Incubo di una notte di Mezz'Autunno

di EvilFenrir90
(/viewuser.php?uid=95286)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Mistodd ***
Capitolo 2: *** L'Animal Bistrot ***
Capitolo 3: *** Metamorfosi ***
Capitolo 4: *** Tucker Under ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Mistodd ***


Tutto cominciò quando un gruppo di ragazzi (di ragazze per la maggiorparte) decise di andare in gita di piacere verso una cittadella dal nome un po' bizzarro: Mistodd. Tutto il gruppo pensava che fosse un nome singolare per una città che fino a pochi giorni prima era a loro del tutto sconosciuta.
-Forse perchè è un piccolo paesino in mezzo alle montagne e perciò difficile da raggiungere- pensavano in molti, oppure pensavano che fosse talmente sperduta tra le montagne che quasi tutti si erano dimenticati della sua esistenza.
La partenza era prefissata per il 31 Ottobre alle 5 di mattina.
Si decise di sorteggiare chi fra i 4 maggiorenni avrebbe dovuto guidare, ed uscì quella che a guidare era a dir poco una frana: Giuliana. Per gran parte del viaggio, quasi tutti pregarono perchè Giuly non si andasse a schiantare contro qualche masso o contro qualche mucca di passaggio.
-Eh oh! Ma la volete piantare?! Dormite piuttosto e fatemi guidare in pace!- disse Giuliana piuttosto irritata.
Il resto del gruppo, dopo aver fatto l'ultima supplica al Signore affinchè risparmiasse le loro umili vite da un incidente di epiche dimensioni, si quietò e decise di riposare fino all'arrivo a Mistodd.
-Popolazione attuale: 129 abitanti e 666 animali tra allevamenti di vario genere...uhm, si dovremmo essere arrivati-. Giuliana si era fermata ed era scesa dalla macchina un attimo per leggere le indicazioni stradali da un cartello messo al lato della carreggiata.
-Invece di leggere tutta la demografia e la storia della città per capire dove siamo, se alzavi lo sguardo c'era il nome Mistodd scritto a caratteri cubitali, genio!-. L'inconfondibile voce di Giuseppe, uno dei fratelli di Giuliana, suonava piuttosto seccata.
-Grazie mille, Pè. Come se non l'avessi visto!- gli rispose a tono Giuliana. I due non andavano molto daccordo, anzi. Erano peggio di cane e gatto.
-Finitela di litigare voi due! E Giuly, cortesemente, rimettiti al volante e ripartiamo!- intervenne Marco, l'altro fratello minore di Giuliana che, a quanto pare, riusciva quasi sempre a riappacificare i due.
-Si, si... tanto siamo quasi arrivati! Mancano meno di 500 m all'entrata di Mistodd.
-E allora speriamo che per questi 500 metri la strada sia sgombra da mucche innocenti che potrebbero finire sotto il van e noi...- intervenne Francesca con tono malizioso.
-Ah ah ah...molto divertente Francy- la interruppe Giuliana.
-Dai che scherzo Giuly! Se sei stanca prendo io il tuo posto!
Nel van si levò un coro ad altissima voce che esclamò un fragoroso -No!Per carità!.
Francesca, con aria scocciata rispose:
-Ah, grazie della fiducia!-
-Non per male Francy- intervenne Floriana -ma ci basta Giuly al volante...e poi come abbiamo già detto siamo quasi arrivati!
-Bene, abbiamo finito con tutte queste ciance?- intervenne Giuliana piuttosto irritata; detto questo si rimise al volante e condusse in poco più di 5 minuti il van sulla ripida salita che li separava da Mistodd.

La città di Mistodd era molto tranquilla. Gli unici veicoli che circolavano erano i carretti che trasportavano paglia, fieno e prodotti tipici del luogo. L'aria era freschissima e tutti gli abitanti erano piuttosto cordiali quando videro arrivare i 13 ragazzi.
-Oh, è da molto tempo che non vediamo gente così giovane venire da queste parti vero Sebastian?
-E' vero, è raro vedere dei turisti da queste parti...ma soprattutto delle persone giovani come loro...
Il gruppo di ragazzi ascoltò molti discorsi simili durante la loro visita a Mistodd, lungo tutte le vie della città.
L'ambiente era molto rustico, e le vie della città erano piene di aiuole di tutti i tipi. Dai cespugli di rose a quelli di gelsomini. Tutte le case erano tenute in ottimo stato anche se sembravano molto antiche.
-Cosa si sa di questa città, ragazzi?- chiese incuriosito Marco.
-Non molto in verità- rispose Illy -si dice che fosse un vecchio borgo medievale dove molti soldati si rifugiavano per sfuggire agli assalti nemici, dato che questa città è isolata dalle montagne, quasi nessuno sapeva dove si trovasse e addirittura si pensava che fosse una città fantasma.
-Per favore Illy non esagerare- replicò Elly -va bene che era isolata dal resto del mondo, va bene che oggi è Halloween ma non inventare scemenze per farci spaventare!
-Guarda che Illy non scherza Elly,- intervenne Sirin -questa città era veramente soprannominata in antichità come la Città Fantasma, poiché qualunque viandante vi mettesse piede scompariva nel nulla! Diglielo anche tu Richie!
Richie rispose un po' con malavoglia ma serio in volto:
-E' vero. L'abbiamo letto in un vecchio libro di storia medievale. Era molto dettagliato a riguardo.
Tutti rimasero a bocca aperta di fronte alle rivelazioni dei tre ma successivamente Illy,Sirin e Richie si misero a ridere di botto.
-Ragazzi dovreste vedere le vostre facce! Sembrate dei fantasmi da come vi siete sbiancati!- disse Illy ridendo a crepapelle.
-Non dovreste credere a tutto quello che vi dice la gente!- rise Sirin.
-Ci siete cascati come delle perecotte! Che tonti!- disse Richie puntando il dito a turno su ciascuno degli altri membri del gruppo.
Anche se un po' seccati per il fatto di essere stati presi in giro, tutti si unirono alle risate dei tre. In fondo era solo uno scherzo innocuo.
Camminarono ancora un po' lungo i piccoli vialetti della città ma ad un tratto quasi tutti cominciarono a sentirsi un po' stanchi.
-Ragazzi sarà anche salutare camminare- disse Alba appoggiandosi ad un muretto nelle sue vicinanze -ma io ora sono stanca morta di fare tutte queste salite interminabili!
-Anche io!- disse Ornella sedendosi su una banchina -Oltretutto comincio ad avere fame.
-Ila!- gridò Francesca -datti una mossa! Sei proprio una lumaca!
-Calmati Fra!- le rispose Ila -mi ero solo fermata a comprare una guida turistica del posto! Visto che non siamo del luogo pensavo che sarebbe stato meglio affidarci ai consigli di questa guida se dobbiamo decidere dove andare a mettere qualcosa sotto i denti, no?
-Ottima pensata Ila!- disse Francesca correndo verso di lei -Fammi dare un'occhiata a questa roba.
Gli altri guardarono senza fiatare Francesca indaffarata ad analizzare l'enorme cartina pieghevole che c'era dentro la guida; la girava e la rigirava ma sembrava non capire un accidenti, nè dove erano in quel momento nè tantomeno come arrivare al ristorante più vicino.
-Avanti Fra! Se continui così cominceranno a crescerci le radici!- disse Floriana un po' indignata.
-Dammelo a me! Ho avuto la specializzazione di topografa agli scout!- disse Giuliana strappando letteralmente la mappa dalle mani di Francesca. Cominciò ad analizzarla e dopo pochi secondi riuscì a capire dove erano.
-Guardando bene, questo ristorante qui sembrerebbe il più in voga da queste parti...oltre ad essere quello più economico!Voi che ne dite?
Giuliana girò la cartina affinchè i suoi amici vedessero la locandina del ristorante scelto da lei. Si chiamava Animal Bistrot ed era a poche centinaia di metri da dove si trovavano loro in quel momento.
-Uhm, mi sembra un posto carino!- disse Alba.
-Se non si paga molto allora dobbiamo andarci!” disse Richie.
-Sei sempre il solito tirchio tu!- replicò Elly.
-Non sono tirchio!Sono solo un ottimo risparmiatore!
-Il che vuol dire che sei t-i-r-c-h-i-o!
-Basta voi due- intervenne Francesco -è un ottimo posto dove mangiare. Punto. Ci vogliamo andare o no?
Con un coro unanime il gruppo rispose si e cominciò a dirigersi verso il ristorante, tutti con l'acquolina in bocca.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'Animal Bistrot ***


In pochi minuti i 13 ragazzi erano davanti al ristorante: il fronte era immenso e l'insegna era molto appariscente,scritta con dei caratteri molto strani, a forma di animali.
-La A è un anatra!- osservò Marco con sguardo eccitato.
-La N è un nasello! Ahahah!- rise Giuseppe.
-Praticamente ogni lettera è rappresentata da un animale che inizia con quella suddetta lettera! Originale!- disse Illy allegra.
-Volete restare a contemplare la magnificenza dell'insegna aspettando che gli animaletti rappresentati prendano vita e vi diano da mangiare oppure volete entrare a ordinare qualcosa come i comuni mortali?- replicò Richie, tappettando il piede a terra impaziente.
-E tu potevi risparmiarci di questa critica-romanzo-fiume per farci smettere di ammirare l'insegna del ristorante!- rispose Sirin a tono.
-Allora non lo vuoi proprio capire che ho fame! Non ho voglia di sprecare altro tempo a contemplare roba che posso guardare dopo aver mangiato!
-Ehi non ti agitare! Pare che non mangi da chissà quanto tempo!.
-Cappero ragazzi piantatela!- esclamò Giuliana -Sembrate dei bambini!E non dei bambini qualunque, ma dei PamPini con la P!
Anche se il rimprovero non aveva molto senso, i due si ammutilorono ma continuavano a farsi linguacce e smorfie a vicenda fino a quando il gruppo non decise, alla buon ora, di entrare nel ristorante.

Appena entrati c'era da rimanere a bocca aperta. Se l'esterno era appariscente al vedersi, l'interno era da mozzare il fiato. Sembrava di essere dentro un vero e proprio zoo. Ai muri del ristorante c'erano delle sottospecie di vetrine con dentro degli animali. Vivi.
C'era ogni specie d'animale possibile (o quasi): mammiferi, rettili, uccelli e addirittura un enorme acquario con dentro ogni genere di pesce e anfibio.
C'erano anche animali molto rari come i panda o le tigri. Insomma, era un enorme zoo al coperto.
Tutti erano letteralmente senza parole. Non sapevano cosa dire. E nemmeno cosa provare in quel momento, se stupore, meraviglia... o orrore.
-Ma... tutti questi animali intrappolati qui! Secondo voi è legale?- chiese con aria preoccupata Giuliana.
-Non sembrano per niente a loro agio...- osservò Francesco.
-Vorrei ben vedere! E' orrendo tenere gli animali vivi chiusi nelle vetrine come se fossero dei trofei!- esclamò con rabbia Francesca -Vorranno uscire! Guardateli! Sembra ci stiano supplicando con i loro occhietti dolci...
-Purtroppo non possiamo farci niente Fra...dispiace anche me vederli in questo stato...- le rispose Ornella.
-Uff...- sbuffò Fra -hai ragione...
-Bene ora possiamo ordinare qualcosa?- chiese Richie con impazienza, subendo un'occhiataccia da parte di Francesca come per dire -di fronte a tutto questo riesce a pensare a mangiare?-.
Ma Richie non aveva tutti i torti. Tutti quanti erano affamati. Quindi dopo aver dato un'ultima occhiata ai poveri animali nelle vetrine, si sedettero in un tavolo, attendendo l'arrivo del cameriere. Nel frattempo continuarono a guardarsi intorno. Si resero conto che nonostante quello fosse il ristorante più in voga della città era completamente deserto,a parte gli animali.
Passarono pochi minuti ed un cameriere alto e robusto con dei baffetti alla francese si avvicinò al tavolo e fece un inchino.
-Vi do il benvenuto all'Animal Bistrot! Sono Jacques e sarò il vostro cameriere per tutto il tempo che starete qui!
Francesca continuava a fissare le vetrine con aria malinconica e non dava molto conto al cameriere, come quasi tutti del resto. Jacques cercò di attirare l'attenzione su di sé tossendo.
-Ehm ehm. Scusate signori, siete già pronti per ordinare?
I ragazzi si scambiarono un'occhiata tra loro perplessi.
Non avevano nemmeno visionato il menù. A dire il vero... non c'era nemmeno la carta del menù sul tavolo. Come potevano essere pronti per ordinare? Difatti, Giuliana volle rendere tutto ciò noto a Jacques:
-Mi scusi, ma non ci sono i menù! Come facciamo ad ordinare?
Jacques sorrise e sghignazzò.
-Ma signorina, tutto ciò che vedete intorno a lei è il menù! Avete solo l'imbarazzo della scelta! Abbiamo di tutto come potete vedere!
Tutti quanti sgranarono gli occhi. Tutti gli animali esposti potevano essere serviti come una quasiasi portata da menù normale? A queste parole, Francesca non resistette più e scattò in piedi, furibonda.
-Ma si rende conto di quello che ci ha appena detto?! Ci sta dicendo che voi siete disposti a cucinare questi poveri animali se qualcuno ve lo chiede? Ma siamo matti?! Chi mai ordinerebbe un rinoceronte in salmì o un fenicottero arrosto?! Eh?!?
Jacques non si aspettò una reazione del genere, tuttavia rimase completamente calmo e rispose:
-Nessuno la obbliga a mangiare quello che non vuole...- Jacques osservò gli altri e capì che anche loro erano della stessa opinione di Francesca -Vedo che comunque siete tutti della sua stessa idea.- riprese Jacques sorridendo -Mi scuso per avervi turbato; ad ogni modo spero possiate gradire il menù speciale a base di pesce... è un piatto abbastanza normale non vi pare?
Tutti si scambiarono di nuovo uno sguardo e decisero di optare per il menù a base di pesce, anche se avrebbero preferito andarsene e mangiare in un altro posto meno singolare.
Prese le ordinazioni, Jacques filò spedito verso la cucina per poi uscirne poco dopo, dirigendosi di nuovo verso il tavolo dei 13.
I ragazzi lo guardarono in malo modo, tuttavia Jacques continuava a sorridere e avanzò verso Francesca, poggiandole una mano sulla spalla.
-Non si preoccupi signorina. Tutti gli animali esposti appartengono al padrone di questo locale. E' rarissimo che qualcuno ordini da mangiare una di queste bestiole e solo alcuni nobili di Mistodd possono permettersi un simile pasto. Tuttavia mi torna in mente il fatto che questi animali non sono mai stati ordinati da nessuno. Sono qui da poco, anche perchè questo ristorante ha aperto recentemente. Quindi, ripeto, non si preoccupi. Loro stanno a meraviglia.
Francesca annuì, ma non era del tutto convinta dalle parole dette dallo strano cameriere.
Finito il suo discorso, l'attenzione di Jacques si spostò alla cucina, dove venne chiamato dallo chef, con modi tutt'altro che raffinati:
-Aò! A' Jacomì! Arricampati! L'ordinazione 'ddu tavulu diciassitti iè pronta!
Traducendo: Jacques, vieni!L'ordinazione del tavolo 17 è pronta!
Jacques si diresse in fretta verso la cucina con un carrello e si voltò solo per dire:
-Torno subito!
Non passarono nemmeno 5 minuti che Jacques tornò indietro con il carello pieno zeppo di pietanze. C'erano 2 aragoste, un pesce spada quasi intero e degli stuzzichini con dei totani fritti e dei calamaretti arrostiti.
-Ma riusciremo a pagare tutto questo? Mi sembra che non ci basteranno i soldi che abbiamo...- disse Giuseppe aprendo il suo portamonete.
-Mamma c'ha dato solo 30 euro ciascuno Giuly...non possiamo spenderli tutti solo per mangiare!- disse preoccupato Marco.
-Non vi preoccupate ragazzi miei.- intervenne Jacques -Per voi tutto questo ben di Dio è ad un prezzo speciale!
-Cos'è? Una specie di sconto comitiva?- chiese Francesco con un accento un po' ironico.
-Anche quello,- riprese Jacques -ma è soprattutto per farci perdonare e per farvi godere al meglio le pietanze del nostro ristorante senza che nessuno si allarmi guardando lo stato ben curato dei nostri animali.
Francesca e Giuliana sbuffarono quando sentirono che Jacques aveva dato maggiore enfasi al discorso quando arrivò a dire ben curato. A loro due gli animali sembravano tutto, fuorchè ben curati.
-Quindi- continuò Jacques sempre con il suo solito sorriso stampato sulle labbra -oggi vi offriremo tutto questo a 1/3 di quanto valgono!
-Uno sconto addirittura del 75%? Non ci posso credere!- esclamò Richie quasi commovendosi.
-Io lo dico sempre che te sei tirchio, Richie...- si lamentò Elly.
-Vuoi per caso pagare tutto questo ben di Dio a prezzo pieno, Elly?- riprese lui.
-Uff!- Elly si limitò a gonfiare le guance e a mettere il broncio piuttosto di dar ragione a Richie.
Intanto Jacques aveva distribuito equamente le porzioni di cibo sui piatti di tutti e, finito ciò, si limitò a sedere in un tavolo più in là, nell'attesa che i ragazzi finissero di mangiare.
I tredici si limitarono a mangiare tutto senza fiatare.
Ornella notò che Jacques continuava a fissarli, sorridendo in maniera quasi raccapricciante. Sirin era terrorizzata da quello sguardo mentre Francesca e Giuliana pensavano che quel Jacques doveva essere un vero ipocrita se sorrideva sempre a tutti in quel modo. Cosa gli passava veramente per la testa?
-Ragazzi non trovate che sia tutto delizioso?- disse Alba cercando di sciogliere quella situazione tesa.
-Uh-uh- rispose Illy annuendo con la testa.
-Tutto ottimo!- continuò Ila.
Ma gli altri si limitarono solo ad annuire, senza proferire alcuna parola. A quanto pareva il piano di Alba per risollevare il morale di tutti era miseramente fallito.
Finito di mangiare, Jacques si precipitò a levare tutti i piatti dal tavolo e a portarli in cucina.
-Vi porterò il conto tra poco!- disse prima di entrare in cucina.
I ragazzi ne aprofittarono per discutere tra loro.
-Meno male che abbiamo finito qui! Non sarei riuscita a rimanere un minuto di più!- disse Ornella con aria turbata.
Giuliana, Sirin, Floriana e Francesca annuirono poiché erano della sua stessa idea, mentre Francesco, Richie e il resto del gruppo si ritenevano soddisfatti di aver mangiato benissimo e, soprattutto, a poco prezzo.
Jacques tornò con il conto in mano e lo consegnò a Francesco. Lui diede un' occhiata e rimase scioccato dal prezzo.
-Non mi dire che anche con lo sconto del 75% viene a costare un patrimonio!?- chiese Giuseppe.
-Tutt'altro! Il conto viene 130 euro... quindi dobbiamo sborsare solo 10 euro a testa! E' pochissimo!
-...lla faccia! Che convenienza!- esclamò Richie.
Così tutti diedero 10 euro ciascuno come stabilito e li consegnarono a Jacques che, sorridente come sempre, ringraziò e gli indicò l'uscita.
Tutti si alzarono dal proprio posto, pronti a catapultarsi fuori da quel racrappicciante ristorante, ma una brutta sorpresa li attendeva all'uscita. Proprio di fronte alla porta da dove sarebbero dovuti uscire, c'erano due omoni più larghi che alti; due armadi ambulanti, per dirla tutta. Sorridevano malignamente e sembrava che non avessero alcuna intenzione di lasciar passare il gruppo di ragazzi.
-Che storia è questa?- chiese Francesco, spintonando uno dei due uomini.
-Ehi, lasciateci passare!- continuò Giuseppe cercando di farsi strada.
Niente. Nada. Zero. I due armadi non accennavano a spostarsi.
I ragazzi non sapevano che fare. Perchè quei due giganti non li volevano lasciare passare?
-Ehi se siete i buttafuori qua, guardate che abbiamo pagato il conto! Non avete il diritto di tenerci qui!- gridò furibonda Floriana.
-Oh, invece ne abbiamo tutto il diritto...- la voce proveniva proprio dalle spalle del gruppetto di ragazzi, i quali subito si voltarono e videro...
-Cameriere Jacques?” dissero tutti all'unisono.
-Che senso ha tutto questo?- chiese scioccata Sirin.
-Che intenzioni avete? Il conto l'abbiamo pagato!- disse arrabbiato Giuseppe.
-Oh si, è vero, il conto l'avete pagato... ma purtroppo qui vige una regola ben più importante di quella di pagare il conto- disse Jacques con un sorriso maligno.
-E... e sarebbe?- chiese preoccupata Giuliana.
-Beh... è buona regola per chi viene a mangiare qui, che una volta finito il pasto, i clienti prendano il posto delle pietanze servite.
Il sorriso di Jacques si fece mano a mano più ampio e racapricciante ad ogni sua parola e i ragazzi, terrorizzati, cercarono di indietreggiare ma oramai erano accerchiati: davanti alla porta i due armadi che non battevano ciglio e dietro Jacques con il suo sorriso maligno stampato sulla faccia.
-Aspetti un secondo! Vorrebbe dire che noi, degli esseri umani, dovremmo prendere il posto di quello che abbiamo mangiato e diventare a nostra volta parte del menù?!- chiese tremando Illy, tenendosi stretta alle sue amiche Alba, Elly e Sirin.
-Molto perspicace signorina.- rispose Jacques -E comunque state pure tranquilli: il procedimento sarà totalmente rapido e indolore!
-Io non ho intenzione di farmi cuocere in padella come se fossi uno stupido animale!- gridò Richie a pieni polmoni -Ragazzi! Al mio tre!
Tutti capirono più o meno le intenzioni di Richie e si tennero pronti a qualunque cosa.
-Uno! -Cosa hai intenzione di fare giovanotto?- disse sorridendo Jacques.
-Due!
-E' impossibile che tu da solo riesca ad abbattere i miei buttafuori Catòn e Machete!
-E chi ti dice che sarò io da solo a buttarli giù?- disse Richie sghignazzando.
-Cosa?!
-Tre!
Tutto il gruppo partì alla carica contro i due omoni di fronte alla porta e riuscirono ad abbatterli, facendoli cadere a terra con un tonfo enorme. I due, colti alla sprovvista, non riuscirono a reagire per tempo e diedero così il tempo ai 13 di scappare via a gambe levate.
-Correte!- gridò Giuliana. Tutti la seguirono a ruota e a tutti venne in mente il medesimo pensiero: dirigersi immediatamente verso il minivan e fuggire da quell'orrido incubo il più velocemente possibile.
-Che cosa fate lì per terra babbei?!- Jacques aveva perso il suo solito sorriso e l'aveva sostituito con un orrido ghigno di rabbia -Alzatevi ed inseguiteli! Cosa aspettate? Un invito scritto?
I due ragazzoni erano lenti di comprendonio e perciò non capirono subito quello che dovevano fare; ma dopo un paio di strigliate da parte di Jacques, Catòn e Machete si lanciarono all'inseguimento dei 13 ragazzi, senza sapere tuttavia da che parte cominciare.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Metamorfosi ***


-Dite che li abbiamo seminati?- chiese Ornella ormai senza fiato per la lunga corsa.
-Non sento né vedo avvicinarsi nessuno... quindi penso di sì.- rispose Francesco appoggiandosi ad un masso per riposarsi un po'.
-Meno male... almeno ora abbiamo un po' di tregua.- disse Floriana ansimando per la fatica.
-E siamo anche vicini al minivan! Guardate! E' laggiù, in fondo alla strada!- disse Ila.
-E' vero! Possiamo andarcene via di qua finalmente!- esultò Alba.
-Già.- continuò Giuliana -Ma non prima di avere chiamato la polizia e denunciare quei pazzi del Bistrot! Marco, il cellulare ce l'hai tu, dammelo!
-Ecco tieni!- disse Marco porgendole il cellulare, che però gli cadde improvvisamente di mano.
-Accidenti Marco fai attenzione! E' il cellulare di mamma quello! Se glielo rompi sò cavoli amari! Ma cos'hai? Le mani di ricott...
Giuseppe si bloccò all'ultimo per lo shock. Anche Marco era sbiancato in volto e tremava tutto dal terrore.
-Marco, Peppe! Che succede? Che vi prende?- chiese Giuliana preoccupata, ma non dovette attendere una risposta poiché ce l'aveva davanti. Le mani di Marco non erano più mani ma...
-Zoccoli?!?- gridò Giuliana terrorizzata -Marco se è uno dei tuoi scherzi, piantala subito! Non è affatto divertente!
-Tihhihhii sehehehmbra chehehe stia scheheherzando?!- rispose Marco quasi in lacrime.
-Marco ma... stai belando?!- chiese con un filo di voce Elly.
In effetti a Marco stava spuntando una strana barbetta sotto il mento e delle corna sulla testa. Tutti arretrarono nel vedere quella strana metamorfosi. Ma non stava capitando solo a Marco.
-Richie! Anche tu!- esclamò Alba nel vedere che anche lui stava diventando... qualcos'altro. Anche Giuseppe e Giuliana cominciarono a sentirsi male e ad avvertire qualche strano cambiamento. La crescita di una coda per esempio.
Poco a poco, tutti i ragazzi subirono lo stesso cambiamento che era successo a Marco. Lui stava diventando una capra, Giuseppe un cebo cappuccino, Giuliana un ghepardo, Alba una volpe, Sirin un lupo, Francesca un Pastore Tedesco, Francesco una pantera, Illy un castoro, Elly una tigre, Ornella un pipistrello, Richie un ermellino, Floriana un Siamese e Ila un Galagone. Non c'era niente di logico in queste trasformazioni, tuttavia i 13 ragazzi non si trasformarono del tutto: riuscirono a mantenere la posizione eretta e riuscivano anche a parlare tra loro. Ma poteva essere che queste loro capacità sarebbero durate ancora per poco.
-Com'è potuto accadere?- chiese Floriana guardandosi le zampe.
-Non lo so... penso non ci sia una risposta logica a tutto ciò...- rispose Ornella.
-Ma certo!- esclamò Giuliana. A quanto pare aveva avuto un lampo di genio.
-Cosa?!- chiesero tutti, perplessi.
-Non capite? La storia della città fantasma, le persone che scomparivano, la sovraffollanza di animali nella città, quelli rinchiusi nel ristorante e quello che ci ha detto Jacques! Dovrete prendere il posto delle pietanze che avete mangiato. Il cerchio si chiude! E' tutto collegato!- concluse con aria terrorizzata. Giuliana continuava ad andare avanti e indietro nervosamente, pensando e ripensando a come poter uscire da quell'orribile situazione.
-Come sarebbe a dire è tutto collegato? Spiegati meglio!- chiese Francesca, perplessa.
-In poche parole, la storia della città fantasma e dei viandanti che scomparivano appena vi mettevano piede prende un suo senso logico; se solo pensate al fatto che chiunque mangi in quel maledetto ristorante venga catturato e messo in esposizione o venduto da qualche altra parte come capo di bestiame o ad uno zoo. Per questo in questa città vivono più animali che persone! Tutto è collegato all'attività che svolge l'Animal Bistrot e scommetto che la chiave per tornare normali si trova là dentro.- disse Giuliana seriamente.
-Eppure sembra tutto così assurdo...- disse Illy chinando il capo -Non riesco ancora a credere a quello che ci sta capitando!
-Non è il momento di agitarsi Illy- Alba poggiò la sua zampa sulla spalla di Illy per consolarla -E' come ha detto Giuliana: se vogliamo tornare normali, dobbiamo trovare la soluzione tornando al Bistrot.
-Certo che per essere un gruppo di adolescenti siete piuttosto perspicaci, teheeheeheehee!
Tutti si girarono di scatto verso l'origine della voce. Qualcuno stava osservano i 13 da molto tempo, a quanto sembrava. La voce aveva un suono acuto e proveniva da un vicolo oscurato, a pochi metri da dove il gruppo di ragazzi si era fermato.
-Chi è là? Fatti vedere!- ringhiò Francesca con un tono misto a rabbia e paura.
I ragazzi cercarono di aguzzare la vista per capire dove si nascondesse il misterioso personaggio. -Eccolo là!- Illy puntò con la zampa in direzione di un cespuglio di rose dove, dietro di esso, era nascosto un uomo, tutto vestito di nero affinchè si confondesse con il buio del vicolo.
Tutti si stavano preparando per attaccare il losco individuo quando, con sorpresa di tutti, uscì di sua spontanea volontà dal vicolo con aria noncurante e calma. -Calmi ragazzi, non ho alcuna intenzione di nuocervi! Anzi al contrario!- disse lo strano signore -Vedete... poco fa mi è capitato di reincontrare quei due tonti di Catòn e Machete che si stavano dannando l'esistenza per cercare qualcuno, evidentemente voi, e allora ho pensato uhm, altre vittime del Bistrot? Devo fare qualcosa... Ebbene, per vostra fortuna, li ho stesi tutti e due e ora sono innocui come degli agnellini!
I 13 non credevano ai loro occhi: guardando meglio dentro il vicolo notarono i due armadi ambulanti stesi a terra e legati come due salami: se fosse stato davvero quell'uomo ad averli stesi, allora non doveva avere cattive intenzioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tucker Under ***


-Tu... chi sei veramente?- chiese Francesca tremando. Era uno sconosciuto dopotutto, e dopo quello che era successo, difficilmente potevano ancora fidarsi di qualcuno.
Il signore in nero uscì dal vicolo, rivelando il suo volto pallido, coperto per metà da dei lunghi capelli bianchi i quali coprivano una cicatrice che gli attraversava buona parte della faccia. In più, indossava un cappello molto strano, una tuba molto malconcia per dirla tutta. Alla fine, con un sorriso, rispose alla domanda di Francesca:
-Io, signorina, mi chiamo Tucker Under e direi che voi ragazzi siete in un bel guaio... ma non demoralizzatevi, ho io la soluzione!
Appena finì la frase, tutti quanti si girarono verso di lui: davvero costui era in grado di aiutarli a tornare normali?
-Dice davvero signor Tucker?- chiese Elly con gli occhi pieni di speranza.
-Certamente miei signori- rispose lui con un ampio sorriso -perchè anche io, come voi, avevo subito la vostra stessa sorte!
Tutti si meravigliarono a quelle parole. Forse, allora, Tucker diceva la verità
-Come facciamo ad essere sicuri che non ci stai mentendo?- chiese diffidente Francesco digrignando i denti.
-Non si agiti micione- rise Tucker seguito da dei risolini di alcune delle ragazze del gruppo. -Questa cicatrice ne è la prova- E alzandosi la ciocca di capelli, fece vedere la cicatrice.
-Vi starete chiedendo come me la sono procurata... beh è stato Jacques...
A quel nome tutti quanti ringhiarono e si fecero più seri. Non potevano sopportare che quell'orribile individuo potesse farla franca.
-Comunque, tornando alle nost...volevo dire... alle vostre preoccupazioni, direi che è giunto il momento che vi sveli come tornare normali!- continuò Tucker sempre con il sorriso sulle labbra.
Nonostante sembrasse che Tucker volesse aiutarli, la maggior parte dei ragazzi pensava che costui nascondesse qualcosa...
-Mi scusi signor Tucker...- si fece avanti Ornella -ma lei, da tutta questa storia cosa ne ricava? Si, capisco che ci vuole aiutare e tutto il resto ma... ho come l'impressione che lei ci stia nascondendo qualcosa. E poi quella cicatrice sulla faccia... non possiamo prenderla come una vera prova... potrebbe anche essersela fatta altrove...
-Ottima intuizione signorinella.- rispose Tucker con aria assolutamente calma -Ma ogni cosa a suo tempo- continuò lui -prima vi svelerò come tornare normali poi sta a voi mettere in atto la mia soluzione o meno.
-In che senso scusi?- chiese Giuseppe con aria perplessa.
-C'è un segno sul vostro braccio sinistro, ognuno di voi ce l'ha.- disse Tucker indicando il braccio scoperto di Giuseppe.
-Sembra una specie di diamante- disse Sirin -ma è tutto nero!
-Precisamente!- continuò Tucker -Per far si che il segno scompaia e che voi torniate normali è necessario che risolviate 10 enigmi cadauno!- -Enigmi? Cioè indovinelli?- chiese Francesco
-Esatto! Purtroppo a Mistodd ci sono solo 129 abitanti escludendo me, Jacques e i suoi due tirapiedi, quindi...
-Quindi qualcuno di noi non potrà tornare del tutto normale!- concluse Giuliana preoccupata.
-Esattamente.- finì il discorso Tucker chinando il capo.
Tutti rimasero demoralizzati a quelle parole. Un attimo prima stavano esultando di gioia perchè finalmente avrebbero saputo il metodo per tornare normali e un momento dopo le loro speranze erano andate in fumo: uno o una di loro non sarebbe riuscita a tornare normale. Cosa potevano fare?
-Ora che mi ci fate pensare...- riprese Tucker con un sogghigno -un modo di salvare la persona che non tornerà normale ci sarebbe...
Tutti quanti si girarono verso Tucker con un nuovo barlume di speranza negli occhi.
-Spara!- disse Francesca.
-E' molto semplice in realtà- fece lui -basterà che distruggiate il luogo da cui tutto ciò ha avuto inizio!
Il gruppo di ragazzi rimase a bocca aperta. Ma come? Come potevano fare loro, dei semplici ragazzi, a distruggere un palazzo enorme come quel ristorante? E soprattutto, come poteva essere che distruggendo l'Animal Bistrot, sarebbero tornati normali?
-Vuoi dire che distruggendo quel ristorante infernale anche chi non ha completato tutti gli enigmi tornerà normale?- chiese Giuliana, ancora incredula.
-E' esattamente quello che ho detto- le rispose tranquillamente Tucker.
-Mi viene da pensare- intervenì Francesco -che in tutto questo lei ci guadagnerebbe comunque qualcosa... non è così signor Tucker?
Tucker esitò a rispondere a quella domanda, ma si limitò soltanto a sghignazzare.
-In effetti- riprese Tucker -si, ci guadagnerei qualcosa; ma come ho detto prima, ogni cosa a suo tempo ragazzi.
Certo, con quel suo ghigno stampato perennemente in volto e il suo modo di fare il signor Under appariva ben poco affidabile e degno della loro fiducia, ma che altra scelta avevano?
-E sentiamo signor Tucker- intervenne Francesca con sguardo serio, -lei che procedimento ci consiglia di seguire? Sprecare tempo a risolvere degli stupidi indovinelli e lasciare che uno di noi rimanga mezzo uomo e mezzo animale per sempre o dirigerci tutti quanti verso l'Animal Bistrot e mettere a repentaglio la vita di ognuno di noi?
-E' una scelta ardua non c'è che dire...- disse Tucker con tono piuttosto sincero -spetta a voi decidere quale strada intraprendere... anche se...
Tutti rimasero col fiato sospeso e nessuno spiccicava una sola parola, attendendo la conclusione del discorso. -Anche se..?- Richie interruppe il silenzio.
-Anche se,- riprese Tucker -visto che siete ancora giovani...ma che comunque siamo in maggioranza numerica... potrei chiamare due dei miei uomini fidati per aiutarvi in quest'impresa...
-Solo due?!- urlò Giuseppe con rabbia -che senso ha tutto questo?! Non sappiamo se quel Jacques ha altri tirapiedi oltre quei Gaston e Vattelapesca! Non siamo mica dei lottatori!
Giuseppe non aveva tutti i torti, ma Tucker sorrise con un sorriso diverso da quelli di prima..che ispirava fiducia, che dava speranza.
-Ho capito come vi sentite ragazzi, non c'è bisogno che vi scaldiate. Ma vi posso assicurare che ho un piano ben accurato per porre fine a tutto ciò una volta per tutte.
Il signor Tucker sembrava alquanto deciso mentre stava pronunciando la frase. A quanto pare aveva davvero un piano.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=499967