Feeling

di pIcCoLaKaGoMe92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2- l'imbarco- ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Mimi era sola in casa, i suoi genitori l’avevano lasciata un'altra volta. Le luci in casa erano spente, tutto era buio e silenzioso. Una giovane ragazza dai lunghi capelli castani ricci si avvicinò alla finestra. Appoggiò la sua fronte al vetro freddo. Poteva chiaramente vedere le macchine come delle formiche andare avanti e indietro. Era così strano pensare che laggiù c’erano migliaia di persone, ma che nemmeno a una di queste sarebbe interessato quello che lei provava in questo momento. Aprì la finestra e uscì sul terrazzo. Il vento gelido di New York la colpì dritto in faccia, ma non ci fece neanche caso, anzi fu come una specie di sollievo per lei. Dopo aver respirato una boccata d’aria fresca rientrò e si sedette al pianoforte. Una delle cose buone che era derivata dal trasferimento in america fu la scoperta delle sue doti canore e di pianista. Aveva scoperto che attraverso di questo poteva rilassarsi, esprimere tutta la sua angoscia, la sua paura, ma anche le sue gioie. Il pianoforte e il canto erano diventati i suoi strumenti per evadere da quella vita ch la costringeva a essere ciò che non era, cene importanti, riunioni, fanculo a tutto! Mise le mani sulla tastiera, e quasi come per magia cominciò ad uscirne una melodia nostalgica. Le dita scorrevano veloci sulla tastiera, quasi come se Mimi fosse un tutt’uno con questa, i pensieri che prima affollavano la sua testa ora era spariti.
Questa era Mimi. Tutti pensavano a Mimi come una ragazza frivola e sciocca, menefreghista e completamente stupida. Una tipica bambolina che si interessava solo dei suoi capelli e delle sue unghie. Certo lei non faceva niente per migliorare l’opinione che gli altri hanno di te, anzi tendeva a far aumentare la sua cattiva reputazione. La sua vita in effetti era sempre stata perfetta, fin da piccola non aveva mai avuto un solo problema, era la principessina di mamma e papà e aveva molte amiche. Poi all’età di nove anni in un campeggio capitò una cosa assurda. Lei ed altri bambini furono catapultati in un mondo nuovo, un mondo digitale, Digiworld. Quella fu la cosa migliore che le potesse succedere, in quel poco tempo capì l’importanza della vita e dell’amicizia. Aveva conosciuto delle persone fantastiche, i migliori amici che potesse mai aver desiderato.
Poi accadde tutto d’un tratto. La sua vita precipitò nel buio più nero e tutt’ora vi si trova. L’anno dopo Digiworld i suoi genitori deciso di trasferirsi senza chiedere il suo consenso. E per di più in America…ma i suoi pensavano che Mimi fosse una ragazza forte, che avrebbe potuto rifarsi una vita facilmente. Suo padre decise di ereditare l’azienda di suo nonno, un lavoro che lo portava spesso fuori per lavoro. Sua madre però dopo averlo seguito per un annetto cominciò a stufarsi, e così si fece l’amante. Mimi lo scoprì quasi subito, ma sua madre la pregò di mantenere il segreto. Dopo due anni di situazioni insostenibili una notte sua madre decise di abbandonare per sempre la casa e di risposarsi con il suo compagno. Un altro problema fu che il compagno di sua madre altri non era che un ex fidanzato di Mimi! Un certo Micheal, che per quanto ne sapeva adesso Mimi aveva messo incinta quella poco di buono di sua madre. Mimi decise perciò di rimanere con il padre, che si trasferì ulteriormente, da San Francisco a New York, ancora una volta senza chiedere consensi. Il primo anno in quella città fu un vero incubo. Ogni notte suo padre si ubriacava nel bar sotto casa e lei doveva andarlo a riprendere sbronzo, preoccuparsi di lui come una madre. Poco tempo dopo si riprese, o almeno se così si può dire, e ora cambia una donna alla settimana.
In tutto ciò l’unica ancora che Mimi aveva trovato erano il canto e il pianoforte.
Domani sarebbe tornata in Giappone, questa volta per sempre. C’era voluto molto tempo per convincere il padre, ma finalmente stava tornando. Erano passati quasi sei anni. Chissà se i suoi amici avrebbero voluto rivederla? L’avrebbero trattata come prima?








IL GIORNO DOPO
WHAT’S UP WHAT’S UP!(la mia sveglia fa così^^)
“sisi ho capito…” un braccio uscì fuori dalle coperte per prendere la sveglia. “aaawnnn(sarebbe uno sbadiglio) cavolo sono solo le sei…sarà meglio muoversi se non voglio perdere l’aereo….”

Così infreddolita e insonnolita Mimi uscì dal letto per prepararsi al suo ritorno in Giappone.

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Capitolo 2
*** capitolo 2- l'imbarco- ***


“piccola allora sei sicura di voler partire?insomma…certo ci sono i tuoi amici ma voglio dire il Giappone è così lontano…e sarai da sola…”
“papà ne abbiamo già parlato ricordi? Infondo in linea d’aria la distanza tra Tokyo e New York è di soli 10871 chilometri e non sarò da sola..starò dalla zia, e ci saranno tutte le persone che mi vogliono bene , i miei amici, i miei parenti, non correrò alcun rischio andrà tutto bene non ti preoccupare!” Mimi pronunciò queste ultime parole con tutta la dolcezza possibile e immaginabile e allungò una mano per andare a toccare il braccio del padre dall’altra parte del tavolino, come per infondergli fiducia.
Si trovavano al bar dell’aereoporto di New York, il padre le aveva offerto l’ultima colazione che avrebbero fatto insieme per tanto tempo. Mimi si sarebbe dovuta imbarcare a breve e dire che era emozionata era poco. Un tumulto di sensazioni contrastanti la assalivano ormai da giorni. La voglia di tornare in Giappone, di poter rivedere tutti i suoi amici, di stringerli, di dirgli “sono tornata e stavolta è per sempre!” eppure c’era anche la paura di non essere più una di loro, che la magia di un tempo fosse svanita nel nulla. In effetti le parole che aveva appena rivolto al padre servivano a tranquillizzare se stessa più che altro. Così sentendo la voce metallica dell’altoparlante si ridestò dai suoi pensieri e mangiò l’ultimo pezzo di brioche alla cioccolata. Suo padre la guardò apprensivo mentre si alzava e si accingeva a prendere il suo bagaglio a mano, gli altri erano già stati inviati a casa della zia dove avrebbe soggiornato fino a che il suo appartamento non fosse stato pronto.
“Chiamami quando arrivi! E voglio tue notizie almeno due volte ala settimana! E impegnati a scuola! Non far preoccupare la zia! Non uscire tardi la sera! E anzi questa sera in particolare vaia letto presto perchè probabilmente sarai esausta dal viaggio e poi c’è anche il problema del fuso orario! E …”
“Papà ho capito! Farò la brava bambina promesso! Ma ora devo andare o perderò l’aereo!”
“va bene…” e con aria afflitta guardò la figlia prendere il biglietto da mostrare all’imbarco.
“Ti voglio bene Mimi!” e detto questo l’abbraccio. Mimi rimase molto sorpresa dal gesto di suo padre, in generale non aveva più avuto slanci d’affetto simili da quando la mamma li aveva lasciati. Non che non le volesse bene ovvio, ma lo faceva capire in altri modi, ecco tutto. Comunque nonostante la sorpresa Mimi rispose ben volentieri all’abbraccio e disse “ Ti voglio bene anche io papà!” la voce dell’altoparlante li fece separare e un po’ rossi in volto si incamminarono verso il check in.
-forza….si torna in Giappone!- questo fu il pensiero di Mimi mentre entrava nel gate… “ ricordati di chiamarmi appena arrivi!” la brunetta si girò verso il padre e sorrise come a volerlo tranquillizzare, ma subito venne richiamata da una hostess che le indicò la strada da prendere per imbarcarsi sull’aereo che l’avrebbe riportata dai suoi amatissimi amici.






ringrazio Vanille e Ellie Greene per i commenti scusatemi se vi ringrazio così velocemente ma ho davvero pochissimo tempo infatti come vedete è davvero corto come capitolo!!!vi prometto che al prossimo capitolo vi farò dei ringraziamenti come si deve!!!anche se a dir la verità è già troppo che voi leggiate anche questo secondo capitolo visto il mio tremendo ritardo!!!!!!!!!!!!!vvttttttttttttttttbeneee

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