A Life Without You

di Kalie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione - Che fine hanno fatto i nostri eroi? ***
Capitolo 2: *** Anche se è cresciuto, Peter Pan riesce ancora a volare ***
Capitolo 3: *** Ti accorgi che la giornata è storta solo quando noti di aver messo i boxer al contrario ***



Capitolo 1
*** Prefazione - Che fine hanno fatto i nostri eroi? ***


 

 

Non era mai stato facile vivere sulla terra per la loro famiglia, eppure quello era decisamente un periodo felice. Da quando il capostipite della famiglia Son era partito insieme al Drago Shenlong non era accaduta nessuna catastrofe intergalattica, tanto che lei e gli altri erano arrivati a scherzarci su, descrivendo Goku come calamita per disastri o addirittura come Iettatore. Ovviamente il tutto con estremo rispetto, semplicemente era più facile ormai scherzarci su. Anche perché ormai ne erano passati di anni: ben sette dalla lotta contro i sette draghi, da quel lungo viaggio nello spazio… Per lei era stata un’esperienza magnifica. Aveva sempre amato combattere, ma trovarsi a tu per tu con il nemico vero e proprio era stato fantastico. Aveva anche avuto modo di conoscere meglio Trunks, il fratello di una delle sue migliori amiche, al quale era già abbastanza legata.

Ovviamente, per continuare una storia già iniziata da tempo, dobbiamo fare un piccolo excursus sulle nuove vite dei nostri protagonisti. Ormai Pan aveva ben ventidue anni, e non era più la ragazzina di un tempo. Era maturata sia nel fisico che nel corpo, mantenendo comunque quel non so cosa che la rendeva perennemente allegra e pronta all’avventura. Portare i capelli più lunghi non l’aiutava certo ad essere più femminile, per quanto ne possano dire Marron e Bra, ma le piacevano. Ormai era diventata lo specchio di sua nonna Chichi, quando aveva più o meno la sua età. Le sarebbe tanto piaciuto prendere gli occhi della madre, però i geni del padre, evidentemente, erano decisamente troppo dominanti. Dire che era diventata una bella ragazza era poco, ma non le importava più di tanto. Anche perché quando girava insieme a Bra e Marron erano tutte allo stesso livello. Erano unite dal profondo, da un legame più forte dell’amicizia. Forse perché loro facevano parte di una grande famiglia allargata, unita da amicizie primitive, da legami più forti di qualunque altro.

Per quanto riguarda Bra, come sempre era la ragazza più ambita dovunque lei andasse: i suoi modi di fare femminili, la sicurezza che esprimeva in ogni suo gesto, la distinguevano da tutte le altre. Il tutto senza mai essere volgare, o sprezzante verso gli altri. Ovviamente a meno che non la trattassero male, stiamo sempre parlando della Principessa dei Saijan. Lei aveva ventitre anni, e tutto ciò che desiderava dalla vita era diventare una stilista di moda. Non che le riuscisse difficile in effetti, aveva sempre tenuto particolarmente al look la nostra Bra, e se c’era qualcosa che non andava in quello che indossava… beh, ovviamente lo migliorava immediatamente con semplici ritocchi qua e la. Inoltre si dilettava in piccole invenzioni e revisioni meccaniche, dono ereditato dalla splendida madre. Anche Marron dal canto suo si dava da fare. La più grande delle tre infatti studiava per diventare un politico, carriera particolarmente tosta, specialmente per lei che è sempre stata una persona pacata e gentile con tutti. Nonostante tutto, brillava in tutto quello che faceva, specialmente perché con i suoi modi aggraziati, riusciva ad ottenere le simpatie di chiunque, e voleva sfruttare questo suo punto di forza per migliorare il mondo. Pan ovviamente continuava nei suoi allenamenti, ma sapeva che non voleva diventare come suo Nonno Satan, anche lei aveva un sogno nel cassetto. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di diventare un medico, ma con le sue sole forze. All’università aveva nascosto a tutti il fatto di essere la nipote di ben due eroi mondiali! Lei ce l’avrebbe fatta comunque, anche senza l’aiuto della fama dei due uomini. Dopotutto è sempre un’orgogliosa Saijan.

Per quanto invece riguarda i nostri tre ragazzoni preferiti, sappiamo bene come sono messi. Goten è sempre il solito rubacuori, forse alla ricerca della donna dei suoi sogni che gli faccia battere ancora una volta il cuore. Eterno studente all’università di Lettere, era seriamente intenzionato a diventare un giornalista, ma chissà per quale dei tanti motivi, ha cominciato a scoraggiarsi e da allora ha iniziato a fare un esame ogni due anni e mezzo. Uub probabilmente è l’unico dei nostri tre eroi ad essere realizzato: gestisce da anni una palestra tutta sua, che va alla grande. Fa quello che ama e riesce anche a guadagnare per se stesso e per la sua lontana famiglia. Il suo unico problema in effetti sono le donne: eternamente inseguito da loro, non riesce a provare interesse per nessuna delle sue spasimanti, tanto che è stato costretto a prendere un aiuto insegnante per le richieste di allieve. Ovviamente parliamo di Pan: chi meglio di lei poteva aiutarlo a liberarlo da quelle arpie, tenendo i corsi femminili? Infine passiamo a parlare del nostro Trunks, forse quello più infelice. Uno spirito libero nascosto dietro ad un paio di occhiali finti, rinchiuso in un ufficio, incatenato ad una scrivania che non riuscirà mai a comprenderlo come un avversario durante una dura ed aspra lotta. Se non fosse che ama sua madre, prenderebbe baracca e burattini, chiudendo per sempre la Capsule Corporation. Peccato che anche lui ami tanto quel posto che però lo fa sentire come se avesse un cappio al collo. Qualcosa di molto simile ad una cravatta.

Mi direte voi, come fa ad essere così unito un gruppo così disomogeneo; hanno tutti vite diverse, certo, interessi opposti. Eppure trovano sempre un’ora libera per il pranzo, talvolta mangiando persino alle quattro del pomeriggio pur di far coincidere gli orari e farsi un po’ di compagnia, lontani dalla routine, lontani dagli obblighi e dalla gente che mai potrà capire cosa li leghi. Eppure, nonostante fossero così uniti, sapevano che c’era qualcosa che mancava. Sapeva che non servivano altre persone nel loro gruppo, erano talmente chiusi nella loro amicizia che allontanavano chiunque provasse ad entrare, suscitando gelosia e irritazione sia da parte del genere maschile che da quello femminile. Eppure… eppure qualcosa mancava. Qualcosa di nascosto; qualcosa che stava per sbocciare. Prima o poi qualcosa sarebbe accaduto.

 

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Salve a tutti!
Spero che questo capitolo vi abbia incuriosito! Più che un capitolo sembrerebbe una vera e propria prefazione, tanto per spiegare la situazione. In effetti forse è proprio così.
Comunque sia credo che aggiornerò molto presto, anche se temo che sarà una storia un po’ lunghetta.

Buon divertimento!

*-._Kalie_.-*

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Capitolo 2
*** Anche se è cresciuto, Peter Pan riesce ancora a volare ***


Anche se è cresciuto, Peter Pan riesce ancora a volare.

Forse aveva sbagliato a lasciare casa Son, vista la vita che conduceva li dove l’unico dovere che aveva era quello di studentessa. La nonna le preparava sempre ottimi pranzetti e la mamma era una perfetta casalinga. Eppure le era sembrata un’urgente necessità quella di trasferirsi insieme a Bra e Marron in una casa poco distante dal complesso delle varie facoltà, di proprietà della famiglia Brief. Forse perché il legame tra le tre si era stretto ancora di più da quando avevano cominciato tutte e tre ad andare all’università, forse perché sentivano che era la cosa giusta. Forse perché cercavano un po’ di indipendenza. Certo che se non fosse stato per la biondina, sarebbero morte di fame.
Per gli altri la vita trascorreva normalmente, se non che ogni tanto i nostri tre ragazzi andavano a far visita alle coinquiline, tanto per passare un po’ di tempo a distrarsi chi dal lavoro e chi dagli studi. Il fatto che i sei lasciassero il resto del mondo al di fuori del loro gruppo preoccupava non poco i genitori di ognuno di loro, ma dopotutto, che gliene importava a loro? L’importante non è trovare la propria felicità?

Una mattina Pan si alzò di buon ora, molto strano per i suoi ritmi biologici; così strano che Marron quasi si strozzo con un pezzo di biscotto quando la vide entrare in cucina in pigiama mentre si stropicciava gli occhi. Con un paio di colpi di tosse riuscì a riprendersi in tempo per notare lo sguardo semi offeso della mora, che aveva intuito benissimo il motivo della sua reazione. Si sedette nel posto davanti a lei, già apparecchiato perfettamente: da quant’era che non beveva il caffè fatto da Marron ancora caldo di prima mattina? Sorrise al pensiero, perdonando all’istante l’amica per la sua reazione: aveva perfettamente ragione dopotutto.

“Buongiorno! Come mai così mattiniera stamattina, Pan?” la voce di Marron era sempre il miglior risveglio, la voce gentile e i modi pacati riuscivano a rilassarla.

“Mh… non lo so! Ho fatto un sogno strano. Almeno credo…” alzò lo sguardo sorseggiando il caffè, fissando contemporaneamente la ragazza davanti a lei con aria indecifrabile, ma decisa a non voler aggiungere altro “ottimo come sempre Marry. Che si fa oggi? Io ho la giornata libera!” le sorrise, sistemandosi meglio sulla sedia, e lanciando un’occhiata vaga alla posta.

“Mh… io ho un po’ da fare a dir la verità! Il professore mi ha chiesto di collaborare ad un suo lavoro, così pensavo di uscire di casa abbastanza presto. Bra invece sta ancora dormendo. Ma che succede oggi? Vi siete invertite i ruoli?” rise allegramente la bionda, guadagnandosi una risatina anche dall’addormentata Pan.

“Starà facendo il mio stesso sogno. Ma magari lei ha voglia di continuarlo!” un nuovo sorso di caffè e un morso ai favolosi biscotti di Marron “vorrà dire che me ne andrò per conto mio! Magari faccio un salto a trovare Goten!” il fatto che Pan non avesse minimamente nominato i genitori o la nonna non scompose minimamente Marron, probabilmente per via di quel loro legame che fa sembrare chiunque al di fuori di loro un semplice ornamento al confronto. Ovviamente senza sminuire l’affetto verso i propri parenti. Pan aveva smesso di chiamarlo Zio quando avevano cominciato ad uscire insieme, sentivano il legame di sangue, ma la distanza dettata da quella denominazione era troppo alta per descrivere ciò che realmente li univa.

“D’accordo! Mi raccomando non tardate! Ricordagli che siamo tutti a cena qui!” Marron le sorrise, prima di alzarsi e cominciare a lavare i piatti. Anche Pan si rimise in piedi, pronta per andare a cambiarsi. Eppure quella mattina l’aria era decisamente diversa; le lanciò un’occhiata incuriosita: come mai parlava così poco oggi? Meglio lasciar correre al momento, per non dover tirare fuori il discorso sogno.

“A dopo Marron… se esci prima di me passa a salutarmi!”


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Arrivare fino alla casa di sua nonna fu una vera passeggiata: in volo non ci mise più di cinque minuti. Il problema principale in effetti non era arrivare, quanto uscirne; sicuramente Chichi l’avrebbe trattenuta per fare due chiacchiere del tipo “ma il fidanzatino?” oppure “per trovarlo dovresti smettere di uscire con tuo Zio, è troppo geloso. E poi, se esci con altri ragazzi, penseranno che sei occupata”. Il fatto che a Pan non importasse granché al momento non riusciva proprio ad entrarle in testa. Senza contare che dire il termine ‘fidanzatino’ ad una ragazza di ormai ventidue anni era davvero ridicolo.
Quando la vide, corse comunque ad abbracciarla, e venne pervasa da una sensazione di malinconia mista a calore. Le sorrise davvero felice di vederla, e pronta a fare un paio di chiacchiere: come si fa a dire di no ad una come Chichi? Dopotutto era stata lei ad incastrare il grande Goku, e a farsi sposare: per quanto Goku possa essere forte, importante, leggendario e intraprendente, l’unica persona a cui non può dire di no è proprio quella piccola donna che non le è mai sembrata più fragile.

“Oh Pan! Come sono felice di vederti! Era un po’ che non mi venivi a trovare, eh? E dimmi un po’, ci sono novità?” eccola che ricominciava. Pan sospirò con aria quasi rassegnata, pronta ad entrare in casa per un dolce fatto in casa. Certo che niente era paragonabile alla vista dello zio che l’aspettava alla porta, con un sorriso stampato sul volto ed un bicchiere di succo in mano.


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Camminare per le strade della città piena di pacchi e buste, per quanto ne potesse dire chiunque, per Bra era un vero e proprio sport. Si teneva in perfetta forma, e aveva anche una discreta forza, anche se non minimamente paragonata a quella degli altri Saiyan. Camminava sicura di sé, su quel tacco 10, sotto lo sguardo invidioso di tutte le ragazze, e quello ammirato di qualsiasi membro del genere maschile. Uno sguardo ad una nuova vetrina e subito le veniva in mente “questo è perfetto per Marry!” oppure “se l’abbinassi al blu di quella sciarpa, starebbe un incanto su Ub!”. Stava anche per entrare in un negozio alla vista di una T-shirt dall’aria sbarazzina che sarebbe stata un tocco di classe sulla carnagione scura del ragazzo, se non fosse stato per l’incontro improvviso con quest’ultimo. Un sorriso largo si dipinse sul volto della turchese che gli sarebbe saltata al collo se solo non avesse avuto tutti quei pacchetti.

“Ehilà Bra! Vuoi una mano con tutta quella roba? Ma si può sapere dove la metti?” scosse la testa con aria affettuosa, afferrando la maggior parte dei pacchetti senza aspettare risposta dal moro.

“Ma non è tutta roba per me! Oggi ho fatto spese specialmente per Pan! È la sua stagione, decisamente!” esclamò con aria allegra, come se fosse assolutamente logica la sua affermazione; nonostante tutto, Ub la guardò come se avesse detto che era martedì e le sorrise. “ti va un gelato? Avevo voglia di mangiarlo almeno da quando sono entrata da Yumechi, ma mi era impossibile con tutti questi pacchi da sola!” gli sorrise tranquilla, già indirizzandosi verso il bar poco distante. Tanto sapeva che il ragazzo non le avrebbe detto mai di no.

“Pan e Marron dove sono? Non sono venute con te a fare shopping?” si sedette senza preoccuparsi del galateo, lui era fatto così del resto. Bra fece spallucce con aria orgogliosa.

“Non sempre riescono a tenere il mio passo, in effetti! Comunque Marron doveva lavorare ad un compito con un suo professore, e a quanto ho capito oggi Pan è uscita presto per andare da Goten. Oggi era decisamente mattiniera!” lo guardò con aria ancora sconvolta, sguardo che ricambiò anche Ub: era decisamente un fatto insolito. “Credo che presto arriverà la fine del mondo” la sua risata allegra e squillante si sparse per tutto il bar, immediatamente seguita da quella del ragazzo.


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Seduta al tavolo davanti al pc, scriveva velocemente senza guardare la tastiera; era talmente concentrata che neanche notava gli sguardi del giovane professore al suo fianco, che ogni tanto le si avvicinava per controllare l’operato e per correggere in caso di qualche raro errore. Marron invece, se lanciava qualche sguardo intorno a sé, li lanciava alla finestra, vogliosa di uscire sotto quel sole splendente, a giocare con gli amici e a sognare l’ormai vicinissima estate. Al momento però, non poteva concedersi distrazioni; forse perché il professore era proprio vicino a lei, al tavolo della biblioteca deserta, e sembrava guardarla con aria seria. Si ritrovò a pensare che, se davvero faceva così schifo il suo lavoro, poteva almeno dirglielo prima che finisse! Cercò di decifrare il suo sguardo lanciandogli un breve sorriso tranquillo, celando il nervosismo dovuto alla tensione del silenzio obbligato e allo sguardo fisso dell’uomo. Aveva sempre avuto problemi a stare a stretto contatto con gli altri, specialmente se non aveva la possibilità di parlare liberamente. Un lungo sospiro: era decisamente una giornata strana quella.

“Pensa che stia venendo bene, Professore? Sto dimenticando qualcosa?” poggiò le mani sulle gambe, spostando lo sguardo sull’uomo con aria incuriosita e decisamente nervosa. Tutta quella strana situazione le metteva ansia.

“Penso sia perfetto, Marron-san. Non preoccuparti” l’uomo le rivolse un sorriso tranquillo, ma la bionda ancora non riusciva a rilassarsi. Quella giornata era davvero strana, una strana sensazione di occlusione al petto non l’abbandonava sin da quando era ancora sotto le coperte. Si alzò dalla sedia con aria tranquilla, dirigendosi verso un corridoio in particolare, alla ricerca di un nuovo spunto per il lavoro, ancora sotto lo sguardo dell’uomo.


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Nonostante non fosse la sua passione passare il pomeriggio a fare Shopping, Ub si divertì moltissimo in compagnia di Bra, come sempre del resto. Era una situazione normale per loro stare in compagnia l’uno dell’altra e quindi andare in giro riusciva totalmente naturale. Certo si beccavano diverse facce invidiose mentre camminavano per la strada, ma anche a quello non facevano assolutamente caso. Forse perché la loro amicizia era totalmente refrattaria a queste cose, l’unica cosa che gli interessava era stare tutti insieme. Anche se, doveva ammetterlo, camminare al fianco di una ragazza come Bra era davvero un onore; si ritrovarono davanti ad un’agenzia di viaggi e si soffermarono davanti alla vetrina sconti comitiva.

“Non sarebbe fantastico farci una vacanza tutti insieme? Mi piacerebbe partire con voi!” sorrise verso il ragazzo pieno di pacchetti prima di mettersi a leggere velocemente le varie offerte.

“Io ci sto! L’estate è vicina, però! Dobbiamo cominciare ad organizzarci!” lasciò che la turchese aprisse la porta entusiasta, per poi seguirla all’interno dell’agenzia per nulla turbato o stremato dalla pesantezza dei tanti pacchi.

“Buongiorno!” Bra chiamò a tutta voce la signora al tavolo poco distante da loro, che però non sembrava affatto disturbata, ricambiò anzi il sorriso cortese.

“Benvenuti! Posso esservi utile?”

“Ma certo che sì, signorina! Vorremmo trovare un favoloso posto dove passare le nostre future vacanze!” ancora una volta la voce allegra della ragazza si sparse per tutto l’ufficio, mentre la proprietaria si sedeva davanti alla donna, seguita da Ub.

“Oh molto bene! Vi siete rivolti alla persona giusta, tutte le coppie che si sono rivolte a me hanno affermato di non aver mai passato una vacanza più romantica. Dunque… abbiamo diverse offerte per gli innamorati, come ad esempio…”

“Si sta sbagliando signorina! Noi non siamo una coppia” rispose Bra senza scomporsi minimamente: non era la prima volta che la vedevano accoppiata a lui, a Goten o addirittura a Trunks! “Vorremmo fare una vacanza con altre quattro persone” le sorrise nuovamente.

“Oh scusatemi tanto! Pensavo, visto che siete solo voi due… scusate ancora” la donna fece un piccolo inchino con la testa, con aria imbarazzata.

“Non si preoccupi, è un errore comprensibile” aggiunse  Ub, con voce rilassante, per rimettere a proprio agio la donna. Mentre la donna cercava favolosi viaggi sul suo computer, il moro si ritrovò a fissare Bra con la coda dell’occhio: decisamente non era la ragazza per lui. L’adorava, ma non era lei la sua donna designata, lo sapeva bene. E poi era convintissimo che ci fosse già qualcuno nella testa e nel cuore della ragazzina e ne avrebbe anche avuto la conferma se solo avesse potuto leggerle nel pensiero in quello stesso istante.


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Fare due chiacchiere con la nipote era sempre un piacere; la guardava mentre tentava di arricciarsi una ciocca di capelli fin troppo liscia per i suoi gusti; parlava con Chichi con aria disinvolta, ed era incredibile pensare a quanto fosse cambiata in tutti quegli anni: sicuramente non era più la ragazzina che lo inseguiva cercando compagnia per i suoi allenamenti quotidiani. E di certo non stava più a piangere ore ed ore in attesa del ritorno del nonno. Sorrideva con affetto verso la nonna che le porgeva quegli stravaganti ma gustosi dolcetti, che sicuramente erano tra i preferiti della piccola mora, e quando la moglie di Goku si allontanò qualche istante, non perse tempo a spostare la sua attenzione sullo zio.

“Ehi Goten… come sta la nonna? Dico… veramente!” vide il sorriso di Pan spegnersi per qualche istante, mentre tratteneva il respiro in attesa della risposta. Lui decisamente non si scompose più di tanto, cercando di tralasciare il meno possibile le proprie emozioni.

“Come al solito. In compenso la salute è a posto!” le sorrise e vide Pan rilassarsi: Goten sapeva sempre come prenderla. Sapeva rassicurarla con una sola parola, sapeva confortarla con un solo sorriso e, la cosa che la spaventava di più, questo anche lui lo sapeva, era la sua possibile sofferenza. Specialmente vivendo al fianco di una Chichi ormai allo stremo delle forze.

“Oh Goten, ma tu sai che fine ha fatto tuo padre? Anche oggi è in ritardo per il pranzo!” la donna era rientrata, facendo calare una nuova ondata di gelo nella stanza. Vide Pan abbassare lo sguardo e torturarsi le mani l’una con l’altra, cercando di scaricare l’improvvisa ansia che era appena calata su lei e gli altri. In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter prendere Pan, abbracciarla e portarla via da quella casa.

“No Mamma… sarà passato da Balzar a prendere i Senzu” Chichi fece spallucce e tornò in cucina, lasciando i due in silenzio, a sguardo basso.
Era ovvio che prima o poi quella donna sarebbe crollata, una vita intera d’amore per un uomo che non faceva altro che abbandonarla. Erano così presi dalla tenerezza nei confronti di quella piccola donna, che sussultò, e poté percepire la stessa sorpresa negli occhi di Pan.

“Nonna!”

“Mamma!”


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Ormai si era fatta sera, e finalmente avrebbe anche aggiunto! Odiava stare li, seduto dietro quella scrivania, a subire occhiatine languide da parte della segretaria e delle altre donne dell’ufficio. E sì, a volte anche quelle degli uomini. Diede un lungo e profondo sospiro mentre tirava fuori la capsula con la sua macchina, pronto a partire verso casa. Sentire l’aria tra i capelli gli era sempre piaciuto, forse perché gli ricordava vagamente la sensazione che prova quando si trova nel cielo, a volare a mille chilometri orari.

Guidava a velocità moderata, poiché sentiva i propri pensieri vagare fin troppo velocemente verso l’immagine di una giovane donna, cosa che ultimamente gli capitava fin troppo spesso. Si grattò i la testa, quasi disperato visto che avrebbe dovuto dare fin troppe spiegazioni al riguardo. Se non fosse stato per quella sensazione, quella presenza debole che era apparsa all’improvviso, avrebbe anche potuto cominciare a vagliare l’idea di andare verso casa Son dove sapeva che si trovavano sia Pan che Goten, pronto per chissà quale folle idea malsana che gli stava balenando. In quel momento pensò che l’idea di Ub di insegnare a Marron a controllare il suo Ki, per poter segnalare la sua presenza in caso di pericolo, fu la migliore che qualsiasi altra persona avrebbe mai potuto avere. Cacciò dalla mente la figura della ragazza di poco prima, scendendo dall’auto e riponendola nel porta Capsule per poi partire in volo, senza curarsi degli sguardi della gente per strada, che lo guardavano come se fosse un alieno.

Fortunatamente il viaggio durò solo pochi secondi, così non ebbe il tempo di farsi mille idee sulla situazione della bionda, anche se avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vedere una qualsiasi altra scena. Marron ancora non si era accorta dell’arrivo del ragazzo dai capelli lilla, troppo intenta a cercare di dimenarsi, di liberarsi dalle mani di quell’uomo di cui tanto si fidava, dell’uomo che fino a poco prima si era mostrato così gentile, proponendole persino un passaggio fino a casa. Eppure aveva cambiato totalmente espressione quando Marron si era rifiutata di fare un “meglio non sapere cosa” lì nella sua macchina.

“No professore! Mi lasci la prego!”

“’Sta zitta ragazzina! Mi merito un bel regalino dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto oggi!”

Sarà stata la vista delle mani dell’uomo su tutto il corpo della ragazza, sarà stato il suo sguardo spaventato, ma Trunks non ci pensò due secondi prima di partire e spaccare il vetro della macchina dell’uomo, aprire lo sportello e strappare Marron dalle grinfie di quel mostro, che prese per il bavero slacciato della camicia immediatamente dopo.

“Porco! Che cazzo le stai facendo?” lo guardò con un disprezzo che Marron mai aveva visto nei suoi occhi, eppure non poté far altro che pensare che non era mai stata più felice di vedere il suo amico.

“Trunks! Grazie… grazie! Grazie… io…” il ragazzo le lanciò un’occhiata, notando la camicetta stracciata della ragazza. Tirò fuori l’uomo dalla macchina, cominciando a picchiarlo a suon di calci e pugni, senza minimamente cercare di dosare la sua forza.

“Basta Trunks! Così lo uccidi!” il lilla si bloccò improvvisamente: aveva ragione. Meglio lasciarne un po’ anche per Ub, Goten e Pan, che volentieri se lo sarebbero divorato vivo.


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Stare in ospedale non le era mai piaciuto, forse per ereditarietà da parte del Nonno Goku, anche se non aveva mai avuto il suo stesso terrore. Se ne stava lì seduta, con il cellulare tra le mani indecisa se chiamare Bra e Marron. Aspettava con aria ansiosa lo Zio, nella speranza di buone notizie; purtroppo per quelle avrebbe ancora dovuto aspettare, in compenso Goten le porse un bicchiere di caffè fumante. Si appoggiò stancamente alla spalla del ragazzo.

“Ma non ti hanno detto proprio niente, Goten?” chiese prima di bere il primo sorso, che le fece nascere un tenero sorriso: dolce al punto giusto.

“Solo che stanno cercando di capire la causa del suo malore” sentì lo zio sospirare: sapeva bene quanto fosse preoccupato per la madre. Da quando il padre era andato via era sempre stato lui a prendersi cura di Chichi, specialmente dopo che aveva cominciato a parlare dell’uomo come se ogni volta dovesse tornare da un momento all’altro.

“Sta tranquillo, vedrai che starà bene”

“Dovrei essere io a consolare te, Pan” vide il sorriso di Goten, che come sempre le donava un sorriso rassicurante. Sentì una morsa al cuore: quando avrebbe smesso di sorridere per la felicità altrui? Quando avrebbe ricominciato a sorridere perché era felice? Le lacrime le appannavano la vista, ma le ricacciò immediatamente indietro, per non farsi scoprire dallo zio.

“Non è vero, Goten. Tu… anche tu stai male” gli prese la mano “ e come tu stai vicino a me, io farò altrettanto con te” gli sorrise sincera, per poi beccarsi in piena fronte un bacio.

“Grazie nipotina!” le scompigliò teneramente i capelli “Ah è arrivato Gohan! Magari a lui diranno qualcosa!” ma Pan non l’ascoltava più, stava fissando il cellulare mentre lampeggiava una chiamata, mentre sul display appariva “Trunks”. Vedere il suo nome sul cellulare le fece mancare un battito: avrebbe dovuto dirgli della nonna? Rispose dopo qualche istante, cercando di mantenere l’autocontrollo, nell’orribile timore che alla sua prima parola sarebbe potuta scoppiare in lacrime.

“Ciao Trunks! Che succede?” chiese con un piccolo tremolio nella voce.

“Pan! Tu e Goten dovete venire subito qui!” sentì la voce dell’uomo, che emanava un’ansia mai sentita prima d’ora.

“Qui dove? Dove sei? Che è successo?” un altro attacco d’ansia: possibile che dovessero succedere tutte queste cose insieme?

“Sono a casa vostra. Goten è con te? Dove ti trovi?”

“Sì è qui. Noi siamo…” un lungo sospiro, mentre lo zio le stringeva la mano, con aria preoccupata. “siamo in ospedale. Nonna Chichi si è sentita male, ma le stanno ancora facendo dei controlli. Trunks, mi spieghi cos’è successo?”

“Marron è stata aggredita da un maniaco”

La voce di Trunks le era arrivata fino al cuore. Sentì tutto crollarle addosso, mentre la rabbia cominciava a farle ribollire il sangue. Non ci pensò due volte, prese lo zio e lo trascinò fuori dall’ospedale. Voleva bene alla Nonna, ma ora come ora non poteva fare niente. Ora come ora, voleva solo stare vicina a Marron. Non riusciva a pensare ad altro che all’idea di uccidere quell’uomo.

 

 

 

Fine capitolo.

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Comincio scusandomi per il tremendo ritardo! Ma dovete sapere che mi si è rotto il computer e ho rischiato anche di perdere tutto quello che avevo scritto eheh
Fortunatamente sono tornata indenne da questo disastro computeristico, e anche la storia è sana e salva.
Come inizio è un po’ tragico in effetti, diciamo che gli unici a cui è andata bene sono Bra e Ub whahahah ma questo è solo l’inizio ^^

Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, e che continueranno (si spera) a farlo =) inoltre grazie a chi ha commentato!

 

VaMpIrA89: grazie mille ^^ sono contenta che come inizio ti piaccia, e spero che continuerai a seguirla! Baci

BULMA0219: grazie anche a te ^^ diciamo che più che il blocco dello scrittore ho avuto il “blocco del computer” XD in compenso ecco il nuovo computer. Non preoccuparti perché farò il possibile per aggiornare spesso (per quanto gli esami mi ptranno permettere XD) e spero anche che continuerai a leggere la fic ^^ bacini

FaNnY sOnNy: grazie per il commento ^____^ spero che continuerai a commentare oltre che a seguirla hihi bacini

oNe_PiEcE4eva: ed eccotelo qui XD anche se siamo davvero agli inizi. Dovranno capitare ancora tantissime cose! Hihi bacini!

Neki: grazie mille per il commento ^____^ sono contenta che ti piaccia! Spero che continuerà a piacerti anche ora che comincia a delinearsi la storia. Bacini!

 

Cercherò di aggiornare il prima possibile, anche perché sono curiosa di sapere come andrà a finire tutta la storia. Whahahah
Bacini,

*-._Kalie_.-*

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Capitolo 3
*** Ti accorgi che la giornata è storta solo quando noti di aver messo i boxer al contrario ***


Ti accorgi che la giornata è storta solo quando noti di aver messo i boxer al contrario.


Vedere Pan e Goten irrompere nella stanza qualche secondo dopo la sua telefonata fu un vero sollievo, era ben consapevole del fatto che solo quei due erano in grado di calmare il suo animo, solitamente mite. Però sapeva anche che Pan non l’avrebbe neanche guardato quella sera, sarebbe stata tutta per Marron. Si accasciò a terra, amareggiato e sollevato allo stesso tempo, e mentre cercava di ritrovare un po’ di pace sentì la mano delicata della mora posarsi sulla sua spalla: un momento per lui lo trovava sempre.

“Grazie Trunks. L’hai salvata” gli sorrise e lui ebbe l’improvviso impulso di abbracciarla; sentì la mano della ragazza sfiorargli il volto prima che si alzasse e raggiungesse Bra e Marron nella stanza di quest’ultima.

“Quel porco…” sbatté il pugno sul pavimento con forza, non ottenendo comunque alcuna reazione da nessuno dei presenti; Goten si sedette al suo fianco e sospirò a lungo. Decisamente lui era il più calmo, nonostante volesse un bene dell’anima alla bionda.

“Sei stato bravo Trunks. Marron te ne sarà per sempre riconoscente” non notò lo sguardo preoccupato che lanciò invece ad Ub, silenzioso dal primo istante in cui l’aveva visto entrare dopo il ‘come sta Marron?’ che aveva pronunciato all’unisono con Bra. “Ora sta bene. È tutto ok”

“Tu non hai visto il suo sguardo Goten. Avrei voluto uccidere quell’uomo”  Trunks strinse i pugni dal nervoso, mentre cercava di scacciare dalla mente quell’immagine.

“Hai fatto bene a non ucciderlo” la voce di Ub gli ricordò che in effetti le mani gli servivano ancora, ed era meglio allentare la stretta.

“Ma che dici Ub? Eppure tu…” provò a dire il lilla, bloccandosi fulminato dallo sguardo infuriato dell’altro.

“Non hai capito Trunks. Hai fatto bene perché ora sarò io stesso ad ucciderlo”

Ma non fece neanche in tempo a muovere un passo che Pan, in tutta fretta e con gli occhi accecati dalla rabbia, spalancò la porta della stanza e uscì dalla casa lasciando tutti interdetti.

“Pan!” uscì di corsa dalla stanza anche Bra, mentre Marron stava ancora seduta sul letto rannicchiata su sé stessa “Fermatela! sta andando da quell’uomo!”

Trunks fissò la porta ancora aperta con aria enigmatica. Non avrebbe promesso alla piccola Pan di fare una simile cosa. Soprattutto perché avrebbe dovuto battersi prima con Ub per contendersi il privilegio di uccidere quel maniaco. Tutta quella situazione lo stava facendo impazzire. Per lui non era stato affatto facile vedere Marron in quelle condizioni e non riusciva neanche ad immaginare come si potesse sentire. L’aveva salvata è vero, però ora non provava altro che rabbia verso quell’uomo. Quel mostro. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter tornare indietro nel tempo e magari impedirle di andare a quell’incontro con il professore. Si lasciò scappare un sorrisetto ironico mentre partiva verso gli altri per cercare di fermarli: effettivamente, in una vita parallela, un viaggio nel tempo se l’era fatto.


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Si chiese perché cavolo dovesse avere una nipote così testarda e con la testa calda. Sospirò guardando Trunks che già si era alzato cercando di raggiungere la mora e Ub, i quali probabilmente o stavano litigando per decidere chi dei due l’avrebbe ucciso o erano intenti a realizzare un piano di attacco simultaneo, tanto per fargli provare più dolore.
Il lilla era già sparito da diversi secondi e lui si ritrovò ad osservare Bra che aveva la sua stessa identica aria preoccupata; se non fosse stato per quella situazione disastrosa sarebbero sicuramente scoppiati a ridere dopo il lungo sospiro che si ritrovarono a fare contemporaneamente.

“Bra, rimani qui con Marron, qualcuno deve stare con lei. Secondo me non è il caso di lasciare Trunks a calmare quei due, si farebbe trascinare da Pan nell’impresa omicida” si ritrovò a sorridere ironico alla turchese, lasciando intendere tutto e niente. La ragazza ricambiò il sorriso, circondandosi poi con le braccia, in cerca di conforto: quella storia aveva sconvolto proprio tutti.

“D’accordo, tornate presto per favore” notò lo sguardo di Bra abbassarsi per qualche istante, come se avesse qualcosa sulle labbra, pronto ad essere urlato. Ma non era il momento di dire nulla.

Gli ci vollero all’incirca due minuti per localizzare i tre e raggiungerli in volo, giusto il tempo per fare mente locale. Certo, non era mai stato un tipo molto sveglio, eppure alcune cose non gli quadravano affatto in tutta quella faccenda, non tanto per quello che era successo a Marron, tanto per i sentimenti che stavano venendo fuori, anche se erano ancora tutti abbastanza confusi. Lo sguardo gli si posò sul volto di Trunks che, nonostante avesse vissuto il tutto in prima persona, sembrava essere il più calmo.

“Non capisci Pan! Non puoi togliermi il gusto di ucciderlo! So che lei è la tua migliore amica insieme a Bra ma…” Ub si bloccò improvvisamente, guadagnandosi uno sguardo di sorpresa da parte di Goten e Trunks e uno comprensivo di Pan.

“Non ti farò finire la frase Ub. Forse perché sono l’unica, te compreso, ad aver capito cosa significhino le tue parole. Ma rifletti, non voglio ucciderlo!” la voce di Pan era improvvisamente calma. Ora cercava di sorridere verso il ragazzo dalla pelle scura, mentre si avvicinava a lui con aria tranquilla. Goten non ricordava di essere mai stato più orgoglioso e sorpreso contemporaneamente.

“No aspetta… ora sono davvero confuso. Cosa hai capito? E poi… non vuoi ucciderlo? Davvero?” effettivamente, guardandosi intorno, scoprì che anche Trunks e Ub erano sorpresi quanto lui dall’affermazione della nipote.

“No. Ho riflettuto in volo. Non possiamo ucciderlo. Ub ora devi calmarti!” posò la mano sulla spalla del ragazzo proprio come poco prima aveva fatto con Trunks che li fissava ancora con aria indecifrabile. “Devi imparare a tenere a bada gli impulsi. Fai come me, no? Conta fino a dieci. Con la mia testa calda ultimamente ha funzionato parecchio!” rise, riuscendo a tranquillizzare tutti e tre i ragazzi in un solo istante. “ricordati che ora sono più importanti i sentimenti di Marron. Sono certa che avrà più bisogno di te se sei fuori dalla galera”.

Da dove si trovava, Goten riuscì solo ad intravedere l’aria sorpresa di Pan quando si ritrovò tra le braccia di Ub, mentre vide molto chiaramente l’espressione di Trunks. Ancora una volta gli sembrò che le cose nel gruppo stessero cambiando. Eppure all’insaputa di tutti, cambiavano nel verso giusto.


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Tenere le dita intrecciate con quelle di Pan era tutt’altro che comodo: le sue non erano esattamente delle mani adatte al combattimento, nonostante la sua forza; aveva le dita sottilissime, oltre che una mano piccola, quindi tenersi per mano per loro due era pressoché impossibile. Eppure in quel momento ad Ub non importava un bel niente, voleva solamente sentirla vicina. Quella vicinanza che Pan non gli avrebbe mai negato in quel momento. Erano entrati entrambi nella stanza di Marron, che finora Ub non aveva neanche guardato. Sentì le dita della mora scivolare dalla sua mano, prima di andare ad aggrapparsi alla maglietta di Bra e trascinarla fuori dalla stanza.
Non pensava gli avrebbe fatto così male vedere la faccia sofferente di Marron, ma non ci fece neanche caso; si slanciò solamente ai piedi del letto e cercò di sorriderle tranquillo, anche se ad ogni suo movimento, lei distoglie lo sguardo.

“Sta tranquilla Marron. Va tutto bene… nessuno ti toccherà mai più te lo prometto” la mano di Ub cercò immediatamente quella della ragazza, pronta però a spostarsi in tempo. Come non odiare ogni contatto fisico dopo una simile esperienza? Rimase così immobile, in attesa di qualsiasi cenno da parte della bionda, senza dare segni di impazienza. Guardarla gli dava sempre una strana sensazione, forse perché sembravano così diversi, per lo meno nell’aspetto. Lui moro, scuro di carnagione, lei bionda, con una pelle color del latte. Eppure, per qualche strano motivo lei inciampava sempre nei suoi pensieri, con il suo sorriso gentile, le sue continue frasi di incoraggiamento; che strano pensare che ora era lei ad aver bisogno dell’aiuto di qualcun altro. Era talmente immerso nei suoi che neanche si accorse di sobbalzare al lieve tocco della ragazza sulla sua spalla.

“Ub… Ub… mi sento così sporca! Aiutami!” si ritrovò semplicemente a ricambiare l’abbraccio della ragazza, senza pensare al batticuore che lo assalì in quel momento, convinto che si trattasse della tenerezza che gli provocava quella figura minuta. Non sapeva neanche cosa dirle, come confortarla. Eppure non desiderava altro in quel momento che stare al suo fianco, confortarla, abbracciarla. Un sospiro lunghissimo, forse il più lungo che Ub abbia mai fatto; forse perché le parole che gli aveva rivolto la mora una mezzoretta prima ora cominciavano ad avere senso, in un modo che gli faceva anche un po’ paura.
Al di fuori della stanza, non si accorse dello sguardo curioso di Pan, che sorrideva piacevolmente sorpresa alla turchese al suo fianco: Marron non aveva detto una parola a nessuno fino a quel momento.


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Scambiò un breve sguardo di intesa con Pan, indicandole il fratello, prima di dirigersi verso Goten e sedersi al suo fianco, sul divano scelto da lei solo poche settimane prima. Sembrava in trance. Nonostante cercasse di sembrare calmo e distaccato era sconvolto e stanco anche lui; Bra si ritrovò ad appoggiare delicatamente la testa sulla spalla del ragazzo, che si risvegliò dallo stato catatonico, senza però scomporsi più di tanto. Lo sentì sbuffare in cenno di sorriso, e si ritrovò a sorridere anche lei.

“Come ti senti?” socchiuse gli occhi, sentendosi finalmente in pace con se stessa, per la prima volta in quella lunga giornata.

“Non dovresti chiederlo a me. In questa casa sono l’ultimo ad essere toccato da tutta questa storia” una lunga pausa da parte di entrambi, mentre la turchese cercava di decidere al meglio le parole da usare in una simile situazione: Goten era sempre il solito; Pan aveva ragione quando diceva che lui poteva sembrare superficiale quanto voleva, ma non si poneva mai al di sopra di nessuno.

“Stupido! Non è vero. Vuoi molto bene anche tu a Marron” Bra diede una gomitata sul fianco del figlio di Goku, cosa più dolorosa per lei che per Goten. “E non è una situazione semplice per nessuno! Non dirmi che non sei preoccupato! Inoltre fai finta di nulla, ma lo vedo che c’è qualcosa che non va!”

“Mia madre è in ospedale, Bra” sentire quelle parole non era certo stato facile, specialmente dopo aver guardato la faccia di Pan, che sorrideva a Trunks cercando di tranquillizzarlo.

“Pan lo sa?” aveva nuovamente aperto gli occhi, e si stritolava le mani come non mai.

“Sì, era con noi quando ha avuto il malore” Goten spostò lo sguardo sui suoi occhi azzurri, con aria tranquilla.

“Non ti ha detto niente perché per oggi ne avevi già subite abbastanza, non credi?” ancora un sorriso e a Bra salivano le lacrime agli occhi. Perché era lui a consolare lei? Si sentiva così inutile: era Marron quella aggredita dal maniaco! Era la madre di Goten ad essere finita in ospedale! Era Pan a sorridere al fratello nonostante la preoccupazione per la nonna. Abbracciò il ragazzo senza neanche pensarci, non per sfogarsi, non per frustrazione.

“Goten… starà bene! Anche Marron starà bene. Tutto si sistemerà, vedrai” e per la prima volta dopo tanto tempo, il ragazzo si abbandonò, nascose il viso dietro i capelli di Bra e si appoggiò alla sua spalla, in cerca di conforto. Bra attese a lungo le sue lacrime bagnarle la spalla, ma non le sentì mai. Era ancora presto. Un passo per volta, ovviamente; eppure a lei quella sera sembrava di aver percorso chilometri. Era ad un passo da lui, e a decine di metri da Pan e Marron, senza che però questo le portasse nulla di negativo.


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Il fatto che staccarsi dalle braccia di Ub fosse tanto difficile non la sorprese più di tanto; finalmente era riuscita a sfogarsi, a liberarsi ed era così strana l’idea di esserci riuscita proprio con lui. Abbracciarlo in quel momento le era sembrato così naturale che neanche ci aveva pensato su: eppure prima aveva così paura anche solo di guardare qualsiasi essere vivente. Ancora le sembrava incredibile tutto quello che era successo, che quell’uomo così gentile, così pacato, potesse averle fatto del male. Per fortuna era arrivato Trunks. È vero, lui c’era sempre, le era sempre vicino e chi era lei per lui se non un’amica? Si ritrovò a sorridere perché sapeva che, se al posto di Trunks ci fosse stato Ub o Goten, entrambi avrebbero fatto la stessa cosa. Si sentiva ancora così male, le veniva da vomitare. Avere le mani di colui che non si vuole addosso è veramente orribile, ci si sente così male. Non poteva far altro che rivivere mentalmente quei momenti di panico. Quanto avrebbe voluto distruggere quell’uomo con le sue stesse mani. Gli passò per la mente il momento in cui vide il volto di Trunks: era così arrabbiato! Eppure non era mai stata più felice di vederlo, l’avrebbe abbracciato se solo ne avesse avuto la forza in quel momento.

“Ub?”

“Dimmi”

“Come posso ringraziare Trunks secondo te? Mi ha salvato la vita. Forse non quella fisica, certo però…” ovviamente per lei sarebbe stato un trauma psicologico incancellabile se il ragazzo non fosse arrivato in tempo.

“Io credo che un semplice ‘Grazie’ lo renderà più che felice. Non c’è nient’altro che tu possa fare” si staccò un po’ da lui e lo guardò sorriderle, e si rese conto che anche lui stava pensando alla stessa cosa: se c’era qualcosa che poteva renderlo più contento, lei sicuramente non avrebbe potuto farlo, semplicemente perché non era mora, con gli occhi neri e non si chiamava Pan. Marron e Ub si ritrovarono a ridacchiare, certi della constatazione mentale l’una dell’altro, mentre lei si riappoggiò delicatamente alla spalla del moro.

“Credo di sì. Andranno benissimo i miei ringraziamenti” senza dire altro, rimasero ancora un po’ così, cercando di percepire i pensieri dell’altro, ovviamente inutilmente. Eppure Marron, nonostante ora fosse quasi totalmente tranquilla, continuava ad avere il batticuore.


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Nonostante tutto non era stato molto difficile calmare Trunks, aveva cambiato discorso diverse volte mentre se ne stavano seduti a terra, con le schiene appoggiate al muro. Ogni tanto lanciava un’occhiata allo zio e all’amica che sembravano essersi calmati, eppure c’era qualcosa di decisamente diverso. Sentì un pizzico di gelosia nei confronti di Bra, dopotutto era lei la migliore amica di Goten eppure sembrava essere lei quella più vicina a lui, almeno in questo momento. Scacciò via il pensiero tornando a guardare Trunks, sorridendogli, prima che gli potesse tornare in mente il ricordo della nonna ricoverata: sperava con tutta se stessa che il cellulare non le squillasse più quella notte.

“Come ti senti ora?” appoggiò la testa sulla spalla dell’amico, in cerca di conforto, eppure sentiva una sensazione diversa rispetto a quando stava con lo zio. Scosse impercettibilmente la testa, dando motivazione al fatto che dopotutto Goten era la persona che le era più vicina.

“Molto meglio. Se non ci fossi tu a volte…” si bloccò improvvisamente, ma lei non notò il rossore nelle sue guance, troppo intenta a cercare di trattenere il suo di rossore. “intendo tu e gli altri. Mi siete sempre vicini, ma se non ci fossi stata tu oggi insomma… guarda cosa sei riuscita a fare con Ub!” notò però il pugno del ragazzo stringersi con forza e lo guardò incuriosita.

“Sta tranquillo, ora Marron sta bene!” tornò a guardarlo in viso, con aria allegra. “Vedrai che dopo stasera tutto andrà per il meglio! Pensa che Marron ha anche ricominciato a parlare!” esclamò con tanta euforia che colpì la mascella del ragazzo con la mano “oh scusa scusa scusa Trunks!” e per lo meno si fecero una bella risata.

“Ma tua nonna come sta?” le parole del ragazzo la fecero incupire all’improvviso, ma cercò di non darlo a vedere. “me n’ero totalmente dimenticato, mi dispiace. Sono stato un egoista” eppure lei sorrise ancora.

“Vedrai che si rimetterà presto anche lei! Ma ancora non abbiamo notizie!” sentì un singhiozzo partire dall’altro lato della stanza e vide la sua migliore amica e lo zio abbracciarsi; era così strano. Conosceva lo zio come le sue tasche, e sapeva che per lui era difficilissimo aprirsi a quel modo, non aveva mai cercato conforto in nessuno. Certo lui le aveva chiesto diversi consigli, la considerava la sua migliore amica ma non si era mai lasciato andare così. Non poté far altro che sorridere mentre anche lei si rese conto che, per la prima volta in quella lunga serata, aveva bisogno di qualcuno accanto. Arrossì tanto impercettibilmente che neanche lei ci fece caso, ma quando andò a cercare la mano di Trunks, ancora seduto al suo fianco, sentì una stretta nuova al cuore.

“Sono io a dovertelo dire, Pan… non avevo mai sentito una parente del malato rincuorare uno al di fuori della famiglia” lo sentì ridere, ma lei aveva preso la cosa piuttosto seriamente e si voltò di scatto a guardarlo.

“Stai scherzando!”  le parole le erano anche uscite da sole, tanto ci credeva “tu fai parte della nostra famiglia! Come Bra! Marron e Ub! Siete… siamo… le nostre famiglie saranno unite per generazioni!” le brillavano gli occhi, sentiva che si sarebbe messa a piangere se non fosse stato per quel maledetto orgoglio. “è così… non può essere altrimenti!” Trunks le sorrise rassicurante, prima di darle un tenero bacio sulla guancia. Solo allora si rese conto che quelle parole le aveva dette più per se stessa che per il lilla. Per scacciare via la paura di poter perdere anche uno solo di loro. Per paura di poter perdere lui. Lui più di tutti.

Riuscì solo a pensare di essere una tremenda egoista. Inconsapevole dei pensieri della turchina, si sentiva sempre più distante da lei e Marron. Eppure sapeva che il loro rapporto non sarebbe mai cambiato.


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Strano come gli stati d’animo, nel giro di poche ore, possano cambiare in modo così diverso. Avere Pan tra le braccia gli dava un’immensa sensazione di libertà e allo stesso tempo di sofferenza. Per la prima volta si rese conto che quella sofferenza era dovuta al fatto che non sarebbe mai potuta essere sua. Troppe le differenze, troppi gli ostacoli. Si ritrovò a scambiarsi un lungo sguardo con Goten che, come lui aveva tra le braccia la sua nipotina, l’amico stringeva la sorella che sembrava essersi calmata dopo un lungo pianto liberatorio. Era strano come in questo momento fossero divisi, tanto che lo assalì una paura improvvisa: se avessero continuato a questo modo come sarebbe andata a finire?
Sapeva che prima o poi non avrebbe più potuto fare a meno della mora e, sempre nello sguardo del migliore amico, lesse lo stesso sentimento nei confronti di Bra. La cosa lo spaventava perché, anche se per Marron e Ub non ci sarebbero stati grossi problemi, per loro la differenza d’età sarebbe stata fatale. La cosa che lo sorprendeva di più era proprio il farsi questi problemi senza aver capito bene cosa fossero quei sentimenti che lo legavano alla mora. Senza contare che non poteva parlare ne per lei, ne per gli altri quattro. Strinse più forte Pan deciso a cancellare quei pensieri; deciso a mantenere il loro rapporto a quel livello; deciso a non far affiorare nessuno dei suoi sentimenti; deciso a non rivelare, specialmente a quel geloso dello zio, l’immagine di Pan che gli era passata per la mente poco prima. Se quei sentimenti fossero apparsi da soli, e non parlava solo di se, tanto meglio. Per ora era meglio starsene così a godersi quei momenti solo per loro.

“Ehi Trunks…” la sentì mormorare nell’incavo del suo collo. Non ricordava neanche quando si era messa sulle sue gambe, raggomitolandosi come solo un gatto sa fare.

“Sì?”

“Posso rimanere così? Solo per un po’…”  si strinsero a vicenda, contemporaneamente, senza dire null’altro, addormentandosi dopo qualche istante, nella paura e nell’attesa di una telefonata da parte di Gohan.



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Ciao a tutti! ^___^
scusate il ritardo con cui scrivo questo nuovo capitolo, ma dovete capirmi… prima avevo in continuazione esami e tirocinio e poi mi sono rintanata in un paesino di montagna della sardegna per un intero mese dove non avevo il mio computerino per scrivere XD
Comunque eccomi qui con questo nuovo capitolo! Siamo ancora nella fase di costruzione della storia, dove i nostri protagonisti cercano di capire i loro sentimenti. Poveri sciocchi (whahahah) sono chiari a tutti tranne che a loro! XD
Spero di non avervi delusa con quest’attesa! Ora cercherò di aggiornare un po’ più spesso, dopo il mese di settembre ovviamente (altro mese di esami ._.)

Ora i ringraziamentiiii!

FaNnY sOnNy: ciao ^^ grazie anche per questa bella recensione! Sono contenta che ti sia piaciuta.. anche a me la povera Chichi fa tenerezza. Immagino che abbia reagito così, dopo tutti quegli anni di abbandono da parte di quello stupido <3 di uno scimmione! Ahah inoltre penso che tutta la faccenda abbia fatto avvicinare molto Pan e Goten, per questo si sono ritrovati ad essere così uniti, specie quando Chichi ha cominciato ad avere i sintomi (ne parlo come se fosse vero anche nell’anime XD) comunque spero che continuerai a seguire la mia storia e che ti sia piaciuto anche questo capitolo *___* bacioni!

Neki: Ciao ^^ sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo! Beh, Pan è una ragazza semplice ma dai tratti speciali, è bello che tu riesca a riconoscerti in lei! =) anche perché vorrà dire che seguirai con più trasporto la mia fic whahahah si penso che su per giù sia quella l’età di Chichi. Povera donna.. tutta la vita ad amare un uomo che parte in continuazione! Io avrei chiesto il divorzio XD ma anche Goku è favoloso dai! Per quanto riguarda Trunks e Marron… beh immagino che da questo capitolo si siano capiti i loro sentimenti. Loro due in questa fic si avvicineranno molto, specie perché lei è molto grata al ragazzo, anche se conosce i sentimenti del ragazzo, senza contare i suoi! Eheh continua a leggere la mia storia *___* baci!

Eri_chan: Ciao ^^ sono contenta che ti piaccia il mio strano modo di scrivere XD ogni volta cambio tipologia di scrittura! Whahah mi piace cambiare un po’ =P grazie per i consigli sui tempi ^^ cercherò di stare più attenta! Dimmi se noti altri errori così mi do bastonate sulle dita che digitano whahah ovviamente si saranno capite ormai le coppie della fic whahah ma lascio che sia tutto velato (<.< dove non si sa visto che sta scritto tutto anche sulla mia pagina xD) anche la mia coppia preferita è Pan/Trunks *___* li adoro insieme, e sono certa che riuscirebbero a superare tutte le difficoltà dettate dall’età se volessero. Non credi? *___* spero che continuerai a leggere la storia ^^ baci

Grazie a tutti voi che leggete questa fic e anche le altre *____* spero che continuerete a farlo in futuro e che vi piaccia il proseguimento!
Baci!

*-._Kalie_.-*

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