NICOTINE

di Yuba
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ciò che nuoce ***
Capitolo 2: *** Gravemente ***



Capitolo 1
*** ciò che nuoce ***






So che suona insolito ma la mattina appena sveglio mi aiuto a chiarire chi sono e dove mi trovo solo con la nicotina.
Ormai è un rito. Anche stamattina con molta facilità tasto il comodino afferrando sicuro l'accendino e le sigarette, nonostante il buio che mi avvolge.
Che giorno è oggi?
Martedì?
In caso vedrò dopo in cucina.
So solo che oggi è il mio giorno di riposo ed adesso sono nella fase di ripresa da 13 ore di sonno.
Me le sono meritate dopo quasi tre giorni in bianco.
La fiamma del mio Zippo illumina a scatti i miei polpastrelli e la punta del mio naso.
Con loro viene anche illuminata la siluhette che sta accanto a me.
Si chiama Kathrine, ma preferisce "Kat" o "Kathy".
Io non capisco perchè storpiare un nome così grazioso...sta di fatto che ci conosciamo da qualche settimana e ci facciamo compagnia da più o meno una decina di giorni.
Ci divertiamo e stiamo bene così.
Quando l'ho conosciuta mi è subito rimasta in mente per iili suo modo di fare da "ragazza straniera": senza troppi fronzoli e molto diretta.
Chissà se starei bene con una persona così.
Potrei innamorarmi.
Il punto è che lei dice di avere un fidanzato che studia in Portogallo...quindi devo lasciar perdere.
"Mmmmh..."il mio sospiro è stato abbastanza rumoroso: spero non si sia svegliata.
Sbuffando la poca aria rimasta nei polmoni dalla nicotina sorrido verso il nulla e stando ben attento alla cenere mi chino e le bacio delicatamente il ventre.
Successivamente inizio la fase "svegliamoci con qualcosa di forte".
I miei piedi aderiscono passo dopo passo sulle piastrelle fredde e la mia pelle ne risente.
"Brrrr!"
Obiettivo primario: frigo.
La cucina non dista tanto lontano dalla mia camera, quindi mi ritrovo immediatamente davanti allo scrigno delle meraviglie...
"Vediamo...una birra aperta, un brick di choko-milk, il fondo di una bottiglia di vino, latte e aranciata..." borbotto tentando di non far cadere la sigaretta dalle labbra.
La spesa: ecco cosa devo fare.
Non posso non mangiare.
"♫Buooon giorno!!♪" Esordisce la voce del mio ormai coinquilino.
"Uo 'rno" riperto con scarsi risultati.
Mr.Tomohisa: ormai né io né lui sappiamo chi abita e dove.
"Lo sapevo che eri senza il giusto nutrimento. Per questo...ti ho comprato delle ciambelle belle calde da mangiare" conclude buttandomi sul tavolo della cucina un pacchetto take-away.
Tipico. Se finisci il cibo di qualcun altro è ovvio che ti senti in colpa e cerchi di rimediare.
"E se te lo chiedi...le frittelline di tua madre erano ottime."
E grazie tante al Posso assaggiare?
Gli accenno un sorriso scocciato pensando al mio  cibo che si contende nella vita in quanto a piacere il primo posto con il sesso.
"Kathrine è in camera quindi vedi di non fare troppo casino, caro."
"Non vuoi che saluti la tua amichetta?"
"Non voglio che ti dia troppa confidenza, amore..."
E' questo il nostro gioco.
Siamo come marito e moglie.
Solo che non c'è nent'altro oltre ai vezzeggiativi tra di noi.
"Uff..."
Mi giro dopo aver udito la lamentela velata del mio amico.
"Possibile che devo vederti anche l'ugola quando ti pieghi?! Jin, per l'amor di Dio, mettiti qualcosa addosso!! Almeno le mutande!"
"A casa mia...." ribatto infilandomi un boccone di crema e pandolce "...mi vefto cove voio."
"Ah, perché...vesti?" Scherza lui ridendo di gusto.
Buttando giù l'ultimo sorso di birra decido di iniziare ad assumere un aspetto decente per la mattinata.
Nel frattempo il mio amico mi saluta dicendo di dover andare a lavorare.
Io mi godrò la mia giornata a casa.
Non posso pretendere di rilassarmi troppo anche perché domani devo riprendere a lavorare: photoshooting, prove, registrazioni, esibizioni... spero di durare ancora per molto.
I miei pensieri vanno subito verso una persona sola.
Improvvisamente due mani percorrono il mio collo scendendo verso gli addominali.
"Good Morning..." sussurro baciando le braccia di Kathrine.
Incredibilmente è già vestita e pronta per uscire.
Il suo viso è fresco e senza trucco.
E' proprio bella.
Lei mi sorride e mi da il buongiorno all'orecchio.
Non posso fare a meno di appropiarmene facendola sedere su di me.
Cerco di riprendere ciò che abbiamo terminato stanotte riempiendola di baci ma lei si divincola di controvoglia.
Dice che deve andare a lavorare e non può.
Peccato.
Poi tentenna.
Le chiedo cosa non va e subito mi accorgo che non vuole darmi un dispiacere e tace.
So cosa vuol dire: nei prossimi giorni ripartirà per raggiungere il fidanzato.
Fine dei giochi.
L'accompagno alla porta e ci salutiamo cercando di memorizzare con il contatto la sensazione delle nostre labbra.
Sento con malinconia quel sapore di mela.
"Ciao Kat..." concludo mentre lei mi accarezza la mascella.
Ed ecco che riprendo la mia routine.
Mi dirigo verso il salotto e accendo lo stereo facendomi sussurare dalle casse il sound lounge franco-argentino dei Gotan Project.
La mattina scorre abbastanza veloce e il mio pacchetto di sigarette si svuota.



********   ********   ********


Sono le 2 di pomeriggio e mi trovo in una caffetteria nel centro di Akihabara.
Inizio a sentire un po' di calore che si divampa nella gola già dopo il primo sorso di caffè.
Mi auguro solo che nessuno disturbi questo momento magico.
Non voglio che qualcuno mi riconosca.
Lo so che è il prezzo di essere un personaggio noto e l'ho scelto io...ma almeno oggi voglio starmene in pace.
Se solo potessi togliermi questa cuffietta dalla testa!
Mi prude la fronte e i capelli corti si attaccano alla pelle creando un attrito fastidioso.
Oggi è il mio giorno libero, lontano dai set.
Spero solo che gli altri si riposino e stiano tranquilli.
Taguchi con la ragazza; Ueda a casa o in palestra; Koki in giro; Nakamaru non so; Jin...
Appunto...chissà cosa starà facendo anche lui adesso?
Probabilmente starà dormendo nel suo letto o si starà organizzando la serata in compagnia di qualche bella presenza.
"Che invidia..."
Le parole mi escono quasi naturalmente, senza pensarci.
Solo poco dopo mi accorgo che ho appena sbattuto rumorosamente la tazza di vetro contro il mio tavolino.
Per lui intendo...!! Mica per lei!!
Pago e sono già in strada.
Non riesco a mandar via alcune immagini che mi passano per la testa.
Voglio assolutamente una sigaretta.
Non sono un grande fumatore, ma ci sono delle volte in cui quando cammino per strada dietro ad un fumatore che sbuffa fuori un po' di nicotina, prego che l'alone mi arrivi dolcemente sul viso, inebriandomi di aroma tostato le narici.
Lo so, in realtà non ha un buon odore, ma la realtà è che al tabacco sono legati dei ricordi molto preziosi.
Avete presente? Spesso per le persone il ricordo è legato fortemente ad un'immagine, ad un sapore e un odore.
I sensi captano e memorizzano ogni singolo momento felice, registrandolo in tutte le sue forme.
In men che non si dica mi trovo con un pacchetto nuovo di zecca di Marlboro: le scarto dalla pellicola di plastica che lo avvolge e mi infilo in bocca la mia piccola concessione del giorno.
Ancora non posso credere di essere stato così debole.
Il mio programma per oggi riguarderà solo ed esclusivamente il...niente.
Voglio cazzeggiare.
E lasciatemelo fare.
La prima boccata che respiro si espande nei miei polmoni e scalda il mio petto come una ventata di aria calda.
Sembra quasi una violenta carezza che fluisce in tutte le mie vie respiratorie.
Poi Fissando un manifesto pubblicitario su una marca di abbigliamento straniera mi balza in testa di nuovo quell'immagine.
Un alito dolce e caldo.
Due bocche che si sfiorano ma che non si scontrano mai.
Lo so che non è successo niente ma non posso smettere di pensare a Jin.
Forse sono uno sciocco ma vorrei sorprenderlo ed andare a casa sua.
Senza doppi scopi, solo ed esclusivamente per stare insieme...
No, parlare, parlare, parlare!!
No, guardare la TV!
Guardare la TV non implica necessariamente una conversazione.
Mi basta solo sentire quel profumo di nicotina.
Non so cosa fare.
Forse ho un problema.



-fine capitolo-

 

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Capitolo 2
*** Gravemente ***







Sono le 15.00: l'ora del dolce far niente.
La tv accesa fa rimbombare la voce della giornalista per tutta casa, accompagnandomi  verso il bagno.
Il momento è propizio: it's shower time!
E' proprio rilassante fare una bella doccia calda mentre il sole inizia ad arrossarsi.
Tinge il cielo pomerdiano di quell'arancione che ti scalda il cuore.
Mi ricorda molto l'infanzia.
Solo quando sento il calore che brucia in piccole gocce la mia pelle mi tornano in mente le mani che non mi hanno mai sfiorato.
Le immagino accarezzarmi il ventre mentre la spugna mi profuma il torace.
I miei capelli formano una fitta ragnatela che mi copre gli occhi e me li sigilla dall'ambiente esterno.
"...ame" sussurro cercando di non respirare le gocce che cercano di entrarmi nelle narici e nella bocca.
Sento quasi il bisogno insensato di fare mia la cosa che sto sognando.
Sono uno schifoso malato; un ossessionato e inguaribile maniaco.
Ed è buffo.
E' buffo pensare che questo non mi turbi neanche un poco.
Penso alla mia ossessione, penso a Kathy ed alle mie avventure.
Chissà come mai ho questo insano desiderio di fare mie tutte le cose belle.
Sono passate poche ore da quando sono stato in compagnia di una donna e già ho il bisogno fisico di amare qualcuno.
Rido pensando alla faccia che farebbe Kame se mi vedesse in questo stato.
Continuo a ridere quasi istericamente, così dal nulla.
Anche se non c'è niente di divertente.
Poi mi accorgo che inevitabilmente l'acqua che la mia bocca assaggia convulsamente è sia dolce che salata.
E il mio entusiasmo si spegne con le lacrime.
"Ma perchè cavolo devo farmi questi problemi?!" borbotto sedendomi sulle piastrelle gelide.
Sono solo, nudo e patetico.
Spero che la situazione migliori.
Tra le altre cose cerco di riprendermi, cercando di ricordare se la porta di casa è chiusa o meno.

***************** ******************

Lo vedo. Non è difficilissima come cosa: devo solo premere quel bottone del citofono.
Ma com'è difficile!
Spero solo che non sia in compagnia.
E chissene frega!! Non sarebbe di certo un problema se senza preavviso mi presentassi a casa sua...no?
Ho anche le birre.
Non ho mai visto Jin rifiutare alcolici gratis.
Lo userò come incentivo per farmi entrare.
Però...anche se premo il pulsante del citofono...non sembro aver ottenuto grandi risultati.
Che non sia in casa?
Magari lascio perdere.
Sulla strada di ritorno verso casa continuo a guardare verso i manifesti che imbrattano i muri del distretto: quelle ragazze dallo sguardo affabile guardano dall'alto della loro bidimensione tutti quei poveri passanti...
Nel frattempo imbambolandomi davanti ai manifesti mi accorgo che devo prendere la metro per tornare a casa.
Possibilmente senza sbattere troppo le birre.
La metropolitana mi ha sempre sconvolto anche perché dall'alto della mia ignoranza rappresenta la repentina perdita della calma.
Quando mai siamo diventati così devoti al caos? Quanti impiegati e studenti corrono da una parte all'altra del Paese per diventare piccole operaie di quel formicaio che forma la nostra società?
Per questo adoro i giorni di riposo.
Mi ricordano come devo voler bene alla mia anima.
Prima di raggiungere la fermata ho bisogno di una sosta: penso che farò una capatina al combini per prendermi una bevanda energetica.
Dalle scale di vetro che cercano di raggiungere il quarto piano ddell'edificio vedo benissimo il panorama che da sulla strada.
E' solo durante la discesa che per miracolo riesco ad evitare di sputare il mio energizzante contro i vetri dell'edificio.
Dalla strada quasi impercettibilmente vedo un ombra scorrere da dietro una grande vetrata.
E' il piano di Jin quello?
L'edificio è lo stesso, ne sono sicuro, ma non credo che fosse lui in fondo.
Non c'era nessuno in casa...vero?
Vero.....?!
VERO?!
"...lei è....Kamenashi Kazuya, vero?"
Esco dal letargo mentale trovandomi una signora in là con l'età che mi guarda con aria curiosa.
"No, mi...mi dispiace!" rispondo cercando di usare un accento del Kansai. Con l'aiuto della sciarpa e della cuffia che mi spiaccica i capelli contro la fronte tento un cammuffamento ancora più efficace.
Spero che il tono del sud mi aiuti!
La signora si scusa e si allontana facendo mille accenni con la testa.
Lo so: potevo almeno concederle di rispondere con sincerità...ma adesso proprio non me la sento di fermarmi a rispondere ad interviste improvvisate. Non posso farlo per contratto.
"16...4!!" dovrebbe essere il numero dell'apriporta di Jin. In men che non si dica mi trovo nell'atrio del palazzo.
"Mi scusi...ma lei...?"
"Salve Greg!!"mi affretto cercando di raggiungere l'ascensore.
Il portinaio riesce solo a controbattere con un "Veramente mi chiamo Akira..." prima che le porte si chiudano tra noi.
So che sono noioso e mi faccio le paranoie come una ragazza!! Porca miseria!!
Sono solo preoccupato!!!
Per questo sono qui.
Per questo mi trovo diretto verso la casa del mio amico.
Per questo. E basta.

---fine capitolo---

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