This is NOT Trainspotting

di HeloiseCarlotta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non è niente *non è per sempre* ***
Capitolo 2: *** If I Was A Rich Girl ***
Capitolo 3: *** Fra piccole iene ***



Capitolo 1
*** Non è niente *non è per sempre* ***


Non era quel genere di ragazza. Massì, quel genere di ragazza, quello biondo con gli occhi azzurri e il faccino d’angelo. Lei si definiva ingenua. Ma il suo aspetto la poneva di fronte agli altri in maniera alquanto differente da quella che lei avrebbe desiderato. I suoi occhi verde oliva erano sempre bistrati di nero. Sempre. Per tutti era sporcizia. Per lei era semplicemente la cenere delle sue Lucky Strike. E cosa dire dei suoi capelli corvini, con quelle due ciocche rosse tinte in maniera così irriverente. Per tutti era egocentrismo. Per lei era fuoco nel buio. Elettra se ne stava seduta sul suo sgabellino laccato di nero, ascoltando musica, ininterrottamente, per tutto il giorno. Nessuno le poteva dire cosa fare. Lei sapeva quello che voleva. Voleva diventare una cantante, girare il mondo e poi, forse, stabilirsi con David Bowie in quel di Londra. Quella cittadina le stava stretta, un paesino bigotto che per la sua ingenuità aveva quel non so che di moralista e incivile. Ed è così che accese l’ultima sigaretta del pacchetto. E spero che, tutto questo, non fosse per sempre.

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Capitolo 2
*** If I Was A Rich Girl ***


'Ciao a tutti! Mi chiamo Martina, ho diciotto anni e vivo in provincia di Milano. Provincia, tsk, che spreco. Mi servirebbe una metropoli. Piena di negozi, discoteche e cose del genere. Comunque sia mio padre è un famoso avvocato, mentre mia madre è un notaio.  Ah, ho anche una sorella, si chiama Elettra, ma non mi va di sprecare il mio tempo a parlare di lei. Non è capace di far altro che non sia ascoltare qualcuna delle sue canzoncine deprimenti. E mi considera una stupida, tra l'altro. E' convinta che io sia una di quelle ragazzette superficiali che pensano solo ai vestiti, ma non è così. Io penso anche ai vestiti. E il fatto che lei non lo faccia, non la rende migliore di me.
Ho un ragazzo, si chiama Riccardo. Usciamo assieme da un anno, e stiamo assieme da 6 mesi. Penso di aver trovato ciò che cercavo. E' simpatico, divertente, intelligente e sa sempre cosa dire. A volte si comporta un po' da snob, ma in definitiva è... adorabile.
Frequento l'ultimo anno di liceo linguistico. Non che mi diverta troppo, ma sono comunque una delle migliori della classe. Studio molto, ma non rinuncio alla vita sociale. La mia migliore amica si chiama Alessandra. E' una mia compagna di classe, e ci conosciamo dall'asilo. Io, lei, Elettra e Vanessa andavamo all'asilo insieme. Io e Alessandra passavamo il nostro tempo a giocare con 'Gira la Moda'. Destino segnato il nostro, vero? Elettra e Vanessa disegnavano. Passavano le loro giornate così, a disegnare. Potevano starsene lì ore e ore senza dire una parola. Però come io ed Alessandra siamo rimaste amiche, anche Elettra e Vanessa lo sono. E se oggi io e Alessandra abbiamo sostituito il 'Gira la Moda' con i concerti dei Subsonica e il nostro sogno comune di diventare avvocato,  Elettra e Vanessa vanno anche loro ai concerti dei Subsonica -stando, però, a chilometri di distanza da noi-, ma, invece di sognare un futuro come si deve, pensano di mettere su una band e di trasferirsi. Sul trasferimento, ovviamente, non posso che appoggiarla pienamente!
Purtroppo per Elettra, però, ci sono tante cose che lei non sa di me. Innanzitutto, qualcuno dei suoi cd si salva. Quelli dei Subsonica, ovviamente. E anche quelli dei Placebo, sono carini. Ma se io mi dimostro disponibile nei suoi riguardi, lei subito mi attacca.
'Molto bello questo cd, posso prenderlo in prestito?'
'Sì, peccato che io non possa usufruire dei tuoi album'
'E perchè mai?'
'Perchè fanno schifo'.
Certe volte mi chiedo dove abbiamo sbagliato. Certe volte mi chiedo perchè ci irritiamo così tanto a vicenda.

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Capitolo 3
*** Fra piccole iene ***


'Pronto?'. Una ragazzina dai lineamenti fini e dai capelli rosso evidenziatore tirò su la cornetta del telefono. I suoi occhi rimanevano fissi sulla chitarra lì accanto. E tra le mani un plettro argentato, regalatole da lui.
'Vans, ti disturbo?'.
'Ah, ciao Elu! No che non disturbi'.
Elettra tra le mani stringeva non un plettro, bensì una fotografia. Una vecchia foto in filtro blu, risalente a due anni prima. C'erano lei e Vans, quando passavano i giorni a sfottere Martina e Alessandra. C'erano lei e Vans quando tracannavano birra sul muretto. C'erano lei e Vans quando Vans ancora non conosceva lui. C'erano lei e Vans quando passavano tutti i pomeriggi a cantare e a suonare assieme. C'erano lei e Vans quando lei non doveva chiedere a Vans se la stesse disturbando.
'Che ne dici stasera di andare a fare un giro? Ci manchi'.
'Mancherei a chi?'.
'A me, alla Fra. A tutti quanti'.
'Ma io sono qui, perchè mai dovrei mancarvi scusa?'.
Vanessa appoggiò il plettro argentato sullo scaffale degli spartiti, concentrandosi sulla voce dell'amica che le sembrava sempre più tesa.
'Beh allora se davvero ci sei perchè non esci con noi? Solito posto'.
'Ecco solo che stasera io e Samu dobbiamo andare a un diciottesimo di un suo amico. Sai, in un pub a Milano'.
Elettra sbuffò, si guardò intorno, lanciò la fotografia sul letto e si girò come per nascondere la propria delusione ad uno spettatore immaginario.
'Sarà per un'altra volta'.
'Sì, sarà per un'altra volta'.
Conclusa la conversazione, Vanessa riprese in mano il plettro che aveva lasciato poco prima.
Si sentì cattiva. Cattiva ed estremamente confusa. Perchè Vans non era una ragazzina ingenua come Elettra. Vans sapeva quello che faceva, ma certe volte veniva assalita da un senso di angoscia estremo che la portava a chiedersi se stesse davvero facendo la cosa giusta. Si sentì cattiva. Cattiva perchè Elu era stata con lei, sempre. Le sbronze, la passione per la musica e quella per il disegno, l'amore per la lettura, avevano sempre condiviso tutto. Ed era la terza volta in quella settimana che lei declinava un invito ad uscire dei suoi vecchi amici.
Dall'altra parte c'era lui. Samu era speciale. Samu non era come gli altri. Come poteva Samu essere amico di quel deficiente di Riccardo? Uno stronzetto qualunque che se ne andava in giro con la scritta 'ricco' stampata sul di dietro. Samu non era così. Samu le aveva regalato il suo plettro argentato.
Ma come al solito, Vans odiava quegli stati d'angoscia, e cercava di liberarsene in ogni modo. Vans si mise a sfogliare uno dei suoi vecchi album da disegno. E la radio, come al solito indisponente, fece partire quella stramaledetta canzone. Quella che, più di ogni altra, rispecchiava il suo stato d'animo.
*
Fra piccole iene, solo se conviene,
mia piccola iena, solo se conviene.
L'amore rende soli!.. ma è ben più doloroso
se per nemici e amici non sei più pericoloso*
Nel frattempo, Elettra continuava a sentirsi nella solita maniera. Ingenua, con gli occhi bistrati dalla cenere delle Lucky Strike, rinchiusa in quel paesino incivile. E adesso nemmeno la Vans c'era più. La Vans se l'era portata via il Samu. Il Samu gliel'aveva presentato Martina. Elu odiava Martina. Ogni giorno di più. E odiava Samu. E odiava Vans. E voleva andare a Londra, insieme a David Bowie. Solo per un po', solo per dimenticare tutto.
*
Nel tuo piccolo mondo fra piccole iene
anche il sole sorge solo se conviene*

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