Note dell’autore: Ecco il secondo capitolo dell’episodio
“Alieni sulla Luna” co Rose. Spero che vi stia
piacendo, commentate, commentate liberamente e non fate caso agli errori di
grammatica.
Nulla è
mio, tutto appartiene alla BBC e ai legittimi proprietari.
Capitolo 2
A piedi nudi sulla Luna
Rose era in giro per l’ospedale, dando un occhiata a
quello che accadeva attorno a lei. Una simpatica signora, che aveva conosciuto
la sera prima le si avvicinò, a quanto sembra neanche lei non aveva molta
voglia di rimanere a letto.
“Signorina Finnegan, anche lei
in giro.” La salutò cortesemente.
“Oh è lei signorina Tyler, vedo che sta già meglio. Sta
uscendo?” chiese l’anziana con cortesia.
“Le dirò un segreto, mi ero stancata di stare sdraiata su
quel letto.” Disse Rose sottovoce.
“Ah, la capisco anche io. Detto tra noi, trovo quei letti
terribilmente scomodi.” Disse ridendo la donna, Rose le sorrise divertita, poi
si salutarono.
Poco dopo, girato l’angolo si scontrò con due strani tizi
che avevano una tuta di pelle e in testa avevano caschi per la moto che
nascondevano il viso, lì trovò piuttosto strani, voleva seguirli per vedere
dove andavano, ma prima di mettersi in cammino notò che la pioggia, al di fuori
dalla finestra stava andando nel verso opposto, si avvicinò alla finestra un po’
impaurita.
“Questo si ch’è strano.” Disse riflettendo, non ebbe il
tempo di riprendersi che la terra sotto i suoi piedi tremò facendole perdere
l’equilibrio, tentò si aggrapparsi al bordo della finestra, ma non ci riuscì.
Quando tutto finì, la sua paura crebbe di più, alzando lo
sguardo notò che era notte, si riaffacciò alla finestra e mentre attorno a se
scoppiava il panico, in quel momento notò che nel cielo riusciva a vedere la
Terra.
“Se io vedo la Terra, questo significa che noi siamo…sulla Luna.” Realizzò con timore. Aveva bisogno di
trovare alla svelta il Dottore, doveva cercare di capire cosa stava succedendo
attorno a lei.
Il Dottore iniziò a correre verso la stanza di Rose,
sperando vivamente che la ragazza non si era cacciata nei guai andandosene a
spasso. La Terra era stata spostata sulla Luna, il che non era affatto positivo
come cosa, sommandoli anche al fatto che poco prima la pioggia andava verso
l’alto, rimanevano poche risposte.
Arrivò nella stanza dove c’era Rose, scoprendo che la ragazza
non era a letto, bensì era andata chissà dove, non c’era da stupirsi per quanto
era testarda.
“Per favore, tornate tutti a letto, abbiamo un emergenza,
ma ne verremo fuori.” Esordì la giovane tirocinante della mattina, entrando e
avvicinandosi insieme ad una altra alla finestra, il Dottore decise di rimanere
un attimo in disparte.
“E’ vero, si è proprio vero. Aspetta.” Disse la ragazza
volendo aprire la finestra, mentre la sua collega le urlava di non farlo.
“Non sono a chiusura ermetica, se l’aria doveva uscire
sarebbe già successo.” Ottima
osservazione e sta anche mantenendo i nervi saldi non c’è male , pensò il
Dottore.
“C’è qualcosa di strano qui.” Continuò, il Dottore spostò
la tenda che lo copriva mostrandosi alla giovane.
“Ottima osservazione, brillante. Qual’ era il tuo nome?”
chiese il Dottore osservandola bene.
“Martha.” Rispose lei sorridendo un poco.
“Ed era Jones.” Chiese ancora il Dottore, la ragazza
annuì.
“Bene, la domanda è come respiriamo ancora.” Continuò il
Dottore avvicinandosi, e guardando fuori.
“Ma non è possibile.” Disse l’altra ragazza disperata.
“Invece è così, Martha non perdiamo tempo, cosa cìè qui un balcone a questo piano? Una veranda?” chiese il
Dottore a raffica non smettendo di guardare fuori dalla finestra.
“Si, nel salone pazienti.” Rispose lei con tranquillità.
“Ti va di uscire?” le chiese tornando a guardarla.
“D’accordo.” Rispose lei fissandolo.
“Potremmo morire.” Continuò lui.
“Oppure no.” Disse lei senza perdere la sua calma.
“Bene, andiamo.” Disse iniziando a camminare, poi indicò
la collega di Martha.
“Lei no, ci rallenterebbe.” Continuò, senza smettere di
camminare.
“E’ la sua fidanzata?” chiese Martha andandogli dietro.
“La dobbiamo trovare prima che si cacci in qualche guaio,
e credimi li attira come una calamita.” Disse continuando a camminare.
Iniziò a correre tra le urla disperate delle persone,
nella sua mente solo un pensiero, trovare il suo Dottore. Vide alcune persone
affacciarsi alle finestre come se qualcosa stava accadendo al di fuori di
quella struttura, incuriosita anche lei si affacciò vedendo tre enormi cilindri
che si stavano appoggiando sulla superficie lunare, tutti guardarono spaventati
e incuriositi. Lei, invece attendeva con impazienza di capire cosa succedeva.
Da ognuno di quei cilindri uscirono una lunga fila di
alieni, che marciavano sicuri verso
l’ospedale, la paura in lei cresceva. Si allontanò dalla finestra e scese le
scale, raggiungendo la sala di aspetto, proprio quando quegli alieni entrarono
nella struttura, scatenando il panico.
Si fermò nascondendosi dietro la reception. Tutti erano troppo
preoccupati per accorgersi di lei.
Gli alieni quando furono dentro si sistemarono in assetto
da guerra, uno di quelli, sicuramente il capo, si tolse il casco scoprendo un
enorme testa da rinoceronte, iniziando a parlare in una strana lingua, che lei
non riusciva a comprendere.
Uno dei tirocinanti, si avvicinò al capo cercando di
trattare con lui, ma vide l’alieno spingere il giovane contro il muro, stava
per intervenire, quando vide che gli puntò contro qualcosa registrando la voce
del ragazzo che implorava, aggrottò le sopracciglia non capendo che
significava, dopo l’alieno iniziò a parlare proprio come loro, per poi
catalogare il giovane come umano, grosso problema per il Dottore.
“Dove diavolo sei finito Dottore.” Disse Rose sottovoce
appoggiando la schiena contro la reception. Camminando a carponi attenta a non
farsi vedere uscì da lì raggiungendo le scale.
Iniziò a correre verso i piani superiori, sperando di
trovare il Dottore, quegli alieni cercavano un non-terrestre e non sembravano
affatto amichevoli. Sentì quegli esseri salire le scale dietro di lei, si fermò
a guardare sotto di lei, notando che una squadra stava salendo.
“Maledizione.” Disse riprendendo a correre, salendo anche
due gradini per volta.
Il cellulare iniziò a squillare, rispose senza smettere
di correre.
“Dove sei?” le chiese la voce del Dottore, perché doveva
chiamarla sempre nei momenti meno opportuni.
“E’ un pessimo momento per parlare al telefono!” esclamò
con il fiatone.
“Dove sei?” le chiese ancora con frustrazione.
“Sono, aspetta.” Disse fermandosi al piano e guardandosi
intorno.
“Sesto piano.” Disse leggendo il cartello rosso con il
numero accanto alla tromba delle scale.
“Bene raggiungimi al settimo.” Le disse per poi staccare.
Rose confusa guardò il telefono e poi riprese a correre. Alla fine di un
corridoio vide il Dottore uscire da una stanza.
“Dottore.” Urlò attirando l’attenzione su di sé, le
sorrise non appena la vide, gli corse incontro,
“Rose.” La chiamò sorridendo.
“Finalmente.” Gli disse, abbracciandolo.
“Dov’eri finita?” gli chiese sciogliendosi
dall’abbraccio.
“In giro.” Gli rispose sorridendo, il Dottore le prese la
mano conducendola verso un altro corridoio, ma prima che lei potesse chiedergli
qualunque cosa, il Dottore si scontrò con la specializzanda conosciuta la
mattina.
“Ho recuperato i file.” Le disse e Rose capì che il
Dottore non era rimasta a lungo da solo.
“L’ho trovata!” gli disse invece lei spaventata.
“Che hai fatto?” chiese il Dottore, ma prima di
rispondere i tre vennero raggiunti da uno dei tizi con il casco.
“Sapevo che c’entravano qualcosa.” Disse Rose, vide che
il Dottore prese la mano dell’altra ragazza.
“Correte.” Ordinò ad entrambe. I tre iniziarono a correre
per i corridoi.
“Che diavolo sta succedendo?” chiese la bionda senza
smettere di correre.
“Ancora non lo so.” Le rispose lui.
“Perfetto.” Disse con ironia, prima di poter scendere le
scale incontrarono una delle truppe, e il Dottore condusse le due ragazze verso
un'altra direzione.
“Cosa sono quella specie di rinoceronti?” chiese ancora
la bionda.
“Sono alieni.” Rispose l’altra ragazza, Rose la guardò un
po’ sorpresa. Ma la credeva tanto stupida?
“A questo ci ero arrivata anche io” le rispose acida
Rose.
“Sono Judoon.” Rispose il Dottore, conducendole di corsa
tra i corridoi ormai vuoti dell’ospedale.
“Non per sembrarti scortese, ma tu chi diavolo sei?”
chiese Rose guardando la ragazza che le correva accanto.
“Rose, non è il momento.” La richiamò il Dottore.
“Sono Martha.” Le rispose affaticata.
Il Dottore spinse le due ragazze in una stanza, quella
per fare i raggi-x chiudendo con il cacciavite sonico la porta, le fece entrare
nella sala di controllo.
“Quando dico ora, premete il pulsante.” Ordinò alle due,
entrambe si guardarono strano.
“Non so quale.” Disse Martha.
“Allora dovremmo scoprirlo.” Rispose Rose anticipando il
Dottore.
Le due iniziarono a darsi un occhiata in giro, mentre il
Dottore trafficava con il cacciavite e i macchinari che c’erano nell’altra
stanza. La giovane dottoressa trovò il manuale delle istruzione e iniziò a
cercare lì dentro.
“Trovato qualcosa?” chiese Rose notando che quel strano
tipo aveva sfondato la porta.
“Niente.” Disse disperata la ragazza, Rose guardò il
panello di controllo.
“Ora.” Disse il Dottore.
“Allora improvviseremo.” Disse pigiando un pulsante
giallo. La stanza dove si trovava il Dottore fu invasa da una forte luce,
mentre le due ragazze si coprirono gli occhi. Fu una questione di qualche
attimo, la luce scomparve e videro
quell’essere cadere a terra.
“Cosa è successo?” chiese la tirocinante.
“Ho aumentato le radiazioni del cinque mila per cento.
L’ho ucciso stecchito.” Spiegò il Dottore, Rose lo guardò preoccupata.
“Ma adesso non morirai anche tu?” chiese preoccupata.
“Naaahh, sono solo radiazioni roentgen. Giocavamo con i mattoni roentgen quando eravamo
all’asilo.” Disse e Rose non riuscì a non sorridere divertita, l’altra invece
era alquanto sconvolta.
“Potete uscire, ho assorbito le radiazioni tutte io.”
Disse il Dottore mentre le due lo raggiunsero.
“Devo semplicemente espellerle.” Disse iniziando a saltellare
su se stesso, Rose lo guardò incuriosita, non lo aveva mai visto fare in quel
modo.
“Ora se mi concentro. Sposto le radiazioni, fuori dal mio
corpo, in un altro posto.” Disse continuando a saltellare su se stesso, Martha
gli girava intorno cercando di capire, mentre cercava di trattenere la risata.
“Diciamo nella mia scarpa sinistra.” Disse mentre lo vide
alzare un piede e saltellare ancora di più.
“Ecco…ecco qua, ci siamo
quasi.” Continuò, mentre faceva roteare il piede.
“Ma cosa fa?” chiese la ragazza a Rose.
“Non ne ho idea.” Le rispose divertita.
“Fuori. Fuori, fuori, fuori, fuori.” Continuava a ripeter
il Dottore saltellando su un piede avvicinandosi al bidone dei rifiuti.
“Dov’è una telecamera quando serve.” Continuò a dire Rose
divertita.
“Pizzica, pizzica…uh oh ecco.” Il
Dottore si tolse la scarpa buttandola in un secchio. Martha lo guardava
sconvolta.
“Tu sei completamente pazzo.” Disse Martha.
“Hai ragione, una scarpa non è sufficiente.” Rispose il
Dottore togliendosi anche l’altra.
“A piedi nudi sulla Luna.” Disse divertito, Rose corse ad
abbracciarlo.
“Come stai?” chiese lui sciogliendosi dall’abbraccio.
“Un po’ affaticata.” Gli rispose.
“Allora che cos’è quell’affare? Da dove viene?” chiese
Martha avvicinandosi allo strano essere.
“Li ho visti che si aggiravano per i corridoi.” Disse
Rose avvicinandosi anche lei.
“Li ho visti anche io.” Disse Martha, il Dottore le
raggiunse.
“E’ solo uno slap. Si chiamano slap. Sono schiavi droni. Sono
interamente fatti di pelle.” Disse raggiungendo il suo cacciavite sonico
notando che era completamente bruciato.
“Ma era con quella donna, la signora Finnegan.”
Disse Martha seguendo con lo sguardo il Dottore.
“La vecchietta dici?” chiese Rose capendo di chi si
trattava.
“L’hai conosciuta?” chiese Martha.
“Il mio cacciavite sonico.” Disse in tono dispiaciuto,
Rose si voltò verso di lui incuriosita.
“Ha bruciato il mio cacciavite sonico.” Si lamentò, mentre
Martha cercava di spiegare cosa aveva visto.
“Non puoi sistemarlo?” chiese Rose.
“No, io adoro il mio cacciavite sonico.” Continuò a
lamentarsi.
“Dottore!” Martha richiamò l’attenzione di entrambi, il
Dottore buttò alle sue spalle il cacciavite.
“Mi hai chiamato Dottore.” Disse lui sorridendo, Rose
alzò gli occhi al cielo un po’ infastidita.
“Stavo dicendo, che la signorina Finnegan
è l’aliena, stava bevendo il sangue del dottore Stoker.” Spiegò Martha.
“Come un vampiro.” Disse Rose disgustata.
“No, aveva una cannuccia.” Precisò Martha.
“Strano che facesse uno spuntino proprio adesso.” Rifletté
il Dottore.
“Almeno che…no… si, ci sono… solo un momento…SI.” Urlò
facendo scattare entrambe le ragazze.
“Cambia forma internamente, non beveva il sangue lo stava
assimilando.” Spiegò il Dottore.
“Andiamo.” Disse prendendo la mano di Rose, uscì dalla
sala guardandosi intorno, vide l’altro slap
avvicinarsi a loro, e si nascose insieme a Rose e Martha.
“Questo è il guaio con gli slap
viaggiano sempre in coppia.” Spiegò il Dottore sottovoce.
“E che mi dite di voi due?” chiese Martha, Rose e il
Dottore la guardarono confusi.
“Riguardo a cosa?” chiese Rose.
“Siete una coppia di investigatori o cosa?” chiese Martha
incuriosita.
“Ah…Gli umani…
Siamo bloccati sulla Luna, a corto d’aria con i Judoon e
un criminale succhia sangue e ci fai domande personali, andiamo.” Le rispose il
Dottore alzandosi, Martha guardò verso Rose che alzò le spalle seguendo il
Dottore.
“Continui a dire ‘umani’, non sono ancora convinta che tu
sia un alieno.” Disse la ragazza raggiungendo i due, ma proprio girato l’angolo
il Dottore venne investito da un Judoon che lo esaminò.
“Non umano.” Disse l’altro alieno.
“Adesso ci credi?” chiese Rose.
“Via, via.” Disse il Dottore prendendo le mani di Rose e
iniziando a correre.
Fine
II Capitolo
Note finali: Un
ringraziamento particolare a Little Fanny per aver commentato “La sposa perfetta” e per continuare a
regalarci storie divertenti su questa meravigliosa coppia. Spero vivamente che
anche questo capitolo sia di tua gradimento.
Correzione: Eccovi la correzione del secondo capitolo di questa
storia, ho voluto aggiungere una scena in più tra il Dottore e Martha.