Everwood Tales

di Elbereth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***



Capitolo 1
*** I ***


*Atto autoconclusivo.*



Studio Brown & Abbott.


[Entra il Dottor Brown. Il Dottor Abbott esce dal suo studio con un pacco di carte in mano]

Harold: Ah. Alla buon'ora.
Andy: Avevo da sbrigare alcuni affari urgenti. Mi hanno trattenuto più del previsto. (appende la giacca all'attaccapanni)
Harold: (sogghignando) Uh. Questo mi suona familiare.
Andy: (ignorandolo) Ho bisogno che tu mi fornisca un parere su un caso che sto trattando di recente.
[Harold strabuzza gli occhi, incredulo]
Harold: Allora è proprio grave.
Andy: Si, in effetti il caso è piuttosto-
Harold: Non stavo parlando del malato.
Andy: Oh. (preso di sorpresa, sorridendo) Sottile ironia, se non vado errato. Migliori di giorno in giorno, Harold.
Harold: (compaciuto) Apprezzo che tu l'abbia notato. (si siede) Sono indiscreto se ti chiedo perchè vuoi un mio parere?
Andy: Ho bisogno di un riscontro attendibile.
Harold: Ma sai già che la tua diagnosi è perfetta.
Andy: Può darsi, ma è sempre meglio sentire cosa ne pensi prima di decidere il da farsi.

[Andy apre la sua valigietta tirando fuori una cartella clinica e delle lastre. Harold lo fissa sospettoso]

Andy: (esasperato) Si può sapere che c'è?
Harold: Sto tentando di arrivare alla soluzione di questo enigma, Andy. Attualmente sono diviso tra due ipotesi, entrambe troppo ottimistiche perchè possano avverarsi in breve. La prima è che la tua tanto osannata genialità stia seriamente pensando di non assiterti ancora per molto; la seconda è che il tuo incommensurabile ego sarà presto equiparato da una buona dose di sano realismo.
Andy: Fingerò di considerarlo un complimento. (entra nel suo studio e appende una lastra alla lampada) Comunque, tornando a noi, ho il forte sospetto che qui (indica indica l'attaccatura tra femore e bacino) ci sia ben più di un innocente dolore all'anca.
Harold: Chi è il paziente?
Andy: Everald Bones. Era uno dei tuoi, se non sbaglio.
Harold: Certamente. Tutti erano miei prima che comparissi tu.

[Entrambi osservano la lastra]

Andy: Che ne dici?
Harold: Dico che la testa del femore presenta un evidente malformazione. Ma questo già si sapeva.
Andy: perchè non è stato operato?
Harold: Oh, andiamo! Sai meglio di me che in una situazione simile il rischio di paralisi sconsiglia di intervenire chirurgicamente.
Andy: Sarà anche vero, ma lo è altrettanto che con il passare del tempo potrebbe sviluppare un principio di tumore.
Harold: L'ho sempre debitamente tenuto sotto controllo perchè ciò non si verificasse.
Andy: Non ho mai affermato il contrario. Dico solo che io avrei operato.
Harold: Ti risulta che in qualche punto imprecisato del globo esista un tuo clone, Andy?
Andy: Non che io sappia, ma-
Harold: Appunto. Ciò significa che per quanto tu sia insopportabilmente narcisista e irritante in ogni singolo aspetto della tua vita, sei anche l'unico chirurgo capace di affrontare un'impresa di tale portata.
Andy: Attento, Harold, così tante esternazioni d'affetto in pochi minuti potrebbero uccidermi.
Harold: Parla a bassa voce, Brown, o il mio desiderio rischierebbe di non avverarsi.

[Harold rimette la lastra nella cartella mentre Andy tira fuori il pranzo]

Andy: (prendendo coltello e forchetta) Ne parleremo nel dettaglio domani. Everald ha un appuntamento con me domattina e vorrei che ci fossi anche tu.
Harold: Vedrò cosa posso fare.
Andy: (inarca un sopracciglio, sorpreso) Uh. Con gli anni stai diventando più malleabile, sai?
Harold: (lo ignora) Menù del giorno?
Andy: Un altro dei miei molteplici aborti culinari. Ti risparmio i particolari.
Harold: Così disgustoso?
Andy: Altrochè, ma mi devo accontentare. Nina dice che sto migliorando.
Harold: Ciò dovrebbe essere in qualche modo rassicurante?
Andy: Suppongo di si.
Harold: (scettico) Bene. (si avvia verso la porta)
Andy: Ah, quasi mi dimenticavo! Jake mi ha fatto promettere di dirti che ti avrei avvisato della sua intenzione di venire a parlarti questo pomeriggio.
Harold: Io e il Puffo non abbiamo nulla da discutere. Meglio che non sprechi tempo a tentare di convincermi.
Andy: Dai, in fondo è -
Harold: Ti rendi conto che quel mezzuomo ha quasi trasformato l'onorevole studio Abbott in una sottospecie di discoteca? 50 lunghi anni di onorata carriera buttati al vento. Se lo sapesse mio padre si rivolterebbe nella tomba.
Andy: Vuole solo la cartella di Eveline.
Harold: (categorico) Se lo scordi. L'ho già aiutato abbastanza.
Andy: Ma -
Harold: Ci ruba i pazienti e poi mi chiede anche dei consigli su come curarli? Oh, parola mia, questa è una presa in giro bella e buona.
Andy: E se -
Harold: "La vostra cura è la prevenzione, cittadini di Everwood! Una sana passeggiata nella pausa pranzo assicura un'ottima circolazione interna e previene il rischio di infarto e malattie cardiovascolari." Buffone! Tutto ciò che assicura è di non avere tempo a sufficienza per mangiare.
Andy: Però -
Harold: Come se artriti, ulcere e osteoporosi di anni svanissero tentando di fare il giro dell'isolato in tre minuti. La povera Eveline stava quasi per finire in ospedale.
Andy: Deduco che qualsiasi cosa io stia per dire non ti farà cambiare idea.
Harold: Uh. Dovrò rivalutare la tua perspicacia.
Andy: Questa facile ironia abbassa notevolmente il tuo standard, Harold.
Harold: Può darsi, ma il mio sadico piacere nel farla è sempre lo stesso.

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Capitolo 2
*** II ***


*Atto autoconclusivo*


Casa Abbott.


[Camera da letto. Rose sta leggendo una rivista. Harold entra con aria stanca]

Rose: Ciao, caro.
Harold: Ciao Rose. (si toglie stancamente la giacca e allenta il nodo della cravatta)
Rose: Sei tornato tardi, stasera.
Harold: Non me ne parlare (si trascina fino al letto, crollandoci letteralmente sopra). Non mi ricordo di aver mai avuto tanto lavoro in vita mia. Se fossi un dipendente, con questi straordinari mi sarei assicurato la vecchiaia.
Rose: Problemi in ambulatorio?
Harold: L'intero paese ha deciso che oggi voleva essere vaccinato da me.
Rose: E io che ti avevo fatto anche i ravioli..
Harold: (sarcastico) Oh, bene. (si passa una mano sugli occhi) Qualcos'altro che devo sapere?
Rose: Credo che per adesso sia abbastanza.
[Harold si mette seduto a fatica togliendosi la cravatta e la camicia]
Rose: (preoccupata) Buon Dio, Harold! Come sei teso..
Harold: Merito di tuo figlio che non vuole andare al college, di tua figlia che decide del suo futuro senza di me e di Robert Doggert che ha impiegato 18 minuti a scegliere su quale braccio voleva che gli facessi la puntura.
Rose: Curioso come improvvisamente siano diventati solo figli miei. Eppure mi pareva ci fossi anche tu quando sono stati concepiti.
Harold: (si alza, tenendosi il collo dolorante) In effetti si dà il caso che abbia fornito il mio contributo.
Rose: (lo guarda di sottecchi, quindi appoggia la rivista) Vieni qui. (gli indica la sonda del letto)
Harold: Che cosa vuoi fare?
Rose: Mi rendo conto che Linda e la sua agopuntura sarebbero serviti di più, ma ti tocca prendere quel che c'è.

[Harold si siede e Rose comincia a massaggiare la schiena e la base del collo]

Rose: Va meglio?
Harold: Oh si.. (mugugna) Eccome.
Rose: Non ti fa bene essere troppo nervoso, Harold. Qui, ad esempio (scende con le mani all'altezza dei reni) essere rigidi è un male, dovresti saperlo.
Harold: (a occhi chiusi) Non ci posso fare niente se mi lascio coinvolgere con facilità. Un po' più a sinistra, per favore.
Rose: E se lasciassi Amy e Bright liberi di fare le loro scelte senza interferire?
Harold: Non voglio che i miei figli ripetano i miei stessi sbagli.
Rose: Quali sbagli?
Harold: L'accontentarsi di poco quando potrebbero avere di più.
Rose: (smette improvvisamente di massaggiare) Quindi tu ti saresti accontentato?
Harold: (si gira) Oh, Rose, non è a te che mi riferisco, lo sai. Tra noi due sei tu quella che avrebbe potuto sposare Richard McKenna e avere un futuro mille volte migliore di quello che io potevo offrirti.
Rose: (intenerita) Adorabile sciocco.. (gli prende le mani) Quando Amy se n'era andata ti dissi che ero fortunata ad averti come marito, e non ho intenzione di cambiare idea. Ci sono 25 anni di felicità a dimostrarlo.
Harold: Voglio solo che i nostri ragazzi abbiamo il meglio, tutto qui.
Rose: Lo vogliamo entrambi, ma non possiamo costringerli verso ciò che non desiderano.
Harold: (sospira) Forse hai ragione.

[Harold si alza, raggiungendo l'armadio. Apre un'anta e tira fuori l'appendino]

Harold: Arrivata posta, oggi?
Rose: Si, certo. Per me. Perchè me lo chedi?
Harold: (appende camicia e giacca) Aspettavo la risposta di un centro di ricerca farmacologica. Nuove sperimentazioni contro i dolori cervicali.
Rose: Oh. Era così importante?
Harold: Mi servivano le tabelle entro domattina, per un paziente. Dovrò arrangiarmi senza.
[Si toglie i pantaloni e appende anche quelli. Poi s'infila il pigiama]
Harold: (sbadiglia) Perdonami se stasera sono poco loquace, ma mi sento a pezzi. Giuro che domattina sarò molto più pimpante, fresco e desideroso di discutere di qualsiasi cosa vorrai, purchè di fronte al caffè e ai pancake con salsa di mirtillo.

[Harold si infila nel letto tirando un sospiro appagato]

Harold: Tutto ad un tratto mi trovo a benedire l'inventore dei materassi. Non avevo mai fatto caso a quanto fossero morbidi e rilassanti.
[Rose sorride, riprendendo in mano la rivista]
Harold: Vuoi sapere una cosa, Rose?
Rose: (scherza) Sarà lunga?
Harold: Ti amo.
Rose: (lo bacia) Ti amo anch'io, Harold.




Ringraziamenti:

VallyBeffy: Anche a me è dispiaciuto per le ciambelle. Faceva troppo ridere con quel cappello da chef, ma sono comunque contenta che si sia messo in società con Andy.
Morgan: addirittura paragonata al copione originale di Everwood! 0_0 Oddio, no, non pretendo tanto. Scrivo solo quello che mi piacerebbe vedere, tutto qui. Grazie per i complimenti.

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Capitolo 3
*** III ***


*Atto autoconclusivo*



Mama Joy's


[Il Dr. Brown, con un bicchiere di brandy in mano, guarda sconsolato oltre la vetrata del locale]

Andy: Rob, per favore, un altro.

[Rob sostituisce il bicchiere vuoto]

Andy: Grazie.

[Entra il Dr. Abbott, infagottato in un pesante cappotto scuro]

Harold: Ah. A quanto pare abbiamo visite.
Andy: Puoi anche risparmiarti il sarcasmo, Mister Simpatia. Stasera non è il momento migliore.
Harold: Uhm.. Perchè ho l'impressione che salutare sia diventata una pratica obsoleta?
Andy: Ciao, Harold.
Harold: (sorride) Molto meglio. (si siede vicino a lui) Buonasera, Andy. Qual buon vento ti porta qui?
Andy: Credevo che il termine "Stasera non è il momento migliore" fosse stato recepito dai tuoi padiglioni auricolari. Evidentemente mi sono sbagliato.
Harold: Ma come siamo acidi. Indigestione di limoni?
Andy: No. Io la chiamerei emulazione di socio.
Harold: Oh. A cosa devo l'onore?
Andy: Il mio attuale umore mi spingerebbe a prenderti a testate, ma la mia buona educazione me lo vieta.
Harold: (divertito) Curioso. Ho pensato la stessa cosa fin dal tuo arrivo a Everwood.

[Andy fa per andarsene]

Harold: Oh no, Andy, ti prego. Non era mia intenzione innervosirti. Ho solo pensato che.. beh.. avendoti visto così giù ho tentato a mio modo di risollevarti il morale ma-
Andy: Non ci sei riuscito.
Harold: Lo vedo.

[Andy si siede di nuovo]

Andy: Neanche tu sembri messo troppo bene.
Harold: E quando ci saremmo incontrati da Mama Joy soddisfatti e orgogliosi di noi stessi?
Andy: Mai.
Harold: Risposta esatta.

[Entrabi sospirano rumorosamente]

Harold: (si prende la testa tra le mani) La mia bambina se ne va di casa.
Andy: (afflitto) Anche Ephram è deciso.
Harold: Non voglio che se ne vada.
Andy: Neanch'io.

[Si guardano negli occhi]

Harold: Che faremo senza di loro?
Andy: Siamo destinati a morire vecchi e soli.
Harold: Mentre i nostri figli se la spassano chissà dove.
Andy: Si dimenticheranno di noi.
Harold: Li vedremo solo a Natale e al Ringraziamento.
Andy: Forse anche a Pasqua.
Harold: Ti prego non illudermi. Voglio essere preparato quando arriverà il momento dell'amara verità.
[Vuotano in un sorso i propri bicchieri]
Harold: (sorride leggermente) Oddio, guardaci. Siamo patetici.
Andy: Ho tutto il diritto di essere patetico. Ephram spicca il volo e io non posso fare altro che rimanere a guardare.
Harold: Non dire "spicca il volo", Andy. Mi fa sentire peggio.
Andy: (quasi a sè stesso) Fortuna che il meno allegro dei due dovevo essere io..
Harold: Il fatto che non mi trascini per i pub bevendo brandy fino ad ubriacarmi non significa che stia meglio di te.
Andy: (indignato) Ehi! Io non mi trascino per i pub.
Harold: ma ti sei ubriacato.
Andy: non è vero.
Harold: Ah no? Quanti bicchieri ti sei scolato finora? Sei?
Andy: Quattro.
[Harold lo fissa, scettico]
Andy: Oh, e va bene! (scocciato) Sette.
Harold: (incredulo) Sette?
Andy: Si, sette. Non posso, forse?
Harold: Dio liberi, no. Avvelenati con comodo.
Andy: Risparmiati la paternale, dottore. Conosco il sermone a memoria.
Harold: Uh. Quindi è il significato delle parole ad esserti sconosciuto.

[Andy lo guarda, infastidito]

Andy: Sai cos'è che ti manca, Harold?
Harold: (sarcastico) Sono tutt'orecchi. Illuminami.
Andy: Sei sprovvisto di tatto.
Harold: Ma davvero?
Andy: Davvero.
Harold: E in virtù di quale ragionamento avresti dedotto ciò?
Andy: Sei assolutamente incapace di passare sopra ad una questione senza dispensare a destra e a manca perle di cinismo non richieste, e stasera ne è un classico esempio.
Harold: Beh, in questo caso scusa tanto se ho tentato di farti capire che bere non ti aiuterà a dimenticare la partenza di Ephram, come parimenti non aiuterebbe me nell'accettare che la mia bambina tra poco abiterà lontano da qui. Scusa tanto se ti ricordo che questo argomento è stato discusso mesi fa. E scusa tanto anche se ti faccio notare che Delia non se ne sta andando, eppure tu ragioni come se lei non esistesse.
Andy: NON venire a dirmi cosa devo fare con i miei figli, Harold.
Harold: No di certo. Io vengo soltanto a dirti cosa puoi fare per salvarti da te stesso.
Andy: (canzonatorio) Oh. E suppongo che tu lo sappia, vero?
Harold: (gelido) Se uno dei tuoi figli fosse caduto in depressione scappando di casa, te lo giuro, lo sapresti anche tu.

[Andy si alza]

Andy: Non ho nessuna intenzione di stare ancora ad ascoltarti.
Harold: Perchè, temi forse che saresti costretto a darmi ragione?

[Andy percorre a grandi passi il locale, aprendo la porta]

Andy: No. Temo soltanto di aver sprecato tempo pensando che mi avresti capito.

[Sbatte la porta dietro di sè, e il locale piomba nel silenzio]


Ringraziamenti:

Shaida Black: Oh cribbio, se già la quarta persona che me lo dice 0_0 Ragazzi, per favore, va a finire che poi mi monto la testa..

Surprise:Ti ringrazio per i complimenti, io adoro Everwood. E Harold Abbott, come si può notare. Non ci posso fare niente, amo tutto di lui, me lo sposerei domani se potessi.

Dk86: Accidenti, che onore avere un commento positivo da uno dei recensori di FFFever! Grazie mille anche a te per aver lasciato due righe, mi fa davvero piacere.

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Capitolo 4
*** IV ***


*Atto autoconclusivo*



Mama Joy's


[Harold sta mangiando. Nina passa lo straccio bagnato sul bancone e toglie i piatti vuoti]

Nina: Altro caffè?
Harold: No, grazie. A posto così.

[Harold non sembra convinto. La guarda, titubante, con l'aria di chi vuole fare una domanda ma non è sicuro che sia il momento giusto]

Harold: Ehm.. Nina?
Nina: Si?
Harold: (circospetto) Ecco, io.. Mi chiedevo se..
Nina: Lo so. Le lasagne di oggi non sono il massimo, ma ti assicuro che di solito -
Harold: Non era quella la domanda.
Nina: (imbarazzata) Oh. Ok. E quindi..
Harold: Quindi.. si.. io vorrei sapere se.. beh.. hai notato dei comportamenti strani in Hannah, di recente?
Nina: (confusa) In Hannah?
Harold: Ah-ha.
Nina: Beh, io non.. (corruga la fronte) Che cosa intendi per "comportamenti strani"?
Harold: Poca voglia di mangiare, testa tra le nuvole, sorrisi radiosi improvvisi e inspiegabili come se le avessi appena annunciato che andrete alle Hawaii per il weekend, reazioni sorprendenti a parole comunissime come telefono, cinema, Bright o -
Nina: Che c'entra Bright?
Harold: In teoria niente. Mi piacerebbe che c'entrasse, però.
Nina: Ma non lo sai.
Harold: Lo sto chiedendo a te.
Nina: Te l'hanno mai detto che sei criptico, Harold? Ti ci sono voluti dieci minuti di contorsionismo verbale quando avresti potuto semplicemente domandarmi se è innamorata.
Harold: Detto così lo fai sembrare uno sforzo inutile.
Nina: In effetti lo è.
Harold: Donne. (sospira) Sei uguale a Rose, a Amy, a mia madre e a tutte le altre. Non capite.
Nina: Era forse oltraggioso per la tua brillante oratoria andare direttamente al punto?
Harold: Preferisco prenderla alla lontana. In genere ciò mi evita un sacco di situazioni imbarazzanti.
Nina: Ma non certo il mal di gola a fine giornata.

[Nina sparisce nel retro tornado quansi subito con un pacco di macinato per caffè]

Nina: In effetti (apre il pacco e rovescia il contenuto nella macchinetta) ora che mi ci fai pensare ho notato qualcosa.

[Harold quasi si soffoca con le lasagne]

Harold: (euforico) Davvero? Ah, grazie al cielo, gra -
Nina: Frena, Yankee. Ho detto "qualcosa".
Harold: Oh. (si sgonfia come un palloncino) Quindi niente di certo?
Nina: Che qualcosa ci sia non è sinonimo che quel qualcosa sia proprio "il qualcosa" che noi intendiamo.
Harold: Uh. (ingoia un boccone di lasagne) Ciò complica decisamente la situazione.
Nina: Peccherei di curiosità femminile se ti chiedessi perchè?
Harold: Sarò costretto a ricorrere a metodi d'indagine decisamente poco ortodossi.
Nina: (quasi a se stessa) Come mai detto così suona inquietante?
Harold: Oh, non conosci Bright! (ingoia un altro boccone) Con lui non servono a nulla i soliti vecchi trucchi. Devi lanciargli l'esca da lontano per dargli l'illusione di essere l'unico signore e padrone della situazione e poi, con colpetti quasi impercettibili, attirarlo a te quanto basta per intrappolarlo senza concedergli alcuna via di scampo. Cauto ma solerte. Guardingo ma deciso. Mostra la minima indecisione e capirà che sta andando incontro alla sua disfatta. In quel preciso istante, stanne certa, l'avresti già perduto. Esita e sarà la fine.
Nina: (sarcastica) Difficile indovinare se stai parlando di tuo figlio o di una trota.
Harold: (beve un sorso di caffè) Si, beh, certe volte mi confondo anch'io.
Nina: (sardonica) Come poteva mancare la frecciatina del giorno! Suppongo sarà saggio far finta di non aver sentito.

[Harold spalanca gli occhi, terrorizzato]

Harold: Che hai detto?
Nina: (confusa) Che sarà meglio far finta di non aver sentito.
Harold: Oh no.
Nina: Harold, sei sicuro -
Harold: Oh no.
Nina: Ma è tutto -
Harold: Oh no.
Nina: (innervosita) Cosa oh no?
Harold: Brownite.
Nina: (trattenendosi dal ridergli in faccia) Uhm.. è letale?
Harold: Temo di si.
Nina: E i sintomi?
Harold: Nella maggior parte dei casi tutto inizia con semplici frasi ripetute a breve distanza l'una dall'altra -in genere in ordine di ottusità- come "Sarebbe meglio se seguissi il mio consiglio", "Lo dico per il tuo bene", "Ti stai ficcando in una brutta situazione", "Ti avevo avvertito che sarebbe accaduto" e, per l'appunto, "Farò finta di non aver sentito". In seguito il soggetto crede inspiegabilmente di avere il diritto di ficcanasare ovunque a suo piacimento e allo stadio terminale subentra una forma di egocentrismo acuto che nei soggetti gravi sconfina addirittura nel patologico. Fortunatamente tu devi aver sviluppato un anticorpo specifico che rallenta lo sviluppo della malattia, o vivere a sei metri da Andy sarebbe stato fatale. (beve un altro sorso di caffè) Oh, ma sto divagando. Sarà meglio che vada o farò tardi.
Nina: (guarda l'ora) Harold, hai ancora venti minuti di pausa.
Harold: Lo so.
Nina: E allora perchè -
Harold: I piani vanno studiati nel dettaglio, e qui c'è troppa confusione perchè riesca a concentrarmi. (si infila il cappotto) Devo sapere se Bright e Hannah si piacciono, e lo devo sapere subito. Per mio figlio sarebbe una vera benedizione.

[Prende la borsa e si avvia velocemente all'uscita]

Nina: E il dolce?
Harold: Tienimelo da parte per domani. Ho un'idea favolosa che implora di essere messa in pratica.

[Con un allegro cenno di mano, si chiude la porta alle spalle]


Ringraziamenti:

Dk86: E chi non odia Amanda? Io poi, che sono una fan assoluta della coppia Andy/Nina, non posso sopportare nè lui con la biondona nè lei con il mezzuomo. Insieme sarebbero perfetti ed entrambi sembra che non aspettino altro nella vita se non ostacolare il loro rapporto.

jessychan91: Grazie per la recensione. Sono venuta a dare un'occhiata e ti ho lasciato un piccolo consiglio.

Whatsermelly: Mi lusinghi, ma dubito che ai produttori di Everwood verrà in mente l'idea di incentrare un'intera puntata solo su Harold. Magari, dico io. Dato che venero quest'uomo non ci troverei nulla da ridire, ma si sa che senza Ephram e Amy Everwood sarebbe privato di almeno metà dei fan. Mi accontento di dar vita ai personaggi su carta, e devo dire che la cosa riscuote più successo di quanto avessi mai sperato.

ShaidaBlack: Ti dirò, mi piace immaginare cosa si dicono i personaggi una volta finite le scene. Penso a cosa direbbero se la telecamera li avesse ripresi ancora. E anche se sono perfettamente conscia che non c'è nulla di più di quanto ci fanno vedere, io li sento vivi. Da questo è nata l'idea della fanfic.

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