Ho bisogno di lei di spluccica (/viewuser.php?uid=94867)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nostalgia ***
Capitolo 2: *** Simbiosi ***
Capitolo 3: *** Sospetto ***
Capitolo 4: *** Dichiarazione ***
Capitolo 5: *** Luce ***
Capitolo 1 *** Nostalgia ***
Ho bisogno di lei
Capitolo Primo
“Nostalgia”
I Suoi capelli rossi ondeggiavano al vento della sera, un sorriso dolce
m’inebriava i sensi, il suo profumo penetrante m’impediva di ragionare
correttamente, i suoi grandi occhi grigi vennero attraversati da un
lampo di riconoscimento, erano passati molti mesi dalla prima volta che
l’avevo incontrata e lei era felice di rivedermi. Stava per dire
qualcosa.
:- Kuma! Mi sta ascoltando? Kuuuma! -
Mi risvegliai dal sogno a occhi aperti per trovarmi in mezzo all’aula
del consiglio, non sapevo nemmeno chi mi stesse parlando quindi mi
guardai un po’ attorno e individuai un ufficiale della marina
visibilmente alterato che mi fissava con rabbia.
:-Bartholomew Kuma ha sentito anche una sola parola di ciò che le ho
detto?-
Rimasi in silenzio. L’ufficiale sospirò e il vice ammiraglio Garp gli
diede una forte pacca sulla spalla.
:- Oh andiamo! Kuma è sempre attento a tutto, per una volta che ha
altro per la testa non è il caso di processarlo Ahahahah! -
Mi ripeterono gli argomenti della riunione che procedette lentamente,
tediosa come tutte le altre e più io cercavo di ascoltare e capire
quello che dicevano i vari ufficiali, più i miei pensieri volavano
altrove.
Feci molta attenzione soltanto quando si parlavano dei favori che il
governo si aspettava da me, se mi avessero detto di andare ad avvertire
Moria di qualcosa, avrei avuto la scusa per rivederla.
Più volte ero stato tentato, durante le mie navigazioni, di cambiare
rotta e tornare a Thriller Bark, ma c’erano un infinità di motivi per
controllarmi e continuare a fare cose che non mi interessavano affatto.
Se fossi andato a Thriller Bark di mia spontanea volontà, così
improvvisamente, il governo e la marina avrebbero potuto sospettare
qualcosa di me e probabilmente avrebbero cominciato a tenere d’occhio i
miei spostamenti, inoltre, puntare troppo l’attenzione su Thriller Bark
avrebbe potuto mettere in pericolo la vita di Shine. Come avrei
spiegato a Moria una mia visita così repentina e assolutamente
immotivata? Avrei potuto inventarmi qualche baggianata da comunicargli,
ma mi avrebbe creduto? E poi una volta lì non sarei nemmeno stato
sicuro di poterla effettivamente rivedere .
:- Kuma! La riunione è finita che ci fa ancora lì seduto ?-
Raccolsi la mia Bibbia dal tavolo e mi alzai senza rispondere.
Mi erano stati assegnati tre incarichi, nessuno di questi comprendeva
Thriller Bark, ma io accarezzavo l’idea di perdermi casualmente nella
nebbia, eliminai quel pensiero dalla mente e partì per compiere il
primo incarico, avrei dovuto navigare per un paio di giorni, anche tre
se il vento mi avesse soffiato contro.
Erano due giorni che navigavo e ancora non ero riuscito a portare a
termine il primo incarico, l’afa del primo pomeriggio era talmente
densa che sembrava quasi pesasse, la brezza marina rinfrescava poco e
non riusciva nemmeno a gonfiare le vele. Ad un tratto sentì suonare il
mio Lumacofono, lo presi fra le mani e risposi alla chiamata.
Era un ufficiale della Marina, aveva il compito di comunicarmi un
messaggio da parte del governo.
:- Bartholomew Kuma, sappiamo che ti sono già stati assegnati altri
incarichi in questo momento ma il governo ha una questione da
sottoporre alla tua attenzione-.
Rimasi in silenzio così che lui capisse di avere il permesso di
continuare.
:- Dopo il disastro di Enies Lobby, siamo venuti a sapere che Monkey D.
Rufy, noto come Mugiwara, è diretto verso l’isola degli uomini pesce,
sarà inevitabile per lui passare per il Triangolo Florian, vorremmo che
tu avvertissi Moria di tenersi pronto, vorremmo inoltre che comunicassi
a Moria la scelta del nuovo Shichibukai, ma prima sarà meglio
che tu finisc…-
:- Ci vado subito-
Invertii la rotta facendo ruotare velocemente tutto il timone.
:- Non c’è tutta questa fretta! Non è nemmeno detto che passando per il
Triangolo Florian si imbattano nella nave di Moria,!-
Chiusi la conversazione e rimisi al suo posto il Lumacofono.
Nel mio modo di guidare la nave c’èra una nuova baldanza, non sentivo
più l’afa soffocante attorno a me e tutto mi sembrava più bello. Mi
persi per ore a immaginare il suo viso, quale espressione avrebbe
mostrato nel rivedermi, le curve disegnate dai suoi capelli quando
girava la testa.
Nonostante tutto però mi sentivo inquieto, avevo un brutto
presentimento.
Arrivai a Thriller Bark cinque giorni dopo, normalmente ci avrei messo
una settimana ma avevo avuto fortuna incontrando venti e correnti
favorevoli.
La nebbia che ricopriva quel tratto di mare non mi infastidiva come le
altre volte, mi sembrava quasi più soffice. La dimostrazione di dove
può arrivare la suggestione umana.
Ritrovai facilmente la grande Thriller Bark e avvicinandomi notai due
imbarcazioni attraccate al pontile, una grossa nave ammuffita
con le vele stracciate e una piccola buffa barca con la testa di un
leone a prua, attraccai la mia nave lontano da quelle due, nascosta in
un anfratto, c’era un grande fermento sul pontile, degli zombie
caricavano delle merci sulla piccola nave.
Mi teletrasportai sul ponte della barca per chiedere dove fosse Moria
ma non mi risposero e mi chiamarono orso. Li spedì da qualche parte con
il mio potere.
Ad’un tratto vidi una figura femminile stagliarsi contro la nebbia in
basso sul pontile, trattenni il fiato e mi teletrasportai lì.
Ma non era Shine, era una ragazza vestita in modo ridicolo con due
grosse code ai lati della testa e una corona tra esse, lei si spaventò
e cadde a terra, le chiesi se fosse una seguace di Moria visto che non
l’avevo vista durante la mia ultima visita a Thriller Bark ma mi
rispose di no e si incattivì, provò ad attaccarmi e quindi spedì via
anche lei con il mio potere. Avevo sperato così tanto che fosse Shine.
Che delusione.
Gli zombie dopo una prima scintilla di coraggio fuggirono e mi accorsi
che c’èra un’altra donna, la riconobbi, avevo visto il suo avviso di
taglia, era una compagna di Cappello di paglia.
Avevo una curiosità, le chiesi se fosse vero che Mugiwara avesse un
fratello e lei mi rispose di si.
Proseguì verso il castello.
Tutta l’isola era in subbuglio, gli zombie si disperdevano per la
foresta, uscivano dalle loro buche e dalle tombe e cercavano di
scoprire cosa stesse succedendo, la nebbia era meno densa del solito e
riuscì a trovare la strada verso il castello facilmente, anche perché
gli zombie codardi scappavano lontano da esso per cercare riparo.
L’ala del castello attraverso la quale ero arrivato nella Dance Hall
l’ultima volta era tutta distrutta, e anche nei muri del castello
c’erano grandi squarci, causati probabilmente da un gigantesco bestione
che si aggirava per il giardino della villa. Decisi di non immischiarmi
e teletrasportarmi direttamente nella Dance Hall. Ebbi fortuna . Moria
era lì.
Inutile. Avvertire Moria del pericolo era stato completamente inutile.
Me lo aspettavo che non mi avrebbe ascoltato. Non aveva
nominato Shine nemmeno una volta e io ancora non sapevo dove fosse.
Decisi di cercarla per il castello, non mi ricordavo esattamente dove
avevo dormito quella notte e quindi non sapevo nemmeno
approssimativamente dove avrei potuto trovare la sua stanza, mi
ricordavo il piano però e sapevo che la sua stanza era nel piano
superiore a quello in cui avevo dormito io, perciò lo raggiunsi e
cominciai ad aprire porte a caso. Che villa gigantesca.
Finalmente, dopo la cinquantaseiesima porta entrai in una stanza ben
arredata, sicuramente femminile, Shine non c’èra ma sentivo il suo
profumo in quella stanza.
Entrai, mi guardai attorno, le pareti della stanza erano rivestite di
pannelli celesti/bianchi, le mattonelle erano rosa chiaro, un grosso
tappeto viola copriva metà del pavimento della stanza, di lato un letto
a baldacchino color granato, deglutii, era li che dormiva Shine.
Mi tolsi un guanto e con le dita accarezzai il letto, era morbido e
liscio e più mi ci avvicinavo, più il profumo diventava intenso.Vicino
al letto c’era una graziosa scrivania e su di essa erano esposte molte
foto, ne presi una in mano, era una foto di famiglia, c’era
un Moria un po’ più giovane, una Shine a malapena bambina e una giovane
donna praticamente identica alla Shine che avevo incontrato io, tranne
per il fatto che i suoi capelli erano neri/bluastri e la sua pelle
leggermente più scura, sua madre.
Un tonfo fuori dalla finestra mi fece cadere la cornice di mano, si
frantumò a terra.
Uscii sul terrazzo, e vidi il bestione che prima girava per il cortile
venire scagliato contro le mura della villa, da quel che avevo capito
Moria stava combattendo dentro quel coso, come temevo avrebbe avuto la
peggio? Tornai dentro la stanza e rimisi sulla scrivania la foto anche
se ormai era rotta, un’altra attirò la mia attenzione, era una foto
recente di Shine, un primo piano del suo viso mentre sorrideva.
Non era furto. Me ne convinsi. La presi in mano, tolsi la cornice e il
vetro e la infilai nel mio libro perché in tasca si sarebbe rovinata.
Dove poteva essere Shine? Moria sarebbe stato così tranquillo se fosse
stata in pericolo? Forse non era sull’isola? Niente da fare,
se la volevo trovare avrei dovuto chiedere a Moria.
Un altro tonfo, tutta la villa tremò e io mi teletrasportai fuori, ero
sicuro che Shine non fosse nel castello, il bestione volò contro il la
villa e sfondò il muro.
Rimasi a osservare la gioia dei poveracci a cui Moria aveva rubato
l’ombra in tutti quegli anni, poi il terrore quando videro Moria uscire
dal bestione e usare lo Shadows Asgard. Assistetti alla
disfatta del signore delle ombre, quando fui certo della sua sconfitta
chiamai un ufficiale della marina con il lumacofono, mentre mi avviavo
sul luogo.Il mio presentimento si era rivelato esatto.
Dopo lo scontro con la ciurma di cappello di paglia cercai Moria, mi
era stato ordinato di recuperarlo.
Il corpo di Moria era sparito da sotto le macerie della sua enorme
dimora, forse se ne era trascinato fuori da solo? Seguì le tracce che
aveva lasciato il corpo di Moria e arrivai al pontile, il dottore che
avevo visto durante la mia prima visita e un uomo con la faccia da
leone issavano il corpo di Moria su un’imbarcazione di medie
dimensioni. Non ebbi il tempo di avvicinarmi che la nave sparì nel
nulla.
Pensai al teletrasporto ma poi sentì il rumore dell’acqua che si
muoveva, mi avvicinai al punto in cui era scomparsa e vidi una scia
d’acqua allontanarsi. Invisibile?
Salì sulla mia nave in fretta e seguii la scia della nave invisibile
fino fuori Thriller Bark.
Poco dopo essere usciti dalla grande nave l’imbarcazione riapparì, la
raggiunsi dopo una decina di minuti. L’uomo leone si spaventò ma il
dottore mi riconobbe e mi permise si salire a bordo.
:- S-Signor Shichibukai, siete qui per il Supremo Moria?-
:- Anche, mi è stato chiesto di occuparmi del suo recupero, ma dov’è
Shine ?-
:- Shine? … n-non sappiamo proprio di cosa stia parlan … -
:- So tutto, dov’è? Non è su Thriller Bark vero?-
I due si scambiarono uno sguardo spaventato, si chiedevano se avrebbero
dovuto continuare il teatrino o dirmi la verità, il dottore guardò il
corpo esanime di Moria e poi guardò me.
:- Quando prepariamo un attacco notturno complicato, contro avversari
potenti, il Supremo allontana la Signorina dall’isola, con degli zombie
navigatori esperti fa ancorare una piccola nave in un punto preciso.-
L’uomo leone, alzò lo sguardo verso un punto imprecisato del mare e poi
parlò.
:-Povera Signorina, quando il Supremo ha usato lo Shadows
Asgard le ombre degli zombie marinai devono essere state
risucchiate via e adesso lei è tutta sola in mezzo al mare-
:- Sapete dov’è?-
:- Si, se è il solito punto si. -
:- Allora sbrighiamoci, fate strada, io vi seguo con la mia nave. -
Ci addentrammo nuovamente nei banchi di nebbia del Triangolo Florian e
la felicità che avrei voluto provare nel rivederla era soffocata dalla
preoccupazione.
:-Thriller Bark si è allontanata un bel po’ da dove era ancorata di
solito, ci vorrà una mezz’oretta per arrivare nel punto giusto.-
Il mare si stava agitando, sarebbe arrivata una tempesta?
Chissà se Shine sapeva già, non avendo visto tornare le ombre degli
Zombie, che Moria era stato sconfitto? Forse pensava che fosse
addirittura morto ? Probabilmente non pensava niente di così orribile e
avrebbe visto la verità nel corpo insanguinato di suo padre steso sul
pontile. Povera Shine.
:- Siamo dove stava prima Thriller Bark adesso cerchiamo il punto dove
dovrebbe essere la signorina.-
Ogni sagoma o ombra che vedevo mi sembrava Shine, mi guardavo attorno
alla ricerca di una piccola nave, avrei voluto gridarle di stare
tranquilla, che l’avremmo trovata.
Cominciammo a sentire dei singhiozzi e io riconobbi la voce di Shine,
il dottore e l’uomo leone cominciarono a gridare il suo nome ma io mi
trattenni per sentire la risposta.
:- Hooogbaack! Absaloom! Sono qui! Venite a prendermi !-
Mi fece pena sentire la sua voce piena di paura.
:- Signorina continui a parlare così seguiamo la sua voce!-
:- V-Va bene, Dov’è Otosan!? Sta bene vero? Perché le ombre non sono
tornate negli zombie!? Cos’è successo su Thriller Bark!? Rispondetemi
per favore … -
:- Signorina si calmi, sa qui con noi c’è anche il signor Shichibukai
Bartholomew Kuma, andrà tutto bene, non si preoccupi. -
:- Ku - Kuma? Sei davvero qui?-
:- Si sono qui -
Mentre le rispondevo cominciammo a vedere la sagoma della nave dov’era
Shine, ci avvicinammo in fretta e quando fui in grado di vederle il
viso mi si strinse il cuore.
Piangeva, grossi lacrimoni le rigavano le guance e i suoi occhi lucidi
sembravano ancora più brillanti così, le sue labbra si erano arrossate
e anche le sue gote, era bella anche se piangeva, ma mi piaceva di più
sorridente. Ero felice di vedere che anche se era spaventata e
preoccupata, stava bene, l’avevamo ritrovata. Mi
teletrasportai a bordo della barca su cui era Shine, lei corse verso di
me, mi abbracciò una gamba e ci si strinse forte.
:- Ho avuto così tanta paura! -
Rimasi un po’ inebetito dal gesto ma non potevo farglielo notare, le
misi le mie due mani sotto le braccia, e la tirai su come si fa con i
cuccioli, la poggiai sulla nave del dottore e dell’uomo
leone.
Non feci in tempo a teletrasportarmi che sentì uno strillo acuto. Aveva
visto Moria.
Shine corse verso il suo corpo e si gettò vicino alla sua testa,
piangeva disperata e strillava forte chiamandolo. Si aggrappò a metà
della sua faccia, il massimo che riusciva ad abbracciare, mise la mano
su del sangue che colava dal naso di Moria e quando si vide le dita
rosse pianse più forte che mai.
Absalom sembrava non voler guardare, come se quel momento fosse una
cosa troppo intima per entrarci, Hogback invece si avvicinò a Shine e
le assicurava che anche se le ferite di Moria potevano sembrare gravi
non era in pericolo di vita e che presto si sarebbe ripreso.
Lei piangeva e lo chiamava, appoggiava la sua testa contro quella del
padre e continuava a piangere.
Ci vollero venti minuti prima di riuscire a farla smettere ma anche
quando fini il suo pianto non volle staccarsi dal suo posto vicino la
testa del signore delle ombre, in quel momento percepì con chiarezza
che tra Moria e Shine c’èra un sincero affetto reciproco e riconobbi in
lei una bambina che aveva bisogno di suo padre. Agganciai la
mia nave a quella dov’era il corpo di Moria.
Nel frattempo Absalom si era messo a pilotare e stavamo di nuovo
uscendo dai banchi di nebbia, erano già passati quasi quaranta minuti e
Shine era ancora scossa e disorientata.
Io e Hogback portammo il corpo di Moria sotto coperta in una camera da
letto e il dottore mi disse di tenere Shine fuori da quella stanza
mentre lo visitava e medicava.
Appena uscì sul pontile vidi lei entrare sotto coperta e quindi dovetti
fermarla.
:- Il dottor Hogback ha detto che devi restare fuori-
Lei mi guardò dritto negli occhi con l’espressione triste e
imbronciata.
:- Vorrei stargli vicino, per favore, Kuma-sama -
Non avrei mai voluto negarle qualcosa, ma era per il suo bene, vedere
il corpo di Moria ferito e insanguinato l’avrebbe sconvolta
ulteriormente.
:- Moria non vorrebbe che tu lo vedessi così-
Abbassò lo sguardo verso destra e i capelli le nascosero un po’ il
viso, quando parlò di nuovo sentì la sua voce rotta dal pianto.
:- E … E quindi adesso io … che posso fare ? -
Non sapevo che cosa risponderle, la guardai in silenzio, le spalle
sussultavano per i singhiozzi e sembrava che le sue gambe dovessero
cedere da un momento all’altro.
:- Dovresti andare a sdraiarti, riposati devi essere molt…-
:- Mi leggerebbe un po’ il suo libro, Kuma-sama per favore? -
Mi guardò di nuovo in faccia e io annuii.
Mi sedetti in un angolo della barca e lei mi salì sulle ginocchia,
l’aveva già fatto, ma la non curanza con cui compiva quel gesto, che
avrebbe scandalizzato chiunque mi conoscesse, mi colpiva ogni volta.
Aprì il libro e la foto che avevo preso nella sua stanza scivolò fuori,
ebbi un tuffo al cuore, me ne accorsi in tempo e prima che la vedesse
la rimisi dentro.
:- Cos’era quello? Un segnalibro? -
:- Si … -
Più tranquillo, cominciai a leggere, scelsi dei passi adatti al
momento, che le avrebbero dato speranza e rasserenata almeno un
poco. Volevo guardarla durante la lettura e per fortuna,
avevo letto quel libro talmente tante volte che alcuni passi me li
ricordavo a memoria. Mentre leggevo lei non guardava me, guardava in
basso un punto imprecisato dei miei pantaloni cercando di immaginarsi
le scene descritte dalle parole, aveva un espressione seria e assorta.
Poi Hogback uscì e venne verso di noi sul pontile, lei si girò di
scatto e saltò giù, correndo verso di lui.
:- Hogback! come sta Otosan?-
:- Non ha di che preoccuparsi Signorina, il Supremo Moria si riprenderà
completamente!-
Sentì un versetto di gioia e Hogback le mise una mano sulla
testa scompigliandole i capelli.
:- Se vuoi adesso puoi entrare, ma non cercare di svegliarlo, hai
capito?-
:- Si! Grazie Hogback! -
Lo abbracciò e corse sotto coperta.
Si fermò e si girò verso di me.
:- Grazie anche a voi Kuma - sama! Per avermi tirato su di morale con
il suo bel libro. -
Mi dedicò il suo sorriso più bello e proseguì verso la stanza di Moria.
In quel momento capii quanto mi era mancata, che non sarei riuscito a
separarmi facilmente da lei questa volta e che ogni cosa da quel
momento in poi si sarebbe complicata.
Non volevo mai più provare quell’orribile senso di vuoto chiamato
Nostalgia.
Fine Primo Capitolo
Continua …
Approfondimento sul nuovo personaggio : Shine
Shine è una ragazza molto bella, ha preso i tratti somatici dalla madre
e l’unica cosa che la distingue da lei sono il colore dei capelli e
della pelle.
Per il suo carattere ho pensato che non fosse il caso di crearla simile
a Moria, innanzitutto perché una ragazza capricciosa, infantile e
testarda non avrebbe mai potuto fare colpo su Kuma-sama, che già
sopporta a malapena Moria, e poi perché valutando il passato che
immagino per Shine, ha dovuto supportare Moria, distrutto
psicologicamente dalla sconfitta subita e dalla perdita dei suoi
compagni e di sua moglie. Questo l’ha portata a crescere in fretta e a
essere protettiva e affettuosa con tutti.
Naturalmente avendo a malapena diciotto anni anche lei ha un suo lato
infantile, che si manifesta nel suo comportamento ingenuo.
Mugiwara : Cappello di Paglia
Volevo scusarmi per le parti noiose di questo capitolo, per necessità
di chiarezza ho dovuto attenermi più o meno scrupolosamente agli
episodi della saga di Thriller Bark.
Tra qualche capitolo dovrò usare uno Spoiler, anche se poi la storia
continuerà come m’immagino io.
Se avete altre curiosità o suggerimenti o critiche lasciate pure dei
commenti e io sarò felice di rispondervi.
Grazie per la lettura.
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Capitolo 2 *** Simbiosi ***
Ho bisogno di lei
Capitolo Secondo
“Simbiosi”
Il mare luccicava come se piccoli diamanti galleggiassero sulla
superficie dell’acqua riflettendo i raggi del sole, emanando
iridescenti bagliori sullo scafo della nave. Il cielo sereno non
offriva nemmeno una piccola tregua dalla spietata calura pomeridiana.
Io, Hogback e Absalom restavamo fuori coperta per lasciare un po’ di
intimità a Shine, ma ormai erano passate due ore da quando era andata a
vedere come stava suo padre dopo la visita di Hogback e faceva davvero
troppo caldo per restare tutto il tempo sotto il sole. Hogback si offrì
di andare a vedere che cosa stesse succedendo e sparì anche lui sotto
coperta per un buon quarto d’ora, Absalom pensava che si fosse
inventato una scusa per andare un po’ al fresco, poi Hogback tornò sul
ponte della nave con uno straccio insanguinato in mano.
:- La Signorina si è addormentata accanto al Supremo Moria, anche lei
non ha dormito stanotte, inoltre , il pianto e lo spavento devono
averla provata molto, doveva essere molto stanca, l‘ho portata in una
camera e l‘ho messa a letto-
Il leone fissava il panno insanguinato.
:- E quello cos’è?-
:-Oh! L’ho trovato vicino alla testa del Supremo Moria, la signorina
deve averlo usato per ripulirgli la faccia dal sangue. -
Hogback appoggiò il panno su una cassa e tornò nelle stanze di Moria
per continuare a medicarlo, Absalom cedette a me il timone e andò a
riposare. Anche io avevo caldo, come cyborg soffrivo di più il caldo
che il freddo, ma non avrei saputo cosa fare insieme a quelle persone,
non mi sarei sentito a mio agio, meglio stare da solo a guidare la
barca anche se schiacciato dal caldo.
Mantenni la rotta che aveva preso Absalom tutto il pomeriggio
Mi sarebbe piaciuto poter fare di più per Shine, me la immaginavo
mentre con le lacrime agli occhi ripuliva il viso di suo padre dal
sangue incrostato e quando poi stanca per le troppe emozioni si era
addormentata senza rendersene conto.
Il pomeriggio passò silenzioso, l’atmosfera sulla nave era surreale, il
vento gonfiava le vele ma senza far rumore e sembrava che anche le onde
cercassero di infrangersi contro la barca il più silenziosamente
possibile. Shine non si era ancora svegliata e neanche Moria, Absalom
uscì a offrirmi di fare un cambio ma non ero stanco.
:- Absalom, volevo sapere dove siamo diretti -
:- Oh, su Thriller Bark non c’èra più cibo perché lo abbiamo dato tutto
a Oz, siamo diretti su un isola dove potremo fare scorte, quando si
riprenderà il Supremo Moria avrà fame. -
Rimasi in silenzio e continuai a manovrare il timone fino a che non
scese la sera e il cielo si tinse di rosso.
Sentii improvvisamente il profumo di Shine e vidi i suoi capelli rossi
baluginare sul pontile, senti i suoi passi e la vidi dirigersi verso la
prua della nave, si arrampicò sulla balaustra e si sedette lì ,
guardava il mare in lontananza.
Bloccai il timone e camminando piano mi avvicinai a lei.
:- Hai dormito bene?-
:- Abbastanza-
Lo disse tristemente, come se si sentisse in colpa.
:- Il dottore ha detto che non c’è da preoccuparsi per Moria, starà
bene-
:- Non si è ancora svegliato -
Vidi i suoi occhi luccicare di lacrime, il labbro inferiore tremare
leggermente, poi lei portò le ginocchia al petto e ci appoggiò la testa
per nascondere le lacrime. Tratteneva i singhiozzi cercando di non
farsi sentire da me ma vedevo la sua schiena sussultare e tremare.
Le appoggiai la mia mano sulla testa, che però era tanto più piccola
della mia mano, quindi la accarezzai solo col palmo. Lei trattenne il
respiro e si girò verso di me con gli occhi sgranati ancora colmi di
lacrime. Pensai di avere fatto un mossa troppo azzardata e tolsi subito
la mano, ma lei la trattenne.
La afferrò per un dito e la voltò in modo che il palmo fosse verso la
sua faccia, e poi premette le sue due piccole mani nel centro della
mia. Stava toccando il cuscinetto carnoso della mano.
:- Ma cos’è qui? -
La voce triste era quasi sparita e anche il suo viso era più sereno,
guardava le sue mani sprofondare nel palmo della mia mano con gli occhi
tondi di curiosità.
Ritirai la mano, mi tolsi il guanto e le mostrai il palmo.
Gli occhi le si spalancarono e anche la bocca si socchiuse, protese le
mani per toccare ancora.
:- Attenta, toccali piano sennò verrai scagliata via-
:- Sono cuscinetti carnosi… come quelli dei gatti e dei cani! Ma come
può averli un essere umano?-
:- Io ho mangiato il frutto Nikyu Nikyu, sono un uomo cuscinetto.-
Azzardò una graziosa risata e io desiderai scomparire. Forse pensò che
io mi fossi offeso e moderò il tono della voce.
:- E qual è il tuo potere ?-
:- Io … ho il potere di deviare ogni cosa.-
:- Cosa signifi … -
Si interruppe e fissò lo sguardo verso le stanze sotto coperta, gli
occhi fissi e attenti.
:- Si è svegliato -
Non sentivo niente, ne rumori ne voci che potessero confermare quel che
diceva Shine.
Poi d’un tratto la voce di Moria squarciò il silenzio.
:- SHIINEEE! -
Shine scattò, corse velocissima verso le stanze di Moria e io la seguì,
anche Hogback e Absalom stavano davanti alla porta della camera di
Moria, questa si aprì sbattendo forte contro il muro, Moria non
riusciva a stare in piedi, quindi si appoggiava di peso allo stipite
della porta.
:- Shine! Dov’è Shine!? Non vi sarete dimenticati di andarla a prendere
vero?-
:- Otosan Sono qui!-
Lui si girò verso di noi, non ci aveva visti perché eravamo nascosti
dal buio, Shine fece qualche passo in avanti così che suo padre potesse
vederla bene. L’espressione di Moria si addolcì immediatamente.
:- Meno male … stai bene … sei qui … meno male -
:- Otosan! Non ti devi affaticare! Vieni con me avanti, devi tornare
subito a letto -
Mentre diceva questo si era avvicinata a Moria, lo aveva preso per un
dito di una mano e lo riportava dentro la stanza, lui docilmente la
seguì, zoppicò fino al letto e quando ci arrivò si sedette.
:- Avanti sdraiati, non ti preoccupare, resterò qui con te.-
Hogback era entrato nella stanza e visitava Moria per essere certo che
l’improvviso sforzo non avesse aggravato le sue condizioni, Absalom
stava fuori dalla porta cercando di non ascoltare, e io non riuscivo a
distogliere lo sguardo da Shine, osservava ansiosa i movimenti di
Moria, cercando di individuare qualcosa fuori dalla norma da poter
segnalare a Hogback, regalava a suo padre dolci sguardi di
incoraggiamento e comprensione e stringeva forte il dito per fargli
sentire era lì, vicina a lui.
Hogback terminò la visita e uscì, chiudendo dietro di se la porta,
lasciando da soli Moria e Shine.
:- Fortunatamente i punti hanno retto, si è scucito solo un taglio
superficiale, niente di grave-
Rimanemmo in silenzio, Absalom e Hogback si avviarono nella stessa
direzione e io li seguì, ero esterrefatto, dovevo assolutamente
chiederglielo.
:- Lei lo sapeva .-
Si voltarono a guardarmi.
:- Shine lo sapeva che si era svegliato, prima che lui gridasse.-
Absalom ghignò , ma probabilmente era un sorriso distorto dal suo muso
da leone, e Hogback invece sbuffò.
:- Tsk! Impossibile.-
Absalom mi si avvicinò e mi chiese di seguirlo. Mentre il dottore,
visibilmente seccato si ritirava nelle sue stanze. Uscimmo di nuovo sul
pontile e l’uomo leone si appoggiò al parapetto della nave.
:- Hogback non ci crede ma sia io che Perona, non la conosci, un
ragazza con i capelli rosa legati in due code, vestita in modo assurdo
… -
Mi andò di traverso il respiro e tossii …
:- Tutto bene? Come ti dicevo, io e Perona siamo con il Supremo Moria e
la Signorina da più tempo e abbiamo assistito tante volte a cose del
genere.-
:- Cosa significa cose del genere?-
Ghignò ancora.
:- Quando la signorina era ancora piccola successe che un giorno riuscì
a sfuggirci e ad andare a giocare da sola nella foresta di Thriller
Bark, gli zombie sapevano di non doverla attaccare ma non era certo
compito loro fargli da balia. Lei si allontanò parecchio, arrivò fino
alla spiaggia e cominciò a giocare sugli scogli bagnati, naturalmente
scivolò e sbatté forte la testa, restando lì accasciata sulle rocce. -
Nel frattempo Moria si era svegliato e mentre noi ci disperavamo per
cercarla venne da noi e ci chiese se Shine stesse bene, gli rispondemmo
che non sapevamo dove fosse e lui andò direttamente verso la spiaggia e
la trovò subito.-
:- Magari Shine gli aveva detto che aveva intenzione di andare lì o
cose del gene… -
:- Parli come Hogback, Shine ci giurò di non avergli detto niente.-
Rimasi perplesso in silenzio.
:- Quello di cui parli è assurdo, telepatia senza aver mai mangiato
nessun frutt… -
:- Io non ho detto niente del genere. Dico solo che a parer mio, il
legame tra il Supremo e la Signorina è più profondo di quanto possiamo
pensare. Per quel che ne so, da quando è nata la signorina, loro non
sono mai stati separati, nemmeno per un giorno, è come se vivessero in
simbiosi.-
Non ero molto convinto. Lasciai L’uomo leone ai suoi farneticamenti.
Passai davanti alla camera di Moria e sentì le voci di Shine e suo
padre, stavo per passare oltre quando sentì la graziosa risata di
Shine, tornai indietro e appoggiai piano un orecchio alla porta.
:- Otosan! Basta! Ahahahahah! Fermati! Ihahaha! Daaaai, Otosan! -
:- E perché mai dovrei fermarmi? Uno scricciolino come te Shine non può
permettersi di darmi ordini!-
Ero troppo curioso di sapere cosa stesse succedendo, sbirciai dalla
serratura e vidi Shine completamente sovrastata dal Kagemusha di Moria,
lei rideva come una pazza perché l’ombra le faceva il solletico senza
tregua, mi spostai un poco e vidi Moria seduto a letto con
l’espressione soddisfatta.
Il Doppio di Moria si fermò e Shine riprese fiato.
:- Chiedi scusa avanti!-
:- Ihih NO! -
:- Doppelman! -
Il Kagemusha ricominciò e Moria incrociò le braccia.
:- Come ti sei permessa di chiamarmi cipollone! Chiedi scusa piccola
impertinente!-
:- Ahahahahah! Nooo! Aahaha!-
Rimasi davanti alla porta per cinque minuti, visto che il solletico non
sembrava funzionare Moria fece tenere Shine a testa in giù, intimandole
di scusarsi. Ciò che ottenne fu una linguaccia.
Non so cosa mi spinse a entrare, però senza pensarci, spalancai la
porta.
Il sorriso sparì immediatamente dalla faccia di Moria e il Kagemusha,
posò delicatamente Shine sul letto.
:- Non ti ha insegnato nessuno a bussare vero Kuma no Baka ? Che
diavolo ci fai qui?-
:- Il Governo mi ha incaricato di supervisionare il tuo recupero-
:- Tzk! Il mio recupero? Non sono un pac…-
:- Kuuumaa! Mi hai salvato!-
Moria guardò sua figlia, sorpreso dal tono confidenziale con cui mi
parlava, con cui le permettevo di parlarmi, poi guardò me con uno
sguardo indagatore ben poco amichevole.
Che razza di situazione, non avevo idea di cosa dire per giustificare
la mia presenza nella stanza.
:- Kuuuma!-
Mi riscossi dai miei pensieri per guardare Shine. Lei aveva gli
occhioni spalancati e mi guardava mostrandomi un adorabile sorriso.
:- Kuma-sama sei qui per la buonanotte vero?-
:- E-Eh?-
La fissai sconvolto, meno male che i miei occhiali nascondevano
completamente gli occhi e della mia espressione si poteva vedere solo
la bocca storta in una strana smorfia. Però grazie a Shine vidi la mia
via di salvezza.
:- Certo… sono qui per darti la Buonanotte, Shine .-
:- Buonanotte Kuma!-
:- Buonanotte Shine … -
Mi girai e chiusi la porta alle mie spalle, avrei voluto ignorare Moria
del tutto, ma prima di chiudere la porta, mi cadde lo sguardo e
riconobbi un espressione irritata e terribilmente sospettosa. Chiusi la
porta e mi inginocchiai di nuovo per guardare attraverso la serratura.
Moria guardava il vuoto con la stessa espressione con cui mi aveva
fulminato mentre uscivo.Poi Guardò Shine.
:- Shine … hai passato molto tempo con Kuma oggi?-
Lei ingenuamente si girò sorridendo e salì sul petto di Moria
delicatamente, doveva avere delle costole rotte.
:- Abbastanza Otosan, è molto gentile non trovi? -
:- No, non trovo-
Lei rise divertita e si accoccolò contro il collo di suo padre
abbracciandolo.
Lui era ancora un po’ irritato però le scostò una ciocca di capelli
dalla faccia con la punta del mignolo e guardandola la sua espressione
si addolcì.
:- Dormi qui stanotte?-
:- Si-
:- E’ da quando eri piccola che non dormivi con me sai Shiny? -
:- Otosan io sono ancora piccola -
Moria rise e il suo Kagemusha spense la luce.
:- Buonanotte Otosan -
:- Buonanotte Shiny -
Mi rialzai e camminando silenziosamente uscì sul ponte, non avevo mai
visto Moria dimostrare affetto a qualcuno, nemmeno me lo sarei mai
potuto immaginare. Alzai lo sguardo verso il cielo, ormai era scesa la
notte, le stelle brillavano intensamente, l’aria fredda mi accarezzava
la faccia, sentì un fruscio alle mie spalle e vidi Absalom dirigersi
verso il timone. Lo seguii.
:- Guido io.-
:- No, ho dormito tutto il giorno, ormai non riesco più a stare con le
mani in mano-
Lo guardai, sembrava convinto, mi avviai sotto coperta e mi scelsi una
stanza, entrai e mi sedetti sul letto per leggere il mio libro.
L’ultima cosa che mi ricordo è di aver appoggiato la testa contro il
muro.
Il mattino dopo fui svegliato da qualcuno che bussava alla porta.
Aprì gli occhi e scesi immediatamente dal letto, andaì ad aprire e mi
trovai davanti una sfavillante Shine, che chinò il capo in segno di
saluto.
:- Buongiorno Kuma-sama! Ha dormito bene? -
:- Si -
Lei sorrise e percorse qualche metro lungo il corridoio per andare sul
ponte.
:- Le comunico, Kuma-sama che stiamo per sbarcare su di un’isola in cui
potremo fare scorte di generi alimentari, anche lei ha fame vero?-
Si girò di nuovo verso di me con una bella giravolta, inclinando il
capo verso destra.
:- Si-
Sorrise e corse sul ponte. Io la seguì e subito mi saltò all’occhio una
lussureggiante isola lontana solo poche miglia. Moria non era sul ponte
insieme agli altri.
:- dov’è Moria? -
:- Otosan sta dormendo, non me la sono sentita di svegliarlo, più
riposa prima si riprende giusto?-
Il suo sguardo era sereno e ottimista, il fatto che il giorno prima
Moria si fosse svegliato l’aveva rincuorata molto. Mi ritornarono in
mente le parole dell’uomo leone, guardai Shine e notai quanto tutto il
suo modo di fare risultasse più allegro, persino il modo di svolazzare
dei suoi capelli trascinati dal vento, sembrava più vitale. Avendola
vista ieri non avrei mai immaginato che il risveglio di Moria
le avrebbe potuto restituire la sua vitalità con tanta velocità.
Sbarcammo sull’isola mezz’ora dopo.
Dovevamo andare a cercare cibo commestibile, Absalom si occupava di
cacciare la carne, il dottore dell’inventario, io e Shine decidemmo di
occuparci di frutta a verdura.
Pensai che avrei potuto stare un po’ solo con lei, avremmo camminato
insieme nella giungla, potevamo parlare un po’ e anche se fossimo
rimasti in silenzio mi sarebbe andato bene, se fosse inciampata l’avrei
aiutata a rialzarsi e mi avrebbe sorriso.
Sarebbe stato bello stare un po’ soli insieme.
:- Shine!-
:- Otosan! Che ci fai in piedi! Devi riposare!-
Mi girai e vidi Moria che scendeva tranquillo dalla nave mentre Shine
gli correva incontro.
Non era tutto Moria però, era solo la sua testa sul corpo ombra di
Doppelman.
:- Io faccio quel che voglio.-
:- Ma Otosan!-
:- Niente ma!-
Mi guardò, mi venne incontro e mi oltrepassò, si fermò pochi passi più
avanti di me guardando la giungla con le braccia incrociate.
:- Allora Shine, andiamo a cercare da mangiare? -
:- Se ti dicessi di no mi ascolteresti?-
:- No-
:- Allora non è che io abbia molta scelta-
Corse verso di lui lo scalò fino ad arrivare sulle sue spalle, dove si
sedette. Moria cominciò a camminare e Shine si girò verso di me.
:-Kuma-sama lei non viene? -
:- Arrivo -
Gli andai dietro.
Guardandola seduta felice sulla spalla di suo padre, mi piombò addosso
la verità, che non avevo visto fino a quel momento, non sarei
riuscito ad allentare il loro legame, sarebbe sempre riuscito a
intromettersi come in quel momento. Maledetto Moria. Stupida Simbiosi.
Fine Secondo Capitolo
Continua …
Fatemi sapere se vi piace questo capitolo o se il tono della
storia secondo voi è calato troppo.
Mi piacciono le critiche perché voglio poter scrivere qualcosa di cui,
quando sarò più grande non potrò vergognarmi. Avvertimento : non credo
che scenderò in particolari troppo Hentai, per prima cosa non si addice
ai personaggi, secondariamente se gli facessi fare cose del genere
l’amore tra Kuma e Shine diventerebbe troppo carnale mentre io voglio
che sia piuttosto Platonico e psicologico. ( come dovrei fare
poi a far fare cose del genere a un bestione alto tra i tre e i quattro
metri e una ragazzina … ) Inoltre desidero veramente finirla questa
Fanfiction, quindi non temete, non credo che vi lascerò a mezza storia.
Terribile quando succede =( . Non dimenticate di commentare e grazie
della lettura.
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Capitolo 3 *** Sospetto ***
Ho bisogno di lei
Capitolo Terzo
“Sospetto”
Camminavo mestamente in una fitta e lussureggiante giungla,
tutt’attorno era un tripudio di ogni genere di verde, intaccato qua e
là dal marrone delle cortecce. Su alcuni alberi brillavano come gemme
preziose sgargianti fiori di ogni forma e colore e il loro profumo
pervadeva l’aria. Si distinguevano chiaramente i cinguettii di almeno
cinque specie di uccelli e i movimenti repentini sui rami degli alberi
facevano presagire la presenza di scimmie. Farfalle d’ogni tipo e
libellule e coccinelle ci svolazzavano attorno e si posavano a
succhiare il nettare dai fiori variopinti. L’aria era fresca e
piacevole e in lontananza si sentiva lo scrosciare d’acqua, forse un
ruscello o un torrente attraversava quella zona di giungla.
:- Fantastico questo posto! Otosan quei frutti lassù si possono
mangiare?-
:- Bah! Penso di si … -
Shine si alzò in piedi sulle spalle di Moria e tenendo il lobo del suo
orecchio si sporse per agguantare un bizzarro frutto rosa, tondo e
dall’aspetto soffice. Gli diede un morso e lo assaporò con l’aria
assorta e gli occhi chiusi in segno di concentrazione.
:- Hmm… Niente male! Assaggiane uno anche tu Otosan -
Ne staccò un altro dal ramo e lo getto nella bocca spalancata di suo
padre. Lui lo masticò e si trovò d’accordo con Shine .
:- Buono, su prendine un po’-
Moria la mise sui rami dell’albero e aprì un grosso sacco sotto di lei,
Shine cominciò a staccare frutti uno dopo l’altro e saltando
aggraziatamente da un ramo a un altro riusciva a raggiungere
quelli più grossi e appetitosi, ogni frutto cadeva nel sacco
e quando raramente un frutto cadeva fuori, Doppelman lo recuperava e lo
gettava dentro. Quando si fu stancata saltò di nuovo sulla spalla di
Moria, e ricominciarono a cercare alberi dai frutti invitanti.
Io osservavo in silenzio la scena, pensando amaramente che al posto di
Moria ci sarei potuto essere io, che lei sarebbe stata seduta sulle mie
spalle e che avrebbe fatto assaggiare a me deliziosi frutti tropicali.
:- Kuma -sama!-
Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi chiari che mi guardavano
leggermente preoccupati.
:- Non vi sentite bene? Sembrate triste.-
:- No tranquilla, sto bene-
Lei sorrise e mi sembrò rincuorata, mentre invece intercettai uno
sguardo sospettoso da parte di Moria.
Stavo cominciando a notare che ogni volta che mi sentivo triste o
demoralizzato Shine cercava sempre di coinvolgermi in quello che faceva.
Assistetti alla selezione e alla raccolta di frutta per altre cinque
volte, poi all’improvviso lei emise un versetto di sorpresa e saltò
dalla spalla di Moria sulla mia.
:- Otosan questo frutto non l’avevo visto! -
Si sporse tenendosi al colletto del mio vestito e acchiappò
un frutto giallo con dei puntini arancioni concentrati nella punta,
aveva una forma cilindrica con le punte arrotondate. Shine lo assaggiò.
:- Squisito! Come le sembra Kuma-sama? -
Mi guardò con quel suo sguardo gentile e mi avvicinò il frutto alla
bocca.
Era così vicina.
Aprì la bocca e lei lo gettò dentro, masticai un po’. Era dolce e
saporito.
:- E’ buono … -
Sorrise.
Saltò fino ad un ramo dell’albero, al quale si aggrappò con le braccia,
per poi issarsi su.
:- Otosan passa un secondo il sacco a Kuma-sama , mi piacciono questi.-
Non mi azzardavo a guardare in faccia Moria ma immaginavo quale potesse
essere la sua espressione.
Presi il sacco senza guardarlo e cercando di non sfiorargli nemmeno per
sbaglio le mani e cominciai a tenerlo aperto sotto Shine.
Lei ripeté le scena ormai familiare, ma stava molto più attenta a dove
lasciava cadere i frutti perché io non avevo un Doppelman.
Quando ebbe finito saltò di nuovo sulla mia spalla e guardò dentro il
sacco.
:- L’abbiamo quasi riempito!-
Mi sorrise e andò di nuovo sulla spalla di Moria.
Lui mi strappò di mano il sacco e ignorandomi si voltò per continuare
la raccolta.
Cominciai a sospettare che Shine avesse il potere di leggere nel
pensiero, anche se speravo con tutto me stesso che non fosse così, ero
felice di quel che aveva fatto, adesso era di nuovo sulla spalla di
Moria, ma per un pochino era stata anche sulla mia, che a lui piacesse
o no, Shine stava volentieri in mia compagnia.
Questa consapevolezza mi mantenne di buon umore.
Ad un certo punto Shine saltò giù dalle spalle di Moria e si avvicinò a
dei cespugli ai piedi di un albero gigantesco.
:- Queste sembrano bacche. Che dite le proviamo?-
:- Non serve assaggiarle, conosco quelle bacche, sono molto buone. -
Dicendo così, Moria fece si che Doppelman si scomponesse in tanti
pipistrelli d’ombra che si compattarono vicino a Shine a formare una
scatola.
Lei staccava abilmente le bacche senza schiacciarle e senza graffiarsi
e le gettava a manciate dentro la scatola, poi ogni tanto se ne
mangiava una o due per golosità sporcandosi il lato della
bocca di succo bluastro.
:- Vergogna Shine, che golosa.-
Lei rispose al rimprovero di suo padre facendogli la linguaccia e lui
scoppiò a ridere perché la lingua di Shine era tutta blu.
Io la guardai divertito mentre si accorgeva di avere la lingua blu e
sorrideva imbarazzata, poi qualcosa attirò il mio sguardo. C’èra un
fiore vicino ai cespugli di bacche, i suoi cinque petali avevano lo
stesso colore degli occhi di Shine, era un fiore bellissimo
dall’aspetto delicato.
Mi chinai e lo strappai da terra, recidendo il sottile gambo con le
unghie, poi lo avvicinai a Shine e glielo infilai dietro l’orecchio,
lei sorpresa per il gesto si girò verso di me con gli occhioni
spalancati.
Che visione.
Il colore era esattamente identico. Così i suoi grandi occhi facevano
risaltare il fiore e il fiore faceva risaltare gli occhi. Sembrava
fosse stato creato con l’unico scopo di stare fra i capelli di Shine.
Mi accorsi che aveva ancora la bocca sporca del succo delle bacche,
così con un dito la pulì e mi rialzai.
Lei sorrise e guardò il fiore con interesse per poi tornare a cogliere
le bacche.
Rialzandomi però non potei fare a meno di incontrare lo sguardo di
Moria, era seccato. Il suo sospetto si stava confermando. Shine terminò
e ci incamminammo per tornare alla spiaggia.
Fuori dalla fitta e ombrosa giungla il sole diffondeva una luce
accecante e un calore afoso e soffocante.
Non appena la nostra vista si abituò alla luce notammo un cumulo di
carcasse di animali di lato alla spiaggia, appoggiate sugli scogli, lì
c’era Hogback con in mano un foglio, segnava tutte le
provviste mentre Absalom scendeva e saliva dalla nave portando le
scorte nella stiva.
:- Hogback, Absalom devo andare a cucinare, che cosa volete mangiare?-
:- Qualsiasi cosa, stiamo tutti morendo di fame.-
:- Va bene, Otosan, Kuma-sama voi avete preferenze?-
:- No-
Io feci segno di no con la testa e quando Absalom tornò Shine gli
chiese di portare in cucina tre carcasse poi lei corse sulla nave e
sparì nelle cucine.
Avrei voluto vederla cucinare, in quel momento non riuscivo a pensare
ad altro. Dovevo trovare un modo per andare con lei. Camminai
silenziosamente e cercando di non farmi notare salì sulla nave.
:- Kuma?-
Era Moria, mi girai e lo guardai dritto in faccia, aveva ancora quello
sguardo sospettoso.
:- Dove diavolo vai?-
:- Fa caldo, vado nelle mie stanze al fresco.-
Sollevò un sopracciglio e storse la bocca. Io mi voltai come se non lo
avessi visto.
Sottocoperta non ci volle molto per trovare la cucina, sentivo un forte
rumore di pentole, piatti e posate, inoltre, non so come considerato
quanto poco tempo era passato da quando Shine era entrata nella cucina,
l’aria era già permeata da un appetitoso odore di soffritto. Mi resi
conto di avere veramente fame. Aprì la porta da cui sentivo provenire
l’odore.
Shine camminava velocemente da un lato all’altro della stanza,
smuovendo padelle, scoperchiando pentole e controllando la temperatura
dei forni. Le grandi tavole erano completamente ricoperte da spezie e
verdure che attendevano di essere impiegate in gustose salse. Su un
tavolo notai le carcasse richieste da Shine, già fatte a pezzi, le
interiora mangiabili giacevano ordinate per tipo accanto ai corpi,
mentre quelle inutili erano state buttate in dei grossi secchi di
metallo. Mi disturbò leggermente pensare a Shine che sviscerava animali
morti.
Feci un passo avanti e lei si girò spaventata verso di me, era talmente
occupata che non si era accorta di me fino a quel momento.
:- Oh! Kuma-sama mi avete spaventata! Che ci fate qui?-
:- … Mi annoiavo, vorrei guardarti cucinare se non ti dispiace -
:- Se a te non dispiace il calore dei fornelli a me va bene -
Sorrise dolcemente e tornò a lavoro. Io mi sedetti vicino al muro e ci
appoggiai la schiena.
Shine era molto coordinata nei movimenti, e anche se faceva qualcosa di
fretta o con poca attenzione, risultava aggraziata e posata. Cominciò a
prendere le parti delle carcasse e le interiora, e a gettarle in
pentole e padelle diverse, si diresse decisa verso le verdure e presto
furono tutte sminuzzate, certe furono destinate a diventare parte di
salse, altre a essere cotte e servite come contorno, altre ancora
formarono un’insalata. Era molto metodica, come se ripetesse azioni
provate tante volte, probabilmente per ingannare la noia a Thriller
Bark era lei a cucinare ogni giorno.
La stanza era completamente invasa dal profumo, la porta della cucina
si spalancò ed entrò Moria, mi individuò immediatamente.
:- Tu non dovevi essere al fresco nelle tue stanze?-
Rimasi in silenzio.
:- Si annoiava Otosan! E poi come si può resistere al profumino della
mia cucina! -
Mi sorrise incoraggiante e Moria mi incenerì con lo sguardo.
:- Otosan assaggia qui dimmi come ti sembra.-
Shine teneva un cucchiaio pieno di salsa fumante con una mano e l’altra
la teneva sotto nel caso sgocciolasse, Moria si lasciò imboccare il
cucchiaio.
:- Squisito Shine! Sbrigati abbiamo tutti fame-
:- Ho quasi finito davvero! Di a Hogback e Absalom di apparecchiare-
Moria uscì dalla stanza lanciandomi un’altra occhiata di sbieco. Shine
ben presto terminò di cucinare e servì le portate su grandi piatti e le
portò velocemente a tavola.
:- Kuma-sama si accomodi anche lei, ci penso io a servire le portate.-
Mi allontanò una sedia dal tavolo come invito a sedermi, ero proprio
davanti a Moria, che però non mi guardava, Shine portò il resto dei
vassoi e si accomodò accanto a suo padre.
Incominciammo a mangiare, Moria mangiava con appetito e Shine lo
guardava soddisfatta, probabilmente pensava che la fame di Moria fosse
un segno di pronta guarigione, Hogback e Absalom, anche loro provati
dalla battaglia, divoravano i piatti senza ritegno, assaggiai il mio e
cominciai anche io a mangiarlo voracemente, era davvero buono.
Dopo il pranzo nessuno aveva voglia di parlare, ne di guidare la nave,
perciò optammo per restare sull’isola fino a che qualcuno non avesse
avuto voglia di levare l’ancora e tornammo tutti nelle rispettive
stanze. Mi accomodai sul mio letto e cominciai a leggere.
Le risate di Shine riempivano l‘aria attorno a me, erano come una
soffusa musica delicata che gradevolmente risuonava nelle mie orecchie
, aprii gli occhi e misi a fuoco la stanza, mi ero addormentato, stirai
le braccia verso l’alto e mi alzai dal letto.
Mi stavo sognando che Shine rideva?
Usci dalla stanza e questa volta sentii chiaramente Shine ridere fuori
dalla nave, seguii il suono e arrivai sul ponte della nave, mi guardai
attorno, non la vedevo da nessuna parte. Poi la vidì.
Stava facendo il bagno in mare, era immersa nell’acqua fino alle cosce
e rideva gioiosamente giocando con Absalom. Shine, indossava un
grazioso costume nero con dei fiocchi decorativi, uno sul fianco destro
e uno sul petto. Era veramente bellissima.
Absalom la prese per le spalle, le mise una gamba dietro alle sue e la
spinse giù facendola cadere in acqua lei riemerse e lo schizzò in
faccia.
Mi sentii tremendamente invidioso. Io non avrei mai potuto giocare con
lei così. Avrei rischiato di farle male, le sue spalle erano talmente
più piccole delle mie mani, lei era così piccola.
:- Stai sbavando -
Una forte scossa mi percorse la schiena e mi voltai di scatto.
Moria stava in piedi accanto a me, teneva le braccia incrociate e
guardava Shine con aria assorta.
:- Seguimi -
Si girò senza guardarmi e si diresse verso la sua stanza, io aspettai
qualche istante e lo seguii, camminai dietro di lui, lui aprì la porta
della sua stanza e mi fece entrare, entrò anche lui e chiuse a chiave
la porta alle sue spalle.
:- Siediti -
:- Preferirei stare in piedi.-
Mi guardò di sottecchi e mi si avvicinò, arrivò a dieci centimetri dal
mio viso, uno sguardo indecifrabile e la bocca storta in una strana
smorfia.
:- Pensi che io sia stupido Kuma?.-
Non capii la domanda così inizialmente rimasi in silenzio.
:- Non capisco di cosa stiamo parlando…-
:- Lo sai benissimo di cosa stiamo parlando!-
Immaginavo l‘argomento del discorso, aspettai che continuasse.
:- Pensi davvero che io non mi sia accorto di come la guardi?-
Fissai lo sguardo sul tappeto della stanza, percorrevo con gli occhi le
linee e formavo così una specie di reticolo, mantenni il silenzio e
l’atmosfera nella stanza si appesantì ulteriormente.
:- Prima avevo solo il sospetto, ma oggi me lo hai confermato più
volte, e devo ammettere che la situazione comincia a preoccuparmi.-
Alzai lo sguardo verso di lui, mi fissava dall’alto in basso.
:- Che intenzioni hai con la mia bambina?-
Alzai la testa a drizzai la schiena, sapevo che prima o poi avrei
dovuto affrontare con Moria quest’argomento.
Fine Terzo Capitolo
Continua…
E anche il terzo è finito, è un po’ più corto degli altri ma abbiate
pazienza XD
Spero di riuscire a postare il quarto domenica prossima, ma ho una
settimana piena strapiena di compiti quindi non so se riuscirò a
mantenere l’impegno. Nel caso lo posterò il prima possibile.
Commentate e fatemi sapere se vi è piaciuto o no. Grazie della
lettura.
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Capitolo 4 *** Dichiarazione ***
Ho bisogno di lei
Capitolo Quarto
“Dichiarazione”
Guardavo Moria dritto negli occhi.
Il suo viso era torto in una brutta smorfia di odio, le sue spalle
tremavano leggermente e le mani erano chiuse a pugno con forza, tanta
che non mi sarei sorpreso di veder presto gocciolare giù del sangue a
giudicar da quanto le sue dita affondavano nella carne. Forse si stava
trattenendo dall’attaccarmi.
La tensione nella stanza era palpabile e io mi sentivo come se dovessi
disinnescare una bomba, se avessi toccato il filo sbagliato l‘avrei
fatto esplodere.
:- Non voglio farle niente di male Moria -
:- Dipende da cosa io e te intendiamo per “male” -
:- Non è come pensi.-
:- E secondo te cosa penso?-
:- … -
:- Dimmi che non la vuoi , dimmi che non me la vuoi portare via.-
:- Non voglio portartela via!-
:- Non ci credo!-
La voce di Moria si era alzata parecchio, respirava profondamente per
calmarsi e per trattenere la rabbia.
Mi prese per il collo del vestito e mi si avvicinò minacciosamente, mi
sfiatò in faccia e cominciò a parlare velocemente sottovoce.
:- Ascoltami bene stupido orso, se ti rivedo andar dietro alla mia
Shine puoi stare sicuro che andrò da lei e le spiffererò tutto quanto,
della tua sbandata per lei e di quello che pensi di lei, oh stai certo
che io so cosa pensi di lei, ma soprattutto le racconterò il tuo
misterioso passato, e credimi, io so cose su di te che farebbero
rizzare in testa i capelli di tua madre. Perciò, se vuoi quantomeno che
abbia un buon ricordo di te, ti conviene starle alla larga.-
Quando ebbe finito riprese fiato e mi allontanò dalla sua faccia con
una spinta, mi guardò dall’alto in basso e mi invitò ad andarmene.
Io stavo per incamminarmi verso la porta, ma invece mi sedetti su una
sedia lì vicino, con la testa bassa, appoggiai la fronte sulla mia mano
e puntellai il gomito sul ginocchio, anche se non lo vedevo sapevo che
Moria mi stava fissando, sentivo il suo sguardo trapassarmi da parte a
parte.
:- Pensi che non ci abbia provato a starle lontano? In quei mesi
passati dal nostro primo incontro, mi ripetevo ogni giorno che era solo
una pazzia, che non poteva e non doveva succedere niente tra me e lei.
Eppure più cercavo di convincermi di dimenticarla più in me si facevano
nitide immagini di un futuro sereno per me e per lei insieme, fugaci
visioni di ciò che sarebbe potuto essere.
Ogni momento desideravo cambiare la mia rotta per tornare a Thriller
Bark e mi sono sempre controllato dal farlo, così lei mi mancava sempre
di più e io non riuscivo a smettere di pensarla.-
Mi alzaì e mi avvicinai a Moria velocemente.
:- Ho tentato credimi, in ogni modo! E ci stavo anche riuscendo a non
tornare da lei, anche se non so quanto ancora avrei sopportato. Ma poi
mi hanno detto di venire a comunicarti quel messaggio e tutti miei
buoni propositi sono scomparsi. Poi l’ho rivista, le ho parlato di
nuovo. Adesso non riesco nemmeno a pensare di dover stare lontano da
lei. Moria! Io non voglio farle niente di male, posso accontentarmi di
starle solo vicino.-
:- Tsk! E io dovrei credere che non desidererai mai qualcosa di più?
Assurdo! Prima o poi glielo dovrai dire!-
:- No invece.-
:- E perché mai?-
:- … non ne ho il coraggio … non ci riesco … e non ci riuscirò nemmeno
in futuro, ne sono certo-
:- Lei prima o poi se ne accorgerà, non è sciocca come sembra, prima o
poi capirà e allora che farai? Se non ti vorrà più vicino a lei?-
Abbassai la testa, quella era la prospettiva più buia che mi si poteva
parare davanti.
:- L’ho già messo in conto. Se Shine non mi vorrà accanto a se, darò il
mio consenso al governo, procederanno e termineranno il loro progetto
su di me.-
Vidi gli occhi di Moria sgranarsi, aveva capito cosa intendevo fare.
:- Non voglio che tu affidi la tua vita a Shine! E ovvio che accetterà
qualsiasi cosa se le dirai che in caso di rifiuto ti farai trasformare
in un pezzo di metallo senza nemmeno quella poca anima che ti rimane.-
:- Non le dirò niente, se non vorrà che io le stia vicino, scomparirò
silenziosamente dalle vostre vite. -
Moria sembrava sconvolto da quel che gli stavo dicendo, forse sarei
riuscito a convincerlo, forse mi avrebbe permesso di starle accanto
finché avesse voluto. Ma ovviamente stavo cantando vittoria troppo
presto.
:- Se le starai ancora vicino lei si affezionerà a te, e anche se non
ti amerà , soffrirà comunque la tua scomparsa, io non voglio questo-
Mi guardò e quasi mi parve di scorgere un sottilissimo velo di pietà,
nei suoi occhi.
:- Glielo andrai a dire adesso, al massimo entro stasera.-
Mi si avvicinò e mi sibilò contro.
:- Guai a te se la fai star male, se lei ti vorrà o meno accanto a se
sono affari suoi ma qualunque cosa accada, se le fai del male me la
pagherai cara.-
Si voltò e uscì dalla stanza.
Io lo seguì fuori con l’intenzione di continuare il discorso ma appena
usciti vidi Shine che veniva verso di noi, tutta sorridente, avvolta in
un asciugamano scuro.
:- Otosan! Kuma-sama! Anche se non potete nuotare, venite a farmi
compagnia? Per favore!-
Moria mi guardò serio e poi si rivolse di nuovo a Shine.
:- Non ne ho voglia, ho bisogno di riposare.-
Detto così liquidò sia me che Shine e rientrò in camera sua,
chiudendomi fuori.
:- E lei Kuma-sama? A lei va di farmi compagnia?-
La fissai , mi guardava con uno sguardo così speranzoso, pochi minuti
prima avrei ucciso chiunque avesse osato deludere quello sguardo, e
adesso dovevo farlo io.
:- Mi spiace.-
Non riuscii a dire nient’altro, mi voltai per non vederla delusa e
camminai velocemente verso la mia stanza, aprii la porta ed entrai,
feci in tempo a sentire il sospiro triste di Shine, prima di chiudermi
la porta alle spalle. Rimasi immobile, in silenzio, con la schiena
contro la porta.
Avrei desiderato così tanto passare un po’ di tempo da soli, senza
Moria tra i piedi, invece, non riuscivo più nemmeno a guardala.
Avevo immaginato cosa mi sarebbe successo se non avessi più potuto
starle vicino, ma niente mi avrebbe potuto preparare a ciò che provai
in quel momento. Scivolai lentamente contro la porta fino a sedermi,
nonostante possedessi pochissimi dei miei organi originali, mi
tormentava un dolore acuto allo stomaco, respiravo con difficoltà,
sentivo come se qualcosa mi stesse comprimendo il torace, mi faceva
male e mi girava la testa, avrei vomitato volentieri.
Rimasi seduto contro quella porta per un’ora o due, privo di forze, non
riuscivo nemmeno a pensare coerentemente, non avevo voglia di
leggere, ne di mangiare, ne di dormire, ne di fare nient’altro.
La nausea e il mal di testa non accennavano a diminuire, pensieri
disordinati vorticavano nella mia testa, mischiandosi. Le belle
speranze che avevo coltivato in quei pochi giorni di serenità stavano
appassendo, prive della sostanza vitale con cui le avevo create, i
piacevoli ricordi delle ore passate in compagnia di Shine mi ferivano e
preferii non soffermarmi più su quelle, prima gradevoli immagini, il
mio presente mi spaventava più di qualunque altra cosa.
Non ricordavo di essere mai stato così indifeso nemmeno nella più
violenta delle tempeste.
Cercai un appiglio, mi obbligai a cercare tra i miei pensieri dolorosi
qualcosa che mi aiutasse a stare meglio, Shine, con Shine sarei stato
meglio, ma non potevo più stare con lei, presto sarei dovuto andare via
e non avrei potuto vederla mai più, non tutto era perduto però, avrei
potuto rivelare a Shine quel che pensavo e lei avrebbe potuto non
rifiutarmi, una specie di utopia, ma in fondo il peggio che potesse
succedere era che mi rispondesse di no, o avrebbe potuto ridermi in
faccia prima di rifiutarmi.
La nausea si intensificò e sentì anche una fitta al petto.
E una volta rifiutato, se rimanessi umano soffrirei ogni giorno della
mia vita per sempre, non riuscirò a dimenticarla, questo lo so già, non
riuscirei a vivere in queste condizioni, e se poi la rivedessi il
dolore si intensificherebbe o diminuirebbe? Cosa proverò quando saprò
che si è sposata e ha avuto dei bambini con qualcuno che non sono io,
la consapevolezza che lei sia felice e in salute non mi basterà per
essere felice. Ma se perdessi il mio cuore, la capacità di pensare e
amare, e tutti i miei ricordi, non soffrirei più, questo è certo, ma
non proverei più niente nel rivederla, non la riconoscerei nemmeno, non
potrei mai più essere felice, sarebbe come essere morto.
Sentì dei passi avvicinarsi verso la mia stanza e qualcuno cominciò a
bussare delicatamente, il profumo di Shine mi annebbiò un po’ la mente.
:- Kuma-sama? Posso entrare? State bene?-
:- Sto bene-
:- Mi fate entrare?-
:- Preferisco di no-
Rimase un po’ in silenzio oltre la porta, ferma come me, eravamo a
pochi centimetri l’uno dall’altra eppure mi sentivo già così distante
da lei.
:- Kuma-sama, siete arrabbiato con me?-
:- No-
:- Se ho detto o fatto qualcosa di sbagliato, che le ha dato fastidio
me lo dica, la prego!-
:- Non sono arrabbiato con te-
:- Allora perché non mi volete far entrare?-
:- Per favore, va via.-
Sentì Shine trattenere il fiato e andarsene rassegnata, pensai anche di
sentire un singhiozzo ma mi convinsi che era solo la mia immaginazione.
L’avevo trattata così male, non volevo, lei chiedeva solo un po’ di
compagnia e io l’avevo respinta malamente, entro poche ore avrei dovuto
rivelarle ogni cosa e attendere da lei una risposta, chi le potrebbe
dar torto, se non mi volesse più con lei.
Ma perché l’avevo trattata così, l’immagine del suo sguardo triste e
delle sue guance rigate di lacrime mi trapassò da parte a parte, mi
alzai e uscii dalla mia stanza.
Un bel tramonto colorava il cielo di rosa e arancione, Shine era seduta
sul parapetto della nave con le gambe che penzolavano fuori, verso il
mare, mi avvicinai silenziosamente ma una tavola del ponte scricchiolò
e Shine si girò verso di me di scatto. La sua espressione mutò da
sorpresa ad imbronciata.
I suoi grandi occhi chiari, lucidi per le lacrime trattenute,
brillavano come non mai e la sua bocca era storta in una buffa smorfia
di disappunto. Girò la testa dall’altra parte per non guardarmi.
Era carina anche arrabbiata.
Mi avvicinai ancora verso di lei e mi appoggiai al parapetto.
:- Non volevo risponderti male.-
Lei si girò verso di me e mi guardò attraverso una ciocca di capelli.
:- Se non voleva allora perché l’ha fatto?-
:- Non lo so-
:- Siete triste per qualcosa vero?-
:- No, sono stanco.-
:- Si certo. E’ inutile dire bugie. Per quanto lei sia poco espressivo
ormai io la capisco. C’è qualcosa che la disturba, è successo qualcosa
di grave?-
Sentii qualcosa di caldo e liscio sul dorso della mia mano, guardai e
vidi la piccola mano bianca di Shine poggiata sopra la mia, alzaì gli
occhi e incontrai quel suo sguardo dolce.
Tutte le sensazioni orribili provate nella mia stanza mi piombarono
addosso nuovamente e abbassai la testa per non vederla, provai anche il
forte istinto di ritrarre la mano , ma si sarebbe insospettita troppo e
la lasciai dov’era. Più stare vicino a Shine era per me piacevole, più
il dolore si faceva intenso al pensiero di dovermene separare, più lei
era calda, più sentivo freddo, la sua gentilezza era crudele in quel
momento, nutriva le mie speranze avvizzite, facendole rinascere e
morire continuamente.
:- Insomma! Adesso basta! La prego Kuma-sama mi dica che le succede!-
:- Niente-
:- Non ci credo!-
:- Volevo solo scusarmi con te, per averti trattato male senza motivo.-
Presi il mio libro, che avevo appoggiato sul parapetto e mi voltai, ma
nella fretta mi scivolò di mano e cadde a terra, senza pensare lo
raccolsi e mi avviai verso la mia stanza, camminando velocemente.
:- Kuma-sama! Le è caduto il segnalibro.-
Mi girai di scatto e vidi con orrore Shine che lo raccoglieva da terra
e lo guardava.
I suoi occhi si spalancarono per lo stupore e mi rivolsero una sguardo
confuso.
:- Kuma-sama? Che significa?-
Abbassai la testa. Sentii i suoi passi, si stava avvicinando a me, feci
un passo indietro.
:- Kuma-sama? Perché tiene una mia foto in quel libro?-
Mi si impastò la bocca, trattenevo il respiro, l’istinto di rimettere
era così forte che avrei voluto portarmi una mano alla bocca per
tapparla ma ero completamente pietrificato.
:- Mi- Mi dispiace.-
Riuscì a mormorare.
:- Le dispiace per cosa?-
La vidi nonostante avessi la testa abbassata, si era avvicinata tanto a
me che il suo viso era a pochi centimetri dalle mie cosce, guardava
verso l’alto la mia faccia.
Poi d’un tratto tutta la tensione che avevo accumulato in quelle ore si
rilasciò, ormai era fatta, cosa avrei potuto inventare per nasconderle
la verità, tanto entro sera gliel’avrei dovuto comunque rivelare.
:- Non capisci Shine? È questo il mio problema.-
Il suo sguardo era sempre più confuso. Immaginai che essendo vissuta da
sola con Moria, in un’isola piena di Zombie, le dinamiche dell’amore
sfuggissero completamente alla sua comprensione.
:- Sono triste perché non posso starti vicino.-
:- E perché no?-
:- perché soffro quando ti sono vicino.-
:- Non capisco … perché soffre?-
:- Standoti accanto, desidero più di quel che mi è concesso avere.-
:- Basta parlare per enigmi! Io pensavo che le piacesse stare in mia
compagnia, che mi volesse bene!-
:- Mi piace troppo. Ti voglio troppo bene.-
Finalmente un lampo di comprensione attraverso gli occhi di Shine.Mi
abbassai e le presi la foto di mano.
:- Questa foto l’ho presa nella tua stanza a Thriller Bark, perché se
mi fossi dovuto separare di nuovo da te per un po’ di tempo, volevo
poterti vedere e ricordare meglio, in questi mesi che sono passati
dalla prima volta che ci siamo visti, non ho fatto altro che pensare a
te, continuamente. Per questo, io non riesco a essere solo tuo amico.
Sarebbe bello poter provare l’amore descritto in questo libro, non
soffrirei così tanto e potrei restarti vicino, però io proprio non ci
riesco.-
:- Kuma…-
:- Devi scegliere tu, puoi porre fine ai miei problemi e alla mia
tristezza, se mi volessi accanto a te, come compagno.-
Il suo sguardo si fece triste e abbassò la testa.
:- Io non … lo so. -
Ero rassegnato a quel dolore, credevo di essere pronto.
:- Va bene lo stesso Shine. Buonanotte, a domani.-
Mi girai e continuai a camminare velocemente verso la mia stanza.
:- Kuma? Adesso che succederà? Kuma!-
Non mi voltai e non le risposi, entrai nella mia stanza, avrei
aspettato che lei si addormentasse e sarei partito quella notte stessa.
Fine Quarto Capitolo
Continua…
Con due settimane di ritardo ( troppi compitiii) u_u ecco
anche il quarto capitolo! Il prossimo è l’ultimo ;) vi prego ditemi che
ne pensate!!! Grazie della lettura
|
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Capitolo 5 *** Luce ***
Ho bisogno di lei
Capitolo Quinto
“Luce”
Raccolsi in fretta le mie cose, ero mosso solo da una furia spasmodica
e dalla disperazione, dovevo sbrigarmi, più rimanevo a bordo di quella
nave più mi sentivo mancare l’aria.
Uscii silenziosamente dalla mia stanza, a quell’ora tutti stavano
dormendo, andai sul ponte e mi guardai attorno per essere certo che
nessuno mi osservasse, seguii il parapetto fino a dove erano legate
alcune cime della mia nave e le sciolsi, ero pronto per
teletrasportami, mi voltai ed eseguii la tecnica, prima di sparire,
scorsi nel buio gli occhi di Moria, che aveva capito cosa era successo,
vidi chiaramente nel suo sguardo un silenzioso addio. Mi ritrovai sulla
mia nave.
Gettai a terra le mie cose ed afferrai il timone, lo girai
completamente per invertire la rotta e allontanarmi immediatamente
dalla nave di Moria, inoltre volevo dirigermi subito verso Marijoa,
dove avrei comunicato al governo il mio consenso. Mantenni la
rotta e quando ebbi la forza di guardare indietro la nave di Moria era
solo un punto lontano sull’orizzonte. Tutte le mie energie mi
abbandonarono e io mi sedetti per terra. Guardai le mie cose sparse sul
pontile senza realmente vederle, appoggiai la mia spalla al timone
senza muoverlo. L’oblio incombeva minaccioso vicino a me, non sapevo se
desiderare che mi prendesse o averne paura, privo di forze e di volontà
mi addormentai.
Mi svegliaì la mattina dopo accecato dal sole, le mie cose erano ancora
sparse a terra, mi alzai, indolenzito per la posizione scomoda in cui
mi ero addormentato. Controllai che la rotta fosse ancora quella giusta
e andai a raccogliere gli oggetti che avevo gettato sul pontile la sera
prima, quando presi la Bibbia vidi spuntare un angolo di carta di
colore rosso, lo tirai fuori e vidi la foto di Shine.
Mi sembrò che il mio cuore si strizzasse e contorcesse.
Senza nemmeno accorgermene mi ero portato dietro la sua foto. Pensai di
strapparla o bruciarla o semplicemente gettarla a mare, però pensai,
che entro breve tempo non avrei nemmeno saputo chi fosse quella
ragazza, perché avrei dovuto privarmi di quella foto. Me la misi in
tasca e continuai a mettere in ordine. Non avevo fame, la cucina mi
ricordava lei. Ogni cosa mi ricordava lei. Fissai il timone ed andai a
dormire, mi rinchiusi in camera e spensi la luce, pregai di non
sognare.
Non ho ricordi nitidi dei giorni seguenti. I miei ricordi ricominciano
quando sbarcai a Marijoa.
Le santa Marijoa era sfarzosa e regale come sempre. L’incontro con i
medici che mi avrebbero operato e il dottor Vagapunk era stato tedioso
e insopportabilmente tecnico, non era molto delicato parlare
tranquillamente di come uccidermi davanti a me, da parto loro, ma ormai
nemmeno ci facevo più caso.
Fu decisa la data, fu deciso l’orario, furono scelti e ordinati i pezzi
con i quali avrebbero sostituito il mio cuore e mi fu presentato il
computer che avrebbe sostituito il mio cervello, decisero anche di
rinforzare qualche giuntura cigolante e fare qualche altro ritocchino
qua e là. Rimasi ad ascoltare in silenzio, come se me ne importasse
qualcosa, ogni istante ero minacciato dai ricordi incombenti e quando
qualcuno riusciva a farsi strada e a sfiorarmi scuotevo violentemente
la testa, fingendo di scacciare un insetto fastidioso, per sbatterlo
fuori dai miei pensieri. Finita la riunione i medici e gli scienziati
uscirono ordinatamente ma visibilmente eccitati per l’avvicinarsi
dell’operazione che avevano tanto aspettato.
Uscì anche io quasi per ultimo, fuori dalla stanza Garp l’eroe mi
fissava con uno sguardo severo e le braccia incrociate. Mi fece cenno
con la testa di seguirlo e io ubbidii. Mi condusse in una
stanzina molto discreta rispetto all’eleganza e all’eccesso del resto
del palazzo, la stanzina era fornita di una misera cucina composta un
paio di fornelli a gas e un frigorifero vuoto, da un cassetto Garp tirò
fuori due bustine di thè e da una tasca del suo giaccone una busta
piena di biscotti. In silenzio mise l’acqua a scaldare e
apparecchiò per due su un tavolino dall’aria fragile, mise in mezzo i
biscotti e recuperò due sedie che posizionò alle estremità del tavolo,
mi invitò a sedermi e si sedette anche lui.
Congiunse le mani e ci appoggiò sopra il mento, mi rivolse uno sguardo
duro.
:- Che diamine credi di fare?-
:- Ho deciso che mi va bene di essere “completato”.-
:- Completato un cazzo! Quelli ti ammazzeranno!-
:- Non sono obbligato a darti spiegazioni. Ne a te ne a nessun altro.-
:- Io non voglio spiegazioni! Vorrei fermarti! Avanti ragiona stupido
Orso!-
:- C’ho già ragionato.-
:- Beh se la tua decisione è questa allora non c’hai ragionato
abbastanza! -
La teiera fischiò forte e Garp si girò di scatto per toglierla dal
fuoco. Riempì due tazzine e ci mise le bustine di thè in infusione una
davanti a me e l’altra davanti a lui. Si risedette.
:- Perché all’improvviso hai deciso di permetterglielo?-
:- Non c’è un motivo.-
:- Non pendermi in giro! Nessuno decide da un giorno ad un altro di
farsi ammazzare!-
Rimasi in silenzio, prese la sua tazzina, ci versò dentro un paio di
cucchiaini di zucchero e divorò un biscotto porgendomene un altro.
:- Cerca di capire Kuma! Ti conosco da un sacco di tempo, da quando hai
incontrato Dragon! Non voglio che tu venga trasformato in una macchina
senz’anima.-
:- Mi dispiace Garp. Ma questa è una mia scelta e tu devi rispettarla.-
Garp sorseggiò il suo thè è sospirando mi guardò.
:- Va bene, tanto non posso impedirtelo. Ma dimmi perché! Così
all’improvviso, cosa ti ha fatto cambiare idea.-
Abbassai lo sguardo.
:- Desideravo tanto qualcosa, un qualcosa senza il quale non mi riesce
di continuare a vivere, l’altro giorno ho realizzato che non lo potrò
mai ottenere.-
Mi guardò confuso, cercava di capire cosa potessi volere così tanto da
non poter vivere senza ma non ci arrivava. Io mi alzaì e lo salutai.
:- Kuma… sei sicuro che poi non te ne pentirai? Non si potrà tornare
indietro.-
:- So per certo che non me ne pentirò… so per certo che non proverò più
niente quando sarò completo, Addio Garp.-
Mi congedai.
Prima dell’operazione avevo alcune faccende da sbrigare e nei giorni
seguenti mi impegnai in questo.
Uno dei miei impegni riguardava Ryleigh che in quel momento si trovava
a Shabaody, arrivato all’arcipelago trovai l’intera flotta di Kizaru
impegnati a catturare pirati, delle esplosioni tra le mangrovie
attirarono la mia attenzione e mi teletrasportai sul luogo. Il primo
dei miei cloni robotici PX1 stava per spazzare via un membro della
flotta di Cappello di Paglia. Lo fermai e mi guardai un attimo attorno,
c’èra la ciurma al completo, intenti a combattere con PX1, Sentomari e
l’Ammiraglio Kizaru. Proprio contro Kizaru stava combattendo Ryleigh,
mi tele trasportai e gli trasmisi il messaggio che dovevo affidargli e
subito dopo decisi velocemente di fare l’ultimo favore a Dragon, mandai
ogni membro della ciurma di cappello di paglia nel luogo che gli
sarebbe piaciuto di più, per toglierli da quel combattimento che
avrebbero sicuramente perso. Kizaru e Sentomaru provarono chiedermi
cosa avessi detto a Ryleigh e perché avessi mandato via la ciurma di
Mugiwara, ma li liquidai e me ne andai velocemente.
Continuai a sbrigare i miei impegni ma troppo spesso il pensiero di
Shine riusciva a intrufolarsi nella mia mente, mi toglieva la fame, il
sonno e la volontà. Ben presto lo scuotere la testa cominciò a perdere
colpi, non riuscivo più a scacciare i ricordi così, scuotevo la testa e
poi l’immagine riappariva subito davanti ai miei occhi, di nuovo e lei
era sempre lì sorridente, di nuovo e il suo sguardo dolce fisso nel mio
mi uccideva. Non potevo continuare a vivere così.
Finalmente, dopo giorni di intensa sofferenza che mi sembrarono non
passare mai, arrivò quello dell’operazione. Fu strano svegliarsi
sapendo che di li a poche ore dopo sarei morto.
Mangiai senza sentirne veramente il sapore, bevvi senza essere
dissetato dopo, era impossibile accontentare i miei bisogni , l’unico
che avrei desiderato soddisfare era irraggiungibile.
Però ero anche insensibile al dolore, i ricordi di Shine mi scorrevano
liberi in testa e non soffrivo, non provavo niente, mi sentii come se
fossi già morto. Poi mi ricordai di avere la sua foto, quella sua foto
in tasca. La presi e mi sedetti a guardarla. Percorsi per non so quante
volte le linee dei suoi capelli e quelle del suo perfetto viso, contai
le sue lunghissime ciglia scure, cercai di dare un nome preciso al
colore dei suoi occhi. In quel momento sentii chiaramente che volevo
vivere. Con tutto me stesso. Volevo rivederla. Subito dopo mi piombò
addosso la consapevolezza che avrei sofferto come non mai, che non ne
sarebbe valsa la pena, che non avrebbe mai cambiato idea e che non
sarebbe mai stata mia. Mi rimisi la foto in tasca e mi alzai. Ero
pronto.
Due ore dopo percorrevo un freddo corridoio di metallo, circondato da
medici e scienziati emozionati, Vegapunk in persona mi camminava a
fianco descrivendomi accuratamente ogni passaggio dell’operazione,
quanto mi avrebbero rinforzato, ridicole percentuali su ogni cosa.
Finsi di ascoltare. Aprirono una grossa porta a chiusura stagna e
entrammo tutti nella sala operatoria, che per l’occasione però sembrava
un misto tra un ospedale e un laboratorio meccanico. Mi sedetti sul
tavolo operatorio. Passo un’altra buona ora di preparazione, luccicanti
strumenti affilati venivano posizionati ordinatamente su un tavolo poco
distante da quello su cui io sarei morto. Mi dovetti spogliare, mi
sdraiai sul tavolo e mi coprirono il basso ventre con un telo
verdastro. Odiavo il tono divertito con cui si parlavano. Era disumano.
Vegapunk mi si avvicinò con una mascherina in mano.
:- Addio Bartholomew Kuma-
Non gli risposi, lui mi fece indossare la mascherina e ben presto
cominciai a respirare il gas che mi avrebbe addormentato. Tutte le
persone nella stanza si immobilizzarono, ferme come statue mi
fissavano, a causa delle mie dimensioni e del fatto che metà del mio
corpo fosse già metallizzato, nonostante il gas fosse molto potente, ci
vollero almeno tre minuti di grosse boccate di gas per addormentarmi.
Lentamente cominciai a vedere sfocato, gli occhi mi si chiudevano da
soli, non sentivo più la sensibilità alle dita delle mani. L’immagine
di Shine passò di nuovo davanti ai miei occhi e pregai che non mi
passasse davanti agli occhi tutta la mia vita, ma solo i giorni felici
passati con lei. Chiusi gli occhi, e morii amandola.
:- Gooomeeeen!-
Oltre alle immagini si sentono anche le voci prima di morire?
:- Kumaaaaa! Gomenasai! Gomenasaiiii! Kuuuumaaa! Gomeeeen!-
Shine che piange e grida chiedendomi scusa, questa scena proprio non me
la ricordo… quando l’ho vissuta? Sto riacquistando sensibilità alle
mani. Riesco a muovere le dita.
Cercai di aprire gli occhi anche se la luce del laboratorio mi
accecava, quando riuscì a tenerli aperti non riuscivo ancora a vedere
nulla, era tutto sfocato e non riuscivo a mettere a fuoco. Sentivo
ancora Shine gridare.
:- Kuuumaaa, perché! Baaakaaa! Kuma no Bakaaa!-
Finalmente riuscì a vedere più o meno nitidamente.
Io ero ancora sdraiato sul tavolo operatorio e ancora non riuscivo a
muovere ne le braccia ne le gambe, la prima cosa che mi saltò agli
occhi fu il dottor Vegapunk accasciato privo di sensi sul mio ventre,
confuso mi guardai attorno e vidi tutti i dottori e gli scienziati
stesi a terra svenuti, gli strumenti luccicanti e acuminati erano stati
gettati a terra disordinatamente. Sentii singhiozzare accanto a me e
qualcosa di caldo sfiorarmi l’avambraccio, ruotai lentamente e con
sforzo la testa verso destra e vidi una cascata di capelli rossi
tremare avvinghiata al mio braccio.
Quando riconobbi sotto quei bellissimi capelli il visino di Shine il
mio cuore si fermò.
Shine piangeva disperata, stretta forte al mio braccio, mi chiedeva
scusa, per cosa poi, mi bagnava di lacrime, tremava respirava a fatica.
Non potevo vederla così.
:- S-Shine…-
Lei trattenne il fiato e alzò lo sguardo verso di me.
:- Ku-Kuma… tu…hai detto il mio nome… sai chi sono?-
Il suo visino rosso dal pianto si illuminò in un sorriso sfavillante,
mi si arrampicò lungo il braccio fino ad arrivare alla testa, mi
abbracciò strettissimo al collo, i suoi capelli profumati mi finirono
in bocca, pianse pianse ancora, la mia guancia era tutta bagnata dalle
sue lacrime.
:- Kuuma! Sono così felice! Kuma! Gomenasai!-
:- Shine… ma che dici?-
:- Kuma! Sei uno scemo! Ma perché hai cercato di fare una cosa così
stupida! Ti odio! Kuma no Baka! Bakaa!-
Rimasi a farmi insultare, non mi era mai stata così vicina, non avevo
mai sentito così intenso il suo profumo. Poi all’improvviso lei si alzò
e mi guardò negli occhi, le sue ciglia brillavano di lacrime. Mi si
avvicinò lentamente al viso e mi baciò. Poi si alzò di nuovo e guardò
verso la porta sorridendo.
:- Hai sentito Otosan? Kuma sta bene!-
Mi issai sui gomiti e mi girai verso Moria. Quello se ne stava
tranquillo appoggiato allo stipite della porta con una ventina di ombre
strette nelle due mani.
Lui non rispose a sua figlia ma si limitò a lanciare a me uno strano
sguardo divertito.
Tornai a guardare Shine aspettandomi ancora un sorriso dolce ma mi
arrivò un pugno sul naso, sentii chiaramente le ossa della sua mano
rompersi contro la mia faccia, quando riaprii gli occhi vidi la sua
espressione, non credevo che Shine potesse arrabbiarsi tanto, non
sembrava soffrire nonostante la sua mano fosse sbriciolata, era
talmente furiosa da non sentire il dolore.
:- Kuma! Ti odio! Sappi fin da ora che non ti perdonerò mai! Hai
capito!?-
Piangeva ancora ma stavolta di rabbia.
:- Otosan mi ha raccontato tutto! E per fortuna! Altrimenti tu saresti
morto! Allora sentiamo, cos’hai da dire in tua discolpa?!-
:- Se Moria ti ha raccontato tutto dovresti anche sapere perché ho
preso questa decisione…-
:- E’ una cosa talmente stupida che non c’ho creduto!-
:- Non è stupido! non capisci … io non riesco a vivere senza di te …
non ci riesco.-
:- Ecco un’altra cosa per cui ti meriteresti un pugno! Sei davvero
egoista Kuma! Tu arrivi un giorno all’improvviso dicendo di amarmi e
pretendi che io all’istante ti dia una risposta!? Io ho sempre vissuto
solo con Otosan… non sono capace di riconoscere l’amore, quello che
intendi tu, perché non mi hai lasciato un po’ di tempo?-
:- Non sarebbe cambiato niente.-
:- E Invece Si!-
La guardai sorpreso e lei arrossì, nascose il viso tra i suoi capelli e
ricominciò a parlare.
:- Ero così spaventata, quando Otosan mi ha detto che saresti morto, ho
sentito qualcosa che non avevo mai sentito, quanto mi saresti mancato,
era strano, io non ti conosco da molto tempo, ma sto così bene quando
sto con te, e poi quando quella sera mi confessasti di essere
innamorato di me ero preoccupata perché pensavo di perdere la tua
amicizia ma dentro io ero felice, non so se è questo “amore” però non
ho mai sentito niente del genere.-
Non riuscivo a muovere un muscolo, lei si accovacciò sul mio pettorale.
:- Mi dispiace di averti fatto soffrire, probabilmente ormai è tardi
per chiedertelo, Kuma-sama? Posso restarle vicino per sempre?-
Mezzo nudo su un tavolo operatorio il mio sogno si stava realizzando,
un’esplosione di energie mi travolse e balzai seduto stringendo forte
tra le mie braccia Shine, però nell’impeto del movimento il telo che mi
copriva il basso ventre cadde.
:- Kuuuumaaaaa!!!!! Copriti immediatamenteee!-
Moria era scattato verso di me e aveva acchiappato Shine
strappandomela dalle braccia e tappandole gli occhi, lui mi guardava
indignato e con un leggero rossore che andava pervadendo le sue guance.
:- Scordati di abbracciare Shine fino a che non sarai vestito è
chiaro?!-
Shine rideva forte nascosta nelle mani di suo padre.
:- Ma Otosan prima o poi cosa cambia.-
Moria arrossì ancora di più e gridò addosso a Shine.
:- Ma che idee ti fai venire! Aaah! Kuma copriti!!-
Moria esasperato tappò meglio che poteva tutti gli spiragli delle sue
mani chiuse a pugno che contenevano Shine e se ne andò velocemente
dalla sala operatoria.
Nel frattempo le ombre stavano tornando ai loro legittimi proprietari
che stavano rinvenendo. Vegapunk si stava svegliando e vedendomi andar
via, cerco di corrermi dietro per fermarmi o quanto meno chiedendomi
spiegazioni.
:- Tutto annullato Vegapunk, mi spiace per voi-
Raccolsi i miei vestiti e dalla tasca della giacca cadde la foto di
Shine, la presi da terra e mi maledissi, come avrei mai potuto
rinunciare a lei, mi vestii in fretta e uscii nel corridoio, deciso a
farmi restituire Shine da Moria, camminavo verso il futuro più luminoso
che potevo desiderare. Shine. Moria non avrebbe potuto dargli un nome
migliore.
Fine Ultimo Capitolo
Dopo quasi un mese ( cacchio!) ecco il nuovo ed ultimo capitolo!!! Ve
l’avevo detto che non l’avrei lasciata incompleta o sbaglio? U_U dunque
dunque dunque … adesso voglio sperare che almeno per l’ultimo capitolo
commentiate! Maledetti! >_< Grazie della Lettura.
>.<
S
P
O
I
L
E
R
(Siete avvisati non scendete ancora con il cursore, dedicato solo a chi
ha letto il cap 591 di One Piece)
Dunque visto che Moria muore ( presumibilmente ma spero davvero tanto
di no) presto ( presto è un concetto relativo) scriverò una One Shot
con il passato di Moria riferito a questa FF, insomma una specie di
Requiem ^^ spero cha la leggiate =)
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