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Tutto quello che ricordo della mia vita passata è il mio nome:
Isabella Marie Swan. Le persone che mi hanno trovato dicono
di non sapere nulla di quello che ero prima che loro mi incontrassero. Da quello che mi hanno raccontato,
una notte di 25 anni fa hanno trovato una
ragazza di appena 18 anni sola in mezzo ad una radura, in uno
stato catatonico, e l’hanno portata con loro. Quella ragazza ero io. Oggi
dovrei avere 43 anni, eppure a guardarmi sembro
ancora quella ragazza di 18 anni che loro hanno trovato. In realtà io ho 18
anni e questo perché quelle persone che mi avevano trovata erano dei vampiri
che hanno trasformato anche me in un essere dannato per l’eternità. Mi hanno
trovato in una radura nella piccola cittadina di Forks, probabilmente la cittadina dove vivevo, ma oggi vivo
in Italia, a Volterra, una città della Toscana, alla corte dei Volturi, la
famiglia reale dei vampiri. Qui tutti mi hanno accolto in modo splendido,
facendomi sentire una di famiglia, e forse, grazie anche alle mie potenzialità
di vampira, mi hanno accontentato in molte cose. Aro, Caius e Marcus sono i
capi dei Volturi, vampiri millenari che hanno il compito di far rispettare le
regole nel nostro mondo e di fare in modo che nessun essere umano possa venire
a conoscenza delle nostra esistenza.
Vengono temuti da tutti i
vampiri esistenti grazie al loro potere, essi, infatti, sono a comando di una
guardia composta da vampiri dai poteri speciali che gli permettono di incutere
terrore a chiunque. Io faccio parte delle guardie, perché, a quanto pare
anch’io possiedo poteri supplementari, sono una vampira per così dire speciale.
Qui tutti chiamano il mio potere “scudo”, questo vuol dire che ho la capacità di proiettare una sorta di
barriera contro gli attacchi psichici e fisici attorno a me stessa e, se
voglio, anche attorno agli altri. Ciò mi rende, praticamente, inattaccabile e impenetrabile, e questo
avviene anche alle persone che decido di coprire con questo mio scudo. Se
voglio posso, anche, spostare questa barriera e, quindi, rendere visibile la
mia mente a chi voglio.
Queste mie potenzialità sono state notate dai Volturi quando, ancora, ero un’umana e per questo
quella notte di 25 anni fa decisero di risparmiarmi la vita, anche se quella
che vivo adesso è una non-vita. Qui è un incubo, bisogna stare chiusi in questo castello tutto il
giorno, perché Volterra è un città dove per la maggior parte del tempo vi è il
sole e noi vampiri non possiamo mostrarci agli umani quando c’è il sole perché
la nostra pelle brilla come diamanti. Ho il permesso di uscire solo la sera per
andare a caccia di qualche animale. Ebbene si, io non sono come tutti gli altri
vampiri, non riesco a cibarmi di sangue umano, preferisco farlo con quello
animale, perché questa è l’unica cosa che mi permette di sentirmi meno mostro
di quello che in realtà sono.
Certo il sangue umano è molto più gustoso e ci da molta più forza, ma io non
voglio essere un mostro, quindi, mi accontento di dissetarmi con il sangue di
qualche animale. In fondo non faccio nulla di male, gli umani mangiano la carne
degli animali e io ne bevo il sangue. Non è un po’ la stessa cosa? All’inizio
Aro, che mi ha sempre considerato la sua pupilla, non voleva concedermi questa
possibilità dicendo che
nessuno lì dentro aveva mai fatto una richiesta tanto sciocca, ma poi, per
fortuna, riuscì a convincerlo. Diciamo
che ho imparato a saperlo prendere e, ormai, qualunque cosa chiedo me la
concede sempre, sia lui che i suoi fratelli, anche, se non so, se lo facciano
perché mi vogliono bene davvero, o, semplicemente, perché hanno paura che io
decida di andarmene. Fare parte delle guardie dei Volturi, infatti, secondo le
regole, deve essere una scelta volontaria, loro non possono obbligare nessuno ne a diventarlo ne a restare. Il
desiderio di andarmene è forte, ma se scappassi
da lì dove potrei andare? Non ho nessuno se non loro, ormai, sono loro la mia famiglia. Del mio passato da umana
non ricordo nulla, ho chiesto a tutti delle informazioni sulla mia precedente
vita, ma tutti dicono di non sapere niente, eppure ho la convinzione che mi
stiano mentendo, che mi stiano nascondendo qualcosa di molto importante per me.
L’unica cosa che ho come ricordo del mio passato è un braccialetto con un
ciondolo a forma di cuore, che da quanto mi hanno detto portavo quando ancora ero umana. Sono
molto affezionata a questo oggetto
e non ho mai voluto separarmene, anche se spesso Aro ha cercato di convincermi
a toglierlo dicendo che qui non mancano i gioielli, gioielli anche più belli e pregiati
di quello. Ma io sento dentro
di me che quel bracciale mi è stato donato da qualcuno di molto importante per
me e, oltre a ritenerlo bellissimo, lo considero come qualcosa di molto
prezioso perché sento che per me ha un valore affettivo enorme. Vorrei tanto
ricordare qualcosa del mio passato, ma non ricordo
davvero nulla. All’inizio pensavo che questa perdita di memoria fosse dovuta alla trasformazione,
ma parlando con Aro ho scoperto che mi sbagliavo. A quanto detto da lui, la
trasformazione non porta una perdita di memoria, al massimo può essere la causa
per cui molti ricordi umani
siano sfocati e non molto chiari, ma non è il mio caso, visto che io non
ricordo assolutamente nulla. Secondo lui, il problema, forse, è dovuto allo stato di catatonia in
cui mi hanno trovato, e probabilmente la trasformazione mi ha permesso di
dimenticare qualcosa di molto doloroso che mi aveva portato a cadere in quello
stato. Ma cosa?
La
cosa che vorrei più di ogni altra è di ricordare chi
ero, ma soprattutto vorrei sapere cosa è successo di tanto grave da indurmi ad andare
in quella radura, da sola, di notte, senza pensare ai pericoli che avrei potuto
correre. E se ci fossi andata per questo? E se davvero il mio desiderio era mettermi nei guai?
Possibile che fosse successo qualcosa di tante grave da indurmi a mettere a
repentaglio la mia stessa vita? Possibile che ci fosse qualcosa o qualcuno che
valesse più della mia vita? Ho troppe domande, ma nemmeno una misera risposta.
Ho passato i primi anni della mia nuova natura ad allenarmi per potenziare e
migliorare il mio potere, così come mi era stato detto, ma, sono riuscita a
controllarlo ben presto e da allora i miei fantasmi passati bussano e io non
faccio altro che trascorrere le miei giornate a
cercare in ogni modo di colmare quel vuoto che sento dentro, ma per colmarlo ho
bisogno di capire cosa è successo quando ero solo una fragile umana. Lo devo
capire per me e per Renesmee, la mia adorata figlia. Lei ha tutto il diritto di
sapere chi sia suo padre, e, anche se, ormai, ha
smesso di chiedermi notizie di lui, so che anche in lei c’è lo stesso vuoto
presente in me, so che anche lei vorrebbe tanto sapere chi sia la persona che
l’ha messa al mondo. Ebbene si, ho una figlia. Quella
notte di 25 anni fa, quando Demetri e Felix, anche loro vampiri delle guardie
dei Volturi, mi hanno trovata sola in quella radura,
sono riusciti a resistere al mio odore, a detta loro, fortissimo e buonissimo e
mi hanno portata a Volterra, dove, insieme agli altri, si sono resi conto che
ero incinta e che la mia gravidanza non era normale. La mia pancia, infatti,
cresceva a vista d’occhio e la creatura al suo interno era talmente forte da
riuscire a rompermi ossa e bacino. Volevano trasformarmi e mettere fine a ciò
che c’era dentro di me, ma Aro vedendo il modo in cui difendevo
quell’essere dentro di me, nonostante mi trovassi ancora in uno stato
catatonico, riuscì a convincere i suoi fratelli a trasformarmi dopo il parto.
Non ho mai conosciuto il motivo per cui l’abbia fatto,
ma non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi dato l’opportunità di dare alla
luce la mia bambina. Dopo il parto stavo morendo, ma
loro prontamente mi hanno trasformata riuscendo a salvarmi, ma costringendomi
alla dannazione eterna. Già da neonata avevo un autocontrollo pazzesco e per
questo ho potuto crescere io mia figlia, alla quale nessuno aveva ancora dato un nome. Demetri e Felix mi dissero
che quella notte, in quella radura, non facevo altro che ripetere: “La chiamerò
Renesmee Carlie”, forse nel mio inconscio sapevo già che sarebbe stata una
bambina e per questo decisi di dargli quel nome: Renesmee Carlie Swan. Mi sono
sempre chiesta cosa significasse questo nome, di sicuro è legato a qualcosa
della mia vita da umana, ma non ho la minima idea di che cosa. Aro, Caius e
Marcus mi spiegarono che la mia bambina era un ibrido, cioè
che era mezza umana e mezza vampira. Questo spiegava la sua immensa forza
nonostante fosse una neonata e la sua crescita prematura, visto che la mia
gravidanza durò soltanto un mese. Quando i tre mi spiegarono tutta la storia rimasi scioccata, così come gli altri, poiché tutti ci
domandavamo come fosse possibile che un’umana e un vampiro avessero potuto
avere rapporti così intimi, e, soprattutto ci domandavamo come era possibile
che un vampiro avesse potuto concepire un bambino, cosa che, fino a quel
momento, sembrava impossibile. Pensai che la mia bambina poteva
significare solo due cose: o che mi ero concessa ad un vampiro o che questo
avesse abusato di me con la forza. Ma tra le due opzioni
la seconda era da escludere perché nessun vampiro potrebbe mai avere la
capacità di stare a così stretto contatto con un’umana poiché l’avrebbe uccisa
bevendone tutto il sangue. E allora che mi fossi
innamorata di un vampiro e questo di me, a tal punto da riuscire a resistere
alla sua sete? Mi sembrava tutto così assurdo e tutt’ora,
nonostante siano passati tanti anni, non sono riuscita a darmi una spiegazione.
Solo una cosa è certa: Renesmee è il mio miracolo, il mio angelo, la amo
immensamente e sono felicissima di averla avuta,
nonostante un essere dannato come me non meriterebbe un regalo tanto grande. Da
piccola cresceva a vista d’occhio e già i primi mesi dopo la sua nascita
sembrava molto più grande della sua età effettiva. E’ sempre stata molto
intelligente, progrediva a passi da gigante e già da
neonata anche se non parlava comunicava in modo abbastanza efficace. Dopo 7
anni dalla sua nascita la sua crescita si è completata
e, da ormai 18 anni, lei dimostra di avere 17 anni. E’ diventata una ragazza
bellissima, anche se la sua bellezza era risaputa fin da quando
è nata. Ha dei grandi occhi color cioccolato, che, da quanto mi hanno
raccontato, sono gli stessi di quelli che avevo io da umana, almeno non sono
andati persi. Ha i capelli luminosi di un bellissimo colore bronzo, che di
sicuro non ha preso da me, che fanno risaltare la sua
bellissima pelle chiara e impenetrabile tipica di noi vampiri. Fisicamente
assomiglia a me, ha un’altezza normale, è magra e con un fisico da fare
invidia, ma il colore dei suoi capelli, il suo viso, a
parte il colore degli occhi, i suoi lineamenti, il suo sorriso e molti dei suoi
modi di fare deve averli presi da suo padre. E’ di una bellezza eterea. Il suo
cuore, a differenza del nostro, batte, anche se un po’ più veloce di quello
umano. La sua temperatura è un po’ più calda della nostra, e il suo viso, visto
che il sangue scorre nel suo corpo, ha la possibilità di arrossire. A
differenza nostra può dormire, può piangere e, se vuole, può mangiare cibo
umano, anche se lei preferisce di gran lunga bere
sangue, naturalmente quello animale, come me. Ha un buonissimo odore, anche se,
questo, non è molto forte visto che è nella sua natura essere un vampiro. Da me
ha ereditato il forte autocontrollo e ciò, unito al fatto che è mezza umana,
favorisce la possibilità di unirsi e integrarsi in mezzo agli umani senza
destare sospetti sulla sua vera natura. Per questo sono riuscita a convincere
Aro, Caius e Marcus a permettergli di uscire spesso dal castello, anche se lei
preferisce stare qui dentro insieme a me o facendo
mille cose, visto che qui dentro c’è di tutto ed è difficile annoiarsi. La cosa
che amo di più nella mia Renesmee è quando fa il suo
sorriso sghembo, così lo chiamo io. Di solito preferisce non mostrarlo
accontentandosi di sorridere normalmente, ma quando lo fa
è uno spettacolo che non posso evitare di guardare e mi ammalia così tanto che
sarei disposta ad accontentare qualunque sua richiesta. Anche lei ha un potere
supplementare, ha la capacità di proiettare i propri pensieri nella mente di qualcun’altro quando lo tocca con il palmo della mano, e,
inoltre, può penetrare nella mente di chiunque voglia, persino di chi ha la
mente protetta come quella mia. In precedenza mi chiedeva sempre notizie del
padre e cercavamo, insieme, di capirci qualcosa, ma, con il tempo, rendendosi
conto che soffrivo a parlare del mio passato dimenticato, ha smesso di fare
domande. Devo trovare un modo per ricordare qualcosa, perché non c’è la faccio
più a logorarmi così il cervello. So di aver dimenticato qualcosa di troppo
importante per me e devo fare qualcosa per ricordarmi cosa.
Sono chiusa nella mia stanza a guardare il soffitto da non so quanto tempo.
C’è Jane qui con me che parla da non so quanto, ma io non sto ascoltando una
sola parola di quello che mi sta dicendo. Sono in un mondo tutto mio, un mondo dove cerco di riflettere, di
capire cosa potrebbe aiutarmi a ricordare, eppure non mi viene in mente nulla.
Penso a Renesmee e mi chiedo chi sia stato
colui che mi ha concesso un dono tanto grande, mi chiedo se sia stato a conoscenza
della mia gravidanza, mi chiedo dove sia finito, mi chiedo se sia per causa sua
se quella notte mi sono addentrata nel bosco non preoccupandomi dei rischi che
correvo. Ho così tante domande, che mi sembra di impazzire? Ma i vampiri possono impazzire? No, non credo.
Nonostante tutto, qualcosa dentro di me mi dice, quasi con certezza, che la
chiave di tutte le mie domande, la chiave di tutto il mio passato è collegata al mio unico ricordo, il mio
braccialetto. Di sicuro era un regalo, perché io non amo i gioielli e sicuramente non li amavo nemmeno
quando ero un’umana, poiché la trasformazione, secondo quanto mi era stato
detto, non cambiava nulla nella personalità e nelle inclinazioni di una
persona, non potevo aver comprato un ciondolo come quello, io che non ero in
grado di distinguere un diamante da un brillante, un gioiello d’oro o d’argento
da uno di bigiotteria. Portavo quel bracciale da non so quanti anni e solo
pochi anni fa parlando con Jane, una vampira più giovane di me di un anno, che,
ormai, era diventa una mia buona amica,
mi ero resa conto che il ciondolo a forma di cuore fosse un diamante. E di certo quando me lo aveva
detto, non avevo avuto dubbi, perché lei, a differenza mia, se ne intendeva un
sacco di gioielli, erano la sua passione. Se ne faceva regalare un sacco dai
tre Volturi e, anche se non usciva quasi mai dal castello, adorava portarli e
mostrarli e io, per farla contenta, gli regalavo quelli che mi veniva donati da Aro, Caius e
Marcus. Anche lei fa parte delle guardie perché come me ha un potere supplementare, ha delle potentissime
abilità mentali. Possiede, infatti, la capacità di creare una sensazione di
dolore più o meno intenso e
proiettarla nella mente del proprio avversario. All’inizio non andavamo molto
d’accordo, ma poi con il passare del tempo abbiamo fatto amicizia, e adesso
possiamo definirci delle buone amiche, forse qui è l’unica che posso considerare la mia migliore
amica, anche se ho come la sensazione che questo posto dentro di me sia già
occupato da qualcuno, anche se non ho il minimo ricordo di questa persona. Jane
è sempre pronta ad ascoltarmi e non si annoia mai anche se quello che gli ripeto è sempre la stessa
cosa visto che non riesco mai a ricordare niente di nuovo. Sicuramente fra non
molto si accorgerà che non ho capito niente di quello che ha detto e dovrà
iniziare da capo, come spesso succede ultimamente, ma lei non se ne preoccupa
perché dice che gli piace
parlare con me. Quando me l’ha detto mi sono meravigliata di questa cosa, visto
che lei è una persona che non parla facilmente, ma con me sembra tutta un’altra
persona, si confida e mi racconta tutto, come tutti del resto qui. Forse vedono
in me una sorta di confessionale, dove sfogarsi e raccontare tutto, o, forse,
semplicemente, si fidano di me. Non mi dispiace ascoltarli perché, almeno per
un po’, non penso ai miei problemi. All’improvviso qualcosa turba i miei
pensieri, una dolce melodia si diffonde per tutto il castello, o forse
semplicemente siamo noi vampiri ad avere un udito troppo fine da sentire tutto
anche a chilometri di distanza. La melodia proviene dal salone della reggia, di
sicuro qualcuno sta suonando il pianoforte, ma mi chiedo chi possa essere visto che mai nessuno prima di allora
aveva suonato una melodia tanto bella. La cosa che però mi colpisce
maggiormente è il fatto che,
pur non avendola mai sentita, riconosco questa musica.
- Debussy – dico
all’improvviso senza nemmeno rendermene conto.
- Debussy? Chi è
Debussy? – mi dice Jane alquanto stupita dalle mie parole.
- Claire De Lune
– sembro una pazza, ma io riconosco davvero quella musica.
- Hey Bella ma
cosa ti prende? Stavamo parlando di Alec,
cosa centra questo Debussy? Che diavolo stai
dicendo? – Di sicuro mi sta prendendo per
una pazza, forse dovrei spiegargli.
- Jane, conosco
questa musica, è Claire De Lune di Debussy – dico tutto d’un fiato.
- Ma come fai a conoscerla? Non hai
mai voluto ascoltare musica classica, dici
che ti fa stare male. –E’ vero, non ho mai voluto
ascoltare musica classica perché mi mette addosso una strana malinconia, ma non
so spiegarmi perchè. Eppure
io conosco questa canzone molto bene, come se in passato la ascoltassi talmente
spesso da impararla a memoria. Ma come è
possibile? Che stessi per
ricordare qualcosa?
- Dai Bella non
preoccuparti – mi disse Jane vedendo il mio sguardo e la mia preoccupazione – magari questa è una canzone che
ascoltavi da umana, una tra le tue preferite, e pur non avendola mai sentita da
quando sei diventata vampira, la ricordi lo stesso.
- E’ musica classica, Jane, ti rendi
conto? A me la musica classica fa venire la tristezza, come è possibile che fosse una delle mie canzoni
preferite? Forse l’unica spiegazioneè che odio la musica classica
perché un tempo l’ho amata, o forse – dissi guardando il braccialetto che avevo
al polso – la odio perché è collegata a momenti o persone importanti della mia
vita che ho perso.
- Tesoro, ti
prego non tormentarti più pensando al passato, quello che conta è quello che sei adesso, non quello
che eri prima – mi disse Jane con una totale convinzione in quegli occhi
cremisi, non prima di avermi abbracciata a sé.
Ma cosa stava dicendo? Come posso non interessarmi a
ciò che ero e a ciò che ho
fatto, quando, forse, è per uno di quei motivi che mi trovo in un castello
abitato da vampiri e che io stessa sono una vampira? Non potevo fare finta di nulla, avrei scoperto il mio
passato, in un modo o nell’altro. Dovevo farlo per me e per Renesmee.
Appena terminai di parlare di parlare con Jane, mi catapultai a
velocità sovrumana nell’ampio salone del castello. Dovevo scoprire chi avesse suonato quella melodia a me tanto familiare. Quando giunsi al salone quello che vidi mi lasciò
sbalordita. Non poteva essere stata lei a suonare, probabilmente era giunta lì,
incuriosita come me, e non trovando nessuno si era seduta al pianoforte. Eppure adesso che ci pensavo, doveva essere stata per forza
lei a suonare. Era molto gelosa di quel pianoforte e non voleva che nessuno, a
parte me, lo toccasse. Aveva chiesto ad Aro di dare l’ordine
di non far avvicinare nessuno a quello strumento e lui catturato da quel suo
magnifico sorriso sghembo, l’aveva accontentata senza fare obbiezioni. Ma, ora,
mi chiedevo come fosse possibile che lei conoscesse quella canzone, quella canzone
che, aquanto
io sapessi, lei non aveva mai ascoltato.
-
Hai suonato tu quella canzone? – gli chiesi non appena mi avvicinai.
- Si certo, questo è il mio piano e sai benissimo che solo io
posso suonarlo – mi disse lei come se gli avessi chiesto chissà quale
blasfemia.
-
Si, hai ragione – gli dissi con calma – ma non credevo
che conoscessi questa melodia. Chi te l’ha insegnata?
-
Per quanto può sembrare strano, la conosco da sempre. Non l’ho mai sentita da
nessuno, tanto meno imparata da qualcuno – mi disse lei con naturalezza, come era solita fare.
-
Amore che significa che la conosci da sempre? E poi
come mai non l’hai mai suonata? E’ la prima volta che la sento – gli dissi con tono dolce.
-
Mamma, non lo so. Non so come spiegarlo, la conosco punto e basta. E’ come se
questa melodia fosse sempre stata dentro di me, come se rappresentasse una
parte importante di me. Comunque non è la prima volta
che la suono. Lo faccio sempre quando tu sei a caccia,
in modo che non la sente, perché sappiamo tutti quanto odi questo genere di
musica. Non ti ho sentita rientrare, e ho pensato che
ti fossi tardata nella foresta un po’ di più e, così, ne ho approfittato per
suonarla. Scusami tanto mamma, mi dispiace averla
suonata mentre eri a casa, io non voglio vederti triste. Ti prometto che non la
suonerò mai più – mi disse mia figlia con tono triste,
convinta che sarebbe stata la causa della mia tristezza nelle prossime ore.
-
Non devi scusarti amore mio, non fa nulla. Tu non
potevi sapere che ero a casa e poi non è vero che
questa canzone mi rende triste, anzi mi piace un sacco. Non l’ho mai sentita da quando sono una vampira, ma sono sicura che è una canzone
che appartiene al mio passato, ad un passato felice e tu suonandola mi hai reso
di nuovo felice. E voglio che tu la suoni tutte le
volte che vorrai, anche e soprattutto quando sono qui – gli risposi io con
tutto l’amore che potevo. Del resto era vero, mi aveva
reso felice.
-
Davvero ti piace? Io la adoro, anche se mi mette un po’ di malinconia perché
non riesco a spiegarmi come faccio a conoscerla. Però sono contenta che a te
piaccia pure, magari, chi lo sa, ti piace così tanto
perché era la canzone tua e di papà – mi disse donandomi il sorriso sghembo che
tanto amavo – sai mi piacerebbe troppo sapere chi è l’autore e qual è il titolo
di questa dolce melodia.
- Anch’io mi chiedo come sia possibile che tu la conosca senza
averla mai sentita. Comunque è Claire De Lune di
Debussy – gli risposi sapendo che l’avrei fatta contenta. Era, già, una
ragazza, ma a volte bastava davvero poco per farla felice, come con i bambini.
- Ma tu come fai a saperlo? – mi disse lei felice di averlo
saputo, ma meravigliata per la mia pronta risposta.
-
Non lo so come faccio amore, lo so e basta, anch’io
non me lo so spiegare – gli dissi e lei per la seconda volta a distanza di poco
mi fece di nuovo quel sorriso che tanto amava e si rimise a suonare quella
dolce melodia che riempiva il mio cuore ormai morto.
Nelle
ore a seguire non feci altro che canticchiare quella canzone e pensare a quello
che mi aveva detto mia figlia. “Magari,
chi lo sa, ti piace così tanto perché era la canzone
tua e di papà”.E se Renesmee avesse ragione? Se quella canzone mi ricordava lui? Ma
poi lui chi? Che faccia aveva suo padre? Di sicuro assomigliava a lei, ma questo di certo non mi aiutava a
ricordare. La cosa che vorrei sapere più di tutte è
scoprire cosa mi legava a quel vampiro. Eravamo innamorati entrambi o lo ero
solo io? Ecco ad una conclusione c’ero arrivata e mi faceva stare bene sia nei
miei confronti sia in quelli di Renesmee. Io nonostante non ricordassi niente,
di quello che fosse successo quando ero umana, sapevo
con certezza qualcosa che apparteneva al mio passato, qualcosa che nemmeno la
memoria persa avrebbe mai potuto cancellare: io ero stata innamorata del padre
di mia figlia. E questo amore che mi porto dentro,
prima o poi mi permetterà di ricordare il volto di colui che mi ha reso madre,
il volto di colui che si è portato via il mio cuore. Chissà se anche lui era
innamorato di me, o se, invece, per lui sono stata solo
un gioco per mettere alla prova il suo autocontrollo da vampiro. All’improvviso
sento qualcuno che mi scrolla le spalle e davanti a me vedo Aro. L’unica cosa
che riesco a fare e sorridergli.
-
Bella addormentata, sei tornata tra noi? – mi disse Aro guardandomi stranito.
-
Si scusami, ma stavo pensando ad una cosa e non ti ho
assolutamente sentito arrivare – gli risposi cercando di essere il più
convincente possibile.
-
Mi sembra normale che non mi hai sentito arrivare visto che sei venuta tu qui
da me. Si può sapere a cosa pensi? – mi disse lui visibilmente preoccupato.
-
Ah si è vero – dovevo trovare una bugia da dirgli e in
fretta.
-
Quindi? – stava aspettando che gli dicessi qualcosa.
-
Ero solo venuta per dirti che oggi non andrò a caccia
– dissi cercando di non farla sembrare una bugia. Non so perché ero giunta in salone, sapevo solo che stavo camminando
mentre pensavo e mi sono ritrovata lì senza nemmeno accorgermene.
-
Va bene, come vuoi. Ti va se parliamo un po’ – mi disse
titubante, forse per una mia possibile reazione.
-
Si certo. Di cosa vuoi parlarmi? – gli risposi
cercando di non sembrare troppo scettica.
Ogni
volta che qualcuno mi diceva queste parole, significava solo una cosa: mi
avrebbero chiesto cosa c’era che non andava. Come se non lo
sapessero. Beh, bastava qualche bugia e sarebbe finito
anche questo strazio, come sempre negli ultimi tempi. Una volta riuscivo a
nascondere il disagio che provavo per la mia mancanza di ricordi, ma negli
ultimi anni, fare questo, era diventato impossibile. Tutti, praticamente
ogni giorno, mi chiedevano come stessi, ma riuscivo sempre a cavarmela in poco
tempo. Del resto nessuno, a parte Renesmee, poteva entrare nella mia testa e
quindi tutti dovevano credermi sulla parola, anche se io sapevo che non lo
facessero. Forse, in fondo, mi volevano bene davvero e si dispiacevano per me.
Stavolta avrei subito detto che andava tutto bene e
sarebbe finita lì. Sarei, così, tornata nella mia stanza e mi sarei messa a
chiacchierare con mia figlia, non appena sarebbe rientrata al castello. Mi
piaceva tanto parlare con lei e a lei con me. Bastava che ci guardassimo negli
occhi e ci capivamo alla perfezione, tra di noi le
parole non servivano. Intenta nei miei pensieri, non avevo fatto
caso a ciò che era successo attorno a me e, ora, nel grande salone del
castello, stavano giungendo pian piano tutti. Caius e Marcus erano già seduti
al fianco di Aro. Le mogli dei tre: Sulpicia Didyme e
Athenodora si trovavano in un angolo del castello, vicino ai troni. E pian
piano stavano arrivando tutti i componenti delle
guardie: Demetri, Felix, Jane, Alec, Renata, Chalsea, Heidi, Santiago e Afton.
Demetri e Felix stranamente si posizionarono vicino i
tre Volturi, allontanandosi dal resto delle guardie. Mancava solo Renesmee che
sarebbe tornata di lì a poco. Era uscita per fare una passeggiata. Anche lei
come me preferiva isolarsi quando aveva bisogno di
riflettere. Iniziavo a preoccuparmi. Che fosse
successo qualcosa? Doveva per forza essere così perché i tre Volturi
ci riunivano tutti solo quando dovevano comunicarci qualcosa di importante. Ciò
che mi preoccupava era che la cosa riguardasse me, perché, poco prima, Aro era
stato chiaro. Mi aveva chiesto se poteva parlarmi,
quindi, tutti erano lì riuniti per me. Il suo tono mi era sembrato triste e
preoccupato, quindi, forse, dovevano dirmi qualcosa di importante e gli
dispiaceva doverlo fare, o forse, avevano combinato qualcosa e adesso avevano
bisogno dell’aiuto delle guardie, ma allora perché chiedere solo a me se
potevamo parlare? E perché quella mi era sembrata una
richiesta e non un ordine? Non sapevo cosa sarebbe successo, ma non so perché stavo iniziando ad irritarmi. Dovevo sapere e
anche in fretta.
-
Si può sapere cosa sta succedendo? – gli dissi un po’ stizzita.
Nessuno
mi rispose. Aro, Caius, Marcus, Demetri e Felix mi guardavano
quasi colpevoli. Colpevoli? E di cosa? Forse stavo
davvero impazzendo. Perché dei vampiri tanto potenti
dovevano sentirsi colpevoli di fronte a me, quando non lo erano mai stati di
fronte alle loro vittime? L’irritazione dentro di me si faceva sempre più
forte.
-
Qualcuno mi vuole spiegare cosa diavolo sta
succedendo? Cosa dovete dirmi? E
voi cinque cosa avete da guardarmi in quel modo? – gli dissi furente, non
sapendo, però, se essere arrabbiata o preoccupata.
-
Bella – iniziò a dire Aro – ormai sono 25 anni che sei
diventata una di noi. Hai portato una ventata nuova qui, ci hai fatto cambiare
il modo di vedere le cose, ma soprattutto ci hai permesso di capire cosa
realmente significhi volere bene a qualcuno, un sentimento che noi, dei vampiri
millenari, non avevamo mai provato. Io, i miei
fratelli e le nostre mogli ci siamo affezionati a te e
alla tua fantastica e dolcissima Renesmee, perfino le guardie l’hanno fatto. Loro che, all’inizio, ti guardavano con aria di sufficienza, perché
ti vedevano come un nemico, un intralcio alla loro posizione, poiché di te
avevamo fatto la nostra pupilla. Eppure
conoscendoti, anche loro, si sono ricreduti e tutti noi ci siamo trovati a
volere bene a te e a quella bimba, che, se pur in maniera veloce è cresciuta
fino a diventare una bellissima ragazza, per noi resterà sempre quella bimba
che abbiamo visto nascere, resterà per sempre anche, un po’, la nostra bambina.
In passato, abbiamo fatto qualcosa di cui non credevamo mai e poi ci saremmo
dovuti pentire, perché nessuno di noi aveva mai, anche solo lontanamente,
pensato di poter affezionarsi a te. In questo castello viviamo da centinaia di anni, e prima del tuo arrivo eravamo tutti degli
estranei, nessuno provava sentimenti, io e i miei fratelli ci limitavamo a
comandare e le guardie ad obbedire. Se qualcuno di noi avesse perso la vita nessuno se ne sarebbe curato, ma con il tuo arrivo tutto è
cambiato. Ci hai insegnato a conoscerci, ad apprezzarci e in fondo, anche a
volerci bene. Tutto grazie a te e a tua figlia, e per questo vogliamo
ringraziarti, sperando che, dopo quanto ti diremmo, tu non proverai odio verso
di noi e che non te la prenda troppo – concluse Aro in
tono davvero sincero. Quelle parole esprimevano tutto quello che loro pensavano
e io non potevo che essere contenta di ciò che Aro mi aveva appena detto a nome di tutti loro. Io, un’insignificante vampira, ero
riuscita a far sciogliere il cuore di quei vampiri, gli avevo insegnato a voler
bene, gli avevo permesso di sentirsi meno mostri. Ero contenta di ciò, perché
mi avevano appena dato la certezza che tutte le mie richieste erano state
accontentate perché loro mi volevano bene e non perché io fossi una delle
guardie più potenti del loro esercito. Adesso l’unica cosa che mi faceva paura
era sapere cosa volessero dirmi di così importante da
indurli a pensare che io, dopo, li avrei odiati. La cosa che dovevano dirmi era
davvero così grave da potermela prendere con loro? Loro, quelle stesse persone
che avevano accolto me e mia figlia trattandoci stupendamente e assecondandoci praticamente in tutto? Eppure
doveva essere qualcosa di molto importante per decidere di riunire tutti. Però,
perché non aspettare che Renesmee tornasse al castello per rendere partecipe
anche lei di quanto stavano per dire? Che avessero paura della sua reazione, forse, più di quanto
temevano la mia? Se ciò fosse stato vero, la risposta
a tutte le mie domande era una sola: mi avevano tenuto nascosto qualcosa del
mio passato e, adesso, volevano rivelarmi cosa. Possibile, però, che avessero
aspettato 25 anni per farlo? Tuttavia tutto tornava, solo così il discorso di Aro avrebbe avuto un senso. Mi tornavano in mente le sue
parole: “In passato, abbiamo fatto
qualcosa di cui non credevamo mai e poi ci saremmo dovuti pentire, perché
nessuno di noi aveva mai, anche solo lontanamente, pensato di poter affezionarsi
a te”. Cosa mi stavano nascondendo? Il momento della verità era arrivato.
-
Sono molto contenta che pensiate questo. Per me, è importante sapere di essere
riuscita a cambiare dei vampiri tanto temuti come voi.
In fondo, l’ho sempre saputo. Anche voi avete un
cuore, nonostante facciate di tutto per dimostrare il contrario. Ora, sebbene
sia molto gratificata di ciò che tu, Aro, hai detto a
nome di tutti, non riesco a capire ciò che volete dirmi. Cos’è che mi avete
tenuto nascosto? – dissi aspettando ansiosa e inquieta che qualcuno mi
rispondesse.
Spazio Autore:
Ringrazio
coloro che hanno recensito e tutti coloro che stanno
leggendo la mia storia. Spero che continuiate a farlo.
Un bacio
Non
appena terminai di parlare, il silenzio regnò sovrano all’interno di
quell’ampio salone. Non ho idea di quanto tempo passò prima che ricevessi una
risposta, secondi minuti, non ho idea, so solo che mi sembrò un’eternità.
All’improvviso qualcuno ruppe quel silenzio, per me, insopportabile.
-
Bella, devi sapere che c’è qualcosa di molto importante per te di cui non ti
abbiamo mai parlato, ma, forse, è giunto il momento di farlo – mi disse Caius
titubante – come ti abbiamo detto, già da umana abbiamo visto in te un grande potenziale, sapevamo che potevi esserci molto utile
tra le guardie. Quando ti abbiamo trasformata ci siamo
resi conto che non ci eravamo sbagliati, il tuo era un grande potere. Sai
benissimo che grazie a te siamo praticamente
inattaccabili, con il tuo scudo nessun attacco fisico o psichico ha effetto su
di te e di conseguenza nemmeno su nessuno di noi quando tu lo espandi. Nessuno
può fronteggiarci con te al nostro fianco. La cosa più stupefacente è che sei riuscita a controllare il tuo potere fin da subito, ti è
bastato davvero poco tempo per riuscire a controllarlo nel migliore dei modi e
ad imparare ad usarlo in modo impeccabile. Fin dall’inizio sei stata tu a
comandare sul tuo potere e non lui su di te, come spesso capita a chi possiede poteri
tanto forti. All’inizio era questo quello che ci
interessava, il tuo potere. Esso significava potere per noi, significava
invincibilità, inattaccabilità, significava che da quel momento eravamo davvero
i più forti e tutti ci avrebbero temuti molto di più
di come già lo facessero. Non ti avremmo mai detto quello che fra poco ti diremmo se le cose fossero rimaste come un tempo, perché non
potevamo permetterci di perdere un potere come il tuo, ma gli anni passavano e,
come ti ha già detto Aro, tu ci hai insegnato a voler bene e noi te ne vogliamo
davvero tanto. Ti abbiamo visto soffrire tanto pensando al tuo passato,
pensando a cosa eri, ti abbiamo visto soffrire quando
non sapevi cosa dire a tua figlia quando, troppo intelligente, ha iniziato, da
subito, a chiedere chi fosse suo padre, ti abbiamo vista soffrire mentre
cercavi di colmare quel vuoto inspiegabile che senti dentro e ti abbiamo visto
soffrire quando cercavi di mostrarci che andava tutto bene, anche se non era
così. Anni fa siamo arrivati alla conclusione di dirti tutto, perché per noi
era diventato insopportabile vederti così, ma mentre in passato non l’abbiamo
fatto perché non potevamo perdere il tuo potere, in quel momento non potevamo
farlo perché non potevamo permetterci si perdere te e
tua figlia, vi volevamo troppo bene. Allora abbiamo deciso di far passare un
altro pò, magari con il tempo avresti deciso di lasciar stare con il tuo
passato e di pensare al presente e al futuro, ma così non è stato. Più il tempo
passa e più tu soffri. Bene, è arrivato il momento di dirti quel poco che
sappiamo di te prima che ti trasformassimo, hai tutto il diritto di saperlo.
Abbiamo aspettato che Renesmee non fosse al castello perché oltre a temere la
tua reazione, temiamo anche la sua, la paura che ci
ritenesse responsabili per essere cresciuta senza un padre è, per noi, troppo
forte. Tu sai prenderla molto meglio di noi, ed è meglio che sia tu a scegliere
se dirgli o meno quello che ti stiamo per dire. Lo
sappiamo è da vigliacchi, ma, lo sai meglio di noi,
quando si vuole bene a qualcuno, si teme sempre il giudizio di quella persona –
mi disse Caius cercando di trovare nella mia espressione un briciolo di
comprensione, una comprensione che non avrebbe mai trovato.
-
Mi volete spiegare di cosa diavolo state parlando?
L’unica cosa che state facendo è girare attorno al discorso e, in questo
momento, non ho bisogno di questo. Voglio sapere cosa non mi avete detto, e lo
voglio sapere adesso – dissi in preda alla rabbia.
Da
quello che avevo capito dalle parole di Caius loro non
ne sapevano molto, ma qualcosa dovevano pur saperla e, a me, sarebbe bastato
anche un piccolo dettaglio, perciò volevo e dovevo sapere. A parlare fu Marcus,
e la cosa mi meraviglio non poco, considerando che tra
i tre era sempre quello più silenzioso, quello sempre annoiato. Perché far parlare lui? Possibile che gli altri due davvero
non avessero il coraggio di dirmi cosa stava succedendo?
-
Isabella – iniziò a dire Marcus che non aveva mai voluto chiamarmi Bella poiché diceva che voleva differenziarsi dagli altri e
poi, secondo lui, quando mi sentivo chiamare con il mio nome intero avrei
subito capito che fosse lui a rivolgersi a me. Non mi faceva piacere essere
chiamata così, ma Marcus amava andare controcorrente, per lui non esistevano regole
– è arrivato il momento della verità – mi disse - noi ti abbiamo sempre detto
di non sapere nulla di ciò che eri prima di arrivare qui da noi, ma questo non
è del tutto vero. Non sappiamo molto, anzi a dire il vero, ne sappiamo davvero
poco, ma non vogliamo più tenerti all’oscuro di ciò che sappiamo. Il vuoto che
provi e che non sai spiegare è frutto dell’amore. Si Isabella,
hai capito bene, tu eri innamorata. Il fatto che Demetri e Felix ti trovarono quella notte di 25 anni fa non è stato un caso,
noi sapevamo dove trovarti. Era da un po’ di tempo che ti tenevamo d’occhio.
C’era giunta voce che a Forks, un vampiro si fosse innamorato
di un’umana, ma Demetri, nonostante il suo potere, non riusciva a localizzarti
proprio perché, fin da umana, avevi la capacità di proteggerti con una sorte di
barriera. Così io e i mie fratelli mandammo Felix e
Demetri in quella piccola cittadina, in modo da tenerti d’occhio. Quando giunsero a Forks cercarono dappertutto, finchè una
sera non ti trovarono in un bosco. Eri disperata, non facevi altro che piangere
e ripetere che tu lo amavi, che non era possibile che se ne fosse andato, che
ti avesse abbandonato in quel bosco con il cuore a pezzi. Stavano per
prenderti, quando, all’improvviso, sentirono dei rumori provenienti dal bosco,
c’erano degli umani che ti cercavano e quasi dal nulla giunse un ragazzo che ti
venne vicino e gridando agli altri che ti aveva trovato ti portò via con sé.
Quel ragazzo era un licantropo, non era trasformato in lupo,
ma loro lo capirono perché la loro puzza è per noi inconfondibile. Felix
e Demetri ci informarono dell’accaduto e noi gli
ordinammo di continuare a controllarti, anche se a distanza, poiché se si
avvicinavano troppo i licantropi avrebbero potuto sentire il nostro odore e
quindi capire che eri in pericolo. Una sera, osservandoti da lontano, ti videro
sdraiata sul tuo letto che ti toccavi la pancia,
piangevi e ripetevi che lo amavi più della tua vita. Ad un certo punto tuo
padre ti chiamò per dirti che stava uscendo e tu
assorta nei tuoi pensieri ti spaventasti e cadesti dal letto sbattendo a terra
con forza. In quel momento un asse del pavimento in
legno si spostò e tu notasti che lì c’era nascosto un foglio ripiegato, lo
prendesti e leggesti qualche rigo. Subito dopo, scendesti giù e una volta prese
le chiavi del tuo mezzo ti dirigesti verso una radura, loro ovviamente ti
seguirono. Giungesti alla tua meta molte ore più tardi, ti accasciasti a terra,
prendesti di nuovo quella lettera e la leggesti una
marea di volte, piangendo come una fontana. Dopo un po’ smettesti e quando loro
si avvicinarono ti trovarono in uno stato catatonico, con quella lettera in una
mano mentre con l’altra ti toccavi la pancia,
ripetendo all’infinito che l’avresti chiamata Renesmee Carlie. Il resto lo
conosci già. Questo è tutto ciò che sappiamo del tuo
passato, non abbiamo mai saputo chi fosse quel vampiro che tu tanto amavi,
poiché quando Felix e Demetri giunsero a Forks di lui non c’era più traccia.
Ovviamente adesso la nostra speranza è che tu non reagisca troppo male.
Sappiamo di aver sbagliato, ma ti chiediamo di perdonarci, in fondo lo abbiamo
fatto perché ti volevamo bene – concluse Marcus impaziente
di conoscere la mia reazione.
Dire che ero sconvolta era dire poco. Come avevano potuto
nascondermi una cosa del genere? Ciò che, sempre, mi aveva turbata
di più era di conoscere il motivo che mi aveva indotto, quella notte, ad andare
in quella radura. Ora era tutto più chiaro. Ero disperata perché la persona che
amavo mi aveva abbandonata. E
loro lo sapevano. Loro sapevano il motivo per cui ero
andata lì e avevano aspettato 25 anni per dirmelo, 25 anni di sofferenze,
quando già loro conoscevano le risposte alle mie domande. Una cosa era certa,
io ero innamorata di quel vampiro e adesso so con certezza che il vuoto che ho
dentro è dovuto al suo abbandono, ma so che
quell’amore è ancora dentro di me. Io ho amato, ho amato di un amore reale e
profondo, un amore che, nonostante la mia perdita di memoria, ho ancora dentro
di me, forse, perché quello che ho provato è il vero amore, quello che si trova
una sola volta nella vita. Adesso, so quello che mi è sempre mancato, mi manca lui, quel vampiro che è riuscito a farmi innamorare di
lui, quel vampiro di cui, nonostante non ricordo nulla, sono ancora innamorata.
Non avevo parole. Come avevano potuto tenermi all’oscuro di tutto ciò?
-
Che fine ha fatto quella lettera? – chiesi, sperando
che almeno l’avessero conservata.
-
La lettera c’è l’abbiamo noi, non abbiamo mai voluto buttarla, sarebbe stato un spreco, è davvero molto bella. C’ha
permesso di capire che sei una persona speciale e che riesci a farti amare da
tutti – mi disse Caius sorpreso che non avessi chiesto nient’altro.
-
Sarebbe troppo chiedervi di poterla avere? – chiesi risoluta.
-
Certo che no. Eccola è tua, è sempre stata tua – mi
rispose nuovamente Caius porgendomi un foglio che io prontamente presi.
-
Adesso se non vi dispiace tornerei nelle mia stanza –
dissi cercando di non mostrare la delusione che provavo verso tutti loro.
-
Se è questo quello che vuoi vai pure, ma noi
preferiremmo che tu, prima, ci dicessi qualcosa. Sfogati, grida, accusaci, ma
ti prego non girare i tacchi e andartene. La tua impassibilità ci farebbe più male di tutte le tue accuse, ci farebbe sentire
più colpevoli – mi disse Aro cercando di convincermi a dire qualcosa.
Eppure c’era qualcosa che volevo dirgli, dovevo
saperlo per capire se i legami che avevo creato lì dentro fossero tutti falsi.
-
C’è solo una cosa che vorrei chiedervi, se non è troppo disturbo per voi – dissi mantenendo a freno la collera che pian piano si stava
impossessando di me.
-
Certo che no. Dicci, cos’è che vuoi sapere? – mi disse Aro con tono dolce.
-
Eravate tutti a conoscenza di questa cosa? – disse cercando di
essere breve e diretta.
-
No, non pensarlo nemmeno. Di quello che hai appena sentito ne
eravamo a conoscenza solo io, Caius, Marcus, Demetri e Felix. Gli altri
hanno scoperto tutto insieme a te, adesso. Per questo,
abbiamo voluto riunirvi tutti qui. Era giusto che anche gli altri sapessero,
visto che tutti qui ti vogliamo bene – mi disse Aro
cercando di capire cosa mi passasse per la testa.
-
Bene. Adesso se non vi dispiace andrei. E apprezzerei per oggi di non essere
disturbata, devo raccontare a mia figlia quello che dei codardi come voi non hanno avuto il coraggio di dirgli – dissi senza cercare di
nascondere la grande delusione che provavo.
-
Stai tranquilla Bella, nessuno verrà a disturbarti, ma quando avrei
metabolizzato la notizia ci farebbe enorme piacere se venissi
a parlare con noi – mi disse Marcus, chiamandomi per la prima volta in 25 anni
con il mio diminutivo.
-
Gradirei se continuassi a chiamarmi Isabella – dissi
con decisione – e la stessa cosa vale per voi quattro. Non credo sia più il
caso di mantenere certe confidenze – terminai volgendo
il mio sguardo oltre che verso Marcus, anche verso Aro, Caius, Demetri e Felix,
i destinatari delle mie parole. Tutti e cinque avevano sguardi colpevoli e
mesti appena terminai di parlare, ma in quel momento, per la prima volta, fui
quasi contenta di vedere delle facce addolorate a causa delle
mie parole.
Stavano
aprendo bocca per rispondere, ma non gliene diedi il tempo dato che mi
catapultai nella mia stanza a velocità sovrumana. Adesso tutto quello che
desideravo era leggere quella lettera, con la speranza di capirci qualcosa in più.
Spazio Autore:
Ringrazio
di cuore tutti coloro che leggono la mia storia e
soprattutto tutti coloro che l’hanno recensita. Spero che continuerete a farlo.
Sono
chiusa nella mia stanza con la lettera tra le mani da pochi minuti, minuti che
mi sembrano anni. La verità è che una parte di me ha paura di quello che troverò scritto, paura di rendermi conto che forse era
meglio non conoscere il passato, paura che questo passato sia troppo doloroso.
L’altra parte di me è, invece, molto tranquilla, come se sapesse che quella
lettera potrà darmi solo gioie, nessun dispiacere. Non ho idea di cosa ci sia scritto, ma qualunque cosa sia non riuscirà a cambiare i
miei sentimenti, non riuscirà a cambiare l’amore che provo per quel vampiro. La
cosa più stupida è che sono stata così ottusa da non rendermi conto di quello
che provavo, ho dovuto ascoltare le parole di Marcus per rendermi conto di
qualcosa che già sapevo, il motivo per cui non mi sono
mai concessa a nessuno. E pensare che qui, ci hanno
provato tutti con me, eppure io non ho mai provato nulla per nessuno, nulla più
del semplice affetto. Non sono mai riuscita a lasciarmi andare con nessuno e
non mi spiegavo perché, era come se, a me, fosse stato concesso solo il dono di
voler bene e non quello di amare se non mia figlia.
Non ho mai guardato nessun uomo con il desiderio di averlo per me, e questo
solo perché ero già innamorata, ma non me ne rendevo
bene conto. Adesso mi spiego molte cose, soprattutto mi spiego
molte parole di Demetri e Felix, loro che sapevano la verità. Felix mi ha
sempre detto di trovarmi bellissima, e ha provato solo una volta a ronzarmi
intorno, ma ha subito capito che non avrebbe cavato un ragno dal buco. Da quella
volta si è limitato ad essermi solo amico. E adesso che conosco
la verità molte delle sue parole, avevano un senso. Demetri, invece, sembra non
voler capire, mi gira sempre attorno, vorrebbe da me
quello che io non potrò mai dargli, eppure lui non demorde, non si arrende e,
per questo, spesso è fastidioso. Una volta, dopo l’ennesimo piano di
corteggiamento fallito, mi disse qualcosa che mi colpì molto e che mi fece
pensare che forse avrebbe smesso di provarci. Mi sbagliavo, perché dopo un mese
tornò alla carica. Comunque, quelle parole mi
colpirono molto. E, questo, perché lui sapeva.
INIZIO FLASBACK
- Demetri non
insistere, sai che ti voglio bene, ma nulla di più. Posso solo esserti amica –
gli dissi cercando di essere il più sincera possibile.
- Potresti
almeno provarci, alla fine provare non costa nulla, magari, poi, un
giorno, potresti accorgerti di amarmi – mi disse lui per cercare di convincermi.
- Sai che l’amore non
fa per me. Io non sono capace di amare – gli risposi
cercando di non sembrargli troppo turbata dalle mie stesse parole. Non sapevo
perché, ma parlare dell’amore mi metteva addosso una
strana sensazione.
- Bella, non sai quanto
ti sbagli. Tu sai meglio di tutti noi cosa sia l’amore, tu l’amore
c’è l’hai dentro e un giorno te ne renderai conto tu stessa. Spero, però, che
quel giorno capirai che, ormai, è tardi e che quel treno è passato e tu,
nonostante sei riuscita a prenderlo, hai sbagliato fermata. Ti toccherà
prenderne uno nuovo e spero che, quel giorno,
deciderai di prenderlo con me. E stai sicura che io non permetterò di farti
sbagliare la fermata, e se questo accadrà lo stesso, beh io mi fermerò con te –
mi disse lui con assoluta convinzione, era certo di quello che stava dicendo.
FINE FLASBACK
Quel
giorno uscì dalla mia stanza senza nemmeno darmi il tempo di dirgli qualcosa. Forse, fu meglio così, perché a dire il vero non sapevo proprio cosa
rispondergli. Adesso, che conosco la verità, capisco cosa voleva dire
con le sue parole. Basta con i ricordi, è ora di scoprire cosa c’è scritto in
questo foglio. Non appena la apro un buonissimo odore colpisce il mio olfatto,
una fragranza che, se pur non ricordo di aver sentito, riconosco perfettamente:
miele, lillà e sole. Probabilmente è l’odore della carta, una carta profumata. Provo ad odorarla, ma essa non ha nessun
odore, eppure, grazie al mio olfatto da vampira, riesco a sentire questa
leggera fragranza, forse, appartiene a qualcuno che ha toccato la lettera.
Eppure nessuno dei tre Volturi, ne tanto meno Demetri
e Felix profumano di miele, lillà e sole. Forse, allora, questo è l’odore del
mio vampiro, del vampiro che tanto amo. Mi chiedo come
sia possibile che dopo tutti questi anni riesca a sentire questa fragranza,
forse, ci riesco grazie alle qualità sovrumane di noi vampiri, una fra tutte il nostro olfatto sopraffino. Una cosa è certa:
questo è l’odore più buono che io abbia mai sentito.
Con titubanza giro la lettera nel verso giusto e, dopo aver notato la
calligrafia elegante e perfetta inizio a leggere.
“Bella, amore mio, quando troverai
questa lettera io sarò ormai lontano e, forse, tu ti sarai già dimenticata di
me. Una parte di me spera che non leggerai mai queste mie parole perché, forse,
sarà più facile, per te, andare avanti sapendo che i tuoi sentimenti non sono,
o non erano, ricambiati, ma l’altra parte di me, quella più forte, spera che
tu, invece, un giorno, troverai questa lettera e leggerai queste parole cariche
di amore per te. Si Bella hai
capito bene, ti amo con tutto me stesso, ma per quanto io sia una creatura di per
sé egoista non posso non curarmi della tua felicità e del tuo futuro. Tu meriti
molto più di quello che posso darti io, meriti una persona che stia al tuo fianco senza la paura di farti del male o di
metterti in pericolo, meriti una persona che ti possa offrire il dono più
prezioso per una donna, quello di diventare madre, un dono che io non potrei
mai darti, meriti di conservare la tua anima e di continuare la tua vita. Le
parole che ti ho detto prima di andarmene non erano la
verità e mi chiedo come tu mi abbia potuto credere. Come hai potuto pensare che
io non ti amassi più, che non ti volessi più con me?
Il mio desiderio più grande sarebbe quello di vivere per l’eternità con te, ma
non posso e non voglio privarti della tua anima. Lo so,
tu sei sempre stata d’accordo con mio padre ritenendo che anche noi, esseri
dannati, possediamo un’anima, e per questo, di sicuro sentendomi dire questo avrai già messo il broncio, come facevi sempre, ma anche se
è vero che possediamo un’anima io non posso permettermi di macchiare la tua.
L’amore che provo per te non cesserà mai di esistere, lo porterò con me fino
alla fine della mia dannazione, mi seguirà per l’eternità, un’eternità orribile senza di te, la mia luce in questa mia
vita oscura. Una cosa è certa: il tuo posto non lo prenderà mai nessuno perché
ti amo troppo perché questo possa accadere e
egoisticamente spero che anche il tuo cuore mi apparterrà per sempre, ma voglio
la tua felicità e per quanto mi faccia male il solo pensiero spero che troverai
qualcuno capace di renderti felice allo stesso modo in cui sei riuscita a
rendermi tu. Ti porterò sempre nel cuore perché nel periodo in cui siamo stati
insieme hai reso la mia non-vita bella da morire. Anche
tutta la mia famiglia ti porterà sempre nel cuore e ti sarà sempre grata per le
emozioni che mi hai fatto provare e perché hai permesso loro di conoscere una
parte del loro figlio e del loro fratello che in un secolo non avevano mai
conosciuto. Tutti ti vogliono bene e sono dispiaciuti della decisione che ho
preso, ma questa era l’unica cosa che potevo fare per
permetterti di vivere una vita normale. Comunque
adesso ti lascio, non prima, però, di averti detto che ti amo totalmente ed
incondizionatamente. Mi mancherai, ma spero che riuscirai ad essere felice
anche senza di me. Ah, quasi dimenticavo, la mia natura non mi permette di
avere un cuore che batte, ma per te l’ha fatto e visto che adesso tu non sei
più al mio fianco non ne ho più bisogno, per questo lo
lascio a te, e, anche se è una contraddizione a quello che ti ho detto, spero
che tu te ne prenderai cura. Un bacio
tuo per sempre Edward…”
Ero
senza parole, come avevano potuto tenermi nascosta questa lettera per 25 anni?
Una lettera dove c’erano tutte le risposte alle mie domande e a quelle di
Renesmee, una lettera dove era espresso in modo chiaro tutto l’amore che il
padre di mia figlia provava per me. Edward, finalmente potevo chiamarlo per
nome, finalmente conoscevo il suo nome, il suo
fantastico nome. Lui, mi amava tantissimo, se ne era
andato solo per permettermi di vivere una vita normale. Aveva sofferto quanto
me, e pensare che non era servito a niente. Io era diventata lo stesso una vampira. Forse era già stato
scritto nel destino, lo stesso destino che poi ci
aveva separato, non prima, però, di averci concesso un miracolo, Renesmee.
Adesso mi chiedo dove sia, che fine abbia fatto. Nella lettera ha scritto che
mi avrebbe amato sempre, chissà se era vero, chissà se ancora mi ama. Magari a
quest’ora penserà che l’ho dimenticato, che mi sono
fatta una vita, o, che, invece, sono già morta. Vorrei tanto rincontrarlo,
anche solo per vedere la sua faccia, per sapere come è
continuata la sua vita, per conoscere la sua famiglia, quella famiglia che lui
dice tanto mi amava, ma soprattutto vorrei rincontrarlo per fargli vedere il
nostro miracolo, per fargli vedere la nostra Renesmee. Chissà se sarebbe
contento di sapere di avere una figlia, di sapere che, nonostante fosse praticamente impossibile, lui è riuscito a procreare un
figlio. I miei pensieri vengono interrotti
dall’ingresso di Renesmee nella mia stanza. Mi guarda sorpresa, chissà, in
questo momento, qual è l’espressione sul mio volto, e chissà quale sarà la sua
espressione non appena gli racconterò tutto.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 8
C’E’ SEMPRE UNA SPERANZA
Renesmee
mi guarda sempre più stupita, di sicuro avrò addosso un’espressione
da ebete. Conosco troppo bene mia figlia, di sicuro di starà
chiedendo cosa è successo. E’ ora di dirgli la verità.
-
Edward – gli dico mentre mi guarda con quegli occhioni
color cioccolato.
-
Cos’è successo mamma? Hai una faccia strana. Non ti ho
mai visto così, e poi chi è questo Edward, non sarai
mica impazzita? – mi dice con fare preoccupato.
Non
posso fare a meno di sorridere, prima di rispondergli, è così buffa quando mi guarda così.
-
Edward è il nome di tuo padre – dico tutto d’un fiato.
-
Ma che stai dicendo? Non riesco a
capire – mi dice, questa volta, con tono stupito.
-
Amore mio, hai capito benissimo, invece. Avresti fatto qualunque cosa pur di
conoscere qualcosa, anche banale, di tuo padre. Ebbene
ti sto accontentando, il suo nome è Edward – gli dico cercando di essere il più
chiara possibile.
-
Mamma, tu non hai mai ricordato niente della tua vita passata, tanto meno di
mio padre. Come fai adesso a sapere con certezza quale sia
il suo nome? C’è qualcosa che non mi hai detto,
oppure, semplicemente, hai cominciato a ricordare? – mi chiede curiosa e
stupita allo stesso tempo.
-
Nessuna delle sue cose, amore. Sai benissimo che se avessi saputo qualcosa te
l’avrei detto subito, anche perché è impossibile
mentirti, visto che con il tuo potere riesci a penetrare nella mia mente,
nonostante il mio scudo. So che non lo fai mai, per lasciarmi la mia privacy, ma quelle poche volte che l’hai fatto ti saresti
accorta se c’era qualcosa che non ti dicevo, invece, questo non è avvenuto,
proprio perché non ti ho mai nascosto niente – gli dissi con tutta la sincerità
possibile, non volevo che pensasse che gli avevo tenuto nascosto qualcosa,
soprattutto qualcosa di così importante.
-
Si, mamma, hai ragione. So che non mi nasconderesti mai niente, ma allora come
fai adesso a sapere questo? – mi chiese curiosa.
-
C’è qualcosa che i tre Volturi, Demetri e Felix mi
hanno tenuto nascosto per tutto questo tempo, e, oggi, hanno riunito tutti in
salone per raccontarmi tutto. Volevano che anche gli altri sapessero visto che
tutti mi vogliono bene qui dentro, o, almeno, così mi hanno
detto – gli dissi cercando di utilizzare le parole più appropriate per
non turbarla troppo. Del resto avevano mentito a me, così come a lei.
-
E allora perché non hanno aspettato che rientrassi
anch’io al castello, prima di raccontarti tutto? Se è
una cosa che riguarda mio padre, io avevo il diritto di essere lì prima ancora
degli altri – disse cercando di trovare da sola una risposta a quella domanda.
-
Beh non l’hanno fatto perché avevano paura della tua reazione, ancora più della
mia. Loro potevano darci qualche informazione che noi
non avevamo, e se, mi avessero detto tutto poco dopo la mia trasformazione,
saremmo potuti andare a cercare tuo padre, non sarebbe stato certo facile, ma
di sicuro lo sarebbe stato molto più di ora. Adesso è passato troppo tempo,
sarebbe praticamente impossibile trovarlo, visto che,
comunque, loro non hanno idea di chi sia questo Edward. Avevano paura che tu
potessi ritenerli il motivo per cui sei cresciuta
senza un padre – gli dissi in modo risoluto.
-
Cioè, fammi capire. Se loro ti avessero detto prima
quello che invece ti hanno detto ora, io avrei avuto
la possibilità di conoscere mio padre, e, forse, di crescere, anche, insieme a
lui? – mi disse un po’ stizzita.
-
Si Renesmee. Ci sarebbe potuta essere questa possibilità. Se
me lo avessero detto subito sarebbe stato più facile trovarlo, adesso è passato
troppo tempo. Non abbiamo idea di dove cercarlo, considerando che non sappiamo
neppure quale sia il suo volto – gli dissi dispiaciuta
più che mai.
-
E chi ti dice che lui mi avrebbe voluto? Cosa ti fa credere che lui sarebbe stato disposto a
crescermi? Magari lui sapeva di me, ma se ne è
infischiato lo stesso, o, forse, ti ha lasciata proprio perché sapeva della mia
esistenza. Chi ci dice che ci avrebbe volute? – mi
disse sempre più arrabbiata. Non sapeva nemmeno lei con chi prendersela, se con
i Volturi che ci avevano tenuto nascosto tutto ciò, se con Demetri e Felix a
cui lei era particolarmente affezionata, se con suo padre o se, addirittura,
con sé stessa.
-
Edward mi amava, mi amava tanto. Non mi ha lasciato per te, lui nemmeno lo sapeva. Mi ha lasciato per permettermi di vivere una vita normale, non voleva
farmi diventare un mostro. Il suo desiderio era stare con me per l’eternità, ma, secondo lui, sarebbe stato troppo egoista da
parte sua condannarmi alla dannazione eterna. Preferì soffrire e lasciarmi,
piuttosto che continuare una storia impossibile, una storia
in cui rischiava di farmi del male o di mettermi in costante pericolo. Mi ha
lasciato perché non voleva trasformarmi, ma mi amava, mi amava
di un amore incondizionato. Ha messo da parte la sua felicità, per lasciarmi la
mia, perché, pur se sapeva che lasciandomi mi avrebbe reso infelice, era
convinto che con il tempo avrei trovato qualcun altro che mi avrebbe reso
felice, qualcun altro umano come me, che mi avrebbe permesso di fare tutto ciò
che gli umani possono fare, fra tutti diventare madre, cosa che, secondo la sua
opinione e quella di tutti i vampiri del mondo, con lui non era possibile. Si
sbagliava, ma questo chi poteva saperlo? Nessuno. Quindi, sono sicura che se avrei saputo prima quello che mi hanno detto solo ora, oggi
noi non saremmo qua. Tu avresti avuto un padre che ti amava e io, beh io avrei
avuto a fianco l’uomo che amo più di ogni cosa – gli
dissi con fermezza.
Ero
sicura di quello che stavo dicendo. Dopo aver letto la sua lettera avevo la
certezza dell’amore che lui aveva provato per me, ma adesso, adesso era troppo
tardi. Quando terminai di parlare, la mia bambina
stava piangendo, e, in quel momento, la invidiai, perché anch’io in quel
momento avevo tanto bisogno di versare delle lacrime, ma la mia natura non me
lo permetteva.
-
Mamma, guardandoti capisco che quello che mi hai detto lo senti davvero. Parli
come se tu ricordassi quell’amore. Cosa ti ha fatto capire che lui ti amava così tanto? – mi disse lei tra una lacrime
e l’altra.
-
Questa lettera, Renesmee, la sua lettera, quella che mi è
stata tenuta nascosta per 25 anni – gli disse triste come non mai.
-
Posso leggerla? – mi chiese titubante.
-
Certo tesoro, ma prima voglio che tu sappia quello che mi hanno
raccontato i Volturi, e voglio che tu sappia ogni minimo particolare, per
questo preferirei che tu penetrassi nella mia mente per rivivere quel momento –
gli dissi sperando che lei potesse accontentarmi.
Non
voleva mai farlo, diceva che se mi era stato donato un
tale potere, significava pur qualcosa, significava che preferivo proteggere me
stessa dagli altri e non voleva che, per lei, le cose fossero diverse,
nonostante fosse mia figlia.
-
Mamma, sai che non mi piace usare il mio potere con te.
Preferirei se fossi tu a raccontarmi cosa è successo – mi disse
lei.
-
E io preferirei se, invece, tu lo facessi da sola.
Così sapresti con assoluta certezza cosa è accaduto – gli dissi cercando di essere convincente.
-
Ok mamma, ma solo per questa volta – mi disse dispiaciuta. Era
più forte di lei, non voleva assolutamente usare il suo potere con me.
Appoggiò
la mano sul mio volto e sfruttò una parte del suo potere, quello opposto al
mio. Mi lesse tutti i pensieri, tutto ciò che era accaduto solo poche ore
prima. Appena terminò mi guardò sconvolta, era senza parole, proprio come me quando avevo ascoltato quelle parole.
-
Facevano bene ad avere paura della mia reazione. Non riuscirò a perdonarli mai.
Come hanno potuto stare in silenzio mentre tu soffrivi
così tanto? E pensare che credevo fossero cambiati, da
bambina li ricordavo persone senza cuore, ma poi con l’andar del tempo ho
cambiato giudizio su di loro. Non l’avrei mai dovuto fare – disse
lei arrabbiata, mentre stringeva con forza i pugni.
-
Non serve a nulla fare così, niente potrà cambiare ciò che è successo. E poi,
nonostante tutto questo, non bisogna dimenticare che gli dobbiamo essere grati
per averti permesso di venire alla luce. E questo,
vale più di tutto il male che ci hanno fatto dopo – gli dissi io per cercare di
convincerla a non reagire così, anche se ne aveva
tutte le ragioni.
-
Tu sei troppo buona, mamma. Non riesci mai a vedere del
cattivo negli altri, tu non sei capace di portare rancore. A volte
vorrei essere come te – mi disse lei con quel sorriso
sghembo che tanto amavo. Ne avevo proprio bisogno, e,
forse, lei se ne era resa conto.
Rimanemmo
in silenzio per non so quanto tempo, fino a quando lei
decise di interromperlo.
-
Mamma, adesso che so cosa è successo oggi, ti dispiacerebbe se leggessi la
lettera di Edward? – mi disse lei aspettando ansiosa
la mia risposta.
-
Certo che no, tesoro. Puoi leggerla tutte le volte che vuoi – gli dissi sorridendo.
Presi
la lettera ancora aperta, la portai al volto e ne annusai
ancora quella fragranza, quella fragranza che era diventata come una droga per
me. Dopodichè la passai a Renesmee, che prontamente la prese e iniziò a
leggere. Dopo aver letto solo pochi righi delle lacrime cominciarono a sgorgare
dai suoi occhi, fino a raggiungere le sue guance
inumidendole. Cercava di smettere di piangere, ma invano, le
lacrime non volevano proprio smetterla di uscire. Ad un certo punto si
fermò e mi guardò.
-
Mamma è bellissima, – mi disse mentre cercava di
asciugarsi le lacrime che continuavano a scendere copiose – ma sei sicura che
posso leggerla? E’ molto personale, e tu sai che non mi piace invadere la tua privacy.
-
Certo che puoi leggerla, tesoro. Magari ti aiuterà a capire un po’ come era fatto Edward, a me è servito leggerla – gli dissi
cercando di tranquillizzarla.
Mi
fece un sorriso e si rimise a leggere, mentre altre lacrime scendevo
sul suo volto. Appena ebbe finito, prese il foglio, e,
come avevo fatto poco prima io, se lo portò al viso per annusarne l’odore. Poi
lo posò sulla scrivania.
-
Miele lillà e sole – disse sicura – è un odore
buonissimo, e non è la carta. Forse, è l’odore di Edward.
-
Si amore, anch’io penso sia così. Questa fragranza è
diventata una droga, da quando ho aperto la lettera e
sentito questo odore non faccio altro che annusarlo continuamente – gli dissi
ricordando quella fragranza inconfondibile.
-
Mi piacerebbe incontrarlo, o per lo meno, conoscere il suo volto – mi disse lei, mentre cercava di asciugarsi il viso.
-
Piacerebbe anche a me – gli risposi triste.
-
Deve essere una persona speciale come te. A scritto delle
parole molto belle e dolci. Dovevate essere molto
innamorati, lui lo era tantissimo. Da quello che ha scritto sembrerebbe
che avrebbe donato la sua vita per te – mi disse lei
triste quanto me.
-
Anch’io l’avrei fatto. Lo amavo
tanto, troppo forse – gli risposi.
-
Non è mai troppo. Eppure un amore come il vostro non
può essere finito così. Ci dovrebbe essere il lieto fine,
come tutte le storie che si rispettino, come tutte le storie che mi leggevi da
piccola – mi disse, cercando di infondermi un po’ di speranza. Quella che mi
serviva, ma che non avevo.
-
Tesoro, quelle erano solo fiabe, storie di principi e
principesse, di fate ed eroi. Noi non siamo nulla di tutto questo. Noi siamo i
mostri, i mostri di quelle fiabe, e per quelli come noi non c’è il lieto fine – gli dissi io con tutta la sincerità che potevo.
-
Non è vero, mamma, c’è sempre una speranza. L’amore
trionfa sempre, e se il vostro è vero amore, allora, un giorno, vi
rincontrerete e avrete il vostro lieto fine. E’ vero,
la nostra natura ci porta ad essere considerati come i
cattivi, ma non tutti noi lo siamo. Non abbiamo mai
ucciso nessuno, non ci siamo mai comportati come dei veri vampiri. Noi
abbiamo un’anima, lo dicevi tu stessa quando eri
un’umana, non faremmo mai del male a nessuno. Ci nascondiamo dietro la nostra
natura, ma sappiamo che questa non ci appartiene. Noi non siamo
vampiri, siamo semplicemente immortali. Viviamo come tutti gli esseri
umani, ci nutriamo di sangue animale, così come loro si nutrono della carne
animale, noi uccidiamo gli animali esattamente come fanno gli umani, non diamo fastidio a nessuno, rispettiamo gli altri, abbiamo un
autocontrollo pazzesco, non torceremmo un capello a nessuno. L’unica differenza
che c’è con gli umani è che noi vivremo per l’eternità, mentre loro no. Quindi,
mamma, dimmi perché tu non dovresti meritarti il lieto fine,
dimmi perchè, anche tu, non ti meriti la felicità come tutti gli altri – mi
disse lei come se stesse dicendo la cosa più ovvia in assoluto.
-
Renesmee non è così semplice. Noi siamo degli essere dannati,
e per quanto possiamo vivere come gli umani, non saremmo mai come loro.
Possiamo fare tutto il bene possibile, ma rimarremmo
sempre delle creature mostruose, i predatori più pericolosi al mondo. Possiamo
avere tutto l’autocontrollo possibile, ma nessuno ci darà mai la sicurezza che,
un giorno, il nostro istinto non possa prevalere sulla
ragione. E se questo dovrebbe accadere sai benissimo cosa
resterebbe degli umani. Guarda me, per esempio, cosa ho di diverso
rispetto a tutti gli altri vampiri? Solo gli occhi. Quelli degli altri sono cremisi, mentre i miei sono di un colore ocra più scuro
di una caramella e con riflessi dorati. Per il resto non cambia nulla. A
cospetto di un umano io sono un mostro come tutti gli altri, mi
differenzierebbero solo per il colore dei miei occhi, per il resto, nessuno si curerebbe di sapere come trascorro la mia vita da vampira.
Avrebbero paura di me così come degli altri. Nelle fiabe che ti ho letto da
piccola, i mostri venivano uccisi dagli eroi. Erano
gli eroi ad avere il lieto fine, non i mostri. Ti
ricordi una sola tra le migliaia di fiabe che ti ho letto in cui è stato il
mostro, il cattivo ad avere il lieto fine? No,
Renesmee, non c’era nessuna storia che finiva così. Il nostro destino è segnato
nel momento in cui il veleno entra a circolare nel nostro sangue. Quella è la nostra
fine. L’amore non è fatto per i vampiri, l’amore non è fatto per i mostri, per
quelli come noi non c’è nessun lieto fine – gli dissi
con una tristezza mai provata prima.
-
Ti sbagli, mamma, e quando ritroverai Edward te ne renderai conto. Per adesso
vedi tutto nero, ma non sarà così per sempre. Anche tu
sarai felice vicino alla persona che ami, e io vicino al padre che non ho mai
conosciuto. Se fosse vero quello che hai detto, tu non
saresti stata in grado di amare, una volta trasformata avresti dimenticato
questo sentimento e adesso leggendo questa lettera ci rideresti su, invece non
lo fai. Soffri perché vorresti avere a fianco la persona che ti ha rubato il
cuore. Se i vampiri non fossero capaci di amare tu non
soffriresti per questo, e ti dirò di più, se a quelli come noi non fosse
concesso di amare Edward non avrebbe mai potuto amarti come ha fatto, invece, è
successo. Ti amato più di ogni altra cosa al mondo, e
ha messo in secondo piano la sua felicità per darti un futuro migliore. Se questo non è amore, allora cos’è? Pensa ciò che vuoi,
mamma, ma quando ti ritroverai tra le braccia di colui che
ami, allora saprai che io ho ragione, anche se sono sicura che tu già lo sai,
ma il dolore che provi adesso è talmente forte da non farti vedere lucidamente
le cose – mi disse lei con aria serena.
-
Forse hai ragione tu, chissà, ma noi adesso non possiamo
sapere se lui ancora mi ama. Sono passati tanti anni, troppi, e probabilmente
si sarà dimenticato di me, si sarà fatto una nuova
vita – gli dissi convinta di quello che stavo dicendo. Forse, speravo che
avrebbe detto qualcosa che poteva rincuorarmi.
-
Ma cosa stai dicendo? Ti ha dato di volta il cervello?
Ma ti senti? Non mi sembri nemmeno tu. Quello vostro è
il vero amore, si capisce da come tu sei innamorata pur non sapendo di chi, e
da quello che ha scritto lui. Le sue parole dimostrano che il suo è vero amore,
quello che non si dimentica. Mi meraviglio come tu non
possa accorgertene. Sono sicuro che lui non ti dimenticherà mai e ti amerà per
sempre, anche se ti crede, ancora, una fragile umana, o, un cadavere ormai
corrotto dal tempo – mi rispose con convinzione,
sembrava che quelle parole gli fossero state dettate da lui, perché era troppo
convinta di quello che diceva.
-
Lo spero tanto – gli dissi – mi chiedo solo cosa ti fa
essere tanto sicura di questa cosa – conclusi.
-
Chiamalo intuito se vuoi – mi rispose – o, semplicemente, ricorda che stiamo
parlando di colui che mi ha generato – concluse
donandomi il suo sorriso sghembo, che io prontamente ricambia con una risonante
risata. Riusciva sempre a farmi ridere, anche quando la situazione era pesante,
come in questo momento.
-
Ah mamma? L’ho preso da lui. – mi disse rivolgendomi di nuovo quel sorriso
sghembo.
-
Che cosa tesoro? – gli risposi un po’ confusa. Non
avevo idea di che cosa stesse parlando.
-
Il mio sorriso sghembo, come lo chiami tu, sono sicura
che l’ho preso da lui – mi disse tutta raggiante, mostrandomi nuovamente quel
sorriso.
Non
potei fare a meno di sorridere anch’io, mentre la guardavo, e di colpo i nostri
sorrisi si trasformarono in una fragorosa risata che risuonò per tutta la
stanza. Era riuscita a stemperare la tensione anche in quella situazione, e a
portare l’armonia di sempre.
Spazio autore:
Ringrazio
tutti coloro che hanno letto la mia storia e coloro
che hanno recensito. Ringrazio anche chi l’ha messa tra i preferiti e chi
invece tra le seguite. Spero che questo capitolo vi piacerà.
Recensite, un bacio.
Volevo
rispondere a:
- marco:
ti posso anticipare che ho scritto la storia in modo diverso da come l’hai
immaginata tu, anche se comunque la tua è un’idea
interessante, ma parte dei capitoli sono già stati scritti. Comunque grazie dei
commenti.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 9
DECISIONE IMPORTANTE
Passò
una settimana da quel giorno e l’unica persona con cui parlavo
era Renesmee. Mi rifiutavo di parlare con gli altri, so
che non erano tutti responsabili, ma non riuscivo più a fidarmi di nessuno, se
non di mia figlia. Ero uscita dalla mia stanza solo una volta per andare a
caccia, ne avevo bisogno. Quel giorno evitai di parlare con tutti, e per la seconda volta in una
settimana, vedere quei volti tristi a causa mia mi rendeva soddisfatta.
Mi presi questa settimana come periodo per riflettere,
per capire cosa farne della mia vita, se continuare come se nulla fosse
successo o se, invece, fare qualcosa per cambiare le cose. In questo mi era
servito molto parlare con Renesmee. Grazie a quello che mi aveva detto avevo
finalmente capito cosa dovevo fare. Mi venivano in mente le ultime parole che
mi aveva detto la sera precedente prima di andare a
letto. “Mamma, mi hai insegnato fin da
bambina che bisogna fare di tutto per essere felici.
Mi hai detto che per poterlo essere bisogna cercarla
la felicità e non aspettare che essa bussi alla nostra porta, perché questo
potrebbe non accadere mai.Bene, adesso
quelle stesse parola che mi hai ripetuto da quando
sono nata te le ripeto io a te. La felicità è qualcosa di troppo importante per
una persona, non stare ferma ad aspettarla, non arriverà, ma alzati e valla a
cercare. Se non la troverai pazienza, però saprai che
ci hai provato, se, invece, non provi nemmeno a cercarla, un giorno, te ne
pentirai e, quello stesso giorno, ti sentirai davvero un mostro. E’ passato
tanto tempo, non farne passare altro, perché poi potrebbe
essere tardi. Corri, provaci, rischia, solo così ti
sentirai a posto con la coscienza. Lo so che c’è solo una possibilità su un
milione di farcela, ma c’è, quindi, non sprecarla. Qui è tutto facile ed è
rischioso andare via, ma se c’è la possibilità che tu sia felice, beh devi
correre questi rischi e io li correrò con te”Sapevo
cosa dovevo fare. Dovevo cercare la mia felicità e dovevo
farlo subito. Non c’era più tempo, ne avevo sprecato
fin troppo. Mi catapultai nella doccia, avevo bisogno
di rilassarmi un po’. Stemperai il getto di acqua in
modo che fosse calda. Era una sensazione piacevole l’effetto che l’acqua calda
faceva sul mio corpo ghiacciato, mi rilassava parecchio. Non so quanto tempo
passò prima che uscissi, ma non appena lo feci mi vestì
e corsi a svegliare Renesmee. Mia figlia era, invece, già sveglia e seduta sul
suo letto parlava con Alec e Jane. Mi aveva raccontato
che entrambi stavano male per la situazione che si era
creata. Pensavano di aver perso un’amica senza che avessero
fatto nulla. Avevano chiesto a Renesmee, di intercedere per loro, di
convincermi che se loro lo avessero saputo me l’avrebbero detto, anche a costo
di mettersi contro Aro, Caius e Marcus. In fondo, avevano ragione, loro insieme
agli altri non ne sapevano niente, ne erano rimasti
sconvolti quanto me, quando avevano appreso la notizia. Dovevo chiedergli scusa,
per il mio comportamento nei loro riguardi. Renesmee, a
differenza mia, se l’era presa solo con chi di dovuto, mentre con gli altri si
era comportata come sempre. Almeno lei, non aveva sbagliato. Quando entrai in stanza, Renesmee fece finta di niente,
mentre Alec e Jane si voltarono e mi sorrisero, contenti che finalmente fossi
uscita dalla mia stanza.
-
Buongiorno ragazzi – dissi sorridendo.
-
Ciao Bella – disse Jane contenta.
-
Siamo contenti di vederti – continuò Alec, mentre Renesmee mi fece un sorriso
come per dirmi che stavo facendo la cosa giusta. Aveva
già capito che intendevo scusarmi con loro.
-
Come mai già sveglia tu? – dissi a mia figlia.
-
E tu come mai già in giro a quest’ora? – controbatté
lei.
-
Se era un modo per deviare la mia domanda non ci sei
riuscita – gli dissi di rimando sorridendo.
-
Questo è tutto da vedere – mi rispose anche lei
sorridendo. Aveva capito che ero più tranquilla.
-
Sto ancora aspettando una risposta. Di solito a quest’ora sei
ancora nel mondo dei sogni – gli dissi. In effetti era
strano che fosse già sveglia e vestita alle 7 delle mattino.
-
Diciamo che stanotte non devo essere stata molto
simpatica a Morfeo – mi disse sorridendo – mi ha fatto fare un incubo.
-
Diciamo, invece, che come scusa è poco credibile, potevi
inventarne una migliore. Comunque faccio finta di
crederci – gli risposi. Era ovvio che una bugia.
-
Colpita e affondata – disse Alec guardandola.
-
Grazie mille, eh – gli disse lei guardandolo. Poi rivolgendomi a me disse – Ok era una bugia. Stanotte non avevo sonno e così ho
chiamato i ragazzi per farmi compagnia.
-
E ci voleva tanto a dirlo – gli risposi io lasciandola
interdetta. Si aspettava che la rimproverassi, come facevo di
solito tutte le volte che decideva che era meglio non dormire, ma
stavolta non era così.
-
Pensavo ti saresti arrabbiata un po’. So che non vuoi
che passi tutta la notte sveglia – mi rispose.
-
Non ho mai detto questo. Ti ho solo detto che anche se
il tuo corpo non necessita di dormire molto, almeno un tre, quattro orette non
ti farebbero male. Per me, puoi dormire anche il giorno e la notte no, non ha
importanza, basta che, però, un po’ lo fai. Stavolta nessun rimprovero, visto
che avevi dormito ieri pomeriggio – gli risposi convinta.
-
Veramente non l’avevi mai messa in questo modo. Comunque,
ormai, hai detto così e qui ho 2 testimoni, quindi, la prossima volta che ti
arrabbi perché non dormo la notte, mi avvalgo di loro – mi disse ridendo.
-
Ok, hai ragione. Non l’ho mai messa in questo modo, ma ho cambiato idea. Quindi da adesso sarà così – dissi troncando il discorso.
Tutti
e tre scoppiarono a ridere e io insieme a loro.
Adesso, però, era arrivato il momento delle scuse.
-
Comunque ragazzi volevo chiedervi scusa per il mio
comportamento in quest’ultima settimana. So di aver sbagliato ad aver evitato
anche voi, ma ero solo arrabbiata e preferivo stare da
sola. Non volevo prendermela con voi, so che non c’entrate nulla, ma diciamo che non sono stata troppo lucida in questi giorni
per poterlo capire – gli dissi con tono dispiaciuto.
-
Non c’è bisogno che ti scusi, Bella, per noi non è successo niente – mi disse Alec.
-
Al tuo posto sono sicura che anche noi avremmo reagito
in quel modo, anzi, forse, peggio. Quindi tranquilla,
è tutto ok – continuò Jane.
-
Mi fa piacere che la pensiate così – gli risposi io e
subito mi sentì stritolare in un abbraccio, che prontamente ricambiai.
-
Hey andateci piano che sono gelosa – disse Renesmee
all’improvviso.
Tutti
la guardammo e scoppiammo a ridere, del resto doveva
mettere la sua sempre e comunque. E io la adoravo
anche per questo. Passammo un po’ di tempo a parlare, ridere e scherzare
allontanando definitivamente la tensione che c’era stata nei giorni precedenti.
Dopo un po’, mi ricordai del perché ero giunta come una furia nella stanza di
Renesmee. Dovevo comunicargli ciò che avevo deciso, ma preferivo parlare da
sola con lei e, solo dopo, affrontare anche gli altri.
-
Ragazzi vi dispiacerebbe se parlassi un attimo con
Renesmee da sola? Dovrei dirgli qualcosa di molto importante e preferirei farlo
a quattr’occhi con lei – dissi interrompendo quell’attimo
di pausa che si era creata.
-
Certo che no, vi lasciamo da sole – rispose Jane.
-
Ci vediamo più tardi – concluse Alec. E senza neanche darci il tempo di rispondergli erano già
andati via.
-
Cosa devi dirmi mamma? Mi devo preoccupare? – mi disse
Renesmee con un’espressione indecifrabile sul volto.
-
No tesoro. Volevo solo dirti che ho riflettuto molto
su quello che mi hai detto e ho preso una decisione. Spero solo sia quella più
giusta – gli dissi.
-
Lo spero anch’io – mi disse ansiosa di sapere cosa
avevo deciso.
-
Ti ho sempre detto che la felicità si deve andare a
cercare, che da sola difficilmente arriva. Beh, io ho gia
perso troppo tempo. E’ arrivato il momento, per me, di andarla a cercare. Spero
tu sarai dalla mia parte, perché da sola, non vado da
nessuna parte – gli dissi convinta di trovare in lei un’alleata.
-
E me lo chiedi anche? Mamma io verrei con te ovunque,
a maggior ragione se dobbiamo andare alla ricerca della felicità. Sono
strafelice che tu finalmente l’hai capito. Ad essere sincera
non ci speravo più – mi disse felicissima.
-
Bene amore, adesso toccherà dirlo agli altri e non so come si metteranno le
cose – gli dissi un po’ preoccupata.
-
Tranquilla mamma, andrà tutto bene – mi disse con aria
rassicurante.
-
Me lo auguro scricciolo – gli risposi e la abbraccia.
Adesso,
dovevamo solo dirlo agli altri e poi il resto sarebbe venuto
da solo. O almeno era questo quello che speravo.
Risposte alle recensioni:
- Crazyangel84: Ovviamente, come avrai dedotto dal capitolo,
Bella si è finalmente decisa a cercare il suo grande amore.
- nefertiry85: Ancora non so bene come falla terminare. La
storia è già scritta fino al loro incontro, ma credo
che la continuerò ancora un po’. Magari raccontando la nuova vita di Bella con
i Cullen. Comunque in seguito spiegherò bene come mai
Alice non ha visto nulla di Bella. Ti anticipo che all’inizio è stato Edward ha
chiedergli di non sbirciare nel suo futuro, poi quando
Alice si è decisa a farlo non ha più potuto a causa del potere di Bella. Nella
mia storia, infatti, Bella possiede uno scudo che la protegge anche da questo. La
sua mente è completamente chiusa.
- Uchiha_chan: Ti anticipo che non
utilizzerò Demetri per aiutare Bella nella ricerca di Edward.
In “New Moon”, Edward aveva un po’ spiegato come funzionasse il potere di Demetri dicendo che egli era un
segugio molto dotato, poiché riusciva a scovare le tracce dell’aroma, della
tonalità dei pensieri della preda e così poteva seguirla, ma nella mia storia
Edward e Demetri non si sono mai incontrati quindi il suo potere su di lui non
serve.
Un grazie a tutti quelli che recensiscono, a chi legge
solamente, a chi ha inserito la storia nei preferiti e a chi l’ha inserita
nelle seguite.
Un kiss
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 10
ANDARE VIA
Era
giunto il momento di parlare con gli altri, così, io e Renesmee, ci dirigemmo nel salone per poter parlare con loro.
Fortunatamente li trovammo tutti riuniti lì, probabilmente
Aro, Caius e Marcus stavano comunicando qualcosa alle guardie, perché a
parte me e Renesmee erano tutti lì. Da quando mi ero chiusa nella mia stanza non si erano permessi di disturbarmi, nemmeno per
comunicarmi gli aggiornamenti delle guardie, e li apprezzai per questo. Non appena
entrai insieme a Renesmee vidi i loro volti illuminarsi, forse pensavano che eravamo lì per chiarire la situazione, ma in realtà non era
così.
- Ciao
ragazze, che bello vedervi – disse Marcus tutto contento.
- Bella,
finalmente ti fai vedere, siamo contenti – continuò
Caius.
- Gradirei di essere chiamata Isabella – gli dissi con
risolutezza.
- Ma Bella, hai sempre odiato essere chiamata così – mi disse
Aro stupito.
-
Continuo a dire che gradirei essere chiamata Isabella
– gli dissi nuovamente.
- Ma perché scusa? – continuò Aro.
- Perché
certe confidenze non sono più gradite – gli risposi
senza problemi.
- Da
questo dovremmo dedurre che sei ancora molto arrabbiata con noi, vero? – mi
disse Marcus.
- Mi
sembra normale dopo quello che avete fatto – rispose
al mio posto Renesmee.
- Si hai
ragione. E vedo che non è passata nemmeno a te
l’arrabbiatura. Speriamo solo vi passi presto – disse
Caius con tono colpevole.
- Non
credo questo possa succedere. Comunque io non la
chiamerai arrabbiatura, ma solo forte delusione – risposi precedendo mia
figlia, che era già pronta a rispondere.
- Non
possiamo darvi torto. Sappiamo di aver sbagliato, ma se siete qua e avete deciso di parlarci un motivo ci sarà. Forse, in
fondo, avete capito che l’abbiamo fatto perché vi vogliamo bene – mi disse Aro.
- Forse
la nostra presenza qui, non è molto chiara. Se pensate siamo
venute qua per chiarire, vi informo che vi sbagliate. Siamo venute, per
comunicarvi la nostra decisione – dissi cercando di essere
più chiara possibile.
- Credo che
nessuno abbia capito cosa vogliate dire. Potreste spiegarvi meglio? – mi disse
Caius visibilmente confuso.
- Certo,
adesso mi spiegherò meglio. Io e Renesmee intendiamo
andarcene – gli dissi in modo breve e conciso. La mia affermazione non lasciava
spazio ad equivoci.
- Oggi, subito
dopo aver parlato con voi – continuò mia figlia.
Non
appena tutti compresero la notizia, nei loro sguardi c’era di tutto. In alcuni
si vedeva preoccupazione, in altri inquietudine, in
altri ancora colpevolezza, ma in tutti si poteva scorgere il dispiacere. Tutti erano ammutoliti, nessuno riusciva a parlare, a chiedere spiegazioni.
In me si stava facendo strada un’irritazione che avevo
cercato in tutti i modi di sopperire, ma, ormai, senza alcun risultato. Era
meglio sbrigarsi, prima che mi sarebbe uscita dalla bocca qualcosa di cui poi
mi sarei pentita, in fondo, era grazie a loro che mia figlia era accanto a me.
Questa era l’unica cosa che mi permetteva di non sputargli in faccia tutto
quello che pensavo di loro, ma, se non mi sbrigavo, con l’irritazione che avevo,
rischiavo di non riuscire a controllarmi.
- Vedo
con piacere che nessuno a niente da obiettare, quindi vogliate scusarci, ma noi
andremo a prepararci – dissi sapendo che forse era
l’unica cosa da dire per farli smuovere, per farli parlare.
- Aspetta
– si affrettò a dire Aro – era questo quello che
volevamo evitare. Sapevamo che dicendoti quello che sapevamo
saresti corsa a cercare quell’Edward – concluse.
- Punto
primo credo che mi abbiate già fatto aspettare pure troppo, punto secondo credo
tu non abbia nessun diritto di nominare Edward e punto terzo quello che farò da ora in poi saranno solo problemi miei – dissi con la
rabbia che scalpitava in me.
- Non era
mia intenzione offendere nessuno, quello che vogliamo è
che tu resti con noi. Siamo noi la tua figlia, non un vampiro di cui non
conosci nemmeno il volto. E poi chi ti dice che
andandolo a cercare, sempre ammettendo che tu possa trovarlo, lui ti voglia
ancora? Ti ricordo che sono passati 25 anni – continuò
a dire Aro.
- Innanzitutto mi sembra che nessuno qui abbia detto il motivo
per cui c’è ne andiamo. Chi andrò a cercare o cosa
farò una volta uscita da qui, ti ripeto, non sono più problemi vostri. Se sono
passati tutti questi anni lo devo solo a dei
vigliacchi come voi, quindi mi sembra superfluo dire che la colpa è vostra. Ah
un’altra cosa, forse la più importante, voi non siete la mia famiglia e non lo
sarete mai. L’unica famiglia che ho è Renesmee, mia figlia – gli risposi senza farmi problemi.
- Noi
capiamo che tu sei arrabbiata, e che lo sia anche Renesmee, ma andarvene sarebbe un errore madornale, perché quando la rabbia vi
passerà vi renderete conto che avete fatto uno sbaglio, uno sbaglio che noi
vorremmo impedirvi di commettere. Andandovene perdereste molto. Ragionateci– mi disse Caius.
- Sei
davvero sicuro che saremmo noi a perdere qualcosa? O,
invece siete voi che con la nostra partenza perdereste qualche cosa? – gli
dissi con tono arrogante.
- Ci
perderemmo tutti. Voi qui avete una casa, tutte le
comodità che vi servono, l’affetto di tante persone e andandovene perdereste
tutto questo, e noi perderemmo due persone alle quali vogliamo molto bene, due
persone che ci hanno permesso di cambiare – mi rispose Caius.
- Dite la verità, per una volta abbiate il coraggio di dire la
verità. Quelli che ci perdereste siete solo voi, ma non perdereste
quello che hai detto tu. Perdereste l’unico potere che vi assicura
l’inattaccabilità. Qui tutti possiedono poteri molto forti, grazie ai quali
potete vincere senza problemi, ma sapete che questi poteri non vi assicurano
l’invincibilità, poiché in una spedizione, nonostante i poteri dei ragazzi, c’è
il rischio che perdiate dei componenti validi. Con me,
invece, è sempre stato tutto fin troppo facile. L’unica cosa che dovevo fare
era espandere il mio scudo su tutto l’esercito, in modo
che
gli attacchi avversari fossero su di loro nulli. Io proteggevo loro e loro
attaccavano, semplice, ma efficace. La mia partenza
arrecherebbe danno al vostro esercito, al vostro potere, non a voi come persone
– conclusi io.
- E’ vero – mi disse Marcus – il tuo potere ci serve, più di
tutti gli altri. E’ il potere più importante che possediamo, ma tu sei più
importante di tutto questo. Una volta avresti avuto ragione nel dire che non volevamo che te ne andassi per il tuo potere,
ma adesso non vogliamo che tu vada perché ti vogliamo bene. Ti prego pensaci,
riflettici e resta con noi – concluse.
- Mi dispiace, la mia decisione è stata presa. Io e Renesmee c’è ne andiamo e voi non potete dire nulla per farci cambiare
idea, avete già fatto fin troppo – dissi con assoluta certezza guardando mia
figlia che mi appoggiava con lo sguardo.
- Sai
quali sono le regole – mi disse Caius dispiaciuto –
noi non possiamo obbligare nessuno a restare. Fare parte delle guardie deve
essere un atto volontario, ma se per te non è più così, niente e nessuno ti può obbligare a restare tra noi, anche se ci farebbe enorme
piacere se tu e tua figlia restasse. Vedo, però, con mio sommo dispiacere, che
non avete nessuna intenzione di farlo. Abbiamo
sbagliato e ne pagheremo le conseguenze. Possiamo solo augurarci, che lì fuori
tu possa trovare la felicità che cerchi, ma se così non sarà sappi che qui, tu
e tua figlia, sarete sempre le benvenute – concluse.
- Una
cosa che vi chiediamo, però, è di aspettare almeno un giorno
prima di partire, chissà, magari, potreste cambiare idea. Accontentateci
almeno in questo. Partite domani, è l’ultimo favore che vi chiediamo – mi disse Aro.
- Va
bene, partiremo domani mattina, non più tardi, sia chiaro
– gli dissi con fermezza, per fargli capire che, pur rinviando la partenza di
un giorno, non sarebbe cambiato nulla.
- Ma mamma, perché? Avevamo deciso di partite oggi, perchè
questo cambio di programma? Dopo quello che hanno
fatto noi non gli dobbiamo più niente – mi disse mia figlia sbalordita della
mia decisione.
-
Renesmee ci hanno chiesto un favore, è giusto
accontentarli. Abbiamo vissuto con loro 25 anni, 25 anni
sono tanti e non è giusto cancellarli di punto in bianco – gli dissi cercando di
farla ragionare.
- Si certo come no. Abbiamo vissuto con loro 25 anni, 25 anni
in cui non hanno fatto altro che raccontarci bugie. Loro per noi non hanno
fatto niente. Ci hanno fatto vivere in questa casa così come a tutti gli altri,
forse, rispetto agli altri, ci hanno concesso solo qualche favore in più, ma ci
credo con il tuo potere non potevano fare altrimenti.
Noi non gli dobbiamo niente – mi disse mia figlia
sempre più testarda.
- E’
vero, ci hanno dato quello che hanno dato agli altri, e, forse, hai ragione tu,
ci hanno accontentati perché avevano bisogno del mio
potere, ma questo non ha importanza. Se io, oggi, posso dire, nonostante la mia
natura dannata, di non sentirmi un mostro lo devo al fatto che mi hanno
permesso di nutrirmi di sangue animale, e non mi importa
perché l’hanno fatto, se per ilo mio potere o se perché mi volevano bene, ciò
che conta, per me, è che l’abbiano fatto. E c’è un’altra cosa per cui è giusto concedergli questo favore: tu. Se non avessero cambiato idea, tu oggi non saresti qui. E,
nemmeno per questo mi importa sapere perché l’hanno
fatto, se per il mio potere o se, perché volevano semplicemente vedere cosa
nasceva da un’unione tanto assurda come quella tra vampiri e umani. Non
m’importa nulla di tutto ciò. Importa solo che tu sia qui oggi, e se ci sei
devo solo ringraziare loro. Quindi, restare un giorno in più non cambierà
nulla, noi domani c’è ne andremmo, sta tranquilla
partiremmo lo stesso, chiaro? – gli dissi cercando di essere il più convincente
possibile.
- Cristallino
– mi rispose mia figlia regalandomi quel sorriso sghembo che tanto amavo.
Forse, aveva capito che per me era importante fare in quel modo, era un modo per ringraziarli.
- Adesso
se non vi dispiace andremmo in camera – dissi
rivolgendomi agli altri.
- Si certo andate pure – mi disse Aro – e anche se, forse, non
servirà a nulla, grazie del favore Bella – concluse.
-
Isabella – lo corressi io e dopo mi voltai e insieme a
Renesmee uscimmo dal salone per dirigerci nelle nostre stanze.
Anche
questa era fatta.
Risposte alle vostre
recensioni:
- marco: Lo so il capitolo era un po’ corto,
considerando anche i precedenti, per questo chiedo scusa. Comunque
anche se non hai indovinato, spero che comunque ti piacerà come ho impostato la
storia.
- shasha5: Si adesso finalmente lo andrà a
cercare. Comunque per adesso capitolo Pov Edward non c’è ne sono. Ti anticipo però che quando
qualcuno della famiglia Cullen vedrà Bella, allora ci sarà anche un lungo
capitolo raccontato da Edward.
-Uchiha_chan: Lo so era un po’ corto e me ne scuso. Comunque credo di aver aggiornato abbastanza in fretta e
spero che anche questo capitolo ti piacerà.
- rebecca73: Non me ne intendo molto di letteratura russa, anzi a
dire il vero non me ne intendo per niente, quindi non ho capito bene cosa
volessi dirmi. Comunque grazie per i complimenti.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Si certo, sta
tranquilla. Il lieto fine tra Bella e Edward ci sarà.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
gamolina che mi ha inserita tra gli autori preferiti.
Spero che questo capitolo vi piaccia e recensite. Un
bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 11
PRIMA TAPPA: FORKS
Io
e Renesmee passammo il resto della giornata nella mia
stanza a parlare. Una volta giunta la sera entrambe uscimmo
per andare a caccia, volevamo approfittarne adesso, in modo da non
perdere tempo una volta partite. Quando rientrammo al
castello, finimmo di preparare le ultime cose, non volevamo portare molti
oggetti. Del resto, non sapevamo nemmeno dove saremmo andate. Probabilmente,
avremmo passato giorni, settimane, forse mesi, in giro, senza una casa e le
comodità che essa comportava. Non che avessimo bisogno
di una casa per vivere, ma il fatto di dover girovagare come nomadi non
allettava ne me ne tanto meno Renesmee. Eppure, non
c’era altra scelta, per adesso, era l’unica cosa che potevamo fare. Dovevo
sapere tante cose, e avevo aspettato fin troppo. Appena
terminammo, Renesmee si mise a dormire per un po’, svegliandosi con l’arrivo
dell’alba. Era tutto pronto, era ora di andare. Ci
sistemammo e uscimmo da quella stanza con la speranza di non doverci rientrare
mai più. Non appena chiudemmo la porta, davanti a noi c’erano Jane e Alec. Dai
loro volti si vedeva il dispiacere per doverci lasciare. Dispiaceva anche a me
allontanarmi da loro, e di sicuro anche a Renesmee, ma non c’era alternativa.
-
Vedo che non avete cambiate idea? – esordì Alec.
-
Come vedi no – rispose Renesmee con fare dispiaciuto.
-
Ci dispiace davvero tanto che abbiate deciso di andarvene, qui non sarà più lo
stesso senza di voi. Probabilmente si tornerà alle origine
e non è una bella cosa – disse Jane con la speranza di convincerci a restare.
-
Lo so ragazzi, vi assicuro che dispiace anche a noi andarcene, ma non possiamo
fare altrimenti. Se c’è solo una possibilità di ritrovare la
persona che amo, beh io devo tentare. E poi chi lo sa, un giorno,
potremmo rivederci – risposi io cercando di essere
convincente.
-
Non c’è nulla che possiamo dire o fare per convincervi a restare con noi, vero?
– disse Alec ormai privo di speranze.
-
No ragazzi, purtroppo no. Abbiamo già deciso e,
nonostante sia dura, non torneremo indietro – disse mia figlia per cercare di
togliermi dall’imbarazzo.
-
Lo sospettavamo. Ci mancherete tanto – dissero all’unisono
Jane e Alec, avvicinandosi per abbracciarci.
Poco
dopo, erano già scomparsi. Percorremmo tutto il corridoio e nemmeno a metà
strada, sentì una stretta alla spalle. Mi voltai e
c’era Demetri che mi toccava la spalle con la mano e
Felix accanto a lui.
-
Sappiamo che chiedervi di restare sarebbe inutile, ma almeno vorremmo
sapere se, un giorno, potrete perdonarci – disse Demetri rivolto a me e a mia figlia.
-
In fondo, abbiamo solo rispettato gli ordini. I Volturi ci
hanno ordinato di non dirvi mai niente. Ci dispiace
davvero tanto – continuò Felix.
-
Non è inutile chiederci di restare, è inutile chiedere
il nostro perdono – rispose mia figlia all’istante.
-
Renesmee non essere così dura, in fondo, hanno solo rispettato gli ordini. Comunque, forse, un giorno, riusciremmo a perdonarvi, per
adesso, anche volendolo, non ci potremmo farlo – dissi con sincerità.
-
Ci basta sapere anche solo questo. E’ più di quello che ci aspettavamo – disse Felix.
-
Tutti ci auguriamo che tu possa trovare ciò che hai
sempre cercato – continuò Demetri.
-
Lo spero anch’io – dissi.
-
Ci mancherete tanto – disse Demetri sorridendo.
-
E mi raccomando non permettete a nessuno di cambiarvi, siete due persone troppo
speciali – concluse Felix.
-
Addio ragazzi – dissi sorridendogli.
-
Non addio, arrivederci – mi risposero in coro i due.
-
Come preferite – dissi mentre mi voltai per riprendere
a camminare, insieme a Renesmee.
-
Sarebbe stato educato salutarli – dissi a mia figlia
in tono di rimprovero.
-
Non credo meritassero il mio saluto, non tutti siamo
buoni come te, mamma – mi disse convinta mia figlia.
Era
inutile controbattere. Su queste cose, avevamo un carattere diverso. Io ci
mettevo poco a dimenticare e a mettere da parte il
rancore e il risentimento, lei no. Era testarda e orgogliosa. Giungemmo in poco
tempo nell’ampio salone dove trovammo i tre Volturi,
insieme a tutti gli altri, che ci stavamo aspettando.
-
Come immaginavamo non avete cambiato idea – disse Aro
rassegnato.
-
Era da stupidi pensare che avessimo potuto farlo – rispose mia figlia
precedendomi.
-
Allora vuol dire che lo siamo stati. Ci avevamo sperato davvero – rispose Marcus.
-
Mi dispiace che l’abbiate fatto. Non volevo alimentare false speranze con il
rinvio della partenza. Comunque, prima di andare
volevo ringraziarmi a nome mio e di mia figlia per tutto quello che avete fatto
per noi. Non sentitevi responsabili della nostra partenza
perché non è così. Sarebbe successo lo stesso, forse, non ora, non
domani, ma prima o poi sarebbe accaduto – dissi io
cercando di essere il più lucida possibile.
-
Probabilmente hai ragione, ma se non fossimo stati tanto stolti, avremmo vissuto la tua partenza in modo diverso, migliore
forse. Ci sentiamo colpevoli, ma quel che fatto è
fatto, non possiamo tornare indietro. L’unica cosa che possiamo fare è di
augurare ad entrambe di trovare la felicità fuori di qui, la felicità
che noi vi abbiamo negato per 25 anni. E se potete, un
giorno, perdonateci – concluse Caius.
-
Anche noi ci auguriamo tanto di trovarla. Comunque adesso è meglio per noi andare – dissi cercando di
non rispondere all’ultima sua frase.
-
Andate pure, non vi tratteniamo più, ma sappiate che,
se, un giorno, vorreste tornare, questo castello sarà sempre aperto per voi,
sarà sempre la vostra casa. Ci mancherete tanto e grazie per tutto quello che
avete fatto per noi – disse Aro a nome di tutti.
-
Lo terremmo a mente, addio – risposi a nome di
entrambe.
Ci
girammo e uscimmo da quel castello che per 25 anni ci aveva tenuti
lontano dalla felicità, mentre grazie al mio udito sovrumano potevo sentire le
parole di tutti nel castello. Tutti erano dispiaciuti, ma non dovevo più
pensarci. Ormai, loro, appartenevano al passato.
-
Hai deciso quale sarà la nostra prima tappa? – mi disse mia figlia sorridendo.
-
Forks, la prima tappa sarà Forks. L’unico posto dove potremmo
trovare informazioni su di me – dissi speranzosa che questo fosse vero.
Risposte alle vostre
recensioni:
- gamolina: Mi fa piacere sapere che faccio provare delle emozioni con le mie storie. E’ molto
più di quello che potevo sperare.
- nefertiry85: Si, avevi pensato giusto. Un altro dei motivi per cui Alice non può vedere Bella è dovuto a Renesmee, ma
principalmente è dovuto al potere di Bella. Perché se non fosse
per il potere di Bella, Alice avrebbe potuto vederla in alcuni momenti in cui
lei non stava con Renesmee, magari mentre affrontava una missione per conto dei
Volturi.
-rebecca73:
Non l’ho assolutamente presa come un’offesa, è solo che come ti ho detto non
conoscevo la letteratura russa e quindi non avevo capito bene cosa volessi
dirmi. I consigli fanno sempre bene, secondo me, quindi non mi sarei mai potuta offendere per quello che avevi detto.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Ho scritto un altro po’ di capitoli e
dopo di questo non sentirai più parlare dei Volturi, quindi potrebbe
essere che il loro comportamento sia vero. Non ho ancora deciso come finire la
storia, quindi potrebbe essere che i Volturi torneranno e saranno diversi. Non
lo so ancora, vedremo. Magari per complicare un po’ la
storia, si potrebbe fare che i Volturi tornino ad
essere i cattivi di sempre, ma non lo so ancora. Devo ancora pensare e buttare
giù quello che penserò.
- shasha5: Si, fra un po’ vedrai un capitolo dalla parte di Edward, ma dovrai aspettare ancora un pochino.
- _KiarinaCullen_:
Grazie per i complimenti, fa piacere riceverli.
- Uchiha_chan: Se intendi interessanti
risvolti riguardo i Volturi, ti posso dire che per
adesso non c’è ne saranno. Se intendi, invece, risvolti
per Bella e il suo passato, ti posso dire che già dal prossimo capitolo si farà
qualche passo avanti.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
gamolina, a PATRIZIA70, a MaryCullenL e a girl601 che mi hanno inserita
tra gli autori preferiti. Spero che questo capitolo vi
piaccia e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 12
ANGELA WEBER
Ci
mettemmo un giorno intero per arrivare a Forks, la cittadina più piovosa
d’America, così l’aveva chiamata una graziosa signora che incontrammo in aereo.
Questa, per noi, era la notizia migliore che potevamo ricevere, poiché, non
essendoci il problema del sole, potevamo uscire liberamente anche durante il
giorno, una vera fortuna per quelli come noi. Non appena scendemmo dall’aero, andai a noleggiare una macchina e, poi, insieme a
Renesmee ci dirigemmo alla nostra metà, la piccola cittadina che mi aveva vista
umana. Ci rendemmo conto di essere arrivati non appena notammo una grande
insegna che diceva: “Benvenuti a Forks”.
-
E adesso dove andiamo? – mi disse mia figlia ansiosa
di conoscere la mia risposta.
-
Io direi che per prima cosa dovremmo scoprire se qui
mi considerano morta oppure no e l’unico modo per scoprirlo è andare al
cimitero – gli risposi io convinta.
-
Lo immaginavo – mi rispose lei.
-
Adesso dobbiamo solo scoprire quale strada percorrere per giungerci – gli
dissi.
-
Devi andare dritto e poi voltare a destra – mi rispose
lei come se avesse detto una cosa scontata, come se abitasse lì da sempre.
-
E tu come fai a saperlo? – gli dissi curiosa.
-
Semplice. Immaginavo avresti deciso, in primo luogo,
di andare al cimitero e, quindi, prima ho letto l’insegna che indicava la
strada – mi rispose lei tranquilla.
-
Sei un genio – gli dissi contenta.
-
Non c’erano dubbi su questo – mi disse lei tranquilla.
-
Quanto sei modesta – gli dissi e lei mi regalò il suo
sorriso sghembo che valse come risposta.
In
pochissimo tempo giungemmo al cimitero e, io, prima di scendere dalla macchina,
indossai un ampia felpa con un cappuccio talmente
grande da coprirmi tutto il volto. Ero convinta che la gente di qui mi
considerasse morta e, fino a quando non avrei scoperto la verità, non potevo
correre il rischio di farmi vedere in faccia. Non volevo mi considerassero un
fantasma, cosa probabile considerato, anche, il mio colorito. Per quanto riguarda la voce, era praticamente impossibile che la
riconoscessero. Con la trasformazione era totalmente diversa, più bella, simile
ad un campanellio. Ci dirigemmo subito verso il guardiano,
chiedendo a lui avremmo perso meno tempo.
-
Ci scusi saprebbe per caso dirci se qui è sepolta la
signorina Swan? – disse Renesmee al mio posto. Del resto non sarebbe stato
cortese, da parte mia, parlargli senza farmi vedere in volto.
-
Intendete Isabella Marie Swan? – ci domandò lui.
-
Si proprio lei – risposi Renesmee.
-
Si certo, è sepolta qui. Dovete andare un po’ avanti e
poi girare a sinistra. Non è difficile, e poi troverete la sua foto nella
lapide – ci disse lui gentilmente.
-
Grazie mille, ci è stato particolarmente utile – gli
disse lei.
-
Di nulla, è il mio lavoro. Eravate suoi parenti? – ci chiese con fare cortese.
-
Si eravamo suoi parenti, parenti lontani, però –
rispose mia figlia non sapendo cosa dire.
-
Capisco, anzi scusatemi della domanda, è solo che non vi avevo
mai visto prima di oggi – rispose lui per scusarsi della domanda.
-
Non si preoccupi. Comunque non c’ha mai visto perché
non abitiamo qui, abbiamo saputo da poco della sua scomparsa – gli rispose mia
figlia.
-
Capisco. Era davvero una cara ragazza, gli volevo
molto bene, ma non solo io, erano in molti ad amarla. Nonostante siano passati
25 anni dalla sua morte ancora la sua tomba ha fiori
sempre freschi, ogni giorno viene sempre qualcuno a trovarla. Comunque adesso vi lascio. Vi ho già fatto
perdere più tempo del previsto – ci disse lui scusandosi.
-
Nessun problema, è stato un piacere parlare con lei – gli rispose
gentilmente mia figlia e subito dopo ci allontanammo.
-
Grazie tesoro – gli dissi – non sarebbe stato cortese
che parlassi io visto come mi sono incappucciata.
-
Tranquilla mamma, so parlare anch’io cosa credi – mi rispose
facendomi ridere.
-
Non avevo dubbi a tal proposito – la rimbeccai io mentre
ancora ridevo.
In
poco tempo giungemmo dove il guardiano ci aveva indicato, trovandoci una lapide
con la mia foto di fronte a noi.
-
Certo che anche da umana eri molto bella – mi disse Renesmee.
-
Insomma, diciamo più che altro che ero una ragazza
come le altre – gli risposi io.
-
Certo che tu non hai proprio la percezione di te stessa. Sono sicura che facevi girare la testa a tanti ragazzi – continuò lei.
Quella
frase: “Non hai proprio la percezione di
te stessa”mi sembrava di averla già
sentita, eppure non ricordavo da chi. Probabilmente era solo uno scherzo della mia immaginazioni.
-
Ne dubito fortemente – risposi io – piuttosto, a
Volterra, avevano ragione i miei occhi non sono andati persi.
-
Si infatti. Sono identici ai miei –
rispose lei.
-
Più che altro bisognerebbe dire che sono i tuoi ad
essere identici ai miei – risposi io scherzando.
-
Sempre sarcastica – rispose lei sorridendomi.
In
effetti, più guardavo quella foto e più mi accorgevo di come gli occhi di mia
figlia fossero esattamente come i miei da umana. Lessi
la scritta nella lapide:
Isabella
Marie Swan
n. 13-09-1991
m. 23-09-2009
Resterai
sempre nei nostri
cuori.
Nessun si dimenticherà
mai di te. Eri una
figlia stupenda,
un’amica speciale, una
ragazza
eccezionale, eri
semplicemente perfetta. Adesso sei diventata
un angelo, un angelo che
ci guarderà da lassù e si
prenderà
cura di noi. Ti vogliamo
bene.
Se
la mia natura me lo avrebbe acconsentito avrei di
sicuro pianto. Da quelle poche parole si poteva costatare tutto l’amore che le
persone che mi conoscevano provavano per me. Dovevano aver sofferto tanto.
-
La conoscevate? – disse all’improvviso una voce che proveniva da dietro di noi.
Entrambe
ci voltammo e vedemmo una donna, ormai superata la
quarantina, con un mazzo di fiori in mano. Senza nemmeno aspettare la risposta,
si avvicinò alla lapide e tolti i fiori nel vaso, mise quelli che aveva in
mano. Feci senno a mia figlia di sbrigarsi a rispondere, sapevo che in quel
momento stava cercando di tirare fuori una bugia, una storia plausibile che
potesse in qualche modo giustificare la nostra presenza.
-
Non proprio – rispose alla fine Renesmee guardandola negli occhi.
La
donna fece lo stesso e non appena vide gli occhi di mia figlia rimase stupita.
-
I tuoi occhi – disse all’improvviso – sono identici a
quelli di Bella.
-
Si l’ho notato. Lei la conosceva? – disse
semplicemente Renesmee.
-
Si certo. Eravamo amiche,
frequentavamo la stessa scuola. Era una ragazza
speciale, non ho mai conosciuto nessuno come lei – disse con tono
triste.
Forse,
ancora soffriva per la perdita di quell’amica, quell’amica
che credeva morta, ma che, in realtà, era lì accanto a lei.
-
Capisco. Posso sapere il suo nome? – disse poi mia figlia.
-
Mi chiamo Angela Weber, e tu? – rispose lei.
-
Renesmee – rispose mia figlia.
-
Solo Renesmee? – chiese lei stupita.
-
Si, solo Renesmee – gli rispose lei, non sapendo cos’altro dire. Di certo non poteva dire di chiamarsi Swan, avrebbe destato troppi
sospetti.
-
Capisco. Che nome strano. Sembra l’unione di due nomi,
però è bello – rispose lei.
-
Potrebbe essere. Non mi è mai stato spiegato il perché di questo nome – gli disse mia figlia. In effetti, non sapevamo cosa significasse
quel nome.
-
Sai, una parte del tuo nome è Renèe, il nome della
mamma di Bella – disse lei.
-
Per la verità ho anche un secondo nome Carlie – disse
mia figlia per cercare di non rispondere a quello che aveva detto quella donna.
-
Carlie? – gli disse lei.
-
Si Carlie, senza l’acca – continuò mia figlia.
-
Strano, sempre più strano – disse la donna.
-
Perché? – rispose curiosa mia figlia.
-
Perché il padre di Bella si chiamava Charlie, però con
l’acca – disse lei guardando attentamente mia figlia.
-
Ha ragione, è strano davvero – gli disse Renesmee.
-
Sarà una coincidenza – disse lei – comunque perché non
smetti di darmi del lei e mi chiami semplicemente Angela?
-
Come vuoi – disse Renesmee.
-
Ecco brava – gli rispose.
-
Posso chiederti una cosa? – disse mia figlia.
-
Certo – disse Angela.
-
Come è morta Bella? – disse con fare curioso.
-
Non lo so, non lo sa nessuno. A dire il vero il suo
corpo non è mai stato ritrovato. Una sera suo padre tornò a casa e non la trovò,
così andò a cercarla, sapeva dove andare, perché era
l’unico posto in cui lei andava in quel periodo. Quando giunse lì, era sicuro di averla trovata perché il pick up di Bella era lì. Camminò
per un po’, perché quel posto non poteva essere raggiunto con la macchina, e
quando arrivò, con sommo stupore, non trovò nessuno. C’erano solo alcuni brandelli
dei suoi vestiti e la torcia che si era portata. L’hanno cercata per giorni, ma
non l’hanno mai trovata. Charlie si era già rassegnato quella notte in cui non
la trovò – spiegò lei tristemente.
-
Che luogo era quello in cui andava spesso? – chiese
Renesmee.
-
Una radura – rispose veloce.
-
E come mai andava proprio lì? – continuò a chiedere
Renesmee.
-
Perché quella radura era importante per lei. Quel
posto gliel’aveva fatto conoscere il suo ragazzo e spesso ci andava con lui,
era il loro posto segreto, nessuno sapeva dov’era. Charlie lo scoprì per caso, seguendola di nascosto alcuni giorni prima della
sua scomparsa – disse lei.
-
Quindi, può darsi che, quella notte, Bella era con il
suo ragazzo – chiese mia figlia pur sapendo che non era così. Voleva sapere
cosa avrebbe detto Angela.
-
No, lui l’aveva lasciata pochi giorni prima. Insieme alla sua famiglia, se ne andarono da Forks. Il padre di lui
faceva il medico e aveva ricevuto una proposta molto allettante in un altro
paese e così si trasferirono da un’altra parte. Bella era
distrutta, non era più la stessa. Non parlava più, non sorrideva più,
non mangiava più, sembrava uno zombie. Passava tutte le giornate chiusa a casa, voleva stare sola. Spesso, andava
in quella radura da sola e fu, proprio, uno di quei giorni che Charlie la
seguì, era molto preoccupato per lei, così come lo eravamo tutti – concluse
lei.
-
Doveva essere molto innamorata di quel ragazzo per reagire
così – disse mia figlia.
-
Lo era, lo era tantissimo. Avrebbe dato
la sua vita per lui. Lui era un tipo strano, si era trasferito qui a Forks con
la sua famiglia da un paio di anni, ma ne lui ne i
suoi fratelli e sorelle avevano fatto mai amicizia con nessuno. Noi li
consideravamo quasi delle divinità, nel senso che ne avevamo
un po’ paura, nessuno si avvicinava a loro, incutevano timore solo con lo
sguardo, però erano tutti bellissimi, di una bellezza perfetta, quasi surreale.
Lui era l’unico single, tutti ci avevamo provato con
lui, ma senza risultato. Non gli era mai interessata nessuna ragazza, come se
tutti fossero inferiori al suo livello. Poi, arrivò Bella, una ragazza semplice
e anche un po’ goffa, una di quelle ragazza con cui
devi stare sempre allerta per non farla cadere, l’equilibrio non era il suo
forte. Anche a lei, come a tutte noi, piaceva quel
ragazzo bello e impossibile, l’avevamo avvisata che era inutile provarci perché
lui non filava nessuno, eppure senza neanche rendercene conto, in poco tempo,
sembrava che lei fosse riuscita a conquistare quel cuore di ghiaccio. Lei ne era innamoratissima e giurerei che lo fosse anche lui, ma
poi le cose non andare per il verso giusto, loro dovettero partire e si
lasciarono. Però non riuscì mai a capire perché non
avevano deciso di provare ad avere una storia a distanza, forse, avrebbe potuto
funzionare – disse lei perdendosi nei ricordi.
-
Hai detto che lui era l’unico single, gli altri
avevano già qualcuno? – chiese Renesmee curiosa.
-
Si, gli altri stavano insieme tra di loro – disse lei.
-
Come scusa? – chiese mia figlia con tono stupito.
-
Lui aveva due fratelli e due sorelle, che stavano insieme tra
di loro. In realtà non erano davvero parenti, erano
stati tutti e cinque adottati. Due di loro, una ragazza e un ragazzo, erano
davvero fratelli, gemelli anzi, ma anche loro erano stati adottati – disse lei
cercando di essere chiara.
-
Lui non è mai venuta a cercarla? – chiese mia figlia.
-
A quanto ne so io, no. Dalla loro partenza non ho più visto nessuno della sua
famiglia, ne tanto meno Edward – rispose Angela.
-
Edward? – disse mia figlia facendo finta di essere sorpresa.
-
Si, Edward era il nome di lui – rispose lei.
-
Quindi, probabilmente, non è, nemmeno, a conoscenza
della sua morte – continuò mia figlia.
Mi
chiedevo come quella donna stesse raccontando tutte
quelle cose a Renesmee senza nemmeno conoscerla, e soprattutto senza, nemmeno,
essersi informata prima di chi eravamo. Forse, aveva semplicemente bisogno di
sfogarsi con qualcuno, di parlare di quell’amica ormai morta, e si sa, spesso, con gli estranei è più facile parlare.
-
Non lo so, ti ripeto che da quando sono partiti non ho mai più saputo nulla di
loro. Comunque, posso chiederti una cosa? – disse lei
sperando in una risposta positiva da parte di
Renesmee.
-
Si, certo dimmi pure – gli rispose lei.
-
Siete facce nuove per me, abitate da molto qui? –
disse curiosa.
-
No, ci siamo trasferite da poco e oggi abbiamo pensato di venire qui, sai dovevamo fare una visita ad una persona – disse mia
figlia cercando di restare sul vago.
-
E come mai vi siete fermati proprio qui? Da quanto ho
capito non conoscevate Bella – disse Angela curiosa.
-
No, in effetti non la conoscevamo, ma siamo rimaste
colpite dall’incisione sulla lapide, davvero belle parole – disse Renesmee.
-
C’è scritta solo la verità. Bella era davvero così – rispose
lei convinta.
-
Doveva essere davvero una bella persona, ma posso
sapere come mai hai deciso di raccontarci un po’ della sua storia pur con
conoscendoci? – disse mia figlia.
-
A dire il vero non lo so. Ho difficoltà a parlare di Bella, mi mette tristezza
pensare che non è più con noi, e pensare che la conoscevo davvero da poco, ma
con te è stato diverso. Mi hai ispirato fiducia, mi è sembrato come se fossi
interessata davvero a conoscere la sua storia, e, poi, in fondo, l’ho fatto
anche per me stessa, avevo bisogno di parlare con qualcuno che non la conoscesse, perché con chi la conosceva è difficile parlare,
poiché tutti soffriamo ancora per la sua morte. Con te, mi è venuto naturale parlare,
raccontarti di lei – concluse la donna.
-
E anche di lui, di Edward – disse mia figlia.
-
Si anche di lui, era impossibile non farlo parlando di
Bella. Non ho avuto il piacere di conoscerla bene, c’è stato poco tempo, ma in
quel poco tempo ho capito che Edward era la cosa più
importante della sua vita, per questo, non ti avrei potuto parlare di lei senza
menzionare lui – disse Angela.
-
Secondo te, di lui, cosa gli aveva colpito? – dissi io parlando per la prima
volta, mentre lei, stupita che finalmente avessi parlato,
cercava invano di scorgere il mio volto.
-
Se non avessi conosciuto Bella ti direi che gli colpì
il suo aspetto fisico, la sua bellezza quasi divina, ma dire questo dopo averla
conosciuta sarebbe come dire una baggianata. Non so cosa lei vide in lui, per
me e per tutti gli altri lui e la sua famiglia restarono sempre un mistero, ma
una cosa era certa lei si innamorò dell’essere di
Edward e non del suo apparire. Per lei, lui, oltre ad essere
bello fuori, era bello dentro, solo che per scoprirlo bisognava conoscerlo a
fondo. Lei diceva che lui stava sempre per conto
suo, che cercava di tenere le persone lontane da lui, ma che quella era solo
una maschera, e lui con lei l’aveva tolta, facendogli scoprire il ragazzo
meraviglioso che era. Alla fine, penso che lei avesse ragione,
doveva essere davvero speciale per farla innamorare in quel modo – concluse lei
ancora stupita che avessi parlato.
Appena
terminò di parlare nessuno disse niente, calò il silenzio, un silenzio
interrotto pochi minuti dopo dalla stessa Angela.
-
E’ la prima volta che vieni qui? – disse lei.
-
Si certo – rispose Renesmee.
-
Non dicevo a te, ma alla tua amica, credo – disse lei non sapendo bene cosa legasse me e Renesmee.
-
Ah scusa, non avevo capito. Comunque
sia, anche lei è la prima volta che viene – disse mia figlia capendo che, in
quel momento, ero assorta nei miei pensieri.
-
Capisco – disse lei quasi sconfortata.
-
Perché volevi saperlo? – continuò Renesmee.
-
Niente di importante. E’ solo che avrei
giurato di aver visto più di una volta qualcuno incappucciato in quel
modo qui, davanti alla tomba di Bella. Non sono mai riuscita a capire se fosse
un uomo o una donna, poiché nemmeno il tempo di avvicinarmi alla tomba che
quella sagoma non c’era più – disse lei titubante.
-
E avevi pensato fosse lei? – disse Renesmee.
-
Per un attimo si – disse Angela continuando a
guardarmi.
Ciò
che mi stupì, però, fu che stava osservando il mio corpo e non più la mia
faccia, ringraziai me stessa per aver indossato quella
felpa di una misura più grande e quei jeans modello largo. Vestita in quel
modo, non avrebbe mai notato il mio fisico.
-
Impossibile, ti ripeto che ci siamo trasferiti qui a Forks da poco – disse Renesmee con fare convincente.
-
Si ci credo – si premurò a dire lei – la mia era solo
una domanda – concluse credendo alle parole di mia figlia.
-
Renesmee è ora di andare, si sta facendo tardi – dissi
io all’improvviso.
Angela
continuava a fissarmi e questo non mi piaceva, non mi avrebbe
mai potuto riconoscere perché ero ben coperta, ma preferivo non correre
rischi, del resto, avevamo già saputo ciò che ci serviva.
-
Si certo, andiamo – mi rispose mia figlia – ciao
Angela, è stato un vero piacere parlare con te – disse poi rivolgendosi alla
donna.
-
Il piacere è stato mio, aveva parecchio tempo che non
rinvangavo il passato, con te è stato facile – rispose lei.
Non
appena terminò di parlare, io e Renesmee, ci voltammo per andare via, ma fummo
fermati dalla voce della donna.
-
Renesmee vuoi davvero sapere la verità del perché ti ho raccontato di Bella? –
disse lei, interrompendo il nostro cammino.
-
Si certo, ma mi sembrava mi avessi già risposto a
questa domanda – gli disse mia figlia curiosa.
-
Si l’ho fatto, ma non ti ho detto tutta la verità.
Quando ti ho vista ho avuto come la sensazione che ti conoscessi,
in qualche modo mi ricordavi lei, il tuo nome, i tuoi occhi, il tuo modo di
parlare. Se non avessi la certezza che fosse morta ti
avrei preso per sua figlia – mi disse lei tutto d’un fiato.
-
Capisco. Se era davvero speciale come mi ha raccontato
non mi sarebbe dispiaciuto averla come madre – disse lei sorridendogli.
Angela
ricambiò il sorriso e poi tornò ad aggiustare i fiori nel vaso, mentre noi ci
dirigemmo verso l’uscita del cimitero. Andare lì ci era
servito più di quanto avremmo potuto sperare, adesso ne sapevo di più sulla mia
vecchia vita. Una volta usciti dal cimitero ci
mettemmo in macchina e per un po’ nessuno delle due parlò. Poi Renesmee
interruppe il silenzio all’interno dell’abitacolo.
-
Certo che è stata una fortuna incontrare quella donna
e ancora di più lo è stato il fatto che c’ha raccontato un sacco di cose di te
– mi disse lei.
-
Una vera fortuna – mi limitai a rispondere.
-
Mamma a cosa pensi? – continuò lei.
-
Penso che c’è stata davvero utile, c’ha raccontato
cose importanti della mia vita, ma io continuo a non ricordare nulla – risposi
con fare dispiaciuto.
-
Vedrai che prima o poi riuscirai a ricordare, ne sono
sicura – mi disse.
-
Lo spero tanto – risposi.
-
Anche lei c’ha confermato quanto tu fossi innamorata
di lui e quanto lui fosse speciale. Sei riuscita a
farlo capire anche a lei, lei che come gli altri, aveva timore di lui – mi
disse.
-
Si l’ho notato e ne sono contenta, lui era davvero
speciale – risposi convinta.
-
C’ha dato informazioni utili su di lui, adesso
sappiamo che fa parte di una famiglia numerosa, sono cinque figli e il padre
era un medico, e presumo lo sia ancora – mi disse lei.
-
Si, ma non abbiamo idea di dove cercarlo, a quanto ha detto lei, ne lui ne la sua famiglia sono mai tornati qui a Forks.
Potrebbero essere in qualunque parte del mondo – dissi
io scoraggiata.
-
Hai ragione, ma stavo pensando una cosa. Lei ha detto
di aver visto più di una volta qualcuno incappucciato come te vicino alla tua
“tomba” – disse facendo con le mani il segno delle
virgolette nella parola tomba – potrebbe essere lui o qualcuno della sua
famiglia, da quello che ha scritto nella lettera, anche loro ti volevano molto
bene – disse lei convinta di quello che diceva.
-
In effetti il tuo ragionamento non fa una piega.
Potrebbe essere che lui o qualcuno della famiglia non si fossero dimenticati di
me e fossero tornati per vedere come avevo continuato la mia vita, ma arrivando
hanno scoperto che ero morta. Così ogni tanto mi
vengono a trovare, e per non farsi riconoscere si nascondono come me, del resto
non potrebbero, mai, spiegare il fatto che dopo 25
anni sono sempre gli stessi – conclusi io.
-
Bravissima. Questo potrebbe essere un punto d’inizio – mi
disse lei.
-
Potrebbe esserlo, ma ti ricordo che non possiamo stare
qui per troppo tempo. Non posso vivere incappucciata a vita e non possiamo
aspettare in eterno che l’incappucciato torni a farsi
vedere – conclusi io.
-
Hai ragione. Non possiamo stare con le mani in mano – rispose
lei.
Non
sapevamo cosa fare, da dove incominciare. Da quello che ne sapevamo
Edward poteva essere in qualunque luogo del mondo e noi non avevamo neppure un
piccolo indizio che ci portasse da qualche parte. Eravamo ad un punto morto.
-
Forse, abbiamo sbagliato a lasciare Volterra e andare alla ricerca di chissà
chi – dissi triste e senza speranze.
-
Punto primo, non potevamo più stare lì dopo quello che
ci avevano fatto e, punto secondo, noi troveremo ciò che stiamo cercando. E’ una promessa – mi disse lei.
-
Grazie tesoro. Dovrei essere io a darti coraggio, invece, lo
fai tu. Il problema è che non vedo come la situazione possa
migliorare – dissi.
-
Migliorerà vedrai. Fidati di me – mi disse
sorridendomi e io ricambia il suo sorriso.
Aveva
ragione lei, non potevo arrendermi, dovevo trovare
Edward e scoprire se ancora c’era un futuro per noi, scoprire se ancora mi amava,
scoprire se voleva conoscere sua figlia, ma soprattutto scoprire l’effetto che
la sua presenza avrebbe avuto in me. Magari, una volta avuto di fronte a me, mi
sarei accorta che non lo amavo più, e la mia era solo voglia di scoprire un
passato dimenticato. No, non poteva essere così, ciò che provavo era troppo
forte. Dovevo sapere, dovevo trovarlo.
Saranno davvero i Cullen quelli che si presentano incappucciati
sulla tomba di Bella? Voi che ne pensate?
Risposte alle vostre
recensioni:
- letizia_ama_rob: La troveranno stanne certa.
- Uchiha_chan: A dire il vero non ho
ancora deciso se inserirlo o meno. Ho scritto la mia
storia fino al capitolo dell’incontro tra Bella e Edward, il resto è ancora in
fase di elaborazione. Volevo prima un parere da voi.
Secondo voi dovrei inserirlo?
-Crazyangel84:
Diciamo pure che la ricerca sta iniziando.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Ho postato, spero che non vi abbia fatto
aspettare troppo.
- shasha5: Beh, parte della tua curiosità è stata placata,
credo. Adesso vediamo che succede.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche
a:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 13
RINUNCIARE
Passò un mese da quel
giorno e non cambiò nulla. Non avevamo scoperto niente di nuovo. Passavamo le
giornate nascoste in un albero del cimitero per vedere se arrivava qualcuno di
sospetto, ma, ciò, non accadde. Ogni giorno arrivavano delle persone, vecchi
amici, vecchie conoscenze da quello che dicevano una volta
arrivati. Parlavano con quella tomba, come se davvero un corpo morto
potesse sentirli. Raccontavano le loro giornate, quello che era successo poche
ore prima, di tutto, ma niente che potesse
interessarmi. Molte volte venne anche mio padre a trovarmi, era ancora
distrutto per il dolore e parlava senza sosta a quella lapide vuota, dicendo che gli mancavo troppo e che il destino era stato
ingiusto con me. Una volta venne anche mia madre. Anche
lei parlava con la foto sulla lapide, come se quella foto potesse sentirla, o,
meglio ancora, rispondergli. Da quello che capì dalle
sue parole, i miei avevano divorziato da tantissimo tempo e io mi ero
trasferita a Forks quando mia madre si era risposata con un giocatore di
football. Lui viaggiava molto e lei voleva seguirlo dappertutto, ma non lo
faceva perché c’ero io, così decisi di trasferirmi a Forks, da mio padre,
mentre lei continuò a vivere lì e ci viveva tutt’ora.
Da quello che diceva si sentiva responsabile, perché se non mi avesse permesso
di trasferirmi lì, forse, a quest’ora sarei stata ancora viva. Tutti quelli che
venivano erano ancora addolorati per la mia prematura scomparsa e io cercavo di ricordarmi di loro, ma non ci riuscivo. Con
Renesmee ci rendemmo conto che un particolare nella chiacchierata con Angela ci era sfuggito. Non avevamo chiesto il cognome di Edward. Un particolare che poteva
esserci molto utile. Come potevamo essercene dimenticati entrambi?
Forse, era il destino che era avverso con noi. Era già passato un mese ed eravamo
al punto di partenza, e io mi ero stancata di questa vita. Era passato solo un
mese, ma a me sembrava un’eternità. Non era questa la vita che volevo dare a
mia figlia. Era ora di lasciar perdere con il passato
e di vivermi il presente e il futuro insieme alla persona più importante della
mia vita: Renesmee. Era ora di tornare a vivere.
- Basta Renesmee – gli
dissi all’improvviso, mentre tornavamo in macchina.
- Basta di cosa, mamma?
– mi rispose lei stupita.
- Sono stanca di fare
questa vita, stanca di cercare risposte che non arrivano e che non arriveranno mai. E’ tempo di voltare pagina. Domani c’è ne andremo da qui e non ci torneremo più – dissi con
assoluta risolutezza.
- Ma
cosa stai dicendo? Vedrai che lo troveremo, qualcosa salterà fuori, bisogna avere solo pazienza – disse lei per convincermi.
- E’ proprio la pazienza
quella che non ho più. Non salterà fuori proprio niente, perché noi non
cercheremo più nulla – continuai a dire.
- Ma che diavolo dici? Cosa credi che sia importante
solo per te trovare Edward? Ti ricordo che è mio padre e ho tutto il diritto di
sapere almeno che faccia abbia – disse lei con le
lacrime agli occhi.
- Lo so Renesmee, so
quanto sia importante anche per te, ma hai vissuto 25
anni senza di lui, riuscirai a vivere lo stesso. In fondo è meglio così. Pensa
se l’avremmo trovato e non ci avesse voluto, avremmo sofferto
di più – dissi io tristemente.
- Bene, se questo è
quello che vuoi, faremo così, ma sappi che è la più
grande stupidaggine che stai facendo, e te ne pentirai amaramente. Io non l’ho
mai conosciuto e, forse, hai ragione tu vivrò bene lo
stesso, ma questo non vale per te. Tu l’hai conosciuto, e sai la persona che
era, quando i ricordi torneranno, perché sono sicura che torneranno, beh in
quel momento rimpiangerai di esserti arresa, e, a differenza mia, non riuscirai
a vivere bene, vivrai nel rimpianto di non aver voluto
andare avanti – mi disse lei senza problemi.
- Correrò questo
rischio. Domani si parte, andremo in Alaska. Ho fatto delle
ricerche e lì possiamo vivere tranquillamente in mezzo agli umani, è un posto
il cui clima è molto simile a quello di Forks, con l’unica differenza che lì
non dovrò nascondermi. Prenderemo
un casa e vivremo come persone normali. La decisione è già stata presa, mi
dispiace se tu non la condividi, sarebbe la prima volta i cui la pensiamo diversamente, ma ciò non cambierebbe la situazione
– dissi io con fermezza.
- Non la condivido solo
perché so che, un giorno, te ne pentirai, ma la accetto – mi rispose
lei tranquilla.
- Mi fa
piacere – risposi io, ricevendo in cambio un suo sorriso.
Il giorno dopo prendemmo
l’aereo e partimmo per l’Alaska. La prima cosa che facemmo
una volta arrivati fu quella di andare a comprare una macchina. I soldi non
erano un problema, almeno agli inizi, avevamo portato abbastanza soldi per comprarci una macchina e anche una casa. Una volta finiti, magari, mi sarei messa a lavorare. Andammo
in un autosalone e ne comprammo una, una BMW 120i nero metallizzato. Amavo la
velocità e questo credo dipendesse dalla mia natura.
Con la nostra nuova macchina ci dirigemmo verso un
albergo, la nostra casa fino a quando non ne avremmo acquistata una.
- Sei ancora sicura di
non voler tornare indietro? – mi disse mia figlia.
- Sicurissima,
oggi comincia la nostra nuova vita. Non voglio più parlare del passato –
dissi io riuscendo ad essere convincente visto che
Renesmee mi fece un sorriso e non disse più nulla.
Durante il viaggio in
aereo ripromisi a me stessa che non avrei mai più parlato del passato, non c’avrei più pensato, solo così sarebbe stato più facile
andare avanti. Prenotata la stanza ci dirigemmo in
camera, dove, non appena arrivai, mi feci una doccia. Avevo bisogno di
rilassarmi. Quando uscì, la stessa cosa fece Renesmee.
Passammo tutta la serata sul letto a parlare, chiedendoci come sarebbe stata da
adesso in poi la nostra vita.
- Tu, ad esempio, potresti cominciare ad andare a scuola – dissi a Renesmee.
- Stai
scherzando spero – mi rispose subito.
- Non ci sarebbe nulla
di male, non avresti problemi con lo studio e saresti a contatto con gli umani
– gli dissi.
- Si
certo, come no. Lo sai meglio di me che sarebbe noioso, conosco tutto ciò che
c’è da conoscere. Ti ricordo che a Volterra non abbiamo fatto altro che leggere
libri di ogni specie. Sappiamo tutto di tutto. Se
fossimo andate a scuola avremmo avuto non so quante
lauree – mi rispose lei.
- Lo so questo, ma
sarebbe un modo per integrarti con gli altri, di farti nuovi amici – continuai io.
- E allora perché non ti iscrivi anche tu? Anche tu hai
bisogno di farti degli amici, ti ricordo che hai 18 anni, uno in più di me – mi
rimbeccò lei.
- Hai ragione, ma voglio
aspettare ancora un po’. Per te sarebbe molto più facile
ambientarti, nessuno potrebbe mai scoprire la tua vera natura – gli
dissi io.
- Questo è vero, ma tu,
anche se non hai un cuore che batte, un viso che arrossisce o non puoi mangiare
come gli umani, ti ambienteresti lo stesso senza problemi – mi disse lei.
- Hai ragione, però
preferisco aspettare un altro po’, tu, invece, cominci dalla prossima settimana
– continuai io.
- Va beh, tanto hai già
deciso, ma se farai passare tanto tempo, smetterò di andarci anch’io – concluse lei.
- Promesso – risposi.
Dopo questa parentesi continuammo a parlare di svariati argomenti, fino a quando
Renesmee crollò. Io, nel frattempo, sarei andata volentieri a caccia, ma preferì aspettare che lei si svegliasse per portarla con me.
Dopo tre ore si svegliò, così come avevo previsto, e insieme, andammo a caccia.
Questo sarebbe stato l’inizio della nostra nuova vita. Saremmo state solo noi
due, nessuno ci avrebbe dato più ordini e avremmo
vissuto come persone normali. Non so se sarebbe stato
facile, ma di sicuro sapevo che era la cosa giusta da fare.
Risposte alle vostre
recensioni:
- Uchiha_chan: Proverò a seguire il tuo
consiglio, non appena inizierò a scrivere i nuovi capitoli.
- nefertiry85: Non gliel’hanno chiesto perché
questo particolare gli è sfuggito come avrai notato nel capitolo. Comunque non sarà nessuno di questi ad aiutarli, solamente
il destino. Jacob per adesso non comparirà.
- rebecca73: Non gliel’hai chiesto perché
se ne sono dimenticate, come avrai intuito da questo capitolo.
- shasha5: Diciamo che sono tutti i
Cullen che a turno vanno a trovare la lapide di Bella.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Mi fa piacere che non vi ho fatto attendere troppo. Spero che questo
capitolo sia di vostro gradimento.
-lovekiss90:
Spero di non averti fatto attendere troppo.
- letizia_ama_rob: Sono tutti i Cullen che vanno da Bella. Ovviamente
Angela vede solo una sagoma perché vado sempre uno alla
volta a trovarla, altrimenti insospettirebbero troppo conciati in quel modo.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche
a:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Ho postato un nuovo capitolo. Vi anticipo che è un po’ breve, ma è
un capitolo di transizione che mi serviva solo per introdurre i prossimi
avvenimenti. Per tutti coloro che aspettavano un
capitolo scritto da Edward, vi comunico che con il prossimo vi accontenterò.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 14
L’ARRIVO IN ALASKA
Dopo essere andate a caccia, tornammo in albergo, dove ci preparammo
per uscire.
Avevamo un sacco di cose da fare. Dovevamo cercare una casa, fare l’iscrizione
a scuola e comprare qualche vestito, visto che da Volterra avevamo portato solo
gli indumenti necessari. Per prima cosa ci dirigemmo a
scuola, dove, per fortuna, perdemmo solo poco tempo. Il preside era molto cordiale, ci fece sentire subito a nostro agio.
Gli spiegammo che eravamo sorelle, io ero già maggiorenne
mentre Renesmee aveva 17 anni. Eravamo rimaste orfane, per questo,
avevamo abitato in un orfanotrofio fin da bambine, ma non appena io compì la maggiore età me ne andai da lì portando con me mia
sorella. Il preside sembrò colpito dalla nostra storia e, per
fortuna, non ci fece troppe domande, forse per non essere troppo
indiscreto. L’unica cosa che mi chiese era il perché anch’io non mi iscrivessi a scuola, domanda alla quale risposi che per
il momento avevo un problema da risolvere, ma che, una volta risolto, mi sarei
subito iscritta. Contento della mia risposta, ci sbrigò in poco tempo, non
prima, però, di aver augurato a Renesmee di trovarsi bene e di integrarsi con
gli altri. Una volta terminato con la scuola, ci
dirigemmo in un’edicola, per comprare un giornale con gli annunci delle vendite
o degli affetti delle case. Compratolo, ci sedemmo su una panchina, e iniziammo
ad evidenziare quelle case che potevano fare a caso nostro. All’improvviso,
sentimmo una frenata brusca e delle grida. Ci girammo e vidimo
un ragazzo a terra con un braccio coperto di sangue, mentre l’auto che l’aveva
investito era già corsa via. Tutti si avvicinarono al ragazzo e anche io e
Renesmee lo facemmo. Non era niente di grave, dalle
mie conoscenze mediche, avute grazie ai migliaia di
libri letti, doveva avere
sicuramente un braccio rotto, e forse qualche frattura a delle costole, ma la
cosa più grave era che stava perdendo molto sangue da un braccio. La cosa
importante era che, se pur dolorante, parlava e spiegava la dinamica
dell’incidente. Un signore chiamò l’ambulanza, ma gli risposero che avrebbero
perso tempo, poiché c’era stata un’altra urgenza. Allora mi offrì
di accompagnarlo io, del resto con la mia guida spericolata avremmo
fatto prima dell’ambulanza. Tutti acconsentirono e così mi misi in macchina
pronta ad accompagnarlo.
- Tesoro vado da sola, tu nel frattempo vai in un centro commerciale
e compra un paio di vestiti per entrambe – gli dissi sorridendogli.
- Sicuro
che vuoi andare da sola? – mi disse lei.
- Si certo. Il ragazzo non ha nulla di grave, mi sbrigherò
presto, il tempo di accompagnarlo e informarmi che sia
tutto a posto. Appena finisco ti chiamo e ti raggiungo
– conclusi io.
- Ok, faccio con comodo allora – mi disse.
- Come
sempre quando si tratta di comprare vestiti – gli dissi sorridendo e lei ricambio con il suo sorriso sghembo.
Subito
partì e in meno di cinque minuti ero già arrivata
all’ospedale. Appena entrai spiegai la situazione ad un’infermiere,
e gli disse del problema dell’ambulanza e, quindi, del perché ero stata io ad
accompagnarlo. Subito lo misero in una barella e lo portarono via. Aspettai
circa una mezz’oretta, prima che quello stesso infermiere con cui avevo parlato tornasse a spiegarmi la situazione.
- Non è
stato nulla di grave. Aveva solo un braccio rotto e due costole fratturate. Il
dottore che l’ha visitato gli ha dato un po’ di morfina per il dolore, adesso
sta molto meglio, si riprenderà presto – mi disse
l’infermiere tranquillo.
- Sono contenta, mi ero preoccupata parecchio. L’importante
che sia finito tutto per il meglio – dissi io all’infermiere.
- Il
dottor Cullen dice che il suo intervento è stato
provvidenziale. Se il ragazzo avrebbe dovuto aspettare l’ambulanza
avrebbe rischiato molto di più, poiché ha perso molto sangue da un braccio – mi
disse lui.
- Il
dottor Cullen, ha detto? – gli chiesi.
Non
capivo il perché, ma quel nome non mi suonava nuovo, anche se non ricordavo di
averlo mai sentito.
- Si, il
medico che si è occupato del ragazzo si chiama così. E’
il migliore che abbiamo e poi è una bravissima persona. Lo conosce? – mi disse lui.
- No, non
l’ho mai sentito. Mi sono trasferita qui solo ieri – gli dissi.
-
Capisco. Adesso è meglio che vada, il lavoro mi chiama. E’
stato un vero piacere conoscerla – mi disse lui allontanandosi.
Rimasi
ferma lì a pensare a questo fantomatico dottore. Perché
sentire il suo cognome mi aveva fatto sentire strana? Era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi. Stavo per andarmene
quando la figura di un uomo mi colpì particolarmente. Era molto lontano,
ma riuscivo a vederlo lo stesso grazie alla mia vista sovrumana. Era un uomo molto giovane, a malapena mostrava trent’anni.
Era alto, capelli biondi e pelle molto chiara, ma ciò non mi stupì più di
tanto, considerando il fatto che in quella città
sembravano tutti pallidi, come me. Lo guardai ed era di profilo, non potevo
vederlo bene in viso, ma da quello che potevo notare, era un bell’uomo, ma
quello che mi colpì di più, fu il fatto che quell’uomo mi sembrava di averlo
già visto da qualche parte, non era un viso del tutto nuovo. Mi sentivo una
pazza. Prima un nome e adesso una persona che pur non avendo mai visto, mi
ricordava qualcosa. Magari, era semplicemente un uomo che si assomigliava a
qualcuno che avevo visto a Volterra, del resto lì persone ne entravano
a bizzeffe, tutte persone innocente che entravano inconsapevoli di essere
entrati nella tana del leone. Scacciai via quel pensiero e uscì fuori dall’ospedale.
Adesso l’unica
cosa da fare era fermare Renesmee, che di sicuro a quest’ora stava svaligiando negozi
interi. Quando doveva comprare vestiti, non aveva
nessun ritegno, non si stancava mai di girare per negozi e comprava una marea
di roba. Chissà da chi aveva preso, da me non di sicuro, io odiavo tutto
quello. Arrivai al centro commerciale in cui era andata Renesmee, era davvero
enorme. Cosa mi era saltato in mente di mandarla da
sola in giro per negozi? Dovevo ricordarmi di non fare più questo tipo di errore, altrimenti per me sarebbe stata la fine. Dovevo
chiamarla per sapere da che parte cercarla, da sola non c’è l’avrei mai fatta. Dopo quattro squilli rispose.
- Hey
mamma – rispose la voce melodiosa di mia figlia.
- Posso
capire come ti è saltato in mente di venire qui? Questo
posto sembra una città – gli dissi riferendomi al
centro commerciale.
- Mamma,
lo shopping non è un passatempo, ma uno stile di vita –
mi rispose lei ridendo.
Era inutile discutere con lei di questo, non avrebbe mai cambiato idea.
- Va beh lasciamo perdere. Piuttosto dove sei? – gli dissi.
- Ferma
qualcuno e chiedi dove sia il negozio Armani. Ti aspetto qui
– mi disse.
- Certo
che ti butti sempre sul grosso eh? – gli dissi.
-
Naturalmente – mi rispose chiudendo la chiamata.
Fermai un
passante e gli chiesi informazioni, informazioni grazie alle quali trovai in meno di due minuti il negozio che mi interessava.
Non era poi così lontano dall’ingresso. Renesmee si accorse subito di me e mi
venne subito incontro.
- Hey c’hai messo più di quanto avevi detto – mi disse mia figlia.
- Lo so.
Ho perso tempo perché mi sono messa a chiacchierare l’infermiere dell’ospedale
– gli dissi io.
- E
brava, tu ti metti a chiacchierare mentre a me mi
lasci sbrigare queste cose – mi disse ridendo.
- Un grande sacrificio per te, immagino – gli dissi.
-
Grandissimo, non puoi immaginare quanto – disse lei ridendo.
- No,
infatti. Non riesco proprio ad immaginarlo – gli dissi.
-
Piuttosto come sta il ragazzo? – mi chiese riferendosi al ragazzo dell’incidente.
- La mia
intuizione era giusta. Aveva un braccio rotto e qualche costola fratturata. Per
il resto tutto apposto. Meno male che sono corsa subito in ospedale, perché perdeva
molto sangue e se avremmo perso tempo poteva finire
male, ma per fortuna non è successo – gli dissi.
- Si infatti, meno male. Adesso andiamo. Devo
comprare ancora un sacco di cose – mi disse mia figlia.
- Ma se sei piena di buste – gli dissi io.
- Si lo so, ma ho visto altre cose e devo comprarle per forza.
Entriamo lì, c’è un vestitino troppo carino in vetrina
– mi disse lei scomparendo subito dalla mia vista.
Era già
entrata lì dentro. Ma possibile che dovesse essere
così? Quando faceva così mi ricordava qualcuno, forse
una vecchia amica di scuola. L’unica cosa di cui ero certa era che in passato avevo già incontrato una fanatica di shopping. Passammo l’intera
giornata a girare per negozi e io non ne potevo più, mentre Renesmee sembrava
tranquillissima, era felicissima. Quando andava a fare shopping per lei non esisteva nient’altro, si dimenticava si tutto ed
ero contenta di questo, perché sapevo che la situazione difficile che avevamo
era pesante anche per lei, anche se non lo dava mai a vedere. La settimana
prossima sarebbe andata a scuola, sperai con tutta me
stessa che lì trovasse degli amici e che cominciasse a farsi una vita
dimenticandosi tutte le sofferenze che aveva avuto dovendo crescere senza una
figura paterna al suo fianco. Non so perché, ma ero ottimista, qualcosa dentro
di me mi diceva che sarebbe andato tutto bene, che
avrebbe trovato degli amici e che, almeno lei, sarebbe stata felice e questo
era più di quanto potessi sperare.
Secondo voi, Carlisle ha notato Bella in ospedale?
Risposte alle vostre
recensioni:
- letizia_ama_rob: Si certo stanno in
Alaska, come avrai già capito dal capitolo.
- nefertiry85: Non voglio anticipare nulla, ma come vedi un primo incontro anche se da lontano c’è stato. Nel prossimo
capitolo vedremo quello che succederà. Ti anticipo, però, che il prossimo
capitolo sarà un capitolo in cui parlerà Edward.
- CullenSwan: Ancora ci vorrà un po’ prima
che lei incontrerà Edward, ma magari qualcun altro lo
incontrerà presto. Ho già detto troppo.
- Uchiha_chan: Beh, si, ho aiutato
parecchio il destino. Visto che hai capito più o meno
come avverrà il loro incontro, spero di non deluderti quando succederà, magari
ci azzeccherò o magari no, ma spero che comunque ti piaccia.
- shasha5: Intanto ha incontrato, anche se da lontano, il caro
Carlisle. Adesso vediamo cosa succederà. Non voglio anticiparvi nulla.
- Vampire93: Beh, ti assicuro che gli piacerà moltissimo l’Alaska,
più di quanto loro possano sperare.
- moni: Ci avevo pensato di farli
incontrare con i licantropi, ma sarebbe stato troppo
semplice. Jacob, o comunque gli altri, gli avrebbero
potuto raccontare tanto, troppo forse e tutto sarebbe stato più semplice,
invece ho voluto complicare le cose.
- rebecca73: Non voglio anticipare nulla, ma diciamo
che ci hai azzeccato. Però non è detto che loro non
sappiano niente. Ricordiamoci che Edward legge nel pensiero e che l’unica
immune è Bella. Renesmee lo è solamente quando Bella è
con lei, ma magari il potere di Bella sarà efficace anche a grandi distanze. Chi lo sa. Lo scoprirete solo leggendo.
- marco: Lo so che i capitoli dovrebbero essere più lunghi, ma questa storia l’ho scritta da un bel po’ quindi i
capitoli sono già scritti e non posso modificarli. Magari quando inizierò a
scrivere i nuovi, li farò più lunghi.
-Cullengio: Ho aggiornato il prima che ho potuto. Non ti anticipo niente, voglio lasciarvi con la curiosità. Spero
continuerai a leggerla per scoprire cosa succederà.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti.
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e
recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Questo capitolo
è raccontato da Edward, così scopriamo cosa ha fatto lui in questi 25 anni. Vi anticipo
che da ora in poi i capitoli non saranno raccontati solo la Bella, ma c’è ne
saranno parecchi di Edward e non solo. E questo
succederà visto che per adesso Bella non può interagire con i Cullen, ma qualcun
altro si.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 15
LA AMERO’ PER SEMPRE
POV EDWAED
Come
spesso facevo, ero andato a Forks per andare a fare visita alla tomba di Bella,
l’amore della mia vita, la persona che amavo sopra
ogni cosa, ma che avevo deciso di lasciare, per
permettergli di vivere una vita normale, la vita che un esser dannato come me
non poteva dargli. Erano passati 25 anni da quando
l’avevo lasciata dicendogli che non la amavo più, che non la volevo con me.
Erano tutte delle bestemmie, ma mi servivano per rendermi credibile, mi
servivano per fargli capire che doveva andare avanti senza di me. Dopo 5 mesi
da quel giorno, mi resi conto che non era possibile per me vivere senza di lei
e, per questo, decisi di tornare a Forks, per riprendermela, se ancora mi
avesse voluto. Quando arrivai, era notte fonda, così
mi catapultai subito nella sua stanza, entrando dalla finestra, come facevo
sempre, ma per mia enorme sorpresa la trovai vuota. Mi guardai attorno e vidi
le assi del pavimento spostate nello stesso punto in cui, 5 mesi prima, avevo
nascosto una lettera in cui gli spiegavo i reali motivi per
cui me ne ero andato, tutte le nostre foto e un cd che gli avevo
regalato per il suo compleanno in cui c’erano tutte le nostre canzoni. Mi
sorpresi di vedere tutte quelle cose a terra, mancava solo la lettera. Rimasi
lì tutta la notte, la mattina successiva, sentì Charlie che si era alzato e
leggendogli i pensieri mi resi conto della dura realtà, Bella era morta 5 mesi prima. Ero distrutto, annientato dal
dolore. Presi quelle foto e il cd e uscì da lì. Mi
catapultai al cimitero e vidi la sua tomba con la sua
bellissima foto. Rimasi lì per un po’, poi, quando stavano arrivando delle
persone, me ne andai. Passai una settimana intera
nella nostra radura, andandomene solo per andare al
cimitero a trovare lei. Non volevo che nessuno mi vedesse, per questo
nascondevo il mio volto sotto il cappuccio di una felpa. Appena
arrivava qualcuno io scappavo via. Dopo una settimana tornai a casa,
raccontando tutto alla mia famiglia, preoccupata per il mio
silenzio dei giorni passati. Loro già sapevano, Alice aveva
avuto una visione di me al cimitero davanti alla tomba di Bella. Non dissero
nulla, erano disperati come me, gli volevano tutti bene,
tanto bene. La mia vita da allora è stata un vero inferno,
non faccio più nulla. Passo tutte le giornate
chiuso in camera mia ad ascoltare il cd con le nostre canzoni e a guardare le
nostre foto, con le quali ho tappezzato tutta la mia camera. Esco dalla mia
stanza solo rare volte, quando devo andare a caccia, cosa che faccio solo per
mantenere vivo il mio autocontrollo e quando ci sono riunioni di famiglia. A volte quando, sentendo i pensieri della mia famiglia, mi accorgo
che sono troppo preoccupati per me, scendo giù e parlo un po’ con loro, il
minimo indispensabile, tanto per non farli soffrire più del dovuto. Da
quando Bella non fa più parte della nostra vita, siamo tutti distrutti, non c’è
più felicità in noi, soprattutto in me. Si ride e si scherza poco, anche se io
non faccio nemmeno quel poco. Non sembriamo nemmeno più la famiglia che eravamo un tempo. Sono passati 25 anni, ma io non l’ho mai
dimenticata, ogni giorno la amo sempre di più, ma questo lo sapevo
già. Dal giorno in cui la lasciai per permettergli di vivere una vita normale sapevo che avrei sofferto tantissimo, che non avrei
mai potuto dimenticarla, che non avrei mai potuto smetterla di amarla, che
l’avrei amata per tutta l’eternità. Spesso in questi anni, e anche adesso, vado
a Forks a trovarla, ovviamente continuo a nascondermi, non posso permettermi
che mi riconoscano. Spesso lo fa anche la mia famiglia, ma non partiamo mai
insieme. Io preferisco andare da solo, loro, invece, si dividono in gruppi di 2
o 3, sarebbe rischioso farsi vedere tutti insieme. E’
sempre doloroso, troppo doloroso andare in quel
cimitero e parlare con la sua foto, sapendo che non mi può rispondere, eppure
ho bisogno di andare lì, è un modo per sentirla più vicino. Ero partito ieri
sera e oggi ero già tornato a casa, del resto le mie visite a Forks duravano molto poco, visto che andavano a trovarla sempre tante
persone e io, siccome non potevo permettermi di farmi riconoscere, potevo
restare accanto a lei fino a quando non arrivava nessuno, quando questo
accadeva dove andarmene subito, prendevo il primo aereo per l’Alaska e tornavo
qui, a casa. Adesso ero chiuso come sempre nella mia stanza ascoltando il
nostro cd, quando all’improvviso sentì Carlisle rientrare a casa. Spesso veniva
da me, come facevano tutti gli altri e cercava di consolarmi, ma era tutto
inutile, il dolore che provavo era troppo forte, nemmeno Jasper che, grazie al
suo potere, era in grado di provare su stesso tutto il dolore che avevo dentro,
avrebbe mai potuto capirmi in pieno. Nessuno di loro
aveva perso per sempre la persona amata, nessuno di loro aveva mai perso la
metà che lo completava, nessuno di loro era mai morto per la seconda volta. Ormai, non mi curavo nemmeno di ascoltare i loro pensieri, perché
farlo mi faceva sentire più male. Esme soffriva nel vedermi così, non
riusciva a sopportare il fatto che dopo 25 anni io
fossi ancora in questo stato, che dopo 25 anni io soffrissi ancora come il
primo giorno, o forse, ancora di più e soffriva perché sapeva di aver perso per
sempre una figlia, perché questo era ciò che Bella era diventata per lei. Gli
stessi pensieri erano nella mente di Carlisle, che pensava esattamente le
stesse cose della moglie. Emmett aveva perso la sua giocosità, il suo essere il buffone di casa, aveva anni e anni che non gli
sentivo fare delle battute. Era preoccupato e triste per me, ma anche per la
scomparsa di Bella, che considerava già una sorella, ma chi stava peggio erano
Jasper, Alice e Rosalie che oltre al dolore che provavano per me e per la morte
di Bella erano logorati dai sensi di colpa. Jasper si sentiva il responsabile
di ciò che era successo, non faceva altro che ripetere che era tutta colpa sua , che se lui quella sera fosse riuscito a trattenersi non
sarebbe successo tutta questa catastrofe. Rosalie si sentiva
tremendamente in colpa, poiché era stata l’unica ad aver appoggiato la mia
scelta quando avevo deciso di lasciare Bella. Si sentiva terribilmente egoista
nell’averlo fatto e soprattutto di essere stata tanto ceca da non capire cosa
Bella significasse davvero per me. Anche lei soffriva, a volte, sembrava
soffrisse più di tutti, poiché si era resa conto che anche lei voleva bene al
mio angelo, anche se era stata troppo orgogliosa per
ammetterlo a se stessa fin da subito, e sapeva che non avrebbe mai
potuto dirlo a Bella, sapeva che lei non avrebbe mai saputo che era una ragazza
così speciale da aver fatto sciogliere anche il cuore di una dura come Rose.
Alice, invece, era completamente distrutta. Per anni mi aveva accusato di
essere la causa di tutte quelle sofferenze, dicendomi
che ero stato un’egoista, che avevo deciso per tutti. Bella era la sua migliore
amica, e io gliel’avevo portata via solo perché ero stato così presuntuoso da
voler fare la cosa giusta, non rendendomi conto che, a volte, la cosa giusta
non è sempre la migliore. Con il tempo aveva smesso di
darmi addosso ed era tornata ad essere quella di sempre con me, scusandosi per
il comportamento che aveva avuto nei miei confronti, anche se non aveva senso
scusarsi, perché aveva ragione. Si sentiva in colpa per non aver potuto
salutare Bella, per essere scappata come una vigliacca, e soprattutto si
sentiva in colpa per non aver guardato nel suo futuro, perché se l’avesse fatto
si sarebbe resa conto di quello che sarebbe successo e
avrebbe potuto sistemare la cosa, evitare che Bella morisse. Per questo mi
sentivo in colpa anch’io, perché ero stato io a pregare Alice di lasciare
vivere Bella in pace, senza che noi ci intromettessimo
e per farlo non dovevamo più sapere niente di lei. Stranamente scesi giù e vidi
Carlisle preoccupato. Non riuscivo a capire perchè e non volevo nemmeno cercare
nei suoi pensieri cosa potesse turbarlo tanto, non
volevo più usare il mio potere, ormai, lo facevo molto raramente. Forse, era
meglio parlare con lui.
-
Carlisle tutto bene? – gli chiesi.
-
Si figliolo, tranquillo – mi disse lui.
-
Ti vedo strano, c’è qualcosa che ti turba? – gli dissi.
-
Niente di preoccupante, solo una paziente in ospedale che è
in condizioni critiche – mi disse lui, ma qualcosa nella sua espressione mi
diceva che quella era una bugia.
-
Vedrai che andrà tutto bene. Sei il miglior medico che esiste, riuscirai ad
aiutarla – gli dissi io.
-
Riuscirò pure ad aiutarla, ma con te non ci non sono riuscito.
Sarò pure un buon medico, ma come padre ho fallito –
mi disse lui.
-
Che diavolo ti passa per testa? Tu sei il miglior
padre che si possa desiderare, non devi pensarle nemmeno
per scherzo queste cose. Se non ci fossi stato tu, se
tu avessi fallito davvero come credi, io non sarei qui. Sarei
già morto 25 anni fa, per mano dei Volturi – gli dissi sincero.
Quando
avevo saputo della morte di Bella il mio primo
pensiero era stato di andare a Volterra e farmi uccidere, ma Alice aveva visto
già la mia decisione e tutta la famiglia mi aveva pregato di non farlo e io non
lo feci, non potevo arrecare anche quella sofferenza alla mia famiglia, la
famiglia che tanto mi amava.
-
Ti voglio bene figliolo – mi disse Carlisle
abbracciandomi.
-
Anch’io te ne voglio – gli dissi ricambiando
l’abbraccio.
-
Carlisle è impossibile. Non può assolutamente essere vero – trillò Alice
preoccupata entrando in salotto, fermandosi di botto quando
vide me.
-
Cosa non è possibile? – chiesi io.
-
Nulla fratellino, non preoccuparti – mi rispose lei.
-
Vado a caccia. Ci vediamo dopo – dissi io.
Qualunque
cosa fosse successa non mi interessava, una cosa sola
era importante nella mia vita, Bella, ma lei non c’era più, quindi tutto il
resto non mi interessava.
-
Vengo con te – mi disse Emmett.
-
Preferisco andare da solo – gli dissi io.
-
No, vengo con te. Non si discute – mi rispose lui.
-
Ok, andiamo – dissi, mentre lui mi sorrise.
Uscimmo
di casa e andammo a cacciare. Restammo
nel bosco per tutto il pomeriggio, poi tornammo a casa. Trovai tutti
riuniti nel salone, mancavamo solo io e Emmett, il
quale andò a sedersi con gli altri, mentre io ero di tutt’altro avviso.
-
Tesoro perché non resti qui con noi per un po’? – mi chiese Esme.
-
Non ho molta voglia di vedere la tv – gli dissi dolcemente per evitare di dirgli che preferivo stare da solo.
-
Facciamo qualcos’altro – mi disse Jasper.
-
No, davvero. Preferisco andare in camera, voi continuate
– gli dissi allontanandomi da lì dentro e salendo in camera.
Accesi
lo stereo e in poco tempo nella stanza si diffuse la dolce melodia di Claire De
Lune, mi sdraia sul divano e chiusi gli occhi
ricordando tutti i momenti felici insieme alla mia Bella, l’unica persona che
aveva conquistato il mio cuore. Ero un vampiro e si sa, quando un vampiro si innamora è per sempre.
Risposte alle vostre
recensioni:
- rebecca73: Ed ecco il nuovo capitolo.
- nefertiry85: No, Bella non ha notato che lui fosse
un vampiro, erano troppo lontani perché potesse vederlo bene. E poi l’aveva solo visto di profili, quindi non ha notato nemmeno
il colore degli occhi.
- Uchiha_chan: Si, la scuola darà davvero
sorpresine.
- letizia_ama_rob: Diciamo che ci sei
quasi, ma non del tutto.
- kucciola94: Per adesso Bella non incontrerà nessuno. Sarà solo
Renesmee ad interagire con i Cullen. E non è detto che
Bella incontri necessariamente un Cullen per primo. Non voglio rovinarti la
storia, quindi non aggiungo altro.
- moni: Diciamo
che per qualcosa ci hai azzeccato, mentre per altre no. Comunque come vedi
Edward non si è messo a fare l’eremita, ma vive con loro solo per farli
contenti, solo per non essere un motivo in più di sofferenza per loro. Fosse per lui si sarebbe già fatto uccidere.
- shasha5: Non vi dico se la vista, non ancora almeno. Però diciamo che da questo capitolo potete capire qualcosa.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Mi fa piacere che nonostante te lo sia
perso sei andata a leggerlo e spero che anche questo
ti piacerà.
-Crazyangel84:
Magari le tue speranze non sono vane. Ti ho già detto tutto.
- Vampire93: Diciamo che alcuni dei
tuoi magari posso non essere solo magari. Credo hai
capito.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti.
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e
recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 16
LA NUOVA ARRIVATA
POV EDWARD
I
giorni passavano veloce, ma per me erano sempre troppo lunghi. Non riuscivo
nemmeno a pensare che davanti a me si prospettava
l’eternità, un’eternità senza senso, un’eternità fatta solo di sofferenze, di
rimpianti e di rimorsi. Se puoi vivere per sempre, per cosa
vivi davvero? Questo era quello che mi chiedevo sempre, ma sapevo che
non avrei mai avuto una risposta. Bella non c’era più e la mia eternità era
qualcosa di terribile per me. Lei era riuscita a farmi sentire meno mostro di
quello che ero, ma adesso che lei non c’era più,
adesso che se ne era andata a causa mia, il mostro dentro di me era tornato.
Aveva ragione lei, anch’io avevo un’anima, ma
quell’anima se l’era portata lei in cielo. Quello che restava adesso di me, era
solo un mostro dannato rinchiuso in eterno in un corpo da diciassettenne. Sentì
dei passi venire verso la mia stanza, dei passi che avrei riconosciuto fra
mille. Alice. Bussò alla porta e dopo avergli detto di entrare lo fece.
-
Eddy noi siamo pronti – mi disse lei.
-
Scendo – gli dissi solamente.
Un’altra
giornata era iniziata e adesso mi toccava andare a scuola. Non volevo più
andarci e per anni non l’ho fatto, ma poi per amore dei miei fratelli e dei
miei genitori avevo deciso di continuare a
frequentarla, visto che loro erano disperati nel vedermi sempre chiuso in
camera mia. Uscì e chiusi la porta alle mie spalle. La mia camera era l’unica
che restava sempre con la porta chiusa, poiché vedendola soffrivano tutti. In
quella stanza c’era Bella, il suo ricordo, la sua
allegria, tutto. Diecimila foto erano appese in camera e c’erano perfino alcuni
dei suoi vestiti, alcuni che avevo preso da casa sua quando
scoprì che l’amore della mia vita era salito in cielo. Era doloroso per tutti
vedere quelle cose, solo io potevo stare lì dentro, solo io che non facevo
altro che crogiolarmi nel mio dolore. E poi se proprio dovevo essere sincero,
non ero nemmeno troppo contento quando qualcuno
entrava lì dentro, perché era come se invadessero i miei ricordi, come se
invadessero lei. Ricordo che la prima volta che erano venuti a trovarci il clan
di Denali in questa casa in Alaska, Tanya, aveva provato ad entrarci, più che
altro era solo venuta a chiedermi una cosa, ma non
appena stava aprendo la porta il mio urlo furioso la fece ritrarre. Uscì io a vedere
cosa volesse. Ero sofferente quando
entrava la mia famiglia, per non parlare di quando entravano gli estranei.
Nessuno a parte la mia famiglia conosceva la mia stanza, nessuno sapeva come era fatta e nessuno doveva saperlo. Scesi giù e trovai
i ragazzi all’ingresso. Rosalie e Emmett andarono con
il BMW di Rose, mentre io, Alice e Jasper usammo la mia Aston Martin. Avevo
cambiato macchina, perché non riuscivo più ad usare la Volvo, nonostante fosse
passato tanto tempo, lì dentro sentivo ancora il profumo
di Bella e questo non mi aiutava per nulla. Nonostante tutto non l’avevo data via, era in garage e la usavo solo rare volte,
quelle volte in cui volevo essere masochista, uccidendomi con i ricordi di lei
e me in quella macchina. Durante il tragitto non dicemmo
una parola, il silenzio era tagliente. In pochi minuti, arrivammo a scuola e,
scesi dalla macchina, raggiungemmo Rose e Emmett.
Entrammo dentro e io li salutai andando subito in classe. Avevo tre ore di
letteratura inglese e l’argomento del giorno era William Shakespeare e ironia della sorte, il professore iniziò a spiegare “Romeo e
Giulietta”. Sapevo a memoria quella storia, quindi non prestai molta attenzione
alla lezione, piuttosto mi immersi nei ricordi,
pensando a quando, il giorno del compleanno di Bella, avevamo visto quel film
insieme commentandolo. Lei tra le mie braccia, non c’era ricordo più bello.
Rimasi per tutto il tempo a pensare a lei, come sempre del resto e quando le
tre ore di lezione terminarono, andai nell’altra classe per la lezione di
trigonometria e così feci per il resto della mattinata. All’ora
di pranzo mi diressi alla mensa e trovai i miei fratelli già seduti al solito
tavolo. Quella scuola, mi ricordava terribilmente quella di Forks, ma lì eravamo in Alaska e l’Alaska era ben lungi dall’essere come
la piccola cittadina in cui avevo conosciuto il mio angelo. Riempì il vassoio
con del cibo per non destare sospetti e poi andai a sedermi al tavolo. I
ragazzi stavano parlando tra di loro, ma io non mi
curai nemmeno di ascoltarli, perso completamente in un mondo tutto mio, un
mondo fatto solo di ricordi.
-
Edward tu che dici? – mi chiese Emmett preoccupato scrollandomi per una spalle e facendomi tornare con i piedi per terra.
-
Riguardo a cosa? – gli chiesi.
-
Ma come riguardo a cosa? Alla nuova arrivata, a chi
altrimenti – mi disse lui.
-
Cosa pensi che me ne possa fregare della nuova
arrivata? Ne arrivano a decine qui di nuovi arrivati,
se mi mettessi a presso a tutti, saremmo a cavallo – gli dissi.
-
Si sincero, non hai ascoltato una sola parola di quello che abbiamo detto fino
ad ora, non è vero? – mi chiese Rose.
-
No, non vi ho ascoltato – gli disse semplicemente.
-
E hai fatto male. Quella ragazza è
strana – mi disse Alice.
-
Anche noi lo siamo – gli dissi io.
-
Edward per favore, è una cosa seria quella di cui stiamo parlando – mi disse Jasper.
-
Da quando una nuova arrivata è una cosa seria per noi? – gli chiesi stupito.
-
Il mio potere su di lei non funziona. Non riesco a vederla,
non riesco a vedere il suo futuro. Ti sembra abbastanza seria come cosa?
– mi disse Alice.
-
Chi sarebbe questa nuova arrivata? – gli chiesi.
-
Non è ancora entrata – mi rispose Rose.
-
Ho sentito dire che c’era una nuova ragazza, così ho
provato a vederla per vedere com’era e a sbirciare un po’ il suo futuro.
L’unica cosa che vedo sono buchi neri – mi disse Alice
preoccupata.
Una
cosa del genere non era mai successa. Come poteva essere possibile?
-
Ci sarà una spiegazione – gli dissi io.
-
Sarebbe? – mi domandò Alice.
-
Non ne ho la minima idea, ma deve esserci per forza – gli dissi
io.
Restammo
a parlare per un po’ cercando di capire a cosa erano dovuti
quei buchi neri, ma non ne venivamo a capo. All’improvviso vidi Alice assumere
un’espressione strana, un misto tra lo sconvolto e l’incredulo. Lo notarono
tutti e si voltarono a guardare verso quella direzione e lo
stessi feci io. La nuova ragazza si era appena seduta in un tavolo
insieme a dei ragazzi e non appena la vidi restai
anch’io sconvolto. Non potevo credere ai miei occhi. Quella ragazza era così simile a Bella, gli assomigliava tanto, soprattutto
per gli occhi. Aveva due grandi occhi cioccolato identici a quelli di Bella, ma
non era lei, lei non c’era più. Ripensai a quando la
vidi per la prima volta in sala mensa. Era così bella e il suo sangue mi
attirava come una calamita.
-
Non ci posso credere – disse Rose, l’unica che era
stata capace di parlare.
-
E’ solo una semplice ragazzina – gli dissi io cercando
di non fargli notare che anch’io mi ero reso conto della somiglianza con Bella.
-
Una semplice ragazzina? Gli assomiglia terribilmente – mi
disse Jasper.
-
Assomiglia a chi? – dissi io facendo finta di non capire.
-
Edward sei ceco? Quella ragazza assomiglia a Bella, guardagli
gli occhi – disse Emmett.
-
Ci sono diecimila persone che hanno gli occhi color cioccolato, questo non
significa che tutte e diecimila assomiglino a lei –
gli dissi io furioso.
-
Edward calmati, non era certo un’offesa. Sappiamo che nessuno
sarà mai come lei, ma devi ammettere che quella ragazza ha i suoi stessi
occhi, e non è questione di colore, è questione che sono identici – mi disse
Alice.
-
E allora? Cosa pensi me ne
possa fregare? Quella ragazza non è lei – gli dissi io
freddo.
-
Lascia perdere. Piuttosto vedi cosa pensa – mi disse Alice.
-
Non vedo perché devo farlo. Non mi interessa niente –
gli dissi io.
Per
me quella era una ragazza come le altre, anzi, era
peggio delle altre, perché mi ricordava Bella come se già la mia testa non ne
avesse abbastanza. Qualcuno lassù doveva volermi davvero male.
-
Edward non si tratta di te in questo momento. Devo capire perché non la vedo,
può essere importante – mi disse Alice.
-
Sarà una tua eccezione. Bella era la mia, quella ragazza sarà
la tua – gli dissi.
-
Edward Cullen sonda immediatamente i pensieri di quella ragazza – mi disse Alice furiosa lanciandomi uno sguardo che non lasciava
spazio a repliche.
Usai
il mio potere, dopo non so quanto tempo che non lo
facevo e mi sembrava anche strano farlo, dopo anni e anni ci avevo perso
completamente l’abitudine. Provai a sintonizzarmi sulla mente della ragazza, ma
non sentivo niente, il vuoto più assoluto. Lo stesso vuoto
che c’era nella mente di Bella.
- Non sento niente, solo il vuoto – gli dissi.
-
Come è possibile? – mi chiese Rose.
-
E che ne so. Così come era
possibile per lei, è possibile anche per la ragazza – gli dissi io.
-
Edward c’è qualcosa che non va in questa storia – mi disse
Jasper.
-
Cosa dovrebbe esserci che non va? – gli chiesi.
-
E se non fosse umana? – disse Emmett.
-
Dubito che non lo sia. Mangia come tutti, il suo cuore
batte, lo sento, e, oltretutto, arrossisce – disse Alice.
-
Non vedo perché vi facciate tutti questi problemi. Nessuna ha mai detto che i nostri poteri sono infallibili. Vuol dire che quella ragazza ha buone potenzialità se diventasse
una di noi, ha la mente protetta non solo dai poteri come i miei, ma anche da
quelli come i tuoi – dissi riferendomi ai poteri di Alice.
-
Forse hai ragione, ci stiamo preoccupando inutilmente
– disse Jasper.
-
Prova a sentire i pensieri di quelli che parlano con
lei – mi disse Rosalie.
-
Sentite ragazzi non ne ho voglia. Ho
altro a cui pensare – gli dissi io.
-
Per favore – mi chiese Alice con sguardo implorante.
Come
potevo dirgli di no? In fondo erano la mia famiglia.
Provai
a sondare la mente di tutti i presenti nel tavolo. Tutti avevano pensieri diversi, ma tutti rivolti verso la nuova arrivata.
“Mamma mia quanto è carina. Quasi, quasi ci faccio un pensierino” pensava un ragazzo che non gli
staccava gli occhi di dosso.
“Questa ragazza mi piace. Spero diventeremo ottime amiche” pensava,
invece, una ragazza seduta vicino a lei.
“La stanno fissando
tutti. Anche i Cullen l’hanno guardata e loro non
guardano mai nessuno, soprattutto Edward. Cos’ha questa ragazza che io non ho?” anche qui c’erano le
classiche oche, così come a Forks. Come che si dice,
“Tutto il mondo è paese”, non c’erano parole più azzeccate.
“Poverina, non deve
essere stato facile vivere in un orfanotrofio. E’ normale che non vuole parlarne,
mi auguro di diventare sua amica. Almeno avrà qualcuno su cui
poter contare” questi erano, invece, i pensieri
della ragazza seduta di fronte a lei, la figlia del preside, forse, per questo
sapeva qualcosa di lei. Provai a sondare ancora la sua mente, ma i suoi pensieri cambiarono e non erano più riferiti alla
ragazza. Diedi una sbirciatina nei pensieri di tutti, ma nessuno era
interessante. Tutti che pensavano a quanto fosse bella e a
come corteggiarla, mentre le ragazze avevano i pensieri verdi d’invidia verso
quella ragazza che aveva già tutta la scuola ai suoi piedi, nemmeno il tempo
che avesse messo piede lì dentro.
-
I ragazzi pensano a come conquistarla, le ragazze provano invidia per lei.
L’unica che ha pensato qualcosa di diverso è la figlia
del preside che dice che quella ragazza proviene da un orfanotrofio.
Ovviamente, deve essere stato il padre a dirglielo, perché a quanto ho capito
dai suoi pensieri, la nuova arrivata sembra non voler parlare del passato – dissi io ai miei fratelli.
-
Qualcosa mi dice che diventeremo grandi amiche – disse
Alice guardandomi maliziosa.
-
Devo ricordarti che è un’umana? – gli chiesi io infastidito.
-
Devo ricordarti che non sarebbe la prima umana a frequentarci? – mi disse lei.
Sapevo
già quale era il suo intento, ma volevo averne la prova e l’avrei
avuta. Di certo non poteva pensare che gli leggessi la mente, non lo
facevo da anni.
“E’ ora che anche tu
torni a sorridere. E farò tutto ciò che è in mio
potere per riuscirci. Hai sofferto tanto, ma adesso basta. Devi tornare ad
essere felice e quella ragazza potrebbe riuscire a far si
che succeda”
.
Non
serviva che ascoltassi altro.
-
Non pensarlo nemmeno. Toglitelo dalla testa. Io sto bene così
– gli urlai contro facendo girare tutti, anche la ragazza.
-
Cos’è hai ripreso a usare il tuo potere? – mi chiese
lei stupita.
-
Non ha importanza. Tu pensa solo a farti gli affari tuoi. Io amo Bella, non
voglio nessun altra donna nella mia vita – gli dissi
io furioso, ma abbassando il tono di voce in modo che nessuno mi sentisse.
Detto
questo mi alzai come una furia e uscì fuori, non avevo
nessuna intenzione di stare ancora lì dentro a sentire quello che avrebbero
detto, perché ero convinto che gli altri l’avrebbero pensata come Alice. Del
resto non potevo accusarli di nulla, mi vedevano soffrire e volevano solo che
stessi meglio, ma la soluzione al mio problema non era quello di trovare una
nuova ragazza. Io non potevo più amare e la sola idea di
stare con qualcuno che non fosse Bella mi faceva schifo. Io stavo
bene con il mio dolore, nessuno avrebbe potuto aiutarmi. Mi misi seduto
su una panchina nel cortile della scuola e accesi l’i-pod ascoltando la canzone
mia e del mio angelo. La misi ad alto volume, perché
non volevo sentire quello che succedeva intorno a me, e con il mio udito
sovrumano mi era difficile. Restai seduto lì non so
per quanto tempo, ascoltando a ripetizione quella melodia, l’unica, insieme
alla ninna nonna che avevo composto per Bella, capace di assopire anche solo
per poco il mio dolore. Ad un certo punto spensi l’i-pod pronto a tornare
dentro.
-
E’ bellissima – disse una voce alle mie spalle prima che potessi
alzarmi per rientrare.
Ma possibile che non si potesse stare un attimo in pace? Mi
voltai per vedere a chi appartenesse quella voce e mi
accorsi che di fronte a me c’era la nuova arrivata. Possibile che si fosse
avvicinata a me senza crearsi problemi? Di solito non lo faceva nessuno. Tutti
in qualche modo si sentivano spaventati da noi e ci stavano il più lontano
possibile, vedendoci il loro spirito di autoconservazione
si metteva in atto tenendoli lontano da noi. Eppure
quella ragazza sembrava non essere per nulla spaventata da me, infatti, si
sedette accanto a me nella panchina. La guardai meglio e notai che, in effetti,
i suoi occhi erano identici a quelli di Bella e, lei, così come il mio angelo,
non si mostrava turbata da me. La osservai bene e fu
come rivedere me in lei. Era così strano, eppure quella
ragazza sembrava somigliarmi. Non so perché, ma mi sentivo legato a lei,
ma non come una persona a cui potevo dare il mio
amore, mi sentivo legato in modo diverso, inspiegabile, sapevo solo che quello
che provavo non aveva nulla a che fare con l’attrazione o con l’amore. Era
bella si, ma non era questo l’importante. Mi sentivo legato a lei da un filo
invisibile, come lo ero con i miei fratelli, o forse, anche di più.
-
Si è stupenda – gli dissi.
-
Io la adoro – mi disse lei sorridendomi e lasciandomi
basito.
Cavolo
quella ragazza sorrideva come me, come era possibile?
Se solo Bella l’avesse vista ne sarebbe rimasta
affascinata. Lei diceva che solo io possedevo il
sorriso sghembo che lei tanto amava, ma adesso ecco che trovavo qualcuno che lo
avesse pure. Che strano. Era tutto troppo strano.
-
E’ la mia preferita – gli dissi io.
-
Si, l’ho notato. L’hai ascoltata un
sacco di volte – mi disse lei.
-
L’hai notato? – gli chiesi.
-
Beh, avevo l’i-pod a tutto volume – mi disse lei.
-
Era da molto che eri qui? – gli domandai.
-
Da un po’. Passavo per caso e ho sentito la melodia, così mi sono soffermata.
La adoro – mi disse.
Non
gli risposi, mi limitai solo a sorridergli.
-
L’altra melodia che ascoltavi di chi è? Non la conosco – mi
disse lei.
-
Non puoi conoscerla, perché è mia – gli dissi.
-
Tu suoni? – mi chiese.
-
Diciamo che suonavo. Adesso ho
smesso – gli dissi.
Da
quando avevo saputo della morte di Bella non avevo più
toccato il pianoforte, mi ricordava troppo i momenti in cui suonavo per lei.
-
Come mai? – mi chiese lei.
-
Suonare mi ricorda una persona che ho perso – gli dissi
io sincero.
Non
sapevo perché gli stessi dicendo la verità, ma era
stano parlare con lei e più ci parlavo più sentivo quel legame invisibile
rafforzarsi.
-
Mi dispiace – mi disse lei.
-
Non fa nulla – gli dissi io.
-
Anch’io ho perso qualcuno, quindi capisco come ti
senti – mi disse lei.
-
E’ un dolore che non passa mai – gli dissi io.
-
Lo so. Ti sembro indiscreta se ti chiedo chi hai perso? – mi domandò lei
titubante.
-
La ragazza che amavo sopra ogni cosa, quella per cui
avrei dato la mia vita – gli dissi sincero.
Non
avevo mai parlato con nessuno di questo, eppure mi veniva istintivo farlo con
lei.
-
Io ho perso il mio papà. Non l’ho mai conosciuto – mi disse
lei.
Non
capivo se fosse morto o se non l’avesse voluta e una forza dentro di me mi
spingeva a chiederglielo.
-
Ti ha abbandonato? – gli chiesi.
-
In un certo senso. Lui non sapeva di me. Comunque
adesso è morto – mi disse lei.
-
Mi dispiace – gli dissi io.
-
Non fa nulla, è stato tanto tempo fa – mi disse lei.
-
Mi ha fatto piacere parlare con te, adesso vado – gli
dissi alzandomi.
-
Anche per me, ciao – mi disse lei restando, invece,
seduta su quella panchina.
Entrai
dentro e mi diressi in classe. Le ore di lezione passarono lentamente, sembrava
che il tempo si fosse fermato. Quando suonò la
campanella che segnava la fine delle lezioni sospirai, finalmente, potevo
tornare a casa. Uscì velocemente dall’edificio dirigendomi verso la mia
macchina e ciò che vidi non mi piacque per niente. Dannato folletto. Appoggiati
alla mia macchina c’erano i miei fratelli insieme alla
nuova arrivata e Alice sprizzava felicità da tutti i pori. Sondai la sua mente
e dovetti trattenermi dal ringhiare.
“Mi dispiace Edward, so che sarà difficile,
ma la tua vita continua e io ti aiuterò”.
Qualcosa
mi diceva che dovevo mettere di nuovo in funzione il
mio potere, dovevo tenere sotto controllo quella pazza di mia sorella. Mi
avvicinai alla macchina e non appena giunsi vidi la ragazza sorridermi.
-
Questo è Edward, l’altro mio fratello. Quello di cui ti ho
parlato – disse quel mostriciattolo.
-
Ho già avuto il piacere di conoscerlo, anche se non abbiamo fatto in tempo a
presentarci – disse la ragazza.
“E’ perfetta per lui” pensò Alice.
-
Smettila – dissi ad Alice a voce bassa in modo che
solo chi possedeva un udito come il nostro potesse sentirmi.
-
Comunque io sono Nessie – mi disse la ragazza
porgendomi la mano, mentre io gliela strinsi.
-
Edward dobbiamo dargli un passaggio, gli ho detto di
non chiamare sua sorella per farsi venire a prendere – mi disse Alice.
E
no, non mi incastrava. Mi dispiace sorellina, ma io
non ho bisogno del tuo aiuto, sto bene così. Se vuoi aiutarmi portami Bella, ma
questo non puoi farlo, quindi lascia perdere.
-
Dovrai accompagnarla con la macchina di Rose, io devo
passare da una parte subito – gli disse cercando di essere il più gentile
possibile.
-
Ma Edward… – stava iniziando a dire mia sorella.
-
Alice, non posso davvero. Emmett e Jasper vengono con me e tu vai con Rose ad
accompagnarla – gli dissi con sguardo che non
ammetteva repliche.
-
Ok, andiamo Nessie – gli disse Alice.
-
Ciao Edward, è stato un vero piacere conoscerti – mi disse
la ragazza, mentre io mi limitai a sorridergli.
Salì
in macchina seguito da Jasper e Emmett. Ero furioso e
Jasper cercava di placarmi con il suo potere, infatti, sentivo nuvole di pace
giungermi addosso. Restammo in silenzio fino a quando
giungemmo a casa. Posteggiai e prima di scendere mi voltai verso di loro.
-
Tieni d’occhio Alice, non ho intenzione di sopportare oltre i suoi piani –
dissi furioso rivolgendomi a Jasper.
-
Ha esagerato stavolta, lo so – mi disse lui
dispiaciuto.
-
Non c’è l’ho con te, ne con lei. So che lo fa per me,
ma non ho bisogno del suo aiuto, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno
mettetevelo bene in testa – gli dissi scendendo dalla macchina senza dare ne a lui ne a Emmett il tempo di rispondermi.
Salì
in camera e mi chiusi nella mia stanza, dove vi restai per tutto il giorno,
ascoltando e riascoltando la ninna nanna che avevo composto per Bella. A sera
inoltrata sentì Alice bussare alla porta e entrare
prima ancora che io gli avessi dato il permesso di farlo.
-
Cosa vuoi? – gli dissi ancora arrabbiato.
Come
poteva solo pensare che avrei dimenticato Bella? Come poteva pensare che potessi sostituirla con qualcun’altra? Come poteva pensare
che io sarei stato in grado di amare un’altra persona?
-
Mi dispiace per oggi. Ho esagerato, ma l’ho fatto per te. E’ ora che riprendi
in mano la tua vita – mi disse lei.
-
Io sto bene così – gli dissi.
-
Trovare qualcuno potrebbe aiutarti a stare meglio – mi disse
lei.
-
Prima di incontrare Bella, sono stato quasi un secolo da solo, senza nessuna
ragazza, senza amore e stavo bene così. Cosa ti fa credere che adesso sia diverso? Ho avuto la mia
occasione per essere felice, per amare e per essere amato, ma l’ho sprecata.
Punto. Adesso per favore esci da qui dentro e non dirmi niente. La pensiamo in
modo differente su questo argomento – gli dissi io
stavolta pacatamente.
-
Ma… – stava iniziando a dire lei.
-
Alice dico davvero. E’ già difficile così, non occorre che tu cerchi di
aiutarmi, nessuno può farlo – gli dissi.
Lei
mi guardò senza riuscire a dire niente, ma i suoi pensieri erano chiari.
“Riuscirò a farti
innamorare di nuovo. Quella ragazza ha qualcosa di speciale, come c’è lo aveva Bella”.
-
Nessuno e ribadisco nessuno sarà mai come Bella, ne tanto
meno ci assomiglierà. Togliti dalla testa i tuoi assurdi piani, altrimenti sarò
costretto ad andarmene da qui. Voglio solo essere lasciato in
pace, non chiedo tanto – gli dissi.
-
Non chiedi tanto? Come facciamo a lasciarti in pace vedendoti in questo stato? Siamo la tua famiglia, ti vogliamo bene. Soffriamo tutti per
la morte di Bella, soffriamo tutti per quello che è successo, ma stiamo
provando ad andare avanti, anche se è difficile. Anch’io come te vorrei più di ogni altra cosa al mondo che Bella entrasse
da quella stanza con il suo sorriso in volto e con tutto l’amore che provava
per te negli occhi, ma non succederà mai. Edward sono stanca di vederti così,
ti voglio bene, più di quanto tu possa immaginare e
non sopporto di vederti così. Ti prego aiutati, fatti aiutare – mi disse lei
che se avrebbe potuto piangere l’avrebbe fatto.
-
Lo so che mi volete bene e lo so che soffrite per me, ma vedrete che prima o poi passerà. Ma non è il
caso di fare piani su come farmi innamorare – gli dissi.
-
Quella ragazza mi piace, ha qualcosa di strano, qualcosa che non ti so spiegare. Mi sento legata a lei in modo
strano – mi disse lei.
-
Non ti sto dicendo che non devi frequentarla. Fallo,
ma non pensare che possa innamorarmi di lei – gli
dissi.
-
Ok fratellino, hai vinto. Non ci proverò più, ma voglio
essergli amica e spero che anche tu lo sarai – mi disse.
-
Ci proverò, in fondo non è poi così male – gli dissi.
Lei
venne ad abbracciarmi restando tra le mie braccia per un po’ e poi uscì, mentre
io restai lì a guardare le foto di me e Bella quando ancora eravamo felici. E’
vero, Bella era morta, ma per me era ancora viva,
perché ancora era vivo l’amore che provavo per lei. Di una cosa sola era certo,
il mio angelo avrebbe vissuto per l’eternità dentro il mio cuore, avrebbe vissuto per l’eternità con me anche se in modo
diverso da come in realtà avrei voluto.
Risposte alle vostre
recensioni:
- nefertiry85: Diciamo che l’ha vista e
non l’ha vista.
- Uchiha_chan: No, questo è stato ancora di Edward.
-Crazyangel84: Sono contenta di sapere
che il capitolo ti ha commosso, perché questo significa che sono riuscita a far
capire davvero la sofferenza di Edward.
- letizia_ama_rob: Per leggere il capitolo dell’incontro tra Bella
e Edward o tra Bella e qualcun altro dei Cullen dovrai
aspettare parecchio. Non è ancora giunto il momento.
- moni: Mi fa davvero piacere che hai
sentito la sofferenza di Edward e dei Cullen perché questo
era il mio intento.
- Vampire93: Sono felice di essere riuscita a scrivere ciò che
ho sentito dentro. Per me era fondamentale che si capisse bene quanto dolore
prova Edward e anche gli altri e sono contenta di
esserci riuscita.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Diciamo che
era mia intenzione far notare quanto profonda e straziante fosse la sofferenza
di Edward. Per vedere un po’ di pace tra i due bisognerà aspettare ancora un po’.
- maddycullen: Ho aggiornato il prima
possibile. Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti.
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e
recensite. Un bacio.
Capitolo 17 *** Coincidenze o qualcosa di più? ***
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 17
Coincidenze o qualcosa di più?
POV RENESMEE
Il
primo giorno di scuola era passato e già mi ero fatta delle amiche. Certo dire
“amiche “ non era, forse, il termine più appropriato, ma qualcosa mi diceva che era solo questione di tempo. La cosa che più mi
attirava in queste due ragazze era il fatto che
fossero come mamma, erano delle vampire vegetariane e il colore dei loro occhi
ne era la dimostrazione. Non volevo essere affrettata, ma se le cose fossero
andate per come io speravo avrei anche potuto raccontare loro il mio segreto,
loro avrebbero potuto capire, ma soprattutto sarei potuta essere me stessa con
loro, cosa che non era facile per me. A volte mi chiedevo cosa fossi e non
riuscivo mai a darmi una risposta, io non ero ne
bianco ne nero, non ero ne carne ne pesce, non ero ne umana ne vampira, ero una
via di mezzo tra due eccessi. Mamma mi aveva sempre detto
che io ero speciale, così come tutti gli altri a Volterra, ma sapevo che io ero
speciale solo per mamma, perché lei mi considerava speciale perché ero sua
figlia, perché ero stata il suo miracolo, mentre gli altri mi consideravano
speciale solo perché ero qualcosa di unico, qualcosa di raro e, spesso, mi ero
odiata per essere questo. Eppure, mamma, riusciva sempre a farmi sentire
normale, a farmi sentire speciale in modo positivo.
Era la persona che amavo di più al mondo, l’unica con cui riuscissi
a essere me stessa. Poi c’era mio padre, quello che non avevo mai conosciuto,
quello che non sapeva nemmeno che io esistessi, quello che aveva amato la mamma
in modo incondizionato. Io non avevo avuto la fortuna di conoscerlo, ma sapevo,
sentivo dentro di me che era una persona speciale.
All’inizio chiedevo sempre a mamma di lui, poi ho smesso, perché vedevo che
soffriva, ma io avevo bisogno di lui anche se non lo
davo a vedere. Lui faceva parte di me e la sua mancanza mi creava un vuoto
dentro che non riuscivo a colmare con niente, nemmeno tutto l’amore che mamma
provava per me, che era qualcosa di infinitamente grande, riusciva a colmare
quel bisogno che io avevo di papà. Quante volte avevo sognato di trovarlo, di
poter parlare con lui, di poter scherzare con lui, ma soprattutto quante volte avevo sognato di poter pronunciare la parola papà. Non
l’avevo mai detto alla mamma, perché sapevo che così l’avrei fatta soffrire ancora
di più, ma io avevo bisogno di quella parte di me che mi mancava. Quando mamma
aveva deciso di abbandonare tutto, di lasciar perdere
con il passato per me era stato un duro colpo, anche se non l’avevo dato a
vedere. Era stata dura perché, ormai, mi ero convinta che l’avremmo trovato, ma
purtroppo ancora una volta il destino non aveva permesso che io e mamma potessimo essere felici. L’unica cosa che speravo era che
almeno papà lo fosse, che almeno lui fosse felice, che lo fosse per se stesso e
anche per me e mamma.
-
Allora Nessie, come ti è sembrata la scuola? – mi chiese Alice
mentre eravamo in macchina.
Lei
e Rose mi stavano accompagnando a casa. Finalmente con mamma avevamo trovato
una casa dove abitare, una villetta di medie dimensioni, ma molto confortevole,
l’ideale per noi due.
-
Abbastanza carina – gli risposi.
-
Quella di prima era meglio? – mi chiese Rose.
-
Questa è la prima scuola che frequento – gli dissi io
sincera.
A
Volterra non ero mai andata a scuola, ma studiavo al castello e conoscevo praticamente tutto di ogni materia, del resto quando si vive
per sempre bisogna trovare qualcosa da fare.
-
Che vuoi dire? – mi chiese Alice curiosa.
-
Beh, io ho vissuto in orfanotrofio fin da quando era
bambina, andavo a scuola lì, ma quella la consideravo casa mia, più che una
scuola – gli dissi.
-
Mi sembra naturale. Ti sembro indiscreta se ti chiedo come mai hai vissuto in
orfanotrofio? – mi chiese Rose.
-
Mia madre è morta quando ero bambina e io e mia
sorella siamo rimaste da sola, e visto che eravamo piccole ci hanno messo in un
istituto – gli dissi.
-
E tuo padre? – mi chiese Alice.
Dovevo
stare attenta a cosa rispondevo. A Edward avevo detto che non l’avevo mai conosciuto, anche con loro dovevo
inventare la stessa bugia, anche se, in fondo, non era proprio una bugia.
-
Non l’ho mai conosciuto – mi limitai a dire sperando
che non facessero altre domande.
-
Mi dispiace – mi disse Alice che si sentiva in colpa
per avermi fatto quella domanda.
-
Non fa nulla – gli dissi scrollando le spalle.
-
Che ne pensi se domani andiamo a fare shopping? – mi
disse Alice.
-
Direi che è un’idea fantastica. Io adoro
fare shopping – gli dissi io raggiante.
-
Anche noi – disse Rose.
-
Soprattutto io. Se vuoi puoi dire anche a tua sorella
di venire – mi disse lei.
-
Non credo che accetterebbe. Lei odia lo shopping – gli
dissi sorridendo pensando a come avrebbe reagito mamma se gli avessi proposto
una cosa del genere.
-
Tentare non nuoce, non credi? – continuò Alice.
-
Certo, ma se non voglio essere fatta a pezzi e poi bruciata è meglio evitare a
mia sorella di proporre una cosa del genere – gli dissi, notando che loro
fecero un’espressione strana alla mia affermazione.
Ero
un’idiota. Come potevo dire in presenza di due vampire
che mia sorella mi avrebbe fatto a pezzi e poi bruciato i resti? Ero proprio
un’idiota. Sperai che la prendessero come una battuta.
-
Certo, fa come vuoi – mi disse Rose.
-
Siamo arrivati. Volete entrare? – gli chiesi.
-
No, è già tardi, magari un’altra volta. Grazie lo stesso. Ci vediamo domani. Dì
a tua sorella che uscita da scuola andiamo diretti al
centro commerciale – mi disse Alice.
-
Lo farò, a domani – gli dissi uscendo dalla macchina ed
entrando dentro.
Non
sentivo nessun rumore, ma la macchina era fuori, quindi mamma doveva essere in
casa.
-
Sono tornata – dissi.
-
Tesoro sono in salotto – mi disse mamma.
Andai
da lei e la trovai distesa sul divano che leggeva “Cime tempestose”.
-
Mamma l’avrai riletto migliaia di volte – gli dissi.
-
Non mi stanco mai. Come è andato il primo giorno di
scuola? – mi disse.
-
Direi abbastanza bene. Ho conosciuto delle ragazze –
gli dissi.
-
Sono contenta. Mi fa piacere se fai amicizia – mi
disse lei.
-
Non sono delle semplici ragazze – gli dissi.
-
Cioè? – mi chiese.
-
Sono delle vampire. Così come lo sono i suoi fratelli – gli
dissi.
-
Come? – mi chiese mia madre che sembrava non aver afferrato il concetto.
-
Sono vegetariani come te. Hanno tutti due grandi occhi dorati e sono tutti
bellissimi – gli dissi.
-
Ah si? – mi chiese lei tranquillizzandosi.
-
Pensa che uno si chiama Edward – gli dissi.
A
scuola avevo avuto un’ora in comune con Alice ed era stato lì che avevamo fatto
amicizia. Mi aveva parlato della sua famiglia e quando mi aveva parlato di Edward il mio cuore perse un battito. Era una coincidenza
bella e buona. Quando poi all’uscita avevo scoperto
che era lo stesso ragazzo con cui avevo parlato durante la pausa pranzo tutto
mi era sembrato ancora più strano. Parlando con quel ragazzo avevo avuto una
sensazione strana, mi veniva spontaneo parlare con lui e mi sentivo
inspiegabilmente legata a lui, nulla a che fare con l’attrazione ovviamente, ma
era strano, come se io lo conoscessi da sempre. Aver scoperto che anche a lui piacesse la musica classica era stata poi un’altra cosa che
mi risultava strana, ma la cosa che più di tutti mi colpiva era il fatto che
quel ragazzo mi somigliava parecchio. Aveva il mio stesso colore di capelli e
parte dei miei lineamenti. Era una cosa stranissima, ma, forse, ero io che mi
ero lasciata condizionare dagli eventi, forse, ero io che avevo fatto tutto da
sola. Io che avevo visto cose che non esistevano, di sicuro era così. Era
meglio non parlarne con mamma, l’avrei fatta solo
preoccupare e soprattutto non volevo che lei sapesse che mi passavano questi
pensieri in testa, perché se lo avesse saputo avrebbe iniziato a capire quanto
davvero io avessi il disperato bisogno di trovare papà. Sarebbe stata la prima
volta che tenevo nascosti i miei pensieri alla mamma, ma ne andava
della sua tranquillità. Da quando ci eravamo
trasferiti in Alaska sembrava più tranquilla e non parlava più del passato, non
volevo di certo farla stare male parlandogli delle mie ipotesi, peraltro
nemmeno fondate.
-
Edward? – mi chiese mamma stranita.
-
Si, ma è solo un caso, tranquilla. Comunque le due
ragazze sono molto simpatiche, anche gli altri. Domani vado con loro a fare shopping. Mi hanno detto di invitare pure te,
ma ho già declinato l’invito da parte tua – gli dissi.
-
Si, hai fatto bene. Comunque cerca di stare attenta,
anche se sono vegetariani, sono pur sempre dei vampiri – mi disse mamma.
-
Stai sempre a preoccuparti per me. Sta tranquilla, so
badare a me stessa – gli dissi.
-
Lo so, ormai, sei grande, ma per me resti sempre la mia bambina. Comunque non raccontargli di cosa sei, non subito almeno.
Prima capisci se ti puoi fidare – mi disse mamma.
-
Lo so mamma, lo so – gli dissi.
-
Mi fido di te, lo sai – mi disse.
Andai
da lei e l’abbracciai.
-
Ti voglio bene, mamma – gli dissi stringendola a me.
-
Anch’io tesoro – mi disse lei.
Ci
staccammo dall’abbraccio e io andai a sedermi sul tavolo
pronta per fare i compiti, che per me sarebbero stati una cavolata.
-
Mamma, a proposito di non dirgli niente di me. Mi hai fatto scudo oggi? – gli
chiesi.
-
Si certo tesoro, come sempre – mi rispose.
-
Bravissima. Ovviamente continua a farlo. Non possiamo sapere se hanno poteri
supplementari come i tuoi e, se si, di che tipo – gli dissi.
-
Si infatti. Sta tranquilla. La tua mente è in una
botte di ferro – mi disse lei riprendendo a leggere “Cime tempestose”,
mentre io iniziai a fare i compiti.
In
poco tempo avevo già finito, lo dicevo io che erano
facilissimi. Mi venne in mente un particolare a cui non avevo
fatto riferimento prima. E adesso il tutto mi sembrava
strano, troppo strano. Mi vennero in mente le parole di Angela,
la donna che avevamo incontrato al cimitero. “Lui aveva due fratelli e due sorelle, che
stavano insieme tra di loro.
In realtà non erano davvero parenti, erano
stati tutti e cinque adottati”. A quanto
mi aveva detto Alice, loro erano cinque figli, tre maschi e due femmine, tutti
e cinque adottati e lei e Rose stavano insieme rispettivamente con Jasper e Emmett. Questa era una gran bella coincidenza, ma poteva
solo essere una coincidenza? Poteva esserlo se magari
l’unico che non avesse nessuno, o che così sembrava,
non si chiamasse Edward. Poteva esserlo se non avessi sentito quel legame
strano con lui, come se lo conoscessi da sempre. Poteva esserlo se lui non si assomigliasse
a me. C’erano troppe coincidenze, ma non volevo parlarne con mamma, perché se
poi si fossero rivelate delle supposizioni non fondate non avrei sopportato di
vederla soffrire a causa mia, non adesso che la vedevo più tranquilla. Mi
restava solo una cosa da fare, dovevo agire da sola, dovevo
scoprire da sola se le mie erano supposizioni o dati di fatto e per farlo
dovevo solo conoscere quelle persone, fare in modo che si fidassero di me, solo
allora avrei potuto scoprire la verità. Quelle ragazze mi piacevano, i due
maschi sembravano simpatici, anche se uno dei due sembrava un po’ timido, e il
terzo ragazzo, quello che secondo le mie supposizioni poteva essere mio padre mi sembrava davvero una persona unica, anche se si
vedeva che era profondamente sofferente per qualcosa. Dovevo assolutamente
scoprirlo. Renesmee Carlie Cullen. Suonava proprio bene. Una nuova speranza si
stava albergando dentro di me, o forse, quella era una speranza che non avrei
smesso di avere fino a quando non mi sarei trovata tra
le braccia di mio padre.
Risposte alle vostre
recensioni:
- Uchiha_chan: Tranquilla, Edward ha già
messo tutto in chiaro con Alice e lei ha capito. Si limiterà solo a stringere
amicizia con questa nuova arrivata, o almeno questo è quello
che per adesso intende fare. Edward è ancora troppo innamorato di Bella e non
ha nessuna intenzione di iniziare una storia con
nessuno, e poi il legame che sente con Renesmee, come ha spiegato, non è un
legame d’amore, ma qualcosa di diverso, anche se ugualmente profondo. Del resto
è sua figlia. Volevi sapere se Renesmee avesse intuito qualcosa? Beh, eccoti
accontentata.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Beh sono contenta che ti abbia fatto
piangere, non mi fraintendere, però se hai pianto
significa che sono riuscita a trasmettere quello che volevo che arrivasse a chi
legge la mia storia.
- nefertiry85: I tuoi dubbi erano riferiti a Renesmee, beh, eccoti
un capitolo su di lei, così hai placato la tua curiosità. Ovviamente, lei si è
accorta che quei cinque fossero vampiri e facendo due più due
ha anche capito qualcos’altro. Adesso dovrà solo vedere se le sue supposizioni
sono fondate o meno.
- ClaryCullen: Mi dispiace, ma il
capitolo è stato un pov Renesmee e non un pov Bella, ma avevo la necessità di far capire cosa pensasse Renesmee e cosa gli passasse per la testa.
- Vampire93: Spero che anche questo capitolo ti piacerà.
- cloe cullen: Sono contenta che la mia
storia ti piaccia al punto di recensirla. Comunque per
vedere l’incontro Bella ed Edward dovrai aspettare ancora un po’.
- moni: Ci hai azzeccato alla grande. Se avesse detto il suo vero nome, Edward avrebbe capito in
fretta e lo stesso anche gli altri, invece ho voluto complicare un po’ le cose.
Renesmee si è accorta che sono vampiri e come vedi da questo capitolo si è
anche accorta che ci sono troppe coincidenze, motivo per cui
ha detto di chiamarsi semplicemente Nessie. Per adesso Bella non si farà
problemi nel sapere che ci sono altri vampiri, considerando che da quanto gli
ha detto Renesmee i vampiri sono vegetariani come lei. Diciamo
che, per adesso, non avrà nemmeno la voglia di conoscerli. Del resto, anche se non
vuole ammetterlo con Renesmee, Bella sta ancora soffrendo e preferisce stare a casa da sola a cervellarsi piuttosto
che affrontare il mondo là fuori.
-Crazyangel84:
Sono contenta che ti piaccia.
- fracullen: Sono contenta di essere
riuscita a descrivere bene i sentimenti di Edward, per
me era molto importante riuscirci. Quanto al fatto che dovrei scriverne di più
su di lui, ti anticipo che, come avevo detto tempo fa, da adesso molti capitoli
saranno scritti su di lui, diciamo la maggior parte.
- samy88: Mi fa piacere che la mia storia ti piaccia
e anche che hai deciso di commentarla. Spero solo che anche i
prossimi capitoli siano di tuo gradimento.
- nihal_soana93: Sono felice che la mia storia ti piaccia. Comunque ancora Bella non ricorderà nulla, ma piano piano magari ci riuscirà.
- Ed4e: Mi fa estremamente piacere avere
un’altra fan e soprattutto mi fa piacere sapere che la storia ti piaccia. Come
vedi adesso sai cosa pensa pensi e se ha capito o
meno. Comunque a mensa non l’ha sentito parlare di
Bella, altrimenti sarebbe stato troppo semplice, ma per il resto ci hai
azzeccato. Per sapere cosa ha visto o non visto Carlisle
dovrai aspettare un paio di capitoli in cui si capirà bene cosa è successo e
cosa c’entra Alice. Spero che continuerai a seguire la
mia storia.
Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti.
Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e
recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
SCUSATEMI PER IL RITARDO.C’ho messo parecchio per postare, ma ho
avuto un sacco di impegni tra la scuola, il privato e le altre storie. Spero
che anche questo capitolo vi piacerà. Fatemi sapere. Buona lettura. Un bacio.
RICORDARE IL PASSATO
Capitolo 18
Qualcosa non torna
POV
EDWARD
Erano
passati due giorni da quando era arrivata la nuova ragazza, ma ne io, ne la mia famiglia l’avevamo rivista, considerato che
negli ultimi due giorni il sole fece capolinea nel cielo dell’Alaska. Di
conseguenza, non eravamo andati a scuola, ma ne avevamo approfittato per andare
a caccia. Ne avevamo bisogno, soprattutto perché Alice si era messa in testa
che sarebbe diventata amica della ragazza nuova e che, quindi, questa avrebbe
passato molto tempo con noi. Se non erro, la ragazza doveva chiamarsi Nessie,
ma non ne ero sicuro. Che razza di nome è Nessie? Di sicuro doveva essere un
diminutivo di qualcosa, perché nessuna persona sana di mente avrebbe mai potuto
chiamare la propria figlia con il nome del mostro di
Loch Ness. Non so cosa, ma c’era qualcosa in quella ragazza che non mi convinceva.
Non sapevo se era qualcosa di positivo o negativo, ma qualcosa di strano in lei
c’era e il fatto che non potessi leggergli la mente non rendeva le cose facili.
Possibile che io dovessi imbattermi sempre in persone particolari? Era da non
credere. Uscì dalla mia camera e scesi sotto trovando Alice e Carlisle intenti
a parlare a bassissima voce, ma non appena sentirono arrivare me, smisero e
entrambi chiusero la loro mente. C’era qualcosa che mi nascondevano, ma non
riuscivo a capire cosa. Forse, era il caso di indagare.
-
Posso sapere il motivo per cui stai ripetendo il primo canto della Divina
Commedia in portoghese? – chiesi a Alice.
-
Esci dalla mia mente se non vuoi ascoltarmi – mi disse lei.
-
Cosa mi stai nascondendo? Anzi cosa mi state nascondendo? – dissi rivolgendomi
stavolta anche a Carlisle.
-
Niente figliolo. Siamo solo preoccupati per te, tutto qui – mi disse lui.
-
E da quando celate le vostre preoccupazioni? – gli chiesi.
-
Da quando il signorino ha ripreso a usare il suo potere – mi disse Alice
facendomi la linguaccia.
-
Faccio finta di crederci – gli dissi.
-
Andiamo a scuola che è già tardi – mi disse lei.
Salutammo
Carlisle e uscimmo fuori, dove trovammo gli altri tre ad aspettarci. Salimmo in
due macchine diverse e in poco tempo giungemmo a scuola. Una volta arrivati
uscimmo dalla macchina e io, Alice e Jasper raggiungemmo Rose e Emmett. Vidi
Alice fare un sorriso a trentadue denti e seguendo il suo sguardo notai che,
quel sorriso, era rivolto alla nuova ragazza. Provai a sondare i suoi pensieri,
ma non pensava a nulla di interessante, se non al fatto che quel pomeriggio
saremmo andati tutti al centro commerciale con Nessie.
-
Toglitelo dalla testa. Io non vengo – gli dissi.
-
Si che vieni – mi rispose il folletto.
-
Potreste usare un linguaggio comprensibile a tutti? – ci chiese Jasper.
-
La tua mogliettina vuole andare al centro commerciale portandoci tutti. Io mi
rifiuto categoricamente – risposi a mio fratello.
-
Tu verrai, ed è inutile che controbatti, tanto già
l’ho visto – mi disse lei.
-
Ma… – stavo provando a dire io, ma lei mi interruppe.
-
Niente ma – mi disse lei.
Nessie
si avvicinò a noi e dopo averci fatto un sorriso a trentadue denti ci salutò.
Si organizzò con Alice per andare al centro commerciale nel pomeriggio e a
quanto pareva già dovevano andarci due giorni fa, ma la cosa era saltata
considerato che c’era stato il sole. Dopo essersi messi d’accordo, la ragazza
si allontanò e Alice sprizzava felicità da tutti i pori.
-
Quella ragazza è strana – gli dissi io.
-
Che intendi dire? – mi chiese Jasper che, di sicuro, aveva intuito il fatto che
fossi preoccupato.
Del
resto era normale, era pur sempre un empatico. Notai che anche gli altri si
voltarono verso di me impazienti di sentire quello che avevo da dire.
-
Voi non notate nulla di strano? – gli chiesi.
-
Diciamo che già il fatto che nessuno dei nostri poteri funziona su di lei non è
una cosa normale – disse Alice.
-
Appunto – dissi io.
-
Hai detto tu stesso che potrebbe essere che lei sia immune. Forse, è protetta
anche lei come lo era Bella, magari in modo maggiore
rispetto a lei – disse Emmett riferendosi a me.
-
Si, hai ragione, ma c’è da considerare un cosa, una
cosa a cui ho riflettuto in questi giorni. Anche se la ragazza avesse una mente
protetta, Alice avrebbe dovuto vederla almeno arrivare. Il fatto che lei possa
essere immune al potere di Alice dovrebbe avvenire solo quando lei è vicina,
invece, questo non avviene. Sembra come se fosse protetta da qualcosa – gli
dissi io.
-
Vuoi dire protetta da un potere che gli permette di chiudere la sua mente? – mi
chiese Rose.
-
Proprio così e poi osservatela bene, è strana forte – gli dissi io.
-
Forse, hai ragione. Ci sono troppo coincidenze in
questa storia – disse Alice.
-
Mi fate capire anche a me? – chiese Emmett che, come al solito, sembrava
scendere dalle nuvole.
-
Provate a sentire il suo odore – gli dissi indicando con gli occhi Nessie che
stava parlando con una ragazza all’ingresso della scuola.
Notai
che tutti cercarono di isolare gli odori di tutti i ragazzi che c’erano in
cortile e di annusare solo il suo.
-
Non è uguale a quello degli altri – disse Jasper.
-
Appunto. Ha un buonissimo odore, ma non è forte come quello di tutti gli umani.
Adesso provate a sentire il battito del suo cuore – gli dissi io.
-
Batte più veloce di quello degli umani – disse Emmett che, forse, stava
iniziando a capire.
-
Si, è vero – continuò Alice.
-
E strano, tutto troppo strano – disse Rose.
-
Non è ancora finita – gli dissi io.
-
Ah no? Mi spieghi quando ti sei accorto di tutte queste cose? – mi chiese
Alice.
-
A differenza tua, io non mi lascio prendere dall’entusiasmo. Tu hai visto in
lei gli occhi di Bella e te ne sei fregata del resto. Hai pensato solo che
quella dovesse diventare tua amica e non hai fatto attenzione alle altre cose.
Voi, invece, vi siete lasciati convincere da me riguardo al fatto che poteva
essere solo una ragazza con la mente protetta come Bella e avete smesso di
osservarla. Io, invece, l’ho fatto e in questi due giorni ho riflettuto su
questo, poi, adesso che l’ho rivista ho avuto la conferma a tutti i miei dubbi
– gli spiegai.
-
Hai ragione. Mi sono lasciata incantare dai suoi occhi – mi disse Alice
dispiaciuta.
-
Lascia perdere. Adesso dobbiamo pensare ad altro – gli dissi.
-
Cosa altro hai notato? – mi chiese Rose.
-
Ha la pelle chiara, troppo chiara, molto simile alla nostra, ma soprattutto se
la osservate bene ha la pelle impenetrabile come quella di una
vampiro. Inoltre, la sua temperatura corporea è leggiarmente superiore alla nostra, ma minore di quella umana – gli dissi io.
-
E anche la bellezza non è normale. Sembra surreale, come la nostra – ci fece
notare Rose.
-
Come la tua – disse Alice rivolgendosi a me, dopo aver osservato bene la
ragazza, senza farsi notare.
-
Che vuoi dire? – gli chiese Jasper.
-
Ha i capelli luminosi e di un bellissimo colore bronzo come quelli di Edward e
ha dei lineamenti molto simili a lui – spiegò Alice, mentre fissava la ragazza.
-
Anch’io l’ho notato, ma soprattutto, la cosa che mi ha lasciato basito è il suo
sorriso. Ha il mio stesso, identico sorriso sghembo – gli dissi.
-
Sorriso come? – mi chiese Emmett sorridendo.
-
Lascia perdere. E’ un nomignolo che gli ha dato Bella – gli dissi io sorridendo a quel ricordo.
-
Io non ci sto capendo nulla. Cosa significa tutto questo? – chiese Rose.
-
Non ne ho la più pallida idea, ma è strano. Anche il fatto che noi non gli
facciamo paura, come a tutti gli altri, non è una cosa normale – gli dissi.
-
E se non fosse umana? – chiese Jasper.
-
E cosa potrebbe essere? Un vampiro non è di sicuro. Arrossisce, il cuore gli
batte, ha gli occhi normali, ma soprattutto mangia cibo normale, l’hai vista
l’altro giorno a mensa – gli disse Alice.
-E
se fosse un licantropo? – disse Emmett.
-
Ma sei cretino o cosa? La senti per caso puzzare? E oltre tutto
la sua temperatura è poco superiore alla nostra. Quella dei licantropi
raggiunge i 40° se non di più – gli dissi io.
-
Ok, scusa. Hai ragione, non puzza. Volevo solo essere utile – ci disse Emmett.
-
Si certo, voleva essere utile sparando cavolate – gli disse Rose dandogli un
buffetto in faccia.
-
Che si fa? – chiese Alice.
-
Di solito sei tu quella che c’è lo dice – gli dissi io.
-
E’ così frustante non poter usare il proprio potere – disse lei.
-
Così adesso capisci cosa provavo io – gli dissi sorridendo.
-
Hai ragione fratellino. Ti ho preso in giro ingiustamente – mi disse lei.
-
E se fosse pericolosa? – chiese Rose.
-
Più pericolosa di sette vampiri messi insieme? – gli
chiese Emmett ridendo.
-
Non sappiamo cosa sia, ma non sembra pericolosa, anzi il contrario – gli dissi
io.
-
E allora che si fa? – ci chiese Jasper.
-
Proviamo a frequentarla, stando attenti, però. Magari scopriamo qualcosa, o,
almeno ci vediamo più chiaro – propose Alice.
-
Condivido. Occhi aperti e tu Jasper prova a vedere se il tuo potere funziona su
di lei – gli dissi io.
-
Ok, entriamo adesso prima che facciamo tardi – ci disse Jasper prendendo Alice
per la mano e dirigendosi verso l’ingresso della scuola.
Lo
stesso fecero Emmett e Rosalie e io li seguì dirigendomi verso la mia classe.
La mattinata a scuola, stranamente, passò velocemente, e durante l’ora di
pranzo osservammo Nessie, ma non notammo nulla di strano. Sembrava una
comunissima ragazza, ma qualcosa di strano doveva avere di sicuro. Poteva
fingere con gli umani, ma con noi non poteva farlo. Finita la pausa pranzo
tornammo in classe e alla fine della giornata scolastica mi diressi in cortile
notando che i ragazzi mi aspettavano già fuori, insieme a Nessie. Mi avvicinai
a loro e in quel momento il cellulare della ragazza suonò e lei si premurò di
rispondere subito, allontanandosi un attimo da lì. Cercai di ascoltare la
conversazione, ma non c’era nulla di interessante, o meglio, nulla che poteva
sembrare strano. Nessie stava solo informando la sorella che sarebbe rientrata
più tardi perché prima doveva andare al centro commerciale con degli amici. La
sorella imprecò, forse, non doveva essere molto amante dello shopping e mi
venne da sorridere, perché mi venne in mente Bella e il fatto che lei odiasse
girare per negozi insieme a Alice. Nessie, staccò la chiamata e tornò da noi.
L’unica cosa strana in quella telefonata era la voce di sua sorella. Un essere
umano non avrebbe potuto sentire cosa gli dicesse, ma io grazie all’udito
sovrumano che avevo ero riuscito a capire ogni singola parola pronunciata da
quella ragazza dall’altro capo del telefono. La voce della sorella di Nessie
era una bellissima voce, molto melodiosa e ammaliante, ma soprattutto mi era
leggiarmente familiare, anche se questo mi sembrava altamente impossibile. Come
se quella voce la conoscessi, ma fosse in qualche modo diversa, più bella.
Forse, stavo semplicemente impazzendo, forse, mi ero lasciata prendere un po’
la mano dalla strana ragazza, eppure dovevo sapere. Tutti i miei dubbi dovevano
avere una risposta.
-
Scusate, ma era mia sorella. L’ho avvisata che rientro più tardi – ci disse lei
una volta tornata in mezzo a noi.
-
Tranquilla Nessie, adesso andiamo – disse Alice dirigendosi verso la mia
macchina.
-
Nessie come si chiama tua sorella? – gli chiesi facendo bloccare Alice e
costringerla a rigirarsi.
Di
sicuro la mia sorellina non si aspettava una domanda di queste, così come non
se la aspettavano nessuno. Tutti avevano gli stessi pensieri: “Ma che razza di domande fai?”. Anche
Nessie sembrava stranita dalla mia domanda, anche perché in quel momento, ciò
che avevo chiesto, era alquanto fuori luogo.
-
Isabella, si chiama Isabella – mi disse lei, mentre io rimasi impietrito da
quello che avevo sentito.
Anche
gli altri erano nel mio stesso stato. Sondai i pensieri di tutti e i miei
fratelli erano sorpresi quanto me. “Non è
possibile” pensava Emmett.“Questa
situazione non mi piace per niente” era, invece, il pensiero di Jasper. “Che stranezza è mai questa?”stava pensando Rose, mentre
Alice stava pensando “Edward non so tu,
ma io voglio vederci chiaro”. Beh sorellina, non sei l’unica a volerci
vedere chiaro. Cercai di riprendermi da quello che avevo sentito e una domanda
mi uscì spontanea, senza nemmeno rendermi conto del perché la
stessi facendo.
-
Siete sorelle di sangue, o una delle due e stata adottata? – chiesi a Nessie.
-
No, siamo sorelle di madre e di padre uguale. Sorelle a tutti gli effetti, ma
perché questa domanda? – mi chiese lei con un sorriso sotto i baffi che non
riuscivo a spiegarmi.
-
Semplice curiosità – mi limitai a dire.
-
Se non sbaglio, l’altro giorno, mi hai detto che lei ha un anno in più di te,
ma allora come mai non viene a scuola? – gli chiese Alice, mentre io la
ringraziavo con il pensiero.
-
Beh, ci siamo trasferite da poco, quindi lei deve risolvere delle cose,
dobbiamo ancora sistemarci alla bene e meglio. Quando
tutto sarà sistemato verrà a scuola anche lei – ci disse Nessie, ma dalla sua
espressione sembrava essere in difficoltà e quello che aveva detto mi sembrava
molto una bugia.
Più
passava il tempo, più mi rendevo conto che quella ragazza nascondeva qualcosa,
ma la cosa strana è che pur non sapendo se fosse pericolosa o meno, provavo uno
strano legame verso di lei, un legame ancora più forte di quello fraterno. A
volte mi sentivo come in dovere di proteggerla, come se io c’entrassi qualcosa
con la sua vita. Mi sentivo un po’ come una figura importante per lei, ad
esempio come Carlisle lo era per me. Non riuscivo a spiegarmi questa cosa, ma
era molto strana, anche perché non era una cosa voluta, ma che mi nasceva
spontanea.
-
Capito. Mi piacerebbe conoscerla – gli disse Alice.
-
Non mancherà occasione – gli rispose la ragazza.
Salimmo
in macchina e ci dirigemmo al centro commerciale. Passammo lì l’intero
pomeriggio e in più di un’occasione mi fermai a osservare Nessie e non potei
fare a meno di notare il modo in cui fissava tutti noi. Sembrava come se ci
volesse studiare, come se volesse scorgere in noi qualcosa di strano, qualcosa
che potesse interessargli.
“Edward smettila di
guardarla così, finirai per farti capire” pensò Alice per farmi smettere.
Deviai
lo sguardo da un’altra parte e cercai di non osservarla più anche perché la
ragazza sembrava piuttosto sveglia e perspicace.
-
Io vi aspetto fuori – dissi allontanandomi prima che potessero rispondermi, o
meglio prima che Alice potesse costringermi a restare lì dentro.
Uscì
fuori e mi sedetti in una panchina, pensando ancora a quanto fosse strana tutta
questa situazione. Ogni volta che vedevo quella ragazza, però, avevo sempre un
tuffo al cuore, perché rivedevo nei suoi occhi quelli di Bella e la cosa mi
faceva stare male. La amavo immensamente e avrei dato qualunque cosa per
poterla stringere a me anche solo per una volta. Era tutta colpa mia, quella
situazione era colpa mia, ero io che avevo preso una decisione, ero io che
avevo deciso di buttare all’aria la mia felicità e quella di Bella, ero io che
l’avevo fatta morire, era come se fossi stato io ad averla uccisa. Non me lo
sarei mai perdonato. Lei mi aveva dato tutta se stessa e io, invece, l’avevo
ripagata facendola soffrire, l’avevo ripagata facendola morire. Un moto di
rabbia mi percorse tutto il corpo e dovetti alzarmi e allontanarmi dalla
panchina per paura di sbriciolarla con un solo pugno. Mi meritavo tutte quelle
sofferenze, ero io che le avevo volute, ero io che me le ero cercate. Avevo
bisogno di vederla, di sentirla vicina e c’era solo una cosa che avrei potuto
fare, andare a Forks, andare sulla sua tomba e alla nostra radura, l’unico
posto in cui la sentivo ancora viva. Dovevo allontanarmi da lì, dovevo
allontanarmi da quella ragazza che me la ricordava maledettamente, dovevo
stargli lontano. Sapevo in cuor mio che quella ragazza non era per niente
pericolosa, quindi potevo andarmene senza problemi, potevo allentarmi da lì,
allontanarmi dalla sofferenza che vedevo ogni giorno nel volto della mia
famiglia, sofferenza per la morte di Bella e sofferenza per la mia di
sofferenza. Si, avevo deciso, sarei andato a Forks da
lei, l’unica che riusciva a darmi un po’ di pace in quella vita fatta di
tenebre. In men che non si dica sentì una pressione sulla mia
spalle e mi voltai trovando due occhi dorati che mi fissavano.
-
Sei appena tornato da Forks non ha senso tornarci – mi disse la mia sorellina.
-
Alice, non mi farai cambiare idea. Ho già deciso – gli dissi.
-
Ma perché scusa? – mi chiese.
-
Ho bisogno di andare da lei, di sentirla vicina. Mancherò si
e no due giorni, quindi non preoccuparti – gli dissi.
-
Ok, va bene. Mi mancherai, però – mi disse lei.
-
Anche tu, ma tornerò prima che tu te ne renda conto, nel frattempo tu ti
divertirai con Nessie – gli dissi.
-
Su questo ci puoi contare – mi disse.
-
Te l’ho già detto che sei la sorella migliore che potevo desiderare – gli
dissi.
-
E tu il fratello migliore, anche se sei un po’ troppo testone per i miei gusti
– mi disse buttandosi tra le mie braccia.
Poco
dopo ci raggiunsero fuori anche gli altri e si avvicinarono a noi.
-
Alice, si può sapere perché sei scappata così
velocemente qui? – gli chiese Nessie.
-
Dovevo dire una cosa urgente a Edward – gli rispose lei.
-
Andiamo a casa? – chiese Emmett.
-
Si, andiamo – gli disse Alice dirigendosi verso le
macchine.
Saliti
in macchina accompagnammo a casa Nessie e, una volta, giunti davanti la sua
casa sentì una strana sensazione, come se una scarica elettrica mi stesse
attraversando il corpo. Non ci feci molto caso, forse, ero io che stavo
impazzendo, forse, quella ragazza così simile alla mia Bella, mi faceva una strana
sensazione, forse, quel viaggio arrivava al momento propizio. La ragazza ci
salutò e scese dalla macchina. Fino a quando non mi allontanai dalla casa
continuai a sentire quella scarica elettrica. Quando fui già lontano tutto
tornò come sempre. Jasper ci domandò cosa fosse successo prima al centro
commerciale e gli dissi del mio voler andare a Forks a trovare la tomba di
Bella. Ovviamente non fece storie, così come non ne fecero il resto della
famiglia quando li avvertì. Detto questo presi la mia Aston Martin e me ne
andai, pronta ad andare dalla mia Bella.
Risposte alle vostre
recensioni:
- mine: Lo so, che la volta scorsa c’ho messo un po’ per
aggiornare e anche stavolta, forse, anzi stavolta ci ho messo ancora di più, ma
con le altre storie, gli altri impegni, la scuola proprio non ci arrivo a
postare velocemente. Chiedo scusa. Comunque diciamo che Renesmee ha iniziato a
capire qualcosa, c’è qualcosa che ancora non gli torna, ma presto le idee si
schiariranno.
- nefertiry85: Beh, come vedi anche questo capitolo è valso come
risposta a tutte le tue domande. Comunque si, ho
preferito che non dicesse nulla a Bella per il momento. Comunque fra qualche
capitolo vedremo finalmente l’incontro tanto atteso di Bella con Edward. Dovrai
pazientare ancora un pochino.
- Vampire93: Ti anticipo che per vedere l’incontro tra i due
innamorati dovrai aspettare un altro po’, ma ti assicuro che non ci vorrà poi
molto.
- cloecullen:
Beh, in effetti, adesso la ragazza inizierà a tenere gli occhi e le orecchie
aperte, non si sa mai che scoprisse qualcosa di interessante.
-Crazyangel84:
So che ti ho fatto aspettare un bel po’, ma spero almeno di non averti deluso
con questo capitolo e che la tua pazienza sia valsa a qualcosa.
- Uchiha_chan: Si,
in effetti, Renesmee è molto intuitiva, forse, un pò troppo. Vediamo adesso
cosa combina. Comunque grazie per la tua correzione. Proverò ad usare un po’
meno il “disse”, anche se mi viene un po’ difficile.
- vika: Si,
Renesmee sembra aver capito un bel paio di cosette e ti assicuro che il momento
della verità è vicino, per lei, forse pure troppo vicino. Comunque si, Bella ricorderà tutto, alla fine e saranno proprio i
Cullen a dargli una mano. Li avesse incontrati prima.
- RenEsmee_Carlie_Cullen: Si, Renesmee
deve cavarsela da sola, perché non può rischiare di far soffrire ancora di più
Bella.
- moni: Beh diciamo che Nessie e Alice
hanno molto in comune, almeno per quanto riguarda lo shopping.
- Ed4e: Si, effettivamente Nessie è
proprio geniale e sveglia. Diciamo che succederà qualcosa che la aiuterà a
capire tutto in modo molto veloce.
- Cullengio: Scusami se non ho
aggiornato in questi giorni, ma ho avuto tanti impegni, la scuola e anche le altre
storie e mi viene defficile conciliare tutto.
Comunque sono contenta che la storia ti piace e spero
che continuerà a piacerti.
- lovekiss90: Scusami per il ritardo, comunque per leggere
dell’incontro tra Bella e Edward dovrai aspettare ancora un pochino, ma ti
anticipo che non ci vorrà molto.
- flavy624: So che c’ho messo parecchio ad aggiornare, ma ho
avuto tanti impegni. Comunque spero che anche questo capitolo sia stato di tuo
gradimento.
- Ginevra87: Sono contentissima che la storia ti
piace, spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
Un grazie
di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia
storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro
che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo
sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Ho pubblicato un’altra
storia sempre su Twilight: “L’odio è amore”. E’ un New Moon alternativo. Mi
farebbe piacere se passasse a dargli un’occhiata. Sotto potete trovare il link.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
So che molti di voi vorrebbero uccidermi, ma vi prego posate i forconi.
So di essere in un ritardo pazzesco, ma ho avuto un sacco di impegni tra la
scuola e le altre cose e non ho proprio avuto tempo per postare. Questa storia
non l’ho ancora scritta tutta, ma la sto scrivendo piano piano
e sono arrivata esattamente dove siete voi, quindi oltre che trovare il tempo
di postare mi serve quello per scrivere. Premetto che il capitolo è di
transizione, ma mi serviva per spiegarvi delle cose. Prometto che il prossimo
aggiornamento sarà più veloce visto che adesso ci saranno le vacanze di Natale.
Mi auguro che continuiate a seguire la storia e a commentarla. Scusate ancora.
Un bacio e buona lettura.
RICORDARE
IL PASSATO
Capitolo
19
Una visione
poco nitida
POV ALICE
Edward ieri era partito per Forks e
questa sua decisione mi aveva un po’ destabilizzata, visto che non mi aspettavo
che fosse andato di nuovo lì così presto. C’era andato circa due settimane
prima e, di solito, faceva passare più tempo tra una visita e l’altra. Questa
sua decisione mi aveva fatto capire quanto lui ancora soffrisse. Non aveva mai
dimenticato Bella e non l’avrebbe mai dimenticata. Erano passati 25 anni da
quando avevamo visto Bella per l’ultima volta e lui era innamorato di lei
ancora di più rispetto ad un tempo. Lei era diventata il centro del suo tutto.
La amava in modo sproporzionato. Fin dal giorno in cui avevo visto arrivare Bella
a Forks avevo creduto che quello tra lei e Edward era un amore unico, un amore
già scritto nel destino. Stare insieme era il loro destino, ne ero convinta, ma
le cose non andarono come io avevo previsto, ma nonostante tutto non avevo mai
smesso, nemmeno per un secondo, di pensare che ancora loro due fossero
destinati a stare insieme. Lo so che era impossibile visto che Bella era morta,
ma avevo avuto da sempre questa sensazione, sicuramente sbagliata, ma non mi
aveva mai abbandonato. Lei mi mancava da morire. In un colpo solo avevo perso
un’amica, la migliore che io abbia avuto e una sorella. Gli volevo e gli voglio
ancora un bene dell’anima e la porterò dentro il cuore per tutta l’eternità.
Ultimamente c’erano tante, troppe cose che non mi quadravano. E tutto era
iniziato da quando, un paio di giorni fa, avevo visto una visione sfocata in
cui all’ospedale di papà era arrivata una ragazza dall’aspetto molto familiare,
ma non potevo esserne sicura, perché la visione era tutt’altro che nitida.
Quando ero tornata a casa quel giorno ne avevo parlato con Carlisle e anche lui
mi aveva mostrato i suoi dubbi. Era tutto così strano. Dopo quella visione era
arrivata Nessie e in parte mi aveva distolto da questi pensieri, ma da quando
Edward mi aveva fatto notare tutte quelle cose, qualcosa mi diceva che i due
avvenimenti erano legati. Eppure, non riuscivo a trovare un nesso logico a
tutto questo. Ricordavo ancora chiaramente il giorno in cui avevo parlato con
Carlisle a proposito di quello che gli era sembrato di vedere.
INIZIO
FLASHBASK
Ero
in camera mia che stavo sistemando la cabina armadio di Jasper quando
inaspettatamente la mia vista si annebbiò e mi ritrovai all’interno di una
delle mie visioni. Stranamente ciò che vedevo non era nitido e chiaro come
appariva di solito, ma era piuttosto offuscato e non riuscivo a scorgere molto
bene le figure che vedevo. La scena si svolgeva in ospedale. Vedevo una strana
ragazza che arrivava in ospedale con un ragazzo ferito e lo consegnava ad un
infermiere. Poi la scena si offuscava completamente e quando riuscivo a vedere
di nuovo qualcosa scorgevo quella stessa ragazza che parlava con un’infermiere e che sembrava distratta dopo aver scorto in
lontananza mio padre, che nel frattempo era in corridoio che parlava con un
altro medico. Anche lui si accorse di lei, ma solo quando questa voltò le
spalle pronta per uscire fuori. A quel punto la visione terminava, ma quello
che non capivo era il motivo per cui non fosse stata per niente chiara, come se
qualcuno avesse in qualche modo bloccato il mio potere. Quella ragazza mi
ricordava tantissimo qualcuno, ma non riuscivo a capire chi. Per un momento,
uno solo, avevo pensato potesse trattarsi di Bella, ma subito mi ero data della
stupida, considerando che era impossibile che fosse così. Quando mio padre
tornò da lavoro mi catapultai sotto perché sentivo il bisogno di parlargli.
Entrai in stanza e notai subito l’espressione di Carlisle che sembrava molto
strana, come se avesse visto un fantasma.
- Carlisle è impossibile. Non può assolutamente essere vero –
trillai preoccupata entrando in salotto, fermandomi però di botto quando vidi
Edward.
Ero così
agitata che non mi ero accorta nemmeno che fosse in stanza e che stesse
parlando con Carlisle.
- Cosa non
è possibile? – mi chiese lui.
- Nulla
fratellino, non preoccuparti – gli risposi cercando di essere convincente.
Non usava
più il suo potere e quindi potevo stare tranquilla che non capisse nulla.
- Vado a
caccia. Ci vediamo dopo – disse uscendo dalla stanza e dalla casa.
- Cosa hai
visto Alice? – mi chiese Carlisle non appena capì che Edward era abbastanza
lontano da non poterci sentire.
- Una
ragazza che veniva in ospedale. Lei che sembrava attirata da te, incuriosita
più che altro, una ragazza dall’aria vagamente familiare. Non posso esserne
sicura, però, era tutto troppo confuso e per niente nitido, come se qualcuno
bloccasse il mio potere – gli spiegai.
- L’ho
notata anch’io, ma solo quando stava uscendo. Ho chiesto all’infermiere che
parlava con lei e me l’ha descritta come una ragazza gentilissima, dai capelli
castani e gli occhi dorati. Mi ha detto che era venuta per portare un ragazzo
che ho curato io stesso. Si è salvato grazie a lei, solo un altro po’ di tempo
e avrebbe rischiato la vita considerato che ha perso molto sangue – mi disse.
- Occhi
dorati? Dovrebbe essere un vampiro, ma mi chiedo come abbia fatto a portare
quel ragazzo in ospedale se perdeva così tanto sangue. L’unico vampiro che
conosco in grado di controllarsi al sangue sei tu e hai secoli e secoli di
esperienza, deve esserci un’altra spiegazione – gli dissi io.
- Non
penso. Era una vampira ne sono quasi sicuro. Anche il suo modo di camminare
così armonioso, sembrava una danza, non può essere tutto un caso. Giuro che se
non saprei che Bella è morta avrei detto che potesse essere lei. So di averla
vista di sfuggita, ma ho pur sempre una vista sovrumana – mi spiegò.
- La mia
visione non era nitida, ma da quel poco che ho visto anch’io ho pensato per un
momento che potesse essere lei – gli confidai.
- Ci siamo
sbagliati, questo è sicuro. Desideriamo così tanto
avere Bella con noi che è normale che ci vengano in mente queste cose. Lei,
purtroppo, è morta, pace all’anima sua. Non diciamo nulla a Edward di questo
rischieremo solo di dargli false speranze – mi disse lui.
- Hai
ragione. Acqua in bocca e pensieri chiusi – gli dissi.
- Vai a
caccia adesso, hai gli occhi neri come la pece. Credo che tu ne abbia bisogno –
mi disse lui sorridendomi e dirigendosi verso l’altra stanza dopo avermi dato
una carezza.
- Papà? –
lo chiamai per farlo fermare.
- Dimmi
tesoro – mi disse.
- Hai mai
immaginato la nostra vita se Edward non avesse lasciato Bella? Se lei avesse
fatto parte della nostra famiglia? – gli domandai.
- Ogni
giorno in tutti questi 25 anni ho pensato a come sarebbe stata diversa la
nostra vita, la vita di Edward. Saremmo stati più raggianti e avremmo vissuto
un’eternità felice e appagante – mi rispose.
- Sarebbe
diventata una di noi. Io l’ho visto e ho visto che davvero saremmo stati più
felici. Mi manca un casino – gli dissi.
- Manca
tanto anche a me. Era come una figlia – mi disse baciandomi la fronte e salendo
sopra mentre io uscì per andare a casa.
FINE
FLASHBAK
Stavo ancora ripensando a quel giorno, quando la
mia attenzione venne meno a causa dello squillo insistente del mio cellulare.
Guardai il display e vidi che era un messaggio di Nessie. Non so perché, ma mi
sentivo particolarmente legata a quella ragazza e gli volevo bene già dal primo
momento che l’avevo vista, così come era successo anni prima con Bella. Era l’unica
che riusciva a tenermi la testa occupata e che mi faceva pensare di meno alla
mancanza di Bella. Aprì il messaggio e lo lessi.
Ciao Alice volevo sapere se ti andava di venire
da me. Mia sorella è uscita ed ho casa libera. Ti andrebbe di aiutarmi a sistemare
la cabina armadio? Bacioni…Nessie.
Gli risposi subito.
Il tempo della strada e sono da te. Ho una
sorpresa per te. Ci vediamo fra poco…Baci.
Avevo bisogno di svagarmi un po’. La partenza di
Edward e i brutti pensieri di questa giornata non mi facevano per niente bene.
Aprì l’armadio e presi un vestito che avevo comprato il giorno prima. Lo avevo
visto esposto in una vetrina e subito avevo avuto una sensazione strana. Come
se qualcosa dentro di me mi diceva di comprarlo. L’avrei regalato a Nessie, non
so perché ma qualcosa mi diceva che dovevo farlo. Era blu con dei disegni
bianchi. Scesi giù e dopo aver avvisato Jasper che andavo da Nessie
presi la macchina di Carlisle e uscì di casa dirigendomi verso casa sua.
Avevo bisogno di svagarmi e chi meglio di quella pazzoide di Nessie? A volte mi
ricordava me prima che c’è ne andassimo da Forks. Aveva tutta quella
spigliatezza e quella voglia di ridere sempre e comunque che avevo io un tempo.
Forse stando con lei sarei potuta tornare quella che ero stata una volta e
quella che mi mancava essere. Qualcosa mi diceva che solo se avrei riacquistato
la mia giocosità e la mia gaiezza sarei riuscita ad aiutare in qualche modo
Edward a riprendersi. Questo doveva essere il mio obiettivo. La felicità di mio
fratello e della mia figlia veniva prima di qualunque altra cosa.
- vika:Diciamo che fra non molto si inizierà a scoprire
qualcosina. Spero solo che ti piacerà come ho intenzione di far procedere la
storia.
- clack81:Mi scuso per l’enorme
ritardo, ma ho avuto un sacco di impegni, comunque mi auguro che almeno il
capitolo ti sia piaciuto, anche se è uno di quelli di transizione.
- Ed4e:Sono contenta che il
capitolo ti sia piaciuto. Comunque si, Edward ha
capito che c’è qualcosa di strano e le vibrazioni che ha sentito dimostrano
quanto forte sia il legame che lo lega a Bella. Quanto a Alice hai appena letto
un capitolo scritto da lei e come vedi anche a lei non gli tornano tante cose e
il fatto di essere “cieca” visto il potere di Bella non la aiuta, ma non è
detto che non capisca la verità o parte di essa.
- Gio Black:Mi chiedi quando ci sarà l’incontro tra Edward e Bella e io
ti anticipo che non lo so nemmeno io visto che di questa storia ne so quanto
voi considerato che a causa degli impegni non ho ancora scritto gli altri
capitoli. Comunque non credo che ci vorrà poi molto. Da adesso in poi i nodi
cominceranno a venire al pettine.
- Vampire93:Felicissima che il
capitolo sia stato di tuo gradimento e dispiaciuta per averti fatto aspettare
così tanto per questo nuovo. Spero che mi perdoni e che continui a seguire lo
stesso la storia.
- serve:Nessie non dice loro di
sapere che sa cosa sono perché non è ancora certa che loro siano quelli che lei
crede anche se ci sono mille coincidenze che lo
dimostrano e poi perché in caso dovrebbe dare tante spiegazioni, troppe. Nel
prossimo capitolo in cui sarà Renesmee a raccontare capirai in modo esauriente
spero il motivo per cui lei si sta comportando così. Diciamo che vuole
proteggere Bella nel caso i Cullen non vogliono più saperne della madre e
soprattutto perché non sa ancora bene come essi sono
andati avanti e se hanno trovato qualcuno che abbia sostituito la nostra Bella.
- Ginevra87:Si, in effetti Edward
sembra aver iniziato a capire che dietro Nessie si nasconde un segreto, ma in
fondo sa che quella ragazza non è pericolosa. Quello che lo porta a pensare di
più è lo strano legame che sente con quest’ultima, un legame che non riesce
assolutamente a spiegarsi.
- RenEsmee_Carlie_Cullen:Se leggere questa
storia ti fa male significa che riesco ad esprimere bene quello che i
protagonisti sentono e non posso che essere più contenta. Quanto al loro
incontro non so ancora bene quando avverrà, ma credo che non manchi poi molto.
- moni:Se volevi sapere cosa si sono detti Carlisle e Alice adesso
lo sai. Più che confabulare hanno cercato di capire le stranezze degli ultimi
giorni e soprattutto chi fosse la strana ragazza arrivata all’ospedale. Come
hai detto tu stessa non renderà facile il cammino di Edward verso la realtà, ma credo comunque che non ci vorrà poi molto.
- nanerottola:So che mi avevi detto
di non fare più un ritardo come quello scorso, ma purtroppo gli impegni sono
davvero troppi e non riesco a gestire tutto con facilità. Quanto a quello che
succederà ad Edward non posso anticiparti nulla, ma se vuoi scoprirlo continua
a seguirmi.
- Uchica_chan:Si diciamo che anche i Cullen sono intuitivi e ti anticipo
che fra poco tutto verrà a galla, o almeno si inizierà a scoprire qualcosa in
più. Quanto a ciò che hanno intuito Carlisle e Alice eccoti accontentata con
questo capitolo. Non dico che hanno intuito qualcosa, ma di certo hanno capito
che in tutta questa situazione c’è qualcosa che puzza.
- flazzy_cullen:Sono contenta che la storia ti piace
e spero che anche i prossimi capitoli non ti deludano.
- Craxyangel84:Diciamo che prima che i
Cullen vedano Bella si scoprirà qualcos’altro, ma chi sarà a scoprire questo
qualcosa? Dovrai leggerlo per scoprirlo. Mi chiedi se lei li riconoscerà e io
ti rispondo che può essere si così come può essere no, non posso anticiparti
nulla, altrimenti rischierei di rovinarti la sorpresa.
- cloecullen:Scusami se anche stavolta ti ho fatto aspettare così tanto,
mi spiace, ma gli impegni non mi hanno permesso di fare altrimenti. Comunque ti
posso dire che da ora in poi tutti inizieranno a mettere insieme i pezzi e
piano piano la realtà uscirà fuori.
- marco:Sono contenta che la
mia storia ti piace e cercherò di seguire i tuoi
consigli anche se ho già in mente cosa succederà quando i due si
rincontreranno. Quanto a far vedere di più Bella ti assicuro che da ora in poi
la vedremo di più, perché sarà un parte molto
importante per far capire ai Cullen o a qualcuno di loro in particolare
qualcosa in più. Il tuo contatto msn l’ho preso e ti
ho aggiunto tra i contatti e ti ringrazio ancora per i consigli che sono sempre
ben accetti.
- Princess Alexia:So che questa storia non la aggiorno troppo spesso, ma è a
causa degli impegni. Comunque sono davvero contenta che stai
seguendo anche questa, mi fa piacere sapere cosa ne pensi. Rispondo ad
alcune tue domande. Innanzitutto non ti assicuro che i Volturi in realtà siano
buoni fino in fondo, in questa storia non è detto che lo siano fino in fondo.
Ti assicuro che se torneranno i Volturi torneranno anche Jane e Alec. I fiori
nella tomba di Bella li portano tutti i suoi vecchi amici e tutti coloro che in
vita l’hanno conosciuta. Il custode non era nessuno di importante o almeno
nessuno che fosse importante nella vita di Bella, ma che comunque la conosceva e sapeva che bella persona lei fosse. Quanto a
Renesmee, hai ragione, ha un carattere un po’ diverso rispetto a Bella, diciamo
che è un tipo meno fragile almeno all’apparenza e più forte, anche se anche lei
nasconde una fragilità senza eguali pari o forse superiore a quella di Bella.
Considera che resta comunque una ragazza che è
cresciuta senza un padre. E’ una brava osservatrice come hai detto tu e di questo ne ha preso dal padre, visto che anche Edward ha
iniziato a capire che c’è qualcosa che non torna. Non ne parla con Bella perché
vuole essere certa che siano loro e che comunque tutti loro rivogliano Bella
con sé perché non vuole farla soffrire. Ti anticipo che a Forks Edward non
incontrerà ne Nessie ne Bella, ma chissà cosa può o
non può succedere. Magari volevo toglierlo di scena per un po’ oppure lì
succederà qualcosa. Non posso anticiparti nulla, altrimenti ti rovino la
sorpresa. Comunque no, Bella non conosce i nomi degli amici di Nessie, ma anche
se li conoscesse non cambierebbe poi molto visto che Bella non ricorda i nomi
dei Cullen e Angela nel loro incontro al cimitero non ha fatto i loro nomi se
non quello di Edward.
- flavy624:Mi fa piacere sapere
che la storia ti piace e mi auguro che continuerai a seguirla e che ti
continuerà a piacere. E scusami ancora per l’enorme ritardo.
Un
grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo
la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo
capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. Stavolta non vi ho fatto aspettare
molto, ma bisogna ringraziare le vacanze che, ormai, stanno per finire.
Comunque mi auguro che il capitolo vi piace e vi consiglio di fare molta
attenzione ad un particolare che ho inserito riguardo Edward. Sembra un indizio
banale, ma in realtà non lo è. Mi auguro che
continuiate a seguire la storia e a commentarla. Buon Natale a tutti anche se
in ritardo di qualche giorno e tantissimi auguri di Buon Anno sperando che
questo 2010 sia quanto più proficuo possibile per tutti. Un bacio e buona
lettura.
RICORDARE
IL PASSATO
Capitolo
20
Un’occasione
sprecata
POV
RENESMEE
Era passato quasi un mese da quando avevo
conosciuto i Cullen e, ormai, io e Alice eravamo diventate inseparabili. Gli
volevo davvero bene e avevo conosciuto anche la sua famiglia che mi sembrava
qualcosa di meraviglioso. In quella casa insieme a tutti loro mi sentivo in
famiglia, forse, perché per la prima volta nella mia esistenza avevo visto con
i miei occhi cosa significava questa parola, avevo capito cosa significava
tornare a casa e trovare tutti quanti pronti ad accoglierti, avevo capito cosa
significava il calore familiare e soprattutto avevo capito la fortuna che si
aveva a sapere che c’erano delle persone che ti vogliono così bene da
preoccuparsi per te. La mia unica famiglia era la mamma e per quanto lei mi
avesse dato tutta se stessa non potevo essere ipocrita nel dire che non mi era
mancata una famiglia come quella di Alice, una famiglia che mi aspettasse a
casa e che si preoccupasse per me. Mi era mancato avere un padre che mi stesse
vicino, delle zie che mi portassero con loro in giro, degli zii che mi
facessero giocare con loro. Mi era mancata la normalità che tutte le persone
normali avevano, ma io non ero normale e per quanto cercavo di nasconderlo era
questa la verità. Edward era mancato da casa per un paio di giorni, ma presto
era tornato a casa anche se mi era sembrato fosse
tornato un po’ più turbato e pensieroso, ma soprattutto non riuscivo a capire
perché cercasse di tenermi a debita distanza come se io fossi chissà quale mostro.
Ieri era partito di nuovo e la cosa non mi piaceva per niente, non sapevo
spiegarmi il motivo per cui sentivo il bisogno di saperlo vicino a me, anche se
lui non mi calcolava nemmeno. Sapevo che c’era qualcosa che lo turbava e volevo
assolutamente sapere di cosa si trattasse. Adesso avevo acquistato la fiducia
di Alice, ma anche quella degli altri Cullen, quindi mi sarebbe stato più
facile indagare se quella era davvero la mia famiglia. Nel corso di questo mese
avevo cercato di fare in modo che mamma e il resto dei Cullen non si
incontrassero perché volevo essere prima certa del fatto che fossero davvero
loro quelli che stavamo cercando e soprattutto volevo essere sicura che tutti e
sette l’avrebbero rivoluta con loro, in caso contrario avrei inventato una
scusa e avrei costretto mamma ad andarcene da quel posto. Non potevo
assolutamente permettere che lei soffrisse ancora. Adesso ero a casa Cullen che
mangiavo dei biscotti al cioccolato preparati da Esme. A dire il vero preferivo
di gran lunga nutrirmi con il sangue, ma non avevo ancora rivelato la verità ai
Cullen, quindi dovevo continuare a fingere e devo dire che comunque mangiare i
biscotti di Esme non era per nulla una sofferenza, considerato che erano
squisiti.
- Esme posso chiederti una cosa? – chiesi a
quella che fin dall’inizio mi aveva trattato come una figlia che stava
sistemando la cucina mentre io aspettavo che Alice mi raggiungesse in cucina.
Ogni volta che mi mettevo a mangiare dai Cullen
lei spariva sempre, forse per paura che io gli facessi qualche domanda
imbarazzante sul fatto che non l’avevo mai vista mangiare.
- Si certo tesoro, dimmi – mi rispose lei con
fare materno.
- Pensi che io abbia fatto qualcosa di male ad
Edward? – gli chiesi sperando che lei mi desse una risposta che potesse
dissipare i miei dubbi.
- Perché mi domandi questo? – mi chiese.
- Perché ultimamente lo vedo strano con me. Mi
rivolge la parola solo quando non può farne a meno ed è scostante e freddo come
se c’è l’avesse con me – gli risposi.
- No, tesoro, sta tranquilla, lui non c’è l’ha
con te. Diciamo solo che questo è il suo carattere. Edward è la persona più
sensibile e dolce che io conosca, ma ha sofferto tanto e questo l’ha portato a
chiudersi in un mondo tutto suo dove non fa entrare nessuno. Sono sicura che non ha nulla contro di te, solo che preferisce tenerti alla
larga magari fino a quando non riuscirà ad aprirsi anche con te. Comunque credo
che sia così freddo e distaccato con te perché tu gli ricordi una persona per
lui molto importante – mi rispose lei con un sorriso.
- Forse hai ragione. Posso chiederti un’altra
cosa? – gli domandai.
- Fai pure – mi disse.
- Ho notato che parte spesso. E’ tornato solo
qualche settimana fa e adesso è ripartito. Dov’è che va? – gli domandai
sperando di non passare per una persona invadente.
Eppure dovevo saperlo, dovevo scoprire cosa
nascondesse Edward, dovevo scoprire se lui era la persona che avevo cercato
praticamente da quando ero nata, se lui era la persona che in 25 anni mi era
tanto mancata.
- Va a trovare una persona che gli è molto cara.
Adesso scusa ma devo andare a portare dei documenti a Carlisle in ospedale.
Alice starà per arrivare – mi disse rabbuiandosi improvvisamente e uscendo
dalla stanza senza permettermi di rispondergli.
Non potevo esserne sicura, ma ero convinta che
avesse assunto quell’espressione per ciò che gli avevo chiesto poco prima. Esme
non ebbe nemmeno il tempo di uscire dalla stanza che entrò Emmett e si sedette
vicino a me.
- Non fare caso al suo comportamento, hai solo
toccato un tasto dolente per tutti – mi disse appoggiando la sua mano sulla mia
spalla.
- Non era mia intenzione, non pensavo potesse
reagire così – gli risposi.
- Lo so, ma non voleva, è solo che oggi è un giorno
particolare un po’ per tutti noi – disse Alice entrando anche lei in cucina.
- Come mai? – gli domandai.
Non avrei voluto fare questa domanda, ma mi uscì
spontanea e non riuscì assolutamente a trattenermi.
- Questo stesso giorno di tanti anni fa abbiamo
perso una persona che per noi era fondamentale – mi rispose Alice abbassando lo
sguardo.
- Siamo giù un po’ tutti per questo – continuò
Emmett.
- Era la ragazza di Edward? – chiesi.
- Come fai a saperlo? – mi chiesero entrambi
all’unisono meravigliati più che mai.
- Il primo giorno che ci siamo visti mi aveva
detto che aveva smesso di suonare perché farlo gli ricordava la ragazza che
amava che purtroppo era morta – gli risposi ripensando a quella conversazione.
- Mi meraviglio che te ne abbia parlato, comunque
si è proprio lei – mi disse Alice.
- Vi va di raccontarmi un po’ di lei? Doveva
essere speciale per aver fatto innamorare così tanto Edward, proprio lui che si
mostra così freddo e distaccato con il mondo intero – gli chiesi sapendo che
probabilmente mi avrebbero sbattuto fuori di lì accusandomi di essere invadente
e indisponente.
Sapevo che stavo sbagliando e che non era giusto
costringerli a raccontarmi una cosa così dolorosa per loro soprattutto in una
giornata come questa, ma per me era fondamentale sapere. Mi bastava davvero
poco per capire se era davvero la mamma quella persona che loro credevano
morta.
- Andiamo in giardino – mi disse Emmett dopo
aver ricevuto un cenno di assenso da Alice.
Ci dirigemmo in giardino e ci sedemmo sul prato.
Emmett e Alice si guardavano forse perché entrambi speravano fosse l’altro ad
iniziare a raccontare. Una cosa era certa, con molta probabilità fra non molto
avrei saputo la verità.
- Anni fa ci siamo trasferiti in un piccolo
paesino nello stato di Washington, nulla a che fare con l’Alaska, ma era un
posto piccolo e confortevole dove era facile sentirsi a casa. Se non fosse per
i ricordi dolorosi e per altri problemi ben più complessi torneremmo volentieri
a vivere di nuovo lì, perché è proprio in quel posto che è iniziata la favola
di Edward – iniziò a raccontare Alice.
- Lui è sempre stato un tipo molto solitario,
preferiva passare le giornate ascoltando la musica o chiudendosi in un mondo
tutto suo, un mondo dove spesso e volentieri si sentiva inadeguato e sbagliato.
Ha sempre creduto che stare solo era la soluzione migliore per stare in qualche
modo in pace con se stesso. Non riusciva a spiegarsi il perché noi volevamo
spingerlo a cercare una persona che riuscisse a completarlo, una persona che
noi avevamo trovato e che ci aveva reso felici. Diceva che a lui non serviva,
che lui stava bene da solo, che una persona come lui non meritava di amare, o
che forse non ne era per niente capace – continuò Emmett stupendomi visto che
spesso era il burlone della situazione, ma che in quel contesto si era mostrato
di una serietà senza eguali.
- E poi cosa successe? – chiesi vedendo che
tutti e due avevano smesso di parlare.
- E poi è successo che un giorno arrivò in
quella cittadina una ragazza dall’aspetto normale. Era una bella ragazza, ma
niente a che vedere con le bellezze che Edward poteva permettersi, eppure
quella ragazza oltre che una calamita per le disgrazie era una calamita per
tutti noi Cullen. Edward cercò in ogni modo di stargli lontano, ma ciò non
servì a molto perché in poco tempo se ne innamorò pazzamente. Io da subito mi
affezionai a lei e sentivo fin da subito che saremmo diventate migliori amiche.
Emmett dopo le prime esitazioni iniziò a considerarla come una sorella – disse
Alice.
- Per Carlisle e Esme divenne presto come una
figlia. Per Jasper divenne una persona importante anche se
per il suo carattere chiuso gli veniva difficile mostrarlo e per Rosalie, beh,
Rosalie è un’altra storia. Lei fu l’unica che non approvò questa unione, non so
dirti perché, forse per invidia, per gelosia, questo lo sa solo lei, ma in
seguito, quando ormai era troppo tardi anche lei si
rese conto che persona speciale fosse quella ragazza, ma soprattutto si rese
conto che anche lei, come tutti noi del resto, gli voleva bene – continuò
Emmett.
- La loro fu una storia intensa, una storia che
è andata oltre la natura, oltre la vita e la morte, oltre la razionalità, un
amore puro, vero, un amore in grado di contrastare ogni legge e di convertire
qualunque ideale. Hanno vissuto un amore diverso, più travagliato e difficile,
ma più forte, un amore indistruttibile che nessuno riuscì a minare o scalfire,
un amore che esiste e che dura anche oggi che lei non è più con noi – disse
Alice con aria talmente triste che se non fossi stata a conoscenza che lei non
poteva piangere mi sarei domandata come mai le lacrime non gli rigavano il
volto.
Stavamo entrando nel vivo del discorso e
finalmente avrei saputo se la sua versione combaciava almeno in parte con
quella di Angela. Certo era che Alice e Emmett non mi stessero dicendo tutta la
verità perché era impossibile spiegarmi il motivo di tante difficoltà che
Edward e questa ragazza avevano dovuto affrontare, ma nel suo ultimo discorso
Alice si era lasciata andare un po’ troppo e io adesso avrei colto la palla al
balzo.
- Cosa vuoi dire quando dici che il loro amore è
andato contro la natura, contro ogni legge? – gli domandai.
- Ci sono cose che tu non sai ed è meglio che
continui ad ignorare. Sappi solo che il mondo non è così semplice come appare e
che quello che si crede impossibile a volte è possibile – mi rispose Emmett
cercando di coprire la gaffe fatta dalla sorella.
- Cosa volete dire? Non riesco a seguirvi? – gli
chiesi.
- Non importa Nessie. Ci sono cose che è meglio
non conoscere. Ti basti sapere che quello tra loro era un amore infinito, un
amore senza eguali – mi rispose Alice.
Sapevo che non avrei cavato un ragno da un buco
con queste domande, non mi avrebbe mai detto la verità assoluta, perché farlo
avrebbe implicato mettermi a conoscenza del loro segreto, quindi ciò che mi
restava da fare era sapere cosa fosse successo tra Edward e quella ragazza.
- Cosa è successo tra loro? Si sono lasciati e
poi lei e morta o è morta mentre stavano insieme? – gli chiesi sapendo che la
risposta a quella domanda mi avrebbe fatto capire tante cose o forse
addirittura mi avrebbe fatto conoscere la verità.
- Devi sapere che… - stava iniziando a dire
Emmett prima che il mio cellulare iniziasse a squillare.
Lo estrassi dalla tasca e vidi che era una
chiamata di mamma. Premetti il pulsante verde e accettai la chiamata.
- Si può sapere che fine hai fatto? – mi chiese
lei alzando leggiarmente il tono di voce.
- Sono dai Cullen – mi limitai a rispondergli.
- Ti do cinque minuti per tornare a casa altrimenti
ti puoi scordare lo shopping di domani con la tua amica – mi disse.
- Ma Isabella – mi lamentai io.
- E smettila di chiamarmi Isabella – mi
rimproverò lei visto che odiava il suo nome per intero.
- Fra mezz’ora sono a casa – gli dissi cercando
di fare la voce dolce da bambina.
- Non attacca Renesmee. E’ tutta la giornata che
sei fuori. Torna a casa – mi rispose.
- Ringrazia che non sono a casa altrimenti con
il mio sorriso sghembo volevo vedere se mi dicevi di no. Comunque sto venendo –
gli dissi chiudendo la conversazione e tornando a guardare i ragazzi, i quali
mi guardavano un po’ sorpresi da quando avevo detto “sorriso sghembo”.
Non riuscivo a capire il perché di quello
sguardo, ma la cosa che adesso mi premeva di più era il fatto che non avrei
potuto ascoltare la fine di quella storia, proprio adesso che ci ero quasi.
Chissà quando sarebbe capitata di nuovo l’occasione di poter sentire la fine di
quella storia che ormai sentivo che mi apparteneva.
- Mi sa che è meglio se ti accompagniamo a casa
prima che tua sorella ci denunci per sequestro di persona – mi disse Emmett
tornando a fare il buffone.
- Lo credo anch’io, ma promettetemi che la
prossima volta finirete di raccontarmi di questa ragazza – gli dissi
sorridendogli.
- Promesso – mi disse Alice.
Ci incamminammo verso il garage e dopo aver
salutato Emmett salì sulla macchina di Alice, la quale mi accompagnò a casa.
Sapevo che avevo perso un’occasione d’oro, ma in compenso adesso sapevo
qualcosa in più su di Edward e su questa ragazza che ormai ero convinta fosse
la mia mamma. Una cosa era certa, ero vicina alla verità e se tutto sarebbe
andato come avevo previsto finalmente avrei avuto anch’io la famiglia che avevo
sempre desiderato.
Risposte
alle vostre recensioni:
- flavy624:Sono contenta che il
capitolo ti sia piaciuto, mi auguro che anche questo sia di tuo gradimento.
- Princess Alexia:Si, in fondo Alice sa che la colpa è anche
sua, perché nonostante tutti i Cullen fossero affezionati a Bella lei era
comunque quella che ci aveva legato di più. Soffre terribilmente, ma cerca di
nasconderlo per la sua famiglia, soprattutto per Edward che non ha certo
bisogno di vedere attorno a lui persone tanto
sofferenti e per Jasper che si considera il vero responsabile di tutta quella
situazione. Edward adesso ha ripreso i suoi poteri, ma
visto che Alice l’ha capito evita di pensare a questo e di conseguenza anche
Carlisle. Per quanto riguarda il fatto di leggere i pensieri di Nessie è un po’
più complicato, perché la sua mente è costantemente protetta da Bella, ma come
hai detto tu a lui basterebbero anche solo pochi secondi non dico per scoprire
tutto, ma per lo meno per capire che Nessie sta nascondendo qualcosa. Come vedi
Edward è già tornato dal viaggio a Forks, ma se hai letto bene il capitolo ti
accorgerai che lui c’è ritornato lì e questo è un particolare che non bisogna
tralasciare. Quando ci sarà un capitolo scritto da Edward capirai di più, anche
se comunque ti ho dato un grosso aiuto. Quanto al fatto di Bella che torna a
scuola per adesso ancora non se ne parla, ma potrei cambiare idea, non so
vediamo.
- serve:Ti assicuro che presto
ci sarà un capitolo scritto da Edward, anche perché in questo capitolo ho dato
un indizio che ho sembrare banale, ma che, invece, è importante. Spero che capirai
qual è. C’entra Edward. Ti ho già aiutata.
- RenEsmee_Carlie_Cullen:No, non ti voglio
assolutamente morta, ma mi piace tenervi in suspance. Spero che il capitolo sia
stato di tuo gradimento.
- Ed4e:Sono davvero contenta
di sapere che questa storia ti piace un sacco. Prima di sapere chi è la famosa
“sorella” di Bella passerà ancora qualche capitolo, ma ormai siamo quasi
arrivati. Comunque hai detto che secondo te a scoprirlo sarà Nessie o Alice, ma
non Edward. adesso ti chiedo, dopo questo capitolo, ne sei ancora proprio così sicura? Se ne sei sicura lo stesso, ti dico di
rileggere il capitolo e vedere che all’interno c’è un indizio che sembra
banale, ma che in realtà non lo è.
- ClaudiaSv16:Che bello, una nuova
fan, sono davvero contenta. Tutti pensate che a
scoprire qualcosa sia Alice e probabilmente avete ragione, ma vi voglio
ricordare che comunque il nostro folletto preferito per adesso è “cieco”. Detto
questo non so ancora bene chi sarà il primo a scoprire il mistero, anche perché
capitoli pronti non ne ho e non appena finisco di scriverne uno, lo posto subito, quindi non saprei dirti, ma ti consiglio di
non sottovalutare niente. Ogni dettaglio, anche banale è messo per un motivo
preciso.
- marco:Il potere della Bella della
mia storia funziona un po’ diversamente rispetto alla storia originale. Bella
ha uno scudo che la protegge da attacchi fisici e psichici e di conseguenza
qualunque potere su di lei è inefficace. Non funzionano né i poteri fisici, ne tanto meno i poteri come quelli di Edward, Alice o
Jasper. L’unico potere che funziona sullo scudo di Bella è quello di Renesmee
perché lei oltre ad aver il potere opposto a quello del padre, ha anche il
potere opposto a quello della madre, ha, quindi, la possibilità di penetrare
nella mente anche di chi c’è l’ha protetta come Bella. Per questo motivo Alice
non riesce a vedere Bella. Auguri anche a te.
- Vampire93:No, sta tranquilla, la
storia la continuerò e la finirò. Non mi piace lasciare incompleto un lavoro.
Spero, comunque, che questo capitolo ti sia piaciuto.
- Uchica_chan:Mi fa piacere che il capitolo ti sia servito a capire
qualcosa in più della storia. Per me era fondamentale, anche per spiegare cosa
nascondevano Carlisle e Alice.
- nanerottola:Non fa nulla se hai
ritardato a recensire, anche se mi fa sempre davvero piacere quando lo fai e
poi capisco gli impegni. Buon natale anche a te, anche
se in ritardo di qualche giorno e auguri di buon anno.
Un
grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo
la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo
capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. E’ un pov
Edward. Un capitolo che si svolge prima dell’ultimo capitolo che avete letto e chiarirà
qualche dubbio per quelli che hanno colto l’indizio del capitolo passato. Mi
auguro sia di vostro gradimento. Un bacio e buona lettura.
RICORDARE
IL PASSATO
Capitolo
21
Una telefonata
misteriosa
POV EDWARD
Due settimane prima ero andato a Forks per
andare a trovare l’amore della mia vita, ma qualcosa, o meglio qualcuno, aveva
turbato più del previsto la mia visita. Mentre mi trovavo al cimitero di fronte
alla lapide di Bella, avevo sentito arrivare Angela e così mi ero allontanato
ancora prima che lei potesse avvicinarsi e potesse riconoscermi, anche se era
altamente improbabile che ci riuscisse considerato il modo in cui ero
incappucciato. Mentre mi allontanavo, però, qualcosa aveva colpito la mia
attenzione, un pensiero di Angela che avrei voluto approfondire, ma che non mi
era permesso altrimenti mi sarei dovuto mostrare a lei.
“Ancora queste strane figure incappucciate. Non riuscirò mai a capire cosa si nasconde dietro quel
cappuccio. E pensare che ho anche avuto l’occasione di
parlarci, perché per quanto loro abbiano negato, quelle due vengono qui spesso.
E se, invece, mi stessi sbagliando? Se davvero mi hanno detto la verità? Ma
allora chi sono queste strane figure che si nascondono? E poi si nascondono da
cosa? E se dietro tutta questa storia ci fosse un mistero che noi non
conosciamo? Forse ho sbagliato a raccontare di Bella a quelle due, senza
nemmeno conoscerle. Eppure la ragazza mi sembrava così familiare”questo era quello che
pensò Angela dopo aver visto la mia figura vicino alla tomba di Bella.
Quando io mi fui allontanato i suoi pensieri
cambiarono e lei si iniziò a dare della pazza, pensando che stesse diventando troppo paranoica, ma in realtà lei non poteva sapere che
dietro tutta la storia di Bella si nascondeva davvero un mistero, qualcosa che
Angela non avrebbe mai potuto immaginare. Ciò che, però, non mi tornava era il
fatto che nella mente di Angela non comparisse la strana ragazza di cui
parlava, ma solo un essere incappucciato come me in quel momento. Non riuscivo
a capire il perché, ma forse era Angela che non stava pensando a quell’incontro
come avrebbe dovuto, ma stava solo ricordando distrattamente ciò che gli era
capitato e magari gli veniva alla mente solo ciò che l’aveva colpita di più,
cioè quella strana figura del tutto incappucciata. Mi allontanai di fretta e
furia dal cimitero, avendo, ormai, capito che i pensieri di Angela si erano spostati ai ricordi felici di lei insieme a Bella,
anche se non erano molti. Me ne andai da lì e decisi
di tornare a casa, in Alaska, visto che già ,mancavo da un paio di giorni e non
volevo fare preoccupare la mia famiglia. Una cosa, però, avevo intenzione di
farla: dovevo scoprire chi erano quelle due ragazze di cui parlava Angela,
fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto. Del resto, ormai, non avevo nulla da
perdere e almeno facendo questo mi tenevo la mente occupata, anche se comunque
in quella situazione c’entrava Bella, quindi era inevitabile non pensarla, come
se io, comunque, ne sarei stato capace. Da quando ero tornato a casa non facevo
altro che pensare e ripensare alla situazione e non riuscivo a venirne a capo.
Da quanto ne sapevo, io e la mi famiglia eravamo le
uniche persone che andavamo a trovare Bella incappucciate e lo facevamo perché
non potevamo correre il rischio di farci vedere, ma nessun altro avrebbe potuto
farlo, perché non c’era nessun senso, nessun motivo. Chiunque avrebbe voluto
vedere Bella poteva farlo tranquillamente, senza bisogno di coprirsi, di
conseguenza se quelle ragazze di cui parlava Angela erano incappucciate, o
almeno una delle due lo era, ciò significava che
voleva nascondersi, che non poteva farsi vedere, ma mi chiedevo il perché e non
riuscivo a venirne a capo. In compenso, a complicare le cose, c’era Nessie che,
ormai, era diventata molto amica con Alice e perfino con Rosalie, cosa della
quale non riuscivo a spiegarmi. Quella ragazza non faceva che girarmi attorno e
per quanto io provassi un affetto e un legame inspiegabile verso di lei, non
volevo averla tra i piedi. Innanzitutto perché mi ricordava Bella e poi perché
avevo un disperato bisogno di riflettere e lei non me ne dava mai l’opportunità
perché non faceva che squadrarmi dalla testa ai piedi come se dovesse scoprire
chissà quale segreto.
- Entra fratellino – mi disse Alice mentre io
stavo per bussare alla porta della sua stanza.
Probabilmente mi aveva visto arrivare grazie ad
una delle sue visione.
- Ciao mostriciattolo, posso chiederti una cosa?
– gli chiesi sapendo che già lei sapeva il motivo della mia visita.
- Edward ti ho già detto che non ho una felpa
del genere, mi spieghi perché ancora insisti? – mi chiese lei.
Da quando ero tornato a casa avevo chiesto a
lei, a Rosalie e alla mamma se avevano una felpa come quella che avevo visto
nella mente di Angela, quella felpa che apparteneva a quella ragazza
misteriosa, ma tutte e tre mi avevano ripetutamente detto che nessuno di loro
c’è l’aveva e questo significava solo che nessuno di loro era quella ragazza e
che, quindi, io avrei continuato a brancolare nel buio per non so quanto tempo.
- Ne sei davvero sicura? Magari c’è l’avevi e
l’hai buttata e non te lo ricordi – insistetti io.
- Non me lo ricordo? Ma Edward stai dando i
numeri? Mi spieghi come faccio a dimenticare di aver buttato una felpa? Ti
rendi conto che parliamo di vestiti? E poi da come hai descritto questa felpa
mi sembra logico che io non c’è l’abbia. L’hai descritta come se fosse la felpa
di mia nonna – mi disse lei agitandosi come sempre succedeva quando si parlava
di moda.
- Diamine Alice, non vorrai negare che con tutta
la roba che butti ogni giorno non possa capitare che ti dimentichi qualcosa –
gli dissi io.
- Sono una vampira e ti ricordo che la nostra
memoria non ci gioca questi scherzi. Sei diventato troppo paranoico e poi posso
sapere perché diavolo vuoi venire a sapere se qualcuno di noi possedeva una
felpa del genere? Da quando sei tornato da Forks sei troppo
assurdo. Posso capire cosa è successo? – mi chiese calmandosi verso la
fine del suo breve discorso considerato che sapeva di aver toccato un tasto
dolente.
- Niente, non è successo niente. La mia era solo
curiosità. Ero convinto di avertela vista indossare quella felpa e allora mi
chiedevo che fine avesse fatto. Tutto qui, non c’è altro – gli dissi
dirigendomi verso la porta pronto per uscire.
- Pensi che mi hai convinto?
Beh ti sbagli. Cavolo Edward con me lo sai che puoi parlare, non puoi tenerti
sempre tutto dentro. Dimmi cosa c’è che non va, perché qualcosa c’è. Sei
tornato strano, preoccupato e turbato e non riesco a spiegarmi il perché – mi
disse lei dolcemente.
- Davvero mostriciattolo, non c’è nulla che non
va. Forse, ho bisogno di attaccarmi a queste piccolezze per evitare di pensare anche se mi vieni difficile. Adesso vado, ti lascio
libera, Nessie è già arrivata – gli dissi sentendo provenire dal piano inferiore
il battito del cuore della ragazza.
- Ok, ma non finisce qui. Noi due dobbiamo
parlare, anche perché è parecchio che non lo facciamo – mi disse lei
stampandomi un bacio sulla guancia e dirigendosi verso il piano di sotto per
accogliere la sua nuova amica.
Parlare con Alice in fondo mi era stato utile
perché almeno adesso avevo la conferma al 100% che quella felpa non
appartenesse ne a lei ne al resto della mia famiglia e
quindi questo significava che c’era qualcun altro che andava a trovare Bella e si
nascondeva chissà per quale motivo. E io dovevo sapere chi era e perché lo
faceva. Avevo già un piano per scoprire qualcosa e per farlo sarei dovuto
tornare a Forks, ma prima di mettere in atto il mio piano dovevo fare una
telefonata, dopo la quale sarei tornato a Forks per capire cosa si nascondeva
dietro quello che, ormai, era diventato ai miei occhi
un vero e proprio mistero. Così presi il cellulare e composi il numero. Al
quarto squillo, una melodiosa voce rispose dall’altro capo del telefono. Era ora
di scoprire la verità e al momento solo una persona poteva aiutarmi, anche se
questa persona era l’ultima a cui avrei voluto chiedere aiuto.
CHI SARA’
IL DESTINATARIO DELLA TELEFONATA?
Risposte
alle vostre recensioni:
- ada90thebest:Si, hai perfettamente
ragione. La verità si avvicina sempre di più.
- RenEsmee_Carlie_Cullen:Beh se ti sei messa a
piangere significa che sono riuscita a esprimere bene quello che mi
interessava. Sono felice perché sono riuscita a trasmettere le emozioni che ho provato
scrivendo il capitolo.
- serve:Diciamo che Renesmee è
quasi sicura che ci abbia azzeccato, ma non è ancora del tutto convinta. Quanto
al fatto di Edward ci hai azzeccato in pieno. L’indizio era quello. E diciamo
che non ci sei andata lontano quanto alla soluzione. Ho già detto più del
previsto.
- Uchica_chan:Lo so che è stato un peccato, ma se avrebbero raccontato di
più Renesmee avrebbe capito e non è ancora ora, anche se, ormai, manca davvero
poco. Se ricordi nel capitolo in cui Edward fa notare le stranezze di Renesmee
loro dicono che ha anche il sorriso di Edward, quindi più che essersi lasciata
sfuggire il sorriso all’Edward si è lasciato sfuggire
il suo vero nome, anche se comunque questa non avrà una grande incidenza.
- ClaudiaSv16:Quanto ad Edward ci hai
proprio azzeccato e in questo capitolo si capisce cosa ha scoperto. Si è vero,
qualcosa Renesmee se l’è lasciata scappare, ma diciamo che non avrà molta
influenza, anche se comunque metterà nei dubbi sia in Alice che in Emmett.
- Princess Alexia:Diciamo che in questo capitolo hai la risposta alla tua
domanda. Ecco cosa ha spinto Edward a tornare a Forks. Mi chiedi cosa potrebbe
ottenere in più con un altro viaggio? Ti rispondo che potrebbe ottenere tutto o
niente. Qualcosa che l’ha turbato è successo, ma non gli basta. Deve capire
qualcosa in più per scoprire cosa c’è sotto tutto quel mistero. Quanto agli
indizi che si è lasciata scappare Renesmee ti posso dire che non avranno una
grande influenza, perché lei saprà bene come nasconderli, ma il dubbio in
Emmett e Alice c’è l’ha messo. Comunque si, c’hai
proprio ragione. Tutti sono vicini nello scoprire la realtà, l’unica fuori dal
mondo sembra proprio Bella.
- Vampire93:Diciamo che sia Alice
che Emmett si insospettiranno nel sentire il vero nome di Nessie, ma diciamo
che questo non avrà una grande influenza. Non so ancora quanti capitoli farò.
Non so se sarà molto lunga o meno, ma ti posso dire che ancora capitoli c’è ne
saranno. Sono felice di sapere che in caso sarà lunga la seguiresti perché ti
piace.
- Ed4e:Si tesoro, c’hai
azzeccato. Hai scorto la sfumatura giusta. In questo capitoli
si capisce qualcosa e il prossimo sarò ancora più chiaro. Nessie si sarebbe
voluta sbilanciare, ma non può farlo esageratamente altrimenti insospettirebbe
i Cullen.
- nanerottola:Diciamo che questi
particolari li valuteranno, ma non hanno una grande influenza, ma sta
tranquilla siamo quasi agli sgoccioli per scoprire la verità. Considera che pur essendoci il ragionamento loro credono Bella morta e sono
convinti che un vampiro non possa avere figli. Quindi anche facendo due più due
è sempre difficile da credere.
- nefertiry85:Aspetti che Nessie si
riveli? Ti posso solo dire che alla verità manca davvero pochissimo.
- Crazyangel84:Diciamo che ciò che ha
detto Renesmee li ha fatti insospettire, ma comunque nulla di questo sarà
troppo rilevante perché Renesmee è molto furba.
Un
grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo
la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo
capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. Mi auguro di non aver fatto
aspettare troppo tutti quelli che volevano sapere chi fosse il destinatario della
telefonata. Un capitolo importante per le dinamiche della storia e per chi lo
volesse sapere: la verità è più vicina di quanto pensiate. Un bacio e buona
lettura.
RICORDARE
IL PASSATO
Capitolo
22
Un piano
perfetto
POV EDWARD
Per mia fortuna la telefonata era andata molto bene
e così adesso mi ritrovavo a sorvolare il cielo dell’Alaska in direzione Forks.
Era ora di scoprire la verità e più il tempo passava e più qualcosa dentro di
me mi diceva che Nessie faceva parte di quel mistero. E adesso ero totalmente e
incondizionatamente convinto a scoprire la verità. In poco tempo l’aereo
atterrò a Port Angels e una volta a terra io insieme alla mia compagna di
viaggio ci dirigemmo verso l’uscita dell’aeroporto e prendemmo un taxi che ci
avrebbe portato direttamente al cimitero di Forks. Le strade non era ingorgate
e per questo non ci mettemmo poi molto ad arrivare a destinazione. Pagai il
taxista e poi scendemmo fermandoci davanti al cancello del cimitero.
- Edward mi vuoi ricordare il motivo per cui mi
hai convinto a venire qui? – mi chiese la voce
appartenente alla persona che era al mio fianco.
- Mi stai semplicemente facendo un favore – mi
limitai a rispondergli io.
- Ricordami allora cosa ci guadagno io –
continuò lei guardandomi con occhi profondi.
Sapevo che ero stato un’egoista, sapevo che era
sbagliato coinvolgere lei in questa situazione, ma avevo bisogno di qualcuno
che non fosse mai venuto a Forks, di qualcuno che non avesse problemi a farsi
vedere, di qualcuno che cercasse di parlare con Angela almeno quanto bastasse per
fare in modo che io potessi riuscire a scorgere nei suoi pensieri la
conversazione che lei aveva pensato durante la mia ultima visita a Forks, ma
forse far venire lei era stato uno sbaglio, una
sbaglio colossale.
- Mi avrai aiutato a svelare un possibile mistero
– le dissi sorridendogli.
- Secondo me, dovresti lasciar perdere. Lei fa
parte del tuo passato e restando aggrappato al suo ricordo ti fai solo del
male. E’ ora che tu torni a vivere, in fondo era solo una ragazza come tante –
mi disse lei appoggiando la sua mano sulla mia spalla.
Era facile parlare così per gli altri, per
quelli che non ci erano passati nella mia situazione. Lei non avrebbe mai
potuto capire cosa significava amare in modo profondo, del resto lei non si era
mai innamorata davvero, aveva solo provato qualcosa per me, ma il suo non era
di certo amore, o comunque nulla che potesse anche lontanamente essere
paragonato a quello che io provavo per Bella.
- Tanya ti ho chiesto un favore, non un
consiglio. Sei libera di fare ciò che vuoi, se non
vuoi aiutarmi lo capirò e vedrò di trovare un’altra soluzione, ma evita di
parlarmi di lei, non credo tu ne abbia il diritto, non la conoscevi neppure –
le dissi cercando di essere il più gentile possibile.
- Si, scusa, hai
ragione. Non ho nessun diritto di dirti quello che ti ho detto, è solo che ti
voglio bene e non mi piace vederti soffrire. Comunque adesso entriamo e diamo
inizio al tuo piano – mi disse sorridendomi prima di entrare nel cimitero.
Cercai di non pensare a nulla e di non fare caso
a ciò che aveva detto prima, del resto, doveva essere pesante parlare con un
morto che cammina, perché questo ero diventato da quando avevo lasciato Bella,
quindi la capivo pure. Entrai anch’io nel cimitero ben coperto come sempre, ma
mi nascosi per non farmi vedere da nessuno, mentre Tanya, con un’eleganza
tipica dei vampiri si aggirava per il cimitero, cercando di attirare
l’attenzione. Non passò molto tempo prima che il custode del cimitero si
accorgesse di lei.
- Buongiorno signorina, sta cercando qualcosa? –
le chiese l’uomo.
- Si grazie. Vorrei sapere dove si trova la
tomba di Isabella Swan – chiese lei da perfetta attrice.
- In fondo a questo viale svolti a sinistra e la
troverà – le rispose l’uomo.
- Sarebbe così gentile da accompagnarmi. Sa non
sono mai venuta qui e non vorrei perdermi – gli disse
lei.
Certo che una scusa più credibile poteva
trovarla, come faceva a perdersi in un cimitero come quello di Forks? I misteri
della vita.
- Certo signorina, mi
segua. Lei è una parente? – le disse quello.
- La ringrazio infinitamente, comunque si, lo sono – gli rispose Tanya.
Nel frattempo io a velocità sovrumana mi diressi
verso la tomba di Bella e mi comportai come facevo di solito tutte le volte che
andavo lì. In poco tempo Tanya e il custode arrivarono e si fermarono poco
prima della tomba mentre io feci finta di non vederli.
- Chi è quello incappucciato? – chiese lei
all’uomo.
- Non ne ho idea. Isabella era molto amata e,
nonostante sia passato tanto tempo, vengono ancora tante persone a trovarle.
Tra queste ci sono anche persone nascoste in questo modo, a volte vengono anche
in gruppi di due o tre, io li chiamo “strambi individui” perché non ho mai
capito il motivo per cui si presentano così coperti e soprattutto perché non
sono mai riuscita a capire se sono donne o uomini – rispose il custode.
- Che strano. Non ha mai parlato con nessuno di
loro? – gli chiese Tanya.
Era riuscita a portare il discorso dove volevo
che lei lo portasse. Dovevo ricordarmi di ringraziarla.
- No, appena vedono qualcuno avvicinarsi vanno
via – rispose lui.
- Capisco – continuò Tanya.
- Però adesso che ci penso, una volta, credo due
mesi, tre mesi fa al massimo, si sono presentate una ragazza insieme a qualcuno
incappucciato come quello lì e la ragazza mi ha parlato. Diceva di cercare la
tomba di Isabella e che lei e quella stramba figura incappucciata erano dei
lontani parenti della signorina Swan. Mi è rimasto impresso quell’incontro
proprio per via dell’incappucciato – disse l’uomo mentre nella sua mente veniva
illustrato quell’incontro.
Ciò che mi lasciò basito era che quella ragazza
che diceva di conoscere la mia Bella era esattamente la copia esatta di Nessie
e quella ragazza incappucciata il cui volto non si vedeva stava con lei. Da
quanto ne sapevo su Nessie, quella doveva essere sua sorella, ma non riuscivo a
capire il motivo per cui si sarebbe dovuta nascondere, ma soprattutto non
riuscivo a capire cosa c’entrassero loro con Bella. A confermare questa mia
ipotesi era il fatto che a quanto ci aveva detto Nessie, sua sorella, ironia
della sorte, si chiamava Isabella, lo stesso nome della mia Bella. Cavolo non
ci stavo capendo proprio nulla. Nonostante questi dubbi, però, ero contento
perché dall’incontro con il custode mi aspettavo molte meno informazioni di
quelle che, invece, avevo ricevuto e adesso speravo ardentemente che Angela sarebbe venuta a trovare Bella così come era solita fare
tutti i Mercoledì, almeno così avevo letto nella sua mente.
- Non saprei cosa dirle. Non sono mai venuta a
Forks prima di ora, comunque la ringrazio per avermi accompagnato e stato molto
gentile – disse Tanya al custode, il quale dopo avergli detto che era stato un
piacere si allontanò tornando alla guardiola.
Tanya, nel frattempo, si avvicinò a me.
- Come sono andata? – mi chiese.
- Ti consiglierei di intraprendere la carriera
di attrice – le risposi.
- Scoperto qualcosa di interessante? – mi
chiese.
- Molto di più di quello che speravo – le dissi.
- Sono contenta – mi rispose lei.
- Adesso vado a nascondermi in quell’albero – le
dissi indicando un albero poco vicino la tomba di Bella – tu aspetta qui fino a
quando non verrà Angela. Quando vedi arrivare qualcuno guarda me e io ti
indicherò se è lei oppure no, dopodichè dai iniziò alla seconda parte dello
sceneggiato – le dissi allontanandomi da lì e andando a nascondermi
sull’albero.
Passarono quasi due ore senza che nessuno
arrivasse e, a dire il vero, avevo perso le speranze che Angela potesse far
visita a Bella e mi chiedevo perché tra tanti Mercoledì avesse scelto giusto
quello per non presentarsi, ma quando già avevo iniziato a perdere le speranze
la vidi arrivare con il suo solito mazzo di rose in mano, pronta per
depositarle nella tomba di Bella. Quando Tanya vide la ragazza avvicinarsi mi
guardò e grazie alla nostra vista vampiresca riuscì a scorgermi tra i rami
dell’albero e io gli feci un cenno con la testa che stava a significare che era
lei la persona che cercavamo. In poco tempo Angela arrivò alla tomba e dopo
aver salutato con un cenno del capo quella ragazza che per lei era una
sconosciuta, si fece il segno della croce e sistemò i fiori nel vaso.
- La conosceva? – le chiese Tanya.
- Andavamo a scuola insieme – si limitò a dire
Angela.
- E’ passato molto tempo da allora eppure lei
viene ancora a trovarla – continuò la vampira.
- Gli volevo molto bene. Tu, invece, chi sei? –
le domandò Angela.
- Mia madre era cugina prima di Isabella, le loro
mamme erano sorelle–
le rispose lei cercando di essere credibile.
- Non credo di averla mai vista da queste parti
– le disse Angela scettica.
- Lo credo bene, purtroppo lei è morta quando io
avevo solo due anni – le disse lei.
- Capisco, mi dispiace – disse Angela.
- E’ passato molto tempo ormai, comunque ero
molto curiosa di conoscere Isabella, visto che la nonna mi ha detto che da piccola
era molto amica con la mamma. Così sono venuta qui per
conoscerla, ma ho saputo che era morta anche lei e sono passata di qui per
venirla a trovare – continuò Tanya.
- Sono sicura che ti sarebbe
piaciuta. Era impossibile non voler bene a Bella – le spiegò Angela.
- Si, poco fa ho
parlato con il custode e mi ha detto la stessa cosa. Dice che nonostante sia
passato molto tempo dalla sua morte ancora vengono in molti a trovarla. Mi ha
parlato anche di individui che si presentano incappucciati, tu sai chi sono? –
le chiese la vampira.
Non appena finì di formulare la domanda nella
mente di Angela si susseguirono tante immagini di lei che vedeva spesso queste
figure incappucciate davanti alla tomba di Bella, ma soprattutto tutti i suoi
pensieri si fermarono al ricordo di quella ragazza che aveva parlato con lei
che era accompagnata da un incappucciato, la stessa cosa che aveva pensato
durante la sua ultima visita, ma stavolta quello che vedevo nella sua mente era
molto più chiaro e potevo scorgere anche il viso della ragazza che aveva
parlato ed, ironia della sorte, era la stessa di cui poco prima aveva parlato
il custode, cioè Nessie. Adesso l’unica cosa di cui avevo bisogno era che Tanya
riuscisse a indurla a pensare a quella conversazione per capirne di più su ciò
che nascondeva quella strana ragazza che era arrivata nella mia famiglia e ne
aveva sconvolto gli equilibri.
- No, non ne ho idea. Non sono mai riuscita a
vederli in faccia. Una volta ho visto una ragazza in compagnia di uno di questi
incappucciati, ma la ragazza sembrava simpatica. L’incappucciato era una donna,
lo so perché l’ho sentita parlare, anche se per poco tempo, ma comunque da
quello che mi hanno detto loro non sono le stesse persone che vengono qui e si nascondono sotto larghe felpe e grandi cappucci –
le disse Angela che sembrava essersi sciolta o che, forse, semplicemente voleva
capire davvero cosa nascondevo queste figure incappucciate.
Nella mente di Angela comparve l’immagine della
donna incappucciata che si rivolgeva a lei.
- Secondo
te, di lui, cosa gli aveva colpito? – le chiese la ragazza incappucciata,
mentre Angela la guardava stupita cercando invano di scorgere il suo volto.
-
Se non avessi conosciuto Bella ti direi che gli colpì
il suo aspetto fisico, la sua bellezza quasi divina, ma dire questo dopo averla
conosciuta sarebbe come dire una baggianata. Non so cosa lei vide in lui, per
me e per tutti gli altri lui e la sua famiglia restarono sempre un mistero, ma
una cosa era certa lei si innamorò dell’essere di
Edward e non del suo apparire. Per lei, lui, oltre ad essere
bello fuori, era bello dentro, solo che per scoprirlo bisognava conoscerlo a
fondo. Lei diceva che lui stava sempre per
conto suo, che cercava di tenere le persone lontane da lui, ma che quella era
solo una maschera, e lui con lei l’aveva tolta, facendogli scoprire il ragazzo
meraviglioso che era. Alla fine, penso che lei avesse
ragione, doveva essere davvero speciale per farla innamorare in quel modo – le
aveva risposto Angela.
Stavano parlando di me, quindi quel
“lui” di cui la ragazza aveva chiesto dovevo essere per forza io. La situazione
si stava complicando più del previsto e io avevo bisogno di scoprire ancora
alcune cose, ma soprattutto dovevo scoprire chi fosse quella ragazza che si era
presentata al cimitero nascosta e che possedeva una
voce che aveva un non so che di familiare.
- Capisco,
un vero mistero. E la ragazza che hai visto e con cui hai parlato era una
parente di Isabella? – le chiese Tanya.
- No, almeno non da quello che mi
hanno detto, anche se gli occhi di quella ragazza erano identici a quelli di
Bella – continuò Angela.
- Come si chiamava la ragazza? – le
domandò la vampira.
- Lo ricordo perfettamente perché
quel nome mi colpì. Si chiamava Renesmee – le rispose l’altra.
E così Nessie aveva detto di
chiamarsi Renesmee. In effetti la storia poteva
andare, considerato che Nessie sembrava un diminutivo piuttosto che un nome e
come diminutivo nel nome Renesmee poteva pure starci, ma mi chiedevo il motivo
per cui lei avesse detto a noi di chiamarsi Nessie. In fondo se questo era un
diminutivo, perché non dirci la verità? Perché non dirci che il suo vero nome
era Renesmee, ma che magari preferiva essere chiamata Nessie?
- Strano nome, comunque prima lei ha detto che non erano delle parenti, ma allora
chi erano? – le disse Tanya.
- Non ne ho idea, ma la ragazza era
simpatica. Ha voluto perfino raccontatala storia di Bella, almeno quel poco che
io conoscevo visto che il destino non ha voluto che potessimo passare molto
tempo insieme – le rispose Angela mentre pensò a tutta la conversazione avuta
con Nessie.
Angela gli aveva raccontato proprio
tutto ciò che sapeva e Nessie sembrava interessata parecchio alla storia e
anche l’altra ragazza doveva esserlo visto che era intervenuta, ma la cosa che
non mi tornava, o meglio, la cosa che mi faceva venire più dubbi era il fatto
che Angela avesse parlato a Nessie anche della mia famiglia e la cosa iniziava
a puzzarmi parecchio.
- Hai detto che lui era l’unico single, gli altri avevano già
qualcuno? – le chiese Nessie visibilmente curiosa.
- Si, gli altri stavano insieme tra di
loro – le rispose Angela.
- Come
scusa? – le domandò stupita la ragazza.
- Lui aveva
due fratelli e due sorelle, che stavano insieme tra di
loro. In realtà non erano davvero parenti, erano stati
tutti e cinque adottati. Due di loro, una ragazza e un ragazzo, erano davvero
fratelli, gemelli anzi, ma anche loro erano stati adottati – le spiegò Angela.
Nessie mi era parsa troppo curiosa
di conoscere anche i particolari della mia famiglia e adesso mi chiedevo il
motivo per cui lei era entrata nella nostra vita, ma soprattutto mi chiedevo
che cosa realmente nascondesse quella ragazza dalla mente impenetrabile.
- Posso chiederti una cosa? – le
domandò Tanya.
- Si certo fai pure – le rispose
Angela.
- Hai detto che hai raccontato la
vita di Bella a questa ragazza pur se non la conoscevi, perché l’hai fatto? –
le domandò.
“Se gli dico la verità finisce che mi prende per
pazza. Meglio mentire” pensò Angela dopo
la domanda di Tanya.
- Di solito ho difficoltà a parlare
di Bella perché mi rattristo molto a pensare che lei sia morta, ma con quella
ragazza è stato diverso. Diciamo che mi ha ispirato fiducia, ma soprattutto mi
era sembrata davvero interessata a conoscere quella storia – le rispose la
donna.
“In
fondo questa non è del tutto una bugia” pensò Angela quando terminò di
rispondere.
Subito dopo un’altra scena di quella
conversazione occupò la sua mente e ciò che vidi mi lasciò molto stupito.
- Renesmee
vuoi davvero sapere la verità del perché ti ho raccontato di Bella? – disse Angela
mentre Nessie e l’altra ragazza si erano già incamminate per uscire.
- Si certo, ma mi sembrava mi avessi già risposto a questa
domanda – le rispose Nessie dopo essersi fermata.
- Si l’ho fatto, ma non ti ho detto tutta la verità. Quando ti
ho vista ho avuto come la sensazione che ti conoscessi,
in qualche modo mi ricordavi lei, il tuo nome, i tuoi occhi, il tuo modo di
parlare. Se non avessi la certezza che fosse morta ti avrei
preso per sua figlia – le disse lei.
- Capisco. Se era davvero speciale come mi ha raccontato non mi sarebbe
dispiaciuto averla come madre – le rispose Nessie sorridendogli.
L’avrebbe presa per sua figlia? In effetti adesso che ci pensavo Nessie assomigliava così
tanto a Bella che per l’età che aveva e per l’età che avrebbe dovuto avere
Bella oggi poteva passare davvero per sua figlia. Stessi occhi, stessa
espressività di questi, alcuni modi di fare, la testardaggine, il modo di
parlare. Quella ragazza aveva molte cose in comune con l’amore della mia vita,
molte di più di quelle che ero stato costretto ad ammettere subito. Eppure
nonostante questa potesse essere una soluzione, era altamente impossibile che
fosse così. Come aveva notato la stessa Angela, Nessie sarebbe potuta essere la
figlia di Bella solo se lei non fosse morta, ma siccome Bella era morta tutto
ciò era impossibile. Eppure nonostante sapessi questo c’erano troppe cose che
non mi tornavano, come ad esempio lo strano legame che sentivo verso di lei, un
legame che non riuscivo a spiegarmi, un legame spiegabile solo se Nessie e
Bella fossero in qualche modo legate.
- Capisco. Comunque è stato un
piacere parlare con lei. Non so molto, ma almeno grazie a lei ho capito qualcosa
in più su Isabella – le disse Tanya per congedarsi.
- E’ stato un piacere anche per me.
Sei fortunata ad aver avuto una cugina come Bella anche se
purtroppo non l’hai conosciuta – le rispose Angela.
- Adesso lo so. Arrivederci – la
salutò la vampira.
- Ciao – le rispose quella che in
passato era stata un’alunna della mia stessa scuola prima che Tanya si
allontanasse da lì per dirigersi verso l’uscita.
Io feci lo stesso, ma per non farmi
vedere mi misi a correre alla mia velocità vampiresca in modo che nessuno
potesse vedermi, al massimo ciò che l’occhio umano avrebbe potuto scorgere era
qualche foglia che si alzava da terra a causa di una folata di vento. Quando
giunsi all’uscita del cimitero vidi Tanya che mi aspettava.
- Scoperto qualcosa di interessante?
– mi chiese sorridendomi.
- Molto più di quello che speravo.
Grazie mille davvero. Senza di te non saprei come avrei fatto – le dissi
sincero.
- Non ho fatto nulla di che. Ho solo
aiutato un amico. Sono davvero contenta di esserti stata d’aiuto. Come vedi
anch’io servo a qualcosa – mi disse.
- Sai bene che questo non l’ho mai
messo in dubbio – le risposi.
- Alla fine sono contenta che hai deciso di chiedere aiuto proprio a me per questa storia.
Sapere che mi hai reso partecipe di qualcosa che riguardava Bella è molto
importante per me, significa che in qualche modo hai fiducia in me. E comunque
adesso che l’ho vista, anche se solo in una foto, posso dire che era comunque
molto carina – mi disse.
- Lo so, era di una bellezza
sconvolgente, sia fuori che dentro – mi limitai a
rispondere io.
Non mi piaceva parlare di Bella con
altri che non fossero la mia famiglia, infatti, nessuno conosceva nemmeno il
volto di Bella perché le foto che avevo di lei erano off-limits, ma adesso che
Tanya l’aveva vista era normale che avrebbe espresso
un suo giudizio e, in fondo, leggendo nei suoi pensieri, sapevo che stava
dicendo la verità.
- Comunque questa cittadina sembra
davvero graziosa – disse lei, probabilmente per stemperare la tensione che si
stava iniziando a creare.
- Lo è.
Questa è la mia vera casa. Comunque adesso torniamo in Alaska perché è arrivato
il momento di sistemare e di chiarire certe cose lì – le dissi riferendomi a
Nessie.
Una volta tornato a casa sarebbe
arrivato il momento della verità. Nessie mi avrebbe dovuto raccontare tutto,
ogni minimo particolare, perché adesso ero sicuro che lei nascondesse un
segreto e in qualche modo ero convinto che in questo segreto c’entrasse pure
Bella, anche se non riuscivo ad immaginare come, ma soprattutto volevo sapere
il motivo per il quale era entrata nella vita di noi Cullen sconvolgendoci
sotto certi punti di vista. L’ultima cosa che volevo era che la mia famiglia
dovesse soffrire ancora e se Nessie si sarebbe rivelato un fuoco di paglia era
convinto che loro avrebbero sofferto perché tutti si
erano già affezionati a lei e quando dico tutti includevo anche me, che provavo
per lei un affetto senza eguali e un senso di protezione illimitato, tutte cose
che continuavo a provare anche ora che sapevo che lei nascondeva qualcosa. Non
riuscivo a spiegarmi il motivo per cui mi sentivo tanto legato a lei, ma sapevo
che presto tutti i miei dubbi avrebbero avuto una risposta. Dovevo solo
resistere ancora per un po’ e poi tutta la verità sarebbe venuta a galla.
- clack81:Diciamo che siamo ad un
passo dallo scoprire la verità. Sono contenta che la storia ti
piace.
- ClaudiaSv16:Diciamo che in questo
capitolo la tua domanda ha avuto una risposta. Immaginavi potesse essere lei?
Comunque che era un vampiro ci avevi azzeccato.
- solenaandthescenes:Sono davvero felice che consideri questa storia la più
bella dell’intero sito. Mi auguro che continuerà a piacerti.
- mine:Curiosa di sapere a chi
apparteneva la voce melodiosa? Beh adesso l’hai scoperto. Spero non sia rimasta
delusa.
- Mometta_Cullen:Beh diciamo che non ci hai proprio azzeccato. Chiamare
Nessie era troppo semplice e poi visto che lui non ha aveva ancora capito che
nel mistero della visita di Forks c’entrasse Renesmee. Quanto alla storia
“Quando l’amore ti cambia la vita” non so quando posterò, spero il più presto
possibile, ma per adesso voglio finire questa che ha già un bel po’ che è in
corso e poi per adesso ho più ispirazione in questa storia e l’altra non voglio
rovinarla. Ti chiedo di attendere un po’ e poi posterò. Comunque tranquilla per
il fatto che non recensisci. Certo mi fa piacere se lo fai, ma se non puoi non
fa nulla, l’importante che la segui e che ti piace.
- RenEsmee_Carlie_Cullen:Tanya? No non credo.
Questo avevi detto eppure è proprio lei. Edward aveva bisogno di qualcuno che
non si facesse riconoscere a Forks. Spero abbia postato prima di farti
impazzire del tutto.
- Rebusiii:Diciamo che non era proprio Jake, del resto un lupo con una
voce melodiosa non c’è lo vedo proprio. Sono contenta che la storia ti piace e ti anticipo che l’incontro avverrà molto presto.
- Ed4e: Hai fatto due supposizioni. Chissà magari una è giusta. Sul
fatto che Edward, ormai, è consapevole che Nessie nasconde qualcosa non ci sono
dubbi, dovrà solo scoprire cosa. Come farà? Andrà da lei? La metterà con le
spalle al muro? Proverà ad indagare da solo? Aspettiamo che torni a casa e
vediamo che succede.
- pami2812:Sono contenta che la
storia ti piace e che ti faccia emozionare. Direi che
Victoria è altamente improbabile, impossibile chiamasse proprio lei che è una
nemica. Come vedi ha chiamato qualcun altro. Spero che continuerai a seguire la
storia e che continuerai a trovarla avvincente.
- Shia:Mi fa piacere sapere che la storia ti piace. L’errore sul
nome dell’autrice era un errore di battitura e siccome ogni volta faccio
copia-incolla non ci ho badato se non quando me lo hai fatto notare. Quindi grazie,
come vedi ho provveduto a correggerlo. Quanto al fatto di usare “gli” anche per
il femminile è un errore che faccio spesso, non tanto perché non conosco la
regola, quanto perché spesso con la fretta di scrivere il capitolo me ne
dimentico. Cercherò di starci più attenta. Sta tranquilla che non mi offendo
assolutamente. Le critiche o le correzioni servono per migliorarsi, quindi
grazie. Spero che nonostante questi errori continuerai a leggere la storia.
- Princess Alexia:Hai supposto che Edward potesse chiamare tante persone. Nella
tua lista c’era comunque la persona giusta. Non riuscivi a spiegarti, però, il
piano di Edward. Spero adesso sia chiaro. Beh come hai detto tu stessa far
indossare la felpa a Renesmee era troppo semplice, ma come vedi Edward è
riuscito a capirci lo stesso qualcosa.
- Vampire93:Diciamo che come hai
potuto vedere ne Charlie ne Jacob sono i destinatari
della chiamata. Siamo molto vicini allo soluzione del
mistero.
- lisepotter:Mi dispiace, ma ti sei sbagliata. Come vedi non era Jacob, ma Tanya.
- Uchica_chan:Lo so che si sapeva che quelle figure non fossero i Cullen, ma Edward non ne poteva essere sicuro. Comunque
diciamo che se non fosse per il mio zampino, magari il mistero si sarebbe già
risolto. Comunque riguardo la telefonata c’hai
azzeccato. Era una vampira. I congiuntivi sono la mia dannazione, comunque
grazie di avermelo fatto notare.
- moni:Buone feste anche a te. Comunque come vedi ha chiamato
Tanya, lo scopo credo che sia espresso chiaramente in questo capitolo. Spero ti
piaccia ciò che mi sono inventata.
- marco:Lo so che vorresti
uccidermi, ma ho voluto lasciare un po’ di suspance. Quanto al fatto di Edward e
Nessie direi che è impossibile, ormai, visto che siamo giunti alla resa dei
conti come avrai notato e poi Edward più di una volta ha precisato che il
sentimento che sente per lei è forte, ma non può essere amore. Quanto alla
supposizione sui Volturi ti posso dire che tutto può succedere. I Volturi
sembrano essere stati buoni con Bella e Renesmee, ma non è detto che lo siano
del tutto.
Un
grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo
la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a
coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo
capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza
alcun scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. Anticipo a tutti che la verità sta
per uscire fuori. Abbiate solo un altro pochino di pazienza. Un bacio e buona
lettura.
RICORDARE
IL PASSATO
Capitolo
23
L’ora della
verità
POV
RENESMEE
Ero a casa sdraiata sul mio letto mentre
ascoltavo un po’ di musica classica, l’unica capace di farmi rilassare e
riflettere, anche se, per adesso, c’era poco da riflettere. Se volevo sapere la
verità dovevo essere io la prima a raccontarla. Non potevo sperare che i Cullen
mi raccontassero cosa fossero davvero, ne tanto meno
del loro passato se io non gli avessi detto ciò che sapevo. Probabilmente con
il tempo l’avrebbero pure fatto, ma se c’era qualcosa che io non avevo era
proprio il tempo. Era più di un mese che frequentavo i Cullen e mamma aveva già
molto tempo che mi chiedeva di voler conoscere le persone con cui passavo così
tanto tempo e lo stesso accadeva con i Cullen che spesso e volentieri mi
chiedevano di poter conoscere quella che, per loro, era mia “sorella”. Non
potevo andare avanti così per molto, perché avrebbero iniziato ad insospettirsi
tutti, eppure prima di fare qualunque cosa volevo essere certa al 100%. Quindi,
per adesso, mi dedicavo ad ascoltare la musica, sperando che in qualche modo
essa potesse farmi venire un’idea per risolvere in fretta la situazione.
- Tesoro è tutto il giorno che sei chiusa qui
dentro, c’è qualcosa che non va? – mi chiese mamma non appena entrò nella mia
stanza.
- No mamma, nulla. Stavo solo ascoltando un po’
di musica – gli risposi.
- Ti vedo strana ultimamente. Non è che mi
nascondi qualcosa? – mi domandò sedendosi a fianco a me sul letto.
- Ma cosa ti passa in testa mamma? Sai che non
ti ho mai tenuto nascosto niente – gli dissi sapendo che fino a prima di
arrivare in Alaska ciò che avevo appena detto era vero.
Mi costava da morire mentirgli in quel modo,
anche perché non l’avevo mai fatto, ma non potevo fare altrimenti, non potevo
permettere che lei avrebbe sofferto di nuovo.
- Hai ragione tesoro, scusa. Sarà che sto
diventando paranoica – mi spiegò.
- Tutte le mamme lo sono e tu sei la migliore in
assoluto, te lo assicuro – gli dissi sincera mentre sentì il cellulare
squillare.
Controllai e mi accorsi che mi era arrivato un
messaggio.
Ti aspetto
a casa mia. Devo farti vedere gli ultimi acquisti di oggi, anche se non ho
ancora capito perché non sei voluta venire con noi. Muoviti…baci, Alice!
Gli risposi subito.
Te l’ho
detto, dovevo fare una cosa con mia sorella. Comunque sto arrivando. Un bacio…
Non era vero che dovevo fare delle cose, ma
avevo bisogno di un po’ di tempo per riflettere e per capire cosa dovevo fare,
dovevo farmi venire un’idea.
- Fammi indovinare. E’ la tua amica che ti
chiede di andare da lei, non è vero? – mi chiese mamma.
- Ti dispiace? – gli domandai.
- Assolutamente no. Sono contenta che esci e che hai trovato degli amici così affettuosi con te,
solo che mi piacerebbe conoscerli – mi disse.
- Prometto che un giorno di questi te li faccio
conoscere tutti – gli dissi sorridendogli sghemba.
- Ok, ricorda che l’hai promesso. Adesso vai. Ci
vediamo stasera – mi disse dandomi un bacio sulla fronte e uscendo dalla
stanza.
Mi feci una doccia, mi vestì e in poco tempo
uscì di casa dirigendomi verso casa Cullen. Non ci misi molto ad arrivare e non
appena varcai la soglia di casa incontrai Esme con un sorriso raggiante
dedicato solo a me.
- Ciao tesoro – mi disse.
- Ciao Esme, come va? – gli chiesi.
- Tutto apposto. Volevo scusarmi per l’altro
giorno, sono stata un po’ brusca e non volevo – mi disse seriamente
dispiaciuta.
- Non preoccuparti. I ragazzi mi hanno spiegato,
anzi scusa me, non volevo essere per nulla invadente – gli dissi.
- Non lo sei stata.
Solamente ero io che non era di buon umore. Comunque lasciamo perdere e non
riparliamone più. Cerchi Alice, vero? – mi chiese.
- Si, lei sa che dovevo
venire – gli risposi.
- Immagino debba farti vedere i nuovi acquisti –
mi disse.
- Immagini bene – gli risposi.
- Capisco, allora ti lascio andare. Lei è nella
sua stanza – mi disse.
- Ok grazie, a dopo – gli dissi allontanandomi
dall’ingresso.
Salì le scale e una volta nel piano superiore mi
diressi verso la stanza di Alice. Entrai e la vidi intenta a sistemare i suoi
nuovi vestiti nella cabina armadio. Più la guardavo e più mi dava l’impressione
di un folletto, un folletto a cui volevo un bene inimmaginabile.
- Finalmente tesoro. Credevo ti fossi persa per
strada – mi disse lei non appena mi vidi entrare.
- Ho fatto il prima
possibile – mi giustificai.
- Si ok tranquilla.
Vieni qua che ti faccio vedere i nuovi acquisti. Sono fantastici – mi disse iniziando
a mostrarmi tutti i suoi nuovi abiti.
Passammo buona parte del primo pomeriggio in
mezzo a quella valanga di vestiti, tra prove e finte sfilate ci divertimmo un
sacco, ma vedevo Alice un po’ strana, diversa dal solito, come se cercasse si
scrutare in me un qualche particolare che la portasse ad arrivare alla
soluzione di un dilemma. Non ci feci caso più di tanto anche perché ero io la
prima che in tutto quel tempo non avevo fatto altro che scrutare tutti loro per
riuscire a capire qualcosa sulla loro vita, ma soprattutto per capire se la
loro vita avesse un qualche legame con la mia. Quando terminammo di provare i
vestiti li sistemammo di nuovo nella cabina armadio, ma poco dopo qualcuno
bussò alla porta e Alice gli diede il permesso di entrare. Era Emmett che
stranamente aveva un’aria strana, ma che soprattutto avevo perso il suo
bellissimo e fantastico sorriso. Cosa stava succedendo? Prima Alice e ora
Emmett. Non ci stavo capendo un bel niente.
- Posso capire che succede oggi? Siete tutte e
due molto strani – gli dissi prima ancora che Emmett proferisse parola e ci
informasse del motivo di quella visita in camera.
- Nessie, perché non c’è lo dici tu? – mi chiese
Alice.
- O forse dovremmo chiamarti Renesmee? –
continuò Emmett al posto della sorella.
Colpita e affondata. Avevano scoperto il mio
vero nome e adesso di sicuro si chiedevano il motivo per cui glielo avevo
tenuto nascosto. In fondo non lo sapevo nemmeno io il vero motivo, forse,
semplicemente l’avevo fatto perché se erano davvero loro la mia famiglia
avrebbero potuto scorgere qualcosa di strano nel mio nome, nel suo significato
e magari mi avrebbero allontanato da loro. Non potevo permetterlo, era per
questo che avevo deciso di presentarmi con il mio diminutivo, che fra l’altro
nemmeno mi piaceva più di tanto. Mamma lo odiava e aveva imparato a farlo
odiare un po’ anche a me. Diceva che lì a Volterra mi avevano dato il nome del
mostro di Loch Ness solo per abbreviare il mio lungo e strano nome. In effetti non mi piaceva essere associata ad un mostro,
perché io non mi sentivo così, io mi sentivo solo il frutto dell’amore di due
persone che si erano amate in modo incondizionato, di due persone che pur di
amarsi erano andate contro le leggi della natura. Come ne sarei uscita da
questa situazione?
- Come lo sapete? – riuscì a dire solamente.
- L’altro giorno, quando ti abbiamo raccontato
della ragazza di Edward, ricordi? Tua sorella al telefono ti ha chiamato
Renesmee – mi spiegò Alice.
Certo, dovevo immaginarlo. Grazie al loro
finissimo udito avevo sentito ogni particolare di quella conversazione.
- Come avete fatto a sentirlo? – gli chiesi io cercando di rovesciare la situazione e di farla venire a
mio favore.
Forse, inconsciamente speravo che mi avessero
rivelato che erano delle creature leggendarie e che con il loro super udito
erano riusciti a sentire ciò che mia sorella mi aveva detto per telefono.
- Eri vicino a noi e tua sorella parlava forte.
Era normale che lo sentissimo – rispose Emmett riuscendo a trovare una
giustificazione banale, ma allo stesso tempo convincente.
- Nessie cos’è che nascondi? Perché non ci hai
detto subito di chiamarti così? – mi chiese Alice.
- E poi che razza di nome è Renesmee? E’ un nome
così strano. Cosa significa? Perché deve avere per forza un significato – continuò
lui.
Emmett era fantastico, con ciò che aveva detto
mi aveva fornito un alibi perfetto.
- Il mio vero nome è Renesmee, ma come hai detto
tu è un nome strano, un nome che avrà un significato
sicuramente, ma che io non conosco. Mamma mi ha dato questo nome, ma è morta
dandomi alla luce e mia sorella non aveva idea del perché, in punto di morte,
lei avesse insistito perché io mi chiamassi così. In collegio tutti mi
prendevano in giro per questo nome, dicevano che ero una tipa strana e che il
mio nome ne era la conferma, così mia sorella per
togliermi dall’imbarazzo ha iniziato a chiamarmi Nessie. Pian piano tutti si
sono abituati a questo soprannome e anche loro hanno iniziato a chiamarmi così,
fino al punto in cui si sono perfino dimenticati il mio vero nome. Da allora
non dico mai a nessuno il mio vero nome, dico direttamente il mio soprannome
così nessuno mi fa domande – gli risposi cercando di essere convincente.
- E allora perché tua sorella ti ha chiamato con
il tuo vero nome? – mi domandò Alice.
- Perché a me piace essere chiamata Renesmee. Se
mamma mi ha voluto mettere questo nome ci sarà un motivo e io voglio
rispettarlo, quindi, almeno da mia sorella mi faccio chiamare così. Lei non fa
domande e non mi prende in giro – gli dissi mentendo spudoratamente.
- E tua sorella, invece, perché non vuole essere
chiamata Isabella? – mi chiese Emmett.
Mamma mia quante domande. Devo stare attenta a
non farmi scoprire.
- Perché preferisce essere chiamata Isa. Dice
che il suo nome per intero è troppo pesante per la sua personalità. Io la
chiamo Isabella solo quando voglio fargli saltare i nervi – gli risposi.
Nel giro di dieci minuti avevo detto un sacco di
bugie e le avevo detto alle persone a cui volevo più bene. Mi sentivo sporca e
mi facevo schifo per la situazione che avevo creato. Forse, questa era la volta
buona in cui avrei potuto essere sincera, eppure non lo ero stata e di sicuro
loro non mi avrebbero mai perdonato, ma io avevo sofferto troppo, la mamma
aveva sofferto troppo e non potevo più permettere che succedesse. Se davvero
loro mi volevano bene quando, un giorno, avrebbero scoperto la verità mi
avrebbero sicuramente perdonato.
- Potevi dirlo a noi. Non ti avremo mai
giudicato o preso in giro e poi a me questo nome piace molto – mi disse Alice
sorridendomi come suo solito seguita da suo fratello.
- Anzi, da oggi anch’io mi unirò a tua sorella e
ti chiamerò Renesmee. Secondo me, è molto più bello di Nessie – mi disse Emmett
stritolandomi in uno dei suoi abbracci.
Ci avevano creduto e da un lato ne ero
sollevata. Non credevo che mentire facesse così male, soprattutto dopo che loro
si scusarono per aver pensato male di me. Gli chiesi se qualcuno della
famiglia, oltre a loro, sapesse di questo particolare e mi dissero di no e che
se avrei voluto sarei dovuto essere io a parlargliene.
Dopodichè scendemmo in salotto e trovammo tutto il resto della famiglia lì
intenti a guardare la televisione. Era bello stare lì tutti
insieme, mi sentivo davvero in famiglia, anche se, comunque, mancava
Edward. Non ebbi nemmeno il tempo di finire di formulare la frase che Edward
comparve nel salotto. Ciò che vidi, però, non mi piacque per niente. Mi stava
guardando con un’espressione che non gli avevo mai visto, un misto tra
delusione, amarezza, sofferenza e forse, anche speranza. I suoi occhi erano più
vuoti del solito e questo mi faceva stare male.
- Cercavo proprio te – si limitò a dire
guardandomi intensamente negli occhi.
Il suo sguardo era profondo e mi guardava come
se volesse scorgere qualcosa di nuovo in me. Era visibilmente arrabbiato, ma
stranamente i suoi occhi erano comunque dorati, invece che neri come la pece,
così come succedeva tutte le volte che i vampiri si arrabbiavano. Non sapevo il
motivo di questo suo comportamento, ma qualcosa mi diceva che non era nulla di
buono.
- Me? E cosa volevi? – gli chiese cercando di
essere gentile, ma soprattutto cercando di nascondere la preoccupazione che si
faceva spazio dentro di me.
- Semplicemente volevo chiederti se ti sei
divertita abbastanza a prenderci in giro – mi disse facendomi raggelare
all’istante.
Cosa voleva dire con quella frase? Cosa aveva
scoperto? E come ci era riuscito? Guardai il resto dei Cullen seduti sui divani
e notai che tutti guardavano Edward e me senza
riuscire a capire cosa stesse succedendo, ma tra tutti quelli che sembravano i
più confusi erano Alice e Jasper. Non avevo idea di come sarei uscita da quella
situazione, ma qualcosa mi diceva che era arrivata l’ora della verità.
Risposte
alle vostre recensioni:
- lillina913:Si tesoro, in effetti è un po’ che non ci sentiamo, ne tramite
recensioni, ne tramite msn. Spero vada tutto apposto.
Comunque sono contenta che la storia ti piaccia e per l’incontro tra Bella e
Edward non dovrai aspettare molto.
- Crazyangel84:In
effetti ero un po’ indecisa se farla apparire o meno, ma alla fine chi
meglio di una vampira amica che per di più si trova nella stessa Alaska.
- _cory_:Sono contenta che la storia ti piaccia. Non ti anticipo se Nessie
dirà la verità o meno, ma diciamo che ormai tutti i nodi sono venuti al
pettine.
- nanerottola:Ho notato che vuoi
leggere il capitolo in cui si sveleranno i misteri e allora ti chiedo di essere
paziente fino al prossimo capitolo. Per adesso goditi un po’ di paura da parte
di Nessie a causa delle parole di Edward.
- Rebussiii:Beh in effetti poteva pure starci
il fatto di Jacob, ma mi sembrava molto strano che Edward andasse a cercare il
suo aiuto. Diciamo che quando lui e la sua famiglia hanno abbandonato Forks,
lui e Jake non erano proprio in ottimi rapporti. Per sapere di Bella e della
reazione che avrà quando vedrà Edward dovrai aspettare un pochino, ti assicuro
non molto. Il tempo che si scopra la verità e poi ci sarà l’incontro.
- serve:Tranquilla, non fa
nulla se non ti sei accorta che avevo postato. L’importante che il capitolo
l’hai letto. In effetti ci poteva stare il fatto che
chiedesse aiuto a Carmen o Eleazar, ma ho preferito
che chiedesse aiuto a Tanya, mi ispirava di più la cosa. Come vedi dal capitolo
non manca molto al momento in cui Edward parlerà con Nessie e ti anticipo che
sarà un pov Edward proprio come vuoi tu. Spero sarai
contenta.
- VerdeEvidenziatore:Sono contenta che le mie storie ti
piacciono e spero che continuerai a seguirle. Quanto al capitolo con la
verità ci siamo arrivati tranquilla, abbi solo un altro pochino, ma proprio
poco, di pazienza.
- Princess Alexia:In effetti il piano era molto
semplice considerato che Edward non poteva farsi vedere. Diciamo che il piano
era semplice, però, solo considerando il fatto che Edward è capace di leggere
nel pensiero, altrimenti non so proprio cosa avrei dovuto escogitare. Per
sapere cosa succederà adesso ti tocca solo avere pazienza fino al prossimo
capitolo e vedrai che tutto sarà più chiaro.
- ClaudiaSv16: Sono contenta che ti sia piaciuto il
personaggio di Tanya, forse, ma ancora non è niente di sicuro, lo rivedremo in
seguito. Mi domandi quanti capitoli mancano all’incontro tra Bella e Edward? Ok
dai, la febbre mi ha fatto diventare più buona, te lo dico. Mancano esattamente
tre capitoli. Orami ci siamo quasi. Spero che la storia continui a piacerti.
- Vampire93:Si, con “soluzione del
mistero” intendo dire che Edward e i Cullen sapranno tutta, ma tutta la verità.
Visto che non vedi l’ora di leggere quel capitolo ti anticipo che non dovrai
aspettare molto.
- gamolina:Sono contenta che la storia continua a
piacerti. Quanto a Edward hai proprio ragione, sta mettendo insieme i
pezzi e prestissimo arriverà alla soluzione. Sono davvero contenta che ti è piaciuta la ragazza a cui ho dato il volto di Tanya.
- marco:Diciamo che la tua idea
su Tanya potrebbe essere interessante, ma per adesso diciamo che lei se ne è
tornata a casa senza mettersi ad indagare. La resa dei conti non credo porterà
a termine la storia perché ho ancora delle cose da scrivere, ma quanto ai
Volturi non posso assicurarti che resteranno degli angioletti. Fin dall’inizio
ho detto che sembrano buoni, ma non è detto che lo siano. Quanto al resto non
ti posso anticipare nulla, magari ci hai azzeccato riguardo a Bella e Edward,
magari no. Chissà. Se vuoi scoprirlo continua a leggere. Quanto a Jacob ancora
non lo so se lo metterò. Diciamo che senza offesa per i suoi fan, a me non
piace molto, lo visto sempre come il terzo incomodo da
far sparire, anche se comunque ha avuto la sua importanza nella storia. Per
questo non so se lo inserirò, ci devo ancora pensare. A te piacerebbe vederlo?
- mikkettina:No, Edward non ha fatto due più due sentendo il nome anche
perché non può neanche lontanamente immaginare che quella ragazza possa essere
sua figlia. Sono contenta che ti piaccia la storia e spero davvero di non
deluderti.
- Ed4e:Si, in effetti Edward non
vuole perdere tempo e come vedi ha già trovato Nessie. Vediamo cosa succederà e
cosa verrà fuori da questo incontro. La verità? Mezza verità? Chi lo sa? (Io, ahahahah). Dai
scherzo. La verità è vicina e presto la saprete tutti. Spero ti piacerà.
- pami2812:Felicissima che il
capitolo sia stato di tuo gradimento e che la storia in generale ti piaccia.
Spero di non deluderti.
- RenEsmee_Carlie_Cullen:Beh sta tranquilla
posterò il capitolo della verità prima che tua madre ti prenda per pazza. Del
resto la verità è molto, molto vicina.
- cloecullen:Diciamo che quello che tu speri si avvererà molto presto.
Devi solo avere un pochino di pazienza. La verità è vicinissima.
- Uchica_chan:La reazione di Renesmee la vedrai fra poco. Devi solo
aspettare il prossimo capitolo. Sono davvero felice che il capitolo ti sia
piaciuto, spero di non deluderti con i prossimi.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra
i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Ho pubblicato un’altra storia sempre su Twilight: “Bisogna
sbagliare per conoscere la verità”. I personaggi sono tutti umani. Bella conosce Jacob e Bella fin da quando erano dei bambini
e da allora diventano amici inseparabili. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo.
Lei accetta, ma lo ama davvero? Ed Edward? E se si accorgesse proprio ora che
sta per perdere la persona più importante della sua vita? La loro è solo
amicizia? Si certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà
Jacob? Forse solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Mi farebbe piacere se passaste a dargli un’occhiata. Sotto
potete trovare il link.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. Volevo scusarmi per il ritardo, ma
davvero ho avuto un sacco di impegni. Spero che mi scusiate e che ne sia valsa
la pena. Il capitolo è diviso in due parti, in questo si scoprirà una verità,
nel prossimo tutto il resto. Un bacio e buona lettura.
RICORDARE
IL PASSATO
Capitolo
24
Segreti
svelati (Parte I)
POV EDWARD
Ero tornato da poche ore in Alaska ed ero andato
ad accompagnare Tanya a casa, non prima, però, di averla ringraziata di nuovo
per il prezioso aiuto che mi aveva dato. Adesso mi trovavo sulla strada verso
casa mia dove speravo ardentemente di trovare Nessie, o meglio Renesmee. In
poco tempo giunsi a casa e dopo aver posteggiato la macchina mi accorsi che
nella mente di tutti i miei famigliari c’era Nessie seduta sul divano con loro
che guardava la televisione. Ero anche fortunato. Entrai dentro e mi diressi
subito nel salotto dove trovai tutta la famiglia al completo davanti la
televisione. Tutti si accorsero del mio stato d’animo, soprattutto Jasper che
poteva percepire perfettamente le mie emozioni grazie al suo potere e Alice che
mi conosceva meglio di qualunque altro e che a quanto avevo visto aveva avuto
una visione di me che avevo detto che Nessie si era presa gioco di tutti noi.
Lì la visione si interrompeva ed era per questo che Alice era del tutto confusa
e non riusciva a capire cosa stava succedendo. Guardai Nessie e in me vi erano
un sacco di emozioni contrastanti che andavano dalla rabbia alla delusione,
dall’amarezza alla voglia di verità, ma in mezzo a tutto questo c’era anche la
speranza, la speranza che quella ragazza a cui stranamente volevo così bene
sapesse qualcosa che in qualche modo fosse legato a Bella.
- Cercavo proprio te – gli dissi guardandola
negli occhi.
- Me? E cosa volevi? – mi chiese cercando di
celare una certa preoccupazione che, per quanto lei non volesse, era palpabile
anche per me che non avevo un potere come quello di Jasper.
- Semplicemente volevo chiederti se ti sei
divertita abbastanza a prenderci in giro – gli dissi mentre la sua espressione
si raggelò all’istante.
Non so cosa capì dalle mie parole, ma una cosa
era certa. Adesso sapeva che io ero a conoscenza di qualcosa che lei ci aveva
tenuto nascosto per tutto quel tempo, anche se non era ancora consapevole di
cosa di preciso.
- Edward, ma che stai dicendo? – mi domandò
Rosalie.
- Questo lasciaglielo dire a Nessie, anzi a
Renesmee – dissi io.
“Abbiamo
già chiarito questa storia poco fa con lei” pensò Alice mostrandomi la chiacchierata
di poco prima tra lei, Emmett e Nessie.
Come giustificazione poteva pure starci, ma
questo non era l’unica spiegazione che doveva darci.
- Renesmee? – disse Carlisle meravigliato.
- Si, il mio vero nome
è Renesmee. Nessie è solo un soprannome – gli spiegò la ragazza.
- Edward non vedo dove sta il problema. Stai
esagerando un po’ troppo – mi rimproverò bonariamente la mamma notando che
Nessie adesso era in difficoltà.
- Io e lei sappiamo che non sto esagerando. Cosa
sei andata a fare a Forks? – gli domandai vedendo che tutti era stupiti e lei
molto preoccupata.
L’avevo fatta raggelare perché avevo trovato la
chiave di tutte le sue bugie e quella chiave era proprio Forks.
- Allora? Ti decidi a parlare? – gli dissi
vedendo che lei sembrava non riuscire a dire mezza parola.
- E’ una cittadina come tante altre – si limitò
a dire poi anche se i suoi occhi dicevano che stava
mentendo e che ci soffriva a mentire in quel modo.
- Ah si? E allora dimmi cosa c’entra Isabella
Swan con te? Anche lei è una ragazza come tante altre? -gli dissi cercando di essere il più
chiaro possibile.
La vidi cambiare espressione, era sì
preoccupata, ma sembrava come se con le mie parole gli avessi rivelato chissà
quale scoperta e mi sembrò di vedere nelle sue labbra un sorriso che subito
mandò via. Non riuscivo a capire cosa nascondesse quella ragazza e lei sembrava
non voler parlare.
- Cosa c’entra Bella con Nessie? - chiese Emmett
intervenendo per la prima volta nella discussione.
- E’ proprio questo che voglio capire. Sei andata al cimitero di Forks a trovare la lapide di Bella
e ti sei fatta raccontare la sua storia da una sua amica. Poi ti ha raccontato
di noi e, guarda caso, subito dopo ti sei presentata qui entrando nelle nostre
vite. Cos’è che vuoi da noi? Da Bella? Chi è che sei? – gli domandai
guardandola negli occhi mentre tutta la mia famiglia era sorpresa della mia
rivelazione.
- Se te lo dicessi stenteresti a crederci – si
limitò a rispondermi lei.
- Non so se te ne rendi conto, ma il tempo delle
bugie è finito. Quindi mettiti comoda e raccontaci tutta la verità, senza
tralasciare nulla – gli dissi.
- Se vuoi davvero sentire la verità, ti
consiglierei di sederti tu. Non so bene come potresti reagire – mi disse lei.
- Sta tranquilla, so controllare molto bene le
mie reazioni e le mie emozioni – gli risposi.
- Riesci ad essere così spavaldo solo perché sai
che non ti può venire un infarto, altrimenti fossi in te mi sarei iniziato a
preoccupare – mi disse Nessie sorridendomi con uno sguardo di chi la sapeva
lunga.
Tutti la guardammo meravigliati e stupiti per
ciò che aveva detto. Cosa voleva dire con “solo perché sai che non ti può
venire un infarto”? E se lei sapesse tutta la verità? Se lei sapesse cosa, in
realtà, eravamo noi? Dovevo scoprire la verità subito, altrimenti sarei finito
alla storia come il primo vampiro colpito da un esaurimento nervoso.
- Perché mi guardate stupiti? Cosa ho detto di
così strano? So che nessuno di voi può avere un infarto, lo so che siete dei
vampiri – disse lei facendoci raggelare.
Quella ragazza sapeva più di quello che credevo
e non sapevo se era un bene o un male, ma sapevo che era inutile mentirle, era
troppo sicura di sé.
- Raccontaci la verità e per favore parti
dall’inizio – gli dissi io.
- La mia storia inizia 25 anni fa, quando in un città italiana sono venuta alla luce. Come voi, anch’io,
sono un essere che fa parte della leggenda, ma non sono una vampira se è questo quello che vi chiedete, o almeno, non lo sono a tutti
gli effetti. Molti anni fa, in un mondo in cui esistono davvero personaggi
leggendari il cuore di un vampiro, ormai, fermo a causa della sua natura,
riprese a battere per amore di una giovane e fragile ragazza umana. Da
quell’unione sono nata io che sono un ibrido, una creatura mezza umana e mezza
vampira, nata da un amore diverso dagli altri, un amore che era talmente forte
da aver superato tutte le leggi della natura, un amore che è andato oltre la razionalità
– disse lei interrompendosi per guardarmi negli occhi.
Non sapevo a cosa stavo andando incontro nel farmi
raccontare la verità, l’unica cosa che sapevo era che quella storia mi
ricordava la mia storia con Bella, ma se ciò era vero, quella ragazza doveva
essere mia figlia. No, non poteva essere vero.
- Nessie, stai dicendo che tu sei figlia di un
vampiro? – gli chiese mio padre.
- Si, sono figlia di un
vampiro e di un’umana – gli rispose lei.
- Ma è impossibile. I vampiri non possono avere
figli – continuò Rosalie.
- E, invece, possono. Non so come sia successo,
nessuno sa spiegarselo. Da quello che ho letto in antichi libri sui vampiri
probabilmente ciò è possibile perché i vampiri maschi possono ancora procreare,
mentre le donne no, perché il loro corpo non è soggetto al mutamento, tipico di
un corpo in gravidanza. Da quello che ho letto questa è l’unica soluzione
plausibile – spiegò lei mentre io ancora ero in trans per quello che avevo
sentito.
- Ma anche ipotizzando che questo potesse
succedere, un vampiro non può arrivare ad avere un rapporto così intimo con
un’umana. Non è possibile. Finirebbe per ucciderla – disse Alice.
- In questo caso non è successo – continuò
Nessie.
- E’ impossibile. Nessun vampiro potrebbe
controllarsi talmente tanto da riuscire a portare fino in fondo un rapporto
tanto intimo senza uccidere l’umana – continuò Emmett.
- Vi sbagliate. Nessie ha ragione. E’ possibile
– dissi io senza sapere da dove mi era uscita quella voce.
- Edward ma che stai dicendo? Dovresti saperlo
meglio di tutti noi che è impossibile – disse Jasper.
Era normale che loro la pensassero così, perché
loro non sapevano cosa era successo tra me e Bella prima che io la lasciassi.
- Invece vi dico che è possibile. Io e Bella
abbiamo fatto l’amore prima che la lasciassi e io sono riuscito a controllarmi.
Non l’ho uccisa e non gli ho nemmeno torto un capello, al massimo gli ho
provocato qualche livido sul corpo – gli dissi sapendo che se fossi stato umano
sarei diventato rosso come un pomodoro.
- Cosa? – urlò tutta la mia famiglia
all’unisono.
- Perché non c’è l’hai detto? – mi chiese
Emmett.
- E perché io non ho visto nulla? – continuò con
le domande Alice.
- Perché è stata una decisione che ho preso
all’ultimo momento, quindi non potevi vederlo. Non vi ho detto nulla, perché
non c’era nulla da dire. Io e Bella avevamo rotto e dirvi che avevamo fatto una
cosa del genere sarebbe stato solo darvi un dolore in più prima della partenza
– mi giustificai io.
- Figliolo cosa ti ha spinto a farlo? – mi
chiese amorevolmente mia madre.
- Era l’ultimo desiderio di Bella. L’aveva
sempre voluto, ma io avevo troppo paura di fargli male. Alla fine, però, mi
sono lasciato convincere anche perché lo volevo anch’io. Era un modo per
sentirla mia per l’eternità – gli dissi.
- Ve lo dicevo io che era possibile – ci
interruppe Nessie che mi guardava e sorrideva.
- Quindi tu saresti la figlia di un vampiro e di
un’umana. Certo che dopo questa rivelazione non c’è più nulla che mi può
stupire – gli disse Emmett con la sua solita battuta di scherzo.
Avevo apprezzato il fatto che non avesse fatto
commenti su quanto avevo appena rivelato, forse, perché lui stesso si era reso
conto che non era il caso visto che Bella, ormai, era morta.
- Io credo che quando finirò di raccontarti
tutta la storia sarai molto più stupito di adesso – gli disse Nessie
sorridendo.
Nel frattempo io la guardavo e mi rendevo conto
che assomigliava parecchio a Bella, ma come mi aveva fatto notare Alice qualche
tempo prima assomigliava moltissimo anche a me. Aveva i miei stessi lineamenti,
il colore dei miei capelli e quel sorriso sghembo che tanto piaceva a Bella. Era
l’ora di scoprire la verità e per farlo mi bastava fare solo una domanda, della
quale risposta avevo una fottutissima paura.
- Nessie, tua madre era Bella? – gli domandai
non sapendo bene se sperare in una risposta positiva o negativa.
C’era anche da dire che, in fondo, forse sapevo
già la risposta, altrimenti non si sarebbe spiegato quel forte legame che avevo
sentito con lei dalla prima volta che l’avevo vista. Tutti mi guardavano
meravigliati, tutti tranne Alice, che forse, insieme a me, aveva già capito
tutta la verità.
- Se per Bella intendi la tua Bella la risposta
è si – mi disse lei mentre io mi sentì mancare il terreno da sotto i piedi.
Non sapevo se era una sensazione possibile per
un vampiro, ma io stavo provando proprio questo e adesso mi sentivo ancora più
in colpa di prima. Avevo abbandonato Bella che, non so come, non so con l’aiuto
di chi, aveva partorito mia figlia, una figlia che era cresciuta senza di me.
- Questo significa che … – stava iniziando a
dire Emmett.
- Si, questo significa
che tu sei mio padre – disse lei rivolgendosi a me mentre le lacrime gli
avevano rigato il visto e mentre si era letteralmente buttata su di me
stringendomi con una forza tale che se fossi stato umano non sarei nemmeno
riuscito a respirare. Dapprima ero così stralunato da tutta la situazione che
non ricambiai l’abbraccio, ma in un secondo momento anche io la cinsi forte a
me, come se avessi paura che da un momento all’altro potesse sparire. Non so
per quanto tempo restammo abbracciati in quel modo, sapevo solo che era come se
il mondo si fosse fermato, come se in quel momento esistessimo solo io e lei.
Avevo tra le braccia il frutto dell’amore con Bella e in quel momento il dolore
per la sua perdita mi sembrò un po’ meno forte, perché avere tra le braccia
Nessie era come avere lei.
- Mi sei mancato tanto. So che sembra
impossibile da credere visto che non ti avevo mai conosciuto, ma sentivo il
bisogno di averti accanto – mi disse lei mentre ancora era stretta a me.
- Da adesso in poi sarò sempre con te, non ti
lascerò mai. Recupereremo tutto il tempo perso, te lo prometto – gli dissi.
- Ti voglio bene da sempre, papà – mi disse lei
sottovoce come se gli altri potessero non sentirla.
- Come mi hai chiamato? – gli chiesi solo per
sentirglielo dire di nuovo.
Per me quella era una parola nuova, una parola
che non avrei mai immaginato che qualcuno potesse usare in riferimento a me e
adesso che era successo mi sembrava la parola più bella del mondo.
- Scusa, non volevo, so che è ancora troppo
presto, ma sentivo il bisogno di dirlo a voce alta – mi rispose lei.
- Non devi scusarti, voglio solo sentirtelo
ripetere di nuovo – gli dissi sorridendogli sghembo.
- Papà, ti ho chiamato papà – mi disse
sorridendomi sghemba anche lei.
Due sorrisi identici che mi facevano capire
quanto davvero quella ragazza facesse parte in modo indissolubile della mia
vita.
- Mi piace più del lecito essere chiamato così –
gli risposi.
- Sono contenta papà –
mi disse lei marcando sull’ultima parola.
- Ti voglio bene anch’io, comunque – gli dissi.
Dopodichè ci staccammo e ci fu una baraonda,
visto che tutti si buttarono addosso a Nessie per abbracciarla. Tutti erano contenti
e lo si capiva dai loro pensieri.
“Mamma
mia, non ci posso credere, questo è un miracolo, il miracolo dell’amore” pensava la mamma mentre
di era avvicinata per abbracciare pure me.
“E io che
credevo che era scientificamente impossibile. Sono diventato nonno, cavolo Edward sono troppo contento” pensava papà mentre stringeva quella che, ormai,
potevo considerare mia figlia.
“E meno male che avevo detto che nulla più mi poteva
sorprendere. Mi
divertirò un sacco con la piccoletta” pensava,
invece, Emmett.
“Come ho potuto essere così cieca da non vedere quanto
grande fosse l’amore che legava quei due? Potevamo
essere così felici anche insieme a Bella e, invece, una notizia così bella ha
il suo buco nero. Cavolo manca anche a me, ma sono contenta di questa
situazione. In fondo da adesso sarà come la figlia di tutti
noi” stava pensando Rosalie prima che io la
abbracciassi per dimostrargli che di errori in questa storia ne avevamo fatti
tutti.
“Io lo dicevo che c’era ancora qualcosa che legava Bella al
mio fratellino preferito. Non ci posso credere, la figlia di mio fratello e della mia migliore
amica. Io lo sapevo che quella ragazza era speciale, me lo sentivo”era, invece, il pensiero
di Alice.
“Notizia bellissima. Si vede
che Edward è contento, così come lo sono tutti. Mi sento felice più del
normale. Questa si che è una notiziona da infarto” pensava Jasper, mentre
i pensieri di Nessie erano del tutto impenetrabili per me.
Adesso che avevo scoperto questo, però, sentivo
che ancora Nessie non ci aveva detto tutto, doveva raccontarci di Bella, di
come realmente era morta, di come lei era cresciuta, grazie a chi e soprattutto
adesso volevo sapere perché Nessie aveva detto di essere nata in una città
italiana. Un brutto presentimento passò per la mia testa e speravo con tutto il
cuore di sbagliarmi, anche se la vedevo piuttosto difficile. Che fosse davvero
Volterra?
Risposte
alle vostre recensioni:
- Rebussiii:Si, in effetti Edward non è stato tanto
gentile, ma diciamo che era il minimo considerato quello che è venuto a sapere.
- nanerottola:Beh eccoti accontentata
con il nuovo capitolo. Spero che ti sia piaciuto.
- biviana:So di averti fatto aspettare un po’, ma dovevo scrivere il
capitolo corrente e non ho avuto un attimo libero. Comunque spero che ne sia
valsa la pena.
- clack81:Beh diciamo che l’ho
fatto apposta a lasciare il capitolo in sospeso. Volevo creare un po’ di
suspance.
- VerdeEvidenziatore:Beh spero di aver posto prima di averti fatta impazzire.
Ecco una parte della verità anche se ancora Edward non sa che Bella è ancora
viva.
- lillina913:Per l’incontro tra
Edward e Bella non dovrai aspettare molto. Siamo molto, ma molto vicini.
- Uchica_chan:Beh se volevi il capitolo come l’hai definito tuconfronto-lotta-verità eccoti
accontentata anche se non ci sarà nessuna lotta. Quanto all’entrata in scena di
Edward sono contenta che ti sia piaciuta, volevo proprio farla ad effetto.
- _cory_:Beh, come hai visto Nessie è stata sincera, del resto non
aveva più senso continuare a dire bugie.
- Austen95:Sono felice di sapere
che la mia storia ti piace e mi scuso ancora per il ritardo.
- Ed4e:Volevi che ti dicessi
che era il momento della verità? Beh come hai potuto vedere dal capitolo lo
era. Quanto a Edward è stato un bene che lui abbia scoperto questo altrimenti
chissà quando Nessie avrebbe detto la verità.
- selenaandthescenes:Sono contenta che ti piace. Mi auguro
di non deluderti.
- ClaudiaSv16: Beh in effetti credo
che era più giusto raccontarla dal punto di vista di Edward. Non avrebbe avuto
senso fare in modo diverso.
- Vampire93:Beh, un po’ di suspance
ci voleva. Non era arrivato ancora il momento di rivelare tutto.
- poeticdream:Mi fa piacere che la storia sia stata di tuo gradimento. Spero
che continuerai a seguirla.
- marco:So che negli ultimi capitolo ho tralasciato parecchio Bella e il
suo rapporto con Renesmee, ma c’era cose che mi premeva maggiormente fare. E adesso
credo di aver concluso quindi già fra due capitoli la rivedremo in azione. Quanto
a Renesmee e a un suo possibile interessamento non ho voluto metterlo per non
complicare la storia ulteriormente. Quanto ai Volturi non posso ancora dirti
niente anche perché nemmeno io ho le idee ben chiare. Quanto al tuo piano
riguardo alla rivelazione della realtà è interessante, ma io l’ho visto in modo
più estremo. Nessie non può più mentire ed è costretta
a dire la verità come si vede nel capitolo corrente. Comunque grazie per i
consigli.
- Princess Alexia:Come hai ipotizzato tu stessa Edward
non ha capito tutta la storia ed è Renesmee a rivelargliela. Quanto al
comportamento di lui, so che è stato un po’ forte e forse esagerato, ma è stato
toccato nel suo più grande punto debole: Bella. Quando ha capito che in qualche
modo quella ragazza c’entrava con la sua amata non ci ha visto più e poi era
giusto parlarne davanti ai Cullen considerato che anche loro oltre ad essersi affezionati
a Bella erano anche affezionati a Renesmee visto che nell’ultimo periodo la
ragazza era sempre a casa loro. Quanto a Bella dovrai aspettare anche se non
molto. Diciamo che manca poco all’incontro dei due piccioncini.
- sbrilluccica:Sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta al punto da
considerarla una delle più belle che hai letto. Spero
di non deludere le tue aspettative.
- serve:Eccoti accontentata con
il capitolo nuovo, anche se mi scuso ancora per il ritardo.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Ho pubblicato un’altra storia sempre su Twilight: “Uniti dal
destino”. Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è non e mai più tornato.
Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono ancora tremendamente
legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò che l’amore ha creato.
Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare quella che aveva
considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i
Cullen e soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è
ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non
è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.Mi farebbe piacere se
passaste a dargli un’occhiata. Sotto potete trovare il link.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. So che è passato un mese dall’ultimo
aggiornamento, ma ho davvero un sacco di impegni e non riesco a conciliare
tutto. Comunque come vedete la storia anche se con un certo ritardo negli aggiornamenti continua e lo farà fino alla fine. Eccovi
il capitolo che tanto aspettavate. Un bacio e buona lettura.
Capitolo
25
Segreti
svelati (Parte II)
POV EDWARD
Nel giro di un’ora avevo
scoperto di avere una figlia da Bella, la persona che in assoluto amavo di più,
e ne ero contento. L’unica cosa che mi spaventava era scoprire il resto della
storia, avevo paura di cosa le mie orecchie avrebbero sentito, ma dovevo farmi
coraggio e ascoltare, non potevo fare altrimenti. Ci ricomponemmo tutti, pronti
per ascoltare il resto di quella che sarebbe stata la mia vita se non avessi
lasciato Bella.
- Nessie, prima hai
detto che sei nata in una città italiana, quale? – chiesi quasi certo di sapere
già la risposta.
- Sono nata a Volterra, la sede dei Volturi, la
famiglia di vampiri più antichi e potenti del mondo – mi disse mentre io ero
sconcertato, insieme a tutta la mia famiglia.
- Questo significa che Bella prima di morire ha
visto e conosciuto quegli esseri tanto spregevoli? E che tu sei dovuta crescere
con loro? – gli domandai.
- So che vi sembrerà talmente assurdo da non
crederci, ma la mamma non è morta – disse lei mentre io nonostante fossi un
vampiro dovetti sedermi per la paura che le gambe non riuscissero a reggermi in
piedi.
Non riuscivo a credere a ciò che avevo sentito.
Nessie stava dicendo che la mia Bella non era morta e che io avevo sofferto per
25 anni solo a causa di una bugia. Non riuscivo a crederci, doveva essere
impossibile.
- Nessie sei sicura di
quello che stai dicendo? – gli chiese mio padre che, in quel momento, per
quanto sconvolto era l’unico tra tutti noi ad essere più lucido.
- Certo che sono sicura. Diciamo che non è più
la fragile umana che conoscevate, ma una vampira forte e potente, ma per il
resto è viva – gli rispose lei mentre guardava me.
Tra tutti ero di certo quello più sconvolto e
non riuscivo a capire se ciò che stavo vivendo era reale o meno ed era una cosa
che non doveva succedere considerato che ero un vampiro. Bella era morta, non
poteva essere viva.
- Stai mentendo. La mia Bella è morta 25 anni fa
– dissi io mentre ancora ero in trans.
- Alcuni vampiri hanno un potere supplementare,
non so se voi c’è l’avete, ma sia io che mamma lo possediamo. Mamma è uno
scudo, in pratica riesce a proteggere se stessa o chiunque lei voglia da
qualunque attacco fisico o psichico. Io, invece, ne possiedo due. Riesco a far
vedere agli altri i miei pensieri solo toccandoli e riesco a penetrare lo scudo
anche di chi ha mente protetta come quella di mia madre. Non vi ho detto nulla
perché volevo essere certa che voi foste quelli giusti, che voi foste davvero
la mia famiglia. Non arrabbiatevi per questo. Tu non
credi che la mamma sia viva e del resto non ti giudico, ma adesso ti faccio
vedere che io dico la verità – mi disse lei avvicinandosi a me e posando la sua
mano sul mio volto.
Non appena lo fece una serie di immagini mi
colpirono. Lei quando era bambina in braccio alla mia Bella, lei un po’
cresciuta che giocava con la mamma e poi le immagini che più mi colpirono erano
quelle di Nessiecosì
come era ora sdraiata sul letto con Bella accanto a lei. Non potevo più avere
dubbi e un sorriso nacque spontaneo dalle mie labbra prima di abbracciare mia
figlia.
- Scusa se ho dubitato di quello che dicevi, ma
mi sembra tutto così strano – gli dissi.
- Non fa nulla. Immaginavo avresti avuto bisogno
del mio potere – mi rispose lei.
- Edward, cos’è che hai visto? – mi domandò
Alice.
- Come ci si sente a non vedere nulla? – gli
domandò Emmett sarcastico.
- Chiudi il becco e non infierire – gli rispose
il folletto mentre tutti scoppiammo a ridere.
Per Alice doveva essere dura non riuscire a
vedere nulla, ma almeno così avrebbe capito cosa provavo io nel non poter
leggere la mente di Bella.
- Immagini di Bella insieme a Nessie. Bella è
viva – dissi io a voce alta per rendermi conto io stesso della cosa
meravigliosa che avevo scoperto.
I pensieri di tutti mi colpirono, tutti felici
della scoperta. Restammo per un po’ a parlare con Nessie di Bella e mi sembrava
tutto così strano, mi raccontava di aneddoti di quegli anni e di com’era
facendomi accorgere che non era cambiata poi molto. Carlisle gli spiegò che i
suoi poteri erano l’inverso del mio potere e l’inverso del potere di Bella e
poi gli spiegammo i poteri supplementari miei, di
Alice e di Jasper. E solo allora lei capì come facevo a conoscere la storia di
Forks. Quando tutti riuscimmo a calmarci per la sorpresa, eravamo curiosi di
sapere cosa fosse successo.
- Nessie adesso raccontaci cosa è successo e
parti dall’inizio – gli dissi io.
- Tutta la verità l’abbiamo scoperta solo poco
tempo fa. Quello che sapevamo era che mamma fosse stata trovata da due guardie
Volture in una radura in uno stato catatonico e che essi la portarono con loro
a Volterra. Qualche mese fa, invece, i Volturi ci raccontarono la verità ed è
stato allora che abbiamo saputo come sono andate veramente le cose – iniziò a
raccontare lei.
- Scusa, ma Bella non sapeva la verità? – gli
chiesi io.
- Mamma ha dimenticato ogni cosa della sua vita
da umana. Lei pensava che questa perdita di memoria fosse dovuta alla trasformazione, ma Aro gli spiegò che la trasformazione non porta una perdita di memoria, al
massimo può essere la causa per cui molti ricordi
umani siano sfocati e non molto chiari, ma non era il caso di mamma, visto che
lei non ricordava assolutamente nulla. Secondo lui, il problema, forse, era dovuto allo stato di catatonia in cui la mamma si
trovava quando l’hanno trovata e probabilmente la trasformazione gli ha
permesso di dimenticare qualcosa di molto doloroso che l’aveva portato a cadere
in quello stato – mi spiegò.
- Quindi lei non si ricorda di noi?
– gli chiese Alice spaventata quanto me.
- Ragazzi calma, fatela parlare.
Nessie raccontaci tutto senza tralasciare nessun dettaglio. E’ meglio sapere la
storia dall’inizio piuttosto che un mezzo prima e un pezzo dopo – ci rimproverò
bonariamente la mamma.
- Per rispondere alla tua domanda
Alice, no, la mamma non ricorda nulla ne di voi, ne di
papà, ne della sua famiglia, ne dei suoi amici, ne di nessuno, ma se andiamo
passo passo vi spiego tutto. Lei non ricorda di voi,
ma è come se ricordasse. Fatemi raccontare tutto dall’origine. Quindi, dicevo
che tutta la verità l’abbiamo saputa solo qualche mese fa. I Volturi hanno
raccontato a mamma tutto ciò che sapevano e l’hanno fatto perché loro dicono di
voler bene sia a me che alla mamma al punto da non volerci più vedere soffrire
a causa del passato. Mamma da sempre diceva di sentirsi un vuoto inspiegabile
che in tutti quegli anni non era riuscita a colmare e loro gli spiegarono che
quel vuoto era frutto dell’amore. Gli dissero che gli era giunta voce che a
Forks un vampiro si fosse innamorato di un’umana, ma
Demetri nonostante il suo potere non riusciva a trovarla, così i Volturi
mandarono lui e Felix a Forks a cercarla. Quando la trovarono era in un bosco
in una situazione disperata, non faceva che piangere e domandarsi perché tu te
ne fossi andato. Quella notte non riuscirono a prenderla perché c’era molta
gente che la cercava e un licantropo la prese in braccio a la
riportò a casa, ma non smisero di stargli alle costole. Una sera, si
appollaiarono vicino casa sua e la videro sul letto che si toccava la pancia,
quando all’improvviso cadde a terra e spostandosi un’asse del pavimento vi
trovò una lettera. La prese e uscì di casa per andare in una radura. Quando
arrivò lì prese la lettera e iniziò a leggerla piangendo. Poco dopo smise, ma
cadde in uno stato catatonico e quando le due guardie si avvicinarono per
portarla con sé notarono che aveva una mano sulla pancia e continuava a
ripetere all’infinito che l’avrebbe chiamata Renesmee Carlie. Quando arrivò a
Volterra, subito si accorsero che era incinta e che lo era di un vampiro perché
la pancia cresceva velocemente. Loro volevano uccidermi, ma la mamma non lo ha
permesso. Così sono nata io e dopo avermi dato alla luce Aro trasformò la mamma
che stava rischiando di morire. Quel giorno in cui gli raccontarono la verità
gli diedero la tua lettera che poi ho letto anche io e il giorno seguente c’è
ne andammo per venire alla tua ricerca. A parte il tuo nome non conoscevamo
nulla ne di te ne della tua famiglia. A Forks
incontrammo Angela che ci raccontò un po’ della vita della mamma e della tua,
rivelandoci particolari della tua famiglia. Aspettammo lì nella speranza di
vedervi, ma nulla. Così mamma decise di mettere una pietra sopra al passato e
ci trasferimmo qui dove io vi ho incontrato. Ho fatto due più due e ho pensato
che voi poteste essere quelli giusti, ma prima di parlarvene volevo essere
sicura che foste voi,non potevo rischiare che mamma
soffrisse ancora – disse lei sorridendomi dopo aver finito di raccontare la
storia.
- Quindi Bella non si ricorda
nemmeno delle nostre facce? – chiese Emmett.
- No, niente di niente. L’unica cosa
che sa è che ha amato e ama tutt’ora alla follia un vampiro di nome Edward –
gli rispose lei.
- Ama ancora, hai detto? – gli
chiesi io.
- Si certo che ti ama ancora. Sente
un legame troppo profondo che la lega a te, un legame che nessuno, nemmeno il
tempo e la tua assenza hanno potuto minare o scalfire – mi rispose.
- Quindi Bella è quella che tu
presenti a tutti come tua sorella, giusto? – chiese Rosalie.
- Esattamente. Non posso presentarla
come mia madre, abbiamo un anno di differenza. La mia crescita è durata sette
anni, dopo i quali mi sono fermata e per tutta l’eternità dimostrerò
diciassette anni, mentre la mamma diciotto – disse lei.
- Cavolo che storia – disse Emmett
con la sua faccia da buffone che fece ridere tutti.
- E adesso che si fa? – chiese
Jasper.
- Che domande fai? Si va a prendere
Bella e le si racconta tutta la verità. Noi non l’abbiamo mai dimenticata e la
amiamo come 25 anni fa, se non di più. E poi se Nessie sta dicendo che Bella ama
ancora Edward e lui ama lei non vedo perché questi due debbano aspettare ancora
per viversi la loro eternità in santa pace – rispose Alice a suo marito.
- No, non andremo da Bella e non gli
racconteremo nulla – gli dissi io.
- Come no? – dissero tutti all’unisono
tranne Nessie.
- Tu non la ami più, è questo il
problema vero? – mi domandò mia figlia rattristandosi.
- Ma cosa dici? Io amo tua madre più
di ogni altra cosa al mondo, ma non voglio che lei debba stare con me solo
perché sente questo legame così indissolubile. Voglio che lei decida di stare
con me perché ama me e non il ricordo sbiadito di un vecchio amore – gli
spiegai.
- Cosa vuoi dire con questo? – mi
chiese Esme.
- Che faremo come se nulla fosse.
Nessie ci presenterà quella che per tutti è sua sorella e noi faremo finta di
non conoscerla. Diventeremo suoi amici e io la riconquisterò, solo quando ci
riuscirò gli racconteremo la verità – gli dissi.
- Credo che se non gli dirai di
essere quell’Edward difficilmente lei si aprirà con te. Non riuscirebbe ad
amare nessuno che non fosse il suo Edward – mi disse Nessie.
- E io lo so. Dovrà solo scoprirlo
da sola. Se davvero è amore quello nostro riuscirò a farla innamorare di nuovo
di me senza dirgli chi sono – continuai convinto io.
- Mi costerà continuare a mentire a
lei, ma se ne va della sua e della tua felicità allora ben venga – mi disse
lei.
- Così è deciso allora. Domani
mattino verrai qui e ci farai conoscere tua sorella. E
sei pregata di dirgli di smetterla di proteggerti con questo scudo, non ne
posso proprio di non poter vedere quello che succede – disse Alice.
- Amore mi sa che tra Edward e Bella
non potrai sapere lo stesso niente. Perché per quanto Bella tolga lo scudo da
Nessie, lo lascerà per sé – gli fece notare Jasper.
- E questo chi lo dice? Conosco
Bella e so perfettamente come prenderla. Che bello finalmente la famiglia si
riunirà e io avrò di nuovo con me la mia sorellina – disse Alice iniziando a
saltellare come un folletto.
Sembrava essere tornata la vecchia
Alice e in effetti tutti sembravamo aver acquistato la
felicità di un tempo.
- Finalmente riesco a percepire
emozioni positive da parte di tutti, mi sento sette volte più felice di come vi sentite voi. Mamma mia che appagamento –
si lasciò scappare Jasper mentre noi ci mettemmo a ridere.
Insomma tutto si stava sistemando al
meglio e adesso l’unica cosa che dovevo fare era riconquistare Bella e sapevo
che ci sarei riuscito perché lei era tutto ciò che desideravo e poi il nostro
amore ne aveva passate così tante che riconquistarla sarebbe stato un giochetto
da ragazzi.
Risposte
alle vostre recensioni:
- hale_y:Si, in effetti i Cullen sono convinti che
Bella sia passata a miglior vita, ma in questo capitolo si accorgono che non è
così.
- mine:Come vedi ci hai
azzeccato, in questo capitolo Nessie gli ha proprio parlato di Bella. Quanto
all’incontro tra Bella e Edward non dovrai aspettare poi molto.
- Ed4e:Mi hai chiesto se
mancavano due o tre capitoli per il loro incontro e adesso ti posso dire che
forse ne mancano anche di meno. Quanto a Rose sono felice che ti abbia colpito
cosa ha detto, in fondo lei non è poi così superficiale come può sembrare e
soprattutto non lo è per queste cose.
- lesepotter:Mi spiace per il ritardo, ma gli impegni non mi permettono
di postare prima.
- crystal1989:Sono contenta che lo
scorso capitolo sia stato di tuo gradimento. Spero di non averti deluso con
questo.
- sbrilluccia:Spero che anche questa seconda parte sia stata di tuo
gradimento.
- costi84:Se davvero ti sono
venuti i brividi leggendo lo scorso capitolo significa che sono arrivata al mio
intento e questo mi fa piacere.
- _cory_:Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Mi
auguro che ciò valga anche per questo.
- nefertiry85:Mi auguro che questa seconda
parte sia stata entusiasmante proprio come ti
aspettavi.
- eliza1755:Ti anticipo che l’incontro
tra i due piccioni avverrà a breve. Quanto alla reazione iniziale di Edward so
di averlo fatto sembrare brusco, ma penso che al suo posto tutti avremmo
reagito così. Trovarsi in casa una persona a cui la tua famiglia e tu in primis
ti sei affezionato e scoprire che ha un segreto da nascondere, forse un segreto
che riguarda proprio te o peggio ancora la donna che
ami ti fa uscire proprio di senno. Come vedi si è subito ripreso, però, ed è
stato felicissimo della rivelazione.
- dany_96:Mi fa piacere sapere
che lo scorso capitolo è stato il tuo preferito. Spero di non averti deluso con
questo continuo.
- Twilighterina: Scusami per il
ritardo, ma ho un sacco di impegni e non posso recensire con frequenza rapida.
Come vedi, però, la storia anche se a rilento sta continuando lo stesso.
- serve:Felicissima di sapere
che lo scorso capitolo ti sia piaciuto.
- Vampire93:Puoi stare tranquilla,
nonostante gli impegni continuerò e finire questa storia, anche se gli
aggiornamenti saranno un po’ lenti come lo sono stati gli ultimi.
- Crazyangel84:Spero che anche questa
seconda parte sia stata di tuo gradimento.
- ClaudiaSv16:Eccoti servita con la
reazione di Edward alla scoperta che Bella è ancora viva.
- Rebusiii:Per vedere l’incontro con Bella non dovrai aspettare molto,
te lo assicuro.
- Uchina_chan:Lo so che era meglio postare un unico capitolo, ma ho
preferito dividerlo per questioni di lunghezza, ma soprattutto per lasciare un po’
di suspance in più. Eccoti, comunque il capitolo con “la parte migliore” come l’hai
definita tu. Spero che ti piaccia.
- mikkettina:No, nessuna perdita di ispirazione, è solo che ho davvero
poco tempo ultimamente. La scuola mi impegna troppo. Sono all’ultimo anno di
liceo e sto impazzendo. Comunque spero che il capitolo corrente sia di tuo
gradimento.
- Austen95:Scusami il ritardo, ma
ho un sacco di impegni e non riesco a postare in tempi brevi.
- marco:Mi spiace per il
tremendo ritardo, ma non sono riuscita a postare prima. Mi scuso ancora. Quanto
al rapporto tra Renesmee e Edward verrà sicuramente approfondito in seguito, te
lo assicuro. Spero tanto di non deludere le tue aspettative con le mie idea
riguardo il proseguo della storia. Vedremo.
- nanerottola:Eccoti la reazione dei Cullen al completo alla notizia di Bella ancora viva. Spero
gradirai.
- clack81:Lo so di aver concluso
sul più bello, ma un po’ di suspance ci vuole. Non trovi?
- tizi cullen:Bella e Edward si incontreranno molto, molto presto, sta
tranquilla.
- ledyang:Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Spero che
gradirai anche questo.
- amanecer:Mi auguro di cuore che anche questo capitolo sia di tuo
gradimento come lo sono stati gli altri. Speriamo. Comunque scusami davvero per
il ritardo. Sapere che vai a controllare ogni giorno per vedere se aggiorno mi
fa pensare quanto davvero ti piace la mia storia, ma ho avuto un sacco di cose
da fare e non ho avuto il tempo di postare. Scusami ancora.
- vampiretta4ever:Si tranquilla,
Edward e la sua Bella si incontreranno molto presto.
- LaFedy:Ti ringrazio per tutti i complimenti. Mi fa piacere sapere
che oltre a piacerti la storia ti piace anche il mio modo di scrivere e mi
scuso per l’enorme e imperdonabile ritardo.
- bellina97:Se vuoi vedere la
reazione di Bella dovrai aspettare di rileggerla. Bisogna prima vedere se lei
ricorderà tutto appena incontrerà i Cullen oppure no.
- Punphin_Cullen: L’incontro tra Edward
e Bella è agli sgoccioli, avverrà davvero molto presto. Promesso.
- bella cullen89:Mi fa piacere sapere
che la storia ti piace. Comunque scusami ancora per il ritardo, ma ho davvero
un sacco di cose da fare che mi tengono troppo impegnata. Non è facile
conciliare tutto. Cos’è che vuoi anticipato? Anticipazioni su cosa in
particolare?
- kand_angel:Contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Spero che anche
questo sia di tuo gradimento.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. So consapevole di essere in un
ritardo assurdo, ma gli impegni sono tanti e il tempo è sempre troppo poco. Avrei
dovuto postare a inizio settimana, ma domani parto e tornò lunedì prossimo,
quindi se non avrei postato oggi l’avrei dovuto fare fra una settimana e non
volevo farvi aspettare più del dovuto considerato che il capitolo era già
finito. Eccovi un capitolo a Pov Bella. Un bacio e
buona lettura.
Capitolo
26
I Cullen
POV BELLA
Finalmente Renesmee aveva deciso di farmi
conoscere i suoi nuovi amici, quegli amici con i quali da quando eravamo
arrivati a Volterra aveva passato tutte le sue giornate. Non riuscivo a
spiegarmi il motivo per cui ci avesse messo così tanto, ma lei si era
giustificata dicendo che prima di farmeli conoscere voleva essere sicura che
fossero davvero dei veri amici. Sentirla parlare di loro mi riempiva il cuore
perché ne parlava come di divinità scese in terra. Si vedeva da chilometri di
distanza che gli voleva un gran bene e io non potevo che esserne contenta
perché la felicità di mia figlia equivaleva alla mia felicità. Andai a farmi
una doccia veloce e quando uscì mi asciugai i capelli lasciandoli mossi,
dopodichè andai nella mia stanza per vestirmi. Sul letto trovai una maglietta
blu con un bigliettino sopra. Lo aprì e lo lessi.
Mettiti
questa. Il blu ti sta d’incanto e risalta la tua bellezza.
Non c’era scritto il nome, ma immaginai fosse
stata Nessie. Anch’io credevo che il blu mi donasse parecchio e la cosa strana
era che mi ricordavo che anche qualcun altro me lo aveva fatto notare.
Ovviamente, però, non ricordavo chi. Cercai di non pensarci e mi vestì.
Indossai la maglietta che aveva trovato sul letto. Era blu con una manica
normale e una a pipistrello. Vi misi una cintura bianca sopra e poi indossai un
paio di jeans bianchi leggiarmente strappati e le mie adorate converse dello
stesso colore dei pantaloni. Mi misi una collana tanto per non far lamentare
mia figlia che mi accusava di essere completamente fuori dal mondo visto che
non curavo mai il mio aspetto e poi sistemai nel mio braccio sinistro il mio
adorato braccialetto con il ciondolo a forma di cuore. Non me ne separavo mai,
lo tenevo anche per andare a caccia. L’unico momento in cui lo toglievo era
quando facevo la doccia, solo per paura che l’acqua e il sapone avrebbero
potuto rovinarlo (àil
link dei vestiti di Bella: http://yfrog.com/0mvestitiescarpebellap
).
Quando fui pronta andai nel salotto a vedere
cosa faceva Renesmee.
- Tesoro io sono pronta – gli dissi mentre la
vidi intenta a guardare la televisione.
Da quando ieri era tornata dai Cullen mi era
sembrata decisamente più contenta. Rideva sola e non faceva che saltellare per
casa. La compagnia con quelle persone gli faceva davvero bene. Non l’avevo mai
vista così euforica e ne ero felice perché sapevo che un po’ di tranquillità e
di felicità se la meritava, considerato che anche se non lo dava a vedere anche
lei soffriva per quella situazione.
- Allora cosa aspettiamo? Andiamo – mi disse
spegnendo la televisione e dirigendosi verso l’uscita della casa.
Io presi la borsa bianca, gli occhiali da sole e
le chiavi della macchina e uscì anche io di casa. Salimmo in macchina e
Renesmee dopo avermi indicato la strada accese la radio.
- Questa maglietta ti sta una favola – mi disse
lei sorridendomi.
- Merito tuo – gli risposi.
- Merito mio? – mi chiese stupita.
- Certo. Non fare la finta tonta, lo so che sei
stata tu a farmela trovare sopra il letto, anche se non capisco perché mi hai
lasciato un bigliettino senza firma – gli dissi sorridendogli.
La osservai attentamente e vidi che fece
un’espressione strana come se avessi detto chissà quale blasfemia, ma fu solo
un attimo, perché poi mi regalò uno dei suoi sorrisi sghembi.
- Si hai ragione. La maglietta, il biglietto.
Sono stata io, giusto – mi disse poi senza però collegare le frasi appena
pronunciate.
- Tesoro ti senti bene? – gli chiesi
leggiarmente preoccupata di quello strano comportamento.
- Si benissimo. E’ solo che sono così sbadata
che non mi sono ricordata di firmare il biglietto – mi disse mentre sottovoce
disse qualcosa che mi sembrò essere “dannata Alice, nemmeno mi ha avvisata”.
Feci finta di niente, magari era stata solo una
mia impressione anche se con il mio udito era
difficile che mi sbagliassi.
- Mamma mi hai tolto lo scudo? – mi domandò per
informarsi se la stavo proteggendo o meno con il mio
potere.
- Si certo. Mi hai detto di farlo e l’ho fatto –
gli dissi.
- Benissimo. Tanto non c’è più nulla di cui
preoccuparsi. I Cullen mi hanno raccontato di cosa sono e anch’io gliel’ho
detto, quindi non serve più a nulla tutto questo mistero – mi rispose lei.
- Ieri sera eri così euforica che non mi hai
ancora spiegato come hai giustificato la tua natura – gli dissi.
- Gli ho detto la verità, che sono nata
dall’unione di un vampiro e di un’umana, che quell’umana eri tu e che, però,
dopo la mia nascita ti hanno dovuta trasformare perché rischiavi di morire – mi
spiegò.
- E loro c’hanno creduto? – gli domandai sapendo
che la storia della nascita di Renesmee era difficile da credere.
- Si, certo. Grazie al
mio potere gli ho fatto vedere anche dei momenti della mia crescita, così si
sono resi conto che gli ho detto la verità. Comunque sono delle persone
fantastiche, sono sicuro che li adorerai – mi disse lei tutta contenta.
- Se ti hanno fatto innamorare così tanto di
loro lo credo anch’io – gli dissi sinceramente convinta
che anche a me quelle persone mi sarebbero piaciute.
- Hai intenzione di mantenere alto il tuo scudo?
– mi domandò lei.
- Tu che dici? Mi hai detto che tra loro c’è una
che prevede il futuro, uno che controlla le emozioni e addirittura un altro che
legge nel pensiero. Non avrei nessun tipo di privacy con loro – mi giustificai
io.
- Mamma mia quanto la fai lunga con questa
privacy – mi disse lei.
- Lo sai che ci tengo. Tu mi hai chiesto di
toglierlo da te e l’ho fatto. Sei libera di farti
leggere nel pensiero o di essere controllata da qualcuno riguardo le tue
emozioni, ma a me non mi va e poi nemmeno li conosco. Tu già sei loro amica e
fai anche bene a farlo, ma io prima di fidarmi e lasciargli il libero accesso
alla mia mente voglio prima capire che persone sono – gli dissi.
- Quindi significa che non terrai quello scudo
alto per sempre, giusto? – mi chiese.
- Mi spieghi perché vuoi sapere queste cose? Sei
stata tu la prima ad appoggiarmi su questa cosa, dicendomi che facevo bene e
che dovevo farlo anche con te e ora mi dici che di punto in bianco devo far
sparire il mio potere. Tu sei tutta matta – gli dissi scuotendo la testa e
sorridendo.
- Finalmente l’hai capito – mi disse lei
scherzando.
- Veramente l’ho sempre saputo – gli dissi io
mentre Renesmee inseriva un cd nello stereo.
Restammo in silenzio per un po’, dolcemente
cullati solo dal suono della musica che riempiva l’abitacolo.
- Rallenta, siamo quasi arrivati – mi disse mia
figlia visto che io avevo già messo il piede un po’ troppo forte sull’acceleratore.
Doveva essere una caratteristica acquistata una
volta diventata vampira perché non credevo che da umana l’avessi potuta
possedere. Nonostante questo controllai la velocità e rallentai la corsa
iniziando ad intravedere una villa dalla bellezza stupefacente, una di quelle
ville che si guardano alla tv con la speranza di poterci abitare un giorno,
ovviamente speranze vane visto che a viverci sono sempre solo pochi eletti.
- Che meraviglia – dissi quasi fermandomi.
Volevo guardarla meglio, era un vero splendore.
- E’ bellissima – mi rispose mia figlia.
- Sarebbe un sogno vivere in una villa come
quella. Beato chi ci abita – dissi io mentre Renesmee aveva iniziato a ridere.
- Conviene che non la guardi più, rischi di
lasciarci gli occhi – mi disse lei sarcastica mentre ancora se la rideva.
- Poi mi spieghi perché ridi, comunque sempre
dritto o svolto a destra? – gli chiesi vedendo che dopo la villa si iniziava ad
intravedere una strada verso la destra.
- Entra qui, siamo già arrivati – mi disse sorridendomi.
- Siamo arrivati? Non mi dirai che questo
splendore è la casa dei tuoi amici? – gli dissi stupita.
- Se vuoi non te lo dico – mi rispose lei
continuando a ridere.
- Non ci posso credere – dissi stupita.
Entrai nel vialetto. Vialetto? Cioè volevo dire
nell’enorme viale che conduceva alla villa e quando arrivammo il mio stupore
crebbe ancora di più. Non avevo mai visto niente di così bello. La villa era
circondata da un immenso prato verde stile inglese, al centro del quale c’era un grande aiuola recintata con delle pietre, con rose rosse
e rosa che formavano un disegno. Sempre nel prato c’erano degli alberelli e dei
cespugli e, intorno a tutta la villa dei maestosi alberi. Dal prato si potevano
scorgere delle piccole scale in pietra che conducevano ad un ampio spiazzo, al
cui centro c’era una fontana. Dietro di essa c’erano delle scalinate che
conducevano al portone d’ingresso della villa. Essa era in stile coloniale e
bastava guardare le sue architetture per rendersi conto delle meraviglie che,
di sicuro, nascondeva all’interno. Dire che fosse meravigliosa era dire poco,
non riuscivo a trovare un aggettivo che potesse descriverla, e ciò che era
peggio e che stavo solo guardando il davanti, non riuscivo nemmeno ad
immaginare le bellezze del dietro e di quelle poste all’interno. Una cosa era
certa, non avevano badato a spese pur di concedersi uno sfizio senza lacune
come quello (àil
link di Villa Cullen: http://yfrog.com/20villacullendavantijhttp://yfrog.com/5bvillacullendietroj
).
Non appena giunsi alla fine del viale spensi la
macchina voltandomi verso Renesmee che mi guardava e si stava sbellicando dalle
risate. Dovevo avere una faccia scioccata per farla ridere in quel modo.
- Mamma un po’ di contegno,
non ti si può guardare. Hai una faccia da ebete in questo momento – mi disse
continuando a ridere.
- E allora non guardarmi – gli dissi io fintamente
offesa.
- Non ci riesco, è più forte di me – continuò
lei.
- Se tu mi avessi avvisata di quello che avrei
trovato, di sicuro la mia faccia sarebbe stata diversa – gli dissi.
- Ne sei sicura? – mi domandò lei.
- No, penso non sarebbe cambiato nulla – gli
dissi io, del resto non era possibile mentirgli.
Renesmee non mi aveva detto che i Cullen
avessero una villa di quella portata, mi aveva solo detto che la loro casa era
meravigliosa, ma dal dire questo all’immaginarmi tanto sfarzo ci passava un
oceano. Cercai di ricompormi e dopo aver spento lo stereo spensi pure la
macchina e scesi seguita a ruota da Renesmee. Ci incamminammo verso l’ingresso
e nemmeno il tempo di suonare alla porta che un vero e proprio folletto si era
scaraventato addosso a Renesmee. La salutò calorosamente e subito dopo si gettò
nelle mie braccia stringendomi con vigore. Non potei fare a meno di ricambiare
l’abbraccio, in fondo, quella ragazza mi stava già simpatica. Quando si staccò
mi fece un sorriso a trentadue denti.
- Ciao Bella, io sono Alice. So già che
diventeremo grandi amiche – mi disse prima ancora di farmi entrare dentro.
Non sapevo neppure cosa rispondere, del resto la
conoscevo da appena un minuto.
- Non potrei esserne più contenta – gli risposi
cercando di essere il più naturale possibile.
Ci fece accomodare dentro e finalmente la
osservai per bene. Era davvero bellissima, di una bellezza tipica dei vampira. Aveva dei capelli neri corvini, corti e
scompigliati, dei grandi occhi dorati e una pelle diafana dai tratti molti delicati.
Nemmeno il tempo di guardarmi intorno che un orso comparve davanti a me
presentandosi.
- Ciao Bella, io sono Emmett – mi disse
sorridendomi e porgendomi la mano.
- E’ un piacere conoscerti – gli dissi
ricambiando la stretta.
- Posso? – mi chiese allargando le mani per
farmi capire che voleva abbracciarmi.
- Certo, fai pure – gli dissi mentre lui non se
lo lasciò dire e si buttò addosso a me abbracciandomi.
Certo che in quella famiglia erano tutti molto
affettuosi. Di solito non mi piacevano tutte quelle smancerie, ma stranamente
stavolta mi facevano piacere. In fondo Renesmee aveva ragione, erano delle
persone a cui era facile affezionarsi.
Quando si staccò lo osservai. La sua stazza lo
faceva sembrare un orso. Era molto alto, muscoloso e nerboruto come un
sollevatore di pesi professionisti. I suoi capelli erano corti e neri, gli
occhi erano dorati ed era molto bello. Mi guardai attorno e vidi che nella
stanza era comparsi altre quattro persone, tutte e quattro dagli occhi dorati
come i miei. Uno era un bellissimo ragazzo alto e magro, ma comunque muscoloso
con i capelli biondo miele. L’altro uomo, sicuramente il capo famiglia, era
alto, aveva i capelli biondi, la pelle diafana e una bellezza celestiale. Mi
ricordava l’uomo che avevo visto all’ospedale, quello che mi aveva colpito
perché mi sembrava di averlo già visto, eppure anche se pure adesso mi dava
questa sensazione non riuscivo a spiegarmi chi potesse essere. Le due donne,
invece, a parte per il colore degli occhi e della pelle,
erano diverse tra di loro. Quella che era vicina all’uomo era una donna dai
tratti molto delicati. Aveva un viso a cuore e dei capelli soffici color caramello. Era minuta, esile e bellissima. Poco più
distante c’era l’altra ragazza statuaria, il genere di bellezza che infligge
duri colpi all’autostima delle altre donne. Aveva i capelli dorati lunghi fino
alla schiena. A uno ad uno si presentarono tutti.
- Ciao Bella, io sono Esme – mi disse lei con
fare materno.
- La mamma immagino – provai ad indovinare.
- Esattamente – mi rispose sorridendomi.
- Renesmee mi ha parlato benissimo di te. E’ un
vero piacere conoscerti – gli dissi mentre lei non curante delle mie parole mi
strinse in un abbraccio.
- Io, invece, sono Carlisle, il capo famiglia –
mi disse uno dei due uomini.
- Ci conosciamo già noi due, credo. O meglio io
conosco te – gli dissi mentre tutti restarono stupiti dalle mie parole.
- Cioè? – chiese Renesmee vedendo che era calato
un silenzio tombale.
- Circa un mese fa ho portato un ragazzo
all’ospedale che aveva avuto un incidente. Mi hanno detto che sei stato tu a
curarlo e prima di uscire ti ho visto di sfuggita in corridoio – gli spiegai.
- Quindi sei tu la persona a cui quel ragazzo
deve la vita – mi disse lui sorridendomi.
- Non esageriamo, l’ho solo accompagnato – gli
dissi.
- Nessuna esagerazione. Qualche minuto più tardi
e quel ragazzo sarebbe morto – mi disse.
- Contenta di essere stata d’aiuto allora – gli
dissi.
Anche lui come tutti, ormai, mi strinse in un abbraccio,
dopodichè l’altro ragazzo mi si avvicinò.
- Io sono Jasper – mi disse porgendomi la mano.
- L’empatico – gli dissi sorridendogli.
- Esattamente, ma con te sono un empatico
fallito – mi disse sorridendo anche lui consapevole del mio potere.
Non so per quale motivo, ma
quel ragazzo con quella semplice frase per mettermi a mio agio, mi stavo già
simpatico. Decisi così di fare qualcosa che non mi sarei aspettata di fare, non
adesso almeno. Abbassai il mio scudo permettendogli di leggere le mie emozioni.
- Adesso non ti puoi più lamentare – gli dissi
sorridendogli.
- Direi di no – mi disse mentre mi sentì colpita
da una nuvola di pace e mi sentì stranamente benissimo.
- E questo cos’era? –
gli domandai.
- Consideralo un regalo – mi disse lui.
- Mi ci potrei abituare – gli dissi ridendo.
- Sono sempre qui a disposizione – mi rispose.
- Ti prendo in parola – gli dissi dopo avergli
dato un pacca sulla spalla.
- Possiamo capire che succede? – mi chiese
Renesmee.
- Succede che il potere di Jasper è uno spasso –
gli dissi io ridendo realmente convinta di quello che
dicevo.
- Mi vorresti dire che hai abbassato lo scudo? –
mi chiese mia figlia totalmente stupita.
- Se vuoi non te lo dico – gli dissi mentre lei
in risposta mi fece una linguaccia.
Nel frattempo io alzai di nuovo lo scudo.
- Beh Bella, manco solo io. Piacere, io sono
Rosalie – mi disse l’unica ragazza nella stanza che non si era ancora
presentata.
- Il piacere è mio. Renesmee ti ammira un sacco,
sono proprio felice di fare la tua conoscenza – gli dissi sorridendogli, mentre
lei, invece, sembrava come colpita dai sensi di colpa.
Di sicuro era la mia impressione anche perché
noi due non ci conoscevamo quindi non poteva essere vero.
- Sbaglio o manca qualcuno all’appello? –
chiesi.
- Si certo. Manca Edward che è sotto la doccia.
Pensavamo sareste venute un po’ più tardi e Renesmee non ha avvisato, quindi
lui se l’è presa comoda. Adesso arriva, comunque. Nel frattempo andiamo a
metterci in salotto – mi rispose Alice.
Seguì gli altri per giungere nel salotto e nel
frattempo non potei fare a meno di notare le bellezze di quella casa. Era
meravigliosa. Varcando l’uscio si poteva scoprire un universo di lusso che
lasciava il segno. C’erano distese infinite di marmo e lampadari di Swarovski.
Sembrava come se stessi guardando le immagini di un’opera d’arte degna di
figurare nelle copertine delle migliori riviste d’arredamento. Era tutto
stupendo. Non appena si entrava si potevano vedere un ampio ingresso al cui
centro c’era un bellissimo pianoforte, ai lati c’erano le scale in marmo, con
le ringhiere in ferro battuto di colore nero con richiami dorati, che si
congiungevano al piano superiore. Oltrepassato il pianoforte, percorremmo un
corridoio con degli archi ai lati, che conducevano alle varie stanze, fino a che
non giungemmo nel salone. Era enorme. C’era un bellissimo caminetto in marmo.
Al centro della stanza vi era un grande tappeto, dove erano posti due divani color oro uno di fronte all’altro, separati da un
piccolo tavolino al centro. In un angolo della stanza c’era un altro
pianoforte, ancora più bello di quello precedente e accanto ad esso una vetrina
in legno scuro bellissima. Di fronte alla porta dove si entrava c’erano delle
grandi vetrate che mostravano il paesaggio dietro la villa. Si poteva scorgere una
grande piscina prima della quale c’era uno spiazzo, in marmo bianco, con un
piccolo tavolino, delle sedie ed un divano. Sembrava una sorta di salottino
ricreativo all’aperto. Ero sbalordita da tanta bellezza (àil
link del salotto dei Cullen: http://yfrog.com/3msalottoj
).
Dopo aver ammirato le bellezze del salone mi
sedetti sul divano. Stranamente mi sentivo a mio agio nonostante quelle fossero
delle persone che non conoscevo e adesso ero convinta che Renesmee avesse
ragione. Avrei fatto in fretta a fare amicizia con loro e ad affezionarmi. Ci
mettemmo a parlare del più e del meno, iniziando a conoscerci un po’ e tutti mi
sembravamo molto simpatici, perfino Rosalie che all’apparenza mi era sembrata
un po’ più scostante. La rivalutai e vidi in lei la bella persona di cui
Renesmee mi aveva parlato. Mentre chiacchieravamo, tra una risata e l'altra
sentì una strana sensazione percorrermi tutto il corpo, mi voltai e vidi quello
che doveva essere Edward. Un ragazzo magro, ma non per questo meno muscoloso,
con i capelli bronzei e scompigliati e due grandi occhi color ocra con riflessi
dorati. Era bellissimo, sembrava un dio greco, una scultura scolpita da uno dei
migliori scultori del mondo. C’erano pochi aggettivi per definire tanta
bellezza. I suoi lineamenti mi ricordavano Renesmee, ma in fondo, eravamo tutti
dei vampiri, quindi bene o male la nostra bellezza era simile. La cosa che,
però, mi lasciò basita era che quel ragazzo mi guardava in modo strano, mi
fissava come se avesse visto chissà quale meraviglia. Mi accorsi che la
sensazione strana che avevo provato poco prima, quella sorta di scarica
elettrica che mi aveva attraversato tutto il corpo era stata dovuta alla
presenza di quel ragazzo, considerato anche il fatto che questa strana
sensazione sembrava non volersene andare. Restammo a fissarci per non so quanto
tempo e nessuno osò dire nulla, fino a quando mi resi conto che non potevo
continuare a fissarlo in quel modo, anche se lui, comunque, non ne faceva a
meno.
- Ciao, tu devi essere Edward. Io sono Bella –
dissi alzandomi dal divano e allungandogli la mano per presentarmi.
A quel punto lui sembrò riprendersi.
- E’ unpiacere conoscerti – si limitò a dire
mentre mi stringeva la mano.
Ed ecco che quella scarica elettrica si faceva
sentire più forte. Non riuscivo a capire cosa stava succedendo, ma forse era
solo la bellezza devastante di quel ragazzo a farmi questo strano effetto.
- Mamma adesso conosci tutta la famiglia al
completo. Non sono fantastici? – mi chiese Renesmee cercando di stemperare
quello che era il mio imbarazzo considerato che mia figlia mi conosceva meglio
di chiunque altro.
- Si tesoro, lo sono. Sono davvero felice di
avervi conosciuto, anche se, a dire il vero, fosse stato per me l’avrei fatto
prima – gli dissi.
- Anche noi, ti assicuro, ma Renesmee ha la
testa più dura di un mulo – mi disse Alice sorridendomi.
- Senti da quale pulpito viene la predica –
disse Edward alla sorella.
- Tu sta zitto. Che adesso capisco da chi ne ha
preso Renesmee – continuò Emmett prima di ricevere una gomitata da parte di
Rosalie.
- Che vuoi dire con questo? – gli domandai.
- Che anche tu sembri molto testarda. Tale madre
tale figlia – si giustificò Emmett.
- E cosa c’entra Edward? – gli chiesi visto che
tutto era partito dalla battuta di suo fratello.
- Che anche lui è testardo, ma non c’entrava
nulla. Era solo un modo per farlo arrabbiare – mi rispose lui per cercare di
riprendersi dalla gaffe appena fatta.
- Lascialo stare Bella. Emmett è uno zuccone.
Non dice mai nulla seriamente, ma soprattutto non pensa mai prima di aprire
quella boccaccia – mi spiegò Rosalie guardandolo storto mentre Edward sembrava
lanciare sguardi di fuoco al fratello.
- Mi dai proprio l’aria di un buffone, in senso
buono ovviamente – gli dissi sorridendogli.
- Io invece intendo in senso negativo – continuò
Edward.
- E dai Edward lascia
perdere, non te la prendere, stava solo scherzando – gli dissi io sorridendo
anche a lui.
Notai che lui mi guardò e ricambiò il sorriso
rilassandosi. Io e Renesmee passammo il resto della giornata in casa Cullen e
ci divertimmo un sacco. Mi sembrava di essere a casa e per la prima volta dopo
25 anni non avevo pensato al mio passato, ma soprattutto non avevo pensato a
ciò che mi mancava. Il dolore lo sentivo lo stesso, ma in quella casa sembrava
meno forte e forse il motivo era che mi trovavo in una famiglia talmente unita
e che si voleva talmente bene che non ti dava la
possibilità di pensare ad altro. Fu una giornata meravigliosa e sapere che c’è
ne sarebbero state altre come questa mi rendeva davvero felice. Avevamo fatto
di tutto, innanzitutto ci eravamo conosciuti un po’, poi Esme mi aveva
insegnato a fare i dolci al cioccolato che piacevano tanto a Renesmee, anche se
a me non erano venuti buoni come a lei, poi ero andata con Alice, Rosalie e
Renesmee a provare i vestiti di Alice e diciamo che ero stata costretta a fare
da cavia da laboratorio a quelle tre e stranamente la cosa non mi era
dispiaciuta. Avevo parlato un po’ con Carlisle di medicina visto che a Volterra
avevo letto un sacco di libri, avevo giocato alla play
station con Emmett e Jasper e per finire in bellezza avevo giocato a dama con
Edward. Durante quel gioco sono partite diverse scommesse cu chi avrebbe vinto,
visto che per la prima volta Edward si trovava di fronte qualcuno a cui non
poteva leggere nel pensiero e quindi non poteva conoscere le prossime mosse
dell’avversario. Puntarono tutti su di me, tranne Renesmee che si schierò dalla
parte di Edward e fece bene, perché a vincere alla fine fu proprio lui. Che
ridere quando la partita terminò e Edward iniziò a prendere in giro tutti
perché non si erano fidati delle sue buone capacità credendo che lui fosse
bravo in quel gioco solo perché era un leggi pensiero.
Mi trovavo molto bene con loro, soprattutto con Edward e Alice con i quali c’era una forte alchimia. A fine
serata io e Renesmee tornammo a casa, ma quella pestifera di Alice mi
fece promettere che il giorno seguente, dopo la scuola a cui loro e Renesmee
dovevano andare, saremmo andati tutti a fare shopping. Non so come riuscì a
convincermi, sarà che aveva un qualche potere su di me, ma sta di fatto che
gliel’avevo promesso e una promessa era pur sempre una promessa e poi a dire il
vero non mi dispiaceva per nulla passare un’altra giornata in loro compagnia,
anche se questo doveva dire negozi e shopping. Poi pensai a ciò che mi aveva
detto Renesmee una volta: “Alice è peggio
di me quando si tratta di shopping e neppure Rosalie non ne fa a meno”.
Questo significava che se davvero quelle due erano peggio di Renesmee io avrei
passato un giornata d’inferno, anche se comunque
sapevo che, in fondo, mi sarei divertita. A questo punto, una cosa era certa e
cioè che il giorno mi sarei dovuta trovare un angelo che mi aiutasse.
…Adry91…
Risposte
alle vostre recensioni:
- alicemalfoy:Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Spero
che anche questo sia stato di tuo gradimento.
- bella cullen89:Beh vedrai che tutto
piano piano si scoprirà, intanto abbiamo avuto
l’incontro tra Bella e Edward e avrai notato come Bella non si sia ricordata di
nessuno di loro. Vediamo adesso che succede.
- Ed4e:Beh diciamo che la verità
adesso è uscita fuori, ma ricordiamoci che Bella è ancora all’oscuro di tutto.
Che succederà? Come vedi ti ho accontentata con un bel pov
di Bella.
- liana: Mi fa piacere che la storia ti piace.
- costi84:Sono contenta che ti piace il modo con il quale sto continuando la storia. Per
me è importante saperlo, mi spinge a fare sempre meglio.
- ClaudiaSv16:Ho deciso di fare così
proprio per questo, non sarebbe giusto da parte di Edward rivelare subito chi è
e “costringerla” a tornare insieme. Lei deve capire che lo ama davvero e non
continuare a credere che lo ama perché sente che qualcosa dentro di lei non va.
Non posso dirti se sarà facile o meno conquistarla, ma diciamo che da questo
capitolo, qualcosa si potrebbe capire.
- bellina97:Sono contenta che il
capitolo scorso ti sia piaciuta. Spero anche questo.
- loulou72:Felice che ti sia
piaciuto. Mi auguro che lo stesso valga anche per questo.
- vanderbit:Non posso dirti come la prenderà Bella una volta scoperta
la verità altrimenti ti rivelerei tutto, vedremo passo passo cosa succederà.
- Crazyangel84:Beh come vedi
l’incontro è avvenuto, adesso vediamo come si comporterà Edward.
- kand_angel:Se davvero avevi le lacrime agli occhi significa che sono
riuscita nel mio intento, cioè quello di emozionare e sono proprio contenta.
- baby2080: Mi fa piacere sapere che le mie storie ti
piacciono. Spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- marco:Diciamo che l’idea di
un uomo non mi è venuta in mente, forse, perché sono troppo legata all’idea Edward-Bella, però non era male come idea. Chissà, magari
qualche situazione che possa scatenare non poco la gelosia di Edward lo
inserirò. Alle tue risposte non posso rispondere, ma ti assicuro che si
capiranno presto un bel po’ di cose. In fondo Bella ha perso la memoria, ma non
è mica diventata stupida. Riesce a capire certi comportamenti.
- dany_96:Sono felice di sapere
che il capitolo ti è piaciuto. Un monito per scrivere sempre meglio, spero di
riuscirci.
- amanecer:Beh diciamo che la complicità di Bella e Renesmee è
parecchio forte e Edward se ne accorgerà presto, ma diciamo che anche la
complicità che nascerà tra Edward e Renesmee sarà molto forte e farà sorgere
più di un dubbio alla nostra Bella
- eliza1755:Il fatto che Edward non
voglia rivelare subito la verità a Bella non è stata una decisione facile da
prendere. Non sarà facile per lui vederla e non saltargli addosso e sa che è
sbagliato mentirle, ma non vuole che lei si senta obbligata ad amarlo solo
perché è legata a questo ricordo del passato. Lui vuole che lei lo ami per
quello che è, lo ami davvero e non solo per il passato che lei ha
irrimediabilmente dimenticato.
- Austen95:Beh non posso dirti se
la scintilla riscoccherà subito, ma ti invito ad essere paziente e a leggere.
Fra non molto tutto sarà chiarito.
- Rebusiii:In effetti è troppo sicuro di sé,
ma a volte la sicurezza in se stessi è l’unica arma a proprio favore.
- artline:Sono contenta che la storia ti piace.
Spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- Uchina_chan:Si, forse, c’era poco
mistero nello scorso capitolo, ma diciamo che la cosa essenziale per i Cullen
era sapere che Bella fosse viva, il resto è passato in secondo piano, non è
detto che, però, non si tornerà a parlare di quanto è successo a Bella e
Renesmee in tutti gli anni che Bella è stata lontana dai Cullen.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua
famiglia? E i Cullen e soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno
che Bella è ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un
vampiro, ma non è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi
personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta,
ma lo ama davvero? Si certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed
Edward? Cosa farà a questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per
perdere la persona più importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo
il suo migliore amico? E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si
certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse
solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da
ricordare. Riuscirà a ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto
riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero innamorata? La sua vita è
perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward, il suo amico
di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che quell’amico con
il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le cose non saranno
semplici e in una notte tutto si complicherà.