A Life Without You di Kalie (/viewuser.php?uid=14203)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione - Che fine hanno fatto i nostri eroi? ***
Capitolo 2: *** Anche se è cresciuto, Peter Pan riesce ancora a volare ***
Capitolo 3: *** Ti accorgi che la giornata è storta solo quando noti di aver messo i boxer al contrario ***
Capitolo 1 *** Prefazione - Che fine hanno fatto i nostri eroi? ***
Non
era mai stato facile vivere sulla terra per la loro
famiglia, eppure quello era decisamente un periodo felice. Da quando il
capostipite della famiglia Son era partito insieme al Drago Shenlong
non era
accaduta nessuna catastrofe intergalattica, tanto che lei e gli altri
erano
arrivati a scherzarci su, descrivendo Goku come calamita per disastri o
addirittura come Iettatore. Ovviamente il tutto con estremo rispetto,
semplicemente era più facile ormai scherzarci su. Anche
perché ormai ne erano
passati di anni: ben sette dalla lotta contro i sette draghi, da quel
lungo
viaggio nello spazio… Per lei era stata
un’esperienza magnifica. Aveva sempre
amato combattere, ma trovarsi a tu per tu con il nemico vero e proprio
era
stato fantastico. Aveva anche avuto modo di conoscere meglio Trunks, il
fratello di una delle sue migliori amiche, al quale era già
abbastanza legata.
Ovviamente, per continuare una storia già iniziata da tempo,
dobbiamo fare un
piccolo excursus sulle nuove vite dei nostri protagonisti. Ormai Pan
aveva ben ventidue
anni, e non era più la ragazzina di un tempo. Era maturata
sia nel fisico che
nel corpo, mantenendo comunque quel non so cosa che la rendeva
perennemente
allegra e pronta all’avventura. Portare i capelli
più lunghi non l’aiutava
certo ad essere più femminile, per quanto ne possano dire
Marron e Bra, ma le
piacevano. Ormai era diventata lo specchio di sua nonna Chichi, quando
aveva
più o meno la sua età. Le sarebbe tanto piaciuto
prendere gli occhi della
madre, però i geni del padre, evidentemente, erano
decisamente troppo
dominanti. Dire che era diventata una bella ragazza era poco, ma non le
importava più di tanto. Anche perché quando
girava insieme a Bra e Marron erano
tutte allo stesso livello. Erano unite dal profondo, da un legame
più forte
dell’amicizia. Forse perché loro facevano parte di
una grande famiglia
allargata, unita da amicizie primitive, da legami più forti
di qualunque altro.
Per quanto riguarda Bra, come sempre era la ragazza più
ambita dovunque lei
andasse: i suoi modi di fare femminili, la sicurezza che esprimeva in
ogni suo
gesto, la distinguevano da tutte le altre. Il tutto senza mai essere
volgare, o
sprezzante verso gli altri. Ovviamente a meno che non la trattassero
male,
stiamo sempre parlando della Principessa dei Saijan. Lei aveva ventitre
anni, e
tutto ciò che desiderava dalla vita era diventare una
stilista di moda. Non che
le riuscisse difficile in effetti, aveva sempre tenuto particolarmente
al look
la nostra Bra, e se c’era qualcosa che non andava in quello
che indossava… beh,
ovviamente lo migliorava immediatamente con semplici ritocchi qua e la.
Inoltre
si dilettava in piccole invenzioni e revisioni meccaniche, dono
ereditato dalla
splendida madre. Anche Marron dal canto suo si dava da fare. La
più grande
delle tre infatti studiava per diventare un politico, carriera
particolarmente
tosta, specialmente per lei che è sempre stata una persona
pacata e gentile con
tutti. Nonostante tutto, brillava in tutto quello che faceva,
specialmente perché
con i suoi modi aggraziati, riusciva ad ottenere le simpatie di
chiunque, e
voleva sfruttare questo suo punto di forza per migliorare il mondo. Pan
ovviamente
continuava nei suoi allenamenti, ma sapeva che non voleva diventare
come suo
Nonno Satan, anche lei aveva un sogno nel cassetto. Avrebbe dato
qualsiasi cosa
pur di diventare un medico, ma con le sue sole forze.
All’università aveva
nascosto a tutti il fatto di essere la nipote di ben due eroi mondiali!
Lei ce
l’avrebbe fatta comunque, anche senza l’aiuto della
fama dei due uomini. Dopotutto
è sempre un’orgogliosa Saijan.
Per quanto invece riguarda i nostri tre ragazzoni preferiti, sappiamo
bene come
sono messi. Goten è sempre il solito rubacuori, forse alla
ricerca della donna
dei suoi sogni che gli faccia battere ancora una volta il cuore. Eterno
studente all’università di Lettere, era seriamente
intenzionato a diventare un
giornalista, ma chissà per quale dei tanti motivi, ha
cominciato a scoraggiarsi
e da allora ha iniziato a fare un esame ogni due anni e mezzo. Uub
probabilmente è l’unico dei nostri tre eroi ad
essere realizzato: gestisce da
anni una palestra tutta sua, che va alla grande. Fa quello che ama e
riesce
anche a guadagnare per se stesso e per la sua lontana famiglia. Il suo
unico
problema in effetti sono le donne: eternamente inseguito da loro, non
riesce a
provare interesse per nessuna delle sue spasimanti, tanto che
è stato costretto
a prendere un aiuto insegnante per le richieste di allieve. Ovviamente
parliamo
di Pan: chi meglio di lei poteva aiutarlo a liberarlo da quelle arpie,
tenendo
i corsi femminili? Infine passiamo a parlare del nostro Trunks, forse
quello
più infelice. Uno spirito libero nascosto dietro ad un paio
di occhiali finti,
rinchiuso in un ufficio, incatenato ad una scrivania che non
riuscirà mai a
comprenderlo come un avversario durante una dura ed aspra lotta. Se non
fosse
che ama sua madre, prenderebbe baracca e burattini, chiudendo per
sempre la
Capsule Corporation. Peccato che anche lui ami tanto quel posto che
però lo fa
sentire come se avesse un cappio al collo. Qualcosa di molto simile ad
una
cravatta.
Mi direte voi, come fa ad essere così unito un gruppo
così disomogeneo; hanno
tutti vite diverse, certo, interessi opposti. Eppure trovano sempre
un’ora
libera per il pranzo, talvolta mangiando persino alle quattro del
pomeriggio
pur di far coincidere gli orari e farsi un po’ di compagnia,
lontani dalla
routine, lontani dagli obblighi e dalla gente che mai potrà
capire cosa li
leghi. Eppure, nonostante fossero così uniti, sapevano che
c’era qualcosa che
mancava. Sapeva che non servivano altre persone nel loro gruppo, erano
talmente
chiusi nella loro amicizia che allontanavano chiunque provasse ad
entrare,
suscitando gelosia e irritazione sia da parte del genere maschile che
da quello
femminile. Eppure… eppure qualcosa mancava. Qualcosa di
nascosto; qualcosa che
stava per sbocciare. Prima o poi qualcosa sarebbe accaduto.
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Salve a tutti!
Spero che questo capitolo vi abbia incuriosito! Più che un
capitolo sembrerebbe
una vera e propria prefazione, tanto per spiegare la situazione. In
effetti
forse è proprio così.
Comunque sia credo che aggiornerò molto presto, anche se
temo che sarà una
storia un po’ lunghetta.
Buon
divertimento!
*-._Kalie_.-*
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Capitolo 2 *** Anche se è cresciuto, Peter Pan riesce ancora a volare ***
Anche se
è cresciuto, Peter Pan
riesce ancora a volare.
Forse aveva sbagliato a lasciare casa Son, vista la vita che conduceva
li dove
l’unico dovere che aveva era quello di studentessa. La nonna
le preparava
sempre ottimi pranzetti e la mamma era una perfetta casalinga. Eppure
le era
sembrata un’urgente necessità quella di
trasferirsi insieme a Bra e Marron in
una casa poco distante dal complesso delle varie facoltà, di
proprietà della
famiglia Brief. Forse perché il legame tra le tre si era
stretto ancora di più
da quando avevano cominciato tutte e tre ad andare
all’università, forse perché
sentivano che era la cosa giusta. Forse perché cercavano un
po’ di
indipendenza. Certo che se non fosse stato per la biondina, sarebbero
morte di
fame.
Per gli altri la vita trascorreva normalmente, se non che ogni tanto i
nostri
tre ragazzi andavano a far visita alle coinquiline, tanto per passare
un po’ di
tempo a distrarsi chi dal lavoro e chi dagli studi. Il fatto che i sei
lasciassero il resto del mondo al di fuori del loro gruppo preoccupava
non poco
i genitori di ognuno di loro, ma dopotutto, che gliene importava a
loro?
L’importante non è trovare la propria
felicità?
Una mattina Pan si alzò di buon ora, molto strano per i suoi
ritmi biologici;
così strano che Marron quasi si strozzo con un pezzo di
biscotto quando la vide
entrare in cucina in pigiama mentre si stropicciava gli occhi. Con un
paio di
colpi di tosse riuscì a riprendersi in tempo per notare lo
sguardo semi offeso
della mora, che aveva intuito benissimo il motivo della sua reazione.
Si
sedette nel posto davanti a lei, già apparecchiato
perfettamente: da quant’era
che non beveva il caffè fatto da Marron ancora caldo di
prima mattina? Sorrise
al pensiero, perdonando all’istante l’amica per la
sua reazione: aveva
perfettamente ragione dopotutto.
“Buongiorno! Come mai così mattiniera stamattina,
Pan?” la voce di Marron era
sempre il miglior risveglio, la voce gentile e i modi pacati riuscivano
a
rilassarla.
“Mh… non lo so! Ho fatto un sogno strano. Almeno
credo…” alzò lo sguardo
sorseggiando il caffè, fissando contemporaneamente la
ragazza davanti a lei con
aria indecifrabile, ma decisa a non voler aggiungere altro
“ottimo come sempre
Marry. Che si fa oggi? Io ho la giornata libera!” le sorrise,
sistemandosi
meglio sulla sedia, e lanciando un’occhiata vaga alla posta.
“Mh… io ho un po’ da fare a dir la
verità! Il professore mi ha chiesto di
collaborare ad un suo lavoro, così pensavo di uscire di casa
abbastanza presto.
Bra invece sta ancora dormendo. Ma che succede oggi? Vi siete invertite
i
ruoli?” rise allegramente la bionda, guadagnandosi una
risatina anche
dall’addormentata Pan.
“Starà facendo il mio stesso sogno. Ma magari lei
ha voglia di continuarlo!” un
nuovo sorso di caffè e un morso ai favolosi biscotti di
Marron “vorrà dire che
me ne andrò per conto mio! Magari faccio un salto a trovare
Goten!” il fatto
che Pan non avesse minimamente nominato i genitori o la nonna non
scompose
minimamente Marron, probabilmente per via di quel loro legame che fa
sembrare
chiunque al di fuori di loro un semplice ornamento al confronto.
Ovviamente
senza sminuire l’affetto verso i propri parenti. Pan aveva
smesso di chiamarlo
Zio quando avevano cominciato ad uscire insieme, sentivano il legame di
sangue,
ma la distanza dettata da quella denominazione era troppo alta per
descrivere
ciò che realmente li univa.
“D’accordo! Mi raccomando non tardate! Ricordagli
che siamo tutti a cena qui!”
Marron le sorrise, prima di alzarsi e cominciare a lavare i piatti.
Anche Pan
si rimise in piedi, pronta per andare a cambiarsi. Eppure quella
mattina l’aria
era decisamente diversa; le lanciò un’occhiata
incuriosita: come mai parlava
così poco oggi? Meglio lasciar correre al momento, per non
dover tirare fuori
il discorso sogno.
“A dopo Marron… se esci prima di me passa a
salutarmi!”
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Arrivare fino alla casa di sua nonna fu una vera passeggiata: in volo
non ci
mise più di cinque minuti. Il problema principale in effetti
non era arrivare,
quanto uscirne; sicuramente Chichi l’avrebbe trattenuta per
fare due
chiacchiere del tipo “ma il fidanzatino?” oppure
“per trovarlo dovresti
smettere di uscire con tuo Zio, è troppo geloso. E poi, se
esci con altri
ragazzi, penseranno che sei occupata”. Il fatto che a Pan non
importasse
granché al momento non riusciva proprio ad entrarle in
testa. Senza contare che
dire il termine ‘fidanzatino’ ad una ragazza di
ormai ventidue anni era davvero
ridicolo.
Quando la vide, corse comunque ad abbracciarla, e venne pervasa da una
sensazione di malinconia mista a calore. Le sorrise davvero felice di
vederla,
e pronta a fare un paio di chiacchiere: come si fa a dire di no ad una
come
Chichi? Dopotutto era stata lei ad incastrare il grande Goku, e a farsi
sposare: per quanto Goku possa essere forte, importante, leggendario e
intraprendente, l’unica persona a cui non può dire
di no è proprio quella
piccola donna che non le è mai sembrata più
fragile.
“Oh Pan! Come sono felice di vederti! Era un po’
che non mi venivi a trovare,
eh? E dimmi un po’, ci sono novità?”
eccola che ricominciava. Pan sospirò con
aria quasi rassegnata, pronta ad entrare in casa per un dolce fatto in
casa.
Certo che niente era paragonabile alla vista dello zio che
l’aspettava alla
porta, con un sorriso stampato sul volto ed un bicchiere di succo in
mano.
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Camminare per le strade della città piena di pacchi e buste,
per quanto ne
potesse dire chiunque, per Bra era un vero e proprio sport. Si teneva
in
perfetta forma, e aveva anche una discreta forza, anche se non
minimamente
paragonata a quella degli altri Saiyan. Camminava sicura di
sé, su quel tacco
10, sotto lo sguardo invidioso di tutte le ragazze, e quello ammirato
di
qualsiasi membro del genere maschile. Uno sguardo ad una nuova vetrina
e subito
le veniva in mente “questo è perfetto per
Marry!” oppure “se l’abbinassi al blu
di quella sciarpa, starebbe un incanto su Ub!”. Stava anche
per entrare in un
negozio alla vista di una T-shirt dall’aria sbarazzina che
sarebbe stata un
tocco di classe sulla carnagione scura del ragazzo, se non fosse stato
per
l’incontro improvviso con quest’ultimo. Un sorriso
largo si dipinse sul volto
della turchese che gli sarebbe saltata al collo se solo non avesse
avuto tutti
quei pacchetti.
“Ehilà Bra! Vuoi una mano con tutta quella roba?
Ma si può sapere dove la
metti?” scosse la testa con aria affettuosa, afferrando la
maggior parte dei
pacchetti senza aspettare risposta dal moro.
“Ma non è tutta roba per me! Oggi ho fatto spese
specialmente per Pan! È la sua
stagione, decisamente!” esclamò con aria allegra,
come se fosse assolutamente
logica la sua affermazione; nonostante tutto, Ub la guardò
come se avesse detto
che era martedì e le sorrise. “ti va un gelato?
Avevo voglia di mangiarlo
almeno da quando sono entrata da Yumechi, ma mi era impossibile con
tutti
questi pacchi da sola!” gli sorrise tranquilla,
già indirizzandosi verso il bar
poco distante. Tanto sapeva che il ragazzo non le avrebbe detto mai di
no.
“Pan e Marron dove sono? Non sono venute con te a fare
shopping?” si sedette
senza preoccuparsi del galateo, lui era fatto così del
resto. Bra fece
spallucce con aria orgogliosa.
“Non sempre riescono a tenere il mio passo, in effetti!
Comunque Marron doveva
lavorare ad un compito con un suo professore, e a quanto ho capito oggi
Pan è
uscita presto per andare da Goten. Oggi era decisamente
mattiniera!” lo guardò
con aria ancora sconvolta, sguardo che ricambiò anche Ub:
era decisamente un
fatto insolito. “Credo che presto arriverà la fine
del mondo” la sua risata
allegra e squillante si sparse per tutto il bar, immediatamente seguita
da
quella del ragazzo.
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Seduta al tavolo davanti al pc, scriveva velocemente senza guardare la
tastiera; era talmente concentrata che neanche notava gli sguardi del
giovane
professore al suo fianco, che ogni tanto le si avvicinava per
controllare
l’operato e per correggere in caso di qualche raro errore.
Marron invece, se
lanciava qualche sguardo intorno a sé, li lanciava alla
finestra, vogliosa di
uscire sotto quel sole splendente, a giocare con gli amici e a sognare
l’ormai
vicinissima estate. Al momento però, non poteva concedersi
distrazioni; forse
perché il professore era proprio vicino a lei, al tavolo
della biblioteca
deserta, e sembrava guardarla con aria seria. Si ritrovò a
pensare che, se
davvero faceva così schifo il suo lavoro, poteva almeno
dirglielo prima che
finisse! Cercò di decifrare il suo sguardo lanciandogli un
breve sorriso
tranquillo, celando il nervosismo dovuto alla tensione del silenzio
obbligato e
allo sguardo fisso dell’uomo. Aveva sempre avuto problemi a
stare a stretto
contatto con gli altri, specialmente se non aveva la
possibilità di parlare
liberamente. Un lungo sospiro: era decisamente una giornata strana
quella.
“Pensa che stia venendo bene, Professore? Sto dimenticando
qualcosa?” poggiò le
mani sulle gambe, spostando lo sguardo sull’uomo con aria
incuriosita e
decisamente nervosa. Tutta quella strana situazione le metteva ansia.
“Penso sia perfetto, Marron-san. Non preoccuparti”
l’uomo le rivolse un sorriso
tranquillo, ma la bionda ancora non riusciva a rilassarsi. Quella
giornata era
davvero strana, una strana sensazione di occlusione al petto non
l’abbandonava
sin da quando era ancora sotto le coperte. Si alzò dalla
sedia con aria
tranquilla, dirigendosi verso un corridoio in particolare, alla ricerca
di un
nuovo spunto per il lavoro, ancora sotto lo sguardo dell’uomo.
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Nonostante non fosse la sua passione passare il pomeriggio a fare
Shopping, Ub
si divertì moltissimo in compagnia di Bra, come sempre del
resto. Era una
situazione normale per loro stare in compagnia l’uno
dell’altra e quindi andare
in giro riusciva totalmente naturale. Certo si beccavano diverse facce
invidiose mentre camminavano per la strada, ma anche a quello non
facevano
assolutamente caso. Forse perché la loro amicizia era
totalmente refrattaria a
queste cose, l’unica cosa che gli interessava era stare tutti
insieme. Anche
se, doveva ammetterlo, camminare al fianco di una ragazza come Bra era
davvero
un onore; si ritrovarono davanti ad un’agenzia di viaggi e si
soffermarono
davanti alla vetrina sconti comitiva.
“Non sarebbe fantastico farci una vacanza tutti insieme? Mi
piacerebbe partire
con voi!” sorrise verso il ragazzo pieno di pacchetti prima
di mettersi a
leggere velocemente le varie offerte.
“Io ci sto! L’estate è vicina,
però! Dobbiamo cominciare ad organizzarci!”
lasciò che la turchese aprisse la porta entusiasta, per poi
seguirla
all’interno dell’agenzia per nulla turbato o
stremato dalla pesantezza dei
tanti pacchi.
“Buongiorno!” Bra chiamò a tutta voce la
signora al tavolo poco distante da
loro, che però non sembrava affatto disturbata,
ricambiò anzi il sorriso
cortese.
“Benvenuti! Posso esservi utile?”
“Ma certo che sì, signorina! Vorremmo trovare un
favoloso posto dove passare le
nostre future vacanze!” ancora una volta la voce allegra
della ragazza si
sparse per tutto l’ufficio, mentre la proprietaria si sedeva
davanti alla
donna, seguita da Ub.
“Oh molto bene! Vi siete rivolti alla persona giusta, tutte
le coppie che si
sono rivolte a me hanno affermato di non aver mai passato una vacanza
più
romantica. Dunque… abbiamo diverse offerte per gli
innamorati, come ad
esempio…”
“Si sta sbagliando signorina! Noi non siamo una
coppia” rispose Bra senza
scomporsi minimamente: non era la prima volta che la vedevano
accoppiata a lui,
a Goten o addirittura a Trunks! “Vorremmo fare una vacanza
con altre quattro
persone” le sorrise nuovamente.
“Oh scusatemi tanto! Pensavo, visto che siete solo voi
due… scusate ancora” la
donna fece un piccolo inchino con la testa, con aria imbarazzata.
“Non si preoccupi, è un errore
comprensibile” aggiunse
Ub, con voce rilassante, per rimettere a
proprio agio la donna. Mentre la donna cercava favolosi viaggi sul suo
computer, il moro si ritrovò a fissare Bra con la coda
dell’occhio: decisamente
non era la ragazza per lui. L’adorava, ma non era lei la sua
donna designata,
lo sapeva bene. E poi era convintissimo che ci fosse già
qualcuno nella testa e
nel cuore della ragazzina e ne avrebbe anche avuto la conferma se solo
avesse
potuto leggerle nel pensiero in quello stesso istante.
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Fare due chiacchiere con la nipote era sempre un piacere; la guardava
mentre
tentava di arricciarsi una ciocca di capelli fin troppo liscia per i
suoi
gusti; parlava con Chichi con aria disinvolta, ed era incredibile
pensare a
quanto fosse cambiata in tutti quegli anni: sicuramente non era
più la
ragazzina che lo inseguiva cercando compagnia per i suoi allenamenti
quotidiani. E di certo non stava più a piangere ore ed ore
in attesa del
ritorno del nonno. Sorrideva con affetto verso la nonna che le porgeva
quegli
stravaganti ma gustosi dolcetti, che sicuramente erano tra i preferiti
della
piccola mora, e quando la moglie di Goku si allontanò
qualche istante, non
perse tempo a spostare la sua attenzione sullo zio.
“Ehi
Goten…
come sta la nonna? Dico… veramente!” vide il
sorriso di Pan spegnersi per
qualche istante, mentre tratteneva il respiro in attesa della risposta.
Lui
decisamente non si scompose più di tanto, cercando di
tralasciare il meno
possibile le proprie emozioni.
“Come al solito. In compenso la salute è a
posto!” le sorrise e vide Pan
rilassarsi: Goten sapeva sempre come prenderla. Sapeva rassicurarla con
una
sola parola, sapeva confortarla con un solo sorriso e, la cosa che la
spaventava di più, questo anche lui lo sapeva, era la sua
possibile sofferenza.
Specialmente vivendo al fianco di una Chichi ormai allo stremo delle
forze.
“Oh Goten, ma tu sai che fine ha fatto tuo padre? Anche oggi
è in ritardo per
il pranzo!” la donna era rientrata, facendo calare una nuova
ondata di gelo
nella stanza. Vide Pan abbassare lo sguardo e torturarsi le mani
l’una con l’altra,
cercando di scaricare l’improvvisa ansia che era appena
calata su lei e gli
altri. In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa pur di poter
prendere Pan,
abbracciarla e portarla via da quella casa.
“No Mamma… sarà passato da Balzar a
prendere i Senzu” Chichi fece spallucce e
tornò in cucina, lasciando i due in silenzio, a sguardo
basso.
Era ovvio che prima o poi quella donna sarebbe crollata, una vita
intera d’amore
per un uomo che non faceva altro che abbandonarla. Erano
così presi dalla
tenerezza nei confronti di quella piccola donna, che
sussultò, e poté percepire
la stessa sorpresa negli occhi di Pan.
“Nonna!”
“Mamma!”
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Ormai si era fatta sera, e finalmente avrebbe anche aggiunto! Odiava
stare li,
seduto dietro quella scrivania, a subire occhiatine languide da parte
della
segretaria e delle altre donne dell’ufficio. E sì,
a volte anche quelle degli
uomini. Diede un lungo e profondo sospiro mentre tirava fuori la
capsula con la
sua macchina, pronto a partire verso casa. Sentire l’aria tra
i capelli gli era
sempre piaciuto, forse perché gli ricordava vagamente la
sensazione che prova
quando si trova nel cielo, a volare a mille chilometri orari.
Guidava a velocità moderata, poiché sentiva i
propri pensieri vagare fin troppo
velocemente verso l’immagine di una giovane donna, cosa che
ultimamente gli
capitava fin troppo spesso. Si grattò i la testa, quasi
disperato visto che
avrebbe dovuto dare fin troppe spiegazioni al riguardo. Se non fosse
stato per
quella sensazione, quella presenza debole che era apparsa
all’improvviso,
avrebbe anche potuto cominciare a vagliare l’idea di andare
verso casa Son dove
sapeva che si trovavano sia Pan che Goten, pronto per chissà
quale folle idea
malsana che gli stava balenando. In quel momento pensò che
l’idea di Ub di
insegnare a Marron a controllare il suo Ki, per poter segnalare la sua
presenza
in caso di pericolo, fu la migliore che qualsiasi altra persona avrebbe
mai
potuto avere. Cacciò dalla mente la figura della ragazza di
poco prima,
scendendo dall’auto e riponendola nel porta Capsule per poi
partire in volo,
senza curarsi degli sguardi della gente per strada, che lo guardavano
come se
fosse un alieno.
Fortunatamente il viaggio durò solo pochi secondi,
così non ebbe il tempo di
farsi mille idee sulla situazione della bionda, anche se avrebbe dato
qualsiasi
cosa pur di vedere una qualsiasi altra scena. Marron ancora non si era
accorta
dell’arrivo del ragazzo dai capelli lilla, troppo intenta a
cercare di
dimenarsi, di liberarsi dalle mani di quell’uomo di cui tanto
si fidava, dell’uomo
che fino a poco prima si era mostrato così gentile,
proponendole persino un passaggio
fino a casa. Eppure aveva cambiato totalmente espressione quando Marron
si era
rifiutata di fare un “meglio non sapere cosa”
lì nella sua macchina.
“No professore! Mi lasci la prego!”
“’Sta zitta ragazzina! Mi merito un bel regalino
dopo tutto il lavoro che
abbiamo fatto oggi!”
Sarà stata la vista delle mani dell’uomo su tutto
il corpo della ragazza, sarà
stato il suo sguardo spaventato, ma Trunks non ci pensò due
secondi prima di
partire e spaccare il vetro della macchina dell’uomo, aprire
lo sportello e
strappare Marron dalle grinfie di quel mostro, che prese per il bavero
slacciato della camicia immediatamente dopo.
“Porco! Che cazzo le stai facendo?” lo
guardò con un disprezzo che Marron mai
aveva visto nei suoi occhi, eppure non poté far altro che
pensare che non era
mai stata più felice di vedere il suo amico.
“Trunks! Grazie… grazie! Grazie…
io…” il ragazzo le lanciò
un’occhiata, notando
la camicetta stracciata della ragazza. Tirò fuori
l’uomo dalla macchina,
cominciando a picchiarlo a suon di calci e pugni, senza minimamente
cercare di
dosare la sua forza.
“Basta Trunks! Così lo uccidi!” il lilla
si bloccò improvvisamente: aveva
ragione. Meglio lasciarne un po’ anche per Ub, Goten e Pan,
che volentieri se
lo sarebbero divorato vivo.
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Stare in ospedale non le era mai piaciuto, forse per
ereditarietà da parte del
Nonno Goku, anche se non aveva mai avuto il suo stesso terrore. Se ne
stava lì
seduta, con il cellulare tra le mani indecisa se chiamare Bra e Marron.
Aspettava
con aria ansiosa lo Zio, nella speranza di buone notizie; purtroppo per
quelle
avrebbe ancora dovuto aspettare, in compenso Goten le porse un
bicchiere di
caffè fumante. Si appoggiò stancamente alla
spalla del ragazzo.
“Ma non ti hanno detto proprio niente, Goten?”
chiese prima di bere il primo
sorso, che le fece nascere un tenero sorriso: dolce al punto giusto.
“Solo che stanno cercando di capire la causa del suo
malore” sentì lo zio
sospirare: sapeva bene quanto fosse preoccupato per la madre. Da quando
il
padre era andato via era sempre stato lui a prendersi cura di Chichi,
specialmente dopo che aveva cominciato a parlare dell’uomo
come se ogni volta
dovesse tornare da un momento all’altro.
“Sta tranquillo, vedrai che starà bene”
“Dovrei essere io a consolare te, Pan” vide il
sorriso di Goten, che come
sempre le donava un sorriso rassicurante. Sentì una morsa al
cuore: quando
avrebbe smesso di sorridere per la felicità altrui? Quando
avrebbe ricominciato
a sorridere perché era felice? Le lacrime le appannavano la
vista, ma le
ricacciò immediatamente indietro, per non farsi scoprire
dallo zio.
“Non è vero, Goten. Tu… anche tu stai
male” gli prese la mano “ e come tu stai
vicino a me, io farò altrettanto con te” gli
sorrise sincera, per poi beccarsi
in piena fronte un bacio.
“Grazie nipotina!” le scompigliò
teneramente i capelli “Ah è arrivato Gohan! Magari
a lui diranno qualcosa!” ma Pan non l’ascoltava
più, stava fissando il
cellulare mentre lampeggiava una chiamata, mentre sul display appariva
“Trunks”.
Vedere il suo nome sul cellulare le fece mancare un battito: avrebbe
dovuto
dirgli della nonna? Rispose dopo qualche istante, cercando di mantenere
l’autocontrollo,
nell’orribile timore che alla sua prima parola sarebbe potuta
scoppiare in
lacrime.
“Ciao Trunks! Che succede?” chiese con un piccolo
tremolio nella voce.
“Pan! Tu e Goten dovete venire subito qui!”
sentì la voce dell’uomo, che
emanava un’ansia mai sentita prima d’ora.
“Qui dove? Dove sei? Che è successo?” un
altro attacco d’ansia: possibile che
dovessero succedere tutte queste cose insieme?
“Sono a casa vostra. Goten è con te? Dove ti
trovi?”
“Sì è qui. Noi
siamo…” un lungo sospiro, mentre lo zio le
stringeva la mano,
con aria preoccupata. “siamo in ospedale. Nonna Chichi si
è sentita male, ma le
stanno ancora facendo dei controlli. Trunks, mi spieghi
cos’è successo?”
“Marron è stata aggredita da un maniaco”
La voce di Trunks le era arrivata fino al cuore. Sentì tutto
crollarle addosso,
mentre la rabbia cominciava a farle ribollire il sangue. Non ci
pensò due
volte, prese lo zio e lo trascinò fuori
dall’ospedale. Voleva bene alla Nonna,
ma ora come ora non poteva fare niente. Ora come ora, voleva solo stare
vicina
a Marron. Non riusciva a pensare ad altro che all’idea di
uccidere quell’uomo.
Fine
capitolo.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Comincio scusandomi per il tremendo ritardo! Ma dovete sapere che mi si
è rotto
il computer e ho rischiato anche di perdere tutto quello che avevo
scritto eheh
Fortunatamente sono tornata indenne da questo disastro computeristico,
e anche
la storia è sana e salva.
Come inizio è un po’ tragico in effetti, diciamo
che gli unici a cui è andata
bene sono Bra e Ub whahahah ma questo è solo
l’inizio ^^
Voglio
ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, e che
continueranno
(si spera) a farlo =) inoltre grazie a chi ha commentato!
VaMpIrA89:
grazie mille ^^ sono contenta che come inizio ti piaccia, e spero che
continuerai a seguirla! Baci
BULMA0219: grazie anche a te ^^ diciamo che più che il
blocco dello scrittore
ho avuto il “blocco del computer” XD in compenso
ecco il nuovo computer. Non preoccuparti
perché farò il possibile per aggiornare spesso
(per quanto gli esami mi ptranno
permettere XD) e spero anche che continuerai a leggere la fic ^^ bacini
FaNnY
sOnNy: grazie per il commento ^____^ spero che continuerai a commentare
oltre
che a seguirla hihi bacini
oNe_PiEcE4eva: ed eccotelo qui XD anche se siamo davvero agli inizi.
Dovranno capitare
ancora tantissime cose! Hihi bacini!
Neki: grazie mille per il commento ^____^ sono contenta che ti piaccia!
Spero che
continuerà a piacerti anche ora che comincia a delinearsi la
storia. Bacini!
Cercherò
di
aggiornare il prima possibile, anche perché sono curiosa di
sapere come andrà a
finire tutta la storia. Whahahah
Bacini,
*-._Kalie_.-*
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Capitolo 3 *** Ti accorgi che la giornata è storta solo quando noti di aver messo i boxer al contrario ***
Ti
accorgi che la giornata è storta solo quando noti di aver
messo i boxer al
contrario.
Vedere Pan e Goten irrompere nella stanza qualche secondo dopo la sua
telefonata fu un vero sollievo, era ben consapevole del fatto che solo
quei due
erano in grado di calmare il suo animo, solitamente mite.
Però sapeva anche che
Pan non l’avrebbe neanche guardato quella sera, sarebbe stata
tutta per Marron.
Si accasciò a terra, amareggiato e sollevato allo stesso
tempo, e mentre
cercava di ritrovare un po’ di pace sentì la mano
delicata della mora posarsi
sulla sua spalla: un momento per lui lo trovava sempre.
“Grazie Trunks. L’hai salvata” gli
sorrise e lui ebbe l’improvviso impulso di
abbracciarla; sentì la mano della ragazza sfiorargli il
volto prima che si
alzasse e raggiungesse Bra e Marron nella stanza di
quest’ultima.
“Quel porco…” sbatté il pugno
sul pavimento con forza, non ottenendo comunque
alcuna reazione da nessuno dei presenti; Goten si sedette al suo fianco
e
sospirò a lungo. Decisamente lui era il più
calmo, nonostante volesse un bene
dell’anima alla bionda.
“Sei stato bravo Trunks. Marron te ne sarà per
sempre riconoscente” non notò lo
sguardo preoccupato che lanciò invece ad Ub, silenzioso dal
primo istante in
cui l’aveva visto entrare dopo il ‘come sta
Marron?’ che aveva pronunciato
all’unisono con Bra. “Ora sta bene. È
tutto ok”
“Tu non hai visto il suo sguardo Goten. Avrei voluto uccidere
quell’uomo” Trunks
strinse i pugni dal nervoso, mentre
cercava di scacciare dalla mente quell’immagine.
“Hai fatto bene a non ucciderlo” la voce di Ub gli
ricordò che in effetti le
mani gli servivano ancora, ed era meglio allentare la stretta.
“Ma che dici Ub? Eppure tu…”
provò a dire il lilla, bloccandosi fulminato dallo
sguardo infuriato dell’altro.
“Non hai capito Trunks. Hai fatto bene perché ora
sarò io stesso ad ucciderlo”
Ma non fece neanche in tempo a muovere un passo che Pan, in tutta
fretta e con
gli occhi accecati dalla rabbia, spalancò la porta della
stanza e uscì dalla
casa lasciando tutti interdetti.
“Pan!” uscì di corsa dalla stanza anche
Bra, mentre Marron stava ancora seduta
sul letto rannicchiata su sé stessa “Fermatela!
sta andando da quell’uomo!”
Trunks fissò la porta ancora aperta con aria enigmatica. Non
avrebbe promesso
alla piccola Pan di fare una simile cosa. Soprattutto perché
avrebbe dovuto
battersi prima con Ub per contendersi il privilegio di uccidere quel
maniaco. Tutta
quella situazione lo stava facendo impazzire. Per lui non era stato
affatto
facile vedere Marron in quelle condizioni e non riusciva neanche ad
immaginare
come si potesse sentire. L’aveva salvata è vero,
però ora non provava altro che
rabbia verso quell’uomo. Quel mostro. Avrebbe dato qualsiasi
cosa pur di poter
tornare indietro nel tempo e magari impedirle di andare a
quell’incontro con il
professore. Si lasciò scappare un sorrisetto ironico mentre
partiva verso gli
altri per cercare di fermarli: effettivamente, in una vita parallela,
un
viaggio nel tempo se l’era fatto.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Si chiese perché cavolo dovesse avere una nipote
così testarda e con la testa
calda. Sospirò guardando Trunks che già si era
alzato cercando di raggiungere
la mora e Ub, i quali probabilmente o stavano litigando per decidere
chi dei
due l’avrebbe ucciso o erano intenti a realizzare un piano di
attacco
simultaneo, tanto per fargli provare più dolore.
Il lilla era già sparito da diversi secondi e lui si
ritrovò ad osservare Bra
che aveva la sua stessa identica aria preoccupata; se non fosse stato
per
quella situazione disastrosa sarebbero sicuramente scoppiati a ridere
dopo il
lungo sospiro che si ritrovarono a fare contemporaneamente.
“Bra, rimani qui con Marron, qualcuno deve stare con lei.
Secondo me non è il
caso di lasciare Trunks a calmare quei due, si farebbe trascinare da
Pan
nell’impresa omicida” si ritrovò a
sorridere ironico alla turchese, lasciando
intendere tutto e niente. La ragazza ricambiò il sorriso,
circondandosi poi con
le braccia, in cerca di conforto: quella storia aveva sconvolto proprio
tutti.
“D’accordo, tornate presto per favore”
notò lo sguardo di Bra abbassarsi per
qualche istante, come se avesse qualcosa sulle labbra, pronto ad essere
urlato.
Ma non era il momento di dire nulla.
Gli ci vollero all’incirca due minuti per localizzare i tre e
raggiungerli in
volo, giusto il tempo per fare mente locale. Certo, non era mai stato
un tipo
molto sveglio, eppure alcune cose non gli quadravano affatto in tutta
quella
faccenda, non tanto per quello che era successo a Marron, tanto per i
sentimenti che stavano venendo fuori, anche se erano ancora tutti
abbastanza
confusi. Lo sguardo gli si posò sul volto di Trunks che,
nonostante avesse
vissuto il tutto in prima persona, sembrava essere il più
calmo.
“Non capisci Pan! Non puoi togliermi il gusto di ucciderlo!
So che lei è la tua
migliore amica insieme a Bra ma…” Ub si
bloccò improvvisamente, guadagnandosi
uno sguardo di sorpresa da parte di Goten e Trunks e uno comprensivo di
Pan.
“Non ti farò finire la frase Ub. Forse
perché sono l’unica, te compreso, ad
aver capito cosa significhino le tue parole. Ma rifletti, non voglio
ucciderlo!” la voce di Pan era improvvisamente calma. Ora
cercava di sorridere
verso il ragazzo dalla pelle scura, mentre si avvicinava a lui con aria
tranquilla. Goten non ricordava di essere mai stato più
orgoglioso e sorpreso
contemporaneamente.
“No aspetta… ora sono davvero confuso. Cosa hai
capito? E poi… non vuoi
ucciderlo? Davvero?” effettivamente, guardandosi intorno,
scoprì che anche
Trunks e Ub erano sorpresi quanto lui dall’affermazione della
nipote.
“No. Ho riflettuto in volo. Non possiamo ucciderlo. Ub ora
devi calmarti!” posò
la mano sulla spalla del ragazzo proprio come poco prima aveva fatto
con Trunks
che li fissava ancora con aria indecifrabile. “Devi imparare
a tenere a bada
gli impulsi. Fai come me, no? Conta fino a dieci. Con la mia testa
calda
ultimamente ha funzionato parecchio!” rise, riuscendo a
tranquillizzare tutti e
tre i ragazzi in un solo istante. “ricordati che ora sono
più importanti i
sentimenti di Marron. Sono certa che avrà più
bisogno di te se sei fuori dalla
galera”.
Da dove si trovava, Goten riuscì solo ad intravedere
l’aria sorpresa di Pan
quando si ritrovò tra le braccia di Ub, mentre vide molto
chiaramente l’espressione
di Trunks. Ancora una volta gli sembrò che le cose nel
gruppo stessero
cambiando. Eppure all’insaputa di tutti, cambiavano nel verso
giusto.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Tenere le dita intrecciate con quelle di Pan era tutt’altro
che comodo: le sue
non erano esattamente delle mani adatte al combattimento, nonostante la
sua
forza; aveva le dita sottilissime, oltre che una mano piccola, quindi
tenersi
per mano per loro due era pressoché impossibile. Eppure in
quel momento ad Ub
non importava un bel niente, voleva solamente sentirla vicina. Quella
vicinanza
che Pan non gli avrebbe mai negato in quel momento. Erano entrati
entrambi
nella stanza di Marron, che finora Ub non aveva neanche guardato.
Sentì le dita
della mora scivolare dalla sua mano, prima di andare ad aggrapparsi
alla
maglietta di Bra e trascinarla fuori dalla stanza.
Non pensava gli avrebbe fatto così male vedere la faccia
sofferente di Marron,
ma non ci fece neanche caso; si slanciò solamente ai piedi
del letto e cercò di
sorriderle tranquillo, anche se ad ogni suo movimento, lei distoglie lo
sguardo.
“Sta tranquilla Marron. Va tutto bene… nessuno ti
toccherà mai più te lo
prometto” la mano di Ub cercò immediatamente
quella della ragazza, pronta però
a spostarsi in tempo. Come non odiare ogni contatto fisico dopo una
simile
esperienza? Rimase così immobile, in attesa di qualsiasi
cenno da parte della
bionda, senza dare segni di impazienza. Guardarla gli dava sempre una
strana
sensazione, forse perché sembravano così diversi,
per lo meno nell’aspetto. Lui
moro, scuro di carnagione, lei bionda, con una pelle color del latte.
Eppure,
per qualche strano motivo lei inciampava sempre nei suoi pensieri, con
il suo
sorriso gentile, le sue continue frasi di incoraggiamento; che strano
pensare
che ora era lei ad aver bisogno dell’aiuto di qualcun altro.
Era talmente
immerso nei suoi che neanche si accorse di sobbalzare al lieve tocco
della
ragazza sulla sua spalla.
“Ub… Ub… mi sento così
sporca! Aiutami!” si ritrovò semplicemente a
ricambiare
l’abbraccio della ragazza, senza pensare al batticuore che lo
assalì in quel
momento, convinto che si trattasse della tenerezza che gli provocava
quella
figura minuta. Non sapeva neanche cosa dirle, come confortarla. Eppure
non
desiderava altro in quel momento che stare al suo fianco, confortarla,
abbracciarla. Un sospiro lunghissimo, forse il più lungo che
Ub abbia mai
fatto; forse perché le parole che gli aveva rivolto la mora
una mezzoretta
prima ora cominciavano ad avere senso, in un modo che gli faceva anche
un po’
paura.
Al di fuori della stanza, non si accorse dello sguardo curioso di Pan,
che
sorrideva piacevolmente sorpresa alla turchese al suo fianco: Marron
non aveva
detto una parola a nessuno fino a quel momento.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Scambiò un breve sguardo di intesa con Pan, indicandole il
fratello, prima di
dirigersi verso Goten e sedersi al suo fianco, sul divano scelto da lei
solo
poche settimane prima. Sembrava in trance. Nonostante cercasse di
sembrare
calmo e distaccato era sconvolto e stanco anche lui; Bra si
ritrovò ad
appoggiare delicatamente la testa sulla spalla del ragazzo, che si
risvegliò
dallo stato catatonico, senza però scomporsi più
di tanto. Lo sentì sbuffare in
cenno di sorriso, e si ritrovò a sorridere anche lei.
“Come ti senti?” socchiuse gli occhi, sentendosi
finalmente in pace con se
stessa, per la prima volta in quella lunga giornata.
“Non dovresti chiederlo a me. In questa casa sono
l’ultimo ad essere toccato da
tutta questa storia” una lunga pausa da parte di entrambi,
mentre la turchese
cercava di decidere al meglio le parole da usare in una simile
situazione:
Goten era sempre il solito; Pan aveva ragione quando diceva che lui
poteva
sembrare superficiale quanto voleva, ma non si poneva mai al di sopra
di
nessuno.
“Stupido! Non è vero. Vuoi molto bene anche tu a
Marron” Bra diede una gomitata
sul fianco del figlio di Goku, cosa più dolorosa per lei che
per Goten. “E non
è una situazione semplice per nessuno! Non dirmi che non sei
preoccupato!
Inoltre fai finta di nulla, ma lo vedo che c’è
qualcosa che non va!”
“Mia madre è in ospedale, Bra” sentire
quelle parole non era certo stato
facile, specialmente dopo aver guardato la faccia di Pan, che sorrideva
a
Trunks cercando di tranquillizzarlo.
“Pan lo sa?” aveva nuovamente aperto gli occhi, e
si stritolava le mani come
non mai.
“Sì, era con noi quando ha avuto il
malore” Goten spostò lo sguardo sui suoi
occhi azzurri, con aria tranquilla.
“Non ti ha detto niente perché per oggi ne avevi
già subite abbastanza, non
credi?” ancora un sorriso e a Bra salivano le lacrime agli
occhi. Perché era
lui a consolare lei? Si sentiva così inutile: era Marron
quella aggredita dal
maniaco! Era la madre di Goten ad essere finita in ospedale! Era Pan a
sorridere al fratello nonostante la preoccupazione per la nonna.
Abbracciò il
ragazzo senza neanche pensarci, non per sfogarsi, non per frustrazione.
“Goten… starà bene! Anche Marron
starà bene. Tutto si sistemerà, vedrai”
e per
la prima volta dopo tanto tempo, il ragazzo si abbandonò,
nascose il viso
dietro i capelli di Bra e si appoggiò alla sua spalla, in
cerca di conforto.
Bra attese a lungo le sue lacrime bagnarle la spalla, ma non le
sentì mai. Era
ancora presto. Un passo per volta, ovviamente; eppure a lei quella sera
sembrava di aver percorso chilometri. Era ad un passo da lui, e a
decine di
metri da Pan e Marron, senza che però questo le portasse
nulla di negativo.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Il fatto che staccarsi dalle braccia di Ub fosse tanto difficile non la
sorprese più di tanto; finalmente era riuscita a sfogarsi, a
liberarsi ed era
così strana l’idea di esserci riuscita proprio con
lui. Abbracciarlo in quel
momento le era sembrato così naturale che neanche ci aveva
pensato su: eppure
prima aveva così paura anche solo di guardare qualsiasi
essere vivente. Ancora
le sembrava incredibile tutto quello che era successo, che
quell’uomo così
gentile, così pacato, potesse averle fatto del male. Per
fortuna era arrivato
Trunks. È vero, lui c’era sempre, le era sempre
vicino e chi era lei per lui se
non un’amica? Si ritrovò a sorridere
perché sapeva che, se al posto di Trunks
ci fosse stato Ub o Goten, entrambi avrebbero fatto la stessa cosa. Si
sentiva
ancora così male, le veniva da vomitare. Avere le mani di
colui che non si
vuole addosso è veramente orribile, ci si sente
così male. Non poteva far altro
che rivivere mentalmente quei momenti di panico. Quanto avrebbe voluto
distruggere quell’uomo con le sue stesse mani. Gli
passò per la mente il
momento in cui vide il volto di Trunks: era così arrabbiato!
Eppure non era mai
stata più felice di vederlo, l’avrebbe abbracciato
se solo ne avesse avuto la
forza in quel momento.
“Ub?”
“Dimmi”
“Come posso ringraziare Trunks secondo te? Mi ha salvato la
vita. Forse non
quella fisica, certo però…” ovviamente
per lei sarebbe stato un trauma
psicologico incancellabile se il ragazzo non fosse arrivato in tempo.
“Io credo che un semplice ‘Grazie’ lo
renderà più che felice. Non
c’è
nient’altro che tu possa fare” si staccò
un po’ da lui e lo guardò sorriderle,
e si rese conto che anche lui stava pensando alla stessa cosa: se
c’era
qualcosa che poteva renderlo più contento, lei sicuramente
non avrebbe potuto
farlo, semplicemente perché non era mora, con gli occhi neri
e non si chiamava
Pan. Marron e Ub si ritrovarono a ridacchiare, certi della
constatazione
mentale l’una dell’altro, mentre lei si
riappoggiò delicatamente alla spalla
del moro.
“Credo di sì. Andranno benissimo i miei
ringraziamenti” senza dire altro,
rimasero ancora un po’ così, cercando di percepire
i pensieri dell’altro,
ovviamente inutilmente. Eppure Marron, nonostante ora fosse quasi
totalmente
tranquilla, continuava ad avere il batticuore.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Nonostante tutto non era stato molto difficile calmare Trunks, aveva
cambiato
discorso diverse volte mentre se ne stavano seduti a terra, con le
schiene
appoggiate al muro. Ogni tanto lanciava un’occhiata allo zio
e all’amica che
sembravano essersi calmati, eppure c’era qualcosa di
decisamente diverso. Sentì
un pizzico di gelosia nei confronti di Bra, dopotutto era lei la
migliore amica
di Goten eppure sembrava essere lei quella più vicina a lui,
almeno in questo
momento. Scacciò via il pensiero tornando a guardare Trunks,
sorridendogli,
prima che gli potesse tornare in mente il ricordo della nonna
ricoverata:
sperava con tutta se stessa che il cellulare non le squillasse
più quella
notte.
“Come ti senti ora?” appoggiò la testa
sulla spalla dell’amico, in cerca di
conforto, eppure sentiva una sensazione diversa rispetto a quando stava
con lo
zio. Scosse impercettibilmente la testa, dando motivazione al fatto che
dopotutto Goten era la persona che le era più vicina.
“Molto meglio. Se non ci fossi tu a
volte…” si bloccò improvvisamente, ma
lei
non notò il rossore nelle sue guance, troppo intenta a
cercare di trattenere il
suo di rossore. “intendo tu e gli altri. Mi siete sempre
vicini, ma se non ci
fossi stata tu oggi insomma… guarda cosa sei riuscita a fare
con Ub!” notò però
il pugno del ragazzo stringersi con forza e lo guardò
incuriosita.
“Sta tranquillo, ora Marron sta bene!”
tornò a guardarlo in viso, con aria
allegra. “Vedrai che dopo stasera tutto andrà per
il meglio! Pensa che Marron
ha anche ricominciato a parlare!” esclamò con
tanta euforia che colpì la
mascella del ragazzo con la mano “oh scusa scusa scusa
Trunks!” e per lo meno
si fecero una bella risata.
“Ma tua nonna come sta?” le parole del ragazzo la
fecero incupire
all’improvviso, ma cercò di non darlo a vedere.
“me n’ero totalmente
dimenticato, mi dispiace. Sono stato un egoista” eppure lei
sorrise ancora.
“Vedrai che si rimetterà presto anche lei! Ma
ancora non abbiamo notizie!” sentì
un singhiozzo partire dall’altro lato della stanza e vide la
sua migliore amica
e lo zio abbracciarsi; era così strano. Conosceva lo zio
come le sue tasche, e
sapeva che per lui era difficilissimo aprirsi a quel modo, non aveva
mai
cercato conforto in nessuno. Certo lui le aveva chiesto diversi
consigli, la
considerava la sua migliore amica ma non si era mai lasciato andare
così. Non poté
far altro che sorridere mentre anche lei si rese conto che, per la
prima volta
in quella lunga serata, aveva bisogno di qualcuno accanto.
Arrossì tanto
impercettibilmente che neanche lei ci fece caso, ma quando
andò a cercare la
mano di Trunks, ancora seduto al suo fianco, sentì una
stretta nuova al cuore.
“Sono io a dovertelo dire, Pan… non avevo mai
sentito una parente del malato
rincuorare uno al di fuori della famiglia” lo
sentì ridere, ma lei aveva preso
la cosa piuttosto seriamente e si voltò di scatto a
guardarlo.
“Stai scherzando!”
le parole le erano
anche uscite da sole, tanto ci credeva “tu fai parte della
nostra famiglia! Come
Bra! Marron e Ub! Siete… siamo… le nostre
famiglie saranno unite per
generazioni!” le brillavano gli occhi, sentiva che si sarebbe
messa a piangere
se non fosse stato per quel maledetto orgoglio. “è
così… non può essere
altrimenti!” Trunks le sorrise rassicurante, prima di darle
un tenero bacio
sulla guancia. Solo allora si rese conto che quelle parole le aveva
dette più
per se stessa che per il lilla. Per scacciare via la paura di poter
perdere anche
uno solo di loro. Per paura di poter perdere lui. Lui più di
tutti.
Riuscì solo a pensare di essere una tremenda egoista.
Inconsapevole dei
pensieri della turchina, si sentiva sempre più distante da
lei e Marron. Eppure
sapeva che il loro rapporto non sarebbe mai cambiato.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Strano come gli stati d’animo, nel giro di poche ore, possano
cambiare in modo
così diverso. Avere Pan tra le braccia gli dava
un’immensa sensazione di
libertà e allo stesso tempo di sofferenza. Per la prima
volta si rese conto che
quella sofferenza era dovuta al fatto che non sarebbe mai potuta essere
sua. Troppe
le differenze, troppi gli ostacoli. Si ritrovò a scambiarsi
un lungo sguardo
con Goten che, come lui aveva tra le braccia la sua nipotina,
l’amico stringeva
la sorella che sembrava essersi calmata dopo un lungo pianto
liberatorio. Era strano
come in questo momento fossero divisi, tanto che lo assalì
una paura
improvvisa: se avessero continuato a questo modo come sarebbe andata a
finire?
Sapeva che prima o poi non avrebbe più potuto fare a meno
della mora e, sempre
nello sguardo del migliore amico, lesse lo stesso sentimento nei
confronti di
Bra. La cosa lo spaventava perché, anche se per Marron e Ub
non ci sarebbero
stati grossi problemi, per loro la differenza
d’età sarebbe stata fatale. La cosa
che lo sorprendeva di più era proprio il farsi questi
problemi senza aver
capito bene cosa fossero quei sentimenti che lo legavano alla mora.
Senza contare
che non poteva parlare ne per lei, ne per gli altri quattro. Strinse
più forte
Pan deciso a cancellare quei pensieri; deciso a mantenere il loro
rapporto a
quel livello; deciso a non far affiorare nessuno dei suoi sentimenti;
deciso a
non rivelare, specialmente a quel geloso dello zio,
l’immagine di Pan che gli
era passata per la mente poco prima. Se quei sentimenti fossero apparsi
da
soli, e non parlava solo di se, tanto meglio. Per ora era meglio
starsene così
a godersi quei momenti solo per loro.
“Ehi Trunks…” la sentì
mormorare nell’incavo del suo collo. Non ricordava
neanche quando si era messa sulle sue gambe, raggomitolandosi come solo
un
gatto sa fare.
“Sì?”
“Posso rimanere così? Solo per un
po’…”
si strinsero a vicenda, contemporaneamente, senza dire
null’altro,
addormentandosi dopo qualche istante, nella paura e
nell’attesa di una
telefonata da parte di Gohan.
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Ciao
a tutti! ^___^
scusate il ritardo con cui scrivo questo nuovo capitolo, ma dovete
capirmi…
prima avevo in continuazione esami e tirocinio e poi mi sono rintanata
in un
paesino di montagna della sardegna per un intero mese dove non avevo il
mio
computerino per scrivere XD
Comunque eccomi qui con questo nuovo capitolo! Siamo ancora nella fase
di
costruzione della storia, dove i nostri protagonisti cercano di capire
i loro
sentimenti. Poveri sciocchi (whahahah) sono chiari a tutti tranne che a
loro!
XD
Spero di non avervi delusa con quest’attesa! Ora
cercherò di aggiornare un po’
più spesso, dopo il mese di settembre ovviamente (altro mese
di esami ._.)
Ora
i
ringraziamentiiii!
FaNnY
sOnNy:
ciao ^^ grazie anche
per questa bella recensione! Sono contenta che ti sia piaciuta.. anche
a me la
povera Chichi fa tenerezza. Immagino che abbia reagito così,
dopo tutti quegli
anni di abbandono da parte di quello stupido <3 di uno
scimmione! Ahah inoltre
penso che tutta la faccenda abbia fatto avvicinare molto Pan e Goten,
per questo
si sono ritrovati ad essere così uniti, specie quando Chichi
ha cominciato ad
avere i sintomi (ne parlo come se fosse vero anche nell’anime
XD) comunque
spero che continuerai a seguire la mia storia e che ti sia piaciuto
anche
questo capitolo *___* bacioni!
Neki: Ciao ^^ sono contenta che ti
sia piaciuto il capitolo! Beh, Pan è una ragazza semplice ma
dai tratti
speciali, è bello che tu riesca a riconoscerti in lei! =)
anche perché vorrà
dire che seguirai con più trasporto la mia fic whahahah si
penso che su per giù
sia quella l’età di Chichi. Povera donna.. tutta
la vita ad amare un uomo che
parte in continuazione! Io avrei chiesto il divorzio XD ma anche Goku
è
favoloso dai! Per quanto riguarda Trunks e Marron… beh
immagino che da questo
capitolo si siano capiti i loro sentimenti. Loro due in questa fic si
avvicineranno molto, specie perché lei è molto
grata al ragazzo, anche se
conosce i sentimenti del ragazzo, senza contare i suoi! Eheh continua a
leggere
la mia storia *___* baci!
Eri_chan: Ciao ^^ sono contenta che
ti piaccia il mio strano modo di scrivere XD ogni volta cambio
tipologia di
scrittura! Whahah mi piace cambiare un po’ =P grazie per i
consigli sui tempi
^^ cercherò di stare più attenta! Dimmi se noti
altri errori così mi do
bastonate sulle dita che digitano whahah ovviamente si saranno capite
ormai le coppie
della fic whahah ma lascio che sia tutto velato (<.< dove
non si sa visto
che sta scritto tutto anche sulla mia pagina xD) anche la mia coppia
preferita
è Pan/Trunks *___* li adoro insieme, e sono certa che
riuscirebbero a superare
tutte le difficoltà dettate dall’età se
volessero. Non credi? *___* spero che
continuerai a leggere la storia ^^ baci
Grazie a tutti voi che leggete questa fic e anche le altre *____* spero
che
continuerete a farlo in futuro e che vi piaccia il proseguimento!
Baci!
*-._Kalie_.-*
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