Anata dake mitsumeteru
(Guardo solo te)
Cap.3: Il
litigio part.1
Il dolce
calore del sole illuminava una stanza dalla grande
vetrata. Una ragazza con dei pantaloncini neri attillati e una maglietta bianca
con scritto “I am cool!” sempre attillata, All star
alla caviglia con una fantasia in bianco e nero, i lungi capelli corvini che
riflettevano i raggi del sole formando varie tonalità di questo, erano tirati
indietro da una fascia nera. Era distesa sul letto, aveva gli occhi chiusi da
cui uscivano candide e calde lacrime. Di sottofondo le tristi note di una
canzone Italiana che, visto le sue origini, comprendeva
benissimo.
“Mai più
noi due” diceva, parlava di un amore perduto. Anche lei aveva perso un amore non quello ma, sempre un amore era, un amore
senza pari: l’amore di una figlia nei confronti del padre a cui voleva bene e
adorava. Un’altra calda lacrima le scese dall’iride arrivando
fino alla bocca, nel frattempo si era seduta. Doveva andare a correre. Voleva
vedere la città e, mentre lo faceva, si teneva pure in allenamento però, un
contrattempo dettato dal cuore la stava facendo ritardare. Aveva deciso di
accendere la radio per ascoltare un po’ di rock o metal cambiandosi tanto per
darsi una carica ma, le radio là non ne trasmettevano tanto quel genere, non
riusciva a trovare la stazione gusta così decise di
mettere su un canale di musica italiana per ascoltare cosa andava e dopo un pò di canzoni abbastanza carine: eccola arrivare, quella
canzone l’aveva distrutta. Forse non si additava tanto a lei ma certe frasi, a
certe frasi non poteva proprio non fare caso. Descrivevano dei sentimenti che
lei provava.
“Non lo so se non smetterai mai di mancarmi…”
“…Ma sono condannata a pensarti per sempre…” Lei ne era
più che sicura. Sua madre non si rendeva conto di quello che diceva:
dimenticarsi di suo padre? Lei ci aveva anche provato, aveva provato a fare
come se niente fosse, aveva provato a passare l’album delle foto e dire: questo
è mio padre è morto, resterà dentro il mio cuore e io continuerò a vivere
felice alimentandomi dei suoi ricordi e insegnamenti. Ci aveva provato per
davvero ma, era troppo difficile pronunciare quelle parole, era troppo
difficile riuscire a scordarsi di lui, qualunque cosa vedesse
le ricordava suo padre. Lui era sempre stato il suo punto di riferimento, era
stata la sua guida era stato praticamente…
DRINNNN!!!!!!
*Il
campanello a quest’ora? Ma chi sarà?*
Si alzò faticosamente in piedi e scese lentamente le scale fino ad arrivare
alla porta di ingresso.
-Chi è?
Chiese
cauta.
-Guarda sono il lupo mannaro venuto a prenderti per fare colazione.
*Possibile
che deve essere sempre così deficiente sto qua?*
Aprì la
porta dicendo:
-Entra
idiota.
E
cominciò a salire di nuovo le scale per andare in camera sua.
Lui la
guardò: come aveva osato chiamarlo idiota?
-COME
OSI CHIAMAR….
Lei nel
frattempo era corsa giù e con la mano gli aveva tappato la bocca.
E
sussurrando disse:
-Ma
sei deficiente? Cosa urli!?! Sono le 6.00 del mattino.
Cretino! La gente dorme ancora a quest’ora!
Lo prese
per il braccio e lo trascinò in camera sua.
Arrivati
lo buttò sul divanetto e chiuse la porta dietro di lei.
-Tu sei
proprio cretino! Stanno ancora dormendo tutti qua!
-Io non
sono cretino!!!! Sei tu che offendi!!!!
-Se
come no, io dico solo la pura verità.
-Vuoi
insinuare che io sono idiota?!?
-No.
*Meglio
non dire niente se no qui scoppia il finimondo. La
terza guerra mondiale.*
-Vedi
che sia meglio così.
-Ehhh.
Bisbigliò
pianissimo.
-Cosa?
-Niente,
non ti preoccupare non ho detto niente! Stavo parlando con me stessa!
-Sarà
meglio.
E
si sedette a gambe incrociate sul divanetto mentre la ragazza si sedette sul
letto.
-Allora
perché sei qui alle 6.00 del mattino?
-E
tu perché sei sveglia alle 6.00 del mattino?
-Primo:
non rigirare la domanda, Secondo: Non ti interessa il
perché di quello che faccio.
-Allora
neanche a te interessa il fatto di sapere perché io sono qui.
Disse
lui con una faccia offesa.
-Invece mi interessa perché si da il caso che, io, qui ci abito.
-Sì ma,
chi ti dice che io sia venuto qua per te?
Chiese
in tono di sfida.
-Non mi
frega se sei venuto qui per me o cosa. Dico solo che
questa è anche casa mia e io devo sapere perché sei
venuto qui a quest’ora visto che tutti stanno
dormendo e io faccio parte, si potrebbe dire, di quest’enorme
“Famiglia” e ho il “Diritto” di sapere il perché della tua visita visto che io
sono l’unica sveglia.
Disse
tutto d’un fiato: Non lo reggeva! Non riusciva proprio
a reggerlo anche se, quando voleva, sapeva consolare la gente e doveva proprio
ammetterlo: grazie a lui non si ricordava le sue disgrazie e riusciva a
sentirsi serena. Forse era per colpa della sua ingenuità, del suo sangue
“caldo” o di qualcos’altro ma lei si sentiva bene.
Sorrise.
-Scusa,
io non te lo dico comunque poi, perché stai
sorridendo?
-Niente.
Disse
lei facendo un super sorriso.
-No
dimmelo!
-Ti ho
detto che non è niente!
-La
gente non si mette a sorridere per niente.
-Io sì,
qualche problema?
-Sì, che voglio sapere il perché.
-E
io non te lo dico. Se lo vuoi sapere mi devi prendere.
E
iniziò a correre ridendo.
-Ma
guarda te!!!! Se ti prendo
dopo aver saputo perché sei sveglia e perché stai ridendo ti strangolo per
bene!
Disse
lui cominciando a correre all’inseguimento della ragazza che, oltre ad essere
veloce era pure abile come un gatto. La stava per acchiappare: lui era davanti
a lei dall’altra parte del letto, uno di fronte all’altra.
-Prendimi
se ci riesci. Io di qui non mi muovo.
-Ti
prenderò e come!
Disse
lui. Corse verso l’altra parte del letto, la ragazza
si buttò sopra questo per scappare ma, il ragazzo aveva fatto una finta.
Ritornò alla postazione di prima e saltò anche lui sopra il letto e afferrò
saldamente la ragazza: una mano le teneva stretto il polso in alto, una le
circondava la vita. Con una gamba le teneva ferme le altre due.
-Visto
ti ho presa!
Disse
lui con un sorriso stampato in faccia.
Lei non
riusciva a parlare. Si poteva dire che la posizione in cui erano
era parecchio “imbarazzante”. Era diventata tutta rossa(nel suo caso rosa visto che la sua pelle è del colore della luna, molto bianca.).
Si poteva dire praticamente che lui era sopra di lei.
-Ehi che
hai? Non trovi più la lingua?
Le
chiese lui tranquillissimo. Di sicuro non si era ancora accorto della posizione
in ci erano, scemo com’era. Pensò.
-Han,hanam,mi,mic,chi sei, sei prat,tic,camente so,sopra di, di
me e…
Lui la
guardò e poi si guardò lui: solo allora si rese conto come erano
messi la mollo di scatto e diventando tutto rosso disse:
-Oh,
scusami…
Abbassò
lo sguardo: era veramente dispiaciuto.
-…io non
volevo.
Continuò.
Lei lo guardò e con un sorriso rispose:
-Non è
nulla, per cosa ti vai ha preoccupare!
Sdrammatizzava.
Era proprio brava a fingere perché lei in realtà aveva avuto una paura cane.
Non aveva mai avuto un ragazzo in vita sua, aveva sempre pensato al basket, non
aveva mai avuto nessuna esperienza con i ragazzi
tranne un corpo a corpo nelle partite e, un contatto troppo arduo tranne che in
partita le metteva paura.
-Ah, per
fortuna.
Rispose
più rilassato il ragazzo con un sorriso.
-Che
ore sono?
Chiese
infine.
-Le
7.15….
Aveva
detto poi riflette: le 7.15???????
Insieme esclamarono:
-Cosa???????!!!!!!!!!????????
-Non può essere il mio Jokking è
saltato!
Dissero
ancora in coro.
-Tu fai Jokking?
Chiese
lui.
-Sì, e
ci dovevo andare prima che tu venissi! E per colpa tua
l’ho saltato!
-Non
dirlo a me! Anch’io dovevo farlo e per colpa tua che non hai
voluto venire con me è saltato!!!!!
-IO che
non ho voluto venire?!? Ma se
non me lo hai neanche chiesto!
-Era
nelle mie intenzioni!
-Allora
perché non lo hai fatto?!?
Si iniziò
a togliere le scarpe e i calzini.
-Perché
tu non volevi dirmi se avevi da fare qualcos’altro!!!
-Ah,
adesso sarebbe colpa mia? Fuori!!!!!
-Perché!!!!?!!!!
-Perché
mi devo cambiare!!!!Se no arriviamo in ritardo!!!!Ricordi
che mi devi accompagnare a scuola!?! Fila a casa tua di corsa, mettiti la
divisa e raggiungimi! Io intanto penserò alla colazione e al
il bento per pranzo!
-Ok!!!!!
Disse e
corse giù per le scale.
Lei si
affacciò alla porta e gridò:
-Mi raccomando!!!!Fai presto!!!!!
Chiuse
la porta, si tolse la maglietta, i pantaloncini e li buttò per terra. Corse
verso la sedia e prese il completo della divisa estiva.
Si infilò
la gonnellina a pieghe azzurra, la camicia bianca a maniche corte con sopra il
gilè azzurro e si fece il fiocchetto rosso. Si lasciò la fascia nera e si mise
gli scaldamuscoli dello stesso colore. Fintò si guardò
allo specchio.
*Accipicchia!!! Sembro proprio una studentessa modello. Altro che la
divisa di Osaka, questa è proprio da ragazze innocenti!
Per lasciare un po’ scoperte le gambe te la devi
mettere a vita alta! Beh forse perché è a vita alta.
Va beh, domani ci do un aggustatina a sta gonna.*
Pensò
toccando il bordo di essa. Prese la
borsa dei libri e scese.
Arrivata
in ingresso:
*Oh mio
dio! Ma quanto sono scema? Non ho più chiesto dov’è la
cucina! Hanamichi mi sta contagiando! Devo prendere i
ripari se no divento un idiota come lui.*
Proprio
in quel momento una porta si aprì e ne uscì Mitsui in
divisa.
Lei lo
guardò come un angelo protettore che arriva nei
momenti di bisogno pronto al tutto e per tutto per salvare la pace nel
mondo.(Forse sei un po’ esagerata -_-ndH Ma non lo sto
mica pensando io! E qll ke prova Yuko ndMe
Nn è vero dico solo ke
senza di lui io nn saprei come vivere. ^-^ndY Infatti qll ke ho appena detto! Cmq andiamo
avanti! ^O^ndMe).
Lui la
guarda sorridendo e dice:
-Buon
Giorno!
-Buon
giorno!!!
-Che
hai?
Chiese
lui un po’ sulla difensiva diventando serio.
“Niente
stavo solo pensando che se non ci fossi tu qui sarebbero tutti matti, che tu
appari sempre quando c’è bisogno come adesso visto che
non so dov’è la cucina” avrebbe voluto dirgli ma, di quello che aveva pensato
gli disse solo una cosa e mezza.
-Niente stavo solo pensando che sei capitato al momento gusto visto
che non so dove si trovi la cucina in questa gigantesca casa.
-Ah, vieni
te la mostro subito.
Si incamminò
verso il corridoio di sinistra e lei lo seguì in silenzio.
Arrivati
davanti alla cucina lei rimase a bocca aperta è dir
poco, sbalordita, ancora di più. In una villa Giapponese Doc
si trovava una gigantesca cucina in perfetto stile americano.
Ancora
con la bocca a penzoloni chiese:
-Posso
usarla?
-Ma
certo, intanto prepari la colazione anche per me giusto? Ok
grazie!!!!
Si girò
e corse via senza attendere la risposta della ragazza che aveva anche provato
ad inseguirlo ma, era stato un tentativo invano.
Ritornò
in cucina e si mise hai fornelli.
Finito,
aveva preparato: del bento per lei ed Hanamici e tre cappuccini.
*Non è
tanto per colazione però, se vogliono mangiare, si tirano fuori i biscotti in
scatola*
Pensò e
chiamò Hisaschi.
-Hisy
è pronto!!!!!!!!!
-Arrivo!!!!!
Si sentì
provenire da delle stanze più avanti.
Quando
Hisy arrivò davanti chiese:
-Scusa,
come mi hai chiamato?
-Hisy!
Non ti piace? Lo trovo molto carino! L’ho pensato mentre preparavo le colazione.
Rispose
lei con un sorriso da far perdere la testa( Alla Akira Sendoh)
-No, non
piace.
Disse
lui in tono piatto.(La faccina è qst -___-)
-Ma dai
che è carinissimo!!! Posso chiamarti così?
Chiese lei sempre con un sorriso a trecentocinquantadue denti e gli occhi
illuminati.
-No.
Disse
lui in modo chiaro e tondo.
-Ma dai.!
Chiese
lei in tono supplichevole.
-N,O. Sai cosa vuol dire no?
-Anche
se tu non vuoi ti chiamo lo stesso così…
Disse lei con un sorrisino sulla bocca poi, prima che lui potesse
contestare continuò:
-…E’
pronta la colazione: ti ho preparato un cappuccino e qua ci sono i biscotti.
Aprì lo
sportello di un armadietto e ne tirò fuori una scatola di biscotti
appoggiandoli con modo deciso sul tavolo con uno sguardo che lasciava
intendere: “O li mangi o ti arrangi”.
Lui la
guardò con un modo beffardo ma, prese la scatola di biscotti e iniziò ad
intingerli dentro il cappuccino.
Finito
si alzò, prese la cartella ed uscì con un semplice:
-Ciao.
A cui
lei rispose con un allegro:
-Ciao Hisy, ci vediamo a scuola!!!!
E
lo salutò muovendo la mano.
Appena
fu uscito guardò l’orologio: le 7.30.
*Ma dove
cavolo è finito quel cretino di Sakuragi???!!!! Quando arriva qua lo concio
per le feste eccome!*
Pensò
mentre si muoveva avanti e indietro per la cucina in modo molto nervoso(Certo
che cambia spesso carattere la ragazza ndTutti+personaggi ficcy Ehi, non
rompete. Il personaggio è così punto e basta . Mi
piaceva un carattere sofisticato e strano poi è
gemelli qualcosa da ridire?ndMe Si andiamo avanti
-__-ndTutti).
Ore 7.45:
Una
ragazza si sta per suicidare in cucina visto che è in
ritardo sparato e il suo amico non si vede all’orizzonte.
*Ma
porca miseria!!!!! Dove cazzo
è finito quel rincoglionito cronico!!!???!!!! Sono già
le otto meno un quarto e non si è fatto ancora vivo! Eppure gli avevo anche
detto di fare presto!!!!*
Proprio
in quel momento il campanello fece il suo ingresso con un maestoso:
-DRINNNNNNNNNN!!!!!!!!!!!!!!!!!!
*Oh,
finalmente!!!!!! Adesso gliene dico quattro!!!!!!*
Corse
come una furia alla porta e la aprì urlando:
-RAZZA
DI DEFICIENTE MA DOVE CAVOLO SEI FINITO!!!???!!! SONO GIA’ LE OTTO MENO UN QUARTO!!!! SIAMO IN RITARDO SPARATO!!!!!ADESSO SALTI PURE LA COLAZIONE!!! ASPETTAMI QUA’
CHE VADO A PRENDERE I CONTENITORI COL BENTO!!!!!
Non guardò neanche chi era che si girò per
andare in cucina.
La persona che era davanti alla porta era
rimasta piuttosto sconvolta: doveva essere quella la ragazza nuova molto
simpatica descrittagli da Miyagi? Non le sembrava
proprio.
Una ragazza dai lunghi capelli ricci neri e
la divisa dello Shoyoku era a bocca aperta ancora con
la mano tesa per fare conoscenza. Stava cercando di riprendersi quando comparve
di nuovo l’altra ragazza con in mano due contenitori.
Senza neanche guardarla la prese per mano chiuse la porta dietro di se e trascinandola fino a
fuori il cancello disse:
-Allora Hanamichi
che giustificazione hai per il tuo spaventoso ritardo?
Era piuttosto infuriata ma teneva lo stesso un tono normale, non come quello di
prima.
Adesso cominciava a capire la sfuriata:
quando si tratta di Hanamichi tutti vanno fuori di testa.
-Mi dispiace mai io non sono Hanamichi, credo ti abbia tirato un
bidone.
La ragazza si girò di scatto e vedendo che
davanti a lei c’era quella ragazza carina con il sorriso in faccia e gli occhi
color nocciola che le sorridevano felici si senti
sprofondare.
-Scu,
scusa, non pensavo fossi tu. Vedi io, io dove, dovevo
andare a scuola con un mio amico ed eravamo in terribile ritardo.(Povera
ragazza, se fossimo stati in un fumetto sarebbe caduta per terra col gocciolone che figura di merda)
-Non ti preoccupare! Come avrei fatto io
che sono venuta qui apposta per conoscerti se eri già
uscita?
Disse lei con un sorriso.
-Sei, sei venuta
qui per conoscermi?
-Sì, mi presento: mi chiamo Ayako e sono la maneger del
gruppo di Basket Maschile.
Disse lei tendendo la mano a Yuko.
-Il piacere è tutto mio!!!
Scusa se ti sono sembrata una pazza ma, vedi, stavo aspettando Hanamichi da mezz’ora ed ero piuttosto incazzata
con lui. Comunque io mi chiamo Yuko.
E
strinse la mano che le era stata data.
-E’
meglio che ci avviamo anche di corsa verso il liceo se no ci sgrideranno tutti!!!! Mi immagino la faccia che farà
il preside se arrivi in ritardo il primo giorno di scuola! E
la faccia di Yomoto se lo faccio io!
Disse ridendo in un modo che contagiò anche
Yuko che si mise a ridere dicendo:
-Non ci tengo ad avere una brutta
impressione da subito! Almeno aspetto qualche settimana prima di andare a fare
le mie solite visite in presidenza!
-Ok,
corriamo!!!
Le due ragazze si misero a correre verso la
scuola.
Stavano correndo molto veloce, erano in ritardo
sparato, Yuko guardò l’orologio:
otto meno cinque. Imboccarono una stradina e mentre si avvicinavano alla
fine di questa si accorse di un edificio piuttosto grande: ecco la scuola.
Arrivate davanti al cancello
finalmente si fermarono a prendere aria, erano piegate in
due dallo sforzo.
-Ehi!!!!! Abbiamo stabilito il record casa
scuola!!!!
Yuko
alzò gli occhi e la guardò.
-Davvero??? Non è
poi stato tanto, potevamo farcela in meno tempo.
Ayako
la guardò negli occhi.
-Sì, avremo potuto ma saremo arrivate qua
che neanche riuscivamo a camminare.
-Hai ragione! Beh, adesso meglio avviarci
verso le nostre classi se no ci spellano vive anche se, questo non è niente in
confronto a quello che farò ad Hanamichi
appena lo trovo!
E,
detto questo i suoi occhi presero una strana luce(Nn
è ke qst ragazza potrebbe ammazzarmi?
ndH Dove sei!!!! ò_ò ndY
Sì, potrebbe anche succedere ^-^ ndMe)
-Sei proprio incazzata
eh?
-Sì!!!!!!! Anche se è una testa calda, un
deficiente nato mi sono preoccupata! E se gli fosse successo qualcosa? Mi continuavo a chiedermi
invece… e si gli fosse davvero successo qualcosa?
Chiese con un po’ di angoscia
nella voce.
-Ad Hanamichi!!!??!!! Ma stai scherzando? Quello non si ammazza neanche
se viene messo sotto!
-Se me lo dici tu ci credo!!!! Ma chi sa dove si cacciato!!!!
Se lo trovo giuro che l…
-HARUKINA!!!!!!!! Aspettami!!!!!
Si sentì una voce mielosa ed impastata, le
sembrava di conoscerla ma proseguì: non conosceva nessuno al liceo tranne
quelli della squadra di basket.
-Hanamichi
sono qui ho solo raggiunto Fuji(lo dico x chi non lo
sa: è la migliore amica di Haruko, sta sempre con
lei, e una di quelle ragazze che le sta sempre dietro agli allenamenti e alle
partite.)
A quelle parole Yuko
si girò di scatto. La scena che vide fu al quanto schifosa:
c’era Hanamichi che stava sbavando davvero molto
dietro una ragazza che non le sembrò niente, non era ne bella ne alta, la
seguiva come un cagnolino. Non ci vide più si incamminò
a passi di gigante verso quelle tre figure in fondo al corridoio.
-Yuko!!!!
Fermati lascia perdere!!!
Le aveva gridato Ayako ma, lei non aveva badato alle sue parole.
Arrivò davanti ad Hanamichi.
Con le mani appoggiate sui fianchi e lo
sguardo minaccioso disse in modo tagliente:
-Beh, non hai da dirmi niente tu?
Lui si girò lentamente, facendo grado per
grado la misura che divideva il suo volto da quello della ragazza. Le altre due
la guardavano impaurite.
-Ciao Yukochan…
Disse tremolante.
-Ah, ciao Yukochan!!!! Te lo do io il ciao Hanamichichan
del cavolo!!!!
Lo prese per il bavero del giubbotto
avvicinando il suo volto al suo.
-Mollami…
Disse serio lui.
-No che non ti mollo porca miseria!!!!! Mezz’ora ti ho aspettato!!!!Ero
preoccupata!!! Se ti fosse successo qualcosa!? Poi non dovevi accompagnarmi
qui?! Sono arrivata gusta in tempo il primo giorno di
scuola!!!!! Solo grazie ad Ayako!....
Si girò e la indicò, poi riprese.
-Non venire più ha farmi discorsi sulla
responsabilità di avvisare!!!!
-Ti prego smettila
mollalo.
Disse tremolante Haruko.
-Non rompere tu.
Disse girandosi verso di lei.
-Anzi, non venirmi proprio più a cercare…
Disse mollandolo e avviandosi verso Ayako che la stava aspettando fuori dal
cerchio di persone che si era accalcato intorno a loro.
La prese per la mano e la portò fuori dalla vista di tutti quei rompiscatole che non si
sanno fare gli affari loro e che le danno proprio hai nervi. Svoltato si fermò
e disse:
-Scusami Ayako,
non voglio che tu pensi male di me ma, mi sono sfogata, forse ho esagerato eh?
Disse accennando un sorriso teso.
-Forse…
Disse lei facendo un mega
sorriso.
-Ma
forse se la meritava. Poi nessuno aveva mai sgridato Hanamichi
seriamente, sei stata l’unica e, non ti preoccupare non penso male di te anzi,
sono felice di essere tua amica.
-Grazie.
Si lasciò scappare lei in modo liberatorio.
-Sai
credo che tu sia l’unica amica che sono sicura di
avere. Ad Osaka non avevo amici, tranne dei teppistelli con cui a volte mi divertivo ad andare in giro
a fare casini, le ragazze con cui giocavo al campetto e Mikami
ma, nessuno di questi si possono ritenere veri amici miei, si potrebbe dire che
sono solo conoscenze un po’ approfondite che fingono da amici.
Disse con un mezzo sorriso triste.
-Ok
ho capito, non avevi vita facile ad Osaka e
probabilmente non facevi parte neanche di belle compagnie e per questo a scuola
ti hanno mandato qua, gusto?
Disse lei tra il serio e lo scherzoso.
-Sì, giustissimo anche perché i miei voti
erano tutti sotto quindi rischiavo di perdere l’anno. Comunque
non dirlo a nessuno, ok?
-Ok,
ma in tanto sei qui per costruirti una vita nuova, gusto? Allora non pensare al
passato.
Disse Ayako serissima.
*Lei ha profondamente ragione ma, io come
faccio ha dimenticare il passato? Il passato è una parte di me, non per via di
quello che ho combinato, quello è poca cosa da dimenticare in confronto ha
quello che devo dimenticare e che mi tiene legata a tutto questo: dovrei
dimenticare mio padre? Non è possibile, non riesco a capacitarmene*
Pensò tristemente e abbassò lo sguardo.
-Comunque ricordati che se hai bisogno di
parlare con qualcuno io sono qua…
Disse e poi concluse
fermandosi davanti a una porta:
-Ecco la presidenza. Buona fortuna!
E
si mise a correre salutandola con la mano. Lei rispose al gesto e bussò alla
porta del preside.
-Avanti.
Si sentì dire da una voce autoritaria ma
stizzita. Fece un respiro profondo ed aprì la porta che doveva condurla ad una
nuova vita, difficile da accettare perché ciò comportava di dover dimenticare
per forza la sua vita passata.
Hanamichi
era rimasto fermo immobile dove lo aveva mollato la ragazza. Non ne sapeva il
perché il cuore gli doleva molto: era come se molti aghi gli si fossero conficcati
dentro.
Il bello è che non poteva neanche ribattere
quello che la ragazza gli aveva detto: aveva ragione su tutta la linea.
“Eravamo
preoccupati per te!!!!....” “Ero preoccupata!!!
Se ti fosse successo qualcosa!?...” “Io non ti farò preoccupare…”
L’ aveva sgridata la sera prima. Le aveva detto tutte quelle cose e, dopo aveva fatto quello che aveva
fatto lei. Solo per accompagnare Haruko ha scuola l’aveva lasciata da sola. Non ci aveva proprio
pensato a questo particolare.
*Sono io fuori di testa,
non lei.*
Alzò la testa e cominciò a camminare facendosi
strada tra le persone che gli chiedevano cosa avesse a che fare con quella
strana ragazza.
Haruko
lo raggiunse.
-Hanamichi
stai bene? Chi era quella ragazza? Hai fatto qualche rissa?
Di solito avrebbe fatto i salti di gioia
per quello che gli aveva appena chiesto Haruko ma, in
quel momento non gliene fregava proprio niente.
-Non è successo niente.
Disse congedandosi ed entrò in classe.
*Cazzo a
tremendamente ragione! Cosa devo fare?*
Si sedette al suo posto con questo interrogativo che gli riempiva la mente e, per tutto
il giorno non seguì la lezione anche per un altro motivo.
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Continua….
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Allora
ciao ragazzi come vi và la vita? È da un po’ che nn aggiorno.
Sapete tra mia sorella che si è rotta il braccio, tra i compiti per quella
dannata scuola, tra i genitori che rompono “non stare sempre a quel computer!!”,
tra gli amici: non si trova tanto tempo per scrivere. Cmq
ho deciso di dividere qst cappy
in + parti, credo due poi nn si sa perché sarebbe
venuto troppo lungo. Qst sono già 8 pagine e mezzo sarebbero state 16. Scusate per i frequenti commentini ma non sono riuscita a stare seria per tutto il
tempo! Scuse me! Spero che vi piaccia e aspetto i commenti.
La
prossima volta aggiornerò prima anke perché la
seconda parte è quasi finita!!!!