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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 5: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 6: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 7: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 8: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 9: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 10: *** Capitolo nono ***
Capitolo 11: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo quattordicesimo ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
..
Prologo
Il vampiro Damon Salvatore era tornato a Fell
Church da una settimana circa.
Non ci rimetteva piede da due anni, praticamente dalla notte
dell’ultima battaglia contro Shinichi e Misao, la stessa
notte in cui l’angelo biondo Elena, dopo averlo illuso,
annunciò di aver preso una decisione, aveva fatto la sua
scelta e quella scelta era il suo santo fratellino Stefan.
Dopo
quella notte era partito,decidendo di prendersi una bella vacanza da
quella gabbia di matti e di godersi la sana vecchia routine del caro,
vecchio Damon: vergini, sangue, e pura follia….cosa
c’era di meglio?
In
un primo tempo c’erano stati richiami, appelli
affinchè lui tornasse, persino la streghetta dai capelli
rossi usò quei suoi poteri che tanto odiava per richiamarlo,
ma lui disse sempre di no, anche a lei che forse era stata
l’unica a non averlo del tutto odiato.
Poi
pian piano il cervellino pacato del suo fratellino e quelli dei suoi
amichetti umani cominciarono a capire di doverlo lasciare in pace e
così la smisero.
Di
tanto in tanto Damon ripensava a quello strambo gruppetto e ripensando
alla piccola streghetta a quei suoi capelli in fiamme
l’ombra di un sorriso compariva sulle sue labbra. Gli era
sempre piaciuto vederla arrossire ad ogni suo minimo sguardo!Lo trovava
divertente!
Così
un giorno decise di ritornare, sarebbe restato solo un paio di giorni,
giusto il tempo di rimettere scompiglio nella vita beata e felice del
fratello e di Elena e di rivedere le guance del suo uccellino arrossire
ancora una volta e poi via di nuovo verso altri divertimenti.
Ma
appena tornato cos è che sente? Un’aura nuova,
quella di un altro vampiro vecchio almeno quanto lui che se ne andava
in giro indisturbato per la cittadina.
Il
primo pensiero di Damon fu quello di un nuovo pericolo e si
complimentò con se stesso per il tempismo
perfetto….così avrebbe fatto giusto in tempo non
solo a fare quello che si era prefissato ma pure a schiacciare quello
nuovo e a passare per eroe…Fantasico!Perfetto!
E
invece….nasconde la sua aura, si trasforma in corvo, vola
fino alla finestra del fratello e cosa vede? Stefan, Elena, quel Mutt,
la streghetta e quella inquietante con i capelli neri tutti insieme
felici e sorridenti che raccontano aneddoti idioti al nuovo
vampiro…un moto di rabbia lo invase….incredibile,
quell’idiota era lì, in mezzo a loro, al suo posto
e nessuno faceva una piega,nemmeno avevano avuto la decenza di
avvertirlo che un nuovo amichetto si era aggiunto alla festosa
combriccola e quando la rabbia sembrava giunta al culmine ecco che
questo qui si alza , si avvicina a Bonnie, la guarda, lei arrossisce e
lui la bacia….
A quel punto Damon cominciò a vederci rosso, non
poteva, il nuovo venuto non poteva fare arrossire Bonnie e baciarla ,
lui era l’unico che poteva farla arrossire…non era
possibile che tutti l’avessero dimenticato perché
nessuno poteva dimenticare Damon, non era possibile che Bonnie
l’avesse dimenticato…e invece, come a conferma di
questo fu solo in quel momento che Damon capì che quella che
aveva davanti non era una semplice riunione di amici ma una festa
perché tutti erano riuniti lì per celebrare una
coppia, erano lì per celebrare Bonnie e il suo ragazzo
vampiro che stavano proprio in quel momento annunciando il loro
fidanzamento ufficiale e il loro prossimo matrimonio che si sarebbe
tenuto da lì a 20 giorni.
Fu
così che il ritorno di Damon si era trasformato in una
ricerca di informazioni sul nuovo, stupido vampiro e in un pedinamento
alla nuova coppia che lui era deciso a distruggere…
perché nessuno, nessuno tranne Damon poteva far arrossire il
suo uccellino rosso.
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Capitolo 2 *** Capitolo primo ***
Capitolo primo
Il suo nome era Lucas Peterson, veniva da un qualche posto
vicino Londra ed era nato la bellezza di 463 anni prima. Quando era
stato trasformato aveva 20 anni. Era alto, robusto,capelli corti di un
castano chiaro proprio come gli occhi. Era buono, amorevole, simpatico,
beveva sangue umano solo di rado e sempre sangue rubato da un qualche
centro trasfusioni…in poche parole era un idiota, un
rammollito, un maledetto bastardo dal cervello di un moscerino, questo,
naturalmente a detta di Damon.
Aveva passato un’intera settimana a scavare nella mente di
tutti quei patetici umani per cercare di carpire quante più
informazioni possibili, sperando di trovare almeno un motivo
valido che giustificasse la sua apparente estromissione dal clan a
favore di quello nuovo, e invece si ritrova davanti un cretino.
- E poi si chiedono
perché considero gli umani solo come
cibo….è ovvio …sono dei tali imbecilli
- pensò Damon.
Beh ma presto tutti avrebbero compreso il grande errore che avevano
fatto.
Il sole era coperto da tonnellate di nuvole, pioveva e i lampi nel
cielo annunciavano l’arrivo di un temporale coi fiocchi.
- Proprio il tempo
ideale per rovinare un matrimonio - disse Damon tra
sé ed un sorriso beffardo si formò sulle sue
labbra.
Bonnie era alla finestra della sua stanza, osservava il cielo e non le
piaceva per niente, avvertiva una strana sensazione e sapeva bene che
il suo sesto senso non mentiva mai.
Ma in quel momento venne strappata via dalle sue riflessione da dei
leggeri ma decisi colpi alla sua porta…sapeva di chi
erano…Lucas…era arrivato.
Corse ad aprire la porta e non appena lo vide un senso di pace la
invase tanto da farle smettere di pensare alle preoccupazioni di poco
prima. Rimase a guardarlo restando sulla soglia della porta e lui
ricambiava il suo sguardo sorridendo. Gli occhi di Lucas erano
così dolci, la facevano sentire così
bene…anche se, Bonnie doveva ammetterlo, quella sensazione
di beatitudine e pace che provava quando guardava negli occhi Lucas non
era niente in confronto alla totale e soverchiante eccitazione che anni
addietro aveva provato ogni qual volta guardava l’altro
vampiro con quei suoi occhi neri come una notte senza stelle in grado
di imprigionarla alla prima occhiata e di trascinarla in un vortice di
emozioni fortissime come paura, odio, passione, desiderio. Gli occhi di
Damon.
Damon… quanti sogni ad occhi aperti aveva fatto su di lui
Bonnie, quante notti era stata sveglia ripensando alla sua voce, al suo
viso, sperando che almeno per una sola volta lui volasse da
lei… ma questi erano solo sogni ed erano stati tutti
infranti.
Lui se ne era andato senza neppure farle un saluto, aveva rifiutato
ogni suo appello, ogni suo richiamo.
- Ma questo non importa
Bonnie, non importa…risale ad un’ altra vita, un
altro mondo e adesso il tuo mondo è solo Lucas -
disse a se stessa, anche se ultimamente aveva sentito come dei piccoli
sprazzi di Potere di tanto in tanto che sembravano proprio appartenere
a…- Ma no,
non devi più pensarci, numero uno: perché
è impossibile, numero due: perché devi
concentrarti sul vampiro sorridente di fronte a te, quello che stai per
sposare… Lucas… L-U-C-A-S…è
lui il tuo fututo, il tuo per sempre , il tuo vissero felici e
contenti! E’ LUI! -
“ Entra
pure” - gli disse sorridendogli.
“Grazie”-
rispose lui entrando, afferrandole i fianchi e dandole un leggero bacio
a fior di labbra.
Lei ricambiò felice pensando al loro primo incontro: Stefan
li aveva avvertiti che in città era arrivato un nuovo
vampiro ed erano tutti in tensione poiché non sapevano se
sarebbe stato o no un nemico. Ma dopo un po’ di tempo fu
chiaro a tutti che non era lì per fare del male. In breve
era riuscito a conquistarsi l’amicizia di tutti, anche la
sua. Passarono poche settimane che lui si dichiarò,- NON
AVEVA MAI VISTO UNA CREATURA TANTO BELLA -le disse e Bonnie
sentì il suo cuore accellerare i battiti, presa insieme da
gioia e sorpresa…era così abituata ad essere la
seconda scelta, sempre dopo Elena, o Meredith o persino dopo Caroline,
che essere desiderata come prima scelta le fece girare la testa.
Da quel momento fu tutto un rapporto in salita il loro: mai un litigio,
mai un’ incomprensione. Era tutto perfetto.
Ed ora eccoli lì, ad un anno e mezzo di distanza, ad un
passo dall’altare…quello sì che era un
passo avanti per la piccola Bonnie.
“Sei pronta,
amore? A cosa pensi?”- le chiese Lucas vedendola
assorta.
“A
nulla”- rispose lei- “Non
preoccuparti…comunque …sì, sono
pronta, andiamo, ci aspettano già tutti alla
pensione”.
Prese la giacca, la borsa e le chiavi e con un gran sorriso sulle
labbra prese la mano di Lucas, la strinse nella sua e così
si incamminarono verso la macchina di lui diretti dai loro amici che
quel giorno non solo li avrebbero aiutati con i preparativi, come ormai
facevano a tempo pieno, ma avrebbero saputo finalmente i loro ruoli
nella cerimonia.
Damon se ne stava appollaiato, sotto forma di corvo, su un ramo
dell’albero di fronte alla finestra di Santo Stefano. Li
aveva visti arrivare tutti, mancavano solo i due piccioncini, ed una
volta arrivati loro lo show poteva finalmente cominciare.
Quell’ inglesino insignificante avrebbe visto come si faceva
arrossire la streghetta, avrebbe capito con le buone oppure con le
cattive che nessuno poteva mettere le sue sporche zampacce sul suo
uccellino e sporcarlo, figuriamoci legarla a sé per sempre,
nessuno poteva avere la streghetta, nessuno.
Fu in quel momento che Damon vide un auto parcheggiare proprio
lì sotto.
Erano arrivati da poco e già Bonnie si sentiva esausta.
C’erano tutti quelle decisioni da prendere: fiori, vestiti,
chiesa, invitati, inviti, menù…ed in
più c’era ancora quella strana sensazione che lei
non riusciva a spiegarsi, ma che non la lasciava in pace un solo
secondo.
“Bonnie?
BONNIE!”- Meredith la stava chiamando e cercava
di attirare la sua attenzione agitandole le mani davanti agli occhi.
“Cosa
c’è?”
“Cosa
c’è? C’è che ci sono mille
cose da decidere e tu non mi sembri molto attenta oggi”.
"Hai ragione, scusami” -
disse Bonnie e le sorrise - “Ero
un po’ distratta, ma da adesso in poi giuro di impegnarmi a
fondo” - continuò con tono
più deciso che ricordava vagamente un soldato che risponde
ad un ordine.
“Bene, allora
mettiamoci all’opera”- le sorrise
Meredith.
Il tempo trascorse in modo così piacevole da quel momento
che sembrò volare, il pomeriggio era passato e la notte era
ormai arrivata, loro avevano fatto molto anche se mancava
ancora tanto.
Quando la serata era quasi giunta al termine ecco che Elena
si alza, fa due colpi di tosse e con fare allusivo chiede : “E allora? Avete
già scelto testimoni e damigelle?”
- Cavolo, ecco cosa
stavo per dimenticare!!! - pensò Bonnie.
“Beh…
a dire il vero una mezza idea l’avremmo” - fu
Lucas a parlare ed accompagnò la frase con un sorriso
così giocoso che lo illuminò tutto.
“Si”
- continuò Bonnie - “ Mettiamola
così: sarei onorata di avere le mie migliori amiche Meredith
e ovviamente Elena, mascherata a dovere,come mie
damigelle….mentre…”
“Mentre io
sarei onorato di avere Matt e Stefan come miei testimoni”
- concluse Lucas.
“Allora, che
ne dite?” - chiese Bonnie e come tutta risposta
si ritrovò stritolata dall’abbraccio delle sue
amiche che ovviamente stavano gridando di si, mentre, con la coda dell'
occhio, vedeva il suo fidanzato stringere la mano ai suoi due amici
felici della proposta.
Sembrava che nulla potesse andare storto in quel momento, quando
all’improvviso la finestra si spalancò, una folata
di vento gelido entrò nella stanza subito seguita da una
risata altrettanto gelida.
“Ed io che
ruolo avrei in tutto questo?” - a Bonnie quel
tono sembrò così familiare , era così
arrogante, così ironico, così cinico,
così da….
Damon!
Era lì, con la schiena appoggiata allo stipite della porta e
le braccia incrociate sul petto, con il suo look rigorosamente total
black, quei capelli neri che avrebbero fatto invidia a
chiunque immortale e non, ma soprattutto con quegli occhi, quegli
stessi occhi a cui lei aveva pensato quello stesso
pomeriggio….quegli stessi occhi che le coloravano le guance
e la facevano tremare di terrore e piacere insieme…quegli
stessi occhi che aveva creduto di non rivedere più e adesso
erano lì e la fissavano, lui la fissava, la squadrava senza
alcun pudore da capo a piedi con l’aria di chi apprezza
parecchio ciò che vede.
Bonnie si sentì pervadere fino alle ossa da una sensazione
che credeva di non poter più provare: un desiderio di averlo
così totale, così selvaggio, così
impossibile, così intenso che cominciò a tremare.
Lucas le fu accanto in un attimo e la strinse a sé
passandole una mano sui fianchi.
Non appena Lucas fece quel gesto, Damon lo guardò e
cominciò ad avanzare verso Bonnie tenendola inchiodata con
il suo sguardo. Quando le fu a pochi centimetri Bonnie sentì
le sue guance avvampare e andare in fiamme, Damon le sorrise con quel
suo sorriso odioso ma in grado di mandarle in tilt il cervello e non
riuscire a mettere insieme neppure una frase sensata.
Per fortuna fu Stefan a parlare:
“Damon,
bentornato, cosa ci fai qui? Ero convinto che non volessi
più avere nulla a che fare con Fell Church e con noi?”
- gli disse.
“Ciao
fratellino, anch’io sono felice di vederti”
- rispose Damon.
“Sul serio
Damon…che ci fai qui?” - insistette
Stefan.
“Beh…passavo
di qua, ho sentito un’ aura strana e mi sono avvicinato
credendo che tu, strazio di un fratello che non sei altro, ti
fossi rimesso nei guai, e invece chi trovo? Un nuovo amichetto che sta
addirittura per sposare la mia streghetta. Così mi sono
deciso a restare per verificare se sia all’altezza”
- disse Damon senza staccare gli occhi da Bonnie.
“Avanti Damon,
sii serio!” - lo incalzò Stefan.
“Ma lo sono,
fratellino” - disse Damon, distogliendo lo
sguardo da Bonnie e guardando il fratello - “Cosa
c’è? Non posso preoccuparmi per i miei vecchi
compagni di avventura?” -
continuò in tono beffardo.
“Beh se le
cose stanno davvero così” -
s’intromise Elena -
“Allora sappi che non c’è nulla di cui
preoccuparsi Damon. Lucas è un nostro amico, è un
vampiro come te e Stefan, anzi più come Stefan che come te,
fa parte di noi, noi tutti gli vogliamo bene e per Bonnie non
c’è di che preoccuparsi: lui la ama e lei ama
lui!”.
“Oh beh
angioletto, vorrei che questo me lo dicesse la streghetta!”
- fu allora che tornò a voltarsi verso Bonnie e le disse con
quel suo fare ironico: “
Allora mio rosso uccellino, è vero? Lo ami? Ami
lui?”.
“Si, lo
amo!” - disse Bonnie e si stupì della
decisione nella sua voce….era davvero difficile guardare in
quegli occhi neri e dire di amare qualcun altro che non fosse Damon.
-SI, LO AMO!- gli aveva detto e per Damon fu come un paletto dritto nel
petto.
Si sentì pervadere da rabbia, ira, delusione e amarezza
tutte insieme a formare un mix micidiale. Allora era vero che lei lo
aveva dimenticato; eppure l’ aveva vista tremare,
l’aveva vista arrossire. Possibile che l’attrazione
che provava per lui , non fosse nulla in confronto all’amore
che provava per l’inglesino?
No, impossibile! Impossibile! Nessuno dimentica Damon Salvatore!
Nessuno! Tanto meno la streghetta, lei era sua! Ma se voleva giocare
allora….ok! Avrebbero giocato, lui avrebbe usato ogni sua
arma e naturalmente avrebbe vinto….non erano ammesse
sconfitte! Non questa volta!
Si avvicinò ancora di più a Bonnie fino a
sfiorarle l’orecchio con le labbra, la sentì
irriggidirsi, sorrise e le disse: “
Lo vedremo streghetta, ti assicuro che cambierai idea su quel
bamboccio!”- detto questo
si trasformò in corvo e volò via nella
notte.
Nota:
Ciao a tutti ragazzi e
ragazze, come ho già detto, questa è la prima
storia che scrivo e sono molto felice per le recensioni fatte al mio
prologo...mi fa molto piacere che sia stato apprezzato!!!!
Comunque spero vi sia piaciuto anche questo primo capitolo...vedete li
scrivo di sera prima di andare a letto e la mattina dopo li pubblico,
quindi scusate qualche errore di ortografia....Cercherò di
aggiornare la mia storia di un capitolo al giorno, se riesco, ma anche
se così non dovesse essere non proccupatevi
perchè arriverò alla fine...ho già
parecchie idee!!!
Per il momento è tutto...Grazie...iosnio90
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Capitolo 3 *** Capitolo secondo ***
Capitolo
secondo
Era ritornata a casa,
non aveva potuto farne a meno, ed ora era in bagno immersa nella vasca
e cercava di calmarsi. Aveva salutato Lucas in modo brusco e
frettoloso, lo sapeva, ma ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni,
ora doveva restare da sola e riflettere, rilassarsi.
Il ritorno di Damon e la sua vicinanza così
inaspettata di qualche ora prima l’avevano scossa
più di quanto aveva dato a vedere, più di quanto
lei stessa avrebbe potuto immaginare. E poi quelle parole che le aveva
sussurrato….Cosa voleva dirle? Cosa significavano? - TI
ASSICURO CHE CAMBIERAI IDEA SU QUEL BAMBOCCIO - quella frase continuava
a ritornarle in mente….Cosa aveva intenzione di fare Damon?
- Avanti
Bonnie…è solo una tipica frase alla Damon non
c’è bisogno di starci lì a pensare,
invece dovresti chiamare Lucas…l’hai trattato da
schifo - si disse Bonnie e nonostante non si sentisse poi
così sicura decise di seguire il suo stesso consiglio e di
tornare in camera a chiamare il suo fidanzato.
Uscì dalla vasca, si avvolse in un asciugamano e si
asciugò frettolosamente, sciolse i capelli che aveva tirato
su con una matita prima del bagno, si infilò lo sua camicia
da notte di seta viola che le arrivava fin sul ginocchio, si mise su la
vestaglia dello stesso colore e tessuto e a piedi nudi tornò
in camera decisa a fare la sua telefonata.
Quando Bonnie entrò la camera era al buio, ma mentre
chiudeva la porta all’improvviso la stanza alle sue spalle
venne illuminata lievemente dalla luce soffusa della sua lampada.
Bonnie si voltò e le mancò il fiato.
Accanto alla lampada c’era Damon, perfetto come sempre,
evidentemente era entrato dalla finestra aperta… Bonnie
aveva quasi dimenticato che lui aveva il permesso di entrare ed ora non
sapeva proprio che fare! Così, prima che lui prendesse una
qualsiasi delle sue iniziative, lei si forzò a parlare.
“Cosa vuoi, Damon?” - gli disse nel tono
più duro e irritato che le riusciva , mentre con le mani
fece svelta un nodo stretto alla cintura della vestaglia, rendendosi
improvvisamente conto che era praticamente quasi mezza nuda davanti a
lui.
Lui la guardò divertito e poi le rispose semplicemente:
“Te”.
Bonnie venne invasa istantaneamente dal terrore,ogni suo muscolo le
diceva di scappare, lui voleva ucciderla, voleva il suo
sangue…
“Oh,avanti, streghetta! Non essere sciocca, non voglio
ucciderti e non voglio il tuo sangue” - le disse Damon che
aveva sicuramente letto i suoi pensieri.
“E allora cosa vuoi? Perché sei qui?
Perche sei ritornato?”.
“Ehi ehi…vacci piano con le domande!!” -
le rispose, ma Bonnie non sapeva che farsene dell’ ironia
ora, voleva delle risposte e gli inviò uno sguardo
così stizzito che Damon subito si affrettò a
dire: “Ok, ok….allora…vediamo un
po’…cosa voglio? Te l’ho già
detto mi sembra, voglio te….perché sono qui? Per
lo stesso motivo, per te….perché sono tornato?
Semplice, per ripredermi ciò che è mio,
cioè te. Ti basta come risposta questa, mio adorabile
uccellino?”
“Si” - rispose lei mentre l’ira
cominciava pian piano a salire - “Peccato allora, mi dispiace
per te Damon perché hai fatto un viaggio a vuoto,
qui non c’è assolutamente nulla di tuo. Io non ti
appartengo, io sono di Lucas e solo sua”.
“Ne sei sicura?”.
“Assolutamente, quindi ora, chiarito questo malinteso, puoi
andartene”.
Bonnie era fiera di sé stessa, era riuscita in qualche modo
a tenergli testa e quel confronto era finito velocemente.
Ma Damon era di tutt’altro avviso. Bonnie lo vide avvicinarsi
con una sguardo talmente intenso che probabilmente avrebbe sciolto un
iceberg, ma che in quel momento stava sciogliendo solo lei, Bonnie.
Quando il vampiro arrivò a meno di dieci centimetri, Bonnie
fece un passo verso destra per sottrarsi al suo sguardo, aveva infatti
calcolato che se avesse indietreggiato ben presto si sarebbe trovata
incastrata tra la porta e Damon, e quella sarebbe stata una situazione
decisamente troppo intima da poter gestire.
Damon si voltò verso di lei e con una luce negli occhi che
secondo Bonnie aveva un chè di malizioso,
ricominciò ad andarle incontro costringendola ad
indietreggiare. La ragazza non capì quel nuovo sguardo fin
quando non sentì contro le gambe un ostacolo che le impediva
di proseguire, si voltò e vide il suo letto,
cercò di spostarsi immediatamente ma Damon le era troppo
vicino e così lei si ritrovò a cadere
sull’enorme materasso con il vampiro che in un batter
d’occhio le fu sopra.
Bonnie si sentiva svenire, solo in quel momento capì che
enorme sbaglio aveva fatto spostandosi a destra, quella
era vera ed ingestibile intimità, non quella che si
era immaginata qualche istante prima.
Damon, che prima era su di lei tenendo le mani ai lati della testa di
Bonnie facendo perno per poter tenere su il torace, ora
spostò tutto il suo peso sul braccio sinistro, mentre con la
mano destra accarezzava il viso della ragazza per poi scendere sempre
più in basso fino ad arrivare al nodo sulla vestaglia che
sciolse in un attimo, aprendola e guardando il corpo di Bonnie coperto
solo da quella mini camicia da notte.
Bonnie sentì la mano del vampiro accarezzarle piano la
coscia per poi passare all'incavo dietro il ginocchio dove si
fermò per tirarle su la gamba nuda e portarla intorno al suo
bacino. Al contatto con quella pelle fredda sentì
un’ondata di calore e di desiderio invaderla tutta e
penetrare fin dentro i meandri più nascosti della sua anima.
Damon abbassò il viso sul suo e sfiorandole le labbra con il
suo respiro fresco le disse: “Allora…sei ancora
sicura di non essere mia? Il mio piccolo uccellino
rosso….così…così…cresciuto,
così donna!!”.
Bonnie in quel momento voleva solo gridare - Si sono tua, lo sono sempre
stata, prendimi, Damon - ma un’ondata di ricordi
la colpì come una raffica di schiaffi: lei poteva anche
essere sua, ma lui no di certo… Bonnie ricordava benissimo
Damon innamorato certo, ma non di lei, di Elena, e ricordava quello che
aveva provato in quel periodo….un dolore lancinante del tipo
che solo un amore non corrisposto può dare.
Forse furono quei ricordi o forse solo il suo istinto di conservazione
che l’avvertiva che avrebbe di nuovo sofferto o forse
l’idea, sempre presente da qualche parte dentro di lei, che
lì fuori c’era Lucas, che le fecero fare
l’unica cosa possibile in un momento come quello: chiudere
gli occhi.
Fu questione di pochi secondi che Bonnie sentì il peso del
ragazzo sollevarsi dal suo corpo. Quando riaprì gli occhi lo
vide accanto alla finestra, con lo sguardo acceso dall’ira e
i pugni serrati che la fissava mentre un leggero ringhio fuori usciva
dal suo petto.
Bonnie ne fu terrorizzata, sapeva che in quel momento Damon era fuori
controllo e ce l’aveva con lei perché aveva osato
rifuggire il suo sguardo e mai nessuno l’aveva fatto prima,
figuriamoci una ragazza, sapeva che in quel momento avrebbe potuto
ucciderla, ma lei non aveva idea di che fare così se ne
restò semplicemente lì, seduta ai piedi del letto
a guardarlo.
“Perché? Perché non ammetti che mi vuoi
esattamente come io voglio te?” le ringhiò.
“Proprio per questo Damon! Tu non fai che ripetere che mi
vuoi, ma non è così e lo sappiamo bene entrambi
ed io non voglio tornare a soffrire proprio ora che ho trovato una
sorta di felicità…non puoi farmi
questo…tu vuoi Elena, è lei che vuoi veramente,
non me, e non puoi farmi questo, non puoi venire da me ora solo
perché lei ti ha respinto, non voglio essere la tua seconda
scelta, Damon, non voglio…quale credi che sia uno dei motivi
principali per cui mi sono innamorata di Lucas? E’
semplice…lui mi ha scelto per prima , non ha ripiegato su di
me dopo che qualcun’altra lo aveva rifiutato, tu invece lo
fai, mi tratti come un ripiego, lo hai sempre fatto solo che ora io non
sono più disposta a sopportarlo!” -
l’aveva detto tutto d’un fiato perché
sapeva che se si fosse fermata non avrebbe mai auto il coraggio per
continuare, ma lei doveva dirgli come stavano le cose,DOVEVA!, anche a
costo di rischiare la vita.
Damon aveva ascoltato tutto senza dire una parola…non aveva
mai pensato di averle fatto così male in passato, ma ora lo
sapeva e questo lo distruggeva.
La streghetta aveva ragione a non fidarsi di lui, come avrebbe
potuto?….ma questo non importava perché lei
doveva capire, doveva capire cosa aveva provato a vederla
così indifesa mentre lo fissava,sul letto, con quegli occhi
da cerbiatto, doveva capire cosa gli era infuriato dentro
quando aveva sentito il suo piccolo corpo caldo aderire al suo, doveva
sapere il desiderio che aveva scatenato, la
passione,…l’amore?….ma più
di ogni altra cosa doveva dimostrarle che lei non era un ripiego, che
il capitolo Elena era definitivamente chiuso, e doveva farlo prima del
matrimonio oppure l’ avrebbe persa, e per sempre stavolta!
Lei era ancora lì e lo guardava in attesa di una risposta.
“Non sei un ripiego!” - disse Damon.
“Ah no?” - rispose Bonnie.
“No, e te lo dimostrerò, non ti lascerò
sposare quel cretino senza fare nulla, sono deciso!” .
“Ok, come vuoi, stiamo a vedere” - lo
sfidò lei.
“Lo vedrai e a quel punto non potrai più fingere
di avermi dimenticato. Questa è una promessa,
streghetta!” - e uscendo dalla finestra volò via.
Bonnie era rimasta sola, si sentiva spossata a causa delle forti
emozioni provate e che ancora le imperversavano dentro.
Decise di andare a letto, ma già sapeva che quella notte
avrebbe sognato solo due profondi occhi neri, e nonostante si dicesse
che quello era un male per lei, sentiva dentro di sé
l’irrefrenabile voglia di addormentarsi per tornare a
perdersi in quegli occhi.
NOTA:
Ecco postato un nuovo
capitolo, spero vi piaccia e grazie a tutti per le belle recensioni di
questi giorni....sono nuova, ma grazie a voi ho ricevuto un'accoglienza
straordinaria.... bacioni a tutti...e continuate a recensire mi
raccomando...ciaooooooooo...iosnio90.
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Capitolo 4 *** Capitolo terzo ***
Capitolo
terzo
Al
mattino Bonnie si svegliò sentendosi rilassata, serena,
anche se pensare alla notte precedente le faceva ancora venire i
brividi lungo la schiena.
Ma era questo il punto, non doveva pensarci, infondo aveva detto a
Damon quello che aveva da dirgli con un coraggio che neppure
lei sapeva da dove era venuto fuori, ma che l’aveva
aiutata a togliersi un peso enorme…si sentiva più
leggera.
Quel mattino il sole splendeva nel cielo, un cielo talmente limpido da
fare invidia ad una sorgente d’acqua fresca e trasparente.
A guardare quel cielo si domandò se la notte precedente non
fosse stata solo uno spaventoso quanto eccitante sogno
perché di solito con Damon nei paraggi il sole non era
così…così in bella vista ecco,
c’erano sempre decine di nuvole a coprirlo e ad oscurarne la
luce, ma Bonnie sapeva che non era un sogno, Damon era tornato per
davvero e aveva apertamente minacciato di mandarle a monte le nozze!
Cosa fare a quel punto? Dirlo a Meredith? Ad Elena? A Stefan? A
Lucas?….No, era fuori questione, soprattutto dirlo a Lucas,
si sarebbe solo scatenata una guerra inutile.
Quindi, dopo mille giravolte mentali, Bonnie decise che non doveva
dirlo a nessuno, era meglio far finta di niente, continuare
normalmente, e se Damon le si fosse di nuovo riavvicinato
così tanto…beh… doveva solo cercare di
resistere, in fondo erano solo una decina di giorni
circa….poteva farcela! Non si sarebbe più fatta
usare da Damon come una specie di macchina fotografica usa e getta, no,
questa volta no! La piccola Bonnie era cresciuta, era diventata una
donna….e lo avrebbe dimostrato.
Damon si sentiva ancora sconvolto da quello che era successo con la
streghetta, ma soprattutto da quello che lei gli aveva detto.
- Un ripiego?
Lei?…assolutamente no! - pensò,
anche se doveva ammettere che in passato in un certo
senso…ecco un pochino, ma davvero un pochino lo era stata,
un ripiego….ma ora no…ne era certo, ora era
completamente diverso, lui era diverso, lei era diversa, la situazione
era diversa.
“Dannazione….TUTTO E’
DIVERSO!” - urlò all’improvviso facendo
letteralmente saltare Stefan giù da letto. Non si era
neppure accorto che suo fratello fosse lì.
“Accidenti Damon non urlare, sveglierai Elena, e poi mi
spieghi che ci fai qui?” - disse Stefan sottovoce facendo
segno a Damon di parlare con il suo stesso tono.
“Passeggio su e giù per la stanza, che
c’è? Adesso oltre che rammollito sei pure
cieco?” - gli rispose Damon fregandosene altamente del tono.
“E questa secondo te sarebbe una risposta sensata?”
- gli fece il verso Stefan.
“Oh fratellino, qui non c’è
assolutamente nulla, e dico nulla, di sensato!”.
“Perché dici questo? Hai avvertito qualcosa?
Qualche pericolo?” - chiese Stefan preoccupato.
“Certo che ho avvertito qualcosa” - rispose Damon
continuando a fare su e giù dalla finestra alla porta, dalla
porta alla finestra e così di seguito - “E sai
cosa ho avvertito? Lo sai? Ho avvertito la pericolosa idiozia di una
ventenne che, invece di godersi la vita e spassarsela, decide di
sposarsi e naturalmente con il benestare dei suoi idioti amici umani e
del mio fratello idiota! Ecco cosa ho avvertito!”.
“Cosa? Ma allora è questo? E’ il
matri…”
“Non dire quella parola se ci tieni a restare in vita un
secondo di più” - lo interruppe Damon minaccioso.
“Ok allora….è
il…mmm…il….tu-sai-cosa di Bonnie a
farti infuriare tanto?” - si corresse svelto Stefan.
“Infuriato io?… No di certo! E’ solo che
non capisco il perché…Perché sposarsi
quando si può vivere liberi e spassarsela come faccio io da
più di cinque secoli?” - rispose Damon
con il suo solito tono beffardo. Così facendo sapeva che
avrebbe messo a tacere qualsiasi vocina nella testa di Stefan che
poteva dirgli che stava succedendo qualcosa e che non era normale che
si interessasse così a Bonnie.
“Beh…non saprei…forse vuole solo
qualcosa di più, insomma, anche se tutto questo ti
sembrerà un cavolata da sdolcinati come me, suppongo, quando
si trova la persona giusta si avverte il desiderio di avere di
più, e questo di più, nella maggior parte dei
casi, è il matrimonio” - Stefan
pronunciò queste parole con occhi sognanti, guardando Elena
dormire.
“Sì, hai ragione, tutto questo è
così sdolcinato da far venire il diabete” - disse
Damon con un leggero sorriso di sbieco, indossando, così, la
sua maschera migliore: quella dell’indifferenza.
Ma dentro di lui imperversava l’inferno. Senza neppure
rendersene conto Stefan, con le sue parole lo aveva colpito, torturato,
umiliato…
La persona giusta…Era questo quell’ inglese per il
suo uccellino? La persona giusta? Non poteva crederci, non voleva crederci, si
sentiva letteralmente impazzire e sapeva che se voleva fare qualcosa
per separare quei due ed uscirne fuori come l’eroe che aveva
salvato la sua fanciulla da un destino di infelicità, allora
avrebbe dovuto fare in fretta…non sapeva ancora quanto
avrebbe potuto trattenere la bestia che era il lui e che in quel
momento voleva solo il sangue di quel vampiro tanto insolente da
volergli portare via la sua Bonnie.
Lucas quel giorno si sentiva inquieto, avvertiva che qualcosa
con Bonnie non andava e che non andava da quando quel
bell’imbusto di Damon, il fratello maggiore di Stefan, aveva
fatto la sua trionfale entrata la sera prima alla pensione.
Da quel momento qualcosa era cambiato in Bonnie, lui la vedeva
pensierosa, più fragile, turbata e questo non gli piaceva,
almeno quanto non gli era piaciuto tutto quel guardare Bonnie da parte
di Damon per tutto il tempo che era rimasto
lì…per non parlare della vicinanza che Damon
aveva via via accorciato nei pochi minuti della sua
visita…Ma quello che non gli era piaciuto più di
ogni altra cosa era stato lo sguardo di Bonnie a Damon, era stato uno
sguardo di terrore e insieme di desiderio, uno sguardo di tormento e
passione, di turbamento e lussuria…uno sguardo che non le
aveva mai visto, almeno prima di quella sera mentre guardava un altro,
uno sguardo che non gli era mai stato destinato.
Lucas era preoccupato, davvero molto preoccupato e sentiva che Bonnie
poteva volargli via da un momento all’altro e tutto a causa
di Damon.
L’ansia e l'ira crescevano ogni secondo di più,
così decise di andare dritto al cuore della questione e di
affrontare Bonnie…voleva sapere tutto del suo rapporto con
Damon, voleva sapere cosa significava Damon per lei e cosa
c’era stato in passato tra loro, voleva sentirsi dire che era
tutto ok, sperava con tutte le sue forze di sentirsi dire che era tutto
ok.
Damon era ancora alla pensione con Stefan, che a quanto pareva non
aveva proprio intenzione di smetterla con le sue farneticazioni sul
matrimonio, l’amore, due cuori e una capanna e
così via per un labirinto sempre più smielato e
ridicolo, così, mentre il fratello ancora parlava, se ne
andò via per volare alla finestra di Bonnie: voleva vederla
prima di decidere il da farsi.
Ma proprio mentre Damon era lì intento a fissarla dal ramo
più alto e nascosto dell’albero accanto alla
finestra aperta della camera di Bonnie, ecco che la porta si apre ed
arriva l’inglesino che sembrava anche alquanto turbato. Damon
pensò che sarebbe stato davvero divertente ascoltare.
Così si mise comodo, con entrambe le orecchie ben aperte, e
aspettò che i due cominciassero.
Bonnie non aveva mai visto Lucas in quello stato, era sofferente,
preoccupato, cupo, proprio lui che di solito era così
gioioso e pieno di vita.
Provò ad immaginare il perché e l’unica
cosa che le venne in mente fu un nome….Damon Salvatore!
“Lucas, è Damon vero? Cosa ti ha fatto?”
- gli chiese preoccupata.
“A me proprio nulla…a te piuttosto cosa ha
fatto?” - le rispose lui.
Bonnie si sentì gelare….possibile che lui sapeva
della visita privata di Damon di quella notte?… - No impossibile -
si disse, lei non gli aveva detto nulla e nemmeno ci aveva pensato da
quando era entrato e nessun altro lo sapeva tranne Damon… - Oh Dio! E se glielo avesse detto
proprio Damon? - pensò allarmata.
“Lucas di cosa parli?”.
“Parlo di ieri sera alla pensione, Bonnie, l’ho
visto come ti fissava, ma soprattutto è stato interessante
vedere come TU guardavi lui” - disse Lucas con voce gelida.
Bonnie non capiva: “Ma cosa dici? Come lo avrei guardato io?
Sentiamo!”.
“Beh con uno sguardo che non mi è piaciuto per
niente e che non sarebbe piaciuto a nessun fidanzato che vedesse la sua
fidanzata rivolgere uno sguardo così ad un altro che non
fosse lui…e tu a me quello sguardo non lo hai mai rivolto,
Bonnie”.
“Ma di che sguardo parli? Non capisco!”.
“DELLO SGUARDO PIENO DI DESIDERIO CHE AVEVI MENTRE LO
GUARDAVI!” - tuonò lui.
Bonnie sentiva che Lucas stava cominciando a perdere il controllo e se
c’era una cosa che aveva imparato in quegli anni era di non
far arrabbiare un vampiro.
Cercò di calmarlo: “ Guarda che ti stai
sbagliando, io…”
“Sbagliando? SBAGLIANDO? Bonnie tu lo hai praticamente
mangiato con gli occhi per tutto il tempo che è stato
lì! Se io avessi guardato così un’altra
tu mi avresti mollato all’istante”.
Bonnie era sconvolta…non si era accorta di
nulla….sì, ricordava la sensazione di quando
aveva rivisto Damon: desiderio allo stato puro, ma non credeva di
averlo anche guardato
con desiderio.
Eppure Lucas aveva visto proprio quello sguardo nei suoi occhi.
“Lucas, ti prego, scusami….io non
volevo…” - lo pregò.
Ma Lucas non la ascoltò, semplicemente la afferò
per le spalle e cominciò ad agitarla dicendo:
“Bonnie guarda anche me così, guardami con
desiderio, con passione!”.
Bonnie sentiva quelle mani forti sulle sue spalle che la agitavano
sempre più velocemente e con maggiore insistenza, vedeva
dinanzi a sé quegli occhi, di solito così
pacifici, che ora sprigionavano fiamme e pretendevano di essere guardati…
“Bonnie, Bonnie, guardami, guardami come guardi
lui!”.
La stretta di Lucas diventava sempre più forte , Bonnie
cominciò ad avere paura, a sentire dolore, lacrime amare
iniziarono a solcarle il viso sempre più copiose.
“Lucas mi fai paura” - diceva.
“Bonnie, guardami come guardi lui!”
“Lucas mi fai male”.
“Guardami come guardi lui!”
“Lucas, le spalle…”
“Guardami come guardi lui, Bonnie!”
“Lucas, smettila”.
“Guardami come guardi lui!”.
“Lucas…”
“Bonnie, guardam….”
“NON POSSO!” - gridò allora Bonnie,
esasperata e ferita.
“Cosa vuoi che ti dica, Lucas? Cosa vuoi che faccia? Vuoi
sapere se quello sguardo che hai visto era vero? Se esprimeva davvero
ciò che sento quando guardo Damon? Sì,
è così, non posso farci nulla se quando lo vedo
è come se mi si accendesse un fuoco dentro, e ti assicuro
che ho provato a gettargli su dell’acqua, a soffocarlo, ma
è inutile, torna sempre.”
“Ho capito…” - disse lui con aria triste
e fece per andarsene.
“No” - lo fermò Bonnie - “Non
hai capito un bel niente, invece. E’ vero che sento una
passione fortissima per lui, ma non cambia niente, insomma è
normale con uno come lui, ogni ragazza prova lo stesso quando lo
vede” - mentì, perché sapeva benissimo
che per lei era diverso, andava molto oltre - “Ma con te
è diverso” - riprese guardandolo negli occhi e
accarezzandogli il viso - “IO TI AMO, e voglio sposarti,
voglio passare il resto dell’eternità con te,
voglio che tu sia quello che Stefan è per Elena che, per la
cronaca, sappi che ha avuto anche lei il suo bel da fare con Damon,
eppure guardali adesso, io voglio che sia così tra noi, lo
voglio con tutta me stessa!” - e detto questo lo
baciò, lo strinse forte a sé per fargli capire
quanto tutto quello che aveva appena detto fosse vero, e quando
sentì le braccia di lui stringerla, capì che lui
aveva compreso e che era tutto come prima se non meglio.
Per il momento la diga non era crollata mandando tutto a rotoli.
Damon aveva guardato tutta la scena dall’alto, aveva creduto
per tutto il tempo di avercela fatta, quel cretino con il suo
comportamento si stava scavando la fossa da solo e
l’ammissione da parte di lei su quanto lo
volesse….beh…aveva posto fine alla
partita…o almeno così credeva…fino a
che lei, con quelle ultime frasi pronunciate prima di quel bacio che
stava ancora dando all’altro, non distruggesse con un colpo
solo quell’inutile castello di carta che lui aveva costruito.
Fu allora che lo sentì, uno squarcio nel petto sempre
più grande e profondo e la bestia che man mano usciva
fuori….voleva uccidere….voleva uccidere quel
Lucas o come cavolo si chiamava… e voleva farlo al
più presto….stava perdendo Bonnie per colpa sua e
doveva pagare.
Bonnie era ancora avvolta nell’abbraccio di Lucas quando
avvertì una strana sensazione, una brutta sensazione.
Il cielo si rabbuiò all’improvviso e
cominciò a tuonare mentre il vento e la nebbia si alzavano
sempre più forti e fitti.
Si sottrasse all’abbraccio del suo fidanzato e corse verso la
finestra…l’unica cosa che vide fu un uccello
volarle davanti per poi perdersi nella nebbia, mentre il vento adagiava
sulle sue mani una lunga penna di corvo nero.
NOTA:
Ecco
il nuovo capitolo...come sempre spero vi sia piaciuto...
Vi ringrazio ancora per le recensioni di ieri e, mi raccomando,
recensite ancora perchè mi interessa sapere cosa ne pensate
sinceramente!
Grazie a tutti...bacioni...iosnio90.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo quarto ***
Capitolo
quarto
Era
notte. Un lampo squarciò il cielo. Il vento agitava gli
alberi. Gli animali, impauriti, fuggivano via. Damon. Damon con le mani
e le labbra sporche di sangue. Lucas. Lucas a terra, senza vita,
completamente a brandelli. Damon, con in mano il cuore di Lucas, che si
volta e, con gli occhi ormai vuoti e privi di ogni sentimento, getta la
testa all’indietro mentre una risata fragorosa, crudele e
soddisfatta fende l’aria.
Gli occhi di Bonnie si aprirono di scatto. Era terrorizzata. Aveva
appena avuto una visione e non le era per niente piaciuta. Aveva visto
Damon uccidere Lucas. Le lacrime, senza che lei volesse, le corsero
agli occhi. Bonnie si ricordò della tremenda sensazione
avuta qualche ora prima….Possibile?….Damon non
avrebbe di certo osato tanto….ma non ne era convinta. La
sensazione continuava….e se poi tutto si fosse avverato lei
cosa avrebbe fatto?…non sapeva darsi una risposta, ma
restava il fatto che sapeva che Damon voleva fare del male a Lucas, lo
sentiva, e sapeva dove si trovava ora o comunque dove si sarebbe
trovato di lì a poco….Bonnie aveva
all’istante riconosciuto il posto della
visione…l’Old Wood…. nei pressi della
grande quercia che a Damon piaceva tanto.
Senza neppure pensarci scese dal divano dove, a quanto pare doveva
essersi addormentata, si diede una veloce occhiata alla specchio, prese
il cellulare e chiamò Lucas.
Quando lui rispose, Bonnie ricacciò giù il magone
che aveva in gola e gli disse: “Hey tesoro, ascolta ho avuto
un po’ di problemi con il fioraio che avevamo scelto, ma dato
che è il migliore che abbiamo a disposizione ho deciso di
andare lì a risolvere di persona!”.
“Certo, sono da te in un attimo e andiamo, ok?”.
“No, non ce ne è bisogno e poi sono già
in macchina, sarà una cosa breve….tu vai dagli
altri alla pensione e cominciate senza di me…ci sono ancora
così tante cose da fare e mancano così pochi
giorni che ho pensato sia meglio se ci dividiamo il
lavoro…così io mi occupo di questa seccatura con
il fioraio, mentre tu porti avanti le operazioni….cosa ne
pensi?”.
“Hai ragione, amore! Ma mi raccomando torna
presto!” - le disse lui.
“Sì, non preoccuparti ci vorrà
poco”- rispose lei.
“Ti amo!” - fece Lucas.
“Anch’io” - rispose Bonnie e poi
riagganciò.
Adesso poteva concentrarsi davvero sull’ incredibile
sciocchezza che stava per fare: senza dire nulla a nessuno, stava per
andare nell’Old Wood a cercare Damon che era infuriato, le
voleva uccidere il fidanzato e probabilmente avrebbe ucciso anche lei.
Il sole fuori cominciava a calare, Bonnie ricordò che nella
visione era buio pesto e si affrettò, aveva solo poche ore.
Uscì di casa velocemente e presa l’auto si diresse
verso un destino a lei ignoto.
Dire che era semplicemente infuriato era poco, Damon si sentiva
ribollire dalla rabbia, si sentiva come un vulcano in procinto di
eruttare e sapeva che tutta la sua furia si sarebbe abbattuta su una
persona ed una soltanto…quello sporco verme immondo di
Lucas. Al solo pensiero sorrise di piacere, quando ad un tratto
sentì uno scricchiolio alle su spalle.
Si dileguò in un istante.
Bonnie aveva attraversato quel bosco maledetto, nel vero senso del
termine, tutto d’un fiato e senza voltarsi indietro.
Quando entrò nella radura dove c’era la quercia,
si guardò intorno ma non vide
nessuno…lì Damon non c’era o almeno
sembrava non esserci, ma chi poteva dirlo?…così
avanzò e cominciò ad urlare a gran voce:
“DAMON”.
Stefan aveva sentito all’improvviso un enorme ondata di
Potere pervadere l’aria…aveva riconosciuto subito
quell’aura…Damon….ma chissà
perché era così fuori controllo.
Decise, per il bene di tutti, di andare a controllare.
“Hey dove vai così di fretta, tra poco saranno qui
gli altri” - gli chiese Elena.
“Non hai sentito?”.
“Cosa?”
“Damon…ha inviato un’ondata di Potere
gigantesca dall’ Old Wood….non lo
senti?” - le disse Stefan.
Elena si concentrò e… “Oddio, Stefan,
ma cosa gli prende? Sembra totalmente fuori di sé, non cerca
neppure di contenere la sua aura…perché fa
così? Credi sia ancora a causa mia?” - chiese lei.
“No…sono convinto che non tu c’entri un
bel niente…anzi credo che c’entrino le nozze di
Bonnie”.
“Cosa? Ma dai è impossibile, cosa dovrebbe
importarsene lui di Bonnie che si sposa…lei per lui
è come tutti gli altri, lo sai, un essere insignificante,
cibo e nient’altro!” - disse risoluta Elena che nel
frattempo si era avviata verso la porta.
“Dove vai?” - le domandò Stefan.
“Semplice, nell’Old Wood, vado a dirgli di
smetterla, io sto con te…deve rassegnarsi!”.
“Elena torna qui” - le disse Stefan che si era
avvicinato e le aveva afferrato un braccio - “Scusa, ma ti
ripeto che secondo me, e secondo quello che ho visto e sentito in
questi giorni sommato a dei vecchi sospetti accumulati negli anni, ti
ripeto che tu non c’entri nulla, ma c’entra Bonnie,
sono convinto che resteresti sconvolta da quanto credo che Damon tenga
a Bonnie, e poi, scusa, ma come hai fatto a non accorgerti che lui si
comportava sempre in modo diverso con Bonnie rispetto a come era con
gli altri”.
“Si, ma…….” -
riattaccò Elena.
“Ma….nulla. Scusa se te lo dico, ma secondo me, a
volte Damon si è comportato meglio con Bonnie che con
te!” - la interruppe lui.
Elena restò semplicemente a guardarlo con aria diffidente,
poi disse: “Stefan, lo senti? Sembra che si sia
calmato…credi sia il caso di controllare
comunque?”.
“No, forse è meglio se ora lo lasciamo solo,ma
andrò a parlargli più tardi!” - fu la
risposta di Stefan.
Bonnie aveva urlato a squarcia gola il nome di Damon, per
più o meno un quarto d’ora e sentiva la gola
cominciare a bruciarle, stava per desistere quando vide una sagoma
scura su uno dei rami più grossi della quercia.
Era lui. La fissava e il suo sguardo era freddo, vuoto,
calcolatore…
Bonnie cominciò a tremare e sentì gli occhi
pizzicarle per le lacrime che disperatamente chiedevano di uscire, ma
che lei ricacciava sempre indietro con vigore.
“Damon….sei tu!..Per favore, potresti venire
giù? Ho un disperato bisogno di
parlarti” - gli disse.
Lo vide esitare, beh, in effetti non lo vide fare perfettamente nulla,
se ne rimaneva semplicemente lì immobile a fissarla e Bonnie
pensò che forse stesse esitando.
Ma, ad un tratto, se lo ritrovò di fronte…si era
mosso così velocemente che non era riuscito a vederlo.
“Cosa vuoi?” - le chiese.
- Fantastico! Adesso mi
ammazza -! pensò
Bonnie
“Allora? Cosa vuoi?” - insistette lui.
“Beh….ecco…io…” -
farfugliò Bonnie, terrorizzata da quegli occhi gelidi fissi
su di lei.
“Parla oppure vattene….ho altre cose a cui
pensare, io!” - le ordinò.
Bonnie ricordò cosa erano le “altre cose a cui
doveva pensare” e trovò il coraggio
di parlare.
“Ho avuto una visione, Damon! Ti ho visto uccidere
Lucas!”
Un sorriso si formò sulle labbra di Damon. Bonnie
s’irrigidì, ma continuò imperterrita.
“Non voglio che tu gli faccia del male, Damon! Hai
capito?” - gli disse.
Il sorriso di Damon scomparve, le si avvicinò lento e
guardandola negli occhi le disse: “ Come osi, tu, stupida,
piccola streghetta dare degli ordini a me? Non sono affari tuoi cosa
faccio io!”.
“E invece sì se te ne vai in giro a cercare di
uccidere il mio fidanzato” - lo sfidò lei.
Damon fece un ulteriore passo avanti. Bonnie sentì la gonna
che aveva addosso accarezzare i jeans di Damon tanto erano vicini.
I loro occhi erano incollati e Bonnie sentì che stava
cominciando a perdersi in quel nero senza fine, sentiva le membra
intorpidirsi, il mondo intorno a lei sparire lasciando soltanto
Damon….Damon, solo lui e nessun
altro….ma…
“NO” - urlò Bonnie sbattendo le palpebre
per un po’ - “Non cercare di influenzarmi, Damon,
perché non ci riuscirai, non riuscirai a cancellare Lucas
dalla mia mente e dal mio cuore. Non so come te la cavavi con Elena e i
suoi sentimenti per Stefan, ma io sono diversa, non sono lei,e non ti
permetterò di influenzarmi, intesi?”.
Vide Damon guardarla con un misto di incredulità
e….sconforto?
“Sempre la stessa storia, vero? Lucas, Lucas e sempre e solo
Lucas…e poi ti chiedi perché voglio toglierlo di
mezzo!” - le disse continuando a fissarla.
“Sì, infatti, perché? Perché
vuoi ucciderlo? Cosa ti ha fatto? Nemmeno lo conosci!”.
“Non lo capisci proprio?” - sbottò lui -
“Ti ha portata via da me, ecco cosa ha fatto”.
Ancora quella storia…ma perché si ostinava a
raccontarle quella frottola? Perché voleva farla soffrire
così? si chiedeva Bonnie.
Lui si allontanò di colpo, tornò sotto la quercia
dove sferrò un pugno all’enorme tronco, intaccando
il legno e poi restò lì a guardarsi le ferite
sulla mano che si rimarginavano. Bonnie ricordò che il legno
di quercia poteva ferirlo, persino ucciderlo.
Damon era ancora lì, quando all’improvviso Bonnie
lo vide piegare la schiena all’indietro e lanciare un urlo
straziante che fece volare via ogni uccello si fosse annidato da quelle
parti, poi, incredula e sconvolta, lo vide accasciarsi a terra.
Si precipitò da lui, gli si inginocchiò di
fronte, gli prese il viso tra le mani e lo sollevò per
guardarlo negli occhi, non l’aveva mai visto così
e un sentimento che non aveva nulla a che fare con la
compassione, ma che era più una sorta di dolore fortissimo
al cuore perché sentiva che lui soffriva a causa sua, si
impadronì della sua mente, della sua anima e del suo cuore.
Per un momento infinito restarono lì a guardarsi, con le
mani di lei ancora sul viso di lui, poi Bonnie parlò:
“Damon, cos’hai? Dimmelo”.
“Bonnie… io mi sento…impazzire.
Più passano i giorni e l’unica cosa a cui penso
è che presto sposerai quell’inetto, probabilmente
ti lascerai trasformare da lui e resterete insieme in eterno, ed io? Io
starò lì a guardare perché tu non vuoi
saperne di me, e a buon ragione visto come ti ho trattata anni fa! Ti
ho usato come un giocattolino insignificante, come un ripiego, ma ora
non è più così…ora
è tutto diverso…tu non sei un ripiego!”
- le disse con foga.
Bonnie si sentiva preda di mille emozioni diverse…quante
volte aveva sognato che Damon le dicesse quelle cose e adesso eccolo
lì….ma lui aveva ragione…adesso era
tutto diverso, adesso c’era Lucas.
“Damon, non parlarmi così….non
puoi…non te lo permetto….fino a qualche tempo fa
avrei venduto l’anima pur di sentirmi dire cose
così da te…ma adesso, come hai detto tu,
è tutto diverso…adesso c’è
…”
“Lucas…” - la interruppe.
“Si, adesso c’è Lucas…lui ha
fatto molto per me, mi ha aiutata a crescere, mi ha fatto sentire
amata, ha rimesso insieme i pezzi che il mio….insomma, che
quello che provavo per te e che non è mai stato corrisposto,
aveva devastato…e ora tu non puoi dirmi
così” - concluse lei.
Restarono ancora a fissarsi, persi l’uno nello sguardo
dell’altra.
Poi Damon mise le sue mani sul viso di Bonnie.
“Bonnie, non respingermi!” - le disse e la sua era
semplicemente una richiesta non un tentativo di influenzarla.
Piano cominciò ad avvicinare il suo viso a quello di lei,
ormai le loro labbra erano sul punto di sfiorarsi. Bonnie
sgranò gli occhi, cominciò ad ansimare e
sentì il suo cuore correre all’impazzata. Damon
era sempre più vicino.
- Chiudi gli occhi,
Bonnie….chiudi gli occhi e gira di lato la
testa….devi resistere! - le disse una voce
nella sua testa.
Ma la voce del suo cuore le diceva: - Non aver paura, Bonnie,
lasciati andare, questa volta non ti farà male, abbandonati
a lui, è quello che hai sempre voluto -
E nella battaglia tra mente e cuore, vinse quest’ultimo.
Damon poggiò delicatamente le sue labbra sulle sue, e Bonnie
sentì pura elettricità correrle ovunque ed in
quel momento sentì di essere davvero viva.
Lei gli intrecciò le braccia intorno al collo, mentre lui la
attirò ancora di più a sé tenendola
per i fianchi, e allora fu pura follia.
Il bacio, da tenero e delicato, divenne frenetico ed insistente.
Bonnie sentì come se tutta la passione ed il desiderio
accumulati negli anni da quando aveva conosciuto Damon trovassero il
loro libero e naturale sfogo in quel bacio.
In quel momento non riuscì più a tenere a freno
le lacrime, ogni suo argine, ogni diga che aveva costruito dentro di
sé per tenere a bada certe emozioni, erano crollate appena
entrate in contatto con la pressante frenesia delle labbra di Damon.
Intorno a lei tutto scomparve, c’erano solo loro due, Bonnie
e Damon, e questa volta sapeva di non essere sotto l’incanto
di Damon, sapeva che tutto quello era opera del suo cuore e
dell’amore che provava per lui. Sì,
amore….era esattamente questo che provava per lui era
inutile continuare a mentire a se stessa, lei non lo aveva mai
dimenticato, l’aveva sempre amato, sempre.
Quando si staccarono, ansimanti, Bonnie vide Damon e capì
che in quel momento i loro cuori erano un tutt’uno
finito e completo. Non si era mai sentita così.
Damon le asciugò con dolcezza una lacrima che ancora le
scorreva sul viso.
“Grazie” - le sussurrò, sorridendo.
“Di cosa?” - chiese lei colta alla sprovvista.
“Di esserti lasciata andare a me, di avermi dato la
possibilità di dimostrarti che quello che continuo a
ripeterti, cioè che non sei un ripiego e che ti voglio come
nessun’altra,è vero…è tutto
vero! Bonnie…io ti…”
“DAMON!DAMON!” una voce sempre più
vicina ruppe l’incantesimo….era Stefan.
“Oh dannazione!Maledetto rompiscatole!” - disse
Damon digrignando i denti.
“E’ il mio adorabile fratellino impiccione e
inopportuno” - continuò diretto a Bonnie.
- Cavolo, possibile che
Stefan doveva scegliere proprio questo momento per far visita al
fratello!….Proprio ora che Damon stava per dirmi
chissà cosa - pensò Bonnie
stizzita. - Ma
d’altra parte forse è meglio non sapere, io devo
pensare a Lucas, non importa quanto sia stato perfetto il bacio con
Damon, era solo un bacio - si disse risoluta, sentendo la
parte razionale riprendere pian piano il sopravvento.
“DAMON? DAMON, RISPONDIMI, LO SO CHE SEI QUI!” -
gridò Stefan.
“Vai” - disse Bonnie a Damon.
“Cosa?”.
“Mi hai sentita, Damon, vai! Tra poco Stefan sarà
qui e non voglio che mi veda…sai com’è
io starei per sposarmi!”.
“Cosa? Vuoi ancora sposarti?” - disse lui
quasi urlando.
“Sì, ovvio. Io devo pensare a Lucas. Non posso
lasciarlo così dopo tutto quello che ha fatto per me solo
perché tu sei ritornato….io ti credo quando dici
che non sono più un ripiego per te, davvero….ma
non posso correre di nuovo il rischio di finire in pezzi, non lo
sopporterei, Damon, ne morirei…e non voglio!”.
“Ma…il bacio…”.
“Il bacio è stato perfetto, ti ho sentito davvero,
per la prima vota ti ho
sentito…ma…io…”
“DAMON! ESCI FUORI!” - urlò Stefan.
“Oddio….che strazio!….Ok, Bonnie,
ascolta, ne riparleremo più tardi, stanotte verrò
da te, aspettami,ok?” - disse lui.
“Ok, ti aspetterò” - disse lei.
Si alzò in piedi, lui le prese la mano e la
intrecciò alla sua come a creare un simbolo della loro
unione. Bonnie fissò per un attimo la sua mano intrecciata a
quella di Damon, poi alzò lo sguardo per sorridergli. Damon
ricambiò stringendole di più la mano e
sorridendole, non con uno dei suoi soliti sorrisi di scherno, ma con un
vero sorriso e poi la lasciò andare, preparandosi a cercare
dentro di sè tutta la forza per nascondere quella
felicità che la tenera streghetta aveva fatto nascere dentro
di lui e affrontare il fratello come se fosse il solito Damon.
NOTA:
Ecco
un nuovo capitolo...spero vi piaccia e spero che continuerete a
sostenermi nello sviluppo di questa mia prima storia.
Fino ad ora ho sempre postato un capitolo al giorno...ma ora
probabilmente non ci rivedremo per 2 giorni...fino a
martedì...o anche mercoledì...ma non
preoccupatevi...tornerò sicuramente e allora, se riesco,
posterò, insieme, anche più di un solo
capitolo...dipende dal tempo che avrò in questi
giorni....poi però riprenderò la routine di
sempre con un capitolo al giorno....quindi....a presto...e mi
raccomando...RECENSITE, RECENSITE,
RECENSITE...XDXDXDXDXD....bacioni...iosnio90.
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Capitolo 6 *** Capitolo quinto ***
Capitolo quinto
Aveva sentito spesso dire che certe persone, che sono in grado di farti
provare certe emozioni, riescono a cambiarti nel profondo, a farti
vedere il mondo con occhi diversi, a farti apprezzare di più
le cose.
Beh….aveva sempre creduto che fosse uno di quei ritornelli
idioti per stupidi romantici in stile santo Stefano, ma ora doveva
ricredersi.
Dopo aver baciato la streghetta, Damon si sentiva davvero diverso. Dal
momento in cui l’aveva guardata negli occhi, aveva sentito le
sue mani sul suo viso, aveva stretto quel fragile corpicino al suo,
aveva sentito sulle sue labbra il sapore delle labbra di lei, Damon era
cambiato. Aveva cominciato ad avvertire uno strano formicolio al centro
esatto del petto, come se il suo cuore si stesse appena risvegliando
dopo secoli di riposo.
Ricordava perfettamente che quando baciava Elena non si sentiva
così…a dire il vero…non si era mai sentito
così. Si sentiva estatico, elettrizzato, felice! Si
sentiva…innamorato! Sapeva che quello che provava per Bonnie
non era un’ossessione, non era un capriccio, ma era
….amore! Quello vero! E poco importava se lei ora si sentiva
confusa oppure sentiva di avere un chissà quale debito nei
confronti dell’inglesino, lui sapeva che anche lei lo amava:
l’aveva percepito dalle sue mani, dal suo bacio, dai suoi
occhi, dalle sue lacrime.
“DAMON!DAMON!”. Le grida di Stefan lo riportarono
alla realtà…adesso aveva un compito da
fare…cioè rimandare a casa il suo irritante
fratellino, anche se meritava di gran lunga la morte dopo aver
interrotto lui e la sua adorabile strega.
Rimise la maschera di scherno e arroganza sul viso e si
avviò verso Stefan.
Bonnie sentiva che stava per scoppiare dalla felicità,
mentre si stringeva le mani al petto come se temesse che il suo cuore
potesse prendere il volo da un momento all’altro.
Damon….Damon… la sua mente non riusciva a pensare
ad altro….sapeva che era sbagliato sentirsi così,
che era sbagliato ciò che era appena successo, che era
sbagliato essere impazienti che arrivasse la notte solo per poterlo
rivedere…ma non riusciva a smettere di pensarci nonostante
sapesse che era un terribile errore.
Era ormai ritornata alla macchina e guardando l’orologio si
rese conto con estremo sollievo che il tempo nel bosco era volato e che
ormai tutti i suoi amici e Lucas dovevano aver lasciato la
pensione…quindi non era costretta a vederli per quella sera.
Lucas….solo pensare il suo nome la fece sentire
sporca. Lui l’amava sopra ogni cosa, la proteggeva, era
sempre gentile con lei, la rispettava, la voleva al suo fianco per
l’eternità. E, invece, lei cosa fa? Lo tradisce
proprio il giorno dopo avergli giurato che amava lui e solo lui e che
tra lei e Damon non ci sarebbe mai stato nulla.
Era una traditrice, una donna infima, malvagia, di basso valore.
Ma nonostante tutti gli insulti che continuava a lanciarsi contro,
Bonnie non riusciva a pentirsi del bacio con Damon. In quel momento era
stato tutto così semplice, così naturale e
spontaneo che non poteva essere sbagliato. Tra le braccia di Damon si
era sentita protetta, al sicuro…si era sentita a casa. E
poi…aveva sentito lui. L’aveva sentito…aveva
sentito il suo cuore e la sua anima che si aprivano a lei, che si
arrendevano a lei, e nulla le era sembrato mai così bello e
dolce che lasciarsi cullare da quell’eterno buio che
d’un tratto le si apriva davanti agli occhi per far entrare
uno spiraglio di luce, poi un altro, poi un altro, poi un altro e
così via all’infinito…e quella luce,
Bonnie lo aveva avvertito, quella luce era lei.
D’un tratto il cellulare nella borsa di Bonnie
vibrò. Era un messaggio di Lucas che le chiedeva cosa le era
successo e se era tutto ok. Bonnie inviò un semplice: - Sì, tutto ok, ma sono
stanca. A domani - non aveva nessuna voglia di cominciare
una conversazione che a quel punto poteva anche finire con uno dei due
con il cuore a pezzi o forse addirittura entrambi.
Mise in moto l’auto e si avviò verso casa. Doveva
riflettere.
Stefan era nell’Old Wood da più di un quarto
d’ora ormai, ma era deciso a non andare via, stava cercando
Damon e sapeva che era lì e che prima o poi si sarebbe
stancato e si sarebbe deciso a farsi vedere.
“DAMON, AVANTI, VIENI FUORI!”- urlò di
nuovo, quando, finalmente, lo vide uscire dal folto della vegetazione.
“Allora, la smetti? Si può sapere che hai da
urlare tanto? Non sai che così fai scappare tutti quei
simpatici coniglietti che a te piacciono tanto, fratellino?”-
disse Damon non appena lo vide - “E, comunque, tanto per la
cronaca, voglio dirti che se sei qui per dirmi che un uragano sta per
abbattersi sulla tua preziosa Fell’s
Church…beh….come dire?…non me ne
importa un bel niente…quindi se ora vuoi
scusarmi…”- e fece per andarsene, ma Stefan fu
abbastanza veloce da pararglisi dinanzi e sbarrargli la strada.
“Mmm…cosa abbiamo qui oggi? Oh, ma certo questo
è
sono-più-stupido-di-quanto-pensavi-infatti-ti-ho-sbarrato-la-strada
Stefan”- disse Damon guardandolo negli occhi con aria di
sfida.
“Avanti, Damon, io sono semplicemente venuto a vedere se era
tutto ok…ero un po’ preoccupato per te”-
disse Stefan, ma notando che Damon lo guardava come se fosse un
rincretinito, decise di aggiungere, sperando in una risposta -
“Anche Elena era molto preoccupata per te”.
A quel punto Stefan notò un cambiamento nei modi di Damon,
ma non quello che si aspettava. Damon cominciò ad essere
scosso da piccoli fremiti e le sue labbra si incurvarono in un sorriso,
sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
“Damon…davvero…non sto
scherzando” - azzardò Stefan, ma a quel punto
Damon esplose e si piegò letteralmente in due dalle risate.
Stefan non poteva credere ai suoi occhi, Damon gli stava praticamente
ridendo in faccia perché gli aveva appena detto di essere
preoccupato per lui, ma la cosa che non si sarebbe mai aspettato era
che Damon lo prendesse in giro nonostante gli avesse detto che anche
Elena era in ansia: di solito Damon non si comportava così,
Stefan sapeva bene che una delle poche cose in grado di rendere serio
suo fratello era dirgli che stava in qualche modo facendo soffrire
Elena. Eppure adesso….
Beh…le cose dovevano essere cambiate altrimenti non si
sarebbe spiegato quel comportamento.
Stefan attese pazientemente che Damon la smettesse e quando questo si
fu ripreso l’unica cosa che disse fu: “ E
perché eravate taaaaaaanto in ansia?”.
“Perché? Come perché? Abbiamo sentito
le ondate di Potere a dir poco minacciose che stavi inviando poco fa,
Damon”.
“Ah, già, quelle….e vi siete
preoccupati per quelle? Ma non ce n’è motivo
fratellino. Dì pure alla tua dolce metà che stavo
solo scaricando un po’ di rabbia repressa o come tu
preferisci chiamarla. E’ una cosa utile di tanto in tanto per
chi è potente come me…ma tu ovviamente non puoi
capire” - disse Damon sorridendogli in quel suo modo che
sapeva sempre di presa in giro.
“Ok, ma ti sei calmato così
all’improvviso….come mai?”- chiese
Stefan per pura curiosità. Era ormai abituato a stranezze
del genere quando si trattava di Damon.
“Che ti importa eh? Saranno pure affari miei cosa faccio o
non faccio nella mia vita! Da quando devo chiedere il permesso a te per
fare o dire qualcosa?” - scattò improvvisamente
Damon.
Stefan non era pronto ad una reazione del genere e ne rimase sbalordito.
Era sicuro di non aver detto nulla di offensivo e neppure di aver fatto
una domanda impertinente…quindi perché Damon
reagiva così?
“Damon, calmati, non mi sembra di averti chiesto qualcosa di
così….personale…ma se non ti va di
rispondere non importa, la mia era solo curiosità”
- disse, e poi aggiunse - “Però, scusami tanto, ma
mi sembri un po’ strano oggi…diverso dal
solito…e successo qualcosa?”.
“No, cosa sarebbe dovuto succedere? Io sono sempre il tuo
solito, cinico, cattivo fratello maggiore” - disse Damon, ma
cominciò a sembrare alquanto a disagio.
“Ok, se lo dici tu? Ma voglio chiederti ancora una
cosa”. - disse Stefan.
“Spara!” - fece Damon con l’aria
rassegnata di chi è costretto ad ascoltare, ma ne farebbe
volentieri a meno.
“Beh…tu hai detto che sei tornato
perché eri < preoccupato >
per noi, ma adesso
è da un po’ che sei qui e hai visto che non
c’è nulla di che preoccuparsi, te lo ha detto
persino Elena quando ti ha visto l’altro giorno alla pensione
e ti ha anche detto, se non sbaglio, che stiamo tutti bene, e che
Lucas, il fidanzato di Bonnie, è un dei
nostri….quindi…perché rimani
qui?”.
Stefan era pronto ad una delle solite risposte ironiche alla Damon, ma
questa volta fu diverso e rimase nuovamente sorpreso da ciò
che vide e sentì.
Damon aveva abbassato la testa, chiuso i pugni e cominciato a ringhiare.
Quando riaprì gli occhi e guardò Stefan, questo
vide solo fuoco e fiamme in quegli occhi, di solito, così
neri e sentì sprigionarsi dal fratello un’ondata
di rabbia e di Potere che per intensità e
malvagità ricordava quelle del pomeriggio.
Poi Damon cominciò a parlare con un tono basso ma
minaccioso: “Lucas, Lucas e sempre
Lucas!…Possibile che sia sempre in mezzo? Persino tu che sei
mio fratello lo spalleggi, invece di stare dalla mia parte! Lucas di
qua, Lucas di là, Lucas è mio amico, Lucas mi
vuole come testimone….ed
io?…io?…eh?…Lo sai chi sono io,
Stefan? Te lo ricordi? Io sono Damon Salvatore e sono tuo fratello, lo
stesso fratello che ti ha salvato la vita un bel po’ di volte
mettendo anche rischio la sua, che, diciamocelo, vale molto di
più della tua. E tu come mi ringrazi? Tutti quegli umani
idioti come mi ringraziano? Il tuo caro angioletto come mi ringrazia?
Ovvio…METTENDOSI DALLA PARTE DI LUCAS!” -
tuonò Damon.
Stefan non riusciva a capacitarsi di quello che aveva appena ascoltato.
Cosa c’entrava Lucas? Perché Damon ce
l’aveva tanto con lui?
“Damon, cosa ti importa di Lucas? Cosa c’entra lui
con quello di cui parliamo?”.
“C’entra….c’entra
tutto!” - esclamò Damon e Stefan lo vide volare
via in un attimo e perdersi nella notte troppo veloce e, forse, troppo
turbato per poter essere fermato.
Bonnie era appena ritornata a casa. Durante il tragitto non aveva fatto
altro che pensare e ripensare a quello che era accaduto, al bacio, a
Damon, a Lucas…e si sentiva così confusa,
così esasperata da tutte quelle emozioni contrastanti che
decise che l’indomani doveva parlare assolutamente
con Meredith, lei l’avrebbe lasciata sfogare,
l’avrebbe ascoltata per poi tirar fuori uno dei suoi consigli
che funzionavano sempre.
Sì, era deciso, prima di fare o dire una qualsiasi cosa in
merito alla situazione che si era venuta a creare, avrebbe ascoltato il
parere della sua migliore amica saggia.
Presa questa decisione, decise quindi di farsi un bel bagno, cenare e
andarsene dritta a letto.
- Ma Damon ha
detto….- si ricordò
all’improvviso - Beh…magari
se lo dimentica parlando con Stefan, o forse mi vedrà
addormentata e deciderà di non svegliarmi -
pensò poi, anche se poco convinta.
Comunque per evitare di farsi trovare ancora sveglia e cercando quindi
di incoraggiare la sua seconda ipotesi, decise di fare uno spuntino
veloce al posto della cena, fece una doccia veloce al posto del bagno e
si ficcò subito sotto le coperte con gli occhi chiusi
aspettando che Morfeo arrivasse a cullarla.
E bisogna dire che non tardò molto.
Bonnie cominciò a sentire quasi subito le palpebre molto
pesanti, sentiva che la tempesta emotiva che si era scatenata quel
giorno l’aveva davvero ridotta uno straccio, e
così, si lasciò andare.
Damon si sentiva turbato ed infuriato con quel su fratello
così irritante e ficcanaso che gli aveva fatto perdere le
staffe parlando di quel Lucas.
- Ma dico
io….è possibile avere un fratello così
idiota? Tra tutte le persone che poteva nominare, proprio di quello
lì doveva parlare… e pensare che stava andando
tutto così bene…stavo recitando così
alla grande la parte di quello a cui non importa nulla di niente e di
nessuno e lui che fa? Parla di quell’
insetto…Stupido rammollito! - pensò
Damon, ma una vocina nella sua mente gli fece ricordare che
“quell’insetto” stava con Bonnie, mentre
lui no.
- Già…Bonnie…sono
stato un tale idiota…peggio di Stefan…insomma lui
sarà pure un deficiente totale ma, accidenti, l’ha
capito subito quando si è ritrovato davanti la donna giusta,
ed io, che dovrei essere quello perfetto, bello da paura ed
intelligente oltre ogni immaginazione, che faccio? Perdo anni interi a
mettere i bastoni fra le ruote a lui e ad Elena e mi lascio portare via
l’unica davvero importante da un altro…qui si
direbbe quasi che il cretino sa io…assurdo! -.
Mentre pensava queste cose si accorse che i suoi pensieri lo avevano
portato dritto fuori la finestra della sua streghetta.
Vi si appoggiò e guardò dentro.
Lei dormiva nel suo letto, aveva solo un sottile lenzuolo di seta
bianca addosso a coprirle le gambe, il viso era girato verso la
finestra, le mani erano poggiate una sul ventre e l’altra al
lato della testa, mentre i capelli erano sparpagliati alla rinfusa sul
cuscino.
A Damon sembrava così piccola ed indifesa, eppure
così forte e sensuale.
Senza nemmeno pensarci, aprì la finestra
dall’esterno applicando una quantità di forza
piccolissima ma sufficiente a far scattare la serratura, la
spalancò, entrò nella stanza e richiuse la
finestra stando attento ad ogni minimo rumore. Poi andò
verso di lei e le accarezzò la guancia con le dita di una
mano sentendo a quel lieve contatto una scossa elettrica che partiva da
lei e arrivava dritta al suo cuore morto scuotendolo come se fosse un
defibrillatore.
Bonnie all’improvviso si mosse, aprì gli occhi e
gli sorrise poggiando la sua mano su quella di Damon che ancora le
accarezzava la guancia e trattenendola lì.
Damon non resistette oltre.
Si inginocchiò di fianco al letto di Bonnie e, dolcemente,
la baciò.
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Capitolo 7 *** Capitolo sesto ***
Capitolo
sesto
Per Bonnie
perdersi in quell’oceano nero che erano
gli occhi di Damon era sempre meraviglioso e insieme terribilmente
spaventoso.
Ma quando lui la baciava era come volare, lasciare quel
misero mondo a cui apparteneva per andare in un mondo diverso,
magnifico e libero in cui lei si sentiva a casa, e allora tutto il
timore per quell’oscurità che prima
l’attanagliava le sembrava
improvvisamente così stupido e insensato che
l’unica cosa a cui pensava
era perché non si era buttata con tutta se stessa in quel
buio già
molto prima.
Damon era lì con lei e la stava ancora baciando. Bonnie
sentiva le sue labbra così delicate eppure così
esigenti premere
delicatamente sulle sue.
Non si era mai risvegliata in un modo più
dolce….neppure quando a svegliarla
era….era….Lucas.
Bonnie aprì d’un
tratto gli occhi, tirò via la sua mano da quella di Damon e
si
sottrasse svelta al bacio alzandosi di scatto dal letto e mettendosi a
sedere dal lato opposto in cui si trovava Damon.
Passarono pochi
secondi che Bonnie se lo ritrovò in piedi di fianco. Quando
sollevò lo
sguardo notò che lui la stava guardando con aria
interrogativa.
Evidentemente era giunto il momento di parlare per lei anche se non era
sicura di ciò che avrebbe detto…in quel momento
voleva solo che lui
sparisse per non dover affrontare l’argomento.
“E’ così? Vuoi che io
sparisca?” - chiese lui dopo averle letto nei pensieri.
“No, Damon, non è come credi!” - si
affrettò a rispondere lei.
“E allora com’è?” - fece lui e
la sua voce aveva un chè di triste più che di
arrabbiato.
“Damon,
tu non capisci, io non posso! Non posso stare con te, guardarti,
toccarti…non posso perché tutto questo non
farebbe altro che portarmi a
baciarti e io non posso e non devo baciarti!”.
“E’ per Lucas vero?
Avanti dimmelo…è per lui?…Ma si
può sapere cosa vi ha fatto a tutti?
Puoi dirmi cosa ha lui che io non ho?” - scattò
Damon che questa volta
si stava irritando davvero.
Bonnie si sentiva presa e messa tra due fuochi, si alzò in
piedi e cominciò a girare per la stanza.
“Sì
è per lui, ma allo stesso tempo non lo
è…è per te, ma allo stesso tempo
non lo è…è per tutta la situazione in
generale….mi sento confusa,
Damon, confusa come non lo sono mai stata in vita mia” -
disse lei con
la voce rotta per le lacrime che premevano per venire fuori.
“Spiegami perché ti senti
così”.
“Come
faccio a spiegartelo….l’unica cosa che voglio
adesso è stringermi a te
e baciarti e perdermi in te….ma poi penso a Lucas che
è lì fuori e non
sa nulla di questa storia, che ha fiducia in me, che vuole sposarmi,
che mi ama…e io amo lui….ma amo anche te e non so
che fare…mi sento
persa!” - disse tutto d’un fiato mentre le lacrime
le rigavano il viso.
“Cosa? Mi ami?” - chiese lui.
“Sì che ti amo e non far finta di non
saperlo!”.
“Sì, ma non lo avevi mai detto a voce alta o
comunque non lo avevi mai detto a me.”
“Comunque che differenza fa?”.
“Come
che differenza fa? Tu mi ami, Bonnie, e se tu mi ami perché
non posso
stare qui con te, non posso stringerti, non posso toccarti,
perché?
Non dovrebbe essere così quando si ama qualcuno.”
- disse lui con voce
concitata e piano si avvicinò a lei che si era fermata di
spalle
dall’altro lato della stanza.
“Ma lo è, è
così…almeno per noi…almeno
finchè non avrò capito cosa o chi è
meglio per me” - fu la risposta di Bonnie.
Passavano
i minuti e lei se ne restava semplicemente lì, a bocca
chiusa, con lo
sguardo rivolto alla finestra. Il silenzio nella camera era
così totale
che per quanto ne sapeva Damon poteva essersene andato via da un pezzo,
quando all’improvviso, sentì le mani di lui sulle
sue spalle, nello
stesso momento avvertì il corpo di Damon dietro di lei e le
sue labbra
fresche accanto al suo orecchio che le sussurravano: “Bonnie,
noi due
non possiamo stare lontani, e tu lo sai esattamente come lo so
io”.
Bonnie
sentiva il respiro di lui che le accarezzava il collo, poi
avvertì la
mano sinistra di Damon che si spostava dalla sua spalla per percorrere
tutta la lunghezza del suo braccio, soffermarsi sulla sua mano, per poi
continuare la sua discesa fino ad arrivare alla parte superiore della
sua gamba sinistra e fermarsi lì, aumentando leggermente la
presa
intorno alla sua coscia e sollevandole appena un po’
più su la sottile
camicia da notte rossa.
Si sentiva completamente sua e sentiva che non
poteva essere altrimenti, che doveva essere così.
Lentamente inclinò la
testa all’indietro e si lasciò andare
a Damon che nel frattempo aveva
spostato anche la mano destra dall’altra spalla di Bonnie per
poggiarla
sul ventre di lei e attirarla a sé.
Bonnie sentiva il suo respiro
accelerare ad ogni toccò di Damon.
Per lei in quel momento la cosa più
naturale del mondo sarebbe stata voltarsi e lasciarsi trascinare da
Damon, ma non lo fece. Con una mano spostò la mano di Damon
dal ventre
e con l’altra spostò quella sulla gamba, poi
lentamente, si voltò.
Damon la stava guardando come se lei fosse l’essere
più bello al mondo.
Parlare per Bonnie fu difficile…voleva solo gettargli le
braccia al collo e baciarlo.
“Damon…come
ti ho già detto non posso…almeno per
ora….dammi il tempo di riflettere
e di risolvere questa situazione scomoda in cui mi sono cacciata e
quando mi sarò chiarita le idee ti prometto che
verrò io a
cercarti….per adesso quando penso a te mi sento troppo
sporca nei
confronti di Lucas e quando penso a lui mi sento troppo sporca nei tuoi
confronti per sapere davvero cosa fare…ma ti prometto che mi
basterà
solo un po’ di tempo per me stessa per capire…ho
una sola richiesta….se davvero quello che hai detto in
questi giorni era vero, se
davvero i momenti passati con me erano veri, Damon, allora
aspettami…è
l’unica cosa che ti chiedo!” - disse Bonnie
guardandolo con tenerezza
negli occhi.
“Va bene, ma sappi che ti aspetterò anche
dovessero
passare anni, Bonnie. Tu sei quella giusta, sei l’unica, io
lo so, e ti
ho aspettato troppi secoli per rovinare tutto ora che ti ho qui.
Quindi…quando vorrai, saprai dove cercarmi…io
sarò lì ad aspettarti,
uccellino!” - rispose Damon.
Poi le sorrise, le diede un leggero bacio
a fior di labbra, uno di quei baci piccoli e teneri, ma in grado di
farti vedere le stelle, e poi volò via nella notte.
Stefan si
sentiva decisamente strano dopo quella stana chiacchierata con Damon.
Aveva la sensazione che suo fratello gli stava nascondendo qualcosa, ma
non riusciva a capire cosa. E poi c’era quello strano
atteggiamento di
Damon quando aveva cominciato a parlare di Lucas e ad inveire contro
tutti loro perché erano amici di Lucas. Più ci
ripensava e più non
capiva…perché Damon lo aveva attaccato
così? Lui lo aveva appena
nominato Lucas e in un discorso che non verteva certo su di
lui….eppure
a quanto pareva bastava solo pronunciar il nome di Lucas che Damon
scattava.
Possibile che ad irritarlo fosse il fatto che tutti amavano
Lucas, mentre tutti odiavano lui seppure lo conoscevano da
più tempo?
Oppure ad irritarlo era il fatto che, più di ogni altro, una
persona in
particolare amava Lucas, cioè Bonnie?
A Stefan l’idea che Damon tenesse
in modo molto particolare a Bonnie frullava in mente da molto tempo
ormai…ma possibile che il semplice “tenere a
Bonnie” si fosse
trasformato in un “amare Bonnie”?
Se era così era ovvio che Damon fosse
così irascibile…era divorato
dalla…gelosia?.
Stefan stava ancora
riflettendo su queste cose quando notò che Elena era alla
finestra con
le braccia conserte e lo fissava con l’aria di una che sta
per
scoppiare dalla voglia di fare una domanda.
“Allora?” - cominciò lei -
“L’hai visto? Gli hai parlato? Perché si
comporta così?”.
“Beh…si l’ho visto e mi ha detto che non
dobbiamo preoccuparci per lui e che si stava
solo….scaricando!”.
“Ok…ma
tu non mi sembri molto convinto…credi che nasconda
qualcosa?” - fece
Elena che aveva notato una certa indecisione nel tono di Stefan.
“Non lo so…è che mi è
sembrato strano!”.
“In che senso?”.
“Per
esempio quando gli ho detto che tu eri in ansia per lui…mi
è scoppiato
a ridere in faccia…come se il fatto che tu soffrissi per lui
non lo
riguardasse minimamente, e poi c’è il modo in cui
ha parlato di Lucas!”
- le disse Stefan.
“Lucas? E cosa c’entra Lucas con Damon?”
- fece Elena evidentemente incuriosita.
“Quando l’ho chiesto a lui ha risposto che
c’entrava tutto”.
“E poi?”.
“E poi nulla…è volato via e non sono
riuscito a fermarlo!” - rispose lui.
“Beh…certo…un po’ strano lo
è….tu che idea ti sei fatto?” - chiese,
allora, Elena.
“Come
ti dicevo…avresti dovuto sentire come parlava di
Lucas…ricordo
chiaramente che quando lo nominava emanava una scarica di Potere
così
crudele che mi ha fatto seriamente temere che volesse uccidermi solo
perché avevo accidentalmente infilato il nome di Lucas nel
discorso….beh…ci ho riflettuto su e sono arrivato
ad una
conclusione…secondo me Damon è geloso di Lucas
perché lui sta con
Bonnie!” - spiegò Stefan.
“Oh, avanti, ancora con questa storia? A
Damon non importa nulla di Bonnie. Esattamente come non gli importa
nulla di nessun altro apparte se stesso e….”
“E te? Scusa tanto,
Elena, ma sto cominciando a pensare che quella innamorata di Damon sia
tu!” - fece Stefan senza l’ombra di umorismo nella
voce.
“No,
Stefan, ti giuro che non è così…e lo
sai…lo sai che ti amo sopra ogni
cosa…ma entrambi sappiamo come è fatto Damon,
cosa pensa e cosa
prova…per me…lo sappiamo bene e non credo che le
cose siano cambiate
nonostante siano passati due anni” - si affrettò
ad aggiungere Elena.
“Perché dici questo? E’ stato qui? Ti ha
detto qualcosa?”.
“No, ma…lo sai…”.
“No,
non so nulla. Ipotizzo, io. Tengo gli occhi aperti. E sai cosa ho
visto?
Ho visto che Damon, la prima sera che è venuto qui, non ha
tolto gli
occhi di dosso a Bonnie neppure per un attimo e ricordo bene che ti
disse apertamente che l’unico motivo per cui rimaneva era
Bonnie e il
suo matrimonio. E poi ho visto Damon, la mattina dopo, che andava su e
giù per questa stessa stanza mentre tu dormivi e che, senza
degnarti di
uno sguardo, continuava a torturarsi sul perché Bonnie aveva
deciso di
sposarsi. E poi ho sentito quelle ondate di Potere e ho visto Damon
emanarle non appena io ho detto < Lucas, il fidanzato di Bonnie
> .
Ecco cosa ho visto. E da quello che ho visto sono abbastanza certo nel
dire che a Damon non importi più nulla di te, mentre posso
ipotizzare
che provi qualcosa per Bonnie, forse addirittura amore…e
questo sì che
sarebbe un miracolo!” - disse Stefan con foga.
“Va bene…ma bisogna
comunque stare attenti, perché se è
così potrebbe addirittura fare del
male a Lucas” - disse Elena, spiazzata dal lungo discorso di
Stefan.
“Sì, hai ragione! Ora, però, vado a
letto perché mi sento a pezzi. Tu vieni?” - fece
lui.
“Certo, prima però ho un appuntamento con la
vasca, buonanotte” - disse Elena. E dopo avergli dato un
bacio, Stefan la vide fiondarsi in bagno.
Era passata un’ora circa da quando era nella vasca, ed Elena
non aveva fatto altro che ripensare alle parole di Stefan.
-
Possibile che abbia
ragione? Che Damon sia davvero innamorato di
Bonnie? - continuava a chiedersi e la risposta era sempre
la stessa: -
No, impossibile -.
Elena, per quanto amasse Stefan e si fidasse
ciecamente del suo giudizio, sentiva che quella volta lui aveva torto.
Lei sapeva bene quanto Damon l’avesse amata e
l’avesse desiderata come
sua Principessa delle Tenebre e adesso non poteva davvero credere che
quello stesso Damon, il Damon che la voleva per sé e che
aveva fatto la
guerra al suo stesso fratello per averla, ora, dopo appena due anni,
l’avesse dimenticata e si fosse innamorato della piccola
Bonnie.
No,
non poteva davvero crederlo.
Sì, certo, aveva notato che Damon era diverso con
Bonnie rispetto a come era con Matt o con Meredith, ma chiamare "amore"
quello era come chiamare "iceberg" un cubetto di ghiaccio.
No, Stefan
aveva torto.
Ma lei doveva esserne sicura, perché amava Stefan, ma
nutriva un profondo affetto per Damon e non voleva vederlo soffrire
ancora a causa sua.
Così decise che l’unica cosa da fare era parlare
con Damon stesso. Avrebbe approfittato della sera dopo, quando Stefan
usciva per andare a caccia nei boschi, così potevano restare
soli.
Uscì, allora, dalla vasca, si avvolse in un asciugamano e
mentre asciugava i lunghi capelli biondi, inviò a Damon un
messaggio
telepatico sperando che lui lo sentisse:
- Damon,
sono io, Elena! Ho
bisogno di parlarti. E’ importante! Vieni domani sera alla
pensione.
Saremo soli, Stefan non ci sarà, così
potrò parlarti con calma.
NOTA:
Ciao
a tutti...come vedete sono tornata dopo un pò di giorni di
assenza e ho mantenuto la mia parola.....
Ho aggiunto ben due nuovi
capitoli e ne ho già pronto un altro da postare domani.
So bene dalle vostre
recensioni che alcuni non vedono l'ora che Bonnie si decida a stare con
Damon, ma è giusto dirvi che per questo bisogna aspettare un
altro pò ( una volta letto il capitolo di domani, il
settimo, capirete).
Comunque....grazie ancora
per le visite e le recensioni....in particolare ad ila...e che
dire?...continuate a recensire e a seguire perchè
presto ne vedrete delle belle...XDXDXDXDXD...BACIONI....IOSNIO90.
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Capitolo 8 *** Capitolo settimo ***
Capitolo
settimo
Si
era svegliata molto presto, anzi, a dire il vero, non era proprio
riuscita a chiudere occhio da quando Damon se ne era andato.
Pensava e ripensava agli avvenimenti degli ultimi giorni e alla
promessa fatta a Damon di riuscire a fare chiarezza, ma sapeva che non
poteva riuscirci da sola, infatti, più pensava e ripensava,
più si convinceva che aveva bisogno di aiuto, la sua mente
richiedeva disperatamente l’aiuto di Meredith per poter
arrivare ad un qualche bandolo della matassa.
E eccola lì, Bonnie, che dopo aver passato
l’intera giornata a decidere cosa dire a Meredith e come
affrontare il discorso, adesso cammina avanti e indietro nel soggiorno
della grande casa vuota, con il telefono in mano. Erano, ormai,
più di dieci minuti che andava avanti
così….componeva il numero di Meredith, lasciava
squillare, e dopo appena uno squillo e mezzo, riagganciava, mentre nel
frattempo si torturava ripetendosi quanto fosse codarda.
Era giunta, più o meno, al ventitreesimo tentativo quando il
campanello suonò. C’era qualcuno alla porta.
Bonnie corse ad aprire, ma si fermò con una mano sulla
maniglia.
- E se fosse Lucas? Cosa
gli racconto? - pensò allarmata.
“BONNIE, APRI, LO SO CHE CI SEI….SONO
MEREDITH!” - disse una voce dall’esterno.
Bonnie si tranquillizzò subito e aprì la porta
all’amica.
“Hey Meredith cosa ci fai qui?” - chiese.
“Semplice! Ho ricevuto le tue telefonate, o
meglio….ho ricevuto i tuoi squilli a vuoto!” -
rispose Meredith mentre andava verso la cucina.
“Aspetta! Come hai fatto a sapere che ero io?” -
chiese Bonnie shoccata.
“Beh…è stato relativamente
semplice…sai sul cellulare oltre al numero compare anche il
nome di chi ti chiama” - sussurrò Meredith
guardandosi intorno come se quello fosse un segreto di Stato.
Dopo un attimo erano scoppiate a ridere entrambe.
“Oddio, hai ragione, sono così idiota a
volte” - fece Bonnie mentre ancora rideva.
“Sì, lo sei….ora, però,
dimmi qual è il problema, avanti”.
“Come fai a sapere che ho un problema?”.
“E’ stato relativamente semplice capire anche
questo. Bonnie, tu, di solito,sei in grado persino di chiamarmi nel
cuore della notte per raccontarmi cavolate….ma ormai ti
conosco così bene che ho capito che fai il giochetto degli
squilli a vuoto solo quando hai un problema
grave…più sono gli squilli, più il
problema è grave, e adesso me ne avevi fatti ventitre e
continuavi a
riattaccare….quindi….dimmi….cosa
è successo?” - le chiese Meredith, che
dall’ironia era ritornata e al suo solito atteggiamento
protettivo e rassicurante da sorella maggiore.
“Meredith tu mi conosci come nessun altro e adesso ho bisogno
di te come non mai….è successa una
cosa….importante, ecco…che mi ha confuso
parecchio”.
“Cosa?” - chiese Meredith mentre si versava un
bicchiere di succo d’arancia.
“Io ho baciato Damon e penso di amarlo” - disse
Bonnie tutto d’un fiato.
“COSA HAI FATTO?” - il tono della voce di Meredith
era salito di almeno due ottave.
“Ok! Ora ci sediamo e mi racconti tutto!” -
aggiunse poi dopo aver capito dallo sguardo perso di Bonnie che non era
uno scherzo.
Bonnie si sentì afferrare un braccio dall’amica
che la trascinò, letteralmente, nel soggiorno e la mise a
sedere accanto a sè sul divano.
“Allora….comincia pure….quando
è successo?” - le chiese Meredith.
“Tra ieri e stanotte….l’ho baciato
più di una volta, ma a dire il vero ha cominciato a venire
da me già dalla prima notte in cui lo abbiamo rivisto tutti
alla pensione” - cominciò Bonnie.
Raccontò a Meredith ogni gesto, ogni parola, ogni emozione
provata da lei e ogni emozione di Damon che lei percepiva
quando erano insieme. Non si risparmiò su nulla.
Raccontò all’amica ogni minimo particolare di quei
momenti come se li stesse scrivendo su un diario segreto che nessuno
avrebbe mai letto. Aveva perso da tempo l’abitudine di tenere
un diario, forse era il caso di ricominciare.
Meredith, dal canto suo, ascoltò tutto senza mai fare una
replica o un commento. Era impegnata a decifrare per l’amica
il significato di quei sentimenti che Bonnie aveva provato con Damon
e a metterli a paragone con quelli che Bonnie provava con
Lucas e di cui lei stessa era stata testimone.
Quando Bonnie finì, Meredith aveva una sola osservazione da
fare, per quanto non avesse mai creduto possibile che un giorno le
sarebbe uscita dalle labbra.
“Bonnie, ho ascoltato tutto e quello che mi chiedo
è…perchè sei ancora qui?
Perché non sei con Damon?”.
“Cosa? Meredith cosa significa?”- chiese Bonnie
sbalordita dalle parole dell’amica. Si aspettava un lungo
monologo su quanto fosse crudele ed inaffidabile Damon.
“Significa che tu lo ami e che l’amore che provi
per lui è diverso da quello che provi per Lucas
semplicemente perché è più forte,
più intenso e più vero! Bonnie, sai quanto mi
costa dirti queste cose perché…beh è
come se ti stessi spingendo verso Damon che, diciamocelo, non
è poi questo grande stinco di santo,
ma….ecco…da quello che mi hai raccontato sembra
davvero che sia cambiato, almeno con te…sembra che
ti….ami! Quindi….vai. E non farmelo ripetere
perché non so se ci riuscirei!” -
spiegò Meredith.
“Ok…ma Lucas? Cosa faccio?”.
“Dovrai parlargli e il prima possibile….lui
è convinto che tra dieci giorni vi sposate!”.
“Già…il matrimonio…prima mi
sembrava così fantastico….ma
adesso…” - cominciò Bonnie.
“Adesso c’è Damon” -
finì Meredith.
Bonnie sentiva che le parole dell’amica avevano diradato un
po’ le nuvole che aveva nella testa e nel cuore.
Doveva ammettere che quello che provava per Damon
era molto più intenso di quello che
provava per Lucas, ma lei lo aveva sempre interpretato come una forte
passione che non aveva avuto sfogo, non l’aveva mai vista
come la vedeva Meredith, cioè come un amore più
forte. Ma adesso che ci pensava…. Infondo lei aveva sempre
amato Damon, lo sapeva, e ora che sapeva che anche lui la
amava…beh era come avere il cuore sulle montagne russe,
un’esplosione continua di gioia e serenità.
Sì, lei amava Damon. Era lui quello giusto.
“Oh grazie Meredith!” - disse
all’improvviso Bonnie mentre si gettava tra le braccia
dell’amica - “Hai
ragione….ora,però, scusa ma devo
andare”.
“Nell’Old Wood?” - chiese Meredith.
“Sì, ma prima faccio un salto alla pensione per
dire come stanno le cose ad Elena e Stefan. Non voglio che, magari,
percepiscano qualcosa e ne parlino a Lucas prima che gli parli
io…è giusto che sappia tutto da me, anche se so
che sarà doloroso per
entrambi….mmmhhh….ascolta, chiudi tu quando
esci?” - fece Bonnie con un piede già fuori dalla
porta.
“Sì, non preoccuparti,
vai….corri!” - le rispose Meredith, ma Bonnie era
già in macchina diretta verso il suo destino.
La notte prima, mentre era su albero a pensare alla sua streghetta che
probabilmente pensava a lui, Damon aveva ricevuto quello strano
messaggio telepatico da Elena.
In un primo momento aveva deciso di non presentarsi, ma poi aveva
capito che per non destare alcun sospetto era meglio che ci andasse,
altrimenti, si rese conto che sarebbe stato un po’ strano da
parte sua non rispondere ad un appello di Elena e non poteva
permettersi errori ora che aveva deciso di mantenere un basso profilo
almeno finchè Bonnie non avesse preso un decisione.
Così, infatti, si tutelava alla
grande…cioè: se Bonnie sceglieva lui, allora
sarebbe esploso di gioia e avrebbe finalmente potuto stare con lei e
comportarsi come desiderava fare, se, invece, avesse scelto
l’insetto, allora poteva andare via senza essere
costretto ad ascoltare i piagnistei del fratello e della sua dolce
metà che gli ripetevano quanto fossero tristi per
lui….Era un piano a dir poco perfetto!
Quindi si recò all’appuntamento anche se
controvoglia.
Quando Damon arrivò era il crepuscolo e Stefan era appena
uscito. Elena era alla finestra della stanza e lo aspettava. Non si era
accorta che lui era entrato dalla porta.
“Allora….sentiamo cosa c’è di
così urgente?” - chiese lui e vide Elena
sobbalzare leggermente.
“Damon….sei venuto!” - fece lei
con una mano sul cuore come chi si sta riprendendo da un forte
spavento.
“Certo….ora dimmi cosa c’è di
così urgente!” - insistette lui mentre avanzava,
chiudeva la porta alle sue spalle e le si avvicinava.
“Sì…ecco…le ondate di
Potere, Damon!” - disse lei risoluta.
“Ancora con questa storia? Certo che voi due siete
noiosi….Comunque ho già risposto a questa domanda
quando me l’ha fatta il mio adorabile fratellino e non dirmi
che non ti ha riferito subito quello che gli ho risposto
perchè questa sarebbe una balla colossale…Stefan
ti dice tutto! Quindi dimmi cosa c’è
davvero!” - le rispose Damon altrettanto risoluto.
“Ok….sì, Stefan mi ha detto casa gli
hai risposto…ma, mettiamola così….io
so che hai mentito, Damon!”.
- Oddio, come ha fatto a
sapere di Bonnie? Possibile che sia stata la stessa Bonnie a
parlargliene? Dopotutto sono amiche….ma no, è
impossibile che ne abbia parlato proprio con Elena, con
l’altra forse…ma con Elena non credo
proprio…ma allora come fa a saperlo? - si
domandò Damon che cominciava davvero a sentirsi a disagio, e
non era cosa da poco per lui.
“Come fai a saperlo?” - decise di chiederle.
“Lo sapevo, sapevo che Stefan aveva torto” . disse
Elena ad alta voce, ma, evidentemente parlano a se stessa -
“Ok Damon, ascoltami! Non è possibile! Mi sembra
di essere già stata chiara una volta e credevo che tu
l’avessi capito ormai” - disse, poi, rivolta a lui.
“Aspetta, di che stai parlando?” - le chiese Damon
che si sentiva alquanto confuso.
“Damon, lo sai…io amo Stefan e starò
con lui per sempre….per te provo un forte affetto, ma non
è amore” - continuò Elena.
- Aspetta un attimo, ma
cosa ha capito? Crede che io pensi ancora a lei? Ma per favore….
- pensò Damon.
“Ascolta, Elena, non hai capito….” -
cominciò lui.
“No, invece, ho capito benissimo. Io ti ho fatto soffrire
parecchio e mi dispiace, ma tu devi capirmi…io amo Stefan!
Ma ti voglio molto bene, Damon e adesso ti darò il bacio
d’addio che ti meriti per tutto quello che hai fatto per
me!” - disse lei.
E senza neppure avere il tempo di replicare, Damon sentì
Elena che gli si gettava al collo e lo baciava.
Bonnie era finalmente arrivata alla pensione.
All’inizio aveva avuto le tentazione di andare dritta nel
bosco da Damon, ma poi aveva capito che una volta tra le sua braccia
non avrebbe avuto più né le testa né
il cuore di lasciarlo per andare ad avvisare gli altri che le cose
erano cambiate e dire loro che non dovevano dire nulla a Lucas.
Così era andata prima alla pensione a sistemare questa
faccenda.
Salì di corsa le scale e quando arrivò alla porta
di Stefan aveva il fiatone e il cuore le batteva forte. Ma quando
aprì la porta lo stesso cuore che due secondi prima correva
veloce come una cavallo da corsa, le si bloccò nel petto con
un unico tonfo sordo.
Damon era lì, e stava baciando Elena.
Damon, ancora shoccato per il gesto di Elena, aveva sentito
all’improvviso la porta spalancarsi, così
riuscì a tornare in sé e a respingere Elena.
Quando si voltò verso la porta era pronto ad uno scontro con
Stefan che di sicuro non gli avrebbe mai creduto se gli avesse detto
che a baciarlo era stata Elena. Ma sulla porta non c’era
Stefan... C’era Bonnie.
Lì c’era il suo uccellino con gli occhi lucidi per
le lacrime che stavano pian piano cominciando a scorrerle sulle
guancie. Lo sguardo di Bonnie non era d’amore e neppure di
odio, era uno sguardo completamente vuoto e forse così era
anche peggio.
Damon sapeva cosa stava pensando mentre lo guardava. Pensava che tutte
le cose che lui le aveva detto erano solo bugie, che lui voleva solo
usarla, che si era solo divertito con lei, ma in realtà
voleva Elena. Bonnie stava pensando che lui non l’amasse.
“Scusate….io…io..non…non
volevo…” - la sentì dire e poi la vide
scendere di corsa le scale.
“Ma cosa le succede?” - chiese Elena.
Damon non le rispose e si precipitò subito dietro Bonnie.
Sentì che anche Elena lo seguiva.
Quando arrivò all’entrata della pensione vide con
sollievo che Bonnie era ancora lì: era stata trattenuta da
Stefan che era appena ritornato e le chiedeva cosa fosse accaduto.
Forse faceva ancora in tempo a rimediare.
“Bonnie! Bonnie per favore….” - disse
Damon appena arrivato in fondo alle scale.
“Cosa? Cosa vuoi ancora da me? Non ti è bastato
farmi a pezzi….di nuovo?” - stavolta gli occhi di
Bonnie non erano vuoti, ma carichi di odio, odio profondo.
“Bonnie, ascolta, so che può sembrare una frase
fatta, ma ti assicuro che non è come credi!” -
disse Damon che se in quel momento avesse potuto piangere
l’avrebbe fatto.
“Ah no, Damon? Invece, secondo me, è proprio come
credo. Spero solo che tu ti sia divertito a prendermi in giro. Ed io,
povera idiota, che credevo che fossi cambiato davvero, che questa volta
fosse diverso….”.
“Ma lo è! Non capisci? E’
diverso….se solo mi lasciassi
spiegare….” - cominciò Damon.
“No, non c’è nulla da spigare. Mi sembra
piuttosto semplice quello che ho visto, cioè te che baciavi
Elena. C’è un’unica cosa che non
capisco…perché? Cosa ti ho fatto di
così grave da meritarmi questa continua
tortura?….Anzi, sai che c’è? Forse hai
ragione, non c’è nessun perché, nessuna
spiegazione a ciò che fai. Tu sei semplicemente
così come sei. Ti diverti ad illudermi, a farmi credere che
mi ami, ma tu sei fatto così…ora se sono a pezzi
la responsabile è una sola, cioè io! Io sapevo
come sei, ma ho voluto ancora crederci, ho voluto illudermi che la
realtà fosse diversa, che tu fossi diverso, che tu mi amassi
come io amavo te, ma non è così…non
è mai stato così e adesso l’ho capito
andandoci ancora a sbattere contro…tu sei innamorato di
Elena!” - disse Bonnie con un tono di voce che
passò dall’arrabbiato al rassegnato man mano che
le parole venivano fuori.
“No, aspetta Bonnie, non è
così!” - cercò di intervenire Elena,
che solo allora cominciava a rendersi conto del grosso guaio che aveva
combinato, ma Bonnie la zittì.
“No, Elena, non dire nulla, tu non c’entri niente
è una cosa tra me e Damon”.
Damon si sentiva terribilmente frustrato…Bonnie credeva che
lui non l’amasse esattamente come aveva temuto pochi istanti
prima.
“Bonnie, no, adesso devi ascoltarmi! IO AMO TE! Mettitelo in
testa una buona volta” - e dicendo questo, Damon le si
avvicinò e le mise le mani sulle spalle.
Poco dopo però, lei si divincolò dalla sua
stretta, fece un passo indietro, lo guardò dritto negli
occhi e disse: “Mi dispiace Damon, ma non ti credo, non posso
farlo. E pensare che….beh…sai cosa avrei fatto
dopo essere stata qui? Sarei venuta a cercarti nel
bosco…avevo deciso, Damon, avevo scelto te….Sono
stata così stupida da crederti quando mi dicesti che io ero
quella giusta, ero l’unica….E ti ho creduto
così tanto che stavo per mandare tutto a monte per
te…Lucas, il matrimonio…per fortuna sono arrivata
giusto in tempo per capire che stavo per commettere l’errore
più grande della mia vita….ora
c’è un’unica cosa che voglio da
te….voglio che mi lasci in pace, che lasci in pace me e
Lucas, fai quello che ti pare, vai dove vuoi, ma sta alla larga da me,
esci dalla mia vita una volta per tutte, Damon” - e nei suoi
dolcissimi occhi nocciola, Damon vide pian piano ricomparire lo stesso
sguardo vuoto di prima.
Si sentiva distrutto, finito e il colpo di grazia furono le ultime due
parole che Bonnie disse prima di andare via… “
Addio, Damon!”.
Quelle parole lo avevano definitivamente annientato, probabilmente un
paletto di legno conficcato dritto nel cuore avrebbe fatto meno danni.
Stefan era rimasto in disparte e aveva osservato tutta la scena senza
dire né fare nulla.
Aveva avuto ragione, Damon si era innamorato di Bonnie e ora a causa di
Elena, della sua Elena, lei lo aveva respinto.
Stefan non sapeva cosa fare. Non aveva mai visto Damon ridotto in
quello stato.
Non sapendo che dire fece l’unica cosa che sentiva di fare in
quel momento: si avvicinò a Damon e gli mise una mano sulla
spalla.
“Sta lontano, Stefan! Voglio restare da solo. E se tieni ad
Elena, per favore non permetterle di avvicinarsi a me per nessun motivo
a meno che non sia io a volerlo, perché, ora come ora, sono
convinto che la colpevole di tutto questo sia lei a causa di quello che
ha fatto e tu puoi credermi oppure no, ma è stata
lei…io non c’entro…comunque tienila
lontano….a causa sua Bonnie mi ha detto addio, proprio ora
che aveva scelto me, e ti assicuro che se mi ritrovassi Elena vicina in
questo momento, non risponderei delle mie azioni” - detto
questo Stefan lo vide incamminarsi da solo e a passo lento verso il
bosco.
Quando restarono soli Elena corse ad abbracciarlo.
“Oh Stefan, cosa ho fatto? Mi sento così in colpa.
Per colpa mia Damon sta soffrendo e Bonnie ancora di più. Ma
ti assicuro che non era mia intenzione.Io….io non avevo
capito.” - adesso Elena piangeva.
“Coraggio, lo so che non volevi creare tutto questo, ma
purtroppo è successo. Però non preoccuparti
troveremo una soluzione e li aiuteremo…mi dispiace per
Lucas, ma Damon è mio fratello ed è innamorato di
Bonnie e lei….beh…l’hai vista, no?
Bonnie ama Damon, non Lucas e se lo sposa sarà quello il suo
sbaglio più grande”.
“Sì, hai ragione, dobbiamo aiutarli! Ci restano
solo….beh…ormai solo nove giorni prima delle
nozze…dobbiamo sbrigarci…io chiamo Meredith e nel
frattempo penso ad un piano A, tu chiama Matt, cerca di spiegargli come
stanno davvero le cose e di farlo ragionare…lo sai come la
pensa su Damon. E ricorda di dirgli che domani abbiamo una
riunione”. - disse Elena decisa e pronta a rimettere tutto a
posto.
“Perché? Domani abbiamo una riunione?” -
chiese Stefan.
“Certo che ce l’abbiamo….vogliamo
aiutarli o no?” - cominciò Elena, e quando Stefan
annuì - “Bene, quindi abbiamo bisogno di una
riunione…una riunione strategica” -
finì e corse su per le scale a mettere a punto quello che
probabilmente sarebbe stato uno dei piani A più delicati
della storia dei piani A.
NOTA:
Ciao a tutti!
Beh che dire....Elena doveva pur creare qualche danno, lei e la sua
stupida superbia....per favore qualcuno la tolga di mezzo...
Comunque, alla fine sembra, però, che abbia capito
qualcosa...quindi aspettiamo per vedere se almeno per una volta in vita
sua fa qualcosa per puro altruismo.....
Ancora grazie a tutti....XDXDXDXDXD....bacioni....IOSNIO90.
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Capitolo 9 *** Capitolo ottavo ***
Capitolo
ottavo
Bonnie
si sentiva delusa, umiliata, tradita. Era stesa sul suo letto e
nonostante facesse particolarmente caldo quel giorno lei tremava forte
talmente era l’ira.
Non
faceva altro che ripensare a tutto quello che era successo tre lei e
Damon e al bacio di lui con Elena.
-
Possibile che sappia fingere così bene? Dovrebbero dargli un
Oscar per quanto è maledettamente
bravo….e a me, invece spetterebbe il premio Nobel
per la stupidità… - continuava
a dirsi da ore.
Infatti,
se c’era una persona che Bonnie avrebbe preso volentieri a
pugni, questa persona era lei stessa.
-
Come ho fatto ad essere così cieca?..Proprio io che mi ero
ripromessa di non comportarmi più da bambina e non farmi
più prendere in giro, specialmente da Damon…e
invece….mi sento così ridicola che quasi quasi
vado a seppellire la testa sotto terra…tanto per essere
sicura di non combinare cavolate per un po’-.
Queste
frasi e altre del genere le frullavano, in quel momento, per la testa
accompagnate da lacrime incontrollabili che non la volevano proprio
smettere di venire giù.
Aveva
passato un giorno e due notti, chiusa nella sua stanza e senza vedere
nessuno, a piangere. Poteva cercare quanto voleva di imporsi di non
piangere perché non ne valeva a pena, ma più si
costringeva a smettere più il fiume di lacrime aumentava.
Bonnie non sapeva che un essere umano fosse capace di piangere
così tanto e tutto di filato, eppure non riusciva a
smettere.
Certo,
aveva sofferto altre volte, ma mai così. Doveva essere
quello il dolore devastante che ti attanaglia quando ti si spezza il
cuore, e Bonnie il cuore non lo sentiva solo spezzato, ma fatto a
pezzetti, sbriciolato….inesistente oramai.
Damon
le aveva fatto quello, ma perché?.
-
Questa volta sembrava tutto così diverso, il mio
sesto senso mi diceva, anzi, mi gridava di credergli, e il mio sesto
senso non fallisce mai….ma allora perché ha
baciato Elena? - si
torturava Bonnie.
Sin
da quando erano appena ragazzine, Bonnie, per quanto volesse bene ad
Elena, aveva sempre avvertito una sorta di enorme differenza tra loro
due che spesso le aveva scatenato parecchie gelosie. Elena era sempre
stata quella che aveva tutto ciò che desiderava, mentre
Bonnie era quella che le cose doveva sudarsele. Elena era quella che
non aveva paura di nulla, mentre Bonnie era quella sempre spaventata e
aggrappata a Meredith. Elena era quella che aveva tutti i ragazzi ai
suoi piedi, Bonnie era sempre la seconda scelta: quando Elena non li
voleva, allora ecco che tutti le correvano dietro per stare con lei, ma
Bonnie sapeva che il loro era solo un subdolo tentativo di rimanere in
qualche modo vicini ad Elena sperando che un giorno questa li
notasse…e a quel punto…addio piccola Bonnie.
Bonnie
queste cose le aveva sempre sapute, ma ci dava poca importanza,
perché l’affetto e l’amicizia che
provava per Elena andavano oltre qualsiasi cosa.
Ma
ora, per la prima volta, Bonnie sentiva che questa situazione le
pesava…era stato così anche con Damon e adesso
guarda come era ridotta.
Il
telefono di fianco a lei riprese a squillare…non la smetteva
da due giorni, cioè dal suo addio all’amore della
sua vita al pensionato davanti agli occhi di Elena e Stefan.
Ogni
tanto Bonnie controllava le chiamate tanto per vedere a quale numero di
chiamate-senza-risposta era arrivata. I numeri erano sempre gli stessi:
Elena, Stefan, Meredith, Matt, Lucas…erano tutti preoccupati
per lei.
Probabilmente
Meredith aveva raccontato a tutti della loro chiacchierata di due
giorni prima, e Elena aveva aggiunto il seguito, la scena non era
difficile da immaginare.
E
poi c’era Lucas...
Bonnie
era stata sul punto di lasciarlo per Damon e adesso doveva essere
parecchio in ansia con la sposa che a sei giorni dal matrimonio non
risponde alle telefonate e si barrica in camera.
Già…il
matrimonio….
Bonnie
non sapeva se era giusto andare avanti, ma infondo che problema
c’era? Lucas l’amava e se non veniva a sapere nulla
di quello che le stava succedendo, probabilmente avrebbe continuato ad
amarla….e Bonnie…beh…lei provava per
lui amore, sì, anche se non così forte come
quello che provava per….per….per Damon.
Un’altra
valanga di lacrime uscì dai suoi occhi, Bonnie mise la testa
sotto le coperte, si strinse forte il cuore come per accertarsi che
fosse ancora lì, e si preparò a sopportare
l’ennesima ondata di dolore.
Erano
passati due giorni da quando lei gli aveva detto addio.
Damon
aveva passato la prima notte su un albero vicino alla finestra di
Bonnie, ma poi vederla ridotta in quello stato, a causa
sua….beh….Damon non aveva retto e da allora non
vi era più tornato.
Di
tanto in tanto si era fermato ad ascoltare suo fratello ed Elena che
parlavano di lei: Bonnie non voleva parlare con nessuno, né
voleva vedere nessuno, non rispondeva alle telefonate di nessuno e si
era barricata nella sua stanza a sopportare quel dolore da
sola…e tutto a causa sua. Già dal mattino dopo,
infatti, Damon aveva smesso di incolpare Elena….la colpa era
solo sua. Sì, è vero che se Elena non avesse
fatto quello che aveva fatto, probabilmente ora lui sarebbe stato con
il suo uccellino rosso, ma doveva ammettere che di motivi, a Bonnie,
per non credergli e non avere fiducia in lui gliene aveva dati
parecchio in passato. E ora ecco che tutti i suoi errori gli si
ritorcevano contro.
Damon
quando stava con Bonnie aveva davvero sentito il suo cuore morto
tornare a battere, ma adesso non solo non lo sentiva più, ma
era come se non ci fosse mai stato.
Viveva
nella costante paura che i momenti passati con lei potessero ad un
tratto svanire dai suoi ricordi, così come lei era sparita
dalla sua vita, e allora vi rimaneva aggrappato cercando di imprimersi
a fuoco nelle mente ogni minimo particolare.
Oltretutto
sentiva che le sue forze cominciavano ad abbandonarlo. Aveva trascorso
gli ultimi giorni steso ai piedi della grande quercia senza nutrirsi.
Era come se il suo corpo gli stesse trasmettendo che non aveva
intenzione di continuare a vivere se al suo fianco non c’era
la sua tenera streghetta.
“DAMON!”
- il grido di Stefan che lo cercava, di nuovo, si avvicinava sempre di
più.
Damon
dopo quella sera aveva cercato di evitarlo spostandosi altrove ogni
volta che sentiva che stava arrivando, ma adesso non aveva
più le forze per muoversi, quindi, semplicemente, lo attese.
“Damon,
eccoti! Oddio che ti è successo? Non dirmi che non ti nutri
da quella sera, Damon! Sono passati due giorni, e dalla tua faccia
direi che sono stati due giorni d’inferno, e questo ti ha
stancato parecchio.” - lo rimproverò Stefan non
appena lo vide.
“Senti
fratellino, l’unica ragione per cui sono qui a parlarti
è che non ho trovato le forze né la voglia di
muovermi…però vedi di non seccarmi…non
ho bisogno che tu mi faccia la predica!” - riuscì
a rispondere Damon.
“Devi
nutrirti, non puoi continuare
così…morirai!” - gli disse, allora
Stefan.
“Lo
so….ma tanto per cosa vale la pena vivere, ormai”
- rispose Damon con il tono più sofferente che Stefan gli
avesse mai sentito.
“Come
per cosa? Mi sembra ovvio…per Bonnie!”.
“
Per Bonnie….che c’è Stefan, sei
diventato sordo o ti hanno dato una botta in testa? Non l’hai
sentita al pensionato? Mi ha detto addio…non mi ama
più!” - disse Damon.
“Oh,
avanti, smettila di fare la vittima, è un ruolo che non ti
si addice! Si può sapere dove è finito mio
fratello? Smettila di fare il cretino, Damon! Scusa se te lo dico
così, ma tra i due mi sa che quello con un problema sei tu!
Stai diventando cieco, Damon….altrimenti ti saresti accorto
che Bonnie ti ama come non ha mai amato, e se ora non vuole vedere
nessuno è solo perché sta soffrendo esattamente
come soffri tu! Noi stiamo cercando di rimettere le cose apposto Damon,
nonostante ci dispiaccia per Lucas, ma tu devi darci una
mano!” - gli quasi urlò contro Stefan.
“E
cosa dovrei fare?”.
“Combattere,
Damon. Se davvero la ami devi combattere per riprendertela, se, invece,
stavi solo giocando con lei, allora….” -
lasciò in sospeso Stefan.
“Allora,
nulla! Io la amo” - Damon cominciava ad irritarsi davvero.
Sperò tanto che Stefan osasse parlargli così solo
perché lo vedeva debole, altrimenti sapeva benissimo che
parlare così a lui significava morte certa per chiunque.
“Allora
combatti!” - insistette Stefan nello steso tono.
“Bene!”
- disse Damon e nel frattempo trovò, grazie
all’irritazione causata dal fratello, la forza per rialzarsi.
“Ok!
Ora che hai deciso…posso parlarti del nostro
piano!” - disse Stefan con una voce molto più
rilassata di prima.
“Nostro?
Chi c’entra con questa storia e di che piano
parli!” - Damon sentiva le forze tornare e con esse la
determinazione.
“Bèh…siamo
immischiati un po’ tutti. Si è scoperto che prima
di venire al pensionato, quel giorno Bonnie aveva parlato con Meredith,
quindi lei già sapeva cosa provava per te, abbiamo solo
dovuto avvisare Matt e…”.
“Che
c’entra Mutt in tutto questo?” - lo interruppe
Damon.
“MATT.
Come dicevo, lo abbiamo convinto e poi abbiamo architettato un
piano” - riprese Stefan.
“E
sarebbe? Avanti fratellino, a te la parte del misterioso non ti si
addice per niente, quindi parla chiaro.” - lo
incalzò Damon.
“Ok….il
piano…beh…a dire il vero non è poi
chissà che cosa…ci siamo solo organizzati per far
restare te e Bonnie da soli la sera del suo addio al nubilato,
cioè domani sera, poi il resto dovrai farlo
tu…dovrai essere tu a convincerla!” -
spiegò Stefan.
“Sì,
hai ragione, è una schifezza di piano…ma
è comunque meglio di niente…stare da solo con lei
è quello che mi serve, ma dovete tenermi lontano quel
bamboccio inglese” - disse Damon.
“Non
preoccuparti per lui. Io e Matt terremo LUCAS occupato con il suo addio
al celibato” - rispose Stefan.
“Ok,
allora…ma ho una domanda!” - disse Damon.
“Avanti,
dì pure!”.
“Perché
lo fai, Stefan? Perché mi aiuti? Credevo che Lucas fosse tuo
amico!” - chiese Damon.
“Sì,
è mio amico…ma tu sei mio fratello e non ti ho
mai visto così giù di corda come in questi
giorni!” - rispose Stefan.
“Ok,
ora andiamo, dovete spiegarmi tutti i particolari su come riuscirete a
farci rimanere soli” - riprese dopo un attimo Damon.
“Sì,
vieni!”
“No,
aspetta!” - disse all’improvviso Damon.
“Cosa
c’è?”.
“E’
che io ho davvero bisogno di sangue, adesso posso sentirlo! Io
verrò dopo, tu vai” - e stava per correre via, ma
Stefan lo trattenne.
“Damon,
ho anch’io una domanda prima che tu
vada….Elena….ce l’hai ancora con
lei?”.
“No,
sta tranquillo! Ora vattene!” - e detto questo
volò via con un nuovo sentimento in quel cuore che sembrava
scomparso ma che ora era ritornato a farsi sentire. Speranza.
“BONNIE!
BONNIE APRIMI OPPURE GIURO CHE SFONDO LA PORTA!” -
urlò Elena, quando all’improvviso sentì
la serratura della porta scattare.
-
Oh finalmente -
pensò tirando un sospiro di sollievo.
Aprì
delicatamente la porta e la vide. Bonnie era in soggiorno, seduta sul
divano a gambe incrociate, avvolta in una pesantissima coperta e stava
fissando….beh per quello che poteva vedere Elena, stava
fissando e basta.
Quando
vide gli occhi della sua amica, Elena sentì che le si
formava un groppo in gola.
-
Oddio, guarda come è ridotta, deve aver pianto in
continuazione, probabilmente se adesso non lo fa è solo
perché ha finito le lacrime…e sono stata io a
provocare tutto questo….devo assolutamente rimediare - si disse
Elena guardando Bonnie.
Il
senso di colpa che sentiva era come un enorme macigno sulle spalle
troppo pesante per poterlo reggere ancora a lungo prima che la
schiacciasse.
Si
avvicinò alla strega e le si sedette di fianco.
“Bonnie….oh
Bonnie quanto mi dispiace” - cominciò, ma il
magone che avvertiva le impediva di continuare.
“Non
devi dispiacerti! Non è colpa tua!” - le disse
Bonnie con una voce bassa, vuota e monocorde che spaventò
Elena.
“Sì
che è colpa mia! Bonnie sono stata io a baciare Damon, non
il contrario, devi credermi….è che io avevo
avvertito delle strane ondate di Potere e non ho dato retta a Stefan e
ho pensato che Damon fosse infuriato perchè non mi aveva
dimenticato e allora l’ho chiamato e lui è venuto
ed io ho fatto quello che ho fatto! Ma sono stata io, Bonnie, te
l’assicuro, lui non c’entra!” - disse
Elena tutto d’un fiato.
Per
la prima volta da quando era entrata, Elena vide Bonnie alzare la testa
e guardarla negli occhi. Era come se fosse completamente svuotata. Non
era più la solita Bonnie.
Dopo
il primo sguardo, Elena la vide sorridere.
Bonnie
si tolse la coperta dalle spalle, afferrò un bicchiere pieno
d’acqua che era sul tavolino di fronte al divano e lo
trangugiò tutto, poi inspirò ed espirò
forte, si voltò a guardarla, le sorrise ancora e disse:
“Beh, comunque non mi importa. Con Damon è stato
solo un grande errore. Ora devo concentrarmi sul mio
matrimonio!” - il tono di voce ricordava vagamente quello
solito di Bonnie. A dire il vero Elena aveva come
l’impressione che l’amica stesse cercando in tutti
i modi di comportarsi in maniera naturale, ma nei suoi occhi Elena
continuava a vedere quel vuoto, non c’era più la
solita luce che li animava e la faceva risplendere tutta.
Ma
ora non era il momento di pensarci…aveva un piano da portare
avanti.
“Bonnie…proprio
di questo volevo parlarti….e…beh…dato
che ti sposi sappi che domani sera sei prenotata da me e Meredith e non
si accettano NO come risposta!” - disse Elena.
“Prenotata
per cosa?” - chiese Bonnie.
“Come
per cosa? Per l’addio al nubilato, mi pare ovvio!”.
“Aspetta,
Elena, forse è un po’
presto….”
“Vuoi
mandare a monte tutto?”.
“No,
ma…ecco non ho ancora parlato con Lucas dopo quello che
è capitato…forse sarà lui a voler
mandare a monte tutto!” - disse Bonnie.
“No,
impossibile! Stefan lo ha già incastrato con
l’addio al celibato e la sua unica obiezione è
stata…<
Ma siamo sicuri che Bonnie mi voglia ancora? >….ma
dato che mi hai appena detto che ti vuoi
sposare allora ti basterà chiamarlo e le cose torneranno al
loro posto, così io posso chiamare Stefan e dirgli che
può confermare qualsiasi cosa abbiano in mente lui e
Matt!” - disse risoluta Elena.
“Hai
pensato a tutto, eh?”.
“Sì,
esattamente. Perciò ora chiama Lucas, sistema le cose, cerca
di darti una sistemata anche tu e ricorda che ci vediamo domani sera
alle otto in punto qui da te….faremo una festicciola in casa
solo noi due più Meredith perché, sai
com’è, io non posso farmi vedere molto in giro e
già sto facendo voli pindarici per riuscire a mascherarmi a
dovere per il tuo matrimonio, non voglio doverli fare anche per
l’addio al nubilato…e poi ho pensato che
così sarebbe stato più divertente….una
serata tra amiche come facevamo…beh secoli fa oramai. Che ne
pensi?” - chiese Elena.
“Niente
sorprese?” - chiese a sua volta Bonnie.
“No,
niente sorprese!” - disse e poi… - Beh
a parte una -
pensò.
“Allora
ok! Va bene!” - rispose alla fine Bonnie.
“Bene,
allora a domani!” - disse Elena e
l’abbracciò forte.
“A
domani” - rispose Bonnie e contraccambiò
l’abbraccio.
Quando
si staccarono Elena vide Bonnie che le sorrideva.
Per
qualcuno che non la conosceva così bene come la conosceva
lei, Bonnie poteva sembrare la ragazza più felice del
pianeta in quel momento, ma Elena sapeva qual era la
verità…Bonnie stava soffrendo, Elena poteva
vedere nei suoi occhi ancora quel vuoto che via via si faceva sempre
più profondo ed intenso.
- Ma
presto tornerà quella di prima, ne sono
sicura….deve solo capire, stare con Damon e capire che lui
la ama come non ha mai amato me e poi tutto tornerà al suo
posto -
pensò Elena e sperò davvero che le cose andassero
per il verso giusto perché rivoleva indietro la sua amica,
la sua piccola Bonnie.
Quella
notte due occhi appostati al davanzale della sua finestra spiavano
Bonnie dormire.
Non
erano gli occhi di Damon.
-
Finalmente l’ho trovata! E io che pensavo di dover prendere
quella dai capelli d’oro…ma a quanto pare i gusti
di Damon si sono spostati sulle streghe rosse….bene mi
divertirò parecchio…lo sento -
pensò il nuovo venuto e nel frattempo già
pregustava il momento in cui si sarebbe scontrato di nuovo con il
vampiro dagli occhi neri.
Avevano
già combattuto una volta e aveva avuto la peggio, ma questa
volta sarebbe stato diverso…Damon si sarebbe piegato,
altrimenti…beh…altrimenti ci andava di
mezzo…<
quella giusta, l'unica >…come l’aveva
chiamata
lui.
NOTA:
Ciao
a tutti! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto....
Elena
sta cercando di rimediare alla clamorosa gaffe fatta nel capitolo
precedente....scusate, ma proprio non ce l'ho fatta...volevo che per
una volta nella sua vita si sforzasse di pensare per davvero anche a
qualcun altro oltre che a se stessa...
E
poi c'è questo nuovo e misterioso personaggio che a quanto
pare ce l'ha con Damon....
Curiose?
Beh per sapere di più continuate a leggere i prossimi
capitoli...
Che
altro?....Grazie come sempre per le fantastiche recensioni...continuate
così.....XDXDXDXDXD....BACIONI....IOSNIO90.
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Capitolo 10 *** Capitolo nono ***
Capitolo
nono
La sera
seguente al chiarimento con Elena, se così lo si
può chiamare, Bonnie era nel suo bagno a darsi da fare
davanti allo specchio consapevole del fatto che di lì a poco
sarebbero arrivate Elena e Meredith e si sarebbero arrabbiate parecchio
se l’avessero trovata un disastro….ok che dovevano
restare chiuse in casa, però era pur sempre un
addio al nubilato e poi Bonnie aveva un appuntamento con Lucas subito
dopo.
Lucas…dire
che era fantastico era minimizzare alla grande.
Quel
pomeriggio Bonnie si era decisa a chiamarlo e Lucas… beh era
stato perfetto.
Bonnie
era pronta a piangere e ad implorare, ma lui non aveva voluto sapere
nulla, le aveva detto che quello che contava era che lei fosse
ritornata quella di sempre e poco importava se aveva avuto dei
tentennamenti…potevano capitare a chiunque, ma
l’importante era che adesso fosse di nuovo con lui.
Bonnie aveva avuto l’impressione che Lucas sapesse di Damon e
di quello che lei provava per l’altro vampiro e la perdonava,
ma non lo aveva detto apertamente quindi la supposizione che lui
sapesse restava appunto solo una supposizione.
Bonnie
aveva finito in bagno, così corse in camera sua per darsi
un’ultima occhiata allo specchio.
Quella
sera Bonnie aveva scelto un vestito che aveva nell’armadio da
un bel po’ di tempo, ma non aveva mai avuto
l’occasione di mettere. Era un vestito semplice, rosa antico
con bordi e cuciture in bordeaux, aveva le spalline sottili, un
corpetto semplice che la fasciava dando un chè di elegante
alla sua figura e che poi si allargava in una gonna dai mille risvolti
che le arrivava appena sotto il ginocchio. Aveva scelto come scarpe da
abbinare dei sandali bordeaux, non molto alti e aveva tenuto i suoi
riccioli sciolti lasciandoli cadere sulla scollatura…..
-
Sì, può andare - si
disse e dopo appena pochi minuti la porta socchiusa della sua camera
venne spalancata dall’unica persona che non voleva vedere
lì, ma che, al tempo stesso, desiderava accanto
più di chiunque altro. Damon.
Damon
aveva ascoltato il piano di Elena più e più
volte, e più lo ascoltava più credeva che fosse
una demenza di piano, ma era anche l’unico e lui doveva
portarlo a termine, aveva una sola opportunità.
- Oh
cavolo! Ma guarda cosa mi tocca fare….sembro diventato uno
di quegli idioti romantici che di solito fanno i protagonisti in quei
film smielati che mi fanno venire i brividi - si
ripeteva Damon mentre se ne stava appostato fuori casa di Bonnie
aspettando l’ora di entrare in scena.
Era
lì da un po’ e aspettava pazientemente il momento
adatto, come gli aveva detto di fare Elena, ma poi la vide
lì in camera, con quel vestito stupendo che se possibile la
rendeva ancora più bella mentre si rimirava allo specchio
con quel suo sguardo ingenuo e un po’ da bambina, ma insieme
così dannatamente attraente.
Lei
era come una calamita ambulante, e lui era nient’altro che un
enorme pezzo di metallo di polarità opposta costretto in
quell’attrazione che solo lei era in grado di scatenare.
-
Al diavolo il momento giusto…. - e si
catapultò nella casa della sua dolce streghetta,
saltò al piano di sopra con un solo balzo e
spalancò la sua porta.
Lei
si voltò di scatto, aveva una mano nei capelli, come se lui
l’avesse interrotta mentre era intenta a riavviarli
all’indietro per sistemarli, ma non appena lo vide si
bloccò. Damon guardò quella mano lasciare i
riccioli rossi e scendere piano sul collo, per poi arrivare a posarsi
sul cuore.
Elena
gli aveva descritto molto bene lo sguardo vuoto che Bonnie aveva avuto
per tutto il tempo in cui l’aveva vista, ma Damon vedeva
quegli occhi nocciola riprendere vita man mano che i secondi passavano
finché non li rivide accendersi di quella luce che soltanto
lei possedeva e che lui avrebbe riconosciuto tra mille.
Damon
vide Bonnie, che fino a quel momento era rimasta di profilo, girarsi
completamente verso di lui. Aveva il respiro affannato, il battito
accelerato e le lacrime agli occhi.
“Damon…”
- la sentì pronunciare il suo nome in un sussurro, ma
perfettamente distinguibile per il su udito fine.
“Bonnie…”
- cominciò lui, poi si bloccò. Lei aveva preso il
viso tra e mani e aveva cominciato a piangere.
Lui
corse istintivamente da lei e prima che potesse dire una sola parola,
Bonnie gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
Non
aveva resistito.
Poteva
dirsi che doveva odiarlo, poteva dirsi che lui l’avrebbe
fatta soffrire, poteva dirsi che lui la stava solo prendendo in giro,
ma sapeva benissimo che nulla avrebbe funzionato.
Nel
momento in cui l’aveva visto sulla soglia della sua porta
aveva avvertito una scarica elettrica percorrerle tutto il corpo. Il
suo cuore aveva ricominciato quella danza frenetica che solo la vista
di Damon sapeva scatenare. E quando lui le si era avvicinato, quando
l’aveva sentito così vicino, semplicemente non
aveva resistito.
Aveva
bisogno di lui, aveva bisogno di sentire le sua braccia intorno a lei,
aveva bisogno di perdersi nei suoi occhi, aveva bisogno di sentire il
sapore delle sue labbra…ne aveva disperatamente bisogno.
Non
importava cosa era successo prima di quella sera, non importava che lui
la prendesse in giro oppure no, non importava che lui volesse lei
oppure Elena…in quel momento importava solo che era lei,
Bonnie, a volere lui.
Damon,
in un primo momento, si era sentito stordito. La sorpresa di lei, che
ormai temeva di aver perso per sempre, che gli si buttava,
volontariamente e senza nessuna remora, tra le braccia e reclamava le
sue labbra, lo aveva shoccato.
Poi,
però, si rese conto che quello che stringeva era il corpo di
Bonnie, quella incatenata alla sua era la bocca di Bonnie, le mani che
gli si aggrappavano ai capelli e alla nuca erano di Bonnie. E lei era
sua. In quel momento lei era sua.
Si
lasciò andare. Strinse ancora di più
quell’esile corpo e per tutta risposta
sentì un gemito venire da Bonnie. Il bacio era
diventato sempre più intenso e carico di passione e sotto il
peso di quella passione, Damon spinse il corpo di Bonnie sempre
più verso la parete. Le mani di entrambi correvano
frenetiche lungo la schiena, le braccia e il viso dell’altro.
Bonnie aveva cominciato a piangere, Damon poteva sentire il gusto
salato delle sue lacrime che si mescolava alla dolcezza dei baci. Ma
quelle lacrime non erano di dolore, di sofferenza, di
delusione…no…esprimevano solo gioia, amore,
voglia di lui.
Damon,
allora, mise le mani sui fianchi di Bonnie e la prese in braccio, con
le gambe di lei che si stringevano intorno al suo bacino e, continuando
a baciarla, la portò sull’enorme letto nella
stanza. La stese lì, accarezzandole il viso e guardandola
come si farebbe con la stella più brillante
dell’intero universo o con il gioiello più
prezioso esistente al mondo. Il respiro di Bonnie era affannato
così come il suo. Poi lei gli accarezzò la
guancia, gli mise una mano sulla nuca e lo attirò a
sé.
E
in un attimo la danza d’amore, interrotta un poco prima
riprese più decisa, consapevole e sfrenata di prima.
Bonnie
si sentiva persa, persa in Damon, ed era la sensazione più
bella che avesse mai provato. Lo desiderava almeno quanto voleva essere
sua, e sapeva che era giusto così…che era questo
il modo in cui doveva andare tutto.
Poi,
però, il pensiero che da lì a poco le sue amiche
sarebbero state lì, la fecero sciogliere
dall’abbraccio di Damon.
Lui
la guardava come se sapesse che prima o poi sarebbe
successo…che lei si sarebbe staccata da lui, e
sembrava….così….così….triste.
“Damon…Elena
e Meredith stanno per arrivare!” - disse.
“Non
verranno” - le sorrise lui.
“Come
sarebbe?”.
“Questo
era il loro piano, Bonnie, volevano lasciarci soli” - disse
lui cauto come se temesse che lei potesse arrabbiarsi. Ma come poteva
arrabbiarsi se quello era proprio quello che voleva: stare con lui.
Gli
sorrise e riprese a baciarlo con ancora più trasporto di
prima.
Lo
sentiva ovunque….lui era ovunque.
Si
sentiva totalmente immersa nel suo profumo, nella sua pelle, nelle sua
mani, ne suoi occhi. Finalmente era tra le braccia di Damon e si
sentiva completa, ma all’improvviso…
Damon
si scostò da lei, scese dal letto, andò alla
finestra e cominciò a ringhiare.
Bonnie
rimase shoccata da quel comportamento e ci mise un po’ per
riprendersi.
“Damon…cos’hai?”
- gli chiese dopo un attimo, preoccupata per il fatto che fosse ancora
lì a ringhiare.
“E’
tornato!” - fu l’unica cosa che disse.
“Chi?”
- chiese Bonnie allarmata.
Ma
Damon non ebbe il tempo di rispondere che una sferzata d’aria
gelida spalancò la finestra ed entrò nella
stanza. Bonnie ebbe appena il tempo di rabbrividire che vide
Damon volare all’indietro, sbattere contro lo stipite della
porta e cadere sul pavimento.
-
Oddio, ma cosa sta succedendo? -
pensò.
“Nulla,
strega, solo un vecchio amico di quello lì che torna a fare
visita!” - disse una voce che Bonnie non aveva mai sentito
prima, ma che evidentemente doveva appartenere ad un vampiro o ad un
demone e anche parecchio forte se era riuscito a leggerle i pensieri e
a scaraventare in aria Damon in quel modo.
Nel
frattempo Damon si era rialzato ed era corso al fianco di Bonnie.
“Chen!”
- disse.
“Esatto”
- di nuovo quella voce, ma questa volta venne accompagnata
dall’apparizione di un vampiro dall’aspetto
asiatico sul davanzale della sua finestra. Aveva capelli neri e
piuttosto radi, era di corporatura media e non era di certo un gigante,
o almeno così le sembrava vedendolo accovacciato.
Bonnie
ricordò con sollievo che non poteva entrare…non
era stato invitato e di certo lei non aveva alcuna intenzione di farlo.
“Cosa
vuoi?” - gli ringhiò Damon.
“Il
solito…voglio combattere con te e vedere se riesco ad
ucciderti!”.
Bonnie
a quelle parole si sentì rabbrividire.
“Oh,
avanti, Chen! E’ da una vita che va avanti questa storia. Non
puoi continuare ad avercela con me dopo due secoli perché
entrai nel tuo ridicolo villaggio e uccisi un paio di ragazze senza
chiederti il permesso!”- disse Damon.
“Invece
sì che posso, io voglio la mia vendetta Damon, una di quelle
era la donna che amavo!” - urlò Chen.
“Ma
se neppure sapeva che esistevi!” - ribattè Damon.
“Beh,
questo non conta….glielo avrei detto presto chi
ero…ma tu l’hai uccisa e quindi devi
pagarla!”.
“E
come credi di farmela pagare se fino ad ora tutti nostri scontri li ho
vinti io, pivellino? Credi davvero di riuscire a battermi questa volta?
Come credi di riuscirci?” - chiese Damon, fissandolo
minaccioso negli occhi.
“Questa
volta ho un asso nella manica….c’è il
tuo piccolo uccellino rosso ora….prima non valeva la pena
darsi tanto da fare perché anche se ti avessi ucciso non
avrei avuto vendetta perché io sarei continuato ad esistere
ed avrei continuato a soffrire…ma ora le cose sono
diverse…il mio obiettivo è ucciderti ma non
fisicamente….voglio che tu provi quello che provo
io….il dolore per una perdita che sai durerà per
l’eternità….è quella la vera
morte, Damon!” - rispose l’altro.
“Non
ti azzardare a toccarla!” - disse Damon ponendosi dinanzi ad
una Bonnie sempre più atterita.
“Altrimenti?”.
Ma
Damon non rispose, gli si lanciò direttamente contro
precipitando insieme a lui di sotto.
Bonnie
non riusciva a muoversi….quel vampiro voleva ucciderla
perchè credeva che lei fosse importante per Damon.
Era assurdo…era tutto maledettamente assurdo…era
tutto così…
All’improvviso
un grido, un tuono esplose nel cielo ed un fulmine cadde proprio sotto
la finestra di Bonnie.
Corse
alla finestra e ciò che vide la gettò nella
disperazione più totale: Damon era steso sul vialetto a
faccia in giù ed i suoi vestiti erano ridotti a
stracci….il fulmine aveva colpito lui. Di fianco
c’era Chen che se la rideva a crepapelle.
Bonnie
cominciò a piangere, sapeva che se fosse uscita il vampiro
l’avrebbe presa, ma non poteva lasciare Damon lì.
Cominciò
a scendere di corsa le scale.
Stefan
era con Matt e Lucas che sembravano divertirsi parecchio, mentre lui
non faceva che pensare a Damon e a come stavano andando le cose tra lui
e Bonnie.
All’improvviso,
però, un flash ed udì chiaramente la voce di
Bonnie nella sua mente che gridava aiuto: - Stefan,
Stefan sono Bonnie! Damon è ferito! Ti prego
aiutaci….un vampiro…Chen…lo sta
torturando, vuole ucciderlo e vuole uccidere me per far soffrire
lui….per favore Stefan! Aiuto! -
Stefan
scattò in piedi e cominciò a correre verso casa
di Bonnie, consapevole solo vagamente che anche Lucas e Matt lo stavano
seguendo, mentre con la mente rinviava il messaggio di Bonnie ad Elena.
Lei e Meredith dovevano sapere cosa stava accadendo, doveva avvisarle.
All’improvviso
una mano sulla spalla interruppe la sua corsa. Era Lucas.
“Stefan,
cosa succede?” - gli chiese.
Stefan
ebbe solo il tempo di rispondere: - “Bonnie”- e un
fulmine attraversò gli occhi di Lucas.
Si
guardarono per un altro breve istante e poi ripresero la loro corsa
forsennata.
NOTA:
Ecco
un nuovo capitolo.
Spero
vi sia piaciuto....e grazie ancora per le recensioni, ormai sapete che
le apprezzo moltissimo.
Ma
torniamo a noi....è ormai giunto il week end, e come la
settimana scorsa sarò assente da internet per qualche
giorno, ma non preoccupatevi mi farò perdonare.
Quindi
ci si rivede martedì oppure mercoledì con un
nuovo capitolo o forse due, dipende dal tempo.
Grazie
ancora a tutti e recensite, recensite,
recensite....XDXDXDXDXD...BACIONI....IOSNIO90.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo decimo ***
Capitolo
decimo
Dopo aver
inviato il suo grido disperato a Stefan, Bonnie si bloccò
con la mano sulla maniglia della porta di casa.
Era
terrorizzata, sapeva che probabilmente stava andando incontro alla
morte, ma non poteva farne a meno….Damon era lì e
combatteva per lei.
Trasse
un respiro profondo, raddrizzò la schiena ed aprì
di scatto la porta.
Elena
era con Meredith al pensionato e bevevano una di quelle tisane
buonissime della signora Flowers, quando all’improvviso
sentì chiaramente la voce di Stefan che le ripeteva un
messaggio che aveva appena ricevuto mentalmente da Bonnie.
Elena
scattò in piedi.
“Elena,
Elena cosa succede?” - chiese Meredith evidentemente
preoccupata per quel suo scatto improvviso.
“Dobbiamo
andare! Subito!” - le rispose Elena e cominciò a
strattonare l’amica giù per le scale.
Arrivate
all’ingresso, però, Meredith si fermò
di colpo.
“Elena,
o mi dici cosa sta succedendo oppure io non mi muovo di
qui…allora?” - chiese.
Elena
capì dal suo tono che Meredith stava cominciando ad
infuriarsi davvero e sapendo che probabilmente era meglio fare
arrabbiare un’intera schiera di vampiri piuttosto che
Meredith, le raccontò il più in fretta possibile
del messaggio di Bonnie a Stefan.
Non
appena Elena finì di parlare si sentì afferrare
per il braccio da Meredith.
Ora
che sapeva cosa stava succedendo era lei a trascinare Elena verso casa
di Bonnie.
Stefan
correva velocissimo con al fianco Lucas. Matt una volta capito cosa
stava succedendo li aveva lasciati correre per non rallentarli ed era
ritornato indietro a prendere l’auto…li seguiva
andando in macchina.
Stefan
poteva percepire chiaramente la fortissima preoccupazione di
Lucas…non l’aveva mai visto così
concentrato e sperava solo che non perdesse la testa una volta aver
visto lì Damon.
Avevano
bisogno di tutto l’aiuto possibile per affrontare
quell’inaspettata battaglia.
Man
mano che procedevano, Stefan percepiva sempre più
chiaramente l’immenso Potere sconosciuto che si stava
scatenando a Fell’s Church e Bonnie gli aveva detto
a chi apparteneva…il vampiro Chen.
Ricordò
che una volta, circa vent’anni prima, Damon gli aveva parlato
di un certo Chen che si divertiva a rincorrerlo per dargli battaglia
perché Damon aveva ucciso la ragazza che amava e
che a detta del fratello non sapeva né che i vampiri
esistessero né che Chen esistesse.
Da
come Damon ne aveva parlato, Stefan aveva pensato che non ci fosse
nulla di cui preoccuparsi. Sapeva bene che Damon, nonostante potesse
avere ogni difetto possibile, non era stupido, riconosceva subito il
pericolo quando il suo avversario aveva un Potere decisamente
più grande del suo e in quelle occasioni suo fratello
diventava piuttosto serio. Ma nel ricordo di Stefan, Damon non era per
niente serio, anzi se la rideva alla grande per questa strana storia
che lo vedeva coinvolto suo malgrado.
Ma
il Potere che avvertiva ora non era di certo quello di un
principiante….era un Potere enorme, smisurato, forse anche
in grado di uccidere suo fratello.
Evidentemente
Damon o si era sempre sbagliato su questo Chen oppure
quest’ultimo aveva trovato il modo di accrescere di molto il
suo Potere e in così pochi anni.
Quando
Bonnie aprì la porta si ritrovò dinanzi una di
quelle scene che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Damon
era a terra, e se non fosse stato per il fatto che lo si poteva sentir
parlare con l’altro vampiro, Bonnie avrebbe pensato che fosse
privo di sensi.
Chen,
invece, girava e rigirava intorno al corpo di Damon tenendo stretto
nella mano destra un enorme paletto di legno.
A
quanto pareva, era così concentrato sulla sua preda che non
si era ancora accorto che lei era lì.
“Allora
Damon….vediamo un po’…secondo te cosa
dovrei fare? Ucciderti adesso? Oppure immobilizzarti, farti vedere come
uccido quella bambolina rossa e solo dopo uccidere
te?…Allora? Cosa preferisci?” - chiese Chen con
l’aria assorta di chi deve prendere una difficile decisione.
“Non
azzardarti a toccarla Chen! Te lo ripeto!” -
ringhiò in risposta Damon.
“Perché
cosa pensi di farmi se io la toccassi? Guardati, Damon, la battaglia
non è neppure cominciata e tu sei già a terra.
Rassegnati! Non puoi nulla contro di me…non
più!”.
“Già…di
un po’…come hai fatto ad acquistare un Potere
simile? Ricordo bene che l’ultima volta che ti ho visto,
vent’anni fa, non eri nient’altro che un pivello
senza speranza…peggio di mio fratello Stefan…
solo che lui almeno ha la scusa di bere sangue di animale!” -
lo provocò Damon che a Bonnie sembrava stesse cercando di
guadagnare tempo.
“Damon,
Damon, Damon…non credere di riuscire a raggirarmi. Lo so che
vuoi temporeggiare per rimetterti in sesto, ma quello che non hai
capito è che non servirebbe a nulla…ma io ho
comunque deciso di assecondarti e risponderò alla tua
domanda. Vedi, dopo il nostro ultimo scontro, ho capito che per mettere
fine a questa storia dovevo diventare più forte e il sangue
umano…beh quello da solo non poteva fare molto.
Sì, poteva rendermi più potente, ma restava
sempre il fatto che tu avevi avuto ben duecento anni in più
rispetto a me per accrescere il tuo Potere. Quindi, mi serviva un altro
piano! Le ho provate davvero tutte, te l’assicuro. Ma alla
fine ho capito! Cosa poteva rendermi più forte di quanto
facesse il sangue umano se non il sangue di altri vampiri diventati
potenti bevendo sangue umano? Fu così che cominciai la mia
nuova dieta. All’inizio mi nutrivo di vampiri giovani,
quaranta o cinquant’anni al massimo, poi quando mi resi conto
che funzionava e che ero diventato molto più forte in breve
tempo, cominciai ad uccidere quelli più vecchi fino ad
arrivare a quelli della mia stessa età. Fu allora che lo
sentii: un Potere così intenso, così malvagio e
così grande che sorprese anche me. Ne avevo incontrati molti
di vampiri, ma nessuno era così forte, tranne te. Avevo
fatto un ottimo lavoro, ma mi serviva altro Potere prima di tornare a
cercarti, così cominciai a cacciare i pezzi grossi, quelli
vecchi per davvero e dopo averne fatti fuori tre o quattro, senza non
poche difficoltà,
intendiamoci…beh…comiciai a cercarti…e
adesso eccomi qui!” - raccontò Chen.
“Beh
interessante…sapevo che eri un bastardo, ma non credevo fino
al punto di uccidere altri della tua stessa specie per
nutrirti…neppure io mi sono mai abbassato a
tanto!” - rispose Damon con disprezzo.
“Beh…cosa
vuoi? Tu fai uscire il peggio degli altri, Damon…ma da
adesso non sarà più così!” -
disse Chen e Bonnie lo vide fermarsi, impugnare il paletto con tutte e
due le mani e sollevarlo con l’intenzione di trafiggere Damon.
Bonnie
non sopportò oltre…non poteva restare
lì e guardare Damon morire, non poteva…Damon
poteva anche giocare con lei, poteva anche distruggerla, poteva anche
amare un’altra e Bonnie avrebbe sopportato
tutto…l’unica cosa che non poteva sopportare era
che Damon morisse, perché anche se non l’amava
come lei amava lui, per essere felice, doveva comunque avere la
certezza che, da qualche parte nel mondo, Damon esistesse.
Senza
nemmeno pensarci, Bonnie si lanciò con tutta se stessa fuori
dalla porta, corse fin dove erano i due vampiri e si gettò
per terra al fianco di Damon frapponendosi tra lui e il paletto tenuto
da Chen.
“Bonnie,
spostati!” - le disse sottovoce Damon.
“No,
non lascerò che lui ti uccida…almeno
finchè io sarò in vita!” - rispose
Bonnie con gli occhi pieni di lacrime, ma con la voce più
decisa che lei avesse mai avuto.
Restarono
lì a guardarsi, occhi negli occhi, in quel momento infinito
in cui ogni parte di loro, i loro occhi, i loro sguardi e i loro cuori
urlavano all’altro quella che era la verità
più assoluta che conoscessero….che si amavano
come non avevano mai amato prima e che erano disposti a
morire l’uno per l’altra.
“Bene,
bene…guarda chi abbiamo qui! Finalmente ce l’ho
fatta a farti venire fuori! A quanto pare ho quasi dovuto uccidere
Damon per convincerti, ma ne è valsa la pena!” -
li interruppe Chen rivolgendosi a Bonnie che si sentì
confusa dalle sue parole.
“Cosa?”
- fu Damon a parlare.
“Mio
caro Damon, io non avevo nessuna intenzione di ucciderti…te
l’ho detto…io ucciderò lei e ti
lascerò in vita a morire, ma non fisicamente…ti
lascerò morire dentro per
l’eternità” - chiarì Chen.
“No…non
puoi…non te lo permetterò!” -
ringhiò Damon e fece per alzarsi, ma le forze non erano
ancora sufficienti e ricadde a terra.
“E
come pensi di fermarmi se sei senza forze?” - gli chiese Chen
con scherno.
Bonnie
si sentì gelare, ormai era persa….Chen aveva
giocato con la vita di Damon sapendo che lei non avrebbe permesso che
gli facesse del male restando in casa senza fare nulla e adesso lei era
in trappola, Damon non poteva fare nulla perché non si era
ancora ripreso del tutto e lei stava per morire.
“Ok!”
- disse rassegnata - “Lasciami solo dirgli addio, per
favore!”.
Chen
la guardò, poi semplicemente fece un cenno con la testa come
a dirle che se proprio voleva poteva farlo, ma doveva sbrigarsi.
Lei
allora si voltò verso Damon.
“Damon,
ascoltami…” - cominciò.
“No,
Bonnie…tu devi andartene!” - la interruppe lui.
“No,
io non me ne vado e poi sai bene che non servirebbe a molto, lui mi
riprenderebbe subito e mi ucciderebbe in pochi secondi, mentre tu hai
ancora bisogno di minuti per riprenderti completamente e non potresti
fare nulla per me!”.
“No,
devi andartene, devi andartene…” - continuava a
ripetere Damon che adesso aveva chiuso gli occhi.
“Damon,
Damon apri gli occhi” - disse lei prendendogli il viso tra le
mani - “Io ti amo, Damon…qualsiasi cosa accada, io
ti amo…qualsiasi cosa tu provi o non provi per me, io ti amo
e lo farò sempre!”- confessò.
“Bonnie
non puoi ancora credere che io non provi nulla per te dopo tutto quello
che è successo oggi….stasera io ero venuto da te
perchè credevo di averti persa dopo l’ultima volta
e non potevo lasciarti andare senza fare un ultimo tentativo. Non
sapevo cosa aspettarmi, ma poi tu mi ha baciato e io ho avuto la
conferma che quello che provavo per te era vero…io ti amo,
Bonnie…come non ho mai amato nessuno in tutta la mia
esistenza sia da vampiro che da umano…io ti amo!”
- le rispose Damon.
Bonnie
sentì tutta la verità di quelle parole e tutto il
dolore per il fatto che stava per perderlo…lei stava per
morire e non l’avrebbe più rivisto proprio ora che
lo aveva finalmente trovato.
Allora…con
tutta la disperazione e la sofferenza che sentiva per la situazione che
stavano vivendo e con tutto l’amore che provava per Damon,
fece l’unica cosa che avrebbe potuto fare in quel momento: lo
baciò.
Gli
diede il bacio più carico di significato che si potesse
dare. Gli trasmise tutta la sua angoscia, tutto l’amore per
lui, tutta la felicità per ciò che lui le aveva
detto, tutta la paura che provava per ciò che stava per
accadere, tutta la speranza che lui vivesse mista al desiderio che lui
andasse avanti.
Quando
si staccò da lui, lo guardò negli occhi e gli
sorrise.
Voleva
che lui la ricordasse così: con quel sorriso speciale che
Bonnie sapeva che aveva rivolto sempre e soltanto a lui.
Poi
trasse un respiro profondo per darsi forza, si alzò in piedi
e si voltò verso il suo aguzzino.
Ora
che sapeva che Damon l’amava era pronta ad affrontare di
tutto.
Chen
le sorrise e fece per avvicinarsi quando…
“ALLONTANATI
SUBITO DA LEI!” - tuonarono tutte insieme un coro di voci.
E,
dal buoi della notte, Bonnie vide avvicinarsi Stefan, Lucas, Matt,
Elena e Meredith.
Erano
tutti lì per lei e per Damon.
Stefan
aveva ricevuto il suo messaggio e aveva dato l’allarme.
Bonnie
li guardò ad uno ad uno.
Quando
arrivò a Lucas, che sembrava sbalordito dalla presenza
lì di Damon, abbassò leggermente lo sguardo. Ma
dopo poco Lucas le sorrise debolmente come si fa quando finalmente ci
si arrende ad una verità che non si era voluto vedere e con
la mente le trasmise che lui era con lei.
Fu
in quel momento che Bonnie capì che non tutto era perduto,
che, se anche non riuscivano a fermare Chen, almeno avrebbero potuto
tenerlo occupato il tempo necessario affinchè Damon si
riprendesse.
La
battaglia non era finita, ma era appena cominciata e lei si sarebbe
battuta con tutta se stessa per difendere il suo futuro…il
suo futuro con Damon.
NOTA:
Grazie
ancora a tutti per le megnifiche recensioni che ricevo ogni giorno e
anche a chi passa di qui per leggere soltanto.
Come
vedete, anche se avevo detto che oggi non avrei postato, alla fine ho
avuto l'occasione per farlo e naturalmente l'ho colta al volo per
postarvi un nuovo capitolo.....BACIONI...IOSNIO90.
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Capitolo 12 *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo
undicesimo
Era
ormai notte fonda, ma l’oscurità del cielo veniva
rischiarata di tanto in tanto da fulmini lontani che minacciavano di
abbattersi su Fell’s Church.
Un silenzio spettrale era calato sull’intero gruppo, mentre
dalle nubi alte in cielo proveniva un vento freddo che sferzava il
volto di Bonnie facendola rabbrividire.
Chen le era ancora pericolosamente vicino, ma Bonnie riusciva a vedere
chiaramente sul suo volto tutta la sorpresa per gli inaspettati arrivi.
“Allontanati da lei!” - ripetè Stefan,
il primo a rompere quel teso silenzio.
Solo allora Chen riacquistò l’aria cattiva e di
superiorità con cui aveva gestito tutta la situazione fino
ad allora e si allontanò da Bonnie per guardare apertamente
Stefan negli occhi con aria di sfida.
“Però…chi l’avrebbe mai
detto!…A quanto pare il fratellino è venuto in
soccorso del fratellone! Naturalmente…suppongo che tu sia
Stefan….beh…non ci siamo mai incontrati prima, ma
ho sentito parlare di te…il piccolo e smielato fratellino
Salvatore….io mi chiamo Chen!”.
“Lo so chi sei…quello che non capisco è
cosa ci fai qui, esattamente!” - rispose Stefan con lo stesso
sguardo di sfida.
“Come…non lo sai? Ho una faccenda in sospeso con
tuo fratello, io…e sono venuto a saldare il conto una volta
per tutte!”. - rispose Chen.
“Uccidendo Bonnie? Lei cosa c’entra?” -
gli chiese, allora, Stefan con voce sempre più decisa.
“Beh mi pare ovvio…mai sentito parlare di <
occhio per occhio, dente per dente >
? Lui ha
tolto a me
una cosa, io tolgo a lui la stessa cosa….il caso ha voluto
che lui mi togliesse proprio la ragazza che
amavo…quindi…che lo vogliate o no, o che lei lo
voglia o no…Bonnie morirà!” - rispose
Chen con il tono risoluto di chi sa di avere ragione e non ammette
repliche.
“Noi non te lo permetteremo!” - ribadì
Stefan.
“Ah no? Avanti Stefan, come pensate di fermarmi? Tu e il tuo
amichetto lì di fianco non riuscirete a fare nulla contro di
me!…Voi e il vostro stupido sangue animale…vi
rende così inutili! E come se non bastasse vi siete portati
dietro anche i tre piccoli umani….beh…devo dire,
Stefan, che comincio a sentirmi un po’
offeso…”
“E come mai?”.
“Beh, per uccidermi ti porti dietro tutte queste
nullità!” - chiarì Chen.
“Sì, forse hai ragione! Ma stai sottovalutando il
fatto che siamo in maggioranza, il fatto che abbiamo sconfitto esseri
molto peggiori di te ed il fatto che siamo disposti a morire gli uni
per gli altri!” - disse Stefan.
“Ed è esattamente quello che farete:
MORIRE!” - ringhiò Chen evidentemente irritato
dalle parole di Stefan.
In risposta al ringhio di Chen, Bonnie vide intensificarsi la
quantità di fulmini in cielo e ricordò come aveva
colpito Damon la prima volta.
“Stefan, Lucas, attenti! Lui ha usato i fulmini contro Damon,
l’ha colpito con uno di quelli e si sta preparando a fare lo
stesso con voi!” - urlò Bonnie.
Ma all’improvviso si sentì afferrare un braccio da
Chen che ora la guardava dritto negli occhi e le ripeteva:
“Stupida umana, come hai osato?” - mentre
continuava a strattonarla.
Bonnie vide solo di sfuggita Stefan, che istintivamente correva in suo
soccorso cercando di afferrare il braccio di Chen che la teneva
stretta, ma quest’ultimo si staccò da lei solo il
tempo necessario per gettare Stefan a terra con un solo colpo, per poi
tornare ad impossessarsi del suo braccio.
Mentre il dolore per la stretta di Chen si intensificava sempre di
più, Bonnie vide che, alle spalle del suo aguzzino, Elena
era corsa verso Stefan e lo stava aiutando a tirarsi su, Lucas aveva
cominciato a tremare dalla rabbia e teneva la testa bassa e i pugni
serrati, mentre Meredith dava fondo a tutte le sue energie cercando di
trattenere lì con lei Matt…sapeva che lasciarlo
andare significava mandarlo dinanzi a morte certa.
Fu in quel momento che il dolore raggiunse il culmine.
E dal buio e dal silenzio della notte un solo grido di dolore
squarciò il cielo di Fell’s Church.
Un mare nero. Era questo che Damon vedeva intorno a sé: solo
un mare nero.
Si sentiva perso, vuoto.
L’ultima cosa che ricordava prima di quel vuoto era Bonnie,
la sua Bonnie che gli diceva quanto lo amava, per poi baciarlo e
consegnarsi a quel vampiro che la voleva morta…e tutto
questo a causa sua.
Era a causa sua se Bonnie era morta.
A causa dei suoi errori lei si era ritrovata immischiata in una
situazione in cui non c’entrava niente e tutto questo solo
perché lui l’amava e, come se non bastasse, aveva
anche avuto il coraggio di dirglielo solo poco prima di perderla.
Al solo pensiero che aveva sprecato tutto quel tempo lontano da lei per
via del suo orgoglio quasi gli veniva voglia di prendersi a schiaffi.
Ma era così debole. Le forze erano scomparse.
- E perchè
tentare di curarmi e riprendermi se Bonnie non esiste
più…non ne vale la pena - si disse
e stava per lasciarsi andare definitivamente a quel buio e a quella
quiete tanto invitanti quando….
…“Allontanati da lei!”…
- Stefan? Possibile? Ma
che ci fa qui?…No, deve essere solo frutto ella mia
immaginazione! Dopotutto perché doveva dire quella frase se
non c’è più nessuna
‘lei’ da salvare? -
… “Noi non te lo
permetteremo!”…
- Non permetteranno
cosa? Chen non ha più bisogno del permesso di
nessuno…ha già fatto ciò per cui era
venuto: mi ha ucciso uccidendo la mia streghetta. E poi chi sono questi
< noi>
? Si è portato dietro la scorta
nonostante sia tutto finito? -
… “Stefan, Lucas, attenti! Lui ha usato i fulmini
contro Damon, l’ha colpito con uno di quelli e si sta
preparando a fare lo stesso con voi!”…..
- Aspetta! Bonnie?
Questa era lei? Era la sua voce? Allora è
viva…Stefan è arrivato in tempo…!
Forse non tutto è perduto…se solo trovassi la
forza di rialzarmi….-
All’improvviso un grido.
- BONNIE, NO! Cosa le
sta facendo quel dannatissimo bastardo?! -
E poi tutto fu luce.
Da quel mare nero un’ondata di luce abbagliante lo avvolse
completamente.
Damon si sentiva cullare da quella purezza che aveva visto solo poche
volte nella sua vita e sempre negli occhi di Bonnie.
Sentì le energie che ritornavano, le ferite che si
rimarginavano, il suo Potere che riacquistava la vecchia
forza…..si sentiva di nuovo lui…Damon.
Poi riaprì gli occhi.
Fu un solo istante e si scatenò il caos.
Bonnie aveva gridato per rabbia, dolore, sofferenza e dopo il suo
grido….il caos.
Lucas alzò di scatto testa e, come una furia, si
gettò senza pensarci su Chen che ancora le stritolava il
braccio e pareva divertirsi della sua sofferenza.
Chen, avvertito il pericolo, con un unico movimento fluido, le
lasciò andare il braccio e la gettò a terra, per
poi inviare una scarica di Potere verso Lucas talmente forte da
gettarlo all’indietro e mandarlo dritto contro un albero che
distava da lì più o meno trenta metri.
Ma Lucas non si arrese così facilmente.
Si rialzò subito e, veloce come solo un vampiro
può essere, si parò di fronte al suo avversario
fissandolo dritto nei suoi scuri occhi a mandorla.
Chen stava per rifare la stessa mossa che poco prima aveva adottato con
Stefan, preparandosi, quindi, a rimandarlo indietro con una mano,
quando Bonnie vide lo stesso Stefan comparirgli
all’improvviso alle spalle bloccandogli entrambe la braccia
dietro la schiena, mentre Lucas cominciava a scatenarsi su Chen con
pugni al viso e calci allo stomaco.
Chen sembrava sempre più in difficoltà.
Bonnie lo vedeva tremare.
- Forse è
stato solo un caso che sia riuscito a battere Damon -
pensò Bonnie ottimista osservando la scena.
Ma fu solo allora, quando Chen rialzò la testa che
precedentemente aveva abbassato per evitare i colpi di Lucas, che si
accorse che quel tremolio che faceva vibrare il corpo del vampiro
asiatico non era altro che una risata che era cominciata in modo
silenzioso per poi esplodere così apertamente in faccia ad
un Lucas e ad uno Stefan sconcertati. Quella era una risata di scherno
per quei suoi due avversari che credevano di riuscire a sconfiggerlo.
Bonnie si sentì persa al suono di quella risata
così crudele e poteva leggere chiaramente su volti di Elena
e Meredith l’angoscia per ciò che probabilmente
sarebbe potuto succedere a tutti loro se le cose non
cambiavano.
Chen, nel frattempo, aveva recuperato il contegno.
Si rimise dritto e con un calcio respinse Lucas mandandolo a terra
sofferente.
Poi si sciolse dalla stretta di Stefan come se a bloccarlo fosse stato
un bambino e con una gomitata nello stomaco lo piegò in due
per poi riservargli lo stesso trattamento riservato a Lucas qualche
istante prima.
Li aveva presi in giro tutti.
Si era piegato sotto i colpi dei due vampiri per far credere a tutti
che ci fosse ancora una speranza, ma poi aveva infranto
subito questa speranza con un colpo solo, terribile e crudele.
Chen si guardò intorno e quando si rese conto che Lucas e
Stefan ormai erano conciati così male che non riuscivano ad
alzarsi, allora ritornò a rivolgersi a lei che nel frattempo
era rimasta a terra, lì dove lui l’aveva gettata.
“Bene, bene, bene…finalmente possiamo tornare a
noi! A cosa eravamo rimasti? Ah sì, certo!…Come
ho potuto dimenticarlo!….Eravamo al punto in cui io pongo
fine alla tua miserabile vita umana” - le sorrise e fece per
avvicinarsi.
“Fermo! Non puoi farle del male!” -
urlò, ad un tratto, Elena.
“Ah davvero? E sentiamo…chi lo dice?
Tu?” - le rispose Chen voltandosi verso di lei.
Ma quando Elena stava per rispondere Chen la zittì con un
gesto delle dita, subito seguito da un gesto della mano e da una lieve
scarica di Potere che ebbe l’effetto di buttare Elena,
Meredith e Matt a terra.
Li aveva battuti tutti.
Ovunque si girasse Bonnie vedeva i corpi sofferenti dei suoi amici e
percepiva i loro lamenti di dolore.
Ormai era sola. Sola dinanzi alla morte.
“Allora dicevamo…” - riprese Chen
rivolgendosi di nuovo a lei - “Sì, parlavamo del
fatto che tu stai per morire per mano mia e per mia grande
soddisfazione, oserei aggiungere!….ma
prima….voglio fare un gioco!” - concluse.
“Che vuoi dire?” - chiese Bonnie, mentre le lacrime
le rigavano le guancie.
“Giochiamo a < INDOVINA IN CHE MODO UCCIDERO' BONNIE
> ! E’ molto semplice,
sai? Io ti faccio una
lista di tutti i modi atroci in cui posso sbarazzarmi di te e tu tenti
di indovinare quale userò! Ma sta attenta! Ogni volta che
sbaglierai andrai ad aggiungere un minuto in più alla tua
tortura.” - spiegò lui.
“Tortura?” - Bonnie non poteva credere alle sue
orecchie…Chen aveva proprio detto < tortura > .
“Sì, ovvio, mia cara! Credevi davvero che sarebbe
stato così facile? Ti uccido e via?…No, certo che
no! Ho aspettato così tanto che mi pare giusto godermela a
pieno, non trovi?” - le rispose.
“Di che tortura parli?”.
“Oh Bonnie, non è nulla di cui tu debba
preoccuparti adesso…piuttosto cominciamo il nostro
gioco…sei pronta?” - le chiese Chen.
“No” - rispose Bonnie.
“No? Hai ancora bisogno di qualche minuto?”
“No, non mi serve nessun minuto….semplicemente non
voglio assecondare questa tua mente sadica e malata facendo questo
stupido gioco!” - gli disse quasi urlando.
Bonnie aveva, infatti, calcolato che se lei riusciva ad esasperarlo
abbastanza da fargli perdere il controllo, lui, forse, si sarebbe
limitato a farla finita con tutta quella storia e ad ucciderla
risparmiandole almeno il dolore della tortura.
“Cosa hai detto?” - chiese Chen che sembrava
proprio reagire come Bonnie aveva sperato.
“Hai capito!” - lo incalzò lei.
“Beh, ragazzina…se prima, magari, avevo voglia di
sprecare il mio tempo con te e forse darti una morte più
dolce, ora non più…ti ucciderò qui,
ora e con il modo più atroce che conosco!” - detto
questo le si avvicinò, le afferrò un braccio e la
tirò su bruscamente. Poi le scoprì la gola
tenendole, con forza, la testa girata da un lato e si
apprestò a conficcarle i canini nel collo.
“Toglile le mani di dosso!” - intimò una
voce alla loro spalle. Una voce che Bonnie conosceva bene.
E, ad un tratto, venne liberata dalla presa di Chen, che nel frattempo
era stato spedito ad un appuntamento piuttosto ravvicinato con il
terreno, e venne avvolta da quelle due uniche braccia entro le quali si
sentiva davvero a casa.
“Damon…” - sussurrò, mentre
nuove lacrime le solcavano il viso. Ma questa volta erano lacrime di
pura felicità. Lui era vivo ed era lì con lei.
“Bonnie…” - rispose lui mettendole una
mano sul mento e l’altra su un fianco, attirandola a
sé e dandole il bacio più dolce e sincero che
avesse mai dato.
Ma soprattutto era il bacio più carico di
quell’unico sentimento che era in grado di oltrepassare ogni
cosa: l’amore.
NOTA:
Ciao
a tutti! Ecco finito e postato un nuovo capitolo! Spero vi piaccia!
A
quanto pare Bonnie ha davvero a che fare con un osso duro, ma per
fortuna Damon si è ripreso....chissà come
andrà a finire!...
Forse
domani non posterò, ma non ne sono sicura...quindi fossi in
voi farei comunque un salto sempre se ne avete voglia comunque!
Comunque...come
al solito grazie e recensite, recensite,
recensite....BACIONI...IOSNIO90.
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Capitolo 13 *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo
dodicesimo
Era
vivo, si era completamente ripreso, si sentiva più forte di
quanto lo fosse mai stato e, come se non bastasse, Bonnie era
lì tra le sue braccia.
“Damon…stai bene? Ti sei ripreso del
tutto?” - gli chiese lei preoccupata.
“Sì, streghetta, mai stato meglio…e
tu?” - fece lui.
“Sto bene!” - esclamò Bonnie senza
convinzione.
“Sicura?”.
Ma lei non rispose. Si limitò a guardarlo con gli occhi
tristi e pieni di lacrime.
No che non stava bene…non stava bene per niente. Quegli
occhi non mentivano mai, Bonnie non mentiva mai. Era troppo pura per
farlo. E nei suoi occhi nocciola Damon poteva leggere chiaramente tutta
la paura, l’angoscia e la sofferenza provate in quella sera a
causa di Chen.
- Sporco bastardo! Come
ha osato farle questo? Ma adesso le pagherà! E’
giunto il momento di toglierlo di mezzo una volta e per sempre! -
pensò Damon al culmine della rabbia.
“Bonnie, ascoltami! Tra poco qui io scatenerò
l’inferno su quel verme per quello che ti ha
fatto…tu controlla che gli altri stiano bene e tenetevi
lontani!” - le disse deciso.
“Damon…solo una cosa!” - rispose lei.
“Cosa?”.
“Non morire!” - gli disse guardandolo negli occhi.
“Ok! Come posso morire se me lo chiedi con quegli
occhietti” - le sorrise.
“Ovvio…perché ti ucciderò
io!” - tuonò la voce di Chen alle loro spalle.
“Bonnie….vai ora!” - le disse Damon
sospingendola di lato.
“Vedo che ti sei ripreso?” - gli chiese Chen.
“Già…. E sto molto meglio di prima,
quindi grazie per avermi steso!” - gli rispose cinico.
“Lo vedo…dì un
po’…come è possibile? Sento che la tua
aura si è rafforzata!” - chiese, allora,
l’altro.
“Diciamo solo che ho avuto un incontro ravvicinato con un bel
po’ di < luce > mentre avevo
perso i
sensi….un po’ come quello che la tua faccia ha
avuto con la terra pochi istanti fa!” - gli rispose
sorridendogli.
“Oh avanti Damon! Anche se devo ammettere che non ho capito
nulla di ciò che hai detto, tu vorresti davvero farmi
credere che ora il tuo Potere è superiore al mio o almeno
pari al mio, tanto che tu potresti battermi? Luce o non
luce…è impossibile!” -
ribattè Chen visibilmente irritato.
“Beh, se non credi neppure a quello che senti con il tuo
Potere….Coraggio! Che aspetti?” - lo
sfidò Damon.
“Sì, hai ragione! Cosa sto aspettando? A quanto
pare dovrò modificare i miei piani e uccidere anche te!
Tanto meglio….due piccioni con una fava! Perché,
naturalmente, credo tu sappia che alla fine la ucciderò
comunque, che tu muoia oppure no!” - rispose Chen.
“Lo vedremo!” - disse Damon fuori di sé
dalla rabbia.
E non appena terminò la frase, mantenne la parola data poco
prima a Bonnie: scatenò l’inferno.
Stefan sentiva le forze che stavano lentamente tornando.
Solo da qualche istante aveva vagamente capito che Damon si era ripreso
e stava affrontando Chen, quando una mano calda gli si posò
sulla fronte.
Aprì gli occhi. Era Bonnie.
“Stefan, Stefan…stai bene? Puoi
parlare?” - gli chiese.
“Mmmmh….si…sto bene!” - la
sua voce era un sussurro, ma Bonnie lo sentì
perché sorrise lievemente.
“Cosa sta succedendo, Bonnie?” - le chiese.
“Damon si è ripreso, mi ha mandato a vedere come
state tutti mentre lui affronta Chen”.
“Tutti? Come sarebbe tutti? Elena? Ha fatto del male anche a
lei?” - chiese allarmato mentre si metteva a sedere.
“Sì…lui stava per uccidermi ed Elena
gli ha detto di non farlo e ha attirato l’attenzione su di
sé…Chen non se ne è curato molto,
però….ha inviato su lei, Meredith e Matt una
scarica di Potere abbastanza forte da fargli perdere i
sensi…ma non hanno nient’altro, sono solo
svenuti…ho già controllato!” - gli
rispose Bonnie mentre lo aiutava ad alzarsi.
“Dove sono ora loro?”.
“Laggiù!” - rispose lei indicando il
punto dove vide i corpi di Elena, Meredith e Matt stesi per terra, con
Lucas lì che li teneva d’occhio.
“Lucas come sta?”.
“Come te, credo! Si è rialzato mentre io ero
accanto a Meredith e mi ha raggiunto lì”.
All’improvviso un fulmine squarciò il cielo.
Si voltarono entrambi verso il punto in cui Damon e Chen combattevano.
A Stefan sembrava che fossero in totale parità.
Damon stava tenendo testa a Chen come né lui né
Lucas insieme erano riusciti a fare.
“Coraggio, Bonnie….dobbiamo raggiungere gli
altri!” - le disse.
“Ok, però….” - disse lei
continuando a tenere lo sguardo fisso sullo scontro.
“Però nulla! Bonnie, Damon sa
cavarsela…e se avrà bisogno di aiuto saremo qui!
Andiamo ora!” - le disse mettendole una mano sulla spalla.
Lucas stava seduto accanto ai corpi privi di sensi dei suoi
tre amici e guardava il combattimento tra i due vampiri quando Stefan e
Bonnie lo raggiunsero.
- Bonnie….lui
sta rischiando la sua vita per lei mentre lei è distrutta
perché teme di perderlo….lei lo
ama…Bonnie ama Damon come non ha mai amato me -
pensò quando la vide arrivare così abbattuta.
Lucas non aveva voluto vederlo e accettarlo, ma se ne era reso conto.
Dopo la prima sera in cui Damon era ritornato aveva pensato che fosse
solo una vecchia infatuazione non del tutto repressa e quando lei gli
aveva assicurato che l’amava le aveva creduto.
Poi Bonnie aveva cominciato a comportarsi in modo strano e
alla fine si era rinchiusa in casa senza neppure parlargli al telefono.
Lui sapeva che qualcosa non andava, ma continuava a ripetersi che non
era nulla e infatti lei poi l’aveva chiamato e tutto era
tornato a posto.
Era successo proprio quella mattina….e ora tutto era
così diverso che era quasi impossibile credere che le cose
potessero cambiare così velocemente.
Lei era sua fino a quella mattina.
- Ma forse non
è mai stata veramente tua, Lucas…forse
sì, ti ha amato, ma non come ama lui…gli
è bastato qualche istante per irrompere di nuovo nel suo
cuore e qualche giorno per riprendersela…”
- gli disse una voce nella sua testa.
E adesso lei era lì e ogni volta che Lucas tentava di
leggerle nelle mente, l’unica frase che vi trovava era una
preghiera…sempre la stessa..: “Damon, ti prego,
non lasciarmi!”.
- Accidenti, questo qui
non ha nessuna intenzione di mollare - pensava Damon.
Chen aveva appena cercato di dargli un pugno in piena faccia, ma Damon
era stato così veloce da scansarsi all’ultimo
secondo e dargli una ginocchiata nello stomaco.
“Avanti, Damon, questo è il massimo che riesci a
fare?” - chiese Chen.
“No. Piuttosto tu…fai tanto il duro e poi non
concludi nulla?” - ribattè.
Non aveva neppure finito la frase che vide Chen scaraventarglisi
addosso.
Si sentì afferrare per le braccia e scaraventare in aria. Ma
prima che potesse andare a sbattere contro la quercia contro cui Chen
lo aveva spedito, riprese il controllo di sé,
puntò i piedi sul tronco dell’albero e si
riportò a terra senza neppure un graffio.
“Ecco, appunto, come volevasi dimostrare…non
riesci a concludere niente, caro il mio nanerottolo cinese!”
- disse al suo avversario con disprezzo.
“Ah, davvero? Non concludo niente? Guarda un po’
questo!” - rispose l’altro.
Dopo appena un secondo sentì Bonnie urlare e quando si
voltò verso di lei la vide accasciarsi ancora sofferente tra
le braccia di Stefan.
Riportò gli occhi su Chen, furioso, e se lo
ritrovò a poco più di un centimetro dal naso con
un ghigno rivoltante sul viso.
“Visto? Qualcosa la so fare? Faccio del male alla strega
senza neppure sforzarmi poi tanto!” - gli disse Chen
sorridendo, un istante prima di dargli un pugno e mandarlo a terra.
“Vedi Damon, il tuo problema è soltanto uno: la
strega. Lei è il tuo punto debole! Insomma, guardati, non
appena l’hai sentita urlare hai perso la concentrazione e
adesso sei al tappeto! Beh…bisogna dire che questo
è un bene per me…non voglio mica che tu mi
uccida!” - gli disse e poi Damon lo vide gettare la testa
all’indietro e ridere come se qualcuno avesse appena fatto
una battuta divertente.
“Che c’è adesso vuoi anche farmi la
morale su come combatto? Il mio punto debole…la mia
concentrazione…pensa piuttosto alla tua di
concentrazione!” - gli rispose mentre Chen ancora rideva.
Poi, velocissimo, si alzò e si portò alle spalle
dell’altro bloccandogli una mano dietro la schiena e
mettendogli il braccio intorno al collo bloccandogli anche la testa.
“Non osare mai più fare a Bonnie quello che le hai
appena fatto!” - gli intimò in un orecchio.
“Altrimenti?” - rispose Chen mentre dava un calcio
all’indietro sul ginocchio di Damon, poi liberava la mano,
gli dava una gomitata al mento e si liberava dalla sua presa, per poi
passare alle spalle di Damon e bloccarlo allo stesso modo.
“Cosa mi farai, Damon, se oserò rifarle del
male?” - sussurrò Chen all’orecchio di
Damon prima di bloccargli la testa di lato e conficcargli i canini nel
collo.
Fu solo un attimo. Damon sentì i canini di Chen squarciargli
la carne e assaggiare il suo sangue. Poi si ritrovò buttato
a faccia in giù nel fango.
Stefan reggeva ancora Bonnie tra le braccia mentre guardava suo
fratello combattere.
Sembrava che tutto andasse bene per Damon, quando
all’improvviso la situazione si ribaltò e vide
Chen mordere Damon e gettarlo a terra.
Stefan doveva intervenire per aiutare suo fratello. Non sapeva bene
cosa fare, ma doveva intervenire.
Così lasciò andare Bonnie, che nel frattempo
aveva cominciato a piangere e tremare nascondendosi il viso tra le mani
come a non voler vedere cosa stava succedendo, e si
precipitò da Damon.
Forte dell’effetto sorpresa, attaccò Chen alle
spalle e riuscì a spedirlo al tappeto a qualche metro di
distanza. Poi andò da Damon.
“Damon…Damon, come stai?” - gli disse
aiutandolo a voltarsi.
“Stefan vattene!” - rispose Damon ringhiando e
mettendosi a sedere.
“Ma Damon, ti ha morso….è troppo forte
per te da solo!” - gli disse preoccupato Stefan.
“E tu cosa potresti fare per aiutarmi?” - si
sentì rispondere.
In Stefan si scatenò un’ondata di pura rabbia,
rabbia per la cocciutaggine e l’orgoglio del fratello.
“Damon, ascoltami, forse non sarò forte quanto te,
ma affrontarlo in due è sempre meglio che affrontarlo da
solo…” - gli disse deciso - “E poi
adesso non devi più pensare solo a te
stesso…adesso c’è Bonnie!”.
“E tu credi che io non lo sappia? Proprio perché
c’è Bonnie, tu devi andartene! Non so se
riuscirò a sconfiggerlo o comunque a uscire vivo da tutto
questo, e se io dovessi morire lei avrà bisogno di tutti voi
ed io voglio che ci sia tu a prenderti cura di lei e a proteggerla,
così come fai con Elena! Promettimelo!” -
ribatté Damon
“Sì, Damon, lo sai che lo farei comunque,
però….” - cominciò
Stefan che venne interrotto da un ringhio alle sue spalle.
“Allora sei stato tu! Ma non eri morto? Beh comunque poco
importa perché presto ucciderò anche te! Hai
scelto proprio un brutto giorno per correre in aiuto di tuo fratello,
Stefan!” - disse infuriato Chen.
Stefan lo vide avvicinarsi sempre di più e si
alzò, mentre nel cielo si scatenava un’altra
tempesta di fulmini.
Stava pensando a come comportarsi, quando Damon lo spinse via e gli
gridò: “CORRI!”
Stefan guardò il fratello e, vedendo il suo viso
terribilmente serio, cominciò a correre quando…
“Dove credi di andare, Stefan?” - era la voce di
Chen.
E subito dopo un fulmine lo colpì in pieno.
Damon vide Stefan, colpito dal fulmine, accasciarsi a terra.
Non sapeva se era vivo o morto, ma sapeva che era stato Chen e questo
gli bastava per sentire crescere dentro di sé un odio tanto
profondo da non averlo mai sentito neppure nei suoi momenti
più neri.
“Adesso, torniamo a noi!” - gli fece Chen,
minaccioso.
“Lo sai vero che con quello che gli hai fatto hai appena
firmato la tua condanna a morte?” - rispose Damon ancora
più minaccioso.
“Oh, andiamo…le tue minacce non mi fanno
più alcun effetto, sappilo!” - ribatté
Chen.
Poi Damon lo vide avvicinarsi e in pochi attimi si ritrovò
sulle spalle di Chen che lo portò così per alcuni
metri senza alcuna fatica nonostante lui cercasse di liberarsi.
Lo gettò a terra, gli afferrò i capelli e gli
batte forte la testa contro il terreno umido, poi gli mise un piede sul
petto e si chinò verso di lui.
“Beh…è giunto il momento di dirci
addio, Damon!” - disse Chen, mentre, dietro la sua testa,
Damon poteva vedere altri fulmini pronti a riversarsi su di lui.
E questa volta era sicuro che non se ne sarebbe uscito con uno
svenimento.
Bonnie era rimasta lì accanto al corpo di Elena e aveva
osservato tutta la scena.
Stefan era stato colpito ed era a terra e Damon….Damon era
stato morso e ora Chen lo aveva buttato a terra e a giudicare dai
fulmini voleva ucciderlo con quelli.
Si sentiva persa, distrutta.
Damon aveva combattuto per lei e adesso stava per morire e lei non
sapeva cosa fare. L’unica cosa che voleva era che lui non
morisse.
No, lui non doveva morire.
Fece un passo avanti, poi un altro e poi un altro fino a che due
braccia forti la fermarono.
“Bonnie, non puoi andare!” - le disse Lucas.
“Sì, Bonnie, Lucas ha ragione!” - Elena
sia era svegliata e stava aiutando anche Meredith e Matt a tirarsi su.
Si erano ripresi e lei neppure se ne era accorta.
“Ma, Elena….Stefan è a terra e forse
è…” - lasciò la frase in
sospeso.
“Sì, lo so! Ma non è detta
l’ultima parola” - rispose Elena mentre una lacrima
le rigava il viso.
“Comunque sia, resta il fatto che tu non puoi muoverti di
qui!” - ribadì Lucas.
“No, io devo andare…Damon…Chen potrebbe
ucciderlo!” - disse Bonnie con voce rotta.
“Lo so! Ma tu non ti muovi!”.
“Lucas, ascolta! Lo so che ti ho ingannato, che ti ho
mentito, che ti ho fatto male, ma…è colpa mia,
è solo colpa mia, Damon non c’entra, io avrei
dovuto essere sincera fin da subito con te, non puoi lasciarlo morire
per un mio errore!” - gli disse.
“Ed io non ho intenzione di lasciarlo morire! Bonnie io ti
amo e forse lo farò sempre, ma so che tu ami lui, non sono
stupido! E sono furioso con te e con lui, ma proprio perché
ti amo voglio vederti felice e se puoi esserlo solo con Damon allora il
mio dovere da persona che ti ama è salvarlo o almeno fare il
possibile. Quindi, no, tu non puoi andare, ma io
sì!” - e detto questo la lasciò e corse
verso Damon.
Bonnie lo vide arrivare appena in tempo per dare una spinta a Chen e
spedirlo lontano, mentre spostava Damon appena un secondo prima che una
scarica potentissima di fulmini lo colpisse.
NOTA:
E dopo un giorno di assenza sono tornata. Vi sono mancata?
Comunque grazie come sempre per le recensioni e anche a tutte quelle
persone che leggono senza recensire e vedo con piacere che sono in
tante.
Grazie a tutti....BACIONI...IOSNIO90.
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Capitolo 14 *** Capitolo tredicesimo ***
Capitolo
tredicesimo
Era stato
tutto velocissimo.
Un
attimo prima era steso a terra con Chen pronto ad ucciderlo e un attimo
dopo Chen non c’era più e lui era stato trascinato
via con la forza.
Quando,
ancora confuso, si alzò e si voltò verso chi
l’aveva salvato, dire che rimase sorpreso è dire
poco.
“Tu!
Che fai qui?” - disse Damon.
“Ti
salvo, mi sembra evidente!” - rispose Lucas.
“Perché?”
- chiese Damon che solo allora si stava rendendo conto che non aveva
mai scambiato neppure mezza parola con l’inglesino da lui
tanto odiato.
“Secondo
te?…Per Bonnie, ovvio!” - rispose duro Lucas.
“Questo
lo avevo capito, non sono scemo! Quello che voglio sapere è
perché mi hai salvato se sai che lei vuole me. Sarebbe stato
più logico lasciare che venissi ucciso così da
riprendertela!” - chiarì Damon.
“Beh,
se credi davvero che le cose sarebbero andate così se tu
fossi morto, allora non conosci così bene Bonnie. Lei
sarebbe restata lì, vuota e distrutta, a piangerti, anche
per il resto della vita!” - rispose Lucas con una strana
smorfia.
Era
ovvio che dire quelle cose lo feriva. Ma aveva ragione! Bonnie avrebbe
reagito quasi sicuramente così se lui fosse morto,
esattamente come avrebbe reagito lui se lei fosse morta.
Damon,
allora, si limitò ad annuire, quando dal nulla vide un
grosso ramo d’albero appuntito scagliarsi verso loro due.
Fecero appena in tempo a scansarsi, che il ramo attraversò
lo spazio che li divedeva e andò a sbattere contro
l’esterno della casa.
Quando
si voltarono Chen era lì.
“Come.
Hai. Osato!” - gridò a Lucas scandendo parola per
parola.
“Come
hai osato tu! Venire qui e cercare di ucciderci per la tua stupida
vendetta! E’ una follia! Ma tu sei troppo stupido per
capirlo, altrimenti ti saresti messo l’anima in pace ed ora,
forse, avresti trovato qualcun altro, qualcuno che ti ami, ma,
soprattutto, qualcuno che sappia chi sei e cosa sei e lo accetti
comunque!” - gli gridò in risposta Lucas.
“Hey,
attento quando parli!” - gli sussurrò Damon che
nel frattempo gli si era avvicinato.
“Sì,
idiota, segui il suo consiglio e stai attento quando parli!”
- fece Chen.
“Altrimenti?”
- chiese Lucas con sfida.
“Altrimenti???!”
- fece Chen.
“Sì,
altrimenti” - ribadì Lucas.
Chen
si limitò a guardarlo e a ringhiargli contro. Damon riusciva
ad avvertire tutta la sua ira, ormai era completamente fuori controllo.
In quello stato non si sarebbe limitato ad uccidere lui, ma avrebbe
fatto una strage.
Era
passato solo un secondo, quando vide Chen catapultarsi verso di loro.
Doveva
fare qualcosa.
La
prima cosa che gli venne in mente fu di lanciargli contro
un’ondata di Potere, ma era stato appena morso e sicuramente
non aveva ancora Potere a sufficienza per
fermarlo….lo avrebbe solo fatto infuriare di più.
Poi…un’idea.
Chen
era vicinissimo, allora afferrò un braccio di Lucas e lo
trascinò dalla parte opposta.
Quando
si voltò, vide Chen fermarsi di botto, e cercarli confuso in
giro, non appena lì trovò gli si
scagliò nuovamente contro e Damon riafferrò Lucas
e si spostarono di nuovo.
Le
cose andarono avanti così per un paio di volte, poi Lucas
capì il gioco di Damon: stava cercando di stancare
l’avversario approfittando di quel momento in cui Chen era
completamente fuori di sé, aveva perso la concentrazione e
pensava solo a prenderli. Così Damon vide Lucas staccarsi da
lui, annuire, attirare l’attenzione di Chen su di
sé e continuare quello stupido giochetto, lasciandogli i
minuti necessari a riprendere un po’ di forze.
-
Beh, in fondo questo Lucas non è totalmente stupido -
pensò osservando la scena.
Le
cose continuarono ad andare avanti così per un bel pezzo,
con il gatto che dava la caccia al topo senza mai riuscire a prenderlo.
All’improvviso
Chen si fermò. Era arrivato il momento di agire.
Damon
fece un cenno a Lucas per dirgli di non muoversi, poi si
concentrò e lanciò verso Chen un’ondata
di Potere così carica d’odio da far paura persino
a Lucas che sapeva bene che non era destinata a lui.
Chen
si accorse del pericolo solo un istante prima di essere colpito.
Damon
lo vide letteralmente volare all’indietro per il colpo
subìto e poi accasciarsi a terra.
Adesso
era vulnerabile e se volevano ucciderlo dovevano farlo ora, ma Damon
sapeva bene che anche con un’altra ondata di Potere come
quella di poco prima non sarebbe morto, avevano bisogno di qualcosa di
più drastico.
“Il
cielo!” - gli disse Lucas che gli si era messo di fianco e
che evidentemente gli aveva letto nella mente.
Damon
non fece domande e alzò gli occhi e l’unica cosa
che vide fu un cielo completamente nero.
Non
riusciva a capire cosa significassero le parole di Lucas, quando ad un
tratto quell’oscurità venne illuminata dalla luce
accecante e improvvisa di un fulmine.
E
allora Damon ricordò: ricordò il fulmine che lo
aveva colpito facendogli perdere i sensi, ricordò Stefan
colpito da un fulmine cadere a terra e non sapeva se vivo o morto,
ricordò tutti quei fulmini che Chen stava per mandargli
contro poco prima che Lucas lo trascinasse via.
I
fulmini. Lucas gli stava dicendo di usare i fulmini come faceva Chen.
Damon
si voltò verso Lucas e con la coda dell’occhio
riuscì a vedere che in lontananza Chen si stava lentamente
riprendendo.
“Inglesino,
ascoltami! Ho capito cosa hai cercato di dirmi e sì, forse
posso farcela ad usare i fulmini contro di lui!” -
cominciò Damon.
“Bene…”
- lo interruppe Lucas visibilmente sollevato.
“No,
aspetta, perché forse non hai capito! Io non ho detto che
SICURAMENTE ce la farò. Ma ho detto che FORSE posso
farcela.” - chiarì Damon.
“Che
significa?”.
“Significa
che non l’ho mai fatto! Controllare il tempo sì,
la nebbia anche, ma i fulmini mai…non ci ho mai
provato”.
“E
credi di non poterci riuscire?” - chiese Lucas.
“Non
ho detto questo! Anzi credo che posso riuscirci, ma sarà
difficile. Se vogliamo toglierlo di mezzo dovrò riuscire, al
primo colpo, non solo a muovere un solo fulmine come voglio io, ma
serviranno più fulmini insieme per stenderlo come si deve e
poi ucciderlo senza problemi!” - spiegò Damon.
“Quanto
tempo ti serve? Perché si sta riprendendo!” -
disse Lucas.
“Bene!
Vedo che hai afferrato il punto! Ho bisogno di tempo, non molto, ma
sicuramente più di quello che servirà a Chen per
rimettersi in piedi, quindi…” - e
lasciò volutamente la frase in sospeso.
“Quindi
ti serve che qualcuno faccia da esca e lo tenga occupato per un
po’….ti serve che IO faccia da esca,
giusto?” - concluse cauto Lucas.
“Sì,
beh anche se più che fare da esca, mi serve che tu lo tenga
al tappeto e non gli permetta di recuperare le forze” - disse
Damon.
“Al
tappeto?” - chiese Lucas.
“Sì!
Adesso è vulnerabile, una preda quasi facile…e
così deve rimanere perché così, anche
se io dovessi sbagliare e non riuscissi a controllare una
quantità elevata di fulmini, quelli che gli
scaglierò contro servirebbero comunque al nostro scopo. In
caso contrario, se io sbagliassi e lui fosse tornato nel pieno della
forma, beh…allora credo che l’unica cosa che
otterremmo sarà fargli il solletico e imbestialirlo ancora
di più…e allora….”.
“Addio
mondo, per tutti quanti!” - finì Lucas.
“Già!
Per tutti quanti…anche per Bonnie!” - disse Damon.
“E
tu non puoi permetterlo!” - disse Lucas fissandolo.
“No,
non posso permetterlo!” - si limitò a rispondere
Damon.
“Ok,
allora! Sarà meglio che cominci a prenderlo a calci! Tu nel
frattempo comincia a fare qualsiasi cosa tu debba fare, ma falla in
fretta, neanch’io sono nel pieno delle forze dopo tutto
quello che mi è successo oggi!” - disse Lucas.
“Che
TI è successo?” - chiese Damon, incredulo.
“Sì!
Che Mi è successo! Oggi sono stato fatto a pezzi!”
- rispose Lucas.
“Tu
saresti stato fatto a pezzi? Come puoi lamentarti se si può
dire che Chen neppure ti ha toccato? Cosa dovremmo dire noi altri,
allora?” - chiese Damon.
“Sì,
Damon, io sono stato fatto a pezzi e forse anche più di
voi!” - disse Lucas.
“PIU’.
DI. NOI?” - disse Damon scandendo parola per parola,
visibilmente irritato.
“Sì,
più di voi! Ma non da Chen!” - rispose Lucas.
“E
da chi?”.
“Da
te! Tu mi hai distrutto, Damon!” - disse Lucas.
“Ah!”
- fece Damon che solo adesso aveva capito che il discorso non
riguardava più Chen e lo scontro, ma lui e Bonnie.
“Già!
Ma non importa! Ora l’unica cosa che conta è
uccidere Chen in modo che non possa ferirla, ed io devo fare in modo
che neppure tu venga ammazzato altrimenti lei ne morirebbe ed io voglio
che sia felice, anche senza di me! E tu, Damon, dovrai farla felice!
Altrimenti io tornerò e ti assicuro che Chen sarà
stato una passeggiata di salute in confronto a me! Intesi? Su di te non
si raccontano esattamente storie fantastiche, soprattutto riguardo te,
Stefan ed Elena….ed io non voglio che Bonnie soffra
perché tu una volta che ti sarai tolto lo sfizio di
togliermela poi ti accorgi che vuoi ancora la sua amica. Ci siamo
capiti?” - lo minacciò Lucas.
Damon
lo guardò negli occhi e poi: “Sì, ho
capito! Ma posso assicurarti che non avremo più bisogno
della tua presenza dopo stasera. Con Bonnie è tutto vero e
non ho mai sentito nulla di simile” - ammise.
“Lo
spero! Ora, torniamo a noi!” - fece Lucas voltandosi verso
Chen che stava quasi per rialzarsi - “Io vado!” -
continuò e Damon lo vide lanciarsi contro il loro avversario.
Bonnie
era lontana, ma aveva seguito tutto lo scontro.
Damon
e Lucas stavano combattendo insieme e sembrava stessero avendo la
meglio.
Approfittando
della situazione Meredith e Matt erano corsi da Stefan e lo avevano
trascinato accanto ad Elena che era rimasta semplicemente ferma
dov’era a fissare il vuoto.
Era
in pena per Stefan e Bonnie la capiva benissimo.
Non
appena il corpo di Stefan le fu accanto, Bonnie la vide voltarsi verso
di lui e posargli una mano sul petto come se volesse accertarsi che il
suo cuore battesse, ma era un gesto inutile: il cuore di Stefan aveva
smesso di battere centinaia di anni prima.
Poco
dopo Elena sembrò riprendere vita e tutti loro la fissarono
mentre si chinava su Stefan, gli poggiava un bacio sulle labbra e poi,
dopo essersi tirata su, estraeva un coltellino dalla tasca di Stefan e
con quello si incideva il polso e lo poggiava, sanguinante, sulle
labbra di lui.
Dopo
pochi secondi Elena si volse verso di loro e, con gli occhi pieni di
gioia, disse: “Sta deglutendo!”.
Allora
Bonnie tirò un sospiro di sollievo perché
significava che Stefan si sarebbe ripreso e poi si girò
dall’altra parte tornando a guardare lo scontro: non voleva
stare a guardare mentre Stefan beveva da Elena, non perché
avesse timore o altro, ma solo perché lo riteneva un gesto
troppo intimo per essere condiviso.
Con
la coda dell’occhio notò che anche Meredith e Matt
avevano fatto lo stesso: evidentemente la pensavano allo stesso modo.
Bonnie
tornò a concentrarsi su Damon e Lucas e solo allora vide che
Chen era a terra che cercava di rialzarsi e i due vampiri erano intenti
a parlare tra loro come se stessero mettendo a punto una strategia.
Bonnie
non sapeva cosa pensare, sperava solo che quell’incubo
finisse presto, quando all’improvviso sentì una
mano posarsi su una sua spalla.
Era
Meredith.
“Ce
la faremo, Bonnie! Se la caveranno!” - furono le uniche
parole che le disse, ma a Bonnie bastarono per sentire un enorme senso
di sollievo e speranza pervaderle l’anima.
Davanti
a lei Lucas si stava scagliando su Chen.
Dritto
dinanzi a sé Lucas le stava dando di santa ragione a quel
verme viscido di Chen, ma Damon poteva vedere sul suo alleato i primi
segni della stanchezza.
Doveva
darsi da fare.
Chiuse
gli occhi e si concentrò. Avvertì tutto il suo
Potere percorrergli il corpo e scorrergli frenetico nelle vene.
Cercò di mandarlo fuori da sé, verso il cielo,
mentre nella sua mente visualizzava ciò di cui aveva
bisogno: i fulmini.
Aprì
gli occhi e alzò la testa. Il cielo era nero, ma Damon
riuscì a vedere i primi tenui bagliori lontani sintomo del
fatto che stava realmente riuscendo nel suo intento.
I
bagliori diventarono sempre più forti e visibili e Damon
riuscì a sentire la prima eco lontana di un tuono.
- Bene!
Adesso ancora di più -
pensò, mentre , cautamente, inviava verso l’alto
altro Potere.
Il
cielo cominciò a tuonare sempre di più, il vento
cominciò a soffiare forte e i bagliori di poco prima si
trasformarono prima in piccole saette e poi in fulmini forti e mortali.
Damon
riusciva ad avvertirli tutti. Gli bastava solo pensare ad un fulmine
che questo si manifestava sulla sua testa. Gli bastava solo pensare a
dove il fulmine dovesse colpire che questo colpiva immediatamente
l’oggetto o l’angolo di cielo designato.
Damon
si sentiva pronto, gli erano bastati pochi minuti per riuscire ad avere
tutto sotto controllo.
Quando
abbassò lo sguardo a guardare Lucas, lo vide ormai stremato
che riusciva a malapena a tenere giù Chen. Era
giunto il momento di agire.
-
Ora
o mai più, Damon! - si disse.
Poi
raggruppò su Chen un gruppo di fulmini pronti ad essere
scagliati.
“Lucas,
vattene!” - gridò e lo vide fermarsi e sparire
all’istante.
Chen
avvertì solo allora il pericolo, ma ormai era troppo tardi:
Damon lo stava per battere con le sue stesse armi.
Damon,
prima di colpire, fece un’unica cosa: guardò
Bonnie e la vide lì intenta a fissarlo.
Quando
si accorse che anche lui la stava guardando gli sorrise lievemente e
annuì.
Forte
di quella conferma da parte della sua streghetta, Damon si
voltò verso Chen e, con tutta la forza che gli era rimasta,
gli scagliò addosso un numero impressionante di fulmini, uno
dietro l’altro, uno più forte dell’altro
e solo quando lo vide ormai ridotto ad uno straccio, nemmeno in grado
di muovere un muscolo, si fermò.
L’ultima
scarica fu la più potente, ma non lo uccise: per ucciderlo
serviva qualcos’altro.
E
questo qualcos’altro ora era in mano a Lucas che era
ricomparso con un paletto tra le mani e stava accanto al corpo di Chen.
Damon
si avvicinò e Lucas gli porse l’arma.
“Devi
farlo tu!” - gli disse.
Damon
non se lo fece ripetere due volte e, con tutto l’odio, la
rabbia e il dolore accumulati quella sera, conficcò il
paletto al centro esatto del petto di Chen e lo guardò
morire e dissolversi nell’aria: era troppo vecchio
perché di lui restasse qualcosa.
NOTA:
Ciao a tutti! Come va?
Sono stata assente per qualche giorno, ma non riuscivo a capire
esattamente come Damon voleva uccidere questo tizio, quindi...
Comunque spero che vi piaccia la soluzione che ho trovato!
Fatemi sapere nelle recensioni....BACIONI....IOSNIO90!
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Capitolo 15 *** Capitolo quattordicesimo ***
Capitolo
quattordicesimo
La
morte non è mai facile.
Guardare qualcuno che muore è un esperienza che lascia
sempre senza fiato, anche se questo qualcuno voleva la tua di morte.
Da quando Stefan e Damon erano entrati nella loro vita, Bonnie aveva
visto e combattuto molte battaglie, via via sempre più
difficili, e ogni volta era morto qualcuno, ma davvero non riusciva ad
abituarsi.
Non riusciva ad abituarsi a quell’angoscia che ti attanaglia
durante tutta la battaglia.
Non riusciva ad abituarsi a quella sensazione di stasi in cui il tempo
pareva fermarsi mentre il colpo di grazia fendeva l’aria.
Non riusciva ad abituarsi alle grida strazianti di dolore.
Non riusciva ad abituarsi al silenzio che seguiva la morte.
Ed era proprio a quel punto che tutto si era bloccato: c’era
stata la battaglia, Damon aveva sferrato il colpo di grazia,
c’erano state le urla di Chen ed ora, eccolo, il
silenzio.
Erano tutti lì, fermi, a fissare il vuoto, quel vuoto dove
fino a qualche istante prima c’era il corpo del vampiro che
quella sera li aveva fatti tanto soffrire: Chen.
Bonnie, come gli altri, osservava la scena, mentre il sole cominciava a
fare capolino tra le nuvole e si alzava, lento, nel cielo illuminando
ogni minimo angolo della cittadina addormentata di Fell’s
Church con una luce arancione dai riflessi rosati.
Era l’alba.
- E’ finita!
La notte è finita e con lei l’incubo
- pensò Bonnie volgendo per un attimo gli occhi al cielo.
Mentre pensava questa cose sentì la presa di Meredith sulla
sua spalla farsi più forte e dopo appena un attimo si
ritrovò tra le braccia dell’amica.
Fu allora che quel silenzio, che pareva durare da una vita,
finì.
Bonnie cominciò a piangere tra le braccia di Meredith. Le
sue erano lacrime di gioia, di sollievo, di speranza. Per la prima
volta da quando Chen era entrato nella sua vita, Bonnie si sentiva di
nuovo se stessa.
Il ricordo di Chen le fece tornare alla memoria Damon che aveva
rischiato la sua vita pur di salvarla, e come un flash Bonnie
ricordò gli attimi trascorsi con Damon la sera prima, ma
più di ogni altra cosa ricordò le parole che
Damon le aveva detto: lui la amava, lui le aveva detto di amarla e lei
sapeva con tutta se stessa che quella era la verità.
Nell’attimo in cui ricordò, si sciolse
dall’abbraccio di Meredith e si voltò verso Damon.
Lui era ancora lì, dove Chen era morto, con Lucas di fianco
e ora la stava guardando.
Non appena i loro occhi si incontrarono, Bonnie ebbe
l’impressione che una sorta di filo invisibile la
costringesse a muoversi nella direzione di Damon come se fosse la cosa
più giusta, semplice e naturale al mondo.
Si lasciò andare a quella sensazione così
piacevole e avvertì solo vagamente il suo corpo muoversi,
mentre la distanza tra lei e Damon si accorciava sempre di
più ad ogni secondo.
Si incontrarono a metà strada, gli occhi dell’uno
incatenati a quelli dell’altro. Le loro mani si cercarono, le
loro dita si sfiorarono e poi si intrecciarono.
“Streghetta!” - fece Damon sorridendole.
“Vampiro!” - rispose Bonnie.
“Vampiro?”.
“Sì, visto che tu mi chiami strega,
perché io non posso chiamarti vampiro? E’ quello
che sei!” - rispose lei.
“Hai ragione! Non fa una piega!” -
concordò Damon poi: “Come stai?” - le
chiese tornando serio.
“Bene, adesso sto bene! E tu?” - chiese Bonnie di
rimando.
“Bene, con te qui bene!” - le rispose Damon.
A quelle parole Bonnie si sentì esplodere di
felicità, si illuminò di uno di quei sorrisi
speciali che riservava solo e soltanto a lui e gli gettò le
braccia al collo stringendolo forte. Era da tutta la notte che voleva
stringere Damon a sé e sentire le sue braccia che
l’avvolgevano nell’abbraccio più sicuro
che avesse mai provato. Essere tra le braccia di Damon era come essere
a casa: rassicurante, unico e allo stesso tempo
familiare….Fantastico!
Mentre era ancora stretta a Damon, Bonnie vide da lontano che Lucas era
ancora lì e la stava fissando triste come non mai.
Quando si accorse che anche lei lo guardava si voltò come
per andarsene, ma Bonnie aveva ancora delle cose da
dirgli…non poteva permettere che sparisse così.
“Damon, io devo….” -
cominciò, ma lui la interruppe posandole un dito sulle
labbra.
“Lo so! Vai…ti aspetto qui e magari do pure
un’occhiata a quel pivello di mio fratello!” - le
disse con il suo solito sorriso beffardo sulle labbra, ma infondo
Bonnie sapeva che Damon era davvero in pena per Stefan, anche se lui
non l’avrebbe mai ammesso.
Damon la lasciò e si diresse verso Stefan, mentre lei
cominciò a correre dietro Lucas per fermarlo.
“Lucas! Lucas, aspetta! Non andartene!” - gli
chiese quando lo ebbe raggiunto.
Lucas si fermò e si volto verso Bonnie.
“Bonnie, io non posso restare, devi capirmi…tu sei
innamorata di Damon e spero che ti renda felice, ma io non posso
restare qui a farti da amico, non posso perché ti amo e
stare qui e vedervi insieme mi farebbe solo del male, e so per certo
che tu sei troppo buona per volere che io soffra!” - le disse
accorato Lucas.
Bonnie sapeva che Lucas aveva ragione. Lei gli voleva bene e ricordava
perfettamente il periodo passato a soffrire in silenzio
perché era segretamente innamorata di Damon mentre lui aveva
occhi solo per Elena, e non voleva infliggere quella stessa tortura a
Lucas.
Ma prima di lasciarlo andare doveva sapere una cosa.
“Lucas…tu mi odi?” - gli chiese.
Lui chiuse gli occhi un momento e poi li riaprì e guardando
in basso disse: “Vorrei, Bonnie, vorrei odiarti con tutto me
stesso, ma non ci riesco. Tu mi hai fatto a pezzi, io ero pronto a
tutto per te, e tu mi hai fatto a pezzi, ma io non riesco ad odiarti.
Tu mi hai mentito, fino a ieri mattina ero convinto che tra pochi
giorni ci saremmo sposati e saremmo stati insieme per sempre, ma tu mi
hai mentito, mi hai mentito giurando di provare per me un amore che non
provavi, o meglio, che provavi ma per qualcun altro, eppure nonostante
tutto io non riesco ad odiarti. Ti guardo e in te non vedo colei che mi
ha spezzato il cuore, non vedo la traditrice, la bugiarda, ma in te
vedo sempre e solo la ragazza più pura, dolce, sensibile,
delicata e fantastica che io abbia mai avuto l’onore di
conoscere, e per questo non riesco ad odiarti e a maledire il giorno in
cui ti ho incontrata perché semplicemente non si
può maledire il giorno in cui si ha la fortuna di incontrare
sulla propria strada una creatura come te. Tu sei speciale, Bonnie, e
no, io non ti odio, piuttosto so che ti amo e continuerò a
farlo per un bel pezzo. Forse un giorno riuscirò a smettere
di amarti così tanto e tornerò a trovarti e forse
tu per allora sarai una splendida strega-vampira, chi può
dirlo…ma ci rivedremo, presto o tardi ci rivedremo. Te lo
prometto!”.
“Sii felice, Lucas!” - e detto questo Bonnie lo
abbracciò e, consapevole del fatto che nonostante le sua
promessa forse non l’avrebbe mai più rivisto, dopo
qualche attimo lo lasciò andare e restò
lì a guardare la sagoma di Lucas scomparire
all’orizzonte, mentre una lacrima le rigava il viso.
Dopo qualche minuto sentì un braccio intorno alle spalle.
Era Damon.
“E’ andato via?” - le chiese senza la
minima punta di astio nella voce.
“Sì” - rispose lei.
“Tutto ok?” - chiese, allora, lui premuroso.
“Sì” - rispose, ancora una volta, Bonnie
voltandosi a guardarlo e poi: “Come sta Stefan?” -
gli chiese.
“Guarda, streghetta, ci hanno provato in tanti, io stesso ci
ho provato, ma a quanto pare nessuno riesce a toglierlo di
mezzo…mi sa che dovrò sorbirmelo ancora per
mooooooto tempo!”.
“Oh, avanti, a chi vuoi darla a bere? Lo so che tu vuoi bene
a Stefan!” - fece Bonnie.
“Ehi, ehi, ehi! Si può sapere che ti salta in
testa? Ti ricordo che io sono Damon Salvatore e non voglio
‘bene’ a nessuno, io!” -
affermò Damon risoluto.
“A nessuno?”.
“A nessuno!”.
“Quindi, non provi nulla neppure per me?” - chiese
lei mettendo il broncio e guardandolo con quei suoi grandi occhioni
nocciola spalancati e tristi a cui nessuno, neppure Damon, era mai
stato in grado di resistere.
“Ma che c’entra! Con te è
diverso!” - fece lui accarezzandole una guancia con il dorso
della mano.
“Cioè?”.
“Io ti amo!” - rispose Damon con il tono
più tranquillo e disinteressato che Bonnie gli avesse mai
sentito, come se quella fosse l’affermazione più
ovvia del mondo per lui.
Quasi senza accorgersene, Bonnie cominciò a ridere.
“E adesso perché mi ridi in faccia?” -
chiese Damon confuso.
“Beh, ma ti sei sentito? Hai detto che mi ami come se fosse
la cosa più scontata al mondo!” - rispose Bonnie.
“Aspetta! Per una buona volta che ti dico quello che provo tu
mi prendi in giro? Grazie tante!” - disse Damon e fece per
andarsene.
- Oddio, l’ho
fatto arrabbiare! Complimenti, Bonnie! - pensò
e gli andò dietro chiedendogli scusa e implorandolo di
restare.
Damon si voltò di scatto e la attirò a
sé prendendola per i fianchi.
“Te l’ho fatta, streghetta! Dove credi che abbia
intenzione di andare senza di te?” - le soffiò ad
un centimetro dalle labbra.
Bonnie sentiva la testa che le girava, le mani che cominciavano a
sudare, le guancie che avvampavano per il rossore, il cuore che
cominciava a correrle veloce nel petto, il respiro che si trasformava
in affanno, mentre tornava a perdersi nel mare nero degli occhi di
Damon. Ma…
“BONNIE!” - la voce di Elena arrivò ad
interrompere quel momento così perfetto.
Damon si allontanò sbuffando e alzando gli occhi al cielo,
mentre Elena si fiondò su Bonnie e la bloccò in
un abbraccio stritolatore.
“Elena…mi soffochi!” -
annaspò.
“Oh, Bonnie, scusa! E’
che…insomma…è finita finalmente! Tu
stai bene, Damon sta bene, noi stiamo bene e
Stefan…”.
“Stefan sta bene!” - la interruppe una voce alle
sue spalle. E Bonnie vide Stefan, ancora un po’ malconcio ma
vivo, avvicinarsi a loro sorretto da Matt.
Istintivamente Bonnie andò incontro all’amico che
era quasi morto per aiutare lei e Damon e lo abbracciò.
Stefan ricambiò l’abbraccio, mentre alle loro
spalle qualcuno cominciò a tossire rumorosamente.
“Ehi! Ti avverto, toglile le mani di dosso!” - fece
Damon al fratello.
“Come vuoi!” - replicò Stefan
sciogliendo l’abbraccio con il sorriso sulle labbra e
scuotendo la testa, mentre si avvicinava ad Elena.
“Adesso che è tutto finito, però,
vorrei che mi spiegassi per bene cosa voleva quel tizio da te,
Bonnie!” - disse Elena.
“Sì, voglio conoscere anch’io per bene
la storia!” - si accodò Matt.
“Beh….” - cominciò Bonnie,
mentre i due amici le lanciavano occhiate sempre più
insistenti per incitarla a parlare.
“Che ne dite se, invece, rimandate le confidenze a domani,
eh?” - li interruppe Damon, lanciando uno sguardo decisamente
significativo verso Stefan.
“Sì, sarà meglio parlarne domani! Io
sono d’accordo con Damon” - intervenne allora
Stefan.
“No, aspetta! Come sarebbe domani? Bonnie ha
rischiato la vita stasera, è sconvolta e ha bisogno
di parlare e rilassarsi. E’ la mia migliore amica, Stefan,
non posso lasciarla da sola!” - replicò decisa
Elena.
“Ascolta, amore mio, non devi preoccuparti per Bonnie. Su
andiamo!” - la incalzò Stefan sospingendola
dolcemente più in là.
“No, come sarebbe, che non devo
preoccuparmi….” - ribatté Elena.
“Sì, Elena ha ragione, è ovvio che
dobbiamo preoccuparci!” - la sostenne Matt.
Stefan sembrava in po’ in difficoltà, ma per
fortuna intervenne Meredith, che nel frattempo si era avvicinata.
“Elena, Matt, smettetela di fare storie e andiamo
via!” - disse Meredith con lo stesso tono di voce che le
mamme usano per rimproverare i loro figli.
“Meredith, ti ci metti anche tu, adesso? Bonnie ha bisogno di
noi!” - disse Elena.
“Sì, dobbiamo starle accanto! Deve
rilassarsi!” - aggiunse Matt.
“Ok sentite! Stefan ha cercato di farvelo intendere ma devo
dire che certe volte voi due sapete essere proprio ottusi. Vediamo se
capite meglio così! Bonnie non ha bisogno di nessuno adesso,
anzi ha bisogno di una sola persona, cioè Damon. Loro due
vogliono stare da soli, hanno bisogno di stare da soli! Intesi?
E sono sicura che ci penserà Damon a rilassare la
nostra amica!” - e dicendo questo si voltò a
guardare Bonnie che sentì le guancie che avvampavano per
l’imbarazzo.
“Oooohhh! Hai ragione!Mmmmhh…ok, scusa Bonnie,
scusa Damon, noi non avevamo capito che….va bè
sarà meglio se andiamo ora!” - disse Elena che
aveva appena capito la terribile gaffe che stava facendo.
“Sì, scusate,
sì….!” - balbettò Matt.
“Bene, allora noi andiamo….ci vediamo
presto!” - disse Meredith abbracciando Bonnie e lanciando uno
sguardo a Damon che significava chiaramente < stai attento a
ciò che fai oppure considerati finito > , sguardo a
cui
Damon rispose sgranando leggermente gli occhi.
Bonnie ricordò con un sorriso che Meredith era
l’unica persona che riusciva davvero ad inquietare Damon.
“Ok….andiamo! Ciao Bonnie! Damon!” -
disse Stefan.
“Ciao a tutti!” - rispose Bonnie, mentre, con la
coda dell’occhio, vide Damon rispondere al saluto del
fratello con un semplice gesto del capo.
Non appena rimasero finalmente da soli, Damon le prese una mano e le si
mise di nuovo di fronte, guardandola negli occhi.
Bonnie non aveva mai visto nessuno guardarla con così tanto
amore ed era sicura di non aver mai guardato nessuno con lo stesso
amore con cui guardava Damon.
Era un qualcosa di strabiliante, scioccante, paralizzante,
totalizzante.
Era infinito, sconfinato ed eterno.
Damon, allora, mosse una mano fino ad accarezzarle delicatamente il
viso.
A quel contatto Bonnie sentì pura elettricità
percorrerle ogni angolo del suo corpo e della sua anima, come ogni
volta che lui la toccava o la sfiorava soltanto.
Damon indugiò con la mano sulla sua guancia e Bonnie chiuse
gli occhi per godersi a pieno quelle incredibili sensazioni che solo il
tocco di Damon sapeva darle.
Quando riaprì gli occhi, lui era lì, a pochi
centimetri da lei.
Allora li richiuse di scatto ed attese, pazientemente, di sentire le
labbra di Damon tornare a posarsi sulle sue.
Le loro labbra si sfiorarono leggermente, per poi modellarsi le une
sulle altre ed unirsi in un bacio passionale e delicato allo stesso
tempo e fu solo allora che Bonnie capì che tutto quello che
aveva cercato, che aveva sognato, tutto quello per cui aveva
combattuto, per cui aveva sofferto, tutto quello che la sua anima aveva
sempre desiderato era finalmente arrivato, ed era
lui…..Damon.
NOTA:
Ciao a tutti e ben ritrovati!
Scusate l'assenza ma ho avuto un pò da fare in questi giorni!
Beh...grazie a tutti per le recensioni e le visite, lo sapete che sono
sempre super apprezzate.
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Ormai siamo in dirittura d'arrivo e domani dovrei postare l'ultimo
capitolo di questa storia.
Quindi.....recensite, recensite, recensite! BACIONI...IOSNIO90!
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Capitolo 16 *** Epilogo ***
Epilogo
Relax. Una sola parola: relax.
Il giorno era passato all’insegna del puro e delizioso relax.
All’alba Bonnie e Damon erano rientrati in casa della ragazza
e lei era pronta a dargli tutta se stessa, quando lui aveva deciso di
lasciarla da sola dicendole che aveva, anche secondo lui, un disperato
bisogno di rilassarsi in pace e doveva mettere bene in ordine tutto il
caos che aveva nella testa, ma senza preoccuparsi perché lui
sarebbe ritornato al tramonto.
Bonnie era nella vasca da bagno da più di un’ora
ormai e ripensando a quello che Damon le aveva detto quella mattina non
poteva fare a meno di sorridere con un misto di compiacimento e
incredulità.
Compiacimento perché lui si preoccupava per lei.
Incredulità….beh….perché
lui si preoccupava per lei.
Insomma, Damon Salvatore che si preoccupa per qualcuno
all’infuori di se stesso è un avvenimento non da
poco, e nonostante lei lo amasse con tutta se stessa non riusciva
davvero a non rimanere sorpresa da quella insolita e inaspettata
novità.
Il sole calava sempre più velocemente e il cielo aveva
raggiunto quella tonalità rosso-arancio che Bonnie adorava.
- Finalmente sta per
arrivare - pensò Bonnie.
Aveva trascorso l’intera giornata in trepida attesa e,
nonostante avesse seguito il consiglio di tutti e aveva fatto di tutto
pur di rilassarsi e dimenticare quello che era successo durante la
notte, un angolino del suo cervello contava i secondi che mancavano
all’arrivo di Damon.
Era incredibile il bisogno che aveva di lui.
Mentre era ancora persa nei suoi pensieri il suo cellulare
cominciò a squillare.
“Pronto!” - chiese con la più allegra e
cristallina delle voci.
“Bonnie, come và?” - chiese Elena
dall’altro lato del telefono.
“Oh, ciao Elena! Va tutto alla grande, grazie….e
voi come vi sentite? Stefan si è ripreso?” -
chiese Bonnie.
“Sì, adesso sta decisamente meglio!” -
rispose Elena.
“Meredith e Matt? Li hai sentiti? Come stanno?” -
chiese Bonnie, mettendo la chiamata in vivavoce per poter uscire
tranquillamente dalla vasca e asciugarsi.
“Stanno bene! Stanno per venire qui, anzi dovrebbero arrivare
a minuti! A quanto pare Meredith ha delle novità su Alaric
da raccontare!” - fece Elena.
“Davvero? Cosa?” - chiese Bonnie curiosa.
“Beh mi ha detto solo un accenno di tutta la storia, ma da
quello che ho capito, mi sa che finalmente si sono decisi a mettere le
cose in chiaro e a fidanzarsi sul serio!” - rispose Elena e
dal tono di voce Bonnie poté immaginare un enorme sorriso
sul volto dell’amica, felice per le belle novità
di Meredith.
“Davvero? Oddio sono contentissima! Era ora!”.
“Già…adesso siamo tutte in coppia!
Dobbiamo solo trovare una ragazza a Matt!” - disse Elena.
A quelle parole Bonnie, intenta, ora, a spazzolarsi i capelli umidi
dopo aver infilato la sua camicia da notte preferita di seta viola,
avvampò per l’imbarazzo.
- Io e
Damon…insieme!….Oddio mi sa che tra un
po’ svengo! - pensò Bonnie e il
pensiero di Damon le fece ricordare che lui sarebbe arrivato
molto presto.
“Bonnie? Mi hai sentito?” - evidentemente Elena
aveva detto qualcosa nell’istante in cui lei era troppo presa
dalle sue fantasie per ascoltarla.
“Sì, scusa Elena, ma potresti
ripetere….ero distratta e non ho ascoltato” -
disse sincera Bonnie.
“Ti ho solo chiesto se ti andava di venire anche tu qui e
stare con noi!” - ripetè Elena.
“Beh…a dire il vero non posso,
vedi…mmmhhh….Damon, dovrebbe arrivare tra un
pò!” - disse Bonnie.
“Come sarebbe che DOVREBBE arrivare? Dove è
andato? Ti ha lasciata sola?” - chiese Elena.
“Sì, è andato via poco dopo di voi e mi
ha detto che sarebbe tornato al tramonto,
quindi….” - spiegò Bonnie.
“Se ne è andato? Perché l’ha
fatto?” - chiese allarmata Elena, e con il suo tono stava
cominciando ad innervosire anche Bonnie.
“Ha detto che io avevo bisogno di rilassarmi e di stare un
pò tranquilla! Ma perché sei così
allarmata, Elena? Sai qualcosa che io non so?” - si
azzardò a chiedere Bonnie.
“No, è solo che…Oh Bonnie mi dispiace
tanto! Ti ha lasciata così…”
“Aspetta! Come sarebbe che mi ha lasciata?” -
chiese Bonnie sull’orlo di una crisi isterica.
“Non lo so, Bonnie, non lo so! E’ solo
che…perché avrebbe dovuto lasciarti sola, se non
fosse per questo!” - disse Elena con voce affranta.
Bonnie era sul punto di piangere.
Sapeva che Elena conosceva Damon sicuramente meglio di lei e la sua
amica non avrebbe reagito così se le cose non stessero
davvero come lei pensava.
Il magone che aveva in gola stava quasi per esplodere gettandola nella
disperazione più totale quando….
“Perché io ci tengo alla salute mentale della mia
streghetta e dopo tutto quello che le è successo aveva
bisogno di un po’ di tempo per ritornare in sé e
ripensare a tutto con mente lucida….inoltre io non credo nei
rapporti asfissianti come quello che tu hai con il mio adorabile
fratellino, Elena!” - Damon era appoggiato allo stipite della
porta del bagno e guardava il cellulare visibilmente irritato mentre si
può dire che quasi ringhiava le parole.
Bonnie lo guardò e tirò un sospiro di sollievo.
Elena si sbagliava.
“Damon? Scusa…io non…” -
balbettò Elena.
“Beh, la prossima volta stai attenta e non cercare mai
più di mettere in testa a Bonnie queste idee
assurde!” - la interruppe Damon.
“Ok! Calmati! Comunque devi ammettere che visti i precedenti
è ovvio che si pensa sempre al peggio con te e dato che
Bonnie è la mia migliore amica e le voglio molto bene e
penso di conoscerti abbastanza, credo sia ovvio che io mi
preoccupi!” - rispose Elena irritata dal rimprovero di Damon.
“Mi sa, invece, che non mi conosci così bene come
credi! Comunque Bonnie non può venire alla vostra piccola
riunione perché, come hai detto tu stessa, è in
coppia adesso ed ha da fare…con me….quindi ciao
ciao Elena” - Damon stava per riagganciare, ma Bonnie
riuscì a fermarlo giusto in tempo.
“Elena, sei ancora lì?” - chiese Bonnie.
“Sì, ma stavo per riagganciare perché
dal tono di Damon ho capito che l’avrebbe comunque fatto lui,
quindi…!” - rispose Elena.
“Beh, in effetti, sì, stava per riagganciare, ma
l’ho fermato perché volevo salutarti e
ringraziarti per il fatto che ti preoccupi sempre per me!”.
“Oh, non devi, è normale che io mi preoccupi
altrimenti a cosa servono le amiche oltre che per fare shopping e
spettegolare!” - rispose Elena.
“Beh…ci sentiamo domani!” - fece Bonnie.
“Ok….e…Bonnie?” - disse Elena.
“Sì?”.
“Tu non credi quello che crede Damon, vero? Tu lo sai che non
voglio metterti nessuna idea in testa e che sono molto felice per voi,
vero?” - chiese Elena.
“Certo che lo so, non preoccuparti!” - la
rassicurò Bonnie.
“Ok! Allora a domani!” - fece Elena.
“Sì, a domani!” - rispose Bonnie.
“E, mi raccomando Bonnie, divertiti!” - disse
veloce Elena, prima di riattaccare, con una nota maliziosa nella voce
che fece arrossire Bonnie ancora di più di quanto
già non lo fosse.
Damon era arrivato giusto in tempo per ascoltare la conversazione della
sua streghetta ed Elena, e se ne era rimasto tranquillamente in
disparte ad ascoltare senza essere visto, ma quando quella
lì dall’altra parte del telefono aveva cominciato
a dire quella marea di cavolate su lui che lasciava Bonnie e aveva
visto che lei, il suo uccellino, stava cominciando a crederci per
davvero e a piangere, beh aveva letteralmente cominciato a dare in
escandescenze ed era intervenuto, come poteva fare altrimenti.
Bonnie lo aveva bloccato un attimo prima che lui riattaccasse il
telefono in faccia ad Elena per poter salutare l’amica e
così lui si era portato di nuovo all’entrata del
bagno approfittandone per far sbollire la rabbia e per guardare Bonnie.
La voglia di stare lì a contemplarla non gli passava
praticamente mai. Aveva passato tutto il giorno a tenerla
d’occhio da un albero lì vicino, ma non ne aveva
ancora abbastanza. Il viso, il corpo, il profumo, i gesti e il sorriso
di Bonnie erano per Damon un’attrattiva ed una tentazione
costante che cresceva sempre più
d’intensità.
Non aveva mai provato nulla del genere, questo era poco ma sicuro.
Bonnie aveva appena riagganciato il telefono e, messa via la spazzola
con cui con cui aveva accuratamente districato tutti quei meravigliosi
boccoli rossi, si era voltata a guardarlo.
“Non avresti dovuto parlarle così! Lei non fa
altro che preoccuparsi per me!” - gli disse.
“Beh, allora si preoccupa per i motivi sbagliati!”
- rispose Damon tranquillamente.
Lei gli sorrise e tornò a guardarsi allo specchio, poi
cominciò ad asciugare i capelli con il phon.
Passarono una decina di minuti circa con Damon che era rimasto ancora
lì a fissarla.
Davvero non riusciva a smettere.
Quando lei ebbe finito, lui le si avvicinò e, arrivando alle
spalle di Bonnie, le mise delicatamente lei mani sui fianchi
stringendola a sé e le diede un leggero bacio su una spalla
respirando a fondo il profumo di Bonnie.
“Sei bellissima!” - le disse.
Lei non disse nulla, ma arrossì e gli sorrise serena
guardandolo nell’enorme specchio mentre si lasciava cullare
da lui.
Damon si sentiva strano, come ogni volta che era a contatto con Bonnie.
Sentiva la sua pelle fremere ad ogni tocco di lei come se mille
scariche elettriche l’attraversassero.
Si sentiva legato a lei come a nessun altro.
Si sentiva dipendente da lei.
Si sentiva come plastilina nelle mani di Bonnie anche se,
probabilmente, lei non se ne accorgeva.
Sentiva di non essere più lui quando era con lei, ma
diventava all’istante ciò che lei desiderava che
fosse ed era la sensazione più sconvolgente e meravigliosa
che avesse mai provato da….beh, da sempre.
Damon strinse ancora di più Bonnie a sé e la
sentì lasciarsi andare completamente.
Affondò il viso nei capelli di lei inondandosi le narici con
il loro profumo, per poi scendere verso il collo di Bonnie e baciarlo
sfiorandolo con il naso.
Bonnie si voltò lentamente verso di lui e gli
allacciò le braccia al collo.
Damon si chinò verso di lei e di nuovo, come prima che
arrivasse Chen a rovinare tutto, tra loro due fu solo follia.
Damon la baciò e vennero travolti da un’ondata di
elettricità tale che chiunque li avesse visti in quel
momento avrebbe potuto avvertirla.
Una mano di Bonnie salì ad intrecciarsi ai capelli di Damon
per poi spostarsi sul viso di lui, mentre Damon la teneva
stretta a sé e la sospingeva
all’indietro verso la porta.
E così, stretti l’un l’altra, persi nel
più passionale dei baci, arrivarono nella camera di lei dove
Damon prese Bonnie in braccio e, perso nei suoi occhi, la
adagiò delicatamente sul letto.
Bonnie lo attirò a sé e riprese dolcemente a
baciarlo.
Fare l’amore fu per entrambi l’esperienza in
assoluto più bella ed appagante che avessero mai provato.
Ma Bonnie sapeva che per suggellare per davvero ed in modo definitivo
quel loro amore appena fiorito mancava ancora una cosa.
Alzò appena la testa dal torace di Damon dove se ne stava
accoccolata con lui che le accarezzava la schiena e lo
guardò dritto negli occhi.
“Damon….” - disse e con una mano si
sistemò tutti i capelli sulla spalla destra scoprendo la
parte sinistra del collo a sporgendola verso Damon.
Damon sgranò leggermente gli occhi e:
“Bonnie…no!” - disse.
“Perché?”.
“Come perché? Come puoi chiedermi di farti questo,
soprattutto dopo aver vissuto con te uno dei momenti migliori della mia
vita?” - chiese lui agitato.
“Proprio per questo, per renderlo il nostro momento
perfetto!” - rispose Bonnie senza la minima esitazione.
Damon corrugò la fronte. Bonnie poteva leggere chiaramente
la preoccupazione sul suo volto. Non capiva davvero perché
lui reagisse così.
Damon fece per alzarsi, ma si bloccò all’istante
quando vide che Bonnie si era messa a sedere al centro del letto
coprendosi con il lenzuolo e aveva cominciato a piangere.
“Bonnie, che succede?” - le chiese Damon sedendosi
accanto a lei e mettendole una mano su una spalla.
“Elena aveva ragione!” - cominciò, poi
alzando di scatto la testa, sconvolta, e liberando la sua spalla dalla
presa di Damon, si mise in ginocchio dritta di fronte a lui e gli
urlò contro: “Elena aveva ragione! Tu non
cambierai mai! Non è assolutamente vero che mi ami, mi stai
prendendo in giro, di nuovo!”.
“Bonnie, ma che dici?” - Damon sembrava parecchio
confuso e profondamente spiazzato da quelle parole.
“Hai sentito!” - si limitò a rispondere
Bonnie.
Damon la guardò per un istante interminabile e poi
prendendole il viso tra le mani disse: “Ascoltami bene,
streghetta! Non mi importa perfettamente nulla di quello che dicono o
non dicono gli altri sul mio conto, così come non deve
importare a te! Oggi io non ti ho mai lasciata sola, sono sempre stato
qui fuori a tenerti d’occhio e so per certo che nemmeno una
volta hai vacillato nella tua sicurezza che io ti amavo e che sarei
tornato da te, nemmeno una volta fino a che non hai parlato con Elena.
A quel punto sono dovuto intervanire perché ti stavi
lasciando influenzare come sempre, ma, stammi a sentire, tu sei unica,
Bonnie, nonché parecchio intelligente e non hai bisogno che
altri prendano decisioni al posto tuo, o che ti dicano come comportarti
o cosa pensare, così come non devi lasciarti prendere dal
panico ogni volta che qualcuno ti dice che dovresti stare attenta a me
perché potrei farti soffrire….so bene di averlo
fatto in passato e ti assicuro che mi prenderei a calci se potessi
esattamente come ho intenzione di prendere a calci chiunque osi farti
anche solo un graffio, e sai perché? Perché io ti
amo, Bonnie, mettitelo bene in testa. Quindi, no, Elena non ha ragione,
non ha ragione per niente! Il motivo per cui non voglio morderti
è che potrei farti male e, sinceramente, non capisco
perché lo desideri tanto, non mi è ma sembrato
che ci tenessi particolarmente, anche perché non vedo segni
e questo significa che a Lucas non lo hai mai chiesto, quindi
perché vuoi che io lo faccia?”
Bonnie aveva ascoltato tutto e sapeva che lui aveva ragione.
Si era sempre fatta guidare delle sue amiche nonostante sua nonna le
avesse sempre detto che in quanto strega aveva un intuito superiore
alla norma e decisamente infallibile.
E, sin da quando Damon le aveva detto di amarla per la prima volta, lei
aveva sentito che era la verità e man mano quella certezza
era andata ingrandendosi sempre di più.
Ma ora doveva rispondere alla sua domanda e sperò con tutta
se stessa di non risultare un’idiota.
“Vedi, Damon, una volta Elena mi ha raccontato che lei era
l’unica persona che Stefan mordeva e che lo faceva
perché lui l’amava. E mi disse anche che per loro
due lo scambio del sangue, il fatto di entrare l’uno a far
parte dell’altro, il fondersi tramite il sangue era la
massima espressione del loro amore che sapevano essere forte ed
indistruttibile. Non so, ma a me sembrò bellissimo e hai
ragione a dire che con Lucas non l’ho mai fatto, ma questo
perché era come se non lo trovassi giusto ed ora so il
perché…perché Lucas non eri tu.
L’amore che provavo per lui non è minimamente
paragonabile a quello che provo per te! Dì la
verità, ti sembra terribilmente sciocco da parte mia,
eh?” - disse Bonnie e abbassò lo sguardo rossa
d’imbarazzo.
Damon le mise una mano sotto il mento e la costrinse a guardarlo negli
occhi.
Non disse nulla, si limitò a guardarla.
Poi, lentamente, le scostò i capelli dal collo, come prima
aveva fatto lei, e chinò il viso.
Fu un attimo e Bonnie sentì i canini di Damon affondarle nel
collo, ma non fu doloroso, anzi era una delle sensazioni più
belle e travolgenti che avesse mai provato.
Troppo presto, Damon si scostò da lei e si protese ad alzare
la sua giacca dal pavimento.
Ne estrasse un coltellino simile a quello che Elena aveva estratto
dalla tasca di Stefan la notte dell’incubo e si fece un
taglio alla base del collo, poi le mise una mano sulla nuca e la
attirò verso la ferita. Bonnie posò le labbra sul
taglio per poi dischiuderle lentamente e cominciò a bere il
sangue di Damon, mentre lui tornò a morderla di nuovo.
Bonnie si sentiva completamente in estasi. Era come se lei e Damon si
stessero fondendo, come se stessero per diventare un unico essere
nell’anima e nel cuore.
Non aveva mia provato nulla del genere.
Quando si staccarono lei fissò il taglio di lui che si
richiudeva spontaneamente.
Quando si voltò Damon era lì e la guardava.
Si erano completamente arresi, arresi a quell’amore che aveva
scosso l’anima a entrambi.
Adesso erano una sola cosa, Bonnie lo sentiva e sapeva che anche Damon
lo sentiva.
Lui le sfiorò delicatamente il naso con il suo.
“Ti amo streghetta” - le soffiò ad un
centimetro dalle labbra.
“Ti amo vampiro” - rispose lei completamente certa
della verità di quelle parole.
Damon le sorrise e la baciò.
Adesso potevano finalmente tornare a perdersi l’uno
nell’altra.
FINE
NOTA:
Ciao a tutti!
Siamo
così giunti alla fine di questa storia.
Ametto
che è stato difficile scriverla anche perchè era
la prima in assoluto che scivevo e avevo una paura matta di scrivere
una cavolata.
Però
scrivere mi è piaciuto e soprattutto scrivere di una coppia
che adoro indiscutibilmente.
Dato
che li adoro così tanto, nonostante questa storia sia
finita, non mi sento proprio pronta a lasciarli, quindi ho deciso di
seguire il consiglio di alcune di voi e scrivere un seguito anche
perchè, non so voi, ma io muoio dalla voglia di mettere il
naso nella
vita
di coppia di Bonnie e Damon.
Perciò
spero di avervi dato una bella notizia dicendovi che ci sarà
un continuo, e forse non sarà l'unico, chi può
dirlo...vedrò dove mi porterà la fantasia.
Quindi
tenete d'occhio la mia pagina e le nuove storie aggiunte alla categoria
de il diario del vampiro, perchè, se tutto va bene,
entrò la fine della prossima settimana posterò il
seguito e vi darò un piccolo spoiler dicendovi che il titolo
sarà: IL LINGUAGGIO DELLA RESA: IL LABIRINTO.
Ora,
però, passiamo ai ringraziamenti di rito....
Voglio
ringraziare tutti quelli che mi hanno aggiunto tra le storie preferite,
cioè:
Poi
voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aggiunto tra le storie
seguite, cioè:
Poi
chi mi ha aggiunto tra le storie da ricordare, cioè:
1 - sallyCullen [Contatta]
E un'infinità di grazie a chi mi aggiunto tra i suoi autori
preferiti, nonostante questa sia la mia prima storia, cioè:
lisetta95......un
grazie enorme.
Un
enorme grazie anche a chi come Ila_D ha recensito ogni mio capitolo sin
dal prologo lasciandomi sempre meravigliosi ed apprezzatissimi
complimenti, e un grazie anche a tutti coloro che hanno letto la mia
storia anche senza recensire.
Grazie
a tutti e a presto con il seguito......BACIONI...IOSNIO90!
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