Spruzzi- ♀ Anna Kuliscioff

di Ulissae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Èros - Ortensia ***
Capitolo 2: *** 2. Gioventù bruciata - Olivia Castagnaro ***
Capitolo 3: *** 3. No man, no sadness - Mary Wollstonecraft ***
Capitolo 4: *** 4. Loving him- Gloria Steinem ***



Capitolo 1
*** 1. Èros - Ortensia ***


Spiegazioni: la storia ha come obbiettivo quello di ispirarsi ad un prompt e di creare una storia che abbia come una protagonista una donna che abbia lo stesso nome di una che ha combattuto per i diritti rosa.
Inoltre bisogna rispettare il genere dettato dal bando.
Nel mio caso io ho scelto Ortensia, figlia di un grande oratore romano, fu scelta dalle altre matrone come loro portavoce perché in tribunale si opponesse all'imposizione di pesanti tasse sulle donne, in occasione delle guerre civili. La ebbe vinta.
Inoltre,  ho voluto inserire la figura del poeta Catullo. Questi è famoso per il suo amore travagliato con una matrona romana.
Il genere di questa è storico.


Èros
« Ma Saffo era una donna! »

Stava seduta sull'erba verde, i piedi immersi nelle acque fredde del lago, pensierosa, Ortensia guardava il Benàcus. Lasciava che il vento primaverile, ancora frizzante, le sollevasse i capelli scuri e li facesse turbinare nell'aria.
Si stringeva la veste al corpo, sorridendo flebilmente.
Si voltò, sentendo i passi poco felpati di Gaio.
«Cosa c'è, poeta» l'apostrofò scherzosamente, guardandolo sedersi al suo fianco e sporcarsi di verde la bianca tunica.
Lui non rispose, si stese e guardò il cielo, strappando pochi steli e portandosene solo uno alla bocca.
Aveva gli occhi tristi, pensò Ortensia; piegati all'ingiù, nonostante la bocca, sottile e minuta, tentasse sempre di tenersi in alto sorridente.
Sarà pure stato un bravissimo poeta, si disse, ma come attore era pessimo.
«Penso» rispose Gaio.
«A cosa?»
«A Lei»
Con le flebili braccia bianche, la ragazza strinse le gambe al petto. Forse cercava di intrappolare quelle piccole scaglie di cuore che ora la stavano devastando, quei minuscoli pezzi di passione che, ogni volta che lo vedeva, sembravano volerle sfuggire.
Magari scappare. Da un altro uomo, in un altro posto.
Incontentabili.
Non gli bastava solo vederlo, sorridergli, parlargli.
Voleva che le sue poesie fossero per lei, che le sue parole fossero veramente sentite, sospirate.
Dall'alto scendeva una pioggia soffice e gialla, la mimosa era in fiore.
«Quindi vuoi tornare a Roma» sussurrò «dalla tua... Lesbia».
Gaio Valerio Catullo alzò la testa e la guardò, sinceramente inebetito.
Si grattò la testa, non capendo come potesse essere arrivata a tale conclusione.
«Non propriamente» la corresse. Il volto di Ortensia si distese, le sottili sopracciglia scapparono dalla linea corrucciata nella quale erano incappati, e le rughe sulla fronte candida si distesero.
Il poeta trattenne le risate, si tirò su e guardò il lago, con occhi sognanti.
«Volevo scrivere una poesia ispirata a Saffo...» iniziò, lentamente.
«Ma Saffo è una donna!» lo interruppe lei, sconvolta.
Mai, nella sua vita da puella, aveva sentito un uomo che considerava una dona talmente importante da imitarla.
La risata rauca di Gaio eruppe, sincera e divertita.
«E allora?»
Si chinò un poco, sfiorando il viso all'amica d'infanzia. Così delicata, sempre presente.
Le epistole che gli mandava erano come balsamo: guariva le ferite che Roma gli provocava; era come l'acqua di quel lago: salutare.
«Non imitano forse gli artisti la natura più meravigliosa? Non la osservano fino a bruciarsi gli occhi e piangere sangue pur di saperla copiare?»
Si rimise in piedi e colse dall'albero un piccolo ramo, delicato e sottile, che le porse con gentilezza.
«Io sono un'artista, Ortensia, e perciò non posso fare null'altro se non imitare ciò che è perfetto, ciò che eccelle»,  le sorrise furbescamente e mormorò «e ti assicuro che molto spesso ha ciglia lunghe e belle labbra».
Stupefatta la ragazza strinse la mimosa tra le mani. Rimase là, seduta, mentre lui ritornava alla domus.
Aveva appena assistito ad una dichiarazione d'amore.
La più struggente e bella. Non era una dichiarazione a lei o ad un'altra. Era semplicemente l'ammissione di èros verso ciò che completa e che è necessario: le donne.


Angolo autrice:
Catullo era solito passare il suo tempo tra Roma e il Lago di Garda (che secondo wikia in antichità era chiamato
Benàcus) e io ho solo immaginato che lì lo ospitasse una famiglia amica, la cui figlia fosse una stretta conoscente. (Mi espirmo da cani, oggi -.-) Ed è anche altrettanto conosciuto il fatto che si sia ispirato per alcune poesie alla poetessa greca Saffo.
Per èros è intesto quello... inteso da Platone XD Cioè l'amore inteso come ricerca :)

Fanfiction partecipante all'iniziativa Anime di donne, indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }


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Capitolo 2
*** 2. Gioventù bruciata - Olivia Castagnaro ***


Spiegazioni: la storia ha come obbiettivo quello di ispirarsi ad un prompt e di creare una storia che abbia come una protagonista una donna che abbia lo stesso nome di una che ha combattuto per i diritti rosa. 
Inoltre bisogna rispettare il genere dettato dal bando.
Nel mio caso io ho scelto Olivia Castagnaro, suffragetta italiana. (link)
La storia si svolge davanti allo specchio e vuole denunciare tutti quei casi in cui le donne sono considerate per il loro fisico e anziché per la loro intelligenza. Le frasi in corsivo si possono considerare come i pensieri dei colleghi di lavoro della protagonista.
Il genere di questa è satirico.






Gioventù Bruciata
Dilemmi davanti allo specchio
Si alzò un sopracciglio scettica e lo lasciò ricadere.
Troppo poco fino, troppo poco aggraziato.
Folto, per i gusti moderni; selvaggio, se si voleva esser gentili.
Mi hanno detto che Dante ci si è perso, in quella selva. Avrebbero commentato a lavoro.

Abbassò lo sguardo fino agli occhi. Senza trucco, senza niente.
Sciatti, banali, e leggermente socchiusi -né il bisturi né il botulino erano intervenuti a spalancarli-.
Occhi da topo, sul quel viso tondo ed enorme. Che cari i colleghi!

Si toccò sospirando le pesanti occhiaie. Un'intera notte di lavoro aveva contribuito a scavare quel solco scuro.
Non aveva la pelle liscia, né uniformemente colorata di fondo tinta.
Non ha le borse sotto gli occhi, c'ha un'intera valigeria! La dolce vicina di scrivania avrebbe osservato.

Infine venne il turno del petto. Iniziò ad armeggiare con quei poveri seni. Piccoli e modesti, nel loro reggiseno di stoffa color carne.
Due prugne secche e aspre, come quella! Avrebbe sghignazzato il suo capo.

Tu devi stare nei media, bella, non nella media; le avevano detto quando aveva iniziato.
Dannata integrità! Le aveva urlato la madre quando era venuta a conoscere le proposte che aveva rifiutato.
«Per due palpate ti scandalizzi?! Ah, figlia mia!, se questa è gioventù!»
«Olivia mia, ma come ti viene in mente? E tu vorresti volare alto?»
La signorina Castagnaro chiuse gli occhi e si lavò il viso, con poderosi schizzi d'acqua. Se lo asciugò e uscì dal bagno, dimenticando lo specchio.
Il suo lavoro da segretaria l'aspettava: stava in attesa, seduta dietro ad una scrivania stracolma di scartoffie, di quel giorno in cui la stanza di fronte, occupata da un'affascinante Ministra, sarebbe stata sua.
Precisamente il giorno in cui le donne sarebbero state accettate per l'intelligenza e non per l'avvenenza.




Angolo Autrice:
probabilmente è confusionaria, è il mio primo esperimento di satira e sinceramente non sapevo come muovermi.  Logicamente la reazione della madre -spero xD- è un'esagerazione di un pensiero comune, davanti al quale mi sono trovata alcune volte: il fatto che il proprio corpo non è nient'altro che un mezzo.
Credo sia tutto =)
La fanfiction partecipa all'iniziativa  Anime di Donne indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }

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Capitolo 3
*** 3. No man, no sadness - Mary Wollstonecraft ***


Spiegazioni: la storia ha come obbiettivo quello di ispirarsi ad un prompt e di creare una storia che abbia come una protagonista una donna che abbia lo stesso nome di una che ha combattuto per i diritti rosa. 
Inoltre bisogna rispettare il genere dettato dal bando.
Questa volta ho scelto Mary Wollstonecraft, un'antesignana del femminismo inglese.
Ho scoperto il suo nome per puro caso, cercando più che altro qualcosa di adattabile al prompt ed ho scoperto un vero e proprio mondo! Il suo personaggio mi è piaciuto in tal modo che ho deciso di scrivere direttamente su di lei.
Do alcune informazioni varie, che rendono la lettura più accessibile:
-nacque a Londra, il padre, operaio tessile, fu un uomo che sperperò tutti i suoi averi nel gioco e nell'alcool.
-Ebbe due grandi amicizi nella vita: una delle quali Fanny Blood, proprio a Londra, che la iniziò alla "vita", in qualche modo. Infatti la stessa Mary affermò che la Blood ebbe il grande merito di averle aperto la mente sulle cose della vita e sul mondo.
-
La madre era sottomessa al marito e provava un affetto smisurato per il primogenito, Edward.
-Per il resto wikipediatevi XD
Il genere è drammatico, ma bello inzuppato nello storico.

No man, no sadness.

«Ciao, mi chiamo Mary-odiare-gli-uomini-è-divertente»

Non era mai stata normale. I suoi capelli non erano mai stati acconciati, non aveva mai creduto -come tutte le sue amiche- che un principe borghese l'avrebbe incontrata per strada e portata nel suo regno incantato, non aveva mai voluto un principe per la verità
Mary odiava i maschi, ma questo nessuno lo sapeva.
A Walwoth, seduta per terra, vicino al tombino più puzzolente di Londra -così si diceva- guardava cupa il fratello giocare.
Non era bello, né intelligente. Anzi, proprio in qualità di maschio lo reputava come qualcosa di estremamente infimo e stupido, portato al tradimento e alla demenza.
Un po' come buttare tutti i propri averi in un fiume di alcool, pensò tra sé, mentre la figura del padre, barcollante ancora dalla notte precedente, usciva dalla casa, incastrata tra altre mille.
Il quartiere operaio faceva schifo, e Mary se lo ripeteva sempre in testa, alcune volte lo ripeteva anche alla madre, che la fissava annoiata, o al padre, che finiva per darle uno schiaffo e zittirla.
Una volta suggerì al genitore di fare uno sciopero, di soli cinque minuti.
«Se sciopererete tutti per soli cinque minuti il signor Flich avrà ben cinquecento minuti in meno di lavoro!» spiegò, seduta sulla sedia rovinata della cucina.
Il padre le disse di stare zitta e accusò la madre di averle inculcato lei queste stupide e folli idee.
E la madre non disse niente, come sempre.
Quel pomeriggio rimaneva seduta sul marciapiede, osservando i maschi giocare con la palla.
Non c'erano molte ragazze nel suo quartiere, la maggior parte avevano famiglie abbastanza sane da non farle uscire.
Ma Mary non l'aveva, perciò rimaneva seduta lì.
Quando vide la gonna marrone svolazzare nella strana umida e sporca non capì. Guardò poco alla volta avvicinarsi quella figura più longilinea delle altre, più aggraziata.
Si fermò davanti a lei, che alzò lo sguardo confusa, sospettosa.
Era la nuova, quella studiosa.
«Ciao, sono Fanny Blood» si presentò la ragazza, porgendole una mano.
Mary non si fidava mai di nessuno, perciò la scrutò ancora un po'.
«Non è granché come cognome» le fece osservare, piegando la testa.
«E tu? Come ti chiami?» rise l'altra, non colpita dalla frecciatina impacciata e poco efficace.
La ragazza fece silenzio e non rispose, si guardò attorno e sentì le urla della madre richiamarla in casa: aveva bisogno di lei per la consegna di un vestito.
Sospirò e si alzò.
«Non puoi chiedere a Edward?!» ribatté irritata, mentre si spazzolava il vestito sporco.
La madre neanche le rispose. Edward era intoccabile, e sempre lo sarebbe stato.
Edward era un uomo.
Mary sospirò e scocciata camminò a passo svelto verso casa.
«Non mi hai risposto!» la richiamò Fanny, allegra. La ragazza le piaceva.
«Mi chiamo Mary-odiare-gli-uomini-è-divertente» tagliò corto, scomparendo tra i vicoli puzzolenti.
 Rientrò a casa, dove la madre le diede un ceffone secco: perché sei maleducata, disse.
Perché sei una donna.


Angolo Autrice:
Sto in uno stato pietoso. Non so se quello che esce dal mio cervello sia leggibile o altro. Comunque ecco qua, spero che a qualcuno sia piaciuta.
La fanfiction partecipa all'iniziativa  Anime di Donne indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }

 

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Capitolo 4
*** 4. Loving him- Gloria Steinem ***


Spiegazioni: la storia ha come obbiettivo quello di ispirarsi ad un prompt e di creare una storia che abbia come una protagonista una donna che abbia lo stesso nome di una che ha combattuto per i diritti rosa. 
Inoltre bisogna rispettare il genere dettato dal bando.
La storia parla di una Barbie e del suo Ken XD
Il nome della bambola è Gloria, da 
Gloria Steinem (scrittrice americana e femminista, editrice di Ms.; ha riconosciuto di aver subito delle influenze teosofiche in un’intervista nel Jewish News)
Il genere è la commedia.



Loving him

« Barbie non ha mai divorziato da Ken solo perché lui è impotente »

Me lo avevano detto che non dovevo neanche guardarlo, un tipo del genere.
Né studiarlo, né, tanto meno, parlargli.
Niente, nada, nulla.
Per me quello non doveva esistere.
Eppure, dannazione! Vorrei vedervi voi, tutti nudi in una scatola, con altre duecento galline schiamazzanti, che urlano alla blasfemia perché la nostra padroncina ha deciso di spogliarci tutte, e trovarvi davanti lui, tutto bello vestito.
Vi sareste imbarazzate, no?
E io quando sono imbarazzata faccio una sola, semplice cosa: parlo.
Parlo e parlo.
E non smetto finché non ho più fiato e le corde vocali mi si seccano; ma essendo io di plastica la cosa non succede, perciò parlo.
Quel giorno, non so perché, lui mi rispose.
Io stavo ben ben raccontando come mia cugina, Miss. Hawaii, avesse i capelli tutti rovinati per via di quei bagni nella vasca della piscina, che lui mi interruppe.
Aveva dei capelli da favola, quel giorno. Tutti belli tirati all'indietro, perfetti, impeccabili.
Ed un sorriso, oh, il sorriso! Da sciogliersi, come quando ci lasciano in cortile, sul cemento, d'estate.
«Ho saputo che avete acquistato un nuovo paio di scarpe» mi disse.
Pensai subito che era un tipo così attento ai particolari! Annuii, cercando di districarmi dalla mia collega dentista e mi aprii in uno smagliante sorriso.
«Oh, sì. Ti piacciono?»
Ecco, quando si dice che un paio di scarpe ti cambia la vita...
Da quel giorno fu qualcosa di fantastico. Ogni sera riuscivo a divincolarmi tra la massa di plastica rosa e raggiungerlo. Parlavamo di tutto, del più e del meno.
Ma, ad essere sincera, io lo osservavo: che muscoli, che portamento, che fisico!
Un fusto, ragazze!
Ci sposammo in salotto, MTV trasmetteva l'ultimo successo della Spears, e la nostra proprietaria era così allegra che decise di stipulare la nostra unione.
Così quella sera, Sara, la nostra proprietaria, troppo presa da un cartone chiuse in fretta e furia la casa, lasciando me e lui ancora nella vasca da bagno.
In un primo momento fu imbarazzante, tutta quella schiuma ed io, nuda! Eppure, pensai, non ci eravamo trovati in situazioni del genere anche prima? Era pur vero che lui, senza niente, non lo avevo mai visto, ma c'avevo una voglia!
Mi guardai intorno, cercando qualcosa su cui catturare l'attenzione, ma il mio piedino affusolato, haimé, scivolò fin troppo in avanti, tanto che lo sentii irrigidirsi.
Divenne un tronco! Teso e fremente, come mai!
Io continuai per un poco, cercando, cercando, ma niente.
Tavola piatta.
Liscio.
Come un bebè.
Lo guarda interdetta di colpo e lui, rosso come un peperone, mi seppe solo dire: «scusa».
Ma cosa posso farci, io, se lo amo?
Sono una povera bambola, chiamata Gloria perché così ha deciso un uomo di mezza età, mentre mi progettava, con un sorriso sempre stampato in faccia.
Lo amo e non posso neanche pensare all'ipotesi di lasciarlo in balia delle mie compagne, arpie malelingue, che alla prima occasione lo esporrebbero al pubblico ludibrio.
«Barbie non ha mai divorziato da Ken perché lui è impotente» sussurra serpentina quell'impiccione di CiccioBello.
Sono una donna innamorata, ragazze.
Posso sopportare di tutto.



Angolo Autrice:
cosa.ho.scritto?
Dannazione, ultimamente tutto ciò che produco mi fa schifo! >____________<"  Logicamente è ambientata nel mondo delle bambole e... no, nient'altro da dire.
Stasera sono super indaffarata! >_______<"
La fanfiction partecipa all'iniziativa  Anime di Donne indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }

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