Anata dake Mitsumeteru(Guardo solo Te)

di zakurochan
(/viewuser.php?uid=3637)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap.1: La Partenza ***
Capitolo 3: *** Cap.2:...l'Arrivo ***
Capitolo 4: *** Cap.3: Il Litigio par.1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Anata dake mitsumeteru

Anata dake mitsumeteru

(Guardo solo te)

 

Cap.1:Prologo

 

Tum tum, tum, tumtumtum….Un piccolo ticchettio si sente provenire da un piccolo campetto, per molti è un rumore di cui non si tiene conto, per altri è motivo di vita. Accelera come i battiti del nostro cuore, a ritmo diverso, formando un base su cui si potrebbe benissimo farci un piccolo balletto di breack dance. Senti le emozioni concentrarsi solo su unico obbiettivo, poi si staccano momentaneamente dalla mente ed entri in uno stato di subconscio, la mente si stacca da te e con lei anche la fatica e tutto ciò che succede o hai intorno scompare nel momento in cui….Slasch!!!!!(nn so cm fare qst suono)

-Canestro!!!!!!!!!Evvai!!!!!!

tumtum……..tum…….stop, la palla si è fermata e con lei il nostro cuore in pieno ritmo, il balletto è finito e, con lui si è conclusa anche la bellissima azione che ha portato fine alla partita.

-incredibile!!!!!!!40 a 30!!!!!Senza di te non ce l’avremo mai fatta!!!!!                                

-Sei grande!!!!

-Mitica!!!!!!!Ma come cavolo fai?!!!?

Una ragazza era attorniata da molte ragazze che continuavano a farle domande a raffica, aspettò che queste finirono per congedarsi con un:

-Adesso è tardi devo andare a casa se no i miei vecchi se la prendono. A domani ragazze..

*Lo so che sono un mito del basket ma non serve farmi ogni volta tutta sta tiritera, stanno proprio iniziando a rompere, non sono mica un Dio, sono brava ma non sono un Dio* intanto si era fermata ai bagni pubblici per sciacquarsi un po’ e cambiarsi dagli abiti sportivi.

Cambiatasi indossava una saloppete in jeans larga slacciata da una parte, delle converse rosse e sotto una canottiera grigi e nera molto larga. Si guardò allo specchio, era soddisfatta del suo luck. Si legò i sui lunghi capelli neri con una coda a cavallo ed uscì. Arrivata a casa salì subito in camera sua non le piaceva l’ambiente che si respirava là, era stressante e opprimente:in poche parole regnava un clima insostenibile. Non riusciva a comportarsi come voleva con i suoi anche perché le rompevano davvero tanto. Era già a metà scala quando la voce autoritaria e stizzita di sua madre disse:

-Yuko!

Non la badò e continuò a salire…

-Yuko Mian! Voglio sapere cos’è questa!

Si girò e vide che sua madre in mano aveva una lettera e la sventolava come per farla sparire. Sapeva benissimo cos’era ma meglio adottare la solita tattica.

-Mi sembra logico no? È una lettera… Adesso lasciami.

E prese a fare uno scalino.

-Yuko!Lo so benissimo che è una lettera!Ma da dove viene questa lettera!!?

Stava iniziando ad incavolarsi…

-E che ne so io, scusa? Leggi il mittente.

Disse con tono indifferente.

-Adesso basta!!!!Mi hai stufata con questo tuo modo di fare!!!!Girati quando mi parli e smettila di usare quel tono indifferente con me!!!!!Io sono tua madre!! E questa lettera è della scuola, per tua informazione e, credo che tu ne sappia già qualcosa? Non è così?!?

Si girò e disse:

-Sì me ne hanno accennato...

-Accennato!!!!???!!!!Accennato!!!!!Ma se ti ha chiamato il preside con tutto il corpo insegnanti!!! Hai pure perso due ore di lezione per questo!Yuko non ce la faccio più!!!Perché non lo vuoi capire che ti devi mettere almeno un po’ a studiare?Che devi almeno fare la sufficienza? A me basterebbe quello, lo so che è difficile per te. Ti puoi far aiutare da tuo padre, no? Fa l’insegnante e…

Prima si era messa a piangere ma adesso aveva smesso. Non le piaceva vedere sua madre piangere ma lei non ci poteva fare niente e poi, l’ultima cosa che aveva detto l’aveva fatta infuriare. Suo padre, suo padre quello?!!! Quel patetico insegnante!?!e no, questa non la doveva proprio dire!

-MIO Padre!!!!Quello NON è MIO Padre!!!!!! Mio padre per rammendarti anche tuo marito, è morto!ed era un grande campione di Basket!!!!Lui era il mio idolo e adesso non c’è più!!!!!!Solo e soltanto lui posso chiamare padre e quello che è di là in cucina NON è MIO Padre!!!!!!!LUI è il mio PATRIGNIO!!!!mio padre e dentro una buca al cimitero!!!!

Si era messa a piangere e lei non voleva piangere davanti a sua madre. Fece gli ultimi gradini, salì correndo in camera sua e sbattendo la porta si rinchiuse dentro a quel piccolo spazio che lei chiamava mondo. Quello era tutto per lei, era l’unica parte di quella casa infernale in cui si sentiva bene, si sentiva a “Casa”. Si distese sul letto ed iniziò a piangere, non lo faceva più da tempo, dal giorno in cui suo padre “non c’era più”, le avevano detto. Alzò la testa e cominciò ad accarezzare tutto il muro di foto rappresentati lei e il padre. Passo la mano su una foto in ci lei era per terra che piangeva sopra il pallone da basket e suo padre la stava tendendo un mano: fece un sorriso. Aveva cercato di fare una schiacciata a canestro pensando di essere abbastanza alta come suo padre ma era caduta ruzzolando con il pallone e sbucciandosi tutte le mani, i gomiti e le ginocchia. Suo padre le aveva teso la mano e detto vedrai che un giorno ci riuscirai anche tu piccola, diventerai una grande campionessa! E, dicendo questo le aveva fatto uno di quei soliti sorrisi che erano come una cura per lei. In quel momento si ritrovò a pensare

*Oh papà quanto mi manchi!*

E si mise a piangere di nuovo.

 

Di sotto:

Sua madre si stava asciugando gli occhi con un fazzoletto e il marito la teneva per le spalle dicendo:

-Vedrai che capirà, si riprenderà da questo trauma…

e cominciò ad accarezzarle la testa.

-Si ma mi dispiace per tutto quello che ti ha detto…

-Non preoccuparti, so che non lo pensa davvero, è solo il momento.

-Si ma questo momento va avanti da quasi un anno

-Le passerà è logico che per lei è dura, da quello che ho capito era molto attaccata al padre.

-Si molto,facevano tutto insieme.

-Vedi?Le passerà di sicuro..

-Ok, aspetterò.

Si misero a sedere a tavola e iniziarono a mangiare, intanto sapevano che il terzo membro non sarebbe sceso per fare questa azione.

Dopo mangiato la madre prese la lettera e iniziò a leggerla. C’era scritto:

 

Gentile Signora Mian,

                            Ci spiace comunicargli che sua figlia non ha un adeguato comportamento nei confronti della classe e degli insegnanti. Non si applica allo studio e volevamo chiederle che cosa poteva succedere.

A Kanagawa il liceo Skoyoku ha una casa centro per casi come questo e di ragazzi promettenti allo sport. Se le interessa potremo provare con Yuko. Mi faccia sapere. 

                      Cordiali Saluti

                                             Professoressa Mikako Sawasa.

 

-Interessante

Disse la signora Mian

-Kado!!!Tesoro vieni qua!!!!

-Si arrivo Makino.

Arrivato da sua moglie gli spiegò la situazione e il signor Mian concluse dicendo:

-Si potrebbe provare…

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Allora cosa ne pensate? Aspetto molti commenti!!!!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap.1: La Partenza ***


Anata dake mitsumeteru

Anata dake mitsumeteru

(Guardo solo te)

Cap.1:La partenza…

 

La luce filtrava dalla finestra aperta la notte precedente illuminando l’esile figura di una ragazza che dormiva profondamente seduta sul divano-davanzale della sua camera. I lunghi capelli neri le mascheravano il volto come per non far vedere il suo bel viso coperto da una maschera di dolore. Il dolce canto dei passeri risuonava nell’ambiente. In un angolo della stanza, un piccolo oggetto ormai dimenticato ma per fortuna programmato per suonare all’ora impostata segnava le 7.14: tra un minuto sarebbe suonato rompendo il silenzio che circondava la piccola creatura, riportandola alla brutale realtà della sua vita.

Uno…Due…Tre…DRINNNNN!!!!!!!DRINN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La piccola ragazza mosse leggermente il braccio spostandolo verso destra tastando il vuoto e, capendo che non era seduta sul solito letto, iniziò ad aprire lentamente le palpebre rivelando i suoi occhi ancora rossi dal pianto adattandoli alla luce. Per molti questo potrebbe essere un dolce risveglio, per altri il ritorno all’inferno.

Si stiracchiò e si alzò avvicinandosi al rumore che ancora urlava di svegliarsi alla gente che di questo non voleva saperne. La sua mano si avvicinò e, schiacciando un piccolo pulsante sul retro dell’oggetto, la stanza ritorno alla normale quiete che di solito lì regnava. 

Prese la divisa da sopra la sedia e, con questa in mano si avviò verso il bagno sperando di non incontrare nessuna spiacevole conoscenza lungo il corridoio. Per sua sfortuna non successe così, stava già pensando che l’impresa di arrivare alla toilette sana e salva da scontri verbali con sua madre si fosse realizzata quando, la porta di essa si apri e ne uscì Makino Mian in vestaglia.

*Ma perché devo essere così sfigata?Neanche una volta che me ne vada una giusta. Qualunque cosa faccia sta vecchia è sempre in mezzo! Ah, quanto vorrei andare a vivere via da qua!!!!!*

-N’giorno ma’…

-Buon giorno cuccioletta!

Le rispose sua madre tutta pimpante…*Ma che cavolo le sarà successo per essere così alle 7.30 del mattino?Di solito sembra uno zombie peggio di me*

-Posso usare il bagno?

-Ma certo tesoro mio!!! Ho appena finito! Entra pure.

-Grazie

Entrò in bagno chiuse la porta e cominciò a spogliarsi. Finito andò sotto la doccia, che per fortuna era a dimensioni “Padre” e lei ci stava dentro perfettamente con il suo metro e ottanta, per farsi una bella doccia fredda, svegliarsi e assumere un aspetto più presentabile di quello che aveva appena svegliata, cioè quello di uno zombie di almeno cento anni.

Finito, prese la divisa e se la mise addosso: si infilò prima la gonnellina azzurra a quadretti neri, poi la camicia bianca con sopra la giacca nera e, infine si mise le calze nere(nn sono proprio calze nn so cm spiegare, avete mai visto le situazioni di lui e lei? Beh sn tipo qll ke porta Yukino, qll ke arrivano fino a metà coscia) con sopra un paio di scalda muscoli neri. Si affacciò allo specchio per mettersi un po’ di matita nera sugl’occhi color verde smeraldo che aveva: un po’ di trucco non guasta mai.

Aprì la porta del bagno e corse in camera sua per prendere la borsa coi libri e di nuovo giù come un fulmine in soggiorno per andare a scuola.

-Mà io vado…

Disse infilandosi le converse nere ai piedi.

-Di già? non hai manco fatto colazione e poi ti devo dire…

Non la lascio neanche finire che uscì di casa sbattendo la porta.

-…Una cosa.

Concluse sua madre sapendo benissimo che ormai la presenza di sua figlia in casa era sparita.

 

Yuko camminava per le strade di Osaka in cerca del gruppo: non c’erano al campetto e questo era strano, molto strano. Di solito prima di andare a scuola faceva un po’ di tiri liberi con loro, gare di palleggi o di tiri da tre. Ma oggi non c’erano, il che era molto strano, non che gliene importasse di quelle ragazze, erano tutte appassionate di basket  di diverse scuole, si trovavano a quel campetto per farsi una giocata e per tenersi in allenamento visto che non tutte  le scuole superiori della zona avevano la squadra di basket femminile anzi, ce ne era solo una che l’aveva. Se lo sapeva prima ci sarebbe andata all’Osaki ma, ormai era già iscritta al Ryosho da quando frequentava le medie: era decisa a fare quel liceo. Pensava che, visto che il Ryosho aveva la squadra più forte di Osaka, avrebbero avuto di sicuro anche una squadra di Basket femminile più tardi ma, visto che c’erano poche ragazze oltre a lei per formare la squadra, non si formò.

*E’ inutile! Ho cercato per tutta Osaka ma non ci sono! Meglio che vada a scuola sono già le 9.00. Adesso mi preparo la giustificazione falsa…*

Si sedette su una panchina e tirò fuori dalla borsa il diario. Iniziò col scrivere:

 

                                                                                                            Osaka-21-03-2005

Carissima Professoressa Sawasa,

                                                    Le comunico che mia figlia Yuko a ritardato l’entrata per colpa di problemi famigliari molto grandi.

                                                   Gentili Saluti Makino Mian

 

Osservò parecchie volte la giustificazione per la Sawasa: era perfetta.

*Ormai la firma la so fare meglio io di mia madre, questa giustificazione è come se l’avesse fatta lei*

Rilesse un’altra volta si avviò verso la scuola.

 

Intanto nello studio della professoressa Sawasa è in atto un colloquio:

-Allora ci ha pensato Signora Mian?

-Sì io e mio marito abbiamo preso una decisione: ci proveremo e…

-Sono molto felice, vedrà che Yuko si integrerà perfettamente in quella casa, ci sono molti ragazzi come lei,…

-Intende dire con problemi come i suoi?

Chiese incerta la signora Mian: come l’avrebbe presa sua figlia?

-No, in un certo senso sì. Ci sono ragazzi di talento sportivo come sua figlia e poi anche se è aperto da poco tratta anche i casi come quelli di Yuko.

-Ok allora affare fatto. Cosa le dobbiamo?

-Sono 200 yen ogni mese…

Oh mio dio, qui soldi non erano tanti ma neanche pochi! Doveva mettersi a lavorare di nuovo anche lei se no non avrebbero tirato avanti…

-Sua figlia può partire anche domani alle 14.00 quindi, prepari le valige perché domani Yuko partirà per la prefettura di Kanagawa, destinazione precisa liceo Shoyoku.

-Ok domattina non verrà a scuola per preparare le sue cose e per…

Cominciò a dire sua madre ma fu interrotta dalla professoressa.

-ecco le do il tagliando con le informazioni per trovare il posto.

-Oh, grazie.

Disse Makino infilando il volantino in borsa

-Arrivederci.

-Arrivederci signora.

La professoressa sorrise: era sicura che finalmente arrivata lì quella ragazza sarebbe cambiata, sarebbe finalmente diventata un’altra. Infondo quella peste vivente le stava simpatica, era felice di aver fatto qualcosa di utile per lei.

 

La porta della classe 2c(tenendo conto che in giappone la scuola media inizia quando hanno 11 anni e il liceo quando ne anno 15 la protagonista a 16anni. Questo lo dico per le persone che non lo sanno.) si aprì bruscamente: ormai nessuno ci badava, sapevano tutti chi apriva la porta a quel modo.

-Buon Giorno Mian, a cosa dobbiamo la sua visita?

Chiese la professoressa Sawasa senza neanche distogliere lo sguardo dal libro.

-Alla voglia di divertirmi con lei.

Rispose acida Yuko.

-ne sono onorata, adesso vada al suo posto e mi porti la giustificazione.

Yuko si avviò fra le file di banchi fino ad arrivare all’ultimo in fondo vicino alla finestra: era il suo posto preferito. Appoggiò la borsa e prese il diario portandolo alla prof. che lo lesse attentamente.

-Ok Mian può tornare a posto.

Si riprese il diario e si avviò verso il suo banco.

Arrivata si sedette pesantemente sulla sedia mettendosi ad osservare il paesaggio circostante e preparandosi a una lunga e noiosa giornata scolastica.

 

Il walckman pompava a tutto volume la scatenata Avril Lavigne in Happy Eading mentre una ragazza camminava tranquilla per le vie di Osaka, stava ritornando a casa visto che al campetto era sicura di non trovare nessuno, di solito stava là fino alle sette di sera e poi ritornava a casa ma, oggi le ragazze al campetto non c’erano.

*Che rottura di coglioni, la Sawasa sta proprio iniziando a rompere sempre di più. Prima almeno mi mandava al posto con un insufficiente ed era morta là, adesso deve farmi tutta la ramanzina, è quasi peggio di mia madre! A proposito chi sa che cosa dirà la mia vecchia vedendomi arrivare così presto…Non avrà preparato niente di sicuro per me e di sicuro ci sarà anche quel…*

I suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo J-SH010(cellulare di marca giapponese, molto ma molto bello, vi faccio la descrizione:colore bianco, dimensioni=lunghezza:8cm(credo qualcosa del genere)larghezza:1,5cm(Approssimata anche questa), apertura a conchiglia. In Giappone vanno di una moda dal 2003, intendo quelli a conchiglia. Cn fotocamera e credo anche videocamera) che vibrava in silenzioso nella tasca della sua gonna.

*Chissà chi sarà, nessuno mi chiama quasi mai visto che non ho tanti amici, qualche volte Mikami*

Tirò fuori il cellulare dalla tasca e guardo sullo schermino esterno che segnava: chiamata Mamma.

*Oh mio Dio! Mia madre che mi chiama sul cellulare chi sa cosa sarà successo? Magari il mio patrigno è morto? Boh speriamo in bene che sia così*

Mise in “Pause”il walckman ed aprì lo sportello del cellulare mettendoselo vicino all’orecchio e dicendo:

-Pronto?

-Cuccioletta sono io la mamma.

-Questo lo avevo capito mamma.

-Ah davvero e come?

-Mi appare il tuo nome sul display.

-Ah giusto me ne ero dimenticata!

-Sì come al solito. Comunque perché mi hai chiamata?

-Ah perché ti ho chiamata beh per sapere come stavi e per…

-Mamma mi hai vista stamattina…

-Si lo so beh volevo sapere com’è andata a scuola e…

-Bene mam…

-Lasciami finire tesoro, puoi venire a casa per pranzo?

-Si, mamma ma…

-Bene allora ti aspetto con il tuo piatto preferito.

-Ma m…

-Tu-tu, tu-tu

-Cazzo ha attacato. Va beh intanto a casa ci dovevo andare lo stesso.

E, detto questo, si avviò verso casa.

 

 

Arrivata, prese le chiavi dalla borsa ed aprì.

Appena mise piede dentro, al suo naso arrivò un distinto odore di arrosto con patate (lo so, è Giapponese ma lei e sua madre sono due patite di cucina Italiana anche perché il padre era Italo-Giapponese ).

*Wauh!!!La mamma mi deve dire proprio qualcosa di importante con una pranzetto così!!!! Per mia sfortuna però Kado non è morto… -_-*

-Mamma sono ritornata!!!!

Urlò e si avviò verso la porta della cucina. Appena le fu davanti le apparve una situazione che non vedeva da tempo indefinito: sua madre con il grembiule a palloni da basket che le aveva regalato lei stessa, con le padelle in mano, i capelli neri come i suoi legati in una coda a cavallo, il guantone abbinato al grembiule con gli stessi disegni che teneva in mano la pirofila con dentro l’arrosto contornato dalle patate, suo padre seduto con il sorriso davanti al suo posto…Stava quasi per fare un sorriso anche lei quando, si ricordo che, quell’uomo con il sorriso non era suo padre, quell’uomo era Kado il suo “patrigno”. Il sorriso le scomparse: non sarebbe mai stata felice in quella famiglia. Almeno non finche quell’uomo non fosse uscito dalla sua vita e suo padre non ne fosse rientrato e, questo sapeva benissimo era impossibile.

Entrò in cucina.

-Ciao tesoro.

Disse sua madre mettendo la pirofila in tavola.

-Ciao.

Rispose indifferente.

-Ciao Yuko.

Disse Kado.

Non rispose e si sedette a tavola, davanti a lui.

 

Finito di mangiare si stava alzando per andare in camera sua quando sua madre la fermò dicendo:

-Cara resta un po’ qua con noi. E’ da tanto che non parliamo più come una famiglia.

-Forse perché non siamo la “mia” Famiglia.

Disse lei alzandosi di nuovo ma, sua madre si alzò prima di lei fermandola.

-Adesso basta con questa storia!! Paolo non fa più parte della nostra famiglia! Adesso siamo noi la tua famiglia!! Io e Kado!!!

-Papà farà sempre parte della nostra famiglia mamma!!!!

Disse lei con gli occhi lucidi.

-Certo che ne farà parte ma non più come padre!!!! Ne farà parte come presenza ma, tuo padre adesso è Kado!

-NO!!!!!NO che non lo è!!!!!!!!

Si mollò dalla stretta di sua madre e si diresse  verso la porta della cucina per uscirne.

-Comunque visto che non ti piace vivere con noi da domani pomeriggio andrai a vivere a Kanagawa.

Le si fermò il cuore, il sangue non circolava più, la testa si mise in motore e un mare di pensieri facevano a gara per vedere chi entrava per primo dentro ad essere analizzato.

*A Kanagawa????? No, non è possibile è a sei ore da qua!!!!!!!*

Quello che pensò lo trasformò in parole urlate.

-A Kanagawa????????????!!!!!!!!!!!!!! È a sei ore da qui!!!!!!! È vicino a Tokyo!!!! Nel Kanto!!! Sarò lontana da tutto e tutti quelli che conosco e a qui voglio bene!!!!

-Ah, davvero? Non mi sembra che tu abbia molti amici! E non mi risulta neanche che tu sia attaccata a delle cose materiali come questa casa!!!!!

Ormai la sua rabbia traspariva da tutte le parti ma, mai quanto quella della figlia che in quel momento si era scatenata in tutta la rabbia, la frustrazione e  la tristezza accumulata da un anno.

Si girò e uscì dalla cucina sbattendo la porta e gridando con tutta la voce che aveva:

-Ma vai a fan culo!!!!!!!! E fottetevi tutti e due!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Sua madre aprì la porta e gridò:

-Prepara le valige che parti domani pomeriggio alle 2!!!!!!!!!!!!!!

 

Su in camera distesa sul letto:

-Ma perché deve fare così???????????!!!!!!!!!???????? Io non le sto facendo niente! Kanagawa…Da tutt’altra parte di qua, un altro mondo, un altro modo di pensare, un altro modo di parlare(I cittadini di Osaka sono molto attaccati alle loro origini e la loro lingua anke se Giapponese a qualcosa di proprio. Sempre per chi non lo sapesse), di vestire e di fare tutto. È sulla costa orientale mentre noi siamo su quella meridionale, loro sono vicino l’oceano noi siamo dentro una baia, poi è la quinta prefettura più piccola del Giappone!!!!!(ma non era lei che nn studiava?ndLettori Sì ma l’ha studiato in terza media sulla storia del Giapponendme ah OkndLettori)

E si mise a piangere.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Continua….

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Cosa ne pensate eh??????? EH???????????? VI PREGO RECENSIONI SE NO MI SCORAGGIO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 11000 kisses Zakuro

********************************************************************************

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap.2:...l'Arrivo ***


Anata dake mitsumeteru

Anata dake mitsumeteru

(Guardo solo te)

Cap.2:… e l’arrivo

 

Veloce come un fulmine sotto la pioggia lo Shnkansen va contro ogni avversità per arrivare sano e salvo alla capitale della prefettura di Kanagawa, Yhokoama, intanto dal grande finestrino di una cabina si intravede la perfetta figura di una ragazza: pantaloncini in jeans corti, non tanto adatti al tempo che c’è fuori ma, come si sa Marzo è un mese folle, il clima cambia quando gli pare e piace così molti ne sono colti impreparati; canottiera bianca con sopra un’altra trasparente bucherellata rosa, maglioncino bianco con dei scalda avambraccio(nn so se si dica csì o in un altro modo)sempre bianchi ed, infine, le converse bianche ai piedi. I capelli neri legati in una coda bassa con la frangia davanti le davano un aria da dura, infondo, lo era veramente una dura ma, dietro questa maschera formata dal dolore si nascondeva solo un povera ragazza frustata dalla morte del suo adorato padre.

Guardava fuori dal finestrino il paesaggio che le scorreva sotto gli occhi: era così diverso. Prima le montagne, dopo la pianura, poi l’oceano: non era più a casa. Chissà dove sarebbe finita adesso? Si chiese. Tra le montagne, in pianura o vicino al mare? Sperava per l’ultima opzione, il mare le era sempre piaciuto molto fin da piccola. Prima sognava di poter diventare una sirena e di giocare coi pesci, adesso di poter andare via come lui, di diventare come lui.

*Ci assomiglio al mare*

Pensò mentre passavano vicino ad una spiaggia con il mare in burrasca per colpa del temporale.

*Burrascoso in tempesta poi, tutto ad un tratto calmo, come se la spiaggia proseguisse all’infinito. Senza un punto fermo, cambia per colpa degli altri. Le sue onde certe volte sono pericolose e possono fare molti danni altre non fanno male neanche un moscerino. Il mare è imprevedibile a volte. Eh sì, io e il mare siamo proprio gemelli.*

Abbassò lo sguardo e tutto a un tratto i suoi occhi si sbarrarono: era su un treno e stava andando a vivere in una cittadinella sperduta chi sa dove!

*ma porca miseria!!! Perché???!!!!???*

I pugni le si strinsero dalla rabbia, si alzò e tirò un pugno alla parete poi un altro e un altro ancora e, per finire tirò un calcio alla valigia.

Si guardò le mani: le nocche erano completamente diventate di un colore rosso mattone.

*Calmati Yuko, non serve a niente prendere a calci e pugni ogni cosa, devi rilassarti.*

Abbassò il capo, tese braccia e gambe, fece un lungo respiro e, mandò poi fuori l’aria violentemente.

*Ah, così va maglio*

Si sedette a gambe incrociate sul sedile facendo un finto sorriso, i suoi occhi divennero lucidi e una lacrime le solcò il viso ma, fu subito coperta dalle sue mani che glielo circondarono.

 

Intanto a casa Mian marito e moglie erano seduti sul divano a parlare della loro decisione:

-Caro non so se ho fatto la cosa giusta hai v…

-No amore, devi dire “forse non abbiamo fatto la cosa giusta”…

-Sì hai ragione, hai visto com’era arrabbiata? Non l’ho mai vista così. Era talmente arrabbiata che non ci ha neanche parlato per tutta la mattina e poi è andata via senza salutare. Ho paura che adesso non mi parli proprio più. Quella ragazza è così strana, non si sa mai cosa bisogna dire o fare con lei. Mi preoccupa molto. Forse avrei dovuto parlargli della decisione che avevamo preso e discuterne con lei.

-Forse sì ma forse anche no, lo sai com’è fatta. Poi sarebbe saltata fuori una delle vostre litigate colossali come al solito: con lei è impossibile parlare senza alzare la voce, è talmente indifferente che da il nervoso parlarle insieme.

-Sì, hai ragione forse è meglio così, staremo a vedere.

E si alzò per avviarsi su per le scale ma, si fermò girandosi e dicendo:

-Caro domani vado in cerca di un lavoro, non posso stare per sempre senza lavorare poi, la casa dove sta Yuko costa 200 yen, se vogliamo continuare a vivere bene devo per forza lavorare.

-Fai come vuoi Makino, non ti posso impedire di fare quello che preferisci.

-Grazie caro adesso vado a sistemare la camera di Yuko, una volta che la posso pulire.

-Ok….

Si mise a ridere.

-Era impossibile entrare in quella camera! Era come una fortezza!

E tutti e due si misero a ridere di gusto.

 

Il sole splendeva in cielo, un treno correva veloce sotto un arcobaleno formato dalla pioggia appena passata, il calore dei suoi raggi circondava il volto di una ragazza che stava sonnecchiando con il walckman che mandava i Linkin Parck in Numb, gli occhi arrossati si aprirono lentamente al suono di un segnale:

-MANCANO 5 MINUTI ALLA FERMATA DI YHOKOAMA! SI PREGA I PASSEGERI DI PREPARARSI A SCENDERE!!

Ripresa conoscenza dei sensi e del controllo del suo corpo si alzò, aprì la porta della riservata(Credo che si dica così la stanzina privata.)prese i bagagli cioè: due valige grandi da roller e altre due grandi a manico che si mise in spalla e si incamminò per arrivare all’uscita.

-FERMATA DI YHOKOAMA! SI PREGA HAI PASSEGERI DI QUESTA FERMATA DI SCENDERE!

Con un po’ di fatica riuscì a scendere dal treno ed ad avviarsi verso l’uscita della stazione.

Arrivata chiamò un taxi.

Il taxista l’aiutò a sistemare le valige dentro il bagagliaio e ognuno salì al suo posto: l’autista al posto guida e lei su i posti dietro.

Si mise a guardare fuori: tutto era diverso, la stazione era molto piccola in confronto a quelle di Osaka ed era solo una mentre ad Osaka ce ne erano una cinquantina. Poi il paesaggio fuori era molto più tranquillo, meno traffico, la gente camminava senza pensieri, si fermava a chiacchierare, nessuno aveva fretta per non arrivare tardi a lavoro e…

-Mi scusi dove la devo portare?

Quelle parole la risvegliarono dalla sua riflessione.

-Ah sì mi scusi…

Mise la mano dentro la tasca dei jeans e tirò fuori il foglietto che le aveva dato sua madre con le indicazioni per la casa e disse:

-Via Yokouse n°19…

-Ah và alla casa dello Shoyoku! Niente problemi so benissimo dov’è però prima mi potrebbe fare un autografo qua?

Le chiese porgendole un Block Notes. Ne rimase alquanto sorpresa: l’autista che voleva un autografo suo? Doveva essere fuori di testa, lei non era nessuno.

-Mi scusi perché?

-Perché di sicuro diventerai qualcuno di famoso cara mia se entri in quella casa! Non accettano mica qualsiasi persona che ci passi per caso!
Disse tutto felice il taxista.

Non riusciva a capire, non ci andavano tutti,quello era vero, solo gente con i problemi disciplinari come i suoi ma, arrivare a volere il suo autografo!!!

*Sono proprio strani sti qua!*

Pensò intanto che gli faceva l’autografo.

Finito gli ridiede il Block Notes e si rimise a guardare fuori dal finestrino.

 

-Siamo arrivati signorina.

-Ah, ok quanto le devo?

-Ma si figuri per così poco! Mi basta solo il suo autografo! Adesso scendo e l’aiuto a portare le valige!
*Mamma mia!! Sta gente è proprio strana, e dire che ne abbiamo fatto tanta strada. Gli basta solo l’autografo di una sfigata come me! Va beh tanto che è così ne approfittiamo!*

-Ah è molto gentile! Non so come avrei fatto senza di lei!

Adottò la parte della ragazzina carina e gentile sfoderando un sorriso da far perdere la testa perché era perfettamente consapevole di essere bella.

-Per una ragazza carina come lei non ci sono problemi.

Portò tutte le valige davanti alla porta d’entrata: solo adesso Yuko si accorse che la casa era un villino Giapponese.

-Wuah!!!!!!!

Le sfuggì.

-Eh sì, è proprio bella vero? Lei è veramente fortunata a frequentare una scuola come lo Shoyoku! Adesso io vado arrivederla!!

-Arrivederla!!!

Disse ancora sbalordita.

Suonò.

Nessuna risposta.

Riprovò, niente ancora.

Provò ad aprire la porta: pensava che di sicuro non si sarebbe aperta invece, con sua sorpresa, fu così.

Entrò dentro con le valige e gridò:

-C’è nessuno!!!???!!!!

In quel momento si senti un urlo sovrumano:

-VIENI QUA BRUTTO VOLPINO CHE TI AMAZZO!!!!!

Subito dopo si vide passare davanti un lampo dai capelli neri seguito da uno rosso. Non fece neanche in tempo a realizzare cos’era successo che il lampo con la zazzera nera ripasso di nuovo seguito da quello rosso ma, questa volta fece in tempo a fermarlo gridando a squarciagola:

-MI SCUSI DOVE E’ LA SEGRETERIA!!!????!!!!

Questo si fermò di colpo la guardò e si mise ha gridare:

-Hishaccccccccccccuuuuuuuuuccccccccccccccciiiiiiiiooooooooo!!!!!!!

E corse di là in punta di piedi.

Poco dopo si senti un altro urlo: questo proveniva da una voce più adulta.

-Ma sei scemo??????!!!!!! Mollami la gamba!!!!!!

-C’è qualcun che ti vuole di là!! Sta cercando la segreteria!

Gridò la voce della zazzera rossa.

-Va beh ma mollami lo stesso!!!!
Gridò di nuovo l’altra voce.

*Ma che cavolo sta succedendo??? Qui sono finita in un manicomio altro che! Questa gente è tutta fuori di testa! Non fanno altro che urlare! Adesso lo chiamo io e se non arriva vado di là e lo prendo per le orecchie!!!*

In quel momento spunto un ragazzo dai capelli corti blu, con il ragazzo dai capelli rossi attaccato alla gamba. Era tutto sudato e respirava a fatica. La guardò e disse con un sorriso:

-Buon Giorno!

Poi riprese a dimenare la gamba per togliere l’altro che non ne voleva sapere di staccarsi da là.

*Oh santo cielo! Ci credo che l’autista non mi ha fatto pagare! Mi ha portato nel posto sbagliato!!! Bella gente che vive qui a Kanagawa! Tutti pazzi sono!!!!*

Li guardò sbalordita poi, arrivò il ragazzo dai capelli neri che la guardò. Lei lo guardò e, dovette ammettere che era davvero figo.

*Beh, non è per niente male come ragazzo. Un giorno lo invito ad uscire*

Si guardarono ancora per un po’ poi, il ragazzo si giro verso gli altri due: c’era capelli blu che stava facendo di tutto per togliersi l’altro dalla gamba. Ad un punto questo andò vicino a capelli rossi e disse:

-Prendimi pappamola se ce la fai.

Questo subito si staccò e si mise a seguire l’altro, che aveva già preso a correre, gridando:

-Ripetilo se ne hai il coraggio!!!!!

-Fiuhh! Grazie Rukawa! Ti devo un favore!

Poi si girò verso Yuko e disse ancora sudato:

-Piacere Hisaschi Mitsui!

Con un sorriso da far perdere la testa.(non trovate che sia molto figo anche lui? Io trovo che lo sia tremendamente!)Lei divenne leggermente rosa sulle gote color luna e stringendo la mano che le era stata data rispose:

-Il piacere tutto mio! Yuko Mian!

Sfoderando anche lei il suo sorriso micidiale.

Mitsui si avvio verso un banchetto posizionato vicino alla parete d’ingresso e tirò fuori un pesante quaderno aprendolo alla metà. Si mise a leggere:

-Yuko Mian, 16 anni, secondo anno, provenienza Osaka. Ti sei fatta un bel viaggio eh?

-Beh, si in effetti è stato parecchio duro.

*Accipicchia se è stata duro!*

-Ci credo sei ore di viaggio non sono poche! Comunque continuiamo: Talento innaturale per tutti gli sport ma, portata soprattutto per il Basket. Tuo padre, grande campione di Basket giapponese, è morto in un incidente d’auto un anno fa in Italia giusto?

Il cuore le si strinse: come faceva a parlarne così tranquillamente? Come se fosse niente con lei?

-Orca Puttana…

Riuscì solo a dire.

-Scusa come hai detto? Non capisco bene quello che dici sai, vieni da Osaka…

-Non ti preoccupare, ho detto Porca Puttana, sai tutto su di me.

Disse facendo bene lo spelling.

-Ah, sai mi hanno mandato tutta la cartella con i tuoi dati e domani la devi portare a scuola per farli inserire nel computer della segreteria.

-Sì ma certo, domani mattina appena svegliata la prenderò e la metterò in borsa.

-Ok, adesso ti portò in camera tua. Visto che abbiamo saputo che ti piace stare abbastanza sola e ti piacono i posti molto isolati, con una bella vista sui giardini e molto soleggiati abbiamo pensato di darti la camera che c’è in soffitta.

*Oh Dio!!! Ma questo sa veramente tutto su di me!!*

Mentre si stavano avviando verso le scale spuntò fuori capelli rossi e abbraccio Mitsui da dietro dicendo:

-Hishacuccccccccciiiiiiiooooooo!

-Oh no! smettila Hanamichi!!!!

Da una porta scorrevole spuntarono fuori altri quattro volti: uno basso coi capelli riccioluti e la pelle un po’ scura, seguito da un quattrocchi a cui succedeva il ragazzo figo che si doveva chiamare Rukawa e, per finire uno dai capelli quasi rasati con la staffa del picchiatore.

Yuko li guardò e poi guardò il ragazzo dei capelli rossi e disse:

-Scusa non per essere invadente ma, sei gay per caso?

Questo lasciò immediatamente Hisashi che scoppiò a ridere in modo talmente contagioso che per fino gli altri si misero a ridere, tutti tranne Rukawa che accennò un dei suoi rari sorrisi. Tutti stavano ridendo tranne capelli rossi che la guardava con uno sguardo incazzatissimo che, lei ricambiò lanciandogliene uno di sfida. Capelli rossi disse:

-Scusa come hai detto mocciosa?

-Ho detto se sei gay visto che da quando sono qua non fai altro che inseguire Rukawa e  attaccarti ad Hisashi.

-Non sono gay.

-A me sembrava il contrario.

Disse con un mezzo sorriso di sfida. Hisashi stava ridendo come un matto e anche gli altri ma in modo meno sguaiato.

-Vuoi botte piccoletta?

-Credi che abbia paura di te? Se voglio te le do quando mi pare. Sei solo più alto di me di 8 centimetri!

-Vuoi scommettere che sono più forte di te? Ti porto in braccio fino alla tua stanza.

-Eh se! Schiatteresti subito.

-Vuoi provare?

-Certo fai pure intanto non ce la fai!

Alzò le braccia in modo da farsi prendere. Hanamichi appoggiò un braccio sotto la sua schiena e, con l’altro sotto le ginocchia la alzò. Yuko cominciò ad urlare tirando pugni su il suo petto ma, niente da fare, Hanamichi continuava a salire la scala imperterrito con lei in braccio. Arrivarono ad una porta che, Hanamichi aprì con un calciò: la stanza che era davanti hai loro occhi era molto spaziosa ed un letto con la corporatura in ferro da una piazza e mezza era posizionato vicino alla finestra verticalmente, era affiancato da un piccolo divanetto messo accanto alla scrivania, sotto una grande vetrata che illuminava tutta la stanza. Alla loro destra c’era un lungo armadio scorrevole seguito da uno specchio lungo ed da un mobile per il trucco con lo specchio da viso. Il pavimento era in legno.

Yuko spalanco gli occhi: quella era la camera che aveva sempre desiderato e che suo padre aveva promesso che le avrebbero regalato ed, in un certo senso era così.

Fece per scendere, era curiosa di osservare fuori dalla finestra il magnifico paesaggio ma, due braccia possenti la fermarono. Solo adesso si ricordò che era in braccio a quello sbruffone. Arrivarono fino al letto e lui la butto sopra. Per un momento chiuse gli occhi poi, li riaprì di scatto, non doveva far vedere che aveva paura e prontamente si mise a sedere sul bordo del letto. Si ritrovò a cinque centimetri dal viso di lui che disse:

-Hai visto che sono riuscito a portarti fino a su senza problemi?

-Sbruffone!

-Come hai detto?!

-Sbruffone!...

E si avvicinò ancora di più al viso del ragazzo, ormai erano a tre centimetri l’uno dall’altra, dicendo:

-Se sei così forte portami su anche le mie quattro valige!

-Ma certo.

Disse lui e si avvicinò ancora di più al volto della ragazza.

-Sicuro?

Chiese lei.

-Più di me stesso.

Detto questo si girò e si incammino veloce verso le scale.

Intanto Mitsui aveva raggiunto Yuko e le chiese:

-Tutto a posto?

-Ma certo, mica mi faccio spaventare da un pallone gonfiato come quello!

Si distese sul letto.

-Sei stata grande sulla battuta del gay!

Disse facendo un sorriso.

-Ma, niente di speciale e poi, io lo chiedevo davvero. Non stavo scherzando.

-Lo avevo capito, per quello mi sono messo a ridere, perché nessuno glielo aveva mai chiesto seriamente. Sappiamo tutti che lo fa per scherzare e senza accorgersene.

-Va beh, comunque ero curiosa lo stesso.

In quel momento comparve Hanamichi con tutte e quattro le valige in mano, le portò fin sotto il letto e là le lasciò dicendo:

-Hai visto? Le ho portate anche queste! Adesso ammetti che sono forte!

-Sì, sei forte.

-Ahha!!!!!Lo hai ammesso!!!

E si sedette sul divanetto.

-Scusa potresti andare via con Hisashi?

-Perché? Ti do per caso fastidio?

Chiese sulla difensiva.

-Beh, vedi tu, mi devo cambiare.

Diventò tutto rosso e corse da Hisashi trascinandoselo dietro dalla maglietta. Lei li raggiunse sulla porta, Hisashi le fece ciao con la mano e lei ricambio con un altro gesto uguale e il sorriso sulla bocca mentre, il rosso scendeva a tutta velocità giù per le scale con la faccia ancora dello stesso colore dei capelli. Chiuse a chiave la porta dietro se e cominciò a tirare fuori i vestiti da una delle borse, dove c’erano le cose per la primavera, sistemandoli dentro l’armadio e guardando cosa mettersi. Finito, optò per una salopette in jeans larghissima e una canottiera bianca attillata con dei fiorellini disegnati molto piccoli.

Aprì la porta della sua camera e si precipitò giù in entrata.

*Aspettate un attimo? Adesso dove devo andare? L’unica cosa che ho visitato di questa villa è l’ingresso e la mia camera.*

Si guardò intorno.

*Qui non c’è anima viva. Ho trovato! Vado a farmi un giorno nei dintorni e ritornerò prima di cena! Sì è un idea fantastica!!*

Salì su in camera a prendersi il cellulare e si fiondò fuori dalla porta.

 

Una ragazza stava cercando di ambientarsi in quella piccola città che, anche se piccola lei non conosceva per niente.

*Oh Santo Dio! Ma dove cavolo sono finita??? Non riesco più a trovare la strada per ritornare alla casa.*

Si avviò verso il vicolo davanti a lei. Lo percorse fino alla fine quando, sbucò in una piazza alla cui destra c’era…

*No!!!!Non può essere vero!*

Un campetto da basket dove era in disputa una partita tra ragazzi ma, a lei non importava minimamente: era da 1 giorno e mezzo con giocava. Si mise a correre verso il campetto ed arrivata entrò.

I ragazzi si fermarono e la guardarono.

-Ma sei scema? Perché cazzo ti sei messa in mezzo al campo!?!

Disse uno dei ragazzi.

-Oh calmati!!! Ne ho sentita la voglia!

-Ah, allora perché nei hai  voglia ti metti in mezzo mentre gli altri stanno giocando! Allora vedi anche di avere la voglia di uscirne!!!

Disse un altro ragazzo dai capelli viola.

-Oh, io voglio giocare non mi muovo da qua!

Quello si mise a ridere e fece un gesto a uno che, mentre la ragazza si era girata, le stava tirando il pallone addosso.

Yuko si girò di scatto e prese il pallone in mano. Tutti la guardarono sbalorditi. Si mise a palleggiare passandoselo sotto le gambe dietro la schiena e facendo altre acrobazie poi, mentre un ragazzo si era spostato partì all’attacco come una scheggia. Arrivata sotto canestro fece una schiacciata micidiale. E quando il pallone cadde a terra si girò verso chi le aveva tirato il pallone e disse:

-Ottimo passaggio!

-Di nnniente!

Disse il ragazzo ancora sbalordito. Intanto Yuko si stava avviando verso l’uscita quando il ragazzo dai capelli viola la fermò e le chiese:

-Ti và di giocare con noi?

Yuko sorrise.

-Ma certo!

Rispose prendendo posto come ala maggiore.

 

-Sakuragi!!!!!!Vai a chiamare tu Yuko che sono arrivate le pizze!!!!(Credo che anche in Giappone si mangino anzi di sicuro perché c’è il Mac Donald)

Gridò Mitsui.

-Ok adesso vado!

Sakuragi si alzò dal divano del soggiorno incamminandosi verso l’entrata.

Arrivato davanti alla porta della camera della ragazza bussò tre volte ma niente. Provò ancora una ma niente risposta. Allora si decise ad aprire. Aprì la porta e, la stanza era vuota.

Corse in soggiorno come un razzo e, aprendo la porta mentre tutti stavano già iniziando a mangiare, gridò:

-Ragazzi!!!La ragazza non è in camera sua!!!!!!
Tutti si erano girati.

Per primo parlò Mitsui:

-Intendi dire Yuko?

-Si! È logico che è lei no???

-No, ci sono anche altre ragazze qua dentro ma, si da il caso che il sabato sera escono.

-Si ma lei è nuova!!!Poi ci avrebbe avvertiti!!!

-Sakuragi potrebbe essersi persa: infondo non le abbiamo fatto vedere la casa.

Suggerì Kogure con la sua solita calma.

-Sì hai ragione io mi metto a cercarla!!! Qualcuno mi aiuta?

Nessuno si alzò. Hanamichi lo ridisse:

-Qualcuno mi aiuta a cercarla?

Chiese di nuovo con una finta gentilezza. Rukawa si alzò e gli passò davanti dicendo con il suo solito tono:

-Sbrigati cosa resti lì impalato.

E si avviò verso destra mentre Hanamichi andò a sinistra.

 

Dopo un ora di estenuanti ricerche:

-Non c’è…

Riprese fiato.

-Da nessuna parte.

Concluse buttandosi pesantemente sul divano per riprendere fiato e riposarsi.

Rukawa spuntò fuori dicendo anche lui sempre con il suo tono indifferente:

-Ha ragione Sakuragi, la ragazza non c’è da nessuna parte.

-Allora chissà dov’è andata, forse è uscita per davvero.

Disse Miyagi seduto sulla poltrona che le gambe incrociate.

-Si, potrebbe darsi.

Disse serio Mitsui.

-Chi và a cercarla?

Disse Akagi intromettendosi nella conversazione.

-Ci vado io.

Disse deciso Sakuragi che si era ripreso, agguantò il capotto ed uscì.

 

*Chissà dove cavolo si è cacciata quella testa di rapa!!!!*

Pensò mentre camminava per i vicoli di Yhokoama.

*Ci sono pure maniaci in giro a queste ore! Ormai sono le nove e mezza e domani c’è pure scuola! Il suo primo giorno di scuola!*

Passò davanti a un campetto da basket senza farci caso poi, senti un urlò:

-Brava Yuko!!! Ancora un punto e li battiamo!!!!
Si girò di scatto e la vide: il sudore le inumidiva i capelli, la salopette slacciata a formargli i pantaloni. Era veloce come un fulmine: fece un finta, scartò ed arrivò alla metà campo. Saltò all’indietro, chiuse gli occhi e tirò. La palla tracciò un’arco perfetto e si infilò precisamente dentro il canestro. Un coro di urla si elevò dai giocatori di sinistra. Era infuriato, infuriato per davvero. Mentre tutti la cercavano lei se ne stava a giocare a basket spassandola???!!!!???

Si precipitò dentro il campetto e la prese per la mano trascinandosela dietro.

Qualcuno disse:

-Ma quello non è Sakuragi dello shoyoku?

-Sì è lui!!

-Conosce Yuko!!!

 

-Ma sei fuori di testa per caso?

Gridò Hanamichi mentre la stava riportando a casa.

-Ma perché?

Chiese lei.

-Perché???!!!! Sono le 10.00 di sera. E noi non sapevamo se eri uscita o no!!! Ti abbiamo cercata per tutta la casa! Eravamo preoccupati per te!!!! Ho setacciato cinque volte tutta la villa!!!!

Quelle parole le colpirono il cuore come frecce. Quel ragazzo si era preoccupato per lei? Per lei che è una buona a nulla, per lei che si caccia sempre nei guai. Delle lacrime si misero a scorrerle sulle guance. Lui la guardò.

*Forse ho esagerato*

Pensò.

La ragazza cerco di scappare, odiava farsi vedere quando piangeva ma, il ragazzo la teneva per mano da quando erano usciti dal campetto: come aveva fatto a non accorgersene? Forse perché la sensazione era cos piacevole, confortevole e calda? Non  lo sapeva proprio.

-Lasciami!!!!!!!!

Urlò.

-No!!!!!!...

Rispose il ragazzo.

-Non ti lascerò scappare un'altra volta!

E detto questo la tirò a se e l’abbracciò. Lei si mise a piangere ancora di più e lo abbracciò più forte e, in quel momento dentro tutti e due sorse un interrogativo:

*Perché l’ho fatto?*

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Continua….

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Allora vi piace il cappy? Spero proprio di si!!!!!!!Aspetto molto recensioni!!!!!negative e positive!!! Mi servono per valutare il mio lavoro!!!!!1100 kiss Zakuro

********************************************************************************

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap.3: Il Litigio par.1 ***


Anata dake mitsumeteru

Anata dake mitsumeteru

(Guardo solo te)

Cap.3: Il litigio part.1

 

Il dolce calore del sole illuminava una stanza dalla grande vetrata. Una ragazza con dei pantaloncini neri attillati e una maglietta bianca con scritto “I am cool!” sempre attillata, All star alla caviglia con una fantasia in bianco e nero, i lungi capelli corvini che riflettevano i raggi del sole formando varie tonalità di questo, erano tirati indietro da una fascia nera. Era distesa sul letto, aveva gli occhi chiusi da cui uscivano candide e calde lacrime. Di sottofondo le tristi note di una canzone Italiana che, visto le sue origini, comprendeva benissimo.

“Mai più noi due” diceva, parlava di un amore perduto. Anche lei aveva perso un amore  non quello ma, sempre un amore era, un amore senza pari: l’amore di una figlia nei confronti del padre a cui voleva bene e adorava. Un’altra calda lacrima le scese dall’iride arrivando fino alla bocca, nel frattempo si era seduta. Doveva andare a correre. Voleva vedere la città e, mentre lo faceva, si teneva pure in allenamento però, un contrattempo dettato dal cuore la stava facendo ritardare. Aveva deciso di accendere la radio per ascoltare un po’ di rock o metal cambiandosi tanto per darsi una carica ma, le radio là non ne trasmettevano tanto quel genere, non riusciva a trovare la stazione gusta così decise di mettere su un canale di musica italiana per ascoltare cosa andava e dopo un di canzoni abbastanza carine: eccola arrivare, quella canzone l’aveva distrutta. Forse non si additava tanto a lei ma certe frasi, a certe frasi non poteva proprio non fare caso. Descrivevano dei sentimenti che lei provava.

Non lo so se non smetterai mai di mancarmi…” “…Ma sono condannata a pensarti per sempre…” Lei ne era più che sicura. Sua madre non si rendeva conto di quello che diceva: dimenticarsi di suo padre? Lei ci aveva anche provato, aveva provato a fare come se niente fosse, aveva provato a passare l’album delle foto e dire: questo è mio padre è morto, resterà dentro il mio cuore e io continuerò a vivere felice alimentandomi dei suoi ricordi e insegnamenti. Ci aveva provato per davvero ma, era troppo difficile pronunciare quelle parole, era troppo difficile riuscire a scordarsi di lui, qualunque cosa vedesse le ricordava suo padre. Lui era sempre stato il suo punto di riferimento, era stata la sua guida era stato praticamente

DRINNNN!!!!!!

*Il campanello a quest’ora? Ma chi sarà?*
Si alzò faticosamente in piedi e scese lentamente le scale fino ad arrivare alla porta di ingresso.

-Chi è?

Chiese cauta.

-Guarda sono il lupo mannaro venuto a prenderti per fare colazione.

*Possibile che deve essere sempre così deficiente sto qua?*

Aprì la porta dicendo:

-Entra idiota.

E cominciò a salire di nuovo le scale per andare in camera sua.

Lui la guardò: come aveva osato chiamarlo idiota?

-COME OSI CHIAMAR….

Lei nel frattempo era corsa giù e con la mano gli aveva tappato la bocca.

E sussurrando disse:

-Ma sei deficiente? Cosa urli!?! Sono le 6.00 del mattino. Cretino! La gente dorme ancora a quest’ora!

Lo prese per il braccio e lo trascinò in camera sua.

Arrivati lo buttò sul divanetto e chiuse la porta dietro di lei.

-Tu sei proprio cretino! Stanno ancora dormendo tutti qua!

-Io non sono cretino!!!! Sei tu che offendi!!!!

-Se come no, io dico solo la pura verità.

-Vuoi insinuare che io sono idiota?!?

-No.

*Meglio non dire niente se no qui scoppia il finimondo. La terza guerra mondiale.*

-Vedi che sia meglio così.

-Ehhh.

Bisbigliò pianissimo.

-Cosa?

-Niente, non ti preoccupare non ho detto niente! Stavo parlando con me stessa!

-Sarà meglio.

E si sedette a gambe incrociate sul divanetto mentre la ragazza si sedette sul letto.

-Allora perché sei qui alle 6.00 del mattino?

-E tu perché sei sveglia alle 6.00 del mattino?

-Primo: non rigirare la domanda, Secondo: Non ti interessa il perché di quello che faccio.

-Allora neanche a te interessa il fatto di sapere perché io sono qui.

Disse lui con una faccia offesa.

-Invece mi interessa perché si da il caso che, io, qui ci abito.

-Sì ma, chi ti dice che io sia venuto qua per te?

Chiese in tono di sfida.

-Non mi frega se sei venuto qui per me o cosa. Dico solo che questa è anche casa mia e io devo sapere perché sei venuto qui a quest’ora visto che tutti stanno dormendo e io faccio parte, si potrebbe dire, di quest’enorme “Famiglia” e ho il “Diritto” di sapere il perché della tua visita visto che io sono l’unica sveglia.

Disse tutto d’un fiato: Non lo reggeva! Non riusciva proprio a reggerlo anche se, quando voleva, sapeva consolare la gente e doveva proprio ammetterlo: grazie a lui non si ricordava le sue disgrazie e riusciva a sentirsi serena. Forse era per colpa della sua ingenuità, del suo sangue “caldo” o di qualcos’altro ma lei si sentiva bene.

Sorrise.

-Scusa, io non te lo dico comunque poi, perché stai sorridendo?

-Niente.

Disse lei facendo un super sorriso.

-No dimmelo!

-Ti ho detto che non è niente!

-La gente non si mette a sorridere per niente.

-Io sì, qualche problema?

-Sì, che voglio sapere il perché.

-E io non te lo dico. Se lo vuoi sapere mi devi prendere.

E iniziò a correre ridendo.

-Ma guarda te!!!! Se ti prendo dopo aver saputo perché sei sveglia e perché stai ridendo ti strangolo per bene!

Disse lui cominciando a correre all’inseguimento della ragazza che, oltre ad essere veloce era pure abile come un gatto. La stava per acchiappare: lui era davanti a lei dall’altra parte del letto, uno di fronte all’altra.

-Prendimi se ci riesci. Io di qui non mi muovo.

-Ti prenderò e come!

Disse lui. Corse verso l’altra parte del letto, la ragazza si buttò sopra questo per scappare ma, il ragazzo aveva fatto una finta. Ritornò alla postazione di prima e saltò anche lui sopra il letto e afferrò saldamente la ragazza: una mano le teneva stretto il polso in alto, una le circondava la vita. Con una gamba le teneva ferme le altre due.

-Visto ti ho presa!

Disse lui con un sorriso stampato in faccia.

Lei non riusciva a parlare. Si poteva dire che la posizione in cui erano era parecchio “imbarazzante”. Era diventata tutta rossa(nel suo caso rosa visto che la sua pelle è del colore della luna, molto bianca.). Si poteva dire praticamente che lui era sopra di lei.

-Ehi che hai? Non trovi più la lingua?

Le chiese lui tranquillissimo. Di sicuro non si era ancora accorto della posizione in ci erano, scemo com’era. Pensò.

-Han,hanam,mi,mic,chi sei, sei prat,tic,camente so,sopra di, di me e…

Lui la guardò e poi si guardò lui: solo allora si rese conto come erano messi la mollo di scatto e diventando tutto rosso disse:

-Oh, scusami…

Abbassò lo sguardo: era veramente dispiaciuto.

-…io non volevo.

Continuò. Lei lo guardò e con un sorriso rispose:

-Non è nulla, per cosa ti vai ha preoccupare!

Sdrammatizzava. Era proprio brava a fingere perché lei in realtà aveva avuto una paura cane. Non aveva mai avuto un ragazzo in vita sua, aveva sempre pensato al basket, non aveva mai avuto nessuna esperienza con i ragazzi tranne un corpo a corpo nelle partite e, un contatto troppo arduo tranne che in partita le metteva paura.

-Ah, per fortuna.

Rispose più rilassato il ragazzo con un sorriso.

-Che ore sono?

Chiese infine.

-Le 7.15….

Aveva detto poi riflette: le 7.15???????
Insieme esclamarono:

-Cosa???????!!!!!!!!!????????

-Non può essere il mio Jokking è saltato!

Dissero ancora in coro.

-Tu fai Jokking?

Chiese lui.

-Sì, e ci dovevo andare prima che tu venissi! E per colpa tua l’ho saltato!

-Non dirlo a me! Anch’io dovevo farlo e per colpa tua che non hai voluto venire con me è saltato!!!!!

-IO che non ho voluto venire?!? Ma se non me lo hai neanche chiesto!

-Era nelle mie intenzioni!

-Allora perché non lo hai fatto?!?

Si iniziò a togliere le scarpe e i calzini.

-Perché tu non volevi dirmi se avevi da fare qualcos’altro!!!

-Ah, adesso sarebbe colpa mia? Fuori!!!!!

-Perché!!!!?!!!!

-Perché mi devo cambiare!!!!Se no arriviamo in ritardo!!!!Ricordi che mi devi accompagnare a scuola!?! Fila a casa tua di corsa, mettiti la divisa e raggiungimi! Io intanto penserò alla colazione e al il bento per pranzo!

-Ok!!!!!

Disse e corse giù per le scale.

Lei si affacciò alla porta e gridò:

-Mi raccomando!!!!Fai presto!!!!!

Chiuse la porta, si tolse la maglietta, i pantaloncini e li buttò per terra. Corse verso la sedia e prese il completo della divisa estiva.

Si infilò la gonnellina a pieghe azzurra, la camicia bianca a maniche corte con sopra il gilè azzurro e si fece il fiocchetto rosso. Si lasciò la fascia nera e si mise gli scaldamuscoli dello stesso colore. Fintò si guardò allo specchio.

*Accipicchia!!! Sembro proprio una studentessa modello. Altro che la divisa di Osaka, questa è proprio da ragazze innocenti! Per lasciare un po’ scoperte le gambe te la devi mettere a vita alta! Beh forse perché è a vita alta. Va beh, domani ci do un aggustatina a sta  gonna.*

Pensò toccando il bordo di essa. Prese la borsa dei libri e scese.

Arrivata in ingresso:

*Oh mio dio! Ma quanto sono scema? Non ho più chiesto dov’è la cucina! Hanamichi mi sta contagiando! Devo prendere i ripari se no divento un idiota come lui.*

Proprio in quel momento una porta si aprì e ne uscì Mitsui in divisa.

Lei lo guardò come un angelo protettore che arriva nei momenti di bisogno pronto al tutto e per tutto per salvare la pace nel mondo.(Forse sei un po’ esagerata -_-ndH Ma non lo sto mica pensando io! E qll ke prova Yuko ndMe Nn è vero dico solo ke senza di lui io nn saprei come vivere. ^-^ndY Infatti qll ke ho appena detto! Cmq andiamo avanti! ^O^ndMe).

Lui la guarda sorridendo e dice:

-Buon Giorno!

-Buon giorno!!!

-Che hai?

Chiese lui un po’ sulla difensiva diventando serio.

“Niente stavo solo pensando che se non ci fossi tu qui sarebbero tutti matti, che tu appari sempre quando c’è bisogno come adesso visto che non so dov’è la cucina” avrebbe voluto dirgli ma, di quello che aveva pensato gli disse solo una cosa e mezza.

-Niente stavo solo pensando che sei capitato al momento gusto visto che non so dove si trovi la cucina in questa gigantesca casa.

-Ah, vieni te la mostro subito.

Si incamminò verso il corridoio di sinistra e lei lo seguì in silenzio.

Arrivati davanti alla cucina lei rimase a bocca aperta è dir poco, sbalordita, ancora di più. In una villa Giapponese Doc si trovava una gigantesca cucina in perfetto stile americano.

Ancora con la bocca a penzoloni chiese:

-Posso usarla?

-Ma certo, intanto prepari la colazione anche per me giusto? Ok grazie!!!!

Si girò e corse via senza attendere la risposta della ragazza che aveva anche provato ad inseguirlo ma, era stato un tentativo invano.

Ritornò in cucina e si mise hai fornelli.

 

Finito, aveva preparato: del bento per lei ed Hanamici e tre cappuccini.

*Non è tanto per colazione però, se vogliono mangiare, si tirano fuori i biscotti in scatola*

Pensò e chiamò Hisaschi.

-Hisy è pronto!!!!!!!!!
-Arrivo!!!!!

Si sentì provenire da delle stanze più avanti.

Quando Hisy arrivò davanti chiese:

-Scusa, come mi hai chiamato?

-Hisy! Non ti piace? Lo trovo molto carino! L’ho pensato mentre preparavo le colazione.

Rispose lei con un sorriso da far perdere la testa( Alla Akira Sendoh)

-No, non piace.

Disse lui in tono piatto.(La faccina è qst -___-)

-Ma dai che è carinissimo!!! Posso chiamarti così?
Chiese lei sempre con un sorriso a trecentocinquantadue denti e gli occhi illuminati.

-No.

Disse lui in modo chiaro e tondo.

-Ma dai.!

Chiese lei in tono supplichevole.

-N,O. Sai cosa vuol dire no?

-Anche se tu non vuoi ti chiamo lo stesso così…
Disse lei con un sorrisino sulla bocca poi, prima che lui potesse contestare continuò:

-…E’ pronta la colazione: ti ho preparato un cappuccino e qua ci sono i biscotti.

Aprì lo sportello di un armadietto e ne tirò fuori una scatola di biscotti appoggiandoli con modo deciso sul tavolo con uno sguardo che lasciava intendere: “O li mangi o ti arrangi”.

Lui la guardò con un modo beffardo ma, prese la scatola di biscotti e iniziò ad intingerli dentro il cappuccino.

Finito si alzò, prese la cartella ed uscì con un semplice:

-Ciao.

A cui lei rispose con un allegro:

-Ciao Hisy, ci vediamo a scuola!!!!

E lo salutò muovendo la mano.

Appena fu uscito guardò l’orologio: le 7.30.

*Ma dove cavolo è finito quel cretino di Sakuragi???!!!! Quando arriva qua lo concio per le feste eccome!*

Pensò mentre si muoveva avanti e indietro per la cucina in modo molto nervoso(Certo che cambia spesso carattere la ragazza ndTutti+personaggi ficcy Ehi, non rompete. Il personaggio è così punto e basta . Mi piaceva un carattere sofisticato e strano poi è gemelli qualcosa da ridire?ndMe Si andiamo avanti -__-ndTutti).

 

Ore 7.45:

Una ragazza si sta per suicidare in cucina visto che è in ritardo sparato e il suo amico non si vede all’orizzonte.

*Ma porca miseria!!!!! Dove cazzo è finito quel rincoglionito cronico!!!???!!!! Sono già le otto meno un quarto e non si è fatto ancora vivo! Eppure gli avevo anche detto di fare presto!!!!*

Proprio in quel momento il campanello fece il suo ingresso con un maestoso:

-DRINNNNNNNNNN!!!!!!!!!!!!!!!!!!

*Oh, finalmente!!!!!! Adesso gliene dico quattro!!!!!!*

Corse come una furia alla porta e la aprì urlando:

-RAZZA DI DEFICIENTE MA DOVE CAVOLO SEI FINITO!!!???!!! SONO GIA’ LE OTTO MENO UN QUARTO!!!! SIAMO IN RITARDO SPARATO!!!!!ADESSO SALTI PURE LA COLAZIONE!!! ASPETTAMI QUA CHE VADO A PRENDERE I CONTENITORI COL BENTO!!!!!

Non guardò neanche chi era che si girò per andare in cucina.

La persona che era davanti alla porta era rimasta piuttosto sconvolta: doveva essere quella la ragazza nuova molto simpatica descrittagli da Miyagi? Non le sembrava proprio.

Una ragazza dai lunghi capelli ricci neri e la divisa dello Shoyoku era a bocca aperta ancora con la mano tesa per fare conoscenza. Stava cercando di riprendersi quando comparve di nuovo l’altra ragazza con in mano due contenitori.

Senza neanche guardarla la prese per mano chiuse la porta dietro di se e trascinandola fino a fuori il cancello disse:

-Allora Hanamichi che giustificazione hai per il tuo spaventoso ritardo?
Era piuttosto infuriata ma teneva lo stesso un tono normale, non come quello di prima.

Adesso cominciava a capire la sfuriata: quando si tratta di Hanamichi tutti vanno fuori di testa.

-Mi dispiace mai io non sono Hanamichi, credo ti abbia tirato un bidone.

La ragazza si girò di scatto e vedendo che davanti a lei c’era quella ragazza carina con il sorriso in faccia e gli occhi color nocciola che le sorridevano felici si senti sprofondare.

-Scu, scusa, non pensavo fossi tu. Vedi io, io dove, dovevo andare a scuola con un mio amico ed eravamo in terribile ritardo.(Povera ragazza, se fossimo stati in un fumetto sarebbe caduta per terra col gocciolone che figura di merda)

-Non ti preoccupare! Come avrei fatto io che sono venuta qui apposta per conoscerti se eri già uscita?

Disse lei con un sorriso.

-Sei, sei venuta qui per conoscermi?

-Sì, mi presento: mi chiamo Ayako e sono la maneger del gruppo di Basket Maschile.

Disse lei tendendo la mano a Yuko.

-Il piacere è tutto mio!!! Scusa se ti sono sembrata una pazza ma, vedi, stavo aspettando Hanamichi da mezz’ora ed ero piuttosto incazzata con lui. Comunque io mi chiamo Yuko.

E strinse la mano che le era stata data.

-E’ meglio che ci avviamo anche di corsa verso il liceo se no ci sgrideranno tutti!!!! Mi immagino la faccia che farà il preside se arrivi in ritardo il primo giorno di scuola! E la faccia di Yomoto se lo faccio io!

Disse ridendo in un modo che contagiò anche Yuko che si mise a ridere dicendo:

-Non ci tengo ad avere una brutta impressione da subito! Almeno aspetto qualche settimana prima di andare a fare le mie solite visite in presidenza!

-Ok, corriamo!!!

Le due ragazze si misero a correre verso la scuola.

 

Stavano correndo molto veloce, erano in ritardo sparato, Yuko guardò l’orologio: otto meno cinque. Imboccarono una stradina e mentre si avvicinavano alla fine di questa si accorse di un edificio piuttosto grande: ecco la scuola.

Arrivate davanti al cancello finalmente si fermarono a prendere aria, erano piegate in due dallo sforzo.

-Ehi!!!!! Abbiamo stabilito il record casa scuola!!!!

Yuko alzò gli occhi e la guardò.

-Davvero??? Non è poi stato tanto, potevamo farcela in meno tempo.

Ayako la guardò negli occhi.

-Sì, avremo potuto ma saremo arrivate qua che neanche riuscivamo a camminare.

-Hai ragione! Beh, adesso meglio avviarci verso le nostre classi se no ci spellano vive anche se, questo non è niente in confronto a quello che farò ad Hanamichi appena lo trovo!

E, detto questo i suoi occhi presero una strana luce(Nn è ke qst ragazza potrebbe ammazzarmi? ndH Dove sei!!!! ò_ò ndY Sì, potrebbe anche succedere ^-^ ndMe)

-Sei proprio incazzata eh?

-Sì!!!!!!! Anche se è una testa calda, un deficiente nato mi sono preoccupata! E se gli fosse successo qualcosa? Mi continuavo a chiedermi invece… e si gli fosse davvero successo qualcosa?

Chiese con un po’ di angoscia nella voce.

-Ad Hanamichi!!!??!!! Ma stai scherzando? Quello non si ammazza neanche se viene messo sotto!

-Se me lo dici tu ci credo!!!! Ma chi sa dove si cacciato!!!! Se lo trovo giuro che l…

-HARUKINA!!!!!!!! Aspettami!!!!!

Si sentì una voce mielosa ed impastata, le sembrava di conoscerla ma proseguì: non conosceva nessuno al liceo tranne quelli della squadra di basket.

-Hanamichi sono qui ho solo raggiunto Fuji(lo dico x chi non lo sa: è la migliore amica di Haruko, sta sempre con lei, e una di quelle ragazze che le sta sempre dietro agli allenamenti e alle partite.)

A quelle parole Yuko si girò di scatto. La scena che vide fu al quanto schifosa: c’era Hanamichi che stava sbavando davvero molto dietro una ragazza che non le sembrò niente, non era ne bella ne alta, la seguiva come un cagnolino. Non ci vide più si incamminò a passi di gigante verso quelle tre figure in fondo al corridoio.

-Yuko!!!! Fermati lascia perdere!!!

Le aveva gridato Ayako ma, lei non aveva badato alle sue parole.

Arrivò davanti ad Hanamichi.

Con le mani appoggiate sui fianchi e lo sguardo minaccioso disse in modo tagliente:

-Beh, non hai da dirmi niente tu?

Lui si girò lentamente, facendo grado per grado la misura che divideva il suo volto da quello della ragazza. Le altre due la guardavano impaurite.

-Ciao Yukochan

Disse tremolante.

-Ah, ciao Yukochan!!!! Te lo do io il ciao Hanamichichan del cavolo!!!!

Lo prese per il bavero del giubbotto avvicinando il suo volto al suo.

-Mollami…

Disse serio lui.

-No che non ti mollo porca miseria!!!!! Mezz’ora ti ho aspettato!!!!Ero preoccupata!!! Se ti fosse successo qualcosa!? Poi non dovevi accompagnarmi qui?! Sono arrivata gusta in tempo il primo giorno di scuola!!!!! Solo grazie ad Ayako!....

Si girò e la indicò, poi riprese.

-Non venire più ha farmi discorsi sulla responsabilità di avvisare!!!!

-Ti prego smettila mollalo.

Disse tremolante Haruko.

-Non rompere tu.

Disse girandosi verso di lei.

-Anzi, non venirmi proprio più a cercare…

Disse mollandolo e avviandosi verso Ayako che la stava aspettando fuori dal cerchio di persone che si era accalcato intorno a loro.

La prese per la mano e la portò fuori dalla vista di tutti quei rompiscatole che non si sanno fare gli affari loro e che le danno proprio hai nervi. Svoltato si fermò e disse:

-Scusami Ayako, non voglio che tu pensi male di me ma, mi sono sfogata, forse ho esagerato eh?

Disse accennando un sorriso teso.

-Forse…

Disse lei facendo un mega sorriso.

-Ma forse se la meritava. Poi nessuno aveva mai sgridato Hanamichi seriamente, sei stata l’unica e, non ti preoccupare non penso male di te anzi, sono felice di essere tua amica.

-Grazie.

Si lasciò scappare lei in modo liberatorio.

 -Sai credo che tu sia l’unica amica che sono sicura di avere. Ad Osaka non avevo amici, tranne dei teppistelli con cui a volte mi divertivo ad andare in giro a fare casini, le ragazze con cui giocavo al campetto e Mikami ma, nessuno di questi si possono ritenere veri amici miei, si potrebbe dire che sono solo conoscenze un po’ approfondite che fingono da amici. 

Disse con un mezzo sorriso triste.

-Ok ho capito, non avevi vita facile ad Osaka e probabilmente non facevi parte neanche di belle compagnie e per questo a scuola ti hanno mandato qua, gusto?

Disse lei tra il serio e lo scherzoso.

-Sì, giustissimo anche perché i miei voti erano tutti sotto quindi rischiavo di perdere l’anno. Comunque non dirlo a nessuno, ok?

-Ok, ma in tanto sei qui per costruirti una vita nuova, gusto? Allora non pensare al passato.

Disse Ayako serissima.

*Lei ha profondamente ragione ma, io come faccio ha dimenticare il passato? Il passato è una parte di me, non per via di quello che ho combinato, quello è poca cosa da dimenticare in confronto ha quello che devo dimenticare e che mi tiene legata a tutto questo: dovrei dimenticare mio padre? Non è possibile, non riesco a capacitarmene*

Pensò tristemente e abbassò lo sguardo.

-Comunque ricordati che se hai bisogno di parlare con qualcuno io sono qua

Disse e poi concluse fermandosi davanti a una porta:

-Ecco la presidenza. Buona fortuna!

E si mise a correre salutandola con la mano. Lei rispose al gesto e bussò alla porta del preside.

-Avanti.

Si sentì dire da una voce autoritaria ma stizzita. Fece un respiro profondo ed aprì la porta che doveva condurla ad una nuova vita, difficile da accettare perché ciò comportava di dover dimenticare per forza la sua vita passata.

 

Hanamichi era rimasto fermo immobile dove lo aveva mollato la ragazza. Non ne sapeva il perché il cuore gli doleva molto: era come se molti aghi gli si fossero conficcati dentro.

Il bello è che non poteva neanche ribattere quello che la ragazza gli aveva detto: aveva ragione su tutta la linea.

Eravamo preoccupati per te!!!!....” “Ero preoccupata!!! Se ti fosse successo qualcosa!?...” “Io non ti farò preoccupare…”

L’ aveva sgridata la sera prima. Le aveva detto tutte quelle cose e, dopo aveva fatto quello che aveva fatto lei. Solo per accompagnare Haruko ha scuola l’aveva lasciata da sola. Non ci aveva proprio pensato a questo particolare.

*Sono io fuori di testa, non lei.*

Alzò la testa e cominciò a camminare facendosi strada tra le persone che gli chiedevano cosa avesse a che fare con quella strana ragazza.

Haruko lo raggiunse.

-Hanamichi stai bene? Chi era quella ragazza? Hai fatto qualche rissa?

Di solito avrebbe fatto i salti di gioia per quello che gli aveva appena chiesto Haruko ma, in quel momento non gliene fregava proprio niente.

-Non è successo niente.

Disse congedandosi ed entrò in classe.

*Cazzo a tremendamente ragione! Cosa devo fare?*

Si sedette al suo posto con questo interrogativo che gli riempiva la mente e, per tutto il giorno non seguì la lezione anche per un altro motivo.

 

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Continua….

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Allora ciao ragazzi come vi và la vita? È da un po’ che nn aggiorno. Sapete tra mia sorella che si è rotta il braccio, tra i compiti per quella dannata scuola, tra i genitori che rompono “non stare sempre a quel computer!!”, tra gli amici: non si trova tanto tempo per scrivere. Cmq ho deciso di dividere qst cappy in + parti, credo due poi nn si sa perché sarebbe venuto troppo lungo. Qst sono già 8 pagine e mezzo sarebbero state 16. Scusate per i frequenti commentini ma non sono riuscita a stare seria per tutto il tempo! Scuse me! Spero che vi piaccia e aspetto i commenti.

La prossima volta aggiornerò prima anke perché la seconda parte è quasi finita!!!!

11100 kiss Zakuro

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=49422