Vedo
spuntare all’orizzonte la facciata
dell’università, alta maestosa e con una
tipica componente moderna: è tutta costruita in acciaio.
Sembra quasi la
costruzione di qualche architetto futurista..
Più
Mark si avvicina all’ateneo, più la visione di una
certa persona si
materializza nitida ai nostri occhi; è Lizzy che ci sta
aspettando fuori dalla
struttura.
E’
tipico di lei attenderci fuori, forse perché sa che in aula
non mi troverà mai
prima di una lezione, mi conosce troppo bene per fare un errore del
genere.
Sorrido
leggermente alla mia battuta mentale.
-Che
c’è di così divertente?- Mark mi
distoglie dai miei pensieri facendomi
leggermente sobbalzare. Mi ero completamente estraniata dal contesto
esterno,
troppo presa a riflettere sul niente; a volte mi capita di incantarmi
completamente e fissare il vuoto senza una ragione particolare. I miei
dicono
che sono strana, ma a me non sembra, in fondo estraniarsi dalla
realtà non è
così male.
-No,
niente, pensavo a Lizzy, guarda è là che attende-
rispondo velocemente al
ragazzo, cominciando a slacciare la cintura di sicurezza che poco fa mi
ero
messa, almeno cerco di dimezzare i tempi di discesa
dall’autovettura.
-Ho
capito, scendi al volo come al solito mentre io vado a parcheggiare?-
ecco la
frase magica, ma quanto adoro il mio ragazzo?
Sorrido
in sua direzione e scompiglio leggermente i suoi capelli biondo miele
in segno
di apprezzamento.
-Ma
tu sai leggermi nel pensiero o cosa?- rido divertita in sua direzione
-O
semplicemente conosco Lizzy e se ti aspetta un altro po’ gli
vengono le radici
ai piedi, lo faccio solo per lei, ricordatelo!-
-Ah
si? Bene, vorrà dire che stasera esci tranquillamente con
lei, non preoccuparti
di me-
Faccio
una linguaccia e appena accosta al marciapiede, esco dalla macchina di
Mark.
Appena
aperto lo sportello incontro gli occhi azzurro cielo della mia amica
che mi
fissano con fare inquietante.
Lo
so, in questo momento mi odia e mi vorrebbe uccidere, ma poi la guardo
dispiaciuta e in men che non si dica mi abbraccia forte.
Improvvisamente
vengo sommersa dalla sua chioma rosso fuoco, un rosso che nemmeno le
più belle
tavole di Tiziano potranno mai eguagliare. Adoro i suoi capelli, glieli
ho
sempre invidiati, piacerebbe
anche a me
diventare un giorno rossa ma tutti dicono che il nero corvino dei miei
capelli
fa risaltare il celeste dei miei occhi. Sarà anche vero, ma
a volte vorrei
davvero cambiare un po’.
Stacco
lentamente la mia amica dall’abbraccio in cui mi ha
intrappolata e la prendo
per mano.
-Allora
da quanto mi aspetti?- chiedo con aria dimessa e con occhi dolci
così da non
farla irritare nuovamente.
Lei
di tutta risposta sposta la sua mano dalla mia presa e me la poggia
sulla
spalla assumendo un’espressione da donna saggia e vissuta.
Il
fatto che sia leggermente più alta di me le permette di fare
questo.
-Guarda
oramai ho perso la speranza con te, non ti dico da quanto sono qui che
è meglio
altrimenti ti viene una sincope. Diciamo solo che se non fosse per il
tuo
splendido ragazzo qui ci facevo le radici-
Ancora
con questa storia? Ma non è che quei due si vedono di
nascosto? E si scambiano
le battute per farmi sentire ancora più in colpa?
-Beh
che ho detto di male? Mi guardi come se fossi una matta-
Credo
di aver cambiato espressione senza nemmeno accorgermene, troppo presa
dalle mie
supposizioni.
-No
niente, solo che Mark mi ha detto la stessa identica cosa. Non
è che voi due vi
frequentate mentre io non ci sono?- la mia faccia si fa sospettosa e
punto il
dito contro Lizzy.
Lei
si mette a ridere e a stento trattiene le lacrime, ma sono davvero
così
divertente?
-Mi
spieghi come fai a pensare a certe cose? Solo tu! Guarda che il tuo
Mark è
talmente innamorato di te che nemmeno se gli passa una ragazza nuda
davanti se
ne accorgerebbe, figuriamoci se io posso uscire con lui, troppo
corretto-
Rifletto
lentamente su questa cosa, effettivamente Mark non mi ha mai dato
pensieri
sulla sua fedeltà, mi fido completamente e so che non mi
tradirà mai… Sono
proprio una sciocca a pensare certe cose.
Comincio
a ridere anche io.
-Vedi
se ci rifletti noti anche tu che hai detto una cavolata immensa-
-Si
vero, Lizzy scusa mi sa che stamattina ancora non mi sono svegliata e
faccio
pensieri assurdi-
-Solo
stamattina??? Tu fai pensieri assurdi tutti i giorni-
-Che?????
Ma senti chi parla!!!-
Mi
allontano da lei e prendo distanza, ma senti da che pulpito!
-E
dai che stavo scherzando, lo sai che mi piace punzecchiarti, sei troppo
vulnerabile e mi viene istintivo-
Storco
la bocca, questa cosa non mi piace più di tanto, ma in fondo
il nostro rapporto
è così; lei mi prende in giro, io faccio
l’offesa, lei mi dice che adora
punzecchiarmi e io mi vendico cercando di picchiarla.
-Dai
sono pronta- le parole di Lizzy mi riscuotono, che intende?
Guardo
la mia amica già rannicchiata che tenta di ripararsi il viso
dalla mia “furia
omicida”.
Rido
divertita, certo che ormai ci conosciamo talmente bene che entrambe
sappiamo
già cosa farà l’altra.
Sorrido
malefica in sua direzione e mi avvicino a lei, alzo le mani per darle
qualche
colpo, ma alla fine le do una pacca sulla spalla e concludo
lì la mia tortura.
Lizzy
mi guarda stupita.
-Che
succede? Oggi niente punizione?-
-No
oggi no, non abituartici troppo a questo mio trattamento di favore
intendiamoci, ma oggi sono generosa e non voglio farti del male, vedi
di
approfittarne e vedi di non farmi arrabbiare che potrei sempre cambiare
idea,
intese?-
Stringo
l’occhio alla mia amica e le sorrido sinceramente, lei di
rimando fa la stessa
cosa.
Ci
giriamo e incominciamo ad incamminarci verso l’ingresso,
quando una voce
improvvisa ci blocca.
-Ehi
ragazze, capisco che siete unite per la vita ma forse vi siete
dimenticate di
qualcuno..-
La
voce di Mark ci sorprende, effettivamente ci eravamo completamente
dimenticate
di lui, a volte ci sorprendiamo per i nostri comportamenti.
-Dai
corri che siamo in ritardo- urlo in sua direzione, ma con che coraggio
sottolineo che siamo in ritardo?
-Certo
e di chi è la colpa?- lui risponde pronto alla mia
affermazione.
Sorrido
innocentemente
-Adoro
quando mi fai quegli occhi, ma non credere di incantarmi-
-Non
perdere tempo in chiacchiere, dai che inizia la lezione-
In
men che non si dica il mio ragazzo ci raggiunge e finalmente riusciamo
ad
entrare nell’ateneo.
-Oggi
che lezione abbiamo?- è Lizzy a porre la domanda.
-Direi
tecnica del restauro o sbaglio?-
I
ragazzi mi guardano e annuiscono.
-Bene
allora dobbiamo andare in che aula?- mi fermo a guardare i led che sono
appesi
all’ingresso e mostrano gli orari delle lezioni con
l’indicazione delle aule.
-Alua
7 nooooo- Lizzy esplode in un commento disperato, e so
perché lo fa.
-Ma
dai è quella minuscola che si sta al massimo in cinque e che
per scrivere un
appunto finisci per essere un’aguzzina perché dai
tante di quelle gomitate al
tuo compagno che se non lo mandi in ospedale è un miracolo!-
Rido
alla sua affermazione, come suo solito sta esagerando. Lizzy riesce
sempre ad
ingrandire le cose e farle diventare catastrofiche anche quando non lo
sono,
però da una parte ha ragione, quell’aula
è veramente piccola e quando si entra
c’è l’assalto ai posti, nemmeno durante
una guerra la lotta è così spietata.
-E
in più i posti sono pochissimi, col ritardo che portiamo
staremo sicuro seduti
a terra, grazie Ally!-
Gli
occhi infuocati di Lizzy si voltano verso di me, mi sa che questa volta
gli
occhioni dolci non serviranno a farmi perdonare, lei odia
più di ogni altra
cosa sedersi a terra nelle aule, dice che sono piene di polvere e le da
fastidio, in più per scrivere deve assumere posizioni
così assurde che quando
torna a casa le fa male tutto.
-Dai
invece di questionare che ne dici se facciamo una corsa, magari non
hanno preso
tutti i posti- non credo nemmeno io alle mie parole, ma in fondo come
si dice…
tentar non nuoce.
-Si
vabbè, se c’è posto in aula ti faccio un
monumento in oro!-
-Guarda
che ci conto, oro zecchino mi raccomando-
Lizzy
ride e mi prende per mano cominciando a correre per i corridoi della
facoltà.
-Ferma,
ma sei pazza?? Non correre a questa velocità puoi travolgere
qualcuno!-
Nemmeno
faccio in tempo a concludere la frase che urto contro qualcosa di duro.
-Ahia!-
esclamo immediatamente.
Mi
giro verso l’origine del dolore e noto che un ragazzo si
è fermato in mezzo al
corridoio e si tiene leggermente la spalla, mi sa che ho urtato contro
di lui.
-Mi
spiace, stavamo correndo e non l’ho vista-
Lui
mi guarda fisso negli occhi e non proferisce parola. Alza il polso e
guarda il
suo orologio.
-Cavolo
sono in ritardo, comunque non preoccuparti anche io ero di corsa e non
ho fatto
caso alle persone che mi erano accanto-
Senza
darmi il tempo di replicare fugge via come una saetta.
Certo
che c’è gente davvero strana.
Mi
giro verso Lizzy che è imbambolata a bocca aperta.
-Che
ti prende? Hai avuto una visione celestiale?-
-Assolutamente
si! Hai visto che schianto di ragazzo?-
-Ma
chi, quello che ho appena urtato?-
-Ovvio
chi altro se no? Hai visto che occhi verdi profondi? E i suoi capelli
castani??
Uno spettacolo, come mi piacerebbe passare le mani nella sua chioma-
Do
una pacca sulla spalla della mia amica.
-Ma
piantala! A te piace chiunque respiri, uno vale l’altro, tra
cinque minuti
avrai già cambiato idea!-
-Ma
la smetti di prendermi in giro? Lui era davvero carino! E poi non
è vero che mi
piacciono tutti, devono essere presentabili se no non li guardo nemmeno-
-Ah
beh e questo si che fa grande differenza-
Rido
sommessamente e prendo la mia amica per mano.
-Dai
che se no facciamo tardi-
Riprendiamo
a correre ma questa volta facendo attenzione alla folla che brulicante
si muove
tra i corridoi della facoltà.
Parcheggio
la mia utilitaria nel cortile interno
dell’università, nel posto riservato al
personale docente. Quasi non ci credo, io che parcheggio nel posto dei
docenti,
è ancora troppo strano per me, non riesco a farmene una
ragione: io da oggi
sono un’assistente universitario!
Chiudo
velocemente la macchina dopo aver preso la valigetta con alcuni fogli
dentro e
mi dirigo verso l’edificio.
E’
tutto così strano non mi sembra neanche più lo
stesso, eppure pochi mesi fa ero
dall’altra parte della barricata, ma sarò in grado
di essere un buon
professore?
Con
queste domande in testa entro nella mia università: oddio
quanto correre
inutile per raggiungere il prima possibile le aule. Quanto è
strano non dover
fare più queste cose, è come se mi sentissi fuori
posto, come se ci fosse
qualcosa di sbagliato in questo luogo, eppure le aule sono sempre le
stesse:
vecchie, poco accoglienti, alcune anche fredde e con i soffitti che
lentamente
perdono il loro colore originale.
Continuo a camminare guardando i cambiamenti inesistenti della mia
università
che oggi ai miei occhi appare così diversa, forse sono io
che mi sento
leggermente cambiato; non avrei mai creduto che diventare assistente mi
avrebbe
provocato un cambiamento così sconvolgente.
Guardo
distrattamente l’orologio e mi accorgo di essere in un
ritardo mostruoso,
dovevo essere a ricevimento praticamente cinque minuti fa! Mannaggia a
me e
alle mie manie di fantasticare sul passato, devo smetterla di perdermi
in
inutili farneticamenti.
Comincio
ad accelerare il passo e quando noto che l’aula di
ricevimento si avvicina, mi
metto proprio a correre.
Improvvisamente
sento qualcosa urtare contro la mia spalla.
-Ahia-
mi volto verso il provenire della voce e noto che una ragazza si sta
lamentando
della botta appena ricevuta, mi sa che ho urtato lei pochi secondi fa.
Mi
fermo nel mezzo del corridoio e mi tengo la spalla, per quanto piccola
sia
stato lo scontro, la spalla mi fa comunque male.
-Mi
spiace, stavamo correndo e non l’ho vista- la ragazza dagli
occhi celesti si
scusa con me.
La
guardo fissa negli occhi e non proferisco parola. Alzo il polso e
guardo
l’orologio. Cavolo! Non ci voleva proprio questa fermata
intermedia!
-Cavolo
sono in ritardo, comunque non preoccuparti anche io ero di corsa e non
ho fatto
caso alle persone che mi erano accanto- Scappo velocemente senza
nemmeno darle
il tempo di replicare. Probabilmente mi sono comportato da maleducato
ma ora
non ho tempo da perdere, se un giorno avrò
l’occasione di rincontrarla nei
corridoi mi farò perdonare per la mia cafonaggine.
Arrivo
davanti la porta del professor Kingston e sto per bussare quando
improvvisamente il panico mi assale, non avrei mai creduto che una
semplice
proposta mi avrebbe destabilizzato in questo modo.. se lo sapesse
Anthony, le
risate che si farebbe: io che sono sempre stato freddo razionale e
controllato,
tremare per una cosa del genere.
Respiro
profondamente e finalmente riesco a bussare alla porta, due colpi
secchi e
attendo risposta.
-Avanti-
le parole dell’uomo mi permettono di entrare.
Poggio
la mano sulla maniglia e la giro verso il basso, apro leggermente la
porta e
varco l’uscio: da questo momento in poi la mia vita
cambierà!
-Buongiorno
professor Kingston, scusi il ritardo-
-Salve
signor Logan, non si preoccupai e si accomodi pure, dobbiamo parlare di
un po’
di cose-
Entro
definitivamente nella stanza del professore e noto che è
diversa da come me la
ricordavo, mi sembra molto più grande, nonostante la
metratura non sia delle
migliori, in fondo le aule di ricevimento sono le più
piccole dell’università
in quanto non hanno una funzione vera e propria, basta poco per mettere
una
seggiola e una scrivania.
Le
pareti bianche sembrano così splendenti e il vento che entra
dalla finestra
opposta alla porta mi pizzica il naso soavemente.
Mi
siedo nella sedia che Kingston mi sta indicando, che si trova proprio
di fronte
a lui.
-Bene
signor Logan, immagino che sia rimasto molto sorpreso della telefonata
che ha
ricevuto-
Muovo
un poco la testa, ha centrato proprio il punto, dire che mi ha sorpreso
è un
eufemismo.
-Beh
ad essere sinceri professor Kingston, sono rimasto meravigliato dalla
sua
chiamata non immaginavo che lei mi proponesse subito un lavoro, anzi
non
credevo nemmeno che un giorno qualcuno mi avrebbe chiamato-
L’uomo
di fronte a me ride sommessamente
Aggrotto
un poco la fronte, non capisco il motivo di tanta ilarità.
-Scusi,
non sto ridendo di lei, semplicemente il fatto che lei si sottovaluti
così
tanto, non la prenda come un’offesa la prego. Naturalmente
apprezzo molto la
sua umiltà e sincerità. Guardi che lei, come le
ho già detto nella telefonata
di pochi giorni fa, è un valido elemento ce ne fossero di
più di tipi come lei.
Sono certo che mi darà un grande aiuto come assistente-
Guardo
il professore stupito, non credevo di aver fatto un così bel
lavoro, ma sono
felice che sia così.
Forse
ha ragione sono molto modesto e non mi accorgo delle mie
capacità.
-Beh
innanzitutto la ringrazio sinceramente per la possibilità
che mi sta dando
professore, sono davvero onorato della sua fiducia e sappia che
farò di tutto
per non deluderla. Amo la materia e spero di dare il meglio di me-
-Di
questo ne sono certo non si preoccupi, se non conoscessi le sue
possibilità non
l’avrei chiamata per lavorare a mio fianco, io scelgo solo i
migliori e lei lo
è-
Le
parole dell’uomo mi lasciano ancora più sbalordito
di prima, non solo lui mi
reputa un buon elemento ma addirittura il migliore!! Io il migliore in
qualcosa!
Ho
sempre vissuto all’ombra di qualcuno che era sempre migliore
di me sin dalle
elementari: guarda
ti sei impegnato ma
lui è stato migliore di te, sei stato bravo ma lui di
più. La mia vita è sempre
stata un eterno secondo posto, ma ora per la prima volta sono io il
migliore!
La
notizia quasi mi commuove e sento leggermente pizzicare gli occhi,
ricaccio
indietro il momento di magone e mi concentro sulle parole del mio
professore.
-Allora
le dico subito signor Logan che per il momento non ci sarà
molto da fare e il
lavoro di assistente non sarà così esaltante come
lei pensa, ma sono certo che
col tempo saprà apprezzarlo e sicuramente ci saranno delle
grandi svolte nella
sua vita, mi dia retta continui su questa strada, lei è
portato per
l’insegnamento-
Ascolto
sempre più incredulo l’uomo di fronte a me, ma
davvero parla con me? Wow ogni
momento che passa lo trovo più emozionante, sono senza
parole… ma forse è
meglio se ne trovo qualcuna per rispondere a tutti i complimenti che
quest’uomo
mi sta facendo.
-La
ringrazio infinitamente professor Kingston, le ripeto che non la
deluderò. Non
importa se all’inizio il lavoro sarà un
po’ noioso o poco stimolante,
l’importante per me è fare qualcosa che mi piace e
per cui sono adatto, so bene
che l’inizio non è tutto rose e fiori quindi non
mi spavento stia tranquillo-
-Molto
bene mi fa davvero piacere vederla così attivo e senza
paura, queste sono doti
davvero importanti, si fidi dell’esperto-
Il
professore sorride allegro, credo che fosse un battuta sul fatto che
lui sia lì
da anni e anni e che abbia l’esperienza giusta. Meglio
sorridere per non
irritarlo.
-Bene
dopo i primi convenevoli è meglio che io le spieghi bene i
suoi compiti così
che possa iniziare da subito il suo lavoro, che ne dice?-
Annuisco
vivacemente, queste erano le parole che volevo sentire, finalmente si
parla di
cose concrete!
-Si
sono pienamente d’accordo, dica tutto-
-Bene
signor Logan il suo compito sarà proprio quello di
assistermi, ossia dovrà
seguirmi in ogni mio movimento, oddio non dico anche a casa, ma
nell’ateneo
sarà come la mia ombra-
-Ossia?-
chiedo un po’ spaesato, non capisco in che senso.
-Guardi
le spiego immediatamente, da oggi in poi durante le mie lezioni lei
sarà
presente, durante i ricevimenti lei sarà lì,
durante i miei convegni lei sarà
con me. So che può apparire un mestieri un po’
noioso ma le assicuro che è
un’ottima palestra per il suo futuro mestiere ne stia certo-
Rifletto
lentamente sulle parole appena udite, forse l’uomo ha ragione
sarà sicuramente
un ottimo tirocinio per me, in fondo il professor Kingston è
uno dei migliori
nel ramo della storia dell’arte, cosa potrei chiedere di
più?
-Sono
certo che sarà un ottimo insegnamento per me, e la ringrazio
per questa
opportunità-
-Lo
ha già detto e ne sono felice, ma ora basta con i
ringraziamenti e passiamo ai
fatti che ne dice?-
-Assolutamente
si- Annuisco vigorosamente alla splendida proposta del docente.
-Bene
iniziamo con una bella lezione che ne dice? Io la terrò ma
se lei vuole
intervenire me lo può dire tranquillamente, non sono di quei
professori rigidi
e che non accettano le idee dei loro studenti. Lei se vuole mi
interrompa e
proponga una sua opinione, siamo intesi?-
Wow
addirittura questa opportunità??? Non riesco a crederci. Mi
passo
distrattamente la mano nei capelli, lo faccio sempre quando sono
nervoso, e mi
alzo dalla sedia.
-Sono
felicissimo dell’occasione che mi propone, non si preoccupi
se riterrò
necessario intervenire lo farò ne stia certo. Lei
è veramente molto aperto
professore se lo faccia dire, non è da tutti proporre certe
cose-
L’uomo
di fronte a me sorride imbarazzato, credo che i complimenti non lo
facciano a
sentire a proprio agio, altra caratteristica molto umana.
Ho
sempre pensato che chi era dietro la cattedra ad insegnare non avesse
un cuore
e invece….
-Andiamo?-
-Certamente
professore. Su cosa verterà la lezione?-
-Guardi
credo sia molto interessante, tratteremo del lavoro del grande artista
Correggio nella sua Parma-
-Direi
molto interessante, sarà decisamente una splendida lezione-
Mi
avvio con il professor Kingston verso la stanza dove si
terrà l’ insegnamento
fiero della possibilità che mi è stata data e
soprattutto felice di aver
incontrato una persona tanto magnanima.
-Mamma
mia la lezione non finiva più, era come se il tempo si fosse
dilatato-
-Non
fare tanto la tragica Lizzy, non era così pallosa la
lezione, anzi ho trovato
che rispetto al solito fosse molto più interessante-
-Si
vero Ally peccato che il proff creda che il microfono sia una cosa
opzionale..
ma si può poggiarlo sul ginocchio? E’ davvero
strambo!-
Mark
ride di gusto, ed effettivamente ha ragione, il nostro professore di
restauro
crede che parlare senza microfono sia molto più bello, e non
sa quanto si
sbaglia se si considera che la classe è gremita di persone e
l’acustica è
pessima.
-Già
e se sottolinei che ero in una posizione scomodissima non credo di
essermi
lamentata troppo se ho definito la lezione pizzosissima-
Lizzy
guarda dalla mia parte con occhi assassini. Già per colpa
mia è finita che ci
siamo dovuti sedere per terra e lei lo odia troppo. Secondo me invece
non è
così scomodo, in fondo se togli il fastidio delle gambe che
sia addormentano
dopo cinque minuti, si sta sicuramente più comodi che nella
sediolina
appiccicata ad un altro studente e con un banchetto talmente piccolo
che
neanche il quaderno degli appunti riesce a trovare spazio.
-E
dai non continuare con questa storia! Ti ho già chiesto
scusa mille volte, per
quanto tempo mi dovrai far pesare questo fatto? Su ti offro il pranzo
per farmi
perdonare ti va bene?-
Lizzy
sorride felice e comincia a saltellare per i corridoi
dell’ateneo.
-Direi
che la mia proposta ti fa molto piacere, che dici ho pagato il mio
debito?-
Faccio
l’occhiolino alla mia migliore amica e proseguo nel mio
cammino affianco a
Mark.
-Ma
ce la farai a pagare tutto? Sai bene che quando Lizzy inizia a mangiare
è un
pozzo senza fondo- Mark ride di gusto e mi trascina nella sua ironia,
anche
perché ha pienamente ragione, quando la mia amica inizia a
ingurgitare cibo è
quasi impossibile fermarla!
-Che
cosa??? Ma queste sono calunnie!! Io non mangio tanto, solo il giusto
per riempirmi
lo stomaco!-
-Si
peccato che sia senza fondo il tuo stomaco- questa volta è
Mark ad affondare il
coltello nella piaga.
-Bene
sono ufficialmente offesa, quindi me ne vado e a mensa mangio quello
che mi
pare, tanto sarò da sola e con i miei soldi faccio quello
che mi pare e piace-
Lizzy
si volta dalla parte opposta alla nostra e alterata comincia a grandi
falcate a
passare l’androne dell’università.
Quando
fa così a volte la ucciderei, si arrabbia per delle
sciocchezze talmente
inutili che grrrrrrrrr oddio che rabbia.
Comincio
ad accelerare il passo verso di lei, sperando di placare la sua
sfuriata.
-Lizzy
non volevamo dire niente di offensivo era semplicemente una critica a
me non a
te, giuro! Vero Mark?-
Mi
giro verso il mio ragazzo in cerca di una mano a cui aggrapparmi, spero
solo
che comprenda la mia richiesta di aiuto.
-Ma
certo Lizzy, ho criticato Ally non te…. Fidati è
lei che dovrebbe andarsene
scocciata non te-
Si,
direi che ha capito perfettamente il mio messaggio telepatico, anche se
forse
quello che stiamo tentando è assurdo! Non potrà
mai credere che lui prendeva in
giro me e non lei, ma comunque ci si prova lo stesso.
Mi
volto velocemente verso di lui e lo ringrazio silenziosamente, so che
lui saprà
leggere le mie labbra.
-Mmmmmm
ok vi perdono-
Cosa????
Lizzy ha creduto alla balla che gli abbiamo rifilato? Strabuzzo gli
occhi e mi
blocco nella corsa forsennata che stavo facendo.
-Non
sono stupida e so bene che vi riferivate a me, la bugia che mi avete
rifilato è
davvero assurda, nemmeno un marziano ci crederebbe! Però
apprezzo lo sforzo e
quindi vi perdono-
Abbraccio
forte la mia amica, ma quanto è geniale quando fa
così? La adoro anche per
questo, sa quando deve smettere di fare i capricci ed essere matura.
Entrambe
abbiamo un po’ la testa dura e a volte ci impuntiamo su
sciocchezze di nessuna
importanza, eppure quando sappiamo che non è il momento
diventiamo mature e
responsabili, siamo troppo uguali!
-Mi
fa piacere sentire queste parole. Dai andiamo a pranzo?-
-E’
valida ancora l’offerta di prima?- Lizzy mi guarda fissa
-Ovvio
che è valida! Puoi prendere tutto quello vuoi e anche il
dolce… più di così
come posso farmi perdonare?-
-Sei
grande amica mia! Ti voglio bene!!! Ma tanto tanto!-
Lizzy
saltella felice per il cortile universitario dove poco fa ci siamo
fermate.
-Si
certo solo perché ti offro il pranzo-
La
mia affermazione la blocca e la fa voltare verso di me con occhi
sospettosi.
-Scherzo,
so che mi vuoi bene e te ne voglio tanto anch’io!- sorrido in
sua direzione e
noto che anche il suo viso si scioglie in un sorriso dolce.
-Ragazze
ma mi spiegate quanto correte? E’ da questa mattina che non
riesco a starvi
dietro-
Guardiamo
Mark che arriva affannato dietro di noi, i suoi capelli biondi mezzi
scompigliati e il suo viso leggermente rosso per il fiatone mi fanno
intenerire. Mi avvicino a lui e lo bacio dolcemente sulle labbra.
-
E questo?- risponde sorpreso.
-Così
non c’è un motivo specifico-
-Bleah,
che roba sdolcinata! Io vado avanti non vorrei che mi venissero delle
carie per
tutto questo romanticismo-
Lizzy
si allontana con faccia schifata. Guardo Mark e ci mettiamo a ridere,
è strana
quando fa così. Lo prendo per mano e ci avviamo verso la
sala mensa.
-Ottimo
lavoro ragazzo, davvero devo congratularmi con lei ha proposto degli
aspetti e
delle motivazioni alle opere del grande pittore che non mi sarei
davvero
aspettato. Complimenti, si vede davvero che è appassionato
della materia-
Il
professore parla mentre usciamo dall’aula dove si
è appena svolta la lezione.
Probabilmente
ha ragione a congratularsi con me, mi sono stupito anche io dei miei
stessi
interventi e per più di una volta mi sono chiesto da dove mi
arrivassero certe
informazioni, è come se le nozioni che in tutti questi anni
ho incamerato nel
cervello fossero uscite d’improvviso e avessero creato un
filo logico con la
lezione.
-Beh
la ringrazio ma mi sembrava giusto aggiungere qualcosa di mio alla sua
splendida lezione, mi ha davvero stupito non credevo che ci fossero
così tante
sfaccettature nel lavoro di Correggio-
-Allora
facciamo così, entrambi abbiamo svolto un ottimo lavoro e
siamo stati in gamba
che ne dice?-
Il
professor Kingston mi allunga una mano in segno di stima e mi sorride
serafico,
più passa il tempo e più mi accorgo che sto
vivendo un’occasione d’oro, quando
mai si trova un docente così disponibile e soprattutto che
non si sente
superiore ai suoi assistenti?
Allungo
la mano in sua direzione e gliela stringo vigorosamente in segno di
apprezzamento.
-Bene
che ne dice della pausa pranzo? Non so se era abituato alla mensa
dell’università ma credo sia l’unica
soluzione per lei. Purtroppo devo
avvertirla immediatamente, e mi dispiace dirle certe cose proprio il
suo primo
giorno, che mi assenterò per il pomeriggio per degli impegni
su un convegno che
si terrà tra pochi giorni. So di averle detto che
l’avrei portata con me in
qualsiasi posto, purtroppo però mi sono ricordato solo in
questo momento che
oggi pomeriggio si tiene il solito ricevimento con gli studenti e non
posso
annullarlo proprio il primo giorno. Vorrei chiederle se per lei non
fosse
troppo gravoso sostituirmi-
Guardo
l’uomo di fronte a me con fare incredulo, non immaginavo di
poter fare certe
cose il primo giorno, anche se a dire la verità non so come
si fa il
ricevimento, mi sono sempre trovato dall’altra parte della
barricata e non so
quello che devo dire o conoscere.
-Si
per me non c’è problema, ho il pomeriggio libero e
posso tranquillamente
sostituirla, solo una domanda, cosa devo sapere per fare il
ricevimento?-
Il
docente sorride rilassato.
-Guardi
è molto semplice, lei conosce il programma che dobbiamo
svolgere in questo anno
accademico?-
-Veramente
no-
-Allora
dopo pranzo vada nel mio ufficio, dove si terrà il
ricevimento e scarichi tutto
dal sito del collegio didattico. Non credo che gli studenti, visto che
è appena
iniziato l’anno accademico, avranno grandi dubbi o domande.
Credo che al
massimo possa arrivare qualche nuovo laureando che mi venga a domandare
la
tesi, e poiché mi fido molto di lei le lascio carta bianca
su quello; se crede
di potercela fare da solo a portare alla laurea uno studente
può
tranquillamente prendere lei la custodia del giovane-
-Davvero
posso?-
-Ovviamente,
come le ho già detto, credo una decina di volte questa
mattina, mi fido di lei
e quindi può fare come crede-
-Io
davvero non so come ringraziarla la sua fiducia mi rende davvero
commosso e
allo stesso tempo fiero e felice, non so davvero come sdebitarmi-
-Lei
svolga bene il suo lavoro, non c’è miglior
ricompensa di un assistente pieno di
voglia di lavorare e che ottiene grandi profitti-
-Non
la deluderò-
-Ne
sono felice. Ora però mi deve scusare ma devo proprio
scappare, buona lavoro!-
Il
docente mi saluta cordialmente e si allontana a passo veloce verso
l’uscita
dell’università.
Rimango
per qualche secondo imbambolato davanti all’aula,
è come se stessi vivendo in
un altro mondo, non può davvero accadere tutto questo a me,
è quasi
incredibile…
Le
voci dei ragazzi che schiamazzano intorno a me mi riportano alla
realtà, e mi
sveglio improvvisamente dallo stato catatonico in cui sono caduto.
Si
direi che è tutto vero.
Mentre
mi avvio verso la mensa, comincio a sorridere e a canticchiare un
motivo a caso
che gira nella mia mente da questa mattina.
Arrivo
nella sala mensa e noto con mio grande stupore che nonostante
l’ora tarda, in
fondo sono già passare le due, il locale è molto
affollato e i posti a sedere
sono un miraggio.
Mi
dirigo verso il banco delle ordinazioni e opto per un semplice
tramezzino con
dell’acqua minerale, meglio un pasto leggero e da portar via.
Pago
velocemente e esco nel giardino sul retro della mensa, mi siedo su una
panchina
e comincio a mangiare il mio pasto.
Chissà
cosa accadrà oggi pomeriggio? Quante persone verranno? Ha
ragione il signor
Kingston, siamo all’inizio dell’anno accademico, il
massimo sarà gente che
chiederà delucidazioni sul programma e nulla più.
In fondo mi sta bene così, se
dovessi affrontare problemi troppo grandi non saprei davvero come
comportarmi,
quindi direi meglio così.
Accartoccio
la carta del panino e finisco di bere l’acqua e getto tutto
nel cestino accanto
alla panchina dove mi sono seduto.
Mi
alzo in piedi e dopo essermi pulito dalle briciole mi dirigo verso
l’aula di
ricevimento, vero che sono un po’ in anticipo
sull’orario ma preferisco
sistemare tutto con cura, devo ancora studiarmi il programma e voglio
essere al
massimo, non sopporto le cose fatte di fretta.
-Allora
Lizzy contenta del pranzo?-
-Assolutissimamente
si, ora ho finalmente la pancia piena-
Guardo
la mia amica sorridendo, la adoro quando fa così,
è praticamente sempre di buon
umore e questa dote non è da sottovalutare. Riesce sempre a
contagiarmi con la
sua allegria.
-Allora
che facciamo? Andiamo a casa?-
Lizzy
pone la domanda con tranquillità, ora lei è a
posto!
Guardo
Mark e lo vedo ridere, credo che anche lui abbia pensato la stessa cosa
mia.
-Lizzy
io veramente devo andare a colloquio con il professore per chiedere la
tesi,
l’hai dimenticato?-
La
mia amica mi guarda sorpresa, molto probabilmente lo aveva davvero
scordato.
-Oddio
verissimo! Mi ero dimenticata proprio! Ma vai dalla professoressa
Hellington
giusto?-
Scuoto
debolmente il capo.
-No,
ho cambiato idea veramente, non voglio ritrovarmi incastrata su un
argomento
che magari ha pochi sbocchi oppure semplicemente mi rende la vita
impossibile
perché non si trova abbastanza bibliografia per poter fare
un ottimo lavoro-
I
miei amici riflettono annuendo in mia direzione
-Si
me lo avevi accennato amore, in fondo le tue motivazioni sono
più che
plausibili-
-Vero
Mark, direi che ha ragione, però ora a chi ti rivolgerai?-
Sorrido
maliziosa.
-Segreto!-
poggio un dito sulle labbra e mi avvio lasciando i miei compagni con il
dubbio
nel cervello.
Cammino
a passo svelto verso l’aula docenti, speriamo davvero che il
professore possa
aiutarmi nell’idea che mi è venuta in mente.
Raggiungo
la porta e con mio grande stupore noto che nessuno attende il proprio
turno,
vuol dire che sono la prima! Meno male mi evito di attendere
inutilmente.
Busso
leggermente alla porta.
-Avanti-
Giro
la maniglia ed entro nella stanza.
Bene
bene bene.. eccomi qui con un nuovo
capitolo e aggiungerei per le mie possibilità da record..
ebbene si questo
capitolo conta più di 10 pagine, esattamente 11 e per me che
sono sempre
succinta e sbrigativa nelle descrizioni, è praticamente un
miracolo.
Spero
innanzitutto che si sia capito che
sto cercando in qualche modo di portare avanti due vite parallele e
ovviamente
in questo capitolo abbiamo i due punti di vista differenti sulle due
vite dei
protagonisti sempre all’università.
So
bene che non è accaduto granché in
questo capitolo ma serve anche saper meglio presentare i personaggi o
sbaglio??
Ovviamente questo me lo dovete dire voi in una piccola ( o grande se
volete)
recensione, ditemi cosa ne pensate se i personaggi stanno venendo bene,
se
sembrano reali, se la storia vi piace, se avete bene capito le
divisioni,
insomma tutto quello che vi passa per la testa.
Questo
è il mio primo esperimento con
personaggi originali quindi ogni vostro suggerimento è
importantissimo e
fondamentale per me e per la storia.
Dopo
tutta questa filippica passo ai
ringraziamenti singoli:
LUCIADOM:
Ecco qui la mia carissima amica
che mi lascia la sua splendida recensione, grazie amica mia!!!!
Innanzitutto
sappi che la storia dell’arte sarà una componente
importante in questa storia e
tu mia cara non te ne libererai tanto facilmente XD XD mi sa che
è deformazione
professionale…
Poi
che ne dici di questo nuovo capitolo?
Ti avevo promesso che non sarebbe stato al cardiopalma e credo proprio
di
esserci riuscita tu che ne dici? Hai cambiato un po’ idea sui
personaggi o li
trovi sempre molto simili a Usagi, Mamo e tutti gli altri?
Non
so se questo capitolo ti farà ridere,
ma spero di averti dato un po’ di riposo tra gli esami e il
nuovo inizio corsi.
E
ci sentiamo alla prossima, se non muoio
prima XDXD
TVB so much
Kiss
kiss
LUISINA:
Tesora mia adorata, eccoti qui a
commentare la mia pazza storiella, che ne dici di questo nuovo e lungo
capitolo? Come è venuto? Sai bene che il tuo commento
è prezioso e che riesci
sempre a trovare tutti gli errori, e continua perché
così almeno riesco a
migliorare di più.
Anthony
questo capitolo non è apparso ma
fidati che tornerà presto, e per quanto riguarda la
convivenza… chissà magari
si può fare XD XD XD
A
parte gli scherzi voglio sapere che ne
pensi del fatto che ho messo due punti di vista, si capiscono? Sono
venuti
bene??? Qui ogni tua parola è preziosa, quindi pendo dalle
tue labbra!!!
Questa
volta la caratterizzazione dei
personaggi come è andata??
Lo
so la psiche maschile non ha segreti per
me XD XD peccato che loro non capiscano la mia XDXD
TVB
so much
Kiss
kiss
Con
questo chiudo e alla prossima!!!
Bacioni
a tutti
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