Mononoke

di Adelhait
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Haru: Primavera-Infanzia ***
Capitolo 2: *** Natsu: Estate-Giovinezza ***
Capitolo 3: *** Aki: Autunno ***
Capitolo 4: *** Fuyu:Inverno - Morte ***



Capitolo 1
*** Haru: Primavera-Infanzia ***


Mononoke






Quattro stagioni.
Quattro momenti dell’esistenza umana.
Momenti sfuggevoli come le ore di una meridiana…


Haru: Primavera
Infanzia



Nao mitashi
Hana ni akeyuku
Kami no kao*.




Scappa. Sfugge dallo sguardo della sua tutrice.
Vuole rivederlo, sa che lui tornerà. Sa che mai dimenticherà la sua promessa.
È il suo signore.
Il vento scompiglia la bruna capigliatura, mentre corre sul manto erboso.
La seta del suo kimono sfiora la tenera erba, un fruscio armonioso. Sorride felice, mentre il cuore batte veloce nella cassa toracica.
Si ferma.
Osserva la collina dove, una figura la aspetta. Ride contenta, mentre riprende, a correre.
È impaziente, è impetuosa come la sua età.
È ancora una bambina.
Per lei tutto è ancora un gioco, una scoperta.
Arriva dinanzi a lui. Alza il viso arrossato, mentre ansima per lo sforzo della corsa. I capelli sono tutti scomposti, il bel kimono è sciupato.
Avrebbe dovuto tenere conto della sua persona, ma l’irruenza ha avuto il sopravento. Sorride felice, mentre lo osserva.
-Ben tornato Sesshoumaru-sama, Rin è molto felice di vedervi-.
Parla ancora in terza persona, è la stessa di tre anni fa. Nulla è mutato, è pura e semplice come, quando le ha ridato la vita…due volte…
La guarda dritta negli occhi. I quegli occhi neri ancora puri.
-Siete felice di rivedere Rin?-.
Si azzarda a domandare, intanto china il capo di lato in attesa di una risposta.
Lui fa un leggero cenno con il capo facendo ondeggiare la candida frangia.
Gradisce la sua presenza.
Una risata spezza il vento, che leggero accarezza le due figure.
Ride gioiosa.


Saki midasu
momo no naka yori
hatsu-zakura*.


Lui la osserva ridere. È incontaminata.
È degna di un suo dono.
L’antico servo Jaken si avvicina portando tra le mani qualcosa.
Luccica sotto il sole di primavera.
Soffice seta color dei petali di ciliegio.
La bimba rimane incantata.
-È per Rin?-.
Domanda incredula, intanto le sue mani paffute si allungano verso quel dono.
Lui annuisce, mentre il suo servo la riprende.
-Certo sciocca! Il Sommo Sesshoumaru ti ha ritenuto degna di un suo dono-.
Lei di nuovo ride, intanto accarezza la stoffa. Le piace.
-Che impudente! Dovresti ringraziare il Padrone-.
La piccola sobbalza. Ha sbagliato. Abbassa il visino mortificata e sussurra.
-Perdonate Rin, Sesshoumaru-sama. Lei è molto felice del kimono ricevuto-.
-Lo so-.
Poche parole ferme e pacate.
Lei rialza il viso e ritorna a sorridere.
Lei gli dona la sua allegria.
Stringe al petto il kimono e comincia correre intorno a lui, che la osserva.
La guarda correre spensierata, sa che questo terminerà.
Sa che l’infanzia finirà.
-Rin-.
Lei si ferma di botto. Lo guarda, intanto lui si volta e si allontana.
Il tempo concesso è terminato. La piccola è triste.
-Non restate con Rin ancora un po’?-.
Domanda tristemente.
Il vento continua ad accarezzare quelle due figure.
Lui si ferma e risponde a quella domanda della piccola infante.
-No-.
Riprende a camminare. La piccola è triste, ma s’impone di non piangere.
Stringe di più tra le mani il suo dono, ma poi impudentemente corre di fronte a lui.
Lo ferma.
China il capo, in segno di rispetto.
-Tornerete a trovare Rin?-.
Lui la guarda. Lei rialza timidamente il visino paffuto e lo guarda dritto negli occhi.
Attende. Aspetta una sua risposta.
Lui annuisce con il capo.
La piccola ritorna a sorridere.
-Grazie Sesshoumaru-sama, ora Rin è felice-.
China di nuovo il capo e ritorna dalla sua tutrice che la chiama.
Lui la osserva scendere il pendio e ritornare da quell’anziana miko.
Presto tornerà da lei, ma la troverà cambiata…mutata.



Continua...

__________________________
Sono consapevole che ho troppe storie in sospeso, ma questa ha qualcosa che mi lega a una persona.
Le haiku che troverte qui, in questa storia, fanno parte di una raccolta che mio fratello maggiore mi regalò, quando ho compiuto 18 anni.
Ora lui non c’è più da 6 mesi e per ricordarlo ho voluto inserirle qui, in questa breve storia di 4 capitoli. Ogni capitolo sarà una stagione di vita...

Traduzione:
Prima haiku:

Ancora vorrei vedere
tra i fiori all’alba vagare
il volto del dio.

Seconda haiku:

Tra fiori di pesco
che sbocciano ovunque
il primo fior di ciliegio.

Haiku di Bashô (1644-1694)

Mononoke: è il titolo della mia fanfiction, ma ha un significato. Infatti, secondo la cultura nipponica chi convive con un Youkai (spettro o demone) viene definito appunto mononoke. Però alcuni studiosi hanno anche classificato questo termine con spirito vendicativo, per capire meglio basta vedere il film di animazione “Mononoke Hime” tradotto in italiano “La principessa Mononoke”.

Con questo è tutto al prossimo capitolo Natsu: estate.
Ringrazio chi leggerà questa pazzia ^^.

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Capitolo 2
*** Natsu: Estate-Giovinezza ***



Natsu: Estate
Giovinezza




Yamabata wo  
kosame hareyuku
wakaba kana*.



È all’ombra di un albero secolare, seduta comodamente su di un tronco ricoperto di morbido muschio.
Attende.
Aspetta impaziente la sua venuta. Sa che lui non tarderà, mai infrangerà una sua promessa.
Giocherella con la punta del suo ban gasa facendo dei cerchi sul terreno. Sorride,  mentre aspetta la sua venuta. Si ferma e accarezza la stoffa liscia del suo kimono azzurro.
Deve essere perfetta.
Inumidisce le labbra con la lingua, vuole che siano lucide.
Sorride felice. Una ciocca bruna accarezza il suo esile collo. Lei velocemente la ripone dietro l’orecchio. Ride spensierata.
Alza il viso e tra le fronde dell’albero scorge il cielo terso.
-Non pioverà oggi-.
Sussurra, quando una leggera folata di vento le fa chiudere gli occhi. Li riapre e volge il capo alla sua destra.
Un sorriso solare illumina il suo giovane viso. Si alza, socchiude gli occhi e fa un leggero inchino.
-Ben arrivato Sesshoumaru-sama-.
Rialza il capo e continua a sorridere al suo Signore. Lui fa un cenno con il capo in segno di saluto.
Lei continua a sorridere felice.
Lui la osserva è cambiata. La sua piccola ningen è cresciuta è divenuta una giovane donna.
Il suo corpo è cresciuto.
Sana e bella.
I suoi occhi sono ancora limpidi come quelli di un infante.
Nulla è mutato è ancora come, quando era la sua bambina.
Dolce e spensierata.
La vede arrossire e chinare il capo.
Perché?
-Sesshoumaru-sama…vedete io…io…-.
Balbetta. È nervosa.
-Che cosa c’è Rin?-.
Domanda curioso.
-Io…io…vorrei che voi…ecco che voi…partecipaste alle mie nozze-.
Dice tutto d’un fiato.
Lui le passa accanto.
La seta delle loro vesti si toccano.
Un dolce fruscio. Antica sinfonia.
Lei attende speranzosa. Tiene ancora il capo chino, quando lui le dice.
-No-.
Lei rialza il viso di scatto sentendo quella negazione. Veloce gli si pone davanti.
-Perché Sesshoumaru-sama?-.
Domanda con occhi lucidi. Stringe con forza il manico di bambù del suo ban gasa, mentre attende una risposta.
-Sai già la risposta Rin-.
Afferma secco. La supera di nuovo.
Lei abbassa il viso tristemente, sa la risposta.
-Voi odiate noi ningen-.


Owarete wa
tsuki ni kakururu
hotaru kana*.

Sussurra. Intanto una piccola lacrima percorre il suo roseo viso.
Alza la mano e la asciuga con la manica del suo kimono.
-Vi prego Sesshoumaru-sama venite alle mie nozze-.
Supplica. Lui volta il capo e la guarda freddamente.
-Non voglio ripetermi Rin-.
Lei sospira sconfitta, sa che mai cambierà idea.
Lui si allontana. Il loro incontro tristemente si è terminato.
Lei resta ferma a osservare il terreno, quando con un impeto si lancia ai suoi piedi. Vuole tentare di nuovo.
-Perdonate questa stupida ningen, ma vorrei che mi concedeste la vostra benedizione-.
Lo guarda dritto negli occhi. I quei gli occhi che l’hanno guidata, quando era bambina.
China il capo e attende.
Lui è fermo.
Il tempo si arresta, quando qualcosa sfiora la sua testa.
Rialza timidamente il capo e vede la mano del suo Signore toccarla.
Sorride felice. Lacrime di gioia attraversano il suo viso.
-Grazie-.
Sospira.
Lui sposta la sua mano e si allontana lasciando la sua piccola ningen ormai donna.

Il giorno passa.
La notte trascorre serena.
È mattino.
Lei si alza dal suo futon. È ora di andare a raccogliere nuove erbe.
Sorride felice, mentre osserva l’anziana miko dormire.
Si veste, afferra la cesta accanto alla porta e scosta la tenda.
È quasi giorno.
Una leggera nebbia avvolge il villaggio, ma qualcosa posta di fronte alla capanna attira la sua attenzione.
Lentamente si avvicina. Si piega.
Poggia accanto a sé la cesta e osserva.
-Un kimono-.
Sussurra, mentre lo afferra.
-Un kimono nuziale-.
Sorride felice. Accarezza la soffice seta preziosa bianca, intanto lacrime di commozione rigano il suo volto.
-Vi ringrazio Sesshoumaru-sama-.
Si alza e urla.
-Grazie-.
Si volta e corre nella capanna dove, ancora dorme l’anziana miko.
Lei ora è felice…



Continua…



_______________________
Buondì e Buon Lunedì dell’Angelo ^^.
Eccomi con il secondo capitolo …la giovinezza di Rin… so che molti volevano Rin sposa di Sesshoumaru, ma qui non lo ritenevo giusto e consono. Dopotutto lui è uno spirito e lei un’umana ^^.
Ora passo con la traduzione di alcuni termini:
Ban gasa: è un ombrello fatto di bambù e di carta di riso. Utilizzato prima dai samurai, ma poi dalle donne.

Prima Haiku:

Sui campi montani
la pioggia leggera svanisce
fra tenere foglie.

Di Buson.


Seconda Haiku:

Quando l’insegui
la lucciola s’occulta
nel plenilunio.

Di Ryôta (1707-1787)

Ringrazio: Angorian – Batuffolo – Dioni – HarleyQuinn88 – Sweet_Nightmeres.
Ma ringrazio anche chi solo legge ^^.


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Capitolo 3
*** Aki: Autunno ***


Aki:Autunno
Maturità




Hito ha chiru      
totsu hito ha chiru  
kaze no ue *.   





Gialle.
Sono gialle le foglie sugli alberi. Lui osserva il mutare della Natura.
Sua amica.
Sua compagna.
Il tempo scorre veloce, come la vita di un essere.
Di un ningen.
Socchiude gli occhi, mentre il vento trasporta la fragranza della natura pronta ad assopirsi.
D’un tratto sente dei passi lenti che si avvicinano.
Sente il suo profumo.
Lei è arrivata.
Il suo passo, un tempo svelto e leggiadro, ora è pesante e lento.
-Sesshoumaru-sama perdonate il mio ritardo-.
Nel suo timbro di voce, dolce e melodioso, vi è una nota di maturità.
Riapre gli occhi, mentre gira il capo.
La vede.
Ha il capo chino in segno di rispetto.
-Rin-.
La chiama. Lei rialza il capo.
Gli sorride come un tempo, quando era una tenera e innocente creatura.
La osserva. I suoi capelli d’ebano, elegantemente legati, sono attraversati da strisce d’argento.
Il suo viso, un tempo fresco come le foglie di primavera, ora è solcato dalle incisioni della vita.
Continua il suo muto osservare.
-Sesshoumaru-sama-.
Dice sorridendo. Un sorriso stanco.
Presto l’inverno verrà, lo sa.
Presto la sua ningen non ci sarà più.



Tsuki hayashi
kozue wa ame wo
mochinagara * .



Lui volta il capo e continua il suo silenzioso scrutare la natura.
Una leggera pioggia di foglie cade sui due.
-Sesshoumaru-sama, questa sarà l’ultima volta-.
Parla.
Triste e melodica.
Lui socchiude gli occhi, sa cosa vuole dire.
-Io non potrò venire più…mi rincresce, ma io non potrò più venire a porgervi omaggio come adesso-.
Verità.
Fredda e cruda verità.
Fatica a dire questa frase. È triste, ma è così. Presto l’Oscura Signora la porterà via con sé.
Un leggero singhiozzo.
Piange.
-Lo so-.
Afferma imperioso.
Un leggero vento accarezza le due figure. Una danza di foglie li avvolge.
Un ballo di morte, ma anche di vita.
Di promesse.
La sente sospirare.
-Già Voi sapete tutto-.
Sussurra, mentre lo osserva.
Osserva quelle larghe spalle che l’hanno rassicurata nell’infanzia.
Lui tace.
E’ una silenziosa affermazione.
Lei china capo e guarda le foglie secche.
-Mio Signore, voi rappresentate un albero, invece noi umani siamo le foglie…e come esse abbiamo una breve esistenza-.
Lui volta il capo e la guarda.
Scruta quella donna che ha formulato quel paragone. Quel veritiero paragone.
-Un albero-.
Dice, mentre alza il capo e guarda l’albero, quasi privato del fogliame.
-Sì, un maestoso e protettivo albero, che mi ha protetto in questa vita terrena…ma che mi proteggerà anche nella mia vita spirituale. Proteggerà la mia prole…la mia discendenza…-.
Di nuovo la guarda.
Osserva quegli occhi neri come la notte, dove vi legge forza e determinazione.
Sì, la proteggerà.
L’accompagnerà nella sua futura dimora.
Lei china il capo.
-Sesshoumaru-sama devo lasciarla-.
Si congeda a lui.
Al Suo Signore.
Un regalo.
Lei si volta e lo prende.
Un kimono.
Un ultimo dono.
Un’antica consuetudine.
Lei gli sorride come un tempo.
Ringrazia e stringe a sé, quel regale dono.
Ultimo legame terreno…




Continua…



__________________________
Dopo un anno ritorno ad aggiornare questa breve storia. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, un bacio e a presto.



Traduzione:


Prima haiku:

Una foglia cade
totsu! solo una foglia
sulle ali del vento.


Ransetsu (1653-1707)


Seconda haiku:

Tra i rami

bagnati di pioggia
fuggevole luna.

Bashô (1644-1694)


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Capitolo 4
*** Fuyu:Inverno - Morte ***



Fuyu:Inverno
Morte







Fuyugare ya
yo wa hito iro ni
kaze no oto*



Candida.
Pura.
Cade leggiadra su di una natura assopita.
Lui lento cammina in quel candore.
Il suo fiero sguardo è rivolto verso un umile dimora.
Lei è lì che lo attende.
L’ultimo incontro.
Presto la Nera Signora verrà.
Affretta il passo, il tempo sa, è tiranno.
No, non vuole che lei muoia senza rivederlo…un’ultima volta.
Ora è di fronte all’uscio della piccola capanna.
Allunga la elegante e diafana mano e scosta la tenda di bambù.
Un dolce tempore sfiora la pelle del suo viso.
Socchiude gli occhi. Un dolce ricordo affiora tra le nebbie del passato.
Una piccola e tenera mano che, teneramente gli sfiora il viso. Unica carezza della sua longeva vita.
Riapre gli occhi ed entra.
Lei è lì, distesa nel suo futon.
È pallida.
È stanca.
È vecchia.
Il lunghi capelli d’ebano, ora sono candidi come la neve.
Le sue rosee labbra, ora sono violacee e raggrinzite.
-Rin-.
La chiama.
Lei apre i suoi stanchi occhi e volta il capo, verso chi l’ha chiamata.
Accenna un sorriso.
È felice Lui è tornato da Lei.
-Sess…Sesshou…ma…ru…sama…-.
Biascica.
Tenta di alzarsi facendo leva con le braccia. No, non vuole mostrarsi così di fronte al suo signore.
No, non vuole mostrare la debolezza del suo umano corpo. Ma non ci riesce, le braccia sono troppo deboli.
Ricade sul futon.
Si sente in colpa.
-Sesshou…maru…sama…perdonate …la mia…insolenza…-.
Dice a fatica.
Lui si avvicina e s’inginocchia accanto a lei.
Non parla, si limita a guardarla.
Lei torna a sorridere. Intanto una solitaria lacrima scende lenta sul rugoso viso.
Lui allunga la mano e asciuga quella lacrima.
Quella è l’ultima che vedrà.
-Rin-.
Sussurra.
-Sesshou…maru…sama…io...io…ho…paura…-.
-Non avere paura, io sono accanto a te. Ora dormi-.
La rincuora, come quando era bambina. Lei sorride felice, sa che le resterà accanto.
Chiude gli occhi.
-Addio Mio Signore-.
Sussurra, mentre il respiro si arresta.




Hiyodori no
sorekiri nakazu
yuki no kure*.


Continua a cadere.
Leggera ricopre l’eterna dimora della sua piccola ningen.
Sa che non la rivedrà più.
Sente una strana sensazione che lo pervade.
Tristezza.
È triste.
S’inginocchia, per l’ultima volta.
-Addio Mia Piccola Ningen-.
Si rialza.
Si volta e lentamente sparisce in un turbinio di pura neve.
Pura come la sua bambina.



 

Fine



____________________________
È finita. Doveva essere postata ieri, ma un motivo serio e triste mi ha impedito di farlo. Questa ultima parte è dedicata a una persona che amo, che ora soffre.
Comunque, spero che vi sia piaciuta.
Un bacio.


Traduzione:
1° Haiku:

Desolazione invernale
in un mondo d'un solo colore
il suono del vento


Bashô (1644-1694)



2° Haiku:

Un uccello ha cantato
poi di nuovo silenzio
nel tramonto nevoso.


Arô (1879-1951)

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