Nemici per sempre?!

di MewBecky
(/viewuser.php?uid=3256)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


NEMICI PER SEMPRE

Capitolo 1

Strawberry sentì come una scarica di adrenalina eccitarla nell'attimo in cui, facendo uso di tutta la sua agilità felina, attraversò veloce il cortiletto interno del Caffè Mew Mew e percorse saltando a piccoli passi vellutati il viale lastricato di pietre dagli irregolari profili.
Quella strana sensazione, quell'inebriante allegria si impossessava di lei abitualmente, facendola sentire più simile al proprio animale di quanto non lo fosse stata nel momento in cui lei ed il Dna del gatto selvatico si erano fusi magicamente: le piaceva poter arrivare ad avvertire una così forte energia, riunendola in sè gradualmente sino a farla esplodere.
Ancora una volta avrebbe combattuto e la luna chiara e sfuggente avrebbe impresso la sua pallida luce sulla scattante sagoma di Strawberry.
Il fiocco di luce avrebbe manifestato di nuovo la sua potenza e la gattina si sarebbe sentita immensamente forte.
Gettando uno sguardo d'assenso in direzione delle sue compagne, Strawberry ripetè sussurrando ciò che poche ore prima Ryan aveva rivelato al team Mew Mew al gran completo.
-Stanotte gli alieni tenderanno un attacco al museo. Sarete voi a fermarli: mi aspetto un successo sicuro.
La gatta sorrise enigmatica ed intrigante, visualizzando per un attimo il bel volto del ragazzo biondo di cui si era quasi innamorata e per cui provava comunque un'innegabile attrazione.
-Un successo- Fece ridendo fra sè e sè ed intrufolandosi cauta all'interno del museo da una feritoia situata sulla parete dell'imponente fiancata.
-Sarà un successo.
Le cinque ragazze avanzarono silenziose lungo gli immensi corridoi del museo, i respiri trattenuti e gli sguardi curiosi e dilatati dal buio e da quell'intrigante ed impenetrabile oscurità.
Strawberry sorrise ad indirizzo delle amiche e raccomandò a Mina di fare silenzio.
La raffinata ragazza incassò l'imposizione con classe e fatto un minuscolo inchino, si tuffò in uno dei giganteschi corridoi devianti e sparì nel buio delle pareti sgretolate.
Pam, Mina, Lory e Paddy avrebbero esplorato l'ambiente in gruppo: Strawberry se ne sarebbe occupata da sola.
Non le piaceva doversi accordare continuamente con le amiche, in missione: amava godere di quei vantaggi che da l'agire in completa indipendenza e perciò l'aggirarsi furtivi ed agili senza bisogno di concedere spiegazioni o stringere accordi.
Camminando in silenzio, Strawberry gettò un'occhiata agli immensi quadri appesi alle pareti e alle sculture di cui ormai gli abitanti delle città parevano essersi dimenticati: trattenendo il respiro, si avvicinò a passo felino ad una teca sotto la quale riluceva un gioiello dalle mille sfaccettature.
-Perfetto!- Fece silenziosa, contemplandolo ammirata e composta al tempo stesso quel meraviglioso spettacolo -Impeccabile!
Ma la gatta nn fece in tempo ad allontanarsi di un passo, che una mano affusolata si posò sulla sua spalla scoperta ed una voce calda e suadente attirò la sua attenzione.
-Proprio come te, Strawberry!!
Proprio lui: nn poteva essere altri che il suo nemico.
Kisshu, l'alieno affascinante e insopportabile che si era ritrovata a fronteggiare forzatamente.
-Quando la smetterai di perseguitarmi?- Le braccia piegate lungo i fianchi felini, Strawberry aveva assunto un'espressione quasi canzonatoria.
Pareva quasi che volesse giocare con l'alieno, tentarlo anzichè sconfiggerlo.
Kisshu scoppiò a ridere di una risata argentina e terribilmente sexy: tanto da far comparire una leggere sfumatura rossastra sulle guance colorate della gattina combattente.
-Questa domanda è sicuramente un trabocchetto- Proruppe seriamente, afferrando la mano di Strawberry dopo averle fluttuato accanto per un po' -Sai bene che il nostro gioco è troppo forte perchè io mi ritiri spontaneamente!
Strawberry si scostò bruscamente e con aria indispettita, quasi che quelle parole sfacciate l'avessero sconvolta.
Non aveva voglia di perdere tempo con quell'alieno e tanto meno di civettare come una stupida con lui.
Kisshu era troppo diverso da lei, immensamente inadatto a rivestire il ruolo di colui di cui avrebbe potuto innamorarsi.
Se solo avesse potuto controllare adeguatamente i suoi sentimenti!
-Sn stufa di giocare!- Sussurrò seria, sollevando in aria la propria arma da cui si sprigionarono ben noti fulgori -Per cui ti pregherei di farti eliminare senza troppe storie!
Ma prima che la gattina combattente potesse scaturire da una semplice frase tutta la potenza di cui la sua felinità era capace, la mano di Kisshu si piantò sulla sua e la bloccò con forza.
Lo sguardo di Strawberry incontrò quello dell'alieno e per un attimo, alla ragazza sembrò di poter scrutare in lui come probabilmente nemmeno da sè era in grado di fare.
-Kisshu- Fece, quasi senza rendersi conto di quanto era arrivata a pensare -Chi sei veramente? Chi è il vero te stesso?
Prima che potesse rendersene conto, l'alieno era ritto in piedi a pochi centimetri da lei e la fissava profondamente e romanticamente in quei grandi occhi infinitamente smarriti.
-Uno che ti vuole molto bene...!- Senza esitazione, Kisshu sfiorò Strawberry con la mano, carezzandole dolcemente il viso e tornò a guardarla intensamente.
La gattina si ritrovò istintivamente a socchiudere gli occhi a quel delicato contatto e una lacrima sgorgò, piena di smarrimento.
Perchè stava cedendo a quella debolezza? Perchè al pensiero di non poter amare Kisshu una smisurata sensazione di sgomento s'impadroniva di lei, il cui compito era sconfiggerlo?
-Noi due....- Iniziò brusca, scostandosi dall'alieno -Siamo rivali. Non abbiamo niente in comune.
Un glaciale silenzio sembrava essersi espanso fra di loro.
Kisshu e Strawberry erano immobili l'uno di fronte all'altro, pensando tormentatamente a qualcosa da dire che non sembrasse troppo stupido o fuori luogo: inadatto a quella situazione.
Le loro emozioni erano celate profondamente.
-Sconfiggerti....- Fece nuovamente lei, gettando a terra la propria arma -Non mi interessa più.
E così detto si allontanò.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


NEMICI PER SEMPRE

Capitolo 2

Strawberry arrancò giù dal letto, fissandosi stravolta nello specchio posto sulla parete frontale.
Non riusciva a reggere quel ritmo così serrato: di giorno, normale ragazzina e studentessa della scuola media, di notte la paladina della giustizia e della salvezza ambientale.
La ragazza sospirò pesantemente, mentre sistemava i propri codini con i suoi nastri preferiti, di stoffa rosso acceso.
Quel giorno sarebbe dovuta andare direttamente al Caffè Mew Mew, per poi incamminarsi faticosamente in direzione del punto presso il quale le sue amiche Mimi e Megan l'aspettavano abitualmente ogni mattina. Faceva bene a volte passare del tempo con persone estranee alla natura felina di Strawberry.
Uscendo velocemente ed imboccando correndo il vialetto d'ingresso, la ragazza sbuffò per il caldo e gettando un'agitata occhiata all'orologio, capì che nell'immediato istante in cui avrebbe attraversato la soglia del Caffè Mew Mew, Ryan l'avrebbe sgridata come faceva sempre.
Proprio così: era di nuovo in ritardo e stavolta, anche troppo per i gusti del biondino a capo del Caffè.
Ansimando per la fatica, Strawberry varcò veloce la porta del locale e zittendo Mina, già pronta a farle le solite critiche, indossò l'uniforme e crollò seduta, a pochi centimetri dalla piccola Paddy.
-Quanto ci hai messo ad arrivare, Strawberry? Sei sempre la solita!
Ryan l'ammonì con serietà, mentre Kyle armeggiava sorridendo per preparare alle ragazze una colazione speciale.
La ragazza abbassò lo sguardo, paonazza e non parlò.
-Ieri sera..- Iniziò quindi il biondino, mostrando alcuni punti più volte sottolineati sulla lucida superficie di una lavagna plastificata -I nostri tre nemici alieni hanno messo a segno tre attacchi nella periferia e precisamente, al museo.
Qualcuno vuole dirmi perchè è successa una cosa simile?
Solo una spiegazione mi si è presentata: Strawberry deve essersi rabbonita e quindi rifiutata di sconfiggere il suo alieno.
Perchè?
Sei sguardi desiderosi di sapere, si puntarono fissi sulla ragazza felina.
Strawberry arrossì, cercando di inventarsi una sciocchezza sufficientemente convincente da schiodarle di dosso quelle occhiate così impazienti.
Peccato che le mille idee di cui poteva solitamente vantare sembravano essere in fase di stallo.
-Non mi andava di combattere, tutto qui.
Strawberry abbassò nuovamente lo sguardo e guardò l'orologio
Inutile precisare che era spaventosamente tardi e che di certo Mimi e Megan al punto d'incontro, l'avrebbero sgridata esattamente come aveva fatto Ryan al Caffè.
-Scusate....- Fece, inforcando la porta nuovamente -Io....devo andare!!!!
Ancora il felino corse sul viale lastricato del cortile ed imboccò la strada principale: ma stavolta le sensazioni che provava non era intense e piacevoli.
Strawberry desiderava soltanto non finire di nuovo in punizione.

Quella stessa notte, la ragazza era in missione e camminava soddisfatta lungo la strada con le amiche.
Sarebbero dovute arrivare nel quartiere popolare ed individuare il nuovo chimero aizzato dagli alieni per sconfiggerle.
Le ansie della giornata passata erano per Strawberry scomodi intoppi.
Correndo e saltellando agile nella nebbia, la ragazza adocchiò il gigantesco animale acquattato dietro la fiancata scrostata di un grande edificio disabitato.
-Forza ragazze...!- Sorrise, mettendo in mostra la dentatura leggermente appuntita.
-Sconfiggiamolo!!!!

Mina alzò pigramente un sopracciglio, contrariata.

-E’ gigantesco..- Osservò, indicando l’enorme chimero, che s’agitava mostrando le zanne aguzze.

-Come credi che riusciremo ad attaccarlo senza essere colpite da quei tremendi artigli?

La gatta strizzò un occhio ad indirizzo dell’amica, balzando a poca distanza dalle zampe animalesche pronte ad afferrarle.

-Non temere…- Disse, sorridendo di nuovo –Vinceremo.

Contemporaneamente, sul tetto dell'edificio, Pai, Kisshu e Tart non perdevano d'occhio le cinque combattenti, curiosi di assistere alla battaglia per poi forse parteciparvi.
-Quando saranno deboli abbastanza le distruggeremo!
Pai sorrideva assorto, la sua serietà intuibile dalla contratta smorfia che aveva assunto.
Le cinque stavano serratamente combattendo ma la forza del chimero si manifestava ampiamente attraverso i suoi inquietanti ruggiti e gli attacchi di potenza illimitata.
Sarebbe stato difficile sconfiggerlo per le paladine dell'ambiente.
Kisshu fissava incerto Strawberry, preoccupato che potesse essere ferita dal chimero.
-Pai, non potremmo intervenire noi, ora?- Domandò, stringendo i pugni per la rabbia e l’apprensione –Mi sembra che la cosa si stia facendo troppo seria…!

L’alieno rivolse all’amico uno sguardo sorpreso.

-Cosa diavolo ti prende, Kisshu?- Fece, sgranando ulteriormente gli occhi d’alabastro –Non dirmelo. Ancora LEI!

L’affusolato indice dell’alieno si puntò sull’esile, scattante figura di Strawberry, impegnata a zig-zagare proprio come un vero gatto, china sulle ginocchia, per evitare di essere graffiata dal potente chimero.

Kisshu abbassò il capo, sentendosi improvvisamente fragile, incapace di rispondere alle accuse del fratello

- Non voglio che si faccia male, tutto qua – Disse, cercando di evitare quello sguardo inquisitore che sembrava mettere a nudo tutte le sue più profonde emozioni –E’ solo una ragazzina, in fondo! Che cosa direbbero, i suoi genitori se tornasse a casa tutta ammaccata?

Tart trattenne il fiato, mentre Mina crollava a terra.

-Fuori una!- Gridò, il piccolo, tozzo pollice alzato nell’atto di manifestare allegria, trionfo.

-Mina!- Aveva gridato nel frattempo Strawberry, sollevando fra le braccia il corpo dell’amica –Come ti senti?

La ragazza uccello, graziosa seppur ferita, sporca e con il bel costume lacerato, era ancora incredibilmente bella mentre si sforzava di tenere i grandi occhi blu aperti.

-B-bene credo!- Fece, mentre Pam l’aiutava a rialzarsi –Non devi preoccuparti per me, Strawberry! Piuttosto: pensa a metterti in salvo! Quel dannato animale è troppo forte per noi!
La modella si ritrovò d’accordo con quanto affermato da Mina, ed annuì elegantemente.

Quindi sorrise.

Per Strawberry sarà impossibile accettare di essere sconfitta!- Dichiarò quasi dolcemente, appoggiando una mano sulla spalla della gatta, fremente dal desiderio di combattere.

Lory e Paddy trotterellarono affannate accanto alle altre ragazze, ansimando di fatica.

Siamo troppi deboli..!- Si arresero –E’ tutto nelle tue mani, Strawberry!

Al sentore di quelle parole, nella gatta crebbe uno smisurato desiderio di vendetta.

Le sue amiche avevano riposto in lei fiducia, facendosi da parte per lasciarla agire indisturbata; ciò significava che l’avevano identificata come unica persona in grado di sconfiggere il chimero.

Grazie ragazze!- Sorrise, stringendo le amiche in un abbraccio affettuoso –E vedrete; non vi deluderò! Stanotte la gente di Tokyo dormirà sonni tranquilli!

E così detto, si lanciò digrignando i canini appuntiti sull’enorme animale.

Kisshu, qualsiasi tipo di sentimento tu si arrivato a provare nei confronti di Strawberry, mi vedo costretto a chiederti reprimerlo!- Pai parlò di nuovo, serio in volto –Per il tuo bene.

-Sono affari miei- Ribatté secco Kisshu, voltandosi stizzito in direzione della ragazza felina, che ancora saltava e sferrava colpi a destra e a manca per abbattere il chimero –del resto, non te ne è mai importato troppo di me e non vedo perché tu debba iniziare a preoccupartene ora.

Pai afferrò il fratello per le spalle, colpendolo in volto.

Non capisci?- Gridò, a voce spaventosamente alta –Non rammenti cosa dica“Il Libro” in proposito?

Kisshu, preso alla sprovvista sobbalzò spaventato.

-“Il Libro” non è altro che un mucchio di frottole che gli sciamani hanno steso per assicurarsi l’obbedienza della nostra gente- Dichiarò freddo, scandendo parola per parola –non credo ad una sola delle grandissime menzogne che enuncia.

-Fai come vuoi!- Pai scattò in piedi alterato, mentre Tart avanzava incuriosito in loro direzione –ma io sì, invece! Ed è proprio per questo motivo che ti proibirò a qualunque costo di sfiorare anche solo con un dito quella dannata ragazzina!

Kisshu distolse nuovamente lo sguardo, infastidito.

Fra i due si era teso un profondo silenzio.

-Non vorrei interrompere il vostro diverbio, ma…- Si introdusse timidamente Tart, ammiccando con il capo in direzione del chimero – pare che la nostra vittoria sia vicina.

Presto, le combattenti Mew Mew saranno sconfitte definitivamente, e con loro Strawberry Momomiya!

Presto, infatti l'animale fu pronto ad avventarsi sulla gatta , i lucenti artigli che nn aspettavano altri che scattare e il consistente peso che impediva Strawberry nei movimenti e nn le permetteva la fuga.
Pai rise soddisfatto ma nn si rese conto di quanto stava succedendo.
-Non mi importa del “Libro”!- Gridò l’altro alieno, i grandi occhi ambrati rilucenti di rabbia –Desidero solo poterle stare accanto, e non sarai tu ad impedirmelo!

Pai si voltò di scatto, indignato.

-KISSHU!- Gridò, paonazzo, incandescente di frustrazione e disappunto –KISSHU, TORNA SUBITO INDIETRO!

Ma il giovane alieno non ne volle sapere.

Kisshu, svolazzò infatti veloce all'altezza del chimero e sollevò Strawberry con uno scatto quasi felino.
-Uh?- Sospirò lei, i grandi occhi castani lividi di pianto e l’esile figura coperta di lividi ed ammaccature.
-Sono io, Kisshu.

La ragazza arrossì, stretta fra le braccia agili e forti dell'alieno.
Kisshu l’aveva salvata.

-Perché l’hai fatto?- Domandò, ancora abbracciata al suo nemico, incapace di rifiutare quella presa così dolce, calda.

Kisshu non rispose, e si limitò a sorridere.

-Forse perché in fondo, a te ci tengo.

Le combattenti Mew mew erano sbalordite, ma Strawberry era addirittura sconvolta.

Anche lui, allora, provava qualcosa? Nutriva un sentimento troppo forte per essere identificato ed indubbiamente, eccessivamente affettuoso per essere chiamato odio, nei suoi confronti?

I due ragazzi rimasero avvinghiati insieme, stretti, guardandosi a metà fra l’allibito ed il divertito.

Ma Pai? No, lui non sorrideva.

Covava odio.

-Non permetterò che “Il Libro” si adempi per colpa sua!- Disse, a denti stretti –Non lo permetterò

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


NEMICI PER SEMPRE

NEMICI PER SEMPRE

Capitolo 3

-Strawberry….-Una luce, ben più forte di quella propagata dalla abat-jour che la ragazza teneva sul comodino, si propagò d’improvviso, mentre la madre entrava in punta di piedi nella stanza da letto –Non pensi sia venuta l’ora di provare ad addormentarti? Domani c’è scuola!
Strawberry arrossì, arrestandosi d’improvviso.
Era rimasta quasi tutta la notte a scrivere sul proprio diario, a cercare di sfogare sulla carta il tumulto di emozioni che aveva dentro.
-Sì, mamma..- Fece, abbassando lo sguardo –Scusami, ma non riuscivo a dormire.
La donna sorrise dolcemente e prese posto accanto alla figlia, sulla sponda del letto.
-Anch’io alla tua età aveva un sacco di pensieri che mi impedivano di prendere sonno!- Disse, carezzandole la testa -..e spesso riguardavano gli affari di cuore. Ma tenersi tutto dentro, non serve a nulla; solo parlandone si riesce a recuperare calma e benessere. Allora, non c’è niente che desideri dirmi?
Strawberry rimase per un attimo a riflettere, mordicchiando furiosamente la propria matita.
Cosa avrebbe potuto inventarsi, per evitare alla madre preoccupazioni ed a sé stessa intoppi inutili?
Dire la verità era fuori discussione; il discorso sarebbe suonato un tantino sconclusionato.
-Mamma, non riesco a dormire perché ho la sensazione di essermi innamorata dell’alieno che dovrei sconfiggere per il bene del pianeta!
Non se ne parlava nemmeno.
-No...- Mentì, traendo un profondo sospiro – non ho niente di cui parlare: fatico solo ad addormentarmi. Sai, lo stress, l’interrogazione di matematica…!
La donna ridacchiò, soddisfatta.
- Quand’è così, non mi resta che augurarti una buona notte!- Disse, stampando un bacetto affettuoso sulla fronte della ragazza – e speriamo che il sonno ti schiarisca le idee!
Strawberry sorrise, mentre la madre si apprestava a tornare a letto, chiudendo la porta della sua stanza dietro le proprie spalle.
Quindi, cambiò espressione e riprese a scribacchiare.
-Schiarirmi le idee…- Ripetè, ripercorrendo per l’ennesima volta il momento in cui Kisshu l’aveva stretta fra le braccia –quanto lo vorrei anch’io!

-Kisshu si sta comportando da vero incosciente!- Pai si diresse verso il proprio giaciglio, ubicato alla meglio sull’astronave, che gli alieni avevano nascosto nel parco di Tokyo.
Grazie ad un particolare strumento, in dotazione al veicolo, la parete esterna del mezzo era stata resa invisibile, cosicché i passanti non avrebbero potuto notare niente di strano.
-Beh, forse non è stato proprio giusto nei nostri confronti, quanto ha fatto oggi…- Iniziò Tart assorto, sporgendosi dal lettuccio a castello presso il quale dormiva, in compagnia di Kisshu -…ma non penso nemmeno che si tratti di una colpa tanto terribile. Si può sapere perché te la sei presa in questo modo?
Pai restituì al fratellino uno sguardo duro, gelido. Pareva indignato, indispettito.
-E’ evidente che non sai nulla!- Disse, premendo su un piccolo pulsante presso il pannello di comando –altrimenti, è certo che ti ritroveresti d’accordo con me.
Tart sgranò gli occhi d’ambra scura, allibito.
Pai gli stava porgendo un voluminoso libro di colore nero, con espressione seria e solenne.
-Questo è “il Libro”- Spiegò, facendone scorrere le pagine fitte, piene di piccoli caratteri corsivi abbelliti da svolazzi e rilievi - tale oggetto non è altro che una raccolta di scritti stilati dagli sciamani delle nostre genti, che ripercorre anno dopo anno la storia della civiltà aliena.
Normalmente, ogni componente della razza vi può accedere a partire dal compimento del quindicesimo anno d’età, ma per te farò un’eccezione. Giusto per farti comprendere in che razza di guaio rischia di farci incappare Kisshu, con il suo comportamento scellerato!
Tart passò il palmo aperto della piccola mano su quella copertina ruvida, incapace di articolare una sillaba.
Pieno di sorpresa, cominciò a leggere la prima pagina del “Libro”, scandendo con difficoltà una parola dopo l’altra.
-No!- Lo ammonì Pai, strappandogli con violenza il volume –questo passaggio non è rilevante! Ecco.. .
L’alieno aveva fatto scorrere più della metà delle pagine, ed ora tendeva a Tart il libro aperto su un particolare passo del testo.
-Leggi attentamente. E poi dimmi che ne pensi.
Tart ubbidì e chinò la testa sul volume, assorto.
Man mano che procedeva nella lettura, gli occhi si facevano sgranati, il respiro corto, il volto pallido.
- Ad ogni azione…- Fece, incitato da Pai a ripetere ad alta voce le parole assimilate -..corrisponde una reazione uguale e contraria. Per tanto….. .
-Continua, ragazzino!- L’alieno indicò a Tart il capoverso che avrebbe dovuto leggere, agitato –Perché ti sei fermato?
Pai ebbe ottenne presto una risposta al quesito da lui formulato.
Lo voce di Kisshu, proveniente dall’ingresso dall’astronave, giunse sino a loro.
-Cosa cavolo stai facendo?- Domandò proprio lui, parandosi dinanzi a Tart e cingendolo con le braccia – è solo un ragazzino! Non pensi che sia un po’ troppo giovane perché tu inizi a riempirgli la testa di stupide frottole?
Pai si voltò indignato in direzione del fratello, indicando “il Libro” con solennità.
-Lì dentro è racchiusa la nostra storia, così come l’avvenire che ci attende se agirai in questo modo!- Dichiarò, livido di rabbia - sai benissimo che secondo gli sciamani, sarebbe stato possibile riconoscere l’Erede dal suo amore per l’ultima discendente.
-Pai ha ragione, Kisshu!- Si introdusse timidamente Tart, appigliandosi al braccio del fratello maggiore –L’Erede è un criminale! Dobbiamo impedirgli di adempiere “Il Libro”: se non lo facciamo, puoi star certo che accadrà ciò che gli sciamani hanno predetto.
Kisshu arretrò, impaurito.
-Non sono l’Erede- Scandì lentamente, dirigendosi verso l’uscita della navicella –NON SONO L’EREDE, DIAMINE! L’EREDE NON ESISTE!
Pai e Tart abbassarono afflitti lo sguardo.
-Prima di aver prova del tuo stupido comportamento, anche noi eravamo convinti che fosse così!- Disse il primo dei due, raggiungendo Kisshu, stringendolo in un abbraccio morboso, inquietante.
-Ma non devi temere. Anche nella remota possibilità che tu sia davvero l’Erede, non sarebbe inevitabile il compimento del “Libro”. C’è un modo per far sì che gli eventi descritti dagli sciamani non si avverino; e tu ne sei al corrente.
Il giovane serrò gli occhi ambrati, gemette, scosse la testa.
Non voleva udire quella parole.
Quelle tremende, tremende parole.
-No…- Disse, prima che Pai potesse pronunciarle, sussurrarle malizioso -…io non sono l’Erede.
E non ho nessuna intenzione di fare quanto mi chiedete!
A quelle parole, Kisshu uscì dall’astronave, prendendo a correre nel parco.
La sua famiglia stessa dubitava di lui.
Perfino il piccolo Tart gli si era schierato contro.
Pai digrignò i denti perfettamente smaltati, mentre seguiva con lo sguardo il fratello.
Dannazione.
-Non temere, mio piccolo…- Disse poi, avvicinandosi a Tart per stringere anch’egli in un abbraccio –Lo fermeremo.
Il suo sguardo pieno di disappunto, si fece più dolce.
-E se sarà necessario..- Sibilò, prima di riappropriarsi del volume –saremo noi ad evitare che “Il Libro” si adempia.

Il giorno seguente, Strawberry sfaccendava stravolta al Cafè, quasi in trance.
Era stava davvero una lunga notte, e la giornata trascorsa con altrettanta lentezza, l’aveva profondamente sfiancata.
-Ah, non ne posso più!- Disse, piombando a sedere accanto a Mina – sono stanchissima!
Ma prima che la ragazza-uccello potesse rivolgerle qualcuna delle sue solite battutine taglienti, Ryan chiese a Strawberry di raggiungerlo in laboratorio.
-Abbiamo intercettato un messaggio- Le disse, mentre raggiungevano la stanza isolata -una trasmissione radio inviata dalla navicella dei nostri alieni, ad una torre di controllo situata proprio sul loro pianeta.
-Sì..- Fece lei soprappensiero –E allora?
-E allora pare che abbiano per le mani qualcosa di molto grosso, importante. Qualcosa di cui forse è meglio non parlare alle altre ragazze.
Ryan guardava la rossa di sottecchi, inquieto.
-Cosa stai cercando di dirmi, esattamente?- Domandò lei, spazientita.
Lui deglutì, raccogliendo in sé la faccia tosta necessaria per rivolgerle quel quesito.
-Strawberry…- Chiese, gli occhi blu fissi in quelli grandi, castani di lei –Tu sai che cosa sia “Il Libro”?


°°***Sciamano Kmur II- seconda era dell’Opale- anno 4000 dopo la fondazione**°°

Ad ogni azione corrisponde reazione uguale e contraria. Per tanto, quando l’Erede uscirà allo scoperto, le armate di Colei verranno risvegliate dall’ipnosi a cui Kmur I, le incatenò anni addietro, prima di me.
Colei che è stata marchiata s’unirà all’Erede solo ed unicamente per realizzare i propri progetti di dominare sul nostro pianeta.
Se L’Erede accetterà di fondersi nella donna, allora la sciagura cadrà su questo regno, come accadde nella prima era del Vulcano. Ma stavolta, le armate di Colei non falliranno.
L’ultima discendente ha in sé il sigillo di Statiny, perfida sovrana che condannò alla distruzione le sacre radure durante l’ottava era dell’anno 3005 dopo la fondazione.
Secondo alcuni calcoli, ella nascerà sotto il segno terrestre dei pesci, nell’unica notte di luna piena della prima metà della stagione primaverile.
L’Erede sarà riconoscibile dall’amore struggente che proverà nei suoi confronti; allorché, le possibilità di evitare il compiersi “del Libro”, saranno due.
La prima- uccidere l’Erede.
La seconda- far sì che questi forgi una spada presso la Sorgente.
Ma solo un distillato finissimo farà sì che l’arma possa placare la furia delle armate di Colei.
Il sangue.


Strawberry sgranò gli occhi, dopo aver terminato di leggere la pergamena che Ryan le aveva porto.
-Questa, naturalmente, è solo un’imitazione…- Precisò lui.
-Ryan…- La ragazza afferrò il polso del biondo, strizzando gli occhi –Che cosa significa tutto questo?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=48738