la magia che si cela nel buio

di _deny_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 capitolo ***
Capitolo 7: *** 7° capitolo ***
Capitolo 8: *** 8° capitolo ***
Capitolo 9: *** 9° capitolo ***
Capitolo 10: *** 10° capitolo ***
Capitolo 11: *** 11° capitolo ***
Capitolo 12: *** 12° capitolo ***
Capitolo 13: *** 13° capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


C'era una volta,secoli fa,una casa posta al confine di una grande foresta. In questa casa, isolata dal resto del paese, abitava lei, Gaia.
Gaia era una ragazza di appena diciassette anni, molto curiosa e desiderosa di scoprire il mondo,non avendo avuto molte opportunità di allontanarsi dai confini della sua casa,per tutta la sua vita. Avventurarsi in quella foresta a cui nessuno osava avvicinarsi,era giusto uno dei suoi scopi;infatti essa era un posto particolare,in certi tratti alquanto malsano,e in certi invece rigoglioso come pochi,fitto di piante alte e grosse,che svettavano fino al cielo; numerosi spiazzi pieni di fiori coloratissimi si trovavano piuttosto lontano dalle zone buie e dense di vegetazione del bosco,ed erano lasciate incolte,a causa delle scarsissime presenze umane che,se un tempo vi potevano passeggiare tranquillamente,ora sarebbe stato purtroppo impossibile. Ma le aiuole curate,l’erbetta verde tagliata con costanza e quel profumo di quei bellissimi fiori, sopperivano all’ambiente non attraente nel cuore della foresta,e rendevano il luogo degno di essere visitato. Inoltre,bisognava mettere in conto che ,se anche si decideva di inoltrarvisi all’interno,si doveva considerare un fatto fondamentale: la foresta era da sempre stata protagonista di numerose e spaventose leggende,molte assurdamente inventate,ma credute vere dalla maggior parte degli abitanti dei paesetti vicini. Questo era il principale motivo,che rendeva quel luogo assai temuto e rischioso e, per certi, troppo spaventoso per essere esplorato. Naturalmente,era ovvio che, a Gaia,tutto ciò pareva incredibilmente stupido,privo di basi concrete per essere giudicato senza dubbi vero. Certo anche a lei erano state raccontate le solite vecchie fiabe,a sua volta quando era più piccola,e in un certo senso,e a suo modo,ci credeva ancora nell’esistenza delle fate,degli gnomi,e del principe azzurro. Ma sapeva anche che si doveva ben distinguere la realtà dalla finzione. E lei si sentiva indubbiamente abbastanza cresciuta e scettica da seguire i suoi personali pensieri,invece che affidarsi ciecamente a qualche storia narrata dai suoi compaesani, chissà quanto tempo fa,e chissà perché. Semplicemente non ci credeva,ed era anzi molto curiosa di constatare coi suoi occhi quale fosse la verità su quella foresta,che tanto era stata abbandonata a se stessa e allontanata dalla gente. Le piacevano gli atti gloriosi degli eroi,di cui aveva sentito parlare nei poemi epici,e avrebbe tanto desiderato essere come loro,forte e impavida,buttarsi nelle difficoltà con spavalderia e umile coraggio…perché desiderava più di ogni altra cosa che possedeva,più di qualsiasi altra cosa al mondo,la felicità. E per Gaia,la vera felicità,non consisteva di certo rinchiusa in quel minimo spazio vitale,costretta nei dintorni della sua abitazione,o dei campi coltivati della cittadina.
Avrebbe voluto di più,molto,tanto di più. E come non mai,sentiva che quel momento era propizio per lei. Sentiva che aveva necessità di liberarsi,di viaggiare più che poteva,di espandere i suoi orizzonti. Un buon inizio poteva proprio essere quella famigerata foresta. Chi lo sa cosa a cosa l’avrebbe spinta? Tanto,da perdere non aveva quasi nulla. Perché preoccuparsi inutilmente,quando ai tuoi unici cari rimasti in vita,non importi granchè..?
Un giorno,dopo una delle ennesime liti con la sorella,si convinse che era giunto il suo momento. Era troppo stanca per avere la forza di continuare così in quel modo. Non ne poteva più,sentiva che aveva raggiunto il limite massimo delle sopportazioni. Ed era pronta per affrontare il territorio proibito. Magari avrebbe potuto scoprire qualcosa di davvero interessante,magari avrebbe potuto trovare un tesoro di immenso valore e dire definitivamente addio all'orrenda vita cui era costretta a sottostare! Si era sempre chiesta il perché,proprio a lei,che non si era mai comportata male nella sua breve vita,il destino avesse riservato quelle abitudini,quei dispetti,quelle grida,quei continui rimproveri,da parte dell’unica gente che potesse chiamare “famiglia”,ma che in realtà,non lo era nel vero senso della parola… Perché?
Cosa aveva effettivamente da perdere? E cosa,piuttosto,si sarebbe lasciata alle spalle se non si fosse buttata in quel suo istinto?
Il futuro,le rispose: molto. Ma lei,non sentì quel richiamo sussurrato dal vento, e,trasportata dalle sue sensazioni,sempre più convinta della scelta da fare,si decise a intraprendere una strana avventura,che avrebbe avuto un seguito non del tutto tranquillo,ma assolutamente,per lei allora,inaspettato.
Così,emozionata,titubante d’animo nella sua fermezza,entrò nel bosco,che per i primi tratti pareva essere comune e rado. Camminò su un sentiero guardandosi attorno...sembrava tutto così silenzioso.
Più si avvicinava al cuore della foresta,più l'oscurità faceva da padrona; i raggi del sole faticavano sempre di più nel farsi spazio tra le folte chiome degli alberi,e non era più tanto pacifico e calmo lo spettacolo adesso,come al contrario lo era l’ora prima. La fatica cominciava a farsi sentire sul serio…non era abituata,lei a camminare per così tanto,e le gambe si stavano pian piano intorpidendo,seguite dai piedi,rivestiti da comuni zeppe di paglia,che,se erano adatte per i comuni lavori campagnoli e domestici, in queste occasioni non aiutavano certamente a sopportare grandi distanze sul terreno diseguale e scosceso. Era perciò una gran lotta,come d’altra parte lei si immaginava che fosse. Non desiderava una residenza di lusso,nemmeno un bagno alle terme romane;sapeva a cosa andava incontro,quando accettò i patti,con se stessa. Ma la forza d’animo,non le mancava,non le era mai mancata (era uno dei suoi migliori pregi che poteva vantare). Gaia ansimava,e dopo una pausa,riprendette; aveva continuamente sete,e beveva,e aveva sete ancora,e beveva e la voglia aumentava,e il suo stomaco iniziava a gorgogliare,per i morsi della fame. Aveva provveduto a un pezzetto di pane,ma sarebbe bastato fino a domani? E all’ indomani ancora? E poi,come avrebbe fatto,senza scorte ulteriori di cibo? Nutrirsi di vegetali e corteccia le parve la soluzione migliore,anche se non salutare. Si fermò per un secondo,a riflettere; voleva stare calma,ma sentiva dentro di sé l'adrenalina salire per tutto il corpo e il respiro si fece più pesante.
Ad un tratto,si sentì bloccare le spalle da una presa forte e violenta. A quel punto,la tensione e lo spavento,unite allo sforzo che aveva fatto,e all’irrequietezza le fece superare il limite e cacciò un urlo.
Una mano grande e pelosa le bloccò la bocca poi esordì dal dietro una voce rude e rozza,che faceva tremare al solo suono. << Zitta cagna!! È inutile sbraiatare,nessuno può sentirti! Se non ti opporrai non ti farò male e sarò delicato...dipende da te; su fai la brava… >>.
Ormai Gaia non riusciva più a pensare con razionalità. Ma cosa stava accadendo? Un uomo sconosciuto,alto e molto robusto,la stava tenendo con forza stretto a lui,e non poteva in alcun modo muovere una parte di sé. Stava per essere rapita,o peggio ancora…molestata? O uccisa? Quei pensieri balenarono rapidi come una saetta,come un lampo di luce folgorante,nella sua fragile mente,che ormai aveva perso quasi tutta la sua lucidità. Non era possibile,non poteva vivere nessuno lì,in quel maledetto posto! Cosa diavolo voleva da lei,cosa le avrebbe fatto,avrebbe abusato di lei,e poi l’avrebbe lasciata lì,sola come un animale morto,in mezzo alla fitta foresta,senza nessuna speranza di essere ritrovata da anima viva…?
Si dimenava quanto poteva,invano,e gli occhi le si erano offuscati a causa delle lacrime che aumentavano sempre di più. Si sentì buttare a terra,vide l'ombra confusa dell'uomo posizionarsi sopra di lei, mentre,con insistenza cercava di strappargli il vestito che indossava,e intanto le forze le venivano a meno…
Non ci credeva,non ci voleva pensare,anche se la sua mente era già proiettata verso la fine; mai avrebbe visto tutto quel che si era proposta di vedere,il mondo sarebbe stato una enorme scatola nera,inesplorata,ancora da aprire,e a nessuno sulla faccia della terra,sarebbe importato della sua sparizione,del fatto che lei non c’era più,o peggio,non esisteva più. Sarebbe morta tra non meno di qualche minuto,ne era certa. E tutto stava per terminare in un soffio,senza neanche essere cominciato per davvero… addio,alla sua avventura,alla vita,alla felicità,che tanto si auspicava. Poi,d’un tratto,talmente inaspettato e rapido, si sentì un urlo,l'uomo non era più sopra di lei ma qualcuno l'aveva buttato a terra. L'uomo cacciò un urlo di dolore,rauco,profondo,tanto che non poteva essere irreale e Gaia seppe di non essere morta,bensì più viva che mai. Poi, più niente.
L'unico rumore che poteva sentire,ora, era il suo cuore che batteva a mille,e non sapeva come rallentarlo,con la sua scarsa lucidità mentale e il suo fiatone,che poco a poco si calmò ritornò silenzioso. Le lacrime iniziarono a scendere,stavolta più violente di prima. Come poteva esser stata così stupida?! Lei,soltanto lei s’era andata a cacciare in guai del genere. Era tutta colpa del suo mancato buonsenso,della sua irrazionalità… Provò a sedersi su quella poca erba che c’era rimasta.
Improvvisamente sentì il tocco leggero di una mano calda sulla sua spalla tremante. A quel contatto, scattò impaurita all'indietro,colpa dello spiacevole incontro avuto prima, e, alzando il viso ancora intimorito,la prima cosa che vide fu l'ombra di un ragazzo, chino su di lei, che le diceva con voce soave,pacata,rilassante,di non preoccuparsi;che era tutto finito e che nessuno avrebbe osato toccarla più.
A quelle parole così confortanti,non seppe dare subito il loro giusto valore,in quanto era troppo scossa per comprendere chi fosse e cosa stava dicendo;era accaduto tutto troppo in fretta per realizzare sul serio,lì,come fossero andate le cose. Aveva ancora paura, era stremata,le sue energie si erano consumate del tutto e non aveva altra scelta che dar fiducia a quello strano ragazzo,che le parve così sincero,ma sbucato dal niente: eppure gli aveva sì salvato la vita. Aveva un grosso debito con lui… debole,si arrese alla stanchezza e cadde fra le braccia di Morfeo.
Quando si svegliò,la prima cosa di cui si accorse, fu che stava molto comoda. Si rese così conto di essere stesa su un enorme letto a baldacchino. Ancora insonnolita,e con la testa che girava,si sedette e tentò di scrutare con attenzione la stanza,per quel che poteva...di fronte a lei vi era un mobile a cassettoni con un enorme specchio, di legno pregiato ornato d'oro. Alla sua sinistra c'era una grande finestra con finissime tende bianche,parevano di pura seta,raffinatissime; l’apertura portava ad una terrazza, e da lì entrava la luce rosea del sole al tramonto che si espandeva nella stanza. Davvero era già così tardi?
Non capiva dove si trovasse,sopratutto non riusciva a ricordare cosa le fosse successo prima di addormentarsi.
Era partita soltanto alla mattina,quanto volava il tempo. Sì,il tempo. Le sembrava che fosse trascorsa un’eternità,via dal paese,da casa…e poi la foresta,quell’orrendo ricordo che non voleva far uscire…sì,rimembrava.
Bastarono pochi minuti per farle affiorare tutto in un attimo,la sua mente riproiettò la scena dell'uomo che cercava di violentarla e il suo corpo incominciò a tremare,le lacrime ripresero nuovamente a scendere dai suoi grandi occhi color cacao e sentì la paura di poco prima invaderla totalmente.
provò a ricomporsi.era tutto finito,ora era al sicuro,vero?tornando a osservare la stanza notò dalla parte opposta,alla sua destra,che v'erano anche un mobile,anch'esso di legno antico e pregiato che prendeva metà della parete e a lato una porta.
Ad un tratto,essa si aprì ed entrò un ragazzo . Era alto, fisicamente ben fatto,con capelli scuri come la notte…Si,ricordavano proprio la notte,il buio. La pelle olivastra e pallida denotava una scarsa permanenza sotto il sole,che altrimenti l’avrebbe fatta diventare più scura; i lineamenti del viso erano precisi ma delicati. Egli, la guardò con sguardo apprensivo,e allo stesso tempo indagatore, e Gaia poté vedere i suoi occhi,di un profondo verde smeraldo, che la catturarono all’istante. Fu in quel momento che il ragazzo si sedette lateralmente sul letto, e con discrezione le domandò :<< Noto con piacere che vi siete svegliata...State bene?Avete bisogno di qualcosa? >>
Come se non bastasse la sua voce aveva un che di conosciuto,un suono dolce,profondo,surreale e fiabesco,fluido e leggero,come se le parole pronunciate fossero uscite con una facilità estrema,e non avessero consistenza nell’aria… la prese in contropiede.
Arrossì violentemente, temendo di non poter resistere a tale bellezza,prima d’allora mai incontrata. Ma poi ,temendo di mancare di rispetto,disse anch’ella gentilmente :<< Mi perdoni Io...io non ricordo bene...Chi siete? >>
<< Beh,hai ragione....Il mio nome è Henry,anche se non sono abituato a essere chiamato così; sono il Principe in questo castello... Vedendoti in pericolo,oggi, ti sono giunto in soccorso e ti ho portato qui,non sapendo se avevi una casa o dove... Perdonami,posso comprendere il tuo disagio, purtroppo non ho potuto fare diversamente… T-ti ha ferita,o fatto del male?  >>.
Gaia non intese subito a chi si riferisse,doveva ancora calibrare le forze per pensare,e poi collegare l’impulso per aprir bocca, dire qualcosa di sensato. ma subito dopo chinò lo sguardo e rispose :<< Beh,ecco.. io,io...credo,penso di ricordare che lui mi abbia strappato il vestito…ma no,non ha fatto in tempo a toccarmi,credo… Anche se non è stato per nulla delicato...>> Ella era piuttosto frastornata,e non era capace di ricordarsi tutto quel che era avvenuto nella foresta… non desiderava affatto rimembrare cattivi ricordi.
<< Meno male... cioè,non fraintendetemi,ma è stata una fortuna che io sia arrivato in tempo,insomma... e... >>
Era vero. Se non fosse giunto in tempo,probabilmente quell’ignobile uomo avrebbe abusato di lei, e avrebbe perso la sua virtù... era ad un pelo dal perderla, per colpa di un mostro che esisteva solo per realizzare le sue necessità animali,attratto da una facile e giovane ragazza. E a quel punto,chissà cosa ne sarebbe stato del suo corpo…lasciata sola,lì,dispersa. Forse sarebbe morta,ma in fondo era meglio perire che vivere con quella incessante vergogna. Chi l'avrebbe mai presa in moglie o voluta?Per non parlare della ripugnanza che gli altri avrebbero provato per lei...Non dimenticava mai di essere sola sulla terra,perché persone che le volevano bene o che ci tenessero, non esistevano davvero. Nessuno l’avrebbe potuta difendere,proteggere…come invece,avrebbe sempre sognato. Era abituata a questo trattamento distaccato,all’indifferenza delle persone a lei vicine nei suoi confronti;sarebbe potuto solo peggiorare,dopo quell’accaduto;la sua vita,lo sapeva benissimo,era tutto fuorché invidiabile. Tanto,cosa cambiava?. Meglio la morte.
Ciononostante, le cose non erano andate così,per sua fortuna! Qualcuno lassù,aveva avuto pietà per lei,una umile ragazza di campagna,che s’impegnava assiduamente in tutto ciò che faceva,e si meritava,non colpevole della sua nascita e della famiglia che gli era stata data,un’esistenza molto migliore. Qualcuno se n’era accorto,e gli aveva mandato un angelo,che l'aveva tratta in salvo e ora era viva,e stava su per giù bene,in una bella casa,con i suoi valori e la sua virtù ancora intatta,casta e pura come lo era sempre stata,e come avrebbe voluto restasse per ancora un po’ di tempo.
Le parole, le uscirono senza che lei lo potesse decidere,tanto era grata al suo salvatore speciale, che ancora non ci credeva,di essere lì viva…! :<< Grazie… vi sarò grata a vita... Chiedetemi pure qualunque cosa Principe,e farò il possibile per sdebitarmi in tutti i... >>
Sul viso del principe emerse un amaro sorriso sghembo, che rivelava intimi pensieri e segreti appartenuti a chissà quali persone,di chissà quali luoghi… I suoi occhi,parlavano da soli,insinuando una certa curiosità nell’animo di lei; erano inondati di immensa malinconia.
<< No... > rispose lui,quasi in uno sbuffo arrendevole < Non penso potresti fare qualcosa per me...nessuno può >>.
Gaia ne rimase sbalordita:non se l’aspettava.
<< Ma...cosa intendete?vi prego,mi dite ciò che posso fare, magari potrei,potrei aiutarvi...voi avete salvato la mia vita,la mia virtù...non potrei non ricambiare>>
<< Anche se te lo dicessi,giovane ragazza,le cose non muterebbero...Vedi io,… Io sono vittima di una dannazione >>

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Capitolo 2
*** 2° capitolo ***


<<  …Una dannazione?... V-vi prego,continui...non esiterei ad aiutarvi se me ne concedesse la possibilità >>
Henry guardò esitante la giovane... pensava si fosse intimidita, sapendo di aver a che fare con un qualcuno vittima di un sortilegio,era abituato a persone che,appena consci di aver a che fare con una tale stranezza,prendevano immediatamente le distanze da lui.Era stufo di questo.forse,almeno stavolta,avrebbe potuto aprire se stesso,dire tutta quanta la nuda e cruda verità. Cosa temeva,dopo così tanti anni? pensava che uno spirito così ingenuo e spontaneo,non avrebbe tradito le brevi impressioni che s’era fatto su di lei;poteva stare tranquillo,e comunque,nulla lo turbava più come un tempo ormai. Nulla fino ad allora,era potuto cambiare. Non sarebbe stato diverso per questa creatura,pur sempre umana,e quindi come tutti e tutte le altre.
forse la dolcezza,o forse l’inaspettata sincerità e prontezza e la comprensione di quella particolare ragazza fragile e minuta, gli fecero nascere una nuova speranza,una inattesa calma,una consapevolezza che tutto sarebbe andato bene,perché con lei, i suoi segreti erano al sicuro dal resto del mondo. Forse, dopo diciotto anni,poteva concedersi la breve sensazione che non sarebbe più stato così solo,e maledettamente allontanato e disprezzato.
<< Vedi... Voglio essere sincero con te. Mi sento…come se ti potessi raccontare una storia talmente strana e assurda,che non ti disturberebbe minimamente. Sarebbero al sicuro,tutte le mie vicende passate,i miei segreti,la verità,la mia,che tutti pretendono di conoscere,ma che in realtà nessuno sa; dopo tutti i miei anni trascorsi,chiunque arriverebbe al mio stesso punto ormai arreso al suo crudele destino,perché così è. E non temerebbe più nulla. Quindi,non so dirtelo,ma mi fido,voglio fidarmi perché in fondo non ho nulla da perdere. Ed è estremamente importante però che tutto quel che ti dirò,rimanga sigillato nella tua mente.Un tempo, qui vi abitava un giovane principe mio antenato,che amava follemente una ragazza.Lei era povera e abitava nelle vicinanze del castello e lo ricambiava altrettanto intensamente.Spesso si incontravano di nascosto dalle loro famiglie,tenute all'oscuro di tutto per ovvie ragioni.lui era un principe.Lei una popolana.le loro strade e i loro destini erano completamente diversi.Nonostante ciò, loro volevano credere a un futuro insieme,e avrebbero dato anche la loro stessa vita in cambio!Disgraziatamente,un giorno,il Re e la Regina scoprirono il loro segreto e pregarono ad una strega loro amica,di agire in modo tale da dividere in qualunque modo i due giovani,così che anche il solo guardarsi fosse stato per loro impossibile.La strega,una donna scaltra e saggia,seguì alla lettera l'ordine e creò una magia inusuale, ma molto efficace: si adoperò in modo che la ragazza,con la luce del sole,diventasse un tutt'uno con il giorno per tornare umana solo la notte,mentre il principe subì il contrario:Durante le ore di luce aveva aspetto umano ma,all'arrivare della sera,esso si fondeva con l'oscurità.Ciò fece sì che i due innamorati non riuscissero più a vedersi,ma allo stesso tempo le loro famiglie,che non si aspettavano tale condanna, presi dal dolore verso i loro figli perirono, e gli abitanti del paese pensando che i due giovani avessero venduto l’anima al diavolo, li misero al rogo. Quasi un secolo dopo, nacqui io,suppongo in questo stesso castello,dato che non ricordo di aver vissuto in altro luogo, e ben presto si scoprì che la maledizione si era trasmessa direttamente a me.I mei genitori iniziarono a credere che fossi figlio del diavolo e che l'intero castello fosse sotto una maledizione.Così tutti mi abbandonarono,tranne mia sorella. Non ricordo nemmeno i miei genitori,se mai siano esistiti.Lei,la mia dolce sorella, mi è sempre stata accanto e mi voleva veramente bene ma poi,tre anni fa,incominciò ad ammalarsi gravemente e,prima dell’ aggravarsi della sua salute, si suicidò in mare…Così da allora restai solo… >>
Gaia era rimasta impassibile,ma dentro di se era sorpresa. Ascoltò,cercando di comprendere quali sentimenti celassero quel viso duro,pacato ma disturbato dal tema del racconto…lo si capiva bene,glielo si leggeva nel comportamento e nelle piccole smorfie facciali che accompagnavano il suo dialogo. Tutto,di quel che aveva avuto il coraggio di raccontare,gli stava stranamente a cuore,estremamente. Mai aveva udito cose simili. Sapeva che una persona normale avrebbe forse avuto paura,ma lei no.non avrebbe mai potuto provar paura. Cosa c’era da temere,in fondo, in un ragazzo talmente sincero,solo ma sicuro di se stesso e di ciò che era,con degli occhi così innocenti che non potevano far altro che trasmettere un messaggio di pietà o compassione?L’aveva salvata e già questo significava che,nonostante fosse trattato da tutti come un demonio, lui aveva un animo gentile, più di chiunque altro che avesse mai conosciuto!Non riusciva ad avere alcun tipo di paura,sentiva invece un insolito istinto di protezione verso Henry. Come del resto,le parve normale dopo aver udito una simile storia. Lo conosceva da pochi minuti,eppure sembrava che avesse aspettato per diciassette anni questo momento con lui,un incontro non domandato,ma capitato puramente grazie al caso,che le stava già iniziando da ora, a far capire tante cose … Più di quante gliene erano state insegnate fin’ora a casa,o dalle varie maestre amiche della mamma,i predicatori di strada,le ragazze del paese…
<< Davvero non c’è modo per spezzare l’incantesimo? >> chiese presa da un impeto curioso e voglioso di aiutare.
Henry sbuffò a quella domanda e s’incupì ancora di più. Il suo spirito invece stava facendo riaffiorare quella speranza soppressa negli anni.
<< Si,c’è un modo…ma credo sia impossibile…Dovrei trovare colei che mi ami,capace di dimostrarmi che sarebbe pronta a rinunciare a tutto,anche la vita se fosse necessario, per amor mio. Naturalmente mi è stato detto dalla mia amata sorella,e mi sono documentato io di persona,trattandosi di me…suppongo però,che siano dicerie o perlomeno,i libri non pensavano,quando furono scritti,che un tempo qualcuno avrebbe avuto la necessità di sapere…… cosa ne sarebbe stato del suo futuro,e se ne avrebbe mai avuto uno. Quella roba,non ha basi certe per me,e non sono in dovere di crederci;ma,è l’unica cosa che so>>.
Dopo quelle rigide e secche parole,stavolta pronunciate con più convinzione e con più rammarico,quasi con un filo di rabbia,Gaia si trovò realmente spiazzata. Solo in quel momento,capì la vera gravità della situazione. Della sua situazione; di cosa era stato costretto,obbligato a sopportare,in tutti gli anni della sua giovinezza,per tutta la sua vita…Le ricordava vagamente la sua di situazione,analoga. Costretti a un modo di vita,diseguale rispetto agli altri esseri umani,e non giusto,non corretto nei loro confronti. Erano anche loro uomini,e meritavano come tutti gli altri un destino felice,e carico di speranza per l’avvenire. Di che colpa s’erano macchiati?che peccato avevano mai compiuto nella loro vita passata?Entrambi,avevano subito una sorte in certo qual modo diversa,ma i sentimenti scatenati da queste situazioni erano i medesimi.
Lo capiva,pienamente. Si provava a mettere nei suoi panni,e non era facile…si sentiva terribilmente triste,pervasa da mille sensazioni,mille pensieri,ognuno disconnesso all’altro,e faceva confusione,una tale confusione che,dopo un secondo,lì in mezzo,riuscì a ritrovare soltanto una parola,che aveva calcato il segno nella sua mente. Amare. Cosa aveva detto su una certa ragazza che avrebbe potuto spezzare “l’incantesimo”?
Già,l’anima gemella…Ma come poteva trovare una ragazza che lo amasse davvero così tanto e incondizionatamente?
Nessuno osava avvicinarsi a lui, men che meno le fanciulle,nonostante fosse un ragazzo come pochi,dannatamente bello.
<< Voglio aiutarti! >>
Disse convinta,anche se non sapeva da dove avesse preso il coraggio per dirlo;soltanto poco prima si era cimentata in un’avventura ed era riuscita a mettersi in pessimi guai. Tra l’altro non aveva la minima idea di cosa fare perrendersi utile sul serio...Nonostante ciò ormai aveva deciso.
<< Ah ah! > il principe era scoppiato in una piccola risata istintiva < Certo…Come pensi di potermi essere d’aiuto?Non troverò mai una persona capace di amarmi così tanto,capace di accettare,perlomeno serenamente,la mia maledizione. Sprecheresti il tuo tempo,e poi i tuoi familiari saranno in pensiero…Forse dovresti tornare a casa >> .In realtà aveva paura al pensiero di dover tornare alla sua solitudine.Nonostante ciò non poteva forzare quella ragazza,appena incontrata, così bella, e di animo così dolce a restare con lui,ai suoi occhi un perfetto sconosciuto,che andava dicendo cose troppo strane perché fossero vere realmente. Non avrebbe retto, che un’altra persona innocente, subisse quello che sua sorella aveva subito.
Notò però,dopo le sue parole negative, gli occhi della giovine farsi lucidi e tristi a quella risposta, e per un attimo ebbe il timore di averla ferita,di aver detto qualcosa di sbagliato.Non era sicuramente abituato a rivolgersi con falsità o finto buonismo con altri. Poi la ragazza rispose con voce bassa,quasi come stesse recitando la parte di un valoroso eroe,come se una ferita l’avesse colpita al petto,e ora,tentava di sopportarla con tutte le sue forze,continuando imperterrita nella sua missione; quanto era poco prevedibile,quel suo carattere,pensò il principe. Le nacque un amaro sorriso sulle labbra
<< Ecco,allora sarò franca anche io,con lei.Non voglio ritornare a casa,non voglio tornare per alcuna ragione in una casa in cui non c’è la minima traccia d’affetto,a una vita come… >>
<< …Perché? >>
Il ragazzo,stupito, non capì…Cosa stava dicendo? Si riferiva alla sua vita,ma cosa spingeva una ragazza così giovane a ripudiare ciò a cui lui aveva sempre ambito?
lo sguardo di lui si fece più intenso e curioso di sapere.proferì quell'unica parola con un tono calmo e profondo
A quella inattesa domanda, lei lo guardò tristemente e sentì il bisogno di sfogarsi. Lo doveva fare,ne sentiva il bisogno,ora era il suo turno e lui avrebbe capito la situazione,le avrebbe permesso di restare,l’avrebbe capita…
<< Anche io ho una sorella,sa. Io e mia sorella, siamo sempre state molto legate fin da piccole. Ci piaceva condividere ogni cosa assieme, soprattutto da quando la nostra amata madre morì,un momento terribile per noi bambine. Un giorno,dopo parecchi anni lei conobbe Lewis. Lewis,era un brav’uomo,all’apparenza ordinato e maturo,giusto insomma per lei;lei aveva bisogno forse più di me,di qualcuno a cui aggrapparsi,è sempre stata la più debole delle due… ed io,da parte mia,ero contentissima,perché la sua felicità era la mia. Si amavano così tanto, che dopo breve tempo furono celebrate le loro nozze,e così vennero ad abitare di fianco alla nostra casa. Inizialmente andava tutto bene,era tutto perfetto,volevo bene a Lewis come ad un fratello,la sua presenza non mi aveva mai infastidita,anzi al contrario,lo stimavo per i suoi pregi,e vedevo che aveva ridato a mia sorella il sorriso. E naturalmente, pensavo che per lui fosse lo stesso,a entrambi faceva piacere la compagnia reciproca.Una sera però mia sorella dovette accompagnare nostro padre in città per affari di lavoro, e rimasi sola con lo sposo di mia sorella. Stavamo parlando come facevamo quotidianamente, quando ad un tratto lui… >>
Gaia si fermò e si vergognò per ciò che stava per dire… Tra l’altro ad uno sconosciuto,uno che le ispirava una fiducia superficiale,che già s’era dimostrata un cattivo fiuto,in passato. Henry, la guardò incerto,poi la vide arrossire piano piano di più…Perché si era fermata?
Cercò di darle un incoraggiamento,e un debole sorriso smorzato gli comparve in volto. Voleva rassicurarla,che con lui poteva star certa,e non avere la benché minima paura… ma da anni non comunicava con qualcuno,e il suo sorriso non era poi così incoraggiante,tanto era velato da una profonda e antica tristezza.
<< Non devi aver timore, o vergognarti in alcun modo. Ti assicuro che ascolterò e basta;mi limiterò a darti la mia parola che puoi stare tranquilla, ti puoi fidare. Prima hai fatto la stessa cosa tu con me,no? >>
S’impadronirono così,come un caldo e rassicurante fuoco in una notte gelata d’inverno,serene emozioni nel cuore della giovane ragazza,udendo tali parole da lui,e ripartì d’istinto,pacata
<< …Lewis si avvicinò a me e…e incominciò ad accarezzarmi dolcemente il viso,come non mi ricordavo avesse mai fatto prima d’allora…poi mi abbracciò improvvisamente senza darmi nessun tipo di preavviso, e si permise persino di sfiorare le mie labbra… in quell’istante,che era avvenuto con una rapidità inaudita,non seppi che fare ed ero paralizzata dall’inaspettato atteggiamento,e impaurita,e scandalizzata… Quando rientrarono mio padre e mia sorella Fu una grande vergogna e un grande dolore,sia per me che per loro,e non trovarono altre scusanti nei miei confronti,mentre a Lewis fu quasi perdonato tutto. Mi addossarono la colpa,e non vennero a sapere come stavano in realtà le cose…probabilmente,gli andava più che bene così. Da quel giorno mio sorella mi odia, e mio padre si vergogna solo a guardarmi negli occhi…quale disonore,una figlia che prova a sedurre l’uomo di altre,perlopiù di sua sorella. Non sono riuscita,in tutto il tempo che ho avuto a disposizione,a a.. a mettere in chiaro nulla,stavo male dentro di me,ma… non mi capivano, non volevano capirmi… >> …a quel punto Gaia scoppiò silenziosamente a piangere,sebbene si fosse imposta di non farlo,davanti a lui non voleva farsi vedere in quello stato,no. Ma non ci riuscì,quel suo fiume in piena,che aveva represso per troppo tempo addietro,stava uscendo fuori,desiderava sfogarsi. Le parvero né il luogo e né il momento adatti per ciò,ma lui,il principe,quello strano individuo che le era seduto di fronte,che la osservava in certi attimi,e in altri che aveva il viso assorto,che si era correttamente astenuto da ogni critica,che si era rivelato con lei,e di cui lei conosceva sì e no una parte di passato,e quindi ben poco per poter affermare di fidarsi,sì.
Non potè evitare di coprirsi il volto con le mani. Da troppo tempo si teneva tutto il suo dolore racchiuso dentro,e finalmente ora si sentiva in diritto e in dovere di liberarlo, l’aveva buttato definitivamente fuori. Prese uno straccetto dal comò accanto al letto, cercando inutilmente di asciugarsi la faccia,ma continuava a essere bagnata e a non voler smettere.
<< Io…> fece per continuare,< io ho spiegato tante volte di essere innocente,eppure era,era come se fosse aria,se non mi dessero realmente ascolto… ce l’hanno con me per motivi che mi sono sempre stati ignoti…l’ho sempre saputo…ma ero arrivata a non riuscire più...a…. >>
Henry si trovò in una situazione difficile,per lui estremamente nuova: nessuno mai gli aveva spiegato cosa fare in questi momenti,come doversi comportare quando una fanciulla fosse scoppiata in lacrime in quel modo… Si sentiva impotente,eppure avrebbe voluto almeno confortarla,farle capire che era lì,almeno per rasserenarla,solo un po’. Ma non lo fece,invece le chiese una cosa che si era completamente scordato,e che riteneva giusto sapere.
<< Qual è il tuo nome? >>
Di certo esordire con quella domanda fuori luogo,non sembrò segno di particolare sensibilità secondo Gaia;sentiva comunque l’obbligo di dover rispondere a qualsiasi cosa le fosse chiesta,anche la più banale,la più ovvia e sciocca,perché ora era Lui e nessun altro a capirla,l'unica persona che si preoccupava minimamente di lei e della sua sofferenza. E poi,il debito della sua vita,non lo dimenticava.
<< Gaia…mi chiamo Gaia >>
<< Gaia,perdonami,sono stato davvero scortese a non averti domandato prima il tuo nome;sono un principe solo nel titolo,ma non di fatto… Ho potuto constatare da ciò che ho sentito, che anche la tua storia non dev’essere stata per nulla piacevole,o come si definirebbe una bella infanzia,e ti comprendo. Me ne dispiaccio… Eppure,davvero preferiresti vivere in questo palazzo vuoto con un principe come me?Potresti non essere felice, e potresti non riuscire ad aiutarmi con la mia maledizione…anzi,quasi sicuramente essa mi perseguirà fino alla morte. E per questo,per te,per la tua giovane vita,per quello che vuoi e che desideri,non va bene,non fa al caso tuo,e sinceramente nemmeno al mio. >>
<< Io non ho un posto dove andare. Non posso tornare a casa,e non voglio! Oh principe Henry,mi dia una possibilità,una misera,minuscola,insignificante possibilità! Le farò vedere di cosa è capace una giovane dal mio carattere,e con la mia temperanza…potrei cucinare, pulire,aiutare nel mantenimento del giardino o di qualunque cosa lei possieda nei dintorni del castello;senza contare che potrà avere compagnia…è stato solo per così lungo tempo…Non desidererebbe un aiuto sincero e disinteressato da un’umile ragazza,che non chiede altro? >>
<< Non voglio pietà >> le rispose brusco e pacato,come era solito essere.
<< La prego!Non vorrei perché codesto non è luogo adatto alle suppliche,ma le chiedo di ascoltarmi! Le chiedo pietà! Era questo quello che voleva sentirsi dire? abbiate pietà,la voglio aiutare sul serio! >>
Non sarebbe servito a molto pregare,supplicarlo. Non avrebbe sopportato di accettare la compagnia di nessuno,tanto meno di quella ragazza,così istintiva e ingenua, con il rischio di ritrovarsi ancora da solo,senza aver risolto niente,ancora allo stesso punto di prima,ma con il cuore più rotto di quanto già non fosse.
però Gaia non avrebbe mollato. Sentiva il bisogno di togliere quella malinconia dagli occhi del quel triste principe.Non sapeva il motivo di tale desiderio,da cosa precisamente nascesse,eppure non lo avrebbe abbandonato nella sua solitudine…Nessuno meritava una vita simile,tantomeno un giovane,che aveva tutti i desideri e le aspirazioni davanti a sè.
Henry quindi,capì poco dopo che sarebbe stato inutile continuare a discutere,non avrebbe cambiato idea. Troppa era la fermezza nelle sue parole,e anche se i suoi intenti fossero stati nobili,lui era sicuro che niente,nemmeno questo,avrebbe potuto stravolgere la sua situazione… col tempo, lei avrebbe cambiato idea e si sarebbe stancata di una tale monotonia e solitudine...e lui Non poteva fidarsi,non poteva illudersi,se lui si fosse fidato troppo sarebbe il dolore se lei lo lasciasse. Non di nuovo,non un’ennesima volta,inutilmente.
Avrebbe lasciato che lei restasse,ma sarebbe stato attento e vigilante della situazione,senza perdere di vista niente. La diffidenza,ormai,si era totalmente impadronita di lui, fusa assieme alle parti del suo carattere. la vita era stata troppo spietata
in quei diciott’anni con lui per pretendere fiducia.
<< Tsk…Fa come desideri. Ma attenta:non credo che la tua ostinazione ti porterà a essere felice >>.
Proferito ciò, Henry non aveva nient'altro da dire. Si sollevò quindi dal letto e si diresse con passo deciso in direzione della porta,uscendo dalla camera. Gaia,lasciata sola con se stessa, rimase spiazzata dal mutamento di atteggiamento del principe nei suoi confronti... Si era convinta che fosse una persona buona,caritatevole e altruista: accidenti,gli aveva raccontato la sua intera storia,e lui non s’era neanche scomposto. Gliene era importato forse qualcosa? Gliene importava qualcosa di lei,almeno in minima parte? O invece era semplicemente sereno di aver compiuto una buona azione,verso una giovane ragazzina in difficoltà…? Si era comportato in maniera così garbata fino a pochi istanti prima!Non capiva… Forse la solitudine era la causa di tutto,la tarma che aveva mangiato la sua sensibilità: aveva fatto sì che non si fidasse di nessuno…E poteva comprendere benissimo il perché.Se i fatti si fossero svolsi in maniera diversa,Sarebbe potuto essere,una gran brava persona.

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Capitolo 3
*** 3° capitolo ***


Persa nelle sue riflessioni, notò dopo poco un orologio sul comodino che dichiarava ormai l’ora di cena. Così si alzò automaticamente dal letto.
Si portò alla finestra della sua nuova camera,che si apriva su un ampio terrazzo, e spostò lievemente la tenda. Vide uno spettacolo incantevole.
Il castello, era fronteggiato da un’estesa spiaggia che dava sull’oceano,che si lasciava sfuggire nella linea dell’orizzonte; il quale trasmetteva una luce fulva che si fondeva con il blu del mare e del cielo. Non se lo sarebbe mai aspettata,che un simile paradiso terrestre potesse sorgere proprio di fronte a lei,di fronte a dove si trovava il castello. Pareva essere nato dal nulla,quasi grazie ad un incantesimo magnifico… impossibile che prima non se ne fosse accorta.
Catturata da una simile bellezza,Gaia arrossì inconsciamente. Non si seppe spiegare il motivo,ma provava una piacevolissima sensazione come d’innamoramento verso quel luogo spettacolare,che si estendeva sotto il suo sguardo. In quel luogo, tutto era meravigliosamente unico e raro.
Possibile che ciò che ti si presenta come il più incantevole di tutto,possa imprigionare in realtà tanto dolore? Nessun mortale ha mai dichiarato se la felicità e la bellezza siano compatibili,eppure questo è ciò che si crede. Chiunque lo pensa,escluso Henry.
Ripensando alle sue ultime parole si rattristò. Cosa aveva fatto per meritarle,poi. Probabilmente gli dava soltanto fastidio la sua presenza,normale per una persona abituata ala solitudine,non era colpa sua… Poi improvvisamente, tornando alla realtà s’accorse che indossava solo una vestaglia bianca lunga fino alle ginocchia. C’era qualcosa che non le tornava. Forse quando lui l’aveva salvata e portata illesa nel suo palazzo aveva notato i vestiti tutti strappati e glieli aveva cambiati:l’aveva cambiata.
Le aveva tolto i vestiti.
Aveva visto ciò che non aveva mostrato a nessuno fino ad allora. No,assolutamente impossibile.
E se se ne fosse approfittato?
Si vergognò di se stessa. Come diavolo poteva pensare una cosa simile di una persona che l’aveva soccorsa? Che soltanto grazie al suo intervento tempestivo,poteva dire di essere ancora al mondo? Ciò che aveva fatto,l’aveva fatto per salvare lei,non per suo interesse personale. Non poteva essere così talmente irriconoscente e sfiduciosa sulla sua persona,condannandolo di un grave atto;nonostante avesse ora molti più dubbi su di lui,dal modo sgarbato in cui si era posto,non era comunque giusto. Almeno di questo,si sentì certa.
Si guardò intorno, cercando i suoi vestiti un po’ preoccupata, ma invano.erano come scomparsi. Poi vedendo l’armadio decise di dare un’occhiata in caso ci fosse qualcosa di adatto a lei. Non poteva di certo presentarsi al principe in quel modo!
Aprì le ante del grande armadio,intagliato finemente e evidentemente contenente abiti d’alta classe. Si fece coraggio e,aprendolo,rimase di stucco. Vide numerosi abiti raffinati da fanciulla regale.E dire che Solo fino a quella mattina era abituata ad abiti semplici da contadina... Era incredibile…era avvenuto tutto così di fretta,e ora si ritrovava a dover scegliere in un armadio sconosciuto,tra tutti quei magnifici abiti da nobile dama. Un sogno? “Se così fosse,non svegliatemi”
A quel pensiero per la prima volta dopo tanto tempo le venne da sorridere.
Ciò che catturò la sua principale attenzione, fu un vestito turchese che le arrivava appena sopra i piedi,caratterizzato da maniche corte a sbuffo e la parte superiore a bustino che terminava in vita,dalla quale il vestito s’allargava dolcemente creando delicate pieghe nel tessuto. Decise di provare a vedere come le potesse stare,l’aveva rapita immediatamente al primo sguardo; forse era davvero troppo sfarzoso per le sue abitudini,troppo confezionato bene per lei,ma era anche decisamente bello e degno di essere indossato.
Si guardò allo specchio e si trovò bellissima.Lasciò i lunghi capelli castani e ondeggiati sciolti,pettinandoseli con una spazzola trovata nei cassetti del mobile con specchio e uscì dalla stanza:sì;così era più che presentabile.
Si trovò dinnanzi un lungo corridoio e decise di provare a seguirlo. Quell’enorme abitazione la disorientava,tanto era piena di stanze,piani,e corridoi,all’apparenza tutti uguali. Seguì l’istinto,avanzando trovò una grande scalinata e iniziò a discenderla quando,ad un tratto,sentì qualcosa scontrarsi con le proprie gambe. Abbassando istintivamente lo sguardo vide un gatto nero che la osservava con sguardo accattivante che poi sparì dietro di lei.
Non ci fece caso, e pian piano sbucò su un altro corridoio,più grosso stavolta,che anticipava un ambiente spazioso. Arrivò in una grande sala,la cui porta era proporzionata alle dimensioni interne. Non poteva non essere notata;era bellissima,ampia e areata,decorata magnificamente sulle pareti e sul soffitto,senza però eccessivi ornamenti. Gaia notò che un lato si apriva su una terrazza. Al centro della sala c’era un lungo tavolo, e dall’altro lato vi erano vari mobili,anch’essi intonati perfettamente allo stile dominante della stanza.
Alle pareti vi era il ritratto di un giovane uomo,affiancato da quello di una bellissima donna e di una ragazza,anch’essa stupenda .Infine, vi era un grande camino acceso che scaldava l’intera sala.
<< Non avete fame?E dire che non avete nemmeno pranzato,forse vi converrebbe almeno cenare. >> la voce di Henry giungeva dal terrazzo e sorprese Gaia nell’udirla; poté vedere con stupore l'immensa tavola apparecchiata sulla terrazza per due persone,uno dei due posti era già occupato dal giovane principe.
<< O-Oh,si certo,sarò lieta di cenare con voi principe Henry >> rispose lei titubante ma gentile nei modi,chiedendosi in cuor suo,se lui gradiva essere chiamato così,e prese il suo posto a sedere. Oltre la terrazza si intravedeva un immenso prato di papaveri rossi che terminavano all’inizio della foresta,molto più distante.
Passarono alcuni minuti senza dire parola,in un leggero imbarazzo,e il principe Henry sembrava preso da chissà quali pensieri;Gaia invece si sentiva fuori posto,ma quando il silenzio incominciò a farsi pesante,si decise finalmente a parlare << La vostra reggia è situata in un luogo davvero incantevole principe,non so che darei per avere una vista simile a casa mia >>.
<< Avete ragione,io stesso penso ci siano davvero pochi luoghi come questo. Vogliate perdonare la mia insolenza,ma quel vestito lo avete preso dall’armadio in camera,vero? >>
Gaia arrossì vistosamente a questa domanda. Eccola,la sua solita istintività,che non l'aveva fatta riflettere.Ciononostante non pensava di aver fatto una cosa tanto grave,dopotutto erano lì a sua disposizione,e lei era seminuda…Aveva agito male allora?Che avesse fatto qualcosa di sbagliato?
<< S-si,perdonatemi ma non riuscivo a trovare i miei vestiti ed ero in uno stato impresentabile,decisi quindi così. Ho forse fatto qualcosa che non dovevo?Se è così vi faccio le mie scuse,non era mia intenzione,perdonate la mia noncuranza… >>
<< Non preoccupatevi,nessuno vi punirà per questo.-fu quasi ironico- Sono io forse quello da scusare per non essermi rammentato che non possedevate vestiti,ma come avrete di certo capito non sono solito ricevere visite >> ribattè un po’ distaccato, il principe.
A quel punto apparve una donna anziana e robusta da un luogo ignoto,che servì la cena,salutò il principe con un inchino e lui ricambiò abbassando leggermente il capo,come fosse per loro una usuale consuetudine;infine si allontanò con passo lento,lasciandoli soli. Stranita da quella presenza inaspettata,e dal comportamento a cui aveva assistito,Gaia non potè non intervenire:
<< Vogliate perdonare la mia sfacciataggine, ma credevo foste completamente solo >>osservò.
Lui alzò lo sguardo e la guardò per un attimo leggermente infastidito,poi rispose
<< Ottima osservazione,difatti non sono completamente solo ma quella è la governante,purtroppo sorda e muta;Potrete quindi ben immaginarvi i nostri discorsi. >>
<< oh,mi dispiace…Ma la vostra governante non ha paura di voi come tutti gli altri? >>
<< Non le importa,infondo anche lei è una donna sola,non ha altro posto in cui rifugiarsi se non da me. Mi stupisco però di questo vostro dubbio dato che voi stessa avete affermato di non temermi…forse avete recuperato la giusta razionalità ora e Avete cambiato i vostri sentimenti a riguardo? >>
Indispettita da questa supposizione,Gaia rispose prontamente
<< Certo che no,Signore,tutto ciò che avete sentito uscire dalla mia bocca qualche ora fa,l’ho detto sapendo cosa stessi facendo. Non prendetemi per ciò che non sono >>
< Ovvero? >
< una vigliacca >.
<< Non intendevo di certo offendervi,ma non è forse vero che avete agito impulsivamente? Scusatemi ma non sembra ci abbiate pensato molto; in men che non si dica avete deciso di vivere sotto lo stesso tetto di uno sconosciuto, prigioniero per lo più di una maledizione,di cui egli stesso vi ha già coscienziosamente avvisato fin dall’inizio.Tutto ciò mi suona ridicolo detto da una persona ragionevole e con un po’ di buonsenso >>
Gaia stava incominciando a perdere le staffe,e non era certo facile farle perdere a una ben educata come lei,ma che non sopportava la scontrosità e la supponenza. Ma come si permetteva di essere così maleducato e irriconoscente?Di certo la gentilezza che le aveva riservato nella stanza da letto era sparita…quasi per magia,in un soffio.
<< State forse insinuando che io manco di buonsenso,Signore?Ciò mi offende notevolmente,perché io non sono una persona che ragiona seguendo le idee degli altri,penso con la mia testa e di certo non mi faccio influenzare dai pregiudizi infondati di persone che non ne sanno nulla a mio avviso! >> rispose
<< Oh,questo lo capisco perfettamente ma,seriamente,non credo di aspirare al vostro aiuto. Per diciotto anni me la sono cavata da solo e come vede sono ancora vivo >>
<< Certo,vivo e solo,davvero ve la siete cavata magnificamente… >>
La calma di Henry sparì e si alzò bruscamente dal tavolo; si allontanò da lei e le volse le spalle,restando per breve lasso di tempo a osservare il giardino sottostante. Alla ragazza parve di aspettare un’infinità. Poi deciso parlò con voce fredda e pacata.
<< Mi sembrava di avervi già fatto capire che tutto ciò non vi riguarda >>
<< Mi sembrava di avervi già fatto capire che era mio desiderio aiutarvi >>
<< E questo desiderio da cosa è nato,di grazia? >>
Quella era una domanda che non si aspettava. Gaia,disorientata,rimase per un secondo a pensarci,poi la risposta si fece chiara e ben nitida nella sua testa,e rispose
<< Prima di tutto vi devo la vita,vi sono riconoscente e non mi recherò via di qui fino a che non avrò estinto i debiti che sento di avere con voi. >> …in realtà quello era in secondo piano: il vero motivo era che non desiderava tornare a casa, lasciando quel ragazzo in balia di se stesso e della sua maledizione. Non ne capiva bene il motivo, ma non aveva alcuna fretta di andarsene,e non se la sentiva di abbandonare una cosa che il destino le aveva offerto gratuitamente,nelle sue mani, chissà per quale preciso motivo o scopo,lei non lo sapeva ancora. Il suo cuore stava di nuovo bene in quel luogo, e lo avrebbe ascoltato,come il suo istinto;e per ora esso voleva restare.
<< Ebbene ringrazio la vostra bontà di cuore,è una grande virtù; ma vi ho già ripetuto che… >>
<< Anche io vi ho già ripetuto le mie intenzioni >> Lo interruppe Gaia << e vi ho anche ripetuto che non cambierò idea. . perdonatemi ma sono stanca. Desidero,con il vostro permesso,ritirarmi nella mia stanza >>
<< Andate pure,non sarò di certo io a trattenervi dall’allontanarvi da me >>
Gaia lasciò perdere il suo pungente sarcasmo e disse << Vi ringrazio. La cena era davvero ottima, e a dire il vero è tutto davvero bello qua,i miei complimenti. Ora vi do la buonanotte,a domani Signore. >> Detto questo, fece un veloce inchino educato e si allontanò. Prima che uscisse,però,il principe fece in tempo a risponderle e a darle la buonanotte << e comunque, ricordate sempre che tutto ciò che è bello può essere anche tremendamente pericoloso.>> …ma sfortunatamente,era veramente troppo basso il tono di lui,e lei già così distante,che non capì ciò che le aveva risposto. Anche se, in seguito avrebbe dovuto seguirlo ardentemente,quel consiglio.
Gaia chiuse la porta dietro di se e si incamminò velocemente nella sua stanza. Ci mise un po’ a ritrovare la via per la sua camera,ma ormai si stava abituando all’ambiente enorme e mistico allo stesso tempo di quel castello,e si orientava meglio di prima. Arrivata,si chiuse dentro,si rimise la vestaglia e andò a sdraiarsi sul suo nuovo,comodo letto. Oramai era quasi buio,e il principe si sarebbe fuso con la notte.
Chissà se era già successo. Chissà come avveniva questa tramutazione,da sostanza solida e umana,a qualcosa di così poco concreto,inodore,insapore. Non si poteva toccare… come sarebbe stato assistere? E cosa si provava a non sentirsi più il proprio corpo addosso..? Il gusto,l’olfatto,il tatto,i sensi li avrebbe persi tutti ...era così curioso,il meccanismo,ma qualcosa di inspiegabile a pensare. Improvvisamente, si sentì una sensazione conosciuta,provenire dagli occhi,che si preparava a inondarli…le stavano cadendo calde e salatissime lacrime. Perché mai le versava per quel ragazzo così impertinente,arrogante,ingrato e testardo a rimanere nella sua completa solitudine?!Aveva davvero perso la ragione?Era solo per scappare da una vita infelice che aveva deciso di restare? no,non era proprio così. Lei non voleva scappare da una vita infelice,ma voleva invece rincorrere quel qualcosa che l’avrebbe portata ad una vita basata sulla felicità. E non era detto che in quel luogo ci fosse quel che cercava,ma poteva pur sempre essere un buon inizio. E cosa c’è di meglio che non ridare la pace a qualcun’altro per ritrovare la propria? Doveva troppo a quel principe. E quel soggiorno inaspettato,le riservava molto,ai suoi occhi giovani ed inesperti. Più ci rifletteva,più giungeva a una sola conclusione. Si,di certo la sua è stata una scelta ragionevole!
Ad un tratto,senza preavviso, la porta si aprì di poco e la stanza si fece via via più buia. Entrò un leggero sbuffo d'aria fredda.Che diavolo accadeva? Possibile che in quel castello niente fosse come sembrava,e i mobili,le stanze,tutto apparisse così irreale,con un’atmosfera …magica? Erano forse solo sue ipotesi,o false illusioni;Gaia incominciò a spaventarsi e a tremare,non capiva quel che stava accadendo,sentiva nell’aria un’immensa tristezza e solitudine,sentimenti così forti in quel momento come mai prima d’allora li aveva provati in un modo così intenso; si chiedeva donde provenisse tutto ciò,che non era fantasia,e nemmeno finzione. Poi, ad un tratto, udì la voce di Henry.
<< Vedete quel che devo sopportare ogni notte?Capite come mi senta io in questo momento,avvolto in ciò che più di triste e crudele ci sia?!Come potete solo pensare di aiutare un cuore che affoga in questi sentimenti,se essi sono così forti!?! >> era così irrefrenabilmente soave,leggiadra,quasi sospesa nell’aria,nel vuoto,nel nulla…eppure la sentiva,c’era,ma non aveva sostanza reale,non sapeva dove aveva origine.
<< Avete già perso ogni speranza di essere felice,vero? >> rispose d’istinto Gaia a voce bassa,anche se non riusciva a comprendere a chi stesse parlando. Aveva paura,la paura di una cosa che non si conosce,certo. Intorno a lei vi era solo il buio,buio pesto e la voce di Henry proveniva da un punto indefinito.
<< Vi siete lasciato prendere da tutta la negatività che ora v'avvolge,e avete ora paura di uscirne per scoprire se esiste qualcosa che vi possa dare più di quanto vi aspettate in verità…N-nello stesso tempo avete paura di restarne deluso e di ricadere in un baratro ancora più profondo e temibile. >>
< hai paura…lo sapevo,lo sento dalla tua voce,trema >
< No! Affatto,ti sbagli… >
<< Ti prego,ora basta. Lo vedi tu stessa,mi temi,e salvarmi è impossibile >>
<<  Sono testarda,io stessa cerco la felicità e so di poterla raggiungere un giorno…perché per te dovrebbe essere diverso?!?Sei anche tu umano,no? L-lo sei..!? >>
<<  non sopporterai a lungo,un giorno sarai te stessa a scappare da questo luogo >>
<< Voi mi offendete di nuovo,Signore. .Sono molto più forte di quanto voi crediate  >> così dicendo, Gaia mise fine alla discussione non certa del fatto che lui se ne fosse andato del tutto,(ma d’altronde,chi lo sarebbe stato?)e si addormentò,avvolta da quel potente buio che le donò una notte carica di tristezza.

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Capitolo 4
*** 4° capitolo ***


Il mattino arrivò presto e la stanza era illuminata da un sole accecante. La mancanza delle tende si notava subito. Si sentivano in lontananza il verso degli uccelli che costeggiavano spesso il mare, e c’era un leggero venticello che entrava dalla finestra chiusa appena e che rendeva piacevole il risveglio.
Gaia si svegliò così,dopo una notte priva di sogni,e sorrise a occhi chiusi per il risveglio così piacevole.Poi aprì gli occhi,fece per alzarsi, ma d’un tratto si sentì tirare i capelli,e ricadde con la testa sul cuscino. Si girò sorpresa lentamente alla sua sinistra e vide che al fianco di lei stava dormendo il principe Henry. Notò infatti che aveva una mano appoggiata sui suoi capelli,ed era impossibile muoversi… lui costituiva l’impedimento! La situazione era tremendamente imbarazzante e non sapeva come uscirne. Poteva sì svegliare il principe,ma poi cosa gli avrebbe detto?Lei non avrebbe saputo spiaccicar parola dalla vergogna,soprattutto perché si sentiva tremendamente in peccato,senza motivo... e poi aveva sul serio il “permesso” di svegliarlo?Decise di meditarci ancora un po’ e nel dubbio lo avrebbe lasciato dormire. In fondo lei era lì,nel suo letto, o comunque quello che gli aveva dato lui,essendo un’ospite,e non era certo lei l’intrusa…Forse era stato a causa della trasformazione; ieri notte lui era venuto a mostrarle quanto la sua decisione comportasse, e poi sarà rimasto nella sua stanza e,arrivato il giorno,si sarà ritrasformato…. qualcosa del genere. Quelle di Gaia non potevano essere altro che congetture perché non sapeva come stavano in realtà le cose.
Si ridistese arresa,e senza accorgersene si mise a guardare ogni lineamento del ragazzo. Aveva lineamenti delicati che gli davano un’aria innocente, di cui il suo carattere era privo;erano però lineamenti che,quando volevano,sapevano diventare duri e severi. Le ciglia erano davvero lunghe,i capelli bruni gli cadevano certi leggermente sul viso,certi erano scostati dietro,e gli arrivavano qualche centimetro sotto le spalle; aveva delle belle labbra, non troppo piene ma neanche sottili.Le ciglia erano folte e imbronciate,e gli donavano un'aria molto infantile,del bambino che sta facendo qualche brutto sogno,. Poté scorgere anche,sul collo verso destra,un piccolo neo che le parve dargli un’aria più umana che a chiunque altro,e scatenò il salto di un battito in Gaia.
Che importava se aveva una maledizione terribile addosso?
È pur sempre umano. Ha dei sentimenti,delle debolezze,dei difetti, e anche lui,nonostante non lo ammetta, ha dei desideri di felicità pari a qualsiasi altro essere vivente,perché è esattamene a quella specie che lui appartiene. Gaia in quel momento si sentì intimorita, proprio per la sua ultima constatazione del fatto che fosse così umano,così reale,così simile a un comune ragazzo...di quelli che aveva visti giù,al suo paese,anche se non così belli,e lei si sentiva così uguale a lui…la pervase quindi una sensazione strana. Eppure non era quello di cui avrebbe dovuto aver timore.
Come può la gente essere cieca a tanta umanità?
In quel momento sentì un gemito provenire dal suo lato,che la allontanò subito da quei pensieri. Allarme che l'avvisava che fra non molto si sarebbe svegliato. Presa alla sprovvista, pensò di fingere di dormire,e così fece,riaddormentandosi poi piano piano,sul serio. Il principe Henry si svegliò qualche mezz’ora dopo,accompagnato dalla brezza delicata della mattina e dal rumore delle onde provenienti dal mare. S’accorse da subito di una presenza accanto a lui. Alla sua destra vide Gaia dormiente, e la propria mano appoggiata sui soffici e lunghi capelli di lei.Prima si sorprese,non capiva come mai si fosse risvegliato li,accanto a quella sconosciuta.Poi si concentrò su di lei e si ritrovò a fare ciò che a sua insaputa Gaia fece poco prima con lui. Si appoggiò su un lato,per stare più comodo,liberando i capelli di lei. Incominciò a studiare ogni minimo tratto del suo viso,dalla pelle così delicata alle guance lievemente arrossate,il labbro inferiore più pronunciato rispetto quello superiore,un piccolo e grazioso nasino con la punta all’insù…fino ad arrivare al suo bellissimo taglio degli occhi, di cui conosceva già il colore,che prendevano,chiusi,una forma allungata simile ai tratti orientali; quanto sembravano profondi e determinati quegli stessi occhi! I capelli erano anch’essi meravigliosi,molto lunghi,quasi fino alla vita,di un castano che in quel momento per effetto dei pochi e deboli raggi mattutini del sole,era più chiaro di quanto fosse in realtà; si era chiesto,egli,come facesse a tenerli così bene,dai tanti che ne aveva. Formavano continuamente lievi onde, che parevano spesso avere vita poco prima della fine. Era davvero bella.
Purtroppo però Henry doveva fermare quei pensieri prima che prendessero un sentiero,nella sua mente,che non sarebbe stato conveniente a nessuno; prima che fosse troppo tardi.
Lui non poteva averla.
Lui era quello condannato a vita da una maledizione interminabile; lui era quel ragazzo isolato e temuto da tutti,senza un reale motivo; lui era quello a cui la felicità era stata ed era negata. Aveva cercato di far capire a quella ragazza che non poteva tentare di alleviare il peso di ciò che era,e nonostante questo lei non voleva saperne. In realtà si stava davvero concedendo il lusso,in particolare in quei pochi istanti,di credere,sperare, che lei potesse aver ragione…ma era un’idea che doveva annientare dalla sua mente,non avrebbe avuto basi fondate,e non sarebbe servito ad altro che illudersi.
Eppure….e se invece fosse lei stessa a togliere la maledizione?Se fosse lei la sua metà,la sua anima gemella..?! Quella che attendeva,quella giusta…? gli sussurrava una vocina,piccola,lontana dentro di lui. Ma non voleva dare ascolto a quella voce, malefica tentatrice che voleva solo distrarlo. Doveva pensare alla realtà,a come stavano davvero le cose,e questo bastò per zittire quel suo lato di coscienza.D'altronde,la sua razionalità l'aveva sempre salvato dai pensieri che potevano procurargli illusioni,per farlo poi soffrire ulteriormente.
<< Non sai in che guaio ti stai cacciando…Io sono pericoloso per te e tu sei pericolosa per me,vai via finché puoi >> sussurrò piano,il principe,dando voce ai suoi pensieri.
In quell’istante Gaia aprì gli occhi, e si ritrovarono accanto,l’una a fissare l’altro,ognuno cercando di tirar fuori ciò che gli passava per la testa,ma il silenziò insieme all’imbarazzo,si impadronirono presto della camera fresca:nessuno sapeva effettivamente che cosa dire. Henry solo in quel momento, realizzò che sarebbe dovuto essere nella sua stanza. Per un attimo, avrebbe voluto diventare un tutt’uno col letto e sparire, per evitare quella situazione. Ma una cosa era certa:non avrebbe permesso che accadesse un’altra volta.
<< Hem
....Io,Io credo di dovervi porre le mie scuse,ecco...N-non avevo nessuna catt... >>
<< Oh.....so,so benissimo che non l'avete fatto apposta ecco....mi dispiace  >>
Dispiacerle?che ragazza strana,e dire che sarebbe toccato,in verità, a lui dirle che gli dispiaceva a giudicare dalla situazione.
"Ha un animo troppo,troppo innocente",pensava il padrone del castello. Sarebbe davvero resistita più di una settimana in quella casa?
Henry dubitava fortemente che potesse stare bene ed essere felice con lui.E lui non desiderava di certo fare la parte del cattivo,costringendola tra quelle mura.Sapeva che,alla fine,sarebbe scappata prima o poi,per la paura...o da altre cause;Ne era perfettamente cosciente.A che scopo iniziare,quindi?
Restarono ancora per qualche minuto a scrutarsi,entrambi senza proferir parola ,avvolti da un velo di imbarazzo,non del tutto nuovo a loro,ma che ne sentivano entrambi il peso,allo stesso modo.Lui,apparentemente impassibile e riflessivo in quel momento tanto inconsueto;Lei,agitata,nervosa e palesemente imbarazzata,chiedeva alla sua mente di formulare la domanda sul motivo di questa intrusione notturna.
<< Tu non resisterai più di una settimana qua dentro >> sentenziò Henry ad alta voce,come per risposta ad una lunga e travagliata riflessione,più a se stesso che a lei.
Gaia,che fino a un momento prima era preda di quegli occhi color smeraldo,curiosa di scoprire ed interpretare correttamente i suoi atteggiamenti,volendo penetrare quello sguardo ambiguo e poco trasparente, alle sue parole si ridestò dai suoi pensieri e corrugò leggermente la fronte.
Il viso,che poco prima pareva appartenesse ad una bambina, ora sembrava quello di una donna decisa a far cambiare idea al mondo intero,se necessario,che non si sarebbe arresa a niente e nessuno.
<< e posso sapere il perché mai dite questo?Mi farebbe piacere sapere il vero,dato che avevo già notato la vostra ostilità nei miei confronti....e non capisco:Ho per caso sbagliato in qualcosa,signore? >>
Sottolineò la parola "signore" con un velo di palese arroganza,che non sfuggì per niente al principe e,sul viso di quest'ultimo,si stese un sorriso laterale piuttosto marcato,che lo rendeva anche più arrogante di quanto già non fosse.
Forse quella ragazza non era così fragile come gli era parso poco prima.Di certo,non poteva abbassare la guardia in sua presenza,essendo lei dotata di buon intuito e di uno sguardo sveglio e vivo,tipico di chi può colpire il bersaglio al momento giusto.
ancora con quel sorriso sulle labbra,Henry dichiarò spavaldamente << sembrate così indifesa signorina che il vostro animo delicato non ce la farà a reggere a lungo andare;e questa,è una deduzione che viene da una persona che se ne intende,che è abituata alle reazioni degli altri e ad essere trattata in malomodo,a patire sofferenze...Ve lo posso assicurare,è vero;questa è la verità che voleva vi dicessi. >>
<< Se Voi credete che io sia così debole vi sbagliate di grosso!Mi spiace dirvelo,e sembrava che questa discussione l'avessimo conclusa giusto ieri sera... >>
Gaia non aveva ancora rimosso l'irritazione della sera prima,dopo la lite col principe Henry,e ora questa stava per esplodere.Proprio non sopportava i caratteri
così orgogliosi,se ne sarebbe voluta andare solo per non aver a che fare con l'arroganza di quel ragazzo;come si permetteva di comportarsi e parlare con lei come se la conoscesse?Con quella familiarità,che si da' forse agli amici intimi,quelli con cui ci si confida da anni.Ma loro erano in rapporti da soli due giorni,e non avevano fatto altro che parlarsi di sfuggita e discutere.
Ciononostante se lei se ne fosse andata (come desiderava lui) gliela avrebbe data vinta!e il suo orgoglio non avrebbe retto una simile sconfitta.
non gli avrebbe dato ragione,ma gli avrebbe dimostrato quanto si sbagliava..Non era solo per una questione d'orgoglio personale,ma anche di una battaglia con se stessa;quella battaglia che era iniziata dal momento che ebbe messo il primo piede dentro i confini della foresta!La sua prospettiva doveva quindi essere rosea e piena di speranze:non poteva abbandonarla così,senza aver lottato fino allo sfinimento!
<< La discussione non finirà mai;non finché mi sentirò in dovere di tirarvi fuori dai guai a cui desiderate ardentemente sottoporvi.La vostra è una fatica,a mio parere,sprecata e insensata.
Se sapeste,se vedeste con i vostri occhi,allora credereste... >>
poi Henry distolse lo sguardo da lei e ammise,a voce bassa,quasi stesse parlando tra se e se << Non sopporterei di vedere soffrire un'altra persona come mia sorella a causa mia >>
A lei tali parole arrivarono alla perfezione.Aveva capito,ora.Allora era questo il reale motivo per cui non desiderava la sua compagnia?Perché sdegnava ogni forma d'aiuto e comprensione?Era anche per questo motivo che se ne stava lontano e distaccato da tutti?
Col passare del tempo,e con la morte della sorella,si sentiva pericoloso per gli altri e ora che una sconosciuta voleva soccorrerlo,la paura che anche lei potesse soffrire a causa sua si era insediata nel suo animo già notevolmente tempestato,non voleva essere causa anche della sofferenza altrui.
Gaia si rese conto che di non aver ancora conosciuto il vero carattere di Henry...però forse pian piano gli avrebbe tolto quella maschera.
Henry si alzò dal letto e si diresse verso l'uscita e,senza rivolgerle lo sguardo,le porse nuovamente le proprie scuse per l'intrusione notturna e se ne andò.
Gaia invece rimase distesa a pensare.
S'accorse che fino a quel momento aveva sbagliato...non capendo quanto l'arroganza e maleducazione del principe fossero false in realtà,l'aveva invece ripagato con lo stesso comportamento.
La rabbia non le aveva permesso di guardare più a fondo nel suo cuore,non l'aveva capito.
Infondo era solo un giorno che si conoscevano,come poteva saperlo?L'impegno che si era presa era più di quanto lei potesse fare.Di certo però non si sarebbe tirata indietro proprio ora.Con più lucidità del giorno prima si vestì,scegliendo un lungo abito giallo che scendeva giù dritto fino ai piedi e scese giù per la colazione.
Avrebbe trovato una soluzione.Ma cosa doveva fare?forse avrebbe dovuto cercare l'anima gemella del principe...Ma dove cercarla se in tutto il paese avevano paura di lui?
e poi,chi si sarebbe potuta innamorare di un principe dal carattere così burbero e lunatico,e che per di più che non voleva essere aiutato?non aveva la minima idea di dove iniziare.
Senza un reale motivo Gaia sorrise e scese l'immensa scalinata che portava al salone.
Nel frattempo due occhi gialli e schivi la squadravano e,quando si accertarono che Gaia fosse scesa per la grande scalinata,quattro zampe nere presero a correre nella stessa direzione della ragazza.
Era inutile tenere il muso.Ora che era venuta a conoscenza  delle reali motivazioni del principe,tutta l'irritazione era scomparsa,lasciando il posto ad una strana e insensata tranquillità che da anni non accompagnava più la giovane.
entrò nel salone,illuminato dai forti raggi del sole che entravano prepotentemente dalla terrazza;
Quando gli occhi di Gaia si abituarono a quella immensa luce cercò di scorgere il principe,ma non si trovava lì.
Si affacciò allora al balcone e lo vide:Disteso sotto un albero all'ombra e contornato dai mille e più papaveri che si stanziavano intorno a lui,il principe se ne stava appoggiato con la schiena lungo il tronco,immerso nella lettura.Tutt'intorno un leggero venticello dava vita alla natura di quel luogo.sembrava quasi che nascondesse anch'essa una sorta di magia.il sole illuminava a chiazze il luogo,senza però inoltrarsi all'inizio del bosco,che confinava con l'inizio della raduna di fiori.Al contrario del giorno precedente,Gaia non sentiva più quella curiosità per quel luogo misterioso.In quel momento era più attratta da ciò che si stanziava intorno a lei.Fu come se il bosco segnasse i confini di un altro mondo.Come se ora fosse in un'altra dimensione,e per quanto si stesse trovando in una difficile situazione,era di certo più serena e sentì rinascere quella forza che aveva da bambina.Quella forza che la faceva sentire spensierata,che la faceva sorridere anche se era appena inciampata per terra e si era fatta male.Per un attimo fu come se gli ultimi anni della sua vita,dalla morte della madre,non fossero mai stati reali.Si sentiva come un animale che è stato in letargo troppo a lungo,permettendo agl'incubi di farle da padrone.Un inverno davvero lungo.In ogni caso,ora sentiva la primavera alle porte,il letargo stava per aver fine.
Quanto avrebbe desiderato fermare l'immagine che si trovava dinanzi! Poi sentì l'istinto di fare una cosa che ormai non faceva da molto tempo.
voleva prendere carta,matita e colori per dipingere tutto ciò!Anni e anni fa sarebbe stato,per lei,un desiderio normale e frequente,ma da quando la sorella si era maritata,e dopo l'addio ad Alexis,si era sentita talmente triste e sola da non riuscire più a disegnare.
Ora invece quel stupendo paesaggio era li,che le chiedeva l'eternità.Sembrava chiedesse "fammi tuo".
Bastava un foglio e una matita e questa richiesta sarebbe stata soddisfatta.
Non riuscendosi a trattenere raggiunse la cucina,dove la governante stava adempiendo ai suoi doveri,e le si avvicinò.Essa S'inchinò educatamente,anche se un po' impacciata dagli anni,e poi le fece un sorriso benevolo,come per chiederle cosa potesse fare per lei.
Gaia non aveva idea di come fare per porle la sua richiesta,poi improvvisamente la governante tirò fuori un foglio e una penna e glielo porse.Gaia non ci pensò due volte e scrisse la sua richiesta,e la governante,dopo averla letta,la incitò a seguirla.
Come poteva essere in grado di leggere e scrivere una sordomuta?per di più una governante,una serva che non aveva questi diritti.Tra l'altro,a causa del loro handicap,non le sarebbe stato comunque possibile.
Ma Gaia non voleva farsi domande inutili in quel momento,la voglia di dipingere era esageratamente forte.
La governante le fece strada per un corridoio,alla ragazza ancora sconosciuto, ed entrò in una stanza buia,si avvicinò ad una grande finestra e l'aprì,facendo entrare la luce del giorno.Subito le arrivò alle narici l'odore tipico dei colori e dei dipinti,un odore che amava e sentiva in qualche modo,suo.
La stanza era piena di ritratti,dipinti da chissà chi,ma bellissimi,che davano vita a ciò che rappresentavano.Rimase a bocca aperta,non sapendo cosa pensare.forse il principe Henry dipingeva?
forse in fondo erano più simili di quanto credesse.
Non ebbe il tempo di osservare i quadri che la governante le mostrò un cavalletto e una tavola di colori impolverati,probabilmente da troppo tempo nessuno ne faceva più uso;poi le porse una tela leggermente ingiallita dal tempo,ma in ottime condizioni. Prendendo da un cassetto sotto il comodino,a lato della stanza,anche le varie polveri che si usavano per fare i colori,uscirono dalla stanza ,senza che Gaia avesse avuto il tempo di osservarla per bene.scesero nel terrazzo e la governante aiutò la giovane a posizionare il tutto.
Gaia ringraziò con un inchino,poi si sedette sullo sgabello e la sua mano,inizialmente titubante e tremante,si gettò sulla tela.Gli occhi erano attenti ad ogni particolare:la mano di Henry che reggeva il libro,le pagine leggermente scosse dal vento,
i papaveri che sembravano danzare e incitare il mondo a festeggiare con loro la propria gioia di vivere...
non che ci fosse un motivo particolare per far festa,ma sembrava che la natura fosse entusiasta della propria energia,ricevuta dal sole e alimentata dalla terra.
Poi la figura abbozzata di Henry prese via via più realismo.Gli occhi bassi che rincorrevano le parole,il suo sguardo era concentrato in chissà quali riflessioni,data la fronte corrugata,e i capelli corvini volevano festeggiare insieme a tutto il resto del mondo,sembrava implorassero la libertà...le labbra rosee erano socchiuse,nonostante ogni tanto si chiudevano,per poi liberare un sospiro.Una mano cambiava di volta in volta le pagine e le sfiorava appena,quasi fossero così fragili da rompersi in una morsa meno delicata.
La mano di Gaia prese il ritmo di quella danza frenetica che le si stagliava di fronte,e inizio anch'essa a danzare sulla tela con molta grazia e bravura.Non sentiva più nessun rumore,aveva ormai perso la cognizione del tempo facendo ritorno a quella dimensione a lei tanto familiare,nonostante da tanto non la sentiva più.
Improvvisamente il rumore delle campane che segnavano il mezzogiorno la riportò alla realtà,e con lei anche il principe.Alzando lo sguardo nello stesso istante,si guardarono quasi smarriti,ma fu solo un attimo,dopodiché il principe s'alzò dalla sua postazione e s'avvio verso l'entrata della sua dimora.
Il viso di Gaia avvampò e,dopo essere stata per un lungo asso di tempo con la mano bloccata,alzandosi dallo sgabello si voltò e,inaspettatamente, si ritrovò faccia a faccia col protagonista del suo quadro.
per un attimo le prese il timore di aver sbagliato a prendere l'iniziativa senza il suo consenso,poi noto che il principe era concentrato su ciò che c'era alle spalle di lei.I suoi capelli erano ancora un pò in disordine e qualche erbetta gli era rimasta attaccata ai pantaloni.Il suo viso comunque non mostrava nessuna traccia di irritazione.
O era un bravo attore,oppure davvero non era arrabbiato con lei.


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Capitolo 5
*** 5° capitolo ***


Gaia aveva capito che lo sguardo di Henry era posato sul suo quadro,ancora incompleto.
Aveva paura di aver provocato la sua pazienza...in fondo era lui il padrone di casa,lei era l'estranea e si era permessa di prendere le sue cose senza avvisarlo.
Forse avrebbe dovuto fermare il suo impulso prima di...
<< L'hai fatto tu? >> il tono del giovane era talmente basso che,se Gaia non gli fosse stata così vicina,neanche l'avrebbe udito.Lei rimase quasi spaventata da questa semplice e innocua domanda,e Henry dovette aspettare un pò prima di ricevere risposta
<< Cosa? >> sussurò con fiato smorzato lei.La domanda era completamente inaspettata e del tutto banale.Era ovvio che l'avesse dipinto lei,chi altri se no?!Henry mostrava un'apparente calma.
<< Si,questo quadro intendo. >>
<< o,oh,s-si si!ecco mi perdoni io,io non avrei dovuto senza il suo permesso e... >>Gaia era talmente agitata che si ritrovò a parlare a raffica,le mani le sudavano e la voce tendeva a spegnersi.la situazione era per lei già abbastanza complicata,ci mancava solo un'altra lite.
Henry,d'altra parte,non capiva perché l'avesse così intimorita...metà della sua attenzione era ancora rivolta al disegno di lei,alla vita che emanava la tela e a quelle linee che parevano danzassero.Non se lo sarebbe mai immaginato,era piacevole ma nello stesso tempo fu per lui un ricordo doloroso.Henry si avvicinò al disegno,ignorando Gaia; la sua mano sfiorò la tela,analizzandola con attenzione ogni particolare. << Anche mia sorella >>
Gaia,vedendolo così quieto,decise di ritrovare la calma per parlare.Poi,Alle ultime parole di Henry,si voltò di scatto verso di lui. << ...Sua sorella? >> In realtà non sapeva se a lei fosse permesso nominarla,quasi la spaventò il silenzio di Henry.
<< anche lei amava dipingere >> i suoi occhi erano pieni di malinconia e a lei parve che la sua mente si fosse persa in sconosciuti e tristi pensieri
Quindi i quadri che c'erano in quella stanza non erano del principe...Gaia si sentì terribilmente in colpa,aggrottò la fronte,com'era solita fare quando non sapeva come uscire dalle situazioni imbarazzanti.
<< Mi,mi perdoni,io non potevo sapere che.. >>
Henry sorrise leggermente,lo sguardo ancora rivolto al quadro. << No,non ti preoccupare,non c'è bisogno che tu chieda scusa....Anche lei faceva tele belle come questa >>
Gaia era imbarazzata da quel complimento così diretto.Per la prima volta,dopo le ultime liti,il principe per la prima volta stava facendo trasparire una piccola parte del suo carattere gentile.
Tutto ciò la fece sentire però ancora più in colpa.Non voleva risvegliare in lui ricordi così dolorosi,era li per tirarlo fuori dal dolore.
<< Se preferisce posso anche smettere immediatamente!Non vorrei provocarle disagio,ecco.Se vuole posso anche buttare la tela,potremmo fare come se non l'avessi mai dipinta! >>
Henry poté facilmente leggere il suo stato d'animo,in quel momento.Sapeva che voleva farlo per lui e che si sentiva terribilmente a disagio all'idea di buttarla. In fondo a lui non dispiaceva affatto il suo hobby;
Per la prima volta,dopo la perdita della sorella,si sentì nuovamente parte di quel mondo,e ringraziò mentalmente Gaia per questo.Il solo pensiero di perdere nuovamente quella sensazione lo spaventò più del dovuto,più di quanto volesse in verità.
<>poi,senza pensarci,aggiunse quasi stesse parlando tra se e se << Quando mia sorella dipingeva passavo le mie giornate a guardarla...Mi ha sempre dato sollievo... >>
Gaia non s'aspettava una simile confessione da parte sua,nonostante ciò sorrise dolcemente,la sua naturale timidezza impedivano agli occhi di volgersi su quelli di lui << La ringrazio,è molto gentile da parte sua...da tanto ormai non dipingevo più,poi questo bel paesaggio mi ha rapito,non ho saputo resistere... >>
D'improvviso riapparve il sorriso arrogante di Henry << Bè,noto che il paesaggio non è l'unica cosa che ha rapito i vostri occhi... >> ,affermò soffermando lo sguardo sulla propria persona disegnata,appoggiata al tronco dell'albero.Gaia avvampò e cercò nella sua testa una risposta logica da dargli,il che era tutt'altro che semplice;si sentiva terribilmente vulnerabile,il che portò a far affiorare il suo tono arrogante che era solita usare con lui.
<< oh io,bè,Non vorrei essere fraintesa,semplicemente facevate parte della composizione; posso assicurarvi che è stata una semplice coincidenza! >>
Henry soffocò un risolino impertinente:
<< Ah ah!certo,non preoccupatevi,non v'è motivo alcuno per irritarsi,la mia voleva essere solo una provocazione.Sa,ho scoperto che mi divertono particolarmente le liti con lei,ha sempre la risposta pronta >>
Gaia s'indispettì.Non era fatta per farsi mettere i piedi in testa,nonostante fosse normale per le donne di quei tempi.
<< La mia arroganza non ha nulla a che vedere con la mia permalosità!Ho una dignità e non mi piace che sia sottovalutata,tutto qua >
<< mh,di certo lei è la prima donna da cui sento tanta decisione...Ciononostante non significa che non sia d'accordo con lei,tutt'altro...Devo però farle notare che questo suo carattere non l'aiuterà molto per la ricerca di un marito >>
<< Non che la cosa mi preoccupi,Mio marito dovrà ovviamente amarmi per quello che sono.Tra l'altro in questo momento non sono di certo alla ricerca di un consorte.E' l'ultimo dei miei pensieri >
Henry sembrava capire sempre meno la mente contorta di Gaia...Avrebbe voluto allontanarla da se ma nello stesso tempo non resisteva alla voglia di conoscerla meglio,di parlare dopo tanti anni con una persona in carne ed ossa.Non s'era mai sentito così forte e vulnerabile nello stesso tempo,la presenza di quella ragazza,il suo interessamento e l'arroganza che lei gli riservava stavano diventando quasi fonte di salvezza per il suo stato d'animo,nonostante non l'avrebbe mai ammesso a se stesso.
<< Strano,eppure di solito i diciassette anni è l'età in cui le ragazze decidono di farsi una propria famiglia,o se non sono loro ci pensano i genitori... >>
<< Come le ho già fatto presente una volta,la mia famiglia è di basso ceto,di certo non possiamo permetterci matrimoni combinati. >> Non riusciva proprio a capire da dove venisse tutto questo interessamento del principe,si stava comunque alterando.Non le erano mai piaciute le persone troppo curiose.
<< Capisco...E mi dica un pò,come dovrebbe essere una persona meritevole del vostro amore? >>
Stava di certo prendendola in giro,quel sorriso arrogante era ancora posato sulle sue labbra.Gaia invece non riusciva a scherzare,soprattutto se in gioco c'erano le sue idee,sulle quali era fortemente convinta.
Una scossa elettrica attraversò i loro sguardi,quello di lui arrogante e di sfida,quello di lei invece era terribilmente offeso e preso di mira.
A distoglierli dai loro muti discorsi arrivò la governante,che nel frattempo aveva apparecchiato la tavola e servito il pranzo.Erano talmente presi da se stessi che avevano dimenticato il resto del mondo.Si sedettero e Gaia continuò il discorso interrotto.
<< Non capisco come possa rispondere ad una domanda di questo genere,non si può mai sapere cosa ci riserva il destino, per questo non sarei capace di darle una risposta esatta;
E' come chiedermi cosa farò domani:certo potrei suggerirle i miei piani,ma quasi sicuramente non rispecchieranno mai ciò che realmente farò... >>
Henry sembrò riflettere per un attimo a ciò che quella ragazza gli aveva appena detto,poi alzò lo sguardo e la guardò,questa volta con serietà << è dotata di una vivace intelligenza,peccato che a volte sfiori leggermente la superbia.Non se la prenda,ma siete talmente ferma sulle vostre idee che sembrate assolutamente certa di aver ragione. >>
Ora stava esagerando.Lei era decisa a fermare la discussione,per evitare l'ennesimo litigio.
<< a quanto pare abbiamo una cosa in comune allora. >>
Lui rimase sbalordito e non rispose.
Gaia non sapeva se rimanere offesa o sentirsi orgogliosa di aver avuto l'ultima parola.Era assolutamente insopportabile,ed era straziante vedere come la sua gentilezza sfociava sempre in una scusa per discutere!Incominciarono a mangiare e da li fino alla fine del pranzo rimasero in silenzio,lui faceva come niente fosse accaduto,lei non lo degnò di uno sguardo,persa nei suoi pensieri.Poi decise di dar voce ai suoi dubbi.
Gaia si decise e disse,senza guardarlo ma con chiara ira nelle parole << Ha intenzione di farmi visite durante la notte,o posso addormentarmi tranquillamente senza aver paura di ritrovarla nel mio letto la mattina? >>
Henry arrossì terribilmente,proprio non se lo aspettava.Era forse in collera con lui?era più permalosa di quanto credeva,presto sarebbero arrivati a non sopportarsi più,ne era certo!
si ricompose e,dopo essersi schiarito la voce,l'assicurò << No-non ho nessuna intenzione di disturbare il suo sonno,stia tranquilla. >>
purtroppo la sua reazione non era come Gaia se l'aspettava.Credeva di averlo messo a disagio,invece lui non si era minimamente scomposto.Lo guardò stranita per un attimo...
<< O-Oh,certo,bene. >>
<< Mi sembrate dispiaciuta.Non credevo che il risveglio di questa mattina vi fosse stato così gradito >>
A momenti Gaia non gli sputò l'acqua in faccia,per fortuna si trattene e,arrossendo sempre di più,ricomponendosi,gli rispose.
<< Credetemi,sono più che sollevata a sapere che mi risveglierò da sola nel mio letto; di certo avrete letto male l'espressione del mio viso,in fondo non siete abituato a... >>
Si fermò così.Senza pensarci,stava per dire un'amara verità che di certo non era da esprimere ad alta voce.Maledizione.Perchè non pensava prima di parlare?perché da quando era in quel luogo,ogni cosa che faceva finiva col essere sbagliata?
Perché era una stupida,pensò.
Henry si era fermato di mangiare.stranamente non si sentiva in collera o offeso per quello che lei stava per dirgli.Si sentiva solo confuso,senza saperne il motivo.
Alzò lo sguardo e si mise a osservare l'espressione di lei.La vide abbassare gli occhi,avvampare improvvisamente e spostare lo sguardo prima a destra,a sinistra,poi sul piatto..........più di una volta la scoprì morsicarsi il labbro inferiore,segno di nervosismo,e ogni tanto le sopracciglia si corrugavano, fino quasi ad incontrarsi.Si era irrigidita,quasi a voler passare per un oggetto inanimato.  
Voleva sapere cosa passava per la testa di quella ragazza,voleva saperlo così ardentemente che quasi ne era addolorato...perché lei non parlava?
non sapeva il perché,ma voleva sentire la sua voce,desiderava ascoltare la traduzione delle sue silenziose riflessioni,lo voleva troppo.
Nei suoi diciotto anni di vita,non aveva mai provato quella sensazione che i bambini provano,quando si trovano davanti un dono e sentono la voglia irrefrenabile di aprirlo per la curiosità di sapere cosa contiene.
In quel momento però penso che quello che provava ora,era la stessa,medesima sensazione.La giovane lo guardò,e si sorprese a vedere l'aria quasi sofferente e bastonata del principe.Per l'ennesima volta,ricominciò a offendere se stessa per la scarsità di sensibilità mostrata.Henry si decise.
<< perché non parlate? >>
Fu più forte di lui, non poteva sopportare ancora a lungo quel suo silenzio.per troppo tempo ne era stato schiavo.
Gaia non voleva parlare.Sentiva già il magone che le saliva,su per la gola,e non voleva piangere,non davanti a lui.
Se avesse permesso anche solo ad una parola di uscire dalle sue labbra,sarebbe scoppiata del tutto.
Henry non capiva quello che lei stava provando,la vide solo molto concentrata in chissà quali pensieri.Sembrava quasi stesse soffrendo silenziosamente.
<< Gaia?! >> provò a chiamarla,un po' titubante.Era tutto nuovo per lui,mai si era trovato in simili situazioni,e la solitudine non poteva di certo insegnarglielo.
Lei volse il viso dall'altra parte,cercando di non pensare a lui e di guardare altrove.
Purtroppo nessuno aveva insegnato la virtù della pazienza al giovane principe che,non potendo resistere a tale cocciutaggine da parte di lei,s'alzò di scatto e le si mise di fronte,chinandosi innanzi a lei,in modo da guardarla negli occhi.Gaia fu costretta a guardare quegli occhi,di un verde così intenso che ogni volta doveva concentrarsi per non affogarci dentro.Perchè quegli stessi occhi ora la guardavano così addolorati? si conoscevano da appena due giorni,eppure c'era una strana intimità tra di loro,quasi si conoscessero da una vita...O forse da più di una?
le barriere crollarono e Gaia scoppio in lacrime,coprendosi inutilmente il viso con le mani.
<< Mi perdoni io....io sono una stupida >>
Lui non capiva.Era per colpa sua?era stato forse troppo duro con lei,probabile.o forse aveva capito che la decisione di aiutarlo era stata una stupidaggine e,ora,non desiderava altro che allontanarsi da lui.Era quello che lui voleva in fondo,no?!Lui per primo le ha ripetuto,più di una volta, che non la voleva,che stava bene nella sua solitudine.
E allora perché una parte di lui stava male al solo pensiero?
Aveva forse paura di tornare ad essere solo?!
provò una strana rabbia verso tutti e tutto,verso di lei che,inconsciamente(e solo ora lui se ne rendeva davvero conto),gli aveva fatto nascere un barlume di speranza nel suo cuore,quel cuore che era stato più volte ripudiato e ferito,quel cuore che stava per essere trafitto per l'ennesima volta.
s'alzò di scatto,irato,e le disse,più freddamente delle altre volte:
<< Capisco.Te lo avevo detto che te ne saresti voluta andare da qua,ma non mi hai dato ascolto ieri!ed ora eccoti qui,a rimpiangere il fatto di aver fatto una promessa più grande di te ad uno sconosciuto.Ho capito.Se te ne vuoi andare,puoi.Nessuno qua dentro ti tiene prigioniera >>
La ragazza rimase sconvolta dalle sue parole,Le sentì come una spada infilzata nel petto.
Lui credeva davvero che questo era il motivo delle sue lacrime?
pensava che si fosse arresa,si fosse stancata e che volesse tornare alla vita di prima.Cosa avrebbe detto se lei gli avesse rivelato che in quel luogo,si sentiva felice?le avrebbe dato di certo della pazza...eppure doveva chiarire questo malinteso.S'asciugò le lacrime e lo guardò negli occhi,per riprendere quella fermezza di cui aveva bisogno.
<< Avete frainteso completamente.Non era questo il perché delle mie sofferenze,è solo che... >>non riusciva a continuare...si sentiva tanto imbarazzata che dovette abbassare nuovamente lo sguardo,sentendosi ancora quello di lui che la scrutava...
<< In verità io mi sento molto bene in questo luogo,l'unico motivo che mi ha spinto a versare le mie stupidi e inutili lacrime era che mi sono sentita stupida.Stupida perché a volte parlo e,facendomi prendere dalla mia testardaggine e dall'arroganza,dico cose che non vorrei,come prima...Non voglio dire cose che la facciano soffrire,non potrei mai!perdoni la mia insensibilità,e... >>
Henry ci mise un pò,prima di comprendere di aver malamente frainteso,e si sentì subito dopo molto stupido.Aveva agito d'istinto e s'era irato con lei per un motivo ingiusto,si vergognò a ripensare alle proprie riflessioni di un attimo prima.Il suo volto si stese e tornò tranquillo.
Si guardarono e lui comprese quanto in realtà il destino gli aveva messo di fronte.Lei voleva aiutarlo davvero e non si sarebbe tirata indietro per nessun motivo al mondo.Si,era probabile che forse,alla fine,sarebbe rimasto con la sua maledizione e che le probabilità di incontrare la sua metà fossero ridottissime.Ma ora aveva accanto una persona che voleva aiutarlo,una persona che avrebbe potuto esserle amica,riempire almeno un pò il vuoto lasciato dalla sua amata sorella.Solo ora si rendeva conto di quanto fosse vero che niente era lasciato al caso.



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Capitolo 6
*** 6 capitolo ***


<< Vi prego,non cacciatemi via da voi!Vogliate perdonarmi... >> Ripeté ella,con voce più ferma di prima ma con le lacrime che non cessavano di irrigarle il volto.Il principe non le rispose subito.Al contrario,era ancora scioccato dalla rivelazione che il suo stesso cuore gli aveva appena suggerito.L'aveva trattata in modo ignobile,e lei era colì a chiedere il suo perdono.L'aveva offesa,l'aveva fatta sentire inutile e stupida ma lei non si era piegata:anzi,era li,davanti a lui...ed era come se il vento si abbattesse contro una grande quercia,ma essa tanto è forte,che rimane con le radici a terra,senza scomporsi minimamente.Lei tra l'altro,gli aveva appena rivelato anzi di essere felice in quel luogo,triste e malinconico,che per lui era solo una prigione.Mai,come in quel momento,a lui parve non di avere davanti una contadina qualsiasi che aveva salvato,ma di trovarsi al cospetto di un angelo mandato da Dio,per lui,perché forse esisteva realmente qualcuno lassù,e forse gli ha inviato un angelo per salvarlo,perché in fondo,tutto ciò che aveva passato,non se lo meritava.Anche lui voleva essere felice,Gaia aveva ragione.Come poteva esser stato così cieco?e perché non sperare?ne aveva il diritto.Si,ora sapeva che almeno un po',forse poteva sperare in qualcosa di buono,senza illudersi del tutto però.in fondo,una ferita rimasta aperta per diciott'anni non poteva rimarginarsi così facilmente.
Qualche minuto dopo,tornando alla realtà,lui s'inginocchiò nuovamente davanti a lei,che lo guardo di sua volta con occhi sorpresi e tristi.le porse un fazzoletto di seta nella mano e la rassicurò con un lieve sorriso.
Gaia continuava a non capire i pensieri di Henry,che improvvisamente rimise a sua disposizione quella bontà d'animo mostrata solo durante il loro primo dialogo,dopo averla salvata. appena egli porse il fazzoletto tra le mani di lei,essa se lo portò agli occhi e s'asciugò delicatamente il viso.Poi sussurrò un grazie sommesso.
Lui la guardo,questa volta seriamente,e le fece la domanda che avrebbero dato una chiara e precisa risposta ai suoi dubbi.
<< Davvero siete decisa a rimanere?Mi potete giurare su ciò che avete di più caro,e dal profondo del vostro cuore,che resterete e che sarete davvero felice,perché è ciò che desiderate? >>
La ragazza rimase sbalordita a quelle strane parole pronunciate proprio da lui,il solitario e fiero principe.Per la prima volta,negli occhi di esso,intravide un piccolo spiraglio,una luminosità mai incontrata prima d'allora nel suo sguardo;sembrava quasi che ambisse ad una risposta per quella domanda più d'ogni altra cosa,e non capiva ne dove,ne a cosa mirasse. Eppure non volle pensare al perchè,o al come,sentì solo le proprie parole, pronunciate quasi subito,perchè sincere
<< giuro sulla mia anima,sulla mia umiltà e forza d'animo,che è tutto ciò che possiedo,che resterò al vostro fianco,scaccerò la solitudine da questo luogo e mai più permetterò di farvici tornare!le giuro che sarò felice perchè desidero aiutarvi, il destino ha voluto che m'imbatessi  in voi,e,se Dio ci ha fatto incontrare,sono convinta che un motivo ci deve essere! >> Credeva fermamente nelle sue parole,perchè lei sapeva che per ognuno di loro c'era un disegno divino già completato,era solo da mettere in pratica!nulla era lasciato al caso,tutto era nelle mani del destino!la sua decisione era giusta perchè incondizionata,non era per qualche doppio scopo,dato che non lo faceva per lei,dato che niente le era stato promesso in cambio,e non lo faceva perchè infatuata di quel bel giovane,per cui provava solo pietà e uno spirito di protezione che un tempo aveva per la sorella.Era come se Dio stesso le avesse detto che doveva essere lei,e nessun'altro,a compiere quella missione.
Quindi guardò Henry con sguardo fiero e deciso,negli occhi lo stesso bagliore di un guerriero pronto alla battaglia.Fu in quello sguardo che il principe trovò la fiducia e la sicurezza che in quel momento gli veniva a meno, così le rispose << So che,nonostante vi conosca da pochissimo,non direbbe mai una cosa simile se davvero non ne fosse sicura,e, i suoi occhi mi dicono che ho ragione di crederle.Quindi le permetto di restare,nonostante io nutro ancora parecchi dubbi sulla mia felicità futura con il peso della mia maledizione sulle spalle,ma voglio credere nella sua buona fede e nella sua amicizia incondizionata,che di sicuro mi sarà d'aiuto. >> e,per la prima volta,le sorrise in modo tanto caloroso che Gaia fu costretta a volgere lo sguardo altrove,tanto era l'imbarazzo.
Il pranzo era finito e il principe tornò alla sua lettura all'aria aperta,pregando Gaia di completare il quadro iniziato al mattino.Lei accettò,seppur rossa in viso e con lo sguardo basso,con un flebile segno d'acconsenso ,e passarono le prime due ore ognuno completamente assorto nel proprio passatempo.
Ritraendo il principe,Gaia non potè fare a meno di ripensare alle sue parole.Com'era sembrato diverso rispetto prima!Cos'era successo per fargli cambiare idea così all'improvviso,questo non poteva saperlo,ma poteva comunque fare le sue congetture,e arrivò a finalizzare che forse,pian piano, stava incominciando a fidarsi di lei.purtroppo non si sentì in grado di terminare il dipinto,dato che dopo poche ore sentì una forte emicrania e la debolezza dovuta agli sforzi dei giorni precedenti.Decise quindi di dirigersi nella propria stanza,a riposare.Si alzò e,nel momento stesso che diede le spalle all'esterno,si sentì le gambe cederle,la mente offuscarsi e gli occhi chiudersi,così che si abbandonò all'oscurità improvvisa.

improvvisamente riaprì gli occhi e,dopo un attimo di smarrimento,si riprese.sapeva benissimo chi era e dov'era.
Sotto di lei il fieno,che prima le dava così fastidio,ora non la disturbava affatto.Dopo più di un anno che era costretta ad andare in quel luogo,era diventata immune anche alla puzza dei cavalli e alle fastidiose mosche!...tutto,pur di non rinunciare a lui,pensò la fanciulla,con un velo di tristezza.Quanto era stato ingiusto il destino con loro!per quanto tempo ancora un amore così grande sarebbe rimasto segreto?Quanto avrebbero dovuto sopportare ancora?...erano domande che si faceva di continuo,eppure non le sarebbe importato del dolore,se come premio ci fosse stato il suo amato.
Il suo amato,vedendo l'espressione triste nel volto di ella,le accarezzò delicatamente il viso con la mano,con tutta la premura di un innamorato
<< Cosa ti rende così triste,angelo mio? >>
lei lo guardò negli occhi,ammirando quel verde in cui amava perdersi,e si decise a rispondere
<< il futuro.La paura che un giorno non ti potrò più avere accanto!Oh,quanto vorrei che i momenti con te fossero eterni!quanto desidererei che lassù qualcuno abbia pietà di noi!il mio è un amore che si rafforza di giorno in giorno,e arriverà quel giorno in cui strapparmi da te sarà come strapparmi la vita!Quanto sarebbe stato tutto più facile se le nostre strade non si fossero mai incontrate! >>
il giovane sentì quelle parole come una lancia al petto
<< Dunque ti penti di questo nobile sentimento?vorresti davvero non avermi mai incontrato?Sono indesiderato nella tua vita?se ti potrebbe rasserenare,potremmo decidere di porre fine ai nostri incontri.Sebbene preferirei la morte al pensiero di lasciarti,se è per la tua felicità sarei disposto a tutto!Angelo mio,mia dolce anima,una tua parola e farò tutto ciò che vorrai! >>
La ragazza incominciò a piangere e si buttò fra le braccia dell'amato,che ricambiò affettuosamente stringendola a se più forte che potè,e affondando il viso tra i lunghi capelli color avorio della sua amata,inebriandosi del suo dolce profumo.
<< Come puoi solo pensare che io sarei felice senza di te?no,nonostante quello che poco fa è uscito dalla mia bocca,mai desidererei una vita così!sarebbe più piacevole una morte lenta e dolorosa e andare all'inferno! >>
<< non dire questo,mia imprudente amata,darei la mia stessa vita pur di non vederti soffrire >>
a quel punto la ragazza si distaccò da suo petto quel minimo che le permetteva di alzare il viso verso colui che tanto amava.nei suoi occhi color cacao egli potè leggere quella decisione e quella forza che tanto la differenziavano da qualunque altra fanciulla avesse mai incontrato.E con il tono di colei che tanto ha riflettuto,prendendo infine una decisione,così ella disse
<< Fuggiamo!Oh,amor mio,se ce ne andassimo da questo luogo,se trovassimo un posto dove coltivare liberamente il nostro amore!potremo vivere in campagna,e coltivare la terra di un qualunque Feudatario!Certo vivremo del minimo indispensabile,non avremo più di una misera casa in cui vivere,un pò di cibo che forse non accontenterà mai del tutto la nostra fame,ma saremo insieme,e il tuo amore è l'unica cosa di cui ho bisogno per essere felice! >> vedendo che l'amato era pensieroso,e non aveva risposto immediatamente,ella continuò << Ma se il tuo amore non è tale da sopportare un simile sacrificio,si che tu sai com'è vivere da re,allora non illudermi oltre,mio amore,ma rivelami subito le tue intenzioni!ti perdonerei comunque... >>
il giovane,che altro non era che un principe,la strinse a sè e la baciò con delicatezza e trasporto,lei ricambiò,e,si staccarono solo quando non ebbero più fiato
<< Elizabeth,Mia luce,mai potrei desiderare esistenza più felice,se è con te!Sarei disposto ad abbandonare tutta la mia ricchezza,per godere di una ricchezza di altro tipo, molto diversa,che altro non è che il nostro amore!Stanotte stessa fuggiremo,potremo sposarci e vivere il nostro sogno!altro rimedio non esiste,e allontanarmi da te mi è impensabile,ciò dunque è l'unica cosa da fare... >>
La ragazza gli sorrise piena di gioia,pronta a tutto pur di essere libera di amare.Non aveva paura,non ne aveva mai avuta,era coraggiosa e il futuro non le incuteva timore se era con Allan,il suo amato!purtoppo il fatto che lei fosse povera,e lui invece un principe,era un motivo più che valido per nascondere il loro affetto a chiunque!Si lasciarono così,con la promessa di vedersi quella stessa notte sulla spiaggia,vicino al castello di Allan.Quella stessa notte furono scoperti,le guardie gli allontanarono,Elizabeth fu rinchiusa immediatamente nelle segrete del castello,e,l'ultima cosa che ricordava era la voce di Allan che la chiamava,poi più niente,la sua mente si offuscò e cadde in uno stato di incoscienza,svenuta.

Quando riaprì gli occhi,vide il volto preoccupato di Allan che la guardava...no,non era Allan,benchè avesse gli stessi occhi verdi,gli stessi lineamenti e lo stesso color pece nei capelli,non era lui.Eppure gli assomigliava così tanto!
<< Gaia,tutto bene?l'ho vista svenire improvvisamente e mi sono precipitato a soccorrerla,l'ho portata nella sua stanza... >>
Gaia?lei non era forse Elizabeth?Cercò di recuperare lucidità,e finalmente capì.
<< ...Ho fatto un sogno >>
il viso di Henry passò dalla preoccupazione alla sorpresa...Lei era svenuta all'improvviso e lui,vedendola,allarmandosi era corso da lei,l'aveva riportata nel suo letto,e Dio sa quanto si era preoccupato,vedendola immune ai suoi richiami,e per un attimo ricordò la sorella....ma no,non doveva pensarci,Gaia non sarebbe morta,non avrebbe perso anche lei!così che era stato al suo capezzale per tutto il tempo gli fosse concesso,nonostante fra poco si sarebbe dissolto con la notte...e appena lei si era svegliata,l'unica cosa che le sentì dire fu quella strana affermazione....Henry però,impaziente,com'era suo difetto,voleva a tutti costi sapere come si sentiva la giovane,e le ripetè la domanda...
lei lo guardò con uno sguardo malinconico e assente,e gli rispose,con tono quasi distaccato
<< Si si,non si preoccupi,io sto bene,però >> e s'interuppe.Il suo sguardo volò verso la grande finestra,dalla quale si poteva ammirare il tramonto.Mantenendo quello sguardo assente,una lacrima scese dai suoi occhi...Si,era stato un sogno,eppure aveva sentivo il dolore e la gioia di Elizabeth come se li avesse provati lei stessa,e quello che era accaduto,sembrava fosse stato richiamato dai suoi ricordi,come se davvero un tempo fosse stata Elizabeth...Quasi come se avesse ricordato una vita passata,o qualcosa di simile....Il suo animo era ancora pieno di quell'immenso amore e infinita tristezza,gli stessi sentimenti venuti a galla nel suo strano sogno...
Henry,vedendo Gaia piangere silenziosamente,si preoccupo maggiormente.Non poteva sopportare i suoi silenzi,ancor meno le sue lacrime.
Prese le mani di Gaia tra le sue,si sedette a lato del letto e decise che doveva sapere a ogni costo cosa preoccupava la sua giovane amica
<< Ti prego,basta con questi silenzi!Cosa ti rende così infelice?vorrei saperlo,in modo da aiutarti come stai facendo tu con me.... >>
Ella sembrò accorgersi della presenza del giovane solo al tocco delle sue mani,che le provocò una scossa per tutto il corpo,così che volse la sua attenzione al volto afflitto del principe.
Come avrebbe reagito se gli avesse raccontato del sogno?
<< M-mi perdoni io...io devo essermi sentita debole all'improvviso,devo essere svenuta credo....e poi... >> Seguì un silenzio imbarazzante...lui aspettava solo che continuasse a parlare,lei era indecisa se raccontargli o meno il sogno fatto....l'avrebbe presa per pazza?forse;eppure non poteva non dirglielo,non poteva nascondere quello che provava in quel momento...
<< Ho fatto un sogno...era così reale che mi sento ancora turbata...quasi fosse realtà... >>
 

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Capitolo 7
*** 7° capitolo ***


 Ringrazio Francy Denis che mi ha commentato la storia, grazie,il tuo commento mi ha fatto piacere!!
la ringrazio anche perchè senza di lei non mi sarei accorta d'aver sbagliato ad inserire i dialoghi,mi scuso con tutti quanti!



Henry non aprì bocca,intento ad ascoltare,e Gaia gli raccontò per filo e per segno ogni particolare del sogno.C'era qualcosa di così familiare nel suo racconto...Allan ed Elizabeth,due nomi che aveva già sentito...e quella storia così simile a quella dei suoi antenati...
effettivamente lui non sapeva il nome dei due innamorati,nessuno li pronunciava mai.Però,forse,nella biblioteca del castello ci doveva essere un albero genealogico,come in tutte le famiglie reali d'altronde!
Gaia aveva finito il suo racconto e aspettava con impazienza una qualunque reazione dal principe.Più il silenzio durava,più si vergognava di aver raccontato con così impeto il suo sogno.
Infondo,pensò,i sogni sono solo sogni.Magari questo era dovuto al racconto di Henry,e la sua immaginazione ci aveva lavorato un pò sopra.
E lui?Stava pensando che era pazza,certo...che quella caduta doveva averla fatta impazzire.
Si vergognò all'istante di essersi esposta in modo così espansivo.Per l'ennesima volta,sarebbe stato più prudente non agire d'impulso.
Eppure era stato tutto così reale e doloroso,così intenso!come avrebbe potuto non dirlo a nessuno?
<< Mi perdoni,io-io ecco...Non mi prenda per pazza,ma sembrava tutto così vero...alla fine era solo un sogno,ecco >>
Gaia sorrise appena al principe e fece una piccola e forzata risata.
Henry non aveva ancora parlato,ma sapeva che le parole di lei tradivano il suo reale stato d'animo,gli occhi erano ancora preoccupati e lucidi,le mani che teneva tra le sue le tremavano leggermente.
Lei lo guardò e notò come lui la scrutava,attento ad ogni suo minimo movimento,preoccupato forse per la sua salute.Oppure era il sogno che lo aveva preoccupato?un'idea così sciocca,pensò Gaia,lui è troppo razionale per prendere sul serio questo genere di cose.
Il viso del principe sembrava in agonia,lei allora lo confortò,con un sorriso questa volta più sincero
<< Principe non si preoccupi,è tutto a posto,ora mi sento meglio,la ringrazio per le cure che mi avete dedicato e perdonatemi se vi ho fatto preoccupare,ma non ce n'è alcun motivo,potete starne certo >>
Henry ricambiò sorridendo quel poco che bastava << Sono contento che si senta meglio,ora ha bisogno di riposo;anche io fra poco dovrò congedarmi da lei... >>entrambi guardarono in direzione della finestra;ormai mancavano pochi minuti:A breve il sole sarebbe scomparso dietro l'orrizzonte. Lei lo guardò con aria triste,quasi si sentisse colpevole del suo destino,e lui,ricambiando con uno sguardo malinconico,alzò al proprio viso una mano di lei e vi posò un bacio a fior di labbra,per poi dissolversi nella notte.Lei rimase quasi basita.Non solo per quel gesto tanto cortese,ma perchè per un attimo si rivide di nuovo Elizabeth,ed Henry improvvisamente divenne Allan.
Tutta colpa di un semplice sogno e della sua immaginazione,si disse.Si mise a dormire,preparandosi ad affrontare una notte carica di malinconia e tristezza come la precedente.

Appena uscita dal panettiere,s'incamminò per la via principale del villaggio,sorpassando ad uno a uno ogni banco.Era di sicuro il momento che più odiava della sua routine.Senza pensarci alzò lo sguardo al cielo,lanciandogli un'occhiata di traverso quasi fosse colpa sua:Non amava tutto quel confondersi di urla e voci,e soprattutto c'era talmente tanta gente che si passava a fatica.Era davvero terribile per una personalità come la sua,che amava ascoltare i momenti di silenzio ed era abituata a buttarsi libera nei grandi campi in fiore dietro casa. Liberatasi dalla carcassa di poco prima,si diresse fuori dal villaggio,dove riconobbe gli spazi infiniti di natura,tipici del suo paese;Da li poteva intravedere,oltre gli alberi della foresta poco distante,la parte superiore del castello in cui risiedeva la famiglia reale.
Chissà come sarebbe stato nascere a corte....se lo chiedeva ogni qualvolta che capitava nei dintorni!
"Avrei abiti degni di una principessa,potrei partecipare a balli in mio onore e conoscere principi e duca,mi comporterei in modo tanto aggraziato da fare invidia e potrei fare ogni cosa io desideri..."
Si,proprio l'opposto di quella che in realtà sono e posso fare...si disse.Infondo era solo una contadina,figlia di gente povera che ogni giorno era costretta a faticare per avere anche solo un po' di cibo...
I re non sanno cosa provano i loro sudditi,pensano solo a se stessi,e nel loro cuore c'è solo avarizia.Vale la pena nascere col sangue blu,se poi il prezzo da pagare è un animo simile?no,si convinceva,meglio poveri ma umili.
Diresse lo sguardo in direzione dei campi.Qualche bambino correva qua e là,rincorrendo lepri e farfalle;poco più in là i genitori raccoglievano la ricompensa di mesi e mesi di lavoro e,ai lati della foresta,pascolavano mucche e cavalli.Era tutto così pieno di vita che la giovane si sentì improvvisamente allegra e sorrise.In quello stesso istante diede libera uscita ai suoi pensieri:il primo dei tanti andò immediatamente al suo amico d'infanzia,Arthur,che le diceva sempre che il suo sorriso era come una giornata di sole...Era sempre così dolce e premuroso!Non si erano mai neanche baciati,ma lei gli voleva un bene immenso e sapeva di essere ricambiata con un amore incondizionato,per di più era convinta che,presto o tardi,sarebbero finiti per sposarsi.Non era certa di amarlo,ma sapeva che lui l'avrebbe resa felice....forse l'amore non nasce immediatamente,ma col tempo...
Abbandonandosi a quella sciocca allegria,si mise a far volteggiare il vestito che indossava,canticchiando una canzone tipica del loro paese e continuando il suo cammino sul sentiero verso casa,senza preoccuparsi del cielo che improvvisamente minacciò pioggia.
Dalla foresta si udirono i zoccoli pesanti dei cavalli sul sentiero che galloppavano....S'accorse che Si facevano sempre più vicini,probabilmente venivano verso di lei.Si sarebbe dovuta spostare,ma in quel momento proprio non ne aveva voglia.Continuò così a ciondolarsi allegramente.
<< Hei,spostati da li! >>
la ragazza aprì gli occhi e vide un cavallo venirle incontro a grande velocità...per un momento si chiese se fosse stato il cavallo a parlare,ma poi si rese conto dell'assurdità del suo dubbio,e guardando più attentamente s'accorse di una figura umana in sella al cavallo.Era così intenta a studiare la figura che non si spostò e il cavallo si fermò di botto di fronte a lei,che dallo spavento cadde all'indietro.
<< Ahia... >>
<< Uff,ho fretta,dai alzatevi >> Lei guardò nella direzione da cui proveniva la voce,così si ritrovò un giovane che le porgeva la mano per aiutarla a sollevarsi da terra.Istintivamente ella gli dedicò uno sguardo gelido,seguito poi da una smorfia.L'aveva fatta cadere e si permetteva anche di rivolgersi a lei in tono così maleducato!Si alzò ignorando la mano che le era stata porsa e si spolverò il vestito dalla polvere,guardando l'interessato con aria torva.Peccato che la sua maleducazione stonasse così tanto con quegli occhi così belli,che ricordavano tanto i campi d'erba intorno a loro,pensò.
<< Come minimo avrebbe dovuto porgermi le vostre scuse prima di tutto,signore. >>
il giovane la guardò infastidito,e si voltò indietro.
<< Mi perdoni,miss,ma ero e sono tutt'ora di fretta.Non volevo spaventarla,ma se mi è permesso ora vorrei congedarmi da lei >>le voltò così le spalle,pronto a risalire sul proprio destriero,ma non lo fece perchè fu fermato dalla voce della ragazza
<< Lei è un gentil'uomo,sir? >> il giovane sbuffò,infastidito dall'insistenza di lei,poi la guardò stranito e infine rispose a testa alta
<< Certo che lo sono,miss >>
<< Bè,se dunque dite di esserlo,sicuramente saprete che è d'obbligo scusarsi con i fatti,oltre che con le parole >> Un vero gentiluomo non l'avrebbe forse accompagnata fino a casa dopo esserle arrivata addosso?!Si,un cavaliere l'avrebbe fatto!
<< Dunque sarò ben disposto a scusarmi come voi desiderate,ma prima dovrei finire un affare che ha urgenza di essere terminato quindi.. >>
il ragazzo si voltò di scatto verso la foresta,sgranò gli occhi e diede una pacca al cavallo che corse via,poi si voltò pensieroso verso la ragazza e,strattonandola per il braccio,la nascose con se tra mucchi di fieno ai lati del sentiero
<< Che cosa sta... >>ma non ebbe il tempo di finire la frase perchè il giovane le aveva già messo la mano davanti alla bocca per non farla parlare << sssh >>,poi divenne attento a ogni singolo rumore
"ma come si permette questo?chi diavolo si crede di essere?!"Era furibonda,avrebbe tanto voluto picchiare quell'essere che si faceva chiamare gentil'uomo!si sentirono subito più cavalli correre sul sentiero ove lei e quel ragazzo erano poco prima,dal quale provenivano voci di uomini che piano piano si allontanavano in fretta.Una volta sicuro che se ne fossero andati,il ragazzo tolse la mano,facendo respirare la giovine ed entrambi si alzarono in piedi
<< Mi perdoni,non era mia intenzione coinvolgerla ma non potevo fare altrimenti. >>
la contadina si allontanò di scatto da lui
<< Come si permette di fare questo ad una fanciulla sconosciuta?Non so neanche il suo nome e mi trovo coinvolta nei suoi guai!lei è davvero un mascalzone,sir >>
il ragazzo s'indispettì dal tono usatogli contro,e nonostante sapesse di essere in torto,a fatica poteva frenare il suo orgoglio!
Se solo quella ragazza avesse saputo chi fosse,di sicuro il suo atteggiamento sarebbe stato diverso!
La scrutò attentamente...Di certo era una popolana,come tutti gli altri.Aveva lunghi capelli ondulati,di un castano più chiaro per l'effetto del sole,gli occhi,anch'essi castani,erano seri e determinati,decisi!le guance erano arrossate più del normale,forse per l'offesa subita.
Effettivamente,aveva una faccia buffa...quel naso così infantile poi!A questo pensiero,il giovane incominciò a ridere divertito,provando però a trattenere inutilmente le risa
<< Sir,le sarei grata se mi facesse partecipe del motivo che vi spinge a ridicolizzare tutto ciò,dato che mi sento parecchio indispettita >>
più tempo passava con quell'essere,più lo odiava...cosa c'era poi da ridere,lei di sicuro non lo sapeva.Vide che lui non accennava a nessuna risposta,anzi le sue risate erano sempre più forti così gli voltò le spalle,si riappropriò della spesa e gli disse
<< Bene,dato che si diverte così tanto,io me ne vado a casa,l'ho sopportata già troppo,Addio >> era pronta già ad avanzare di qualche passo
il ragazzo smise di ridere,e guardandola con aria di chi la sa lunga,le chiese
<< Signorina,aspetti!lei sa chi sono io? >>
la giovane,già abbastanza alterata,si volse verso di lui per rispondere quello che effettivamente pensava
<< No,e se lo vuole sapere neanche mi interessa chi è lei!Mi perdoni,ma ho cose più importanti a cui pensare e si è già fatto tardi perciò,dato che lei non accenna minimamente a scusarsi come si deve,me ne vorrei andare... >>il ragazzo l'interruppe << Non penso che,dicendole chi sono,le porterò via troppo tempo...Vede,io sono il principe Allan che risiede nel castello oltre il bosco...il primogenito del Re... >>Concluse così la sua presentazione,aspettandosi un radicale cambiamento di modi dalla giovane e grande sorpresa.Ora sarebbe stata lei a chiedere scusa.

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Capitolo 8
*** 8° capitolo ***


ho inserito tutti i dialoghi mancanti nei capitoli precedenti,non so come scusarmi,ho sbagliato completamente ad inserirli ma ora dovrebbero essere giusti...come ho scritto nell'aggiornamento del cap.7 ringrazio francyDenis che mi ha fatto notare l'errore e la ringrazio per il suo commento!!!un bacio buona lettura!!!!!

Restarono per pochi minuti a guardarsi,immobili.
Lui con sguardo fiero e deciso,di chi sa d'averla vinta.
Lei apparentemente tranquilla,il suo viso esprimeva fastidio verso un atteggiamento tanto narcisista.Fece un profondo respiro,chiuse gli occhi,s'inchinò leggermente e tornò a parlare
 << Ebbene,io sono Elizabeth,un umile contadina,figlia di gente povera che lavora per il suo sovrano.. >> Restò qualche minuto in silenzio,poi riprese,con tono seccato << Bene,ora sua maestà mi potrebbe lasciare andare,per cortesia?ho così tante faccende a cui adempiere e non posso trattenermi oltre. >>
di certo il principe non era preparato a una tale indifferenza da parte di una popolana.Lo stupore non tardò ad arrivare.Una strana sensazione sconosciuta si fece largo dentro il suo animo;un misto di insicurezza e imbarazzo,sentiva il suo ego diminuire di minuto in minuto. Tanta indifferenza lo lasciò sbigottito.
<< C-certamente... >>
A quel punto la giovane gli fece un sorriso sicuro e caloroso,come se le avesse detto qualcosa di importante o le avesse fatto un qualche complimento.Ma la dolcezza che quel sorriso emanava sparì con le seguenti parole:
<< Bene,dato che mangia grazie a noi,mi deve lasciare tornar a casa,così che possa darle i viveri anche per domani...é stato un onore,addio >> La fanciulla s'incammino lentamente superando il ragazzo e ignorandolo,lasciando il principe Allan ancora stupito.Dopo aver realizzato come stavano effettivamente le cose,le sue labbra si allargarono in un sorriso,e restò un attimo a pensare,osservando le spalle della ragazza.
<< Aspetti,non è stata lei stessa a dire che un gentiluomo si sarebbe scusato con i fatti?ebbene,mi permetta di riaccompagnarla a casa col mio destriero... >> Forse per la prima volta al principe Allan,costretto da sempre dentro le mura del suo castello,gli parve di sentire un lieve odore di libertà.
Peccato solo che il destriero lo aveva cacciato lui stesso poco prima.

Gaia si svegliò e si sedette di scatto,facendo cadere le coperte.
Un altro di quei sogni.Ancora Allan ed Elizabeth,il principe e la povera.
Che la leggenda sugli antenati di Henry,che tanto leggenda non è perché fu pura realtà,l'abbia impressionata a tal punto?
"basta,devo distrarmi,devo rivolgere altrove questi pensieri",e proferito ciò si alzò cautamente dal letto,dirigendosi fuori dalla camera;nonostante il buio pesto cercò di fare meno confusione possibile,guardando attentamente a non sbattere contro niente.
Impossibile non provare tristezza al pensiero che quell'oscurità fosse il principe Henry.Che stesse dormendo?..di certo era impossibile proiettare nella propria mente il pensiero del nulla che dorme,ma forse era così,dato che altrimenti avrebbe sentito la sua voce preoccupata di qualche ora prima,quando lei gli accennò del suo primo sogno sui due giovani.Forse non era il caso che lui sapesse che ne aveva fatto un altro simile...erano solo sogni,e lei non voleva rivedere quel viso solcato dalla preoccupazione a causa della sua sfrenata fantasia.
No,non voleva vedere quel volto triste,non lo avrebbe permesso,neanche a se stessa.
Si fermò in mezzo al corridoio,ammirando attraverso una delle tante vetrate la luna semi piena e le stelle,più luminose che mai in tanta oscurità,che la contornavano.Sotto di esse si estendeva l'oceano,che quasi si fondeva col colore del cielo e sembrava più tetro che mai.Si sedette li,appoggiata alla tenda,a lato della vetrata,in modo da ammirare comodamente il paesaggio.A volte è bello restare a studiare ciò che ci circonda,dimenticando tutto ciò che la gente chiama realtà.Estraniarsi dal mondo per alcuni minuti,o addirittura per qualche ora,era davvero una cura benefica per la mente,o perlomeno per la sua.
"Però è bello avere anche qualcuno con cui condividere tutto questo",pensò.Automaticamente il pensiero di codesto "qualcuno" prese le sembianze di Henry.Non le era mai capitato di conoscere un ragazzo così.Di certo era vero che non aveva questa grande lista di conoscenti,soprattutto se parliamo di uomini,ma era certa che come lui ce ne fossero davvero pochi.
Il viso di Gaia si rattristò,incominciò a sentirsi già troppo dipendente da quel ragazzo che conosceva da così poco tempo.Lei gli aveva promesso di aiutarlo nella ricerca dell'anima gemella,nonostante lui non fosse convinto di quest'idea così bizzarra.Anche la convinzione di Gaia incominciò lentamente a tentennare.Non perché pensava di non farcela,ma perché si rese conto che Si stava facendo prendere troppo da quel ragazzo,sentiva che troppo spesso,in sua compagnia,si agiava lasciandosi trasportare dalle sue emozioni;e ciò era un male.Come avrebbe fatto a dargli la possibilità di incontrare la sua metà se si fosse innamorata di lui?l'avrebbe sopportato?
"Si,lo sopporterei se mi fermassi prima che sia troppo tardi per rimediare...Forse è ora di agire,prima che il mio cuore prenda il volo"Non era pronta per un'altra delusione.
Presa da questi pensieri,neanche si rese conto del luccichio che scendeva dai propri occhi,quando ad un tratto sentì un rumore sinistro accanto a lei.Il primo istinto fu quello di urlare,ma decise prima di verificare se ve n’era ragione,così si volse alla sua sinistra,da dove aveva sentito il rumore,e vide il gatto del castello avvicinarsi a lei.Tirò un sospiro di sollievo:Non v’era ragione di allarmarsi.
Prese tra le braccia l’animale,che accettò di buon grado nonostante a proporglielo fosse una sconosciuta.
<< Strano,sei socievole... >> gli sussurrò dolcemente Gaia,ricevendo un miagolio come risposta.tornando a concentrarsi sul cielo,prese ad accarezzare la schiena del gatto,rilassandosi.Il gatto rivolse il muso verso di lei,guardandola con i suoi grandi occhi color ocra...
<< e se fossi tu la sua metà? >>
<< EH? >>
Gaia guardò il gatto sconvolta.Aveva davvero parlato?E’ risaputo che gli animali non possiedono questo tipo di capacità,o se parlano hanno un altro modo per farlo e si capiscono solo fra simili...Certo,di stranezze oramai ci aveva fatto l’abitudine ultimamente,ma di certo questa mancava alla lista!
<< He-Hem,scusa,puoi ripetere? >>
<< maowwww >>
“Ha miagolato?” forse era più assonnata di quanto avesse creduto....ovvio che il gatto non aveva parlato.Forse fu solo quella voce che ogni tanto la sorprende nei suoi pensieri,che le aveva detto ciò su cui lei stessa non aveva ancora riflettuto. A volte succede che la parte inconscia del nostro cervello ci indichi ipotesi a cui non avevamo mai pensato.
Potrebbe essere Lei?Automaticamente arrossì :“assurdità”,si convinse.
Abbassò lo sguardo,notando il gatto che s'era addormentato tra le sue braccia
<< Già...assurdità...vero?! >> e così,ammirando la notte schiarirsi, riuscì a riprendere il suo sonno,questa volta privo di sogni o incubi che la potessero risvegliare.

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Capitolo 9
*** 9° capitolo ***


Il sole era già alto da un pezzo quando Gaia riaprì gli occhi.Si svegliò lentamente, guardando automaticamente l'ora:le undici e un quarto della mattina.

"così tardi?" di certo colpa della notte precedente,passata in compagnia delle sue riflessioni.
Immediatamente si rese conto di un piccolo particolare:era sul suo letto.Le sue gote s'imporporarono di colpo:possibile che fosse stato così dolce?Che Henry,vedendola addormentata per terra quella mattina,l'avesse riportata in braccio nella sua camera?!
"Chi altri se no?!!Di certo non il gatto...la badante è troppo anziana e debole." era l'unico che avrebbe potuto farlo...
Sorrise felice;Non poté farne a meno.

Subito dopo il risveglio,sicuramente migliore di quello precedente, decise di rendersi utile,non aveva intenzione di stare a pigrire aspettando l'ora di pranzo!Si diresse velocemente nelle cucine,dalle quale proveniva un debole canticchio.
La governante era infatti allegramente impegnata a preparare chissà quale squisita ricetta quando Gaia le si avvicino con un foglio che le porse gentilmente;la governante,passato un attimo di sbalordimento,lesse con attenzione e capì ,le sorrise dolcemente,così le diede un altro foglio,questa volta scritto da lei stessa.
Dopo essersi congedate con un inchino,Gaia volò fuori dal castello e s'incamminò per il sentiero che portava verso il villaggio,nelle vicinanze della spiaggia.

Ripensò a l'ultima volta che era andata a fare spesa al mercato del SUO villaggio e provò una strana sensazione.Chissà cosa stessero facendo sua sorella e suo padre...Una cosa era certa,non ne sentiva la mancanza,ed era sicura che il sentimento fosse reciproco...No,non poteva negare che forse,un minimo le mancavano,ma Così infinite volte,da quando i legami d'affetto con i suoi familiari s'erano guastati,s'era sentita ripetere quanto disgraziata fosse la sua esistenza...No,non avrebbe mai rimpianto il passato,gli ultimi ricordi felici erano di quando sua sorella non era ancora maritata,ma non si poteva cambiare ciò che avvenne!Ora si sentiva finalmente indipendente e libera,ora era felice!Volse lo sguardo verso il cielo e inspirò a fondo,permettendo ai suoi polmoni di respirare l'aria profumata di salsedine che proveniva dal mare.
"Questa mattina non sono riuscita a salutare il principe;chissà dove si trova in questo stesso istante...anche lui starà guardando questo cielo?" chissà il perché,ma in quel momento desiderava davvero saperlo.


No,si disse,non doveva cedere a quel sentimento,non era quello che aveva calcolato.Non era questo ciò che gli aveva promesso.
indirizzò lo sguardo innanzi,rendendosi conto di essere arrivata al mercato del paese:Non era tanto diverso dal suo;i bambini si rincorrevano a perdifiato,nascondendosi dietro le gonne delle proprie madri o,addirittura,scappando furbescamente sotto le tovaglie dei banchi di cibo,facendo così spazientire i mercanti.Giovani ragazze in gruppo si spostavano di banco in banco,ridendo e ascoltando,forse con invidia, il racconto dell'ultimo incontro amoroso di una di loro...Opposte a esse,donne anziane e di età ormai troppo avanzata per distinguere il giorno dalla notte avanzavano come estranee in tutto ciò,osservando e cercando avidamente il miglior ortaggio in vendita.
Per qualche secondo si sentì intimidita in mezzo a tutti quegli sconosciuti,così che proseguì a testa bassa e con molta cautela;ogni qualvolta provava ad alzare lo sguardo notava con fastidio che i passanti la studiavano,chiedendosi chi fosse quella ragazza mai vista.
Gaia cercò di far finta di nulla,si concentrò invece sulla lista della spesa commissionata dalla governante:cipolle,frutta fresca,carote,insalata,sedano...stoffa lunga due braccia di color avorio...cercò come prima cosa il banco delle verdure,poi passò alla frutta e infine chiese informazioni per il negozio di stoffe.
Così,notando l'ora già tarda,entrò nel negozio indicatole da un passante,aspettando pazientemente il suo turno...
Il negozio era grande rispetto a quello del suo vecchio villaggio ed era pieno di scaffali stra-colmi di stoffe,di tutti i tipi e colori che formavano un arcobaleno che prendeva tutto il perimetro della sala.Al bancone invece v'era un anziano signore intento nel suo lavoro,misurando attentamente la stoffa chiesta.Nonostante gli occhiali doveva vederci assai poco,visto il modo in cui socchiudeva gli occhi ogni qualvolta,e i capelli bianchi fino alle spalle scivolavano spesso davanti al suo viso,costituendo un ostacolo al suo lavoro.Dalla parte opposta al banco vi era una ragazza,probabilmente sotto impiego di un nobile,ma di rara bellezza;una cascata di riccioli oro cadevano alcuni lungo la sua schiena,altri le contornavano il viso da bambina dal quale sbocciavano due grandi occhi azzurri e labbra perfettamente disegnate.Quasi Gaia si spaventò appena la vide,forse scambiandola per una ninfa.
La ragazza tuttavia s'accorse dello sguardo indagatore di Gaia e le si avvicinò sorridendole.
Ovviamente anche il sorriso era incantevole.
< mi scusi,lei è di queste parti?perdoni la mia curiosità,ma non l'ho mai vista al villaggio... >
Gaia fu quasi infastidita dal fatto che tutto in lei fosse così perfetto e armonico,compresa la voce.Non capì il motivo,ma pensò subito a Henry.
< Oh,be' ecco,io sono Gaia e.. >
<< Oh,certo,che maleducata! >
esordì la fanciulla,facendone seguire una risata cristallina
< Mi perdoni,sono stata davvero scortese,io per prima avrei dovuto presentarmi!Per cortesia,mi permetta di farlo ora!io sono Miss Aleandra di Elsinore e,anche se dallo stato in cui mi presento non si direbbe,sono figlia di un nobile duca,il duca di Elsinore!Sa,se non voglio dar dell'occhio non mi conviene vestirmi come mi vesto usualmente! >
Tutto ciò uscì dalle sue labbra con una nota di altezzosità mai sentita prima da Gaia,ma forse,si disse,perchè lei stessa non era abituata ad ambienti di alto ceto...Come da protocollo,Gaia fece un profondo inchino,rendendosi da subito conto con chi avesse a che fare.
< Mi permetta di esprimerle quanto sia onorata di fare la sua conoscenza,signorina di Elsinore!Io sono residente al castello da poco ed è la prima volta che vedo codesto villaggio... >
Si notava chiaramente il misto di stupore e meraviglia nell'espressione di quella giovane,che non poté fare a meno di interrompere Gaia per la seconda volta;
< Se lei risiede al castello,di certo il suo non deve essere un titolo di minor importanza del mio,so distinguere perfettamente dai modi se una persona è del mio ambiente oppure no,e lei è di certo di titolo quasi pari al mio oserei dire!orsù,non sia modesta!la gente del nostro ceto si può permettere anche questo! >
concluse con la sua melodiosa risata
Gaia non ribatté,non voleva di certo dire qualcosa che potesse andare a danno del principe,ma di certo la sua antipatia a pelle per quella ragazza cresceva di minuto in minuto.Poteva forse permettersi LEI di dispregiare in tal modo la sua gente?
Ne aveva forse il titolo?
No, certo lei non poteva farlo.Neanche s'immaginava quanta fatica,sacrifici e dolore fossero causa del buon pane e del buon vino che ogni giorno veniva offerto alla sua tavola.
Guardò le sue mani:eran perfettamente levigate e parevano perciò molto fragili e così ben curate!quasi si vergognò delle proprie.Non che lei avesse delle brutte mani,ma di certo si notava il fatto che la duchessina non avesse mai lavorato!
Poi guardò la sua pelle,così bianca che pareva di porcellana.
Come stonava con il suo viso abbronzato dal sole!E i suoi capelli tenuti così accuratamente,quasi passasse le ore a pettinarseli davanti lo specchio...I suoi invece avevano di certo un aspetto orribile e disordinato!
Come poteva pensare che entrambe fossero di pari titoli quando le differenze erano così evidenti e frustanti?!
< Sa,fra tre giorni circa si terrà un ballo tra duca,marchesi e principi di tutta le province vicine!se venisse anche lei,potrebbe considerarlo un caldo benvenuto da parte della nobiltà del paese!Sono sicura che si troverà a suo agio tra gente a lei simile...Solitamente inviamo anche una lettera al principe,di cui però non se ne conosce neppure il volto purtroppo...Magari lei potrebbe convincerlo,sarebbero tutti così onorati! >
< EH?! >
Gaia rimase a bocca aperta...un ballo?Stava forse prendendola in giro?E convincere il principe?!Ah,non sapeva con chi avesse a che fare!
poi Aleandra,quasi bisbigliando le disse
< Sa,gira voce che abbia una maledizione che grava sulle sue spalle,e che può aver termine solo trovando il vero amore...Ovviamente la maggioranza è scettica nel credere in questo,nonostante ciò,questa voce non fa che accrescere il fascino del misterioso principe e così molte dame ambiscono a conoscerlo... >
poi rise a bassa voce,e continuò
 < Tutto ciò è così simile a una favola,che molte fanciulle sognano di essere coloro che scioglieranno l'incantesimo! >
< Mi scusi signorina,la sua stoffa è pronta >
Ci girammo entrambe verso l'anziano venditore,sussultando.Così presa dall'ascoltare la duchessina che mi ero dimenticata del motivo che mi aveva spinto fin lì.
< Oh,certo,grazie infinite! >
Aleandra prese la stoffa e si girò verso di me.Mi salutò con un inchino,infine scambiammo un ultima parola < La lettera è di certo già al castello,aspetterò con ansia il vostro arrivo,non mi deluda quindi >
e se ne andò ridendo allegramente.
Gaia,che per tutto il tempo s'era trattenuta dal rivolgerle parole scortesi e dire ciò che realmente pensava,tirò finalmente un sospiro di sollievo.Un ballo?Ne avrebbe forse dovuto parlarne col principe?ebbene,forse ne era il caso,visto che lei stessa s'era presa l'impegno di fare si che l'incantesimo finisse...a un ballo lui avrebbe di certo conosciuto molte gradevoli signorine e...


e...vi lascio col fiato sospeso per un pò XD
Ringrazio Beeble e francydenis per i commenti che mi hanno lasciato,leggere le recensioni mi fa venire voglia di continuare a scrivere per voi.Ringrazio chi legge e chiedo che,se avete un pò di tempo, di recensire, mi farebbe molto piacere ^_^
ringrazio anche chi ha messo la mia storia tra i preferiti e /o seguiti
a pesto!

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Capitolo 10
*** 10° capitolo ***


< Hem Hem...posso esserle d'aiuto? >
Gaia bloccò automaticamente il flusso dei sui pensieri.S'era persa ancora.
<< O-oh,si,mi scusi ero soprappensiero...ecco,vorrei due braccia di stoffa di lurdes,color avorio... >
il vecchio,dopo un breve controllo degli scaffali,andò a prendere la stoffa chiesta,mostrandogliela.
< Si,grazie,è proprio quella! >
< Sa,signorina,le conviene stare attenta alla gente di questo paese.. >
< C-cosa scusi? >
< Non si fidi,lo dico perché lei mi sembra la tipica giovane dal cuore grande,il ritratto dell'innocenza,ma proprio per questo potrebbe essere la preda perfetta per questa gente così maligna.....Ecco,tenga la stoffa,sono 10 sterline...arrivederci e grazie >
Gaia avrebbe voluto avere qualche chiarimento in più,ma fu liquidata così in fretta che si ritrovò fuori dal negozio in un batter d'occhio.Guardò l'orologio della chiesa,segnava mezzogiorno e mezza.Avrebbe dovuto sbrigarsi,era in ritardo già di mezz'ora!
Il mercato era ormai deserto,i mercanti contavano il denaro guadagnato in mattinata e in giro v'era solo qualche carrozza,o se proprio qualche animale randagio.Chissà se il principe s'era preoccupato non vedendola gironzolare per il castello...
"Non diciamo sciocchezze,per l'amor del cielo!orgoglioso com'è è già tanto se mi domanderà,al mio ritorno,dove sono stata per tutto questo tempo!"formulato questo pensiero,automaticamente rallentò l'andamento dei suoi piedi sul sentiero,non aveva voglia di affrettarsi inutilmente dato che al castello nessuno si sarebbe preso la briga di preoccuparsi per lei (come già era abituata da anni) ,ciononostante le sporte incominciavano a pesare.
A metà sentiero le mani incominciarono a perdere resistenza,così che dovette poggiare la spesa per terra,in modo da riprendere le forze.Accanto al sentiero c'era un masso roccioso dove Gaia vi ci mise a sedere,con molta attenzione,in modo da non rovinare il bel vestito della sorella di Henry.
"Era una ragazza fantastica",pensò Gaia.Non che lei l'avesse mai conosciuta,ma era sicuro fosse così.Non poteva essere altrimenti,visto la strada che ha scelto:quella di restare con il fratello.
Sapeva che non sarebbe stato facile,chissà quante volte glielo avranno ripetuto,eppure lei ha provato a resistere per quanto le fosse possibile,fino a che la malattia non la rubò a questo mondo.Ma la sua non è stata un'esistenza inutile,e probabilmente,l'unico rimpianto di un cuore tanto grande,dev'essere stato quello di esser morta lasciando così il fratello solo.Gaia pensava queste cose sicura d'aver indovinato,nonostante la sua ignoranza a riguardo della situazione.

< Avete intenzione di restarvene qua,a guardare il cielo,per tutta la giornata,milady? >
Una voce familiare la distò dai suoi correnti pensieri;"Impossibile",pensò Gaia.Guardò la figura innanzi lei e rimase di stucco.
< Ma-ma...cosa ci fate qua? >
Il diretto interlocutore quasi si trattenne dal ridere.Mai vista espressione più buffa!
< avevo fame e stavo preparandomi per il pranzo,certo che per quell'ora doveste essere già sveglia,ma nel castello c'era uno strano silenzio...ciò significava che di certo non potevate essere li! > disse,con sguardo accattivante.
Voleva forse intendere che era una confusionaria?lei no di certo!
< Voi nobili siete davvero antipatici,dei veri e propri sbruffoni.Volevo solo dare una aiuto costruttivo,sa com'è,io sono stata abituata fin dalla nascita a essere operosa!non ho nessuna intenzione di passare le giornate come una nullafacente! >
Lui la guardò con espressione sarcastica,assurdo quanto fosse testarda quella donna!vedendo le sporte della spesa appoggiate a terra, le prese e le mise nelle sacche ai lati del suo destriero.poi si rivolse a Gaia
< Ottimo,vedrete quanto v'è da fare al castello!ad esempio dovete ancora finire il vostro dipinto... > improvvisamente il suo sguardo s'addolcì e Gaia arrossì.Gli interessava davvero?
< Oh,si,ovviamente...avete ragione >
Il principe Henry sorrise. < Non ha voglia di tornare a casa?è tardi oramai.... >
Gaia lo guardò con l'espressione sbigottita...A casa?nel suo vecchio villaggio?Non la voleva più quindi?
Henry non capì la sua paura  
< Che c'è?non avete fame?vedrete che la governante,Mary,ha preparato delle cose davvero squisite!Venite,salite sul cavallo,arriveremo più in fretta al castello >
Ah,allora "casa" era riferito al castello...Quindi ciò significava che l'aveva davvero accettata nella sua vita,senza riserve!
Gaia,ridendo,si mise in piedi e s'avvicinò,quasi saltellando di gioia,al principe Henry,di fianco al cavallo.
< Devo dedurre che oggi s'è divertita al villaggio... > disse Henry,guardandola di sottecchi.poi la incitò ad avvicinarsi a lui,e improvvisamente divenne pensieroso...quasi imbarazzato.
< Hem,senta,non le dispiace se l'aiuto a salire a cavallo,vero?cioè,sempre che lei non l'abbia già fatto,in questo caso sa salire da sola,ma... > Gaia abbassò lo sguardo,quasi più imbarazzata di lui.Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi:vi si sarebbe persa.
< Bè,no,non sono mai salita su un cavallo... >
Passò qualche minuto di silenzio,e infine Henry la prese per la vita e la porse lateralmente sul dorso del destriero.
Il contatto provocò ad entrambi una scossa,a causa della rigidità di entrambi.
La presa di Henry fu forte e delicata,poi lui stesso salì in groppa,dietro Gaia.I loro sguardi si scontrarono accidentalmente,ma senza distaccarsi.
Lo sguardo di Henry era intenso,un fiume impetuoso imprigionato in una diga,ma che ha voglia di dibattersi all'esterno.Tutto ciò che lui non diceva era li.Per un attimo Gaia pensò che il detto "gli occhi sono lo specchio dell'anima" a lui calzasse a pennello.
< A-andiamo? > fu quasi un sussurro,che Gaia sentì per l'intima vicinanza che le circostanze imponevano senza scelta.
< Si > era solo un sospiro.
per tutto il tragitto non si rivolsero parola...Gaia teneva lo sguardo basso,cercando di non mostrare le gote arrossate a causa di quell'intima vicinanza col principe.
dietro di se,il principe guardava in avanti,con sguardo fiero quanto impenetrabile,e perciò impossibile leggerne i pensieri.Arrivati al castello, scese da cavallo e si voltò verso Gaia,per aiutarla a imitarlo.Essa accettando di buon grado la mano che le veniva porsa,saltò giù dal cavallo ma,ignara dell'altezza perché occupata da ben altri pensieri,cadde goffamente a terra.
< Ahi! >
Era così presa dal non guardare in faccia il principe,da aver fatto una figura tanto stupida e ridicola!Limbarazzo aumentò maggiormente quando il principe,trattenendosi dal ridere (e Gaia questo lo capì chiaramente dagli angoli della bocca rivolti verso l'alto),le chiese se s'era fatta male,chinandosi verso di lei.
Gaia arrossì violentemente,non poteva credere di aver fatto una figura tanto brutale!Di cero Miss Aleandra non sarebbe mai caduta,anzi,sarebbe scesa con la grazia di un angelo,quella grazia che solo la nobiltà e i ceti più alti si trasmettono di generazione in generazione.Oh,che vergogna se solo pensava a come poteva essere tanto testarda e irresoluta quanto sbadata!Fece uscire uno strano verso dalle sue labbra di delusione e insicurezza che Henry scambiò per una fitta di dolore e s'allarmò,facendo scomparire tutto ciò che potesse rendere ridicola la scena.S'abbasso ancora di più per poter studiare nei minimi particolari le sue espressioni,come se da li potesse capire dov'era il male
<< State male?V'è qualche osso dolorante?  >>
E quelle parole scacciarono il motivo d'imbarazzo e vergogna frutto dell'orgoglio,e il motivo del rossore di Gaia era or dovuto al fatto che realmente lui pareva in ansia per lei,quasi incolpasse se stesso,e lei non poteva permettere a un cuore tanto buono di farsi carico di simili sciocchezze.
<< Oh,no no;Mai sentita meglio,davvero più che altro è stata la sorpresa di ritrovarsi per terra,non immaginavo che l'altezza fosse così..così... >> ma Henry non le lasciò il tempo di parlare e le fece dono di uno di quei rari sorrisi benevoli da lasciarla senza parole.Ma ripensando alla notte appena precedente e al piano iniziale cui doveva attenersi per principio cercò di riprendersi nello stesso istante e s'alzò velocemente,seguita subito dal principe che si porse a prendere le sporte della spesa;Allorché,vuoi perché ella s'era alzata troppo in fretta,vuoi per la confusione nella sua testa,Gaia perse l'equilibrio e sarebbe caduta di nuovo se il principe non l'avesse sostenuta immediatamente.

 

-*-*-*-*-**-*-*-*-

 

ecco a voi un altro capitolo della storia!!spero vi piaccia ^-^

ringrazio chi commenta, che spero continuerà a dirmi cosa ne pensa

 Beeble= sono felice che la storia ti piaccia!!!!il mistero s'infitterà sempre di più...questo è solo l'inizio...XD

 francydenis=spero che questo capitolo ti soddisfi più dell'altro,visto,il principe è tornato in fretta XD riguardo chi sarà a spezzare la maledizione...bè,lo scoprirai leggendo!!!

 

Un bacio,a presto!!!!!!!

 

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Capitolo 11
*** 11° capitolo ***


<< E' preoccupante il fatto che non vi siate mai sentita meglio... >> Disse con voce severa il principe.
La prese perciò in braccio e si diresse a passi veloci verso l'entrata del castello.
<< No,no...non dovete preoccuparvi così per me,ho avuto solo un leggero capogiro,sul serio! >>
Cercò di ribattere Gaia,Ma era inutile,più lei cercava di convincerlo,più lui era sicuro del contrario,quindi poco a poco perse le sue speranze e stette in silenzio,assaporando il breve trattamento da principessa delle fiabe che le veniva riservato finché lui non l'appoggiò direttamente sulla sedia del tavolo da pranzo.Poi portò le sporte nelle cucine e pochi minuti dopo tornò,sedendosi nel posto di fronte a Gaia;
Henry aveva un'aria circospetta,quasi si aspettasse che,da un momento all'altro,Gaia sarebbe svenuta di nuovo.
<< Come state? >>
la voce di Henry era quasi benevola,ma lo sguardo era tutt'altro che un pozzo di bontà.Quasi sperasse di poter nascondere così la sua preoccupazione.Non era tipo da lasciarsi predominare dalle sensazioni e nei suoi pochi anni della sua vita aveva coltivato un forte senso di autocontrollo,indispensabile se si vuole vivere in solitudine.
<< Vi assicuro che sto benissimo >> rispose Gaia con voce squillante e sicura,quasi di sfida,perché lei non era debole,non era tipo da farsi commiserare e,per quanti colpi bassi avesse sopportato,non s'era mai piegata.
Quasi si vergognava della sua infermità mentale e statica di poco prima,ma ora aveva ripreso il controllo di se pienamente.
Passarono pochi minuti in silenzio, guardandosi e combattendo platonicamente fra loro,solo per affermare il proprio orgoglio.
<< In ogni caso sarebbe comunque più facile se mangiaste qualcosa,siete comunque più debole del solito. >>
la frase non accettava risposte,era più un ordine,e Gaia stette in silenzio,cercando di controllarsi e ricordare che in realtà lui lo faceva per lei.
Puntualmente venne servito il pranzo,che passò in tranquillo silenzio,privo di quell'elettricità scontrosa delle volte precedenti.Ad un tratto entrò il giardiniere con in mano una busta.Sembrava qualcosa di eclatante,visto l'espressione vivace dell'uomo.La diede al principe e,dopo un profondo inchino,si congedò.
Henry comunque non mostrò nessun particolare interesse per la lettera,l'aprì e,dopo una veloce lettura,l'appoggiò nell'estremità del tavolo più distante a se senza rivolgerle più alcuna attenzione.
Donna come la curiosità,Gaia chiese il contenuto della lettera al principe nel momento in cui pareva non ricordarsi più d'averla ricevuta.
<< Niente di interessante >> rispose,guardandola con fare sospetto,come se si trattasse di un segreto che non poteva esserle rivelato.
<< E' un invito che ricevo ogni anno,ma niente che valga la pena di andare >>

< Sa,fra tre giorni circa si terrà un ballo tra duca,marchesi e principi di tutta la provincia!se venisse anche lei,potrebbe considerarlo un caldo benvenuto da parte della nobiltà del paese!Sono sicura che si troverà a suo agio tra gente a lei simile...Solitamente inviamo anche una lettera al principe,di cui però non se ne conosce neppure il volto purtroppo...Magari lei potrebbe convincerlo,sarebbero tutti così onorati! >

Come un flashback,Gaia rivide l'invito che le era stato raccomandato durante la conoscenza con Miss Aleandra.
<< Si tratta forse del ballo? >> Esclamò vivacemente,con una nota d'ansia immotivata.
Henry la guardò stranito,come se fosse la cosa più assurda sentita in vita sua << VOI come sapete del ballo?siete forse una strega?! >> disse ironicamente;forse lo era se aveva fatto si che lui stesso l'accettasse nella sua vita,per una ragione ignota,di cui era consapevole solo la sua parte inconscia e irrazionalmente folle.
<< Oggi,al villaggio,ho conosciuto la figlia del conte di Elsinore,Miss Aleandra >> rispose,dimenticando l'antipatia nei confronti di tale viziosa e orgogliosa di poter dimostrare d'aver stuzzicato la curiosità di una dama,una contessa,nonostante la sua povertà.<> annunciò con un sorriso soddisfatto e ironico <<  E quindi mi chiese di darvi il messaggio a voce,in modo da convincervi a partecipare! >> Concluse e lo guardò speranzosa,perché in fondo la sola idea di andare in società,cosa che neanche nei suoi sogni più fantasiosi aveva mai sperato,le metteva in subbuglio lo stomaco e una parte di lei,la più ottimista (che prevaleva sempre sull'altra opposta) sperava davvero di potersi sentire una principessa,anche se solo per poche ore.
Cosa pensava il principe?di certo la notizia lo sorprese,quando mai una contadina attirava l'attenzione di una duchessa?come se un leone avesse accolto in branco un uccellino.Due mondi completamente opposti.
Ma non era questo il suo problema in quel momento.Il suo problema gli stava di fronte,e si sporgeva leggermente in avanti sul tavolo,lo guardava con occhi vivaci carichi di speranza e di qualcos'altro che però non seppe cogliere a fondo...ansia forse?
Ma non era mai stato un buon osservatore,il poco che percepiva gli era stato insegnato dai libri e dalle pochissime persone che gli erano state accanto.Fatto sta che era quasi intenerito da quello sguardo così infantile.
Eppure una domanda gli rimbombava nella testa.
<< E per quale motivo dovrei accettare l'invito al ballo?Non sono mai entrato in società,dovrei farlo ora?! >> Suonava quasi come un'accusa,e senza errore.Doveva entrare in società solo perché una testarda e orgogliosa CONTADINA desiderava sentirsi in una favola(com'era convinto che fosse questo il significato del suo sguardo)?
Anche lui era orgoglioso,e nessuno lo avrebbe mai condizionato nelle sue scelte.
Gaia d'altra parte,inizialmente presa dall'euforia di immaginare come sarebbe stato un ballo,non trovò una motivazione valida alla sua domanda,ma immediatamente le tornarono alla mente tutti i doveri di cui s'era fatta carico e che lui le aveva concesso.Quasi s'irritò col principe per non averlo capito lui stesso.Cercò di guardarlo con serietà,come a voler anticipare l'argomento,ma era sicura che i brillanti nei propri occhi,causati dal sogno a occhi aperti,fossero ancora ben visibili.Com'era facile da leggere.Sarebbe riuscita a dirgli ciò che pensava senza far trasparire emozioni?tuttavia doveva farlo e Gaia non mancava mai ai suoi doveri.
<< Forse per il semplice motivo che al ballo vi saranno numerose Dame in cerca di marito,e che magari-si fermò un attimo per prepararsi a ciò che voleva dire e che,non ne sapeva il motivo,ma era per lei difficile. Chiuse gli occhi,pensando che sarebbe stato più semplice per lei parlare,e sicura che il principe non si sarebbe accorto di nulla.-E che magari una di queste dame potrebbe essere la vostra metà,liberandovi per sempre dalla vostra solitudine e,cosa più importante,dalla vostra maledizione. >>Ora poteva riaprire gli occhi e aspettare il verdetto.
Henry sapeva che aveva ragione,ma non era sicuro di essere in grado d'accettare un cambiamento così radicale.Era un passo azzardato e,anche se non l'avrebbe mai ammesso,era sempre stato una persona a parte dalla realtà la fuori e non sapeva ora come affrontare le persone che facevano parte del mondo fin dalla nascita.Chiunque avrebbe notato la differenza.
Fatto sta che lui era un uomo,e non si faceva pene d'amore.Nè passava le sue giornate a sognare la propria metà.Semplicemente accettava se stesso dalla nascita.
<< Non sono mai stato in compagnia con più di due persone,come potete sperare o credere che io mi comporti come se conoscessi quel mondo da sempre?Inoltre,cosa assai grave,io non so ballare >>
Ed era la verità,più o meno.Si ricordò come da piccolo sua sorella aveva provato a insegnarli qualche danza,ma si trattava più di un gioco che di un vero e proprio insegnamento,e aveva solo pochi e vaghi ricordi di quei tempi.Cielo,aveva solo sette anni!
Gaia sorrise furbescamente e con una nota d'ironia e d'orgoglio nel suo sguardo provocò un brivido di paura ad Henry,che ormai aveva capito che con quella ragazza doveva sempre restare in guardia:forse non era una strega,ma in ogni modo vi si avvicinava pericolosamente.
<< Vedete,io sarò pure una contadina,ma non dia mai per scontato nulla. Mia madre da giovane faceva parte dell'aristocrazia,cioè le permise di essere presentata in società e di ricevere un'educazione impeccabile,vivendo di ogni comodità,e fece si che fosse conosciuta come una delle signorine più compite. L'amore per mio padre le fece rinunciare a tutto questo,ovviamente la sua famiglia la rinnegò per la sua scelta non consona al loro stato sociale.In ogni modo,per andare al sodo,nonostante io e mia sorella andassimo anche a scuola,lei stessa contribuì maggiormente educandoci come delle vere e proprie dame.Grazie a tale fortuna siamo forse le uniche contadine al mondo con una conoscenza vicina a quella che riceve ogni ragazza borghese.Mia madre portò nella sua nuova vita ogni cosa fondamentale per la cultura e tantissimi libri,detto ciò so disegnare,cucire,suonare l'arpa e il pianoforte (che mia madre portò con se dopo il matrimonio con mio padre),ho una discreta conoscenza di due lingue,della geografia,della storia e di tutto ciò che ogni signorina di buona famiglia deve sapere,posso intrattenere tranquillamente un discorso con una persona di ceto avanzato,mantenendo comunque quell'umiltà che impone la mia povertà;conosco alla perfezione il bon ton da tenere in ogni luogo,(anche quelli che non ho mai frequentato per ovvie ragioni),e so ballare ogni genere di danza. >>
Ebbe la soddisfazione di vedere il principe sbalordito,i suoi occhi sorpresi.E infatti non era ciò che s'aspettava,ora capiva il perché dei suoi modi e anche del suo modo elegante di parlare,che dimostrava certo un'approfondita cultura.Prima non ci faceva affatto caso,ma ora capiva chiaramente che Gaia,confrontata ad un qualunque cittadino come il suo giardiniere (e stalliere in contempo),sarebbe stata scambiata per una gran dama.Ed in effetti,lui aveva sempre parlato con lei con il suo solito lessico da nobile e lei non s'era mai mostrata inferiore,né in difficoltà.
Gaia era una duchessa travestita da contadina,pensò ironicamente.
Improvvisamente gli venne voglia di conoscere più del suo passato,ma non voleva risvegliare la malinconia e gli spiacevoli ricordi,quindi avrebbe dovuto pazientare un po'.
<< Quindi potrei benissimo insegnarvi a danzare,se per voi non è troppo umiliante >>
Lui era un principe,e tra l'altro molto orgoglioso.Lei non si aspettava di certo di convincerlo senza prima lottare.
D'altra parte il principe cosa poteva rispondere?lui stesso aveva detto che questo era uno dei problemi,che lei si era posta di risolvere,e lui non aveva molte scelte.Il suo istinto gli suggerì frasi davvero poco raffinate e gentili,che però non voleva usarle contro,non sarebbe stato giusto.Cosa fare quindi per distrarla da quell'idea malsana?
Gaia notò l'espressione pensierosa del principe e percepì che, probabilmente, avrebbe cercato una via di fuga.cercò quindi di metterlo con le spalle al muro
<< Principe,vi prego,ricordatevi che il mio aiuto non ha niente a che fare con la mia vanità,ma solamente con il buon proposito di fare qualcosa di giusto!Io stessa vi avevo detto che avrei cercato un modo per aiutarvi e per ringraziarvi della vostra bontà d'animo,e voi avete accondisceso.Io vi ho dato la mia parola e voi,accettandola,avete dato la vostra!so che,com'è nel vostro onore di gentiluomo,non ve la rimangereste.Quindi perché indugiate?! >>
Gaia l'aveva messo alle strette.Quando un uomo da la sua parola non può contraddirsi (soprattutto se è un principe)e quindi poteva solo accettare.
<< Ebbene provateci,anche se mi sembra un inutile spreco di tempo...Ma mi resta comunque un dubbio.Il ballo è di sera,ve lo siete dunque dimenticato? >> Ecco,pensò il principe,la propria triste ancora di salvezza
<< Non so se la mia presenza si noterà molto >> cercò di ironizzare.
Gaia non si lasciò abbindolare.Sapeva benissimo che il ballo avrebbe avuto inizio nel pomeriggio.
<< Ma principe,non avete letto attentamente l'invito -disse quasi con sarcasmo- Il ballo inizia in verità alle ore 4  pomeriggio. Abbiamo tutto il tempo per recarci al ballo e tornare prima di sera. E' estate,e la sera è ritardata di alcune ore,ricordate?!  >> lo disse con molta naturalezza e ingenuità. In verità si stava divertendo un mondo.
Henry si sentì messo alle strette.Quale scusa avrebbe trovato?
Ma gaia non gli lasciò il tempo di rispondere,Si alzò dal tavolo e si scusò un attimo per dirigersi nelle proprie stanze.Quando tornò,il principe era sparito.S'affaciò dunque alla terrazza,aspettandosi di vederlo sotto il solito albero,ma non lo trovò.Quindi si diresse verso la biblioteca,che una volta la governante le aveva indicato. Salendo la scalinata e voltando alla sua destra,percorse il lungo corridoio,fino a trovarsi davanti una porta molto più grande delle altre.l'aprì,e li si ritrovò davanti uno spettacolo che non avrebbe mai immaginato:La biblioteca era immensa.
Curiosamente a forma circolare,con cinque piani a soppalco,ognuno pieno di libri.
Il soffitto era una cupola ,dove in cima v'era un piccolo oblò dal quale filtravano i raggi del sole,che illuminavano l'intera stanza.la cupola era poi decorata da motivi floreali vivacemente colorati che andavano a incrociarsi ,sciogliersi fra loro,formando delicate ed eleganti forme;e ai bordi i putti suonavano variati strumenti,e sembravano danzare e gioire!Pensò fosse quasi un immagine allegorica della primavera:era la prima cosa che avrebbe pensato guardando quell'affresco.E pensò che avrebbe davvero voluto sapere la storia di quel castello,di quell'affresco,delle persone che l'avevano ammirato e dipinto...poi sentì qualcuno schiarirsi la voce.
distolse lo sguardo dalla cupola e trovò il principe al secondo soppalco,alla evidente ricerca di letture,che la guardava corrucciato,probabilmente ancora arrabbiato per non avere scelta di evitarsi il ballo.
<< Ecco dov'eravate cacciato >>
<< Avevate forse bisogno di me? >>
<< Si;Se non erro,poco fa avevo promesso di insegnarvi a danzare,non è così?Pensavo che vi sareste prestato oggi stesso per imparare >>
<< Gaia,ecco,veramente non saprei... >>
<< Oh principe Henry,avevate promesso!sono certa che non vi rimangerete la parola,perché siete un gentiluomo!Tra l'altro abbiamo davvero pochi giorni per preparaci,due al massimo!Dobbiamo incominciare subito >>
Henry era ancora in dubbio se accettare oppure no la proposta di Gaia,ma non accettarla sarebbe stato come dire che lui non era un uomo di parola!Aveva un orgoglio da difendere!
Gaia si spazientì,ci aveva provato con le buone e credeva d'averla avuta vinta,toccandogli l'ego!ma a quanto pare Henry era ancora dubbioso,Forse doveva passare alle maniere forti?!
gaia gli si diresse abbastanza vicino,con le mani sui fianchi,e lo sguardo deciso
<< Se credete di trovare la scusa per non partecipare al ballo,evitate la fatica,è tutto inutile!Avete sempre saputo le mie intenzioni,voi me le avete concesse,quindi come d'accordo andremo a quel ballo,sia che sappiate danzare che non!tenete a chiaro le mie parole perché non ve le ripeterò la prossima volta! >>
Poi se ne andò con passo deciso,arrabbiata,uscì dal castello e si sedette sulla spiaggia poco distante,ad ammirare il mare.
Ancora non conosceva bene il principe,ma aveva capito che dietro il suo essere forte c'era un bambino fragile,forse anche temeva che tutto ciò che fosse a lui estraneo potesse fargli del male,e questo lo bloccava dall'essere naturale e dal fidarsi.Forse era questo che incuriosiva Gaia.Lei amava aiutare chi d'aiuto fosse bisognoso.Ciò le faceva credere d'essere una persona migliore,di non meritare tutta la cattiveria di quel mondo ma qualcosa di più,qualcosa che tutti potevano avere:la felicità.
Oh no,non s'illudeva,sapeva che quando si parlava di felicità non ci si riferiva a una felicità costante...la felicità è traditrice, va e viene,ma torna sempre.Lei l'aveva conosciuta nell'infanzia,e l'aveva persa alla morte della madre,poi adesso l'aveva riconquistata.Non era la stessa di molti anni prima,ora c'era consapevolezza,sapeva un po' come andava il mondo,che persone poteva incontrare,c'erano momenti di tristezza o sconforto...Eppure era felice ora.
O almeno,in buona parte...Ma sapeva che aveva preso la strada giusta,ed essa l'avrebbe condotta alla felicità.Ed era ciò che voleva far provare al principe.Lui era così diverso da lei,così pessimista,amareggiato,solitario e un pozzo di tristezza e negatività.Sembrava così convinto che non ci fossero speranze!come poteva vivere in questo modo?lei non avrebbe mai capito,lei aveva sempre coltivato,di nascosto, dentro il suo cuore ,la speranza.Lei riusciva a trovare motivi di felicità anche nei momenti peggiori,lì dove gli altri sarebbero caduti nel buio più totale!
lei era forte.Lei non s'arrendeva mai,aveva il coraggio di rialzarsi e di dire "domani è un altro giorno".Lui non aveva mai avuto qualcuno che gli insegnasse a tenere duro,sua sorella era morta troppo presto per insegnarli questo tipo di filosofia.Non aveva mai avuto nessuno che gli dicesse di non mollare,di sperare,andare avanti!nessuno.E lei,che era la ragazza più ottimista che gli potesse capitare davanti,l'avrebbe aiutato,gli avrebbe fatto conoscere la felicità e gli avrebbe insegnato la vera forza degli eroi,che non è la testardaggine o il mostrarsi forte agli altri,ma è celato nel cuore;E forse è proprio questo ciò che la teneva legata a lui,la solidarietà,pena e il desiderio di liberarlo e di insegnarli tutto ciò.
Non doveva fare lo stesso errore della notte scorsa,non doveva scambiarlo per amore perché ,non lo era, era qualcosa di più vicino all'amicizia.Si sentì sciocca e frivola ad aver pensato subito d'essersi infatuata di lui...Aveva diciassette,quasi diciott'anni!e ancora faceva stupidi pensieri da bambina.
Almeno questo la fece sentire sollevata:non doveva quindi aver paura di soffrire in caso lui avesse incontrato l'anima gemella,sarebbe anzi stata felice per loro.
Un motivo in più per portarlo in mezzo alla società,quindi.
Improvvisamente vide il principe Henry che le si era seduto accanto.Lei non lo guardò più di un istante e continuò a guardare il mare,in silenzio.
<< Perché volete portarmi in mezzo a quella gente?Io non sono così,sono diverso.Dubito che la persona a me adatta si trovi in quel luogo >>
<< Diverso?cosa avete di diverso?non provate sentimenti?
non avete pensieri vostri?
non respirate la stessa aria e non toccate lo stesso terreno,forse?
io non noto niente di diverso rispetto gli altri esseri umani. >>
<< Vi sbagliate,Gaia.Non cercate di farmi sentire come gli altri,sapete benissimo a cosa mi riferisco! >> disse un po' alterato.
Gaia lo penetrò severamente con lo sguardo.Come mai a Lui parve di conoscere quello sguardo da secoli?!
 << Volete dire che la vostra maledizione ha cancellato tutta l'umanità che vi appartiene?Io,a fianco a me,vedo solo una persona che prova dei sentimenti,sensibile,più umana di molti altri!non siete voi il mostro.Esistono persone incapaci di amare,o di provare pietà,o accecate dall'odio e dal potere. Loro sono dei mostri,si,ma non voi.Voi stesso Mi avete salvato da un mostro,accolto e curato,vi siete preoccupato per me,siete buono,per molti versi siete un buon esempio per chiunque! >>

Non era diverso dagli altri.Questo era un nuovo concetto per Henry.La parola diversità era sempre stata la prima del suo vocabolario,la causa della sua solitudine,dell'essere abbandonato da tutti.E ora quella ragazza diceva che non era DIVERSO.
<< Se ciò che voi dite allora è vero,perché i miei genitori mi hanno abbandonato?A loro non importava niente della mia vita,credevano che questo luogo e io fossimo maledetti!che fossimo dei mostri!E' per questo che sono scappati,lo capite?!! >>
disse guardandola severamente
<< Ma vostra sorella no,lei non è fuggita.In quel momento non ha pensato ad accudire un mostro,ma suo fratello... >>
Il principe rimase per qualche secondo in silenzio,poi si alzò e le girò le spalle,per tornare nel castello
<< Perché ve ne andate?ho forse detto qualcosa di male? >>
Anche gaia si era alzata,e ora guardava le spalle del principe,che era in procinto di avanzare.
Poi si fermò,si girò e la guardò con uno sguardo quasi rabbioso,che Gaia non aveva mai visto sul suo viso e che le incuteva timore
<< Voi che ne sapete?non potete capirmi,non mi capirete mai,quindi non provateci!siete solo una sciocca,ingenua contadina che crede ancora nelle favole e nel lieto fine!Sapete dove vi ha portato il vostro filosofare? vi ha portato a farvi quasi violentare da vostro cognato,a essere diseredata e a rischiare la vita pochi giorni fa!Se in quel momento non mi fossi trovato per caso nei dintorni a quest'ora sareste morta!e ora guardate dove siete...Abitate nella dimora di un dannato.Fingete pure,continuate con la recita della brava martire!Sappiate solo che la vostra speranza vi acceca,talmente tanto da nascondervi la realtà.
Gaia,imparate a tenere i piedi per terra e abbandonare i sogni da principessina,e guardate la vita per quella che è! >>
Perché lo aveva fatto?perché quelle parole così violente?Gaia se lo chiedeva,mentre a poco a poco le lacrime le scesero sugli zigomi,per seguirsi poi fino al mento e precipitare così,velocemente,a terra,perdendo la loro forma.
Voleva scappare,avrebbe voluto essere lontana mille miglia da quelle sue parole.Ma i piedi erano come incollati al terreno.Era triste,si,di una tristezza infinita,ma che Gaia trasformò per metà in rabbia.Avanzò verso il principe Henry e,inavvertitamente gli stampò uno schiaffo in viso.Sapeva che non avrebbe dovuto,ma non era riuscita a trovare altre buone ragioni per non farlo.
<< Avete ragione,la mia speranza mi ha accecato tanto da vedere il voi una persona che in realtà non siete >>
Poi se ne andò,lasciando Henry ancora immobile,a rendere concreto ciò che era appena successo, Sentendo dentro di se tanta tristezza da dolergli il cuore.

Nonostante le sue ultime parole,Gaia non pensava davvero di essersi sbagliata sul conto del principe.Anzi,era tutt'ora convinta che la sua vera personalità fosse semplicemente sommersa da tutta l'amarezza che provava per la sua situazione.
Certo,le parole di lui nn l'avevano di certo fatta sentire giusta.Era ora in collera,ma sapeva le sarebbe passata e nel frattempo avrebbe tenuto il broncio,come un principessina,esattamente come lui l'aveva definita.gaia si diresse nella sua stanza,e aprì violentemente le tende dell'enorme finestra,che impediva di farle vedere il paesaggio.Ormai erano le sei,l'orario di cena,ma lei non aveva intenzione di cenare quella sera.Si sarebbe fatta portare qualcosa,se proprio ne avrebbe sentito il bisogno;
Ancora non si capacitava di aver osato tanto da colpire il principe.Nel suo paese i contadini rischierebbero la ghigliottina,per un peccato simile.
Ora lui l'avrebbe cacciata dal castello?
oppure si sarebbe accontentato delle sue scuse?si,sempre che Gaia fosse stata disposta a porgergliele,le sue scuse.
Difatti una parte di lei era convinta di aver agito dalla parte del giusto.E la rabbia di certo non aiutò a capire cosa fosse meglio fare.Anzi,avrebbe aspettato che lui stesso si fosse preso la briga di andare da lei.
Si tolse l'abito che stava indossando,e lo mise nella cesta destinata agli abiti sporchi,poi si mise la vestaglia e restò innanzi la finestra,aspettando fino al tramonto di vedere il principe entrare nella sua stanza. Ma di lui nessuna traccia,nessun rumore che presagisse un suo avvicinamento,nulla,solo il silenzio più totale. Lei era orgogliosa quanto lui,e se l'era presa davvero per quelle parole che lui le aveva rivolto;non poteva fingere di stare bene o di non essere arrabbiata.Nemmeno la fece chiamare per la cena,e questo contribuì all'umor nero di Gaia.Era forse la prima volta ,da quando era al castello,che si sentiva veramente a disagio in quel posto.così si mise a letto,decisa a non pensarci eppure pensandoci ancora,e s'addormentò pian piano.

Il mercato sembrava ancor più affollato del giorno precedente,e Gaia a fatica si fece spazio tra la folla.Anche quella mattina aveva deciso di fare la spesa,e aveva detto alla governante che,da quel giorno in poi,si sarebbe resa disponibile per qualunque faccenda casalinga.infondo,quella povera donna era sola a mantenere un castello,e non era neanche più nel fiore degli anni.Come poteva non importare al principe Henry?era talmente preso dalla sua sfortuna da trascurare anche le poche persone che gli erano vicino. Gaia non era ancora riuscita a togliere quell'espressione arrabbiata dal suo viso,e aveva evitato di proposito il salotto per evitare di incontrare il principe.Addirittura aveva saltato la colazione,pensando poi di poter rimediare qualcosa dalla spesa.
< Mi scusi,potrebbe darmi sei pagnotte di pane? >
< oh,ma certo bella signorina.Siete nuova di qui >
non era una domanda.
< si,esatto,sono qua da pochi giorni > rispose educata Gaia
< Benvenuta in questo paese... si renderà ben presto conto della sua originalità >
Gaia non rispose,convinta che dovesse riferirsi al principe,così pagò e,assetata,si diresse alla fontana.Tornò a casa più tardi della mattina precedente,nessuno le venne incontro mentre percorreva il sentiero verso il castello e al suo ritorno solo la governante pareva preoccupata. Salendo poi le scale,accadde ciò che desiderava non avvenisse,ma che desiderava dal giorno prima; il principe stava scendendo le scale in quel momento,probabilmente dopo essere stato in biblioteca. Lei cercò di non guardarlo,e continuò a salire,sentendo poi la voce di lui che l'avvisava,anche se sembrava più un ordine,di scendere per il pranzo a poco.lei fece come le fu chiesto,e quando lo sorpassò,sorrise leggermente,soddisfatta.Era andata esattamente come lei aveva desiderato:era stato lui a rivolgerle la parola per primo.


ragazzi sono super felice, ho appena vinto un concorso di poesie e dalla felicità ho postato un nuovo capitolo!!!!!!!!!!
....Spero vi piaccia!ringrazio come sempre i miei lettori e la mia Aly per aver ampliato i primi 3,4 capitoli, che senza le sue aggiunte sarebbero stati lunghi la metà, ihih!Ti voglio bene!!!!spero farai presto lo stesso con tutti gli altri!!!

 

Beeble:Ti ringrazio per incoraggiarmi sempre!!!!mi aiuti molto, grazie!!!!Ti ringrazio panche per i bellissimi commenti e complimenti che mi lasci, che non credo di meritare csì tanto ma mi fai sempre un sacco felice!Spero davvero che le mie storie continuino a piacerti!!!un bacio!

 

francydenis:ahahahah, si effettivamente come idea non è niente male, anche io gli cadrei addosso!!!!già, è irresistibile il nostro caro bel principe maledetto!con i suoi occhioni verdi e i capelli color pece,eheh!!grazie x commentare sempre, spero ti piaccia anche questo capitolo,un bacio, ciao!!!

 

cussolettapink: Grazie x aver lasciato un commento!mi fa un sacco piacere veder lievitare le recensioni!!!spero questo capitolo non ti deluda, un bacio!!!!

 

al prox,ciaoooo ^_^ la vostra Deny

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Capitolo 12
*** 12° capitolo ***


Era il pranzo più lungo che avesse mai consumato.O almeno così le parve.
Il principe Henri non pronunciò parola,lei non alzò lo sguardo dal piatto nemmeno una volta.
L'aria era pesante, e aleggiava come uno spettro nel castello.
Ritrovandoselo davanti,Gaia sentì ancora più forte la rabbia per quelle parole così dure che, sapeva, non aveva meritato. Dovette trattenersi dall'urlare,o semplicemente dall'uscire dalla stanza e allontanarsi da lui.
 << Gaia,io desideravo parlarvi >>
Era la prima frase che gli sentì pronunciare ,dall'inizio del pranzo.Ma lei non aveva intenzione di cedere allo stampo così dolce della sua voce,semplicemente non disse nulla e continuò a concentrarsi sul suo pasto.
Henry sospirò.
<< Non era mia intenzione dirvi quelle parole.E non è mia intenzione ferirvi,non lo è mai stata >>
lui la guardava con attenzione,insistentemente ,cercando di attirare gli occhi di lei ai suoi.
<< E' stato ignobile,deplorevole e malefico da parte mia,voi non avete colpa di ciò che vi è accaduto in passato, e ciò dovete saperlo! Era la rabbia a farmi parlare, il fatto che voi trasformavate in una cosa da nulla il motivo che >> s'interruppe un attimo,e con lui anche il suo sguardo cambiò direzione,facendosi cupo. Gaia aveva capito che non amava mostrarsi debole di fronte agli altri,e per questo capì come voleva concludersi la frase...trasformava in una cosa da nulla il motivo per cui aveva sempre sofferto.
Sentì una fitta al cuore.Quel velo di tristezza lo rendeva vulnerabile,troppo...Sembrava avesse bisogno di essere protetto da ogni cosa,come se anche il sussurro del vento avrebbe potuto causargli dolore.
Decise allora di parlargli,facendo si che anche lui volse a lei il suo sguardo.Il tono che usò sembrava quello di un educatrice, che cerca di insegnare le buone maniere ai suoi allievi:controllato, asciutto, con una lieve nota di comprensione.
<< Principe,Sono perfettamente consapevole del fatto che voi abbiate sofferto. E so anche che mai potrò comprendere pienamente il vostro dolore,solo voi ne siete in grado.E le vostre parole mi hanno ferito profondamente,tanto che ancora non so se accettare le vostre scuse,o restare ancora arrabbiata con voi >> Si blocco,vedendo l'espressione di Henry farsi colpevole.Era sinceramente pentito,e fu in quell'attimo che Gaia comprese che lui non l'avrebbe mai voluta far soffrire volontariamente.
Ma noi umani siamo fragili,e sentimenti come la rabbia o il dolore,a volte per attimi,altre per giorni,altre per anni, possono prendere completo possesso della nostra mente,e anche delle nostre parole.
Un'altra prova di quanto fosse umano,anche senza rendersene conto. Allora sorrise,addolcita dalla conclusione a cui era appena arrivata.E arrivò al cuore di lui,che si riempì di quella dolcezza,e che ne desiderava ancora,e ancora,e ancora l'avrebbe desiderata senza mai averne abbastanza.
Ma lui ancora non lo sapeva,sentì solo il calore di quel sorriso,che cacciò la sua tristezza.
<< Voi dite che siete un mostro, che non siete umano. Ma non vi rendete conto che in ogni momento,in ogni gesto e parola,e sentimento,siete molto più umano di quanto crediate.
Vedete,ho ragione io: siete talmente testardo da non voler vedere altro che la parte peggiore di voi.
Se un grande e virtuoso artista creasse la sua opera,ne vedrebbe solo i difetti e le mancanze...ma se la stessa opera venisse posta al cospetto di una persona qualunque, che non sia il suo creatore, essa la vedrà perfetta,e coglierà tutte le virtù di essa,la mostrerà a tutti,orgoglioso,vedrà ciò che il creatore non era stato in grado di vedere.E sapete il motivo? perché l'artista era talmente concentrato nella ricerca dei difetti del suo capolavoro che non era stato capace di vederne la bellezza.Quindi,dovete permettermi di dirvi ciò che vedo in voi,perché siete talmente accecato!
Lasciate che i miei occhi leggano la vostra anima,perché voi ancora non siete capaci di farlo. >>
e con la mano sfiorò leggermente quella del principe,posata sul tavolo.
Anche se Henry doveva ancora appropriassi di quello che aveva appena sentito,c'era qualcosa che lo spingeva a prendere per vero la sua versione.Non aveva appigli a cui aggrapparsi e ribattere, non trovava motivi razionali per controbattere;
Dire che finalmente il principe capì di essere più umano che mostro, sarebbe esagerare.Una certezza con fondamenta così forti non poteva cadere così facilmente.Ma sarebbe errato dire anche che le sue parole non gli fecero effetto;ma che anzi,in fondo al cuore gli si accese un piccolo raggio di speranza,e una parte di lui sapeva che lei aveva ragione,ma ancora non era abbastanza per credergli completamente.E senza negare il senso di rassicurazione che quelle parole gli diedero.Ritrasse la mano che Gaia aveva appena sfiorato, ma solo per posarla su quella di lei,e quest'ultima sussultò,non solo dal tocco familiare,ma anche dalla potenza che il suo sguardo emanava,che la sembrò ringraziare.
Pace fu fatta,e il silenzio calmo che v'era ora era ben diverso da quello di prima,e rasserenò entrambi.
<< Immagino vorrete iniziare da subito le lezioni di ballo... >>
Gaia si sorprese di sentire tali parole uscire dalla bocca di lui.Fino a ieri sembrava cercare ogni scusa per sottrarsi a tale impegno.Ma Henry non fece caso alla faccia sbalordita di lei.Si sentiva colpevole di averla fatta soffrire,proprio lei che sembrava voler fare così tanto per lui! Desiderava farsi perdonare.Voleva che lei fosse felice in quel luogo.Che non si dovesse pentire di essere rimasta con lui.
<< Oh-OH,b-bè,se non avete altri impegni ovviamente... >>
<< No,certo che no. Venite,vi mostro la sala di musica. >> Lui si diresse così in un'altra stanza,poco distante da quella del pranzo.La sala era enorme:il pavimento era marmo lucidato e tenuto con cura e, agli angoli, v'erano colonne sulle quali dipinti dei greci con violini,trombe e motivi floreali.
Nella parete frontale all'entrata v'era posto un grande quadro,che rappresentava muse che danzavano e festeggiavano forse la primavera.
Nella parete più lunga,a fianco,invece stava una vetrata,che conduceva a un balcone che si divideva,lateralmente,in due scale che portavano a un giardino tenuto con cura,l'erba tagliata in modo da creare forme sinuose,tra la quale
V'erano anche fiori colorati , piantati secondo un progetto preciso, e poco più in là una fontana enorme e imponente.
Ancora sorpresa e persa nelle sue fantasticherie,sentì il riso soffocato di Henry,e si volse a guardarlo dubbiosa.
<< perdonatemi,ma con quell'aria sorpresa siete davvero buffa. -ancora il sorriso non era scomparso dalle sue labbra- Immagino non abbiate mai visto una sala da ballo.Bè,ecco a voi,madame >> e le fece un gesto teatrale con la mano,come a mostrarle la stanza.
Ciò fece sorridere Gaia << Sapete,mia madre mi ha sempre raccontato di luoghi del genere che amava frequentare. Ma devo ammettere che non c'ero mai stata personalmente,ed esserci ora, è molto meglio che limitarmi a sognare >>
<< Bè,ora questa stanza è anche a vostra disposizione,in qualunque momento lo desideriate.Non siete contenta? >
<< Oh,certo che sono contenta!In questo momento la mia gioia è grande,sono così emozionata.Oh come mi sento sciocca! >> ma Gaia era davvero felice,soprattutto per un principale motivo << E poi,mi sento molto più vicina alla mia povera mamma, trovandomi in un luogo dove lei ci ha passato la propria gioventù. Non proprio qui,ma in un posto molto simile,immagino. >>
<< Si,probabilmente.Ora potrete mettere a frutto i suoi insegnamenti!vediamo se eravate una brava allieva >>
Disse scherzosamente Henry,in modo da non farla pensare più di tanto alla madre ,pensando che fosse un ricordo carico di tristezza per lei. E infatti raggiunse il suo obiettivo. Si accese lo sguardo di lei,come ogni qualvolta affrontava le sfide.poi si recò al centro della sala,dicendo al principe di raggiungerla.
Lui,imbarazzato,la seguì,e impararono a ballare senza musica,a ritmo di -un,due tre,un, due,tre-.
Henry era un bravo allievo,notò Gaia sorridendo.Se all'inizio era lei a guidare lui,ora i ruoli s'erano invertiti grazie all'innato senso del ritmo che neppure Henry sapeva d'avere;i suoi movimenti erano fluidi ed eleganti, e con poco esercizio sarebbe stato il miglior cavaliere del ballo.Era bello,attraente, e ballava bene...Una dama non avrebbe potuto chiedere di meglio (Certo,prima doveva essere certa che non pestasse i piedi della sua dama come faceva con lei).
per ora,quella dama fortunata era Gaia,che si stava divertendo un mondo, così come anche lui. Infatti non aveva mai sentito il principe ridere così tanto ,da quando era arrivata.
<< Visto? Non c'è niente da temere...Ve la state cavando perfettamente >>
<< Voi dite?io mi sento abbastanza ridicolo... >> dicendolo,il principe fece fare una giravolta a Gaia
<< Oh,che sciocchezza! siete un ottimo allievo >> scherzò Gaia.Continuarono ad esercitarsi così fino al giorno del ballo,pomeriggio e sera,più per loro divertimento che per imparare realmente.Ciononostante Henry divenne un ballerino accettabile.

Finalmente il giorno del ballo arrivò,con grande entusiasmo di Gaia,e tremenda agitazione di Henry che,anche se non lo ammise, Gaia capì perfettamente.
Quest'ultima stava ancora decidendo quale abito mettersi,quando sentì bussare alla porta della sua stanza.
<< Avanti >> ma dopo che sentì ancora bussare,si ricordò che se fosse stata l'anziana governante,parlare non sarebbe servito.Così andò lei stessa ad aprire alla porta,e come sospettava,l'anziana governante le si trovava esattamente di fronte, si spostò quindi per farla entrare,poi rinchiuse la porta alle sue spalle.
La governante la guardò,e sorrise,poi si diresse verso l'armadio.Dopo pochi minuti la sua attenzione si spostò nella direzione del baule,ai piedi del letto,e dal quale ne estrasse un bellissimo abito,che Gaia non ebbe il tempo di ammirare perché la governante glielo fece indossare subito.Per nemmeno un attimo le fu permesso di specchiarsi,nemmeno quando la governante le volle pettinare i capelli.
Era curiosa di guardarsi,e di ammirare quel bel vestito;nonostante si sentisse un po' a disagio.Il corpetto stringeva,il tacco della scarpa la faceva sentire in bilico sulla superficie del pavimento e il modo in cui era agghindata,il posto dove stava andando: non facevano parte del suo mondo, e si sentiva quasi in colpa.
Dopo una lunga attesa,finalmente poté guardare la sua immagine.
Si mise di fronte a un ampio specchio della stanza,e rimase terribilmente sorpresa.
Dapprima vide le spalline a sbuffo,collegate al busto,legato frontalmente da nastri,che dalla vita in giù si apriva,si gonfiava, procurando deliziose pieghe nell'abito.Il tutto era color crema,decorato con perline oro che si abbinavano perfettamente al copri-spalle,alle scarpe e ai guanti che salivano per tre quarti del braccio.Anche l'acconciatura era stupenda,e si domandò più volte come riuscire a farne una simile lei stessa.Il suo viso era completamente scoperto dai capelli,acconciati dietro con varie forcine in modo apparentemente casuale,con qualche boccolo che le cadeva volutamente sulle spalle.
La governante la guardò con tenerezza e soddisfazione di chi è soddisfatta del proprio operato e Gaia si inchinò per mostrare la sua gratitudine a quella donna tanto gentile!Lei le prese per un attimo le mani,le strinse,poi uscì dalla stanza,come se avesse altri importanti compiti da portare a termine.
Restò ancora per un po' a guardarsi da ogni angolazione,poi una lacrima le solcò il viso.Come sarebbe stata fiera la sua povera madre!La immaginò proprio lì,alle sue spalle,mentre la guardava con amore e commozione,come se fosse stata la cosa più bella che avesse mai visto.
Immaginò di sentirla vicino,che le si avvicinava e le baciava la fronte.Anche sua mamma piangeva,ma al contrario di Gaia,le sue erano lacrime di gioia.Immaginò di sentire le sue mani accarezzarle il viso,e le lacrime scesero ancora più rapidamente di prima.
Era nel suo piccolo paradiso,ma nel luogo più doloroso del suo mondo.
<< Gaia?Ho bussato varie volte ma forse non mi avete sentito >>
Si girò di scatto,mentre ancora il segno del pianto era visibile sul suo volto.
L'espressione del principe si fece sorpresa,poi grave,infine si avvicinò a lei quasi correndo.
Dal taschino tirò fuori un fazzoletto pulito,e il più delicatamente possibile le asciugò le lacrime << Cosa vi succede?è successo forse qualcosa,non vi sentite bene?>>
Gaia aveva una gran voglia di buttarsi fra le sue braccia per avere un pò di quel conforto che da tempo nessuno le dava.Voleva tornare all'illusione di avere la madre al suo fianco,di sentirsi circondata dal calore umano.Ma non si mosse.Non l'avrebbe mai fatto.
Preferì nascondere la sua malinconia con un timido sorriso.
<< Non preoccupatevi.Sto bene.Solo ho pensato a cose tristi e non mi sono resa conto di piangere.Scusatemi,ora va meglio >>
il principe non si fece ingannare,ma sapeva quanto poco avrebbe ottenuto insistendo.Lasciò perdere,ma voleva tenerla d'occhio,in caso il suo sguardo fosse tornato di nuovo triste.Allora le fece il sorriso più dolce che potesse donarle,e anche se avrebbe rinunciato volentieri al ballo,cercò di mostrarsi come Gaia avrebbe voluto, eccitato e felice.
<< Sono sicuro vi divertirete al ballo.Sembrerete proprio una principessa,d'altronde siete molto graziosa vestita in questo modo >>
Anche se si imbarazzò non poco del complimento appena uscito dalle sue labbra,si rasserenò nel vedere Gaia sorridergli,e l'ombra del pianto che via via andava scomparendo.
<< Vi ringrazio Signore,anche voi siete molto elegante,proprio come un principe >> rise appena della sua ironia e prese una rosa bianca che aveva trovato nel roseto la mattina,e appoggiato sul mobile.La infilò nel taschino della giacca blu notte del principe e disse << Ora siete perfetto,possiamo andare >>
Il principe le porse il braccio da gentiluomo,ed era ansioso che il ballo finisse il più presto possibile.
La carrozza scese nel paese,e si diresse nella zona aristocratica della città.Entrò nel cancello della grande reggia,e seguendo il viottolo di sassi,si fermò esattamente all'ingresso della casa.
La maggior parte degli ospiti erano nella sala da ballo,a parlare dell'occasione,di com'era stato organizzato perfettamente il buffet,di quanto fossero stati utili i consigli di Lady Granit a Lady Belford,di come potesse,Un affascinante figlio di un Lord,ballare con quell'insignificante contessina Higer.Insomma,tutti si stavano divertendo,quando improvvisamente la servitù informò dell'arrivo di sua maestà il principe James Henry Ellesmera.
La sala da ballo si fece all'improvviso silenziosa.
Il principe?Impossibile,non può essere vero!
Questo era il pensiero condiviso da duca,duchesse,lord e ambasciatori,principi e principesse del regno vicino.
Poi li videro.
Il principe Henry fece la sua comparsa,aveva uno sguardo fiero e misterioso,dentro al quale v'era troppa agitazione che si guardò bene dal nascondere;al suo fianco vera una ragazza che molti guardarono con ammirazione perché davvero molto graziosa,lo sguardo era volto umilmente verso il pavimento e il suo coraggio parve sparire dal momento stesso in cui entrarono nella sala.
Accadde allora che,il signore della reggia,con a seguito la moglie,si avvicinarono ai due ospiti.
<< Mio signore -si inchinò tanto da sembrare quasi imbarazzante- sono assai onorato di averla nella mia casa,e assai felice che lei abbia accettato l'invito al ballo! >>
Se Henry avesse avuto libertà di scelta,non si sarebbe trovato di certo li,pensò il principe con una punta d'ironia.
<< Io sono onorato di esserci,Duca di Belford.Questa ragazza al mio fianco è una mia lontana cugina,la principessa Gaia Saphira Ellesmera di Arya. >>Gaia s'inchinò e sorrise educatamente, timida.
Ovviamente la storia della parentela era solo una scusante per il fatto che lei abitasse nel palazzo del principe.e dire che l'idea aveva avuto origine solo pochi minuti prima di scendere dalla carrozza,e fino pochi minuti fa lei era una contadinella.
<< principessa di Arya,è un immenso onore averla al nostro umile ballo.Ma ora prego,se desiderate vi presenterò tutti i presenti,che sono sicuro siano ansiosi di conoscere il principe e la principessa! >>
Fecero molte conoscenze,mai il principe s'era trovato in tale situazione e si trovò tremendamente a disagio,ma nello stesso tempo non si era mai sentito tanto umano come in quell'occasione.Ogni qualvolta si girasse verso Gaia,lei gli faceva un sorriso d'incoraggiamento,e ciò lo spingeva a dare il meglio di sè a quegli sconosciuti.Conobbe di persona molti principi di contee vicine,con cui più volte aveva corrisposto via lettere per ciò che riguardava la politica e l'economia.
Ad un tratto,quando le fu presentata la famiglia del duca di Elsinore,vide la figlia di quest'ultimo sorpresa di conoscere Gaia.E mentre si allontanavano,La duchessina s'avvicinò a loro.
<< Oh!ma noi ci siamo incontrate al villaggio!Sono davvero felice siate venuti!che grande onore per noi!Ma non sapevo fosse la cugina del principe!Perdonatemi se posso esserle sembrata sfacciata nel nostro ultimo incontro >>
Gaia si fermò,e così fece anche lui.
<< No,affatto,non ha niente di cui scusarsi.Siete davvero bella,i miei complimenti,è un onore rivederla >> poi Gaia si volse verso Henry,che la teneva ancora sottobraccio.<< Principe,lasciate che vi presenti Miss Aleandra di Elinore!ho avuto la fortuna di conoscerla al villaggio,lei stessa mi disse del ballo. >>
Henry si chinò leggermente,le sorrise superficialmente << Lieto di fare la vostra conoscenza,Contessa.Ho avuto il piacere di sentir parlare di lei da Mia cugina. >>
Aleandra rimase spiazzata e senza parole di fronte a Henry.Non esisteva fascino più potente di quello che lui scatenava.Era affascinante,virile,maestoso,misterioso e terribilmente bello.Lei arrossì,e come per magia non seppe più dove si trovasse,ne chi fosse.
Con la scusa dell'amicizia con Gaia,Aleandra restò con loro fino a inizio danze,finché un'affascinante uomo non venne a dichiarare il suo diritto su di lei per la prima danza.Henry non parlò quasi mai.Una volta trovatasi soli,Gaia gli rivolse la parola.
<< Avevate tanta paura,ma ve la state cavando benissimo. >>
<< Vi ringrazio Gaia,ma a dire il vero sono piuttosto a disagio >>
A Gaia parve di vederlo fare una smorfia
<< Suvvia,non durerà ancora a lungo.Che ne dite di ballare? >>
Il principe la guardò stranito,quasi avesse detto qualcosa di blasfemo.
<< non vi ho insegnato per nulla! >>
Così si mischiarono alle coppie che danzavano al centro della sala.Inizialmente un pò timidi,ma pian piano si trovarono a loro agio.Lei percepiva la sicurezza di Henry,e le parve di stare in un luogo tremendamente familiare,dal quale non avrebbe mai voluto andarsene.Ma ciò non era bene.
<< Sapete,dovreste chiedere alla contessa Aleandra di danzare.-le si strinse il cuore per quello che stava per dire- Infondo è una conoscenza di vostra cugina -sorrise maliziosamente a quella recita ridicola- e come tale sarebbe un dovere per voi ballare con essa. >>
Henry la guardò per un attimo serio e riflessivo.A dire la verità,non era mai stato nei suoi piani ballare con la contessina,e non credeva di desiderarlo particolarmente.Era si una bella fanciulla,ma era una bellezza superficiale,non v'era nulla d'interessante in quella giovane dal viso angelico,o almeno non per lui.
<< Lo farò,se ciò vi farà piacere,ma ad una condizione >>
Gaia non se lo aspettò,e rimase perplessa.
<< Vale a dire? >>
<< Le concederò solo un ballo,dopo di ché non ballerò con nessun'altra fanciulla della sala,esclusa voi naturalmente,se lo vorrete. >>
Si stupì delle sue parole,soprattutto delle ultime,e quasi fu soddisfatta di sentirgliele pronunciare.Si sentiva quasi...si,euforica.Improvvisamente la terra mancò sotto i piedi,e si rese conto che aveva davvero molto caldo.Fece solamente un accenno con la testa,abbassando lo sguardo,pensando all'onore che un principe la considerasse fino a quel punto.
Così fu.Il principe chiese di poter fare da cavaliere alla contessa,e lei,naturalmente,accettò ben volentieri.
<< Prima però permettetemi di presentarvi,se vostra maestà me lo permettono,una persona a me molto cara,mio fratello Edmund,conte di Elsinore,ovviamente. >>
fatte le presentazioni,la contessina di Elinore ed Henry erano pronti per danzare insieme.Ma prima che ciò accadesse,le balzò per un attimo il pensiero che non sarebbe stato certo bene che la principessa stesse da sola a guardare lei e il cugino,senza un cavaliere da proporle. E di certo sarebbero stati in molti a chiederle un ballo,ma uno in particolare ci teneva.E  a quel cavaliere non poteva non dare questa possibilità.Guardando quest'ultimo,gli sorrise senza parlare,e gli fece un cenno con la testa.
Fu così che Gaia rimase in compagnia di Edmund;
<< principessa,se mi è consentito permettermi di invitarla a ballare,ne sarei molto onorato.Ovviamente se non siete già impegnata per questa danza >>
Gaia si voltò verso il giovane,distratta dall'osservare Henry e la contessina.Non sapeva esattamente cosa rispondere,ma aveva paura che potesse sembrare sgarbato dire di no.
<< Oh,se desiderate... >>
Il duca le sorrise e si avviarono assieme a danzare,capitando a fianco del principe e miss Aleandra.
Edmund assomigliava molto alla sorella.Aveva boccoli dorati che gli arrivavano fin sotto l'orecchio,gli occhi erano azzurri e grandi.Aveva lineamenti molto delicati,quasi da bambino,che accentuavano il suo aspetto angelico,tradito dalla sicurezza dei suoi gesti.Gaia non trovò niente di sgradevole nel suo cavaliere.Guardarlo faceva pensare a campi di girasole e alle giornate soleggiate e calde.
Poi lui le sorrise,e anche il suo sorriso era piacevole,di quelli che arrivano al cuore e fanno saltare qualche battito.
<< E' da molto che si trova al castello,principessa? >>
la sua voce era calda e bassa,quasi le stesse chiedendo di confidare un segreto.
<< No,vi sono trasferita da appena una settimana.E' ancora una novità per me >>
<< Spero che la contea sia di vostro gradimento.Dal castello,il paesaggio sottostante è meraviglioso.Ma poco più di un anno trascorso,sono stato nella regione di Arya,e devo dire di essere rimasto molto affascinato alla vista di montagne nevate così imponenti!E' così diverso da questo luogo,immagino dobbiate abituarvi ancora a un clima così caldo >>
Edmund voleva essere gentile, dimostrandosi solidale.Purtroppo Gaia non aveva benché la minima idea del luogo da lui descritto,dato che Henry non si era minimamente posto il problema di dirle che luogo fosse mai Arya.Distolse lo sguardo,vergognandosi dell'enorme bugia di cui nessuno era a conoscenza.
<< Qui mi trovo molto bene,davvero!il freddo non mi piace,e adoro il sole; tra l'altro mio cugino fa si che io non abbia mai nulla di cui lamentarmi >>
Forse una principessa avrebbe parlato in modo più distaccato e avrebbe avuto un linguaggio di certo più regale.Ma non aveva mai sentito una principessa parlare,quindi sperò solo di non tradirsi col suo fare da sempliciotta.Guardandosi intorno,vide poi Henry e Aleandra ballare.Pareva che anche loro stessero parlando di qualcosa,ma distolse lo sguardo appena il principe si volse nella loro direzione.
<< Sono tutti molto onorati di avere il principe e voi,principessa, a questo ballo.Vorrei sperare ci saranno altre occasioni di vedervi.Devo però avvisarvi che molte fanciulle della sala sono già perdutamente innamorate di sua altezza >> disse scherzando. non fece nessun accenno sulla voce che,ormai da anni girava a riguardo,e cioè che fosse vittima di un incantesimo che svanirà solo trovando l'anima gemella.Molti non credevano a queste voci,pensando sia stata trovata solo una scusante al fatto che sua altezza non si facesse mai vedere al villaggio e alle feste.
<< Presuppongo sia vero -disse arrossendo- mio cugino è molto bello,inoltre ha molte virtù! >>
<< Non ne dubito,principessa >> le sorrise,poi Edmund si volse in direzione della sorella.Vide allora lo sguardo del principe posato su lui e sua altezza Gaia,e pareva pensieroso e preoccupato.Di certo doveva provare un grande affetto per la cugina,e come è naturale quando si è molto affezionati ad una persona,familiare o conoscente che sia, si è premurosi nei suoi confronti. Difatti il principe lo guardò in un modo alquanto serio,e pareva disturbato dal fatto che ballasse con la presente dama. Quasi la considerasse di sua proprietà,parve anche troppo possessivo.
Ma infine Edmund tornò a guardare Gaia,lasciando perdere futili pensieri.
La danza stava ormai volgendo al termine,e fra breve sarebbe venuta l'ora del tramonto.Fra poco se ne sarebbero dovuti andare,e Gaia ne era quasi felice.Non credeva fosse così stancante stare in mezzo a tanta gente,quando non ci sei abituata.
<< E' stato davvero un immenso onore aver ballato con voi,duca.Vi ringrazio >>
<< L'onore è solamente mio,altezza -si inchinò e le baciò delicatamente la mano- spero di rivederla presto >> e subito furono affiancati da Henry e Aleandra,leggermente arrossata, forse per il ballo e il caldo nella sala.
Si salutarono molto cordialmente,andarono poi da alcuni ospiti e dal padrone di casa,fecero gli ultimi saluti e ringraziamenti,infine si avviarono con la carrozza verso il castello.


purtroppo non ho il tempo per rispondere alle recensioni ora,ma ringrazio immensamente chi segue la mia storia e lascia sempre qualche commento!!!!ricordate,più commenti lasciate,più mi sento ispirata!!!!!ahah un bacio!!!

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Capitolo 13
*** 13° capitolo ***


Ciao a tutti!!!
Ricordate i sogni che Gaia faceva su Allan ed Elizabeth?Nell'ultimo sogno Allan ed Eliza si sono conosciuti in un modo un pò singolare dato che lui le era arrivato addosso col cavallo e lei,volendo le sue scuse, pretendeva l'accompagnasse a casa.incuriosito dalla sua indifferenza di fronte all'evidenza che Allan era un principe,sua maestà decise di comportarsi da gentleman e di riportarla fino a casa col cavallo (che tra parentesi lui stesso l'aveva cacciato via poco prima)

Più ci pensava, meno ci credeva.Il principe,il figlio del re, il suo futuro sovrano la stava riaccompagnando a casa.Se non fosse stato per il suo caratteraccio, le avrebbe fatto un immenso piacere.Ancora non si erano rivolti la parola,guardandosi di tanto in tanto di sottecchi,entrambi imbarazzati.

<< Dove abitate? >>

Elizabeth sussultò a sentire la sua voce,presa com'era dai suoi pensieri.Poi cercò di riprendere la sua naturale tranquillità

<< Al di là del ponte, vicino al campo di girasoli, avete presente? >>

<< si, conosco il mio villaggio >> disse in modo indifferente e quasi altezzoso.Anzi no,togliamo il quasi.

Elizabeth volse indispettita il viso dalla parte opposta di Allan.

E lui sarebbe un principe? conosco contadini molto più educati e cortesi di lui. Pensando al suo amico d'infanzia, sorrise dolcemente, senza accorgersi che il principe, già da qualche minuto, la fissava curioso.

<< A cosa state pensando,se mi è permesso chiedervelo? >>

Per la seconda volta, fu costretta a tornare coi piedi per terra in modo alquanto brusco.Perché gli aveva chiesto di scusarsi con i fatti?non poteva starsene zitta?adesso avrebbe dovuto sopportare il principino ancora per un quarto d'ora, come minimo.

<< Niente, riflettevo >>rispose infastidita

<< Ma voi siete sempre di cattivo umore? >>

<< No Maestà, a dire il vero siete l'unico, fino ad ora, ad aver tirato fuori questa parte del mio carattere.Di solito sono sempre allegra e vivace >>

A fronte di quella risposta così stizzita, il principe quasi scoppiò a ridere.trovava divertente quella ragazza, il suo modo di tenergli testa e di comportarsi così spontaneamente con una persona di così alto rango, almeno rispetto al suo stato.

poi un brontolio proveniente dal cielo fece alzare le loro teste.A poco a poco iniziarono a cadere gocce di pioggia che piano piano s'infittì.

<< Oh no >> esclamò la contadinella.

il principe, guardandosi attorno, vide una specie di capanna, forse usata un tempo per tenerci il bestiame ma ora abbandonata

<< venite con me >> Allan strattonò Elizabeth per il braccio, portandola al coperto, seduti sopra la paglia.poi, dato che comunque alcune gocce passavano attraverso i buchi del soffitto, usò il mantello per mettere al riparo sia lei che la se stesso.

<< Come osa prendersi certe confidenze con me? >> esclamò la giovane vedendo che lui, per coprire anche lei col mantello, aveva passato un braccio dietro le sue spalle, trovandosi così troppo vicini.

<< Preferisce bagnarsi? >>

la ragazza lo guardò male, non sapendo come ribattere e offesa dal fatto che lui nemmeno le avesse chiesto il permesso.

<< Perché non sorridete? capisco che vi sto antipatico ma sono sicuro che un sorriso s'intonerebbe meglio sul vostro viso. >>

Lei lo guardò sorpresa e imbarazzata,non sapendo se sorridere o meno

<< Per favore >> chiese lui,e a quella richiesta, non seppe più resistere, donandogli così un sorriso pieno di calore.

Lui la osservava insistentemente, come a voler imprimere nella sua memoria quel sorriso.Incantato, quasi le venne voglia di baciarla.Ma non poteva, era troppo timido per osare un gesto tanto avventato.Si limitò così a prenderle la mano, portandosela alle labbra, baciandola delicatamente.

Non si accorse che il sorriso di lei aveva lasciato spazio alla sorpresa, e le sue gote erano talmente arrossate da incendiarle il viso.Nessuno dei due s'era accorto che aveva cessato di piovere, fino a quando lui non mollo la presa della sua mano.

<< E-ecco io....perdonatemi, ma devo scappare >> e detto questo Elizabeth si alzò e corse via, spaventata dai brividi e dalle sensazioni che quel bacio le aveva procurato.

 


Un leggero venticello le solleticò il viso,facendole arricciare il naso.Poco dopo avvertì anche la dolce sensazione del sole che l'accarezzava,dandole calore.Per ultimo, infine, sentì nell'aria un dolce profumo di latte e di pane appena sfornato.Quandò aprì gli occhi, svegliandosi si accorse che non era sola nella stanza.Difatti, il principe si trovava sulla terrazza della sua stanza, ad ammirare il panorama.appoggiato sul lato del letto, dalla parte opposta a quella in cui lei dormiva, v'era un vassoio con un'abbondante colazione.
In quel momento non pensò al fatto che lui fosse entrato di soppiatto nella sua camera da letto, nemmeno pensò che vestiva solo con un leggero tessuto color panna.era solo incantata dalla figura di Henry che ammirava, con sguardo assente e  pacifico, il resto del mondo. Si alzò dal letto e si diresse silenziosamente verso di lui, posandogli una mano sulla spalla.Lui si spaventò a quel contatto inaspettato, ma si rilassò appena vide i suoi occhi sereni.
<< le ho portato la colazione.Perdonatemi, vi sarà sembrato scortese e vergognoso il mio atto, non sarei dovuto entrare senza il vostro permesso, ma ieri dopo il ballo eravate molto silenziosa e assente,ho pensato quindi foste triste e ho pensato di farvi una sorpresa >>
Era così felice che avesse pensato a lei.Si sentì invadere, riempire dalla gioia che quell'idea le procurava.Più cercava di fermarla,più essa si faceva spazio in lei.
<< Siete sempre così premuroso principe, come potrei pensare che la vostra preoccupazione nei miei confronti sia scortese? >>
<< Grazie Gaia, ma ora andate a fare colazione, c'è un delizioso banchetto che vi aspetta sul vostro letto >> detto ciò , il principe si diresse verso la porta
<< Aspettate! >> esclamò Gaia con turbolenza, della quale si vergognò lei stessa
<< Rimanete a farmi compagnia se non avete nulla da fare, mi farebbe piacere! >>
Non le andava di stare da sola e la sua compagnia la desiderava più di quanto fosse lecito.Inoltre aveva sognato ancora i due innamorati e la cosa la metteva in allarme.Ora era sicura che non fosse solo un caso, o un sogno senza significato.Stava sognando una storia,una vicenda che in qualche modo era legata a lei.
Si sedette al centro del letto e il principe sul bordo.Le versò il latte nella tazza e stese la marmellata di ciliegie su una fetta di pane; ormai aveva capito che fosse la sua preferita.Lei lo guardò con gli occhi sgranati, non aspettandosi un gesto simile da un principe per di più.La stava trattando come una principessa, e scherzosamente glielo fece notare.
<< Voi siete una principessa, non siete forse una mia lontana cugina proveniente da Arya? >> proferì il principe
<< Ma principe, non c'è bisogno di fingere anche fra di noi, non ve n'è motivo >> rispose sorridente Gaia
Lo sguardo di Henry si fece improvvisamente serio
<< Gaia capisco che voi non fate parte di un mondo così lussuoso, non provenite dal mio ambiente e non siete abituata ad essere rispettata come una gran dama.
nonostante ciò, è mio desiderio che voi vi sentiate rispettata e presa in considerazione come mai vi hanno fatto sentire fino ad ora.-poi abbassò lo sguardo, arrossendo leggermente-non mi sento superiore a voi, più volte ho riconosciuto a me stesso che voi avete un animo superiore a quello di chiunque altro, vi meritate di essere trattata col massimo rispetto e attenzione.Quindi vorrei che la smettesse di chiamarmi signore, o principe; sono solo titoli di cui non m'importa granché.Preferisco che mi diate del tu, per cortesia, se vorrete. >>
Gaia non sapeva che dire, era sorpresa e felice.Quando avrebbe smesso di sorprenderla?
Rise , non riuscendo più a contenere tutta quell'euforia .
<< Sarà difficile, ma posso prometterti che ci proverò >>
Il principe, sentendosi inoltre darsi del tu, sorrise felice.Aveva avuto paura che il suo discorso potesse suonare sdolcinato o assurdo, ma avrebbe dovuto capirlo che lei non lo avrebbe mai deluso prendendo le sue parole sottogamba.
<< sapete principe.... >>
<< Forse volevi dire " Sai Henry"  >> la interruppe il principe,facendola arrossire
<< Hem si, ecco...Ho sognato di nuovo Allan ed Elizabeth...Forse non l'ho detto, ma dopo il primo sogno, dopo lo svenimento, ne feci un altro durante la notte dove sognai il primo incontro fra i due innamorati,e stanotte ne ho sognato il seguito.Potrei sembrare strana, ma ho una strana sensazione.Non posso averlo sognato per caso tre volte dietro fila.Inoltre la vicenda mi ricorda terribilmente la leggenda riguardante la t-tua maledizione e desidero indagare, per togliermi almeno questo dubbio >> poi lo guardò, con quella luce negli occhi che determina sicurezza e paura, ma anche tanto coraggio, caratteristico di lei.
<< Nella biblioteca potremo trovare sicuramente qualche cosa di interessante a riguardo, Gaia.Se ciò ti serve per stare tranquilla, sono disposto ad aiutarti nella ricerca anche subito se vuoi.Sono sicuro che da qualche parte ci sia la leggenda della mia famiglia, ricordo che mia sorella mi disse che il nostro antenato scrisse, durante la sua lontananza dall'amata, un libro, se vogliamo chiamarlo diario, per ricordare i momenti vissuti con lei e sentirla vicina.Peno dovremo averlo di certo da qualche parte. >>
<< Sono disposta a partire con le ricerche anche subito >>disse Gaia alzandosi dal letto
<< Va bene.Hem, io ti aspetto in biblioteca, così potrai vestirti >>
Solo in quel momento Gaia s'accorse di avere ancora una semplice vestaglia di seta.Ciò la imbarazzò parecchio, era stata in compagnia del principe in quello stato per tutto il tempo, senza rendersene conto.
<< si hem, va bene. >>

Entrando nella biblioteca pochi minuti dopo, notò che il principe ancora non c'era.ad un tratto, poi ,sentì la porta cigolare.
Quasi si spaventò,girandosi di scatto e portando protettivamente,e d'istinto,le mani giunte sotto il mento.Non vide nessuno,ma abbassando lo sguardo notò il gatto del palazzo che era appena entrato.
<< miaaw >>
Gaia si rilassò,poi volle richiamarlo a se :<< Qui micio micio micio...vieni qui... >>
Ma il gatto parve non volerne sapere,così Gaia decise di incominciare la sua ricerca.
Guardandosi intorno,capì che non aveva la minima idea da dove iniziare.
Guardò alcuni die libri negli scaffali,cercando di capire se avessero qualche ordine logico,notando poi che erano messi completamente in ordine casuale.
Così inizio da un libro a caso.
Trovò libri di favole,storia antica,geografia,letteratura,filosofia,romanzi,tantissimi romanzi,e libri di scienza,ma nessuno le dava ciò che cercava.
Continuò così,indagando per ore,e quasi si spaventò quando sentì il gatto strusciarsi sulle sue gambe.
<< Peccato che non puoi dirmi dove si trova ciò che sto cercando >>
<< meowww >>

Gaia sospirò.Si sentiva un stanca,ma non riusciva a lasciar perdere.Alzò lo sguardo ed esso fu catturato da un libro più sottile degli altri,rosso.Lo estrasse.
Era piuttosto malconcio,alcune pagine fuoriuscivano dalla copertina,un pò spiegazzata.
aprendolo,notò che che era una specie di diario,dove era tutto scritto a mano,e la cosa la incuriosì seduta stante.
così,seguendo l'istinto che le diceva fosse ciò che stava cercando,lo prese e si sedette al tavolo al centro della biblioteca.
La prima pagina riportava il riferimento alla data,circa un secolo prima e degli appunti scarabocchiati.
<< C'è stato un contrattempo, ho dovuto  parlare col mio custode a causa di uno dei cavalli che si sente male, quindi non ho potuto raggiungervi subito >>
Il principe entrò quasi correndo, preoccupato per il suo ritardo, e vide Gaia guardarlo curiosa.Fra le mani aveva un libro, che avesse cercato ciò che cercava?

 

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Eccomi qua con un altro capitolo!!!l'altra volta non ho avuto tempo di risponder alle recensioni, mi dispiace ma andavo di fretta!!!ultimamente sono impegnatissima con la scuola e sto postando lentamente anche per l'altra mia storia!ma presto aggiornerò anche quella!!!!Ringrazio tanto robychan88 che ha messo la mia storia tra le preferite,grow che l'ha messa tra le ricordate e chi l'ha messa tra le seguite

 1 - Beeble
2 - brennan

3 - cussolettapink

4 - DreamsBecameTrue 

5 - francydenis

6 - mary96twilight
7 - RoxanneNO
8 - shadowhuntersNihal

RECENSIONI:

Beeble= grazie mille per i complimenti!!!!!mi dai davvero tanta forza per scrivere e continuare le mie storie, grazie per sostenermi sempre!!!!sono felice che la scena delle lacrime  e il capitolo precedente ti siano piaciuti molto!!!mi fai davvero contenta!!!comunque Aleandra non si arrende micca così,eheh adesso vedrai...XD la poesia con cui ho vinto il concorso è già su efp, si intitola notte!!!spero ti appassioni anche questo capitolo!!!!!!un bacione, grazie di tutto, ciao!!!

francydenis= mi dispiace che il capitolo 11 non ti sia piaciuto, ma spero di essermi rifatta con il cap.12 e con questo!!!!comunque ti ringrazio per la sincerità, peché è importante per sapere dove sbaglio per poter migliorare, quindi la prox volta che qualche cosa non ti piace sarei davvero felice se mi dicessi anche dove o in che parte, il perché in modo che la prox volta io possa correggermi, ok?!henry me lo sposerei anche io comunque...ammetto che, per molti lati del carattere e anche estetici ho preso spunto da una persona ben precisa, e anche per quanto riguarda il fratello di Aleandra...comunque pian piano il nostro principe si st aprendo e fidando della nostra eroina, e diventerà sempre più adorabile XD un bacio, ciao!!

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