Killers - witnesses that keep silent are accomplices di XShade_Shinra (/viewuser.php?uid=51964)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Circus ***
Capitolo 2: *** Ripperless ***
Capitolo 1 *** Circus ***
-Autore:
XShade-Shinra
-Titolo:
Killers - witnesses that keep silent are accomplices
-Citazione
dall'Antico testamento:
Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l'occhio mio ti ha
visto. [Giobbe 42:5]
-Citazione dall'Opera di
Shakespeare: Il manto della notte mi nasconde ma se non mi
ami lascia che mi trovino. Meglio che il loro odio mi tolga la vita e
non che la morte tardi senza il tuo amore. [Romeo e Giulietta]
-Fandom:
D.Gray-man
-Paring:
Tyki x Allen [poker pair],
Mana + Allen
-Rating:
Arancione
-Genere: Dark, Sentimentale
-Avvertenze:
Shounen-ai/Yaoi, Non per stomaci delicati, E se...
-Capitoli: 2
-Note dell'autore:
Questa fanficion è stata pensata per essere una one-shot,
ma, vista la lunghezza, ho preferito dividerla in due capitoli. E’ una
FF ambientata pochi giorni dopo che
Allen viene adottato da Mana - siamo quindi in periodo di capodanno -
ed è una “E se…” e non ho
volutamente specificato il futuro dei due protagonisti (sia per quanto
riguarda la FanFiction, che per quanto riguarda la storia del manga) ,
quello lo lascio all’immaginazione del lettore. In questa FF
esistono sia gli Esorcisti sia i Noah, con poteri annessi; Allen non
è ancora un Esorcista e ha il caratterino scontroso e poco
educato di cui faceva sfoggio quando lavorava come garzone al circo.
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di
questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non
sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa
narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...),
ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia
è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro
divertimento.
-
Killers - witnesses who keep
silent are accomplice -
- Circus -
Anche quella sera gli spalti
erano gremiti di gente, come al solito. I
biglietti per quello spettacolo notturno erano stati venduti tutti in
pochi minuti dall'apertura, e ciò non faceva altro che
preoccupare un certo clown dai capelli castani, decisamente restio a
farsi truccare da un secondo pagliaccio più grande di lui.
«Perché cacchio devo esibirmi insieme a te anche
stasera, Mana?» domandò scontroso, mentre il
collega sbuffava e cercava di mettergli per bene il rossetto nero.
«Perché sei un ottimo clown e ti voglio al mio
fianco per il nostro sketch comico.» spiegò
l'altro, facendogli un segno verticale passante per l'occhio sinistro
«Abbiamo preparato diversi spettacolini e sono tutti
grandiosi!»
«Bah...» sbuffò, legandosi i capelli in
una codina alta «Non mi sembra di essere tanto
bravo...» borbottò, guardando in basso
«Ieri ho sbagliato le battute, non le ricordavo
più.»
«E solo per questo ti demoralizzi?» chiese Mana
«Allen, ricorda che ci sono io ad aiutarti!»
«Lo so, ma voglio essere in grado di cavarmela da solo! Devo
solo studiare di più e...» ma l'altro lo
interruppe:
«No, devi solo applicarti, e si impara sul palco.»
sorrise, battendogli una mano sulla spalla, cercando di trasmettergli
un po' di positività e sicurezza «Oggi proviamo lo
spettacolo con il pallone.» disse, alzandosi per andare
davanti allo specchio a rifinirsi il cerone.
«Va bene...» soffiò il ragazzo,
guardando tristemente il pesante tendone rosso che li separava
dall’arena.
Fino alla settimana prima, Allen, orfano, aveva lavorato come garzone
presso un circo, ma da circa una settimana aveva avuto la fortuna di
incontrare Mana Walker, un pagliaccio che lavorava nel suo stesso luogo
di lavoro e che aveva deciso di adottarlo, donandogli il proprio
cognome e la propria compagnia. Così, i due si erano
spostati in un nuovo circo, cominciando a lavorare in coppia.
Per Allen, sempre tenuto in disparte a causa della sua mano sinistra
deforme, era un po' difficile stare sotto i riflettori davanti a tutti
quelli sguardi, ma Mana lo aiutava sempre, correggendo gli errori del
ragazzo in modo da sembrare che facesse tutto parte della messinscena.
Dopo pochi minuti, i due sentirono distintamente la voce del direttore
del circo che annunciava a gran voce i clown, seguito da uno scroscio
d'applausi di incoraggiamento. Allen ingoiò a vuoto e Mana,
appena tornato dal camerino facendo rimbalzare una palla grande due
volte lui, gli posò una mano sulla testa, spettinandolo
appena.
«Non preoccuparti, Figliuolo.» disse con voce bassa
e avvolgente «L'importante è divertirsi. Se noi ci
divertiamo, anche il pubblico farà altrettanto, quindi
ora... andiamo!» esclamò, correndo verso gli
spettatori che li attendevano in trepidante attesa.
«Ehy!» si lamentò il giovane, correndo
per raggiungerlo. Se non avesse avuto il trucco, tutti avrebbero visto
il suo rossore: Mana era l'unica persona al mondo che lo avesse mai
trattato bene, ricevere quei gesti d'affetto era cosa piuttosto nuova
per lui.
"Mana è sempre il solito..." pensò contrariato,
uscendo da dietro il sipario e venendo quasi accecato dalle forti luci,
dalle quali si schermò con un braccio.
Per fortuna, il Clown più grande gli prese l'altra mano e lo
condusse al centro dell'arena, dove si inchinarono con un bel
sorrisone.
Cominciava il loro spettacolo.
L'inizio fu un susseguirsi di battute con un sottile "umorismo
all'inglese", molto educato e composto, poi i due passarono alle mani,
fingendo di combattere utilizzando dei palloncini che gonfiavano ed
assemblavano di volta in volta, creando battaglie con le spade e delle
lotte clandestine tra cani. Arrivarono presto alla scena finale: Allen
doveva rincorrere Mana utilizzando il pallone portato nell'arena,
mentre l'uomo doveva costruire un ombrello sempre utilizzando i
palloncini; questa era una figura molto complessa, che quindi
richiedeva parecchi minuti, e i due avevano studiato lo stratagemma del
pallone per poter così intrattenere il pubblico in quel
tempo morto.
«Ahah!» rise Mana, iniziando a correre e gonfiare
quanti più palloncini possibile mentre li annodava ed
applicava le giuste torsioni per costruire la forma d'ombrello che
desiderava. Come minimo a fine spettacolo sarebbe svenuto per mancanza
d'ossigeno!
«Non scappare!» urlò il ragazzo, salendo
con un balzo ben calibrato sulla palla, che oscillò
pericolosamente.
Sembrava che Allen fosse riuscito nel solito esercizio che compiva
sempre senza problemi, ma non fece nemmeno in tempo a fare due passi su
quella sferica superficie che sentì la palla incontrare un
ostacolo a terra, e rimbalzarvici contro, facendogli così
perdere il ritmo e l’equilibrio.
Mana non poté fare niente per lui, stavolta: il ragazzo
cadde rovinosamente a terra, slogandosi la caviglia. Non
riuscì a trattenere l'ansito di dolore che gli
uscì dalle labbra quando sentì lo schioccare
dell'articolazione ed avvertì il dolore alle ginocchia che
si erano contuse e sbucciate, facendolo finire lungo disteso a terra,
davanti agli occhi critici ed impietosi del pubblico. Si capiva lontano
un miglio che non faceva parte dello spettacolo...
Il ragazzo dai capelli castani, ormai sciolti, si guardò
intorno, notando una smorfia di disgusto in ogni volto sul quale
posasse lo sguardo. Quello era un circo rinomato e molto popolare, il
pubblico non voleva certo vedere degli scartini!
Alla fine dello sketch con la palla, avrebbero dovuto simulare l'inizio
di un acquazzone e Mana avrebbe invitato Allen sotto il proprio
ombrello, ma il ragazzo avrebbe fatto finta di schizzarlo con una
pozzanghera e sarebbe corso via dietro il sipario, seguito a ruota dal
genitore: questa era la scaletta. Però, le cose non erano
andate come stabilito e Allen sapeva che, a causa del suo
errore, ne
sarebbe andato di mezzo anche Mana; probabilmente non avrebbero
mangiato l'indomani e non era da escludere che avrebbero decurtato loro
qualcosa dalla paga giornaliera.
«Mana... Cacchio...» soffiò appena il
ragazzo, abbassando lo sguardo a terra, stringendo il grosso tappeto
con un pugno.
Sapeva di non essere pronto e non voleva che ci andassero di mezzo
altre persone, non voleva dare questo genere di dispiaceri a Mana. Ecco
perché non si sentiva pronto per fare gli spettacoli con
lui.
Scuotendo appena la testa, espirò piano, pronto a cercare di
mettersi in piedi e poter così zoppicare fino all'uscita con
le orecchie basse, ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Era un piccolissimo rumore, ma in mezzo a tutto quel silenzio quasi
innaturale, lo sentì come un boato: alzò lo
sguardo e vide che un giovane uomo in mezzo al pubblico, vestito con un
elegante abito nero completo di tuba, si era alzato e aveva iniziato a
battere le mani, applaudendo per la performance del pagliaccio.
Allen restò paralizzato a quel gesto che non si aspettava
minimamente. Inizialmente pensò che fosse una presa in giro,
ma, quando vide il bel sorriso che l'uomo aveva sulle labbra e che
stava indirizzando proprio a lui, ogni dubbio gli si dissipò
dal cuore e comprese che quello spettatore dalla carnagione abbronzata
voleva solamente incoraggiarlo e fargli capire che lo spettacolo gli
era piaciuto ugualmente - almeno, fino a quel punto. Nonostante fosse
solo, il moro continuò ad applaudire, lasciando Allen senza
fiato.
Arrossendo appena, il ragazzo notò che Mana lo guardava
preoccupato - era in pensiero più per la caviglia del figlio
che per la loro futura punizione -, poi tornò ad osservare
le mani guantate del moro, senza mai incrociare il suo sguardo.
All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, guardando
quelle mani, gli venne un'idea. Sorrise e si rimise in piedi a fatica,
facendo un profondo inchino al pubblico, poi salì sui sacchi
che dividevano l'arena dal pubblico - così da recuperare
qualche decimetro d'altezza - e risalì sulla grande palla,
lasciando perplessi tutti i presenti, soprattutto il padre.
Molti degli spettatori iniziarono a commentare il fatto che Allen,
ormai, non avrebbe potuto più continuare lo spettacolo -
visto che la caviglia si stava ingrossando, cominciando a diventare
violacea -, ma, con immensa sorpresa, l'inglesino si issò
sulle braccia e fece la verticale sul pallone, continuando lo
spettacolo e iniziando a rincorrere Mana movendo il pallone con le
mani. L’uomo lo guardava sorridendo, fiero del proprio
ragazzo.
Nonostante l'incidente, i due riuscirono a terminare lo sketch nel
migliore dei modi, prendendosi come premio un applauso da tutto il
pubblico, mentre uscivano di scena. Dietro le quinte, Mana si
caricò Allen in spalla e corse con lui nuovamente al centro
dei riflettori, per poter godere di quel gesto da parte degli
spettatori.
«Sei stato bravissimo.» lo lodò il clown
più grande.
«Grazie, ma il merito non è solo mio.»
disse al genitore, mentre entrambi continuavano a sorridere e ad
agitare le braccia.
«L'applauso di quell'uomo ti è stato
d'aiuto?»
«Sì.» rispose, posando lo sguardo nel
posto dove era seduto l'elegante moro, incrociando per la prima volta
lo sguardo con il suo e perdendosi in quelle due pozze dorate, che vide
distintamente nonostante la distanza che intercorreva tra i due.
«Viene tutte le sere.» lo informò Mana,
facendo un inchino.
«Davvero? Come lo sai?» chiese il ragazzo, facendo
a sua volta una riverenza.
«Sei ancora nuovo di questo mondo, ma io ricordo bene il
volto delle persone presenti agli spettacoli. Li guardo per captare le
loro emozioni.» spiegò, tornando con il figlio
dietro il sipario «E sappi che il suo sguardo è
sempre su di te! Hai un ammiratore, Allen!» a quelle parole,
il ragazzo arrossì palesemente. A causa della caduta, molto
trucco gli si era pulito via dal viso, lasciandogli le guance scoperte.
«Imbecille!» urlò, dandogli un pugno in
testa.
Nonostante ciò, l'inglesino si girò un'ultima
volta indietro, ed il cuore gli si strinse nel vedere il posto del
giovane uomo ormai vuoto. Se ne doveva essere andato via... Eppure
mancavano ancora diversi spettacoli prima della fine...
«Non preoccuparti, tornerà domani!» rise
il genitore «Sicuramente se n'è andato a causa del
killer che sta girando queste notti proprio in questo quartiere, e non
vuole fare tardi!»
«Non mi importa di lui...» si imbronciò
il neo-clown, gonfiando una guancia e girando di lato il viso.
"Dici davvero, Allen?" gli chiese mentalmente Mana, portando il figlio
dal dottore perché gli fasciasse il piede.
§Continua§
XShade-Shinra
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Capitolo 2 *** Ripperless ***
-Killers
- witnesses who keep
silent are accomplice-
Nella periferia della
città gira da diverse notti un pericoloso serial killer, ma
gli artisti del circo continuano indisturbati i loro spettacoli tra la
neve… almeno finché uno di loro non
deciderà di scappare [Shounen-ai/Yaoi - Tyki x
Allen, Mana + Allen]
FanFiction classificata 1° e
Vincitrice dei premi "Miglior
fanfic
partecipante", "Miglior long
fanfic" e "Coraggio di Partecipazione" al Contest "Mi basta il
paradiso (la vendetta)" indetto da cdmyy sul Forum di
EFP
-Autore:
XShade-Shinra
-Titolo:
Killers - witnesses that keep silent are accomplices
-Citazione dall'Antico
testamento:
Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l'occhio mio ti ha
visto. [Giobbe 42:5]
-Citazione dall'Opera di
Shakespeare: Il manto della notte mi nasconde ma se non mi
ami lascia che mi trovino. Meglio che il loro odio mi tolga la vita e
non che la morte tardi senza il tuo amore. [Romeo e Giulietta]
-Fandom:
D.Gray-man
-Paring:
Tyki x Allen [poker pair],
Mana + Allen
-Rating:
Arancione
-Genere:
Dark, Sentimentale
-Avvertenze:
Shounen-ai/Yaoi, Non per stomaci delicati, E se...
-Capitoli: 2
-Note dell'autore:
Questa fanficion è stata pensata per essere una one-shot,
ma, vista la lunghezza, ho preferito dividerla in due capitoli.
E’ una FF ambientata pochi giorni dopo che
Allen viene adottato da Mana - siamo quindi in periodo di capodanno -
ed è una “E se…” e non ho
volutamente specificato il futuro dei due protagonisti (sia per quanto
riguarda la FanFiction, che per quanto riguarda la storia del manga) ,
quello lo lascio all’immaginazione del lettore. In questa FF
esistono sia gli Esorcisti sia i Noah, con poteri annessi; Allen non
è ancora un Esorcista e ha il caratterino scontroso e poco
educato di cui faceva sfoggio quando lavorava come garzone al circo.
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di
questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non
sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa
narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...),
ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia
è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro
divertimento.
- Killers - witnesses who keep
silent are accomplice -
- Ripperless -
Erano passati
alcuni giorni dalla sera dell'incidente durante lo
spettacolo, e Allen aveva recuperato perfettamente l'uso del piede, per
somma gioia di Mana, ma soprattutto del direttore del circo, dato che
era rimasto particolarmente irritato dall'accaduto, minacciando
addirittura di sbattere fuori sia il ragazzo che il genitore.
«Che palle...» borbottò Allen, mentre
dava da mangiare agli elefanti.
Visto che non poteva prendere parte agli spettacoli, il direttore lo
aveva messo a fare i garzone, trattenendogli i soldi della paga da
clown. In pratica lavorava quasi gratis.
«Non ne posso più, questo circo è il
triplo dell'altro...» sbuffò, andando a prendere
la carne per sfamare le tigri poco prima del loro spettacolo, il
penultimo nella scaletta «Uff... Mi ero abituato troppo
bene...» parlò da solo, raggiungendo la gabbia con
i felini.
Quella sarebbe stata l'ultima sera da sguattero prima di tornare al
lavoro da pagliaccio, e ciò era l'unico motivo che lo
spingeva a dare il meglio di sé. Inoltre, dopo la sua scarsa
performance, era visto come un perfetto incapace dagli altri artisti
circensi - forse perfino dalle scimmie ammaestrate di Jake - e tutti lo
tenevano d'occhio, soprattutto il padrone, che gli aveva urlato in
faccia che, visto che si era già giocato il Jolly, alla
prossima castroneria lo avrebbe buttato fuori con una bella pedata
sulla chiappa destra.
Scutendo la testa come un mulo, Allen finì di dar da
mangiare alle tigri, perdendosi per un attimo nei profondi occhi dorati
di una di loro: erano così simili a quelli del distinto uomo
che gli aveva applaudito. Mana - che aveva finito da circa quindici
minuti il suo sketch in singolo - gli aveva raccontato che in quei
giorni non aveva smesso una sola sera di venire a vedere lo spettacolo,
ma, puntualmente, dopo spariva, tornando a quello del giorno dopo. Se
solo non avesse avuto il timore di peggiorare la propria situazione,
l'inglesino lo avrebbe sicuramente cercato per quantomeno ringraziarlo
dell'aiuto di quel giorno.
«Tsk!» sputò, camminando verso il
recinto dei porcellini, quegli adorabili animaletti onnivori che
sembravano guardarlo con un piccolo barlume di intelligenza negli occhi
quando portava loro da mangiare. Solo quando
portava loro da mangiare,
perché, in caso contrario, erano come piccoli demonietti,
più temibili delle tigri, capaci di divorare qualsiasi
essere in men che non si dica, lasciando solo pochi resti.
Tra queste bestie, Allen aveva però preso in simpatia il
più minuto dei porcellini, quello che si lasciava avvicinare
e addirittura prendere in braccio senza mordere o tentare di scappare
dibattendosi come un forsennato. Si chiamava Milky ed era perfettamente
rosa, tranne che per una macchia color caffellatte sulla coscia destra,
di forma non meglio identificata.
«Vieni Milky!» lo chiamò l'ex-clown,
prendendolo da parte e portandolo fuori dal recinto dopo aver versato
il cibo nel trogolo per i fratellini.
Il maialino si lasciò prendere in braccio, grugnendo appena,
e l’inglese se lo mise sulle ginocchia, porgendogli delle
ghiande dalla propria mano sinistra tenuta a coppa. Sorrise mentre lo
vedeva mangiare con gusto, nonostante gli stesse sbavando la mano e
stesse facendo cadere parecchia frutta secca a terra, in mezzo alla
neve.
Una volta finite le ghiande offertegli, puntò quelle
ruzzolate tra la neve e grugnì per farsi mettere
giù.
Allen ridacchiò e lo lasciò andare, dopotutto era
un cucciolo abbastanza tranquillo, quindi sarebbe bastato solo tenerlo
d'occhio, mentre correva sculettando verso il buco nella recinzione
dello spiazzo dove si era fermato il circo...
«Ehy!» urlò il ragazzo, correndo il
più velocemente possibile, lottando contro la neve alta fino
alle ginocchia che lo rallentava «Torna indietro,
Milky!»
Il porcellino, però, si spaventò per tutto quel
chiasso e per l'agitazione di Allen, e continuò a correre
sempre più veloce, oltrepassando la recinzione proprio un
attimo prima che il garzone potesse acchiapparlo.
«Milky!» urlò ancora l'inglese,
aggrappandosi alla rete, come a volerla distruggere per poterci passare
attraverso, naturalmente invano «Cacchio!»
esclamò irato, battendo le mani sulla recinzione.
Come se avesse il Diavolo alle calcagna, Allen corse fino all'uscita
posteriore del circo, e continuò il suo inseguimento senza
mai rallentare.
Fortunatamente nessuno era lì ad assistere alla scena. Se il
direttore lo fosse venuto a sapere, l'inglesino sarebbe stato ridotto
ai lavori forzati per ripagare il maialino e poi radiato da ogni circo
della zona e, con lui, anche Mana.
«Stupido maiale, torna indietro!» urlò,
pensando che da quel suino dipendeva il futuro del suo genitore.
Nonostante quelle fossero stradine di periferia, l'illuminazione era
sufficiente per seguire Milky che correva terrorizzato lungo la via
principale.
«Porco!» urlò con tutto il fiato che
aveva in corpo, sperando che il fuggiasco si fermasse, ma ottenendo
solamente il magro risultato che due donne, probabilmente due
prostitute, si girarono preoccupate guardandosi intorno, credendo di
vedere chissà quale losco figuro nascosto nelle tenebre.
«Oink! Oink!» grugnì il cucciolo,
scivolando su una lastra di ghiaccio formatasi sul marciapiede e
rotolando in mezzo ad un cumulo di neve.
«Ti ho preso!» urlò Allen, buttandosi
sul porcellino, che, più impaurito di prima,
scartò velocemente a destra, buttandosi in mezzo alla strada
ed arrivando in un lampo dall'altra parte, infilandosi in un vicolo non
illuminato.
Il ragazzo però fu abbastanza lesto - e disperato - da
riuscire a rialzarsi di scatto ed afferrare l'animale pochi secondi
dopo aver varcato quella stradina immersa nell'oscurità e
mezzo sepolta dalla neve.
«Preso!» esclamò, portandoselo al petto,
così da bloccarlo.
La neve lo aiutò a rallentare la propria corsa, che si
arrestò davanti ad una traversa illuminata fiocamente
solamente da una lanterna retta da una... farfalla...
Allen rimase immediatamente catturato da quella creatura - un
gigantesco lepidottero nero e viola, che batteva con grazia le ali - e
ci mise qualche secondo ad accorgersi della presenza di due persone in
quel vicolo, ed impiegò altrettanti secondi per capire che
non sarebbe dovuto essere lì in quel momento. Ciò
che vide lo bloccò come se fosse stato paralizzato, i piedi
divennero troppo pesanti per muoversi e le gambe rimasero rigide, come
inamidate. Dentro quel lugubre vicolo si
stava compiendo un omicidio.
La vittima era un uomo di mezza età, vestito con una cappa
bianca e nera, con una croce - forse d'argento - appuntata all'altezza
del cuore, dove l'assassino aveva sprofondato il braccio, bisbigliando
qualcosa di incomprensibile all'uomo. Le sue parole erano rese ancora
più difficili da capire a causa del guanto che teneva tra i
denti dalla punta del dito medio. La vittima disse qualcosa in tono
sprezzante e il killer sfilò di colpo l'arto dal suo corpo,
portandosi appresso un ammasso rosso di carne ancora pulsante, della
grandezza di un pugno; non lo teneva direttamente con la mano nuda, ma
utilizzava una seconda farfalla, più grande e dall'aspetto
terrificante, che teneva quello che doveva essere il cuore dell'uomo
tra i denti di una macabra bocca sull'addome.
Non c'erano dubbi: era il killer seriale che terrorizzava il quartiere
in quelle sere. Il suo modus operandi non lasciava spazio ad alcun
dubbio: morti atroci che, presentavano l'assenza del cuore, senza
però alcuna ferita esterna, come risultava dai referti delle
autopsie.
Gli occhi del ragazzo si spalancarono alla vista dell'uomo che,
interte, cadeva a terra senza aver mai emesso suono, senza sporcare la
neve di rosso, né lasciando alcun alone sulla sua divisa
nonostante la morte violenta che lo aveva colto. Vedendo nuovamente la
croce dell'uomo, ad Allen tornò in mente un passo
dell'Antico testamento che gli aveva letto Mana:
"Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora... l'occhio mio...
ti ha visto..." ripeté mentalmente. Quanto avrebbe voluto
non aver mai visto quell'assassino ed essere ancora al circo a giocare
con Milky...
Dopo quella scena, ad Allen sembrò di vedere un video a
rallentatore: l'assassino sorrise maligno, contemplando il suo ennesimo
capolavoro e, senza che nessuno potesse evitarlo, Milky
grugnì forte ed il suo verso riecheggiò nel
vicoletto, facendo così girare il killer verso di loro.
All'inizio, solo i mori capelli mossi erano illuminati dalla lanterna
tenuta a mezz'aria dalla farfalla nera, poi, mentre egli ruotava il
volto, Allen poté riconoscere la carnagione abbronzata, i
lineamenti mediterranei e, infine, quegli occhi dorati e ferini che
aveva incrociato durante il suo ultimo spettacolo.
«Tu...» sussurrò l'inglesino, con un fil
di voce, stringendo di più a sé il suino.
Non ci poteva credere. Quella persona tanto gentile nei suoi confronti,
in realtà era il killer seriale di cui si parlava.
Al contrario di quanto diceva il passo biblico, il ragazzo
già aveva conosciuto l'assassino, ed in quel momento,
l’uomo stava camminando verso di lui, arrivando
così vicino che il ragazzo poté distintamente
sentire l'odore di colonia che lo avvolgeva.
«Ciao, ragazzino.» lo salutò a bassa
voce, rimettendosi il guanto nella mano perfettamente pulita.
L'inglesino ingoiò sonoramente e trovò la forza
di arretrare - ogni passo gli costava un'immensa fatica - fino a
toccare il vecchio muro fuligginoso fatto di mattoni. Non perse neppure
per un attimo il contatto con le iridi dello straniero - quasi gli
sfuggì quel piccolo neo sotto l’occhio sinistro e
quelle strane stigmate sulla fronte -, arrivando a vedere la propria
immagine riflessa in loro,.
«Tu... Sei quel tizio... al circo...»
balbettò.
«Vedo con piacere che ti rammenti di me, piccolo
clown.» gli sorrise, sfiorandogli il volto con la mano pura
da ogni colpa «Senza trucco sei davvero molto più
carino di quanto avessi immaginato.»
Allen spostò lo sguardo sulla mano del giovane uomo. Non
riusciva a pensare lucidamente, ma quella carezza non gli faceva paura,
nonostante rimanesse all'erta nel caso avesse cercato di fargli del
male.
Perché aveva scoperto che quelle mani erano capaci di essere
gentili e, nel contempo, di saper uccidere.
«Tu sei... l'assassino che...» iniziò a
dire, venendo però interrotto dal moro:
«Hai visto tutto?» domandò, passando il
pollice sulle labbra del circense.
«...» Allen non rispose a quella domanda ed il suo
silenzio fu letto come un palese "sì" alle orecchie del
moro.
«Mi 'spiace che proprio tu l'abbia dovuto vedere.»
Quelle parole misero in agitazione l'inglesino, che pensava di essere
diventato un testimone scomodo per l'uomo, e che quindi fosse da
eliminare, ma con grande sorpresa vide il killer allontanare la mano da
lui, poggiandosela al fianco. Non sembrava volergli fare del male.
«Non ho avuto ordine dal Conte del Millennio di far fuori
coloro che non sono Esorcisti.» sorrise «Puoi stare
tranquillo.»
"Il Conte del Millennio?" pensò il ragazzino
"Dov'è che ho già sentito questo nome?" si
chiese, per poi sentire delle voci provenire dalla strada principale
illuminata.
Girò lo sguardo e vide un gruppetto di quattro persone
fermarsi proprio lì, davanti all'ingresso della stradina, a
chiacchierare animatamente: due gendarmi, un uomo vestito in borghese -
avvolto in un mantello e portante un grosso zaino - e una giovane donna
dai capelli biondi con una scimmietta sulla spalla. L'avrebbe
senz'altro scambiata per una circense, se non fosse che era vestita con
gli stessi abiti dell'uomo appena ucciso. Forse facevano parte dello
stesso ordine religioso...
Il killer voltò il capo, vedendo anche lui quelle persone e
tornò a guardare nuovamente Allen: il ragazzo sembrava
diviso in due, una parte sembrava volesse correre da quegli uomini,
l'altra invece, sembrava volesse rimanere lì al buio dove
nessuno dei due sarebbe stato visto. Il giovane uomo aveva intuito che
il suo stato d’animo era diviso tra paura e senso del dovere.
«Ora come ora, il manto della notte mi nasconde,»
sussurrò al ragazzo, volgendo lo sguardo dalla strada alle
pozze argentate del garzone «ma se non mi ami lascia che mi
trovino. Meglio che il loro odio mi tolga la vita e non che la morte
tardi senza il tuo amore...» sussurrò, usando
parole e costruzioni ricercate.
Allen lo guardò trattenendo il fiato.
"Amore?" si chiese "No, io non provo amore per lui..." scosse il capo,
sentendo poi un fremito quando l'altro posò la mancina sulla
sua testa, accarezzandogli i ciuffi castani.
«Sai, venivo sempre al circo solo per vedere te...»
gli confidò «Mi piaci molto...»
Allen si imbarazzò a quei tocchi gentili come le sue parole:
oltre Mana nessuno lo aveva mai trattato così.
«...Grazie per l'altra volta.» riuscì a
dire, lanciando uno sguardo verso il quartetto, per poi naufragare di
nuovo nelle aurifere iridi del killer.
Ciò che divideva Allen però, non erano la paura e
il senso del dovere, come erroneamente pensava il moro, ma erano la
gratitudine
ed il senso del dovere: se lo avesse denunciato alle
autorità, quell'uomo dai poteri bizzarri - quasi satanici -
sarebbe stato sbattuto in prigione. Così facendo, non
avrebbe potuto ripagare il debito che aveva con lui, quando non solo
gli aveva dato l'idea di cambiare esibizione, ma gli aveva dato
soprattutto la fiducia in se stesso e salvato il suo posto di lavoro.
«Non lo
dirò a nessuno... per questa
volta.» sussurrò piano.
«Veramente, ragazzino?» chiese il moro, sorridendo.
«Sì...» rispose piano, distogliendo lo
sguardo e preferendo guardare il maialino che se ne stava buono buono
tra le sue braccia.
«Mi chiamo Tyki, e tu?» domandò,
avvicinando il volto a quello del ragazzo, tanto da accarezzargli il
naso con il proprio.
«Allen... Allen Walker...» rispose, sollevando il
viso.
«Piacere di conoscerti, allora.»
bisbigliò prima di posare le labbra su quelle del giovane.
L'inglesino all'iniziò fu preso in contropiede, poi si
lasciò completamente andare a quel bacio. Perché
non vedeva la parte malvagia, oscura, di quell'uomo, ma quella gentile
che sembrava essersi particolarmente affezionata a lui.
Il bacio durò parecchi minuti, nei quali le lingue ballarono
una danza condotta da Tyki, i respiri si miscelarono e le labbra si
accarezzarono. L'ex-clown cercava di non serrare troppo la presa su
Milky, mentre le mani dell'assassino scorrevano sui suoi poveri
vestiti, soffermandosi in certi punti che rubavano ansiti pieni di
lussuria al ragazzino, che si accorse eccitato da tutte quelle carezze,
soprattutto quelle intime che gli facevano sentire uno strano calore in
mezzo alle gambe ed uno ancora più ardente nel petto.
«Tyki...» sussurrò il nome del moro,
aggrappandosi alla sua camicia con una sola mano, come se lo volesse
stringere a sé, come se avesse paura di perderlo.
«Ragazzino...» sussurrò il portoghese,
sciogliendo il focoso bacio e abbracciandolo forte, attento a non
schiacciare il porcellino.
«Tyki io... io...»
«Ti piacciono le mie attenzioni?» gli
sussurrò «Sei eccitato?»
«Nh... Non dire cazzate!» negò, dandogli
un colpetto.
«Anche io lo sono...» gli sussurrò
«Ti va se...» gli bisbigliò all'orecchio
parole sconce, piene di desiderio, che fecero arrossire l'inglese.
«Ma che cacchio dici?» chiese, tremando ad
immaginare quelle cose che non pensava qualcuno potesse mai proporgli
«Hai... hai appena ucciso una persona... e io devo... devo
riportare Milky al circo...>> gli ricordò.
«Va bene.» sussurrò, dandogli un ultimo
bacio a fior di labbra, per poi allontanarsi.
Allen sentì all'improvviso il gelo avvolgerlo. Le carezze
del moro già gli mancavano.
«Vado...» soffiò, camminando verso
l'uscita ed accorgendosi solo in quel momento che il quartetto era
sparito.
«Ci vediamo domani allo spettacolo.» fece il
giovane uomo dalla pelle abbronzata, accendendosi una sigaretta mentre
tornava ad occuparsi delle sue due strane farfalle e del cadavere.
Allen annuì e corse via, con il maialino sottobraccio. Aveva
il fiatone e la testa stracolma di pensieri, di sensazioni... un po'
come il cuore che gli martellava nel petto.
"Tyki..." pensò senza posa, sentendo ancora quelle mani su
di sé che lo accarezzavano.
Appena girato l'angolo, sbatté contro una grossa pancia,
talmente tanto morbida che lo fece cadere a terra.
«Ouch!» esclamò, attento che il suino
non si fosse fatto male.
«Allen!» esclamò l'uomo, abbracciandolo.
Era Mana uscito dal circo ancora in tenuta da clown, anche se struccato
«Allen ma dov'eri?! Ti abbiamo cercato dappertutto! Ero
preoccupatissimo!»
«Ah... io...» balbettò il ragazzo, che
optò per dire mezza verità «Milky era
scappato e l'ho acchiappato.»
«Potevi avvisarmi!» lo sgridò con
dolcezza.
«No, Mana... ti ho già deluso una
volta.» disse, scuotendo il capo.
Il clown più anziano si alzò da terra, aiutando
il figlio a sollevarsi.
«Non mi hai mai deluso, Allen.» gli
bisbigliò all'orecchio, sentendo addosso al ragazzo uno
strano odore, come di pregiato profumo da uomo «Hai
incontrato qualcuno?» domandò.
«N-- No!» negò, forse un po' troppo
forte.
«Uhmm...» fece pensieroso «Non
è che hai il fidanzatino? Ti ricordo che noi due siamo
esterni, presto ce ne andremo da qui.»
«Non dire cazzate! Non sono fidanzato!» lo
assalì, arrossendo.
«Davvero?» lo stuzzicò.
«Grr...» ringhiò, assottigliando lo
sguardo.
«Aspetta che lo sappia il tuo fan! Magari è
proprio lui?» continuò ad insistere, cominciando a
correre via per non incappare nell'ira del figlio.
«Che dici?! Torna indietro!» urlò,
seguendolo a ruota, proprio come nel loro sketch comico.
~†~
Il giorno
dopo, Allen tornò sulle scene ed
accompagnò Mana nello spettacolo, raccogliendo applausi e
fischi d'apprezzamento da tutta la platea. Alla fine dello spettacolo,
l'inglesino fece un profondo inchino al suo pubblico, guardando verso
gli spalti dove era seduto Tyki, che gli sorrise, applaudendo con
vigore.
Quella sera però, Allen vide un distinto uomo seduto accanto
al portoghese che gli parlò all'orecchio, sussurrandogli
qualcosa che fece volgere l'espressione contenta del giovane uomo in
una più triste e rammaricata. Con un movimento lento, smise
di applaudire e salutò il ragazzo con un gesto della mano,
seguendo poi l'uomo verso l'uscita.
"Tyki..." pensò il ragazzo, con gli occhi che si velarono di
lacrime.
«Ehy, Allen!» lo richiamò Mana, accanto
a lui «Sorridi al tuo pubblico e non pensare al tuo fan che
se ne sta andando!»
«Ma che cacchio dici? Non me n'ero neppure
accorto!» fece il ragazzo, cercando di apparire contento,
mentre ben immaginava che il moro non sarebbe più venuto a
vedere il suo spettacolo.
"Questo non è un addio, ragazzino..." pensò Tyki,
guardando per un'ultima volta l'arena prima di sparire oltre l'uscita
di quel circo, seguendo il Conte del Millennio nella sua forma umana.
"Tyki... Girerò il mondo di circo in circo... e sono certo
che ci rivedremo..." pensò il ragazzo, increspando il labbro
superiore in un sorriso nostalgico, mentre tornava con Mana dietro le
quinte.
Entrambi lo sapevano bene, era come se lo sentissero nel profondo del
loro cuore: non importava né il come, né il
quando, ma i loro destini si sarebbero rincrociati, poiché erano complici di un omicidio.
-
Assassini -
- Testimoni che Tacciono
sono Complici -
§Owari§
XShade-Shinra
Risposte
alle Recensioni:
x LadyKokatorimon: <3 Ho letto la tua recensione come
fosse un vero e proprio incoraggiamento, e ciò mi ha fatto molto
piacere! ^^ Purtroppo mi sono resa conto anche io che il primo capitolo
non faceva entrare nel vivo della storia - infatti doveva essere
un prologo, solo che mi è venuto troppo lungo e ho preferito
dividere la storia in due capitoli -, ma sono contenta che ti sia
piaciuto. Il circo è un luogo che piace molto anche a me
(animali a parte...) e non ho davvero resistito ad utilizzare questo
luogo per una FF! ^^
x Rota: Ho cercato di metterci più pathos possibile in
quella scena, e sono contenta che i miei sforzi siano arrivati al
lettore; davvero, non c'è cosa che mi faccia più piacere
di vedere di essere riuscita nel mio intento. Grazie, inoltre, per i
complimenti sullo stile e il mio modo di far muovere i personaggi!
<3
x icaro smile:
Anche io adoro Mana di tutto cuore! Non sapendo bene il suo IC - se non
dalle poche informazioni date con il contagocce - me lo immagino sempre
come un padre ideale, sempre attento a suo figlio. <3 Sono molto
contenta che la storia ti piaccia, spero che anche questo capitolo sia
stato di tuo gradimento! ^^
Grazie a tutti coloro che
hanno commentato, che hanno messo questa mia FF
tra le loro storie preferite/da ricordare/seguite e a tutti quelli che
la hanno solamente letta.
XShade-Shinra
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