Alieni sulla Luna

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Indagini sottocopertura ***
Capitolo 2: *** A piedi nudi sulla Luna ***
Capitolo 3: *** Correndo per salvare il mondo ***
Capitolo 4: *** In viaggio con Martha ***



Capitolo 1
*** Indagini sottocopertura ***


Note dell’autore: Questo è il primo capitolo dell’episodio 3X01 “Alieni sulla Luna” con Rose. Naturalmente segue il filone di 3X00 “La sposa perfetta”. Mi dispiace se vi sembra un po’ ripetitivo con l’episodio originale, ho cercato di aggiungere qualcosa di mio, inoltre ho messo anche delle scene extra. Spero sia di vostro gradimento, ricordatevi di recensire.

 

Alieni sulla luna

 

Capitolo 1

Indagini sottocopertura

 

Rose e il Dottore stavano seduti sulla grata del Tardis a giocare a carte, con un sorriso trionfante la ragazza scoprì le sue carte.

“E con questo ti ho battuto per la terza volta di seguito.” Disse la ragazza sorridendo ampiamente, il Dottore la guardò sorpreso.

“Cosa?” chiese spalancando gli occhi.

“Io, Rose Tyler, comune umana ti ha battuto, mio caro Signore del Tempo.” Gli rinfacciò prendendolo in giro.

“Non è possibile, non puoi aver vinto!” disse il Dottore riguardando le carte di entrambi, la ragazza sorrise.

“Questo significa che sarò io a scegliere la prossima destinazione.” Disse la ragazza alzandosi e avvicinandosi al monitor della console.

“Voglio la rivincita.” Si lamentò il Dottore.

“Scordatelo, ti ho dato almeno due rivincite. Rassegnati Dottore, ti ho battuto.” Gli rispose incrociando le braccia, l’uomo sbuffò e si alzò.

“Quando fai così sembri tua madre.” Gli disse avvicinandosi al monitor.

“Farò finta di non aver sentito.” Disse lei fingendosi offesa.

“Allora dove vuoi andare?” chiese il Dottore, tornando a sorriderle. Rose sembrò pensarci un attimo.

“Uhm… non so… io direi un posto esotico, magari con una bella spiaggia… e un bel mare dall’acqua cristallina.” Disse sognando ad occhi aperti, il Dottore la osservava quasi rapito dal suo sorriso. Quando tornò a guardare il monitor notò qualcosa di strano.

“Uhm… interessante.” Disse inforcando i suoi occhiali.

“Che succede?” chiese la ragazza tornando alla realtà.

“Non lo so! C’è una strana attività aliena sulla Terra.” Rispose il Dottore controllando meglio.

“Indaghiamo?” chiese lei sorridendo conoscendo fin troppo bene la risposta.

“Potrebbe essere pericoloso!” disse il Dottore avvicinandosi a lei, quasi sussurrandolo tra ironia e seduzioni.

“Potrebbe anche essere un falso allarme.” Rispose lei con lo stesso atteggiamento scherzoso.

“Tieniti forte.” Disse il Dottore allontanandosi e tirando la leva. Il Tardis partì e i due si aggrapparono alla console.

Quando tutto si ristabilì, entrambi uscirono dal Tardis trovandosi di fronte un’imponente struttura.

Argh…è un ospedale, io odio gli ospedali.” Si lamentò il Dottore.

“Siamo a Londra.” Disse invece lei guardansi attorno.

“Perché gli alieni scelgono sempre Londra.” Continuò Rose. Il Dottore si incamminò verso l’entrata, Rose lo raggiunse prendendolo sotto braccio.

“Hai un piano?” chiese con tranquillità.

“Si, entro, mi faccio ricoverare, così faccio un  bel giro di ricognizione.” Disse tranquillamente, Rose si fermò di colpo.

“Ma non puoi farlo.” Gli disse preoccupata.

“Perché no?” chiese lui non capendo.

“Sei alieno, hai due cuori. Vuoi che continui?” chiese retoricamente. Il Dottore sbuffò.

“Avanti, è un ospedale universitario, farò impazzire qualche tirocinante.” Le rispose in tono supplichevole.

“Non se ne parla, io sarò il paziente. Per una volta faremo come dico io. Non ammetto discussioni.” Disse Rose seriamente. Il Dottore la guardò sorpreso, doveva ammettere che era cambiata parecchio in quei due anni di viaggio con lui, era più sicura di se, ma soprattutto era diventata più testarda. Le sorrise compiaciuto.

“Hai passato troppo tempo con tua madre.” Disse allontanandosi.

 

Rose era nel lettino che le avevano assegnato,  si guardava attorno, alla fine era riuscita a spuntarla sul Dottore, e si era fatta ricoverare, peccato però che in quel momento si stava davvero annoiando. Era passato un giorno intero e non era successo nulla, tutto era nella norma, aveva fatto conoscenza con un paio di infermiere e di pazienti che erano accanto a lei. Il Dottore  era andato a dare un occhiata in giro, anche se lei sapeva bene che stava cercando un negozietto, e soprattutto l’aveva pregato di portarle qualcosa da mangiare.

A lei si avvicinarono una gruppo di giovani dottori e il loro mentore, responsabile dell’ospedale, che aveva conosciuto il giorno prima, durante il suo ricovero.

“Ben trovata signorina Tyler. Buona giornata.” Disse spostando la tenda divisoria.

“Come si sente oggi?” chiese con gentilezza, non era propriamente simpatico, anzi tutt’altro.

“Un po’ così!” gli rispose sorridendogli gentilmente, lo vide guardarsi attorno.

“Vedo che è sola. Il suo fidanzato ha deciso di lasciarla alle nostre cure.” Disse facendo arrossire Rose. Per sua fortuna il Dottore non era ancora tornato, così non poteva notare il suo forte imbarazzo.

“Deve essere in giro. E’ andato alla ricerca di qualche negozietto. Lui adora i negozietti.” Rispose scherzando. L’uomo non sembro capire e si voltò verso gli altri.

“La signoria Rose Tyler, è stata ricoverata ieri con forti dolori addominali.” Spiegò ai dottori accanto a lui, che osservavano con attenzione.

“Ho trovato un negozietto niente male di sotto.” Disse il Dottore entrando, interrompendo il primario.

“Signor Smith, dicevo poco fa alla sua amica, che mi sembrava alquanto strano non vederla qui intorno.” Disse l’uomo un po’ infastidito.

“Oh, non potrei mai lasciare la cara Rose da sola, sua madre non me lo perdonerebbe.” Rispose sedendosi accanto a lei sul letto.

“Torniamo a noi. Signorina Jones vede cosa riesce a trovare, mi stupisca” Disse l’uomo guardando la ragazza di colore accanto a lui. La tirocinante si avvicinò a Rose guardando il Dottore con curiosità, una cosa che Rose notò e di cui non era molto felice.

“Ha fatto un giro un bel po’ lungo per cercare un negozietto.” Disse la ragazza guardando il Dottore.

“Come scusi?” chiese lui, non capendo a cosa si riferiva.

“A Chancery Street, stamattina. Davanti a me si è tolto la cravatta.” Disse iniziando a usare lo stetoscopio, Rose e il Dottore si guardarono.

“Davvero? E perché l’ho fatto?” chiese lui confuso.

 “Non lo so, ma lo ha fatto.” Continuò la ragazza.

“E’ impossibile. Eri qui stamattina.” Aggiunse Rose guardando il Dottore.

“Si, infatti.” Rispose lui, guardando la ragazza cercando di capire, se magari non l’aveva conosciuta in qualche altro momento.

“Beh, è strano, assomigliava a lei.” Disse la ragazza incerta.

“Ha un fratello?” chiese la ragazza.

“No, non più, sono solo.” Rispose il Dottore.

“Il tempo passa, e io sono sempre più infermo e spossato signorina Jones.” Intervenne il primario infastidito dalla loro discussione.

Dopo che la ragazza controllò Rose, sbagliando di netto la diagnosi, evidentemente il Dottore l’aveva confusa. Il primario si avvicinò alla cartella medica di Rose e la prese in mano, per poi buttarla di colpo sul letto, dopo aver ricevuto una scarica elettrica.

“Stamattina è successo anche a me.” Aggiunse la ragazza di prima.

“A me con la maniglia della porta.”

“E a me in ascensore.” Dissero altri due specializzandi. Rose e il Dottore si guardarono, la prova che qualcosa di strano stava succedendo in quel posto.

“Beh c’è da aspettarselo. C’è un temporale in arrivo, e i fulmini sono una forma di elettricità statica.” Spiegò il primario con un tono da sapientone, mentre leggeva la cartella di Rose.

“Come ci dimostrò per primo… qualcuno lo sa?” chiese ancora il primario.

“Benjamin Franklin.” Rispose il Dottore senza alcun sforzo, Rose lo guardò sorridendo.

“Esatto!” disse sorpreso il primario.

“Il mio amico Ben.” Disse ricordando, Rose vide che tutti lo guardarono in modo strano, mentre il Dottore non se ne preoccupò, anzi si voltò sorridendo verso lei.

“Sai è rimasto un giorno in mezzo sotto l’acquazzone e io mi sono inzuppato tutto.”

“Davvero?” chiese il primario scettico.

“E poi sono anche stato folgorato. Era davvero un tipo divertente, ti sarebbe piaciuto.” Disse sorridendo, Rose non resistette e ricambiò il sorriso, divertita dal racconto.  Il gruppetto si allontanò dai due.

“Sei tremendo Dottore. Ti avranno preso per un pazzo.” sussurrò la ragazza divertita, ma notò che l’uomo stava sorridendo alla dottoressa Jones.

“Allora Dottore, cosa hai scoperto?” Chiese distraendolo.

“Niente di particolare, sembra tutto in regola.” Rispose distratto, evidentemente stava ancora pensando a quello che la ragazza gli aveva detto.

“Dimmi almeno  che mi hai portato qualcosa d commestibile.” Piagnucolò Rose. Il dottore le sorrise e prese un sacchetto che aveva appoggiato sul comodino.

“Tieni, ma io no i ho portato niente.” Disse consegnandole il sacchetto con un croissant alla frutta.

“Vado a dare un'altra occhiata in giro.” Disse guardandosi attorno, si allontanò,  ma poi ritornò su suoi passi.

“Rose, non cacciarti nei guai.” Si raccomandò, le diede un bacio sulla fronte e si allontanò. La ragazza aspettò che il Dottore fu lontano per scendere dal letto e cambiarsi,non aveva alcuna intenzione di starsene senza far niente.

 

Fine

Capitolo I

 

 

Correzione:  Eccomi ad sistemare anche questa storia, spero cmq di poter pubblicare presto qualche altra nuova storia, intanto vi ricordo la mia pagina di Facebook:

http://www.facebook.com/pages/KillerQueen86/161552900568131?sk=wall

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Capitolo 2
*** A piedi nudi sulla Luna ***


Note dell’autore: Ecco il secondo capitolo dell’episodio “Alieni sulla Luna” co Rose. Spero che vi stia piacendo, commentate, commentate liberamente e non fate caso agli errori di grammatica.

Nulla è mio, tutto appartiene alla BBC e ai legittimi proprietari.

 

Capitolo 2

A piedi nudi sulla Luna

 

Rose era in giro per l’ospedale, dando un occhiata a quello che accadeva attorno a lei. Una simpatica signora, che aveva conosciuto la sera prima le si avvicinò, a quanto sembra neanche lei non aveva molta voglia di rimanere a letto.

“Signorina Finnegan, anche lei in giro.” La salutò cortesemente.

“Oh è lei signorina Tyler, vedo che sta già meglio. Sta uscendo?” chiese l’anziana con cortesia.

“Le dirò un segreto, mi ero stancata di stare sdraiata su quel letto.” Disse Rose sottovoce.

“Ah, la capisco anche io. Detto tra noi, trovo quei letti terribilmente scomodi.” Disse ridendo la donna, Rose le sorrise divertita, poi si salutarono. 

Poco dopo, girato l’angolo si scontrò con due strani tizi che avevano una tuta di pelle e in testa avevano caschi per la moto che nascondevano il viso, lì trovò piuttosto strani, voleva seguirli per vedere dove andavano, ma prima di mettersi in cammino notò che la pioggia, al di fuori dalla finestra stava andando nel verso opposto, si avvicinò alla finestra un po’ impaurita.

“Questo si ch’è strano.” Disse riflettendo, non ebbe il tempo di riprendersi che la terra sotto i suoi piedi tremò facendole perdere l’equilibrio, tentò si aggrapparsi al bordo della finestra, ma non ci riuscì.

Quando tutto finì, la sua paura crebbe di più, alzando lo sguardo notò che era notte, si riaffacciò alla finestra e mentre attorno a se scoppiava il panico, in quel momento notò che nel cielo riusciva a vedere la Terra.

“Se io vedo la Terra, questo significa che noi siamo…sulla Luna.” Realizzò con timore. Aveva bisogno di trovare alla svelta il Dottore, doveva cercare di capire cosa stava succedendo attorno a lei.

 

Il Dottore iniziò a correre verso la stanza di Rose, sperando vivamente che la ragazza non si era cacciata nei guai andandosene a spasso. La Terra era stata spostata sulla Luna, il che non era affatto positivo come cosa, sommandoli anche al fatto che poco prima la pioggia andava verso l’alto, rimanevano poche  risposte.

Arrivò nella stanza dove c’era Rose, scoprendo che la ragazza non era a letto, bensì era andata chissà dove, non c’era da stupirsi per quanto era testarda.

“Per favore, tornate tutti a letto, abbiamo un emergenza, ma ne verremo fuori.” Esordì la giovane tirocinante della mattina, entrando e avvicinandosi insieme ad una altra alla finestra, il Dottore decise di rimanere un attimo in disparte.

“E’ vero, si è proprio vero. Aspetta.” Disse la ragazza volendo aprire la finestra, mentre la sua collega le urlava di non farlo.

“Non sono a chiusura ermetica, se l’aria doveva uscire sarebbe già successo.” Ottima osservazione e sta anche mantenendo i nervi saldi non c’è male , pensò il Dottore.

“C’è qualcosa di strano qui.” Continuò, il Dottore spostò la tenda che lo copriva mostrandosi alla giovane.

“Ottima osservazione, brillante. Qual’ era il tuo nome?” chiese il Dottore osservandola bene.

“Martha.” Rispose lei sorridendo un poco.

“Ed era Jones.” Chiese ancora il Dottore, la ragazza annuì.

“Bene, la domanda è come respiriamo ancora.” Continuò il Dottore avvicinandosi, e guardando fuori.

“Ma non è possibile.” Disse l’altra ragazza disperata.

“Invece è così, Martha non perdiamo tempo, cosa cìè qui un balcone a questo piano? Una veranda?” chiese il Dottore a raffica non smettendo di guardare fuori dalla finestra.

“Si, nel salone pazienti.” Rispose lei con tranquillità.

“Ti va di uscire?” le chiese tornando a guardarla.

“D’accordo.” Rispose lei fissandolo.

“Potremmo morire.” Continuò lui.

“Oppure no.” Disse lei senza perdere la sua calma.

“Bene, andiamo.” Disse iniziando a camminare, poi indicò la collega di Martha.

“Lei no, ci rallenterebbe.” Continuò, senza smettere di camminare.

“E’ la sua fidanzata?” chiese Martha andandogli dietro.

“La dobbiamo trovare prima che si cacci in qualche guaio, e credimi li attira come una calamita.” Disse continuando a camminare.

 

Iniziò a correre tra le urla disperate delle persone, nella sua mente solo un pensiero, trovare il suo Dottore. Vide alcune persone affacciarsi alle finestre come se qualcosa stava accadendo al di fuori di quella struttura, incuriosita anche lei si affacciò vedendo tre enormi cilindri che si stavano appoggiando sulla superficie lunare, tutti guardarono spaventati e incuriositi. Lei, invece attendeva con impazienza di capire cosa succedeva.

Da ognuno di quei cilindri uscirono una lunga fila di alieni, che marciavano sicuri  verso l’ospedale, la paura in lei cresceva. Si allontanò dalla finestra e scese le scale, raggiungendo la sala di aspetto, proprio quando quegli alieni entrarono nella struttura, scatenando il panico.  Si fermò nascondendosi dietro la reception. Tutti erano troppo preoccupati per accorgersi di lei. 

Gli alieni quando furono dentro si sistemarono in assetto da guerra, uno di quelli, sicuramente il capo, si tolse il casco scoprendo un enorme testa da rinoceronte, iniziando a parlare in una strana lingua, che lei non riusciva a comprendere.

Uno dei tirocinanti, si avvicinò al capo cercando di trattare con lui, ma vide l’alieno spingere il giovane contro il muro, stava per intervenire, quando vide che gli puntò contro qualcosa registrando la voce del ragazzo che implorava, aggrottò le sopracciglia non capendo che significava, dopo l’alieno iniziò a parlare proprio come loro, per poi catalogare il giovane come umano, grosso problema per il Dottore.

“Dove diavolo sei finito Dottore.” Disse Rose sottovoce appoggiando la schiena contro la reception. Camminando a carponi attenta a non farsi vedere uscì da lì raggiungendo le scale.

Iniziò a correre verso i piani superiori, sperando di trovare il Dottore, quegli alieni cercavano un non-terrestre e non sembravano affatto amichevoli. Sentì quegli esseri salire le scale dietro di lei, si fermò a guardare sotto di lei, notando che una squadra stava salendo.

“Maledizione.” Disse riprendendo a correre, salendo anche due gradini per volta.

Il cellulare iniziò a squillare, rispose senza smettere di correre.

“Dove sei?” le chiese la voce del Dottore, perché doveva chiamarla sempre nei momenti meno opportuni.

“E’ un pessimo momento per parlare al telefono!” esclamò con il fiatone.

“Dove sei?” le chiese ancora con frustrazione.

“Sono, aspetta.” Disse fermandosi al piano e guardandosi intorno.

“Sesto piano.” Disse leggendo il cartello rosso con il numero accanto alla tromba delle scale.

“Bene raggiungimi al settimo.” Le disse per poi staccare. Rose confusa guardò il telefono e poi riprese a correre. Alla fine di un corridoio vide il Dottore uscire da una stanza.

“Dottore.” Urlò attirando l’attenzione su di sé, le sorrise non appena la vide, gli corse incontro,

“Rose.” La chiamò sorridendo.

“Finalmente.” Gli disse, abbracciandolo.

“Dov’eri finita?” gli chiese sciogliendosi dall’abbraccio.

“In giro.” Gli rispose sorridendo, il Dottore le prese la mano conducendola verso un altro corridoio, ma prima che lei potesse chiedergli qualunque cosa, il Dottore si scontrò con la specializzanda conosciuta la mattina.

“Ho recuperato i file.” Le disse e Rose capì che il Dottore non era rimasta a lungo da solo.

“L’ho trovata!” gli disse invece lei spaventata.

“Che hai fatto?” chiese il Dottore, ma prima di rispondere i tre vennero raggiunti da uno dei tizi con il casco.

“Sapevo che c’entravano qualcosa.” Disse Rose, vide che il Dottore prese la mano dell’altra ragazza.

“Correte.” Ordinò ad entrambe. I tre iniziarono a correre per i corridoi.

“Che diavolo sta succedendo?” chiese la bionda senza smettere di correre.

“Ancora non lo so.” Le rispose lui.

“Perfetto.” Disse con ironia, prima di poter scendere le scale incontrarono una delle truppe, e il Dottore condusse le due ragazze verso un'altra direzione.

“Cosa sono quella specie di rinoceronti?” chiese ancora la bionda.

“Sono alieni.” Rispose l’altra ragazza, Rose la guardò un po’ sorpresa. Ma la credeva tanto stupida?

“A questo ci ero arrivata anche io” le rispose acida Rose.

“Sono Judoon.” Rispose il Dottore, conducendole di corsa tra i corridoi ormai vuoti dell’ospedale.

“Non per sembrarti scortese, ma tu chi diavolo sei?” chiese Rose guardando la ragazza che le correva accanto.

“Rose, non è il momento.” La richiamò il Dottore.

“Sono Martha.” Le rispose affaticata.

Il Dottore spinse le due ragazze in una stanza, quella per fare i raggi-x chiudendo con il cacciavite sonico la porta, le fece entrare nella sala di controllo.

“Quando dico ora, premete il pulsante.” Ordinò alle due, entrambe si guardarono strano.

“Non so quale.” Disse Martha.

“Allora dovremmo scoprirlo.” Rispose Rose anticipando il Dottore.

Le due iniziarono a darsi un occhiata in giro, mentre il Dottore trafficava con il cacciavite e i macchinari che c’erano nell’altra stanza. La giovane dottoressa trovò il manuale delle istruzione e iniziò a cercare lì dentro.

“Trovato qualcosa?” chiese Rose notando che quel strano tipo aveva sfondato la porta.

“Niente.” Disse disperata la ragazza, Rose guardò il panello di controllo.

“Ora.” Disse il Dottore.

“Allora improvviseremo.” Disse pigiando un pulsante giallo. La stanza dove si trovava il Dottore fu invasa da una forte luce, mentre le due ragazze si coprirono gli occhi. Fu una questione di qualche attimo,  la luce scomparve e videro quell’essere cadere a terra.

“Cosa è successo?” chiese la tirocinante.

“Ho aumentato le radiazioni del cinque mila per cento. L’ho ucciso stecchito.” Spiegò il Dottore, Rose lo guardò preoccupata.

“Ma adesso non morirai anche tu?” chiese preoccupata.

Naaahh, sono solo radiazioni roentgen. Giocavamo con i mattoni roentgen quando eravamo all’asilo.” Disse e Rose non riuscì a non sorridere divertita, l’altra invece era alquanto sconvolta.

“Potete uscire, ho assorbito le radiazioni tutte io.” Disse il Dottore mentre le due lo raggiunsero.

“Devo semplicemente espellerle.” Disse iniziando a saltellare su se stesso, Rose lo guardò incuriosita, non lo aveva mai visto fare in quel modo.

“Ora se mi concentro. Sposto le radiazioni, fuori dal mio corpo, in un altro posto.” Disse continuando a saltellare su se stesso, Martha gli girava intorno cercando di capire, mentre cercava di trattenere la risata.

“Diciamo nella mia scarpa sinistra.” Disse mentre lo vide alzare un piede e saltellare ancora di più.

Ecco…ecco qua, ci siamo quasi.” Continuò, mentre faceva roteare il piede.

“Ma cosa fa?” chiese la ragazza a Rose.

“Non ne ho idea.” Le rispose divertita.

“Fuori. Fuori, fuori, fuori, fuori.” Continuava a ripeter il Dottore saltellando su un piede avvicinandosi al bidone dei rifiuti.

“Dov’è una telecamera quando serve.” Continuò a dire Rose divertita.

“Pizzica, pizzica…uh oh ecco.” Il Dottore si tolse la scarpa buttandola in un secchio. Martha lo guardava sconvolta.

“Tu sei completamente pazzo.” Disse Martha.

“Hai ragione, una scarpa non è sufficiente.” Rispose il Dottore togliendosi anche l’altra.

“A piedi nudi sulla Luna.” Disse divertito, Rose corse ad abbracciarlo.

“Come stai?” chiese lui sciogliendosi dall’abbraccio.

“Un po’ affaticata.” Gli rispose.

“Allora che cos’è quell’affare? Da dove viene?” chiese Martha avvicinandosi allo strano essere.

“Li ho visti che si aggiravano per i corridoi.” Disse Rose avvicinandosi anche lei.

“Li ho visti anche io.” Disse Martha, il Dottore le raggiunse.

“E’ solo uno slap. Si chiamano slap. Sono schiavi droni. Sono interamente fatti di pelle.” Disse raggiungendo il suo cacciavite sonico notando che era completamente bruciato.

“Ma era con quella donna, la signora Finnegan.” Disse Martha seguendo con lo sguardo il Dottore.

“La vecchietta dici?” chiese Rose capendo di chi si trattava.

“L’hai conosciuta?” chiese Martha.

“Il mio cacciavite sonico.” Disse in tono dispiaciuto, Rose si voltò verso di lui incuriosita.

“Ha bruciato il mio cacciavite sonico.” Si lamentò, mentre Martha cercava di spiegare cosa aveva visto.

“Non puoi sistemarlo?” chiese Rose.

“No, io adoro il mio cacciavite sonico.” Continuò a lamentarsi.

“Dottore!” Martha richiamò l’attenzione di entrambi, il Dottore buttò alle sue spalle il cacciavite.

“Mi hai chiamato Dottore.” Disse lui sorridendo, Rose alzò gli occhi al cielo un po’ infastidita.

“Stavo dicendo, che la signorina Finnegan è l’aliena, stava bevendo il sangue del dottore Stoker.” Spiegò Martha.

“Come un vampiro.” Disse Rose disgustata.

“No, aveva una cannuccia.” Precisò Martha.

“Strano che facesse uno spuntino proprio adesso.” Rifletté il Dottore.

“Almeno che…no… si, ci sono… solo un momento…SI.” Urlò facendo scattare entrambe le ragazze.

“Cambia forma internamente, non beveva il sangue lo stava assimilando.” Spiegò il Dottore.

“Andiamo.” Disse prendendo la mano di Rose, uscì dalla sala guardandosi intorno, vide l’altro slap avvicinarsi a loro, e si nascose insieme a Rose e Martha.

“Questo è il guaio con gli slap viaggiano sempre in coppia.” Spiegò il Dottore sottovoce.

“E che mi dite di voi due?” chiese Martha, Rose e il Dottore la guardarono confusi.

“Riguardo a cosa?” chiese Rose.

“Siete una coppia di investigatori o cosa?” chiese Martha incuriosita.

Ah…Gli umani… Siamo bloccati sulla Luna, a corto d’aria con i Judoon e un criminale succhia sangue e ci fai domande personali, andiamo.” Le rispose il Dottore alzandosi, Martha guardò verso Rose che alzò le spalle seguendo il Dottore.

“Continui a dire ‘umani’, non sono ancora convinta che tu sia un alieno.” Disse la ragazza raggiungendo i due, ma proprio girato l’angolo il Dottore venne investito da un Judoon che lo esaminò.

“Non umano.” Disse l’altro alieno.

“Adesso ci credi?” chiese Rose.

“Via, via.” Disse il Dottore prendendo le mani di Rose e iniziando a correre.

 

Fine

II Capitolo

 

Note finali: Un ringraziamento particolare a Little Fanny per aver commentato  “La sposa perfetta” e per continuare a regalarci storie divertenti su questa meravigliosa coppia. Spero vivamente che anche questo capitolo sia di tua gradimento.

 

 

Correzione: Eccovi la correzione del secondo capitolo di questa storia, ho voluto aggiungere una scena in più tra il Dottore e Martha.

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Capitolo 3
*** Correndo per salvare il mondo ***


Note dell’autore: Eccovi il terzo capitolo della mia storia “Alieni sulla Luna” con Rose. Spero vivamente che stiate apprezzando il mio lavoro, chiedo ancora scusa per gli eventuali errori di grammatica. Aspetto i vostri commenti, mi raccomando. Come sempre niente è di mia proprietà, naturalmente non è a scopo lucrativo.

 

Capitolo 3

Correndo per salvare il mondo

 

Uscirono dall’ufficio dell’ormai ex primario, il Dottore sembrava alquanto preoccupato, mentre Rose iniziava a sentire l’assenza di ossigeno, nonostante l’enorme adrenalina che le scorreva nel sangue.

“Se fossi un plasmivolo ricercato e circondato dalla polizia che farei.” Rifletté il Dottore, poi alzò lo sguardo e fu come illuminato.

“Oh, è quasi intelligente come me.” Disse attirando l’attenzione delle due ragazze.

“Beh, quasi.” Precisò.

“Qual è il piano?” Chiese Rose affaticata.

“Tutto bene?” le chiese il Dottore preoccupato.

“Starò bene quando tutto questo sarà finito.” Gli rispose.

Sentirono una squadra di Judoon entrare in quel corridoio.

“Maledizione.” Disse il Dottore.

“Adesso cosa facciamo?” chiese Martha preoccupata, il Dottore prese Rose per le spalle, guardandola negli occhi.

“Rose resta qui, mi serve tempo e tu devi trattenerli.” Disse non nascondendo la sua preoccupazione.

“Devi fidarti di me.” Disse continuando a guardarla negli occhi.

“Cosa devo fare?” chiese pronta a tutto pur di aiutarlo. Il Dottore le prese il viso e la baciò intensamente.

Un brivido le percorse la schiena, il Dottore la stava baciando, il suo Dottore, un forte sensazione di completezza la pervase.

“Vi sembra il momento più adatto per baciarvi?” chiese Martha quando i due si separarono.

“Questo non era un bacio. Ero un semplice trasferimento genetico.” Spiegò il Dottore senza lasciare Rose.

“Fa molta attenzione.” Si raccomandò scappando via. Rose continuò a guardare davanti a se, sconvolta da quel bacio inaspettato, non le importava quello che aveva detto lui.

 

Si svegliò invaso da quel po’ di ossigeno che aveva ricevuto grazie alla respirazione bocca a bocca fattagli da Martha. Tossì e si guardò attorno, mentre Martha si accasciava accanto a lui quasi senza respiro, vide accanto alla ragazza il corpo di Rose, e un enorme paura lo invase.

“Rose!” la chiamò con quel poco di voce che aveva, tossi ancora.

“La macchina. Ha fatto qualcosa.” Gli ricordò Martha con forte difficoltà. Il Dottore si alzò sui gomiti per guardare la macchina della risonanza magnetica. Tossì ancora una volta e vide Martha chiudere gli occhi stremata. Con difficoltà trascinandosi e aggrappandosi a qualsiasi cosa, si avvicinò ai comandi, cercò il suo cacciavite sonico, ricordando, poi che non lo aveva più. Guardò le due prese, rossa e blu non sapendo quale staccare, prese per prima quella blu, per poi cambiare all’ultimo momento e staccare quella rossa, spegnendo completamente la macchina.

Si riavvicinò a Rose e la prese in braccio, non poteva perderla, iniziò a camminare nei corridoi raggiungendo una finestra, sperando che i Judoon invertissero tutto. Più Rose rimaneva senza ossigeno, meno era la possibilità di salvarla. Vide le navi dei Judoon lasciare il suolo lunare.

“Avanti, avanti, avanti. Per favore. Forza Judoon, invertitelo.” Pregò il Dottore mentre li vedeva andare via, per poi sorridere nel vedere la pioggia ricadere sull’ospedale.

“Sta piovendo. Rose, sta piovendo sulla Luna.” Disse sorridendo, un lampo di luce lo avvolse e in un attimo tutto l’ospedale era ritornato sulla Terra.

Appoggiò Rose su un lettino, aprì la finestra permettendo all’ossigeno di invadere la stanza, tornò da Rose e le accarezzò il viso sorridendole dolcemente.

“Avanti Rose riprenderti.” Cercò di chiamarla.

I soccorsi, che erano al di fuori della struttura, entrano per aiutare i superstiti. Uno di loro si avvicinò a loro due.

“Signore devo portarvi fuori di qui.” Disse un paramedico, il Dottore si voltò notando la bombola di ossigeno che aveva, gliela strappò dalle mani.

“Ci penso io a lei, sono un medico.” Disse mettendo la mascherina alla bocca di Rose e aprendo la bombola.

“Nella sala della risonanza c’è una ragazza svenuta, corra da lei.” Disse senza staccare lo sguardo dalla sua Rose, le strinse la mano, il paramedico ubbidì e corse via.

“Su Rose, svegliati devi ancora darmi la rivincita a carte.” Le sussurrò in un orecchio, sperando che reagisse. Ripensò al bacio che le aveva dato, certo era un semplice trasferimento genetico, ma avrebbe potuto davvero essere qualcosa di più, quel qualcosa che per tutto questo tempo si era tenuto dentro di se. Accarezzò il viso della ragazza sorridendo dolcemente.

I suoi pensieri si fermarono, quando sentì che Rose tentava di stringergli la mano, la guardò in viso e vide che aprì di poco gli occhi.

“Ciao.” La salutò sorridendole dolcemente, Rose cercò di togliersi la mascherina, ma il Dottore la fermò.

“No, sei stata troppo senza.” Le disse con dolcezza.

“Riesci ad alzarti?” le chiese, Rose annuì con la testa.

“Bene aggrappati a me, torniamo sul Tardis.” Disse aiutandola ad alzarsi.

 

Fine

Capitolo III

 

Correzione: Ed ecco anche il terzo capitolo aggiornato e sistemato. Scusate se ci sono ancora errori.

 

 

 

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Capitolo 4
*** In viaggio con Martha ***


Note dell’autore: Eccovi di seguito anche il quarto capitolo della storia. Chiedo sempre scusa per eventuali errori di grammatica. Mi raccomando commentate liberamente. Come sempre nulla mi appartiene, e soprattutto non scrivo con scopi lucrativi.

 

Capitolo 4

In viaggio con Martha

 

Qualche ora dopo il Dottore era nella console del Tardis e ripensava a quello che era successo, in quella lunga giornata, le venne in mente Martha, le doveva la vita, se lui e Rose erano vivi era anche grazie a lei. Inoltre si era dimostrata un assistente molto utile, durante la crisi, non si era lasciata demoralizzare.

Sentì dei passi dietro di lui, quando si voltò vide Rose che era tornata a sorridere. Aveva avuto tanta paura di perderla, vedere le sue bellissime guancie rosa scolorite lo aveva spaventato più di ogni altra cosa. Come era stato possibile innamorarsi così di lei.

“Non dovresti stare alzata.” Le disse con dolcezza, lei alzò le spalle e si mise seduta, il Dottore la raggiunse.

“Come ti senti?” le chiese.

“Sono un po’ frastornata.” Rispose evitando il suo sguardo, forse si sentiva a disagio per quel bacio.

“Senti Rose…. Per quello ch’è successo oggi….ecco… mi dispiace.” Disse con sincerità, la ragazza gli sorrise.

“E’ tutto a posto. Invece che ci fai ancora qui?” chiese lei cambiando discorso, lui la guardò strano.

“Che intendi dire?” chiese confuso.

“Perché non sei andato a prendere Martha?” chiese lei sorridendogli soddisfatta di averlo anticipato.

Come…” iniziò a chiedere, per poi lasciare perdere sapendo che in fondo Rose lo conosceva molto bene.

“Su che aspetti vai a prenderla.” Gli disse Rose tirando fuori la lingua.

Il Dottore raggiunse le porte del Tardis per poi voltarsi di nuovo verso di lei.

“Vuoi venire anche tu?” le chiese.

“No, aspetterò qui.” Gli rispose sorridendo. Il Dottore ricambiò il sorriso e uscì dal Tardis.

 

Rose era tornata nella sua camera a prendere una felpa, perché sentiva un po’ di freddo. Non le sarebbe dispiaciuto avere un'altra persone nel Tardis. Martha sembrava una ragazza in gamba e cosa più importante aveva salvato la vita sia a lei che al Dottore.

Ripensò al bacio che il Dottore le aveva dato, certo non era stupida, sapeva che era servito per confondere i Judoon, ma quello che aveva provato in quella frazione di secondo, era stato davvero intenso.

Sentì il Dottore rientrare nel Tardis, metterlo in moto e riuscire di corsa, per poi dopo qualche minuto rientrare e ripartire e uscire di nuovo. Era un po’ confusa decise di raggiungere la sala della console, in quel momento Martha entrò nel Tardis, osservò divertita la sua espressione.

“Oh mio Dio, è più grande all’interno.” Disse guardandosi attorno.

“Davvero? Non lo avevo notato.” Disse il Dottore prendendosi gioco di lei.

Rose alzò gli occhi al cielo e si avvicinò ai due.

“Ehi, come ti senti?” chiese Rose salutando, doveva proprio ammettere che Martha era davvero una bella ragazza.

“Un po’ frastornata, tu?” chiese lei.

“Sto bene, grazie a te.” Le rispose sorridendole.

 Il Dottore si tolse il capotto lanciandolo contro uno dei coralli.

“Allora mettiamoci in moto.” Disse avvicinandosi verso la console.

“Ma ci siete solo voi due qui?” chiese la ragazza guardandosi attorno.

“Beh si, che male c’è?” chiese il Dottore.

“Nulla.” Disse poi si voltò verso Rose.

“Quindi tu e lui….” Chiese sottovoce, per l’ennesima volta a quella domanda Rose si sentì terribilmente imbarazzata.

No… siamo amici… che viaggiano insieme.” Le rispose imbarazzata.

“E quindi anche tu sei un alieno?” chiese ancora curiosa, Rose si voltò divertita verso il Dottore.

“Perché fanno tutti le stesse domande?” chiese avvicinandosi alla console.

“Rose è umana, come te.” Rispose il Dottore per lei.

“Pronte a partire?” chiese il Dottore.

“Si”

“No” risposero all’uniscono Rose e Martha, il Dottore sorrise.

“Reggetevi forte.” Disse tirando la leva.

“Benvenuta a bordo Dottoressa Jones.” Disse il Dottore tenendosi alla console.

 

Fine.

 

Note dell’autore finali: Eccomi di nuovo a tormentarvi. Spero che la storia vi sia piaciuta e che non vi abbia annoiato. E se avete ancora la pazienza e la voglia di seguirmi, alla prossima con l’episodio “Il codice Shakespeariano”.

 

 

Revisione 2011

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