Il linguaggio della resa

di iosnio90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 5: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 6: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 7: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 8: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 9: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 10: *** Capitolo nono ***
Capitolo 11: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo undicesimo ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo quattordicesimo ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


..
Prologo




Il vampiro Damon Salvatore era tornato a Fell Church  da una settimana circa.

Non ci rimetteva piede da due anni, praticamente dalla notte dell’ultima battaglia contro Shinichi e Misao, la stessa notte in cui l’angelo biondo Elena, dopo averlo illuso, annunciò di aver preso una decisione, aveva fatto la sua scelta e quella scelta era il suo santo fratellino Stefan.

 Dopo quella notte era partito,decidendo di prendersi una bella vacanza da quella gabbia di matti e di godersi la sana vecchia routine del caro, vecchio Damon: vergini, sangue, e pura follia….cosa c’era di meglio?

In un primo tempo c’erano stati richiami, appelli affinchè lui tornasse, persino la streghetta dai capelli rossi usò quei suoi poteri che tanto odiava per richiamarlo, ma lui disse sempre di no, anche a lei che forse era stata l’unica a non averlo del tutto odiato.

Poi pian piano il cervellino pacato del suo fratellino e quelli dei suoi amichetti umani cominciarono a capire di doverlo lasciare in pace e così la smisero.

Di tanto in tanto Damon ripensava a quello strambo gruppetto e ripensando alla piccola streghetta  a quei suoi capelli in fiamme l’ombra di un sorriso compariva sulle sue labbra. Gli era sempre piaciuto vederla arrossire ad ogni suo minimo sguardo!Lo trovava divertente!

Così un giorno decise di ritornare, sarebbe restato solo un paio di giorni, giusto il tempo di rimettere scompiglio nella vita beata e felice del fratello e di Elena e di rivedere le guance del suo uccellino arrossire ancora una volta e poi via di nuovo verso altri divertimenti.

Ma appena tornato cos è che sente? Un’aura nuova, quella di un altro vampiro vecchio almeno quanto lui che se ne andava in giro indisturbato per la cittadina.
Il primo pensiero di Damon fu quello di un nuovo pericolo e si complimentò con se stesso per il tempismo perfetto….così avrebbe fatto giusto in tempo non solo a fare quello che si era prefissato ma pure a schiacciare quello nuovo e a passare per eroe…Fantasico!Perfetto!

E invece….nasconde la sua aura, si trasforma in corvo, vola fino alla finestra del fratello e cosa vede? Stefan, Elena, quel Mutt, la streghetta e quella inquietante con i capelli neri tutti insieme felici e sorridenti che raccontano aneddoti idioti al nuovo vampiro…un moto di rabbia lo invase….incredibile, quell’idiota era lì, in mezzo a loro, al suo posto e nessuno faceva una piega,nemmeno avevano avuto la decenza di avvertirlo che un nuovo amichetto si era aggiunto alla festosa combriccola e quando la rabbia sembrava giunta al culmine ecco che questo qui si alza , si avvicina a Bonnie, la guarda, lei arrossisce e lui la bacia….
A quel punto Damon cominciò a vederci rosso, non poteva, il nuovo venuto non poteva fare arrossire Bonnie e baciarla , lui era l’unico che poteva farla arrossire…non era possibile che tutti l’avessero dimenticato perché nessuno poteva dimenticare Damon, non era possibile che Bonnie l’avesse dimenticato…e invece, come a conferma di questo fu solo in quel momento che Damon capì che quella che aveva davanti non era una semplice riunione di amici ma una festa perché tutti erano riuniti lì per celebrare una coppia, erano lì per celebrare Bonnie e il suo ragazzo vampiro che stavano proprio in quel momento annunciando il loro fidanzamento ufficiale e il loro prossimo matrimonio che si sarebbe tenuto da lì a 20 giorni.

Fu così che il ritorno di Damon si era trasformato in una ricerca di informazioni sul nuovo, stupido vampiro e in un pedinamento alla nuova coppia che lui era deciso a distruggere… perché nessuno, nessuno tranne Damon poteva far arrossire il suo uccellino rosso.

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Capitolo 2
*** Capitolo primo ***


Capitolo primo

Il suo nome era Lucas Peterson, veniva da un qualche posto vicino Londra ed era nato la bellezza di 463 anni prima. Quando era stato trasformato aveva 20 anni. Era alto, robusto,capelli corti di un castano chiaro proprio come gli occhi. Era buono, amorevole, simpatico, beveva sangue umano solo di rado e sempre sangue rubato da un qualche centro trasfusioni…in poche parole era un idiota, un rammollito, un maledetto bastardo dal cervello di un moscerino, questo, naturalmente a detta di Damon.
Aveva passato un’intera settimana a scavare nella mente di tutti quei patetici umani per cercare di carpire quante più informazioni possibili, sperando di trovare almeno  un motivo valido che giustificasse la sua apparente estromissione dal clan a favore di quello nuovo, e invece si ritrova davanti un cretino.
- E poi si chiedono perché considero gli umani solo come cibo….è ovvio …sono dei tali imbecilli - pensò Damon.
Beh ma presto tutti avrebbero compreso il grande errore che avevano fatto.
Il sole era coperto da tonnellate di nuvole, pioveva e i lampi nel cielo annunciavano l’arrivo di un temporale coi fiocchi.
- Proprio il tempo ideale per rovinare un matrimonio - disse Damon tra sé ed un sorriso beffardo si formò sulle sue labbra.

Bonnie era alla finestra della sua stanza, osservava il cielo e non le piaceva per niente, avvertiva una strana sensazione e sapeva bene che il suo sesto senso non mentiva mai.
Ma in quel momento venne strappata via dalle sue riflessione da dei leggeri ma decisi colpi alla sua porta…sapeva di chi erano…Lucas…era arrivato.
Corse ad aprire la porta e non appena lo vide un senso di pace la invase tanto da farle smettere di pensare alle preoccupazioni di poco prima. Rimase a guardarlo restando sulla soglia della porta e lui ricambiava il suo sguardo sorridendo. Gli occhi di Lucas erano così dolci, la facevano sentire così bene…anche se, Bonnie doveva ammetterlo, quella sensazione di beatitudine e pace che provava quando guardava negli occhi Lucas non era niente in confronto alla totale e soverchiante eccitazione che anni addietro aveva provato ogni qual volta guardava l’altro vampiro con quei suoi occhi neri come una notte senza stelle in grado di imprigionarla alla prima occhiata e di trascinarla in un vortice di emozioni fortissime come paura, odio, passione, desiderio. Gli occhi di Damon.
Damon… quanti sogni ad occhi aperti aveva fatto su di lui Bonnie, quante notti era stata sveglia ripensando alla sua voce, al suo viso, sperando che almeno per una sola volta lui volasse da lei… ma questi erano solo sogni ed erano stati tutti infranti.
Lui se ne era andato senza neppure farle un saluto, aveva rifiutato ogni suo appello, ogni suo richiamo.
- Ma questo non importa Bonnie, non importa…risale ad un’ altra vita, un altro mondo e adesso il tuo mondo è solo Lucas - disse a se stessa, anche se ultimamente aveva sentito come dei piccoli sprazzi di Potere di tanto in tanto che sembravano proprio appartenere a…- Ma no, non devi più pensarci, numero uno: perché è impossibile, numero due: perché devi concentrarti sul vampiro sorridente di fronte a te, quello che stai per sposare… Lucas… L-U-C-A-S…è lui il tuo fututo, il tuo per sempre , il tuo vissero felici e contenti! E’ LUI! -
“ Entra pure” - gli disse sorridendogli.
“Grazie”- rispose lui entrando, afferrandole i fianchi e dandole un leggero bacio a fior di labbra.
Lei ricambiò felice pensando al loro primo incontro: Stefan li aveva avvertiti che in città era arrivato un nuovo vampiro ed erano tutti in tensione poiché non sapevano se sarebbe stato o no un nemico. Ma dopo un po’ di tempo fu chiaro a tutti che non era lì per fare del male. In breve era riuscito a conquistarsi l’amicizia di tutti, anche la sua. Passarono poche settimane che lui si dichiarò,- NON AVEVA MAI VISTO UNA CREATURA TANTO BELLA -le disse e  Bonnie sentì il suo cuore accellerare i battiti, presa insieme da gioia e sorpresa…era così abituata ad essere la seconda scelta, sempre dopo Elena, o Meredith o persino dopo Caroline, che essere desiderata come prima scelta le fece girare la testa.
Da quel momento fu tutto un rapporto in salita il loro: mai un litigio, mai un’ incomprensione. Era tutto perfetto.
Ed ora eccoli lì, ad un anno e mezzo di distanza, ad un passo dall’altare…quello sì che era un passo avanti per la piccola Bonnie.
“Sei pronta, amore? A cosa pensi?”- le chiese Lucas vedendola assorta.
“A nulla”- rispose lei- “Non preoccuparti…comunque …sì, sono pronta, andiamo, ci aspettano già tutti alla pensione”.
Prese la giacca, la borsa e le chiavi e con un gran sorriso sulle labbra prese la mano di Lucas, la strinse nella sua e così si incamminarono verso la macchina di lui diretti dai loro amici che quel giorno non solo li avrebbero aiutati con i preparativi, come ormai facevano a tempo pieno, ma avrebbero saputo finalmente i loro ruoli nella cerimonia.

Damon se ne stava appollaiato, sotto forma di corvo, su un ramo dell’albero di fronte alla finestra di Santo Stefano. Li aveva visti arrivare tutti, mancavano solo i due piccioncini, ed una volta arrivati loro lo show poteva finalmente cominciare.
Quell’ inglesino insignificante avrebbe visto come si faceva arrossire la streghetta, avrebbe capito con le buone oppure con le cattive che nessuno poteva mettere le sue sporche zampacce sul suo uccellino e sporcarlo, figuriamoci legarla a sé per sempre, nessuno poteva avere la streghetta, nessuno.
Fu in quel momento che Damon vide un auto parcheggiare proprio lì sotto.

Erano arrivati da poco e già Bonnie si sentiva esausta.
C’erano tutti quelle decisioni da prendere: fiori, vestiti, chiesa, invitati, inviti, menù…ed in più c’era ancora quella strana sensazione che lei non riusciva a spiegarsi, ma che non la lasciava in pace un solo secondo.
“Bonnie? BONNIE!”- Meredith la stava chiamando e cercava di attirare la sua attenzione agitandole le mani davanti agli occhi.
“Cosa c’è?”
“Cosa c’è? C’è che ci sono mille cose da decidere e tu non mi sembri molto attenta oggi”.
"Hai ragione, s
cusami” - disse Bonnie e le sorrise - “Ero un po’ distratta, ma da adesso in poi giuro di impegnarmi a fondo” - continuò con tono più deciso che ricordava vagamente un soldato che risponde ad un ordine.
“Bene, allora mettiamoci all’opera”- le sorrise Meredith.
Il tempo trascorse in modo così piacevole da quel momento che sembrò volare, il pomeriggio era passato e la notte era ormai arrivata, loro avevano fatto molto anche se  mancava ancora tanto.
 Quando la serata era quasi giunta al termine ecco che Elena si alza, fa due colpi di tosse e con fare allusivo  chiede : “E allora? Avete già scelto testimoni e damigelle?”
- Cavolo, ecco cosa stavo per dimenticare!!! - pensò Bonnie.
“Beh… a dire il vero una mezza idea l’avremmo” - fu Lucas a parlare ed accompagnò la frase con un sorriso così giocoso che lo illuminò tutto.
“Si” - continuò Bonnie - “ Mettiamola così: sarei onorata di avere le mie migliori amiche Meredith e ovviamente Elena, mascherata a dovere,come mie damigelle….mentre…”
“Mentre io sarei onorato di avere Matt e Stefan come miei testimoni” - concluse Lucas.
“Allora, che ne dite?” - chiese Bonnie e come tutta risposta si ritrovò stritolata dall’abbraccio delle sue amiche che ovviamente stavano gridando di si, mentre, con la coda dell' occhio, vedeva il suo fidanzato stringere la mano ai suoi due amici felici della proposta.
Sembrava che nulla potesse andare storto in quel momento, quando all’improvviso la finestra si spalancò, una folata di vento gelido entrò nella stanza subito seguita da una risata altrettanto gelida.
“Ed io che ruolo avrei in tutto questo?” - a Bonnie quel tono sembrò così familiare , era così arrogante, così ironico, così cinico, così da….
Damon!
Era lì, con la schiena appoggiata allo stipite della porta e le braccia incrociate sul petto, con il suo look rigorosamente total black, quei capelli neri  che avrebbero fatto invidia a chiunque immortale e non, ma soprattutto con quegli occhi, quegli stessi occhi a cui lei aveva pensato quello stesso pomeriggio….quegli stessi occhi che le coloravano le guance e la facevano tremare di terrore e piacere insieme…quegli stessi occhi che aveva creduto di non rivedere più e adesso erano lì e la fissavano, lui la fissava, la squadrava senza alcun pudore da capo a piedi con l’aria di chi apprezza parecchio ciò che vede.
Bonnie si sentì pervadere fino alle ossa da una sensazione che credeva di non poter più provare: un desiderio di averlo così totale, così selvaggio, così impossibile, così intenso che cominciò a tremare.
 Lucas le fu accanto in un attimo e la strinse a sé passandole una mano sui fianchi.
Non appena Lucas fece quel gesto, Damon lo guardò e cominciò ad avanzare verso Bonnie tenendola inchiodata con il suo sguardo. Quando le fu a pochi centimetri Bonnie sentì le sue guance avvampare e andare in fiamme, Damon le sorrise con quel suo sorriso odioso ma in grado di mandarle in tilt il cervello e non riuscire a mettere insieme neppure una frase sensata.
Per fortuna fu Stefan a parlare:
“Damon, bentornato, cosa ci fai qui? Ero convinto che non volessi più avere nulla a che fare con Fell Church e con noi?” - gli disse.
“Ciao fratellino, anch’io sono felice di vederti” - rispose Damon.
“Sul serio Damon…che ci fai qui?” - insistette Stefan.
“Beh…passavo di qua, ho sentito un’ aura strana e mi sono avvicinato credendo che tu, strazio di  un fratello che non sei altro, ti fossi rimesso nei guai, e invece chi trovo? Un nuovo amichetto che sta addirittura per sposare la mia streghetta. Così mi sono deciso a restare per verificare se sia all’altezza” - disse Damon senza staccare gli occhi da Bonnie.
“Avanti Damon, sii serio!” - lo incalzò Stefan.
“Ma lo sono, fratellino” - disse Damon, distogliendo lo sguardo da Bonnie e guardando il fratello - “Cosa c’è? Non posso preoccuparmi per i miei vecchi compagni di avventura?”  - continuò in tono beffardo.
“Beh se le cose stanno davvero così” - s’intromise Elena - “Allora sappi che non c’è nulla di cui preoccuparsi Damon. Lucas è un nostro amico, è un vampiro come te e Stefan, anzi più come Stefan che come te, fa parte di noi, noi tutti gli vogliamo bene e per Bonnie non c’è di che preoccuparsi: lui la ama e lei ama lui!”.
“Oh beh angioletto, vorrei che questo me lo dicesse la streghetta!” - fu allora che tornò a voltarsi verso Bonnie e le disse con quel suo fare ironico: “ Allora mio rosso uccellino, è vero? Lo ami? Ami lui?”.
“Si, lo amo!” - disse Bonnie e si stupì della decisione nella sua voce….era davvero difficile guardare in quegli occhi neri e dire di amare qualcun altro che non fosse Damon.

-SI, LO AMO!- gli aveva detto e per Damon fu come un paletto dritto nel petto.
Si sentì pervadere da rabbia, ira, delusione e amarezza tutte insieme a formare un mix micidiale. Allora era vero che lei lo aveva dimenticato; eppure l’ aveva vista tremare, l’aveva vista arrossire. Possibile che l’attrazione che provava per lui , non fosse nulla in confronto all’amore che provava per l’inglesino?
No, impossibile! Impossibile! Nessuno dimentica Damon Salvatore! Nessuno! Tanto meno la streghetta, lei era sua! Ma se voleva giocare allora….ok! Avrebbero giocato, lui avrebbe usato ogni sua arma e naturalmente avrebbe vinto….non erano ammesse sconfitte! Non questa volta!
Si avvicinò ancora di più a Bonnie fino a sfiorarle l’orecchio con le labbra, la sentì irriggidirsi, sorrise e le disse: “ Lo vedremo streghetta, ti assicuro che cambierai idea su quel bamboccio!”- detto questo si trasformò in corvo e volò via nella notte.




Nota:
Ciao a tutti ragazzi e ragazze, come ho già detto, questa è la prima storia che scrivo e sono molto felice per le recensioni fatte al mio prologo...mi fa molto piacere che sia stato apprezzato!!!!
Comunque spero vi sia piaciuto anche questo primo capitolo...vedete li scrivo di sera prima di andare a letto e la mattina dopo li pubblico, quindi scusate qualche errore di ortografia....Cercherò di aggiornare la mia storia di un capitolo al giorno, se riesco, ma anche se così non dovesse essere non proccupatevi perchè arriverò alla fine...ho già parecchie idee!!!
Per il momento è tutto...Grazie...iosnio90

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Capitolo 3
*** Capitolo secondo ***


Capitolo secondo

Era ritornata a casa, non aveva potuto farne a meno, ed ora era in bagno immersa nella vasca e cercava di calmarsi. Aveva salutato Lucas in modo brusco e frettoloso, lo sapeva, ma ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni, ora doveva restare da sola e riflettere, rilassarsi.
Il ritorno di Damon e la sua vicinanza così inaspettata di qualche ora prima l’avevano scossa più di quanto aveva dato a vedere, più di quanto lei stessa avrebbe potuto immaginare. E poi quelle parole che le aveva sussurrato….Cosa voleva dirle? Cosa significavano? - TI ASSICURO CHE CAMBIERAI IDEA SU QUEL BAMBOCCIO - quella frase continuava a ritornarle in mente….Cosa aveva intenzione di fare Damon?
- Avanti Bonnie…è solo una tipica frase alla Damon non c’è bisogno di starci lì a pensare, invece dovresti chiamare Lucas…l’hai trattato da schifo - si disse Bonnie e nonostante non si sentisse poi così sicura decise di seguire il suo stesso consiglio e di tornare in camera a chiamare il suo fidanzato.
Uscì dalla vasca, si avvolse in un asciugamano e si asciugò frettolosamente, sciolse i capelli che aveva tirato su con una matita prima del bagno, si infilò lo sua camicia da notte di seta viola che le arrivava fin sul ginocchio, si mise su la vestaglia dello stesso colore e tessuto e a piedi nudi tornò in camera decisa a fare la sua telefonata.
Quando Bonnie entrò la camera era al buio, ma mentre chiudeva la porta all’improvviso la stanza alle sue spalle venne illuminata lievemente dalla luce soffusa della sua lampada.
Bonnie si voltò e le mancò il fiato.
Accanto alla lampada c’era Damon, perfetto come sempre, evidentemente era entrato dalla finestra aperta… Bonnie aveva quasi dimenticato che lui aveva il permesso di entrare ed ora non sapeva proprio che fare! Così, prima che lui prendesse una qualsiasi delle sue iniziative, lei si forzò a parlare.
“Cosa vuoi, Damon?” - gli disse nel tono più duro e irritato che le riusciva , mentre con le mani fece svelta un nodo stretto alla cintura della vestaglia, rendendosi improvvisamente conto che era praticamente quasi mezza nuda davanti a lui.
Lui la guardò divertito e poi le rispose semplicemente: “Te”.
Bonnie venne invasa istantaneamente dal terrore,ogni suo muscolo le diceva di scappare, lui voleva ucciderla, voleva il suo sangue…
“Oh,avanti, streghetta! Non essere sciocca, non voglio ucciderti e non voglio il tuo sangue” - le disse Damon che aveva sicuramente letto i suoi pensieri.
“E allora cosa vuoi?  Perché sei qui? Perche sei ritornato?”.
“Ehi ehi…vacci piano con le domande!!” - le rispose, ma Bonnie non sapeva che farsene dell’ ironia ora, voleva delle risposte e gli inviò uno sguardo così stizzito che Damon subito si affrettò a dire: “Ok, ok….allora…vediamo un po’…cosa voglio? Te l’ho già detto mi sembra, voglio te….perché sono qui? Per lo stesso motivo, per te….perché sono tornato? Semplice, per ripredermi ciò che è mio, cioè te. Ti basta come risposta questa, mio adorabile uccellino?”
“Si” - rispose lei mentre l’ira cominciava pian piano a salire - “Peccato allora, mi dispiace per te Damon perché hai  fatto un viaggio a vuoto, qui non c’è assolutamente nulla di tuo. Io non ti appartengo, io sono di Lucas e solo sua”.
“Ne sei sicura?”.
“Assolutamente, quindi ora, chiarito questo malinteso, puoi andartene”.
Bonnie era fiera di sé stessa, era riuscita in qualche modo a tenergli testa e quel confronto era finito velocemente.
Ma Damon era di tutt’altro avviso. Bonnie lo vide avvicinarsi con una sguardo talmente intenso che probabilmente avrebbe sciolto un iceberg, ma che in quel momento stava sciogliendo solo lei, Bonnie.
Quando il vampiro arrivò a meno di dieci centimetri, Bonnie fece un passo verso destra per sottrarsi al suo sguardo, aveva infatti calcolato che se avesse indietreggiato ben presto si sarebbe trovata incastrata tra la porta e Damon, e quella sarebbe stata una situazione decisamente troppo intima da poter gestire.
Damon si voltò verso di lei e con una luce negli occhi che secondo Bonnie aveva un chè di malizioso, ricominciò ad andarle incontro costringendola ad indietreggiare. La ragazza non capì quel nuovo sguardo fin quando non sentì contro le gambe un ostacolo che le impediva di proseguire, si voltò e vide il suo letto, cercò di spostarsi immediatamente ma Damon le era troppo vicino e così lei si ritrovò a cadere sull’enorme materasso con il vampiro che in un batter d’occhio le fu sopra.
Bonnie si sentiva svenire, solo in quel momento capì che enorme sbaglio aveva fatto spostandosi a destra, quella era vera ed ingestibile intimità, non quella che si era immaginata qualche istante prima.
Damon, che prima era su di lei tenendo le mani ai lati della testa di Bonnie facendo perno per poter tenere su il torace, ora spostò tutto il suo peso sul braccio sinistro, mentre con la mano destra accarezzava il viso della ragazza per poi scendere sempre più in basso fino ad arrivare al nodo sulla vestaglia che sciolse in un attimo, aprendola e guardando il corpo di Bonnie coperto solo da quella mini camicia da notte.
Bonnie sentì la mano del vampiro accarezzarle piano la coscia per poi passare all'incavo dietro il ginocchio dove si fermò per tirarle su la gamba nuda e portarla intorno al suo bacino. Al contatto con quella pelle fredda sentì un’ondata di calore e di desiderio invaderla tutta e penetrare fin dentro i meandri più nascosti della sua anima.
Damon abbassò il viso sul suo e sfiorandole le labbra con il suo respiro fresco le disse: “Allora…sei ancora sicura di non essere mia? Il mio piccolo uccellino rosso….così…così…cresciuto, così donna!!”.
Bonnie in quel momento voleva solo gridare - Si sono tua, lo sono sempre stata, prendimi, Damon - ma un’ondata di ricordi la colpì come una raffica di schiaffi: lei poteva anche essere sua, ma lui no di certo… Bonnie ricordava benissimo Damon innamorato certo, ma non di lei, di Elena, e ricordava quello che aveva provato in quel periodo….un dolore lancinante del tipo che solo un amore non corrisposto può dare.
Forse furono quei ricordi o forse solo il suo istinto di conservazione che l’avvertiva che avrebbe di nuovo sofferto o forse l’idea, sempre presente da qualche parte dentro di lei, che lì fuori c’era Lucas, che le fecero fare l’unica cosa possibile in un momento come quello: chiudere gli occhi.
Fu questione di pochi secondi che Bonnie sentì il peso del ragazzo sollevarsi dal suo corpo. Quando riaprì gli occhi lo vide accanto alla finestra, con lo sguardo acceso dall’ira e i pugni serrati che la fissava mentre un leggero ringhio fuori usciva dal suo petto.
Bonnie ne fu terrorizzata, sapeva che in quel momento Damon era fuori controllo e ce l’aveva con lei perché aveva osato rifuggire il suo sguardo e mai nessuno l’aveva fatto prima, figuriamoci una ragazza, sapeva che in quel momento avrebbe potuto ucciderla, ma lei non aveva idea di che fare così se ne restò semplicemente lì, seduta ai piedi del letto a guardarlo.
“Perché? Perché non ammetti che mi vuoi esattamente come io voglio te?” le ringhiò.
“Proprio per questo Damon! Tu non fai che ripetere che mi vuoi, ma non è così e lo sappiamo bene entrambi ed io non voglio tornare a soffrire proprio ora che ho trovato una sorta di felicità…non puoi farmi questo…tu vuoi Elena, è lei che vuoi veramente, non me, e non puoi farmi questo, non puoi venire da me ora solo perché lei ti ha respinto, non voglio essere la tua seconda scelta, Damon, non voglio…quale credi che sia uno dei motivi principali per cui mi sono innamorata di Lucas? E’ semplice…lui mi ha scelto per prima , non ha ripiegato su di me dopo che qualcun’altra lo aveva rifiutato, tu invece lo fai, mi tratti come un ripiego, lo hai sempre fatto solo che ora io non sono più disposta a sopportarlo!” - l’aveva detto tutto d’un fiato perché sapeva che se si fosse fermata non avrebbe mai auto il coraggio per continuare, ma lei doveva dirgli come stavano le cose,DOVEVA!, anche a costo di rischiare la vita.

Damon aveva ascoltato tutto senza dire una parola…non aveva mai pensato di averle fatto così male in passato, ma ora lo sapeva e questo lo distruggeva.
La streghetta aveva ragione a non fidarsi di lui, come avrebbe potuto?….ma questo non importava perché lei doveva capire, doveva capire cosa aveva provato a vederla così indifesa mentre lo fissava,sul letto, con quegli occhi da cerbiatto, doveva capire cosa gli era infuriato dentro quando aveva sentito il suo piccolo corpo caldo aderire al suo, doveva sapere il desiderio che aveva scatenato, la passione,…l’amore?….ma più di ogni altra cosa doveva dimostrarle che lei non era un ripiego, che il capitolo Elena era definitivamente chiuso, e doveva farlo prima del matrimonio oppure l’ avrebbe persa, e per sempre stavolta!
Lei era ancora lì e lo guardava in attesa di una risposta.
“Non sei un ripiego!” - disse Damon.
“Ah no?” - rispose Bonnie.
“No, e te lo dimostrerò, non ti lascerò sposare quel cretino senza fare nulla, sono deciso!” .
“Ok, come vuoi, stiamo a vedere” - lo sfidò lei.
“Lo vedrai e a quel punto non potrai più fingere di avermi dimenticato. Questa è una promessa, streghetta!” - e uscendo dalla finestra volò via.

Bonnie era rimasta sola, si sentiva spossata a causa delle forti emozioni provate e che ancora le imperversavano dentro.
Decise di andare a letto, ma già sapeva che quella notte avrebbe sognato solo due profondi occhi neri, e nonostante si dicesse che quello era un male per lei, sentiva dentro di sé l’irrefrenabile voglia di addormentarsi per tornare a perdersi in quegli occhi.



NOTA:
Ecco postato un nuovo capitolo, spero vi piaccia e grazie a tutti per le belle recensioni di questi giorni....sono nuova, ma grazie a voi ho ricevuto un'accoglienza straordinaria.... bacioni a tutti...e continuate a recensire mi raccomando...ciaooooooooo...iosnio90.

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Capitolo 4
*** Capitolo terzo ***


Capitolo terzo

Al mattino Bonnie si svegliò sentendosi rilassata, serena, anche se pensare alla notte precedente le faceva ancora venire i brividi lungo la schiena.
Ma era questo il punto, non doveva pensarci, infondo aveva detto a Damon quello che aveva da dirgli con un coraggio che neppure lei  sapeva da dove era venuto fuori, ma che l’aveva aiutata a togliersi un peso enorme…si sentiva più leggera.
Quel mattino il sole splendeva nel cielo, un cielo talmente limpido da fare invidia ad una sorgente d’acqua fresca e trasparente.
A guardare quel cielo si domandò se la notte precedente non fosse stata solo uno spaventoso quanto eccitante sogno perché di solito con Damon nei paraggi il sole non era così…così in bella vista ecco, c’erano sempre decine di nuvole a coprirlo e ad oscurarne la luce, ma Bonnie sapeva che non era un sogno, Damon era tornato per davvero e aveva apertamente minacciato di mandarle a monte le nozze!
Cosa fare a quel punto? Dirlo a Meredith? Ad Elena? A Stefan? A Lucas?….No, era fuori questione, soprattutto dirlo a Lucas, si sarebbe solo scatenata una guerra inutile.
Quindi, dopo mille giravolte mentali, Bonnie decise che non doveva dirlo a nessuno, era meglio far finta di niente, continuare normalmente, e se Damon le si fosse di nuovo riavvicinato così tanto…beh… doveva solo cercare di resistere, in fondo erano solo una decina di giorni circa….poteva farcela! Non si sarebbe più fatta usare da Damon come una specie di macchina fotografica usa e getta, no, questa volta no! La piccola Bonnie era cresciuta, era diventata una donna….e lo avrebbe dimostrato.

Damon si sentiva ancora sconvolto da quello che era successo con la streghetta, ma soprattutto da quello che lei gli aveva detto.
- Un ripiego? Lei?…assolutamente no! - pensò, anche se doveva ammettere che in passato in un certo senso…ecco un pochino, ma davvero un pochino lo era stata, un ripiego….ma ora no…ne era certo, ora era completamente diverso, lui era diverso, lei era diversa, la situazione era diversa.
“Dannazione….TUTTO E’ DIVERSO!” - urlò all’improvviso facendo letteralmente saltare Stefan giù da letto. Non si era neppure accorto che suo fratello fosse lì.
“Accidenti Damon non urlare, sveglierai Elena, e poi mi spieghi che ci fai qui?” - disse Stefan sottovoce facendo segno a Damon di parlare con il suo stesso tono.
“Passeggio su e giù per la stanza, che c’è? Adesso oltre che rammollito sei pure cieco?” - gli rispose Damon fregandosene altamente del tono.
“E questa secondo te sarebbe una risposta sensata?” - gli fece il verso Stefan.
“Oh fratellino, qui non c’è assolutamente nulla, e dico nulla, di sensato!”.
“Perché dici questo? Hai avvertito qualcosa? Qualche pericolo?” - chiese Stefan preoccupato.
“Certo che ho avvertito qualcosa” - rispose Damon continuando a fare su e giù dalla finestra alla porta, dalla porta alla finestra e così di seguito - “E sai cosa ho avvertito? Lo sai? Ho avvertito la pericolosa idiozia di una ventenne che, invece di godersi la vita e spassarsela, decide di sposarsi e naturalmente con il benestare dei suoi idioti amici umani e del mio fratello idiota! Ecco cosa ho avvertito!”.
“Cosa? Ma allora è questo? E’ il matri…”
“Non dire quella parola se ci tieni a restare in vita un secondo di più” - lo interruppe Damon minaccioso.
“Ok allora….è il…mmm…il….tu-sai-cosa di Bonnie a farti infuriare tanto?” - si corresse svelto Stefan.
“Infuriato io?… No di certo! E’ solo che non capisco il perché…Perché sposarsi quando si può vivere liberi e spassarsela come faccio io da più di cinque secoli?” - rispose Damon con il suo solito tono beffardo. Così facendo sapeva che avrebbe messo a tacere qualsiasi vocina nella testa di Stefan che poteva dirgli che stava succedendo qualcosa e che non era normale che si interessasse così a Bonnie.
“Beh…non saprei…forse vuole solo qualcosa di più, insomma, anche se tutto questo ti sembrerà un cavolata da sdolcinati come me, suppongo, quando si trova la persona giusta si avverte il desiderio di avere di più, e questo di più, nella maggior parte dei casi, è il matrimonio” - Stefan pronunciò queste parole con occhi sognanti, guardando Elena dormire.
“Sì, hai ragione, tutto questo è così sdolcinato da far venire il diabete” - disse Damon con un leggero sorriso di sbieco, indossando, così, la sua maschera migliore: quella dell’indifferenza.
Ma dentro di lui imperversava l’inferno. Senza neppure rendersene conto Stefan, con le sue parole lo aveva colpito, torturato, umiliato…
La persona giusta…Era questo quell’ inglese per il suo uccellino? La persona giusta? Non poteva crederci, non voleva crederci, si sentiva letteralmente impazzire e sapeva che se voleva fare qualcosa per separare quei due ed uscirne fuori come l’eroe che aveva salvato la sua fanciulla da un destino di infelicità, allora avrebbe dovuto fare in fretta…non sapeva ancora quanto avrebbe potuto trattenere la bestia che era il lui e che in quel momento voleva solo il sangue di quel vampiro tanto insolente da volergli portare via la sua Bonnie.

Lucas quel giorno si sentiva inquieto, avvertiva che qualcosa  con Bonnie non andava e che non andava da quando quel bell’imbusto di Damon, il fratello maggiore di Stefan, aveva fatto la sua trionfale entrata la sera prima alla pensione.
Da quel momento qualcosa era cambiato in Bonnie, lui la vedeva pensierosa, più fragile, turbata e questo non gli piaceva, almeno quanto non gli era piaciuto tutto quel guardare Bonnie da parte di Damon per tutto il tempo che era rimasto lì…per non parlare della vicinanza che Damon aveva via via accorciato nei pochi minuti della sua visita…Ma quello che non gli era piaciuto più di ogni altra cosa era stato lo sguardo di Bonnie a Damon, era stato uno sguardo di terrore e insieme di desiderio, uno sguardo di tormento e passione, di turbamento e lussuria…uno sguardo che non le aveva mai visto, almeno prima di quella sera mentre guardava un altro, uno sguardo che non gli era mai stato destinato.
Lucas era preoccupato, davvero molto preoccupato e sentiva che Bonnie poteva volargli via da un momento all’altro e tutto a causa di Damon.
L’ansia e l'ira crescevano ogni secondo di più, così decise di andare dritto al cuore della questione e di affrontare Bonnie…voleva sapere tutto del suo rapporto con Damon, voleva sapere cosa significava Damon per lei e cosa c’era stato in passato tra loro, voleva sentirsi dire che era tutto ok, sperava con tutte le sue forze di sentirsi dire che era tutto ok.

Damon era ancora alla pensione con Stefan, che a quanto pareva non aveva proprio intenzione di smetterla con le sue farneticazioni sul matrimonio, l’amore, due cuori e una capanna e così via per un labirinto sempre più smielato e ridicolo, così, mentre il fratello ancora parlava, se ne andò via per volare alla finestra di Bonnie: voleva vederla prima di decidere il da farsi.
Ma proprio mentre Damon era lì intento a fissarla dal ramo più alto e nascosto dell’albero accanto alla finestra aperta della camera di Bonnie, ecco che la porta si apre ed arriva l’inglesino che sembrava anche alquanto turbato. Damon pensò che sarebbe stato davvero divertente ascoltare.
Così si mise comodo, con entrambe le orecchie ben aperte, e aspettò che i due cominciassero.

Bonnie non aveva mai visto Lucas in quello stato, era sofferente, preoccupato, cupo, proprio lui che di solito era così gioioso e pieno di vita.
Provò ad immaginare il perché e l’unica cosa che le venne in mente fu un nome….Damon Salvatore!
“Lucas, è Damon vero? Cosa ti ha fatto?” - gli chiese preoccupata.
“A me proprio nulla…a te piuttosto cosa ha fatto?” - le rispose lui.
Bonnie si sentì gelare….possibile che lui sapeva della visita privata di Damon di quella notte?… - No impossibile - si disse, lei non gli aveva detto nulla e nemmeno ci aveva pensato da quando era entrato e nessun altro lo sapeva tranne Damon… - Oh Dio! E se glielo avesse detto proprio Damon? - pensò allarmata.
“Lucas di cosa parli?”.
“Parlo di ieri sera alla pensione, Bonnie, l’ho visto come ti fissava, ma soprattutto è stato interessante vedere come TU guardavi lui” - disse Lucas con voce gelida.
Bonnie non capiva: “Ma cosa dici? Come lo avrei guardato io? Sentiamo!”.
“Beh con uno sguardo che non mi è piaciuto per niente e che non sarebbe piaciuto a nessun fidanzato che vedesse la sua fidanzata rivolgere uno sguardo così ad un altro che non fosse lui…e tu a me quello sguardo non lo hai mai rivolto, Bonnie”.
“Ma di che sguardo parli? Non capisco!”.
“DELLO SGUARDO PIENO DI DESIDERIO CHE AVEVI MENTRE LO GUARDAVI!” - tuonò lui.
Bonnie sentiva che Lucas stava cominciando a perdere il controllo e se c’era una cosa che aveva imparato in quegli anni era di non far arrabbiare un vampiro.
Cercò di calmarlo: “ Guarda che ti stai sbagliando, io…”
“Sbagliando? SBAGLIANDO? Bonnie tu lo hai praticamente mangiato con gli occhi per tutto il tempo che è stato lì! Se io avessi guardato così un’altra tu mi avresti mollato all’istante”.
Bonnie era sconvolta…non si era accorta di nulla….sì, ricordava la sensazione di quando aveva rivisto Damon: desiderio allo stato puro, ma non credeva di averlo anche guardato con desiderio.
Eppure Lucas aveva visto proprio quello sguardo nei suoi occhi.
“Lucas, ti prego, scusami….io non volevo…” - lo pregò.
Ma Lucas non la ascoltò, semplicemente la afferò per le spalle e cominciò ad agitarla dicendo: “Bonnie guarda anche me così, guardami con desiderio, con passione!”.
Bonnie sentiva quelle mani forti sulle sue spalle che la agitavano sempre più velocemente e con maggiore insistenza, vedeva dinanzi a sé quegli occhi, di solito così pacifici, che ora sprigionavano fiamme e pretendevano di essere guardati…
“Bonnie, Bonnie, guardami, guardami come guardi lui!”.
La stretta di Lucas diventava sempre più forte , Bonnie cominciò ad avere paura, a sentire dolore, lacrime amare iniziarono a solcarle il viso sempre più copiose.
“Lucas mi fai paura” - diceva.
“Bonnie, guardami come guardi lui!”
“Lucas mi fai male”.
“Guardami come guardi lui!”
“Lucas, le spalle…”
“Guardami come guardi lui, Bonnie!”
“Lucas, smettila”.
“Guardami come guardi lui!”.
“Lucas…”
“Bonnie, guardam….”
“NON POSSO!” - gridò allora Bonnie, esasperata e ferita.
“Cosa vuoi che ti dica, Lucas? Cosa vuoi che faccia? Vuoi sapere se quello sguardo che hai visto era vero? Se esprimeva davvero ciò che sento quando guardo Damon? Sì, è così, non posso farci nulla se quando lo vedo è come se mi si accendesse un fuoco dentro, e ti assicuro che ho provato a gettargli su dell’acqua, a soffocarlo, ma è inutile, torna sempre.”
“Ho capito…” - disse lui con aria triste e fece per andarsene.
“No” - lo fermò Bonnie - “Non hai capito un bel niente, invece. E’ vero che sento una passione fortissima per lui, ma non cambia niente, insomma è normale con uno come lui, ogni ragazza prova lo stesso quando lo vede” - mentì, perché sapeva benissimo che per lei era diverso, andava molto oltre - “Ma con te è diverso” - riprese guardandolo negli occhi e accarezzandogli il viso - “IO TI AMO, e voglio sposarti, voglio passare il resto dell’eternità con te, voglio che tu sia quello che Stefan è per Elena che, per la cronaca, sappi che ha avuto anche lei il suo bel da fare con Damon, eppure guardali adesso, io voglio che sia così tra noi, lo voglio con tutta me stessa!” - e detto questo lo baciò, lo strinse forte a sé per fargli capire quanto tutto quello che aveva appena detto fosse vero, e quando sentì le braccia di lui stringerla, capì che lui aveva compreso e che era tutto come prima se non meglio.
Per il momento la diga non era crollata mandando tutto a rotoli.

Damon aveva guardato tutta la scena dall’alto, aveva creduto per tutto il tempo di avercela fatta, quel cretino con il suo comportamento si stava scavando la fossa da solo e l’ammissione da parte di lei su quanto lo volesse….beh…aveva posto fine alla partita…o almeno così credeva…fino a che lei, con quelle ultime frasi pronunciate prima di quel bacio che stava ancora dando all’altro, non distruggesse con un colpo solo quell’inutile castello di carta che lui aveva costruito.
Fu allora che lo sentì, uno squarcio nel petto sempre più grande e profondo e la bestia che man mano usciva fuori….voleva uccidere….voleva uccidere quel Lucas o come cavolo si chiamava… e voleva farlo al più presto….stava perdendo Bonnie per colpa sua e doveva pagare.

Bonnie era ancora avvolta nell’abbraccio di Lucas quando avvertì una strana sensazione, una brutta sensazione.
Il cielo si rabbuiò all’improvviso e cominciò a tuonare mentre il vento e la nebbia si alzavano sempre più forti e fitti.
Si sottrasse all’abbraccio del suo fidanzato e corse verso la finestra…l’unica cosa che vide fu un uccello volarle davanti per poi perdersi nella nebbia, mentre il vento adagiava sulle sue mani una lunga penna di corvo nero.




NOTA:
Ecco il nuovo capitolo...come sempre spero vi sia piaciuto...
Vi ringrazio ancora per le recensioni di ieri e, mi raccomando, recensite ancora perchè mi interessa sapere cosa ne pensate sinceramente!
Grazie a tutti...bacioni...iosnio9
0.

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Capitolo 5
*** Capitolo quarto ***


Capitolo quarto

Era notte. Un lampo squarciò il cielo. Il vento agitava gli alberi. Gli animali, impauriti, fuggivano via. Damon. Damon con le mani e le labbra sporche di sangue. Lucas. Lucas a terra, senza vita, completamente a brandelli. Damon, con in mano il cuore di Lucas, che si volta e, con gli occhi ormai vuoti e privi di ogni sentimento, getta la testa all’indietro mentre una risata fragorosa, crudele e soddisfatta fende l’aria.

Gli occhi di Bonnie si aprirono di scatto. Era terrorizzata. Aveva appena avuto una visione e non le era per niente piaciuta. Aveva visto Damon uccidere Lucas. Le lacrime, senza che lei volesse, le corsero agli occhi. Bonnie si ricordò della tremenda sensazione avuta qualche ora prima….Possibile?….Damon non avrebbe di certo osato tanto….ma non ne era convinta. La sensazione continuava….e se poi tutto si fosse avverato lei cosa avrebbe fatto?…non sapeva darsi una risposta, ma restava il fatto che sapeva che Damon voleva fare del male a Lucas, lo sentiva, e sapeva dove si trovava ora o comunque dove si sarebbe trovato di lì a poco….Bonnie aveva all’istante riconosciuto il posto della visione…l’Old Wood…. nei pressi della grande quercia che a Damon piaceva tanto.
Senza neppure pensarci scese dal divano dove, a quanto pare doveva essersi addormentata, si diede una veloce occhiata alla specchio, prese il cellulare e chiamò Lucas.
Quando lui rispose, Bonnie ricacciò giù il magone che aveva in gola e gli disse: “Hey tesoro, ascolta ho avuto un po’ di problemi con il fioraio che avevamo scelto, ma dato che è il migliore che abbiamo a disposizione ho deciso di andare lì a risolvere di persona!”.
“Certo, sono da te in un attimo e andiamo, ok?”.
“No, non ce ne è bisogno e poi sono già in macchina, sarà una cosa breve….tu vai dagli altri alla pensione e cominciate senza di me…ci sono ancora così tante cose da fare e mancano così pochi giorni che ho pensato sia meglio se ci dividiamo il lavoro…così io mi occupo di questa seccatura con il fioraio, mentre tu porti avanti le operazioni….cosa ne pensi?”.
“Hai ragione, amore! Ma mi raccomando torna presto!” - le disse lui.
“Sì, non preoccuparti ci vorrà poco”- rispose lei.
“Ti amo!” - fece Lucas.
“Anch’io” - rispose Bonnie e poi riagganciò.
Adesso poteva concentrarsi davvero sull’ incredibile sciocchezza che stava per fare: senza dire nulla a nessuno, stava per andare nell’Old Wood a cercare Damon che era infuriato, le voleva uccidere il fidanzato e probabilmente avrebbe ucciso anche lei.
Il sole fuori cominciava a calare, Bonnie ricordò che nella visione era buio pesto e si affrettò, aveva solo poche ore.
Uscì di casa velocemente e presa l’auto si diresse verso un destino a lei ignoto.

Dire che era semplicemente infuriato era poco, Damon si sentiva ribollire dalla rabbia, si sentiva come un vulcano in procinto di eruttare e sapeva che tutta la sua furia si sarebbe abbattuta su una persona ed una soltanto…quello sporco verme immondo di Lucas. Al solo pensiero sorrise di piacere, quando ad un tratto sentì uno scricchiolio alle su spalle.
Si dileguò in un istante.

Bonnie aveva attraversato quel bosco maledetto, nel vero senso del termine, tutto d’un fiato e senza voltarsi indietro.
Quando entrò nella radura dove c’era la quercia, si guardò intorno ma non vide nessuno…lì Damon non c’era o almeno sembrava non esserci, ma chi poteva dirlo?…così avanzò e cominciò ad urlare a gran voce: “DAMON”.

Stefan aveva sentito all’improvviso un enorme ondata di Potere pervadere l’aria…aveva riconosciuto subito quell’aura…Damon….ma chissà perché era così fuori controllo.
Decise, per il bene di tutti, di andare a controllare.
“Hey dove vai così di fretta, tra poco saranno qui gli altri” - gli chiese Elena.
“Non hai sentito?”.
“Cosa?”
“Damon…ha inviato un’ondata di Potere gigantesca dall’ Old Wood….non lo senti?” - le disse Stefan.
Elena si concentrò e… “Oddio, Stefan, ma cosa gli prende? Sembra totalmente fuori di sé, non cerca neppure di contenere la sua aura…perché fa così? Credi sia ancora a causa mia?” - chiese lei.
“No…sono convinto che non tu c’entri un bel niente…anzi credo che c’entrino le nozze di Bonnie”.
“Cosa? Ma dai è impossibile, cosa dovrebbe importarsene lui di Bonnie che si sposa…lei per lui è come tutti gli altri, lo sai, un essere insignificante, cibo e nient’altro!” - disse risoluta Elena che nel frattempo si era avviata verso la porta.
“Dove vai?” - le domandò Stefan.
“Semplice, nell’Old Wood, vado a dirgli di smetterla, io sto con te…deve rassegnarsi!”.
“Elena torna qui” - le disse Stefan che si era avvicinato e le aveva afferrato un braccio - “Scusa, ma ti ripeto che secondo me, e secondo quello che ho visto e sentito in questi giorni sommato a dei vecchi sospetti accumulati negli anni, ti ripeto che tu non c’entri nulla, ma c’entra Bonnie, sono convinto che resteresti sconvolta da quanto credo che Damon tenga a Bonnie, e poi, scusa, ma come hai fatto a non accorgerti che lui si comportava sempre in modo diverso con Bonnie rispetto a come era con gli altri”.
“Si, ma…….” - riattaccò Elena.
“Ma….nulla. Scusa se te lo dico, ma secondo me, a volte Damon si è comportato meglio con Bonnie che con te!” - la interruppe lui.
Elena restò semplicemente a guardarlo con aria diffidente, poi disse: “Stefan, lo senti? Sembra che si sia calmato…credi sia il caso di controllare comunque?”.
“No, forse è meglio se ora lo lasciamo solo,ma andrò a parlargli più tardi!” - fu la risposta di Stefan.

Bonnie aveva urlato a squarcia gola il nome di Damon, per più o meno un quarto d’ora e sentiva la gola cominciare a bruciarle, stava per desistere quando vide una sagoma scura su uno dei rami più grossi della quercia.
Era lui. La fissava e il suo sguardo era freddo, vuoto, calcolatore…
Bonnie cominciò a tremare e sentì gli occhi pizzicarle per le lacrime che disperatamente chiedevano di uscire, ma che lei ricacciava sempre indietro con vigore.
“Damon….sei tu!..Per favore, potresti venire giù? Ho un disperato bisogno di  parlarti” - gli disse.
Lo vide esitare, beh, in effetti non lo vide fare perfettamente nulla, se ne rimaneva semplicemente lì immobile a fissarla e Bonnie pensò che forse stesse esitando.
Ma, ad un tratto, se lo ritrovò di fronte…si era mosso così velocemente che non era riuscito a vederlo.
“Cosa vuoi?” - le chiese.
- Fantastico! Adesso mi ammazza -! pensò Bonnie
“Allora? Cosa vuoi?” - insistette lui.
“Beh….ecco…io…” - farfugliò Bonnie, terrorizzata da quegli occhi gelidi fissi su di lei.
“Parla oppure vattene….ho altre cose a cui pensare, io!” - le ordinò.
Bonnie ricordò cosa erano le “altre cose a cui doveva pensare” e trovò il coraggio di parlare.
“Ho avuto una visione, Damon! Ti ho visto uccidere Lucas!”
Un sorriso si formò sulle labbra di Damon. Bonnie s’irrigidì, ma continuò imperterrita.
“Non voglio che tu gli faccia del male, Damon! Hai capito?” - gli disse.
Il sorriso di Damon scomparve, le si avvicinò lento e guardandola negli occhi le disse: “ Come osi, tu, stupida, piccola streghetta dare degli ordini a me? Non sono affari tuoi cosa faccio io!”.
“E invece sì se te ne vai in giro a cercare di uccidere il mio fidanzato” - lo sfidò lei.
Damon fece un ulteriore passo avanti. Bonnie sentì la gonna che aveva addosso accarezzare i jeans di Damon tanto erano vicini.
I loro occhi erano incollati e Bonnie sentì che stava cominciando a perdersi in quel nero senza fine, sentiva le membra intorpidirsi, il mondo intorno a lei sparire lasciando soltanto Damon….Damon, solo lui e nessun altro….ma…
“NO” - urlò Bonnie sbattendo le palpebre per un po’ - “Non cercare di influenzarmi, Damon, perché non ci riuscirai, non riuscirai a cancellare Lucas dalla mia mente e dal mio cuore. Non so come te la cavavi con Elena e i suoi sentimenti per Stefan, ma io sono diversa, non sono lei,e non ti permetterò di influenzarmi, intesi?”.
Vide Damon guardarla con un misto di incredulità e….sconforto?
“Sempre la stessa storia, vero? Lucas, Lucas e sempre e solo Lucas…e poi ti chiedi perché voglio toglierlo di mezzo!” - le disse continuando a fissarla.
“Sì, infatti, perché? Perché vuoi ucciderlo? Cosa ti ha fatto? Nemmeno lo conosci!”.
“Non lo capisci proprio?” - sbottò lui - “Ti ha portata via da me, ecco cosa ha fatto”.
Ancora quella storia…ma perché si ostinava a raccontarle quella frottola? Perché voleva farla soffrire così? si chiedeva Bonnie.
Lui si allontanò di colpo, tornò sotto la quercia dove sferrò un pugno all’enorme tronco, intaccando il legno e poi restò lì a guardarsi le ferite sulla mano che si rimarginavano. Bonnie ricordò che il legno di quercia poteva ferirlo, persino ucciderlo.
Damon era ancora lì, quando all’improvviso Bonnie lo vide piegare la schiena all’indietro e lanciare un urlo straziante che fece volare via ogni uccello si fosse annidato da quelle parti, poi, incredula e sconvolta, lo vide accasciarsi a terra.
Si precipitò da lui, gli si inginocchiò di fronte, gli prese il viso tra le mani e lo sollevò per guardarlo negli occhi, non l’aveva mai visto così e un sentimento che non aveva nulla a che fare con la compassione, ma che era più una sorta di dolore fortissimo al cuore perché sentiva che lui soffriva a causa sua, si impadronì della sua mente, della sua anima e del suo cuore.
Per un momento infinito restarono lì a guardarsi, con le mani di lei ancora sul viso di lui, poi Bonnie parlò:
“Damon, cos’hai? Dimmelo”.
“Bonnie… io mi sento…impazzire. Più passano i giorni e l’unica cosa a cui penso è che presto sposerai quell’inetto, probabilmente ti lascerai trasformare da lui e resterete insieme in eterno, ed io? Io starò lì a guardare perché tu non vuoi saperne di me, e a buon ragione visto come ti ho trattata anni fa! Ti ho usato come un giocattolino insignificante, come un ripiego, ma ora non è più così…ora è tutto diverso…tu non sei un ripiego!” - le disse con foga.
Bonnie si sentiva preda di mille emozioni diverse…quante volte aveva sognato che Damon le dicesse quelle cose e adesso eccolo lì….ma lui aveva ragione…adesso era tutto diverso, adesso c’era Lucas.
“Damon, non parlarmi così….non puoi…non te lo permetto….fino a qualche tempo fa avrei venduto l’anima pur di sentirmi dire cose così da te…ma adesso, come hai detto tu, è tutto diverso…adesso c’è …”
“Lucas…” - la interruppe.
“Si, adesso c’è Lucas…lui ha fatto molto per me, mi ha aiutata a crescere, mi ha fatto sentire amata, ha rimesso insieme i pezzi che il mio….insomma, che quello che provavo per te e che non è mai stato corrisposto, aveva devastato…e ora tu non puoi dirmi così” - concluse lei.
Restarono ancora a fissarsi, persi l’uno nello sguardo dell’altra.
Poi Damon mise le sue mani sul viso di Bonnie.
“Bonnie, non respingermi!” - le disse e la sua era semplicemente una richiesta non un tentativo di influenzarla.
Piano cominciò ad avvicinare il suo viso a quello di lei, ormai le loro labbra erano sul punto di sfiorarsi. Bonnie sgranò gli occhi, cominciò ad ansimare e sentì il suo cuore correre all’impazzata. Damon era sempre più vicino.
- Chiudi gli occhi, Bonnie….chiudi gli occhi e gira di lato la testa….devi resistere! - le disse una voce nella sua testa.
Ma la voce del suo cuore le diceva: - Non aver paura, Bonnie, lasciati andare, questa volta non ti farà male, abbandonati a lui, è quello che hai sempre voluto -
E nella battaglia tra mente e cuore, vinse quest’ultimo.
Damon poggiò delicatamente le sue labbra sulle sue, e Bonnie sentì pura elettricità correrle ovunque ed in quel momento sentì di essere davvero viva.
Lei gli intrecciò le braccia intorno al collo, mentre lui la attirò ancora di più a sé tenendola per i fianchi, e allora fu pura follia.
Il bacio, da tenero e delicato, divenne frenetico ed insistente.
Bonnie sentì come se tutta la passione ed il desiderio accumulati negli anni da quando aveva conosciuto Damon trovassero il loro libero e naturale sfogo in quel bacio.
In quel momento non riuscì più a tenere a freno le lacrime, ogni suo argine, ogni diga che aveva costruito dentro di sé per tenere a bada certe emozioni, erano crollate appena entrate in contatto con la pressante frenesia delle labbra di Damon. Intorno a lei tutto scomparve, c’erano solo loro due, Bonnie e Damon, e questa volta sapeva di non essere sotto l’incanto di Damon, sapeva che tutto quello era opera del suo cuore e dell’amore che provava per lui. Sì, amore….era esattamente questo che provava per lui era inutile continuare a mentire a se stessa, lei non lo aveva mai dimenticato, l’aveva sempre amato, sempre.
Quando si staccarono, ansimanti, Bonnie vide Damon e capì che in quel momento i loro cuori  erano un tutt’uno finito e completo. Non si era mai sentita così.
Damon le asciugò con dolcezza una lacrima che ancora le scorreva sul viso.
“Grazie” - le sussurrò, sorridendo.
“Di cosa?” - chiese lei colta alla sprovvista.
“Di esserti lasciata andare a me, di avermi dato la possibilità di dimostrarti che quello che continuo a ripeterti, cioè che non sei un ripiego e che ti voglio come nessun’altra,è vero…è tutto vero! Bonnie…io ti…”
“DAMON!DAMON!” una voce sempre più vicina ruppe l’incantesimo….era Stefan.
“Oh dannazione!Maledetto rompiscatole!” - disse Damon digrignando i denti.
“E’ il mio adorabile fratellino impiccione e inopportuno” - continuò diretto a Bonnie.
- Cavolo, possibile che Stefan doveva scegliere proprio questo momento per far visita al fratello!….Proprio ora che Damon stava per dirmi chissà cosa - pensò Bonnie stizzita. - Ma d’altra parte forse è meglio non sapere, io devo pensare a Lucas, non importa quanto sia stato perfetto il bacio con Damon, era solo un bacio - si disse risoluta, sentendo la parte razionale riprendere pian piano il sopravvento.
“DAMON? DAMON, RISPONDIMI, LO SO CHE SEI QUI!” - gridò Stefan.
“Vai” - disse Bonnie a Damon.
“Cosa?”.
“Mi hai sentita, Damon, vai! Tra poco Stefan sarà qui e non voglio che mi veda…sai com’è io starei per sposarmi!”.
“Cosa? Vuoi ancora sposarti?”  - disse lui quasi urlando.
“Sì, ovvio. Io devo pensare a Lucas. Non posso lasciarlo così dopo tutto quello che ha fatto per me solo perché tu sei ritornato….io ti credo quando dici che non sono più un ripiego per te, davvero….ma non posso correre di nuovo il rischio di finire in pezzi, non lo sopporterei, Damon, ne morirei…e non voglio!”.
“Ma…il bacio…”.
“Il bacio è stato perfetto, ti ho sentito davvero, per la prima vota ti ho sentito…ma…io…”
“DAMON! ESCI FUORI!” - urlò Stefan.
“Oddio….che strazio!….Ok, Bonnie, ascolta, ne riparleremo più tardi, stanotte verrò da te, aspettami,ok?” - disse lui.
“Ok, ti aspetterò” - disse lei.
Si alzò in piedi, lui le prese la mano e la intrecciò alla sua come a creare un simbolo della loro unione. Bonnie fissò per un attimo la sua mano intrecciata a quella di Damon, poi alzò lo sguardo per sorridergli. Damon ricambiò stringendole di più la mano e sorridendole, non con uno dei suoi soliti sorrisi di scherno, ma con un vero sorriso e poi la lasciò andare, preparandosi a cercare dentro di sè tutta la forza per nascondere quella felicità che la tenera streghetta aveva fatto nascere dentro di lui e affrontare il fratello come se fosse il solito Damon.



NOTA:
Ecco un nuovo capitolo...spero vi piaccia e spero che continuerete a sostenermi nello sviluppo di questa mia prima storia.
Fino ad ora ho sempre postato un capitolo al giorno...ma ora probabilmente non ci rivedremo per 2 giorni...fino a martedì...o anche mercoledì...ma non preoccupatevi...tornerò sicuramente e allora, se riesco, posterò, insieme, anche più di un solo capitolo...dipende dal tempo che avrò in questi giorni....poi però riprenderò la routine di sempre con un capitolo al giorno....quindi....a presto...e mi raccomando...RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE...XDXDXDXDXD....bacioni...iosnio90.

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Capitolo 6
*** Capitolo quinto ***



Capitolo quinto

Aveva sentito spesso dire che certe persone, che sono in grado di farti provare certe emozioni, riescono a cambiarti nel profondo, a farti vedere il mondo con occhi diversi, a farti apprezzare di più le cose.
Beh….aveva sempre creduto che fosse uno di quei ritornelli idioti per stupidi romantici in stile santo Stefano, ma ora doveva ricredersi.
Dopo aver baciato la streghetta, Damon si sentiva davvero diverso. Dal momento in cui l’aveva guardata negli occhi, aveva sentito le sue mani sul suo viso, aveva stretto quel fragile corpicino al suo, aveva sentito sulle sue labbra il sapore delle labbra di lei, Damon era cambiato. Aveva cominciato ad avvertire uno strano formicolio al centro esatto del petto, come se il suo cuore si stesse appena risvegliando dopo secoli di riposo.
Ricordava perfettamente che quando baciava Elena non si sentiva così…a dire il vero…non si era mai sentito così. Si sentiva estatico, elettrizzato, felice! Si sentiva…innamorato! Sapeva che quello che provava per Bonnie non era un’ossessione, non era un capriccio, ma era ….amore! Quello vero! E poco importava se lei ora si sentiva confusa oppure sentiva di avere un chissà quale debito nei confronti dell’inglesino, lui sapeva che anche lei lo amava: l’aveva percepito dalle sue mani, dal suo bacio, dai suoi occhi, dalle sue lacrime.
“DAMON!DAMON!”. Le grida di Stefan lo riportarono alla realtà…adesso aveva un compito da fare…cioè rimandare a casa il suo irritante fratellino, anche se meritava di gran lunga la morte dopo aver interrotto lui e la sua adorabile strega.
Rimise la maschera di scherno e arroganza sul viso e si avviò verso Stefan.

Bonnie sentiva che stava per scoppiare dalla felicità, mentre si stringeva le mani al petto come se temesse che il suo cuore potesse prendere il volo da un momento all’altro.
Damon….Damon… la sua mente non riusciva a pensare ad altro….sapeva che era sbagliato sentirsi così, che era sbagliato ciò che era appena successo, che era sbagliato essere impazienti che arrivasse la notte solo per poterlo rivedere…ma non riusciva a smettere di pensarci nonostante sapesse che era un terribile errore.
Era ormai ritornata alla macchina e guardando l’orologio si rese conto con estremo sollievo che il tempo nel bosco era volato e che ormai tutti i suoi amici e Lucas dovevano aver lasciato la pensione…quindi non era costretta a vederli per quella sera.
Lucas….solo pensare il suo nome la fece sentire sporca. Lui l’amava sopra ogni cosa, la proteggeva, era sempre gentile con lei, la rispettava, la voleva al suo fianco per l’eternità. E, invece, lei cosa fa? Lo tradisce proprio il giorno dopo avergli giurato che amava lui e solo lui e che tra lei e Damon non ci sarebbe mai stato nulla.
Era una traditrice, una donna infima, malvagia, di basso valore.
Ma nonostante tutti gli insulti che continuava a lanciarsi contro, Bonnie non riusciva a pentirsi del bacio con Damon. In quel momento era stato tutto così semplice, così naturale e spontaneo che non poteva essere sbagliato. Tra le braccia di Damon si era sentita protetta, al sicuro…si era sentita a casa. E poi…aveva sentito lui. L’aveva sentito…aveva sentito il suo cuore e la sua anima che si aprivano a lei, che si arrendevano a lei, e nulla le era sembrato mai così bello e dolce che lasciarsi cullare da quell’eterno buio che d’un tratto le si apriva davanti agli occhi per far entrare uno spiraglio di luce, poi un altro, poi un altro, poi un altro e così via all’infinito…e quella luce, Bonnie lo aveva avvertito, quella luce era lei.
D’un tratto il cellulare nella borsa di Bonnie vibrò. Era un messaggio di Lucas che le chiedeva cosa le era successo e se era tutto ok. Bonnie inviò un semplice: - Sì, tutto ok, ma sono stanca. A domani - non aveva nessuna voglia di cominciare una conversazione che a quel punto poteva anche finire con uno dei due con il cuore a pezzi o forse addirittura entrambi.
Mise in moto l’auto e si avviò verso casa. Doveva riflettere.

Stefan era nell’Old Wood da più di un quarto d’ora ormai, ma era deciso a non andare via, stava cercando Damon e sapeva che era lì e che prima o poi si sarebbe stancato e si sarebbe deciso a farsi vedere.
“DAMON, AVANTI, VIENI FUORI!”- urlò di nuovo, quando, finalmente, lo vide uscire dal folto della vegetazione.
“Allora, la smetti? Si può sapere che hai da urlare tanto? Non sai che così fai scappare tutti quei simpatici coniglietti che a te piacciono tanto, fratellino?”- disse Damon non appena lo vide - “E, comunque, tanto per la cronaca, voglio dirti che se sei qui per dirmi che un uragano sta per abbattersi sulla tua preziosa Fell’s Church…beh….come dire?…non me ne importa un bel niente…quindi se ora vuoi scusarmi…”- e fece per andarsene, ma Stefan fu abbastanza veloce da pararglisi dinanzi e sbarrargli la strada.
“Mmm…cosa abbiamo qui oggi? Oh, ma certo questo è sono-più-stupido-di-quanto-pensavi-infatti-ti-ho-sbarrato-la-strada Stefan”- disse Damon guardandolo negli occhi con aria di sfida.
“Avanti, Damon, io sono semplicemente venuto a vedere se era tutto ok…ero un po’ preoccupato per te”- disse Stefan, ma notando che Damon lo guardava come se fosse un rincretinito, decise di aggiungere, sperando in una risposta - “Anche Elena era molto preoccupata per te”.
A quel punto Stefan notò un cambiamento nei modi di Damon, ma non quello che si aspettava. Damon cominciò ad essere scosso da piccoli fremiti e le sue labbra si incurvarono in un sorriso, sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
“Damon…davvero…non sto scherzando” - azzardò Stefan, ma a quel punto Damon esplose e si piegò letteralmente in due dalle risate.
Stefan non poteva credere ai suoi occhi, Damon gli stava praticamente ridendo in faccia perché gli aveva appena detto di essere preoccupato per lui, ma la cosa che non si sarebbe mai aspettato era che Damon lo prendesse in giro nonostante gli avesse detto che anche Elena era in ansia: di solito Damon non si comportava così, Stefan sapeva bene che una delle poche cose in grado di rendere serio suo fratello era dirgli che stava in qualche modo facendo soffrire Elena. Eppure adesso….
Beh…le cose dovevano essere cambiate altrimenti non si sarebbe spiegato quel comportamento.
Stefan attese pazientemente che Damon la smettesse e quando questo si fu ripreso l’unica cosa che disse fu: “ E perché eravate taaaaaaanto in ansia?”.
“Perché? Come perché? Abbiamo sentito le ondate di Potere a dir poco minacciose che stavi inviando poco fa, Damon”.
“Ah, già, quelle….e vi siete preoccupati per quelle? Ma non ce n’è motivo fratellino. Dì pure alla tua dolce metà che stavo solo scaricando un po’ di rabbia repressa o come tu preferisci chiamarla. E’ una cosa utile di tanto in tanto per chi è potente come me…ma tu ovviamente non puoi capire” - disse Damon sorridendogli in quel suo modo che sapeva sempre di presa in giro.
“Ok, ma ti sei calmato così all’improvviso….come mai?”- chiese Stefan per pura curiosità. Era ormai abituato a stranezze del genere quando si trattava di Damon.
“Che ti importa eh? Saranno pure affari miei cosa faccio o non faccio nella mia vita! Da quando devo chiedere il permesso a te per fare o dire qualcosa?” - scattò improvvisamente Damon.
Stefan non era pronto ad una reazione del genere e ne rimase sbalordito.
Era sicuro di non aver detto nulla di offensivo e neppure di aver fatto una domanda impertinente…quindi perché Damon reagiva così?
“Damon, calmati, non mi sembra di averti chiesto qualcosa di così….personale…ma se non ti va di rispondere non importa, la mia era solo curiosità” - disse, e poi aggiunse - “Però, scusami tanto, ma mi sembri un po’ strano oggi…diverso dal solito…e successo qualcosa?”.
“No, cosa sarebbe dovuto succedere? Io sono sempre il tuo solito, cinico, cattivo fratello maggiore” - disse Damon, ma cominciò a sembrare alquanto a disagio.
“Ok, se lo dici tu? Ma voglio chiederti ancora una cosa”. - disse Stefan.
“Spara!” - fece Damon con l’aria rassegnata di chi è costretto ad ascoltare, ma ne farebbe volentieri a meno.
“Beh…tu hai detto che sei tornato perché eri < preoccupato > per noi, ma adesso è da un po’ che sei qui e hai visto che non c’è nulla di che preoccuparsi, te lo ha detto persino Elena quando ti ha visto l’altro giorno alla pensione e ti ha anche detto, se non sbaglio, che stiamo tutti bene, e che Lucas, il fidanzato di Bonnie, è un dei nostri….quindi…perché rimani qui?”.
Stefan era pronto ad una delle solite risposte ironiche alla Damon, ma questa volta fu diverso e rimase nuovamente sorpreso da ciò che vide e sentì.
Damon aveva abbassato la testa, chiuso i pugni e cominciato a ringhiare.
Quando riaprì gli occhi e guardò Stefan, questo vide solo fuoco e fiamme in quegli occhi, di solito, così neri e sentì sprigionarsi dal fratello un’ondata di rabbia e di Potere che per intensità e malvagità ricordava quelle del pomeriggio.
Poi Damon cominciò a parlare con un tono basso ma minaccioso: “Lucas, Lucas e sempre Lucas!…Possibile che sia sempre in mezzo? Persino tu che sei mio fratello lo spalleggi, invece di stare dalla mia parte! Lucas di qua, Lucas di là, Lucas è mio amico, Lucas mi vuole come testimone….ed io?…io?…eh?…Lo sai chi sono io, Stefan? Te lo ricordi? Io sono Damon Salvatore e sono tuo fratello, lo stesso fratello che ti ha salvato la vita un bel po’ di volte mettendo anche rischio la sua, che, diciamocelo, vale molto di più della tua. E tu come mi ringrazi? Tutti quegli umani idioti come mi ringraziano? Il tuo caro angioletto come mi ringrazia? Ovvio…METTENDOSI DALLA PARTE DI LUCAS!” - tuonò Damon.
Stefan non riusciva a capacitarsi di quello che aveva appena ascoltato. Cosa c’entrava Lucas? Perché Damon ce l’aveva tanto con lui?
“Damon, cosa ti importa di Lucas? Cosa c’entra lui con quello di cui parliamo?”.
“C’entra….c’entra tutto!” - esclamò Damon e Stefan lo vide volare via in un attimo e perdersi nella notte troppo veloce e, forse, troppo turbato per poter essere fermato.

Bonnie era appena ritornata a casa. Durante il tragitto non aveva fatto altro che pensare e ripensare a quello che era accaduto, al bacio, a Damon, a Lucas…e si sentiva così confusa, così esasperata da tutte quelle emozioni contrastanti che decise che l’indomani doveva parlare assolutamente con Meredith, lei l’avrebbe lasciata sfogare, l’avrebbe ascoltata per poi tirar fuori uno dei suoi consigli che funzionavano sempre.
Sì, era deciso, prima di fare o dire una qualsiasi cosa in merito alla situazione che si era venuta a creare, avrebbe ascoltato il parere della sua migliore amica saggia.
Presa questa decisione, decise quindi di farsi un bel bagno, cenare e andarsene dritta a letto.
- Ma Damon ha detto….- si ricordò all’improvviso - Beh…magari se lo dimentica parlando con Stefan, o forse mi vedrà addormentata e deciderà di non svegliarmi - pensò poi, anche se poco convinta.
Comunque per evitare di farsi trovare ancora sveglia e cercando quindi di incoraggiare la sua seconda ipotesi, decise di fare uno spuntino veloce al posto della cena, fece una doccia veloce al posto del bagno e si ficcò subito sotto le coperte con gli occhi chiusi aspettando che Morfeo arrivasse a cullarla.
E bisogna dire che non tardò molto.
Bonnie cominciò a sentire quasi subito le palpebre molto pesanti, sentiva che la tempesta emotiva che si era scatenata quel giorno l’aveva davvero ridotta uno straccio, e così, si lasciò andare.

Damon si sentiva turbato ed infuriato con quel su fratello così irritante e ficcanaso che gli aveva fatto perdere le staffe parlando di quel Lucas.
- Ma dico io….è possibile avere un fratello così idiota? Tra tutte le persone che poteva nominare, proprio di quello lì doveva parlare… e pensare che stava andando tutto così bene…stavo recitando così alla grande la parte di quello a cui non importa nulla di niente e di nessuno e lui che fa? Parla di quell’ insetto…Stupido rammollito! - pensò Damon, ma una vocina nella sua mente gli fece ricordare che “quell’insetto” stava con Bonnie, mentre lui no.
- Già…Bonnie…sono stato un tale idiota…peggio di Stefan…insomma lui sarà pure un deficiente totale ma, accidenti, l’ha capito subito quando si è ritrovato davanti la donna giusta, ed io, che dovrei essere quello perfetto, bello da paura ed intelligente oltre ogni immaginazione, che faccio? Perdo anni interi a mettere i bastoni fra le ruote a lui e ad Elena e mi lascio portare via l’unica davvero importante da un altro…qui si direbbe quasi che il cretino sa io…assurdo! -.
Mentre pensava queste cose si accorse che i suoi pensieri lo avevano portato dritto fuori la finestra della sua streghetta.
Vi si appoggiò e guardò dentro.
Lei dormiva nel suo letto, aveva solo un sottile lenzuolo di seta bianca addosso a coprirle le gambe, il viso era girato verso la finestra, le mani erano poggiate una sul ventre e l’altra al lato della testa, mentre i capelli erano sparpagliati alla rinfusa sul cuscino.
A Damon sembrava così piccola ed indifesa, eppure così forte e sensuale.
Senza nemmeno pensarci, aprì la finestra dall’esterno applicando una quantità di forza piccolissima ma sufficiente a far scattare la serratura, la spalancò, entrò nella stanza e richiuse la finestra stando attento ad ogni minimo rumore. Poi andò verso di lei e le accarezzò la guancia con le dita di una mano sentendo a quel lieve contatto una scossa elettrica che partiva da lei e arrivava dritta al suo cuore morto scuotendolo come se fosse un defibrillatore.
Bonnie all’improvviso si mosse, aprì gli occhi e gli sorrise poggiando la sua mano su quella di Damon che ancora le accarezzava la guancia e trattenendola lì.
Damon non resistette oltre.
Si inginocchiò di fianco al letto di Bonnie e, dolcemente, la baciò.





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Capitolo 7
*** Capitolo sesto ***


Capitolo sesto

Per Bonnie perdersi in quell’oceano nero che erano gli occhi di Damon era sempre meraviglioso e insieme terribilmente spaventoso.
Ma quando lui la baciava era come volare, lasciare quel misero mondo a cui apparteneva per andare in un mondo diverso, magnifico e libero in cui lei si sentiva a casa, e allora tutto il timore per quell’oscurità che prima l’attanagliava le sembrava improvvisamente così stupido e insensato che l’unica cosa a cui pensava era perché non si era buttata con tutta se stessa in quel buio già molto prima.

Damon era lì con lei e la stava ancora baciando. Bonnie sentiva le sue labbra così delicate eppure così esigenti premere delicatamente sulle sue.
Non si era mai risvegliata in un modo più dolce….neppure quando a svegliarla era….era….Lucas.
Bonnie aprì d’un tratto gli occhi, tirò via la sua mano da quella di Damon e si sottrasse svelta al bacio alzandosi di scatto dal letto e mettendosi a sedere dal lato opposto in cui si trovava Damon.
Passarono pochi secondi che Bonnie se lo ritrovò in piedi di fianco. Quando sollevò lo sguardo notò che lui la stava guardando con aria interrogativa.
Evidentemente era giunto il momento di parlare per lei anche se non era sicura di ciò che avrebbe detto…in quel momento voleva solo che lui sparisse per non dover affrontare l’argomento.
“E’ così? Vuoi che io sparisca?” - chiese lui dopo averle letto nei pensieri.
“No, Damon, non è come credi!” - si affrettò a rispondere lei.
“E allora com’è?” - fece lui e la sua voce aveva un chè di triste più che di arrabbiato.
“Damon, tu non capisci, io non posso! Non posso stare con te, guardarti, toccarti…non posso perché tutto questo non farebbe altro che portarmi a baciarti e io non posso e non devo baciarti!”.
“E’ per Lucas vero? Avanti dimmelo…è per lui?…Ma si può sapere cosa vi ha fatto a tutti? Puoi dirmi cosa ha lui che io non ho?” - scattò Damon che questa volta si stava irritando davvero.
Bonnie si sentiva presa e messa tra due fuochi, si alzò in piedi e cominciò a girare per la stanza.
“Sì è per lui, ma allo stesso tempo non lo è…è per te, ma allo stesso tempo non lo è…è per tutta la situazione in generale….mi sento confusa, Damon, confusa come non lo sono mai stata in vita mia” - disse lei con la voce rotta per le lacrime che premevano per venire fuori.
“Spiegami perché ti senti così”.
“Come faccio a spiegartelo….l’unica cosa che voglio adesso è stringermi a te e baciarti e perdermi in te….ma poi penso a Lucas che è lì fuori e non sa nulla di questa storia, che ha fiducia in me, che vuole sposarmi, che mi ama…e io amo lui….ma amo anche te e non so che fare…mi sento persa!” - disse tutto d’un fiato mentre le lacrime le rigavano il viso.
“Cosa? Mi ami?” - chiese lui.
“Sì che ti amo e non far finta di non saperlo!”.
“Sì, ma non lo avevi mai detto a voce alta o comunque non lo avevi mai detto a me.”
“Comunque che differenza fa?”.
“Come che differenza fa? Tu mi ami, Bonnie, e se tu mi ami perché non posso stare qui con te, non posso stringerti, non posso toccarti, perché? Non dovrebbe essere così quando si ama qualcuno.” - disse lui con voce concitata e piano si avvicinò a lei che si era fermata di spalle dall’altro lato della stanza.
“Ma lo è, è così…almeno per noi…almeno finchè non avrò capito cosa o chi è meglio per me” - fu la risposta di Bonnie.
Passavano i minuti e lei se ne restava semplicemente lì, a bocca chiusa, con lo sguardo rivolto alla finestra. Il silenzio nella camera era così totale che per quanto ne sapeva Damon poteva essersene andato via da un pezzo, quando all’improvviso, sentì le mani di lui sulle sue spalle, nello stesso momento avvertì il corpo di Damon dietro di lei e le sue labbra fresche accanto al suo orecchio che le sussurravano: “Bonnie, noi due non possiamo stare lontani, e tu lo sai esattamente come lo so io”.
Bonnie sentiva il respiro di lui che le accarezzava il collo, poi avvertì la mano sinistra di Damon che si spostava dalla sua spalla per percorrere tutta la lunghezza del suo braccio, soffermarsi sulla sua mano, per poi continuare la sua discesa fino ad arrivare alla parte superiore della sua gamba sinistra e fermarsi lì, aumentando leggermente la presa intorno alla sua coscia e sollevandole appena un po’ più su la sottile camicia da notte rossa.
Si sentiva completamente sua e sentiva che non poteva essere altrimenti, che doveva essere così.
Lentamente inclinò la testa all’indietro e si lasciò andare a Damon che nel frattempo aveva spostato anche la mano destra dall’altra spalla di Bonnie per poggiarla sul ventre di lei e attirarla a sé.
Bonnie sentiva il suo respiro accelerare ad ogni toccò di Damon.
Per lei in quel momento la cosa più naturale del mondo sarebbe stata voltarsi e lasciarsi trascinare da Damon, ma non lo fece. Con una mano spostò la mano di Damon dal ventre e con l’altra spostò quella sulla gamba, poi lentamente, si voltò.
Damon la stava guardando come se lei fosse l’essere più bello al mondo.
Parlare per Bonnie fu difficile…voleva solo gettargli le braccia al collo e baciarlo.
“Damon…come ti ho già detto non posso…almeno per ora….dammi il tempo di riflettere e di risolvere questa situazione scomoda in cui mi sono cacciata e quando mi sarò chiarita le idee ti prometto che verrò io a cercarti….per adesso quando penso a te mi sento troppo sporca nei confronti di Lucas e quando penso a lui mi sento troppo sporca nei tuoi confronti per sapere davvero cosa fare…ma ti prometto che mi basterà solo un po’ di tempo per me stessa per capire…ho una sola richiesta….se davvero quello che hai detto in questi giorni era vero, se davvero i momenti passati con me erano veri, Damon, allora aspettami…è l’unica cosa che ti chiedo!” - disse Bonnie guardandolo con tenerezza negli occhi.
“Va bene, ma sappi che ti aspetterò anche dovessero passare anni, Bonnie. Tu sei quella giusta, sei l’unica, io lo so, e ti ho aspettato troppi secoli per rovinare tutto ora che ti ho qui. Quindi…quando vorrai, saprai dove cercarmi…io sarò lì ad aspettarti, uccellino!” - rispose Damon.
Poi le sorrise, le diede un leggero bacio a fior di labbra, uno di quei baci piccoli e teneri, ma in grado di farti vedere le stelle, e poi volò via nella notte.

Stefan si sentiva decisamente strano dopo quella stana chiacchierata con Damon.
Aveva la sensazione che suo fratello gli stava nascondendo qualcosa, ma non riusciva a capire cosa. E poi c’era quello strano atteggiamento di Damon quando aveva cominciato a parlare di Lucas e ad inveire contro tutti loro perché erano amici di Lucas. Più ci ripensava e più non capiva…perché Damon lo aveva attaccato così? Lui lo aveva appena nominato Lucas e in un discorso che non verteva certo su di lui….eppure a quanto pareva bastava solo pronunciar il nome di Lucas che Damon scattava.
Possibile che ad irritarlo fosse il fatto che tutti amavano Lucas, mentre tutti odiavano lui seppure lo conoscevano da più tempo? Oppure ad irritarlo era il fatto che, più di ogni altro, una persona in particolare amava Lucas, cioè Bonnie?
A Stefan l’idea che Damon tenesse in modo molto particolare a Bonnie frullava in mente da molto tempo ormai…ma possibile che il semplice “tenere a Bonnie” si fosse trasformato in un “amare Bonnie”?
Se era così era ovvio che Damon fosse così irascibile…era divorato dalla…gelosia?.
Stefan stava ancora riflettendo su queste cose quando notò che Elena era alla finestra con le braccia conserte e lo fissava con l’aria di una che sta per scoppiare dalla voglia di fare una domanda.
“Allora?” - cominciò lei - “L’hai visto? Gli hai parlato? Perché si comporta così?”.
“Beh…si l’ho visto e mi ha detto che non dobbiamo preoccuparci per lui e che si stava solo….scaricando!”.
“Ok…ma tu non mi sembri molto convinto…credi che nasconda qualcosa?” - fece Elena che aveva notato una certa indecisione nel tono di Stefan.
“Non lo so…è che mi è sembrato strano!”.
“In che senso?”.
“Per esempio quando gli ho detto che tu eri in ansia per lui…mi è scoppiato a ridere in faccia…come se il fatto che tu soffrissi per lui non lo riguardasse minimamente, e poi c’è il modo in cui ha parlato di Lucas!” - le disse Stefan.
“Lucas? E cosa c’entra Lucas con Damon?” - fece Elena evidentemente incuriosita.
“Quando l’ho chiesto a lui ha risposto che c’entrava tutto”.
“E poi?”.
“E poi nulla…è volato via e non sono riuscito a fermarlo!” - rispose lui.
“Beh…certo…un po’ strano lo è….tu che idea ti sei fatto?” - chiese, allora, Elena.
“Come ti dicevo…avresti dovuto sentire come parlava di Lucas…ricordo chiaramente che quando lo nominava emanava una scarica di Potere così crudele che mi ha fatto seriamente temere che volesse uccidermi solo perché avevo accidentalmente infilato il nome di Lucas nel discorso….beh…ci ho riflettuto su e sono arrivato ad una conclusione…secondo me Damon è geloso di Lucas perché lui sta con Bonnie!” - spiegò Stefan.
“Oh, avanti, ancora con questa storia? A Damon non importa nulla di Bonnie. Esattamente come non gli importa nulla di nessun altro apparte se stesso e….”
“E te? Scusa tanto, Elena, ma sto cominciando a pensare che quella innamorata di Damon sia tu!” - fece Stefan senza l’ombra di umorismo nella voce.
“No, Stefan, ti giuro che non è così…e lo sai…lo sai che ti amo sopra ogni cosa…ma entrambi sappiamo come è fatto Damon, cosa pensa e cosa prova…per me…lo sappiamo bene e non credo che le cose siano cambiate nonostante siano passati due anni” - si affrettò ad aggiungere Elena.
“Perché dici questo? E’ stato qui? Ti ha detto qualcosa?”.
“No, ma…lo sai…”.
“No, non so nulla. Ipotizzo, io. Tengo gli occhi aperti. E sai cosa ho visto? Ho visto che Damon, la prima sera che è venuto qui, non ha tolto gli occhi di dosso a Bonnie neppure per un attimo e ricordo bene che ti disse apertamente che l’unico motivo per cui rimaneva era Bonnie e il suo matrimonio. E poi ho visto Damon, la mattina dopo, che andava su e giù per questa stessa stanza mentre tu dormivi e che, senza degnarti di uno sguardo, continuava a torturarsi sul perché Bonnie aveva deciso di sposarsi. E poi ho sentito quelle ondate di Potere e ho visto Damon emanarle non appena io ho detto < Lucas, il fidanzato di Bonnie > . Ecco cosa ho visto. E da quello che ho visto sono abbastanza certo nel dire che a Damon non importi più nulla di te, mentre posso ipotizzare che provi qualcosa per Bonnie, forse addirittura amore…e questo sì che sarebbe un miracolo!” - disse Stefan con foga.
“Va bene…ma bisogna comunque stare attenti, perché se è così potrebbe addirittura fare del male a Lucas” - disse Elena, spiazzata dal lungo discorso di Stefan.
“Sì, hai ragione! Ora, però, vado a letto perché mi sento a pezzi. Tu vieni?” - fece lui.
“Certo, prima però ho un appuntamento con la vasca, buonanotte” - disse Elena. E dopo avergli dato un bacio, Stefan la vide fiondarsi in bagno.

Era passata un’ora circa da quando era nella vasca, ed Elena non aveva fatto altro che ripensare alle parole di Stefan.
- Possibile che abbia ragione? Che Damon sia davvero innamorato di Bonnie? - continuava a chiedersi e la risposta era sempre la stessa: - No, impossibile -.
Elena, per quanto amasse Stefan e si fidasse ciecamente del suo giudizio, sentiva che quella volta lui aveva torto.
Lei sapeva bene quanto Damon l’avesse amata e l’avesse desiderata come sua Principessa delle Tenebre e adesso non poteva davvero credere che quello stesso Damon, il Damon che la voleva per sé e che aveva fatto la guerra al suo stesso fratello per averla, ora, dopo appena due anni, l’avesse dimenticata e si fosse innamorato della piccola Bonnie.
No, non poteva davvero crederlo.
Sì, certo, aveva notato che Damon era diverso con Bonnie rispetto a come era con Matt o con Meredith, ma chiamare "amore" quello era come chiamare "iceberg" un cubetto di ghiaccio.
No, Stefan aveva torto.
Ma lei doveva esserne sicura, perché amava Stefan, ma nutriva un profondo affetto per Damon e non voleva vederlo soffrire ancora a causa sua.
Così decise che l’unica cosa da fare era parlare con Damon stesso. Avrebbe approfittato della sera dopo, quando Stefan usciva per andare a caccia nei boschi, così potevano restare soli.
Uscì, allora, dalla vasca, si avvolse in un asciugamano e mentre asciugava i lunghi capelli biondi, inviò a Damon un messaggio telepatico sperando che lui lo sentisse:
- Damon, sono io, Elena! Ho bisogno di parlarti. E’ importante! Vieni domani sera alla pensione. Saremo soli, Stefan non ci sarà, così potrò parlarti con calma.


NOTA:
Ciao a tutti...come vedete sono tornata dopo un pò di giorni di assenza e ho mantenuto la mia parola.....
Ho aggiunto ben due nuovi capitoli e ne ho già pronto un altro da postare domani.
So bene dalle vostre recensioni che alcuni non vedono l'ora che Bonnie si decida a stare con Damon, ma è giusto dirvi che per questo bisogna aspettare un altro pò ( una volta letto il capitolo di domani, il settimo, capirete).
Comunque....grazie ancora per le visite e le recensioni....in particolare ad ila...e che dire?...continuate a recensire e a seguire perchè presto ne vedrete delle belle...XDXDXDXDXD...BACIONI....IOSNIO90.





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Capitolo 8
*** Capitolo settimo ***


Capitolo settimo

Si era svegliata molto presto, anzi, a dire il vero, non era proprio riuscita a chiudere occhio da quando Damon se ne era andato.
Pensava e ripensava agli avvenimenti degli ultimi giorni e alla promessa fatta a Damon di riuscire a fare chiarezza, ma sapeva che non poteva riuscirci da sola, infatti, più pensava e ripensava, più si convinceva che aveva bisogno di aiuto, la sua mente richiedeva disperatamente l’aiuto di Meredith per poter arrivare ad un qualche bandolo della matassa.
E eccola lì, Bonnie, che dopo aver passato l’intera giornata a decidere cosa dire a Meredith e come affrontare il discorso, adesso cammina avanti e indietro nel soggiorno della grande casa vuota, con il telefono in mano. Erano, ormai, più di dieci minuti che andava avanti così….componeva il numero di Meredith, lasciava squillare, e dopo appena uno squillo e mezzo, riagganciava, mentre nel frattempo si torturava ripetendosi quanto fosse codarda.
Era giunta, più o meno, al ventitreesimo tentativo quando il campanello suonò. C’era qualcuno alla porta. Bonnie corse ad aprire, ma si fermò con una mano sulla maniglia.
- E se fosse Lucas? Cosa gli racconto? - pensò allarmata.
“BONNIE, APRI, LO SO CHE CI SEI….SONO MEREDITH!” - disse una voce dall’esterno.
Bonnie si tranquillizzò subito e aprì la porta all’amica.
“Hey Meredith cosa ci fai qui?” - chiese.
“Semplice! Ho ricevuto le tue telefonate, o meglio….ho ricevuto i tuoi squilli a vuoto!” - rispose Meredith mentre andava verso la cucina.
“Aspetta! Come hai fatto a sapere che ero io?” - chiese Bonnie shoccata.
“Beh…è stato relativamente semplice…sai sul cellulare oltre al numero compare anche il nome di chi ti chiama” - sussurrò Meredith guardandosi intorno come se quello fosse un segreto di Stato.
Dopo un attimo erano scoppiate a ridere entrambe.
“Oddio, hai ragione, sono così idiota a volte” - fece Bonnie mentre ancora rideva.
“Sì, lo sei….ora, però, dimmi qual è il problema, avanti”.
“Come fai a sapere che ho un problema?”.
“E’ stato relativamente semplice capire anche questo. Bonnie, tu, di solito,sei in grado persino di chiamarmi nel cuore della notte per raccontarmi cavolate….ma ormai ti conosco così bene che ho capito che fai il giochetto degli squilli a vuoto solo quando hai un problema grave…più sono gli squilli, più il problema è grave, e adesso me ne avevi fatti ventitre e continuavi a riattaccare….quindi….dimmi….cosa è successo?” - le chiese Meredith, che dall’ironia era ritornata e al suo solito atteggiamento protettivo e rassicurante da sorella maggiore.
“Meredith tu mi conosci come nessun altro e adesso ho bisogno di te come non mai….è successa una cosa….importante, ecco…che mi ha confuso parecchio”.
“Cosa?” - chiese Meredith mentre si versava un bicchiere di succo d’arancia.
“Io ho baciato Damon e penso di amarlo” - disse Bonnie tutto d’un fiato.
“COSA HAI FATTO?” - il tono della voce di Meredith era salito di almeno due ottave.
“Ok! Ora ci sediamo e mi racconti tutto!” - aggiunse poi dopo aver capito dallo sguardo perso di Bonnie che non era uno scherzo.
Bonnie si sentì afferrare un braccio dall’amica che la trascinò, letteralmente, nel soggiorno e la mise a sedere accanto a sè sul divano.
“Allora….comincia pure….quando è successo?” - le chiese Meredith.
“Tra ieri e stanotte….l’ho baciato più di una volta, ma a dire il vero ha cominciato a venire da me già dalla prima notte in cui lo abbiamo rivisto tutti alla pensione” - cominciò Bonnie.
Raccontò a Meredith ogni gesto, ogni parola, ogni emozione provata da lei e ogni emozione di Damon  che lei percepiva quando erano insieme. Non si risparmiò su nulla. Raccontò all’amica ogni minimo particolare di quei momenti come se li stesse scrivendo su un diario segreto che nessuno avrebbe mai letto. Aveva perso da tempo l’abitudine di tenere un diario, forse era il caso di ricominciare.
Meredith, dal canto suo, ascoltò tutto senza mai fare una replica o un commento. Era impegnata a decifrare per l’amica il significato di quei sentimenti che Bonnie aveva provato con Damon e a metterli a paragone con quelli che Bonnie provava con Lucas e di cui lei stessa era stata testimone.
Quando Bonnie finì, Meredith aveva una sola osservazione da fare, per quanto non avesse mai creduto possibile che un giorno le sarebbe uscita dalle labbra.
“Bonnie, ho ascoltato tutto e quello che mi chiedo è…perchè sei ancora qui? Perché non sei con Damon?”.
“Cosa? Meredith cosa significa?”- chiese Bonnie sbalordita dalle parole dell’amica. Si aspettava un lungo monologo su quanto fosse crudele ed inaffidabile Damon.
“Significa che tu lo ami e che l’amore che provi per lui è diverso da quello che provi per Lucas semplicemente perché è più forte, più intenso e più vero! Bonnie, sai quanto mi costa dirti queste cose perché…beh è come se ti stessi spingendo verso Damon che, diciamocelo, non è poi questo grande stinco di santo, ma….ecco…da quello che mi hai raccontato sembra davvero che sia cambiato, almeno con te…sembra che ti….ami! Quindi….vai. E non farmelo ripetere perché non so se ci riuscirei!” - spiegò Meredith.
“Ok…ma Lucas? Cosa faccio?”.
“Dovrai parlargli e il prima possibile….lui è convinto che tra dieci giorni vi sposate!”.
“Già…il matrimonio…prima mi sembrava così fantastico….ma adesso…” - cominciò Bonnie.
“Adesso c’è Damon” - finì Meredith.
Bonnie sentiva che le parole dell’amica avevano diradato un po’ le nuvole che aveva nella testa e nel cuore.
Doveva ammettere che quello che provava per Damon era  molto più intenso di quello che provava per Lucas, ma lei lo aveva sempre interpretato come una forte passione che non aveva avuto sfogo, non l’aveva mai vista come la vedeva Meredith, cioè come un amore più forte. Ma adesso che ci pensava…. Infondo lei aveva sempre amato Damon, lo sapeva, e ora che sapeva che anche lui la amava…beh era come avere il cuore sulle montagne russe, un’esplosione continua di gioia e serenità.
Sì, lei amava Damon. Era lui quello giusto.
“Oh grazie Meredith!” - disse all’improvviso Bonnie mentre si gettava tra le braccia dell’amica - “Hai ragione….ora,però, scusa ma devo andare”.
“Nell’Old Wood?” - chiese Meredith.
“Sì, ma prima faccio un salto alla pensione per dire come stanno le cose ad Elena e Stefan. Non voglio che, magari, percepiscano qualcosa e ne parlino a Lucas prima che gli parli io…è giusto che sappia tutto da me, anche se so che sarà doloroso per entrambi….mmmhhh….ascolta, chiudi tu quando esci?” - fece Bonnie con un piede già fuori dalla porta.
“Sì, non preoccuparti, vai….corri!” - le rispose Meredith, ma Bonnie era già in macchina diretta verso il suo destino.

La notte prima, mentre era su albero a pensare alla sua streghetta che probabilmente pensava a lui, Damon aveva ricevuto quello strano messaggio telepatico da Elena.
In un primo momento aveva deciso di non presentarsi, ma poi aveva capito che per non destare alcun sospetto era meglio che ci andasse, altrimenti, si rese conto che sarebbe stato un po’ strano da parte sua non rispondere ad un appello di Elena e non poteva permettersi errori ora che aveva deciso di mantenere un basso profilo almeno finchè Bonnie non avesse preso un decisione. Così, infatti, si tutelava alla grande…cioè: se Bonnie sceglieva lui, allora sarebbe esploso di gioia e avrebbe finalmente potuto stare con lei e comportarsi come desiderava fare, se, invece, avesse scelto l’insetto, allora poteva andare via senza essere costretto ad ascoltare i piagnistei del fratello e della sua dolce metà che gli ripetevano quanto fossero tristi per lui….Era un piano a dir poco perfetto!
Quindi si recò all’appuntamento anche se controvoglia.
Quando Damon arrivò era il crepuscolo e Stefan era appena uscito. Elena era alla finestra della stanza e lo aspettava. Non si era accorta che lui era entrato dalla porta.
“Allora….sentiamo cosa c’è di così urgente?” - chiese lui e vide Elena sobbalzare leggermente.
“Damon….sei venuto!” - fece lei con una mano sul cuore come chi si sta riprendendo da un forte spavento.
“Certo….ora dimmi cosa c’è di così urgente!” - insistette lui mentre avanzava, chiudeva la porta alle sue spalle e le si avvicinava.
“Sì…ecco…le ondate di Potere, Damon!” - disse lei risoluta.
“Ancora con questa storia? Certo che voi due siete noiosi….Comunque ho già risposto a questa domanda quando me l’ha fatta il mio adorabile fratellino e non dirmi che non ti ha riferito subito quello che gli ho risposto perchè questa sarebbe una balla colossale…Stefan ti dice tutto! Quindi dimmi cosa c’è davvero!” - le rispose Damon altrettanto risoluto.
“Ok….sì, Stefan mi ha detto casa gli hai risposto…ma, mettiamola così….io so che hai mentito, Damon!”.
- Oddio, come ha fatto a sapere di Bonnie? Possibile che sia stata la stessa Bonnie a parlargliene? Dopotutto sono amiche….ma no, è impossibile che ne abbia parlato proprio con Elena, con l’altra forse…ma con Elena non credo proprio…ma allora come fa a saperlo? - si domandò Damon che cominciava davvero a sentirsi a disagio, e non era cosa da poco per lui.
“Come fai a saperlo?” - decise di chiederle.
“Lo sapevo, sapevo che Stefan aveva torto” . disse Elena ad alta voce, ma, evidentemente parlano a se stessa - “Ok Damon, ascoltami! Non è possibile! Mi sembra di essere già stata chiara una volta e credevo che tu l’avessi capito ormai” - disse, poi, rivolta a lui.
“Aspetta, di che stai parlando?” - le chiese Damon che si sentiva alquanto confuso.
“Damon, lo sai…io amo Stefan e starò con lui per sempre….per te provo un forte affetto, ma non è amore” - continuò Elena.
- Aspetta un attimo, ma cosa ha capito? Crede che io pensi ancora a lei? Ma per favore…. - pensò Damon.
“Ascolta, Elena, non hai capito….” - cominciò lui.
“No, invece, ho capito benissimo. Io ti ho fatto soffrire parecchio e mi dispiace, ma tu devi capirmi…io amo Stefan! Ma ti voglio molto bene, Damon e adesso ti darò il bacio d’addio che ti meriti per tutto quello che hai fatto per me!” - disse lei.
E senza neppure avere il tempo di replicare, Damon sentì Elena che gli si gettava al collo e lo baciava.

Bonnie era finalmente arrivata alla pensione.
All’inizio aveva avuto le tentazione di andare dritta nel bosco da Damon, ma poi aveva capito che una volta tra le sua braccia non avrebbe avuto più né le testa né il cuore di lasciarlo per andare ad avvisare gli altri che le cose erano cambiate e dire loro che non dovevano dire nulla a Lucas. Così era andata prima alla pensione a sistemare questa faccenda.
Salì di corsa le scale e quando arrivò alla porta di Stefan aveva il fiatone e il cuore le batteva forte. Ma quando aprì la porta lo stesso cuore che due secondi prima correva veloce come una cavallo da corsa, le si bloccò nel petto con un unico tonfo sordo.
Damon era lì, e stava baciando Elena.

Damon, ancora shoccato per il gesto di Elena, aveva sentito all’improvviso la porta spalancarsi, così riuscì a tornare in sé e a respingere Elena.
Quando si voltò verso la porta era pronto ad uno scontro con Stefan che di sicuro non gli avrebbe mai creduto se gli avesse detto che a baciarlo era stata Elena. Ma sulla porta non c’era Stefan... C’era Bonnie.
Lì c’era il suo uccellino con gli occhi lucidi per le lacrime che stavano pian piano cominciando a scorrerle sulle guancie. Lo sguardo di Bonnie non era d’amore e neppure di odio, era uno sguardo completamente vuoto e forse così era anche peggio.
Damon sapeva cosa stava pensando mentre lo guardava. Pensava che tutte le cose che lui le aveva detto erano solo bugie, che lui voleva solo usarla, che si era solo divertito con lei, ma in realtà voleva Elena. Bonnie stava pensando che lui non l’amasse.
“Scusate….io…io..non…non volevo…” - la sentì dire e poi la vide scendere di corsa le scale.
“Ma cosa le succede?” - chiese Elena.
Damon non le rispose e si precipitò subito dietro Bonnie. Sentì che anche Elena lo seguiva.
Quando arrivò all’entrata della pensione vide con sollievo che Bonnie era ancora lì: era stata trattenuta da Stefan che era appena ritornato e le chiedeva cosa fosse accaduto.
Forse faceva ancora in tempo a rimediare.
“Bonnie! Bonnie per favore….” - disse Damon appena arrivato in fondo alle scale.
“Cosa? Cosa vuoi ancora da me? Non ti è bastato farmi a pezzi….di nuovo?” - stavolta gli occhi di Bonnie non erano vuoti, ma carichi di odio, odio profondo.
“Bonnie, ascolta, so che può sembrare una frase fatta, ma ti assicuro che non è come credi!” - disse Damon che se in quel momento avesse potuto piangere l’avrebbe fatto.
“Ah no, Damon? Invece, secondo me, è proprio come credo. Spero solo che tu ti sia divertito a prendermi in giro. Ed io, povera idiota, che credevo che fossi cambiato davvero, che questa volta fosse diverso….”.
“Ma lo è! Non capisci? E’ diverso….se solo mi lasciassi spiegare….” - cominciò Damon.
“No, non c’è nulla da spigare. Mi sembra piuttosto semplice quello che ho visto, cioè te che baciavi Elena. C’è un’unica cosa che non capisco…perché? Cosa ti ho fatto di così grave da meritarmi questa continua tortura?….Anzi, sai che c’è? Forse hai ragione, non c’è nessun perché, nessuna spiegazione a ciò che fai. Tu sei semplicemente così come sei. Ti diverti ad illudermi, a farmi credere che mi ami, ma tu sei fatto così…ora se sono a pezzi la responsabile è una sola, cioè io! Io sapevo come sei, ma ho voluto ancora crederci, ho voluto illudermi che la realtà fosse diversa, che tu fossi diverso, che tu mi amassi come io amavo te, ma non è così…non è mai stato così e adesso l’ho capito andandoci ancora a sbattere contro…tu sei innamorato di Elena!” - disse Bonnie con un tono di voce che passò dall’arrabbiato al rassegnato man mano che le parole venivano fuori.
“No, aspetta Bonnie, non è così!” - cercò di intervenire Elena, che solo allora cominciava a rendersi conto del grosso guaio che aveva combinato, ma Bonnie la zittì.
“No, Elena, non dire nulla, tu non c’entri niente è una cosa tra me e Damon”.
Damon si sentiva terribilmente frustrato…Bonnie credeva che lui non l’amasse esattamente come aveva temuto pochi istanti prima.
“Bonnie, no, adesso devi ascoltarmi! IO AMO TE! Mettitelo in testa una buona volta” - e dicendo questo, Damon le si avvicinò e le mise le mani sulle spalle.
Poco dopo però, lei si divincolò dalla sua stretta, fece un passo indietro, lo guardò dritto negli occhi e disse: “Mi dispiace Damon, ma non ti credo, non posso farlo. E pensare che….beh…sai cosa avrei fatto dopo essere stata qui? Sarei venuta a cercarti nel bosco…avevo deciso, Damon, avevo scelto te….Sono stata così stupida da crederti quando mi dicesti che io ero quella giusta, ero l’unica….E ti ho creduto così tanto che stavo per mandare tutto a monte per te…Lucas, il matrimonio…per fortuna sono arrivata giusto in tempo per capire che stavo per commettere l’errore più grande della mia vita….ora c’è un’unica cosa che voglio da te….voglio che mi lasci in pace, che lasci in pace me e Lucas, fai quello che ti pare, vai dove vuoi, ma sta alla larga da me, esci dalla mia vita una volta per tutte, Damon” - e nei suoi dolcissimi occhi nocciola, Damon vide pian piano ricomparire lo stesso sguardo vuoto di prima.
Si sentiva distrutto, finito e il colpo di grazia furono le ultime due parole che Bonnie disse prima di andare via… “ Addio, Damon!”.
Quelle parole lo avevano definitivamente annientato, probabilmente un paletto di legno conficcato dritto nel cuore avrebbe fatto meno danni.

Stefan era rimasto in disparte e aveva osservato tutta la scena senza dire né fare nulla.
Aveva avuto ragione, Damon si era innamorato di Bonnie e ora a causa di Elena, della sua Elena, lei lo aveva respinto.
Stefan non sapeva cosa fare. Non aveva mai visto Damon ridotto in quello stato.
Non sapendo che dire fece l’unica cosa che sentiva di fare in quel momento: si avvicinò a Damon e gli mise una mano sulla spalla.
“Sta lontano, Stefan! Voglio restare da solo. E se tieni ad Elena, per favore non permetterle di avvicinarsi a me per nessun motivo a meno che non sia io a volerlo, perché, ora come ora, sono convinto che la colpevole di tutto questo sia lei a causa di quello che ha fatto e tu puoi credermi oppure no, ma è stata lei…io non c’entro…comunque tienila lontano….a causa sua Bonnie mi ha detto addio, proprio ora che aveva scelto me, e ti assicuro che se mi ritrovassi Elena vicina in questo momento, non risponderei delle mie azioni” - detto questo Stefan lo vide incamminarsi da solo e a passo lento verso il bosco.
Quando restarono soli Elena corse ad abbracciarlo.
“Oh Stefan, cosa ho fatto? Mi sento così in colpa. Per colpa mia Damon sta soffrendo e Bonnie ancora di più. Ma ti assicuro che non era mia intenzione.Io….io non avevo capito.” - adesso Elena piangeva.
“Coraggio, lo so che non volevi creare tutto questo, ma purtroppo è successo. Però non preoccuparti troveremo una soluzione e li aiuteremo…mi dispiace per Lucas, ma Damon è mio fratello ed è innamorato di Bonnie e lei….beh…l’hai vista, no? Bonnie ama Damon, non Lucas e se lo sposa sarà quello il suo sbaglio più grande”.
“Sì, hai ragione, dobbiamo aiutarli! Ci restano solo….beh…ormai solo nove giorni prima delle nozze…dobbiamo sbrigarci…io chiamo Meredith e nel frattempo penso ad un piano A, tu chiama Matt, cerca di spiegargli come stanno davvero le cose e di farlo ragionare…lo sai come la pensa su Damon. E ricorda di dirgli che domani abbiamo una riunione”. - disse Elena decisa e pronta a rimettere tutto a posto.
“Perché? Domani abbiamo una riunione?” - chiese Stefan.
“Certo che ce l’abbiamo….vogliamo aiutarli o no?” - cominciò Elena, e quando Stefan annuì - “Bene, quindi abbiamo bisogno di una riunione…una riunione strategica” - finì e corse su per le scale a mettere a punto quello che probabilmente sarebbe stato uno dei piani A più delicati della storia dei piani A.


NOTA:
Ciao a tutti!
Beh che dire....Elena doveva pur creare qualche danno, lei e la sua stupida superbia....per favore qualcuno la tolga di mezzo...
Comunque, alla fine sembra, però, che abbia capito qualcosa...quindi aspettiamo per vedere se almeno per una volta in vita sua fa qualcosa per puro altruismo.....
Ancora grazie a tutti....XDXDXDXDXD....bacioni....IOSNIO90.



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Capitolo 9
*** Capitolo ottavo ***


Capitolo ottavo

Bonnie si sentiva delusa, umiliata, tradita. Era stesa sul suo letto e nonostante facesse particolarmente caldo quel giorno lei tremava forte talmente era l’ira.
Non faceva altro che ripensare a tutto quello che era successo tre lei e Damon e al bacio di lui con Elena.
- Possibile che sappia fingere così bene? Dovrebbero dargli un Oscar per quanto è maledettamente bravo….e a me, invece spetterebbe il premio Nobel per la stupidità… - continuava a dirsi da ore.
Infatti, se c’era una persona che Bonnie avrebbe preso volentieri a pugni, questa persona era lei stessa.
- Come ho fatto ad essere così cieca?..Proprio io che mi ero ripromessa di non comportarmi più da bambina e non farmi più prendere in giro, specialmente da Damon…e invece….mi sento così ridicola che quasi quasi vado a seppellire la testa sotto terra…tanto per essere sicura di non combinare cavolate per un po’-.
Queste frasi e altre del genere le frullavano, in quel momento, per la testa accompagnate da lacrime incontrollabili che non la volevano proprio smettere di venire giù.
Aveva passato un giorno e due notti, chiusa nella sua stanza e senza vedere nessuno, a piangere. Poteva cercare quanto voleva di imporsi di non piangere perché non ne valeva a pena, ma più si costringeva a smettere più il fiume di lacrime aumentava. Bonnie non sapeva che un essere umano fosse capace di piangere così tanto e tutto di filato, eppure non riusciva a smettere.
Certo, aveva sofferto altre volte, ma mai così. Doveva essere quello il dolore devastante che ti attanaglia quando ti si spezza il cuore, e Bonnie il cuore non lo sentiva solo spezzato, ma fatto a pezzetti, sbriciolato….inesistente oramai.
Damon le aveva fatto quello, ma perché?.
- Questa volta sembrava tutto così diverso, il mio sesto senso mi diceva, anzi, mi gridava di credergli, e il mio sesto senso non fallisce mai….ma allora perché ha baciato Elena? - si torturava Bonnie.
Sin da quando erano appena ragazzine, Bonnie, per quanto volesse bene ad Elena, aveva sempre avvertito una sorta di enorme differenza tra loro due che spesso le aveva scatenato parecchie gelosie. Elena era sempre stata quella che aveva tutto ciò che desiderava, mentre Bonnie era quella che le cose doveva sudarsele. Elena era quella che non aveva paura di nulla, mentre Bonnie era quella sempre spaventata e aggrappata a Meredith. Elena era quella che aveva tutti i ragazzi ai suoi piedi, Bonnie era sempre la seconda scelta: quando Elena non li voleva, allora ecco che tutti le correvano dietro per stare con lei, ma Bonnie sapeva che il loro era solo un subdolo tentativo di rimanere in qualche modo vicini ad Elena sperando che un giorno questa li notasse…e a quel punto…addio piccola Bonnie.
Bonnie queste cose le aveva sempre sapute, ma ci dava poca importanza, perché l’affetto e l’amicizia che provava per Elena andavano oltre qualsiasi cosa.
Ma ora, per la prima volta, Bonnie sentiva che questa situazione le pesava…era stato così anche con Damon e adesso guarda come era ridotta.
Il telefono di fianco a lei riprese a squillare…non la smetteva da due giorni, cioè dal suo addio all’amore della sua vita al pensionato davanti agli occhi di Elena e Stefan.
Ogni tanto Bonnie controllava le chiamate tanto per vedere a quale numero di chiamate-senza-risposta era arrivata. I numeri erano sempre gli stessi: Elena, Stefan, Meredith, Matt, Lucas…erano tutti preoccupati per lei.
Probabilmente Meredith aveva raccontato a tutti della loro chiacchierata di due giorni prima, e Elena aveva aggiunto il seguito, la scena non era difficile da immaginare.
E poi c’era Lucas...
Bonnie era stata sul punto di lasciarlo per Damon e adesso doveva essere parecchio in ansia con la sposa che a sei giorni dal matrimonio non risponde alle telefonate e si barrica in camera.
Già…il matrimonio….
Bonnie non sapeva se era giusto andare avanti, ma infondo che problema c’era? Lucas l’amava e se non veniva a sapere nulla di quello che le stava succedendo, probabilmente avrebbe continuato ad amarla….e Bonnie…beh…lei provava per lui amore, sì, anche se non così forte come quello che provava per….per….per Damon.
Un’altra valanga di lacrime uscì dai suoi occhi, Bonnie mise la testa sotto le coperte, si strinse forte il cuore come per accertarsi che fosse ancora lì, e si preparò a sopportare l’ennesima ondata di dolore.

Erano passati due giorni da quando lei gli aveva detto addio.
Damon aveva passato la prima notte su un albero vicino alla finestra di Bonnie, ma poi vederla ridotta in quello stato, a causa sua….beh….Damon non aveva retto e da allora non vi era più tornato.
Di tanto in tanto si era fermato ad ascoltare suo fratello ed Elena che parlavano di lei: Bonnie non voleva parlare con nessuno, né voleva vedere nessuno, non rispondeva alle telefonate di nessuno e si era barricata nella sua stanza a sopportare quel dolore da sola…e tutto a causa sua. Già dal mattino dopo, infatti, Damon aveva smesso di incolpare Elena….la colpa era solo sua. Sì, è vero che se Elena non avesse fatto quello che aveva fatto, probabilmente ora lui sarebbe stato con il suo uccellino rosso, ma doveva ammettere che di motivi, a Bonnie, per non credergli e non avere fiducia in lui gliene aveva dati parecchio in passato. E ora ecco che tutti i suoi errori gli si ritorcevano contro.
Damon quando stava con Bonnie aveva davvero sentito il suo cuore morto tornare a battere, ma adesso non solo non lo sentiva più, ma era come se non ci fosse mai stato.
Viveva nella costante paura che i momenti passati con lei potessero ad un tratto svanire dai suoi ricordi, così come lei era sparita dalla sua vita, e allora vi rimaneva aggrappato cercando di imprimersi a fuoco nelle mente ogni minimo particolare.
Oltretutto sentiva che le sue forze cominciavano ad abbandonarlo. Aveva trascorso gli ultimi giorni steso ai piedi della grande quercia senza nutrirsi. Era come se il suo corpo gli stesse trasmettendo che non aveva intenzione di continuare a vivere se al suo fianco non c’era la sua tenera streghetta.
“DAMON!” - il grido di Stefan che lo cercava, di nuovo, si avvicinava sempre di più.
Damon dopo quella sera aveva cercato di evitarlo spostandosi altrove ogni volta che sentiva che stava arrivando, ma adesso non aveva più le forze per muoversi, quindi, semplicemente, lo attese.
“Damon, eccoti! Oddio che ti è successo? Non dirmi che non ti nutri da quella sera, Damon! Sono passati due giorni, e dalla tua faccia direi che sono stati due giorni d’inferno, e questo ti ha stancato parecchio.” - lo rimproverò Stefan non appena lo vide.
“Senti fratellino, l’unica ragione per cui sono qui a parlarti è che non ho trovato le forze né la voglia di muovermi…però vedi di non seccarmi…non ho bisogno che tu mi faccia la predica!” - riuscì a rispondere Damon.
“Devi nutrirti, non puoi continuare così…morirai!” - gli disse, allora Stefan.
“Lo so….ma tanto per cosa vale la pena vivere, ormai” - rispose Damon con il tono più sofferente che Stefan gli avesse mai sentito.
“Come per cosa? Mi sembra ovvio…per Bonnie!”.
“ Per Bonnie….che c’è Stefan, sei diventato sordo o ti hanno dato una botta in testa? Non l’hai sentita al pensionato? Mi ha detto addio…non mi ama più!” - disse Damon.
“Oh, avanti, smettila di fare la vittima, è un ruolo che non ti si addice! Si può sapere dove è finito mio fratello? Smettila di fare il cretino, Damon! Scusa se te lo dico così, ma tra i due mi sa che quello con un problema sei tu! Stai diventando cieco, Damon….altrimenti ti saresti accorto che Bonnie ti ama come non ha mai amato, e se ora non vuole vedere nessuno è solo perché sta soffrendo esattamente come soffri tu! Noi stiamo cercando di rimettere le cose apposto Damon, nonostante ci dispiaccia per Lucas, ma tu devi darci una mano!” - gli quasi urlò contro Stefan.
“E cosa dovrei fare?”.
“Combattere, Damon. Se davvero la ami devi combattere per riprendertela, se, invece, stavi solo giocando con lei, allora….” - lasciò in sospeso Stefan.
“Allora, nulla! Io la amo” - Damon cominciava ad irritarsi davvero. Sperò tanto che Stefan osasse parlargli così solo perché lo vedeva debole, altrimenti sapeva benissimo che parlare così a lui significava morte certa per chiunque.
“Allora combatti!” - insistette Stefan nello steso tono.
“Bene!” - disse Damon e nel frattempo trovò, grazie all’irritazione causata dal fratello, la forza per rialzarsi.
“Ok! Ora che hai deciso…posso parlarti del nostro piano!” - disse Stefan con una voce molto più rilassata di prima.
“Nostro? Chi c’entra con questa storia e di che piano parli!” - Damon sentiva le forze tornare e con esse la determinazione.
“Bèh…siamo immischiati un po’ tutti. Si è scoperto che prima di venire al pensionato, quel giorno Bonnie aveva parlato con Meredith, quindi lei già sapeva cosa provava per te, abbiamo solo dovuto avvisare Matt e…”.
“Che c’entra Mutt in tutto questo?” - lo interruppe Damon.
“MATT. Come dicevo, lo abbiamo convinto e poi abbiamo architettato un piano” - riprese Stefan.
“E sarebbe? Avanti fratellino, a te la parte del misterioso non ti si addice per niente, quindi parla chiaro.” - lo incalzò Damon.
“Ok….il piano…beh…a dire il vero non è poi chissà che cosa…ci siamo solo organizzati per far restare te e Bonnie da soli la sera del suo addio al nubilato, cioè domani sera, poi il resto dovrai farlo tu…dovrai essere tu a convincerla!” - spiegò Stefan.
“Sì, hai ragione, è una schifezza di piano…ma è comunque meglio di niente…stare da solo con lei è quello che mi serve, ma dovete tenermi lontano quel bamboccio inglese” - disse Damon.
“Non preoccuparti per lui. Io e Matt terremo LUCAS occupato con il suo addio al celibato” - rispose Stefan.
“Ok, allora…ma ho una domanda!” - disse Damon.
“Avanti, dì pure!”.
“Perché lo fai, Stefan? Perché mi aiuti? Credevo che Lucas fosse tuo amico!” - chiese Damon.
“Sì, è mio amico…ma tu sei mio fratello e non ti ho mai visto così giù di corda come in questi giorni!” - rispose Stefan.
“Ok, ora andiamo, dovete spiegarmi tutti i particolari su come riuscirete a farci rimanere soli” - riprese dopo un attimo Damon.
“Sì, vieni!”
“No, aspetta!” - disse all’improvviso Damon.
“Cosa c’è?”.
“E’ che io ho davvero bisogno di sangue, adesso posso sentirlo! Io verrò dopo, tu vai” - e stava per correre via, ma Stefan lo trattenne.
“Damon, ho anch’io una domanda prima che tu vada….Elena….ce l’hai ancora con lei?”.
“No, sta tranquillo! Ora vattene!” - e detto questo volò via con un nuovo sentimento in quel cuore che sembrava scomparso ma che ora era ritornato a farsi sentire. Speranza.

“BONNIE! BONNIE APRIMI OPPURE GIURO CHE SFONDO LA PORTA!” - urlò Elena, quando all’improvviso sentì la serratura della porta scattare.
- Oh finalmente - pensò tirando un sospiro di sollievo.
Aprì delicatamente la porta e la vide. Bonnie era in soggiorno, seduta sul divano a gambe incrociate, avvolta in una pesantissima coperta e stava fissando….beh per quello che poteva vedere Elena, stava fissando e basta.
Quando vide gli occhi della sua amica, Elena sentì che le si formava un groppo in gola.
- Oddio, guarda come è ridotta, deve aver pianto in continuazione, probabilmente se adesso non lo fa è solo perché ha finito le lacrime…e sono stata io a provocare tutto questo….devo assolutamente rimediare - si disse Elena guardando Bonnie.
Il senso di colpa che sentiva era come un enorme macigno sulle spalle troppo pesante per poterlo reggere ancora a lungo prima che la schiacciasse.
Si avvicinò alla strega e le si sedette di fianco.
“Bonnie….oh Bonnie quanto mi dispiace” - cominciò, ma il magone che avvertiva le impediva di continuare.
“Non devi dispiacerti! Non è colpa tua!” - le disse Bonnie con una voce bassa, vuota e monocorde che spaventò Elena.
“Sì che è colpa mia! Bonnie sono stata io a baciare Damon, non il contrario, devi credermi….è che io avevo avvertito delle strane ondate di Potere e non ho dato retta a Stefan e ho pensato che Damon fosse infuriato perchè non mi aveva dimenticato e allora l’ho chiamato e lui è venuto ed io ho fatto quello che ho fatto! Ma sono stata io, Bonnie, te l’assicuro, lui non c’entra!” - disse Elena tutto d’un fiato.
Per la prima volta da quando era entrata, Elena vide Bonnie alzare la testa e guardarla negli occhi. Era come se fosse completamente svuotata. Non era più la solita Bonnie.
Dopo il primo sguardo, Elena la vide sorridere.
Bonnie si tolse la coperta dalle spalle, afferrò un bicchiere pieno d’acqua che era sul tavolino di fronte al divano e lo trangugiò tutto, poi inspirò ed espirò forte, si voltò a guardarla, le sorrise ancora e disse: “Beh, comunque non mi importa. Con Damon è stato solo un grande errore. Ora devo concentrarmi sul mio matrimonio!” - il tono di voce ricordava vagamente quello solito di Bonnie. A dire il vero Elena aveva come l’impressione che l’amica stesse cercando in tutti i modi di comportarsi in maniera naturale, ma nei suoi occhi Elena continuava a vedere quel vuoto, non c’era più la solita luce che li animava e la faceva risplendere tutta.
Ma ora non era il momento di pensarci…aveva un piano da portare avanti.
“Bonnie…proprio di questo volevo parlarti….e…beh…dato che ti sposi sappi che domani sera sei prenotata da me e Meredith e non si accettano NO come risposta!” - disse Elena.
“Prenotata per cosa?” - chiese Bonnie.
“Come per cosa? Per l’addio al nubilato, mi pare ovvio!”.
“Aspetta, Elena, forse è un po’ presto….”
“Vuoi mandare a monte tutto?”.
“No, ma…ecco non ho ancora parlato con Lucas dopo quello che è capitato…forse sarà lui a voler mandare a monte tutto!” - disse Bonnie.
“No, impossibile! Stefan lo ha già incastrato con l’addio al celibato e la sua unica obiezione è stata…< Ma siamo sicuri che Bonnie mi voglia ancora? >….ma dato che mi hai appena detto che ti vuoi sposare allora ti basterà chiamarlo e le cose torneranno al loro posto, così io posso chiamare Stefan e dirgli che può confermare qualsiasi cosa abbiano in mente lui e Matt!” - disse risoluta Elena.
“Hai pensato a tutto, eh?”.
“Sì, esattamente. Perciò ora chiama Lucas, sistema le cose, cerca di darti una sistemata anche tu e ricorda che ci vediamo domani sera alle otto in punto qui da te….faremo una festicciola in casa solo noi due più Meredith perché, sai com’è, io non posso farmi vedere molto in giro e già sto facendo voli pindarici per riuscire a mascherarmi a dovere per il tuo matrimonio, non voglio doverli fare anche per l’addio al nubilato…e poi ho pensato che così sarebbe stato più divertente….una serata tra amiche come facevamo…beh secoli fa oramai. Che ne pensi?” - chiese Elena.
“Niente sorprese?” - chiese a sua volta Bonnie.
“No, niente sorprese!” - disse e poi… - Beh a parte una - pensò.
“Allora ok! Va bene!” - rispose alla fine Bonnie.
“Bene, allora a domani!” - disse Elena e l’abbracciò forte.
“A domani” - rispose Bonnie e contraccambiò l’abbraccio.
Quando si staccarono Elena vide Bonnie che le sorrideva.
Per qualcuno che non la conosceva così bene come la conosceva lei, Bonnie poteva sembrare la ragazza più felice del pianeta in quel momento, ma Elena sapeva qual era la verità…Bonnie stava soffrendo, Elena poteva vedere nei suoi occhi ancora quel vuoto che via via si faceva sempre più profondo ed intenso.
- Ma presto tornerà quella di prima, ne sono sicura….deve solo capire, stare con Damon e capire che lui la ama come non ha mai amato me e poi tutto tornerà al suo posto - pensò Elena e sperò davvero che le cose andassero per il verso giusto perché rivoleva indietro la sua amica, la sua piccola Bonnie.

Quella notte due occhi appostati al davanzale della sua finestra spiavano Bonnie dormire.
Non erano gli occhi di Damon.
- Finalmente l’ho trovata! E io che pensavo di dover prendere quella dai capelli d’oro…ma a quanto pare i gusti di Damon si sono spostati sulle streghe rosse….bene mi divertirò parecchio…lo sento - pensò il nuovo venuto e nel frattempo già pregustava il momento in cui si sarebbe scontrato di nuovo con il vampiro dagli occhi neri.
Avevano già combattuto una volta e aveva avuto la peggio, ma questa volta sarebbe stato diverso…Damon si sarebbe piegato, altrimenti…beh…altrimenti ci andava di mezzo…< quella giusta, l'unica >…come l’aveva chiamata lui.


NOTA:
Ciao a tutti! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto....
Elena sta cercando di rimediare alla clamorosa gaffe fatta nel capitolo precedente....scusate, ma proprio non ce l'ho fatta...volevo che per una volta nella sua vita si sforzasse di pensare per davvero anche a qualcun altro oltre che a se stessa...
E poi c'è questo nuovo e misterioso personaggio che a quanto pare ce l'ha con Damon....
Curiose? Beh per sapere di più continuate a leggere i prossimi capitoli...
Che altro?....Grazie come sempre per le fantastiche recensioni...continuate così.....XDXDXDXDXD....BACIONI....IOSNIO90.






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Capitolo 10
*** Capitolo nono ***


Capitolo nono

La sera seguente al chiarimento con Elena, se così lo si può chiamare, Bonnie era nel suo bagno a darsi da fare davanti allo specchio consapevole del fatto che di lì a poco sarebbero arrivate Elena e Meredith e si sarebbero arrabbiate parecchio se l’avessero trovata un disastro….ok che dovevano restare chiuse in  casa, però era pur sempre un addio al nubilato e poi Bonnie aveva un appuntamento con Lucas subito dopo.
Lucas…dire che era fantastico era minimizzare alla grande.
Quel pomeriggio Bonnie si era decisa a chiamarlo e Lucas… beh era stato perfetto.
Bonnie era pronta a piangere e ad implorare, ma lui non aveva voluto sapere nulla, le aveva detto che quello che contava era che lei fosse ritornata quella di sempre e poco importava se aveva avuto dei tentennamenti…potevano capitare a chiunque, ma l’importante era che adesso fosse  di nuovo con lui. Bonnie aveva avuto l’impressione che Lucas sapesse di Damon e di quello che lei provava per l’altro vampiro e la perdonava, ma non lo aveva detto apertamente quindi la supposizione che lui sapesse restava appunto solo una supposizione.
Bonnie aveva finito in bagno, così corse in camera sua per darsi un’ultima occhiata allo specchio.
Quella sera Bonnie aveva scelto un vestito che aveva nell’armadio da un bel po’ di tempo, ma non aveva mai avuto l’occasione di mettere. Era un vestito semplice, rosa antico con bordi e cuciture in bordeaux, aveva le spalline sottili, un corpetto semplice che la fasciava dando un chè di elegante alla sua figura e che poi si allargava in una gonna dai mille risvolti che le arrivava appena sotto il ginocchio. Aveva scelto come scarpe da abbinare dei sandali bordeaux, non molto alti e aveva tenuto i suoi riccioli sciolti lasciandoli cadere sulla scollatura…..
- Sì, può andare - si disse e dopo appena pochi minuti la porta socchiusa della sua camera venne spalancata dall’unica persona che non voleva vedere lì, ma che, al tempo stesso, desiderava accanto più di chiunque altro. Damon.

Damon aveva ascoltato il piano di Elena più e più volte, e più lo ascoltava più credeva che fosse una demenza di piano, ma era anche l’unico e lui doveva portarlo a termine, aveva una sola opportunità.
- Oh cavolo! Ma guarda cosa mi tocca fare….sembro diventato uno di quegli idioti romantici che di solito fanno i protagonisti in quei film smielati che mi fanno venire i brividi - si ripeteva Damon mentre se ne stava appostato fuori casa di Bonnie aspettando l’ora di entrare in scena.
Era lì da un po’ e aspettava pazientemente il momento adatto, come gli aveva detto di fare Elena, ma poi la vide lì in camera, con quel vestito stupendo che se possibile la rendeva ancora più bella mentre si rimirava allo specchio con quel suo sguardo ingenuo e un po’ da bambina, ma insieme così dannatamente attraente.
Lei era come una calamita ambulante, e lui era nient’altro che un enorme pezzo di metallo di polarità opposta costretto in quell’attrazione che solo lei era in grado di scatenare.
- Al diavolo il momento giusto…. - e si catapultò nella casa della sua dolce streghetta, saltò al piano di sopra con un solo balzo e spalancò la sua porta.
Lei si voltò di scatto, aveva una mano nei capelli, come se lui l’avesse interrotta mentre era intenta a riavviarli all’indietro per sistemarli, ma non appena lo vide si bloccò. Damon guardò quella mano lasciare i riccioli rossi e scendere piano sul collo, per poi arrivare a posarsi sul cuore.
Elena gli aveva descritto molto bene lo sguardo vuoto che Bonnie aveva avuto per tutto il tempo in cui l’aveva vista, ma Damon vedeva quegli occhi nocciola riprendere vita man mano che i secondi passavano finché non li rivide accendersi di quella luce che soltanto lei possedeva e che lui avrebbe riconosciuto tra mille.
Damon vide Bonnie, che fino a quel momento era rimasta di profilo, girarsi completamente verso di lui. Aveva il respiro affannato, il battito accelerato e le lacrime agli occhi.
“Damon…” - la sentì pronunciare il suo nome in un sussurro, ma perfettamente distinguibile per il su udito fine.
“Bonnie…” - cominciò lui, poi si bloccò. Lei aveva preso il viso tra e mani e aveva cominciato a piangere.
Lui corse istintivamente da lei e prima che potesse dire una sola parola, Bonnie gli gettò le braccia al collo e lo baciò.

Non aveva resistito.
Poteva dirsi che doveva odiarlo, poteva dirsi che lui l’avrebbe fatta soffrire, poteva dirsi che lui la stava solo prendendo in giro, ma sapeva benissimo che nulla avrebbe funzionato.
Nel momento in cui l’aveva visto sulla soglia della sua porta aveva avvertito una scarica elettrica percorrerle tutto il corpo. Il suo cuore aveva ricominciato quella danza frenetica che solo la vista di Damon sapeva scatenare. E quando lui le si era avvicinato, quando l’aveva sentito così vicino, semplicemente non aveva resistito.
Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di sentire le sua braccia intorno a lei, aveva bisogno di perdersi nei suoi occhi, aveva bisogno di sentire il sapore delle sue labbra…ne aveva disperatamente bisogno.
Non importava cosa era successo prima di quella sera, non importava che lui la prendesse in giro oppure no, non importava che lui volesse lei oppure Elena…in quel momento importava solo che era lei, Bonnie, a volere lui.

Damon, in un primo momento, si era sentito stordito. La sorpresa di lei, che ormai temeva di aver perso per sempre, che gli si buttava, volontariamente e senza nessuna remora, tra le braccia e reclamava le sue labbra, lo aveva shoccato.
Poi, però, si rese conto che quello che stringeva era il corpo di Bonnie, quella incatenata alla sua era la bocca di Bonnie, le mani che gli si aggrappavano ai capelli e alla nuca erano di Bonnie. E lei era sua. In quel momento lei era sua.
Si lasciò andare. Strinse ancora di più quell’esile corpo e per tutta risposta sentì  un gemito venire da Bonnie. Il bacio era diventato sempre più intenso e carico di passione e sotto il peso di quella passione, Damon spinse il corpo di Bonnie sempre più verso la parete. Le mani di entrambi correvano frenetiche lungo la schiena, le braccia e il viso dell’altro. Bonnie aveva cominciato a piangere, Damon poteva sentire il gusto salato delle sue lacrime che si mescolava alla dolcezza dei baci. Ma quelle lacrime non erano di dolore, di sofferenza, di delusione…no…esprimevano solo gioia, amore, voglia di lui.
Damon, allora, mise le mani sui fianchi di Bonnie e la prese in braccio, con le gambe di lei che si stringevano intorno al suo bacino e, continuando a baciarla, la portò sull’enorme letto nella stanza. La stese lì, accarezzandole il viso e guardandola come si farebbe con la stella più brillante dell’intero universo o con il gioiello più prezioso esistente al mondo. Il respiro di Bonnie era affannato così come il suo. Poi lei gli accarezzò la guancia, gli mise una mano sulla nuca e lo attirò a sé.
E in un attimo la danza d’amore, interrotta un poco prima riprese più decisa, consapevole e sfrenata di prima.

Bonnie si sentiva persa, persa in Damon, ed era la sensazione più bella che avesse mai provato. Lo desiderava almeno quanto voleva essere sua, e sapeva che era giusto così…che era questo il modo in cui doveva andare tutto.
Poi, però, il pensiero che da lì a poco le sue amiche sarebbero state lì, la fecero sciogliere dall’abbraccio di Damon.
Lui la guardava come se sapesse che prima o poi sarebbe successo…che lei si sarebbe staccata da lui, e sembrava….così….così….triste.
“Damon…Elena e Meredith stanno per arrivare!” - disse.
“Non verranno” - le sorrise lui.
“Come sarebbe?”.
“Questo era il loro piano, Bonnie, volevano lasciarci soli” - disse lui cauto come se temesse che lei potesse arrabbiarsi. Ma come poteva arrabbiarsi se quello era proprio quello che voleva: stare con lui.
Gli sorrise e riprese a baciarlo con ancora più trasporto di prima.
Lo sentiva ovunque….lui era ovunque.
Si sentiva totalmente immersa nel suo profumo, nella sua pelle, nelle sua mani, ne suoi occhi. Finalmente era tra le braccia di Damon e si sentiva completa, ma all’improvviso…
Damon si scostò da lei, scese dal letto, andò alla finestra e cominciò a ringhiare.
Bonnie rimase shoccata da quel comportamento e ci mise un po’ per riprendersi.
“Damon…cos’hai?” - gli chiese dopo un attimo, preoccupata per il fatto che fosse ancora lì a ringhiare.
“E’ tornato!” - fu l’unica cosa che disse.
“Chi?” - chiese Bonnie allarmata.
Ma Damon non ebbe il tempo di rispondere che una sferzata d’aria gelida spalancò la finestra ed entrò nella stanza. Bonnie ebbe appena il tempo di rabbrividire  che vide Damon volare all’indietro, sbattere contro lo stipite della porta e cadere sul pavimento.
- Oddio, ma cosa sta succedendo? - pensò.
“Nulla, strega, solo un vecchio amico di quello lì che torna a fare visita!” - disse una voce che Bonnie non aveva mai sentito prima, ma che evidentemente doveva appartenere ad un vampiro o ad un demone e anche parecchio forte se era riuscito a leggerle i pensieri e a scaraventare in aria Damon in quel modo.
Nel frattempo Damon si era rialzato ed era corso al fianco di Bonnie.
“Chen!” - disse.
“Esatto” - di nuovo quella voce, ma questa volta venne accompagnata dall’apparizione di un vampiro dall’aspetto asiatico sul davanzale della sua finestra. Aveva capelli neri e piuttosto radi, era di corporatura media e non era di certo un gigante, o almeno così le sembrava vedendolo accovacciato.
Bonnie ricordò con sollievo che non poteva entrare…non era stato invitato e di certo lei non aveva alcuna intenzione di farlo.
“Cosa vuoi?” - gli ringhiò Damon.
“Il solito…voglio combattere con te e vedere se riesco ad ucciderti!”.
 Bonnie a quelle parole si sentì rabbrividire.
“Oh, avanti, Chen! E’ da una vita che va avanti questa storia. Non puoi continuare ad avercela con me dopo due secoli perché entrai nel tuo ridicolo villaggio e uccisi un paio di ragazze senza chiederti il permesso!”- disse Damon.
“Invece sì che posso, io voglio la mia vendetta Damon, una di quelle era la donna che amavo!” - urlò Chen.
“Ma se neppure sapeva che esistevi!” - ribattè Damon.
“Beh, questo non conta….glielo avrei detto presto chi ero…ma tu l’hai uccisa e quindi devi pagarla!”.
“E come credi di farmela pagare se fino ad ora tutti nostri scontri li ho vinti io, pivellino? Credi davvero di riuscire a battermi questa volta? Come credi di riuscirci?” - chiese Damon, fissandolo minaccioso negli occhi.
“Questa volta ho un asso nella manica….c’è il tuo piccolo uccellino rosso ora….prima non valeva la pena darsi tanto da fare perché anche se ti avessi ucciso non avrei avuto vendetta perché io sarei continuato ad esistere ed avrei continuato a soffrire…ma ora le cose sono diverse…il mio obiettivo è ucciderti ma non fisicamente….voglio che tu provi quello che provo io….il dolore per una perdita che sai durerà per l’eternità….è quella la vera morte, Damon!” - rispose l’altro.
“Non ti azzardare a toccarla!” - disse Damon ponendosi dinanzi ad una Bonnie sempre più atterita.
“Altrimenti?”.
Ma Damon non rispose, gli si lanciò direttamente contro precipitando insieme a lui di sotto.
Bonnie non riusciva a muoversi….quel vampiro voleva ucciderla perchè credeva che lei  fosse importante per Damon. Era assurdo…era tutto maledettamente assurdo…era tutto così…
All’improvviso un grido, un tuono esplose nel cielo ed un fulmine cadde proprio sotto la finestra di Bonnie.
Corse alla finestra e ciò che vide la gettò nella disperazione più totale: Damon era steso sul vialetto a faccia in giù ed i suoi vestiti erano ridotti a stracci….il fulmine aveva colpito lui. Di fianco c’era Chen che se la rideva a crepapelle.
Bonnie cominciò a piangere, sapeva che se fosse uscita il vampiro l’avrebbe presa, ma non poteva lasciare Damon lì.
Cominciò a scendere di corsa le scale.

Stefan era con Matt e Lucas che sembravano divertirsi parecchio, mentre lui non faceva che pensare a Damon e a come stavano andando le cose tra lui e Bonnie.
All’improvviso, però, un flash ed udì chiaramente la voce di Bonnie nella sua mente che gridava aiuto: - Stefan, Stefan sono Bonnie! Damon è ferito! Ti prego aiutaci….un vampiro…Chen…lo sta torturando, vuole ucciderlo e vuole uccidere me per far soffrire lui….per favore Stefan! Aiuto! -
Stefan scattò in piedi e cominciò a correre verso casa di Bonnie, consapevole solo vagamente che anche Lucas e Matt lo stavano seguendo, mentre con la mente rinviava il messaggio di Bonnie ad Elena. Lei e Meredith dovevano sapere cosa stava accadendo, doveva avvisarle.
All’improvviso una mano sulla spalla interruppe la sua corsa. Era Lucas.
“Stefan, cosa succede?” - gli chiese.
Stefan ebbe solo il tempo di rispondere: - “Bonnie”- e un fulmine attraversò gli occhi di Lucas.
Si  guardarono per un altro breve istante e poi ripresero la loro corsa forsennata.


NOTA:
Ecco un nuovo capitolo.
Spero vi sia piaciuto....e grazie ancora per le recensioni, ormai sapete che le apprezzo moltissimo.
Ma torniamo a noi....è ormai giunto il week end, e come la settimana scorsa sarò assente da internet per qualche giorno, ma non preoccupatevi mi farò perdonare.
Quindi ci si rivede martedì oppure mercoledì con un nuovo capitolo o forse due, dipende dal tempo.
Grazie ancora a tutti e recensite, recensite, recensite....XDXDXDXDXD...BACIONI....IOSNIO90.

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Capitolo 11
*** Capitolo decimo ***


Capitolo decimo

Dopo aver inviato il suo grido disperato a Stefan, Bonnie si bloccò con la mano sulla maniglia della porta di casa.
Era terrorizzata, sapeva che probabilmente stava andando incontro alla morte, ma non poteva farne a meno….Damon era lì e combatteva per lei.
Trasse un respiro profondo, raddrizzò la schiena ed aprì di scatto la porta.

Elena era con Meredith al pensionato e bevevano una di quelle tisane buonissime della signora Flowers, quando all’improvviso sentì chiaramente la voce di Stefan che le ripeteva un messaggio che aveva appena ricevuto mentalmente da Bonnie.
Elena scattò in piedi.
“Elena, Elena cosa succede?” - chiese Meredith evidentemente preoccupata per quel suo scatto improvviso.
“Dobbiamo andare! Subito!” - le rispose Elena e cominciò a strattonare l’amica giù per le scale.
Arrivate all’ingresso, però, Meredith si fermò di colpo.
“Elena, o mi dici cosa sta succedendo oppure io non mi muovo di qui…allora?” - chiese.
Elena capì dal suo tono che Meredith stava cominciando ad infuriarsi davvero e sapendo che probabilmente era meglio fare arrabbiare un’intera schiera di vampiri piuttosto che Meredith, le raccontò il più in fretta possibile del messaggio di Bonnie a Stefan.
Non appena Elena finì di parlare si sentì afferrare per il braccio da Meredith.
Ora che sapeva cosa stava succedendo era lei a trascinare Elena verso casa di Bonnie.

Stefan correva velocissimo con al fianco Lucas. Matt una volta capito cosa stava succedendo li aveva lasciati correre per non rallentarli ed era ritornato indietro a prendere l’auto…li seguiva andando in macchina.
Stefan poteva percepire chiaramente la fortissima preoccupazione di Lucas…non l’aveva mai visto così concentrato e sperava solo che non perdesse la testa una volta aver visto lì Damon.
Avevano bisogno di tutto l’aiuto possibile per affrontare quell’inaspettata battaglia.
Man mano che procedevano, Stefan percepiva sempre più chiaramente l’immenso Potere sconosciuto che si stava scatenando a Fell’s Church e Bonnie gli aveva detto a  chi apparteneva…il vampiro Chen.
Ricordò che una volta, circa vent’anni prima, Damon gli aveva parlato di un certo Chen che si divertiva a rincorrerlo per dargli battaglia perché Damon aveva ucciso la ragazza che amava e che a detta del fratello non sapeva né che i vampiri esistessero né che Chen esistesse.
Da come Damon ne aveva parlato, Stefan aveva pensato che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Sapeva bene che Damon, nonostante potesse avere ogni difetto possibile, non era stupido, riconosceva subito il pericolo quando il suo avversario aveva un Potere decisamente più grande del suo e in quelle occasioni suo fratello diventava piuttosto serio. Ma nel ricordo di Stefan, Damon non era per niente serio, anzi se la rideva alla grande per questa strana storia che lo vedeva coinvolto suo malgrado.
Ma il Potere che avvertiva ora non era di certo quello di un principiante….era un Potere enorme, smisurato, forse anche in grado di uccidere suo fratello.
Evidentemente Damon o si era sempre sbagliato su questo Chen oppure quest’ultimo aveva trovato il modo di accrescere di molto il suo Potere e in così pochi anni.

Quando Bonnie aprì la porta si ritrovò dinanzi una di quelle scene che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Damon era a terra, e se non fosse stato per il fatto che lo si poteva sentir parlare con l’altro vampiro, Bonnie avrebbe pensato che fosse privo di sensi.
Chen, invece, girava e rigirava intorno al corpo di Damon tenendo stretto nella mano destra un enorme paletto di legno.
A quanto pareva, era così concentrato sulla sua preda che non si era ancora accorto che lei era lì.
“Allora Damon….vediamo un po’…secondo te cosa dovrei fare? Ucciderti adesso? Oppure immobilizzarti, farti vedere come uccido quella bambolina rossa e solo dopo uccidere te?…Allora? Cosa preferisci?” - chiese Chen con l’aria assorta di chi deve prendere una difficile decisione.
“Non azzardarti a toccarla Chen! Te lo ripeto!” - ringhiò in risposta Damon.
“Perché cosa pensi di farmi se io la toccassi? Guardati, Damon, la battaglia non è neppure cominciata e tu sei già a terra. Rassegnati! Non puoi nulla contro di me…non più!”.
“Già…di un po’…come hai fatto ad acquistare un Potere simile? Ricordo bene che l’ultima volta che ti ho visto, vent’anni fa, non eri nient’altro che un pivello senza speranza…peggio di mio fratello Stefan… solo che lui almeno ha la scusa di bere sangue di animale!” - lo provocò Damon che a Bonnie sembrava stesse cercando di guadagnare tempo.
“Damon, Damon, Damon…non credere di riuscire a raggirarmi. Lo so che vuoi temporeggiare per rimetterti in sesto, ma quello che non hai capito è che non servirebbe a nulla…ma io ho comunque deciso di assecondarti e risponderò alla tua domanda. Vedi, dopo il nostro ultimo scontro, ho capito che per mettere fine a questa storia dovevo diventare più forte e il sangue umano…beh quello da solo non poteva fare molto. Sì, poteva rendermi più potente, ma restava sempre il fatto che tu avevi avuto ben duecento anni in più rispetto a me per accrescere il tuo Potere. Quindi, mi serviva un altro piano! Le ho provate davvero tutte, te l’assicuro. Ma alla fine ho capito! Cosa poteva rendermi più forte di quanto facesse il sangue umano se non il sangue di altri vampiri diventati potenti bevendo sangue umano? Fu così che cominciai la mia nuova dieta. All’inizio mi nutrivo di vampiri giovani, quaranta o cinquant’anni al massimo, poi quando mi resi conto che funzionava e che ero diventato molto più forte in breve tempo, cominciai ad uccidere quelli più vecchi fino ad arrivare a quelli della mia stessa età. Fu allora che lo sentii: un Potere così intenso, così malvagio e così grande che sorprese anche me. Ne avevo incontrati molti di vampiri, ma nessuno era così forte, tranne te. Avevo fatto un ottimo lavoro, ma mi serviva altro Potere prima di tornare a cercarti, così cominciai a cacciare i pezzi grossi, quelli vecchi per davvero e dopo averne fatti fuori tre o quattro, senza non poche difficoltà, intendiamoci…beh…comiciai a cercarti…e adesso eccomi qui!” - raccontò Chen.
“Beh interessante…sapevo che eri un bastardo, ma non credevo fino al punto di uccidere altri della tua stessa specie per nutrirti…neppure io mi sono mai abbassato a tanto!” - rispose Damon con disprezzo.
“Beh…cosa vuoi? Tu fai uscire il peggio degli altri, Damon…ma da adesso non sarà più così!” - disse Chen e Bonnie lo vide fermarsi, impugnare il paletto con tutte e due le mani e sollevarlo con l’intenzione di trafiggere Damon.
Bonnie non sopportò oltre…non poteva restare lì e guardare Damon morire, non poteva…Damon poteva anche giocare con lei, poteva anche distruggerla, poteva anche amare un’altra e Bonnie avrebbe sopportato tutto…l’unica cosa che non poteva sopportare era che Damon morisse, perché anche se non l’amava come lei amava lui, per essere felice, doveva comunque avere la certezza che, da qualche parte nel mondo, Damon esistesse.
Senza nemmeno pensarci, Bonnie si lanciò con tutta se stessa fuori dalla porta, corse fin dove erano i due vampiri e si gettò per terra al fianco di Damon frapponendosi tra lui e il paletto tenuto da Chen.
“Bonnie, spostati!” - le disse sottovoce Damon.
“No, non lascerò che lui ti uccida…almeno finchè io sarò in vita!” - rispose Bonnie con gli occhi pieni di lacrime, ma con la voce più decisa che lei avesse mai avuto.
Restarono lì a guardarsi, occhi negli occhi, in quel momento infinito in cui ogni parte di loro, i loro occhi, i loro sguardi e i loro cuori urlavano all’altro quella che era la verità più assoluta che conoscessero….che si amavano come non  avevano mai amato prima e che erano disposti a morire l’uno per l’altra.
“Bene, bene…guarda chi abbiamo qui! Finalmente ce l’ho fatta a farti venire fuori! A quanto pare ho quasi dovuto uccidere Damon per convincerti, ma ne è valsa la pena!” - li interruppe Chen rivolgendosi a Bonnie che si sentì confusa dalle sue parole.
“Cosa?” - fu Damon a parlare.
“Mio caro Damon, io non avevo nessuna intenzione di ucciderti…te l’ho detto…io ucciderò lei e ti lascerò in vita a morire, ma non fisicamente…ti lascerò morire dentro per l’eternità” - chiarì Chen.
“No…non puoi…non te lo permetterò!” - ringhiò Damon e fece per alzarsi, ma le forze non erano ancora sufficienti e ricadde a terra.
“E come pensi di fermarmi se sei senza forze?” - gli chiese Chen con scherno.
Bonnie si sentì gelare, ormai era persa….Chen aveva giocato con la vita di Damon sapendo che lei non avrebbe permesso che gli facesse del male restando in casa senza fare nulla e adesso lei era in trappola, Damon non poteva fare nulla perché non si era ancora ripreso del tutto e lei stava per morire.
“Ok!”  - disse rassegnata - “Lasciami solo dirgli addio, per favore!”.
Chen la guardò, poi semplicemente fece un cenno con la testa come a dirle che se proprio voleva poteva farlo, ma doveva sbrigarsi.
Lei allora si voltò verso Damon.
“Damon, ascoltami…” - cominciò.
“No, Bonnie…tu devi andartene!” - la interruppe lui.
“No, io non me ne vado e poi sai bene che non servirebbe a molto, lui mi riprenderebbe subito e mi ucciderebbe in pochi secondi, mentre tu hai ancora bisogno di minuti per riprenderti completamente e non potresti fare nulla per me!”.
“No, devi andartene, devi andartene…” - continuava a ripetere Damon che adesso aveva chiuso gli occhi.
“Damon, Damon apri gli occhi” - disse lei prendendogli il viso tra le mani - “Io ti amo, Damon…qualsiasi cosa accada, io ti amo…qualsiasi cosa tu provi o non provi per me, io ti amo e lo farò sempre!”- confessò.
“Bonnie non puoi ancora credere che io non provi nulla per te dopo tutto quello che è successo oggi….stasera io ero venuto da te perchè credevo di averti persa dopo l’ultima volta e non potevo lasciarti andare senza fare un ultimo tentativo. Non sapevo cosa aspettarmi, ma poi tu mi ha baciato e io ho avuto la conferma che quello che provavo per te era vero…io ti amo, Bonnie…come non ho mai amato nessuno in tutta la mia esistenza sia da vampiro che da umano…io ti amo!” - le rispose Damon.
Bonnie sentì tutta la verità di quelle parole e tutto il dolore per il fatto che stava per perderlo…lei stava per morire e non l’avrebbe più rivisto proprio ora che lo aveva finalmente trovato.
Allora…con tutta la disperazione e la sofferenza che sentiva per la situazione che stavano vivendo e con tutto l’amore che provava per Damon, fece l’unica cosa che avrebbe potuto fare in quel momento: lo baciò.
Gli diede il bacio più carico di significato che si potesse dare. Gli trasmise tutta la sua angoscia, tutto l’amore per lui, tutta la felicità per ciò che lui le aveva detto, tutta la paura che provava per ciò che stava per accadere, tutta la speranza che lui vivesse mista al desiderio che lui andasse avanti.
Quando si staccò da lui, lo guardò negli occhi e gli sorrise.
Voleva che lui la ricordasse così: con quel sorriso speciale che Bonnie sapeva che aveva rivolto sempre e soltanto a lui.
Poi trasse un respiro profondo per darsi forza, si alzò in piedi e si voltò verso il suo aguzzino.
Ora che sapeva che Damon l’amava era pronta ad affrontare di tutto.
Chen le sorrise e fece per avvicinarsi quando…
“ALLONTANATI SUBITO DA LEI!” - tuonarono tutte insieme un coro di voci.
E, dal buoi della notte, Bonnie vide avvicinarsi Stefan, Lucas, Matt, Elena e Meredith.
Erano tutti lì per lei e per Damon.
Stefan aveva ricevuto il suo messaggio e aveva dato l’allarme.
Bonnie li guardò ad uno ad uno.
Quando arrivò a Lucas, che sembrava sbalordito dalla presenza lì di Damon, abbassò leggermente lo sguardo. Ma dopo poco Lucas le sorrise debolmente come si fa quando finalmente ci si arrende ad una verità che non si era voluto vedere e con la mente le trasmise che lui era con lei.
Fu in quel momento che Bonnie capì che non tutto era perduto, che, se anche non riuscivano a fermare Chen, almeno avrebbero potuto tenerlo occupato il tempo necessario affinchè Damon si riprendesse.
La battaglia non era finita, ma era appena cominciata e lei si sarebbe battuta con tutta se stessa per difendere il suo futuro…il suo futuro con Damon.



NOTA:
Grazie ancora a tutti per le megnifiche recensioni che ricevo ogni giorno e anche a chi passa di qui per leggere soltanto.
Come vedete, anche se avevo detto che oggi non avrei postato, alla fine ho avuto l'occasione per farlo e naturalmente l'ho colta al volo per postarvi un nuovo capitolo.....BACIONI...IOSNIO90.






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Capitolo 12
*** Capitolo undicesimo ***


Capitolo undicesimo

Era ormai notte fonda, ma l’oscurità del cielo veniva rischiarata di tanto in tanto da fulmini lontani che minacciavano di abbattersi su Fell’s Church.
Un silenzio spettrale era calato sull’intero gruppo, mentre dalle nubi alte in cielo proveniva un vento freddo che sferzava il volto di Bonnie facendola rabbrividire.
Chen le era ancora pericolosamente vicino, ma Bonnie riusciva a vedere chiaramente sul suo volto tutta la sorpresa per gli inaspettati arrivi.
“Allontanati da lei!” - ripetè Stefan, il primo a rompere quel teso silenzio.
Solo allora Chen riacquistò l’aria cattiva e di superiorità con cui aveva gestito tutta la situazione fino ad allora e si allontanò da Bonnie per guardare apertamente Stefan negli occhi con aria di sfida.
“Però…chi l’avrebbe mai detto!…A quanto pare il fratellino è venuto in soccorso del fratellone! Naturalmente…suppongo che tu sia Stefan….beh…non ci siamo mai incontrati prima, ma ho sentito parlare di te…il piccolo e smielato fratellino Salvatore….io mi chiamo Chen!”.
“Lo so chi sei…quello che non capisco è cosa ci fai qui, esattamente!” - rispose Stefan con lo stesso sguardo di sfida.
“Come…non lo sai? Ho una faccenda in sospeso con tuo fratello, io…e sono venuto a saldare il conto una volta per tutte!”. - rispose Chen.
“Uccidendo Bonnie? Lei cosa c’entra?” - gli chiese, allora, Stefan con voce sempre più decisa.
“Beh mi pare ovvio…mai sentito parlare di < occhio per occhio, dente per dente > ? Lui ha tolto a me una cosa, io tolgo a lui la stessa cosa….il caso ha voluto che lui mi togliesse proprio la ragazza che amavo…quindi…che lo vogliate o no, o che lei lo voglia o no…Bonnie morirà!” - rispose Chen con il tono risoluto di chi sa di avere ragione e non ammette repliche.
“Noi non te lo permetteremo!” - ribadì Stefan.
“Ah no? Avanti Stefan, come pensate di fermarmi? Tu e il tuo amichetto lì di fianco non riuscirete a fare nulla contro di me!…Voi e il vostro stupido sangue animale…vi rende così inutili! E come se non bastasse vi siete portati dietro anche i tre piccoli umani….beh…devo dire, Stefan, che comincio a sentirmi un po’ offeso…”
“E come mai?”.
“Beh, per uccidermi ti porti dietro tutte queste nullità!” - chiarì Chen.
“Sì, forse hai ragione! Ma stai sottovalutando il fatto che siamo in maggioranza, il fatto che abbiamo sconfitto esseri molto peggiori di te ed il fatto che siamo disposti a morire gli uni per gli altri!” - disse Stefan.
“Ed è esattamente quello che farete: MORIRE!” - ringhiò Chen evidentemente irritato dalle parole di Stefan.
In risposta al ringhio di Chen, Bonnie vide intensificarsi la quantità di fulmini in cielo e ricordò come aveva colpito Damon la prima volta.
“Stefan, Lucas, attenti! Lui ha usato i fulmini contro Damon, l’ha colpito con uno di quelli e si sta preparando a fare lo stesso con voi!” - urlò Bonnie.
Ma all’improvviso si sentì afferrare un braccio da Chen che ora la guardava dritto negli occhi e le ripeteva: “Stupida umana, come hai osato?” - mentre continuava a strattonarla.
Bonnie vide solo di sfuggita Stefan, che istintivamente correva in suo soccorso cercando di afferrare il braccio di Chen che la teneva stretta, ma quest’ultimo si staccò da lei solo il tempo necessario per gettare Stefan a terra con un solo colpo, per poi tornare ad impossessarsi del suo braccio.
Mentre il dolore per la stretta di Chen si intensificava sempre di più, Bonnie vide che, alle spalle del suo aguzzino, Elena era corsa verso Stefan e lo stava aiutando a tirarsi su, Lucas aveva cominciato a tremare dalla rabbia e teneva la testa bassa e i pugni serrati, mentre Meredith dava fondo a tutte le sue energie cercando di trattenere lì con lei Matt…sapeva che lasciarlo andare significava mandarlo dinanzi a morte certa.
Fu in quel momento che il dolore raggiunse il culmine.
E dal buio e dal silenzio della notte un solo grido di dolore squarciò il cielo di Fell’s Church.

Un mare nero. Era questo che Damon vedeva intorno a sé: solo un mare nero.
Si sentiva perso, vuoto.
L’ultima cosa che ricordava prima di quel vuoto era Bonnie, la sua Bonnie che gli diceva quanto lo amava, per poi baciarlo e consegnarsi a quel vampiro che la voleva morta…e tutto questo a causa sua.
Era a causa sua se Bonnie era morta.
A causa dei suoi errori lei si era ritrovata immischiata in una situazione in cui non c’entrava niente e tutto questo solo perché lui l’amava e, come se non bastasse, aveva anche avuto il coraggio di dirglielo solo poco prima di perderla.
Al solo pensiero che aveva sprecato tutto quel tempo lontano da lei per via del suo orgoglio quasi gli veniva voglia di prendersi a schiaffi.
Ma era così debole. Le forze erano scomparse.
- E perchè tentare di curarmi e riprendermi se Bonnie non esiste più…non ne vale la pena - si disse e stava per lasciarsi andare definitivamente a quel buio e a quella quiete tanto invitanti quando….
…“Allontanati da lei!”…
- Stefan? Possibile? Ma che ci fa qui?…No, deve essere solo frutto ella mia immaginazione! Dopotutto perché doveva dire quella frase se non c’è più nessuna ‘lei’ da salvare? -
… “Noi non te lo permetteremo!”…
- Non permetteranno cosa? Chen non ha più bisogno del permesso di nessuno…ha già fatto ciò per cui era venuto: mi ha ucciso uccidendo la mia streghetta. E poi chi sono questi < noi> ? Si è portato dietro la scorta nonostante sia tutto finito? -
… “Stefan, Lucas, attenti! Lui ha usato i fulmini contro Damon, l’ha colpito con uno di quelli e si sta preparando a fare lo stesso con voi!”…..
- Aspetta! Bonnie? Questa era lei? Era la sua voce? Allora è viva…Stefan è arrivato in tempo…! Forse non tutto è perduto…se solo trovassi la forza di rialzarmi….-
All’improvviso un grido.
- BONNIE, NO! Cosa le sta facendo quel dannatissimo bastardo?! -
E poi tutto fu luce.
Da quel mare nero un’ondata di luce abbagliante lo avvolse completamente.
Damon si sentiva cullare da quella purezza che aveva visto solo poche volte nella sua vita e sempre negli occhi di Bonnie.
Sentì le energie che ritornavano, le ferite che si rimarginavano, il suo Potere che riacquistava la vecchia forza…..si sentiva di nuovo lui…Damon.
Poi riaprì gli occhi.

Fu un solo istante e si scatenò il caos.
Bonnie aveva gridato per rabbia, dolore, sofferenza e dopo il suo grido….il caos.
Lucas alzò di scatto testa e, come una furia, si gettò senza pensarci su Chen che ancora le stritolava il braccio e pareva divertirsi della sua sofferenza.
Chen, avvertito il pericolo, con un unico movimento fluido, le lasciò andare il braccio e la gettò a terra, per poi inviare una scarica di Potere verso Lucas talmente forte da gettarlo all’indietro e mandarlo dritto contro un albero che distava da lì più o meno trenta metri.
Ma Lucas non si arrese così facilmente.
Si rialzò subito e, veloce come solo un vampiro può essere, si parò di fronte al suo avversario fissandolo dritto nei suoi scuri occhi a mandorla.
Chen stava per rifare la stessa mossa che poco prima aveva adottato con Stefan, preparandosi, quindi, a rimandarlo indietro con una mano, quando Bonnie vide lo stesso Stefan comparirgli all’improvviso alle spalle bloccandogli entrambe la braccia dietro la schiena, mentre Lucas cominciava a scatenarsi su Chen con pugni al viso e calci allo stomaco.
Chen sembrava sempre più in difficoltà.
Bonnie lo vedeva tremare.
- Forse è stato solo un caso che sia riuscito a battere Damon - pensò Bonnie ottimista osservando la scena.
Ma fu solo allora, quando Chen rialzò la testa che precedentemente aveva abbassato per evitare i colpi di Lucas, che si accorse che quel tremolio che faceva vibrare il corpo del vampiro asiatico non era altro che una risata che era cominciata in modo silenzioso per poi esplodere così apertamente in faccia ad un Lucas e ad uno Stefan sconcertati. Quella era una risata di scherno per quei suoi due avversari che credevano di riuscire a sconfiggerlo.
Bonnie si sentì persa al suono di quella risata così crudele e poteva leggere chiaramente su volti di Elena e Meredith l’angoscia per ciò che probabilmente sarebbe potuto succedere a tutti loro se le cose non cambiavano.
Chen, nel frattempo, aveva recuperato il contegno.
Si rimise dritto e con un calcio respinse Lucas mandandolo a terra sofferente.
Poi si sciolse dalla stretta di Stefan come se a bloccarlo fosse stato un bambino e con una gomitata nello stomaco lo piegò in due per poi riservargli lo stesso trattamento riservato a Lucas qualche istante prima.
Li aveva presi in giro tutti.
Si era piegato sotto i colpi dei due vampiri per far credere a tutti che ci fosse ancora una speranza, ma poi aveva infranto subito questa speranza con un colpo solo, terribile e crudele.
Chen si guardò intorno e quando si rese conto che Lucas e Stefan ormai erano conciati così male che non riuscivano ad alzarsi, allora ritornò a rivolgersi a lei che nel frattempo era rimasta a terra, lì dove lui l’aveva gettata.
“Bene, bene, bene…finalmente possiamo tornare a noi! A cosa eravamo rimasti? Ah sì, certo!…Come ho potuto dimenticarlo!….Eravamo al punto in cui io pongo fine alla tua miserabile vita umana” - le sorrise e fece per avvicinarsi.
“Fermo! Non puoi farle del male!” - urlò, ad un tratto, Elena.
“Ah davvero? E sentiamo…chi lo dice? Tu?” - le rispose Chen voltandosi verso di lei.
Ma quando Elena stava per rispondere Chen la zittì con un gesto delle dita, subito seguito da un gesto della mano e da una lieve scarica di Potere che ebbe l’effetto di buttare Elena, Meredith e Matt a terra.
Li aveva battuti tutti.
Ovunque si girasse Bonnie vedeva i corpi sofferenti dei suoi amici e percepiva i loro lamenti di dolore.
Ormai era sola. Sola dinanzi alla morte.
“Allora dicevamo…” - riprese Chen rivolgendosi di nuovo a lei - “Sì, parlavamo del fatto che tu stai per morire per mano mia e per mia grande soddisfazione, oserei aggiungere!….ma prima….voglio fare un gioco!” - concluse.
“Che vuoi dire?” - chiese Bonnie, mentre le lacrime le rigavano le guancie.
“Giochiamo a < INDOVINA IN CHE MODO UCCIDERO' BONNIE > ! E’ molto semplice, sai? Io ti faccio una lista di tutti i modi atroci in cui posso sbarazzarmi di te e tu tenti di indovinare quale userò! Ma sta attenta! Ogni volta che sbaglierai andrai ad aggiungere un minuto in più alla tua tortura.” - spiegò lui.
“Tortura?” - Bonnie non poteva credere alle sue orecchie…Chen aveva proprio detto < tortura > .
“Sì, ovvio, mia cara! Credevi davvero che sarebbe stato così facile? Ti uccido e via?…No, certo che no! Ho aspettato così tanto che mi pare giusto godermela a pieno, non trovi?” - le rispose.
“Di che tortura parli?”.
“Oh Bonnie, non è nulla di cui tu debba preoccuparti adesso…piuttosto cominciamo il nostro gioco…sei pronta?” - le chiese Chen.
“No” - rispose Bonnie.
“No? Hai ancora bisogno di qualche minuto?”
“No, non mi serve nessun minuto….semplicemente non voglio assecondare questa tua mente sadica e malata facendo questo stupido gioco!” - gli disse quasi urlando.
Bonnie aveva, infatti, calcolato che se lei riusciva ad esasperarlo abbastanza da fargli perdere il controllo, lui, forse, si sarebbe limitato a farla finita con tutta quella storia e ad ucciderla risparmiandole almeno il dolore della tortura.
“Cosa hai detto?” - chiese Chen che sembrava proprio reagire come Bonnie aveva sperato.
“Hai capito!” - lo incalzò lei.
“Beh, ragazzina…se prima, magari, avevo voglia di sprecare il mio tempo con te e forse darti una morte più dolce, ora non più…ti ucciderò qui, ora e con il modo più atroce che conosco!” - detto questo le si avvicinò, le afferrò un braccio e la tirò su bruscamente. Poi le scoprì la gola tenendole, con forza, la testa girata da un lato e si apprestò a conficcarle i canini nel collo.
“Toglile le mani di dosso!” - intimò una voce alla loro spalle. Una voce che Bonnie conosceva bene.
E, ad un tratto, venne liberata dalla presa di Chen, che nel frattempo era stato spedito ad un appuntamento piuttosto ravvicinato con il terreno, e venne avvolta da quelle due uniche braccia entro le quali si sentiva davvero a casa.
“Damon…” - sussurrò, mentre nuove lacrime le solcavano il viso. Ma questa volta erano lacrime di pura felicità. Lui era vivo ed era lì con lei.
“Bonnie…” - rispose lui mettendole una mano sul mento e l’altra su un fianco, attirandola a sé e dandole il bacio più dolce e sincero che avesse mai dato.
Ma soprattutto era il bacio più carico di quell’unico sentimento che era in grado di oltrepassare ogni cosa: l’amore.


NOTA:
Ciao a tutti! Ecco finito e postato un nuovo capitolo! Spero vi piaccia!
A quanto pare Bonnie ha davvero a che fare con un osso duro, ma per fortuna Damon si è ripreso....chissà come andrà a finire!...
Forse domani non posterò, ma non ne sono sicura...quindi fossi in voi farei comunque un salto sempre se ne avete voglia comunque!
Comunque...come al solito grazie e recensite, recensite, recensite....BACIONI...IOSNIO90.


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Capitolo 13
*** Capitolo dodicesimo ***


Capitolo dodicesimo

Era vivo, si era completamente ripreso, si sentiva più forte di quanto lo fosse mai stato e, come se non bastasse, Bonnie era lì tra le sue braccia.
“Damon…stai bene? Ti sei ripreso del tutto?” - gli chiese lei preoccupata.
“Sì, streghetta, mai stato meglio…e tu?” - fece lui.
“Sto bene!” - esclamò Bonnie senza convinzione.
“Sicura?”.
Ma lei non rispose. Si limitò a guardarlo con gli occhi tristi e pieni di lacrime.
No che non stava bene…non stava bene per niente. Quegli occhi non mentivano mai, Bonnie non mentiva mai. Era troppo pura per farlo. E nei suoi occhi nocciola Damon poteva leggere chiaramente tutta la paura, l’angoscia e la sofferenza provate in quella sera a causa di Chen.
- Sporco bastardo! Come ha osato farle questo? Ma adesso le pagherà! E’ giunto il momento di toglierlo di mezzo una volta e per sempre! - pensò Damon al culmine della rabbia.
“Bonnie, ascoltami! Tra poco qui io scatenerò l’inferno su quel verme per quello che ti ha fatto…tu controlla che gli altri stiano bene e tenetevi lontani!” - le disse deciso.
“Damon…solo una cosa!” - rispose lei.
“Cosa?”.
“Non morire!” - gli disse guardandolo negli occhi.
“Ok! Come posso morire se me lo chiedi con quegli occhietti” - le sorrise.
“Ovvio…perché ti ucciderò io!” - tuonò la voce di Chen alle loro spalle.
“Bonnie….vai ora!” - le disse Damon sospingendola di lato.
“Vedo che ti sei ripreso?” - gli chiese Chen.
“Già…. E sto molto meglio di prima, quindi grazie per avermi steso!” - gli rispose cinico.
“Lo vedo…dì un po’…come è possibile? Sento che la tua aura si è rafforzata!” - chiese, allora, l’altro.
“Diciamo solo che ho avuto un incontro ravvicinato con un bel po’ di < luce > mentre avevo perso i sensi….un po’ come quello che la tua faccia ha avuto con la terra pochi istanti fa!” - gli rispose sorridendogli.
“Oh avanti Damon! Anche se devo ammettere che non ho capito nulla di ciò che hai detto, tu vorresti davvero farmi credere che ora il tuo Potere è superiore al mio o almeno pari al mio, tanto che tu potresti battermi? Luce o non luce…è impossibile!” - ribattè Chen visibilmente irritato.
“Beh, se non credi neppure a quello che senti con il tuo Potere….Coraggio! Che aspetti?” - lo sfidò Damon.
“Sì, hai ragione! Cosa sto aspettando? A quanto pare dovrò modificare i miei piani e uccidere anche te! Tanto meglio….due piccioni con una fava! Perché, naturalmente, credo tu sappia che alla fine la ucciderò comunque, che tu muoia oppure no!” - rispose Chen.
“Lo vedremo!” - disse Damon fuori di sé dalla rabbia.
E non appena terminò la frase, mantenne la parola data poco prima a Bonnie: scatenò l’inferno.

Stefan sentiva le forze che stavano lentamente tornando.
Solo da qualche istante aveva vagamente capito che Damon si era ripreso e stava affrontando Chen, quando una mano calda gli si posò sulla fronte.
Aprì gli occhi. Era Bonnie.
“Stefan, Stefan…stai bene? Puoi parlare?” - gli chiese.
“Mmmmh….si…sto bene!” - la sua voce era un sussurro, ma Bonnie lo sentì perché sorrise lievemente.
“Cosa sta succedendo, Bonnie?” - le chiese.
“Damon si è ripreso, mi ha mandato a vedere come state tutti mentre lui affronta Chen”.
“Tutti? Come sarebbe tutti? Elena? Ha fatto del male anche a lei?” - chiese allarmato mentre si metteva a sedere.
“Sì…lui stava per uccidermi ed Elena gli ha detto di non farlo e ha attirato l’attenzione su di sé…Chen non se ne è curato molto, però….ha inviato su lei, Meredith e Matt una scarica di Potere abbastanza forte da fargli perdere i sensi…ma non hanno nient’altro, sono solo svenuti…ho già controllato!” - gli rispose Bonnie mentre lo aiutava ad alzarsi.
“Dove sono ora loro?”.
“Laggiù!” - rispose lei indicando il punto dove vide i corpi di Elena, Meredith e Matt stesi per terra, con Lucas lì che li teneva d’occhio.
“Lucas come sta?”.
“Come te, credo! Si è rialzato mentre io ero accanto a Meredith e mi ha raggiunto lì”.
All’improvviso un fulmine squarciò il cielo.
Si voltarono entrambi verso il punto in cui Damon e Chen combattevano.
A Stefan sembrava che fossero in totale parità.
Damon stava tenendo testa a Chen come né lui né Lucas insieme erano riusciti a fare.
“Coraggio, Bonnie….dobbiamo raggiungere gli altri!” - le disse.
“Ok, però….” - disse lei continuando a tenere lo sguardo fisso sullo scontro.
“Però nulla! Bonnie, Damon sa cavarsela…e se avrà bisogno di aiuto saremo qui! Andiamo ora!” - le disse mettendole una mano sulla spalla.

Lucas stava seduto accanto ai corpi privi di sensi dei suoi tre amici e guardava il combattimento tra i due vampiri quando Stefan e Bonnie lo raggiunsero.
- Bonnie….lui sta rischiando la sua vita per lei mentre lei è distrutta perché teme di perderlo….lei lo ama…Bonnie ama Damon come non ha mai amato me - pensò quando la vide arrivare così abbattuta.
Lucas non aveva voluto vederlo e accettarlo, ma se ne era reso conto.
Dopo la prima sera in cui Damon era ritornato aveva pensato che fosse solo una vecchia infatuazione non del tutto repressa e quando lei gli aveva assicurato che l’amava le aveva creduto.
Poi Bonnie aveva cominciato a comportarsi in modo strano e alla fine si era rinchiusa in casa senza neppure parlargli al telefono.
Lui sapeva che qualcosa non andava, ma continuava a ripetersi che non era nulla e infatti lei poi l’aveva chiamato e tutto era tornato a posto.
Era successo proprio quella mattina….e ora tutto era così diverso che era quasi impossibile credere che le cose potessero cambiare così velocemente.
Lei era sua fino a quella mattina.
- Ma forse non è mai stata veramente tua, Lucas…forse sì, ti ha amato, ma non come ama lui…gli è bastato qualche istante per irrompere di nuovo nel suo cuore e qualche giorno per riprendersela…” - gli disse una voce nella sua testa.
E adesso lei era lì e ogni volta che Lucas tentava di leggerle nelle mente, l’unica frase che vi trovava era una preghiera…sempre la stessa..: “Damon, ti prego, non lasciarmi!”.

- Accidenti, questo qui non ha nessuna intenzione di mollare - pensava Damon.
Chen aveva appena cercato di dargli un pugno in piena faccia, ma Damon era stato così veloce da scansarsi all’ultimo secondo e dargli una ginocchiata nello stomaco.
“Avanti, Damon, questo è il massimo che riesci a fare?” - chiese Chen.
“No. Piuttosto tu…fai tanto il duro e poi non concludi nulla?” - ribattè.
Non aveva neppure finito la frase che vide Chen scaraventarglisi addosso.
Si sentì afferrare per le braccia e scaraventare in aria. Ma prima che potesse andare a sbattere contro la quercia contro cui Chen lo aveva spedito, riprese il controllo di sé, puntò i piedi sul tronco dell’albero e si riportò a terra senza neppure un graffio.
“Ecco, appunto, come volevasi dimostrare…non riesci a concludere niente, caro il mio nanerottolo cinese!” - disse al suo avversario con disprezzo.
“Ah, davvero? Non concludo niente? Guarda un po’ questo!” - rispose l’altro.
Dopo appena un secondo sentì Bonnie urlare e quando si voltò verso di lei la vide accasciarsi ancora sofferente tra le braccia di Stefan.
Riportò gli occhi su Chen, furioso, e se lo ritrovò a poco più di un centimetro dal naso con un ghigno rivoltante sul viso.
“Visto? Qualcosa la so fare? Faccio del male alla strega senza neppure sforzarmi poi tanto!” - gli disse Chen sorridendo, un istante prima di dargli un pugno e mandarlo a terra.
“Vedi Damon, il tuo problema è soltanto uno: la strega. Lei è il tuo punto debole! Insomma, guardati, non appena l’hai sentita urlare hai perso la concentrazione e adesso sei al tappeto! Beh…bisogna dire che questo è un bene per me…non voglio mica che tu mi uccida!” - gli disse e poi Damon lo vide gettare la testa all’indietro e ridere come se qualcuno avesse appena fatto una battuta divertente.
“Che c’è adesso vuoi anche farmi la morale su come combatto? Il mio punto debole…la mia concentrazione…pensa piuttosto alla tua di concentrazione!” - gli rispose mentre Chen ancora rideva.
Poi, velocissimo, si alzò e si portò alle spalle dell’altro bloccandogli una mano dietro la schiena e mettendogli il braccio intorno al collo bloccandogli anche la testa.
“Non osare mai più fare a Bonnie quello che le hai appena fatto!” - gli intimò in un orecchio.
“Altrimenti?” - rispose Chen mentre dava un calcio all’indietro sul ginocchio di Damon, poi liberava la mano, gli dava una gomitata al mento e si liberava dalla sua presa, per poi passare alle spalle di Damon e bloccarlo allo stesso modo.
“Cosa mi farai, Damon, se oserò rifarle del male?” - sussurrò Chen all’orecchio di Damon prima di bloccargli la testa di lato e conficcargli i canini nel collo.
Fu solo un attimo. Damon sentì i canini di Chen squarciargli la carne e assaggiare il suo sangue. Poi si ritrovò buttato a faccia in giù nel fango.

Stefan reggeva ancora Bonnie tra le braccia mentre guardava suo fratello combattere.
Sembrava che tutto andasse bene per Damon, quando all’improvviso la situazione si ribaltò e vide Chen mordere Damon e gettarlo a terra.
Stefan doveva intervenire per aiutare suo fratello. Non sapeva bene cosa fare, ma doveva intervenire.
Così lasciò andare Bonnie, che nel frattempo aveva cominciato a piangere e tremare nascondendosi il viso tra le mani come a non voler vedere cosa stava succedendo, e si precipitò da Damon.
Forte dell’effetto sorpresa, attaccò Chen alle spalle e riuscì a spedirlo al tappeto a qualche metro di distanza. Poi andò da Damon.
“Damon…Damon, come stai?” - gli disse aiutandolo a voltarsi.
“Stefan vattene!” - rispose Damon ringhiando e mettendosi a sedere.
“Ma Damon, ti ha morso….è troppo forte per te da solo!” - gli disse preoccupato Stefan.
“E tu cosa potresti fare per aiutarmi?” - si sentì rispondere.
In Stefan si scatenò un’ondata di pura rabbia, rabbia per la cocciutaggine e l’orgoglio del fratello.
“Damon, ascoltami, forse non sarò forte quanto te, ma affrontarlo in due è sempre meglio che affrontarlo da solo…” - gli disse deciso - “E poi adesso non devi più pensare solo a te stesso…adesso c’è Bonnie!”.
“E tu credi che io non lo sappia? Proprio perché c’è Bonnie, tu devi andartene! Non so se riuscirò a sconfiggerlo o comunque a uscire vivo da tutto questo, e se io dovessi morire lei avrà bisogno di tutti voi ed io voglio che ci sia tu a prenderti cura di lei e a proteggerla, così come fai con Elena! Promettimelo!” - ribatté Damon
“Sì, Damon, lo sai che lo farei comunque, però….” - cominciò Stefan che venne interrotto da un ringhio alle sue spalle.
“Allora sei stato tu! Ma non eri morto? Beh comunque poco importa perché presto ucciderò anche te! Hai scelto proprio un brutto giorno per correre in aiuto di tuo fratello, Stefan!” - disse infuriato Chen.
Stefan lo vide avvicinarsi sempre di più e si alzò, mentre nel cielo si scatenava un’altra tempesta di fulmini.
Stava pensando a come comportarsi, quando Damon lo spinse via e gli gridò: “CORRI!”
Stefan guardò il fratello e, vedendo il suo viso terribilmente serio, cominciò a correre quando…
“Dove credi di andare, Stefan?” - era la voce di Chen.
E subito dopo un fulmine lo colpì in pieno.

Damon vide Stefan, colpito dal fulmine, accasciarsi a terra.
Non sapeva se era vivo o morto, ma sapeva che era stato Chen e questo gli bastava per sentire crescere dentro di sé un odio tanto profondo da non averlo mai sentito neppure nei suoi momenti più neri.
“Adesso, torniamo a noi!” - gli fece Chen, minaccioso.
“Lo sai vero che con quello che gli hai fatto hai appena firmato la tua condanna a morte?” - rispose Damon ancora più minaccioso.
“Oh, andiamo…le tue minacce non mi fanno più alcun effetto, sappilo!” - ribatté Chen.
Poi Damon lo vide avvicinarsi e in pochi attimi si ritrovò sulle spalle di Chen che lo portò così per alcuni metri senza alcuna fatica nonostante lui cercasse di liberarsi.
Lo gettò a terra, gli afferrò i capelli e gli batte forte la testa contro il terreno umido, poi gli mise un piede sul petto e si chinò verso di lui.
“Beh…è giunto il momento di dirci addio, Damon!” - disse Chen, mentre, dietro la sua testa, Damon poteva vedere altri fulmini pronti a riversarsi su di lui.
E questa volta era sicuro che non se ne sarebbe uscito con uno svenimento.

Bonnie era rimasta lì accanto al corpo di Elena e aveva osservato tutta la scena.
Stefan era stato colpito ed era a terra e Damon….Damon era stato morso e ora Chen lo aveva buttato a terra e a giudicare dai fulmini voleva ucciderlo con quelli.
Si sentiva persa, distrutta.
Damon aveva combattuto per lei e adesso stava per morire e lei non sapeva cosa fare. L’unica cosa che voleva era che lui non morisse.
No, lui non doveva morire.
Fece un passo avanti, poi un altro e poi un altro fino a che due braccia forti la fermarono.
“Bonnie, non puoi andare!” - le disse Lucas.
“Sì, Bonnie, Lucas ha ragione!” - Elena sia era svegliata e stava aiutando anche Meredith e Matt a tirarsi su. Si erano ripresi e lei neppure se ne era accorta.
“Ma, Elena….Stefan è a terra e forse è…” - lasciò la frase in sospeso.
“Sì, lo so! Ma non è detta l’ultima parola” - rispose Elena mentre una lacrima le rigava il viso.
“Comunque sia, resta il fatto che tu non puoi muoverti di qui!” - ribadì Lucas.
“No, io devo andare…Damon…Chen potrebbe ucciderlo!” - disse Bonnie con voce rotta.
“Lo so! Ma tu non ti muovi!”.
“Lucas, ascolta! Lo so che ti ho ingannato, che ti ho mentito, che ti ho fatto male, ma…è colpa mia, è solo colpa mia, Damon non c’entra, io avrei dovuto essere sincera fin da subito con te, non puoi lasciarlo morire per un mio errore!” - gli disse.
“Ed io non ho intenzione di lasciarlo morire! Bonnie io ti amo e forse lo farò sempre, ma so che tu ami lui, non sono stupido! E sono furioso con te e con lui, ma proprio perché ti amo voglio vederti felice e se puoi esserlo solo con Damon allora il mio dovere da persona che ti ama è salvarlo o almeno fare il possibile. Quindi, no, tu non puoi andare, ma io sì!” - e detto questo la lasciò e corse verso Damon.
Bonnie lo vide arrivare appena in tempo per dare una spinta a Chen e spedirlo lontano, mentre spostava Damon appena un secondo prima che una scarica potentissima di fulmini lo colpisse.



NOTA:
E dopo un giorno di assenza sono tornata. Vi sono mancata?
Comunque grazie come sempre per le recensioni e anche a tutte quelle persone che leggono senza recensire e vedo con piacere che sono in tante.
Grazie a tutti....BACIONI...IOSNIO90.

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Capitolo 14
*** Capitolo tredicesimo ***


Capitolo tredicesimo

Era stato tutto velocissimo.
Un attimo prima era steso a terra con Chen pronto ad ucciderlo e un attimo dopo Chen non c’era più e lui era stato trascinato via con la forza.
Quando, ancora confuso, si alzò e si voltò verso chi l’aveva salvato, dire che rimase sorpreso è dire poco.
“Tu! Che fai qui?” - disse Damon.
“Ti salvo, mi sembra evidente!” - rispose Lucas.
“Perché?” - chiese Damon che solo allora si stava rendendo conto che non aveva mai scambiato neppure mezza parola con l’inglesino da lui tanto odiato.
“Secondo te?…Per Bonnie, ovvio!” - rispose duro Lucas.
“Questo lo avevo capito, non sono scemo! Quello che voglio sapere è perché mi hai salvato se sai che lei vuole me. Sarebbe stato più logico lasciare che venissi ucciso così da riprendertela!” - chiarì Damon.
“Beh, se credi davvero che le cose sarebbero andate così se tu fossi morto, allora non conosci così bene Bonnie. Lei sarebbe restata lì, vuota e distrutta, a piangerti, anche per il resto della vita!” - rispose Lucas con una strana smorfia.
Era ovvio che dire quelle cose lo feriva. Ma aveva ragione! Bonnie avrebbe reagito quasi sicuramente così se lui fosse morto, esattamente come avrebbe reagito lui se lei fosse morta.
Damon, allora, si limitò ad annuire, quando dal nulla vide un grosso ramo d’albero appuntito scagliarsi verso loro due. Fecero appena in tempo a scansarsi, che il ramo attraversò lo spazio che li divedeva e andò a sbattere contro l’esterno della casa.
Quando si voltarono Chen era lì.
“Come. Hai. Osato!” - gridò a Lucas scandendo parola per parola.
“Come hai osato tu! Venire qui e cercare di ucciderci per la tua stupida vendetta! E’ una follia! Ma tu sei troppo stupido per capirlo, altrimenti ti saresti messo l’anima in pace ed ora, forse, avresti trovato qualcun altro, qualcuno che ti ami, ma, soprattutto, qualcuno che sappia chi sei e cosa sei e lo accetti comunque!” - gli gridò in risposta Lucas.
“Hey, attento quando parli!” - gli sussurrò Damon che nel frattempo gli si era avvicinato.
“Sì, idiota, segui il suo consiglio e stai attento quando parli!” - fece Chen.
“Altrimenti?” - chiese Lucas con sfida.
“Altrimenti???!” - fece Chen.
“Sì, altrimenti” - ribadì Lucas.
Chen si limitò a guardarlo e a ringhiargli contro. Damon riusciva ad avvertire tutta la sua ira, ormai era completamente fuori controllo. In quello stato non si sarebbe limitato ad uccidere lui, ma avrebbe fatto una strage.
Era passato solo un secondo, quando vide Chen catapultarsi verso di loro.
Doveva fare qualcosa.
La prima cosa che gli venne in mente fu di lanciargli contro un’ondata di Potere, ma era stato appena morso e sicuramente non aveva ancora Potere a sufficienza per  fermarlo….lo avrebbe solo fatto infuriare di più.
Poi…un’idea.
Chen era vicinissimo, allora afferrò un braccio di Lucas e lo trascinò dalla parte opposta.
Quando si voltò, vide Chen fermarsi di botto, e cercarli confuso in giro, non appena lì trovò gli si scagliò nuovamente contro e Damon riafferrò Lucas e si spostarono di nuovo.
Le cose andarono avanti così per un paio di volte, poi Lucas capì il gioco di Damon: stava cercando di stancare l’avversario approfittando di quel momento in cui Chen era completamente fuori di sé, aveva perso la concentrazione e pensava solo a prenderli. Così Damon vide Lucas staccarsi da lui, annuire, attirare l’attenzione di Chen su di sé e continuare quello stupido giochetto, lasciandogli i minuti necessari a riprendere un po’ di forze.
- Beh, in fondo questo Lucas non è totalmente stupido - pensò osservando la scena.
Le cose continuarono ad andare avanti così per un bel pezzo, con il gatto che dava la caccia al topo senza mai riuscire a prenderlo.
All’improvviso Chen si fermò. Era arrivato il momento di agire.
Damon fece un cenno a Lucas per dirgli di non muoversi, poi si concentrò e lanciò verso Chen un’ondata di Potere così carica d’odio da far paura persino a Lucas che sapeva bene che non era destinata a lui.
Chen si accorse del pericolo solo un istante prima di essere colpito.
Damon lo vide letteralmente volare all’indietro per il colpo subìto e poi accasciarsi a terra.
Adesso era vulnerabile e se volevano ucciderlo dovevano farlo ora, ma Damon sapeva bene che anche con un’altra ondata di Potere come quella di poco prima non sarebbe morto, avevano bisogno di qualcosa di più drastico.
“Il cielo!” - gli disse Lucas che gli si era messo di fianco e che evidentemente gli aveva letto nella mente.
Damon non fece domande e alzò gli occhi e l’unica cosa che vide fu un cielo completamente nero.
Non riusciva a capire cosa significassero le parole di Lucas, quando ad un tratto quell’oscurità venne illuminata dalla luce accecante e improvvisa di un fulmine.
E allora Damon ricordò: ricordò il fulmine che lo aveva colpito facendogli perdere i sensi, ricordò Stefan colpito da un fulmine cadere a terra e non sapeva se vivo o morto, ricordò tutti quei fulmini che Chen stava per mandargli contro poco prima che Lucas lo trascinasse via.
I fulmini. Lucas gli stava dicendo di usare i fulmini come faceva Chen.
Damon si voltò verso Lucas e con la coda dell’occhio riuscì a vedere che in lontananza Chen si stava lentamente riprendendo.
“Inglesino, ascoltami! Ho capito cosa hai cercato di dirmi e sì, forse posso farcela ad usare i fulmini contro di lui!” - cominciò Damon.
“Bene…” - lo interruppe Lucas visibilmente sollevato.
“No, aspetta, perché forse non hai capito! Io non ho detto che SICURAMENTE ce la farò. Ma ho detto che FORSE posso farcela.” - chiarì Damon.
“Che significa?”.
“Significa che non l’ho mai fatto! Controllare il tempo sì, la nebbia anche, ma i fulmini mai…non ci ho mai provato”.
“E credi di non poterci riuscire?” - chiese Lucas.
“Non ho detto questo! Anzi credo che posso riuscirci, ma sarà difficile. Se vogliamo toglierlo di mezzo dovrò riuscire, al primo colpo, non solo a muovere un solo fulmine come voglio io, ma serviranno più fulmini insieme per stenderlo come si deve e poi ucciderlo senza problemi!” - spiegò Damon.
“Quanto tempo ti serve? Perché si sta riprendendo!” - disse Lucas.
“Bene! Vedo che hai afferrato il punto! Ho bisogno di tempo, non molto, ma sicuramente più di quello che servirà a Chen per rimettersi in piedi, quindi…” - e lasciò volutamente la frase in sospeso.
“Quindi ti serve che qualcuno faccia da esca e lo tenga occupato per un po’….ti serve che IO faccia da esca, giusto?” - concluse cauto Lucas.
“Sì, beh anche se più che fare da esca, mi serve che tu lo tenga al tappeto e non gli permetta di recuperare le forze” - disse Damon.
“Al tappeto?” - chiese Lucas.
“Sì! Adesso è vulnerabile, una preda quasi facile…e così deve rimanere perché così, anche se io dovessi sbagliare e non riuscissi a controllare una quantità elevata di fulmini, quelli che gli scaglierò contro servirebbero comunque al nostro scopo. In caso contrario, se io sbagliassi e lui fosse tornato nel pieno della forma, beh…allora credo che l’unica cosa che otterremmo sarà fargli il solletico e imbestialirlo ancora di più…e allora….”.
“Addio mondo, per tutti quanti!” - finì Lucas.
“Già! Per tutti quanti…anche per Bonnie!” - disse Damon.
“E tu non puoi permetterlo!” - disse Lucas fissandolo.
“No, non posso permetterlo!” - si limitò a rispondere Damon.
“Ok, allora! Sarà meglio che cominci a prenderlo a calci! Tu nel frattempo comincia a fare qualsiasi cosa tu debba fare, ma falla in fretta, neanch’io sono nel pieno delle forze dopo tutto quello che mi è successo oggi!” - disse Lucas.
“Che TI è successo?” - chiese Damon, incredulo.
“Sì! Che Mi è successo! Oggi sono stato fatto a pezzi!” - rispose Lucas.
“Tu saresti stato fatto a pezzi? Come puoi lamentarti se si può dire che Chen neppure ti ha toccato? Cosa dovremmo dire noi altri, allora?” - chiese Damon.
“Sì, Damon, io sono stato fatto a pezzi e forse anche più di voi!” - disse Lucas.
“PIU’. DI. NOI?” - disse Damon scandendo parola per parola, visibilmente irritato.
“Sì, più di voi! Ma non da Chen!” - rispose Lucas.
“E da chi?”.
“Da te! Tu mi hai distrutto, Damon!” - disse Lucas.
“Ah!” - fece Damon che solo adesso aveva capito che il discorso non riguardava più Chen e lo scontro, ma lui e Bonnie.
“Già! Ma non importa! Ora l’unica cosa che conta è uccidere Chen in modo che non possa ferirla, ed io devo fare in modo che neppure tu venga ammazzato altrimenti lei ne morirebbe ed io voglio che sia felice, anche senza di me! E tu, Damon, dovrai farla felice! Altrimenti io tornerò e ti assicuro che Chen sarà stato una passeggiata di salute in confronto a me! Intesi? Su di te non si raccontano esattamente storie fantastiche, soprattutto riguardo te, Stefan ed Elena….ed io non voglio che Bonnie soffra perché tu una volta che ti sarai tolto lo sfizio di togliermela poi ti accorgi che vuoi ancora la sua amica. Ci siamo capiti?” - lo minacciò Lucas.
Damon lo guardò negli occhi e poi: “Sì, ho capito! Ma posso assicurarti che non avremo più bisogno della tua presenza dopo stasera. Con Bonnie è tutto vero e non ho mai sentito nulla di simile” - ammise.
“Lo spero! Ora, torniamo a noi!” - fece Lucas voltandosi verso Chen che stava quasi per rialzarsi - “Io vado!” - continuò e Damon lo vide lanciarsi contro il loro avversario.

Bonnie era lontana, ma aveva seguito tutto lo scontro.
Damon e Lucas stavano combattendo insieme e sembrava stessero avendo la meglio.
Approfittando della situazione Meredith e Matt erano corsi da Stefan e lo avevano trascinato accanto ad Elena che era rimasta semplicemente ferma dov’era a fissare il vuoto.
Era in pena per Stefan e Bonnie la capiva benissimo.
Non appena il corpo di Stefan le fu accanto, Bonnie la vide voltarsi verso di lui e posargli una mano sul petto come se volesse accertarsi che il suo cuore battesse, ma era un gesto inutile: il cuore di Stefan aveva smesso di battere centinaia di anni prima.
Poco dopo Elena sembrò riprendere vita e tutti loro la fissarono mentre si chinava su Stefan, gli poggiava un bacio sulle labbra e poi, dopo essersi tirata su, estraeva un coltellino dalla tasca di Stefan e con quello si incideva il polso e lo poggiava, sanguinante, sulle labbra di lui.
Dopo pochi secondi Elena si volse verso di loro e, con gli occhi pieni di gioia, disse: “Sta deglutendo!”.
Allora Bonnie tirò un sospiro di sollievo perché significava che Stefan si sarebbe ripreso e poi si girò dall’altra parte tornando a guardare lo scontro: non voleva stare a guardare mentre Stefan beveva da Elena, non perché avesse timore o altro, ma solo perché lo riteneva un gesto troppo intimo per essere condiviso.
Con la coda dell’occhio notò che anche Meredith e Matt avevano fatto lo stesso: evidentemente la pensavano allo stesso modo.
Bonnie tornò a concentrarsi su Damon e Lucas e solo allora vide che Chen era a terra che cercava di rialzarsi e i due vampiri erano intenti a parlare tra loro come se stessero mettendo a punto una strategia.
Bonnie non sapeva cosa pensare, sperava solo che quell’incubo finisse presto, quando all’improvviso sentì una mano posarsi su una sua spalla.
Era Meredith.
“Ce la faremo, Bonnie! Se la caveranno!” - furono le uniche parole che le disse, ma a Bonnie bastarono per sentire un enorme senso di sollievo e speranza pervaderle l’anima.
Davanti a lei Lucas si stava scagliando su Chen.

Dritto dinanzi a sé Lucas le stava dando di santa ragione a quel verme viscido di Chen, ma Damon poteva vedere sul suo alleato i primi segni della stanchezza.
Doveva darsi da fare.
Chiuse gli occhi e si concentrò. Avvertì tutto il suo Potere percorrergli il corpo e scorrergli frenetico nelle vene. Cercò di mandarlo fuori da sé, verso il cielo, mentre nella sua mente visualizzava ciò di cui aveva bisogno: i fulmini.
Aprì gli occhi e alzò la testa. Il cielo era nero, ma Damon riuscì a vedere i primi tenui bagliori lontani sintomo del fatto che stava realmente riuscendo nel suo intento.
I bagliori diventarono sempre più forti e visibili e Damon riuscì a sentire la prima eco lontana di un tuono.
- Bene! Adesso ancora di più - pensò, mentre , cautamente, inviava verso l’alto altro Potere.
Il cielo cominciò a tuonare sempre di più, il vento cominciò a soffiare forte e i bagliori di poco prima si trasformarono prima in piccole saette e poi in fulmini forti e mortali.
Damon riusciva ad avvertirli tutti. Gli bastava solo pensare ad un fulmine che questo si manifestava sulla sua testa. Gli bastava solo pensare a dove il fulmine dovesse colpire che questo colpiva immediatamente l’oggetto o l’angolo di cielo designato.
Damon si sentiva pronto, gli erano bastati pochi minuti per riuscire ad avere tutto sotto controllo.
Quando abbassò lo sguardo a guardare Lucas, lo vide ormai stremato che riusciva a malapena a  tenere giù Chen. Era giunto il momento di agire.
 - Ora o mai più, Damon! - si disse.
Poi raggruppò su Chen un gruppo di fulmini pronti ad essere scagliati.
“Lucas, vattene!” - gridò e lo vide fermarsi e sparire all’istante.
Chen avvertì solo allora il pericolo, ma ormai era troppo tardi: Damon lo stava per battere con le sue stesse armi.
Damon, prima di colpire, fece un’unica cosa: guardò Bonnie e la vide lì intenta a fissarlo.
Quando si accorse che anche lui la stava guardando gli sorrise lievemente e annuì.
Forte di quella conferma da parte della sua streghetta, Damon si voltò verso Chen e, con tutta la forza che gli era rimasta, gli scagliò addosso un numero impressionante di fulmini, uno dietro l’altro, uno più forte dell’altro e solo quando lo vide ormai ridotto ad uno straccio, nemmeno in grado di muovere un muscolo, si fermò.
L’ultima scarica fu la più potente, ma non lo uccise: per ucciderlo serviva qualcos’altro.
E questo qualcos’altro ora era in mano a Lucas che era ricomparso con un paletto tra le mani e stava accanto al corpo di Chen.
Damon si avvicinò e Lucas gli porse l’arma.
“Devi farlo tu!” - gli disse.
Damon non se lo fece ripetere due volte e, con tutto l’odio, la rabbia e il dolore accumulati quella sera, conficcò il paletto al centro esatto del petto di Chen e lo guardò morire e dissolversi nell’aria: era troppo vecchio perché di lui restasse qualcosa.



NOTA:
Ciao a tutti! Come va?
Sono stata assente per qualche giorno, ma non riuscivo a capire esattamente come Damon voleva uccidere questo tizio, quindi...
Comunque spero che vi piaccia la soluzione che ho trovato!
Fatemi sapere nelle recensioni....BACIONI....IOSNIO90!


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Capitolo 15
*** Capitolo quattordicesimo ***


Capitolo quattordicesimo

La morte non è mai facile.
Guardare qualcuno che muore è un esperienza che lascia sempre senza fiato, anche se questo qualcuno voleva la tua di morte.
Da quando Stefan e Damon erano entrati nella loro vita, Bonnie aveva visto e combattuto molte battaglie, via via sempre più difficili, e ogni volta era morto qualcuno, ma davvero non riusciva ad abituarsi.
Non riusciva ad abituarsi a quell’angoscia che ti attanaglia durante tutta la battaglia.
Non riusciva ad abituarsi a quella sensazione di stasi in cui il tempo pareva fermarsi mentre il colpo di grazia fendeva l’aria.
Non riusciva ad abituarsi alle grida strazianti di dolore.
Non riusciva ad abituarsi al silenzio che seguiva la morte.
Ed era proprio a quel punto che tutto si era bloccato: c’era stata la battaglia, Damon aveva sferrato il colpo di grazia, c’erano state le urla di Chen ed ora, eccolo, il silenzio.
Erano tutti lì, fermi, a fissare il vuoto, quel vuoto dove fino a qualche istante prima c’era il corpo del vampiro che quella sera li aveva fatti tanto soffrire: Chen.
Bonnie, come gli altri, osservava la scena, mentre il sole cominciava a fare capolino tra le nuvole e si alzava, lento, nel cielo illuminando ogni minimo angolo della cittadina addormentata di Fell’s Church con una luce arancione dai riflessi rosati.
Era l’alba.
- E’ finita! La notte è finita e con lei l’incubo - pensò Bonnie volgendo per un attimo gli occhi al cielo.
Mentre pensava questa cose sentì la presa di Meredith sulla sua spalla farsi più forte e dopo appena un attimo si ritrovò tra le braccia dell’amica.
Fu allora che quel silenzio, che pareva durare da una vita, finì.
Bonnie cominciò a piangere tra le braccia di Meredith. Le sue erano lacrime di gioia, di sollievo, di speranza. Per la prima volta da quando Chen era entrato nella sua vita, Bonnie si sentiva di nuovo se stessa.
Il ricordo di Chen le fece tornare alla memoria Damon che aveva rischiato la sua vita pur di salvarla, e come un flash Bonnie ricordò gli attimi trascorsi con Damon la sera prima, ma più di ogni altra cosa ricordò le parole che Damon le aveva detto: lui la amava, lui le aveva detto di amarla e lei sapeva con tutta se stessa che quella era la verità.
Nell’attimo in cui ricordò, si sciolse dall’abbraccio di Meredith e si voltò verso Damon.
Lui era ancora lì, dove Chen era morto, con Lucas di fianco e ora la stava guardando.
Non appena i loro occhi si incontrarono, Bonnie ebbe l’impressione che una sorta di filo invisibile la costringesse a muoversi nella direzione di Damon come se fosse la cosa più giusta, semplice e naturale al mondo.
Si lasciò andare a quella sensazione così piacevole e avvertì solo vagamente il suo corpo muoversi, mentre la distanza tra lei e Damon si accorciava sempre di più ad ogni secondo.
Si incontrarono a metà strada, gli occhi dell’uno incatenati a quelli dell’altro. Le loro mani si cercarono, le loro dita si sfiorarono e poi si intrecciarono.
“Streghetta!” - fece Damon sorridendole.
“Vampiro!” - rispose Bonnie.
“Vampiro?”.
“Sì, visto che tu mi chiami strega, perché io non posso chiamarti vampiro? E’ quello che sei!” - rispose lei.
“Hai ragione! Non fa una piega!” - concordò Damon poi: “Come stai?” - le chiese tornando serio.
“Bene, adesso sto bene! E tu?” - chiese Bonnie di rimando.
“Bene, con te qui bene!” - le rispose Damon.
A quelle parole Bonnie si sentì esplodere di felicità, si illuminò di uno di quei sorrisi speciali che riservava solo e soltanto a lui e gli gettò le braccia al collo stringendolo forte. Era da tutta la notte che voleva stringere Damon a sé e sentire le sue braccia che l’avvolgevano nell’abbraccio più sicuro che avesse mai provato. Essere tra le braccia di Damon era come essere a casa: rassicurante, unico e allo stesso tempo familiare….Fantastico!
Mentre era ancora stretta a Damon, Bonnie vide da lontano che Lucas era ancora lì e la stava fissando triste come non mai.
Quando si accorse che anche lei lo guardava si voltò come per andarsene, ma Bonnie aveva ancora delle cose da dirgli…non poteva permettere che sparisse così.
“Damon, io devo….” - cominciò, ma lui la interruppe posandole un dito sulle labbra.
“Lo so! Vai…ti aspetto qui e magari do pure un’occhiata a quel pivello di mio fratello!” - le disse con il suo solito sorriso beffardo sulle labbra, ma infondo Bonnie sapeva che Damon era davvero in pena per Stefan, anche se lui non l’avrebbe mai ammesso.
Damon la lasciò e si diresse verso Stefan, mentre lei cominciò a correre dietro Lucas per fermarlo.
“Lucas! Lucas, aspetta! Non andartene!” - gli chiese quando lo ebbe raggiunto.
Lucas si fermò e si volto verso Bonnie.
“Bonnie, io non posso restare, devi capirmi…tu sei innamorata di Damon e spero che ti renda felice, ma io non posso restare qui a farti da amico, non posso perché ti amo e stare qui e vedervi insieme mi farebbe solo del male, e so per certo che tu sei troppo buona per volere che io soffra!” - le disse accorato Lucas.
Bonnie sapeva che Lucas aveva ragione. Lei gli voleva bene e ricordava perfettamente il periodo passato a soffrire in silenzio perché era segretamente innamorata di Damon mentre lui aveva occhi solo per Elena, e non voleva infliggere quella stessa tortura a Lucas.
Ma prima di lasciarlo andare doveva sapere una cosa.
“Lucas…tu mi odi?” - gli chiese.
Lui chiuse gli occhi un momento e poi li riaprì e guardando in basso disse: “Vorrei, Bonnie, vorrei odiarti con tutto me stesso, ma non ci riesco. Tu mi hai fatto a pezzi, io ero pronto a tutto per te, e tu mi hai fatto a pezzi, ma io non riesco ad odiarti. Tu mi hai mentito, fino a ieri mattina ero convinto che tra pochi giorni ci saremmo sposati e saremmo stati insieme per sempre, ma tu mi hai mentito, mi hai mentito giurando di provare per me un amore che non provavi, o meglio, che provavi ma per qualcun altro, eppure nonostante tutto io non riesco ad odiarti. Ti guardo e in te non vedo colei che mi ha spezzato il cuore, non vedo la traditrice, la bugiarda, ma in te vedo sempre e solo la ragazza più pura, dolce, sensibile, delicata e fantastica che io abbia mai avuto l’onore di conoscere, e per questo non riesco ad odiarti e a maledire il giorno in cui ti ho incontrata perché semplicemente non si può maledire il giorno in cui si ha la fortuna di incontrare sulla propria strada una creatura come te. Tu sei speciale, Bonnie, e no, io non ti odio, piuttosto so che ti amo e continuerò a farlo per un bel pezzo. Forse un giorno riuscirò a smettere di amarti così tanto e tornerò a trovarti e forse tu per allora sarai una splendida strega-vampira, chi può dirlo…ma ci rivedremo, presto o tardi ci rivedremo. Te lo prometto!”.
“Sii felice, Lucas!” - e detto questo Bonnie lo abbracciò e, consapevole del fatto che nonostante le sua promessa forse non l’avrebbe mai più rivisto, dopo qualche attimo lo lasciò andare e restò lì a guardare la sagoma di Lucas scomparire all’orizzonte, mentre una lacrima le rigava il viso.
Dopo qualche minuto sentì un braccio intorno alle spalle. Era Damon.
“E’ andato via?” - le chiese senza la minima punta di astio nella voce.
“Sì” - rispose lei.
“Tutto ok?” - chiese, allora, lui premuroso.
“Sì” - rispose, ancora una volta, Bonnie voltandosi a guardarlo e poi: “Come sta Stefan?” - gli chiese.
“Guarda, streghetta, ci hanno provato in tanti, io stesso ci ho provato, ma a quanto pare nessuno riesce a toglierlo di mezzo…mi sa che dovrò sorbirmelo ancora per mooooooto tempo!”.
“Oh, avanti, a chi vuoi darla a bere? Lo so che tu vuoi bene a Stefan!” - fece Bonnie.
“Ehi, ehi, ehi! Si può sapere che ti salta in testa? Ti ricordo che io sono Damon Salvatore e non voglio ‘bene’ a nessuno, io!” - affermò Damon risoluto.
“A nessuno?”.
“A nessuno!”.
“Quindi, non provi nulla neppure per me?” - chiese lei mettendo il broncio e guardandolo con quei suoi grandi occhioni nocciola spalancati e tristi a cui nessuno, neppure Damon, era mai stato in grado di resistere.
“Ma che c’entra! Con te è diverso!” - fece lui accarezzandole una guancia con il dorso della mano.
“Cioè?”.
“Io ti amo!” - rispose Damon con il tono più tranquillo e disinteressato che Bonnie gli avesse mai sentito, come se quella fosse l’affermazione più ovvia del mondo per lui.
Quasi senza accorgersene, Bonnie cominciò a ridere.
“E adesso perché mi ridi in faccia?” - chiese Damon confuso.
“Beh, ma ti sei sentito? Hai detto che mi ami come se fosse la cosa più scontata al mondo!” - rispose Bonnie.
“Aspetta! Per una buona volta che ti dico quello che provo tu mi prendi in giro? Grazie tante!” - disse Damon e fece per andarsene.
- Oddio, l’ho fatto arrabbiare! Complimenti, Bonnie! - pensò e gli andò dietro chiedendogli scusa e implorandolo di restare.
Damon si voltò di scatto e la attirò a sé prendendola per i fianchi.
“Te l’ho fatta, streghetta! Dove credi che abbia intenzione di andare senza di te?” - le soffiò ad un centimetro dalle labbra.
Bonnie sentiva la testa che le girava, le mani che cominciavano a sudare, le guancie che avvampavano per il rossore, il cuore che cominciava a correrle veloce nel petto, il respiro che si trasformava in affanno, mentre tornava a perdersi nel mare nero degli occhi di Damon. Ma…
“BONNIE!” - la voce di Elena arrivò ad interrompere quel momento così perfetto.
Damon si allontanò sbuffando e alzando gli occhi al cielo, mentre Elena si fiondò su Bonnie e la bloccò in un abbraccio stritolatore.
“Elena…mi soffochi!” - annaspò.
“Oh, Bonnie, scusa! E’ che…insomma…è finita finalmente! Tu stai bene, Damon sta bene, noi stiamo bene e Stefan…”.
“Stefan sta bene!” - la interruppe una voce alle sue spalle. E Bonnie vide Stefan, ancora un po’ malconcio ma vivo, avvicinarsi a loro sorretto da Matt.
Istintivamente Bonnie andò incontro all’amico che era quasi morto per aiutare lei e Damon e lo abbracciò. Stefan ricambiò l’abbraccio, mentre alle loro spalle qualcuno cominciò a tossire rumorosamente.
“Ehi! Ti avverto, toglile le mani di dosso!” - fece Damon al fratello.
“Come vuoi!” - replicò Stefan sciogliendo l’abbraccio con il sorriso sulle labbra e scuotendo la testa, mentre si avvicinava ad Elena.
“Adesso che è tutto finito, però, vorrei che mi spiegassi per bene cosa voleva quel tizio da te, Bonnie!” - disse Elena.
“Sì, voglio conoscere anch’io per bene la storia!” - si accodò Matt.
“Beh….” - cominciò Bonnie, mentre i due amici le lanciavano occhiate sempre più insistenti per incitarla a parlare.
“Che ne dite se, invece, rimandate le confidenze a domani, eh?” - li interruppe Damon, lanciando uno sguardo decisamente significativo verso Stefan.
“Sì, sarà meglio parlarne domani! Io sono d’accordo con Damon” - intervenne allora Stefan.
“No, aspetta! Come sarebbe domani? Bonnie ha rischiato la vita stasera, è sconvolta e ha bisogno di parlare e rilassarsi. E’ la mia migliore amica, Stefan, non posso lasciarla da sola!” - replicò decisa Elena.
“Ascolta, amore mio, non devi preoccuparti per Bonnie. Su andiamo!” - la incalzò Stefan sospingendola dolcemente più in là.
“No, come sarebbe, che non devo preoccuparmi….” - ribatté Elena.
“Sì, Elena ha ragione, è ovvio che dobbiamo preoccuparci!” - la sostenne Matt.
Stefan sembrava in po’ in difficoltà, ma per fortuna intervenne Meredith, che nel frattempo si era avvicinata.
“Elena, Matt, smettetela di fare storie e andiamo via!” - disse Meredith con lo stesso tono di voce che le mamme usano per rimproverare i loro figli.
“Meredith, ti ci metti anche tu, adesso? Bonnie ha bisogno di noi!” - disse Elena.
“Sì, dobbiamo starle accanto! Deve rilassarsi!” - aggiunse Matt.
“Ok sentite! Stefan ha cercato di farvelo intendere ma devo dire che certe volte voi due sapete essere proprio ottusi. Vediamo se capite meglio così! Bonnie non ha bisogno di nessuno adesso, anzi ha bisogno di una sola persona, cioè Damon. Loro due vogliono stare da soli, hanno bisogno di stare da soli! Intesi? E sono sicura che ci penserà Damon a rilassare la nostra amica!” - e dicendo questo si voltò a guardare Bonnie che sentì le guancie che avvampavano per l’imbarazzo.
“Oooohhh! Hai ragione!Mmmmhh…ok, scusa Bonnie, scusa Damon, noi non avevamo capito che….va bè sarà meglio se andiamo ora!” - disse Elena che aveva appena capito la terribile gaffe che stava facendo.
“Sì, scusate, sì….!” - balbettò Matt.
“Bene, allora noi andiamo….ci vediamo presto!” - disse Meredith abbracciando Bonnie e lanciando uno sguardo a Damon che significava chiaramente < stai attento a ciò che fai oppure considerati finito > , sguardo a cui Damon rispose sgranando leggermente gli occhi.
Bonnie ricordò con un sorriso che Meredith era l’unica persona che riusciva davvero ad inquietare Damon.
“Ok….andiamo! Ciao Bonnie! Damon!” - disse Stefan.
“Ciao a tutti!” - rispose Bonnie, mentre, con la coda dell’occhio, vide Damon rispondere al saluto del fratello con un semplice gesto del capo.
Non appena rimasero finalmente da soli, Damon le prese una mano e le si mise di nuovo di fronte, guardandola negli occhi.
Bonnie non aveva mai visto nessuno guardarla con così tanto amore ed era sicura di non aver mai guardato nessuno con lo stesso amore con cui guardava Damon.
Era un qualcosa di strabiliante, scioccante, paralizzante, totalizzante.
Era infinito, sconfinato ed eterno.
Damon, allora, mosse una mano fino ad accarezzarle delicatamente il viso.
A quel contatto Bonnie sentì pura elettricità percorrerle ogni angolo del suo corpo e della sua anima, come ogni volta che lui la toccava o la sfiorava soltanto.
Damon indugiò con la mano sulla sua guancia e Bonnie chiuse gli occhi per godersi a pieno quelle incredibili sensazioni che solo il tocco di Damon sapeva darle.
Quando riaprì gli occhi, lui era lì, a pochi centimetri da lei.
Allora li richiuse di scatto ed attese, pazientemente, di sentire le labbra di Damon tornare a posarsi sulle sue.
Le loro labbra si sfiorarono leggermente, per poi modellarsi le une sulle altre ed unirsi in un bacio passionale e delicato allo stesso tempo e fu solo allora che Bonnie capì che tutto quello che aveva cercato, che aveva sognato, tutto quello per cui aveva combattuto, per cui aveva sofferto, tutto quello che la sua anima aveva sempre desiderato era finalmente arrivato, ed era lui…..Damon.


NOTA:
Ciao a tutti e ben ritrovati!
Scusate l'assenza ma ho avuto un pò da fare in questi giorni!
Beh...grazie a tutti per le recensioni e le visite, lo sapete che sono sempre super apprezzate.
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Ormai siamo in dirittura d'arrivo e domani dovrei postare l'ultimo capitolo di questa storia.
Quindi.....recensite, recensite, recensite! BACIONI...IOSNIO90!

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


Epilogo

Relax. Una sola parola: relax.
Il giorno era passato all’insegna del puro e delizioso relax.
All’alba Bonnie e Damon erano rientrati in casa della ragazza e lei era pronta a dargli tutta se stessa, quando lui aveva deciso di lasciarla da sola dicendole che aveva, anche secondo lui, un disperato bisogno di rilassarsi in pace e doveva mettere bene in ordine tutto il caos che aveva nella testa, ma senza preoccuparsi perché lui sarebbe ritornato al tramonto.
Bonnie era nella vasca da bagno da più di un’ora ormai e ripensando a quello che Damon le aveva detto quella mattina non poteva fare a meno di sorridere con un misto di compiacimento e incredulità.
Compiacimento perché lui si preoccupava per lei.
Incredulità….beh….perché lui si preoccupava per lei.
Insomma, Damon Salvatore che si preoccupa per qualcuno all’infuori di se stesso è un avvenimento non da poco, e nonostante lei lo amasse con tutta se stessa non riusciva davvero a non rimanere sorpresa da quella insolita e inaspettata novità.
Il sole calava sempre più velocemente e il cielo aveva raggiunto quella tonalità rosso-arancio che Bonnie adorava.
- Finalmente sta per arrivare - pensò Bonnie.
Aveva trascorso l’intera giornata in trepida attesa e, nonostante avesse seguito il consiglio di tutti e aveva fatto di tutto pur di rilassarsi e dimenticare quello che era successo durante la notte, un angolino del suo cervello contava i secondi che mancavano all’arrivo di Damon.
Era incredibile il bisogno che aveva di  lui.
Mentre era ancora persa nei suoi pensieri il suo cellulare cominciò a squillare.
“Pronto!” - chiese con la più allegra e cristallina delle voci.
“Bonnie, come và?” - chiese Elena dall’altro lato del telefono.
“Oh, ciao Elena! Va tutto alla grande, grazie….e voi come vi sentite? Stefan si è ripreso?” - chiese Bonnie.
“Sì, adesso sta decisamente meglio!” - rispose Elena.
“Meredith e Matt? Li hai sentiti? Come stanno?” - chiese Bonnie, mettendo la chiamata in vivavoce per poter uscire tranquillamente dalla vasca e asciugarsi.
“Stanno bene! Stanno per venire qui, anzi dovrebbero arrivare a minuti! A quanto pare Meredith ha delle novità su Alaric da raccontare!” - fece Elena.
“Davvero? Cosa?” - chiese Bonnie curiosa.
“Beh mi ha detto solo un accenno di tutta la storia, ma da quello che ho capito, mi sa che finalmente si sono decisi a mettere le cose in chiaro e a fidanzarsi sul serio!” - rispose Elena e dal tono di voce Bonnie poté immaginare un enorme sorriso sul volto dell’amica, felice per le belle novità di Meredith.
“Davvero? Oddio sono contentissima! Era ora!”.
“Già…adesso siamo tutte in coppia! Dobbiamo solo trovare una ragazza a Matt!” - disse Elena.
A quelle parole Bonnie, intenta, ora, a spazzolarsi i capelli umidi dopo aver infilato la sua camicia da notte preferita di seta viola, avvampò per l’imbarazzo.
- Io e Damon…insieme!….Oddio mi sa che tra un po’ svengo! - pensò Bonnie e il pensiero di Damon le fece ricordare che lui  sarebbe arrivato molto presto.
“Bonnie? Mi hai sentito?” - evidentemente Elena aveva detto qualcosa nell’istante in cui lei era troppo presa dalle sue fantasie per ascoltarla.
“Sì, scusa Elena, ma potresti ripetere….ero distratta e non ho ascoltato” - disse sincera Bonnie.
“Ti ho solo chiesto se ti andava di venire anche tu qui e stare con noi!” - ripetè Elena.
“Beh…a dire il vero non posso, vedi…mmmhhh….Damon, dovrebbe arrivare tra un pò!” - disse Bonnie.
“Come sarebbe che DOVREBBE arrivare? Dove è andato? Ti ha lasciata sola?” - chiese Elena.
“Sì, è andato via poco dopo di voi e mi ha detto che sarebbe tornato al tramonto, quindi….” - spiegò Bonnie.
“Se ne è andato? Perché l’ha fatto?” - chiese allarmata Elena, e con il suo tono stava cominciando ad innervosire anche Bonnie.
“Ha detto che io avevo bisogno di rilassarmi e di stare un pò tranquilla! Ma perché sei così allarmata, Elena? Sai qualcosa che io non so?” - si azzardò a chiedere Bonnie.
“No, è solo che…Oh Bonnie mi dispiace tanto! Ti ha lasciata così…”
“Aspetta! Come sarebbe che mi ha lasciata?” - chiese Bonnie sull’orlo di una crisi isterica.
“Non lo so, Bonnie, non lo so! E’ solo che…perché avrebbe dovuto lasciarti sola, se non fosse per questo!” - disse Elena con voce affranta.
Bonnie era sul punto di piangere.
Sapeva che Elena conosceva Damon sicuramente meglio di lei e la sua amica non avrebbe reagito così se le cose non stessero davvero come lei pensava.
Il magone che aveva in gola stava quasi per esplodere gettandola nella disperazione più totale quando….
“Perché io ci tengo alla salute mentale della mia streghetta e dopo tutto quello che le è successo aveva bisogno di un po’ di tempo per ritornare in sé e ripensare a tutto con mente lucida….inoltre io non credo nei rapporti asfissianti come quello che tu hai con il mio adorabile fratellino, Elena!” - Damon era appoggiato allo stipite della porta del bagno e guardava il cellulare visibilmente irritato mentre si può dire che quasi ringhiava le parole.
Bonnie lo guardò e tirò un sospiro di sollievo. Elena si sbagliava.
“Damon? Scusa…io non…” - balbettò Elena.
“Beh, la prossima volta stai attenta e non cercare mai più di mettere in testa a Bonnie queste idee assurde!” - la interruppe Damon.
“Ok! Calmati! Comunque devi ammettere che visti i precedenti è ovvio che si pensa sempre al peggio con te e dato che Bonnie è la mia migliore amica e le voglio molto bene e penso di conoscerti abbastanza, credo sia ovvio che io mi preoccupi!” - rispose Elena irritata dal rimprovero di Damon.
“Mi sa, invece, che non mi conosci così bene come credi! Comunque Bonnie non può venire alla vostra piccola riunione perché, come hai detto tu stessa, è in coppia adesso ed ha da fare…con me….quindi ciao ciao Elena” - Damon stava per riagganciare, ma Bonnie riuscì a fermarlo giusto in tempo.
“Elena, sei ancora lì?” - chiese Bonnie.
“Sì, ma stavo per riagganciare perché dal tono di Damon ho capito che l’avrebbe comunque fatto lui, quindi…!” - rispose Elena.
“Beh, in effetti, sì, stava per riagganciare, ma l’ho fermato perché volevo salutarti e ringraziarti per il fatto che ti preoccupi sempre per me!”.
“Oh, non devi, è normale che io mi preoccupi altrimenti a cosa servono le amiche oltre che per fare shopping e spettegolare!” - rispose Elena.
“Beh…ci sentiamo domani!” - fece Bonnie.
“Ok….e…Bonnie?” - disse Elena.
“Sì?”.
“Tu non credi quello che crede Damon, vero? Tu lo sai che non voglio metterti nessuna idea in testa e che sono molto felice per voi, vero?” - chiese Elena.
“Certo che lo so, non preoccuparti!” - la rassicurò Bonnie.
“Ok! Allora a domani!” - fece Elena.
“Sì, a domani!” - rispose Bonnie.
“E, mi raccomando Bonnie, divertiti!” - disse veloce Elena, prima di riattaccare, con una nota maliziosa nella voce che fece arrossire Bonnie ancora di più di quanto già non lo fosse.

Damon era arrivato giusto in tempo per ascoltare la conversazione della sua streghetta ed Elena, e se ne era rimasto tranquillamente in disparte ad ascoltare senza essere visto, ma quando quella lì dall’altra parte del telefono aveva cominciato a dire quella marea di cavolate su lui che lasciava Bonnie e aveva visto che lei, il suo uccellino, stava cominciando a crederci per davvero e a piangere, beh aveva letteralmente cominciato a dare in escandescenze ed era intervenuto, come poteva fare altrimenti.
Bonnie lo aveva bloccato un attimo prima che lui riattaccasse il telefono in faccia ad Elena per poter salutare l’amica e così lui si era portato di nuovo all’entrata del bagno approfittandone per far sbollire la rabbia e per guardare Bonnie.
La voglia di stare lì a contemplarla non gli passava praticamente mai. Aveva passato tutto il giorno a tenerla d’occhio da un albero lì vicino, ma non ne aveva ancora abbastanza. Il viso, il corpo, il profumo, i gesti e il sorriso di Bonnie erano per Damon un’attrattiva ed una tentazione costante che cresceva sempre più d’intensità.
Non aveva mai provato nulla del genere, questo era poco ma sicuro.
Bonnie aveva appena riagganciato il telefono e, messa via la spazzola con cui con cui aveva accuratamente districato tutti quei meravigliosi boccoli rossi, si era voltata a guardarlo.
“Non avresti dovuto parlarle così! Lei non fa altro che preoccuparsi per me!” - gli disse.
“Beh, allora si preoccupa per i motivi sbagliati!” - rispose Damon tranquillamente.
Lei gli sorrise e tornò a guardarsi allo specchio, poi cominciò ad asciugare i capelli con il phon.
Passarono una decina di minuti circa con Damon che era rimasto ancora lì a fissarla.
Davvero non riusciva a smettere.
Quando lei ebbe finito, lui le si avvicinò e, arrivando alle spalle di Bonnie, le mise delicatamente lei mani sui fianchi stringendola a sé e le diede un leggero bacio su una spalla respirando a fondo il profumo di Bonnie.
“Sei bellissima!” - le disse.
Lei non disse nulla, ma arrossì e gli sorrise serena guardandolo nell’enorme specchio mentre si lasciava cullare da lui.
Damon si sentiva strano, come ogni volta che era a contatto con Bonnie.
Sentiva la sua pelle fremere ad ogni tocco di lei come se mille scariche elettriche l’attraversassero.
Si sentiva legato a lei come a nessun altro.
Si sentiva dipendente da lei.
Si sentiva come plastilina nelle mani di Bonnie anche se, probabilmente, lei non se ne accorgeva.
Sentiva di non essere più lui quando era con lei, ma diventava all’istante ciò che lei desiderava che fosse ed era la sensazione più sconvolgente e meravigliosa che avesse mai provato da….beh, da sempre.
Damon strinse ancora di più Bonnie a sé e la sentì lasciarsi andare completamente.
Affondò il viso nei capelli di lei inondandosi le narici con il loro profumo, per poi scendere verso il collo di Bonnie e baciarlo sfiorandolo con il naso.
Bonnie si voltò lentamente verso di lui e gli allacciò le braccia al collo.
Damon si chinò verso di lei e di nuovo, come prima che arrivasse Chen a rovinare tutto, tra loro due fu solo follia.
Damon la baciò e vennero travolti da un’ondata di elettricità tale che chiunque li avesse visti in quel momento avrebbe potuto avvertirla.
Una mano di Bonnie salì ad intrecciarsi ai capelli di Damon per poi spostarsi sul viso di lui, mentre Damon la teneva stretta  a sé e la sospingeva all’indietro verso la porta.
E così, stretti l’un l’altra, persi nel più passionale dei baci, arrivarono nella camera di lei dove Damon prese Bonnie in braccio e, perso nei suoi occhi, la adagiò delicatamente sul letto.
Bonnie lo attirò a sé e riprese dolcemente a baciarlo.

Fare l’amore fu per entrambi l’esperienza in assoluto più bella ed appagante che avessero mai provato.
Ma Bonnie sapeva che per suggellare per davvero ed in modo definitivo quel loro amore appena fiorito mancava ancora una cosa.
Alzò appena la testa dal torace di Damon dove se ne stava accoccolata con lui che le accarezzava la schiena e lo guardò dritto negli occhi.
“Damon….” - disse e con una mano si sistemò tutti i capelli sulla spalla destra scoprendo la parte sinistra del collo a sporgendola verso Damon.
Damon sgranò leggermente gli occhi e: “Bonnie…no!” - disse.
“Perché?”.
“Come perché? Come puoi chiedermi di farti questo, soprattutto dopo aver vissuto con te uno dei momenti migliori della mia vita?” - chiese lui agitato.
“Proprio per questo, per renderlo il nostro momento perfetto!” - rispose Bonnie senza la minima esitazione.
Damon corrugò la fronte. Bonnie poteva leggere chiaramente la preoccupazione sul suo volto. Non capiva davvero perché lui reagisse così.
Damon fece per alzarsi, ma si bloccò all’istante quando vide che Bonnie si era messa a sedere al centro del letto coprendosi con il lenzuolo e aveva cominciato a piangere.
“Bonnie, che succede?” - le chiese Damon sedendosi accanto a lei e mettendole una mano su una spalla.
“Elena aveva ragione!” - cominciò, poi alzando di scatto la testa, sconvolta, e liberando la sua spalla dalla presa di Damon, si mise in ginocchio dritta di fronte a lui e gli urlò contro: “Elena aveva ragione! Tu non cambierai mai! Non è assolutamente vero che mi ami, mi stai prendendo in giro, di nuovo!”.
“Bonnie, ma che dici?” - Damon sembrava parecchio confuso e profondamente spiazzato da quelle parole.
“Hai sentito!” - si limitò a rispondere Bonnie.
Damon la guardò per un istante interminabile e poi prendendole il viso tra le mani disse: “Ascoltami bene, streghetta! Non mi importa perfettamente nulla di quello che dicono o non dicono gli altri sul mio conto, così come non deve importare a te! Oggi io non ti ho mai lasciata sola, sono sempre stato qui fuori a tenerti d’occhio e so per certo che nemmeno una volta hai vacillato nella tua sicurezza che io ti amavo e che sarei tornato da te, nemmeno una volta fino a che non hai parlato con Elena. A quel punto sono dovuto intervanire perché ti stavi lasciando influenzare come sempre, ma, stammi a sentire, tu sei unica, Bonnie, nonché parecchio intelligente e non hai bisogno che altri prendano decisioni al posto tuo, o che ti dicano come comportarti o cosa pensare, così come non devi lasciarti prendere dal panico ogni volta che qualcuno ti dice che dovresti stare attenta a me perché potrei farti soffrire….so bene di averlo fatto in passato e ti assicuro che mi prenderei a calci se potessi esattamente come ho intenzione di prendere a calci chiunque osi farti anche solo un graffio, e sai perché? Perché io ti amo, Bonnie, mettitelo bene in testa. Quindi, no, Elena non ha ragione, non ha ragione per niente! Il motivo per cui non voglio morderti è che potrei farti male e, sinceramente, non capisco perché lo desideri tanto, non mi è ma sembrato che ci tenessi particolarmente, anche perché non vedo segni e questo significa che a Lucas non lo hai mai chiesto, quindi perché vuoi che io lo faccia?”
Bonnie aveva ascoltato tutto e sapeva che lui aveva ragione.
Si era sempre fatta guidare delle sue amiche nonostante sua nonna le avesse sempre detto che in quanto strega aveva un intuito superiore alla norma e decisamente infallibile.
E, sin da quando Damon le aveva detto di amarla per la prima volta, lei aveva sentito che era la verità e man mano quella certezza era andata ingrandendosi sempre di più.
Ma ora doveva rispondere alla sua domanda e sperò con tutta se stessa di non risultare un’idiota.
“Vedi, Damon, una volta Elena mi ha raccontato che lei era l’unica persona che Stefan mordeva e che lo faceva perché lui l’amava. E mi disse anche che per loro due lo scambio del sangue, il fatto di entrare l’uno a far parte dell’altro, il fondersi tramite il sangue era la massima espressione del loro amore che sapevano essere forte ed indistruttibile. Non so, ma a me sembrò bellissimo e hai ragione a dire che con Lucas non l’ho mai fatto, ma questo perché era come se non lo trovassi giusto ed ora so il perché…perché Lucas non eri tu. L’amore che provavo per lui non è minimamente paragonabile a quello che provo per te! Dì la verità, ti sembra terribilmente sciocco da parte mia, eh?” - disse Bonnie e abbassò lo sguardo rossa d’imbarazzo.
Damon le mise una mano sotto il mento e la costrinse a guardarlo negli occhi.
Non disse nulla, si limitò a guardarla.
Poi, lentamente, le scostò i capelli dal collo, come prima aveva fatto lei, e chinò il viso.
Fu un attimo e Bonnie sentì i canini di Damon affondarle nel collo, ma non fu doloroso, anzi era una delle sensazioni più belle e travolgenti che avesse mai provato.
Troppo presto, Damon si scostò da lei e si protese ad alzare la sua giacca dal pavimento.
Ne estrasse un coltellino simile a quello che Elena aveva estratto dalla tasca di Stefan la notte dell’incubo e si fece un taglio alla base del collo, poi le mise una mano sulla nuca e la attirò verso la ferita. Bonnie posò le labbra sul taglio per poi dischiuderle lentamente e cominciò a bere il sangue di Damon, mentre lui tornò a morderla di nuovo.
Bonnie si sentiva completamente in estasi. Era come se lei e Damon si stessero fondendo, come se stessero per diventare un unico essere nell’anima e nel cuore.
Non aveva mia provato nulla del genere.
Quando si staccarono lei fissò il taglio di lui che si richiudeva spontaneamente.
Quando si voltò Damon era lì e la guardava.
Si erano completamente arresi, arresi a quell’amore che aveva scosso l’anima a entrambi.
Adesso erano una sola cosa, Bonnie lo sentiva e sapeva che anche Damon lo sentiva.
Lui le sfiorò delicatamente il naso con il suo.
“Ti amo streghetta” - le soffiò ad un centimetro dalle labbra.
“Ti amo vampiro” - rispose lei completamente certa della verità di quelle parole.
Damon le sorrise e la baciò.
Adesso potevano finalmente tornare a perdersi l’uno nell’altra.


                                                                         FINE


 


NOTA:
Ciao a tutti!

Siamo così giunti alla fine di questa storia.
Ametto che è stato difficile scriverla anche perchè era la prima in assoluto che scivevo e avevo una paura matta di scrivere una cavolata.
Però scrivere mi è piaciuto e soprattutto scrivere di una coppia che adoro indiscutibilmente.
Dato che li adoro così tanto, nonostante questa storia sia finita, non mi sento proprio pronta a lasciarli, quindi ho deciso di seguire il consiglio di alcune di voi e scrivere un seguito anche perchè, non so voi, ma io muoio dalla voglia di mettere il naso nella vita di coppia di Bonnie e Damon.
Perciò spero di avervi dato una bella notizia dicendovi che ci sarà un continuo, e forse non sarà l'unico, chi può dirlo...vedrò dove mi porterà la fantasia.
Quindi tenete d'occhio la mia pagina e le nuove storie aggiunte alla categoria de il diario del vampiro, perchè, se tutto va bene, entrò la fine della prossima settimana posterò il seguito e vi darò un piccolo spoiler dicendovi che il titolo sarà: IL LINGUAGGIO DELLA RESA: IL LABIRINTO.
Ora, però, passiamo ai ringraziamenti di rito....
Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aggiunto tra le storie preferite, cioè:
1 - Barrowman [Contatta]
2 - Cecilia [Contatta]

3 - Crazy481 [Contatta]

4 - crazyalicecullen [Contatta]

5 - ila_D [Contatta]

6 - jenny cullen [Contatta]

7 - lisetta95 [Contatta]

8 - LittleSimo [Contatta]

9 - Lulla cullen waldorf [Contatta]

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11 - sister82 [Contatta]

12 - stoner27 [Contatta]

13 - the forgotten dreamer [Contatta]

14 - vavi [Contatta]

15 - __Ilaria_ [Contatta]

Poi voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aggiunto tra le storie seguite, cioè:
1 - A___A [Contatta]
2 - bella187 [Contatta]

3 - BonnieMora [Contatta]

4 - BulmaMiky [Contatta]

5 - Didyme [Contatta]

6 - espa2009 [Contatta]

7 - giulia9_91 [Contatta]

8 - kiki4everhere [Contatta]

9 - Lunetta921 [Contatta]

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14 - __Ilaria_ [Contatta]

Poi chi mi ha aggiunto tra le storie da ricordare, cioè:
1 - sallyCullen [Contatta]
E un'infinità di grazie a chi mi aggiunto tra i suoi autori preferiti, nonostante questa sia la mia prima storia, cioè:

lisetta95......un grazie enorme.
Un enorme grazie anche a chi come Ila_D ha recensito ogni mio capitolo sin dal prologo lasciandomi sempre meravigliosi ed apprezzatissimi complimenti, e un grazie anche a tutti coloro che hanno letto la mia storia anche senza recensire.
Grazie a tutti e a presto con il seguito......BACIONI...IOSNIO90!

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