Dal più improbabile dei padri

di MarjiaA
(/viewuser.php?uid=2636)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per l'ultima volta ***
Capitolo 2: *** Ragazzi e automobili ***
Capitolo 3: *** Che ne sarà di me? ***
Capitolo 4: *** Nuova ciurma e vecchie sfide ***
Capitolo 5: *** Conosciamoci meglio ***
Capitolo 6: *** Soprannomi e Presidi ***



Capitolo 1
*** Per l'ultima volta ***


Capitolo 1

 

Capitolo 1

Cavoli, una sessione di botte come questa non me l’ero mai presa! Papà era proprio arrabbiato. Dopo avermi mandato in camera l’ho sentito prendere il telefono e chiamare Zio. Non lo chiama mai ed oggi ci ha urlato per ben venti minuti al telefono. Non è che sia proprio mio zio: è il cugino di papà, ma a me stà tanto simpatico, anche se papà e Archi lo odiano. Lo vediamo molto raramente. A Natale passa sempre a portarci dei regali e per il mio compleanno manda sempre un pacchetto, l’ultima volta mi ha regalato un bracciale. Un leone d’oro abbracciato ad un drago d’argento. Papà mi ha proibito di portarlo, così lo tengo sotto il cuscino e lo indosso quando metto delle maglie a maniche lunghe, in modo che non lo veda… Ho come l’impressione che dal male allo zigomo mi nascerà un bel bernoccolo. Papà è stato pugile, quando andava e a scuola: e le mani le sa usare bene. Archi, mio fratello maggiore ha preso da lui. Durante l’estate si diverte a passare il tempo a farmi paura… un giorno o l’altro con uno dei suoi scherzi ci resterò secca. Mi hanno sempre incolpata della morte di mamma, avvenuta pochi giorni dopo la mia nascita. Archibald ha 17 anni, io compirò a novembre i 13 anni. Sento dei passi nel corridoio.

“Mio cugino verrà a prenderti domani… te ne andrai da lui, prepara la cena e poi fai i bagagli!” Papà mi aveva ringhiato contro questi ordini e poi era di nuovo sparito. Non capivo cosa era successo. Avevo cercato di spiegargli che non avevo fatto apposta a salire sul tetto di casa. Stavo scappando dal cane dell’amico di Archi e mi ci ero trovata seduta, non avevo scalato il muro! Ma a me succedevano cose di questo genere. Come quel giorno che volevano farmi indossare un vecchio maglione di lana di Archi e questo si era ristretto improvvisamente, o quando papà, stufo di dovermi ripetere come pettinarmi i capelli, me li aveva tagliati cortissimi. Quando la mattina dopo mi sono svegliata erano lunghi quanto prima. Era stato inutile dirgli che non era colpa mia, mi ero presa un punizione memorabile. Appena papà era uscito mi sono legata i capelli in una coda di cavallo, poi sono scesa in cucina. Abbiamo cenato tutti assieme. Papà e Archi hanno parlato tutto il tempo del torneo di Boxe a cui parteciperà mio fratello settimana prossima. Ormai ci sono abituata: o parlano di Boxe o parlano di Videogiochi. Papà lavora in una fabbrica di trapani in cui nonno è direttore e appena torna a casa si mettono davanti alla tv, assieme e guardano qualche incontro di pugilato o giocano a qualche nuovo videogioco. Io me ne sto zitta al mio posto. Poi, quando finiscono di mangiare, pulisco e me ne torno in camera.

Accendo la tv che mi ha regalato nonna, tanto per avere qualche voce a tenermi compagnia, e svuoto l’armadio dei vestiti mettendo tutto nella borsa, non è che avessi molti vestiti. Cioè vestiti che potessi indossare per andare in giro… papà mi comprava sempre un vestito nuovo prima di uscire con i suoi amici, ma sono tutti troppo eleganti e così li lasciai nell’armadio, ripiegando solo su i jeans, una gonna a pieghe e qualche magliettina. Poi mi siedo sul letto e guardo il mio programma preferito, parla di tre sorelle che scoprono di essere streghe e che devono lottare contro i demoni. Una volta finita la puntata serale mi metto il pigiama e mi rannicchio sotto le coperte.

Prima di dormire penso a Zio. Non so molto di lui, solo che i suoi genitori morirono quando era piccolo in un incedente e che lui venne allevato dai miei nonni. Se ne è andato una volta finita la scuola e vive da qualche parte con un altro uomo. Zio mi ha parlato di lui: ha la sua stessa età e andava a scuola con lui. Credo proprio che lo conoscerò presto. È la prima volta che vado da zio. Papà mi ha sempre proibito di frequentarlo. Chissà come mai ha preso questa decisione. È pensando alla casa di Zio che mi addormento.



Ed ecco il primo capitolo di questa storia che mi è saltata in mente... se avete ancora un po' di tempo recensite...a e chi ha capito chi è il "famoso papà" può dirmi i sospetti (non è molto difficile)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ragazzi e automobili ***


Capitolo 2
Non l'ho fatto nel primo capitolo ma lo faccio ora: i personaggi del mondo di Harry Potter, appartengono a J.K. Rowling, i primi 6 capitoli di questa storia sono stati scritti prima dell' uscita di HBP e se ci dovessero essere degli spoiler non erano voluti ma solo coincidenze, Petunia ed i ragazzi che compariranno nei prossimi capitoli sono frutto della mia immaginazione, somiglianze con persone realmente esistenti o con personaggi di altre fiction non sono intenzionali...
In questo capitolo e nei seguenti ci saranno accenni ad una storia uomo/uomo... niente più che baci e pensieri coccolosi ma siete avvisati
Penso di aver detto tutto quindi vi lascio al:

Capitolo 2

 

Al sorgere del sole mi svegliai, rifeci il letto, mi vestii e misi le ultima cose in borsa. L’anno prima una vicina di casa dei nonni mi regalò un orso di pezza e da allora lo tengo sempre nel letto con me. Se non sbaglio avvenne per il mio undicesimo compleanno. Ricordo che quell’anno zio si arrabbiò molto con papà, ma non sapevo il perché. Quando arrivammo a casa dei nonni c’era anche lui e con nonna dissero tante cose a papà, anche che era un idiota e altri insulti. Ripensavo a quell’episodio mentre legavo i miei capelli rossi in una treccia.

Scesi e preparai la colazione. Dopo i soliti rituali tornai in camera e presi un libro dal nascondiglio segreto sotto il letto. Lo appoggiai sulla scrivania e riposi ciò che rimaneva nel nascondiglio, nella borsa… preferivo portarmi via tutto quello che mi avrebbe creato dei problemi se Archi avesse rovistato in camera mia. Alle dieci suonò il campanello. Mi caricai di corsa la borsa in spalla e corsi alla porta: “Zio Harry!!!” La borsa cadde a terra e io mi fiondai tra le braccia dell’uomo apparso sulla porta. Sentii papà borbottare qualche cosa sulla discrezione ma non ci feci caso, felice di trovarmi tra due braccia amiche che mi stringevano. Zio mi piaceva per quello: mi faceva sentire al sicuro. Sentivo i lividi delle botte del giorno prima che facevano male, ma volli restare in quel abbraccio per diversi minuti. Non volevo che zio capisse che papà mi aveva picchiato.

Mi scostai andai a recuperare la borsa, intanto gli adulti ripresero a parlare. “Non la voglio più con me! Ieri è finita sul tetto di casa, come facesti tu, per scappare da un cane! Tienitela e non farmela più finire tra i piedi!” “Neanche due anni fa ti dissi che i suoi poteri sarebbero aumentati e che se non fosse andata nella scuola giusta non avrebbe saputo controllarli! Ma tu non mi desti retta. Anche tua madre cercò di convincerti! Ed ora vuoi abbandonarla? È tua figlia! Dudley non puoi scordarti di lei! E ancora meno che lei si dimentichi di te!” Non ero sicura di aver capito appieno il significato di quella conversazione, ma all’arrivo di mio fratello una cosa fu subito chiara: “Allora, papà, sei riuscito a trovare qualcuno che prenda in casa “Petulante”?” “Certo, andrà tra i suoi simili! Saluta Harry e Petunia… per un po’ non li rivedrai” “Ciao sorella! Spero che quelli come te possano picchiarti e punirti fino a farti tornare normale!” “Ciao Archi! Io a te auguro di vincere il prossimo incontro di boxe.” Certo lui mi odiava, ma per me era sempre mio fratello e l’ultima volta che lo vedevo volevo salutarlo in modo da non pentirmene in eterno. Così abbracciai lui e mio padre e li salutai. Poi andai da Zio, che prese la mia borsa e, tenendomi per mano mi portò via da quella casa. Io e zio Harry camminammo per un po’ in silenzio. I miei pensieri continuavano a vorticare. Perché papà non mi voleva più in casa? E qual’era la scuola di cui parlavano? Poi un pensiero improvviso! “Zio! Non vedrò più neanche nonna Petunia?” “Nonna Petunia? Come vuoi, se tu vorrai vederla la andremo a trovare” annuii soddisfatta. Nonna era l’unica, oltre a zio che mi voleva bene. Diceva che assomigliavo tanto a sua sorella Lily, e che non voleva commettere due volte lo stesso errore, ma non mi aveva mai spiegato quale errore. Poi zio Harry  interruppe i miei pensieri: “Petulante?” sghignazzò “Ma da dove la tira fuori una parola così complessa?” “Non lo so zio, so solo che ad un certo punto ,anni fa, cominciò a canticchiare un canzoncina su “Petunia petulante” e da allora mi chiama così, o mostro, il che non è molto meglio.” “E tuo padre?” “Bhè, lui mi chiama per nome, ma un paio di volte l’ho sentito fischiettare il motivetto di “petunia petulante”. È tanto lontana la tua casa, zio?” “Si la casa è un po’ lontana, ma abbiamo un mezzo che ci aspetta proprio in fondo alla strada.” La nostra casa, era in un isolato pedonale ed i parcheggi, anche per i domiciliati, stavano in fondo alla strada. Quando ci giungemmo vidi delle ragazze ferme a pochi metri da noi che squittivano. Seguendo il loro sguardo, spalancai la bocca. Un uomo biondo, vestito con pantaloni e giacca di pelle nera, lasciata aperta su una maglietta aderente bianca stava appoggiato alla portiera di una… non ci potevo credere…era la fuoriserie che avevo visto su un catalogo di Archi, decappottabile…. A quella vista mi ero bloccata, mentre zio procedeva e si avvicinava alla macchina lanciando la mia borsa sul sedile posteriore: non ci potevo credere. Sorrisi avvicinandomi a quel sogno di macchina quando le ragazze mi bloccarono. Ci conoscevamo: sapevo che avevano qualche anno più di Archi e che mio fratello aveva avuto delle relazioni con alcune di loro. “Ehilà. Petunia! Che ti credi di fare? Mica ci vorrai provare con quelli, vero? Non ti fileranno di striscio… guarda come si fa!” Prese com’erano dal biondo, le galline non avevano visto che arrivavo con zio… decisi di vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. Vidi la più alta del gruppo avvicinarsi alla coppia che si era girata per vedere dov’ero. Bloccai lo zio, che mi stava per chiamare, e gli indicai la bionda che si avvicinava a loro. Il biondo si tolse gli occhiali scuri. Osservandoli lanciarsi un occhiata ed appoggiarsi all’auto con occhi strafottenti non potei trattenermi dal sorridere. Certo avevano l’età di papà, 35 anni, ma dovevo ammettere che non erano affatto male ed ero certa che si sarebbero divertiti come una coppia di ventenni. Sono certa che quelle poche persone che verranno a conoscenza della mia storia si chiederanno come, a tredici anni, io potessi pensare certe cose… per questo dovevo ringraziare papà e nonna. Papà perché, non occupandosi troppo di me non si accorgeva di quanto leggevo e di come maturavo in fretta, nonna perché mi procurava tutti quei libri che mi avevano insegnato come il mondo girava. Allora dove eravamo rimasti? Ah gia, alla bionda che si avvicinava ai due uomini. I due incrociarono le braccia ed attesero che si avvicinasse con la sua andatura ancheggiante. Indossava solo il reggiseno di un bikini e dei jeans tagliati corti, molto corti e a vita bassa, molto bassa… ancora un po’ e se girava in costume non avrebbe coperto molto di meno. La vidi parlare e porgere la mano, che entrambi strinsero. Chiacchierarono per qualche minuto e poi vidi la bionda incollarsi al fianco del biondo ed appoggiare le mani sulla sua spalla, si allungò e gli stampò un bacio sulla guancia. Zio Harry a quel punto sorrise, si appoggiò allo stesso modo dalla parte opposta del ragazzo, portò una mano alla sua guancia e, girando il viso del biondo verso di lui…lo baciò sulla bocca. No, mi correggo, in bocca. Anche da quella distanza potevo distinguere le lingue saettare da una bocca all’altra. Dire che rimasi sorpresa è forse un po’ poco, ma sapevo abbastanza per pensare che se zio era contento a me non doveva importare che la persona che amasse fosse uomo o donna. La bionda a quel punto si era staccata e si era allontanata indietreggiando. Credo che quel bacio durò anche sei – sette minuti. Poi zio aprì la portiera dell’autista facendomi cenno di raggiungerli, mentre mi avvicinavo, il suo compagno si era seduto nel sedile del passeggero. Salii in macchina, salutai le ragazze e poi zio mise in moto la macchina e partimmo.

Prendemmo la principale, poi la superstrada e viaggiammo in silenzio per poco più di un ora. Durante quel tempo mi concentrai sul vento che mi scompigliava i capelli e gli affidai i miei pensieri, pensieri che per il resto del viaggio misi su carta, in un taccuino che mi portavo sempre dietro e che conteneva poesie, racconti, piccole frasi, tutto ciò che la mia testa macchinava. Piano piano mi accorsi che ci allontanavamo da qualsiasi centro abitato. Risalimmo una collina e, nella piccola valle dietro a questa un paesino, fatto di villette tutte uguali e nessuna uguale all’altra. Mi spiego, che forse è meglio. Tutte le villette avevano la medesima struttura di base, ma erano molto lontane una dall’altra ed ognuna aveva giunture di locali, in modo diverso (per intenderci, una cosa tipo “La Tana”: da una struttura di base tanti pezzi attaccati in periodi successivi… su quelli si differenziavano le villette. Se non fosse chiaro ditemelo che cerco di spiegarlo meglio). Sulla collina di fronte a quella da cui arrivavamo vidi la più vecchia di tutte le case…Il paesino contava una dozzina di case, più quella sulla collina. Erano tutte recintate e avevano i giardini…incolti, credo che sia la parola più giusta. Io venivo da un quartiere in cui tutto era pulito, in perfetto stato, e coltivato in modo che crescesse solo dove e come gli dicevi di crescere, ma tutto quel disordine di terrazze e torrette, quei giardini selvaggi, bhé mi piacevano più che casa mia. Presto arrivammo al paese, la strada si era interrotta chilometri prima della collina e gia da un quarto d’ora viaggiavamo su una strada sterrata. La macchina si arrestò nel cortile di una villetta color panna. Non aveva molte aggiunte, solo una torre sulla parete nord della casa, costruita di grosse pietre grigie. Scendemmo dalla macchina e il ragazzo biondo prese la mia borsa, mentre io mi avvicinavo lentamente alla casa, tenendo gli occhi fissi alla cima della torre… era altissima. Poi girai su me stessa, sempre lentamente, movendo piano i piedi, uno dopo l’altro, con la paura che un movimento più brusco mi avrebbe svegliato da quel paradiso. Vidi i due compagni che mi guardavano sorridendo. Harry teneva un braccio avvolto alla vita del biondo, che con la mia borsa sulla spalla si era appoggiato a lui. “Vuoi entrare?” Mi chiese zio. Non risposi e corsi alla porta. Girandomi indietro a vedere se arrivavano. Risero di gusto e si avvicinarono. “È aperto, vai!” Abbassai la maniglia ed aprii la porta.



Ed ecco il secondo capitolo... essendo questa storia un parto della mia mente che ogni tanto va in corto circuito, non so ben come andrà finire, un giorno mi è venuto in mente "Chissà se invece del cugino Dud avesse una figlia con poteri magici"...da lì è nata la storia e adesso sta andando avanti da sola... penso che se riesco metterò i capitoli online ogni 2-3 giorni.
Grazie a valeballerina, Dk86, Chihiro, Seyenne e slytherin_emy per aver recensito e anche chi ha solo letto.

A presto
Marjia

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Che ne sarà di me? ***


3

Ed ecco il terzo capitolo, in cui Petunia riceve le prime informazioni sulla sua nuova vita.

 

 

Capitolo 3

 

Mi fermai al centro della porta, finché non sentii zio Harry poggiarmi le mani sulle spalle, spingendomi avanti. Alla mia destra intravidi la cucina, ma noi andammo a sinistra, entrando in un grande salone. Sulla parete in fondo un grande camino con colonne decorate, sopra il quale stava appeso un grande quadro con dipinte delle persone, molte delle quali con i capelli rossi, il mio sguardo passò rapido al resto della stanza, scorgendo dei divani e delle poltrone davanti ad una Tv, nell’angolo desto, ma tornò subito al quadro: “Che Diavolo? Zio? Si stanno movendo!” I due uomini dietro di me risero. “E tu chi sei?” chiesi finalmente. “Draco, sono Draco” “Forse dobbiamo sederci un po’ a parlare, va bene?” mi accomodai su una poltrona, mentre i due uomini si sedettero sul divano di fronte, uno accanto all’altro. “Da dove cominciare?” “Direi dall’inizio, zio” “Bene, ti avverto, allora: sarà una cosa lunga.
Quando avevo poco più di un anno i miei genitori furono uccisi da…” “Uccisi? – lo interruppi – ma non morirono in un incidente?” “È questo che ti ha detto Dudley? Normale! L’ ho creduto anch’io per undici anni. No furono uccisi da Voldemort.” “Voldemort?” Qui prese la parola Draco “Voldemort era un mago molto potente e naturalmente stava dalla parte del male.” “Come scusa? Un mago? Cosa intendi per mago?” “Cosa sai sui maghi?” “M-maghi? Nulla! Non so nulla! Non esistono e non bisogna parlarne!” “Non sei con tuo padre! Dicci la verità”
“Io… va bene! Ho letto dei libri che parlavano di magia e soprattutto quello che parlavano delle Streghe Celtiche, delle Sacerdotesse. Mi piacciono così tanto! Ma ti prego non mi picchiare!” “Picchiare? Piccola, non ti voglio certo picchiare. Perché lo pensi?” Draco aveva socchiuso gli occhi e mi guardava tra le ciglia “Tuo padre ti picchiava tanto?” Scossi la testa, consapevole dell’inutilità del diniego, ma papà ed Archi mi avevano minacciata più volte affinché non rivelassi che mi picchiavano. Zio Harry mi guardò sospettoso e solo allora mi accorsi della solitaria lacrima che era sfuggita dai miei occhi ed era scivolata sulla guancia, per la troppa paura accumulata. Allargando le braccia zio mi sussurrò “Tu puoi leggere tutti i libri che vuoi, anzi ti comprerò tutti i libri che vorrai e te ne consiglieremo tanti altri. Vieni qui!” Ero talmente scossa che mi buttai tra le sue braccia. Appena mi strinse a sé rabbrividii e non riuscii a trattenermi “Haio!” mi ero dimenticata dei lividi ancora freschi sulla schiena, sulle braccia e sullo stomaco. Zio Harry mi prese per le spalle e mi allontanò “Cosa succede?” “Nulla!” “Non mi mentire! – Disse fermo ma gentile – Girati!” “No zio non me lo chiedere!” “Girati!” mi ordinò alzando il tono. Lentamente gli diedi le spalle e lui mi sollevò la maglietta. “Dove ancora?” Mi voltai di nuovo mostrando il ventre e poi le braccia sotto la maglietta. Zio aveva gli occhi induriti e vidi le labbra di Draco assottigliarsi. Poi Zio mi chiese “Da solo? Ti ha conciato così da solo?” scossi la testa negando. “Io li ammazzo!” “Harry, tesoro, calma, ora non succederà più!” “Zio non ti preoccupare, non mi fanno tanto male! Davvero!” “Dray, ti spiace andare a prendere quella pomata per i lividi e anche la pozione per le ferite e le bende?” “Ferite? Sono solo un paio di blu, zio.” “Harry ha ragione, Petunia, sulla schiena hai un taglio che è già infettato. E sembra anche avere più di una settimana.” “Oh, dev’ essere di quella volta che Archi aveva…nulla… solo non l’avevo visto!” “E come potevi? Vai, amore, noi ti aspettiamo qui!” Draco uscì dalla stanza e zio Harry mi fece sedere vicino a lui. Io mi appoggiai al suo corpo. Istintivamente, l’uomo alzò la mano e cominciò ad accarezzarmi i capelli. Draco tornò dopo un paio di minuti. Mi fecero togliere la maglietta e zio Harry cominciò a spalmare una crema celeste sui lividi della pancia, mentre Draco si occupava della mia schiena. Mi piacevano quegli attimi di silenzio, in cui ricevevo delle carezze a cui non ero abituata. Poi mentre zio era passato a curare le braccia, Draco era passato ad occuparsi della ferita, bagnandola con un liquido trasparente, coprendola con delle garze e fasciandomi per tenerle ferme.
Finita l’operazione ci risedemmo come prima. “Allora, dove eravamo rimasti?” “A Voldemort, zio.” “Giusto! Allora devi sapere che qui a Londra ed anche in altri paesi del mondo, esistono delle comunità segrete di maghi. Ed esistono anche delle scuole. La scuola inglese si chiama Hogwarts” “Hogwarts?” “Gia. Draco ed io frequentammo quella scuola, da ragazzi” “E vi amavate gia allora?” “Amarci? – rispose Draco ridendo – Direi proprio di no! All’epoca ci odiavamo, o almeno credevamo di odiarci! Ma visto che siamo in tema: cosa ne pensi della nostra relazione?” Vidi zio guardarmi interessato “Di voi come coppia? State benissimo insieme!” “Non ti dà fastidio vivere con me e Draco?” “Fastidio? Zio spero tu stia scherzando! Voi sembrate due angeli, no non è così, voi siete i miei angeli, mi avete portato via dall’inferno!” “Non era il tuo posto quello. Gli angeli non dovrebbero stare all’inferno. Neanche quando nascono da un diavolo!” “Io non sono un angelo, Draco!” “OH si che lo sei, sei uno degli angeli più luminosi!” “Ma di questo Voldemort che ne è stato?” Chiesi volendo sviare il discorso “È morto!” “Morto? Era vecchio?” “No, o meglio si, ma non è stato per quello che è morto.” “L’ ho ucciso io.” “Tu zio? E perché?” “Era il mio destino! Ed andava fatto!” “Ma non si poteva fare qualche cosa d’altro? Perché ucciderlo? Nessun uomo dovrebbe essere ucciso!” “Non era un uomo! Torturava ed uccideva chiunque volesse. Per troppo tempo l’abbiamo lasciato vivo! Innocenti e Babbani erano i suoi bersagli preferiti. Abbiamo dovuto guardare troppi corpi senza più fiamma, troppe vittime!” “Per fortuna non c’è più. Non mi sarebbe piaciuto conoscerlo.” “Lo credo anch’io!” “Ed ora?” “Ora cosa?” “Che ne sarà di me ora?”



 

Ed ecco è finito anche il terzo capitolo,un po' cortino.
Mi sono accorta che i primi capitoli mancano un po’ di azione e di una storia completa, credo però che lascerò un po’ di sospensione anche perché, trovandoci a trattare con la generazione seguente a quella con cui siamo abituati a trattare nei libri della grande JKR, credo sia importante delineare i personaggi. Cercherò comunque di creare meno noia possibile e a chi continuerà a leggere prometto presto una storia movimentata e divertente, permettendo anche un po’ di romanticismo (che a mio parere non guasta mai, se non esagerato!). Ringrazio con tutto il cuore YaYa_Lacomb, slytherin_emy, Slytherina, Caska Marley, Chihiro e Adoris, per le recensioni e spero che abbiate la pazienza di seguire Petunia e le sue avventure.

A presto


Marjia

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Nuova ciurma e vecchie sfide ***


4

Siete pronti per il 4? Premetto che il capitolo era già pronto ma dopo la pubblicazione del terzo l’ho ripreso ed allungato un po’. Questa volta il narratore non sarà più Petunia…buon divertimento!

 

Capitolo 4

 

Non rispondemmo a quella domanda, potevo dirle che sarebbe rimasta con noi per sempre e che tutto si sarebbe sistemato per il meglio, ma con il mio passato non potevo farle quella promessa. Poi Draco propose di preparare la stanza che Petunia avrebbe occupato. Nella nostra villetta abbiamo due camere da letto,al primo piano, una la occupiamo Draco ed io, l’altra è per gli ospiti. Dray propose di sistemare la stanza degli ospiti, ma poi pensammo di costruire una nuova torretta, in cui Petunia potesse avere la sua privacy. Vidi il suo volto illuminarsi, credo che volesse avere la possibilità di arredare la stanza a suo piacimento… di sicuro io non l’avrei fermata: ho intenzione di viziarla la mia ragazzina. Naturalmente non potevamo farla così su due piedi, quindi per un po’ sarebbe stata nella seconda stanza della casa. Portammo le sue cose di sopra e poi scendemmo a pranzo.
Mi piace la nostra cucina: pur avendo microonde e elettrodomestici moderni, non abbiamo rinunciato a donargli un aspetto rustico, con un camino e un rivestimento in cotto.
Subito dopo pranzo, il campanello suonò e i nostri nipoti al completo occuparono la casa. Ci avvicinammo alla porta del salone, guardando divertiti il casino che riuscivano a portare in casa. Adoro quei ragazzi, amavo ognuno di loro, perché con i loro sorrisi erano riusciti a portare l’allegria dopo la guerra. Li guardavo sorridente, mentre si rincorrevano e urlavano per la sala. Draco stava alla mia sinistra, appoggiato allo stipite. Sentivo Petunia poco dietro, poi si appoggiò alla mia schiena sbirciando la folla. Abbassai lo sguardo: aveva gli occhi sgranati dalla sorpresa… e non stentai a capire che sicuramente era la prima volta che le capitava di vedere una simile baraonda, non credo che Dudley avrebbe mai permesso tanto rumore e movimento. I lunghi capelli rossi erano stati raccolti sul capo, lasciandoli ricadere in una naturale scompostezza. Ricordava una fontana al tramonto, l’acqua tinta di rosso, tanto da sembrare fuoco. Prima di pranzo si era fatta una doccia e aveva indossato il completo che le avevo preso l’ultima volta a Londra. Una gonna di jeans a pieghe sopra il ginocchio, accompagnata da una canotta verde, come i suoi occhi. Notai che portava il bracciale che le avevo regalato anni prima, sperai che potesse proteggerla per sempre e che avesse potuto ripararla anche dalle percosse. Era intessuto di incantesimi che speravo l’avrebbero aiutata. Ma non voglio soffermarmi troppo su quel particolare e poi avevo già notato altro: girava scalza. Sapevo da anni che adorava stare a piedi nudi. Mi faceva una profonda tenerezza: “Non vuoi andare a giocare con loro?” non mi guardò ma vidi il suo sguardo che passava dalla sorpresa alla gioia e poi alla paura. Senza staccare gli occhi dai ragazzi scosse la testa in segno di diniego. “Non ti fanno male!” rise Dray. Finalmente alzò lo sguardo, lanciandogli un’occhiata tra l’interrogativo e lo scettico. Non riuscimmo a trattenerci e scoppiammo a ridere. I ragazzi sembrarono rendersi conto solo allora della nostra presenza e l’aria si riempì di “Zio Draco!” “Zio Harry!” e piedi in corsa verso di noi. Vedendo arrivare il gruppo Petunia fece qualche passo indietro, andando a nascondersi dietro il muro. Dalla porta dietro di lei si alzò un grido che sovrastò le urla dei ragazzi che ci circondavano. “Heilà Ciurma!” Con la coda dell’occhio vidi la mia nipotina fare un salto dallo spavento e sentii un piccolo grido soffocato. In effetti potevo capire che trovarsi alle spalle Ron possa spaventare. Il suo corpo alto e piazzato riempiva l’intero corridoio. Poverina… di certo non si aspettava tutto quel caos… si appiattì contro il muro, mentre io e il mio migliore amico ci salutavamo. Contemporaneamente una dozzina di voci urlò “Zio Ron” correndo incontro all’uomo.
Draco, nel frattempo si era avvicinato alla mia piccola Petunia e una volta accovacciatosi davanti a lei le aveva sussurrato qualche cosa, con quel sorriso rassicurante che mi faceva venire voglia di andare a divorare le sue labbra, Merlino quanto amo quell’uomo. In quel momento si avvicinavano tenendosi per mano. Ron, scorsa la ragazzina tuonò “Ragazzi! Tutti in sala, seduti in cerchio e composti.” Incredibile come quella marea festosa ubbidisse all’uomo. Dopo pochi minuti eravamo rimasti solo noi nel corridoio e dalla sala veniva solo un lieve bisbigliare. Ron si piegò fino ad essere della stessa altezza di Petunia, le porse la mano e si presentò. “Ciao, bella fanciulla! Io sono Ron!” Petunia lo guardava attentamente con i suoi occhi verdi, come se lo stesse scrutando dentro, poi sorrise e gli afferrò la manona con la sua piccola e dolce manina. “Ciao, io sono Petunia… sei un amico di Zio Harry, vero?” “Bhè, più o meno, io sono il suo migliore amico!” “Migliore amico? Zio è bello avere un migliore amico?” La mia bambina, non potei fare a meno di stringermela contro “È bellissimo e presto ne avrai uno anche tu, ne sono sicuro, o forse anche più di uno.”  Ron si alzò e ci portò tutti in sala, per poi presentare Petunia a tutti i nostri nipoti.
In sala stavano tutti in cerchio, come era stato loro insegnato, per le grandi occasioni. “Ragazzi – prese la parola Ron – Da oggi avrete una nuova cugina” “Avete adottato un’altra bambina?” “No, ragazzi – intervenni io – Petunia è la figlia di mio cugino e d’ora in poi starà con Draco e me – Prima di continuare, mi avvicinai al cerchio e mi ci sedetti, nello spazio che mi facevano. Allo stesso modo presero posto Ron e Draco, mentre Petunia, dopo averci guardato per un po’ si sedette alle mie spalle e quando Roderick si spostò, entrò nel cerchio tra lui e Jason. “Zio Harry, ma tuo cugino non è quel babbano che ti ha sempre trattato male?” “È proprio lui, Stella, ed è per questo che voi dovrete aiutare Petunia ad ambientarsi nel mondo magico.” “È sempre stata tra i babbani ed ora voi dovrete insegnarle come vanno le cose qui, da noi” “Non ti preoccupare, zio Draco, vedrai che imparerà tutto sui maghi in pochissimo tempo” “Si certo, Erik, e ti sarei grato se non testaste gli esperimenti vostri o dei vostri padri su di lei, sono stato chiaro?” “Si zio Ron” “Bene, allora io Zio Ron e zio Draco andiamo in cucina e vi lasciamo da soli. Fate i bravi.” Vidi Petunia lanciarmi uno sguardo alquanto supplicante, le sorrisi rassicurante e mi diressi in cucina.

Ron si era già seduto al tavolo, mentre Draco stava prendendo delle birre dal frigorifero. Le burrobirre calde erano l’ideale d’inverno, ma per l’estate le birre babbane ghiacciate non potevano essere sostituite e ormai anche Draco e Ron si erano convertiti. Mi accomodai vicino al mio amico, aspettando che Draco stappasse le bottiglie e ce le ponesse davanti, sedendosi anche lui. “Così pensate di tenerla qui e di adottarla?” “Dudley ha detto che non vuole più vederla, ma non penso all’adozione. Petunia è comunque sua figlia e lei lo considera suo padre.” “Credi che voglia tornare a casa?” “No non credo, ma non voglio che pensi che suo padre la ritiene così strana da non volerla come figlia.” “Credo che l’esperto di queste situazioni sia tu, Draco. Cosa ne pensi?” Draco era rimasto in silenzio, stava pensando, ormai lo conoscevo bene. Quando Ron lo chiamò, si riscosse e ci guardò. “Credo che questa cosa sia da chiedere a lei. Credo che per il momento stia bene qui da noi e se riusciremo a farla entrare ad Hogwarts poi vedremo dove preferisce passare le vacanze. In fondo resta la sua famiglia e avendo visto il suo buon cuore continuerà ad amarli.” “Pensiamo ad un problema più importante: credete che i gemelli e i due bambini cercheranno di coinvolgerla in qualche scherzo?” Ron, sempre il solito “Spero proprio di no, non voglio trovarmi con una nipote trasformata in gatto per due giorni!” “Vi ricordate cosa combinarono con l’ultimo babbano che è passato di qua?” “Quel venditore che voleva propinarci un dizionario? Se non mi sbaglio gli regalarono una Mou Mollelingua!” “Ti sbagli Harry quello era il penultimo. All’ultimo regalarono uno di quei portafortuna a forma di coccinella.” “È vero! E vi ricordate la faccia che ha fatto quando si è trovato in mano un serpente?” “Mi chiedo se smetteranno mai di fare giochini simili!” “Spiacente Weasley, ma credo che ormai quelle due teste di gallina non smetteranno più” “Ah Malfoy, meglio due teste di gallina che un furetto!” “Ancora quella storia! Ron, non c’è più divertimento a farti battute se poi non sai inventarti qualche cosa di nuovo!” “Cosa vuoi che ti dica, Draco, io ho lavorato tutto il giorno oggi. Sono stanco!” “Qualche cosa di nuovo?” “No, le reclute oggi sono andate come al solito. Oh bisogna tenere d’occhio Ivan Baston e Lou Chang. Pare che Chang ieri ci abbia provato con la ragazza di Ivan, al suo rifiuto le ha dato una sberla. Come capirete Ivan vuole dargli una lezione.” “Più che normale.” “Si se non fossero tra gli auror. Non ho intenzione di doverli far ricoverare in infermeria.” “Lou sarebbe da rivalutare. Ultimamente mi sembra scontroso e più provocatorio del solito.” “Harry potresti parlarne con sua madre, non credi?” “Ron ti ricordo che ai tempi di scuola io e Cho non abbiamo avuto un gran rapporto!” “E io non permetterò che tu riveda quella donna. L’ultima volta ti si è praticamente attaccata addosso!” “Certo che mi si è attaccata addosso! E indovina a fare cosa!” “Non mi dirai che ha cominciato di nuovo a….” “A piangere e a parlarmi di Cedric. Giuro Ron. Io quella non la voglio più vedere. No, dico. Si fa mettere incinta appena fuori Hogwarts da uno che poi manda via perché è ancora innamorata di Cedric e poi viene a rompere a me?” “Sentite qui si è fatto tardi, io torno a casa.” “Harry, tu vai di là dai ragazzi, io mi occupo della cena.” “Ok, Draco. Allora Ron, noi ci vediamo domani. Avvisi tu in ufficio che ci teniamo in ferie almeno fino alla prossima settimana?” “Tranquillo, Harry. A domani.” “Ciao!” “Ciao!”



ed ecco il 4! Com'è la lunghezza? piÙ accettabile? Ci ho messo un po' più del previsto, per via dell'allungamento, in più sono stata malata. Valutando i tempi metterò i capitoli nuovi una volta a settimana. Essendo la prima storia dovevo calcolare i tempi... chiedo scusa... Che ne pensate del cambiamento di pov? Sconvolge la storia? E del siparietto finale di quei tre vecchi amici? Chiedo anche scusa a tutte le fan di Cho Chang... purtroppo io ce la vedo solo per battute come quella di questo capitolo! Per oggi vi ho stressato abbastanza. Per i ringraziamenti. Grazie a chi legge e a:
ADoris
Slytherina (Petunia per il momento mantiene il suo nome, ma prometto che tra qualche capitolo riceverà un nomignolo più appropriato... è aperto il concorso "Chi avrà l'idea del nomignolo perfetto?")
Seyenne slytherin_emy A presto e grazie a chi continua la lettura!!!
Marjia

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Conosciamoci meglio ***


Capitolo 5
Ciao a tutti, chiedo scusa del ritardo! Questo capitolo mi è risultato piuttosto ostico. La prima parte tratta della presentazione dei ragazzi e quindi è per forza abbastanza noiosa. Voi prendetela così com’è. I nomi sono buttati giusto per conoscenza. Durante la storia verranno trattati più a fondo i personaggi che ci interessano.

Capitolo 5

Ecco, naturalmente, visto che sono il più grande tocca sempre a me, ma se non dico niente io, staranno in silenzio tutti ancora per molto?
“Ciao, io sono James. Ho sedici anni”
E sventolai la mano verso la sua direzione, dall’altra parte del cerchio. Certo sembrava strano stare tutti li seduti, ma fin da piccoli avevamo imparato che quando siamo tutti riuniti, formare quel cerchio ci aiuta a mantenere un certo ordine e ci permette di parlare con tutti. Vidi la piccola nuova arrivata guardarmi con un sorriso
“io sono Petunia e ho dodici anni, quasi tredici”
“io sono Jason, ho quattordici anni e sono suo fratello -Mio fratello era seduto vicino a lei – Dall’altra tua parte c’è Roderick”
“Ciao!”
“Lui è il mio migliorassimo amico e ha anche lui quattordici anni.”
“Io invece sono la sorella di Roderick, Stella e ho nove anni. Vicino a me c’è Monica, lei ha sette anni”
“Ciao Monica” “Ciao!”
“Noi siamo i fratelli di Monica. Io sono Max, lui è Michael e lui Simon” “Ciao!”
“Ciao!”
“Io sono Erick e lui è Sean, i nostri genitori sono gemelli e noi ci assomigliamo come gocce d’acqua, abbiamo dieci anni.”
“Ecco, noi chiudiamo il cerchio, io sono Gabriel, ho quindici anni. E lei è Alice.”
“Ciao, Petunia. Allora come ti trovi con Harry e Draco?”
“Bhè, ecco…”
“Suvvia Alice ci vive assieme solo da poco”
“Questo lo so James, ma dovremo pur cominciare da qualche cosa per fare conversazione, no?”
“Certo, ma falle qualche domanda più intelligente!”
“Del tipo, sapientone?”
“In che classe sarai, a Hogwarts?”
“MAX!!!”
“ che c’è?”
“Fermi, ragazzi, fermi!”
La sua risata cristallina mentre ci richiamava all’ordine mi lasciò senza parole. Non avevo mai sentito una risata così pura, sembravano tante campanelle di fate dei boschi. Ci zittimmo tutti e lei rise di nuovo, guardandoci:
“Non esistono domande stupide. È vero che sto con Zio Harry e Draco solo da oggi, ma vi posso dire che sto molto bene con loro. Voglio a tutti e due un sacco di bene. Quanto alla scuola, Max, non ne so niente, non so neanche in che scuola andrò o se ci andrò, figuriamoci poi in che classe!”
“Certo che ci andrai. Sono sicuro che Harry parlerà al più presto con la Preside e riuscirà a farti ammettere!”
“Ragazzi come ci si diverte a Hogwarts. Non vedo l’ora ti tornarci!”
“Cosa c’è ad Hogwarts?”
“Ad Hogwarts? C’è di tutto: una piovra gigante e fantasmi e tante cose divertenti”le rispose Jason
“E poi ci sono Piton e Gazza”aggiunse Roderick
“Non sono simpatici?”
“Assolutamente no!” Ok, forse l’abbiamo spaventata un po’ rispondendo così tutti insieme.
“Ragazzi, forse possiamo metterci un po’ più comodi. Chi si siede sul divano?”
“Noi andiamo da zia Ginny, prima stava preparando i biscotti!”
“Va bene Erik e Sean e prendete anche Stella”
“Veniamo anche io e Monica a casa a mangiare i biscotti. Mamma ce ne ha promessi due ciascuno. Ciao!”
“Ciao” urlammo noi più grandi che rimanemmo in sala
“Senti James, Gabriel ed io vorremmo restare ma mamma ci ha detto di tornare. Abbiamo ancora un tema di incantesimi da finire. Sai come diventa mamma se non finiamo i compiti in tempo.”
“Già, Michael ha ragione e visto che siamo in classe assieme, i miei le hanno chiesto di farceli fare insieme e di controllarci a vista.”
“Ok, allora a stasera, ci troviamo in strada dopo cena?”
“Come sempre!”.

Ok, eravamo rimasti io e mio fratello Jason, Roderick e Maximilian. Ci sedemmo sul divano e sulle poltrone e chiacchierammo un po’ più tranquillamente.
“Ragazzi, ora che siamo in pochi potremo parlare meglio. Chiedici tutto quello che vuoi.” Petunia si era inginocchiata sulla poltrona di fronte a noi.
“Parlatemi un po’ di come vanno le cose in questo paese. Chi sono i vostri genitori?”
“La mamma mia e di James è Hermione – rispose Jason – quando era a Hogwarts era la migliore amica di tuo zio Harry, insieme a Ron. E tutti dicevano che era la più brillante studentessa della scuola. Aveva sempre ottimi voti. Mentre il nostro papà era il migliore amico di Zio Draco. Si chiama Blaise ed è uno dei migliori auror del mondo.”
“Modesto!”
“Piantala Rod!”
“Che cosa fa un auror?”
“Non sai cos’è un auror?” Pov Petunia -Sapevo che sarebbe finita così! No che non so cos’è un auror! Zio Harry mi aveva detto che lui era un Auror ma quando gli ho chiesto cosa fosse, mi rispose che me l’avrebbe spiegato con calma! Adesso sarà meglio che la calma la mantengo io. Sono dei ragazzi educati, dopotutto e non è colpa loro se io non sono abituata ad avere tanta gente intorno! E neppure che quando sono spaventata perdo la calma! - Mi limitai a scuotere la testa e Jason mi rispose.
“Un auror è un po’ come un poliziotto babbano. Almeno così dice mamma. Lui fa delle pattuglie, che sono delle passeggiate a determinati orari e controlla che non succedano cose illegali. Poi possono intervenire se ci sono rapine o omicidi.”
“Fortunatamente non ce ne sono tanti ultimamente, ma papà dice spesso che quando Tu-sai-chi era ancora vivo era molto brutto essere un auror, perché spesso arrivavi troppo tardi e trovavi solo cadaveri.”
“E chi è tuo papà, Roderick?”
“Oh, certo scusa. Mio papà si chiama Charlie, prima di sposare mamma era un cacciatore di draghi ed abitava in Romania. Ma poi quando ha conosciuto Luna alla consegna dei diplomi di Ginny si è ritrasferito in Inghilterra e l’ha sposata. Ora è anche lui tra gli auror, anche se non ha perso la sua passione per i draghi! Lui è uno dei fratelli maggiori di Ron, sai?”
“Uno? In quanti sono?”
“Sono sei fratelli ed una sorella, la mia mamma – intervenne per la prima volta Maximilian – Si chiama Ginny ed è la migliore cuoca del mondo, bhé dopo nonna s’intende. E il mio papà è il migliore amico dei miei due zii gemelli: Lee. Sai, lui fa il commentatore sportivo e ci procura sempre i biglietti per il Quidditch. Ogni tanto parla anche alla televisione.”
“Alla televisione. Non l’ho mai sentito. Su che canale va in onda?”
“Su “Il miglior amico di un mago” è il canale sportivo.”
“Dove? Ma esistono canali simili?”
“Si ma solo tra i maghi”
“E che altro guardano i maghi?”
continuammo a parlare di programmi televisivi e poi di cantanti e di spettacoli dei maghi, così venni a scoprire che c’erano delle telenovele magiche in cui si parlava di amori impossibili tra maghi purosangue e babbani, la più vecchia si intitolava “Passaporte” e contava più di 10.000 puntate e poteva succedere di tutto. Un po’ come nelle soap babbane. (Mi sono informata e Sentieri trasmetteva in Italia la 10.000 puntata nel 1989 e non riesco a trovare quante sono oggi, dopo 16 anni, quindi come numero ci sta! N.D.A). Parlando, parlando non ci siamo accorti di che ore si erano fatte. Infatti poco dopo Zio Harry entrò in sala e ci annunciò che era ora di cena.
"Zio Harry io andrò ad Hogwarts?"
"Come?"
"Max, prima mi ha chiesto in che classe sarò ad Hogwarts. Io andrò ad Hogwarts?"
"Ho parlato prima con la preside, se tu lo vuoi ci andrai, devo comunque risentirla più tardi. Ora, ragazzi andate a mangiare!"
I quattro ragazzi andarono a casa, ma prima ci accordammo per trovarci subito dopo cena.

Durante la cena, mi annunciarono che l’indomani mattina sarebbe arrivato qualcuno da Hogwarts per decidere del mio futuro scolastico e che nel pomeriggio ci saremmo recati a Diagon Alley. Una zona magica di Londra in cui avremmo fatto acquisti. Elettrizzata uscii di casa e mi trovai con i ragazzi.
Giocammo tutti a rincorrerci e poi Fred e Gorge, i papà di Erik e Sean vennero e ci fecero uno spettacolo pirotecnico. Non avevo mai visto dei fuochi così belli, colorati e luminosi. Finito lo spettacolo i due uomini mi offrirono dei dolcetti. Ma prima che potessi portarmi il biscotto alla bocca, Jason me lo strappò di mano e lo rimise sul vassoio. Lo guardai, non capendo che cosa era successo. Poi mi sorrise e spiegò il suo gesto:
“Se vuoi andare in giro per i prossimi tre giorni con la pelle a strisce viola o con qualche pallino verde mangiala pure, altrimenti te lo sconsiglio.” Rise ed i ragazzi risero con lui, poco dopo mi unii a quelle risate. Poi James mi prese per mano e ci mettemmo a camminare.
“Ti mostro un po’ i dintorni, vuoi?” Annuii e passeggiammo per un po’.
Mi mostrò dove abitava e dove ci si poteva trovare per allenarsi a Quidditch. Avevo sentito parlare di quello sport e sapevo che anche lo Zio Harry ci giocava spesso, così gli chiesi di parlarmene. Vidi che raccontandomi di come si giocava i suoi occhi erano illuminati, si perdeva a parlarmi di partite che aveva giocato a scuola e di alcuni suoi gol. James era cacciatore, mentre Roderick e Jason erano battitori. Erano tutti della squadra di Grifondoro, tranne Max, che portava avanti il nome della famiglia e commentava le partite. James mi assicurò che mi sarei divertita a starlo a sentire. Poi mi raccontò di zio Harry. Lui era cercatore, ed era stato il più giovane giocatore di Quidditch in cento anni. Era bello starlo a sentire. La passione che lui provava te la trasmetteva con le sue parole. Tornado a casa ammisi che mi sarebbe piaciuto vedere una partita e che avrei tanto desiderato, una volta nella vita, provare a volare. Prima di lasciarmi, sulla porta di casa di Zio Harry, mi promise che il prima possibile mi avrebbe fatto fare un giro sulla sua scopa. Anche l’indomani, se avessi voluto.
“Oh, James, mi piacerebbe tanto ma domani mattina arriva un delegato da Hogwarts per la mia iscrizione e nel pomeriggio andiamo a Diagon Alley.”
Sentendo che ci saremmo recati alla via magica mi disse che avrebbe chiesto il permesso per venire anche lui.
“Sarei felice se tu potessi venire!” Così ci salutammo e io rientrai in casa.
Gli Zii mi aspettavano in sala.


Ed eccolo qua. Spero proprio che almeno la seconda parte del capitolo vi sia potuta piacere.
Prometto che dal prossimo capitolo le cose miglioreranno. L’azione aumenterà e Petunia tirerà fuori un lato nascosto…
Nel frattempo… riuscirà Petunia ad andare ad Hogwarts? E nel caso lo facesse in che casa finirebbe? È davvero tutto finito con Dudley e Archi?
Ditemi tutto quello che pensate e volete…

Francesca Akira89 e Chihiro: Petunia ha avuto una vita difficile ed ora è intimorita dalla nuova situazione. Non lasciatevi ingannare, Jessy16: Contenta che ti piaccia! Dudley e Archi torneranno? Se li vedrò te ne lascio un pezzetto! Slytherin: con una delle ipotesi ci hai azzeccato! Ma quale? Lo vedrai al prossimo capitolo! (se vuoi ora prova a scoprire il soprannome!)(grazie per il consiglio dell'html, stavolta mi sono impegnata un po'di più... va meglio?)

A prestissimo
Ciao
Marjia

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Soprannomi e Presidi ***


Capitolo 6

Capitolo 6



Dopo cena Harry si era recato in sala e si era seduto stancamente sul divano, servii due scotch e mi sedetti accanto a lui, porgendogli uno dei bicchieri.
“Sarà dura, Draco. Lo sai, vero?”
“Insieme ce la possiamo fare.”
“Ad allevare una bambina? A prepararla in un mese per entrare al terzo anno in una scuola di cui neanche conosceva l’esistenza?”
“Ce la metteremo tutta, Harry, chiederemo aiuto per insegnarle ciò che non sa. Ce la possiamo fare.”
“Forse hai ragione, ma ho così tanta paura…”
“Paura? Harry che cosa temi?”
“Di deludere te. E di deludere lei.”
“Non mi deluderai, e Petunia è molto intelligente per la sua età, come potresti deluderla?”
Harry bevve il suo scotch tutto d’un fiato prima di rispondermi: “Mi ha idealizzato. Per lei io sono lo zio infallibile. Solo che oggi ha scoperto che sono anche un assassino. E prima o poi si renderà conto che sono anche un essere umano.”
Appoggiai il mio bicchiere e gli feci appoggiare il capo sulla mia spalla “E che cosa vorresti fare, mentirle e dirle che sei un Dio? Merlino Harry, tu sei rimasto la sua unica famiglia! Certo il vostro rapporto cambierà, lei dovrà accettare alcuni dei tuoi errori e tu ora dovrai capire che anche lei è un essere umano. Come zio potevi viziarla, ma ora, come tutore dovrai prenderti cura che impari la disciplina e che stia in riga. Dovrai assicurarti che maturi e che diventi un’adulta con dei principi.”
“Che maturi? Draco! Lei ha dodici anni e quando la guardo mi sembra di parlare con una donna di trenta! Ha paura di giocare con bambini della sua età e dovrebbe essere l’unica cosa da fare a dodici anni. Non posso sopportare quei lividi sul suo corpo.”
Lo strinsi a me e fu in quel momento che Petunia entrò in casa.
“Ciao!”
“Ciao zii”
“Come è andata la serata?”
“Bene! Fred e George ci hanno fatto i fuochi e poi sono andata a fare un giro con Jason.”
“Con Jason? Tu e lui da soli?” nella voce di Harry c’era una velata preoccupazione che mi fece sorridere.
“Si, mi ha parlato del Quidditch e mi ha promesso che appena abbiamo un po’ di tempo mi farà volare
sulla sua scopa. Per te va bene, zio Harry?”
“Preferirei che uno di noi due sia presente, se non ti spiace.”
“Oh no, zio, va benissimo! E… ci sarebbe un'altra cosa, ma non so se chiedertela.”
“E perché non dovresti?”
“Bhé ho già fatto tante domande e…”
“Si certo, capisco, anche a me chiedevano di non fare domande! Non ti preoccupare, chiedi tutto quello che vuoi.”
“Domani può venire con noi a Diagon Alley?”
“Se ‘Mione e Blaise sono d’accordo non vedo perché no.”
“Oh grazie, grazie zio! Grazie!” e gridando felice si era avvicinata a noi e ci aveva abbracciati.
Giuro che non avrei mai pensato di poter essere felice a sentirmi addosso due braccette piccoline che stringono il collo. Ma Petunia era eccezionale e mi ci ero già affezionato. Io, il grande Draco Malfoy, che ancora fa fatica a stare con tutta quella marea di bambini che sono i nostri nipoti, da quando avevo visto quella bimba con i capelli rossi e con gli stessi occhi verdi di Harry, avevo capito che nella mia vita era sempre mancato questo: un bambino.
“Ti va di sederti un po’a parlare?”
“Certo che mi va! In questo momento non riuscirei di certo a dormire!”
“Bene Pepe, siediti qui con noi.”
“Pepe?”
“Dray? E questo da dove lo tiri fuori?” bella domanda! Da dove mi era venuto?
“Mah, era solo un’ idea, Petunia è lungo e poi non è l’ideale per una bambina. Pensavo che un diminutivo potesse facilitare le cose. Non ti piace?” cercai di essere indifferente alla cosa… giuro che ci provai… ma dal sorriso di zio e nipote non penso di aver mantenuto fede alla mia capacità recitativa.
“Pepe…mi piace come suona, sai zio Draco?”
“E a me piace che mi chiami zio.”
“Perfetto, adesso, voi due, visto che siete contenti dei vostri nuovi nomi, che ne dite di parlare di quello che ci aspetta?”
“Cosa intendi, zio?”
“Sai che domani arriva il delegato di Hogwarts…e vista la tua età tu dovresti frequentare il terzo anno, proporremo che alla fine di agosto ti venga fatto un esame sulle materie del secondo anno e se lo supererai potrai passare in terza. Questo implica però che ci si dia da fare… noi ti insegneremo e chiederemo aiuto ai nostri amici, ma tu dovrai fare la maggior parte del lavoro…sei disposta ad impegnarti?”
“Certo, sono pronta a metterci tutta l’anima. Ma voi credete d’avvero che potrei essere pronta ad entrare in terza?”
“Certo non saprai tutto dei primi due anni, ma se ci riusciamo, continueremo a farti delle lezioni anche durante questo anno scolastico e sarai prontissima per il futuro!”
“Si, credo che si possa fare… ce la voglio fare!”
“Bene! Allora ora vai a letto, che domani devi essere riposata. Buona notte!”
“’notte” e dopo aver salutato Harry con un bacio sulla guancia fece lo stesso con me.
“Buonanotte, Pepe!” lei si stava già dirigendo fuori dalla sala, si girò e mi sorrise. Per poi lasciarci.
“Andiamo a letto anche noi, Dray, Pepe non sarà l’unica ad aver bisogno di forze, domani.” Si alza, ma stringendo la sua mano nella mia lo tiro a me e lo bacio. Poi faccio strada per la nostra stanza, mentre lui mi guarda confuso.
“Volevo ringraziarti per averla fatta entrare nella mia vita.” In silenzio ci prepariamo per la notte e ci addormentiamo vicini.

 

 

Pov Preside

 

Era tanto che non venivo a trovare Harry e Draco a casa loro. Chissà come vanno le cose. Draco a scuola non parla tanto della vita con Harry, anche se si vede che durante la settimana scolastica gli manca. Suono il campanello della porta ed attendo. Dopo pochi minuti l’entrata si spalanca lasciandomi a vedere Harry.

“Minerva! Ben arrivata!”

“Grazie Harry, buongiorno!” e mi fece entrare in casa.

“Draco è in sala, sta giocando a scacchi con la bambina.” Così mi diressi verso la sala, mentre una voce infantile urlava

“Scacco matto! Ti ho battuto, zio!”

“Draco! Non ci posso credere! Ti fai battere da una tua futura studente! Eppure fino ad oggi solo Ron è riuscito a batterti!”

“Buongiorno, Minerva! Si effettivamente è straordinario come questa piccola peste mi abbia stracciato!”

“E così questa è la nostra futura studentessa. Buongiorno. Io sono Minerva Mcgrannit, la Preside di Hogwarts!”

“Molto lieta” mi risponde la ragazzina, che alzatasi aveva accennato un inchino. La vidi scrutarmi e poi volgere lo sguardo a Harry, come se stesse valutando qualcosa che mi risultava ancora sconosciuta. Riportando lo sguardo su di me chiese

“Non vorrei essere scortese, ma quando mi parlasti Hogwarts, anni fa, dicesti che il tuo Preside era un uomo… Albert…no…Alfred… neanche… Albus…Silente, se ricordo”

“Ricordi bene e non credo sia scortese chiederlo. Minerva era vice preside, all’epoca. Purtroppo Silente è morto tempo fa.” Rispose Harry alla ragazzina.

Senza rendersene conto Petunia aveva già superato una parte dell’esame preliminare che avrei fatto quel giorno: educata e con molta memoria. Quando poi la vidi guardare Harry negli occhi, con uno sguardo esaminatore e la sentii dire

“È stato ucciso? Da lui vero?” capii che era anche intelligente.

Harry annuì a quell’affermazione. Petunia abbassò il capo e sussurrò “ora ho capito” per poi risollevare lo sguardo e sorridere al moro.

Cercando di spezzare quell’attimo di tensione, Draco mi fece accomodare su una poltrona, mentre i tre, con la bambina in mezzo, si sedettero sul divano.

Non sapevo da dove cominciare. Così mi schiarii la voce per prendere tempo.

“Come forse ti avranno detto Draco ed Harry, potresti essere ammessa ad Hogwarts a frequentare il terzo anno. Siamo quasi alla fine di luglio, tra poco più di un mese, al 25 di agosto, tornerò qui, con alcuni degli altri docenti e ti verrà fatto un test. Se lo supererai potrai entrare al terzo anno. Fino a natale seguirai, oltre alle normali lezioni, dei corsi che ti permetteranno di recuperare gli anni passati. Dovrai metterci molto impegno. Ti senti all’altezza?”

La ragazzina si fermò un attimo prima di rispondere. Come a valutare la proposta.

“Voglio farlo. Quindi ci metterò tutto l’impegno che mi viene chiesto. Non voglio tornare in quella scuola babbana.”

“Perfetto. Allora qui ci sono alcune pergamene dai professori. Draco, Harry, qui sono segnati i temi in cui si dovrà preparare in questo mese. A voi è stato affidato il compito di prepararla. Ho già parlato con i tuoi superiori, Harry. Sarai in congedo dal corpo degli auror fino all’inizio dell’anno scolastico. E per te, Draco, sarai dispensato dalle riunioni di inizio anno. Ti manderò i verbali via gufo.”

“Grazie, Minerva. Posso offrirti un tè?”

“Grazie Harry, ma devo rifiutare. È tempo che me ne vada. Ci vediamo il venticinque.”

“Arrivederci signora Preside.” La piccola si era alzata e stringendomi la mano aveva accennato ad un inchino. Con la mano libera non potei trattenermi dal carezzarle la testa. Poi strinsi la mano di Harry e mi avviai alla porta, scortata da Draco.

“È adorabile. E sono certa che sarà pronta per il test!”

“Lo speriamo tutti, Minerva. Grazie dell’aiuto.”

“Nessun problema e se doveste aver bisogno per la preparazione in trasfigurazione… la professoressa Zabini è molto esigente.” Dissi ridendo

“La conosco e penso che in caso di problemi manderò la piccola a bussarle la porta!”

“Sono sicura che Hermione sarà felice di poterla aiutare. Purtroppo anche quest’anno ha richiesto un sostituto, non vuole lasciare la piccola Jenny.”

“Come puoi biasimarla, Minerva? Ha solo tre anni. L’anno prossimo comincerà l’asilo e vedrai che tornerà ad Hogwarts.”

“Speriamo! Certo che Blaise potrebbe anche smetterla di cercare tutte le missioni peggiori e pensare un po’alla sua povera famiglia!”

“Blaise ama la sua famiglia! Solo che non vuole rinunciare al brivido!”

“Non era questo che intendevo, Draco. Che ami Hermione e i suoi figli è evidente. Ma dovrebbe vedere come li fa preoccupare quando va in quelle missioni incerte.”

È una cosa che gli dico sempre, ma è auror nel cuore. Ed è ancora in cerca dei suoi. Non abbandonerà presto.”

“Già. Ora devo proprio andare. Ci sentiamo presto”

“Certo Minerva, buon viaggio!”

“Buona giornata”

Mi girai e quando sentii la porta chiudersi mi smaterializzai

 

POF!




Un po' meglio? spero che a voi sia piaciuto quanto io mi sono divertita a scriverlo. Draco cerca di non dare a vedere quanto tiene a Pepe ma poi non ci riesce così bene!

Nel prossimo capitolo il gruppo andrà a Diagon Alley e assisteremo alla prima lezione di Petunia. E se studierà a sufficienza potrà anche farsi il primo giro in scopa!!!

Cosa succederà? non lo so ancora bene nemmeno io!

Ragazzi sono ancora indecisa... Pepe di che casa farà parte? voi che ne dite?

Grazie a jessy16i figli sono tanti ma solo perché sono tante le coppie! Più o meno ne hanno tutti due o tre, a parte Ginny,
Francesca Akira89da un intervista di JKR Charlie risulta avere due anni più di Percy. Facendo i calcoli, quindi, dovrebbe avere tipo sette o otto anni più di Luna,anche se non è così evidente, in quanto se ne avesse sette più di lei e sei più di Harry&co sarebbe stato ad Hogwarts con loro. Blaise sta effettivamnete con 'Mione, ne parlano i ragazzi proprio nello scorso capitolo; Invece per Ron, bhé diciamo che Harry e Draco non sono gli unici gay della banda, e Lavanda...lo scoprirai presto. Per Fleur ho creduto che un marito più maturo fosse meglio! cominque mi sta venendo la tentazione di trascrivere lo schema delle coppie e dei figli in una tabella e di pubblicarla nel prossimo capitolo. Pensi sia il caso? Io ne ho uno che mi tengo sempre sott'occhio per non perdere il filo...
Slytherina visto di chi è l'idea? per quanto riguarda i figli, come detto a Francesca Akira89... io uno schema ce l'ho... datemi conferma e io ve lo metto online... tanto per racapezzarvi un po'! Per l'html grazie del consiglio...spero di riuscire a guardare dei vecchi appunti e poterlo migliorare ancora!


Grazie ancora a tutti e a venerdì prossimo

CIAO
Marjia

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=49818