Harry Potter e il patto violato

di azzu_vale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** SECONDO CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Primo capitolo

Harry Potter e il patto violato

 

Primo capitolo

 

Un leggero venticello soffiava quella notte per i viali di Little Whinging che-data l’ora – era completamente immersa in un silenzio sonnacchioso quasi inquietante. Un'unica luce si intravedeva ogni tanto dalla finestra del numero quattro di Privet Drive. Harry Potter se ne stava sdraiato a pancia in sotto sul cigolante materasso – appartenuto a Dudley –cercando invano di leggere uno tra i suoi vecchi libri di scuola: Teoria della Magia Difensiva di Wilbert Slinkhard.

Che noia ancora un altro anno con un insegnante come la Umbridge e finisco dritto dritto al San mungo: quarto piano,reparto lungodegenti a fare compagnia al professore Allock!,si ritrovò a pensare Harry. Una strana inquietudine lo tormentava quella sera,tanto che non riusciva più a prendere sonno -aprire un libro non era stata un’idea brillante,non lo vedeva nemmeno!-ciò che lo angosciava era l’imminente ritorno nel mondo della magia. A dirla tutta aveva sempre atteso l’arrivo di settembre con un’ansia mista ad eccitazione,ma quest’anno sarebbe stato irrimediabilmente diverso. Quasi quasi me ne resto a Privet Drive…

Nella casa dei suoi zii era stato costretto a rimanere chiuso in casa dopo l’ora di pranzo, zio Vernon era come sempre molto poco amabile, Dudley non gli rivolgeva la parola ancora spaventato a causa dei Dissennatori probabilmente, ma in fondo questi due mesi non erano stati poi così male…questo grazie –e Harry si stupì del pensarlo- all’atteggiamento di zia Petunia. Dopo pochi giorni dal ritorno di Harry a casa, Petunia si mostrò quasi gentile con lui. Un giorno per esempio entrò nella stanza di Harry….

«Ti ho portato i vecchi abiti di Diddy…»affermò la donna porgendogli gli indumenti ancora piegati e straordinariamente profumati di nuovo.«…ho rinnovato il guardaroba del mio tesorino…»ci fu un momento di esitazione e fu come se la zia dovesse aggiungere altro ma poi concluse con un brusco«…spicciati a scendere,la cena è pronta!».

Gli aveva comprato degli abiti nuovi, sorprendente, no?

E inoltre era tremendamente divertente vedere la faccia incredula di Dudley e l’enorme faccione stizzito di zio Vernon ogni volta che Petunia si mostrava gentile con Harry. Questo lo faceva sorridere e gli permetteva di svagarsi e pensare ad altro che non fosse Voldemort …Mangiamorte…Sirius…!

Ma poi rivedeva dinanzi a sé il volto di Ron e Hermione che assieme ad alcuni membri dell’ordine lo salutavano alla stazione di King’s Cross…minacciando i Dursley.! Be’ solo per loro, valeva la pena tornare a Hogwarts e affrontare tutto ciò che lo aspettava. Erano stati anni duri…ritrovarsi improvvisamente in un mondo del quale,non solo ignoravi l’esistenza,ma neanche nei sogni più remoti avresti pensato di appartenerci era stato a dir poco grandioso ma subito vieni raggiunto dalla consapevolezza del pericolo di morte che incombe a causa del mago più oscuro di tutti i tempi:Lord Voldemort.

L’assassino dei suoi genitori gli da la caccia da quando Harry ha messo piede per la prima volta al Paiolo Magico nel suo primo anno a Hogwarts, questo per vendicarsi di ciò che Harry gli ha involontariamente fatto quando il mago aveva tentato di ucciderlo nella casa dove lui neonato assieme ai suoi genitori si nascondeva. La maledizione scagliata da Voldemort gli si ritorce contro riducendolo a poco più che spirito. Sarebbero passati ben quattordici anni prima che il mago potesse riavere il suo corpo ma anche in quell’occasione non riuscì a vendicarsi e Harry tornò sano e salvo a Privet Drive l’unico posto sicuro lontano da Silente.

Durante tutto l’arco della vita non aveva fatto altro che sognare l’affetto dei suoi genitori e proprio quando il sogno sembrava realizzarsi…puff scompare dietro un velo. Sirius Black l’unico “padre” che avesse mai avuto muore durante un combattimento tra Auror e Mangiamorte, nel Ministero della Magia,per mano di Bellatrix Lestrange. Il mondo gli cadeva addosso,vedeva solo buio e si sentiva tremendamente solo. Ma non era solo. Hermione,Ron e tutti quanti gli erano vicini e silenziosamente lo consolavano. Per tutta l’estate era stato letteralmente investito da una miriade di lettere e telefonate,da quando Ron aveva imparato ad usare il telefono,con grande orgoglio da parte del signor Weasley,non faceva altro che sommergerlo di chiamate. Hermione poi gli mandava almeno una lettera al giorno per tenerlo informato. Per non parlare del giorno del suo compleanno:arrivarono gufi da parte dell’Ordine della Fenice al completo (eccetto Piton ,naturalmente),la signora Weasley diede fondo alle sue doti culinarie e realizzò la torta di compleanno più grande e squisita che Harry avesse mai assaggiato. Fred e George gli mandarono una scatola piena di petardi, fuochi d’artificio e dolciumi vari da loro direttamente confezionati –segno che il negozio di scherzi andava alla grande-. Tuttavia non osò toccare nulla ; non era sicuro che il tutto fosse a norma di legge!   

Tutto era semplicemente meraviglioso ma Harry sapeva perché lo facevano e lo apprezzava lo stesso!

Ripensando a tutto questo ad Harry venne da sorridere ma improvvisamente un macigno scivolò lentamente giù per l’esofago fino a depositarsi sullo stomaco…Silente. Il caro vecchio preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts (appena reintegrato al suo posto tra l’altro) non si era fatto sentire,niente di niente e questo faceva stare male Harry più di qualsiasi altra cosa soprattutto ripensando a ciò che era accaduto poco più di un mese fa nell’ufficio del preside.

Tornare a scuola voleva dire anche dover affrontare questo,il pessimo atteggiamento che aveva avuto,le occhiate dei suoi compagni,Draco Malfoy e tutta la cric di Serpeverde…ma quest’anno non aveva nessuna intenzione di restarsene con le mani in mano,avrebbe dato sfogo alla sua ira e al suo rancore tanto ora come ora non aveva più nulla da perdere.

Un’occhiata fugace alla sveglia sul comodino rivelò ad Harry che erano appena passate le tre e che lui avrebbe fatto meglio a dormire almeno un po’ così lentamente chiuse gli occhi e prese sonno…..

….Era nel Ministero della Magia, vicino alla fontana dei Magici Fratelli. Dinanzi a sé vi era una figura incappucciata, completamente coperta, solo le mani fuoriuscivano dalla lunga tunica . Riconobbe immediatamente quelle mani così bianche e scarne, le dite lunghe e affusolate tenevano stretto un sottile bastoncino che Harry riconobbe essere una bacchetta magica. Tirò fuori la sua da sotto il mantello pronto a scoprire chi si nascondeva sotto il cappuccio, anche se sapeva perfettamente chi si sarebbe trovato di fronte. L’uomo sollevò una mano portandosela al capo e lentamente prese a sfilare il cappuccio…quando il suo volto fu ben visibile Harry sentì lo stomaco contrarsi di paura…di disgusto…davanti allo sguardo penetrante del Preside di Hogwarts. Silente lo fronteggiava paralizzando Harry con i suoi occhi di ghiaccio poi parlò con il solito tono di voce pacato ma che racchiudeva in sé tanta determinazione.

«Stupito di vedermi, Harry? Sono io il tuo nemico!» disse con semplicità Silente avvicinandosi lentamente al suo avversario.

Harry non aveva la forza di replicare…non poteva essere lui…aveva la mente vuota e la sua bacchetta che prima era tenuta stretta nella mano pronta a combattere ora penzolava inerte.

«Addio, Harry!» disse l’uomo sollevando la bacchetta e puntandola direttamente al cuore del ragazzo «Avada Kedavra!».

Un urlo lacerò il silenzio della stanza; Harry si alzò di scatto dal letto, la cicatrice era in fiamme, la testa stava per spaccarsi in due dal dolore. Era tutto sudato e tremante…ma era stato solo un incubo! Aveva il fiatone e non poteva fare a meno di ripensare a ciò che aveva visto nel suo sogno…Silente…tutto era così reale…!

Era già da parecchio che non faceva sogni del genere…ma non c’era nulla di cui stupirsi…la guerra incombeva…e Voldemort stava prendendo potere…non c’era niente di strano se lui vedeva certe cose quando prendeva sonno…

Si guardò intorno, il libro di Difesa contro le Arti Oscure era a terra ancora aperto, la gabbia di Edvige era vuota sulla scrivania, gli sembrava di essersi addormentato da appena qualche minuto.

Inforcò gli occhiali e prese in mano la sveglia per controllare l’ora: erano le undici passate!

Gli venne un infarto,si vestì alla meno peggio e si precipitò di sotto. Una tra le tante cose che mandavano su tutte le furie i Dursley era certamente un ritardatario soprattutto se quel ritardatario era Harry.

 Stava scendendo gli ultimi gradini quando la voce di zio Vernon risuonò stizzita:«Petunia, da quando in qua tu ricevi posta da quegli squilibrati! Esigo una spiegazione e alla svelta.».

 La zia Petunia rispose facendosi piccola piccola:«Ti giuro Vernon c-c-che io non ho idea….non so».

«Dammi qua!»e così dicendo strappo la lettera dalle mani ossute e ora tremanti della moglie,e cominciò a leggere. Nel frattempo Harry aveva fatto il suo ingresso nel salotto.

   Carissimi signori Dursley,

come ben sapete il primo giorno di settembre Harry Potter dovrà partire alla volta della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts sull’Espresso in partenza dalla stazione di Londra,King’s Cross. Sarei onorato se v.s. potesse accompagnare il suddetto alla stazione per motivi di sicurezza.

  Ricordandovi che il treno parte alle undici in punto vi porgo i miei più distinti saluti.

                                                                                                                  

                                                                                                                             Albus Silente

                                                                     Preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts 

                                                                                            

                                                                                                                              

 

L’espressione dipinta sul viso dello zio Vernon era tra l’attonito e il disgustato. Harry già si stava chiedendo quanto altro tempo sarebbe passato prima che lo zio Vernon avesse cominciato ad ingiuriare contro lui,i suoi genitori e tutto il mondo magico e dall’espressione dipinta sul suo volto anche zia Petunia pensava la stessa cosa ma con loro grande sorpresa ciò non accadde.

«Bene…» cominciò con fare placido «primo settembre…ore undici,si credo proprio di non aver nessun impegno!».

«Petunia convieni con me?».

«S-s-si siamo liberi per quella data» aggiunse zia Petunia leggermente intimorita ma decisamente sorpresa dall’atteggiamento del marito.

Che domanda sciocca! Mancava quasi un mese al primo settembre! Ma Harry sapeva il perché di quell’atteggiamento. I Dursley non volevano di certo contraddire uno di quei tipi là come li chiamavano loro! Non volevano,per nessuna ragione,correre il rischio di ritrovarsene uno in casa nel bel mezzo del mattino magari,anche se questo avrebbe comportato l’accettare di ricevere telefonate a qualsiasi ora del giorno,gufi tubanti a qualsiasi ora della notte e adesso andare ad accompagnare Harry a King’s Cross. I Dursley stavano davvero diventando matti ma avrebbero fatto di tutto pur di salvaguardare la loro reputazione!

 Il pensiero di Harry tornò poi sulla lettera appena inviata da Silente. La prese e la rilesse. Tutto qui? Come un flashback gli tornò alla mente il sogno ma poi si disse che era tutto frutto della sua immaginazione e tornò a scrutare la lettera. Non so un accidente di niente…dove sono Voldemort e i suoi Mangiamorte, cosa l’Ordine sta facendo, se già ci sono dei feriti o e dei morti! Si sentiva decisamente in diritto a ricevere qualche informazione in più ma nessuno si era degnato di farlo!. Almeno da lui se lo sarebbe aspettato. Ma era evidente Silente non aveva dimenticato ciò che era accaduto nel suo ufficio a giugno.

    «LEI NON SA QUELLO CHE PROVO!.....NON M’IMPORTA QUELLO CHE DEVE DIRE!....Non voglio sentire una parola di quello che deve dire!»

  Be’ se c’era qualcuno che doveva essere arrabbiato per ciò che era successo quello era proprio lui,si ritrovò a pensare. E mai come allora desiderò non tornare ad Hogwarts.

 

 

*************

 

 

Il sole era ormai alto in cielo e si abbatteva senza pietà su Grimmauld Place . L’erba nelle aiuole era completamente secca ed avvizzita ma non c’era da stupirsi, persino le case ai lati del viale sembravano abbandonate e morte. A peggiorare il tutto vi era un tremendo odore di immondizia marcia che si levava dai sacchi neri sparsi dappertutto. Hermione Granger ,appena tornata a Londra, riuscì faticosamente a raggiungere lo spazio tra il numero undici e il tredici di Grimmauld Place. Magicamente cominciò ad apparire il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice a partire dalla porta immediatamente seguita dai muri che mano a mano spingevano da parte le case vicine. Quando l’oscura abitazione finì di materializzarsi Hermione si guardò attorno e poi procedette con passo spedito su per i gradini diretta alla porta. Un solo colpo fu sufficiente e la porta si aprì cigolando. L‘interno della casa faceva contrasto con il di fuori. Hermione si ritrovò a guardare ammirata come l’antica casa,appartenuta ai maghi più oscuri di tutti i tempi,ora sembrava così accogliente e pacifica. La signora Weasley aveva fatto proprio un gran lavoro. La tappezzeria era completamente rinnovata,non c’era più neanche l’ombra di una ragnatela e la moquette era pulita e lucente. Le vecchie tende tarmate e polverose erano state sostituite con altre di un soffice colore arancio. Al posto dei candelabri a forma di serpente vi erano simpatiche ciotole contenenti candele profumate. Adesso non sembrava più il posto logoro di un tempo. Continuò a guardarsi attorno ma non vide nessuno. Sorrise e si decise ad andare verso la cucina nella quale, dato il buon profumo di biscotti,c’era sicuramente la signora Weasley. Affrettò il passo ma improvvisamente inciampò nell’immenso portaombrelli, ricavato da una zampa di troll, che evidentemente era sembrato troppo utile per essere messo via. Ciò che accadde dopo? Il caos. Mentre Hermione tentava di rimettere su il portaombrelli -oltre a se stessa- un ululato si levò da dietro una coppia di tende che si spalancarono con un secco fruscio. Gli strilli della signora Black riempirono la casa mandando in frantumi il silenzio che prima vi regnava.

« Sozzura! Feccia! Ibridi,mutanti,mostri,via da questo luogo! Come osate insudiciare la casa dei miei padri...?»

La signora Weasley irruppe nell’ingresso come una furia. Nella mano destra teneva stretta la sua fedele bacchetta magica mentre nell’altra stringeva quello che un tempo era sicuramente un maestoso tacchino ridotto ad un polletto spiumato e anche piuttosto scarnito.

« Accidenti a te! Stupido quadro..!» provò a chiudere le tende ma queste non ne volevano sapere di tornare al loro posto.

« C’E’ QUALCUNO CHE SI DEGNA DI DARMI UNA MANO???!!!» tuonò la signora Weasley.

Subito spuntò dalla porta all’altro lato dell’ingresso Lupin seguito da Tonks. I due si affrettarono a correrle in aiuto e quando finalmente riuscirono a mettere a tacere la vecchia megera Hermione si sciolse in tutta una serie di scuse abbozzando giustificazioni a raffica e promettendo di fare più attenzione la prossima volta e avrebbe continuato all’infinito se una voce profonda e radiosa non l’avesse interrotta.

«Herm…!» gridò Ron «ma quando sei arrivata?».

Hermione si girò velocemente cercando di sistemarsi i lunghi capelli cespugliosi dietro le orecchie. Schiuse la bocca per rispondere al saluto dell’amico ma le parole le morirono in bocca quando scorse Ron in cima alle scale. Era decisamente più alto dall’ultima volta che lo aveva visto a King’s Cross ,i capelli erano un po’ più lunghi e sempre spettinati. Tutto sommato era tremendamente affascinante. Lui la guardava con i suoi luminosi occhi azzurri in attesa che l’amica dicesse qualcosa ignaro dell’effetto sortito. La poverina aveva la gola completamente secca, per non parlare del cuore che le aveva cominciato a battere all’impazzata o del rossore che –ne era sicura– era appena comparso sulle sue gote.

«Cara…»esordì la signora Weasley «…sicura di sentirti bene? Ti sei presa un bello spavento non è così?».

Hermione che stava riprendendo lentamente a respirare rispose «C-cosa..? Ah si…! No ma adesso sto bene!». Poi si voltò e salutò un po’ imbarazzata il suo ex professore di difesa contro le arti oscure che la guardava un po’ attonito «Buongiorno professor Lupin!».

 «Buongiorno a te! Alastor arriverà a momenti con i tuoi bagagli» rispose Lupin cordiale.

«Ah…bene! Perfetto!Grazie!». E poi rivolta alla giovane Auror «Ciao Tonks! Wow…! I tuoi capelli sono…uno schianto!».

« Ciao Hermione è un piacere rivederti! Grazie per i capelli…ti piacciono sul serio? Non so a me non piacciono molto anzi pensavo di farli un po’ più corti e cambiare colore aggiungendo magari qua e là….».

«…Tonks..» la interruppe Lupin «Abbiamo molto lavoro da fare…!».

«Si…già dimenticavo! Allora ciao Hermione!» fece per andarsene ma poi rivolse uno sguardo a Ron, tornò a fissare Hermione con una risatina maliziosa e strizzò l’occhio in segno d’intesa. Per tutta risposta la strega arrossì furiosamente e pregando di aver interpretato male il gesto di Tonks cominciò a fissare apparentemente assorta la moquette.

«Bene..! Sarà meglio che io torni in cucina! Hermione tu intanto va di sopra Ginny sarà felice di vederti,cara!» e così dicendo marciò a passo svelto verso la cucina.

Hermione si voltò. Ron era ancora sulle scale e,con una strana espressione dipinta sul volto la fissava.

«Allora! Andiamo?» fece la giovane strega che ora sembrava aver ripreso l’aria indaffarata e pronta di sempre.

«Oh si! Certo..!» rispose Ron. Preso un po’ alla sprovvista. E così dicendo prese a salire le scale fino al secondo pianerottolo. La prima porta a destra era quella della sua stanza che aveva condiviso con Harry durante le scorse vacanze.

Ron aprì la porta e cedette il passo ad Hermione che ringraziando entrò nella cameretta. Aveva appena volto lo sguardo verso l’interno quando fu letteralmente assalita da qualcuno di particolarmente minuto ma con un’infinità di capelli rossi e mossi. Ginevra Weasley,la piccola di casa, non appena vide l’amica le saltò addosso urlando di gioia e cominciò a parlare a perdifiato.

«Sono così felice che tu sia arrivata…non vedevo l’ora! Qui mi annoio da morire…senza Fred e George! Ooohh ti devo raccontare un mucchio di cose riguardo a Dean…sai noi ci siamo sentiti spesso in queste settimane…ma…».

«Hem,hem» la interruppe Ron. «Oh scusa…!» disse Ginny arrossendo «Allora come sono andate le tue vacanze da Krum?» aggiunse la rossa maliziosamente.

«Oh be’ molto bene…! Lui è stato molto gentile…e i suoi genitori sono davvero delle persone squisite…».

«Hai conosciuto i suoi genitori!?»la interruppe bruscamente Ron con un’espressione piuttosto accigliata.

«Be’ si Ron…non ci trovo niente di male….»

«Ah tu non ci trovi niente di male…! Bene allora sentiamo,futura signora Krum, a quando le nozze?».

«Nozze? Ron…ma cosa?».

«Vi conoscete da appena qualche mese(più di un anno veramente!!!!!)e….e…lui...oh be’…vado a vedere se è pronto il pranzo!»e così dicendo marciò veloce verso la porta, la aprì e la richiuse con un tonfo facendo tremare gli arazzi alle pareti.

«Ma che gli è preso?»chiese Hermione con un’espressione profondamente offesa.

«Non ne ho idea…!» taglio corto la rossa.« Ma dai finisci di raccontare…allora vi siete baciati???».

«C-cosa? Ma sei impazzita?» Hermione era arrossita a tal punto da diventare dello stesso colore dei capelli di Ginny «Cosa vai a pensare? Io e Victor siamo solo amici!»aggiunse assumendo un cipiglio contrariato e dignitoso.

«Ok,la mia era solo una domanda ingenua! Non ti scaldare!» concluse la piccola Weasley con un ampio sorriso sulle labbra rosee.

Toc toc.

La porta si spalancò e la signora Weasley fece il suo ingresso nella stanza con una pila pericolante di biancheria pulita e profumata di lavanda.

«Gin, tesoro,qui ci sono i tuoi vestiti e delle lenzuola pulite per Hermione! Il pranzo è pronto ed è meglio che scendiate altrimenti si fredda!».

Quando le ragazze entrarono in cucina erano tutti già a tavola che le aspettavano.

«Ciao Hermione! Non sapevo fossi già arrivata» disse il signor Weasley allegramente.

«Oh si, sono arrivata stamane!» rispose Hermione sorridendo.

«Bene, accomodati pure!» e così dicendo tornò a parlare sommessamente con Charlie.

C’erano due posti vuoti tra Ron e Tonks. Ginny si sedette vicino alla giovane Auror sicché Hermione dovette prendere posto vicino a Ron.

Che situazione imbarazzante! Ma che gli sarà preso! Uscire a quel modo dalla stanza! Sono arrivata da qualche ora e già litighiamo!

Nel frattempo Ron era scosso da pensieri simili mentre trangugiava senza gustarlo il pasticcio di rognone.

Idiota! Idiota! Idiota! Ma che mi è saltato in mente! Uscire dalla stanza così senza motivo! E’ appena arrivata e già litighiamo! E’ tutta colpa di quel Krum!

«Arthur, caro…» annunciò improvvisamente la signora Weasley cercando di apparire disinvolta «…avevo intenzione di invitare mia cugina Aramanta Nigellus e la sua famiglia a cena una di queste sere, c-che ne dici?».

Il signor Weasley  per tutta risposta s’irrigidì e per poco non si strozzò con lo stufato di tacchino.(Così anche tutti gli altri membri della famiglia Weasley).

 Bevve un sorso di Burrobirra e rispose con voce calma abbozzando un sorriso ipocrita.

«Non è una cattiva idea ma temo che non possiamo invitarli qui, tesoro!».

«Torneremo alla Tana….magari non appena i ragazzi saranno tornati ad Hogwarts!» replicò la donna per niente intenzionata a mollare.

Il signor Weasley si trovava in un vicolo cieco, avrebbe dovuto accettare per forza malgrado odiasse quella gente che ovviamente lo ricambiavano apertamente.

«D’accordo cara…» concluse rassegnato. 

«Ma Harry quando arriva a Grimmauld Place?» chiese curiosa Ginny cercando di ravvivare l’atmosfera tetra.

«Temo che Harry non verrà quest’anno,cara» rispose sconsolata la signora Weasley.(‘Come non detto!’pensò).

«Silente crede che sia più al sicuro se resta con i suoi zii fino al ritorno ad Hogwarts» rispose Lupin «saranno loro ad accompagnarlo alla stazione!».

Per tutta la durata del pranzo regnò il silenzio nella vasta cucina sotterranea interrotto solo dal tintinnio delle posate o dal grattare di qualche sedia sul pavimento di pietra.

Una volta che tutti ebbero terminato di pranzare la signora Weasley assieme a Hermione e Ginny cominciò a riassettare mentre i membri dell’Ordine si preparavano ad uscire.

«Mamma,io vado Lupin mi sta aspettando!» fece Ron e così dicendo uscì dalla cucina.

«Fa attenzione Ronnie e torna presto miraccomando!» urlò di rimando sua madre.

«Ma dove sta andando?» chiese Hermione mentre osservava i piatti incantati asciugarsi.

«Feletona ad Harry!» rispose Ginny con non curanza «Lo fa in continuazione ultimamente! Ci sono delle cabine come quella che da l’accesso al Ministero proprio in fondo alla via! Lo fa lì…non so se hai capito!».

Hermione fissò l’amica a bocca aperta,poi scoppiò a ridere sotto lo sguardo imbronciato di lei. «Cosa ho detto che ti fa tanto ridere Herm?!».

.«Oh…niente…ma si dice telefona! E poi so perfettamente che intendi quando parli di “cabina”!» rispose Hermione trattenendo a stento le risate.

Ginny invece non rideva affatto. Hermione si accorse di questo così si affrettò ad aggiungere«Gin scusa ti giuro che non volevo offenderti! Ma dimmi come fa con le monetine, avete soldi babbani?».

«Oh no è ovvio! Ron ha imparato a trasfigurare i bottoni,usa quelli!» rispose la rossa con semplicità.

Hermione rimase a bocca aperta. Non si aspettava che Ron facesse una cosa del genere,non che fosse stupido ma…non era da lui. E nel pensare questo un moto di orgoglio la investì e il suo viso tornò a farsi rosso!

Poi riprendendosi chiese «Gin…chi è Aramanta Nigellus?».

«Oh, è una cugina della mamma! Non si parlano da parecchio, lei è una di quelle…!» rispose Ginny sottovoce.

«Quelle?» chiese Hermione confusa.

«Be’ una di quelle che tengono alla purezza del sangue, sopportano poco i babbani…e così via! È un po’ di tempo che mamma propone cene o incontri con vecchi parenti che ci odiano e papà non è molto entusiasta…ma sembra necessario!» concluse con un’alzata di spalle lasciando Hermione piuttosto pensierosa e incuriosita dalla faccenda.

 

*************

 

«Ron…ho capito…».

«L’ha presentata ai suoi genitori…capisci Harry è inconcepibile!».

«Ron ti prego…».

« Si conoscono da quanto? Tre…quattro mesi…! E lei ha solo sedici anni…e Krum non è un tipo raccomandabile!»

«Ma se sono solo amici…..».

« Harry viene da Durmstrang…e se sta usando lei per arrivare a qualche scopo oscuro…! Ne sono cer…».

«RON BASTA!BASTA!BASTA!» urlò Harry .«Stai dicendo un mucchio di stupidaggini da tre quarti d’ora! Mi hai mandato in pappa il cervello! Ma cosa sei una radio?» continuò Harry esasperato.

«Herm è libera di vedere chi vuole,conoscere chi vuole e parlare con chi vuole…»proseguì Harry senza riprendere neanche fiato per paura che l’amico ricominciasse ad inveire. «Ora…non mi dire che mi hai chiamato solo per questo perché ti giuro che se così fosse vengo lì e ti trasfiguro in uno Schiopodo Sparacoda! ». Ron era diventato a un tratto muto mentre le sue orecchie cominciavano a prendere una sfumatura del rosso particolarmente accesa. Voleva dirle di Hermione e poi….poi…..non aveva nient’altro da dirgli! Panico!

«No…dai…» cominciò Ron con la voce un po’ tremante «volevo anche chiederti dei G.U.F.O. se li avevi già ricevuti..!» tirò un sospiro di sollievo:se l’era vista brutta!

«No! Ancora no! E comunque non me ne preoccupo! Non mi interessa sapere quanti G.U.F.O. prendo!»rispose Harry. Molte cose di questi tempi gli sembravano prive d’interesse e bastava un non nulla per farlo arrabbiare.

«Ma che dici?» lo interruppe Ron con fare piuttosto animato «e al tuo futuro non ci pensi! Harry tu devi diventare un Auror ed è tremendamente difficile…devi avere ottimi voti e una grande forza di volontà….».

«Sai mi sembra di sentire Hermione» fece Harry piuttosto infastidito. Non aveva nessuna voglia di ascoltare una predica soprattutto da Ron!

«Scusa ma devo salutarti! Ho promesso allo zio che avrei tagliato l’erba del prato questo pomeriggio!».

«Ah ok…! Be’ allora….ci sent…».

Tutututu

«…iamo» concluse la frase ma Harry aveva già riattaccato. Riappese anche lui la cornetta e si diresse un po’ triste ma anche imbarazzato verso il Quartier Generale.

 

 

*************

 

 

Harry si trovava nel bel mezzo di Grimmauld Place. Era fermo con la bacchetta in mano e guardava dinanzi a sé profondamente sconvolto e arrabbiato per ciò che gli stava accadendo attorno.

«Hai capito benissimo Harry…vado via con Victor! Ho conosciuto i suoi genitori e ora lo sposo!».

«No Herm non capisci lui ti sta solo usando!» gridava Harry con tutto il fiato che aveva in gola ma era tutto inutile lei era già scomparsa all’orizzonte.

Nel frattempo Ron ai suoi piedi frignava tra uno scoppio e l’altro.

 «Harry ti prego non voglio essere uno Schiopodo Sparacoda…! Ti prego ritrasformami in un umano! Non lo farò più perdonami…mio Signore!».

Il paesaggio era cambiato. Ora si trovava in un cimitero. Tutto intorno era buio e desolante.

Di fronte a sé c’era un uomo con il viso nascosto nell’oscurità, era alto e smunto; il corpo interamente avvolto da un manto nero e nella mano la bacchetta.

 Erano circondati da un cerchio di Mangiamorte; tutti silenziosi e con il viso coperto dal cappuccio.

La figura che lo fronteggiava prese a camminare con passo lento verso di lui. Harry strinse più forte la bacchetta, nel pugno, pronto ad agire.

Quando gli fu vicino Harry pote’ scorgere quel volto emaciato illuminato dalla pallida luna, le labbra sottili distorte in un sorriso agghiacciante, gli occhi dalle pupille verticali che lo fissavano inchiodandolo al terreno polveroso.

«Harry Potter, ben tornato!» disse con voce fredda e bassa «…sicuramente già sai perché sei qui!». Fece una pausa.

«Mi hai messo i bastoni tra le ruote troppe volte ragazzino e Lord Voldemort non perdona!».

Prese a camminargli intorno guardando i suoi Mangiamorte.

«Ora proverai il vero dolore e pregherai di morire…».

«Be’ io non ci conterei più di tanto,fossi in te!» interruppe Harry cercando di apparire fermo e determinato. Voldemort  rise di una risata macabra e senza gioia.

«Mangiamorte, spetta a voi!» e così dicendo si scostò da Harry.

Tutti i Mangiamorte presero a sfilarsi il cappuccio e Harry li guardò uno a uno. Sussultò nel riconoscere i suoi amici che lo guardavano accerchiandolo, c’era Lupin, Ron e Hermione, Ginny e tutta la famiglia Weasley al completo!

Provò un moto di sollievo che però si spense all’improvviso. Tutti lo guardavano seri e pronti ad obbedire a Voldemort.

Lupin si mosse verso Harry lasciando un posto vuoto nel cerchio,lo fronteggiò e sollevò la bacchetta…

«Professore lei non può…! Silente…i-io credevo che lei…» era completamente attonito e non riusciva a difendersi.

«Silente non è qui! Sei solo Harry…Voldemort ti ucciderà…lui è più forte…lui è il Signore Oscuro!» replicò Lupin con il volto pallido e gli occhi vuoti.

 Puntò la bacchetta al cuore di Harry e gridò «Crucio!».

Harry si svegliò di soprassalto, la cicatrice doleva fortissimo, bruciava come se qualcuno stesse premendo su di essa con un oggetto acuminato. Si rese subito conto che era nella sua cameretta e che era già mattina. Ripensò al sogno che aveva appena fatto. Devo smetterla di fare questi stupidi sogni o finirò col diventare pazzo si ritrovò a pensare, poi ripensando all’amico trasformato in un orrendo Schiopodo Sparacoda gli venne da sorridere….Ron sei proprio un idiota!

Inforcò gli occhiali e guardò la sveglia erano le sette e trenta. Si alzò lentamente dal letto ma vi si ributtò all’improvviso per evitare che Edvige lo travolgesse.

«Bentornata! » e così dicendo le accarezzò le candide piume sul dorso. «Mi sei rimasta solo tu! Senza di te molto probabilmente non supererei queste vacanze!».

Era ancora piuttosto assonnato quando all’improvviso udì un secondo fruscio di ali provenire dalla finestra e un bellissimo barbagianni fece il suo ingresso nella stanza. Veniva da Hogwarts. Harry ebbe un tuffo al cuore. Prese la lettera dal becco dell’uccello che con un’elegante piroetta si voltò per poi spiccare il volo verso il cielo terso.

Le mani avevano cominciato a sudare,malgrado facesse caldo Harry tremava. E adesso che faccio si chiese. Ma stupido idiota aprila no! E’ indirizzata a te! Rispose una vocina dentro di sé. La aprì lentamente conteneva più di una pergamena. Prese la prima era da parte della McGranitt.

 

 Caro signor Potter,

con la presente la informiamo dei risultati da lei perseguiti durante il G.U.F.O., svoltosi alla fine dell’anno scolastico appena trascorso, e in quale materia ha ricevuto il Giudizio Unico Fattucchiere Ordinario.

  • Trasfigurazione : Oltre ogni Previsione.
  • Pozioni : Oltre ogni Previsione.
  • Incantesimi :Oltre ogni Previsione.
  • Erbologia : Eccezionale.
  • Difesa contro le Arti Oscure : Eccezionale.
  • Cura delle Creature Magiche : Eccezionale.
  • Astronomia : Accettabile.
  • Storia della Magia : Scadente.
  • Divinazione : Desolante.

I migliori saluti.

                                                                                                                             Minerva McGranitt

                                                                                                                                 Vicedirettrice

 

«Wow! Non ci posso credere sette G.U.F.O.!!! Ma è grandioso!» Non credeva ai suoi stessi occhi. «Aspetta che lo dica a Ron e ad Hermione» e così dicendo si diresse a gran velocità verso la scrivania ma poi la sua attenzione fu attratta dall’altra pergamena arrivata assieme ai risultati dei G.U.F.O. La aprì velocemente. Anche quella era da parte della McGranitt.

 

Caro Signor Potter,

volevo inoltre dirle che è stato appena reintegrato nella squadra di Grifondoro in qualità di Capitano. Ricordandole che ho tutta l’intenzione di trattenere la coppa delle case nel mio ufficio ancora per molto, le porgo i miei più sinceri auguri.

                                                                                                                    Minerva McGranitt

                                                                                                        Direttrice della casa di Grifondoro

 

P.S.: Complimenti Harry per i tuoi G.U.F.O.! Siamo molto orgogliosi di te!  

 

 

 Siamo, lei e Silente? Si molto probabilmente doveva essere così.

 

 

*************

 

 

Intanto a Grimmauld Place….

«No, non posso! Non ce la faccio! Gin aprila tu!» così dicendo Hermione Granger porse la lettera appena arrivata a Ginny. Erano in cucina avevano appena cominciato a fare colazione quando la professoressa McGranitt fece il suo ingresso nella vasta cucina sotterranea. Hermione si strozzò quasi con un boccone per lo stupore. Ginny invece rimase basita.

«Buongiorno signorina Granger! Signorina Weasley!» esordì la professoressa di Trasfigurazione esibendo un ampio sorriso sul volto sempre severo. Consegnò la lettera ad Hermione mentre quella di Ron e Ginny la lasciò alla signora Weasley dicendole «Qui ci sono gli elenchi dei libri e avvisi da Hogwarts e i risultati dei G.U.F.O.,naturalmente! Molly non so se Silente te ne ha parlato ma i libri di Harry dovresti prenderli tu…puoi prelevare…».

«Si si! Ne abbiamo già parlato. Non c’è problema Minerva» la interruppe dolcemente la signora Weasley.

«Perfetto! Buona giornata ,allora!» Se ne andò piuttosto in fretta lasciando dietro di sé un’ Hermione sull’orlo di una crisi di nervi.

«Ok ,da’ qua!» la piccola Weasley prese la lettera la aprì e notò che conteneva ben tre pergamene e…..«Oh oh…guarda cosa abbiamo qui!» così dicendo lasciò scivolare nel suo palmo la spilla da Prefetto: una perfetta spilla dorata con una ‘P’ sovrapposta al leone di Grifondoro.

«A quanto pare sarai prefetto anche quest’ anno,Herm!» .

Porse la spilla all’amica e cominciò ad aprire le pergamene. La prima avvisava che la scuola sarebbe cominciata il primo settembre;l’altra elencava i nuovi libri di testo;e poi l’ultima contenente i risultati dei G.U.F.O.

Ginny strabuzzò gli occhi,sorrise all’amica, prese un gran respiro e cominciò a leggere. Hermione era lì lì per svenire.

 

Cara Signorina Granger,

con la presente la informiamo dei risultati da lei perseguiti durante il G.U.F.O.,svoltosi alla fine dell’anno scolastico appena trascorso,e in quale materia ha ricevuto il Giudizio Unico Fattucchiere Ordinario.

  • Trasfigurazione : Eccezionale.
  • Pozioni : Eccezionale.
  • Incantesimi : Eccezionale.
  • Erbologia : Eccezionale.
  • Difesa contro le Arti Oscure : Oltre ogni Previsione.
  • Cura delle Creature Magiche : Eccezionale.
  • Astronomia : Eccezionale.
  • Storia della Magia : Eccezionale.
  • Aritmanzia : Eccezionale.
  • Antiche Rune :Eccezionale.

I migliori saluti.

                                                                                                                            Minerva McGranitt

                                                                                                                                Vicedirettrice

 

                                                                                                                                    

«Per la barba di Merlino Herm! Hai preso dieci G.U.F.O.! E’…sei…» Ginny non riusciva a trovare un aggettivo adatto a descrivere la moretta. Intanto Hermione dopo aver riletto il foglio otto volte si era praticamente buttata addosso a Ginny e ora la stringeva senza farla respirare.

«Dio non posso crederci….è meraviglioso…».

Proprio in quel momento fece il suo ingresso in cucina Ron.

«Ho preso otto G.U.F.O….e incredibile….io» le parole gli morirono in gola quando si ritrovò Hermione praticamente addosso che lo stringeva convulsamente.

«Ron sono fiera di te! E’ bellissimo! Sei stato grande…io…».

«Herm…scu-scusa…i-io…sto soffocando!» Ron era diventato un tutt’uno con i capelli a causa dell’abbraccio mozzafiato o a causa di Hermione?

La giovane strega si staccò da lui con una velocità che lo fece sobbalzare.

«Oh scusa Ron! Io non volevo…».

«Non è successo niente! Allora signorina Granger è stato sufficiente un foglio di pergamena per informarla di tutti i G.U.F.O. ricevuti?» fece Ron con una smorfia. Guardava raggiante la sua migliore amica. Quando si imbarazza è ancora più bella se è possibile.

«Si be’ ho ricevuto dieci G.U.F.O. e sono al settimo cielo! Aspetta che lo dica ai miei!» era decisamente rossa e il cuore le batteva fortissimo. Non poteva fare a meno di fissare la fredda pietra; incontrare il suo sguardo la mandava in confusione.

«E siamo di nuovo prefetti!» esclamò il rosso.

«Già » fece Hermione di rimando continuando a fissare il pavimento imperterrita.

«Oh Herm a proposito, scusa per ieri! Non volevo offenderti…» cominciò Ron mantenendo il consueto colorito acceso ma Hermione lo interruppe« Oh Ron! L’ho già dimenticato!» .

Erano piombati in un silenzio imbarazzato.

«Tesoro dammi qua la tua lettera!» esclamò all’improvviso la signora Weasley. Si schiarì la gola e cominciò a leggere la lettera del figlio con voce tremante.

 

Caro Signor Weasley,

con la presente la informiamo dei risultati da lei perseguiti durante il G.U.F.O., svoltosi alla fine dell’anno scolastico appena trascorso, e in quale materia ha ricevuto il Giudizio Unico Fattucchiere Ordinario.

  • Trasfigurazione : Oltre ogni Previsione.
  • Pozioni : Eccezionale.

«Oh mio dio Ronnie! ‘Eccezionale’ a Pozioni! Aspetta che lo dica a tuo padre!».

  • Incantesimi :Accettabile.
  • Erbologia : Oltre ogni Previsione.
  • Difesa contro le Arti Oscure : Oltre ogni Previsione.
  • Cura delle Creature Magiche : Eccezionale.
  • Astronomia : Accettabile.
  • Storia della Magia : Accettabile.
  • Divinazione : Desolante.

I migliori saluti.

                                                                                                                            Minerva McGranitt

                                                                                                                                Vicedirettrice

 

«Ron sono assolutamente orgogliosa di te! Certo potevi mettere un po’ più d’impegno in Divinazione, non è una materia difficile,in fondo…!» continuò la signora Weasley.

«Mamma! » la interruppe Ron.

«D’accordo va bene così! Bene allora datemi qui le liste dei libri! Domani andrò a Diagon Alley ad acquistare tutto l’occorrente!» concluse Molly gioviale.

«Dobbiamo dirlo a Harry!» disse Ginny.

«Si, assolutamente» fece Ron.

I tre si precipitarono di sopra pensando ad alta voce quello da scrivere all’amico nella loro lettera.

 

 

*************

 

 

Harry era seduto sul letto della sua cameretta a Privet Drive;il sole gli scottava la nuca. Erano da poco passate le tre del pomeriggio e ora tentava –con scarso risultato- di leggere la lettera che aveva appena ricevuto da Grimmauld Place cercando di ignorare il baccano che faceva Leotordo il gufo di Ron.

 

Caro Harry,

abbiamo appena ricevuto le lettere da Hogwarts. Io sono di nuovo prefetto assieme a Ron. I risultati dei G.U.F.O. sono stati semplicemente grandiosi; anche se a dirla tutta potevo fare meglio a Difesa contro le Arti Oscure: ho preso solo ‘Oltre ogni Previsione’  e qui Harry provò una piacevole sensazione nel constatare che era più bravo di Hermione nel fare qualcosa  ad ogni modo sono molto soddisfatta dei miei dieci G.U.F.O.; Ron ne ha presi otto. Puoi immaginare la gioia che c’è in casa! Harry ci manchi da morire. Volevamo chiamarti con il telefono ma non c’è nessun membro dell’Ordine che può scortarci. Lupin ci ha detto che non verrai e che i Dursley ti accompagneranno alla stazione. La mamma di Ron prenderà tutto l’occorrente a Diagon Alley domani mattina poi te lo farà avere in qualche modo. Non vediamo l’ora di vederti. Come sempre non possiamo darti nessuna notizia riguardo a Tu-sai-chi; ma le cose non vanno troppo bene. Hai già mangiato tutte le schifezze che ti abbiamo mandato? Fred e George volevano sapere se hai gradito il loro regalo! Qualsiasi cosa ti abbiano regalato dimmi che non lo hai aperto!!!! Come va con i Dursley? Rispondi prima che puoi e scrivi tanto.

Ci vediamo a King’s Cross.

                                                                                                   Con affetto Hermione, Ron e Ginny

 

 

Harry prese un foglio di pergamena e cominciò a scrivere la risposta per i suoi amici. Gli raccontò di come andavano le cose con i Dursley e del comportamento di zia Petunia senza accennare minimamente al fatto che fosse chiuso in casa. Non riferì nemmeno gli strani incubi che lo tormentavano da parecchie notti ormai; non voleva si preoccupassero più di quanto non facessero di già. Scrisse con grande orgoglio i suoi risultati ai G.U.F.O. ma dimenticò di informarli della nuova carica di Capitano della squadra di Grifondoro. Anche lui non vedeva l’ora di vederli.

 Si girò alla sua sinistra; appeso alla parete c’era un calendario della ditta dello zio Vernon che esibiva il mese di agosto. Le caselle dei giorni trascorsi erano tutte segnate con una croce rossa e ormai quelle intonse erano davvero poche.

Il primo settembre era alle porte: sarebbe tornato ad Hogwarts tra meno di due settimane.

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** SECONDO CAPITOLO ***


HARRY POTTER E IL PATTO VIOLATO

HARRY POTTER E IL PATTO VIOLATO

 

 

1^ settembre

«Ron, dobbiamo scendere sono tutti di sotto che ci aspettano! » gridò Hermione spalancando la porta della misera stanzetta.

Aveva fatto una corsa impressionante; era tardissimo e dovevano raggiungere la stazione a piedi.

«Cosa diavolo cerchi sotto quel letto?!».

«La mia spilla! Non la trovo più!» rispose il rosso angosciato.

«L’ho infilata io nel tuo baule ieri sera!» fece con semplicità Hermione, incrociando le braccia, spazientita.

«E la scopa…? Sei sicura che…».

«Ho messo dentro anche quella!» ripeté annoiata alzando gli occhi al cielo.

«Oh Herm! Cosa farei senza di te! » disse Ron sospirando sollevato.

La strega arrossì leggermente e un sorriso timido affiorò sulle sue labbra. Si sistemò i capelli dietro le orecchie dimenticando completamente che di sotto c’era un’intera squadra dell’Ordine ad attenderli, una Molly Weasley piuttosto agitata e la dolce signora Black molto più offensiva del solito.  

«Allora vuoi muoverti! Non siamo in ritardo?» disse bruscamente Ron facendola destare dalle sue fantasie.

Senza attendere una risposta, attraversò la stanzetta a grandi falcate e varcò la soglia diretto al piano di sotto, lasciando Hermione che sbuffava come una teiera impazzita.

Silenziosamente scesero in strada. L’abitazione dei Black lentamente scompariva.

Si diressero verso la stazione accompagnati dagli Auror.

C’era Tonks, Malocchio Moody e i signori Weasley, naturalmente, a chiudere la fila. Doveva esserci anche Lupin ma evidentemente aveva altro da fare perché Kingsley Shacklebolt prese il suo posto.

 

 

*************

 

 

Harry si guardò attorno ansioso; sperava vivamente di non aver dimenticato nulla. I libri e tutti gli altri acquisti da Diagon Alley erano arrivati con la posta babbana. Provò lentamente ad elencare tutto ciò che gli sarebbe occorso: libri…piume…scopa…

Si arrese quando la testa cominciò a girargli freneticamente. Prese il baule in una mano nell’altra reggeva la gabbia di Edvige e si diresse di sotto. Mentre scendeva le scale sentiva i Dursley mormorare silenziosamente. Quando fece il suo ingresso in cucina questi si ammutolirono.

 Si sedette sulla sedia e subito gli fu servita la colazione. Addentò il pane appena tostato e bevve un po’ di succo d’arancia; era terribilmente nervoso. Zio Vernon era seduto a capo tavola e, nascosto dietro il quotidiano, mandava giù di tanto in tanto qualche sorso di caffé. Nel frattempo la zia Petunia era tutta intenta a riordinare e pulire la cucina già perfettamente impeccabile.

Si sentiva tremendamente a disagio. Era la prima volta che i Dursley lo accompagnavano alla stazione e non sapeva cosa fare. Non era sicuro neanche se se ne fossero ricordati. Aveva una paura folle all’idea di poter perdere il treno per Hogwarts.

Poi all’improvviso lo zio Vernon si alzò, si sistemò la camicia nei pantaloni e disse «Tra quindici minuti usciamo di casa, ragazzo!».

Harry provò un gran sollievo e annuì senza troppa enfasi. Vernon sistemò il baule e la gabbia vuota di Edvige nel portabagagli sbuffando schifato e fece cenno ad Harry di entrare nell’auto.

Partirono alle dieci in punto lui, zio Vernon e la zia Petunia. Dudley rimase a casa con la scusa di non sentirsi troppo bene, ma Harry aveva il sospetto che il piccolino di casa Dursley avesse ancora paura di vedersi spuntare una coda da maiale sul didietro o peggio, che la sua lingua diventasse lunga come il ponte di Brooklyn.

Il paesaggio fuori sfrecciava veloce e indifferente. Ovunque volgesse lo sguardo Harry vedeva solo fretta e noia. Dappertutto vi erano autisti infuriati che suonavano incessantemente il clacson, pedoni distratti che procedevano per le strade di Londra senza curarsi di niente e di nessuno. Tutti ignari del male che li avvolge e li seduce.

 Harry non era proprio sicuro se valeva la pena soffrire tanto per salvare la vita a certa gente!

Arrivarono a King’s Cross con dieci minuti di anticipo.

I Dursley lo seguirono fin dentro la stazione, guardandosi attorno con circospezione. Non appena avessero intravisto qualcuno di strano, se la sarebbero data a gambe.

All’ingresso Harry si voltò con l’intento di salutare i suoi zii il più velocemente possibile, augurandosi di non rivederli per parecchio.

 «Be’ allora c-ci vediamo…!» mugugnò profondamente imbarazzato.

Fece per voltarsi, ma Petunia mosse qualche passo in avanti e inaspettatamente lo abbracciò; il gesto durò meno di un millesimo di secondo e sicuramente non traboccava di amore ma Harry si sentì riscaldare.

«Abbi cura di te!» aggiunse e Harry avrebbe giurato di aver visto negli occhi della zia un velo d’angoscia.

«Lo farò!» rispose Harry meccanicamente, scioccato da una dimostrazione d’affetto così palese e sincera.

Si voltarono tutti e tre contemporaneamente e, ancora profondamente sconvolto, Harry si diresse verso la barriera che separava questo mondo da quello magico. La attraversò rapidamente e si arrestò alla vista dell’Espresso che sbuffava imponente.

Tirò un sospiro di sollievo ma si disse che era meglio cercare i Weasley e alla svelta altrimenti non avrebbero trovato uno scompartimento vuoto neanche a pagarlo.

 La ricerca fortunatamente non fu né lunga né estenuante; i Weasley sarebbero stati evidenti anche di notte con la foschia grazie ai loro capelli!

Si avvicinò con passo svelto. Erano attorniati da alcuni membri dell’Ordine e Harry provò una fitta al cuore quando ripensò alla partenza dello scorso anno!

Sembrava che non l’avessero notato, ma poi Ginny si voltò e gridò:

 «Harry! Sei arrivato, finalmente! Ancora qualche minuto e mamma avrebbe mandato tutti gli Auror del Ministero a cercarti!».

Molti sorrisero, a parte la signora Weasley che aveva gli occhi traboccanti di lacrime.

«Oh sciocchezze! E’ che…sono contenta di vederti, Harry caro!» e così dicendo lo strinse fino a mozzargli il fiato come da tradizione. Poi fu la volta di Hermione e Ron. Tutti quegli abbracci lo stavano mettendo in imbarazzo e Ginny lo notò trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

Nel frattempo Draco Malfoy accompagnato dalla madre Narcissa procedeva con passo elegante e sicuro verso l’Espresso; assolutamente incurante dei bisbiglii e delle occhiate timorose che si erano sollevate al suo arrivo. Si fermò a pochi passi dall’Espresso e si guardò attorno alla ricerca dei suoi due compari Tiger e Goyle.

 Razza di stupidi! Sanno perfettamente che devono aspettarmi qui e prendere il mio baule…ma dove si saranno cacciati?! Giuro che se li trovo a rimpinzarsi… gli farò molto ma molto male! Voltandosi alla sua destra intravide Harry assieme a tutti gli altri.

Ma guarda, guarda! Potty Potter, i Weasley al completo e la Mezzosangue con tutta la scorta al seguito! Feccia!

 I suoi pensieri furono immediatamente interrotti dalla dolce voce della signora Malfoy.

 «Draco è meglio che tu vada altrimenti rischi di non trovare neanche uno scompartimento libero».

«Un Malfoy trova sempre uno scompartimento libero, mamma » disse per tutta risposta il

biondino rivolgendo alla madre uno sguardo truce con un tono che sottolineava tutta la superiorità del suo nome.

«Già…! Soprattutto se è tanto affascinante da non potergli staccare gli occhi di dosso! Proprio come te!» aggiunse la signora Malfoy con il pallido viso illuminato da un dolce sorriso.

«M-ma di cosa diavolo…stai parlando?» chiese Draco leggermente imbarazzato ma anche un po’ stizzito; non gli andava giù che la madre si burlasse di lui.

«Se ti volti leggermente verso la tua destra….» gli bisbigliò Narcissa all’orecchio con molta discrezione.

In effetti, poco più in là Ginevra Weasley fissava assorta il giovane Serpeverde; lo aveva visto arrivare assieme alla madre e immediatamente si era persa in mille pensieri e riflessioni.

 Chissà come si sente, ora che suo padre è ad Azkaban e tutto il mondo magico sa perché! Sarà parecchio triste, glielo si legge negli occhi……

Aveva continuato a guardarlo pensierosa, quando ad un tratto Malfoy le aveva restituito lo sguardo.

Si fissarono per qualche secondo lei ancora immersa nei suoi pensieri lui scioccato dal modo in cui Ginevra Weasley lo scrutava. Si riprese all’improvviso come se si fosse appena accorta che anche il biondino la guardava. Distolse lo sguardo e arrossì violentemente. Stupida! Ma che ti è preso! Si è accorto che lo fissavi! E adesso… bella figura!!!!

D’altro canto nella bionda testolina….

E’ quella stupida di una Weasley che cosa avrà tanto da guardare! Emise uno sbuffo di disapprovazione, sfiorò la guancia della madre con un bacio e si avviò.

Tornò a guardare Harry e tutti gli altri ancora un minuto, con espressione glaciale dipinta sul volto diafano; si soffermò ancora un po’su Ginny.

Chissà cosa diavolo le passava per la mente! Lo aveva guardato con un’espressione diversa dal solito, non era rabbia, rancore, odio…lui era rimasto colpito da quello sguardo.

 «Stupida di una Weasley!» ringhiò a mezza voce.

 Senza sapere però che il ricordo di quello sguardo lo avrebbe tormentato per il resto del viaggio.

 

 

*************

 

 

Il treno era stracolmo di studenti di Hogwarts. Quelli del primo anno ne erano almeno un centinaio che sommati ai ‘veterani’ davano come risultato un caos infernale e nemmeno uno scompartimento libero! Fantastico!

«Ma guardate questi del primo anno!»fece Ron additando divertito un gruppetto di futuri studenti di Hogwarts tremanti «Sono minuscoli! Sembrano gli gnomi che si nascondono nel giardino alla Tana, eh Gin…!».

«Non dire sciocchezze, Ron! Sei tu che sei troppo alto! Somigli sempre di più a un troll di montagna!» rispose Ginny facendo scoppiare a ridere tutti.

«Ah ah! Molto divertente Ginevra!» rispose Ron con tono risentito.

«Ma dai Ron sai che scherza! Non te la prendere!» disse Harry continuando a sbellicarsi. Ron non era affatto convinto e stava per rispondere all’amico quando:

«Non vorrei interrompere, ma è meglio se ci diamo da fare per trovare uno scompartimento altrimenti dovremo separarci!» interruppe Hermione saggiamente e così facendo mise fine ad un battibecco che altrimenti  sarebbe durato piuttosto a lungo!

«Hei, ciao ragazzi!» disse Neville Paciock fermandosi di colpo davanti ai quattro.

 «Oh ciao Neville!» risposero gli altri in coro.

«Dove vai così di corsa!?» chiese Ginny alquanto impressionata.

«Ho trovato uno scompartimento vuoto e ho pensato che vi avrebbe fatto piacere…cioè non ce ne sono più di vuoti…e quindi…o meglio forse ce n’è ancora qualcuno vuoto o semivuoto ma…» farfugliò Neville cercando di riprendere fiato.

«Ok abbiamo capito alla perfezione! Grazie Neville ci sei di grande aiuto! Ora calmati, respira…e mostraci lo scompartimento! Ok?» rispose Hermione amorevolmente.

«Oh si! Per di qua...! Ehm, ragazzi…l-lo scompartimento non è proprio vuoto…! Luna Lovegood è con noi! Spero non….» disse Neville un po’ imbarazzato.

«Oh no, non è un problema! Vero ragazzi?» chiese Hermione con un ampio sorriso ipocrita.

«Nessun problema!» rispose Ginny in fretta.

«Harry? Ron?» chiese Hermione piuttosto intimorita.

I ragazzi non risposero, ma l’espressione dipinta sui loro volti lasciava intendere alla perfezione l’eventuale risposta; con un po’ di diplomazia direi che non erano particolarmente entusiasti all’idea.

A Ron Luna ‘Lunatica’ non era mai piaciuta. Il primo incontro l’ebbero sull’Espresso lo scorso anno e Ron rimase decisamente turbato dalla bionda Corvonero. La sua espressione…gli occhi…e l’abbigliamento…rabbrividiva al solo pensiero!

Harry invece non era dello stesso parere…questo non vuol dire che adorasse Luna, ma c’erano dei lati positivi in lei! Per esempio l’anno scorso non esitò ad aiutarlo ad entrare di nascosto nell’ufficio della Umbridge…!(Anche se non era sicuro che sapesse esattamente ciò che stava facendo!).

Poi si unì a Harry, Ron e Hermione quando si diressero all’Ufficio Misteri…non era perfettamente consapevole del pericolo che correva…e in ogni caso anche quando ne fu consapevole non rinfacciò mai a Harry di aver messo in serio pericolo la sua vita. Si era comportata da amica e poi anche lei vedeva i Thestral, ma…era innegabilmente e irrimediabilmente fuori di testa!

Entrarono nello scompartimento e subito scorsero Luna. Era china su di una rivista e i lunghi capelli biondi, quasi bianchi, le ricadevano sulle spalle nascondendo il viso.

«Ciao Luna» fece Ginny con un cenno.

«Oh ciao Gin…! Hermione…Ronald…! Ciao Harry!».

 Con molta calma e indifferenza Luna salutò tutti e quattro i Grifondoro in una sola volta per poi tornare immersa nella lettura del Cavillo.

«Ciao anche a te!» rispose Harry, ma la bionda Corvonero era già tornata ai suoi interessi. Guardò Ron con espressione ricolma di stupore.

«Lascia stare!» bisbigliò Ron.

Dopo aver sistemato i bauli nella rastrelliera Ginny si sedette vicino al finestrino davanti a Luna, mentre Hermione le si sedette affianco.

«Allora Luna…come hai passato le vacanze?» cominciò quest’ultima cercando di dare inizio ad una conversazione amichevole.

«Bene ti ringrazio Granger! Sono stata alla ricerca nella foresta pluviale con mio padre e la sua equipe di studiosi» rispose Luna con tono sognante e gli immensi occhi azzurri fuori delle orbite.

«Eh…alla ricerca di cosa?» chiese Hermione con fare scettico.

«No…aspetta, lasciaci indovinare…» irruppe Ron con espressione falsamente concentrata «…ancora Ricciocorni Schiattosi…non è così!?».

 Tutti risero a parte Luna che volse lo sguardo imperturbabile verso Ron. Ad ogni suo movimento la collana, a cui era stato aggiunto un grazioso braccialetto, fatta con i tappi di Burrobirra tintinnava emettendo un suono argentino.

«Mi sono sempre chiesta in base a quale criterio il Preside scelga i suoi Prefetti!» disse Luna con fare disinvolto corrugando leggermente la fronte.

«Ehi cosa stai insinuando?!» disse Ron che ora stava veramente cominciando a scaldarsi.

«Hem forse è meglio che ci diamo una calmata….!».

Ma Ron non ne voleva sapere e anzi stava per ricominciare quando Hermione lo interruppe con sguardo minaccioso; uno di quegli sguardi che a Ginny fece ritornare alla mente sua madre .

«Ron…basta così! Che ne dici?» concluse la strega mettendo fine alla discussione.

Come per magia Ron tacque e si sedette davanti a Harry imbronciato.

Per essere solo l’inizio le cose andavano decisamente male. Nello scompartimento regnava il silenzio più assoluto, la situazione stava diventando pesante, e qualcuno ben presto avrebbe rimpianto tutto quel silenzio.

«Avete una relazione voi due?» chiese tutto d’un tratto Luna con voce squillante puntando gli occhi pallidi su Ron e Hermione.

«C-cosa…?!» risposero i due all’unisono. Ginny mascherò con un colpo di tosse un risolino mentre Neville e Harry ridacchiavano divertiti dalla reazione dei due.

«Assolutamente no!» fece Hermione con tanta foga che Ron ci rimase quasi male.

Ma deciso a mascherare la sua delusione aggiunse «Con Hermione…!? Ma neanche se fosse l’ultima rimasta sulla faccia della Terra!».

Aveva esagerato! Hermione si voltò verso di lui lentamente come se non riuscisse a credere veramente a quello che aveva sentito.

Ron, dal suo canto, quando i suoi occhi azzurri si incontrarono con quelli nocciola di lei si sentì morire dentro. L’aveva fatta grossa! Lei esibiva un’espressione profondamente ferita e disgustata.

«Esco a prendere una boccata d’aria!» disse all’improvviso e uscì dallo scompartimento con sguardo assente.

«Ronald Weasley…sei un idiota !» esordì Ginny.

«Ehi, io non le ho fatto niente!» si difese Ron. La sua risposta era stata più che legittima.

Ginny non osò replicare piuttosto si sedette più comodamente sul sedile contemplando il paesaggio che sfrecciava al di fuori lasciando la mente libera e rilassata, almeno ora che poteva farlo! Fra qualche giorno avrebbe rimpianto le vacanze.

 Quest’anno ci sarebbero stati i G.U.F.O. e l’idea le faceva mancare l’aria! Improvvisamente nella sua mente tornò a galla il ricordo di ciò che era accaduto alla stazione poche ore prima!

 Accidenti…Malfoy l’aveva vista fissarlo! Chissà cosa si é messo in testa quell’idiota figlio di un Mangiamorte…pensò Ginny con il viso paonazzo in preda a una crisi d’ansia …figlio di un Mangiamorte… chissà se diverrà anche lui come il padre…be’ l’aria ce l’ha! Quell’aria da statemi-lontano-altrimenti-mi-insudiciate è rivoltante…e poi con quello sguardo sempre alto e fieroe gli occhi…già quegli occhi… quando Ginny si accorse che Draco la stava guardando per un attimo si era persa nei suoi occhi grigi…così freddi ma allo stesso tempo così espressivi; c’era dolore, stupore e rancore in quegli occhi. Solo il ricordo la faceva rabbrividire da capo a piedi e le provocava una spiacevole sensazione allo stomaco……

 

 

*************

 

Intanto qualche scompartimento più in là………

Chissà a che cosa pensava quella stupida figlia di un babbanofilo…pensò Draco con rabbia mentre cercava di ignorare gli schiamazzi messi su da Pansy Parkinson e le sue amiche Serpeverde con la vergognosa collaborazione di Tiger e Goyle.

Mi fissava assorta…e sembrava che provasse compassione…! Stupida pezzente caso mai sono io a compatirla, lei e tutta la sua famiglia di straccioni…! Il suo sguardo…dio quello sguardo mi dà il tormento! Ha gli occhi azzurri più grandi che io abbia mai visto…vuoi vedere che la poveraccia si è presa una bella cotta! Sghignazzò soddisfatto all’idea…non è poi così male come idea…suo padre l’avrebbe ucciso a mani nude solo per aver pensato una cosa del genere!

Un fruscio al suo fianco lo fece destare dai suoi pensieri…era Pansy Parkinson! La strega Serpeverde gli sbavava dietro da sempre non di certo per il fatto di essere perdutamente innamorata del nostro rampollo, quanto più per l’ingente eredità che il piccolo Malfoy si portava dietro!

«Non ora…» la liquidò velocemente Draco e così facendo uscì dallo scompartimento sbattendosi dietro le porte.

Per il corridoio non c’era quasi nessuno, a parte una ragazza con un’immensità di capelli castani che le ricadevano disordinatamente sulle spalle nascondendole il viso; malgrado questo la riconobbe subito.

 Dannazione la Mezzosangue... non ho proprio voglia di sentirla…ma oramai era troppo tardi per cambiare strada.

Le passò affianco con un fruscio, ignorandola completamente. Hermione si voltò….non posso credere ai miei occhi…m-ma quello è Malfoy…!

Continuò a seguirlo con lo sguardo…sembrava non averla vista…

«Ciao Hermione!» Ernie Macmillan si era appena avvicinato alla ragazza e ora la guardava accigliato.

 In effetti, Hermione aveva la bocca spalancata e sembrava avesse visto un fantasma.

«Oh ciao Ernie….volevi dirmi qualcosa?» rispose velocemente.

«S-si…ci hanno convocato…dobbiamo andare alla riunione dei prefetti…lo dici tu a Ron?» chiese un po’ intimorito il ragazzo.

«Si! Perfetto! Lo farò! A fra poco!» rispose acida.

«S-sicura di stare bene? Ce l’hai con me per caso?».

«No…! Assolutamente…» rispose Hermione sorridendo imbarazzata «…ci vediamo fra poco…».

Così dicendo si diresse verso lo scompartimento, lo aprì di scatto facendo sussultare i presenti;

«Hops! Scusate non volevo spaventarvi! Ron…» continuò, mantenendo un’espressione divertita «…cambiati dobbiamo andare e santo cielo…sputa quella Gelatina!».

Ron si alzò di scatto, finì di trangugiare la Gelatina che aveva in bocca e cominciò a cambiarsi più in fretta che poteva, leggermente impressionato dalla velocità di cambio d’umore dell’amica.

Uscirono lasciando dietro di loro gli sguardi attoniti dei presenti, eccetto Luna che sembrava non essersi accorta di ciò che era accaduto.

«Quei due…!» esordì Ginny con un cipiglio divertito «non la smetteranno mai…anche quest’estate…facevano la stessa identica cosa!».

«Passate le vacanze insieme voi?» chiese Neville innocentemente.

Ginny s’irrigidì e volse lo sguardo verso Harry. Il mago era tutto intento a fissarsi le scarpe, ma Ginny sapeva che se ne fosse stato capace avrebbe cominciato a scagliare fulmini e saette da tutte le parti.

 Tasto MOLTO dolente.

Hermione dove sei?!!! Pensò la rossa disperata. Di certo l’amica avrebbe saputo come districarsi dall’impiccio. Trasse un profondo respiro imponendosi di mantenere la calma.

«Oh si…ma solo verso la fine e … è una noia mortale comunque…senza Fred e George…!».

«Una noia mortale…come no! Essere chiusi in una casa non tua, con gente che non perde occasione per dirti quanto tu non sia il benvenuto e che ti proibisce di fare ciò che la gente come te fa o di uscire anche solo a prendere una boccata d’aria…quella è ‘noia mortale’…! Oppure vivere in attesa che una maledetta civetta arrivi con, tra le zampe, una lettera…be’ quello poi è decisamente…».

«Harry io non volevo…» interruppe Ginny con fare mortificato «…so perfettamente cosa hai passato e sicuramente non volevo…».

«E così sei rimasto segregato in casa per due mesi…» chiese all’improvviso Luna -che da poco era tornata tra i comuni mortali- destata, evidentemente, dalla voce alterata di Harry.

«Già…potevo uscire solo la mattina sorvegliato a distanza naturalmente! E indovinate da chi venivano gli ordini…?!» continuò il giovane Grifondoro che ora come non mai aveva tutta l’intenzione di scaricare tutta la tensione accumulata e far passare ai suoi amici un po’ di quello che era stato costretto a subire lui.

«Ehi non ci hai mai detto che non ti permettevano di uscire…» fece Ginny tutta un tratto indispettita.

Harry non seppe che rispondere; effettivamente non ricordava il perché aveva tenuto nascosta una cosa del genere ai suoi amici, forse non voleva essere compatito più del necessario.

E adesso di preciso cosa stai facendo?disse una vocina nella sua testa.

 Si… ma non e questo il punto! Si rispose.

Ora si sentiva di nuovo solo e una spiacevole sensazione lo invase. Gli tornò alla mente il sogno fatto a Privet Drivesei solo Harry…

« Io non vedo dove sia il problema!» esordì Luna con tono pacato rivolta a Harry, fissandolo nei suoi immensi occhi verdi.

 « C’è un potente mago oscuro in circolazione che guarda caso cerca proprio te e non di certo per bere una fumante tazza di thè davanti ad un invitante vassoi di pasticcini! Vuole ucciderti perché tu sei l’unico che potrà mai un giorno sconfiggerlo definitivamente; ora vedi come pare ovvio che, chi ti ama ti protegge anche a costo di farti star male e chi non ti ama ti protegge perché resti pur sempre l’unica speranza per quest’ingrato mondo…»

Harry, Ginny e Neville erano letteralmente a bocca aperta e Luna non dava segno di volersi fermare.

 « Sei praticamente un eroe…malgrado questo, non è ancora ora di farsi prendere dall’egocentrismo…non trovi?» e così concluse come se avesse appena finito di spiegare perché due più due fa quattro.

In quell’istante Harry avrebbe voluto che la terra lo inghiottisse oppure che il tempo tornasse velocemente indietro per dargli la possibilità di tenere chiusa quella boccaccia.

Non aveva pensato a quello che faceva e ora si rendeva perfettamente conto di quanto fosse stato idiota a credere ai suoi sogni. I suoi amici non lo volevano morto e nemmeno Silente quindi non c’era motivo di prendersela così tanto.

Luna nel frattempo era lì che lo guardava imperturbabile in attesa di una risposta.

Come osava dirgli le cose che gli aveva detto, lui non era un arrogante egocentrico… o si? Lei in fondo che ne poteva sapere di ciò che lui provava…lo sa benissimo e tu lo sai!

Era certamente in imbarazzo, nessuno gli aveva mai detto determinate cose con così tanta disinvoltura figurati se permetteva a Lunatica Lovegood di farlo; accidenti a lei!

Ci aveva ripensato: non le era affatto simpatica!

Proprio in quel momento le porte dello scompartimento si aprirono e Hermione, seguita da Ron, apparve sulla soglia. Entrarono e si sedettero.

«E’ quasi ora di andare! Dovreste cambiarvi! Harry tutto bene?» chiese Hermione un po’ preoccupata per l’espressione assente dell’amico.

«Oh si…» fu la risposta di Harry che non aveva ancora smaltito la predica di Luna.

 La strega lanciò uno sguardo interrogativo a Ginny che con un sorrisetto divertito le fece cenno di rimandare a dopo la questione.

«Abbiamo una grande notizia per voi! Indovinate chi è il nostro nuovo, anche se non è proprio nuovo, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure?» fece Ron fremente.

Harry non era certo di voler sentire la risposta, aveva come un brutto presentimento.

«Remus Lupin…!» concluse Ron con tono trionfante.

Perfetto! Questa si che è una grande notizia! Oggi non è proprio giornata! Pensò Harry profondamente amareggiato.

 Il nome del suo nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure gli faceva tornare alla mente tanti di quei ricordi spiacevoli che Harry sentì un forte senso di oppressione abbattersi su di lui.

«Wow è fantastico! Finalmente si torna a fare le cose con serietà!» disse Neville con un entusiasmo da lui insolito.

«Lo abbiamo visto tutti i giorni per due mesi…perché non ci ha detto niente?» chiese Ginny, mentre già cominciava ad indossare la divisa di Hogwarts.

«Credo proprio che sia una sorpresa per Harry da parte di Silente!» disse Hermione facendo sfoggio di uno dei suoi migliori sorrisi come a voler dire ‘Hai visto Harry come ti vuole bene Silente!

Harry dal suo canto sorrise debolmente insicuro riguardo a quale tortura avrebbe voluto subire piuttosto che stare lì ad ascoltare Hermione.

«Oh quasi dimenticavo! Quando ero fuori in corridoio indovinate chi ho incontrato?... Draco Malfoy!» disse Hermione tutto d’un fiato.

 Ginny, che prima era tutta intenta a sbrogliare la cerniera, della gonna, inceppata, sussultò a sentire quel nome e cominciò a prestare attenzione a Hermione.

« Senza i suoi scagnozzi. Mi è passato affianco senza rivolgermi la parola…non che mi aspettassi un saluto ma non mi ha neanche offeso…mi ha ignorato! È certamente piacevole, però…è strano!».

«Avrà abbassato la cresta ora che il paparino è a marcire ad Azkaban!» constatò Harry piuttosto soddisfatto.

« Già…be’ è quello che si merita lui e tutta la sua famiglia di Mangiamorte…morire nella maniera più atroce! Spero per lui che non mi si avvicini perché non esiterò un istante a rovinare il suo bel faccino purosangue!» disse Ron con una sicurezza da poco acquisita, certo che dal suo metro e novanta avrebbe potuto ridurre a brandelli perfino Grop il simpatico fratellino di Hagrid.

«Ron…» sbottò all’improvviso Ginny che già da parecchio aveva smesso di curarsi della gonna e si era immersa nella discussione «… non è decisamente carino quello che hai appena detto…il proprio padre rinchiuso in una prigione con gli Auror più spietati che siano mai stati al servizio del Ministero…è orrendo persino per un Malfoy…! Prova a metterti nei suoi panni…starà di certo male…e inoltre…» si bloccò, quando si accorse con che faccia i suoi amici la stavano guardando.

La fissavano con gli occhi spalancati come se stessero parlando con il suo fantasma anziché con lei. «Gin…cosa diavolo stai dicendo? Prendi le sue difese …?» chiese Harry sorridendo incredulo.

«No..! E’ che l’ho visto alla stazione e mi sembrava parecchio triste…cioè lui…» tentò di giustificarsi la giovane strega le cui gote cominciavano a prendere colore.

Luna intanto osservava la scena persa nei suoi pensieri.

«Nei panni di un Malfoy…mai e poi mai!!!» disse Ron pensando ad alta voce e poi rivolto direttamente alla sorella « Non mi pare che lui si ‘mettesse nei miei panni’ quando aiutava la Umbridge con la sua stupida Squadra d’Inquisizione lo scorso anno…è solo uno sporco bastardo…».

«Ok…adesso basta! Ginny ha solo detto ciò che pensava, non credo si debba giustificare e non mi pare il caso di sollevare tutto questo polverone…! » disse Hermione con tono risoluto «Certo sono alquanto sconcertata e non so davvero come Ginny possa pensare una cosa del genere…ma comunque la discussione termina qui…!» proseguì riflessiva.

Merlino solo sa quanto Ginny fu grata all’amica per averla tolta dall’impiccio. Non le piaceva quando Ron le dava addosso, le dispiaceva, e poi lei non era una che amava litigare per motivi futili a differenza del fratello.

Nello scompartimento calò un silenzio pieno di tensione. Luna ora fissava Harry con intensità come se già sapesse che stava per chiedere qualcosa e infatti:

«Auror ad Azkaban..? Gli Auror del Ministero ad Azkaban…e i Dissennatori che fine hanno fatto?» chiese il moro leggermente confuso.

«Si…» gli fece Luna «…i Dissennatori si sono alleati a Voldemort come Silente aveva preannunciato!» concluse con voce inquietante continuando a fissare il mago negli occhi.

Harry era rimasto spiazzato dalla risposta, mai come adesso si era reso conto di quanto fosse vicina la guerra; adesso un peso doloroso gli gravava sul cuore, una paura e una rabbia improvvisa lo colsero facendolo tremare.

 Hermione, immaginando ciò che stava frullando nella testa del suo migliore amico, si affrettò ad aggiungere «Silente assieme agli altri membri del Wizengamot hanno lavorato a lungo con la magia; Azkaban è stata resa più sicura grazie a potenti incantesimi e gli Auror sembrano tenere a bada i prigionieri! Non devi avere paura stiamo lavorando duramente, ma ce la faremo!» concluse ostentando un sorriso rassicurante che, però sortì l’effetto contrario su Harry.

Per quanto la strega avesse cercato di apparire disinvolta la sua voce tremava mostrando tutta la sua fragilità; neanche lei era sicura di quanto Silente e gli altri maghi potessero fare per fermare il male più profondo e oscuro!

«È-è ora di andare che ne dite?» disse con cautela Neville, ancora scosso a causa della discussione appena terminata.

 In effetti, erano già arrivati alla stazione di Hogsmeade. Con tutto il baccano che avevano fatto non erano riusciti a sentire la voce che annunciava l’imminente arrivo a Hogwarts.

Finirono di vestirsi e cominciarono a scendere. Ben presto Ron e Hermione li lasciarono per andare ad occuparsi di quelli del primo anno ‘cercando di evitare il trambusto e la confusione’, ripeteva orgogliosa Hermione.

 E così toccò a Harry, Neville, Luna e Ginny occuparsi di Leotordo e Grattastinchi. Il corridoio era decisamente affollato ed era ancora più difficile camminare se dovevi reggere due gabbie contemporaneamente.

 Una volta sceso sul marciapiede Harry si guardò attorno in cerca di Hagrid. La stazione di Hogsmeade era immersa nell’oscurità della notte. Alcuni lampioni illuminavano la strada mostrando in lontananza le vecchie carrozze di Hogwarts. La fresca brezza serale profumata di pino pungeva sul viso di Harry che dopo due mesi di semi-reclusione apprezzò a pieno quella  piacevole sensazione.

«Gin, hai già visto Hagrid?» chiese rivolgendosi all’amica, ma fu Luna a rispondergli.

«Si…guarda è laggiù…! Regge in mano la lanterna ed è attorniato da bambini…che sembrano moscerini!».

«Ah si! Grazie!» rispose Harry burbero e poi si voltò verso la rossa che sembrava letteralmente sommersa dai pensieri.

Ginny fissava un punto imprecisato davanti a sé; ripensava ancora alla discussione di poco prima, era imbarazzata per ciò che aveva fatto, ma, in fondo, non aveva detto che Malfoy non merita la prigione… non è giusto che Harry e Ron dicano certe cose…e poi non ho preso le difese di Malfoy…! Oh si? Accidenti con tutto quel pensare le cominciava a far male la testa!

«Ginny è tutto ok?» chiese Harry un po’ mortificato per essersela presa con lei per due volte consecutive e senza un buon motivo per giunta.

«Oh si, Harry! Tutto ok!» rispose Ginny destandosi dai suoi pensieri.

«Ragazzi! Siamo qui, venite!» gridò Hermione sventolando un braccio per richiamare l’attenzione dei suoi amici.

I quattro s'incamminarono su per la lunga fila di carrozze che portavano a Hogwarts. I Thestral a capo di queste pronti a partire. Entrarono velocemente in una carrozza, dall’odore stantio, che cominciò a muoversi quasi subito. Si sistemarono per bene prendendo posto nella semioscurità, quando una voce maschile e famigliare disse:

«Bentornati a Hogwarts, ragazzi!».

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


«Bentornati a Hogwarts, ragazzi

Terzo capitolo

 

«Bentornati a Hogwarts, ragazzi!».

Il professor Lupin era seduto nel posto accanto a quello appena occupato da Neville che nel frattempo giaceva a terra svenuto!

Si era visto Lupin all’improvviso e dato il suo aspetto lo aveva scambiato per un fantasma e questo era stato il risultato!

 Il loro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, in effetti, non aveva una bella cera…il suo volto era pallido e sudato, sembrava decisamente più vecchio con i capelli grigi. Indossava un maglione scuro sopra a dei pantaloni neri piuttosto logori e un lungo pastrano.

«Professore, lei qui?» chiese Hermione piuttosto sorpresa.

«Ciao Hermione! Passato bene il viaggio?» disse Lupin ora chino su Neville nell’intento di farlo rinvenire.

Quando Neville si riprese aveva un brutto colorito verdognolo e stava lì lì per rimettere ma Lupin prontamente gli porse una boccetta con all’interno del liquido opalescente.

«Bevi un sorso ti farà, bene! Anche a me capita di avere le nausea quando viaggio…e così ne ho sempre un po’ nella valigia! Ehm Paciock, mi dispiace di averti spaventato!» disse il professore piuttosto imbarazzato.

«Oh non si preoccupi…mi capita spesso! Comunque sono felice di rivederla, professore!» rispose Neville debolmente appena rinsavito «A proposito neanche lei ha una bella faccia!» aggiunse squadrando Lupin accigliato.

«L’altra sera c’era la luna piena!» constatò Luna con i grandi occhi pallidi spalancati.

«Già…!» fece Lupin mettendosi una mano tra i capelli arrossendo lievemente.

«Siamo veramente felici di riaverla con noi! Non ci avremmo mai scommesso soprattutto sapendo quanto ‘lavoro’ c’è da fare!» disse Hermione ammiccando allusiva.

«Già….come vanno le cose con ‘Lei-sa-cosa’? Ci sono novità?» chiese Ron ,che fino ad allora era rimasto in silenzio.

«Be’ questa non è una situazione facile!» rispose il professore adesso profondamente serio «Voldemort ha tirato dalla sua parte molte creature oscure come i Dissennatori, e anche se i suoi Mangiamorte sono ad Azkaban, è solo questione di tempo prima che passi all’attacco! Noi abbiamo molte risorse e anche il Ministero è dalla nostra tuttavia la rivalità che esiste tra molte famiglie di maghi va a nostro completo svantaggio!» così concluse sospirando.

Il resto del viaggio passò in silenzio interrotto soltanto dal cigolare lento delle carrozze che -da poco avevano attraversato gli imponenti cancelli - e ora arrancavano su per il viale ripido dirette ai grandi portoni di quercia. Hogwarts si stagliava maestosa nella notte stellata, qua e là dalle finestre proveniva una luce soffusa smorzata dal chiarore della mezzaluna che illuminava tutto il paesaggio circostante. Scesero dalla carrozza e Harry cominciò a salire lentamente i gradini di pietra, con Edvige che tubava serafica nella gabbia.

La pace di quel posto si contrapponeva fortemente al resto del mondo preda del trambusto e dell’angoscia. Da lontano poteva scorgere Hagrid che guidava i ragazzi del primo anno attraverso l’enorme lago fiancheggiato dalla foresta proibita.

«A cosa pensi?» gli chiese Lupin facendolo sobbalzare. Harry si volse ritrovandosi dinanzi gli occhi saggi e indagatori del vecchio amico.

«Niente d’importante!» rispose bruscamente e ricominciò a salire i gradini.

«Ho notato che sei rimasto in silenzio per tutto il viaggio …c’è forse qualcosa che ti turba?» chiese continuando a fissarlo intensamente come se volesse leggergli la mente.

In effetti, alla vista del suo vecchio professore, era stato preso da mille pensieri e ricordi…primo tra tutti, il ricordo di ciò che era successo nella ormai celebre Camera della Morte, nella quale Harry tornava tutte le notti se altri incubi non lo tenevano ‘occupato’.

Lupin non lo aveva aiutato a salvare Sirius, né aveva fatto qualcosa per salvarlo lui stesso...queste parole vorticavano nella sua testa in continuazione permettendo alla rabbia e alla frustrazione di soggiogarlo in modo che non fosse più capace di pensare a fare la cosa giusta e confidarsi con i pochi amici veri che gli restavano; a coronare il tutto c’era l’ultimo sogno…così vero da poter essere toccato…non riusciva a toglierselo dalla mente!

«No…tutto bene…» cerco di tagliar corto, ma Lupin non aveva nessuna intenzione di mollare, aveva intuito che qualcosa non andava e voleva aiutarlo.

«Harry ascoltami bene…» si voltò verso di lui, gli prese le spalle e lo guardò fisso negli occhi «….so perfettamente come ti senti…ma credimi se ti dico che hai tanta gente che ti ama su cui poter fare affidamento! Se c’è qualcosa che ti turba puoi dirmelo…l’anno scorso ti saresti confidato con Sirius….ma adesso».

Era troppo.

«Già…a quanto pare tutti sanno come mi sento…mi fa piacere…se vuole scusarmi!» e così dicendo si divincolò dalla presa del professore e varcò il portone di quercia.

Era stufo marcio di sentire sempre le stesse identiche parole, tutti volevano aiutarlo ma nessuno poi lo faceva concretamente. Sapeva che Lupin aveva le migliori intenzioni nei suoi riguardi ma ora come ora voleva starsene alla larga il più possibile.

Quando fu nella Sala d’Ingresso si guardò attorno in cerca dei suoi amici poi li scorse ai piedi dell’imponente scalinata di marmo che dava l’accesso ai piani superiori. Si diresse verso di loro attraversando la sala a grandi falcate facendo ciondolare pericolosamente la gabbia di Edvige -ancora stretta nella sua mano- che ora tubava indignata. Poggiò bruscamente la gabbia sul suo baule, si tolse il mantello e si girò diretto alla doppia porta sulla destra.

«Ehi Harry…ma che ti prende? Ti parlo e neanche mi rispondi!» fece Ron che già da tempo seguiva l’amico cercando di capire cosa fosse successo.

«Scusa Ron è che, non ti avevo sentito…» rispose con sincerità Harry «…mi hai chiesto qualcosa?».

«Si…ho visto che parlavi con Lupin, c’è qualcosa che non va? Sembri furioso!» chiese Ron un po’ preoccupato.

«No Ron, è tutto ok! Andiamo? Ho un po’ di fame!» disse Harry ostentando un sorriso forzato per niente convincente. Ron decise di non indagare oltre, sapeva perfettamente di poter incappare in una delle solite scenate e non voleva mettere alla prova la pazienza dell’amico.

«Ok, allora andiamo! Ma dov’è Hermione?».

 

 

*************

 

Varcarono la doppia porta e si ritrovarono nella Sala Grande, fantastica come sempre, di certo uno dei posti più magici di Hogwarts.

I quattro tavoli delle Case erano già quasi completamente pieni, mentre un quinto tavolo, che si estendeva lungo un solo lato occupato dai professori, non recava nessun posto vuoto.

Harry notò Lupin che parlava sommessamente con Silente e si chiese se per caso stesse riferendo della loro conversazione di prima, poi pensò a ciò che gli aveva detto Luna sul treno… non sono un egocentrico!? disse con sicurezza e distolse lo sguardo.

La sala sembrava ancora più luminosa di quanto non fosse già, questo per merito del cielo stellato e luminoso che il soffitto rifletteva, oltre ovviamente alle centinaia di candele sospese a mezz’aria.

Si diressero verso il tavolo dei Grifondoro e molti al passaggio di Harry lo salutavano sventolando la mano vivacemente.

«Hei Harry! Come stai, amico?» gli aveva urlato Ernie MacMillan facendo voltare tutti i presenti.

Dopo aver risposto con un cenno Harry aveva accelerato il passo deciso ad evitare altre scene simili; considerando il fatto che negli anni passati era stato deriso e insultato adesso era rimasto  piuttosto sorpreso da un atteggiamento del genere. Gli sembrava quasi di essere tornato al suo primo anno!

 Prese velocemente posto vicino ad Hermione –che parlottava con Lavanda Brown- e cominciò a conversare con i suoi compagni tentando di ignorare i mormorii e le occhiate cariche di ammirazione che la sua presenza aveva sollevato.

«Chissà, che fine ha fatto? Ho provato a chiedere alla professoressa McGranitt, ma non me lo ha voluto dire!» disse Lavanda rivolta ad Hermione.

«Che fine ha fatto chi?» chiese Harry curioso.

«Fiorenzo! E chi sennò? Oh ciao Harry, come stai? Passate bene le vacanze? Ma lo sai che trovo tu sia in ottima forma!» disse Lavanda tutto d’un fiato.

«Oh, hem…grazie! Si, tutto bene!» rispose Harry profondamente sconvolto da tanta famigliarità.

In effetti seduti al tavolo dei professori c’erano proprio tutti, la Cooman compresa, ma del centauro nessuna traccia.

«Ma che diavolo prende a tutti?» chiese poi rivolto a Ron .

Neanche finì di fare la domanda che arrivò Colin Canon con suo fratello Dennis.

«Ciao Harry! Ciao Ginevra!» disse Colin arrossendo notevolmente, fissando la rossa ammaliato.

« Colin…» rispose Harry secco.

«Oh ciao, Colin!» fece Ginny piuttosto sorpresa.

«Canon, volevi dire qualcosa?» sbottò Ron piuttosto infastidito.

«Oh, si…» così dicendo tornò a guardare Harry.

Ti prego, non mi dire che Colin ha una cotta per me, non potrei reggere il colpo!....pensò Ginny fra sé… forse è meglio non guardarlo, tanto per non dargli false speranze, sennò chi se lo toglie più di torno….

E così facendo, smise di guardare Colin -che intanto si era sciolto in tutta una serie di complimenti eccitati verso Harry («Credo sul serio tu sia il più grande mago esistente,dopo Silente ovviamente, cioè…voglio dire…quello che hai fatto al Ministero a giugno…sei stato molto coraggioso….») – e prese a guardarsi un po’ intorno.

Scorse il lungo tavolo dei Corvonero, alla ricerca di Luna, ma incappò in una scenetta non proprio piacevole: Cho Chang, con i lunghi capelli neri raccolti in una treccia, bellissima come sempre, che si scambiava effusioni con Michael Corner.

Distolse disgustata lo sguardo e prese a guardare da un'altra parte ma qualcosa attrasse la sua attenzione, uno sguardo unico e fermo, seduto al tavolo di Serpeverde, Malfoy fissava Ginny insistentemente.

 Sembrava stizzito e incuriosito allo stesso tempo…Ginny continuò a guardarlo senza un perché…ma il suo sguardo la intimidiva e le provocava una brutta sensazione alla bocca dello stomaco…tuttavia tenne testa a quello sguardo così inquietante…non aveva nessun’intenzione di mostrarsi a disagio e debole, davanti ad un Malfoy, anche se lo era!

Improvvisamente però la sua attenzione fu catturata dal trambusto sollevato dal moro seduto qualche posto più in là rispetto a lei.

«Ron, mi vuoi dire che diavolo sta succedendo? Cos’hanno tutti?».

«Harry, credo sia per via di quello che hanno scritto sulla Gazzetta del Profeta» annunciò Ron cautamente.

«Ah si? E cosa hanno scritto di preciso?» rispose Harry con i nervi a fior di pelle.

«Hanno detto che ora che V-Voldemort è tornato tu sei la nostra unica speranza, e che non c’è nulla da temere finché ci sei tu! Lo hai sconfitto una volta ed eri solo un neonato quindi sarai perfettamente capace di farlo di nuovo adesso che sei un mago più o meno esperto…per il bene di tutti!» era stata Hermione a parlare e lo aveva fatto mormorando in maniera appena udibile ma ad Harry era parso che quelle parole le avesse gridate perché ora gli rimbombavano dolorosamente nella testa.

«Ah si…ed è tutto qui?» rispose Harry sarcastico.

«Più o meno!» fece Hermione.

Harry stava per rispondere ma poi tacque. Avrebbe dato qualsiasi cosa per trovarsi da un’altra parte!

Le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo e fecero il loro ingresso gli studenti del primo anno. La McGranitt avanzò con passo svelto verso il centro della sala posizionando lo sgabello con sopra il vecchio Cappello Parlante, davanti agli studenti del primo anno.

Cominciò a scorrere la lunga fila chiamando uno alla volta i nuovi arrivati che sedendosi sullo sgabello attendevano di essere collocati ad una delle quattro case.

Erano ancora a ‘Flower Eleanor’ (‘TASSOROSSO’) che già lo stomaco di Ron emetteva sbuffi d’impazienza perfettamente udibili. Una volta arrivati a ‘Winkle Simon’ (‘SERPEVERDE’), il brontolio era di sottofondo e tutti cominciavano ad additare Ron sghignazzando.

La professoressa McGranitt prese Cappello e sgabello e li portò via.

Il professor Silente intanto si era alzato, le braccia allargate e il solito sguardo vispo dietro gli occhiali a mezzaluna.

«Rimpinzatevi alla bene e meglio!» disse con un gran sorriso.

Come per magia tutti i piatti dorati si riempirono di bontà e leccornie di ogni genere; per un po’ di tempo nessuno parlò al tavolo di Grifondoro a parte Sir Nicholas che cercava con scarso risultato di far capire a Ron che mangiare in maniera così ingorda gli avrebbe provocato un serio mal di pancia.

Subito dopo le prime portate fu la volta dei dolci; torta di melassa, dolci al cioccolato, crème caramèl, ma Harry non toccò cibo.

Quando il banchetto finì tutto sparì dai piatti e dai calici dorati, fino all’ultima briciola, lasciandoli perfettamente puliti e lucenti.

«Oh be’ adesso sto decisamente meglio!» fece notare Ron piuttosto compiaciuto.

«Ti sei ingozzato come sempre…» rispose Hermione acida.

«Hermione, potresti per una volta,una volta soltanto essere gentile?!» disse il mago con voce supplicante.

«Mi dispiace è più forte di me…!» rispose sbrigativa la ragazza che immediatamente si girò per tornare a parlare in maniera concitata con Lavanda.

«Mphf …» borbottò Ron per tutta risposta e incrociando le braccia sul petto ammutolì.

Harry non vi fece caso, stava ancora rimuginando sull’articolo!

Sapeva perfettamente che tutti si aspettavano molto da lui, ma sentirlo spiattellato così su un quotidiano non faceva altro che aggravare la situazione; ora il senso di responsabilità pesava il doppio sulle sue spalle e si sentiva decisamente stanco e intorpidito, per non parlare del fatto che non era nemmeno riuscito a godersi il banchetto d’inizio anno.

«Bene…» esordì Silente raccogliendo l’attenzione di tutta la Sala «vi do il benvenuto e dopo questo meraviglioso banchetto, vorrei dirvi giusto due parole, prima di congedarvi tra le braccia di Morfeo!» si schiarì la voce e proseguì sorridendo «Innanzitutto vorrei presentarvi il nostro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, Remus Lupin» la notizia fu accolta con un sincero applauso da parte di tutti meno che dai Serpeverde, che lo guardavano disgustati, da sempre incapaci di apprezzare alcuni ‘aspetti’ della sua personalità.

 «Poi Mastro Gazza, come sempre, mi chiede di informarvi e ricordare a tutti che è proibito usare la magia per i corridoi o utilizzare qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, la cui lista completa e affissa nel suo ufficio…consultatela!».

«A nessuno è inoltre permesso accedere alla Foresta Proibita, e spero vivamente che nessuno debba mai andarci! Al riguardo vorrei darvi alcune ultime raccomandazioni soprattutto dato i tempi che corrono…» ora Silente aveva la più completa attenzione, tutti pendevano dalle sue labbra.

I suoi occhi azzurri si soffermarono per un attimo sui componenti della casa di Serpeverde e poi proseguì sorridendo cordiale «…sarebbe opportuno, anzi oserei dire necessario che tutti voi collaboriate e siate amici! Le Case a cui ognuno di voi appartiene non sono in lotta tra loro, ma tutte vanno a formare un'unica grande famiglia che è Hogwarts! Sarà difficile ma non impossibile! Tutti noi sappiamo che giorni oscuri e terribili stiamo per vivere, be’ mostrarci uniti e la cosa più importante che possiamo fare».

Si fermò un attimo indugiando sui volti pallidi dei suoi studenti come per vedere l’effetto che le sue parole avevano sortito; la maggior parte di loro era in silenzio e continuava a fissarlo ipnotizzati, a differenza dei Serpeverde che si lanciavano tra loro occhiate scettiche sghignazzando, Draco Malfoy poi aveva lo sguardo perso chissà dove.

«Un’ultima cosa aggiungo e poi vi lascio andare, la Coppa del Quidditch è sicuramente motivo di scontro e rivalità, ma vi prego di limitare determinati atteggiamenti al campo da gioco, per i motivi sopra citati! Non vorrei vedermi costretto a sospenderla! Per tanto» fu costretto ad alzare un po’ la voce perché un boato si era levato dalle lunghe tavolate.

Harry ora si era perfettamente risvegliato dallo stato vegetativo in cui era caduto, se avrebbero tolto anche il Quidditch, lui che ci rimaneva a fare a Hogwarts! Ci volle qualche minuto prima che i Prefetti riuscissero a ripristinare il silenzio e quando ciò accadde Silente continuò «per tanto faccio affidamento sulla vostra maturità e ovviamente sui Prefetti e i Caposcuola» disse, «bene, non vi trattengo oltre, potete andare nei rispettivi dormitori e riposare».

Silente si risedette e Harry si sentì più stanco che mai. L’armonia e la quiete che aleggiavano solitamente negli occhi del Preside erano state quasi del tutto sostituite da una determinazione assolutamente nuova; chissà cosa gli avrebbe serbato questo nuovo anno scolastico.

«A proposito, chissà chi sarà il nuovo Capitano della squadra di Grifondoro!» esclamò Ron rivolto a tutta la tavola.

«I-io…» disse Harry sorpreso lui stesso della rivelazione; accidenti lui era il nuovo Capitano e già se ne era scordato!

«Wow, Harry ma è fantastico!» esclamò Hermione raggiante poggiandogli una mano sul braccio.

«Si, è grandioso! La coppa delle Case sarà nostra anche quest’anno se Harry è dei nostri!» annunciò Dean circondando le spalle di Harry con un braccio, ignorando Ron che stava per cadere dalla sedia.

In merito a quest’ultimo poi parve che solo Ginny si fosse accorta dell’improvviso cambiamento d’umore; tornò a guardare il gruppetto festante, erano rimasti praticamente solo loro in tutta la Sala Grande, e lei cominciava a sentirsi stanca; si alzò di scatto e fece per andarsene quando Hermione la trattenne per un braccio.

«Gin, non festeggi con noi ?» disse.

«No, sono parecchio stanca! A domani!» fece con un sorriso un po’ falso e si incamminò diretta al dormitorio.

Perché erano tutti così ciechi e preoccupati solo di loro stessi?!

Aveva appena varcato la doppia porta e girato a destra quando urtò contro qualcosa o qualcuno di particolarmente alto. Cadde a terra. Si rialzò alla svelta e si voltò per vedere con che cosa si era imbattuta. Rimase a dir poco pietrificata nel ritrovarsi di fronte l’espressione attonita e un po’ adirata di Draco Malfoy. Non aveva mai fatto caso a quanto fosse alto e adesso che ci faceva caso era ancora più minaccioso, ma lei era una Weasley e non si sarebbe fatta intimidire per così poco!. Si ricompose lentamente, superò Malfoy e ricominciò a camminare altezzosa come se non fosse successo niente di eclatante.

«Ehi Weasley, ma dico, il mondo si è proprio rovesciato! Non solo mi vieni addosso ma neanche chiedi scusa! Non sapevo che oltre ad essere una stracciona fossi anche maleducata!».

«Oh scusa, Malfoy ma la tua vista mi ha provocato un terribile senso di nausea, e quindi…» Ginny aveva parlato lentamente scandendo bene ogni parola con tono fermo e sicuro ma ora che Malfoy aveva ridotto drasticamente la distanza tra loro due lei non si sentiva più tanto sicura.

«Alla stazione non ho avuto quest’impressione, e neanche prima nella Sala Grande…non è che ti sei presa una cotta…pensa a cosa direbbe quel pezzente di tuo fratello e tutta la tua famiglia di morti di fame…» constatò con una smorfia divertita.

Ad un tratto la mano di Ginny scattò istintivamente verso il volto strafottente di Malfoy, ma lui fu molto più abile.

Le afferrò il polso e la inchiodò contro la fredda parete alle sue spalle. Ginny sgranò gli occhi trattenendo il respiro, mentre il biondino si avvicinava sempre di più mantenendo salda la presa su di lei.

Negli occhi grigi, chiusi a due fessure, c’era rabbia. Le labbra sottili erano strette in una smorfia di disapprovazione.

 «Prova un’altra volta a fare quello che hai fatto adesso e ti giuro che ti farò pentire di essere venuta al mondo, piccola stupida stracciona!» ringhiò.

«Toglimi le mani di dosso!» disse Ginny ostentando una sicurezza di cui era assolutamente sprovvista «…sei solo un moccioso arrogante, non mi fai paura… » continuò fissando i suoi grandi occhi azzurri in quelli glaciali di lui.

Aveva paura e come, in fondo Draco rimaneva sempre il figlio di un Mangiamorte, ma non aveva nessuna intenzione di dargli soddisfazione.

D’altro canto però al biondino non la si poteva dare mica a bere, sapeva che quella negli occhi di Ginevra era paura, ma era ugualmente stupito dalla tenacia dimostrata. Aveva fegato la ragazzina!

I due continuarono a fissarsi. I brividi le percorrevano tutta la schiena a causa della parete di pietra contro la quale Malfoy l’aveva costretta. Sperava che da un momento all’altro sarebbe arrivato qualcuno, ma non fu necessario perché lentamente Malfoy cominciò ad allentare la presa sui suoi polsi; la rossa approfittò del momento e si divincolò, con tutta l’intenzione di mettere tra lei e Malfoy la maggior distanza possibile.

 Prese a camminare velocemente ma poi la voce strascicata di lui la richiamò.

 «Non ho ancora finito,Weasley…»aggiunse con un sorriso strafottente dipinto sulle labbra «…cinque punti in meno per Grifondoro perché hai quasi toccato un Prefetto, dieci perché il Prefetto in questione sono io e altri cinque perché….non lo so ma inventalo tu un motivo…ce ne sono parecchi!» e così dicendo riprese a camminare diretto alla porta che dava l’accesso ai sotterranei.

Ginny rimase basita a guardarlo, non aveva avuto neanche il coraggio di lamentarsi per i punti tolti ingiustamente, girò su se stessa e cominciò a salire i gradini di pietra a due a due, tenendo sempre la testa bassa tanto che si ritrovò davanti alla Signora Grassa senza ricordare il tragitto. Si accorse solo in quel momento di non sapere assolutamente quale fosse la parola d’ordine.

«Non  posso far entrare nessuno senza la parola d’ordine!» cantilenò la donna nel quadro con fare perentorio.

«Fratellanza» esclamò Hermione appena arrivata alle sue spalle.

Come per magia il quadro si spostò rivelando il passaggio che portava all’interno della Sala Comune.

«Fratellanza? Ma che razza di parola d’ordine è questa?» chiese Ginny decisamente stupita per la scelta.

«Sembra che quest’anno tutto ruoti attorno a questo, non trovi? » rispose Hermione con semplicità, guardando la rossa «anche il discorso di Silente…dev’esserci qualcosa sotto…» continuò ma Ginny non le dava più ascolto già da tempo.

«Ron, cos’è successo?»chiese, ferma a guardare il fratello, preoccupata.

Ron si era abbandonato su di una poltrona vicino all’allegro fuocherello scoppiettante, lo sguardo vuoto fisso davanti a sé, il viso smorzato e pensieroso.

Ron si voltò, preso un po’ alla sprovvista, tentò di darsi una ricomposta e disse con voce fintamente gioviale:«Oh, niente! Adesso però è meglio che vada!» si alzò e prese a salire la scalinata che portava al suo dormitorio «Notte Gin, Herm!».

«Ma cos’ha?» chiese Hermione continuando a fissare il punto da dove era scomparso Ron.

«Ho una vaga idea! Ma ne parliamo domani! Sono troppo stanca, buonanotte Herm!» così facendo Ginny si avviò verso il suo dormitorio ripensando a Ron e poi di nuovo alla scena con Malfoy, si guardò i polsi, mai avrebbe pensato che le potesse accadere una cosa del genere. Si svestì velocemente e chiuse gli occhi cercando di prender sonno.

 

*************

 

 

Era parecchio tardi quando Harry riuscì a salire nella Sala Comune dei Grifondoro. Per strada non aveva fatto altro che imbattersi in studenti che lo elogiavano per la sua prontezza e per il suo senso del dovere. Una ragazza di Tassorosso lo aveva addirittura invitato ad uscire nel primo fine settimana ad Hogsmeade. Lui particolarmente imbarazzato gli aveva abbozzato una scusa qualsiasi e se l’era letteralmente data a gambe. Con l’intenzione di Schiantare chiunque altro l’avesse fermato anche solo per chiedergli l’ora, riuscì a raggiungere il tanto agognato dormitorio.

Ron non lo aveva aspettato, infatti, era già al calduccio nel suo letto a baldacchino che russava placido.  

Si svestì e indossò il pigiama lentamente. Era molto stanco e spossato, si sentiva le spalle pesanti. Quando finalmente riuscì ad infilarsi sotto le calde coperte sospirò sollevato. Chissà se i suoi incubi gli avrebbero fatto compagnia anche quella notte. Aveva bisogno di riposo e un’altra notte insonne o tormentata sarebbe stata devastante.

Si rigirò piano sotto le coperte mantenendo, a fatica, gli occhi aperti. Non voleva sognare…adesso una di quelle pozioni viola che assicuravano un sonno senza sogni gli sarebbe stata davvero utile.

Quasi senza accorgersene però, chiuse gli occhi e si addormentò.

Era nel campo da Quidditch, attorno a sé riuniti c’erano tutti i componenti della squadra di Grifondoro. Stava discutendo con qualcuno, c’era qualcosa che non andava. Ron gli era di fronte e gli urlava contro con il viso arrossato.

«Siamo alle solite, Harry! Ma si può sapere chi ti credi di essere! Basta poco e cominci ad inveire contro chiunque ti capiti a tiro…non sei al centro del mondo…prova a pensare a qualcun altro oltre a te stesso…».

Ora l’ambiente era cambiato: si trovava in una piazza.

Intorno a sé giacevano a terra inanimati decine e decine di corpi, lui era in piedi, aveva dolore dappertutto. Sentiva il pianto di una donna in lontananza, le si fece vicino. La donna alzò lo sguardo, aveva il viso magro rigato di lacrime, reggeva tra le braccia il corpo di un bambino. Si sollevò a stento poggiando il piccolo cadavere a terra. Fronteggiò Harry con gli occhi carichi di odio.

«È tutta colpa tua! Dovevi ucciderlo, ma hai fallito! Per colpa tua innocenti moriranno…» strillava tra le lacrime battendo i pugni contro il petto di Harry che era rimasto immobile a fissare la scena. Poi d’un tratto la cicatrice prese a bruciare; era di nuovo nel Ministero della Magia, nella Camera della Morte.

Lupin lo teneva fermo, circondandolo con le braccia…Non puoi fare niente Harry…niente…se n’è andato…

Lui si dibatteva come un animale in trappola, tentando in tutti i modi di arrivare a quel maledetto arco. Quando all’improvviso una figura ammantata si levò da dietro il velo.

Per un insulso attimo Harry credette di vedere il suo padrino ma poi scorse una lunga barba bianca e due occhi chiari pieni di odio e malvagità.

Silente avanzava verso Harry con la bacchetta levata e il corpo completamente ricoperto da un lungo mantello nero come la pece.

Lupin, intanto, continuava  a tenerlo fermo impedendogli qualsiasi movimento.

«Mi lasci!» gridò Harry con tutte le sue forze.

«Mi lasci…o mi ucciderà!» lo implorò cercando di guardarlo in faccia.

Ma la presa non accennava a diminuire, nel frattempo Silente lo aveva raggiunto, puntò la bacchetta contro il suo petto e cominciò a recitare la maledizione….

«Aaahh…»un urlo lacerò la notte, la cicatrice pulsava dolorosamente;

Harry sbarrò gli occhi ancora non consapevole di trovarsi nel suo letto a baldacchino.

Si mise a sedere. Era molto spaventato e gocce di sudore freddo gli imperlavano la fronte. Fuori dalla finestra era ancora buio. Al suo fianco Ron continuava a russare…Merlino solo sa quanto lo invidiava. Si versò un po’ d’acqua nel bicchiere e la bevve cercando di calmarsi.

Non sapeva perché sognava in continuazione Silente o Lupin che lo volevano morto, ma qualsiasi fosse il motivo doveva smetterla subito o sarebbe diventato pazzo.

Sentiva il disperato bisogno di confidarsi con qualcuno, ma non se la sentiva di parlare con Ron o Hermione, ultimamente non erano molto oggettivi e Harry aveva il dubbio che pur di non contraddirlo e farlo stare male gli avrebbero mentito spudoratamente!

Parlare con Lupin o con Silente era letteralmente fuori discussione… se la sarebbe dovuta sbrigare da solo!

Si sentiva completamente sopraffatto da un senso di abbandono, mai come adesso sentiva il bisogno di un amico sincero!

 

 

 

 

 

Nota delle autrici:

Ci dispiace per il leggero ritardo (Vale da l’ispirazione ad Azzu, ma se lei non scrive…!!!n.d.Vale)(ma che dici… è da un po’ che hai smesso di essere la mia musa…!!!n.d.Azzu), comunque cercheremo di aggiornare più spesso!

Ah stavamo per dimenticare(per la seconda volta…scusaci!!!n.d.A.)… un grazie caloroso a Minako-chan e… si…la fanfic sarà una Draco/Ginny… anche se poi ci saranno altre coppie come Ron/Hermione e Harry/Luna!

A presto!!! Ciao Ciao

 

  

 

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


I pochi raggi di sole, che penetravano dalle spesse tende del letto a baldacchino, andavano ad illuminare la sottile cicatrice sulla fronte e fecero svegliare Harry dalla nottata tormentata appena trascorsa

Quarto capitolo

 

I pochi raggi di sole, che penetravano dalle spesse tende del letto a baldacchino, illuminavano la sottile cicatrice sulla fronte facendo svegliare Harry dalla nottata tormentata appena trascorsa. Cacciò una mano fuori dalle coperte e procedendo a tastoni riuscì a trovare i suoi occhiali; li inforcò e notò che il dormitorio era già vuoto, persino Ron era già sceso, forse aveva dormito un po’ troppo!

Si vestì velocemente e scese in Sala Comune. Nella piccola stanza circolare trovò Hermione piuttosto impaziente che fremeva seduta su di una delle vecchie poltrone.

«Chi aspetti?» le fece Harry soffocando uno sbadiglio.

«Buongiorno! Ginny, è in ritardo come sempre!» rispose la mora battendo nervosamente il piede a terra.

«Harry, ti senti bene? Hai un aspetto orrendo!» gli disse ispezionando ogni centimetro del suo viso con sguardo indagatore.

«Sto bene…» rispose cercando di sistemarsi un po’ i capelli. Ma Hermione non si lasciava incantare, lo fissava con la fronte corrugata, e Harry sapeva perfettamente che qualcosa le frullava nella testa, così prima che potesse dire altro le chiese:

«Hai visto Ron? Il suo letto è vuoto, sarà già sceso?!».

«Uhm…può essere…» disse Hermione con fare sdegnoso «…oh ma era ora! »fece poi balzando in piedi.

«Scusa è colpa di questa stupida borsa…si è rotta…»farfugliò Ginny, mentre scendeva le scale del suo dormitorio, mantenendo tra le braccia la sua vecchia borsa traboccante di pergamene, boccette d’inchiostro e piume.

«Eh ci credo! Con tutto quello che ci hai messo dentro!» fece Harry piuttosto impressionato.

«A dir la verità ho tentato di fare un incantesimo di ingrandimento…ho parecchio da studiare con i G.U.F.O…e tutto il resto…ma non ci sono riuscita!».

«Ok, da’ qua!» disse Hermione prontamente.

Estrasse la bacchetta dal mantello e con un lieve tocco esclamò “Borsaem Reparo”; i fili della cucitura presero vita e cominciarono ad intrecciarsi nella vecchia borsa di cuoio, che in un attimo fu come nuova; con un successivo colpo di bacchetta disse «Engorgio!» e tutti i libri e le pergamene si disposero in perfetto ordine nella nuova e ormai super capiente borsa a tracolla.

«Sei un mito! Grazie…!» esclamò Ginny entusiasta «adesso però è meglio che andiamo, si sta facendo tardi!».

Uscirono velocemente dal buco del ritratto e poi di corsa giù dalle scale; la Sala Grande era già piena di studenti vocianti che divoravano le proprie colazioni. Si avvicinarono al tavolo di Grifondoro ma Ron non era neanche lì.

«Sarà già in classe…ha proprio deciso di darci dentro quest’anno, non trovate?» disse Ginny nervosamente, intercettando lo sguardo di Harry.

«Uhm…già!» fece Harry un po’ deluso.

Aveva voglia di parlare con Ron riguardo alla squadra, fra non molto ci sarebbero stati i provini per i posti in squadra e gli allenamenti da organizzare, e l’amico gli sarebbe stato di grande aiuto dato che lui era stato costretto a saltare un anno. Rimandò a più tardi il proposito di parlare con Ron quando comparvero davanti a sé squisiti toast con burro e marmellata di fragole, succo d’arancia e fumanti uova strapazzate, gli era improvvisamente tornata fame!

 

 

*************

 

Ron si trovava a percorrere l’angusto sotterraneo dove era situata l’aula di Piton. Aveva praticamente divorato la colazione in modo da lasciare la Sala Grande prima di incontrare qualcuno di sgradito e ecco che si trovava a fare i conti con la sua insofferenza, verso il professore e più in generale, verso il mondo intero.

«Ma che sfiga! Due ore con Piton…già da subito! Quasi mi pento di essere stato ammesso alla sua classe di M.A.G.O.» disse con una smorfia, era di pessimo umore già di prima mattina.

«Ehi Weasley…!» Blaise Zabini gli si parò davanti con il simpatico gruppetto di Serpeverde al seguito.

«Zabini, fuori dai piedi, non sono in vena!» ringhiò Ron.

«Ho saputo che Potter è il nuovo capitano, dimmi come ci si sente ad essere perennemente un perdente, Weasley?» disse con una smorfia divertita facendo ridere tutta la comitiva che si era raccolta attorno a loro.

Ron sfilò la sua bacchetta dal mantello e gli si fece molto vicino, le punte delle orecchie rosse e rabbia allo stato puro impressa negli occhi.

«Te lo ripeto un’ultima volta, Zabini…fuori dai piedi!» sillabò a denti stretti mantenendo lo sguardo fisso sul Serpeverde.

«Oh, Weasley si sta scaldando! Avanti cosa credi di fare con quella bacchetta!» mormorò Blaise con tono di sfida, in attesa della prossima mossa, con in mano, anche lui, la sua bacchetta.

Altri studenti si erano raccolti attorno a loro accerchiandoli.

«Che sta succedendo lì in fondo?» disse Hermione cominciando a farsi largo tra la folla con la lucente spilla da prefetto appuntata sul petto. Harry invece era ancora dietro a parlare con Dean dei progetti per la squadra.

Sbucò dal gruppo di curiosi con cipiglio autoritario, appena in tempo per vedere il suo amico che fronteggiava Zabini con la bacchetta sfoderata, perché un attimo dopo…

«Weasley, metti giù quella bacchetta» tuonò Piton frapponendosi tra i due con sguardo severo.

Al suono della voce di Piton, Blaise ficcò lesto la mano sotto il mantello per nascondere la bacchetta.

«Non tollero tali scene di fronte alla mia aula, per giunta da un Prefetto! Parlerò alla McGranitt per una punizione, intanto dieci punti in meno per Grifondoro!» si voltò, scoccò un’occhiataccia a Zabini e aggiunse «Signor Zabini, la aspetto alla fine della lezione!» così dicendo rientrò in classe facendo frusciare il pesante mantello.

Ron era a dir poco furibondo, la McGranitt lo avrebbe spellato vivo, ma non fece in tempo a realizzare perché si senti strattonato e tirato via, di peso, dentro l’aula.

«Ma dico sei impazzito! Che ti è preso?» gli gridò contro Hermione paonazza, una volta dentro.

«Non ti riguarda!» rispose secco guardandola negli occhi. Le ci volle qualche minuto per riprendersi, non si aspettava una risposta così dura.

«Ah, è così?! Bene…» rispose, inarcando le sopracciglia, stupita.

Deglutì, se possibile, ancora più rossa. Ron capì che ci era rimasta male e tentò di scusarsi ma lei si era già voltata e ora si dirigeva a grandi passi verso uno dei banchi, oscillando le braccia, infuriata come non mai; non ne combinava mai una giusta!

Si lasciò scivolare sulla sedia più vicina, sbuffando esausto, si trovava proprio in fondo all’aula e le decine di teste sedute davanti a sé lo coprivano quasi completamente.

Harry entrò nell’aula e si guardò intorno, vide Hermione seduta al primo banco che le faceva cenno di sedersi accanto a lei, ma di Ron nessuna traccia.

Prese posto vicino alla mora e si voltò per guardare Piton. Il professore di Pozioni era in piedi di fronte alla cattedra, i capelli unticci che incorniciavano il viso pallido.

«Bene…» esordì «…voi siete la mia nuova classe di M.A.G.O…devo dire di essere stato particolarmente magnanimo…» continuò evitando accuratamente di guardare Harry «…ma non è detto che non possa decimare la classe prima della fine dell’anno» e così dicendo scoccò un’occhiata minacciosa all’indirizzo del povero Neville, agitato come sempre.

«Cominceremo con una pozione molto semplice, ma di fondamentale importanza. Riempite una fiaschetta perché verrete valutati».

Con un colpo di bacchetta l’armadietto contenente tutti gli ingredienti si aprì e sulla lavagna comparvero le indicazioni.

Hermione si mise subito al lavoro; Harry la imitò, ma non poté fare a meno di bloccarsi a guardarla mentre tagliuzzava le radici di Artiglio del Diavolo con particolare foga borbottando qualcosa di incomprensibile tra sé.

«Herm, c’è qualcosa che non ?» chiese cauto.

«È tutta colpa di quello stupido…» e continuò, inveendo contro Ron, raccontandogli tutto quello che era appena successo. Harry aveva la testa che gli pulsava dal dolore.

«Ma dov’è Ron?»

«È la in fondo!» borbottò stizzita dallo scarso interesse dimostrato.

Harry si voltò e vide Ron che faceva la stessa identica cosa di Hermione, con ancora più foga se possibile, come a voler sfogare sulle povere radici tutto il suo risentimento.

Ah questi due, non li capirò mai!

La lezione ancora non terminava e sia Harry che Hermione avevano già terminato, con l’unica differenza che quella di Harry somigliava di più ad un minestrone che ad una pozione curativa. Si alzarono e presero ciascuno una fiaschetta dalla cattedra.

Hermione si sedette al suo banco pronta a raccogliere un po’ della sua pozione indaco, quando improvvisamente il suo calderone cadde riversando tutto il suo contenuto sulla dura pietra. Pansy Parkinson e le sue amiche ridacchianti nel frattempo sghignazzavano sommessamente.

«Signorina Granger…» tuonò Piton, con lo sguardo più velenoso di cui fosse capace «…è sufficiente Paciock a combinare disastri… rifaccia la pozione, e alla svelta se non vuole unnon classificato’!» concluse con tono annoiato.

«Ma così arriverò tardi ad Erbologia!» si lamentò la ragazza, mentre Pansy continuava a ridere.

Hermione si voltò verso di lei, completamente rossa in viso, la guardò in tralice come se stesse meditando una qualche punizione atroce, e la Serpeverde per tutta risposta le bisbigliò sorridendo soddisfatta «Ben ti sta, stupida Mezzosangue…!».

« Oh, ma non sarà la sola…la signorina Parkinson le farà compagnia!» riprese Piton.

«Cosa? Professore, io la mia pozione l’ho finita!» disse, continuando a sorridere, convinta che ci fosse stato un errore.

« I miei ordini non si transigono!» concluse il professore con un tono che non ammetteva repliche. La campana suonò a segnare la fine della lezione. Tutti riempirono una fiaschetta e la lasciarono sulla cattedra di Piton.

«Voglio due fogli di pergamena, nei quali specifichiate, le proprietà dell’Artiglio del Diavolo, e l’uso corretto che se ne fa nelle pozioni curative» così dicendo il professore tornò a sedersi dietro la cattedra, cominciando a valutare l’operato dei suoi studenti.

Harry era già pronto ad uscire, ma decise di aspettare Hermione quindi fece per sedersi quando intravide Ron che sgusciava fuori dall’aula di Piton furtivo.

Neanche ci pensò. Biascicò una scusa per Hermione e uscì all’inseguimento dell’amico, spintonando molti all’ingresso.

 Il corridoio era decisamente affollato, ma Ron era decisamente inconfondibile anche perché era più alto degli altri almeno di una spanna. Cominciò a farsi largo tra la folla, a fatica. Risalì i vecchi gradini di pietra dei sotterranei per ritrovarsi nella Sala d’Ingresso. Ron stava uscendo dal portone di quercia diretto alle serre.

«Ron…» chiamò Harry a gran voce«…hei Ron ».

Finalmente lo raggiunse e lo fece fermare. L’amico non aveva di certo una bella faccia come a voler dire ‘Oh, ciao Harry! Scusa ma non ti avevo sentito!’ , anzi era arrabbiato nero.

«Non saprei dirti perché, ma ho la netta impressione che tu ce l’abbia con me!» disse Harry ansimando.

«Ti sbagli» tagliò corto il rosso e riprese a camminare.

«Oh, avanti Ron, se ho fatto qualcosa di sbagliato tu devi dirmelo…». Ron si fermò.

«Qualcosa di sbagliato tu? Oh no, di certo! Tu sei Potter il grande, il fiero e coraggioso Harry Potter, non faresti mai qualcosa di male! E poi sei anche il nuovo Capitano…» parlava Ron e camminava senza guardare mai in faccia il suo amico.

«Ah, ma allora è per questo! Ce l’hai con me perché sono il nuovo Capitano!» gli urlò dietro senza fiato. Ron non rispose.

«Non ti è andata giù, e invece che parlarne con me, mi eviti come un moccioso!» lo raggiunse e adesso lo fronteggiava, fissandolo nei grandi occhi azzurri.

« Tutti pensano che sono un privilegiato! Harry Potter di qua, Harry Potter di là…ma nessuno vuole capire che un privilegiato in genere non si ritrova a dover combattere contro Voldemort in persona e contro la paura di morire o veder morire ogni giorno!» stava gridando, e più parlava e più la rabbia montava dentro di sé.

« Siamo alle solite, Harry! Ma si può sapere chi ti credi di essere …non sei al centro del mondo…prova a pensare a qualcun altro oltre a te stesso, ok?…»

Harry s’irrigidì improvvisamente, aveva già visto quella scena! E Ron gli aveva già detto quelle parole, con la stessa intonazione, con lo stesso volto e con lo stesso sguardo.

«Non è colpa mia, se ti trovi a vivere una situazione del genere! Tutti abbiamo i nostri problemi, e io me li risolvo come meglio credo!».

Non lo stava ascoltando, stava piuttosto pensando a dove e quando aveva già sentito Ron dirgli quelle parole; dove…quando…come…?Nei sogni…disse una vocina…nei tuoi sogni...la testa gli girava e doleva allo stesso tempo.

Aveva sognato Ron e poi quella donna qualche sera prima…si sentiva svuotato. Le gambe tremanti reggevano a mala pena il suo peso. Si girò e si diresse verso le serre con passo malfermo, ignorando Ron che intanto non aveva smesso di parlare di cose insensate.

Ron guardava il suo amico andare via, e solo lui sa quanto si maledisse per avergli detto quelle cose, ma Harry delle volte era davvero insostenibile; voleva essere trattato normalmente, ma poi non perdeva occasione per ricordare quanto avesse sofferto e quanto ancora avrebbe dovuto soffrire; non si riusciva mai a capire se lo facesse arrabbiare di più l’essere compatito o il non esserlo affatto.

Sbuffò, non gli sembrava davvero il caso di andare a lezione della professoressa Sprite con un quarto d’ora di ritardo, così decise di tornare a scuola a meditare sulla faccenda spinosa nella quale si era cacciato.

Si voltò e per poco non urlò per la sorpresa; Hermione era dietro di lui con le braccia incrociate sul petto e un’espressione agghiacciante sul viso, qualcosa gli lasciava intuire che presto avrebbe assistito ad una strigliata coi fiocchi.

«Ma si può sapere perché lo hai fatto?» urlò, era decisamente in collera.

«Fatto cosa?» tentò Ron. Non aveva voglia di stare a sentire anche Hermione.

«Dovevi per forza dirgli quelle cose! È assolutamente ridicolo che tu te la sia presa per uno stupido ruolo in una stupida squadra di Quidditch! Perché non provi a capire come si sente….».

«Forse perché sono stufo di cercare di capire come si sente…e tu mi dici perché diavolo lo devi sempre difendere! Ogni volta, lo tratti come un bambino e gli stai sempre appiccicata…».

«Ron Weasley, non starai per caso insinuando che …»

« Io non insinuo un bel niente, chiaro? Dico solo quello che vedo…» le urlò letteralmente in faccia.

«Io voglio bene ad Harry!» rispose istintivamente la mora senza pensarci più di tanto con lo stesso tono.

Ron rimase un attimo attonito…che motivo c’è di dirmelo…pensò furioso. Aprì la bocca per rispondere ma, era senza parole, non sapeva cosa ribattere.

 Sono proprio uno stupido, idiota senza speranze….si disse continuando a fissarla amareggiato.

Diede le spalle all’amica e imprecando contro tutti e tutto, decise di andare a lezione di Erbologia ma, improvvisamente  e inaspettatamente Hermione lo trattenne prendendogli la mano.

Lo stomaco di Ron fece un salto mortale con doppio avvitamento. Si volse per guardarla in faccia, aspettandosi di vedere un’espressione più dolce dipinta su quel bel viso, ma così non fu.

«Senti, fa come vuoi ma tu sta sera parlerai con Harry e gli chiederai scusa!» continuò la ragazza bruscamente.

Lui rimase a guardarla ancora per un po’, così determinata e risoluta, le avrebbe voluto dire tante di quelle cose… ma il silenzio fu preferito e così i due si incamminarono in direzioni completamente opposte, rimpiangendo i tempi durante i quali tutto sembrava così semplice e perfetto.

A pranzo non si incontrarono; Hermione era in biblioteca a recuperare la lezione saltata, mentre Ron dovette rimanere alla serra per tutto il tempo a ripulire il pasticcio che aveva combinato con i semi di Mandragora e il concime per i gerani. Quella non era proprio giornata!

 

 

*************

 

«Cominciamo con l’Evanescere invertebrati, che generalmente sono molto più semplici dei vertebrati; in ogni caso l’esercizio richiede grande concentrazione, e voi dovete mettercela proprio tutta in quanto quest’anno avete i G.U.F.O. e…signorina Weasley mi sta ascoltando?» esclamò improvvisamente la professoressa McGranitt nel bel mezzo del suo discorso introduttivo.

Ginny sussultò bruscamente, e riportò la mente al presente; la McGranitt la guardò in cagnesco, ma poi tornò a parlare alla classe.

«Devi stare attenta alla McGranitt, quando era più giovane si diceva in giro che appartenesse ad una setta di streghe indemoniate …è capace di trasformarti in pietra con il solo sguardo, se non stai attenta!» disse Luna Lunatica Lovegood sgranando gli immensi occhioni blu, senza battere ciglio.

«Qualche volta mi chiedo se te le inventi nel tempo libero o se ti vengono sul momento certe idee strane!» disse Ginny avvicinando leggermente le sopracciglia e sorridendo divertita.

«Fa come ti pare, ma io te l’ho detto…» disse Luna facendo l’offesa «…a proposito a chi stai pensando da almeno tutta la mattina?» continuò ammiccando furbescamente.

« A nessuno!» rispose facendosi tutta rossa. Decisamente non avrebbe potuto confessare all’amica Corvonero, che da quando era iniziata la lezione non aveva fatto altro che ripensare a Draco Malfoy, lei avrebbe sicuramente frainteso; Ginny lo pensava incessantemente senza un perché, non sapeva il motivo ma non riusciva proprio a toglierselo dalla mente, l’unica cosa che sapeva e di cui era certa era che non aveva nessuna intenzione di rivederlo e pregava con tutta se stessa di non incontrare più quegli occhi grigi e torvi almeno fino alla fine dell’anno.

«Ginny…»la richiamò Luna « ti sei incantata?»disse allargando il sorriso.

«Forse è meglio che ci concentriamo su questi adorabili vermetti, che ne dici?» e così dicendo prese un verme, lo posizionò per bene sul banco e cominciò con l’Incantesimo Evanescente.

Luna non sembrò molto convinta ma accolse la proposta dell’amica ugualmente.

«Ho saputo che Harry è il nuovo Capitano, sarà molto felice! Sono sicura che sarà un grande Capitano, cioè con la scopa e tutto il resto ci sa proprio fare!» esordì la bionda Corvonero sorridendo impercettibilmente, mentre torturava con la bacchetta il povero vermetto.

«Si, è proprio così! Luna sei diventata rossa, hai caldo?» chiese la rossa incuriosita dalla reazione dell’amica.

«Be’ fa caldo, oggi fa decisamente caldo!» rispose Luna un po’ nervosa.

 

*************

 

La giornata volgeva al termine, era già ora di cena! Dalla Sala Grande proveniva un gran rumore di stoviglie oltre agli schiamazzi e mormorii vari.

Ron si trovava nel bagno dei ragazzi, al primo piano e già da qualche minuto meditava sul da farsi. Voleva chiedere scusa a Harry, ma sarebbe stato come dichiararsi sconfitto…aveva agito in maniera impulsiva e sapeva di aver sbagliato, malgrado questo non era per niente dispiaciuto di quello che aveva fatto…ma complimenti, testone, come fai a scusarti se non sei neanche un po’ pentito per quello che hai fatto!?

Si avviò per il corridoio e giù per le scale pensando ad un probabile discorso da fare.

Entrò nella sala immensa con un sospiro. Quella sera il cielo era senza stelle, grossi nuvoloni carichi di pioggia si stagliavano in alto minacciosi; persino il cielo non prometteva nulla di buono.

Al tavolo di Grifondoro avevano già cominciato a mangiare e con grande sorpresa di Ron, né Harry né Hermione erano a tavola. Non aveva voglia di rincorrerli, era esausto e poi avrebbe affrontato meglio la situazione con la pancia piena, così cominciò ad ingozzarsi continuando a pensare a delle scuse adeguate per l’amico.

Risalì le scale con una lentezza impressionante, quando si trovò davanti alla Signora Grassa era ancora indeciso sul da farsi, ma darsela a gambe non era da uomini, in fondo avrebbe dovuto affrontare i suoi migliori amici ( Hai detto poco!), non poteva essere così tremendo.

«Fratellanza» borbottò, dopo svariati minuti.

«Era ora!» sbuffò la dama del quadro stizzita.

Si infilò nel buco per ritrovarsi immediatamente nell’accogliente Sala Comune; si guardò un po’ intorno.

 Harry e Hermione erano seduti vicino al fuoco sulle vecchie poltrone e ridevano tra loro.

Si stanno proprio divertendo, eh? Pensò mentre il sangue cominciava ad affluire nel cervello.

Sta calmo…si disse e continuò a camminare come se nulla fosse.

«Ron…» sbottò Hermione con voce fintamente gioviale «..non ti siedi?» chiese scoccandogli un’occhiata particolarmente significativa.

«Ho parecchi compiti da fare…c’è la relazione per Piton…è meglio che vada…» cominciò, ma la ragazza non aveva nessuna intenzione di mollare e ammiccò stringendo le labbra con sguardo truce. «Puoi sederti qui!» disse indicando una poltrona vuota vicina a quella di Harry.

Harry non parlò ma si fece leggermente da parte per far posto all’amico; così Ron fu costretto a prendere posto.

 Si schiarì la voce, era molto nervoso e inoltre aveva completamente dimenticato il discorso preparato. Nel trio aleggiava un silenzio piuttosto imbarazzato e Ron non aveva nessuna intenzione di aprire bocca, così Hermione si vide costretta a cominciare il discorso.

«Ron, volevi dire qualcosa…?»

Hermione Granger, ti odio con tutto me stesso!!!!! Pensò con i nervi a fior di pelle.

«Mmmh…si!» esordì Ron voltandosi verso l’amico; prese fiato e cominciò « I-io, volevo chiederti scusa, Harry, per quello che è successo, mi dispiace di averti detto certe cose, è che a volte non penso a quello che dico…e poi è stata una giornataccia e così…»

«Ok, Ron, ho capito! È tutto ok!» disse il moro sorridendo appena.

«E’ che io volevo dirti…»

«So perfettamente quello che vuoi dire, dispiace anche a me di essere così idiota a volte…» lo interruppe Harry.

«Ok!» rispose Ron.

«Ok!» gli fece eco Harry.

Era felice di aver chiarito con Ron ma sapeva che qualcosa si era rotto, la storia dei sogni diventava sempre più inquietante e la faccenda non prometteva nulla di buono.

«Di cosa stavate parlando?» chiese poi il rosso evitando accuratamente di incontrare lo sguardo di Hermione.

«Della faccia di Pansy Parkinson mentre Piton la costringeva a rifare la pozione!» rispose la ragazza ridendo di gusto.

«E’ la prima volta da quando sono qui che vedo Piton punire un Serpeverde!» constatò Harry divertito « Per non parlare del fatto che ti ha concesso di rifare la pozione anziché metterti un ‘non-classificato’».

«Si, è vero! Be’ non so che avrei fatto se mi avesse messo ‘non-classificato’» rispose Hermione rabbrividendo.

«Be’…chissà cos’avrà riservato per Zabini?» disse Ron soddisfatto.

«A proposito di punizioni, anche tu ne hai una con la McGranitt, o sbaglio?» sussurrò Hermione rivolta all’amico che però non sembrava averla sentita, era girato verso Harry.

Accidenti, avevo completamente dimenticato la McGranitt! Pensò nervoso, ma non aveva nessuna intenzione di darlo a vedere soprattutto ad Hermione; così la ignorò deliberatamente.

La strega Grifondoro se ne accorse e rimase alquanto interdetta…

Ma cosa diavolo gli prende …?!

«A che pensi sia dovuto lo strano atteggiamento di Piton?» chiese Harry interrompendo il corso dei pensieri di Hermione.

A dir la verità la mora non stava proprio pensando al perché del comportamento ambiguo di un professore potenzialmente instabile, in ogni caso si riprese alla svelta.

«Be’, io…credo che sia tutto collegato! Il discorso di Silente al banchetto d’inizio anno, il comportamento di Piton e anche questa stupida parola d’ordine…’fratellanza’ è ridicola! È come se volessero assicurare che le Case non siano in conflitto, e così bisogna essere imparziali il più possibile!» concluse aggrottando le sopracciglia.

Un silenzio pensieroso fece seguito alle parole di Hermione.

A quanto pare tutti si stanno prodigando per stabilire pace e equilibrio tra tutti pensò Harry accigliato, anche se i suoi sogni di certo non gli dicevano di stare in pace con gli altri, anzi! Non stava di nuovo pensando che i suoi sogni fossero premonitori, già una volta aveva fatto questo sbaglio e l’aveva pagato a caro prezzo, ma doveva ammettere che era decisamente strano ciò che era accaduto con Ron!

«Harry, hai un mucchio di cose da fare con la squadra… gli allenamenti, dobbiamo cercare nuovi Cacciatori…e i Battitori…e inoltre i provini ci sono venerdì, dobbiamo prepararci!» sbottò improvvisamente Ron.

«Ok, allora io tolgo il disturbo!» disse Hermione alzandosi «’Notte».

«Buonanotte Herm’» salutò Harry. Ron mugugnò qualcosa che somigliava vagamente ad unbuonanotte’ ma Hermione non lo sentì.

Si voltò e se ne andò nel suo dormitorio. Si svestì velocemente, era esausta e così angosciata! Non riusciva proprio a capire l’atteggiamento di Ron, perché gli teneva il broncio? Lei lo aveva ‘aiutato’ a fare la cosa giusta, no? E allora, perché aveva avuto quella reazione?

Uffa! Perché dev’essere sempre tutto così difficile?

Nel frattempo i maschietti continuavano a parlare della squadra e delle novità da apportare. Continuarono fino a tardi; erano circa le due e trenta del mattino e Ron fece saggiamente notare che l’indomani sarebbe stata una giornata particolarmente dura e inoltre c’era (Harry malgrado) la prima lezione con Lupin. Quindi si diressero verso il loro dormitorio in punta di piedi per evitare di svegliare qualcuno.

Quando Harry fu sotto le coperte, ripensò ancora un po’ alla giornata e alle parole di Hermione. Era felice per essersi chiarito con Ron, e riconosceva che Silente aveva ragione. Dato i tempi avrebbero dovuto collaborare al massimo, ma lui proprio non se la sentiva di stringere amicizia con i Serpeverde men che meno con Malfoy.

A proposito di Malfoy, chissà cosa ci avrebbe riservato il biondino! Non si assisteva ad una delle sue scenette da parecchio e per quanto poteva essere piacevole, non era un buon segno.

Riguardo a Lupin, invece, Harry non voleva neanche pensarci. Continuò a pensare fino a quando la stanchezza non lo costrinse a chiudere gli occhi e immergersi in un sonno che, Harry se lo augurava, fosse stato senza sogni!

 

 

 

 

 

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