGURO A TUTTI VOI UNA BUONISSIMA LETTURA ED ANCORA UN BUONISSIMO TWILIGHT DAY!

IL CAPITOLO S’INTITOLA “CONFESSIONI” IN ONORE DEL MERAVIGLIOSO CAPITOLO 13 DI TWILIGHT, APPUNTO QUELLO DELLA RADURA.

E ANCHE SE IN QUESTO QUI NON CI SARANNO LE VERE E PROPRIE CONFESSIONI CHE VI ASPETTATE…QUASI CI AVVICINIAMO.

MA ADESSO VI LASCIO LEGGERE SE NO MI AMMAZZATE!

ULTIMISSIMA COSINA: GRAZIE DA MORIRE A TUTTI QUELLI CHE RECENSISCONO E MI DISPIACE MOLTISSIMO PERCHè IN QUESTO MOMENTO NON HO TEMPO DI RISPONDERVI, MA PROMETTO CHE LO FARò IL PRIMA POSSIBILEEEE!

GRAZIE ANCHE A QUELLI CHE PREFERISCONO, SEGUONO E RICORDANO!!!!!! NON SO DAVVERO COSA FAREI SENZA DI VOI!!!! GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

UN BACIONEEE

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 16: Confessioni

 

POV ROB

 

Due mesi dopo…

 

“Toc- toc”, chiese una voce alla porta della mia camera.

Probabilmente era Lizzie, la solita impicciona di casa!

“Avanti”, dicemmo io e Kris in coro per poi metterci a ridere.

Eh, già. Io e Kris, da ormai due mesi che ci conoscevamo, avevamo approfondito parecchio la nostra amicizia senza però tramutarla in qualcosa di più, purtroppo per me.

Adesso era a casa mia perché tecnicamente dovevamo ripassare scienze, ma…una volta entrata nella mia stanza di distrazione ne aveva avute fin troppe.

Avevamo cominciato a parlare quasi ininterrottamente di musica, dato che, dopo aver visto il mio piano, la chitarra e la quantità eccessiva di dischi nella mia camera aveva quasi urlato dallo stupore.

Lizzie entrò piano piano sgattaiolando quasi.

Sin da quando aveva visto Kris avevo capito che quelle due avrebbero legato molto fra di loro.

“Vedo che a quanto pare non state studiando…”, disse Lizzie ridacchiando.

“E con la tua presenza ci riusciremo sicuramente, Liz!”, le risposi a tono io.

Kris rise piegandosi sul mio letto.

Oddiiiiio.

Io quelle lenzuola non le avrei più lavate per il resto della mia esistenza!!!

“Muto, fratello. Piuttosto perché non fai sentire alla tua amichetta un po’ della tua musica?”, chiese facendomi l’occhiolino.

“Uhm…si volendo potrei. Ma solo se tu ti levi dalle scatole”, negoziai.

“Ok, ok…” acconsentì quella vipera che avevo come sorella.

“Dai, Rob, non trattarla male, ha avuto una buona idea per la nostra colonna sonora mentre studiamo!”, mi rimproverò Kris.

E se lei mi ordinava qualcosa non potevo fare altro che obbedire.

“Va bene…scusa Lizzie, adesso vai!!!!”

Lei rise, ma fortunatamente se ne andò.

Io mi avviai allo stereo e misi un CD dovevo avevo messo alcune delle mie canzoni preferite, non tutte di un solo autore, miste, quelle più significative per me.

Subito dopo prendemmo i nostri libri e ci mettemmo a ripetere ad alta voce, uno alla volta, accompagnati dalla mia musica.

Era passata circa un’oretta quando Kris si interruppe, ascoltando una canzone.

Feci per chiederle il motivo per il quale si fosse interrotta, ma mi fece segno di ascoltare la musica e di stare zitto.

Oddio mio, era Undisclosed Desires!

La canzone su cui avevo sempre tanto sognato…su di lei.

“I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognize your beauty is not just a mask,”

Mentre io ripetevo le parole nella mia testa lei ascoltava la canzone, sospirando di tanto in tanto…chissà a cosa stava pensando!

“I want to exorcise the demons from your past,
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart”

Ormai aveva gli occhi lucidi di pianto, delle lacrime le si stringevano agli angoli degli occhi ma lei si costringeva a trattenerle.

Quella canzone le si addiceva davvero…ma avevo paura che non avrebbe capito se gliel’avessi dedicata lì, su due piedi nella mia stanza, senza aver mai accennato a parole quanto fossi interessato a lei non solo come amica.

Quando la canzone arrivò alle note finali, più malinconiche, fece un sospiro profondo e una lacrima cedette.

Mi avvicinai piano, cauto, e la raccolsi. Era piccola, fragile, come Kristen.

Mi guardò per un attimo imbarazzata e poi chiese con voce tremante “C-come…s’intitola?”

Fui colto dalla paura, come prima, mentre ascoltavo la canzone di cui adesso mi stava chiedendo il titolo.

Avevo paura di dirglielo, avevo paura che…in qualche modo qualcun altro gliela potesse dedicare al posto mio.

“N-non lo so…è alla radio e non hanno detto il nome…”, dissi balbettando.

Poi mi alzai e spensi lo stereo. Se avessi continuato a lasciarlo acceso avrebbe sicuramente capito che si trattava di un CD.

Continuammo a studiare silenziosamente per il resto del pomeriggio finché non arrivò una telefonata da Claire.

“Ciao Claire!”, risposi io cercando di racimolare un po’ di entusiasmo che dopo aver ascoltato la canzone era un po’ scemato.

“Hey, Rob! Tutto ok?”, chiese lei probabilmente accorgendosi del tono di voce.

“Sì,sì certo. Dimmi tutto!”

“Rob? È Claire??”, chiese Kris fissandomi. Pareva che si fosse ripresa anche lei da quella specie di “shock” che ci aveva procurato la canzone, per motivi diversi, ma altrettanto importanti.

“Rob? C’è Kris lì con te?”, chiese a sua volta Claire sentendo la voce dell’amica.

“Ragazze vedete di parlare una alla volta per favore. Adesso metto il vivavoce così parliamo tutti insieme ok?”, chiesi alzando gli occhi al cielo.

Kris parve divertita dal mio apparente nervosismo e mi rispose con sguardo dolce: “Certo, certo”

“Perciò Kris è lì con te????”, insistette Claire.

Fortuna che non avevo ancora messo il vivavoce!

“Sì, gioia! Sì, è qui!”, risposi sarcastico.

“Ciaoooo Cla!”, la salutò Kris quando la voce di Claire le giunse apertamente alle orecchie.

Ciao tesoro! Tutto ok?”, chiese lei.

“Sì, certo! Tu?”

“Eeeehm…potreste evitare di parlare come se non ci fossi?”, chiesi io con finti occhi dolci.

“Certo, piccolo mio!”, disse Kris avvicinandosi e poggiandomi una mano sulla guancia per poi, di colpo, darmi un buffetto che praticamente mi cavò la pelle dalle ossa!

“Ahiauuuuuuuuuu”, urlai staccandomi di colpo da lei.

Ehy?? Che succede ragazzi??? Ero rimasta che vi stavate dando il bacino del ‘Buon Pomeriggio’ e poi…un urletto stridulo? Tua sorella ha comprato una gallina, Robby?”

“Divertente Claire, davvero divertente. Comunque no, quello ero io dopo che Kris mi ha cavato una guancia!”, dissi massaggiandomi la parte lesa con una mano mentre l’assassina tentatrice se la rideva sadica.

“Uuuuuh! Ciccio Bello ha la bua e vuole te!!!”, canticchiò Claire prendendomi in giro.

Sentendo queste parole Kris si mise a ridere ancora più fragorosamente, quasi cadendo dal letto sul quale si era appoggiata prima, per rifugiarsi dalla mia apparente furia.

“Claire, adesso attacco se non la piantate. Femministe del cazzo!”

Odiavo quando mi prendevano in giro in questo modo! Erano davvero cattive!

“Del cazzo proprio non direi dato che non ce l’abbiamo…”, si intromise Kris facendo finta di niente.

“Io non ne sarei così sicuro!”, ribattei sprezzante e acido.

“Brutto…!!!!!”, incominciò Kris prendendo un cuscino dal letto e tentando di buttarmelo in testa. Ma per una volta la fortuna giocò dalla mia parte: riuscii a schivare il colpo abbassandomi svelto e procurandomi in compenso una dolorosa sbucciatura al gomito.

Ma questo non l’avrei mai rivelato a Kris. Per lei sarebbe stato sempre e solo il gatto. Il gatto immaginario, ovviamente.

“Ehi, ehi, ehi! Abbassa le bandiere piccola, qui siamo a casa mia e comando io!”, cercai di farmi valere alzandomi in piedi.

Uuuuuh! Capitano Rob!!!”, rise Claire al telefono.

“Zitta, sciagurata, o Tom lo rivedrai solamente nel mondo dei sogni!”

“Ok, ok…lasciami dire però il motivo per cui ti ho telefonato!”, ribatté lei.

“Alleluia, non aspettavo altro, sai?”, dissi alzando le mani verso il cielo, in senso di ringraziamento divino.

A quanto pareva anche Dio si era stufato di vedermi lì a subire le prese in giro di quelle due e mi aveva salvato.

“Allora…non so se lo sapete, ma tra tre giorni, sabato, sarà il mio compleanno… – cominciò lei – Il mio diciassettesimo compleanno. E ci terrei molto alla vostra presenza alla festa che si terrà proprio quella sera nella mia bella villetta alle 10,30. il giorno dopo non abbiamo scuola perciò non credo ci sarebbero problemi…poi volevo invitare Tom a dormire qui da me quando tutti se ne saranno andati, e se volete potete rimanere anche voi…sapete com’è: capita che durante le festa qualcuno si ubriachi o cose simili perciò per evitare poi di subirsi le urlai dei genitori se si rientra troppo tardi o troppo sbronzi…ecco la mia trovata geniale! Allora, siete liberi????”, chiese.

“Kris?”, domandai io. Kristen era pensierosa, si faceva largo nella sua agenda mentale, completamente dimentica della sua vendetta contro di me. Be’…che potevo dire? Meglio!

“Uhm…io sì, dovrei esserci! Mi dispiace poi di essermi dimenticata del compleanno e non averti chiesto niente Cla…lo sai come sono in questi giorni…”, si scusò Kristen guardandosi le mani.

“Certo che lo so. Non ti devi preoccupare!”

“Tu Rob, invece??? Dai ti prego, io alla tua festa non sono venuta perché non l’hai proprio fatta – e ti ricordo anzi che la stai ancora rimandando! – ma adesso che hai pure la macchina potresti andare da solo senza problemi con i genitori e già che ci sei potresti accompagnare pure Kris…” , propose.

“Dimmi un po’, Claire. Te la sei studiata a memoria, vero???”, le chiesi sospettoso.

“Be’…ci sei andato vicino – ridacchiò – È un sì allora????”

“Sì. Va bene, ci sarò!”, confermai.

“E anche a dormire????”, richiese.

“Sì. Lo voglio.”, recitai fingendo di essere emozionato.

“Ah-ah, divertente. Comunque adesso è tutto perfetto! Vado ad avvertire Tommy! Voi due mi avete già fatto perdere decisamente troppo tempo! Adesso studiate e fate quel che dovete senza ammazzarvi, mi raccomando!” si raccomandò lei.

“Ma certo, gioia! E non fare aspettare il tuo amato, non vorrei gli venisse l’ernia!”, rispose Kris.

“Ciaoooo, eh!”, salutò infine ed attaccò prima che potessi rispondere.

Dio, che fretta!

“Bene! Sono molto felice che Claire stia benissimo con Tom…però ho un po’ di paura che possa invitare gente che possa poi riferire a Kevin cose…non troppo buone per lui…”, iniziò Kris un po’ incerta.

Aveva ragione: Claire non poteva invitare tanta gente senza che questa poi non si accorgesse che lei stava con un altro piuttosto che col suo apparente ragazzo.

“Be’…secondo me farà ancora per una volta finta che Tom non sia il suo ragazzo e starà con Kevin per tutta la festa…solo dopo, quando se ne andrà insieme agli altri, a parte noi, potrà davvero stare con lui…povero Tom…”

“Già…si dovrebbe davvero decidere a lasciare Kevin…ma ti assicuro che sa quanto Tom ci sta male per questa situazione…per questo passa così tanto tempo con lui fuori dalla scuola…credo che però anche Claire ci stia male…condivide cose con uno che vorrebbe fosse un altro…immaginati che confusione avrà in testa!”

“Uhm…forse è meglio di no, sai?”, risposi io ridacchiando.

“Tu non riesci mai a prendere niente seriamente eh?”, stavolta era seria.

Mizze, non pensavo se la potesse prendere sinceramente.

“Sì che ci riesco…stavo solo cercando di alleggerire la situazione”, mi spiegai, un po’ in imbarazzo.

Lei non mi rispose, era intenta a fissare la finestra e il paesaggio sottostante del quale, sinceramente, non potevo far altro che vantarmi.

Questo era uno dei tanti aspetti di Kris…nonostante adesso ci conoscessimo molto meglio c’erano diverse cose di lei che non mi tornavano.

Spesso si chiudeva nella sua bolla privata per riflettere, pensare o ricordare cose che probabilmente avrebbero fatto meglio a rimanere dov’erano.

Ma questo faceva parte di lei ormai. Ed era anche una delle tante cose che mi attirava della sua personalità.

Quel suo riflettere sempre su ciò che era giusto o sbagliato…affidandosi alla poesia, alla letteratura, alle storie che sentiva in televisione o che leggeva sul web…le dava un’aria così sapiente, misteriosa e allo stesso tempo amorevole.

Una persona che comunque non abbandonava la speranza e i suoi ideali di vita.

“Ehi”, mi richiamò notando che la fissavo intensamente.

Adesso il suo sguardo era tenero; doveva aver riflettuto abbastanza.

“Tutto bene?”, mi chiese avvicinandosi al letto dove ero seduto.

Mi sentivo un bimbo piccolo appena sgridato dalla madre per qualcosa che non doveva fare, imbronciato e ansioso di essere perdonato.

“Sì”, borbottai.

“Scusami per prima. Non ti volevo rispondere male”, disse sedendosi proprio accanto a me.

I nostri due corpi erano completamente a contatto, almeno, tutta la mia parte destra.

Un’altra delle cose per cui mi dovevo trattenere con lei era il fatto che avrei voluto milioni e milioni di volte attaccare le mie labbra alle sue, così dolci, un po’ screpolate e rosee.

Tutte quelle volte che c’eravamo abbracciati nel corso di questi mesi senza poter mai rimanere lì a toccarla come avrei voluto e a rivelarle quello che dal primo giorno provavo per lei.

Non avevo la più pallida idea se avesse capito che dietro la facciata di grande amico, pazzo e sincero, spalla su cui piangere ovunque e in ogni momento ne abbia bisogno, ci fosse un ragazzo innamorato di lei dal primo istante, forse in maniera ossessiva, troppo rapidamente…ma era così.

Adesso non potevo più far finta che la mia fosse una semplice cotta. Perché avevo voluto conoscere Kris. Avevo voluto che si fidasse di me e che mi considerasse fedele, un porto sicuro su cui contare sempre. Avevo voluto conoscerla perché volevo davvero constatare che fosse la persona magnifica che appariva nei miei film mentali, incominciate quel magnifico giorno di marzo. E l’avevo fatto. Non era più una semplice estranea, adesso tutte le caratteristiche su cui la mia mente aveva fantasticato riguardo a lei erano diventate realtà.

Be’, non proprio. Le sue caratteristiche caratteriali sì, erano diventate realtà, lei si fidava di me, speravo mi volesse almeno un po’ di bene. Ma, come ho già detto, non sapevo assolutamente se provasse qualcosa di più o sospettasse che invece fossi io, quello innamorato.

Kris, tu cosa provi per me?

Erano stati tanti i momenti in cui avrei voluto chiederglielo.

Speravo che, osservando e contando tutte quelle volte in cui Britney e la sua cerchia popolare di amici mi aveva chiesto di unirmi a loro, avesse capito che per me lei era importante. Lei era il mio motivo per rimanere lì, con i piedi per terra e non essere quello che forse quei grandi fighi pensavano fossi.

“Rob?”, mi chiese lei titubante mettendomi una mano sotto il mento per farmi alzare la testa.

Guardai i suoi occhi.

Ah, quei pozzi verdi che dal primo momento messo piede in quella scuola mi avevano incantato!

Erano profondi, così come ricordavo.

Le iridi verde chiaro mi lasciarono ancora una volta senza fiato e mi costrinsero a sospirare.

“Che cos’hai?”, mi chiese.

“è un po’ di tempo che ti vedo così…ansioso…preoccupato. Non so dirti. C’è qualcosa che vuoi dirmi?”

Domanda sbagliata Kris.

Io so esattamente quello che devo dirti, sei tu che invece mi devi parlare…mi devi far capire se IO posso permettermi di fare quel piccolo passo avanti, probabilmente l’unico che servirebbe a trasformare la nostra amicizia in un amore, ricambiato da entrambi i membri.

“Kris…”, cominciai.

Non potevo dirglielo così, non potevo.

O forse semplicemente non volevo…

La verità era che avevo una gran confusione in testa e non sapevo se quello che stavo per fare era giusto o no…

Il miglior modo per vincere una tentazione è cedervi…frase assolutissimamente giusta senza alcun dubbio.

Ma allora perché questa paura di fare sempre un passo falso?

Io l’amavo, non dovevo temere niente riguardo al sentimento che provavo per lei. Era nato in maniera sana e così era cresciuto…fino a riempire ogni tessera del mio essere, completandomi al 70%, più o meno, aspettando semplicemente di essere ricambiato.

“Dimmi, Rob. Ci sono io qui, lo sai che di me puoi fidarti…ti ho già ascoltato più di una volta, come tu hai ascoltato me. E io ti voglio bene Rob…sai quanto mi fai stare bene, quanto mi fai sentire una persona vera nonostante non lo sia…nonostante mi comporti in questi modi così vaghi e…pazzi. Mi avessi conosciuta prima Rob…non mi avrei più riconosciuta, te lo garantisco.”

“Kris, Kris…non è affatto vero. Tu sì, sei pazza, certo, senza alcun dubbio…ma se tu sei pazza, io cosa sono???? Essere pazzi è assolutamente la miglior dote del mondo.

Tutti siamo pazzi, in modi diversi ma lo siamo.

E tu non ti devi sentire in colpa solo perché hai avuta la sfortuna di provare certe situazioni orribili…non tu. Tu devi cercare di stare al meglio perché quello che provi non è una cosa di tutti i giorni che capita a chiunque.”

Odiavo quando osava sentirsi in colpa per la sua “diversità”. Non riusciva a capire che era assolutamente una cosa gradita – almeno, da me – e normale. Totalmente normale per una come lei.

Le sue braccia mi avvolsero le spalle e il suo capo finì sul mio petto.

Dovetti fare un sospiro profondo per impormi di tenere le mani a posto e di far agire il cervello piuttosto che il corpo.

“Oh, Rob. Non sai quanto mi sento bene quando ci sei tu…sei…sei…”, sussurrò contro la mia pelle.

Perché non continuava????

Perché non continuava?????????

Perché NON CONTINUAVA???????????

“Kris…cosa…sono io?”, le chiesi flebilmente.

Fece un sospiro.

“Sei davvero un amico Rob. Il mio più grande amico…davvero non saprei cosa fare se non ci fossi tu a tenermi sempre su di morale…se non ci fossi tu a permettermi di sfogarmi e poi di aiutarmi a rialzarmi. Grazie Rob, grazie per essere il vero amico che sei.”

Il vero amico che sei…

Non mi serviva altro.

Mi sciolsi dal suo abbraccio. Non in maniera brusca come infondo avrei voluto, ma cercando di essere comunque delicato…sapevo quanto fosse fragile.

C’ero rimasto male, senza dubbio; ma non potevo certo obbligarla a ricambiare i miei sentimenti. L’amore nasce solo quando ci si sente pronti, e lei, a quanto pare, non lo era.

 

POV KRIS

Inspirai profondamente prima di parlare, ne avevo bisogno.

“Sei davvero un amico Rob. Il mio più grande amico…davvero non saprei cosa fare se non ci fossi tu a tenermi sempre su di morale…se non ci fossi tu a permettermi di sfogarmi e poi di aiutarmi a rialzarmi. Grazie Rob, grazie per essere il vero amico che sei.”

E allora perché sentivo che quelle parole in fondo non erano giuste???

Perché sentivo di dovergli dire un qualcosa di più?

Perché all’improvviso sentivo che quelle parole erano…sbagliate?

Mille pensieri mi vorticavano in testa mentre Rob si scioglieva dal mio abbraccio.

Perché…?

Era questa la domanda fondamentale: Perché mi stavo facendo tutte quelle domande?

Forse avrei dovuto riflettere di più su cosa provassi per Rob?

Avrei davvero dovuto ripetermi più spesso la domanda “Cosa sei per me?”

Non lo sapevo, certo, come non sapevo mille altre cose.

Ma di una cosa ero certa: sentivo che alla festa di Claire, prevista per quel sabato sera, sarebbe successo qualcosa…

 

 

YEEEEEEEEE!!! CAPITOLO PROSSIMO…FESTAAAA!

CAVOLO CAVOLO NON SAPETE QUANTO MI EMOZIONAAAAAAAAAAA

NON VI POSSO NEMMENO METTERE LO SPOILER PERCHé SE NO VI ROVINEREI LA SORPRESA, MA SPERO DI AGGIORNARE IL Più PRESTO POSSIBILE!

FORSE PER QUESTO VENERDì…MA NON VI SO DIRE NIENTE DI PRECISO PERCHé GLI IMPEGNI SPUNTANO DAL NULLA COME FUNGHI!!!

MIRACCOMANDO FATEMI SAPERE COSA PENSATE DI QUESTO NUOVO CAPITOLO, DELLE SVOLTE CHE CI SONO STATE E DI QUELLE CHE PREVEDETE SUCCEDERANNO…

PICCOLO SONDAGGINO…

CHE SUCCEDE ALLA FESTA???

VI PREGO DAVVERO DI RECENSIREEEE!

UN BACIONE

VOSTRA PAZZA ELE

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Capitolo 17
*** Festa ***


SEEEEEEEEERA!!!

RAGAZZI, CAPITOLISSIMO IMPO-IMPORTANTISSIMO!!!

VI DICO SEMPLICEMENTE DUE O TRE COSINE: GRAZIE DAVVERO A TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO E CHE HANNO LA PAZIENZA DI LEGGERE STA ROBA...

E...VI PREGO NON SCANNATEMI UNA VOLTA LETTO IL CAPITOLO...NON VI PROMETTO NIENTE, MA SE AVETE LETTO ANCHE SOLO DISTRATTAMENTE IL MIO PROFILO DI EFP CAPIRETE CHE NON FACCIO FINIRE LE STORIE IN UN CERTO MODO...STA A VOI CAPIRE COME SI CONCLUDERà QUESTA ROBSTEN FICCI!

VI LASCIO AL CAPITOLOOOOOOOO

UN BACIONE

ELE

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 17: Festa

POV KRIS

 

“Uhm…mamma, dici che questo va bene?”, chiesi prendendo in mano uno degli abiti nel mio armadio.

Rosso, corto e senza maniche, decisamente uno di quei vestiti che mettevo in tutt’altra epoca, quella precedente alla situazione stazionaria.

“Oh, tesoro, mi ricordo ancora quando lo mettevi! Ti stava assolutamente benissimo! Provatelo, dai! Penso che ti stia…non sei ingrassata, al massimo sei cresciuta di altro…”, cominciò mia madre.

“Mamma!!!!”, la richiamai infastidita.

Non gradivo molto quando alludeva al fatto che stessi crescendo anche fisicamente.

“Ehi, scusa, scusa. Quanto siamo suscettibili! Adesso prova sto benedetto vestito, però!”

Annuii.

Rimasta in intimo feci scivolare l’abito che mia madre mi porse stando attenta a non rovinarlo e aggiustandolo per il meglio.

Dovevo ammettere che mi stava bene. Non era certamente piacevole ricordare quel periodo e la ragazza che ero…ma non si può sempre rimanere imprigionati dai ricordi, no?

“Kris, avevo ragione! Ti sta ancora benissimo! E per tua fortuna assolutamente! Voglio vedere se non ti stava! Che facevamo??? Ti rendi conto che tra un’oretta devi uscire?? Guarda, vorrei poter fare un po’ più di affidamento su di te e che non si ripeta più che ti ricordi di certe cose all’ultimo momento, signorina!”

Uffaaaaa!

“Certo, mamma…”, risposi atona alzando gli occhi al cielo.

“Guarda che hai insistito tu per vedere cosa mi sarei messa, io avevo già optato per questo.”, le ricordai.

Adesso fu lei ad alzare gli occhi al cielo.

“Se insisti…e poi, questo Rupert Petty…è affidabile?”

“Si chiama Robert Pattinson ed è un mio grandissimo amico!”, esclamai, fiera di poter difendere con onore la reputazione del mio Rob…

Già, il mio Rob. Quella volta che c’eravamo visti a casa sua però non c’eravamo salutati molto bene...durante i giorni dopo era stato un po’ strano, come si aspettasse qualcosa…

Poverino, forse si era stufato di stare perennemente con me e le mie fisime…anzi, non capivo cosa lo facesse rimanere con me dal primo istante, anche prima che ci rivolgessimo la parola.

“E se ti stupra? Che cosa faccio, lo considero ‘affidabile’ anche in quel momento?”

“Mamma. Ti ho detto che non succederà niente, e adesso vai per favore, se no farai venire una crisi di nervi anche a me e sarò costretta a telefonare a Claire per disdire. E tu non vuoi che questo succeda, vero???”, le domandai scaltra.

Certo che no. Mia mamma aveva fatto i salti di gioia quando aveva saputo che sarei andata a una festa, finalmente dopo tantissimo tempo.

“Kristen. Ti vedo davvero strana…lo sai che mi fa piacere il fatto che tu vada a questa festa, ma ti vedo...un po’ troppo sulla difensiva.”

Mi sedetti sul letto sospirando.

Se n’era accorta anche lei.

“Dai, parla un po’ con la tua mamma”, mi incoraggiò.

Probabilmente era rimasta ancora al periodo in cui guardavamo film insieme tutte le sere sotto la nostra coperta di pail blu notte, quando io le raccontavo ogni singolo dettaglio delle mie giornate chiedendole sempre consiglio su tutto.

Be’, forse era un tratto comune di tutte le mamme. Anche a quarant’anni vedono i propri figli come dei bimbi piccoli a cui raccontare le favole ancora una volta.

Sorrisi al ricordo di quando lo faceva per davvero.

“N-non lo so mamma…anche io mi vedo un po’ particolare…”

“Tu sei sempre particolare…dimmi, per caso centra questo Rupert?”

“Mamma, si chiama Robert e comunque no…non c’entra lui…o forse…”, balbettai indecisa.

Non lo sapevo nemmeno io se era colpa/merito suo. Fatto sta che mi comportavo così da quando non ero riuscita a trovare una risposta alla domanda “cosa provi per lui?”

“O forse?”, mi incitò a continuare.

“O forse si…non lo so nemmeno io, ma’. Te l’ho detto è complicato…è partito tutto da quando sono stata a casa sua…lui mi fissava in silenzio e allora io mi sono sentita in dovere di ringraziarlo, per tutto quello che fa per me da quando ci siamo conosciuti e per la sua pazienza nello starmi accanto.”

“E poi?”

“Be’…poi ho cominciato a dire che lui era…un amico, il mio migliore amico, ma subito dopo…era come se non ne fossi poi così certa, come se solo in quel momento in cui ho dovuto dirlo ad alta voce…come se non sapessi se fosse la verità”, il mio sguardo era perso nel vuoto ricordando quel momento di panico e confusione.

“Oh, Kris! Non ti devi preoccupare…sono cose che succedono a tutti, prima o poi. E se non sei ancora sicura non ti devi mettere fretta. C’è tempo per tutto. Non devi per forza bruciare le tappe e fare qualcosa per cui non ti senti pronta…c’è un momento per tutto, stai tranquilla.”

“Grazie mamma”, le sussurrai appoggiando la testa sulla sua spalla.

Per un po’ rimanemmo così, in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri.

“Dai, adesso finisci di prepararti. Non vorrai far aspettare il tuo Robert!”

Le sorrisi. “Ok”

E mi diressi in bagno, munita di beauty case.

Dopo una mezz’oretta potevo dire di essere completamente pronta.

Avevo messo un velo leggero di trucco per rendermi più accettabile e avevo preparato una borsa con tutto il necessario per dormire lì da Claire.

Non appena mi sedetti per concedermi una pausa dai preparativi, finalmente terminati, sentii il campanello suonare al piano di sotto.

“VADO IOOOOO!”, urlai dalla mia stanza sperando che mi sentissero tutti.

Corsi velocemente le scale ansiosa di vederlo, quasi ruzzolai, poi mi buttai sulla porta e l’aprii di fretta.

E lì fuori c’era Rob…con quel suo bel completo di jeans scuri e camicia azzurro chiaro…in mano un mazzo di rose rosse, della stessa tonalità del viso totalmente in imbarazzo.

“Ciao…”, mi salutò timido.

“Oh, Rob!”, dissi buttandomi addosso a lui e abbracciandolo.

Come avevo notato facesse nell’ultimo periodo, prima di ricambiare la mia stretta sospirò e si irrigidì percettibilmente.

“Grazie davvero. Non avresti dovuto. Sono bellissime!”, dissi prendendo tra le mani le rose che mi stava porgendo.

“Tu sei bellissima…”, sussurrò con voce così bassa che non sapevo se volesse farsi sentire o meno.

Arrossii e gli sorrisi facendolo accomodare nel soggiorno di casa.

Poi misi i bellissimi fiori che mi aveva regalato in un vaso vuoto del salotto riposto su un ripiano per situazioni di emergenza come questa.

Quando finii la mia operazione andai da lui che non mi aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un attimo.

“Allora, come sto?”, gli chiesi scherzosamente facendo una giravolta su me stessa.

Quando ritornai con lo sguardo su di lui le pupille sembravano quasi dilatate e mi guardava con un’espressione sognante.

“Te l’ho già detto: stai benissimo.”, mi sussurrò.

“Grazie…”, gli risposi ancora rossa in volto.

“Allora…ragazzi, forse è meglio se andate! È un po’ tardi, non vorrei che vi dessero per dispersi!”, intervenne mia madre, spuntata dal nulla e piombata lì in salotto senza dire una parola.

Rob appena la vide si alzò in piedi e le si avvicinò porgendole la mano da bravo cavaliere.

“Buona sera signora Stewart. Sono molto felice di fare la sua conoscenza.”

Poco ci mancava che le faceva il baciamano.

Mia madre parve molto sorpresa da questo suo comportamento e MOLTO probabilmente si accorse di quanto Rob fosse…speciale? Figo? Bellissimo? Sbrilluccicante? Con un sorriso da spaccare le pietre? Ecco, tutte quelle cose messe insieme.

“Oh…molto piacere Robert, sono davvero felice che mia figlia frequenti un bravo ragazzo come te. E ti prego, chiamami Jules.”

Ma se non lo conosceva nemmeno e fino a tre secondi prima mi aveva chiesto se ci fosse pericolo che mi stuprasse!!!!

Cose da pazzi!!!

“Ma certo Signora Stew…cioè Jules”, le sorrise sghembo, come solo e solamente lui sapeva fare.

E mia madre ne rimase totalmente abbagliata. Mmm…forse la reazione l’avevo ereditata da lei allora.

“Ma’, io vado…saluta Cameron e papà…ci vediamo domani. Non so dirti a che ora tornerò…credo presto.”

“Va bene, cara. Divertitevi con giudizio mi raccomando!”, esclamò dandomi un bacio sulla guancia.

Dopo aver salutato (con più riverenza del dovuto secondo me) Rob uscimmo di casa e ci dirigemmo alla sua auto.

Ricordavo ancora la prima volta che l’avevo vista…era un sabato, stavo passeggiando con mio fratello Cameron dopo aver preso un gelato e…chi vediamo in una bella macchina verde con tanto di occhiali da sole e un bel cappellino se non Rob???

Mi misi a ridere ricordando quel giorno…lui si era preso un colpo vedendomi lì con la sua nuova macchina…non era sicuro che potesse piacere alla gente.

“Che c’è???”, mi chiese Rob arricciando in naso.

“Nah, niente…ricordavo il giorno in cui vidi per la prima volta la tua macchina…”

“È successo un mesetto fa, non c’è bisogno di usare il passato remoto!”, mi prese in giro lui.

Per tutta risposta gli feci una linguaccia che lo fece ridere fragorosamente.

Per tutto il resto del tragitto continuammo ad alternare momenti di chiacchiere e scherzi ad altri di silenzio di tomba…una situazione sconosciuta per noi.

Fu un sollievo dire a Rob che finalmente eravamo arrivati davanti alla villetta ci Claire.

C’ero già stata tante volte perciò era categoricamente impossibile che potessi perdermi.

Ma…dovevo ammettere che se non ci fossi stata io lui l’avrebbe fatto di certo.

La villa era addobbata anche all’esterno con qualche festone e un po’ di palloncini…tutta apparenza per quello che sicuramente ci sarebbe stato all’interno ma che si riusciva benissimo ad intuire ascoltando la musica a palla proveniente da lì.

“Uh-uh. Qualcuno si sta divertendo…”, ridacchiò Rob scendendo dall’auto.

“Direi proprio di sì!”, concordai tentando di non sbattere lo sportello con troppa forza, come mio solito d’altronde.

Rob, prima di suonare il campanello, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: “Non sai quanto c’ho messo prima, davanti a casa tua, per scegliere se suonare il campanello o bussare alla porta. Una volta che decidevo di fare qualcosa mi veniva un dubbio…alla fine ho suonato il campanello solo perché una nonnetta passata di là per caso mi ha detto che se non mi fossi nascosto qualcuno avrebbe potuto stuprarmi…mi ha messo davvero paura!!!”

Oddio, solo lui poteva raccontare cose così divertenti! Era davvero un mito!!!!

Ad aprirci venne subito Claire, accaldata in viso notevolmente.

Indossava un vestitino attillatissimo nero con tanto di pailette sopra. I suoi capelli biondicci erano legati in uno chignon e i suoi occhi azzurri erano messi in risalto notevolmente dalla matita nera che si era messa.

Una favola praticamente!

“Buona sera, festeggiata!”, esclamai entrando in casa e abbracciandola.

“Grazie, Kris. E grazie anche a te Rob, per essere venuti!”, disse facendo entrare anche Rob che, per qualche strana ragione, si era piantato lì all’ingresso come se i suoi piedi fossero attaccati al pavimento.

Si guardava intorno un po’ spaesato dalle moltissime luci a intermittenza colorate che ci accecavano continuamente.

La casa di Claire era praticamente irriconoscibile.

Non mi pareva che fossimo in ritardo, ma tutta la casa – o almeno, il piano terra – era affollatissima già da allora. Sembrava difficilissimo riuscire a trovare uno spazietto libero da gruppi di amici che bevevano, scherzavano, ridevano, quasi s’ammazzavano ballando e cantando a ritmo di quella musica ad altissimo volume.

Dopo poco suonò di nuovo il campanello perciò Claire ci congedò per andare ad accogliere anche gli altri invitati.

Io e Rob allora ci avviammo cauti verso una qualche parte del salone buio illuminato solo da quelle luci strane.

“Non sono mai riuscito ad abituarmi a queste luci!”, urlò Rob cercando di sovrastare la musica.

“COOOSA??”, urlai a mia volta io non tanto sicura di aver sentito bene.

“HO DETTO CHE QUESTE LUCI MI DANNO FASTIDIO!!!”

“AAH! ANCHE A ME!!!!”

C’era un sacco di gente che ci spintonava, ogni direzione prendessimo.

“EHY, ROB! CHE PIACERE VEDERE ANCHE TE QUI! TI VA DI UNIRTI A NOI????”, chiese una voce alle nostre spalle.

Sia io che Rob ci girammo per incontrare lo sguardo e tutto il ‘magnifico splendore’ emanato da Britney, la puttana.

Non appena si accorse che c’ero anche io mi squadrò schifata quasi.

Come poteva averla invitata Claire??? Sicuramente era un’imbucata!

“Oh, Stewy. Non avevo idea che venissi anche tu. Sbaglio o questi avvenimenti non sono più all’ordine del giorno come un tempo, eh??? Guarda che mi ricordo come te la spassavi! E come ansimavi anche…!”

Brutta stronza che non era altro!!!! Non sopportavo che facesse allusioni al mio passato o alla ragazza che ero un tempo…soprattutto in presenza di Rob.

“Chiudi quella boccaccia, puttana.”, dissi minacciosa assottigliando gli occhi.

“Ehi, ehi, ehi, bella! Vedi di moderare i termini! Qui non siamo a scuola perciò non mi costa niente spaccare il tuo bel faccino o, ancora meglio, chiamare uno dei miei amici per farli divertire un po’ sai?”.

Oddio.

Sapeva benissimo che mi congelavo sul posto ogni volta che si diceva qualcosa del genere. I ricordi non aiutavano.

“Lasciala in pace, Britney.”, prese le mie parti Rob con voce tagliente.

Lo guardai negli occhi con sguardo ammirevole.

“Guarda Stewy, solo perché me lo dice sto gran figo che ti ritrovi in parte. E sai che sei fortunatissima che lui sia così comprensivo da non piantarti in asso come fanno tutti…perché lo sanno tutti, gioia mia, che non fai altro che elemosinare un po’ di attenzione con ‘ste storielle dei brutti ricordi del passata. Sei un po’ grandicella per avere ancora paura del buio, piccola mia.”

Bastarda.

Mi girai di scatto, senza degnarla di una risposta per evitare di reagire in modi non tanto benevoli.

Mi feci largo tra i numerosissimi corpi ammassati che si muovevano un tutt’uno ridendo e cantando.

Tutti si divertivano praticamente. Una festa con i fiocchi, se non fosse stato per me.

Era una fortuna che conoscessi abbastanza bene la casa di Claire, abbastanza da riuscire a trovare un misero posticino, comunque alla portata di tutti, dove infilarmi.

Decisi di non pensare, di ascoltare semplicemente la musica e osservare tutta la gente che si divertiva da pazzi.

Dopo poco una figura mi raggiunse e si appoggiò al muro al mio fianco.

“Io non sto con te solo perché provo compassione.”

Era Rob. Mi aveva seguito e non era rimasto con quella puttanella come avevo pensato…mi sentii un’ingrata per aver pensato che mi piantasse in asso così.

Incrociai il suo sguardo. Gli occhi azzurri come sempre mi scrutavano a fondo e mi sorridevano…perché lui quando sorrideva non lo faceva solo con la bocca, ma con tutto sé stesso.

“Grazie, Rob. Grazie perché posso contare su di te.”

Non fece in tempo a rispondermi che un sacco di gente si spostò proprio addosso a noi per far largo a dei grossi energumeni, probabilmente degli altri imbucati, che, sfoggiando muscoli degni di un bravissimo atleta, appoggiavano con foga birra e alcool sui tavoli.

Per un attimo dimenticai tutto: la festa, Britney e le sue cazzate, Rob, Claire, il mio passato…c’erano semplicemente quelle ‘innocenti’ bottiglie di vetro…che però potevano contenere la medicina giusta per farmi dimenticare, solo per quella sera.

 

 

POV ROB

 

Improvvisamente la vidi con occhi vitrei farsi largo tra la folla e i nuovi energumeni arrivati.

Che volesse andare da uno di loro?

Mi spaventava vedere il suo fragile corpicino schiacciato da tutte quelle persone, dalla loro felicità, dalla loro voglia di fare pazzie adolescenziali nonostante tutto e tutti, incuranti del fatto che altri ragazzi, un tempo come loro, erano lì a soffrire senza farsi vedere. Una di questi ultimi era Kristen.

Con un po’ di agilità era passata tra tutte quelle persone ai lati dei tavoli e si stava prendendo in mano una bottiglia di birra.

La guardò per un attimo intensamente, come stessero facendo un patto segreto, poi le tolse il tappo, già svitato in precedenza, e se la portò alla bocca.

Tracannava peggio di un ubriacone si strada, come se lì ci fosse la risposta a tutti i suoi dilemmi e lei volesse per forza saperla subito.

Qui si mette male, pensai.

Mi feci largo anche io tra i corpi per raggiungerla.

 Feci più fatica di lei nonostante fossi più alto e robusto indubbiamente. Forse l’idea di andare in palestra non era poi così insensata.

Finalmente me la trovai davanti con la testa all’indietro che ancora beveva.

“KRIIIIIIIIIIS!!!”, urlai.

La musica, chissà come, era aumentata di volume ancora di più e la gente mettendosi a cantare e a ballare non faceva altro che impedire la comunicazione peggio di come facesse prima.

Lei si staccò per un attimo dalla bottiglia strofinandosi il braccio sulla bocca per pulirsi.

Mi guardò un attimo con espressione a metà tra il sognante e il folle e riprese a bere.

“No,no,no.”, dissi tra me, sicuro che non potesse sentirmi.

Mi feci ancora più vicino e le strappai di mano la bottiglia che teneva con due mani stretta.

Dovetti fare un po’ di forza prima che me la cedette, scocciatissima.

“CAZZO VUOIIIIIIIIIIIIIIIII??”, urlò dimenandosi.

Poi quando si accorse che ero io mi sorrise di nuovo dicendo “Cattivo…”

Il suo faccino adesso sembrava quello di un bimbo il giorno di Natale quando non aveva ricevuto il regalo che desiderava tanto.

Così tenera…

“KRIS, SMETTILA!”, le urlai di nuovo.

Intanto la gente continuava a spintonarci per farsi largo e prendere l’alcool che tanto avevano desiderato.

Quando un ragazzo la urtò violentemente per prendere una lattina di birra lei strillò un “AHIIIIIIII!” da spaccare i timpani peggio della canzone.

“KRISTEN, VATTENE DA Lì. SE NON VUOI CHE TI CI PORTI VIA IO!!!!”, urlai minaccioso cercando di apparire severo.

“DAI, VIENIMI A PRENDERE CHE MI PIACE TANTO!!!”, rispose lei felice.

Oddiiiiiiiio.

Arrivai proprio a un passo da lei, così vicino da poter sentire il suo buonissimo profumo mischiato a quello dell’alcool.

La strattonai forte per farle capire che se ne doveva andare ma lei, sorprendendomi si prese altre due bottiglie di vino rosso quasi distendendosi sul tavolo, prima di venire via con me.

“UAHAHAHAHAHAHA!!!”, urlava a squarciagola buttando le braccia attorno al mio collo.

Io istintivamente misi le mie attorno ai suoi fianchi, perché non scappasse via ancora una volta.

Non l’avessi mai fatto.

Facendo un piccolo e agile saltellino mise le sue gambe attorno al mio bacino spingendo contro di me.

Povero piccolo Rob…così indifeso, in balia di una gatta morta e pazza che ci si strusciava sopra…

“Kris…”, sussurrai con voce roca e un tanti nello eccitata.

Non poteva farmi impazzire così.

Nono. Certamente. Non poteva assolutamente! Fuori discussione!

E allora perché…ci riusciva così bene?

“Tu mi vuoi…dillo.”, mi alitò in faccia così vicino che riuscii a sentirla nonostante la musica non fosse affatto calata.

“Kris…”, ripetei cercando di mantenere la calma.

“Io ti voglio.”, esclamò Kristen solenne con occhi infuocati.

“Oh…Kris…”, dissi io per la terza volta in balia di lei, del suo sguardo e del suo corpo.

Quegli occhi verdi sembravano quelli di un diavolo tentatore che…apparentemente ce l’aveva proprio con me.

E improvvisamente sentii le sue labbra contro le mie, un calore e una dolcezza insostenibile.

Così a lungo agognata…desiderata…sognata.

E adesso si era avverato.

Kris stava baciando ME.

Chiusi gli occhi di scatto e strinsi la presa attorno alla vita di Kris.

Lei, in risposta non fece altro che spingersi verso di me aiutata sia dalle gambe che dalle braccia.

Il nostro bacio era tenerissimo…non avrei mai immaginato potesse essere così dolce.

Ci stavamo adattando l’una all’altro come se ci baciassimo da sempre…

Le sue labbra si schiusero, un chiarissimo invito a far entrare la mia lingua nella sua bocca per poter intrattenere un po’ la sua in una danza di gioia…desiderio…follia…amore.

Ci staccammo un attimo per riprendere fiato, nonostante in fin dei conti nessuno ne avesse la minima voglia.

Ci guardammo negli occhi. Oh, sì. I suoi occhi verdi erano più fiammeggianti di prima e mi scrutavano con una passione che mai e poi mai avrei creduto possibile.

Un turbine di sentimenti m’investì in quell’istante, fatto più di mille parole, mille baci o qualsiasi altro contatto tra di noi.

Bastava questo.

Il nostro silenzio, le parole non dette e pronunciate semplicemente con uno sguardo…

La mia Kristen…finalmente MIA davvero.

Avvicinai di nuovo al mio volto al suo socchiudendo le labbra e facendo accarezzare i nostri nasi.

“Ti amo, Kristen. Avrei voluto dirtelo dal primo momento in cui ti ho vista…sei davvero tutto per me. Grazie per esserci sempre, per fare di me una persona completamente…viva. Perché senza amore non c’è vita e io l’ho scoperto solo grazie a te. Solo grazie a te ho cominciato davvero a vivere.”

Le mie parole sboccarono dalle labbra come un fiume in piena. Non riuscivo più a trattenerle una volta cominciato a parlare.

E lei mi guardava negli occhi…senza dire nulla.

Perché non mi rispondeva in qualche modo????

Sentivo ancora le bottiglie di vino dietro al mio collo, erano fredde e me lo ghiacciavano, ma bastava il contatto con il suo corpo per riscaldarmi tutto.

“Kris…”, sussurrai.

Chissà perché nei momenti di intimità ci si capisce sempre senza urlare…quando tutti hanno bisogno delle parole ci si capisce con un solo sguardo…quando negli altri momenti non si sente niente…in quei momenti si sente tutto. Tutte le sensazioni…tutte le emozioni…tutto. Tutto quello che fa parte di sé e di ciò che insieme si riesce a creare.

“Ti amo anche io, Rob”, disse con foga per poi riprendere la mia testa fra le mani e ricominciare da dove avevamo interrotto.

Le sue mani lasciarono cadere con disperazione le bottiglie di vetro alle mie spalle causando un fragore pazzesco e uno spavento terribile, per paura che mi potessero cadere addosso.

Per fortuna riuscii ad evitarle in tempo, ma in compenso il fragore micidiale fece ‘svegliare’ moltissima gente presente che ci guardò come se non ci avesse mai visto prima di allora, così abbracciati e stretti tra di noi.

Ritornai con lo sguardo su di lei e ricominciai a baciarla…

Riuscivo a sentire tutte le risatine e i commenti dei presenti, ma non me ne fregava un fico secco.

Importava solo Kris, Kris e il momento splendido che stavamo vivendo, finalmente.

Pensai a quei due mesi…quei mesi in cui avevamo imparato a conoscerci davvero, avevamo cercato di superare gli ostacoli che ci impedivano di avere un rapporto più…intimo? Confidenziale? Amorevole? Stupendo quanto questo? Be’, l’importante era esserci riusciti in questo momento.

Si staccò di scatto dalle mie labbra e sciolse la presa delle sue gambe attorno alla mia vita.

Adesso era in piedi di fronte a me e guardava tutti i presenti che ormai, accortisi della situazione davvero ‘sconvolgente’ ci fissavano. Chi divertito, chi invidioso, chi allegro…

Dalla mia ‘opera di osservazione’ mi dissolse Kristen che, senza che me ne fossi accorto, aveva cominciato a sbottonare i bottoni della mia camicia per poi in quel momento tentare di strapparmela di dosso.

Che cavolo stava facendo?!??!???!???!???!??!??!?

“Ehm…Kri?”, la chiamai esitante.

Poi mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai in fretta “Che cavolo stai facendo????”, non potevo però certo nascondere il divertimento nella mia voce visto quel che mi stava facendo.

Lei fece un risolino in risposta e mordendosi il labbro inferiore con aria furbetta mi si avvicinò ancora di più parlando a voce più alta…

“Vuoi che mi spogli con te, Robert?”

Oh, porca pupazza!

Diavola, diavola, diavola! Urlava la mia testa.

Già ero rimasto a torso nudo, ci mancava pure che si mettesse LEI a fare lo spogliarello!

Non l’avrei affatto tollerato!

“No, Kris. Non puoi. Non voglio che tutta questa gente ti veda come solo io posso…”, le sussurrai all’orecchio con fare suadente provocandole dei brividi lungo il collo.

“E se io volessi farlo lo stesso?”, chiese con un’innocenza fin troppo provocante.

“Be’…allora brinderei alla salute di tutti prima di ucciderli!”, risi io ad alta voce.

Si allontanò di qualche passo con un’espressione un po’ dispiaciuta “Okay…”, sussurrò triste.

Ma prima che potessi parlare, guardare o fare qualsiasi altra cosa mi si lanciò addosso come un toro e mi buttò per terra con lei sopra.

Si mise a cavalcioni su di me in una posa MOOOOLTO provocante e avvicinandosi al mio orecchio sussurrò: “A noi due, leoncino mio”

Adesso tutti i presenti ridevano come matti e ballavano ancora seguendo la nostra romantica scenetta.

Uno di loro cominciò a urlare “Fatelo, fatelo, fatelo, fatelo!!!!!!!!!!!”, così che man mano, tantissima altra gente si unì al ‘coretto delle voci bianche ubriache’ per indurci a continuare il nostro contatto.

Kristen si piegò ulteriormente verso di me e quindi le mie labbra al che riuscii a sussurrarle: “Vedi di non dare troppo spettacolo, piccola.”

Si sentì molto lusingata ad essere chiamata così, perché mi si strusciò ulteriormente addosso facendo dei versi un po’ strani…

Oddiiiiiiiiiiiiiio.

Poi si piegò nuovamente verso le mie labbra sussurrando: “Mmm…dici che mi sto divertendo troppo?”

“Uhm…fammici pensare…Sì. Decisamente.”, dissi svelto provocando altre risate.

Tutti quei mongoloidi che ci fissavano e commentavano ogni nostro gesto o movimento non erano affatto divertenti e stavano cominciando a innervosirmi…

Ma non ne avevano di meglio da fare???

Kristen rise e si piegò sulle mia labbra per conceder loro un nuovo contatto, profondo e dolce come sempre.

E il coro proseguiva.

Ma non ci badavamo.

O almeno, non io.

Ad un certo punto sentii un onda di liquido gelido sovrastarci e inzupparci completamente.

C’avevano buttato addosso della birra.

Ci staccammo di botto.

“Ehiiiii!”, urlai io tenendo ancora le mani strette alla vita di Kris.

Le però non sembrava tanto del mio parere, infatti chiese “Ehiiii…ragazzi, mi portate una birra pliiiiiis? O anche un goccino di Vodka se ce l’avete…!”

Al che tutti non riuscirono a non ridere come matti. Gliela porsero più che volentieri e lei se ne tracannò metà prima che potessi dire di smetterla.

Una volta finito il suo ‘scolamento’ si asciugò la bocca come aveva fatto prima e mi urlò, senza un apparente motivo: “CRETIIIIIIIIIINO!!!”, poi si riversò sulle mie labbra mentre la gente, ormai presa dalla foga, si lanciava bibite e cibo, in una battaglia piuttosto diversa da quella che stavano avendo le nostre due bocche.

Dopo tanto, tanto tempo, ci alzammo, guidati dal desiderio di ballare un lento, come tutte le altre coppie ormai stavano facendo come tregua dopo la guerra di un’ora prima.

I nostri occhi erano legati tra loro ancora una volta.

Cosa avrei dato per conoscere ciò che frullava in quella testolina…

“Ti amo davvero, Kris”, le sussurrai quando appoggiò la testa sul mio petto, stanca.

Sorrise in risposta, ancora con quell’espressione un po’ folle dipinta in volto, come se non capisse davvero quel che le stavo dicendo.

In un attimo un dubbio sorse dentro di me…

Ma lo ricacciai immediatamente, non poteva essere…

Eravamo ancora zuppi di quella birra che c’avevano versato addosso, e dovevo dire che la cosa non mi dispiaceva affatto.

Mi lasciai guidare da lei verso uno dei tanti divani disposti in un’area ‘protetta’ del salotto e ci sdraiammo lì vicino, per terra.

Lei aveva ancora la testa appoggiata al mio petto e ogni tanto sussurrava cose senza senso del tipo “Perché…perché mi hai abbandonata?” e cose del genere.

Non capivo a cosa si riferisse. Ma per quella sera volli smettere di avere la presunzione di capire tutto…perché anche di quel momento magico che avevamo vissuto qualche ora prima non avevo capito niente, ma era stato pur sempre fantastico.

E così ci addormentammo stretti l’uno all’altra, nonostante il casino a due centimetri da noi…

 

POV KRIS

 

“Ahhhhhm!”, sbadigliai tentando di mettermi una mano davanti alla bocca.

Ma chissà perché non riuscivo a…come dire? Toglierla da qualcosa…

Con un po’ di fatica aprii gli occhi e ciò che vidi mi lasciò completamente senza fiato.

C’era Rob.

Il mio Rob.

Ed era sotto di me, con le mie mani attorcigliate completamente ai suoi capelli mossi e setosi.

Era a torso nudo…cavolo, ma che cazzo avevo combinato la sera prima????

Se solo ci pensavo non provavo altro che un fortissimo mal di testa…

Oddio, oddio, oddio!!!

Ero nel panico più totale, non sapevo che fare in una situazione così…

Che diavolo era successo???

Dov’era Claire?? E Tom???

Rob intanto si muoveva lentamente per terra, con me addosso mormorando qualcosa troppo piano perché riuscissi a capire. Era mezzo nudo…cavolo non potevo pensare che avessimo fatto quella cosa insieme…

No, non potevamo aver fatto qualcosa del genere…

E se invece fosse davvero successo?????

Il panico e la paura mi assalirono e mi ritrovai ad ansimare.

Attenta a non svegliarlo mi sciolsi dal groviglio che formavano i nostri corpi e realizzai che avevo un odore fortissimo di birra impregnato anche sul vestito!

No…davvero, non poteva essere…

Cercai la mia borsa in fretta e furia in mezzo al casino lasciato dagli invitati e scappai come una ladra da quella casa, da Rob.

Con il terrore addosso di quello che forse era successo e quello che sicuramente, uno di questi giorni avrei dovuto affrontare.

 

OHI OHI....

CI VEDIAMO VENERDì EH...IO ADESSO VAAAAAAADO...RAGAZZI, PLEASE NON MENATEMIIIIIIIIIII PERCHè MI SONO AMMAZZATA X QUESTO CAPPY!!!! E RECENSITE SE POTETEEEEE!

 

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Capitolo 18
*** Nulla ***


CARISSIMI E CARISSIME…SCUSATEMI TANTISSIMO PER IL RITARDO DELL’AGGIORNAMENTO, LO SO, VORRETE DECAPITARMI, MA…CAVOLO STO CAPITOLO…

NON DICO NULLA, VI LASCIO LEGGERE IN PACE (SE COSì SI Può DIRE…) E RINGRAZIO TUTTI I 38 SEGUENTI, I PREFERENTI E COSE VARIE.

GRAZIE DAVVERO TANTISSIMO!!!!

MI PIACEREBBE DAVVERO ABBRACCIARE OGNUNO DI VOI PER DIMOSTRARE QUANTO MI FACCIA FELICE LEGGERE LE VOSTRE RECENSIONI O VEDERE ANCHE SOLAMENTE IL NUMERO DELLE VISITE DELLA MIA STORIA. GRAZIE INFINITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

UN BACIONE

 

 

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 18: Nulla

 

POV ROB

Tum-tum. Tum-tum. Tum-tum.

I battiti del mio cuore riempivano l’abitacolo.

Certo, era a dir poco patetico parlare dei battiti cardiaci di un uomo, ma a quel punto mi chiedevo ancora se lo fossi realmente.

Perché avevo una paura matta, era questa la verità.

E avevo pure timore di ammetterlo!

Spensi il motore con calma, sospirando profondamente. Aprii la portiera e mi strinsi nell’impermeabile scuro.

Nonostante fossimo ormai a fine maggio quel giorno erano previste forti precipitazioni…e il cielo in quel momento non faceva altro che confermarlo. Perfetto, non poteva esserci giornata migliore.

Ero arrivato in ritardo apposta, non mi sentivo pronto nemmeno io…non sapevo cosa le avrei detto se l’avessi vista lì di prima mattina con ancora stampate in faccia le ore di sonno perse a causa sua.

A passo lento raggiunsi la classe. Il professore si era fermato a parlare con la bidella di chissà cosa, perciò i miei compagni erano ancora liberi da qualsiasi tortura.

Da un bel pezzo avevamo cambiato i posti, perciò Kristen non era più davanti a me, bensì da tutt’altra parte.

Mi avvicinai stanco al mio banco buttando lo zaino in modo noncurante sulla sedia. Vicino a me sedeva uno di quegli ‘sfigati’ così presi in giro da tutti. Non appena sentì il mio arrivo alzò giusto lo sguardo per un attimo, poi riabbassò di colpo la testa sul banco arrossendo violentemente.

Fossi stato in un’altra situazione mi sarei messo a ridere per quanto si preoccupava di tutto e di tutti.

Talmente ero preso dallo sconforto che non mi ero accorto che Joe – così si chiamava il mio nuovo vicino – mi aveva lasciato un biglietto sul tavolo.

Lo fissai perplesso, poi lo presi in mano e lo aprii.

 

"Ti prego, non venire a cercarmi durante scuola. Ne parleremo dopo, al parcheggio, finite le lezioni.

Scusa."

 

Eccola, la sua calligrafia.

Non avrei mai potuto scambiarla per quella di qualcun altro o non riconoscerla.

E così, voleva che non ci parlassimo per tutte le ore di scuola…quelle dannatissime ore che ci separavano da una discussione che si prospettava…definitiva.

Rimasi lì tutto il tempo con la testa appoggiata sul banco cercando di evitare le occhiatine significative che di tanto in tanto Tom mi lanciava e…cercando di non pensare né guardare in una certa direzione.

Le ore passavano inerti, lente e noiose come sempre. Storia, scienze, matematica…tutte lezioni che fanno di te un grande studioso, una persona con un futuro ma che, alla fine, in situazioni come quella in cui mi trovavo io in quel momento non servivano a niente. Cosa me ne facevo delle equazioni per rivelare a Kris il mio grande amore e far si che lei non mi considerasse un pazzo, vista la maniera ossessiva con cui ero travolto da lei?

Alt, alt. Mi ero promesso che non avrei pensato a Kristen…o almeno non fino a quando fosse stato davvero necessario.

Mentre spostavo lo sguardo su Joe, lo vidi prendere appunti frettolosamente, la testa letteralmente appiccicata al foglio come volesse scrivere ogni cosa detta dal professore senza tralasciare nemmeno un dettaglio.

Be’, in effetti la scuola uno scopo ce l’aveva – oltre quello di rompere ossessivamente – : distrarti da tutti i tuoi pensieri, buoni o cattivi che siano.

“Pattinson?”, mi sentii richiamare.

Alzai la testa dal banco stancamente.

“Sì…?”

“Si può sapere a cosa stava pensando?????”, chiese la prof arricciando il naso e stringendo gli occhi.

“A quanto la scuola sia utile per distrarti da tutti i tuoi pensieri.”

In quel momento udii come un sospiro spezzato proveniente da quella parte della classe che non avrei più fissato, se non dopo la fine delle lezioni.

“Certamente. Ma non crede sia meglio interessarsi alla lezione?”, chiese ancora indispettita la prof, anche se intuivo fosse rimasta spiazzata dalla mia risposta così sincera e veritiera.

“Sì…”

“E allora segua, Pattinson! Segua! Forse ha bisogno anche dello spelling, ma non so davvero più come farle capire che deve stare attento in classe e non fare sempre i cavoli suoi!”

Proprio oggi doveva uscirsene con sta sfuriata…

Non risposi, chinai semplicemente la testa in senso di finto abbattimento.

In realtà la cosa non mi toccava minimamente. Ero sicurissimo che la scuola fosse importante per la formazione, l’educazione, il futuro, ma…questi episodi che mi erano e mi stavano capitando tutt’ora mi avevano insegnato che la scuola non ti da’ davvero il massimo apprendimento, perché ci sono cose che devi riuscire ad affrontare da solo, senza nessuna formuletta di riserva a cui affidarti, senza un libro a portata di mano da cui sbirciare le informazioni…ci sono cose che si possono fare una sola volta, senza provare e riprovare per migliorarne il risultato.

“Era ora, signor Pattinson.”, concluse solenne.

Decisi allora di rimanere semplicemente con la testa diritta, senza accasciarmi al banco come prima, ma il mio livello di attenzione sarebbe rimasto assolutamente lo stesso.

Alla faccia della prof.

Arrivato l’intervallo me ne stetti in classe, come tutti vista la pioggia, attento a non incontrare il suo sguardo. Avevo paura di cosa avrei potuto leggervi.

Paura.

Era questa la parola più ricorrente nel mio cervello da ormai due giorni.

Ma le paure si vincono affrontandole a testa alta. Se solo fosse arrivato il momento…

Nessun professore mi richiamò più durante le lezioni successive. Sicuramente si erano accorti del mio stato a dir poco pietoso, ma non avevano proferito parola, al contrario di quella cretina della professoressa di scienze.

Nella pausa pranzo Tom tentò in diversi modi di farmi riprendere.

Prima provò con una moneta, uno di quegli amuleti che gli zingari ti vendono solo per fare soldi e abbindolarti, cominciò a sventolarmela davanti agli occhi per un po’, ma quando vide che non succedeva niente rinunciò.

Provò a tirarmi cazzotti per vedere se mi imbestialissi e quindi reagissi, ma…niente.

“Cazzo, Robert Pattinson! Dimmi che ti succede!!!!!!”

“Devo solo aspettare, Tom. Solo aspettare…”

“C’entra quello che…è successo alla festa?”, chiese un po’ imbarazzato.

Anche per lui era stato un colpo vederci fare certe cose…così, in pubblico davanti a tutti senza nessuna inibizione.

“Sì.”, gli risposi semplicemente.

Il resto delle lezioni durò a lungo, come tutte le altre del resto.

Tom riuscì a corrompere Joe e sedersi vicino a me, in cambio di 10$ e facendomi poi promettere che glieli avrei restituiti.

Quello che i soldi riescono a fare…

Non che in quel momento me ne fregasse qualcosa.

Secondi, minuti, ore, giorni, mesi, anni. Sembravano essersi concentrati tutti in quel dannatissimo giorno di scuola, ma, come per tutte le cose, anche per quella giornata di scuola arrivò la fine e il momento tanto aspettato.

Suonata l’ultima campanella Tom mi guardò un po’ perplesso.

“Sei sicuro…?”, chiese titubante.

“Certo. È tutta la mattina che non aspetto altro…”, risposi io atono.

“Tu vai, Tom. Voglio rimanere solo con lei.”

“Ok”, rispose chinando la testa.

Forse avrebbe preferito darmi una mano, come spesso io avevo fatto con lui, ma quella situazione la volevo affrontare da solo con Kristen.

Scendemmo le scale, arrivando al parcheggio.

Era pieno di ragazzi che correvano sperando di riuscire a non bagnarsi nonostante l’acquazzone fosse davvero forte.

L’odore di pioggia mi colpì come ogni volta. Così freddo, forte…capace di risvegliarti e rischiarti le idee.

Quello di cui avevo bisogno adesso.

Il parcheggio man mano si svuotava e io mi avvicinavo alla mia macchina lento, sotto le solite occhiatine maliziose di diverse ragazze e quelle perplesse di chi si accorgeva del mio umore 3 kilometri sotto terra.

“Ehi, non vai a casa?”, mi chiese una ragazza dell’altra sezione.

Scossi la testa sorridendo un po’ amaramente.

“No, aspetto una persona.”

Lei mi scoccò un sorriso a 32 denti in risposta e se ne andò.

Ormai eravamo rimasti soli, io e lei.

Non sapevo nemmeno dove fosse visto che me ne stavo appoggiato alla macchina a guardare i miei piedi.

“Ciao”, sentii una voce alle mie spalle.

Chiusi gli occhi per un istante, poi li riaprii e mi voltai.

Eccola lì, Kristen, con un leggero sorriso stampato sul volto stupendo, stava camminando, per arrivare più o meno di fronte a me.

In ogni occasione mi abbagliava, mi stordiva, mi drogava, mi ossessionava. E questo forse le aveva fatto paura.

Cercai però di non tradire alcuna emozione.

“Ciao”, risposi finalmente.

Per un po’ di tempo rimanemmo in silenzio, senza sapere come cominciare il discorso, nonostante sapessimo tutti e due quale fosse l’argomento che entrambi stavamo aspettando.

La pioggia nel frattempo scrosciava su di noi bagnandoci completamente.

Entrambi eravamo coperti solo dal cappuccio del nostro impermeabile, sottile e fragile, come la mia autostima e la mia speranza in quel momento.

Non potevamo rimanere tutto il tempo a fissarci in silenzio, ognuno ansioso che l’altro dicesse qualcosa, perciò tentai di cominciare…dopotutto stavo aspettando quel momento da due giorni!

“Allora…come è andata la festa di Claire?”, chiesi con finto tono strafottente.

Lei, alla domanda, sussultò. Non se l’aspettava.

“Arrivi direttamente al dunque, eh?”, chiese guardando a terra.

“Sì.” Risposi sicuro.

Mi allontanai dall’auto su cui ero appoggiato e feci dei passi avanti in modo da trovarmi più vicino a lei.

Adesso, se anche avesse voluto scappare, non ci sarebbe riuscita.

Qualsiasi cosa avesse dovuto dirmi l’avrebbe fatto. Avrebbe dovuto trovare il coraggio di guardarmi in faccia, di vedere la mia sofferenza e tutte le emozioni che mi attraversavano.

“Rob…per te cosa è successo?”, chiese con tono flebile, i suoi occhi verdi e delicati nei miei.

“Per me?”, ripetei convinto di aver capito male.

“Sì”, rispose a occhi bassi.

Feci un altro passo avanti.

“Quella sera”, feci una pausa, “tu, hai cominciato a bere…dopo che Britney ti ha detto delle cose orribili…e allora io, per evitare che tu combinassi qualcosa, visto lo stato in cui ti trovavi, ti ho tirato fuori…e tu mi sei saltata addosso. Mi hai baciato, mi ha assalito…mi hai…incantato. E io ho risposto, se ti può interessare. Ero sconvolto…hai cominciato a baciarmi con così tanta foga da buttarmi per terra. Siamo rimasti così per molto tempo, mentre gli altri ridevano.”, mi interruppi ancora una volta per ridacchiare, senza essere divertito nemmeno un po’. “Poi hai dato segnali di voler approfondire il contatto, diciamo. Ci siamo messi a ballare per un po’…e infine ci siamo addormentati per terra l’uno abbracciato all’altra. È così che è andata. Per me”

Adesso spettava a lei parlare…dirmi cosa fosse successo secondo il suo punto di vista.

Io avevo tralasciato davvero tante cose nel mio racconto.

Il modo in cui mi avesse sorpreso, quanto fossi felice che il mio sogno da quando ero arrivato in quella scuola si fosse avverato. Di quanto mi fossi innamorato di lei, di quanto non riuscissi più a pensare ad altro.

Ma forse non avrebbe capito…così come prima non aveva capito che la mia non era una semplice amicizia.

“Robert…”, perfetto mi aveva chiamato con il nome intero.

Davvero un buon segno.

“Io…io…ero ubriaca…” sussurrò incapace di tenere gli occhi piantati nei miei, come avevo sospettato.

Grazie, che era ubriaca l’avevo capito anche io, ma a quanto pareva c’era altro…

“Lo so. E con questo?”, chiesi tranquillo.

Non si immaginava nemmeno quella tempesta che furiosa stava dirompendo nel mio essere, dal più profondo di me.

“E con questo…non ero cosciente, Robert. Non ero cosciente di quello che stavo facendo.”

Una pugnalata.

Non esisteva una forza tale da imprimere come quella frase entrò in me, in tutto il suo tremendo significato, facendosi largo tra tutte le aspettative per la mia vita, i miei sogni, ogni progetto, ogni speranza…ogni amore.

Quella frase distrusse tutto il mondo che avevo creato, tutte le fantasie mentali che avevo creato da solo, con la sola conseguenza di soffrire ancora di più, di farmi ancora più male di quanto quella ragazza così cieca, così incapace di vedere i sentimenti degli altri.

“Cioè…tu in realtà non avresti voluto…è stato solo…l’…”, sussurrai.

“Solo l’alcool”, continuò la mia frase, sussurrando anche lei.

“Perciò…per te non è stato niente di niente?”, chiesi alzando la testa e lo sguardo per poterla guardare negli occhi.

Volevo fissarla.

“No, Robert…mi dispiace ma…non…”, sussurrò, la testa china.

“Guardami in faccia”, le dissi serio.

Mosse piano la testa, i suoi occhi incrociarono solo per un attimo i miei, per poi ritornare deboli da dove erano partiti, ai suoi piedi.

“Guardami negli occhi, quando dici che non è stato niente per te.”, dissi duro.

Non aveva idea di cosa aveva scatenato.

Alzò ancora una volta la testa piano.

“Per me…non è stato”, il suo sguardo non riuscì a rimanere nel mio all’ultima parola. “niente”

Mi avvicinai ancora di più.

Pochi centimetri di distanza ci separavano, potevo sentire il suo respiro veloce sulle mie labbra, quelle labbra che lei stessa aveva baciato con così tanto amore…

Lacrime incapaci di scivolare giù si sistemarono negli angoli degli occhi, bruciandoli e appannandomi la vista.

“Dimmelo. In. Faccia. Ho. Detto.”, dissi lento e duro.

“Voglio che tu veda cosa succede mentre dici queste parole…voglio che tu sappia quello che stanno causando, Kristen.”, le dissi duro.

Non sapevo se in qualche altra occasione fossi mai stato così crudele con qualcuno, ma quello che Kristen mi stava facendo provare…

Alzò nuovamente la testa, facendo incontrare i nostri occhi sul serio, per una volta.

“Per me. Non è stato…nulla.”, disse sicura, guardandomi negli occhi.

Mi bastarono pochi secondi.

Secondi di dolore, profondo per capire il senso delle sue parole.

Non era stato nulla, davvero.

E non avrebbe voluto che succedesse…per lei era stato solo l’alcool a sorbirle quest’effetto…

Niente.

Nulla.

“Nulla…”, ripetei io, guardandola profondamente negli occhi.

Quegli occhi che mi avevano sempre ammaliato, che mi avevano fatto innamorare di lei dal primo istante…ora non mi volevano più.

Mi sentivo così…incompleto.

Una nullità, senza di lei.

“Nulla.”, ripeté lei a sua volta.

Anche la sua voce adesso era dura, senza un briciolo di pietà per me, per il mio cuore.

“Kristen…”, sussurrai.

“Mi dispiace, Robert…io…non posso rischiare. Perché…me ne pentirei.”

Quella frase mi spiazzò più di prima.

“C-cosa?”, chiesi, sempre in un sussurro.

“Non posso…non posso permettermi, Robert…”, disse anche lei sull’orlo delle lacrime.

“Cosa non puoi permetterti, Kristen??? Cosa????”, esclamai io sconvolto.

“So che sarebbe la stessa sofferenza…so che sarebbe come quello…tutto come quello che mi ha fatto provare Mike…”

“Tu…tu…pensi che io…che io sia…come MIKE?????? QUEL MIKE????”, urlai.

Lei abbassò nuovamente la testa, non voleva guardarmi, di nuovo.

Lacrime scesero sul suo volto, ma non m’impressionarono.

“TU PENSI CHE IO SIA COME QUELLO SCHIFOSO???? TU PENSI DAVVERO DI NON CONTARE NULLA, E DICO NULLA, PER ME???? TU PENSI DAVVERO CHE TI TRATTEREI COME QUELLO???? TU DAVVERO MI CONSIDERI COSì…POCO?!?!?!?”, urlai di nuovo. Anche io ero sull’orlo delle lacrime adesso.

“TU NON MI CONOSCI, TU NON SAI CHI SONO…TU MI CONSIDERI NIENTE… PERCHè PENSI CHE TI ABBIA ASCOLTATA, TUTTO QUESTO TEMPO? PERCHè PENSI CHE ABBIA CERCATO DI CONSOLARTI???? SICURAMENTE PERCHè SONO COME LUI, EH???? CERTO…E CHE SE NE FA UNA DEL POVERO SFIGATO PATTINSON????”, urlai di nuovo, più a me stesso che a lei.

Kristen nel frattempo continuava a piangere, singhiozzare con la testa china sul petto, senza riuscire ancora una volta guardarmi.

“Sai cosa ti dico, Kristen???? Ti dico che non sei come mi aspettavo. Io ti consideravo diversa…quella che finalmente mi avrebbe capito, che sarebbe riuscita ad amarmi…come io amavo lei. Non pensavo davvero che tu potessi pensare di me queste cose. E adesso guardami.”, vedendo che non eseguiva quello che le avevo detto glielo urlai. “GUARDAMI!!!!!!!!”, , presi la sua testa fra le mani attento a non farle male, ma comunque con forza.

“Guardami…guarda cosa stai facendo di me. Voglio che la notte prima di dormire pensi a cosa ne hai fatto…voglio che tu sappia che io ho dei sentimenti…strano, eh??? Ma io NON sono come lui…o credo. Ma con te non mi sarei mai comportato così come ha fatto lui…io ti avrei reso…la donna più felice della Terra, sai??? Ma credo proprio che cambierò, signorina Stewart. Mi sono stufato. E allora perché non essere come lui, per una volta???? Perché non fare tutto quel cazzo che mi passa per la testa, eh????”, urlai di nuovo.

“Adesso lo sai, Stewart. Nessuno, nessuno, mi ha mai fatto mai male quanto tu…posso assolutamente capire che tu non ricambi i miei sentimenti…anche se…la cosa non sai quanto mi fa stare male…ma che tu mi consideri come lui…la cosa qua si fa diversa, piccola mia…io non intendo più sottostare agli ordini di nessuno…non voglio più sforzarmi di essere uno dei tanti…ad aspettare, aspettare…per cosa poi? Abbiamo visto entrambi i risultati, no???? Perciò…non ha senso.”, conclusi.

Le lacrime scorrevano inesorabili sulle sue guance, scosse da tremori dei singhiozzi…ma non provavo niente.

Di nuovo quel nulla…lo stesso niente che lei provava per me.

“Niente ha senso, Robert…niente.”, sussurrò Kristen, prima di volarmi le spalle velocemente, sottrarsi alla mia presa e correre via da me, da tutto, da tutto quello che avevo creato. Nella mia testa.

 

 MI DISPIACE RAGAZZI…NON SAPETE QUANTO STIA PIANGENDO ANCHE IO IN QUESTO MOMENTO…

MA…”L’AMORE è IRRAZIONALE…Più AMI QUALCUNO, Più PERDI IL SENSO DELLE COSE.”

CI VEDIAMO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO.

UN BACIONE

VOSTRA ELE

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Capitolo 19
*** Ribellione (Parte I) ***


ODDIO...LO SO MI VORRETE AMMAZZARE TUTTE...

Xò HO DELLE PROVE, RAGAZZE, METTETE GIù SCOPE E ASCE!!!!

ECCO...SAPETE LO SCORSO CAPITOLO NON è STATO DEI PIù ALLEGRI E VI DOVETE IMMAGINARE COME SARà LA CONTINUAZIONE...ECCO...NON PROPRIO DELLE PIù FELICI E SPENSIERATE...BE' SPENSIERATE Sì MA FELICI FELICI NO DI CERTO.

ADESSO SONO LE 11.12 DEL 3 LUGLIO E VI SPIEGHERò MEGLIO I MOTIVI KE MI HANNO SPINTO A RITARDARE L'AGGIORNAMENTO...CHISSà, MAGARI RIUSCIRETE AD ODIARMI MENO!!! XD

ALLORA...COME TUTTI SAPRETE IL 30 GIUGNO è USCITO THE TWILIGHT SAGA: ECLIPSE, IL FILM PIù ATTESISSIMISSIMO DELL'ANNO (O ALMENO X ME XD)! HO PRENOTATO UN MESE PRIMA DELLA SUA USCITA XKè MI SAREI AMMAZZATA SE NON AVESSI TROVATO PIù POSTI! SONO ANDATA CON MIA SORELLA E DELLE MIE AMICHE E PER TUTTO IL MESE SONO STATA IN SCLERO TOTALE PERCHè L'EMOZIONE ERA FORTISSIMA. ECLIPSE NON è IL MIO LIBRO PREFERITO DELLA SAGA, MA STAVO FACENDO IL CONTO ALLA ROVESCIA DA QUANDO MANCAVANO ANCORA 197 GIORNI!!!! VEDETE VOI!!!!

FINALMENTE ESTATE, SENZA TROPPI PENSIERI (A PARTE QUELLI SACRI SU ECLIPSE U_U), NIENTE SCUOLA E TANTO SANO DIVERTIMENTO!!!!! TUTTI I GIORNI DAL LUNEDì AL VENERDì SONO STRA IMPEGNATA CON IL CRE (CENTRO RICREATIVO ESTIVO X CHI NON LO SAPESSE..) E GLI UNICI GIORNI CHE MI RIMANGONO X SCRIVERE SONO IL SABATO E LA DOMENICA. MA L'ISPIRAZIONE PURTROPPO NON VIENE QUANDO LA SI PRETENDE XCIò SONO STATI CAVOLI AMARI...-.-

TENTAVO DI SCRIVERE, MA MI SORPRENDEVO COSì BELLA ALLEGRA E FELICE CHE MI VENIVA ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE SCRIVERE I PENSIERI DI ROB, COSì DANNATAMENTE DELUSO DALLA KRIS!!!!!

ADESSO PERò SI RIBELLERà E PROVERà AD ESSERE QUALCOSA DI DIVERSO...SI DIVERTIRà ANCHE TROPPO (SOPRATTUTTO NEI PROX CAPITOLI) CON PERSONE SBAGLIATE...E LA KRIS CHE FARà????

STA A VOI SCOPRIRLO! SEMPRE SE AVRETE CORAGGIO X CONTINUARE A LEGGERE! (FOSSI IN VOI IO NON LO FAREI...XD)

GRAZIE A TUTTI LETTORI MIEI!!!!!!!!!!!! SPERO CHE RECENSIATE PIù SPESSO PERCHè MI FANNO PIACERISSIMO I VOSTRI COMMENTI E VORREI SAPERE COSA NE PENSATE...ANCHE UN SOLO "FA CAGARE" MI STA BENE!!!!!! XD

UN BACIONE A TUTTIIIIIIIII!!!

ELE 

Capitolo 19: Ribellione (Parte I)

 

Pronto?

“Hey, Britney, sono Rob!”

“Rob?? Robert Pattinson, dici??? Non ci posso credere! Come hai avuto il mio numero?!?”

“Me l’hai dato tu…ricordi?”

“Oh, sì, è vero che scema! Ma dimmi, perché mi hai chiamata?”

“Ti volevo semplicemente chiedere se domani mattina ti andava di essere ‘scortata’ a scuola da me e magari fare qualcosa nel pomeriggio…tu…ed io”

Dall’altro capo del telefono silenzio.

“Britney?”, chiesi incerto.

“Oh, sì scusami. Mi sono dovuta riprendere dalla proposta. Sai, non me l’aspettavo. Comunque accetto volentieri. Soprattutto quel ‘tu…ed io’.”, rispose con voce maliziosa.

“Be’, dovresti saperlo, Bri, le cose cambiano. E anche in fretta, per quanto mi riguarda”

Già, tutto stava cambiando e non ero più disposto ad avere cedimenti o ripensamenti. Le cose adesso andavano così, punto e fine.

“Questo significa che…”

“Sì. Sì per qualsiasi cosa volessi dire e che riguardi Kristen Stewart.”

“Oh, bravo Rob! Davvero, io l’ho sempre detto che è una senza palle…paurosa di tutto e di tutti, che ti rifila in faccia scuse inutili solo per non ammettere quanto sia lei in realtà ad essere debole. Ci credo che quel gran figo l’ha lasciata!”

“Già…peccato di essermene accorto così tardi.”

“Non preoccuparti, Rob. Ci sono tanti modi di rimediare, te lo garantisco. E io ne conosco parecchi”

“Ci credo davvero, Britney. A domani! Un bacio!”

“A te anche due”, rise prima di attaccare.

Non appena misi giù il telefono tirai un sospiro di sollievo.

Lo so, questa telefonata poteva sembrare una specie di ripicca nei suoi confronti, ma era ciò che volevo veramente: cambiare.

Mi misi a letto in fretta spegnendo la luce e tirai un sospiro di sollievo nell’appoggiare la testa sul cuscino.

Quel giorno era stato davvero disastroso…

La depressione, la rottura…anzi, le rotture. Perché non era solo quella con Kristen, ma anche la rottura del mio cuore, la rottura di me stesso in due parti, una ormai debole, ancora dipendente da Kris come un’eroinomane, e l’altra, ormai diventata forte, fiduciosa in un cambiamento radicale…

Pensava davvero che fossi come quel bastardo??? Bene, allora perché non farlo??? Perché non trattare tutti come fossero dei grandissimi pezzi di merda, nel modo esatto in cui tutti gli altri trattano te???

Mi rigirai di nuovo nel letto.

Il sonno non ne voleva sapere di venire…ma domani sarebbe stato un gran giorno, un giorno che tanti avrebbero dovuto ricordare. Il giorno in cui Robert Thomas Pattinson rinuncerà definitivamente alla sua parte da eterno sfigato e farà vedere al mondo il bastardo crudele che ha dentro. Il vero e proprio stronzo, con tutto e con tutti.

Perché se non lo si è, la vita non va avanti.

Mentre affondavo completamente il quel regno privo di dolore che è l’incoscienza, mi resi per un attimo conto di una cosa che avevo tentato coscientemente di non affrontare quando ero sveglio. Non volevo ammettere che dimenticare tutto, far finta che non fosse successo nulla non sarebbe stato facile. Per niente.

 

 

Il giorno dopo mi svegliai prima. Nonostante questo, però, il sole era già in cielo e risplendeva in tutta la sua magnificenza.

Quel giorno decisi di osare sui confini della mia autostima, della mia voglia di essere ‘grande’…decisi di paragonarmi per un po’ a quella stella enorme e lucente che era il sole.

Chissà se anche io potevo essere notato da tutti in quel modo…?

Aprii l’anta dell’armadio e mi specchiai.

Ovviamente di prima mattina non ero nella mia forma migliore ma…una sciacquatina alla faccia e ai capelli, una lavata ai denti, vestiti migliori del mio pigiama scuro…

Dopo essermi preparato in fretta mi ripresentai alla stessa postazione di prima.

Adesso sì che stavo bene!

Mi passai la mano sui capelli, gesto ormai abitualissimo, quasi un tic affascinante per alcuni.

Mi rendevo conto da solo benissimo di essere patetico, ma senza un po’ di autostima, vanità, egoismo…non si fa un cavolo. Era questo che mi aveva fatto capire Kristen. Kristen e il suo schifoso bastardo di un ex fidanzato che nemmeno conoscevo!

Uscii di casa e partii a 170 all’ora verso casa di Britney, giusto per riscuotermi un po’ con la velocità.

Una volta frenato bruscamente di fronte alla sua villa, la trovai già lì ad aspettarmi, minigonna di jeans e top attillato fuxia di pailette per mettere in mostra le sue belle forme.

Abbassai il finestrino e sorridendole la invitai ad entrare.

Mentre camminava non potevo fare a meno di squadrarla.

Non era una cosa tanto da me…anche perché non pensavo fosse una cosa molto elegante far sapere al mondo che mangi una ragazza con gli occhi solo perché ha un bel fondoschiena… ma pensare non era più necessario, perciò, perché imporsi di farlo?

Scossi la testa come per liberarla, per l’ennesima volta.

Intanto lei era entrata e stava accavallando le sue belle gambe sode seduta sul sedile di fianco al mio.

Deglutii rumorosamente.

Quella mossa Kristen l’aveva fatta tante di quelle volte…

Basta, Rob.

“Allora, come va, Robert?”, chiese sensuale.

“Oh…io ok! Tu?”

“Mah…a dire il vero mi fa molto male il ginocchio destro, e anche qui su…vedi? – chiese innocentemente mostrandomi la gamba scoperta – sai, io faccio pallavolo e il campionato mi sta uccidendo davvero, a forza di buttarsi e buttarsi…”

Cazzo, ci stava provando spudoratamente!

Era una sensazione strana però…quella ragazza risvegliava istinti…primitivi, fin troppo istintivi per quello che ero abituato ad essere.

“M-mi dispiace molto…ma nonostante le partite lo trovi benissimo il tempo per divertiti, vero?”, chiesi ridacchiando.

“Be’, certo! Per quello il tempo si trova sempre…e ti insegnerò io come ricavarne sempre di più! Siediti con me e i miei amici oggi a pranzo!”

“Volentieri!”, ed era vero. Se no non avrei saputo con chi altro stare.

Nel frattempo eravamo arrivati a scuola.

Spensi il motore e con un bel sorriso scesi dall’auto, mi diressi verso la portiera opposta e l’aprii, come solo un bravo cavaliere sa fare.

“Grazie…”, mi sussurrò Britney all’orecchio avvicinandosi per darmi un bacio sulla guancia.

Per chissà quale motivo ero quasi certo che quella distanza tra la guancia e le labbra si sarebbe presto azzerata.

Camminai accanto a lei senza prenderla per mano, ma sorridendole smagliante e ridendo tutto il tempo, sotto lo sguardo sorpreso, soddisfatto o deluso di chi ci vedeva attraversare il cortile.

Non mi volevo preoccupare delle opinioni di nessuno, adesso avrei fatto come cavolo mi pareva!

Alzai lo sguardo per passarmi nuovamente la mano sui capelli quando notai Kristen varcare il cancello del cortile e fissarmi scioccata, fissare me e la mia vicinanza con Britney, fissare ciò che lei stessa aveva creato.

Perché era stata colpa sua…solo colpa sua. O merito, dipendeva dai punti di vista.

Tutta la mattinata passò tranquillamente. Cercai di ignorare i rari sguardi di Kristen – mi faceva solo pena e questo sentimento non sarebbe dovuto aumentare nel vedere le sue occhiate tristi – e quelli più frequenti di Tom, di rimprovero.

Ma che voleva?

Infondo stava anche lui con una ragazza popolare, perché tutti a giudicare ogni mio movimento, spostamento, azione, parola o gesto?

All’ora di pranzo camminai con in volto un sorriso ammiccante verso il tavolo occupato da Britney e la sua compagnia, la sua vastissima compagnia.

“Hey, ragazzi!”, salutai avvicinandomi al posto vuoto che Britney aveva lasciato per me.

Rispetto a quando ero arrivato in quella scuola la sistemazione dei tavoli era cambiata. Già da un pezzo i ragazzi e le ragazze non stavano ai rispettivi tavoli: man mano che era passato il tempo il tutto si era unificato formando delle specie di ghetti.

“Ciao Robert! Briteny ci ha detto che ti unirai a noi da oggi in poi!”, rispose una ragazza sorridente.

“Be’, sì direi di sì. Sempre che non vi dispiaccia”

“Certo che non ci dispiace! Quante volte te l’avevamo proposto, scusa?”, chiese un’altra quasi urlando.

Potevo intuire che al popolo femminile di quella tavolata non stavo così antipatico…

Cominciai così a parlare con qualche ragazzo, scherzare e ridere felici.

Dopo un po’ mi accorsi in effetti di quanto si stesse bene così. Allegri, senza nessun pensiero per la testa a cazzeggiare tutto il tempo…una sensazione che da tempo avrei voluto provare ma che mai ero riuscito perché altre cose mi impedivano di essere davvero sereno, con la testa così vuota.

Durante il pranzo presi alcuni ragazzi in disparte e parlai loro di un bello scherzetto che avevo intenzione di fare.

Loro si dimostrarono subito entusiasti della cosa e con fragorose risate corremmo verso la nostra classe lasciando tutte le ragazze del tavolo basite a chiamarci con urletti.

Quello scherzo mi era venuto in mente già la notte precedente, quando ancora ero accecato dalla rabbia e dalla delusione. Non che adesso non lo fossi comunque.

Ci dirigemmo verso il mio zaino e ci fermammo lì un sacco di tempo perché la zip non si voleva tirare su…quante risate…!

Infine però con l’aiuto di Jack, un figaccione della squadra di baseball tutto muscoli, riuscimmo finalmente a compiere la nostra opera. Aprii l’Eastpack blu scuro e ne tirai fuori, sotto una marea di libri inutili e sgualciti, delle bombolette colorate che si usano per i graffiti sui muri. Una cosa da ragazzacci sicuramente, una cosa di cui d’ora in poi sarei andato fiero.

Spiegai meglio i dettagli del piano ai ragazzi che approvarono felici di fare qualcosa di nuovo anche per loro, qualcosa che non facevano da ormai da tanto.

Senza farci sgamare dai prof prendemmo tutto il necessario e ci avviammo verso il retro della scuola…un posto che avrebbero potuto vedere tutti tranquillamente.

Già, lo potevo proprio dire: la mia era una ribellione.

Una ribellione contro l’esistenza, contro la delusione e il non essere accettato.

Una ribellione da Kristen.  

 

SONDAGGIUZZUOLO...CHE COMBINA ROOOOOB CON IL SUO BRANCO DI NUOVI AMICI????

FORZA RAGAZZUOLE VOGLIO VEDERE A CHE PUNTO ARRIVA LA VOSTRA FANTASIA (E QUANTO VI INTERESSA LA MIA STORIA, DICIAMOCELO! XD)!!!!

E ALTRA DOMANDINA PICCOLA PICCOLA...CHI è PER KRIS???? CHI PER ROB?????

PENSATE TUTTI QUANTI CHE ABBIA RAGIONE IL NOSTRO ROBBY O ANCHE KRIS IN FONDO IN FONDO QUALCHE MERITO CE L'HA???

RECENSITE PLEASEEEEEEEEE

VI VOGLIO BENEEE!

BACIIIONE

ELE

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Capitolo 20
*** Ribellione (Parte II) ***


DONZELLE MIEEEEEEEEE!

L’ISPIRAZIONE è ARRIVATAAAAAAAAAAAAA!!!! FACCIAMO SANTI I LINKIN PARK SUBITOOOOO!

AH, QUANTO LI AMOOOO! SENZA DI LORO NON SAREI NEMMENO QUI! U_U (E VOI STARESTE MOLTO MEGLIO, LO SO! XD)

STO CAPITOLUCCIO è IMPORTANTE…CAPIRETE FINO A CHE PUNTI ARRIVA ROB…

NEL PROSSIMO (CHE STO Già COMINCIANDO! CHE BRAVA EH???? XD) CI SARANNO PARECCHI FLASHBACKUCCI… E UNA LETTERINA…

BONA NON DICO Più NIENTE SENNò QUA NON MI LEGGE Più NESSUNO PERCHè SAPETE Già COME VA A FINIRE!

MADò STO CALDO MI STA FACENDO SCIOGLIERE ED EVAPORARE ALLO STESSO TEMPO…MA IN TUTTA ITALIA SIAMO RIDOTTI COSì????? QUI SI CHE CI VORREBBE IL NOSTRO EDDY…OK, OK, BASTA LA SMETTO DI DELIRARE E VI LASCIO AL CAPITOLO! E SE LO TROVATE…SCLEROTICO O COSE DEL GENERE NON VI PREOCCUPATE TROPPO X LA MIA SALUTE MENTALE…è IL CALDOOOOO! XD

CMQ HO NOTATO CHE PRATICAMENTE NESSUNO HA FATTO PREVISIONI SU Ciò CHE SAREBBE SUCCESSO IN QUESTO CAPPY E NESSUNO MI HA DETTO X KI TIFA! (A PARTE LA MIA ALE…MA NON CONTA XK LO SANNO TUTTI CHE LEI TIFEREBBE X ROB ANCHE SE FOSSE UN ASSASSINO XD)

SAPPIATE CHE NE SONO DELUSA…LA COSA VI SI RICONTORCERà CONTRO, CREDETEMI! U_U

OVVIAMENTE SCHERZO…O NO? XD

AHAHAHA MI PIACE FARE LA SADICAAAAAAAAAA! XD

ECCOVI IL CAPPY

UN BACIONEEEEEEEEEEEEEEEEE

ELE

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 20: Ribellione (Parte II)

 POV ROB

“Ok, Jack, sei sicuro che non passa nessuno a quest’ora?”, chiesi per l’ennesima volta guardandomi intorno sempre sul ‘chi va là’.

“Cazzo, sì, Rob certo che non ci passa nessuno! E poi ci sono io qui di vedetta!”, rise sguaiatamente.

Be’, in effetti con la sua stazza nessuno sarebbe riuscito a passare oltre.

Risi di gusto anche io e acconsentii. “Ok! Bene ragazzi mettiamoci all’opera…mi raccomando voglio qualcosa di ‘artistico’!!!”

Risero anche loro in risposta.

“Aahahaha! Certo Rob, contaci!!!! Per quella questo ed altro!”

Già.

Mi diressi a passo deciso e con sguardo sfrontato verso l’immenso muro di mattoni scuri che si ergeva dinnanzi a me.

Lo fissai con sfida e determinazione.

Impugnai forte la bomboletta, le nocche bianche e le dita che mi facevano male.

Poi tolsi velocemente il tappo, senza pensarci troppo, e premetti di modo che ne uscisse il colore.

Guardai sorpreso il piccolo schizzetto rosso e sorrisi. Poi mi spostai verso l’estremità della parete e scrissi finalmente a caratteri cubitali tutto quello che avrei da tempo voluto urlare al mondo.

Ci misi passione, violenza e precisione allo stesso tempo.

Anche lei l’avrebbe dovuto vedere e ne sarebbe dovuta rimanere…non lo so come ne sarebbe rimasta a dire il vero.

“Bravo, Rob, sembra che tu lo stia facendo con la bomboletta! Ci stai mettendo una passione…mamma mia, Rob non sarai ermafrodito???”, chiese ridendo Jack che si era girato per osservarmi.

Risi anche io insieme a tutti gli altri.

“Girati troglodita, o potrei mettermi a farlo con te! Non so se tu abbia più vitalità della bomboletta in effetti!”

“Ahahahah! Hai ragione, Rob!”, risero gli altri mentre Jack si rigirava ridacchiando.

Non appena lo ebbe fatto io finii per bene la mia opera e lasciai che gli altri scrivessero qualcosa tutto intorno ad evidenziare bene il concetto.

“Io dico che ne rimarrà sorpresa…”, rise Steve appoggiandomi la mano sulla spalla.

“E piacevolmente”, aggiunse Johnny.

“Oh, sì. Potete starne certi.”, risi a mia volta io. Sadico. Sadico come lo era stata lei. 

POV KRIS

 

Un colpo di tosse partì dall’altoparlante sopra la porta durante il brevissimo intervallo tra la penultima e l’ultima ora.

“Eeeeeeehm…attenzione, attenzione, ragazzi!”, gracchiò una voce inconfondibile.

“Siete pregati tutti quanti di recarvi dopo la fine delle lezioni nella parte posteriore del cortile per…Bri, dai piantala! …urgenze!”, disse con tono allegrissimo, felice e per tutto il tempo accompagnato dalle risatine di alcune oche che in quel momento si trovavano insieme a lui.

C’hai messo poco a distrarti, eh?

Be’, poco ma sicuro se si trattava di me.

Strinsi lo zaino che avevo in spalla con una mano e sospirai profondamente, prima di incamminarmi verso l’ultima lezione della giornata.

Cercavo di distrarmi il più possibile per quanto potessi.

Ma sapevo che le riflessioni, i sensi di colpa più forti dei precedenti sarebbero arrivati…e presto. Il tempo di scappare da scuola come qualsiasi persona sana di mente e avrei cominciato a stare male, a soffocare come un tempo. Ma stavolta diversamente perché stavo facendo del male sia a me stessa che alla persona a cui volevo bene…alla persona che infondo amavo.

Solo che Rob non lo sapeva…e non lo doveva sapere.

Era meglio per lui.

Si sarebbe risparmiato sofferenze, figuracce davanti a tutti e sdegno. Sdegno nei miei confronti.

Passai anche l’ultima lezione seria, prestando tantissima attenzione agli insegnanti e alle lezioni, neanche così interessanti.

Di tanto in tanto però si sentivano delle risatine…e nessuno poteva fare a meno di girarsi, per vedere da dove provenissero. Nemmeno io.

E ogni volta che lo facevo era una pugnalata che mi lacerava corpo e anima nel vedere quello sguardo su Rob, quello sguardo cattivo, malizioso, così represso per tanto tempo…e nonostante tutto felice. Una felicità che forse con me non aveva mai avuto…

Questa constatazione mi fece appannare gli occhi dalle lacrime. Avrei dovuto essere felice per lui, mi aveva lasciata lì da dov’ero venuta e si stava facendo una nuova vita, dei nuovi rapporti e delle nuove amicizie. Ne avrebbe sicuramente guadagnato e si vedeva.

E allora perché non lo ero? Perché non facevo altro che desiderare che quel sorriso così allegro lo rivolgesse a me e non a Britney? Perché?

Ancora una volta nella giornata dovetti chinarmi per prendere un fazzoletto, finsi di soffiarmi il naso mentre in realtà cercavo semplicemente di trattenere le lacrime.

Forza, Kris, d’altronde sei stata tu, mi dissi.

Quando l’ultima campanella della giornata suonò tutti si alzarono in piedi come spinti da una molla sulla sedia e Rob con lo zaino già in spalla si avvicinò immediatamente a Britney, le cinse la vita con un braccio e dopo avermi guardato con un sorrisetto per una frazione di secondo si rivolse a tutta la classe.

“Adesso per favore non andate a casa, ragazzi! Venite tutti sul retro del giardino…non ve ne pentirete!”, gridò per poi prendere Britney per mano e correre con lei verso l’uscita superando e spingendo tutti gli altri.

Chissà cos’hanno combinato…

Rimisi a posto le mie cose svogliatamente e uscii lentamente dalla classe seguendo le risatine eccitate e curiose di chi voleva davvero sapere cosa ci fosse di così straordinario sul retro del cortile.

Per quanto mi riguardava non volevo assolutamente saperlo ed avevo già in programma di tornarmene a casa in men che non si dica.

Purtroppo però pareva che tutti gli altri studenti della scuola non la pensassero come me e così mi ritrovai completamente bloccata e costretta a seguirli sul retro del cortile nonostante chiedessi inutilmente ‘permesso’.

Una volta arrivati tutti sembravano in fibrillazione.

Il muro del retro dell’edificio era ricoperto da un telo bianco enorme e tutta la squadra delle cheerleader in divisa se ne stava lì davanti ridendo come solo loro sapevano fare – cioè come oche.

Rob e i suoi nuovi amici avevano fatto le cose in grande dato che avevano pure un microfono con loro per farsi sentire da tutti.

Aspetta…adesso che guardavo meglio non c’erano proprio tutte le cheerleader: mancava il capitano, Claire.

Non l’avevo nemmeno vista con Tom…

“Hey, ragazzi vedo che siete davvero numerosi! Ci fa molto piacere…ebbene volete vedere cosa c’è dietro questo telo bianco, eh?”, chiese al microfono Rob ridacchiando.

“Siiiiii”, rispose il pubblico in coro come se fosse l’evento aspettato da tutto l’anno.

“Sicuri???”, chiese Britney accostandosi a Rob e prendendo il suo microfono.

“Siiiiiiiiiiiii”, risposero ancora tutti insieme.

“E allora giù, ragazzi!”, diede l’ordine Rob, ridendo come un matto, i suoi occhi facevano scintille.

Detto questo i ragazzi che tenevano il telo con una scala lo fecero scivolare giù, in modo che il muro di mattoncini rossi venisse scoperto.

NO.

Non ci potevo credere.

Non poteva essere vero.

Le cheerleader cominciarono ad esibirsi in una coreografia nuova di zecca e cantare come delle oche.

“La Stewart…è una puttana!”, urlò una parte di loro.

“Sì…lo sappiamo!”, rispose l’altra.

“E allora… che facciamo?”

“Mmm…Affanculo, la mandiamo!!!!!”

“Yeeeeeeeah!”, tutti insieme.

 “Stronza, stronza, stronza!”, un coretto stridulo si levò sempre da loro mentre tutti ormai mi adocchiavano e mi accerchiavano deridendomi.

Io però ero troppo concentrata a guardare il muro e le scritte.

‘STEWART PUTTANA’, questa era la scritta più grande, in rosso vivo con una calligrafia che avrei riconosciuto tra mille…la sua.

No, non poteva avermi fatto questo…no.

La scritta inoltre era attorniata da altre più piccole ma comunque visibili e dolorose. ‘Stronza. Stronza. Stronza. Stronza.”, in tutti i colori più diversi e immaginabili.

Era uscito davvero un murales splendido…se non fosse stato per le parole, le offese che lui mi stava facendo.

“Allora, Stewart, ti sta piacendo lo spettacolo? Oh, me lo auguro tantissimo, anche perché è la pura verità! Un applauso per favore!”, urlò Robert.

Il mio Robert.

Quello che mi consolava…quello che mi voleva bene…quello che però in quel momento mi stava insultando davanti a tutto il corpo studentesco, quello che mi stava insultando apertamente e che aveva addirittura scritto tutte le offese su un muro, aveva fatto organizzare un brevissimo spettacolo dalle cheerleader…per me. Tutto per offendere me.

Le lacrime uscirono da sole senza che riuscissi a fermarle.

“Permesso”, mormoravo a testa bassa tentando di scappare via da quella mandria di bufali.

“Ehi, Stewy, dove scappi? Dai, lo sai che ti vogliamo qui con noi!”, mi derise ancora una volta Rob.

Non mi aveva mai chiamata così…non mi aveva mai fatto sentire così…nulla.

Nulla.

Improvvisamente mi rivenne in mente quella parola che gli avevo ripetuto così tante volte il giorno prima, per salvarlo, salvarlo da qualcosa di cui sicuramente si sarebbe pentito…da qualcosa da cui sarebbe rimasto deluso: me.

“PUTTANA- PUTTANA- PUTTANA- PUTTANA!”, un coro rumorosissimo si levò da tutti gli studenti radunati lì.

Nessuno aveva pietà per me…nessuno.

Lui meno di tutti.

Li incitava a continuare a farmi del male…

Cominciai a spintonare tutti e correre via, nonostante moltissime mani cercassero di fermarmi.

Quando finalmente riuscii a superarli tutti ed arrivare in fondo, guardai Rob, le lacrime che scendevano inesorabili, di sofferenza, di dolore.

Volevo imprimergli nella mente quest’immagine.

Perché adesso tutto il pubblico, i suoi nuovi amichetti, Britney erano spariti. Tutti quanti.

C’eravamo solo noi due. E mi doveva affrontare anche lui…perché non sapeva che tutto quello che avevo detto io il giorno prima era una bugia…tutto una bugia…per lui.

Ci guardammo intensamente negli occhi.

Nei suoi riuscivo solo a leggere strafottenza, superiorità, soddisfazione nel vedermi in quello stato.

E allora lo guardai meglio, gli feci capire che aveva…in qualche modo mi aveva strappato da tutto, da lui. che mi aveva davvero delusa.

E solo per un attimo allora riuscii a leggere una scintilla di incertezza nei suoi occhi…sostituita però subito dopo da ancora più rabbia, spirito di ribellione.

“E ricordati di ieri!”, urlò infine, lasciandomi lì, vuota.

Mi girai in fretta e corsi via da tutti loro, da lui.

Caddi spesso, accecata dalle lacrime pungenti e dolorose che davano ancora più consapevolezza di quanto fatto da lui.

A quanto pare non era così meglio di Mike, allora.

Finalmente arrivai di fronte alla mia villetta a schiera, ormai senza fiato mi appoggiai ad un lampione e scivolai giù, sedendomi per terra con la testa tra le gambe.

Cominciai a singhiozzare forte, di rabbia di delusione…perché lui non capiva e infondo non poteva nemmeno sapere!

Era colpa mia…solo colpa mia…

Rovinavo l’esistenza di chi mi stava accanto e finivo per stare peggio di tutti. Sempre a soffrire, stare male.

Ma allora come può essere considerata bella la vita? Dov’è questa bellezza? Perché solo io non riesco ad essere qualcosa? Perché…

Improvvisamente mi ritrovai di fronte Cameron, mio fratello, sceso di corsa da casa vedendomi dalla finestra in quello stato.

Mi abbracciò forte, stringendomi a lui in una promessa di comprensione che mi aveva sempre dato, nel momento del bisogno.

“Chi ti ha fatto stare così?”, mi chiese rabbioso.

Io singhiozzavo ancora, non riuscivo a rispondere.

“Kris…dimmelo”, mi ordinò ancora accarezzandomi la schiena.

“I-io…n-non…”, e ricominciai a piangere.

“Shh…quando vuoi io ci sono. Adesso torniamo a casa”, mi sussurrò piano.

Mi prese in braccio e si chinò per prendere lo zaino che mi era caduto sedendomi per terra.

Forse qualcuno stava davvero dalla mia parte…ma non bastava, non se nemmeno io ero convinta e felice di me stessa.

 

POV ROB

 

Ero soddisfatto. Dannatamente soddisfatto del risultato ottenuto, dalla sofferenza, dall’umiliazione che avevo visto nei suoi occhi.

Solo per un attimo mi aveva fatto pena…solo per un attimo, il tempo per ricordami il vero motivo per cui stavo facendo tutto questo ed essere ancora più…felice. Sì, felice che anche lei capisse un po’ quello che mi stava facendo passare.

Adesso nessuno, nessuno sarebbe più stato con lei.

Sola.

Sola come un cane.

Una vocina nella mia testa stava tentando di farmi capire che il mio comportamento era infantile e soprattutto cattivo nei suoi confronti.

Ma col cazzo!

Lei era cattiva…era lei che mi considerava così poco.

Non io.

Decisi di non pensarci più e urlai nuovamente al microfono: “Allora, ragazzi, vi è piaciuto lo spettacolo??? Peccato che la nostra troietta se ne sia scappata così di fretta…dite che forse un qualche motivo ce l’avrà avuto?”, risi sadico.

Britney intanto mi faceva un occhiolino.

Era più che felice della mia idea ed aveva proposto lei questo balletto con le cheerleader…l’aveva proposto anche al loro capitano, Claire, ma lei ovviamente aveva rifiutato essendo una grande amica di quella.

E anzi era davvero incazzata per quello che avevo intenzione di fare…e che avevo fatto.

Chissà poi che predica mi avrebbero fatto lei e Tom…manco fossero i miei genitori.

La folla nel frattempo ululava tanto era stato il divertimento. A umiliare qualcuno c’è sempre gente che si diverte, si sa.

Britney mi prese il microfono di mano e urlò a sua volta.

“Bene ragazzi, ora direi che possiamo andare a casa! Abbiamo avuto già il nostro divertimento, no? Direi proprio di sì! Perciò a domani! E grazie di essere stati con noi! Aaah, già che ci sono colgo l’occasione di ricordarvi che il 20 maggio tutti quelli del terzo anno come noi sono invitati a Santa Monica per un weekend di solo mare, sballo e feste. Ma ovviamente il lunedì tutti a scuola, sia chiaro! Soggiorneremo in alcuni appartamenti a villetta presi in affitto grazie a numerosi fondi che siamo riusciti a ricavare…per un po’ di svago questo ed altro! Ovviamente non tutti saranno invitati…è una cosa abbastanza esclusiva, capitemi! Comunque aspettiamo vostre notizie! A domani!”, li saluto mandando un bacio.

Quando tutti se ne furono andati tra urletti, gridolini e mormorii per la notizia data io e Britney partimmo in auto verso casa sua.

Dopo un po’ di tragitto in silenzio le chiesi: “Ehi, che sta storia di Santa Monica?”

“Praticamente abbiamo organizzato lì un weekend – da subito dopo scuola a domenica pomeriggio – per molti dei ragazzi di terza…solo i più fighi ovviamente, e tu sei invitato.”, mi sorrise raggiante.

“Wow, vacanze anticipate senza nessun genitore a scassare le balle!”, esclamai io.

“Esattamente!”

A quel punto eravamo arrivati a casa sua perciò dopo un bacio sulla guancia la lasciai scendere e mi diressi nuovamente verso casa…sempre più soddisfatto.

Ma per Kristen era solo iniziata la tortura…e non s’immaginava neppure quando e se sarebbe arrivata la fine.

        

I SONDAGGI NON LI METTO Più XK MI AVETE FATTO ARRABBIARE! U_U

(IN QUESTO PERIODO VADO MATTA X U_U XCIò ANCHE QUANDO NON C’ENTRA UN FICO SECCO CON LA FRASE CHE HO SCRITTO NON PREOCCUPATEVI…è IL CALDO CHE DA’ ALLA TESTA! XD)

RECENSITE MIRACCOMANDOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

SENNò A SANTA MONICA VEDRETE QUEL CHE SUCCEDE…

ODDIO MI FATE SENTIRE UNA DEPREVATA CRUDELE! PEGGIO DI BELLA QUANDO TENTA DI SEDURRE EDWARD…OK, LA MIA MENTE ARRIVA SEMPRE Lì, NON POSSO FARCI NIENTE! XD

UN BACIONEEEEE

ELE

(GRAZIE A REDTWISASA E PICCOLA STEPH X LE RECENSIONI! VI VOGLIO TANTO BENE PATATE MIEEEE! MORSETTI! *,..,*)

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Capitolo 21
*** Scintilla ***


 
EHILààààààààà! MA BUONGIORNOO!!!! LO SO, NON DOVREI ESSERE COSì PIMPANTE VISTO CHE MI VORRESTE SCANNARE MA...SONO FATTA COSì!XD
CAPITOLO TROPPO CORTINO, LO SO, MA SPERO DI PIACCIA CMQ!
UN BACIONE CON LA GRANITAAAAAAAAAAA(ci vuole eccome con sto caldo!!!!)
RECENSITEEEEEEEEEEEEEE
UN BACIONE
ELE 

YOUNG CRAZY LOVE

 

Capitolo 21: Scintilla
 
POV ROB
 
“Ehi, ehi, signor Pattinson, cos’è tutta questa fretta? Paura di incontrare qualcuno?”, chiese Tom alle mie spalle con aria sarcastica.
Roteai gli occhi. Se ieri lui e la sua cara fidanzatina non erano riusciti a fermarmi per parlare civilmente, non si poteva dire la stessa cosa di oggi.
Quando li avevo visti vicini ad osservare minuziosamente il cortile in attesa del mio arrivo avevo cercato di dileguarmi e mimetizzarmi tra le pareti.
Ma a quanto pare niente da fare.
Mi girai con calma.
“No, nessuna paura.”, risposi lento.
Claire, rimasta indietro di qualche passo, avanzò e puntò i suoi occhi marroni nei miei con aria severa e truce allo stesso tempo.
“Ma ciao, Rob. Come te la passi?”, chiese dura.
“Mmm…meglio di due giorni fa sicuramente.”, dissi con un mezzo sorriso provocatore.
Lei fece una smorfia e continuò: “Ti sembra di esserti comportato bene?”
“Mah…io dico di sì, secondo i miei parametri.”
Adesso era Tom quello più incavolato. “E sai noi cosa ne facciamo dei tuoi parametri? Hai idea di quello che lei hai fatto?”, chiese assottigliando gli occhi.
Feci un passo avanti, sfrontato.
“Hai idea di quello che lei ha fatto a me?”
Lui alzò gli occhi al cielo.
“No, tu non ce l’hai un’idea, neanche minima, di come mi sento e di come mi sono sentito. Posso sembrare un duro, uno che se ne infischia di tutto e di tutti per quello che ho fatto, è vero, ma nonostante questo ciò che Kristen mi ha lasciato dentro mi fa stare malissimo. Non ci sono parole abbastanza forti per esprimere il dolore che ho dentro. La delusione che mi ha causato…ricordo ogni parola che mi ha detto quel giorno, sai? Le ricordo tutte come pugnalate al cuore fatte apposta per distruggermi, distruggere me e ogni cosa avevo creato. Ma immagino che non te ne possa fregare nulla…d’altronde è solo la povera puttanella che soffre, no?”, chiesi duro.
“Non la chiamare così!”, esclamò Tom quasi fuori di sé avvicinandosi minacciosamente.
“Stai calmo, Tom”, gli sussurrò Claire nell’orecchio, ma era tesa, non voleva che nessun’altro la vedesse in quell’atteggiamento intimo con lui.
“Ah. Non gliel’hai ancora detto al tuo bel fidanzatino che lo tradisci dalla mattina alla sera, Clairuccia?”, chiesi strafottente.
Volevano tanto stare dalla parte di Claire???
Bene, e allora ecco a loro le conseguenze!
Claire mi fucilò con uno sguardo. Apparentemente quello era un discorso ‘tabù’.
“Deduco sia un no…”, sussurrai a testa bassa.
Sapevo che Tom ci stava male. Avrebbe voluto che Claire una volta per tutte scegliesse uno dei due e che si decidesse a dire al suo ‘apparente’ fidanzato che preferiva lui.
E io non volevo farlo stare male…era l’unico che in fondo mi capiva. Però non mi stava nemmeno appoggiando. O semplicemente non gli avevo dato tempo ed ero partito subito con l’azione sbagliata.
La vendetta.
Amara.
Cruda.
Veritiera.
Ma Kristen non era una puttana…tante cose avrei potuto dire di lei, ma non questa.
Stronza sì, sicuramente, ma non puttana.
“Non ancora”, rispose Tom rigido guardando un punto indistinto del cortile.
Claire allora, per consolarlo, lo abbracciò fregandosene di tutti i presenti che, tra l’altro, non la fissavano neppure.
Quel gesto mi fece inaspettatamente male. Così tanto che mi girai di spalle per non poterli vedere. Brutto segno, non credevo di essere ancora così debole.
Feci un ultimo sospiro e sperando che non si stessero ancora scambiando effusioni mi girai.
“Ragazzi…io non vi prometto niente. Cercherò di ignorarla ma non sono sicuro che la cosa possa farla stare bene.”, dissi risoluto.
“Nemmeno io”, rispose atona Claire.
Da quella frase calò un imbarazzante silenzio che nessuno osò riempire.
Loro due erano chiaramente contro me e le mie idee mentre invece io ne ero fin troppo convinto. Stavo perdendo pure due amici.
Grazie, Stewart, eh!
“Adesso io vado…credo che Britney mi stia aspettando”, sussurrai con voce roca dovuta al lungo silenzio.
Tom alzò un sopracciglio.
“Cos’è, state già insieme?”, chiese.
Mi sentii parecchio punto dalla sua osservazione. Lui che stava con una ragazza ‘tecnicamente’ già impegnata non doveva avere problemi, e io non potevo scegliere che fare della mia vita?
“Non ancora”, risposi semplicemente.
Claire socchiuse gli occhi per l’ennesima volta. Se avesse continuato così le sarebbe venuto un tic, ne ero certo!
“E immagino che lo vorrai far sapere a Kristen quando succederà”, sussurrò sadica.
Ma come faceva Tom a sopportarla anche in certe occasioni come questa?
“Non. Mi. Importa.”, dissi un’ ultima volta prima di girarmi e allontanarmi da loro.
 
POV KRIS
 
Caro Rob…
Come stai?
Spero bene…anzi, lo credo proprio visto quanto sembra tu ti stia divertendo da una settimana a questa parte circa…
Sai, rimpiango spesso i momenti che trascorrevamo insieme (cioè quasi sempre, ammettiamolo); ma sono felice.
Sì, felice. Perché finalmente ti vedo allegro, sempre con il sorriso stampato in faccia, anche se non per i motivi che desidererei io.
Ci sono domande che vorrei porti in ogni istante della giornata, ma mi vergogno persino di farmi vedere da te.
Lo so, tecnicamente mi dovrei vergognare di farmi vedere da ogni studente della scuola visto che ne sono diventata lo zimbello…a causa tua. Ci sono rimasta veramente male quando hai mostrato a tutti quel murales…e ogni volta che ci passo davanti nella mia mente scorrono tutti i momenti passati insieme e non faccio altro che rendermi conto di quanto ho perso…di chi ho perso. Te.
Mi sento sempre così stupida, così egoista nel capire che le mie parole non hanno fatto altro che causarti dolore…ma se sapessi le mie motivazioni, Rob! Non diresti e non ti comporteresti così! Te l’assicuro…Se sapessi cosa ti ho risparmiato nel lasciarti, ferirti, forse deluderti. Ti ho risparmiato molte più sofferenze, umiliazione, noia…qualsiasi cosa negativa.
Rob, anche io ti amo. Ti voglio bene e ormai non so più se tu ne vuoi a me. Ogni volta che ti vedo con Britney il mio cuore pulsa di dolore. Cos’è lei per te? Lo strumento per dimenticarti di me? Un passatempo? State già insieme?
Te l’ho detto, le domande che vorrei farti sono anche troppe.
Ho parlato con Claire. Mi ha detto che per come ti comporti non dovrei più amarti, anzi odiarti. Ma come posso, Rob?
Come posso odiare te? Come posso odiare il ragazzo che è riuscito a farmi dimenticare il passato, a farmi tornare il sorriso, a sciogliere la maschera che portavo sempre, a farmi battere una seconda volta il cuore, più forte della prima…?
So che nonostante tu mi tratti in questo modo, hai scritto quelle cose su di me e ti comporti in pubblico, dietro la facciata dello “strafigo” rimarrai sempre il mio Rob. Ironico, dolce, timido…il mio adorato Rob.
So anche che questa mail tu non la leggerai mai, ma non m’importa. L’accantonerò appena terminata nel cestino della posta elettronica e da lì non verrà più smossa, ma…non m’importa.
Ti amo, Rob, e spero che questo sentimento non svanisca in fretta, nonostante a volte vederti così mi causi un dolore a cui  penso sarebbe inferiore la morte. Ma non riuscirei a sopportare di non cogliere quelle scintille nei tuoi occhi azzurri, vederti ridere, scherzare, imbarazzarti…ti amo, Robert. E nonostante tutto mi dispiace.  Non sai quanto.
Scusa dal profondo del cuore.
Tua Kristen.
 
Le note finali di ‘I Don’t Wanna Miss A Thing’ ancora mi invadevano completamente quando finii di battere i pulsanti sulla tastiera.
Le lacrime scendevano inesorabili…quella canzone era così vera…eppure così lontana dalla realtà in cui mi trovavo in quel momento.
Passai ancora una volta il fazzoletto sugli occhi poi fissai attentamente la sagoma della mia mail.
Stavo per cancellarla, ero vicinissima dal farlo quando però una scintilla d’un tratto mi convinse a salvarla tra le bozze.
Una scelta avventata, senza senso, ma chissà…quella scintilla mi aveva ricordato tanto Rob…i suoi occhi…e le sue luminose scintille di speranza.
SNIFF...SNIFF...PIANGO ANCHE IO ADESSO...
VE L'AVEVO DETTO CHE ERA TROPPO CORTOOOOOOOOO
SPERO VI SIA PIACIUTO CMQ!!!!!
PRIMA DI MANDARVI I SOLITI BACINI E GELATI VORREI DIRE UNA COSA...
COME ME IN QUEL MOMENTO, KRISTEN MENTRE SCRIVEVA LA MAIL ASCOLTAVA I DON'T WANNA MISS A THING DI AEROSMITH, UNA CANZONE ASSOLUTAMENTE STUPENDA DIVENTATA UNA DELLE MIE PREFERITE. GUARDATE LA TRADUZIONE E FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE...
SCRIVERE QUESTO POV KRIS QUESTA VOLTA X ME è STATO PARECCHIO PERSONALE, XCHè QUELLA LETTERA IO L'AVREI DEDICATA UN PO' A COLUI CHE MI HA FATTO ASCOLTARE I DON'T WANNA MISS A THING X LA PRIMA VOLTA TRA L'ALTRO...TI VOGLIO BENE, BIKO...
LO SO A NESSUNO NE FREGHERà NIENTE DI QUESTA COSA MA X ME ERA IMPORTANTE SCRIVERLO COSì CHE SAPPIATE CHE OGNI VOLTA CHE SCRIVO QUALCOSA IO CI METTO ANIMA E CORPO, TUTTA ME STESSA E QUINDI TUTTI I MIEI SENTIMENTI, COME L'AMORE.
SPERO DAVVERO CHE VI SIA PIACIUTA E SE VOLETE ASCOLTARE LA CANZONE QUESTO è IL LINK CON ANCHE LA TRADUZIONE: http://www.youtube.com/watch?v=9fOtvZSGmXE
E ADESSO PERò...RECENSITEEEEEEEEEE 
UN BACIONE
ELE
 
 
RISPOSTE ALLE RECENSIONI:
 
Annabella95: Ahahah! Lo so che Kris è particolare…come me! XD Mi prendo tutto il merito dei miei bimbi belli! XD
Ciaoooooo Anna!!! Che bello, abbiamo una Team Rob!!!! Io per una volta starò nella Svizzera! U_U Spero che questo capitolo ti sia piaciuto…chissà magari avrai dei nuovi ripensamenti!
Adesso dammi pure della sadica, me lo merito! Faccio soffrire un povero distributore indifeso! XD
Un bacione Anna!!! Recensisci!!! Grazie di tutto!
 
Alice06: Uaaaaaaaa!! Una nuova recensitriceee! Miracolo! Alleluia delle lampadine giapponesi!!! No dai, scherzo! Mi fa piacerissimo che la storia ti piaccia! Lo so, Rob sta diventando un po’ stronzetto…ma cosa pretendi dall’influenza di Britney?? Quella è peggio dell’influenza suina! XD
Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo e dei pensierini dei miei piccoli cretinetti (perché in effetti lo sono…non raccontiamoci storie! XD)!
Un bacionee! Ciaooo
Ele
 
Elly4ever: Ciaooooooooooooooooo!!!! Dio, me gongolante al 200%! Continua così e mi dovrete risarcire la tastiera del pc x colpa dell’eccessiva bava! XD
Non sai quanto sono felice del fatto che leggi la mia storia! Ogni nuova vittima è sempre benvenuta nella tela del ragno…che sarei io! XD
Anche io amo Rob…lo amo infinitamente…lo venero, lo sbaciucchio, lo slinguazzo per benino…si vede che lo adoro? Be’, però anche io in momenti come questo (prodotti dalla mia testolina in tutto e per tutto!) una padellata in testa gli farebbe bene per risvegliare il cricetino un po’ troppo assopito per i miei gusti! XD
Ah ma mica si vede che adori la Kris, eh! Appena ho letto i tuoi commenti ho capito tutta la storia: sei una fan di quella cretina (con tutto il rispetto ovviamente) di Miley Cyrus! XD
Guarda…sai che hai quasi ragione?…ci hai quasi azzeccato con la faccenda del mettersi in ginocchio…ma non scrivo più niente se no qua finisco male! XD
Continua a leggere (E RECENSIREEEEEE! XD) se vuoi vedere la fine di Britney! XD
Uh…mi sa che sto andando per le lunghe con sta risposta…XD la pianto che poi mi denunci per tentato omicidio! XD
Un bacioneeeeeeee! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! ^^
 
RedTwiSasa: La mia Patataaaaaaaaaaa! No, ti prego io sono innocente…prenditela con la mia testa, decapitami, ma non avercela con me, ti pregoooo! Occhioni dolci alla Rob Pttz in funzione: non mi puoi dire di nooooo!
E un’altra Team Kris! Per adesso siamo 5 a 2 per Kris! (Io valgo doppio XD) Chi vincerà? Lo scoprirete nella prossima puntata! O forse la prossima ancora…XD
Oooooh, Santa Monica, Dio che bel posticino…non mi dire che la Ele fa succedere qualcosa di brutto brutto però! Eh, no la ele non lo farebbe mai…o sì?
Ti lascio il beneficio del dubbio mia cara!
Ti voglio beneeeeee
Ele
 
Piccola Steph: Ahia, ahia…se anche questa non è dalla parte di Rob mi sa che ho esagerato un tantino…
Ehi…ciao Ale! Perché non metti giù quelle bamboline woo doo? Lo sai che mi fanno paura…? Potresti farti male!!!! Pietàààààààà!
Occhei adesso ti affronto.
Come ho già ripetuto la colpa è della mia testa! Non mia…(se certo come no…Coscienza maledetta!!!!! XD)
In questo c’è poca Britney, sii felice e vai in pace!!! XD
Recensisci e fammi sapere…nel prossimo partiamo con Santa Monica tesoro…spero di non fare la fine di James…incrociamo i caniniiii!
Un bacione
ele

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Capitolo 22
*** Risolvere a parole ***


ED ECCOMI QUI CON IL MIO SOLITO AGGIORNAMENTO! NON SEMPRE MOLTO GRADITO DAI Più SANI DI MENTE TRA DI VOI, MA…SIAMO IN UN PAESE DEMOCRATICO E POSSO FARE Ciò CHE VOGLIO! U_U (BE’, NON VIOLENTARE ROB PTTZ IN PUBBLICO…MA SE ANCHE FACESSI UN STRAPPETTO ALLA LEGGE IN QUESTO CASO NON PENSO MI MANDEREBBERO IN GALERA…O FORSE Sì…XD)
QUESTO CAPITOLUCCIO SARà ABBASTANZA LUNGHINO E RIFLESSIVO! MI AUGURO AIUTERà A CAPIRE CERTE COSE CHE NON ERANO PROPRIO CHIARISSIME NEI PRECEDENTI.
RECENSITE MI RACCOMANDO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
UN BACIONE,
ELE

YOUNG CRAZY LOVE

 
Capitolo 22: Risolvere a parole
 
POV KRIS
 
“Adesso basta!”. L’urlo di mio padre risuonò violentemente in tutta la cucina.
Il suo pugno sbattuto con forza sul tavolo mi fece temere che fosse arrivato il peggio. Tante volte in questa decina di giorni l’avevo sfiorato con il mio comportamento…ma adesso era arrivato. Chiusi gli occhi sicura che una sfuriata, un’offesa sarebbe presto arrivata.
“Kristen, io, tua madre e tuo fratello non ne possiamo più del tuo comportamento! Non mangi, non bevi, non fai niente! Vuoi diventare anoressica? Non vuoi farci sprecare soldi per comprati del cibo? Be’, sappi che di denaro ne abbiamo a sufficienza, puoi degnarti di mangiare un po’!
“Noi non ti capiamo, Kristen! Sembrava che avessi superato il periodo di crisi, stavi tornando ad essere felice e sorridente, uscivi in giro, ti divertivi! Dov’è è andato a finire quel Robert? L’hai fatto esasperare tanto che ti ha lasciata sola anche lui?!?!?!?”
Quelle parole, pronunciate da mio padre, assunsero una piega ancora più dolorosa. Perché lui mi voleva bene e se queste cose le diceva proprio lui…significava che erano vere…eccome.
“Probabilmente sì…”, risposi in un sussurro prima di alzarmi da tavola e dal mio piatto di pasta che non avevo nemmeno toccato.
Già da un po’ non facevo altro che non mangiare nulla o se di tanto in tanto capitava che mettessi qualcosa sotto i denti poi lo rigettavo in camera mia…talmente era lo schifo che provavo per me e la vita in cui mi ritrovavo ad avere a che fare ogni giorno.
Con le lacrime agli occhi davanti ai miei familiari stavo per mettermi a correre verso le scale e quindi la mia camera, ma una presa ferrea al polso mi fermò.
“NON PUOI SEMPRE SCAPPARE, KRISTEN! NON C’è SEMPRE UN POSTO IN CUI PUOI RIFUGIARTI IN OGNI MOMENTO! RIMANI QUA E AFFRONTA LE SITUAZIONI! CAPITO?!”, mi urlò contro mio padre strattonandomi con forza.
Non risposi, semplicemente le lacrime continuavano a scorrere.
“RISPONDIMI!”, tuonò di nuovo stringendo la presa.
Mio padre era sempre stato un tipo…energico. Non violento, ma era fermamente convinto che usare qualche ‘sberla’ di tanto in tanto con i figli male non facesse. Sin da piccoli io e Cameron eravamo stati abituati a non fiatare in situazioni come queste e aspettare semplicemente che l’ira di nostro padre si calmasse, sotto i continui richiami della mamma.
Anche lei non faceva nulla per fermare i suoi scatti nervosi, aveva paura che le cose potessero peggiorare e sfociare in una violenza fisica, più che verbale.
Nonostante questo lato del suo carattere molto irascibile, non dubitavo affatto che ci fossero parecchie persone come lui, sempre pronti a urlare o a sgridare – forse nel modo giusto – i propri figli.
“Sì…”, sussurrai flebilmente.
“E allora siediti!”, esclamò spingendomi verso la mia sedia.
“Come puoi ridurti sempre in questo stato?! Non pensi a me e tua madre? A quello a cui dobbiamo assistere ogni giorno vedendo che non parli, non mangi…? Pensavamo davvero che quella situazione si fosse risolta, ti abbiamo proposto tante volte di andare da uno psicologo, psichiatra, psicoterapeuta o come si chiama quello lì! E tu sempre ‘no…non ce n’è bisogno’ oppure ‘no, non ne ho voglia’! Basta, signorina ‘so-tutto-io’, d’ora in avanti seguirai sempre quello che ti diremo io e tua madre senza fare storie!”, urlò.
“Come se già non lo facessi…”, sibilai con gli occhi ridotti a fessure.
“NO! No che non lo fai! Altrimenti non saresti in questo stato! Guardati! Anzi meglio di no, non ti si può proprio guardare…Kristen non sei più una bambina adesso, devi capire che i problemi sul cibo li devi lasciare alle anoressiche e per risolvere i problemi devi usare le parole!”
Mio padre era un uomo davvero a vecchio stampo. Era rimasto al punto che qualsiasi cosa si potesse risolvere ‘parlandone civilmente’. Sì, certo buonanotte.
Ma la cosa che più mi faceva male era che loro non ne sapevano niente dei miei problemi, delle mie paure, delle mie incertezze…Cameron gli aveva accennato della faccenda del murales, ma a quanto pareva non c’avevano dato importanza.
Lui invece sì.
In quanto maggiorenne si era recato dal preside della mia scuola e aveva chiesto spiegazioni riguardo al semplice fatto che lui non si fosse nemmeno lamentato delle scritte su una parete pubblica. Il problema, secondo mio fratello, non erano state tanto le parole schifose che avevano usato per definirmi, quanto al fatto che il preside notando il fatto che un murales del genere fosse stato fatto dal suo ‘branco’ di fighetti e prediletti non aveva detto una parola.
Lasciando il muro così com’era diventato per due giorni, finché Cameron non era appunto venuto a lamentarsi.
Il preside allora fu costretto a chiamare gli artefici…anche lui ovviamente aveva sentito tutto il ‘gran bel discorso’ fatto da Robert quel martedì pomeriggio e non poteva assolutamente far finta di non sapere di chi fosse stata l’idea.
Convocò Robert, Britney e altri ragazzi soliti a fare cavolate come quelle.
Rob però, in un enorme gesto cavalleresco, si prese tutta la colpa e si prese carico di ogni responsabilità riguardanti il fatto. Fu sospeso per soli cinque giorni di scuola durante i quali la mia situazione peggiorò ancora in quanto diventai non solo la ‘puttanella stronza sfigata’ ma anche ‘colei che aveva fatto sospendere il loro nuovo mito’.
E certo. Adesso era lui l’eroe.
Cameron però il primo giorno di sospensione per Rob decise di venirmi a prendere a scuola con la sua macchina. Giusto per vedere come stava la situazione.
Non l’avesse mai fatto.
Una volta visto – e sentito – come si era evoluta la vicenda si era incavolato ancora di più e non sapevo cosa avrebbe combinato per ‘vendicarsi’. Sapevo solo che l’avrebbe fatto direttamente con Rob.
Quando glielo avevo presentato inizialmente era un po’ sospettoso. Nonostante fosse solo un amico – o almeno per me –, non era ancora pienamente convinto che non potesse trattarmi, alla fine, come aveva fatto Mike.
Poi però, man mano che aveva passato tempo con lui si era accorto di quanto fosse simpatico…davvero un bravo – e bel – ragazzo. Avevano fatto amicizia. Alcuni giorni, nel tardo pomeriggio, lui veniva a casa nostra per giocare con lui alla playstation. Era divertente vederli scatenarsi per così poco. Sembravano davvero dei bambini. Smaniosi di vincere e allo stesso tempo teneri.
Gli fu difficilissimo credere che lo stesso ragazzo a cui stavo tanto a cuore avesse potuto scrivere delle cose del genere su di me. Sul muro. Pubblico. Della scuola.
La mia reazione completamente sconvolta però, dopo l’iniziale incertezza, gli fece capire che non mentivo affatto.
Non sapevo se gli avesse parlato…probabilmente non se la sentiva.
Da una parte avrebbe voluto – e soprattutto dovuto, intendiamoci – difendere me, sua sorella, ma dall’altra si doveva mettere contro ad un amico…
A parte quella sua reazione però il nulla. Mamma e papà avevano deciso di chiudere gli occhi, per l’ennesima volta, nel tentare di non vedere, far finta di non capire cosa mi stesse succedendo. Come mai mi stessi deprimendo…non mangiassi più, non vivessi più…come se il mio fosse stato un semplice capriccio.
Non me la prendevo affatto con i miei genitori per questa ‘mancanza’ anche perché sapevo che non era colpa loro, ma della società in cui viviamo.
D’altronde, se ragazzi come Britney, i suoi amici e adesso anche Rob, si comportano in quel modo un motivo ci sarà. Oppure, più che un motivo, un qualcuno da cui hanno visto fare una cosa del genere ci sarà. Che sia in televisione, al computer, o a casa propria è uguale. Alla fine è la società di adulti a dare questi esempi alla fine, facendo finta, appunto di non ‘vedere’.
A questo punto ci si potrebbe chiedere come mai non sia io ad aprire gli occhi ai miei genitori, far loro luce sui miei problemi e sulle mie paure…incertezza, dubbio, ancora paura. Sono queste le cause. I miei genitori viaggiavano molto, mio padre essendo manager e produttore televisivo e mia madre invece come sceneggiatrice.
Sapevo che avevano i loro problemi. Con il lavoro, con la casa…con tutto. Non volevo creargliene altri, anche se questo significava la mia sofferenza.
“E allora userò le parole, papà…ma non puoi pretendere che sia tutto rose e fiori, perciò se non riesco o non ho voglia di mangiare non lo farò”, detto questo scappai letteralmente in camera mia correndo per le scale nonostante sentissi la voce di mio padre che da sotto, ancora furioso, mi chiamava.
Stavo creando problemi a tutti, di nuovo.
Ma se solo si fossero degnati di prestare più attenzione, andare ai ricevimenti con i professori per avere qualche informazione in più sul mio stato d’animo…e non aspettare sempre che fossero altri a parlargliene.
Una volta varcata la porta della mia camera la sbattei violentemente, chiudendola a chiave.
Poi ci scivolai sopra, di schiena, finendo col sedermi per terra, raggomitolata dietro la porta a piangere.
Dopo poco, mentre i miei singhiozzi si susseguivano, sentii qualcuno bussare alla porta in modo rabbioso.
Era sicuramente mio padre.
“Signorina Stewart, vorrei informarla che è stata invitata ad un soggiorno a Santa Monica di tre giorni per questo weekend dai genitori di Britney Bennett, nostri carissimi amici. Loro che hanno una figlia modello, hanno pensato di organizzare qualcosa per farla svagare un po’ insieme ai suoi amici visto che siamo quasi alla fine dell’anno, e, pensa un po’, hanno voluto invitarti! Ovviamente abbiamo risposto di sì…sicuri che nel consultarti avremmo avuto una risposta affermativa! Vedi di preparare le valigie!”, la sua voce era dura e tagliente.
No.
No.
No. No, no, no, no.
Tutto ma non andare a Santa Monica, assistere alle sceneggiate di Rob, il suo divertirsi con Britney e gli altri…lasciandomi lì, sola.
A scuola non si faceva che parlar d’altro…era una cosa esclusiva…per tutti quelli più popolari.
Sapevo benissimo che mio padre mi voleva bene, in quanto sua figlia, ma quando usava un tono del genere, arrabbiato e frustrato, mi sarebbe tanto piaciuto dargli un pugno in faccia.
Dopo quell’ennesima sfuriata, il silenzio.
Non sarei uscita da quella stanza tanto presto, speravo l’avessero capito.
Almeno quello…
Mi alzai da terra dopo un bel po’, ancora tutta indolenzita e con il volto rigato dalle lacrime.
Mi misi il pigiama velocemente stando attenta a non passare davanti allo specchio. Sapevo già che il mio stato fosse pietoso e non ne volevo un’ulteriore conferma.
Scivolai lentamente nelle coperte.
Eravamo a fine maggio, e in effetti non faceva affatto freddo…per le persone normali. Ma io avevo capito già da un pezzo di non esserlo, perciò mi raggomitolai nel letto caldo – anche troppo – tentando di trovare un sollievo o un qualche appiglio a cui aggrapparmi mentre da fuori la porta sentivo la voce di Cameron urlare: “Sto uscendo! Non aspettatemi svegli!”
 
 
POV ROB
 
Tunz-tunz. Tunz-tunz.
Ormai questo ritmo da musica house mi rimbombava nelle orecchie.
Io detestavo la musica house.
Così ripetitiva…e schifosamente noiosa.
Non riuscivo affatto a capire come così tanti ragazzi però riuscissero a divertirsi e scatenarsi anche solo ascoltandone un pochino.
Bah.
I gusti sono gusti…
“Bene, bene ragazzi, adesso che siamo tutti belli brilli e scatenati direi che possiamo fare un bel brindisi!”, esclamò il dj dopo aver abbassato il volume della musica che adesso non copriva più la sua voce.
“Secondo quello che mi hanno detto la nostra amata Britney, Catherine, Christopher, Sam, Jack e gli altri ‘fighettoni assurdi’ della terza superiore a cui è dedicata questa serata, il nostro brindisi va’ a…Robert Pattinson! Quello che ha salvato dalla sospensione un sacco di ragazzi, a quanto si dice, prendendosi tutta la colpa! Un applauso per il nostro ‘eroe’! Rob, sali sul palco con noi!”, esclamò senza mettere nemmeno un briciolo di suspense.
Mi auguravo lo pagassero poco.
Attraversando un boato di applausi e urletti di ragazzine più piccole raggiunsi il palco dove le cubiste facevano mostra dei loro ‘adorabili’ costumini rosa confetto.
“Sei stato bravissimo, tesoro”, sussurrò una dandomi un buffetto sulla guancia.
Oddio.
Passandomi nervosamente una mano tra i capelli mi avvicinai al dj e presi in mano il microfono che lui mi stava cedendo.
Pure il discorso dovevo fare! E se la colpa fosse davvero mia? Cosa che, in fondo, era?
Com’è complicato il mondo, al giorno d’oggi…
“Eeeehm…ciao a tutti.”
Perfetto splendido inizio.
“Vorrei ringraziare le persone con cui sono qui oggi. Britney, Jack, Sam, Chris e tutti gli altri! Quella cavolata fatta a scuola è stata davvero colpa mia perciò non mi pento della scelta che ho fatto…e poi, per gli amici questo ed altro!”, terminai il mio discorso. Puramente falso.
Non sapevo più distinguere gli amici…anzi, non sapevo più se ormai me ne fossero rimasti.
Anche mentre scesi dal palco venni assalito da quegli applausi essendo ‘l’eroe’, ‘il salvatore’. Chi più ne ha più ne metta.
Mi avvicinai a Britney che se ne stava lì sorridendo come un’ebete. Non appena fui a due passi da lei mi si buttò tra le braccia provocando maggior scalpore tra la folla di ubriachi. Manco sapevano chi fossimo – o almeno, non sapevano chi fossi io – e subito mi davano del re?
“Britney”, sussurrai al suo orecchio a mo’ di rimprovero.
“Oh, Rob se non ci fossi stato tu a quest’ora i miei non mi avrebbero lasciato fare la festa a Santa Monica di questo weekend, oppure il preside mi avrebbe tolto dalle cheerleader! Se il mio tesoro!”, urlacchiò al mio orecchio con il risultato di farsi sentire da tutti e spaccarmi i timpani già indolenziti.
“Prego…adesso però andiamo?”, mormorai in modo che non ci sentissero gli altri.
Fece un risolino acuto e poi urlò a gran voce: “Al mio Rob non piace stare sotto i riflettori! Noi torniamo a casa ragazzi, alla prossima!”, e mimò un bacio col soffio.
Perfetto.
La presi per un polso e la trascinai con forza verso l’uscita principale. Nel caso prima non ne fossi pienamente sicuro adesso non avevo più dubbi: era ubriaca fradicia.
Spintonando i ragazzi che non si decidevano a lasciarmi spazio arrivai alla meta. Ma non appena mi preparavo per respirare di nuovo un po’ di aria fresca e sostituire quel dannatissimo bordello con un po’ di sano traffico, una mano si appoggiò saldamente alla mia spalla, trascinandomi.
Un po’ scombussolato mi girai indietro per vedere chi fossi.
Oh, santo Dio.
Cameron, il fratello di Kristen…
“Ciao, Robert”, disse duro.
Sapevo che era stato lui a farmi convocare dal preside e farmi sospendere di conseguenza.
“Ciao”, ricambiai impassibile.
Dopo un po’ di silenzio sospirò profondamente, sciogliendosi.
“Senti non ce la faccio a parlare con te in questo modo. Per favore, puoi dire alla tua amichetta sbronza di tornarsene dentro per un po’?”, chiese velocemente.
“Certo”, risposi. Poi mi girai e raggiunsi Britney un po’ più distante che barcollava ridendo su un lampione.
“Bri, adesso torni dentro un attimo, ok? Io torno presto così andiamo a casa.”, le dissi sperando che capisse.
Lei mi guardò prima sull’orlo di un pianto, poi pian piano si ricompose e acconsentì.
La guidai per un attimo verso l’interno e poi mi defilai tornando da Cameron.
“Parla”, gli dissi guardandolo negli occhi.
“Sai benissimo cosa ti devo dire, Rob.”, rispose lui a voce dura.
“Be’, dimmelo comunque, in caso avessi qualche dubbio”, dissi pungente.
Lui mi guardò sgranando piano piano gli occhi. Poi mi fissò con un’espressione vagamente sprezzante.
“Da quando sei diventato così, Rob? Da quando sei così cattivo? Non solo con Kris, ma anche con tutti gli altri? Cosa ti ha fatto mia sorella?”, chiese serio.
“Vuoi sapere cosa ha fatto? Oh, bene te lo spiego subito. La tua carissima sorellina alla festa della sua altrettanto cara amichetta si è ubriacata e mi è saltata addosso, baciandomi, abbracciandomi…tu sapevi quali sentimenti provavo verso di lei, perciò immaginati la mia reazione. Finalmente ricambiava il mio amore…per questo ho risposto prontamente ai baci e agli abbracci. E ha continuato così tutta la serata. A dar spettacolo e a baciarmi…il giorno dopo, quando mi sono svegliato a casa di Claire non c’era più. Era scappata via. Non l’ho sentita per tutto il giorno e non hai idea di come sono stato. Intuivo la verità…ce l’avevo lì a portata di mano ma non mi voleva entrare in testa, per paura di essere rifiutato ancora una volta.”, feci un attimo una pausa sospirando.
Ricordare quelle cose faceva male, ma sapevo come difendermi dalle sue accuse. Avevo i miei buoni motivi.
“Il lunedì stavo malissimo. Ero sicuro che il momento sarebbe presto arrivato…e infatti giunse. Subito dopo scuola, al parcheggio. Mi ha dato un ultimatum, se è questo che vuoi sapere. Mi ha rifiutato dicendo che non ero nulla per lei, che non era successo nulla quella sera…e tu prova a immaginare, Cam. Come reagiresti se la ragazza che ami ti dicesse queste cose? Dopo che tu non hai fatto altro che tentare di farglielo capire…starle accanto, aiutarla a sorridere di nuovo, a farle dimenticare per quanto possibile il passato? Come reagiresti se poi ti dicesse che ha paura, perché pensa che mi comporterei come quello schifoso bastardo che l’ha violentata, tradita, picchiata…? Come reagiresti ad essere visto come lui anche dopo tutto quello che hai fatto! Come?!?!? Ecco, questo è il mio modo di reagire. Dimenticare il passato. O meglio, tentare. In ogni modo possibile. Ho cercato di non pensare, di fare nuove amicizie, cambiare compagnia…e poi mi è venuto in mente quel pensiero, di ripicca. E non sono stato capace di scacciarlo dalla mente. Mi rendo conto che sarà stato squallido…su quel muro, in modo che tutti lo potessero vedere…ma davvero io non so cosa fare d’altro. Se io non reagisco in questo modo…il mondo mi crolla addosso, Cam. Mi crolla addosso perché ho perso la persona che era diventata più importante per me. Ho perso i miei sogni con lei…le mie speranze per il futuro. E devo reagire, in qualche modo”
Avevo ancora le lacrime agli occhi.
Cazzo!
Speravo almeno che col buio non riuscisse a vederle, intrappolate agli angoli dei miei occhi.
Poi mi arrivò il suo abbraccio.
L’abbraccio di un amico…quanto mi era mancato! Le pacche scherzose e forti date da Sam e gli altri non reggevano affatto il confronto. Forse perché non potevano considerarsi veri amici.
Ricambiai la stretta. Era come il fratello maggiore da cui prendere esempio che non avevo mai avuto. Quello con cui avrei voluto giocare alle macchinine da piccolo piuttosto che starmene a truccare e vestire le barbie con le mie sorelle.
Sciolse l’abbraccio e mi guardò negli occhi.
“Sai Rob, ero venuto qui sapendo che ci fossi…e con l’intenzione di picchiarti. Ma mi dispiace…io non sapevo proprio questa versione dei fatti…mia sorella ti ha fatto stare male senza ombra di dubbio…ma questo non cambia il fatto che tu non dovessi scrivere certe cose. Anche perché non mi sembra per niente sia una puttanella! Rob ci sono altri modi di reagire…va bene stare con dei nuovi amici, cercare di distrarsi…ma non devi per forza reagire col bullismo. Perché questo è bullismo, Rob. C’è gente che si suicida per cose del genere. E, bene, Kris per questo ha smesso di mangiare. L’aveva già fatto in precedenza quando quello stronzo l’aveva fatta soffrire…e adesso è tornato il dolore. Lo si vede dai suoi occhi mentre la guardi…sono stato io il primo a vederla quando è tornata a corsa da casa martedì pomeriggio. Non hai idea in che stato fosse. Si era rannicchiata su un lampione per terra a piangere. Immaginatela, Rob. E dimmi se la cosa non ti tocca nemmeno un po’, nonostante tutto quello che ti abbia fatto e che tu le abbia fatto. Io credo che Kris nasconda qualcosa…ti farò sapere più avanti se c’è di più…di quel che ti ha detto.”, disse lento.
Ormai però la mia testa era focalizzata solo sull’immagine di Kris per terra, raggomitolata in sé stessa, senza sapere a chi affidarsi…a piangere e singhiozzare.
Cavolo, l’amavo ancora.
E non potevo permettermelo.
“Rob…tu andrai a Santa Monica, questo weekend, vero?”, chiese Cameron.
“Sì, certo…mi hanno invitato. Perché?”, chiesi perplesso.
“Ecco…verrà anche Kris”
“COSA?”, chiesi con la bocca spalancata. “Davvero Britney l’ha invitata?”, chiesi ancora.
“Non Britney…i suoi i genitori. Sono amici dei nostri perciò…l’hanno invitata loro e i miei hanno acconsentito senza nemmeno parargliene.”, mi spiegò.
“Oddio…”, sussurrai.
“Non ti preoccupare, Rob. Vedrò di farti sapere qualcosa al massimo per il giorno della partenza. Accompagno io Kris mentre voi prendete l’autobus.”
“Ah ok…”
“Rob, mi fido di te. Non farla soffrire ancora come hai già fatto”
“Va bene…”
“Ci conto.”, e detto questo, con una pacca sulla spalla se ne andò.
 
 
OOOOH, E UN ALTRO CAPITOLO TERMINATO!
CURIOSE DI SAPERE COSA SUCCEDERà NEL PROSSIMO? EHEHEHE…CHISSàà…SI PARTE CON SANTA MONICA RAGAZZE!
ADESSO RISPONDO ALLE RECENSIONI…IN PARTICOLARE A QUELLA DI SERVE CHE INVITO TUTTE QUANTE A LEGGERE NEL CASO CI FOSSERO STARE PERSONE CHE, COME LEI, HANNO AVUTO QUESTI GIUSTISSIMI PENSIERI. MAGARI VI AIUTERà ANCHE A CAPIRE MEGLIO QUESTO CAPITOLO CHE AVETE APPENA LETTO (CON CHISSà QUALE CORAGGIO! XD) E SOPRATTUTTO I PRECEDENTI (IL 20 IN PARTICOLARE)
RINGRAZIO INFINITAMENTE I 45 SEGUITI E I 17 PREFERITI!!!!!!!!!!!!! VI AMO RAGAZZE!!!
UN BACIONE,
ELE
 
 
 
RISPOSTE ALLE RECENSIONI
 
Serve: Carissima…mi fa molto piacere che tu abbia recensito e spero assolutamente che le tue non siano critiche alla mia storia, perché in fondo è una semplice fan fiction basata sul mio amore per la coppia Robsten. Io frequento ancora la scuola e per quanto ti posso dire episodi simili a questi succedono di giorno in giorno, o sotto gli occhi di tutti o in un angolo in disparte, ma succedono. Negli scorsi anni mi sono ritrovata ad essere presa in giro duramente anche io e certi pensieri purtroppo mi hanno sfiorato per poco la mente. Nel mio caso è stata questione di qualche attimo, poi sono riuscita ad andare comunque nonostante le numerosissime difficoltà.
Avrei aspettato questo capitolo per chiarire il fatto che Rob è stato sospeso per quello che ha fatto a causa della denuncia di Cameron, il fratello di Kristen.
Queste cose succedono, te l’assicuro. Il bullismo ormai è fin troppo presente nelle scuole e i ragazzi che come me o come Kristen non sono davvero capaci di difendersi ne sono vittime. Sotto gli occhi degli adulti sempre e comunque però, perché ti posso assicurare che troppe volte ci sono e chiudono gli occhi aspettando che altri gli ‘rivelino’ come stanno le cose.
Come si capirà io non ho affatto un’alta reputazione dei più popolari della scuola. Affatto, penso che siano semplicemente ‘dei pastori’ che guidano un povero gregge di pecorelle incapaci di far altro se non seguire i loro capi nelle loro opere di distruzione, perché infondo fanno solo questo. Distruggono l’autostima della gente, i loro sogni e le loro speranze mandando sogni in frantumi. Questo è quello che io mi ritrovo a vivere ogni giorno, e ti posso assicurare che non solo nella mia scuola ci sono episodi, non solo nella mia città, non solo qui in Italia. Ovunque.
Questa fan fiction, come ho detto prima, vuole essere una fantasia sull’amore di Kristen e Robert, ma credo davvero che mettere elementi reali nella storia male non faccia perché forse potrebbe aiutare chiunque a tenere gli occhi più aperti e non badare solo all’apparenza di ragazzi che sembrano tranquilli ma in realtà vivono in un inferno. O al contrario ragazzi che sembrano tanto buoni e cari, i capitani delle cheerleader o delle squadre di calcio, ma che in realtà dietro la facciata da ‘gatte morte’ sono  dei diavoli.
Già che ci sono dico anche che non ho una buona reputazione dei ragazzi dell’età di Rob.
Sia per esperienza, purtroppo, personale che di quella di mie amiche (tra cui RedTwiSasa). I ragazzi tra i sedici e i diciassette anni, come quelli dai 12 in su, si fanno condizionare troppo da quelli che sono appunto i fighetti ma che dovrebbero essere chiamati bulli. Vedono come questi ragazzi attirino a sé oche senza cervello ma con belle tette o gli altri ‘ignari’ ragazzi che non facendo parte delle vittime di divertono a vedere queste scenate, coloro che in realtà alimentano queste situazioni.
Questi ragazzi ormai entrati a far parte di questo ‘circolo dei fighetti’ credono di sapere tutto e che il modo in cui affrontano le situazioni sia sempre il migliore…ma non lo è.
Il punto è se ragazzi come ‘ il vecchio Rob’ riescano a ritrovare la retta via…la mia storia vuole essere una specie di rivincita mia personale con il passato perciò…lo dico chiaramente: Rob ci riuscirà.
La mi fan fiction non è un qualcosa di troppo riflessivo, anzi, all’inizio era nata come una storia anche abbastanza comica, e credo di averla fatta passare per tale, fino ad un certo punto. Adesso che la situazione si è fatta davvero complessa (come volevo che fosse) sorgono degli elementi diversi tra cui i vari problemi dell’adolescenza, il bullismo, gli stupri (che Kristen tra l’altro ha subito da Mike e un suo amico mentre erano ubriachi), eccetera. Con questa fan fiction non voglio denunciare né sottolineare nessun caso in particolare perché adesso fortunatamente ne sto vedendo meno, ma non posso dire lo stesso di altre parti del mondo perché non lo so.
Perciò, nonostante questi problemi esistano e non vadano affatto trascurati, vorrei che la mia storia fosse semplicemente un qualcosa con cui svagarsi e staccare la spina dalla vita di tutti i giorni provando ad immaginare…certo, se spinge poi a fare delle riflessioni su ciò che succede ben venga! Io non volevo spaventare nessuno con questa situazione che si è venuta a creare, ma davvero è solo un piccolo esempio delle cose che succedono tutti i giorni e di cui però Robert non si rende pienamente conto perché vede la giustizia assoluta in ogni cosa faccia.
Spero che questa lunga spiegazione ti abbia fatto capire quello che volevo far intendere io e davvero mi dispiace se la cosa ti abbia in qualche modo turbata o fatto gradire di meno la fan fiction. Ma sono cose che succedono, purtroppo, e anche solo leggendo alcune fan fiction in cui i personaggi sono realmente stronzi come questi bulli si riesce a inquadrare un po’ la società dei giorni nostri.
In ogni caso sono felice che tu abbia tratto queste riflessioni dalla storia, te ne sono grata! A volte fa bene ragionare di più riguardo al mondo in cui viviamo e il fatto che tu non abbia solo guardato i sentimenti di Kristen in quel momento o pensato a quanto sia stato stronzo Robert mi ha fatto davvero piacere! Grazie di questa tua attenzione!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che sia servito come spiegazione.
Un bacione,
Ele.
 
Annabella95: Eeeeeeehm…mi scusi lei…ma mi pedina e copia tutto quello che IO faccio e quindi scrivo anche nelle mie ficci? Ahahah, ciaoooo mia Annaaa! Quanto tempo che non ci sentiamo! Ma dove ti sei cacciata? Lo so che con la mia telepatia potrei scoprirlo benissimo, ma…XD
Ti faccio inquietare sul serio? Aaaah, adesso sì che sono soddisfatta allora! Altro che Poltergeist, qui è anche solo la mia presenza! XD
Kristen è davvero matura per la sua età…io non farei le stesse cose che fa lei. Kris ha dovuto affrontare tante cose ed è per questo che decide di comportarsi così.
La mia Team Rob deve prepararsi ad accogliere nuovi candidati con questo capitolo! Credo proprio che molta gente possa rivalutare la posizione di Rob infatti! XD
Sono felicissima che ti sia piaciuta I don’t wanna miss a thing… anche perché è diventata una delle mie canzoni preferite e infatti è bellissima! *_*
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, mia distributrice!!!!
Un bacione,
Ele
 
 
RedTwiSasa: Patataaaaaaaaaaaaaa!
Oddio, sto facendo piangere una patata, questo sì che è un fenomeno naturale! XD
Povero Rob però, eh! Non dirmi che leggendo questo capitolo un po’ di pietà non gliela dai!
E se lo incontrassi per le vie di Milano che faresti? Non mi dire che penseresti “cavolo, questo nella ficci della Ele trattava male la Kris, devo dargli un ceffone!”, perché non ci credo!!!!!!!! XD
Lo so, lo so…quella canzone fa innamorare…e io ne sono l’esempio -.-
Guarda te…se non fosse che sono bravissimi denuncerei gli Aerosmith! No, dai scherzo…poi quanti pomodori mi beccherei in faccia? Oddio non ci voglio pensare…XD
Ti è piaciuto questo capitolo??? Lo spero molto…anche se forse è troppo riflessivo!
Vabbò…fammi sapere!                                         
Morsetti patatosi e stellari,
Ele
P.S. ti ho menzionato nella risposta alla recensione di Serve, vanne fiera!!!!!!!!! Sei importantissima per me!

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Capitolo 23
*** Santa Monica ***


BUON GIORNOOOOOOOO!!! XD
ECCOMI DI NUOVO CON L'AGGIORNAMENTO!
VADO UN POCHINO DI FRETTA PERCIò VI DICO SUBITO CHE FINALMENTE SI PARTE CON SANTA MONICAAAAAAAAA! XD
RECENSITE MI RACCOMANDO!!!!
UN BACIONE
ELE

YOUNG CRAZY LOVE


Capitolo 23: Santa Monica
POV ROB
 
“Costumi?”
“Due…”, sospirai afflitto.
Mia madre che insisteva nel voler fare il riepilogo della roba che mi sarei portato per Santa Monica era il massimo!
“Cuffia?”, chiese con la sua aria da avvocato.
“Cuffia? Mamma andiamo al mare, non serve la cuffia!”, esclamai.
Mia madre da quando avevo litigato con Kristen ed ero quindi stato sospeso per ‘quell’ atto di vandalismo’, era molto più severa con me, quasi non mi voleva mandare nemmeno a Santa Monica questo weekend. Diceva che le compagnie che adesso frequentavo non le ispiravano per niente e che non riconosceva più suo figlio. In uno scatto di rabbia, a quelle parole, le ricordai che già il secondo giorno in questa nuova scuola mi aveva detto di riconoscermi più. E qual era stata la sua risposta? Che il primo cambiamento era stato positivo, questo invece no, affatto, e mi portava ad essere ‘uno dei tanti’.
Contenta lei…meglio non contraddirla troppo, già avevo dovuto insistere parecchio ad andare a questa meritatissima vacanza.
“In quella specie di hotel privato dove andate c’è anche la piscina, perciò portati la cuffia non si sa mai.”, rispose lei con tono grave senza scaldarsi tanto.
Alle sue parole sospirai e mi avvia verso l’armadio a cercare sta benedetta cuffia. Prevedevo che la missione sarebbe durata per le lunghe.
Dopo dieci minuti e un aiuto anche da mia sorella Victoria riuscii a trovarla, in fibra sintetica, rossa e bianca. Più bella di così!
“Accappatoio?”
“Sì”
“Quanti?”
“Be’, uno…”, dissi io.
“Ma sei scemo? Mettitene dentro un altro!”, esclamò lei scuotendo la testa e indicando il borsone scuro.
“Ma poi non c’entra più niente, mamma!”, mi lamentai.
“Ce lo fai entrare, non ti preoccupare”, mi rassicurò con un’aria minacciosa.
Ahia, super mamma in missione speciale ‘Prepariamo le valigie in compagnia’!
Dopo mezz’oretta di interrogatorio finalmente finimmo e mamma si dichiarò abbastanza soddisfatta. “Mi aspettavo di peggio”, disse senza problemi.
“George da’ i suoi buoni esempi…”, sussurrai io sperando di farla ridere.
Lei in un primo momento ridacchiò, poi sembrò come ridestarsi da un sogno, si ricompose in fretta e mi lasciò lì nella mia camera dicendo semplicemente “Tra 10 minuti ti aspetta il pullman davanti alla scuola, vedi di non fare tardi.”
Quella volta mamma aveva ragione. Raccattai le ultime cose come cellulare, portafogli e documenti – anche se non capivo minimamente a cosa mi potessero servire questi ultimi dato che non portavo nemmeno la macchina – e passai a salutare le mie sorelle.
Bussai in camera di Lizzy tre volte prima che mi rispondesse. Poi mi sporsi solo con la testa e dissi: “Sono venuto a salutarti. Adesso vado!”
Lei mi rispose con un’occhiata gelida.
“Mi fa piacere. Buona permanenza”, poi aggiunse, pensando che non potessi sentirla, “vedi di rimanerci per molto”
“Guarda che ti ho sentita, eh!”, esclamai entrando e avvicinandomi a lei.
“E con ciò? È la pura verità”, rispose schietta e sincera nelle sue verità scomode.
“Grazie tante…”, dissi guardando a terra.
Mi dispiaceva che la mia sorella preferita ce l’avesse così tanto con me.
“Prego”, rispose sorridendo sadica.
Alzai gli occhi verso di lei e la fulminai. Mi stava solo facendo perdere tempo.
“A Santa Monica verrà anche lei, spero che questo ti possa far piacere”
A queste parole sembrò illuminarsi completamente, tanto che mi afferrò per la maglietta e sibilò a due centimetri di distanza: “Non comportarti male e non farla soffrire come tuo solito, Robert”
Mi districai con forza dalla sua presa ferrea e risentito le risposi per le rime. “Vedrò di fare il possibile” e me ne andai dalla sua stanza.
Mannaggia a me che ero pure passato a salutarla con le più buone intenzioni!
Fortunatamente con Victoria andò meglio. Anche lei era un po’ risentita, ma non conosceva Kristen…l’aveva vista solamente quando stava uscendo da casa dopo un pomeriggio di compiti.
Mi raccomandò di fare il bravo ma non me la presi…me lo diceva sempre.
Fortunatamente papà non era in casa…era quello che forse aveva reagito peggio nonostante non avesse nemmeno visto Kristen. Se non in una foto. Fatta con me alle macchinette…
Scossi la testa, per liberarla di nuovo dai pensieri e passai in cucina dove mamma stava spettegolando con una sua amica del forum.
“Sì, certo, certo. Ma dovevi vederlo prima…era proprio cotto a puntino. Non l’avevo mai visto così innamorato in vita sua. Eppure a quanto pare lei gli ha dato buca dopo che lui si è dichiarato”, sussurrò a voce bassa. La vedevo guardarsi attorno quasi temesse che arrivasse qualcuno. Peccato che io ero dietro di lei, entrato dalla porta secondaria.
Un secondo di silenzio nel quale il suo interlocutore parlò.
“Ti ho detto di sì! È per questo che si comporta così e ha fatto quella ragazza…non posso credere che il mio Robby…cioè te lo ricordi quando era costretto a truccare e vestire le barbie con Liz e Vicky? Era tenerissimo in quei momenti…e adesso invece a scrivere cose sui muri…quando il preside mi ha telefonato mi stava venendo da piangere…”, ma non riuscì a continuare perché io la interruppi dicendo ad alta voce. “Io vado, mamma. Ci sentiamo”
Lei tremolante mormorò: “Katia, credo che dovremmo parlare in un altro momento…ti saluto”.
Poi si girò titubante verso di me, ma la mia espressione era impenetrabile.
Non credevo di avere una maschera comunque…la mia era una semplicissima copertura per momenti duri e difficili.
“Ci vediamo allora, Rob…stammi bene”, disse lei sorridendo debolmente.
Non risposi e semplicemente le passai davanti per poi recuperare la borsa e la chitarra dall’ingresso e varcare la soglia di casa.
Il tragitto da casa a scuola fu più breve del solito e poco affollato. Invece quando arrivai lì un sacco di ragazzi erano eccitatissimi di partire e di lasciare casa e problemi alle spalle.
E certo, beati loro! Sarei stato più felice anche io se il mio ‘problema’ non mi avesse seguito anche lì.
Una volta arrivato al pullman buttai il borsone come capitava in mezzo a tutti gli altri e quasi mi venne un colpo quando una mano fin troppo audace mi accarezzò in quel punto.
Cavolo.
Mi girai immediatamente per vedere chi fosse la sciagurata – o lo sciagurato, non si poteva mai sapere – e con mia sorpresa vidi Britney che sfoggiava un sorrisino ammiccante.
La guardai sconvolto: come si permetteva di accarezzarmi in certi punti, santo cielo?!?!
“Bei gioielli, Rob…”, sussurrò maliziosa.
Il mio shock divenne totale.
“Dai, forza bella statuina, muoviti o ci ruberanno i posti!”, esclamò dopo due minuti di silenzio trascinandomi con forza verso la scaletta. Come volevasi dimostrare la ‘bella statuina’ ancora fortemente colpita dal gesto di prima inciampò negli scalini suscitando una risatina di Britney.
Speravo che lo shock passasse presto…di questo passo me ne sarei stato per conto mio tutto il tempo.
Il sole spiccava alto nel cielo e si sentiva l’aria sprizzare di estate. Certo, non era ancora arrivata ma a giugno mancava poco perciò ci preparavamo bene ad accoglierla.
Non appena tutti si furono sistemati l’autobus si decise a partire e secondo indicazione di Britney mise un CD di canzoni scelte da lei stessa.
Ci sgolammo tutto il tempo, cantando canzoni di benvenuto all’estate, allegre e solari e mi resi conto di quanto infondo dovessi essere felice di svagarmi un po’!
Piscina, sole, mare, musica…aria d’estate!
Quando arrivò il momento di ‘Reach Up For The Sun Rise’ di Duran Duran, uno dei successi maggiori di una delle scorse estati, ci mettemmo a cantare a squarciagola e finalmente tutti quanti ci catapultammo nell’universo in cui nessun dovere è dato…se non quello di divertirsi!
Dopo un’oretta di viaggio – a dire il vero non sapevo ben dire quanto tempo fosse passato dalla partenza perché ne persi la cognizione con tutte quelle canzoni e il divertimento sull’autobus – arrivammo finalmente alla meta.
Degli urli furono inevitabili a quel punto.
Quando scendemmo per recuperare i borsoni o le valigie per chi si era portato dietro mezza casa, l’autista non sembrava molto affabile. Probabilmente con le nostre canzoni estive e le nostre urla gli avevamo fatto venire un mal di testa epocale.
Una volta che tutti fummo pronti per entrare in quella specie di ‘hotel privato’, come lo chiamava mia mamma, e l’autista ad andarsene lo raggiunsi e gli dissi ridendo: “Appena a casa una bella aspirina non gliela toglie nessuno!”
A queste parole divenne furente, sembrava volesse staccarmi la testa dal resto del corpo.
Uhm… forse perché aveva notato che io ero stato uno dei migliori cantanti…modestamente parlando.
Scappai di corsa da lui, veramente spaventato e raggiunsi gli altri ormai al cortile d’entrata mentre Britney assegnava a ciascuno di loro una stanza – per le coppiette una in due, ovviamente – e la rispettiva chiave.
A me fu data la 14, al secondo piano, vicino a quella di Britney. Non avevo idea di dove avrebbero collocato Kristen, ma mi auguravo piuttosto lontano da me.
Sarebbe dovuta arrivare quella sera, accompagnata da Cameron…
“Pianeta Terra chiama Rob!”
Una voce mi riscosse dai miei pensieri e strizzai gli occhi per poi vedere Jack che mi fissava ammiccante.
“Di’ la verità – sussurrò avvicinandosi –, pensavi alle tette di Britney, eh!”
Mi venne voglia di lanciargli un secchio d’acqua gelata in testa.
Ma che, facevano tutti quanti ‘sti pensieri sconci??? Prima una che ti palpa, poi un altro che ti fa discorsi strani!
Mi sa che ero l’unico vergine lì dentro…
Già, vergine.
sapevo benissimo che non c’era fretta e ognuno aveva i propri tempi ma mi dava un leggero fastidio che qui tutti avessero superato questa tappa tranne me.
Decisi di non rispondergli per le rime se no con il fisico che si ritrovava avrebbe potuto stendermi.
“Certo!”, risposi come fosse una cosa ovvia.
Poi mi avviai verso le scale lasciandolo ai suoi pensieri. Sempre che ne avesse, ovvio.
La mia stanza non era molto grande. Certo, per un’unica persona non si poteva certo pretendere chissà cosa.
Il letto era comunque a due piazze, ricoperto da un copriletto azzurro limpido, come il cielo di Santa Monica.
Adesso erano le 19.00 e presto saremmo andati a cenare per poi…be’ fare un bel bagno notturno!
Sistemai la mia borsa alla bell’e meglio, mi assicurai che il portatile che mi ero avidamente portato fosse al sicuro e preparai il costume e l’occorrente per il falò.
La cosa più positiva del posto in cui alloggiavamo era che il mare era esattamente a due passi. Scendevi dal portone principale, attraversavi le strisce pedonali, arrivavi ad un sentiero acciottolato in mezzo alla sabbia e pian piano arrivavi agli ombrelloni.
Un posto davvero stupendo.
Chissà…forse mi avrebbe finalmente aiutato ad avere un po’ di pace con me stesso e a trovare quello che ormai da troppo tempo mi ostinavo a cercare.
 
 
POV KRIS
 
Seduta per terra nel bagno di casa mia pensavo a quanto non esistesse un luogo più ideale per me se non il cesso.
Stavo lì a fissare i due bikini sistemati per benino sul pavimento aspettando che una qualche illuminazione mi suggerisse quale mettere.
Il primo era bianco perla con dei fiori blu jeans. Era molto carino, soprattutto se abbinato a dei pantaloncini color jeans usati proprio per andare in acqua.
Il secondo invece era semplicemente nero, tinta unita, ma il pezzo di sotto mi sembrava decisamente troppo mini…optai per portarli entrambi e di mettere quello blu sotto i vestiti come mi aveva ‘consigliato’ amabilmente la mia carissima amica Britney.
Mi aveva telefonato, ovviamente sotto caldo invito dei suoi gentilissimi genitori, dicendosi dispiaciuta che venissi più tardi per conto mio, accompagnata da Cameron. E visto che sarei arrivata più tardi mi aveva consigliato appunto di mettere il costume già in partenza sotto i vestiti per non perdere del tempo che ‘potremmo utilizzare per divertirci insieme’ andando in camera a cambiarmi.
Ovviamente avevo accettato…anche se non certo per fare un favore a lei.
Già me la immaginavo in bikini…davvero una visione degna di Scary Movie.
Sconsolata mi sollevai dalle piastrelle fresche del bagno, diventato il mio mondo, e presi i due costumi mi diressi a passo pesante verso la mia camera.
Quando aprii la porta, però, trovai una sorpresa.
Cameron era lì seduto sulla mia sedia ad armeggiare col mio computer.
E non mi aveva sentita arrivare.
Tanto perché gli volevo bene e non volevo litigare con lui gli dissi immediatamente: “Ehi, Cam, che ci fai qui?”
Lui si girò di scatto e con una smorfia che voleva essere un sorriso disse: “Il mio computer non da’ segni di vita, ho pensato di usare il tuo per un attimo mentre eri in bagno a prepararti. A proposito, che costume metti?”
Tentativo palesassimo di cambiare discorso.
“Dai, Cam, ti conosco. Stavi guardando un sito porno, vero?”, chiesi ironica.
Lui sbuffò e con aria rassegnata disse: “Ok, va bene, hai vinto. Ma non fare commenti per favore, sono un uomo e sono portato a fare certe cose”, disse guardando per terra.
Sembrava tanto un bimbo piccolo quando faceva così, quando si vergognava con me.
“Io avrei qualcosa da ridire riguardo al fatto che tu sia un uomo”, dissi io sovrappensiero.
“Cosa hai detto, scimmietta? Vieni subito qui!”, mi urlò lui irritato lanciandosi al mio inseguimento.
Quando raggiunsi la stanza dei miei genitori riuscì a prendermi e dopo avermi buttato sul letto cominciò a farmi il solletico a livelli mortali.
Questa sì che era una degna maniera di morire…
“Tre-tregua…ti prego! Pieeeetà!”, cercai di ansimare tra una risata e un’altra.
Continuò ancora per un po’, poi però vedendo che quasi non riuscivo a respirare si fermò e sussurrò: “La mia sorellina…ah, come farei senza di te!”
Prima di rispondere badai bene ad essere in piedi e libera di ogni via di fuga.
Poi, sempre con noncuranza mormorai: “Io invece credo proprio che saprei cosa fare senza la tua obbrobriosa presenza…”
“Brutta…!”, non riuscì a finire che gli avevo già chiuso la porta in faccia ed ero scappata in camera mia ancora ridendo.
Volevo davvero bene a mio fratello nonostante tutto…nonostante i litigi, le sfuriate e cose simili. Come si dice…un rapporto fraterno.
Chiusi a chiave la porta e gli urlai: “Mi preparo per partire!”
Dall’altra parte uno sbuffo e poi un borbottio che somigliava a un ‘la deve sempre avere vinta lei’.
Mentre mi mettevo il costume e sopra gli altri vestiti andai verso il computer per vedere se avesse lasciato aperti i suoi documenti.
No, non c’era nessuna finestra di qualche sito porno…c’era però la mia casella di posta elettronica aperta.
Pregai tutti i santi del paradiso perché non l’avesse aperta…non osavo immaginare quel che avrebbe fatto o pensato se avesse visto quella mail salvata nelle bozze.
Diedi giusto un’occhiatina alle ultime mail ricevute…niente di nuovo. Catene, servizi aggiuntivi di Messenger…
Da quanto tempo non inviavo una mail a qualcuno! Se avessi guardato quella cartella chissà quante risate mi sarei fatta…o forse no.
Infine decisi di spegnere direttamente il computer, per evitare discussioni interiori e cose simili.
Finii di prepararmi in fretta e furia e data un’ultimissima occhiata alla borsa aprii la porta.
“Finalmente!”, esultò mio fratello appoggiato al corridoio, probabilmente in attesa che aprissi.
“Che cosa stavi facendo lì dentro?”, chiese sospettoso.
“Nulla…c’era aperta la mia casella di posta elettronica e ho controllato la posta in arrivo”
“Solo quella…?”, sussurrò serio.
Oddio.
“Sì, solo quella…perché, c’è qualche problema?”, chiesi un po’ spaventata dal tono di voce che aveva usato.
“No è che…cavolo, ne avevi dovuta avere davvero tanta per averci impiegato così poco!”, rispose lui dopo un attimo di silenzio.
Sospirai di sollievo anche se avevo la sensazione che si stesse un po’ arrampicando sugli specchi e nascondendomi qualcosa.
Decisi però di non farmi problemi e chiesi di cominciare ad andare.
Durante il tragitto ci limitammo a cantare un po’ – nove canzoni su dieci…se questo si può definire poco – e a chiacchierare di tanto in tanto.
Percepivo una tensione che poco prima non c’era stata.
Quando arrivammo a destinazione mi sentivo le farfalle nello stomaco. Quasi avrei chiesto a Cameron di riaccompagnarmi se non fosse stato che c’era Claire, venuta solo perché ero stata costretta io.
Scesi dalla macchina e presi il mio bagaglio.
Poi Cameron mi raggiunse, prendendomi il viso tra le mani.
“Ascoltami bene, Kristen. Ti voglio tantissimo bene, sei la donna più importante della mia vita e non lascerei mai che ti succeda qualcosa di spiacevole…anche se purtroppo è già successo…e io non c’ero.”, s’interruppe un attimo, il tempo necessario perché io potessi ripetergli, per l’ennesima volta: “Cam, lo sai che non è colpa tua!”
“Invece sì, lo è. Ma se ti succede qualcos’altro, se qualcun altro ti fa del male tu chiamami, ok? Anche se spero…che le cose finalmente si risolvano. In tutti i sensi.”
Prima che potessi replicare su quelle frasi lui mi tappò la bocca con un dito e sussurrò: “Adesso vai, su, vedrai che ti divertirai”
“Lo spero…”, dissi abbracciandolo.
“Ci vediamo presto. O, al massimo, chiamami.”, mi salutò.
“Ciao”, ricambiai io.
Poi mi avvicinai cauta all’ingresso del palazzo – forse un antico orfanatrofio – e attesi di vedere qualcuno.
Detto fatto, poco dopo dalle scale scese Britney, in tutto il suo splendore amplificato dal mini bikini che portava.
“Oh, ciao, Kristen! Vieni, ti mostro subito la tua stanza…è la 17, al secondo piano e queste sono le chiavi”, disse porgendomene una.
“Grazie…”, bofonchiai io mentre salivamo la prima rampa di scale.
Arrivammo a quella che sarebbe dovuta essere la mia stanza.
Non troppo grande ma abbastanza accogliente. Al centro troneggiava un letto matrimoniale dalle lenzuola arancioni, a destra, subito dopo la porta, c’era una scrivania vicino alla presa elettrica. Dall’altra parte invece c’era un armadio abbastanza grande considerando che non avevamo portato tutta questa roba per soli due giorni.
“Bene Kristen. Adesso puoi sistemare un attimo la tua roba e raggiungerci sotto in spiaggia, stiamo ancora finendo il falò. Presumo che tu abbia già mangiato”, disse con finta voce zuccherosa.
Quanto la odiavo…lei e la sua falsità. Il suo gusto nel prendere in giro le persone in   questo modo…mi faceva schifo.
“Sì, ok. Mi tolgo i vestiti e scendo”
“Non è una spiaggia per nudisti, mi dispiace, perciò ti dovresti mettere il costume”, disse con un sorrisino sarcastico.
Ma che divertente!
“C’è l’ho già il costume sotto i vestiti…intendevo rimanere con quello”
Inutile provare a spiegare certe cose sotto la mia logica…non bisognava far compiere troppi sforzi al suo unico e solitario neurone.
“Ah, certo! Io ero salita per prendere la radio…sai com’è credo proprio che faremo un bel po’ di baldoria!”, rise la cretina.
“Oh, che bello!”, dissi io fingendomi trepidante dall’attesa.
Si sentì punta nel vivo la poverina…
“Senti, Stewart. Ti ho invitato solo perché mi hanno obbligato i miei, altrimenti non me ne sarebbe fregato proprio un cazzo di te, capito? Non pensare che abbia dimenticato quello che hai fatto al mio Rob!”
Certo adesso era lui la vittima di tutto…dovevo aspettarmi che avesse raccontato la storia a tutti, probabilmente.
E adesso era suo…
“Ah, ora è anche di tua proprietà?”, ribattei sarcastica.
Lei storse il naso. “No, ma presto lo sarà in quel senso…non credo gli dispiacerebbe’, ridacchiò divertita e sadica.
No, non ci potevo pensare.
“Adesso io vado, cara. C’è gente che mi aspetta di sotto. Quando sei pronta scendi, attraversa la strada e se non riesci a farti mettere sotto da una macchina segui in percorso, poi aguzza la vista e vedrai un fuocherello e un bel po’ di baldoria…siamo noi.”
Detto questo se ne andò soddisfatta.
Perciò io sarei dovuta scendere con solo il costume in mezzo alla spiaggia?
Oh, no!
Ma non avevo altra scelta…almeno ci sarebbe stata Claire.
Mi tolsi i vestiti in fretta e dopo essermi guardata attentamente nello specchio all’interno dell’armadio mi decisi a scendere portando il telo mare con me.
La strada era buia e sperai vivamente di non farmi investire, come invece mi aveva consigliato Britney.
Il falò era già visibile da quella distanza e si sentivano anche le loro voci.
Piano piano mi incamminai verso di loro e una volta arrivata salutai con un semplice “Ciao”, e un gesto della mano.
Per fortuna Claire si era alzata in piedi e sventolava le mani come per dirmi di sedermi vicino a lei.
“Oh, è arrivata la nostra Kristen! Ehi, puttanella, come stai?”, chiese Britney con un finto faccino dolce e la voce stridula.
Stavano ridendo tutti… o quasi.
Quando fissai i presenti mi resi conto che Robert era seduto come gli altri, ma non rideva, anzi guardava la sabbia come si vergognasse.
Nemmeno Claire rideva e anzi diceva loro di stare zitti.
Ma io non ci facevo nemmeno caso alle loro prese in giro…c’avevo fatto l’abitudine.
Certo qualche occhiata omicida non potevo risparmiarmela.
Dopo qualche altra risatina i ragazzi con le chitarre cominciarono a suonare.
L’avrei potuta portare anche io…ma ormai la suonavo solo quando ero sola e tranquilla.
Dopo un po’ di suonate e a dire il vero anche di divertimento perché per come certa gente cantava venivano i brividi, decidemmo di tuffarci in acqua.
“Dite che sarà calda?”, chiese una voce fin troppo conosciuta.
“Mmm…non saprei…ma se anche fosse fredda la scalderei io per te”, rispose Britney provocante. Fin troppo provocante.
E ancora giù risate, mentre la radio sparava canzoni a palla di ‘sottofondo’.
“Forza ragazzi!!!!!!!! In acqua!!! Godiamoci la nostra vacanza!!!!!”, dopo che qualcuno urlò questo incitamento tutti quanti ci buttammo in acqua all’unisono, ridendo come pazzi.
Sì, anche io ridevo…nonostante la compagnia non fosse delle migliori l’acqua era splendida e il divertimento non poteva mancare. Anzi, non doveva mancare per colpa loro.
Cominciammo ad annegarci a vicenda e a schizzarci di continuo.
“Hey, Kris!!!!!”, mi urlò Claire prima di mettermi sotto. Lottai un attimo contro di lei, ma poi sentii un altro paio di mani da dietro sulle mie spalle e non riuscii a resistere.
Da sott’acqua vidi che si trattasse di un ragazzo. E anche ben dotato dovevo dire…[xD]
Quando risalii in superficie boccheggiante c’era Cla che rideva come una matta con ragazzo che riconobbi subito…ovviamente.
Rob.
“Brutto…”, cominciai, poi mi avventai sulle sue spalle.
Lui però toccava perciò l’unica cosa che riuscii a fare fu praticamente salirgli addosso e mostrargli una visione ravvicinata del mio decolté.
“Non ci riesci!”, mi sfotté lui.
La presi come una sfida.
“Vedremo”, dissi con un sorrisino.
Claire percepì l’invito ad aiutarmi e scendendo sott’acqua riuscì a spostare i suoi piedi e le sue gambe in modo che potessi annegarlo dalle spalle.
Ma mentre Claire ritornava in superficie ridendo soddisfatta della sua opera, Rob mi prese per i fianchi e mi trascinò giù con lui.
Oddio.
Guardarlo…così vicino…sott’acqua…fu un colpo duro per me.
Ero sicura che delle lacrime scintillassero nei miei occhi, ma non ne fui sicura perché non avevo uno specchio con me. Guarda un po’ stavo annegando…
L’espressione di Rob invece rimaneva sempre neutra, ma una volta che fummo in superficie entrambi stava per dirmi qualcosa…se non fosse stato che Britney arrivò per reclamarlo.
“Ehi, Rob! Ti stavo cercando! Vieni con noi, dobbiamo fare dei giochetti…”, esclamò maliziosa.
Non volevo nemmeno immaginare che tipo di giochetti.
Rob a quanto pare la pensava come me.
“C-che giochetti?”, chiese titubante.
“Vedrai”, rispose lei, trascinandolo.
“Che puttana…”, mormorò Claire quando fu più distante da non sentirci.
“Già…”, risposi io.
Chissà se quel cambiamento positivo di cui mio fratello parlava sarebbe potuto arrivare…
Be’, la vacanza era ancora lunga per scoprirlo.

E FINITOOOOOO!!!
RAGAZZE DEVO FARE UN ANNUNCIO...IMPORTANTE:
IO PARTO IL 2 AGOSTO E RIMANGO IN VACANZA FINO AL 29 E AVEVO INTENZIONE DI FINIRE LA STORIA PRIMA DI PARTIRE...PERCIò IN SOLI 10 GIORNI CIRCA. ASPETTATEVI, PERCIò, TANTISSIMI AGGIORNAMENTI! MANCANO CIRCA 3 CAPITOLI PIù L'EPILOGO...SONO EMOZIONATISSIMA!!!!!!!! YOUNG CRAAZY LOVE MI HA SEMPRE PRESO MOLTISSIMO PERCIò L'IDEA DI PORTARLA A TERMINE MI FA VENIRE LE LACRIME AGLI OCCHI! *____*
GRAZIE MILLE A TUTTI I 23 PREFERITI CHE SONO AUMENTATI VERTIGINOSAMENTE DALL'ULTIMA VOLTA (ME GONGOLANTE AL MASSIMO XD) E AI 45 SEGUITI!
UN BACIONEEEEE
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO!!!!
RECENSITEEE
ELE

P.S. UN CONSIGLIO RAGAZZUOLE MIE...CHI DI VOI HA MOLTO INTUITO LO USI PERCHè VI POTREBBE AIUTARE A CAPIRE DUE COSETTE IN QUESTO CAPITOLO CHE FINO IN FONDO NON QUADRANO...SONO INQUIETANTE, EH? XD

P.P.S. RIGUARDO ALLO SCORSO CAPITOLO VORREI DIRE UNA COSA IMPORTANTISSIMA: OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE REALI è PURAMENTE CASUALE!!!!!
NON VORREI CHE SI CREASSERO DISGUIDI O CHE QUALCUNO PENSASSE CHE I MIEI GENITORI SIANO COME QUELLI DI KRIS...ANCHE PERCHè NON LO SONO AFFATTO, NONOSTANTE MOLTI APPUNTO SI COMPORTINO PURTROPPO IN QUEL MODO E NON SI ACCORGONO FINO IN FONDO DI QUELLO CHE SUCCEDE.

P.P.P.S MA BASTA STI PS!!!!!!!!!!!!!!!!! XD GRAZIE A TUTTI I SANTI CHE SONO ARRIVATI FIN QUI!!! UN MORSO!! XD

RISPOSTE ALLE RECENSIONI:

Piccola Steph: Siiiiiiiii!!! Su le maniaaaaaa x Cam!!!!!!!! Io lo amo sto ragazzo! XD
Mi auguro tantissimo anche io che la Kiki riesca a sollevare il morale a Rob...però..però...non posso dire nulla! XD
Grazie mille koaluccia, di tutti i complimenti e di tutto il resto!!!
Ti voglio tantissimo bene!
Un bacione, Rolly XD
Tua Ele

Annabella95: Tesssssssssoro miooo!!! Ho visto recentemente il signore degli anelli...si vede??? XD
Grazie mille di tuttoooo!!! La mia unica e solitaria Team Rob presto riceverà altre visitine...oppure no...XD Non posso dire nullaaaaaaa!!!
Riguardo alla faccenda del bullismo sai già i motivi che mi hanno spinto a sottolineare perciò non te li rielenco! ^^
Un bacione enorme
Ele

Funny_lady_: Ciaoooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!
Oddio, grazie tantissimo per i complimenti!!!!!!!!!!!!!! Sono felicissima che la mia storiella perversa ti piaccia e non appena ho letto il tuo commento ti assicuro che avevo le lacrime agli occhi!!! Questa storia per me nonostante tutto è importantissima e il fatto che molti o pochi l'apprezzino mi riempie il cuore!!!!
Grazie infinteeeeeeeee!!!
Spero che questo capitolo non ti abbia deluso!!! Aspetto la tua recensione!!!! ^^
Un bacione enorme tesoro!

Struppi: Ahahahaha!!!! Mi dispiaceeeee!!! Forse devo davvero mettere un avviso nel primo capitolo con su scritto 'oh, voi che state leggendo questa storia, fermatevi o morirete!"
Ahahaha!!! Sono sadica davvero!!! Adesso anche a te toccherà la sorte di tutte quelle poverelle che hanno cominciato a leggere questa ficci!!! XD
Rob non doveva sicuramente comportarsi così, nonostante sia profondamente deluso, ma non ti preoccupare: presto tornerà sulla buona via! ^^
Sono felicissima che ti stia piacendo...e facendo incavolare! XD
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e non abbia dato fastidio ai tuoi nervi! XD
Un bacione,
Ele

RedTwiSasa: Sosiettaaaa così e cosà!!!! Amore, mi dispiace di averti fatto stare male...lo sai che non era mia intenzione...perdonami!
Adesso concentriamoci sul presente dai, e sulla tua nuova cagnolina!!! ^^
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!!!
Grazie x tutto!!
Morsetti!

Serve: Spesso nelle fan fiction si esagera e alcune cose non sono reali perchè provengono appunto dalla fantasia di colui o colei che le scrive...ma alcuni elementi sono reali e basta guardare il telegiornale perchè la cosa venga confermata. Mi dispiace moltissimo per la tua situazione passata alle scuole superiori e sono felice che tu l'abbia superata, però...questa è una fan fiction, non la realtà. Non c'è bisogno di prendersela così tanto con i personaggi per quello che fanno o come si comportano. Viene tutto dalla mia mente e da quello che io voglio succeda. Anche perché ogni personaggio è come fosse una parte di me e nel momento in cui tu offendi uno di loro offendi anche me. Va bene che Rob si sta comportando male, nonostante sia deluso ma...è una storia inventata, non c'è bisogno di farne un fatto di stato!
Io spero comunque che tu continui a leggere la mia storia e che continui a piacerti ma ti pregherei di non fare certi commenti perchè mi fanno stare un po' male.


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Capitolo 24
*** Proposte ***


EHI...HO FATTO IN FRETTA? SPERO DI Sì!!! XD
ANCHE PERCHè NON MI SENTO DI COMMENTARE NULLA PERCHè QUESTO CAPITOLO...ODDIO...
OK, VI LASCIO ALLA LETTURA SE NO MI CREPATE QUI, SEDUTA STANTE! XD
UN BACIONE,
ELE

YOUNG CRAZY LOVE


Capitolo 24: Proposte
 
POV KRIS
 
La sveglia del cellulare mi ridestò dal sonno scombussolato che avevo fatto.
Eravamo andati a dormire alle due di notte circa dopo una notte passata tra divertimento puro e momenti di depressione…per fortuna Claire mi compativa perfettamente e riusciva a sollevarmi il morale.
Tutti quanti avevamo messo la sveglia per le 10.30. Un po’ di sonno ce lo meritavamo assolutamente! Anche se proprio un sonno tranquillo io non l’avevo fatto…mi ero girata e rigirata nel letto continuamente senza riuscire a prendere sonno completamente per un motivo o per un altro.
Mi alzai dal letto e quando vidi la mia immagine riflessa allo specchio per poco non mi venne un colpo.
Oh, santo cielo, che occhiaie!
Ci mancavano solo quelle!
Svogliatamente aprii la porta della mia camera e ancora in pigiama mi diressi verso il bagno comune del nostro piano, il secondo.
Il mio pigiama consisteva in un top blu notte e un paio di pantaloncini dello stesso colore. Non mi coprivano un granché proprio perché dormendo sentivo sempre caldo.
Una volta raggiunto il bagno ero felice di non aver incontrato nessuno nel corridoio: ero sicura di non essere un bello spettacolo. La notte prima non ero riuscita a lavarmi i capelli e me li sentivo come se ci avessero fatto un nido sopra. Un pagliaio in piena regola.
Mi avvicinai con calma al lavandino e una volta aperto il rubinetto mi sciacquai la faccia nel tentativo di svegliarmi un po’.
A un certo punto un tocco improvviso alla schiena mi fece urlare.
Mi girai di scatto pensando di trovarmi davanti un qualche serial killer, la bambina di The Ring, o…Mike.
Invece no, era solo Rob che mi sorrideva a 32 denti. Anzi, a 31 denti. Mi aveva spiegato che lui sorrideva sempre a 31 denti dato che non gliene era spuntato uno. Quando me l’aveva detto ero morta dalle risate.
Mi misi una mano sul cuore, tentando inutilmente di rallentare i battiti furiosi per lo spavento.
“Cavolo…mi hai fatto prendere un colpo!”, esclamai ansante.
Lui in risposta ridacchiò e mormorò “Buongiorno…”, prima di andarsene dalla porta del bagno silenziosamente.
Quello scambio di battute mi aveva sollevata e rattristata allo stesso tempo…il fatto che non ci parlassimo quasi più era doloroso…ma almeno potevo contare sul fatto che stavamo cominciando a parlare più di prima.
Ricordavo precisamente come ieri notte fossi diventata gelosa quando stavamo giocando al Gioco della Bottiglia…
Io dovetti baciare il ‘finto’ ragazzo di Claire, ma la cosa non la toccò minimamente con sorpresa di tutti. Forse doveva fingere il contrario.
Rob per fortuna scelse la verità e non fu obbligato a baciare nessuno. Dovette però dire un aneddoto piuttosto divertente di quando era piccolo, raccontando che le sue sorelle maggiori lo obbligavano a giocare con le barbie e i suoi genitori temevano fosse gay.
La cosa provocò tantissime risate, anche da parte mia, nonostante lo sapessi già.
Mi stupì molto il fatto che Britney non arrivò a baciare Rob…ero quasi sicura che me li sarei dovuta vedere davanti a slinguazzare allegramente.
Chissà che programma ci sarebbe stato per oggi…probabilmente avrebbero voluto provare la piscina.
Adesso ero nella mia stanza e stavo aggiustando i laccetti del mio costume nero.
In effetti era un po’ striminzito, ma non potevo certo mettermi dei mutandoni della nonna!
E poi, tenere un po’ testa a Britney non mi dispiaceva affatto.
Mi misi un completino sopra di esso e uscii dalla camera con lo stesso telo mare di ieri, ormai asciutto.
Come mi aspettavo non avremmo fatto colazione. Una volta svegliati a quest’ora aspettare tre ore dopo la colazione sarebbe stato impossibile perciò ci saremmo buttati subito in acqua.
Scendemmo le scale tutti insieme e una volta arrivati al piano terra chiedemmo a una signora di all’incirca quarant’anni dove ci dovessimo dirigere per raggiungere la piscina.
Seguendo le indicazioni della tizia arrivammo nel giardino e dopo un paio di metri una bellissima piscina all’aperto ci incantò per la sorpresa.
Non era poi così grande, ma le mattonelle marrone chiaro da cui era attorniata la superficie, le sdraio verde scuro attorno ad essa e l’acqua azzurra e cristallina contribuirono molto alla nostra critica positiva.
Ci sistemammo ognuno su una sdraio e alcuni si buttarono immediatamente. Io dal canto mio rimasi lì a spalmarmi addosso la crema solare, non volevo bruciarmi come mio solito! Quando mi ‘abbronzavo’, o meglio, mi scottavo, sembrava che avessi fatto indigestione di aranciata…una cosa pazzesca.
Nel frattempo vidi Britney sistemarsi sulla sua sdraio per prendere il sole. Si sdraiò di pancia e con le mani slacciò il costume perché non si vedesse il segno del costume.
Come si può desumere benissimo la cosa eccitò parecchi ragazzi che le proposero di spalmarle la crema addosso.
Lei rispose in un modo che mi lasciò sbigottita e arrabbiata.
“Mmm…solo se sarà Rob a farlo”, rispose compiaciuta guardandomi con un sorrisetto.
Rob però, al posto di stare ad ascoltare quella sceneggiata si era subito buttato in acqua e in quel momento era sotto a fissare il fondo piscina. Appena riemerse non ebbe il tempo di dire ‘A’ che si ritrovò con un sacco di occhi puntati addosso. Quasi si spaventò.
“Eeehm…c’è qualcosa che dovrei sapere?”, chiese titubante, suscitando altre risate come suo solito.
“Vieni qui, Rob!!!”, lo chiamò Britney.
Oh. Santo. Cielo.
Quello che fece mi mandò in estasi e mi fece temere di avere la bava alla bocca…
In tutto il suo splendore fece leva sulle braccia per sollevarsi dalla piscina e mostrare il suo bel fisichetto…poi, una volta in piedi vicino a noi scosse la testa per togliersi le goccioline d’acqua dai capelli, diventati più scuri perché bagnati.
Ribadisco: Oh, mio Dio!!!!
Quella visione così fantastica fermò il cuore a TROPPE ragazze…
Quando arrivò vicino a Britney lei gli chiese, sempre con il suo sorrisetto, anzi gli ordinò di spalmarle la crema sulla schiena.
Lui si guardò attorno un po’ imbarazzato e i suoi occhi finirono per un po’ nei miei. Ah, quanto mi erano mancate le sue occhiate!
“Io credo che ci sia molta coda e forse non dovresti deluderli così tanto…”, mormorò lui cercando una scappatoia. Che purtroppo non trovò.
Improvvisamente tutti erano ansiosi di ‘vedere le sue mani all’azione’.
Patetico.
Dopo che la cretina gli ebbe fatto un po’ di spazio sulla sua sdraio si sedette vicino a lei sotto lo sguardo attentissimo di tutti e si mise un po’ di crema sulle mani.
Poi cominciò la tortura.
Tortura per me, non credevo proprio che lo fosse per Britney.
Le massaggiava la schiena in modo così deciso, lisciandola e non lasciando che nemmeno un punto fosse esonerato dal suo passaggio.
Quando Britney gemette mi sentii male, ma fu anche la goccia che fece traboccare il vaso.
Con decisione e voce alta chiesi a Claire: “Cla, mi spalmeresti la crema sulla schiena?”
Detto questo una miriade di ragazzi si voltò nella mia direzione e avvicinandosi chiesero di poter essere loro gli ‘spalmatori’.
Io gli diedi campo libero, non mi interessava chi fosse. La mia soddisfazione consisteva solo nel vedere la mascella di Rob tesa e Britney indignata perché le si fosse tolta la scena.
Dopo una partita a ‘morra cinese’ vinse Sam e cominciò a spalmarmi la crema prendendosi anche la briga di slacciarmi il costume.
Dei suoi massaggi non me ne fregava nulla, anzi percepivo lo sguardo di Rob – che aveva finito la sua opera di beneficenza – sulla mia pelle ed era quello l’unica cosa di cui mi importava.
Una volta che ebbe finito gli chiesi di riallacciarmi il costume, ma lui rispose: “Mmm…perché invece non lasciarlo aperto così? Credo proprio che ti stia meglio!”
Questa sua esclamazione fu appoggiata dal resto della popolazione maschile della piscina e per un attimo temetti di dover rimanere davvero così anche se potevo benissimo chiedere a Claire di riallacciarmelo.
Una voce profonda però interruppe tutta quella baraonda.
Rob si era fatto avanti dicendo: “Faccio io”
Poi si avvicinò piano a me sotto lo sguardo a dir poco furente di Britney e prese in mano i primi due laccetti del costume nero.
Io non dissi nulla, mi limitai a trattenere il respiro per paura di rovinare quel momento.
Non capivo perché Rob stesse facendo una cosa del genere…
Poi il suo sussurro impercettibile nell’orecchio mi fece sussultare.
“Kristen, sei un’incosciente. Qualcuno avrebbe potuto approfittare di te. Di nuovo. Pensa a Cameron.”, quel sussurro mi fece quasi venire le lacrime agli occhi.
E io che pensavo…non gli importava nulla di me…solo di mio fratello, diventato ormai suo amico.
Non appena finì di allacciarmi il costume propose agli altri di buttarsi in acqua. Questi non esitarono, ma notai l’occhiata infuriata di Britney, mentre si dirigeva verso le sue amiche cheerleader, farsi più profonda.
Il resto della mattinata passò più o meno come ieri notte se non fosse stato che Rob non mi rivolse più la parola e anche io fui riluttante dal farlo.
Dopo un pranzo leggere ci dividemmo in gruppetti e ognuno fece ciò che voleva in spiaggia. Chi prendeva il sole, chi giocava a carte, chi si sbaciucchiava con la propria anima gemella…qualsiasi cosa.
Verso le tre ricominciammo a farci il bagno al mare e ci divertimmo, ma non come la sera prima. O almeno, non io.
Verso le cinque però dovemmo risalire per farci finalmente una doccia e riposarci un po’. Quel giorno di nuoto e giochi in acqua ne avevamo fatti fin troppi, ed era previsto un altro bagno questa notte.
Io mi dovetti fare la doccia per ultima, tra le ragazze, e non protestai solo perché non volevo alimentare l’astio di Britney nei miei confronti.
Ci asciugammo i capelli un po’ al sole e un po’ con il phon, ma durante quest’oretta vidi Britney stranamente pensierosa.
Chissà cosa macchinava…
Alle sette meno un quarto cenammo per poterci fare il bagno abbastanza presto, ma proprio mentre eravamo riuniti in un’aula magna del piano terra un tuono ci annunciò l’arrivo imminente di un temporale.
La delusione di tutti fu incalcolabile. Avremmo dovuto rinunciare all’ultimo bagno della vacanza.
Anche io ero un po’ triste per questo…non avrei saputo cos’altro fare…non mi piacevano i giochi di gruppo che organizzavano, tipo il ‘gioco della bottiglia’.
Finito il pasto ognuno si diresse nella propria stanza per riposarsi un po’ in privato, o almeno fu quello che feci io, finché un’idea non mi balenò nella mente.
 
POV ROB
 
Ero appena salito in camera mia dopo aver cenato e aver quindi scoperto che stava diluviando.
Cavolo, non era possibile! Tutta la sfiga a noi…
In effetti ero piuttosto stanco anche io, perciò presi il cellulare dalla tasca del borsone e mi buttai sul letto matrimoniale, troppo grande per una persona sola.
Avevo un messaggio non letto…di Cameron.
 
Rob, ti sei portato il computer vero? Spero di si! Guarda la tua posta elettronica…ti ho mandato una mail che aveva scritto mia sorella e aveva salvato nelle bozze! Rob quando l’ho letta…santo cielo, è tutto diverso!
 
Oddio.
Cosa significava?
Mi alzai bruscamente dal letto e presi il computer da dove l’avevo lasciato sulla scrivania, poi mi sedetti e accesi una lampada dato che fuori si era fatto buio.
Mentre aspettavo che il computer si accendesse dentro di me si svolgeva un’epica battaglia, altro che quelle del Signore degli Anelli!
Non appena si fu acceso infilai la chiavetta Vodafone per la connessione ad internet.
Calma, Rob. Continuavo a ripetermi.
Non appena digitai la password mi sentii male, poi andai alla posta in arrivo.
C’era un messaggio, da Kris.
Coraggio, Rob.
Feci un ultimo sospiro e l’aprii, preparandomi al peggio.
 
‘Caro Rob…
Come stai?
Spero bene…anzi, lo credo proprio visto quanto sembra tu ti stia divertendo da una settimana a questa parte circa…
Sai, rimpiango spesso i momenti che trascorrevamo insieme (cioè quasi sempre, ammettiamolo); ma sono felice.
Sì, felice. Perché finalmente ti vedo allegro, sempre con il sorriso stampato in faccia, anche se non per i motivi che desidererei io.
Ci sono domande che vorrei porti in ogni istante della giornata, ma mi vergogno persino di farmi vedere da te.
Lo so, tecnicamente mi dovrei vergognare di farmi vedere da ogni studente della scuola visto che ne sono diventata lo zimbello…a causa tua. Ci sono rimasta veramente male quando hai mostrato a tutti quel murales…e ogni volta che ci passo davanti nella mia mente scorrono tutti i momenti passati insieme e non faccio altro che rendermi conto di quanto ho perso…di chi ho perso. Te.
Mi sento sempre così stupida, così egoista nel capire che le mie parole non hanno fatto altro che causarti dolore…ma se sapessi le mie motivazioni, Rob! Non diresti e non ti comporteresti così! Te l’assicuro…Se sapessi cosa ti ho risparmiato nel lasciarti, ferirti, forse deluderti. Ti ho risparmiato molte più sofferenze, umiliazione, noia…qualsiasi cosa negativa.
Rob, anche io ti amo. Ti voglio bene e ormai non so più se tu ne vuoi a me. Ogni volta che ti vedo con Britney il mio cuore pulsa di dolore. Cos’è lei per te? Lo strumento per dimenticarti di me? Un passatempo? State già insieme?
Te l’ho detto, le domande che vorrei farti sono anche troppe.
Ho parlato con Claire. Mi ha detto che per come ti comporti non dovrei più amarti, anzi odiarti. Ma come posso, Rob?
Come posso odiare te? Come posso odiare il ragazzo che è riuscito a farmi dimenticare il passato, a farmi tornare il sorriso, a sciogliere la maschera che portavo sempre, a farmi battere una seconda volta il cuore, più forte della prima…?
So che nonostante tu mi tratti in questo modo, hai scritto quelle cose su di me e ti comporti in pubblico, dietro la facciata dello “strafigo” rimarrai sempre il mio Rob. Ironico, dolce, timido…il mio adorato Rob.
So anche che questa mail tu non la leggerai mai, ma non m’importa. L’accantonerò appena terminata nel cestino della posta elettronica e da lì non verrà più smossa, ma…non m’importa.
Ti amo, Rob, e spero che questo sentimento non svanisca in fretta, nonostante a volte vederti così mi causi un dolore a cui  penso sarebbe inferiore la morte. Ma non riuscirei a sopportare di non cogliere quelle scintille nei tuoi occhi azzurri, vederti ridere, scherzare, imbarazzarti…ti amo, Robert. E nonostante tutto mi dispiace.  Non sai quanto.
Scusa dal profondo del cuore.
Tua Kristen.’
 
Santo Cielo.
Non riuscivo a pensare a nulla di più sensato.
Kristen mi amava…Kristen mi aveva detto di no solo perché pensava che poi mi sarei pentito…
No, no, no.
Non poteva essere possibile…
Non Kris.
No…
Oddio.
Stavo impazzendo.
Spensi il computer velocemente poi andai a buttarmi sul letto con solo una maglietta nera e un paio di boxer dello stesso colore addosso.
Oddio.
Non riuscivo a pensare a nient’altro di più concreto…o significativo.
C’era qualcosa che mi diceva di andare da lei, correre e…e cosa?
Dopo tutto quello che avevo fatto non avrebbe certo ricambiato i miei sentimenti…non ancora…
Mentre mi dannavo l’anima con quelle riflessioni e le farfalle mi attanagliavano lo stomaco due colpi alla porta mi fecero perdere ancora più lucidità.
Non riuscivo più a connettermi con la realtà…non riuscivo più a capire quale fosse la realtà!
“Avanti”, dissi semplicemente, atono.
La porta si aprì, rivelando una Britney con minigonna e un toppettino fin troppo striminzito.
Ma non me ne fregava nulla…
Cercavo ancora concentrazione e lei non era la persona adatta per darmene.
Quando mi vide in quella posizione, sdraiato con le gambe semidivaricate sul letto, si avvicinò pericolosamente senza dire una parola.
Prima che me ne rendessi conto era salita sul letto a gattoni.
Oddio.
Kristen…Britney…Me…
Non ci capivo nulla, avevo il respiro velocizzato ma non per quello che pensava lei.
Si sdraiò completamente su di me, con il volto a pochi centimetri dal mio.
Tentavo di respingerla in qualche modo, ma non ero cosciente, non ci riuscivo.
O almeno, il mio corpo non era cosciente…immobilizzato non seguendo nemmeno quello che la mia mente gli diceva… pensieri sconnessi, spezzati.
“Rob…”, sussurrò eccitata.
Oddio.
“Britney…cavolo, non…”, ma ero stato troppo lento, ancora una volta.
Lei adesso era a cavalcioni su di me e si era tolta il top rimanendo solo in reggiseno.
Santo Cielo.
Britney non mi attraeva…o almeno non lo sapevo…non me ne rendevo conto.
“Britney, non credo sia il caso”, dissi con la gola arsa.
“E perché?”, sussurrò avvicinandosi ancora.
“Io…io sono ancora vergine”, dissi di botto.
Lei per un attimo sembrò sorpresa dalla cosa poi però si riprese e con voce ancora più bassa sussurrò: “Be’…rimedieremo presto”
Cazzo, cazzo, cazzo.
Tutte a me quel giorno!?!?!?
“Britney, no…”, cominciai ma tre colpi alla porta mi interruppero.
E adesso chi era?!?!?
“Rob…sono Kristen… posso parlarti…?”, mormorò una voce timidamente dall’altra parte.
Oh, santo Dio!
Non ero ancora pronto.
Non avevo potuto riflettere…non…
“Sìììì, un secondo aspetta un attimo”, esclamai con voce acuta.
Britney intanto su di me era arrabbiatissima.
Però decisi di non comportarmi come il suo solito cagnolino, bensì le sibilai: “Levati da qui e nasconditi nell’armadio.”
Apparentemente le mie parole l’avevano colpita…infatti di malavoglia si alzò da me e si chiuse dentro mentre io tentavo di darmi un attimo una ripulita.
Ero ancora in boxer e maglietta…ma era la cosa di cui mi fregava meno al momento.
Corsi alla porta e non appena l’aprii mi sentii peggio di prima.
Vederla…saperla lì…sapere quanto l’avevo fatta soffrire…e non essere nemmeno alla sua altezza…
Speravo di morire, al più presto. Non reggevo più.
“Ehi, Rob, stai bene?”, mi chiese avvicinandosi ed entrando in stanza.
Sfuggii al suo sguardo e chiusi la porta dietro di lei.
“Sì, sì. Tutto ok.”, risposi mentendo.
Dopo qualche attimo di silenzio, durante il quale la invitai a sedersi sul letto, mi disse ridendo: “Mi aspettavo di trovarti con Britney…”
Ridacchiai anche io, teso.
“Ti saresti arrabbiata?”, le chiesi a bruciapelo.
Lei mi guardò negli occhi.
“No.”
Ecco…non mi amava più…se prima avevo avuto una speranza…una certezza…adesso non c’era più. e non c’era nemmeno da stupirsi visto come l’avevo trattata.
“Cosa…cosa dovevi dirmi?”, le chiesi.
Lei abbassò lo sguardo, fissandosi le mani.
“A dire il vero è una cosa di cui un po’ mi vergogno…”
Oddio, non proposte sessuali, vi prego!!!
“Dimmi tutto”, dissi cercando di mandare giù il groppo in gola.
“Ecco…io vorrei tentare di riallacciare i rapporti, Rob. Non come prima ma…essere quasi amici…se ti va…”
Ci misi un minuto buono per rendermi pienamente conto delle sue parole.
“Oh…sì…si potrebbe fare…”
Ma cavolo, ero mongoloide?!?!?
Diglielo, diglielo che la ami ancora, diglielo che hai capito i suoi motivi…diglielo che hai letto la lettera!
La mia coscienza urlava queste cose ma le mie labbra non si muovevano, se non per respirare.
Kristen sembrò illuminarsi alla mia risposta. “Davvero?”, chiese con gli occhi lucidi.
“Sì…”, mormorai.
“Grazie, Rob”, disse lei felicissima prendendomi il viso tra le mani e stampandomi un bel bacio sulla guancia.
Subito averlo fatto, però, si staccò come bruciata. Forse aveva reagito un po’ troppo impulsivamente.
Io in risposta ridacchiai, per farle capire che non era successo nulla di grave.
Ok, questa sera non gliel’avrei detto. Avrei meditato molto sulle parole da dire e su tutto il resto, il giorno dopo sarei stato pronto e finalmente sarebbe stata mia.
Solo un giorno.
Un fottutissimo giorno, se volevamo.
“Ok…allora io adesso vado, Rob. Ci vediamo domani. Buonanotte”, mormorò alzandosi.
“Grazie, anche a te”, risposi io sorridendole.
Non appena varcò la porta della stanza mi sentii alleggerito. Ma avevo cantato vittoria troppo presto.
Dall’armadio uscì fuori Britney – vestita con solo l’intimo –, che aveva ascoltato tutto.
“La Stewy allora ci vuole riprovare, eh…”, mormorò seducente avvicinandosi al letto.
“Britney, vattene”, dissi con tono fermo.
“Oh, non così presto, tesoro mio”
“Sì, invece”, ribadii con lo stesso tono.
Lei sembrò per un attimo irritarsi. “Davvero credi che quella lì ti vuole solo per come sei realmente? Non pensi che adesso ti voglia perché sei diventato popolare? Magari prima eri solo il bell’amichetto che tentava di riportarle il sorriso…ma adesso sei di più. sei diventato uno di noi. Non è una cosa da poco, Rob. Lei ti vuole solo per questo…se no perché prima, quando non eri nessuno, ti ha lasciato solo come un cane? Perché ti ha fatto soffrire…?”, mormorò suadente finendo per strusciarsi su di me.
No, Kristen non l’avrebbe mai fatto.
Lei mi voleva bene…
E poi Britney non sapeva niente della lettera!
Anzi, non sapeva niente di Kristen, era diverso. Non sapeva quanto lei fosse sempre importante per me e quanto anche lei mi volesse bene, me l’aveva dimostrato.
Quella lettera diceva tutto…mi diceva quanto io fossi stato stronzo…quanto l’avessi fatta stare male…che incredibile testa di cazzo!
Mentre ero totalmente presto dai miei pensieri Britney si era messa a baciarmi il collo con ardore, a cavalcioni su di me. Non sapevo più come togliermela di dosso.
“Britney…non credo sia il caso”, dissi cercando di sollevare la testa e quindi allontanarmi da lei.
“Io invece dico di sì…”, continuò lei togliendomi la maglietta.
“Britney, no.”, dissi tagliente.
“A chi lo devi tutto questo? Tutti gli amici che hai adesso? A me, solo a me!”, esclamò acida spingendomi giù e facendomi sdraiare sul letto.
“E adesso vediamo di farti perdere la tua preziosa verginità…ok?”, sussurrò senza attendere una risposta. Che sarebbe stata negativa.
Stavo perdendo la pazienza. Stavo per prenderla per i gomiti, mentre mi sbatteva i suoi seni in faccia, per allontanarla una volta per tutte.
Ma improvvisamente la porta si riaprì, lasciandomi completamente stravolto.


RAGAZZEEEEEEEE!! GIù LE ARMIIIIIIIIIIII!!! VI FATE MALE, CAVOLO!!!!!!!!!!!!!!!!!
CALMA, CALMAAAAAA!!! PARLEY!!!!!!!!! DOVETE SOTTOSTARE ALLA LEGGE DEL PARLEY!!!!!!!!! PER CHI NON SAPESSE COS'è FILI A GUARDARSI I PIRATI DEI CARAIBI!!!! XD
COMUNQUE RAGAZZE...LO SO FINISCO SEMPRE NEI MOMENTI CRUCIALI, MA...IL PROSSIMO CAPITOLO ARRIVERà PIù O MENO DOMANI PERCIò NON SCALDIAMOCI TROPPO CHE IL CALDO QUI è GIà PIù CHE SUFFICIENTE!!!!!
RISPONDO SUBITO ALLE RECENSIONI E NE ASPETTO DI NUOVE...COME SEMPRE! ^^
UN BACIONE,
ELE

RISPOSTE ALLE RECENSIONI

Amy_19: Ciaoooo!!!!! Grazie mille dei complimenti!!!! Mi fa piacere che ti stia piacendo!!!! Anche se questo capitolo probabilmente avrà fatto andare tutti quanti in escandescenza!
Dispiace moltissimo anche a me che stia ormai finendo...questa storia mi ha appassionato tantissimo e mi ha fatto conoscere un sacco di persone splendide! ^^
Un bacione,
ele

RedTwiSasa: Ciao tesoro...
non mi mostro molto entusiasta perchè immagino che a questo punto vorresti strangolarmi come minimo...o meglio la ghigliottina? XD
E come la pensi su Cameron adesso? XD
Eheheh non ci voleva molto, lo so, ma la cosa dove bisognava mettere più intuito era un'altra, quella della palpatina di Britney!!!!!!!!!!!!!
La odioooooooo!!!! :@ Grrrrrr...lo so che è nata dalla mia mente ma la odio lo stesso!!!!!!!
Recensisci, mi raccomando!!
Ti voglio bene!

Serve: Ciao...
lo so, sbaglio ad offendermi. Sono una persona un po' permalosa in effetti e credo di aver 'tramandato' questo mio tratto a diversi personaggi.
Non mi sono tanto offesa, quanto dispiaciuta che tu vedessi Cameron e Rob come delle teste di cazzo o come gente che non ne sa niente dell'amore. Io l'ho detto e ripetuto che il modo in cui si è comportato Rob è stato squallido nonostante stesse cercando di riprendersi da una delusione. Ma il fatto che tu li considerassi così male ha fatto stare male anche me.
Sinceramente non so se le altre autrici si considerino come i propri personaggi, e devo dire che io non mi vedo proprio come tutti, infatti possibilmente Britney è il mio opposto, ma come i due protagonisti sicuramente. Perché nonostante siano reali ed esistano, io purtroppo non li conosco e provo solo ad immaginare cosa possano essere mettendoci delle mie emozioni e dei miei stati d'animo. Britney con mia grande soddisfazione nella realtà non esiste perciò non mi faccio tanti problemi e la metto così come me la immagino prendendo spunto da persone che si comportano davvero come lei.
Adesso io mi scuso per essermela presa forse fin troppo e mi auguro che la storia continui a piacerti, nonostante adesso anche tu vorrai uccidermi...XD
Un bacione, scusa ancora
ele

Funny_lady_: Ehilàààààà!!!
Ahaha, amo anche io Cameron se ti fa piacere!!!! Rispetta la coda per favore!!! XD
Sì, lui è davvero la 'Fata Turchina' o il Grillo Parlante!!! XD
Dici che Rob è intenzionato a chiedere scusa a Britney...mmm...dopo questo capitolo fammi sapere un po'...e non ammazzarmi anche tu, per carità!!!!!!!!!
Hai ragione, Kris sta cercando davvero di passare oltre e di godersi comunque le vacanze come ha sempre fatto. Il modo migliore perchè gli altri smettano di prenderti in giro è ignorarli infatti! ^^
In quanto a Britney ti aiuto io a investirla! Tu la tieni ferma e io passo col tir! Attenta a toglierti prima che investa anche te però! XD
Spero che il cappy ti sia piaciuto!
Un bacionee
ele

Piccola Steph: Rolly!!!!!!!!!!!!!! Grazie x gli applausi!! XD
Ahaha, 'povera' Britney!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Scatena i miei istinti maneschi e omicidi!!! XD
Come questo capitolo avrà risvegliato i tuoi...perdonamiiii!!!
E certo che ne sai più della puttanella, Alle!!! Mi stupirei se fosse il contrario!!!! XD
Un morso enormeeeeee!!!! XD
Ele

Denny: Ciaoooooooo!!!
Mi fa tantissimo piacere che la mia storia ti piaccia e il fattore della pazzia...be', caratterizza tutte le cose che faccio perciò era inevitabile che ti facesse impazzire!! XD
Grazie x i complimenti!!!!!!!!!!!!!!
Devo dire che dispiace moltissimo anche a me che finisca...magari potrei scrivere un continuo...ma è solo un'idea...ti immagini "Old Crazy Love"????? Che ridereeeeee!!! Aahaha! però davvero ci potrei pensare seriamente! Per il vostro totale esaurimento!!! ^^
E che intuitiva la nostra ragazza!!!! XD
Anche se...non ti diceva nulla la palpatina di Britney? Quella sporcacciona voleva fare molto molto di più!!!!!!! Grrrrr :@
Spero di non averti fatto incavolare!!!!!
Al prossimo capitolo (cioè molto poco...^^)!
Baciiiii
Ele

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Capitolo 25
*** Dimostramelo ***


ECCOMI QUIIII!!
OK…
PRONTE RAGAZZE?
Sì, SIGNOR CAPITANOOOOO!!! XD
MI RACCOMANDO, Giù LE PADELLE!!!!!!
NON COMMENTO NULLA PERCHé è DAVVERO MEGLIO COSì…
MI DISPIACE MOLTISSIMO, MA PREFERISCO NON RISPONDERE ALLE RECENSIONI…SOLITAMENTE MI FACCIO SFUGGIRE TROPPE COSE! >.<
RAGAZZE, HO AVUTO UN DUBBIETTO NEI GIORNI SCORSI…NON MI RICORDO SE VI HO DETTO CHE LA STORIA è AMBIENTATA NEL 2003!!!!!!!!!!!!!!!!
PER CHI NON LO SAPESSE, RICORDATE: LA STORIA SI SVOLGE A LOS ANGELES NEL 2003!!!!!
ADESSO VI LASCIO AL CAPITOLO!
UN BACIONE
ELE
YOUNG CRAZY LOVE
 
Capitolo 25: Dimostramelo
 
POV KRIS
 
Ero finalmente felice.
E sollevata.
Stavo ripercorrendo il corridoio quasi saltellando, dopo essere stata nella camera di Rob.
Sì, sì, aveva detto sì!
Certo, non era stata tutta questa gran cosa, ma il semplice fatto che accettasse di riprovare ad essere mio amico mi riempiva di una gioia incredibile.
Mi sentivo tanto Heidi… [xD]
Una volta che stavo per aprire la mia camera però mi venne in mente una cosa.
Ne avrebbe dovuto parlare con Britney? E lei come avrebbe reagito?
Forse sarebbe stato meglio di no…
Dovevo andare a dirglielo, non volevo essere la causa di litigi con la sua ‘nuova amichetta’.
Ripercorsi il corridoio come avevo fatto prima, e non appena arrivai alla camera 14, aprii la porta di scatto aspettandomi di ritrovare Rob come prima…
“Rob, senti ti volevo…”
…Ma mi sbagliavo.
Davanti a me si presentava una scena orribile.
Rob era sdraiato sul suo letto con metà della maglietta sollevata e Britney mezza nuda a cavalcioni su di lui che gli baciava il collo strusciandosi sul suo corpo.
“Mi fai schifo”, sibilai rivolta a Rob, prima che potesse dire qualcosa per giustificarsi.
Non appena dissi queste parole però spinse Britney lontano da lui con forza e tentò di rialzarsi in piedi. Io però stavo già per andarmene e sbattere la porta quando lui cominciò a urlare: “Kris, non è come sembra!”
Cavolo.
Certo che gli uomini ne avevano di fantasia in questi momenti. La sola ed unica cosa che erano capaci di dire è ‘non è come sembra’. Possibile?!?!
A quanto pare, sì.
Non lo ascoltavo nemmeno più, stavo già ripercorrendo il corridoio inorridita, cercando di ricacciare le lacrime.
“KRISTEN!!”, urlò Rob mentre usciva di corsa dalla stanza, mettendosi la maglietta.
Non appena ebbe finito prese a correre per raggiungermi e mi bloccò per il polso.
“Lasciami, Robert.”, dissi con voce ferma.
“Kris, davvero, ti prego ascoltami, lasciami spiegare”
“Non c’è nulla da spiegare, Rob. Non mi devi niente, puoi fare quello che vuoi con Britney. A me non importa.”
Oh, sì che mi importava! Ma non ero la sua ragazza…non doveva render conto a me delle sue azioni.
“Kris, io non volevo! Stavo cercando di scacciarla via! Io stavo ancora pensando a te e…alla let…”, improvvisamente si bloccò come avesse detto qualcosa di sbagliato.
Ma mi bastò per capire.
Mi voltai verso di lui per poterlo guardare in faccia.
“Che cosa?”. I miei occhi emanavano scintille.
Lui sospirò afflitto, poi si decise a parlare.
“La lettera…la mail che avevi scritto…per me.”
Improvvisamente tutto divenne chiaro.
Ecco perché Cameron mi aveva fatto quella domanda…ecco perché aveva quell’espressione…ecco perché mi aveva detto che aveva ‘l’impressione’ che tutto sarebbe andato bene…ecco perché Rob mi aveva accolto in quel modo senza maltrattarmi…
I miei occhi si riempirono di lacrime e non potei fare nulla per impedirlo.
“Ti prego, Kris, non piangere”, mi supplicò Rob avvicinandosi a me mentre aprivo la porta della mia stanza.
“Ti- ti ho detto di lasciarmi, Rob”, dissi con voce rotta.
“No, io non ti lascio, Kris…non adesso che so la verità. Non adesso che ho capito i tuoi motivi…Kris…”
Adesso ero entrata in stanza e stavo mettendo via tutte le mie cose.
Non intendevo rimanere lì un minuto di più.
“Ascoltami, Kristen, ti prego!!!!!”, esclamò lui.
Ormai ero troppo arrabbiata.
Stupida, stupida, stupida.
Perché non l’hai capito subito?
Lui non ti ama…no, non ti ama, Kris.
È solo un cretino interessato a un bel corpo o qualcosa del genere.
“No, ascoltami tu, Rob. Io non voglio più vedere la tua faccia per un bel po’ di tempo, e sai perché? Perché mi hai solo illusa, mi hai fatto solo soffrire mentre io avevo delle buone ragioni! Ti ho detto di no solo perché volevo ‘risparmiarti’ delusioni o cose simili. Non ti immagini le reazioni della tua Britney quando avrebbe saputo che stavamo insieme? Non te ne sarebbe fregato nulla? Non dirmi di no, Rob, perché non ci credo. Aveva ragione Claire…”, dissi con espressione schifata.
“Kris, io ti amo!”, esclamò lui tentando di attirare la mia attenzione di nuovo.
“Non credo. Non dopo quello che stavi facendo.”, dissi io con tono fermo.
“Kris…cavolo, perché non mi ascolti?!? Io non volevo, sono ancora vergine e non volevo che fosse lei la prima, cazzo! Mi è saltata addosso e non sono riuscito a togliermela di torno, anche dopo che sei entrata tu…le ho detto di andarsene ma lei non ha voluto sentire ragioni!”, esclamò, ma vedevo nei suoi occhi che non era pienamente convinto, stava ancora cercando di convincersi di qualcosa.
“Perché dovrei crederti, scusa? Non hai fatto che trattarmi male in questi giorni, e ti assicuro che male è un eufemismo. Se mi avessi amato non avresti fatto delle cose del genere, forse…”, nell’ultima parte anche io persi un po’ della mia convinzione.
Secondo tutti i pensieri che mi ero fatta, Rob era così sconvolto e deluso da me che voleva farmela pagare in tutti i modi possibili e immaginabili, cercando di riemergere dalla depressione che inevitabilmente lo avrebbe travolto.
Forse, ecco! Anche tu non ne sei sicura, Kristen! Io non lo so cosa mi è passato per la testa in quei momenti, ma ti assicuro che sono pentito, ti ho ferito e mi dispiace, ti ho offeso e vorrei non averlo mai fatto…Kris, è tanto difficile da capire che ti amo?”, chiese stravolto.
“Sì, Rob. Infatti non ci credo”, dissi dura tirando la zip del mio borsone.
Adesso ero pronta.
Non mi bastava che chiamare quello schifoso traditore di Cameron.
Uscii di corsa dalla stanza sfuggendo alla presa di Rob che tentava di riprendermi.
Corsi per le scale con lui che mi rincorreva e urlava di fermarmi.
Era stravolto, questo glielo concedevo.
Uscii dal portone del palazzo sbattendolo e finii sotto la pioggia battente.
Diluviava da morire, anche se poco prima c’era un sole spendente. Era vero allora che qui il tempo cambiava molto velocemente.
“Ti prego, Kristen. Ascoltami, ti prego”.
La preghiera di Rob mi costrinse a girarmi per vederlo completamente zuppo dietro di me, con espressione così…non sapevo definirla.
C’era ancora quel qualcosa che lo rendeva incredulo.
“A cosa non credi, Rob?”, gli chiesi diretta, mentre componevo il numero di mio fratello.
“A tutto. Al fatto che tu non credi che io ti ami, che non credi che Britney mi sia saltata addosso e soprattutto al fatto che tu mi abbia lasciato per quei motivi. Che in realtà tu mi ami, Kris…”, rispose lui avvicinandosi pericolosamente.
“Lasciami andare, Rob. Credo che quel tempo sia solo passato.”
“No, no, no. Kris non me lo dire. No, no”, scuoteva la testa, non riusciva a convincersi.
Ma l’avrei aiutato io, così come lui mi aveva fatto sentire una nullità, così come mi aveva fatto stare male. E io povera ingenua che non aveva capito nulla…aveva davvero ragione Claire.
“Mi dispiace”, fu l’unica cosa che riuscii a dire prima di premere il tasto di chiamata.
Cameron rispose dopo tre squilli.
Pronto?
“Sono Kristen.”
Oh, ciao, Kris. Come va? Sono rimasto anche io a Santa Monica, non troppo distante da te. Non sono riuscito a resistere alle tentazione del mare e del sole!”, rise lo scemo.
“Mi fa piacere che tu sia vicino. Così puoi venire immediatamente a prendermi e salutare il tuo amichetto.”, risposi dura.
Cosa?
“Non fare il finto tonto, fratellino. Per la prossima volta, non guardare le bozze altrui”
Ah”, si limitò a rispondere.
“Già”
Ok, vengo a prenderti”, e chiuse la chiamata.
“Kristen, devi ascoltarmi”, mi richiamò Rob.
“L’ho già fatto anche troppo. Adesso puoi pure andare. Britney ti starà aspettando.”
“NON ME NE FREGA NIENTE DI BRITNEY! L’UNICA COSA DI CUI MI IMPORTA SEI TU, KRISTEN, TU, SOLO TU!!!!!”, urlò.
Intanto la pioggia ci inzuppava completamente e i tuoni rimbombavano.
“È troppo tardi, Rob.”, dissi infine.
“No, no, Kris, no…non puoi dirlo!”, mi scongiurò.
“No, Rob. Posso invece, posso benissimo. E ho aspettato troppo…non te n’è mai importato niente di me. Vuoi solo divertirti. E allora vai. Forza, ti staranno aspettando”, gli sussurrai sorridente.
“Tu non riesci a capire che non mi importa…così come non mi importava il fatto che gli altri mi prendessero in giro se fossi stato con te. Devi lasciarmi l’opportunità di decidere cosa penso e cosa voglio”
“Non più”, mi limitai a dire mentre una macchina si avvicinava.
Si fermò velocemente vicino a noi e ne scese Cameron.
“Cosa le hai fatto?”, ringhiò dirigendosi verso Rob.
“Lascialo stare, Cameron. Hai fatto anche tu la tua parte”, lo ammonii dura.
“Con te parlo dopo”, sussurrò Cameron a Robert con sguardo assassino pensando che non potessi sentirlo. Io nel frattempo avevo sistemato il borsone dentro la macchina e mi preparavo a lasciare finalmente quel posto.
“Kristen…ti prego”, sussurrò un’ ultima volta fissandomi.
Quegli occhi azzurri così profondi…così ammalianti…così dolci che mi pregavano.
Erano vere quelle lacrime che vedevo sulla loro superficie?
Rob…il mio Rob…
No. Non lo era più.
Non me lo stava dimostrando…
Dovevo lasciargli una speranza?
Lui l’aveva fatto con me?
Sì…solo con i suoi occhi, i suoi sguardi, la sua risata, il suo sorriso sghembo…
“Dimostramelo”, dissi infine, prima di sbattere la portiera. Cameron mise immediatamente in moto e partimmo dopo un’ultima occhiata a Rob, lì sotto la pioggia, sofferente.
 
 
POV ROB
 
Sono passati due giorni da quando ho finalmente capito.
Da quando la mia vita ha preso una piega diversa e mi sono sentito vero…da quando ho capito che la mia ragione d’esistenza era Kris, ma non gliel’avevo dimostrato.
Che ero sempre stato un bambino…no, nemmeno quello. Un bambino non è capace di fare tutto quello che io ho fatto a Kris. Perciò non potevo nemmeno definirmi tale…ero stato ignorante, scemo, cretino, stronzo, una testa di cavolo praticamente.
Non ero stato me stesso.
Mi ero lasciato condizionare dalla massa…dalla voglia di ‘distinguermi’. Sì, certo distinguermi, come no.
Facendo quello che ho fatto, non ho fatto altro [scusate il gioco di parole] che ammassarmi, mischiarmi, rendermi come quegli altri cretini. Dei pecoroni, ecco quello che sono e che ero anche io.
Perché distinguersi sta semplicemente nell’essere ciò che si è veramente senza nascondersi per le persone che si frequentano, che siano popolari o meno.
E questo l’ho imparato a mie spese.
Kristen non è venuta a scuola oggi…Claire dice che l’ha sentita e che tornerà probabilmente mercoledì.
Mi sento così tremendamente in colpa…
Ma almeno mi sono ribellato.
Ne ho dette così tante a Britney dopo quello che mi ha fatto fare che mi stupirei se mi volesse ancora bene.
Sempre che me ne abbia mai voluto…così di cui a dire il vero dubito.
L’ho offesa, l’ho chiamata pu****a, bambinetta, e lei per ripagarmi cosa ha fatto? È andata a dire a mezzo mondo che ero vergine.
Ma non me l’ero presa.
Non più.
Adesso non mi importava…
E speravo solo che un modo, un fottutissimo modo di riaverla, riconquistarla si facesse largo nella mia mente.
Tutti gli altri ragazzi che avevo conosciuto in questo periodo mi avevano chiesto cosa mi fosse successo, dato che avevano anche sentito le mie urla con Kristen nel corridoio.
Ma non avevo risposto. Nemmeno loro potevano essere considerati degli amici veri. Mi avevano allontanato dalla mia ragione di vita…ma in fondo, come potevano sapere che la considerassi in questo modo dopo che avevo scritto cose così terribili su di lei??????
La colpa era solo mia, inutile girarci intorno, e dovevo rimediare.
Quando ero tornato a casa mamma era stata felicemente sorpresa che avessi ripreso la mia strada del mutismo da bimbo impacciato. Aveva capito che stavo per ritornare in modalità ‘normale’.
Adesso ero nel parco, quello in cui avevo incontrato Kris e avevamo fatto a botte con le bottigliette d’acqua per irrigare quel piccolo paradiso di piante e fiori stupendi.
Sorrisi al ricordo.
Com’era facile al tempo…giocavamo così tanto da sembrare bambini, poi le cose si erano complicate.
Ricordavo con precisione assoluta tutti i momenti trascorsi insieme. Dal nostro primo incontro occhi negli occhi alla mia fenomenale assunzione in paradiso…o quando avevo sentito la sua discussione con Britney e le altre ragazze nello spogliatoio di educazione…il modo in cui i suoi occhi mi avevano incantato…una sola occhiata per capire che fosse lei…le tanto aspettate spiegazioni, anche se non complete, ogni ‘appuntamento’, ogni festa, ogni pomeriggio a studiare, ogni cosa…finché tutto non era finito per paura. paura di tutto…paura di dover affrontare qualcosa di grande che in realtà era solo nostro…ed era il nostro amore. E io lo volevo. Con lei…per lei.
La mia Kristen…dovevo solo aspettare un’ispirazione per riconquistarla in qualche modo e finalmente coronare quello che era diventato il nostro sogno.
Seduto per terra a guardare le meraviglie della natura con le cuffie nelle orecchie finalmente una lampadina brillò nella mia testa accendendo il mio povero ed unico neurone in vita.
Composi in fretta il numero di Claire.
Forse non tutto era ancora perduto: l’illuminazione era arrivata.
 
 
 
OH-OH.
IO NON DICO NULLA…SEMPLICEMENTE UN APPUNTO PICCOLINO PICCOLINO.
PER CHI AVESSE TROVATO QUALCOSA IN COMUNE CON UN FILM…Sì, HA RAGIONE.
MI SONO ISPIRATA UN PO’ AD UN FILM CHE HO VISTO UN ANNETTO FA CIRCA, FRENCH FOR BEGINNERS, MA SOLO PER LA SCENA IN CUI LA PROTAGONISTA TROVA LA ‘PU***NELLA DI TURNO’ NEL LETTO CON IL POVERO PROTAGONISTA CHE NON RIESCE A TOGLIERSELA DI TORNO!
COME HO DETTO NON RISPONDERò ALLE RECENSIONI…SE NO POI CAPITE TUTTO!!!! U_U
RECENSITE PERòòòòò!!
VOGLIO SAPERE TUTTO QUELLO CHE PENSATE!!!
PROSSIMO AGGIORNAMENTO X DOMANI O MERCOLEDì… RAGAZZE…NO, NON POSSO DIRVELO!
UN BACIONEEEE
GRAZIE A TUTTEEEE!
ELE

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Capitolo 26
*** Undisclosed Desires ***


RAGAZZE…
MI RIFIUTO DI DIRE QUALSIASI COSA…
PREMETTO PERò CHE ALLA FINE TROVERETE UN POEMA DI NOTE! XD
ANZI UNA COSA LA DICO, ED è IMPORTANTISSIMA.
QUESTO CAPITOLO è DEDICATO IN TUTTO E PER TUTTO ALLA MIA SOSIETTA, REDTWISASA.
TI VOGLIO INFINITI UNIVERSI DI BENE, TESORO, E TU SAI PERCHé QUESTO CAPITOLO è DA CONSIDERARE VERAMENTE…TUO. ^^
UN BACIONE IMMENSO A TUTTE QUANTE.
MI AUGURO VI PIACCIA.
ELE
 

YOUNG CRAZY LOVE

Capitolo 26: Undisclosed Desires
 
POV KRIS
 
“Claire ma non mi puoi parlare qui, al telefono? Che bisogno c’è di andare nella vecchia scuola di danza abbandonata dove ci siamo conosciute?”, chiesi irritata.
Senti, ho bisogno di guardarti negli occhi mentre ti parlo e ho scelto quel posto, perché è importante. Non mi dire che ti costa troppo fare due passi per raggiungerlo!”, disse lei indispettita.
“No, non mi costa tanto, ma sai che umore ho in questi giorni…già è tanto che domani torni a scuola”
Ma finiscila, Kris! Non puoi tapparti in casa solo per lui! Devi reagire, come hai sempre fatto! Ti aspetto alle 4.30 nella vecchia scuola di ballo, ok? Nella stanza dove vedi uno stereo.
“Sì, ma…cavolo sarebbe tra mezz’ora!”, non mi lasciò il tempo di finire che balbettò uno ‘scusa devo andare, arrivano i miei!’
Fantastico.
E dire che non avevo nemmeno voglia di uscire.
Aveva ragione Claire, però. Mi stavo tappando in casa, anzi in camera mia dato che non uscivo nemmeno da quella. E dovevo reagire…così come avevo fatto con Mike e ogni altra cosa mi fosse capitata.
Il fatto di incontrare Rob di nuovo mi faceva paura. Non capivo nemmeno io di cosa e mi rimproverai per essere così dannatamente…Kristen Stewart.
Fossi stata una come Britney, o come Emily, o come Claire non avrei avuto problemi. No, proprio così dovevo nascere invece!
Un giorno o l’altro avrei dovuto lamentarmi con i miei genitori.
Alla fine decisi di cominciare a prepararmi e uscire piuttosto che rimanere lì con i miei pensieri idioti. Ma di cosa avrei dovuto rimproverare i miei genitori? Di non essersi impegnati abbastanza? Cose da pazzi…
Il tragitto da casa alla scuola di ballo fu decisamente lungo.
La mia nuova casa era in centro, ben più lontana da quella dove abitavo prima, a due passi dalla scuola di danza.
Era lì che avevo conosciuto Claire.
Lei faceva danza praticamente da quando era nata, invece quella volta era la mia prima lezione. Ero abbastanza brava nel ‘contorcermi’, ma non ne sapevo nulla di spaccate o passetti vari.
Da quella prima lezione di prova, però, si instaurò un’amicizia piuttosto profonda, con i propri alti e bassi, certamente, ma comunque forte. Io e Claire continuammo a fare danza tutti gli anni, arrivando anche a livelli agonistici. Fino a quando io non abbandonai tutto perché quello sport mi ricordava troppo Mike. Infatti c’eravamo conosciuti per la prima volta ad una gara di ballo dove lui mi aveva fatto molti complimenti, forse anche troppi, e me l’avevano presentato come un amico di miei amici.
Ci vedemmo piuttosto spesso nonostante lui avesse 22 anni e io 16. Eravamo molto presi l’una dall’altro…o almeno io in senso di amore, lui in…altro.
Ecco, finalmente ero arrivata alla scuola.
Fu un vero peccato il fatto che fosse andata in rovina…o meglio, si era trasferita in centro dato che per molti – come me – era difficile raggiungerla e questa sede era rimasta inutilizzata da tutti.
La porta era completamente a pezzi, come tutto l’edificio d’altronde.
Non c’era traccia di quell’eleganza francese che la caratterizzava meno di un anno prima.
Mi avviai su per le scale chiamando Claire a gran voce, dubitavo ci fosse qualcun altro qui dentro.
Non rispondeva.
Mah, magari ero in anticipo.
Salii la rampa di scale attaccandomi al corrimano polveroso.
Tutto ricordava il passato.
Finite le scale entrai nella prima aula. Completamente vuota. No, non era quella di cui parlava Claire.
Finii per passare in rassegna di tutte le aule finché non arrivai alla penultima, la mia preferita da quando ero bambina, senza alcun motivo particolare.
Osservarla fu magico, nonostante tutto. Lo stereo era appoggiato in un angolo ed era ancora attaccato ad una presa, magari era stata Claire.
Mi misi al centro della stanza, ad osservare le finestre strette e lunghe, ogni parete piena di crepe giallastre.
Era cambiato quasi tutto.
A un certo punto però sentii le note iniziali una canzone, alle mie spalle. Quella canzone.
Quella che avevo ascoltato da lui
Una voce cominciò a cantare, sopra quella del cantante. La sua.
[CONSIGLIO DI CLICCARE QUI E ASCOLTARE MENTRE SI LEGGE! http://www.youtube.com/watch?v=R8OOWcsFj0U]
Oddio.
‘I know you’ve suffered
But I don’t want you to hide…’
Mi girai di colpo.
Eccolo lì, Rob, con gli occhi carichi di emozione. Stava cantando per me quella canzone.
Io lo fissavo, inebetita senza ancora riuscire a rendermi veramente conto di quello che stava facendo, colpita solo dalla forza e dal significato delle parole che cantava.
E arrivò quel punto…quello più importante, quello che mi aveva colpito di più…quello che mi aveva emozionato…
‘I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognise your beauty’s not just a mask…’, si stava avvicinando mentre i miei occhi si riempivano man mano di lacrime.
‘I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart’, adesso Rob era proprio davanti a me e mi accarezzava dolcemente il volto mentre io non riuscivo a far altro che piangere, piangere ed emozionarmi.
‘You trick your lovers
That you’re wicked and divine…
You may be a sinner
But your innocence is mine’
Non c’era più traccia della maschera che per troppo tempo lo aveva trasformato. Era lui, Rob, il mio Rob senza nessuna copertura. Aveva voce meravigliosa. Le parole così forti…così adatte a noi…come le avessero scritte per noi.
E Rob me la stava dedicando…
‘Please me
Show me how it’s done!
Tease me…
You are the one!’, e lo disse con tale enfasi, tale dolcezza negli occhi, vicinissimi ai miei.
‘I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognise your beauty’s not just a mask…
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart’
Rob...il mio Rob, era davvero lui, il mio amore.
A quel punto ci fu una pausa durante la quale ci guardammo negli occhi, senza dire una parola, non ce n’era bisogno. Quel silenzio era carico del suo desiderio di riconquistarmi e della mia gratitudine.
Prima che ricominciasse, mi prese il viso tra le mani, continuando a fissarmi. Le immagini di lui mi si imprimevano nella mente…
‘Please me
Show me how it’s done
Trust me…
You are the one…’
Stava per ricominciare a cantare, ma lo fermai per un qualcosa di più importante, più di nostro. Per coronare finalmente il mio amore per lui. Finalmente diventato realtà.
Gli bloccai le parole con la mia bocca, avvicinandomi a lui maggiormente e baciandolo.
Le nostre labbra finalmente si incontrarono in un bacio dolce, lento, salato dalle mie lacrime…desiderato da chissà quanto tempo.
Le ultime parole della canzone ci facevano da sottofondo, nel nostro primo bacio…
‘I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognise your beauty’s not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart’
Rob mi teneva stretta a sé, come per timore che quell’attimo potesse svanire con tutto il nostro amore. La sua mano sinistra era ancorata alla mia vita, mentre la destra mi teneva per la nuca.
Quando si staccò dalle mie labbra non riuscii più a trattenere gli ultimi singhiozzi, tanta era stata la gioia, la sorpresa, l’amore…
 “Kris, Kris…”, mi ripeteva in continuazione mentre piangevo contro il suo petto.
Ce l’aveva fatta, ce l’avevamo fatta.
Finalmente eravamo riusciti ad esprimere i nostri sentimenti…
“Ti amo”, mi sussurrò guardandomi negli occhi una volta che ebbe allontanato piano la mia testa da lui.
Quegli occhi che erano stati il centro della nostra amore, l’inizio di tutto. Erano dolci, un po’ imbarazzati e anche un po’ lucidi, come se stesse per piangere anche lui.
“Ti amo”, sussurrai a mia volta prima di ricatturare le sue labbra in un nuovo bacio. Le nostre labbra si sfioravano lente, si cercavano a vicenda.
Rabbrividii quando la sua lingua tracciò il contorno del mio labbro inferiore in una richiesta di entrare nella mia bocca. Senza esitare gli lasciai il permesso e cominciò una danza lenta, dolce tra le nostra lingue, una danza che sapeva di noi.
Quando ci staccammo, ansanti, ridacchiammo per come eravamo stati impetuosi.
“Kris…ho bisogno di parlarti, di spiegarti e soprattutto di scusarmi”, mormorò con occhi contriti, le sue braccia attorno alla mia vita.
“Va bene…ma poi tocca anche a me”, sorrisi.
“Ok…”, sorrise a sua volta facendomi sedere in braccio a lui contro la parete.
“Allora tu e Claire vi eravate messi d’accordo, eh?”, chiesi ironica.
“Già. Ero nel parco, nel tuo piccolo rifugio naturale quando mi è venuta in mente la tua canzone, Undisclosed Desires.”, sorrise guardando il vuoto.
“Allora sapevi come si chiamava!”, esclamai.
Non potevo credere che non me l’avesse detto.
“Certo che lo sapevo! È una delle mie preferite…ma mi sentivo troppo in imbarazzo nel farti sapere come si chiamava. No, non ero imbarazzato…avevo paura che ti spaventassi dei miei sentimenti per te, Kris. Volevo essere io a dedicartela, io e nessun altro”, le sue parole risuonarono nella stanza vuota come ferme e decise.
“Ma non me l’avrebbe dedicata nessun’altro, scemo…”, sussurrai toccandogli il naso con la punta delle dita e facendo sfiorare le mie labbra con le sue. Sapeva di vaniglia…era un profumo squisito.
“Aspetta, aspetta, lasciami finire! Poi avremo tutto il tempo!”, disse ridendo.
“Ok…”, borbottai fingendomi offesa.
“Dai, su! Non so se hai notato, ma quando mi attacco alle tue labbra non riesco più a lasciarle lì sole, al freddo e al gelo…”, rise, e io con lui.
Era tutto così…folle.
“Kris. Io devo scusarmi infinitamente con te. Perché non sono stato capace di capire che mentivi, perché mi sono lasciato prendere da una delusione che non dovevo avere, perché ti ho offeso, perché ho reagito, perché sono cambiato. Sono stato una grandissima testa di cazzo, Kris. E non sai come mi dispiace. Probabilmente tu di queste scuse non te ne fai nulla…vorresti di più, così come mi hai detto sabato sera a Santa Monica. E mi hai anche detto che avrei dovuto dimostrartelo, e io ho fatto il possibile, Kris, ho fatto tutto quello che ho potuto per dichiararti il mio amore, e lo farò di nuovo.”
Mi fece scendere gentilmente dalle sue gambe e mi aiutò ad alzarmi, poi si mise in ginocchio davanti a me.
“I want to reconcile the violence in your heart…”, cominciò a sussurrare con il risultato di farmi piangere di nuovo.
“Perché so che batte forte, Kris, e voglio placarlo…dal dolore che provi per Mike, per tutti quelli che ti hanno ferito e che ti feriscono continuamente, me compreso”
“I want to recognise your beauty’s not just a mask…”, cantò ancora, chiudendo gli occhi.
“Perché sei bellissima, Kris e la tua bellezza estrema non sarà mai solo un qualcosa per attirare la gente, è lo specchio di quello che c’è dentro di te”
“I want to exorcise the demons from your past”
“Questo, forse, è il più importante. Voglio distruggere il tuo passato, voglio far tornare il sorriso sulle tue labbra, voglio essere per te tutto quello che vorrai, voglio darti tutto, e farti dimenticare tutto quello che ti hanno fatto”
Ormai singhiozzavo, nel vederlo e sentirlo.
“I want to satisfy the undisclosed desires in your heart”
“E infine, voglio soddisfarti, e renderti ogni giorno felice, voglio soddisfare i desideri inespressi del tuo cuore, Kris. Ti amo.”, sussurrò guardandomi sempre negli occhi.
Poi si alzò in piedi di fronte a me e mi asciugò le lacrime, mentre i singhiozzi mi mozzavano il respiro.
“Shh, shh…”, sussurrò facendo appoggiare la mia testa contro il suo petto.
“Ti amo, Kris…perdonami, ti prego. Ti amo…”, mormorò.
Era così dolce…non sentivo nemmeno di meritarlo…
“Rob…io non sono abbastanza per te…”
Mi fece alzare di scatto la testa, spazientito.
“Kristen, lascia decidere a me cosa è giusto, cosa voglio, chi voglio. E io voglio te, non sarò mai abbastanza per averti ma… voglio migliorare, voglio farti tornare il sorriso, voglio esaudire i desideri del tuo cuore, voglio farti stare finalmente bene…voglio amarti, Kris. Me lo permetti?”, chiese guardandomi negli occhi. I suoi erano due pozze profonde e azzurre…come il ghiaccio sciolto, caldo, le profondità dell’oceano, o del cielo più limpido. Erano fonte di pace e di sicurezza, fonti sicure di amore. Erano il mio amore.
“Sì, Rob. Te lo permetto…e ti amo!”, esclamai prima di saltargli addosso abbracciandolo con le braccia attorno al suo collo.
E ovviamente ripresi a singhiozzare.
“Tra i tuoi desideri inespressi devo dedurre ci sia anche quello di comprare un bel po’ di fazzoletti, piccola mia…”, mormorò dandomi dei leggeri colpetti rassicuranti sulla schiena.
Riuscì a farmi ridere.
“Ti amo, Rob…”, sussurrai.
“Anche io…”, lo sentii sorridere sui miei capelli.
“Perché sorridi?”, chiesi con ancora il respiro spezzato.
“Perché immagino la reazione di quella puttanella di Britney…”, sussurrò ridacchiando.
Io mi scostai un attimo da lui.
Quello era un punto su cui dovevamo ancora parlare.
“Mi spieghi che stavate davvero facendo sabato sera?”, chiesi dura.
“Te l’ho detto, amore. Appena ho letto la tua mail ero sconvolto. Non riuscivo a capire come avessi fatto a non capire e come avessi potuto tu fare una cosa del genere. E nello stesso tempo non riuscivo a capacitarmi di quello che ti avevo fatto nonostante tu non c’entrassi nulla…”, si fermò un attimo, sospirando. “Poi è arrivata lei, in minigonna e top minuscolo. Notando la mia distrazione mi è saltata addosso e ha detto di volermi far perdere la verginità. Io essendo ancora scosso non riuscivo a togliermela di torno…e mi sento un cretino per non esserci riuscito. Poi hai bussato tu. Le avrei detto volentieri di buttarsi dalla finestra per nascondersi, ma poi ho pensato fosse meglio l’armadio. Si è nascosta lì tutto il tempo in cui abbiamo parlato, poi, quando te ne sei andata, è uscita fuori dal suo nascondiglio e ha tentato in tutti i modi di dirmi che per te non ero importante, che volevi stare con me solo perché ero diventato popolare…ero in una specie di trance, altrimenti, se fossi stato vigile, non mi sarebbe saltata addosso di nuovo. Quando tu sei entrata le stavo dicendo per l’ennesima volta di no, senza ricorrere alla violenza…come sai ho uno spirito fin troppo pacifico. Ma quando tu ci hai visti lì e hai frainteso non c’ho visto più…l’ho offesa davanti a tutti e lei per vendicarsi ha urlato a mezzo mondo che sono vergine. Ma non me ne frega. L’importante è stare con te…”, sussurrò infine.
Ci dovevo credere?
Ci volevo credere?
Sì, sì perché amavo Rob, con tutti i suoi pregi e difetti.
“Ok, Rob…adesso sì, possiamo stare insieme”, dissi abbracciandolo.
Le sue braccia mi avvolsero, stringendomi a lui.
“Lo sai che sei cambiato tanto da quando ci siamo conosciuti…?”, sussurrai io dopo un po’, con la voce attutita dal suo petto.
“Sì, lo so. È come se fossi cresciuto e maturato da quando ti ho conosciuto…certo, non si può dire che io sia maturato mentre stavo con Britney e quegli altri cretini, anzi sono ritornato all’età della pietra in quanto ad umanità, ma in un aspetto generale…un anno fa non mi sarei mai sognato di dire delle cose del genere. E il merito è tuo”, disse dolce pizzicandomi il naso.
“Forse me ne stai dando anche troppo”
“No, io non credo. È con te che ho imparato a vivere”
“Che dichiarazioni importanti”, lo sfottei bonariamente io.
“Già, lo sono. E spero che continuino in eterno, perché sinceramente è con te che voglio trascorrere il resto della mia vita”
Oddio.
“Ehm…forse sarebbe meglio parlare di questo tra qualche annetto, sai?”, gli feci notare un pochino in imbarazzo.
Lui mi faceva ste dichiarazioni e io invece a fare la bella damigella senza iniziativa?
“Lo so, infatti scherzavo, scimmietta! Era per rimanere sul romantico teatrale!”, rise forte.
“E io che c’ero cascata!!!!”, esclamai indignata.
“È questo il bello di stare con te, credi a tutto!”
“Dovrei offendermi, ma non ci riesco con te”, dissi infastidita facendo il broncio.
“La mia piccola Kris…non riesco proprio a resisterti, sai? Forse dovrei davvero cominciare a pensare seriamente al matrimonio”
“Ah, no! Stavolta non ci casco! E lascia stare proposte o cose varie perché è troppo presto! Ci siamo appena messi insieme, voglio dire!”, esclamai esasperata.
“Portarsi avanti male non fa”, ridacchiò.
Ma prima che potessi ribattere mi bloccò le parole con un bacetto a stampo.
“L’importante è che ci amiamo. Il resto può aspettare.”, sussurrò sulle mie labbra inebriandomi del suo profumo alla vaniglia.
Già, aveva ragione.
Il resto poteva aspettare.
 
 
 
 RAGAZZE…CI CREDETE SE VI DICO CHE STO MORENDO ANNEGATA DALLE LACRIME???????
QUESTO MOMENTO, QUESTA SCENA LA SOGNO DA QUANDO HO INIZIATO A SCRIVERE LA FICCI!!!!! È IL MIO CAPITOLO PREFERITO…SPERO DAVVERO CHE VI SIA PIACIUTO QUANTO L’HO ADORATO IO.
LA SCENE CON UNDISCLOSED DESIRES è IN ASSOLUTO LA MIA PREFERITA, E LA ASPETTO DA MOTLISSIMO TEMPO…SPERO DAVVERO DI ESSERE RIUSCITA A TRASMETTERLA COME LA VOLEVO IO E COME L’HO SEMPRE SOGNATA.
IL PROSSIMO CAPITOLO SARà L’EPILOGO…E MI VIENE DA PIANGERE ANCHE PER QUESTO.
COLGO L’OCCASIONE COL DIRVI CHE VI ADORO E VI RINGRAZIO DA MORIRE PER TUTTO IL SUPPORTO CHE MI DATE!!!!!!!!!
STO PRENDENDO UN POCHINO IN CONSIDERAZIONE L’IDEA DI SCRIVERE UN SEGUITO…E SI POTREBBE CHIAMARE “Sweet Dangerous Love”
SE L’IDEA VI POTREBBE FAR PIACERE FATEMELO SAPERE…PERCHè IO SONO PIUTTOSTO INDECISA!
ADESSO VI LASCIO ALLE RISPOSTE ALLE RECENSIONI…
MI RACCOMANDO RECENSITEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
VOGLIO SAPERE Più CHE MAI QUEL CHE PENSATE!!
UN BACIONE
ELE

P.S. LO SO....UNDISCLOSED DESIRES NON è STATA SCRITTA NEL 2003, BENSì PIù TARDI, MA CHIUDIAMO UN OCCHIO!!!! RICORDO SEMPRE CHE SI SVOLGE NEL 2003...NEL PROSSIMO CAPPY CAPIRETE XKè!! ^^
UN ALTRO BACIONE!!!!!!!!!!
 
RISPOSTE ALLE RECENSIONI:
 
RedTwiSasa: Aaaah, Peggy, non potevi tenertela ancora per un po’ la tua padrona???? xD
Ma ciaoooooooo Sosi!!!!!!!!! Spero davvero che il capitolo ti sia piaciuto…
Avrei tantissime cose da dirti in questo momento, ma credo che tre siano più che sufficienti: Ti Voglio Bene.
Questo capitolo, come questa canzone, sono dedicati a te da tempo immemorabile, da quando questa mia testolina bacata ha partorita l’idea della ficci…perciò adesso che si è realizzata non immagini che gioia mi da’. Questo capitolo è una prova del bene che ti voglio e soprattutto di Undisclosed Desires, la nostra canzone. Un bacione immenso, grazie di tutto
Ele <3
P.S. adesso capisci xk ero emozionata??? xD
 
Funny_lady_: Ciauuuuuuuuuu
Ahah, pensa che nella chiesa della parrocchia vicino a casa mia appena ho pubblicato il capitolo è partito un coro di alleluia che farebbe invidia pure al coro del papa!!!!! xD
Noooo dai scherzo!!!! xD
Ormai tu sei proprio persa con il mio Grillo Parlante…ti prometto che se continuo YCL ci sarà tantissimo!!! ^^
Ti è piaciuto il capitolo???? Io sono qui che praticamente mi mangio le mani x l’agitazione di sapere se vi è piaciuto!!!!!! Cavolo, cavolo non è stato troppo banale o sdolcinato?
Spero anche che il tuo ‘nuovo piccolo genio’ ti abbia sorpresa e soddisfatta abbastanza!!
Un bacione tesoro!!!
 
BellaCullen97: Ciaoooooo!!!! Carissima i tuoi complimenti mi fanno spiattellare contro lo schermo del pc!!!!! Sono felicissima che ti piacciaaa!
Già, povera Kris! Ma immaginatela tu, povera stellina a vedersi una scena in cui Britney è a cavalcioni di Rob! A dir poco vomitevole!!!!
Spero vivissimamente che ti sia piaciuto il gesto di Rob e la sua dichiarazione…fammi sapere mi raccomando! Ci tengo molto al tuo parere!!!! ^^
Un bacione enorme
Ele
 
 
Struppi: Eheh, a quanto pare sì, ho aggiornato!!! xD
E Rob più carico di così non se può mi dispiace!!!! xD Io non lo dopo mica!!!! U_U
Ho sfruttato bene la tua fiducia? Ti ho deluso con questo cappy???? Ti prego dimmi di nuuuu! xD
Un bacioneeeeeeee
ele
 
Elly4ever: Ooooooh, ti ho fatto piangere, tesoro mio???? Mi dispiaceeeeeee!!! Non volevo!!! Lo sai che io Britney l’ammazzerei anche a pugnalate per quello che ha fatto…è stata una cosa ABOMINEVOLE, dopo essere nata, certo xD
Spero che il capitolo non ti abbia deluso…e le lacrime qui sono venute spontanee anche a me…non sai quanto!!!!! Adesso Rob e Kris sono finalmente insieme…senza che nessuno li separi o li ostacoli! Il mio adorato happy ending!!!!!!!! *_*
Un bacione!
 
Denny: Ciauuuuuuu
Cattivissima tigrotta!! xD Nemmeno un po’ di pietà per il mio Robby? È stato bravo in questo cappy? Daaaai, lo so che ti è piaciuto e l’avresti voluto anche te il bacetto! xD
Spero davvero che ti sia piaciutoooo!!!! ^^
Un bacione
Ele
 
Serve: Ciaooo!
Grazie dei complimenti!!! Rob un po’ di illuminazione ce l’ha avuta direi…non so se può sembrare banale o troppo smielata, ma questa scena la sogno in questo modo da tantissimo tempo e così rimarrà!
Kris ha fatto bene a non credere a Rob, lui ha sbagliato di grosso in quel periodaccio ed è giusto che fatichi un po’ anche lui e faccia andare un po’ quel criceto che si ritrova in testa! xD
Spero che non ti abbia deluso!!!
Un bacione
 
Piccola Steph: Zucchinaaaaaaa!!! *soprannome nuovissimo di zecca*
Ti è piaciuto?????
Dimmi di sì, dimmi di sììììììììììì!!! Ci tengo moltissimo a saperlo anche perché sei importantissima x me… non ti offendere se l’ho dedicato alla sara, ma questa canzone è praticamente sua…i Muse potrebbero denunciarla x violazione di copyright!!!! xD
Davvero amore, ti voglio tantissimo bene!!!
E non ti nascondo che il prossimo cappy è dedicato a te!!!!!
Un bacione immenso, tesoro!
ele

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Capitolo 27
*** Epilogo: Amore ***


E SIAMO GIà ARRIVATI ALL'EPILOGO CARISSIME MIE...
ANCORA NON CI CREDO, E MI VENGONO LE LACRIME AGLI OCCHI.
QUESTA STORIA NON è STATA CERTO UNA TRA LE PIù POPOLARI DI EFP, Nè UNA DELLE PIù RECENSITE, SEGUITE E PREFERITE, MA NELL'ULTIMO PERIODO LE COSE SONO SICURAMENTE MIGLIORATE E GRAZIE AI VOSTRI COMPLIMENTI HO CAPITO CHE FORSE X ALCUNI QUESTA FICCI ERA IMPORTANTE. GRAZIE MILLE RAGAZZE, GRAZIE MILLE X IL SUPPORTO CHE MI AVETE DATO E PER TUTTO QUELLO CHE AVETE FATTO PER ME, ANCHE SOLO SCRIVERE UN 'KRIS HA SBAGLIATO' O 'ROB è UN COGLIONE'...A ME è BASTATO ANCHE QUESTO! ^^
ADESSO VI LASCIO ALL'EPILOGO, DEDICATO IN PARTICOLARE ALLA MITICA PICCOLA STEPH...^^
UN BACIONE A TUTTE!
ELE
YOUNG CRAZY LOVE

Epilogo: Amore
 
POV ROB
 
“Calmo…stai calmo…!”, sussurrava dolcemente Kris accarezzandomi il volto con una mano.
Certo, calmo. Come no.
Sarebbe stato un gioco da ragazzi esserlo quando eravamo solo noi due, o anche solo con tutta la classe a guardarci.
In quei casi sì, avrei potuto farcela.
Ma adesso?
Adesso che eravamo davanti ad una platea di gente a fissarci? Allo spettacolo scolastico, tra l’altro il primo per me?
Da quando io e Kris c’eravamo messi insieme nessuno ci aveva più divisi, nemmeno per un attimo. Certo, momenti in cui dovevamo andare a dormire o farci la doccia capitavano, ma per il resto stavamo sempre appiccicati come due ventose.
E quando dovevamo esercitarci per il balletto dello spettacolo per noi era una gioia immensa: stare finalmente attaccati a coccolarci con il pretesto del ballo. Geniale!
Una complicazione – e vi giuro che complicazione è un eufemismo – però c’era stata.
La professoressa Skinner, l’insegnate di danza, però, vedendoci così affiatati aveva deciso di farci fare una specie di ‘assolo’ durante il ballo.
Avremmo dovuto stare in primissima fila, solo noi in centro, mentre tutti gli altri – e parlo di altre tre classi! – sarebbero stati dietro nelle solite postazioni a scacchiera.
E ad un certo punto della canzone avremmo anche dovuto fare cose…strane, ecco.
Ma in quel momento non era affatto importante, anzi. La cosa importante erano le migliaia di occhi che mi fissavano dall’alto, come a giudicarmi alla fine del mondo!
E la mia ‘ghepardina’ Kris, ovviamente, stava tentando di riportarmi alla realtà e farmi concentrare sul ballo che di lì a poco avrei sicuramente cannato in tutta la sua durata.
“Ce la puoi fare, amore”, disse di nuovo prendendomi il mento tra le mani.
Il mio pomo d’Adamo faceva su e giù come uno yo-yo e la tensione era testimoniata anche dal sudore che cominciava a presentarsi ancor prima che avessimo cominciato a ballare.
“Lo spero…”, risposi guardandola finalmente negli occhi.
Ah, quegli occhi…i miei smeraldi!
Fissarli mi mandava sempre ‘all’ottavo cielo’ e sorridevo in ricordo del primo giorno. L’inizio di tutto.
“Ce la farai! Ci siamo impegnati tanto e abbiamo provato anche due ore fa qui con la prof. Non sbaglieremo!”, esclamò sicura e allegra.
Come potevo rovinare la sua felicità? Chi ero io per farlo?
“E va bene, ghepardina!”, dissi rassegnato abbassando gli occhi.
Oh, cavolo.
Non l’avessi mai fatto!
La scollatura del suo vestito era…troppo…troppo…scollata.
Se il pomo d’Adamo prima sembrava uno yo-yo adesso era una pallina da ping-pong a 200 all’ora.
Mi avvicinai al suo orecchio in modo da far strusciare la mia guancia con la sua.
“Amore…non ti sembra che questo tuo abito…sia un po’ eccessivo?”, chiesi soffiando.
Riuscivo a vedere i brividi che la mia frase le aveva provocato sulla nuca.
“Mmm…dici? Peccato che ce l’abbiamo tutte quante…”, mi fece notare lei.
Mannaggia, non c’avevo pensato! La tigrotta era davvero scaltra!
Guardai un attimo indietro verso le altre ragazze, anche loro sovraeccitate e ansiose.
Avevano gli abiti uguali al suo, verissimo, ma tutti o azzurri, o verdi o gialli. Non rosso fiamma come il suo!!!!!
“Certo, avevo notato, ma il tuo è senza dubbio il più appariscente. Non lo sai che il rosso attira i tori?”, chiesi io malizioso.
Chissà se avrebbe capito bene la mia frase…
“Sì, Rob, lo so che attira i tori, ma qui non credo ce ne siano…non siamo ad una corrida, sai?”, disse lei felice di prendermi in giro come suo solito.
Ma la micetta si sbagliava!
“Oh, sì, non siamo ad una corrida, ma i tori ci sono comunque…e io ne faccio parte. Sono Toro di segno zodiacale, ricordi? E in questo momento mi sento particolarmente attratto da qualcosa di…rosso”, calcai molto sull’ultima parola con il risultato di farla arrossire. Effettivamente parlando di rosso…[xD]
“Va bene, Rob: se sbaglierai ti prometto che dopo ti consolerò un po’!”, disse dopo un po’ sicura.
Male, male, molto male.
Mossa sbagliatissima!
“Amore…non so se ti conviene…preparati ad una figuraccia colossale allora perché non vedo l’ora di essere consolato.”
Si girò di scatto a guardarmi con furia, ma non poté rispondermi per le rime perché la professoressa inizio il suo discorso d’apertura.
“Gentilissimi signori e signore, benvenuti allo spettacolo di fine anno dei vostri ragazzi! Questa sera assisterete ai balletti realizzati da tutte le classi durante il secondo quadrimestre. La danza è un’arte antica e piena di sfaccettature che deve essere insegnata in quanto una cultura! Sono stata molto felice di constatare che la vena ritmica e la passione per il ballo in questa scuola non scorra solo nelle ragazze, ma anche i ragazzi, solitamente più riluttanti, hanno contribuito molto! Perciò adesso apriremo la nostra serata con il balletto dei ragazzi delle terze!!!!! Spero sia di vostro gradimento!!”, detto questo, si volatilizzò per venire da me e Kris a sibilarci: “Se sbagliate siete morti, gli altri copiano tutto da voi!”
Oh-oh.
Detto questo Kris si voltò verso di me con espressione sarcastica in volto.
“Bene, Rob. Rettifico ciò che ho detto prima. Se ballerai bene dopo verrai premiato, altrimenti…ti lascio il beneficio del dubbio”, sussurrò con finto tono angelico che la rendeva ancora più sadica.
Riuscii appena a dire un ‘l’hai vinta tu’ che la musica partì.
[PER CHI VUOLE AVERLA DI SOTTOFONDO IN MODO DA FARSI UN' IDEA DI COSA BALLANO…CLICCATE QUI! ^^ http://www.youtube.com/watch?v=pHMsPNFO9ZU&feature=related]
Oddiiiio.
“Eeeeeee”. Ecco che era iniziata.
 
Mi mossi arrivando alla destra Kris, poi lei si piegò all’indietro con la schiena, muovendo le braccia in una mossa molto provocante, e io feci lo stesso sporgendomi verso di lei, poi il contrario.
 
“Hola Bonjour
Ca va he
Como tu estas
Que vengo
Que vengo
Comme si comme ça
He Vacilando...”
 
A questo punto cominciammo a fare delle giravolte, la parte più semplice.
Prima lei e poi io, susseguite da un battito di mani.
Dopo otto tempi cominciò il balletto vero a proprio.
 
“Muy diferente
Es el concepto
Que ahora mismito
Yo le traigo
Bien caliente
Aqui a mi gente
Bum bum bum
Bumbata
bum bum bum
Bumbata”
 
Cercavo di concentrarmi sul ritmo e sui passi, mentre Kris mi sussurrava indicazioni su cosa fare, come al solito.

“Llegamos ha ha
Bien relajao
Con este estilo
Bien riquito de nosotros los cubanos
Oye te lo repito
Con este estilo
bien riquito de nosotros los cubanos”
 
Il ballo non era così male, mi rendeva un po’ impacciato ma in fondo riuscivo a concentrarmi, soprattutto se c’era Kris a spronare i movimenti.
Ecco, adesso c’era il ritornello.
Facemmo ognuno un giro completo con le braccia dall’alto verso il braccio, tipo supereroi, poi presi Kris per i fianchi e cominciai a sporgermi da una parte, poi dall’altra e poi farla girare ondeggiando e ricominciare da capo, come richiedeva la coreografia.
 
“Carnavalera
Baila pa'olvidar tus penas
Con mi trompeta...
Carnavalera
Baila pa'olvidar tus penas
Con mi trompeta
Rompe el cuero mama”

E adesso di nuovo le giravolte iniziali. Per poi ripartire con la strofa.

“Y esto esta empezando
Y es pa todos mis consortes
Que me estan escuchando
Get that funky rhythm
And the rap cubano
Oh yeah
Correcto exacto te voy a matar
Con mi rumba house
Aplastante hot
Caliente baby
Que te coge la corriente 220
La ola
El power de mi gente
Que te entra de frente
Baila con mi cutara por aqui por alla”
 
Mi stavo divertendo, stranamente, dopo il grande imbarazzo iniziale.
Con Kris tutto era facile e sapevo i passi, avevamo provato tantissime volte.
Di nuovo il ritornello, presa per i fianchi, spostamento da un lato, spostamento dall’altro, giravolta da una parte, dall’altra, di nuovo presa per i fianchi, davanti a lei con gambe divaricate e farla passare in mezzo.
Nel vedere questa mossa il pubblico si popolò di risatine civettuole, così come avevano fatto le ragazze quando la prof aveva indicato loro come fare.
 
“Cutara cutarita cutaron
Cuchara cucharita cucharon”

Ecco, adesso sì che arrivava la parte ‘imbarazzante’.
Mi misi a ponte dietro di lei e non appena mi fui sistemata lei fece un finto strusciamento su di me, per due volte, dando le spalle al pubblico.
Mossa moooolto calda.
Ridacchiai nel vederla alzare gli occhi al cielo.
Poi finalmente si rialzò con suo sollievo e ricominciammo con i passi più normali e poi l’ultimo ritornello, che finì con un casché, sollevandole il ginocchio destro.
Il pubblico si alzò in piedi applaudendo per il nostro balletto. Decisamente avevano apprezzato.
Presi per mano Kris e facendo due passi avanti ci inchinammo e andammo via, dato che toccava anche alle altre coppie.
Oddiiiio.
“Allora, ho ballato bene?”, chiesi sorridente.
“…sì, direi di sì.”, sussurrò lei con tono di sufficienza.
“Kris…lo sai che quella mossa lì…quella molto calda…potresti farla più spesso con me, in privato?”, le mormorai suadente all’orecchio.
Lei arrossì alla mia ‘scandalosa richiesta’.
“Rob…dopo lo spettacolo”, sussurrò con voce roca vedendo che avevo preso a sfiorarle il collo con la bocca.
“Mmm…”, mormorai semplicemente senza smettere la mia attività.
Eravamo nello spogliatoio, nella parte comune tra ragazzi e ragazze, in fondo, coperti da tutti gli altri studenti ancora eccitati che si stavano chiedendo se erano andati bene o meno.
Poco dopo e saremmo dovuti tornare nel salone per assistere al resto.
La mia ghepardina, dopo un po’ di coccole e mugolii decise di allontanarmi da me lasciandomi piuttosto stranito.
Ma non potevo seguirla dato che era entrata nello spogliatoio femminile.
Mannaggia a lei!
Quando uscì stavamo per tornare nel salone a sederci sotto le tribune dei genitori.
“Che cosa ti è preso?”, le chiesi non appena la affiancai fulmineo.
“Rob. Pochi secondi e ti sarei saltata addosso, avevo bisogno di un attimo per respirare”
Non appena compresi il significato delle sue parole mi illuminai in un sorriso enorme, da un lato all’altro della faccia.
Anche Kris sorrise, scuotendo la testa e dicendo: “Tu e i tuoi trentuno dentini…”
Risi di gusto e annuii vigorosamente, fiero.
Non appena fummo rientrati in palestra ci dovemmo zittire perché un altro balletto era già cominciato e i genitori non potevano sopportare di perdersi un secondo di esibizione dei loro adorati figlioletti. Ovviamente.
Ci sedemmo vicino a Tom e Claire, anche loro intrecciati come sardine.
Da quando Cla aveva dato un taglio alla sua ‘storia’ con Josh, le cose erano andate molto meglio. Tom finalmente si era sentito importante e adesso la sua storia era limpida, serena e soprattutto non più nascosta.
Assistemmo a tutto lo spettacolo tra sbadigli, risate, ammirazione, critiche e, diciamocelo, qualche scappatella in bagno tra me e Kris.
Una volta che lo spettacolo fu finito la prof riprese il microfono, per l’ennesima volta nella serata.
“Speriamo ardentemente che lo spettacolo sia stato di vostro gradimento e che abbiate apprezzato il duro lavoro dei vostri ragazzi! Adesso però ci spostiamo nel cortile che è stato addobbato dai professori e alcuni ‘volontari’ per un ultimo ballo speciale per tutti voi, genitori e insegnanti compresi!”
La cosa lasciò parecchio di stucco il corpo studentesco, per non parlare degli adulti.
Tutti ci dirigemmo in ordine all’esterno e una volta giunti sembrava davvero irriconoscibile.
Non dava affatto l’idea di un cortile scolastico: gli alberi e l’intero edificio erano tutti illuminati da quelle lucine che solitamente si usano per Natale e anche il resto era particolarmente ‘luccicante’.
 In più l’atmosfera serale rendeva tutto così…”Romantico”, disse Kris sbattendo quasi le ciglia guardandosi attorno estasiata. Ecco, mi aveva tolto le parole di bocca come sempre!
“Già”, le sussurrai abbracciandola da dietro. Lei si sporse verso di me e mi lasciò un bacio sulla mascella.
“Il mio koala…”, mormorò dolce.
“Ancora non capisco perché mi chiami koala! Di tutti i nomi che potevi darmi…koala!”, dissi io esasperato alzando le braccia al cielo.
Lei ridacchiò e poi disse: “Be’, anche tu e i tuoi nomignoli. Mi spieghi ‘ghepardina’????”, chiese accigliata con le mani sui fianchi e il piede che batteva sul pavimento peggio di un tachimetro.
Sembrava proprio una sexy professoressa…Mmm, meglio trattenere pensierini…
“Il mio è più sensato. Tu sei una ghepardina. Quando tiri fuori i tuoi artigli c’è da vederne delle belle! Invece non capisco in quali occasioni ti ho dimostrato di somigliare a un koala. Illuminami, lampadina mia!”, esclamai sarcastico.
“Ah adesso anche lampadina si è aggiunto all’elenco? Comunque…quando abbiamo dormito insieme…dopo essere rimasti fino a tardi a studiare…mi sono svegliata e ti ho trovato completamente attaccato a me, mi stringevi spasmodicamente come fossi un piccolo koala bisognoso di coccole…capisci adesso?”, chiese sfiorandomi il naso ridendo.
Ah, quel sorriso…
All’improvviso però partì una canzone, un lento apparentemente…
Sì, decisamente un lento.
Kris si avvicinò piano piano a me e abbassò dolcemente la testa imbarazzata.
Com’era tenera…
Allungai le mie braccia fino a circondarle i fianchi e avvicinarla a me. Lei alzò la testa e mi fissò negli occhi, poi mi mise le braccia attorno al collo e cominciammo ad ondeggiare sul posto.
Kris mi sorrideva e io non potevo far altro che rispondere a quel sorriso, così fonte di gioia e amore…
Rimanemmo in silenzio per un bel po’, ognuno perso nei propri pensieri, cosa strana per noi.
“Rob…tu cosa pensi che succederà tra un anno…o due? Rimarremo ancora noi due…così?”, chiese incerta con voce spezzata.
Quella domanda mi spiazzò…come poteva progettare tutto già da adesso? Va bene pensare al futuro ma…
“Kris…io non so cosa succederà tra qualche anno…come si evolverà il nostro rapporto…non posso prevedere il futuro”, risposi con leggerezza.
“Ma se dovessi stancarti di me…io non so cosa farei…”, disse lei con un tono di voce sempre più basso.
“Io non mi stancherò mai di te, amore…e se mai dovessi farlo…sarei un coglione…ma non credo che succederà. Lo spero. Come spero che tu non ti stancherai mai di me…”
“Come potrei, Rob? Io ti amo”, disse lei sicura.
“Ed è la stessa ragione per cui io non potrei mai lasciare te…”, le dissi dolcemente.
Non capiva che la cosa era reciproca…pensava di essere così insopportabile!
Non c’eravamo nemmeno accorti di esserci allontanati nel nostro ballo. Adesso eravamo appartati lontani da tutti gli altri, genitori e ragazzi.
Come lo saremmo sempre stati. Lontani, irraggiungibili…sempre per conto nostro, nel nostro universo, tra le nuvole ad amarci…
Solo noi…Rob e Kris…due grandissimi testoni…
“Kris, ti amo…”, sussurrai dopo queste riflessioni strappalacrime.
Lei mi sorrise, raggiante e disse sicura: “Anche io, Rob”
E quella sì…era una certezza…
Finché sarebbe stato così non avremmo dovuto preoccuparci.
Perché al di là di tutte le difficoltà, l’adolescenza, i cambiamenti che potevano ostacolarci noi riuscivamo a rimanere insieme…e questo era l’importante.
 
 
******
 
Quella era la notte del 2 giugno 2003.
Sempre in America, anche se in un altro Stato, qualcosa di straordinario stava accadendo.
Una donna sulla trentina stava sognando…
Sognava una scena di profondo amore tra una ragazza umana e un vampiro assetato del suo sangue come del suo amore.
Un tipo diverso di amore da quelli che siamo abituati a vedere normalmente.
Forse più originale, misterioso.
Forse realtà, forse semplice fantasia romantica.
Ma sempre amore.
Come lo sarebbe stato quello tra i due ragazzi a ballare sotto le stelle.
Un amore unico, fantastico, stupendo, eterno come ognuno.
Un amore che sarebbe durato sempre. Per sempre.
 
Fine



HA FATTO SCHIFO, VERO???
ODDIO...ADESSO CHE STO PER PUBBLICARLO NON SONO PIù TANTO SICURA CHE SIA STATA UNA BUONA IDEA QUELLA DI AMBIENTARLA NEL 2003 X LA ZIA STEPH...VI è PIACIUTO QUESTO FINALE RIGUARDO ANCHE A EDWARD E BELLA???
LO SPERO MOLTISSIMO!!!!
E VI RINGRAZIO ANCORA DI TUTTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RIGUARDO A SWEET CRAZY LOVE VORREI LASCIARE QUI UNA BREVE TRAMA CHE MI è VENUTA IN MENTE IN QUESTI GIORNI.
NON SO ANCORA SE LA SCRIVERò, MA VORREI CHE COMUNQUE NELL'EVENTUALITà VI FACESTE UNA PICCOLA IDEA DI QUEL CHE POTREBBE ESSERE, COSì DA DIRMI SE VORRESTE CHE IO LA SCRIVESSI O NO ^^

Rob e Kris adesso sono ormai una coppia e vivono in armonia, nonostante qualche momentaneo litigio o difficoltà. Sembra andare tutto bene, finalmente e stranamente. Un giorno però questa pace verrà rotta da un ritorno inaspettato…cosa succederebbe se Michael Angarano tornasse? Cosa succederà al loro amore? E cosa c’entra Lizzy, la sorella di Rob, con tutto questo? Seguito della mia folle ficci Young Crazy Love, Rob e Kris si troveranno ad affrontare problemi seri, anche cose più grandi di loro. Se prima dovevano avere a che fare solo con i bulletti e l’adolescenza, adesso tutto cambierà e non sempre le cose si risolveranno per il meglio. Anche l'arrivo dei due fratelli adottivi di Kris non migliorerà le cose. Riuscirà comunque a sopravvivere la nostra storia Robsten?


ALLORA????????
COME VI SEMBRA???? VI PIACEREBBE UN EVENTUALE RITORNO DI MIKE???? COSA SUCCEDEREBBE? E LIZZY CHE C'ENTRA??? EHEHE...A SAPERLO!! XD
E STI FRATELLI ADOTTIVI...TAYLOR E DANA...CHE CI COMBINEREBBERO??? (DANA è UN MASCHIO A QUANTO HO VISTO...GRAZIE SERVEEEEEEEE!!! IL NOME INGANNA DAVVERO!!! ;D)
AAAAAAAAH, QUANTE DOMANDEEEEEEEE!!!
VORRESTE UN SEGUITO???
L'EPILOGO PUò ANDAR BENE SIA SE LA FICCI FINISSE QUI, MA ANCHE SE CONTINUASSE PERCIò...DITEMI VOI.
DEVO FARE UN ATTIMO UN ANNUNCIO:
PRIMO: FACCIAMO UN MINUTO DI SILENZIO IN ONORE DI SIR ROB PTTZ (CONOSCIUTO ANCHE COME PATTI-TAPPI XD) CHE RECENTEMENTE è STATO BLOCCATO DA DEI PAPARAZZI CHE LO VOLEVANO INSEGUIRE PER FORZA FINO A CASA SUA ANCHE SE LUI HA CHIESTO RIPETUTAMENTE DI SMETTERLA. CREDETE CHE SIA POSSIBILE UNA COSA DEL GENERE??? CREDETE CHE ROB SOLO PERCHè è POPOLARE E FANTASTICO DEBBE RINUNCIARE ALLA PRIVACY E AD AVERE UNA VITA AL DI FUORI DEL MONDO DEL CINEMA????????
IO CREDO DAVVERO CHE TUTTI I PAPARAZZI DEBBANO ESSERE SBATTUTI IN GALERA PER UNA COSA COME QUESTA, CHE TRA L'ALTRO NON è NEMMENO LA PRIMA!!!!
ROB DEVE DIFENDERE I SUOI DIRITTI E NOI FAN DOBBIAMO DIMOSTRARGLI CONFORTO X QUESTO, SICCOME è L'UNICA COSA CHE POSSIAMO FARE PER LUI!!!
ADESSO DICO ALTRE DUE PICCOLE COSINE...
ALLORA, RIGUARDO A CARNAVALERA SPERO CHE VI ABBIA FATTO UN PO' RIDERE XD
QUESTA CANZONE IO L'HO BALLATA DAVVERO ALLO SPETTACOLO DI FINE ANNO DI UN ANNO DELLE MEDIE E UN PO' LA COREOGRAFIA ANCORA ME LA RICORDO!!!! INFATTI ALCUNI PASSI LI HO COPIATI! XD
POI, SECONDA COSINA: IERI ALLA RADIO IN MACCHINA HO ASCOLTATO UNA CANZONE CHE SI CHIAMA 'IMPREVEDIBILE' E NEL RITORNELLO HO RICONOSCIUTO UN PO' ROB!!!!!!!!!!!!! LA CANZONE è DI PAOLO MENEGUZZI E SE LA VOLETE ASCOLTARE è QUI...---> http://www.youtube.com/watch?v=v90hhLClaPo (LA SOMIGLIANZA L'HO NOTATA NEL RITORNELLO NON NEL RESTO...NON PARAGONEREI MAI KRIS A UN RETTILEEEEEEEEEE!!!!)
ADESSO MANDO UN BACIONE IMMENSO A TUTTE, E SE QUESTO DOVESSE ESSERE L'ULTIMO AGGIORNAMENTO RIGUARDO A QUESTA STORIA ROBSTEN...BE', GRAZIE A TUTTE CHE STATE LEGGENDO!
ANCORA MORSETTI!!!
VOSTRA PAZZA ELE

RISPOSTE ALLE RECENSIONI:

Annabella95: Annaaaaaaaaaaaaa!!! Uuuuuuuuééééééé!!!! E vissero per sempre felici e contenti...lo potevo scrivere davvero!!!!
Ti è piaciuto questo epilogo??? lo spero tanto...anche perchè ho messo qualcosa riguardo a Twi!! ^^
Voglio davvero sapere se l'idea di un seguito ti convince. Certo non la scriverei subito perchè prima devo andare un po' avanti con Second Chance e riprendere You're All My Life Now.
Il tuo parere mi interessa tantissimo tesoro, lo sai perciò...recensisciiiiiiiiiiii
un bacione,
ele

Struppi: Ciaoooooooo!!
Oooooooh, ti è piaciutoooo!!!!!!!!! *Me felicissima*
Lo so, Rob era carichissimo...ma ti giuro che non l'avevo dopato!!! XD
Spero che anche questo epilogo ti sia piaciuto e che sia stato dolce come lo scorso cappy! ^^
Il salto temporale fino al 2010 non c'è stato, ma di un po' di giorni sì, perciò...diciamo che ci hai azzeccato x metà!! XD
A te piacerebbe l'idea di un seguito??????
Fammi sapere!!!!!
Bacioni, tesoro!!

Denny: Ciauuuuuuuuuuuuuuuuu
Grazie Grazie Grazie Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!
Sono strafelice che sia piaciutoooo!!! E me l'aspettavo che il tuo preferito fosse il 25!!! Sempre cattivella tu, eh??? XD Come la nostra ghepardinaaaaaaaaa!! XD
Io vado in vacanza in sicilia dai miei nonni...30 giorni di mare assicurati!!! ;D
Questo capitolo ti è piaciuto??? ti piacerebbe se continuassi???
Recensisciiiii!!
Un bacioneeeeee
ele

Serve: Ciaoooo!!!! Che bello è piaciuto anche a te!!!!
Devo dirti la verità, ogni volta che pubblico un capitolo sono ansiosa di leggere un tuo commento perchè le tue recensioni sono un po' diverse da quelle delle altre perciò volevo sapere se questo ti era piaciuto!!! ^^
Anche io la penso un po' come te riguardo al seguito, ma una volta che mi è balenata in testa l'idea non so se riuscirò a fermarla. Aspetto di sapere quel che mi direte voi a riguardo!! =)
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie di tutto!!!
Un bacione!!!!!

Funny_lady_: Amoreeeeeeeeeeeee!!!!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! Me gongolante al 200% *______________*
Il tuo genietto c'ha dato dentro di brutto tesoro, te lo dico io!!!!!!!!!! Era qua a sudare 17 camicie e tentare di riportare in vita quel povero neurone vampirizzato!! XD
è stato davvero dolcissimo e unicissimo...modestamente...XD
Aaaaaaaaah, Rob come principe azzurro ce lo vedo tantissimoooooooooo!!
O almeno, il mio deve essere così!!!! è una minacciaaaaaaa!! XD
Perciò a te piacerebbe l'idea del seguito????? Sììììì?????
Ma certamente che lo metterei il tuo Grillooooo!!! Anzi...adesso che mi ci fai pensare gli sto trovando una bellissima collocazione...ehi...non male...mmm...grazie x avermici fatto pensareeeee!! XD
Ti ho fatto emozionare?????????? *.*
Ma vieniiiiiiiiiiiiiiii!!!  Yeeeeeaaaaaaaaaah!! XD
Sì, lo so io sono bravissimissima ma in questo capitolo proprio mi sono impegnata da morire!!!! XD Ovviamente scherzo, io non sono bravissimissima (anziiii) ma ho davvero tentato di fare il megliooo!!! Undisclosed Desires è una delle mie canzoni preferite e ci tenevo che ci fosse nella ficci e...che rappresentasse la dichiarazione di Rob a Kris! ^^
Ahahahahaha!!!!!!! Hai ragione, Britney non c'èèèèèèèè!!! Viene menzionata ma non arrivaaaaaaa!!! Questo è un miglioramentooooo!! XD E ti dico una cosa, se ci dovesse essere una seconda storia lei non ci sarebbe!!! U_U
L'epilogo ti è piaciutooooo????
Io lo spero tantissimoooooo!!!!!!!!!
Un bacione immensooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
ele

BellaCullen97: Ciaooooooooooooo!!!!
Grazieeeeeeeeee!!! Grazie grazie grazieeeeeeeee!!!
Oddio che belloooo!!! Sono felicissima che sia piaciuto a te e a tutte le altre!!!! :D
Ci ho messo davvero tutta me stessa, ma pensavo che potesse risultare troppo smielato..x fortuna così non è stato!!! (Fa anche rimaaaaaaaaaa!!! XD)
Sì, non credo che Kris avrebbe ceduto in altri modi, ma con questa dichiarazione...non poteva proprio dirgli di no!!! Anche perchè pure lei lo ama!!!!!!!!!!!!!!
Fammi sapere se l'idea di Sweet Dangerous Love ti piacerebbe...in base alla trama che ho messo!!!! ^^
E anche se l'epilogo ti è piaciutooooooooo!!!!
Tantissimi morsetti tesoroooo!!!
Grazie di tuttoooo!!!!

RedTwiSasa: Sosiettaaaaaaaaaaaa!!!!
Amore...io potrei scrivere una ficci su di te...della serie "Una Patata x Amica" XD!!!!!!!!!!!!!!! Ah-ah questa era bella, eh!!!! XD
Sono felicissima che il cappy ti sia piaciuto e che la dedica ti sia piaciuta...ci tenevo molto a questo capitolo perchè è il più importante (insieme a questo) e Undisclosed Desires è tua...non potevo far finta di nulla!!
Io ringrazio te di tutto quello che fai sempre x me e che mi dai nonostante la lontananza...e ti dico semplicemente che ti voglio bene, anche se probabilmente già lo sai! ^^
Spero che anche questo cappy ti sia piaciuto..
e fammi sapere del seguitooooo!!!
Un bacione, patty (patata-patty XD)
tua sosi

Piccola Steph: Allypòòòòòòò!!!
QUESTO CAPITOLO è DEDICATO A TEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!
TI VOGLIO BENEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
Scrivendo l'ultimo pezzo del capitolo ho ascoltato Flightless Bird...spero che ti sia piaciuto!!!!!!!!!!!!
Ma facciamo santi i Muse già che ci siamooooooooo!!! XD
Rob è davvero un bravo ragazzoooooooooooooooo!!! XD
Fammi sapere se l'idea di Sweet Dangerous Love ti piacerebbe...il tuo parere conta moltissimissimooooooooooo!!!! ^^
Un bacione immenso, zucchi XD
ellella



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