Hermione e Severus

di Veggie12775
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO UNO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO DUE ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO TRE ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO QUATTRO ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO CINQUE ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO SEI ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO SETTE ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO OTTO ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO NOVE ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO DIECI ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO UNDICI ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO DODICI ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO TREDICI ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO QUATTORDICI ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO QUINDICI ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO SEDICI ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO DICIASSETTE ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO DICIOTTO ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO DICIANNOVE ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO VENTI ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO VENTUNO ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO VENTIDUE ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO UNO ***


Nota: Storia scritta senza fine di lucro, i personaggi sono di proprieta di J.K. Rowling.



CAPITOLO UNO


1996
Il primo settembre Hermione si trovava al binario 9 ¾ della stazione di King Cross dove avrebbe preso il treno per recarsi alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts che avrebbe frequentato per il sesto anno.
L’Hogwarts Express era appena arrivato e la ragazza salì a bordo per sistemare i suoi bagagli in uno scomparto vuoto poi scese a terra per aspettare i suoi amici che arrivarono alcuni minuti dopo.
“Harry, Ron, Ginny! Sono qui!” gridò Hermione sbracciandosi per attirare la loro attenzione in mezzo alla folla.
I tre ragazzi, seguiti dai coniugi Weasley, la videro e la raggiunsero.
Si scambiarono i saluti poi, dopo che Molly e Arthur ebbero dato un ultimo abbraccio ai ragazzi, i quattro salirono sul treno che poco dopo partì.
“Come stai, Harry?” chiese Hermione guardando l’amico che sembrava pallido e sciupato.
“Beh, vivere con i Dursley è sempre orribile ma per fortuna le ultime due settimane le ho passate alla Tana con Ron e gli altri.”
“Già e noi siamo stati felici di averti con noi, amico!” disse Ron dando una pacca sulla spalla di Harry.
Harry cercò di sorridere ma fallì miseramente.
Nessuno disse niente ma tutti sapevano che la morte di Sirius Black era stata un duro colpo per Harry.
Sirius era stato il suo padrino ed il miglior amico di suo padre e Harry aveva sognato di poter un giorno andare a vivere con lui e lasciare per sempre i Dursley ma il suo sogno si era infranto tre mesi prima per colpa della spietata cugina di Black, Bellatrix Lastrange, fedele seguace di Lord Voldemort che lo aveva ucciso.
Il povero Harry nella sua giovane vita ne aveva già passate tante.
Aveva perso i genitori ad un anno, uccisi da Voldemort, ed era stato affidato ai Dursley, la famiglia di sua zia, la sorella di sua madre, che era gente bigotta che detestava la magia e che aveva tenuto all’oscuro il ragazzo riguardo ai suoi poteri.
A undici anni Harry aveva scoperto la verità e aveva iniziato a frequentare Hogwarts facendo amicizia con Hermione e Ron.
Aveva passato alcuni momenti sereni ma anche tristi e difficili, soprattutto con il risveglio di Lord Voldemort due anni prima che aveva creato caos nel mondo della magia e che era costata la vita a Sirius che aveva conosciuto l’anno precedente.
Infatti, il destino di Harry era strettamente legato a quello di Voldemort come era scritto in un’antica profezia.
Il ragazzo era consapevole di tutto questo e anche i suoi amici che non avevano alcuna intenzione di abbandonarlo.
Alcune ore dopo arrivarono alla stazione di Hogsmeade e salirono sulle carrozze che li avrebbero condotti a Hogwarts.
“Primo anno! Da questa parte!” gridò la familiare voce di Hagrid, il mezzogigante guardiacaccia e insegnante di Cura Delle Creature Magiche di Hogwarts.
Hagrid era un loro grande amico perciò Harry e gli altri corsero subito a salutarlo.
“Hagrid!”
“Oh, ciao ragazzi! Mi fa davvero piacere rivedervi! Ora, però, dovete scusarmi ma come consuetudine devo accompagnare i ragazzi del primo anno.”
“Sì, certo. Ci rivediamo più tardi al castello.”
Dopo il breve saluto a Hagrid, Harry e i suoi amici salirono su una carrozza che li condusse fino all’immenso parco di Hogwarts.
Come di consueto quando entrarono si recarono nella Sala Grande e presero posto al tavolo dei Grifondoro e da lì assistettero all’entrata di Minerva McGranitt, la professoressa di trasfigurazione e direttrice della loro Casa, seguita dagli studenti del primo anno che dovevano essere smistati dal Cappello Parlante nelle quattro Case di Hogwarts: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero.
Al termine di questa procedura, il preside Albus Silente diede ufficialmente il benvenuto agli studenti per il nuovo anno scolastico poi iniziò il consueto, ricco banchetto.


Nelle settimane successive le lezioni e i compiti si fecero piuttosto impegnativi.
Hermione, come sempre, era scrupolosa negli studi e spronava anche i suoi amici ad impegnarsi anche se tutti erano preoccupati per Lord Voldemort e i suoi mangiamorte che avevano già cominciato a fare alcune vittime fra i Babbani e i Mezzosangue.
Harry, inoltre, era sempre triste e pensava continuamente a Sirius e a nulla servivano le parole dei suoi amici per aiutarlo.
Hermione, vedendo quanto il suo amico soffriva, decise di aiutarlo e capì che l’unico modo per farlo era tornando indietro nel tempo prima che Sirius venisse ucciso da sua cugina Bellatrix.
In fondo già una volta avevano salvato Sirius in quel modo insieme all’ippogrifo Fierobecco, perché non farlo una seconda volta?
In quell’occasione Hermione aveva utilizzato una Giratempo che le era stata data dalla McGranitt all’inizio del terzo anno per permetterle di assistere alla lezioni dei numerosi corsi a cui si era iscritta e che si tenevano negli stessi orari.
Al termine dell’anno scolastico però Hermione l’aveva restituito alla professoressa perché aveva trovato troppo stressante la cosa e aveva rinunciato ad alcuni corsi.
Ora non poteva però andare dalla McGranitt a richiederglielo perché il Giratempo era uno strumento che veniva concesso con parsimonia e con un motivo valido data la sua pericolosità e solo dietro concessione del Ministero Della Magia.
Hermione, quindi, decise di cercare un altro metodo per tornare indietro nel tempo trascorrendo parecchie ore in biblioteca.
Le sue ricerche vennero premiate quando trovò in un vecchio e polveroso libro nel reparto proibito informazioni su una difficilissima pozione combinata ad un incantesimo in lingua antica.
Tutto ciò appariva molto difficile da realizzare ma Hermione era sempre entusiasta d’imparare qualcosa di nuovo e si mise d’impegno nella riuscita del suo progetto.
Ora che aveva trovato il libro, Hermione si recava ogni sera in biblioteca a studiarlo nei minimi particolari, recandosi là con il mantello dell’invisibilità di Harry.
Di solito ci restava per un’oretta al massimo per non essere scoperta da Argus Gazza, il custode, e la sua gatta Mrs. Purr quando facevano le loro perlustrazioni.
Una sera, però, si attardò più del previsto e fu scoperta da Gazza che l’accompagnò subito nell’ufficio di Severus Piton, il professore di pozioni e direttore dei Serpeverde.
Avrebbe dovuto accompagnarla dalla McGranit, che era la direttrice della sua Casa, ma la donna aveva preso un paio di giorni di permesso per andare a trovare un’anziana parente malata così la sua decisione cadde su Piton.
Hermione maledì la propria sfortuna, immaginando che oltre a detrarre parecchi punti a Grifondoro, Piton le avrebbe inflitto una severa punizione dato che provava parecchia antipatia nei suoi confronti.
Appena giunsero nei sotterranei davanti all’ufficio di Piton, Gazza bussò alla porta e dopo un istante la voce profonda del professore diede il permesso di entrare.
“Professore, ho scoperto la signorina in biblioteca nella sezione proibita” spiegò Gazza.
“Ma davvero?” disse Piton alzandosi dalla sua sedia dietro alla scrivania e avvicinandosi.
Dal luccichio dei suoi occhi neri, Hermione capì che stava pregustando la punizione che stava per infliggerle.
“Sì, signore” rispose Gazza.
“Bene. Entrare in biblioteca di notte e per di più nella sezione proibita è una grande infrazione, lo sai, signorina Granger?”
“Sì, signore.”
“Cinquanta punti in meno a Grifondoro e come punizione dovrai pulire tutte le sere per una settimana il mio laboratorio senza usare la magia e se sarai sorpresa di nuovo a violare le regole potresti essere espulsa. Intesi, signorina Granger?”
“Sì, professor Piton.”
“Bene. Ora torna subito nella tua stanza. Ti aspetterò domani sera alle otto per la tua punizione.”
Senza aggiungere altro, Piton voltò le spalle e tornò a sedersi davanti alla scrivania facendo intendere che l’incontro era concluso.
Quando Hermione tornò nella sua stanza pensò che poteva anche andarle peggio anche se cinquanta punti erano davvero consistenti.
Naturalmente non poteva più recarsi in biblioteca ma ormai non aveva più importanza per la realizzazione del suo progetto dato che aveva imparato a memoria le istruzioni del libro.
Ora non le restava che procurarsi gli ingredienti per preparare la pozione e pensandoci la punizione che le aveva inflitto Piton poteva tornare a proprio vantaggio visto che doveva recarsi a pulire il suo laboratorio tutte le sere.


La sera successiva Hermione si presentò puntuale nell’ufficio di Piton e lui le tenne gli occhi addosso mentre lei puliva il suo laboratorio negandole in tal modo la possibilità di rubare gli ingredienti che le servivano per la pozione.
La stessa scena si ripeté per le altre sei sere e ormai Hermione aveva perso la speranza di potersi procurare gli ingredienti che le occorrevano ma, proprio quando stava per terminare la sua punizione, qualcuno bussò alla porta dell’ufficio di Piton e lui si allontanò.
Tendendo le orecchie, Hermione capì che si trattava del professor Silente e quando i due iniziarono a parlare, la ragazza non perse tempo e corse all’armadietto dov’erano custoditi gli ingredienti per preparare le pozioni.
Prese tutto ciò che le serviva in fretta e furia poi, proprio nel momento in cui Piton tornava nel laboratorio, fingeva di aver appena finito di spolverare.
“Ho finito, professore.”
“Bene, ora puoi andare.”
Hermione non se lo fece ripetere due volte e uscì in gran fretta per tornare nella propria stanza.
Finalmente aveva tutto ciò che le serviva perciò il giorno successivo iniziò subito a preparare la pozione utilizzando il bagno di Mirtilla Malcontenta.


Era trascorsa una settimana e Hermione, dopo aver controllato il calderone, capì che la pozione era pronta per essere usata.
Proprio quel giorno c’era la prima partita di Quidditch, Grifondoro contro Corvonero e tutti erano elettrizzati ed ansiosi di assistervi.
Harry, Ron e Ginny facevano parte della squadra ed avevano già raggiunto il campo per il riscaldamento mentre gli altri compagni e gli insegnanti stavano uscendo in quel momento dal castello per andare sugli spalti.
Sentendosi osservata, Hermione alzò lo sguardo e si accorse che Piton la stava guardando intensamente.
Il professore poi fu chiamato dal preside che lo sollecitava ad accompagnarlo e uscì dall’aula.
Hermione non sapeva il motivo dell’occhiata di Piton ma conoscendo la sua intelligenza ed intuitività capì che forse si era accorto della sparizione di alcuni ingredienti dal suo armadietto e sospettava di lei.
Aveva già deciso di agire quel giorno e i sospetti di Piton rafforzarono la sua decisione, quindi, invece di recarsi allo stadio, corse nel bagno di Mirtilla Malcontenta e dopo aver bevuto la pozione recitò l’incantesimo.
Per un attimo non accadde nulla poi all’improvviso Hermione si sentì risucchiare nell’oscurità e svenne.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO DUE ***


RINGRAZIO LE PERSONE CHE HANNO LETTO E APPREZZATO IL PRIMO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACERANNO ANCHE I SUCCESSIVI.
QUESTA FANFICTION AVEVO INIZIATO A SCRIVERLA NELLA LONTANA ESTATE DEL 2005 DOPO AVER LETTO I 5 LIBRI CHE ERANO USCITI FINO A QUEL MOMENTO E CHE MI ERANO STATI PRESTATI DA UNA MIA AMICA.
PER MANCANZA DI TEMPO E D'ISPIRAZIONE CI HO MESSO TANTISSIMO A FINIRLA ED INTANTO ERANO USCITI I LIBRI 6 E 7 DA CUI HO TRATTO QUALCHE PARTICOLARE CHE SI NOTERA' SUCCESSIVAMENTE MA NON MODIFICATO NIENTE NEI CAPITOLI CHE AVEVO SCRITTO FINO A QUEL MOMENTO.
PER HTML MI DISPIACE MA NON ESSENDO BRAVA AD UN USARE PROGRAMMI INFORMATICI, NON SONO RIUSCITA AD INSTALLARLO E NON HO NESSUNO CHE POSSA FARLO PER ME, QUINDI, TUTTI I CAPITOLI LI POSTERO' IN WORD.
MI SCUSO PER L'INCONVENIENTE CHE SPERO NON V'IMPEDIRA' DI LEGGERE TUTTI I CAPITOLI DELLA FANFICTION CHE HO TERMINATO E PENSO DI POSTARE PIAN PIANO NEI PROSSIMI GIORNI.



CAPITOLO DUE



Sentiva un certo dolore alla testa ma cercò di rilassarsi sperando che le passasse poi con cautela riaprì gli occhi e si guardò intorno.
Un ampio sorriso apparve sulle sue labbra quando riconobbe il bagno guasto di Mirtilla Malcontenta, lo stesso luogo da cui era partita.
Si rialzò in piedi e mormorò: “Ce l’ho fatta! Sono tornata indietro di quattro mesi!”
Hermione uscì con cautela dal bagno cercando di non farsi vedere da nessuno poiché non doveva imbattersi in se stessa se non voleva creare un paradosso temporale.
Inoltre, doveva assolutamente accertare il momento in cui era arrivata ed evitare che Sirius venisse ucciso altrimenti il suo viaggio nel tempo sarebbe stato inutile.
Mentre percorreva il corridoio deserto aveva la mente persa nei suoi piani e svoltando l’angolo finì addosso a qualcuno che stava venendo dalla parte opposta di cui non si era accorta.
Hermione stava per aprire la bocca per scusarsi quando dilatò gli occhi per la sorpresa riconoscendo la persona che le stava davanti.
Si trattava di un ragazzo alto e magro, con lunghi capelli neri, occhi del medesimo colore, viso non particolarmente attraente e carnagione molto pallida.
Costui indossava la divisa scolastica con lo stemma dei Serpeverde e dimostrava all’incirca la sua età.
“Pro… professor Pi… Piton?” balbettò Hermione incredula.
“Ragazzina, vedi di stare attenta a dove vai invece di avere la testa fra le nuvole! Non ho mai incontrato nessuno tanto stupido e goffo prima d’ora!” disse il ragazzo e mentre raccoglieva i suoi libri che gli erano caduti quando si erano scontrati le rivolse altre parole offensive poi se ne andò per la sua strada.
Hermione non era riuscita a rispondergli per le rime, scioccata dalla presenza di quel ragazzo così simile al professor Piton.
“Cosa significa tutto questo? Quello non poteva essere Piton , giusto? Deve trattarsi di uno dei Serpeverde che non ho mai visto! Ma certo, non può esserci altra spiegazione!” rifletté Hermione.
La ragazza cercò di rassicurare se stessa ma in fondo alla sua mente il tarlo del dubbio persisteva.
Muovendosi in fretta, si spostò dal corridoio e raggiunse la Sala Grande che in quel momento era deserta.
Percorse i pochi metri che la separava dalla bacheca degli annunci e ci mancò poco che cacciasse un urlò quando vide la data: 3 ottobre 1976.
“Oh mio dio, no, non è possibile! 1976! Non sono tornata indietro di quattro mesi ma di vent’anni!”
Hermione si accasciò a terra, sconvolta dalla scoperta appena fatta che le fece capire che ovviamente aveva commesso un errore con la pozione.
“Devo assolutamente tornare indietro nel 1996, non posso restare qui! Però se anche riuscissi a recuperare gli ingredienti per preparare la pozione potrei commettere un altro errore e finire chissà dove! Devo assolutamente farmi aiutare e c’è una sola persona in grado di farlo! Silente!” ragionò Hermione, cercando di scacciare il panico che l’aveva assalita appena i suoi occhi si erano posati sul calendario appeso alla parete.
La ragazza, con il suo nuovo proposito in testa, si rialzò in piedi e raggiunse la sala professori, sperando di trovarci il preside.
Dopo aver bussato, entrò e si guardò intorno riconoscendo solo il professor Vitious e la professoressa McGranitt fra le persone presenti.
Si avvicinò alla direttrice di Grifondoro e le chiese di poter parlare con il preside.
La donna alzò un sopracciglio squadrandola con curiosità.
“La prego, si tratta di una cosa urgente, professoressa McGranitt.”
“Va bene, seguimi, ti accompagnerò nel suo ufficio, signorina…”
“Granger. Hermione Granger.”
La McGranitt fece strada alla ragazza mentre si chiedeva chi fosse quell’estranea che indossava la divisa di Grifondoro.
Dopo aver pronunciato la parola d’ordine, entrarono nell’ufficio del preside.
“Buongiorno, Minerva. C’è qualche problema?” chiese Silente.
“Sì, Albus. Questa ragazza, Hermione Granger, ha bisogno di parlarti di una cosa urgente.”
Il preside spostò lo sguardo sulla ragazza con i voluminosi capelli castani accanto alla professoressa di trasfigurazioni e uno scintillio di curiosità si accese nei suoi occhi azzurri dietro alle lenti degli occhiali a mezzaluna.
“Bene, Minerva. Puoi lasciarsi soli ora, così potrò parlare con la signorina Granger e vedere se posso esserle d’aiuto.”
La professoressa McGranitt, dopo un breve saluto, uscì dall’ufficio e li lasciò soli anche se era molto incuriosita su Hermione, apparsa dal nulla.
“Prego, accomodati qui, mia cara, ed esponimi il tuo problema” disse Silente offrendole una sedia.
Hermione, dopo essersi seduta, fece un profondo respiro poi iniziò a parlare.
“Professore, io sono venuta qui dal futuro. Ho usato una pozione combinata con un incantesimo ma devo aver commesso un errore. Infatti, la mia intenzione era di tornare indietro nel tempo di quattro mesi per evitare una terribile catastrofe, invece sono tornata indietro di ben vent’anni!”
“Vent’anni! Davvero sorprendente! Giocare con il tempo è una cosa assai pericolosa!”
“Me ne rendo conto, signore, ma dovevo assolutamente aiutare un amico e quello era l’unica soluzione! Naturalmente se avessi conosciuto l’esito del mio tentativo non ci avrei mai provato. Lei non può aiutarmi a tornare nella mia epoca?”
“Certo, ma innanzitutto ho bisogno di conoscere la pozione e l’incantesimo che hai utilizzato per capire l’errore commesso.”
Hermione, quindi, raccontò al preside le informazioni trovate sul libro nella sezione proibita e Silente rimase per lunghi minuti in silenzio a riflettere mentre la ragazza aspettava fiduciosa una sua risposta.
“Che tipo di squame di drago hai utilizzato?”
“Beh, ecco non saprei! Gli ingredienti li ho prelevati dall’armadietto del professor Piton in fretta e furia approfittando di una sua momentanea assenza” rispose Hermione dopo averci riflettuto su.
“Il professor Piton? Beh, il giovane Severus è un ragazzo pieno di talento e non mi meraviglia affatto sapere che diventerà professore di pozioni in futuro! Cerca però di non farti sfuggire altre informazioni se non vuoi cambiare le cose, intesi? Rivelare ciò che sai potrebbe cambiare troppo il tempo e qualora riuscissi a tornare nella tua epoca potresti trovarla diversa da quella che hai lasciato.”
“Sì, certo, professore.”
“Comunque, ritornando al discorso della pozione, per la sua perfetta riuscita, avresti dovuto usare le squame di drago della Romania, mentre invece, avendo probabilmente utilizzato un altro tipo di squame avresti dovuto modificare il quantitativo.”
“Per ritornare indietro perciò basterà che, oltre agli altri ingredienti, utilizzi le squame di drago della Romania nell’esatto quantitativo indicato nel libro?” chiese Hermione speranzosa.
“Sì, ma sfortunatamente al momento ne siamo sprovvisti e bisognerà attendere dicembre per ricevere la nuova fornitura di squame di drago. Potremmo provare con qualcos’altro ma non me la sento di rischiare di mandarti chissà dove perciò sarai costretta a rimanere qui per almeno due mesi” rispose Silente.
“D’accordo, signore” disse lei.
Certo, non le garbava molto essere intrappolata nel passato per tutto quel tempo ma almeno le parole di Silente l’avevano rassicurata sul suo ritorno a casa.
“Bene. Allora nel frattempo dovrai frequentare la scuola. Quanti anni hai?”
“Sedici e frequento il sesto anno nella Casa di Grifondoro, signor preside.”
“Già, lo vedo” commentò Silente, osservando lo stemma della sua divisa.
“In tal caso” proseguì il preside “anche qui farai parte dei Grifondoro. Diremo che sei stata trasferita a causa di problemi familiari mentre gli anni precedenti hai frequentato la scuola Beauxbatons in Francia. Comunque, non scenderemo troppo in particolari e ti raccomando ancora di non rivelare informazioni riguardanti il futuro.”
“Sì, certo, signor preside.”
Poco dopo Silente richiamò nel suo ufficio la professoressa McGranitt e le spiegò che Hermione aveva vissuto in Francia e frequentato Beauxbatons e che ora si era trasferita temporaneamente lì ad Hogwarts e avrebbe fatto parte dei Grifondoro.
Minerva l’osservò con scetticismo, non credendo ad una sola parola di quanto le aveva detto data la misteriosa comparsa di Hermione, tuttavia aveva cieca fiducia in Albus e doveva rispettare le sue decisioni.
“Seguimi, signorina Granger, ti accompagnerò nella torre di Grifondoro.”
Hermione, dopo aver salutato il preside, seguì la professoressa fino alla familiare torre di Grifondoro dove aveva vissuto per più di cinque anni.
Quando arrivarono davanti al ritratto della Signora Grassa disse la parola d’ordine poi entrarono nella Sala Comune dove alcuni studenti se ne stavano raggruppati a studiare, chiacchierare, ecc…
“Signorina Evans?” chiamò la McGranitt.
La ragazza in questione era seduta ad uno dei tavoli e stava scrivendo qualcosa su un foglio.
Sentendosi chiamare, alzò lo sguardo e vide la professoressa accanto alla porta insieme ad una sconosciuta e la raggiunse subito.
“Aveva bisogno di qualcosa, professoressa?”
“Sì, la signorina Granger d’ora in poi frequenterà la nostra scuola ed è stata assegnata a Grifondoro. Ha la tua stessa età e dividerà la camera con te.”
“Davvero? Mi fa molto piacere! Spero che diventeremo amiche! Io mi chiamo Lily Evans.”
“E’ un piacere conoscerti, io sono Hermione Granger” rispose lei.
Le due ragazze si scambiarono una stretta di mano poi la professoressa McGranitt si congedò raccomandando a Lily di presentare Hermione agli altri.
Hermione guardando gli occhi verdi della ragazza le apparvero familiari poi sussultò quando si rese conto che erano identici a quelli di Harry.
Ma certo! Lily Evans era la madre del suo amico Harry! “Qualcosa non va?” le chiese Lily quando si accorse del suo sguardo fisso su di lei.
“No, scusami. Il fatto è che guardandoti mi sono accorta che i tuoi occhi sono simili a quelli di una persona a cui sono molto affezionata.”
“Capisco, Beh, non deve essere stato facile per te cambiare scuola. Immagino che sentirai molto la mancanza dei tuoi amici.”
“Sì” disse Hermione ripensando a Harry e Ron.
“Spero che ti troverai bene qui e comunque a me fa piacere avere una compagna con cui condividere la stanza. Infatti, ho avuto sempre la stanza solo per me e mi è mancato qualcuno con cui chiacchierare prima di addormentarmi.”
“Davvero avevi una camera tutta per te?”
“Sì, il primo anno ero stata l’unica ragazza sorteggiata a Grifondoro e così avevo la stanza solo per me. Certo, mi sono fatta delle amiche fra le ragazze degli altri anni però non è proprio come avere una compagna di stanza.”
Lily le rivolse un sorriso al termine della sua spiegazione che prontamente Hermione ricambiò.
La futura madre di Harry era una ragazza dolce e sensibile e Hermione provò un’immediata simpatia nei suoi confronti, ampiamente contraccambiata.
Lily le mostrò la camera a cui per magia era già stato aggiunto un letto per Hermione oltre ad un’altra scrivania in cui la ragazza si accorse che erano stati messi i libri e il materiale per frequentare il sesto anno scolastico.
“Sarà stato il preside” pensò Hermione, ringraziando mentalmente Silente per la sua gentile premura.
Poco dopo Lily la riaccompagnò nella Sala Comune e la presentò agli studenti presenti che l’accolsero chi con cordialità, chi con indifferenza.
“Ciao Lily, chi è questa ragazza?” chiese una voce maschile alle loro spalle.
Lily e Hermione si voltarono e videro quattro ragazzi che erano appena entrati nella Sala Comune.
Colui che aveva parlato era un ragazzo alto, con i capelli neri, gli occhi castani e che portava gli occhiali.
Hermione trasalì vedendo quel ragazzo quasi identico al suo amico Harry e capì che era suo padre.
“Si chiama Hermione Granger e si è appena trasferita qui dalla Francia dove lavoravano i suoi genitori. Hermione, loro sono James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus.”
“Piacere di fare la vostra conoscenza” disse Hermione e i quattro ragazzi ricambiarono il suo saluto.
Hermione trovava incredibile il fatto di trovarsi lì nel passato e aver potuto conoscere i genitori di Harry.
“Oh, Harry, scommetto che saresti felice di trovarti qui al mio posto!” pensò Hermione.
Trascorsero in fretta le ore e ben presto andarono tutti a dormire.
Hermione, dopo le emozioni della giornata, crollò sul letto esausta e appena la sua testa toccò il cuscino si addormentò profondamente.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO TRE ***


COME SEMPRE RINGRAZIO LE PERSONE CHE MI HANNO LASCIATO COMMENTI. SPERO CHE LA STORIA CONTINUI AD INTERESSARVI ANCHE NEI CAPITOLI SUCCESSIVI. NOTA: COME HO AVUTO MODO DI DIRE IN PRECEDENZA, QUESTA FANFICTION L'AVEVO INIZIATA PRIMA DELL'USCITA DEI ROMANZI SEI E SETTE, QUINDI, QUI LILY E SEVERUS NON SONO MAI STATI AMICI E LUI NON L'HA MAI AMATA.


CAPITOLO TRE

La mattina successiva Hermione si svegliò di buon ora ma dando un’occhiata al letto di Lily si accorse che la ragazza l’aveva preceduta.
Infatti, proprio in quel momento Lily uscì dal bagno con già addosso l’uniforme scolastica.
“Buongiorno Lily, vedo che sei pronta!”
“Sì, io sono abituata a svegliarmi sempre presto, spero di non averti disturbata.”
“No, ho dormito come un sasso! Ero proprio stanchissima, ma oggi mi sento in gran forma!”
“Bene, così appena sarai pronta andremo nella Sala Grande a fare colazione e ti presenterò qualcuno delle altre Case.”
“D’accordo. In dieci minuti sarò pronta.”
Una decina di minuti dopo, quindi, le due ragazze raggiunsero la Sala Grande del castello dove c’erano già diversi studenti seduti ai tavoli delle rispettive Case. >br> Appena Lily e Hermione si sedettero al tavolo di Grifondoro, i loro compagni le salutarono e James, in particolare, smise di parlare di Quidditch con Sirius per rivolgere un caloroso sorriso alla ragazza di cui era innamorato.
Lily cercò di mantenere un’espressione distaccata anche se era piuttosto evidente che ricambiava i sentimenti di James.
“Ehi Lily, ti va di fare una passeggiata oggi pomeriggio?”
“No, devo fare la ricerca di pozioni oggi. Dobbiamo consegnarla al professore venerdì.”
“Ma se oggi è solo martedì! Puoi farla domani o anche stasera quando torneremo dalla passeggiata, no?”
“Ti ho detto di no, James. Vai a divertirti con i tuoi amici!”
“Ma…”
“Ramoso, credo proprio che non ne voglia sapere” s’intromise Sirius.
Lily non prestò più attenzione ai due ragazzi e vedendo che Hermione aveva terminato di fare colazione le disse che le avrebbe presentato qualcuno dei ragazzi delle altre Case.
“Aspetta, Lily” disse James afferrandola per un braccio “perché trovi sempre delle scuse per rifiutarmi? Non ti piaccio proprio?”
L’espressione del viso di James era così contrita che Lily si sentì intenerire.
“James, tu sei un ragazzo carino e simpatico ma certi tuoi atteggiamenti da bulletto sono veramente insopportabili!”
“Ti riferisci a Mocciosus? Ma con una persona come lui mi viene assolutamente spontaneo comportarmi in un certo modo! E’ un essere orrendo e la sua sola presenza mi da il voltastomaco!”
“E’ proprio di questo che parlavo! E’ solo un ragazzo come te e solo perché hai provato un’istantanea antipatia appena l’hai visto non ti da il diritto di tormentarlo di continuo con i tuoi tre amici! Ora se vuoi scusarmi devo andare. Vieni, Hermione.”
Hermione seguì Lily e si sentì invadere dalla curiosità per lo scambio di frasi fra lei e James.
“Lily, chi è Mocciosus?”
“Cosa? Ah beh, si tratta di Severus Piton, uno dei Serpeverde. E’ quello laggiù con i capelli neri e la pelle chiara, lo vedi?”
“Sì” rispose Hermione, riconoscendo il suo futuro professore di pozioni al tavolo dei Serpeverde.
“Beh, Piton è uno strano ragazzo praticamente senza amici, a parte alcuni della sua Casa, e se ne sta sempre solo. Inoltre, i suoi vestiti non sembrano molto puliti così come i suoi capelli unti. Il suo aspetto è piuttosto bruttino ed insignificante ma a scuola ha degli ottimi voti perché si applica parecchio negli studi. I quattro Malandrini, come si fanno chiamare James e i suoi amici, lo hanno preso di mira fin dal primo giorno di scuola del primo anno e lo bersagliano di scherzi crudeli ed imbarazzanti rendendolo lo zimbello di Hogwarts. Io non provo molta simpatia per Piton, anche perché ha un pessimo carattere, tuttavia non mi sembra giusto che James e gli altri non lo lascino mai in pace perché sono sempre loro che stuzzicano.”
Hermione aveva ascoltato con attenzione il racconto di Lily che le faceva comprendere meglio Piton e la sua antipatia per Harry dato il trattamento subito da suo padre e i suoi amici.
Piton era sempre stato molto sgradevole con lei trattandola con condiscendenza in classe ogni volta che rispondeva alle domande che il professore faceva agli studenti e di cui quasi sempre solo lei conosceva le risposte.
“Provi orgoglio ad essere un’Insopportabile So Tutto Io, signorina Granger?” le chiedeva ogni volta che lei rispondeva alle domande che non le venivano fatto direttamente per poi togliere punti a Grifondoro.
Hermione non riusciva a ribattere alle sue parole però lei amava talmente studiare ed imparare cose nuove che non riusciva proprio a trattenersi quando in classe venivano poste delle domande su argomenti da lei conosciuti.
Malgrado il suo atteggiamento sgarbato nei suoi confronti che lo metteva nelle sue antipatie, però lei provava una certa ammirazione per l’intelligenza e la cultura di Piton e ora che si trovava suo malgrado intrappolata nel passato era curiosa di vedere come si comportava il suo futuro professore di pozioni da ragazzo anche se un po’ se n’era già fatta un’idea dal loro primo, casuale incontro del giorno precedente e dal racconto di Lily.
Fu distratta dai suoi pensieri quando Lily le presentò alcuni studenti delle altre Case che si affrettò a salutare cordialmente poi dato che le lezioni stavano per cominciare seguì l’amica fuori dalla Sala Grande.

Con il passare dei giorni, Hermione si dimostrò un’allieva eccezionalmente dotata in tutte le materie e le sue vaste conoscenze venivano apprezzate dai professori che attribuivano preziosi punti a Grifondoro.
I suoi compagni l’avevano accolta con piacere fra loro anche se erano sconcertati dalle numerose ore da lei trascorse in biblioteca.
Un giorno si trovava insieme a Lily nella Sala Comune di Grifondoro quando furono avvicinate dai quattro Malandrini.
“Ciao Lily, ti va di venire a fare una passeggiata nel parco? E’ una bellissima giornata e sarebbe un delitto restare rinchiusi fra quattro mura!” propose James.
“No, non mi va.”
“Ti prego, Lily!”
Davanti alla supplica del ragazzo, Lily si lasciò intenerire.
“Va bene, ma solo se viene anche Hermione.”
“Veramente io stavo per andare in biblioteca…” protestò la ragazza.
“Ma se ci vai tutti i giorni! Non cascherà mica il mondo se per oggi non ci vai, no? I libri non scappano mentre ora che sta per arrivare l’inverno bisogna approfittare delle belle giornate per stare all’aperto” intervenne Sirius.
“Felpato ha ragione. Inoltre, potremmo approfittarne per fare un saluto a Hagrid” aggiunse Remus.
“Ben detto, Luna Storta. Allora, Hermione, cosa hai deciso?” chiese Sirius.
Tutti la guardarono, attendendo con trepidazione la sua risposta.
James non disse una parola ma la sua occhiata di supplica non passò inosservata.
Hermione sapeva bene quanto il ragazzo amasse Lily e quel pomeriggio poteva rappresentare una buona occasione per conquistarla.
Guardando il suo viso, così simile a quello di Harry, sentì una profonda nostalgia per l’amico così decise di favorire, per quanto gli era possibile, la sua storia con Lily.
Naturalmente, sapeva che i due si sarebbero messi insieme anche senza il suo intervento, la nascita di Harry ne era la prova lampante, tuttavia ora che lei si trovava lì per forza non poteva rifiutare di dare una piccola spintarella al destino.
“D’accordo, verrò” rispose lei infine e tutti ne furono sollevati.
La giornata era bella ma fresca quindi prima di uscire presero i loro mantelli.
James offrì il braccio a Lily che lo accolse dopo una breve esitazione poi s’incamminarono seguiti dagli altri.
“Ti ringrazio di aver accettato di venire, Hermione. James è cotto di Lily ed è molto tempo che la invita ad uscire con lui venendo sempre rifiutato” disse Sirius.
“Sì, è vero. Inoltre, almeno per quanto mi riguarda, mi fa piacere conoscerti meglio” aggiunse Remus.
“Beh, anche a me. Sento molto la mancanza dei miei amici ma voi siete altrettanto simpatici, ragazzi” disse Hermione.
Mentre camminavano nel parco per raggiungere la capanna di Hagrid, Hermione chiacchierò con Sirius e Remus mentre Peter aveva ben poco da dire d’interessante ed inoltre Hermione, sapendo che avrebbe contribuito alla morte di Lily e James, non riusciva proprio a trovarlo simpatico anche se cercava di nascondere la sua avversione.
Quando raggiunsero la capanna di Hagrid costui li accolse gentilmente e si fece presentare Hermione che da quando era arrivata una settimana prima non aveva avuto ancora modo di conoscere.
Rimasero un po’ a parlare con il mezzo gigante poi tornarono verso il castello ma non rientrarono subito perché era ancora presto.
Lily e James si appartarono un po’ ed era evidente quanto fossero presi l’uno dall’altra.
Hermione stava parlando con Remus dei compiti che quest’ultimo doveva ancora terminare, mentre Sirius stava iniziando ad annoiarsi molto.
“Uffa, Codaliscia, vedere Ramoso impegnato ad amoreggiare e Luna Storta che parla di compiti mi sta annoiando a morte! Vorrei proprio fare qualcosa di divertente.”
“Beh, Felpato, credo proprio che avrai un diversivo fra poco. Guarda che c’è laggiù!” disse Peter indicandogli una grossa quercia.
“Wow, Codaliscia, hai proprio ragione! Vieni, andiamo a dare un caloroso saluto a Mocciosus!”
“Ehilà, Mocciosus!” gridò Sirius avvicinandosi a Severus Piton che appena vide lui e Peter si rialzò in piedi e li affrontò con la bacchetta in mano.
“Che diavolo vuoi, Black? Dove hai messo il tuo inseparabile Potter?”
“Ramoso è impegnato con una ragazza, cosa che a te non capiterà mai grazie al tuo aspetto repellente, Mocciosus” rispose Sirius in tono offensivo.
Sentendo le sue parole, gli occhi di Severus lampeggiarono di rabbia e si preparò ad attaccare l’altro con la sua bacchetta ma Peter, a cui il ragazzo non aveva prestato attenzione, lo precedette dicendo: “Expelliarmus.” La bacchetta volò via dalle mani di Severus che si ritrovò disarmato davanti ai due Grifondoro.
Hermione, mentre stava discutendo con Remus di una ricerca che aveva appena concluso, alzò lo sguardo e si accorse di Sirius e Peter che stavano affrontando Piton.
“Ma cosa stanno facendo?” chiese la ragazza.
Remus seguì la direzione del suo sguardo e rispose: “Beh, il loro passatempo preferito, immagino.”
“Il loro passatempo?”
“Sì, tormentare Mocciosus.”
“Ma tu approvi il loro comportamento?”
“A dirti la verità a me Piton è indifferente ma dato che James e Sirius non lo sopportano e Peter li segue in tutto ciò che fanno, di solito non li ostacolo quando lo tormentano. Loro sono i miei più cari amici e non mi metterei mai a discutere riguardo ad un tipo poco gradevole come Mocciosus.”
Hermione capiva perfettamente i motivi di Remus: per lui era molto difficile la vita da quando era diventato un lupo mannaro e solo James, Sirius e Peter lo avevano accettato anche dopo aver scoperto il suo segreto e anzi erano diventati animagus per potergli stare vicino quando c’era la luna piena e si trasformava.
Remus distolse lo sguardo da Sirius e Peter che attaccavano Piton e come se nulla fosse ricominciò a parlare della ricerca ma Hermione era incapace di distogliere gli occhi dalla scena e si alzò in piedi.
“Sirius, Peter, smettetela! Lasciatelo in pace” gridò Hemione, correndo verso di loro.
I due Grifondoro si voltarono a guardarla, sorpresi dalla sua intromissione.
“Ragazzi, lasciatelo stare.”
“E tu di che t’impicci? Non ho bisogno dell’aiuto di un’ Insopportabile So Tutto Io! Vattene via, impicciona! Non sei capace di farti gli affari tuoi, odiosa ragazzina?” disse Piton con astio.
Hermione spalancò gli occhi sentendolo apostrofarla in quel modo, come faceva il lui adulto, il professor Piton in classe quando lei sola sapeva rispondere alla domande.
La ragazza si sentì assalire da una rabbia cieca e lo schiaffeggiò con violenza.
“Sei davvero odioso! Ora mi è chiaro il motivo per cui non hai amici, Mocciosus! Sei la persona più sgradevole che abbia mai conosciuto” urlò Hermione prima di scappare via con le lacrime che le facevano brillare gli occhi.
“E’ un mostro, un vero mostro, e lo sarà sempre! Ora che è uno studente ed in futuro quando diventerà professore!” pensò Hermione buttandosi sul letto e prendendo a pugni il cuscino, immaginando che fosse la faccia di Piton.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO QUATTRO ***


CAPITOLO QUATTRO

“Che è successo? Perché Hermione è scappata via urlando?” chiese Lily che era accorsa insieme a James dopo aver sentito l’urlo della ragazza.
“Beh, il nostro amabile Mocciosus ne ha combinata una delle sue” disse Sirius.
“Davvero? Beh, l’ho sempre detto io che sei solo feccia” disse James lanciando un’occhiataccia al giovane Serpeverde.
“Ben detto, Ramoso! Dai, facciamogliela pagare” incitò Sirius.
“Sì, dai, ragazzi” rincarò Peter.
“Ma ragazzi…” cercò di farli ragionare Remus che nel frattempo li aveva raggiunti.
“Luna Storta, hai sentito anche tu ciò che ha detto a Hermione, no? E’ giusto che gli diamo una lezioncina!” disse Sirius e Remus, che era fedelissimo ai suoi amici, decise di seguirli di buon grado nonostante non fosse d’accordo con i loro metodi.
Severus era riuscito a recuperare la propria bacchetta ma contro quattro avversari contemporaneamente si trovò a soccombere e a subire le più pesanti umiliazioni e a sentire nelle orecchie l’eco delle risate degli studenti che in quel momento si trovavano nel parco.
Lily, disgustata dal comportamento dei Malandrini che si erano messi in quattro contro uno, se ne andò senza dire una parola.
Quando raggiunse la camera che divideva con Hermione, trovò la sua nuova amica che inveiva contro Piton dando pugni al cuscino.
“Essere immondo! Odioso Serpeverde!”
“Beh, hai ridotto proprio male quel povero cuscino ma immagino che a quest’ora Piton sia messo anche peggio” esordì Lily.
Sentendo le sue parole, Hermione si bloccò e si voltò a guardarla.
“Cosa vuoi dire?”
“Beh, dopo che te ne sei andata via urlando, James e i suoi compari hanno preso come pretesto le offese che ti aveva rivolto per attaccarlo tutti e quattro insieme e massacrarlo di botte! Io sono venuta via per non assistere a quello spettacolo disgustoso!”
Hermione rimase di sasso a quelle parole e si sentì in colpa.
Lei aveva cercato di mettersi in mezzo per evitare una lite di due contro uno ma invece aveva peggiorato le cose facendo in modo che anche James e Remus si unissero ai compagni.
“Oh, mio dio! Devo correre a vedere come sta!” disse Hermione precipitandosi fuori dalla stanza senza lasciare a Lily il tempo di dire altro.

Hermione corse all’ingresso giusto in tempo per vedere Severus entrare con passo malfermo.
Osservò il suo viso tumefatto e il sangue che gli colava a fiotti dal naso e urlò: “Oh, mio dio!”
Gli corse incontro per sorreggerlo ma lui fece un passo indietro e si appoggiò alla parete.
“Che cosa vuoi? Sei venuta a vedere il bel servizio che i tuoi quattro amichetti mi hanno fatto?”
“Oh, sei davvero antipatico! Io ero preoccupata per te!”
“Beh, puoi farne a meno! Io non voglio la pietà di nessuno, è chiaro?”
“Ma…”
“Severus! Cosa ti è successo?” chiese una graziosa ragazza bionda che stava entrando in quel momento.
“Beh, il solito” rispose lui con tono gentile.
“Mio cugino e i suoi amici sono proprio degli imbecilli! Su, vieni, ti accompagno in infermeria.”
“Grazie, Narcissa” ribatté lui e senza degnare Hermione di uno sguardo si allontanò con la ragazza.
Hermione rimase stupefatta mentre guardava la coppia allontanarsi e pensò alla gentilezza con cui Piton si era rivolto all’altra.
“Pensare che con me è sempre odioso!”
Hermione si allontanò dall’ingresso e quando si accorse che Piton e la sua amica erano poco distanti da lei, si nascose dietro una colonna per non farsi vedere.
“Dai, Severus, andiamo in infermeria.”
“No, è meglio di no. Non voglio sentirmi rivolgere domande da Madama Chips e dal preside.”
“Come non lo sapessero già! Ormai i tuoi scontri con Sirius e gli altri sono celebri.”
“Sì, ma non mi va di stare in infermeria sotto gli occhi di tutti. Ti ringrazio molto per la tua premura, Narcissa, ma ora preferisco andarmi a riposare in camera mia.”
“D’accordo. A proposito, quella ragazza con cui stavi parlando prima è quella nuova, no? Beh, mi sembra piuttosto carina ed inoltre si preoccupava per te.”
“Carina? Non ci ho fatto caso. Beh, di sicuro non lo è quanto te, Narcissa. Inoltre, è una Grifondoro, amica di Potter e compagni, non credo proprio che fosse veramente preoccupata per me. Semplicemente voleva immischiarsi negli affari miei perché è un’impicciona, un’Insopportabile So Tutto Io.”
Narcissa non ribatté e Hermione li perse di vista quando li vide scendere verso i sotterranei dei Serpeverde.
Hermione era veramente livida di rabbia e giurò a se stessa di non preoccuparsi più per il suo odiosissimo futuro professore di pozioni.

Un paio d’ore prima di cena, Hermione decise di andare in biblioteca a cercare qualche libro interessante per trascorrere la serata dato che aveva già terminato i compiti, e mentre era intenta ad osservare i vari volumi posizionati sugli scaffali, arrivò Severus.
Infatti, anche Piton spesso veniva in biblioteca ed in varie occasioni si era trovata lì da sola con lui però, date le occhiate poco amichevoli che le aveva sempre rivolto, non lo aveva mai avvicinato anche se in cuor suo Hermione avrebbe desiderato discutere delle nozioni apprese con qualcuno che sembrava amare i libri quanto lei.
Quella sera, però, ricordando le parole poco amichevoli che le aveva rivolto ed il modo in cui aveva parlato di lei alla sua amica non lo degnò nemmeno di uno sguardo continuando ad osservare i libri sugli scaffali.
Ad un tratto però sentì un gran tonfo e si voltò vedendolo crollare a terra.
“Oh, mio dio, profes… Piton!” esclamò Hermione correndo ad aiutarlo a rialzarsi.
“Tu stai male! Avresti dovuto andare subito in infermeria! Ce la fai a reggerti in piedi? Ti accompagno subito.”
“No, non voglio! Ero venuto qui per prendere un libro di pozioni.”
“Che cosa? Un libro di pozioni?”
“Sì, il terzo a sinistra sullo scaffale là in fondo. Ne ho bisogno.”
Hermione, dopo averlo aiutato a sedersi, andò a recuperare il libro e vide che vi erano descritte parecchie pozioni mediche perciò capì che lui voleva curarsi da solo.
In quanto professore di pozioni lui aveva una conoscenza eccezionale della materia ma in quel momento era ancora un ragazzo di sedici anni e mezzo e lei non era sicura che fosse in grado di curarsi da solo.
“L’hai trovato?”
“Sì, eccolo” rispose lei tornando al suo fianco.
Severus provò a toccare il libro ma faticava a sfogliare le pagine, allora Hermione gli afferrò le mani e vide che erano piene di tagli ed escoriazioni.
“Non sei assolutamente in grado di preparare una pozione con le mani ridotte in questo stato.”
“Devo provare lo stesso. Grazie ai tuoi amici sono già fin troppo lo zimbello della scuola, ci mancherebbe che mi facessi ricoverare in infermeria!”
“Ma…”
Severus con gran fatica si rialzò in piedi e dopo essersi messo il libro sotto braccio uscì lentamente dalla biblioteca appoggiandosi ai muri.
Hermione, mandando all’aria il proposito di non preoccuparsi più per lui, gli andò dietro e lo raggiunse nel momento in cui stava per scendere nei sotterranei dove era situato il dormitorio dei Serpeverde.
Senza dire una parola gli prese un braccio e se lo mise attorno alle spalle per aiutarlo a scendere la scala e lui non protestò dato che il suo sostegno gli faceva comodo.
Appena raggiunsero la sua stanza, Severus si buttò sul letto, esausto mentre Hermione si guardò intorno incuriosita.
La stanza, in cui c’erano altri tre letti, era spaziosa e decorata di verde e argento, i colori di Serpeverde.
Severus, dopo aver ripreso fiato, tentò di riaprire il libro, stringendo i denti per il dolore alle mani, allora Hermione accorgendosene glielo tolse.
“Che cosa fai?”
“Beh, non sei assolutamente in grado di fare niente nelle tue condizioni per cui toccherà a me aiutarti.”
“Tu vuoi aiutarmi?”
“Ti sembrerà incredibile, ma sì, l’impicciona ed insopportabile so tutto io di Grifondoro desidera aiutare l’odioso Serpeverde” rispose Hermione.
Nei minuti successivi la ragazza lesse le indicazioni sul libro poi iniziò a preparare la pozione utilizzando gli ingredienti che Severus aveva a sua disposizione.
Quando fu pronta, senza dire una parola, lui la bevve poi si addormentò.
Hermione rimase acconto a lui per un po’ poi, visto che si era fatto tardi e gli altri Serpeverde sarebbero tornati a breve, decise di andarsene.
La cena era stata servita già da un po’ e sperava che ci fosse ancora qualcosa così si affrettò a raggiungere la Sala Grande e a sedersi al tavolo di Grifondoro accanto a Lily.
“Ciao, dov’eri finita? E’ tardissimo! Per fortuna ti ho tenuto qualcosa da parte.”
“Ti ringrazio molto, Lily! Scusami per il ritardo ma ero andata in biblioteca e mi sono appassionata ad un libro così ho perso la nozione del tempo” mentì Hermione che non voleva far sapere a nessuno di aver trascorso il suo tempo accanto a Piton.
Lily non fece commenti sapendo bene quanto la sua nuova amica amasse i libri, ma lanciò un’occhiataccia quando vide James avvicinarsi.
“Lily, siamo stati bene insieme oggi pomeriggio, non è vero? Il prossimo fine settimana possiamo andare a fare un giro a Hogsmeade?”
“No, James, non ho alcuna voglia di uscire ancora con te. Devo ammetterlo, all’inizio ti sei comportato bene ma in seguito come al solito ti sei unito ai tuoi compagni per tormentare quel poveretto!”
“Mocciosus se l’è meritato! Aveva rivolto delle parole molto offensive a Hermione!” protestò James.
“James, è vero che era stato molto maleducato con me, ma questo non vi dava il diritto di prenderlo come scusa per attaccarlo in quattro!” intervenne Hermione.
“Ma…”
“Hermione, hai finito di mangiare? Bene, allora possiamo anche andarcene in camera nostra. Buonanotte, James.”
Hermione, dopo aver rivolto un cenno di saluto a James, si affrettò a seguire Lily verso la torre di Grifondoro mentre il ragazzo le guardava a bocca aperta.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO CINQUE ***


CAPITOLO CINQUE


Hermione si trovava in biblioteca il pomeriggio successivo ed era così intenta a leggere un libro che non si accorse che qualcuno le si era avvicinato finché costui non si schiarì la voce per attirare la sua attenzione.
Sorpresa, alzò lo sguardo e vide che si trattava di Severus.
Lo osservò attentamente e con piacere si rese conto che sembrava stesse molto meglio.
“Ciao, mi sembra che oggi tu stia meglio.”
“Sì ed io… io volevo ringraziarti. Stavo davvero male e senza il tuo aiuto non ce l’avrei fatta!”
Dopo aver compiuto il suo dovere di ringraziarla, Severus si allontanò dal tavolo ma lei lo fermò.
“Aspetta! Il libro che sto leggendo è davvero molto interessante! Ti va di sederti qui e leggerlo con me?” chiese Hermione poi notando la strana occhiata che il ragazzo le lanciò, aggiunse: “Ok, come non detto.”
“D’accordo. Di cosa parla?” chiese Severus, sorprendendola.
“Parla degli antichi riti di Samahin” rispose lei.
Severus allora si sedette accanto a lei e mentre Hermione leggeva lui faceva commenti che la ragazza a volte condivideva e altre osteggiava ed insieme crearono un’istruttiva discussione che fece nascere fra loro un’amicizia.


Nei giorni successivi Hermione e Severus trascorsero parecchio tempo insieme in biblioteca e nel bagno guasto di Mirtilla Malcontenta a sperimentare nuove pozioni e la loro comune passione per lo studio cementò la loro amicizia.
Hermione si sentiva davvero felice di aver trovato un amico che amasse studiare ed imparare cose nuove come lei mentre invece Harry e Ron adoravano parlare solo di Quidditch e si risentivano ogni volta che correva in biblioteca.
Ogni volta che guardava il suo nuovo amico le faceva uno strano effetto pensare che lui era o meglio sarebbe stato il suo futuro professore di pozioni, l’odiatissimo e sarcastico professor Piton.
Tuttavia, cercava di non pensarci e di vedere in lui solo un ragazzo timido, intelligente e solitario che diffidava degli altri a causa del comportamento dei Malandrini.
Anche Severus era contento di aver conosciuto Hermione e si sentiva sempre più legato a lei.
All’inizio l’aveva trattata male per la sua innata diffidenza verso gli altri, in particolare vedendola insieme ai detestati Malandrini che non perdevano occasione per tormentarlo, ma aveva poi dovuto ricredersi quando, nonostante le aspre parole che le aveva rivolto più volte, Hermione si era presa cura di lui preparandogli la pozione che lo aveva fatto guarire.
Ora Severus ogni giorno non vedeva l’ora di trascorrere del tempo in sua compagnia per parlare, studiare o preparare pozioni.
Sì, Hermione gli piaceva molto e per la prima volta nella sua vita Severus si sentiva felice di avere accanto una persona che condivideva i suoi interessi.
Un venerdì sera al termine della cena Hermione si avvicinò al tavolo dei Serpeverde e stava per raggiungere Severus quando lo vide parlare con una bella ragazza bionda e si ricordò che era la stessa di quel giorno di tre settimane prima quando lui era stato picchiato dai Malandrini.
“Allora siamo d’accordo? Vedrai domani trascorreremo una bella giornata ad Hogsmeade” disse la ragazza prima di allontanarsi al cenno di assenso di Severus.
Hermione, sentendo le parole dell’altra ragazza, fece dietro front ma la sua manovra non passò inosservata e Severus la chiamò prima che potesse allontanarsi.
“Hermione, aspetta!” la chiamò lui.
La ragazza si fermò e si voltò a guardarlo.
“Volevi dirmi qualcosa?”
“Beh sì, ma non ha più importanza ora.”
“Lascia giudicare me. Dai, cos’eri venuta a dirmi?”
“Ero venuta a chiederti se volevi fare un giro con me a Hogsmeade domani ma credo che tu sia già impegnato per cui ci vedremo un’altra volta, ok?”
“Non vedo dove sia il problema, anzi mi farebbe davvero piacere presentarti Narcissa. Allora a domani, ok?”
“Ma… d’accordo a domani, Severus.”
Hermione tornò nella torre di Grifondoro e andò nella sua stanza che trovò deserta dato che Lily era ancora nella Sala Comune a chiacchierare con alcune sue amiche del quinto anno.
Era stata così felice al pensiero di trascorrere tutta la giornata con Severus e provava un vero disappunto al pensiero dell’altra ragazza che fra l’altro era molto più bella di lei con quei lunghi capelli biondi e i luminosi occhi azzurri.
“Cosa mi sta succedendo? Perché m’importa tanto se lui ha un’amica tanto bella? In fondo io presto tornerò a casa nel futuro da Harry, Ron e tutti gli altri” continuava a ripetersi Hermione con scarsa convinzione.


Il giorno successivo Hermione stava facendo colazione quando al tavolo dei Serpeverde vide Severus e la sua amica parlare e fare cenni verso di lei.
Poco dopo Narcissa venne al tavolo di Grifondoro e si avvicinò a Hermione.
“Ciao, Severus mi ha detto che anche tu verrai con noi a Hogsmeade oggi.”
“Sì, ma se è un problema posso anche non venire. Non vorrei essere di troppo.”
“Di troppo? Perché dovresti essere di troppo?”
“Beh, ecco…” iniziò a rispondere Hermione ma l’altra la interruppe, avendo capito a cosa si riferiva.
“Ah certo, capisco! Tu pensavi che io e Severus fossimo una coppia! No, siamo solo amici. Inoltre, io c’ho già il ragazzo solo che ieri Lucius non stava tanto bene e non era sicuro di poter venire a Hogsmeade e mi ha detto di chiedere a Severus di accompagnarmi.”
“Beh, allora va bene. Mi sarei sentita a disagio ad essere il terzo incomodo!”
“Ok, visto che abbiamo chiarito ci vediamo fra un’ora all’ingresso, ok?”
“Sì, va bene.”
Hermione terminò la colazione poi tornò nella propria stanza a prepararsi sentendosi il cuore più leggero.


Quando raggiunse l’ingresso vide che Severus era già lì.
“Ciao, spero di non averti fatto aspettare troppo.”
“No, sei puntualissima. Sono io ad essere venuto in anticipo. Sai, Narcissa mi ha riferito ciò che vi siete dette prima. Davvero pensavi che io e lei stessimo insieme?”
Hermione arrossì e stava per rispondere quando lui disse: “Ecco che arriva Narcissa! Ah, c’è anche Lucius con lei.”
Hermione si voltò a guardare e vide Narcissa in compagnia di un bel ragazzo biondo che le sembrava familiare.
“Assomiglia molto a Draco! Ma certo, Lucius… Lucius Malfoy, il padre di Draco!” pensò Hermione.
“Lucius, allora ti senti meglio?”
“Sì, la pozione che mi hai dato stamattina è stata portentosa e ora mi sento in gran forma! Ma presentami la tua amica, Severus.”
“Sì, certo. Hermione, lui è Lucius Malfoy, un mio compagno di stanza. Lucius, lei è Hermione Granger.”
Lucius osservò la ragazza poi disse: “Sei una di Grifondoro.”
“Sì e mi dispiace se questo ti dà fastidio, Lucius” ribatté Hermione con tono aspro, non riuscendo a nascondere l’antipatia che nutriva per lui dato che nella sua epoca Malfoy e il figlio Draco la trattavano sempre con disprezzo perché era figlia di Babbani.
Severus e Narcissa l’osservarono sorpresi, mentre Lucius le rivolse un sorrisetto divertito.
“Beh, vogliamo andare?” chiese Narcissa, sentendosi a disaggio per la strana tensione che si era creata.
“Sì, certo” rispose Lucius porgendo il braccio alla sua ragazza.
Malfoy e Narcissa, quindi, uscirono seguiti da Severus e Hermione.
Trascorsero un po’ di tempo insieme poi Lucius disse che lui e Narcissa volevano stare un po’ soli quindi si salutarono.
Hermione ne fu sollevata perché Lucius non aveva parlato d’altro che della superiorità del maghi purosangue sui nati babbani.
Hermione e Severus allora andarono in libreria.
“Guarda, è uscito un nuovo libro sulle origini degli orchi” disse Hermione indicando la sezione novità.
“Lucius non ti è simpatico, vero?” le chiese Severus.
“Come?”
“Credo che Lucius non ti piaccia, eppure è strano, tutte le ragazze sono pazze del suo bel viso.”
“Davvero? Beh, io non ho mai dato importanza a queste cose. Io preferisco la sostanza all’apparenza.”
Severus sgranò gli occhi alla sua dichiarazione.
Lui era un ragazzo piuttosto bruttino ed era certo che la sua amica appena avesse visto Lucius si sarebbe presa una cotta per lui ed era stato sorpreso quando, anzi lo aveva preso subito in antipatia.
Ciò lo rendeva molto felice anche se non sapeva spiegarsene il motivo.
“Ma certo, se le fosse piaciuto Lucius avrebbe iniziato a parlare solo di lui e sarebbe diventata una ragazza sciocca come le altre ed io avrei perso la mia compagna di pozioni” si convinse Severus.
“Comunque, anche Narcissa è molto bella” disse Hermione.
“Sì ed è una vera fortuna che si piacciano anche perché le loro famiglie probabilmente li farebbero sposare ugualmente.”
“Che cosa? Ma perché? Non è giusto! Siamo nel ventesimo secolo!”
“Sì, ma loro appartengono alle poche famiglie purosangue rimaste e non vogliono contaminarsi con i Babbani.”
Hermione non fece ulteriori commenti ma si sentì a disagio al pensiero di cosa avrebbe detto Severus se avesse saputo che lei era figlia di Babbani.
Certo, nel futuro il professor Piton non aveva mai fatto alcun commento in proposito anche se la trattava male e la definiva “Insopportabile So Tutto Io” quando in classe rispondeva alle domande anche senza essere direttamente interrogata.
Lui, però, sia ora che in futuro, era molto legato a Malfoy e non poteva fare a meno di chiedersi se condividesse gli stessi pregiudizi sui figli di Babbani.
“Che c’è? All’improvviso ti sei fatta molto seria. Cos’è che ti preoccupa?”
“Niente.”
“Dai, dimmelo! Credevo fossimo amici!”
“E va bene. Tu condividi i pregiudizi di Malfoy sui maghi figli di Babbani? Oggi ne parlava con tanto disprezzo…” disse Hermione “e in futuro sarà sempre peggio” aggiunse mentalmente a se stessa.
“No, del resto sarebbe assurdo dato che lo sono anch’io.”
“Che cosa? I tuoi genitori sono Babbani? Non l’avrei mai pensato dato che sei nella Casa dei Serpeverde! Malfoy lo sa?”
“Beh, mia madre è una strega mentre mio padre è un Babbano. Credo di essere stato estratto a Serpeverde perché possiedo alcune caratteristiche care a Salazar e per rispondere alla tua ultima domanda, sì, Lucius sa che io sono un mezzosangue.”
“Davvero? Incredibile!” commentò Hermione.
“Beh, credo di rappresentare ai suoi occhi l’eccezione che conferma la regola dato il mio talento con le pozioni.”
“Oh sì, sei davvero bravissimo e quando sarai professore…” iniziò a dire lei, bloccandosi subito mentre si rendeva conto che gli stava rivelando il futuro.
“Professore di pozioni? Oh no, non ho propria alcuna intenzione di perdere tempo ad insegnare a stupidi ragazzini ottusi che fanno esplodere calderoni di continuo” ribatté lui e Hermione scoppiò a ridere pensando a Neville e al sacro terrore che provava per il temibile professor Piton.
Severus ricambiò la risata dell’amica anche se naturalmente non capì il reale motivo che l’aveva causata.
“Tu sei una mezzosangue?” le chiese Severus poco dopo ritornando serio.
“I miei genitori sono entrambi Babbani.”
“Capisco. Beh, questo ti deve rendere ancora più orgogliosa di essere una strega tanto abile, no?”
Hermione gli rivolse un sorriso radioso per le sue gentili parole e lui rimase abbagliato e in quel momento iniziò a farsi strada nella sua mente che forse nutriva qualcosa di più dell’amicizia per la graziosa strega.
Severus non era mai stato innamorato prima d’ora ma si chiedeva che cosa fosse l’improvviso battito accelerato del suo cuore alla vista del sorriso di Hermione.
Nelle ultime settimane aveva passato tanti momenti con lei e si era sentito felice e rilassato come mai prima d’ora.
Hermione era dolce, gentile ed intelligente e con lei si sentiva in grado di parlare di qualsiasi cosa.
Erano diventati molto amici ma forse era giunto il momento di approfondire, di far diventare l’amicizia qualcosa di più.
Certo, Severus non sapeva se lei condivideva il suo desiderio e anzi si rendeva conto che era assai improbabile dato che era piuttosto bruttino ma non poteva resistere dal chiederglielo anche se era preoccupato di rovinare la loro amicizia.
Le prese entrambe le mani e stava per parlare quando alle sue spalle sentì una nota voce sarcastica.
“Guarda un po’ chi abbiamo qui! Il nostro caro Mocciosus!” Severus lasciò le mani di Hermione e si voltò a guardare James Potter e i suoi tre amici.
“Che diavolo vuoi, Potter?” chiese Severus estraendo la sua bacchetta.
“Oh, come siamo scorbutici oggi! Volevamo solo divertirci, vero ragazzi?”
“Già, non immaginavamo d’incontrarti qui, Mocciosus, ed in così piacevole compagnia per di più!” aggiunse Sirius osservando Hermione.
I Malandrini continuarono a parlare, in particolar modo James e Sirius, utilizzando termini sempre più dispregiativi all’indirizzo di Piton, allora Hermione decise d’intervenire.
“Basta, ragazzi! Perché dovete sempre tormentarlo? Non avete proprio niente di meglio da fare?”
“E tu invece? Non hai proprio nient’altro da fare che trascorrere il tuo tempo con uno come lui?”
“Questi non sono affari vostri, Sirius!”
“D’accordo, perciò neanche tu devi immischiarti nelle nostre dispute con Mocciosus.”
“Ehi guarda, James, c’è Lily laggiù” disse Remus notando la ragazza per strada e volendo distrarre gli amici dall’ennesima lite con il Serpeverde.
James si voltò a guardare nella direzione indicata dall’amico e decise di lasciar perdere la disputa con Mocciosus.
Prima di allontanarsi con i suoi amici però decise d’infliggere un’ultima stoccata a Piton.
“Per questa volta ti lasciamo stare, Mocciosus, ma ci rivedremo presto! Inoltre, se fossi in te, mi vergognerei ad obbligare una ragazza a starti vicino sfruttando la pietà che prova nei tuoi confronti.”
Senza lasciare il tempo a Severus o Hermione di ribattere, i Malandrini si allontanarono.
Hermione osservò il viso di Severus e vide, oltre la furia a stento repressa, del dolore.
“Severus…” iniziò a dire lei toccandogli il braccio ma il ragazzo si scostò, infastidito.
“Torniamo a Hogwarts” disse lui incamminandosi.
Hermione lo seguì tentando più volte di parlargli ma lui non glielo permise e dopo essere entrati nel castello si diresse nel dormitorio dei Serpeverde senza neanche salutarla così alla ragazza non restò altro da fare che recarsi nella propria stanza, dispiaciuta per la giornata rovinata dai Malandrini.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO SEI ***


CAPITOLO SEI


Era passata una settimana da quella disastrosa giornata a Hogsmeade e da allora Hermione non aveva più parlato con Severus.
Il ragazzo, infatti, faceva di tutto per ignorarla: se guardava in direzione del tavolo dei Serpeverde, lo vedeva impegnato a parlare con Lucius e Narcissa e se cercava di avvicinarsi lui si alzava da tavola e si allontanava in fretta e naturalmente non trascorrevano più il tempo insieme a studiare in biblioteca o a preparare pozioni.
Hermione sentiva molto la sua mancanza e si sentiva sola nonostante l’amicizia con Lily.
Quella mattina si trovava a tavola e come i giorni precedenti lanciava frequenti occhiate al tavolo dei Serpeverde nella speranza d’incrociare lo sguardo di Severus ma come sempre lui teneva il viso girato dalla parte opposta.
“Lily, vuoi venire a fare un giro a Hogsmeade con me? Naturalmente può venire anche Hermione” chiese James alla bella ragazza con i capelli rossi.
Lily era molto dubbiosa sulla risposta da dare.
James, infatti, nonostante i suoi modi da bulletto, aveva iniziato a piacerle parecchio ed era convinta di amarlo, tuttavia per il momento non se la sentiva di concedergli troppo. Se però ad accompagnarla ci fosse stata Hermione…
“Beh, non saprei… tu, Hermione, cosa ne dici?” “Cosa?” chiese lei che non aveva prestato attenzione dato che non distoglieva lo sguardo da Severus.
“James mi ha chiesto di andare a Hogsmeade, tu che ne dici? Hai voglia di andarci?”
“Ecco, io… no, non mi va” rispose Hermione.
James le lanciò un’occhiataccia sapendo che con il suo rifiuto aveva mandato in fumo la sua possibilità di passare la giornata con Lily che non avrebbe mai accettato di venire senza l’amica.
“Si può sapere perché non vuoi venire? Cos’hai di meglio da fare? In fondo sabato scorso ci sei andata con quello sgorbio di Mocciosus, andarci con noi sarà un vero miglioramento.”
Sentendo le sue parole, Hermione si alzò di scatto e lo fulminò con gli occhi.
“Come ti permetti? Chi frequento sono affari miei! Severus è un mio amico e per colpa delle tue velenose parole hai rovinato la nostra amicizia. Lily, se tu vuoi uscire con lui io non ho nulla in contrario, ma non chiedermi più di accompagnarti” disse Hermione prima di allontanarsi da tavolo e uscire dalla Sala.
“Che significa, James? Cos’hai fatto sabato scorso?” chiese Lily.
“Ecco, io…”
“Hai di nuovo tormentato Piton, non è vero? Si può sapere quando ti deciderai a crescere e a comportarti da persona adulta?”
“Ma Lily… Aspetta, Lily!” la chiamò lui a gran voce ma la ragazza non lo ascoltò e uscì dalla Sala in cerca dell’amica.


La trovò nel parco seduta accanto ad un albero.
“Hermione, mi dispiace. Io non ne sapevo niente.”
“Certo, non è mica colpa tua!”
Le due ragazze riamsero per un po’ in silenzio poi Lily chiese: “Lui ti piace molto, non è vero? Piton, intendo.”
“Sì, abbiamo trascorso molto tempo insieme studiando e preparando delle pozioni e siamo diventati amici e ora lui non mi rivolge nemmeno la parola! Lily, mi manca e gli voglio bene.” “Hermione, sono certa che tutto si risolverà” cercò d’incoraggiarla Lily.
“Signorina Granger, posso parlarti?” chiese il professor Silente arrivando in quel momento.
“Sì, certo. Ci vediamo più tardi, Lily.”
Hermione si allontanò con il preside e mentre passeggiavano per il parco chiacchierarono.
“Hermione, la fornitura di scaglie di drago arriverà fra due settimane così potrò rimandarti a casa.”
“Davvero? Beh, è una splendida notizia, professore! Sento molto la mancanza dei miei amici.!”
“Sì, certo, me lo immagino e mi fa piacere che tu non abbia sviluppato un particolare attaccamento per qualcuno da cui per forza di cose dovresti separarti” le disse lui osservandola con i penetranti occhi azzurri da dietro le lenti a mezzaluna.
Hermione sorrise e distolse lo sguardo anche se era certa che Silente fosse a conoscenza di tutto il tempo che aveva trascorso con Severus.
“Bene, ora se vuoi scusarmi ho alcune cose da fare. Buona giornata, Hermione.”
“Buona giornata, professor Silente.”


Quella sera Hermione si trovava in biblioteca ma non riusciva a concentrarsi sui libri.
Infatti, i suoi pensieri erano tutti per Severus.
“Severus…” mormorò lei.
“Sì? Sono qui.”
Hermione si voltò e lo vide accanto all’entrata della biblioteca.
“Severus!”
“Ciao, Hermione.”
“Oh, come sono felice di rivederti” disse lei correndo ad abbracciarlo.
Severus rimase sbalordito per un istante poi la strinse fra le braccia e appoggiò la guancia sui suoi capelli ricci.
Rimasero per un po’ in quella posizione, beandosi del contatto reciproco, poi Hermione si spostò di qualche passo per guardarlo in faccia.
“Mi sei mancato, Severus.”
“Anche tu. Io… io sono stato felice con te nelle settimane scorse e il pensiero che tu provassi della pietà…”
“No! Io non ho mai provato pietà per te, Severus! Mi piaceva veramente stare con te! Tu sei l’unico a cui piaccia studiare quanto me e mi apriva ancora di più la mente discutere con te dei libri che leggevamo e sperimentare insieme le pozioni. Io non sono mai stata tanto bene con nessun altro, Severus! Io… io ti voglio bene!”
“Dici davvero?”
“Sì, ti voglio bene.”
“Oh, Hermione, anch’io! Anch’io ti voglio bene! Per me sei molto importante! Più di un’amica. Io vorrei… vorrei...”
S’interruppe, arrossendo per l’imbarazzo e stava per distogliere lo sguardo ma Hermione glielo impedì.
Gli mise le braccia attorno al collo e senza pensare alle conseguenze posò le labbra sulle sue.
Fu il loro primo bacio, tenero e dolce, al termine del quale si scambiarono uno sguardo intenso.
“Severus…”
“Hermione…”
Parlarono nello stesso istante poi scoppiarono a ridere, sgretolando la tensione.
“Prima tu, Severus.”
“Hermione… la settimana scorsa, prima che Potter m’interrompesse, stavo per chiederti una cosa…”
“Sì? Di cosa si tratta?” chiese lei incuriosita.
“Ecco… vedi, io… io quel giorno mi ero reso conto di provare qualcosa di più dell’amicizia per te e volevo chiederti se…”
“Sì?”
“Se volevi essere la mia ragazza…”
“Sì.”
“… lo so bene di non essere granché e che potresti trovarti qualcuno molto più attraente, ma io…”
“Severus!” lo interruppe lei.
“Sì? Che c’è?”
“Sì.”
“Sì?”
“Sì, voglio essere la tua ragazza.”
“Davvero?”
“Sì e ora baciami.”
“Con piacere!” I due si scambiarono un altro bacio, più appassionato del precedente, poi si tennero stretti l’uno all’altra assaporando il romantico momento vissuto.
Nei minuti successivi non parlarono, non volendo sciupare il momento con futili parole ma i loro sguardi esprimevano la felicità che entrambi provavano per il sentimento che si erano scoperti di condividere.


C’era un gran fermento a Hogwarts in quei giorni perché il preside aveva deciso di dare una festa la sera della vigilia di Natale per gli studenti che erano rimasti a scuola durante le vacanze che quell’anno erano più del solito.
Hermione si sentiva molto felice accanto a Severus con cui trascorreva moltissimo tempo.
Studiavano, leggevano e preparavano pozioni come prima ma, oltre a questo, trascorrevano diversi momenti a scambiarsi baci e carezze.
Finalmente giunse la sera della festa e Hermione si preparò con cura perché voleva essere bellissima per Severus.
“Wow, sei davvero splendida!” le disse Lily osservandola attentamente.
“Grazie, Lily, anche tu sei bellissima. James sarà il tuo cavaliere?”
“Sì. Negli ultimi giorni è stato molto gentile e ha attenuato i suoi atteggiamenti da spaccone per cui ho deciso di dargli una possibilità.”
“Beh, mi fa piacere. In fondo sono certa che James ci tenga veramente molto a te e anche tu gli vuoi bene, no?”
“Beh, sì. Comunque, mi sono fatta promettere che stasera sia lui che i suoi amici lasceranno in pace Piton. A proposito, come procedono le cose fra di voi?”
“Bene. Come ben sai è un tipo scorbutico e solitario ma almeno con me sa essere dolce e premuroso.”
“Beh, devo ammettere che per me è un po’ difficile immaginarmelo come lo descrivi, ma se lo è mi fa davvero piacere per te! Oh, guarda che ora si è fatta! Dobbiamo sbrigarci se non vogliamo fare tardi.”
Le due ragazze, quindi, corsero fuori dalla loro stanza e andarono nella Sala Grande che era stata addobbata con bellissimi festoni natalizi.
“Wow, che incantevoli visioni ci troviamo davanti, non è vero Ramoso?” chiese Sirius all’amico quando Hermione e Lily si avvicinarono.
“Cosa? Oh sì, certo” rispose James che non aveva occhi che per Lily.
“Ciao, ragazzi” li salutarono le due fanciulle.
“Ehi, Felpato, ma chi è quel tipo insieme a tua cugina Narcissa e a Malfoy?” chiese Codaliscia.
Sirius si voltò a guardare nelle direzione indicata dall’amico ma non riconobbe il ragazzo con i capelli neri accanto alla bionda coppia che si trovava dall’altro lato della sala.
“Ma è Mocciosus!” disse Remus.
“Che cosa? Ma ne sei sicuro?” chiesero i suoi tre amici dubbiosi.
Infatti, il ragazzo in questione indossava un bel vestito e i suoi capelli erano lucidi e legati con un codino.
“Sì, certo. Guardate, sta venendo qui” ribatté Remus e man mano che si avvicinava i Malandrini riconobbero che era proprio Piton.
Lui non li degnò neanche di uno sguardo e si fermò davanti a Hermione.
“Ciao Hermione. Sei… sei bellissima” le disse Severus divorandola con gli occhi.
Hermione arrossì sotto il suo sguardo e gli porse la mano che prima di mettersi nell’incavo del braccio si portò alle labbra.
“Ehi, Mocciosus, tu sei dato una ripulita finalmente?” chiese Sirius.
Severus non lo degnò di un’occhiata e fece per allontanarsi con Hermione ma Sirius insistette.
“Hai deciso di lavarti per non far vergognare Hermione?”
Severus strinse con forza la mano della ragazza ma s’impose di non rispondere alla provocazione per non rovinare la splendida serata che voleva trascorrere accanto alla sua Hermione, ma fu quest’ultima a girarsi verso Sirius con gli occhi fiammeggianti.
“Sirius, il tuo quoziente intellettivo è talmente basso che non ti permette di dire altro che sciocchezze?”
James, accorgendosi che anche Lily era piuttosto irritata, si affrettò ad intervenire.
“Sirius, per stasera basta così! Dobbiamo essere più buoni per Natale, no? Su, lascia stare Hermione e Mocciosus.”
Sirius spalancò gli occhi, sorpreso dalle parole dell’amico, poi capì che l’aveva fatto per Lily che finalmente aveva acconsentito a trascorrere la serata con lui.
“Sì, certo. Scusatemi” disse Sirius rivolgendosi a Hermione e Severus che dopo avergli rivolto un cenno si allontanarono.
“Grazie” disse James all’amico.
“E’ stato difficile scusarmi con Mocciosus ma l’ho fatto per te, Ramoso.”
“Lo so e lo apprezzo molto, Felpato” disse James prima di riportare la sua attenzione su Lily che ora gli sorrideva raggiante.


Una romantica canzone si diffuse nella Sala e molte coppie si radunarono nel centro per ballare.
“Vuoi ballare, Hermione?”
“Sì, certo.”
La coppia, quindi, raggiunse il centro della sala e si mise a ballare.
Severus teneva Hermione vicina e lei, felice dopo gli attimi di tensione con Sirius, gli sorrideva raggiante.
“Sei davvero elegante stasera, Severus, e i capelli legati ti stanno molto bene.”
“Grazie. Volevo che fosse una serata speciale per noi e ho cercato di seguire lo stile di Lucius anche se certo non posso competere con lui dato che sono brutto.”
“Tu non lo sei!” esclamò Hermione.
“Che cosa?”
“Tu non sei brutto! Per me non lo sei!” dichiarò lei e osservandolo capì che lo pensava davvero.
Sì, nonostante la pelle chiarissima, i capelli solitamente unti e il grosso naso a becco per lei era affascinante.
I suoi occhi neri come l’ebano erano così espressivi e quando lui le sorrideva la ragazza si perdeva nel suo sguardo ... per lei Severus era tutto il suo mondo e quando era con lui si dimenticava di tutto il resto.
“Oh, Hermione, sei davvero unica!” le disse Severus poco dopo compiaciuto dalle sue parole che capì che erano sincere.
La strinse ancora di più a sé e le diede un rapido bacio per poi riportarla subito alla distanze consentite dagli sguardi vigili dei professori presenti nella sala.
“Signor Piton, potrei avere l’onore di ballare con la tua bella dama?” chiese il preside al termine della canzone.
“Sì, certo. Ci vediamo dopo, Hermione.”
Severus si allontanò e appena riprese la musica Hermione e Silente cominciarono a ballare.
“E’ una splendida serata, non è vero signorina Granger?”
“Sì, la sala è stupenda, il buffet è squisito e la musica è bellissima.”
“Già e tu ti sei lasciata coinvolgere più di quanto avresti dovuto, non è vero?”
“Come? Ecco, io... io...”
“Scusami, non volevo biasimarti, piccola, ma ora è giunto il momento che tu ritorni da dove sei venuta.”
Alle sue parole, Hermione alzò di scatto la testa, allarmata.
“La fornitura di scaglie di drago della Romania è arrivata ieri mattina e ho già preparato tutti gli ingredienti per la pozione. Al termine della festa, quando tutti saranno andati a dormire, vieni nel mio ufficio così agiremo indisturbati.”
“Sì, certo, signor preside.”
“Hermione, lo so che ti senti triste, ma so anche che sei una ragazza molto intelligente e sai che è la cosa giusta da fare” le disse Albus rivolgendole un sorriso d’incoraggiamento che lei si sforzò di contraccambiare.
Al termine della canzone il preside si allontanò e Hermione rimase lì, al centro della Sala, e mentre vedeva Severus avvicinarsi tenendo due bicchieri in mano e il volto sorridente, sentì il cuore lacerarsi al pensiero dell’imminente separazione.
Lo amava, lo amava moltissimo, ma ben presto al posto di Severus, il suo dolce e innamorato compagno sedicenne, si sarebbe trovata davanti l’arcigno professor Piton che la detestava e la chiamava “Insopportabile So Tutto Io” e non era certa di riuscire a sopportarlo.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO SETTE ***


CAPITOLO SETTE


Musica e giochi si susseguirono durante la serata ma Severus vide che Hermione si era fatta molto triste e silenziosa e non riusciva a spiegarsi cosa le fosse accaduto.
Si era accorto che il suo umore aveva iniziato a cambiare dal ballo con il preside e si chiese se per caso Silente l’avesse rimproverata per qualche motivo ma gli sembrava improbabile dato che Hermione era una studentessa modello.
“Forse il preside non centra affatto, forse sono io… magari l’ho offesa senza accorgermene” pensava Severus mentre osservava la ragazza al suo fianco.
“Che c’è, Severus?” gli chiese lei accorgendosi del suo sguardo.
“Sono io a dovertelo chiedere, Hermione. Cosa ti è successo? Perché sei diventata triste e silenziosa? Ho forse detto o fatto qualcosa che ti ha offeso?”
“No, tu non centri. E’ solo che… mi dispiace ma non posso dirtelo.”
Severus le rivolse un’occhiata sospettosa ma non insistette.
La serata era giunta al termine e lui la scortò davanti alla Torre di Grifondoro.
“Buonanotte, Severus” disse Hermione dandogli un bacio.
Stava per allontanarsi ma lui la trattenne per un braccio.
“Hermione, aspetta!”
Lei si voltò a guardarlo con espressione interrogativa dipinta in faccia e attese che il ragazzo parlasse.
Severus, però, non disse niente ma l’attrasse fra le sue braccia e le tempestò il viso di baci sempre più ardenti che Hermione ricambiò con entusiasmo.
Fra baci e carezze si ritrovarono, senza quasi rendersene conto, nella camera di Hermione.
Si spogliarono, arrossendo un po’ nel farsi vedere nudi, temendo di non essere abbastanza attraenti l’uno per l’altra, ma non fu così.
Si toccarono timidamente e ripresero a baciarsi in maniera sempre più appassionata.
Severus ad un certo punto si fermò e la guardò senza chiederle niente ma i suoi profondi occhi neri parlarono per lui e Hermione, che lo amava e desiderava più che mai, non potè far altro che accettare la tacita richiesta del suo adorato e fecero l’amore.
Era la prima volta per entrambi e con un po’ d’imbarazzo seguirono l’istinto e fu un’esperienza indimenticabile che li unì ancora di più.
Stettero per un po’ abbracciati poi Hermione disse: “Si è fatto davvero molto tardi ed è meglio che tu torni nel tuo dormitorio prima che qualcuno si accorga della tua assenza. Inoltre, Lily potrebbe tornare da un momento all’altro.”
“Sì, hai ragione.”
Hermione accompagnò Severus fino all’uscita della Torre di Grifondoro poi, sapendo che quella era l’ultima volta che lo vedeva, lo abbracciò e lo baciò piangendo.
“Che c’è? Perché piangi? Forse… forse ti sei pentita?”
“No, mai! E’ stato bellissimo e conserverò questo ricordo per sempre nel mio cuore.”
“Anch’io, ma d’ora in poi avremo tanti altri momenti da trascorrere insieme, no?”
“Sì, certo!” rispose lei cercando di nascondergli la tristezza che aveva invaso il suo cuore.
Avrebbe voluto rivelargli la verità ma non poteva assolutamente farlo perché le loro strade stavano per dividersi per sempre.
Lei sarebbe tornata vent’anni nel futuro dai suoi amici e qui Silente, utilizzando l’incantesimo Oblivion, avrebbe cancellato la memoria della sua presenza dalla mente di tutti coloro che l’avevano conosciuta e Severus l’avrebbe dimenticata per sempre.
Dopo aver scambiato un ultimo bacio, Hermione aspettò che Severus imboccasse i sotterranei per raggiungere il dormitorio dei Serpeverde prima di incamminarsi verso l’ufficio di Silente.
La ragazza, quindi, non si rese conto che Severus era tornato sui suoi passi ed ora la stava seguendo.


Severus era sorpreso dal fatto che non fosse tornata nella sua stanza e voleva scoprire dove stesse andando dato che quando si erano salutati gli era parsa molto triste, quasi come se gli stesse dicendo addio.
Hermione entrò nell’ufficio del preside e trovò Silente davanti ad un calderone. “Sono qui, signore. Scusi il ritardo.”
“Vieni, vieni pure avanti, Hermione. E’ tutto pronto” disse il preside.
Hermione si avvicinò e non riuscì più a vincere l’emozione al pensiero che tutto stava per finire e scoppiò in lacrime.
“No, non fare così, dai! Dovresti essere felice al pensiero di tornare a casa.”
“Sì, certo, ma io… io lo amo e sto per perderlo per sempre! Severus è la persona più importante della mia vita e non voglio lasciarlo.”
“Lo so che hai il cuore spezzato, piccola, ma devi essere ragionevole e tornare al luogo e al tempo a cui appartieni.”
Prima che Hermione avesse il tempo di ribattere alle sue parole, Severus fece irruzione nella stanza e sia lei che il preside rimasero sorpresi dal suo arrivo inaspettato.
“Cosa significa che devi andartene? E’ stato tutto uno scherzo fin dall’inizio, non è vero? Hai fatto una scommessa con Potter e Black di riuscire entro oggi a far innamorare follemente il povero e insignificante Mocciosus?” accusò lui con rabbia.
“No, non è vero! Io ti amo, Severus, però devo andarmene.”
“No, non ti credo! Se mi amassi davvero non mi lasceresti!”
“Amore mio…” disse Hermione avvicinandosi ma lui si spostò rivolgendole uno sguardo accusatorio.
“Severus, quello che dice è vero. Hermione deve andarsene, deve tornare al luogo a cui appartiene” disse Silente.
“E quale sarebbe?”
Alla sua domanda seguirono attimi di imbarazzante silenzio e Severus, vedendo che nessuno dei due sembrava intenzionato a rispondere, decise di andarsene.
“Io ti amo e per la prima volta credevo di poter essere felice, ma evidentemente non è il mio destino. Sono destinato a rimanere Mocciosus, lo zimbello di Hogwarts” disse lui con voce abbattuta.
Aveva appena trascorso la serata più bella della sua vita, tenendo fra le braccia il suo unico amore e ora aveva scoperto che era stata tutta un’ illusione.
Perché mai aveva dovuto innamorarsi?
Era meglio se non l’avesse mai conosciuta e avesse continuato la sua vita come sempre senza illudersi di avere accanto qualcuno che tenesse a lui.
Prima che potesse uscire però Hermione lo raggiunse e lo abbracciò da dietro.
“Io vengo dal futuro.”
“Che cosa?” chiese lui voltandosi a guardarla.
“Vengo dal futuro. Dal 1996 per essere precisi.”
Severus le rivolse uno sguardo scettico, poi guardò il preside che confermò le parole della ragazza.
“Sì, Severus, quello che dice è vero. E’ capitata qui per sbaglio ed io devo rimandarla a casa.”
Severus era incredulo ma capì che gli avevano detto la verità e ad un tratto ricordò il suo primo incontro con Hermione.
Il modo in cui l’aveva chiamato: “Professor Piton.”
“Professor Piton” mormorò lui.
“Come?” chiese Hermione.
“Professor Piton. E’ così che mi hai chiamato quando ci siamo conosciuti.”
“Sì, tu sei o meglio sarai il mio professore di pozioni ed è per questo che ti ho chiamato così al nostro primo incontro.”
Severus era rimasto senza parole e fissava Hermione come se fosse la creatura più strana che avesse mai visto.
“Severus, io non potevo dirti niente, ma aspettare che la pozione fosse pronta per tornare nel futuro. Il preside mi aveva detto di non lasciarmi coinvolgere ma non ci sono riuscita. Mi sono innamorata di te anche se sapevo che questo giorno sarebbe arrivato e nonostante mi si spezzi il cuore a lasciarti non mi pento dei momenti trascorsi con te. Severus, ti amo e non ti dimenticherò mai anche se fra poco mi ritroverò di nuovo davanti il malvagio professor Piton che mi disprezza.”
“Che cosa? No, non è possibile! Io non potrei mai disprezzarti, Hermione! Io ti amo!”
Hermione gli rivolse un debole sorriso e non replicò, ma Severus capì che invece era proprio così: il se stesso del futuro la trattava con disprezzo.
Questa consapevolezza gli rese ancora più prezioso l’amore di Hermione che aveva saputo volergli bene nonostante avesse avuto a che fare con un lui adulto crudele e odioso, per non parlare dei primi momenti in cui si erano trovati faccia a faccia ed era stato tanto sgarbato…
L’abbracciò e la tenne stretta a sé dicendo: “Sei tutto per me, Hermione! Ti prego, non lasciarmi!”
“Oh, Severus!”
Hermione era disperata: come poteva lasciare solo il suo adorato sapendo che ben presto sarebbe diventato un Mangiamorte?
Lentamente si staccò da Severus e dopo avergli dato un ultimo, disperato bacio si avvicinò al preside.
“Perdonami, amore mio, ma devo lasciarti e far sì che destino segua il corso naturale degli eventi” dichiarò Hermione con gli occhi colmi di lacrime.
“Hermione, Hermione!” gridò lui mentre la ragazza beveva la pozione e Silente recitava l’incantesimo.
Poco dopo, sotto lo sguardo addolorato di Severus, Hermione scomparve.
“No, no, Hermione!” si disperò lui.
“Su, Severus, non fare così!” disse Silente.
“Perché l’ha fatta andare via? Lei era l’unica che mi volesse bene! Ora sono di nuovo solo! Come farò a vivere senza di lei, con il suo ricordo che mi tormenterà giorno dopo giorno?”
“No, non sarà così, mio giovane signor Piton.”
“Che cosa?” chiese Severus ma il preside invece di rispondergli alzò la bacchetta e rivolgendola contro di lui recitò l’incantesimo Oblivion.
Per alcuni istanti nella stanza regnò il più completo silenzio poi il preside chiese: “Tutto bene, signor Piton?”
“Come? Ah sì, signor preside.”
“Bene, allora è meglio che torni nel tuo dormitorio. E’ molto tardi.”
“Sì, buonanotte, professore” salutò Piton uscendo dall’ufficio del preside e sentendosi confuso, non ricordando il motivo per cui vi si era recato a quell’ora di notte.
Appena il ragazzo se ne fu andato, Silente si affrettò a fare l’incantesimo Oblivion su tutto il castello per far dimenticare a tutti la presenza di Hermione Granger negli ultimi due mesi.
“Arrivederci, signorina Granger. Fra qualche anno ci rivedremo” mormorò il preside osservando il calderone utilizzato per rimandare Hermione nel futuro.


RINGRAZIO TUTTI COLORO CHE STANNO LEGGENDO LA MIA FANFICTION, IN PARTICOLARE A CHI MI LASCIA SEMPRE DEI COMMENTI.
COME POTETE CAPIRE LEGGENDO QUESTO CAPITOLO DA ORA LA STORIA PROSEGUIRA’ NEL 1996 DOVE HERMIONE RITROVERA’ I SUOI AMICI HARRY E RON E … IL PROFESSOR PITON.
SPERO CHE CONTINUERETE A SEGUIRE LA FANFICTION E AD APPREZZARE I PROSSIMI CAPITOLI.
MI RACCOMANDO LASCIATEMI DEI COMMENTI, CHE SONO SEMPRE BEN ACCETTI, COSI’ POTRO’ CONOSCERE LE VOSTRE OPINIONI SUL PROSEGUIMENTO DELLA STORIA.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO OTTO ***


CAPITOLO OTTO


Hermione, dopo lo stordimento che aveva provato per il suo viaggio nel tempo, riaprì gli occhi e si ritrovò nel luogo da dove era iniziata la sua avventura: il bagno guasto di Mirtilla Malcontenta.
“Ciao Hermione, sei venuta per ascoltare la mia tragica morte?” le chiese il fantasma.
“Cosa? Ecco io… In che anno siamo, Mirtilla?”
Sentendo la sua domanda, l’isterica Mirtilla lanciò un urlo acutissimo.
“Oh, che razza di persona insensibile sei! Io sono morta tragicamente e credi che m’importi in che anno siamo? Oh, sei orribile, orribile!” gridò Mirtilla prima di buttarsi nel water e far uscire, come di consueto, l’acqua che invase tutto il pavimento.
Hermione scosse la testa e uscì dal bagno.
Mentre percorreva i corridoi sentì dei rumori provenire dall’ingresso e si distrasse andando a sbattere contro qualcuno che proveniva dalla direzione opposta.
“Mi dispiace, ero distratta… Severus?” chiese Hermione riconoscendo la persona a terra.
Costui si rialzò in piedi e le rivolse un’occhiata altera.
“Signorina Granger, non credo di averti mai dato il permesso di chiamarmi per nome! Venti punti in meno a Grifondoro per la tua insolenza. Inoltre, la prossima volta cerca di guardare dove vai senza avere la testa fra le nuvole, sciocca ragazzina!” disse lui e dopo averle rivolto un’ultima occhiata sprezzante se ne andò.
Hermione fece un lungo sospiro e capì che non aveva affatto bisogno di chiedere a qualcuno che anno fosse dato che aveva appena incontrato lo spregevole professor Piton.


Hermione arrivò nella Sala Grande nell’esatto momento in cui entravano parecchi studenti.
“Ciao Hermione, hai visto come siamo stati bravi?” chiese Ron raggiungendola insieme a Harry e Ginny.
“Ecco, io…”
“Non avrai trascorso tutto il tempo in biblioteca, spero!” esclamò Harry e lei non rispose.
“Oh, Hermione, possibile che niente riesca a distoglierti dai quei noiosissimi libri?” chiese Ron esasperato.
“Mi dispiace, ragazzi, ma ero talmente presa che il tempo è passato senza che me ne accorgessi.” I tre non dissero niente ma scuoterono la testa.
Sapeva che erano molto delusi dalla sua defezione, ma non poteva certo dire la verità cioè che nelle due ore che erano trascorse durante la partita di Quidditch lei aveva passato due mesi nel passato e si era profondamente innamorata del crudele professor Piton.
Vedendo che l’amica appariva molto triste, Hary si chiese cosa avesse, ma non osò porle domande in presenza degli altri e soltanto il giorno seguente, quando si ritrovò per caso solo con lei, si decise a parlarle.
“Che ti è successo, Hermione? Da ieri mi sembri piuttosto triste e giù di morale.”
“No, non ti preoccupare, Harry, sto bene. Sono solo preoccupata per lo studio, tutto qui. Ora scusami ma devo andare in biblioteca a prendere un libro.”
Harry l’osservò mentre si allontanava sentendosi certo che gli stesse nascondendo qualcosa anche se non aveva la minima idea di cosa potesse trattarsi.


Un paio di giorno dopo i Grifondoro si trovavano nei sotterranei per le due ore di lezione con i Serpeverde.
Harry e Ron sedettero vicini, mentre Hermione come al solito prese posto accanto a Neville.
Piton assegnò loro una pozione piuttosto complicata da preparare e camminò in mezzo ai banchi per ispezionare il loro lavoro.
Come al solito Neville si trovava in difficoltà per il sacro terrore che la minacciosa presenza di Piton gli ispirava.
“No, Neville, fermati” disse Hermione bloccando la mano del compagno prima che lui buttasse nel calderone un ingrediente sbagliato.
“Quante volte te lo devo ripetere, signorina Granger, che non devi aiutare Paciock durante le lezioni? Dieci punti in meno a Grifondoro e stasera come punizione verrai alle otto nel mio ufficio per pulirlo senza utilizzare la magia” disse il professor Piton che aveva assistito alla scena.
“Sì, signore.”
Quella sera stessa Hermione si presentò puntualissima nell’ufficio di Piton ed iniziò a fare le pulizie.
Nel frattempo lui si trovava nel suo laboratorio dove stava preparando una pozione.
La porta fra l’ufficio e il laboratorio era aperta e Hermione si fermava spesso a guardarlo ricordando i momenti trascorsi insieme nel passato quando preparavano insieme le pozioni e si interrompevano per scambiarsi qualche bacio.
Era così persa nei suoi ricordi che non si accorse dello sguardo corrucciato di Piton.
“Hai la testa fra le nuvole, signorina Granger?”
“Come?”
“Invece di pulire l’ufficio come ti avevo ordinato stavi lì in mezzo alla stanza con lo sguardo perso.
Se devi perderti in sogni ad occhi aperti su Weasley ti dispiacerebbe farlo in camera tua lontano dalla mia presenza? Io detesto questo romanticismo adolescenziale.”
“Io non stavo pensando a Ron. Lui è solo un amico per me, come Harry” ribatté lei.
“Davvero? Beh, chiunque sia il tuo fidanzatino non m’interessa e ora sbrigati a pulire così potrai andartene ed io riconquisterò la tranquillità dei miei alloggi” disse Piton con il suo solito tono scortese.
Hermione si sentì ferita dalle sue parole ma non osò replicare e si rimise subito al lavoro.


Trascorse un mese dal viaggio nel tempo di Hermione e la ragazza iniziò a non sentirsi bene e attribuì il suo malessere al suo amore perduto.
Infatti, si sentiva stringere il cuore ogni volta che aveva lezione di pozioni e Piton non la degnava di un’ occhiata se non per fare commenti sarcastici sull’ Insopportabile So Tutto Io quando rispondeva alle domande di cui nessuno dei suoi compagni conosceva le risposte.
Le faceva male ricordare il suo dolce innamorato del passato e confrontarlo con il crudele e sarcastico professore di pozioni.
Tuttavia, nonostante le offese che riceveva continuamente da Severus, Hermione non riusciva a dimenticarlo, ad estirpare dal suo cuore l’amore che provava per lui.
Un sabato, mentre si trovava a Hogsmeade insieme a Harry, Ron, Ginny e altri studenti, apparvero i Mangiamorte e cominciarono ad uccidere parecchie persone.
L’apparizione dei crudeli seguaci di Voldemort creò panico fra la gente e la professoressa McGranitt, che insieme ad altri insegnanti si trovava lì in paese, urlò agli studenti di mantenere la calma e di rientrare il più in fretta possibile a scuola.
Harry, accorgendosi di Bellatrix Lestrange insieme agli altri Mangiamorte, decise di affrontarla per vendicare la morte di Sirius, ma la McGranitt gli impose di tornare a scuola.
“Ma professoressa, quella donna è l’assassina di Sirius, io devo vendicarlo!”
“Non ora, Harry. Tu sei forte, lo so, ma qui in giro ci sono parecchi studenti più giovani e vulnerabili di te che devono essere protetti perciò ti affido il compito di ricondurli a Hogwarts.”
“D’accordo, professoressa” acconsentì il ragazzo, sia pur a malincuore.
Harry, quindi, prese per mano la situazione e chiamò gli altri studenti attorno a sé e li guidò verso uno dei passaggi segreti che conosceva grazie alla mappa del malandrino.
Ron, Hermione e gli altri si affrettarono a seguirlo ma la ragazza, accorgendosi dell’assenza di Neville, tornò indietro a cercarlo.
“Neville! Neville!” iniziò a chiamarlo.
“Sono qui, Hermione” rispose il ragazzo.
Hermione seguì il suono della sua voce e lo trovò seduto per terra dietro un vicolo.
“Neville, vieni presto! I Mangiamorte stanno compiendo una strage e la professoressa McGranitt ha chiesto a Harry di riaccompagnare gli studenti a scuola.”
“Vai tu, Hermione. Io non posso muovermi, mi fa male la gamba” spiegò lui mostrandole l’arto.
Hermione l’osservò e capì che doveva essere rimasto ferito quando i Mangiamorte erano arrivati e avevano iniziato a distruggere le abitazioni prima di dedicarsi alle persone.
“Non posso lasciarti qui da solo! Dai, appoggiati a me e andiamo.”
“Ma Hermione…”
“Su, non discutere! Dobbiamo sbrigarci.”
Neville non disse una parola e grazie all’aiuto dell’amica riuscì a rialzarsi ed insieme lasciarono lentamente il vicolo.
Ora si trovavano nella strada centrale dove i professori stavano lottando strenuamente per tenere i Mangiamorte lontani dagli studenti.
Hermione e Neville stavano procedendo per raggiungere il passaggio segreto quando all’improvviso si trovarono davanti Bellatrix Lestrange.
“Bene, chi abbiamo qui? Due ragazzini soli e indifesi che sarà con vera gioia che ucciderò.”
Hermione e Neville erano spaventati e sapevano che la malvagia Bellatrix, che già impugnava la sua bacchetta, stava per lanciare contro di loro la Maledizione Cruciatus.
Hermione tentò di recuperare la propria bacchetta che teneva nel mantello, ma sapeva che non avrebbe mai fatto in tempo.
Aveva la mano dentro il mantello, mentre Bellatrix, con il ghigno crudele che le deformava il bel viso, stava già pronunciando le parole che avrebbero condannato lei e Neville.
“Cru…”
“Expelliarmus!” gridò contemporaneamente un’altra voce che disarmò Bellatrix.
La donna si voltò alla sua destra e vide che ad ostacolarla era stato Severus Piton.
“Tu, maledetto traditore! L’Oscuro Signore verrà informato di tutto ciò e allora sarà la tua fine! Ho sempre detto io che non c’era da fidarsi di uno come te!”
Dopo aver pronunciato queste parole e altre imprecazioni, Bellatrix sparì, diretta da Lord Voldemort per avvertirlo del tradimento di Severus.
Hermione guardò con adorazione l’uomo che si stava avvicinando a lei e Neville, mentre dentro di sé si ripeteva: “Severus mi ha salvata, il mio amato mi ha protetta.”
“Che diavolo credevate di fare, stupidi mocciosi? Non avete sentito la professoressa McGranitt ordinare a Potter di ricondurre gli studenti a scuola?” chiese lui con tono aspro e sguardo minaccioso che fece tremare Neville dato che nutriva un sacro terrore nei confronti del professore.
“Sì, professore, avevamo sentito benissimo, ma Neville è rimasto ferito ad una gamba quando i Mangiamorte sono arrivati ed hanno iniziato a distruggere le abitazioni” spiegò Hermione per nulla intimorita.
Severus abbassò la testa verso la gamba di Neville e vide il sangue nei pantaloni.
Senza indugiare si avvicinò al ragazzo che sgranò gli occhi terrorizzato quando il professore lo sollevò fra le braccia.
“Forza, signorina Granger, andiamo.”
Hermione lo seguì ed insieme raggiunsero il passaggio segreto e ben presto si trovarono al sicuro fra le mura di Hogwarts.


“Hermione, dov’eri? Eravamo preoccupati per te non vedendoti più” disse Ron quando la ragazza entrò nella Sala Comune di Grifondoro.
Hermione, allora, spiegò tutto ciò che era successo e lui e Harry, che si era avvicinato appena Ron aveva pronunciato il nome dell’amica, rimasero sbalorditi.
“Davvero Piton vi ha salvati? E’ incredibile!” commentò Ron.
“Sì ed in questo modo si è fatto scoprire. Bellatrix Lestrange è corsa da Voldemort ad informarlo del tradimento del professore e ora lui è in pericolo.”
Harry e Ron scrollarono le spalle con noncuranza dato che non provavano alcuna simpatia per Piton che li aveva sempre trattati male.
Sapendo che era inutile continuare a discutere con loro, Hermione se ne andò nella propria stanza a riflettere.
Era stata felice che Severus fosse corso in suo aiuto tuttavia, dopo averci riflettuto, aveva compreso in pieno le conseguenze.
Per salvare lei e Neville ora lui era in grave pericolo dato che la vendetta di Voldemort non si sarebbe fatta attendere.
Decise di parlarne a Silente, di supplicare il preside di proteggerlo, perciò corse subito nel suo ufficio.
Quando bussò alla sua porta, Silente la fece subito entrare.
“Posso fare qualcosa per te, signorina Granger?”
“Signor preside, il professor Piton è in grave pericolo. Bellatrix Lestrange ha scoperto che è dalla nostra parte quando ha salvato me e Neville dal suo attacco oggi a Hogsmeade e sicuramente avrà già avvertito Voldemort.”
“Sì, lo so ed infatti gli ho già detto che deve andare a nascondersi in un luogo sicuro, almeno per qualche tempo finché Voldemort non si dedicherà a qualcos’altro, ma non vuole ascoltarmi.”
“La prego, signore, deve assolutamente convincerlo.”
“Farò un altro tentativo, signorina Granger, anche se conosco bene la testardaggine di Severus.”
Il preside, quindi, si alzò dalla sedia e si avvicinò al camino e usando la polvere volante chiamò il professore di pozioni chiedendogli di presentarsi subito nel suo ufficio e Piton prontamente obbedì.
Rimase sorpreso vedendo che era presente anche Hermione, ma non prestò attenzione alla ragazza e chiese al preside il motivo della sua convocazione.
“Severus, voglio chiederti di riconsiderare la tua decisione. Ormai Voldemort sarà stato informato della tuo tradimento e sarà assetato di vendetta. Devi subito abbondare Hogwarts e nasconderti in un luogo sicuro, almeno per qualche tempo, finché Tom non si concentrerà su altri obiettivi, poi potrai tornare qui e riprendere il tuo posto di professore.”
“Me l’ha già chiesto, signore, e la risposta è sempre la stessa. Io non ho alcuna intenzione di starmene nascosto per mesi o anni come quell’idiota di Black. Ora se non ha altro da dirmi, torno nel mio ufficio.”
Severus stava già per allontanarsi quando Hermione lo fermò.
“No, la prego, professor Piton, dia retta al preside. Lei ha fatto tanto per noi e non è giusto che si metta in pericolo solo per orgoglio. Sirius è stato ucciso, non vorrà morire anche lei, non è vero?”
“Beh, la mia copertura non sarebbe saltata se tu e Paciock non foste rimasti indietro, no? Quindi, ora lasciami in pace, stupida ragazzina!”
Hermione lo teneva aggrappato per le braccia e lui stava per scostarla in malo modo quando si accorse delle sue lacrime.
“Perdonami, Severus, per nulla al mondo avrei voluto metterti in pericolo” bisbigliò lei senza rendersene conto.
Il professore spalancò gli occhi alle sue parole, quando in modo inaspettato delle strane immagini sfocate apparvero nella sua mente.
Un ragazzo con i capelli neri abbracciava una ragazza con capelli ricci e castani poi si baciavano e lei diceva: “Ti amo, Severus, ti amo tanto.”
Piton si riscosse da quella strana immagine di cui non comprendeva l’origine e si scostò da Hermione.
“Torno nel mio ufficio” disse prima di allontanarsi lasciando soli Hermione e Albus.
“Ti senti bene, signorina Granger?”
“Sì, grazie. Il professor Piton, però…”
“Non ti preoccupare per lui. Sa cavarsela e sono certo che dopo averci riflettuto capirà come sia meglio comportarsi. Ora, se non hai bisogno di altro…”
“No, grazie, signore. Tornerò nella Torre di Grifondoro. Arrivederci.”
Hermione se ne andò e non si accorse del luccichio negli occhi azzurri del preside.


SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E VOGLIATE LASCIARMI QUALCHE COMMENTO!
CIAO A TUTTI, CI RISENTIAMO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO!
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Capitolo 9
*** CAPITOLO NOVE ***


CAPITOLO NOVE


Un paio di giorni dopo, Hermione, insieme a Harry e Ron, raggiunse i sotterranei per le due ore di lezione di pozioni con i Serpeverde e come al solito prese posto a fianco a Neville.
Poco dopo, quando tutti gli studenti sedevano già ai propri posti, nell’aula entrò la professoressa McGranitt.
Tutti rimasero sorpresi dalla sua presenza, ma nessuno osò chiedere spiegazioni e la lezione cominciò.
Al termine delle due ore tutti gli studenti si affrettarono ad uscire dall’aula per recarsi a pranzo dato che le lezioni per quella giornata si erano concluse.
Hermione disse a Harry e Ron di precederla mentre lei decise di fermarsi a parlare con la professoressa.
“Sì, signorina Granger? Hai bisogno di qualcosa?”
“Sì, professoressa. Cos’è successo al professor Piton? Perché non era qui oggi?”
“Il professor Piton ha lasciato la scuola, signorina Granger. Come ben sai il suo ruolo di spia è stato scoperto e il preside è riuscito a convincerlo ad andarsene sebbene lui non volesse saperne. E’ tutto, signorina Granger, o avevi bisogno di chiedermi qualcos’ altro?”
“No, professoressa. Buona giornata.”
Hermione lasciò l’aula di pozioni e mentre tornava alla Torre di Grifondoro si chiedeva come fosse riuscito infine il preside a convincere Severus ad andarsene.
Le faceva piacere saperlo al sicuro, tuttavia al pensiero di non rivederlo più, si sentiva serrare la gola.
Infatti, per quanto lui fosse arrogante, sarcastico e crudele, così diverso dal suo dolce innamorato del passato, per lei era sempre il suo Severus e non riusciva a sradicarlo dal suo cuore.


Trascorse un mese dalla sparizione di Severus e ormai le vacanze di Natale erano alle porte.
Hermione era molto triste e pallida e Harry e Ron erano molto preoccupati per lei.
“Cos’hai, Hermione? E’ da un po’ che non stai bene. Noi siamo tuoi amici, perché non ti confidi?” chiese Harry un giorno quando Hermione raggiunse lui e Ron nella Sala Comune di Grifondoro.
Hermione era molto titubante a parlare perché sapeva cosa loro pensavano di Piton, tuttavia sentiva anche il bisogno di confidarsi perché non ce la faceva più a tenersi tutto dentro e sperava di sentirsi meglio parlandone con i suoi migliori amici.
“Va bene, ragazzi, vi racconterò tutto. E’ iniziato quando ci siamo visti per tornare qui per il nuovo anno scolastico. Harry, tu eri molto infelice per la morte di Sirius ed io volevo aiutarti, perciò decisi di trovare il modo di cambiare gli eventi di quella notte al ministero della magia.”
“Che cosa? Volevi usare una Giratempo?”
“No, non ne avevo più una e sarebbe stato impossibile riuscire a procurarmene un’altra ed inoltre non si trattava di tornare indietro di qualche ora ma di quattro mesi.”
“Allora cosa hai fatto?” chiese Ron incuriosito.
“Beh, innanzi tutto mi sono documentata in biblioteca e in un libro ho trovato informazioni su una pozione combinata ad un incantesimo in grado di riportarmi indietro nel tempo e dopo essermi procurata gli ingredienti l’ho provata il giorno della partita di Quidditch.”
“Cosa? Allora è per quello che non sei venuta a vedere la partita!” esclamò Ron.
“Ma che è successo, Hermione? Sirius è morto, quindi…”
“Sì, Harry, non ce l’ho fatta, anzi ho commesso un grosso errore con un ingrediente e sono tornata indietro di vent’anni.”
“Vent’anni?”
“Sì e ho conosciuto i tuoi genitori e i loro amici.”
Sentendole nominare i suoi genitori, Harry si emozionò e le chiese di raccontargli qualcosa di loro e Hermione fu lieta di farlo.
“Due mesi? Ma com’è possibile? Al termine della partita tu eri qui!”
“Sì, è molto strano ma è vero. Ho vissuto nel passato per due mesi facendo amicizia con Lily, James e gli altri. Avevo confidato tutto a Silente al mio arrivo e lui, dopo avermi rimandato nel futuro, ha fatto l’incantesimo Oblivion per far scordare la mia presenza a tutti quelli che mi avevano vista. I miei amici e…”
Passarono lunghi istanti senza che lei aggiungesse altro ma Harry, osservandola, capì che aveva taciuto qualcosa e glielo chiese.
“E chi altri, Hermione? Chi ti ha dimenticato? Era qualcuno a cui ti eri molto affezionata, non è vero?”
Sia Hermione che Ron osservarono Harry a occhi sgranati, sorpresi da quella sfilza di domande.
“Cosa… cosa te lo fa credere, Harry?”
“Beh, il fatto che dalla tua avventura tu sia diventata triste e taciturna e ultimamente lo sei ancora di più. Ripensandoci, mi sei sembrata turbata quando ci siamo rivisti dopo la partita anche se non potevo capire cosa ti potesse essere successo in sole due ore, ma ora che ci hai raccontato che in quel lasso di tempo hai vissuto due mesi nel passato… beh, di chi si trattava, Hermione?”
“Del… del professor Piton.”
“Che cosa? Ho capito bene? Hai detto professor Piton?” chiese Ron incredulo.
“Sì, proprio lui. Mi sono innamorata del… del professor Piton.”
“Ma com’è possibile? Cavoli, Hermione, stiamo parlando di Piton, l’essere più crudele, odioso e sarcastico che abbiamo mai conosciuto! Beh, a parte Tu Sai Chi, naturalmente” disse Ron.
“Sì, lo so, ma io lo amo, non posso farne a meno nonostante sia così diverso dal ragazzo che ho conosciuto nel passato. Mi si spezzava il cuore ogni volta che in classe mi trattava male ricordandomi invece i bei momenti trascorsi con lui.” Harry e Ron l’ascoltavano increduli mentre Hermione raccontava del periodo trascorso con Piton adolescente e non credevano alle proprie orecchie.
“E’ sparito da un mese, costretto a nascondersi perché io e Neville avevamo fatto saltare la sua copertura. Sono molto preoccupata per lui, senza sapere niente, con il pensiero che possa essere morto, ucciso da Voldemort o da uno dei Mangiamorte.”
“Hermione, Piton riesce sempre a cavarsela… vedrai che sta bene” disse Harry facendo un goffo tentativo di consolarla.
Ora che finalmente aveva ricevuto le confidenze di Hermione, si sentiva davvero spiazzato e stentava a credere che fra tutti proprio di Piton si fosse innamorata.
Non poteva innamorarsi di Sirius o Remus, ad esempio?
Loro erano buoni, erano gli amici dei suoi genitori e non dei vili Mangiamorte attratti dalle arti oscure.


Alcuni giorni dopo iniziarono le vacanze natalizie e Harry e Ron decisero di restare a Hogwarts mentre Hermione tornò a Londra dalla propria famiglia.
Durante quelle due settimane Hermione continuò a non sentirsi bene.
Era sempre pallida e stanca e soprattutto al mattino vomitava.
I suoi genitori erano preoccupati per lei ma la ragazza li tranquillizzava dicendo che era una semplice influenza anche se aveva cominciato a capire di cosa si trattasse e decise di fare una verifica che confermò i suoi sospetti.
Rimase a lungo a fissare i risultati del test, incredula: un bambino, lei aspettava un bambino, frutto della prima ed unica volta in cui aveva fatto l’amore.
Le preoccupazioni per le complicazioni che ciò avrebbe comportato nella sua vita erano mischiate alla gioia di avere un figlio dall’uomo che amava.
Il bambino di Severus… sarebbe stato intelligente e coraggioso e lei avrebbe avuto per sempre con sé una parte di lui e della sua avventura nel passato.
“Oh, Severus, dove sei?” si chiese Hermione per la milionesima volta.


“Cara, sei sicura di voler tornare a scuola? Non stai bene, sarebbe meglio se rimandassi di qualche giorno” disse la signora Granger l’ultimo giorno di vacanza notando il viso pallido e smunto della figlia.
“Che cosa? No, non posso, mamma! Devo assolutamente tornare subito a scuola, non posso certo perdermi delle lezioni. Inoltre, non devi preoccuparti perché mi sento molto meglio ora.”
“Ma…” tentò di protestare la signora Granger.
“Scusa, ma ora devo finire di prepararmi altrimenti arriverò in ritardo alla stazione” ribatté Hermione e sua madre, rassegnata, uscì dalla stanza.
Appena rimasta sola, Hermione si sedette sul letto, esausta.
Sapeva che avrebbe dovuto raccontare alla madre della sua gravidanza ma in quel momento proprio non se l’era sentita.
I suoi genitori erano Babbani e capivano ben poco del mondo magico a cui la figlia all’età di undici anni era entrata a far parte, tuttavia non l’avevano ostacolata quando era giunta la lettera di ammissione a Hogwarts e lei aveva espresso il desiderio di andarci.
Adoravano Hermione e volevano solo la sua felicità, tuttavia non sarebbe stato facile per lei spiegare che si era innamorata del più odioso professore della scuola dopo aver trascorso un periodo nel passato e ritrovandosi incinta mentre lui era sparito, forse morto per mano di Voldemort e i Mangiamorte.
Dopo averci riflettuto, Hermione decise che al ritorno a scuola avrebbe mandato loro una lettera per informarli perché la sua confessione sarebbe stata più semplice non avendoli davanti.
Un’ora dopo i Granger accompagnarono la figlia alla stazione di King Cross e si salutarono prima che la ragazza raggiungesse il binario 9 ¾ dove l’Hogwarts Express era in procinto di partire.
Hermione stava per salire sul treno quando sentì delle voci alle sue spalle.
Si voltò sgranando gli occhi quando si rese conto di trovarsi davanti due Mangiamorte.
“Oh, guarda, guarda chi abbiamo qui! La piccola Sangue Marcio amica di Potter” disse uno di loro.
“Già, hai proprio ragione, Goyle. Il Signore Oscuro sarà molto soddisfatto di noi se gliela portiamo.”
“Allora cosa aspettiamo, Tiger?”
Hermione, sentendo i loro nomi, li riconobbe come i padri dei due amici e tirapiedi di Draco Malfoy.
Coraggiosamente estrasse la sua bacchetta e si preparò ad affrontarli ma proprio in quel momento ebbe un attacco di nausea e si accovacciò a terra, vomitando tutta la colazione di quella mattina.
“Bene, bene, la Sangue Marcio non sarà un problema, Tiger! Guardala lì!”
Hermione non ebbe il tempo di reagire perché, mentre si trovava a terra, fu colpita da uno dei due Mangiamorte e perse conoscenza battendo la testa sul cemento.


Riaprì gli occhi a fatica e si portò una mano alla testa sentendo che era stata fasciata da qualcuno in seguito alla caduta.
Si guardò attorno accorgendosi di trovarsi in una piccola camera da letto sconosciuta.
Ricordò lo spiacevole incontro alla stazione e si chiese se si trovasse prigioniera e in attesa di essere portata dai suoi carcerieri al cospetto di Voldemort.
Con questa sgradevole prospettiva si rialzò dal letto, decisa a trovare un modo per scappare.
Si accorse con stupore di avere ancora la bacchetta magica all’interno del suo mantello e ciò era davvero strano dato che era la prima cosa che i Mangiamorte avrebbero dovuto sottrarle.
Tenendo la bacchetta in mano si avvicinò con cautela alla porta che non era chiusa a chiave e si trovò in un corridoio stretto e buio.
Lo stava percorrendo quando sentì aprirsi una porta e nella penombra vide un uomo.
“Come ti senti?” le chiese costui.
Hermione sbarrò gli occhi riconoscendo la voce.
Con un colpo di bacchetta lui accese le luci nel corridoio e lei finalmente lo vide.
“Severus!” gridò, correndo ad abbracciarlo.
Si strinse a lui per un breve istante di gioia nel rivederlo sano e salvo per poi staccarsi subito dopo, ricordando che lui non l’amava e anzi nutriva antipatia nei suoi confronti.
“Mi scusi, professor Piton. Io… io ero stata molto in ansia per lei e mi fa davvero piacere ritrovarla sano e salvo” disse Hermione imbarazzata, cercando di evitare il suo sguardo.
“Ho dovuto spostarmi più volte per evitare i Mangiamorte ma ce l’ho fatta. Hermione…”
Lei lo guardò, sorpresa di sentirlo chiamarla per nome.
“Quando ho visto Tiger e Goyle attaccarti stamattina, io…”
Hermione incontrò il suo sguardo tenero e dolce, così diverso da quello del sarcastico professor Piton, simile invece a quello del suo amore del passato ed una fiammella si accese nel suo cuore.
Possibile che…
“Professore…”
“Severus, mi chiamo Severus, amore mio.”
Amore mio, l’aveva chiamata amore mio…
Lui spalancò le braccia e lei vi si gettò senza esitazione.
Lentamente alzò il viso ad incontrare i suoi profondi occhi neri, di solito così enigmatici e che invece ora esprimevano tutto il suo amore per lei.
Le loro labbra s’incontrarono per un bacio da prima timido poi sempre più appassionato.
Quando si staccarono erano entrambi senza fiato ma i loro visi esprimevano felicità.
Senza dire una parola, Severus la condusse nella stanza da cui lui era appena uscito.
Si trattava di un piccolo salotto composto da un divano e due poltrone consumate e qualche altro vecchio mobile.
“Severus, tu…” iniziò a dire lei mentre si sedevano sul divano.
“Sì, mi sono ricordato di una certa ragazza comparsa e scomparsa misteriosamente durante il mio sesto anno di scuola. Era una ragazza carina e gentile con cui, dopo un momento d’iniziale disaccordo, ho fatto amicizia e finito per innamorarmi pazzamente. Ci piaceva studiare insieme e sperimentare nuove pozioni.”
“Quando… quando hai ricordato?”
“Oh, non è avvenuto tutto in una volta ma il primo ricordo l’ho avuto quando nell’ufficio del preside mi hai supplicato di fuggire. Ho avuto un flashback di noi due insieme quando io ero un tuo coetaneo. La cosa mi è parsa strana ma da quel momento in poi mi sono apparse altre immagini del passato, fatti che non ricordavo di aver mai vissuto. Alla fine oggi, quando Tiger e Goyle ti hanno attaccato però tutto mi è stato chiaro e i ricordi cancellati con l’incantesimo Oblivion mi sono tornati. Ti amo, Hermione, ti ho sempre amato e sono vent’anni che ti aspetto.”
“Oh, Severus… non sai quanto ho sofferto lasciandoti e tornando nel presente! Al posto del mio dolce innamorato c’era il sarcastico professor Piton che… oddio, scusami! In fondo tu sei il professor Piton!”
“Sì, ma sono anche Severus, il ragazzo che vent’anni fa ti amava e che ti ama ancora. Hermione… io mi rendo conto che tu sei una ragazza di sedici anni mentre io sono un uomo adulto, brutto e povero…”
Non poté proseguire perché lei gli mise una mano sulla bocca.
“Tu sei tutto quello che voglio, Severus. Io ti amo e voglio stare con te. Tu e il bambino siete le persone più importanti della mia vita.”
“Il bambino? Di quale bambino parli?” chiese Severus afferrandole la mano che le aveva posato sulla bocca.
“Il nostro bambino, Severus. L’ultima notte, quell’unica notte insieme, ha dato i suoi frutti. Sono incinta di due mesi e mezzo, Severus.”
Lui sgranò gli occhi scuri, incredulo, rimanendo senza parole per alcuni istanti e Hermione si trovò a disagio sotto il suo sguardo.
“Severus, io… mi dispiace, forte tu non lo vuoi ma io non posso rinunciare al nostro bambino. So bene che non sarà facile perché sono molto giovane e ci troviamo in un periodo pericoloso ma ho provato una grande gioia scoprendo di essere incinta e darò al piccolo tutto il mio amore.”
“Vuoi davvero il mio bambino?” chiese lui incredulo.
“Certo! E’ mio e tuo, è nostro! Nato dal nostro amore.”
Severus posò una mano sulla pancia di Hermione, ancora piatta, incredulo e affascinato al pensiero della creatura che vi stava crescendo.
Quando, durante il mese trascorso, gli erano tornati i ricordi di vent’anni prima era stato sconcertato.
Lui e l’Insopportabile So Tutto Io una coppia…
Anche lui, il bistrattato Mocciosus, aveva avuto un amore, sia pur per un periodo limitato…
Come sarebbe stata la sua vita se lei gli fosse rimasta accanto?
Silente aveva compiuto la scelta giusta rimandandola nel futuro da dove proveniva, se ne rendeva perfettamente conto, tuttavia ora che sapeva del loro incontro nel passato la sua vita gli sembrava ancora più squallida.
Per qualche miracolo però lei lo amava ancora anche se non era più il ragazzo che aveva conosciuto ma un uomo maturo che aveva sofferto e vissuto una vita difficile e piena di pericoli.
Il Mangiamorte di Voldemort… la spia di Silente…
“Severus…” iniziò a dire lei quando l’uomo le accarezzo la pancia.
“Ti prego, non rimanere in silenzio, dimmi cosa ne pensi.”
“Beh, penso che sia incredibile che tu mi voglia ancora e che voglia un figlio da me ma ne sono felice, Hermione.”
“Davvero, Severus? Tu vuoi il bambino? Ecco… non mi è mai sembrato che ti piacessero molto” disse lei ricordando lo sguardo truce che il professor Piton rivolgeva ai suoi studenti.
“Beh, non che ne vado pazzo, devo ammetterlo, però un bambino nostro… beh, sicuramente sarà molto intelligente e dotato, soprattutto in pozioni, no?”
“Immagino di sì, professor Piton” rispose Hermione sorridendo e posando la testa sulla sua spalla.
Si sentiva così felice ora! Aveva ritrovato il suo unico amore e insieme avrebbero atteso la nascita del loro bambino.
In quel momento non le importava affatto di Volemort e dei Mangiamorte, l’unica cosa che contava era Severus e il loro amore.
Severus le mise una mano sotto il mento per farle alzare il viso verso il suo e rimase abbagliato dall’amore che traspariva dal suo sguardo.
Le sue labbra si posarono su quelle di lei per un bacio ardente poi la sollevò fra le braccia senza alcuno sforzo e la riportò in camera da letto.
La posò delicatamente sul letto continuando a baciarla e scoprendole porzioni di pelle.
Fecero l’amore con ardore, rinnovando la conoscenza dei loro corpi, poi si addormentarono strettamente abbracciati con il sorriso sulle labbra.


COME AL SOLITO RINGRAZIO I MIEI FEDELI LETTORI E SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA.
I NOSTRI AMATI PROTAGONISTI SI SONO RITROVATI MA MANCANO ANCORA DIVERSI CAPITOLI AL FINALE DELLA STORIA E ALTRI COLPI DI SCENA ACCADRANNO!
MI RACCOMANDO, FATEMI SAPERE SE AVETE GRADITO QUESTO CAPITOLO!

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Capitolo 10
*** CAPITOLO DIECI ***


CAPITOLO DIECI



Il sole che proveniva dalla finestra svegliò Hermione che per un attimo fu sorpresa non ricordando dove si trovasse.
Sentì il peso di una mano sulla sua pancia e all’improvviso ricordò gli avvenimenti del giorno precedente.
L’attacco dei Mangiamorte alla stazione e Severus che l’aveva salvata.
Severus che ricordava il passato e l’amava ancora.
Si voltò a guardarlo e vide che era ancora addormentato.
Aveva un’espressione serena e rilassata che lo faceva apparire più giovane.
Posò la bocca sulla sua per un tenero bacio e si ritrovò a fissare i suoi profondi occhi neri.
“Buongiorno, Severus.”
“Oh, è proprio un buongiorno, venire risvegliato dal bacio di una bella ragazza” ribatté lui stringendola a sé.
Rimasero per un po’ a letto a scambiarsi dolci carezze poi la fame si fece sentire e si alzarono per fare colazione.
“Temo di non avere molte cose da mangiare in casa” si scusò lui.
“Oh, non importa. Ho talmente fame che mangerei qualsiasi cosa.”
“Hermione, sei hai finito di mangiare ti riaccompagno a Hogwarts” disse Severus più tardi.
“Sì, ho finito, ma non è pericoloso per te? I Mangiamorte ti stanno cercando.”
“Non ti preoccupare, me la sono sempre cavata, no? Inoltre, è un mese che scappo e mi nascondo e sono stanco. Saprò stare in guardia anche se i giovani figli dei Mangiamorte riferiranno del mio ritorno a scuola e poi ora che ci siamo ritrovati voglio starti vicino.”
Hermione era molto preoccupata per lui, tuttavia sapeva di non poter fargli cambiare idea ed inoltre le faceva piacere riaverlo accanto a sé a scuola.


Si materializzarono a Hogsmeade e si avviarono, tenendosi per mano, verso la scuola.
Gazza, il custode, fu sorpreso di vederli insieme, ma non fece alcun commento e li salutò.
Quando entrarono andarono subito nell’ufficio del preside che fu felice di rivederli.
“Signorina Granger, siamo stati tutti molto in ansia per te ieri quando non sei arrivata con il treno. Severus, è un piacere rivederti! Sono stato molto preoccupato per te, ma ero certo che te la saresti cavata come sempre, ragazzo mio. Prego, accomodatevi” disse indicando due sedie.
“Albus, sono riuscito ad evitare i miei inseguitori, ma ero stufo di scappare.”
“Sì, certo e come sai tu sei sempre il benvenuto qui, Severus. Come ti avevo detto quando ti chiesi di allontanarti per un po’ era solo in via temporanea. Domani potrai riprendere il tuo ruolo d’insegnante” disse Silente spostando poi il suo sguardo su Hermione.
“Stai bene, signorina Granger?”
“Sì, signore. Ieri alla stazione sono stata attaccata dai Mangiamorte ma Sev… il professor Piton è intervenuto e mi ha salvata.”
“Bene. C’è qualcos’altro che dovete dirmi?” chiese il preside spostando lo sguardo dall’una all’altro.
I due si guardarono per qualche istante poi Severus prese la parola.
“Albus… io e Hermione… ecco noi…”
Severus si sentiva in grande imbarazzo e non riusciva a mettere insieme una frase di senso compiuto, temendo il giudizio del preside nei confronti del quale provava un profondo rispetto. “Vi siete ritrovati?”
“Come?”
“Sì, ti sono ritornati i ricordi che avevo cancellato con l’incantesimo Oblivion, Severus?”
“Sì, ma com’è potuto accadere? E’ un incantesimo molto potente!”
“Certo, ma il vero amore lo è ancora di più. Solo un sentimento puro e sincero ti avrebbe permesso di ricordare Hermione altrimenti l’avresti dimenticata per sempre. Fin dal suo arrivo ad Hogwarts il primo anno ho assistito in disparte al tuo comportamento con lei e avevo i miei dubbi sul fatto che l’amassi.”
Severus arrossì di vergogna ricordandosi il modo in cui aveva trattato la ragazza e i modi sarcastici in cui le si rivolgeva.
“Ecco, io…”
“No, non c’è bisogno che tu dica niente, Severus. L’importante è che siate felici” lo interruppe il preside. “Quindi tu approvi? Hermione è ancora molto giovane ed io ho vent’anni più di lei.”
“Se è vero amore non conta la differenza d’età , ragazzo mio, dico bene, signorina Granger?”
“Sì, signor preside” rispose lei senza un attimo di esitazione, afferrando la mano di Severus.
Severus le diede una fuggevole occhiata stringendola a sé, tirando un sospiro di sollievo all’approvazione del preside.
“Signorina Granger, non ne ho parlato prima per evitare di addolorarti ma volevo sapere come ti sei sentita dopo il tuo viaggio nel tempo. Era andato tutto bene?”
“Sì, signor preside. Qui erano trascorse solo due ore invece dei due mesi vissuti nel passato e nessuno si era reso conto della mia assenza, anche se in seguito Harry si era accorto della mia infelicità e ho dovuto raccontare tutto a lui e Ron.”
“Perché avevi voluto fare quell’esperimento, Hermione? Giocare con il tempo è una cosa molto pericolosa, lo sapevi anche tu quando avevi usato la giratempo durante il tuo terzo anno di scuola.”
“Sì, signore, ma Harry era così infelice per la morte di Sirius…” s’interruppe accorgendosi della forza della stretta di mano di Severus.
Si voltò a guardarlo e rimase sorpresa vedendo la sua espressione corrucciata.
“Avevi corso tutti quei rischi con una pozione e un incantesimo sconosciuti per Black?”
“Come stavo dicendo, Harry era disperato per la sua morte ed io volevo aiutarlo ed ho pensato che trovando il modo di tornare a quel giorno al Ministero della Magia avrei potuto evitare la morte di Sirius.”
“E’ inaudito! Rischiare così tanto per un bastardo come quello! E per che cosa poi? Per dimostrare che sei un’Insopportabile So Tutto Io?”
Hermione rimase ferita dalle sue parole e con gli occhi brillanti di lacrime disse: “Già per che cosa poi? Sirius è morto comunque ed io sto per avere un figlio dall’uomo più crudele e odioso che esista sulla faccia della Terra.”
Dopo di che Hermione scappò dall’ufficio del preside e a nulla valsero i richiami di Silente per farla tornare indietro.
Il preside poi si voltò a guardare Severus con un’espressione contrariata.
“Ho sentito bene, Severus? La signorina Granger è incinta?”
“Sì, Albus. Quella sera prima che tu la rimandassi qui nel presente, lei ed io siamo stati insieme. Era la nostra prima volta e a quanto pare ha dato i suoi frutti.”
“Capisco. Beh, ragazzo mio, tu l’ami davvero?”
“Sì, certo. Credevo che ormai fosse chiaro.”
“Allora ti consiglio di andare a scusarti con lei per il tuo comportamento.”
“Che cosa? E perché dovrei farlo? E’ lei ad essersi comportata da sciocca mettendosi in pericolo per tentare di salvare quell’imbecille di Black!”
“Severus! So bene che tu e Sirius vi disprezzavate ma non è un buon motivo per prendersela con Hermione! Lei è molto affezionata al giovane Harry che ha sofferto molto per la perdita del suo padrino e voleva aiutarlo.”
“Ma…” “Severus, ti consiglio di rifletterci un po’ su per trovare le parole giuste per scusarti con Hermione. Ci rivediamo più tardi, ok?”
“Io non ho alcuna intenzione di scusarmi con quella ragazzina avventata, è chiaro?”
Albus non disse niente ma l’occhiata che gli lanciò gli fece capire che non gli credeva affatto e per non continuare a discutere inutilmente decise di tornare nelle sue stanze nei sotterranei.
“Beh, signor preside, sarà meglio che torni nelle mie stanze e prepari le lezioni per domani.”
“Sì, certo. Buona giornata, ragazzo mio.”


Hermione, dopo la sua uscita precipitosa dall’ufficio del preside, tornò nella Torre di Grifondoro dove venne accolta con entusiasmo dai compagni che si erano preoccupati per lei per il suo mancato arrivò il giorno precedente.
In particolare Harry e Ron l’abbracciarono e le chiesero cosa le fosse accaduto.
Si appartò con i due amici e gli raccontò tutto.
“Cavoli, Hermione, hai corso davvero un grosso rischio, per fortuna che c’era Piton” disse Ron.
“Hermione, le cose fra voi due si sono chiarite? Voglio dire, lui ha ricordato che nel passato…”
“Sì, ma è un uomo insopportabile!”
Harry e Ron si scambiarono un’occhiata e quest’ultimo disse: “Beh, noi l’abbiamo sempre sostenuto ma tu l’altra volta hai detto che…”
“Sì, ricordo benissimo ciò che ho detto l’altra volta ed ero così felice di averlo ritrovato e che si ricordasse di noi, poi quando ha scoperto il motivo del mio viaggio si è arrabbiato e ha cominciato ad offendermi come fa in classe. Lo odio, lo detesto!” disse Hermione cominciando a piangere.
“Calmati, Hermione. Vedrai che tutto si aggiusterà!” la consolò Harry.
La ragazza non disse niente poi si congedò dai suoi amici e andò nella sua stanza.
Harry e Ron la guardarono poi scuoterono la testa.
“Certo che Hermione è sempre stata strana! Non riesco proprio a capire come faccia a piacerle un tipo come Piton.”
“Neanche io riesco a capirlo, Ron, ma è la sua vita. Hai visto come stava soffrendo? Spero per il suo bene che lei e Piton si chiariscano. Anche se noi lo detestiamo Hermione gli vuole bene e a noi deve importare solo la felicità della nostra amica.”
“Hai ragione, Harry, ma Piton…”
“Lo so, Ron, lo so. Ora basta pensare a questo. Perché non facciamo una partita a scacchi? Voglio proprio vedere se stavolta riesco a batterti.”
“D’accordo!”



COME AL SOLITO RINGRAZIO I MIEI LETTORI E SPERO CHE ANCHE QUESTO NUOVO CAPITOLO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO.
MI AUGURO CHE MI LASCIATE QUALCHE COMMENTINO PER FARMI CONOSCERE LA VOSTRA OPINIONE.
BUONA PASQUA A TUTTI!

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Capitolo 11
*** CAPITOLO UNDICI ***


CAPITOLO UNDICI



La mattina seguente ricominciarono le lezioni e nelle ultime due ore Harry e i suoi due amici avevano pozioni con i Serpeverde.
Gli studenti rimasero sorpresi del ritorno del professor Piton e cercarono di nascondere come meglio poterono il dispiacere che provavano nel riaverlo come insegnante.
Piton assegnò alla classe la pozione da preparare quel giorno e mentre gli studenti erano intenti al lavoro, il professore gironzolò fra i banchi per controllarli.
Indugiò accanto a Hermione ma lei evitò di guardarlo concentrandosi esclusivamente sul suo calderone.
Era ancora infuriata con lui per quello che le aveva detto mentre Severus aveva sbollito gran parte della sua rabbia dopo essersi congedato dal preside e averci riflettuto su e adesso desiderava parlarle per chiarirsi.
Non era abituato a scusarsi con nessuno ma sapeva di dover fare uno sforzo con la sua Hermione.
Aveva avuto una vita solitaria che gli era parsa ancora più squallida quando gli erano tornati i ricordi del passato, della breve e dolce storia d’amore che aveva avuto durante il suo sesto anno scolastico.
Hermione, la sua Hermione, che finalmente aveva ritrovato!
No, non poteva permettere ad una sciocca ripicca di dividerlo di nuovo dal suo unico amore.
Rimase ancora qualche istante accanto al suo banco ma vedendo che lei si ostinava ad ignorarlo, decise di tornare alla cattedra.
Stava pensando a come riappacificarsi con lei quando si accorse che Neville era in difficoltà e Hermione gli stava dando dei suggerimenti.
“Signorina Granger, non hai ancora imparato che non devi aiutare Paciock? Ti aspetto stasera alle otto nel mio ufficio.”
“Ma io…”
“Dieci punti in meno a Grifondoro” aggiunse lui con un sorrisetto sadico che gli valse un’occhiataccia da Hermione.
La lezione proseguì senza ulteriori interruzioni e al suono della campanella gli alunni corsero fuori, lieti di andare a pranzare.
Hermione uscì insieme a Harry e Ron e mentre passava accanto alla cattedra, Piton le ricordò di presentarsi nel suo ufficio quella sera.
“Sì, signore” rispose lei senza neanche guardarlo.
Durante il pomeriggio Hermione fece i compiti ed esortò anche Ron e Harry ma quel giorno i due ragazzi erano ancora più svogliati del solito.
“Beh, che problema c’è, Hermione? Ci aiuterai tu con la ricerca per Piton, no?” le chiese Ron.
“No, è ora che impariate ad arrangiarvi! Sono stufa di fare i compiti al posto vostro!”
“Mamma mia, come sei suscettibile oggi! Che ti è perso?” le chiese Harry.
“Come ha osato togliermi dieci punti e darmi anche una punizione? E’ veramente odioso!”
Harry e Ron si scambiarono un sorrisetto poi quest’ultimo disse: “Beh, magari stasera tu e il tuo “ragazzo” vi riconcilierete, no?”
“Che cosa? Ma nemmeno per sogno!” sbottò Hermione chiudendo con un gran tonfo il libro prima di lasciare la Sala.
“Che ne pensi, Harry? Sembra proprio infuriata nera!”
“Beh, se la vedrà Piton con lei stasera mentre noi sarà meglio che facciamo un po’ di compiti.”
“Non che ne abbia granché voglia ma penso che tu abbia ragione, amico.”


Hermione, intanto, si chiuse nella sua stanza che fortunatamente in quel momento era vuota, a parte il suo grosso gatto arancione, Grattastinchi.
Hermione lo prese in braccio e iniziò ad accarezzarlo e lui fece subito le fusa.
“Oh, Grattastinchi, cosa devo fare? Ero così felice di aver ritrovato Sseverus invece lui si è comportato come il peggior bastardo sulla faccia della Terra, a parte Voldemort naturalmente, e sai qual è la cosa peggiore? Beh, io lo amo ancora nonostante tutto. Ci deve essere qualcosa di sbagliato in me, tu cosa ne pensi?”
Grattastinchi fece un miagolio e scosse la grossa testa pelosa in segno di diniego.
“No? Tu non pensi che io sia pazza? E cosa dovrei fare più tardi quando dovrò andare nel suo ufficio?”
Grattastinchi si strofinò contro la sua mano e con i suoi gesti le fece capire che le consigliava una riconciliazione.
Hermione ci rifletté e dovette ammettere con se stessa che desiderava chiarirsi con lui, tuttavia il ricordo delle sue aspre parole le riecheggiavano nella mente.
Per il momento, quindi, non prese alcuna decisione definitiva, decidendo di vedere come si sarebbe svolto quella sera il suo incontro con Severus.


Durante la cena i suoi amici chiacchieravano ed in particolare erano eccitati per la partita del sabato successivo contro i Serpeverde ma Hermione vi prestava scarso interesse dato che la sua attenzione era tutta concentrata sul tavolo degli insegnanti ed in particolare su un certo professore con i capelli neri e un grosso naso dal quale distoglieva lo sguardo appena lui si voltava nella sua direzione.
Quello che Hermione non sapeva è che anche Severus la guardava per poi distogliere lo sguardo per non farsi scoprire.
Silente, al cui sguardo acuto non erano sfuggite le occhiate struggenti dei due, fece un sorrisetto poi si rivolse al professore di pozioni.
“Allora Severus, ti sei scusato con la signorina Granger?”
“Che cosa? Niente affatto, anzi le ho dato una punizione perché si ostina ad aiutare Paciock durante le lezioni nonostante l’abbia rimproverata già in diverse occasioni. Quella ragazzina è troppo testarda e disubbidiente, senza dubbio per l’influsso che Potter esercita su di lei.”
“Davvero? E che punizioni le darai per la sua testardaggine?”
“Beh, le farò pulire i calderoni del mio laboratorio.”
Silente gli rivolse un’occhiata sorpresa poi sorrise, certo che quella sera i due innamorati si sarebbero occupati di ben altro che calderoni sporchi.


Alle otto in punto Severus sentì bussare alla sua porta e con voce forte e chiara invitò Hermione ad entrare.
“Eccomi, professore. Cosa devo fare?” chiese lei, cercando di nascondere l’emozione che provava nel ritrovarsi lì da sola con lui.
“Devi pulire quel calderoni laggiù in fondo, senza utilizzare la magia naturalmente” rispose Severus con lo stesso tono indifferente.
La ragazza gli passò davanti senza dire una parola e dopo un lungo sospiro iniziò di buona lena ad occuparsi del primo dei dieci calderoni che doveva pulire.
Severus si sedette alla sua scrivania per preparare le lezioni per il giorno successivo ma non riusciva a concentrarsi dato che il suo sguardo si soffermava spesso sulla ragazza che gli dava le spalle in fondo alla stanza.
Cercava a tutti i costi d’ignorarla dato che, nonostante desiderasse riappacificarsi con lei, il suo orgoglio gli faceva opporre resistenza al ricordo che era andata nel passato per salvare Sirius Black, la persona che insieme a James Potter aveva detestato più di chiunque altro nella sua vita.
Tuttavia, altri ricordi gli comparivano nella mente, ricordi dei dolci momenti trascorsi insieme, dei baci e le carezze che si erano scambiati e questo fece sì che riuscisse a vincere il suo orgoglio.
Le si avvicinò silenziosamente e le mise una mano sulla spalla facendola sussultare per la sorpresa.
“Hermione, voltati per favore.”
Lei obbedì ma tenne lo sguardo basso, allora lui le mise una mano sotto il mento e i loro occhi s’incontrarono.
“Hermione, io… ecco io… volevo… volevo scusarmi per quello che ti ho detto nell’ufficio del preside. Sono stato un gran bastardo.”
“Già, è proprio così!” disse lei e Severus sgranò gli occhi per la sorpresa.
“Beh, che cosa ti aspettavi che dicessi? Che non c’era bisogno che ti scusassi? Che era giusto che continuassi a ripetermi che sono un’Insopportabile So Tutto Io? Sì, sei proprio stato un gran bastardo!”
“Beh, ecco… D’accordo se non vuoi accettare le mie scuse pazienza. Ora tornate pure nella Torre di Grifondoro. La punizione è annullata” ribatté lui voltandole le spalle per tornare alla sua scrivania.
Severus riprese i fogli e la penna e annotò qualcosa o meglio fece finta di scrivere perché in realtà si sentiva turbato dal sarcasmo di Hermione, di solito dolce e comprensiva.
Si chiedeva se fosse semplicemente arrabbiata con lui o rifiutasse di perdonarlo per allontanarlo da lei perché si era scoperta di non amarlo più.
In fondo era molto cambiato dal ragazzo che lei aveva conosciuto, era stato il Mangiamorte di Voldemort…
Perso nei propri pensieri, sussultò quando sentì la voce di lei e si accorse che si era avvicinata.
“Non ho detto che non voglio accettare le tue scuse. Volevo solo farti capire quanto mi sono sentita ferita dalle tue parole, dette di fronte a Silente per di più!”
“Sì, capisco, ma tu devi comprendere che quando hai detto di essere andata indietro nel tempo per salvare Black, che hai corso tutti quei pericoli per quell’idiota, io…”
“Severus! So bene che fra voi due non è mai corso buon sangue ma io avevo tentato quel viaggio nel tempo per Harry, perché soffriva molto avendo perso il suo padrino. Harry e Ron sono i miei migliori amici e farei qualsiasi cosa per aiutarli e lo stesso vale per te. Ti prego, non trattarmi più in quel modo odioso, non lo sopporto!”
Severus si alzò di scatto e l’abbracciò.
“Sì, lo prometto, ma tu dovrai avere pazienza con questo vecchio irascibile, ok?”
Hermione annuì e sorrise poi gli posò una mano sulla guancia che lui si portò alle labbra e baciò.
“Allora sono perdonato?”
“Sì.”
“Dimostramelo” la sfidò lui con un luccichio negli occhi neri che le fece aumentare i battiti cardiaci.
“Con piacere, amore” ribatté la ragazza mettendogli le braccia al collo e posando la bocca sulla sua.
“Mia Hermione” disse lui intensificando il bacio.
Severus e Hermione si scambiarono diversi baci e carezze poi l’uomo la condusse in camera da letto e la loro riappacificazione fu consolidata da un’appassionata notte d’amore.
Severus si risvegliò alle prime luci dell’alba e sveglio la sua Hermione con un dolcissimo bacio.
Lei gli rivolse un tenero sguardo poi gli chiese che ore fossero.
“Sono appena le cinque ma è meglio se ora torni nella Torre di Grifondoro prima che si accorgano della tua assenza.”
“Sì, hai ragione. Ci rivediamo più tardi a lezione, professor Piton?”
“Con piacere, signorina Granger e vedi di non aiutare Paciock come al solito, altrimenti dovrò togliere dei punti a Grifondoro anche oggi… non che mi dispiaccia naturalmente!” disse lui mettendosi poi a ridere davanti alla sua occhiataccia.
Dopo essersi scambiati un ultimo bacio, Hermione tornò alla Torre di Grifondoro sentendosi di nuovo felice ora che lei e il suo Severus si erano riconciliati.


RINGRAZIO COME AL SOLITO I MIEI FEDELI LETTORI CHE CONTINUANO A SEGUIRMI E SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO. FATEMI SAPERE LA VOSTRA OPINIONE, MI RACCOMANDO!

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Capitolo 12
*** CAPITOLO DODICI ***


CAPITOLO DODICI



La settimana trascorse rapidamente e infine giunse la tanto attesa partita di Quidditch fra Grifondoro e Serpeverde.
Gli spalti erano gremiti di spettatori che incitavano le rispettive squadre.
Fu una partita molto combattuta, in particolare fra Harry e Draco che inseguivano lo sfuggente boccino d’oro e infine il giovane Potter superò l’avversario per un soffio e decretò la vittoria di Grifondoro sugli storici rivali.
I compagni di squadra si congratularono con il loro giovane campione e sugli spalti i Grifondoro lanciavano grida entusiastiche mentre i Serpeverde, delusi per la sconfitta subita, lasciavano il campo e gli spalti per rientrare al castello.
Scendendo gli spalti per andare a congratularsi con i suoi amici, Hermione incrociò Severus che aveva l’espressione più corrucciata del solito per la sconfitta dei suoi Serpeverde.
La ragazza gli rivolse un sorriso incerto, non sapendo se il professore, visto che era arrabbiato, se la sarebbe presa con lei che apparteneva alla Casa avversaria.
Severus, infatti, non ricambiò il sorriso, ma passandole accanto le sfiorò le mani e le diede un biglietto.
Hermione l’osservò allontanarsi con il solito mantello svolazzante poi lesse il biglietto che le aveva dato.
“Sto andando a Hogsmeade, se riuscirai a liberarti dagli immeritati festeggiamenti per la dubbiosa vittoria di Grifondoro potremo vederci là. Severus.”
Hermione sorrise riconoscendo la stizza del suo uomo per la sconfitta dei suoi Serpeverde e con lo sguardo lo cercò di nuovo tra la folla ma non riuscì a vederlo, poi venne chiamata da Ron e raggiunse lui e gli altri al campo.
“Siete stati bravissimi ragazzi, soprattutto tu, Harry, che hai battuto Malfoy sul tempo e gli hai soffiato da sotto il naso il boccino d’oro!” disse Hermione.
“Già, eccezionale, mio caro Harry!” aggiunse Ginny e sgranò gli occhi quando il ragazzo l’attrasse a sé in un affettuoso abbraccio.
Il fracasso assordante all’improvviso si placò e tutti osservarono la giovane coppia e Harry, sentendosi a disagio, si scostò da Ginny e disse: “Beh, anche tu sei stata molto brava, Ginny, oltre naturalmente tutti voi, ragazzi. Il merito di questa vittoria non è solo mio ma di tutta la squadra.”
Ginny l’osservò e capì dal suo sguardo che c’era qualcosa che lui voleva dirle, qualcosa che lei aveva sperato tanto che accadesse e non poteva rovinare quel momento magico parlando davanti a tutti perciò anche lei decise di distogliere l’attenzione dal loro abbraccio parlando della partita, ripromettendosi però di ritrovarsi sola con Harry più tardi per avere conferma che finalmente il suo desiderio si era avverato.
“Avete visto che faccia aveva Piton quando se n’è andato? Era più infuriato del solito, forse perché questa sconfitta gli ha rovinato il compleanno! Sicuramente darà una bella lavata di capo a Malfoy!” disse Ginny.
“Compleanno?” chiese Hermione sorpresa.
“Oggi è il compleanno di Piton. Ho sentito Malfoy che lo diceva ai suoi compagni di squadra prima che iniziasse la partita, precisamente ha detto: “Oggi è il compleanno del nostro direttore e il regalo migliore che possiamo fargli è battere quello stupido sfregiato di Potter e la sua banda di idioti!”
“Ah, ah, ben gli sta a quel furioso idiota e al vecchio pipistrello!” commentò Ron e gli altri si unirono tutti alla sua risata.
Beh, naturalmente tutti tranne Hermione che era rimasta sorpresa nello scoprire in modo così casuale il giorno in cui compiva gli anni il suo Severus.
Nei due mesi che aveva vissuto nel passato non avevano mai parlato dei rispettivi compleanni e neanche da quando si erano ritrovati come coppia lì nel presente.
Hermione era dispiaciuta di questa scoperta dell’ultimo minuto perché se lo avesse saputo prima avrebbe provveduto a prendere un bel regalo al suo innamorato.
Si riscosse dai suoi pensieri quando Ginny le mise una mano sulla spalla.
“Tu non vieni con noi, Hermione?” le chiese Ginny.
“Dove?”
“Stiamo andando a Hogsmeade, ai Tre Manici Di Scopa per festeggiare la vittoria. Dai, vieni anche tu!”
“Sì, certo.”
Hermione, quindi, seguì i Grifondoro a Hogsmeade cercando di partecipare alla gioia dei compagni anche se il suo pensiero era costantemente rivolto al suo amato professore di pozioni.


Mentre beveva un boccale di burrobirra con i compagni, Hermione intravide un inconfondibile mantello nero a poca distanza dal pub e si allontanò dal tavolo dicendo che voleva chiedere in libreria se era arrivato un nuovo libro che aspettava da un po’.
I Grifondoro non ci fecero caso conoscendo la fissazione di Hermione per i libri ma Harry e Ron, che avevano visto un certo professore con un mantello nero passare davanti al pub poco prima, si scambiarono uno sguardo malizioso poi ripresero la conversazione con i compagni.
Intanto, Hermione si guardò intorno, non riuscendo a vedere Severus da nessuna parte, ma non si preoccupò più di tanto visto che lui le aveva scritto che si sarebbero incontrati se si fosse allontanata dagli altri Grifondoro.
Si fermò davanti a Mielandia e decise di entrare a prendere qualcosa di dolce per festeggiare il compleanno del suo uomo.
Comprò vari dolcetti e stava pagando quando sentì la sua inconfondibile e amata voce dietro di lei.
“Dolci per festeggiare l’immeritata vittoria di Grifondoro, signorina Granger?”
Lei pagò e prese il sacchetto poi si voltò a guardare il professore.
“No, signore. Sono dolci per festeggiare il compleanno del mio innamorato o almeno sarebbero per lui se si fosse degnato d’informarmi di tale avvenimento.”
Con compiacimento, Hermione vide Severus arrossire per un attimo prima di riprendere l’abituale espressione austera che aveva in pubblico.
“Se vuole scusarmi, professore…” disse Hermione e lui si spostò lasciandole spazio per uscire dal negozio.
Lei si allontanò verso la periferia della città mentre Severus la seguì a pochi passi di distanza affiancandosi a lei quando si trovarono in una zona deserta.
Rimasero in silenzio poi lui allungò la mano e afferrò quella della ragazza continuando a camminare finché non si fermarono alla Stamberga Strillante.
Hermione era stupefatta che fra tutti i posti possibili Severus volesse fermarsi proprio lì, ma dovette ammettere che con la fama sinistra che quel luogo aveva non c’era pericolo che qualcuno li scoprisse, così senza esitazione lo seguì all’interno.
“Era da tanto che non venivo qui, da quel giorno in cui incontrammo Sirius e scoprimmo la verità su Codaliscia…”
“Già, quello stesso giorno in cui tu e i tuoi degni amichetti mi avete attaccato!” la rimproverò lui.
“Beh, io avevo provato a ragionare con te ma come al solito ti sei comportato da testardo” di difese Hermione.
Severus osservò il vecchio letto sgangherato e impolverato e dopo avergli dato una sistemata con un tocco di bacchetta si sedette invitando la ragazza a raggiungerlo.
“E’ stata davvero una pessima giornata quella! Quando ho visto Lupin trasformato in lupo mannaro ho ricordato…”
Severus s’interruppe, ma lei capì che si riferiva a quel lontano giorno quando appena quindicenne rischiò di essere sbranato dallo stesso Remus Lupin per uno stupido scherzo di Sirius Black.
Hermione gli prese la mano e se la portò alle labbra per un tenero bacio.
“Ora smettiamola di pensare a cose tristi! Piuttosto dovremmo festeggiare il tuo compleanno anche se dovrei essere arrabbiata con te per non avermi detto niente! L’ho scoperto per caso perché Ginny ha sentito Malfoy che ne parlava ai suoi compagni! Perché non me lo avevi detto, Severus?”
Lui si alzò di scatto dal letto e si allontanò di qualche passo.
Rimase in silenzio alcuni istanti poi si decise a parlare.
“Ho appena compiuto trentasette anni, Hermione! Certo, per un mago non sono tanti, ma considerando che sto con una ragazzina che non ne ha ancora diciassette, io…”
“Severus, avevamo già affrontato questo argomento e credevo ci fossimo chiariti, ma a quanto pare non è così! La nostra differenza d’età non ha alcuna importanza, ti amavo nel passato quando eravamo coetanei e ti amo anche di più ora che sei un uomo più grande. Sei il mio unico amore, professor Piton, lo vuoi accettare una buona volta o no?”
La sua dichiarazione così sincera e appassionata commosse Severus che non poté fare altro che prenderla fra le braccia e stringerla a sé.
“Cos’ho fatto per meritarti, mia Insopportabile So Tutto Io?”
Hermione di solito detestava quando lui la chiamava in quel modo, ma il tono dolce in cui questa volta l’aveva detto le fecero capire che non voleva affatto insultarla, anzi il contrario, perciò gli sorrise e avvicinando le labbra a quelle di lui, disse: “Non lo so, professore, ma le sarei grata se trovasse dei termini più carini con cui chiamarmi.”
“Davvero? Beh, vediamo un po’… mia piccola Grifondoro, mia adorata signorina Granger, possono andare bene?”
“Sì, direi che per ora possono andare.”
“Per ora?”
“In attesa che lei sia più creativo, mio caro professor Piton” rispose Hermione prima di baciarlo.
“Lascia che ti dimostri con i fatti quanto posso essere creativo, mia adorata signorina Granger” ribatté Severus fra un bacio e l’altro.
I due non parlarono più passando a dedicarsi al piacere reciproco, poi si appisolarono sul letto della Stamberga Strillante tenendosi strettamente abbracciati.
Severus fu il primo a risvegliarsi e osservò la ragazza ancora addormentata accanto a lui.
Quella mattina, appena si era alzato, si era sentito di malumore dando un’occhiata al calendario.
Trentasette anni, quel giorno compiva trentasette anni e ciò gli aveva ricordato quanto più vecchio fosse rispetto alla ragazza che amava e nonostante la sua Hermione fosse più intelligente e matura rispetto ai suoi coetanei non aveva ancora neanche diciassette anni.
Questo pensiero lo aveva tormentato per tutta la mattina fino al momento della partita di Quidditch.
Si era chiesto se fosse giusto che tenesse legata a sé una ragazza così giovane o se avesse dovuto fare la cosa più onorevole e lasciarla libera, dandole la possibilità d’innamorarsi di un suo coetaneo. Certo, lei era incinta ma con una pozione, lui…
I suoi dilemmi di coscienza fra il cuore e la ragione erano stati interrotti da Malfoy che era venuto a ricordargli che la partita stava per cominciare.
Il ragazzo, inoltre, gli aveva fatto gli auguri di buon compleanno e vedendo la sua espressione corrucciata aveva male interpretato il suo malumore giurandogli che questa volta sarebbe riuscito a battere quello sfregiato di Potter e la sua stupida squadra, non potendo certo immaginare che il suo professore avesse degli scrupoli sentimentali.
Severus aveva seguito Draco fino alla stadio raccomandagli di vincere e anche se alla fine ciò non era avvenuto per la solita fortuna sfacciata di Potter, il professore non se l’era presa più di tanto, anche se naturalmente aveva finto davanti agli altri.
Per tutta la durata della partita il suo sguardo e suoi pensieri erano stati rivolti alla sua bella Hermione.
Cosa doveva fare?
Lasciarla libera o tenerla legata a sé?
La decisione gli stata tolta dalle mani dalla sua amatissima che ancora una volta gli aveva dimostrato quanto lo amasse nonostante la sua scarsa avvenenza e la differenza d’età e chi era lui per combattere la scelta di quella testarda ragazzina?
D’ora in poi avrebbe accettato la felicità che Hermione gli dava senza più farsi scrupoli sperando che durasse il più possibile nonostante la terribile minaccia del Signore Oscuro.
Perso nei suoi pensieri, non si era accorto che lei si era svegliata e sussultò quando Hermione gli rivolse la parola.
“C’è qualcosa che non va, Severus? Sei così pensieroso…” chiese lei preoccupata.
Il professore le sorrise e la rassicurò: “Va tutto bene, amore mio. Stato solo pensando che questo è il più bel compleanno della mia vita. Che cosa avrei potuto desiderare di più se non tenere fra le braccia la donna che amo?”
Alla parola “compleanno” lei saltò fuori dal letto, nuda, sotto lo sguardo sconcertato del compagno e frugò fra le tasche del suo mantello finché non trovò il pacchettino con i dolci che aveva comprato a Mielandia e tornò accanto a Severus.
“Stavo quasi per dimenticarmi i dolci! Su, mangiamo.”
Hermione aprì il pacchetto e prese in mano un pasticcino alla crema e lo avvicinò alla bocca di Severus che lo mangiò di gusto leccandole sensualmente le dita poi prese un altro dolcetto e lo fece mangiare alla ragazza.
“Accipicchia, ci siamo fatti proprio una bella scorpacciata! Dovrò stare attenta o finirò per ingrassare!”
Severus osservò le sue curve deliziose e la pancia che stava iniziano a mostrare i primi segni della gravidanza.
“Beh, sul fatto d’ingrassare tempo proprio che per i prossimi mesi non ci sia altra possibilità, mia cara!”
Hermione seguì il suo sguardo e si posò una mano sulla pancia accarezzandosela con dolcezza.
Severus le si avvicinò e le mise una mano sulla sua mentre con l’altra le fece alzare il viso verso il proprio per darle un tenero bacio.
“Amore mio, sono così felice con te!”
“Anch’io, mia dolce Hermione, anch’io!”
Poco dopo, mentre camminavano verso Hogwarts tenendosi per mano, Severus pensò che era stato un pazzo a prendere in considerazione anche solo per un attimo di rinunciare al suo unico amore e al figlio che attendevano.
Erano la sua famiglia e lui avrebbe lottato con qualsiasi mezzo per la loro felicità!


RINGRAZIO COME AL SOLITO I MIEI LETTORI E SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO. COME AVETE POTUTO NOTARE E’ MOLTO DOLCE E ROMANTICO E SI PUO’ CONSIDERARE LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA PERCHE’ PRESTO PER LA NOSTRA AMATA COPPIA INIZIERANNO I PROBLEMI. CI RISENTIAMO PROSSIMAMENTE E MI RACCOMANDO INTANTO LASCIATEMI QUALCHE COMMENTINO!

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Capitolo 13
*** CAPITOLO TREDICI ***


CAPITOLO TREDICI



Nei giorni successivi alla partita di Quidditch ci furono parecchi attacchi dei Mangiamorte e per la sicurezza degli studenti furono aboliti i permessi di uscita a Hogsmeade nei fine settimana.
Per quanto Hogwarts fosse un castello grande e suggestivo esservi rinchiusi, sia pur a fin di bene, creava malumori fra gli studenti, allora il preside una mattina a colazione fece un annuncio sperando di rallegrare l’ambiente e come sempre il grande Silente colpì nel segno.
I ragazzi delle quattro Case stavano chiacchierando ma si zittirono immediatamente quando la professoressa McGranitt attrasse l’attenzione dicendo che il preside doveva fare un importante annuncio.
“Miei cari ragazzi” disse Silente “so bene quanto siate sofferenti a stare sempre rinchiusi pur essendo una misura presa per la vostra sicurezza, perciò per rallegrare l’ambiente e accantonare per qualche ora le preoccupazioni di questi tempi oscuri, ho deciso di organizzare una festa mascherata per il prossimo fine settimana. Spero che vi faccia piacere!”
L’annuncio fu accolto con entusiasmo dai giovani studenti che subito si misero a fare progetti per la scelta dei costumi.
“Il preside ha avuto davvero una bella trovata! Almeno potremo rilassarci senza dover pensare a Tu Sai Chi! Tu come ti vestirai, Hermione?”
“Ancora non ho deciso, Ron, comunque dovrà essere una sorpresa. Il senso delle feste mascherate, almeno fra i Babbani, è socializzare con gli altri e cercare di riconoscere chi si nasconde sotto le maschere e credo che Silente intendesse seguire questa tradizione organizzando questa festa.”
Ron le diede un’occhiata dubbiosa poi si rivolse a Harry: “Tu che ne pensi?”
“Credo proprio che Hermione abbia ragione, in fondo Silente è sempre stato molto attento e simpatizzante dei Babbani” rispose l’amico.
“Beh, allora d’accordo non ci diremo niente fino alla festa e cercheremo di riconoscerci e riconoscere gli altri. Dite che Piton si vestirà da pipistrello?” chiese Ron.
“Beh, in tal caso gli basterò vestirsi come al solito, no?” commentò Harry, scoppiando a ridere imitato da Ron.
Subito dopo però i due ragazzi si ricordarono di Hermione e mormorarono delle scuse vedendo la sua espressione contrariata.
Sapevano bene che l’amica stava con l’odioso professore di pozioni, ma ogni tanto tendevano a dimenticarlo visti i modi sprezzanti che Piton aveva tuttora nei loro confronti.
Hermione accettò le scuse dei due amici poi, accorgendosi che si stava facendo tardi, insieme a loro si recò in fretta alla prima lezione della giornata che era proprio pozioni.


Quando arrivarono in classe videro che tutti i compagni avevano già presto posto e che Piton era già alla cattedra.
“Bene, ora che finalmente il famoso Trio si è degnato di raggiungerci possiamo iniziare la lezione di oggi. Naturalmente sono cinque punti in meno a testa per il ritardo.”
“Ma professore…” iniziò a protestare Hermione.
“Altri cinque punti, signorina Granger, che diventeranno dieci se non ti sbrighi a sederti al tuo posto.”
Hermione non aprì più bocca ma passando davanti a Harry e Ron per raggiungere il suo banco vide le loro occhiate di compatimento che le fecero capire che non riuscivano a comprendere come potesse amare un bastardo come Piton che godeva nel togliere punti a lei e agli altri Grifondoro per futili motivi.
A volte se lo chiedeva anche lei, ma guardando il luccichio dei suoi occhi neri capiva sempre che si trattava di una farsa per i suoi Serpeverde in particolare e gli altri studenti in generale perché nessuno doveva sapere che stavano insieme, almeno fino al termine dell’anno scolastico, per evitare problemi con il Ministero della Magia che poteva prendere seri provvedimenti nei confronti di un professore che intratteneva rapporti con una studentessa.
La lezione si svolse come di consueto con i soliti disastri di Neville e al suono della campanella tutti si affrettarono ad uscire dal laboratorio di pozioni per recarsi alla lezione successiva.
Tutti tranne Hermione che avendo un’ora libera sistemò senza fretta le sue cose nella cartella e si avvicinò alla cattedra dove Piton stava controllando i compiti che gli studenti gli avevano lasciato uscendo.
Hermone appoggiò il suo tema e la sua boccetta insieme alle altre e nel farlo toccò le mani di Piton.
Rimasero alcuni istanti in silenzio a guardarsi negli occhi poi lei disse: “E’ stato davvero molto crudele da parte sua toglierci tutti quei punti per un paio di minuti di ritardo, professore.”
“Io esigo la massima puntualità, signorina Granger, spero che te lo ricorderai per la prossima lezione.”
“Ma…”
“Osi contraddirmi? Vuoi che t’infligga una punizione?”
“Beh, dipende dal tipo di punizione, professore.”
Mentre si scambiavano quelle frasi, le loro mani si toccavano con lievi carezze.
“Ti attendo stasera alle otto nel mio ufficio, signorina Granger dove ti darò la punizione che meriti.”
Hermione stava per ribattere quando dei rumori all’esterno del laboratorio annunciarono l’arrivo degli studenti per la prossima lezione di pozioni.
Mentre i ragazzi entravano nell’aula, Severus aveva lasciato la mano di Hermione e usando il suo tono più intimidatorio le ricordò di presentarsi nel suo ufficio quella sera alle otto.


Nella Sala Comune di Grifondoro, Harry e Ron stavano facendo i compiti e avendo delle difficoltà chiesero aiuto a Hermione, ma la ragazza non aveva tempo perché doveva andare da Piton per la punizione.
“Mi dispiace, ragazzi, ma ora non posso. Piton mi sta aspettando nel suo ufficio per una punizione per aver contestato i punti che ci aveva tolto stamattina per il nostro ritardo.”
“Wow, certo che il tuo “ragazzo” è proprio affettuoso a toglierti punti e a darti punizioni di continuo. Se non ti amasse magari avrebbe fatto in modo di farti espellere.”
“Piantala, Ron! Sei proprio uno sciocco!” ribatté Hermione prima di andarsene impettita e a testa alta non lasciando ai suoi due amici il tempo di dire una parola.
“Accidenti, da quando si è messa con il vecchio pipistrello è diventata davvero suscettibile!” disse Ron.
“Già, sarà l’influenza che Piton esercita su di lei.”
“E’ possibile, ma tu pensi che sia felice con lui? Con tutte quelle punizioni che le impone ad ogni minimo pretesto!”
“Potrei anche sbagliarmi, ma credo che quelle punizioni servano per farli incontrare senza destare sospetti. Se venissero scoperti potrebbero sorgere grossi problemi per entrambi” disse Harry e Ron, dopo aver riflettuto per qualche minuto, capì che l’amico aveva ragione.
“Forse noi potremmo aiutarli, Harry? Non che m’importi di Piton naturalmente, ma Hermione…”
“Sono d’accordo con te, Ron, e se ce ne sarà bisogno li aiuteremo. Per ora però dovremo occuparci dei nostri compiti di trasfigurazione. La McGranitt quando si arrabbia può diventare più intransigente di Piton.”
“Già, allora rimettiamoci al lavoro. Speriamo che al suo ritorno Hermione sia disposta a dare un’occhiata ai nostri compiti così saremo più sicuri prima di consegnarli alla McGranitt.”
“Tutto dipenderà da come sarà andata la sua serata con Piton. Dubito che lei avrà voglia di dare un’occhiata ai nostri compiti se lui la farà arrabbiare.”
“Beh, allora non ci resta che augurarci che li vecchio pipistrello le faccia trascorrere una serata romantica anche se non mi sembra proprio il tipo.”
“Sono d’accordo con te ma tutto è possibile. Ora, però, smettiamo di divagare altrimenti non riusciremo a finire i compiti in tempo e allora sì che saremo nei guai.”

Hermione camminò a passo spedito per raggiungere i sotterranei, impaziente di rivedere Severus e trascorrere finalmente un po’ di tempo da sola con lui visto che da quando erano state abolite le uscite a Hogsmeade avevano avuto pochissime occasioni per stare insieme se non quelle create dalle punizioni per le sue ipotetiche trasgressioni.
Arrivò davanti al suo ufficio dopo un tempo che le era parso interminabile ma che in realtà era durato al massimo cinque minuti.
Bussò alla porta e lui le diede subito il permesso di entrare.
Severus era seduto davanti alla sua scrivania e lei stava per correre ad abbracciarlo quando notò la sua espressione corrucciata.
Rimase perplessa finché non vide la porta collegata al suo laboratorio aperta. “Hai finito, Draco?”
“Sì, signore” rispose il ragazzo entrando nell’ufficio dalla porta del laboratorio.
Aveva in mano una fialetta che consegnò al professore che lo controllò e lo ridiede al ragazzo.
“Eccellente, Draco. Come sempre del resto. Sei il mio miglior studente e non per niente sei un Serpeverde.”
Draco era compiaciuto dei complimenti di Piton considerando che li faceva di rado, naturalmente solo ai Serpeverde e non altre Case e quasi sempre solo a lui.
“Grazie, professore e…” s’interruppe per un istante quando vide Hermione “anche se la Sangue Marcio non sarà molto d’accordo, non crede?”
Severus serrò le mani a pugno quando Draco usò quell’odioso termine dispregiativo nei confronti di Hermione ma disse: “Come ben sai, Draco, è solo un’ Insopportabile So Tutto Io capace solo d’imparare a memoria le definizioni che legge sui libri, nulla a che vedere con il tuo talento.”
Draco fece un sorrisetto di superiorità e disse: “Già, professore, ha proprio ragione.”
“Ora puoi andare, Draco. La signorina Granger è qui per una punizione dato che ha osato contestare i punti che avevo tolto stamattina al Mitico Trio per il loro ritardo alla lezione.”
“Favoloso, signore. Beh, buonanotte allora.”
“Buonanotte, Draco.”
Malfoy, passando accanto a Hermione, le disse: “Buon divertimento con la punizione, Sangue Marcio.”
Hermione ebbe il buon senso di non rispondere e finalmente Draco se ne andò lasciandola sola con Piton.
“Mi dispiace per ciò che ho detto, Hermione, ma…”
“Sì, lo so, non potevi fare diversamente davanti a Draco. Oh, Severus, non sai quanto desidererei stare con te senza sotterfugi!”
“Anch’io, mio cara, ma almeno fino alla fine dell’anno scolastico non sarà possibile dichiarare il nostro legame, poi…”
“Poi cosa? Severus, ti ricordi che avrò un altro anno da frequentare, vero?”
“Sì, lo so, ma per allora noi due saremo sposati.”
Hermione si spostò e l’osservò, sorpresa dalla sua affermazione.
Severus era rimasto un po’ scosso dalla sua reazione dato che si era aspettato che lei reagisse con gioia alla notizia del loro matrimonio e si chiese se non avesse commesso un errore.
“Cosa c’è, Hermione? Tu in queste settimane hai continuato a ripetermi che mi ami ed io ho pensato che fosse naturale sposarsi per due che si amano… Ti prego, di qualcosa! Non continuare a guardarmi così, non lo sopporto” disse lui cominciando ad innervosirsi per il prolungato silenzio della ragazza.
Alle sue parole lei parve riscuotersi e si affrettò a rispondergli.
“Scusami, Severus, non volevo offenderti! Solo che mi hai lasciato di stucco parlando così all’improvviso di matrimonio! Naturalmente sarò felicissima di diventare tua moglie, ma non me lo stai chiedendo solo perché sono incinta, vero? Non vorrei costringerti ad un passo come il matrimonio quando non ne sei del tutto sicuro.”
“Io ti amo, Hermione, e voglio che tu sia mia moglie, il bambino ha solo anticipato le cose altrimenti avrei atteso che ti diplomassi, ma credimi il mio amore per te non si discute.”
“Ne il mio per te, Severus, ma non avremo problemi durante il prossimo anno scolastico? In fondo tu sarai ancora il mio professore.”
“No, ci ho riflettuto e ho deciso di dare le mie dimissioni a giugno così non ci saranno conflitti d’interesse e ti potrai liberamente diplomare.”
“Ma il tuo lavoro? Non voglio che per colpa mia tu resti disoccupato!”
“Non ti preoccupare, cara, troverò qualcos’altro. In fondo sono un ottimo pozionista e ti assicuro che ben poche persone hanno la mia stessa capacità e conoscenza della materia.”
“Questo è vero, però lasciare per sempre Hogwarts dove hai vissuto per tanti anni…”
“Oh sì e gli studenti tanto ottusi come Paciock che in sei anni non è riuscito a preparare nemmeno la pozione più semplice senza far esplodere un calderone… sì mi mancheranno davvero.”
“Beh, Neville è terrorizzato da te, altrimenti sono certa che commetterebbe meno errori e in quanto agli altri studenti… non tutti sono così incapaci come li descrivi tu!”
“Forse alcuni sono passabili ma praticamente nessuno è in grado di preparare delle pozioni complicate …”
Severus s’interruppe apposta in attesa della reazione della ragazza che non tardò a manifestarsi.
“Come nessuno? Ne è proprio certo, professor Piton?” chiese lei dandogli un’occhiataccia.
“Beh, se proprio mi ci fai pensare sì, uno ci sarebbe… si tratta di un ragazzo biondo, ricco e viziato che si chiama Draco Malfoy.”
“Che cosa? Malfoy?”
“Perché fai quella faccia? Draco è davvero molto bravo a fare pozioni, non puoi certo negarlo!”
“Beh, si certo, però…”
Hermione l’osservò e vedendo la sua espressione seria si convinse che diceva la verità, che riteneva davvero Malfoy il suo miglior studente e questo le dispiaceva perché anche lei era molto brava, anzi certamente lo era più di Draco.
Ritenendo di averla presa in giro a sufficienza, le accarezzò con tenerezza una guancia e le rivolse uno dei suoi rari sorrisi.
“Che hai? Non ti sarai mica offesa?”
“No, certo che no. In fondo hai ragione, Draco è davvero uno fra i più bravi della classe.”
“Sì, ma una certa signorina lo è ancora di più malgrado io debba fingere il contrario e pensavo di chiederle se una volta ottenuto il diploma vorrà diventare la mia assistente.”
Hermione sgranò gli occhi dalla sorpresa e ridendo disse: “Stasera è in vena di proposte, professore! Come ben sa io amo imparare cose nuove e pozioni è una delle mie materie preferite, quindi accetto volentieri! Non posso certo perdere l’occasione d’imparare dal miglior pozionista del Mondo Magico!”
Severus sorrise continuando a tenerla stretta a sé poi disse: “Beh, signorina Granger ora che abbiamo pianificato il nostro futuro che ne dici se pensiamo al presente? Ci sono tante cose che possiamo fare stasera…”
“Davvero, professore? E di cosa si tratta? Come sa sono sempre ansiosa d’imparare da lei” ribatté Hermione con lo stesso tono.
Lui le bisbigliò qualcosa all’orecchio che la fece ridere poi, dopo essersi scambiati un bacio focoso, tenendosi per mano si diressero nella sua camera da letto.
La coppia era felice e ignara di ciò che stava per accadere poiché nessuno dei due si erano accorti che la loro conversazione era stata ascoltata da un certo ragazzo biondo appartenente alla Casa di Serpeverde che decise di mettere al corrente chi di dovere della preziosa informazione appena scoperta.



MIEI CARI LETTORI SPERO CHE IL NUOVO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO.
COME VI AVEVO ANNUNCIATO I GUAI PER LA NOSTRA AMATA COPPIA STANNO PER COMINCIARE!

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Capitolo 14
*** CAPITOLO QUATTORDICI ***


CAPITOLO QUATTORDICI



Draco si allontanò a passi rapidi dall’ufficio di Piton con espressione disgustata in volto, scioccato da ciò che aveva appena visto e sentito.
Doveva avvertire sua madre e la zia Bellatrix e loro avrebbero saputo cosa fare con questa preziosa informazione.
Corse subito nella sua stanza e dopo aver scritto una lettera inviò il suo gufo a Malfoy Manor.
Quando lesse la notizia, Narcissa Malfoy non poté credere ai suoi occhi e la passò alla sorella Bellatrix che scoppiò in risate isteriche.
“Bene, a quanto pare il nostro Piton se la fa con quella sporca Sangue Marcio della Granger, l’amichetta di Potter! E’ davvero un maledetto traditore, per un mese è sfuggito alla nostra caccia, poi ha avuto la faccia tosta di tornare a Hogwarts credendosi al sicuro, ma ora non riuscirà a sfuggire alla nostra vendetta! Andrò subito ad avvertire il nostro potente Signore” disse Bellatrix uscendo dalla stanza.


I giorni trascorsero e gli studenti, eccitati per la festa, avevano preparato in gran segreto i costumi e quando arrivò finalmente il giorno tanto atteso, Silente fu soddisfatto della bravura degli allievi.
Hermione indossava un bellissimo abito in stile ottocento e sembrava una principessa.
Il suo viso era coperto da una maschera ma il fascino della sua figura misteriosa attirava molti sguardi d’ammirazione maschili.
Guardandosi intorno, notò che anche i professori si erano travestiti anche se alcuni di loro, come Silente e la McGranitt, erano inconfondibili.
Con lo sguardo cercò Severus ma non riuscì ad individuarlo e si chiese se non fosse venuto decidendo di rintanarsi nelle sue stanze nei sotterranei.
“Wow, Hermione, sei bellissima stasera!” si sentì dire da una voce alle sue spalle.
Si voltò e vide due ragazzi che riconobbe immediatamente.
“Harry, Ron! Mi avete riconosciuta subito!”
“Beh, anche tu ci hai riconosciuto” le fece notare Ron.
“I tuoi capelli rossi e gli occhiali di Harry sono inconfondibili.”
“Già e la stessa cosa si può dire dei tuoi ricci” disse Harry.
In quel momento, grazie alla magia, la musica cominciò e Ron invitò l’amica a ballare mentre Harry raggiunse Ginny e fece la stessa cosa.
“Ginny, sei davvero stupenda questa sera.”
“Oh, grazie Harry, anche tu.”
I due continuarono a ballare per alcuni istanti rimanendo in silenzio pensando però entrambi alla partita di Quidditch avvenuta tre settimane prima.
L’abbraccio e gli sguardi che si erano scambiati erano stati il preludio di qualcosa che però non era ancora avvenuto per la presenza costante degli altri compagni.
Quando la musica terminò, Harry chiese alla ragazza di accompagnarlo in un angolo appartato del salone perché aveva bisogno di parlarle e le acconsentì prontamente con il cuore che le batteva all’impazzata.
Si sedettero e Harry, tenendole le mani, disse: “Ginny, c’è una cosa che da un po’ di tempo ti devo dire. Io… ecco io… mi sono innamorato di te. Non so di preciso da quando ho cominciato a vederti diversamente dalla sorellina del mio migliore amico ma l’ho capito al termine della partita di Quidditch quando ti ho abbracciato e ti ho guardato negli occhi. Ti amo, Ginny. Tu… tu cosa provi per me?”
“Oh, Harry, io ti amo dal primo momento che ti ho visto alla stazione di King Cross quando avevo appena dieci anni e tu undici! Negli anni successivi tu continuavi a vedermi solo come la sorellina di Ron e ho cercato di dimenticarti frequentando altri ragazzi, ma quando tu l’anno scorso hai cominciato ad uscire con Cho ho capito di non esserci riuscita. Ero gelosa e soffrivo tanto vedendoti con lei.”
“Oh, Ginny, fra me e Cho è finita da un pezzo e non è mai stato niente di serio. Quella che amo davvero sei tu” disse Harry attirandola a sé.
Il loro primo bacio fu dolce, tenero e indimenticabile.
Si tennero stretti per lunghi istanti in quell’angolo appartato ignorando gli altri e godendosi la scoperta del reciproco amore.


Hermione, dopo aver ballato con Ron, ballò con altri compagni poi, stanca, si sedette ai margini del salone per riposare mentre Neville si offrì di portarle qualcosa da bere.
Mentre beveva la burrobirra portatale dall’amico, la ragazza contemplò la sala e sebbene si fosse divertita in compagnia dei suoi amici sentiva molto la mancanza di Severus con cui aveva sperato di poter trascorrere un po’ di tempo durante la festa.
Dove si era cacciato il suo adorato professore di pozioni?
“Posso avere l’onore di questo ballo?” si sentì invitare.
Stava per rifiutare quando, voltandosi a guardarlo, lo riconobbe nonostante la maschera che gli copriva gran parte del viso.
“Con piacere, professor Piton.”
L’uomo la prese per mano e l’accompagnò al centro della sala e cominciò a ballare.
“Credevo non fossi venuto, Severus” disse lei parlando a voce bassa per non farsi sentire dagli altri ballerini.
“Sono stato in disparte tutto il tempo ad osservare la più bella ragazza della scuola. Hai un abito ancora più bello di quello che hai indossato due anni fa al Ballo del Ceppo al braccio di Viktor Krum” disse Severus sottolineando con tono oltraggiato il nome del giocatore bulgaro.
“Non dirmi che eri geloso di Viktor! Il ricordo del nostro incontro nel passato ti era stato cancellato, quindi, non vedo come ti possa aver infastidito il fatto che Viktor fosse il mio cavaliere.”
“Beh, i ricordi del passato hanno cominciato a tornarmi solo da quel giorno in cui mi hai chiesto di nascondermi per non farmi trovare dai Mangiamorte, tuttavia mi ricordo che al Ballo del Ceppo avevo avvertito un certo fastidio vedendoti con Krum e non riuscivo a spiegarmi il motivo, poi ho accantonato il pensiero fino ad oggi. Sei così bella e tutti non riescono a cavarti gli occhi di dosso.”
Hermione sorrise compiaciuta per la sua gelosia ma si affrettò a rassicurarlo.
“L’unico di cui m’importa sei tu e anche se sono stata bene in compagnia dei miei amici non ero del tutto felice perché desideravo stare con te.”
“Anch’io lo desideravo, Hermione, ma non potevo rischiare di farmi vedere con te per tutta la sera e so che se mi fossi fatto avanti prima non sarei più riuscito ad allontanarmi per lasciarti con i tuoi amici.”
In quel momento la musica terminò e i due si spostarono per trascorrere qualche momento in privato e si recarono in un angolo nascosto dove trovarono Harry e Ginny teneramente abbracciati.
“Bene, chi abbiamo qui? Il signor Potter e la signorina Weasley in atteggiamento piuttosto intimo direi” disse Severus con il suo consueto tono sarcastico.
“Prof… professor Piton!” balbettò Ginny diventando rossa come i suoi capelli.
Harry inizialmente non disse una parola sentendosi imbarazzato per essere stato sorpreso in atteggiamento intimo proprio da Piton, ma notando la persona insieme al professore ritrovò la sua baldanza e mentre l’uomo stava per riaprire bocca per togliere dei punti a Grifondoro, disse: “Ci deve scusare, professore, non sapevamo che quest’angolino fosse stato prenotato da lei, ora ce ne andiamo subito e lo lasciamo a sua completa disposizione per l’uso che ne dovrà fare con… la sua dama.”
“Vieni, Ginny, andiamo” aggiunse rivolto alla ragazza al suo fianco che lo seguì, sorpresa dal modo in cui aveva risposto al temibile professore di pozioni.
La coppia si allontanò velocemente mentre Piton li guardava a bocca aperta.
“Che sbruffone insolente, proprio come suo padre.”
“Severus, ti prego, calmati!”
“Calmarmi? Ma non hai sentito quello che ha detto?”
“Beh, certo che ho sentito, non sono mica sorda! Devi ammettere che in fondo ha detto la verità, eravamo venuti qui per avere un po’ d’intimità esattamente come loro.”
“Sì, ma…” Severus stava per ribattere ma lei, che si era tolta la maschera, lo supplicava con i suoi dolci occhi castani e lui non seppe resisterle e fra sé rimuginò il fatto che solo la sua Hermione era capace di ammorbidirlo.
Piton fece un gran sbuffo e si cavò la maschera poi si sedette senza ribattere e lei, felice, si accoccolò accanto a lui e gli scoccò un tenero bacio sulla guancia.
Severus la tenne stretta a sé e le poso le labbra sulla testa, felice di trascorrere con lei qualche momento di solitudine.
Rimasero in silenzio godendosi la vicinanza reciproca quando si sentì un gran rumore nella sala.
Severus si alzò di scatto e corse a vedere cosa stava succedendo, ordinando a Hermione di aspettarlo lì ma lei, incuriosita, lo seguì.
Cornelius Caramell, il Ministro della Magia, era entrato nella sala accompagnato da quattro auror.
Silente gli andò subito incontro e gli chiese il motivo della sua visita proprio il giorno della festa.
“Albus, sono qui per un grave motivo che coinvolge un professore e una studentessa.”
“Che cosa? Un professore e una studentessa?” chiese il preside, fingendo stupore anche se in realtà era preoccupato temendo che fosse trapelato il legame di Severus e Hermione.
“Sì, un professore e una studentessa” confermò il ministro mentre si guardava intorno.
Individuato colui che cercava, Caramell fece alcuni passi e si piazzò davanti a Piton.
“Severus Piton, lei è accusato d’intrattenere rapporti illeciti con una sua studentessa, Hermione Granger e non provi a negare perché abbiamo un testimone che l’ha vista in atteggiamento intimo con lei, non è vero, signor Mafoy?”
I presenti in sala iniziarono a bisbigliare sentendo l’accusa del ministro e a nulla servì l’intervento di Silente per calmare il brusio che lo scandaloso annuncio aveva causato.
“Cornelius, credo che sia meglio parlare di questo in un luogo più privato data la delicatezza dell’argomento” disse Albus.
Il ministro, però, non era affatto d’accordo.
Infatti, dopo la figuraccia fatto l’anno precedente per non aver creduto al ritorno di Voldemort, doveva assolutamente ritrovare credibilità presso la Comunità Magica e la lettera che aveva ricevuto da Narcissa Malfoy era la possibilità che aveva, perciò più persone avessero sentito meglio era.
“No, Albus, ho molte cose da fare e devo risolvere subito questa faccenda. Severus Piton, lei è in arresto per aver intrattenuto rapporti illeciti con la studentessa Hermione Granger.”
Fece cenno agli auror di avvicinarsi e prendere in custodia il professore.
“No, lasciatelo!” urlò Hermione correndo accanto a Severus.
“Hermione, allontanati” disse il professore, preoccupato che le facessero del male.
La ragazza, però, non voleva sentire ragioni ed era terrorizzata al pensiero che lo rinchiudessero ad Azkaban.
In quel momento si sentì male e vomitò la cena a pochi centimetri di distanza dal ministro che dopo aver storto il naso estrasse la bacchetta e ripulì il tutto, spostando poi lo sguardo sulla pancia di Hermione, la scrutò con grande interesse, accorgendosi del lieve rigonfiamento che l’abito cercava di camuffare.
“A quanto pare, Piton, la tua relazione con la ragazza ha dato i suoi frutti. Sei incinta, signorina Granger?”
“Ecco, io… io…” balbettò Hermione, spaventata dal precipitarsi degli eventi per poi svenire.
Sarebbe caduta a terra se Severus prontamente non l’avesse afferrata e presa fra le braccia.
Fece qualche passo con l’intenzione di portarla in infermeria ma i quattro auror lo accerchiarono con le bacchette in mano.
“Fermo dove sei, Piton, fai solo un altro passo e dirò loro di attaccarti” lo minacciò Caramell.
Severus gli rivolse un’occhiataccia e se fosse stato solo non si sarebbe fatto scrupoli a combattere contro gli auror ma non poteva far correre dei rischi alla sua Hermione.
Si guardò intorno e vide a poca distanza Harry Potter con Ron e Ginny Weasley e decise di chiamarlo.
“Vieni qui, Potter.”
Harry, nonostante fosse seccato dal suo tono autoritario, obbedì senza discutere, preoccupato per l’amica.
Piton gli passò Hermione con delicatezza e gli ordinò di portarla subito infermeria da Madama Chips e il ragazzo prontamente obbedì seguito dai due Weasley.
Caramell aveva seguito la cosa senza obiezioni dato che la sua preda principale era Piton che era accerchiato dai quattro auror e impossibilitato ad allontanarsi ma doveva assolutamente prendere provvedimenti anche riguardo alla ragazza.
“Albus, mi auguro che tu non fossi a conoscenza di questa tresca altrimenti sarei costretto a toglierti l’incarico di preside e arrestarti per favoreggiamento” disse il ministro volgendo la sua attenzione a Silente.
Prima che il preside potesse aprir bocca, però Severus intervenne: “Signor ministro, il preside era all’oscuro del mio rapporto con la signorina Granger. In questi mesi io sono stato molto attento a non farmi scoprire.”
Severus non poteva permettere che arrestassero anche Albus perché lui doveva aiutare Harry contro Voldemort e non poteva neanche lasciare la scuola senza la sua protezione magica che sarebbe finita in men che non si dica nelle mani dei Mangiamorte.
Scambiò un veloce sguardo con Albus e questo fu sufficiente al preside per fargli capire il motivo della sua bugia e l’uomo più anziano vi si adattò.
“Cornelius, credi che se ne fossi stato al corrente non avrei preso provvedimenti al riguardo? Tu sai bene quanto ci tengo a preservare il buon nome della scuola!”
“Sì, certo, Albus, ma so anche che sei molto legato a quest’uomo che hai sempre difeso strenuamente dalle accuse di essere un Mangiamorte.”
“Il buon nome di Hogwarts viene prima di qualsiasi altra cosa, anche l’amicizia per un collega.”
Caramell l’osservò e vedendo la fermezza della sua espressione si convinse della sincerità delle sue parole.
“Sì, certo, capisco, Albus, e mi dispiace di aver rovinato la festa che avevi organizzato, ma quando ho ricevuto la lettera del giovane Malfoy mandatami da sua madre che mi raccontava il comportamento sconveniente del direttore della sua Casa non ho potuto rimandare il mio intervento. Oltre ad occuparci di Piton, naturalmente, sarà necessario prendere provvedimenti anche nei confronti della signorina Granger. Appena si sarà ripresa dovrai subito espellerla e rimandarla dalla sua famiglia.”
“Che cosa?” urlò Severus. “No, non potete punire Hermione. Lei è innocente. L’unico colpevole sono io.”
“Che cosa intendi dire, Piton?” gli chiese Caramell, sorpreso dalle sue parole.
“Lei è innocente, l’ho obbligata io a dividere il mio letto.”
“Che cosa? Obbligata?”
“Sì, era obbligata ad obbedirmi perché era sotto l’influsso della Maledizione Imperius. Per quale altro motivo crede che una ragazza della sua età venisse a letto con un uomo di vent’anni più vecchio di lei, brutto e povero?”
“Severus!” esclamò Albus, scioccato dalle sue parole.
L’uomo più giovane spostò lo sguardo sul preside e ciò permise a Silente di leggergli la mente tramite la legilimanzia e capì che Severus aveva mentito a Caramell per proteggere Hermione che nel caso fosse stata rimandata dalla sua famiglia sarebbe diventata un facile bersaglio per i Mangiamorte senza la protezione di Hogwarts.
“E’ davvero un comportamento orribile, degno di un Mangiamorte! Albus, a quanto pare ti sei sempre sbagliato su di lui. Tu avevi voluto offrirgli una seconda possibilità ma è evidente che la sua perfida indole non è mai cambiata. Usare una Maledizione Senza Perdono su una ragazza innocente per obbligarla a soddisfarlo sessualmente! E’ disgustoso! Presto, portatelo via!”
I quattro auror obbedirono agli ordini del ministro e condussero Severus fuori da Hogwarts mentre gli studenti, che avevano seguito l’intera scena, gli lanciavano occhiate d’odio e disprezzo.
Caramell prese congedo dal preside e li seguì, ansioso di tornare al ministero per ufficializzare la condanna di Piton.
Albus seguì con lo sguardo l’uscita del ministro e scosse la testa, preoccupato per la sorte di Severus.
“Albus…” lo chiamò Minerva, rivolgendogli uno sguardo preoccupato.
“Minerva, ti dispiacerebbe congedare gli studenti e farli tornare nelle loro Case? Io devo passare prima nel mio ufficio poi andare a vedere come sta la signorina Granger. Dopo raggiungimi lì insieme agli altri professori così vi darò una spiegazione riguardo agli avvenimenti di questa sera.”
“Sì, certo, Albus” rispose la donna, apprestandosi a chiamare i prefetti per farsi aiutare a condurre gli studenti nelle rispettive Case.
Silente, vedendo che la vice preside aveva preso in mano la situazione, si allontanò dalla Sala Grande, mentre la preoccupazione solcava nuove rughe sul suo viso avvizzito.


MIEI CARI LETTORI, SPERO CHE IL NUOVO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!
COME VI AVEVO PREANNUNCIATO I GUAI PER LA NOSTRA AMATA COPPIA SONO COMINCIATI!
MI RACCOMANDO, FATEMI SAPERE LA VOSTRA OPINIONE SU QUESTO CAPITOLO!

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Capitolo 15
*** CAPITOLO QUINDICI ***


CAPITOLO QUINDICI



Harry, Ron e Ginny stavano accanto al letto di Hermione, che era ancora priva di conoscenza, mentre Madama Chips si occupava di lei.
“E’ davvero incinta?” chiese Ron all’infermiera.
“Sì ed è di quattro mesi circa” rispose la donna.
“Incredibile! Incinta di Piton! Ma voi due sapevate che aveva una relazione con il professore?” chiese Ginny rivolgendosi ai due ragazzi.
“Sì, ce l’ha detto tempo fa quando lui era sparito dopo che ci avevano attaccato a Hogsmeade ma non ci aveva mai detto di essere incinta” rispose Harry.
“Non riesco a credere che Hermione frequenti quell’uomo odioso!” Chissà cosa ci trova in lui!” esclamò la ragazza fissando l’amica addormentata.
Ron stava per ribattere quando Neville si precipitò di corsa nell’infermeria chiamando a gran voce i suoi amici.
“Signor Paciock, non urlare! C’è una paziente qui che deve riposare!” lo sgridò l’infermiera.
“Mi scusi, Madama Chips.”
“Che è successo, Neville?” chiese Harry, notando l’agitazione del ragazzo.
“Si tratta di Piton, è stato arrestato dopo aver ammesso di aver usato la Maledizione Imperius su Hermione per costringerla ad andare a letto con lui.”
“Che cosa?” gridarono contemporaneamente Harry, Ron e Ginny che mormorarono subito parole di scusa notando la severa occhiata di Madama Chips.
“Beh, questo spiega perché Hermione fosse diventata la sua amante” commentò Ginny, mentre lei e i ragazzi si spostavano in un angolo dell’infermeria per non disturbare Hermione.
Harry e Ron si scambiarono un’occhiata incredula, nutrendo dubbi sulla spiegazione trovata da Ginny.
“No, signorina Weasley, le cose non stanno affatto così” disse una profonda voce maschile entrando in quel momento nell’infermeria.
“Professor Silente” lo salutò Harry, subito imitato dai compagni.
“Signor preside, cosa significa che le cose non stanno affatto così? Neville ci ha appena raccontato che il professor Piton è stato arrestato per aver usato la Maledizione Imperius su Hermione” disse Ginny.
“Sì, è vero, ma Severus ha mentito per proteggere la signorina Granger. La vostra amica è veramente innamorata di lui e non era affatto sotto l’influsso della Maledizione Imperius” disse Silente e notando le espressioni scettiche di Ginny e Neville spostò lo sguardo su Harry e Ron e aggiunse: “Hermione vi aveva raccontato della sua relazione con il professor Piton, non è vero? Onestamente potreste dirmi che fosse posseduta dalla Maledizione Imperius?”
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata poi Harry disse: “No, signore, Hermione non era sotto l’influsso della Maledizione Imperius. Era veramente innamorata di Piton sebbene a noi sembrasse davvero molto strano.”
“Già, ma Hermione è sempre stata un po’ strana” aggiunse Ron facendo sorridere Silente per le sue parole.
La porta dell’infermeria venne aperta in quell’istante ed entrarono la McGranitt e gli altri professori.
“Albus, abbiamo rimandato gli studenti nelle loro stanze. Ora potresti fornirci una spiegazione su ciò che è successo questa sera? Non posso credere che Severus abbia usato la Maledizione Imperius sulla signorina Granger” disse la vice preside.
“Ed infatti non è vero, Minerva. Severus e Hermione si amano e da circa un mese hanno una relazione.”
“Un mese? Albus, ma allora il bambino non può essere di Severus! Ho visitato la signorina Granger ed è incinta di quattro mesi” disse Madama Chips.
“Beh, le cose sono un po’ complicate a dire la verità perché c’è di mezzo un viaggio nel tempo” disse Silente e tutti, ad eccezione di Harry e Ron che ne erano già a conoscenza, lo guardarono sconcertati.
“Come ben ricordate nel giugno scorso Sirius Black è morto e Hermione, preoccupata per Harry, all’inizio del nuovo anno scolastico ha cercato un metodo per tornare indietro di alcuni mesi per salvare Sirius senza utilizzare una giratempo e ha scoperto una pozione combinata ad un incantesimo ma a causa di uno sbaglio nelle dosi di un ingrediente è stata rimandata nel 1976 ed è dovuta rimanere lì fin quando io non ho potuto farla tornare nel futuro. In quel periodo, oltre ad aver stretto amicizia con Lily e i Malandrini, ha iniziato a frequentare Severus e i due si sono innamorati.”
“La signorina Granger si trovava qui a Hogwarts vent’anni fa? Ma io non mi ricordo affatto di lei!” disse il professor Vitious.
“Filius, nessuno di voi può ricordarla perché dopo averla rimandata nel futuro ho utilizzato l’incantesimo Oblivion su tutto il castello per farvi dimenticare la sua presenza.”
“Questo significa che anche Severus l’aveva dimenticata?” chiese Minerva.
“Sì, esatto e solo dopo vent’anni gli sono tornati i ricordi che gli avevo cancellato.”
“Non sapevo che si potessero ricordare gli avvenimenti cancellati con l’incantesimo Oblivion senza un controincantesimo” osservò la professoressa Sprite.
“Normalmente no, Pomona, a meno che non si tratti di vero amore. Solo un amore puro e sincero può dissolvere gli effetti dell’incantesimo Oblivion senza un controincantesimo ed è questo tipo di sentimento che lega Severus e Hermione” spiegò il preside.
“Quindi, se la signorina Granger è incinta di quattro mesi e lei e Severus hanno ricominciato a frequentarsi dopo le vacanze di Natale ciò significa che quando l’hai rimandata nel futuro lei era già in attesa di un bambino?” chiese la professoressa McGranitt.
“Esatto, Minerva. Come al solito ha saputo trovare subito la risposta. Quando l’ho rimandata qui lei era incinta anche se non credo che se ne fosse già resa conto. Quella povera ragazza ha sofferto molto per l’indifferenza di Severus ma quando lui ha riacquistato la memoria hanno vissuto diversi momenti di felicità e quest’ultimo colpo proprio non ci voleva.”
“Albus, quindi, tu eri al corrente della loro attuale relazione?” gli chiese Minerva.
“Sì, lo sapevo e so bene che avrei dovuto prendere dei provvedimenti, che era immorale permettere ad un professore e a una studentessa di frequentarsi ma non ho voluto farlo perché Severus dopo aver tanto sofferto nella sua vita meritava un po’ di felicità. Lui ha voluto proteggermi davanti a Caramell dicendo che io ne ero completamente all’oscuro altrimenti avrebbero arrestato anche me lasciando Hogwarts senza la mia protezione, per non parlare del mio aiuto a Harry quando arriverà il momento dello scontro finale con Voldemort.”
“Severus” si sentì la voce di Hermione in quell’istante e i suoi amici corsero subito accanto al suo letto, seguiti a passo più lento dai professori.
“Come ti senti, Hermione?” le chiese Harry.
“Severus… voglio Severus” disse lei spostando lo sguardo sui presenti alla ricerca del viso del suo amore.
“Dov’è Severus?” chiese rivolgendosi a Harry e Ron che erano i più vicini al suo letto.
I due ragazzi però distolsero lo sguardo, non avendo il coraggio di rivelarle ciò che era successo.
“Signorina Granger” disse Silente facendosi avanti.
“Professor Silente, dov’è Severus?”
“E’ stato arrestato dal ministro Caramell con l’accusa di averti soggiogata con la Maledizione Imperius.”
“Che cosa? Ma non è vero! Chi ha osato accusarlo di una cosa simile?” chiese Hermione sconcertata.
“Per la verità è stato lui stesso a confessarlo al ministro.”
“Che cosa? Ma perché l’ha fatto?”
“Per te, Hermione, per proteggerti. Dopo il tuo svenimento Caramell mi ha detto che dovevo espellerti da scuola e rimandarti dai tuoi genitori a causa della tua relazione illecita con un professore ma Severus ha deciso di prendersi tutta la colpa, così facendoti apparire come una vittima, non sarò costretto a mandarti via.”
“Ma non è giusto! Io lo amo e siamo stati entrambi a sbagliare, non solo lui! Non m’importa se sarò costretta a lasciare Hogwarts e non terminare la scuola, Severus è molto più importante!”
“Capisco ciò che provi, ma senza la protezione di Hogwarts saresti in pericolo e una facile preda dei Mangiamorte. Severus vuole proteggere te e il bambino ed è giusto che tu rispetti la sua decisione per quanto penosa possa sembrarti.”
“Ma che cosa ne sarà di lui?”
Silente non rispose ma l’espressione preoccupata del suo viso non prometteva niente di buono.
L’uomo si spostò e fece cenno anche agli altri professori di seguirlo poi, poco prima di uscire dalla stanza, disse: “lo sapremo molto presto, signorina Granger.”
Nella stanza con la ragazza rimasero solo i suoi amici e Madama Chips che con premurosa sollecitudine le chiese come si sentisse.
“Ora sto meglio, grazie. Posso tornare in camera mia?”
La donna l’osservò attentamente, preoccupata per il suo stato d’animo e fu dibattuta se trattenerla o lasciarla andare, ma alla fine decise di dimetterla perché la presenza dei suoi compagni sarebbe riuscita a distrarla dai suoi pensieri meglio di una notte trascorsa da sola nell’infermeria.
“D’accordo, signorina Granger, ma mi raccomando se dovessi sentirti male non esitare a tornare qui, ok?”
“Sì, certo, Madama Chips, non ne dubiti.”
“Bene, allora puoi andare. Aspetta un attimo però… ecco prendi queste, sono pozioni ricostituenti che devi prendere ogni mattina, servono per rinforzarti ora che il bambino sta iniziando a crescere e a farti consumare più energie.”
Hermione la ringraziò poi uscì accompagnata dai suoi amici, mentre l’infermiera raccomandava ai ragazzi di starle vicino e di darle il loro appoggio morale.
Quando entrarono nella Sala Comune di Grifondoro tutti la guardarono incuriositi e desiderosi di sapere se quello che era successo era tutto vero.
Qualcuno si avvicinò ma lo sguardo minaccioso di Ron li fece tacere tutti.
“Ci sediamo un po’ qui che ne dici, Hermione?” le chiese Harry.
“Rimanete pure qui se volete, ragazzi, io vado a letto perché sono molto stanca.”
I suoi amici non insistettero e lo lasciarono andare anche se Ginny provò ad accompagnarla.
Appena giunse nella sua stanza però lei ripeté che era molto stanca e desiderava dormire chiedendole gentilmente di lasciarla sola.
“Sei sicura, Hermione? A me non dispiace rimanere qui a farti compagnia.”
“Ti ringrazio, Ginny, ma in questo momento desidero solo dormire. Torna pure dai ragazzi, da Harry in particolare, se non sbaglio questa serata è stata speciale per voi due, no? Domani mi racconterai tutto nei dettagli, ok?”
“Sì, certo. Buonanotte, Hermione.”
“Buonanotte, Ginny.”
Quando la ragazza uscì chiudendo la porta, Hermione scoppiò in un pianto disperato.
“Severus, Severus” continuava a ripetere fra i singhiozzi.
Pianse a lungo finché, esausta, non si addormentò.


La mattina successiva quando si risvegliò si accorse di essere sola nella stanza.
Le sue compagne, venute a letto dopo di lei, si erano già alzate e lanciando un’occhiata all’orologio sul tavolino si accorse che erano le 8 e 10 e che quindi erano già andate a fare colazione.
Si alzò dal letto e andò in bagno e sussultò quando vide il suo viso riflesso nello specchio.
Aveva profonde occhiaie e un’espressione sofferente.
Si sciacquò il viso e si rivestì poi, ricordando la pozione che le aveva lasciato Madama Chips, la prese subito senza indugio.
Avrebbe voluto rimanere lì ancora un po’, non se la sentiva di avere gli occhi di tutta la scuola addosso, ma doveva nutrirsi per il bene del suo bambino ed inoltre era necessario che parlasse con il preside per sapere cosa avrebbero fatto a Severus.
Dopo un profondo respiro si fece forza e uscì dalla Torre di Grifondoro per recarsi nella Sala Grande dove gli studenti e i professori stavano facendo colazione.
Appena entrò nella Sala, lo sguardo di tutti i presenti si puntò su di lei ma cercò di non badarci e si sedette al tavolo di Grifondoro, vicino a Harry e Ron.
“Ciao Hermione, come ti senti questa mattina?” le chiese Ron.
“Sto meglio, grazie” rispose lei anche se la sua espressione tirata non ingannò nessuno.
Qualche minuto doop, con la consueta puntualità, entrarono i gufi che consegnarono la posta agli studenti.
Dato che Hermione stava mangiando ci pensò Harry a prendere La Gazzetta Del Profeta dal gufo e ad inserire la moneta nell’apposita piccola borsetta che aveva legata alla zampa.
“Oh, mio dio!” esclamò il ragazzo appena ebbe letto il titolo in prima pagina, attirando l’attenzione di Ron che sbarrò gli occhi notando ciò che aveva visto l’amico.
“Che succede?” chiese Hermione osservando i due amici.
“Niente, su mangia prima che si raffreddi” rispose Harry ripiegando il giornale.
La sua mossa però non passò inosservata e Hermione, avvertendo una brutta sensazione, chiese: “Cosa c’è scritto sulla Gazzetta, Harry?”
“Beh, come al solito parla di Voldemort, che altro? La leggeremo con calma più tardi, ok? Ora cerca di sbrigarti perché fra poco dovremo andare a lezione. Alla prima ora abbiamo trasfigurazione e sai bene che la McGranitt non tollera i ritardatari.”
Hermione non si lasciò distrarre e dopo aver messo da parte il piatto prese il giornale dalle mani di Harry.
“Oh dio, no! Non può essere vero!” esclamò con il cuore che le batteva all’impazzata mentre leggeva l’articolo in prima pagina.
Severus Piton, il professore di pozioni di Hogwarts, è stato arrestato per aver utilizzato la Maledizione Imperius sulla sua studentessa Hermione Granger per costringerla a diventare la sua amante. Il professor Piton durante la Prima Guerra era stato sospettato di essere un Mangiamorte ma era scampato all’incarcerazione grazie all’intervento di Albus Silente che aveva testimoniato a suo favore. Stavolta però Piton non sfuggirà alla condanna ad Azkaban dove rimarrà per parecchi anni. L’articolo prosegue a pagina 3.
Hermione non ebbe la forza di continuare a leggere mentre nella mente le rimbombavano le parole “Azkaban per parecchi anni”.
Si alzò e corse via piangendo mentre Harry e Ron le correvano dietro.
“No, non è possibile, ora che ci eravamo finalmente ritrovati, che potevamo essere felici insieme, perché il destino si accanisce tanto contro di noi?” si chiedeva la ragazza.
“Hermione!” la chiamarono i suoi due amici.
La ragazza si fermo senza fiato fuori nel parco e Harry e Ron la raggiunsero.
“Vedrai che si sistemerà tutto, Hermione” tentò di consolarla Harry.
“Già, Harry a ragione, non lo tratterranno a lungo e se non vorranno lasciarlo andare Piton troverà il modo di scappare come aveva fatto Sirius” aggiunse Ron.
“Sirius era riuscito a scappare dopo dodici anni e dopo due anni di latitanza è morto” disse Hermione.
“Sì, ma non è detto che a Piton capiti la stessa cosa, no?” fece notare Ron cercando lo sguardo di Harry perché lo aiutasse.
Harry, che sentiva ancora un dolore in fondo al cuore ogni volta che sentiva nominare il suo amato padrino, si sforzò di controllarlo per pensare a Hermione, la cui sofferenza superava la propria dato che aveva perso il padre di suo figlio.
“Già, è vero, Piton se la caverà. Ha fatto la spia per Silente per tanto tempo, per lui sarà un gioco da ragazzi fuggire da Azkaban.”
Ron e Harry si scambiarono un’occhiata sapendo che neanche loro stessi erano convinti di ciò che avevano detto ma speravano che la loro amica per la sua pace interiore ci credesse.
A Hermione non sfuggì l’occhiata dei due ragazzi ma finse di non notarla e finse di credere alle loro parole per non preoccuparli ma dentro di sé il suo cuore sanguinava per il destino dell’uomo che amava più della sua stessa vita.



CIAO A TUTTI, COME AL SOLITO VI RINGRAZIO PER LE RECENSIONI CHE MI AVETE LASCIATO.
SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA!

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Capitolo 16
*** CAPITOLO SEDICI ***


CAPITOLO SEDICI



Erano trascorse due settimane dall’arresto di Severus e Harry, Ron e Hermione si stavano recando nei sotterranei per la lezione di pozioni con i Serpeverde.
Si aspettavano di trovarvi la professoressa McGranitt, che stava sostituendo di nuovo Piton come aveva fatto in precedenza, e rimasero sorpresi vedendo il preside insieme ad un altro uomo anziano.
Costui aveva pochi e radi capelli ed era molto grasso.
“Buongiorno ragazzi” salutò il preside quando tutti gli studenti si sedettero ai propri posti “da quest’oggi avrete un nuovo insegnante di pozioni, il professor Horace Lumacorno che parecchi anni fa aveva lavorato qui a Hogwarts e sotto mia insistenza ha accettato di tornare. Il professor Lumacorno, oltre a riprendere il suo ruolo d’insegnante di pozioni, sarà il nuovo direttore dei Serpeverde…”
Hermione rimase pietrificata e non sentì le altre parole del preside.
“Riprenderà il suo ruolo d’insegnante di pozioni e direttore di Serpeverde.”
Quella frase continuava a rimbombarle nel cervello e guardò con risentimento Horace Lumacorno perché la sua presenza stava a significare che Severus non sarebbe tornato mai più.
“Bene, Horace, ti lascio con i tuoi studenti per la prima lezione.”
“Grazie, Albus.”
Il preside, prima di uscire dall’aula, si avvicinò a Hermione e le disse: “Al termine della lezione vieni nel mio ufficio, signorina Granger, ci sono alcune cose di cui dobbiamo parlare.”
La ragazza fece un cenno d’assenso poi riportò la sua attenzione su Lumacorno sforzandosi, con scarsi risultati, di prestare ascolto alla lezione.


Più tardi Hermione si recò nell’ufficio del preside che l’accolse e la fece accomodare davanti alla sua scrivania.
“Signorina Granger, questa lettera è per te. E’ di Severus, me l’ha data ieri quando sono andato a trovarlo ad Azkaban.”
La ragazza afferrò la busta e con la mano tremante l’aprì.


“Amore mio, il destino ancora una volta ci ha diviso ma tu devi essere forte e coraggiosa per il bene del nostro bambino. So che non sarai contenta di ciò che ho fatto, ma confessare di avere usato l’Imperius su di te era l’unico modo per non farti espellere. Il Signore Oscuro ben presto sferrerà il suo attacco decisivo e voglio che tu sia al sicuro vicino al preside perché, nonostante io conosca la tua forza, con il passare dei mesi la gravidanza ti renderà più vulnerabile e oltre a te stessa devi pensare al piccolo. Ti prego, tesoro, di non confessare a nessun estraneo ciò che provi per me e restare al sicuro a Hogwarts. Io non so se riuscirò a tornare da te perciò ti chiedo di dimenticarmi. Sei ancora molto giovane e hai il diritto e il dovere di rifarti una vita accanto a qualcuno che sia in grado di amarti e prendersi cura di te e del bambino. Cerca di essere felice, mia dolce Hermione, e sappi che conserverò gelosamente nel mio cuore i bei momenti che abbiamo vissuto insieme. Con tutto il mio amore, Severus


Mentre leggeva, Hermione non riusciva a trattenere le lacrime.
“Devi cercare di essere ragionevole, Hermione. Severus pensa solo alla tua felicità.”
“Felicità? E’ lui la mia felicità! Come può anche solo pensare che io sarei felice con un altro? E’ lui il mio unico amore e il padre di mio figlio.”
“Capisco ciò che provi, mia cara, ma se Severus non dovesse tornare mai più cosa farai? Non devi pensare solo a te stessa ma anche al tuo bambino.”
“Signor preside, per il momento non posso neppure prendere in considerazione la cosa. Se non voglio impazzire devo sperare che lui un giorno possa tornare da me.”
Silente non insistette ulteriormente capendo che per lei era troppo presto, che aveva bisogno di più tempo e anche se sperava che per lei e Severus ci fosse una speranza di ritrovarsi aveva i suoi dubbi.
“Sì, certo, ti capisco, ma mi auguro solo che tu non debba soffrire troppo. Ora torna pure alle tue lezioni, signorina Granger.”
Con un cenno di saluto la ragazza se ne andò e mentre Albus la guardava allontanarsi ripensò alla sua visita a Severus nella tetra e oscura prigione di Azkaban…


FLASHBACK
Lo avevano accompagnato in una piccola stanza dove pochi minuti dopo era stato condotto il suo ex professore di pozioni.
Quando aveva visto il giovane mago aveva stentato a riconoscerlo per come era ridotto.
I suoi vestiti erano lerci e strappati, il suo viso, già normalmente pallido, era spettrale.
Nelle due settimane trascorse ad Azkaban l’uomo aveva sofferto molto ma i suoi occhi neri, almeno per il momento, non avevano perso la loro fierezza e determinazione.
“Severus, ragazzo mio…”
“Albus, come sta Hermione?” chiese il professore, ansioso di avere notizie della sua amata.
“Come vuoi che stia? E’ preoccupatissima per te e soffre molto per il tuo arresto.”
Severus, a quel punto, prese un foglio stropicciato dalla tasca della sua giacca logora e lo porse al preside.
“E’ una lettera per lei, desidero che tu gliela dia e la incoraggi a fare ciò che le ho chiesto.”
Albus spostò lo sguardo dal foglio al viso del professore.
“Devi incoraggiarla a dimenticarmi e a trovare qualcuno che si prenda cura di lei e del bambino.”
“Severus, è davvero questo ciò che desideri? Che lei ti dimentichi e s’innamori di un altro?”
“No, non lo vorrei ma è la cosa più giusta da fare. Io forse non uscirò mai più da qui, Albus, e non posso chiederle di aspettarmi invano. Hermione è tanto giovane e ha il diritto di essere felice. Chissà, magari potrebbe sposarsi con Potter o Weasley, in fondo è già molto legata a quei due.”
“Sì, ma quello che ama sei tu.”
“E anch’io l’amo ma evidentemente non è previsto nel nostro destino di essere felici insieme.”
“Severus…”
“Non dire altro, Albus, ma promettimi che veglierai su Hermione e mio figlio e farai in modo che lei sia felice. Solo con una tua promessa io potrò essere tranquillo.”
“Te lo prometto, ragazzo mio.”
“Grazie, Albus.”
Poco dopo il preside se ne andò con il cuore stretto dalla preoccupazione per l’amico mentre Severus veniva ricondotto in cella.
FINE FLASHBACK


Le settimane si trascinavano una dietro l’altra mentre la pancia di Hermione cresceva.
La povera ragazza era triste e preoccupata per Severus ma cercava di essere forte per il benessere del suo bambino che aveva iniziato a muoversi.
A scuola Harry, Ron, Ginny e Neville le stavano vicini e le offrivano il loro conforto, tuttavia, per quanto la loro amicizia le fosse preziosa, il suo cuore non trovava pace al pensiero del suo amato rinchiuso ad Azkaban.
Un venerdì, al termine dell’ultima lezione della settimana, mentre con Harry e Ron stava tornando nella Torre di Grifondoro, fu avvicinata dal preside.
“Signorina Granger, dovrei parlarti. Puoi seguirmi nel mio ufficio?”
“Sì, certo, professore. Ci vediamo più tardi, ragazzi.”
Hermione, quindi, seguì Silente nel suo ufficio e attese con impazienza che iniziasse a parlare.
“Hermione, domattina ti accompagnerò a Londra dai tuoi genitori.”
“Che cosa? Ma…”
“Si tratterà solo di una visita poi torneremo qui a Hogwarts. E’ giusto che siano messi al corrente della tua situazione prima che vengano a saperlo per caso da altri e traggano le conclusioni sbagliate.”
“Capisco cosa intende dire, professore, ma io non me la sento di vederli.”
“Ti comprendo, mia cara, tuttavia devo insistere che venga fatta chiarezza con la tua famiglia. Se i tuoi genitori venissero a sapere quello che è successo potrebbero anche obbligarti a lasciare la scuola visto che potrebbero pensare che sei stata violentata da un professore ed io non potrei fare niente per impedirlo, allora il sacrificio di Severus sarebbe stato inutile. Su, devi avere il coraggio di affrontare il tuoi genitori e dir loro come stanno le cose.”
Hermione rimase in silenzio per diversi minuti a riflettere sulle parole del preside e capì che l’uomo aveva ragione.
Se il suo Severus era stato tanto coraggioso da addossarsi tutta la colpa della loro relazione proibita e finire imprigionato ad Azkaban per permetterle di rimanere a Hogwarts, lei avrebbe trovato la forza di raccontare la verità ai suoi genitori e quanto forte era l’amore che la legava al professore di pozioni.
“D’accordo, signore, appena vuole partire me lo dica così mi farò trovare pronta.”
“Bene, sapevo che avresti preso la decisione giusta. Aspettami domattina alle nove nella Sala Grande.”
Dopo essersi accordati, Hermione salutò il preside e tornò nella Torre di Grifondoro dove riferì la novità ai suoi amici.


La mattina successiva puntualmente partirono per Londra e si materializzarono proprio davanti alla casa dei Granger.
“Hermione!” esclamò la signora Granger, sorpresa di rivedere la figlia al di fuori delle vacanze scolastiche.
“Ciao mamma, questo signore è Albus Silente, il preside di Hogwarts.”
“Buongiorno signor preside, prego accomodati pure.”
“Grazie, signora Granger.”
La donna li fece accomodare in salotto poi chiamò il marito che li raggiunse immediatamente.
“C’è qualche problema?” chiese il signor Granger guardando sua figlia e il preside.
Hermione avrebbe voluto che fosse Silente a parlare ma dal suo sguardo capì che l’uomo preferiva che fosse lei a spiegare la verità ai suoi genitori.
La ragazza, quindi, si tolse il mantello e fu il suo corpo a mostrare il suo segreto.
I coniugi Granger sgranarono gli occhi quando videro la pancia della figlia.
“Hermione, tu… tu sei incinta?” chiese sua madre Cecily.
“Sì, sono di sei mesi.”
“Sei mesi? Ma perché hai aspettato tanto a lungo a dircelo? E’ di Ron?”
“No, non è Ron il padre. Non lo conoscete, si chiama Severus Piton.” “Sì, è lui, ma…”
“Signor preside, come ha potuto permettere che uno dei suoi professori abusasse di nostra figlia?” chiese Frank Granger arrabbiatissimo, interrompendo Hermione.
“Non c’è stato nessun abuso, signor Granger! Severus è una persona onesta e d’onore perciò non le permetto di lanciare accuse prima di conoscere i fatti. Ho accompagnato Hermione perché vi raccontasse la verità prima che ne veniate a conoscenza in modo distorto tramite altre persone. Su, Hermione, vai avanti con la spiegazione.”
Frank lanciò un’occhiataccia al preside ma fece cenno a sua figlia di continuare il suo racconto.
Hermione, quindi, raccontò del suo viaggio nel tempo e del suo amore per Severus che era ripreso in seguito quando era tornata nel presente.
Concluse la sua storia con l’arresto del suo amato professore, ora rinchiuso ad Azkaban, che si era preso tutte le colpe per non farla espellere dalla scuola e allontanarla dalla sicurezza offerta da Hogwarts e dal preside.
Al termine del suo racconto i suoi genitori erano rimasti visibilmente scossi, incapaci di dire una parola.
“Vi chiedo perdono per la delusione che vi ho dato per non essere più una studentessa modello ma non posso rinnegare il mio amore per Severus. Soffro tantissimo per la sua lontananza ma il mio bambino, il nostro bambino, è la mia fonte di energia e speranza che mi permette di andare avanti.”
Cecily abbracciò la figlia e le accarezzò teneramente i capelli dicendo: “Non siamo delusi da te, non potremmo mai esserlo, tuttavia siamo sorpresi per questa cosa così inaspettata.”
“La mamma ha ragione, tesoro. Sei sicura di amare quell’uomo? Scusami se te lo chiedo, ma in passato dicevi sempre che quell’uomo era molto sgarbato con te e che lo trovavi odioso!”
“Sì, è vero, ma quando sono finita nel passato e l’ho incontrato come coetaneo ho imparato a conoscerlo veramente e non ho potuto fare a meno d’innamorarmi, ricambiata, di lui e soffrire una volta tornata nel presente nel rendermi conto che mi aveva dimenticata. Quando però lui ha ricordato abbiamo vissuto dei momenti bellissimi insieme. Sapevamo che era una cosa proibita visto che lui era un mio professore, ma pochi giorni prima del suo arresto Severus mi aveva chiesto di sposarlo al termine dell’anno scolastico e licenziarsi per permettermi di frequentare l’ultimo anno senza che ci fossero problemi. Severus mi ama tantissimo e vuole solo la mia felicità.”
Hermione era molto provata allora sua madre l’accompagnò nella sua stanza per farla riposare poi tornò in salotto dove suo marito e il preside stavano parlando.
“Signor preside, da quanto tempo è al corrente della relazione fra Hermione e il professor Piton?” chiese Frank mentre Cecily si risedeva accanto a lui sul divano.
“Dal termine delle vacanze natalizie, quando Severus ha riaccompagnato a scuola Hermione dopo averla salvata dall’attacco dei Mangiamorte alla stazione di King Cross. Lo so che come preside avrei dovuto stroncare sul nascere la relazione fra un professore e una studentessa, licenziare Severus ed espellere Hermione per preservare il buon nome della scuola ma ho deciso di chiudere un occhio per l’affetto che nutrivo per entrambi. Severus ha sofferto molto nella sua vita e meritava un po’ di felicità, per lui Hermione non è un capriccio perché altrimenti non avrebbe mai riacquistato i ricordi del passato che avevo cancellato in lui e in tutti quelli che avevano avuto contatti con vostra figlia durante i due mesi trascorsi nel 1976 con un potentissimo incantesimo. Inoltre, anche Hermione lo ama molto e quando avevo dovuto rimandarla nel presente aveva sofferto molto al pensiero di essere divisa per sempre dal suo unico amore. Nel mese e mezzo che hanno trascorso insieme sono stati molto discreti ma io, che ero a conoscenza della verità, vedevo la felicità brillare nei loro occhi. Comprendo perfettamente quanto sia difficile per voi accettare che vostra figlia sia innamorata di un uomo di vent’anni più vecchio di lei, ma…”
“Hermione è sempre stata una ragazza molto intelligente e studiosa, più matura dei suoi coetanei perciò non ci stupisce che si sia innamorata di un uomo molto più vecchio, tuttavia in questi anni vedendola con Ronald Weasley ci eravamo convinti che fra loro vi fosse più di un’amicizia e che prima o poi si sarebbero fidanzati” confessò Cecily.
“Beh, questa è un’opinione che avevamo in molti, tuttavia, soprattutto da parte di vostra figlia, si trattava di un’attrazione che si è conclusa con il suo viaggio nel tempo in cui ha conosciuto Severus come suo coetaneo e si è innamorata di lui e non l’ha più dimenticato.”
“Signor preside, il professor Piton però ora si trova ad Azkaban. Quando potrà uscire e tornare da Hermione?” chiese Cecily.
“Non lo so. Lui ha voluto prendersi tutte le colpe per proteggere Hermione e non coinvolgermi. Le accuse di aver abusato di una studentessa più il suo passato di Mangiamorte…”
Silente lasciò la frase in sospeso ma i coniugi Granger compresero ugualmente che per Piton sarebbero passati molti anni prima del rilascio se mai fosse uscito del tutto di prigione.
“Ma lei non può fare proprio niente per il professor Piton?” chiese Frank.
“Purtroppo no. Al termine della battaglia con Voldemort se io… se sarò vivo farò quanto è in mio potere per riabilitare Severus. Sono andato a trovarlo ad Azkaban alcune settimane fa e mi aveva dato una lettera per Hermione in cui le chiedeva di dimenticarlo e cercare di essere felice con qualcun altro per amore del bambino. Per ora Hermione non vuole sentire ragioni ma forse quando sarà nato il piccolo…”
I coniugi Granger si scambiarono un’occhiata e senza dirsi una parola capirono di condividere la stessa opinione su Severus Piton.
Quell’uomo amava profondamente la loro figlia e non potendole garantire il suo ritorno la lasciava libera di andare, come potevano disprezzare una persona simile?
“La ringraziamo per averci raccontato tutto con schiettezza, signor preside. Noi non conoscevamo assolutamente nulla del Mondo Magico finché non arrivò quell’inaspettata lettera a Hermione sei anni fa e lei quando scoprì di essere una strega era così eccitata che aveva studiato i libri ancor prima di arrivare a scuola. Noi eravamo sorpresi e anche spaventati di lasciar andare nostra figlia in un mondo in cui noi non potevamo far parte ma quando iniziarono ad arrivarci le sue lettere entusiastiche su Hogwarts e sui suoi amici Harry e Ron ci sentimmo rassicurati. Hermione era felice e si era fatta degli amici poi però è iniziato il pericolo rappresentato da quel mago oscuro, Voldemort, e noi…”
“Voi avevate pensato di proibirle di continuare a frequentare Hogwarts?” chiese Silente.
“Sì e ne avevamo anche accennato con lei ma Hermione ci ha risposto che lei doveva aiutare Harry e non lo avrebbe mai abbandonato proprio nel momento in cui il suo amico avrebbe avuto più bisogno di lei. Ora però le cose stanno diversamente, è in attesa di un bambino e non possiamo permetterle di stare in mezzo ai pericoli” rispose Frank.
“Comprendo la vostra opinione ma a Hogwarts lei sarà perfettamente al sicuro, ci penserò io a proteggerla proprio come mi ha chiesto Severus. Inoltre, incinta o meno, lei non vorrà allontanarsi dai suoi amici. Ora che ha perso Severus ha bisogno più che mai dell’appoggio di Harry e gli altri ed infine bisogna considerare che Voldemort e i suoi Mangiamorte sono perfettamente al corrente della sua stretta amicizia con Harry Potter e se restasse qui sarebbe un sicuro bersaglio.”
Frank e Cecily annuirono alle parole del preside ma rimasero sorpresi da ciò che disse successivamente.
“Signori Granger, non sono venuto qui con Hermione solo perché vostra figlia vi raccontasse la verità su di lei e il professor Piton ma anche per consigliarvi di lasciare l’Inghilterra per qualche tempo sotto una falsa identità, almeno fino alla resa dei conti con Voldemort. Come vi ho detto, lui sa bene che Hermione è molto legata a Harry e visto che siete i suoi genitori e per di più Babbani siete in grave pericolo.”
“No, non possiamo andarcene. La nostra casa e il nostro lavoro sono qui!” protestò Frank.
“Papà, ti prego di dare retta al preside” disse Hermione entrando in salotto.
“Hermione!” esclamarono i suoi genitori.
Hermione si avvicinò alla coppia e li prese per mano.
“Ha ragione il professor Silente, dovete andarvene il più lontano possibile per essere al sicuro. Vi prego, fatelo per me! Dopo aver perso Severus non potrei sopportare di perdere anche voi! Quando tutto sarà finito verrò a cercarvi con un bel nipotino fra le braccia.”
I coniugi Granger erano molto restii ad andarsene ma davanti alle suppliche della figlia furono costretti a cedere.
Nel giro di due settimane la loro casa fu chiusa e con nuove identità partirono per la lontana Australia.
Naturalmente erano molto preoccupati per la figlia ma le rassicurazioni di Silente riuscirono a calmarli.
Hermione andò a salutarli prima della partenza, sforzandosi di trattenere le lacrime, poi tornò a Hogwarts e grazie all’affetto dei suoi amici riuscì a superare questo brutto momento.


COME AL SOLITO RINGRAZIO I MIEI FEDELI LETTORI E SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA.
FATEMI SAPERE LA VOSTRA OPINIONE, MI RACCOMANDO!

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Capitolo 17
*** CAPITOLO DICIASSETTE ***


CAPITOLO DICIASSETTE



Trascorsero degli altri mesi e giunsero l’inizio di giugno e gli esami di fine anno scolastico.
Mancava meno di un mese al termine della gravidanza di Hermione e la sua pancia era cresciuta molto.
Per lei fare le scale ora era molto faticoso ma c’erano sempre i suoi amici ad aiutarla e lei gli era molto grata.
Una mattina durante la colazione nella Sala Grande come di consueto i gufi portarono la posta e ci fu una gran confusione quando si sparse l’incredibile notizia apparsa sulla Gazzetta Del Profeta:
“Fuga in massa da Azkaban. I Mangiamorte sono stati aiutati nella fuga e si sono riuniti a Tu Sai Chi. Si preparano momenti sempre più difficili per la Comunità Magica.”
“Accidenti, ora che Voldemort ha di nuovo tutti i suoi seguaci con lui si preparerà ad attaccarci” disse Harry.
“Già. Guardate Malfoy com’è soddisfatto. Sicuramente anche suo padre sarà scappato insieme agli altri” commentò Ron osservando il ragazzo biondo al tavolo dei Serpeverde.
Harry stava per ribattere quando vide Hermione alzarsi in piedi.
“Hermione, cosa c’è?”
“Severus. Anche Severus sarà riuscito a scappare! Devo chiederlo a Silente” rispose la ragazza.
Hermione vide che il preside non era presente e chiese alla professoressa McGranitt dove fosse.
“Si trova nel suo ufficio. Poco fa è arrivato il ministro Caramell e gli ha chiesto un colloquio riservato.”
La ragazza tornò, quindi, a sedersi accanto ai suoi amici ma era impaziente di parlare con Silente.
Severus era riuscito a fuggire da quell’orribile prigione?
Sarebbe tornato a prenderla?
Harry e Ron cercavano di parlarle ma lei non li ascoltava affatto, persa com’era nei propri pensieri, allora i due giovani rinunciarono.
Trascorse circa una mezz’ora e arrivò il momento di andare alla lezione di pozioni.
Quello era l’ultimo giorno di lezioni e dalla settimana successiva sarebbero cominciati gli esami.
“Ragazzi, io vado a parlare con Silente, ho bisogno di sapere se Severus è riuscito a scappare. Voi andate pure a lezione.”
“No, ti accompagneremo. Per andare nell’ufficio di Silente devi fare molte scale e nelle tue condizioni faresti troppa fatica da sola” disse Harry.
“Ma ragazzi, non voglio che perdiate le lezioni per colpa mia!”
“Non devi preoccuparti per noi. La prossima settimana iniziano gli esami, quindi, quello che abbiamo appreso è sufficiente e non possiamo sperare di coprire le nostre lacune all’ultimo minuto” disse Ron.
Hermione avrebbe voluto protestare dato che lo studio per lei era sempre stato molto importante, ma da qualche mese le sue priorità erano altre perciò ringraziò i suoi amici e accettò la loro compagnia.


Quando giunsero finalmente davanti alla porta di Silente, Hermione era esausta e si appoggiò qualche istante al muro per riprendere fiato.
Proprio in quel momento la porta dell’ufficio si aprì e si sentirono le voci del ministro e del preside.
“Allora siamo d’accordo, Albus. Manderò qui alcuni auror per sicurezza. Ora che Tu Sai Chi ha di nuovo tutti i suoi Mangiamorte con sé tarderà ben poco ad attaccare Hogwarts.”
“Hai perfettamente ragione, Cornelius e ti ringrazio per la collaborazione. La prossima settimana iniziano gli esami e fra tre settimane rimanderò gli studenti dalle loro famiglie e spero che Tom tardi ad attaccare ma conoscendo la sua mente malvagia sicuramente deciderà di agire nel momento in cui ci sarà più gente a cui far del male.”
“Già, temo che tu abbia ragione. Ora devo proprio andare, Albus. Se ci saranno novità ti contatterò.”
“Aspetta un attimo, Cornelius, c’è una cosa che ti devo chiedere.”
“Sì?”
“Fra le persone che sono scappate da Azkaban c’era anche Severus Piton?”
“No.”
“Quindi lui si trova ancora ad Azkaban? Cornelius, so che lo ritieni un criminale, ma ti chiedo di rivalutare la sentenza e farlo uscire di prigione. Severus potrebbe essere fondamentale nello scontro finale con Voldemort.”
“Albus, ne abbiamo già parlato e ti ripeto che è impossibile. Quell’uomo è un Mangiamorte ed è un criminale che ha abusato di una delle migliori studentesse di Hogwarts.”
Sentendo per l’ennesima volta le accuse ingiuste e terribili rivolte al suo amore, Hermione non ce la fece più a resistere e affrontò il Ministro della Magia.
“Basta! La smetta di parlare in questo modo di Severus! Lui non è affatto un criminale e in questi anni non ha fatto altro che aiutare il preside con la sua attività di spionaggio! Severus è un uomo coraggioso che ha messo più volte a repentaglio la sua vita per aiutare gli altri e riscattare il suo passato.”
“Taci, ragazzina! Tu non sai quello che dici! Quell’uomo ha usato l’Imperius su di te per questo stai prendendo le sue difese.”
“Severus non ha mai usato l’Imperius su di me, l’ha solo confessato per prendersi lui tutte le colpe della nostra relazione.”
“Hermione…” tentò d’intervenire il preside.
“Signor preside, sono stanca di questa menzogna ed è giunto il momento che io confessi tutta la verità! Amo Severus con tutto il cuore e sono felice di aspettare il suo bambino.”
Caramell la guardò, da prima scioccato dalla sua rivelazione, poi s’infuriò per l’inganno.
“Dunque le cose stanno così, eh? Bene, allora puoi andare a fare le tue valigie e tornartene subito a casa, signorina Granger. Nonostante fossi nata in una famiglia di Babbani eri la miglior studentessa della scuola ma il ministero della magia non può tollerare che una sgualdrina si diplomi in questa prestigiosa scuola.”
“Come si permette di parlare in questo modo di Hermione? Ritiri subito quello che ha detto, altrimenti io…”
“Tu cosa, signor Weasley? Osi minacciare un ministro? Stupido ragazzino, ti ricordo che tuo padre lavora al ministero. Se mi farai le tue scuse per stavolta vedrò di sorvolare sul tuo comportamento.”
Ron strinse i pugni ma sapeva che non poteva far altro che chinare la testa e soffocare il suo orgoglio se non voleva che suo padre perdesse il lavoro per colpa sua.
“Le chiedo scusa, signore.”
Caramell sorrise soddisfatto, ma Harry interruppe il suo trionfo quando disse: “Signore, lei forse potrà essere soddisfatto nell’umiliare i miei amici ma se solo obbligherà Hermione a lasciare Hogwarts anch’io me ne andrò e vi lascerò tutti in balia di Voldemort. Lei potrà avere a sua disposizione tutti gli auror che vuole ma solo io stando alla profezia potrò distruggere l’Oscuro Signore. Certo, non è detto che io riesca nell’impresa ma sono l’unica speranza di salvare il Mondo Magico dal suo dominio. Allora cosa decide? Permetterà a Hermione di restare e sostenere gli esami del sesto anno o obbligherà entrambi ad andarcene?”
Il ministro era infuriato per la minaccia di Harry, ma sapeva che lui era il Bambino Sopravvissuto, il Prescelto e che senza di lui non c’era speranza di sconfiggere Colui Che Non Deve Essere Nominato.
Non aveva altra scelta, doveva sottostare alla sua richiesta e permettere a quella sgualdrina della sua amichetta di restare a Hogwarts.
“D’accordo, signor Potter,hai vinto tu. La signorina Granger può restare a Hogwarts e sostenere gli esami del sesto anno.”
“La ringrazio, sapevo che sarebbe stato ragionevole” disse Harry.
“Bene, ora è meglio che me ne vada, mi sono trattenuto qui anche troppo.”
“Aspetti ancora un attimo, signore.”
Caramell si voltò e lanciò un’occhiataccia a Hermione e chiese: “Che altro c’è? Vuoi forse che ti conceda il massimo dei voti senza neanche sostenere gli esami, signorina Granger?”
“Niente affatto! Come osa sostenere una cosa simile?”
“Beh, la cosa non mi stupirebbe visto che Potter è dalla tua parte. Immagino che oltre che con Piton tu ti sia data da fare anche con il Prescelto, piccola Sangue Marcio.”
“Cornelius! Basta così! Ti rendi conto che parli come Voldemort e i Mangiamorte? La signorina Granger è la studentessa migliore della scuola e merita il tuo rispetto. Lei e Severus avranno sbagliato ad intrecciare una relazione quando erano ancora studentessa e professore ma hanno pagato per i loro errori con una dolorosa separazione e il professor Piton addirittura con una condanna ad azkaban “ intervenne Silente oltraggiato dal tono ingiurioso del ministro.
“E’ il minimo che si meritava per i suoi crimini di Mangiamorte” insistette cocciutamente Caramell.
Hermione detestava sempre più quell’uomo ogni minuto che passava, ma aveva bisogno di ottenere da lui un’importante risposta prima che se ne andasse.
“Signore, le chiedo di rilasciare Severus. Si è riscattato dal suo passato di Mangiamorte facendo la spia per Silente e come ho appena confessato la nostra era una relazione voluta da entrambi, quindi, non è giusto che stia in prigione. La supplico, lo rilasci.”
Hermione, sia pur a fatica per la sua gravidanza avanzata, s’inginocchiò davanti al ministro e continuò la sua supplica.
“Hermione alzati, nelle tue condizioni…” iniziò a dire Ron, porgendo la mano all’amica.
La ragazza lasciò che il suo amico l’aiutasse continuando però a chiedere il rilascio del suo amato professore aggrappandosi alle vesti del ministro.
“Mi dispiace, ma non è possibile!”
“Signor ministro, ci ripensi. Piton è un mago dalle grandi capacità e come le ha detto poco fa il preside il suo aiuto sarà fondamentale nello scontro conclusivo” intervenne Harry che desiderava la felicità di Hermione.
“Piton non potrà più aiutare nessuno ormai. Avrei voluto risparmiarmi di dirvelo ma data la vostra insistenza sarò costretto a rivelarvi la verità. Ieri, poco prima della fuga dei Mangiamorte da Azkaban, Severus Piton è stato sottoposto al Bacio del Dissennatore.”
Sentendo le sue parole, Hermione impallidì visibilmente e sarebbe caduta a terra se Ron non l’avesse sorretta.
“Ora se volete scusarmi devo proprio andare. Mi sono trattenuto veramente troppo” disse Caramell uscendo dall’ufficio di Silente con un sorrisetto di trionfo dipinto sulla faccia.
“Hermione, o dio, Hermione” disse Ron accorgendosi dello svenimento della ragazza.
“Presto, signor Weasley, portiamola subito in infermeria” disse il preside buttando una manciata di metro polvere nel camino.
“Infermeria” disse Silente prima di sparire dentro il camino, seguto da Harry e Ron con Hermione fra le braccia.
Appena giunti in infermeria affidarono l’amica alle amorevoli cure di Madama Chips e attesero con pazienza che riprendesse conoscenza.


Hermione riaprì gli occhi e si guardò intorno, confusa.
Riconobbe l’infermeria e vide gli sguardi ansiosi di Harry e Ron accanto a lei e dietro di loro Silente e Madama Chips.
“Come ti senti, Hermione? Ci hai fatto stare tanto in ansia!” disse Ron, il primo ad accorgersi del suo risveglio.
“Cosa è successo? Perché sono…”
La ragazza non concluse la frase, ricordando improvvisamente cosa era successo nell’ufficio del preside.
“Severus! No, non è possibile!” gridò Hermione.
Subito l’infermiera le fu accanto con una pozione fra le mani.
“Bevi questa, cara, ti farà stare meglio.”
“Stare meglio? Come potrei stare meglio sapendo che Severus…”
“Ti capisco, ma devi pensare al tuo bambino, mancano poche settimane alla sua nascita.”
Hermione allora lasciò che Madama Chips le desse la pozione mentre lacrime silenziose le rigavano le guance.
I suoi amici rimasero con lei fino a quando la pozione non fece effetto e si addormentò, poi per non disturbarla, lasciarono l’infermeria insieme al preside.
“Povera Hermione, è stato davvero un brutto colpo per lei” disse Harry.
“Già, non mi sarei mai aspettato che sottoponessero Severus al Bacio del Dissennatore. Ero convinto di riuscire a farlo uscire una volta conclusa la battaglia contro Voldemort, invece…”
Harry e Ron si scambiarono un’occhiata poi riportarono la loro attenzione sul preside accorgendosi delle improvvise, nuove rughe che solcavano il suo anziano viso dovute al duro colpo di ciò che era accaduto al suo giovane collega e carissimo amico.
Il Bacio del Dissennatore gli aveva prosciugato l’anima e ora, nella tetra prigione di Azkaban, era rimasto solo un guscio vuoto al posto dell’intelligente e coraggioso professore di pozioni e Harry e Ron non potevano fare altro che chiedersi se la loro migliore amica sarebbe riuscita a superare questo inatteso e durissimo colpo che le era stato di nuovo inferto.


MIEI CARI LETTORI SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CHE CONTINUERETE A SEGUIRMI FINO ALLA FINE.
ORMAI MANCANO POCHI CAPITOLI PER ARRIVARE ALLA CONCLUSIONE, MA PRIMA DELLA FINE CI SONO ALTRI COLPI DI SCENA PER CUI NON MI ABBANDONATE, MI RACCOMANDO!

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Capitolo 18
*** CAPITOLO DICIOTTO ***


CAPITOLO DICIOTTO



Per tre giorni Hermione fu tenuta sotto stretta sorveglianza da Madama Chips, preoccupata per la sua salute fisica e mentale, poi visto che almeno apparentemente sembrava aver assorbito il duro colpo, venne rimandata nella Torre di Grifondoro con raccomandazione ai suoi amici di tenerla d’occhio.
Hermione era disperata perché aveva perduto per sempre l’uomo che amava e si era resa conto che fino a quel momento aveva segretamente sperato che lui potesse uscire di prigione e tornare da lei e dal loro bambino.
I dissenatori, invece, gli avevano prosciugato l’anima e Severus se n’era andato via per sempre.
Altri giorni passarono e quella mattina avevano inizio gli esami di fine anno.
Non erano importanti come i GUFO del quinto anno o i MAGO del settimo ma Hermione ci aveva sempre tenuto ad avere i migliori risultati possibili ora invece seguiva Harry e Ron con arriva assente verso l’aula di pozioni.
“Fatti forza, Hermione! Non vorrai mica fallire gli esami, spero! Tu sei la numero uno!” le disse Harry.
“Già, non vorrai mica farti superare da quello stupido furetto di Malfoy, spero!” aggiunse Ron.
Proprio in quel momento raggiunsero i sotterranei ed entrarono nell’aula di pozioni dove diversi studenti erano già ai propri posti.
Tra di essi c’era anche Draco che li guardò con disprezzo e un sorrisetto di scherno.
Hermione incrociò il suo sguardo e improvvisamente una gran rabbia e determinazione s’impossessò di lei spazzando via l’apatia che l’aveva circondata dall’arresto di Severus.
Era colpa di Draco se il suo unico amore ora era perduto per sempre e lei doveva dimostrargli che non l’avrebbe mai distrutta, che nonostante le sue origini babbane era migliore di lui che proveniva da un’antica casata di maghi purosangue.
Avrebbe iniziato la sua rivincita quel giorno con l’esame di pozioni, la materia di Severus.
Poco dopo arrivò il professor Lumacorno che dopo aver dato le istruzioni diede inizio all’esame.
Hermione s’impegnò al massimo sia quel giorno che in quelli successivi e i suoi amici erano felici di vedere che almeno apparentemente era tornata quella di un tempo.
Al termine degli esami, come di consueto, molti studenti tornarono a casa ma non Hermione e i suoi amici che rimasero a Hogwarts dove vennero raggiunti dai membri dell’Ordine della Fenice riunitisi per elaborare le strategie contro Voldemort e i Mangiamorte che ormai avevano conquistato parecchie città della Comunità Magica e avevano diversi infiltrati all’interno del Ministero.
“Ormai ci siamo, credo proprio che Voldemort attaccherà Hogwarts per ottenere il pieno controllo sui luoghi magici più importanti. E’ chiaro ormai che il Ministero è sotto il suo controllo, dico bene Arthur?” chiese Silente durante una delle riunioni dell’Ordine della Fenice rivolgendosi al padre di Ron.
“Purtroppo sì, Albus. Infatti, proprio questa mattina Caramell è stato ucciso dai Mangiamorte che si sono infiltrati al Ministero.”
Tutti i presenti rimasero in silenzio alcuni istanti assorbendo la notizia della morte del poco amato e apprezzato Ministro della Magia Cornelius Caramell.
Nessuno poteva dirsi dispiaciuto per la sua morte ma il fatto in sé era molto preoccupante perché dimostrava che Voldemort ormai era il padrone incontrastato del Mondo Magico.
“Ora Voldemort si è auto eletto Ministro della Magia?” chiese Harry.
“No, Lucius Malfoy è il nuovo Ministro. Per ora Tu Sai Chi è rimasto nell’ombra e naturalmente Lucius deve agire su suo ordine” rispose il signor Weasley.
“Ma perché?” chiese Ron.
“Immagino che lo abbia fatto per creare ancora più panico e confusione fra la gente comune. Tom Ridde è cresciuto in un orfanotrofio babbano ed è stato Hogwarts il primo luogo importante per lui dove ha scoperto le sue enormi potenzialità di mago, quindi, uscirà allo scoperto solo quando la scuola sarà nelle sue mani. Ora che il ministero è in mano sua è questione di pochi giorni, al massimo un paio di settimane, prima che si presenti qui con i suoi Mangiamorte” spiegò Albus.
“E noi saremo qui pronti a riceverlo e a combattere per difendere Hogwarts e liberare il Mondo Magico dalla sua oscura presenza una volta per tutte” dichiarò Harry e tutti acconsentirono, consapevoli della difficile prova che li attendeva ma disposti a sacrificarsi per il bene comune.
“Ben detto, giovane Harry. Ora dovremo prepararci alla difesa del castello e tu, ragazzo mio, dovrai affinare le tue tecniche di duello perché come tutti sappiamo grazie alla Profezia, solo tu potrai ucciderlo” disse il preside.
“Naturalmente, signore. Chi mi allenerà?”
“Ci vuol una persona con grande esperienza nelle Arti Oscure e capacità magiche. Ti confesso che avevo già pensato a qualcuno che aveva tutte queste caratteristiche ed era una persona che stimavo e di cui mi fidavo ciecamente ma purtroppo… comunque Moody sarà in grado di ricoprire perfettamente questo compito. Cosa ne pensi, Alastor? Te la senti di allenare Harry in vista dello scontro finale?” chiese il preside cercando di nascondere la tristezza per la perdità del suo uomo di fiducia che tutti capirono trattarsi di Severus Piton.
“Sì, certo, Albus, puoi contare su di me” rispose Moody con prontezza.
“Grazie, Alastor. Comunque, oltre a Harry, sarà bene che anche gli altri giovani si preparino perché anche se non dovranno affrontare Voldemort avere a che fare con i suoi Mangiamorte non sarà certo una passeggiata. Remus, te la senti?”
"Non c’è nemmeno bisogno di chiederlo, Albus” rispose Lupin.
Nei minuti successivi vennero affidati i compiti ai vari membri presenti e naturalmente Hermione, date le sue delicate condizioni, venne esclusa dagli allenamenti, ma le fu affidato il compito di aiutare Madama Chips nell’infermeria nella cura dei feriti che purtroppo ci sarebbero sicuramente stati quando Voldemort e i suoi Mangiamorte avrebbe attaccato il castello.
Un’altra esclusa dalla battaglia e relegata in infermeria fu Ginny Weasley che però non tardò a far sentire la sua protesta.
“Non voglio starmene nelle retrovie! Voglio combattere anch’io!”
“Non se ne parla nemmeno, signorina! Hai appena compiuto sedici anni, sei troppo giovane per rischiare la vita!” l’ammonì sua madre.
“Ma tutti voi sarete in prima linea! Non posso starmene in disparte mentre la mia famiglia e il ragazzo che amo rischiano la vita!” insistette la ragazza.
Seguì una gran discussione fra Ginny e i genitori che venne terminata dall’intervento del preside.
“Ginny, tu resterai in infermeria con Madama Chips e ti occuperai dei feriti dato che questa è un’occupazione altrettanto importante che la partecipazione attiva alla battaglia e nel contempo i tuoi familiari potranno combattere senza doversi preoccupare della tua incolumità, intesi?”
La testarda ragazzina avrebbe voluto protestare ancora ma davanti all’espressione ferma e decisa del preside fu costretta a cedere.
Circa mezz’ora dopo la riunione fu sciolta e ciascuno iniziò ad occuparsi degli incarichi che gli erano stati assegnati.


Quella sera stessa i ragazzi si riunirono nella Sala Comune di Grifondoro per chiacchierare e rilassarsi un po’.
Ginny era ancora risentita per essere stata esclusa dagli allenamenti ma grazie alle coccole del suo Harry si ammorbidì.
“Il preside ha ragione, Ginny, occuparsi dei feriti è un’occupazione altrettanto importante e ti confesso che sapendoti al sicuro potrò concentrarmi meglio sul mio scontro con Voldemort.”
“Già, mentre io morirò d’angoscia sapendo che tu, i miei genitori e i miei fratelli state correndo un rischio mortale.”
“Ginny, sarà uno scontro durissimo è vero, ma il mio amore per te mi darà la forza di vincere e sopravvivere. Ciò che più desidero è una vita felice con te e i nostri amici in un mondo sereno senza più quel terribile mago oscuro a minacciarla e vedrai che ce la farò.”
“Sì, certo, Harry, ne sono sicura. Io ho piena fiducia in te.”
I due fidanzatini smisero di parlare ma si diressero nella stanza della ragazza tenendosi per mano per avere un po’ d’intimità.
Hermione e Ron li videro e quest’ultimo stava per aprir bocca e protestare ma la ragazza lo fermò.
“Lasciali stare un po’ da soli, Ron. Si amano ed è giusto che trascorrano insieme più tempo possibile, non si sa mai quando il tuo amore può esserti strappato dalle braccia” disse Hermione con tono sconsolato.
Ron si voltò a guardarla e disse: “Hermione, in questi giorni ci ho riflettuto molto e… ecco io volevo chiederti se vuoi sposarmi.”
“Che cosa? Sposarti? Ma Ron io sto per avere il bambino di un altro. Io ti voglio bene ma è Severus l’uomo che amo.”
“Piton ormai è morto, Hermione, ha perduto l’anima e non potrà più tornare da te e da vostro figlio nemmeno volendolo. Hermione, io ti voglio bene e ne vorrò anche a tuo figlio, lo tratterò come se fosse mio, te lo giuro!”
“Ron, apprezzo molto la tua offerta, ma credo di poter crescere mio figlio anche da sola e tu meriti di trovare una persona che ti ami davvero, non una che pensa ad un altro.”
Ron le prese la mano e disse: “Hermione, io ho sempre pensato che la nostra amicizia potesse trasformarsi in qualcosa di più e lo penso ancora. Lo so, tu mi dirai che nei tuoi pensieri c’è ancora Piton ma sei ancora molto giovane e non puoi sacrificare la tua vita ad un ricordo. Per tuo figlio, so bene che saresti in grado di crescerlo anche da sola ma merita una famiglia, un padre che gli voglia bene. Guarda il nostro amico Harry quanto ha sofferto dai suoi odiosi zii e per anni ha sognato di avere una mamma e un papà che lo amassero.”
Il suo riferimento alla sofferenza di Harry colpì Hermione che rispose: “Io… io ci penserò Ron, poi ti farò sapere.”
Ron capì che non era il momento d’insistere e le permise di andare in camera sua senza protestare.
“Buonanotte, Ron.”
“Buonanotte, Hermione.”


Sola nella propria stanza, Hermione si stese a letto ma non riuscì ad addormentarsi perché pensava sempre all’inattesa proposta di Ron.
Pensare di sposarlo le sembrava una follia perché non lo amava ma era anche vero che il suo bambino aveva bisogno anche dell’affetto di un padre, quindi, se il suo vero padre era perduto per sempre, chi meglio del suo caro amico Ron poteva sostituirlo?
“Oh, Severus, come posso solo pensare di sostituirti con un altro?” si chiese la ragazza.
Incapace sia di dormire che di prendere una decisione, si anzò dal letto e si avvicinò alla scrivania dove aveva lasciato un libro che stava leggendo.
Sulla scrivania c’erano diversi appunti sugli argomenti che aveva studiato per gli esami appena dati e li raccolse per metterli in un cassetto.
Nel cassetto trovò un foglio e prendendolo in mano riconobbe la scrittura di Severus.
Con mano tremante lo aprì e lo rilesse: era la lettera che le aveva fatto avere tramite il preside in cui la esortava a rifarsi una vita con qualcuno che si prendesse cura di lei e del loro bambino.
Quando l’aveva letta la prima volta non aveva neanche voluto prendere in considerazione una simile eventualità ma ora sembrava che averla ritrovata proprio in quel momento fosse un segno del destino che le indicava la scelta da compiere per il futuro di se stessa e del piccolo.


La mattina seguente Hermione si alzò più tardi del solito poiché era riuscita ad addormentarsi all’alba dopo aver preso la decisione che avrebbe dato una svolta alla sua vita.
La Sala Comune di Grifondoro era deserta, quindi, uscì e raggiunse la Sala Grande dove trovò i suoi amici che stavano finendo di fare colazione.
I ragazzi l’accolsero con calore poi le fecero posto e iniziò a mangiare.
Aveva quasi terminato di fare colazione quando vide i suoi amici alzarsi e accingersi ad andare ad allenarsi con Alastor Moody e Remus Lupin.
“Ron, aspetta!”
“Sì?”
“Ecco avrei bisogno di parlarti riguardo… riguardò a ciò che mi hai chiesto ieri sera.”
Harry, Neville e gli altri li osservarono stupiti poi Ron disse: “Ragazzi, andate pure avanti, vi raggiungerò più tardi.”
Sia pur incuriositi, gli amici si allontanarono lasciandoli soli.
Ron si riavvicinò al tavolo e si risedette accanto a lei attendendo che gli dicesse cosa aveva deciso.
“Ron, ho riflettuto molto stanotte sulla tua proposta e… ho deciso di accettare. Ti prometto che farò di tutto per essere una buona moglie per te ed imparare ad amarti come una donna deve amare il proprio compagno, ti chiedo solo di avere pazienza e di voler bene al mio bambino.”
“Questo non hai nemmeno bisogno di chiederlo, Hermione. Sai bene che lo amerò come se fosse mio e sono certo che un giorno tu ed io saremo una vera coppia come eravamo destinati fin dal nostro primo incontro.”
Ron poi l’abbracciò e la tenne stretta a sé per diversi istanti guardandola intensamente.
Le mise una mano sulla guancia per una tenera carezza e le attrasse il viso verso il suo per baciarla.
Hermione chiuse gli occhi e ricambiò il suo bacio immaginando che al posto del suo amico ci fosse un altro uomo, un uomo con cui aveva scambiato mille baci e mille carezze che avevano prodotto la piccola creatura che portava in grembo.
Severus, il suo adorato Severus che amava più della sua stessa vita.
Riaprì gli occhi e trattenne un sussultò quando si ritrovò a guardare i limpidi occhi azzurri di Ron al posto di quelli neri del suo amato professore.
“Vieni Hermione, andiamo a dare agli altri la notizia del nostro matrimonio” disse il ragazzo prendendola per mano.
Hermione non poté far altro che seguirlo chiedendosi se aveva preso la decisione giusta o se si sarebbe trattato del più grande errore della sua vita.



COME SEMPRE RINGRAZIO I MIEI FEDELI LETTORI AUGURANDOMI CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA.
NEL PROSSIMO SIETE TUTTI INVITATI AD UN MATRIMONIO CHE SI FARA’… OPPURE NO?
NON VI RESTA CHE ATTENDERE IL PROSSIMO AGGIORNAMENTO PER SAPERLO!
CONTINUATE A SEGUIRMI MI RACCOMANDO!
PER ALLISON91: IL NOME DEL BAMBINO L’HO GIA’ PENSATO PERO’ SE MI VUOI DARE QUALCHE SUGGERIMENTO DA UTILIZZARE PER FUTURE FANFICTION NON HO NIENTE IN CONTRARIO! .

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Capitolo 19
*** CAPITOLO DICIANNOVE ***


CAPITOLO DICIANNOVE



I signori Weasley accolsero con entusiasmo la notizia del fidanzamento di Hermione e Ron e Molly, in particolare, iniziò subito a fare un lungo elenco di preparativi per le nozze imminenti.
“Signora, non desideriamo una cerimonia sfarzosa! Data la situazione qualcosa di semplice e intimo sarà più che sufficiente” disse Hermione.
La donna, però, iniziò a protestare dato che aveva sempre sognato di fare le cose in grande per il matrimonio dei suoi figli ed ora che finalmente uno di essi stava per compiere il fatidico passo…
“Mia cara, questo è il matrimonio di Ron e Hermione e devono essere loro a decidere cosa vogliono, inoltre con l’imminente attacco di Tu Sai Chi, invitare troppa gente sarebbe estremamente pericoloso” provò a farla ragionare suo marito Arthur.
Molly capì perfettamente anche se era molto dispiaciuta per i suoi progetti andati in fumo.
“Su, mamma, non te la prendere, dai! Quando tutto sarà tranquillo daremo una bella festa e potrai invitare tutti i nostri parenti. Inoltre, presto avrai un altro matrimonio di cui occuparti, dico bene, Harry?”
La domanda di Ron colse il ragazzo di sorpresa e arrossì quando tutti si voltarono a guardarlo.
La signora Weasley abbracciò sia lui che la figlia e disse: “Oh, ragazzi miei, non sapete quanto mi rendete felice! Comunque, se per Ron e Hermione mi devo rassegnare ad un matrimonio dimesso, voi due non sfuggirete ad una cerimonia in pompa magna.”
La giovane coppia si guardò rassegnata poi sorrise alla signora Weasley e accettò di buon grado la sua minaccia.
“Certo, signora, ma non ci sposeremo tanto presto come ha detto Ron. Prima devo concludere una volta per tutte la guerra contro Voldemort e poi dovremo diplomarci entrambi” le spiegò Harry.
“Certo, comunque, nulla toglie che non si possa intanto dare una bella festa di fidanzamento per voi due, no?”
“Sì, certo” rispose Harry che non voleva deluderla.
Da quando a undici anni aveva scoperto la magia e aveva conosciuto i Weasley, Harry aveva trovato l’affetto di una famiglia che non aveva mai avuto ed era più che felice ora di entrare a farne parte ufficialmente sposandosi con la sua amata Ginny, quindi non poteva far altro che assecondare la sua futura suocera.


Quel giorno, grazie agli annunci delle due giovani coppie, tutti erano felici e per qualche ora si scordarono la preoccupazione di un imminente attacco di Voldemort e i Mangiamorte.
Tutti, tranne Hermione che pur cercando di condividere la gioia dei suoi amici non riusciva a dimenticare che era un altro uomo che avrebbe dovuto sposare, l’uomo che amava e con cui alcuni mesi prima aveva fatti progetti per il futuro.
Certo, era grata che i Weasley l’avessero accolta con tanto calore nonostante stesse per partorire il figlio di un altro, tuttavia il rimpianto per il suo amore perduto era un tarlo che le rodeva l’animo.
Naturalmente cercò di nascondere a tutti la sua sofferenza ma allo sguardo acuto di Silente non sfuggì l’infelicità della ragazza.
“Bene, naturalmente siamo tutti felici per queste due giovani coppie, ma ora sono costretto a richiamarvi ai vostri doveri. Harry, vai con Alastor per il tuo allenamento e voi, ragazzi, con Remus, mentre gli altri si dedicheranno ai compiti che gli erano stati assegnati nella precedente riunione” disse il preside riportando con le sue parole i componenti dell’Ordine della Fenice alla realtà del difficile periodo in cui si trovavano.
“Sì, certo” rispose Harry e sia lui che gli altri si dispersero per dedicarsi ai compiti assegnati.
“Avrei bisogno di parlarti, Hermione, puoi aspettare un attimo?” chiese Albus vedendo che la ragazza stava uscendo insieme agli altri.
“Sì, certo, signor preside.”
Rimasero qualche istante in silenzio mentre Silente la invitava a sedersi poi l’anziano preside disse: “So bene quanto ti sia costato decidere di sposare il giovane Weasley ma hai preso la decisione giusta per te e tuo figlio. Ron è un bravo ragazzo e insieme sarete felici.”
“Lo spero, signore, ma per me è così difficile rinunciare a Severus, lo amo così tanto! Non mi è rimasto più niente di lui da mostrare a nostro figlio. Naturalmente voglio che si affezioni a Ron, ma desidero anche parlargli del suo vero padre, fargli sapere quanto era nobile e coraggioso ma di Severus non mi è rimasta nemmeno una fotografia!” si sfogò Hermione iniziando a piangere.
Albus la guardò con compassione poi disse: “ero molto indeciso se dartele o meno ma per farti trovare un po’ di pace è giusto che te le consegni.”
Hermione lo osservò con curiosità mentre il preside apriva uno scompartimento della sua scrivania e tirava fuori una busta.
“Qui dentro ci sono alcune fotografie scattate durante la festa di Natale del 1976, poche ore prima che ti facessi tornare in quest’epoca. Naturalmente con l’incantesimo Oblivion avevo cancellato i ricordi di coloro che ti avevano conosciuto durante i due mesi che avevi trascorso nel passato, ma le fotografie non si erano dissolte e ho dovuto far sparire quelle che ti riguardavano” le spiegò Silente porgendole la busta.
Hermione l’aprì e vide alcune fotografie in cui lei era insieme a Lily e ai Malandrini e provò un’acuta nostalgia pensando a Sirius e ai genitori di Harry che non avrebbe rivisto mai più.
L’ultima fotografia però fu quella che la sconvolse maggiormente: c’erano lei e Severus che ballavano e si guardavano con grande amore.
Il suo Severus sedicenne con un vestito elegante e i capelli neri e lucidi legati in un codino.
Quella era stata la loro ultima sera insieme nel passato, la sera in cui entrambi avevano perso la verginità e concepito il bimbo che lei stava portando in grembo…
Osservò la fotografia con gli occhi lucidi di lacrime poi ringraziò il preside.
“Grazie, professore, è un regalo meraviglioso.”
“Non c’è di che, mia cara. Spero solo che tu sia serena e offrirai al tuo cuore la possibilità d’innamorarsi di nuovo.”
La ragazza non rispose perché non era certa di riuscire ad esaudire la sua richiesta ma lo salutò e decise di raggiungere Madama Chips e gli altri per dedicarsi ai compiti che le erano stati assegnati.


La settimana successiva decisero di celebrare il matrimonio di Ron e Hermione.
Il parto sarebbe giunto da un momento all’altro e Ron aveva insistito che si sposassero prima della nascita del bambino e Hermione aveva acconsentito.
Ora, quindi, si stava preparando con l’aiuto di Ginny.
“Sei bellissima, Hermione” le disse l’amica.
“Tu trovi?” chiese la ragazza osservandosi dubbiosa allo specchio.
Aveva addosso un bell’abito rosa allargato per accogliere il suo pancione mentre fra i capelli aveva dei graziosi boccioli.
“Sì, certo e nonostante tu sia ormai prossima al parto hai mantenuto un ottima linea” la rassicurò Ginny con un sorriso.
Hermione ringraziò l’amica poi sentirono bussare alla porta e videro entrare Remus che aveva il compito di accompagnare Hermione all’altare al posto di suo padre che si trovava al sicuro in Australia con la moglie.
Naturalmente Hermione sentiva molto la mancanza dei suoi genitori, ma sapeva che per la loro incolumità era meglio che si trovassero lontano e al sicuro da Voldemort.
“Hermione, sei davvero uno splendore!” le disse Remus appena la vide.
“Grazie, Remus, sia per il complimento che per aver accettato di farmi da accompagnatore.”
“E’ un onore per me. Sai, mi dispiace molto essermi dimenticato di averti già conosciuta nel passato.”
“Beh, non è certo colpa tua! Era giusto che il professor Silente facesse dimenticare a te e agli altri la mia presenza per non creare confusione quando ci saremmo rincontrati nel futuro.”
“Sì, certo, però ora che il preside mi ha resistituito i ricordi perduti non posso fare a meno di pensare con nostalgia alla nostra amicizia nel 1976.”
“Già, ma ora saremo di nuovo amici, no? Anzi lo siamo da quando sei venuto qui ad insegnare tre anni fa, non credi?”
“Sì, certo” rispose prontamente lui.
“Scusatemi, ma credo che sia ora di andare” fece notare Ginny.
“Sì, hai ragione. Bene allora precedici, sei la damigella d’onore, no?” disse Hermione.
Ginny, quindi, uscì e Remus e la sposa la seguirono ad un passo più lento per riguardo alle condizioni di Hermione.
La Sala Grande era stata addobbata per l’occasione con predominanza di rosso e oro, i colori di Grifondoro, e al posto dei tavoli e delle panche delle quattro Case erano state messe delle sedie occupate dagli insegnanti e i membri dell’Ordine della Fenice.
A celebrare le nozze sarebbe stato il preside che aveva questo potere mentre a fare da testimoni sarebbero stati Harry e Luna.
Silente si era sistemato davanti alla tavola dei professori, addobbata di rosso e oro, e Ron e Harry erano a poca distanza con lo sguardo rivolto verso l’entrata.
Finalmente entrò Ginny sorridente che sedette accanto ai genitori e notò che sua madre aveva gli occhi lucidi, poi tutti rimasero a bocca aperta osservando Hermione avanzare al braccio di Remus.
La giovane sposa appariva splendida con il bell’abito e i fiori nei capelli nonostante la gravidanza avanzata.
Aveva anche un bel sorriso sulle labbra ma un osservatore attento si sarebbe accorto che non arrivava ad illuminarle gli occhi e che in realtà non era felice come voleva far credere.
Fra tutte le persone presenti, solo Silente se ne rese conto ma non disse niente augurandosi che Hermione riuscisse a superare la sofferenza per la perdita di Severus e permettesse a se stessa d’innamorarsi di Ron.
Quest’ultimo non riusciva a staccare gli occhi di dosso alla sua bella sposa e l’accolse con un ampio sorriso prendendole le mani.
“Sei bellissima, Hermione.”
“Grazie, anche tu lo sei, Ron.”
Silente si schiarì la voce e tutti si voltarono a guardarlo in attesa che iniziasse la cerimonia.
In quel momento però si sentì un gran fracasso e nella Sala Grande fece irruzione il nuovo Ministro della Magia, Lucius Malfoy, insieme alla moglie Narcissa, al figlio Draco e a diversi membri del Ministero.
“Bene, bene, cosa abbiamo qui? Una cerimonia a cui non avete invitato il vostro Ministro?” chiese Lucius con tono beffardo.
“Cosa ci fa qui, signor Malfoy? Come ha fatto ad entrare?” chiese Albus, scioccato dalla presenza del malvagio Mangiamorte.
“Oh, è stato facile grazie all’aiuto di un vecchio amico, ma vi spiegherò tutto al momento giusto, per ora siete voi che dovrete fornire spiegazioni. Chi vi ha fornito l’autorizzazione per celebrare un matrimonio fra un Purosangue e una schifosa Sangue Marcio?”
“Come si permette? Hermione è una strega molto più dotata di qualsiasi Purosangue mai esistita” s’infuriò Ron.
“Davvero, Weasley? Beh, di certo tu e la tua famiglia di pezzenti potete esseri messi alla stregua dei Sangue Marcio ma io, in quanto autorità del Mondo Magico, non fornirò mai l’autorizzazione per una simile unione che porterebbe alla nascita di altri schifosi Mezzosangue che contamineranno il nostro mondo, dico bene, mio signore?”
Lucius si rivolse a qualcuno in fondo al gruppo di persone che era entrato con lui nel castello e grande fu lo sgomento quando costui si fece avanti e videro che era Lord Voldemort in persona.
“Non avresti potuto esprimerti più chiaramente, Lucius” rispose Voldemort osservando con disprezzo tutte le persone presenti in sala.
Intanto, insieme a Voldemort, si erano fatti avanti i suoi Mangiamorte coperti dalle maschere.
Uno di loro, in particolare, si fece avanti e si tolse la maschera rivelando l’espressione da folle di Bellatrix Lestrange.
“Mio signore, cosa stiamo aspettando? Liberiamoci al più presto di questa orrenda feccia” disse la donna con la bacchetta già stretta in pugno.
“Certo, mia cara Bellatrix e anche voi miei fedeli Mangiamorte, ma ricordatevi che Potter è mio. E’ giunto finalmente il momento che mi liberi di quel maledetto ragazzo una volta per tutte” ribattè Voldemort fissando con gli strani occhi da serpente Harry che accanto a Ron era pronto a combattere.
In quei giorni tutti si erano allenati e si aspettavano un imminente attacco di Voldemort ma ritrovarselo lì, all’interno del castello così all’improvviso con tutti i suoi seguaci, li aveva spiazzati.
Ron afferrò Hermione e la mise dietro di sé per proteggerla, mentre gli altri compagni si avvicinavano a loro con le bacchette in mano e pronti all’imminente battaglia.
Avevano sperato di avere più tempo per prepararsi, ma ormai i nemici erano davanti a loro e non potevano far altro che fronteggiarli.
Silente con passo lento per dimostrare agli altri di mantenere la calma si avvicinò a Harry e Ron e guardò Voldemort senza alcun timore.
“Bene, Tom, posso sapere in che modo tu e la tua banda siete riusciti ad entrare a Hogwarts senza che nessuno se ne accorgesse?”
Voldemort digrignò i denti, non sopportando di venire chiamato con l’odioso e comune nome babbano che gli aveva dato sua madre, ma poi sorrise pregustando le facce che Silente e i suoi seguaci avrebbero fatto non appena lui avesse raccontato la verità.
“Oh, è stato molto semplice, mio caro Albus, visto che il mio più fedele servitore mi ha mostrato il passaggio segreto che solo tu e lui conoscevate e da lì ci ha condotti nel castello senza che nessuno se ne rendesse conto. Oh, so bene che avevi organizzato il controllo di tutte le entrate ma quel passaggio l’hai trascurato, non è vero? Eri sicuro che nessuno lo avrebbe mai scoperto perché credevi di essere rimasto l’unico ad esserne a conoscenza, non è vero? Quindi, mentre voi eravate tutti presi da questa stupida cerimonia, noi siamo entrati indisturbati e vi abbiamo colto di sorpresa.”
Silente, sentendo le sue parole, sbiancò visibilmente, e sotto lo sguardo compiaciuto di Voldemort e i Mangiamorte e quello allarmato di Harry e gli altri, disse: “No, è impossibile! Caramell ha detto che era stato sottoposto al Bacio del Dissennatore!”
“Beh, diciamo che l’ho salvato appena in tempo da quell’atroce destino il giorno in cui ho fatto evadere da Azkaban i miei fedeli Mangiamorte e lui mi è stato particolarmente grato per questo, dico bene, Severus?” disse Voldemort voltandosi a guardare l’uomo mascherato alla sua destra.
“Sì, mio signore” rispose costui togliendosi la maschera e rivelando Severus Piton ai presenti.


MIEI FEDELI LETTORI, RIECCOMI QUI CON UN NUOVO CAPITOLO CHE SPERO VI SIA PIACIUTO.
FINALMENTE IL NOSTRO AMATO SEVERUS DOPO DIVERSI CAPITOLI E’ TORNATO…CON VOLDEMORT E I MANGIAMORTE.
MI RACCOMANDO, LASCIATEMI QUALCHE COMMENTO PER FARMI CONOSCERE LA VOSTRA IMPRESSIONE SU QUESTO NUOVO E INATTESO COLPO DI SCENA!

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Capitolo 20
*** CAPITOLO VENTI ***


CAPITOLO VENTI



“Severus!” gridò Hermione avvicinandosi all’uomo.
Il preside però la trattenne e le disse: “Fermati, Hermione, è pericoloso.”
“Ma professore, è Severus! Credevo di averlo perduto per sempre invece è tornato!” ribattè la ragazza che non aveva occhi che per l’uomo che amava.
“Sì, ma a questo punto forse era meglio se fosse rimasto dov’era” ribatté l’anziano preside.
“Che cosa?” chiese lei, scioccata dalle sue parole.
“Ah, ah, hai sentito, Severus? Il caro, vecchio Albus avrebbe preferito che tu marcissi ad Azkaban senz’anima piuttosto che diventare mio fedele servitore! Che uomo crudele, non trovi?” chiese Voldemort beffardo.
“Ha perso comunque l’anima se ora ubbidisce ai tuoi ordini, Tom! Il Severus che conoscevo non avrebbe mai permesso che tu e i tuoi scagnozzi entraste di soppiatto a Hogwarts, avrebbe fatto in modo che noi fossimo preparati.”
“Già, sono ben consapevole che fin dall’inizio è stato un doppiogiochista e la prova l’ho avuta quando ha salvato la piccola Sangue Marcio e quell’insulso di Paciock dall’attacco di Bellatrix a Hogsmeade mesi fa ed è per questo che ero deciso a sbarazzarmi di lui, ma quando sono entrato ad Azkaban per liberare i miei fedeli Mangiamorte e l’ho visto lì, proprio mentre stava per essere sottoposto al Bacio del Dissennatore, ho capito che il caro Sev poteva essermi ancora utile e stavolta mi sarei assicurato della sua assoluta lealtà, non trovi che abbia fatto uno splendido lavoro, Albus?”
“La Maledizione Imperius?”
“Oh no, qualcosa di molto, molto più potente di un’Imperius, una magia oscura che nemmeno tu conosci e da cui nessuno potrà mai liberarlo. Severus obbedisce ciecamente ai miei ordini e non c’è niente che tu o qualcun altro possiate fare per liberarlo.”


Hermione ascoltò impietrita le parole di Lord Voldemort, incapace di credere che il suo Severus fosse perso per sempre.
Era sfuggito al Bacio del Dissennatore, non poteva aver perso la sua anima in un altro modo.
No, il suo Severus era lì davanti a lei e tutto si sarebbe risolto.
“No, non può essere vero! Severus non può obbedire agli ordini di un essere malvagio come te!” urlò Hermione.
“Ah, ah ne sei davvero convinta, piccola Sangue Marcio? Severus, dì a questa ragazzina chi è il tuo padrone.”
“Il mio padrone sei tu, mio signore, io ubbidisco solo ai tuoi ordini” rispose Severus con voce monotona.
“Severus, non è vero! Risvegliati, amore” lo supplicò Hermione sfuggendo alla presa di Silente per abbracciare il suo amato professore.
Lui, però, l’allontanò da sé con disprezzo e disse: “Non mi toccare, schifosa Sangue Marcio.”
Hermione rimase scioccata dalle sue parole ingiuriose, Severus, il suo amato Severus ora la disprezzava come mai aveva fatto in vita sua.
Certo, lei sapeva che tutto questo era opera dell’incantesimo di Voldemort, tuttavia sentirsi dire dalla persona che più amava al mondo quelle orribili parole l’aveva scossa profondamente.
Albus l’afferrò poi fece cenno a Ginny perché la portasse al sicuro e la giovane Weasley prontamente ubbidì, mentre Hermione non disse più una parola, troppo sconvolta dagli ultimi avvenimenti.
La tensione nella Sala era altissima poi Voldemort fece cenno ai suoi Mangiamorte e si scatenò il pandemonio.
Gli incantesimi più oscuri e potenti vennero lanciati ed alcuni andarono a segno mentri altri furono respinti.
Ben presto la battaglia si espanse per tutto il castello e produsse morti e feriti da entrambe le parti.
Bellatrix si batteva con estrema ferocia contro sua nipote Tonks, figlia di sua sorella Andromeda, nata dall’unione con un Babbano e per questo entrambe ripudiate dall’orgogliosa e antica famiglia Black.
Bellatrix riuscì a ferire seriamente la ragazza e stava per darle il colpo di grazia quando Remus si frappose fra le due ricevendo il potente incantesimo al posto di Tonks.
Anche Remus era ormai in fin di vita e Bellatrix, sia pur infuriata per l’insuccesso del suo precedente incantesimo, aveva un sorrisetto di trionfo perché pregustava la sua vittoria imminente.
“Bene, ora potrò liberarmi in un colpo solo sia della schifosa figlia Mezzosangue della mia cara sorella che del lurido e disgustoso lupo mannaro” disse Bellatrix con la sua risata da folle.
Harry, impegnato a fronteggiare Voldemort, aveva assistito alla scena e avrebbe desiderato correre in aiuto di Remus e Tonks ma era troppo lontano e non avrebbe mai fatto in tempo…
La terribile maledizione però fu respinta da Neville che iniziò a combattere con coraggio contro la terribile strega.
“Che cosa credi fare contro di me, stupido moscerino?”
Il ragazzo non rispose ma continuò a fronteggiare la donna e alla fine riuscì a disarmarla.
Bellatrix era rimasta spiazzata dall’abilità di Neville ma anche con la bacchetta del ragazzo puntata contro il cuore continuò a mantenere il suo sorrisetto di scherno.
“Cosa credi di fare ora, ragazzo? Non avrai mai la forza di uccidermi.”
Neville però con tutta tranquillità pronunciò la terribile Maledizione Senza Perdono e l’odiosa Mangiamorte si accasciò morta ai suoi piedi.
“Mai sottovalutare un avversario, signora Lestrange! Crede che non avessi abbastanza odio in me dopo ciò che lei aveva fatto ai miei genitori? Con la sua morte le loro menti non torneranno quelle di prima ma almeno saranno vendicati” disse Neville guardando la donna morta che aveva causato la perdita della sanità mentale dei suoi genitori.
“Ben fatto, Neville!” gridò Harry compiaciuto.
“Maledetto moccioso, come hai osato uccidere una delle mie più fedeli Mangiamorte? Dopo che avrò sistemato Potter mi occuperò anche di te, ragazzo” gridò Voldemort con rabbia.
Con la rabbia i suoi colpi diventarono ancora più forti e potenti e Harry faticava a respingerli.
“Harry!” gridò Neville, preoccupato per l’amico.
“Non pensare a me, porta Tonks e Lupin al sicuro da Madama Chips.”
Il ragazzo ubbidì e mentre si spostava con la coppia priva di sensi, Ron coprì la sua ritirata fino all’infermeria dagli attacchi dei Mangiamorte.


“Presto giungerà la tua fine, Potter” disse Voldemort aumentando sempre più la velocità dei suoi attacchi.
Harry continuava a respingerli ma sempre con maggior fatica e un incantesimo l’avrebbe di certo colpito se Silente non fosse intervenuto e avesse deviato il colpo.
Voldemort digrignò i denti per la rabbia poi chiamò Piton in aiuto.
“Severus, occupati del caro Albus mentre io mi libero di Potter una volta per tutte.”
“Sì, mio signore” rispose il giovane professore.
Severus, quindi, iniziò a duellare contro Silente mentre quest’ultimo tentava solo di difendersi, non volendo far del male al giovane uomo che nel corso degli anni aveva amato come un figlio.
“Perché non mi attacchi, Albus?”
“Ragazzo mio, non potrei mai farti del male, io ti voglio bene come se fossi il figlio che non ho mai avuto.”
“Ah, ah, davvero commovente, Albus! Eppure poco fa non hai detto che sarebbe stato meglio se il caro Sev fosse morto ad Azkaban?” chiese Voldemort.
“Già, è questo l’amore paterno, signor preside? Ma in fondo non me me stupisco visto che anche il mio vero padre mi dimostrava l’amore con le botte” disse Severus.
Alle sue parole, un lampo di rammarico accese gli occhi azzurri di Albus che ricordò fin troppo bene la sofferenza che Severus aveva patito nel corso della sua vita.
Prima l’infanzia con un padre Babbano violento e ubriacone che picchiava lui e la madre, colpevoli di avere poteri magici che lui non capiva, poi l’adolescenza a Hogwarts dove subiva le angherie dei Malandrini che lo ridicolizzavano davanti a tutta la scuola…
“No, non mi guardare con quegli occhi pietosi, io non voglio la pietà di nessuno!” gridò Severus con rabbia, attaccando l’anziano preside con sempre maggior ferocia.


Nel frattempo nell’infermeria Madama Chips si occupava del feriti con l’assistenza di Hermione e Ginny.
Le due ragazze sussultarono di sorpresa quando videro Neville portare Tonks e Remus nell’infermeria.
Madama Chips corse subito a dare un primo controllo ai due per fare una diagnosi sulle loro condizioni.
“Come stanno?” chiese Ginny.
“Sono piuttosto gravi entrambi anche se le condizioni di Remus appaiono peggiori.”
“Ma se la caveranno, non è vero?” chiese Hermione.
“E’ difficile dirlo ora ma farò il possibile” rispose l’infermiera.
Mentre la donna si occupava dei due feriti, Ron entrò di corsa e disse: “Presto vieni, Neville, dobbiamo aiutare Harry e Silente perché sono in gravi difficoltà.”
“Contro Voldemort?”
“E Piton. Sta combattendo come un indemoniato contro il preside” rispose il ragazzo.
Neville seguì l’amico e anche Ginny si mosse dietro di loro, sorda alle proteste di Madama Chips.
“So che avevo promesso di restare qui, ma non posso più indugiare, il mio Harry ha bisogno di me.”
Mentre l’infermiera sbraitava contro l’incoscienza di Ginny, Hermione pensava alle parole di Ron.
Severus ora ubbidiva solo a Voldemort e tentava di uccidere Silente, l’uomo che in tutti quegli anni aveva considerato un padre, che gli aveva dimostrato fiducia quando tutti avevano dubitato della sua lealtà all’Ordine della Fenice.
Una volta libero dall’incantesimo di Voldemort, Severus sarebbe stato distrutto sapendo ciò che aveva fatto.
No, lei non poteva permetterlo.
Prese dalla tasca del suo bel vestito da sposa, ora tutto rovinato, una delle fotografie che il preside le aveva dato in cui era ritratto Severus da ragazzo la sera del ballo nel passato prima che lei fosse ricondotta nel 1996.
“Farò di tutto per farti ritornare in te, amore mio” disse la ragazza posando con dolcezza le labbra sull’immagine del suo adorato professore poi, approfittando di un attimo di distrazione di Madama Chips, uscì dall’infermeria.
Date le sue condizioni, non era in grado correre ma cercò di sbrigarsi a raggiungere la Sala Grande dove si stavano svolgendo i duelli fra Voldemort e Harry e fra Albus e Severus.
Dopo un tempo che le parve interminabile, Hermione finalmente arrivò nella Sala Grande e vide gli scontri in atto.
Ron e Ginny stavano cercando di aiutare Harry ma con scarsi risultati perché Voldemort aveva chiamato in suo aiuto i coniugi Malfoy mentre Neville era impegnato contro Draco, chiamato per distogliere l’attenzione del giovane Grifondoro dallo scontro fra Silente e Piton.
“No, Severus, ti prego basta” gridò Hermione vedendo che Piton aveva condotto il preside in un angolo e gli stava puntando la bacchetta alla gola.
“E tu che diavolo vuoi, ragazzina? Non temere, fra poco arriverà anche il tuo turno.”
“Avara…” iniziò a dire lui ma Hermione gli si buttò addosso per impedirgli di pronunciare la Maledizione Senza Perdono prima che fosse troppo tardi.
Entrambi caddero a terra e nella caduta dalla tasca del vestito di Hermione uscì la fotografia di Severus da ragazzo.
Albus notò la fotografia e si accorse che brillava stranamente di una magia sconosciuta e potente e si rese conto che quella poteva essere la chiave per liberare Severus dall’incantesimo oscuro di Voldemort.
Puntò la sua bacchetta sulla fotografia e il giovane Severus si materializzò.
“Hermione? Oh, mio dio, Hermione, cosa ti è successo?” chiese il ragazzo vedendola a terra insieme al professore.
Lei riaprì gli occhi e rimase sorpresa vedendo il ragazzo davanti a sé.
“Severus? Ma come?”
“E’ stato il tuo amore a rendere la fotografia piena di magia, io l’ho solo aiutato ad uscire dall’immagine” spiegò il preside.
“Sì, ma…” iniziò a dire lei, non capendo a cosa potesse servire l’umanizzazione dl ragazzo della fotografia.
Il quell’istante il professor Piton si rialzò da terra e osservò confuso il ragazzo davanti a sé.
Quest’ultimo si avvicinò e porse la mano a Hermione per aiutarla a rialzarsi e lei accettò il suo aiuto, solo che nel momento in cui gli diede la propria mano si rese conto che quella del ragazzo non era solida e che ci si poteva passare attraverso.
Il giovane Severus, quindi, non era reale ma un fantasma del passato?
“Tu chi sei?” chiese il professor Piton al ragazzo.
“Io sono Severus Piton e tu come hai osato far del male alla mia Hermione?”
“Che cosa? Ma è impossibile! Qualcuno ha usato la pozione pulisucco per spacciarsi per me” accusò Piton guardando con astio Silente che nel frattempo aveva aiutato Hermione a rialzarsi.
“No, nessuno ha usato la pozione pulisucco altrimenti sarebbe stato identico a te come sei ora mentre quel ragazzo è il tuo passato. Guardalo Severus, guarda com’è vestito. Hai indossato quel vestito solo una volta, ragazzo mio, la sera della festa di Natale del 1976 e hai ballato con la dolce fanciulla che amavi” disse il preside.
Il professore ascoltò le sue parole e per un attimo la sua espressione si addolcì come se stesse afferrando delle sensazioni piacevoli del passato ma all’improvviso diventò più cupo che mai con un alone nero attorno a sé.
Infatti, Voldemort, combattendo contor Harry a pochi metri di distanza, si era accorto di ciò che stava accadendo e aveva rafforzato la sua magia oscura su Piton.
“Ah, ah, i tuoi patetici tentativi sono inutili, Albus! Non riuscirai mai a liberare Severus dalla mia magia perché io sono il mago più potente di tutti i tempi.”
“Non hai ancora vinto, Tom!” ribattè l’anziano preside guardando il giovane Severus uscito dalla fotografia.
“Mio giovane Severus, tu sei l’unico che può liberare te stesso dal controllo di Voldemort. L’amore di Hermione ha impresso una potente magia nella tua fotografia che mi ha permesso di farti uscire e ora tu dei aiutare te stesso.”
Il ragazzo guardò il preside poi l’altro se stesso e capì ciò che doveva fare.
Si avvicinò a Piton ed entrò in lui e per alcuni minuti la magia nera di Voldemort lottò contro il potere dell’amore di Hermione che si era materializzato grazie al ragazzo della fotografia poi l’uomo crollò a terra, privo di sensi.
Hermione si avvicinò a lui insieme a Silente mentre Severus riapriva gli occhi e si posava una mano sulla fronte per schiarirsi le idee.
“Sev… Severus?” chiese lei quando l’uomo si rialzò in piedi.
Costui non le rispose e passò davanti a lei e Silente per avvicinarsi a Voldemort.
“Stai bene, Severus?” gli chiese il Signore Oscuro.
“Certo, mio signore. Non sono mai stato meglio di così” rispose lui.
“Ah, ah, hai visto, Albus? Io sono il mago più potente del mondo e i tuoi discorsi sull’amore sono solo baggianate! L’amore non è stato in grado di liberare Severus dal mio incantesimo e ora mi sbarazzerò di Potter così dimostrerò che il sacrificio della sua stupida madre Sangue Marcio è stato completamente inutile. L’unica cosa che conta è la mia smisurata potenza ed io sarò il padrone del mondo! Bene, mio fedele Severus, vogliamo fare piazza pulita di questa orrenda gentaglia?”
“Naturalmente, mio signore” rispose Severus con tono impassibile.
Alle sue parole, Hermione scoppiò in lacrime.
Infatti, quando Silente aveva detto che l’immagine magica del ragazzo del passato avrebbe aiutato Severus a liberarsi dell’incantesimo di Voldemort era stata fiduciosa ora invece aveva davanti agli occhi il fallimento e la magia oscura si era rivelata più forte dell’amore.



MIEI FEDELI LETTORI, VI FACCIO TANTI AUGURI DI BUONE FESTE E SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI SIA GRADITO.
CI STIAMO AVVICINANDO ALLA FINE DI QUESTA FANFICTION DI CUI MANCANO SOLO DUE CAPITOLI ALLA CONCLUSIONE E VOLEVO CHIEDERE UN FAVORE A CHI FRA VOI E’ BRAVO A DISEGNARE.
QUALCUNO POTREBBE FARMI QUALCHE DISEGNO RELATIVO AGLI AVVENIMENTI PIU’ SIGNIFICATIVI DELLA FANFICTION?
COME AL SOLITO RINGRAZIO CHI DI VOI VORRA’ LASCIARMI QUALCHE COMMENTO SU QUESTO CAPITOLO.
PER CECILIA95: HO LETTO LA TUA FANFICTION ISPIRATA ALLA MIA E TROVO CHE SIA CARINA E SPERO CHE ANDRAI AVANTI A SCRIVERE ALTRI CAPITOLI PERCHE’ SONO CURIOSA DI VEDERE COSA SUCCEDERA’ A HERMIONE E SEVERUS E SE LEI RIMARRA’ NEL PASSATO O SARA’ COSTRETTA A TORNARE INDIETRO.
COMUNQUE, TI RINGRAZIO PER L’ONORE CHE MI HAI FATTO TRAENDO ISPIRAZIONE DALLA MIA FANFICTION!

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Capitolo 21
*** CAPITOLO VENTUNO ***


CAPITOLO VENTUNO



“Per te è finita, Harry Potter!” gridò Voldemort puntando nuovamente la bacchetta contro il ragazzo che con coraggio si preparò ad affrontare il nuovo assalto del Signore Oscuro.
“Avada Ke…” gridò Voldemort.
“Expelliarmus” gridò contemporaneamente Piton facendo volar via di mano la bacchetta al Signore Oscuro.
“Che… che cosa?” urlò Voldemort sorpreso.
“Presto, Potter, tocca a te!” urlò Severus.
Il ragazzo lo guardò, confuso per la sua mossa inaspettata, poi agì prontamente prima che Voldemort avere il tempo di recuperare la bacchetta e gli lanciò la Maledizione Senza Perdono.
“Avada Kedavra!”
Il colpo prese in pieno il malefico mago oscuro, ma costui prima di morire rivolse uno sguardo pieno d’odio a Piton: “Maledetto bastardo, io andrò all’inferno, ma tu verrai con me, traditore! Nagini, uccidi!”
Improvvisamente apparve il grosso serpente che con tutto il suo peso si buttò su Piton facendolo cadere a terra e lo morse al collo facendogli uscire una grossa quantità di sangue.
Hermione lanciò un urlo acuto assistendo alla terribile scena mentre Silente, dopo aver invocato il Cappello Parlante, estrasse la spada di Grifondoro e troncò a metà il corpo dell’enorme rettile poi lo tolse dal collo di Piton e lo buttò dall’altra parte della Sala.
Hermione con passo tremante si avvicinò a Severus che aveva il viso ancora più bianco del solito e tentava inutilmente di arginare il sangue che gli stava fuori uscendo dal collo.
“Sev… Severus!” lo chiamò lei mentre il preside cercava di sollevare il busto del giovane professore.
“Hermione, amore mio, perdonami per le cose spregevoli che ti ho detto. Io… io non le pensavo veramente.”
“Sì, lo so, era Voldemort a parlare, non tu! Ora però non ti agitare, amore. Ti porteremo da Madama Chips e presto starai bene.”
Lui, malgrado il dolore, si sforzò di sorridere, sapendo che non c’era speranza contro il terribile veleno di Nagini.
“Piccola mia, ricordati che ti ho semrpe amato! Cerca di essere felice anche per me, ti prego!”
“No, non parlare in questo modo, Severus! Severus? Severus?”
Hermione continuò a chiamarlo ma lui aveva chiuso gli occhi e non le rispose.
“Hermione, Severus è…” iniziò a dire Albus ma lei non lo lasciò terminare e dopo aver gridato svenne.


Si riprese solo diverso tempo dopo nell’infermeria e vide Ginny accanto a sé.
“Ginny?”
“Finalmente ti sei ripresa, Hermione! Quando hai perso i sensi ti si sono aperte le acque e Madama Chips ha detto che sei pronta per il parto.”
Ginny fece a malapena in tempo a finire la frase che Hermione avvertì una forte contrazione allora l’amica corse a chiamare Madama Chips.
Le contrazioni si fecero sempre più frequenti fino a quando finalmente Hermione partorì una bellissima bambina.
“Congratulazioni, Hermione, hai avuto una bellissima bimba!” le disse Madama Chips dando la piccola alla giovane madre dopo averla ripulita dal sangue.
Hermione strinse al cuore la sua piccolina, felice di poterla avere tra le braccia ma triste al pensiero che il suo Severus non fosse lì accanto a lei.
“Severus, quanto vorrei che tu fossi qui” mormorò con le lacrime che le facevano brillare gli occhi.
“Beh, presto sarà qui, Hermione” le disse una voce.
Sorpresa, alzò lo sguardo e vide Silente sulla porta.
“Che cosa? Ma io credevo che fosse… dopo il morso di Nagini…”
“Beh sì, stava veramente morendo ed è svenuto per tutto il sangue che ha perso ma è intervenuta Fanny e l’ha curato dal veleno con le sue lacrime. Ora Severus è ancora molto debole e sta riposando in camera sua ma è fuori pericolo.”
“E’ meraviglioso! E gli altri? Come stanno gli altri?”
“Beh, sono morti alcuni auror fra i quali Alastor Moody e altre persone sono ferite ma sembra che se la caveranno, mentre i Mangiamorte sono stati tutti condotti ad Azkaban dove sconteranno una lunghissima pena. Ora è megli che ti lasci, mia cara, così ti potrai riposare un po’ prima che tutti vengano a trovare te e la tua bellissima bambina. Congratulazioni.”
“Grazie, signor preside.”
Mentre Silente usciva dalla stanza, Poppy Chips venne a prendere la bambina per metterla nella culla e permettere a madre e figlia di riposare.
Hermione si addormentò con il sorriso sulle labbra, sapendo che i suoi amici e il suo amato Severus stavano bene.


La ragazza si risvegliò diverse ore dopo e vide davanti a sé Harry e Ron.
“Congratulazioni per la tua bambina, Hermione” le dissero i due amici.
“Grazie, ragazzi. Voi come state?”
“Avevamo qualche ferita superficiale che guarirà presto. Ci dispiace per Moody e gli altri auror, ma dobbiamo considerarci fortunati per non aver perso nessun altro” disse Ron.
“Già, se non fosse stato per Piton non sarei mai riuscito a battere Voldemort che non si aspettava che lui gli togliesse la bacchetta.”
“Ho solo sfruttato l’occasione, Potter, e tu sei stato bravo ad agire con prontezza” disse Severus entrando nell’infermeria insieme ad Albus.
Il giovane professore era ancora molto pallido per tutto il sangue che aveva perso e aveva una fasciatura sul collo dove era stato morso dal serpente, ma grazie alle pozioni curative che aveva preso ora stata molto meglio.
“Severus” gridò Hermione tendendo le braccia verso di lui.
L’uomo corse subito al suo letto e l’abbracciò.
“Amore, amore mio, avevo tanta paura di averti perso per sempre! Prima ad Azkaban poi con il morso del serpente, per non parlare della magia oscura di Voldemort” disse Hermione mentre lui le riempiva il viso di baci, incurante delle altre persone presenti.
“Già, ma evidentemente il destino aveva deciso che alla fine noi due dovessimo ritrovarci. Albus aveva ragione: l’amore è molto più forte della magia oscura di Voldemort e grazie al me stesso della fotografia sono riuscito a liberarmi dal controllo di Riddle.”
Hermione lo scostò leggermente da sé per guardarlo negli occhi.
“Ma allora tu fingevi?”
“Alla fine sì. Era necessario che il Signore Oscuro credesse di avermi ancora sotto il suo controllo per non destare sospetti altrimenti non sarei riuscito a togliergli la bacchetta per permettere a Potter di dargli il colpo di grazia.”
“Sei stato davvero bravo! Io ero così disperata pensando che non ci fosse alcun modo di liberarti dalla magia oscura, che essa si fosse dimostrata più forte del nostro amore.”
“No, niente è più forte dell’amore, Hermione! Quindici anni fa l’amore di Lily ha protetto Harry e oggi il tuo amore ha liberato Severus dall’incantesimo oscuro, ricordalo sempre” disse il preside avvicinandosi al letto dove la coppia era abbracciata.
“Sì certo, signore, non ne dubiterò mai più.”
In quel momento si sentì un pianto acuto provenire dalla culla accanto al letto e Severus si alzò prontamente per andare a vedere per la prima volta sua figlia.
Fissò estasiato il piccolo viso rosso per il pianto poi prese in braccio la bimba e la strinse teneramente al cuore ed infine la porse a Hermione che cominciò ad allattarla.
Silente, Harry e Ron se ne andarono per lasciare un po’ di privacy alla famiglia finalmente riunita.
Il giovane Weasley indugiò per qualche istante sulla soglia provando invidia al pensiero di Piton con Hermione e la bimba, la famiglia che avrebbe desiderato per sé.
Sentì una mano posarsi sulla spalla e voltandosi vide che era Harry.
“Amico, sai bene che è finita nel modo giusto. Lei non ha mai smesso di amarlo e continuare a sperare in un suo ritorno. So che per te è dura in questo momento ma sono certo che presto troverai la ragazza giusta per te.”
“Grazie, Harry” rispose Ron e senza più voltarsi indietro chiuse la porta dell’infermeria e seguì l’amico nella Sala Grande dove si trovavano gli altri membri della sua famiglia.


Severus contemplava la sua bimba succhiare il latte dal seno di Hermione e provò un profondo amore per la famiglia che non avrebbe mai pensato di poter avere.
Sentì lo sguardo di Hermione su di sé e i suoi occhi neri incontrarono i dolci occhi castani di lei.
“E’ bella, non è vero?” chiese la ragazza.
“Sì, è la più bella bambina che abbia mai visto. Beh, del resto non mi sorprende visto che è identica alla sua mamma.”
“Beh, ha qualcosa anche di tuo. Guarda quanti capelli neri che ha già!” fece notare lei indicando l’abbondante lanugine scura che ricopriva la testolina della piccola.
“Già, è vero. Comunque, fortunatamente non ha ereditato il mio naso” ribattè il professore ridendo.
Anche Hermione rise poi gli diede un tenero bacio sul suo grosso naso a becco.
“Tesoro, sei… sei arrabbiato con me?” chiese lei, poi vedendo la sua espressione confusa chiarì.
“Per Ron. Stavo per sposarlo perché è un caro amico per me e so che avrebbe voluto bene alla nostra bambina, ma ti giuro che non ho mai smesso di amarti e…”
Non poté continuare perché lui le mise una mano davanti alla bocca per farla tacere.
“Non c’è bisogno che ti giustifichi, piccola mia! Non ero forse stato io stesso a chiederti di metterti con qualcuno che si prendesse cura di te e di nostra figlia? Quando mi arrestarono ero certo che non sarei mai più riuscito a tornare da te e ti scrissi quella lettera proprio perché non volevo che restassi sola per anni ad aspettarmi inutilmente anche se il mio cuore si torturava al pensiero di saperti con un altro.”
“Severus, io sono tua e sarò sempre solo tua!” disse Hermione baciandogli con tenerezza la mano che gli aveva messo davanti alla bocca.
Severus sorrise e ancora una volta si chiese cosa avesse fatto per meritarsi l’amore di quella dolce ragazza.
Nel frattempo la bambina aveva finito di succhiare il latte, allora Severus la prese e se l’appoggiò alla spalla per farle fare il ruttino.
“Dobbiamo darle un nome” disse Hermione dopo che lui l’ebbe voltata di nuovo.
“Sì, certo. Che ne dici di Victoria? E’ nata proprio il giorno in cui finalmente abbiamo trionfato su Voldemort, mi sembra di buon auspicio.”
“Sì, Victoria è un bellissimo nome. Che ne dici, piccolina?”
La bimba la guardò incerta, non riuscendo ancora a focalizzare i visi delle persone essendo nata solo da poche ore poi sorrise.
“Credo che le piaccia” disse Hermione ricambiando il sorriso della sua bambina.
“Già. Allora sarai la nostra piccola Victoria” ribatté Severus baciando la bimba.
Poco dopo Victoria iniziò a sbadigliare, allora suo padre la rimise nella culla poi si risedette sul letto accanto a Hermione dove la coppia si tenne abbracciata scambiandosi parole d’amore, mentre osservavano con amore la loro bambina addormentata.


CARI LETTORI SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO!
MANCA SOLO UN CAPITOLO PER CONCLUDERE LA FANFICTION E DEVO AMMETTERE CHE QUESTA STORIA MI MANCHERA’, MA HO GIA’ IN MENTE DI SCRIVERNE ALTRE, SEMPRE CON LA NOSTRA COPPIA HERMIONE E SEVERUS E SPERO CHE CONTINUERETE A SEGUIRMI!
SPERO CHE MI LASCERETE QUALCHE COMMENTO PER FARMI SAPERE SE QUESTO CAPITOLO VI E’ PIACIUTO, NEL FRATTEMPO CI RISENTIREMO PER L’EPILOGO.

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Capitolo 22
*** CAPITOLO VENTIDUE ***


CAPITOLO VENTIDUE



ALCUNE SETTIMANE DOPO
Nelle settimane che seguirono alla sconfitta di Voldemort si lavorò per rimettere a posto le parti del castello distrutte durante il combattimento e nel frattempo i feriti guarirono.
Hermione parlò con Ron e si sentì rasserenata vedendo che l’amico non era arrabbiato per il loro mancato matrimonio e anzi le augurava una vita felice con Piton.
Inoltre, in quei giorni la ragazza e il professore decisero di sposarsi alla fine di luglio quando i genitori di lei sarebbero tornati dall’Australia e il preside si dichiarò ben lieto di celebrare la cerimonia che si sarebbe svolta ad Hogwarts a cui, in via eccezionale, sarebbe stato concesso entrare anche i coniugi Granger malgrado fossero dei Babbani.
Alcuni giorni prima delle nozze, Severus dopo cena stava ritornando nelle sue stanze nei sotterranei dove si erano trasferite Hermione e la bimba e incontrò Ginny proprio nel momento in cui la ragazza se ne andava.
“Buonasera, professore.”
“Buonasera, signorina Weasley.”
“Professore, Hermione mi ha chiesto di essere la madrina di Victoria. Spero che per lei non ci siano problemi.”
“No, assolutamente. Io e Hermione ne avevamo parlato e mi fa piacere che tu abbia accettato.”
Ginny l’osservò, sorpresa dalla sua cortesia, essendo abituata ai suoi modi scortesi e sarcastici, poi si affrettò a salutarlo balbettando qualche scusa e se ne andò.
Severus l’osservò perplesso poi, dopo un’alzata di spalle entrò nelle sue stanze.
Vide Hermione, con in braccio la piccola Victoria, venirgli incontro.
Dopo aver dato un bacio ad entrambe si accorse della lettera aperta sul tavolo.
“E’ dei miei genitori. Sono appena tornati dall’Australia e mi hanno chiesto se domani possiamo andarli a trovare.”
“Oh… sì, sì certo” rispose lui.
Hermione l’osservò notando il suo insolito nervosismo.
“Che c’è? Sei preoccupato per qualcosa?”
“No, no, va tutto bene.”
“Severus, malgrado tu abbia fatto la spia per vent’anni, mi rendo che stai mentendo. Su, dimmi cosa ti preoccupa o forse ora che mancano pochi giorni al nostro matrimonio hai cambiato idea?”
“Ma scherzi? Non vedo l’ora che tu diventi ufficialmente mia moglie!”
“Allora cosa c’è?”
Severus rimase in silenzio per diversi secondi, poi iniziando a camminare per la stanza, disse: “Si tratta dei tuoi genitori. Non credo proprio che riscuoterò il loro consenso quando me li presenterai.”
“Perché mai? Loro vogliono solo la mia felicità e non potranno far altro che volerti bene quando vedranno quanto ci amiamo.”
“Non ne sarei così sicuro se fossi in te! Sicuramente avrebbe preferito per te un ragazzo della tua età come Ron Weasley e non un uomo di vent’anni più vecchio.”
“Io gli avevo già parlato di te, Severus, quando insieme al preside tornai a casa per dirgli che ero incinta. Certo, rimasero sorpresi quando gli raccontai di essermi innamorata di te, ma hanno capito e speravano che tu uscissi di prigione per stare con me. Non devi preoccuparti, tesoro, ti accetteranno senza problemi” disse lei dandogli un bacio sulla guancia.
Il volto del professore esprimeva ancora dubbi, ma Hermione decise di cambiare argomento, certa che l’incontro con i genitori avrebbe fugato le sue preoccupazioni.
“Ho chiesto a Ginny di essere la madrina di Victoria e lei ha accettato.”
“Sì, lo so, l’ho vista mentre entravo quando lei stava andando via. Sembrava sorpresa dal fatto che la volessi come madrina di nostra figlia.”
“Beh, non puoi certo biasimarla, tesoro! Non sei mai stato molto gentile con i Grifondoro, no?” gli fece notare lei mettendosi poi a ridere per la sua espressione offesa.
Severus contagiato dalla sua risata, la imitò.
Nel corso della sua vita non aveva riso molto spesso ma ora, grazie a Hermione e alla loro bambina, sentiva che poteva essere finalmente felice.
La ragazza l’osservò ridere, felice di riaverlo con sé dopo aver creduto per mesi di averlo perduto.
Ora che Voldemort era stato finalmente sconfitto loro potevano stare insieme per sempre senza pericoli.
Vedendo che la piccola Victoria si era addormentata, Severus la prese in braccio e la rimise nella sua culla mentre Hermione prendeva dei libri dalla scrivania.
“Cosa fai? Ti metti a studiare?”
“Certo, è il libro di pozioni del prossimo anno. Devo impararlo bene così durante le tue lezioni potrò sempre alzare la mano.”
“Insopportabile So Tutto Io” mormorò lui con tono affettuoso.
“Vedrà professore. Quest’anno sarà costretto a darmi sempre il massimo dei voti.”
“Se sarò io l’insegnante di pozioni sarò molto esigente, signorina Granger” ribatté lui con tono serio.
La ragazza l’osservò poi disse: “Come sarebbe a dire se? Hai intenzione di cambiare lavoro, Severus?”
“Beh, non credo che Albus mi terrebbe visto che mi troverei ad avere mia moglie fra i miei studenti. Non ti ricordi? Ne avevamo parlato alcuni mesi fa, poco prima che mi rinchiudessero ad Azkaban.”
“Se il problema sono io, allora potrei rinunciare alla scuola. Non voglio che tu perda il lavoro per colpa mia.”
“Non pensarci neanche! Sei la miglior studentessa di Hogwarts e non puoi abbandonare la scuola senza prima aver conseguito i M.A.G.O.! Non devi preoccuparti, io sono un ottimo Potions Master e riuscirò a trovare un altro lavoro per mantenere la mia famiglia.”
“Sì certo, di questo non ho alcun dubbio, però…” iniziò a dire lei ma l’uomo la interruppe mettendole una mano sulla bocca.
“Ora basta preoccuparsi di questo, mia cara. Ora faremmo meglio ad andare a riposarci visto che domani dobbiamo recarci dai tuoi genitori.”
Dopo aver dato un’ultima occhiata alla bimba addormentata, la coppia andò a letto e si addormentò tenendosi abbracciata.


La mattina successiva Hermione, Severus e la loro bambina si recarono a Londra dai coniugi Granger.
Mentre suonava il campanello, Severus appariva piuttosto nervoso, cosa insolita per lui che non aveva mostrato paura nemmeno di fronte a Lord Voldemort in persona.
Hermione stava per dirgli qualcosa quando sua madre aprì la porta.
“Tesoro, come sono felice di rivederti!” disse Cecilia abbracciando la ragazza.
“Buongiorno, lei deve essere il professor Piton, non è vero?”
“Sì, buongiorno, signora Granger.”
La donna li fece entrare e chiamò il marito.
Mentre Frank li raggiungeva, Cecilia prese in braccio la nipotina e la riempì di coccole.
“Hermione, bambina mia, come stai?” chiese Frank abbracciando la figlia.
“Bene, papà.”
“Caro, guarda che bella nipotina ci ha portato Hermione” disse Cecilia mostrando al marito la piccola Victoria.
Frank sorrise e accarezzò la bimba poi spostò lo sguardo sull’uomo accanto alla figlia.
“Papà, ti presento Severus Piton.”
“Buongiorno, professor Piton.”
“Buongiorno, signor Granger.”
I due uomini si strinsero la mano poi la signora Granger invitò tutti a sedersi in salotto.
“Vi è piaciuta l’Australia?” chiese Hermione.
“Sì, è un bellissimo Paese solo che il nostro pensiero era continuamente rivolto a te ed eravamo molto preoccupati sapendoti lontana da noi ed in pericolo” rispose Cecilia.
“Beh, per fortuna si è risolto tutto per il meglio. Fra due giorni io e Severus ci sposeremo e faremo una bellissima cerimonia a Hogwarts con tutti i nostri amici presenti.”
Mentre madre e figlia si lanciavano a parlare dei particolari del matrimonio, il signor Granger e Severus si studiavano a vicenda.
Il professore si sentiva a disagio sotto lo sguardo di quell’uomo di pochi anni più vecchio di lui ma la presenza di Hermione gli dava conforto.
Dal canto suo, Frank, al primo sguardo, non riusciva a comprendere come quell’uomo dall’aspetto così poco gradevole fosse riuscito a conquistare il cuore della sua adorata bambina.
Hermione, ad un certo punto, si rese conto della tensione fra i due uomini.
Sapeva che Severus si crucciava al pensiero di non essere accettato dai suoi genitori a causa della loro differenza d’età e dal modo in cui suo padre lo guardava non poteva certo dargli torto perciò decise d’intervenire.
“Papà, vedrai quanto sarò bella quando mi condurrai all’altare.”
“Sì, sì certo, tesoro” rispose Frank con una certa esitazione.
“Signor Granger, capisco di non essere il marito che avrebbe scelto per sua figlia ma voglio assicurarle che l’amo moltissimo e farò in modo che a lei e alla nostra bambina non manchi niente e siano felici” disse Severus nel tentativo di conquistare la fiducia del futuro suocero.
L’uomo più anziano lo osservò e malgrado fosse a conoscenza della sua attività di spia si rese conto che era sincero e gli porse la mano.
“Professore, mi perdoni se mi sono dimostrato scostante nei suoi confronti ma Hermione è la nostra unica figlia e desideriamo solo il meglio per lei.”
“E l’ho trovato, papà” disse la ragazza stringendo la mano di Severus.
“Sì, credo proprio di sì”ribatté Frank.
Sentendo le sue parole, Severus si rilassò e sentì come se gli avessero tolto un grosso macigno che gli pesava sul cuore.
Certo, lui e Hermione si sarebbero sposati in ogni caso ma ottenere l’approvazione della famiglia avrebbe reso la loro felicità più completa.
Rimasero a casa Granger per un paio d’ore durante le quali i genitori di Hermione ebbero modo di conoscere Severus e rendersi conto di quanto i due si amassero.
Severus si dimostrò un uomo molto intelligente e colto e questo fece loro comprendere come avesse conquistato la loro figlia che fin da piccola aveva adorato lo studio e la possibilità di imparare cose nuove.
Erano felici vedendo la loro adorata figlia così raggiante e s’innamorarono della piccola Victoria.
“Beh, ora dobbiamo proprio andare. Ci rivedremo a Hogwarts dopodomani. Ciao mamma, ciao papà.”
“A dopodomani, tesoro. Arrivederci, Severus” disse Cecilia abbracciando la figlia e la nipotina e dando la mano al professore.
“Arrivederci, Cecilia, Frank” salutò Severus.
Hermione e Severus, quindi, con la loro piccola Victoria si allontanarono dalla casa dei Granger e si smaterializzarono per tornare a Hogwarts.


Finalmente giunse il giorno del matrimonio tanto atteso.
Hermione si trovava nella Torre di Grifondoro dove Ginny, Tonks e la signora Granger aiutarono la ragazza ad indossare il bellissimo abito da sposa mentre Harry, Remus e Albus si diedero da fare per tenere lontano Severus fino all’inizio della cerimonia.
“Perché non posso vedere Hermione? E’ da ieri sera che mi ha lasciato qui da solo!” protestò Severus.
“Ma come? Il nostro misantropo professor Piton, abituato a starsene per conto suo, sente la mancanza della sua fidanzata dopo una sola notte di separazione?” chiese Harry con tono ironico.
“Dieci punti in meno a Grifondoro per il modo irrispettoso di rivolgerti ad un tuo insegnante, Potter.”
“Ma professore, non può togliermi punti, la scuola è chiusa.”
“Già, vorrà dire che troverò il modo di cavarteli a settembre quanto ricomincia se sarò ancora qui.”
“Come sarebbe a dire se sarai ancora qui? Hai deciso di cambiare lavoro, Severus?” gli chiese il preside.
“Beh, immagino che tu preferisca trovarti un nuovo professore considerando che non sarebbe opportuno dato il mio rapporto con una stupendessa. Hermione, per non crearmi questo conflitto, era disposta a rinunciare a frequentare l’ultimo anno ma non voglio privarla dei suoi M.A.G.O. e preferisco essere io ad andarmene e trovare un altro lavoro.”
“Nessuno di voi due sarà costretto ad andarsene, Severus, a meno che non lo desideriate, naturalmente. Hermione è la miglior strega della sua generazione e sarebbe un vero delitto privarla del suo diploma ed io non potrei fare a meno del mio bravissimo professore di pozioni.”
“Ma Albus, dopo tutto ciò che è successo con Caramell…”
“E’ tutta acqua passata, ragazzo mio. Il tuo contributo alla guerra contro Voldemort è stato fondamentale e senza di te questo incubo non sarebbe finito, quindi il minimo che si potesse fare era concedere a te e a tua moglie di restare a Hogwarts anche se per questo anno scolastico sarete professore e studentessa con bimba a carico.”
“Beh, grazie, Albus. Allora, Potter, preparati perché a settembre sarò di nuovo il tuo incubo.”
Alle sue parole Harry roteò gli occhi poi sorrise sapendo che era tutta una finta.
Infatti, nelle ultime settimane Harry e Severus si erano avvicinati molto e anche se non erano diventati propriamente amici ora il ragazzo era certo di avere un altro adulto a cui fare riferimento in caso di necessità.
Era felice che il professore non avesse perduto il suo posto e nel nuovo anno scolastico avrebbe cercato d’imparare meglio la sua materia provando ora piena fiducia nei confronti del suo insegnante.
“Comunque, non mi avete ancora spiegato perché non posso vedere Hermione.”
“E’ una tradizione babbana, Severus. Lo sposo non può vedere la sposa prima della cerimonia altrimenti si avrà sfortuna” disse Remus.
“Sfortuna? Che sciocchezze! Perché mai una ragazza intelligente come Hermione dovrebbe credere ad una stupidaggine simile?”
“Beh, visti i problemi degli ultimi anni premunirsi contro la sfortuna anche con una credenza babbana non mi sembra un male, inoltre, Severus fra poco la cerimonia avrà inizio, quindi non starai lontano dalla tua Hermione ancora per molto” disse Albus.
Severus gli diede un’occhiataccia ma non disse niente, mentre Harry, Remus e Albus si scambiarono uno sguardo d’intesa.


Era una bellissima giornata e la cerimonia si svolse nel parco della scuola addobbato per l’occasione.
Il professor Silente che avrebbe officiato la cerimonia, indossava una delle sue vesti più sgargianti mentre davanti a lui un sempre più impaziente Severus era come al solito vestito di nero ma con un foulard e un fazzoletto verde argento, colori Serperverde, a ravvivare l’austerità del suo abito.
I suoi capelli neri erano brillanti e puliti e legati con un nastro del medesimo colore.
Accanto a lui c’era Remus Lupin, che gli doveva fare da testimone, che accorgendosi del suo sguardo ansioso, trattenne un sorriso.
“Eccoli” disse il lupo mannaro, attirando l’attenzione dello sposo. Severus si voltò e vide uscire dalla porta della scuola Ginny e Luna, le due damigelle, poi Hermione al braccio di suo padre.
Severus non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua bellissima sposa con l’abito color panna e i fiori nei capelli.
Sembrava una ninfa dei boschi e il suo dolce sorriso era solo per lui.
Quando finalmente gli arrivò accanto prese le sue mani e se le portò alle labbra per un tenero bacio poi la tenne stretta a sé.
Il preside iniziò la cerimonia ma Severus ascoltò ben poco le sue parole perché pensava solo alla sua Hermione, quasi incapace di credere che finalmente lei sarebbe stata ufficialmente sua.
Ad un tratto si rese conto che Albus aveva smesso di parlare e vide che lo stava guardando con aspettativa.
“Allora, Severus? Vuoi prendere Hermione come tua sposa?”
“Come? Oh sì, certo, lo voglio” si affrettò a rispondere il professore.
Il preside allora fece la stessa domanda a Hermione che rispose subito senza esitazioni con un solo lieve cenno di emozione nella voce.
“Vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa, Severus.”
Severus questa volta non ebbe bisogno di sollecitazioni e strinse a sé la sua Hermione e posò le labbra sulle sue per un tenero bacio che la ragazza ricambiò con entusiasmo mentre tutti i presenti fecero un caloroso applauso.
Seguì una bella festa a cui tutti parteciparono con entusiasmo.


Hermione e Severus non poterono scambiarsi più di qualche parola a causa delle persone che si avvicinarono per congratularsi con loro ma finalmente alla sera si trovarono soli nella loro stanza con la piccola Victoria temporaneamente affidata alla nonna.
La giovane sposa indossava una camicia sottile e Severus se la mangiava con gli occhi mentre lei gli sorrideva radiosa.
“Oh, Severus, sono così felice! Finalmente siamo sposati! Per tanti mesi ho temuto di averti perso per sempre!”
“Già, ma ora siamo insieme, piccola mia, e niente ci potrà più separare” disse lui prendendola fra le braccia e conducendola verso il letto che li attendeva invitante.
“E’ stata una bella cerimonia, non è vero? Il preside con il suo abito sgargiante e tutti i festoni nei colori Serpeverde e Grifondoro… Tesoro, per un attimo ho temuto che avessi cambiato idea quando hai esitato a rispondere al professor Silente nel momento in cui ti ha chiesto se mi volevi sposare.”
“Come? Beh, ero completamente preso dalla tua bellezza per far caso a ciò che diceva Albus… Eri così bella con quell’abito color panna e i fiori tra i capelli… Ho pensato che fossi una piccola ninfa dei boschi venuta a sedurmi.”
Hermione gli rivolse un tenero sorriso e mentre lui la stendeva sul letto gli mise le braccia attorno al collo attirandolo a sé. Era felice, tremendamente felice, sapendo che lei e il suo amato professore non si sarebbero lasciati mai più.
“Allora, piccola mia, hai intenzione di sedurmi?”
“Naturalmente, professor Piton. Spero che non abbia niente in contrario.”
“Affatto, mia cara, affatto.”
Quella notte, quindi, Hermione e Severus fecero l’amore dopo tanto tempo e fu meraviglioso più di quanto non fosse mai stato in precedenza poiché ora erano liberi di amarsi senza riserve e il loro futuro si prospettava radioso senza più un terribile Mago Oscuro a minacciare la loro esistenza e quella del Mondo Magico.


F I N E



QUESTA STORIA E’ GIUNTA AL TERMINE E RINGRAZIO I LETTORI CHE HANNO CONTINUATO A SEGUIRLA, IN PARTICOLARE COLORO CHE MI HANNO LASCIATO DEI COMMENTI.
SPERO CHE QUALCUNO MI FACCIA CONOSCERE LA SUA OPINIONE SULLA FANFICTION ORA CHE LA STORIA E’ FINITA.
PER ORA VI SALUTO IN ATTESA DI POTERCI RISENTIRE QUANDO AVRO’ UNA NUOVA FANFICTION DA RACCONTARVI.

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